(KHR) Domino Arc III: saga dell' Effetto domino

di stardust94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso il caos parte prima: la distruzione della Simon ***
Capitolo 2: *** Verso il caos parte seconda: il bagliore nelle tenebre ***
Capitolo 3: *** La maestra degli inganni: la farfalla infernale rinasce! ***
Capitolo 4: *** L'oscurità dell'abisso e la fine del cavaliere ***



Capitolo 1
*** Verso il caos parte prima: la distruzione della Simon ***


Prologo
Verso il caos parte prima: la distruzione della Simon

Erano già passate diverse settimane dalla scomparsa di Yori e, la decisione di Renji di andare a salvarla da solo. 
I guardiani Domino, si stavano ancora allenando in vista della battaglia contro Caos, mentre la primavera delicata lasciava posto al lungo e freddo Inverno.

Ognuno, si allenava con il proprio mentore divino. 
Nella speranza di diventare più forte.

Tutti parevano essere migliorati grazie a quello, che era stato un allenamento estenuante.
Avevano la forza e la consapevolezza, per affrontare le imprese che da lì a poco, sarebbero stati costretti ad affrontare.
Ora erano tutti riuniti di nuovo a villa Domino. 

Un po per riorganizzare le idee, e un po per rifocillarsi. Concentrati, sul fatto che la guerra contro la Caos ancora non era finita, ma bensì iniziata.

Dovevano essere più forti per poter affrontare meglio Pandora, e i suoi guardiani che stando alle fonti, stavano diventando sempre più forti.

Luka tuttavia, era convinto che anche allenandosi con i loro mentori non sarebbero mai riusciti a battere la Caos.
Infatti a lui mancavano due guardiani.

Renji e Yori non avevano ancora dato notizie, nonostante la ragazza fosse viva, qualcosa aveva convinto tutti i guardiani e in primis Luka, che non era più umana. 
Aveva acquisito qualcosa e aveva perso altro.

Il boss, si buttò contro la faccia il cuscino. 
Pareva nervoso e agitato.

Guardò verso il comodino. Quello era l'anniversario della nascita di Domino, per lui era un giorno triste. 
Il giorno, in cui aveva perso ogni cosa, il giorno in cui la sua vita e quella della Nona generazione, si erano frantumate per sempre.

I suoi guardiani sembravano allegri e tranquilli.
Peccato che mentissero a loro stessi.

Ruby, Kei, Leon, Drachen perfino Corex e Hime...
Tutti erano solo maschere. 

Maschere che celavano lo sconforto, e la tristezza di quel'momento difficile.

Come poteva lui da solo, brillare sui suoi guardiani?.

Improvvisamente, una luce entrò dalla finestra, e una bellissima donna comparve, davanti agli occhi sgranati e sorpresi di Luka.
- M-mamma! -. 
Il ragazzo si stropicciò gli occhi, convinto che la donna fosse un miraggio o un sogno.

Evelyn sorrise, e strinse il figlio tra le braccia.
Non era più trasparente, e ora mostrava l'aspetto che aveva quando era morta.
 
Capelli castani lunghi e affusolati, e grandi e intensi occhi blu, sinceri e dolci. 
Un viso piacevole e dai tratti fini. e un lungo abito bianco con ricami dorati.

Il ragazzo ancora sorpreso, fece appoggiare la testa al petto della donna, stringendole la vita con le mani.
Lei gli carezzò i capelli delicatamente e con dolcezza, mentre scendeva con le mani, sulle guance di lui facendo si che incontrasse il suo sguardo.
- Figlio mio, sono qui per te - disse Evelyn.
- Mamma... - riuscì a sussurrare Luka.

Era come un bimbo spaesato e smarrito, un bimbo che arranca nelle tenebre per cercare la luce.

Luce, rappresentata dalla sua famiglia. La stessa che disperatamente cercava di proteggere.
- Mamma non so cosa fare! Renji se né andato, Yori anche, non siamo pronti ad affrontare i nemici -

Il ragazzo si sfogò con la donna, mentre dai suoi occhi come vetro, scivolavano le lacrime fredde.
Lei gli carezzò la guancia, stringendolo al suo petto per poi sorridere tristemente, e con dolcezza allo stesso tempo.
- Piccolo mio, non piangere si sistemerà tutto -
Sussurrò la donna dolcemente, mentre stringeva piano il figlio.
Il nobile boss era tornato semplicemente il suo bambino.

Bambino che la donna, aveva difeso con la sua stessa vita. Bambino che guidava in modo splendido i Domino, secondo gli insegnamenti di Lukas.

Ma che ora, aveva bisogno di una guida, una risposta a quelle milioni di domande che ancora lo bloccavano, impedendogli di lottare di dimostrare la sua vera forza e coraggio.

- Mon sono un leader, non sono forte e ho paura - 
Singhiozzò Luka, con la voce stravolta dalle lacrime.

Il suo corpo era un tremare incessante, le sue lacrime di tristezza e di sconforto, picchiettavano sulla spalla della donna.
Evelyn gli accarezzò piano la testa, anche lei era conscia della paura che quei giovani, stavano affrontando. 
E del grande peso che gravava su di loro.
 
Eppure era anche sicura, dentro di se credeva, e aveva fede in quelle sette luci.

Guardò il figlio e immediatamente, si fermò a pensare.
Sopratutto, a quanto fosse diverso dal padre e simile a lei.

Lukas era sempre stato un uomo altolocato, ben visto da tutti, nonostante fosse boss alla giovane età di 20 anni.
lei ne aveva 18 quando lo aveva incontrato.
tutto le era sembrato un sogno bellissimo, per lei perennemente rinchiusa nella villa, lui era stato la luce, il caldo bagliore di una strada e una promessa di vita diversa.

Si ritrovò a sorridere, nonostante tutto, non avrebbe mai potuto rimpiangere la sua vita, o la nascita di Luka.
Accarezzò la testa del figlio e gli fece alzare il volto.

- Qualsiasi cosa accadrà, sappi che non siamo mai stati più fieri di te. Figlio mio, lotta come sai -. 
Disse la donna, passandogli una mano tra i capelli.
Luka si sforzò di sorridere, mentre la madre scompariva, lasciando dietro di se un sorriso dolce.
***

Lasciato solo il giovane boss, si diresse alla ricerca dei suoi guardiani.
Indossava un completo nero di gessato. Era davvero elegante e, l'unica traccia di colore a parte la camicia bianca, era una cravatta arancione.

Era davanti ad una stanza, quella di Ruby.

Entro dopo aver bussato e sopratutto, dopo aver ricevuto il permesso.
La camera della pioggia, era una stanza dalle tinte marine a simboleggiare sia il suo elemento sia comunque lo stile sirenetta che la caratterizzava.
Un grande letto al centro, a forma di conchiglia con le coperte azzurre. Sembrava accogliere chiunque volesse fare un sonnellino. 

La finestra fatta ad oblò dava sul giardino, spesso Ruby, scherzava su come sarebbe stato vedere l'oceano da quel'oblò. 

Un tavolo a forma di medusa era a lato della stanza, con un pc portatile giallo, molto simile ad una spugna. Su un lato vi era una vasca, così che la rossa, potesse fare il bagno anche in camera.

Proprio la rossa spadaccina, era sbucata con un sorriso luminoso in volto. 
Con la carnagione un po scura e i suoi dolci occhi marroni, che mettevano tutti di buono umore. La Pioggia era una guardiana leale e coraggiosa.

Era cambiata un po dal ultima volta, che l'aveva vista.
I capelli, erano diventati più lunghi e leggermente selvaggi, aveva un tatuaggio che partiva dalla spalla destra sino al gomito.

Era il disegno di un leopardo delle nevi rosso è una pantera blu a simboleggiare, così pensava Luka, il rapporto tra lei e Kei la Tempesta.  
Una piccola cicatrice svettava tra gli occhi e il naso, ricordo di un allenamento con Poseidone, spiegò la ragazza.

- Ciao boss! - disse regalando un abbraccio al giovane.
Luka la strinse forte e le sorrise, ma sembrava un po stanco come fece notare la guardiana.
- Sto bene, ero venuto a chiamarti -.
Si apprestò a dire il Domino, mentre imbarazzato, portava una mano dietro la testa, sfiorandosi appena i capelli.

Ruby annuì.
La giovane, indossava un top azzurro annodato su un lato. 
Si mise, una camicia di jeans blu scura tenendola però aperta sul top e un paio di pantaloncini neri. 
Inoltre era in infradito.
Al collo portava una cravatta blu, come accessorio.

- Arrivo subito, Kei dovrebbe essere già nel salone - disse, mentre andava verso lo specchio posto vicino alla vasca.

Luka fece un segno di assenso con il capo, poi si diresse verso la camera di Drachen.

La stanza del drago del fulmine, era strutturata in un modo del tutto diverso.

Inizialmente, si entrava in una stanza con soffitto e pareti di legno, salita una scala a pioli, si sbucava  in un altra stanza che era in grandezza il doppio di quella precedente.

Era fatta come una gigantesca voliera e si poteva aprire dal alto. 
Un albero, sovrastava al centro al suo interno, cera la vera stanza da letto.

Un letto di legno e foglie, un comodino di ebano e ossa e un ring di sabbia. Uscendo Drachen poteva spalancare liberamente le ali e volare dove voleva.
Inoltre cera una mini montagna per allenarsi. Ed era lì che Luka trovò Drachen.
 
Un po affaticato, non essendo un abile scalatore, il Domino teneva le mani sulle ginocchia riprendendo fiato dalla scalata.
Drachen lo notò, mentre era intento a meditare. 

Vestiva una canotta smanicata di un bel verde scuro. 
Essa, lasciava scoperte le braccia muscolose del ragazzo. Aveva indosso dei semplici pantaloni neri sportivi ed era scalzo.
Anche lui, era cambiato forse molto più degli altri guardiani.

Aveva le corna, più muscolose e possenti si vedevano chiaramente ai lati della testa. 
I capelli, erano più lunghi e selvaggi, tanto che gli ricadevano coprendogli appena gli occhi e ogni due minuti, doveva spostarseli con la mano.
Aveva alcune nuove cicatrici, due in particolare, saltarono agli occhi di Luka.

Una all'occhio destro, sembrava disegnare una sorta di fulmine e una che gli attraversava la parte destra del viso.
- Boss ti senti bene? - domandò il mezzo drago.

Il giovane capo dei Domino, sollevò il capo e annuendo prese l'ultimo respiro che gli mancava. 
Sorridendo imbarazzato si passò la mano tra i capelli, ormai decisamente lunghi.
- S-si Drachen-kun, ero passato a chiamarti - disse.

Il Tedesco annuì deciso, per poi indossare una giacca nera e al collo una cravatta verde, tenne aperta la giacca a mostrare ancora la canotta. 
Si passò una mano tra i capelli, tentando di sistemarli poi seguì il boss, aiutandolo a scendere dalla montagna.

Luka salutò l'amico, raccomandandogli di andare nel salone. 
In tutta calma, si diresse verso la stanza di Leon, ma grida incomprensibili lo costrinsero ad una piccola corsa.

***

Spalancata la porta, il giovane si ritrovò davanti una scena assurda e a tratti comica.
Leon era a terra, trattenuto da Waru. 
Il corvino rideva divertito, quando alzò la mano sorridendo calmo.
- Hey signorino - esclamò, ignorando le grida di aiuto del povero platinato.
 
Questo, continuava a dimenarsi come un pazzo, mentre un giovane dalla pelle abbronzata e gli occhi talmente chiari, da sembrare vetro azzurro, si avvicinava con una scatolina bianca.
- Cosa. State. Facendo? -  scandì il boss quasi sospirando.

Leon, staccandosi dalla presa di Apollo correva dietro a Luka.
Quando il boss lo guardò, notò subito che i capelli del giovane erano completamente neri.
 La cosa gli fece sgranare gli occhi per la sorpresa.

Si guardò intorno, realizzando che Leon non era affatto cambiato. La sua stanza, dalle pareti color ocra era come divisa a metà. 
Da una parte vi era un tappetto con un sacco da box.
Il Domino ci appoggiò sopra una mano e avvertì quanto fosse stato usato.

Dal' altro lato vi era il letto, molto semplice e disfato. 
Con una grande mensola contenente i trofei e alcune foto delle gare di Leon.
Una di esse però, era la foto con i Domino al completo.

Luka sorrise e prima di lasciare la stanza, gettò uno sguardo al amico.

Leon era cresciuto molto, il fisico si era fatto più prestante, i lineamenti più adulti e i capelli più lunghi. 
Ormai, non più del loro candido biondo ma bensì di un bellissimo nero.

Nero che gli ricordò la sorella del Sole, Yori la sua guardiana della Nebbia.
Percorse la strada fino alla stanza di suddetta guardiana. 
Entrò e accese la luce, per poi guardarsi intorno.

La stanza di Yori, era situata in una ex serra, il pavimento era di marmo bianco molto pregiato, mentre il soffitto era fatto come una volta celeste illusoria. Così che Yori potesse vedere le stelle, anche al chiuso.
Vi era un grande letto a baldacchino, con le coperte viola sfumate di indaco. Mentre a lato, una libreria e una scrivania entrambe in ebano bianco.

Per terminare, vicino ad uno specchio barocco, un armadio ancora pieno di vestiti.

Sorrise sospirando, per poi andare nella stanza di Kei, guardando le pareti rosse con disegni di fiocchi di neve, il giovane ricordò gli occhi freddi ma gentili del compagno.

La sua stanza presentava un accostamento di colori, davvero singolare.
Vi era un letto e a destra, una scrivania con alcuni libri. 
Un tappeto bianco di pelo, era posto al centro della stanza e sopra di esso, vi era un tavolino di cristallo.
Accanto alla grande finestra bianca, una teca con una rosa di vetro colorato.

Luka guardò un ultima volta intorno a se, per poi dirigersi in quella di Renji.
Era la stanza, forse più ordinaria e semplice di tutte.

In letto con le lenzuola bianche dietro il quale, sul muro dalle sfumature viola, era posto un quadro di vetro con al'interno un disegno di un samurai.

Sul lato destro vi era un piccolo comodino e un vecchio stereo con una pila di CD.
Luka guardò la stanza e un senso di nostalgia, sembrò pervaderlo.

Sorrise appena e senza attendere oltre, spalancò la porta dell' salone, dove ad attenderlo avrebbe incontrato i suoi guardiani.
***

Il ragazzo correva, aveva il fiato corto per la corsa senza fine. 
I capelli, di un bel rosso erano appiccicati al suo volto da bimbo. Gli occhi, anch'essi rossi, ma con un disegno particolare nella pupilla, erano sgranati dal terrore.
Inciampò in una roccia, precipitando a terra con un tonfo. Mentre le figure minacciose di sei uomini, si avvicinavano.

Il giovane Enma Kozato si rialzò e voltandosi, attivò il suo Simon Ring pronto a combattere. 
Quando, una risata femminile attirò la sua attenzione.

Si voltò, ma finì solo per essere impalato contro un albero, con una lancia nel fianco.

-Oh Damstan caro, forse hai un po esagerato, non credi Enma caro? -  si beffò di lui la voce.

Apparteneva a quella, che sembrava una donna bellissima, ma allo stesso tempo una giovane fanciulla. 
Appariva con un corpo elegante e un viso piacevole alla vista.
Carnagione diafana e occhi rossi, seducenti ma allo stesso tempo, inquietanti. 
Aveva lunghi capelli di un bianco spettrale. Se li stava spostando di lato quando, una figura emerse alla luce del sole.

Alto e dagli occhi verdi, con luminosi capelli biondi.
Un viso dai lineamenti angelici ma dallo sguardo freddo e quasi senza emozioni.

Una luce rossa e una forte pressione di fiamma, lo investirono cambiando il suo abbigliamento.
La parte superiore del corpo, era  scoperta a mostrare il fisico atletico.
Dietro la schiena, gli spuntarono due grandi ali nere come quelle degli angeli caduti, ma ricoperte da fiamma della tempesta
Portava dei pantaloni neri molto semplici,ma con dei ricami rossi.

Tutto il corpo, era cosparso di linee rosse, simili a crepe luminescenti e gli occhi, erano diventatati neri con la pupilla rossa.

Si passò una mano tra i capelli, mentre tra questi, crescevano un paio di corna ricurve e nere.

Enma sgranò gli occhi, mentre dovette trattenere un gemito, quando il suo collo venne stritolato dalla mano di un altro individuo. 
Sentì subito mancargli l'ossigeno nei polmoni, a causa della stretta del nuovo venuto.
- C-chi diavolo s-siete? - domandò.
Ma un minuto dopo, fu costretto a stringere i pugni. 
Quando vide cadere i suoi compagni da una sorta di portale nero, la rabbia divenne disperazione.

Il ragazzo si staccò di dosso la lancia, per poi puntare alla donna, con una rabbia terribile negli occhi. Una delle sei figure si mosse, ma la bianca, alzò la mano ridacchiando.

- Lasciatelo fare, che si renda conto da solo, di quanto è debole- ghignò Pandora.

Enma arrivò solo a due centimetri dal lei, ma la lancia andò in pezzi a contatto con l'artiglio bianco della dea. 
Una fortissima energia, sbatte Enma contro un albero, facendogli scappare un grido di dolore.
Ma non era per le ferite che ormai gli tappezzavano il corpo, ne per il sangue versato dalle sue labbra sporche e gonfie.
Mo. 
Era dolore per i suoi guardiani. 
Si voltò a guardarli e dovette trattenere le lacrime.

Adelheid era a terra, con il bel volto immerso in una pozza di sangue. Aveva segni di ustioni su tutto il corpo e i vestiti, erano stati strappati e lacerati da pesanti frustate.
La donna di ghiaccio, era semi nuda, cosa che fece scappare un ringhio soffocato al boss di Simon.

Mizuno, era steso di schiena, il ventre squarciato con un buco terribile che grondava sangue, lo stesso che macchiava i suoi capelli biondi. 
Nemmeno lui che era uno dei più forti, era riuscito a resistere al'attacco.

Julie era a terra contro un albero, la tesa pericolosamente chinata in avanti, presentava una ferita molto profonda. 
Il cappello che era solito portare, era scivolata sulle sue gambe mentre le braccia, era penzolanti dai fianchi.

Enma sentì pizzicargli gli occhi, si rialzò e cominciò ad indietreggiare, allo stesso tempo scuoteva la testa. Come a cercare di cancellare quella visione, come se non fosse la cruda realtà.

In un attimo, le parole dei suoi tre compagni, gli ronzarono nella mente.

" Vivi, combatti, scappa! ".

Strinse i pugni, mentre il sangue suo capelli, colava sulle nocche. 
Poi riprese la sua corsa disperata, si inoltrò nel folto della foresta continuava solo a correre, quando calpestò qualcosa.

Inorridito scostò le foglie, trovando un paio di occhiali da vista.
Subito si guardò intorno, per poi riconoscere la figura di Koyo disteso a terra.

Lo raggiunse correndo a perdifiato con il cuore in gola, e una minima speranza.
Viste le ferite leggermente meno gravi, sperava di trovarlo vivo.

La speranza, scomparve quando girò il corpo dell' amico.

Koyo Aoba aveva il volto deturpato da diverse ferite e dove un tempo vi erano i suoi occhi, decisi e dotati della " visione perfetta".
Vi erano due orbite vuote e sanguinanti.

Nulla, fu comparabile al grido di rabbia di Enma o alle lacrime che gli rigavano le guance, mentre poggiava la testa contro il petto del amico.

- M-mi dispiace...Mi dispiace... - 
Continuava a singhiozzare e sussurrare il boss, mentre sentiva un dolore terribile cingergli il cuore.
Come se il ghiaccio e le tenebre, stessero alimentando la sua rabbia.

Si alzò, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, strinse i denti e si voltò di spalle.

Mancavano ancora due guardiani all'appello, doveva sperare, doveva provare a credere che almeno loro fossero vivi.
Guardò un ultima volta Koyo Aoba, un tempo il miglior pugile che avesse mai conosciuto. Poi corse verso la miniera, dalla quale avvertiva un picco di fiamma molto forte.
***

Quando raggiunse la cava di minerali, si ritrovò davanti un uomo. 
Subito, si mise in guardia, pronto a combattere.

L'uomo, aveva appena gettato a terra, sia Shitt P che Oyama Large. entrambi ricoperti di sangue.
Enma era rimasto allibito, shockato da quella scena.

Shitt P, cercava di aggrapparsi alla gamba dell'nemico, ma questo afferrandole la testa, l'aveva sollevata in alto.
- Di ciao, ciao - aveva sussurrato, prima di spezzarle il collo, per poi gettarla lontano.

Enma corse verso l'uomo senza pensarci un secondo, tentò di colpirlo con la sua tecnica più potente.

I buchi neri, apparsi intorno al'individuo, cominciarono a risucchiare ogni cosa ma lui non si mosse, limitandosi a sbadigliare.

Schioccò le dita e i capelli solitamente di un bel'azzurro, divennero completamente biondi.
Gli occhi divennero neri con la pupilla di un blu scintillante.

Il normale fisico magro, divenne più muscoloso sopratutto sulle braccia. 
Conservò ancora la sua bellezza da " angelo perfetto, ma con il corpo, cosparso da crepe color giallo-dorato.
La pelle era diventata più chiara, e ora, indossava una tunica bianca con dei dettagli dorati che arrivava fino ai piedi.
Sotto si notavano pantaloni neri, mentre ai piedi sandali neri intrecciati con alcune foglie.

Al posto delle corna della Tempesta, Narciso il Sole di Caos, presentava delle ali tra i capelli che si muovevano, sopratutto se sbuffava.

Portò una mano in avanti e, in essa si generò un arco dorato ma che emanava una strana e losca energia.

- Patetico -  sospirò Narciso, quasi fosse deluso.
 
Per poi scoccare una freccia al interno di uno dei buchi neri.
Improvvisamente, le frecce si moltiplicarono e Enma, fu trafitto in vari punti del corpo.

Sputò sangue shockato, dalla rapidità con la quale, era avvenuto il tutto.
Senza più la forza di stare in piedi, scivolò sulle ginocchia, guardando il bellissimo e crudele "angelo" davanti a lui.
- Sei debole e anche piuttosto sgraziato, piccolo anatroccolo -. 
Ghignò il ragazzo, mentre estraendo una delle frecce, si godeva l'ennesimo grido di dolore di Enma.

Dopo poco, al seguito del veleno impresso sulla punta delle frecce, il ragazzo perse i sensi e venne trasportato via.
***

" Sei sveglio?, apri gli occhi...Ti prego".

Una voce lontana, il suono del mare in lontananza e un forte profumo di sangue e umidità. 
Furono queste cose a svegliarlo dal' torpore in cui, a causa delle frecce avvelenate, era caduto.

Quando aprì gli occhi rossi, si ritrovò davanti il volto di una ragazza poco più piccola di lui.

I grandi e in quel' momento, preoccupati occhi verdi, risaltavano sulla carnagione chiara. Il voltò dai lineamenti fini era sporco e impolverato, incorniciato dai dei lunghi capelli neri, scompigliati e che profumavano di sangue.
Enma tentò di ricordare, ma la cosa lo fece stare peggio. 
Con l'aiuto della ragazza si mise seduto, appoggiando la schiena al muro.

Lei si sedette al suo fianco, e scrutò nei suoi occhi rossi, ancora un po preoccupata.
- Mi chiamo Enma...Enma Kozato -. 
Sussurrò il giovane, tossendo un po di sangue, indebolito dal' veleno ancora presente nel suo organismo.
La corvina, portò una mano contro il petto, mentre posava l'altra su una delle ferite, illuminandosi completamente di un bel' verde acqua, generando una piccola fiamma.

- Io sono Kurami dell' villaggio di Higa, non preoccuparti ho estirpato il veleno - 
Spiegò la ragazza, mentre strappava un pezzo della giacca di Enma e con esso, lo bendava lentamente.
- D-dove siamo? - domandò lui.

Kurami alzò la testa guardando in un punto del vuoto, dopo di che sospirò, guardando di nuovo il ragazzo.
- Siamo nel' abisso - sussurrò.



Note autrice

Ciaos gente!
Eccoci nel' terzo arco narrativo dedicato alla famiglia Domino.
Si comincia con il botto!
Prima un infarinatura generale sui fatti e sui personaggi della Domino family, poi...

Ecco che Kozato Simon, se la vede male, molto male.

Pandora è implacabile e, dopo aver fatto piazza pulita dei poveri guardiani ha rapito Enma.
Il nostro boss, ha incontrato la chiave di Higa e la piccola Kurami, dopo avergli curato come può le ferite. 
Gli ha detto queste parole:
"Siamo nel' abisso"

Cosa sarà mai questo Abisso? 
Cosa si diranno Luka e i suoi guardiani? ma sopratutto anche le altre famiglie sono in pericolo?
E perchè, Pandora sta attaccando le famiglie della mafia?

Per sapere questo e altro, vi invito a leggere i prossimi capitoli.

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Capitolo 2
*** Verso il caos parte seconda: il bagliore nelle tenebre ***


Capitolo 1
Verso il caos parte seconda: il bagliore nelle tenebre 

Una figura esile coperta da una mantella nera, si aggirava per le vie della città.

Tokyo era una grande e caotica città, la figura poteva muoversi indisturbata. Grazie al favore della notte e, la mantella che la ricopriva celando il suo aspetto.

Raggiunse senza problemi un tempio, era situato in periferia nel bel'mezzo delle colline.
Entrò, mentre lentamente, si avvicinava ad un altra figura.

Le guance, solitamente pallide si accesero d'imbarazzo, ammirando la figura del ragazzo dormiente.

I capelli, in quel'momento sciolti, erano bianchi e candidi come la neve.
Quante volte, aveva avuto l'occasione di passarci le dita, in carezze gentili.

Gli occhi del giovane, erano socchiusi, ma di colpo li aprì rivelando iridi bicromatiche.
Il destro era rosso sangue, lo stesso che sporcava le bende, ormai da cambiare. 
Presentava un motivo particolare, al interno della pupilla.
Il sinistro invece, era viola intenso.

Il giovane indossava appena i pantaloni neri, era scalzo e a petto nudo. Dove ci sarebbe stato il suo braccio destro, ve ne era uno cibernetico.
" Il prezzo del tradimento" 
 
Aveva sussurrato il ragazzo, quando la mora shockata, era quasi scoppiata in lacrime.


Yori si tolse la mantella, rivelando il corpo dalla carnagione chiara, il volto angelico, impreziosito dagli occhi arancioni. 
Si slegò la treccia, lasciando scivolare i capelli sulle spalle.
Erano d'ebano, tranne, che per una ciocca a lato della parte destra del volto, essa era bianca.

La giovane indossava ancora il suo cambio forma. Lo annullò, rivelando una semplice maglia a mezze maniche ovviamente nera e, un paio di pantaloncini del medesimo colore.
Si strinse nelle spalle, quando Renji le lanciò una sua maglietta.

- Hai freddo, allora metti quella -  disse sbrigativo, ma con un sorriso che sembrava un ghigno divertito. 
Per poi contemplare di nuovo un punto nel vuoto, sbadigliando appena.

La ragazza indossò la maglia viola, per poi accoccolarsi al petto del guardiano.
Yori si sentiva al sicuro tra le braccia di Renji.

Nonostante, l'inquietudine provata in passato, ora era decisamente più tranquilla.
Renji le passò un braccio intorno alla vita, teneva gli occhi fissi su di lei, come se, non volesse dimenticare ogni dettaglio del suo viso come se temesse ancora di perderla.

- Chissà cosa stanno facendo gli altri - la sentì sussurrare.
 
Le carezzò il viso per poi, congiungere le loro labbra in un bacio, cercando di rassicurarla.

- Li rivedremo presto e, sono sicuro che stanno bene - le disse tranquillo.

In effetti, non dubitava della forza dei suoi compagni, o della forza del loro legame. 
Si alzò da letto per poi cercare il suo impermeabile e il capello, questo era stato "preso in ostaggio" dalla mora, che lo teneva in mano.

Renji lo prese dalle sue mani, per poi metterlo e guardarla.
- Andiamo, dobbiamo raggiungere la residenza di Decimo Vongola - 
Disse, prima di porgere la giacca a Yori.

La ragazza, fece segno di girarsi, al giovane che ghignando obbedì con un sorrisetto divertito.
Lei, gonfiò le guance ormai rosse per l'imbarazzo.
 
Le altre cose potevano cambiare, ma non il carattere dolce e a tratti innocente di Yori. 

Si sfilò la maglia, cercandone un altra, dando le spalle a Renji.
In quel' momento, il ragazzo, sgranò gli occhi e di colpo.

La abbracciò da dietro, stringendole la vita con entrambe le braccia lasciando scivolare la testa, nel incavo del suo collo.
Uno spento e gelido sorriso quasi forzato, si presentò sul suo volto, quando vide la cicatrice obliqua sulla schiena di Yori.

Lei sussultò appena a quella stretta, ma si lasciò andare al fresco del corpo di Renji. 
La schiena del ragazza, premeva appena sul petto del giovane e, i capelli di lui le facevano il solletico.

Eppure, si sentiva meglio, stretta tra le sue braccia, solo quando notò il braccio cibernetico, il suo volto si contrasse in un espressione triste.

- Il tuo braccio...Ti fa ancora tanto male? - 
Sussurrò Yori, mentre si voltava portando una mano sul braccio di Renji.

Il bianco sgranò gli occhi, poi le fece alzare il volto e le carezzò la guancia con una dolcezza innaturale, per uno schivo come lui.
- Non molto e poi...Non ci pensare -
disse un attimo prima, di toglierle un languido bacio, passionale e deciso, tanto da farla diventare rossa come un peperone.

La ragazzina tentò di balbettare qualcosa, ma Renji le spostò la ciocca bianca, arrotolandola dietro il suo orecchio. 
Poi si diresse verso la porta e guardandola, le sorrise appena.
- Andiamo, villa Vongola è da queste parti - disse.

***


Arrivati al palazzo che ospitava la nuova sede Giapponese dei Vongola, subito capirono che anche negli occhi di una famiglia così potente, aleggiava tensione.

Sawada Tsunayoshi, era seduto accanto ad un ragazzino di qualche anno al massimo.
Il bambino, indossava un completo nero con un cappello dello stesso colore e, un camaleonte sulla spalla. 
Gli occhi, erano grandi e neri mentre i capelli, dei quali si distinguevano solo le basette arrotolate ad aspirale, erano neri.

- ImbranaTsuna, offri qualcosa ai nostri ospiti -. 
Disse, o meglio ordinò colpendo il castano con un bastone, mentre sorrideva calmo e quasi ai due guardiani Domino.

Tsuna un po dolorante prese la tazza del tè, per poi soffocare un gemito di dolore. Quando il bastone di Reborn, che altri non era che il suo camaleonte muta-forma, lo colpì in pieno alle parti basse facendolo piegare dal dolore.

Yori aiutò il Vongola ad alzarsi, per poi guardare Reborn.
questo molto semplicemente, si era limitato a prendere un altro pi di caffè, per poi guardare verso i due.
- La Simon è caduta, i loro guardiani sono stati portati alla base medica di Vongola - 
disse Reborn, con un leggero accento Siculo alla fine.

Renji strinse i pugni mentre cominciava a digrignare i denti e Yori, gli appoggiava una mano sul braccio nel vano tentativo di calmarlo.
- Chi ne è l'artefice! - domandò Renji quasi furioso.

Tsuna deglutì a fatica, leggermente spaventato dalla reazione del bianco. 
Dopo di che, porse alcuni documenti a Yori che sgranò gli occhi, alla vista delle foto.

Ritraevano le condizioni dei guardiani di Simon.
Renji le prese velocemente, sottraendole allo sguardo di Yori e, cominciò a sfogliarle alla ricerca di qualcosa.
- Manca Enma Kozato - fece notare.

Tsuna annuì stringendo i pugni. Inizialmente, lui e Enma si erano trovati in disaccordo, ma ora erano grandi amici.
Fu Reborn sorseggiando un altro po di caffè, ad interrompere sul tempo il Vongola, anticipando quello che voleva dire.

- Enma Kozato non è nelle foto ed è attualmente disperso, buona cosa - disse il piccolo.
- Buona cosa?! ma Reborn...! -.

Un altro colpo, stavolta diretto alla schiena e l'ennesimo gemito, soffocato di Tsuna.
- Significa che è vivo, ImbranaTsuna -.

Tsuna non disse nulla, si limitò ad allontanarsi lanciando strane occhiate agli ospiti.

-Sospettiamo che ci sia lo zampino di Pandora in questo disastro...E riteniamo che stia dando la caccia a qualcosa.- 
Affermò Reborn, mentre fissava Renji e la ragazza che era al suo fianco. Come se stesse cercando di capire cosa quei due ragazzi avessero in mente.

-Cosa pensi che cerchino? -
-Non lo sappiamo, un arma probabilmente. Qualcosa di potente in grado di distruggerci. Temo che i prossimi possano essere i Domino, o forse noi. -

A quelle parole Renji sgranò gli occhi. 
I Domino, i loro amici erano in pericolo e, sebbene fossero forti il ragazzo temeva che non lo fossero a sufficienza. 
A quanto aveva visto dalle foto, le ferite dei Simon erano gravi. Quindi anche i guardiani di Pandora erano diventati molto più forti.

Renji strinse i pugni con fare furioso, non potevano certo aspettare di vedere Luka e gli altri conciati in quel modo.
-Non possiamo avvertirli? -
-L'ho già fatto io tranquilli. I vostri compagni sanno tutto.  - Reborn sospirò con preoccupazione.

A quanto aveva scoperto, Pandora sembrava essere diventata ancora più folle di quando si era risvegliata. Era una dea e si credeva imbattibile, per lei i suoi guardiani non erano altro che pedine da usare e gettare via.

Reborn era arrivato alla conclusione che per sconfiggere i suoi guardiani, dovevano colpire lei 
ma era praticamente impossibile perché era protetta da Piros, il figlio di Achille.

Il famoso eroe dell'antica Grecia, famoso per avere l'unico punto debole nel tallone.
e da altri cinque spietati guardiani con il potere Caotico.

-Pandora non è imbattibile. Ci deve essere senz'altro un modo per sconfiggerla. - disse il bianco freddo.
-Ha ragione Renji- affermò Yori.

Reborn parve sollevato, ma non disse nulla era ancora molto preoccupato.

In quel momento si sentì una specie di esplosione.
-Cosa succede?!- domandò allarmato Tsuna.
-Non lo so.- ruggì Renji mentre correva verso l'ingresso insieme a Yori.


-Ma bene i Domino-  rise una voce che avevano imparato a riconoscere. 
Davanti al portone di ingresso vi erano Damocle ed Ettore.

L'ex signore di Praga fissava i suoi avversari con sufficienza, mentre il suo compare sembrava studiarli.
-Cosa volete?- domandò Renji.
-Vogliamo combattevi no? - disse Ettore ghignando
-Ettore taci!- ruggì Damocle
-Ce ne sono soltanto due, dove sono gli altri?- domandò poi con fare sospettoso.
-Non m'importa cosa pensi è ora di lottare- 

Come spesso capitava quando vi era una battaglia, Ettore era scattato in avanti con tutte le intenzioni di fare a fette i suoi avversari.

-Attenta!- Renji spinse via Yori parando il colpo con le mani.

Incrociò la Nodachi con la spada di Ettore e, i due contendenti si scambiarono colpi velocissimi e violenti.
Renji riuscì ad evitare la spada di Ettore, poi con rapidità gli diede un pugno nello stomaco con il braccio meccanico e, lo spedì contro una parete che si sgretolò come burro.

Ma Ettore non era di certo facile da battere. 
In un attimo attivò la sua forma caotica.

I capelli divennero bianchi e scintillanti, gli occhi completamente neri ma con la pupilla viola.
Il corpo era stato ricoperto da una seconda pelle fatta di oro, tranne due ali che emergevano da dietro la schiena. 
Inoltre il corpo presentava delle linee simili a crepe di colore viola.
 
Le ali, che spiegò prima di dirigersi verso Renji, erano fatte di ossa.

La nuvola di Domino, schivò il colpo afferrando una delle ali, per poi dare una forte testata ad Ettore e, solo dopo indietreggiare con un balzo.

- Exchange divine form: darkness of Hades! -
I capelli solitamente bianchi come la neve, si stavano via via scurendo diventando completamente neri. 
Gli occhi bicromatici, erano diventati entrambi viola e in entrambe le pupille era presente un particolare simbolo.
Il corpo del guardiano, era stato ricoperto da una sorta di armatura organica di colore bianco, con le scanalature simili a quelle di uno scheletro.
Anche le guance erano state ricoperte da quella armatura, che era diventata una sorta di maschera anche su gli occhi e, la parte superiore del naso.

La Nodachi, presentava una lama viola con un filo sulla lama, di colore nero e, scanalature bianche sul manico.
Era avvolta dalla fiamma della nuvola e più pericolosa che mai.

Ettore era scattato verso Renji e, con una dozzina di scintille, le loro spade si erano incontrate.

Subito il guerriero, aveva tentato di trafiggere Renji, ma si era trovato in difficoltà rendendosi conto, che la pelle organica, era inscalfibile.

Non importava quanti colpi infliggesse Ettore, Renji non aveva un graffio.

Il bianco ghignò afferrando la testa del guerriero dalla mano di Renji, improvvisamente scaturì una potentissima fiamma nera che avvolse Ettore.

Il guardiano di Caos saltò indietro, aveva segni di bruciature su tutto il corpo, ma la pelle dorata avvolse le ferite, rigenerando in un attimo il corpo del guardiano oscuro.

Il Domino, sbuffò vedendo questa rigenerazione, mentre la nuvola di Caos faceva comparire un altra spada.
- Stile della lama caotica: taglio della Nuvola! -

Ettore si muoveva velocissimo tagliando con fendenti di tenebre, qualsiasi cosa incontrasse sulla sua strada. 
Nulla, sfuggiva alla potenza dell' uomo.

Renji tentava di schivare, muovendosi e parando i colpi con la spada, rispendendone gran parte al mittente ma ferendosi al occhio destro e la spalla.
Per fortuna, la pelle del suo cambio forma divino, gli permetteva di rigenerarsi anche se più lentamente di Ettore.

Mentre schivava i fendenti del signore di Praga, Renji si ritrovò ad essere spedito lontano, sbattendo malamente la schiena contro una parete. 
Sentiva che stava consumando troppe energie e, fu allora che gli tornò in mente, il periodo di allenamento con Ade.

***
Correre, correre e mai fermarsi.
 
Il caldo dell' inferno era terribile e, gli appiccicava i capelli al collo. 
La protesi al braccio, doleva. Come dolevano, le ferite ormai sanguinanti.

Con il fiato mozzato in gola e il cuore che batteva al' impazzata, il bianco si spostò velocemente, parando i colpi di fiamma viola, con l'ausilio della sua spada.
 
Gli occhi bicolore erano attenti ma anche sfiancati, da quel duro allenamento, che ormai di prolungava da ore interminabili.

Degli strani bracciali facevano mostra sia attorno ai polsi, sia alle caviglie della Nuvola, mentre questo correva ancora verso il prossimo bersaglio.
Distrusse in un attimo il manichino, ma venne colpito alle spalle e, sbalzato di qualche metro.

- Ti ho già spiegato...Che i bracciali servono ad incanalare la fiamma - esordì una voce cupa e fredda.

Renji fece perno con le mani e, si alzò da terra anche se forse avrebbe preferito restarci. 
Incontrò lo sguardo apatico e gelido di Ade, mentre riprendeva la spada con una mano.

- Lo so è la quarta volta che lo dici! - ringhiò la Nuvola.
- E tu...è la quarta volta che fallisci -. 

Rispose con calma Ade, come se la rabbia e l'istinto omicida di Renji, non fossero nulla di cui preoccuparsi. Si spense una fiamma viola sulla spalla e, con la sua solita faccia e il suo solito sangue freddo, si avvicinò al bianco.

Renji sembrava frustato, sbuffò e strinse il pugno del braccio cibernetico, mentre pensava solo a cosa stesse sbagliando.
Il dio dell'oltretomba invece, si era seduto a gambe incrociate e lo guardava freddamente.

- Devi concentrare poca energia alla volta. Devi dargli una forma astratta per poi proiettare quel' immagine mentale, al esterno. - disse Ade.

Renji ringhiò, beccandosi un colpo diretto alla testa
Si voltò furioso come un animale in gabbia.

- Che cazzo! fallo ancora e, non mi importa se sei un dio, ti ammazzo - disse ringhiando.

Ade non sembrò minimamente toccato dalle parole del ragazzo, tanto che facendo comparire un libro, si mise a leggerlo.

Renji non ne poteva più di quello stupido dio che in realtà, sembrava un buono a nulla.
Sbuffò e si sedette a riprendere fiato, ma il continuo pensare a cosa stesse sbagliando, lo stava di nuovo facendo arrabbiare.
Ade aprì un solo occhio, mentre cambiava la pagina del libro e, si rivolse a Renji.

- Lo vuoi un consiglio? devi imparare a rilassarti, un animo e un cuore confuso, porta ad una sonora sconfitta e, una inevitabile morte  -

 
***
 

Renji tossì sangue, mentre portava una mano lungo il fianco, lacerato dalla spada di Ettore. 
Strinse appena i denti e con un colpo di reni, tento di tirarsi in piedi.

- Un animo e un cuore confuso, portano ad una sonora sconfitta e, una inevitabile morte - 
Ripeté il ragazzo, portando la mano alla spada e guardandosi intorno.
 
Calmò appena il respiro e, aguzzò tutti i sensi così da intercettare Ettore.
Il primo colpo di spada, fu intercettato facilmente e, Renji riuscì a muoversi in modo da non venir colpito. 
Ma il secondo lo colpì alla spalla.
Uno spruzzo di sangue, schizzò dalla ferita mentre il bianco strizzava gli occhi e ringhiava per il dolore.

Ettore era davanti a lui e lo guardava con un ghigno provocatorio.
- Siamo debolucci. Ti credevo più resistente, Domino. - ghignò crudele, il signore di Praga.

Si avventò sul ragazzo e cominciò a menare la spada contro quella di Renji. 
Scontrandosi, le due armi emettevano scintille e qualche fiammella di colore viola.

Renji parava ogni colpo, la frenesia non lo coglieva impreparato, quella battaglia stava per terminare e, sarebbe terminata con la sua vittoria.

Chiuse la mano a pugno e, con un colpo diretto allo stomaco, spazzò via Ettore spedendolo contro una parete. 

Renji riaprì la mano cibernetica e fece un piccolo sorriso. 
Finalmente riusciva a muoverla come voleva e, la cosa era ancora più gradita, visto che stava combattendo.
Ettore era intontito, parte della sua corazza dorata, era scomparsa frantumandosi. 

Era il momento di approfittarne, pensò subito la Nuvola di Domino.

Renji si spinse contro Ettore e con un colpo deciso, gli mozzò la mano.
L'uomo gridò di dolore, mentre l'arto ricresceva e fu allora, che la Nuvola ne approfittò.
Bloccò l'uomo, con una mano al collo e attivò al massimo la sua fiamma della Nuvola e della gravità, bloccando così i movimenti di Ettore.

Aveva imparato a concentrarla e, riuscì a generare una sorta di satellite viola che di colpo, si divise in centinaia di altre sfere.

Ettore tentò di liberarsi, ma la prese di Renji sul suo collo, era troppo salda.
Il ragazzo guidò i satelliti e circondò Ettore, mentre la sua armatura da bianca, diventava completamente nera.
- Assetto da battaglia! Cloud Nemesis! - gridò il guardiano di Domino.

Al suo comando, i satelliti assunsero una nuova forma, diventando dieci sue coppie che si abbatterono contro Ettore, senza lasciargli alcuna possibilità di combattere.

Ma non era finita.

Distaccandosi con un balzo indietro, il ragazzo portò in avanti il braccio cibernetico, sul palmo, che si era aperto si generò un enorme fucile.

- Cloud rifle: storm of bullets! - gridò il ragazzo.

Un solo potentissimo colpo, investito della fiamma della nuvola e del fattore demoniaco, venne scaturito e colpì in pieno Ettore.

Quando la colonna di fuoco e la nuvola di fumo scomparvero, rivelarono un Ettore in ginocchio.
L'uomo portò in avanti al testa e cominciò, a vomitare letteralmente sangue nero.

Mentre le sue sembianze demoniache, prodotte dal potere del cambio forma caotico, scomparvero.
Renji, che ansimava per la fatica e le ferite, lo raggiunse e, lo guardò.

- Adesso parla. Qual'è il vostro vero obbiettivo? -.

Domandò, mentre premeva una mano sul fianco sanguinante e, il cambio forma divino si sfaldava facendolo tornare vestito come sempre.

- Se ti aspetti...Che ti dica qualcosa. Sei fuori strada! - ringhiò l'uomo di Caos, scoppiando a ridere e, tossendo altro denso sangue nero.

Renji gli afferrò il collo e attivò di nuovo la fiamma viola, avvolgendolo.
- Allora, precipita nelle profondità dell' inferno -.

Decretò infine stringendo il pugno, mentre l'aura da viola, diventava nera e in un attimo, di Ettore restava solo polvere.
Renji aprì la mano, e si voltò verso un punto preciso dove un altra battaglia, stava per cominciare.


ANGOLO AUTRICE
Yeilà! eccoci con la fine di questo capitolo. Spero che vi sia piaciuto e ora piccole note.

Renji Momogattari, appartiene al fantastico TeemoOmegasquad.
Il cambio forma divino e le nuove tecniche, invece appartengono a me.

Ed eccoci, al primo duello con i guardiani di Caos ma andiamo per ordine.
Ritorno di due volti noti, ovvero la Nuvola e la Nebbia di Domino. 
Oltre che di Tsuna e Reborn.
Così i due Domino, vengono a conoscenza della carneficina contro i Simon per poi subire l'attacco di Ettore e Democle.
Ed ecco che vediamo uno stralcio dell' allenamento tra Ade e Renji e la battaglia termina con la vittoria di quest'ultimo.
E ora, un nuovo scontro sta per cominciare.
Nel prossimo capitolo, vedremo lo scontro tra Yori e Democle.

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Capitolo 3
*** La maestra degli inganni: la farfalla infernale rinasce! ***


Capitolo 2
La maestra degli inganni: la farfalla infernale rinasce!

Yori, era stata salvata da Renji, ancora occupato contro Ettore

Ora correva a destra e manca, evitando le lame illusorie di Democle, muovendosi agilmente e, senza perdere la concentrazione.

Saltò sul muro con i piedi e, facendo una capovolta si esibì in una sforbiciata in aria, schivando una delle lame. L'altra però la colpì in pieno, lacerandole la spalla e, spendendola a qualche metro di distanza, facendole battere la schiena contro il muro.

Yori portò una mano dietro la schiena, sollevandosi da terra, anche se dovette trattenere un gemito di dolore, mentre alzandosi si vedeva comparire davanti, Democle.

Era un uomo abbastanza alto, con un corpo muscoloso dalla carnagione olivastra
Il viso dai lineamenti non troppo pronunciati, era incorniciato da dei capelli castani, naso importante, occhi neri, e una folta barba.

Indossava un gilet di pelle marrone, con sotto una maglia leggera bianca
pantaloni marrone chiaro, stivali bianchi. Portava inoltre, un orecchino, con smeraldo al orecchio destro

- Dunque piccola Nebbia, sei al capolinea - disse, quasi ridendo, mentre la osservava divertito.

Yori era di nuovo in piedi, cercava di capire da che parte provenissero le lame, così da schivarle

Un altro colpo la prese sulla schiena, facendole sgranare gli occhi, mentre cadeva su un ginocchio, ansimando per il dolore.

- Signorina, non mi piace usare la violenza, io sono...Un diplomatico - disse lui

In un attimo, si era avvicinato a lei, la ragazza stringeva con una mano la spada, puntandola a Democle, pronta a reagire a qualsiasi suo attacco. 
L'uomo però, si era limitato ad osservarla in modo quasi maniacale.

Yori ne aveva approfittato, si era rialzata balzando indietro e, aveva sferzato alcuni fendenti, generando, delle farfalle di fiamma viola.

- Inutile, un futile tentativo signorina- la schernì l'uomo, mentre i suoi occhi neri, diventavano viola.

- Shatters illusion! - declamò, mentre portava le mani dietro la schiena.

In un attimo, un onda viola avvolse l'aria circostante, annullando completamente le illusioni di Yori
La ragazza sgranò gli occhi, mentre le sue farfalle scomparivano, esplodendo in piccole fiamme color indaco.

Yori strinse i denti e si rialzò, ignorando le risatine di scherno, da parte di Democle.

Certo ora, era in un bel guaio.
Come poteva combattere un illusionista, senza le sue illusioni?

No. 

Non poteva arrendersi.
Raccolse tutta la forza e, il coraggio che aveva e, andò in cambio forma.

Ma sgranò gli occhi, notando che il suo cambio forma non presentava, il solito artiglio.
Doveva essere una causa, della battaglia contro i demoni di Arane

Al ricordo di quei giorni passati sotto la prigionia della donna, Yori cominciò a tremare stringendosi nelle spalle.
***
 
Buio...Tenebre e freddo
Dove sono?
Fa male...Fa male....Troppo....

Sono...Sola?
Renji...Vieni a prendermi, da sola...Da sola ho paura.

Yori era rannicchiata con le ginocchia al petto, le stringeva con le mani, in quella cella buia e oscura.
Aspettava che gli " sgherri" di Arane, la tirassero fuori conducendola dalla ragazza.

Era terrorizzata, odiava stare sola e, odiava stare sola...Al buio.

Le mancavano le risate di Leon, il suo amato fratello. 
come stava?
Le mancava la gentilezza di Ruby e andare insieme lei a fare shopping.
stava piangendo?
Le mancava la forza di Drachen e la compostezza di Kei
erano tristi?
Le mancava il sorriso rassicurante del suo boss, che riusciva a calmarla
Luka, era triste, soffriva?


Ma più di tutti...Le mancava la sua Nuvola

I suoi soffici capelli bianchi, i suoi bellissimi occhi etero-cromatici, il freddo ma forte sorriso, che le mostrava di tanto in tanto.
Le mancava la sua stretta, le sue carezze e i suoi baci.

Renji...Il suo spadaccino, il suo guerriero il suo...Demone

Lui era l'uomo del suo destino, anche ora che aveva scoperto la sua natura, lei non poteva non amarlo.

Quella lontananza, che le spezzava il cuore. 
Era pari alla mancanza di ossigeno nei polmoni o, alla mancanza di sangue, nelle vene.

Lei si sentiva persa senza di lui, senza la sua forza e la sua incrollabile volontà, che lo aveva portato a diventare, il più forte dei Domino.


Aveva alzato la testa, molto lentamente perchè risentiva delle frustate di Leo e, delle ferite del combattimento.

Aveva perso il conto delle volte, in cui aveva provato a scappare 
Sopratutto, aveva perso il conto, delle frustate che ogni volta si era guadagnata, per via di quelle fughe

Non le importava

Lei era già morta una volta, era stata riportata indietro da una divinità, ma la verità, era che lei...


Era già morta.


Le era stata mostrata la verità e, anche se lentamente al inizio, faticando ad accettarlo, la ragazza aveva compreso ogni cosa.

Durante la battaglia contro, il sicario mandato da Sebastian di Abisso. Quando lei e Renji erano molto più giovani e, avevano scoperto la morte del loro maestro.

Lei era stata colpita da una quantità spropositata di fiamma della Morte.
E...in quel momento era morta.

Ma il forte desiderio di vivere, misto al potere della sua fiamma, avevano attirato lo spirito della dea Pandora.

Questa si era legata al corpo di Yori, donandole una seconda possibilità e, allo stesso tempo una maledizione.

 
"Finché la farfalla infernale resterà in vita, continueranno ad accadere sciagure.
Solo rivivendo una seconda volta, potrà spezzare la maledizione"

Questo le aveva detto Zeus, quando l'aveva richiamata come anima sul monte Olimpo
Quando le aveva detto che la sua seconda morte, era inevitabile.

Lei, lo aveva accettato, anche se quel' inevitabile, era decisamente di troppo. 
Ma lo aveva accettato, doveva farlo...Per il bene di chi amava.


Così era apparsa nei sogni dei Domino, aveva deciso di raccontare la verità solo a Luka, ma alla fine aveva finito per dirlo a tutti.

Anche se in modi diversi e omettendo sempre qualcosa. 
L'unico che non era riuscita a contattare, era stato proprio Renji.

Cupido le aveva spiegato, che quando un amore è talmente forte da chiuderti il cuore, nemmeno il potere di una dea, poteva riaprirlo.

Questa cosa, l'aveva fatta arrossire.

In primis, perchè era detta dal dio del amore, anche se con i capelli rosso fuoco, la toga bianca come le ali e, gli occhi rosa...Aveva proprio poco del sex God.

Cupido si era giustificato con una logica spiegazione.

Se avesse usato il suo aspetto, chiunque lo avrebbe visto come l'oggetto del suo amore.
Quindi se lei lo avesse guardato nella sua vera forma...

Probabilmente sarebbe scoppiata a ridere.
Non sarebbe stato per niente virile, un Renji in toga e, ali piumate da angelo.


Alla fine della riunione, le era stato presentato un giovane.

Aveva lunghi capelli neri tirati indietro a mostrare, un viso dai tratti effimeri quasi delicati, dalla carnagione olivastra. Grandi occhi tra il blu oceano e il verde acqua, incontrarono quelli arancioni di Yori.

Il giovane, che sembrava non dimostrare più di venticinque anni, indossava una tunica blu scuro, lunga fino ai piedi 
Teneva in una mano, uno scettro di alabastro con una gemma rossa sangue.

- Sarò il tuo maestro - 
Aveva detto, con un ghigno, il giovane misterioso, mentre si rigirava il bastone tra le mani, come fosse un giocattolo.

- Io...Ti ho già visto! - 
Aveva sgranato sorpresa gli occhi, la giovane stupefatta.

Capendo che quella strana sensazione che provava e, il fatto, che il giovane le fosse famigliare, non erano solo supposizioni.

E così, la ragazza, conobbe quello che sarebbe diventato il suo mentore, il dio Norreno Loki.
scoprì dallo stesso, che ella era sempre stata tenuta d'occhio dalle divinità.

In quanto, dentro di lei, si nascondeva la dea delle calamità.

Così i due, cominciarono l'addestramento
dopo qualche mese, la ragazza venne rimandata dai Domino.

Non poteva immaginare, di essere rapita da Arane, ne di venir sconfitta dopo tutto quell'allenamento.


Improvvisamente, aveva sentito la porta della cella aprirsi
Un uomo, quello che aveva sconfitto lei e probabilmente ferito Renji, l'aveva strattonata per un lungo corridoio, gettandola hai piedi di una ragazza.

Arane, era una bellissima quanto diabolica ragazza, aveva una lunga chioma castana e, occhi di un vivace arancione.

Era rimasta gelata da quello sguardo, anche quella donna aveva un odore nauseante, come i suoi mostri.

Renji profumava di tenebre era vero.
Ma non era un mostro, non aveva l'odore di sangue oscuro, non era corrotto.

Quando la mano sinistra di Arane, cominciò a ricoprirsi di corruzione, deformandosi e allontanandosi dal concetto di umano, solo allora Yori cominciò ad agitarsi, cercando di creare illusioni che però, per via della sua debolezza, non riuscivano affatto.

Era terrorizzata di quello che aveva appena visto.

Paura....Terrore puro, che la avvolgeva come un velo, quasi la soffocava, come le spire di un famelico serpente

 
"Sono una dea" 

Disse con tono basso e funereo Arane, parole così, Yori le aveva già sentite dire da qualcuno

Da Pandora.

-R-Renji verrà a salvarmi!- gridò terrorizzata

Arane, le poggiò la mano sul suo viso, iniettandole in corpo le fiamme corrotte
Quel fuoco si insinuò in ogni angolo del suo esile corpo, corrompendone ogni centimetro

Era un dolore terribile, si sentiva soffocare e al tempo stesso, risucchiare le energie.
Era come un fuoco oscuro che la bruciava fino al cuore.

Come se quel serpente, rappresentato dal potere id Arane, le si stesse avviluppando per tutto il corpo, facendola gridare di dolore. Vomitando il sangue che stava diventando nero pece, mentre si sentiva strana...Terribilmente stanca e debole.

I suoi occhi, una volta dolci e pieni di luce e speranza, cominciarono a riempirsi di quel fuoco liquido, come se fosse una bottiglia che veniva riempita d'acqua.

 
" Benvenuta nella mia famiglia, Yori demone della nebbia oscura" 

Sentire la risata di Arane, fredda e crudele, tagliente come la lama di una spada, la faceva sentire ancora più disperata.

Riuscì semplicemente a sussurrare il nome del guardiano della Nuvola di Domino.
Mentre nella sua mente, stava sprofondando in un mare nero e scuro

Senza respiro, con l'acqua anch'essa nera penetrarle nei polmoni.


Poi...Ricordava quel ragazzo che assieme a Renji, l'aveva salvata.

Era un giovane, forse di pochi anni più grande di lei. 
Aveva metà del volto, sfregiato e bruciato, anche se non sembravano bruciature normali.
Il ragazzino, aveva perso il braccio destro come dedusse Yori 

Ma non era il solo.

La corvina, aveva sgranato gli occhi che in pochi minuti, si erano riempiti di lacrime gelide e tristi

Renji, avanzando verso di lei, la guardava con il fiatone. 
Gli mancava un braccio, che aveva sostituito con qualcosa di simile, ad una protesi rinforzata in acciaio probabilmente.

Il ragazzo piantata a terra la spada, le aveva afferrato il polso, notando che piangeva l'aveva stretta con forza a se.

Ricordava le dita della mano di lui, che le carezzavano i capelli e le sue labbra, appena più calde di quelle di lei, che le baciavano via ogni lacrima.

Non parlava, ma era il linguaggio del suo corpo, a parlare per lui.
I suoi occhi la guardavano, come se tentasse di rassicurarla

 
" Va tutto bene. è finita Yori, sei al sicuro con me "

Le aveva sussurrato, con una dolcezza inaspettata e desiderata, dopo gli orrori passati nelle mani di Arane.

Baciandole piano le labbra, le aveva asciugato le ultime lacrime, prima di prenderla in braccio, sollevandola e tenendola stretta a se.

Renji si era poi avvicinato al ragazzo, che Yori aveva capito, chiamarsi Katsu

Avevano parlato per qualche minuto, poi il giovane stringendo la mano a Renji, era andato via.
Il resto dei mesi, li avevano trascorsi a scappare e nascondersi, aspettando di uscire allo scoperto

 
***

Yori tornò con la mente, sul campo di battaglia. Imponendosi, di smettere di tremare e, di pensare alla sconfitta del suo nemico.

Scattò veloce, schivando una delle lame e decise che anche senza illusioni, avrebbe vinto.

Lo doveva, a tutti coloro che amava e credevano in lei.

Chiuse gli occhi, sentiva il vento scompigliarle i capelli, mentre schivava agilmente, eseguendo capovolte e piroette.

Si voltò di colpo e, il vento le mosse la chioma nera, che sembrava danzare.

- è finita! senza le tue illusioni, non hai speranze! - ghignò Democle

- Finita...? - domandò Yori

Aveva alzato la testa e ora, guardava il nemico senza più alcun tipo di paura, ma anzi con un ritrovato coraggio.
Portò una mano in avanti, passandola poi tra i capelli e la ciocca, solitamente bianca divenne color indaco.

- Questa... è la tua di fine! -
Decretò, mentre, una potente aura la rivestiva, trasformandosi in nebbia, color indaco.

- Exchange divine form: The illusion of Loki! -

Ora davanti all'uomo, non vi era più la solita Yori, ma una persona completamente differente

Indossava, una sorta di body di color viola scuro, con riflessi metallizzati con il collo alto, che lasciava scoperte le gambe
Stivali alti fino alla coscia neri, dietro la schiena appoggiato alle braccia cosparse da tatuaggi color indaco, simili a moai, una sorta di boa di piume rosso
Con uno schiocco di dita, la ragazza fece prendere fuoco alla parte finale, infiammandola e muovendola, come una coda di fiamme color indaco

Corna ramificate nere, svettavano tra i suoi lunghi capelli. Questi in fondo verso le punte erano diventati rossi.

La sua arma ora, erano due spade
Una Nodachi a destra e una katana a sinistra

La Nodachi però, sembrava quasi spettrale, ed era ricoperta dalla fiamma della Nebbia contrariamente all'altra.

Democle ringhiò furioso
A causa della sua nota pazienza, la ragazza aveva effettuato il suo cambio forma divino

Doveva muoversi a sconfiggerla, portò una mano al petto come se volesse strapparsi il cuore.

Un aura di pura potenza oscura, cominciò ad avvolgerlo, cambiando il suo aspetto.

Gli occhi, diventarono neri con la sclera completamente indaco mentre i capelli, diventavano selvaggi e si allungavano. 
Non aveva più la barba e, strisce di color indaco come crepe fosforescenti, passavano sul suo corpo.

Indossava, una corazza d'acciaio di color grigio con i bordi, indaco.
Sulla testa, un elmo con una lunga cresta nera.
Un lungo mantello verde, svolazzava dietro la sua schiena mentre, gambali d'acciaio e guanti di ferro, facevano bella mostra su mani e gambe, a destra l'uomo o meglio ex uomo, portava uno scudo rotondo.

L'uomo portò la mano libera in avanti, materializzando la sua lancia, decisamente furioso.

Scattò verso la ragazza, tentando di colpirla con la sua arma, ma Yori bloccò la lancia con la lama della katana, per poi sferrare un fendente con la Nodachi, allontanando Democle da se.

Con un salto indietro, la ragazza mise più distanza tra lei e il guardiano di Caos
Democle evocò alcune punte che travolsero in pieno Yori

Una nuvola di fumo, si levò dal campo di battaglia

Democle cercava la ragazza, ma Yori non era più di fronte a lui.

La ragazza comparve alle sue spalle e, colpì la lancia del nemico con un calcio, mentre con un fendente, cercava di colpirlo alla spalla.

La lama della spada, cozzò contro lo scudo per due volte, cercando di creparlo, mentre i calci di Yori, tentavano di rompere la lancia.

La guardiana, continuava a scomparire e riapparire, confondendo così Democle, costretto a difendersi dai fendenti e, dai calci.

Yori sferrò l'ennesimo colpo, ma Democle riuscì ad intercettarla, la ferì alla spalla e la scansò, gettandola a mezz'aria.

Lei, portò una mano alla spalla sanguinante, soffocando un gemito, mentre cadeva su un ginocchio.

Alzò la testa e scattò di nuovo, implacabile verso Democle.
scomparve di nuovo, sotto gli occhi del guardiano caotico, mentre riappariva, sopra di lui afferrandogli il collo con le gambe.

Tirò indietro il busto, facendo battere la testa del uomo contro il terreno.
Poi lo liberò indietreggiando, ma non si accorse di una trappola, che Democle aveva nascosto.

L'esplosione la colse in pieno, mentre dal terreno, uscivano delle catene
Ma la ragazza le allontanò, facendosi da scudo con la spada.

La mora strinse i denti, poi portò una mano, quella che stringeva la Nodachi, in avanti
Passò due dita sulla lama, che si illuminò di fiamma e scattò verso Democle.

I due, si scambiarono colpi sempre più violenti e, con un fendente di katana, la ragazza infranse la difesa e lo scudo di Democle.

Yori ghignò per poi alzare la testa, pronta a sferrare la mossa decisiva, in quella battaglia.

- Come ti sei permessa?! - ringhiò Democle

Ma Yori non lo stava ascoltando, aveva portato in avanti le mani, mentre le due spade si erano fuse in una sorta di Alabarda
Le punte hai lati, che altro non erano, se non le lame di katana e Nodachi, sembravano scintillare illuminate dalla fiamma della Nebbia

- Nella realtà un illusione continua, nelle illusioni, la più pura e semplice delle realtà

Sussurrò calmando il suo respiro, mentre la luce del sole sembrava creare un aura, quasi sacra dietro di lei.

Democle aveva ruggito come una bestia, evocando con le sue potenti illusioni, una sorta di enorme sfera nera e indaco, un condensato di anime oscure e dannate.

Ma Yori...Non lo stava guardando, non lo ascoltava forse, nemmeno riusciva a percepire la sua presenza.

Lei in quel momento, si stava concentrando su altri ricordi...
Ricordi dei compagni...Ricordi di Renji.

Tutte le loro battaglie, le sconfitte e le vittorie, il profondo legame che li univa.
L'amicizia, l'amore e la luce, che aveva imparato a riconoscere come propria.

La speranza, la fiducia.
La gioia che scaturiva dai semplici momenti insieme
La felicità che nasceva, quasi come magia

Quei sentimenti, cominciarono a traboccare dal centro del manico, come un fiume in piena e, si condensarono in una sorta di raggio, che possedeva sia la fiamma Indaco, sia una fiamma più discreta di un bianco abbagliante.

- Questa è la resa dei conti! - 
Disse cominciando a far girare velocemente la sua arma, con gli occhi, che brillavano di forza, di volontà di non arrendersi.

- Per i miei compagni...! - 

Ogni nome che le balenava nella mente, aggiungeva nuova forza a quella fiamma
Quella forza, diventava potenza distruttiva, potenza di sentimenti puri

Amore, amicizia, forza di non arrendersi, di combattere fino alla fine
In un attimo, erano diventati il motore di quella nuova tecnica.

- Bonds of the Fog! - 

Gridò la ragazza, con quanto fiato aveva in corpo, il raggio venne sparato, con una potenza pari a quella di una bomba atomica

Lei cade indietro, mentre Democle si ritrovò a guardare la sua sfera, essere tagliata a metà dal raggio che abbattendosi contro di lui, lo polverizzò in mille pezzi.

Sul terreno ora si poteva notare, una striscia di terra che sembrava il taglio di una spada.

Yori, ancora esterrefatta, si alzò da terra un po barcollante e con il fiatone.

A pochi passi da lei, notò la figura di Renji, si avvicinò al ragazzo a piccoli passi e gli sorrise.

- S-sono...Sono davvero riuscita a battere un guardiano di Caos? - 
Domandò sorpresa ed emozionata, ricevendo da parte del ragazzo, un abbraccio come segno di assenso.
La ragazza sorrise stringendo forte Renji, ansimando esausta ma felice.

- Ora torniamo dai Vongola - disse Renji
Yori annuì e lo seguì appoggiandosi a lui, visto che era senza energie

 
***
( Nel frattempo alla sede di Caos...)
 

Per i corridoio della base nemica, si aggiravano tre figure incappucciate
Una si muoveva più lentamente rispetto alle altre.

Si tirò giù il cappuccio, mostrando gli occhi annoiati sbadigliando.

- Waru muoviti! - asserì la figura centrale, quella più alta delle tre.

- Che noiaaaa! dai Midna, non possiamo fermarci a bere qualcosa? - domandò il Corvo

Aveva, un corpo snello e non troppo robusto, agile e rapido nei movimenti seppur in quel momento e solitamente... Sembrava bloccato da un certo torpore.

Si spostò con una mano, i capelli leggermente lunghi sparati all'indietro, erano di colore nero e terminavano con un codino lungo fino ai pieni
si era tolto il un lungo giaccone di pelle nero con borchie sulle braccia.
 
Ora indossava altri abiti, decisamente più adatti alla sua missione.

Una maglia nera a collo alto, un paio di pantaloni blu scuro e per terminare, un paio di stivali anch'essi neri
Il tutto, era nascosto da una mantella scura.

Stropicciò con insistenza gli occhi totalmente bianchi, mentre guardava Midna e la terza figura, che si era rivelata una ragazza.

Aveva tagliato i capelli rosa a caschetto, ora arrivavano appena alle spalle, con un ciuffo dorato di lato, un tempo erano davvero lunghi, ma erano comunque rimasti scompigliati.

Gli occhi, che osservavano ogni cosa intorno a lei, erano dorati con la pupilla da gatta

Vestiva con un top rosa scuro che lasciava scoperta la pancia, un paio di pantaloni neri attillati e un paio di stivali bassi, ideali per correre. sopra anche lei, aveva la mantella che, si era spostata con un gesto della mano.

- Midna, ha perfettamente ragione. Cerca di essere serio Waru-kun - disse Seeka
- Che noiosaaaa! io sono un tipo d'azione. E qui non ce né abbastanza - sbuffò il corvino

Midna si spiattellò la mano sulla fronte, mentre cercava di calmare l'istinto, di tirare il collo del compagno

Era un bel giovane dai Corti e neri capelli, irti all'indietro, con un ciuffo biondo in avanti lungo. aveva un bel fisico, allenato e abbastanza muscoloso

Chiuse gli occhi giallo- dorati, mentre individuava l'aura della piccola Kurami.

- Da questa parte - disse il drago, correndo verso una precisa direzione.
- Per avere un nome da donna, sei veloce signorino - ridacchiò Kuroha, ciondolandosi annoiato e seguendoli.

Midna, divenne paonazzo dal imbarazzo forse, più che dalla rabbia.

- C-come fai a saperlo?! - ringhiò il drago di Ryuga
- Eeeetto*...So molto più di quello che immagini - ghignò Waru
- Ragazzi non è il momento! - urlò Seeka esasperata

Proprio in quel istante, Waru la afferrò per il collo, scostandola, salvandola dalla lama di un robot

In un attimo, furono circondati da una miriade di robot a forma di armatura, con tanto di spade e mazze chiodate.

- Finalmente un po di movimento - ghignò il corvino
Si voltò verso Seeka e le poggiò una mano sulla testa, accarezzandola con un ghigno divertito

- Resta quì. ce ne occupiamo io e il draghetto - disse
- Non sono un draghetto! - 
Sbuffò Midna, battendo i pugni l'uno contro l'altro, pronto a dare battaglia.

Seeka fece comparire i suoi fidati cerchi acuminati, poi si appoggiò con la schiena a quella di Waru.
- Hey! non lasciatemi indietro, baka! - disse risoluta.

Ed ecco che la tigre, il corvo e il drago, cominciarono a combattere.

Poco distante, Kurami stava aprendo gli occhi. 
La mora, era appoggiata al boss di Simon. Enma Kozato dormiva respirando pianissimo.
Il rosso, era coperto di tagli e ferite, alcune sanguinavano ancora.

Kurami avvertì di colpo un suono lontano, si alzò facendo scivolare a terra il ragazzo

- K-Kurami-chan? - sussurrò Enma confuso

La ragazza era in piedi, si teneva un braccio con la mano e, guardava fuori dalle sbarre della cella.
Un suono di esplosioni e, il mobilitamento dei guardiani di Caos, sanciva il momento che aspettava da tempo.

- Finalmente... - 
Sussurrò chiudendo gli occhi, lasciando scivolare una singola lacrima che scorrendo sulla sua guancia, scivolò con un tocco leggero, sul pavimento.

 
"Finalmente...Sono arrivati"


Angolo autrice

Eccoci al capitolo 2 di questa saga
Bhe che dire?

Ecco la sconfitta di Democle ( appartiene a Giulia-Dragun e la ringrazio)

Ma non solo, ecco un po di misteri che vengono svelati, sopratutto in merito a Yori
Volevo ringraziare il mitico TeemoOmesqad

In primis, per avermi permesso di mettere una cameo di Arane e Katsu ( che appartengono solo a lui e spero di aver reso bene, anche se Arane io la amo a prescindere XD)
E poi, perchè mi ha permesso di riadattare alcune scene, tratte appunto dalla sua storia ( in merito sopratutto ad Arane.

Bhe che dire?

Nuovo cambio forma, nuova mossa e nuova forza per la nostra Farfalla infernale

E infine ecco che le chiavi si muovono
Seeka, Waru e Midna, fanno incursione nella base di Caos, per liberare la piccola Kurami.
Non perdetevi il prossimo capitolo ^^

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Capitolo 4
*** L'oscurità dell'abisso e la fine del cavaliere ***


Capitolo 3
L'oscurità del abisso e la fine del cavaliere

 

Luka era uscito in giardino, dopo aver parlato con i suoi guardiani il ragazzo, aveva bisogno di stare da solo. Per pianificare le prossime mosse contro Pandora e la Caos, gli serviva la calma più totale.

Erano rimasti tutti senza fiato, quando il giovane boss aveva rivelato di non poter più combattere.

La perdita della sua fiamma, era accaduta per un solo motivo: il vaso di Pandora

La fiamma del cielo era stata completamente assorbita durante la battaglia con Sebastian e poi con Pandora e ora, rimanevano solo alcune fioche scintille, che si stavano già disperdendo.

Il ragazzo aveva svelato tutto quanto vuotando finalmente il sacco.
Al inizio era stata dura ammetterlo, in fondo se i suoi guardiani potevano combattere, lui non poteva farlo. 
Si era sentito inutile, si era sentito un peso.

Ma poi i suoi amici lo avevano capito. 
Leon gli aveva tirato una pacca sulla spalla, mostrandogli un sorriso ottimista e positivo. 
Kei lo aveva rassicurato, dicendogli che lui era il boss e che non importava se non aveva più la sua fiamma.
Ruby aveva annuito e per tranquillizzarlo aveva proposto al ragazzo, di passare un po di tempo da solo.
Drachen aveva dato ragione alla Pioggia, offrendosi di allenare il boss, che ovviamente ancora memore degli allenamenti del figlio del drago, si era caldamente tirato indietro.

Così, ora camminava per il giardino della villa. 
Accarezzava le rose con le dita, mentre camminando si domandava, cosa ne sarebbe stato di lui, se non avesse avuto i suoi compagni.

Improvvisamente, le orecchie del ragazzo, captarono suoni di scontri al di là della villa, nella foresta.

Rapido estrasse il pugnale, trasformandolo nella sua spada e, corse fuori dirigendosi verso la colonna di fuoco che si vedeva in lontananza.

Arrivò sul campo di battaglia, vedendo uno strano ragazzo combattere contro una giovane.

Era alto con dei lunghi e selvaggi capelli color ruggine, un bel viso con profondi occhi ambra e labbra sottili, che si incresparono in un ghigno, alla vista della ragazza che arretrava. Il tipo, espose una fila di denti molto affilati mentre la guardava, senza accorgersi del nuovo arrivato.

Luka scorse sul braccio del ragazzo un tatuaggio, la parola uscì dalle sue labbra, mentre osservava il combattimento. 
- Salamander... - Sussurrò il cielo di Domino

Improvvisamente, lo sguardo di Luka si posò sulla ragazza

Le guance del boss, divennero rosse mentre guardandola restava senza parole.

Era una ragazza snella e aveva un fisico sufficientemente formoso, agli occhi del giovane era molto carina, esattamente come lo era il suo viso dai lineamenti sottili e fanciulleschi.
 
Questo, a sua volta, era incorniciato da una lunga chioma color rosa ciliegia, che man mano si sfumava nei colori del giallo, del verde e dell'azzurro, il tutto raccolto in due lunghi codini che raggiungevano i fianchi. 
Indossava un abito alquanto vezzoso composto da una gonna dal bordo di pizzo, di colore rosa ciliegia, esattamente lo stesso colore del colletto della camicia bianca e sbracciata.
 
Su di esso spiccava una grossa spilla a forma di fiore di ciliegio. 
Le gambe erano fasciate da due calze rosa, che arrivavano a metà coscia e i piedi calzavano delle scarpe rosa antico. 

Ma la cosa che più di tutte colpiva erano i suoi occhi.

Grandi di un colore rosa fucsia veramente impressionante.
Incontrarono quelli del Domino che non pote fare a meno di pensare, a quanto fosse bella quella ragazza misteriosa.

Il cuore del Domino era come fermo, mentre il vento era cessato.
Al ennesimo gemito, prodotto dalle labbra di lei, il ragazzo sentì qualcosa nascere dentro di se.

Per qualche strana e inspiegabile ragione, anche se non la conosceva...Non voleva perderla lì, su quel campo di battaglia.

Strinse il manico della spada gettandosi contro il ragazzo, mentre questo, ancora distratto dalla battaglia con la rosa, non lo aveva notato.

Il primo fendente colpì la spalla del nemico che lacerandosi, fece fuoriuscire con uno spruzzo una grande quantità di sangue.

Luka schivò abbassandosi l'arma di Salamander. Ringhiando questo si teneva la spalla con una mano

- Cosa vuoi moccioso?! - ringhiò

Luka si portò davanti alla ragazza e sguainò la spada davanti al nemico, tremava come una foglia ma voleva proteggerla.

- S-stai lontano, lasciala stare! - rispose deglutendo

Il giovane dai capelli ruggine si portò una mano al fianco, dopo aver ripreso la sua arma, guardò Luka e rise.
Una risata di scherno e un pugno arrivarono diretti contro la spada del Domino.
Questa si frantumò davanti ai suoi occhi, mentre il pugno lo spediva contro un albero, facendogli sputare sangue.

- Patetico - disse Ethan

Si avvicinò alla rosa e tirandola per i capelli, la sollevò facilmente. Per poi assestarle uno schiaffo sulla guancia. La ragazza, ci portò sopra la mano, con gli occhi sgranati dalla paura.

- Lasciala ho detto! -

Per ben tre volte, il ragazzo tentò di liberare la fanciulla e, per ben tre volte finì a terra.
Era coperto di tagli e graffi, alcuni già facevano scintillare rivoli di sangue.

la ragazza, guardava Luka mentre con un leggero colpo di tosse, dovuto alle percosse subite, si alzava nuovamente.

- Ho detto...Che...Devi lasciarla stare! -
 
Fu un attimo e attorno al Domino, si crearono alcune particelle di energia, che esplosero con un onda oscura, essa travolse il sicario nemico e la ragazza, spedendola contro un albero, facendole battere la testa e perdere i sensi.

Ethan si era rialzato e ora, guardava il Domino che era irriconoscibile.

I capelli erano completamente neri come i suoi occhi, un tempo di cristallo.
L'aura nera lo lambiva e si trasformava in fiamme, mentre crepe nere apparivano sul suo corpo lasciando fuoriuscire altre fiamme oscure.

Luka voltò lo sguardo verso il sicario.

Un ghigno folle e inumano, prese posto sul suo volto, mentre scattando afferrava il collo di Ethan e, stringendolo con forza, gli assestava un pugno alla cassa toracica, facendogli sputare sangue a terra.

Ethan sollevò la testa, fece di tutto per liberarsi dalla presa e, solo dopo qualche minuto, riuscì ad indietreggiare.

- Chi diavolo sei, moccioso?! - ringhiò.

Il ragazzo sembrò pensarci qualche minuto, ghignò maleficamente e portò indietro la testa, chiudendo gli occhi un instante prima di apparire davanti a Ethan, trafiggendolo al fianco con una spada da cavaliere, ma essa era completamente nera con qualche dettaglio rosso.

- Kırsık... Puoi chiamarmi così -.

Ethan ruggì di rabbia, mentre sputava sangue a causa della ferita.

Kirsik sorrise, un sorriso folle, un sorriso malato e pieno di quelle tenebre, che da tempo il giovane Luka tentava di nascondere.

Con un calcio, spedì contro un albero Salamander poi si avvicinò alla ragazza ancora svenuta.

Le sollevò la testa e si leccò le labbra famelico, mentre le sfiorava la guancia, respirando quel profumo dolce e ammirando quel corpo delicato e puro, che avrebbe tanto voluto corrompere.

Le fece scivolare indietro una ciocca di capelli, ma quando la sentì gemere, a causa della sua temperatura del corpo pari al marmo o il ghiaccio, il ragazzo la posò a terra e fece per andarsene

- G-grazie - sussurrò la rosa che in quel momento, si era messa lentamente a sedere.

Il giovane la guardò gelido, non emise una sola parola e, scomparve mentre a causa delle ferite, la ragazzina perdeva di nuovo i sensi.
***
 

Yori e Renji erano davanti a villa Domino, quando Leon vide la sorella, gli occhi gli si riempirono di lacrime. Corse a spupazzarla in un forte abbraccio, mentre scoppiavano entrambi in lacrime.

Drachen e Ruby seguita da un Kei, che lottava per sistemarsi la cravatta, accorsero immediatamente a salutare i compagni.

Nebbia, Nuvola, Fulmine, Pioggia, Tempesta e Sole.
Mancava solo il Cielo.
Qualche secondo dopo, un Luka tranquillo e sorridente, si avvicinò accogliendo i suoi compagni. Quello che però i nostri giovani eroi, non sapevano, era che il loro di cielo...Era profondamente cambiato.

 
Le tenebre, avrebbero presto distrutto la pace fittizia da loro creata.
Presto il caos, il sangue e la disperazione, avrebbero di nuovo tinto di nero, la vita dei guardiani di Domino e del loro infinito.

Angolo autrice
Questo capitolo è un punto di svolta, ecco perchè l'aggiornamento è stato lungo.
Abbiamo un Luka impossibilitato ad usare la fiamma del Cielo. Il ricongiungimento dei suoi guardiani e qualcosa di inaspettato.
Luka e Kırsık, quest'ultimo è ancora Luka oppure, si tratta di qualcun altro?

Chi è la ragazza che si è scontrata contro Ethan, il guardiano della Tempesta di Dragon Age? ma sopratutto...
Cosa accadrà nel prossimo capitolo? per saperlo, non vi resta che leggerlo ^^

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