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Offrigli una
vodka fredda; ghiacciata. Se sarai fortunato, forse ti inviterà a fermarti.
Sicuramente te ne andrai con il ricordo di un uomo che era un ladro e che ha
rubato al destino il nome di eroe.
Leonard Snart. Quattordici
bozzetti d’ambiente.
Disclaimer: Snart, Rory e compagnia sono di DComics
Note: drabble; raccolta; missingmoments
Cose: Ok. È la prima volta in questo fandom. Cioè: in Legends of Tomorrow. La DC ormai la
bazzico da un po’, anche se sempre con i miei tempi biblici. Ma sono stata
presa, ultimamente. Molto presa. A studiare (sai che novità!). Comunque. Dopo Arrow, Flash e Rebirth vari, mi sono detta: c’è quel telefilm sui personaggi
secondari trasformati in comprimari. Proviamo.
E sì: mi è piaciuto. Non personaggi singoli e titanici con una squadra, ma
una squadra (oddio! Forse gruppo disfunzionale sarebbe stato meglio XP). E
nella squadra ci sono gli eroi, quelli che ci provano a fare gli eroi e quelli
che, nell’eroismo, non ci credono per nulla. E vivono per un buon colpo, perché
anche mentre stai aiutando una vecchietta ad attraversare la strada le puoi
sempre sfilare il borsellino. Sei stronzo? Sì. È immorale? Certo. Ma anche
questa è la vita. E io sto imparando ad amare oltre le mie aspettative
qualsiasi cosa che dia spessore umano e realistico agli eroi. Perché me li
fanno apparire più simili? No. Forse. Forse semplicemente perché l’eroismo,
quello vero, è comunque un compromesso. E il più grande atto di egoismo che si
possa concepire. E le belle tirate moraleggianti sono stucchevoli e, in fondo
in fondo, del tutto non ci credono nemmeno loro, gli eroi.
(Achille e compagnia mitica docent. E se non ci
credete, andate a rileggervi i poemi omerici. Come si deve, eh! C’è un perfetto
equilibrio fra modelli da emulare e realtà con cui fare i conti più lì che in
decine di trattati antropologici. Oppure leggetevi Io Agamennone di Giulio Guidorizzi. Classicista.
Grecista. E no, assolutamente non è una palla. Ve lo garantisco!)
Ma torniamo a noi. O meglio: a Leonard
Snart.
Un personaggio che, ad essere sinceri, non avevo mai preso in grande
considerazione. Mi era piaciuto in ForeverEvil ,lo avevo apprezzato nella
Suicide Squad e nei Rouge, ma erano
state letture veloci, più sboconcellamenti che altro.
Invece, me ne sono innamorata. Prima in The Flash e poi, appunto, in Legends of Tomorrow. Forse anche perché l’interpretazione di Wentworth Miller gli ha dato quello spessore che gli serviva (o che serviva a me).
Fatto sta che, adesso che ho deciso di farmi una scorpacciata di Leggende, andare a sbattere alla fine
della prima stagione nella morte di Capitan Cold è stato un bel
montante dritto dritto allo sterno.
E ci sono rimasta male, accidenti! Perché mi piaceva lui, mi piaceva vedere
come interagiva con gli altri, ed era un personaggio davvero ben riuscito. Un
buon equilibrio di realismo, eroismo e disillusione.
Così mi sono ritrovata a scrivere di getto queste quattordici drabble, che hanno come filo conduttore missingmoments e le carte. Quel mazzo di carte che è stato un tocco per me meraviglioso,
un aggiungere spessore senza essere pedanti. Il seme? Picche ovviamente!
Enjoy!
Mazzo di carte
Se passate a Central City, e
se ne avete le palle, fate un salto in quel bar di periferia. Quello che sembra
un capannone di giorno e il peggior raduno di biker di notte.
Il locale è un buco di luci psichedeliche e musica a
palla che puzza di fumo e birra; la gente che lo frequenta puzza forse ancora
di più. Di soldi facili, e facili illusioni.
Ma se ci andrai e se hai culo, forse lo incontrerai.
Si chiama Leonard Snart.
Rapinatore di banche.
Offrigli una vodka fredda; ghiacciata. Letteralmente.
Gli piace così. Forse la accetterà; probabilmente ti ignorerà.
Ma se sarai fortunato, forse ti inviterà a fermarti. E
a fare una partita a carte. Non dovresti fidarti, ma sai, Snart
ha quel modo di fare pacato, disarmonico con il casino che vi circonda, che non
saprai proprio dirgli di no.
Forse ti divertirai; certamente perderai tutto quello
che hai le palle di puntare.
Sicuramente te ne andrai con il ricordo di un uomo che
era un ladro e che ha rubato al destino il nome di eroe.
#1 Rinascita
Carta: Asso di picche
Significato: Tradizionalmente, ha la fama di essere la carta della morte, e in effetti
simboleggia le trasformazioni e i cambiamenti associati ad una fine e un nuovo
inizio. L'asso di picche si riferisce alla fine di qualcosa o all'inizio di
problemi. Può essere inteso quindi anche come rinascita.
Fandom: Legendsof
Tomorrow
Episodio: 1x16- Leggendario
Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory
Mick ha la faccia di uno che non ci crede.
E sta farfugliando, la bottiglia che gira nelle mani e
le mezze parole che si rimangia. Ti chiedi perché ti abbia voluto vedere. E
perché non riesca a incastrare due parole, due, che abbiano un senso.
E poi se ne esce con quel sei un eroe. Sei il mio eroe. Hai capito? che non hai idea da dove
lo abbia pescato, ma che ti lascia un’increspatura piacevole sulle labbra.
Mentre guardi Mick andar via, e pensi che sarà anche un pericoloso figlio di
puttana, ma è il tuo migliore amico.
Note:
Questa non ve l’aspettavate, vero?
Partire dalla fine. Ma l’asso è l’asso, è una carta importante. E se la cali
per prima deve fare un certo effetto. E penso che partire dall’eredità di
Leonard sia un bell’effetto.
Perché va bene che alla fine Snart crepa; e va anche bene che Mick per scambiarci due
parole deve fare un mezzo carpiato nel passato, a tre anni prima. Ma la faccia
che fa Len davanti alla confessione di Mick è
l’essenza stessa della sua parabola. O almeno lo è per me.
E la sua eredità, l’essersi
trasformato nel “romantico rottame” che lascia un’assenza come un cratere, è
quell’essere diventato un eroe sostanzialmente restando coerente con sé stesso.
A riprova che anche uno straccetto per la polvere ha la sua utilità, e a volte
più dignità di un bell’aspirapolvere ( è ricominciato Saiyuki.
E il mio amore per gli stracci per spolverare è alle stelle^^).
Se puoi riesci a tirare fuori a uno
come Mick una frase del genere, allora hai davvero in mano una scala reale. Di
picche ovviamente. E chissenefrega se è quella che
vale meno. È pur sempre una scala reale. E da lì tutto ricomincia.
Significato:
Tradizionalmente rappresenta il
"sentirsi bloccati" o una separazione necessaria per andare avanti.
Fandom: Legendsof Tomorrow
Episodio: 1x 01 - Una squadra di eroi
Personaggi:
Leonard Snart
Cinque minuti non tornano indietro.
Tu li hai sprecati ad ascoltare un tizio che ti vuole
far diventare un eroe. E altri cinque li hai usati per trovarci un guadagno, in
quella proposta. E gli ultimi cinque per convincere Mick.
Ma in quindici minuti hai deciso di cambiare la tua
vita. Per noia, o per inerzia. Forse solo per curiosità. Ma hai deciso di
farlo. Perché sei un ladro; e un ladro ruba anche le opportunità.
E te ne sei andato, un sorriso di arroganza e
sufficienza insieme; senza volerti fermare troppo su quei cinque minuti che ti
hanno rubato.
Note:
Adoro il due di picche. È una delle carte migliori che
ci sono. Perché è una carta bastarda, una carta che devi avere fegato per
tenerti in mano. Con tutti i suoi annessi e connessi. E perché quando la ricevi
è come un montante bello dritto allo stomaco. Da bastardi, insomma.
Per cui sì: il due di picche è una bella carta. Perché
quando ricevi un due di picche, allora, mostri quanto vali davvero. Mostri se
hai la stoffa per rialzarti. Magari a gattoni; magari boccheggiando. Magari
pesto. Ma con un due di picche ti rialzi. Solo perché brucia così tanto che non
vuoi più ricordarla, quella sensazione.
Quindi ho pensato che fosse la carta adatta per
segnare l’inizio. Della storia e di tutta l’avventura. Con quei famosi cinque
minuti che ti prendi per decidere se vuoi giocare alla roulette russa con la tua vita o restartene in panchina. Ma Snart è un giocatore. E i giocatori, si sa, non perdono mai
il vizio.
E se oltre che giocatore sei anche ladro, allora il
gioco è fatto.
Io la vedo così: con quella decisione che sembra presa quasi con ironia, Snart cambia la vita sua e di Mick. Sa cosa vuole; sa come
potrebbe averlo, sa come convincere il partner di sempre per seguirlo.
E la mano ossuta di Miller che si chiude davanti alla faccia di Purcell è l’essenza stessa del ladro che arraffa il piano
prima ancora del bottino. Perché nessuno mi toglierà dalla testa che Snart parte con l’idea di rialzarsi da quel due di picche
che è la sua vita. Cercando di trasformarla dal passato.
Significato: Tradizionalmente è una carta che
esprime perdita, una situazione in via di peggioramento, ma poiché il numero
tre rappresenta anche la comunicazione, questa carta rappresenta anche la
confusione.
Fandom: Legendsof
Tomorrow
Episodio: 1x 02 – Versus VandalSavage; 1x06 – Il mio nome è ConnorHawake
Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory
Tu e Mick non siete degli eroi.
Non siete dei boy-scout con tutte le
medaglie al loro posto; e nemmeno degli dei millenari in cerca di vendetta. Non
volete salvare nessuno, voi, né tantomeno dimostrare qualcosa o redimervi.
Tu e Mick siete due figli di puttana
che si prendono ciò che vogliono. E chi se ne fotte di missioni e salvataggi
temporali. Vi prendete ciò che la vita non vi ha dato.
Ma una volta un eroe, un ragazzino
irritante pieno di belle parole, ti ha detto che sei migliore di come sei. E
inizi a crederci pure tu. Dannazione.
Note:
Mi piacciono le litoti. Le trovo
carine. Perché a volte è più incisivo affermare un concetto negandone il
contrario, che ribadirlo expressisverbis. Per questo le litoti sono così carine; e perché a
livello umano chiariscono subito quello che non sei. E no, niente Montale. Solo
spiccio realismo.
Perché definire una persona a volte
non è facile. Ma se dai una definizione etichetti; se ne dai un’altra,
etichetti di nuovo.
E se potessimo etichettare in modo
manicheo personaggi come Snart e Rory
non sarebbero, appunto, personaggi, ma caricature di sé stessi. Sarebbero
macchiette; e certe macchiette a volte non ci piacciono proprio. Come quella
macchia d’olio sulla camicetta o sui jeans. Ecco. Quella macchia non la ami.
Anzi. La odi e basta.
Etichettare Snart e Rory è facile perché vivono nella loro etichetta. Ed è
altrettanto difficile perché, quando la appiccichi loro, quella etichetta,
dannazione ti accorgi che la colla non tiene. E che non sono la loro etichetta.
Non sono solo la loro etichetta.
Con il tre di picche, con una carta che rappresenta la
confusione per antonomasia, ho avuto gioco facile. Ho potuto immagine cosa sono
e cosa non sono Snart e Rory.
Una litote appunto. Degli antieroi. Così umani che sì, insomma, la fanno
proprio, a modo loro, la parte degli eroi. Di quelli che si trovano con una
medaglia sul petto senza sapere perché e si chiedono se quell’oro che ti
ritrovi al petto lo puoi impegnare. Magari solo per un tiro.
P.S.
Posso fare un po’ di pubblicità
occulta?
Wentworth Miller mi è piaciuto tanto nella
parte di Snart che mi sono dedicata, di recente, alla
sua carrirera cinematografica e televisiva. E se La macchia umana è un montante che
consiglio di vedere quando siete bendisposti a farmi frullare viscere ed
emozioni, ho scoperto Prison break e sì, me ne sono innamorata. E
che, va bene, non è proprio proprio l’ultima uscita
televisiva, ma che cosa posso farci se arrivo in ritardo, io?
Se poi considerate che ho citato
serie e personaggio principale per spiegare il genio creativo rinascimentale (e
sì: ci crediate o no, io a scuola non ho problemi a usarle, le serie Tv. Anche
per spiegare qualcosa come il Rinascimento), capite quanto mi abbia presa. E
perché non sia riuscita ad esimersi dallo scrivere qualcosa.
Significato:
Tradizionalmente rappresenta la
malattia, la convalescenza e la necessità di prudenza, ma può indicare anche
qualcosa che si trova in cattive condizioni
Fandom: Legends of Tomorrow
Episodio: 1x 10 - Progenie
Personaggi:
Leonard Snart; Mick Rory
No cazzo. Non è stata una buona idea.
Mick ha due mani che sembrano magli. Ed è incazzato.
Con te. E ti vuole fare secco. Come non ha mai voluto ammazzare nessuno prima.
Ma tu non hai mai avuto la vocazione del suicida. E nemmeno quella del martire.
E gli pianti in faccia tutta l’indifferenza che un
occhio nero ti permette. E Mick si ferma; sopra di te che sei al tappeto. E che
stai bluffando tutta la tua sicurezza. Ma si ferma.
E l’azzardo che hai fatto è un ringhio di Mick e il
tuo respiro che riparte. Incredulo.
C’è una cosa
che ho davvero imparato ad amare, dell’interpretazione di Miller: la mimica
facciale (oltre a quelle mani che non stanno mai ferme). E a volte basta
davvero un piega, una ruga, uno sguardo, a mutare completamente l’espressione e
a dare a Snart…l’essenza di Snart.
Quel suo essere bastardo fino al midollo; quel suo essere sempre sul filo del
rasoio, divertendosi a prendere in giro gli altri. E anche se stesso.
Quindi. Quando
ho visto Progenie e quel confronto in
cella fra Len e Mick (che, ammettiamolo, ce lo
aspettavamo. Lo aspettavamo con ansia)ho pensato che la carta ideale era il
quattro di quadri. La carta della malattia, delle brutte condizioni.
Perché solo uno
come Snart può pensare che per risolvere la
situazione, per “curare” la malattia, il rimedio migliore sia portarla
all’esasperazione. Cioè: farsi ammazzare. O tentarci. Però. Però mi è piaciuto.
Non il fatto che si faccia pestare (oddio! Un po’ anche quello, sì), ma il
motivo per cui lo faccia. Il contorto senso di giusto che possiede. Quindi sì:
Mick è un male. Ed è un male che ha creato lui. E quindi solo lui può
“guarirlo”, “curarlo”. Anche facendosi ammazzare. Anche se è sicuro che non
succederà. Come solo un giocatore può esserlo. Provandoci. E basta.
Significato:
Anche questa tradizionalmente è una
carta che indica perdita, la rottura di un legame. La separazione può essere
anche volontaria, ma è sempre molto dolorosa. La carta non ha però solo
risvolti negativi: in alcuni casi può indicare la difesa di ciò in cui si
crede.
Fandom: Legends of Tomorrow
Episodio: 1x 15 - Destino
Personaggi: Leonard Snart; Mick Rory; Reymond
Palmer
Un ladro è un ladro. E un ladro adora rubare.
E tu sei ladro e rubare è il tuo pane. Un gioiello;
un’arma; anche un bacio.
Per questo Palmer dovrà
rassegnarsi ad aspettare il prossimo giro di giostra. E Mick. Mick si
incazzerà. Perché non ci si deruba fra ladri. Ma Mick non è solo un ladro; Mick
è un amico. Un vecchio amico. E non hai proprio voglia di vederlo crepare.
E poi. Quando ti ricapiterà? Fottere il destino.
Perché era Palmer quello che doveva morire. E invece
morirai tu. Da eroe. Sorridi. Il miglior furto della tua vita.
Perdonate il ritardo, ma fra influenza, università e impegni scolastici ho
avuto due settimane di fuoco (freddo. Ghiaccio puro, onestamente. Viste le
temperature) e riesco solo ora a riprendere in mano il tutto. Per (si spera)
ricominciare con regolarità! Qui e in Prison
break.
Intanto.
Ok. Penso di averlo già detto. So di averlo già detto.
Snart è un ladro. Punto. E su questo non ci piove. E su
questo ci troviamo tutti d’accordo. Quindi. Quindi amo cercare una vena
furfantesca in ogni azione che Len compie, in ogni
decisione che prende. Come se il furto fosse impresso nella sua genetica; come
se il furto fosse una deformazione del suo modo di agire, di pensare, di
considerare ogni pensiero-azione-relazione della sua
vita.
Quindi sì: quindi anche la morte di Leonard Snart è un furto.
Il furto del ruolo di eroe a chi, l’eroe, lo voleva
essere davvero. A Rey. E no. Quel bacio alla fine ci
sta; ha un suo perché. Ma non è quello la soddisfazione di Snart.
Non per me, almeno. La soddisfazione vera è di non essere diventato un eroe. O
di esserlo diventato gabbando tutti, il destino per prima. Se volete vederla
come la vedo io.
Per me, la scelta di Snart
non è di altruismo. Non è un uomo altruista, lui. È un uomo egoista; un uomo
che ha imparato che la vita è stronza, e che le soddisfazioni te le conquisti
sul campo. Rubandole a chi crede o cerca di meritarsele. Quindi sì: Snart sceglie di rubare il ruolo di eroe. E non per salvare
le altre leggende; o per salvare Mick. Lo fa perché è un bastardo egoista, e
non vuole essere costretto a perdere quello che fino a questo punto ha
guadagnato. Meglio mollare tutto e lasciare gli altri a raccattare i pezzi.
E poi. Poi Mick è un amico. E di far crepare un amico Snart non ne ha la voglia. Non perché non uccide; ma perché
sa cosa significa sopravvivere dopo che uno lo hai ucciso. E farlo con Mick non
gli piace. Affatto.
Ma rubare ce l’ha nel DNA. E allora. Allora va bene
farlo; per egoismo. Per ribattere che un ladro è anarchico. E un ladro, quando
ruba, non guarda in faccia nessuno. Nemmeno un amico.
O almeno io la vedo così.
Ecco perché calo questa carta adesso, che siamo quasi
a metà del mazzo. Quando forse pochi se lo aspettano. Ed ecco perché il cinque
è la carta della difesa, della spiegazione. Del mettere le cose in chiaro. E
del togliersi di dosso quel titolo di eroe che sì, a essere onesti non gli
dispiace (e sottolinea la litote. Non l’affermazione. Perché mi sembrerebbe
molto da Snart
esprimersi per litoti), ma che non gli va lo faccia passare per “il buono”
della situazione.
Leonard Snart non è buono (o
almeno non vuole sembrare esserlo); Leonard Snart è
uno che raccoglie ciò che gli capita a portata di mano. O la ruba. Chè tanto è lo stesso!
Significato:
Tradizionalmente rappresenta un
completamento, la fine di una fase e l'inizio di una fase nuova. Può indicare
qualcosa che termina in modo definitivo, la necessità di liberarsi di qualcosa
che non funziona come dovrebbe.
Fandom: Legendsof Tomorrow
Episodio: 1x 06 – Il mio nome è ConnorHawake
Personaggi:
Leonard Snart
Tutti pensano che Mick sia solo muscoli. Tutti pensano
che tu sia la mente, e lui il braccio. E ti fa comodo, ti piace, lasciarlo
credere. Ma Mick non è uno stupido; o non lo avresti scelto come complice. A
questo però nessuno ci pensa.
Ecco perché fa male vederlo così bene, re di una città
distrutta che brucia. Ecco perché non ti puoi permettere di restartene lì e
nemmeno di lasciarcelo.
Stronzate che lo fai per lui o per la squadra. Lo fai
per te. Perché hai già perso troppo nella tua vita. E non vuoi perdere anche
Mick.
Che Snat è egoista orami
l’ho detto fino alla nausea.
Posso solo sottolinearlo ancora e ancora. Ma ripeterlo
no. Chè le ripetizioni stufano. Quindi: anche se in
questa drabble più che altrove forse si vede il
Leonard egoista, ma davvero davvero egoista, voglio
parlare di altro. Voglio parlare di Mick. Di quest’uomo grande e grosso e
cattivo (perché sì, Mick è “cattivo”. E benedetto sia il rovesciamento del
punto di vista che ci fa amare anche un piromane. Oltre a un ladro di banche.
Occasionalmente assassino) e che in fondo in fondo è molto più umano di quanto
lui stesso voglia ammettere.
Mi è sempre piaciuto immaginare che, in un qualche
modo, Mick rappresenti la parte umana di Snat. Non
perché Len, di umanità, non ne abbia; assolutamente!
Solo. Mi piace immaginare che per Snart Mick sia la
personificazione del bisogno di ricordarsi di essere umani. Che è, che sono,
anche esseri umani.
E sì: nessuno mi toglierà dalla testa l’idea che Mick
non è uno stupido. Fa solo finta di esserlo. Perché il miele attira più dell’aceto.
E sembrare stupidi è più efficace che sembrare intelligenti. Avvicina più gente
uno stupido che un cervellone. Di certo.
Quindi. Quindi quando nel sesto episodio si ventila la
possibilità che Mick abbia trovato la sua dimensione, in una Star City distopica e apocalittica, mi piace immaginare che Snart abbia avuto paura. Ma paura vera: terrore. Di perdere
l’amico, il complice, l’umanità (il ricordo personificato dell’umanità) che per
lui è Mick.
E per favore, no: non parlatemi di manie di controllo.
Len le avrà anche; ma utilizzarle come scusa per il
rapporto fra Snart e Rory è
riduttivo. E semplicistico. E non ci sta. Punto.
Significato: Rappresenta la risposta
emotiva alla perdita di qualcosa o di qualcuno. Può indicare anche un blocco
inaspettato, improvviso, nel tentativo di raggiungere un obiettivo. Quindi è la
frustrazione che sentiamo quando i nostri progetti e le nostre relazioni non si
muovono nella direzione desiderata. Questa carta non indica comunque la fine di
qualcosa, piuttosto ritardi e frustrazione appunto.
Fandom: Legends
of Tomorrow
Episodio: 1x
15 – Destino
Personaggi: Leonard Snart
C’è
dipendenza e dipendenza.
Per
Mick è l’accendino di suo padre; e la collanina di sua madre. Per te sono gli
occhiali di tuo nonno e il parka che ti ha regalato Lisa. Quando hai rubato la
tua pistola. E la pistola; ovvio.
E
l’anello che porti al mignolo. Così poco da te che ormai è diventato te. Alcuni
pensano a un trofeo; altri a un vezzo. Per te è un macigno. Ma di gettarlo via
non ci hai mai pensato. Perché è come il fuoco per Mick: una dipendenza. E a
volte le dipendenze ti possono salvare il culo.
Ed
eccomi qui!
Con
un giorno di ritardo, e per questo chiedo venia! Ma chiedo anche pietà: le
udienze generali mi ammazzano, e ieri sono rientrata asfaltata con una montagnuccia di prove da correggere. Chè
domani si ricomincia e i voti servono. Oh, sì. Purtroppo.
Ma
torniamo a noi. E a Snart.
Mi
piace immaginare Len come un drogato. No. Niente
Maria, fumo, erba, coca o, per andare più sul raffinato (e bohèmien) assenzio,
nicotina e oppio (ok. Mi sto immaginando Snart in una
Londra vittoriana; o nella Parigi della Belle Époque
e delle Folies-Begér. E l’immagine mi piace. Troppo.
Meglio che smetta!). Dicevamo. Niente droghe comuni; e quindi niente dipendenza
comuni.
Secondo
me, per Snart, la componente della “droga”, quindi
della dipendenza, è un fattore determinante della sua vita. Drogato di
adrenalina; ladro compulsivo; dipendente da rituali. Perché sì; perché siamo
fatti così. Perché ci aggrappiamo a qualsiasi cosa ci dia uno stimolo, un imput. Fosse anche la cosa più assurda, banale e scontata
del mondo.
E mi
piace pensare che le dipendenze di Snart siano la
droga che lo lega a ricordi, affetti ed esperienze. Perché sì, esistono anche i
drogati di quel genere. Quelli che vanno in overdose affogando nei propri
ricordi e che “tichettizzano” (esisterà? Facciamo di
sì^^) tutto ciò che è legato a un’emozione forte.
Premesso
che non sapevo minimamente che l’accentino
di Mick è davvero quello di suo padre (appurato giusto ieri, quando è uscito il
nuovo episodio di LoT 03x07) e quindi no, non voleva
essere uno spoiler, ho pescato un po’ qua e là per il resto.
Il
nonno di Snart esiste; o almeno nei fumetti è canon. E sì, lavorava in una fabbrica di ghiaccio, quindi
quegli occhiali da saldatore ci stanno. Il parka. Bhè,
è il parka. Penso di non aver mai visto uno Snart
senza parka. E l’idea che fosse un regalo (furto?) di Lisa mi stuzzicava.
E
poi c’è l’anello. Ho adorato quell’anello (c’entra anche il mio feticismo per
le mani di Miller, sì. Ma non importa. Quell’anello maschile stava bene.
Punto). E di come sia un monito – non monito. Di come Snart
ci giocherelli e se lo porti a memoria di cosa non fare. Per poi, ovviamente,
fare l’opposto. Che dire? Il parossismo in formato metallico da mettere al
dito.
Ah! E
naturalmente ho amato il bug di
trama/scena. Cioè: alzi la mano chi lo aveva visto prima, quell’anello. Io no
di certo. Però mi piace come compare, e come tutti diano per scontato non tanto
che se lo sia messo. Chè sì, ci sta che a un certo
punto uno abbia voglia di mettersi al dito un anello del genere. Tamarro (Che
poi. Io vorrei sapere come mai certe cose, appunto, tamarre nella realtà
risultano ridicole e caricaturali e in telefilm diventano quel colpo, quell’accorgimento
che ti conquista. Mah! Misteri della cellulosa!). Ci sta, si diceva. Ma che
compaia proprio in quel preciso momento, per ricordare quella certa cosa. Ok!
Le storie funzionano così. Sospensione dell’incredulità e tutto il carrozzone.
E va bene; benissimo. Però. Ecco. Ho amato anche quello (e se volete ridere un
po’; su situazioni del genere etsimilia,
andate a ripescarvi Galavant.
Sì, è della Disney; sì, è comico-demenziale; sì, è sottotitolato e non è
tradotto. E no, non è affatto per bambini. Credetemi!)
Significato:
Indica perdita
di equilibrio e mancanza di reciprocità o un amore non ricambiato, ma indica
anche qualcosa che richiede particolare attenzione, proprio perché fondata da
una connessione sottile.
Fandom: Legendsof Tomorrow
Episodio: 1x 07 – Pirati del tempo
Personaggi: Leonard Snart; Sara
Lance
Sara ha una bellezza che ti attrae.
Sara è disillusa. Sara è un fascio di nervi che a
volte ti aprirebbe volentieri la gola. Sara è un vaffanculosussurrato a un bacio di distanza, in bocca al tuo sogghigno.
Sara sono due gambe che si intrecciano alle tue nella
stiva e la freddezza dell’assassina anche con una mano di carte fra le dita.
Sara ha le palle di dire le cose come stanno. Di darti
del criminale con la naturalezza con cui uccide. E l’ovvietà di non aspettarsi
da te nulla più del tuo interesse. E ti va bene così.
Ok.
Ho riesumato questa storia. Non perché l’avessi
dimenticata (scherziamo?!), ma perché proprio proprio
non ce la facevo, ad aggiornare. Basta guardare la mia cronica lentezza
abituale.
Comunque. L’ho riesumata. Chè
dopo un annetto, ci stava anche l’idea di avviarsi a scrivere la parola fine.
Tanto più che le drabble sono tutte belle e pronte.
Quindi: partiamo! Con il consueto (?) aggiornamento
ogni settimana. Che dovrebbe cadere di mercoledì, se la matematica non è un
optional (voi fate conto che lo sia).
Siamo al giro di boa. Letteralmente.
Perché le drabble sono
quattordici, e con questo numero otto stiamo tornando verso la riva. Piano piano, una bracciata dopo l’altra, senza lena affannosa, ma
la boa ce la stiamo lasciando alle spalle. Quasi di sfuggita.
Come l’otto di picche. Perché l’otto di picche è una
carta che non fili. È una di quelle carte che spesso ti dimentichi nel mazzo,
perché viene dopo il sette (e hai in mente che il sette è quello bello) e
precede il nove, la carica cui seguono i pezzi da novanta.
Eppure l’otto di picche è una bella carta. Una carta
che se ne resta lì, in bilico fra gli scarti e le cose importanti. E ti
costringe a chiederti se appartieni agli uni o altri altri,
a entrambi o a nessuno in particolare.
Per questo ho tirato in ballo Sara.
Perché Sara c’è. E su questo non si può discutere. C’è
nelle provocazioni, in una seduzione ambigua. C’è con quel suo mettere alla
prova Len e vedere fin dove sia disposto a spingersi,
fin dove voglia mantenere in piedi la sua facciata. O se esiste davvero, una
qualche facciata.
Davanti a questa carta mi sono chiesta chi fosse lo
specchio di Snart, il suo contraltare. E no: non è
Mick. Mick lo completa, non lo riflette.
La risposta è stata Sara.
Perché Sara per certi aspetti è come Snart; ha vissute esperienze come Snart.
E cerca tanto il riscatto quanto Snart lo soppesi con
indifferenza.
E poi. Sara è quella cui Leonard mostra il volto
normale, umano. Sotto strati di affettazione, ma quel volto c’è. E Sara non ha
paura di riconoscerlo per quello che è: un bastardo imbroglione.
O almeno io la vedo così. Come vedo così il bacio che
gli dà alla fine. Non è amore; e non è neanche rimpianto o seduzione. È il
capolavoro di Leonard: il furto nel furto. Perché Sara lo bacia senza
gratitudine o riconoscenza, ma con frustrazione e rabbia. Perché Snart ha fregato a Rey il ruolo
dell’eroe; e a lei l’occasione di riscatto.
E mi fermo. O scrivo una dissertazione.
E per la cronaca: questa storia esiste proprio grazie
a Sara, in un certo senso. Grazie al mazzo di carte che Len
mostra a Sara e con cui si intrattengono. Se non era un invito a nozze quello,
allora non so cosa poteva esserlo per me.
A presto miei (sparuti. Praticamente dispersi) fedeli
lettori!