The world where wishes become true

di Princesse with Wormmon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prova a non innamorarti di me ***
Capitolo 3: *** Fragile come un petalo ***
Capitolo 4: *** Come primule nel vento ***
Capitolo 5: *** La vita nuda ***
Capitolo 6: *** La ragazza dai fiori morti ***
Capitolo 7: *** Raccogliere il glicine ***
Capitolo 8: *** L'oscurità è bianca I ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Storia dedicata ad AlwaysJohnLock


 

 

Prologo

 


Love, they tell me is a fragile thing
It's hard to fly on broken wings
I lost my ticket to the promised land
Little bird of heaven right here in my hand

 

 

 

Tai ti piacerebbe di venire con me.. in un posto dove i desideri si avverano? disse Sora.
Esiste davvero un posto del genere?
Se ci credi.. si.. la nostra mente che può creare ogni cosa.
E tutto nasce da essa.
Allora voglio venire con te.

 

Queste parole risuonarono nella mente di Tai come un sogno. Tutto questo, forse non era reale, non apparteneva al mondo che noi conosciamo.

 

L'inaspettato e il meraviglioso appartengono a questo mondo.
Questo è un mondo dove finiscono tutti i sogni dispersi, tutte le parole non dette e gli amori mai nati.
E' convogliato tutto qui.
Questo universo trae la sua energia dai desideri umani.
Per raggiungere questo mondo occorre solo un elemento: l'amore.
Credo che nell'amore si nasconda tutto il mistero dell'universo.
C'è amore ovunque: nei ruscelli e nelle acque del mare carico di lucciole.
C'è amore nella notte, nella rugiada e nei rami degli alberi.
C'è amore nel sole, nelle stelle, nella luna.
C''è amore anche nel dolore e nella tristezza.
L'amore è dappertutto anche nel ghiaccio.
C'è amore soprattutto nei battiti dei cuori umani.
Credo che la forma d'amore più sublime sia quella che unisce due cuori umani a livello della loro anima. Poi c'è l'amore fisico, quello sensuale, una forma d'amore inferiore, ma ugualmente eccelso.
Purtroppo questo mondo è pieno di maschere ed ogni sera nel palazzo reale c'è un ballo in maschera, dove ognuno può diventare chiunque lui voglia, l'importante è che non sia colui che è veramente.
Se togli la tua maschera né puoi morire, perchè la tua maschera è parte indissolubile di te.
La indosserai sempre in ogni circostanza in questo mondo, e saranno davvero rari i momenti in cui potrai liberartene.
Se troverai una persona con la quale potrai togliere la tua maschera e non morirai, allora avrai vinto.
E questo mondo ti apparterrà per sempre.

 

 

 

 

 

Buon pomeriggio a tutti :) allora comincio col dire che questa sarà una nuova long ambientata nell'800, in un mondo fantasy con dei balli in maschera. Le coppie che utilizzerò sono: Tai – Sora, T.K – Kari, Mimi – Koushiro/Izzy e Ken – Yolei. Dedico questa storia ad AlwaysJohnLock, EleCorti e Wendy88, ringrazio AlwaysJohnLock che mi ha dato questa splendida idea :).. questo è solo il prologo perciò è breve.. spero solo di non deluderti xd.. Buona lettura spero che vi piaccia! Un abbraccio forte :*

 

 

 

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Capitolo 2
*** Prova a non innamorarti di me ***


Prova a non innamorarti di me

1.

 


Dentro di me.
Sto fingendo che lei sia accanto a me.
Tutto solo.
Cammino con lei fino al mattino.
Mi sembra di sentire le sue braccia attorno a me
Sotto la pioggia, il marciapiede brilla come l'argento,
tutte le luci sono confuse nel fiume.
Nell'oscurità, gli alberi sono pieni di luci stellari
e tutto quel che vedo è lei e me, sempre e per sempre.
e lo so che é solo nella mia testa
che sto parlando con me stesso e non con lei,
e sebbene so che lei non mi vede
sento ancora che c'è una strada per noi.
La amo, ma quando la notte finisce
lei se n'è andata.

Il fiume è solo un fiume.
Senza di lei, il mondo attorno a me cambia,
gli alberi sono spogli e ovunque le strade sono piene di estranei.
La amo
Senza di me, il suo mondo continuerebbe a girare,
un mondo pieno di felicità che io non ho mai conosciuto.

 

 

Quando ami profondamente, la tua razionalità cessa di esistere. L'amore è come un bagliore fugace di luce che ti toglie il respiro, ed hai bisogno della persona che ami per tornare a respirare. Come gocce di rugiada su una foglia rorida, sotto un sole rovente in un cielo di perla, così sono gli sprazzi fulgidi di gioia.
Erano bambini. Avevano le gote del medesimo colore dei petali rosati delle lillà, che svolazzavano orgogliosi nella limpidezza abbagliante di un sole ingenuo e puro, cantando le note eterne di una poesia dagli iridescenti colori dei sentimenti, che si schiudevano nei loro battiti discordanti. Ma quando i loro palmi si incastonavano, intrecciandosi in una tenera percezione di protezione e di rifugio, le loro guance si tingevano di indicibili sfumature di un amaranto purpureo, lo stesso colore dei petali del ciliegio che non avrebbe mai districato la sua fiorescenza. Il viso dalla candida consistenza di un pesco, della stessa assonanza pura di cui era fatto l'etereo cielo.

Volevano conoscere il mondo e la sua brezza soave, il calore di un cielo ricamato solo di boccioli di sole. Mondo, tanto funesto ma allo stesso tempo meraviglioso. Fatto di una composizione di effimeri sogni, di illusorie speranze e splendidi ideali di un candore d'oro. Forse erano stati innamorati. Ma volte la vita è cruenta e menzognera e come una scossa tellurica, capace di spezzare anche il cemento più resistente, ti porta via tutto, le certezze e la sicurezza di una quotidianità semplice ma bellissima, ma non i sentimenti veri. Quelli no. Quelli non potranno mai appassire. Come i ricordi che sono come i rullini di macchine fotografiche. Gli occhi permettono di immortalare l'istante nel suo fulmineo paradisiaco frammento di vita nuda, la magia del momento, mentre i rullini rimangono sempre in noi, impressi e radicati nella nostra memoria.

Avevano trascorso l'infanzia insieme. Le giornate a giocare sotto i raggi di un sole dolce, caloroso, a rincorrersi spensierati, durante la primavera della loro vita che all'epoca sembrava eterna. Forse il loro amore stava mettendo le radici, robuste, come quelle di una quercia saggia che vive il mondo bruciando la sua chioma d'estate e facendo abbeverare di un'acqua zampillante le sue radici.
Radici che poi, improvvisamente furono recise.
Forse non erano abbastanza forti?
I loro giochi da piccoli erano cosi straordinari che sarebbe stato impossibile dimenticarli.

Quella sera il crepuscolo stava venendo al mondo, e il fiume nel quale si rifletteva la luce flebile della luna brillava proprio come fosse argento. Le innumerevoli voci dei passanti erano confuse ed incomprensibili.

Tai camminava lento ancora col dolore nel cuore per quella scena che aveva visto solo poche ore prima: Yamato e Sora, insieme, ancora una volta, come sempre.

Quanto erano cambiate le cose in solo così poco tempo?

Com'è possibile che il tempo ti porti via tutto, in pochi, crudeli, ingannevoli istanti?

Com'è possibile che nulla ritorni più indietro nonostante il temperamento forte dei momenti vissuti?

Com'è possibile che.. non sia esistita una stella luminosa per proteggere il loro amore mai sbocciato?

Ma le stelle.. ci sono davvero?

Nei pressi di quel fiume non si sentiva più cullare dal rumore delle onde. Quel cielo materno, come lo era stato un tempo quando era con lei, adesso era divenuto sbiadito, pallido. Era smorto.

Adesso solo fulmini gli trafiggevano il cuore, e il riflesso cereo di quell'imbrunire veloce vagheggiava senza dimistichezza nel confondere l'idillio con il ghiaccio.

Era stato con lei una sera quando erano piccoli, quando l'ingenuità era ancora padrona della loro età. Quando le stelle c'erano ancora. Adesso il cielo sembrava privo di vita e anche la luna brillava di una luce malata, dolente. E le stelle che adesso erano invisibili e ansimanti non ridevano più.
Se solo Tai avesse potuto strapparsi il cuore dal petto e gettarlo nel fiume, forse il suo dolore sarebbe stato meno gravoso da sopportare, poiché esso infestava ogni più piccolo organello di ogni sua cellula.
Poi sorrise, di un sorriso mesto alla luna, immaginando che.. ogni nuovo giorno possa portare con se qualcosa di inaudito e di sorprendente. Come lo era stata la loro avventura a Digiworld. Un viaggio inaspettato, improvviso ma che era stato stupefacente e li aveva aiutati a crescere. Non solo aveva fatto crescere loro, ma anche il suo amore per lei, che solo poco prima era sbocciato. Tai ricordò un frammento, che gli fece nascere un fulgido sorriso negli occhi: lui e Sora una volta, quando erano più piccoli, si trovavano nei pressi di una spiaggia. Il profumo forte ed inconfondibile della sabbia era come una carezza dolce per la loro pelle. Quel giorno avevano litigato. Purtroppo tra loro i litigi non mancavano mai. L'aveva baciata, di nascosto, mentre lei dormiva all'ombra di un ombrellone. Ma lei non lo aveva mai saputo né Tai aveva mai avuto il coraggio di confessarlo.
Avevano sempre avuto un rapporto molto forte, ma spesso molto burrascoso, e a volte litigavano per ore, per poi tornare a fare la pace più uniti che mai e più sereni di prima.

Quella sera Tai, proprio guardando il cielo che scoloriva, si era accorto di avere una cotta per lei. Questa consapevolezza era nata da un petardo cruento che era stato scagliato contro il suo cuore solo pochi giorni prima: la gelosia.

Flashback

 

Quel giorno infatti, aveva visto a scuola, la bellissima bambina dai capelli rosso ramato parlare con un nuovo compagno di classe, un bambino che aveva i capelli del colore del grano dorato e aveva un cielo terso, immenso negli occhi. Solo sentendoli parlare aveva sentito dentro il suo stomaco una fiamma ardente, bruciante e una stretta alla gola. Il suo respiro si era come spezzato, fermato, era rimasto quasi in apnea. Stava trattenendo il fiato senza rendersene conto mentre dentro di lui cresceva sempre di più questo sentimento come un fuoco inestinguibile, solo che essendo ancora piccolo non lo conosceva bene. Avvertiva solo questa sensazione nuova, si sentiva soffocare. Strinse forte i pugni.. com'era possibile che la sua Sora che durante la ricreazione parlava sempre e solo con lui adesso stesse chiacchierando con un altro compagno? Chi era questo bambino? Con un scatto, di corsa si diresse verso di loro, pronto ad interrompere quella conversazione che lo infastidiva. Avrebbe voluto che Sora parlasse solo con lui.

' Sora.. cosa stai facendo? Vieni qui! ' disse chiamandola con la disperazione e la furia nella voce.

' Ehi Tai.. ti presento Yamato, sai si è trasferito da poco in questa scuola, e non conosce ancora nessuno, che ne dici se resta con noi durante la ricreazione? '

Tai fu percorso da una vampata di calore e divenne paonazzo.

' Cosa? Ma perché?! ' disse di scatto.

' Beh perchè non conosce nessuno '

Yamato che aveva un carattere molto sensibile e orgoglioso percepì l'atmosfera di tensione che si era creata tra loro.

' Non preoccuparti Sora, io sto bene da solo, non c'è bisogno che stia con voi! ' disse con un orgoglio estremo nella voce, e si allontanò correndo, forse ferito dall'esitazione nella voce di Tai ad accoglierlo con loro.

' No! Yamato aspetta! ' lo chiamò Sora. Ma Yamato si era già allontanato.

' Sei davvero uno stupido Tai! Lui è solo lo capisci?! Non conosce nessuno! I suoi genitori hanno divorziato. E' stato separato dal suo fratellino. Non ha nessun amico, né nessuno con cui parlare, dobbiamo aiutarlo, stargli vicino e dargli una mano ad ambientarsi ' disse Sora sempre molto altruista ed empatica verso gli altri.

Tai abbassò la testa, si rese conto che aveva reagito in modo brusco, e volle scusarsi con Sora.

' Perdonami Sora.. sono davvero un'idiota. Andrò da lui e mi scuserò '

' Adesso è andato via, vado a cercarlo. Cercherò di parlargli io, tu aspetta qui ' disse Sora.

' Mi dispiace tanto Sora ' disse Tai sinceramente dispiaciuto per il suo comportamento.

' Sei troppo impulsivo, come sempre.. vado e torno. '

Sora cercò Yamato per tutta la scuola. Il tempo concesso per l'intervallo finì. Non era riuscita a trovarlo da nessuna parte. Tornò da Tai con il viso basso.

' Non sono riuscita a trovarlo. '

' Mi dispiace molto, forse.. dopo la scuola possiamo cercarlo insieme. Adesso dobbiamo rientrare in classe altrimenti il signor Fujijama si infurierà moltissimo. ' disse Tai.

' Si hai ragione, rientriamo '.

I ragazzi rientrarono in classe. Le poche ore che li separavano dall'uscita da scuola passarono veloci come dei fulmini. Aveva iniziato a piovere forte. I bambini erano senza ombrello.

Lo cercarono ancora all'uscita, facendosi sferzare con crudeltà dalla pioggia, ma di Yamato neppure l'ombra. Finchè non videro una figura esile, della sua statura, i capelli di un biondo dorato, che correva velocemente sotto la pioggia. Era lui. Sora lo chiamò ripetute volte. Lui si voltò fissandola per un istante, poi fuggì via senza voltarsi. Sora lo rincorse. Ma non riuscì a raggiungerlo. Tai invece non aveva dato nessun aiuto. Era rimasto immobile, attonito sotto la pioggia che, brutalmente lo colpiva. Il cielo, proprio come il suo cuore, piangeva troppo forte.

Sora tornò da Tai. Il suo casco protettore che sempre indossava faceva da scudo al pianto del cielo.

Tra di loro nacque uno dei loro peggiori litigi di sempre, proprio sotto quella pioggia sferzante, brutale.

' Sei uno stupido Tai! Perchè non mi hai aiutata a fermarlo? Perchè non l'hai rincorso? Io non ce l'ho fatta! ' disse Sora correndo verso di lui col fiato corto, sotto la pioggia battente. Tai aveva un'espressione strana stampata in viso. Uno sguardo che Sora non aveva mai visto prima.

Tai non rispose nulla. Abbassò la testa.

' Tai?! Insomma mi vuoi rispondere? Perchè non hai fatto niente per aiutarmi? Avevi detto che volevi scusarti con lui! Perchè non l'hai neppure chiamato? O provato a fermarlo? '

Tai ancora con lo sguardo abbassato non dava adito di voler rispondere. Questo atteggiamento non era da lui.

 

' Tai?! Mi stai prendendo in giro!? Rispondi! ' disse Sora con una tonalità di voce più marcata. A quel punto intravide dei micro movimenti sulle palpebre di Tai. Cercava disperatamente di tenere gli occhi chiusi, sigillati, non voleva aprirli, mentre con le manine aveva creato dei pugni, che tremuli, non volevano dischiudersi. Sora a quel punto si preoccupò per il suo migliore amico.

' Tai.. va.. tutto bene? Cos'hai? '

Tai continuava a stringere forte le palpebre per non aprire gli occhi. I pugni ancora tremavano. Si unirono anche le braccia e le gambe, mentre la pioggia sferzante lo dilaniava dalla testa ai piedi.

' Tai! Ti prego dimmi cos'hai! ' disse Sora con un tono di voce che esprimeva preoccupazione estrema, avvicinandosi a lui.

' Sora.. ' disse Tai. Non riuscì più a sostenere quell'immobilità innaturale. Due lacrime quasi invisibili affiorarono nei suoi occhi. Tai aveva stretto forte le palpebre per evitare che le goccioline di acqua precipitassero. Aveva fallito.

' Che c'è Tai? '

' Sora.. perchè? Perchè?! ' chiese Tai.

' Perchè.. cosa?! Di cosa stai parlando Tai?! '

' Perchè ti interessi così tanto a lui? ' numerose lacrime adesso dai suoi bulbi oculari cadevano come le gocce del cielo.

' Te l'ho detto, perchè è solo ed ha una situazione familiare difficile, volevo aiutarlo ad ambientarsi.. ma perchè stai piangendo? ' chiese Sora preoccupata.

' Ti piace Yamato non è vero? ' disse con la voce rotta dalla tristezza.

' Cosa?! Perchè.. perchè mi poni una domanda del genere?! '

Tai cadde sulle ginocchia, era ancora in lacrime.

' Beh perchè.. io sono innamorato di te Sora.. '

Sora rimase spiazzata completamente. Sgranò gli occhi, proprio non se lo aspettava.

' Eh?! Cosa?! Ma cosa stai dicendo Tai! Tu sei il mio migliore amico! '

' Cosa importa?! Sono innamorato di te. Non posso più tenerlo nascosto. '

' Ma Tai.. io.. tu sei il mio migliore amico, non credo potrà mai esserci qualcosa tra di noi.. '

' Davvero.. ne- ne sei davvero sicura? ' Tai balbettò, ma si sentiva più sicuro. Aveva smesso di piangere.

' Si Tai.. tu sei il mio migliore amico, per me sei proprio come un fratello..'

Tai si rialzò dal marciapiede inondato. Si asciugò velocemente le ultime lacrime superstite.

' Sora.. io.. ti farò innamorare di me. Possa essere l'ultima cosa che io faccia! Lo prometto. Tu ti innamorerai di me ' disse Tai, ora più risoluto che mai.

' Ma Tai! Sei davvero uno stupido! Ti ho già detto che siamo amici, non può esserci altro tra di noi. '

' No.. Sora.. io ti farò innamorare di me e te lo dimostrerò '

' Eh!? Stai farneticando Tai! dici cose senza senso! Come potresti dimostr.. ? '

Tai non le fece terminare mai la frase. Si avvicinò a lei con determinazione, quasi con irruenza e le toccò le labbra con estrema furia, con una grande forza seguita poi da una pacata dolcezza. Fu il loro secondo bacio, ma questo Sora non lo sapeva.

Poi si staccò. Sorridente. Con un'aria di sfida negli occhi.

' Prova a non innamorarti di me, Sora ' disse sorridendole con un amore inesprimibile. Sora arrossì in estremo imbarazzo. Si pose le mani sulle labbra. Non riusciva ancora a rendersi conto di quello che era appena accaduto tra loro.

' Prova a non innamorarti di me dopo questo bacio, Sora! ' ripetè Tai.

' Tai.. tu.. mi.. cioè.. noi.. ci siamo baciati.. ' disse Sora ancora incredula.

' Si.. io ti amo Sora. Quello che provo per te non l'ho mai provato in vita mia. Riuscirò a farti innamorare di me, te lo prometto. '

' Tai.. sei un idiota! Un idiota.. ed io ti detesto! ' disse Sora rossissima in viso. Avrebbe voluto nascondere il suo rossore ed il suo imbarazzo ma non ci riuscì. Voleva essere furiosa con lui ma la sua rabbia iniziò a scemare. Si pose entrambi le mani sulla bocca. Tai le sorrise, con un sorriso dolcissimo e allo stesso tempo con una faccia da schiaffi.

' Ti prego Sora.. innamorati di me.. '

Sora rimase spiazzata. Sempre più paonazza. Non sapeva cosa dire. Non si aspettava un gesto del genere ed ora aveva il cuore che voleva esplodere.

' Piove troppo forte. Io torno a casa ' disse Sora rossissima in viso.

I lineamenti delicati di Tai improvvisamente divennero mesti.

' Sora.. non andartene ti prego.. io credevo che.. questa pioggia, avrebbe lavato via la mia tristezza.. ma.. ''

' Ma? '

' Ma ogni goccia che è caduta dal cielo.. si è trasformata in una lacrima nel mio cuore.. non andare via ti prego.. ' supplicò Tai.

' Mi dispiace Tai.. ma io adesso torno a casa, sono bagnata fradicia e sono sconvolta per quello che è successo tra noi '

' Non andare ti prego.. sai Sora.. se io potessi rinascere di nuovo so che.. mi innamorerei sempre di te '

' Tai.. ma-ma.. cosa stai dicendo? '

' Ti amo Sora '

' Adesso vado via Tai spero che entro domani ti ritorni un po' di senno! '

Sora si allontanò di corsa senza neppure salutarlo.

Passarono dei giorni in cui i due non si parlarono, erano troppo in imbarazzo per l'accaduto. Poi finalmente, dopo circa una settimana di silenzio, i loro giochi e le loro chiacchierate ripresero. Trascorrevano i pomeriggi insieme all'insegna dell'allegria e della gioia. Erano anche riusciti a chiarirsi con Yamato.

Ma Sora non si era innamorata di lui. Anzi in un gelido giorno dopo Natale aveva confessato a Tai di essersi innamorata di Yamato. Ed era iniziata la loro storia d'amore. Tai ci aveva visto giusto. Aveva avvertito tutto sin dall'inizio. Il gelo che si infiltrava nella sua pelle come un milione di spifferi.

 

Fine Flashback

 

Adesso un grande dolore gli attanagliava il petto solo pensando a lei.

Camminò ancora lentamente lungo il corso di quel fiume.

Aveva stretto quell'amore, ma come pane, si era sbriciolato tra le sue dita.

' Sora.. se io potessi rinascere di nuovo so che.. mi innamorerei sempre di te.. ' sussurrò nella sua mente.

All'improvviso qualcosa o qualcuno percepì il suo desiderio. Poi una voce alle sue spalle parlò.

' Sei troppo innamorato di lei. Sei sicuro di voler rinunciare così al tuo desiderio? Che ne diresti di farla innamorare di te? '

Tai sussultò.

' Eh?! Chi sei? ' chiese in allarme.

' Non ha importanza chi sono.. posso aiutarti affinchè tu possa farla innamorare di te ' disse la voce.

' Che cosa?! No.. non è possibile questo.. mi stai mentendo! Sora è innamorata di Yamato ' disse Tai in modo sospettoso.

' E se ti dicessi che posso far in modo che lei si innamori di te? '

' Cosa? '

' Si.. però ci sono delle condizioni.. prima di tutto in questo mondo non è possibile. Esiste un mondo dove finiscono tutti i desideri dispersi, le parole non dette e gli amori mai nati. Bisogna cambiare lo spazio e poi il tempo.. ti farò tornare bambino ai tempi in cui giocavate insieme. C'è solo un piccolo dettaglio, quel mondo, è pieno di maschere. Le maschere non fanno altro che danzare, fingendo ed ostentando gioia e serenità, quando invece al loro interno sono vuote. Ti condurrò in questo mondo, dove, potrai creare le condizioni per farla innamorare di te.

C'è stato un periodo in cui lei stava per innamorarsi di te, ma tu da perfetto idiota che sei, non te ne sei reso conto.

' No.. questo non è possibile ' disse incredulo Tai

' Sciocco moccioso ingenuo, adesso guarda attentamente, ti mostrerò una cosa '

La strana voce o entità fece comparire una nuvola indaco, e fece apparire dei frammenti di vita incredibili per i suoi occhi. Lui rimase spiazzato quando vide quello che vi era dentro.

 

Continua

 

Ciao a tutti, perdonate la mia lunghissima assenza :( mi sento terribilmente in colpa, purtroppo ho avuto un lutto in famiglia di recente ed è stata una doccia gelata. Sono rimasta paralizzata per un bel po' di tempo, oltre a restare sotto shock. Ma scrivere mi aiuta sempre moltissimo, soprattutto in periodi come questo. Vi chiedo perdono per la lunga attesa. Avevo iniziato a scriverlo un mese fa, ma poi sono rimasta bloccata.

Allora in questo primo capitolo abbiamo un Tai molto triste e angosciato perchè ha sempre amato Sora ma Sora sta con Yamato, la voce alle spalle di Tai non sarà qualcosa di benefico. Ma non voglio spoilerare nulla per adesso. Questo era solo un capitolo introduttivo, quindi non c'era molta azione, né molta interazione tra i personaggi, ( spero solo che non faccia troppo schifo e di non avervi già delusi )

Ringrazio sempre con tutto il cuore voi tutti che leggete le stupidaggini che scrivo, non avete idea di quanto mi renda felice sapere che c'è qualcuno che mi legge,

mi date un sostegno grandissimo e mi invogliate a continuare, soprattutto in momenti bui come questo, quindi grazie grazie di cuore <3

Mi scuso se non sono costante nell'aggiornare e faccio passare tempo, cercherò di essere più costante, purtroppo di giorno lavoro ed ho anche una montagna di libri da studiare e il tempo che posso dedicare alla scrittura è davvero esiguo.

Grazie ancora di cuore a tutti :) un bacio.

 

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Capitolo 3
*** Fragile come un petalo ***


Fragile come un petalo

2.


Eri fragile come un petalo,

senza una scintilla

di cielo.

Solo un numero fosti,

in questo maggese macerato.

Senza scampo

la vita

il cuore ti ha spezzato.

 

 

 

Flashforward

 

La luce turchese che filtrava dal vetro incasellato dai quadranti multicolore, abbagliava di una luminescenza ginoide le delicate membra della ragazza dal quale capo cadeva ondeggiando, il candido velo puro e immacolato come la sua medesima essenza. Riflettendo la sua purezza interna, angelica, ancora intatta. Le sue dita erano affusolate mentre i suoi capelli erano drappeggiati con pietre preziose e diamanti che rifulgevano.

Il vestito principesco, interamente bianco che indossava, si sposava bene con l'acconciatura raffinata, da perfetta principessa che andava a proclamare davanti a tutti il suo amore, quello vero, che per sempre sarebbe stato la sua roccia, il suo unico soffio vitale. Il bouquet di fiori, che stringeva nel rosato palmo, era adornato con roselline bianche che si incespicavano in un bagliore avvolgente, e garofani rossi, che aulenti intensificavano l'inebriante profumo di lei.

Si poteva leggere l'euforia e l'autentica eccitazione in ogni suo micro movimento. Corse veloce come il vento verso la sagoma di un ragazzo, e nel correre, inciampò in un drappo bianco, posto lì come decorazione per la cerimonia imminente. Perse la sua scarpa, che era di un candore pallido.

Lo abbracciò, giocherellando con i suoi capelli.

Lo sposo era.. Tai. Provò a scostarle il velo che le celava il volto, ma altro non vide che una pallida maschera, che voleva nascondere la sua vera natura. Ma nei lineamenti invisibili si poteva percepire la felicità smisurata della sposa che, lasciata cadere la maschera nelle mani di lui, non aveva un volto.

 

Fine Flashforward

 

Tai rimase incredulo, da questa visione.

' Che significa?! Che significa tutto questo?! Chi era la sposa? Vorresti dirmi che era Sora? No.. non ci credo. Mi stai ingannando! ' disse Tai irritato.

La risposta fu una risata meschina e schernitrice.

' Beh questo dipende da te '

' Eh?! Non capisco.. cosa vuol dire che dipende da me? '

' Ogni nostra azione, o meglio ancora, ogni nostro pensiero, anche il più piccolo ed insignificante, può generare una reazione immensa in un altro mondo. Non sapevi che il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo?

Quello che ti ho mostrato potrebbe diventare il tuo futuro, se sarai tu a volerlo e a far in modo che accada. '

' Eh?! Cosa vorresti dire?! '

' Sveglia moccioso! Lo capisci o no che tutto quello che accade nelle nostre vite non è frutto di un destino segnato, ma solo del nostro agire rispetto alle circostanze esterne? La tua mente può creare ogni cosa e tutto quello che sei nasce dai tuoi pensieri e dai tuoi desideri, perchè il desiderio è la scintilla che muove il mondo insieme ai sentimenti. Lo capisci o no? Tu puoi decidere sin da ora del tuo destino giorno dopo giorno, e non puoi incolpare nessuno per i tuoi fallimenti. Con ogni nuovo sorgere del sole tu hai una nuova occasione di vivere, di realizzare i tuoi desideri ragazzo, cerca di non sprecarla. Perchè la giovinezza è breve ed i tuoi capelli castani non dureranno neppure quanto un madido soffio. ' disse la strana entità

Tai rimase per qualche istante a riflettere su quello che la misteriosa voce stava proferendo.

' Si ma cosa vorresti da me? Cosa vorresti insinuare? ' disse diffidentemente

' Se accetterai le mie condizioni ti farò tornare indietro nel tempo e potrai far innamorare Sora di te, questa volta per davvero, e allora quello che ti ho mostrato nella nuvola potrà avverarsi. Tutto dipende da te, anche la più piccola azione che tu compi oggi avrà delle enormi conseguenze nel futuro. Allora.. accetti? '

Tai restò qualche istante in silenzio sospettoso. Digrignò i denti.

' Scordatelo! ' urlò.

' Cosa?! Guarda che la mia offerta è conveniente. Se accetterai potrai farla innamorare di te e sposarla. Hai visto cosa ti ho mostrato nella nuvola no? '

' No! scordatelo! Sei un mostro! Non farei mai questo a Yamato, lui è il mio migliore amico e Sora è innamorata di lui. Non potrei mai separare una coppia felice. '

' Quanto sei ingenuo ragazzo. Credi che Yamato avrebbe fatto la tua stessa scelta se avesse avuto tra le mani un'occasione d'oro come la tua? Credi davvero che avrebbe rinunciato a Sora per sempre solo perchè tu eri suo amico? '

' Certo che lo credo! Yamato è il mio migliore amico e non mi farebbe mai nulla del genere! '

La voce emise ancora una risata malevola.

' Sei troppo ingenuo moccioso.. ti consiglio di pensarci bene, sto per andare via. Sai una volta che sarai arrivato in quel mondo, potrai ricominciare da zero, tutti i tuoi amici saranno lì, tornerai bambino ed avrai una seconda occasione.. vuoi davvero rinunciare a tutto questo per un' insulsa, patetica idea di onestà, fedeltà e amicizia? Ne sei davvero sicuro? Tutti desiderano e meritano una seconda occasione per ripartire da 0.. '

' Si! Assolutamente sicuro! Yamato e Sora sono felici insieme e non sarò certo io a rovinare la loro serenità! '

La voce sbottò, irritata dalla risposta.

' Beh mi dispiace per te, ma non ti lascerò scampo! Se non vieni con me, non saprai mai cosa potrebbe accadere alla tua sorellina Kari ' Alla parola Kari Tai sbiancò.

' Cosa?! Che cosa vorresti farle?! Maledetto! ' urlò Tai.

' Se non verrai con me e farai innamorare Sora di te, le farò accadere qualcosa di terribile.' Tai corrugò la fronte in estrema furia.

' Non osare solo pensare di avvicinarti a lei! Mi hai sentito?! ' urlò.

' Allora? Cos' hai deciso? Verrai con me nel mondo delle maschere o resterai ancora qui indossando la maschera invisibile del migliore amico che ti tiene prigioniero in una stretta, insulsa idea di bravo ragazzo, che però ti limita e ti rende infelice? Non sapendo cosa accadrà alla piccola Kari? '

' No no! Scordatelo! '

' D'accordo allora vado. Dì addio per sempre alla tua Kari. '

' No aspetta! ' urlò Tai col terrore nella voce. '

La sconosciuta entità ridacchiò di fronte alla guerra psicologica appena vinta.

' Se vengo con te, devi assicurarmi che non le accadrà nulla di brutto '

' Hai la mia parola ragazzo '.

Tai sbottò, non aveva altra scelta se non quella di seguire questa entità malvagia, ma non avrebbe mai potuto separare una coppia felice. Non era nella sua natura.

La voce fece apparire una luce nera immensa, dalla quale si intravedeva una gigantesca porta che si chiudeva dall'interno e si apriva dall'esterno. Furono subito risucchiati in quel mondo ignoto. Il volto diafano del sole era menzognero, mascherato anch'esso da una coltre di spesse nuvole che annunciavano una tempesta imminente. Ma dentro di lui e nel suo cuore, solo il raggelare spento dei suoi pensieri verso la sua piccolina lo rendevano schiavo di un terrore allucinante, ricco di zone d'ombra, dove castelli senza sentinella andavano incontro al loro personale terremoto frantumandosi, senza la più vacua, leggera, inesistente protezione. Non c'era più rifugio, e la fortezza in lui, che celava dentro uno scrigno, era stata messa a nudo.

' Avrai molti anni a disposizione per farla innamorare di te, ma se non ci riuscirai, allora morirai. E siccome sei qui hai diritto al veder realizzare un unico desiderio. Uno soltanto, quindi pensaci bene. Addio moccioso '

Tai sbottò, dentro di lui c'era una rabbia incontenibile. Un velo enorme, voluttuoso e bugiardo, riverberava un'immagine noumenica, mescolando senza fuga il turbine, dei battiti accalcati di lui. Questo velo era la maschera dell'illusione che ottenebrava le pupille dei mortali, mostrando loro un mondo di cui non si poteva dire né che esisteva né che non esisteva. Il mondo, infatti, era simile al sogno, allo scintillio della luce solare sulla sabbia che lo straniero avrebbe confuso con acqua lacerata.
Tai rimase spiazzato. Se Sora non si fosse innamorata di lui, avrebbe perso la vita per sempre. Gli si raggelò il sangue nelle vene. Furono per lui interminabili istanti di terrore, finchè, poste le mani sui suoi gomiti realizzò che le sue ossa si erano accorciate, come le cosce e le gambe. La sua pelle era divenuta più morbida, i capelli di un taglio differente, proprio come quello che portava quando era bambino. La sua altezza si era dimezzata.

' Com'è possibile? ' chiese a se stesso carico di stupore, dopo aver udito la sua voce, anch'essa divenuta infantile.

' Sono tornato bambino ' realizzò. Non ebbe il tempo di pensarci ancora su poiché il flusso dei suoi macabri pensieri fu interrotto da un bambino che si avvicinava con un secchio d'acqua in testa. I suoi vestiti erano squarciati, lerci, le scarpe ricoperte di fori. I capelli rosso fuoco del bambino lo identificarono. Tai riconobbe Izzy ed entusiasta gli corse incontro.

' Ciao Izzy.. come stai? Va tutto bene? ' disse con somma euforia nella voce, per il fatto che fosse li, dato che era uno dei suoi migliori amici. E che ora non era più solo.

' Chi.. sei? ' chiese Izzy ingenuamente. Nei suoi occhi si leggeva la più cupa, manifesta malinconia.

' Eh?! Ma come Izzy non ti ricordi di me? '

' Non capisco.. chi sei? ' ripetè Izzy.

' Sono Tai, possibile che non mi riconosci? '

' Io non mi chiamo Izzy, io sono il numero 95 ' disse abbassando il viso.

' Eh?! Ma cosa stai dicendo Izzy? Che significa il numero 95? '

' Sono in ritardo. Devo andare o la principessa mi farà frustare ' disse tristemente.

' La principessa? Chi è? Mi spieghi dove ci troviamo? '

' Ci troviamo a Bramaglia ' disse con la voce morta.

' Che anno è? '

' Siamo nel 1802 ' disse atonico.

' Eh?! Ma come è possibile? Tu quindi.. Izzy.. tu sei.. uno schiavo?! '

' Si esatto e non mi chiamo Izzy, io sono il numero 95 ' disse mestamente.

Lo guardò ancora e notò che sotto la maglietta strappata la sua cute era piena di lividi da colpo di frusta. Tai inorridì.

' Chi è che ti ha fatto questo?! Chi è questa crudele principessa? Dimmelo! '

' La principessa si chiama Pureness '

Tai divenne furioso per come aveva trattato Izzy. Poi la sua furia fu interrotta da una signora con uno sguardo tenerissimo, si leggeva nei suoi occhi l'amore inconfondibile di una mamma. Corse veloce verso Izzy e lo abbracciò, stringendolo forte tra le sue braccia. La donna iniziò a lacrimare al vento vedendo quello che la crudele principessa gli aveva fatto fare di nuovo.

' Quella pazza isterica, guarda cosa ti ha fatto fare, piccolino. No, non posso accettarlo, io gliela farò pagare cara ' disse la donna furiosa. Mentre Izzy, ancora stretto in quel caldo abbraccio non voleva divincolarsi. Aveva troppo bisogno di quelle coccole, di quelle carezze, e di quei grattini sulla schiena che non aveva mai ricevuto. Solo il dolore, da quando era appena in fasce, gli aveva da sempre, lacerato il viso pallido.

' Izzy.. cioè numero 95.. ma tu non hai una famiglia giusto? '

' No.. se avessi avuto una famiglia non sarei divenuto uno schiavo ' disse tristemente.

' Capisco.. e tu.. hai mai conosciuto, i tuoi genitori? '

' No, sono morti in un incidente stradale quando ero ancora troppo piccolo ' disse mentre una lacrima gli solcava il gelido viso.

Tai abbassò lo sguardo. Non avrebbe mai voluto vedere Izzy soffrire in quel modo. Gli venne un'idea. Poteva esprimere un unico desiderio. E già sapeva cosa avrebbe chiesto.

' Come sei diventato schiavo della principessa? ' chiese Tai.

' Ecco, prima di diventare suo schiavo facevo il mendicante, lei mi vide e disse che mi voleva a tutti i costi. La principessa ha tutto: i vestiti più raffinati, i gioielli più preziosi e ogni prelibatezza da mangiare, inimmaginabile per noi schiavi. Ma quando ha visto me, ha detto di esserne rimasta colpita molto e mi ha voluto ad ogni costo. ' disse tristemente.

' Si ma perchè ti tratta così male? '

' Perchè è una bambina viziata e senza cuore, abituata ad avere tutto e subito ' rispose la donna che stringeva Izzy.

Bambina.. si ripetè Tai, quindi forse anche lei aveva la loro età.

' Izzy.. ti piacerebbe riavere la tua famiglia e non dover essere più uno schiavo? Di essere totalmente libero? ' chiese ingenuamente Tai.

' Si.. da morire. Ma è impossibile. Come ti ho già detto i miei genitori sono morti e non torneranno. Il mio destino è qui con la principessa. Ma.. mi piacerebbe molto avere un nome mio. Un nome che sia solo mio. Ma neppure quello mi è consentito di avere. Il nome che tu mi hai dato mi piace molto. Sarebbe bello non dover essere solo un numero. ' disse tristemente.

Tai pensò che aveva un unico desiderio da esprimere, e che avrebbe tanto voluto che i genitori di Izzy non fossero mai morti. I suoi pensieri furono interrotti da un urlo agghiacciante di dolore che proveniva da una voce in lontananza. Tutti corsero veloci verso la sorgente dalla quale proveniva quel suono.

 

Ecco un altro capitolo, perdonate le scene di violenza su Izzy, non avrei voluto inserirle ma purtroppo mi servono per una ragione precisa nella storia. Rendono triste anche me. Naturalmente i riferimenti in questo capitolo sono a Schoupenhouer e alla teoria dell'effetto farfalla. Spero che questo capitolo non faccia troppo schifo, conto di fare di meglio nei prossimi. Forse questo è un po' noioso lo capisco, anche perchè non ci sono scene romantiche, ma purtroppo mi serviva per far capire alcune cose nella storia, anche per spiegare un po' dove si trovano, ma nei prossimi le cose cambieranno e ci sarà molto moltissimo amore :)

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Capitolo 4
*** Come primule nel vento ***


Come primule nel vento

3.

Fosti, neve a primavera
tu, Primula, Fioristi
in un giorno
per sempre.
Dicesti che era per la Luce,
ma fosti derisa
come il vento
Avulso
a timor del sentimento.
Vedesti, ricordasti.
Sii Neve, te ne prego.
Nessuno capirà, solo chi crede.
' Ma io non sono niente '
' Allora vai e ricorda '

 

 


Spirava l'usignolo senza un tetto sulla sua criniera

Come l'acqua che lo aveva abbandonato quando ancora non sillabava.

Ma se ti guardi dentro i tuoi petali bianchi ti parleranno di te, mentre ansimanti ti

sussurrano di danzare ancora.

Un corpicino, di una disumana e dismorfica esilità di una bambina, faceva da scudo alla piccola farfalla color amaranto turchino che si era andata a posare tra i suoi capelli. L'incanto presente sul suo corpo era tangibile, come una margherita appena nata, sulla quale i petali bianchissimi brulicavano di innocenza, di una purezza nivea ancora intoccata. Non aveva nulla sul petto che era cereo, come la sua carnagione pura, i suoi seni ancora non sviluppati sembravano voler annunciare la sua imminente fioritura. Una sublussazione clavicolare era presente nella parte anteriore della sua luminescenza e i capezzoli rosati assomigliavano a dei petali leggiadri che si disperdevano nel soffio del cielo. Sul suo capo si intravedeva, una soluzione densa rossa, molto esigua.

Profumava di vita e di speranze non ancora disilluse. I suoi capelli erano color rosso dorato. Tagliati in un per niente femminile caschetto spettinato. Tai rimase folgorato e sentì il suo cuore battere talmente forte nel rivederla.. bambina, fragile, così dolce e così indifesa. Avrebbe voluto proteggerla dal mondo intero. La sua Sora. Il suo unico, vero grande amore, il suo raggio di sole che ad ogni nuova alba lo riscaldava. Riempiendo di calore puro tutto il suo ghiaccio che per anni si era tenuto dentro senza che mai qualcuno riuscisse a scioglierlo. Ma adesso lei giaceva lì, priva di sensi. Che cosa le era accaduto? Tai si preoccupò.

' Dobbiamo aiutarla, chissà cosa le è successo! ' disse col panico nella voce.

' La conosci? E' Soraya la figlia del professor Takenouci, il professore della mia principessa. ' disse Izzy.

' mia principessa? ' si ripetè Tai nella mente. Come poteva definirla ' sua ' dopo tutto quello che gli aveva fatto passare?

' Ragazzi, è ferita alla testa, per favore dobbiamo fare qualcosa! ' urlò Tai preoccupato.

' Corro subito a casa a prendere delle garze ed un disinfettante, tu Izzy va' dalla principessa, prima che sia troppo tardi e ti faccia punire di nuovo. ' disse la donna. Si allontanarono entrambi in fretta.

 

E strazianti pensieri scheggiati si infiltravano nei suoi giacigli, nei meandri sibillini del suo destriero ferito, come la mantide che getta tutto il suo fulcro respirando invano un aria avvelenata dal suo stesso frammentarsi disperso. Il pianto gagliardo strideva nel minaccioso e macabro grido nudo della sua voce assente, priva del più netto confine, orientalizzato in assenza di luce, in un furore velenoso. Il filugello appassito aveva sparso l'oro che era dentro di se, donando tutto ciò che aveva, mentre il sole scintillava di una luce labile e frenula, e lui, rimasto solo, aveva posato i suoi occhi senza respiro sul corpicino immacolato della sua piccola bambola di porcellana dai capezzoli rosati. Il suo corpicino nudo coperto solo d'aria, faceva rifulgire nel suo cuore bambino il desiderio di una più ampia sapienza ventricolare di lei.

Le si avvicinò posando la sua piccola mano piatta, poco sviluppata lungo l'incespicarsi dei suoi fronzoli ramati. Sapeva di calore, profumava di gentilezza, di amore puro. Chissà cosa le era accaduto. Doveva essere caduta dall'albero pensò Tai.

Accanto a lei c'era un piccolo usignolo, con un'ala spezzata, macchiata di sangue, che a stento emetteva qualche cinguettìo. Il piccolo uccellino doveva essere caduto dall'albero.

Tai le baciò la fronte con una grazia ed una tenerezza raggiante, poi le sua labbra si spostarono più giù, sulle labbra di lei, divenuta anch'esse patologicamente candide per via dell'impatto nella caduta. Le sfiorò senza delicatezza, destreggiando con ardore il suo cuore palpitante, incapace di zittirlo, incapace di placare l'orgoglioso gorgoglìo delle valvole che pulsavano veementemente un sangue ossigenato con tutta la loro insistenza. Impossibile bloccare l'anima dal suo mostrare la violenta e fugace stretta di un sentimento così possente.

Dopo questo bacio strappato, le pose la mano sul cuore. I suoi battiti erano ancora reali. Come dei tuoni tumultuosi. Il reame nel quale viveva forse si accigliava senza beneficio nel portare la pietra ad una luce forte, che non aveva mai smesso di ardere. Forse l'amore a volte ha bisogno di una caduta elevata per percepire realmente la sua altezza e la sua intensità. Una verità assiomatica erano le pulsazioni di lui, come una spinta che non abbandonava il rifugiarsi sonoro della goccia scrosciante che zigzagava nel suo ventre.

' Sora.. Sora.. ti prego.. svegliati ' urlò Tai. Minuscole lacrime volarono nel vento, in quel firmamento privo di pace.

Non aprì gli occhi. Temè per la sua incolumità. Lei, il suo unico, vero grande amore, forse aveva ceduto alla vita, forse era un fiore che era stato spinto giù da un vento troppo ansioso. E adesso non voleva risvegliarsi. Le accarezzò la guancia pallida, poi di nuovo le sue labbra sfiorarono ancora la sua fronte con estrema tenerezza.

 

' Dove sei mia piccola principessa adesso? ' disse Tai con le lacrime agli occhi.

' In quale mondo ti trovi? Sei proprio come una primula nel vento, e sembra che tu non abbia mai avuto una vita adesso. Dei nostri frammenti felici insieme non c'è traccia. Del nostro amore mai nato, neppure un'ombra gelida. '

Poi come uno scossone, e come il ruggito di un leone severo e irritato, un pensiero caparbio non lasciò spazio per qualunque altra insinuazione.

' Ti salverò Sora.. io ti salverò.. il tuo cuore batte ancora, sono sicuro che se uso il mio unico desiderio posso fare in modo che tu ti risvegli. '

Voleva rifugiarsi nella sua vita morta. Nel succedersi delle stagioni di chi aveva conosciuto la morte in prima persona. Ma non c'era scampo per l'ieri dimenticato, mentre funeste schegge spaesate ancora si immergevano nel terreno radicando la loro natura, percepita avidamente da un cuore così fermo e risoluto. La realtà delle tenebre non lo aveva toccato, perciò quello che chiamava amore, o luce, ancora era incarnato in lui, e forse mai avrebbe lasciato la sua fortezza d'acciaio. Non avrebbe mai lasciato disperdere il suo coraggio e il suo ardore fanciullesco anche se le nuvole si erano trasmutate in opprimenti macigni, nefandi nel loro dissanguarsi di lacrime prive di acqua.

Un'arcano potere, un filtro che forse l'avrebbe riportata alla vita. Un'unico interrogativo martellava nella sua mente martoriata: come utilizzare il desiderio che gli era stato concesso?

' Io ti proteggerò Sora e ti salverò per sempre, perchè tu sei.. tutto per me.. sei la mia principessa. Non ho dimenticato nulla di noi. I miei ricordi non sono svaniti, forse tu non ne hai mai avuti di noi in questo mondo, ma sento ancora nel mio cuore che per noi c'è ancora una strada che possa condurci alla felicità '

Le prese la mano, stringendo le dita scheletriche di lei tra le sue.

' Amore mio, non smetterò mai di essere grato per aver conosciuto un miracolo meraviglioso.. che sei tu, mi basta solo che tu respiri di nuovo. Ti prego Sora, torna a respirare. Ti riempirò di baci e di carezze, lo farò, per sempre, non importa se ti arrabbierai o se ne resterai perplessa, non importa in quale luogo tu sia adesso, io lo attraverserò e ti salverò. E se avrai paura sarò capace anche di.. rubare un respiro pur di restituirti il tuo. Ancora lacrime copiose precipitavano dai suoi bulbi color nocciola. Come far cessare quell'acqua che gelida lo aveva catturato?

Come salvare lei?

Ci doveva essere un sentiero e se c'era, lui, lo avrebbe certamente trovato.

La donna tornò con delle garze e del disinfettante. Disinfettarono e fasciarono la ferita a Sora. Dopo di chè la donna si allontanò poiché anche lei era una schiava, e doveva svolgere delle mansioni precise per il suo padrone.

*

Piroettava allegramente nella sua maestosa e sfolgorante camera da letto. Il balcone spalancato dove un sole privo di luce sopravveniva, parlava di lei. Sussurrando parole di poesia e di meraviglia davanti allo stupore incantato della sua bellezza. I legamenti della sua anima erano stati fratturati da una macchia che portava nel cuore, che un tempo era infuocato, e ora era divenuto di pietra. Crisalide era il suo sguardo, quasi velato di vetro. Si pose le mani sui fianchi, si sfilò il vestito rosa ricoperto di diamanti e di pietre preziose, facendo venire alla luce una cicatrice che si estendeva dall'articolazione coxo-femorale fino al cavo popliteo. Si massaggiò la zona, poi ci pose sopra un unguento, forse quella ferita non si sarebbe mai davvero rimarginata. Prese a cantare quasi sussurrando una nenia che da sempre aveva udito da bambina cercando di respirare quel giorno privo di luce. La macchia che portava sulla sua purezza, imbrattata, era la giacenza della sua compassionevole bontà che era collabita, scontrandosi con un solitario e timido ricordo. Torturata da memoria e desiderio smise di lasciarsi andare, e il cuore che si era già incenerito, adesso era cristallizzato.

Innumerevoli vestiti con drappi d'oro e perline d'argento occupavano ogni millimetro libero del suo rifugio pericolante. Aveva infiniti braccialetti d'oro, orecchini e scarpe, ricoperte con charms d'oro e d'argento. Lei aveva tutto: bellezza, intelligenza, intuito, perspicacia, fascino ed un incommensurabile ricchezza. Inestimabili erano le sue doti, e inestimabile era la sua solitudine. Ricchezza che si contrapponeva all'estrema povertà della gente del popolo e dei numerosi schiavi che dormivano nelle sue stalle luride. La principessa Pureness aveva una bellezza straordinaria, quasi aliena che lasciava ammaliato chiunque la guardasse soltanto. Boccoli pomposi ondeggiavano ostentando la loro perfezione e sensualità. Capelli nocciola chiaro dello stesso colore profondo e penetrante degli occhi sbarazzini. Puri un tempo. Purtroppo a volte l'eccessiva ricchezza può portare all'anestesia, all'insensibilità nei confronti degli altri e ad indurire il cuore, facendo assumere atteggiamenti riprovevoli anche all'umano più puro ed innocente del mondo. Forse aveva perduto la sua innocenza.

Lo schiavo dai capelli rossi o meglio numero 95 entrò nella camera della principessa, portando con sé l'acqua che aveva raccolto al pozzo, e una tinozza perfetta per lavarsi.

La trovò seminuda, con addosso solo il bustino del vestito, si intravedevano tra la candida biancheria, le membra esili e delicate, talmente sottili da sembrare uno scheletro, del tutto innaturali. E poi con uno scatto improvviso notò la cicatrice enorme che aveva sulla coscia. Ne rimase spiazzato e addolorato, nonostante lei fosse molto crudele con lui, dato che per un nonnulla lo faceva frustare dal suo servitore, che era un mastino.

Lo sguardo della principessa era altèro e sprezzante. Nei suoi occhi gelidi c'era un'estrema fierezza ed orgoglio. Numero 95 sgranò gli occhi in apprensione.

' Tu stupido schiavo come osi entrare senza bussare?! ' urlò la principessa irritata

' Mi perdoni principessa, mi sono dimenticato di bussare ' disse Izzy timidamente.

' La pagherai cara per questa insolenza! Per punizione dormirai all'aperto questa notte e senza cibo '

Numero 95 abbassò lo sguardo tristemente, non per la punizione ma perchè avvertiva una sensazione strana nel suo stomaco. Dolore. Per lei. Forse provava dolore per lei.

' Principessa.. '

' Cosa vuoi ancora? '

' Ecco.. potrei farle una domanda? '

' Mi sembra che a voi schiavi non sia consentito parlare o sbaglio? ' disse facendo la saputella con aria canzonatoria.

' Mi perdoni, sua altezza '

Numero 95 fece per andarsene ma la principessa lo bloccò.

' Oggi voglio essere buona e ti concederò di parlare con me. Tu sei un semplice schiavo e la tua vita non vale nulla, mentre io sono la principessa per questo è una cosa inaudita che tu parli con me. Ma io ti concedo questo privilegio. '

' Mi perdoni principessa.. ecco io.. no.. non volevo dire nulla '

' Cosa?! Adesso non vuoi più parlare? Avanti parla numero 95, sei uno dei miei schiavi preferiti lo sai? Nonostante tu sia a volte così imbranato. '

' Ecco.. io.. no meglio di no.. principessa. '

' Tu.. stupido schiavo! Ti ordino di dirmi subito quello che volevi dirmi o te la farò pagare, mi hai capito bene?! ' disse la principessa in preda all'isteria.

' Ecco.. principessa io.. volevo solo.. volevo.. ' Izzy avrebbe voluto chiedere spiegazioni sulla cicatrice enorme che aveva sul suo corpo ma non ebbe il coraggio.

' Allora!? Dai, cosa volevi dirmi? '

' Ecco.. volevo dire che.. sua maestà è meravigliosamente bella oggi ' disse arrossendo, poi si riprese ' ecco in realtà lei principessa, è meravigliosa e bellissima ogni giorno e non soltanto oggi.. ' disse ancora, rossissimo in viso.

La principessa fece un verso compiaciuto e lusingato allo stesso tempo, ma che voleva significare anche ' povero idiota se ne accorge solo ora? '

Lusingata da queste parole disse:

' Bene, adesso vai via però, ricorda che io sono la principessa e tu non vali assolutamente nulla.. quindi d'ora in avanti non parlare mai più con me! E ricordati di bussare sempre alla porta prima di entrare. ' disse con aria da comandante crudele.

' D'accordo, perdonatemi principessa '

' Adesso vai via numero 95! ' ordinò la principessa. Izzy uscì velocemente da quella camera angosciosa dove l'aria che si respirava era soffocante, nonostante fosse enorme e priva di luce. Mentre si allontanava piccole lacrime cadevano dai suoi occhi.

 

Tai era ancora lì, accanto a Sora accarezzandola e supplicandola di svegliarsi.

Poi capì che doveva fare qualcosa di più concreto per salvarla. La prese tra le braccia, stringendola contro il suo petto fortemente, sollevandola con delicatezza dal terreno. Mentre la stringeva, pensava che doveva cercare il prima possibile un posto in cui avrebbero potuto aiutarla.

 

Continua.

 

Allora in questo capitolo c'è qualche scena d'amore. Tai ha già trovato Sora, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Allora avete capito chi è la principessa? :) si forse troppo semplice.. mi dispiace di aver inserito delle scene di violenza e di aver reso la principessa un po' cattiva, ma anche questo servirà per lo scioglimento della storia. Spero che questo capitolo non faccia troppo schifo e di non aver deluso le vostre aspettative e spero di aggiornare il prima possibile.
p.s credo che non riuscirò a mantenere il rating arancione.

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Capitolo 5
*** La vita nuda ***


La vita nuda

4.



Ricordo di tenerezza

era il giaciglio del tuo passato

finchè una vita nuda

ti ha spinta giù

La tua pura percezione di bontà

non è stata sventrata

dalla tua pura essenza.

Concepita da

un'assenza di maschera velata

 

 

Una nuova luna illecita, che silenziava la maschera nera del cielo, come un'aberrazione, offuscava i pezzi di speranze rotti da un illusorio, vacuo arzigogolare lacerato da una languida nostalgia. Poesia, era scritta nelle stelle di quella notte priva di soffi e di lucciole spente. Nella stalla dove un bambino si detergeva gli occhi con i manicotti freddi, c'era solo la parvenza di una ferita ormai lenita. La verità ingannevole era che non era mai stata soppressa. La natura ancora beffarda non lasciava la vita ai suoi piccoli insetti.

Piangeva. I suoi occhi neri profondi erano stanchi, di una stanchezza talmente veemente che non riusciva a dormire, forse non riusciva a placare un desiderio, una fantasia mascherata dai suoi eloquenti rimbombi dati dalle sue pulsazioni irrefrenabili. E poi un desiderio di assenza di solitudine gli pervase il petto, lasciandolo privo di ogni più piccola luce incandescente. Era solo nella stalla, mentre pensava con una lama nel cuore alla principessa dai boccoli color castano dorato. Un chiarore capace di rischiarare anche l'ombra più tenebrosa della sua notte priva di lucciole. Li dove il sole era morto un tempo, non c'era più spazio per lui, né per il suo patetico, insulso sogno che purtroppo aveva fatto un milione di volte. Aveva sognato lei su un prato smeraldino, con addosso il suo vestito color porpora. Gli sorrideva, di un sorriso benevolo come non l'aveva mai vista, così solare e così raggiante, era l'analogia perfetta del sole. Un sole che avrebbe potuto rincuorare la sua vita, e farli incamminare insieme verso uno spazio di Paradiso personale. La principessa lo strinse a sé mentre gli sussurrava all'orecchio parole ricamate di somma dolcezza, come miele che sgorgava dalle sue labbra rosse come le ciliegie del campo. Poi audacemente le loro labbra si erano magicamente sfiorate in un fulmineo, paradisiaco istante che forse mai sarebbe divenuto reale. Si era svegliato di scatto da questo desiderabile sogno e solo l'umido dei suoi occhi restava ancorato alle sue mani sporche, come ogni volta che nasceva il giovane cielo, novellino studente birichino che non si curava affatto del dolore degli altri.

Non c'era scampo. Numero 95 riprese le sue mansioni quotidiane con fare robotico e assente dal suo stesso corpo. Desiderava, poiché desiderare era l'unica cosa che non gli era stata negata. Agli schiavi all'epoca era negato tutto: di avere un'identità, un nome, un vestito, a volte anche un pasto caldo, ma.. non poteva essere negato loro di pensare, né di desiderare e lui, desiderava lei, la principessa dai capelli color dell'oro cotogno, che era più bella dello stesso sole, ma più crudele di un mare in tempesta. Nella sala da ballo del grande castello che lui sempre tirava a lucido, una volta settimana c'era un grande ballo in maschera, dove la principessa ballava sempre con tutti, poiché.. indossando una maschera non avrebbe potuto riconoscerli. In uno dei meandri più nascosti del suo cuore Izzy avrebbe voluto indossare una maschera, andare al ballo e ballare con lei. Ma anche questo era del tutto impossibile per uno schiavo.

 

*

Tai aveva portato tra le sue braccia Sora per un lungo tratto di sentiero, casto come il respiro di lei, stringendola strettamente contro il suo petto, con la speranza che il rimbalzante rumore forte dei suoi battiti la risvegliasse.

Era giunto nei pressi di un ruscello dove c'era una baita abbandonata ancora agibile. Aveva acceso un fuoco e vi aveva adagiato Sora vicino, il suo unico amore, su un giaciglio di paglia spesso, che aveva costruito lui stesso. Tutta la notte senza lasciarsi catturare dal sonno aveva vegliato su di lei. Negli occhi stanchi si leggeva la paura, anche se le pulsazioni di lei erano regolari, aveva paura che.. mai più avrebbe sentito il tenero suono della sua voce. Quella mattina stessa doveva andare alla ricerca di un dottore, dato che in quel periodo temporale non esistevano gli ospedali. Le strinse ancora la pallida mano, senza avere la forza nelle sue esili dita di abbandonarla, le accarezzò le unghie bianchissime, baciandole in un secondo istante.

' Ti prego amore mio.. ti scongiuro resisti. Starai di nuovo bene, te lo prometto. '

Le baciò nuovamente la fronte, accarezzandole dolcemente la guancia ancora scolorita.

 

*

 

Due bambini facevano capriole sul prato innocente ricoperto da esili fili verdi di erba bagnata, squarciandoli, giocavano con irruenza, con la magnificenza aurea di una splendida, spensierata infanzia. La bambina corse verso l'altalena che il fratello maggiore del bambino col quale giocava aveva costruito con molto impegno e premura.

Si sedette sopra felice della sua conquista.

' Mi spingi? ' disse rivolta la bambino biondo con gli occhi color del mare, con la sua voce molto tenera.

' Si certo ' disse il bambino biondo.

La spinse, facendola volare in quel cielo terso. Lei sorrideva felice.

' Ti piace molto andare sull'altalena? '

' Si tantissimo '

' A me.. invece.. piace un'altra cosa.. ' disse il bambino arrossendo.

' Si? E cosa? ' chiese ingenuamente la bimba.

' Tu.. ' disse sottovoce

La bimba rimase curiosamente perplessa.

' Lo sai.. tu.. mi piaci tantissimo ' disse il bambino biondo sempre più in imbarazzo.

' Eh?.. dici davvero? ' disse la bimba ingenuamente.

' Si.. mi piaci tanto, davvero tanto ' ripetè.

La bambina fece fermare l'altalena dando un spinta con le gambe verso il basso e toccando il terreno umidiccio con le scarpette rosa. Lo guardò incredula, essendo molto piccola forse non comprendeva l'intensità di quella dichiarazione, ma percepì nel suo cuore che era qualcosa di forte. Guardò il bimbo dai capelli color del grano negli occhi.

' Dici davvero? '

' Si.. possiamo prometterci che.. quando saremo più grandi ci sposeremo? '

' Ma.. ne sei davvero sicuro? '

' Si.. promettimelo, qualunque cosa accada, quando saremo grandi, ci sposeremo '

' Te lo prometto ' sussurrò la bambina con i capelli a caschetto, che il vento forte giocherellando, aveva scompigliato.

I bambini sorrisero e come segno indissolubile della loro promessa si scambiarono i mignolini, scherzando con le dita, sicuri entrambi dei loro sentimenti.

Poi all'improvviso, un anelito di morte olezzò nell'aria. Ed un fumo nero apparve davanti a loro. Questa scia di morte afferrò la bambina per la vita, la quale si divincolava urlando di lasciarla andare, e il piccolo che era con lei piangeva disperato supplicando di lasciarla. Prese delle pietre e cominciò a lanciarle veloce contro quell'entità buia, ma nessuna di esse lo scalfiva minimamente.

' Lasciami! Cosa vuoi da me? ' Urlò la piccola. L'entità rise.

' Certo che hai fegato mocciosa. Tu sei la digiprescelta della luce, quindi mi servirai per un po' di tempo. Ti porterò nel mio mondo ' e rise ancora di una risata crudele, mortale.

' Nooo non portarla via.. ti supplico.. non portarla via.. noo.. il mio fratellone te la farà pagare ' disse piangendo il bambino. Il crudele fumo nero rise ancora.

' Finchè il tuo fratellone non butterà giù la maschera che gli pesa sul cuore non sarà libero e non potrà aiutarti ' disse.

' Cosa?! Che vuoi dire? '

' Che finchè non avrà il coraggio di togliere la maschera, così come tutti gli altri, non potrà mai far guarire le sue ferite. La maschera è come un pugnale conficcato nella pelle, se non lo togli e lasci sgorgare il sangue, la ferita non potrà mai rimarginarsi. Molti non tolgono la maschera perchè hanno paura del sangue e del dolore che scaturirà inevitabilmente dalla ferita, ma così facendo la ferità non si cicatrizzerà mai. È necessario togliere il pugnale, far cadere il sangue e lasciar respirare la ferita, solo così potrà guarire senza fare più alcun male. Finchè non avrete il coraggio di togliere la maschera voi sarete mie burattini, prigionieri dei vostri stessi stati d'animo contraddittori '

' Non capisco.. che vuoi dire? '

' Quando sarai più grande capirai meglio piccolo moccioso '

L'entità mostruosa scomparve portando via la bambina, forse.. per sempre.

Le urla disperate del bambino dai capelli d'oro rimasero nel vento, senza che nessuno potesse mai placare il suo incessabile tormento.

 

*

Aveva fissato la morte negli occhi, come una foglia sfuggita ad un tornado di vento, ne era uscita illesa. Ma adesso il suo cuore era in procinto di fermarsi. Tai corse veloce come un canguro alla ricerca di un dottore stringendo la bambina dai capelli ramati fortemente contro il suo petto. Giunse ad un castello enorme costeggiato da innumerevoli sentinelle che come dei pilastri facevano da scudo alla costruzione disumanamente maestosa. Tentò di entrare ma un uomo barbuto lo bloccò.

' Tu! Fermo dove sei! Sei un ladro e vuoi rubare al castello della principessa, non è vero? ' intimò l'uomo.

' No! Non sono un ladro! Sono qui per chiedere aiuto, la mia amica Sora è in pericolo, ha perso i sensi, ha bisogno di un dottore! '

' Cosa? Sora? Vorrai dire Soraya? La figlia del professor Takenouci?! ' ripetè l'uomo.

Tai ricordò che in questo mondo i nomi erano leggermente diversi.

' Si è proprio lei, vi supplico, è molto grave, ha bisogno di un dottore! '

' D'accordo ragazzo, puoi entrare, il professor Takenouci dovrebbe essere dentro, starà dando lezioni alla principessa '

Tai si catapultò di colpo nel castello. A chi rivolgersi? All'improvviso, una bambina dall'incantevole viso e corporatura apparve dinanzi a lui. Aveva il volto serafico di un angelo, uno sguardo così casto e così puro, che anelava di luce, senza sapere che dentro era fatta di tenebre. Il suo sguardo era altèro.

' Tu.. chi sei? Come osi irrompere così nel mio castello? ' disse la principessa.

Tai la riconobbe ed ebbe un sussulto, anche lei era lì.. allora c'erano veramente tutti. Ma Kari? dov'era la sua Kari? erano ore e ore che pensava disperatamente a lei. Però non era morta in lui la speranza di rivederla a breve.

' Mimi! ' sussultò Tai, incredulo, non credeva ai suoi occhi, allora era veramente lei la crudele principessa che maltrattava Izzy? Lei che era sempre stata la creatura più pura e buona dell'universo? No. Impossibile.

' Mimi? Che vuoi dire? Il mio nome è Pureness e sono la principessa di questo castello, e tu straniero, cosa vuoi? Perchè sei entrato di soppiatto qui? '

' Per Sora.. cioè Soraya, è svenuta e non vuole più risvegliarsi ' disse Tai con la voce carica di disperazione. La principessa cambiò improvvisamente espressione di fronte a quel nome, i suoi occhi divennero enormi e disperati. Poi guardò la piccola creatura tra le braccia di Tai che prima non aveva notato. La riconobbe. Emise un gemito di terrore. Era proprio lei.. la sua migliore amica.

' Oh no.. Soraya! Cosa le è successo? ' chiese in preda al panico.

' Non lo so, credo sia caduta da un albero, l'abbiamo sentita urlare e quando l'abbiamo trovata era priva di sensi. '

' Oh no.. davvero? '

' Ti prego! dobbiamo aiutare Soraya! ' disse Tai col panico nella voce.

' Lo so! Lei è una cara amica per me ed io non la abbandonerò! Guardie! Portate qui un medico fate presto! E avvisate il professor Takenouci che sua figlia ha perso i sensi ' ordinò. Mimi si allontanò, per chiedere aiuto, in preda alla disperazione per le condizioni della sua migliore amica. Sora appoggiava delicatamente la piccola fronte contro il petto di Tai, che aveva posto il suo esile braccio intorno al suo collo. La stava abbracciando, per davvero. Quello che Tai aveva sempre desiderato, era avere un abbraccio da lei. Il suo pallore era disumano e angosciante. Tai la strinse ancora più forte tra le sue braccia, cercando di infonderle un calore capace di risvegliarla, sperando che il tamburo impazzito che aveva nella cavità toracica la ridestasse.

' Coraggio piccolina, resisti.. resisti.. ti prego.. non mollare Sora.. io.. ti amo.. ' disse Tai mentre le sue lacrime si perdevano precipitanto nell'immensità di quel tetro castello.

 

Allora in questo capitolo ho introdotto anche T.K e Kari. Tai ha portato Sora al castello, dove sarà aiutata. Izzy nel frattempo vorrebbe tanto imbucarsi alla festa in maschera di Mimi ( mah spero di riuscire a farlo imbucare.. ci provo ) cmq perdonate la mia eccessiva lentezza, inizierò a scrivere il prossimo capitolo stasera stessa, lo so forse sono un po' noiosi perchè non succede un granchè in questi capitolini ( li sto facendo leggermente più brevi per ruscire ad aggiornare in tempi più decenti, ci provo, perdonatemi ancora )

Grazie di cuore per le vostre recensioni! :)

 

 

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Capitolo 6
*** La ragazza dai fiori morti ***


La ragazza dai fiori morti

5.

 

 

Più che la tua purezza, io preferisco, l'incongruenza dei tuoi battiti

Lui è orgoglioso come un turbine d'inverno.

Tu sei vanitosa come le rose d'estate

Sei un giglio di purezza, come le lucciole d'oro della notte dolciastra.

 

 


Abbacinava le silvestre rovine del suo cuore sibilante, mentre la scia del veemente cozzare delle sue palpitazioni voleva avvolgere il nascondiglio semilunare dei fiori morti, che cadevano a capofitto disperdendosi nel ruscello fatto di cristallo. Era cresciuta in mezzo ai fiori, dove i lacci invisibili dei suoi capillari si univano, andando a cantare una melodia dai colori brillanti. Nei pressi di un profumo violaceo, nelle miriadi di stagioni rosate di sole era lei, dove autunni freddi si susseguivano ad estati uggiose e a primavere e ad inverni languidi. I suoi sguardi erano rivolti alle tramontane dei corimbi che andavano a morire nelle radici del suo fusto delicato. Posava i suoi candidi palmi sui vigorosi arbusti, disegnando con mano da pittrice esperta, la meraviglia scarlatta della palpitante rosa rossa, e le spine del cactus altro non erano che piume per la sua forza fiorente e bonaria. Era l'amore puro.

Erano passati giorni, mesi, anni e ancora il suo sguardo niveo non aveva perduto il suo nascente splendore, mentre si perdeva nell'incanto della notte, superando il confine invisibile, che segregava i suoi occhi dalla semplice tristezza alle lacrime che, come delle dighe non robuste, un milione di volte, avevano ceduto, di fronte alle stelle che le sussurravano parole di genuine speranze e di ideali sbocciati nei pistilli dei suoi baci.

Avanzava in mezzo alle angiosperme e alle rose bianche, mentre le azalee le sorridevano dai loro nascondigli sicuri. La terra fertile, nella quale aveva radicato la sua essenza, era il rifugio segregato del suo avezzare limpido in quei giorni di cielo. Avrebbe voluto provare a volare, per respirare quell'aria pura di cui i fiori si nutrivano, trasmutando i loro colori in sentimenti fatti di petali che non avrebbero mai lasciato il loro ardore tubuloso e fertile. Gli steli poi, divenuti robusti, avevano languito l'infiorescenza della margherita, facendo nascere una corolla che avvampava di una seducente fiamma di passione.

 

*

 

Su un enorme letto, facente parte, di una delle innumerevoli camere principesche, avevano adagiato la dolce Soraya, che nonostante le sue labbra spente, lasciava trapelare dalla sua epidermide una percezione di dolcezza. Tai era accanto a lei, in apprensione, le sue lacrime andarono a cadere sui drappi rossi che erano presenti lungo il regale letto, decorato con colorazioni dorate e argentee. Le lacrime cadevano, andando a morire nelle sue labbra, infrangendosi lungo la stoffa spessa, di un colore scarlatto.

' Vi prego.. salvate Soraya, vi prego ' aveva supplicato Tai. La principessa aveva dato subito ordine di andare a prendere un dottore.

 

*

Nelle lande sconfinate di quei boschi tumultuosi e profumati, nei pressi di una grotta sigillata c'era un ruscello cristallino, pieno di ciottoli, e l'acqua era talmente tersa che, era possibile specchiarsi dentro, e vedere il riflesso della propria maschera. C'era un pozzo accanto al ruscello ed un vecchio, che sempre, vi sedeva accanto. Aveva la barba candida, proprio come la sua carnagione.

Numero 95 avanzava mestamente, mentre teneva tra le mani la tinozza vuota. Il vecchio, che lo conosceva da sempre, lo chiamò. Il bambino si fermò, perplesso.

' Mi sembri molto triste, ragazzo, cosa ti è successo? '

' Ecco.. io.. in realtà.. ' 95 non sapeva cosa rispondere a quella domanda.

' Raccontami '

' Ecco.. credo che, il mio cuore sia carico di dolore ' disse abbassando lo sguardo.

' Allora vieni qui, bambino, e raccontami il tuo dolore '

' Ecco.. io non lo so.. non so se ne sono capace, non sono molto bravo con le parole.. ecco a dire il vero, non sono bravo in nulla, io sono soltanto uno schiavo. ' disse mestamente

' E allora, visto che non sei bravo con le parole, dovresti scrivere. Scrivi il tuo dolore, bambino, allora forse, il tormento che senti potrà essere lavato via, e divenire trasparente, proprio come questo ruscello. Sai ragazzo, questo ruscello è magico. Dice un'antica leggenda, che qualunque cosa si getti in esso, se positiva, venga amplificata, mentre se negativa, si trasforma in ciottoli ed i ciottoli scorrono lontano. Per questo ti dico, raccontami il tuo dolore, rendilo tangibile, scrivilo su carta, e una volta che avrai finito, potrai gettare il tuo componimento nel ruscello, così il tuo dolore si trasformerà in un ciottolo e scivolerà via lontano dal tuo cuore. '

' Davvero?! Questo ruscello è davvero magico? ' disse 95 incredulo.

' Si, lo è, e dentro questa grotta, c'è un segreto, ma nessuno vi può entrare a meno che prima non risponda correttamente all'enigma. '

' Quale enigma? '

' Una semplice domanda, che è la seguente – cos'è l'amore? - occorre una definizione corretta '

' Ecco io.. ' esitò un attimo. Poi scoraggiato rispose ' Non lo so.. mi dispiace '

' D'accordo, non preoccuparti. Ma ti prego, scrivi il tuo dolore, così che tu possa liberartene, farlo scivolare via, tramite l'acqua pura del ruscello '

' Ecco io.. in realtà.. non so scrivere ' disse, e nel suo viso, il più acuminato dolore tagliente, gli strappò via l'ultimo barlume di speranza, che in un solo breve istante aveva trattenuto.

' Allora ti insegnerò a scrivere. Non abbatterti, ricorda, la perplessità è l'inizio della conoscenza. '

95 rimase immobile, ancora confuso.

Una piccola digipietra, aveva iniziato a brillare in lontananza, invisibile, proprio in un ciottolo del ruscello. Purtroppo agli schiavi, all'epoca, non era consentito imparare a scrivere, per questo numero 95 non aveva mai imparato.

 

*

 

L'amore è strano, in realtà non sai mai di cosa possa essere costituito realmente. Ma quell'amore in particolare, era l'inizio di una favola, laddove, gagliarda, era finita l'ebbrezza del sogno, che aveva superato il confine. Dove il precipizio era stato risanato, c'era un folto campo di fiori rosa, e anche il cielo, silenzioso osservatore, aveva visto gli albori di quell'amore, di cui lei, la piccola principessa era stata protagonista. Lui era il guerriero dal cuore d'acciaio, ma d'oro, di cui era impossibile scalfire la corazza. I suoi occhi erano limpidi come il ruscello zampillante, impossibile spegnere la sua ritrosìa e la sua fierezza, anche se di età troppo acerba. I sepali che cingevano il suo cuore, volevano abbacinare, nel loro turgore, il battito di un cipiglio, mai venuto alla luce. Ad un tratto, la musica che proveniva dalla sua armonica, era divenuta più intensa e più penetrante. Penetrava l'epidermide. Da perfetto lupo solitario, sedeva presso il ruscello, dove si lasciava andare, sempre, alla sua melodia malinconica. Il suo cuore era come un'iceberg ghiacciato e il suo carattere era a volte duro, a volte troppo scontroso, da sembrare di pietra.

Questa favola poteva essere raccontata dal sole, che aveva visto loro, due schiavi, e il loro amore sull'orlo del precipizio, dove lui, le aveva coraggiosamente salvato la vita.

 

Flashback

 

Una ragazza dai capelli di un castano dorato, edulcorato dalle gote del sole, con abiti umili ed un sorriso lucente, camminava per la campagna verdeggiante, alla ricerca di fiori preziosi, con cui adornare il suo vestitino composto solo di un'umile stoffa vecchia e usurata. Era vanitosa. Era un semplice giglio di purezza. Le sue mani emaciate e la sua pelle candida aspettavano il riso e l'abbraccio del cielo, in un'esistenza fatta solo di sogni, che altro non erano che schiuma, labile ma sgargiante, sulla sua pelle. Ma nei pressi del precipizio, proprio non vide quella frana nel terreno e senza grazia, scivolò. Si tenne con forza, con le sue falangi eccessivamente esili, ad un piccolo ramo, abbastanza sottile, che presto avrebbe ceduto.

Rischiava di precipitare nel burrone. Urlò a squarciagola, in una disperata, estrema richiesta d'aiuto. Un ragazzo dal nobile cuore, e dai guerreschi sentimenti, si precipitò repentino da lei.

' Dammi la mano! ' urlò con estrema disperazione nella voce. La ragazza non aveva mai visto quel viso stupendo, i suoi capelli erano del medesimo colore delle spighe di grano, che venivano bruciate dal sole di agosto, e gli occhi, erano come il cielo limpido di quella giornata.

' No! ho paura! ho tanta paura! ' urlò, tra le lacrime, la piccola Pureness.

' No! Non aver paura! Non temere! Ti tirerò su! Ma tu devi fidarti di me e darmi mano! Su svelta! Porgimi la mano! Il ramoscello sta per cedere! ' urlò il ragazzo.

La fanciulla pianse, il ramoscello stava davvero iniziando a cedere. Si fece coraggio, inspirando a pieni polmoni e pose la sua mano emaciata nel palmo di lui, che facendo pressione con le ginocchia sul terreno, cercando disperatamente di rimanervi ancorato, strinse forte le sue falangi esili, provando, con tutta la forza che aveva, a tirarla su. Il ramoscello cedette e lei, rimase fermamente ancorata alla stretta di lui. Fu una lotta estenuante, in cui il ragazzo lottò con i piedi affinchè restassero attaccati fermamente alla terra per non precipitare, intanto, le sussurrava parole di incoraggiamento, della dolcezza delle ciliegie, che erano presenti su quegli alberi dai fiori rosa non ancora maturi. Riuscì a salvarla. La ragazza tirò un grande sospiro, una volta sull'erba.

' Grazie, mi hai salvato la vita ' disse tra le lacrime, nei suoi occhi era ancora tangibile una paura estrema.

' Figurati, fai più attenzione la prossima volta mi raccomando, questi pendii sono molto ripidi ' disse, mentre fece per allonanarsi. Ma la ragazza lo afferrò con slancio per la mano. Lui arrossì, di fronte a questo gesto inaspettato.

' Aspetta.. non andare via ' supplicò la fanciulla ' Dimmi almeno come ti chiami. Il mio nome è Pureness, e sono una schiava '

' Il mio nome è Matkuno, e sono uno schiavo anch'io. ' disse con una voce tra il freddo e il ferito.

' Capisco.. cosa ci facevi da queste parti? '

' Ecco io.. avevo intenzione di costruire un'altalena per mio fratello '

' Capisco.. ti ringrazio di cuore, per avermi salvato la vita. Sto per andare a fare il bagno al ruscello, ti andrebbe di venire con me? ' mentre parlava, le loro mani erano ancora strette, incastonate, in una congiuntura avvolgente, come due magneti di segno opposto, non potevano distaccarsi. Come i fiori giovanili che attirano le api grazie al loro nettare succulento. E i loro sguardi e i loro palmi, erano proprio come il nettare, baciato dalle api, in quel sole voluttuoso. Il ragazzo arrossì, non si sarebbe mai sognato di fare il bagno insieme a lei. Il suo cuore era proprio come uno scrigno d'acciaio, impossibile da scalfire, pur di non essere ferito ancora.

' No, non mi va, adesso devo andare. ' disse con un tono leggermente rude.

' Spero davvero di rivederti ' disse Pureness ' Se vorrai vedermi, vieni al ruscello, io ci sarò ogni giorno, a quest'ora esatta '

I ragazzi si salutarono. Quella notte, fu un sogno, Pureness percepì i rimbombi assordanti del suo cuore, l'incongruenza dei suoi battiti, mentre si abbandonava al sogno di lui, del suo viso ferito, dei suoi occhi tersi e del suo ardore da guerriero, commuovendosi, di fronte alla bellezza incantata di quella notte dalle stelle corvine. La piccola Pureness era solo una schiava, e gli schiavi in genere non avevano nulla, avevano solo il dolore, le ferite e la tristezza, ma lei quella notte, aveva qualcosa che andava oltre il confine delle lacrime, del dolore e delle mansioni da sbrigare, ed era lui, il guerriero dagli occhi di cielo.

Si fermò a fissare le stelle ancora una volta, mentre quella nottata estiva iniziava a decadere, furbesca notte, sbarazzina, gagliarda e maliziosa proprio come il suo cuore. Si commosse, e pianse ancora una volta, per il sogno, che nel suo cuore, osservava divenire tangibile. La luce di quei giorni di sole e di sogno continuò per loro, per settimane e mesi, dove lui suonava la sua armonica, e le note volavano alte nel cielo, mentre lei cantava, a volte, facendo eco a quella meraviglia sonora tanto malinconica. Ma i momenti migliori erano le loro parole, che sussurravano di un sogno, di pomeriggi dolciastri dal sapore dei raggi di sole, che filtravano tra le foglie degli alberi dal colore straordinariamente verde e vivido. Raccontavano del profumo dell'estate bruciante, delle farfalle sgargianti che si erano posate sulla loro pelle, delle notti cariche di lucciole e di fuoco acceso sottile, che ondeggiava nel firmamento che attendeva l'aurora.

Anche se lui, non si era mai lasciato andare ai sentimenti, né al riso, né alla gioia, c'erano ancora scogli pungenti nel suo cuore, che forse non avrebbe lasciato scalfire da nessuno. In una mattina di sole, il ragazzo era disteso sul prato, ricamato con un componimento di fiori rosati, gli occhi serrati, per evitare il solletico dei raggi abbaglianti. Pureness si avvicinò a lui, mettendosi seduta sull'erba calorosa.

' Matkuno, devo svelarti un segreto ' iniziò bisbigliando, avvicinandosi sempre di più a lui, che col suo carattere da finto duro quale voleva apparire, non aprì neppure gli occhi. Lei lo aveva conosciuto bene, in quei mesi, quel carattere scontroso. Era come un turbine di ghiaccio possente che penetrava le ossa.

' Sì, bravo, non muoverti, tieni chiusi gli occhi e le labbra sottili ' continuò. Matkuno obbedì tenendo gli occhi ancora chiusi.

' Sai Matkuno, la tua armonica e la tua melodia mesta, non mi sono mai piaciute ' sussurrò. ' Adesso però non irritarti e non distrarti, perchè il mio segreto, non l'ho ancora svelato. '

' Più che la tua maestria con l'armonica o la tua purezza, io preferisco, l'incongruenza dei tuoi battiti silenziosi. Preferisco i tuoi capelli dorati che volano briosi in questa brezza estiva, preferisco le tue parole, che si dischiudono dalle tue labbra rosee, volando fino alle mie. Preferisco il vento sulla pelle quando sono con te, e il sole che mi riscalda il petto e i polmoni. Amo la nostra corda d'argento, con la quale tu mi hai costruito un'altalena meravigliosa. Non guardarmi, non adesso.. ma quando mi guarderai le mie labbra potranno raccontarti di un sogno, nato in una notte d'estate profumata, dove le lucciole, brulicavano nel cielo, ancora inesperte. ' Lui stava per aprire gli occhi, ormai non riusciva più a trattenersi sentendo queste parole così cariche di dolcezza. E l'iceberg che aveva dentro di lui, iniziò, lentamente a collassare.

' No, ti prego, non aprire gli occhi, perchè.. non ti ho ancora detto tutto. Come ti ho già detto, più che la tua musica malinconica avrei preferito, i sorrisi nei tuoi occhi e la gioia nelle tue labbra, che non ho mai visto.. Io che.. non ho mai sfiorato le tue labbra, sento che.. il bagliore dei tuoi capelli, fa avvampare le mie gote.

Questa volta Matkuno non resistette più ai rimbombi del suo cuore e spalancò gli occhi, il viso paonazzo, era ancora più evidente sotto quel sole bruciante.

' Matkuno.. lo vuoi sapere un segreto? Un segreto vero? '

' Dimmi ' arrossì ancora più vertiginosamente.

' Ti amo '

 

Fine Flashback

 

Il cuore della piccola Pureness ora, era ridotto, ad una corolla di pure tenebre, ma i suoi battiti incoerenti, non avevano mai smesso di urlare. Ogni notte, infatti, si travestiva ancora da schiava e andava nella stalla, dove lui dormiva, commuovendosi di fronte alla meraviglia della sua bellezza altèra e ritrosa, e ai suoi lineamenti penetranti. Adesso che lei era una principessa aveva tutto, ma non aveva più il profumo dell'estate e le notti delle lucciole sulla sua pelle, poichè l'unico sentimento che lui, provava adesso, per lei era il disprezzo. Lei aveva tutto, ma era infelice, poiché le mancava l'unica persona che desiderava davvero. Come era divenuta così crudele? Come aveva fatto il male a mettere radici così profonde nella sua anima?

Tutto quello che proviamo, è da ricercare, nelle nostre trascorse radici. Se vuoi conoscere il perchè del tuo agire presente, basta che guardi le cicatrici del tuo passato, se vuoi conoscere il tuo agire futuro, allora guarda, le tue ferite del presente. Perchè tutto quello che facciamo, anche il più minuscolo gesto che compiamo, è per sfuggire al dolore o per procuraci gioia o piacere. L'uomo è proprio un apprendista e il dolore è il suo maestro.

E Pureness aveva una cicatrice enorme, inestinguibile sul suo esile corpo e sulla sua anima. Quello che più aveva reso, i suoi respiri dolenti, era stata la coercizione da parte di qualcuno, che mette radici profonde nell'anima, quando ormai non si ha più nessuna via di scampo. E adesso i fiori sgargianti, che soleva cucire sui suoi abiti umili un tempo, erano morti, e precipitavano dalla sua anima, come in un burrone di morte.

 

*

 

La notte era sopraggiunta in fretta, Tai aveva adagiato la sua fronte sul morbido letto, dove giaceva Soraya, che non dava cenni di volersi risvegliare. Era caduto in un sonno profondo.

Poi all'improvviso vide loro due insieme, in un campo di fiori completamente rosa.

' Tai.. ti piacerebbe se.. ti ci portassi? In un posto, dove i desideri si avverano? ' disse Sora

' Esiste davvero, un posto del genere? '

' Se tu lo vuoi.. si.. la nostra mente, può creare ogni cosa '

' Allora voglio venire con te '

Una piccola lucciola, iniziò a fluttuare nell'aria, era di un colore arancione, perchè forse non era una lucciola, ma una digipietra.

Ad un tratto il medico, spalancò la camera, entrando.

 

 

 

<3 Angolino rosa curicioso <3

Ciao a tutti :) finalmente sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo ( l'ho scritto stanotte ), non ci posso credere nemmeno io di avercela fatta davvero! Allora la prima parte è tutta metaforica ed è riferita a Sora, in particolare il riferimento è ai fiori, che riflettono il suo stato d'animo. Stato d'animo che, spiegherò nei prossimi capitoli. Ho cercato di utilizzare i fiori poiché sua madre si occupa di giardinaggio, quindi lei è davvero cresciuta in mezzo ai fiori o almeno credo, e anche perchè i fiori mi piacciono da morire e sono sempre presenti in ogni mia storia, proprio perchè hanno un qualcosa di così meravigliosamente romantico <3
Invece il ragazzo con Pureness/ Mimi è Matt ovviamente, ho pensato di fare una Mimato, almeno per adesso. Spiegherò, ovviamente, i motivi per cui Mimi è divenuta crudele e perchè lui, nel presente, la disprezzi. Credo che, proprio per spiegare questi motivi, non riuscirò a mantenere il rating arancione, purtroppo ci saranno tematiche molto delicate nei prossimi capitoli, lo stesso per spiegare lo stato d'animo di Sora. Cmq volevo aggiungere che tra i personaggi femminili, Mimi è la mia preferita in assoluto, spero di essere riuscita a caratterizzarla in modo decente, per quanto riguarda Matt.. è un personaggio troppo complesso per me xd quindi abbiate pietà e siate clementi, so che in questo breve capitolo la sua psicologia non emerge realmente per quella che è, cercherò di fare meglio nei prossimi.

Poi volevo aggiungere qualcosa sulla loro età, diciamo che qui i ragazzi hanno intorno ai 12 anni xd si perchè mi servono a questa età diciamo per la storia, poi li farò crescere ovviamente. In questo capitolo non ci sono scene d'azione perchè volevo solo creare scene zuccherose e romantiche xd. Non ho molta fantasia con i nomi giapponesi, mi riesce difficile inventarli, così cerco di mantenere almeno le prime lettere come il nome originale.
Per quanto riguarda gli errori ortografici, sono sicura che ce ne sono una marea, per favore, chiudete un occhio, siate clementi.

Ringrazio col cuore tutti voi che mi seguite e leggete, è bellissimo avere qualcuno che legge le stupidaggini che scrivo, quindi un grazie infinito con tutto il mio <3

Grazie di cuore per essere arrivati a leggere fino a qui <3 <3 <3 <3 un abbraccio.

p.s vorrei tanto che mettessero un rating rosa! xd

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Capitolo 7
*** Raccogliere il glicine ***


Raccogliere il glicine

6.

 

 

Un cuore, non è l'estate.

Come glicine negli occhi.

Quando i tuoi pensieri

si inerpicano tra gli

antichi eucalipto, e svaniscono

nella scia del tramonto,

nell'ultimo fuoco del giorno,

e la notte spegne in desiderio

una lacrima nascosta per te,

quando le campane suoneranno

a festa e piangeranno i glicini,

Ricordami.

 

 

 

Loro erano come il mare e la luna. La luna, che brillava di una luce propria e faceva capolino tra gli scogli del mare era, in quelle notti così burrascose, irraggiungibile, quasi dispettosa, troppo in alto per essere raggiunta da quel mare così delicato, dai movimenti miti e tenui. Il mare fu scosso, ammaliato dalla lucentezza intrinseca di lei che, appariva sempre più in alto in quel cielo distante.

Il ragazzo alzò gli occhi scuri verso di lei. La guardò, lei era più bella di tutto ciò che lui avesse mai visto. Se ne innamorò perdutamente. Lei che, non aveva sguardi per lui, non poteva immaginare quello che provava per lei, forse non lo aveva mai capito, e bella com'era, gli avrebbe saputo infliggere solo altro male. Lui era schiavo della sua indifferenza, ma era accarezzato da una trappola ampia di speranza. Lo stesso mare in lui, era infelice, poiché prigioniero di scogli e di rive, presenti nella sua esistenza. Neppure la tempesta potè placarlo, poiché capì che, neppure con onde più forti, l'avrebbe mai sfiorata. Non si arrese e corse verso l'orizzonte, che era più vicino al cielo, ma non servì per raggiungere la bellissima luna. Pure con la marea più alta, non l'avrebbe raggiunta. Per loro due era impossibile perfino sfiorarsi.

Chiuse gli occhi ancora una volta e la tristezza, senza pietà, si impossessò, come un fulmine, del suo sguardo. Aveva nostalgia. Nostalgia di quel cielo che lo vide all'alba della vita, che lo sentì sbocciare senza emettere sospiri, e lo vide correre all'indietro verso i riflessi di un muro di vetro scheggiato.

Aveva bisogno di parlare con qualcuno. Sentiva tutto il peso del cielo, dei giorni, degli autunni, sulle sue esili spalle, come dei macigni, troppo duri da sopportare. L'aria gli appariva greve. Le mansioni da sbrigare erano infinite, non gli davano tregua, e il suo cuore, in particolare, chiedeva una tregua da quel dolore troppo pungente. Calava la notte, sui suoi occhi, strappati alla terra, che lo aveva visto, in un grembo, che la stessa vita aveva rifiutato. Aveva rifiutato ancora una volta le giornate di sole, e la sua esistenza, così priva di radici. Il peso del mondo era così opprimente, che non riusciva più a sopportarlo. Stava imparando a scrivere, grazie al vecchio che lo aspettava sempre al ruscello. Ma tutto ciò che scriveva erano pensieri e frasi scoordinate, dedicate a lei, la bellissima fanciulla dai lineamenti teneri e dal cuore di pietra.

Si diresse verso il castello della principessa con ancora la tinozza sulle sue esili braccia. Non poteva fare a meno di ripensare ai suoi boccoli ramati, che volavano ondeggiando nell'aria soffocante dei suoi tristi giorni. Si fermò un istante, inspirò, supplichevole verso il cielo, desideroso di aria. Poi si fermò, vide una margherita, l'unica in quel viottolo così grigio e privo di colore. La colse senza pensarci. Assomigliava a lei, pensò, alla sua principessa. Lei era proprio come quella margherita, sola e bellissima, in uno squarcio di mondo avvelenato. Non aveva spine, solo petali delicati e puri. L'unica cosa che poteva ostentare era la sua corolla, bellissima, ma che non le avrebbe permesso di difendersi da predatori senza scrupoli.

Quello che numero 95 provava per Pureness, non lo sapeva spiegare a parole, era un qualcosa che andava oltre i sentimenti e la purezza dei petali delle margherite.

In un tempo, non troppo lontano, quando Soraya poteva ancora godere della luce del sole, c'erano due fanciulle che discutevano animatamente, in una delle innumerevoli grandi sale del castello.

 

Flashback

 

' Ti prego Pureness.. smettila.. devi smetterla di essere così crudele! Ma non lo capisci?! Stai sbagliando tutto! ' il timbro di voce era alto, quasi acuto. Poi si attenuò.

' Tu sei una bravissima ragazza io lo so, l'ho sempre saputo, e sei la mia migliore amica. Non puoi trattare così delle persone innocenti, te ne rendi conto?! ' disse Soraya, la sua voce era una supplica.

' Adesso basta Soraya! Smettila tu! Non posso più ascoltarti! Smettila di inveirmi contro in questo modo o farò rinchiudere nelle prigioni sotterranee anche te! Non riesci a capire?! Non capisci quello che ho passato? E quello con cui devo continuare a convivere? Non c'è tregua per me! E non ci sarà mai! ' la principessa scoppiò in lacrime. Non poteva più trattenerle. Soraya abbassò lo sguardo. Pureness continuò.

' Non passa giorno, che io non pensi a quello che è successo quella notte. L'orrore ce l'ho ancora stampato negli occhi. L'odore di morte terribile, il terrore, il disgusto. Non ho mai provato tanta paura in vita mia. Ho visto la morte sul viso.. e.. ne sono uscita viva. Possibile che tu non riesca a capirlo? Eppure tu eri con me quella notte! Soraya.. Tu eri con me! Mi sei stata accanto e mi hai aiutata.. hai visto tutto! e hai portato i segni di quel trauma per mesi! Io invece porterò il segno tangibile sul mio corpo per il resto dei miei giorni e anche nella mia anima. Niente potrà mai cancellare quell'orrore. Niente. ' pianse ancora, non poteva trattenere il dolore, che straripava, impossibile da sedare, era incontenibile. Soraya pianse a sua volta e la abbracciò.

' Lo so.. niente potrà mai cancellare quell'orrore.. mi dispiace da morire Pureness. ' si staccò un secondo.

' Ma non posso giustificare il male che tu stai arrecando a tante persone innocenti. E non capisco neppure il perchè.. anche se credo che.. tu non mi abbia detto tutto. La verità è che dev'essere accaduto qualcos'altro dopo quella notte.. qualcosa che.. tu ancora non mi hai detto.. me lo sento.. '

Pureness trasalì, gli occhi sgranati, lucidi. Soraya continuò.

' Ti prego Pureness.. spiegami, raccontami cos'è successo. Ho capito che.. c'è qualcosa che mi tieni nascosto.. qualcosa che va oltre tutto quello che è accaduto. Ma io e te siamo come sorelle, siamo legate, e il mio sangue scorre nelle tue vene, come i miei capelli, che sono i tuoi ora. Non c'è nulla che tu non possa dirmi. Qualunque cosa mi dirai io ti capirò e ti aiuterò in ogni modo possibile.. non immagini neppure quanto io tenga a te. Ogni tuo dolore è un mio dolore.. Pureness.. ti prego, raccontami cosa è successo dopo quella notte. '

La principessa non riusciva a riprendersi. Riprese a singhiozzare. Avrebbe voluto togliersi quel fardello dal petto, confessandolo a qualcuno, ma non poteva svelare quel segreto mostruoso, che come un macigno opprimente, le premeva sul cuore.

' Soraya.. ' la sua voce era un singhiozzo, tanto che dovette fermarsi. ' Soraya.. quando.. quando ' non riusciva a parlare, tanto copiose erano le lacrime che andavano a morire nei suoi zigomi e poi nelle sue labbra.

' Soraya.. quando non sai qualcosa.. sei fortunata perchè.. puoi scegliere di non saperla.. Mentre io.. che la so.. vorrei tanto non saperla.. ma purtroppo la so! E non posso fare nulla per cambiare questo, né per dimenticare. Se esistesse una pozione magica, che potesse far in modo di farmi dimenticare quella notte, io la troverei e.. sarei disposta a dare anche tutto il mio regno in cambio. Ma questa pozione non esiste e non c'è modo per me di dimenticare ' pianse ancora. Il dolore era implacabile. Soraya piangeva a sua volta, la strinse forte a sé, ancora una volta, capì che Pureness non era pronta a parlare. Non era il momento.

' Io ci sarò sempre per te Pureness.. quando riuscirai a parlarne, o quando il tuo dolore diventerà più tenue io sarò qui per ascoltarti. Ci sarò tutti i giorni. Ascolterò anche ciò che tu non vorrai dirmi e sarò con te anche quando tu non mi vorrai, perchè.. tu sei.. mia sorella ' disse tra le lacrime.

' Ti ringrazio.. Soraya.. voglio che.. getti quel vestito e quel bracciale nel ruscello, affinchè, nessuno sappia mai.. cosa è successo quella notte. ' disse, le sue parole erano ancora spezzate a causa dei singhiozzi.

Pianse ancora, Soraya la strinse forte nuovamente. Quella ferita ancora sanguinante, letale, era impossibile da cicatrizzare.

' Lo farò oggi stesso Pureness, te lo prometto, puoi contare su di me ' le accarezzò i boccoli ramati, che un tempo erano i suoi.

' Grazie Soraya.. ' tirò su col naso.

' Ma c'è una cosa Pureness.. che io devo chiederti.. ' esitò un istante, dato il suo stato d'animo.

' Dimmi ' tirò su col naso ancora una volta.

' So che non puoi svelarmi il tuo segreto ma.. '

' Ma? ' I suoi occhi avevano iniziato a placarsi.

' Ma.. numero 95.. ecco lui.. lui non centra! Perchè continui ad essere così crudele con lui? Avresti potuto lasciarlo con la gente del popolo.. invece.. lo hai voluto qui ad ogni costo, al tuo servizio e gli fai svolgere le mansioni più riprovevoli.. perchè.. perchè non liberi almeno lui? ' chiese Soraya supplichevole.

' Ecco io.. non posso.. mi dispiace.. cercherò di essere più gentile con lui, se è quello che vuoi.. '

' Pureness.. '

' Si? '

' Tu sei.. innamorata di 95 non è vero? '

Pureness sgranò gli occhi. I suoi occhi erano come due pietre preziose di un marroncino dorato. Non si aspettava una domanda del genere.

' Non puoi lasciarlo andare perchè.. sei innamorata di lui non è vero? Ecco io.. ho notato il modo in cui lo guardavi.. ti sei persa quando lo hai visto la prima volta, ne sei rimasta folgorata.. dimmi la verità ti prego.. so riconoscere i sentimenti.. e conosco te Pureness, ti conosco bene.. '

' Ma cosa stai dicendo?! Sei impazzita del tutto?! ' il tono di Pureness era divenuto improvvisamente più marcato.

' Lui è solo uno schiavo ed io sono la principessa! ' disse irritata.

' Perchè.. non eri una schiava anche tu prima di diventare principessa? Cosa centra questo? Ogni essere umano è prezioso ed è unico al mondo. Ogni vita è preziosa. Siamo tutti uguali Pureness, non esistono schiavi o principi, esistono solo persone che soffrono e fanno del loro meglio per sopravvivere.. persone che hanno un cuore, dei sentimenti e una vita da vivere. Tutti meritano di essere amati e di essere felici, indipendentemente dalla loro condizione o dal loro stato sociale. Siamo tutti principi e principesse, perchè le nostre vite sono così preziose ed inestimabili Pureness e.. non possono essere in alcun modo equiparate. Pensaci Pureness.. non basterebbe l'intero tuo regno, per comprare, un solo battito del tuo cuore o del cuore di qualcun altro. E da quella notte tu lo sai bene. Perchè un battito non ha prezzo e non può essere acquistato. E tutto l'oro del mondo non può comprare nemmeno un giorno della tua vita '

' Basta Soraya! Io non voglio più parlare di quella notte! Se vuoi davvero darmi una mano, aiutami a non pensare, altrimenti, c'è il rischio che io impazzisca del tutto. '

' D'accordo.. perdonami.. ma ti prego.. libera numero 95 '

' Non posso.. ' adesso la voce di Pureness era un sussurro disperato. Scoppiò in lacrime di nuovo.

' Non posso Soraya.. credimi.. non potrei neanche se lo volessi.. ' disse tra le lacrime.

Soraya percepì che qualcosa non quadrava, forse c'era qualche impedimento esterno.

' C'è qualcuno che ti sta ricattando Pureness.. non è vero? ' disse con somma preoccupazione nella voce. Pureness pianse più forte.

' Non posso parlare Soraya.. mi dispiace.. non posso.. '

' Ti prego Pureness.. se c'è qualcuno che ti sta ricattando devi dirmelo! Forse posso fare qualcosa per aiutarti! Non tenerti tutto dentro, ti prego, puoi fidarti di me e lo sai ' supplicò in apprensione.

' No.. non preoccuparti, nessuno mi sta ricattando e, mi fido di te ciecamente. '

' Ne sei sicura? '

' Si.. non preoccuparti per me Soraya '

' Se c'è qualcosa che non va, tu devi dirmelo! Io forse posso essere d'aiuto! So che forse ora non riesci a parlare.. ma.. quando sarai pronta.. io sarò qui. '

' Grazie.. ' sussurrò asciugandosi una lacrima che cadeva.

' Non hai risposto alla mia domanda precedente, sei innamorata di numero 95.. non è vero? Ho visto nei tuoi occhi una scintilla, quando ho detto il suo nome e la vedo ogni volta che lo guardi. '

' Ma cosa stai dicendo?! Sei impazzita? Io sono innamorata di Matkuno.. io amo solo il mio Matkuno.. ' la sua voce era un sospiro angoscioso.

' No Pureness.. la tua euforia e la tua tachicardia, quando lo vedi, sono troppo forti, per essere amore. Quello che tu provi per lui, io credo, sia una semplice infatuazione.. perchè l'amore, quello vero, va oltre la tachicardia e la bellezza esteriore e la sua autenticità può essere rivelata solo dal tempo. Tu sei rimasta ammaliata dai suoi capelli e dai suoi occhi di diamante, dal suo carattere fiero e ritroso.. ma questo.. non è amore! E' semplice attrazione. L'amore, quello vero, va oltre tutto questo, oltre la bellezza e le pulsioni infantili. '

' Ti sbagli! Cosa ne vuoi sapere tu?! Io amo Matkuno, e lotterò, affinchè lui smetta di disprezzarmi per le mie azioni '

' Non so cosa dirti Pureness.. io sono qui.. qualunque cosa tu deciderai di fare per il bene.. avrai sempre il mio appoggio, ma non posso tollerare il male o la crudeltà che infliggi gratuitamente. Sai Pureness, si dice che.. colui che riceve il male, di notte, riuscirà a dormire.. ma chi invece commette il male, non ci riuscirà.. e tu.. hai smesso di dormire da troppo tempo, a partire da quella notte. '

Pureness rimase spiazzata, gli occhi sgranati, come al solito Soraya aveva centrato il punto nella sua infinita saggezza. Soraya continuò.

' Vedi Pureness.. noi dobbiamo indignarci di fronte al male e combattere per annientarlo. E' questo il nostro vero compito.. ma so anche che.. non possiamo assolutamente giudicare chi lo commette. L'unica cosa che dobbiamo fare è aiutare quella persona a non cadere nel baratro che gli fa commettere il male.. e se lo commette.. aiutarla a venirne fuori e a non commetterlo più.. per questo io non posso lasciarti sola in tutto questo, perchè so, che il tuo dolore è troppo grande per poterlo sostenere da sola.. Ma ti prego.. libera 95.. almeno lui, merita la libertà. Ha la tua stessa età, merita un po' di spensieratezza e di pace. '

' Mi dispiace ' la sua voce divenne un singulto ' Non posso ' e pianse, tutte le lacrime che poteva avere, nelle sue ghiandole lacrimali.

Fine Flashback

 

Bramaglia, 1802, tempo presente,

Numero 95 stava tornando al castello. Quando entrò, la vide, accanto alla staccionata, col viso pensieroso e i bellissimi boccoli ramati che fluttuavano sparsi dal venticello leggero. I suoi occhi si illuminarono e il suo cuore iniziò a battere forte. La principessa era lì a pochi metri da lui, aveva gli occhi lucidi, come chi aveva da poco smesso di piangere. Stringeva ancora in mano la margherita meravigliosa che aveva colto pensando a lei. Gli provocava un forte tuffo al cuore vederla così pensierosa, e così sofferente, chissà quale tormento o quali dolori stava vivendo. Immaginò che.. doveva essere in pensiero per Soraya, che da sempre era la sua migliore amica. Si avvicinò a lei, in apprensione, in soggezione estrema. Lei era così bella, vestita d'oro e pietre preziose ed il suo profumo era così aulente, che neppure un immenso campo di fiori profumatissimi avrebbe potuto equipararla.

' Vostra altezza.. ' sussurrò 95. La principessa sollevò lo sguardo e si accorse della sua presenza. Aveva ancora gli occhi lucidi.

' Cosa vuoi? ' disse con tono rude.

' Ecco io.. vi vedo pensierosa.. siete preoccupata per la signorina Soraya non è vero? '

' Non sono affari tuoi! ' disse crudelmente.

' Perdonatemi maestà se.. vi ho importunata.. ecco.. ho trovato la prima margherita del campo, la prima nata in questa stagione ed ho pensato di donarvela.. perdonate la mia insolenza '

Pureness spalancò gli occhi stupita. La guardò bene, i suoi petali erano così perfetti e così eleganti che.. era più bella di un gioiello regale e non sarebbero bastati vagoni d'oro per riprodurre una simile meraviglia, con una perfezione così sublime. Si sciolse completamente.. di fronte a quel bellissimo fiore. Il suo cuore tremò, e i suoi pensieri rimasero turbati. Non sapeva cosa dire, non sapeva cosa rispondere e.. numero 95 era davvero così bello.. uno strano fremito le assalì il petto, poi lo stomaco e infine i visceri. Non aveva mai provato una sensazione del genere. Il suo respiro si fece più leggero, si sentì per un istante come cullata dalle onde, o come quando sua madre la stringeva forte, cantandole quella nenia triste, di cui ancora, rammentava le note, quando era ancora solo una schiava. Le sue falangi eccessivamente esili raccolsero il fiore. Lo avvicinò alle labbra rosee e lo pose a stretto contatto con le sue narici. Profumava di vita, una vita che.. forse era stata interrotta troppo prematuramente. Ma poi.. senza neppure pensarci, raccolse tutta la rabbia e il dolore che aveva dentro, ed iniziò a torturarla, strappando con furia e crudeltà estrema i petali, uno dopo l'altro, che andavano, precipitando, ad accarezzare il pavimento lucido. La furia in quelle falangi così esili era incontenibile, impossibile da placare. Numero 95 rimase spiazzato, non si aspettava una reazione del genere. Si intristì profondamente.

' Principessa.. ma.. ma cosa state facendo?! ' la sua voce era carica di un dolore tagliente.

All'improvviso lacrime, rabbia e dolore repressi a lungo, apparvero sul viso emaciato di lei. Lacrime copiose, poi singhiozzi. Non riusciva più a trattenersi, come una diga, i suoi occhi avevano ceduto al dolore. La principessa non potè più sostenere quel dolore incontenibile e cadde sulle ginocchia, mentre i singhiozzi ancora incessanti non davano adito di voler cessare. Numero 95 si preoccupò molto. La chiamò ripetutamente, cercando in qualche modo di farla smettere di piangere.

' Principessa.. cosa vi prende? Vi prego principessa, non fate così.. vi supplico.. vedervi piangere mi fa morire dentro.. vi scongiuro.. '

*

Bramaglia, 1802, tempo presente

Tai si svegliò di soprassalto. La fronte madida di sudore. Un anziano signore con addosso un abito sterile e asettico era entrato in camera, seguito da un ragazzo che avrebbe avuto, più o meno, la sua età.

' Dobbiamo visitare la ragazza.. ' disse il medico. Tu Josè prepara subito delle garze con del disinfettante. '

Tai pianse ' Vi supplico dottore.. salvate Soraya '

' Faremo il possibile.. piuttosto da quanto tempo ha perso i sensi? '

' E' quasi un giorno.. ' disse tra le lacrime.

' Capisco.. ' il medico appariva pensieroso.

' Sai per caso, come ha perso i sensi? '

' Ecco.. non lo so con esattezza ma credo che.. sia caduta da un albero, perchè quando l'abbiamo ritrovata era proprio nei pressi di un albero.. e ha riportato una ferita alla testa ' spiegò Tai.

' Molto bene, ci hai fornito informazioni utili ragazzo ' Tai si aggrappò all'abito del medico.

' Vi supplico.. dottore.. lei.. lei significa tutto per me.. salvatela.. salvatela.. ' ripetè con la più acuta disperazione nella voce.

' Faremo il possibile ' disse il medico atonico.

Tai tirò su col naso ed abbassò lo sguardo.

' Stupido Josè! ma quanto ci metti a preparare delle garze?! Sei davvero un buono a nulla! ' urlò il medico rivolto a suo figlio, che faceva da apprendista.

' Arrivano subito! ' rispose Josè.

Il ragazzo porse le garze a suo padre, che aveva imbevuto con un liquido stranissimo, che tutto era, tranne che disinfettante.

' Razza di idiota! Questo non è disinfettante! Sei davvero un buono a nulla! ' gridò.

' Mi dispiace molto padre.. ' disse Josè abbassando lo sguardo.

' D'accordo, me ne occuperò io ' disse affrettandosi verso la valigetta che conteneva tutto l'occorrente.

' Non ne posso più ' sussurrò Josè ' Il lavoro di mio padre proprio non fa per me '.

*

La principessa si alzò dal pavimento lucido, divenuto umido, a causa delle sue stesse lacrime. Per terra c'erano sparsi, i petali bianchi, come i miliardi di schegge in cui, si era frantumato il suo cuore, ormai impossibili da rimettere insieme. Aveva tirato su col naso, mentre 95 si era lasciato andare, non sopportando di vedere lei piangere, ed era scoppiato in lacrime anche lui.

' Vattene ' sussurrò la principessa, asciugando le ultime lacrime. Adesso stava massacrando lui, proprio come pochi minuti prima, aveva massacrato la margherita, da lui donatagli.

' Vostra altezza.. perchè.. perchè.. stavate piangendo in quel modo? '

' Vattene ' ripetè ancora, questa volta in un gridolino.

' Vi supplico principessa, io non sopporto di vedervi soffrire in questo modo.. vi prego non piangete mai più.. ma perchè stavate piangendo? Vi prego di dirmelo ' Era la prima volta che 95 prendeva coraggio e si rivolgeva in maniera così audace a lei.

' Lasciami in pace! Anche se te lo spiegassi, tu non lo capiresti! Adesso vattene via! ' disse più irritata e più risoluta.

' D'accordo vostra altezza.. come desiderate.. ' disse mentre si allontava, tra le lacrime. Poi si voltò a guardare il suo viso cereo ancora una volta. Era così bella, ma allo stesso tempo, così letale. Lei arrossì, distogliendo lo sguardo, quando vide i suoi occhi lucidi, nerissimi, da sembrare quasi irreali, puntati su di lei, mentre la scrutavano. Poi lo guardò a sua volta, mentre si allontanava, e realizzò la sua straordinaria bellezza. Quello schiavo era stupendo pensò, i suoi capelli rossissimi le rammentavano i tramonti estivi di quando era bambina, di quando il cielo si colorava di sfumature calorose, che le addolcivano e riscaldavano le gote ed il cuore. E i suoi occhi nerissimi, le ricordavano le rondini del cielo, di quando ancora in quel firmamento non c'era il buio. Pianse ancora una volta e come una scheggia affilata i ricordi dispersi, soffusi, di quando era con Matkuno, si fecero spazio nella sua anima, come un coltello distruttore. Erano così dolci quelle memorie, ma così taglienti, che erano pericolose più di un pugnale, più pesanti di mille grevi macigni. Poichè ancora, lei pensava a lui, a quella giornata in particolare.. l'ultima, prima che, la sua purezza fosse strappata via per sempre. Lo amava ancora?

Quando era più piccola raccoglieva il glicine, che secondo un'antica leggenda era il fiore dell'amore. Ma il glicine adesso si era fatto greve e non riusciva più nemmeno a vederlo.

 

Continua

 

<3 Angolino rosa <3

Salve a tutti.. sono riuscita ad aggiornare, non ci posso credere neppure io! Allora, in questo capitolo, non succede granchè, è solo un capitolo di passaggio per spiegare gli eventi successivi. Perdonatemi se è troppo deprimente . La metafora iniziale sul mare e la luna è riferita a Izzy ( il mare tenue ) e a Mimi ( la luna irragiungibile ) diciamo che questo è come Izzy percepisce la situazione, lui sente di essere solo uno schiavo che lei maltratta, e quindi pur essendo innamorato di lei crede di non avere speranze, e la vede, come la luna irragiungibile, e nonostante il mare si alzi con onde più alte pur di toccarla, non ci riesce, ma questa sensazione è filtrata secondo il suo punto di vista. Cosa che devo cambiare assolutamente.

Nel prossimo capitolo, ci saranno tantissime scene Taiora e Mimato, insomma la narrazione sarà più veloce, come già detto, questo è solo un capitolo esplicativo, per spiegare un po' gli stati d'animo dei personaggi. Josè è Joe ovviamente e il medico suo padre ( lo so i nomi non sono dei migliori, non ho molta fantasia >.< anzi sono negata ) mi scuso se il capitolo è troppo deprimente, e per i numerosi errori ortografici e di punteggiatura che sicuramente troverete. Ho pensato di usare il glicine come fiore, che secondo una leggenda giapponese, è il fiore dell'amore. Tra pochi capitoli entreranno in scena anche i digimon e l'avventura.

Ringrazio col cuore tutti voi che leggete e mi seguite! <3

Il prossimo capitolo a breve, un abbraccio forte <3

 

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Capitolo 8
*** L'oscurità è bianca I ***


L'oscurità è bianca

 

 

Io sono come l'airone triste

che vive sulle rive del fiume.

Le gocce di rugiada della notte

mi fanno tremare di freddo,

mi fanno tremare di freddo

come il giunco della palude.

Felice la cince allegra libera,

che è libera e libera vola

che è libera e libera vola

e cerca rami per il suo nido

- De Alves Castro

 

 

 

 

Per loro, non esisteva la notte o il giorno, né il riso o il tempo. Esistevano solo le lacrime che cadevano sul viso, il lavoro nelle cave, nelle cucine, nei sotterranei e nelle campagne. Erano come gli aironi mesti, che si adagiavano sui rami spessi, presso le rive dei fiumi; e le gocce di rugiada che percorrevano la notte, li facevano tremare di freddo. Guardavano con speranza i passeri erranti, che erano liberi. Liberi di volare nei loro cieli e di cercare i rami per i loro nidi.

 

Flashback

 

Il crepuscolo stava sopraggiungendo in fretta nei minuscoli accampamenti, quasi striminziti, dove dimoravano gli schiavi. Un greve vento freddoloso si aggirava per quelle campagne. Pureness si trovava al castello della regina a svolgere le sue mansioni quotidiane. Ad un tratto uno schiaffo, la colpì in pieno viso. Gridò, lasciando cadere due lacrime. La sua carnagione eccessivamente chiara divenne rossa, in quel punto preciso. Aveva sbagliato qualcosa nello svolgere il suo lavoro.

' Stupida numero 44! Questo sugo che hai preparato ha un pessimo sapore! ' urlò la cuoca della regina crudelmente e le piantò un altro schiaffo in pieno viso.

' Mi dispiace molto.. è tutta colpa mia ' si scusò la fanciulla.

' Per punizione dormirai all'aperto '

' Perdonatemi, mi dispiace molto.. ma vi prego.. non fatemi dormire all'aperto, ho paura del buio! ' aveva supplicato.

' Scordatelo! Adesso vattene via subito, e senza cena, altrimenti ti farò frustare! '. Pureness si allontanò in fretta correndo. Il viso le faceva male, le parole crudeli appena ricevute molto di più. Forse mille schiaffi, le avrebbero procurato meno dolore, rispetto alle parole crudeli che le venivano rivolte ogni giorno. Aveva visto la tavola imbandita delle più squisite prelibatezze, la vedeva ogni volta, ma agli schiavi venivano dati solo gli avanzi. Eppure il principe non mangiava quasi mai nulla di tutto quel cibo, che avrebbe potuto sfamare un intero esercito. Quanto cibo sprecato, pensò e lei, mentre tutti gli schiavi del popolo morivano di fame e di stenti. Corse veloce, senza fiato, mentre ancora piangeva. Quella notte l'avrebbe dovuta passare all'aperto, visto che le era stato negato di dormire nelle stalle del castello, cosa che purtroppo accadeva molto spesso agli schiavi.

Si diresse al ruscello, dove si recava ogni giorno. Si sedette sulla sponda. Il vento diveniva più freddo con l'avanzare della sera e lo scuotersi delle fronde più vigoroso. Aveva iniziato a tremare. Pianse a dirotto per quello che era accaduto con la perfida cuoca, per gli schiaffi, il trattamento crudele ricevuto, per la fame, la sete, il freddo, per la notte che avrebbe dovuto trascorrere all'aperto, per la paura del buio e degli insetti selvatici e perchè doveva andare in bagno. Le sue lacrime si andarono a mescolare, ineluttabilmente a quelle del ruscello, divenendo enormi, poi dissolvendosi. Le sue mani erano ferite e le facevano male i piedi per aver camminato ore e ore per svolgere tutti i suoi compiti. I capelli erano scompigliati, gli occhi e le narici arrossati. Aveva il viso abbassato, i gomiti sulle ginocchia piegate. Era così stanca di soffrire in quel modo, era stanca di essere una schiava. Avrebbe voluto essere una principessa almeno per un giorno, un giorno soltanto, e pianse tutte le lacrime che aveva dentro. Ad un tratto vide una figura esile in lontananza con i capelli dal colore del sole e il fisico esile e slanciato. Riconobbe Matkuno e sul suo viso ritornò un sorriso splendende. Si asciugò le lacrime velocemente. Lui portava diversi oggetti stranissimi con sè.

' Oh Matkuno! il mio amore! ' esclamò felice.

' Sì, il mio amore è qui! ' disse con l'amore negli occhi e fece una piroetta, per esprimere gioia, facendo sollevare la gonna di stoffa usurata, lasciando intravedere, la biancheria intima, anch'essa di stoffa vecchia. Ma Matkuno essendo ancora distante, non potè vedere questo dettaglio. Lei gli corse incontro felice, gli si gettò al collo, abbracciandolo, facendogli cadere dalle braccia i numerosi oggetti strani. Lui che non era abituato a tante dimostrazioni di affetto, arrossì, in imbarazzo estremo. Aveva portato con sé un cestino che conteneva frutta, carne e del riso, una sedia antica di paglia con un foro nel centro, accuratamente intagliato e dei fiori che avevano un aspetto stranissimo, che lei non aveva mai visto.

' Ciao Pureness ' la salutò.

' Oh Matkuno! Che bello rivederti! Sapessi cosa mi è accaduto oggi! ' e scoppiò in lacrime di nuovo.

' Sì, ho saputo.. mi dispiace molto '

' Sono stata messa in punizione e la cuoca mi ha schiaffeggiata. Mi ha detto che non avrei cenato e che avrei dormito fuori, e adesso ho fame, ho sete, ho freddo, mi fanno male i piedi e le mie mani sanguinano, vorrei fare un bagno e devo fare anche la pipì! ' disse piagnucolando ancora più forte.

' Andiamo piantala di piagnucolare! ' la riprese Matkuno. ' A queste cose si può rimediare '

Si tolse la giacca, anch'essa di una stoffa rovinata e la pose delicatamente sulle sue spalle, vedendo che tremava. La fanciulla smise di singhiozzare e lo guardò dritto negli occhi.

' Matkuno.. ma.. questa è la tua giacca.. e tu hai solo questa, non puoi darla a me, o morirai di freddo, perchè l'hai data a me? '

' Beh perchè io sto morendo di caldo! Non la sopporto più, meglio se la prendi tu, visto che stai tremando. '

Pureness sorrise.

' No.. non è vero.. lo stai facendo solo per proteggermi. Tu hai più freddo di me, ed hai solo questa. Non posso accettarla '

' No, ti ho già detto che ho caldo, sto sudando e non ne ho bisogno. Se la accetti o no a me non importa, io però non la metterò, perchè non voglio sudare. ' disse orgoglioso.

Pureness si sciolse di fronte a tutta la sua bontà e nobiltà d'animo. Quella sera faceva davvero freddo, ed era evidente che lui stesse morendo di freddo, ma come sempre faceva, si stava sacrificando per lei.

' Grazie Matkuno ' i suoi occhi sorrisero.

' Non mi devi ringraziare, ti ho già detto che non mi serve, altrimenti non te l'avrei data ' disse arrossendo.

' Non ti serve? Con questo freddo non ti serve? Possibile? '

' No! ' disse risoluto e sicuro di sè.

Pureness sorrise e Matkuno le porse la cena di quella sera, che lui aveva saltato, sapendo che lei sarebbe dovuta stare digiuna.

' Matkuno.. ma questa non è la tua cena? '

' No, non preoccuparti io ho già mangiato '

' Cosa?! No non è possibile! A noi schiavi danno da mangiare solo una volta al giorno, quando avresti mangiato? '

' Ho mangiato poco prima di venire da te, adesso sbrigati però che si fredda '

' No, non posso accettare, dividiamola almeno, non voglio che tu sia digiuno a causa mia! '

' No! Adesso non ho fame, anzi ho avuto un'indigestione! '

' Si certo.. di cosa? Di aria? ' disse sarcasticamente Pureness.

' Adesso smettila di fare di capricci e mangia! Prima che si freddi ' disse con tono leggermente rude e scontroso.

' No.. non posso! Sapendo che tu sei digiuno! Facciamo metà ti prego.. Matkuno.. capisco che tu voglia proteggermi, ma devi pensare anche un po' a te, ti prego, facciamo metà '

' Insomma! Ti ho detto che sono pieno! Che ho avuto un'indigestione, allora non capisci? ' disse, ma il suo stomaco lo tradì, poiché iniziò a brontolare per la fame. Matkuno arrossì.

' Ecco! il tuo stomaco non mente ' cantinelò lei, poi continuò.

' Devi mangiare, assolutamente! Lo so che è pochissimo cibo e che non sfamerebbe nemmeno un'unica persona, ma vabbene così, ti prego, prendi qualcosa anche tu. '

' D'accordo ' sbottò lui, quasi irritato per essere stato scoperto nel compiere una buona azione.

I due mangiarono, Matkuno mangiò pochissimo per favorire Pureness che sapeva essere sempre affamata.

Quando finì di cenare lungo il ruscello insieme a lui, divenne nuovamente mogia.

' Uffa.. devo fare pipì! ' annunciò ' Non resisto più! E non ce la faccio più a farla dietro ad un cespuglio accovacciata, mi fanno male tutti i muscoli! e ogni volta mi sporco sempre il mio vestitino! È scomodo! Per non parlare di quando vengono gli insetti e mi vengono a mordere ' piagnucolò come una perfetta mocciosa. E visto che ogni volta che si incontravano lei lamentava sempre questo inconveniente, Matkuno aveva pensato anche a questo, costruendo una sedia con un foro all'interno appositamente per lei, per poter fare i suoi bisogni con tutta comodità e serenità.

' Ecco ' le mostrò la sedia ' Questa è per quando devi andare in bagno, così puoi metterti comoda ' arrossì. Pureness arrossì a sua volta, sapeva che Matkuno doveva averla intagliata da solo, riconosceva quella perfezione e quella maestria, erano le sue.

' E' meravigliosa ' arrossì ' Ed è intagliata così accuratamente, immagino tu ci abbia lavorato molto per renderla così perfetta.. e siccome noi non abbiamo tempo durante il giorno.. immagino che.. tu debba averla costruita e intagliata di notte, non è vero? '

Matkuno arrossì

' Forse ' disse con tono sicuro di sé, arrossendo.

' Io ti amo.. Matkuno.. ti amo da morire ' disse lei con gli occhi che le brillavano.

' Ed hai anche dormito poco a causa mia.. e mi dispiace molto '

' Guarda che se dormo poco non è mica per te! È semplicemente che io non ho sonno! Tutto qui.. non avevo nulla da fare per questo ho pensato di creare questa sedia- bagno. Credimi non l'ho fatto per te! ' disse Matkuno con fierezza.

Pureness scosse la testa, aveva gli occhi colmi d'amore.

' Tu fai tanto l'orgoglioso, lo scorbutico e il burbero, quando invece hai il cuore più puro e tenero di chiunque io abbia mai incontrato, e ti prendi sempre cura di me. '

' Non è vero! ' disse arrossendo risoluto.

' Sì che lo è! Sai che non dovresti vergognarti di ammettere di fare una buona azione? '

' Andiamo! Piantala adesso! E prova questa sedia! '

' Ti ringrazio Matkuno.. ma ecco.. vorrei tanto fare un bagno, o almeno lavarmi le mani, anche se.. non ho il sapone purtroppo. ' disse Pureness.

' Beh.. sai mi trovavo a passare per la campagna ed ho raccolto questi fiori particolari, basta che li strofini e ne fuoriesce del sapone col quale potrai lavarti le mani almeno ' disse Matkuno

( Nota dell'autrice: questi fiori esistono realmente sulle montagne, non ricordo il nome, ma io stessa li ho usati per lavarmi le mani xd sono dei fiori che, sfrofinandoli producono schiuma profumata )

' Oh davvero?! Io ti amo con tutto il mio cuore sappilo! ' disse lei entusiasta!

' Non immagini quanto sia felice che tu sia andato lì per prenderli, solo per me! ' sorrise lei.

' Ma non sono andato per te! Mi trovavo semplicemente a passare! E' stata una coincidenza! ' sbottò lui scorbuticamente, rossissimo. Lei ridacchiò, i suoi occhi esprimevano tutto il suo amore. Scosse la testa.

' Ti amo Matkuno '

Lui non rispose nulla, era semplicemente paonazzo.

La notte sopraggiunse in fretta, Matkuno si ritirò nella sua piccola costruzione costruita da suo padre, che comprendeva diverse stanze. Non c'erano letti, solo paglia, dove dormivano gli schiavi. Invitò Pureness a passare la notte nella camera accanto alla sua.

' Pureness.. forse qui, starai più scomoda del solito e mi dispiace, ma per qualsiasi cosa tu abbia bisogno sono nella stanza accanto. Buonanotte '

' D'accordo, grazie di tutto Matkuno. Buonanotte anche a te ' disse lei dolcemente.

Matkuno si adagiò nella minuscola coperta vecchia, sporca e forata. Chiuse gli occhi provando a dormire. Ma subito fu interrotto da una voce di sua conoscenza. Una voce piagnucolosa, petulante, querula e capricciosa. Spalancò gli occhi.

' Matkuno? ' sussurrò.

' Pureness.. c'è qualcosa che non va? ' disse in apprensione.

' Ecco io.. '

' Cosa c'è? '

' Ecco.. non riesco a dirlo perchè mi vergogno un po'.. ma io ecco.. ho paura del buio, ed ho paura di dormire da sola..' sussurrò.

Matkuno si aspettava che lei gli chiedesse di dormire nella stessa camera, ma quello che invece gli chiese lo lasciò spiazzato.

' Ecco.. posso.. posso dormire tra le tue braccia? ' disse languida. ' Vedi.. ho anche un po' freddo.. '

Matkuno sgranò gli occhi, spiazzato, rossissimo. Questo era troppo.

' Scordatelo! 'sbottò.

' Ti prego Matkuno.. ho davvero tanta paura del buio ed ho freddo, ti prego, non ti accorgerai di me, starò buona.. ti prego.. ' chiese supplichevole.

Matkuno era ancora rossissimo in volto, ma non si sentì di dirle di no, dato il cuore puro e il suo animo nobile, nonostante il suo carattere eccessivamente rude e scontroso, non avrebbe mai lasciato qualcuno in difficoltà.

' D'accordo, ma solo per questa volta ' disse seccato.

Matkuno allargò le braccia e le tese verso di lei.

Pureness non se lo fece ripetere due volte e si accoccolò tra le sue braccia. Entrambi arrossirono. Pureness era infinitamente felice. Posò la testa sul cuore di lui. Sentiva il suono del suo respiro. Non riusciva a dormire.

' Matkuno? ' bisbigliò.

' Sì? '

' Non riesco a dormire... e tu? '

' Ci sto provando. '

' Ecco.. quando ero piccola la mamma mi cantava sempre una ninna nanna per farmi addormentare.. potresti cantarmi una ninna nanna anche tu? Ti prometto che poi mi addormenterò subito! '

' Ma per chi mi hai preso per la tua balia?! '

' Ti prego... Matkuno... se non ti va di cantare... potresti almeno suonarmi qualcosa con l'armonica? '

' Ma non avevi detto che la mia armonica e la mia melodia mesta non ti piacevano?! Avevi detto che preferivi i miei capelli volare briosi nel vento e l'incongruenza dei miei battiti... '

Il cuore di Pureness si sciolse completamente. Lui ricordava ancora alla perfezione quelle parole. Si commosse.

' Allora... lo ricordi ancora... '

' Certo! '

Pureness lasciò cadere una lacrima di commozione lungo il suo vestito.

' Ti prego suonami qualcosa. Purtroppo io non riesco proprio a dormire senza qualcosa di rilassante, ed oggi ho avuto una giornata bruttissima. La cuoca mi ha perfino schiaffeggiata, per non parlare di tutte le cose orribili che mi dicono al castello, e tu lo sai bene. Ti prego.. sentirti suonare l'armonica mi renderebbe felice. '

Matkuno capì che aveva sbagliato approccio, e che lei era solo una ragazza indifesa ed estremamente bisognosa di amore, anche se a volte era troppo capricciosa, petulante e vanitosa.

' Sì.. d'accordo. Hai ragione. Perdonami se ho alzato la voce e sono stato scorbutico. '

Iniziò a suonare la sua melodia mesta, quella che suonava ogni volta che il peso del mondo era troppo dolente. Pureness non si addormentò subito, anche se iniziava a sentirsi esausta. Lottò per tenere gli occhi aperti, per godersi ogni istante di quel sogno e di quella musica meravigliosa.

' Grazie Matkuno, io... ti amo... '

Matkuno continuò a suonare.

' Ecco Matkuno.. la ninna nanna che mi cantava la mia mamma era.. un po' diversa... ecco.. mi piacerebbe se... anche tu me la cantassi... '

 

' Beh.. non conosco questa ninna nanna di cui parli, forse dovresti cantarla tu per me, così forse riuscirei ad addormentarmi. Cantami la ninna nanna Pureness. ' disse Matkuno.

 

' D'accordo.. è una ninna nanna molto semplice, non è niente di particolare. ' Pureness iniziò. La ninna nanna faceva così:

 

Dentro il tuo cuoricino

c'è un posticino

che se lo tocchi

non piangerai più.

 

Dentro il ruscello c'è una stellina

che se la guardi

non piangerai più.

 

Se guardi la luna in mezzo alle stelle

vedrai quanto sono belle e i bambini piccini come te, presto dormiranno come dei re.

Dormi bambina, mia bimba adorata.

Con questa ninna nanna tu dormirai.

Dormi che i sogni ti aspettan domani.

Dormi bambina, dormi beata,

sei tu la più bella meraviglia che mi è stata data.

 

' E' davvero molto bella questa ninna nanna ' sussurrò Matkuno, intristendosi, lasciando cadere una lacrima sulla paglia.

' Sì, lo penso anch'io. La mia mamma era dolcissima quando me la cantava, purtroppo siamo state separate presto, quando è entrata in vigore la legge sulla schiavitù. Se solo si potesse.. non essere più schiavi.. sai io.. vorrei essere una principessa anche solo per un giorno..'

' Mi dispiace molto Pureness.. '

' Oh no! Non dispiacerti, io sono felice lo stesso, perchè adesso ho te, e poi sono sicura che un giorno la rivedrò. Quindi non c'è da essere tristi. E tu? Che mi dici della tua mamma? '

' Ecco.. mia madre non era così amorevole come la tua, almeno non con me. Io e mio fratello Take siamo stati separati presto, e non è stata la legge sulla schiavitù a saperarci ma lei. ' la più profonda tristezza colpì Matkuno.

' Oh.. non ne avevo idea! Mi dispiace molto. La vedi ancora? '

' Sì, certo, lavoriamo entrambi nel settore B del villaggio, ma non ci parliamo mai. Lei ha tenuto Take con sé.. vedi.. è una storia lunga, ma non mi va di parlarne. '

' Oh.. perchè no? '

' Perchè.. provo ancora molto dolore per questa storia. '

' Mi dispiace molto Matkuno.. '

' Dormiamo adesso. Notte Pureness. '

' Ti senti meglio ora? Ora che.. ti ho cantato la ninna nanna? Sei più sereno? '

' Ecco veramente.. i tuoi capelli mi fanno il solletico, se puoi, scostali! '

' Oh.. giusto! Scusami! ' arrossì imbarazzata, allontanando i capelli umidi e sudaticci dal suo collo.

' Ti amo Matkuno ' sussurrò lei.

' Notte Pureness. '

Non fu l'unica volta che dormirono insieme, come aveva detto Matkuno, ma infinite notti continuarono a farlo fino alle prime luci dell'alba.

Fine Flashback

 

Gli schiavi avevano solo due ore di pausa al giorno per loro stessi, poi dovevano lavorare fino a notte fonda. Pureness e Matkuno trascorrevano quelle ore sempre insieme, vicino al ruscello.

Il ruscello zampillava davanti a loro. L'acqua così limpida scorreva veloce davanti ai loro occhi puri. Il ragazzo era disteso sul prato, le labbra ancorate al metallo, dal quale veniva al mondo quel suono meraviglioso. Ma lei era stufa. Aveva visto un nido di pettirossi appena nato su un albero vicino, avrebbe voluto provare ad arrampicarsi, ma proprio non era abile. Aveva provato a chiedere l'aiuto di Matkuno, che troppo preso dai suoi pensieri, non si era mosso.

 

' Fammi salire sulle tue spalle! Ho appena visto dei pettirossi bellissimi in quel nido, da sola non ce la faccio, aiutami! ' intimò la ragazza che iniziava a spazientirsi. Ma Matkuno, in quel preciso istante, rivedeva come un flashback tutto quello che era accaduto con sua madre solo poche ore prima e non riusciva ad allontanare il dolore. Quelle parole, erano state troppo taglienti. Era paralizzato. Ma Pureness non poteva immaginarlo e stufa, alzò la voce.

' Stupido! Sei uno stupido! Vuoi darmi una mano, si o no? '

Matkuno fece dei movimenti impercettibili con le palpebre, che quasi volevano celare le lacrime. Realizzò che lei stava parlando con lui.

' Cosa vuoi? ' disse con un tono tra il rude e il ferito.

' Senti non fare lo scontroso con me! Ed aiutami a salire sull'albero! '

' Scusami.. perdonami se sono stato brusco ed ho alzato la voce, ma adesso.. non me la sento. Più tardi ti darò una mano. '

' Oh insomma! ' disse indignata ' Sei davvero un idiota lo sai? Siamo qui insieme da più di un'ora e tu non mi hai degnata nemmeno di uno sguardo! Non hai notato i bellissimi fiori con cui ho adornato il mio vestitino? E posa quell'armonica! Devi ascoltarmi quando ti parlo! '

Negli occhi di Matkuno, si leggeva, la più indecifrabile tristezza. Pureness se ne accorse quando vide un'invisibile goccia precipitare dai suoi occhi sulle foglie di un crisantemo.

' Va.. va tutto bene.. Matkuno? '

' Si.. tutto bene ' disse atonico, riindossando la sua corazza, che per un attimo aveva ceduto.

' Non ne vuoi parlare con me.. vero? ' disse con gli occhi che iniziavano a divenire terribilmente lucidi.

' No, sto bene ' e riprese a suonare l'armonica, di una melodia diversa da quella che aveva sempre composto.

' Stupido.. ' sussurrò lei, tra le lacrime e irritata. Gli strappò dalle mani l'armonica, gettandola nel ruscello.

' Guarda cosa hai fatto! ' disse lui, irritato.

' Non è giusto! Non mi degni neppure di uno sguardo! Non mi hai detto neppure se ti piacciono i miei capelli oppure no! Sono stufa di quell'armonica! E voglio vedere i pettirossi! E dopo fare un bagno in questo bellissimo ruscello! ' disse con dei gridolini isterici. Era troppo capricciosa, ed a volte, insopportabile.

Matkuno non ne potè più.

' Beh.. per il bagno posso accontentarti subito ' disse spazientito e pose la sua mano sul processo xifoideo di lei. La spinse facendola cadere in acqua. Il viso di Matkuno iniziava a rilassarsi. Era come se quel piccolo momento di leggerezza potesse in qualche modo attenuare il suo dolore.

' Ecco contenta? Adesso goditi il tuo bagno! ' disse sorridendole, anche se il suo sorriso era ancora spento. Pureness sbottò, emettendo un verso di estremo tedio.

' Io.. io.. ti detesto! '. Questa volta Matkuno si lasciò andare ad un sorriso.

Gli occhi della fanciulla ridettero a sua volta.

' Non mi hai ancora guardata.. ' sussurrò, arrossendo.

' Beh ti sto guardando adesso.. e il tuo vestito ed i tuoi capelli, direi che.. non sono affatto male '

Pureness sbottò di nuovo in un verso di indignazione giocosa. Scosse la testa. Ormai era pazza di lui.

Matkuno con estrema dolcezza, che avrebbe voluto celare, si sporse verso il ruscello e le tese la mano per aiutarla ad uscire dall'acqua. Non era bravo con le parole, lo era di più con i gesti.

' Guarda che non ho bisogno della tua mano per uscire dall'acqua! ' disse altezzosa ed indignata.

' Ma io non ti sto tendendo la mano per aiutarti, ma soltanto per riprendere la mia armonica ' disse lui scherzando, ora più rilassato.

' Io ti detesto! ' ridacchiò lei. Gli porse l'armonica, ancora sorridendo, con gli occhi colmi d'amore.

Poi entrambi sorrisero, facendo decadere l'atmosfera orgogliosa che si era creata. Matkuno le porse la mano di nuovo con estrema dolcezza. Lei la afferrò e la strinse forte, risalendo sul terreno. I loro sguardi si incrociarono per un istante. Il più cupo dolore era negli occhi tersi di lui, la più estrema apprensione in quelli di lei. Si avvicinarono, le loro labbra erano quasi a contatto, e il bacio fu, per un istante, sospeso nell'aria.

Poi Matkuno distolse le sue, mentre si intravedeva ancora un'ombra di devastazione nel suo sguardo. Il bacio morì in quella brezza estiva. Il loro amore era nato con le lucciole e con i fiori di ciliegio, ma adesso, aveva gli aghi dei pini pungenti piantati nella pelle.

Pureness si intristì, lui l'aveva respinta, negandole le sue labbra.

' Matkuno.. tu.. non provi per me.. quello che io sento per te.. non è vero? '

Matkuno rimase immobile. Non rispose nulla.

' Ho notato.. ' si bloccò lei. ' Ho notato la tua melodia.. era.. diversa.. ecco.. diversa da quella che suoni di solito.. ' azzardò lei arrossendo, per rompere il piccolo momento di silenzio e di disagio.

' Sì.. la stavo componendo per te.. ' sussurrò, rossissimo, in volto '

' Ti prego.. raccontami cosa ti è successo, sei strano oggi.. immagino che debba esserti successo qualcosa di molto grave '

' In effetti si, ma vedi.. non sono pronto a parlarne '

(Nota dell'autrice: Matt non è pronto a parlarne xd o meglio l'autrice ha sonno e non ce la fa a scrivere tutto quello che ha in mente xd )

 

Fine Flashback

 

*

 

Soraya aveva la febbre molto alta, ed aveva iniziato a dimenarsi furiosamente tra le lenzuola dorate. Delirava, urlando parole cariche di paura e di terrore. Queste parole raccontavano di un pericolo imminente. Il medico l'aveva visitata ed aveva ordinato di lasciarla riposare. Aveva utilizzato dei farmaci, grazie ai quali, avrebbe dovuto riprendere conoscenza, prescrivendone degli altri in caso la febbre fosse salita oltre il limite prestabilito. Ma adesso non trovava pace. Tai era accanto a lei, non l'aveva lasciata sola neppure un istante quella notte. I ricordi piovevano come le gocce del cielo di quella giornata. Avrebbe voluto parlarle ancora, anche solo per un breve istante. Forse gli sarebbe bastato che lei tornasse a respirare soltanto per ritornare all'esistenza.

Lei era la meraviglia dopo fiumi turbolenti e tempeste nere. Una vita piena di veleno, le era stata donata. La neve, iniziò a cadere fitta e greve, robusta ed oscura, ed in poco tempo aveva ricoperto con il suo manto mortale bianco tutto il regno. Era impossibile anche solo camminare all'aperto. I fiocchi cadevano pesanti, senza grazia, né dolcezza, erano come gocce di un male macabro, che si schiantavano per terra creando un gigantesto strato che era impossibile da scalfire.

Durante la notte, le condizioni di Soraya peggiorarono. Riprese conoscenza alcune volte, ripetendo sempre parole di terrore, intervallate da una richiesta di dialogo con Pureness, e poi.. aveva ripetuto quel nome.. solo due volte.. ma a Tai erano sembrate mille e gli sembrava di provare un dolore come se avesse avuto un milione di chiodi piantati nel cuore, solo sentendo pronunciare quel nome.. Matkuno. Soraya invocava il nome di Matkuno.. ma chi era in realtà Matkuno? Tai se lo chiese per un'istante, ma poi date le gravissime condizioni di Soraya, non gli diede più importanza.. doveva essere per forza qualcuno a cui Soraya teneva.. o forse, era proprio Matt, pensò, cercando di mettere insieme i pezzi di quel puzzle, che lentamente, si stava ricomponendo. Soraya svenne cinque volte quella notte, e la neve era talmente fitta che era impossibile solo pensare di andare a prendere il medico o le medicine. Il suo colorito era divenuto cenere, la sua pelle talmente cerea da sembrare un cencio. Tai non riusciva a trattenere le lacrime, tenendo stretta, la manina bambina di lei, tra le sue. Non voleva che lei andasse via, in nessun modo, non avrebbe mai potuto accettarlo. La strinse ancora più forte, speranzoso che con quella stretta potesse tenerla, in qualche modo, ancorata alla vita. Pureness entrò nella camera, cacciò via Tai con tono rude e scoppiò in lacrime a sua volta. Si inginocchiò accanto al letto di Soraya. Le prese la mano e piangendo la supplicava di perdonarla. La principessa era sempre altèra e sprezzante e mai aveva mostrato un comportamento così compassionevole e premuroso. Aveva mandato, nonostante rischiasse la vita, un intero esercito a prendere il medico e le medicine in quella bufera furiosa, ma era già passato un giorno e nessuno aveva fatto ritorno al castello. Si ritrovava senza guardie e senza i farmaci per Soraya, la cui febbre, aveva superato il limite consentito. Avrebbe dovuto prendere le medicine che le mancavano, poiché altrimenti non avrebbe superato la nottata.

Pureness le strinse la mano più forte.

' Perdonami.. perdonami ' disse tra i singhiozzi.

' Perdonami.. Soraya.. sono stata sciocca e cieca.. perdonami.. per le cose orribili che ti ho detto l'ultima volta che abbiamo parlato. Se solo.. se solo si potesse.. ' Si bloccò ' Se solo si potesse trovare una soluzione al male.. io.. potrei smettere di essere crudele.. ma.. purtroppo non c'è scampo, né speranza per quelle come me ' pianse ancora. Tai aveva origliato e sentito tutto. A cosa si riferiva Mimi? Si chiese. Doveva andare a prendere quelle medicine ad ogni costo pensò Tai. All'improvviso comparve numero 95 e vedendo Tai piangere si intristì.

' Ciao Tai.. come sta Soraya? ' disse con tono pacato.

' E' molto grave.. forse.. forse.. ' deglutì, non riusciva a pronunciare quella frase. ' forse non supererà la nottata ' detta quest'ultima frase i suoi occhi esplosero, in lacrime enormi, copiose e singhiozzi.

' Devo fare qualcosa Izzy.. le servono le medicine prescritte dal medico, devo andare subito a prenderle, poiché la febbre è salita o altrimenti.. '

' O altrimenti? '

' Potrebbe morire ' sussurrò tra le lacrime. ' Vado subito.. '

' No fermo! Sei troppo scosso e la bufera infuria! Non conosci il luogo e non sapresti neppure come orientarti in questa neve furiosa. E' meglio se resti qui accanto a lei.. andrò io a prendere le medicine. Io conosco ogni angolo di questa città, e mi è capitato di uscire praticamente sempre con la pioggia o la neve. Farò in fretta, te lo prometto. Non devi preoccuparti ' disse numero 95

' Cosa?! No! scordatelo! Non voglio che tu metta in pericolo la tua vita, andrò io! ' disse Tai risoluto.

' Non preoccuparti per me.. te l'ho detto io conosco bene il luogo e farò in fretta. Vedi Tai.. io sono solo uno schiavo e non servo a nulla. La mia vita non vale niente, non ho neppure una famiglia, e di me non importa a nessuno. Tu sei più importante di me Tai. Resta qui. Accanto a lei. Tienile la mano, ecco.. ' si bloccò.

' Purtroppo non sappiamo se.. ' si bloccò ancora. Tai capì tutto.

' Già.. forse non sopravviverà ' disse mentre le lacrime precipitavano ancora più copiose dai suoi occhi.

' ...perciò.. resta qui.. accanto a lei.. tienile la mano.. credo che.. tu debba provare un sentimento molto forte per lei, lo percepisco dalla tua sofferenza estrema. '

Tai abbassò lo sguardo, fissando il pavimento lucido. Numero 95 continuò.

' Tu sei.. innamorato di Soraya vero? Anche se.. è strano visto che sei venuto da poco a Bramaglia.. forse.. vi conoscevate già prima? '

' Ecco.. vedi Izzy.. è complicato da spiegare, è una storia lunga.. '

' D'accordo, adesso è meglio che io vada, prima che sia troppo tardi. Grazie di tutto Tai. '

Tai tirò su col naso distraendosi un attimo dal suo cupo stato d'animo.

' Eh?! Grazie di cosa? Sono io che devo ringraziarti! Stai andando a rischiare la tua vita per andare a prendere le medicine! '

' Grazie per.. avermi chiamato Izzy, per avermi dato un nome di persona, non un numero, è come se.. in un certo senso tu mi avessi dato un'identità.. vedi.. nessuno lo aveva mai fatto prima d'ora, per questo ti sono immensamente grato. Sono davvero molto felice di averti conosciuto Tai, nessuno, prima te, mi aveva trattato come un essere umano, a parte Matkuno e Soraya ' disse numero 95.

' Matkuno?! Chi è?! ' Tai sgranò gli occhi, aveva sentito poco prima questo nome da Sora.

' Non lo conosci, ti racconterò di lui, quando tornerò. A più tardi Tai '

' Grazie di tutto Izzy ' Tai sorrise, di un sorriso carico di lacrime.

' E comunque ti sbagli. ' aggiunse Tai.

' Eh?! Per cosa?! '

' Per il fatto che dici che della tua vita non importa a nessuno. Importa a me, e ti sono immensamente grato per il tuo gesto di gentilezza estremo. '

' Ti ringrazio molto Tai. Adesso è meglio che io mi sbrighi, ci vediamo tra pochissimo. '

' Grazie Izzy, amico mio. '

 

Izzy si diresse velocemente verso l'uscita del castello, non aveva nulla di pesante di vestiario per difendersi da quel gelo che imperversava, eppure si diresse con coraggio incontro alla bufera.

Passò una notte. Passarono ore infinite, minuti smisurati, secondi eterni. Izzy non faceva ritorno. Pureness si era allontanata dalla stanza e aveva accordato a Tai il permesso di stare accanto a Soraya, visto che era stato lui a portarla in salvo. Le stringeva ancora forte il pallido palmo, le baciava le dita e spesso inumidificava la benda sulla sua fronte. Piangeva. Non poteva trattenere le lacrime. Il solo pensiero di poterla perdere lo uccideva. Quando questo pensiero si avvicinava, stringeva la sua mano ancora più forte. Non avrebbe permesso neppure alla morte di portargliela via.. lei era la sua luce, il suo sole e la sua luna. Era la sua luce perfino in una lacrima.

' Ti prego amore mio, non mollare. Non mollare Sora. Io ti amo. Ti amo. ' le sussurrava tra le lacrime.

' Non puoi mollare, non ora. Non adesso. Ti amo da morire ' disse e le lacrime precipitavano ancora infrangendosi sul letto mentre la digipietra arancione, in un luogo celato, brillava sempre più fortemente.

 

*

Pureness camminava avanti e indietro per una delle enormi camere del castello. Provava una preoccupazione e un dolore estremi. Dolore per Soraya e preoccupazione per numero 95, che aveva appreso da Tai esser andato a prendere le medicine. Provava una strana morsa allo stomaco pensando a quello schiavo. Qualcosa che non aveva mai provato prima. Era compassione? Dolore? Lei non era premurosa o almeno non lo era mai stata nel presente. Allora perchè il pensiero di quello schiavo, da solo, con dei vestiti leggeri, in mezzo alla bufera, le faceva raggelare il sangue nelle vene? Pureness era davvero in pensiero per lui. Scoppiò in lacrime nuovamente, sentendosi in colpa per come lo aveva trattato, pregando che facesse ritorno, almeno lui, da quel viaggio di morte.

Le ore trascorrevano ineluttabili, ma di Izzy neppure l'ombra. Tai si rese conto che doveva fare qualcosa, prendere le medicine per Sora e trovarlo, poiché pensò che fosse in pericolo.

 

*

 

In un mondo troppo distante dal loro, in una notte profonda, seduta accanto ad un fuoco, c'era una minuscola sagoma bianca dalle sembianze di un felino. Era pensierosa. Il fuoco scoppiettava rumorosamente e le scintille delle fiamme si andavano a dispedere nell'aria, riscaldandola in modo tenue. Era in quella posizione da diverse ore; ad un tratto un'altra figura dalle sembianze di uno spaventapassaseri, con un cappello enorme simile ad un cilidro in testa, si avvicinò a lei. Esitò, le stava leggendo il pensiero. Anche se non aveva fatto rumore, la gattina percepì la sua presenza, e irritata, sguainò i suoi artigli, pronta a colpirlo.

' Adesso basta Wizardmon! Smettila! Ti avrò detto un miliardo di volte che non devi leggermi il pensiero senza il mio permesso! Vattene via! Ci sono un milione di digimon qui e tu devi leggere proprio i miei pensieri? ' urlò furiosa.

' Scusami Gatomon, è che sei da diverso tempo ferma lì. Ero preoccupato e mi chiedevo a cosa stessi pensando ' spiegò lui.

' D'accordo, ma non farlo mai più! Se vuoi sapere cosa mi passa per la testa, vieni a chiederlo direttamente a me! '

' D'accordo. '

' Beh ora è tardi.. immagino che tu abbia già letto tutti i miei pensieri..'

' In effetti si, e se posso permettermi di darti un consiglio, non lasciarti prendere dalla tristezza in questo modo, e smettila di interrogarti sul senso della nostra condizione. Noi non siamo altro che macchine digitali create per distruggere e per essere al servizio del nostro padrone, tutto qui. Il nostro compito è quello obbedire fermamente ad ogni suo ordine. Dopo tutto è lui che ci ha allevati e nutriti in tutti questi anni.

' Sì ma è un padrone crudele! Non ci ha solo nutriti, ci ha anche picchiati e maltrattati in continuazione per tutti questi anni. E poi? Sicuro che siamo soltanto questo? Solo macchine che debbono obbedire agli ordini? Possibile? Perchè io provo dei sentimenti! Provo rabbia e tristezza, nostalgia e solitudine. Questi sentimenti che provo sono veri, non sono frutto della mia immaginazione! Non è possibile! '

' Questi sentimenti che hai elencato, sono sentimenti tipici degli esseri umani. Ma noi non siamo umani, ricordalo. Forse a furia di osservare gli umani stai perdendo tutta la tua personalità '

' Può darsi.. ma la verità è che.. ho dei grandi vuoti di memoria che non riesco a colmare. Ad esempio, tu ricordi come siamo venuti qui? Che cosa facevamo prima di metterci al servizio del nostro padrone? Vedi a volte ho come l'impressione di sentire un'enorme voragine dentro di me, un vuoto, e questo vuoto mi fa soffrire. E' come se.. io aspettassi qualcuno che possa in qualche modo colmarlo. Ma il nostro padrone ci dice sempre che noi non siamo altro che macchine di morte, e che gli umani non sono altro che esseri stupidi che trascorrono la loro vita nella menzogna, celando la verità agli altri e a se stessi, indossando delle maschere che ne sfigurano la personalità più autentica.. e per ignorare il dolore non fanno altro che immergersi in un milione di attività quotidiane. Ne hanno inventate una miriade, alcune molto stupide e bizzarre, e non fanno altro che andare avanti così e il loro tempo trascorre, fuggitivo, inesorabile, troppo velocemente, che alla fine non colgono la vera essenza, il vero significato della propria vita. Vedi, io.. non li biasimo perchè almeno loro.. sono liberi.. e potrebbero provare ad essere felici, ma osservandoli, ho capito che.. anche se sono nati liberi sono costantemente in catene.. sempre. Queste catene sono date dalle loro percezioni sbagliate, dalle false convinzioni, dalle loro menzogne e dalle loro maschere che ostentano in maniera sublime. Sono diventati attori talmente bravi che si sono autoconvinti loro stessi delle loro maschere, identificandosi con esse.

' Sai Gatomon, credo che la cosa peggiore per gli esseri umani sia quella di provare dei sentimenti. Vedi non è una cosa del tutto negativa, poiché senza sentimenti sarebbero vuoti, ma a volte provare emozioni e sentimenti così forti è una condanna, soprattutto se questi sentimenti sono negativi, perchè restano intrappolati nei loro stessi stati d'animo distruttivi, soprattutto quelli più fragili, per questo.. Gatomon, tu non devi giudicarli, né condannarli.. loro sono vittime dei loro stessi pensieri, delle loro stesse costruzioni mentali, e quando una percezione mentale è distorta, è difficile che si riesca a fare a meno delle loro maschere. Credono di avere molti nemici nel loro mondo, e questo li porta a voler apparire sempre al meglio, ad ostentare forza, coraggio, fierezza, ma la verità, io credo, è che gli unici veri, acerrimi nemici che loro hanno, siano loro stessi. Gli umani sono i peggiori giudici ed esecutori di se stessi. Ricorda Gatomon, l'unico tuo vero nemico, sei tu, e l'unico ostacolo alla tua felicità sei tu.

' Forse.. se passassero più tempo a comprendersi a vicenda e a sostenersi nelle difficoltà, ci sarebbero meno umani che indossano maschere in giro. '

' Forse hai ragione Gatomon. '

' Sai Wizardmon.. credo che.. nel mondo dove dimoriamo noi, ci siano troppe tenebre per poter emettere un giudizio imparziale. Ma quello che io sento dentro, non può essere frutto della mia immaginazione. Il dolore che io provo è reale e lo sento scorrere nelle mie vene. '

' Il dolore e la gioia, Gatomon, purtoppo sono due facce della stessa medaglia, e sono sentimenti molto soggettivi, individuali, generati dal nostro modo di percepire la realtà, dal nostro modo di reagire alle circostanze esterne. Ad esempio, quello che tu senti come dolore, per un altro digimon, non lo è. Quello che tu percepisci come gioia, per un altro digimon non lo è, e così via. Ma dato questo mondo fatto di solitudine e tenebre.. credo che l'unica cosa giusta sia quella di non giudicare. '

' Hai ragione Wizardmon, sei sempre molto saggio.. ma vedi vorrei trovare un modo per porre fine al dolore e alla solitudine che sento, e mi chiedo se si possa oltrepassare questa barriera che separa Digiworld dal mondo reale. Myotismon ci disse che, chiunque provi ad attraversarla morirà. Eppure io sento che in quel mondo, dove dimorano gli umani, io potrei trovare le risposte che cerco disperatamente. Sento come se.. fossi legata indissolubilmente a quel luogo anche se non ricordo come questo possa essere possibile. '

All'improvviso una bambina, con i capelli a caschetto e un vestitino rosa si avvicinò a loro, correndo e saltando, giocando con la terra e piroettando allegramente. Era sola, in quel mondo sconfinato, distante da Digiworld. Gatomon la osservò attentamente. C'era qualcosa di strano in quella bambina, percepiva una sensazione nuova.. come se.. la conoscesse da sempre, anche se forse era solo una sua strana sensazione. Wizardmon continuò.

' Vedi Gatomon, le risposte che cerchi, non le troverai in un luogo lontano, né in qualunque altro luogo, ma le puoi trovare solo dentro di te, nel tuo cuore. Devi guardare dentro al tuo cuore, è l'unico posto sicuro. Impara a guardarti dentro e troverai la risposta che cerchi, a volte, quello che cerchiamo è proprio di fronte ai nostri occhi, ma noi, presi dai nostri stessi tormenti, dalle nostre stesse preoccupazioni o dalle vanità e dalle cose frivole del mondo non ce ne rendiamo conto e non lo vediamo. '

Entrambi fissarono la bambina che giocava beatamente, stava costruendo un castello di terra, sorrideva, era felice, anche se, era sola in quel mondo sconosciuto.

' Quella mocciosa.. è così tediosa, e così innocente allo stesso tempo. Non la sopporto più! E' sola in quel mondo eppure non si lamenta mai.. anzi sembra quasi felice. Secondo te, perchè Myotismon l'ha fatta portare nel Quarto Territorio Illusionario? '

' Credo che.. l'abbia fatto principalmente per proteggerla perchè le serve viva, almeno per il momento, e deve averla isolata perchè, credo, abbia molta paura di lei, e di quello che rappresenta per questa dimensione. Lei è la prescelta della luce, basterebbe che la sua digipietra si attivasse e sarebbe la fine per il mondo delle tenebre. Pensa Gatomon.. una sola digipietra ed una bambina così piccola e così innocente, sono così pericolose per il nostro padrone, credo che.. ci sia qualcosa di estremamente potente nel potere della luce. '

' Credo che tu abbia ragione, però.. ho come la sensazione.. non so spiegare bene.. sento come se.. l'avessi già vista prima, da qualche parte.. ma non riesco a ricordare.. '

' Tutto quello che non sai, devi solo ricordarlo. Ma ricorda: più ti sforzerai di ricordare più non riuscirai nel tuo intento.. e inevitabilmente, più imparerai e meno saprai. La barriera Magna, il luogo oltre il quale si trovano gli umani, non si può oltrepassare, chiunque lo faccia perderà la vita. '

' Già.. così ha affermato anche Myotismon.. ma tutte queste digiuova, che contengono i digimon dei prescelti, prima o poi.. si schiuderanno e.. i digimon che nasceranno non potranno sopravvivere senza incontrarli.. quindi suppongo che.. moriranno da soli, senza conoscerli neppure, perchè senza l'energia dei prescelti, loro non potranno sopravvivere. Non è così Wizardmon? '

' Già, purtroppo è così. '

' E' un peccato perchè.. almeno loro avrebbero potuto, in qualche modo sedare la solitudine ed essere felici. Sono dispiaciuta per loro. Ti rendi conto Wizardmon? Adesso riesco a provare anche dispiacere, un sentimento tipico degli esseri umani. '

' Già.. immagino che sia un sentimento doloroso da provare. '

' Si è così.. '

Chiunque attraverserà la barriera Magna non sopravviverà. Chiunque proverà soltanto a voler oltrepassare uno dei due mondi, perderà la propria vita in sette minuti esatti. Non illudetevi di poter raggiungere gli umani, voi, stolti digimon. Aveva decretato una voce oscura, tenebrosa. E questo ricordo era vivido nelle menti dei digimon presenti.

 

Continua.

<3 Angolino pink <3

Salve a tutti :) finalmente sono riuscita a scrivere il capitolo successivo, allora premetto che ho scritto e riscritto questo capitolo un milione di volte per un mese intero xd ho iniziato a scriverlo giusto un mese fa, e non mi piaceva mai come usciva, ma adesso mi sono detta ok.. anche se non mi piace, lo pubblicherò.. qui si inizia a capire qualcosa in più riguardo a dove si trovano i digimon e chi è il loro nemico. Avrei voluto scrivere qualcosa in più sulle interazioni tra i ragazzi e sulle coppie, far risvegliare Sora.. ma sono sempre troppo lenta :( avrei dovuto scrivere cosa è successo a Mimi e a Matt almeno nel presente ( manco quello mi è riuscito -.- sono troppo lenta, prolissa e mi perdo nelle descrizioni ) Cmq volevo dire che la poesia usata all'inizio del capitolo, mi è particolarmente cara, perchè è una poesia di un poeta brasiliano, De Alves Castro, che è stato il primo a lottare per porre fine alla legge sulla schiavitù degli schiavi, morto giovanissimo :( e mi ha colpita da morire, sono molto legata a questa poesia, ogni volta che la leggo mi fa sempre lo stesso effetto e mi commuovo :'(. Le cose tanto simpatiche xd che dicono Gatomon e Wizardmon sono parole di Jung, Ritcher, Lowen, Russeau, Heidegger, Pirandello e altri autori tra cui psicologi, psicanalisti, filosofi ecc. insomma non sono parole mie xd ( sarebbero cose troppo complicate per la mia testolina xd ) ho solo riportato le varie teorie di questi diversi autori ( quelli che ricordo xd ), e le ho messe in bocca a questi due digimon perchè secondo me sono i più complessi e meravigliosi della serie, dopo Wormmon ovviamente che è il mio preferito xd ( ma io sono di parte ) e capisco che forse Gatomon è il digimon più complesso che ci sia.

Cmq come al solito.. perdonate i miei errori ortografici e di punteggiatura xd

Grazie di cuore a tutti voi che siete arrivati a leggere fino a qui :) <3 ringrazio di cuore anche i lettori silenziosi :) <3 un abbraccio forte <3

 

 

 

 

 

 

 

 

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