Elsa - La Strega dal Cuore di Ghiaccio

di mariannawho
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La piccola principessa dal cuore di ghiaccio ***
Capitolo 2: *** Quando due cuori di ghiaccio si incontrano ***
Capitolo 3: *** La previsione dei troll ***
Capitolo 4: *** Il giorno dell'incoronazione ***
Capitolo 5: *** Due salvatori per due sorelle ***
Capitolo 6: *** Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio ***
Capitolo 7: *** Il disgelo ***



Capitolo 1
*** La piccola principessa dal cuore di ghiaccio ***


C'era una volta, tanto tempo fa, un regno ubicato tra i fiordi del Nord. Questo regno si chiamava Arendelle, ed era governato da sovrani amati e venerati dai loro sudditi. Erano tutti molto felici e lo furono ancora di più quando la regina diede alla luce il loro primo figlio. Era una bambina e il suo nome era Elsa. Purtroppo, Elsa nacque con una malformazione al cuore e le probabilità di salvarla erano davvero poche. I suoi genitori, disperati, contattarono tutti i medici del regno, e poi dei regni vicini, ma tutti risposero nello stesso modo: “questa bambina non ha speranze, morirà”. A questo punto i sovrani di Arendelle decisero di incontrare la persona più temuta dei fiordi, la strega dei ghiacci. Questa strega, negli anni passati, viveva insieme a tutti gli altri abitanti di Arendelle ma, accusata di stregoneria, venne esiliata, e andò a vivere sulla montagna più alta di tutto il regno, isolata da tutti. Nonostante fosse una strega buona, i sovrani di Arendelle erano contrari alla magia, per questo fu esiliata in ogni caso. Dopo questo fatto, la strega dei ghiacci divenne diffidente e si chiuse in sé stessa. Quando i sovrani di Arendelle si trovarono davanti al suo grande portone rimase sbalordita. “Cosa ci fate qui?” chiese. Il re fece un passo avanti, mentre dietro di lui c'era la regina che teneva in braccio la piccola Elsa, sempre più debole. “So che non vuoi vedere nessuno, e so che ci siamo comportati molto male con te, ma non sappiamo più a chi rivolgerci. Questa è Elsa, nostra figlia. Il suo cuore non funziona bene e potrebbe morire da un momento all'altro. Tutti i medici hanno detto che non c'è nulla da fare, ma...”
“Ma hai deciso di rivolgerti alla magia per poterla salvare, è così?” lo interruppe la strega.
“Sì, è così. Siamo disperati, e ci siamo resi conto dell'enorme sbaglio che abbiamo fatto. Ti prego, perdonaci e salva nostra figlia” la implorò il re.
“Io non tornerò mai in un posto che non è mai stata casa mia, dove tutti continueranno a guardarmi con sospetto solo perché sono una strega. Rimarrò qui, isolata da tutti. Tuttavia, sono disposta a salvare la principessa. Le darò un cuore nuovo, in modo che lei possa vivere”
“Oh grazie, grazie infinite!”
La regina porse la piccola tra le braccia della strega, ma quando si resero conto di quello che stava succedendo ormai era troppo tardi. Era entrato del ghiaccio nel suo piccolo cuore.
“Che cosa le hai fatto!? Ti avevo chiesto di salvarla!” gridò disperato il re.
“È ciò che ho fatto, sciocchi. Vostra figlia vivrà, ma avrà un cuore di ghiaccio, esattamente come lo è stato il vostro quando avete deciso di esiliarmi! Da adulta sarà una donna perfida, arrogante, una donna dal cuore di ghiaccio! E ora sparite!”
Tornati a palazzo, il re ordinò ai suoi soldati di attaccare la dimora della strega, ma ogni tentativo fu inutile, in quanto era molto potente.
Intanto passarono gli anni, Elsa cresceva sana, non si ammalava mai, ma il suo cuore era completamente di ghiaccio, letteralmente.
Un giorno la regina diede al mondo un'altra bambina, che chiamarono Anna. Anna era completamente diversa da sua sorella maggiore: era molto dolce, sempre allegra, gentile con tutti. Cercava in tutti i modi per stare vicina ad Elsa, ma veniva sempre respinta. Un giorno, mentre Anna cercava di giocare con Elsa, quest'ultima la respinse con del ghiaccio che era uscito dalla sua mano. Lei stessa rimase senza parole. “Che cosa mi sta succedendo?” si chiese. I loro genitori pensarono subito che si trattava della maledizione della strega dei ghiacci, e per far in modo che Elsa non facesse danni, le regalarono dei guanti. Anna fu l'unica a vedere questo fatto come qualcosa di innocuo, infatti pensava che Elsa stesse solo giocando. “Sarà veramente pericolosa? O possiamo fidarci?” si chiedevano i sovrani, man mano che gli anni passavano...

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Capitolo 2
*** Quando due cuori di ghiaccio si incontrano ***


Un giorno Elsa si trovava da sola in camera sua ad immaginare il mondo esterno. Usciva veramente poco, conosceva pochissima gente, a differenza di sua sorella, che invece era sempre fuori a giocare e tutti gli abitanti la conoscevano molto bene. Elsa, a causa del suo brutto carattere, finiva col litigare sempre con qualcuno, e quindi preferiva rimanere da sola. “Così nessuno può ferirmi” pensava. Inoltre le dava fastidio dover tener nascosto il suo difetto (che lei preferiva considerarlo un potere). Di fatti, tutti gli abitanti, personale di corte compreso, pensavano che Elsa portasse i guanti e stesse spesso chiusa in casa a causa di un'allergia. I suoi genitori le avevano chiesto di non dire nulla a nessuno riguardo il fatto che lei potesse generare ghiaccio. Essendo considerato un atto di stregoneria sarebbero stati costretti a cacciarla dal regno, come hanno fatto con la strega. Quando i suoi le parlarono di lei, Elsa rimase incuriosita. “Mi piacerebbe molto conoscerla, magari soffre quanto me” pensava. Un giorno decise di allontanarsi più del solito e si diresse verso la montagna più alta. Man mano che si allontanava, aumentata la neve attorno a lei. Elsa rimase colpita da quel meraviglioso paesaggio, non ci vedeva nulla di male. Non riusciva a capire cosa poteva esserci di brutto in tutto ciò. Non fece in tempo ad arrivare in cima che in lontananza vide una donna che si stava avvicinando a lei. Elsa non ebbe paura e rimase ad aspettarla. “Vostra Altezza, come siete cresciuta. Siete bella proprio come mi immaginavo” disse la donna. “Chi siete voi? Mi conoscete?” chiese Elsa. “Ma certo! I tuoi genitori non ti hanno mai parlato di me? Non ti hanno mai parlato della donna che ti salvò la vita da morte certa?”
In quel momento Elsa capì. “Oh, ma certo! Voi siete la strega che mi gelò il cuore! Sì, mi hanno parlato di voi, ma non mi hanno mai detto che voi siete la mia salvatrice”
“Ah no!? Come pensavo, i vostri genitori non cambieranno mai. Mi vedono solo come una strega che merita solo di stare da sola. Scommetto che non l'hanno presa bene quando vi hanno vista usare i poteri di ghiaccio”
“E voi come sapete...”
“Ma è naturale, Altezza. Voi siete come me. Salvandovi vi ho anche trasmesso i miei poteri. Non poteva accadere altrimenti. Lasciate che vi spieghi... voi siete nata con una malformazione al cuore, niente vi avrebbe potuto salvare, se non la magia, la stessa magia che i vostri genitori hanno voluto nascondere da tutti quanti per paura. Vi hanno, quindi, portata da me, e io vi ho donato un cuore nuovo e, se ne sarete in grado, questo cuore farà in modo che voi viviate per sempre! E sapete perché? Perché è di ghiaccio! Il ghiaccio se si tiene al freddo rimane perenne, lo sapevate? Basta solo un attimo di calore che il vostro cuore potrebbe sciogliersi in poco tempo, e voi potreste morire con esso!”
“Che tipo di calore? D'inverno sto sempre accanto al fuoco, ma non mi sono sentita mai male”
“Non quel tipo di calore, Vostra Altezza, ma un calore molto più grande, un calore che non vi è mai stato donato del tutto”
“Non capisco”
“L'amore, Vostra Altezza, l'amore! Basterà anche solo un attimo di vero amore che voi potreste morire!”
“Mi state dicendo che amare fa male?”
“No, Altezza, di più. È letale! Dovete stare molto attenta! Dovrete provare odio per il resto della vostra vita, come sto facendo io. Da quando i vostri genitori mi hanno esiliata da Arendelle io non ho fatto altro che provare dolore e rabbia. Per colpa loro il mio cuore è diventato di ghiaccio, ma questo loro naturalmente non lo capiscono. Altezza, state attenta, mi raccomando. L'amore per voi è letale, ma l'amore falso lo è ancora di più. Voi siete diversa da tutti gli altri, un giorno i vostri genitori ve lo faranno pesare, vi faranno del male, ma voi dovrete essere pronta. Voi non meritate questo. Io vi ho dato la vita, non voglio che ve la tolgano”. In quel momento, dopo aver pronunciato quelle parole, la strega si toccò il petto. “Vi sentite male?” chiese Elsa. “Andate via! Tornate a palazzo, svelta! Avete visto e sentito fin troppo!”
“Ma io...”
“Via!” gridò la strega con tutta la voce che aveva.
Elsa scappò da lì, dritta a palazzo, mentre dietro di lei una strega, ormai anziana, si era accasciata sulla gelida neve. Con le ultime forze che le erano rimaste si girò, con gli occhi rivolti al cielo, e con l'ultimo fiato che le rimase disse: “era da tanto che non provavo così tanto amore”. Queste furono le sue ultime parole.
 
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Capitolo 3
*** La previsione dei troll ***


Quando Elsa tornò a casa lì ad aspettarla c'era la sua sorellina, Anna. “Elsa! Finalmente! Ti ho cercata ovunque, dove eri finita? Giochiamo insieme, dai!” disse la piccola Anna, che in quel momento aveva in mano le loro bamboline. “Lasciami in pace, Anna, non voglio giocare con te!” le rispose. “Ma come? Abbiamo sempre giocato assieme, perché ora non vuoi più? Che cosa ti ho fatto? Ti prego dimmelo! Dimmelo!!” gridò Anna. In quel momento Elsa si stava allontanando, quando Anna la prese per una mano e le sfilò il guanto. “Ridammi subito il mio guanto, muoviti!” le gridò Elsa, mettendosi a piangere. “No, non te lo do fin quando non mi dici che cosa hai!” rispose Anna. Elsa, dalla rabbia, usò tutto il potere che aveva e scagliò sulla sorellina così tanto ghiaccio che la fece cadere a terra. In quel momento arrivarono i loro genitori. “Elsa, che cosa hai fatto?! Tua sorella è completamente ghiacciata! Come hai potuto!?” gridò il re. “Ma io non l'ho fatto apposta, è lei che ha insistito a...”
“Non mi interessa, Elsa, hai torto, fine della storia. Fila in camera tua e non uscire più!”
“Aveva ragione la strega, siete cattivi. Lo siete stati con lei e ora lo siete anche con me!!” gridò Elsa, mentre scappò verso le scale che conducevano ai piani superiori. “Elsa! Elsa!! Come fai a conoscere la strega? Chi ti ha detto queste cose?? Elsa! Elsa!!!” gridò il re, mentre cercava di inseguirla. Intanto la regina teneva in braccio la piccola Anna, fredda e rigida come un ghiacciolo. “Elsa, ti prego, apri la porta, Elsa!” la supplicò il re, ma Elsa era riuscita a bloccare la porta. Intanto dal piano terra, la regina chiamò il re: “occupiamoci dopo di Elsa, dobbiamo fare qualcosa per Anna!”
“Questa volta non possiamo tornare dalla strega, dobbiamo rivolgerci a qualcun altro” rispose il re, preoccupato. Ma ad un certo punto “ci sono!”
Uscirono entrambi a cavallo, diretti chissà dove. Ad un certo punto arrivarono all'estremità di una foresta, dove non crescevano alberi. Quel piccolo spazio era pieno di sassi, tutti con dimensioni diverse e ricoperti di edera. “Vi prego, ho bisogno del vostro aiuto. Mia figlia, Anna, è stata colpita dal ghiaccio. Vi prego, guaritela per me” disse il re, rivolto a chissà chi. Ad un certo punto i sassi si mossero da soli e si diressero intorno ai sovrani. Uno alla volta si aprirono. Infatti non erano comuni sassi, ma troll. “Sono il re e la regina!” gridarono in coro. In quel momento si avvicinò il più anziano di tutti, detto Granpapà, il quale chiese di vedere la bambina. “Fortunatamente è stata colpita alla testa, fosse stato il cuore non so se ce l'avrebbe fatta. Ora sta bene, ma come è successo?”
“È stata sua sorella, Elsa. Da quando il suo cuore è diventato di ghiaccio ha degli strani poteri”
Dopo che il re pronunciò quelle parole, tutti i troll fecero un passo indietro dalla paura. “Altezza, non so se comprendete la gravità della situazione: vostra figlia Elsa è un pericolo per tutti noi. Una creatura così non può vivere insieme agli altri. Ora è solo una bambina, ma provate ad immaginare cosa potrebbe accadere quando diventerà adulta. Mentre lei cresce i suoi poteri crescono con lei, e una persona col cuore di ghiaccio non può essere che cattiva”
“E allora cosa dobbiamo fare? È pur sempre nostra figlia”
“Per il momento isolatela da tutti, Anna compresa. E quando sarà il momento, la nuova regina di Arendelle dovrà essere Anna, non Elsa, sebbene sia la maggiore. Una persona del genere al trono non può essere che una disgrazia per tutti”
Dopo aver ringraziato i troll, re e regina tornarono a casa preoccupati, mentre la piccola Anna, ormai guarita disse: “Non vedo l'ora di giocare con Elsa. Anche se mi ha fatto male è sempre la mia sorellona”.

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Capitolo 4
*** Il giorno dell'incoronazione ***


Una volta tornati a palazzo, i sovrani di Arendelle presero una decisione molto drastica nei confronti di Elsa, una decisione che mai e poi mai un genitore dovrebbe prendere. Decisero di chiuderla in camera sua, e avrebbero detto a tutti i sudditi che durante la notte si era allontanata troppo ed era caduta in mare e, non capace di nuotare, sarebbe morta. Una bugia alquanto ghiacciante. Gli unici che erano al corrente della verità erano gli inservienti del palazzo, i quali si preoccupavano di darle quotidianamente da mangiare tramite una piccola fessura che avevano fatto alla porta; e la piccola Anna, che non si stancava mai di avvicinarsi alla porta della sorella per parlarle almeno un pochino, anche se quest'ultima le ordinava sempre di allontanarsi. In poche parole, Elsa era prigioniera a casa sua, solo perché i suoi genitori non sono stati in grado di gestire la situazione.
Gli anni passarono e ormai sembrava che tutti si fossero dimenticati della principessa perduta, anzi, sembravano molto più felici. Naturalmente non lo erano per la morte di Elsa, ma perché a breve ci sarebbe stata l'incoronazione di Anna. Il re, ormai anziano, decise di abdicare e di lasciare il trono alla secondogenita. Nel frattempo, Elsa, essendo chiusa in camera da anni, ormai aveva perso la cognizione del tempo, e non si rese conto che, essendo maggiorenne da molto tempo ormai, il trono sarebbe dovuto essere suo. Il giorno prima dell'incoronazione Anna andò alla sua porta (come faceva tutti i giorni) e iniziò a parlare alla sorella: “ciao Elsa, so che non vuoi parlarmi, ma io non mi sono mai persa d'animo. Tutti si sono dimenticati di te, ma io non lo farò mai e poi mai. Anche se sei diversa da tutti noi, per me rimarrai sempre la mia sorellona, e non smetterò mai di volerti bene. Domani per me sarà un giorno importante, dovrei essere felice, ma non capisco perché non lo sono... sento che mi manca qualcosa, e credo che sia la tua presenza. Per me sei sempre stata un punto di riferimento. Da quando ti hanno chiusa qui è come se avessero chiuso anche me. Forse non mi crederai, ma più volte ho cercato di convincere mamma e papà di lasciarti libera, ma non mi hanno dato retta. Hanno paura di quello che potrebbero pensare i sudditi, di due genitori che rinchiudono una delle loro figlie e fanno finta che sia morta. Sai che ti dico? Non mi importa di quello che la gente potrebbe pensare. Tu sei parte di Arendelle, sei parte della famiglia, sei parte... di me. Sai, delle volte sono stata io a portarti da mangiare. Hai presente quel pezzo di torta di qualche giorno fa? Te l'ho preparata io! Spero tanto che ti sia piaciuta. Dato che non ho mai parlato molto con te, non so bene quali siano i tuoi gusti, ma ho pensato che visto che a me piace molto il cioccolato, magari sarebbe piaciuto anche a te. A chi non piace il cioccolato? E poi... quel profumo... ah, che bontà!”
Ci fu un attimo di silenzio. Dato che Anna non riceveva risposte, si sentiva molto imbarazzata, dato che le sembrava di parlare da sola. Ad un certo punto andò avanti: “dato che non mi rispondi, suppongo che tu stia già dormendo, o almeno mi piace pensarla così. Comunque, sappi che ora sto per fare una cosa molto grave, e la sto facendo solo per te. Se dovessero esserci gravi conseguenze per me non mi importa, l'importante è che tu sia libera una volta per tutte. Io ti voglio bene”. In quel momento Anna si abbassò e infilò nella porticina destinata al cibo una chiave. Era la chiave della camera di Elsa, rubata dalla stanza dei suoi genitori. “Così sarai finalmente libera” disse, e si allontanò. Non accadde nulla, visto che Elsa stata veramente dormendo.
Il giorno seguente era il giorno dell'incoronazione. Arrivarono nobili da tutti i regni circostanti e Arendelle si animò di festeggiamenti, colori, e gente felice. Quel giorno Anna aveva un abito bellissimo, aveva già l'aspetto di una regina, ma il suo volto era triste, perché stava pensando a sua sorella, la quale, intanto, si era svegliata e si accorse che per terra, vicino alla porta, c'era la chiave. Scese immediatamente giù dal letto e la prese. Senza nemmeno pensare come mai fosse lì a sua portata di mano, non esitò ad aprire la porta. Era libera. Era una sensazione che non provava ormai da anni. Quasi si era dimenticata come era il palazzo e, dato che aveva perso familiarità, aveva quasi timore a camminare per il corridoio. In quel momento, però, il palazzo era completamente deserto. “Dove saranno tutti?” si chiedeva. Quando si avvicinò ad una finestra rimasta aperta, sentì la gente che festeggiava, e si accorse che c'era molta più gente del solito. Decise quindi di uscire da palazzo, tanto con quegli stracci addosso non l'avrebbe riconosciuta nessuno. Si avvicinò alla prima persona che gli capitò e chiese: “cosa sta succedendo qui?” il signore si girò di scatto, spaventato da quella donna che trovò accanto a sé. “Ma come? Non sapete cosa sta succedendo? Ma è ovvio! È il giorno dell'incoronazione della principessa Anna di Arendelle! Siete una straniera voi? Avete l'aria di una che ha camminato per giorni e giorni”. Il signore non ebbe il tempo di andare avanti a parlare che Elsa era già sparita, arrabbiata come non mai. “Ah, è così, eh? Sono io la maggiore, non Anna! Si sono bevuti tutti il cervello? E perché quello lì non mi ha riconosciuta? Si sono forse dimenticati della vera erede al trono di Arendelle!?”
Elsa si diresse verso la chiesa dove stava avendo luogo l'incoronazione di Anna, ma il sacerdote non ebbe il tempo di appoggiare la corona sulla sua testa che alla porta apparve Elsa. Come spalancò la porta entrò un'aria gelida che fece girare tutti verso di lei. “Non può essere...” disse il re impaurito. “Elsa! Ero sicura che saresti venuta! Avvicinati, sorella mia!” gridò Anna, l'unica ad essere felice della presenza della sorella. “Elsa??” si chiesero tutti in coro “ma come può essere??”
Iniziò un unico e grande mormorio all'interno della chiesa, mentre re e regina non riuscivano più a capire da che parte girarsi. Ad un certo punto Elsa iniziò a parlare: “bene, bene. A quanto pare qui c'è una festa e io non sono stata invitata. Peccato che la festeggiata dovrei essere io, o mi sbaglio?”
Un suddite ad un certo punto si alzò e rivolto ad Elsa disse: “lei è un impostore! La principessa Elsa è morta molti anni fa! Non può essere questa donna!”
Non ebbe il tempo di finire che Elsa gli scagliò addosso del ghiaccio, che lo uccise all'istante. “Qualcun altro ha intenzione di dire che sono morta? Sapete, forse non avete tutti i torti. Elsa è morta, sì, ma è morta dentro! Come potete vedere sono una persona pericolosa, molto pericolosa, e i vostri sovrani, nonché miei genitori, hanno pensato bene di rinchiudermi in camera mia e fingere che io fossi morta, al posto di aiutarmi. Sì, signori miei, questi sono i bravi e giusti sovrani che pensavate di avere. Per anni sono stata loro prigioniera, non sono mai uscita da camera mia, non ho mai visto sorgere e tramontare il sole, non mi sono mai accorta di come gli anni sono passati e, soprattutto, hanno tolto il mio unico diritto, il diritto di diventare regina di Arendelle e dimostrarvi che chi è diverso da voi non è pericoloso, ma ha solo bisogno di affetto, cosa che io non ho avuto. E ora avete intenzione di nominare vostra regina questa ingenua e stupida ragazzina, talmente ingenua che è stata lei stessa a darmi la chiave per uscire dalla mia prigione. Solo una persona così stupida poteva fare una cosa del genere!”
“Anna, è vero quello che dice? L'hai liberata tu?” chiese il re, tremante. “Ero stufa di vederla prigioniera, ero stufa di parlare ad una porta. Elsa è mia sorella, e lo rimarrà per sempre! Volevo che fosse presente al giorno più importante della mia vita...”
“E sei stata talmente sciocca da non pensare che io mi sarei vendicata, giusto??” le gridò Elsa.
“Elsa, questo è il momento giusto che far vedere a tutti ciò che sei veramente! Mostra a tutti quanti che in realtà non sei cattiva, ti prego, fallo per me! Io ho sempre creduto in te, ti prego!”
“Va bene, mostrerò a tutti ciò che sono... una strega!” in quel momento Elsa scagliò verso tutti i suoi più grandi e perfidi poteri. La chiesa si riempì di ghiaccio, molti vennero ghiacciati e uccisi, solo in pochi riuscirono a scappare e salvarsi, compresa Anna. Il re e la regina di Arendelle, invece, furono quelli che ebbero la sorte peggiore. “Ti prego Elsa, risparmiaci, ti prego” supplicò il re, mentre Elsa si stava avvicinando. “Tranquilli, vi restituisco l'amore che voi avete dato a me” e li uccise con un colpo solo. Non solo divennero due statue di ghiaccio, ma si frantumarono in mille pezzi.
Quando Elsa si girò, si accorse che per terra c'era la corona che il sacerdote aveva perso mentre si dava alla fuga. La prese e se la mise in testa. “Ora che sono regina posso governare Arendelle, ma dato che mi avete dimostrato di non essere dei degni sudditi, me ne andrò sulla montagna del Nord. Vi controllerò da lì e vi dimostrerò la mia grandezza!” gridò, anche se attorno a lei non c'era più nessuno. Mentre tutti si davano alla fuga, Elsa uscì dalla chiesa e si diresse verso la montagna, dove aveva incontrato colei che le aveva dato un cuore.

Continua...

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Capitolo 5
*** Due salvatori per due sorelle ***


Quando Elsa arrivò alla montagna si accorse che la strega non c'era più, ma non se ne preoccupò più di tanto. “Peccato, era l'unica che non mi diceva bugie” pensò. Andando sempre più in alto, ad un certo punto si trovò davanti ad un enorme palazzo di ghiaccio. Pensando che fosse della strega entrò, ma all'interno non c'era nessuno. Perlustrò tutte le stanza, ma non c'era anima viva. Ad un certo punto si trovò in una piccola stanza dove, davanti a sé, vide un trono, anch'esso completamente di ghiaccio. Si avvicinò lentamente e si sedette. “È così allora che ci si sente ad essere una regina?” pensò. Le piaceva quella posizione, si sentiva potente, ma non c'era nessuno a contemplarla. “Forse dovrei tornare ad Arendelle” pensò, ma poi si ricordò di quanto successo, e decise che sarebbe stato meglio rimanere da sola.
Ad un certo punto sentì qualcuno salire le scale, e alla porta si presentò un giovane, alto, bello, dai basettoni pronunciati. “Chi sei tu? Come ti sei permesso di entrare nel mio palazzo??” gli gridò Elsa. “Non preoccupatevi, Altezza, non sono un vostro nemico. Vi ho seguita perché voglio aiutarvi. So quanto avete sofferto, e vi do ragione: la nuova regina di Arendelle dovevate essere voi, non vostra sorella” rispose il giovane. “Qual è il tuo nome?” chiese Elsa. “Hans, mia Signora. Forse non vi ricordate di me, ma quando eravamo bambini giocavamo sempre insieme. Poi i vostri genitori hanno annunciato la vostra morte e, credendo che fosse la verità, ho cercato di placare il mio immenso dolore. Sono qui, Altezza, perché io sono sempre stato dalla vostra parte e dato che ormai non ha senso rimanere ad Arendelle, mi chiedevo se potevo stare qui con voi, ai vostri servigi e per farvi compagnia”
“Per anni sono rimasta chiusa in camera mia senza avere contatti con nessuno, so benissimo cavarmela da sola”
“Non lo metto in dubbio, ma sicuramente in futuro ci sarà qualcuno che tenterà di farvi del male. In questo momento siete la persona più temuta di tutto il regno. La gente ha paura, ma non si perde d'animo”
“E con te al mio fianco io sarei al sicuro?”
“Questo non posso prevederlo, ma posso promettervi che mi ci metterò d'impegno”
“Sai, forse quello che mi serve non è protezione, ma vendetta. Se tu mi aiuterai a vendicarmi, allora potresti essermi davvero utile”
“Vi ascolto, Altezza”
“Arendelle è praticamente distrutta, ma la mia vendetta non sarà mai completa fin quando mia sorella Anna sarà viva. Quello che ti chiedo è di ucciderla per me. Se mi dimostrerai di potercela fare, sarai il benvenuto nel mio palazzo e non ti farò del male. In caso contrario, farai una brutta fine anche tu”
“Lo farei ben volentieri, mia Signora, l'unico problema è che vostra sorella non è più ad Arendelle...”
“Che cosa?!”
“Proprio così, Altezza. Come anche altri sudditi, la principessa è scappata chissà dove e non saprei proprio dove sia diretta”
“Capisco... vorrà dire che il piano andrà diversamente: non sarà andata troppo lontana, sarà sicuramente nel villaggi vicini, per cui quello che ti chiedo è di trovarla e portarmela qui, al resto ci penserò io. Ti risparmio il lavoro sporco”
“Sarà fatto, Altezza”
“Sei ancora qui? Vai!”
Hans stava per andarsene, quando si girò di nuovo verso Elsa per dirle un'ultima cosa: “Maestà, stavo pensando che una regina che si rispetti ha sempre al suo fianco... un re...”
“Dove vuoi parare?”
“Mi chiedevo se, una volta portata qui vostra sorella, io possa ottenere una ricompensa...”
“Cosa vuoi in cambio? Sentiamo”
“Mi chiedevo se posso essere il vostro re, Elsa” rispose infine Hans, lasciando Elsa senza parole, ma alla fine rispose: “d'accordo, dopotutto hai ragione, un regno ha bisogno sia di una regina tanto quanto di un re. Sappi, però, che avrai solo il titolo nobiliare, ma non il mio amore. Ho un cuore di ghiaccio, ricordatelo”
“Affare fatto, Altezza” e se ne andò.

Nel frattempo, Anna arrivò in un regno vicino, Mirenelle, una città di boscaioli e mercanti. Entrò nella prima locanda che trovò. “Vi prego, aiutatemi, ho bisogno del vostro aiuto! Arendelle è completamente congelata e quasi tutti gli abitanti sono morti congelati! È stata mia sorella a fare questo, qualcuno la deve fermare! Vi prego!” gridò. Tutti coloro che erano nella locanda si misero a ridere, non credendo alle parole di Anna. “Sentite, signorina, o prendete qualcosa, altrimenti andate a raccontare le frottole da un'altra parte” le disse il proprietario della locanda. “Ma è vero! Dovete fidarvi! Io sono Anna di Arendelle, figlia del re e della regina di Arendelle, vi prego!” disse di nuovo, sperando di convincere qualcuno. Ma non fu così, e si ritrovò fuori dalla locanda, derisa da tutti. Sconvolta, si mise a piangere. In quel momento le si avvicinò un giovane. “Non preoccupatevi, Altezza, io vi credo”. Anna alzò lo sguardo e si trovò davanti a sé un omone dal viso buffo ma tenero. “Mi chiamo Kristoff, Altezza, e sarei felice di aiutarvi. Io vi credo. Mi spiegate meglio cosa è successo?”
“Tutto è iniziato prima che io nascessi. Mia sorella, Elsa, è nata con una malformazione al cuore e per guarirla i miei genitori si sono rivolti ad una strega che oltre a salvarla l'ha anche maledetta. Mia sorella è cresciuta con un cuore di ghiaccio e la strega le ha trasmesso i suoi stessi poteri, così i miei genitori, spaventati, hanno deciso di rinchiuderla nella sua stanza e di eleggere me regina, al suo posto. Elsa allora si è arrabbiata, ha interrotto la mia incoronazione, ha ucciso molti degli abitanti e ha congelato tutta Arendelle. Io non sapendo che fare sono scappata come molti altri abitanti, ma non posso lasciare che le cose rimangano così, ho bisogno di aiuto!”
“Stregoneria... che brutta questione. Tranquilla Altezza, io vi credo. Anche io ho avuto a che fare con la stregoneria. Vedete quella renna laggiù? Si chiama Sven, ed è mio fratello. È stato trasformato così da una strega dispettosa. Tutti pensavano che Sven fosse morto, mentre io sono stato l'unico ad accorgermi che in realtà non mi ha mai lasciato. Era solo... diverso. Anche se qualcuno è diverso da noi non significa che bisogna isolarlo. Vi chiedo una cosa, Altezza: cosa volete fare esattamente? Volete sconfiggere vostra sorella o volete farla ragionare?”
“Non lo so, non so più che fare... io per anni ho cercato di far capire ad Elsa quanto le volessi bene, ma dall'altra parte non volevo nemmeno deludere mamma e papà. Mamma e papà hanno sbagliato a nascondere Elsa, ma ho sbagliato pure io, e vorrei rimediare. Tu saresti così gentile da aiutarmi?”
“Vi aiuto ben volentieri Altezza. Ma ora venite con me, vi offro qualcosa di caldo. Non credo proprio che il proprietario della locanda voglia vedervi ancora. Purtroppo esiste gente ancora molto ignorante”.
Così Kristoff e Sven accompagnarono Anna a casa loro, mentre a qualche miglio più indietro c'era Hans che li stava raggiungendo.

Continua...

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Capitolo 6
*** Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio ***


Hans, a cavallo del suo nobile destriero, arrivò nel regno di Mirenelle. Ormai era notte fonda e l'unica cosa che si vedeva erano le mille luci della città. Sembrava quasi Natale. Come fece anche Anna, Hans entrò nella prima locanda della città.
“Chiedo scusa, mi chiedevo se da queste parti è passata una giovane fanciulla, con delle treccine e degli occhi color dell'oceano....” disse Hans, mentre nella locanda, piena di uomini, c'era baccano. Ad un certo punto tutti si fermarono e si girarono, con aria minacciosa, verso Hans.
“Sì, l'abbiamo vista. Deve essere stata completamente pazza. Diceva di essere la principessa di Arendelle e che tutti erano morti congelati. L'abbiamo cacciata via, non vogliamo problemi qui” rispose il proprietario della locanda.
“Era lei! Ed è vero quello che dice! Devo trovarla assolutamente, dove è diretta ora?” chiese, ma nessuno gli rispose. Ad un certo punto si avvicinò un vecchietto, piccolo e con una gobba pronunciata.
“Io l'ho vista, giovanotto. Dopo essere stata scaraventata fuori da qui, il venditore di ghiaccio del regno l'ha portata a casa sua, li ho sentiti io! Se vuoi ti posso indicare dove si trova. Devi uscire dal centro abitato, e dirigerti verso il bosco. La casa del venditore di ghiaccio, Kristoff si chiama, si trova nel cuore del bosco. È impossibile non trovarla, solo la sua casa si trova lì. È piccola, mal concia aggiungerei, e di fianco c'è una stalla con dentro una renna” gli spiegò il vecchietto. Dopo averlo ringraziato, Hans si diresse nel bosco.
Intanto, Anna era seduta davanti al caminetto della casa di Kristoff, mentre beveva una bevanda calda. “Non so ancora come ringraziarti, Kristoff. Se non fosse stato per te a quest'ora sarei chissà dove, tutta sola. Forse Elsa non ha tutti i torti, non sono adatta per fare la regina. Fossi stata una vera regina, sarei dovuta rimanere ad Arendelle ad aiutare la povera gente che è rimasta, e invece sono scappata, come una codarda. Io non so che fare, Kristoff” disse Anna.
“Non dovete essere così dura con voi stessa. Chiunque, anche il sovrano più potente del mondo, avrebbe avuto delle difficoltà. Ma se davvero volete aiutare la vostra gente, dovete pensare subito cosa fare. Stare qui a piangere non serve a nulla. Là fuori c'è una creatura spietata che vuole dominare Arendelle facendo del male. Voi sarete anche ingenua ed inesperta, ma Elsa è molto peggio. Con le streghe non è facile ragionare. Io prima vi ho detto che Sven è stato trasformato così da una strega dispettosa, be', forse dispettosa non è stato proprio il termine corretto: questa strega era innamorata di Sven, ma lui la respinse, ma non perché era una strega, ma semplicemente perché non ne era innamorato, tutto qui; e lei, al posto di essere ragionevole, ha voluto punirlo così. Naturalmente non ha ottenuto nulla facendo così, se non dolore per lui e per me. Anche per i nostri genitori a dire il vero. Prima vi ho detto che molti credevano che Sven fosse morto, be', tra questi c'erano anche i nostri genitori, che, afflitti dal dolore, hanno voluto comunque cercarlo per dargli una degna sepoltura. Ma dal giorno in cui sono partiti non sono più tornati. Ho cercato in tutti i modi per dimostrare che Sven non se n'era mai andato, che è sempre rimasto qui con noi, ma non mi hanno creduto. Anche Sven ha cercato di convincerli, ma come avrai notato non può più parlare. Da molto tempo ormai è una renna a tutti gli effetti, ma non ci siamo persi d'animo. Ci vogliamo bene lo stesso, e lui sembra essersi abituato a camminare sulle quattro zampe e a dormire nella stalla. Forse vi sto annoiando con questa storia...”
“No no, affatto. Il vostro è un rapporto bellissimo. Io purtroppo non posso dire la stessa cosa. Per anni ho cercato di far capire ad Elsa quanto le volessi bene, ma a quanto pare non ci sono riuscita. Più cresceva, più il suo odio faceva altrettanto, e più il suo odio cresceva, più diventava potente. Sembrava quasi avesse paura di provare amore... perché aver paura di un sentimento così...?”
In quel momento qualcuno bussò alla porta. “Chi potrà essere?” si chiese Kristoff. Quando aprì la porta trovò davanti a sé Hans. “Anna! Finalmente ti ho trovata!” disse, varcando la soglia della porta. Si avvicinò ad Anna e la abbracciò forte forte, ignorando completamente Kristoff. “Ehm ehm!” disse, sentendosi imbarazzato mentre i due si abbracciavano. “Kristoff, lui è Hans. Quando eravamo piccoli giocavamo sempre assieme” - poi, rivolgendosi ad Hans - “credevo fossi morto congelato pure tu, grazie a Dio sei salvo e mi hai trovata. Dobbiamo trovare un modo per porre fine a tutto ciò. Elsa potrebbe far male ad altre persone”
“Appunto per questo sono corso da te. Elsa congelerà altre persone se tu non ti presenterai a lei. Mentre stavo cercando di scappare come tutti gli altri, lei mi ha catturato e portato nel suo palazzo, sulla montagna del Nord. Tu non puoi immaginare quante torture ho dovuto subire. Prima che io potessi crollare dal dolore mi ha liberato, affinché io potessi trovarti e avvertirti riguardo quello che vuole fare. Avrei voluto approfittarne per scappare, ma così avrei solo peggiorato le cose. Credo proprio che tu debba affrontarla, Anna”
“Hai ragione, non c'è un minuto da perdere, partiremo stanotte stesso!” rispose Anna. Hans la prese per mano e si diresse alla porta, ma in quel momento Kristoff li fermò. “Prima che voi partiate, posso parlare un attimo in privato con la principessa?” chiese. Hans acconsentì e andò fuori.
“Anna, io non mi fido di quel tipo. So che è un vostro amico, ma secondo me nasconde qualcosa. Avete sentito quando ha detto di essere stato torturato? Io non ho visto nessun segno di tortura sul suo corpo, anzi, mi sembra in ottima forma. E poi, che tipo di torture avrebbe potuto fare vostra sorella? Il suo unico potere è il ghiaccio, e sapete benissimo anche voi che con un unico colpo lei è in grado di uccidere immediatamente. Fosse stato torturato, come dice lui, a quest'ora non sarebbe stato qui a raccontarcelo, non vi pare?”
“Kristoff, dove vuoi parare? Solo per questa piccola considerazione io non dovrei fidarmi di un mio caro amico? È assurdo. Senti, Kristoff, tu sei stato molto gentile con me, ma il tuo lavoro finisce qui. Ora che ho trovato Hans tutti i miei problemi sono finiti. Andremo da Elsa e tutto si aggiusterà”
“Ah, quindi è questo il vostro piano? 'Andare' da Elsa? E poi? Una volta arrivata da Elsa cosa avete intenzione di fare? Diventare un ghiacciolo? Non capite che vostra sorella vi vuole morta? E voi cosa volete fare? Semplicemente andare da lei. Non pensavo foste così ingenua, Anna”
“Adesso basta!” gridò Anna, ed uscì. Salì in groppa al cavallo di Hans, mentre Kristoff rimase sulla soglia della porta, guardandola allontanarsi. In quel momento, però, si accorse che nulla era perduto: senza pensarci due volte andò nella stalla di Sven e lo liberò. “Coraggio fratello mio, abbiamo una principessa da salvare!” disse, salendo in groppa a Sven, il quale iniziò a correre come non aveva fatto mai.

Continua...

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Capitolo 7
*** Il disgelo ***


Anna e Hans si stavano allontanando dal territorio di Mirenelle, senza accorgersi che qualcuno li stava inseguendo, quando finalmente arrivarono a destinazione. Anna non aveva mai visto nulla di così bello in vita sua: quel palazzo, completamente fatto di ghiaccio, avrebbe dovuto farle paura, invece rimase come incantata. “Muoviti Anna, Elsa sta aspettando” disse Hans, ansioso. Mentre si stavano dirigendo verso le scale che avrebbero condotto al piano superiore, Anna continuava a guardarsi intorno. “Può veramente la bellezza essere così cattiva?” pensò tra sé e sé. Arrivati in cima, Elsa era lì ad aspettarli, seduta sul suo trono. “Hans! Mio caro, sapevo che ce l'avresti fatta!” disse, alzandosi dal trono. “Cosa? - si chiese Anna – ce l'avresti fatta a fare cosa?”
Hans raggiunse Elsa, che intanto lo stava aspettando per poterlo nominare re. “Sapevo che eri ingenua, Anna, ma non fino a questo punto. Io sono venuto a cercarti perché avevo fatto un patto con Elsa. Se ti avessi trovata e portata qui, io sarei diventato re di Arendelle. Pensavi davvero che io fingessi quando eravamo piccoli e giocavamo a fare i regnanti? È sempre stata la mia ambizione, il mio più grande desiderio, prendere il posto di tuo padre, ma sai, sarebbe stato difficile, non trovi? Finalmente la mia occasione è arrivata, e grazie ad Elsa ho potuto realizzare il mio più grande sogno!”
“Io mi fidavo di te, Hans! Credevo fossi mio amico, che mi avresti aiutata a salvare Arendelle, che...”
“Zitta, zitta! Quanto parli! Taci! Ora, Elsa, inizia pure col rituale, fa in fretta” disse Hans, abbassando la sua testa. Elsa stava per posargli la corona, quando all'improvviso sentirono un rumore provenire dalle scale: Kristoff e Sven erano arrivati. “E quelli chi sono?” chiese Elsa, fermandosi. “Ora basta! Mi nomino re da solo!” gridò Hans, togliendo dalle mani di Elsa la corona e mettendosela in testa. “Bene! Ora che sono re, qui comando io! E porro fine a tutto questo!” disse Hans. Senza che nessuno se ne accorse, sfilò la spada che portava sempre per sé e trafisse Elsa, colpendo dritto al cuore. “No!!” gridò Anna, mentre Elsa, sembrava non essersi accorta di nulla. “Che cosa hai fatto!? Come hai potuto!? Lei si fidava di te!”
“Esatto, si fidava, proprio come te. Siete due povere ingenue che si fidano delle persone sbagliate. Faceva parte del piano pure questo: una volta diventato re, avrei ucciso Elsa, ponendo fine a tutto il trambusto che ha causato, e il potere sarebbe stato completamente nelle mie mani!” esclamò Hans, mentre tutto incominciò a tremare.
“Anna, il palazzo si sta sciogliendo, scappiamo!” le gridò Kristoff.
“No, io non lascerò qui mia sorella!”
Ma Kristoff non le diede retta. La prese con la forza e la consegnò a Sven, che senza ordini scappò, dirigendosi verso l'uscita del palazzo. In quel momento Hans si precipitò verso di lui per prenderlo a pugni. Il duello tra i due non durò molto, in quanto il piano superiore del palazzo crollò quasi subito, travolgendoli completamente.
Intanto Anna e Sven si erano allontanati il più possibile. Di lì a poco ci sarebbe stata una valanga che devastò completamente tutto il territorio circostante. Arendelle fu salva per un pelo, ancora qualche metro e sarebbe stata sotterrata dalla neve.
Anna avrebbe voluto tornare lì, ma sapeva che ormai non ci sarebbe stato nulla da fare per nessuno.
Il giorno seguente riunì tutti gli abitanti per poter fare un discorso:
“Cittadini e cittadine, io, Anna di Arendelle, vi ho convocati perché questo possa essere un giorno da non dimenticare e da cui prendere esempio per il futuro. Sono lieta di annunciarvi che il nemico è stato sconfitto, e non sto parlando di mia sorella Elsa, ma di qualcosa di ancora più grande: l'odio. Quella che tutti credevano essere la minaccia del nostro regno, in realtà è stata solo una persona alla quale è stato tolto il diritto di vivere come tutti gli altri, una persona alla quale è stato tolto l'amore. Eravamo tutti concentrati su di lei da non accorgerci che il nostro vero nemico era nascosto tra di voi. Se non avesse ucciso Elsa, probabilmente avrebbe ucciso me, o addirittura i miei genitori. Inoltre voglio ricordare un'altra persona, un comune venditore di ghiaccio che però si è dimostrato essere un nobile nel cuore. Si chiamava Kristoff, e mi ha aiutata fino alla fine, sacrificandosi pur di tenermi in vita. Non solo voglio che ricordiate con onore Kristoff, non solo voglio che ricordiate Hans per non commettere più errori, ma voglio che ricordiate anche Elsa, colei che sarebbe stata una perfetta regina, se solo avesse conosciuto l'amore. Proprio in mezzo alla piazza verrà posta una statua in suo onore, affinché la possiate ricordate ogni giorno. Con questo mio discorso, voglio anche che incominci una nuova vita ad Arendelle, una vita in cui, in ognuno di voi, ci sia tolleranza per il diverso. Voglio che vi ricordiate che chi è diverso non è pericoloso, ma ha bisogno d'amore quanto ognuno di noi. Questo è per te, Elsa!”

Quel giorno, il nemico fu distrutto, il venditore di ghiaccio divenne un eroe, la strega fu finalmente amata dal suo popolo, e l'ingenua principessa divenne una regina matura ed esemplare.

Fine.

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