Il destino unisce tutti tramite i fili del colore dell'arcobaleno

di ale81194
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ben tornata ***
Capitolo 2: *** Famiglia ***
Capitolo 3: *** Autunno ***
Capitolo 4: *** Doppia faccia ***



Capitolo 1
*** Ben tornata ***


Ben tornata 

~ Il sole stava tramontando e i suoi ultimi raggi avrebbero illuminato ancora per poco la maestosa e abbellita sala da ballo del Regno della Luna.
Al centro, seduto per terra con le palpebre chiuse, vi era un giovane principe che aveva appena finito di dare ordini su dove posizionare alcuni ornamenti e consentire o rifiutare le ultime modifiche suggerite dagli addetti ai lavori, dai fiorai e dai cuochi: il regno, infatti, tra un'ora avrebbe dato una grande festa in onore della Luna.  
Doveva alzarsi e andarsi a preparare: presto sarebbero arrivati i primi invitati, tra cui i sovrani e i suoi amici, e sarebbe stato compito suo accoglierli, ma l'idea di fingersi malato e assentarsi fuggendo da corte si stava insinuando nella sua mente.
«Non pensarci nemmeno, Shade, tu non te ne andrai di qui lasciandomi sola
La voce lo fece sussultare ma si rilassò appena la riconobbe. Alzando lo sguardo vide davanti a sé la ragazza che aveva parlato, non si era accorto che si fosse avvicinata. Aveva le mani poggiate sui fianchi ed era leggermente inclinata verso di lui, i capelli neri, che spesso teneva in una morbida treccia, erano sciolti e le arrivavano circa a metà schiena, i suoi occhi blu cobalto e la sua pelle diafana erano messi in risalto dal trucco. Nonostante ciò aveva ancora indosso una semplice maglietta bianca e un paio di pantaloni lunghi neri.
«Pensi di presentarti così al ballo? In pantaloni? Non sarai in veste politica stasera e in quanto principessa i nobili potrebbero avere qualcosa da ridire» le chiese provocatorio facendo comparire il suo solito ghigno.
«I nobili hanno sempre da ridire e nemmeno tu sei messo meglio principe dei miei stivali, la tua maglietta è ricoperta di sporcizia. Almeno non avranno dubbi sul fatto che siamo parenti»
La ragazza marcò l'ultima parola facendo capire chiaramente il messaggio al ragazzo: se scappi o vengo anche io o vado a fare la spia.
«Erano così evidenti le mie intenzioni?» All'annuire della sorella si alzò sospirando.
Almeno ci sei tu.
Sussurrò quasi impercettibilmente, ma la ragazza, che l'aveva comunque sentito, finì per abbracciarlo teneramente.
Il corvino la osservò ricambiando il gesto d'affetto: era rimasta più bassa di lui di parecchi centimetri nonostante fosse più grande di lui di due anni, ma col tempo era diventata bellissima.
I reali e i suoi sudditi si sarebbero stupiti a rivederla lì dopo tutti quegli anni, sua madre l'aveva fatto a posta a non avvisare nessuno, voleva che fosse una sorpresa. 
«Mi sei mancata cuginetta, tanto.»
«Anche tu, non sai quanto. Mi dispiace di essermi assentata per così tanto tempo ma gli impegni che mi sono stati affidati non mi permettono di tornare spesso a casa. Ma ho una buona notizia – disse specchiandosi in quelle iridi così simili alle sue – ho degli affari piuttosto lunghi da svolgere qui a Wonder, questo mi permetterà di rimanere qui per un po'.»
Shade, che non credeva alle sue orecchie, l'afferrò in vita, la sollevò e la fece girare in tondo, facendole provocare una risata che riempì il silenzio della sala finché non la posò di nuovo a terra. 
«È tardi Shade, dobbiamo muoverci e andare a prendere Milky – gli dichiarò mentre attraversavano il corridoio diretti verso le proprie camere – Anche perché non vorrai mica tardare all’incontro con una certa principessa dai capelli turchini, non è vero? Rein, se non erro. Beh, sono proprio curiosa di conoscere la mia futura cognata, deve essere una ragazza molto speciale.»
Alla constatazione della ragazza le guance di Shade si imporporarono di rosso, ma prima che potesse urlarle qualcosa lei era già sparita.
Con lei a castello nulla sarebbe stato più tranquillo. Sorrise ai ricordi dei guai, degli scherzi e delle litigate che avevano combinato da piccoli. Era bello riaverla attorno. 

Ben tornata, Alexa.





 










 
Angolo autrice
Ecco a voi una breve OS scritta da parte mia, la prima che pubblico di questo fandom, nonostante io lo ami 

Parte dall'idea di una breve long, ma alla fine ho scelto di fare così.
Spero vi piaccia almeno un po' e che il personaggio nuovo vi ispiri un po' di simpatia. Inoltre volevo inserirci un piccolo riferimento alla bluemoon che non fa mai male. Mi sono divertita a scrivere su questo fandom e chissà, forse scriverò altro in futuro.
Va beh, chiudiamo che mi sto dilungando troppo...
Grazie a tutti coloro che la leggeranno e/o lasceranno una recensione per farmi sapere una  propria opinione.
Un abbraccio enorme a tutti.
~ Ale

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Capitolo 2
*** Famiglia ***


Famiglia





«Pronte?»
La domanda che Shade pose, guardando le due ragazze posizionate accanto a sé, ebbe come risposta un cenno di approvazione.
Si erano nascosti vicino alla porta delle cucine, pronti a sferrare il loro attacco.
Nonostante le cuoche iniziassero a sfornare delizie fin dalle sei di mattina, loro, da bravi reali, dovevano aspettare le 7.30. Purtroppo, quel giorno si erano svegliati tutti e tre in largo anticipo e ora stavano morendo di fame.
Quel giorno i due banconi erano strabordanti di cibo e, cosa più essenziale, la vecchia cuoca Agata non era lì presente. Quella donna possedeva un radar contro i due reali più grandi, li aveva sempre scoperti nei loro tentativi di furto.
Al segnale del fratello Milky scattò al tavolo a destra e si nascose sotto, la Alexa invece si diresse dalla parte opposta, mentre Shade entrò con nonchalance nelle cucine nell’intento di distrarre le cameriere.
Come previsto le donne rimasero rapite dal fascino misterioso del principe lunare, lasciando agire indisturbate le due principesse che, nel frattempo, avevano riempito i due sacchetti a disposizione ed erano uscite.
Attesero il suo arrivo vicino al suo studio, mangiandosi intanto i bignè alla crema e alla nocciola. 
«Ehi! Chi vi ha dato il permesso di mangiarvi la colazione in mia assenza?!» chiese il corvino guardandole di traverso appena le raggiunse .
«Io» asserì la corvina.
«Lei» disse Milky facendo cenno col capo.
«Essendo più grande di te, posso anche non darti nemmeno un dolcetto, se non smetti di guardarmi come se ti avessi ucciso il cane» schernì subdola.
«Ti ricordo cosa è successo l’ultima volta che non mi hai concesso la mia parte legittima di dolci, mia carissima e dolcissima Alexa?»
A quel ricordo la maggiore avvampò in un nanosecondo, mentre la minore scoppiò in una risata: anche se molto piccola ricordava perfettamente come l’adorato cugino aveva mandato una lettera, contenente una foto mentre lei dormiva, al ragazzino che le piaceva.
La corvina non ebbe il tempo di ribattere che sentirono, improvvisamente, la cara cuoca imprecare e promettere una vendetta atroce a coloro che avevano rubato i dolciumi.
«Forse è meglio scappare da qui» suggerì la bambina dai folti capelli rosa, leggermente preoccupata, specchiandosi in altre due paia di iridi del suo medesimo colore.
I più grandi, conoscendo già la punizione che l’anziana aveva in servo, la tranquillizzarono donandole due baci sulla fronte.
«Non penso che lei sospetti di te piccola, quelli che la facevano sempre arrabbiare eravamo noi. Nel dubbio conserva per bene quel sacchetto di dolci, saranno la tua salvezza nel caso voglia estendere la sua zuppa di verdure, per un mese, anche a te» la rassicurò il ragazzo, abbassandosi alla sua altezza per accarezzarle il capo.
Osservando quella scena, Alexa soffocò un piccolo singhiozzo.
La sua famiglia le era mancata smisuratamente. Non poter essere lì con loro ogni giorno le era mancato.  
Il giovane uomo, al quale non sfuggì il suo piccolo cambio d’umore, la abbracciò.
Non preoccuparti, sei quasi una regina di un altro pianenta ora e hai pure degli incarichi politici importanti, è normale che tu non riesca a essere molto presente. Nessuno te ne fa una colpa, tranquilla.
Quelle parole, sussurrate sussurrate con tanto affetto al suo orecchio, la fecero piangere in silenzio.
Milky, non capendo esattamente la situazione, decise di unirsi comunque all’abbraccio, infiltrandosi tra i due.
Quel gesto fece ridere i più grandi, che la presero in braccio.
Asciugandosi le lacrime, Alexa suggerì un’idea che fece illuminare il volto ai presenti, i quali acconsentirono immediatamente.

Ecco perché quando la regina uscì sul balcone, dopo essersi alzata dal suo morbido materasso, trovò i suoi bambini, felici e sorridenti, a fare colazione in giardino, sebbene non fosse ancora giunta l’ora stabilita.



 

Angolo autrice
Buonasera a tutta la comunità. Come state?
Ecco a voi la terza OS di questa raccolta. Spero strappi a tutti voi un sorriso o vi diverta come è successo a me mentre la scrivevo.
Scusate eventuali errori grammaticali, li correggerò domani nella rilettura.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Per il resto grazie a tutti quelli che hanno deciso di leggere la raccolta, ci sentiamo presto.
Un bacio,
~ Ale

P.S Sono la me del futuro che sta/ha revisionando questa raccolta. Per chi stesse rileggendo la storia, qui si possono notare che ci sono già delle informazioni diverse rispetto a prima. Alcune anche importanti. Spero vi piacciano le modifiche, purtroppo come era la storia prima non riuscivo ad andare avanti, avevi un blocco che non riuscivo a far passare in questa storia. Mi è venuta un'idea diversa su questa raccolta e allora l'ho applicata, perchè volevo comunque portarla a termine. Grazie a tutti.

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Capitolo 3
*** Autunno ***


Autunno

~ L’autunno era arrivato, e con lui i mille colori che dipingevano il giardino reale come uno dei panorami più incantevoli dell’intero pianeta.
Ogni tanto il leggero vento staccava dolcemente le foglie dai rami, le accoglieva nel suo freddo abbraccio per un breve tragitto per posarle, infine, al suolo.
Alexa, dalla panchina accanto alla fontanella, avvolta nel suo maglione osservava il paesaggio sovrappensiero.
Questo permise a Shade di arrivare e sedersi accanto alla ragazza senza che lei lo sentisse.
Rimasero in silenzio a memorizzare ogni singolo dettaglio di quel meraviglioso quadro vivente per un tempo indefinito, nonostante il principe sapesse che lei oramai si era accorta della sua presenza, anche se non avrebbe saputo dire quando.
Nessuno voleva rompere la magica atmosfera che si era creata e lui non voleva costringerla a parlare, ma alla fine fu la stessa giovane donna a pronunciare la prima parola.
«Ti ricordi quel vecchio libro che da bambina portavo ovunque?»
Shade sorrise al ricordo, era un libro alquanto particolare: ogni pagina era di un diverso colore ma il libricino era completamente privo di parole. Tuttavia, sua lei lo amava, lo portava ovunque. Vedere quel sorriso sincero sul volto di Shade le si scaldò il cuore.
«Non credo abbia ricordi di te da bambina senza quell’oggetto. Le domestiche e mia madre hanno provato a togliertelo in tutti modi, soprattutto nelle occasioni speciali. E ti ricordi quando hai iniziato a colorare le pareti dell’intero palazzo e dicesti che te lo aveva suggerito il libro?»
Shade scoppiò in una risata cristallina mentre la corvina, deridendosi, si avvicinò e pose il suo capo sulla spalla di lui.
«L’unico che approvava la tua ossessione era mio padre, sembrava capisse il tuo strano modo di vedere le cose... Stavi pensando a lui, non è vero?»
Impressionante come lui riusciva a capire le sue emozioni ancora prima che lei lo andasse a cercare. Era una persona rara il suo cuginetto.
«Questo era il suo luogo preferito, ogni mattina veniva a dipingere su questa panchetta. Lo zio mi manca così tanto…» Ecco, pensò, e lacrime le scesero sulla sua pelle candida mentre suo cugino la circondava in un dolce e malinconico abbraccio. Dopo alcuni minuti, sentì qualcosa di bagnato caderle sulla cute dei capelli: era crollato anche lui. Si staccò un poco da lui e dopo aver asciugato le lacrime del giovane uomo con le sue dita si diresse al centro del parco.

I see your monsters,
I see your pain,
Tell me your problems,
I'll chase them away,
I'll be your lighthouse,
I'll make it okay…*


Al suo dolce canto si unì il vento che, spostandole i capelli dal candido viso, fece scendere molte foglie come per regalarle un palcoscenico. Un momento magico.
Quando l’incantesimo finì, Shade si avvicinò, le prese il mento e dandole un buffetto sulla fronte le sussurrò all’orecchio.
La prossima volta ti accompagnerò con il piano.
Una frase che le fece illuminare gli occhi. «Perché non subito?» gli disse per poi mettersi a correre per raggiungere l’entrata. 
«Allora?» Gli urlò quando vide che non la stava seguendo.
Shade guardò un’ultima volta il paesaggio ricordandosi la risposta di una piccola Alexa di dieci anni quando le aveva chiesto cosa le piacesse di quel libro, per poi procedere velocemente verso di lei.
Forse, ora, a distanza di anni, aveva finalmente compreso.
 
I colori sono lo specchio dell’anima e a ogni persona corrisponde un colore. Quando incontriamo persone ci tingiamo un pochino anche noi del loro colore, e tutti insieme creiamo un bellissimo arcobaleno.

 

 
Angolo autrice 
Buona sera mondo di efp, come state?
Io mezza distrutta, ma la scrittura oggi mi ha aiutato molto, è incredibile l'effetto rilassante che ha su di me.
I colori dell'autunno sono qualcosa di spettacolare, mi poserei tutto il giorno in mezzo alla natura a dipingere, se solo potessi farlo.
Aggiorno dopo un mese e mezzo, e lo so che è una OS molto corta, ma ci ho messo tutta l'anima il questo breve scritto.
Spero si veda l'impegno e che vi piaccia almeno un po'.
Se avete voglia ditemi cosa ne pensate.
Grazie a tutti.
Vi mando un bacio.
~ Ale

 

*testo preso dalla canzone Monster di Katie Sky

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Capitolo 4
*** Doppia faccia ***


Double face

~ Moon Maria studiava attentamente sua nipote, la quale stava mangiando tranquillamente davanti a lei del pane ricoperto da un abbondante strato di marmellata ai mirtilli.
«Smettila di guardarmi assiduamente»
«Mi nascondi qualcosa?» Nella voce della regina, che, come al solito, era molto dolce, c’era una nota di preoccupazione.
«Non ti sto nascondendo nulla zia» Il sorriso di rassicurazione che le volse però non convinse la sovrana del regno della Luna. La giovane notandolo cercò, addentando per la terza volta il pane, di troncare sul nascere l’inizio di un’inutile discussione.
«E anche se fosse, non dovresti impensierirti, non sono faccende che riguardano questo regno o mondo»
Più o meno.
Ma questo la corvina lo aggiunse solo mentalmente. Di faccende militari se ne occupava solo con Shade, sua zia, per quanto fosse un’ottima regina, non era abbastanza fredda nel prendere decisioni di questo tipo.
«Mi preoccupo, lo sai»
«Invano»
«Ma sono tua zia e la tua tutrice»
«E io tua nipote e per me sei come una madre»
«E sono anche la regina di questo regno»
«E io la principessa, visto che mio padre e mio zio erano fratelli.»
Moon Maria sospirò, sua nipote era peggio di Shade in quanto caparbietà. Si alzò, sconsolata, sapendo che non avrebbe ricevuto nessuna risposta soddisfacente e uscì dalla stanza, lasciandole finire la colazione.
«Proprio perché siete una principessa non dovreste avere dei modi così inappropriati»
Alexa ruotò il capo, seguendo la direzione della voce, ritrovando dietro di lei un signore dall’età indefinita tra i sessanta e gli ottant'anni, leggermente in sovrappeso, calvo ma con una barba estremamente lunga: Gabriel, uno dei consiglieri più cari della regina. L’uomo aveva ascoltato quasi l’intero discorso, non riuscendo, alla fine, a non esternare il proprio pensiero verso quella ragazza che poco conosceva ma che mal tollerava a causa dei suoi comportamenti e delle sue bizzarre abitudini.
In quel momento nella stanza erano rimasti solo loro due.
«Non ho mai chiesto la vostra opinione, Gabriel»
«Vostra zia è la regina, dovreste mostrare più rispetto.»
«Non mi sembra di essere stata irriguardosa nei suoi confronti. Inoltre, vi ricordo chi sono»
Gabriel si inchinò sorridendole sornione.
«Allora, visto che avete chiaramente presente il vostro ruolo, io andrei, vostra altezza»
C’era del sarcasmo estremamente poco velato in quelle due parole, qualcosa che ebbe il potere di cambiare irrimediabilmente la persona che era seduta lì davanti.
Quando alzò il capo privo di capelli, pronto ad allontanarsi, il sorriso scomparve e il fiatò gli si mozzò in gola.
La principessa si era alzata avvicinandosi a lui senza il minimo rumore, ma non fu quello che sconvolse così tanto l’uomo, che più la osservava e più si chiedeva se fosse possibile che colei che avesse davanti fosse la stessa che viveva in quel palazzo da ormai un mese.
La stanza sembrava aver mutato improvvisamente le sue caratteristiche: quella che era una delle camere più accoglienti era diventata fredda, inquietante, inospitale come se volesse imitare l’esempio della persona davanti a lui.
Inconsciamente le sue labbra si schiusero pronunciando un flebile «E voi chi siete?».
Sentendo la domanda la corvina rise, una risata gelida capace di far congelare il cuore, ma la cosa più inquietante erano gli occhi: in confronto due lastre di ghiaccio avrebbero mostrato più calore.
Il minuto corpo era rilassato, nulla nella sua postura sembrava esprimere aggressività, eppure, più la guardava e più gli sembrava di essere di fronte a un lupo pronto a divorare la sua preda, non appena la sua voglia di divertirsi fosse stata soddisfatta.
La giovane donna si alzò, con estrema lentezza, in punta di piedi, poggiando pigramente le sue diafane mani sulle spalle dell’uomo, avvicinandosi al suo orecchio sinistro.
Parlò, pacatamente e con voce nitida. Sentì, attraverso i vestiti, i muscoli di lui irrigidirsi e la sua temperatura corporea calare drasticamente. Sorrise vittoriosa.
«Io non rischierei di prendere in giro un vice-presidente del consiglio universale, sapete, i politici sanno essere molto pericolosi... Potrebbe non piacervi particolarmente il finale»
Quando tornò di nuovo con i piedi completamente a terra era ricomparsa improvvisamente, così come era scomparsa, la stessa ragazza dolce e adorabile che tutti a palazzo conoscevano;  la reale alzò lo sguardo un’ultima volta per regalare al consigliere un tenerissimo sorriso, per poi uscire dal piccolo soggiorno senza emettere nessun altro suono, lasciando l’anziano a fissare il vuoto per un tempo che sembrò interminabile.
Non conosceva quasi nulla di lei e lui l’aveva sottovalutata, pensava fosse una principessa docile e irriverente; peccando di arroganza non era rimasto al suo posto, commettendo un grave errore, e ne avrebbe pagato le conseguenze se solo avesse provato a dimenticarsene.
Che donna terrificante.






















Angolo autrice 
Mi scuso enormemente per il ritardo mostruoso.
È da un anno e mezzo che non aggiorno, mi dispiace enormemente, ma ho avuto problemi.
Tra cui blocco dello scrittore, esami universitari ecc…
Spero vivamente che possa piacervi, è uscito di getto questo pomeriggio, dopo un’infinità di tempo che non avevo ispirazione.
Se ci sono errori ortografici e di distrazione perdonatemi, ricontrollerò appena posso, datemi un paio di giorni, sono sommersa dallo studio per la sessione, abbiate pazienza.
Qui vediamo la facciata da politico di Alexa, aspetti del carattere che nessuno a palazzo si sarebbe potuto immaginare, causati dall'ambiente in cui lavora.
Ovviamente, per essere dove è, non potrebbe mai essere una persona con poca determinazione.
Inoltre provo pietà per M. Maria per avere due “figli” così facili da sopportare e gestire.
Grazie a chi leggerà, spero sia uscito qualcosa di decente e con un minimo di senso, nel caso sia venuto una ciofeca fatemelo sapere.
~ Ale

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