Cambiamenti inaspettati

di I_love_Beerus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 30 ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 31 ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 32 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Era un tiepido sabato mattina. Lo zoo di Central Park era chiuso ai visitatori, perciò gli animali ne approfittarono per godersi la giornata e rilassarsi. I quattro pinguini che conosciamo bene facevano le solite cose: Soldato guardava i Lunacorni in TV, Skipper sorseggiava il suo caffè di primo mattino, Rico lucidava una motosega e Kowalsky testava una sua nuova invenzione (stranamente senza esplosioni). Insomma, tutto normale… I quattro avevano intenzione di rilassarsi quella mattina ma tutta quella calma non sarebbe durata per sempre.Infatti…                                           
MARLENE: Ehi, ragazziiiiiiiii!!!!!!!!- urlò entrando nella base facendo sobbalzare i pinguini dallo spavento.
SKIPPER: Che hai da urlare tanto???- chiese leggermente irritato per la visita alquanto non gradita della lontra.
Quest’ultima, però, non badò al tono infastidito dell’amico: aveva la classica faccia di una che non vedeva l’ora di dare la notizia più bella del mondo.
MARLENE: Indovinate un po’? Domani mattina arriverà un nuovo animale qui allo zoo!! Non è grandioso?-.
La lontra era eccitata per la notizia e a giudicare dagli sguardi dei suoi amici pennuti li aveva alquanto incuriositi.
KOWALSKY: Interessante… Sai per caso di che animale si tratti?-
MARLENE: Questo non lo so, ma di qualunque animale si tratti non vedo l’ora di conoscerlo!
SKIPPER: Fantastico, un’altra spia da accogliere!- disse sarcasticamente. Marlene si girò verso di lui e lo fulminò con uno sguardo che diceva “tu e tuoi stramaledetti pregiudizi!”.
Gli altri tre pinguini però, sembravano aver preso la notizia piuttosto bene. Al contrario del loro capo sembravano anche loro interessati da quello che aveva detto la lontra. Dalle loro espressioni sembravano immaginare quale animale sarebbe arrivato il giorno dopo.
SOLDATO: Sarà fantastico conoscere il nuovo animale. Chissà, forse sarà un orsacchiotto tutto da abbracciare…-. Il più piccolo del gruppo, a quanto pareva, si mise a sognare ad occhi aperti e si guadagnò occhiatacce da parte dei suoi compagni. Skipper in particolare lo guardava scuotendo la testa sconsolato.
RICO: Kaboom!!- disse il pinguino psicopatico immaginando che l’interno della cassa del  nuovo animale fosse piena di dinamite.
Skipper gli rivolse uno sguardo di rimprovero e subito Rico obbedì al muto ordine del suo capo.
KOWALSKY: Io spero sia un ornitorinco!
SKIPPER: Perché??- Skipper si rivolse a lui più bruscamente del solito: possibile che la sua squadra fosse così ingenua?
KOWALSKY: BHE... perché è l’animale più strano in natura e se lo fosse potrei studiare meglio i suoi comportamenti, le sue abitudini… Mi sarà molto utile!-
Marlene notò subito che l’atmosfera in quella base si stava surriscaldando parecchio vedendo il leader della squadra farsi più furioso in volto. Evidentemente il discorso di Kowalsky era stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Immediatamente decise di lasciarli soli e salutarli, così tornò nella sua caverna.
Kowalsky, Soldato e Rico guardavano preoccupati Skipper che nel frattempo si stava infuriando.
SKIPPER: Possibile che non capite che è una cosa seria?? Una spia sarà qui con noi domani e voi vi comportate come dei bambini ingenui??-
Tutti e tre i pinguini rimasero qualche secondo in silenzio intimoriti dal duro tono del loro capo, poi fu Soldato a prendere coraggio e parlare.
SOLDATO: Non è detto che sia una spia. E non è nemmeno detto che sia cattivo come pensi tu- disse timidamente. Soldato si accorse che Skipper lo guardava come per dirgli “sei patetico”, ma poi Kowalsky decise di appoggiare la sua opinione.
KOWALSKY: È vero, Skipper. Magari sarà migliore di quanto pensi-
SKIPPER: Ah sì? Vi siete forse scordati di Ronda o Clemson? Savio… non ditemi che vi siete dimenticati di lui!- Soldato non poteva scordarsi di Savio, della sua orribile pancia… Al solo pensiero gli vennero i brividi.
SKIPPER: Allora?- chiese notando il silenzio che era calato nella stanza. Era in attesa di una risposta valida dai suoi uomini. Gli altri tre si guardarono l’un l’altro come se stessero litigando con lo sguardo su chi doveva parlare per primo. Dopo qualche attimo decise di parlare il cervello del gruppo.
KOWALSKY: Non ce li siamo scordati, Skipper. Ma noi non crediamo come te che sia un’altra spia-
Dopo quella risposta, Skipper decise di gettare la spugna: era inutile, erano troppo ingenui e se ne sarebbero accorti troppo tardi.
SKIPPER: D’accordo, fate come vi pare. Ma poi non dite che non vi ho avvertiti!- disse uscendo dalla base.
I tre pinguini decisero che lasciarlo solo era la miglior soluzione per fargli sbollire la rabbia. Così tornarono a fare quello che stavano facendo prima che arrivasse la lontra.
Skipper rimase fuori tutta la giornata con lo stesso pensiero in testa: e se fosse stata veramente una spia? Se avesse scoperto tutti i loro segreti più top secret? E se…vabbè non valeva la pena pensarci…
Ma c’era anche la possibilità che fosse solo un semplice animale in attesa di un alloggio. Insomma, un nuovo amico o cose del genere e, come gli avevano fatto capire i suoi uomini, poteva anche lui stare nel torto. Ma lui era Skipper e doveva mostrarsi molto fermo nelle sue opinioni.
Decise di rientrare alla base la sera tardi. Non appena lo videro rientrare e mettersi a letto gli altri tre pinguini fecero lo stesso. Questi ultimi si addormentarono quasi subito mentre Skipper ci mise ancora un bel pezzo sempre per colpa degli stessi pensieri. Quando decise di scacciarli via finalmente si addormentò. Avrebbe pensato a tutto il giorno dopo, quando il nuovo “nemico”sarebbe stato davanti ai suoi occhi. Ma in realtà non sapeva cosa l’avrebbe atteso l’indomani…
 
 
  ANGOLO DELLA SCRITTRCE: Salve a tutti!! Finalmente la sottoscritta incomincia a scrivere una storia su "I pinguini di madagascar"! Ringrazierò chiunque leggerà la mia storia e la recensirà! Per quanto riguarda il capitolo questo inizio è simile alla storia di Musa00 e di GeniaIncompresa (che saluto e spero potranno recensire i miei capitoli), ma posso assicurarvi che l'esito della storia sarà completamente diverso e se ne vedranno delle belle! Detto questo chiudo e buona domenica! Natystar

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


La notte passò in fretta... troppo in fretta per Skipper, vedendo già il sole sorgere alle sei del mattino.
Tra un paio d'ore sarebbe arrivato il nuovo animale e siccome per lui sarebbe arrivata una pericolosa spia, decise di svegliare i suoi uomini e sottoporli ad un allenamento speciale per prepararli ad un eventuale scontro con il nuovo nemico.
Skipper si avvicinò agli altri tre pinguini, che dormivano beatamente.
SKIPPER: Sveglia, mollaccioni!!!- urlò il capo del Commando facendoli letteralmente cadere giù dai letti.
Questi si alzarono dal pavimento stropicciandosi gli occhi ancora impastati di sonno e si stupirono del fatto che lo skipper del gruppo li avesse svegliati così presto di domenica e così Kowalsky decise di chiedergli spiegazioni.
KOWALSKY: Ma Skipper! Perchè ci hai fatto saltare giù dal letto in questo modo? Non so se lo sai ma oggi è domenica!- disse con la tipica aria di chi vuole tornare al calduccio sotto le coperte.
Anche Soldato e Rico lo guardavano interrogativi: volevano una risposta dal loro capo.
SKIPPER: Okay. Immaginavo non avreste capito, perciò ve lo dirò subito: dobbiamo subito uscire e allenarci. Non voglio che il nemico ci trovi deboli e impreparati!- esclamò guardando la reazione dei suoi uomini che lo guardavano quasi come per supplicarlo.
SOLDATO: Skipper, non possiamo prepararci per una cosa che non accadrà mai, secondo noi.- il piccolo pinguino pronunciò l'ultima frase come se gli fosse costata una grande fatica nel dirla ed era sicuro che da un momento all'altro il suo capo lo avrebbe sgridato, ma quest'ultimo lo guardò quasi con compassione.
SKIPPER: Oh, mio dolce Soldatino, come sei ingenuo... Un giorno o l'altro ti renderai conto quanto sia importante prevedere queste cose- detto questo, dopo aver visto lo sguardo stupito di Soldato, si rivolse anche agli altri due.
SKIPPER: Su, non voglio sentire ragioni. Tutti fuori, avanti!- ordinò facendo cenno ai tre di uscire dalla base.
Questi, anche se controvoglia, obbedirono al loro padrone e insieme si allenarono per un'ora e mezza, fino a quando non si fecero le otto.

Marlene uscì dalla sua caverna di buon umore: da un momento all'altro sarebbe arrivato il nuovo animale.
Più in là vide i suoi amici pinguini già svegli fuori dallabase e decise di andare da loro.
MARLENE: Ehi, buongiorno ragazzi! Sapete, pensavo che non vi sareste svegliati così presto la domenica per vedere il nuovo ospite-
KOWALSKY: Veramente ci siamo alzati alle sei del mattino. Sai, per "prepararci" a sfidare la spia- aveva detto l'ultima frase con una nota di sarcasmo e a voce bassa per non farsi sentire dal capo.
SKIPPER: Kowalsky, non c'è alcun bisogno di nasconderti: ti ho sentito benissimo-
Kowalsky si tappò subito il becco imbarazzato mentre la lontra rise divertita.
MARLENE: Andiamo, Skipper, non ha tutti i torti- disse poi- Non credi di stare un po' esagerando? Non essere pessimista, vedrai che potremo fidarci ciecamente del nouvo animale-
SKIPPER: No, Marlene! In questo mondo non puoi fidarti di nessuno, nemmeno della tua ombra! Devi guardarti bene le spalle e se non te ne rendi conto , quello che tu chiamavi "amico" si rivela il tuo peggior nemico...-
E non la finiva più...
Gli altri, vedendo Skipper pronunciare quelle parole come se le avesse imparate a memoria per l'occasione, non facevano altro che sperare che quella maledetta cassa arrivasse.

Finalmente le loro preghiere vennero esaudite. Dopo neanche cinque minuti, si vide in lontananza Alice che portava in mano una cassa di legno e gli altri realizzarono così che il momento era guinto.
La guardiana aveva il telefono in mano e, mentre gli altri si avvicinarono per sentire meglio la conversazione, si rivolse al mittente con il suo solito sgarbo "Che cosa? Non ci sono posti? E secondo te dove dovrei metterlo questo disgustoso volatile? Come? Dalla lontra, dici? Sì, forse potrà andarci d'accordo... E va bene, andata, allora...- concluse riattaccando il telefono.
Marlene, appena udite quelle parole, praticamente urlò.
MARLENE: Wow, avrò un nuovo amico, non ci posso credere!!!- esclamò- Avete sentito anche voi, no? Sarà un volatile!-
SKIPPER: Mi auguro che terrai gli occhi ben aperti, Marlene-
Ma la lontra non lo ascoltava più perchè lei e gli altri tre pinguini corsero subito a vedere il nuovo arrivato.
Skipper si affrettò a seguirli e a prepararsi per studiare meglio il nuovo ospite.
Arrivarono nell'habitat di Marlene e, vedendo che Alice apriva la cassa e diceva al volatile di stare buono e non fare sciocchiezze mentre andava via, si avvicinarono per curiosare.
Skipper era già in posizione mentre gli altri continuavano ad avvicinarsi per vadere il più possibile il nuovo arrivato, dato che il buio non lo permetteva.
Tutti si chiesero perchè mai non uscisse fuori da solo ma non fecero in tempo a formulare quest'ultimo pensiero che l'uccello uscì fuori all'improvviso, facendo fare un balzo indietro agli altri per lo spavento.
Fu un attimo, perchè un secondo dopo, rialzando di nuovo gli sguardi, non poterono credere ai loro occhi.
Nessuno disse una parola, fino a quando finalmente la pinguina che avevano davanti non chiese "Beh? Dovete restare lì fermi a guardarmi con quelle facce da somari?" con una voce talmente sottile e cristallina che Skipper, sebbene fosse un'offesa, non credette di aver sentito nulla di più bello in vita sua.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve, gente! Com vedete, ho pubblicato questo capitolo prima del previsto. Ringrazio GeniaIncompresa, Musa00 e Violadubois86 per aver recensito il primo capitolo di questa storia!
Allora, parlando del capitolo, chi sarà questa pinguina?
Sarà davvero una spia come sostiene Skipper?
Come si rivelerà la nostra adorabile pennuta?
Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo. Miraccomando, aspetto le recensioni di molti e le accetto sia negative che positive. detto questo vi saluto.
Baci, Natystar

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


-Allora?- chiese ancora la misteriosa pinguina in attesa di una risposta da parte degli altri cinque che ancora la fissavano.
"Wow, iniziamo proprio bene! Si direbbe un tipetto particolare..." fu il primo pensiero di Marlene osservando la pinguina.
I ragazzi non riuscivano a staccarle gli occhi di dosso, compreso Skipper, il quale, per disciplina, si ricompose quasi subito e, notando le facce degli altri tre, diede loro uno schiaffo che li fece tornare normali.
In realtà, Skipper era rimasto il più stregato di tutti dalla bellezza della sconosciuta: alta esattamente quanto lui, due grandi occhi azzurri con appena un cenno di ombretto nero sulle palpebre celesti, un ciuffo di piume che le arrivava fin sulle spalle con dei ciuffetti più corti che le scendevano sulla fronte.
Tutti notarono che il ciuffo più lungo era raccolto da una piccola catena d'acciaio. Di per sè era un po' inquietante; tant'è che Marlene assunse uno sguardo quasi spaventato non appena la notò ma si riscosse subito per non sembrare troppo spacciata e fifona proprio il primo giorno e, dopo un tempo che era sembrato non passare mai, si decise finalmente a feare le presentazioni.
MARLENE: Ciao. Io sono Marlene e sarò la tua coinquilina- la lontra, infondo, era felice, perchè, a giudicare dai modi di fare di quella pennuta e dal look, era diversa da lei e siccome credeva al detto "gli opposti si attraggono" sapeva che in un certo senso sarebbero andate più che d'accordo.
La lontra le tese la mano, così lo fece anche la pinguina.
X: Piacere. Io invece mi chiamo Sam- disse la pinguina finalmente contenta che qualcuno avesse aperto bocca- E invece questi quattro allampanati come si chiamano?- La pinguina si era rivolta a loro con uno sguardo divertito; talmente divertito che i quattro realizzarono di aver fatto una pessima figura restando lì fermi a guardarla con il becco spalancato.
Sam si mise a guardare il leader del Commando e Skipper arrossì violentemente sentendo lo sguardo della pinguina su di lui. Ma quando finalmente decise di aprire bocca e presentarsi, lo precedette Marlene.
MARLENE: Ah, giusto. Loro sono i miei amici Skipper, Kowalsky, Rico e Soldato- le rispose la lontra indicandoli uno ad uno.
SAM: Oh, siete troppo timidi per rispondermi, eh?- la pinguina si mise a ridere e i quattro arrossirono. Skipper, se dobbiamo proprio dirlo, stava andando a fuoco ma non lo diede a vedere; così finalmente aprì bocca e parlò.
SKIPPER: No. Cara Sam, se pensi che io sia timido allora sei sulla pista sbagliata. Se proprio vuoi saperlo io sono il leader del Commando Pinguini che hai davanti agli occhi-
SAM: Bhe, di certo non mi darai tanto filo da torcere, vero?- Sam lo guardò come per sfidarlo.
SKIPPER: Cosa intendi dire?- le chiese mentre la guardava come per dirle "non mi fai paura". In realtà aveva capito benissimo dove voleva arivare: fregarlo. Ma non c'era riuscita. Inutile dire che questo giochetto lo faceva letteralmente impazzire; gli piaceva vedere una ragazza tenergli testa, soprattutto se questa ragazza era tosta come quella lì.
Prima che Sam potesse rispondergli a tono, si avvicinarono gli altri tre pinguini che fino a quel momento erano rimasti in disparte.
KOWALSKY: Allora, io sono Kowalsky, anche se te l'hanno già detto. Piacere di conoscerti- disse il pinguino più alto.
SOLDATO: Sì, e io invece sono Soldato. Sono sicuro che andremo molto d'accordo- detto questo, anche lui si avvicinò a Sam e, insieme a kowalsky, le diede la pinna.
SAM: Sapete, di solito odio quelli che si credono i più intelligenti e i timiducci ma devo dire che voi mi sembrate dei tipi che si stanno al loro posto-.
Non capirono se aveva pronunciato l'ultima frase con sarcasmo o aveva semplicemente fatto un complimento, ma ai due non importava: bastava che avesse un buon giudizio nei loro confronti e sorrisero compiaciuti.
In quel momento si avvicinò anche Rico con la sua solita andatura da psicopatico.
RICO: Kaboom!!!- le urlò praticamente in faccia ma la pinguina non sembrava irritata dal gesto. Anzi, scoppiò a ridere.
SAM: Bene, bene. Credo che qualcuno condivide come me la passione delle esplosioni...- disse poi quando smise di ridere.
SKIPPER: A te piacciono le esplosioni?- le chiese Skipper con fare interessato. In qualche modo voleva conoscere meglio la nuova arrivata e la spiegazione arrivò rapida.
SAM: Posso solo dirvi che non sono la tipica "femminuccia rammollita"; non sono assolutamente tipa da bambole, vestitini, gonne, fiocchetti rosa e soap opere d'amore- disse disgustata Sam mentre gli altri la guardavano a dir poco ammirati: non gli era mai capitato di incontrare una ragazza tosta come quella.
MARLENE: Wow, questa sì che è una novità! E quali sono le cose che ti piacciono fare?- chiese la lontra che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
Sam la guardò come se le avessero rivolta quella domanda un milione di volte.
SAM: Beh, posso soltanto dirvi che...- ma non finì la frase che un altro personaggio sbucò immezzo a loro dal nulla.
Davanti ai pinguini si piantò niente di meno che il lemure che conosciamo bene.
JULIEN: Ehilà! Come va la vita, gente? E questa qui chi è?- chiese non appena vide la pinguina.
SAM: Posso soltanto dirti che questa ha un nome e si chiama Sam- disse leggermente irritata.
JULIEN: Ah, sai che m'importa, dolcezza, del tuo nome? Piuttosto devi sapere tu come mi chiamo io: il mio nome è Julien e sono il re di questo zoo e...- ma non riuscì a concludere perchè si sentì afferrare la pelliccia del collo.
SAM: Dolcezza a chi? Ascoltami cocco: non so che idea ti sei fatto di me, ma sappi che ti stai rivolgendo all'elemento che possiede la pedina penale più sporca di tutti quanti messi insieme! Mi auguro che tu non ti scorda di questo particolare perchè se mi chiami dacapo in quel modo te la vedrai con la sottoscritta!-. La pinguina si era rivolta a lui in tono calmo ma basso e minaccioso.
Julien rimase parecchio sorpreso ed intimorito allo stesso tempo per la reazione della pinguina, tanto che non riuscì a fare altro che annuire spaventato, come se avesse paura che in caso contrario lo avrebbe preso a calci.
Marlene, udite queste parole, le rivolse uno sguardo di profonda ammirazione mentre
i tre pinguini, che avevano assistito alla scena a bocca completamente spalancata, non riuscirono a credere alle proprie orecchie: nessuno era riuscito a mettere a posto il lemure tanto in fretta mentre Sam con due parole aveva colpito nel segno!
I pensieri di Skipper, allora, vennero confermati: avrebbero avuto a che fare con un vero proprio carrarmato... con una che era stata dentro! L'idea stanamente gli piaceva un sacco perchè non si sentì mai così attratto da una ragazza in questo modo; si sentiva di minuto in minuto più strano.
Non si stava per caso... No! Non poteva essere vero! In qualche modo si rifiutava di crederlo ma infondo non poteva mentire a se stesso: si stava innamorando di quella ragazza che si comportava da maschiaccio.
Per Skipper fu una cosa del tutto nuova, non gli era mai capitato prima ma decise di non correre troppo: per lui c'erano comunque al primo posto gli interessi della sua squadra e il suo orgoglio, quell'orgoglio che lo aveva reso ciò che era adesso: il capo del Commando, fiero e rispettato e non voleva perdere questi privilegi per uno sciocco sentimento chiamato "amore".
Per questo decise di tenere per sè ciò che sentiva per quella pinguina. Per ora, gli bastava solo che diventassero amici e nulla di più.
I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente dalla domanda che Marlene porse alla pinguina.
MARLENE: Giusto per curiosità, ma perchè hai quella catena in testa?- le chiese quando Sam lasciò il lemure e quest'ultimo se ne ritornò nel proprio habitat, intimorito.
A giudicare da come la guardava, era molto curiosa di sapere la motivazione e Sam l'accontentò.
SAM: Ah, questa intendi? La considero il mio porta fortuna-
SOLDATO: Tuo...portafortuna?- chiese il piccolo pinguino titubante, come se avesse paura di conoscere la risposta.
SAM: Sì. Sapete, con questa ho mandato molta gente in ospedale- disse la pinguina tranquillamente.
KOWALSKY: Vuoi dire che picchiavi gli animali a frustate?- chiese il cervello del gruppo, incuriosito.
SAM: Sì. Oh, ma non pensate che lo faccia per divertimento. Se la sono vista con la mia catena tutti quelli che hanno cercato di mettermi i piedi in testa- disse la pinguina ripensado a quei momenti e lanciando ai cinque un'occhiata di avvertimento.
SKIPPER: Ma tu non devi preoccuparti: nessuno di noi qui ha intenzione di darti ordini- disse comprendendo il signficato del suo sguardo.
SAM: Meglio. Comunque mi sto annoiando, mi fai vedere la tua casa?- chiese poi rivolta alla lontra.
MARLENE: Ma sì, certo! Vieni, ti accompagno, abbiamo tante cose da raccontarci...- disse facendole segno di seguirla e lei e la pinguina si avviarono verso la caverna lasciando soli i quattro pinguini.
Rico e Kowalsky le fecero un fischio d'ammirazione, Soldato rimase lì a guardare la pinguina e la lontra che si allontanavano e pensava con un brivido di non aver mai conosciuto nessuna ragazza che usasse le catene per picchiare qualcuno.
Skipper, invece, pur considerando al primo posto il suo orgoglio, sapeva perfettamente che quel giorno aveva cambiato per sempre la sua esistenza.


ANGOLO AUTRICE: Salve, sono di nuovo qui ed ecco per voi un'altro capitolo di questa storia!
Allora, la nostra Sam con una pedina penale sporca e un carattere esplosivo...non poteva essere che un mio personaggioXD! Di questo capitolo aspetto tante recensioni. Spero vi sia piaciuto e buona serata!
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


La sera tardi arrivò velocemente. Erano le nove e tutti gli animali dello zoo incominciarono a mettersi a letto perchè il giorno dopo lo zoo avrebbe riaperto i cancelli ai visitatori.
A quell'orario, Sam e Marlene stavano ancora parlando, ridendo e scherzando nella caverna. Evidentemente andavano d'accordo e la pinguina per questo non smetteva di raccontare alla lontra della sua vita: tutta amici, esperienze di ogni tipo, sfide e tanto altro ancora.
SAM: Ti dirò...un giorno un mio amico mi ha sfidato ad arrampicarmi sull'iceberg più alto della mia zona. Sapeva che non ce l'avrei mai fatta ma si sbagliò perchè arrivai fino in cima all'iceberg e vinsi la scommessa. Lui perse e dovette ballare il tip tap davanti a tutti...aversti dovuto vedere la sua vergogna: è stata epica!- concluse il raccolto scoppiando dalle risate ricordandosi di quel momento.
Anche Marlene rideva.
MARLENE: Oh mio Dio! Non posso credere che tu abbia dovuto affrontare sfide del genere! Ti giuro che io non sarei sopravvissuta...-disse la lontra con un brivido ripensando al racconto della sua nuova amica.
SAM: Ci credo! In tutta la tua vita non hai fatto altro che esibirti negli acquari per degli sciocchi umani. Si vive una volta sola e fidati, amica, questa vita bisogna godersela al meglio e alla grande, come faccio io!-
MARLENE: Come facevi, dovresti dire- disse prima di ricevere uno sguardo interrogativo da parte di Sam- Non credo che ora che sei allo zoo potrai "goderti la vita alla grande", o almeno non come vorresti godertela tu-
SAM: Credi che mi importi tanto di stare in un luogo "civile"? Beh, ti rispondo io: no. Non m'importa assolutamente di dove mi trovo ora: se decido di affilare dei coltelli, cercare di colpire la guardiana e rischiare di andare in una specie di carcere per "animali cattivi", io lo faccio e basta. Oppure, se decido infilarmi un ago nella lingua, lo infilo senza badare al giudizio altrui. Perciò domani farò tutto il possibile per divertirmi e spassarmela, non vedo l'ora- concluse la pinguina immaginando già cosa avrebbe fatto il giorno dopo.
MARLENE: Okay, come vuoi. Ma non contare su di me su cose tipo coltelli o aghi nella lingua, perchè non voglio averci niente a che fare. Cambiando discorso, ti andrebbe un ostrica prima di andare a dormire?- le chiese alzandosi e andando a prendere un vassoio pieno di molluschi.
SAM: No, grazie. Ma comunque, le puoi sempre offrire al bellimbusto che ci sta spiando- disse Sam ridendo appena.
Marlene si girò verso di lei e le rivolse uno sguardo interrogativo.
MARLENE: Che vuoi dire?- le chiese.
Sam le rivolse un'cchiata scettica per poi dire ad alta voce: Non c'è alcun bisogno che ci spii, Skipper-
Marlene si girò verso l'entrata, dove in effetti c'era il pinguino intento a sentire la loro conversazione.
Quando lo vide si irritò non poco.
MARLENE: Non ci posso credere: ci stavi spiando! Quando perderai questo vizio maledetto, eh?- Marlene stava quasi per gettarsi su di lui per strozzarlo: non era di certo la prima volta che lo faceva e questa volta aveva superato ogni limite!
Fu bloccata appena in tempo dalla pinguina che, al contrario, non sembrava particolarmente infastidita dall'azione di "spionaggio" del pinguino.
SKIPPER: Scusate se vi ho spiate ma sai, Marlene, avevo voglia di scoprire più in fondo la vera natura della nostra ospite...- disse guardando Sam che gli rivolse uno sguardo falsamente ammirato.
SAM: I miei complimenti, devo dirtelo!- commentò sarcasticamente la pinguina.
MARLENE: Aspetta, vuoi che vi lascio soli?- chiese poi la lontra rivolto al pinguino- Se vuoi posso andarmene. Il tempo che tu conosca a fondo la nuova arrivata...- Marlene pronunciò l'ultima frase sottolineando il verbo e gli lanciò uno sguardo come per dirgli "sei ridicolo", lo stesso che gli rivolse Sam.
SAM:  Certo che devi andare via, Marlene. Era questa la sua intenzione iniziale, se non te ne sei accorta- e lo guardò divertita. Skipper la fulminò con lo sguardo arrossendo leggermente.
SKIPPER: Le mie intenzioni sono altamente top secret, se permetti. E anche se fosse come dici tu, non ti riguarda, baby-
MARLENE: Okay... allora io tolgo il disturbo. Ci vediamo dopo- disse allontanandosi il più in fretta possibile notando che l'ultima parola che il pinguino aveva rivolto a Sam l'aveva alquanto irritata. Temeva che avrebbe usato la catena e Marlene non voleva assistere allo spettacolo. Un secondo dopo fu fuori dalla caverna e lasciò i due soli.
SKIPPER: Wow, non avrei mai pensato che anche un nomignolo ti avrebbe fatta infuriare- ammise dopo vedendo il brusco cambiamento dello sguardo di Sam.
SAM: Ringrazia solo che non abbia preso la mia catena, perchè a quest'ora staresti già a terra pregandomi di smettere- disse immaginando la scena e ridendo leggermente.
SKIPPER: A quanto pare, tu risolvi le faccende solo e soltanto con la violenza. Per te non esiste la parola dialogo,vero?- le chiese già sapendo la risposta.
SAM: Sì, è vero. La maggior parte delle volte la miglior risposta da dare a un idiota per me è la mia catena. Ma ti posso garantire che funziona alla grande. Grazie a questo gioiellino quasi nessuno osa mettermi le mani addosso. Nessuno di tutti i miei amici, ovviamente- precisò poi.
SKIPPER: Perchè dici così? Altri hanno cercato di alzare le mani su di te?-
SAM: Oh, sì, tante volte. Ma hanno fatto tutti la fine di un cane bastonato-
SKIPPER: Ora capisco perchè sei stata dentro: con una pedina penale sporca come la tua non potevano certo lasciarti libera di muoverti come volevi- disse avvicinandosi un po' di più a lei.
SAM: Certo che sì! Ma, sai, me la sono sempre cavata, perchè in cella mi facevo sempre degli amici che mi aiutavano ad evadere-
Skipper le rivolse uno sguardo accigliato.
SKIPPER: Evadevi? Quindi...sei ricercata?-
Sam lo guardò divertita.
SAM: Se lo fossi ora avrei tanti cani da guardia alle calcagna!- disse sarcasticamente la pinguina- Però ricordo quando mi catturarono e che sopra la mia gabbia misero scritto "PERICOLO MORTALE. NON AVVICINARSI"- spiegò ridendo sotto i baffi.
SKIPPER: Pericolo mortale? Allora posso ben immaginarmi la bravata che hai fatto...- disse guardandola negli occhi.
SAM: Ah, niente di che. Ho solo aggredito un gruppo di bambini-
Skipper le rivolse uno sguardo incredulo,come se non credesse che fosse risultata pericolosa solo per aver aggredito dei marmocchi: infondo tutti gli animali finiscono col farlo, ma non vengono certo mandati in carcere e paragonati a dei mostri! Ma quando Sam agguinse un attimo dopo " e ho mangiato loro le dita", non potè che rivolgerle uno sguardo alquanto disgustato e sbigottito.
SKIPPER: Oh, adesso è tutto chiaro!- esclamò comprendendo finalmente la questione- Ma c'è dell'altro, vero?- le chiese poi sapendo perfettamente che una tipa con la reputazione di una delinquente non si sarebbe fermata solo a quello.
SAM: Si...ho fatto anche altre bravate. Un po' perchè mi sfidavano, un po' perchè per me erano figate! Come quelle volte che presi un'ascia e finii quasi per colpire una signora; quando mi sfidarono a vedere tutti i film horror; quando picchiai a sangue un gruppo di ragazzi; o quando...-
SKIPPER: Si direbbe una vita movimentata la tua, eh?- la interruppe il pinguino tornando a guardarla negli occhi.
Sam si accorse che la guardava strano. Come se volesse sapere molto più di quanto non le avesse confessato.
SAM: E tu perchè vuoi indagare sulla mia vita?- chiese all'improvviso la pinguina. Era sicura che adesso non centrasse nulla il fatto della spia.
 Skipper si ritrovò completamente spiazzato da quella domanda: non si aspettava che gli chiedesse una cosa del genere, ma cercò di trovare la giusta scusa.
SKIPPER: Al dire il vero non m'importa- mentì il pinguino cercando di risultare il più credibile possibile.
SAM: Davvero?- a quel punto lo guardò di sbieco- Se non t'importa allora perchè mi fai tutte queste domande?-
SKIPPER: Sono curioso con sovrana indifferenza- spiegò il leader guadagnandosi un'occhiata di sospetto da parte dell'altra.
SAM: Non si può essere curiosi e indifferenti allo stesso tempo- lo punzecchiò la pinguina.
SKIPPER: Beh, per me il caso ha deciso diversamente- commentò cercando di recuperare terreno e guardandola come se volesse dirle di finirla lì.
SAM: Okay, Mr Fortunato, ti è andata bene questa volta, ma la prossima non contarci più di tanto, perchè riuscirò a farti fare la figura dell'idiota un giorno- disse in tono di provocazione che le piaceva un sacco rivolgere ai ragazzi.
SKIPPER: Mi dispiace deluderti, tesoro, ma sai anche tu che questo giorno non arriverà mai. Farai meglio a non farti illusioni, altrimenti rimmarrai delusa in futuro. Te lo ricorderai, vero?- le disse in tono di sfida e squadrandola dall'alto al basso ignorando il suo cuore che stava battendo fortissimo come un tamburo per l'emozione di stare così vicino alla bellezza in persona.
SAM: Cercherò di ignorare quel "tesoro" e concentrarmi sulla sfida che mi hai lanciato. Non riuscirai a cavartela: con Sam devi guardarti bene le spalle- confessò guardandolo ancora con fare provocatorio.
SKIPPER: Credi di farmi paura? Tu non sai chi hai davanti ai tuoi occhi: una persona perfettamente brava e addestrata a prevedere l'impossibile, con anni di allenamento militare alle spalle. Fossi in te non sarei tanto sicura di riuscire a fregarmi-
SAM: Oh, sai, provo così tanta pena per te in questo momento, immaginandoti in ginocchio a chiedermi perdono...-
SKIPPER: D'accordo, Sam. Tu vuoi la guerra? E che Guerra sia!- annunciò prima di girarle le spalle e tornare alla sua base, lasciando sola la pinguina che scuoteva la testa e sorrideva conpiaciuta: aveva ottenuto ciò che voleva.




ANGOLO DELL'AUTRICE: Salve e rieccomi qua! Grazie a un miracolo divino sono riuscita ad aggiornare!
Che dire? La nostra Sam ora è completamente considerata una delinquente grazie al nostro Skipper.
Come andrà a finire? Cosa accadrà con le dichiarazioni di guerra che uno ha lanciato all'altro? Tutto questo lo scoprirete nei prossimi capitoliXD!
Aspetto molte recensioni e accetterò volentieri le critiche.
Un bacio, Natystar
 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Erano passati tre giorni da quando Skipper e Sam si erano dichiarati guerra.
La pinguina era seduta sulla sponda del suo letto e continuava a pensare a come rendere la vita impossibile alla sua vittima. Era passata la mezzanotte e, dopo essersi assicurata che la sua coinquilina dormisse, uscì dalla caverna e si diresse a passo deciso verso la base dei pinguini.
Le era venuta una bella idea...un'idea che di certo avrebbe fatto fare la figura del pesce lesso al suo nuovo rivale.
Ah, povero ingenuo, pensava. Non sapeva cosa l'aspettava...

La mattina dopo, Skipper si svegliò sempre con l'intento di studiare un piano per far ricredere la pinguina.
Fin da quando aveva messo piede allo zoo non ha fatto altro che pensare di essere più furba di lui. E, no. Si sbagiava alla grande! E presto glielo avrebbe dimostrato.
Anche gli altri tre pinguini si svegliarono, si alzarono dal letto intenti a prepararsi da mangiare mentre Skipper era seduto sul tavolo che bevevail suo solito caffè.
Ad un tratto però, il pinguino capo si sentì stranamente osservato ed aveva ragione: infatti Kowalsky, Rico e Soldato lo guardavano in modo strano.
SKIPPER: Che avete da guardarmi così?- chiese con uno sguardo accigliato.
I tre non risposero ma cercarono di trattenere a stento le risatine e abbassarono lo sguardo per non farsi scoprire dal leader.
SKIPPER: Allora? Mi spiegate perchè ridete, adesso?- chiese nuovamente, questa volta con un'udibile nota di irritazione nella voce.
I tre non ressero più e scoppiarono a ridere loro malgrado in faccia al pinguino. Skipper li guardò come per dire loro "Siete totalmente ritardati" e quando Kowalsky si accorse che il suo capo non aveva capito, decise di chiedergli spiegazioni.
KOWALSKY: Ehm...S-Skipper, n-non t-ti sei a-accorto di avere d-delle mutandine in testa?- gli chiese ancora piegato dalle risate come gli altri due.
Skipper cambiò completamente espressione e da uno sguardo interrogativo si trasformò in uno incredulo e imbarazzatissimo.
SKIPPER: Ma cosa...come...chi me le ha messe in testa?- chiese il pinguino urlando e togliendosi rabbiosamente quella roba dal capo.
Skipper era diventato rosso come un peperone e gli altri tre non seppero dire se era stato per l'imbarazzo o per la vergogna perchè in quel momento Skipper era tutte e due le cose insieme.
SKIPPER: Allora?- chiese ancora urlando bruscamente in attesa di una risposta, facendo sobbalzare gli altri pinguini dallo lo spavento- Voglio sapere chi è stato di voi altrimenti giuro che questa volta non la passerete liscia, mi sono spiegato?- disse ancora guardandoli furioso.
SOLDATO: Ma Skipper...non possiamo essere stati noi! Non avremmo mai potuto farti una cosa del genere- disse sicuro delle sue parole.
KOWALSKY: Davvero, Skipper, io non sono stato e sono sicuro che non l'hanno fatto neanche Soldato e Rico- disse poi il cervello del gruppo. Rico si limitò solo a fare qualche accenno di assenso e a grugnire qualcosa per confermare ciò che avevano detto i suoi compagni. Nonostante questo Skipper non gli credette e li attaccò dinuovo.
SKIPPER : Come faccio a sapere che dite la verità ? Così è troppo facile e non credete di...- ma non finì la frase.
Come un fulmine a ciel sereno, al nostro Skipper venne un forte sospetto che poi si trasformò in certezza.
All'improvviso si zittì e sorrise fra sè, compiaciuto. Quel gesto fece incuriosire parecchio gli altri che gli chiesero spiegazioni.
KOWALSKY: Signore, che le prende?-
Skipper li guardò per un attimo e poi pronunciò il nome del colpevole.
SKIPPER: Sam...-farfugliò a bassa voce ma tutti quanti sentirono quel nome e non poterono che assumere sguardi meravigliati.
SOLDATO: Sam? Credi sia stata lei a metterti delle mutande in testa?- chiese timidamente.
SKIPPER: Soldato, se c'è una cosa che devi imparare è tenere gli occhi ben aperti e guardarti le spalle quando si tratta di quella pinguina. E quello che mi ha fatto mi ha dimostrato che con una tipa come lei devo anche stare sveglio la notte per non farmi trovare impreparato. Non è verità quella che dico, Sam?- agguinse poi alzando lo sguardo e rivolgendolo verso l'entrata.
Increduli, fecero lo stesso anche gli altri tre e videro la pinguina rivolta a testa in giù ad ascoltare.
Sam non rimase stupita del fatto che l'avesse scoperta, anzi, se l'aspettava.
Con una capriola scese giù da dove era appesa e atterrò sul pavimento della base. con uno sguardo di trionfo dipinta in volto. Guardò la sua vittima con un sopracciglio inarcato in sù e lo squadrò dall'alto al basso.
Skipper la fissava quasi con compassione: di tutti gli scherzi che poteva fargli ha scelto proprio uno misero e stupido come un paio di mutande legate un testa? No, di sicuro poteva fare di meglio e lei era in grado di farlo.
La fissò scuotendo la testa per un attimo per poi aprire bocca.
SKIPPER: Mi hai deluso, sai? Con la tua sfida mi aspettavo ben altro: peggio. E invece mi attacchi con questa roba qua?- disse indicando l'indumento. Sam lo guardò calma.
SAM: Tu non lo sai, bello: questo è solo l'inizio. Vedi, i miei piani vanno sempre dal più innocuo e imbarazzante al più pericoloso e sconvolgente. Io sono fatta così e presto dovrai abituarti ad assaggiare il gusto della sconfitta e farti considerare da tutti un perdente sfigato- concluse la pinguina avvicinandosi a lui e abbassando di più la voce per fargliela sembrare minacciosa ma il pinguino non diede alcun segno di intimorimento; anzi, questo lo spinse a fare lo stesso con lei.
SKIPPER: Vedremo chi vincerà questa guerra quando qualcuno si ritroverà  con la reputazione totalmente rovinata e perderà  il rispetto dei suoi scagnozzi- disse imitando la sua voce. Ma- e questo lo doveva ammettere- dovette fare tutto il possibile per resistere alla tentazione di baciarla, tanto erano vicini.
Il fatto che ci fosse una ragazza in grado di parlargli in quel modo lo facva letteralmente impazzire. Ma non per questo le avrebbe dato del filo da torcere perchè c'era sempre in gioco il suo orgoglio da leader indiscusso e avrebbe lottato fino allo stremo con denti e artigli pur di non farselo ferire, specialmente se si trattava di una donna.
I due si guardarono ancora una volta, gli occhi fissi in quelli dell'altro. Poi, dopo un tempo infinito, entrambi si mossero ma in direzioni differenti: Skipper si allontanò per finire di bere il suo caffè, con gli sguardi ancorasbigottiti dei suoi uomini puntati addosso; Sam uscì dalla base chiudendosi lo sportello sotto di lei.



ANGOLO AUTRICE: OH MIO DIO! Non posso credere che anche oggi abbia aggiornato un'altro capitolo!
Allora, Sam si è rivelata molto scaltra, disposta a fare qualunque cosa pur di vincere e Skipper che non si lascia intimorire da una ragazzinaXD. Chi vincerà  questa guerra? Ci presenteranno sfide pericolose?
Lo scoprirete leggendo il resto della storia.
Alla prossima=)
Baci, Natystar
 

  Ps: perdonatemi per il capitolo troppo corto. Ho iniziato a scrivere tardi e questo è il risultato ma i prossimi li farò più lunghi, promesso:-)

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


La notte fonda oscurava tutta la città. L'unica fonte di luce era quella chiara e luminosa della luna, che brillava come non mai.
Skipper, che non faceva altro che pensare a Sam e a quello che gli aveva fatto qualche ora prima, si girava e rigirava dal letto non riuscendo a chiudere occhio. Era come se quell'esperienza lo avesse spiazzato, in qualche modo.
Quello che aveva capito era che doveva tenere gli occhi ben aperti e aspettarsi di tutto da quella pinguina, in qualsiasi momento. Era sicuro che fosse solo questione di tempo e poi...avrebbe sganciato la bomba finale.
Ma questo Skipper non lo avrebbe permesso: adesso toccava a lui cogliere la palla al balzo e fargiela pagare.
Proprio quella notte avrebbe attuato il piano che aveva preparato precedentemente che, di sicuro, l'avrebbe colta di sorpresa e stavolta sarebbe stata lei dalla parte del- come aveva detto?- ah,sì, "perdente sfigato".
Già s'immaginava la sua rivale colta in fragrante, impreparata e sconfitta....
Sì, pensava, vedere la sua faccia stravolta dalla sconfitta sarebbe stato bellissimo. Ma infondo, non credeva che l'avrebbe fermata lì. La pinguina, di certo, non si sarebbe arresa facilmente e lui lo sapeva molto bene: avrebbe voluto la rivincita fino a quando non lo avrebbe visto completamente a terra, da perdente; non avrebbe mai accettato la parità di partita.
Con un sorriso conpiaciuto pensava che si sarebbe divertito molto lo stesso; in qualunque modo fosse finita.
Ovviamente, in qualunque modo fosse finita per la disgrazia di lei. Skipper non avrebbe accettato una sconfitta da parte di una ragazzina delinquente.
Lo "scherzo" che gli aveva fatto quella mattina non aveva sospettato minimamente che fosse frutto di Sam: lei di certo non era una tipa da scherzetti innocenti da ragazzini ed era stato questo a spingerlo a sospettare immediatamente dei suoi uomini. Ma dopo che ella gli aveva rivelato- dopo averla scoperta- che avrebbe fatto di peggio col passare del tempo, lo aveva indotto a preparare qualcosa che l'avrebbe fatta esplodere dalla sorpresa e dalla rabbia.In quel momento decise di tenere da parte i sentimenti che provava per quella delinquentella: avrebbe soltanto pensato alla sua vendetta e solo allora Skipper si sarebbe goduto appieno il vero significato della parola "vittoria".
Dopo questi pensieri, senza farsi sentire dai suoi uomini che erano profondamente addormentati, si alzò dal suo letto e sgattaiolò fuori dalla base con una bomboletta spry in mano.
Povera Sam, continuava a pensare, non sapeva con chi si era messa in competizione...

Nella caverna un silenzio assoluto, segno che la pinguina e la lontra dormivano profondamente.
Perfetto, pensò Skipper: cosa c'era di meglio che concludere il suo atto di provocazione senza che si accorgessero di lui?
Si avvicinò piano piano alla parte di stanza di Sam. Non potè che guardarla a metà tra il curioso e l'ironico: la pinguina aveva dipinto la sua parte di stanza di nero e con una vernice gialla ci aveva scritto "Sam". Poi c'erano attaccate figurine, mani umane che rappresentavano messaggi subliminari, parole come "Rock" o "Pop", e catene di vario genere: dalle più sottili alle più spesse e dure. Dopo questo "spettacolo", Skipper guardò ancora un attimo la pinguina, poi ancora la parete; infine, di nuovo la pinguina e fece spallucce con atteggiamento indifferente.
Non aveva tempo da perdere: doveva assolutamente mettere in atto e concludere il suo piano in tempo.
Prese la bomboletta spry dalla borsa che aveva portato e rivolse lo sguardo verso il letto della pinguina ma...
Qualcosa non andava: stranamente...non la vedeva più!! Come era possibile? Dove era andata??
All'improvviso...la luce si accese...
Il pinguino si trovava ancora vicino al letto, incredulo, con gli occhi fissi su Sam che si trovava vicino all'interruttore. Aveva uno sguardo a metà fra il divertito e il compassionevole e scuoteva il capo.
Skipper non era capace di dire o fare alcunchè: non era mai successo che fallisse in una missione di legittima giustizia! Non riusciva a parlare, tanto era incredulo e, vedendolo in quello stato di immobilità orale, Sam decise di parlare per prima e rompere il silenzio.
SAM: Allora, che cosa speravi di fare? Ti sei fatto troppe illusioni: speravi mi avresti colta impreparata per una cosa del genere? Immagino di sì. Ma ti sei sbagliato di grosso, carino- continuò, prendendo a camminare lentamente verso di lui- Te l'ho detto, con me devi sempre "prevedere l'impossibile", come mi dicesti tu che eri ingrado di fare. Mi dispiace hai perso, Skippy; ormai ti ho battuto, non puoi fare più niente!- concluse la pinguina, ora a meno di mezzo metro da lui, ancora immobile, allibito.
Gli ci vollero alcuni secondi affinchè comprendesse pienamente le parole della pinguina. Si riscosse immediatamente e a poco a poco- e questo si rifiutò con tutte le sue forze di crederlo- nella sua psiche si insinuò un'inaccettabile certezza: aveva perso. E contro una ragazzina! Non poteva crederci e quasi si vergognò di sè stesso. Tutto quello che riuscì a fare fu sostenere lo sguardo di trionfo della pinguina che teneva puntato addosso. No! Non lo avrebbe mai accettato, non questo: essere scoraggiato, minacciato e deriso da una donna, pergiunta più piccola di lui!
Ma ad un tratto, non sapeva come, si sentì stranamente...bene! Non riusciva a capirne bene il motivo ma era così, forse perchè aveva tralasciato un particolare che fino a quel momento non aveva considerato.
Così ricambiò volentieri lo sguardo che gli rivolgeva Sam e anche sul suo volto si dipinse il tipico sorriso sarcastico di uno che aveva capito la cosa più importante del mondo.
SKIPPER: Ah, Baby, mi avrai certo sconfitto ma ti assicuro che la cosa non finisce qui per me. Avrai di sicuro vinto la battaglia ma la Guerra la perderai- disse il leader avvicinandosi di più alla pinguina che lo guardava con atteggiamento di sfida.
SAM: Sì sì, continua pure a sognare...- disse tranquillamente la pinguina dandogli uno spintone, notando che si avvicinava in modo provocatorio. Cosa credeva, di fare?
SKIPPER: Cosa c'è? Hai percaso PAURA di trovarti impreparata...senza la tua catena?- le chiese ironico facendo penzolare davanti agli occhi la sua catena d'acciaio porta fortuna.
SAM: Ma cosa..? Come cavolo hai fatto a prendermela?- chiese visibilmente sorpresa di trovarla nelle mani del pinguino.
SKIPPER: L'ho presa prima che accendessi la luce e mi cogliessi con le mani nel sacco. Vedi? Questo non te lo aspettavi, vero? E, sinceramente, questo mi fa dedurre che non sei così in gamba come pensi tu- disse il pinguino in tono provocatorio alla delinquente che, per tutta risposta, prese la bomboletta spy di Skipper e gliela spruzzò dritta in faccia.
Skipper si coprì con la pinna, giusto il tempo per comprendere cosa volesse fargli la pinguina.
Sam diventò furiosa come non lo era mai stata prima e a stento riuscì a trattenersi dall'urlargli in faccia.
SAM: TU! Azzardarti di nuovo ad affermare che io ho PAURA e ti guiro che ti ritroverai questo bastone conficcato nel cranio!- Sam ansimava dalla rabbia, ma Skipper dentro di sè non faceva altro che impazzire: l'aveva fatta infuriare così tanto con una semplice parola. Quindi, decise di continuare a provocarla, eccitandolo di minuto in minuto, con quella sua solita tentazione di prenderla e baciarla: anche da imbestialita era bellissima, ma in quel momento cercò di non pensarci.
Prima che Skipper potesse risponderle a tono, qualcun altro parlò.
Marlene, infatti, si svegliò di colpo, incuriosita da quelle urla e, quando vide Sam e Skipper sul punto di picchiarsi, scattò immediatamente in piedì e li separò.
MARLENE: Ragazzi, insomma, cosa succede? Skipper perchè sei qui e tu Sam, perche hai urlato in quel modo?- chiese in attesa di spiegazioni dai due.
SAM: Succede che questo elemento qui è entrato in casa nostra alla chetichella sperando di potermi fregare. Ora, non solo mi ha rubato la catena, ma ha anche insinuato che io avessi "paura" di perderla!- spiegò la pinguina alla lontra avvicinandosi al pinguino con l'intento di riuscire a prendere la catena, ma Marlene la fermò subito.
MARLENE: Okay...- incominciò a dire rivolgendosi al pinguino con uno sguardo visibilmente irritato- Skipper, ridalle immediatamente la catena e smettila di provocarla. Mentre tu- aggiunse poi girandosi verso Sam- datti una calmata. Questa storia deve finire qui, quindi Skipper, tu vattene immediatamente da casa nostra e Sam...dimentica tutto e vai a dormire. Possibile che non si può neanche dormire in pace in questo zoo?- osservò sconsolata.
SAM: D'accordo- disse, convinta dalla lontra- ma sappi che te la farò pagare! Se adesso hai perso, da questo momento in poi dovrai considerarti morto. Spero te lo ricorderai- disse infine, rivolgendogli un ultimo sguardo assassino che la sua "vittima" ricambiò con uno di compassione per tanta scaltrezzasprecata.
Sam gli girò le spalle e uscì dalla caverna sbattendo le zampe per terra come per scaricare la rabbia; poi si tuffò nell'acqua facendo tutto il possibile per rilassarsi.
Skipper uscì dalla parte opposta, da una delle porte che si trovavano lì dentro e Marlene incominciava a pensare che sarebbe successo, prima o poi, qualcosa da quel momento.

ANGOLO AUTRICE: Ok. Altro miracolo di Dio: ho aggiornato un altro capitolo! Fatemi sapere se vi piace con le vostre recensioni, perchè non ho il tempo di rileggerlo.
Alla prossima;)
Baci, Natystar

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Era un calda serata di Luglio. Passò un mese intero dall'ultima "battaglia" dei due guerriglieri e, da quel giorno, quando i loro sguardi s'incontravano per caso, Skipper e Sam non facevano a meno di lanciarsi occhiate di sfida. Quest'ultima aveva la mente occupata da un unico pensiero: pianificare la rivincinta per vendicarsi di quell'arrogante pinguino. Doveva organizzare assolutamente qualcosa di veramente sconvolgente che avrebbe sicuramente rovinato la reputazione di quell'elemento che aveva osato dire che aveva PAURA! Ma lei gli avrebbe dimostrato tutto il contrario e si sarebbe ricreduto molto presto, ne era certa.

La pinguina impiegò quasi tutta la notte per farsi venire un'idea geniale e così... alla fine accadde. Le era venuta la geniale trovata di far girare delle voci, ovviamente non vere, che lo avrebbe messo in ridicolo davanti a tutti gli animali dello zoo. Sì, in effetti era una buona idea e magari avrebbe colpito nel segno se  avrebbe detto qualcosa di veramente imbarazzante su di lui...Già, ma la cosa difficile era cosa inventarsi. Sapeva però che ci sarebbe riuscita e che alla fine avrebbe vinto quella guerra.

Skipper ormai non pensava più a missioni top- secret o a cose del genere con i suoi uomini: era impegnato a pensare a come rendere la vita impossibile a quell' insulsa ragazzina; già, a quella ragazzina di cui si era follemente innamorato ma che non lo dava a vedere, tutto preso dalle sue continue sfide. Kowalski, Rico e Soldato non lo conoscevano più: da un mese parlava continuamente della pinguina e di come si fosse reso conto quanto fosse irritante e insopportabile (cose che non pensava sul serio) ma non parlava più di sfide e non faceva fare loro tutti gli allenamenti duri e strazianti che gli assegnava prima. Tuttavia, i tre non gli vollero chiedere niente, anche perchè infondo erano contenti che, almeno per un periodo, il loro capo non li sottoponesse ad esercizi fisici inimmaginabili.

Skipper, quando fu solo, pensò ad un modo per spiazzare totalmente la pinguina e farle vedere che ha fatto male a mettersi contro di lui...Le attendeva una bella sorpresa, fu il pensiero di Skipper, prima che sul suo volto si dipingesse un sorriso di anticipato trionfo. Perchè non fare circolare voci sul suo conto? Perchè non raccontare in giro cose false su di lei al solo scopo di rovinarla? Era sicuro che sarebbe impazzita dalla rabbia, si sarebbe arresa a tanta furbizia e alla fine lo avrebbe riconosciuto anche lei. Sì, pensò, avrebbe optato per questa provocazione e, era sicuro, che questa maledetta e interminabile guerra sarebbe terminata con la sua vittoria e la resa della bella Sam...

Entrambi, senza saperlo, stavano attuando la stessa vendetta nello stesso momento, probabilmente. Uno stava preparando la stessa sorpresa all'altro e, sicuramente, il giorno dopo lo avrebbero messo in atto con tutti i mezzi possibili.

 

ANGOLO AUTRICE: Salve a voi, lettori! Sì, lo so che state pensando: questo capitolo è troppo piccolo. Mi dispiace, vi avevo promesso che gli altri li avrei fatti più lunghi ma avevo deciso di farne uno assolutamente senza dialoghi; solamente i pensieri dei nostri protagonisti. Allora, vi prometto (sul serio) che da questo momento in poi i prossimi capitoli saranno più lunghi. Spero almeno di non aver fatto errori di ortografia, comunque... Skipper e Sam, senza saperlo stanno preparando la stessa vendetta.  Quali voci terribili e alquanto scandalose faranno circolare? Chi avrà la meglio? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Aspetto le vostre recensioni, alla prossima;)! Baci, Natystar




 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Il mattino seguente lo zoo fu aperto ai visitatori e perciò tutti gli animali furono impegnati fino a mezzogiorno a rendersi più adorabili possibile per fare bella figura, tra cui i pinguini che attirarono principalmente l'attenzione dei bambini con il loro fare "carini e coccolosi".
Quando la visita terminò e le persone se ne furono andate, tutti gli animali poterono rilassarsi.
Nella base, i pinguini decisero di giocare a carte, apparte Skipper che durante tutta la notte passata in bianco non fece altro che pensare ad una "bugia" per sconfiggere una volta per tutte la sua rivale Sam ma ne valse la pena perchè gli era venuta l'illuminazione e decise che avrebbe messo in atto il suo piano proprio verso l'ora di pranzo, quando tutti gli animali avrebbero avuto il loro vitto.
Il leader della squadra però, decise di non dire niente ai suoi uomini, anche perchè loro non sapevano assolutamente nulla della sfida che si erano lanciati lui e la pinguina. Non che non si fidasse di loro ma riteneva semplicemente che quella questione riguardasse solo lui e Sam, perciò non diede a vedere il suo stato e fece finta di niente.
<< Skipper, perché non ti siedi e giochi insieme a noi?>> gli chiese Soldato notando che il capo se ne restava in disparte.
Kowalski e Rico si girarono verso di lui, come se non si fossero accorti della sua assenza.
<< Sì, dài. Vieni a giocare a carte, anche perché mi servirebbe qualcuno che mi dicesse se qualcuno imbroglia o meno...>> disse, fulminando Rico con lo sguardo, il quale rispose con un grugnito scocciato.
<< No, ragazzi, adesso non posso proprio: devo occuparmi di una faccenda molto importante e non ho tempo per spiegarvi di cosa si tratta perché è TOP-SECRET>> spiegò il pinguino alzando leggermente il tono della voce per sottolineare meglio l'ultima parola.
Non poteva permettere che ci fossero i suoi ragazzi intorno. Doveva essere una missione interamente personale e loro non dovevano impicciarsi.
Con questo, il pinguino sperò che gli altri tre avessero recepito il suo messaggio e a quanto pareva sì: infatti, i tre sapevano perfettamente che quando il loro capo pronunciava la parola TOP-SECRET, non dovevano assolutamente chiedergli di che missione si trattasse, soprattutto se era una cosa che doveva svolgere da solo.
<< Oh...d'accordo, signore. Vada pure allora>> disse il cervello del gruppo prima di rigirarsi verso Soldato e Rico e continuare ciò che avevano sospeso.

Poco lontano dalla base dei pinguini, Sam sorrideva compiaciuta e rideva sotto i baffi pensando a quello che lei avrebbe fatto a quel pinguino di lì a poco.
Nella caverna, lei e Marlene passarono una mezz'oretta a chiaccherare del più e del meno ma la pinguina in realtà aveva ben altro per la testa che ridere e scherzare con la sua coinquilina.
Marlene se ne accorse e, dato che la vedeva con lo sguardo rivolto altrove, decise di chiederle spiegazioni.
<< Si può sapere a cosa stai pensando?>> le chiese in tono quasi scherzoso << Alle mosche che volano?>> chiese ancora, questa volta mettendosi a ridere leggermente.
<< Molto divertente. Per tua informazione, io non penso alle mosche. Piuttosto penso a come ammazzarle...>> disse, guardando finalmente nella sua direzione, in tono falsamente severo.
<< Ehi, calmati. Stavo solo scherzando>>
<< Lo so che scherzavi. Io capisco quando una persona è seria e quando non lo è, cosa credi?>> le rassicurò Sam.
<< No, è che ho pensato veramente che volessi trovare un tuo modo personale per eliminarle e mi è venuto un colpo>> le confessò la lontra.
Dopo essersi guardate per un secondo, entrambe scoppiarono a ridere.
Chi l'avrebbe mai detto che due animali così diversi, con caratteri quasi completamente differenti andassero così d'accordo? Era incredibile come in quanto poco tempo avessero fatto amicizia. Sam non socializzava quasi mai con il suo stesso sesso. Durante tutta la sua vita era stata abituata a vivere insieme ai maschi, ai ragazzi che le sbavavano addosso e ai tanti amici che ogni giorno le proponevano sfide pericolose e veniva incoraggiata a fare a botte ogni volta che si presentava una rissa.
Quella era la prima volta che rimaneva così a lungo a contatto con una femmina e doveva ammettere che era molto piacevole la sua compagnia, scherzare con lei e vivere sotto lo stesso tetto.
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da un'illuminazione improvvisa, perciò si alzò di scatto e si diresse verso l'uscita.
<< Ma dove stai andando?>> le chiese stupita di tanta fretta.
<< Mi sono ricordata che ho una cosa importante da fare e...>>
<< Aspetta! Posso darti una mano?>>
<< No, no, assolutamente! Questa è una cosa che devo fare da sola. Ciao!>> concluse Sam, lasciando la lontra senza una spiegazione.
Dove andava così di corsa? Quale impegno doveva svolgere? Erano queste le domande che frullavano nella testa di Marlene in quel momento; ma aveva come un presentimento...


Erano passate le sette di sera e tutti e quattro i pinguini decisero di uscire fuori a prendere aria...
<< Allora, Skipper. Vedo dalla tua espressione che la tua missione è riuscita in meglio>> attaccò bottone Kowalski, notando uno sguardo di totale trionfo sul volto del pinguino.
<< Sì, è stata una passeggiata, in definitiva>> confessò il pinguino pensando a quello che aveva fatto e non vedeva l'ora di scoprire che piega avrebbero preso gli eventi di lì a pochi minuti.
I quattro si fecero l'intero giro dello zoo, giusto per assicurarsi che fosse tutto a posto.
Skipper sapeva che il suo piano era andato alla perfezione perché aveva fatto girare una voce che avrebbe fatto arrabbiare al 100% la piccola delinquentella...ma aveva notato qualcosa di piuttosto strano: da una parte sentiva gli animali che bisbigliavano ad altri animali il nome di Sam e cosa "faceva"; dall'altra sentiva stranamente gli sguardi di questi puntati addosso e subito dopo risatine divertite.
<< Perché ridono?>> chiese sottovoce Skipper agli altri tre che, nel frattempo, notarono anche loro le risate generali.
<< Io non ne ho idea. Mah, chi lo sa... forse avranno visto qualche film comico>> disse Soldato guadagnandosi occhiatacce dagli altri tre.
<< Che c'è?>> chiese il piccolino.
<< Soldato, non mi sembra che gli animali di questo zoo abbiano un televisore apparte noi e poi, anche se fosse, perché dovrebbero ridere di noi? Facciamo ridere percaso?>> gli chiese secco il capo.
<< No, no, signore!>> si affrettò a rassicurargli Soldato, consapevole di aver detto una sciocchezza.

In quel preciso istante Sam passeggiava dal lato opposto dello zoo e non faceva che ridere a furia di ripensare alla voce che aveva messo in giro pochi minuti prima. Sentiva che gli animali si meravigliavano e facevano il tipico passa-parola su quello che avevano appena udito di nuovo sul pinguino capo ma allo stesso tempo, mentre camminava, vedeva che gli animali la guardavano e ridevano, cosa che irritò non poco la pinguina.
<< Ma che cavolo avete da ridere?>> chiese ad un certo punto, quando ormai non ne potè più.
Quella domanda non ottenne risposta.
<< Allora?>> chiese ancora ma invano.
L'unico segnale che ottenne dagli animali fu la risata fragorosa a bocca spalancata.

<< Ma che avete da ridere, insomma?>> chiese ancora una volta Skipper, ormai resosi conto che ridevano solo di lui.
<< Non è detto che stiano ridendo di te, Skipper>> disse ancora una volta Soldato sperando con tutto il cuore che questa volta non abbia detto una sciocchiezza.
<< Come no! Allora non è neanche detto che il motivo per cui non rispondono alla mia domanda è perchè sono sordi!>> esclamò il pinguino del tutto sarcastico e vicino a perdere le staffe.
In quel momento arrivò Julien, anche lui che rideva come un pazzo nel momento in cui incrociò lo sguardo di Skipper. Quest'ultimo non ci vide più e prese il lemure per la coda.
<< Ehi! Non azzardarti a rovinare la mia coda, sciocco pinguino! La considero l'elemento più elegante del mio regale corpo!>> disse, prendendo a lisciarsela e ad accarezzarla.
<< Non m'importa della tua coda! Dimmi piuttosto perchè ridete tutti di me, che cosa ho fatto?>>
Il lemure a quella domanda scoppiò di nuovo a ridere e, essendosi reso conto che il pinguino gli stava per mollare un ceffone, si affrettò a dargli spiegazioni tra una risata e l'altra.
<< No, è che...s-sappiamo i-il tuo s-segreto. Ahahah>> iniziò a dirgli, piegato letteralmente in due dalle risate. Skipper a quelle parole sussultò.
<< Quale segreto? Io non nascondo niente! Quale assurdità è mai questa?>> chiese urlando e incominciando ad avere il suo tic all'occhio.
<< Ahh, Skipper caro...ormai lo sanno tutti che quando sei la solo nella tua base ti metti a ballare "La Macarena" e in più vestito da donna!>> spiegò il lemure dopo aver finito di ridere e girandosi dall'altra parte per tornare nel suo habitat.
Skipper rimase talmente allibito per ciò che aveva sentito che non fu capace di fare o dire alcunchè.
Quando ricominciò a muoversi- dopo esattamente un minuto intero- si girò verso i suoi uomini e, dopo una serie di scambi di sguardi, per dispiacere di Skipper, i tre si buttarono a terra incapaci di controllare le risate. Skipper rimase inorridito e deluso profondamente dalla sua squadra che in quel momento non gli stava mostrando il rispetto che meritava ma decise di lasciar perdere dopo un pensiero che gli balenò in testa, che alla fine divenne certezza.

<< Se non mi dite il motivo per cui state ridendo,  guiro che vi ammazzo!>> li minacciò la pinguina che ancora non sapeva il motivo per cui quelli ridevano. Come osavano riderle in faccia e per di più non darle una spiegazione?
Quando girò la testa vide che le stavano venendo incontro le tre babbuine che, naturalmente, ridevano a crepapelle. Appena le vide si infuriò.
<< Allora, che sta succedendo qui? Perchè ridete di me, eh?>> urlò Sam.
<< S-senti, n-non è colpa n-nostra se a-abbiamo s-sentito per caso che ti vedi a-ancora i cartoni animati di Hello Kitti e ti metti a l-limonare con il suo peluche!>> disse la più grande mentre continuava a ridere insieme alle sue compagne.
Sam le guardò con fare assassino.
<< Chi sarebbe l'idiota cretino che avrebbe detto ques...>> e qui la pinguina si fermò. All'improvviso comprese in un lampo tutto quanto e si calmò di colpo prima di girarsi e correre in un'unica direzione.

<< Tu! Come hai osato dire quelle cose su di me!>> dissero questa frase all'unisono Sam e Skipper una volta che erano faccia a faccia a pochi centimentri di distanza.

ANGOLO AUTRICE: CIAO A TUTTI, SONO DI NUOVO QUI DOPO QUASI DUE SETTIMANE! MI SCUSO PER L'ORARIO, MA SONO RIUSCITA A FINIRE SOLTANTO ORA. CHE DIRE DEL CAPITOLO? COME VEDETE HO MODIFICATO LO STILE, SPERO SIA MIGLIORE E DI VOSTRO GRADIMENTO. ASPETTO MOLTE RECENSIONI, ALLA PROSSIMA:)
BACI, NATYSTAR.








 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


Erano faccia a faccia, ognuno consapevole di ciò che l'altro aveva fatto e una serie di sguardi omicidi che si scambiavano.
Kowalski, Soldato e Rico, che nelfrattempo raggiunsero Skipper nel posto in cui si trovava, non capivano cosa stesse succedendo. Perché Sam si trovava lì? Perché Skipper le stava dando la colpa di quanto era successo? E, infine, perché la pinguina gli aveva chiesto la stessa cosa?
In quel preciso momento arrivò Marlene e si avvicinò ai tre pinguini in disparte.
<< Ragazzi, che sta succedendo qui? Perché quei due si guardano in quel modo? Sembra che si vogliano uccidere all'istante!>> escamò infine la lontra molto preoccupata, notando i volti dei due pinguini a pochi metri da loro e aspettando qualche risposta dagli altri tre.
<< Vorremmo tanto saperlo anche noi, Marlene>> disse Kowalski, con uno sguardo interrogativo rivolto a Skipper e Sam.
Passarono parecchi minuti di silenzio tombale da parte di tutti e così Marlene decise che era il momento di risolvere la questione.
<< Allora, voi due, si può sapere cosa sta succedendo?>> chiese, stufa di quella situazione.
<< Vuoi sapere cosa succede?>> le chiese la pinguina sarcastica non staccando lo sguardo assassino da Skipper, che glielo ricambiava molto volentieri<< Succede che questo idiota ha detto a mezzo zoo che guardo i cartoni animati di Hello Kitti e, come ciliegina sulla torta, ha detto che limono con il suo pupazzetto!>> concluse la pinguina furiosa.
Marlene rimase talmente allibita per ciò che aveva sentito che spalancò letteralmente gli occhi dallo stupore, mentre Kowalski e Rico, dopo essersi guardati un secondo e non riuscendo a trattenersi, si buttarono a terra dalle risate.
Sam appena li sentì, sbottò:<< Non c'è proprio niente da ridere, brutti ritardati!>>.
Soldato, che li guardava e non capiva, decise di parlare, finalmente.
<< Non è una cosa brutta guardare i cartoni di Hello Kitty, Sam. Anche a me piace vederli e se qualche volta ti è capitato di bere una limonata con il peluche non vedo quale sia il problema>>. Soldato pronunciò questa frase come se nulla fosse, come se per lui non ci fosse nulla di male in quello che aveva detto, non accorgendosi delle occhiate incredule e patetiche che gli lanciavano gli altri, in particolare Sam e Skipper che lo guardavano scuotendo la testa incapaci di credere a ciò che avevano sentito.
<< Ma che stai dicendo? Io ho detto limonare non fare una limonata. Non dirmi che non sai la differenza!>> gli chiese Sam non credendo alle proprie orecchie.
Mentre Kowalski e Rico ridevano ancora e Marlene guardava supplichevole Skipper perché non voleva- come lui, d'altronde- che il piccolo sapesse il significato di quella parola, Soldato rivolse uno sguardo interrogativo alla pinguina e le chiese:<< Perché, scusa? Cosa vuoi che significhi limonare? Lo dice la parola stessa, è chiaro, significa fare le limonate!>>.
Dopo questa spiegazione, Kowalski, Rico (che avevano appena smesso di ridere per sentire la spiegazione personale di Soldato), Skipper e Sam si guardarono prima di scoppiare dalle risate. Marlene era l'unica incredula di quello a cui aveva assistito e teneva ancora gli occhi spalancati.
<< Ok,ok...forse i tuoi amici non ti hanno riferito che nella vita ci si può riferire anche ai doppi sensi e, visto che ho notato che non sai cosa significa "limonare", vorrà dire che te lo dirò io. Limonare signific...>> la frase, purtroppo, la pinguina non riuscì a finirla perché Skipper e gli altri le avevano chiuso il becco appena in tempo.
<< Non c'è bisogno che glielo dica tu, dolcezza. Piano piano lo capirà e poi ci sarà un modo più sano e normale per istruirlo>> le spiegò Skipper calmo, ancora con la pinna che tappava la bocca alla pinguina come per timore che in caso contrario avrebbe gridato il reale significato di quella parola nelle orecchie di Soldato.
<< Invece per me è grave che non lo sappia! E voi scimmioni, lasciatemi andare, non dirò niente per il momento, non vi preoccupate>> ordinò scocciata Sam ai tre che la lasciarono subito andare, come spaventati e per timore che la pinguina li avrebbe picchiati con la sua catena.
<< Meglio>> disse il leader che guardò soddisfatto la sua rivale << E poi, anche se fosse, non ti riguarda; è una faccenda che riguarda solo la mia squadra e tu non devi immischiarti, chiaro?>>.
<< D'accordo, sta' tranquillo, mr. Protezione>> disse divertita.
Kowalski, Rico e Soldato, che non aveva ottenuto una spiegazione dalla pinguina, decisero di non tornare sull'argomento e Marlene era accanto a loro che guardava Sam e Skipper sul punto di ricominciare quello che avevano lasciato in sospeso.
<< Tornando all'argomento precedente>> ricominciò la pinguina, fulminando dinuovo con lo sguardo il beota che si trovava davanti << Tu me la pagherai per aver detto una cosa del genere nei miei confronti!>>.
<< E io che dovrei dire che mi hai umiliato facendo sapere a tutti che quando sono solo e i miei uomini non ci sono, ballo "La Macarena!???>>.
<< Ah ah, non sai quanto è stato divertente!>> esclamò immaginando la scena e ridendo leggermente.
<< Sta parlando la limonata di Hello Kitty...>> disse, sicuro che l'avrebbe irritata.
<< Con tutti i cartoni che ci sono al mondo, dovevi scegliere proprio Hello Kitty!? Io detesto quella gatta; se potessi la prenderei e la frusterei con la mia catena! Se avessi scelto un cartone violento sarebbe stato meglio e di certo non mi sarei infuriata. E poi, per tua informazione, io non limono mai con le cose che non esistono. Quello lo faccio soltanto con i ragazzi>>. Dopo questa serie di informazioni, Skipper fece spallucce e riprese a parlare lui.
<< Questo è stato molto divertente per me e vedere la tua faccia infuriata mi ha fatto capire che questa guerra l'ho vinta io. Tu hai perso mia cara>> disse, dandole una pacca sulla spalla con la pinna che lei scacciò all'istante.
<< Io non ho perso! Non ho ceduto alle tue minacce e di certo non lo farò per una stupida voce che hai messo in circolo!>> sbottò la pinguina, incredula per quello che aveva sentito dal pinguino.
<< Invece sì. Hai perso perché sei stata la prima a lamentarti e ad infuriarti e poi, mentre parlavi, nei tuoi occhi ho visto qualcosa...>>
<< Che cosa avresti visto, sentiamo!>>
<< Non lo so precisamente. Però sò per certo che si trattava di incredulità, rabbia, vergogna e poi anche... come la rassegnazione>> concluse Skipper, notando il brusco cambiamento della pinguina. Era completamente incredula e arrabbiata e non vedeva l'ora di picchiare quell'arrogante! Ma come si permetteva a dichiarare lei come fallita e sconfitta per così poco? Ma proprio un istante prima che la pinguina prendesse la sua catena, Kowalski prese finalmente parola dopo parecchi minuti di silenzio.
<< Che cosa? Voi due vi eravate dichiarati guerra?>> chiese, totalmente stupito.
Il resto dei presenti era meravigliato da quello che avevano appena scoperto. Decise Skipper di parlare e mettere a posto una volta per tutte quella delinquentella.
<< Sì, Kowalski>> rispose, girandosi verso di lui << Però non l'ho fatto volontariamente. Questa qui ha iniziato a provocarmi e sfidarmi e voi lo sapete quanto me che quando ti toccano l'orgoglio vorresti dimostrare a tutti quanto vali e anche mettere a posto colui che ti ha sfidato>> disse girandosi nuovamente verso Sam.
<< Guarda che sei stato tu che volevi sapere assolutamente tutto di me e lì mi sono insospettita. Comunque, non insinuare che io abbia perso, perché l'unico che perderà qui sei proprio tu, giullare dei miei stivali!>> esclamò, incominciando a perdere la pazienza.
<< Mi sembra di averti già detto che hai già perso tu e, se non te l'ho già spiegato, in questa guerra perdeva colui che riconosceva la propria sconfitta! Tu sei stata la prima ad ammetterlo e tu hai perso. Rassegnati, qui ho vonto io, tesoro!>> contrabbattè il pinguino pronto con la risposta giusta.
<< Io non ho ammesso proprio niente, caro mio! Te la stai inventando questa cosa assurda. Io non avrei mai ammesso una cosa del genere e mai l'ammetterò...>>
<< No, non lo hai ammesso, certo; ma ti ho detto prima che l'ho letto nei tuoi bellissimi occhi che ti sentivi la perdente e ora non provare a negarlo perchè saresti una pessima attrice>> la sfidò il leader guardandola negli occhi.
<< Io non ho mai neanche pensato una cosa del genere, ora basta dire queste assurdità, io sono del tutto imprevedibile, se non lo sai: posso pensare una cosa o anche un'altra, tu non lo sai>> concluse Sam, imitando e reggendo lo stesso sguardo che le stava lanciando Skipper.
<< Sì, certo. A chi vuoi darla a bere? Io sono un esperto in queste cose e se non vuoi ammettere la verità vuol dire che sei soltanto una codarda e...>>
<< Oh, ma dài; un esperto un corno! E se io per te sono una codarda allora tu sei soltanto un beota di terza classe, brutto idiota imbecille!!>>
<< Sai soltanto insultarmi? Però fino ad ora non mi hai messo le mani addosso, cosa che di solito, ti riesce alla perfezione!>>
<< Ahhh, ora capisco...tu vuoi assaggiare questa! Sai una cosa? Penso che ti accontenterò subito e...>>
<< Avanti, provaci se hai il coraggio, brutta...>>
<< ADESSO BASTA!!!>>. Ad urlare fu Marlene, incapace di ascoltare oltre, ancora accanto agli altri tre pinguini che incominciavano a pregustare la scena, come se sperassero che andasse a finire in una zuffa, e ora che erano girati verso di lei in attesa che dicesse qualche altra cosa.
Skipper e Sam la guardavano come un'intrusa che si era intromessa tra loro per infastidirli.
<< Tu non intrometterti, Marlene! Questa è una cosa che riguarda me e la delinquente>> la rimproverò Skipper, tornando a sfidare con lo sguardo la pinguina che aveva perso ormai da un pezzo le staffe.
<< Ma non vi vergognate? Sembrate due bambini! Questa faccenda è diventata ridicola e la cosa più brutta è che non ve ne siete ancora accorti! Possibile, siete adulti e vaccinati e fate ancora queste pagliacciate. Ora mi aspetto che smettiate subito con questa buffonata e torniate subito ad essere amici!>> gridò ancora la lontra, in attesa delle azioni dei due.
Skipper non si aspettò quel discorso da Marlene, mentre la pinguina sembrava non avere alcuna intenzione di darla vinta al suo avversario.
<< Io non la smetterò fino a quando questo non si rimangia quello che ha appena detto!>> escamò.
Marlene scosse la testa, pensando che quella guerra, evidentemente, sarebbe durata all'infinito dato che la pinguina era molto testarda e, soprattutto, non avrebbe chiesto scusa a nessuno, forse nemmeno a sua madre.
I tre pinguini guardavano in attesa la scena e si accorsero che il loro capo aveva cambiato del tutto atteggiamento: infatti stava...ridendo! Ma per cosa? Era questo che tutti si chiedevano. Tutti notarono con sorpresa, però, che non stava ridendo con sarcasmo o con cattiveria... ma era una risatina di incredulità. Ma nonostante questo, a Sam venne di mollargli un ceffone, per quanto si stava irritando nel sentirlo.
<< Perché ridi, Skipper?>> gli chiese il più piccolo, non capendo il gesto del suo capo. Anche Marlene, Kowalski e Rico gli lanciarono uno sguardo interrogativo, in attesa di una spiegazione.
<< Sì, perché ridi Skippy,eh?>> gli chiese provocatoria la pinguina e ridendo sotto  baffi per avergli trovato un soprannome.
<< No, perché, ahahah...perché anch'io come Marlene non riesco a credere che sarei arrivato a fare questo per una ragazzina!>>. Skipper aspettava un colpo di catena da un momento all'altro...ma il non venne: semplicemente perchè anche la pinguina era presa a ridere di gusto per quello che erano arrivati a fare.
<< Per la prima volta ti dò ragione, Skippy: è vero; tu sei arrivato a dire addirittura che limono con un peluche e io che ti ho umiliato dicendo a tutti che balli la canzone con il ballo più imbarazzante del XX secolo! Ma mi spieghi che cavolo ci è preso? Ahahahah! Marlene ha ragione, dobbiamo finirla immediatamente perchè ho l'impressione che se continuassimo questa guerra non finirebbe mai...>> disse, prima di ridere leggermente di gusto e prima di porgere al pinguino la pinna destra.
<< Tregua?>> chiese inaspettatamente la pinguina alla sua "vittima". Come era possibile, si chiesero tutti, che un carrarmato come quella lì arrivasse a chiedere una tregua al suo sfidante senza chiedere almeno una rivincita?
Skipper non si fece, però, tante domande e si affrettò a stringere la sua pinna con quella della pinguina, sotto lo sguardo meravigliato di tutti, ovviamente.
<< Tregua>> confermò il leader << Sai, ci voleva proprio! Questa stupida battaglia stava cominciando a stancarmi>> disse infine.
Un secondo dopo, il capo del Commando diede le spalle alla pinguina e ordinò agli altri pinguini di tornare nella base, che lo guardavano ancora stupefatti, e insieme a lui tornarono a casa.
Marlene e Sam, ormai rimaste sole, decisero anch'esse che era ora di tornare nella caverna.
In realtà ignoravano tutti che da lì a poco tempo sarebbe accaduto qualcosa di veramente inaspettato.


ANGOLO AUTRICE:
SALVE A TUTTI E GRAZIE PER LA VOSTRA PAZIENZA PER AVER LETTO QUESTO CAPITOLO COSì LUNGO E SPERO TANTO CHE VI SIA PIACIUTO!
ALLORA, FINALMENTE QUESTA GUERRA è FINITA, MA STATE TRANQUILLI CHE CON L'ULTIMA FRASE CHE HO SCRITTO CE NE SARANNO DELLE BELLE:)
ASPETTO MOLTE RECENSIONI, ALLA PROSSIMA.
BACI, NATYSTAR




 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Il giorno seguente arrivò presto e, verso le sette di mattina, erano già tutti svegli per incominciare la propria routin.
Nella caverna, Sam raccontò per filo e per segno come era iniziata quella storia. Incominciò a raccontare dalla parte della visita del pinguino nella loro casa fino all'imbarazzante giornata precedente.
Marlene l'ascoltava con interesse e più andava avanti, più non poteva credere alle proprie orecchie.
-Certo è che vi siete dati un bel po' da fare- disse semplicemente la lontra dopo aver ascoltato il racconto dell'amica.
-Oh, certo. Apparte la giornata di ieri, per me il momento più divertente è stato sicuramente quello in cui gli misi quelle mutandine in testa!- esclamò, mettendosi a ridere mentre Marlene si sforzava di fare lo stesso, dato che la situazione non le piaceva più di tanto, ma lo fece comunque.
- Inoltre- continuò la pinguina - tu non sai quanta fatica ci ho messo per trovarle! Ahahaha... ho persino rovistato nella spazzatura, ma alla fine le ho trovate in una delle borse della buffona che sorveglia lo zoo...ahahahah... è stata una delle pensate più geniali che io abbia mai avuto!- disse poi, continuando a ridere - E poi in testa a Skippy stavano proprio bene, gli donavano!! Oh mio Dio, avresti dovuto vedere la sua faccia: è stata comica!- concluse Sam.
Un secondo dopo, però, la pinguina notò che l'amica non l'ascoltava. Dallo sguardo della lontra sembrava... che qualcosa la preoccupasse! Non avendola mai vista con quella faccia, Sam le parlò.
- Ehi, ma hai sentito quello ti ho detto?- le chiese la pinguina, con una lievissima nota d'irritazione nella voce.
Marlene si riscosse immediatamente, vedendo lo sguardo accusatore e interrogativo della pinguina.
La lontra, in realtà, voleva parlare di quell'argomento dalla sera prima, ma era piuttosto rischioso, dato che Sam era Sam e sarebbe bastata una parola sbagliata per farla infuriare.
- Ehi?- fece Sam, notando che la lontra la fissava senza dire niente.
Marlene, allora, decise di prendere coraggio e parlare, anche se nella sua voce c'era una forte nota di titubanza.
- Beh... è solo che ieri, ecco...quello che è successo... beh... mi ha fatto... riflettere- riuscì a dire Marlene con enorme fatica. Infondo, sapeva che con quell'argomento, Sam le avrebbe dichiarato morte certa.
- Riguardo che?- le chiese la pinguina, roteando gli occhi azzurri, come per dirle "non m'interessa"; era sicura che dovesse confessarle qualcosa da femminucce, che lei odiava a morte e si mise a sorseggiare tè alla pesca da un bicchierino.
- Per caso ti piace Skipper??- le chiese a quel punto a bruciapelo la lontra e, mentre pronunciava la frase, non credette di aver avuto un coraggio simile in vita sua.
Sam, udita quella domanda, per poco non si strozzò con il succo, che dopo un secondo, sputò letteralmente sul pavimento.
Marlene le rivolse uno sguardo spaventato: era sicura che l'avrebbe uccisa. Come cavolo le era venuto in mente di dire una cosa del genere a Sam? In realtà non lo sapeva nemmeno lei ma, in qualche modo, voleva inspiegabilmente una risposta dalla pinguina.
Sam, ripresasi dallo shock iniziale, la fulminò con uno sguardo assassino, talmente glaciale che Marlen pensò "Ecco, sono morta", ma Sam non la uccise, non in quel momento almeno, con grande sorpresa di Marlene.
Sam, anche se avrebbe tanto voluto, non prese la sua catena, anche perchè pensava che non ne valesse la pena; poi Marlene era sua amica e, anche se non lo avrebbe ammesso per nessuna ragione al mondo, teneva alla sua amicizia e non voleva farle del male.
Nonostante questo, si mise ad urlarle in faccia ciò che pensava, imbestialita.
- Cosa?? Come ti viene in mente di chiedermi una cosa del genere?? Dovrei picchiarti per questo, ma sei fortunata, almeno per oggi!!-
- Scusami, scusa... non volevo, ecco... è stato un raptus...sì, solo un raptus. A volte mi capita di dire alle persone ciò che in realtà non penso...- cercò di spiegare la lontra con voce tremante, sperando che l'amica le credesse.
- Ma quale raptus? Io non credo a queste cose e credemi: se le persone mi chiedono qualcosa è perchè hanno un motivo più che valido!- concluse la pinguina.
Marlene non sapeva più che dire o inventarsi.
- Allora?? Posso sapere perchè mi hai fatto quella domanda??- le chiese poi, notando il silenzio della lontra.
Quest'ultima, allora, prese coraggio e le disse il perchè, anche se con una nota di imbarazzo e paura.
- Ecco...perché...ieri ho notato...ho notato una cosa- disse, chiedendosi se era la cosa più giusta continuare.
- Che cosa hai notato ieri che ti ha spinta a farmi quella domanda? Avanti, arriva al punto una volta per tutte, altrimenti facciamo vecchie, qui!- esclamò la pinguina irritata e impaziente della risposta: era curiosa di sapere tutto.
- Ho notato che quando Skipper ti affibbiava nomignoli che tu di solito odi, non lo hai picchiato con la tua catena- pronunciò tutto d'un fiato la lontra in meno di cinque secondi.
Sam rimase a becco spalancato e Marlene si meravigliò ancora una volta del fatto che fosse ancora viva.
- Beh... non penserai mica che l'abbia fatto perchè quell'idiota mi piace! In quel momento ero solo occupata ad insultarlo e a sfidarlo, non vedo quale sia il problema!-. Sam la guardò in attesa.
- Ohhhh...capisco- balbettò imbarazzata, consapevole di aver detto la sua prima cavolata giornaliera- Allora non è per quello...Ok, tutto risolto; era semplice curiosità, sai. Bene, ora direi di pranzare. Hai fame? Vado ad aprire qualche cozza- disse mentre si allontanava, ma la pinguina la fermò.
- Aaaaspetta!!- ordinò la pinguina.
 Immediatamente, Marlene si fermò, ma le dava le spalle. In qualche modo, infondo, sapeva cosa le doveva chiedere.
- Non mi hai detto ancora il perché di quella domanda. Insomma, forse posso capire la curiosità, ma tu nascondi altro. Sai, questo mi fa pensare che tu sia...come dire...gelosa!- concluse, notando il visibile cambiamento di Marlene.
- Cosa? Gelosa io?? Ma fammi il piacere! Io non sono affatto gelosa. Ti ripeto che era semplice curiosità!- le rispose a quel punto la lontra, giratasi verso l'amica che la guardava negli occhi. Ma Sam la guardava come per farle intendere che in realtà era tutto il contrario.
- Andiamo, a chi vorresti prendere per i fondelli? Queste cose le capisco benissimo, visto che le ho passate anch'io. Ti dirò che tutti i fidanzati che ho avuto avevano le sgualdrine che stavano intorno a loro e che morivano d'invidia... Non ti sto a raccontare come le ho tolte d'immezzo! Di' la verita: ti piace Skipper vero?- le chiese, infine, la pinguina, ribaltando il ruolo.
Marlene rimase spiazzata da quella domanda e poi non sapeva nemmeno cosa risponderle. Decise di essere sincera, anche perché in caso contrario, Sam le avrebbe fatto sputare tutto quanto con le tenaglie.
- Beh...può darsi di sì...ma non so se è vero amore e poi lui, anche se spesso lo ha dimostrato, non mi rivolge le stesse attenzioni che magari io rivolgo a lui- concluse, il volto velato di malinconia, cosa che fu notata subito dalla pinguina e le diede un paio di pacche sulle spalle (non era certo tipo da baci e abbracci!).
- Sì, a volte i maschi sono proprio idioti e mi dispiace che tu non abbia il carattere che ho io. Sai, se a me piaceva un ragazzo e questo non se ne accorgeva, io glielo rinfacciavo e poi lo costringevo a mettersi con me, anche se la maggior parte mi mollavano dopo aver visto la vera me- raccontò Sam, sperando che la lontra capisse.
- Lo immagino...- disse Marlene, mettendosi a ridere immaginando Sam alle prese con un fidanzato: di sicuro gliene avrà fatte passare di tutti i colori e con una tipa come Sam non potevano sperare di cavarsela con una rosa e una poesia d'amore!
- Perchè non gli fai capire quello che provi per lui?- le chiese, dopo un attimo di silenzio.
- Ma no, non ne ho alcuna intenzione! E poi, come ti ho detto, non credo che sia vero amore. Sono sicura che si tratta solo di una stupida cotterella passeggera- spiegò, pensando tutto il contrario, in realtà. Per lei Skipper era molto importante, ma non le interessavano le storie d'amore. A lei bastava solo che le fosse vicino, ma non lo avrebbe detto alla pinguina, anche perchè sapeva che Skipper in realtà non amava lei. Lui, si era accorta, si stava innamorando di Sam, ma non glielo avrebbe detto, anche perché non era sicura al 100% che fosse così. Ma il motivo principale per il quale non voleva dire niente, era che era una cosa che dovevano sbrigare Sam e Skipper da soli.
- Okay, come vuoi, Marlene. Oh, e stai tranquilla: il tuo segreto è al sicuro con me!- le disse, mentre si alzava dalla poltroncina.
- Grazie- disse, sincera.
- Sì, ma ritieniti fortunata che tu non sia morta, oggi!- agguinse mettendosi a ridere di gusto.
- Già, è vero, ti ringrazio tanto, amica mia- disse, dandole una leggera spinta per sfotterla.
- Ma di niente...amiconaaaa!- esclamò prima di spingerla più forte farla cadere, ma Marlene la prese per la pinna e la fece cadere così insieme a lei.
Le due, sdraiate sul pavimento, scoppiarono a ridere.
Dopodichè, si alzarono e, insieme, andarono ad aprire le cozze per pranzare.

ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI!! COME VA, GENTE?? ECCO A VOI UN ALTRO CAPITOLO DI QUESTA STORIA! ALLORA, LA NOSTRA MARLENE CI HA RIVELATO UN BEL PO' DI FATTI, EH? E ANCHE SAM!! LE DUE SONO FATTE PER ESSERE AMICHE PER LA PELLE!
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E MIRACCOMANDO, FATEMELO SAPERE CON UNA RECENSIONE:)
BACI, NATYSTAR


 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


In quello stesso momento, i pinguini stavano pranzando con del pesce fresco.
Rico s'ingozzava come un maiale, Kowalski lo guardava disgustato, Soldato mangiava la sua parte d'aringhe con il solito entusiasmo, mentre Skipper le mangiava inzuppandole nel suo amato caffè.
- Non ho mai mangiato aringhe così buone!- esclamò ad un certo punto il piccolo Soldato, dopo aver finito di mangiare.
- Già, concordo. Erano proprio deliziose con quella solita nota di mercurio...- disse Kowalski.
- GNAM GNAM!-. Fece il pinguino psicopatico, leccandosi le ali.
- A te sono piaciute, signore?- chiese Soldato al suo capo, vedendolo silenzioso.
Skipper non diede segno di averlo udito.
- Ehm...Skipper?-
- Cosa? Soldato, mi hai detto qualcosa?- chiese, come se cadesse dalle nuvole.
Soldato gli rivolse uno sguardo interrogativo, così come gli altri due.
- Ti ho chiesto cosa ne pensi del pesce- gli spiegò il piccolo pinguino, guardando ancora il suo capo senza capire.
- Ohhh, il pesce! Sì, sì, è ottimo...- gli rispose il leader, arrossendo leggermente dalla vergogna: quella era la prima volta che si comportava così di fronte alla sua squadra e per chi poi? Lo skipper del gruppo aveva lasciato che una delinquentella entrasse così a fondo nella sua vita da capitano.
- Che hai, Skipper? E' una mia impressione o stavi pensando ad altro?- gli chiese a bruciapelo il cervellone.
Ecco. La solita domanda. Quella domanda a cui non sapeva dare una risposta credibile ai suoi uomini. Per un attimo si era distratto e quell'istante è stata la sua rovina. Cosa avrebbe risposto ai suoi amici? Che da più di un mese pensava la stessa cosa? Che da più di un mese non aveva in mente nessun altro se non Sam? No. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non farsi passare ai suoi uomini come un romanticone dal grande cuore, non lo avrebbe sopportato.
Per questo motivo s'inventò la scusa più credibile.
- Sì, in effetti non badavo per niente ai vostri inutili commenti riguardo il pesce. Ero occupato a trovare la maniera più veloce per sconfiggere una volta per tutte Hans e Blowhole...- spiegò loro, sperando con tutto se stesso che gli credessero.
Kowalski risultò piuttosto suscettibile a quella risposta, perciò inarcò un sopracciglio, mentre Rico e Soldato lo davano per buono.
- Ah, già. Sì, in effetti i nostri commenti erano davvero inutili. Grazie per avercelo fatto notare- disse Soldato, con tono dolce e ingenuo, mentre Rico si limitò a grugnire e annuire.
- Bene. Ora, direi che sarebbe il momento di allenarsi un po'. Sapete, non si sà mai...il nemico alle nostre spalle è sempre in agguato-
Soldato e Rico uscirono fuori e incominciarono a riscaldarsi.
Kowalski non andò con loro, ma rimase lì a fissare alquanto interrogativo il suo capo.
- Kowalski, se non sbaglio, io avrei dato un ordine, che riguardava anche te. Sù, coraggio; esci e incomincia a riscaldarti. Io vi raggiungo fra cinque minuti- ordinò sbrigativo il leader, notando il suo uomo ancora fermo davanti a lui.
Ma Kowalski non gli ubbidì e rimase ancora a guardarlo.
Skipper gli stava per dire qualcosa si serio, quando Kowalski lo precedette.
- C'è qualcosa che non va, vero?- gli chiese il pinguino più alto.
Skipper lo guardò e sgranò gli occhi: come cavolo era riuscito a capirlo? Come ha potuto farsi scoprire in quel modo? Non era stato abbastanza bravo a nasconderlo? Quando questa consapevolezza gli si insinuò nel suo animo, non potè essere più deluso da sè stesso. Ma, nonostante ciò, cercò di non darlo a vedere.
- No! Assolutamente! Perchè dovrei avere qualcosa che non va? Sù, muoviti, vai sù e riscaldati, prima che ti dia qualche extra!- lo minacciò il pinguino mostrandogli la pinna, come per fargli intendere che se non avesse ubbidito subito, gli avrebbe mollato due sberle.
Ma Kowalski non si lasciò molto ingannare. Il linguaggio del corpo di Skipper gli aveva dato la risposta guista.
- Skipper, se c'è qualcosa che ti preoccupa a me puoi dire tutto. E non provare a negarlo perchè queste cose le capisco benissimo. Sai, a volte il corpo o gli occhi parlano più della bocca!-
Skipper rimase a bocca aperta per quello che aveva detto il cervellone. Ecco, ora era nei guai e doveva uscire al più presto da quella situazione imbarazzante.
- Cosa ti fa credere che abbia qualcosa?- gli chiese con una nota d'irritazione nella voce- Non ho niente che non va e ti consiglio vivamente di andare sù con gli altri, prima che sia troppo tardi-
- Skipper, lo sò che per te è una questione di orgoglio, ma noi due ci siamo sempre detti tutto!- gli ricordò Kowalski, insistente.
Skipper ad un tratto abbassò gli occhi e riflettè su quello che aveva detto il pinguino: in effetti, Kowalski era stato sempre una specie di confessionale, gli aveva sempre detto ciò che pensava, ma questa volta era diverso: era una questione sentimentale, privata e personale.
Di sicuro, se gli avesse raccontato tutto, gli avrebbe riso in faccia e non lo avrebbe più considerato il leader forte e determinato, ma una pappa molle.
Tutto questo era inaccettabile: perché proprio a lui? Con quel discorso rischiava seriamente di perdere la faccia per sempre e di questo, Skipper diede la colpa alla bellissima Sam. Per colpa sua, ora rischiava di fare la figura della femminuccia.
Fu Kowalski a bloccare i suoi pensieri.
- Allora? Ho ragione, vero? Ti è successo qualcosa-
Skipper si riscosse, ma prima prese un'importante decisione. Una cosa che mai si sarebbe sognato di fare: dire tutto.
Sì, prendere quella decisione era stato estremamente difficile per lui, ma dovette ammetterlo: se non lo avrebbe detto a qualcuno sarebbe scoppiato.
- Sì, hai ragione- confermò, prima di girarsi dall'altra parte per non incontrare il suo sguardo.
- Ohhh, e... che cosa è successo?- gli chiese il pinguino alto, felice di aver avuto ragione.
- Niente... hai presente... quella sensazione che ti viene quando... quando ti piace qualcuno?-
- Come sarebbe??- chiese incredulo- ti sei innamorato?-
- Sì, può darsi... non lo sò-
- Oh, ma dài, Skipper...ti vergogni di questo? Anche io mi sono innamorato, anche Soldato, anche Rico. Sinceramente mi avrebbe sorpreso di più il fatto che non ti fosse mai capitato!- gli confessò Kowalski.
- D'avvero?- Skipper era sinceramente sorpreso. Era sicuro che gli avrebbe riso in faccia- Comunque, non dirlo a nessuno! Anche perché se lo dicessi in giro, non sò che cosa potrebbe fare o dire Sam!- disse, tutto d'un fiato.
Ma...solo in un secondo momento si accorse dell'errore che aveva fatto. Tutto quello che riuscì a fare fu tapparsi il becco e pentirsi amaramente di quello che aveva detto. Ma era tardi, perché Kowalski lo guardò incredulo e stupefatto.
- Che cosa?? Ti sei innamorato di Sam??? Proprio di quella Sam??-
- No!- si affrettò a dire Skipper, consapevole di aver commesso un grave errore- No! Non è la Sam che pensi tu! Sam è...un'altra- disse, poco convincente.
- Skipper...- gli fece eco Kowalski, come costringendolo a dire la verità.
- E va bene. Sì, è quella Sam!- gli urlò, provando la strana sensazione di liberarsi da un macigno.
Kowalski rimase spiazzato.
- Oh, mio Dio! Ti guiro che non me lo aspettatvo proprio...- disse, ancora incredulo.
- Sì. Se lo vuoi proprio sapere è dal primo giorno che me ne sono innamorato- gli confessò, con leggera vergogna.
- Capisco...- fece Kowalski, comprensivo.
- Ma non m'interessa dirle quello che provo. Voglio solo che rimaniamo amici e basta- l'apostrofò Skipper.
Kowalski lo guardò quasi divertito.
- Sinceramente, Skipper, io non penso che ti consideri un amico. Io penso che ti vede più come un rivale da sconfiggere-
- Ehi, e credi che non mi piaccia? Adoro quando le ragazze ti fanno vedere quanto valgono, soprattutto a un maschio- disse, quasi ridendo.
- Già, e poi è molto bella, anche se indossa aggeggi strani addosso...-
- Questo è vero, ma stai certo che un giorno la fregherò, in qualche modo...o la spaventerò...poi vedrò io- disse infine il leader.
- Ti dico buona fortuna Skipper, ma non sono sicuro che ce la farai-
- Anch'io non ho la certezza assoluta, ma un giorno ci ruiscirò, non sò come ma ci riuscirò!-
- Io starò sempre dalla sua parte, signore- gli disse, con un sorriso sincero.
- Ti ringrazio, ma questa cosa me la sbrigo da solo. Oh, e non provare a dirlo in giro, altrimenti te la vedrai con me!- lo ricattò ancora Skipper, ma con tono falsamente severo.
Kowalski gli sorrise ancora, prima di dirgli- Il tuo segreto è al sicuro con me-.
Skipper infondo, era contento, perché aveva confessato a qualcuno quello che provava per quella pinguina.
Una vocina, però, cercava di ignorare in tutti i modi possibili. Quella che gli diceva che non sarebbe trascorso molto tempo, perché prima o poi avrebbe dovuto confessare tutto quanto alla diretta interessata; ma non le diede molto peso.
Infine, dopo essersi scambiati sguardi d'intesa, entrambi uscirono dalla base per allenarsi insieme agli altri.

ANGOLO AUTRICE:
E RIECCOMI QUI! ALLORA, ADESSO è TOCCATO AL NOSTRO SKIPPY!!  CON NOSTRA GRANDE SORPRESA, HA MESSO DA PARTE L'ORGOGLIO PER CONFIDARSI CON UN AMICO! E' GIà UN PASSO AVANTI, NON CREDETE ANCHE VOI?COSA SUCCEDERà? SKIPPER UN GIORNO CONFESSERà I SUOI SENTIMENTI ALLA BELLISSIMA SAM? QUANDO ACCADRà? LEGGERE PER SCOPRIRE XD!
UN BACIO, NATYSTAR











 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Il giorno seguente, Marlene e Sam decisero di uscire a fare un giro, dato che la guardiana non era in circolazione.
-Oggi è una giornata molto calda… che ne dici di prendere una granita per rinfrescarci?- chiese Marlene alla pinguina, accanto a lei.
-Sì, ottima idea! Oggi non possiamo proprio farne a meno- le rispose, dandole il cinque.
Appena arrivarono al carrello delle granite (stranamente senza umani in circolazione) incontrarono Kowalski e Soldato, intenti a gustarsi le loro bevande ghiacciate.
-Ehilà, ragazzi! Come va la vita?- chiese spumeggiante la pinguina, rivolta ai due.
Kowalski e Soldato non si accorsero della loro presenza e, al sentire l’improvvisa voce della pinguina, sobbalzarono dallo spavento.
-Ehi, ciao, ragazze!- le salutò Soldato, superato lo spavento- Noi stiamo bene e voi?- chiese poi.
-Noi? Noi stiamo alla grande, fratello!- disse Sam, a modo suo.
-Sì, noi stiamo bene, ragazzi. Perché siete qui?- chiese ai due la lontra, sapendo che di solito i pinguini a quell’ora erano fuori dalla base ad allenarsi o roba del genere.
-Oh, giusto, voi non lo sapete- si ricordò il pinguino più alto- Oggi Skipper ci ha dato un giorno libero e ora dobbiamo rientrare per fare dei giochi; così, giusto per passare la giornata tutti insieme- spiegò. Poi si rivolse alle ragazze.
- Voi invece che fate?- chiese con voce dolce Soldato.
-Facevamo solo un giro. Credo che torneremo a casa, ora- disse la lontra.
-Ehi, perché non venite a giocare con noi?- chiese ancora speranzoso il piccolo.
-Sì, giusto, venite a giocare con noi- le incoraggiò dopo un attimo di riflessione Kowalski.
-Io vengo- confermò senza pensarci due volte la pinguina. Poi si rivolse all’amica  -Tu vieni?-
-Beh, visto che tu vai, ci vado anch’io- le confermò, sorridendole allegramente.
-Perfetto. Allora torniamo alla base insieme- disse il cervellone. Dopodichè, tutti e quattro si avviarono alla base per incominciare una giornata di giochi.
----------------------NEL FRATTEMPO----------------------
-Allora, Rico? E’ tutto pronto?- chiese Skipper allo psicopatico.
Rico gugnì un “Sì” e rigurgitò tutti i giochi da tavolo.
In quel momento arrivarono Kowalski e Soldato.
-Siamo arrivati- disse Kowalski, seguito a ruota dal più piccolo.
-Finalmente! Dai, iniziamo pure- disse il leader sbrigativo.
-Ehilà! Ci siamo anche noi, ragaaa!- urlò una Sam alquanto emozionata: non aveva mai fatto giochi da tavolo, semplicemente perché li riteneva stupidi e noiosi, ma aveva come la sensazione che con quei pinguini ce ne sarebbero state delle belle.
-Io spero di non disturbare- confessò Marlene lievemente imbarazzata, dopo essere entrata. Di solito, i pinguini quelle cose le facevano per conto loro, da soli, e lei si sentiva come un’intrusa in quel tavolo.
-Ragazze?- fece Skipper, accorgendosi in un secondo momento della loro presenza –Figurati, non disturbate- confessò dopo un secondo il capo. La presenza di Sam, soprattutto, la gradiva senza batter ciglio, anche se doveva assolutamente mostrarsi indifferente.
-Le abbiamo invitate noi- disse Kowalski, vedendo il suo capo leggermente sorpreso –Le abbiamo incontrate per caso e visto che non avevano niente da fare le abbiamo invitate- precisò poi.
- Cosa c’è, Skippy? Hai paura di giocare con una ragazza?- gli chiese divertita.
-Tks, figurati! Ora vedrai come riderai quando dovrai confessare e fare tutto quello che ti chiederemo!- le disse, sentendosi toccare l’orgoglio. La pinguina lo guardò senza capire.
-Come?- chiese.
Skipper si mise una pinna sulla fronte, come segno di impazienza.
-Kowalski. Prego, traduci le mie parole in termini che questa ragazza possa capire- ordinò, continuando a guardare la pinguina, che si beffava di lui imitando i suoi gesti e facendo ridacchiare la lontra.
-Skipper vuole dire che dobbiamo giocare a “Obbligo e Verità”- spiegò il cervellone.
-Waaaaa- fece Rico, eccitatissimo.
-Noo, io odio quel gioco!- disse Marlene, angosciata. Non le era mai piaciuto confessare cose personali ed essere obbligata a fare cose insensate.
-Chi comanda qui, Marlene?- le chiese Skipper. Ma in realtà era una domanda retorica.
-Ho capito, ho capito. Avanti, giochiamo- si arrese infine Marlene, pentendosi amaramente di essersi messa in quella situazione.
-Che bello!! Io adoro questo gioco! Ci giocavo sempre con i miei amici e mi ricordo che li obbligavo a fare cose molto moolto pericolose e scottanti- rivelò la pinguina, guadagnandosi sguardi a dir poco spaventati, tranne quello di Skipper, che la guardava allibito, e quello di Rico, che la guardava come un ebete. Tutti (tranne gli ultimi due) si chiesero se era la cosa più giusta farla giocare.
-Beh, allora? Quando si inizia?- chiese la pinguina impaziente d’incominciare.
-Proprio adesso. Allora, chi comincia?- chiese Skipper.
Prima di ottenere una risposta dai presenti, un’altra voce si sentì nella stanza.
-Immagino che se mi aggiungessi non gradireste la mia presenza, vero?-
Tutti si girarono e solo allora si trovarono davanti un personaggio che non si aspettavano assolutamente di trovarsi lì.
 
 
-Hans!- urlarono tutti i presenti. Tutti tranne Sam, che, stranamente, osservava il pulcinella allibita e imbarazzata.
Tutto quello che riuscì a fare fu guardare la scena.
-Che cosa ci fai tu qui??- chiese urlando Skipper per quella visita assolutamente sgradita.
Tutti e quattro i pinguini erano già in posizione per attaccare nel caso di una mossa sospetta del pulcinella.
-Ehi, ehi, calmatevi! Non sono venuto qui per vendicarmi o per combattere. Sono venuto solo perché non sapevo dove andare-
-Già, e sei venuto proprio qui a romperci!-
A parlare questa volta fu la pinguina, ancora lievemente sorpresa e imbarazzata per la sua presenza, cosa che fu notata subito dai quattro pinguini e da Marlene.
Hans le rivolse uno sguardo a metà tra il divertito e di sfida, ma non fu notata dagli altri perché erano impegnati a fissare Sam.
-Come sarebbe? Voi due vi conoscete??- le chiese Skipper, ma Kowalski –che lo conosceva più di chiunque altro- in quella domanda vi notò una lievissima nota di sorpresa e soprattutto delusione.
-Come? No! No, assolutamente!! Io non conosco per niente questa sottospecie di invertebrato!- si affrettò a precisare la pinguina, distogliendo ora lo sguardo imbarazzata.
I pinguini le rivolgevano sguardi interrogativi.
-Io faccio quello che voglio- disse tranquillamente il pulcinella, lanciando sguardi di sfida alla pinguina –Se voglio venire a fare una visita come questa non devo certo chiedere il permesso a te, stupida mocciosa!- la insultò Hans, guadagnandosi sguardi sconcertati da parte degli altri che dicevano chiaramente “Non avresti dovuto farlo con lei”. Questo appena prima di vedere Sam prendere all’improvviso la sua catena e alzarsi sul tavolo per raggiungere il pulcinella, infuriata.
Gli altri fecero appena in tempo a fermarla, altrimenti avrebbe ucciso a catenate il pulcinella.
-Lasciatemi immediatamente! Questo elemento entro domani non dovrà più vedere la luce del sole!- disse, cercando di liberarsi dalla presa di Rico e Kowalski.
-Adesso calmati. Qui nessuno uccide nessuno, non finche ci sarò io!- ordinò Skipper, scocciato –Anche se sono d’accordo con te sul fatto che prima o poi deve sparire per sempre- aggiunse infine il pinguino.
-Perché non me lo lasci fare, allora? Farei un grosso favore anche a te in questo caso!- affermò a malincuore la pinguina, dopo che Kowalski e Rico liberarono la presa dopo essersi assicurati che l’istinto omicida di Sam fosse svanito.
-Perché non ne vale la pena- disse, lo sguardo ora rivolto verso il nemico.
-Allora? Sto ancora aspettando la risposta. Posso giocare, sì o no?- chiese Hans, impaziente e non badando agli sguardi glaciali che Sam gli lanciava.
-No!- disse immediatamente la pinguina.
-Sì- disse però inaspettatamente il leader.
-Cosa??- chiesero all’unisono tutti i presenti, sorpresi e increduli.
-Questa volta non ha cattive intenzioni, lo so- specificò il pinguino agli altri, che volevano una spiegazione.
-Ah, ti ringrazio tanto, amico mio!- disse emozionato, dando una pacca sulla spalla a Skipper.
Prima che gli rispondesse con un tono disgustato, la voce di Sam rimbombò nella base.
-Cosa? No! Non va bene per niente!- disse, imbestialita –Questo deve uscire immediatamente da qui e se non lo farai tu, allora lo farò io buttandolo fuori a suon di calci!!-
Sam si avvicinò pericolosamente al pulcinella, che la guardava quasi con compassione, ma fu bloccata da uno Skipper autoritario.
-Ti ho detto che qui comando io e nessun’altro. Se dico che può giocare allora deve giocare con noi-
I presenti si scambiavano sguardi indecifrabili, mentre Sam guardava Skipper allibita. Ma decise di lasciar perdere e con un gesto di stizza, s’andò a sedere vicino a Marlene.
-Finalmente!- esclamò dopo un po’ il pulcinella dopo essersi levato dai piedi quella rompiscatole –Allora incominciamo-.
Tutti nella stanza, tranne Sam e Skipper, si rivolsero sguardi a dir poco preoccupati, perché consapevoli che sarebbe successo qualcosa.
 
 
La bottiglia ruotò ancora una volta.
Marlene dovette trattenere un sospiro affranto: la bottiglia puntò di nuovo lei. Toccò a Kowalski farle la domanda.
-Verità- specificò Kowalski divertito, vedendo che la lontra era sull’orlo di una crisi di nervi.
-D’accordo- gli consentì lei, la testa sorretta dalle zampe per impedirle di cadere dalla tortura.
Il pinguino più alto si mise a riflettere ma dopo qualche secondo la domanda arrivò spontanea.
-Ti piace qualcuno?- le chiese.
Silenzio tombale. Tutti zitti per udire una risposta dalla lontra, quest’ultima irrigidita. Guardò Sam, ma la vide con la testa girata dall’altra parte. Evidentemente, non voleva essere coinvolta in alcun modo.
Arrossita lievemente e consapevole di essere rimasta incantata, si affrettò a dare la sua risposta, anche se non era a verità.
-No, fino ad ora nessuno mi entusiasma più di tanto- concluse, mentendo spudoratamente. Tra i presenti, Sam era l’unica che sapeva che l’amore della sua amica era proprio lì dentro a giocare con loro, ma questa non disse nulla; solo si limitò a guardarla sforzandosi indifferente per non insospettire gli altri.
-D’accordo, continuiamo- disse sbrigativo Skipper. La bottiglia questa volta finì su Kowalski, che si era preparato psicologicamente per il gioco, dato che certe volte era capitato di fare le figure dell’idiota. Sfortunatamente per lui, toccò a Sam fargli domande o obbligarlo a fare qualcosa.
-Questo è un obbligo- disse subito Sam, felicissima.
Kowalski cercò di non pensare a quello che gli avrebbe chiesto di fare, ma sapeva che lo avrebbe costretto a fare qualcosa di anomalo; per questo rivolse agli altri quasi uno sguardo di supplica.
-Io ti obbligo a infilarti un pearcing nella lingua!- gli disse eccitatissima immaginando la scena e cercando di ignorare gli sguardi disgustati che le rivolgeva Hans.
Kowalski per un pelo non svenne.
-Che cosa devo fare??!- chiese, sperando di aver sentito male. Soldato guardava la pinguina come per supplicarla a cambiare idea, mentre Skipper e Rico si misero a ridere.
-Perché ti lamenti? Se l’avesse chiesto a me l’avrei fatto subito!- gli disse il suo capo dandogli una pacca sulla spalla.
-Io invece penso che sia semplicemente un capriccio- affermò il pulcinella, sapendo benissimo che avrebbe fatto infuriare la pinguina, che era quello che voleva.
-Senti, io faccio quello che voglio, quando e come lo voglio, quindi non mi rompere i connotati, chiaro?- gli rivolse uno sguardo glaciale, che non scompose minimamente il pulcinella.
-Ma non gli farà male?- le chiese preoccupato il più piccolo.
-Noooo- rispose sarcastica Sam –Gli farà MALISSIMO- disse infine godendo.
Soldato assunse uno sguardo a dir poco spaventato, mentre Kowalski voleva solo scappare.
-Oh, andiamo! E’ solo un ago nella lingua, non è mica la fine del mondo!- esclamò la pinguina, scocciata –Vieni, devo mettertelo io- disse poi.
Kowalski fu costretto ad ubbidire a malincuore, anche se in quel momento preferì suicidarsi.
Passò un quarto d’ora e tutti tranne Sam e Kowalski furono costretti ad indossare delle cuffiette per non sentire le urla strazianti che provenivano dalla stanza dove questi ultimi si erano chiusi per fare “l’operazione”. Dopo altri cinque minuti, i due uscirono, Sam con uno sguardo trionfale e Kowalski con uno sguardo di uno che aveva appena subito una tortura.
-Abbiamo finito. Non è stato poi così male, vero?- chiese Sam, divertita.
-Sì, guarda, è stata in assoluto la cosa migliore che abbia mai fatto!- disse sarcasticamente il pinguino, ancora con la pinna a massaggiarsi la lingua.
-Non provare a lamentarti. Quel piercing è il migliore che abbia trovato, e quello a forma di teschio ti fa fico!-
-Ok … il turno di Kowalski è finito. Forza, ricominciamo a giocare, altrimenti non la finiamo più.
Con una Sam soddisfattissima e un Kowalski ancora dolorante, il gioco potè continuare.
La bottiglia puntò Sam e sorpresa delle sorprese dovette Skipper chiederle qualcosa.
-Ok, io ti chiedo…- fece una pausa suspance e Sam era sulle spine, anche se non lo dava a vedere.
-Di dirmi il momento più imbarazzante della tua vita- disse infine, curioso della risposta che avrebbe dato.
Sam non si aspettava una domanda del genere, ma ci riflettè su.
-Il momento… più imbarazzante?- Sam sembrava imbarazzata, mentre il pulcinella scoppiava a ridere.
Dopo qualche secondo la risposta dalla pinguina arrivò.
-Il momento più imbarazzante per me è stato…quando dei miei amici per il mio compleanno mi hanno regalato un peluche rosa-
Tutti si misero a guardarla. Skipper la vide poco convinta; glielo si leggeva negli occhi che non aveva detto la verità, ma decise di passarci sopra e prima che dicesse di continuare a giocare, Hans si alzò in piedi e disse –Oh, andiamo! Perché non dici la verità?- rivolto a Sam, la quale lo guardava come se volesse ucciderlo all’istante, mentre gli altri, confusi e curiosi allo stesso tempo, la osservavano in attesa. Skipper, però, sperò con tutto il cuore che non fosse quello che pensava lui.
 
ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti gente!! Ok, ok, forse ho esagerato per la lunghezza del capitolo, ma ci ho messo due giorni per scriverlo. Scusate, ma ieri ho sognato FEDEZ, il mio idolo, l'amore della mia vita😍😍💜, che mi abbracciava, mi proteggeva, mi prendeva per mano…*o*e sono andata in tilt, il mio cervello non funziona più come primaXD! D’accordo, bando alle ciance, per vostra gioia, nella storia ho inserito anche Hans. Spero vi sia piaciuto. Che Sam e Hans nascondono qualcosa che gli altri non sospettavano minimamente? Scoprirete tutto nel prossimo capitolo;). Recensite!! Ciao ciao =*

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


Nessuna risposta. L’unica cosa che il quel momento la pinguina riusciva a fare, era guardare il pulcinella infuriata.
Tutti continuavano a guardarla in attesa di una spiegazione, sorpresi del fatto che non aveva detto la verità.
-Avanti, cosa aspetti? Ti vergogni di raccontare quel momento?- la canzonò Hans.
Sam si irrigidì ancora di più, mentre gli altri non fiatavano. Skipper, ormai, aveva un brutto presentimento, ma voleva sentire la spiegazione di Sam.
-Perché, scusa? Come fai a sapere che non ho detto la verità? Tu che ne sai??- gli chiese, lanciandogli uno sguardo glaciale.
Hans fece un ghigno, come per dirle “Io lo so, io so sempre tutto”, cosa che fece imbestialire non poco Sam.
-Insomma, vuoi dire che cosa è successo?- A parlare fu Skipper, questa volta impaziente di conoscere la verità dalla pinguina. Marlene le rivolse uno sguardo interrogativo, mentre Kowalski, Rico e Soldato la guardavano curiosi.
Sentendosi tutti gli occhi puntati addosso, Sam abbassò lo sguardo con occhi sgranati, carichi di imbarazzo.
FLASHBACK:
Antartide. Cinque anni prima. Giornata come sempre gelida. La piccola Sam e la sua grande comitiva di amici (tutti maschi), se la spassano con giochi da pazzoidi, tipo: banging jumping dall’iceberg più alto della zona, braccio di ferro, mangiare più pesci possibile e molto altro.
A notte fonda, Sam e i suoi amici, dopo una giornata passata a spassarsela, decisero di tornare ognuno nelle proprie case a dormire.
Sam andò da una parte, mentre i suoi amici dalla parte opposta. Durante il tragitto, la pinguina andò a sbattere contro un altro pinguino.
-Ehi, ma sei fuori? Perché non guardi dove vai?- sbottò la piccola. Lei aveva sempre odiato gli imbranati.
-Scusami, non ti avevo vista…- disse l’altro, con voce che voleva sembrare sarcastica.
La pinguina ci mise qualche secondo affinché registrasse a pieno il suono di quella voce; la voce di un pinguino che conosceva bene…e, dopo un attimo di silenzio, tutta emozionata e cercando di controllarsi gli chiese:- Aspetta… ma tu sei forse Kyle? Il pinguino che era stato cacciato dalla compagnia?-.
-Ohhh, allora ti ricordi di me, piccola Sam!- esclamò felice, abbracciandola.
Ma la pinguina rimase rigida e per un momento arrossì: Kyle, il suo Kyle era tornato! Non ci poteva credere; il pinguino di cui si era presa una cotta era lì davanti a lei, ma cercò di non mostrare la sua emozione,anche se fu molto difficile: rivedere dopo tanto tempo quei grandi occhi neri, quel tatuaggio a forma di cuore spezzato e quel solito aspetto da fico…le mancava tutto di lui.
-Oh, mio Dio! Kyle! Certo che ne è passato di tempo dall’ultima volta, eh?- esclamò emozionata, facendo  pugno contro pugno e dandogli il cinque, il suo modo per salutare i suoi amici.
-Sì, in effetti è passato tanto tempo. Cosa mi dici di bello?-
-Tutto bene, come al solito. Ogni giorno ce la spassiamo…- spiegò, pensando che per lei non era lo stesso senza di lui. Ma all’improvviso avvampò di colpo: Kyle le si avvicinò e le mise le pinne in vita.
-Tu mi piaci- disse semplicemente il pinguino.
Sam si sentì svenire e prima che gli dicesse qualcosa, lui la precedette.
-Mi sei mancata molto. Vuoi uscire con me domani sera?- le chiese a bruciapelo.
Sam sgranò gli occhi e quasi non credette alle proprie orecchie.
-Wou…i-io n-non me l’aspettavo, giuro…- balbettò.
-Ehi, ti sei emozionata? Non hai risposto alla mia domanda, però. Vuoi uscire con me sì o no?- le chiese impaziente.
-Ma certo che sì! Sento che sarà forte uscire con te- gli disse felicissima come una bambina, anche se non saltellava come questi. Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere, ma ora il ragazzo che le piaceva da tanto le aveva chiesto un appuntamento e non voleva lasciarsi sfuggire quell’occasine per nessuna ragione al mondo.
-Bene, allora ci vediamo. A domani, Sam- e si chinò su di lei per darle un bacio sulla guancia.
Mentre si allontanava, Sam corse verso casa sua, più felice che mai, esultando e alzando le braccia verso il cielo in segno di trionfo.
 
Poco lontano, qualcuno aveva assistito alla scena stizzato a angosciato. Più precisamente, un pulcinella di mare innamorato perso della nostra Sam.
-Ehi, che ci fai tu qui dietro?-
Hans si voltò e davanti a lui vide un gruppo di pinguini piuttosto trasgressivo. C’era un pinguino che sembrava il leader del gruppo, perché aveva uno strano collare chiodato al collo, che gli altri non avevano. Era stato lui a fargli quella domanda, ma volle in tutti i modi negare l’evidenza.
-Sono venuto solo a fare un giro, che problema hai?- chiese, leggermente intimorito dall’atteggiamento di quel gruppetto.
- Voglio dirti innanzitutto che mi chiamo Zac. Nessun problema amico…- incominciò a dire il leader, ma, vedendo che il pulcinella tirava un sospiro di sollievo, continuò -…a parte il fatto che stavi fissando Sam!- sbottò infine.
Hans decise di ammetterlo, anche perché quelli lì gli avrebbero fatto sputare il rospo in tutti i modi.
-Sì, è vero. E’ un male?- ammise.
-Tks, e me lo chiedi?- gli chiese provocatorio il pinguino-leader –Tu non la devi guardare, mi hai sentito bene?? Nessuno deve permettersi di guardare in quel modo la nostra amica! Quindi, gira i tacchi e vattene se non vuoi una bella lezione!- lo minacciò poi, ma il pulcinella acquistò un po’ di coraggio.
-Come sarebbe a dire che nessuno può guardarla come ho fatto io?- gli chiese sfidandolo.
-Perché Sam non merita di stare con i pivellini!- gli rispose, facendo ridacchiare il resto del gruppetto.
-Allora perché quel Kyle le ha chiesto di uscire?? Ha dovuto chiedere a te il permesso???- gli domandò dopo aver riacquistato un altro po’ di coraggio.
A quella domanda, Zac ebbe come un moto di sorpresa, così come gli altri dietro di lui.
-Che cosa?? Kyle le ha chiesto di uscire?? Proprio quel Kyle?-
-A dire il vero non lo conosco, ma era alto e robusto con gli occhi neri- spiegò Hans.
Gli altri assunsero sguardi a metà fra l’infuriato e il sorpreso, che spaventò Hans, il quale cercò di restare calmo.
-No! Ma perché quell’elemento è tornato? E come si è permesso di chiedere a Sam di uscire?? Se gli metto le mani addosso io…-
-Ha dato appuntamento per domani sera- disse ancora Hans, sperando con tutto il cuore che fosse un’informazione utile che gli bastasse perché non decidessero di picchiarlo.
Zac si mise a riflettere e dopo qualche secondo sul suo volto apparve come un’espressione di uno a cui era venuta un’idea. Così, si girò verso gli amici e ne discusse. Hans continuava a sbattere la zampa a terra per il nervosismo. Cosa si stavano dicendo? Ma dopo un minuto si rigirarono verso di lui e Zac gli spiegò la situazione.
-Okay, ascolta…sappi che io ti considero solo un pivellino e che non sei degno per Sam, ma…penso che ti aiuteremo a conquistarla- disse infine.
Hans rimase senza parole.
-Come?- gli chiese dopo essersi ripreso. Prima gli dice di stare lontano da Sam e poi gli decide che lo aiuteranno a conquistarla??
Zac intuì il significato del suo sguardo e si affrettò a spiegare meglio.
-Noi cacciammo quel Kyle perché capimmo subito quello che voleva: rimorchiare il più possibile. E visto che nel nostro gruppo Sam è l’unica ragazza, la percentuale di probabilità che lei sarebbe caduta nella sua trappola era troppo alta e così lo cacciammo, anche perché, visto che siamo tutti pazzi di lei, facemmo un accordo tra di noi che diceva che non dovevamo farglielo capire né tantomeno provarci con lei. Ma a Kyle non importò e tentò di rimorchiarla. Però, per fortuna, lo buttammo fuori dal gruppo prima che finisse l’opera. Se, come hai detto tu, l’appuntamento è domani sera, allora ti faremo incontrare con lei domani mattina. Ovviamente, lei non sa il reale motivo per il quale quel pinguino è stato cacciato, perciò non provare a spiccare parola su questo argomento! E poi, sai…- aggiunse, guarandolo severamente negli occhi –Lei, un giorno mi disse che avrebbe tanto voluto uscire con te- rivelò infine, mentendo. Ma il pulcinella ci cascò e in un attimo sul suo volto apparve l’espressione dell’uomo più felice del mondo.
-Veramente? Le piaccio e vuole uscire con me?-
-Oh, sì che lo vuole- confermò Zac, appoggiato dagli sguardi degli amici che annuivano costantemente per sostenere l’opinione del capo -Tu cerca di convincerla, e dovrai fare del tuo meglio per farlo, perché con Sam, fidati, è molto molto difficile! Sai, per lei è l’uomo che deve fare il primo passo e se vede che è troppo timido lo scarica senza pensarci due volte-
Hans non capiva più niente, ma decise di non protestare e annuire, anche se era felicissimo che presto sarebbe stato insieme alla sua innamorata.
-Ovviamente…-ricominciò a parlare Zac –non pensare che a noi piacerà vedere Sam insieme a te. Tutto questo in realtà ci rode, perché tu non la meriti! Ma sappiamo che è meglio per lei che non si metta con Kyle e che se si mette con te tanto prima o poi ti mollerà non appena capirà che razza di perdente sei- concluse tranquillamente il leader. Hans si limitò ad annuire con decisione.
-Bene. Allora a domattina per far lasciare quei due. Ci stai?-
-Scherzi? E’ ovvio che ci sto!- gli rispose soddisfatto e un po’ perplesso.
 
La mattina dopo, Sam e i suoi amici si fermarono sul “Punto di ritrovo più cool”, dove di solito si fermavano i pinguini più giovani per divertirsi.
-Allora, io suggerisco di fare una gara a chi mangia più velocemente il pesce più grosso mai pescato prima!- esclamò eccitata la pinguina ai suoi amici. Prima dell’appuntamento con Kyle, aveva voglia di divertirsi alla grande.
-E secondo te, dove lo troviamo questo pesce?- le chiese ridendo Dag, un altro componente del gruppo.
Sam lo guadò divertita.
-Ah, mio caro…voi non sapete che io sono infallibile quando si tratta di pescare…- disse, con tono da superiore.
-Vuoi dire che lo hai catturato tu? Ce l’hai tu?...-le chiese incredulo Zac, pensando che era proprio forte.
-Esatto!- confermò la pinguina eccitata. Dopodiché, andò dietro un pezzo di ghiaccio, dove aveva nascosto il pesce e tirò fuori un enorme salmone del peso di quasi dieci chili. Il gruppetto rimase senza parole e rivolse a Sam sguardi d’ammirazione.
-Allora, diamo il via alla gara?- chiese impaziente Sam.
I suoi amici si scambiarono sguardi complici e, con una scusa preparata precedentemente, Zac prese parola e disse:- No, Sam. Ora non possiamo giocare-
-Che cosa? Perché proprio ora, che dovete fare?- chiese la pinguina. Non s’aspettava certo che i suoi amici rinunciassero a giocare proposto da lei!
-Non possiamo perché dobbiamo svolgere un compito e le femmine non sono ammesse- spiegò Zac, sperando che cedesse, ma si dovette ricredere. Sam lo guardava quasi stizzata.
-Niente femmine, dici? E quando mai non posso fare qualcosa che riguarda solo maschi? Ho fatto sempre tutto con voi, perché ora non dovrei esserci?-. Sam non sopportava i misteri e voleva una spiegazione dagli amici, che la guardavano come per dirle “farai meglio ad ubbidire” e lei odiava chi le dava ordini; ma era strano perché non lo avevano mai fatto.
-Dobbiamo partire per fare compagnia a mia nonna, che sta morendo. Sei contenta? Vuoi partecipare ora?- s’inventò, questa volta scocciato dall’atteggiamento di Sam.
Quest’ultima gli rivolse uno sguardo disgustato.
-Oh, mio dio, no! Fammi il piacere, vacci da solo da tua nonna!-
-Dobbiamo andare tutti- si affrettò a precisare Dag.
-Non ne capisco il motivo visto che è sua nonna, ma non voglio sapere altro. Potete anche andare e questo pesce me lo pappo tutto io; alla faccia vostra!- esclamò ridendo.
-D’accordo, allora noi andiamo. Ciao, Sam. Ci vediamo stasera-. E si allontanarono frettolosamente, mentre Sam continuava a guardarli stupita e mangiava il suo adorato salmone.
 
-Ok, piano iniziato. Esci fuori e fa’ la tua parte, muoviti!!-. Zac diede uno spintone ad Hans, che era nascosto dietro una colonna di ghiaccio, e ubbidendo, corse verso la pinguina, pensando, però, che si trovava in una situazione piuttosto piacevole. Avrebbe dato del suo meglio per conquistare l’amore della sua vita e forse entro quella sera la bellissima Sam sarebbe diventata la sua ragazza.
Il gruppo si mise dietro un iceberg ed assistì alla scena.
-Ehi, ciao- la salutò più nervoso che mai Hans.
Sam si girò e si ritrovò davanti il pulcinella, che non smetteva di fissarla.
-Che hai da guardarmi così?- sbottò, irritata del fatto che la guardava come un ebete incantato.
-Ohh…n-no, niente, stavo solo…- balbettò, senza pensare che il bel gruppetto stava assistendo alla scena mentre si mettevano una pinna sulle tempia.
-…andiamo a fare un giro?- chiese il pulcinella, prima di arrossire lievemente.
-A fare cosa?- gli chiese indifferente senza nemmeno guardarlo in faccia, continuando a gustare il suo pesce.
-Beh…non so…a fare una nuotata?- propose Hans, non sapendo cos’altro inventarsi, sempre timidamente.
-Veramente ora non posso: sto mangiando e, se non te lo hanno insegnato, non si deve entrare in acqua senza prima aver digerito- disse divertita la pinguina. Hans, se per questo, avvampò ancora di più.
-C-certo, emh… allora posso mangiare anch’io?-
-No- disse con tutta la semplicità del mondo la pinguina –Questo pesce l’ho preso io e me lo mangio io. Se hai fame vattelo a pescare da solo. Andiamo, lasciami mangiare in pace!- esclamò ora infastidita dalla presenza intrusiva del pulcinella.
Hans incominciò a pensare che faceva così solo per farsi desiderare e, capito il suo gioco, incominciò a canzonarla.
-D’accordo…allora resto qui a guardarti- e la guardò di sbieco, ma Sam non se ne accorse.
-Mi prendi in giro? Ti ho detto di levarti dai piedi. Se ci tieni alle tue piume faresti meglio a scappare: sto incominciando a pensare di mollarti una sberla, quindi vattene!- ordinò la pinguina, più furiosa che mai.
 
-Oh-oh…la piccola Sam si sta arrabbiando!- esclamò Greg, un altro del gruppetto.
-Non preoccupatevi. Credo che Hans abbia capito come rimorchiare- assicurò Zac.
 
-Io invece resto qui. Infondo non ti do’ alcun fastidio-
-Invece sì, mi dai fastidio. Anzi, ora credo proprio che ti darò due schiaffi, così…-
 
-Ragazzi, cambio di piano: dobbiamo essere presenti con quei due. Forza, prima che lo metta in coma…-
 
-Siamo tornati, Sam- disse Zac, con grande sorpresa di Sam e soprattutto di Hans: il piano diceva chiaramente che dovevano stare nascosti fino a sera, quando sarebbe arrivato Kyle.
-Già qui? E’ già morta tua nonna, Zac??- gli chiese, ancora meravigliata.
-Sì…sì, è schiattata se lo vuoi sapere. Fortunatamente ha sofferto poco- disse Zac con la prima cosa che gli venne in mente.
-Da quando sei così sdolcinato, Zac? Mi fai venire il volta stomaco…A proposito, che ci fa questo qui? Lo conoscete?- chiese loro, guardando il pulcinella.
-Ma dai…tu non mi conosci?- la provocò Hans. Questo gesto fece infuriare la pinguina che, per un pelo, non lo strangolò, dato che si era fiondato a trattenerla Zac.
-Lui…lui è una vecchia conoscenza- le rispose Zac, lasciandola libera dopo qualche secondo.
-Tu conosci gli idioti?-
-Lo so che è un idiota, Sam-
-Beh, allora lo prendo a calci- e si avvicinò pericolosamente ad Hans che se la stava godendo come un pazzo.
-Che ne dici invece di mangiare tutti insieme il tuo bel pesciolone?- le chiese serio e un po’ scocciato il leader.
-Se non mi sbaglio ho detto che era mio- gli ricordò Sam irritata.
-Beh, ora siamo qui, dico bene? E qui comando io, se non lo sai ancora!-
-Uffa, e va bene, mangiate anche voi. Basta che l’ebete non tocchi neanche un boccone- disse, guadagnandosi risatine sarcastiche e divertite da parte del pulcinella.
E passarono la giornata così: chiacchierando, ridendo e scherzando e facendo giochi pericolosi, mentre Hans non la smetteva di provocare Sam con i suoi sorrisetti e le risatine sarcastiche, che la comitiva riteneva geniali per farla impazzire, ma la pinguina decise di lasciarlo perdere.
La giornata passò in fretta e presto arrivò la sera.
-Ragazzi, oggi esco con il ragazzo che mi è sempre piaciuto, quindi non aspettatevi che vada a dormire stanotte- disse felicissima, avviandosi verso il luogo dove si erano incontrati lei e Kyle la sera prima. A quelle parole, Zac e gli altri si girarono verso Hans, che capì il concetto.
-Ricorda che non si devono neppure vedere. Devi fare il più in fretta possibile per portartela insieme, chiaro?-. Hans annuì con decisione. Così, si alzò e le andò incontro.
-Aspetta, Sam!- la chiamò, avvicinandosi a lei.
Quando Sam sentì la sua voce, roteò gli occhi all’indietro in segno di noia, ma non si girò verso di lui.
-Ehi, Sam! Neanche mi saluti?-
-E perché dovrei? Io saluto sempre gli amici e visto che tu non sei mio amico, mi sento in dovere di non salutarti, hai qualche problema?- gli chiese, indifferente della sua risposta.
 
Nel frattempo, la comitiva guardava speranzosa da lontano la scena e Zac pregò affinché il piano funzionasse.
 In quel momento il pulcinella le prese la pinna e le si avvicinò col muso. Sam capì immediatamente le sue intenzioni, ma prima di sputargli in faccia si accorse con orrore che c’era lì qualcuno che aspettava da tanto: Kyle, era poco più avanti a loro, a becco spalancato e una pinna aveva lasciato cadere a terra una scatoletta di alici, il pesce preferito dalla pinguina.
Continuava a guardarli stranito. Sam con un calcio nei connotati riuscì a levarselo d’avanti e, vedendo che Kyle stava per andare via, si affrettò a sistemare le cose.
-No, Kyle! Non è come sembra!-
-Ma come hai potuto? Accetti di uscire con me e poi ti fiondi su un altro ragazzo?- le chiese deluso e arrabbiato il ragazzo.
-Lei voleva da tempo uscire con me- disse poi Hans, dopo essersi ripreso dal colpo ricevuto.
-Che cosa!- esclamò Kyle, questa volta urlando.
-Che cosa?! Ma chi è uscito con te?? Io dovevo vedermi solo con Kyle e…-
-Ahhh, quindi vuoi dire che non sei innamorata di me? Perché non lo ammetti? Hai accettato l’uscita con questo Kyle solo per farmi ingelosire!-
-Ma che stai dicendo, brutto idiota?! Io fino a stamattina non ti conoscevo neanche!- ed era sul punto di dargli una sberla, di quelle potenti, ma decise di lasciar perdere il pulcinella per chiarire quella faccenda con Kyle, ma quest’ultimo la guardava con amarezza e pura delusione.
-Io non ci posso credere!- disse il pinguino, prima di girarsi e andarsene. Sam era senza parole, non si era mai aspettata un finale del genere.
-N-no, Kyle, aspetta…- fu tutto quello che riuscì a dire la pinguina prima di vedere l’ombra del suo amato sparire nell’angolo e prima di vedere Hans che la guardava sarcastico e il suo gruppo che assisteva con occhi sgranati la scena (il loro piano era fallito, ma Zac era felice lo stesso perché con quella scena non si sarebbero mai messi insieme quei due) per poi  guardarsi l’un l’altro e dileguarsi a zampe levate nel buio per far perdere le loro tracce e impedire a Sam di trovarli.
La pinguina ormai non aveva più dubbi: i suoi amici l’avevano presa in giro e avevano organizzato tutto alle sue spalle. Come avevano potuto farle una cosa del genere? Tutto quello che riuscì a fare fu arrossire violentemente per la vergogna e l’imbarazzo dell’accaduto e tenere lo sguardo basso per tutta la serata.
FINE FLASHBACK
Tutti i presenti continuavano a fissarla in attesa della risposta. Skipper incominciò ad avere il suo tic all’occhio per l’impazienza, ma come un alito di vento, la risposta arrivò, flebile ma chiara.
-Il momento più imbarazzante della mia vita è stato quando sono “uscita” con Hans-
Silenzio. Nessuno fiatava. L’atmosfera cambiò di colpo, caricatasi d’imbarazzo da parte della pinguina, che teneva ancora la testa bassa incapace di guardare gli altri negli occhi. Tra i presenti, solo Hans riuscì a rompere il ghiaccio dicendo:- Finalmente lo hai ammesso!- con un ghigno insopportabilmente sarcastico.
 
ANGOLO AUTRICE: Ma salve, gente!! Si sono svelati un bel po’ di misteri, eh? Ve lo aspettavate un finale del genere?? Io no di certo XD!! Comunque, recensite in molti, aspetto un vostro giudizio. Al prossimo capitoloJ
Baci, Natystar

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


Con la rivelazione della pinguina, nella base calò un silenzio imbarazzante. Kowalski, Rico, Soldato e Marlene la fissavano increduli e straniti; Hans la guardava divertito, mentre Skipper assunse uno sguardo misto a incredulità e delusione. Cosa era successo tra quei due durante la loro “uscita”? Non osava pensarlo, ma conoscendo Sam non ci avrebbe scommesso tanto. Ma, nonostante ciò, non si capacitava di come fosse anche solo stata sedotta da quel disgustoso pulcinella. Una voce stridula ruppe bruscamente il silenzio.
-Bene. Congratulazioni, cara Sam, hai vinto il premio Nobel- disse divertito il pulcinella. Gli altri si riscossero dopo pochi secondi e non proferirono parola, mentre Sam voleva soltanto ammazzarlo.
-Ti conviene smetterla se non vuoi che ti spacchi quella faccia!!- gli urlò la pinguina, ancora rossa in viso.
-Non è che invece di spaccarmela, vuoi baciarmela?- la canzonò Hans.
-No, voglio spaccartela e schiacciarla fino a quando non ci sarà altro che polvere!- gli gridò contro semplicemente Sam.
In un istante, prese la catena e l’alzò per sferrargli un colpo.
Hans si allontanò immediatamente, mentre Rico si fiondò a toglierle la catena dalle pinne e a trattenerla, sotto muto ordine di Skipper (in realtà Rico voleva tanto che la cosa finisse in una rissa, ma doveva ubbidire al suo capo!).
Marlene osservava la scena incredula, insieme a Soldato.
-D’accordo, il gioco è finito. Voi due, tornatevene a casa!- ordinò piuttosto incavolato Skipper alle ragazze. Marlene si alzò subito, ma Sam non ne volle sapere.
-Lasciami andare, Rico! Io lo voglio morto, lo voglio morto!!- continuava a dire la pinguina che continuava a dimenarsi nella speranza di liberarsi, ma Rico era più forte e non mollava la presa. Hans continuava a beffarsi di lei.
-Sei solo una bimba bugiarda- continuava a dire il pulcinella. Queste provocazioni avevano solo il risultato di risvegliare ancora di più l’istinto omicida della pinguina, che, dopo vari tentativi, riuscì a liberarsi con uno spintone dalla stretta. Visto che non aveva in mano la catena, si accontentò di saltargli addosso nel tentativo di strangolarlo e ucciderlo.
Marlene e Soldato non gridavano. Si limitavano a guardare la scena con occhi pieni di paura. Rico pregustava la scena mangiando pop-corn, mentre Skipper, anche se gli sarebbe piaciuto tanto vedere quel pulcinella morto, si mise una pinna sulla fronte e si rivolse al cervellone, che in quel momento stava calcolando delle statistiche con il suo solito abaco da scienziato.
-Kowalski, che percentuale di possibilità c’è che Sam riesca ad uccidere Hans, secondo te?- gli chiese, continuando a guardare la pinguina intenta a dare al pulcinella una morte lenta e dolorosa e Hans che riusciva a scamparsela.
-Secondo i miei calcoli, la percentuale che Sam uccida Hans è del 50%, dato che lei è molto allenata in materia, mentre lui è molto bravo a evitare i suoi colpi- concluse lo scienziato, con la sua solita aria da sapiente.
-Okay, questa situazione mi ha stancato. Ragazze, vi ho detto di uscire di qui e subito!- ordinò ancora Skipper, questa volta sul punto di esplodere.
-Io non me ne vado fino a quando non lo vedrò morto!- esclamò Sam, testarda. Marlene si avvicinò a lei con l’intento di convincerla con lo sguardo, ma non fece in tempo perché Skipper le prese a forza e le spinse verso il portello d’uscita.
-Invece voi ve ne andate ora. Coraggio, senza fare storie!-
-Ahia, non spingere!- esclamò Marlene, infastidita.
-Già, sappiamo camminare, per tua informazione!- disse Sam, indignata di più del fatto che non fosse riuscita a completare la sua opera.
-Sappi che non finisce qui!- urlò Sam al pulcinella, prima di uscire dalla base seguita a ruota da Marlene.
Hans continuava a ridere.
-Finalmente un po’ di pace!- disse Skipper, sollevato che quel momento fosse finito. Ma, dopo un secondo, rivolse ad Hans uno sguardo di ghiaccio, mentre gli altri tre pinguini rimanevano in disparte a sperare che non accadesse il finimondo.
 
-Che cosa è successo tra te e Sam?- gli chiese Skipper, sforzandosi di restare calmo; ma in realtà, più passava il tempo, più il suo cervello andava in tilt. Se non avesse saputo una volta per tutte il motivo per il quale lui e la pinguina erano usciti insieme, sarebbe esploso.
Kowalski, Rico e Soldato continuavano a guardare la scena, ora incuriositi della risposta che avrebbe dato Hans.
-Non sono affari che ti riguardano- gli rispose Hans calmo; con uno sguardo di uno che aveva preso la cosa con svago.
-Invece mi riguardano e come!- lo apostrofò il pinguino, alzando il tono della voce –Rispondimi, perché io odio ripetermi!- gli ordinò ancora, perdendo la pazienza.
Hans rise ancora, un gesto che fece irritare molto Skipper.
-Che cavolo hai da ridere? Rispondimi alla domanda!!-
Hans decise di aprire in bocca, finalmente.
-Beh … sinceramente mi sorprende che non vi abbia detto nulla. Non è per niente cambiata, si comporta come sempre da piccola codarda. Ahahahaha!- e continuava a ridacchiare.
Queste parole sorpresero molto i presenti, soprattutto Skipper: Sam una codarda? No. Sam, durante il periodo trascorso allo zoo insieme a loro, si era dimostrata tutt’altro che codarda e vigliacca.
-Ma insomma!! IO VOGLIO SAPERE CHE COSA E’ SUCCESSO TRA VOI!!!- urlò Skipper, perdendo definitivamente le staffe, anche perché non gli era piaciuto sentire dal pulcinella dire quelle cose su Sam.
-D’accordo. Basta che non ti scaldi così! Lei voleva uscire con me, ma un giorno uscì con un altro per farmi ingelosire. Quando mi feci avanti arrivò il bell’imbusto del pinguino che mi aveva rimpiazzato. Io gli dissi che voleva uscire con me, ma Sam negò tutto. Ecco cosa è successo: lei alla fine si è fatta scaricare sia da me che dal suo adorato Kyle!- concluse, questa volta serio.
I tre pinguini in disparte erano rimasti a bocca aperta; non si aspettavano un racconto del genere. Skipper lo guardò quasi con disprezzo, ma subito dopo gli rivolse uno sguardo divertito.
-Oh, ma andiamo! Possibile che tu non lo abbia ancora capito? Sam non si metterebbe mai con un’idiota! La considererei una stupida ingenua senza gusto, altrimenti! Ma siccome lei non lo è, allora deduco che ci sia dell’altro sotto … mi sbaglio?- Skipper alzò un sopracciglio.
-Ti sbagli di grosso, amico mio! Lei voleva uscire con me; me lo avevano detto anche i suoi amici che la sua era solo una finta per avvicinarmi a lei. Morale della favola, lei è solo una codarda e un giorno glielo rinfaccerò talmente sgarbatamente che alla fine cederà e mi confesserà tutto … -.
Skipper rimase allibito non meno degli altri, ma era quello che ci era rimasto più male. Come era possibile che a Sam piacesse Hans?? Quell’odioso, ripugnante pulcinella di mare? Ma, infondo infondo, comprendeva il suo comportamento: per Sam –una tipa tosta come lei, un vero terremoto-  confessare qualcosa di così sdolcinato e intimo era una pazzia! Ma, doveva ammetterlo, era rimasto profondamente deluso e amareggiato del fatto che la sua Sam fosse attratta da un altro, specialmente se questo altro era proprio lui, Hans. Perché proprio quel pulcinella? Certo, anche se fosse stato un altro gli avrebbe dato molto fastidio; ma mai quanto il fatto che era proprio Hans il suo amato.
Tutto quello che riuscì a fare fu restare in silenzio.
-Bene. Allora io tolgo il disturbo. Sempre che non vi dispiaccia … -
-No, no! Non ci dispiace affatto! Vattene di qui, visto che sei entrato senza permesso; e non farti più vedere nei paraggi!- gli ordinò Skipper, dopo essere stato in silenzio per qualche attimo.
Kowalski, Rico e Soldato annuirono col capo per far capire all’ospite che la sua presenza non era più gradita.
-Ok, ho capito! Comunque non sparirò per sempre, eh!- annunciò prima di uscire dalla base.
-Skipper … - incominciò a dire titubante Kowalski, preoccupato per il leader.
 Skipper si girò verso i suoi uomini e ordinò loro di uscire fuori a riscaldarsi per un nuovo allenamento.
Kowalski sapeva cosa provava il pinguino. Skipper, infatti, anche se non lo dava a vedere, dentro di sé era distrutto.
 
 
-Io lo odio, lo odio!!- continuava ad urlare Sam mentre Marlene tagliuzzava il pesce fresco per il pranzo.
-Adesso calmati. Lascialo stare, quello là!- continuava a ripetere la lontra all’amica, che non faceva altro che andare avanti e indietro per il nervosismo.
-Come faccio a stare calma, secondo te?? È stato per colpa di quello schifoso che Kyle mi ha lasciata! Per colpa sua!!-.
Sam ora aveva in mano la catena porta fortuna e la usò come frusta sul pavimento per scaricare la rabbia.
-Non vorrai rovinarmi il pavimento! Ci ho messo un’ora per pulirlo, ora calmati!-
-Me ne infischio del pavimento e di quanto ci hai messo per pulirlo! Ti avverto che se non ho qualcosa su cui sfogare la mia ira, quest’ultima la scaricherò sul primo che mi passi davanti, e per il bene di tutti spero che non accada mai!-
-Sfogati pure sul pavimento- le concesse Marlene, spaventatasi all’idea d’immaginare la sua amica che aggredisce qualcuno al solo scopo di sfogarsi. Era meglio non farla arrabbiare ulteriormente.
Sam sembrò smettere per un momento e andò a sedersi sul lettino lì accanto. Marlene abbandonò il pesce sul tavolo e s’andò a sedere vicino la pinguina.
-Mi ha fatto fare la figura dell’idiota, capisci?? Poi ho scoperto che anche i miei amici mi hanno ingannata alle spalle! Ti rendi conto? Io credevo mi rispettassero, invece mi hanno trattata come una femminuccia, e questo aveva soltanto il fine di farmi mettere con quel mammalucco. Io non lo conoscevo neanche e ha avuto anche il coraggio di rovinarmi la vita! Ma io non glielo permetterò, non di nuovo!-
Sam aveva solo voglia di vendicarsi e Marlene questo lo capì al volo. Dopotutto, quando Sam assumeva quello sguardo, era chiaro come il sole che nella testa aveva solo voglia di vendicarsi. Tuttavia, la lontra voleva assolutamente prevenirlo, anche perché, con una calcolatrice di vendette come Sam, non si poteva proprio chiudere un occhio anche solo per un attimo.
-Io credo che vendicarsi non serve proprio a niente, specie se si tratta di Hans, perché si sa che con la vendetta non si risolve nul … - iniziò a spiegare Marlene, ma la pinguina la interruppe bruscamente.
-Ti sbagli! Marlene, tu dici così perché sei ingenua-
A questo punto, la lontra assunse uno sguardo interrogativo e Sam proseguì.
-Forse non sai che certe volte bisogna agire in altra maniera per farsi rispettare! Ed il caso esemplare è proprio questo-
Marlene, udite quelle parole, che non la sorpresero per niente, disse una cosa che forse era meglio non avesse detto.
-Io sono sicura che Skipper lo avrà mandato via. Anche lui odia Hans, ma per difenderti farebbe di tutto-
Marlene si mise entrambe le zampe al muso, per tapparsi la bocca. Sperava che Sam non l’avesse sentita, ma lo sguardo a becco aperto di quest’ultima le confermò il contrario.
-Non ci posso credere; ancora con questa storia!- urlò la pinguina.
-I- io … - balbettò la lontra, ma Sam non la lasciò finire.
-Ne abbiamo già parlato la scorsa volta, Marlene. A me non piace Skipper e io non piaccio a lui. PUNTO E BASTA. Perché pensi ancora questo, cavolo! Cerco di risolvere un problema e tu me ne crei un altro!-
-No, no! Volevo solo dire che siccome Skipper odia Hans farebbe di tutto per non creare problemi ai suoi amici per colpa sua. Tutto qui, giuro!- le assicurò Marlene, sperando di risolvere il problema.
-Lo spero- disse, guardandola male –e poi sappi una cosa: io non ho bisogno di essere difesa dagli altri, da Skipper meno che mai! Non te l’ho detto, ma io odio essere coperta da altre persone. Se ho un problema lo risolvo io e basta! Spero di essere stata chiara- concluse scocciata la pinguina. Marlene annuì.
-Certo, sei stata chiara. Ma non ho detto che non ti sai difendere; ho detto solo che Skipper non vuole che i suoi amici vengano coinvolti in situazioni imbarazzanti- precisò Marlene.
-D’accordo, tutto risolto, tranquilla. Ma non provare più a sottintendere cosucce su me e Skipper, per favore-
-Te lo prometto- le disse Marlene e ancora una volta maledisse la sua boccaccia, che non voleva mai stare chiusa – Comunque, riguardo tutta la storia con Hans, non preoccuparti; vedrai che cuocerà nel suo brodo il bell’uccellino … - disse ridendo un po’.
-Già, e se davvero fosse così, dovrebbe uscire fuori una disgustosa brodaglia al gusto di pulcinella di mare!- scherzò allora Sam, dopo essersi calmata.
Si misero a ridere entrambe e, dopo una serie di sguardi complici, andarono insieme a prendere in po’ di pesce per pranzare.
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI GENTE ED ECCO A VOI UN ALTRO CAPITOLO DI QUESTA STORIA! CHE NE PENSATE? FATEMELO SAPERE CON UNA RECENSIONE
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 ***


Il giorno seguente, Skipper, dopo parecchie riflessioni e calcoli di eventuali rischi, decise che avrebbe chiarito una volta per tutte quell’assurda situazione parlandone con Sam. L’unica cosa che lo preoccupava era proprio la pinguina: come avrebbe reagito? Cosa gli avrebbe detto a proposito di lei e Hans? Gli avrebbe rivelato altre cose? Lui sperava di no; ma sapeva che Sam, anche se fosse stato, non gli avrebbe mai detto se c’era qualcosa che non andava con Hans.
Tuttavia, doveva mostrarsi indifferente e non farle capire in alcun modo che la cosa non gli andava giù; era anche una questione di orgoglio! Per questo, una volta trovatosi all’ingresso della casa di Marlene, sfoggiò tutte le sue migliori qualità di attore e vi entrò dentro, trovandosi davanti una lontra e una pinguina molto arzille, intente a fare colazione.
La prima si accorse della presenza di Skipper prima ancora che quest’ultimo chiedesse se poteva entrare.
-Buongiorno, Skipper!- lo salutò lei allegramente, felice di vederlo già di prima mattina –Come mai sei qui?- gli chiese poi, incuriosita per la sua visita.
-Già, cosa ci fai qui?- chiese dopo la pinguina. L’ultima volta che il leader del Commando pinguini fece loro visita, fu più di un mese prima, quando si dichiararono guerra. Da quel momento il pinguino non è più entrato nella caverna così inaspettatamente, e il fatto che lo abbia fatto la rendeva perplessa.
-Sono solo venuto per risolvere una questione- disse semplicemente, non dilungando troppo l’argomento.
-Ah sì? E quale questione? Del perché gli asini non volano?-. La pinguina scoppiò a ridere, così come Marlene. Le battute di Sam erano sempre divertenti e la adorava perché trovava sempre il lato comico della vita, anche quando qualcosa non andava, lei era sempre pronta a sdrammatizzare.
-Non preoccuparti, non sono così stupido da non sapere persino che gli asini non volano. Sono venuto proprio per parlare con te- le disse a bruciapelo Skipper, guadagnandosi sguardi stupiti da entrambe le ragazze.
Sam non se l’aspettava: di cosa voleva parlarle? Sperava con tutto il cuore che non si trattasse di questioni amorose dei suoi colleghi. In quel periodo aveva saputo da Marlene che Kowalski a volte cadeva in depressione per un certa delfina, Doris, che non riusciva a conquistare. Lei odiava cacciarsi in situazioni sentimentali; per questo, quelle volte che le capitava di fidanzarsi (molte volte), la relazione non durava più di tre giorni. Certo, se il tuo ragazzo ti costringe a dire cose carine e smielate, per una come Sam, la storia finisce all’istante! Quindi, se Skipper le avesse pregato di aiutarlo a tirare su di morale il cervellone, avrebbe detto NO senza pensarci due volte. Però era strano, perché di solito per certe situazioni, chiedevano consiglio a Marlene, non a lei!
Ma aveva l’impressione che non fosse questo. Lo sguardo di Skipper aveva un chè di severo, che, doveva dire, non aveva mai visto in lui. Allora pensò subito a qualcosa di serio.
Marlene, al contrario della pinguina, aveva capito tutto fin dall’inizio. Sapeva che Skipper era venuto lì per chiedere spiegazioni a Sam, ma non anticipò nulla.
-Marlene, potresti lasciarci soli? Ci vorrà solo un minuto- precisò Skipper, anche se sapeva che in realtà ci avrebbe messo più del previsto.
Prima che la lontra potesse dargli il suo consenso, Sam la precedette.
-Perché, scusa?! Lei non può restare?- chiese irritata. Come era possibile che quando Skipper voleva parlare con lei, Marlene doveva essere assente?
Skipper non si scompose.
-Perché è una cosa che riguarda solo te, e lei non centra niente- spiegò tranquillamente il leader.
-Non importa, Sam. Non mi dà fastidio- la informò la lontra prima di avviarsi verso l’uscita –Allora io esco, ci vediamo dopo- disse. Dopodiché uscì dalla caverna.
-Io non capisco! Perché la devi sempre mandare vi…-
-Ti piace ancora Hans?- le chiese in un soffio.
Sam rimase a bocca aperta. Non si aspetta niente del genere, non da lui. Ma che era preso a tutti quanti? Aveva fatto di tutto per dimenticarsi di quell’odioso pulcinella e quell’assurdo battibecco del giorno prima, e ora viene anche quello a tormentarla e a farle ricordare tutto! E poi, come era possibile che il leader pensasse ancora che a lei piacesse Hans? No. Adesso gli avrebbe risposto a tono.
-Ma insomma! Come ti viene in mente di chiedermi se mi piace ancora Hans?! Io, quella sottospecie di uccello, non lo posso neanche vedere! Era di questo che volevi parlare? Eh? Per rovinarmi la giornata?!- gli chiese insistente, ormai priva del lume della ragione. Quella questione proprio non la digeriva e, se non fosse finita subito, sarebbe scorso immediatamente del sangue! Era lì lì a prendere la catena tra le sue piume scompigliate, ma non lo fece. Era strano, perché di solito lei, in situazioni come questa, la prendeva senza indugiarci tanto. Non sapeva neanche lei il perché, ma sentiva che voleva ascoltare prima la spiegazione del pinguino; poi, al limite, l’avrebbe usata per la prima volta su di lui.
Skipper si affrettò a dare spiegazioni a Sam.
-No, certo che no! Non voglio rovinarti la giornata. Volevo solo assicurarmi di questo-
-Ahhh. Solo questo? Bene. Ora che la cosa è chiarita, prego: l’uscita è dietro di te-
Sam indicò con la pinna la porta di uscita, irritata a morte per quello che era successo. Ma Skipper non diede segno di averla sentita, dato che non si era girato dall’altro lato per andarsene e stava ancora lì fermo a guardarla.
-Ma sei sordo? Ho detto che l’uscita è lì! Cosa c’è? Devo accompagnarti io?- gli chiese, con una punta di ironia nella voce, ma in quella domanda c’era soprattutto irritazione. Ora basta! Alzò la pinna per prendere la catenina, ma non fece in tempo, perché Skipper parlò nuovamente.
-Sta’ attenta ad Hans- disse poi, con grande sorpresa di Sam. Quest’ultima non capì all’istante il senso della frase. Ma dopo qualche secondo, un pensiero le si insinuò nella testa; un pensiero per niente piacevole da assimilare, tanto che l’irritazione di poco prima si trasformò in rabbia pura.
-SENTI, CARINO, IO NON HO PAURA DI QUELL’IMBRANATO, CHIARO?! SE SEI VENUTO QUI SOLTANTO PER FARMI CREDERE CHE NON SONO CAPACE DI TENERE TESTA A UN IMBRANATO, TI CONSIGLIO DI USCIRE IMMEDIATAMENTE DA QUESTA CASA SE CI TIENI ALLA TUA PELLACCIA! NON PERMETTERO’ AGLI ALTRI DI UMILIARMI IN QUESTO MODO, IO…-
-Non voglio umiliarti, e con quello che ti ho detto non volevo sottintendere che non ce la faresti con lui! Ti ho solo avvertito che potrebbe riprovarci, ma se non t’interessa allora tolgo il disturbo!- disse tutto d’un fiato il leader, prima di girarsi per uscire dalla caverna.
Sam ansimava per la sfuriata di poco prima, ma dopo aver sentito quelle parole non potè credere alle sue orecchie.
-Vuole riprovarci?- chiese, più che a Skipper, che si fermò prima di arrivare all’uscita e si girò verso di lei, a sé stessa. Se lo domandò con furia: quell’odioso pulcinella non era contento di quello che aveva fatto? Voleva di più? Bene. Lei gli avrebbe fatto capire chi era lì che comandava.
Skipper la guardava e rispose alla sua domanda.
-Ha detto solo che sarebbe tornato. Non so con precisione le sue intenzioni, ma Hans è Hans, e so che in mente qualcosa ce l’ha. Nei tuoi confronti intendo- precisò Skipper con calma, in attesa di una reazione della pinguina, rimasta in silenzio.
-Non preoccuparti. Se ha qualcosa in mente, allora gliela farò sparire io. Però…- incominciò a dire Sam, per la prima volta titubante. Non sapeva se era un’impressione o la verità, ma lo doveva scoprire.
-Cosa?- le chiese poi Skipper, vedendola per la prima volta incerta su cosa dire.
-Si può sapere perché me lo hai detto?- gli chiese curiosa. Non ne capiva il motivo: avrebbe potuto benissimo non dirle niente e fregarsene. Invece era venuto da lei a dirle tutto. Un po’ il fatto in sè la faceva irritare, perché lei era abituata a risolverli da sola i problemi, senza avere nessuno che le anticipasse nulla o le desse consigli. Era per questo che tutti i suoi amici non s’intromettevano nei suoi affari e problemi personali, semplicemente perché sapevano che Sam rifiutava qualsiasi aiuto che le veniva offerto, spesso a suon di catenate.
Ma sentiva che dietro tutto c’era dell’altro.
Skipper avvampò, non aspettandosi per niente una simile domanda. E ora che le avrebbe detto? Che lo aveva fatto perché era preoccupato per lei? Preoccupato non poco del fatto che Hans gliela potesse portare via?
Non dando a vedere il suo imbarazzo, si ricompose in un batter d’occhio e le disse la prima cosa che gli venne in mente.
-Perché io avviso sempre i miei colleghi di un pericolo-
Sam scoppiò a ridere.
-Hans un pericolo? Davvero? Quello è soltanto un imbecille. I tipi come lui li abbindolo in un niente, se vedi. Finirà solo per essere preso in giro per tutti i filmini mentali che si fa!- disse la pinguina ridendo ancora.
Skipper, dopo aver riso insieme a Sam e dopo aver svolto il suo compito, decise di tornare alla sua base. Si girò, dopo averla salutata, verso l’uscita, sparendo dietro l’angolo.
Sam rimase ancora un po’ a guardarlo mentre usciva e per un istante, un dubbio le sfiorò il cervello: e se l’avesse avvertita di Hans perché era geloso? Scacciò all’istante quel pensiero, dandosi dell’idiota. Quel pinguino non poteva tenere a lei! Un mese prima erano arrivati quasi ad uccidersi, e, per lei, uno che la voleva uccidere non poteva mica provare nei suoi confronti una certa… come si dice? Ah, sì: “simpatia”.
Certo, lei non lo adiava; ma non poteva dire di certo che gli volesse bene! Skipper per lei era solo una specie di avversario da sconfiggere in futuro, ed era sicura che anche lui pensasse lo stesso su di lei. Ma se in parte non fosse così? Se Marlene avesse avuto ragione?
Dopo qualche minuto di riflessione, decise di uscire a prendere un po’ d’aria per cercare di dimenticarsi tutto.
Sperava solo che le cose non stessero come sospettava.
 
ANGOLO AUTRICE: EHILA’! SALVE A TUTTI. PER VOI UN ALTRO CAPITOLO DELLA STORIA PRIMA DEL GRANDE CONCERTO DI FEDEZ!!! SPERO VI PIACCIA, FATEMELO SAPERE CON UNA RECENSIONE. A PRESTO.
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 ***


Passò un’altra settimana allo zoo di Central Park, una settimana di pura noia. La cara guardiana Alice aveva avuto la felice idea di accorciare i tempi delle visite e ora i turisti potevano entrare nello zoo solo tre ore e mezzo al giorno.
L’aveva fatto solo per scrollarsi di dosso il lavoro e far indispettire gli animali, almeno questo era quello che pensava Sam.
La pinguina era intenta a gustarsi le sue adorate alici inzuppate di salsa piccante.
 Lei odiava quella donna da quando aveva messo piede nello zoo. Odiava tutto di Alice: i suoi capelli, i suoi vestiti, il suo carattere; ma quello che Sam detestava di più era la sua faccia. Aveva voglia di prenderla a schiaffi solo incrociando il suo sguardo o vedendola arrivare per qualsiasi motivo. Ma in quel momento, quella voglia era particolarmente forte, semplicemente per il fatto del cambio d’orario delle visite.
Possibile che a quella donnaccia piacesse essere antipatica e prepotente con tutti?
Ma Sam cercò di non pensarci. In fondo era anche meglio: in questo modo aveva più tempo per trovare i suoi amici e divertirsi con Marlene; ma, soprattutto, aveva più tempo per sé stessa. Infatti, il giorno prima, era riuscita finalmente a battere Rico a braccio di ferro (anche se era stato faticosissimo con un pinguino come lui). Più volte l’aveva sfidato e vinceva sempre lui. Gli chiedeva sempre la rivincita e alla fine c’era riuscita. Il bello era che Skipper, Kowalski e Soldato si godevano la sfida mangiando pop-corn oppure incoraggiavano i due con il tifo…
Sam si riscosse bruscamente dai suoi pensieri, ricordandosi di botto di una questione importantissima: tra due giorni sarebbe stato il compleanno di Marlene!!
Come una furia finì di mangiare le sue alici e corse fuori dalla caverna in direzione della base dei pinguini.
Per fortuna, Marlene dormiva ancora. Perfetto. Aveva in mente un bellissimo regalo da fare alla sua amica, sicuramente l’avrebbe lasciata di stucco.
 
-Ragazzi, dovete aiutar…-  incominciò a dire Sam, non appena entrò nella base dei suoi amici. Ma si bloccò quando vide Kowalski infuriato, prendersela con il piccolo Soldato.
-Ti dico che è così!- piagnucolò il piccolino.
-Io invece non ti credo! So che sei stato tu!- lo accusò ancora.
I due continuavano a litigare, mentre Rico li guardava con il solito sguardo di uno che non capisce proprio niente.
Nel frattempo, Sam era già entrata e, vedendo quei due quasi sul punto di prendersi a pesciate, se la rideva.
Solo Rico si accorse della sua presenza e la salutò con un grugnito, mentre gli altri due erano troppo impegnati a dimostrare chi avesse ragione per badare a lei.
Sam, ricordandosi del motivo per cui era lì, si avvicinò ai due e li separò.
-Bene. Spettacolo finito. Finitela immediatamente, devo dirvi una cosa molto importante- disse, mettendosi in mezzo ai due. Kowalski s’irritò ancora di più.
-Qualunque cosa tu abbia da dire, non è di certo più importante di quello che è successo a me!- sbottò lo scienziato. Soldato  s’intimorì del cambiamento improvviso del pinguino e si nascose dietro Sam, la quale guardava Kowalski come se avesse davanti un’ idiota.
-D’accordo. Si può sapere che cavolo è successo?- chiese, guardando male il più alto. Rico si avvicinò a loro.
-Che è successo? E’ successo che Soldato ha infilato il suo adorato Lunacorno nell’invenzione che avevo ideato. Prova a controllare che aspetto ha in questo momento: sembra un accappatoio uscito dal cervello degli arcobaleni!- esclamò, continuando a lanciare sguardi glaciali al povero Soldato.
Sam e Rico scoppiarono a ridere.
-Davvero? La tua invenzione è un accappatoio??- chiese scherzando la pinguina, continuando a ridere come una pazza.
-Non era un accappatoio come tutti gli altri! C’era incorporato dentro un dispositivo per farti asciugare più in fretta, ma il nostro Soldatino ha avuto la geniale trovata di infilare dentro una miscela chimica quell’odioso pupazzetto e ora la mia invenzione è rovinata!- spiegò Kowalski, arrabbiato.
-Ohhhh, un’invenzione davvero interessante…- disse atona Sam, pensando tutto il contrario e guardandolo con finto interesse –Ma se è diventato tutto rosa shocking non ci tengo a vederlo neanche per un secondo- disse, incominciando a fare smorfie di disgusto insieme a Rico.
Soldato e Kowalski provarono a dire qualcosa, ma Sam li interruppe subito.
-Oh, insomma, basta con queste stupidaggini! Sono venuta qui per farvi una proposta- annunciò, guadagnandosi sguardi curiosi dai tre.
-Ohh, che tipo di proposta?- chiese con voce dolce Soldato.
-Non ci farai conficcare nella pelle aggeggi pericolosi, spero!-. Sperava di no Kowalski, ricordandosi la brutta esperienza di qualche giorno prima, con quel coso nella lingua. Al solo pensiero gli vennero i brividi.
-Tranquillo, non è questo- disse, assicurandolo scocciata –Sapete che tra due giorni è il compleanno di Marlene?- chiese.
I tre sembrarono cadere dalle nuvole.
-Cavolo, è vero! Me ne ero proprio dimenticato!- si ricordò Kowalski.
-Anch’io! Dobbiamo pensare ancora ai regali!- disse Soldato, incominciando a pensarci su.
Rico, invece di pensare, spazzolava la sua adorata bambolina.
-Pensate a quello che volete, ma io ho già in mente il regalo giusto per lei. Però mi serve il vostro aiuto per realizzarlo- spiegò, con gli sguardi interrogativi degli altri puntati addosso.
Sam incominciò a guardarsi intorno.
-Skipper non c’è?- chiese a Kowalski.
-No, è andato a svolgere una missione al Palazzo di Giustizia. Perché lo vuoi sapere?- le rispose e le chiese poi.
Sam assunse uno sguardo sollevato.
-Perfetto. Dovete aiutami a organizzare un appuntamento romantico tra loro-
 
Kowalski, Rico e Soldato sgranarono gli occhi.
-C-c-cosa??!- chiesero all’unisono tutti e tre.
-Esatto, avete capito bene-  rispose con semplicità la pinguina.
Kowalski incominciò a preoccuparsi. Se avesse organizzato quella cosa, Skipper non glielo avrebbe mai perdonato.
-Ehm, scusa, ma perché?!- le chiese incredulo lo scienziato.
-Perché è un bel regalo per Marlene e sono sicura che la renderebbe felice- spiegò Sam. I tre la guardarono per la prima volta in modo diverso.
-Lo sai che sei proprio dolce?- disse Kowalski, per un momento intenerito per quello che aveva detto Sam. Tuttavia, si accorse in un secondo momento dell’errore che aveva fatto. Infatti, Sam lo guardò come se volesse ucciderlo, prima di prenderlo per il colletto e dirgli a voce bassa:- Non osare chiamarmi dolce!- con un tono apparentemente calmo. Soldato li guardava preoccupati, mentre Rico ridacchiava.
-C-c-certo. N-non lo dirò p-più- le disse Kowalski, sperando che non lo uccidesse, ma la pinguina lo lasciò bruscamente e passò all’altro argomento.
-Allora, mi darete una mano o no?!- chiese, ora irritata.
Ma i tre pinguini di fronte a lei non le risposero; troppo impegnati a scambiarsi sguardi dubbiosi.
-Beh, che c’è?- chiese la pinguina.
Fu Soldato a parlare.
-Ma Sam, a te non sono mai piaciute delle cose del genere! Perché hai deciso di farlo?- chiese incuriosito.
-Perché sì e basta!- si affrettò a dire Sam. Non avrebbe mai ammesso che lo stava facendo per vedere felice Marlene. Ormai era la sua migliore amica e le voleva bene, anche se erano diverse. Strano, perché Sam non aveva mai sopportato le tipe romantiche e smielate e certe volte se ne liberava con metodi estremi. Ma con Marlene era diverso: tra loro si era instaurata complicità dal primo momento, ed era bello passare il tempo insieme a lei.
Poi avrebbe coronato il sogno della sua amica: far sapere a Skipper che era innamorata di lui, e forse con quel regalo, i due si sarebbero messi insieme e sarebbe stato il compleanno più bello della sua vita. Ma non doveva farle sapere che aveva avuto lei quell’idea, altrimenti si sarebbe vergognata a morte, anche di fronte a Skipper, il quale avrebbe gioito nel vederla battuta da un abbraccio o roba del genere. Ma poi si chiese: avrebbe davvero gioito in quel caso? Quel pensiero lo scacciò all’istante.
-C’è una cosa che non capisco, però. Perché questo appuntamento? Sono per caso innamorati?- chiese ancora Soldato, curioso della risposta della pinguina.
Sam non avrebbe voluto rispondere a quella domanda. In parte si sentiva in colpa, perché aveva promesso alla sua amica che non avrebbe detto niente a nessuno, e ora stava tradendo la lontra. Ma vista in altro modo, aveva la possibilità di renderla felice, e chissà… forse entrambi si sarebbero confessati i propri sentimenti. Sì, doveva farlo.
-Sentite…- incominciò a spiegare Sam –non ditelo a nessuno. Marlene è… innamorata di Skipper- confessò infine, accorgendosi che farlo era stato più difficile del previsto.
Si aspettava sguardi stupiti e increduli dai tre, ma, stranamente, non era così.
-Lo sapevo! Lo immaginavo; il mio intuito non sbaglia mai!- esclamò trionfante Kowalski, sotto la faccia stupita di Sam.
-YEEEE- grugnì Rico, come conferma di quello che pensava.
-Allora è vero!- disse poi Soldato, annuendo insieme ai suoi amici.
Sam non capiva più niente: come facevano a saperlo?
-Ma come? Voi lo sapevate?- chiese ai tre pinguini.
Fu il più alto a parlare.
-Io, al dire il vero, non ne ero certo. Vedevo come Marlene lo guardava e si sa che uno sguardo vale più di mille parole. Ma adesso che ce lo hai confermato, non posso fare a meno di pensare che avevo ragione!- spiegò lo scienziato, con uno sguardo di vittoria sulla faccia, come se avesse scoperto un altro pianeta.
-Anche io lo sospettavo- disse Soldato, vicino a Rico, che continuava ad annuire e a guardare la sua adorata Miss. Percky.
Sam tirò un sospiro di sollievo. Almeno, se Marlene l’avesse accusata, le avrebbe detto che loro lo sapevano già.
-D’accordo. Ora che sapete tutto, mettiamoci a lavoro. Voglio che sia perfetto- ordinò la pinguina, sedendosi attorno al tavolino della stanza e insieme ai pinguini organizzò il grande regalo.
 
Quei due giorni passarono velocemente e l’atteso giorno arrivò.
Marlene aveva appena aperto gli occhi, quando, davanti a lei, si ritrovò una Sam arzilla e vivace che non attese a farle gli auguri… a modo suo.
-Tanti auguri, amica miaaaaaa!!!!!- urlò, facendo cadere la lontra dal letto per lo spavento.
Sam l’aiutò ad alzarsi ed entrambe si misero a ridere.
-Ma sei impazzita??- le chiese, continuando a ridere.
-Scusa. Volevo essere la prima a farti gli auguri. Non potevo certo permettere a qualcun altro di precedermi!- specificò Sam, anche lei ridendo.
-Beh, direi che ce l’hai fatta! Ma cos’è quella cosa che hai?- chiese, quando vide una collana al collo della pinguina. Aveva una forma strana, simile a un coltello.
-Oh, non preoccuparti. Lo sai che io sono una tipa speciale e che ad ogni compleanno dei miei amici faccio come primo pensiero questa collana?- chiese in modo retorico e malizioso.
Marlene non credette alle proprie orecchie: Sam non sarebbe mai cambiata. Un po’ s’aspettava il genere di regalo da parte di Sam, ma non ci teneva proprio ad avere al collo un coltello da bistecca affilato e pericoloso.
-Stai tranquilla. Lo so che a te non piacciono i coltelli, ma non preoccuparti: il mio regalo per te è un altro- specificò alla lontra, quest’ultima facendo un sospiro di sollievo.
-D’avvero? E qual è?- le chiese, morendo dalla curiosità e guardandosi intorno.
-Ehhh, vedi… il mio regalo non è… come dire…Materiale- la informò. Marlene assunse uno sguardo interrogativo.
-Come sarebbe?- chiese, non capendo appieno le parole dell’amica.
-Devi aspettare stasera per scoprirlo- le disse sorridendo.
-No, dai! Non mi fare stare sulle spine! Io sono curiosa!- esclamò, come facendo i capricci.
-Beh, un regalo è più bello se si fa desiderare, no?- disse la pinguina, sedendosi accanto al letto della lontra.
-Hai ragione. Allora aspetterò. Non vedo l’ora di scoprirlo!- disse eccitata.
Sperava solo che non si trattasse di qualche scenario horror montato apposta per lei, o cose del genere...
 
 
-Uomini, oggi, come sapete, è il compleanno di Marlene, e come amica dovrà essere soddisfatta dei doni che le porremo. Che cosa avete fatto per lei?- chiese il leader del Commando pinguini, ai suoi soldati.
-Io un cuore con incisa la scritta “Ti voglio bene”- rispose Soldato, guadagnandosi occhiate disgustate da Skipper, Kowalski e Rico, anche se non se ne accorse.
-Io una spazzola robotizzata- rispose Kowalski, con il solito orgoglio da scienziato.
Skipper lo guardò incerto.
-Non c’è il rischio che esploda, vero?- gli chiese con un cipiglio di sospetto. Kowalski s’irritò: non era la prima volta che Skipper non riponeva la minima fiducia nelle sue invenzioni.
-Sta’ tranquillo, capo. L’ho testata- disse con diffidenza, ancora irritato. Ma a Skipper non importò.
-Meglio così, vah. E tu Rico?-
Lo psicopatico tirò fuori un mazzo di pesci.
-Tu sì che ci sai fare, Rico- disse il leader, lanciando a Rico sguardi di ammirazioni e ricambiato.
-Ora, bando alle ciance, stasera le daremo i regali, e mi raccomando Kowalski- disse, sottolineando la frase finale.
-Su cosa?- chiese lo scienziato confuso.
-Non dirmi che ti sei dimenticato dell’anno scorso! Ti sei anestetizzato da solo e sei crollato sulla poltrona! Abbiamo dovuto portarti sulle spalle al compleanno di Marlene- gli disse, incominciando a ridere.
Kowalski arrossì, e anche Soldato e Rico scoppiarono a ridere ricordando quel giorno.
-Dovevi proprio sottolinearlo??- gli chiese ancora più irritato lo scienziato.
-Va bene, scusami. Volevo solo prenderti in giro-
-Ci sei riuscito- confermò arrabbiato.
 
La sera arrivò in fretta, e i pinguini arrivarono a casa di Marlene.
-Grazie, ragazzi. Sono felice che siate venuti- disse la lontra felice –I regali sono fantastici- disse poi, guardando ancora il mazzo di lucci che le aveva regalato Rico e il cuoricino di Soldato. La spazzola di Kowalski l’aveva riposta il più lontano possibile, come per timore che esplodesse, ma il pinguino non l’aveva vista. Non voleva ferirlo, ci sarebbe rimasto troppo male.
Poi si accorse di una cosa molto strana.
-Skipper, il tuo regalo?- gli chiese, accorgendosi solo in quel momento che il capo era l’unico che non le aveva fatto alcun regalo.
-Io considero stupidi i regali materiali, perciò te ne farò uno dal punto di vista emotivo: Sono fiero di avere un’amica così in gamba. Buon compleanno, Marlene-
Marlene e Sam lo guardavano incredule, soprattutto la prima, che arrossì leggermente per quell’affermazione.
Sam, invece, pensava che stava andando tutto per il verso giusto.
Un minuto dopo, senza dare nell’occhio, si allontanò verso Kowalski, che lo trascinò fuori.
-Allora, hai fatto quello che ti ho detto?-
-Sta’ tranquilla, è tutto a posto- confermò. Ma Kowalski si sentiva tremendamente in colpa: stava ubbidendo ad una ragazza e stava tradendo il suo capo! Skipper lo avrebbe ucciso una volta saputo tutto quanto; ma per ora, voleva solo fare il regalo a Marlene.
-D’accordo. Allora tra poco tu lasci di nascosto a Skipper un biglietto, dove ci sarà scritto di andare sul luogo dell’appuntamento, mentre io dirò tranquillamente a Marlene di andare allo stesso posto. Tutto chiaro?- gli chiese.
-Cristallino- confermò, con l’amaro in bocca.
 
-…TANTI AUGURI A MARLENE!!!- urlarono tutti quanti, mentre lanciavano in aria coriandoli e stelle filanti (dalla bocca di Rico).
-Grazie di tutto, ragazzi; ma non serviva- disse, leggermente imbarazzata.
-Non dirlo neanche per scherzo! Un compleanno non si può festeggiare senza uno straccio di coriandoli! E senza uno straccio di torta- specificò, con uno sguardo malizioso.
-Hai fatto la torta?- chiese incredula Marlene. Sam che prepara dolci? Non ce la vedeva proprio.
-Ma no! Io cucinare, ma ti pare? Neanche morta! L’ho rubata ad un negozio…- spiegò come se non fosse nulla.
-Dobbiamo presumere che tu abbia ucciso i proprietari per averla?- chiese ironico Skipper, mentre vedeva la pinguina prendere un’enorme torta da un ripiano.
-No. Ho usato altri mezzi, che non v’interessano- disse, liquidandoli subito.
I pinguini e Marlene guardavano Sam venire verso di loro e, con sforzo, poggiò la torta sul tavolino. Era una torta davvero enorme, con molti strati alla panna e cioccolato.
-Che buona! Ci sono i miei gusti preferiti!- esclamò sorridendo e iniziando ad annusare quella delizia.
-Beh, ci mancherebbe che al tuo compleanno ti porto una torta al pandispagna!- disse disgustata.
-Già, che schifo!- confermò disgustata e mettendosi a ridere.
-Bene, che stiamo aspettando? Che la pancia faccia capanna!- disse Sam entusiasta.
Tutti iniziarono a leccarsi i baffi, quando dalla torta uscì qualcuno. Sobbalzarono dallo spavento.
-Ehilà!! Qui c’è una festa e nessuno mi ha detto niente?- chiese, con prepotenza, re Julien.
Gli altri lo guardavano con fare assassino, soprattutto Sam.
Uffa, ci aveva messo tanto per cercare quella torta e ora quell’inutile lemure l’aveva distrutta! A terra c’erano resti di cioccolato sciolto e glassa dappertutto.
-Coda ad Anelli! Tu non centri in questa festa, vattene!- ordinò infuriato Skipper.
-Qui nessuno mi da ordini, io sono il Re…-
-Degli idioti- lo precedette Sam, ancora irritata.
-Come ti permetti, insulsa pinguina! In quanto vostro Re dovevate dirmi che c’era una festa, io sono il re delle feste e…- ma non riuscì a finire.
Sam lo aveva afferrato per la coda e lo stava trascinando fuori.
-Ehi, lascia immediatamente la mia adorata coda!- gridava Julien, mentre veniva trascinato. Gli altri trattennero il respiro: cosa gli avrebbe fatto? Skipper non vedeva l’ora di scoprirlo.
-Sì, sì. Bla, bla…- continuava a dire Sam.
Dopo un secondo lo buttò letteralmente fuori dalla caverna con un calcio.
-Vedi di non farti vedere per un paio di mesi!-. Detto ciò ritornò dentro, con gli sguardi di tutti puntati addosso. Skipper le lanciava sguardi a dir poco ammirati.
-E’ sempre una rottura di scatole avere a che fare con certa gente- disse, quasi non accorgendosi delle facce degli altri –E ora la torta è rovinata!- si lamentò poi, guardando la poltiglia che giaceva sul pavimento.
-Io volevo assaggiarne un pezzo!- esclamò Soldato dispiaciuto.
-Pure noi, che credi?- lo rimproverò Kowalski.
-Non è la fine del mondo. Per una volta faremo a meno della torta- disse Skipper, considerando i suoi uomini dei lamentosi infantili.
Rico incominciò a ciucciarsi la pinna senza un valido motivo.
-Io sono d’accordo. Potremo mangiarla un altro giorno- disse loro Marlene.
-Se lo dici tu…- disse Sam facendo spallucce.
-A questo punto noi andiamo. Uomini, tutti a dormire. Domani allenamento speciale- annunciò, non accorgendosi delle facce scocciate da parte dei tre.
-Okay, ciao!- li salutò Marlene.
Sam li salutò con un impercettibile accenno del capo.
Dopo un minuto, quando i pinguini erano già spariti, Marlene si ricordò di una cosa e si rivolse a Sam.
-Allora? Qual è il regalo?- le chiese eccitata e impaziente.
Sam quasi cadde per terra. Cavolo, se ne stava dimenticando! Menomale che glielo aveva ricordato!
-Ah, giusto. Devi andare al parchetto dietro lo zoo. Lì vedrai il regalo che ti ho fatto-
 
Kowalski, nel frattempo, con un metodo ingegnoso, aveva fatto in modo che quel biglietto finisse proprio nelle mani di Skipper.
Sperava con tutto il cuore che il suo capo non lo disconoscesse come ufficiale e suo soldato. Sperava che tutto andasse a finire bene, per lui…
 
Skipper aveva trovato quel biglietto sotto la sua zampa. Non sapeva assolutamente come cavolo fosse finita lì. Ma quando lo aprì, ci vide dentro un disegno che diceva di andare al parchetto dietro lo zoo.
Decise di andare. Più che altro, per assicurarsi che non fosse una trappola e per semplice curiosità. Così, dopo aver avvisato i tre soldati, si avviò verso il posto.
Kowalski, Rico e Soldato, senza farsi vedere, uscirono dalla base e, silenziosamente, lo seguirono.
 
-Allora, tutto a posto da voi?- chiese Sam.
-Sì, qui tutto okay. Skipper sta quasi arrivando lì. È tutto pronto?- le chiese Kowalski.
-Sì, ho preparato tutto. Anche Marlene sta arrivando. Tutto perfetto quindi- concluse la pinguina.
Stavano parlando tramite Walkie Talkie. Sam era già dietro un cespuglio per godersi lo spettacolo.
-State arrivando?- chiese impaziente. Tutti dovevano stare dietro quel cespuglio per assicurarsi che tutto andasse bene.
-Siamo già qui- disse il cervellone. Sam sobbalzò dallo spavento.
-Ma siete fuori? Forza, non dobbiamo farci sentire!-
 
In quel momento, Marlene era già arrivata, cercando di capire quale fosse il regalo di cui le parlava Sam.
Poi, davanti a lei vide un tavolino. Un tavolino apparecchiato per due, con tanto di candela e sottofondo romantico.
Marlene non capiva niente: ma che stava succedendo?
 
Anche Skipper in quel momento era arrivato.
Come al solito, in posizione d’attacco per un’eventuale minaccia.
Poi sentì una musichetta, sembrava più che altro un sottofondo.
Quando si accorse del tavolo arredato e Marlene davanti a lui, s’immobilizzò.
La lontra lo vide e rimase basita. Un dubbio le sfiorò la mente.
Entrambi avevano intuito e tra loro regnava solo un silenzio imbarazzante.
Più in là, quattro pinguini osservavano la scena.
Mentre Kowalski pensava che stava facendo un grosso errore, Sam dentro di sé esultava.
“Perfetto”, pensò.
 
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE! ECCO UN ALTRO CAPITOLO.
DOPO IL GRANDE CONCERTO DI FEDEZ, MI SENTIVO IN DOVERE DI FARE UN REGALO AI FAN DELLA SKILENE.
SPERO VI SIA PIACIUTO. A PRESTO:)
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 ***


Passò qualche altro minuto di silenzio, ovviamente imbarazzante.
Skipper e Marlene erano ancora in piedi e non proferivano parola.
Marlene non sapeva cosa dire o fare. Insomma, si trovava in una situazione veramente imbarazzante! Capì al volo che era quello il regalo di cui le parlava Sam, quel regalo che la pinguina aveva organizzato per lei.
Per un attimo rimase sorpresa: non s’aspettava minimamente che  Sam, proprio lei, ci tenesse a renderla così felice, perché in quel momento era così che si sentiva. Felice. Davanti a lei aveva il pinguino che amava, e forse la serata sarebbe andata a finire bene…
Ma poi, un pensiero per niente confortante le rimbombò nel cervello: se Skipper era lì, allora voleva dire che Sam gli aveva raccontato tutto, raccontato che lo amava e che avrebbe desiderato tanto una cosa del genere!
Sperava con tutto il cuore di sbagliarsi, e se fosse stato il contrario, Marlene non avrebbe mai perdonato la pinguina per non aver mantenuto il segreto.
Ma, dopo la domanda di Skipper, Marlene tirò un sospiro di sollievo, perché evidentemente non sapeva niente.
-Emh…che ci fai qui, Marlene?- chiese Skipper, confuso più che mai, guardando la lontra che era rimasta incantata.
-I-Io? Veramente… non lo so- ammise Marlene abbassando lo sguardo. Non sapeva cosa dire.
 
Poco più lontano, i pinguini nascosti dietro un cespuglio, osservavano la scena speranzosi.
Non tutti, però. Solo Rico, Soldato e Sam avevano questo pensiero.
L’unico a sperare finisse tutto all’istante era Kowalski.
Lo scienziato non faceva che ripetersi che doveva annullare tutto, ma non poteva. Non sapeva se quello sarebbe stato il regalo più bello per Marlene o quello più brutto.
In realtà non lo sapeva nemmeno lui, ma aveva come il presentimento che di lì a poco sarebbe successo qualcosa.
A Skipper sarebbe piaciuto? Sarebbe cambiato qualcosa dopo quell’ “appuntamento”?
Due settimane prima gli aveva confessato di essere innamorato di Sam e -ma era molto improbabile- se provava qualcosa per Marlene glielo avrebbe detto, magari sotto sua insistenza.
Ma non aveva accennato nulla sulla lontra, e quindi lo scienziato era certissimo come la teoria del Big Bang, che la cosa sarebbe finita male.
Sam, invece, era preoccupata del fatto che Marlene non sarebbe riuscita a conquistare Skipper, ma rimase al suo posto e cercò di essere paziente.
 
-Come sarebbe a dire “non lo so”? Allora che ci fai qui? E soprattutto, cosa ci fa nel bel mezzo del parco, questo tavolino?- chiese Skipper, continuando a fissare la lontra sperando che lei sapesse qualcosa.
Skipper, in qualche modo, ne aveva intuito il significato, ma voleva la certezza sulla parola.
Marlene non sapeva come comportarsi: da una parte avrebbe voluto dire a Skipper che era meglio tornare a casa e non pensarci più. Ma dall’altra parte…non le dispiaceva affatto quella situazione.
Una cenetta romantica insieme al ragazzo dei tuoi sogni, con la classica atmosfera d’innamorati, il primo bacio magari… Ma che andava a pensare?? Skipper non provava niente per lei, ne era certa; ma chissà se dopo tutto quanto, il pinguino avrebbe cambiato idea…
Infondo, non voleva che tutto quel duro lavoro da parte di Sam lo mandasse all’aria.
Allora si chiese “Perché non provare? Perché non stare al gioco?”.
Così fece una cosa veramente impensabile.
-Io penso che questo tavolino sia stato arredato per noi- disse Marlene, con enorme sforzo. Non credeva di aver detto una cosa del genere, ma cosa le era venuto in mente?!
Skipper avvampò improvvisamente.
-Per noi?! Non può essere!- esclamò.
Marlene, allora, decise che l’avrebbe convinto in tutti i modi. Dopotutto lo desiderava con tutto il cuore.
-Emh… ma guarda! Non possiamo mica sprecare queste prelibatezze. Perché non ci sediamo e magari parliamo un po’?- chiese la lontra. Ma per dire questo aveva dovuto acquistare un enorme coraggio.
Skipper non sapeva che dire. Aveva una gran confusione per la testa, ma alla fine, nonostante odiasse quel sottofondo che si sentiva, decise di accettare, per il semplice fatto che, dato che quella sera non avevano mangiato la torta, aveva una gran fame e quel pesce sul tavolo era davvero invitante e sarebbe stato un peccato sprecarlo.
-D’accordo- accettò Skipper.
Marlene non stette più nella pelle, ma restò calma e, insieme, si sedettero ai propri posti.
 
-Sì!! Sta andando tutto per il verso giusto! Ora non devono fare altro che parlare un po’ e alla fine scatterà la scintilla- disse una Sam molto contenta.
-Speriamo vada tutto bene- disse Soldato, accanto alla pinguina.
Rico grugnì qualcosa di incomprensibile e incominciò a sbadigliare, segno che si stava annoiando.
-Anche io lo spero- ammise dopo un po’ Sam –E tu, Kowalski?- chiese, vedendolo silenzioso.
Lo scienziato non sapeva cosa risponderle. Cosa gli avrebbe fatto se avesse risposto che avrebbe voluto tanto annullare tutto? Di sicuro qualcosa tipo un bel calcio nei posti più impensabili o una bella catenata in testa.
Perciò si riscosse dai suoi pensieri e rispose mentendole.
-Spero che finisca tutto bene- disse semplicemente.
In parte ci sperava, ma per sé stesso e per il suo capo.
 
Passò un quarto d’ora.
Sia Marlene che Skipper non dissero una parola. Skipper era troppo occupato a ingozzarsi di quel pesce delizioso, mentre Marlene avrebbe tanto voluto sprofondare per quel silenzio insopportabilmente imbarazzante.
 
-Ma che fanno?! Perché non si dicono nulla? Adesso dovrebbero già essersi messi insieme!- esclamò una Sam abbastanza irritata per l’attesa.
-Beh, può darsi che non è il momento adatto- disse Soldato, anche lui impaziente, in un certo senso.
-Beh, se entro cinque minuti non diranno una parola, giuro che me ne vado sbraitando- annunciò la pinguina, non smettendo di guardare la scena.
 
-Skipper, allora…- incominciò a dire Marlene, intenzionata a rompere quel maledetto ghiaccio -… ti piace questa situazione?- gli chiese poi, con enorme imbarazzo.
-Beh, devo dire la verità? Mi piace un sacco- ammise, con enorme sorpresa di Marlene, che per un attimo non gridò di gioia.
-Non credevo infatti, di aver mangiato niente di più buono!- annunciò, continuando a ingozzarsi e guadagnandosi uno sguardo incredulo da parte di Marlene, ma non se ne accorse.
La lontra, però, non volle arrendersi.
-Sì, certo, è molto buono, ma io…-
-Ehi, posso chiederti una cosa?- le chiese Skipper, interrompendola.
-Sì, dimmi- gli concesse Marlene, curiosa di sapere cosa le avrebbe chiesto.
 
-Ecco ecco! Ora si dichiarerà, vedrete- disse Sam eccitata.
Gli altri tre pinguini trattennero il fiato.
 
-Ma, per caso, tu e Sam siete migliori amiche?- chiese Skipper e per poco Marlene non cadde dalla sedia, pensando che forse le avrebbe confessato cosa pensa di lei, e invece…
-Beh, sì. Posso dire di sì- disse, con un nota di delusione nella voce.
-Ahhh, sai, pensavo ti avrebbe uccisa già dal primo giorno- annunciò, continuando ad ingozzarsi.
-Invece no- lo informò piatta Marlene.
-Mi potresti suggerire quali sono i suoi punti deboli? Sai, un giorno sogno di fregarla e voglio sorprenderla- spiegò Skipper, sotto lo sguardo ancora più incredulo di Marlene.
Incredibile. Lei gli propone di parlare un po’ sperando che la cosa potesse scattare in qualcosa di più profondo, e lui la prima cosa che fa è parlare di Sam!
-Lei non ha punti deboli, mi dispiace- gli rispose con tutta semplicità.
-Ne sei sicura? Di solito quelli che si comportano così sono insicuri. Lei è insicura su qualcosa, dì la verità- la esortò a dire Skipper.
Marlene spalancò la bocca. Se lo sentiva, Sam lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte.
La lontra s’affrettò a negare tutto, come per paura che la pinguina potesse comparire da un momento all’altro e ucciderlo.
-Lei non è affatto insicura, chiaro?!- lo rimproverò Marlene. In realtà era irritata a morte del fatto che in un momento così romantico, Skipper si fosse messo a parlare di un’altra.
-Io non ne sarei così sicuro, ma visto che non lo so, ti do ragione, per questa volta- si arrese Skipper.
Entrambi non sapevano che in realtà, la pinguina di cui stavano parlando era a pochi metri da loro e stava sentendo tutto.
 
Rico e Kowalski dovettero fare tutto il possibile per trattenere Sam, che era intenta ad andare lì e spaccare la faccia a Skipper.
-Calmati, Sam!- continuava a dire Kowalski, ma senza ottenere alcun risultato.
-Io non mi calmo! Ma che fanno?! Si mettono a parlare di me, quando dovrebbero fare tutt’altra cosa!!-
Sam era veramente infuriata. In parte che il piano non stava funzionando, dall’altra il fatto che Skipper l’aveva data per un’insicura. La cosa che più odiava al mondo.
Cercò di calmarsi, anche se dovettero passare parecchi minuti. Quando accadde, si liberò bruscamente da Rico e continuò a guardare le azioni di Marlene e Skipper.
 
-Non potremmo parlare di qualcos’altro?- gli chiese perdendo definitivamente la pazienza, Marlene.
-D’accordo. Basta che non si tratta di cose da femminucce, e poi facciamo presto, domani devo alzarmi all’alba per allenarmi con i miei uomini- disse Skipper sbrigativo.
Marlene lo guardava truce, scuotendo la testa.
Avrebbe tanto voluto urlargli in faccia quello che provava per lui e quello che avrebbe voluto che provasse anche lui per lei, dato che evidentemente, a lui non importava niente.
 
-D’accordo, ora basta. Mi sono proprio stancata!!- disse Sam perdendo le staffe e uscendo inaspettatamente dal nascondiglio.
Kowalski e Rico non fecero in tempo a fermarla. La pinguina si stava dirigendo a passo deciso verso quei due.
 
-ALLORA? MA CHE CAVOLO E’ PRESO A TUTTI E DUE?? VI DECIDETE A BACIARVI OPPURE DEVO APPICCICARVI IO COME DUE CALAMITE?!- gridò loro contro Sam, spazientita.
Sia Marlene che Skipper si girarono verso la pinguina. La guardavano entrambi sbigottiti.
Poi capirono al volo: Sam li aveva spiati fin dall’inizio.
Skipper aveva uno sguardo a metà tra l’incredulo e il divertito: non si aspettava che la bella Sam avrebbe fatto una cosa così impensabile come spiare.
Fantastico, pensò. Di sicuro aveva sentito quello che aveva detto su di lei ed era sicuro di averla fatta imbestialire.
Al solo pensiero, si rese conto di aver realizzato il suo desiderio: le aveva toccato l’orgoglio ed era curiosissimo della sua reazione.
Però una cosa non la capiva. Perché Sam aveva detto: “Volete decidervi a baciarvi”?
Poi… capì tutto. Il tavolino, quell’odiosa musichetta, il pesce… era tutto il frutto di un piano organizzato!
 Dopo quest’ultimo pensiero, guardò furioso la pinguina, che se ne accorse, ma lo seppe reggere benissimo.
-ALLORA? RISPONDETEMI!- ordinò ancora Sam.
-T-tu ci hai spiato? Ma come hai potuto, Sam?!-chiese infuriata Marlene. Non poteva credere che la sua amica si fosse comportata così. Era stata davvero scorretta.
-Sì, vi ho spiato. C’è qualche problema, per caso??- le chiese irritata.
Marlene la guardò meravigliata.
-Mi sorprendi; non provi neanche a negarlo?- le chiese, per la prima volta rivolgendosi a lei in tono di sfida.
-No, non serviva mentire, non preoccuparti. Mi spieghi che diavolo stai facendo?! Ti faccio un regalo così bello e tu non sai nemmeno farlo funzionare? Avresti dovuto fin dall’inizio dirgli tutto, visto che è quello che vuoi da sempre. Ora sareste già insieme se non fosse per la tua dannata timidezza!!- le gridò in faccia Sam.
Marlene rimase basita da quello che le aveva appena detto la pinguina.
Skipper, invece, assunse lo sguardo più incredulo di questo mondo: Sam aveva rivelato una cosa davvero scottante.
Marlene era innamorata di lui? Non poteva crederci. Aveva sempre pensato che tra di loro ci fosse solo la semplice amicizia e nulla di più. Adesso viene a sapere che in realtà Marlene lo amava! Aveva fatto una figuraccia, e si sentiva dispiaciuto per la lontra; ma non poteva certo dirle che lui non era affatto interessato a lei ma ad una pinguina amante del rischio e del pericolo!
Ma la cosa che gli aveva fatto più male, era stata il fatto che era stato organizzato tutto proprio da Sam.
Se era stata disposta a fare questo per la sua amica, allora c’era un’unica spiegazione: a Sam non importava niente di lui, e questo fu un duro colpo da assimilare per il leader.
Certo, in quei due mesi non poteva certo dire che fosse stato diverso, ma quel gesto e quel regalo da parte della pinguina gli confermò la dura verità.
Cercò di contenersi il più possibile. In quel momento, però, era anche infuriato con Sam e in quel momento avrebbe voluto soltanto dirle ciò che provava per lei, ma non poteva e, in un certo senso, non voleva neanche.
-Allora, ripeti un po’. Quali erano i tuoi piani?- le chiese Skipper, cercando di mantenere la calma.
La pinguina, che in quel momento era occupata ad accusare Marlene con lo sguardo, si girò verso di lui.
-I miei piani, dici? Tu e Marlene, con questa cena, dovevate… Oh, insomma! Okay, vado subito al punto: entro stanotte dovevate mettervi insieme- tagliò corto Sam, spazientita.
-Guarda che potevamo anche aspettare un altro po’. Sono sicura che se avessimo avuto il tempo, avremmo potuto anche provarci! Non c’era bisogno di venire qui e rovinare tutto, Sam!!- le urlò arrabbiata Marlene, alzandosi in piedi.
Sam s’irrigidì.
-Rovinare tutto? E secondo te potevo ancora rimanere a sentirvi mentre parlavate male di me?! Era già passato troppo tempo, e come se non bastasse, tu non sei stata neanche in grado di dirgli in faccia tutto! Che è un idiota o un imbecille fuori dal comune… oppure che lo ami alla follia! Davvero, Marlene, non ti facevo così fifona!!- le disse con cattiveria Sam.
Quella fu la goccia che fa traboccare il vaso. Infatti, Marlene le urlò contro tutto quello che, evidentemente, pensava di lei.
-SENTI, DELINQUENTELLA DEI MIEI STIVALI, TU NON SEI IL MIO CAPO!! PERCIO’, CI TENGO A DIRTI CHE NON PUOI COMANDARE A BACCHETTA TUTTI QUELLI CHE PER TE NON SONO ALLA TUA ALTEZZA! IO FACCIO QUELLO CHE VOGLIO, E SE PER TE NON VA BENE, TI SUGGERISCO DI CERCARTI UN’ALTRA COINQUILINA! OH, ASPETTA, FAMMI PENSARE… NON PUOI, PERCHE’ NON CREDO CHE GLI ALTRI SARANNO COSI’ STUPIDI DA OSPITARE UNA BRUTTA ODIOSA IPOCRITA COME TE!!- le gridò in faccia tutto d’un fiato.
Skipper rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto Marlene così arrabbiata. E poi, nessuno aveva avuto un coraggio simile. Come aveva fatto a parlare in quel modo alla pinguina?
In realtà questa domanda se la poneva soprattutto la lontra, ma, nonostante questo, non si pentì di averlo fatto.
Era sicura che Sam l’avrebbe uccisa a catenate per quella scenata nei suoi confronti; ma stranamente, la pinguina rimase in silenzio a guardarla sbigottita e allibita.
Skipper ne approfittò per parlare.
-Ma guarda… Ti sorprendi perché nessuno ti aveva parlato così prima d’ora? Marlene ha ragione, hai solamente rovinato tutto, e sono contento che ti abbia detto quelle cose. Bel coraggio, ti stimo, Marlene- disse infine rivolgendosi alla lontra.
Sam si riscosse e, dopo aver sentito le parole del pinguino, si sfogò su di lui.
-Ahh, ora la stai difendendo?!- sbottò.
-No. Ho soltanto detto che ha ragione. A volte ti comporti come una bambina, mi spiace dovertelo dire ma è così- la informò Skipper come se nulla fosse.
-Cosa? Io una bambina?! E sentiamo, Genio, perché non avresti detto a Marlene che sei innamorato di lei? Sai una cosa? Penso che anche tu sia solo un inutile fifone! Ti credi tanto superiore solo perché sei il leader di un Commando, ma quando si tratta di stupidaggini come l’amore, sei il primo a dileguarti nell’ombra!- disse Sam.
Skipper rimase colpito come non mai: non poteva credere che gli avesse detto quelle cose! Per Sam l’amore era una cosa stupida… questo gli fece ribollire il sangue nelle vene.
Beh, in parte non aveva tutti i torti, perché Skipper in effetti, aveva inizialmente scelto di non far sapere a nessuno il suo “problema” e di amare in segreto la pinguina.
Ma il fatto che avesse detto così esplicitamente che aveva paura di impegnarsi… lo fece andare su tutte le furie.
-Sam, tu puoi dire tutto quello che vuoi, ma non puoi accusarmi senza sapere la verità. Chi ti dice che io ami Marlene, eh? Chi te lo dice?- le chiese in tono di sfida.
Questa domanda fece andare in mille pezzi il cuore della lontra, ma tenne duro. In quel momento voleva solo vedere sconfitta una volta per tutte la pinguina che per due mesi si era sempre vantata di non essere una “femminuccia rammollita” come le altre.
Sam gli rispose a tono.
-Ah, sì? D’accordo, Skippy, fa’ quello che ti pare- disse con l’intento di concludere il discorso.
-Finalmente hai accettato la sconfitta, Sam. Sai, non me l’aspettavo. Dopotutto, non sei una che si arrende facilmente. Dovrei fare un’altra considerazione nei tuoi confronti- la informò con sorpresa Marlene, felice per quel cambiamento.
Sam si girò di scatto verso di lei e le si avvicinò.
-Sappi che noi due abbiamo chiuso- le disse semplicemente.
Prima che Marlene potesse esprimere un felice consenso e Skipper guardare la pinguina con compassione, si senti uno strano rumore, come uno starnuto.
-Accidenti!- esclamò stizzato lo scienziato, che era inavvertitamente uscito dal nascondiglio.
Sfortunatamente per lui, Skipper lo vide e non potè che rimanere incredulo a fissarlo. Poi un pensiero divenne certezza.
-Kowalski?- lo riprese Skipper furente.
Lo scienziato sentì quella voce e sgabuzzò gli occhi. Accidenti, si era fatto scoprire!
-Non ci credo! Centri anche tu in questa storia!- urlò Skipper, incapace di contenersi.
Kowalski si alzò da terra e, incapace di vedere il suo capo negli occhi, abbassò lo sguardo.
-Non posso crederci! Vi siete fatti scoprire, razza di idioti!!- sbottò una Sam incavolata nera.
-Vi?- chiese Skipper girandosi verso di lei. No. Se aveva parlato al plurale significava che…
-Ci sono tutti i tuoi uomini, Skippy- lo informò indifferente, senza guardarlo.
In quel momento, sentendosi nominare, uscirono dal cespuglio anche Soldato e Rico molto imbarazzati e con lo sguardo basso.
Skipper non si capacitò di una visione del genere. Davanti a lui c’era la prova dell’infedeltà e del tradimento alle spalle, ciò che lui odiava di più al mondo. I suoi uomini lo avevano raggirato con quello stupido biglietto!
Ma ce l’aveva di più con Kowalski. Infatti, lo guardò con fare assassino: si era fidato di lui e ora lo scienziato si era permesso di fargli questo, un appuntamento con una ragazza che non amava.
Dopo questa riflessione, Skipper scosse il capo, dando loro dei patetici e, intuendo tutto, Kowalski cercò di rimediare.
-Skipper, mi dispiace, io…-
-NO! FAMMI UN PIACERE, NON DIRE NIENTE, NEANCHE UNA PAROLA! MI SONO CONFIDATO CON TE, TI HO DATO FIDUCIA E TU MI RIPAGHI I QUESTO MODO?!-
-Skipper, non rimproverarlo. E’ la verità, non volevamo, ma…- incominciò a dire un Soldato determinato a risolvere la questione per non finire sempre più in fondo, ma quello che ottenne, fu essere interrotto dal suo capo.
-Ma…lo avete fatto lo stesso- concluse Skipper in tono che traspelava pura delusione.
Kowalski, Rico e Soldato abbassarono nuovamente lo sguardo, mentre Sam se la rideva.
-Che hai da ridere, tu?- le chiese bruscamente Skipper, irritato dell’atteggiamento della pinguina.
Marlene la guardava e non pensava ad altro che in quei due mesi aveva diviso la sua casa con una falsa ipocrita.
-Io? Ahahahah… stavo pensando che non posso credere che tu ti sia “confidato” con Kowalski. Tu, un tipo tanto orgoglioso, che fai una cosa del genere? Non me lo aspettavo proprio, sul serio… Perché mai Kowalski ti avrebbe tradito? Che cosa ha fatto di tanto male? Mi ha solo aiutato ad organizzare tutto questo. Sai, non voglio neanche saperlo. Infondo, solo adesso mi sono resa conto di quanto siate patetici tutti quanti!- disse, prima di girarsi, incamminarsi verso casa lanciando un’occhiata glaciale alla sua “ex migliore amica” e ricambiata volentieri da quest’ultima. Sam le diede uno spintone e s’allontano velocemente.
“Brutta delinquente, non hai ancora capito che sono innamorato di te?” fu tutto quello che riuscì a pensare Skipper.
Dopo si rivolse a Marlene.
-Marlene, mi dispiace per questa serata. Ti ho rovinato il compleanno-
-Non devi preoccuparti, Skipper- gli disse sorridendogli –Sai, penso che dovrai fare del tuo meglio per farglielo capire- detto questo, si girò velocemente e se ne andò; ma un pensiero sarcastico le tormentava il cervello: “decisamente il miglior compleanno di sempre”. Una lacrima le rigò il muso, pensando continuamente alla stessa cosa: Skipper non l’amava e non l’avrebbe mai amata.
Qualche tempo prima si era come rassegnata all’idea, perché sapeva che Skipper era innamorato di Sam. Ma da qualche tempo aveva pensato che la cosa, se fatta bene, poteva funzionare e magari lui col tempo si sarebbe innamorato di lei, ma così non è stato.
Skipper fece ancora in tempo a vederla sparire nel buio della notte, dopodiché, senza voltarsi a guardare i suoi soldati in faccia, si avviò verso la base.
Mentre il leader era deluso dai suoi fratelli e non rivolse loro parola, Soldato, Rico e Kowalski si limitarono a seguirlo silenziosi e dispiaciuti verso la base.
“Lo sapevo che sarebbe andata a finire male. Perdonami, Skipper” fu l’unico pensiero di Kowalski.
 
ANGOLO AUTRICE: OOOOKAAAAAY, SALVE RAGAZZI. PER VOI UN ALTRO CAPITOLO.
IN TUTTA SINCERITA’ NON MI CONVINCE PER NIENTE, SOPRATTUTTO LA PARTE INIZIALE, PERCIO’ CI TENGO AD UNA VOSTRA OPINIONE. SE NON E’ DI VOSTRO GRADIMENTO OPPURE SI’, FATEMELO SAPERE CON UNA RECENSIONE. FATEMI SAPERE ANCHE SE PER VOI CI SONO ERRORI DI SINTATTICA O DI GRAMMATICA, PERCHE’ NON IL TEMPO DI RILEGGERLO.
GRAZIE A TUTTI.
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 ***


Passarono tre giorni dal disastroso battibecco tra i pinguini e Marlene, avvenuto la sera del compleanno di quest’ultima.
Cambiarono un bel po’ di cose da allora: nessuno rivolgeva più la parola all’altro.
Skipper perse completamente la fiducia del suo braccio destro, Kowalski. Non gli parlava, non lo guardava in faccia, e quando capitava, di sfuggita, gli lanciava uno sguardo carico di rabbia, ma soprattutto di delusione.
Kowalski ci soffriva parecchio. In quei tre giorni aveva provato in tutti i modi di dare spiegazioni a Skipper, ma quest’ultimo non lo voleva ascoltare, faceva finta di niente.
Lo scienziato cominciava a non sopportare l’indifferenza del capo: passava davanti a lui come fosse il gatto di casa.
Un po’ lo comprendeva. Lo aveva tradito alleandosi con Sam e organizzando alle sue spalle un appuntamento tra lui e Marlene; ma non poteva certo dire che gli piacesse essere ignorato in quel modo, come se non esistesse!
Ma era profondamente pentito per quello che aveva fatto, e in fondo sapeva di meritarselo.
Sapeva, però, che Skipper non era arrabbiato solo con lui, ma anche con il resto della squadra.
Il leader non riusciva a credere che i suoi soldati lo avessero oltraggiato in quel modo. Non rivolse la parola neanche a Soldato e Rico, nonostante questi fossero stati più insistenti dello scienziato sulla questione “Perdono”.
Ogni volta, Soldato si avvicinava a lui e lo pregava di perdonarli, gli diceva che avevano sbagliato e che poteva risolversi tutto se c’era in ballo il legame fraterno, l’amicizia…
Ma Skipper faceva finta di non sentire. Il che era strano, dato che quando si trattava di Soldato e delle sue suppliche, si scioglieva.
Il problema era che il leader NON poteva perdonarli, soprattutto Kowalski; era troppo orgoglioso.
Grazie a quella bravata, ora sapeva che a Sam non importava nulla di lui e quel “regalo” era stata la prova schiacciante.
Kowalski, poi, l’aveva aiutata ad organizzare tutto.
Non poteva tollerarlo. Si era confidato con lui, gli aveva aperto l’anima, cosa che non aveva mai fatto con nessuno, ma si era fidato della sua parola.
Se fosse stato di parola, di certo non avrebbe aiutato Sam a organizzare una cosa che lui non voleva. Avrebbe potuto benissimo dirle che il suo capo quelle smancerie da femminucce non le tollerava, e invece no! Non lo ha fatto e ha permesso a una ragazzina di dargli ordini!
Aveva validissimi motivi per essere infuriato con i suoi uomini e non sapeva fino a quando quella storia sarebbe andata avanti. Forse non sarebbe mai cambiata…
 
La caverna di Marlene ora era spaccata in due: c’era la parte di casa per la lontra e la metà per la pinguina Sam.
Le due non facevano altro che fulminarsi con lo sguardo e non si dicevano una parola.
Marlene pensava di non aver mai voluto avere a che fare con una strega che le ha rovinato il compleanno.
Anzi, che le ha rovinato la VITA.
Perché era la verità, se non fosse stato per lei, quella sera l’avrebbe vissuta come nel suo sogno. Invece, essendosi intromessa inutilmente, ha dovuto scoprire che a Skipper non importava nulla di lei e così festa rovinata.
Poi, ha avuto anche la sfacciataggine di chiamarla fifona.
Se c’era una cosa che odiava, era proprio quella.
Non si era per niente pentita di quello che le aveva detto.
Si era accorta solo in quel momento che in realtà quella pinguina voleva farsi credere più forte degli altri, una prepotente.
Si chiese come una stupida perché non lo avesse capito prima, ma era felice di essersi ribellata ad una con un carattere come quello.
Poi, il fatto che non abbia usato la catena, o perlomeno, non le avesse messo le mani addosso, la faceva pensare…
In realtà non sapeva proprio COSA pensare, visto che in quei due mesi, Sam era stata imprevedibile, ogni giorno faceva qualcosa di diverso, ma in quel momento non le importava.
Più che alla sua “ex amica”, pensava a Skipper, il pinguino di cui era innamorata da sempre.
Le aveva spezzato il cuore sapere che non era innamorato di lei, o che non provava gli stessi sentimenti.
Aveva scoperto da un pezzo che Skipper si stava interessando a Sam.
Non le sfuggivano i momenti in cui negli occhi di Skipper si accendeva una scintilla tutte le volte che la vedeva arrivare.
Quelle volte le facevano male, ma quella sera aveva pensato, aveva CREDUTO che qualcosa sarebbe potuta cambiare. Ma si ricredette quando Skipper aveva incominciato a parlare di Sam. Proprio di lei.
Doveva essere un appuntamento tra loro due e basta, invece Skipper aveva preferito parlare di una che non centrava niente con loro.
Senza farsi vedere da Sam, che era intenta a tingersi il suo ciuffo di nero scuro, versò una lacrima di tristezza che le rigò il viso.
 
Sam era infuriata.
Mentre finiva di passare una pennellata di nero sul suo ciuffo, pensava a quello che era successo tre sere prima.
Non poteva credere che Marlene le si fosse rivolta in quella maniera. A dire il vero non se l’aspettava per niente.
Poche persone avevano avuto il coraggio di parlarle in quel modo. Ma quando accadeva, finiva alla stessa maniera: o le prendeva a catenate o a calci.
Avrebbe tanto voluto farlo anche a Marlene, ma non pensava ne valesse la pena, anche se se lo meritava in pieno.
Era incredibile. Non aveva ancora sentito un “Grazie” dalla lontra per il pensiero che aveva avuto per lei, per il suo compleanno.
Considerava il suo atteggiamento uguale a quello di una bambina. Se l’era presa tanto solo perché si era intromessa nell’appuntamento.
Era stata colpa sua se non aveva funzionato!
Non poteva concepire di come avesse potuto affezionarsi tanto a lei nei due mesi trascorsi. Ma ora, si era finalmente resa conto di aver fatto una stupidaggine.
In quel momento era incavolata anche con i pinguini.
Si erano fatti scoprire come dei mammalucchi.
Ma ce l’aveva di più con Skipper.
Quest’ultimo aveva detto alle sue spalle che la dava per un’insicura.
Questo pensiero le fece stritolare tra le pinne il giornalino che stava leggendo poco prima con l’intento di distrarsi un po’, ma invano.
Aveva intenzione di strangolarlo, per aver detto una cosa del genere. Lei insicura?!
Sam era tutto fuorché insicura, dolce e tutte quelle cose lì.
Si era ripromessa che alla prossima visita del leader lo avrebbe preso a catenate senza pensarci due volte.
Quello non era proprio il suo periodo. Non lo era neanche per i pinguini e per Marlene.
Quei tre giorni erano stati stressanti e per nulla belli per tutti e sei.
Ma chissà se fossero riusciti a chiarirsi e a tornare amici…
 
 
Quella sera, Skipper era intento a guardare la tv mangiando qualche pesciolino.
Kowalski era dietro di lui e si avvicinava titubante.
Voleva assolutamente risolvere quella situazione, era stufo di essere ignorato!
Sapeva che anche quella volta non sarebbe servito a niente, visto la continua indifferenza di Skipper, ma si disse che valeva la pena provarci.
Così, decise di attaccare bottone.
-Skipper- incominciò a dire lo scienziato –vorrei parlarti- annunciò infine.
Il suo capo, come previsto, non accennò a girarsi per sentirlo. Anzi, alzò un po’ il volume della televisione.
Kowalski capì il perché di quel gesto, ma non volle arrendersi.
-Skipper, per favore, ho bisogno che tu mi dia ascolto!- disse ancora Kowalski.
L’unica reazione del leader fu alzare ancora di più il volume.
Kowalski, allora, non ci vide più: riuscì a strappare dalle pinne di Skipper il telecomando e spense la televisione.
Skipper lo guardò truce, ma non disse nulla.
-Skipper, io non ne posso più! Devi parlarmi, sono tre giorni che non mi rivolgi la parola. Lo so che sei arrabbiato, ma ho bisogno che tu mi dica qualcosa, non posso più sopportare tutta questa indifferenza!- disse tutto d’un fiato.
-Meriteresti di peggio, in realtà- lo informò il leader con voce piatta.
Kowalski sussultò nel sentire di nuovo quella voce, visto che era da tre giorni che non la sentiva più.
Era come se se ne fosse dimenticato.
-Skipper, io voglio chiarire…- disse Kowalski, ma fu interrotto bruscamente dal leader.
-Non c’è niente da chiarire, Kowalski- gli disse in tono sbrigativo.
-Invece sì, capo. E non me ne andrò fino a quando non accadrà!- disse Kowalski con determinazione.
-Hai permesso ad una bambina di comandarti! Ti rendi conto?! Sono solo IO il tuo capo e nessun’altro! Per non parlare del fatto che hai organizzato tutto senza che il sottoscritto sapesse qualcosa!- gli disse sprezzante, guardandolo male.
-Quella era una sorpresa per Marlene, Skipper- gli spiegò Kowalski, cercando di restare calmo.
-Appunto, Kowalski, era per Marlene, non per ME. Questo vuol dire che avresti potuto benissimo mettermi al corrente di tutto quanto! Invece non hai fatto nulla. Se lo avessi saputo, avrei avuto un’idea di come comportarmi, ho ferito Marlene e per di più ho scoperto che è innamorata di me! Mi hai deluso, Kowalski. Io mi sono fidato di te, e tu mi hai tradito in questo modo.
Tu, Soldato e Rico dovreste vergognarvi per quello che avete fatto!
 -E’ vero, non ti ho detto nulla, ma non ti ho tradito! Se non sbaglio, quel giorno, ti promisi di non dire niente a proposito del fatto che tu sei innamorato di Sam, ma io non l’ho detto a nessuno, quindi non ti ho tradito affatto! Skipper, io non tradirei mai il mio capo!- gli disse con uno sguardo di supplica.
Skipper ci rifletté per un secondo: in effetti aveva ragione. Aveva mantenuto il segreto …
Ma non avrebbe mai dovuto fare niente alle sue spalle!
Era troppo orgoglioso per chiedergli scusa.
-Kowalski, non m’interessa cosa pensi. Sta di fatto che hai agito in segreto, e questo mi dà ai nervi!- disse Skipper.
-Andiamo, Skipper, quante volte ancora vuoi sentirmi chiederti scusa? Sono tre giornate che non faccio altro, solo per farmi perdonare, cosa ti costa?!-
-Niente. Ma se accettassi le tue scuse l’avresti vinta tu e non impareresti la lezione- lo informò il leader.
-Skipper, per favore! Non avrei proprio niente vinta. E’ solo una scusa perché è una questione del tuo dannato orgoglio, vero?!- gli urlò in faccia.
Skipper rimase a guardarlo in silenzio. Un silenzio di cui Kowalski riuscì a capirne il significato.
-Ho ragione, non è vero? Sei troppo orgoglioso per perdonarmi!- gli ripeté Kowalski.
-Non t’importa se è il mio orgoglio o meno! Io non posso sopportare il fatto che tu ti sia divertito alle mie spalle! Ti sembra forse poco?!- gli chiese Skipper.
-Io non mi sono divertito affatto! Sono stato il primo a pentirmi delle mie azioni, questo non ti basta?- gli chiese un Kowalski arrabbiato.
-Certo che no! Lo hai comunque fatto e avresti dovuto pensarci prima!- disse, prima di afferrare di nuovo il telecomando dalla pinna di Kowalski e accendere la tv.
-D’avvero non t’importa?- chiese lo scienziato in tono amaro.
Skipper si rigirò verso di lui.
-Di cosa parli?- chiese non capendo il senso della domanda.
-Di fare la cosa giusta- rispose semplicemente.
Skipper gli rivolse uno sguardo interrogativo.
-Capo, io so che ho sbagliato e fa bene a pensarlo. Ma so che in fondo vuole risolvere anche lei le cose. Io vorrei solo che tornassimo buoni amici, che dimenticassimo tutto e che chiarissimo anche con le ragazze. Per una volta, potrebbe mettere da parte l’orgoglio e ascoltare i consigli del suo braccio destro?- propose lo scienziato, guardandolo speranzoso.
Skipper non rispose. Preferì non dire niente.
Si girò verso la tv e ricominciò a guardarla per non guardare Kowalski in faccia.
Quest’ultimo parve arrendersi a quel gesto e s’allontanò scuotendo la testa.
Skipper, mentre lo vedeva allontanarsi, si mise a riflettere.
Forse Kowalski aveva ragione.
Infondo era tutto di buona fede quel regalo per Marlene, e un po’ gli dispiaceva vedere i suoi soldati tristi per l’accaduto, ma non si sentiva ancora pronto per perdonare i suoi uomini, dare loro una pacca sulla spalla e abbracciarli per lui era chiedere troppo e si vergognava.
Si convinse che quel famoso giorno sarebbe arrivato piuttosto tardi, visto che in quel momento nel suo animo prevalse come al solito l’orgoglio da leader.
 
Marlene si stancò di pizzicare con le dita le corde della sua adorata chitarra spagnola; decise di farsi uno spuntino, dato che si stava avvicinando l’ora di pranzo. Ma mentre si avviava verso il frigorifero, sbatté contro Sam, che in quel momento si era alzata da dove era seduta e si era girata di botto.
-Ahi! Perché non guardi dove vai?!- chiese bruscamente Sam, colta di sorpresa.
-Senti chi parla… Guarda che sei stata tu a girarti all’improvviso! Perché per una volta non ammetti che ad avere il torto sei tu?!- sbottò la lontra irritata.
-Ma non vedi come sei?! Te la prendi sempre per delle sciocchezze campate in aria! E da te non ho ancora sentito un “grazie” da parte tua, non dico per il regalo, ma anche solo per il pensiero che ti ho fatto!- le ricordò la pinguina, che non vedeva l’ora di rinfacciarglielo.
-Non te lo meriti, perché sei stata tu a rovinare il tuo stesso “pensiero”!- esclamò Marlene, stanca di quella storia.
-Con questo che cosa vuoi dire? Che non ti è piaciuto?!- le chiese provocatoria.
-No, Sam. Non mi è piaciuto perché ti sei intromessa inutilmente!!- urlò Marlene infuriata.
Sam non l’aveva mai vista così arrabbiata.
Non poteva credere che la lontra tenesse a spezzare la loro amicizia per una sciocchezza del genere.
-D’accordo, Marlene. Fa’ come ti pare, ma sappi una cosa: la nostra amicizia finisce qui!- le disse grave Sam.
-Pensavo fosse già finita, Sam… e pensavo anche che non volessi più parlare con me, mi sbaglio?- chiese con aria di sfida.
-Non sbagli per niente! Da ora in poi non ti rivolgerò più la parola, scordati che esisto!- disse la pinguina prima di darle uno spintone e precipitarsi verso l’uscita per prendere una boccata d’aria.
Non poteva credere a quello che aveva sentito.
Per Marlene era LEI la causa di tutto quel casino, non riusciva ad accettarlo!
Decise seriamente di chiudere tutti i rapporti con tutti. Non si sarebbe più fidata di nessuno.
Da quel momento in poi ci sarebbe stata solo LEI e basta.
Sarebbe sopravvissuta, si ripeteva la pinguina.
Ma la verità era che Sam non era niente senza i suoi amici, anche se non lo avrebbe mai detto a nessuno, neanche sotto tortura.
Sam aveva sempre pensato che tutti avevano bisogno di un amico, di un compagno di vita.
Ed era quello che pensavano TUTTI in quel preciso istante.
Marlene lo sapeva da sempre, come d’altronde anche Kowalski, Rico, Soldato e Skipper.
Gli amici sono quelli senza i quali la vita non sarebbe vita, un tesoro da custodire e da proteggere, più prezioso dell’oro.
Ma il problema era che alcuni di loro non volevano ammetterlo, anche se lo sapevano benissimo.
Ma chissà se si sarebbe potuto risolvere tutto, il giorno dopo…
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE, GENTE! HO SCRITTO UN ALTRO CAPITOLO, MA NON SONO CONVINTISSIMA. DITEMI SE CI SONO ERRORI E IO CORREGGO SUBITO.
SPERO VI SIA PIACIUTO, ALLA PROSSIMA :)
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19 ***


Passò un’altra settimana e nulla cambiò tra i nostri amici.
Skipper era arrabbiatissimo con Kowalski; Marlene lo era con Sam; Kowalski con sé stesso e Sam con Marlene e Skipper.
Ormai, non si parlavano più. Si comportavano tutti come se fossero dei perfetti estranei.
Dentro ognuno dispiaceva parecchio questa cosa, ma non vollero proprio sapere di fare la prima mossa.
Rico e Soldato parvero arrendersi: le preghiere e le suppliche che rivolgevano a tutti quanti non servirono proprio a niente. Così, anche loro, a poco a poco si distaccarono dagli amici, vista l’atmosfera che c’era tra tutti in quel periodo.
Soldato, però, era disperato. Per lui quella situazione era insostenibile, voleva assolutamente che tutti tornassero amici e dimenticassero quella disavventura.
Ma gli atteggiamenti del capo e degli altri, gli confermarono che non c’era proprio nulla da fare.
 
Era domenica mattina. Il sole era alto in cielo, ma si sentiva un piacevole venticello che preannunciava l’inizio della stagione autunnale.
Non valeva la pena restare nella caverna con una giornata così splendida, era quello che pensava Sam.
Decise di alzarsi dal suo lettino e uscire.
Lo fece in fretta, visto che non voleva vedere Marlene, ma sfortunatamente per lei, appena alzatasi dal letto, incrociò il suo sguardo.
La lontra le diede le spalle quasi immediatamente. Non aveva intenzione di guardare la persona che le aveva rovinato la vita.
Raggiunse la sua chitarra spagnola e iniziò a suonarla, non badando allo sguardo furioso della pinguina.
Quest’ultima decise di ignorarla e finalmente si ritrovò fuori.
Non c’era nessun umano, visto che era domenica, quindi giorno libero.
Si avviò verso il boschetto dietro lo zoo e si mise a sedere ai piedi di un albero.
Ci rimase per un’oretta, con la mente immersa nei suoi pensieri.
Pensò a quando era piccola, ai suoi tanti amici, che non vedeva più da quando si era trasferita a New York; quando finiva nei “riformatori” per animali…
Pensò a tutti i ragazzi che la consideravano “cool” per il suo carattere vispo e maschile…
Pensò a tante cose… ma pensò soprattutto a quando era stata trasferita nello zoo di Central Park.
Già … lo zoo che ormai considerava la sua casa, la sua vita…
Eppure, in quella che credeva essere casa sua, aveva perso in un attimo le persone a cui “teneva” di più, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Aveva perso la sua amicizia con Marlene, in un attimo si era frantumata.
Ma era comunque arrabbiatissima con la lontra, per essersela presa per una cosa da niente.
Aveva rotto definitivamente i rapporti con i suoi amici pinguini.
Neanche con loro si guardava in faccia, né parlava, ormai da quasi due settimane.
Cosa doveva fare? Stare in un posto dove ormai nessuno si calcolava più? No. Non era questa la vita che Sam desiderava. Avrebbe fatto qualcosa per dare una spolverata ai suoi programmi e ricominciare da capo.
Ma la pinguina sentiva qualcosa di strano…
Sam era come se sentisse di “appartenere” a quello zoo. Strano ma vero.
E sì, doveva ammetterlo. Nello zoo aveva incontrato persone che in qualche modo avevano cambiato la sua normale routine: per prima aveva conosciuto Marlene, del tutto diversa da lei nei gusti e nel carattere, ma stranamente, avevano legato sin dal primo momento ed erano diventate subito migliori amiche.
Marlene era la sua prima amica femmina, dopo quasi dieci anni…
Ma non solo. Per Sam era stato importantissimo confrontarsi, sfidarsi e divertirsi con il leader dei pinguini.
Anche se ora era arrabbiatissima con lui, Sam dovette riconoscere, anche se a malincuore, che Skipper era stato in assoluto il primo pinguino a saperle tenere testa in maniera straordinaria…
Tutti gli altri suoi amici che non vedeva da un po’, avevano come paura di lei. Per questo non osavano mai mancarle di rispetto, nel timore di essere presi a calci da lei, il che non doveva essere affatto considerata una cosa ridicola o divertente…
Skipper invece l’aveva affrontata e sfidata senza paura o timore, e l’ammirava per questo.
Non aveva mai conosciuto uno come lui, con un forte spirito di squadra e orgoglio.
Per l’orgoglio, però, Sam non gli avrebbe dato possibilità di far tornare tutto come prima, era fuori discussione!!
Non voleva più pensarci, non voleva più pensare a niente.
Voleva solo stare un altro po’ da sola.
Stava per alzarsi per farsi un altro giro nel boschetto, quando sentì una voce che le sembrava familiare…
-Ehi, ma sei tu, Samantha?-
Sam rimase immobile, di spalle alla persona che l’aveva chiamata per nome.
Non poteva crederci. Dopo tutto quel tempo, dopo tutta la distanza…
La pinguina, nonostante fosse passato moltissimo tempo dall’ultima volta che l’aveva sentita, riconobbe la voce di suo padre.
Si sentiva chiaramente il tremolio nel suo tono, come se avesse paura che si fosse sbagliato.
Ma, quando Sam girò lentamente la testa verso di lui e quando lui la guardò intensamente negli occhi, capì che invece aveva avuto ragione.
La pinguina, dopo essersi messa perfettamente di fronte al padre, s’irrigidì non poco quando sentì che quest’ultimo l’aveva stretta a sé in un abbraccio.
Fantastico, pensò con una fitta di vergogna e distacco. Adesso avrebbe dovuto risolvere anche questo problema.
Perché suo padre era lì? Ma, soprattutto, perché la stava abbracciando?
Aveva un brutto presentimento e sperava con tutto il cuore che si sbagliasse.
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI^^ OKAY, MI DISPIACE TANTISSIMO DI AVER AGGIORNATO COSì TARDI. SONO CONSAPEVOLE DEL FATTO CHE SONO PASSATI Più DI DUE MESI DA QUANDO HO AGGIORNATO L’ULTIMA VOLTA. SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA. FATEMELO SAPERE CON UNA RECENSIONE:) BACI, NATYSTAR

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 ***


Sam si staccò bruscamente dall’abbraccio di suo padre.
-Smettila!- gli urlò contro furiosa –Lo sai benissimo che detesto gli abbracci!-.
Continuava a guardarlo con disgusto, squadrandolo dall’alto al basso.
Suo padre, invece, aveva lo sguardo tipico di un padre che non vede il proprio figlio da tantissimo tempo.
I suoi occhi smisero di far sgorgare lacrime e se li asciugò in fretta, per guardare meglio sua figlia.
Non poteva credere che ora si trovava di fronte a lei, alla sua bambina… sempre se lei la pensava ugualmente. Ma l’atteggiamento e l’espressione che vedeva nella figlia gli confermarono il contrario.
Pensava fosse un sogno: erano passati quasi dieci anni dall’ultima volta che l’aveva vista.
Dieci anni.
Dieci anni di dolore, ansia e angoscia.
Ormai vedeva lontano, se non irranggiungibile, questo giorno.
Adesso che ce l’aveva davanti ai suoi occhi ha potuto vedere come era cambiata sua figlia in quei dieci anni di lontananza.
Era diventata la fotocopia della madre …
Con una fitta al cuore, cercò di non pensarci e fece di tutto per attaccare bottone con sua figlia…
-Samantha…-
-Cosa vuoi?!- lo interruppe bruscamente la pinguina, che continuava a squadrarlo con disprezzo.
Suo padre si affrettò a completare la sua frase, consapevole che la figlia lo avrebbe liquidato subito con qualsiasi scusa.
Così tornò serio.
-Dove sei stata per tutto questo tempo?- le chiese, anche se aveva paura di sapere la risposta, ma non lo diede a vedere. La sua voce, però, era venata da un lievissimo cenno di emozione; forse non si era ripreso del tutto dal fatto di aver ritrovato la sua bambina.
Sam lo guardò truce.
-Dovresti saperlo … - incominciò a dire con tono sarcastico –Non credi anche tu?- a questo punto lo guardava in attesa di una risposta.
-Io pensavo fossi scappata con un ragazzo, costruita una tua vita, ho pensato addirittura…- iniziò a spiegare il padre.
-Tks, certo…- ripeteva sarcastica fra sé e sé la pinguina, interrompendolo per un secondo.
-…ho addirittura pensato che ti fosse successo qualcosa!- finì controvoglia il pinguino.
Ogni giorno… ogni maledetto giorno aveva sempre lo stesso pensiero: che alla sua bambina fosse successo qualcosa di brutto.
Dava la colpa a sé stesso che non era riuscito a capire fin dall’inizio le intenzioni della figlia.
Avrebbe dovuto essere più duro e severo nei suoi confronti; farle capire che la sua casa e la sua vita erano in Antartide, con lui …
Non aveva mantenuto la promessa fatta alla sua adorata compagna, che per far nascere Samantha era morta …
Le aveva promesso che si sarebbe preso cura di sua figlia fino a quando non sarebbe stato possibile; l’avrebbe vista crescere …
Ma questo l’ha fatto fino a un certo punto … fino a quando lei se ne è andata senza lasciare tracce, senza dirgli nulla.
Quel momento fu terribile per lui.
Lo ricordava come se fosse ieri. Non lo avrebbe mai dimenticato. Non avrebbe mai dimenticato l’angoscia che lo invase in quel momento. Fu devastante.
Non avrebbe mai dimenticato nemmeno tutti quegli anni di ricerche … ricerche disperate.
Cercava e cercava la sua bambina ma non la trovava.
Ma non perdeva mai la speranza.
E ora, dopo una dura ricerca per tutto il mondo, l’aveva davanti a sé, ritrovata e abbracciata, di nuovo…
Ora che l’aveva ritrovata non l’avrebbe più lasciata andar via, era una promessa che aveva fatto a sé stesso.
Sam lo guardava con un sorrisetto sarcastico dipinto in faccia.
Lo fece apposta, dato che sapeva benissimo che il padre odiava quell’atteggiamento.
Infatti, suo padre, nonostante l’emozione di aver finalmente ritrovato la figlia, aveva una gran voglia di darle uno schiaffo.
Ma non le aveva mai messo le pinne addosso; diceva sempre che non ne valeva la pena.
-Qualcosa dici? E sentiamo, cosa avrebbe dovuto accadermi?! Tu non mi conosci … Non so nemmeno perché sono qui a parlare con te!- disse all’improvviso la pinguina, infuriata, contro suo padre.
Nella sua voce c’era l’odio, suo padre poteva sentirlo.
Sapeva che lo odiava, ma non immaginava che provasse così tanto rancore nei suoi confronti.
In qualche modo sperava che lo avesse perdonato, ma sapeva che la figlia era più testarda di un mulo e che non avrebbe mai fatto una cosa del genere, nemmeno a suo padre.
Aveva detto solo una frase. Una frase.
Gli sfuggì un pensiero che non credeva neanche lui di aver concepito…
Ma la cosa peggiore era che lo pensò ad alta voce…
Eppure, quell’unica frase gli aveva sottratto il “rispetto” della sua unica figlia.
-Samantha …-
-HO DETTO CHE DEVI CHIAMARMI SAM!!- si arrabbiò ancora di più la pinguina.
Il suo nome intero non lo sopportava proprio …
-Io ti chiamo come decido io! Tu non sai quanto è stato difficile per me sapere che eri andata via!- la rimproverò, cercando di restare calmo, ma in realtà era arrabbiato con lei.
Voleva soltanto farle sapere che era il suo tesoro, che la amava e che al mondo non aveva altri che lei … ma non voleva farlo.
-C-cosa?! Ma fammi il piacere! Tu hai sofferto per la mia fuga?? Con me non attacca. Posso immaginarlo benissimo quello che hai pensato quando sono andata via!- sbottò Sam.
Dopodiché, gli voltò le spalle per andarsene da lì, più in fretta che poteva per non guardarlo più né parlargli, ma purtroppo lui le afferrò la pinna per fermarla.
-Samantha, aspetta!-
-Che altro vuoi?!- gli chiese bruscamente –Lasciami immediatamente!- gli urlò, cercando di liberarsi dalla sua stretta.
Suo padre non volle arrendersi e, con uno scatto fulmineo, le prese il fiso tra le pinne.
La guardò un’ultima volta e poi l’abbracciò di nuovo, con le lacrime agli occhi.
Sam si irrigidiva sempre di più e sperava con tutto il cuore che quel momento così imbarazzante potesse finire al più presto.
Passò un minuto dannatamente lungo; i due erano ancora stretti e il pinguino non accennava a voler sciogliere quell’abbraccio.
Sam non ne poté più e con uno spintone lo allontanò sa sé.
-Ti ho detto che non devi abbracciarmi per nessun motivo al mondo! Io devo andare adesso, e non azzardarti a seguirmi!- gli rivolse uno sguardo di ghiaccio, che però non scompose minimamente suo padre.
Quest’ultimo, prima che la figlia girasse i tacchi per andarsene, la fermò ancora.
-Samantha…-
-ODDIO…- incominciò a infuriarsi, girandosi ancora verso di lui –CHE COS’ALTRO VUOI DA ME?!-
-Vieni con me- disse semplicemente.
-NO!- rispose altrettanto semplicemente la pinguina –SCORDATELO!-
-Samantha, qui non hai niente da fare, non ci sono pinguini. Torniamo insieme in Antartide, ti prego- la supplicò il pinguino.
Sam fece per ribattere, ma si fermò.
L’ultima frase la colpì più di quanto all’inizio non fosse sembrato.
“Qui non hai niente da fare…”
In effetti era vero. Viveva nello zoo ora, si era fatta degli amici e aveva guadagnato il loro rispetto…
Ma in un attimo tutto quello era sparito nel nulla e ora ognuno di loro si considerava un perfetto estraneo.
A cosa sarebbe servito, in effetti, restare ancora lì?
Allo zoo, ormai, più nessuno la voleva …
Ma non cambiò idea subito …
Suo padre la vide per la prima volta incerta su qualcosa, a giudicare dello sguardo pensieroso della sua Samantha.
Sperava di averla colpita nel profondo e averle fatto cambiare idea.
-Io … non lo so- gli rispose incerta, guardando il terreno –ma con questo non voglio dire che accetto!- si affrettò a precisare Sam, avendo capito fin da subito le intenzioni del padre.
Questi non disse nulla. Si limitò a fissarla.
Sam, stanca e seccata dalla sua presenza davanti ai suoi occhi, gli girò finalmente le spalle e se ne andò via, lasciando suo padre da solo, con i suoi pensieri e la sua gioia per averla finalmente ritrovata.
 
ANGOLO AUTRICE: MA SALVE! ECCO A VOI UN ALTRO CAPITOLO:) SPERO VADA BENE E CHE VI PIACCIA.
PER QUALE FRASE LA PICCOLA SAM DECISE DI SCAPPARE DI CASA? MA, SOPRATTUTTO, ACCETTERA’ LA PROPOSTA FATTALE DAL PADRE?
TUTTO QUESTO LO SCOPRIREMO PRESTO;)
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21 ***


Quella sera, Sam non tornò nella caverna.
Un po’ perché non voleva vedere Marlene né gli altri, e un po’-ma soprattutto- perché l’incontro a sorpresa con suo padre quella mattina l’aveva alquanto turbata.
Si sdraiò sull’erba del parco a fissare il cielo.
Non faceva altro che pensare alla richiesta fattale dal padre: quella che avrebbe potuto tornare in Antartide, a casa loro…
Da una parte l’idea non era così irrealizzabile: oramai in quello zoo la odiavano tutti e, di conseguenza, che avrebbe potuto fare ancora?
Ma dall’altra parte … neanche per sogno! Anni prima era andata via perché aveva scoperto una cosa sconvolgente su suo padre e le aveva fatto talmente ribrezzo che alla fine aveva deciso definitivamente di sparire dalla sua vita, andandosene per sempre … eppure ora, non sapeva come, l’aveva ritrovata per sua grande sfortuna.
Si era ripromessa che non gli avrebbe parlato mai più, né l’avrebbe più guardato in faccia, ma ora…
Era come se ci stesse ripensando.
Se nello zoo in cui viveva nessuno la guardava più e non aveva nient’altro da fare se non starsene seduta sull’erba a rimuginare, tanto valeva prendere una decisione.
Ma non ci pensò più di tanto. Infondo, quella decisione, se pur a malincuore, l’aveva già presa…
 
Skipper si trovava nel letto a fissare il vuoto.
Da quando aveva litigato con Sam, Marlene e i suoi uomini, le giornate erano diventate quasi impossibili da sopportare: Soldato e Rico non facevano altro che scusarsi con Skipper, il quale, però, non ne voleva sapere; mentre Kowalski lo fissava contrariato ogni volta che incrociava per caso il suo sguardo.
Ogni giorno era una continua lotta, ma il leader non ci pensava nemmeno a perdonarli. Si vergognava a causa del suo dannato orgoglio, ma sotto sotto, anche se non lo avrebbe ammesso per nessuna ragione al mondo, avrebbe voluto che tutto tornasse come prima.
La verità era che non sapeva quanto quella situazione sarebbe durata…
In quel momento Skipper decise di accendere la tv per distrarsi, ma non trovava il telecomando.
Lo adocchiò vicino a Kowalski, che stava lavorando ad un esperimento poco più avanti.
-Kowalski, passami il telecomando, per favore- gli chiese semplicemente.
Il pinguino non diede segno di averlo sentito e continuava il suo lavoro.
Skipper ripetè la domanda alzando leggermente il volume della voce.
Stesso risultato. Kowalski non sembrò sentire nulla.
Il leader, esasperato, gli andò vicino bruscamente.
-Kowalski, ti ho detto di darmi il telecomando! Sei diventato sordo?- disse, ma Kowalski non alzò neanche gli occhi.
Skipper allora non ci vide più.
-Insomma, Kowalski! Lo so benissimo che mi senti. Il fatto è che devi fare il buffone, sennò non stai contento!- sbottò il capo irritato.
-Io sarei il buffone?!- chiese un Kowalski ancora più irritato, alzando finalmente gli occhi per guardare in faccia Skipper.
Quest’ultimo rimase piuttosto sorpreso dalla reazione del suo uomo: non si aspettava che gli rinfacciasse una cosa del genere…
Aprì il becco per replicare, ma Kowalski lo precedette.
-Sarei io il buffone, dopo che per giorni ho cercato in tutti i modi di parlare con te per una questione importantissima, quale la nostra squadra, e ora tu ti lamenti perché non voglio darti il telecomando?!- chiese tutto d’un fiato.
Erano giorni che non parlava più, e ora che aveva davanti il suo capo era come se si fosse tolto un peso.
Skipper lo guardò incredulo: cavolo, non avrebbe mai pensato che il suo uomo fosse così arrabbiato con lui…
Però non avrebbe mai permesso di essere trattato in quel modo!
-Quindi stai alludendo che il buffone della situazione sarei io?!- sbottò ancora una volta Skipper.
-Sì, Skipper, sì! Mi dispiace dirtelo, ma sei tu il buffone qui, non io! E sai perché? Perché per tutto questo tempo hai dato ascolto soltanto al tuo maledetto orgoglio! Non t’importa quello che voglio io? Io voglio solo poter tornare come prima, quando eravamo una squadra… Ti prego, Skipper, non lasciare che una pinguina ti stravolga così la vita… io voglio solo che facessimo pace e nient’altro! Chiedo forse troppo per i tuoi gusti?!- disse Kowalski.
Nel pronunciare queste parole, a Kowalski uscirono quasi le lacrime agli occhi, ma queste non uscirono fuori perché Kowalski cercò di trattenersi.
Skipper rimase a bocca aperta. Non sapeva che controbattere per la prima volta in vita sua…
Davvero aveva fatto soffrire così tanto in silenzio un suo uomo, un suo compagno di squadra?
Non era mai successo e, nel suo animo, non potè che essere così disgustato da sé stesso.
Non lo diede a vedere più di tanto, ma ad un tratto ebbe lo strano impulso di abbassare lo sguardo.
-Allora? Ho ragione, vero? Per te l’orgoglio è più importante di perdonare un amico…- continuò un Kowalski sempre più deluso.
Skipper non seppe cosa dire, ma provò a rimediare.
-Forse… ma ciò non toglie che tu hai giocato alle mie spalle e…- ma non finì, che l’altro lo interruppe subito.
-Sì, è così, Skipper, hai ragione! Ma ti ho chiesto scusa! Un milione di volte! Ma tu te ne sei infischiato e hai preferito startene da solo in silenzio! Cosa credi? Che non m’importi niente del nostro rapporto, del rapporto che abbiamo tutti quanti noi, io, te, Rico e Soldato? Lo sai quanto tempo siamo stati male perché tu non c’eri quando giocavamo a carte o mangiavamo il pesce? No, ovviamente non te ne importa un bel niente perché il tuo orgoglio ti dice che perdonare è una cosa da stupidi!!- replicò duremente Kowalski, alzando di più il volume della voce.
Skipper si sentì toccare l’orgoglio.
Aveva fatto davvero tutto questo? Non poteva crederci, come ha potuto solo anche non immaginarlo?
Perché era così, non s’immaginava che i suoi uomini fossero così tristi per la sua assenza…
Si sentì un mostro, specialmente nei confronti di Kowalski…
Perciò fece una cosa che non avrebbe mai sognato di fare…
-M-mi dispiace tanto- disse semplicemente, ma aveva pronunciato questa frase come un alito di vento, che tuttavia Kowalski sentì perfettamente e non potè credere alle proprie orecchie.
-Come hai detto?- gli chiese Kowalski, come per assicurarsi di aver sentito bene.
Skipper alzò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi. Ripetè quella frase alzando la voce.
-Ho detto che mi dispiace- disse piuttosto imbarazzato, ma Kowalski nella sua voce sentiva la sincerità, il ché in potè che sorprenderlo.
-Davvero?-
-Sì, Kowalski. Hai ragione, mi sono comportato da buffone. Solo ora ho capito quanto voi ragazzi siate importante per me e quanto vi ho fatto stare male in questi giorni… semmai dovrei chiederti io scusa, ma mi sono reso conto di non meritarlo e se ora non vorrai più saperne ti capirò, non preoccuparti- disse Skipper, con grande stupore di Kowalski, che lo ascoltava a becco aperto.
Non si sarebbe mai aspettato un discorso del genere, non da Skipper! Ma, tuttavia era felicissimo di quello che aveva detto.
 Un sorriso gli si stampò in faccia.
-Skipper, sul serio le cose torneranno come prima?- chiese ancora il più alto come per averne la certezza assoluta.
Skipper sbuffò leggermente.
-Pensi che stia scherzando? Se c’è una cosa che dovresti aver compreso da un pezzo è che io non scherzo mai, ragazzo- spiegò il leader, lievemente imbarazzato per quello che aveva detto in precedenza.
Kowalski non potè credere alle proprie orecchie, ma si trattenne dall’istinto di abbracciarlo forte e scoppiare in lacrime, e si diedero semplicemente una stretta di pinna, che però aveva un valore enorme per loro…
-Sono contento di riaverti con me, Skipper- gli confidò Kowalski sinceramente.
-Anche io- disse lo stesso Skipper al suo uomo –Dovrò informare anche Rico e Soldato… anche a loro devo chiedere scusa…- ammise dopo qualche istante di silenzio, Skipper.
-Lo farai presto…-disse il più alto –Skipper, nonostante tutto, anche io penso di essermi comportato male nei tuoi confronti, perciò…- ma non finì la frase; il suo capo lo interruppe subito.
-No, Kowalski, non preoccuparti. Tu ti sei già scusato e io ti ho perdonato- gli spiegò sorridendo.
Dentro di sé si sentiva uno stupido… avrebbe potuto perdonare tutti fin dall’inizio, invece non l’aveva fatto per via della vergogna di essere buono…
Kowalski sorrise di nuovo e, senza aggiungere altro, si allontanò per proseguire con il suo esperimento.
-E’ forse sbagliato?- chiese Skipper a Kowalski.
Quest’ultimo si girò verso di lui con uno sguardo interrogativo.
-Cosa è sbagliato?- gli chiese, non avendo compreso la domanda.
-Essere innamorato di lei… è forse sbagliato?- Skipper lo guardò negli occhi in attesa di una risposta.
Kowalski rimase totalmente spiazzato: una domanda del genere non se l’aspettava; la cosa peggiore però, era che non sapeva cosa rispondergli… perciò cercò di essere del tutto sincero con lui.
-Io… non lo so… Skipper i sentimenti che provi sono tuoi, il cuore è tuo… dovresti saperla tu la risposta- gli disse infine, sperando di aver detto cose “sensate”.
Non era mai stato bravo in queste situazioni.
Poteva risolvere i problemi matematici più difficili di questo mondo… ma i problemi di cuore non li avrebbe mai capiti, neanche con le tecnologie più avanzate.
-Ma… perché me lo chiedi?- gli chiese dopo qualche istante, per curiosità.
-Beh… perché sto incominciando a pensare di mollare tutto…- ammise Skipper tutto d’un fiato, e si accorse che pronunciare quelle parole era stato tremendamente difficile.
-Come sarebbe?- Kowalski non potè credere a quello che aveva sentito…
-Penso che la lascerò andare… Hans sarà molto contento, vedrai…- rivelò il pinguino.
Kowalski in tutta risposta rimase a bocca aperta.
-Cosa?! Non avrai intenzione di farla mettere insieme ad Hans?! Quelli si detestano a vicenda, e poi, se venisse qui, succederebbe il finimondo!- disse Kowalski quasi urlando.
-E’ vero, ma se si mettesse con Hans, almeno avrei una scusa per dimenticarla- gli rivelò Skipper, cercando di fargli abbassare la voce.
-E’ davvero questo che vuoi?- gli chiese incredulo Kowalski.
Non poteva credere che il suo capo, innamorato perso della piccola Sam, potesse lasciarla andare così su due piedi, per di più con il suo rivale!
-Al dire il vero no- ammise dopo un po’ Skipper, con grande sorpresa di Kowalski, che aprì la bocca per replicare, ma fu immediatamente preceduto dal suo capo.
-Ma, fidati, è meglio per tutti noi. Lo sto facendo per il bene della squadra, cosa credi? In fondo è anche a causa sua che ho combinato casino con voi. Se smetto di pensarci per un po’ e lei si metterà con Hans, io smetterò subito di pensarla, vedrai- spiegò Skipper serio.
Kowalski lo guardava contrariato.
-D’accordo, Skipper. Ammesso che tutto questo possa essere possibile, c’è un piccolo problema- lo informò lo scienziato.
-E quale sarebbe?- chiese l’altro.
-D’avvero non ci arrivi? Andiamo, Skipper. Il problema è che Sam non è innamorata di Hans. Lei lo odia!- gli rivelò infine Kowalski, alquanto sorpreso del fatto che Skipper non lo avesse capito prima.
-Tu credi? Io invece penso di sì- affermò.
-Come hai intenzione di fare, allora? Gli mandi una lettera dicendo che si può prendere la sua “preda”?- gli chiese Kowalski, con un filo di ironia.
-Ma no! Tanto già pensa di averla fatta sua! Vedrai che tra un po’ di tempo accadrà che li vedremo insieme- annunciò il leader con una serietà che impressionò non poco Kowalski, ma quest’ultimo non lo diede a vedere.
-Beh, Skipper, io posso solo dirti di assicurarti di fare la cosa giusta…- gli confidò lo scienziato.
-Tks, sta’ tranquillo. Io sono un leader, so quello che faccio- annunciò Skipper.
Dopodiché, si girò e uscì dalla base, lasciando Kowalski in balia dei suoi pensieri.
In realtà, la decisione del suo capo lo aveva parecchio turbato: davvero ci teneva così tanto a mollare tutto, il suo amore verso la pinguina e a “regalarla” al suo più acerrimo nemico?
In cuor suo sperava solo che Skipper facesse ciò gli diceva il cuore, per il bene di tutti…
Ma, stranamente, aveva come l’impressione che il suo capo non stesse facendo ciò che in realtà voleva…
 
Un’ora più tardi, Sam si trovava di fronte a suo padre, nel bosco dietro lo zoo.
Lui la guardava negli occhi, con il cuore che batteva forte per l’emozione.
-Allora?- le chiese dopo attimi interminabili di silenzio –Cos’hai deciso?- le porse la domanda fatale.
Sam si mosse incerta davanti a lui. Poi, dopo un altro minuto di silenzio, la risposta arrivò, flebile, ma chiara.
-Torno a casa con te- rispose piatta la pinguina.
Suo padre non resistette più e l’abbracciò forte.
Finalmente poteva averla di nuovo vicino a lui, avrebbe potuto di nuovo proteggerla e amarla come aveva promesso anni prima alla sua amata moglie, Eliza, che aveva donato la vita per dargli sua figlia.
Sam si staccò bruscamente.
-Sappi che questa decisione l’ho presa perché non ho avuto scelta!- gli urlò in faccia.
Detto questo, gli girò le spalle e si diresse dopo tanto nella caverna che aveva chiamato “casa sua” per preparare le valigie e salutare per sempre Marlene e tutti gli altri.
Il padre rimase a guardarla mentre si allontanava.
Non poteva crederci… finalmente la sua bambina sarebbe tornata a vivere con lui…
Non gli importava ciò che gli aveva detto.
Era suo padre, non avrebbe mai potuto abbandonarla…
Stava ricostruendo la promessa fatta alla madre della sua bambina… quella che l’avrebbe sempre tenuta con sé e protetta.
Ora, era sicuro, non l’avrebbe più lasciata andare per nessuna ragione al mondo.
 
ANGOLO AUTRICE: MA SALVE A TUTTI, GENTE! VI SONO MANCATA? IO SPERO DI Sì XD! COMUNQUE… AVETE VISTO COSA E’ SUCCESSO? FINALMENTE KOWALSKI E SKIPPER HANNO FATTO PACE E…OH MIO DIO…LA NOSTRA SAM HA DECISO DI PARTIRE CON IL SUO PAPA’! E, SENZA CHE LEI LO SAPESSE, SKIPPER HO DECISO DI LASCIARLA ANDARE, PER DI Più CON HANS! SCOMMETTO CHE VI HO LASCIATI IN SUSPANCE, NON VI PREOCCUPATE, CERCHERO’ DI AGGIORNARE IN FRETTA.
COSA SUCCEDERA’ AI NOSTRI AMICI? LO SCOPRIRETE NEI PROSSIMI CAPITOLI;)
SPERO VI SIA PIACIUTO:)
BACI, NATYSTAR

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22 ***


Sam arrivò nella caverna cinque minuti dopo.
Vi entrò dentro senza badare a Marlene che si era già messa a letto da qualche minuto, visto che erano già le dieci di sera passate.
Prese una borsa enorme e ci mise dentro tutte le sue cose: poster, manubri e tutti i colori per le tinture delle piume.
Faceva parecchio rumore, ma non le importava: in quel momento era affranta per il semplice fatto che doveva tornare a vivere con suo padre.
Proprio con lui! Ma era come stata costretta a questa decisione, dato che in quello zoo non aveva più niente da fare…
Marlene si svegliò di soprassalto per tutto il rumore che stava facendo Sam per mettere i suoi manubri nella borsa (erano abbastanza pesanti XD).
La vide indaffarata a sistemare la sua roba, ma si meravigliò di trovarla lì a quell’ora, dopo due giorni che non metteva piede nella caverna.
-Che stai facendo?- le chiese Marlene, anche se in realtà non voleva saperlo, dopo essersi alzata dal letto.
Sam non si girò, ma le diede la risposta.
-Ma ne vado- rispose semplicemente la pinguina con tono piatto, che non trafelava alcuna emozione.
Marlene si stupì non poco: come sarebbe andare? E dove?
-E dove devi andare?- le chiese ancora. La sua era più che altro curiosità.
-In Antartide. Torno a vivere lì- le rispose allora l’altra, che continuava a badare alla sua borsa, che si stava riempiendo.
La lontra rimase a bocca aperta: non si aspettava per nulla al mondo che Sam se ne andasse! Non che la cosa le dispiacesse, ma tutto si aspettava fuorché vedere la pinguina andarsene via lontano come se avesse “perso” una battaglia.
-Me ne vado via. Per tua, anzi, per vostra grande gioia- aggiunse poi Sam, approfittando dell’attimo di silenzio e interrompendo i pensieri di Marlene.
-Certo, Sam. Era ora che arrivasse questo momento; avresti già dovuto farlo tanto tempo fa, anzi non saresti dovuta proprio venire qui!- le disse la lontra con cattiveria, sapendo che l’avrebbe fatta infuriare.
Marlene si aspettava che Sam reagisse a quell’accusa, ma con sua grande sorpresa, per tutta risposta, Sam se ne andò senza dirle niente, portandosi con sé il suo borsone.
La lontra la vide allontanarsi in fretta e sparire dietro l’angolo.
Era veramente contenta di sapere che quella serpe fosse andata via, lontana da quello zoo.
Ora avrebbe potuto fare tutto quello che voleva, senza badare ai suoi giudizi inutili…
 Non le rimaneva altro che riordinare la sua casa e quella che era stata la parte di stanza di Sam, cosicché avrebbe potuto cancellare via tutto quello che la collegava a lei.
Era sicura che sarebbe stato l’inizio di una nuova vita, una vita più serena per lei e per tutti gli altri animali dello zoo senza la pinguina… o forse no?
A Marlene sfuggì per un istante il pensiero che forse le sarebbe mancata quella pinguina delinquente, ma lo scacciò quasi subito.
Non voleva più avere a che fare con quella lì, e ora che era andata via per sempre, aveva l’occasione di ricominciare e dimenticarsi di tutti i ricordi di quegli ultimi due mesi: non aveva dimenticato affatto tutte le volte in cui l’aveva minacciata e rimproverata per cose futili, e Marlene si diede della stupida per non averla affrontata con coraggio quando succedeva.
Quella situazione, in fin dei conti, aveva permesso a Marlene di imparare nuove lezioni, cioè se le fosse capitata un’altra volta una situazione del genere, avrebbe affrontato tutto e tutti subito, senza pensarci due volte.
Non si sarebbe più fidata di nessuno, se non dei suoi amici più stretti.
Questo le aveva fatto imparare Sam, e di questo, forse in un lontano futuro, Marlene l’avrebbe ringraziata.
 
Skipper passò più di un’ora e mezza fuori dalla base a riflettere su ciò che era accaduto poco prima.
Era davvero contento di essersi chiarito con il suo braccio destro.
L’avrebbe dovuto fare molto tempo prima, perché tutto quel tempo aveva contribuito solo a peggiorare le cose.
Ma, soprattutto, si sentì in colpa: aveva fatto star male i suoi uomini per giorni, e tutto questo solo perché il suo orgoglio gli impediva di fare la cosa giusta…
Sapeva che non sarebbe accaduta mai più una cosa del genere: aveva imparato la lezione e cosa più importante, non avrebbe abbandonato i suoi uomini per nessuna ragione al mondo, perché per lui, i suoi compagni di squadra erano più importanti della sua vita, anche se non l’avrebbe mai ammesso a voce.
A parte quello con Marlene, poteva dire che ormai i problemi erano risolti: quelli con Kowalski e quelli con Sam.
Già, Sam…
Aveva dovuto prendere quella decisione con rammarico.
Per giorni ci aveva pensato e ripensato, fino a quando non arrivò la fatidica decisione: l’avrebbe lasciata andare.
Ci aveva riflettuto su per qualche tempo e era arrivato alla conclusione che essere innamorato di quella pinguina non avrebbe risolto niente.
Lei non se ne sarebbe mai accorta e, d’altronde, a che serviva se neanche lui osava impegnarsi sul serio?
In effetti quella decisione per lui era più che saggia: meno pensava a lei e più tempo poteva dedicare ai suoi uomini, ai giochi da tavolo, alle missioni e ai piani per sconfiggere i suoi rivali…
Poi, ripensandoci, quella pinguina gli aveva come stravolto la vita: da quando era arrivata allo zoo, gliene aveva fatte passare di tutti i colori con quella specie di “guerra” che avevano fatto; aveva comandato a bacchetta i suoi uomini in molte occasioni e aveva fatto soffrire Marlene…
Poi il ricordo della visita inaspettata di Hans…
Skipper ricordava come gli diede fastidio quando scoprì che tra quei due in passato c’era stato qualcosa e, anche se Sam non lo aveva ammesso e aveva detto a lui stesso che tra lei e Hans non c’era mai stato niente, sapeva benissimo che prima o poi li avrebbe visti insieme.
Per questo aveva deciso, anche se a malincuore, che l’avrebbe lasciata ad Hans.
Certo, il pulcinella sarebbe stato più che soddisfatto e forse anche Sam…
Ma era davvero questo che voleva? Vedere la pinguina di cui era segretamente innamorato con il suo più acerrimo rivale?
La verità era che non sapeva come si sarebbero evoluti gli eventi…
Ma di una cosa era certo: lui la amava, anche se era terribilmente indisciplinata.
E sapeva che se in futuro si fosse messa con Hans e lui le avesse fatto del male (anche se era improbabile, visto che lei si sapeva difendere benissimo), Skipper gli avrebbe spaccato la faccia senza pensarci due volte.
Ma, a parte questo, aveva deciso di chiudere tutti i rapporti con Sam, una volta per tutte.
 
-Sono qui- Sam avvisò suo padre che era pronta per partire.
Sperava con tutto il cuore di arrivare subito in Antartide e cercare una maniera per non illudere il padre: non voleva affatto che pensasse che l’avesse perdonato! Lei lo odiava ed era sicura che in un modo o nell’altro se ne sarebbe liberata un’altra volta, questa volta definitivamente.
A parte questo, era comunque intenta a liberarsi dal ricordo di quello zoo, che, in qualche modo, le aveva complicato la vita…
I suoi pensieri vennero interrotti da suo padre, che la guardava serio.
-Benissimo. Allora, sei pronta a tornare, Samantha?- chiese con tono dolce, troppo dolce per Sam che, peraltro, s’irritò non poco quando sentì il padre chiamarla con il suo nome intero.
-Non potresti smetterla di chiamarmi Samantha?! Lo sai benissimo che non lo sopporto!- sbottò Sam.
-Io ti chiamo come ti chiami. Chiaro? E comunque, ti ho chiesto se sei pronta!- la rimproverò suo padre.
Non accettava il fatto che sua figlia odiasse essere chiamata con il suo nome intero, che poi era stata proprio la sua amata compagna a desiderarlo tanto…
-Sono pronta, non si vede?- disse la pinguina, scocciata.
-Andiamo- il pinguino e Sam incominciarono a camminare e dirigersi verso il porto di New York, dove avrebbero preso un traghetto di umani che si sarebbe diretto proprio in Antartide. E sarebbero tornati a casa loro.
Il padre era felicissimo di tornare a casa con la sua adorata bambina che, si era ripromesso, avrebbe controllato maggiormente nel caso in cui avesse in mente qualche altra sciocchezza. Non l’avrebbe più lasciata andare da sola da nessuna parte; non le avrebbe più permesso di frequentare i suoi vecchi amici e tutto quello che avrebbe fatto l’avrebbe fatto con lui.
Lo aveva promesso alla sua amata compagna defunta…lo aveva promesso a sé stesso.
Niente e nessuno ormai l’avrebbe separato da lei.
 
-Marlene-
Quest’ultima si girò di soprassalto quando sentì la voce di Skipper chiamarla.
La lontra stava finendo di sistemare la caverna dopo la partenza di Sam e si stupì di vedere il pinguino nella sua casa dopo tanti giorni di assenza totale…
Nonostante ciò gli sorrise.
-Dimmi, Skipper, cosa c’è?- gli chiese curiosa.
Skipper si guardò intorno: doveva parlare seriamente con Marlene e pensava che lì intorno ci fosse Sam.
-Sta’ tranquillo, non c’è...- lo informò la lontra avendo capito al volo la situazione, ed era sicura che adesso Skipper non stesse cercando Sam –Mi devi dire qualcosa?- gli chiese poi, sempre più curiosa del perché il pinguino fesse venuto a trovarla.
Dallo sguardo era chiaro che dovesse dirle qualcosa di serio.
Skipper tirò un sospiro di sollievo e iniziò a parlare.
-Senti, Marlene… non ci vediamo dalla sera del tuo compleanno e… volevo dirti che io ci tengo a sistemare le cose con te… e peraltro, mi sento un po’ in colpa per quello che è successo, penso che io ti abbia ferita e…- ma non concluse che Marlene lo interruppe immediatamente.
-No no no, Skipper, non devi scusarti! Non è stata colpa tua, davvero- lo rassicurò, totalmente colpita da lui: non si aspettava per niente che sarebbe venuto da lei a chiederle di sistemare le cose!
Tuttavia, non riuscì a fare a meno di sorridergli.
-E’ tutto a posto, Skipper. Non ce l’ho con te- gli disse con sicurezza, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
Il pinguino le ricambiò il sorriso e poi distolse gli occhi da lei dopo aver notato che la roba di Sam era sparita.
-Perché hai tolto la roba di Sam?- gli fu spontaneo chiederle, cercando di mostrarsi semplicemente curioso ma, non sapeva perché, era come se sapesse già la risposta...
-La roba di Sam, dici? E’ stata lei a togliere tutto: ha detto che se ne tornava in Antartide- lo informò.
Dopo quelle parole, il cuore di Skipper cessò di battere per un istante: cavolo, non si sarebbe mai aspettato un finale del genere! Sam ora era lontana? Era tornata in Antartide? E perché mai?
Skipper si ricompose immediatamente, cercando di non far insospettire Marlene, ma la verità era che era rimasto senza parole.
Cercò di non pensarci, anche perché aveva promesso a sé stesso che avrebbe dimenticato Sam. E questa situazione, d’altronde, andava a suo vantaggio, dato che la pinguina era andata via; ora era più facile per lui dimenticarla!
Ecco, era questo che doveva pensare.
Sam era lontana e di conseguenza, se non l’avesse più vista, non avrebbe più pensato a lei.
O almeno così era convinto che andasse…
-Ah, bene… un problema in meno!- aggiunse il pinguino mettendosi a ridere, seguito da Marlene.
-Ahahah. Sì, in effetti, più è lontana meglio è- gli disse con sicurezza, ma ridendo ancora leggermente.
Dopodiché, Skipper decise di andarsene, così salutò Marlene e uscì in fretta dalla caverna.
Non sapeva che pensare. In realtà non sapeva proprio se la notizia dell’abbandono di Sam gli avesse alleggerito o sconvolto la vita; ma di una cosa era certo: tutto questo non lo avrebbe distratto per nessuna ragione al mondo dal suo VERO lavoro e dai suoi uomini.
Ora Sam era via e ne avrebbe approfittato, era un’occasione unica!
Sperava solo che funzionasse…
Anche Marlene pensava che l’uscita di Sam allo zoo avrebbe dato finalmente una boccata d’aria alla vita di tutti giorni; senza di lei e i suoi stupidi giochetti sarebbe stato tutto più tranquillo e, sentiva, che questa volta sarebbe stata la volta buona per riagganciare i rapporti con Skipper.
Non le importava più che lui fosse attratto da Sam.
Ormai lei non c’era più e adesso bastava solo che tutti ritornassero alla vita di tutti giorni, prima del suo arrivo di due mesi prima.
Avvenuto ciò, non ci sarebbe stato più nessun problema e lei, se Skipper avesse voluto, avrebbe potuto finalmente provare a trascorrere un po’ più di tempo con lui, l’amore della sua vita…
 
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI! ALLORA, VI PREGO DI RECENSIRE E DIRMI COSA NE PENSATE, PERCHE’ NON SONO MOLTO CONVINTA DI QUESTO CAPITOLO…
SPERO DI NON AVER FATTO NESSUN ERRORE GRAMMATICALE E DI AVER TENUTO I PERSONAGGI IC.
SOPRATTUTTO SPERO CHE I PENSIERI DEI PERSONAGGI SIANO ABBASTANZA PROFONDI:)
DETTO QUESTO CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO;)
BACI, FEDE

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23 ***


Passò un mese da quando Sam era andata via dallo zoo, e da quel giorno la vita nello zoo era diventata molto più tranquilla e serena, almeno dal punto di vista di Marlene, che, essendosi liberata dalla sua ex coinquilina, non faceva altro che rilassarsi e suonare la sua adorata chitarra spagnola…
I pinguini ricominciarono a svolgere missioni speciali e a trascorrere i giorni liberi insieme giocando a carte, guardando film horror (sempre sotto insistenza di Rico) e ingozzandosi di pesce.
I rapporti tra di loro si erano rafforzati ulteriormente dal giorno della pace tra Skipper e Kowalski.
Soldato era davvero felice di sapere che il leader li aveva perdonati, mentre Rico, alla notizia, festeggiò offrendo loro del salmone (dopo che ne aveva preso una parte lui, è chiaro XD).
Inutile dire che erano tutti più contenti di come si erano svolti gli eventi.
Anche se parecchie volte la mancanza della pinguina si era fatta sentire, soprattutto da parte di Soldato e Rico, i quali, anche se ognuno diversamente, si erano come affezionati a lei: a Soldato piaceva la sua forza di volontà e la voglia di andare avanti su tutto, anche se certe volte gli faceva paura quando si arrabbiava o quando parlava di cose alquanto raccapriccianti…
Nonostante questo, al piccolino la mancanza della pinguina si sentiva.
A Rico, invece, mancava per tutte le gare di forza che avevano fatto insieme.
Quando Soldato seppe della partenza di Sam si stupì molto e allo stesso tempo gli dispiacque.
Però, doveva ammettere che da quando se ne era andata, tra lui e i suoi fratelli era tornato tutto normale ed era questo che voleva.
Skipper cercò di abituarsi il più possibile all’assenza di Sam.
In parte c’era riuscito, ma anche no.
Certo, la sua presenza nello zoo è stata molto rilevante grazie alla sua personalità e al suo carattere estremamente estroverso e vivace.
Era normale che una certa assenza fosse percepita, ma in fondo era contento, perché la sua partenza gli aveva permesso di dedicarsi al suo lavoro e alla sua compagnia.
Eh, sì…
Non avrebbe mai creduto di pensarlo, ma tutto era accaduto grazie a lei.
Un giorno glielo avrebbe detto, ne era certo.
Anche se doveva ammettere che sentiva in profondità la sua mancanza… lui era ancora innamorato di lei e lo sarebbe stato per sempre, se lo sentiva…
Perciò sapeva che questa attuale situazione non avrebbe retto; ma per ora era fermo nell’idea che doveva smetterla di pensarci e vivere la sua vita da leader insieme ai suoi uomini.
 
-Rieccoci qui, Samantha, la nostra casa-
Il padre di Sam pronunciò questa frase appena toccò terra, la Sua terra, l’Antartide.
Guardò sua figlia per vedere la sua reazione.
Sam osservava il panorama immacolato davanti a sé come se fosse nulla; aveva troppi pensieri per la testa, tra cui quello di riuscire a evadere di nuovo da quella prigione.
In questo caso non si riferiva ai numerosi istituti dove è stata trasferita parecchie volte perché ha fatto la “cattiva pinguina”, ma al fatto che ora era bloccata lì con suo padre ed era sicura che questa volta non l’avrebbe lasciata andare facilmente.
Doveva assolutamente trovare un modo per liberarsene un’altra volta, ma non sapeva come.
Suo padre interruppe i suoi pensieri.
-Samantha, devo parlarti- le disse, poggiandole la pinna sulla spalla come per indicarle che si trattava di qualcosa di serio.
Sam si ricompose e tolse bruscamente la pinna di suo padre dalla sua spalla; non voleva essere toccata da lui.
-Levami le tue schifose pinne di dosso! Che cosa vuoi?!- sbottò la pinguina.
-Non parlarmi mai più così, capito?! Se c’è una cosa che devi ancora imparare è portarmi rispetto, ma vedo che non ti è ancora entrato in testa, signorina!- la rimproverò lui, scocciato dell’atteggiamento della figlia.
-Tu di certo non sei nella mia lista delle persone da rispettare!- gli rispose sfacciata.
-Okay. Prima che ti dia uno schiaffo per farti smettere, fammi dire questa cosa, sennò facciamo notte, qui!- le disse con tono arrabbiato.
-E che aspetti, allora? Muoviti e dimmi che cos’hai!- disse Sam in tono sbrigativo.
Sperava si muovesse e che fosse chiaro, non aveva voglia di stare lì a sentirlo parlare di questioni educative, aveva solo voglia di girarsi e andare a cercare in fretta i suoi vecchi amici; sempre se c’erano ancora.
-Sarò chiaro: d’ora in poi qualunque cosa tu faccia, starai con me. Non m’importa se la cosa non ti garba, io ho preso la mia decisione e voglio che tu la rispetti, sono stato abbastanza chiaro?- concluse il pinguino, guardandola negli occhi.
Sam per poco non svenne. No… questo no, non poteva permetterglielo!
-Che cosa??! Te lo sogni! Io non farò mai niente con te, non m’importa!- gli urlò in faccia infuriata, guardandolo con gli occhi fuori dalle orbite.
-Ti ho appena detto che non m’importa quel che pensi. Non andrai più da nessuna parte senza di me, Samantha, mi dispiace- concluse il pinguino, questa volta in tono abbastanza calmo; sapeva ormai come gestirla.
-Ti ho detto di non chiamarmi Samantha! Il mio nome è Sam! E poi non ti rendi conto di quello che stai dicendo?! Mi stai trattando come una bambina! Padre, forse non se ne è accorto, ma io ho compiuto quattordici anni* da un pezzo ormai e so badare benissimo a me stessa!!- gli gridò contro, con tutta la rabbia che aveva in corpo.
In un attimo si pentì della scelta che aveva fatto.
Doveva sospettare che suo padre avrebbe fatto una cosa del genere, ma ora era troppo tardi.
Però non gli avrebbe mai permesso di controllarla ed era disposta persino ad uccidersi pur di non subire una simile umiliazione.
-Non ti permetterò di farmi una cosa del genere!- continuò Sam, sempre più sconvolta.
A quel punto si sentì prendere per le pinne e in un attimo i suoi occhi azzurri si ritrovarono vicinissimi a quelli marroni di suo padre.
Lei oppose resistenza, ma non poteva sfuggire ai suoi occhi che ora erano diventati lucidi.
-Non capisci che lo sto facendo per te?! Samantha, io ti voglio bene! Non immagini neanche la mia disperazione di questi dieci anni di tua assenza, senza sapere dove fossi finita, cosa avessi fatto, se ti fosse successo qualcosa… Non capisci che non posso perderti di nuovo?! Tu sei troppo importante per me, tu sei mia figlia, sei la mia bambina…se ti capitasse qualcosa non me lo perdonerei mai…!-.
A questo punto l’abbracciò forte e come al solito, Sam si sentì terribilmente a disagio e s’irrigidì.
Nonostante questo, la pinguina non credeva affatto a suo padre, alla scenata che aveva fatto…
Sapeva che era tutta recita la sua, solo per guadagnarsi la sua compassione, ma non sapeva che Sam era tutto fuorché comprensiva.
Lei odiava queste cose. Perciò pregò affinché quella situazione imbarazzante finisse subito.
Dopo qualche secondo che a Sam sembrarono anni, il pinguino lasciò andare sua figlia che, appena sciolto l’abbraccio, lo guardò dritto negli occhi in attesa.
Suo padre la fissò per un minuto intero, fino a quando non si girò e si allontanò di fretta.
Sam rimase lì ferma a pensare a quello che le aveva detto suo padre.
Non si commosse minimamente per quello che le aveva detto, sapeva che non fosse vero, non le importava. Piuttosto, pensava all’altra questione.
Era disperata, non sapeva più come fare a uscire da quella situazione.
Non voleva avere tra i piedi suo padre o anche il pensiero di lui che la spiasse in incognito…
Che razza di vita sarebbe stata quella? Di certo non una vita da persona libera!
Solo questo le fece pensare che abbandonare lo zoo fosse stato un grave errore: in questo modo l’aveva fatta dare vinta ai suoi “nemici”.
Gli animali dello zoo non la volevano, così lei se ne era andata. Poi era tornata in Antartide, ma questo ha fatto comodo soltanto a suo padre, che ora pretendeva di avere la sua “totale custodia”…
Tutto questo non aveva fatto altro che farlo andare a suo stesso discapito e aveva lasciato vincere gli altri.
Cos’era successo? Sam non si riconosceva più.
Dov’era finita la pinguina forte, testarda e determinata?
Non sapeva più come comportarsi ormai…
Sperava con tutto il cuore di trovare una soluzione a tutto quel casino.
Visto che non c’era suo padre in quel momento, ne approfittò per andare a cercare i suoi vecchi amici.
Doveva assolutamente distrarsi un po’, aveva troppi pensieri per la testa.
Chissà, forse se avesse trovato qualche conoscente, si sarebbe sentita subito meglio…
O almeno questo sperava.
 
*Sappiate che per me, l’età dei pinguini è come quella umana. Per cui, Sam se ha quattordici anni è una ragazzina.
 
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI! VI PIACE COME STA ANDANDO? SPERO DI NON AVER FATTO ERRORI.
COMUNQUE, LA NOSTRA SAM E’ NEI GUAI, RIUSCIRA’ A LEVARSI IL PADRE DAI PIEDI?
LO SCOPRIRETE PRESTO;)
RECENSITE!!
BACI, FEDE

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24 ***


Una mattinata invernale tranquilla, in cui i nostri quattro pinguini stavano passando del tempo libero insieme giocando a carte, fu interrotta dall’arrivo improvviso di Marlene nella base di questi ultimi.
-Ragazzi, è un’emergenza!- disse la lontra gridando, allarmando i quattro, che si alzarono subito in posizione di eventuale attacco di qualche nemico.
-Che succede, Marlene?!- chiese serio Skipper, mentre Kowalski, Soldato e Rico erano preoccupati.
-Nel mio habitat c’è una cassa e contiene un animale. Non so, deve averla portata Alice durante la notte, perché fino a ieri non c’era niente e…- disse Marlene con tono molto agitato, ma non fece in tempo a continuare, perché quella frase aveva attirato la curiosità di tutti i pinguini.
-Un altro animale dici? E quale potrebbe essere? Kowalski, opzioni!- ordinò il leader perplesso, in attesa della risposta del suo braccio destro.
-Siamo in pieno inverno, quindi potrei ipotizzare l’arrivo di un animale resistente alle rigide temperature e…-
-Kowalski, fai direttamente la lista di eventuali animali, non perdere tempo con le spiegazioni!- gli disse Skipper, in tono scocciato e sbrigativo.
-Insomma, potrebbe essere una lepre delle nevi, un orso, un tricheco, un pinguino…- incominciò a dire lo scienziato, con voce irritata per il fatto di essere stato interrotto nel bel mezzo di una sua teoria, come sempre…
Marlene, appena sentita la parola pinguino, sgranò gli occhi.
-No! Un pinguino no! Non voglio ospitare di nuovo quell’odiosa di Sam, se lo può anche scordare!- sbottò Marlene, certa che se fosse stato un pinguino, sarebbe stato Sam.
-Ma Marlene, non è detto che sia un pinguino e, anche se lo fosse, non è detto che sia proprio Sam!- intervenne Soldato, che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
-YEP- grugnì Rico, approvando quello che aveva detto Soldato.
-Infatti- confermò Skipper –Non è detto neanche che se fosse un tricheco, sia Ronda- la canzonò poi, ridendo leggermente vedendo la faccia schifata di Marlene.
-Non se ne parla neanche! Non voglio vedere né Ronda, né tantomeno Sam! Io non voglio nessuno nel mio habitat!- continuava a lamentarsi la lontra, sperando con tutto il cuore che non si trattasse di loro.
-Perché, invece di stare qui a sperare, non andiamo subito a vedere di chi si tratta?- chiese uno Skipper scocciato, facendo segno ai suoi uomini di uscire dalla base e dirigersi nel luogo interessato.
Così fecero e Marlene li seguì a ruota.
In un attimo arrivarono nell’habitat di Marlene e vicino la piscina trovarono una cassa di media grandezza.
Anche se fino a quel momento non lo diede a vedere, Skipper sperò che non si trattasse proprio della pinguina, anche se era improbabile, visto che Sam era tornata in Antartide.
Ma se l’animale nuovo fosse stata proprio la pinguina, allora le cose si sarebbero di nuovo complicate, sarebbe successo di nuovo un gran casino e gli sarebbe di nuovo entrata nella testa come prima; non che in quel mese della sua assenza l’avesse dimenticata, perché lui l’amava ancora, ma il fatto che fosse lontana lo aiutava molto e ora che rischiava di nuovo di trovarsela davanti, non sapeva come risolvere la situazione.
Era probabile si trattasse di lei, vista la grandezza della cassa, ma, intenzionato a sapere una volta per tutte l’identità dell’animale, ordinò secco a Kowalski e Rico di aprire la cassa.
-Vi avverto- fece Marlene che, quando vide le teste dei suoi amici girarsi verso di lei per ascoltarla, proseguì –La cassa è proprio della grandezza… se si tratta proprio di lei, la farò tornare indietro con le mie mani…è chiaro?!- chiese retoricamente la lontra, guardando i quattro con una serietà che questi ultimi non avevano mai visto in lei…
Skipper la guardò scuotendo la testa, mentre Kowalski e Rico, dopo un attimo di esitazione, si decisero ad aprire quella cassa.
Fu un attimo, perché Marlene, Skipper, Kowalski, Rico e Soldato, quando riconobbero il misterioso animale mentre usciva dalla cassa, rimasero a bocca aperta, incapaci di proferire parola.
 
Quando vide la cassa aprirsi, Hans uscì quasi subito, trovando all’esterno proprio quelli che si aspettava di incontrare.
Quando li vide, sorrise malignamente.
-Ohh, siete sorpresi, vero? AHAHAH- rideva il pulcinella.
Skipper non poteva credere ai suoi occhi.
Che cavolo ci faceva lì Hans?! Non era sistemato in quello schifosissimo zoo di Hoboken?!
-Che ci fai tu qui?!- gli chiese Skipper infuriato, in posizione d’attacco.
Hans lo guardava sarcastico: sapeva che questo faceva irritare Skipper, ed era proprio quello che voleva.
-Non si vede? Ora vivo qui con voi, amici miei- sorrise Hans, guardando le facce di quelli davanti a lui, a dir poco sconvolte.
Lo era soprattutto Marlene, che appena apprese la notizia per poco non svenne.
Che cosa?! Hans?! Proprio quello lì a vivere… con lei?! No, questo non poteva accettarlo, era fuori discussione!
-T-tu devi vivere… con me?? No, te lo scordi, bello!- gli disse Marlene con un tono che non ammetteva repliche. Il solo pensiero di dover dormire nella stessa stanza del pulcinella, le fece venire brividi di disgusto.
-Tks, sei proprio ridicola- disse semplicemente il pulcinella, dandole uno spintone e avviandosi nella caverna senza prendersi il disturbo di chiederle di entrare.
Marlene, ancora con gli occhi sgranati dalla sorpresa, guardò i suoi amici in attesa di una reazione.
Guardava soprattutto Skipper.
Proprio lui non poteva permettergli di fare cose del genere!
Ma la verità era che anche Skipper non sapeva cosa fare o dire…
In qualche modo non poteva farci niente: se Hans abitava lì, loro non potevano fare nulla per cacciarlo, e poi c’era sempre Alice alle calcagna…
Ma il problema era soprattutto di Marlene: come poteva adesso vivere tranquilla nella sua casa con un essere come Hans? Con un essere di cui dovevano preoccuparsi in ogni momento, visto che era imprevedibile e poteva fare qualsiasi sciocchezza da un momento all’altro.
-Skipper, non lascerai che Hans abiti nella mia stessa casa, vero?!- gli chiese guardandolo speranzosa.
Skipper non sapeva cosa dire alla sua amica.
Sta di fatto che almeno lui era sollevato del fatto che non si trattasse di Sam; insomma, ad Hans poteva benissimo spaccare la faccia quanto voleva, senza rimpianti e poi sapeva gestirlo per bene.
Nonostante ciò, doveva confortare Marlene che, in quel momento, dire che era sconvolta era dire veramente poco…
-Marlene, non devi preoccuparti- disse. Ma, appena vide il cambiamento repentino dello sguardo che la lontra aveva assunto, si affrettò a proseguire e a darle spiegazioni –Non devi assecondarlo. Tu fai le tue cose regolarmente, ma se vedi qualcosa di strano che fa o che dice, vieni immediatamente da noi e ti aiuteremo- spiegò il leader convinto, mentre Marlene, dopo uno sguardo a dir poco perplesso e dubbioso, gli rispose –D’accordo, farò come mi hai detto. Me la caverò…- disse poi non molto convinta, ma il solo pensiero di tenere come aiuto Skipper, la incoraggiò a non lasciarsi disperare.
Dopo che Skipper, Kowalski, Rico e Soldato le rivolsero un sorriso rassicurante, dalla caverna si sentì la voce stridula e gracchiante di Hans che si rivolgeva a loro.
-Un momento! Ma Sam dov’è finita? Perché la sua roba è sparita? Dov’è andata?!- continuava a gridare il pulcinella, che era appena uscito fuori dalla casa.
Tutti si girarono verso di lui e giusto in quell’istante, Skipper –ma anche Kowalski, Rico, Soldato e Marlene- capì che in realtà ad Hans non importava per niente il fatto di vivere in una caverna con una lontra, o il fatto che fossero tutti contro di lui pronti a cacciarlo… a lui importava solo di Sam! Voleva soltanto la pinguina…
Non sapeva nemmeno lui il perché, ma gli procurò un brivido d’irritazione.
Tuttavia, cercò di non farci caso e pensare che infondo era una buona cosa: fantastico; se Hans era venuto lì per Sam , voleva dire che l’avrebbe cercata e in un giorno lontano –forse- si sarebbero messi insieme e di conseguenza, Skipper avrebbe avuto una buona scusa per non pensarci…
Ma, visto che il pulcinella incominciava a guardarli truce in attesa di una risposta, Skipper si decise a rispondergli tranquillamente.
-E’ tornata in Antartide- gli disse semplicemente e, notato gli occhi sgranati del pulcinella, che lo divertirono non poco, si affrettò ad aggiungere –Se sei venuto qui è perché hanno notato l’assenza di Sam e hanno deciso di far venire te, qui. Peccato, sai, se fossi venuto prima, saresti sicuramente riuscito a prenderla, ma, haimé, non ci sei riuscito- concluse il pinguino beffardo e irritando a morte il pulcinella.
-Come sarebbe andata in Antartide?! E perché mai è voluta tornare lì? C’è qualche motivo preciso, le avete fatto qualcosa, per caso?- chiese Hans, ancora shoccato per la sorpresa e guardando uno ad uno i presenti di fronte a lui, in attesa.
-Le abbiamo fatto qualcosa?! Noi? Se ne è andata perché è stata troppo codarda a chiedere scusa per una cosa che ci ha fatto e, avendolo capito, è fuggita via! Ecco la spiegazione- disse tutto d’un fiato Marlene, acquisendo rabbia nel ricordare tutto quello che aveva fatto Sam.
Skipper la guardò stranito, insieme ai suoi uomini.
Hans però era perplesso e voleva spiegazioni.
-E che cosa avrebbe fatto?- chiese allora il pulcinella curioso.
-Mh, è una lunga storia, Hans; non capiresti- disse Skipper, come per dirgli che avrebbe fatto meglio a non saperlo.
-D’accordo, d’accordo … Ma tornerà?- chiese allora il pulcinella in tono serio.
Ma quel tono –e questo lo notarono benissimo sia Skipper che Kowalski- nascondeva vagamente un velo di speranza.
-No, Hans, non tornerà più. Se ne è andata per sempre. Hai capito adesso il concetto?- disse il leader in tono divertito.
Dopodiché salutò con un gesto della pinna Marlene; poi si girò verso i suoi uomini e con un muto ordine lui e gli altri tre si allontanarono dalla caverna, come se nulla fosse successo.
Probabilmente i quattro erano tornati nella loro base, quando Hans aveva ancora la bocca aperta per la sorpresa.
Marlene, stanca di quella situazione, alzò gli occhi al cielo in segno di impazienza ed entrò nella caverna per mangiare qualcosa.
Hans era ancora fuori e pensava a quello gli era stato detto.
Davvero ora la sua Sam si trovava in Antartide? Così lontana?
Quando apprese la notizia che si sarebbe trasferito nello zoo di Central Park era eccitatissimo all’idea di stare vicino alla sua adorata Sam; ma ora che non era lì che avrebbe dovuto fare??
Era come un chiodo fisso, non riusciva a rinunciarci; avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare con lei…
Sapeva che pure per Sam era lo stesso, soltanto che non voleva ammetterlo.
Ebbene, aveva deciso: sarebbe andato a cercarla e l’avrebbe fatta sua, volendo o non volendo.
Anche se la pinguina avesse opposto resistenza, non gli importava: aveva aspettato troppo e non riusciva ad aspettare oltre.
Con un sorriso di compiacimento, incominciò a pensare ad un modo per uscire dallo zoo e raggiungere l’Antartide.
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI! MA GUARDA, ADESSO HANS PROGETTA DI ANDARE IN ANTARTIDE, CHE COSA SUCCEDERA’?? LO SCOPRIRETE PRESTO;)
FATEMI SAPERE SE CI SONO DEGLI ERRORI, SE HO MANTENUTO I PERSONAGGI IC O SE HO DESCRITTO BENE LE SENSAZIONI DEI PERSONAGGI.
GRAZIE A TUTTI:)
BACI, FEDE

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25 ***


Sam aprì leggermente i suoi occhi impastati ancora dal sonno. Si aspettava di trovare suo padre addormentato accanto a lei, come le aveva detto che avrebbe fatto dal quel momento in poi… ma non trovò proprio nessuno.
Si stropicciò un po’ gli occhi prima di sedersi e chiedersi dove fosse finito suo padre, quando sentì una sensazione strana.
Toccò a terra, ma non sentì il ghiaccio… al contrario sentiva una superficie morbida…
Si alzò di soprassalto, come spaventata da qualcosa. Sentì il venticello freddo e alcune foglie che cadevano… e solo in quel momento si rese conto di non trovarsi a casa sua, in Antartide.
Si guardò intorno… un moto di sorpresa e sospetto la invase.
Si rese conto di trovarsi… allo zoo di Central Park!!
Continuava a guardasi intorno pensando fosse uno scherzo, un sogno…e invece si trovava veramente lì.
Non poteva crederci. Allora l’arrivo di suo padre, la partenza verso l’Antartide, gli incubi… erano stati soltanto un brutto sogno!
Era talmente felice che non le importava più di nulla, avrebbe fatto di tutto pur di tornarsene allo zoo e ora che si trovava proprio lì non se ne sarebbe più andata, anche se non si spiegava come avesse fatto ad arrivarci.
Passò mezz’ora a correre nel prato del boschetto dietro lo zoo, a gridare la sua gioia immensa… poi si ricordò dei suoi amici…
Già… se si trovava allo zoo doveva andarli a trovare, o quantomeno andare a controllare come se la passassero tutti quanti senza di lei…
Pensò ai pinguini, alle gare, alle sfide e ai giochi fatti con loro… e pensò a Marlene, a tutte le cose che avevano fatto insieme. Qui, sul volto della pinguina si poté intravedere una specie di sorriso.
Ma quando la mente di Sam andò sul loro litigio, si rabbuiò subito e sentì un brivido d’irritazione, ricordando come la lontra se l’era presa con lei per una cosa da niente e non l’aveva neanche ringraziata per il regalo che le aveva fatto.
Per il momento aveva deciso di non andare a trovare proprio nessuno; aveva sono voglia di svagarsi, poi…
Si trovava vicino al laghetto con l’intento di rinfrescarsi un po’ quando vide una figura in lontananza.
Incuriosita, socchiuse gli occhi per mettere a fuoco quella figura poco lontana da lei.
Solo dopo pochi secondi riconobbe il personaggio… era il pinguino robustello e con la testa piatta che Sam avrebbe riconosciuto tra mille… era Skipper!
La pinguina fu abbastanza sorpresa e dopo averci pensato un po’, decise di chiamarlo.
-SKIPPEEEEER!- gridò Sam per farsi sentire da lui, ma il pinguino non diede segno di averla udita; così riprovò un’altra volta, ma invano.
Sam decise allora di avvicinarsi silenziosamente, fino a quando non arrivò dietro un cespuglio e si nascose lì, per vedere cosa stesse facendo quel pinguino che tanto odiava…
Lo vide ai piedi di un albero mentre si gustava un gelato alle alici.
Sam, appena lo vide, fece una smorfia scocciata.
“Non me ne offre neanche un pezzetto, com’è cattivo, però!!” pensò la pinguina a metà fra il serio e il divertito.
Poi però, sentì come un brusco cambiamento di atmosfera: vide Skipper girare la testa verso sinistra e alzarsi all’improvviso.
Sam dovette cercare di fare il meno rumore possibile, col timore di essere scoperta e fare la figura dell’idiota.
“Ma che sta guardando, perché si è alzato all’improvviso?!” pensò una Sam curiosa e irritata allo stesso tempo.
Vide un sorriso che si dipingeva velocemente sul volto del pinguino.
-Ciao, bella!- disse Skipper rivolto un’altra figura che Sam non riuscì ad intravedere subito.
Sam si rannicchiò ancora di più all’interno del cespuglio, mentre vedeva un animaletto posizionarsi di fronte a Skipper.
Sam sgabuzzò gli occhi. Skipper aveva chiamato “bella” una ragazza che conosceva molto bene…
Quella di fronte a lui era Marlene!
“Ma che ci fa lei qui? E perché Skipper l’ha chiamata bella?!” pensò Sam. Non lo sapeva nemmeno lei, ma era molto arrabbiata e irritata dalla situazione.
Adesso Skipper e Marlene, visibilmente felici di vedersi, erano molto vicini.
Sam non poteva credere ai suoi occhi.
“Ma che…??” ebbe il tempo di pensare.
Fece solo in tempo a vedere il becco di Skipper e il muso di Marlene mentre si avvicinavano l’un l’altro, e poi…
 
Sam si svegliò di soprassalto, andando a sbattere la testa contro un tettuccio di ghiaccio sopra di lei.
Si coprì il becco per non svegliare suo padre, dato che stava per emettere un gemito di dolore.
La pinguina era molto sconvolta… non poteva credere di aver fatto un sogno del genere…era così reale che non pensava stesse sognando.
All’improvviso si ricordò di tutti i dettagli del sogno e credette di non aver provato tanta vergogna in vita sua…
Aveva sognato Skipper e Marlene… che si baciavano!
Ma perché? Perché aveva sognato questo??!
Era ancora notte fonda, ma non aveva più sonno.
Si stropicciò gli occhi e con orrore si accorse di avere il volto bagnato.
Aveva capito all’istante la situazione… lei aveva pianto!
Non poteva crederci… Sam? Che piange per uno stupido sogno? Non si riconosceva più…non capiva il perché di quel sogno, né tanto meno il perché di quelle lacrime.
“Ma come ho potuto fare un sogno del genere??! Come?!” pensò infuriata la pinguina, dopo aver asciugato bene le lacrime.
Poi però, la risposta la trovò, anche se non volle crederci con tutta se stessa.
Aveva fatto quel sogno perché… le mancava Skipper?
Sam, dopo quel pensiero, le venne in mente di ammazzarsi.
-No… come può mancarmi un elemento del genere?! Io lo odio… IO TI ODIO, SKIPPER!!- pensò Sam ad alta voce.
Aveva detto l’ultima frase gridando.
Era andata lontana apposta per non farsi scoprire da suo padre, che stava ancora dormendo, per il timore di svegliarlo.
La pinguina si mise a sedere con le pinne che le sorreggevano la testa.
Ma come aveva potuto… lei, Sam, un carro armato, sentire la mancanza di un pinguino che non sopportava?!
E poi…perché aveva sognato proprio lui e Marlene che si baciavano??
Voleva forse che si mettessero insieme? Oppure…
No, questo era troppo… per Sam quello era un duro colpo da digerire.
Era passato poco più di un mese dal suo arrivo in Antartide e non aveva avuto problemi di incubi, e ora all’improvviso sogna Skipper e Marlene felici che si baciano davanti a lei?
Non poteva pensare che alla pinguina potesse mancare talmente Skipper, che desidererebbe che le stia accanto…
Perché era quello che aveva capito.
Anche se con orrore e disprezzo, Sam aveva compreso il perché di quel sogno…
Se ne vergognava, non lo avrebbe mai raccontato a nessuno, neanche ai suoi amici dell’Antartide più stretti, tanto meno a suo padre.
Soprattutto lui non doveva sapere niente, altrimenti l’avrebbe incatenata a lui per il timore di vederla andare via con un ragazzo e perderla di nuovo.
Ne aveva abbastanza…
Sam si sdraiò sul ghiaccio, stanca da quella situazione.
Non bastava il problema di suo padre e del fatto che doveva assolutamente riuscire ad andarsene via di lì, ma ora doveva risolverne anche un altro di problema!
Ancora peggiore del primo, come se non bastasse.
Sam, in quel momento, sentiva di odiare Skipper.
Sapeva che se lo fosse trovato davanti, gli avrebbe volentieri dato un paio di calci nei sentimenti… o forse no?
 
 
ANGOLO AUTRICE:
MA SALVE A TUTTI, SONO TORNATA!
ALLORA, CHE VE NE PARE XD?
ODDIO, SAM HA SOGNATO SKIPPER? LE MANCA? CHE SUCCEDE ALLA MIA PICCOLINA XD?
SECONDO VOI CHE COS’HA LA NOSTRA SAM?
DITEMELO NELLE VOSTRE RECENSIONI;)
FATEMI SAPERE ANCHE SE CI SONO ERRORI
ALLA PROSSIMA:*
BACI, FEDE

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 26 ***


La mattina dopo, alle prime luci dell’alba, Sam si trovava sulla sporgenza di un iceberg a riempirsi di salmone appena pescato.
Non si era mai sentita così nervosa in vita sua; voleva soltanto dimenticare con tutte le forze quel dannato sogno. Quella notte l’aveva trascorsa a sfogarsi dando continui pugni sulle spesse pareti di ghiaccio, non facendo neanche caso ai dolori sordi che provocava alle pinne.
-Samantha?-
Sam sentì la voce alquanto agitata di suo padre che la chiamava, ma fece finta di non averlo udito.
-SAMANTHA!- urlò poi il padre, afferrandola per le spalle da dietro e girandola verso di sé –Ma perché non mi rispondi quando ti chiamo?! E perché sei qui?? Ti ho detto mille volte che non ti puoi allontanare da me; devo usare le cattive per fartelo entrare nella testa una volta per tutte?!- la rimproverò severamente lui.
Ma tutto ciò che ottenne da sua figlia fu uno sguardo di assoluta indifferenza. Un po’ si sorprese, perché di solito la sua Samantha gli rispondeva a tono ogni volta che aveva da contestarle qualcosa; invece questa volta niente…
-Tesoro…- iniziò a dire quando vide la testa della sua bambina girarsi distrattamente dalla parte opposta –Che cos’hai?- le chiese visibilmente preoccupato: da quando erano arrivati in Antartide non aveva mai visto quello sguardo nella pinguina.
-Niente- rispose Sam frettolosamente. Non le importava se il padre si accorgesse di qualcosa… non l’aveva mai capita e non sarebbe mai arrivato a quella conclusione.
Detto questo si scrollò le pinne di suo padre di dosso con un gesto di impazienza, sempre mantenendo il suo sguardo superficiale.
Joy la guardò incerto, ma non voleva farla arrabbiare già di prima mattina. Le avrebbe chiesto spiegazioni, ma non in quel momento.
Così si limitò a farle gesto con le pinne di seguirlo, visto che dovevano andare a un raduno di amici.
Sam aveva accettato di andarci solo per distrarsi un po’, altrimenti non ci sarebbe andata mai e poi mai; piuttosto avrebbe preferito cercare una via di fuga ed andarsene da lì.
 
Quel pomeriggio, Sam e Joy andarono al raduno, dove c’era una ventina di pinguini ad attenderli; tutti amici e parenti di amici.
“Fantastico” pensò con sarcasmo Sam “Adesso mi toccherà sentire i pettegolezzi e i complimenti inutili di questi idioti…”.
Si guardò intorno. La colonia era composta soltanto da adulti ed era certa che sarebbe morta dalla noia.
-Mi raccomando, non allontanarti, Samantha- le disse Joy, conoscendo benissimo la figlia, che ne avrebbe approfittato.
Sam aveva troppi pensieri nella testa per badare a rispondere male a suo padre. Ma non aveva la minima intenzione di rimanere lì ad annoiarsi e a chiedersi ogni secondo quando sarebbe finita quella tortura.
Così decise di rispondergli in modo vago.
-Okay- gli rispose con finto fare rassegnato.
Ovviamente in un modo o nell’altro sarebbe riuscita a uscire da quella topaia e ad andarsene in fretta.
Sì, aveva deciso di scappare e di tornarsene a New York; ma non allo zoo…dopo quel sogno si vergognava troppo di guardare in faccia Skipper!
Sarebbe andata altrove, lontana dai pinguini e da Marlene, da tutto e da tutti.
Voleva starsene da sola per un po’, per stare tranquilla, senza nessuno che le ordinasse di fare qualcosa…
Non le importava dove avrebbe alloggiato.
A lei importava solo che stesse lontana da quell’essere che diceva di essere suo padre… per lei Joy non era più suo padre da tanti anni.
Avrebbe preferito avere un cane randagio come padre piuttosto che quello lì e un giorno glielo avrebbe detto in faccia…
 
-Ehi, Sam!!-
La pinguina sentì una voce dietro di lei molto familiare…
Si girò e per poco non gridò di felicità: davanti a lei c’erano i suoi vecchi amici che frequentava da piccola.
-Oh cielo, Lucas! Sei proprio tu??- gli chiese retoricamente, dandogli una pinna veloce.
-Ma certo che sono io, lupacchiotta mia!- le disse Lucas dandole dei pizzicotti ai fianchi, che lei ricambiò volentieri ridendo a crepapelle.
La pinguina spese i successivi cinque minuti a salutare gli altri cinque pinguini del gruppo: Adrian, Mike, Alex, Christian e Nick.
Con i sei aveva un rapporto molto aperto e ricorda che aveva passato momenti indimenticabili con loro… dalle risate per le battute squallide che sparava Nick, le crisi esistenziali (divertenti) che aveva ogni tanto Mike, l’ossessione per la musica metal di Christian, i fallimenti in amore che aveva Adrian, le gare di beatbox di Alex, fino ad arrivare alle sfide super pericolose che le proponeva Lucas, sperando ogni volta che Sam perdesse, ma invano.
Li rivedeva dopo quasi dieci anni ed era salva adesso, visto che adesso se ne sarebbe andata con loro ovunque, pur di non affrontare quell’odioso raduno.
-Ragazzi, ho un problema- si affrettò a dire Sam.
I sei la guardarono in attesa.
-Mio padre mi ha portata a questo raduno, solo che io mi annoio e non so che fare… posso venire con voi?- chiese velocemente la pinguina, guardandoli come se volesse costringerli a fare come diceva lei.
Lucas non se lo fece ripetere due volte.
-Ma certamente, ahahah, credevi ti avremmo lasciata qui a subire una simile tortura?- le disse divertito e gli altri cinque risero leggermente.
Sam emise un fischio di sollievo e, senza farsi vedere da suo padre che stava poco lontano da lei, se ne andò subito con i suoi amici facendo segni di trionfo.
 
Dieci minuti dopo, Sam e i suoi amici erano ormai lontani da quel raduno e stavano gustando una buona dose di pesce fresco.
-Allora Sam, dov’eri finita?- le chiese ad un certo punto Mike.
Sam ingoiò l’ultimo pezzetto di pesce rimasto prima di rispondergli.
-Ehhhh, sapessi- incominciò a dire la pinguina, sotto gli sguardi ancora più incuriositi dei suoi amici –Sono stata in America… dovreste vederla, è una cosa strafavolosa! Il problema è che non ho avuto tanto tempo di fare la turista visto che sono stata più volte portata in riformatori per animali, ahahah- spiegò loro ridendo, ripensando a tutte quelle volte che la sedavano per farla stare calma…
-Ahhh, allora la mia lupacchiotta si è comportata male, eh?- le chiese fingendo di guardarla minaccioso e preparandosi a darle altri pizzicotti.
-Io sono una pinguina cattiva- gli disse facendo la linguaccia a Lucas ed evitando prontamente i pizzichi.
Dopodiché, ci fu un susseguirsi di gare a chi acciuffasse prima Sam. La pinguina era esausta, ma non si era mai sentita meglio in vita sua.
Dopo mesi finalmente con i suoi amici aveva avuto un po’ di tempo per svagarsi.
Stanchi per il gioco, tutti salutarono la pinguina con un battito di pinna, ma a un certo punto Sam richiamò Lucas indietro. Questi si girò verso di lei incuriosito.
-Noi andiamo, Lucas. Se devi parlare con Sam dopo raggiungici nella zona est- gli raccomandò Adrian.
Lui e gli altri quattro se ne andarono.
-Dimmi, che c’è Sam?- le chiese, Lucas.
Sam gli rivolse uno sguardo incerto: non sapeva se fosse prudente parlargli, ma sentiva di confessargli un bel po’ di cose… non a caso Lucas è stato il suo migliore amico quando erano piccoli.
Ricordava tutti i giochi che facevano insieme…pericolosi ovviamente; era per questo che il padre di Sam fece passare i guai a Lucas con i suoi genitori e questi gli vietarono di frequentare ancora Sam. In tenera età si era fatta conoscere molto bene dagli adulti della sua zona… c’era chi all’inizio la trovava adorabile e cambiava bruscamente idea quando la piccola pinguina faceva vedere loro il suo vero io.
Per questo con gli adulti entrava spesso in conflitto.
Ma Sam in quel momento voleva solo badare ai suoi “problemi”; così iniziò a spiegare a Lucas la situazione.
Si sedettero sulla sporgenza di un iceberg; lui in attesa di una spiegazione da lei e lei in cerca delle parole per iniziare il discorso.
Dopo un minuto di silenzio, la pinguina iniziò a parlare, anche se le risultava parecchio difficile… cosa che notò subito anche Lucas.
-Sai perché… me ne sono andata?- gli chiese fissandolo.
Lucas rimase sorpreso... non si aspettava una simile domanda e peraltro non sapeva neanche cosa risponderle. Ma dallo sguardo che aveva la sua amica sembrava qualcosa di molto serio.
-Emh…non saprei… dimmelo tu- le disse lui, incuriosito ancora di più.
Sam per un attimo era come esitante nel dare la spiegazione, ma decise di andare al sodo subito.
-Io… me ne sono andata per un motivo…- detto questo distolse lo sguardo e si mise a fissare il vuoto.
La curiosità di Lucas si intensificò dopo le parole della pinguina.
-Ah sì? Per quale motivo?- le chiese impaziente. Iniziò a fissarlo in attesa.
Sam ci mise una manciata di secondi per rispondere, ma le risultò più difficile del previsto.
-Perché… anni fa sentì una cosa da mio padre- disse tutto d’un fiato.
Lucas sgabuzzò gli occhi.
-Che cosa? Te ne sei andata per tuo padre?-
Sam annuì leggermente.
-Ma… perché?? Insomma, che avevi sentito da tuo padre che ti ha costretta ad andartene via per così tanto tempo??- le chiese insistente Lucas.
La sua curiosità ora era alle stelle.
La pinguina allora, col timore di essere sentita da qualcuno, si avvicinò all’orecchio di Lucas e gli rivelò tutto in pochi secondi.
Il pinguino era rimasto a bocca aperta, senza parole.
Riuscì soltanto a guardare Sam basito dopo la sua rivelazione.
-Sam, m-mi dispiace tanto, davvero io… n-non so proprio che dirti… è stato davvero scorretto; posso solo immaginare come ti sia sentita…-le disse sinceramente dispiaciuto per lei. La vide alzare gli occhi al cielo in segno di impazienza e alzarsi in piedi di scatto.
-Beh… è per questo che ora voglio andare via! Io lo odio per questo e ora non può pretendere che lo perdoni facendo finta di niente, non mi abbasserò a questo livello! Ti dico subito che stanotte me ne vado- detto questo, gli fece l’occhiolino, come segno di vittoria.
Lucas si meravigliò del suo repentino cambiamento d’umore: un attimo prima sembrava triste e adesso era come se avesse una voglia matta di vendicarsi felicemente di qualcuno.
Ma l’ultima frase che disse la pinguina fece rimanere Lucas interdetto.
-Aspetta… te ne vai? Di nuovo??- le chiese stupito.
-Sì- gli rispose semplicemente lei –Al dire il vero non sarei mai dovuta tornare… Non fraintendermi, sono felicissima di aver trovato te e i ragazzi, ma non ho voglia di passare il resto dei miei giorni appresso a uno a cui non importa niente di me, mi dispiace- concluse la pinguina –Però, ci rivedremo- gli disse poi sorridendogli e dandogli un pizzicotto.
-Ehi! Quello è il mio ruolo!- ribatté Lucas prendendola e facendole il solletico.
-AHAHAHAHAH, BASTA, TI PREGO! AHAHAH!!- si dimenava la pinguina per cercare di non morire dalle risate.
-Lupacchiotta mia- le disse Lucas buttandola a terra e guardando divertito la figura a terra agonizzante.
Dopo varie risate, l’aiutò a rialzarsi.
-Buona fortuna, Sam- le disse sinceramente lui.
Era molto dispiaciuto di dover salutare di nuovo –e questa volta forse per sempre- la sua amica.
-Non dirlo a nessuno- gli disse Sam velocemente.
-Tranquilla- le rispose lui ammiccandole.
Le diede la pinna un paio di volte prima di salutarla definitivamente.
-Ehi, Lucas- lo richiamò dopo qualche istante, la pinguina.
-Dimmi- Lucas si girò incuriosito guardandola in attesa.
-Grazie- gli disse semplicemente Sam sorridendogli compiaciuta –Sei un grande!-
Lui, onorato da quelle parole, le rivolse un sorriso come per dirle “Tutte le ragazze me lo dicono, non sono sorpreso”.
Alla fine si girò e sparì dietro l’angolo.
Sam si era come liberata di un peso ora che aveva rivelato a Lucas ciò che le aveva fatto il padre.
Si fidava di lui, sapeva che non l’avrebbe detto a nessuno, neanche alla sua ombra.
Ora doveva solo pensare a come scappare da lì senza dare nell’occhio.
Ormai si era allontanata da più di un’ora e suo padre sicuramente in quel momento la stava cercando dappertutto. Benissimo. Ne approfittò per sgattaiolare via velocemente dalla zona del raduno silenziosamente e in pochi minuti raggiunse il mare…
 
La pinguina si guardò intorno.
Davanti a lei un’immensa distesa di mare aperto e cercava disperatamente un modo per tornare in America… ma come fare?? Questo era il problema.
Fino a quando una lampadina non le si accese nella testa… un iceberg, ma certo!!
Sarebbe bastato un grosso iceberg a farle la zattera per riuscire ad arrivare in America.
Si avvicinò velocemente a una parete di ghiaccio e con una forza che non credeva neanche lei di possedere (forse era solo la forza di volontà) riuscì a staccare una grossa e molto spessa lastra di ghiaccio e si avvicinò alla riva.
C’era quasi… ormai la sua libertà era ostacolata soltanto da quel mare…ecco…la sua “zattera” stava per toccare il gelido mare quando la pinguina si fermò bruscamente…
“Perfetto… e ora da dove cavolo vado?!” pensò Sam super irritata.
Già… non aveva calcolato che per arrivare in America si doveva seguire una rotta precisa, e lei non sapeva assolutamente quale fosse! Ecco, e ora che avrebbe fatto??
Tuttavia, cercò di non perdere la pazienza: fece un bel respiro e cercò di ricordarsi come, un mese prima, lei e il padre arrivarono lì in Antartide, ma niente, vuoto totale…
Si guardò intorno alla ricerca di qualche indicazione, ma niente ancora.
Sospirò molto irritata e affranta…
Era la sua unica occasione per scappare da quella prigione e non voleva lasciarsela sfuggire!
Ma perché non si era memorizzata la strada del ritorno, perché??!
Poi…come una fucilata che fece spaventare non poco la pinguina, sentì in lontananza la voce di suo padre che la richiamava…
-SAMANTHA!!- sentiva gridare suo padre.
Era evidente che la stesse cercando, dopo aver notato la sua improvvisa e inaspettata assenza al raduno.
Lo vide circa cinquecento metri più lontano e lei non fece altro che spingere più in fretta la sua lastra di ghiaccio verso il mare, per il timore di essere ritrovata dal padre, che era proprio quello che non voleva.
Non le importava adesso dove sarebbe arrivata, per lei tutti i posti erano decenti se non c’era suo padre!
Continuò a spingere la lastra, quando con orrore sentì una voce stridula e gracchiante, tremendamente e disgustosamente familiare…
No…no, non poteva essere vero… non ora!
-Stai scappando, bellezza?- le chiese in tono sarcastico un pulcinella che purtroppo Sam conosceva molto bene.
-Hans, che cavolo ci fai qui?!- le chiese lei, totalmente spiazzata dalla sorpresa.
Vedendo la sua faccia e il modo in cui la guardava le fecero venire la voglia di volergli spaccare quella brutta faccia da saputello che lei odiava tanto.
Il pulcinella non rispose subito: prima si era impegnato a squadrarla da capo a piedi con il suo solito sorrisetto, cosa che fece imbestialire non poco Sam.
-Ma insomma, che hai da guardare?! Che cosa vuoi da me, perché sei qui??!- continuava a chiedergli irritata come non mai…
Nel frattempo continuava a girare la testa dietro per controllare a che punto fosse suo padre…e con orrore si accorse che si era avvicinato di parecchio. Ancora un po’ e l’avrebbe vista!
-Hans, non ho tempo da perdere con un idiota, perciò ti dico subito di spostarti, se non vuoi essere preso a calci, capito?!- gli disse lei, ribollente di rabbia…
Il pulcinella continuava a guardarla e si avvicinò pericolosamente a lei.
-C-che stai facendo?!- gli chiese la pinguina come si posizionò di fronte a lei e le sollevò il viso con la pinna per guardarla meglio.
-Tu vuoi andare in America, vero?- le chiese guardandola negli occhi.
-E tu come fai a saperlo?!- gli chiese sorpresa allontanandolo da sé bruscamente. Come sapeva del suo piano?? Non l’aveva mica…?
-Non ti ho spiata, tranquilla. Sono arrivato solo un quarto d’ora fa, da lontano ti ho vista staccare la lastra di ghiaccio, e visto che ti guardavi sempre intorno sono giunto alla conclusione che volessi scappare, ho ragione?- e le sorrise per farle capire già che aveva capito tutto della situazione.
Sam non seppe che dire…si guardò di nuovo indietro per timore che ci potesse essere il padre alle calcagna, ma per fortuna era ancora lontano nonostante sentisse i suoi continui richiami, ai quali ovviamente faceva finta di non dare ascolto.
-Il tuo paparino mi sembra molto preoccupato, eh?- le disse divertito e volgendo lo sguardo alla figura poco lontana da loro che andava avanti e dietro.
-Non me ne frega niente- rispose sbrigativa la pinguina, cercando di oltrepassarlo, ma il pulcinella la trattenne.
-Io so tornare in America- le rivelò poi Hans.
Sam si sorprese non poco delle parole del pulcinella, ma nonostante ciò decise di non dargli ascolto visto che non gli credeva per niente; così fece finta di non sentirlo e proseguì velocemente verso la lastra.
-Dico sul serio, posso aiutarti- insistette Hans.
-E’ inutile, tanto non ti credo- e detto questo proseguì verso la lastra ma poi…
-SAMANTHA!!!-
La voce del padre all’improvviso la sentì più vicina di prima…
Si girò e…no! L’aveva vista e stava per venirle incontro!!
-No!! Io vado!- disse agitatissima Sam ma Hans l’afferrò all’improvviso da dietro e bloccò la sua fuga.
-NO! Che stai facendo?! Lasciami andare, ti prego!!- lo supplicò cercando di liberarsi con tutte le sue forze dalla sua stretta.
-Eh no, piccola. Questa volta se non mi credi ne pagherai le conseguenze! Ti ho detto che so come arrivare in America… dimmi, ora… vuoi arrivarci o preferisci stare qui con tuo padre??- le chiese tenendola ferma. Sapeva che avrebbe ceduto…
Sam era disperata, non sapeva che fare… da una parte non voleva stare al gioco di quel dannato pulcinella… ma dall’altra non voleva restare qui con suo padre! Era vicinissimo ormai, l’avrebbe presa a momenti…
-Allora?? Che hai deciso??- le chiese ancora Hans, divertendosi anche a vedere il padre che si avvicinava pericolosamente.
-Okay…okay, accompagnami tu!!- disse infine Sam, a malincuore. Ma per lei pur di non rivedere più suo padre avrebbe fatto di tutto, persino fidarsi del suo nemico…e poi ad Hans ci avrebbe pensato più tardi.
-Beh, ora lasciami!- esclamò agitandosi per liberarsi dalla stretta di Hans ma lui stranamente non mollava la presa.
-Non ho ancora finito- le rivelò Hans con un sorriso beffardo.
-Che cosa??! Che cos’altro vuoi, ora??!- le chiese disperata. Le veniva da urlare, ma si trattenne a scoprire che cos’altro volesse il pulcinella, mentre suo padre si avvicinava sempre di più a loro e cresceva l’angoscia nell’animo di Sam.
-Il mio aiuto lo avrai a una condizione: devi ammettere adesso quello che provi per me, baciarmi e metterti insieme a me- le disse col fiato corto e per poco la pinguina non sveniva.
-Che?? No, scordatelo!!- gli gridò con tutta la forza che aveva in corpo lei, ormai allo stremo.
-Come vuoi, allora il papà ritroverà la sua bambina- fece il pulcinella, minacciandola di consegnarla a suo padre.
-SAMANTHAAAA!!-
Joy era a un passo da loro ormai.
Sam venne presa dal panico e decise perla prima volta in vita sua di fare come le veniva ordinato.
-Va bene!! Hans, io ti amo!!- gridò Sam con tutta la sua forza, non credendo a quello che aveva fatto…
Se avesse potuto uccidersi l’avrebbe fatto all’istante.
-Ah, finalmente!- disse trionfante Hans, mentre lasciava andare la pinguina.
-Ehi tu! Lascia stare mia figlia!!- Joy era finalmente arrivato da loro –Samantha, ti avevo detto di non allontanarti!! E tu chi saresti?!- chiese infuriato al pulcinella.
Sam stava per crollare a terra.
Ecco.
Suo padre ormai l’aveva trovata e se la sarebbe portata a casa legandola a lui per non perderla più di vista… non poteva credere che non avesse funzionato! In un attimo la speranza per scappare via era svanita nel nulla.
-Io??- gli chiese Hans in modo arrogante. Vide il padre di Sam irritarsi del fatto che stesse molto vicino alla figlia e per questo ne approfittò –Chiamami pure Fidanzato di Sam- disse sorridendo in modo sarcastico e arrogante guardando il pinguino.
-Come sarebbe fidanzato??- chiese incavolato nero guardando la figlia.
Sam guardava la scena completamente pietrificata dallo shock, non sapeva che dire o fare.
-Esattamente. Io e la sua adorata bambina siamo fidanzati!- gli rinfacciò Hans con cattiveria.
Detto questo, in un attimo, si girò verso la sua “compagna”, le prese le pinne e la baciò.
Sam non capì più niente… sapeva solo che voleva liberarsi da quella situazione imbarazzante, ma Hans le aveva completamente bloccato le pinne e non poteva reagire.
Hans si staccò da lei dopo dieci interminabili secondi e guardò nuovamente il padre di Sam, che era rimasto completamente a bocca aperta.
-No! Questo non lo accetto!! Samantha, tu ora torni a casa con me, è un ordine!!- disse irritatissimo dopo la scena, e andò verso la figlia per penderla e portarla via.
Sam, ancora stordita da quello che era appena successo, era come se non badasse al padre; il suo sguardo era completamente assente.
-Te lo scordi, vecchio! Sam, corri sulla lastra, forza, forza, forza!!- e la spinse sulla zattera senza badare alle buone maniere.
Sam cadde sul ghiaccio, ma si rialzò subito e in un attimo assisté a una battaglia tra pinguino e pulcinella: suo padre aveva assaltato Hans, ma quest’ultimo lo mise k-o dandogli un colpo da dietro.
Joy perse l’equilibrio e cadde a terra, mentre Hans saliva velocemente sulla lastra.
Joy si alzò sui gomiti, giusto in tempo per vedere quel pulcinella e la sua bambina ormai su una lastra di ghiaccio in mare aperto…
Con il pensiero lancinante della sua bambina lontata da lui, dalla sua bocca uscì appena il suono del nome di sua figlia… dopodiché si abbandonò a terra, piangente e agonizzante.
Ecco. Ora che aveva ritrovato sua figlia, l’aveva persa di nuovo…
Per lui era un dolore troppo grande e, ancora una volta, non aveva mantenuto la promessa fatta alla sua adorata moglie, Eliza…
Un’ultima fitta al cuore e le continue lacrime lo fecero addormentare lì, sul gelido suolo.
 
-Hai visto? Yeee, ce l’abbiamo fatta!!- continuava a urlarle Hans, felice come non mai.
Più che altro era contento del fatto che adesso “possedeva” la sua preda… la sua adorata preda.
Sam invece sembrava come se fissasse il vuoto davanti a sé.
Ce l’aveva fatta. Adesso era LIBERA. Non più sotto ordini inutili di un essere che voleva essere chiamato “papà” da lei…
Di questo era strafelice, ma…che cosa aveva fatto per ottenere tutto questo?? Si era messa con…Hans!
Il solo pensiero di averlo baciato (per di più contro la sua volontà) le fece venire un tale ribrezzo che le si chiuse lo stomaco per tutta la giornata.
E mentre si scrollava le schifose pinne del pulcinella di dosso (era eccitato all’idea di essere fidanzato finalmente con Sam, ne valeva la pena approfittarne subito!) non fece a meno di chiedersi che cosa sarebbe successo di lì a poco…
Aveva risolto il problema di suo padre. Ora doveva risolvere quello del suo “fidanzato”, pensò con angoscia e vergogna…
Ma la vera domanda che le martellava la testa era: come avrebbe reagito Skipper alla notizia??
Scacciò quel pensiero immediatamente; doveva finirla di pensare a Skipper, uffa! Eppure, mai come in quel momento il suo pensiero era andato a lui…
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTIII XD  
ALLORA, HO ESAGERATO CON LA LUNGHEZZA DEL CAPITOLO, MA VABBE…
MA CHE COSA E’ SUCCESSO QUI? DIRE IL FINIMONDO E’ DIRE PROPRIO POCO, EH?
COMUNQUE…FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE CON UNA RECENSIONE, NON SONO MOLTO CONVINTA DEL CAPITOLO.
GRAZIE A TUTTI:*
BACIONI, FEDE

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 27 ***


Il mattino dopo, Sam si svegliò molto tardi. Aveva passato quasi tutta la notte a pensare a quanto era successo poche ore prima.
Non poteva davvero credere che ora era libera. Libera finalmente da suo padre, dai suoi lamenti, dai suoi ordini e dalle sue noiose storie di quanto sarebbe stata felice la madre se avesse potuto vederla…
Sarebbe tornata in America e non avrebbe mai più rimesso piede in Antartide, almeno questa era la promessa che aveva fatto a sé stessa.
Andava tutto bene se non fosse per un problema: per riuscire a tornare in America e liberarsi di suo padre, aveva dovuto “fidanzarsi” con il suo nemico, Hans, un pulcinella di mare molto irritante che non sopportava e che era stata costretta a portarselo con sé, e solo a pensare che la sera prima l’aveva baciata, le venne lo strano impulso di vomitare.
E così fece. Dopo essersi alzata, tenendosi una pinna sul becco per frenare il conato di vomito, corse verso l’estremità dell’iceberg che faceva loro da zattera e vomitò.
“Un vero schifo…bleah!!” pensò disgustata Sam, mentre si puliva il becco e voltandosi di scatto verso il pulcinella sdraiato poco più avanti per assicurarsi che non si fosse svegliato.
La pinguina sospirò e tutto quello che voleva fare in quel momento –ora che aveva superato il primo ostacolo del padre- era cercare un valido modo di spiegare a quell’essere che lo avrebbe volentieri fatto fuori piuttosto che baciarlo un’altra volta.
 
-Ragazzi!- urlò Marline entrando nel quartier generale dei pinguini. Questi ultimi sobbalzarono e notarono chiaramente che la lontra era molto agitata e respirava affannosamente.
-Che succede, Marlene?!- chiese quasi bruscamente Skipper. Sospettò quella visita improvvisa come un avviso di qualcosa molto importante e non si sbagliò: quando Kowalski le disse di calmarsi e spiegare che cosa era successo, la lontra si affrettò a dare spiegazioni.
-Hans…non c’è…non lo trovo da nessuna parte…lo avete visto??- disse col fiatone.
I quattro parvero sorpresi.
-No, Marlene, da qui non è passato…-le rispose vagamente il piccolo Soldato.
-Hai cercato dappertutto, Marlene?- chiese uno Skipper serio e preoccupato.
-Sì, dappertutto, in tutti gli habitat…perfino nel carretto delle granite…- gli rispose lei, volgendo lo sguardo su tutti e quattro i pinguini.
-Ma non può essersene andato così! In questi giorni c’era sempre Alice a perlustrare i recinti, e almeno la guardiana lo avrebbe visto sgattaiolare da qualche parte…- ipotizzò lo scienziato del gruppo, con la pinna sotto il becco in modo da assumere l’aria di chi sta formulando un sensato ragionamento.
-Kowalski, andiamo! Io ho già capito come può essersene andato quel disgustoso pulcinella…- rivelò Skipper con fermezza, scoccando uno sguardo molto severo a tutti i presenti.
I tre pinguini e Marlene si voltarono stupiti verso di lui.
-E come avrebbe fatto??- chiesero tutti e quattro in coro, fissandolo in attesa.
Skipper, per tutta risposta, si mise una pinna sulla faccia per l’impazienza.
-Possibile che non lo abbiate capito??! Se davvero Hans se ne è andato e non si trova nello zoo, e visto che in questi giorni Alice ha supervisionato tutti gli habitat per tutte le sue ore di lavoro, questo significa solo che…- e fece una pausa teatrale, aspettandosi di sentire la soluzione dagli altri, ma ottenne solo un insieme di sguardi vaghi e interrogativi.
Skipper li guardò come se avesse davanti dei ritardati.
-Sveglia!! E’ scappato di notte, mentre nessuno gli era alle calcagna!- rivelò infine perdendo definitivamente la pazienza.
Kowalski fece un gesto di stizza ed escamò:-Ma perché non ci ho pensato?!-
Marlene sbatté le palpebre, arrossendo leggermente per non essere arrivata a una conclusione così ovvia.
Per rimediare alla figuraccia, Marlene decise di fare una domanda che alla fin fine volevano fare tutti quanti.
-Sì, ma…dove sarebbe andato?-
-Non lo so e non m’interessa- disse all’improvviso Skipper, guadagnandosi sguardi stupiti da parte di tutti i presenti.
-Come sarebbe “Non m’interessa”??!- gli chiese una Marlene esterrefatta dall’atteggiamento e dallo sguardo alquanto indifferenti da parte del suo amico.
-Hai capito bene- disse semplicemente Skipper.
-Ma…signore, per quanto ne sappiamo, Hans potrebbe anche stare organizzando qualcosa di molto brutto, come un piano di vendetta nei tuoi confronti!- disse Kowalski, anche lui sorpreso dall’affermazione di Skipper.
Soldato e Rico annuirono fermamente.
-Non penso proprio che Hans stia organizzando un piano. Anzi, io penso che se ne sia andato perché non gli andava di dividere la sua stanza con una donna- disse riferendosi a Marlene –E anche perché in fondo qui non aveva niente da fare…- disse infine pensando che era venuto allo zoo solo per vedere la pinguina.
Ma con questo pensiero, gli venne in mente qualcosa di orribile all’improvviso.
Purtroppo per lui questo pensiero divenne collettivo, perché tutti assunsero uno sguardo di uno che ha capito tutto della vita.
Il primo a riuscire a parlare fu Kowalski.
-Niente da fare… ma certo!! Ricordate? Era venuto qui per vedere Sam! E siccome non c’era potrebbe essere andato in Antartide a cercarla!-
Appena ebbe finito questa frase a tutti vennero i brividi, pensando alla reazione che avrebbe potuto avere la pinguina alla sola vista di Hans. Sicuramente lo avrebbe fatto a pezzi senza pensarci due volte.
-Ah beh… se è per questo allora è inutile preoccuparsi… Io torno alla caverna, ci vediamo dopo!- disse la lontra prima di salutarli e uscire dal portello di uscita.
Soldato e Rico si guardarono, fecero spallucce e si diressero vicino alla caffettiera a controllare che il caffè fosse pronto.
Kowalski si girò rapidamente verso il suo campo, come se quell’atteggiamento apatico che aveva avuto poco prima non lo avesse convinto per niente.
Skipper evidentemente lo aveva intuito e con un gesto della pinna zittì Kowalski, avendo capito che il suo braccio destro volesse dirgli qualcosa.
Skipper si diresse verso Soldato e Rico, intento a gustarsi il suo buon caffè e Kowalski, sebbene perplesso e un po’ deluso, si unì a loro.
 
-Buongiorno, amore mio!-
Sam sobbalzò a quell’affermazione e, quando si girò, vide l’orribile scena di Hans intenzionato ad avvicinare il suo becco a quello di Sam.
Quest’ultima per tutta risposta lo spinse via, con un’espressione di puro disgusto dipinto sulla faccia.
-Stammi lontano!!- gli disse, alzandosi e allontanandosi il più possibile dal pulcinella.
Hans la guardò divertito.
-Che ti prende? Non vuoi dare il buongiorno al tuo fidanzato?- e la guardò di sbieco, avvicinandosi ancora a lei.
-Ascoltami bene, schifoso essere che non sei altro: TU-NON-SEI-IL-MIO-FIDANZATO!!- gli disse la pinguina, allontanandolo di nuovo con uno spintone e guardandolo truce.
-Ahhh. Allora vuoi dire anche che prima hai fatto solo finta?- le chiese con un odioso ghigno sarcastico sulla faccia.
-Ohhh, allora sei intelligente, Hans! Sai, incominciavo a dubitare- disse Sam, guardandolo scocciata e sedendosi sulla sporgenza dell’iceberg.
-E io non credo che tu abbia fatto finta… tu non sei tipa da dire “Ti amo” solo per fare “finta”- disse Hans, sedendosi accanto a lei.
Sam lo guardò e scoppiò in una risata così fragorosa che le uscirono le lacrime.
-AHAHAHAHAH!! Dillo di nuovo, dai! AHAHAH! Oddio, si vede che non mi conosci per niente, bello…- disse una Sam parecchio divertita e guardandolo come se fosse un cucciolo ingenuo.
Hans si fece d’un tratto serio.
-Ah, sì? Pensi che non ti conosca? Mi pare che sia il contrario, eh. Pensi che io sia tanto stupido, ma non credere che ti lasci andare tanto facilmente. Adesso che ti sei dichiarata, arriveremo in America e lì progetteremo la nostra vita insieme!- disse infine Hans con aria sognante.
Sam lo guardò a dir poco spaventata e si alzò subito dopo, seguita dal pulcinella, che la guardava ancora seriamente.
-Tu sei pazzo!! La nostra vita insieme??! Quale parola della frase “Tu non sei il mio fidanzato” non capisci??! Io e te non siamo fidanzati, come te lo devo dire?? E di conseguenza non possiamo pianificare nessun “progetto”, anche perché la sola idea mi fa venire il voltastomaco! E quindi… ehi! M-ma c-che stai facendo??!- balbettò infine la pinguina.
Hans l’aveva improvvisamente afferrata per le pinne e l’aveva avvicinata a sé.
Sam sentiva il suo fiato sul collo.
-Senti, piccola, prima di tutto sei stata tu a scegliere di metterti con me, e se non avessi voluto avresti potuto benissimo dire di no, e ti avrei lasciato con il tuo paparino… era questo che volevi?-
Ora il suo becco era vicinissimo a quello di Sam che, per tutta risposta, gli mollò un calcio nelle parti basse.
Hans urlò di dolore e lasciò subito la pinguina, che si ricompose, assumendo la sua solita aria di quelli che non hanno paura di niente.
-Se ti avvicini di nuovo a me in quel modo, ti giuro che non rivedrai i tuoi gioielli per un po’...- e lo guardò furiosa.
Hans, dopo un po’ d’agonia, si rimise in piedi, guardandola quasi divertito.
-Che cos’hai da ridere tanto??! Sei stato tu a minacciarmi e a dirmi che se non mi fossi messa con te, mi avresti lasciata a mio padre… ed era quello che non volevo!- gli urlò la pinguina furiosa, standogli ben lontano.
Hans rise malvagio e questo fece irritare tantissimo la pinguina.
-Ohhh, allora è così? Dai, a questo punto torniamo indietro e torna con tuo padre, sarà preoccupato per te…- le disse sarcastico.
-Cosa??! No! Per niente al mondo voglio tornare da quell’essere! E’ fuori discussione!- urlò la pinguina risoluta, quasi temendo che Hans avrebbe fatto veramente una sciocchezza, il solo pensiero l’aveva terrorizzata.
-Non vuoi rivedere tuo padre, allora? Bene. Allora devi stare con me. Questi erano i patti, ricordi? Dovresti ringraziarmi: se non ci fossi stato io a salvarti, adesso staresti marcendo con il tuo paparino. Allora?- le chiese avvicinandosi ancora alla pinguina e spingendola all’improvviso.
Sam scivolò a terra ed esclamò un:-Ahia!- prima di trovarsi il pulcinella sopra di lei.
La pinguina guardava il suo “fidanzato” terrorizzata, ma non lo diede a vedere.
Hans la fissò ancora per qualche secondo.
-Allora?- le chiese ancora –Non è così?-
La pinguina non poteva muoversi sotto il peso del pulcinella. Roteò soltanto gli occhi in segno di impazienza e poi lo guardò truce.
Non voleva dirlo ma Hans aveva perfettamente ragione.
Aveva permesso lei stessa che il fatto accadesse e ora doveva arrangiarsi. D’altro canto, avrebbe fatto di tutto –proprio di tutto- per non restare in Antartide con suo padre… persino subire una tale umiliazione con Hans! Ma questo non glielo avrebbe detto per nessuna ragione al mondo.
-Chi tace acconsente- disse trionfante il pulcinella, prima di godersi un’ultima visione della sua Sam in trappola sotto di lui.
Dopodiché, senza lasciare che la pinguina potesse opporre resistenza, la baciò con foga.
Sam avrebbe dato tutto l’oro del mondo per toglierselo di dosso, ma purtroppo il pulcinella  la teneva ben salda.
Passarono venti interminabili secondi. Dopo, Hans si alzò da lei e si allontanò subito, come per timore che la pinguina potesse colpirlo di nuovo da un momento all’altro.
Sam si alzò barcollando, ripulendosi bene il becco, disgustata.
No, pensò. Non avrebbe permesso al suo nemico di trattarla così, né ora né mai.
Gli avrebbe dato una lezione, ma non in quel momento, dato che vide in lontananza qualcosa di familiare…
In un attimo capì: era terra.
Si stavano avvicinando all’America.
 
ANGOLO AUTRICE: SALVE A TUTTI, UTENTI! ECCO PER VOI UN ALTRO CAPITOLO:)
FATEMI SAPERE SE CI SONO ERRORI O COSA NE PENSATE CON UNA RECENSIONE;)
ALLA PROSSIMA!
BACI, FEDE

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Capitolo 28
*** CAPITOLO 28 ***


Un boato.
Fu questa la prima cosa che sentirono Skipper, Kowalski, Rico e Soldato quella notte.
Fu talmente inaspettato che i quattro caddero giù dal letto ansimanti.
-Ma che cosa è stato??- chiese un Soldato parecchio scoso e spaventato.
Rico si girava da tutte le parti, come se convinto che quel rumore venisse dalla loro base segreta.
Skipper si prese la briga di fermarlo con lo sguardo e rivolgere velocemente la parola al suo braccio destro.
-Kowalski, che dici? Che natura potrebbe avere quel boato? Avanti sbrigati!- gli ordinò in tono e sguardo sbrigativo. Era chiaro che non vedesse l’ora di andare a controllare lui di persona cosa stesse succedendo lì fuori.
-Le opzioni sono due: o si è trattato di un guasto all’impianto della caldaia, oppure l’irruzione di qualche nemico…- concluse Kowalski.
-Quanto ci scommettete che è la seconda?- chiese Skipper lanciando un’occhiata allusiva agli altri tre.
-Quello che ho imparato in questi anni, Skipper, è che quasi sempre ciò che dici è vero- disse Soldato rivolgendo al suo capo un gran sorriso.
-Io toglierei quel “quasi”, Soldato; ma sono comunque lusingato- disse il pinguino-capo restituendogli il sorriso.
Detto questo, tutti e quattro nel giro di dieci secondi si trovavano già fuori dalla loro base a cercare la fonte di quel trambusto.
-Ehi, ragazzi! Anche voi avete sentito quel boato??- chiese una voce che fece sobbalzare i quattro, che si girarono e videro una Marlene parecchio preoccupata.
-Se lo abbiamo sentito? Siamo praticamente caduti dal letto dallo spavento…- cercò di spiegare Soldato.
-Non c’è bisogno di scendere nei particolari, Soldato- lo interruppe severamente Skipper, come se si vergognasse di raccontare una cosa del genere alla sua amica.
Alla sua reazione, la lontra ridacchiò un pochino, cosa che fece arrossire violentemente Skipper, che si girò per non farsi vedere.
-Volete che vi aiuti a cercare di capire cosa è successo?- chiese poi Marlene, guardandoli tutti e quattro, uno per uno, in attesa di una risposta.
-Beh, se non ti è di disturbo, potresti pure aiutarci, altrimenti se sei stanca puoi pure tornare a letto, è appena mezzanotte- le ricordò Skipper.
-No, dai. Ora che sono sveglia, non ho più sonno… Vi aiuterò- disse infine decisa.
-D’accordo- dissero i quattro pinguini in coro.
-Secondo me è meglio dividerci: potremmo andare io e Rico da una parte, mentre tu, Skipper, con Marlene e Soldato vai da un’altra- propose Kowalski.
-Per me va bene- gli confermò Skipper –Tu che ne dici, Marlene?- le chiese poi, girandosi verso di lei.
Ma Marlene non gli rispose. Sembrava presa a fissare qualcosa davanti a sé. Aveva uno sguardo totalmente orripilato e incredulo dipinto sul muso.
Anche gli altri se ne accorsero e anche loro fecero lo stesso: cerarono di capire cosa stesse guardando con tanto sconcerto la lontra.
Poi, un istante dopo, anche loro non poterono che fare lo stesso.
-Ma salve- li salutò una figura davanti a loro. Una figura che conoscevano molto bene…
-HANS!!- urlarono i pinguini, che immediatamente si misero in posizione di attacco.
-Oh, non vi agitate… non sono qui per combattere, anzi…- incominciò a dire il pulcinella, con uno sgradevole sorriso sulla faccia -…sono qui per salutarvi. E’ stato bello vedervi la scorsa volta, ma spero che ci saranno altre occasioni- concluse Hans con il solito sorrisetto.
I pinguini ebbero il tempo di assorbire ciò che aveva detto Hans. Poi, Skipper gli rivolse la parola, più furente che mai.
-Non ti credo!- disse solo Skipper.
L’unica reazione del pulcinella fu di fare spallucce.
-Come hai fatto a creare tutto quel boato?- gli chiese il timido Soldato, incuriosito.
-Quale boato? Ah sì, quello di prima! Mi dispiace, ragazzi, ma non sono stato io- rivelò senza troppi problemi, Hans.
I quattro lo guardarono sottecchi, mentre Marlene era ancora sconvolta e guardava poco distante da Hans.
-Certo, in questo caso è come dire che adesso gli asini possono volare!- disse in tono sarcastico Kowalski.
-Amico, lascia perdere. Suggerisco di agire immediatamente, al mio tre. Appena vi avviso, fate…- disse Skipper, ma il pulcinella lo interruppe.
-E’ la verità, non sono stato io. So benissimo di essere un bugiardo, ragazzi, ma vi posso assicurare che questa volta non ho fatto niente… ma, comunque so chi è stato- rivelò infine Hans, con una risatina.
Skipper e Kowalski si guardarono sospettosi.
-Chi sarebbe stato, allora? Aventi, parla!- gli intimò Skipper, furioso.
-Un attimo, quanta fretta, mamma mia!- detto questo si allontanò.
I pinguini lo seguirono subito, come per timore che scappasse.
Ma si allontanò solo di un paio di metri.
I quattro lo videro come se stesse tirando qualcosa.
Ma questo qualcosa, evidentemente, era “qualcuno”, perché sentirono una voce, all’inizio non chiara.
-Lasciami, no!-
-Devi solo farti vedere per qualche minuto e poi ce ne andremo, non fare la polemica!-
-Ti ho detto che non voglio! No, no, non toccarmi, stammi lontano! Non voglio, no!!-
-Non sarà niente di che, non fare la bambina capricciosa!-
-Non voglio vedere nessuno, lasciami immediatamente!!-
L’altra voce, all’inizio bassa, pian piano si fece chiara come l’acqua e in un secondo tutti parvero riconoscere di chi fosse.
In un lampo, lo sguardo di Skipper passò dal sospetto al sorpreso più profondo.
Non poteva crederci… Sam era lì, era tornata allo zoo!!
Il suo cuore perse un battito per l’emozione e la felicità, anche se dovette lottare con tutto sé stesso per non darlo a vedere.
Non sentiva la sua bellissima voce cristallina da tempo…
Cercò di rimanere lucido e calmo, ma poi…
Si rese conto solo in quel momento che si trovava con Hans… lui la stava toccando.
Un istinto omicida si impadronì di lui in un attimo.
Voleva mettergli le mani addosso e urlargli nell’orecchio di lasciarla stare; ma sapeva di non poterlo fare, non ne aveva il diritto.
E poi, doveva riconoscere che era stato proprio lui a far sì che Hans l’andasse a cercare e se in quel momento si fosse messa con lui non poteva farci niente, dato che si era ripromesso che l’avrebbe dimenticata…
Ma la verità era che lui non ce l’aveva fatta…non l’aveva dimenticata per niente e ora, come avrebbe fatto visto il suo improvviso e soprattutto inaspettato ritorno??
Era sconvolto.
Anche i suoi colleghi, si poteva dire, erano molto sorpresi.
Kowalski rivolse uno sguardo furtivo a Skipper il quale non lo ricambiò per niente.
Dopo, Skipper si girò verso Marlene, che aveva uno strano sguardo.
-Cosa c’è, Marlene?- le chiese il leader con cautela.
La lontra lo guardò.
-Sapevo che sarebbe tornata. In un modo o nell’altro sarebbe tornata. Solo, non pensavo così presto- detto questo, si girò e corse via, verso la sua casa.
Skipper avrebbe giurato di aver intravisto un luccichio nei suoi occhi prima che questa se ne andasse.
-Allora!-
Il richiamo del pulcinella lo fece ritornare bruscamente nella realtà.
Hans era davanti a lui e i suoi uomini, e teneva per la pinna la piccola Sam, imbarazzatissima, con lo sguardo costantemente rivolto dall’altro lato.
Skipper non sapeva che fare; se essere felice del suo ritorno o no.
Ma d’altra parte, la vista della pinna di Hans fermamente attaccata a quella della pinguina, lo fece tremare di rabbia.
Kowalski, Rico e Soldato, invece, la guardavano a bocca aperta.
-Avanti, che c’è? Non vuoi salutare i tuoi “amici” per l’ultima volta?- le chiese Hans, guardandola sognante.
-Emh…- fu tutto quello che riuscì a dire Sam, ancora con la testa girata. Non aveva il coraggio di guardare n faccia i suoi ex amici e raccontargli la verità.
Soprattutto non aveva il coraggio di guardare Skipper.
Si vergognava troppo, dopo quel sogno che aveva fatto su di lui…
I quattro, anche se ancora sgomenti, la fissarono in attesa.
-Non lo vuoi dire? D’accordo, allora ci penso io, piccola. Vi annuncio con grande piacere che io e Sam ci siamo fidanzati e da domani andremo a vivere insieme!- disse trionfante.
La prima reazione che ebbero tutti e quattro, fu rimanere a bocca aperta per il fiume di informazioni che avevano ricevuto in meno di dieci secondi.
Skipper ci mise qualche istante per digerire ciò che aveva sentito e, quando ne ebbe la piena consapevolezza, fu come se qualcosa di duro e pesante gli avesse schiacciato il cuore fino a spezzarlo.
Non poteva crederci, era successo veramente…
Certo, doveva aspettarselo. Ma la verità era che non avrebbe mai pensato che sarebbe successo veramente, o almeno lo sperava, conoscendo la pinguina…
Hans l’aveva chiamata “piccola”, un nomignolo affettuoso di per sé, e che Skipper avrebbe desiderato usarlo lui per Sam, ma che invece lo stava facendo il suo nemico, e questo gli fece ribollire il sangue…
Poi…il suo nemico insieme alla pinguina che amava…
Non potè che sentirsi un’ipocrita ad aver pensato fino al giorno prima che se Hans si fosse messo con Sam l’avrebbe dimenticata più facilmente, invece questo non faceva altro che fargli male…
Un dolore profondo che non era sicuro avrebbe superato subito…
Lottò con sé stesso per rimanere calmo. Fece un respiro profondo, ma tremante.
Continuava a fissare Sam in attesa di una sua reazione, che non tardò ad arrivare.
La pinguina si girò furente dalla parte del suo “compagno”.
-Smettila di dire che andremo a vivere insieme, lo sai che non voglio!- gli disse guardandolo con fare assassino.
-Troveremo un modo…- minimizzò Hans con un sorrisetto irritante e dandole un bacetto sulla fronte (Skipper gli volle tanto dare un pugno, ma si trattenne), che lei si pulì subito, disgustata.
-No, che non troveremo niente! Non ho intenzione di farmi trattare così da un doppiogiochista ridicolo come te! Lasciami!- gli ordinò Sam furiosa.
Il suo sguardo di fuoco bastò per far allentare la presa ad Hans.
La pinguina si liberò con uno strettone, superò in fretta i quattro pinguini senza guardarli e corse in direzione dello zoo il più in fretta possibile.
Hans fece per seguirla, ma Skipper gli sbarrò la strada.
-Lasciala stare- gli ordinò seriamente Skipper.
Hans si alterò.
-Non sei tu a decidere se devo seguirla o no- gli disse in tono altezzoso –E’ la MIA ragazza, non la tua- disse infine sprezzante, per poi superarlo e cercare la sua fidanzata.
Kowalski lo guardò come per chiedergli perché lo avesse lasciato andar via.
-Ha ragione- fu tutto quello che riuscì a dirgli.
Si incamminò verso la base e fece segno ai suoi uomini di seguirlo.
 
 
ANGOLO AUTRICE: ALLORA, INNANZITUTTO PERDONATEMI PER LA LUNGA ATTESA, MA TRA SCUOLA LA MATTINA E COMPITI IL POMERIGGIO NON HO AVUTO IL TEMPO DI DEDICARMI ALLA STORIA…
BEH, ECCO A VOI UN ALTRO CAPITLO, SPERO TANTO CHE VI PIACCIA:)
FATEMI SAPERE SE VI PIACE O SE CI SONO ERRORI GRAMMATICALI O DI ALTRO CON UNA RECENSIONE;)
ALLA PROSSIMA!!
BACI:*FEDE

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 29 ***


Sam entrò nella caverna di Marlene un minuto dopo.
Non poteva credere di essere all’interno di quella casa… quella che fino a poco tempo prima era anche casa sua oltre che di Marlene.
Ricordi improvvisi le affiorarono in mente per poi scacciarli dopo un istante: non poteva pensare a quelle cose, quando era entrata lì unicamente per concedersi un paio di minuti senza quel pulcinella appiccicoso e odioso… prima o poi avrebbe trovato il modo per toglierlo di mezzo una volta per tutte; non avrebbe sopportato a lungo l’umiliazione che stava subendo.
Di certo, non glielo avrebbe permesso ancora per molto, ma per ora era meglio fargli credere di essersi fidanzato con lei almeno per farla stare lontana da suo padre.
Il solo pensiero del genitore le fece salire un odio smisurato nelle vene, che riuscì a colmare solo quando avvertì uno strano suono provenire dalla parte più interna della caverna, precisamente nella cucina.
La pinguina vi si avviò e trovò la sua vecchia coinquilina in lacrime, con le mani che le coprivano il volto.
Sam rimase un po’ colpita dalla scena. Non aveva mai visto Marlene piangere e ora che lo stava facendo davanti ai suoi occhi, era sicura di aver avvertito una strana sensazione dentro di sé.
Era dispiacere? Sam non riuscì a spiegarselo, ma di una cosa era sicura: vedere la lontra piangere non le aveva fatto provare belle o normali sensazioni, anzi…
Una parte di lei voleva avvicinarsi per chiederle cosa non andava, ma l’altra, quella che prevaleva sempre per l’orgoglio, non voleva.
Fece per tornare indietro, quando per sbaglio andò a sbattere contro la chitarra spagnola tanto adorata da Marlene.
Quest’ultima si girò spaventata dalla direzione della pinguina, che le rivolse uno sguardo alquanto imbarazzato.
Marlene si asciugò immediatamente gli occhi.
-Che ci fai qui?- le chiese la lontra in un tono che non suscitava nessun’emozione.
-Volevo sfuggire ad Hans- le rispose semplicemente la pinguina, anche lei non guardando negli occhi Marlene.
-Tanto ti troverà lo stesso, se rimani qui- la informò la lontra.
La prima reazione della pinguina a quell’uscita fu di alzare finalmente lo sguardo per guardare gli occhi della sua vecchia coinquilina che ancora luccicavano per il pianto di poco prima che voleva tanto nascondere.
-Se vuoi, me ne vado-
E così dicendo girò i tacchi avviandosi verso l’uscita.
-Non ho detto che voglio- disse improvvisamente la lontra in tono piatto.
Sam frenò all’improvviso, non credendo alle sue orecchie. Si voltò bruscamente verso Marlene con sguardo incredulo.
-Puoi rimanere- disse ancora Marlene, guadagnandosi uno sguardo ancora più stranito da parte della pinguina.
Sam non riusciva a capire. Davvero Marlene voleva che restasse? Come mai non le aveva ancora urlato di andare via??
-Prego?- fece Sam in tono sospettoso, puntandole addosso i suoi occhi azzurri.
-Dobbiamo parlare- tagliò corto la lontra. Sam, per tutta risposta, rimase a bocca aperta; ma prima che riuscisse a ribattere qualcosa, Marlene la precedette.
-Sam, io mi sono stancata di questa situazione. Non importa se non vuoi, ma devi starmi a sentire!- replicò all’improvviso Marlene, in un tono che non ammetteva repliche.
Se fosse stato in un altro momento, di sicuro Sam le avrebbe risposto a tono, ma non questa volta.
La pinguina capì fin da subito che si trattava di qualcosa di importante, poteva leggerlo negli occhi giallognoli della ex amica.
Che cosa doveva dire di così importante?
-Ti ascolto- disse semplicemente Sam. Nel suo tono si poteva scorgere una nota di curiosità.
-E’ dalla sera del mio compleanno che non abbiamo l’occasione di parlarci tranquillamente. Bene. Da quando te ne sei andata, ho avuto molte occasioni per riflettere e, beh… penso che io abbia un po’ esagerato a incolparti per il “regalo” riuscito male che mi avevi fatto…- Marlene era un po’ imbarazzata.
Sam invece, la guardava sorpresa e incredula.
-Continua…- la incoraggiò a parlare la pinguina.
-Insomma, solo ultimamente ho capito come sono stata stupida…e mi sono resa conto di non averti neanche ringraziata per il pensiero. Ecco… se lo hai fatto vuol dire che in un certo senso tenevi a me e volevi rendermi felice per una sera, dandomi quello che desideravo da sempre. Per cui… grazie mille, Sam- disse tutta d’un fiato.
Nei suoi occhi, che nel frattempo si stavano riempiendo di lacrime, scorse la figura di una Sam ancora in piedi davanti a lei che non smetteva di fissarla stranita.
Marlene abbassò lo sguardo per evitare la discesa di due grosse lacrime. Era contenta di aver detto quelle cose, anche perché le pensava veramente e man mano che passava il tempo si sentiva sempre più in colpa.
Aspettava da un momento all’altro una reazione da parte di Sam, ma non arrivava.
Alzò leggermente lo sguardo e quello che vide le fece venire una stretta involontaria al cuore: la pinguina tosta e forte che aveva conosciuto mesi prima stava versando lacrime silenziose, respirando lentamente per nascondere i singhiozzi.
Entrambe non sapevano cosa dire…
Non sapevano come, ma all’improvviso tutte e due si trovarono a correre l’una verso l’altra, per poi bloccarsi in un forte abbraccio.
Non dissero niente. Solo, continuavano ad abbracciarsi senza darsi spiegazione, senza dirsi una parola.
Rimasero abbracciate per parecchi minuti, prima di staccarsi e ricominciare a parlare.
-Mi dispiace!- disse velocemente la Sam, cercando di fermare invano le lacrime che continuavano a inondare i suoi occhi azzurri.
-No, è stata colpa mia! Se non fosse stato per me adesso non avresti problemi con Hans, io…- ma la lontra non riuscì a finire la frase, perché vide la pinguina rabbuiarsi improvvisamente e girarsi dall’altra parte. Forse, pensò, provava un po’ di vergogna.
-Non ho voluto io mettermi con lui…- affermò Sam tra i singhiozzi. Era molto turbata e nervosa e Marlene non poteva far altro che consolarla.
-Ci credo! Sam, ma perché state insieme?! Che è successo quando te ne sei andata?!- chiese Marlene, curiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Sam aspettò qualche secondo prima di risponderle.
-Ho dovuto farlo per non stare in Antartide con…- qui la pinguina ebbe un moto di odio –quello che dovrebbe essere definito mio padre- rivelò poi.
-In che senso? Tuo padre ti ha costretto ad andare via con lui? Per questo sei andata via?- chiese Marlene, incredula.
Sam rimase zitta. Dentro di sé provava molte emozioni, che non sapeva definire: un misto di odio, rabbia, ma anche vergogna e tristezza.
Tutto ciò che riuscì a fare fu scoppiare ancora di più in lacrime.
Marlene si accorse di non sopportare quella scena straziante; corse da lei e l’abbracciò forte ancora una volta.
-Risolveremo tutto, Sam, vedrai- cercava di rincuorarla, Marlene.
Non le piaceva per niente quella situazione.
In quel momento, la lontra si rese conto che in tutto quel tempo, Sam le mancava. Anche se per settimane non voleva ammetterlo a sé stessa, il fatto che la sua migliore amica fosse andata via le faceva male. Sperava che la cosa fosse reciproca, così rischiò il tutto e per tutto.
-Rimani qui- riuscì a dire infine la lontra.
-Cosa?- chiese la pinguina, asciugandosi leggermente le lacrime.
-Se ti va, puoi rimanere qui. I ragazzi non permetteranno ad Hans di darti fastidio…- spiegò Marlene, sperando con tutto il cuore che accettasse.
-Io…Sì, Marlene. Amiche come prima?- chiese imbarazzata Sam.
Anche se non voleva ammetterlo, voleva farlo da tantissimo tempo. Sperava solo che sarebbe stato lo stesso per la lontra.
-Certo che sì, amiche come prima!!- urlò di gioia la lontra, realizzando che il suo desiderio si fosse avverato.
Sam rise leggermente e si abbracciarono di nuovo forte.
-Beh ora… direi di smetterla- detto questo, Sam si staccò dall’abbraccio, guadagnandosi una risata da parte dell’amica.
-Questa è la Sam che mi piace!- esclamò Marlene.
Si diedero il cinque e pochi minuti dopo andarono a mangiare qualcosa. Sam le raccontò tutto quello che era successo da quando se ne era andata, tranne il sogno che aveva fatto su di lei e Skipper.
-Ma per quale motivo volevi sfuggire a tuo padre? Mi sorprende che ti sia messa addirittura insieme ad Hans per scappare da lui!- si ricordò all’improvviso Marlene, e rivolse a Sam uno sguardo indagatore.
Ecco. Quella era la domanda che Sam sperava non arrivasse mai.
Tuttavia, non poteva più nascondere nulla e in qualche modo si voleva sfogare. Sapeva di fidarsi di Marlene, ma dire un fatto così importante non lo aveva calcolato, anche perché non lo aveva detto a nessuno.
Prese coraggio e decise di raccontarle tutto.
-E’ successo molti anni fa… Non andavo d’accordo con mio padre e lui era sempre iperprotettivo nei miei confronti, cosa che io odio profondamente- iniziò a raccontare la pinguina.
-Certo…- Marlene la ascoltava con molta attenzione, incuriosita dalla misteriosa storia.
-E niente… un giorno capì che in realtà per lui non ero niente e me ne andai via senza lasciare traccia. Dopo dieci lunghi anni, si ripresenta e mi rovina la vita!- sbottò all’improvviso Sam, stringendo le pinne dalla rabbia.
-Non eri niente per lui? Sam, dai, non ci credo! Non esistono genitori che hanno questi pensieri, è…- disse Marlene, ma fu prontamente interrotta dalla pinguina, che in fondo sapeva che la lontra le avrebbe dato una risposta del genere.
-Beh, come vedi, mio padre è la prova che invece esistono esseri schifosi come quelli- detto questo si alzò in piedi nervosa, andando da una parte all’altra della stanza.
-Sam, calmati! Pensi veramente che ti odi? Glielo hai chiesto, per caso?-
-Non gliel’ho chiesto perché non ce n’era bisogno! L’ho sentito con le mie orecchie, Marlene, capisci?- le chiese Sam, girandosi di scatto verso di lei.
A quel punto, la lontra non sapeva proprio cosa dire. Avrebbe voluto dare dei consigli all’amica, ma non ci riusciva.
-Scusa se te lo chiedo… ma tua madre? Dov’è…?- chiese nervosamente Marlene, sapendo benissimo che si trattava di una domanda indiscreta. Sam non l’aveva nominata neanche una volta e si era incuriosita del perché.
Sam la guardò inespressiva. Poi le diede la risposta.
-E’ morta perché mi ha fatta nascere- disse semplicemente, con sguardo piatto.
A Marlene venne un colpo al cuore sentendo quelle parole. Forse era per quello che il padre la odiava tanto? Era per quello che a un certo punto Sam ha voluto scappare dalla sua terra natale?
Fatto stava che non disse nulla.
Ma in realtà cosa c’era da dire, quando ti trovavi a riabbracciare per l’ennesima volta la tua amica che per poco non era scoppiata in lacrime di nuovo?
-Non dirlo a nessuno- disse Sam, guardando seria la lontra.
-Puoi fidarti- le confermò Marlene.
In quel momento, Sam non credeva di essersi mai sentita così bene.
 
ANGOLO AUTRICE:
ALLORA, SALVE A TUTTI E VI CHIEDO GENTILMENTE DI PERDONARMI PER QUESTO IMMENSO RITARDO NELL’AGGIORNARE, COMUNQUE…
VISTO CHE E’ SUCCESSO?? CHE COLPO DI SCENA, EH;)
LA PICCOLA SAM HA CAPITO FINALMENTE CHE APRIRSI OGNI TANTO A QUALCUNO NON FA MAI MALE, E INFATTI LE HA FATTO BENE!
CHE NE PENSATE? DITEMI LA VOSTRA CON UNA RECENSIONE, A PRESTO:)

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Capitolo 30
*** CAPITOLO 30 ***


Erano le tre e mezzo del mattino e Sam non poteva credere di trovarsi di nuovo a casa, con la sua migliore amica. Ora poteva dire di sentirsi felice dopo tantissimo tempo, dopo tutto quello che aveva passato e dovuto sopportare.
Dopo mesi che parevano anni, la pinguina poteva dire di sentirsi bene e al sicuro tra la sinfonia della chitarra spagnola di Marlene e il profumo di sardine fresche.
Ma quella felicità che stava provando non sarebbe durata ancora a lungo, Sam lo sapeva benissimo.
Hans la stava cercando sicuramente in quel momento, e non faceva altro che girarsi dalla parte dell’entrata principale, come aspettandosi di trovarselo davanti all’improvviso.
Marlene la notò subito e, con uno sguardo contrariato, posò sul pavimento la sua chitarra e si diresse verso l’amica.
-Sam, non devi preoccuparti. Ti ho detto che i ragazzi non gli permetteranno mai di darti fastidio- tentò di rassicurarla, ma invano.
-No, Marlene. Quello mi starà dando la caccia. Di sicuro si aspetta che sono venuta qui- le disse nervosa.
Marlene non sapeva più come prendere in mano la situazione. Una cosa era certa, però: anche se Hans fosse venuto lì per riprendersi la pinguina, lei glielo avrebbe impedito con tutti i mezzi.  
 
I quattro pinguini erano appena tornati alla base.
Skipper era assolutamente sconvolto dalla sorpresa di poco prima…
Era felicissimo di sapere che la sua Sam era tornata, ma dall’altra parte stava male al pensiero che il suo rivale le avesse messo le pinne addosso…
Poi quella frase che gli rimbombava ancora nell mente: “Io e Sam ci siamo fidanzati e andremo a vivere insieme”…
Sperava con tutto il cuore che quello fosse soltanto un brutto incubo, ma sapeva che non lo era affatto, purtroppo.
Doveva convincersi che era arrivato troppo tardi, che ora quella pinguina che tanto amava ora apparteneva al pulcinella.
Il solo pensiero gli fece venire dei conati di vomito.
Davvero lo avrebbe accettato? Davvero avrebbe resistito a vederlo mentre con forza la abbracciava e la strattonava per impedirle di scappare?
Lui sapeva che lei non lo voleva, che non era innamorata di Hans.
Quando raccontò mesi prima del suo episodio “imbarazzante” con Hans durante il gioco “Obbligo o verità?” sospettava che la pinguina provasse qualcosa per quel pulcinella e che non voleva ammetterlo.
Ma mai come in quel momento si sentì tanto stupido. Lei non lo voleva e non l’avrebbe mai voluto, e questo pensiero un po’ lo rincuorò…
Ma come avrebbe potuto dividerli? Non ne aveva il diritto dato che erano “fidanzati” e lui, come gli aveva rinfacciato poco prima Hans, non aveva il diritto di decidere se doveva seguirla o meno.
Qualche tempo prima si era ripromesso di dimenticarla…
Ma come doveva fare?? Ci aveva provato ed era stato completamente inutile. Si era limitato a dire a Kowalski “La distanza ha funzionato. Come vedi si trattava soltanto di infatuazione”, ma in cuor suo sapeva che non era così, lo sapeva benissimo.
La verità era che amava profondamente quella piccola pinguina amante del rischio.
La amava.
E non sapeva per quanto altro tempo sarebbe riuscito a tenere per sé questa cosa. Era questione di tempo ormai.
Non voleva rinunciare a lei. O almeno, pensava di metterla al corrente prima o poi…
A lui bastava solo che lei sapesse. Poi, la scelta andava a lei, se stare con Hans o con lui.
Con lui?? Ma scherzava? Sam non provava le stesse cose che provava lui per lei, come poteva anche solo pensare che ci fossero speranze?
Purtroppo i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da Kowalski, che lo cercava.
-Skipper, Soldato e Rico sono a letto già. Andiamo anche noi?- gli chiese il cervellone, anche se sapeva benissimo di aver fatto una domanda inutile.
Il suo capo stava pensando a lei, ne era certo. Sapeva che stava soffrendo, anche se non dava a vederlo, ma in qualche modo voleva distoglierlo dai pensieri dell’ultima vicenda.
Skipper lo guardò inespressivo, non gli rispose nemmeno.
La sua mente era occupata solo da quella pinguina.
Si girò dall’altra parte, ma così facendo provocò l’impazienza del socio che, tuttavia, cercò di trattenerla e parlargli nel tentativo di consolarlo in qualche modo.
-Skipper…- iniziò a dire. Ma il pinguino non accennò a sentirlo. Capì subito che in realtà Skipper lo stava facendo apposta.
Gli si parò davanti e gli parlò risoluto.
-Skipper, io non posso vederti così! Lo so che stai pensando, lo so che stai provando ma devi reagire! Dov’è finito quello Skipper testardo che conoscevo?? Non voglio credere che non esista più, anzi…so benissimo che c’è ancora ed è forte… Stando con le mano in mano non risolverai nulla! Hai visto che cosa ha fatto Hans?? Hai visto come ha trattato Sam? Come minimo gli dovevi spaccare la faccia, possibile che non ti importa?! E non mi rispondere “Non è per lei” perché sai anche tu che non è così! Si vede benissimo che la vuoi ancora e vederla col tuo peggior nemico ti ha abbattuto…
Ma io ti dico che faresti meglio a fare qualcosa al più presto… se non vuoi perderla!- disse col fiatone. Non credeva di aver detto delle cose del genere, non credeva che un giorno le avrebbe mai dette a qualcuno, meno che mai al suo capo…
Eppure ce l’aveva fatta. Poco prima avrebbe soltanto voluto che Skipper si mettesse a letto per dimenticare, ma aveva capito subito che non avrebbe risolto nulla.
A questo punto gli rimaneva soltanto da dirgli di combattere fino alla fine per ciò che voleva… in fondo non era questo che aveva insegnato ai suoi uomini?
Skipper sembrava essersi appena ripreso dallo stato di shock causato dall’inaspettato discorso di Kowalski.
Non poteva credere che il suo braccio destro gli avesse detto quelle cose… era estremamente orgoglioso di lui, ma sentirselo dire da un suo sottoposto lo fece imbarazzare un po’.
Kowalski continuava a guardarlo in attesa.
Skipper ci mise qualche istante per rispondergli.
-Hai ragione, penso ancora a lei… in realtà non ho mai smesso di pensarla, ma non ho voluto dirti niente, perché avevo promesso a tutti voi che avrei pensato solo alla nostra squadra- disse. Aveva uno sguardo triste. Kowalski si affrettò a rispondergli ma Skipper lo interruppe subito.
-So anche che facendo così rischierò di perderla… ma mi duole dirlo… temo di averla già persa da tempo- concluse Skipper alzando gli occhi al cielo.
Kowalski non poteva credere alle sue orecchie… Davvero il suo capo si stava ARRENDENDO?? Non voleva crederci, sperava di aver capito male.
-Skipper, ma che cavolo stai dicendo?? Non l’hai persa, lei è tornata ed è tornata per restare questa volta!- kowalski quasi urlò nel dire queste parole.
-Innanzitutto abbassa i toni e poi, sì, l’ho persa! Secondo te ora starei ancora qui se non stesse con Hans??- gli chiese irritato. Non riusciva a credere come il cervello del gruppo non capisse una situazione così semplice.
Lo guardava severo, ma lo sguardo di Kowalski gli teneva testa.
-Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?! Secondo te, Sam è davvero innamorata di Hans? E, ancora, secondo te davvero andranno a vivere insieme?! Skipper, io spero che tu stia scherzando…- Kowalski era a corto di parole ora. Si era messo una pinna sulla fronte.
Skipper ci mise un po’ a rispondere.
-So per certo che Sam non lo voglia… ma ormai stanno insieme, chi sono io per separarli?- disse il leader in tono serio, guardando negli occhi il suo fedele socio.
Kowalski stava davvero perdendo la pazienza. Ma veramente il suo capo si stava perdendo in un bicchiere d’acqua??
-Ma come fai a non pensare queste cose?? Se sai per certo che lei non voglia lui, come pensi si sia messa insieme?? Per prenderlo in giro?? Lo hai visto tu stesso come cercava di non farsi toccare da lui, non pensi ci sia sotto qualcosa??- chiese Kowalski, cercando di restare calmo, ma in realtà gli ribolliva il sangue di adrenalina e rabbia.
Sperava tanto di far aprire gli occhi al suo capo e, a giudicare dallo sguardo stupito di quest’ultimo, stava sperando nel migliore dei casi.
Skipper sembrava essere sceso dalle nuvole e non poté fare altro che darsi dell’idiota per tutto quanto.
-Oh mio Dio, allora l’ha costretta con la forza! Ma come si è permesso quello schifoso essere?!- ora Skipper era furibondo. Sentiva la furia nel sangue.
Gliel’avrebbe fatta pagare, era una promessa.
Kowalski si rese conto di aver colpito nel segno e non poté che essere soddisfatto di sé stesso. Sorrise compiaciuto.
-Questo è lo spirito giusto!!- urlò di gioia Kowalski.
-Non so ancora come io abbia potuto non accorgermene prima… Grazie mille, Kowalski, sei il migliore!- gli disse Skipper sorridendo fiero.
Si diedero il cinque.
-Vado da lei, ora- disse in fretta il leader, già in direzione della porta d’uscita.
-Che vuoi fare?- gli chiese l’amico, curioso della risposta del capo.
-Meno domande stupide, più riposo, soldato!- e detto questo sparì dalla stanza.
Kowalski sorrise di nuovo. Finalmente il suo capo era tornato e nessuno lo avrebbe più fermato, lo sapeva.
Quello era lo Skipper che gli piaceva.
 
Era passata mezz’ora. Le quattro del mattino erano scoccate e Sam sembrava completamente immersa nei suoi pensieri.
-Ehi, Sam!- la richiamò alla realtà, Marlene.
Sam la guardò confusa.
-Che c’è, amica?- le chiese scherzosamente, riprendendosi dallo stato di trans.
-Niente, sembravi che stessi pensando a qualcosa- le disse Marlene, sorseggiando del succo alla pesca.
Sam non era sicura di dover confessare a Marlene una cosa tanto delicata… erano mesi che se la teneva dentro con l’intenzione di non farla scoprire a nessuno, ma ormai la cosa stava diventando ingestibile per lei.
Che fosse il momento di dirlo a qualcuno?
-Beh… ci sarebbe una cosa che dovrei dirti, ma…- era indecisa se continuare o meno. Abbassò lo sguardo, imbarazzata.
La lontra si incuriosì, e anche parecchio…
-Stai tranquilla, se è quello che stai pensando non lo dirò a nessuno- le disse sorridendo.
Pensava si trattasse di una sciocchezza, ma a giudicare dallo sguardo dell’amica e dall’atmosfera che si stava creando, non poté che ricredersi. Sicuramente era qualcosa di serio.
La pinguina si fidava di Marlene, anche se sapeva benissimo che lei era l’ultima persona a cui doveva dire quello che le stava per dire. Ma in quel momento desiderava soltanto confessare a qualcuno il suo segreto o sarebbe scoppiata.
-Penso di essermi innamorata di Skipper- disse tutto d’un fiato.
La pinguina non riusciva a guardare Marlene negli occhi e abbassò lo sguardo, in attesa di una qualunque reazione della lontra.
Marlene ci mise qualche secondo a digerire quelle parole.
Lo sapeva. Lo aveva immaginato. Prima o poi sarebbe successo.
Vide lo sguardo basso della pinguina e intuì subito quello che stava pensando: di sicuro sapeva che sarebbe stato un rischio dirglielo. Marlene, nonostante le lacrime che le pungevano gli occhi ma che tuttavia non le uscirono, si sentiva in colpa.
Adesso la sua amica doveva smettere di provare sentimenti per Skipper per rispetto nei suoi confronti??
Aveva l’anima in pace ormai, sapeva che il pinguino non provava niente per lei, se non amicizia e affetto.
Avrebbe voluto tanto dirle che anche Skipper era innamorato di lei, ma era una cosa che riguardava solo loro e lei non aveva il diritto di mettersi in mezzo.
Nonostante il colpo al cuore iniziale, poco a poco riuscì a provare felicità per la sua amica… Si era innamorata di un ragazzo meraviglioso.
-Sam, ma è fantastico! Perché quello sguardo basso? Dovresti essere felice per questo!!- le disse, avvicinandosi a lei e dandole pacche sulla spalla, cercando di nascondere gli occhi leggermente lucidi.
Sam fu alquanto sorpresa dalla reazione del’amica.
-Ma come fai ad essere felice per me? Sapere che sono innamorata dello stesso ragazzo che piace a te avrebbe dovuto farti irritare come minimo!!- le disse sorpresa alzando lo sguardo e guardandola dritta negli occhi.
Marlene era tranquilla. Sapeva che le avrebbe chiesto una cosa del genere e aveva la risposta pronta.
-Lui non è innamorato di me- disse semplicemente.
Sam assunse uno sguardo stupito.
-Veramente? Come fai a saperlo??- le chiese curiosa.
Oh oh, e ora? Marlene era nei guai, non poteva certo dirle che in realtà Skipper era innamorato proprio della pinguina! Si affrettò però a risponderle, cercando di apparire il più tranquilla possibile.
-Beh, qualche giorno dopo il mio compleanno è venuto a scusarsi con me, e mi ha detto espressamente che non è interessato a me- le disse con la voce che tremava. Ricordare quel giorno era una vera impresa, le dava una tristezza infinita.
-Ooh… mi dispiace tanto- le disse Sam, triste. Si era già pentita di averle confessato il suo segreto. Stava facendo star male la sua amica.
-Non devi preoccuparti! Il tuo regalo è stato più d’aiuto di quanto t’immagini… almeno adesso sono convinta di quello che pensa di me e se non fosse stato per te, ora vivrei ancora con un inutile illusione!- e detto questo le sorrise.
Ma Sam non era ancora convinta del tutto.
-Davvero non è innamorato di te?-
Marlene fece cenno di dissenso con la testa, sempre sorridendole.
-Ti ho rovinato la vita- disse Sam girandosi dall’altra parte.
-Ma no, assolutamente! Te l’ho detto, in realtà mi ha fatto solo bene… Secondo te sarei potuta vivere con una simile illusione?? Meglio sapere prima le cose, che non saperle mai, fidati!- le assicurò, continuando a sorridere.
Sam si rincuorò…
Di sicuro in quel momento non aveva voglia di avere una vita rovinata sulla sua coscienza, specialmente quella della sua migliore amica!
Ma… Sam che pensava certe cose??! Da quando in qua faceva certi bei pensieri nei confronti degli altri?
Era da sempre una tipa che pensava solo a sé stessa, al suo benessere, fregandosene altamente dello stato d’animo degli altri. E ora?? Non poteva credere di essere cambiata così tanto… in meglio, forse? Non le importava. Sapeva solo che la sua amicizia con Marlene era stata la cosa migliore del suoi quattordici anni di vita.
-Grazie- disse Sam, ricambiandole il sorriso. Non riusciva a dire altro.
-Ma di che? Figurati!-
La lontra si alzò, con l’intenzione di chiudere le entrate della caverna per evitare brutte sorprese, e tornare finalmente a dormire. Era esausta, era stata una lunga notte, anche se si era conclusa nel migliore dei modi.
-Vieni a dormire anche tu?- le chiese la lontra, iniziando a chiudere l’entrata.
-Non penso riuscirò a dormire oggi- disse, prendendo dei colori e iniziando a dare pennellate di celeste sulle piume del suo ciuffo.
-D’accordo. Se mi addormento, svegliami tra un paio d’ore massimo-
-Ricevutooooo- disse ridendo, Sam.
Quando la portiera dell’entrata si stava per chiudere, una voce stridula le fece sobbalzare.
-SAM!!-
Le ragazze si guardarono sconvolte: era Hans.
Con uno scatto fulmineo, la lontra cercò di chiudere in fretta l’entrata ma proprio quando mancavano pochi centimetri, il pulcinella riuscì ad arrivare e a bloccare la porta.
-Apri questa porta! Sam, amore mio, so che sei qui!!- urlò, cercando di fare forza sulla porta.
Marlene stava opponendo resistenza e cercava di chiudere la porta, ma stava per cedere.
-Sam!- gridò Marlene, con l’intenzione di chiamare l’amica e essere aiutata.
La pinguina, che nel frattempo era rimasta immobile in stato di sconcerto, si affrettò ad aiutare la lontra, ma non riuscì ad arrivare in tempo, perché Hans aveva dato uno spintone deciso e aveva fatto cadere a terra Marlene, aprendo violentemente la porta.
-Marlene!- gridò Sam. Era corsa a sollevare la lontra da terra.
-Finalmente ti ho trovata! Sono ore che ti cerco, non pensi di dovermi delle scuse??- le chiese irritato ma con quel sorrisetto arrogante che Sam non sopportava.
-Non mi abbasserò mai a tanto, bello! E non provare ad avvicinarti, sennò sai cosa ti aspetta!!- gli ordinò furiosa, facendo un passo indietro.
Il pulcinella si mise a ridere alla scena, cosa che provocò sdegno da parte di Sam.
Marlene si mise davanti all’amica, come facendole da scudo, e si rivolse ad Hans.
-Se ti avvicini a lei, sappi che te ne pentirai!- gli disse, sperando di ottenere qualche risultato, invano.
-AHAHAHAHAH. E io dovrei avere paura di voi?! Siete troppo divertenti, ahahahah- il pulcinella continuava a ridere.
Le ragazze lo guardavano senza abbassare la guardia. Mentre rideva, piano piano facevano passi indietro, nel tentativo di raggiungere l’uscita sul pavimento, che le avrebbe portate alla base dei pinguini.
Ma Hans fu più veloce: in un attimo divenne serio, fece uno scatto, fece cadere Marlene e afferrò saldamente Sam.
La pinguina urlò cercando di divincolarsi dalla stretta del pulcinella, ma lui non la mollava.
Cercava di tirargli gomitate, dato che l’aveva afferrata da dietro, però Hans l’aveva stretta talmente forte da impedirle anche il minimo movimento delle pinne.
-No! Hans, lasciala stare, lasciala stare!!- urlava Marlene menandogli zampate, nel disperato tentativo di liberare l’amica, ma non ci riuscì. E, d'altronde, Hans nemmeno la calcolava.
-E’ inutile che cerchi di opporre resistenza, piccola. Tu sei mia e ora vieni con me!- le disse Hans sottovoce, incominciando a camminare.
La pinguina poteva sentire il suo alito e si sentiva come in trappola, tutti i suoi tentativi di liberarsi erano inutili.
Sentiva ancora la sua amica che colpiva Hans e, alla fine, esasperato, con uno spintone la fece cadere lontano.
-Marlene!- gridò preoccupata la pinguina. Non voleva pensare che la sua amica fosse svenuta o altro, ma l’assenza di risposte da parte dalla lontra la fece pensare al peggio.
Sam continuava a divincolarsi, invano. Ormai erano quasi all’uscita e stava pensando di gettare la spugna.
In quel momento si sentì cadere a terra violentemente, insieme al suo “aguzzino”.
Non riuscì a capire cosa fosse successo ma, come un colpo di fulmine, sentì una voce.
-Non azzardarti mai più a toccarla!!- gridò
Il cuore di Sam sobbalzò. Skipper era arrivato appena in tempo.
 
 
ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti!! Okay, sono in ritardassimo, scusate eheheh,
Comunque…mi faccio perdonare dai miei lettori con un capitolo molto lungo e diverso dal solito^^
Spero vi piaccia e se ci sono errori, fatemelo sapere:)
Alla prossima!
Baci, Fede

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Capitolo 31
*** CAPITOLO 31 ***


Skipper si era appena avvicinato alla pinguina per aiutarla ad alzarsi. Il suo nemico era caduto poco distante e ne aveva approfittato.
-Stai bene, Sam?- le chiese preoccupato. Era arrivato nella caverna di Marlene unicamente per dichiararsi una volta per tutte alla pinguina che amava, ma aveva visto quel lurido pulcinella portarla via con forza…
Una rabbia smisurata gli aveva suggerito di colpirlo e così aveva fatto.
Non poteva sopportare la vista di Hans con Sam, attaccati come cozze su uno scoglio. Adesso le cose si facevano serie e avrebbe sconfitto per sempre il suo rivale.
La pinguina aveva alzato la testa e per la prima volta da quando era tornata, guardava Skipper negli occhi, cosa che la fece arrossire e non poco…
Per fortuna se ne accorse in tempo. Emise un colpo di tosse per distogliere lo sguardo.
-Sto benissimo- gli rispose rigida e alquanto seccata dalla situazione. Si guardò subito indietro per controllare che Hans fosse lontano, ma purtroppo vide che si era rialzato e stava per attaccare.
Sam si allarmò ma Skipper, che aveva capito che stava pensando, cercò di tranquillizzarla.
-Ci penso io a lui. Tu piuttosto vai da Marlene- le disse, standole davanti come per timore che il pulcinella venisse a riprenderla.
Sam era scossa da tutto quel trambusto, ma si riscosse ricordandosi dalla sua amica…
In un istante era già in piedi e raggiunse subito la lontra. Sembrava svenuta ma Sam pregò affinché non avesse perso conoscenza.
-Marlene! Marlene, stai bene??- la richiamò Sam spaventata e agitata. La lontra all’inizio non si mosse, poi reagì con dei lamenti…
-C-cosa…?- iniziò a dire Marlene; dopodiché aprì gli occhi e vide davanti agli occhi la sua amica con un’espressione preoccupata.
-Ah, per fortuna stai bene!- esultò felice la piccola Sam, aiutandola a rimettersi in piedi e abbracciandola forte.
-Tranquilla, Sam, sto bene- la rassicurò ricambiando l’abbraccio.
Skipper le vide e non fece a meno di sorridere.
Avevano fatto pace, finalmente…
-Oooh, ma che bella scena… Ma tu non li odiavi gli abbracci, dolcezza??- le chiese Hans sprezzante e allo stesso tempo divertito.
Sam lo guardò con gli occhi che sprizzavano scintille di odio, mentre Marlene e Skipper si guardarono esasperati.
Attendevano una risposta dalla pinguina, che per fortuna, non tardò ad arrivare.
-Faccio quello che voglio, sgorbio- gli rispose acida e con aria di sfida.
Skipper e Marlene per poco non scoppiarono a ridere vedendo il repentino cambio d’espressione di Hans, che passò dall’arrogante allo spiazzato.
-Non osare mai più chiamarmi così! Lo sai che cosa sarei capace di fare, non ti conviene provoc…-
Il pulcinella si bloccò: vide la sua fidanzata completamente disinteressata e divertita mentre guardava la lontra.
-Ehi! Ti conviene ascoltarmi se non vuoi…- iniziò a dire Hans, ma fu interrotto.
-Se non vuoi cosa, idiota??- gli chiese questa volta Skipper, che stava incominciando a innervosirsi alla vista del suo nemico che cercava di intimidire Sam.
Hans si girò verso di lui con un ghigno.
-Non sono certo affari tuoi- gli disse semplicemente irritato della sua presenza. In realtà a lui non importava che ci fosse il pinguino, voleva soltanto andarsene con la sua Sam e andarsene di lì; ma sapeva che da quel momento non sarebbe stata una cosa semplice. Incominciò a sperare nella fortuna, così si diede alla recitazione, o almeno era quello che aveva intenzione di fare…
Dopo aver guadagnato uno sguardo omicida da parte di Skipper, si girò verso Sam con aria sognante.
-Sam, amore mio, vieni con me e andremo a vivere insieme, saremo felici e avremo tanti pulcini… io ti amo!- disse il pulcinella tutto d’un fiato.
La prima reazione di Sam fu un misto tra il trattenersi dal vomitare e lo sconcertato.
Lei e Marlene si guardarono con un’espressione indecifrabile.
Skipper aveva definitivamente perso la pazienza. Ora basta, questo era troppo!!
-Smettila di dire cavolate; come può, uno schifoso essere come te, amare qualcuno??- sbottò il pinguino, lottando con sé stesso per non saltargli addosso e picchiarlo.
Marlene lo guardava a dir poco ammirata, mentre Sam non sapeva cosa pensare… sapeva solo che non poteva fare a meno di sorridere abbassando lo sguardo, vedendo Skipper quasi sul punto di uccidere Hans.
Il suo cuore batteva forte. Non sapeva nemmeno lei perché, ma voleva che il pinguino picchiasse quell’odioso pulcinella, voleva vedere una potente rissa con sangue, come piaceva a lei…
Rise un po’ al solo pensiero e continuò a guardare la scena davanti a lei.
Hans si girò verso Skipper. Sembrava tranquillo, o almeno così voleva far credere. La cosa strana, però, era che non ribatté subito stizzito contro il suo nemico.
-Perché sei venuto qui, Skippy?- chiese inaspettatamente il pulcinella con uno sguardo di sfida.
Skipper fu colto letteralmente alla sprovvista. Perché una domanda simile da parte di quello lì??
Cercò di non far notare la sua sorpresa, mentre Marlene e Sam lo guardavano curiose.
Sam cercava di studiare il comportamento del pinguino.
Ora che ci pensava, perché Skipper si trovava lì? Non poteva essere che l’avesse sentita urlare, perché se fosse stato nella sua base, come minimo avrebbe dovuto impiegare due o tre minuti per arrivare nella caverna, mentre in quel caso erano passati sì e no venti secondi. Che si trovasse già lì??
-Ero nei paraggi e avevo sentito urlare- spiegò semplicemente Skipper. In parte era la verità, ma in realtà si trovava lì per poter parlare in santa pace con Sam.
non voleva fornire altri dettagli al suo nemico che, nel frattempo, continuava a guardarlo, questa volta quasi divertito.
-Ahahahahah! Sul serio eri nei paraggi?? Di’ la verità, Skipper, avanti! Qui nessuno ti vuole mangiare, anche se sono sicuro che ci sarà da divertirsi!- esclamò Hans sprezzante.
Skipper era stato messo con le spalle al muro. Era come se il suo rivale avesse capito le sue intenzioni reali. E ora?
Non voleva dirgli che voleva parlare con Sam. non glil’avrebbe data vinta facilmente. Così si stette zitto e si limitò a guardarlo.
Era sempre in posizione di attacco. Ormai era abituato alle sorprese di quel pulcinella e si aspettava che facesse qualche sciocchezza da un momento all’altro.
-Ehi, ma calmati! All’improvviso hai perso la lingua, eh? Ahahahah! Dovevo aspettarmelo. Qui c’è qualcosa sotto, bello mio, ormai ne sono certo. Ma sai che ti dico? A me non può fregarmene di meno, perché sto per vivere la mia vita con Samantha. Lei è mia, solo mia, e nessuno potrà mai…- Hans non terminò mai il suo discorso, perché crollò a terra privo di sensi. Dietro di lui si trovava Sam con una delle sue catene che dondolava tra le pinne e un’espressione di superiorità dipinta sul muso.
-Oh santo cielo! Sam, sei grande!- esultò Marlene, dando il cinque all’amica.   
-Nessuno deve permettersi di chiamarmi Samantha! Il mio nome è Sam!!- e detto questo, la pinguina gli diede un calcio nelle parti basse.
-Ahiaaaa!- commentò uno Skipper stupito e divertito allo stesso tempo.
Hans aveva perso conoscenza e finalmente potevano stare tranquilli.
-Questo qui è proprio bravo a sparare cavolate. Dovrebbe fare il comico da circo, sarebbe il ruolo azzeccato per lui- disse Sam irritata e seccata, mentre guardava il suo aguzzino a terra.
Marlene se la rideva e Skipper pensava che quella pinguina  fosse semplicemente fantastica.
Non poteva spettare oltre. Si avvicinò a lei.
-Sam- la richiamò il pinguino.
Marlene e Sam, dopo aver riso un bel po’, si girarono verso di lui.
-Dimmi- disse la pinguina, mentre il suo cuore accelerava i battiti in maniera innaturale. Quasi non riusciva a guardarlo negli occhi, era un po’ imbarazzata.
-Devo parlarti- rispose subito Skipper. Quel momento che desiderava da mesi si stava meravigliosamente avvicinando.
Era agitatissimo all’idea di confessarle i propri sentimenti: come avrebbe reagito lei? Sapeva che non era tipa da romanticherie (e nemmeno lui!), e la verità era che non sapeva assolutamente da dove incominciare per farle capire quello che provava, ma doveva assolutamente dirle tutto. Aveva aspettato troppo.
La prima reazione di Sam fu arrossire e spaventarsi. Di che voleva parlare Skipper??
Si voltò verso la sua amica e con suo grande dispiacere, notò che Marlene la guardava come se avesse vinto chissà quale premio. La sua espressione era stralunata e voleva sicuramente dirle “Vai. Ora.”
Sam lo intuì subito, ma sperava che invece Marlene l’avrebbe aiutata a scamparsela: era una situazione troppo imbarazzante, cavolo!!
-Fate pure. Io vado fuori a vedere l’alba- disse subito Marlene con un tono allusivo verso l’amica che, guardandola supplichevole, cercava di trattenerla dentro.
-Ma no, non c’è bisogno di andartene, Marlene! Sarà una cosa veloce, sicuramente…- il tono di Sam suonava sempre più allarmante.
Marlene stava per ribattere, ma la precedette Skipper.
-No, Sam, ho bisogno di parlare con te… da solo- disse il pinguino in tono serio, avvicinandosi un po’ a lei.
La breve distanza fece arrossire ancora di più Sam.
Guardò un’ultima vota verso Marlene e, anche se avrebbe voluto ucciderla, la vide mentre le sorrideva raggiante in segno di trionfo e subito dopo si allontanava fuori dalla caverna.
Sam sospirò e guardò Skipper cercando di non fargli vedere la sua agitazione.
-Dimmi tutto- si decise a chiedergli, anche se la verità era che la cosa la spaventava, e di molto.
Da quando Skipper si comportava così quando voleva parlare con lei?
Aspettò una risposta dal pinguino ma, quando alzò lo sguardo verso di lui, lo vide intento a fissare Hans ancora accasciato a terra incosciente.
-Adesso non ti darà più fastidio- le disse girandosi verso di lei e guardandola negli occhi.
Finalmente fissava quei bellissimi occhi. Gli mancavano molto e fino al giorno prima avrebbe dato qualsiasi cosa pur di rivederli, anche se era convinto di averli persi.
Ormai era ora, doveva dirle che l’amava. Ma come poteva così, di punto in bianco? All’improvviso non trovava più le parole. Nel suo cervello si era già preparato tutto il discorso ma in quel momento fu come se si fosse dimenticato tutto.
Decise di lasciar perdere la memoria e si affidò al momento, ma fu interrotto da una Sam piuttosto agitata.
-Beh, s-sì… io…sono contenta che tu sia venuto giusto in tempo! La verità è che mi sono messa nei casini da sola e…- ma non riuscì a terminare, perché questa volta fu Skipper, risoluto, a interromperla.
-Perché ti sei messa insieme a lui se non provi nulla?? Non sei certo la tipa da farti intimidire, o sbaglio??- le chiese.
Era una delle cose che voleva chiederle. Era troppo curioso di sapere la motivazione della pinguina, e la fissò impaziente.
Sam d’altra parte si ritrovò spiazzata: non se la sentiva di raccontargli la verità, perciò mentì.
-Veramente… io mi ci sono messa per prenderlo in giro, ma lui pensava che l’avessi fatto seriamente e…-
-Sei una pessima bugiarda, Sam- la interruppe immediatamente Skipper, fissandola con un sorrisetto –Almeno con me- aggiunse poi ridendo leggermente.
Sam arrossì violentemente. Che figura!! E ora? Non aveva scelta, doveva dirgli tutto. A quel punto non si sarebbe bevuto niente e non valeva la pena dire bugie.
Era così evidente che mentisse? Fino a mesi prima, il ruolo di attrice sarebbe stata una passeggiata per lei, ma adesso… con Skipper ormai, niente di falso che facesse funzionava… che fosse che quel pinguino ormai la conosceva molto bene?
Alla fine, dopo un lungo secondo di riflessione, decise di dire tutto quanto. In fondo aveva confessato tutto anche a Marlene… che differenza avrebbe fatto dirlo anche a lui?
Abbassò lo sguardo.
-Hai ragione. Mi sono messa con lui perché volevo…non volevo più vedere mio padre- disse tutta d’un fiato.
-Tuo padre??- le chiese con un’espressione di pura meraviglia sul suo muso.
-Sì- gli rispose. Lo guardò in faccia ora e notò la sorpresa che trapelava il suo sguardo.
-Ma… perché?- gli venne spontaneo chiederle. Che avesse qualche problema di famiglia? Sperava di non essere stato indiscreto.
-E’ stato una delusione. Fin da quando ero piccola mi ha fatto passare l’inferno. Me ne sono andata perché lui era tornato e diciamo che sono stata costretta a seguirlo, perché dopo il litigio tra me e Marlene, non sapevo più cosa fare qui. Ma ero arrivata a un punto di non ritorno, non potevo sopportare la sua compagnia e decisi di scappare di nascosto, ma l’unico problema era che non avevo la minima idea di come tornare qui, in America. E’ stato in quel momento che è comparso Hans e mi ha detto che lui conosceva la rotta giusta per tornare qui, ma mi ha detto che se ci tenevo tanto dovevo mettermi con lui e…- Sam non riuscì più ad andare avanti.
-Ti ha messo le pinne addosso?- le chiese immediatamente Skipper, che iniziava a innervosirsi sul serio.
Sam non rispose, ma per Skipper quel silenzio era più che una risposta. Il disgusto si impadronì di lui subito, seguito dalla gelosia e dalla rabbia.
Che cosa le aveva fatto quello schifoso pulcinella?? Non voleva chiederglielo, non voleva sapere tutti i dettagli, era sicuro sarebbe impazzito.
Ma poi… la storia di suo padre…
Skipper non poteva credere a quello che aveva sentito…
Lui non lo sapeva, fin dall’inizio. Quella storia gli aveva trasmesso una profonda tristezza… si vedeva benissimo che la pinguina si sentiva male a parlarne; lo poteva vedere dai suoi occhi azzurri, improvvisamente spenti e non vispi come al solito…
-Scusa se te lo chiedo ma… perché non volevi stare con tuo padre?- le chiese, anche se aveva paura di cadere ancora di più nell’indiscrezione. Sperava di non esagerare.
-Perché lui mi odia… e io odio lui. Semplice, no?- rispose subito Sam, che cercava di non dare a vedere il suo reale stato d’animo.
Skipper capì subito che la pinguina voleva evitare quel discorso. Perché non voleva dirglielo? Suo padre era stato tanto cattivo?? Non poteva pensare a un padre che odiasse la propria figlia…
-E perché avrebbe dovuto odiarti?- le chiese ancora, sperando sempre con tutto sé stesso di non aver esagerato.
-Perché gli ho fatto morire l’amore della sua vita: mia madre- la risposta della pinguina fu così veloce che a Skipper ci vollero parecchi secondi per capire il reale significato di quelle parole.
Quando gli rimbombarono nella testa, tutto quello che riuscì a fare fu guardarla con assoluta incredulità.
La mamma di Sam era morta?? Okay, era stato un idiota a chiederglielo, non poté che darsi dello stupido.
-Tranquillo, prima o poi lo avresti saputo comunque. Non c’è bisogno di dispiacerti!- gli disse, notando subito il dispiacere nello sguardo di Skipper.
-Mi dispiace tanto- fu tutto quello che riuscì a dire il pinguino. Non c’era niente di peggio che sentirsi responsabile della morte di qualcuno, soprattutto quando era qualcun altro a fartelo capire…
-A me no… insomma, non ho motivo di dispiacermi per una cosa di cui non mi sento responsabile. Ma per mio padre sono sempre stata io il problema, la peste, la pecora nera e tutte quelle cose che diceva lui… Purtroppo per lui l’ho scoperto e da quel momento in poi decisi di tagliare tutti i rapporti con lui. Me ne andai dall’Antartide e non gli diedi notizie per dieci anni. Poi cosa fa?? Si ripresenta un mese fa dicendo che gli manco e che mi vuole proteggere… ma scherziamo?? Per me ora non è altro che un estraneo- gli spiegò Sam, vedendo che Skipper era particolarmente interessato al discorso.
Skipper fu sorpreso di sentire che lei odiava suo padre più di quanto lui, a quanto pare, odiava Sam.
Credeva al suo racconto ed era molto amareggiato, ma sapeva, in fondo, che suo padre non la odiava… deve essere proprio un mostro senza cuore, sennò!
Non sapeva più che dire ma di una cosa era certo: sapeva che Sam soffriva più di quanto volesse far credere e si promise di starle accanto ed aiutarla. Che lei lo avesse voluto o no.
-So che stai soffrendo- le disse infatti Skipper.
Sam lo guardò spaventata. Come aveva fatto a indovinare?? Come sapeva che dentro di lei stava morendo per tutta quella situazione?
Si vergognava troppo, non voleva che Skipper sapesse che era debole.
-Non me ne frega niente- gli disse girandosi e tenendo costantemente la testa rivolta dall’altro lato.
Skipper cercò di farle girare la testa, voleva guardarla negli occhi, voleva vedere con i suoi occhi che dicesse la verità.
-Sam…- la richiamò, scuotendole la spalla.
All’improvviso la pinguina si alzò in piedi.
-Ho sonno, meglio che tu te ne vada- gli disse inaspettatamente, senza voltarsi a guardarlo.
Si allontanò di qualche passo, ma Skipper l’afferrò per una pinna.
-Aspetta, non ho finito!- le disse leggermente stizzito.
Si era promesso che quella mattina le avrebbe confessato tutto e cascasse il mondo, lo avrebbe fatto.
Era sicuro che Sam volesse evitarlo; per questo si era alzata in fretta, ma non l’avrebbe fatta scappare.
La girò con forza, vedendo che la pinguina faceva resistenza.
Sam aveva ancora la testa rivolta dalla parte opposta.
-Guardami- le disse Skipper che, con una pinna, le alzò lo sguardo per costringerla a guardarlo negli occhi.
In quel momento non riuscì a dire niente, perché vide una cosa impensabile, a cui non avrebbe mai pensato di assistere. La sua Sam stava versando delle lacrime. Silenziose come l’alba alle loro spalle.
Una stretta al cuore. Skipper cercò di non lasciarla andare, perché la pinguina lo stava strattonando per liberarsi.
-No, basta!!- gridò lei, liberandosi definitivamente dalla presa del pinguino.
-Non c’è bisogno di farmi notare quanto sono ridicola, grazie!!- gli gridò ancora con rabbia. Era furiosa con sé stessa per non essere riuscita a trattenersi…davanti a lui.
Skipper non riusciva a capire come mai Sam stesse reagendo in quel modo…
Non c’era niente di male, anche se capiva cosa stesse provando. Non deve essere una cosa semplice accettare di essere fragili, quando la prima cosa che ti rende forte è il tuo orgoglio… lui lo sapeva benissimo. Ma lui quella fase l’aveva superata da un po’ e voleva che la superasse anche Sam, aprendosi con lui.
-Ma di cosa stai parlando? Non penso affatto che tu sia ridicola, anzi! Forse è il momento che tu ti apra un po’ con me, sempre se pensi che ne valga la pena- le disse, questa volta fissandola negli occhi severamente.
Non voleva che pensasse che sarebbe stato inutile sfogarsi con lui. Forse era l’unico disposto a starla ad ascoltarla, e lui VOLEVA ascoltarla.
-E come faccio a sapere che ne varrà la pena??- chiese Sam, molto irritata e asciugandosi le lacrime –Hai voluto parlare con me, mi hai chiesto tutti i dettagli della mia vita, ti ho detto tutto quello che volevi sapere; non ti sembra che possa bastare??- gli chiese ora, brusca come non mai.
Skipper in quel momento non sapeva se ridere o arrabbiarsi. Ma che le prendeva??
-Si può sapere perché reagisci così?? Io voglio soltanto aiutarti, ma vedo che come al solito non ti importa di quello che cerco di fare!- le rispose Skipper a tono. Non riusciva proprio a capirla.
-Incomincia ad aiutarmi non seguendomi dappertutto!!- sbottò Sam, arrabbiata più che mai.
Inconsapevolmente provocò una ferita al cuore di Skipper che, tuttavia, decise di non darle ascolto e non mollare.
-E’ così che la metti? Ti comporti come se mi divertissi a vederti piangere! Ma perché ti preoccupi?? Dovresti preoccuparti se ti vedesse qualcun altro, tipo Hans o tuo padre… che avresti fatto se avessi pianto davanti a loro? Li avresti uccisi?- le chiese provocandola.
Sam, dopo un attimo di esitazione, cercò di ribattere, ma Skipper fu più veloce.
-Io non sono come gli altri e se hai deciso di raccontarmi affari della tua vita vuol dire che in qualche modo ti sei fidata!- le disse serio e arrabbiato. I suoi occhi fissavano quelli allarmati della pinguina, la quale a intervalli regolari abbassava lo sguardo imbarazzata e Skipper capì di aver colpito nel segno.
A quel punto, il pinguino si calmò e la sua espressione cambiò da seria a compassionevole.
-Senti Sam, so meglio di te che a volte può essere difficile esprimere i propri sentimenti, perché hai a che fare col tuo orgoglio. Ma io l’ho capito mesi fa che questa cosa non conta sempre e che dovremmo guardare la realtà in maniera diversa…- incominciò a dirle Skipper e pensava stesse funzionando, perché aveva notato un cambiamento nell’atteggiamento della pinguina: ora lo guardava in faccia senza abbassare lo sguardo e sembrava anche piuttosto interessata. Vide i suoi bellissimi occhi dilatarsi all’improvviso e, anche se a quella vista il suo cuore stesse battendo all’impazzata, decise di ignorarli e continuare il suo discorso.
-Sam, io capisco quello che provi, posso assicurarti…-
-Niente! Assolutamente niente!! Ti ho detto che ho sonno, vai via!- gli ordinò Sam all’improvviso.
Skipper si sorprese di quella reazione improvvisa, ma non aveva intenzione di cedere.
Decise però, di assecondarla.
-Oh, d’accordo. Allora vado via! Ma prima voglio…-
-Smettila! E vattene prima che ti stappi le pinne sulla faccia!- sbottò Sam, ancora più nervosa e avvicinandosi verso di lui minacciosamente; ma Skipper non si scompose.
-Puoi continuare a minacciarmi di prendermi a botte finché vuoi- le disse con uno sguardo che teneva benissimo testa al suo. Ma chi voleva minacciare se ormai per lui quelle parole gli erano immuni? Al solo pensiero gli venne da ridere: doveva aver paura delle minacce di una bambina? Senza infierire, però, continuò il discorso.
-Ma non puoi negare che io abbia ragione, Sam. Non è facile per nessuno-
Sam ora non sapeva che dire e lo guardava come se avesse perso una battaglia.
Skipper, dal canto suo, si sentiva fiero. Finalmente stava facendo ragionare quella pinguina testarda.
-Tu sei molto più forte di quello che pensi, Sam. Non devi pensare che delle lacrime mettano in cattiva luce quello che sei veramente, perché non è così…
Tu sei… sei veramente incredibile e… conoscerti è stata probabilmente la cosa migliore che mi sia mai capitata- le rivelò infine.
Sam rimase così stranita che pensava stesse sognando.
Il suo cuore batteva a mille ed era rimasta seriamente a corto di parole.
Skipper le si avvicinò fino a quando si trovò a meno di dieci centimetri di distanza dal suo muso.
La fissò negli occhi e il suo cuore prese a battere più veloce.
-Tu sei bellissima e meriti solo il meglio. Perdonami, ti dirò una cosa molto egoista ma… io ti amo, Sam- rivelò Skipper con un tuffo al cuore: non credeva di averlo detto per davvero.
Sam assunse uno sguardo di totale incredulità e i suoi occhi azzurri si dilatarono così tanto che quasi sembravano totalmente neri.
Che cosa aveva detto?? Non ci poteva credere, pensava fosse un sogno e pregava affinché non si svegliasse.
Era fatta. Vedendo che Sam era senza parole, Skipper ne approfittò.
I loro becchi erano vicinissimi adesso.
Le si avvicinò lentamente e finalmente, dopo un’attesa estenuante di tanti mesi, Skipper la baciò.
Chiuse gli occhi per godersi il momento. Non sapeva se anche Sam stesse facendo lo stesso, ma non gli importava.
Aveva aspettato tantissimo tempo e, ora che stava accadendo davvero, non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire un momento così bello.
Anche se Skipper non lo sapeva, Sam aveva chiuso gli occhi, come lui.
Stava provando un misto di miliardi di sensazioni ed emozioni differenti.
Una cosa era certa: si sentiva bene e non pensava che si sarebbe sentita così in altre occasioni; era una sensazione stupenda.
Stava ricambiando il bacio e presto se ne accorse anche Skipper. I loro becchi rimasero uniti ancora per qualche secondo, ma poi la magia dovette finire e, a malincuore, entrambi si staccarono.
Sam, superato il momento di piacere, lo fissò con gli occhi ancora dilatati e aspettava che Skipper dicesse qualcosa.
Lui invece non smetteva di fissarla, ma sapeva che non ne aveva ancora il diritto. L’aveva baciata, finalmente, ed era stata la cosa migliore che avesse fatto in tutta la sua vita.
Però era consapevole che tutto ciò non gli apparteneva.
Che altro aveva da dirle? Niente. Tutto ciò che voleva dire, lo ha detto. Non chiedeva nient’altro.
Sam rimase a fissarlo stordita: non sapeva come comportarsi e cosa dire.
Proferire parola in quel momento, fu una delle cose più difficili per la pinguina, e così rimase immobile a guardarlo.
Skipper, vedendo che Sam stava reagendo esattamente come immaginava, si girò e si avviò verso l’uscita, a passo deciso.
Sam si riscosse e ritornò alla realtà. Lo vide allontanarsi, prendere Hans ancora privo di sensi e uscire dalla caverna senza dire una parola.
La pinguina avrebbe voluto tanto urlargli di restare, che anche lei lo amava, ma non ce la fece.
Non faceva altro che pensare a quel che era successo…
Non poteva credere che anche Skipper provasse quello che provava lei… come cavolo aveva fatto a non accorgersene??
Era ancora immobile al centro della stanza, quando una lontra super euforica le si parò davanti.
-Sam!! Ho visto Skipper andarsene, che ti ha detto?? Avete parlato? Insomma, Sam, vuoi raccontarmi che diavolo è successo??- continuava a chiedere Marlene, impaziente e gasata. Era curiosissima di sapere cosa aveva da dirle Skipper.
-Ehi, una cosa alla volta, per favore!- le disse Sam per la raffica di domande tutte insieme –Sinceramente, adesso non ho tanta voglia di parlarne- confessò la pinguina. Più che altro era sicurissima che la sua amica l’avrebbe considerata una bella stupida per aver lasciato andare via Skipper dopo le cose da lui dette.
-No, eddaiiii, ti prego Sam, ti prego, non posso aspettare un altro momento, daiiii- continuava a pregarla Marlene.
All’inizio fece la finta offesa, ma poi, dopo aver notato lo sguardo preoccupato di Sam, capì subito che forse era successo qualcosa tra quei due.
-Devo pensare male, per caso?- le chiese la lontra, sperando di sbagliarsi.
-Cosa?? No! Ecco… Va bene, forse è meglio che ti racconto tutto ora…- disse infine Sam, anche se ancora titubante.
-Perfetto!! Allora, che cosa è successo precisamente?- le chiese per l’ennesima volta Marlene.
Sam sospirò e alla fine le raccontò tutto per filo e per segno.
Come immaginava, la lontra la stava guardando con uno sguardo per niente solidale, anzi, era a dir poco stupefatta.
-Non ci posso credere!! Sam, ma cosa hai fatto?! Perché lo hai lasciato andare senza dirgli che ricambi i suoi sentimenti??- incominciò a dirle la lontra, e guardandola come se non riuscisse a comprendere come la sua amica si fosse persa in un bicchiere d’acqua.
Si schiaffò una zampa sulla fronte come per dire “Non è possibile”.
-Oh, andiamo, e che potevo fare?? Te l’ho detto, non sapevo cosa dire, in quel momento sembrava che tutto fosse un sogno…- le spiegò anche se si sapeva di essersi persa un’occasione d’oro.
Non poté che sentirsi in colpa per questo.
-Ooooh, che dolce! La piccola Sam innamorata…- la punzecchiò Marlene ridendo.
Sam arrossì.
-Sì, va bene! Comunque ora… è andata. Adesso so quello che pensa di me e quello che prova per me. Non mi resta che aspettare il corso degli eventi e…-
Marlene appena sentì questa frase, per poco non l’avrebbe uccisa con lo sguardo.
-IL CORSO DEGLI EVENTI?? Ma stai scherzando, vero, Sam?? Dov’è finita la pinguina tosta e determinata che ho conosciuto mesi fa?? Davvero vuoi startene con le mani in mano e aspettare che il destino faccia il suo corso?? Già hai sbagliato di grosso lasciando andare via Skipper senza fargli sapere quello che provi TU, e poi ora come minimo dovresti correre da lui e dirgli tutto, che stia davanti agli altri o da solo! Che stai aspettando?? Ora va’ da lui e digli tutto quello che gli vuoi dire, avanti!!- la rimproverò Marlene. Aveva uno sguardo molto serio, ma voleva solo il meglio per la sua migliore amica.
Davvero si stava perdendo in così poco?
Sam la guardò stranita. Aveva ragione, doveva andare da Skipper e confessargli tutto quanto, ma qualcosa, dentro di sé la bloccava. Non sapeva cosa, non sapeva perché… sapeva solo che le impediva di fare quello che voleva fare.
Non si era mai sentita così prima d’ora. Perfino con suo padre agiva d’istinto e non le importava di come sarebbero andate le cose, se l’avrebbe messa in punizione o no. Lo faceva e basta.
Perché in quel momento non succedeva?
-Sam??- la richiamò alla realtà Marlene.
-Oh, sì, scusa… Dicevi?- le chiese Sam come se fosse scesa dalle nuvole.
Marlene sospirò affranta.
-Ho capito come ti senti… qualcosa ti frena, vero?- le chise con sguardo eloquente.
-Io, ehm… non lo so, forse…- balbettò Sam.
Che le stava succedendo? Non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe comportata in modo così stupido.
-Oh, cavoli… amica mia, sei innamorata davvero e, credimi, dovresti spaventarti- le disse ridendo, sorridendo dopo e, infine, ammiccandole.
-Beh, in effetti sono felicissima per questo- le chiese in tono sarcastico e ricambiandole il sorriso.
-Sam, comunque sia, essere ricambiati in amore è la cosa più bella!- le disse Marlene, sincera come non lo era mai stata.
La pinguina le sorrise, pensando che era una delle cose più vere che avesse sentito in vita sua.
-Bene allora… io vado da lui- disse Sam, decisa finalmente ad affrontare la situazione.
-Dai, che da qui a cinque minuti sarai fidanzata!- le rivelò in preda all’euforia la lontra.
-Oh andiamo, non dire sciocchezze…- disse la pinguina facendo la finta modesta, anche se ne era completamente consapevole. Il solo pensiero la fece violentemente arrossire.
Dopo uno scambio di sorrisi, Sam uscì dalla casa per raggiungere la base dei pinguini.
 
-Signore, è proprio sicuro di volerlo fare??- chiese Soldato al suo capo, vedendo che quest’ultimo stava legando saldamente Hans ad un razzo che, probabilmente, lo avrebbe fatto andare molto lontano.
-Certo che sì, Soldato! Non penserai mica che lascerò questo delinquente ancora nel nostro zoo!- gli rispose serio Skipper.
Kowalski, Rico e Soldato si guardarono tra loro sorridendo: finalmente si sarebbero liberati di un nemico che li disturbava.
-Kowalski, prepara il lancio. Entro tre minuti lo voglio fuori da questo zoo- ribadì Skipper in tono che non ammetteva repliche.
In quell’istante, una voce dietro di lui lo fece sobbalzare.
-Ehi, Skipper!- era stata Sam a chiamarlo, la pinguina a cui poco prima aveva confessato i suoi sentimenti.
Si girò verso di lei sorpreso di quella visita inaspettata e vide che la piccola sorrideva.
-Ehi ciao, Sam!!- la salutò felicemente Soldato, seguito da Rico, che le rivolse un grugnito amichevole e Kowalski, che la salutò con un cenno del capo.
-Ciao, ragazzi! Skipper io… devo dirti una…- ma la pinguina si bloccò quando vide più in là un razzo con Hans legato ad uno dei motori.
-Ma… che state facendo??- chiese curiosa Sam.
Vide che Hans stava nel mondo dei sogni e i ragazzi che se la ridevano.
Skipper le sorrise e si avvicinò a lei alzandole il muso.
-Fra due minuti e mezzo non ti darà più fastidio, piccola- le rispose semplicemente con un sorrisetto.
Sam inarcò un sopracciglio, arrossì e rimase qualche istante incantata a fissarlo, ma si riscosse quando si ricordò il motivo per cui era andata lì.
-Ragazzi, potete lasciarci soli due minuti??- chiese Sam, guardando gli altri sbrigativa.
-Cosa? Ma io volevo vedere Hans che prendeva il volo!- si lamentò Kowalski, ma fece una mossa falsa, perché Sam si irritò e non poco.
-INSOMMA, HO DETTO CHE DOVETE LASCIARCI SOLI!!- urlò Sam, al limite della pazienza.
Kowalski, Rico e Soldato si spaventarono e, in men che non si dica, sparirono dalla circolazione.
-Oh, finalmente!- esordì Sam, per poi voltarsi verso Skipper, che era leggermente confuso.
-Che cosa ci fai qui??- le chiese sospettoso.
Come mai Sam si presentava in quel momento dopo quello che era successo? Che volesse ridergli in faccia o esprimere la sua acida opinione sull’accaduto?
Sapeva che lo avrebbe fatto. Sam, in fondo, anche se gli aveva mostrato il suo lato fragile, aveva ancora quel carattere infantile e ribelle.
Insopportabile, certo, ma che a lui faceva a dir poco impazzire.
Anche se il cuore batteva per lei in quel momento, cercò di moderarsi e rimanere indifferente.
Vide Sam davanti a lui che lo fissava e un secondo dopo che faceva un leggero passo avanti.
-Per questo- furono le uniche parole di Sam.
Skipper non ebbe il tempo di capire a cosa si riferisse la pinguina, perché quest’ultima lo baciò con foga.
Il pinguino non voleva pensare a nulla.
 Stava sognando, per caso? Senza darsi una risposta, chiuse gli occhi e ricambiò quel bacio con molta più passione.
La prese per i fianchi e l’avvicinò talmente tanto a sé che sembrava fossero attaccati come calamite, mentre Sam appoggiò le pinne sul petto di lui.
 
-Noooo, non posso crederci!- esclamò Kowalski, al limite della concezione; sorrideva fra sé.
-Voglio vedere anch’io!- disse il più piccolo, mentre spintonava Kowalski da un lato.
Finalmente riuscì a impossessarsi del binocolo e, dopo aver visto la scena, rimase a bocca aperta.
-Oh mio Dio, si stanno baciando!- urlò incredulo.
Kowalski e Rico lo privarono subito di quella vista.
-Soldato, tu non puoi vedere certe cose, sei ancora troppo piccolo!- lo rimproverò Kowalski, guadagnandosi uno sguardo indignato da parte del piccolino.
Nel frattempo, Rico si era già impossessato del binocolo e si stava godendo la vista, con tanto di lingua da fuori e una serie di grugniti estasiati ma incomprensibili.
Kowalski non riuscì a non essere felice per il suo capo.
Finalmente, Skipper aveva raggiunto il suo scopo ed era sicuro che da quel momento le cose sarebbero cambiate in meglio.
-Ehi, il tempo sta per scadere! Voglio vedere Hans decollare, andiamo!- gridò Soldato facendosi avanti e uscendo subito dalla base segreta.
Kowalski e Rico si guardarono esasperati: sapevano benissimo che questo avrebbe costato loro una sfuriata da parte di Sam per averli “interrotti”.
Tuttavia, con un ghigno divertito, sgusciarono anche loro fuori dalla base.
 
-Oooh… ma cosa? Ehi!! Ma che sta succedendo?? Perché sono legato qui? Skipper!! Che stai facendo con la mia ragazza, brutto idiota??!- urlò in preda a una crisi isterica Hans.
Si era appena svegliato e, come succede insolitamente, si era ritrovato legato ad un razzo e, ancor peggio, davanti a sé aveva visto il suo nemico attaccato alla sua ragazza in un abbraccio mozzafiato.
Purtroppo, i due non diedero segno di aver sentito e continuavano a baciarsi appassionatamente.
-Oh cielo, questo è troppo!- si lamentò Hans, cercando di liberarsi dalla stretta delle corde, ma erano troppo strette e non ci riuscì.
Con orrore vide un timer accanto a lui e… mancavano meno di trenta secondi al lancio!
In quel momento accorsero anche Kowalski, Rico e Soldato, i quali non sembravano interessati ai due attaccati l’uno all’altra come cozze, ma piuttosto al fatto che non avessero perso il lancio del loro nemico.
-Per fortuna siamo arrivati in tempo!- esclamò Soldato felice.
-Ma che bello! Potete almeno staccare quei due?!- chiese loro, arrabbiato come non mai e indicando Skipper e Sam.
I tre pinguini si guardarono divertiti e, insieme, fecero segno di dissenso con la testa.
Era fatta, mancavano cinque secondi ormai.
-Me la pagherete…!!- furono le parole del pulcinella, cariche di rabbia e rancore.
Un istante dopo, il razzo si alzò in volo a una velocità incredibile.
-SKIPPER, ME LA PAGHERAIIIII!!!!- disse Hans, sperando che il suo nemico sentisse le sue ultime parole, ma questo non lo avrebbe saputo mai.
-Evviva!!- gridò in preda all’euforia il piccolo Soldato.
-Finalmente ce ne siamo liberati!- disse in tono liberatorio lo scienziato, seguito da qualche grugnito da parte dello psicopatico.
Un secondo dopo, in cielo, si intravide uno squarcio e subito dopo una pioggia di fuochi d’artificio.
-Wou!!- esclamarono in coro i tre, estasiati da quella bellezza variopinta.
-Quelli sono per noi- disse a sorpresa Skipper, abbracciando la pinguina per i fianchi.
-Eh già… solo per noi- confermò Sam, sorridendo e ricambiando l’abbraccio di Skipper.
Kowalski lo guardava orgoglioso e felice. Traguardo raggiunto. Il suo capo, ora, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
-Ma perché vi stavate baciando?- chiese Soldato con sguardo ingenuo.
Rico si mise a ridere, così come Kowalski e Skipper.
-Ma sul serio non gli avete ancora detto perché due persone si baciano?? Oh cavolo, allora da ora in poi devo farle io le lezioni di vita a questo pinguino!- disse Sam scherzando.
-Ovviamente non ti permetterò di dargli alcun tipo di spiegazione, specialmente su questo argomento. Conoscendoti, non oso immaginare in che modo potresti fargli capire come si fanno i picc…- Skipper fu interrotto dalla pinguina.
-Okaaaay, allora è meglio che mi sto zitta- disse infine Sam, colta sul fatto e ridendo sotto i baffi.
-Ecco- esordì Skipper, dandole un buffetto sotto il mento.
Dopo sospirò. Doveva dire prima o poi alla sua squadra la verità, ma non in quel momento.
-Beh, ragazzi… penso vi siate accorti di quello che è successo. Soldato, senza che te la porti per le lunghe, io e Sam stiamo insieme, ora- rivelò Skipper, ammiccando al suo uomo.
-Oooooh- comprese finalmente il piccolino –Che bello, diventerò zio fra un po’?- chiese all’improvviso, saltellando allegramente.
Kowalski e Rico si schiaffarono una pinna sulla faccia, mentre Sam e Skipper per poco non caddero a terra.
-Skipper, posso…- esordì una Sam piuttosto divertita e ansiosa di dire quello che aveva in mentre a Soldato.
-Non ci provare- le ordinò pacato Skipper, ma comunque divertito dalla situazione.
-Eh va bene. Soldato, io mi avvalgo della facoltà di non rispondere- disse la pinguina, guardando di sbieco il suo fidanzato.
-Anche io… mi spiace, ragazzo- gli rispose il leader.
Detto questo lui, Sam, Kowalski e Rico si allontanarono, ognuno in direzioni differenti, lasciando il piccolo del gruppo da solo.
-Mmmh… Chissà se diventerò zio… Aahahah- e dopo questa frase, anche Soldato si allontanò.
 
-Ehi, non ti ho detto una cosa- rivelò Sam, guardando negli occhi Skipper.
-Ah sì? E cosa?- le chiese il pinguino con un sorrisetto e avvicinandosi col tentativo di baciarla di nuovo.
Sam gli mise una pinna davanti al becco e lo frenò.
Prima che Skipper ribattesse qualcosa, Sam lo precedette.
-Ti amo- disse sorridendo.
Skipper non poté più resistere: la prese a sé e la baciò.
Cosa gli avrebbe riservato la vita da quel momento in poi?
Non lo sapeva, ma di una cosa era sicuro: ora aveva Sam e non le avrebbe mai fatto del male.
Voleva passare con lei ogni istante della sua vita, da quel momento in poi.
La strinse così tanto che era sicuro non sarebbe mai scappata da lui.
Ora era felice e pregava che quella felicità durasse per sempre.
 
 
ANGOLO AUTRICE: OMMIODDIO, ALLORA, CHE CAVOLO HO SCRITTO? Sì, LO SO, IL CAPITOLO CHE TUTTI STAVATE ASPETTANDO!! E’ LUNGO UN BEL PO’ MA SPERO ABBIATE PAZIENZA, EHEHEH…
MA PARLANDO DEL CAPITOLO, CHE E’ SUCCESSO??
FINALMENTE SAM SI E’ APERTA CON QUALCUNO E HA CAPITO CHE L’ORGOGLIO NON PUO’ VINCERE SEMPRE!
E POI… FINALMENTE SI SONO DICHIARATI!! CHE NE DITE??
FATEMI SAPERE SE VI PIACE, SE CI SONO ERRORI O ALTRO…
GRAZIE MILLE A TUTTI:)
BACI, FEDE

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Capitolo 32
*** CAPITOLO 32 ***


Sam rientrò nella caverna della lontra per fare colazione ma non appena mise piede dentro, venne travolta dalla sua amica euforica e sorridente.
-Sam!! Dimmi com’è andata, ti prego, dimmi com’è andataaa!!- le chiese insistente appena la vide.
La pinguina non poté che emettere delle risatine in quel momento, pensando a tutto quello che era successo mezz’ora prima e a quanto la sua amica avesse avuto ragione.
-Okay, okay. Ti racconterò tutto ma fammi andare a mangiare, prima- le rispose divertita e allontanando da sé Marlene, che si era attaccata a lei come una ventosa.
-Perfetto! Anche io devo fare colazione, quindi mentre mangiamo mi racconti- disse Marlene facendo l’occhiolino all’amica.
Sam alzò gli occhi al cielo esasperata ma allo stesso tempo felice: in fondo non vedeva l’ora anche lei di raccontare a Marlene tutto quanto.
Presero posto intorno all’unico tavolino della stanza e si servirono di salmone fresco e succo all’arancia.
-Allora, che aspetti? Sputa il rospo, sorella- la intimò a parlare Marlene, impaziente con la bocca piena.
Sam ingoiò un grosso pezzo di salmone e poi incominciò a raccontare tutto.
Non fece sfuggire un singolo dettaglio: iniziò dalla parte di Hans legato al razzo come un salame, al bacio, fino ad arrivare al suo “Ti amo” finale.
Marlene era felicissima per la sua amica e lo manifestò praticamente urlando.
-Non ci posso credere! Finalmente vi siete messi insieme!! Sam, non sai quanto sono felice per voi, ora!- le confessò entusiasta.
-Già, ma se devo dirti la verità, la parte più bella in assoluto di quel momento è stata quando Hans è sparito dalla nostra vista… Dio, non immagini che liberazione!- disse con fare liberatorio.
Era felice che tutto fosse andato per il verso giusto, ma soprattutto che abbia coronato il suo sogno.
Ma un pensiero improvviso le fulminò la mente: che cosa sarebbe successo da quel momento in poi?
Ora lei e Skipper facevano coppia fissa, ma come si sarebbe regolato lui con i suoi uomini?
Si ricordò della frase che aveva pronunciato Soldato innocentemente, poco prima: “Che bello, diventerò zio”?
Al solo pensiero arrossì. Non era un argomento che le andava tanto a genio, soprattutto non ne voleva sapere in quel momento.
Aveva intenzione di avvisare Skipper e forse… Ma che andava a pensare?? Stava con lui da appena un’oretta e già pensava a certi “grandi passi”?
Okay, avrebbe aspettato, ma un giorno ne avrebbe parlato con lui.
Marlene la distolse da quel pensieri precoci.
-Beh, Hans ha avuto quello che si meritava… Tra l’altro ora, non può più fare niente: stai con Skipper adesso, e non potrà mai mettervi i bastoni tra le ruote!- la rassicurò mettendole una zampa sulle spalle.
-Hai ragione. Ma anche se fosse a me non importa; non vale la pena stare dietro a certi elementi… Basta prenderli a catenate e si calmano- disse ridendo Sam, seguita da Marlene.
-Sam, ma ora? Che farete?- le chiese curiosa la lontra.
-Non chiedermelo. Non ne ho la minima idea- confessò Sam, un po’ contrariata.
-Beh, dovreste parlarne- le disse la lontra guardandola un’ultima volta, prima di concentrarsi sul suo piatto di salmone.
 
-Ragazzi, Sam farà parte della nostra squadra-
Fu Skipper a parlare e a lasciare Kowalski, Rico e Soldato completamente di stucco.
Lo guardarono come se non avessero compreso ciò che aveva proferito.
-Sam? Con noi? Nella nostra squadra??- chiese a ripetizione lo scienziato, convinto che il leader stesse scherzando o facendo una battuta.
-Esatto. Ormai stiamo insieme, non avrebbe senso per noi lasciarla in disparte- spiegò Skipper alla sua squadra.
Anche se il suo era un ordine, sperava che i suoi uomini fossero d’accordo. Dalle facce di quest’ultimi vedeva solo grande sorpresa ma non riusciva a capire se fossero contenti o meno.
-Per me non ci sono problemi, Skipper. Sam è combattiva, sono sicuro che starà bene con noi- disse Soldato dolcemente.
Poi si girò verso Kowalski e Rico.
-E voi? Siete d’accordo?- chiese loro il piccolino.
Kowalski non sapeva cosa dire. Non sapeva se era per la sorpresa o per la non convinzione che lo stava assalendo.
Era felice per il suo capo, ma non era sicurissimo che far entrare la pinguina in squadra fosse stata una buona idea.
Rico emise continui grugniti d’approvazione. Non c’era da stupirsi: a Rico è sempre piaciuta Sam ed erano diventati subito grandi amici per la comune passione per gli esplosivi.
Era sicuro che se fosse entrata ufficialmente a far parte del Commando, ne avrebbero passate di tutti i colori.
Ma a Rico piaceva il casino, quindi…
Skipper si ritenne soddisfatto e maturò ancora di più l’idea di parlarne con Sam.
Sapeva che avrebbe detto di sì, per stare con lui avrebbe fatto di tutto, ne era certo.
-Bene, andiamo a fare colazione, ora- disse Skipper, intimando gli altri a camminare.
Soldato e Rico si precipitarono sulla macchinetta del caffè, mentre Kowalski rimase ancora lì dov’era.
-Non sei d’accordo, vero?- gli chiese all’improvviso il suo capo.
Kowalski avrebbe dovuto aspettarsi che Skipper si sarebbe accorto della sua “contrarietà”, ma la verità era che nemmeno lui sapeva se fosse davvero restio o meno.
-Skipper, io non sono nessuno per obiettare i tuoi ordini. Non pensare che io non sia d’accordo, perché non è così. Ma se vuoi sapere la verità non penso che inserendola nella squadra avremo dei vantaggi. Insomma, lo sai anche tu che è estremamente irritabile e che qualsiasi cosa non le vada a genio preferisce risolverla con la violenza…- spiegò Kowalski sperando con tutto sé stesso che il leader comprendesse.
-Forse hai ragione, ma non preoccuparti. Se sta con me non farà così; tu non c’eri quando ho parlato con lei circa due ore fa e non sai neanche di che abbiamo parlato e cosa è successo. Non ti racconterò tutto per filo e per segno, ma posso dirti che sono riuscito a sbloccare quella parte del suo carattere che faceva fatica a manifestare.
Non la conosci bene come la conosco io: se a una cosa ci tiene, farà di tutto per non perderla e ti assicuro che se tiene a me, terrà anche a voi e di conseguenza non farà niente di avventato, a meno che non sia strettamente necessario. Non preoccuparti, Kowalski, starà bene qui- gli disse Skipper, serio come non lo era mai stato.
Kowalski non si perse una sola parola di quello che aveva appena detto il capo.
Era contento di sapere che era riuscito a far “calmare” quella pinguina ribelle; eh sì… Skipper aveva lo spirito del leader nel sangue!
Nessuno sarebbe mai riuscito a cambiare un carattere così tanto spigoloso come quello della pinguina, ce ne voleva di stoffa!
Dopo questo, la stima che Kowalski aveva per il suo capo, crebbe ancora di più, convincendolo cecamente che, infondo, non sarebbe stata la fine del mondo la compagnia di Sam lì dentro.
-Beh, Skipper, cosa posso dirti? Spero che almeno non mi ruberà il letto- gli disse divertito.
Skipper gli puntò un’occhiataccia.
-Auguri per voi!- fu l’ultima cosa che disse Kowalski, prima di raggiungere la macchinetta del caffè.
Skipper, senza dire niente agli altri, uscì dalla base per raggiungere la caverna delle ragazze.
 
Marlene era intenta a comporre note con la sua adorata chitarra spagnola, mentre la pinguina si colorava le palpebre degli occhi di nero scuro, mettendole in risalto gli occhi azzurri.
-Ma come fai a truccarti? Io detesto quegli aggeggi e poi non fanno altro che sciogliersi al contatto con l’acqua!- le disse la lontra, continuando a suonare la chitarra.
-Questa è resistente all’acqua. E poi da quando avevo sei anni che mi trucco. Sarò pure un maschiaccio, ma adoro il make up!- disse Sam, ancora concentrata sull’applicazione della matita nera.
-Sarà…- bofonchiò Marlene.
Le azioni delle ragazze furono interrotte dall’arrivo inaspettato di Skipper.
-Sam!- la richiamò lui.
La pinguina sobbalzò e sbavò il perfetto contorno degli occhi.
-Ma dico io, sei scemo? Per colpa tua dovrò rifarmi tutto il trucco!- lo rimproverò Sam, facendo la finta offesa e incrociando le pinne al petto.
Marlene si mise una pinna in fronte e si alzò intuendo che dovevano stare da soli.
-Non preoccuparti, Marlene. Le devo dire solo una cosa- la rassicurò Skipper.
Poi si girò dalla parte della fidanzata.
-Lascia stare per una volta quelle schifezze. Sei molto più bella senza trucco- le disse sorridendole e prendendola per i fianchi.
Lei arrossì vistosamente.
-Ooh, ma… mi dica, che cosa vuole da me, signore?- gli chiese sognante, con le pinne sul suo petto.
Marlene tossì due volte ridendo sotto i baffi: evidentemente si erano dimenticati della sua presenza.
-Ops, scusaci, Marlene- si riscosse Skipper, allontanando, anche se di malavoglia, la sua compagna da sé –Volevo dirti che da questo momento fai parte della nostra squadra- le rivelò tutto d’un fiato.
Sam rimase basita, mentre Marlene non credette alle proprie orecchie.
-Nella vostra squadra??- chiese ancora stranita la pinguina, pensando di aver capito male.
-Esatto- confermò Skipper sorridendole: sapeva che era solo la sorpresa del momento, ma poi sarebbe stata felice…
Infatti la definitiva reazione della pinguina non tardò ad arrivare.
-Davvero ora faccio parte del vostro Commando?? Oh mio Dio, non sto nella pelle, non immagini come sono felice!!- esclamò saltellando dalla gioia prima di baciarlo con passione.
-Aspetta… quindi Sam dovrà trasferirsi nella vostra base??- chiese Marlene sperando in una risposta negativa.
Non voleva separarsi dalla sua migliore amica, ora che avevano fatto pace.
-Non preoccuparti, può pure restare qui se vuole… anzi, sarebbe meglio visto che siamo tutti uomini lì sotto- disse Skipper guardando di sbieco la sua Sam.
-Sì, certo… “uomini” per così dire- disse Sam ridacchiando.
-Sempre meglio di una bambina- la provocò Skipper con un sorrisetto.
-Ehi!- ribatté la pinguina fingendosi offesa.
-Congratulazioni, Sam!- le disse felice la lontra. Adesso la sua amica, dopo tanto tempo, si sentiva bene.
Dopo tutto quello che aveva passato per i suoi genitori e Hans, sapeva che Sam ora poteva riprendere in mano la sua vita. E come se non farlo nel migliore dei modi?
-Nah, ma di cosa…- le rispose sorridendole.
 
 
-Uomini!- urlò Skipper entrando nella base segreta.
Immediatamente, Kowalski, Rico e Soldato si misero sull’attenti.
Videro che il loro leader non era solo: c’era Sam che entrò a ruota dopo di lui.
-Ehi, ciao, Sam!- la salutò allegramente i piccolo Soldato.
-Ehilà!- disse con fare amichevole Kowalski.
Rico grugnì qualcosa.
-Ciao, ragazzi! Sono felice di comunicarvi che…- incominciò a dire Sam, ma Skipper le chiuse la bocca.
-Questo è compito mio, bella- le disse ammiccando.
Sam sospirò e con uno sguardo che nascondeva esasperazione, gli fece segno di continuare a parlare.
-Grazie- disse Skipper dandole un buffetto affettuoso, per poi rivolgersi ai suoi soldati –Sam fa ufficialmente parte del team, adesso- rivelò, guadagnandosi facce inizialmente stupite da parte di Soldato e Rico, ma che dopo qualche istante divennero felici.
-Che bello, ora potete stare vicini tutto il tempo che volete!- esclamò il piccolino, contento per la nuova coppia.
-Kaboom!- gridò un Rico a dir poco euforico.
-Hai detto bene, fratello! Sei pronto a far esplodere la latrina di Alice??- gli chiese con l’adrenalina nelle vene e sorridendo solo immaginandosi la scena.
Rico fece un forte segno d’assenso e i due si diedero la pinna.
-Ehi, andateci piano, voi due… Tesoro, ovviamente non farai esplodere alcuna latrina se non te lo dico io- le disse godendo della visione dello sguardo della sua Sam che perdeva entusiasmo.
-Uffa!- disse la pinguina in un gesto di stizza.
-Sono felice di averti nella mia squadra, Sam- rivelò il cervellone.
La pinguina si girò verso di lui e gli fece un sorrisone.
-Non vedo l’ora di infilarti un altro piercing nella lingua!- lo provocò Sam divertita nel guardare subito dopo lo sguardo impaurito di Kowalski.
-Emh… no, grazie! Non ci tengo…- disse tremante, ricordandosi di quel giorno orribile.
Tutti nella stanza risero a crepapelle.
Che bello quando le cose andavano bene… e tutti speravano che sarebbe stato così per sempre, soprattutto Skipper e Sam.
Ora che stavano insieme, niente e nessuno li avrebbe separati, se lo sentivano…
-Bene. Che ne dite di dare il benvenuto alla nuova recluta?- chiese Skipper ai suoi uomini, che si guardarono tra di loro per poi guardare eloquenti la pinguina.
-Okay, ma… che tipo di ben…- Sam non ebbe il tempo di finire che si ritrovò sollevata da terra.
Kowalski, Rico e Soldato l’avevano presa di peso e iniziarono a gridare a squarciagola.
-C’E’ QUI SAM, UNA DI NOI; C’E’ QUI SAM UNA DI NOI, UNA DI NOI, UNA DI NOOOI- e continuarono così per cinque minuti, provocando risate quasi mortali da parte della pinguina, seguita dagli altri.
 
Dopo qualche ora pranzarono con dell’ottimo pesce fresco e passarono l’intero pomeriggio a fare giochi, ridere, scherzare e divertirsi.
Non passavano una giornata così da mesi…
Era troppo bello per essere vero e non poterono che sperare di passarne altre mille di queste giornate.
Avevano ritrovato la stabilità che cercavano da tempo e ora con l’aggiunta di Sam, tutto sarebbe stato più bello e divertente, Skipper ne era certo.
 
Quella sera, Skipper e Sam decisero di uscire dalla base e passare qualche oretta del boschetto dietro lo zoo.
Erano seduti ai piedi di un grande albero e il leggero venticello che c’era in quel momento faceva smuovere la folta chioma.
Si stava bene lì e se solo avessero potuto, i due sarebbero rimasti lì a guardare il cielo che di lì a poco sarebbe diventato di un blu intenso e fissare le sue stelle.
-Sei contenta?- chiese all’improvviso Skipper, specchiando i suoi occhi azzurri in quelli cristallini di Sam.
-E me lo chiedi? Certo che sono contenta! Secondo me questo è tutto un sogno e… ti prego, non svegliarmi!- gli ordinò la pinguina scherzosamente.
Skipper per tutta risposta, l’avvicinò ancora di più a sé e l’abbracciò forte.
-Anch’io non voglio svegliarmi per nessuna ragione al mondo- le confessò sorridendo.
-Ma adesso? Che cosa succederà? Tra noi, intendo- gli chiese Sam, pensando che avrebbe dovuto rivolgergli  prima questa domanda.
Cosa avrebbero fatto oltre a svolgere missioni di cui era incaricato il Commando?
Skipper la guardò quasi divertito.
-Per ora dovresti pensare a stare solo con me e basta- le disse baciandola sulla guancia –Poi il futuro… cavolo, la risposta è lampante, no?- le disse quasi come fosse la cosa più semplice di tutte.
Sam cercò di restare indifferente, anche se aveva intuito le intenzioni del fidanzato.
Ma non aveva intenzione di lasciarsi prendere da pensieri troppo precoci per ora…
Voleva soltanto godersi il presente, come del resto Skipper.
Si avvicinarono e si baciarono.
Già, pensarono entrambi. Perché pensare al futuro?
In quel momento non ci pensarono, ma in realtà non sapevano come si sarebbero svolti gli eventi…
Esatto, non lo sapevano.
Sapevano solo che si amavano e non avrebbero permesso a nessuno di intromettersi.
Finalmente Skipper aveva trovato il vero amore e la piccola Sam aveva capito il vero significato di esso: mettere da parte l’orgoglio per donare felicità all’altro, mettere al primo posto il bene dell’altro…
Era questo che provava ed era sicura di non averlo mai provato prima con nessuno dei suoi ex fidanzati.
Skipper era speciale; la faceva sentire speciale, la faceva sentire unica…
-Ti amo- gli disse quando si staccarono per riprendere fiato.
-Io di più- le rispose prontamente Skipper, per poi ricominciare con ancora più passione di prima.
Non l’avrebbe mai lasciata, qualsiasi cosa sarebbe accaduta.
 Né ora né mai.
 
FINE.
 
 
ANGOLO AUTRICE: ALLORA, ECCOCI FINALMENTE ALLA FINE DI QUESTA LUNGA STORIA! RINGRAZIO CHI MI HA RECENSITO E SOPPORTATO FINO A QUESTO PUNTO. OVVIAMENTE RINGRAZIO ANCHE SOLO CHI HA LETTO SENZA RECENSIRE.
GRAZIE DI CUORE, DAVVERO<3
DUNQUE QUESTA SORIA E’ FINITA, MA NON TENETE…
DI QUI A POCO SCRIVERO’ IL SEQUEL E SPERO CON TUTTO IL CUORE CHE SEGUIRETE ANCHE QUELLA STORIA, CI TERREI MOLTO!
DETTO QUESTO, GRAZIE ANCORA A TUTTI! E’ STATO BELLISSIMO SCRIVERE QUESTA STORIA, SONO CRESCIUTA INSIEME ALLA MIA OC E SPERO CHE ABBIA TRASMESSO QUALCOSA ANCHE A VOI:)
VI AMO<3
BACIONI A TUTTI, FEDE:*

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