The Hobbit Games

di Razu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Mietitura ***
Capitolo 2: *** Verso Mordor City ***



Capitolo 1
*** La Mietitura ***


 
 
 

La Mietitura

Apro gli occhi, svegliato dalla luce che filtra dalla tapparella.

Oggi è il giorno, il Giorno della Mietitura

Mi alzo, attento a non svegliare mio padre. Dormiamo insieme da quando ne ho memoria.

-Legolas...- mugugna lui nel sonno. Gli dò un bacio affettuoso e vado a prepararmi. Cambio idea e decido di uscire. Mi vesto velocemente e prendo arco e stivali. Prendo un po' di soldi, giusto per comprare del cibo alla povera gente.

Abito nel Distretto Mirkwood, e sono il figlio del Sindaco Thranduil. Per questo cerco di aiutare la gente come posso, come mio padre.

Esco, ma prima di cominciare il mio giro, vado a trovare la mia fidanzata, Tauriel.

La trovo davanti alla porta di casa sua, intenta a sbriciolare il pane muffito per gli uccellini. -Ciao, amore mio- lei mi sorride e mi bacia. Quando sono con lei riesco a dimenticare tutto, persino chi sono. Vedo che ha un segno rosso sulla faccia. La accarezzo e la abbraccio -ti hanno picchiata di nuovo?- lei annuisce.

Niente parole, ma dopotutto è così che preferisco. 

Attimi magici, interrotti solo dalla mia voce.

Tauriel non parla da molti anni. 

Quando a undici anni venne estratta come Tributo, sua sorella maggiore Canië si offrì al suo posto, ma morì durante i Giochi. Le ultime parole di Canië furono trasmesse in tutta Middle Earth: "sono morta invano, ho sprecato la mia vita, non fare così anche tu, sorella" 

Divenne chiusa e taciturna da allora.

Sua madre morì di dolore e suo padre in cadde da un albero rompendosi il collo qualche anno dopo.

Fu allora che Tauriel smise di parlare.

Ora vive con una famiglia adottiva, che però la disprezza e la picchia.

Vai a fare il tuo solito giro? Sembrano chiedere i suoi occhi -sì, tornerò presto, giusto in tempo per...- lo sguardo di Tauriel si intristisce e si abbassa. 

A lei non piace sentire il nome Mietitura.

Io la bacio per consolarla. Lei mi fa un sorriso.

Io vado.

Incontro una prostituta durante il mio giro, disperata come pochi. Le dò qualche moneta e un po' di cibo, dato che è piuttosto malnutrita. Non c'è molta gente per strada, salvo un bambino affamato davanti al panettiere.

Gli prendo del pane, e un paio di biscotti. Gli accarezzo la testa mentre mangia e lui mi guarda con occhi colmi di gratitudine e mi abbraccia le gambe mormorando una serie di ringraziamenti.

Controllo l'ora. È meglio che vada a prepararmi.

Trovo mio padre e mio nonno fare colazione con qualche biscotto e poco latte. 

Il fatto che siamo, per così dire, "nobili" non ci garantisce più cibo degli altri. 

-Dov'eri?- Mi chiede nonno Oropher -a fare il mio solito giro- rispondo facendo spallucce. Mio padre mi guarda con un sorriso, ma so che in realtà è preoccupato a morte.

Lui ci è stato, agli Hobbit Games, indetti dal nostro crudele e immortale Presidente Sauron per tormentare la popolazione. È il primo e unico vincitore del nostro distretto, ma non ne va fiero.

La prima volta, aveva diciassette anni, come me, ed ha vinto per mera fortuna. Ha aspettato che si scannassero fra di loro, e poi ha ucciso l'ultimo. Nonno dice che non è stato più lo stesso quando è tornato.

La seconda volta, era stato per un'Edizione della Memoria. Il Presidente Sauron aveva decretato che per questa edizione, sarebbero state scelte le coppie adulte e sposate. Trovava divertente vedere la gente soffrire per amore. 

Toccò ai miei genitori. 

Avevo sei anni quando successe.

Ricordo con precisione i miei genitori salire sul palco, mentre mio nonno gridava. Ricordo le loro lacrime, al pensiero di non vedermi più, ricordo le mille raccomandazioni che mia madre faceva a mio nonno su come prendersi cura di me. Ricordo mia madre che mi guarda negli occhi, mentre piange, che dice: -la sera gli piace farsi leggere una storia, e...e non si addormenta mai senza il bacio della buonanotte-

Ricordo che mio nonno mi spediva sempre a letto presto, perché voleva sentire i tributi morti, e non voleva farmeli vedere.

Un giorno, credeva fossi a letto, ma invece sbirciavo dalla porta. Quando avevo visto il viso della mia amata Naneth, ero entrato gridando nella stanza. Per poco non avevo distrutto la TV.

Quando mio padre era tornato, si era chiuso in sé stesso per i sensi di colpa e per il dolore. Diceva che era colpa sua se Naneth era morta, diceva che avrebbe potuto proteggerla meglio.

Da allora dormiva con me.

-Non ti offrire come tributo- mi dice mio padre -non sopporterei perdere anche te- io annuisco. Ma per Tauriel lo farò, penso.
Mio padre mi porta in bagno e comincia a pettinarmi i capelli. Mio nonno ci osserva appoggiato allo stipite della porta. -Non credi di essere un po' troppo vecchio per farti pettinare, giovanotto?- Mi chiede.

-Potrei non avere più occasioni come questa- ribatte mio padre. 

Quando ha finito mi dà un bacio sulla testa e poi mi fa le treccine.

Ricordo che Nana mi pettinava sempre quando ero piccolo. A lei piaceva tantissimo, e anche a me, perché ci mettevamo davanti al caminetto, poi, mia madre cominciava a cantare, e io e Ada ci univamo a lei. A volte anche nonno Oropher cantava, ma allora era lui il sindaco ed era impegnato.

Dopo l'ultima Edizione della Memoria, mio nonno è dovuto "andare in pensione" e mio padre è diventato sindaco al posto suo.

Dato che noi elfi siamo immortali, abbiamo una data di scadenza per queste cose. Ovviamente la decide il Presidente, anche se prima deve ottenere un mucchio di approvazioni, ma dubito che funzioni ancora così.

Io e Ada andiamo nella mia camera (anche se ci dormiamo in due) e lui mi aiuta a scegliere i vestiti, cosa non molto complessa, dato che non ho una vasta scelta.

Mi metto una camicetta azzurra e un paio di pantaloni dello stesso colore. Voglio prendere il mio arco, che Ada mi ha insegnato a maneggiare quando avevo sette anni, ma non posso. Se venissi estratto come tributo, dovrei lasciarlo qui comunque.

Io, Ada e Nonno Oropher usciamo.

La gente si sta muovendo verso la piazza. Comincio ad agitarmi. Vedo Tauriel in mezzo alla folla. Lei vede me e mi si avvicina. Mi fa un debole sorriso e mi prende per mano.

Anche lei ha una camicetta azzurra, con le maniche corte e a palloncino. Indossa dei pantaloni beige, di cotone. 

Noto che ha il braccialetto di cuoio che le ho regalato anni fa per il suo compleanno. Sopra avevo inciso i nostri nomi con la frase "uniti per sempre".

La mia agitazione si calma un po'.

Arriviamo davanti al palco con le urne.

Come vincitore degli Hobbit Games, mio padre dovrebbe essere lì sul palco come mentore, ma essendo il sindaco non può esserlo.

Sul palco c'è Melanie Hynkel. Sarebbe l'accompagnatrice dei tributi, e credo che debba insegnare regole di bon-ton, dato che i distretti coi numeri più alti non hanno abitanti molto educati.

-Allora!- Trilla con la sua vocetta acuta e fastidiosa -eccoci qua alla Mietitura! Direi...prima le signore!- Si dirige verso l'urna femminile, ma si ferma di botto a metà strada. Fa un sorriso abbastanza agghiacciante e dice: -un momento! Ma abbiamo pescato prima le ragazze l'anno scorso, perciò...cominciamo dai maschi!-

I miei battiti accelerano per l'agitazione.

Tauriel si stringe al mio braccio.

La mano di Melanie si infila nell'urna e tira fuori un biglietto.

-Helenfstain Ziesehl- il mio cuore torna a battere a una velocità normale, ma quello che grida una donna mi fa gelare il sangue nelle vene: -deceduto! Questa notte- 

Melanie pesca un altro nome.

I miei battiti raggiungono una velocità tale che mi stupisco di essere ancora vivo.

Melanie mette in quel momento tantissima suspense, tanto che mi viene da gridarle: E leggilo, porca miseria!

Finalmente apre il biglietto.

Tauriel mi stringe così forte che quasi mi fa male.

Melanie apre la bocca: -Legolas Verdefoglia Thranduilion-





 

*spazio autrice*
Per chiunque legga questa storia senza conoscere molto bene l'universo Tolkieniano, gli dico che Ada (lo so, in italiano è un nome proprio) vuol dire papà in elfico, Adar vuol dire padre, Naneth vuol dire madre e Nana vuol dire mamma.

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Capitolo 2
*** Verso Mordor City ***


 
 
 

Verso Mordor City

Mio padre inizia a gridare. Io sono stordito, confuso. Meccanicamente, mi avvio per raggiungere il palco, ma mi accorgo che Tauriel ha alzato la mano.

-Sì, mia cara?- Le chiede Melanie -mi offro volontaria come tributo, al posto di Legolas- la sua voce è roca, dopo anni che non la usa.
Sentire quella voce è come un pugno nello stomaco. Io voglio ricordarmi la sua voce melodiosa, non quella specie di verso che ha appena fatto.

-Mi dispiace, mia cara, ma conosci le regole: maschio per maschio, femmina per femmina- 

I Pacificatori mi accompagnano al palco. Mio padre cerca di tenermi, ma loro lo colpiscono e lui scoppia a piangere abbracciato a mio nonno, che mi guarda con lo sguardo più triste e disperato di questo mondo.

Melanie estrae un nome dall'urna femminile.

-Tauriel Elenioniell- 

Emetto un gemito strozzato. 

Non voglio che la mia Tauriel subisca queste cose. Vedo mio padre sbiancare e appoggiarsi a mio nonno, come se si sentisse male. Lui vuole molto bene anche a Tauriel.

-Un applauso ai nostri Tributi!- Trilla Melanie.

Mio padre le grida cose assolutamente poco educate e non consone al suo grado sociale.

Io corro a prendere la mano di Tauriel. I Pacificatori cercano di separarci, ma non ci riescono, e alla fine ci portano nella stessa stanza.
Mio padre entra insieme a mio nonno, con il viso arrossato dalle lacrime.

-Legolas! Inon-nin!-

-Adar-nin!- Ci abbracciamo stretti. Lui si toglie uno dei suoi anelli, quello con la pietra bianca che mi piace un sacco, e me lo porge.

 Lui si toglie uno dei suoi anelli, quello con la pietra bianca che mi piace un sacco, e me lo porge

-Voglio che porti questo con te, come ricordo del distretto...e di me- il suo viso si infradicia di lacrime. Mi mette in mano una cosa che non riesco a vedere. -Questo...l'abbiamo fatto io e tua madre, per te. Era per il tuo diciottesimo compleanno, ma visto che non si sa se ci arriverai...- mi abbraccia ancora. -Ti amo tantissimo, Inon-nin. Sei...sei proprio come tua madre. Nel cuore...sei identico- mi dà un lungo bacio sulla fronte. Sento le sue lacrime sfiorarmi la pelle.

Si separa da me per salutare Tauriel. Le mormora qualche parola in Sindarin, la nostra lingua, e le dà una collana, dicendole -mia moglie vorrebbe che l'avessi tu. L'ha tenuta per te- 

La riconosco, era di mia madre.

Lei diceva che era una stella imprigionata tra i rami di Bosco Atro, il bosco che prima di costruire Middle Earth occupava lo spazio di tutto il distretto

Lei diceva che era una stella imprigionata tra i rami di Bosco Atro, il bosco che prima di costruire Middle Earth occupava lo spazio di tutto il distretto. Noi Elfi Silvani vivevamo lì, in pace e armonia.

Ora che ci penso, è la situazione di Tauriel: una bellissima stella imprigionata tra i rami soffocanti di Mordor City.

Mio nonno mi accarezza i capelli e mi sussurra le più belle parole che gli siano mai uscite di bocca. Mi dice che è fiero di me, mi racconta che quando sono nato ha pianto quasi più del mio adorato Ada, mi dice che mi vuole un bene immenso, mi dice che mi amerà per sempre, anche da morto.

Il loro tempo scade, e devono andare via.

I Pacificatori ci scortano a un treno, dove ad aspettarci c'è Melanie. Non appena saliamo sul treno, arriccio il naso: qua è tutto lussuoso e pacchiano, e a me non piace, abituato come sono agli ambienti spartani. Fra l'altro, questo treno sembra una casa, con tutte le cose che ha.

Io e Tauriel ci sediamo su un divano, e lei si rannicchia a me.

Io cerco di rassicurarla -non ti lascerò morire-

Nemmeno io, dice il suo sguardo.

-Possiamo vedere gli altri tributi?- Chiedo. Melanie annuisce, e accende la TV. Partiamo dal Distretto Moria: vengono estratti due nani (nel Distretto Moria, vivono praticamente solo nani, dato il lavoro in miniera), Gimli, che deve avere più o meno la mia età, e ha i capelli e barba rossicci e sembra molto resistente e muscoloso, e Gissania, una nana molto carina (per i canoni nanici).

Per il Distretto Hobbiville vengono estratti due piccoli Hobbit (la stragrande maggioranza del Distretto Hobbiville): Rosie Cotton, che sembra una creatura dolce e carina che non farebbe del male a una mosca, figuriamoci poi a una persona, e Peregrino Tuc, un Hobbit dall'aria furba, scaltra e birichina. Devono avere all'incirca dodici anni, ma è impossibile dirlo dalla statura. Un Hobbit grassoccio urla quando Rosie viene estratta, mentre un altro grida quando viene estratto Peregrino.

Poi c'è il Distretto Mirkwood, e noi rivediamo la nostra Mietitura.

Si vede il Distretto Rohan, dove vivono umani e orchi. Ovviamente gli orchi sono i padroni...

Vengono estratti Éowyn, la nipote del sindaco, e Gríma Vermilinguo, che sembra infido come una serpe. Gríma sembra più vecchio di Éowyn, mentre lei è bella da togliere il fiato, ma fredda come il ghiaccio. Non appena Gríma viene estratto, la folla esulta. Deduco che non sia molto benvoluto, a casa sua.

Passiamo al Distretto Loríen, uno dei tre distretti governati dagli Elfi. Vengono estratti un elfo biondo, piuttosto anziano (gli dò la maggiore età concessa per partecipare, vale a dire diciotto anni), che sbianca nel sentire "Haldir di Loríen" echeggiare per la piazza. Saluta due elfi che gli somigliano molto (potrebbero essere i suoi fratelli) e poi sale sul palco come salirebbe al patibolo, ma dopotutto l'antifona è più o meno quella. Come tributo femminile, viene estratta una goblin ossuta, con artigli e denti dall'aria letale e occhi da gatto. Il suo nome credo sia Golem, ma me lo dimentico subito e perciò la chiamo Occhi di Gatto.

Poi c'è il Distretto Imladris, che è quello che mi fa più paura: il sindaco Elrond, è il migliore amico di mio padre, e ha tre figli (due gemelli maschi più grandi uguali e una femmina più piccola), tutti in età per fare gli Hobbit Games. Comincio a sudare freddo, perché temo di averceli come nemici e quindi di doverli uccidere. Io e loro siamo molto amici, e se li uccidessi mi sentirei doppiamente in colpa. Dovrei convivere col pensiero di aver ucciso i miei amici e Elrond mi odierebbe. So che è abbastanza saggio da ripudiare l'odio, ma dubito fortemente che in quel caso riuscirebbe a reprimerlo.

Viene estratta prima la ragazza: come temevo, è Arwen Undómiel Elrondiell, la figlia del sindaco. Sua madre, Celebrían, si mette a urlare mentre i Pacificatori la scortano sul palco, mentre Elrond piange poco. Poi, come se non bastasse, viene estratto Elladan, uno dei gemelli. Celebrían urla il doppio, mentre Elrond diventa bianco cadaverico. Tiene la spalla di Elrohir, l'altro gemello, come se volesse trattenerlo. Lui però si ribella e corre verso il palco gridando: "mi offro volontario! Mi offro volontario come Tributo al posto di mio fratello!" Portano via Elladan, che piange disperato, accompagnato dai genitori, e dal fidanzato di Arwen. 

Con un brivido, mi viene in mente che Elrond è un preveggente. Forse, sa che Arwen sopravviverà ed Elrohir morirà, o peggio. Forse è per questo che per Arwen non si è preoccupato più di tanto, perché sa che tornerà, mentre Elrohir...

Spero solo di non essere io a farlo fuori.

Guardo Tauriel e capisco che ha fatto i miei stessi pensieri.

-È confortante sapere che una piagnucolona ci ucciderà tutti- borbotto. Tauriel mi fa un'occhiataccia e mi tira un calcio non troppo forte. Arwen Undómiel è più valorosa di quanto credi.

-Se lo dici tu...-

Mostrano il Distretto Dol Guldur. Viene estratto un orco che sembra un maiale fatto di carne tritata, chiamato Gothmog, e un'orchessa dall'aria incredibilmente tonta, chiamata Ghoulia. Ad accentuare la sua aria da scema, c'è un sorrisetto ebete e un'espressione vitrea. Il fatto che se ne stia tutta ingobbita non migliora il tutto. Devo dire che però è bella grossa.

Credi che sia una strategia? Dice lo sguardo di Tauriel. -Non mi stupirei se lo fosse-

Si passa al Distretto Gondor. Vengono estratti due giovani stregoni, Gandalf e Ziggàh. Lui è timido, impacciato e imbarazzato. Lei è alta, affascinante e sicura di sé, tanto da incedere sul palco come se fosse a una sfilata di moda. Gandalf è magrolino, basso e nero di capelli, mentre l'altra è alta, bionda e con uno sguardo a metà fra il sorridente e l'assassino. Lancia a Gandalf un sorrisetto malefico e agghiacciante, come per dirgli "nell'arena ti ucciderò per prima, giuro". Deduco che tra loro non corra buon sangue.

Vediamo il Distretto Esgaroth. Come femmina, viene scelta una goblin che balza sul palco gridando: "Glemiaurr!" Che è poi il suo nome.
Come maschio, viene scelto un ragazzo bruno, con vestiti fatti di pelli e accenni di barba e baffi. Viene accompagnato da una serie di fischi da un gruppo di orchetti, che lo prendono in giro. Noto che è pieno di lividi, tagli e graffi. Probabilmente è bullizzato dagli orchi che la fanno da padrone, nel Distretto Esgaroth. Il suo nome è Bard.

Per il Distretto Isengard, vengono scelti Lurtz, un Uruk-hai grande e grosso, e sua sorella Lurenz, non meno grossa e feroce.

Per il Distretto Gundabad, uno dei Favoriti, si offrono Yazneg, un feroce berserker, e Strappacuori, un'orchessa a prima vista forzuta, che salta sul palco urlando selvaggiamente e battendosi i pugni sul petto.

Per il Distretto Angmar, si offre una goblin, che la folla inneggia come Squarciavene, e infine, il Tributo Maschio: Bolg, progenie di Azog, l'eterno vincitore degli Hobbit Games.

Vince Hobbit Games da quando aveva undici anni, e ora ne ha diciassette, proprio come me.

Io ringhio non appena lo vedo.

Suo zio, ha partecipato all'Edizione della Memoria dove mia madre è morta, ed è stato lui a ucciderla. 

La uccise sotto gli occhi di Adar, che tuttavia non riuscì a vendicare la mia amata Naneth.

Ecco perché sarò io a farlo.

Non appena formulo questo pensiero, mi faccio schifo da solo e corro via. Trovo una porta con sopra scritto "Tributo Maschile" ed entro.

Dovrebbe essere la mia camera. 

Mi siedo sul letto, frustrato, con un gran odio verso gli Hobbit Games. -Fanculo gli Hobbit Games, fanculo Mordor City, fanculo il Presidente Sauron, fanculo tutto!- Grido. Mi accorgo di avere in mano il regalo di Adar e Naneth. Incuriosito, guardo che cos'è. È un ciondolo appeso a una cordicella verde, fatto di legno, e rappresenta le iniziali mie, di mio padre e di mia madre intrecciate. C'è scritto sopra "uniti oltre le vita, uniti oltre la morte."

Lo indosso e lo stringo al petto.

Il mio sguardo cade sulla scrivania (ma che me ne faccio, dico io?) e vedo che c'è un computer.

Mi brillano gli occhi. Un computer! Posso scrivere a Ada!

Velocemente accendo l'aggeggio e vado sulla casella di posta elettronica.

Inserisco la mail di mio padre e comincio a scrivere:

Caro Ada,
Ho scoperto quali sono i tributi, e non mi spaventano più di tanto, a parte quelli del Distretto Isengard. La cosa che mi fa più orrore, a parte il fatto che dovrò uccidere gente umana che non mi ha fatto nulla, è l'idea di dover uccidere, oltre a Tauriel, Elrohir e Arwen. Come posso uccidere i figli del tuo migliore amico, che sono anche amici miei? Io non li ucciderò, non torcerò loro neanche un capello, né a loro né a qualsivoglia elfo, nano o umano.
Un'altra cosa di cui volevo parlarti, era che provo un'incredibile sentimento di vendetta verso Bolg.
È stato suo zio a uccidere Nana, e io sono deciso a vendicarla. So che non sono belle parole, mi faccio schifo da solo per questi pensieri, ma è proprio per questo che voglio parlarne con te.
Io tornerò, Ada, non so come, ma tornerò. 
E voglio far tornare anche tutti gli altri.
Ti voglio bene, Ada,
Tuo,
Legolas 

Clicco invia e mi prendo la testa tra le mani. Ho bisogno di un bagno o di una doccia, o comunque di pulirmi. 

Non mi lavo molto, meno di una volta a settimana, ma non è colpa mia. Abbiamo poca acqua, perché viene data quasi tutta al bestiame.

Sento bussare in stile alfabeto morse. È Tauriel, e mi chiede se può entrare.

-Avanti- lei entra e mi abbraccia.

-Vuoi fare il bagno con me?- Le chiedo. Lei annuisce.

Entriamo nel bagno e ci spogliamo. Lei è un po' imbarazzata a stare nuda davanti a me, ma io le dico che è bellissima lo stesso.

Entriamo nella doccia, e apro l'acqua calda. Prima di lavarci sul serio ci coccoliamo un po', poi io strofino la spugna insaponata sul suo corpo e le lavo i capelli con dolcezza. Tauriel fa lo stesso con me.

Quando abbiamo finito, usciamo ci asciughiamo e io la porto nel mio letto, che è abbastanza grande per tutti e due.

Comincio ad accarezzarla e a baciarla. Lei capisce dove voglio arrivare e mi ferma.

-Potrebbe essere la nostra ultima occasione- lei scuote la testa -di cosa hai paura?- Si tocca la pancia -non succederà. Succede solo il quattordicesimo giorno, e tu il ciclo l'hai finito l'altro ieri-

Come lo sai? Mi chiede il suo sguardo -semplicemente mi ricordo quello che studio- 

Tauriel sembra incerta, poi mi abbraccia e mi accarezza. Capisco che mi vuole.

Fa un piccolo grido quando mi sente entrare dentro di lei, ma poi comincia a gemere di piacere. La sua voce si fa sempre meno roca e più bella man mano che andiamo avanti. A un certo punto mi fa "ti amo" e poi si addormenta. Io ridacchio, le dò una rivestita e mi vesto anch'io.

Controllo le mail, e vedo che mio padre mi ha risposto. Col cuore in gola, apro la mail e comincio a leggere:

Caro Inon-nin,
So come tu possa sentirti al pensiero di uccidere Tauriel. Io mi sentivo esattamente come te, all'idea di dover uccidere tua madre, se non addirittura peggio. Ricordati, gli Hobbit Games tirano fuori un lato di noi che neanche pensiamo di avere. 
Tu sei un ragazzo buonissimo, altruista e generoso, al quale sono capitate cose orribili. 
Là verrai ridotto a una macchina per uccidere, perciò aggrappati con tutte le tue forze a qualcosa che ti faccia restare umano.
Per quanto riguarda Bolg, so che sono parole terribili e rancorose, e posso capire cosa provi, ma non voglio che tu corra rischi inutili pur di ucciderlo. Ti prego, NON andare a cercarlo o cose del genere. Se devi per forza ucciderlo voglio che tu lo faccia perché sei costretto.
In ogni caso se vedi che ti piega male, scappa. Non mi importa se ti daranno del vigliacco o del codardo, io voglio solo riaverti vivo.
Ti voglio bene fogliolina mia,
Tuoi,
Ada e Nonno, che ti pensano sempre e che ti amano tanto.

P. S.
Se vorrai inviarmi mail da Mordor City, ricordati che sono controllate.

Chiudo il computer e sento le lacrime uscire dai miei occhi.

Sono secoli che Ada non mi chiama fogliolina.

Guardo Tauriel addormentata. -Ce la faremo- le sussurro -insieme...-

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