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di EthanNakamura1611
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1°
 

- Rachel, tesoro, quel vestito è magnifico-fu così che Rachel Elizabeth Dare, figlia del famosissimo imprenditore William Dare, venne accolta in classe da Drew Tanaka, la classica ragazza facile, che si era fatta il 95% della popolazione maschile della scuola. Il restante 5% comprendeva i ragazzi omosessuali della scuola.
- Grazie Drew-Rachel fece il sorriso più falso del mondo e si sedette al suo posto vicino alla finestra, si mise a guardare fuori e ricacciò indietro le lacrime, non ne poteva più di quella falsa vita: amici falsi, genitori falsi, tutto ciò che aveva era falso; nulla era reale tranne i capi firmati che sua madre l'aveva obbligata a comprare, l'unica volta in cui Elizabeth Dare, da qui il secondo nome di Rachel, aveva speso soldi per la sua unica figlia.
- Ragazzi-la professoressa Doods entrò in classe, con un plicco di fogli in mano, tutti ammutolirono sapendo perfettamente di cosa si trattasse. Le verifiche di matematica.

- Signorina Dare, non andiamo bene, un’altra F-denigrò, Rachel sbuffò e si trattenne dall’urlare in faccia alla professoressa che non aveva il diritto di urlare ai quattro venti i voti degli alunni, ma doveva aiutarli a recuperare i brutti voti.

- Recupererò-promise Rachel, la Doods ghignò.

- Non credo che lei riuscirà a recuperare cinque F, neanche i soldi dei tuoi genitori ci riusciranno-la derise, la ragazza si alzò e corse via, ignorando le risate della classe e i richiami della professoressa; si chiuse in bagno e si guardò allo specchio, detestava ammetterlo ma si sentiva debole.

- Basta-sussurrò guardandosi allo specchio, i capelli ricci e rossi le ricadevano morbidi fino a metà schiena, gli occhi verdi erano circondati da una sottile linea di eye liner, il viso cosparso di lentiggini era arrossato dalla rabbia.

- È ora di porre fine a tutto-si disse, tirò fuori dalla tasca che indossava sopra il vestito un portafoglio, con dentro i soldi che avrebbe usato per corrompere il bidello, uscì dal bagno e attraversò in fretta il corridoio, dirigendosi verso lo stanzino del bidello, lasciò i soldi sul tavolo e uscì in fretta, solo che non si rese conto dei due ragazzi che la attendevano fuori dalla scuola.

- Quella è Rachel Dare?-domandò uno di loro, il cappuccio calato sul viso impediva a chi lo circondava di vederlo in faccia, l’altro ragazzo anche lui incappucciato annuì e cominciò a seguire Rachel, seguito a ruota dal primo ragazzo.

 

“Cosa ho fatto?”pensò Rachel, mentre stava attraversando la strada. “Sono scappata da scuola, rischio l’espulsione, mio padre mi ucciderà”ovviamente si era pentita delle sue azioni, se ne pentì ancora di più quando si accorse dei due ragazzi incappucciati che la seguivano, deglutì e cominciò a correre, senza vedere il camion che le stava andando incontro. Accadde tutto in fretta, senza sapere come Rachel sentì il camion che stava per investirla suonare il clacson e sfrecciarle accanto, si rese conto solo in quel momento di essere intrappolata tra le braccia di uno dei ragazzi che la stavano seguendo, respirò a fatica e crollò in ginocchio subito seguita dal ragazzo, che l’accompagnò a terra, rallentandole la caduta.

- Oddei, io...mi dispiace, non volevo-sussurrò la ragazza tra le lacrime, affondò il viso nel petto del ragazzo, che le aveva salvato la vita e respirò quell’odore di fumo misto a cannella.

- Ethan, stai bene?-il secondo ragazzo li raggiunse di corsa, Rachel sentì il ragazzo che l’abbracciava annuire e rialzarsi in piedi, aiutandola a fare lo stesso.

- G-grazie-sussurrò Rachel, sentiva le gambe molli, ma riuscì a reggersi in piedi lo stesso, Ethan scosse la testa e si sfilò il cappuccio, sorridendo leggermente.

- Ti va se andiamo a bere qualcosa, almeno ti riprendi dallo shock-le propose, spostandosi una ciocca nera che gli era caduta sulla benda che portava sull’occhio sinistro, Rachel annuì e lo seguì.

 

- Olympus, il bar più bello della zona!-esultò il secondo ragazzo, che aveva detto di chiamarsi Damien, Ethan scosse la testa divertito e gli scompigliò i capelli castani.

- Vado in bagno-disse Rachel, entrando nel locale e chiedendo subito del bagno al camierere.

- Va ad ordinare, io avviso Octavian-spiegò Ethan, tirando fuori dalla tasca della felpa il cellulare, digitò un numero in fretta e si portò il telefono all’orecchio.

- Nakamura, hai buone notizie per me?-domandò il ragazzo dall’altro capo del telefono.

- Sono all’Olympus, Rachel è con me, mandi qualcuno a prenderci?-rispose il moro, sbuffando e guardando Rachel che raggiungeva.

- Luke e Chris saranno subito da voi-promise Octavian, Ethan annuì e sorrise leggermente.

-Sì, mamma, grazie mille. Credo vada bene anche a Damien-spiegò, prima di riattaccare, lasciando un Octavian alquanto confuso dall’altro capo del telefono.

- Ti ho preso una Coca, Rachel, spero vada bene-disse Damien raggiungendoli di corsa e porgendo una Coca Cola in bottiglia a Rachel, la ragazza annuì e accettò la bottiglia volentieri, mentre una macchina si fermava accanto a loro, gli occhi scuri di Damien lampeggiarono, mentre Ethan sorrideva.

- Ecco il nostro passaggio-sussurrò, facendo cenno a Rachel di salire in macchina, la ragazza li guardò confusa.

- Ti riportiamo a casa, dopotutto sei scappata da scuola, tuo padre sarà preoccupato-le disse Damien, Rachel annuì e salì in macchina, poi realizzò una cosa “Lei non aveva neanche accennato alla fuga da scuola”.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2°

 

La macchina sfrecciava per le strade di New York, Rachel guardò il ragazzo alla guida, dimostrava ventiquattro anni, aveva degli occhi di un azzurro cielo e una cicatrice gli attraversava il lato destro del viso. Se non sbagliava, Damien lo aveva chiamato Luke, mentre il ragazzo accanto a Rachel, che la fissava nello stesso modo in cui un leone fissa l’antilope, si chiamava Chris.

- Ottimo lavoro, Fratelli vendetta-esultò Luke, battendo il pugno sul clacson, che suonò, Ethan, seduto accanto al guidatore sbuffò e si risposto la ciocca di capelli neri da sopra la benda.

- Non chiamarci “fratelli vendetta”,sfregiato-ringhiò, Luke scoppiò a ridere, ma non tolse lo sguardo dalla strada, mentre Damien alzava gli occhi al cielo infastidito.

- Than, rilassati, non te la puoi prendere per un soprannome, tra l’altro idiota-spiegò, Rachel sprofondò nel sedile, stringendo la presa sulla bottiglia di Coca vuota; Chris scoppiò a ridere, scuotendo la testa.

- Non è idiota, White, è carino-ribatté Luke, suonando il clacson alla macchina davanti a loro, che a quanto pare andava troppo lenta per i gusti del ragazzo.

- Carino come quando ti siedi su un cactus-borbottò Damien, ricevendo uno sguardo truce da Ethan, quel ragazzo aveva un solo occhio, ma quando si trattava di lanciare occhiate velenose non lo batteva nessuno.

- Scusa, Than, ma è vero-spiegò, allargando le braccia, Rachel sprofondò ancora di più nel sedile, se non fosse stata bloccata in mezzo a Damien e Chris sarebbe sicuramente scappata dalla macchina in corsa, anche se Luke andava decisamente forte, sembrava avesse fretta.

- Chi siete?-riuscì a domandare, Luke sbuffò e accese la radio.

- Siamo membri della banda di Octavian, il nostro capo è particolarmente interessato a te, non ne sappiamo il motivo-spiegò Ethan, abbassando la radio; Rachel sorrise era l’unico del quartetto ad averla ascoltata e, dopotutto, lei gli doveva la vita, anche se dubitava che quella sottospecie di pirata l’avesse salvata perché odiava vedere le fanciulle in pericolo, anzi sembrava di più il tipo che le metteva in pericolo le fanciulle. Poi quell'Octavian, chi cavolo era?

- Grazie, Ethan, ora sono solo più confusa-ringhiò la ragazza, mentre Luke e Chris scoppiavano a ridere di nuovo.

- Pensa a guidare, Luke, oppure prendo in mano il volante-ribatté Damien, guardando fuori dal finestrino, il biondo si irrigidì e si concentrò totalmente sulla guida.

 

Appena la macchina inchiodò, Rachel guardò fuori dal finestrino, si erano fermati davanti ad un palazzo enorme, la ragazza lo avrebbe riconosciuto d’ovunque. Era uno dei palazzi che suo padre aveva comprato, sarebbe stato demolito il mese successivo, ma non le risultava che fosse abitato.

- Bentornati a casa-sussurrò Luke, scendendo, Damien afferrò Rachel per un polso e la fece scendere, mentre il biondino chiudeva a chiave la macchina.

- Abitate qui?-domandò la ragazza, leggermente disgustata; quella vecchia catapecchia era del tutto diversa dal palazzo dove abitavano lei e i suoi genitori.

- La principessa non è soddisfatta?-domandò una voce. Luke, Chris, Ethan e Damien ridacchiarono, mentre Rachel sentì un fiato caldo sul collo, si irrigidì e si voltò di scatto. Un ragazzo biondo con gli occhi azzurri la fissava con sfida, la ragazza deglutì e indietreggiò.

- Volete un riscatto?-chiese, abbassando il vestito, dato che lo sguardo del ragazzo era fermo sulle cosce lasciate leggermente scoperte.

- Niente di che, solo trecento mila dollari, i tuoi sono disposti a pagarli?-il ragazzo piegò la testa di lato incuriosito.

- Non lo so-ammise la ragazza, abbassando lo sguardo intimorita, i suoi genitori non tenevano a lei, la usavano più come un oggetto da tenere in mostra e di cui vantarsi.

- Io credo di sì, ne va della loro reputazione-Luke si appoggiò alla sua auto e sorrise in maniera sadica, Rachel sospirò, la cosa che le faceva più male era il fatto che Luke avesse ragione. Se i suoi genitori avessero pagato il riscatto lo avrebbero fatto solo per la loro reputazione, suo padre era candidato come sindaco della città, doveva mantenere la reputazione alta.

- Damien, Chris: accompagnate la principessa in una delle stanze libere. Devo parlare con Luke e Ethan in privato-Rachel sentì Chris afferrarla per un polso e trascinarla via, subito seguito da Damien.

 

-Ci servono quei soldi-commentò Octavian, buttandosi su uno dei divanetti situati nell’atrio dell’albergo nel quale si erano stabiliti lui e la banda.

-Pensi che non lo sappia-Luke appoggiò i piedi sul tavolino e mise un braccio intorno alle spalle di Thalia, che si limitò ad appoggiare la testa sul petto del fidanzato.

- Il signor Dare non li pagherà mai-ovviamente Percy Jackson doveva dire la sua. Octavian si chiese come avesse fatto una riunione che doveva coinvolgere solo lui e i suoi due migliori amici a trasformarsi in una riunione che non solo coinvolgeva tutta la banda, ma anche la banda alleata.

-Nessuno ha chiesto l’opinione di voi Blues Skuls-ricordò Ethan, ricevendo un’occhiataccia da Annabeth Chase.

- Ma ovviamente le vostre opinioni sono ben accolte-si affrettò ad aggiungere, mentre la ragazza annuiva solennemente, contenta di essere riuscita nel suo intento. Incutere paura. Si divertiva a farlo e Ethan era sempre il suo obiettivo preferito.

- Un’idea io l’avrei-sussurrò Chris, tutti lo fissarono incuriositi, mentre il ragazzo si stiracchiava tranquillamente, passarono due minuti in silenzio, poi Chris sorrise.

- Ora che ho la vostra attenzione…-cominciò, poi sorrise e guardò Damien.

- L’idea è questa, convinciamo la principessina dai capelli rossi ad unirsi a noi, con un’altra alleata nell’alta società…-Chris fece una pausa ad affetto, ma ricevette subito un peluche in testa,Octavian gli fece cenno di continuare.

- Riusciremo a fare colpi incredibili-terminò Damien al posto di Chris, troppo occupato a fissare il pinguino di peluche che gli era arrivato in fronte.

- Che idea idiota-borbottò Luke, guardando Octavian.

- Ehi, potrebbe funzionare-si intromise Ethan, Annabeth si alzò in piedi e tirò su anche Percy.

- Tanti auguri, Rebels, noi vi salutiamo-disse e uscì, lanciando un’ultima occhiataccia ad Ethan, che sorrise falsamente e si alzò, per poi uscire dalla sala.

- Non c’è acqua-Rachel incrociò le braccia sul petto, fissando il ragazzo che prima le aveva salvato la vita, poi si era divertito ad incasinargliela. Ethan si guardò intorno e fece cenno alla ragazza di seguirla.

- La teniamo staccata, la colleghiamo solo in casi di necessità-sussurrò, poi squadrò Rachel.

- E tu non sei uno di quei casi-aggiunse, tirando fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, ne porse una Rachel, che scosse la testa, disgustata.

- Mio padre non vuole-ammise, Ethan ghignò e l’occhio destro scintillò di crudeltà.

- E tu fai tutto ciò che ti dice il paparino?-la prese in giro, la rossa gli strappò il pacchetto dalle mani e si portò la sigaretta alle labbra, Ethan le porse l’accendino e la ragazza indugiò prima di portare la debole fiammella sulla sigaretta per accenderla.

- Paura, Dare?-la prese in giro il ragazzo, Rachel riconobbe subito l’odore che aveva sentito quando Ethan l’aveva salvata dal camion. Quell’odore di cannella, che detestava ammetterlo, ma cominciava a trovare adorabile.

- No, non ho paura, pirata-rispose a tono, il ragazzo sorrise e allungò il braccio per spostarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- Stai flirtando con me?-domandò la ragazza, Ethan lasciò a cadere il braccio lungo il fianco e fissò la sigaretta che aveva in mano.

- Ti piacerebbe, non sopporto quando parlo con qualcuno e quel qualcuno ha gli occhi coperti-ribatté, poi si sfiorò la benda e scoppiò a ridere.

- Ti sei reso conto della stronzata che hai appena detto?-domandò Rachel, ridacchiando e gettando a terra il mozzicone della sigaretta, Ethan fece lo stesso e poi afferrò la ragazza per un polso.

- Vieni con me, ti faccio vedere la tua stanza-le disse, Rachel annuì e si accorse solo in quel momento di essere arrossita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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