Sesshomaru. il dio della guerra di Dioni (/viewuser.php?uid=75011)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la fine dell'impero,prima parte ***
Capitolo 2: *** la fine dell'impero,seconda parte ***
Capitolo 3: *** la fine dell'impero, terza parte parte ***
Capitolo 4: *** Il ritorno del demone ***
Capitolo 5: *** Scontro gemellare ***
Capitolo 6: *** il Massacro, Prima parte ***
Capitolo 7: *** Il massacro. Seconda parte ***
Capitolo 8: *** L'arrivo in'India ***
Capitolo 9: *** Calcutta, la città sul Gange ***
Capitolo 10: *** La tomba di marmo e il tempio di Hanuman ***
Capitolo 11: *** La morte di Kali ***
Capitolo 12: *** Tramonto Persiano ***
Capitolo 13: *** Babilonia, il giardino nel deserto ***
Capitolo 14: *** Sesshomaru contro il Basilisco ***
Capitolo 15: *** Pace ***
Capitolo 16: *** Susa ***
Capitolo 17: *** Persepoli ***
Capitolo 18: *** Duello nella torre di Babele ***
Capitolo 19: *** una decisione critica ***
Capitolo 20: *** la scelta di Sesshomaru e la partenza per la Fenicia ***
Capitolo 21: *** sulla strada per Tiro ***
Capitolo 22: *** Sesshomaru contro Annibale ***
Capitolo 23: *** Verità nascoste ***
Capitolo 24: *** Un passato nascosto ***
Capitolo 25: *** Riunione divina ***
Capitolo 26: *** L'assedio di Petra ***
Capitolo 27: *** Nei sotterranei della città. ***
Capitolo 28: *** Incontro all'acquedotto. ***
Capitolo 29: *** Il ricordo ***
Capitolo 1 *** la fine dell'impero,prima parte ***
Anno 858 dopo cristo, durante gli ultimi istanti di vita dell’impero
romano, roma sta per cedere all’assalto dei goti che comandati da Alarico stanno per entrare nel cuore della citta eterna.un'ultima resistenza comandata da Inutaisho, che con l'aiuto delle sue legioni demoniache, si oppone all'avanzata dei goti.
Inutaisho: mie soldati,insieme a voi ho vinto qualsiasi battaglia,anche la piu dura.Ma stavolta non ci sarà vittoria o morte indolore, e la cosa peggiore e che non rivedremo i nostri cari,ne nostri padri ne i fratelli,neanche gli amici. Ma la cosa più brutta e che non potrò salutare mio figlio che sta per nascere.Vi chiedo,non come demone o come generale,ma come romano. Vi chiedo di restare a combattere.Per Roma, per l'imperatore, per gli dei, per chi amiamo(e inalzando la spada,dice con tutta la voce in corpo) IO VI INVITO A RESISTERE.
Dopo questo, un'urlo di battaglia si inalza in tutto il suo esercito, quasi fosse posseduto dagli stessi dei.Mentre l'esercito si prepara alle postazioni di difesa,il demone dice....
Inutaisho:qualsiasi cosa sfondi quella porta e vi attacchi voi gli farete uscire le budella,gli caverete gli occhi,e gli staccherete le palle a forza di morsi se necessario,SONO STATO ABBASTANZA CHIARO?
esercito:signor si signore.
inutaisho:MA CHE CAZZO,NON VI SENTO.
esercito:SIGNOR SI SIGNORE.
La porta della città comicia a sbattere e dopo un pò sbatte più forte, al ritmo dei cuori dei romani sempre più quasi ad' arrivare al collasso cardiaco finchè la porta non cade, e quando e caduta i romani sentono una sola parola alle spalle dei goti.
Alaricho,il re dei goti:ALL'ATTACCO
esercito goto:ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.
Ormai e solo questione di secondi prima che i due schieramenti si scontrino per iniziare la carneficina. |
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Capitolo 2 *** la fine dell'impero,seconda parte ***
Il massacro ha inizio, i goti si gettanno contro i romani,
provano a spezzare la difesa romana, ma e tutto inutile e
mentre i goti si accalcano l'uno sopra l'altro, i romani
li trafiggono con spade, lancie e persino con le punte
delle spille dei legionari, ma niente sembra fermare
l'avanzata barbarica. All'improvviso inutaisho per aiutare
i propi uomini, comincia a liberare il più selvaggio, il
più demoniaco, il più animale, il più sanguinario lato
della sua anima rendendolo un mostro per il nemico e un
valido comandante per le sue truppe, che entrando nelle
fila nemiche semina morte e terrore. i soldati, motivati
dal terrore negli occhi dei goti cominciano a uccidere
chiunque abbiano a tiro staccando teste, mozzando gambe e
tutto cio che cè di macabro al mondo. Non'importa se uomo,
donna o ragazzo il fatto di sapere che è un goto e
sufficiente a fargli schiacciare la testa dalla
cavalleria. Il sangue: schizza sui muri, sul terreno,
sulle armi, sulle armature sulle faccie dei soldati. Ma lo
sbudellamento va avanti, persino la cavalleria e gli
arcieri fanno la loro parte contro i barbari che
spaventati e impauriti scappano dinanzi alla furia romana,
Inutaisho, che in preda alla felicità grida- abbiamo
vinto, stanotte riposatevi,bevete del vino, fate l'amore e
divertitevi, perchè domani mattina mangieremo negl'inferi.
Lo stesso grido di prima si fa sentire ma stavolta e molto
più forte di prima. I soldati marciano fino alla villa
dell'imperatore, un magnifico palazzo si mostrava a loro,
dove l'imperatore e la corte imperiale si mostrava in
tutta la sua maestà.- non ti vedo così felice per la
vittoria, amore mio, dice la moglie dopo aver avuto un
travaglio di circa 5 ore,- ma sarai felice per
qualcos'altro. Sua moglie gli mostra una piccola creatura
che con quelle braccine esili, quelle mani minute, quelle
orecchie da elfo e quei due occhioni color del sole, fosse
in grado di spaccare un blocco di marmo con la sola forza
del mignolo.- Come lo vuoi chiamare mia adorata sposa-non
lo so,ci pensi tu marito mio?-va bene.Mentre i soldati
facievano gli affari propi con i loro cari, il demone
cominciò a cullare il bambino e a dirgli tipo- ciaoooo, ma
di chi'è questo nasino, è tuo? me lo tengo io. E
all'improvviso il piccoletto prende il naso del padre e
comincia tirarlo come se volesse fare il gioco del padre.
Passano i minuti e il bambino si sente stanco, il demone
tra se e se comincia a pensare a un nome e mentre gira per
il palazzo che con le sue sale, le sue stanze ritoccate,
le sue terme e le palesrtre, che collegate formano
un'unico centro di ritrovo maschile, nota che c'è un
bambino nella stanza da letto dell'imperatore che
assomiglia a talpunto al figlio del demone che quello
sembrebbe il gemello umano di suo figlio.Ma di colpo il
demone guardando la mezza luna fuori da una finestra,
sulla più alta torre della villa imperiale trova un nome
per il propio figlio-sesshomaru,ti piace il tuo nome? e
dopo aver detto questo il demone torna da sua moglie e dai
propi soldati.
che ne dite? commentate e consigliate, grazie ciao
|
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Capitolo 3 *** la fine dell'impero, terza parte parte ***
Sorgono le prime luci del sole
e con esso arriva Alarico
senza soldati e senza scorta, solo lui e nessun'altro.
Vedendo attorno a lui no ci sono altro che cadaveri e corvi,
gli stessi corvi che a visto, divertito su ogni campo di battaglia.
- questo si che un bagno di sangue,penso propio che ci sarà da divertirsi.
Dopo queste parole Alarico viene notato dalle legioni demoniache a guardia della città
uno dei soldati dice , con una tale boria che sembrava non si fosse reso conto del pericolo che correva
-sei pazzo barbaro, se pensi di entrare a Roma e farti un giro della città senza combattere
-combattere? non ce ne sarà bisogno contro un principiante come te
in preda alla rabbia il soldato si scaglio sul re trafigendolo con una lancia
e guardandolo in faccia gli dice
- ti ho ucciso barbaro
poi si gira verso i compagni stupito dalle loro faccie spaventate
- che sono quelle faccie?
e poi girandosi il soldato comprende il perchè di quelle espressioni
-davvero pensavi di potermi uccidere così?
detto questo, Alarico prende il soldato per le gambe mettendolo a testa in giù e con entrambe le mani
lo apre in verticale facendogli uscire tutte le budella, lo stomaco,il fegato ecc.
Il sangue schizza sui muri,sulle case, sulla strada e sui compagni del povero soldato strappato in due
come se fosse fatto di carta.
Il re notando la paura nei loro occhi, gli dice accompagnando le parole con uno sguardo da schizzato
-voglio rivelarvi un segreto, vedete questa chiave attorno al mio collo ?questa chiave serve a liberare 10 terribili guerrieri
che sono appunto chiamati, i 10 corrotti;
ma ho detto troppo quindi vi... guardando in cielo il re vide un una strana luce comparve in cielo per poi dire
- e quello che cosè? AHHHHHHHHHHHHHHHH
Buuuuuuuuuuuuuuuuuuuum
un fulmine a ciel sereno colpisce la città e lo stesso re per poi lasciare in cenere la città e i suoi abitanti,
solo il palazzo e i monumenti i più importanti di roma riescono a salvarsi,essendosi salvati solo per capriccio degli dei.
Inutaisho guarda fuori dal palazzo stupito dalla desolazione che rimane della città che una volta era la capitale del mondo,
alle sue spalle ci sono: l'imperatore di roma e sua moglie che tiene in braccio il giovane sesshomaru.
l'imperatore si gira verso il comandante con aria turbata
-Inutaisho?
-si mio signore?
-devo parlarti, in privato e senza occhi indiscreti
il demone lo segue attraversando le stanze imperiali, dove potevano stare solo i membri della famiglia reale e dove si dicesse
si celebravano strani rituali tra cui: sacrifici umani,Baccanali e altri riti oscuri.
Camminano per scale sotterrane e passagi segreti fino a entrare in una stanza
senza altre uscite che l'entrata dalla quale erano passati,rimane il silenzio fra i due finchè non si apre un passaggio sotto il pavimento.
Scendendo sempre più Inutaisho scorge quella sembra l'atrio di una caverna per poi vedere sentire la voce dell'imperatore
-Inutaisho? cosa vedi?
-una caverna, con all'interno una sorte di altare sopra a burrone che sembra collegato agli inferi e... sbaglio o quelle sono urne?
-urne? non sarebbe meglio dire prigioni?
-prigioni per chi?
-tu contale e capirai
dopo averle contate capisce chi ce dentro in questi vasi e per quale motivo la portato qui
-ora mi e tutto chiaro,l'attacco alla città serviva a liberare i 10 e voi eravate daccordo con Alarico
-per essere un demone sei intelligente e adesso MUORI
detto questo estrae un pugnale ma non fa in tempo a usarlo che viene decapitato dal suo comandante per poi sentire songa parlare
- e stato un colpo da maestro, però adesso andiamocene
-prima portiamo via le urne
-perchè dovremmo?
-perchè se qualcuno li libera il mondo e spacciato,capito?
-va bene ma fa presto
usando il propio mantello come fagotto e songa come appogio per tener chiuso il mantello mette tutto in spalla e ritorna in superficie.
Tornato da moglie figlio, nota di nuovo il bambino che assomigliava a suo figlio a talpunto da sembrare gemelli,prendendolo con se decide di tornare in giappone con tutta la famiglia al seguito
dirigendosi alle porte della città,Inutaisho e la sua compagna osservano atterriti quel che rimane della città e della città rimane poco,
solo le stutture più importanti come:il Colosseo che ha divertito il popolo di Roma con il sangue di persone strappata alla terra natia,il Circo Massimo l'ippodromo più famoso del mondo antico,
il Pantheon dove si veneravono tutti gli dei Romani e poco altro riesce a rimanere in piedi alla furia degli dei.
Botteghe e negozi sono ormai rovine senza vita, case e templi si sgretolano col passare del tempo,i profumi e gli odori della città sono stati sostituiti al fetore dei cadaveri,quella che era aria pulita ora e divenuto un miasma letale
in pratica quella che sembrava la città eterna, la capitale del mondo conosciuto, un impero inarrestabile ora e una rovina devastata dagli stessi dei che avevano giurato di proteggerla da qualsiasi male.
Ma inutaisho sapeva che Roma sarebbe caduta perchè nella sua lunga vita aveva gia visto imperi sorgere come l'alba e poi tramontare come il sole al crepuscolo
-com'è stato possibile tutto questo amore mio
-e il volere degli dei ogni cosa eh dettata da loro
-infatti inutaisho, infatti
all'improvviso i 12 dei dell'olimpo scesero sulla terra con una propia bigha trainata da ogni animale mitologico esistente
-voi chi siete?
gli dei risposero all'unisono
-noi siamo gli dei dell'olimpo e in nome dell'olimpo ti chiediamo di consegnare le urne e il figlio dell'imperatore
lui risponde
-se gli dei lo esigono non'hanno che da prendere. Detto questo consegna le urne e il figlio dell'imperatore, 10 divinità prendono le 10 urne
mentre Giunone, la regina degli dei prende il bambino, Giove suo consorte e re degli dei dice
Inutaisho, veglierò su tuo figlio anche dopo la tua morte,ma prima per tenere fede al giuramento metterò due segni su i due bambini, a Sesshomaru toccherà la mezzaluna simbolo dei demoni maggiori e questo bambino che chiameremo Flavio gli tocchera il sole simbolo degli dei.
Detto questo, ai due venne dato un marchio diverso uno segnato dal freddo della luna, l'altro dal calore del sole
-ah Inutaisho
-si sommo Giove?
-prendi questa
-Una chiave?
-e la chaive con la quale serve aprire le 10 urne nello stesso momento, c'è l'aveva Alarico quando e morto ma ora tu e la tua famiglia saltate in questo pozzo, noi lo chiamiamo il pozzo mangiaossa ma in realtà e un portale che puo portare dovunque e chiunque
prendendo la propia famiglia Inutaisho ringrazio gli dei e se tornò ne propio paese natale il giappone.
Sono ormai passati secoli da quel giorno ma come sempre la tela del destino e intrecciata con fili di sventura e due gemelli stanno per incontrarsi senza sapere che dal loro incontro sarà deciso il destino non solo il loro ma il destino del mondo intero |
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Capitolo 4 *** Il ritorno del demone ***
Sono passati secoli da quel giorno è ormai Flavio
è divenuto il campione degli dei, lo stesso Giove fa
convocare Flavio dinanzi a lui
-Flavio
arrivato da Giove scende dal magico Pegaso accompagnato sempre dalle
sue spade , Flavio si inginocchia umilmente e dice
-cosa cè possente Giove
-mio caro Flavio, ti affido una nuova missione
-cosa devo fare?
- tre anime degli inferi stanno provando a fuggire
- chi sono queste anime?
-sono Koga, Kikio e Naraku, sconfiggili... e fa in modo che le loro
anime rimangano nel regno dei morti per sempre
-non puo farlo tuo fratello?
-sai com'è fatto, non vuole prendersi
responsabilità...ora vai, sei libero di andare
Flavio si alza e si dirige verso il portale che lo condurrà
al regno dei morti
-dannazzione devo liberare i dieci corrotti il più presto
possibile, non ce la faccio più a essere il loro schiavo, il
mio gemello sesshomaru a più libertà di me e
questo non'è giusto, se la profezia fosse vera uno di noi
due regnerà sugli dei e quello devo essere io, ma prima devo
andare negli inferi a chiudere questa storia una volta per tutte
dopo qualche ora giunge nel regno dei morti davanti a Caronte che dalla
sua barca attacata all riva nota Flavio
- chi sei tu?
- qualcuno che ha molta fretta
detto questo Caronte viene spinto con un calcio nel fiume dei morti
- straniero, devi aiutarmi sei vuoi raggiungere l'altra sponda
-non ti preoccupare la conosco la strada
e dopo questo, Caronte viene trascinato sul fondo del fiume, dalle
anime che molto tempo fa vennero gettate dalla barca perchè
non avevano i soldi per pagare il viaggio.
Giunto da Plutone,lo spregevole dio dell'oltretomba,l'anziano re degli
inferi chiede a Flavio
-sei venuto per quei tre dannati?
-potevi pensarci anche tu no?
- lo farei ma sono piuttosto occupato
- si come no
dicendolo in modo sarcastico
-comunque dove sono?
-risali l'acheronte, da dove sei entrato per inferi...li troverai la
-bene
-ah un'ultima...cosa
Flavio ormai se n'era andato da un pezzo,per risalire il fiume e
riportare indietro i tre fuggaschi.
Koga e Kikio sono i primi ad arrivare all'uscita, ma se la devono
vedere con Flavio, subito Koga dice con la sua aria presuntuosa
-sei tu sessh...aspetta un momento, tu non sei sesshomaru
-non'è lui, però gli assomiglia molto risponde
KIkio
Flavio alzandosi da terra dice
- ho due soluzioni per voi:la soluzione A vi permette di tornare
indietro con le buone
koga dice
- e la B?
- non ve la consiglio
-Kikio tu che dici prendiamo la B
-perchè no
-avete fatto la scelta sbagliata.
All'improvviso il suo corpo
- preferisco combattere con mani e piedi piùtosto che usare
le mie spade
Koga offendendosi risponde
- MI PRENDI IN GIRO, ADESSO TI AMMAZZO, CALCIO DEL LUPO
Koga prova ha tirare un calcio al volto del guerriero ma lo manca
-tutto qui quello che sai fare lupastro ?
detto questo Koga prova a colpirlo con calci,pugni,ginocchiate e
quantaltro, ma niente sembra colpirlo
Flavio dice sbadigliando mentre evita i colpi
-mi sono stancato di questo gioco, gancio di Achille
Koga viene colpito sul mento e comincia a volare che in quell'istante
Flavio sfodera il prossimo attacco
- Furia di Chirone
mentre lo dice spicca un salto che gli fa girare il corpo, puntando le
gambe verso l'alto e la sua testa verso il terreno è
comincia a tirargli tanti di quei calci da spaccargli tutte le costole
e le gambe
in volo per poi finirlo con un pugno diretto alla nuca talmente forte
che quando arriva al suolo gli si conficca la testa nel terreno
Flavio risponde divertito tra se e se
niente di più facile.
Kikio presa dal panico prende l'arco e comincia a scoccare freccie
all'impazzata, ma queste non gli fanno nulla
-ma guarda sono ricoperto di freccie, che paura, TRASPORTO DI CRONO
Flavio scompare nel nulla per poi ritrovarsi dietro a KIkio
-addio sacerdotessa
Flavio da dietro le prende il collo e Krraaakk glielo spezza in tre
punti e poi KIkio cade a terra senza neanche potersi muovere visto che
gli rotto una parte della colonna vertebrale
-ti ho spezzato il collo in tre punti diversi, tu e Koga non potete
morire perchè siete gia morti, siete negli inferi
più logico di così si muore
loro due lo guardano increduli dicendosi che quello non può
essere sesshomaru perchè infatti non'è lui.
Infine arriva anche naraku pronto a utilizzare qualsiasi infamia pur di
raggiungere il mondo dei vivi
-tu saresti Naraku? mi aspettavo qualcosa di più
- io sono Naraku
- no, TU SEI FINITO
Flavio sfodera le sue spade, la spada nella mano destra a il manico a
Forma di testa di delfino e la metà inferiore della lama a
una curva interna mentre la meta superiore a una curva esterna,il suo
nome è Tritone
mentre l'altra a il manico a testa d'aquila e ha una lama dritta e di
poco più corta della prima, il suo nome e Nike
-siete pronte a colpire, CICATRICE DELL'OLIMPO
Naraku prova a difendersi con il propio corpo ma alla fine viene
disintegrato
-Brave le mie spade
rimettendo le spade dietro la schiena e pronto per la sua misiione
personale ma da dietro sente una voce spettrale
-Flavio
-Chi sei tu?
- io sono Tiresia il cieco veggente e so che vuoi prendere il potere
sull'Olimpo
- tu puoi dirmi come farlo?
- ti serviranno i dieci
-questo lo so benissimo
- e la chiave per liberarli dalle loro prigioni
- perchè vuoi aiutarmi?
- Giove mi ha reso cieco e poi mi hanno cacciato dall'olimpo solo
perchè ero una minaccia per il suo potere e ora voglio
vendicarmi di quest'oltraggio
-certo, ma prima voglio vedere una persona
e detto questo sparisce nel nulla.
Sono Passati anni dalla morte di Naraku, e tutti sono più
felici, ma non lui, non il principe di ghiacccio che ha lasciato Rin
in quel villaggio insieme al fratello e alla sua compagnia , ma dopo
che la lasciata lì non'è più lo
stesso,Jaken,Ha-Un e kohaku se ne sono andati da molto tempo, uno per
il rifuto Amoroso di una ragazza, gli altri due per il crudele
abbraccio della morte
gli sono cresciuti baffi e pizzetto, nasconde il suo aspetto demoniaco
sotto una una veste invernale visto che ultimamente si è nel
cuore dell'inverno
nascondendosi da tutto e tutti vede: i contadini che stanno nelle loro
capanne, vede Shippo che ormai e un ragazzo, vede Miroku,sango e i loro
bambini,vede suo fratello e l'umana insieme a lui
sotto quella neve vede persino Kaede, ma soppratutto vede RIn, divenuta
donna e che viene corteggiata da tutti i ragazzi del villaggio,ma
riesce anche a vedere che è rimasta la stessa, dolce e calda
Rin di molti anni fa.
Ma Rin non si è scordata del suo padrone, di chi la salvata
dagli Inferi , da chi gli ha dato un'amicizia che lei ha trasformato in
qualcosa di più.
un giorno di neve, Rin va a raccogliere della legna per il focolare
domestico, quando a un certo punto un demone uno di quelli che si
nutrono di carne umana assalta la povera ragazza
sentendo le grida di Rin, sesshomaru corre da lei e arrivato dal demone
lo apre con una solo colpo di frusta
Rin non poteva crederci, era stata salvata dallo stesso demone che
l'aveva lasciata in quel villaggio anni addietro, stupita da quel
ritorno gli chiede
- siete voi signor Sesshomaru?
lui si gira e si toglie il cappuccio, Rin riesce a riconoscierlo
persino sotto quella neve perche non importa se porta baffi e pizzetto
lei lo riconoscerà sempre, il demone gli risponde una sola
singola ma importante parola
- Rin.
Rin corre più che può verso il demone e poi
abbraciarlo e piangere su di lui
-Perchè mi ha lasciata?
prendendola tra le sue braccia Sesshomaru gli risponde
-avevo paura che tu non fossi più felice insieme a me
Rin smettendo di piangere dice
- io sono sempre stata felice insieme a voi
lui, non sapendo cosa dire le dice
- dai, torna al vilaggio
- NO, non voglio, non senza di voi
- Va bene, ti porto in posto qui vicino.
Continuando a tenerla tra le sue braccia si dirigono verso una cascata,
fermandosi Sesshomaru posa a terra Rin e qli dice
- andiamo in quella grotta vicino alla cascata, ci ripareremo dalla neve
Seguendo Sesshomaru nella grotta, Rin nota che all'interno ci sono
oggetti che non aveva mai visto prima provenienti: dall'Egitto, dalla
Grecia, dal nord Europa, dall'india, dalla persia ecc
Rin stupita da questi oggetti gli chiede
-Signor sesshomaru?
- cosa c'e?
- da dove vengono questi oggetti?
- un pò dappertututto, sai in questi anni ho viaggiato
molto, meglio se ti metti sotto le lenzuola, non vorrei che ti ammalassi
detto questo Rin si mette sotto le coperte di letto all'interno della
caverna, ma anche se si mette sotto le lenzuola, rin continua a sentire
freddo
- hai Freddo Rin?
- si è anche tanto
- non ti preoccupare ti riscaldo io
Sesshomaru si infila sotto le lenzuola insieme a Rin e comincia a
stringerla a se
- hai ancora freddo?
- si
sesshomaru comincia a togliersi l'armatura e la veste superiore
rimanendo a petto nudo per poi guardarla negl'occhi e dirle
- e adesso?
- adesso no
e detto questo i due si baciano dolcemente è mentre si
baciano i due si spogliano fino a rimanere completamente nudi, lui
sopra di lei
- vuoi andare oltre Rin?
- non chiedo di meglio
i due ricominciano a baciarsi e a toccarsi, poi Sesshomaru comincia a
scendere fino ad arrivare alla sua parte più intima per poi
far strofinare la lingua su di essa
lei tutta eccitata si tocca i seni provocando l'eccitazzione di lui che
Sesshomaru risponde alla provocazione di Rin infilando la sua
estremità nella vagina di RIn.
All'inizio sente il dolore mischiarsi al piacere, ma col passare del
tempo arriva la notte fonda e ormai il piacere e l'unica cosa che sente
e mentre i due si avvicinano all'orgasmo, Sesshomaru chiede a Rin
- SEI PRONTA RIN?
-SI
e alla fine raggiungono insieme l'apice del piacere gemendo e ansimando
allo stesso ritmo per poi dirsi insieme
-ti amo
e detto questo i due si baciano di nuovo per poi addomentarsi in quella
notte fatta di neve cadente dal cielo e di piaciere immenso.
Ma un'oscura figura si trova fuori da quella grotta
-oggi ti sei divertito... ma domani vedrai per la prima e l'ultima
volta il tuo adorato gemello, a domani mio caro Sesshomaru
e Flavio se ne va comincaindo a ridere tra se e se.
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Capitolo 5 *** Scontro gemellare ***
Mentre la notte si allontana e il giorno si avvicina, il cielo si
colora di verde chiaro come se annucciase che Apollo sta portando il
sole in questa parte del mondo
e mentre accade questo, Sesshomaru e Rin stanno dormendo l'uno accanto
all'altra consapevoli di quello che è successo, Ma questo
non vuol dire che entrambi fanno sogni felici. Rin dorme beatamente
nell'aver ritrvto l'unico uomo che abbia mai amato
Sesshomaru invece sta vivendo l'esperienza più strana della
sua vita, sta sognando, nel suo sogno si trova in un corridoio
lunghissimo , comincia a camminare per questo corridoio tempestato di
affreschi sui muri che raffigurano 10 figure dall'aspetto ambiguo.
Comincia a mettere le mani sui muri è a indicare con le dita
ad aiutare i suoi occhi in cerca di imformazioni, all'inizio non trova
nulla di interessante ma poi trova una frase che sembra, scritta nel
sangue e odorare di sangue che poi comincia a leggere
- In questi vasi sono intrappolati i dieci, le creature più
terribili della Terra che verranno liberate da una creatura chiamata il
gemello che brama il potere degli dei, solo il prescelto
potrà fermare il gemello e impedire il ritorno del caos
nel'universo
comincia a girarsi e alla sua destra vede un'altro affresco per poi
rimanere pietrificato, con sguardo perplesso a quello che vede...
Sesshomaru e Tenseiga contro Flavio e le sue spade per poi girarsi per
colpa di qualcuno alle sue spalle con viso coperto è
un'armatura romana interamente nera come l'oblio, davanti a questa
figura gli chiede
puntadogli Tenseiga contro e con il tono di voce di qualcuno su una
crisi di nervi
-TU CHI SEI? con gli occhi rossi tipici dei demoni maggiori
mostrando lentamente il volto Flavio Risponde
- lo scoprirai molto presto
per poi attaccare Sesshomaru con le sue spade.
Sesshomaru si sveglia di colpo alzando alzando la testa dal cuscino,
comincia a guardarsi a destra e a sinistra con gli occhi rossi in preda
allo stupore di quello che e accaduto nella sua testa, per poi
cominciare a calmarsi dopo aver notato che Rin e perfetta in quella
posa,
rannicchiata tra le coperte per coprirsi dal freddo visto che nevica
dal giorno prima. Dopo qualche minuto che Sesshomaru si è
sveglito si sveglia anche Rin che aprendo gli occhi vede il suo demone
propio li accanto a lei nudo tanto quanto lei capendo che tutto quello
che e successo l'altra notte era tutto vero.
i due si scambiano sguardi carichi d'amore per poi salutarsi con un
tenero bacio, si alzano dal letto, si vestono, ed escono dalla caverna
ma ad'un certo punto Rin, intimorita chiede al demone
-Signor Sesshomaru, mi può dire perchè mi ha
lasciata in quel villagio, forse non mi volevate più?
- non'è per questo, lo fatto per paura.
Rin stupefatta dalla risposta gli chiede
-paura? di cosa potete aver paura?
- avevo paura di... renderti infelice... di vederti triste ogni giorno
che passavi insieme a me, ed è per questo sono fuggito
lontano... lontano da te
- io sono felice insieme a voi, voi non siete felice insieme a me?
sentito questo sesshomaru abbraccia Rin con una tale passione che
stringendola a se lei possa sentire il battito cardiaco del suo demone
- io sono sempre felice insieme a te... è d'ora in avanti
non ti lascerò più sola.Ah Rin mi stavo
dimenticando di dirti che non ce bisogno che mi dai del lei
sentita questa risposta, Rin cominciò a sorridere per poi
dirigersi col demone al suo villaggio.
Ormai Sesshomaru aveva deciso che non se ne sarebbe andato mai
più è mentre pensava se trasferirsi con Rin nelle
terre dell'ovest si accarezzava continuamente quel poco di barba che
gli era venuta durante i suoi viaggi in giro per il globo terrestre
-Rin?
- che c'è Sesshomaru?
-come ti sembro con la braba?
- a me sinceramente piace, è a voi?
- con tutta onesta comincia a piacere anche a me, anche se è
strano che spunti la barba per di più a un demone maggiore
come me
e mentre parlavano del più e del meno i due cominciarono a
darsi la mano mentre si avvicinavano al villaggio di Kaede, ma
all'improvviso una figura usci da un boschetto vicino alla strada, ma i
due hanno gia capito che è Koahaku e Rin gli dice
- ciao, Koahaku
- ciao Rin, possiamo parlare in privato?
- posso Sesshomaru?
lui senza neanche una parola si allontana dai due per lasciarli parlare
da soli, i due cominciano a parlare in mezzo alla strada
- allora Rin come te la passi'
- bene
- e te invece?
- una meraviglia, scusa, ma da quando e tornato Sesshomaru?
- da ieri
- ah, ed è successo qualcosa di nuovo
- si... siamo fidanzati da ieri
mentre sente questa notizia, a Kohaku gli si spezza il cuore ma
soppratutto sente una forte rabbia ma si calma quando vede Rin
accasciarsi per terra mentre tiene la mano destra sul ventre
-Rin, tutto bene?
- si sto bene e solo una fitta
detto questo, Rin si rimette in piedi e con le mani si ripulisce il
Kimono nella speranza che ritorni bianco come prima
- dannazione mi si sporcato il vestito che per di più era
nuovo
e mentre si ripulisce il vestito, da dietro kohaku colpisce alla nuca
la povera Rin che sviene al colpo inferto dal ragazzo per poi
trasportarla in cima a un crepaccio li vicino, ma Sesshomaru li stava
spiando consapevole delle intenzioni di Kohaku e comincia a seguirlo e
sente Kohaku dire alla ragazza
- mi dispiace Rin, ma se non sei mia non sei di nessuno
e mentre la sta per buttare dal precipizio, arriva Sesshomaru che lo
prende da dietro il colletto del vestito da sterminatore e lo lancia
lontano alla sua sinistra per poi racogliere Rin da terra e portarsela
tra le braccia per poi svegliarsi tra le braccia del suo amato
- dove siamo Sesshomaru?
- niente, sei solo svenuta ma adesso andiamo
Ma Kohaku non potendo trattenere la rabbia estrae la sua catena e
comincia a colpire la coppia ma lunica cosa che colpisce è
l'aria.
Ma li vicino c'è il crudele Flavio che assistendo al duello
estrae le sue spade e gli da un compito crudele
-Tritone,Nike, fate a pezzi quel ragazzino, solo il grande Flavio
può uccidere il suo gemello, CROCE DEL NORD
detto questo le spade comincia a prendere vita e attaccarsi l'una a
l'altra per formare un sorta di x ben affilata e mentre le due volano
verso Kohaku, Sesshomaru sente qualcosa provenire da dietro Kohaku, ma
essendo troppo lontano non riesce a capire che cos'è e
continua a evitare i colpi dello sterminatore
ma quando le spade sono fin troppo vicine e ormai troppo tardi per
salvare Kohaku da morte certa, anche rin si accorge che sta arivvando
alle spalle dello sterminatore e prova ad avvertirlo e Sesshomaru prova
ad avvertirlo
- KOHAKU... SPOSTATI
ma Kohaku non riesce a sentire niente di quello che ha detto il demone
visto che è preso dalla rabbia, ma quando si accorge del
pericolo viene fatto a fettine talmente sottili che neanchè
sua sorella potrebbe riconoscerlo è finito l'affettemento le
due spade tornano dal loro padrone compiaciuto dello sbudellamento a
cui ha assistito prima
- SIIIIII, brave le mie spade, ma adesso dobbiamo andare in vilaggio
qui vicino dove voi avrete il vostro bagno di sangue è io
incontrerò di persona il mio gemello va bene? andiamo
e detto questo si dirige al villaggio di kaede in cerca di altre
vittime per il suo svago.
mentre Flavio si dirige verso il villaggio, sesshomaru e Rin riprendono
la loro strada per dirigersi anche loro al villaggio ma i due rimangono
in silenzio fino a quando non arrivati al villaggio sentono puzza di
fumo
- sesshomaru
- si me ne sono accorto, andiamo
e correndo per un pò notano che il villaggio e le risaie li
vicino sono in prede alle fiamme ma quando in tutta fretta provano ad
entrare vengono bloccati da gladiatori di basso rango chaiamati
secutores armati armato di Gladio una spada corta in dotazione a
legionari romani, uno scudo rotondo di qualsiasi colore che si porta
nelle arene, elmi di metallo con coprifaccia, gonnellino da gladiatore,
protezioni per le braccia e sandali in pelle
sesshomaru vedendo questi guerrieri di forgia romana si domanda se
possano essere banditi
-voi chi siete? dal vostro aspetto sembra ch veniate dal continente
- noi siamo i gladiatori Flavio è tu devi essere Sesshomaru
hahahhahah
-come fate a spere chi sono?
- questo non'ha alcuna importanza, ALL'ATTACCO'
e tutti i gladiatori si avventano contro il demone che lui comincia a
fare a pezzi con Bakusaiga e finito il massacro ricominciano ad
affrettasrsi e mentre corrono per arrivare il prima possibile al centro
del vilaggio sesshomaru comincia a pensare
-dannazzione non volevo neanche entrare nel villaggio di mio fratello,
ma vista la situazione sono costretto ad andare in fondo a questa
faccenda
e poi la voce di Rin si insinua nelle sue orecchie
- cosa facciamo adesso Sesshomaru?
- andiamo a casa tua
- va bene
e mentre i due si affrettano ad arrivare al centro del villaggio notano
una figura seduta su una roccia avvolta in una veste sacerdotale romana
con tanto di cappuccio e una lunga toga arancione che gli arriva fino
alla caviglia
Sesshomaru chiede alla figura nascosta dalla lunga veste
- sei tu quello quello che ha dato fuoco al vilaggio? ma soprattutto
sei tu quello che i soldati hanno chiamato Flavio?
-sesshomaru, finalmente ti vedo di persona, sai ero molto ansioso di
conoscerti
Sesshomaru stupito da quello che Flavio ha detto si rivolge a Rin
- Rin... rimane indietro
-ma io...
-Rin rimani indietro, questo individuo emana un'area spaventosa persino
peggiore di Naraku
-va bene
e mentre Rin si allontana comincia ad accasciarsi per terra sempre con
la mano sul ventre, notando questo il demone corre da lei e l'aiuta a
rimettersi in piedi
- Rin cos'hai'
- forse e una stupidaggine ma penso di aspettere un bambino da te
- impossibile e troppo presto
e durante il discorso interviene Flavio che continua a stare su quella
roccia come se nulla fosse
- a dir la verità potrebbe essere in cinta
Sesshomaru risponde
- Com'è possibile?
- vedi Sesshomaru, se fosse stato un demone o un'umano ci sarebbe
voluto più tempo, ma essendo un mezzo demone, la sua natura
gli permette di svilupparsi prima anche se per nascere ci vorrano
sempre nove mesi.
Stpefatto da questa risposta, Sesshomaru intima ancor di più
Rin di allontanarsi e lei come sempre ascolta gli ordini di quello che
una volta era il suo padrone e vedendola allontanarsi comincia a
parlare con Flavio
-ti rifaccio la domanda... sei tu quello che i soldati hanno chiamato
Flavio
-vuoi sapere la verità? si mi chiamo Flavio, o per meglio
dire Flavio Augustolo Ottaviano
- come fai a sapere il mio nome... Flavio?
- semplice, noi due abbiamo molte più cose in comune di
quanto tu possa pensare, ora se non ti di spiace vorrei combattere
contro di te
e detto questo estrare le spade e sesshomaru si accorge che quelle
erano le stesse spade del suo sogno e anche le stesse che hanno fatto a
fette Kohaku, ma per non far capire il suo stupore estrae Bakusaiga
come se non le avesse mai viste
- Flavio.. pensi di rimanere in vita dopo questo scontro?
- se devo combattere contro di te? mi sembra logico
- sei solo un'illuso
e detto questo lo attacca provando a torglierli la veste, ma anche se
riesce a strappare la veste del gemello, Flavio gli tira un calcio con
la gamba destra dritto sulla faccia, talmente potente che lo fa
scontrare contro una capanna, e dopo essersi rialzato dalle macerie
Sesshomaru guarda il vero aspetto del suo avversario rimanendo di
stucco per la somiglianza se non fosse per il fatto che Flavio porta
un'armatura nera con le effigi di un delfino e di un'aquila
-impossibile, ma sei il mio sosia
-chiamami pure gemello, GANCIO DI ACHILLE
e detto questo lo fa volare come a fatto con koga per poi riutilizzare
la furia di chirone contro di lui fracassando il povero demone sul
terreno, ma prima quando era in volo dalle interiore del demone esce
una chiave e dopo che il demone si sfracella sulla nuda terra Flavio
raccoglie la chaive
-finalmente, la chiave per liberare i dieci e mia
ma all'improvviso Sesshomaru vede il fantasma del padre che egli sta
parlando
-figlio mio... e arrivato il momento di mostrare il vero Sesshomaru
- di cosa state parlando padre?
dice lui mentre si trova con il viso rivolto verso il terreno
-presto capirai, FURIA DEGLI DEI
e dopo aver sentito queste parole sesshomaru si alza spinto da una
forza senza precedenti e Flavio notando questo gli dice
- ma tu n on ti arrendi mai? ora ti faccio vedere io
e quando Flvio gli sta tirando l'ennesimo calcio sesshomaru gli'e lo
blocca tenendogli la gamba per poi dire
sbagliato, sono io che ti faccio vedere
e detto questo comincia a impugnare la gamba destra di Flavio come se
fosse un martello e lo fa scontrare sul terreno mome se fosse un
contadino che sbatte la sua zappa sul suo orto per poi lanciarlo lin
aria verso boshjinboku per poi tagliagli le gambe con i suoi artigli e
mentre lo tiene per la gola, flavio apre la bocca per ricevere ossigeno
e Sesshomaru dice
-hai aperto la bocca, brutta mossa
e detto questo prende Bakusaiga e la conficca nella bocca di Flavio
attaccandolo all'albero sacro
- ho vinto io
e poi se ne va strappando violentemente la spada da Flavio, ma lui e
ancora vivo e ricomincia a formare dei nuovi e arti e intanto dice
- ti faccio i miei complimenti, ma adesso devo andare, ho un
appuntamento con delle divinità poco simpatiche... ciao
e se ne va scomapre nel nulla.
dopo circa qulache minuto di riposo, Sesshomaru torna da Rin
preoccupato della sua nuova situazione da padre
-Rin?... tutto bene
- si... non riesco ancora a crederci, aspettiamo un figlio
- Rin, non so cosa dire e...e... meraviglioso
i due si scambiano un bacio aa fior di pelle
Ma sesshomaru e turbato per quello che sta per dire
-Rin?
-cosa c'è?
-se la tua capanna e ancora in piedi me la faresti vedere?
-certo, da questa parte
i due comincino a camminare finchè non arrivano in una
casetta vicino al fiume ancora ricoperta di neve
-eccoci qua, come le sembra?
- carina
i due cominciano ad entrare nella casetta mangiando e rimanendo al
caldo per poi andare a dormire ma prima di addormentarsi Sesshomaru
guarda negli occhi rin e gli dice
- Rin, dora in avanti farò di tutto per proteggere te e il
nostro bambino, daccordo?
con le lacrime agli'occhi Rin risponde alla sua domanda con bacio
appassionato per poi andare addormentarsi insieme al suo amante e al
suo bambino che porta in grembo, ma anche Sesshomaru farà un
buon riposo visto che ha finalmente capito cosa ha provato suo padre
quando si e innamorto di un'umana anzichè di un demone visto
che molti demoni non sanno cosa siano affetto e amore.
commentate e consigliate, grazie ciao
|
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Capitolo 6 *** il Massacro, Prima parte ***
Passa un mese e della compagnia di inuyasha non c'e segno, ma a Rin non
importa se non tornano, orami l'unica cosa che importa a lei e stare
col demone che ha scelto come marito e padre del mezzodemone che porta
in grembo
ma Sesshomaru, sotto quell'aria felice nasconde il timore che
quell'attacco da parte del suo gemello nasconde un motivo ben peggiore
di quello che sembrava visto il fatto che Flavio e la sua Nemesi
perfetta.
Rin si gira alla sua destra verso il demone che si trova insieme a lei,
in quel letto che hanno condiviso il loro amore, Rin gli mette il
braccio destro davanti alle spalle per poi toccargli quella piccola
barbetta visto che lui è girato di spalle ma quando gli
tocca il viso sente che Sesshomaru non'e rilassato come pensava
Rin gli chiede
- cos'hai amore mio?
sesshomaru comincia a girarsi e le risponde
-sto bene, non ti preoccupare sto bene
-a me non sembra
-Rin ti ho detto che sto bene, fidati
-si scusa, lo so che stai bene ma da quando sei...
-zitta, sento qualcosa
e mentre lo dice sente dei rumori di passi, comincia ad avvicinarsi
alla porta e dopo che sfodera bakusaiga assale chi si trova dietro
saltandogli addosso puntandogli la spada contro di lui
finchè non capisce che quello è suo fratello
inuyasha
e con tono distaccato gli dice
-ciao inuyasha
-Sesshomaru togliti di mezzo
-con piacere
e dopo essersi alzato da inuyasha rientra dentro la casetta per dire a
Rin che sono soltanto inuyasha e la sua compagnia.
Mentre inuyasha si rialza da terra, Kagome va dentro alla casa ad
abracciare Rin dopo aver temuto che non fosse rimasto nessuno
- ciao Rin, ho temuto fossi morta
- no sto bene, comunque sia usciamo da qui
e le due escono dalla casa seguite dal demone, ma kagome domanda a Rin
-cos'è successo al vilaggio?
-dei briganti l'hanno attaccato, sarei morta anchio se non ci fosse
stato Sesshomaru, non e vero amore ?
inuyasha perplesso dalla cosa chiede
-amore? Rin non dirmi che voi due...
-esatto siamo compagni e tra otto mesi saremo in tre
-che intendi con... non dirmi che aspetti un bambino da lui? dimmi che
non'è così Sesshomaru
-vedi....ehm.....sono cose.... che capitano
-Rin avresti potuto prendere Koahaku
nella discussione interviene Sango
- a proposito, Rin sai dovè Koahaku?
Rin comincia a inventarsi una scusa per non dirle che suo fratello e
stato fatto a pezzi da Flavio
-L'ultima volta che lo visto era appena tornato dal lavoro, non'e vero
Sesshomaru?
-si....si e propio così qunado lo visto mi sembrava.....a
pezzi
-grazie lo stesso Sesshomaru
-di nulla
e dopo aver scoperto la loro relazione la compagnia se ne va in un
villaggio a chiedere se cè qualche lavoro da fare.
Nel frattempo, Flavio fa convocare Marte, il dio della guerra nelle sue
stanze e da dietro la porta si sente la voce di un'uomo sulla 30
-flavio posso entrare?
-entra pure Marte
e nelle stanze di Flavio entra Marte, il dio della guerra, alto,
massiccio, dalla pelle bianca e dall'armatura continuamente sporca di
sangue e sul pettorale la nera effige di cerbero il cane a tre teste
- mi hai fatto chiamare, che cosaa vuoi?
- ho scperto che vuoi liberarti di Giove
- e allora?
-ti voglio dare una mano
-eccome?
-liberando i 10
-impossibile ti serve la chiave e la chiave si trova dentro al corpo di
un demone che si chiama
e in quel momento Flavio estrae la chiave di cui Marte parla
-ah,vedo che hai gia conosciuto il tuo gemello
-si e ti posso dire che è un'undividuo pieno di sorprese
- ho visto il vostro scontro è devo ammettere che quel
demone e piuttosto forte
-si... andiamo a liberare i 10?
-daccordo, a condizione che li mandiamo contro...contro...quel demone
di cui non ricordo mai il nome
- era propio quello che pensavo, ma prima facciamone scatenare soltanto
5 visto che ci sono altri problemi in vista.
e i due scompaiono nel nulla.
Il giorno dopo, la compagnia di inuyasha si prepara a partire quando
all'improvviso notano un vecchio contadino che corre nella loro
direzione
-aiuto qualcuno mi aiuti il poveretto non fa in tempo a salvarsi la
vita che l'Anubita, il mostro che lo inseguiva metà uomo
metà sciacallo gli scaglia addosso un giavelotto bucando la
testa del povero contadino
subito Miroku parte all'attacco della creatura senza preoccuparsi se
questa è una trappola, vedendo arrivare il monaco l'Anubita
fugge correndo dai compagni e dicendo
-il monaco e caduto nella trappola mio Faraone
all'improvviso una mummia esce da un sarcofago, uguale a quello di
Tutankamon
-finalmente dopo tanto tempo io Anakaris, il signore dlle piramidi
posso tenere fede al giuramento del popolo d'egitto che ho giurato di
proteggere....ma mi serve la mia Neteb per combattere
-eccola mio Signore
e mentre parla L'anubita consegna il Neteb, una sorta di bastone con
due semicerchi affilati per lame ad ogni estremita al propio faraone
-ora la mia anima e pronta alla battaglia
e mentre lo dice, Miroku ragginuge il sovrano e con stupore gli domanda
-da dove venite? sembrate appartenere al continente
-noi apparteniamo alle sabbie d'egitto, miei soldati andate
- ma mio signore...
-ho detto andate dovete trovare il demone che si Chiama Sesshomaru
- si mio signore, avete sentito anubiti muoviamoci
Miroku incuriosito dalla questone domanda
-che cosa volete da Sesshomaru?
- cose mie, ora combatti.
I due cominciano a combattere, Miroku prova a colpirlo con il bastone
ma ogni volta che lo attacca Anakaris para gli attcchi con il Neteb, ma
quando il monaco riesce a ferire di striscio Anakaris, la mummia dice
adirata
-COME OSI COLPIRE IL FARAONE
e conficcando il Neteb nel terreno pronuncia una formula contro il
monaco
-TEMPESTA DI SEHT
il monaco nota uno strano vento
-per essere del vento e piuttosto pesante....e quello che
cos'è
subito Miroku vede Seht il dio del male e signore del deserto che lo
prende e con un pugno lo sottera sotto la sabbia creata dallo stesso
dio uccidendolo per colpa dell'impatto con la sabbia
Nel Frattempo gli altri componenti della squadra sono bloccati da altri
quattro compagni della mummia
Sango viene attacata da un gigante Cartaginese con tanto di mazza
gigante a due mani, il cui blocco di metallo ha la forma della testa un
elefante con tanto di zanne e due rubini per occhi, il suo nome e zama
- per essere un gigante sei bravo con quella mazza
-io non sono un semplice gigante...io sono Annibale il generale
Cartaginese è adesso ti mostro la mia forza, CARICA
DELL'ELEFANTE
tirando una testata verso sango anche se lei schiva il colpo
aggrapandosi a Kirara mentre questa vola verso di lei
-mancata
-pensi che questo possa bastare a salvarti da me, povera stolta,Annone
dopo queste parole, da alcuni boschi vicino al vilaggio esce
un'elefante grosso quanto un palazzo di 4 piani per poi salirci sopra
visto che per lui e come se fosse un cavallo
-ti piace il mio Elefante donna?
-Elefante? qualsiasi cosa sia quel mostro e molto meglio la mia kirara
-pensi che un gattaccio dai denti deformi possa spaventare un nobile
elefante?
-sempre meglio che avere quella cosa lunga al posto del naso
- si chiama proboscide e questo è il suo naso...ma basta
parlare, fammi vedere che cosa sa fare il tuo sacco di pulci gigante
-ti accontento subito, andiamo Kirara
- faciamo vedere a quella stupida che cosa sa fare un cataginese con
un’Elefante,
e mentre i due animali corrono l'uno contro l'altro, emettono entrambi
il loro verso più selvaggio
i due animali si scontarno e appena kirara lo morde l'elefante la
prende per la gola con la proboscide per poi mettergli la testa sotto
le zampe e schiacciarla al suolo come se fosse un' albero che quando
cade schiaccia un persona, solo che la testa di Kirara e stata
completamente spappolata al suolo
ma anche se sango si salva non può fae altro che assistere
all scena sanguinaria, per poi rialzarsi da terra e combattere di nuovo
-dannato bastardo ora me la paghi, HIRAIKOSTU
ma quando lancia il suo boomerang, non riesce a credere al fatto che il
gigante la paratocon la sola forza di un morso, visto che la bloccato
con i denti
per poi spaccarlo chiudendo le mandibole
-come vuoi donna, ti ammazzo personalmente
detto questo scende dal pachiderma e comincia a muovere la mazza contro
la sterminatrice ma visto che la manca continuamente gli viene un'idea
-e troppo veloce, c'è un sola cosa che posso fare, senti un
po donna?
-cosa c'è?
e mentre dal mantello dell'armatura cartaginese estrae un bambino, dice
alla Sterminatrice
-per caso questo e tuo figlio?
-lascialo andare
-come vuoi, ALTARE DI ASTARETE
all'improvviso,spunta fuori dal terreno una tavola di pietra con sopra
i cadaveri di alcuni bambini sgozzati, e mentre la tavola spunta dal
terreno, il giagnte sgozza il figlio di sango davanti a suoi occhi
e mentre lo sgozza Sango non può fare altro che piangere la
morte del piccollo per poi essere schiacciata dalla mazza del crudele
gigante è dopo averla uccisa il gigante parla tra se e se
-sembra una tecnica inutilmente crudele, ma almeno mi permette di
uccidere il mio avversario ad'una velocita pazzasca
e dopo aver finito di parlare il gigante comincia a fare una risata
malvagia.
nel preciso momento del massacro della compagnia, sesshomaru sente un
dolore insopportabile all coda
-che dolore straziante e come se stessero uscendo le ossa della coda
e infatti esce qualcosa ma non sono ossa bensì catene che
gli si avvolgono attorno a un braccio e poi all'altro per poi comparire
due spade strane spade alla fine della catene
-e queste cosa sono, sembrano delle spade
è mentre le spade si formano sulle mani sente delle presenze
che stanno seminando caos e distruzione
-non so cosa sia questa senzazione, ma qualcosa mi dice che devo
dirigermi verso quella parte
e così il demone corre nella parte in cui sente la presenza
senza sapere che sta andando nel luogo in cui suo fratello e il suo
gruppo si stanno facendo massacrare.
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Capitolo 7 *** Il massacro. Seconda parte ***
Sesshomaru corre più che può verso suo fratello
senza sapere il motivo per cui lo fa è mentre corre si
chiede il perchè di quelle catene, di quelle spade e del suo
gemello che prima di un mese fa non aveva mai visto
-Perchè sta accadendo tutto questo e per di più a
me, non ci capisco più nulla...sono: confuso,disorientato
...ma l'unica cosa di cui sono certo e che tutto questo a un senso
logico, solo che non riesco a trovarlo
ma mentre lui corre per la foresta viene bloccato da una donna
dall'aspetto occidentale
-chi sei tu?
dice sesshomaru mentre punta una delle spade verso la donna
alla vista delle nuove armi di sesshomaru, la donna gli chiede
-quelle catene.quelle spade...tu sei Sesshomaru?
-chi lo vuole sapere?
-una messaggiera degli dei,mi chiamo Minerva
- Minerva? dal nome e dalle vesti che porti deduco che tu sia straniera
-vengo da Roma
-Roma?
-hai viaggiato in lungo e in largo per il mondo quindi dovresti sapere
dov'è
-ho visitato tante terre a occidente, persino la citta eterna non mi
è sconosciuta
abbassando la testa, a dea comincia a pensare
-mi chiedo se è lui il prescelto della profezia, visto che
ha i flagelli del caos, si me lo sento...e colui che sto cercando
Pensando questo, alla dea viene in mente un'idea
-Che ne dici di combattere contro di me?
Sesshomaru gli risponde con tono deciso
-non'ho tempo da perdere con te
detto questo sesshomaru comincia a correre verso il gruppo di inuyasha,
anche se ormai il destino del gruppo e stato deciso dagli stessi dei
che chiedono aiuto al figlio del generale cane il loro suddito
più fedele
ma minerva, la dea della saggiezza si chiede turbata
-possibile che per salvare l'Olimpo debba chiedere aiuto al figlio di
un nostro servitore è al gemello del nostro nemico? Il
destino avvolte può essere pieno di sorprese mio caro
Sesshomaru...dio della guerra.
Intanto che il demone corre in soccorso del fratello, i coponenti della
squadra stanno morendo l'uno dopo l'altro, e stavolta e il turno
dell'rmai cresciuto shippo
shippo, trovandosi a lottare con il nemico più forte della
sua vita gli chiede
-quello sembra una spada piuttosto potente,chi sei e da dove vieni?
l'uomo davanti alla volpe, veste di una tuta nera leggera come un velo
e sottile come un foglio ma con la durezza di un muro,porta una barba a
riccioli tipica delle terre persiane e la testa e coperta un velo da
deserto,padroneggia una sorta di cannone gigantesco che hai lati ha
l'effigi di due leoni, il suo nome e Serse
-mi chiamo Palgea è vengo dalla persia
- persia? mai sentita questa terra
- che tu l'abbia sentita o no non'ha alcuna importanza, visto che
adesso morirai
shippo con aria presuntuosa gli risponde
-certo come no,FUOCO DI VOLPE
e mntre lui lo ricopre di fiamme gli fa
-ben ti sta presuntuoso
-ne sei convinto ragazzo, METEORA DI ALGOL
e dalle fiamme il Persiano spara un colpo grosso quanto una meteora e
veloce come una palla di cannone
e quando shippo cade per terra si accorge di essere stato bucato allo
stomaco per poi dire prima di morire
- all'improvviso mi è venuta fame
per poi morire con un grumo di sangue che gli fuoriesce dalla bocca.
Kagome invece si ritrova davanti una donna proveniente
dall'India,indossa il classico costume indù femminile in oro
e sulle braccia scoperte si notano dei tatuaggi che rappresentano morte
e sacrifici, ma la cosa più spaventosa sono i Katar, dei
guanti da guerra Indiani che servono a smebrare il nemico, i suoi
guanti si chiamano artigli di Garuda
impugnando L'arco, Kagome chiede alla ragazza indiana
-che cosa vuoi da me?
-Mi chaimo Kalì e voglio la tua vita
-devi solo provarci
-come vuoi
in preda alla rabbia Kagome scocca una freccia contro la ragazza ma lei
si sposta talmente in fretta che non soltanto non viene colpita ma
addirittura si trova gia dietro di lei
ma kagome non fa in tempo ad accorgersi dell'accadaduto che gia viene
infilzata dietro la schiena dai Katar di kalì e mentre la
perfora le carni la solleva sopra di se e gli dice
-addio,SPEZZATA DI HANUMAN
e mntre la tiene sopra di se piega in due finchè non le
spezza la colonna vertebrale per poi buttare a terra il cadavere vicino
all'arco che qualche minuto fa gli apparteneva.
Per ultimo e rimasto inuyasha debole e senza forze, ma ancora cosciente
di quello che dice
-tu chi sei bastardo?
chiede inuyasha ormai indebolito dal combattimento e la figura alla
quale aveva chiesto questo si avvicina a lui, un'uomo:alto, capelli
bruni, fino al collo,indossa pantaloni in pelle neri,scarponcini
leggeri marroncini,una maglietta bianca con una soparaveste nerognola
trasparente e una frusta con tante di quelle spine che sembra il gambo
di una rosa lunghissima, si chiama frusta del tormento
-mi chiamo Sargon e sono il mercante più ricco del
mediterraneo
-del cosa?
-lascia stare mezzodemone,comunque non ti dispiace se ti stangolo con
la mia frusta mentre sei per terra agonizzante e senza forze
-che fai sfotti? adesso ti faccio vedere io
con le poche forze rimaste inuyasha prova a uccidere Sargon ma riesce
solo a farlo arrabbiare e a farsi mettere quella frusta intorno alla
gola
- sai quanto mi è mi e costata questa sopravveste? 300
dracme, 300 dannatissime dracme greche e guarda che per una sopravveste
di lino egiziano non'è poco, adesso me la paghi
e quando finisce di parlare, il mercante sbatte inuyasha da tutte le
parti facendolo scontrare contro alberi, case, roccie e quantaltro
finche alla fine non decide di ammazzarlo
- è giunta la tua ora mezzodemone, TORTURA DELLO SCHIAVO
detto questo le spine della frusta intorno alla gola di inuyasha si
conficcano nella sua carotide uccidendolo all'improvviso.
I 5 mostri cominciano a riunirsi e a tornare Da Flavio, quando vedono
un cocchio trainato da cavalli infuocati venuti a portarli dal loro
liberatore e quando ormai sono partiti per L'olimpo Annibale fa
-oggi e stato un massacro coi fiocchi, se mi vedesse la dea Astarete ne
sarebbe orogliosa
interviene Anakaris con tono rabbioso
-certo, bisogno andare orgogliosi del fatto che sgozzare un bambino ti
permetta di ingraziarti una dea malvagia
- che cosa voressti dire egiziano?
-dirti che non puoi sgozzare un bambino davanti a sua madre per il solo
fatto che sei un guerriero che crede in una dea spicopatica
-a parlato il quello che crede nel disco solare
-almeno io non uccido innocenti, lurido gigante con la testa bacata
-come ti permetti faccia da piramide fatti sotto
e detto questo entrambi provano a colpirsi ma prima di menare le armi
l'uno contro l'altro notano una figura che sta arrivando dalla foresta,
guardandolo bene Annibale esclama
-quello laggiù e Flavio
interviene Sargon
-quello e il gemello di Flavio
interviene Kalì incuriosita dalla cosa
- non dirmi che quello è Sesshomaru?
-esatto, piuttosto Palgea non dici nulla tu?
-che posso dire? guardare la luce del sole oggi non mi aiuta per niente
-pensi ancora a tua figlia?
-ogni giorno, ma ora Flavio mi ha promesso che se il demone di nome
Sesshomaru muore potro riabbracciarla ancora.
Mentre i cinque se ne vanno Sesshomaru li vede andare via senza la
possibilità di seguirli per poi ripetersi nella sua testa
-ma chi erano quelli? e perchè hanno fatto fuori inuyahsha e
i suoi compagni? questa storia potrebbe a che fare con lo straniero che
mi assomigliava tanto
e mentre se lo dice guarda i corpi della squadra: Miroku e stato
seppellito sotto a un cumolo di sabbia, Sango e suo figlio schiacciati
come formiche,Shippo con un buco nello stomaco,Kagome e stata spezzata
in due per la colonna vertebrale e suo fratello inuyasha con la gola
che sembra un porta spilli.
Sesshomaru vede una zappa li vicino e per la prima volta nella sua vita
decide di seppelire qualcuno, comincia a seppellirli uno a uno e noin
smette finche non sono tutti sotto terra per poi dirsi in piedi davanti
alle loro tombe
-più ci penso e più mi convinco che è
opera di quel flavio anche se non so dirmi perchè penso
così
a 2 metri di distanza dalle sue spalle riappare la stessa donna che
aveva visto nella foresta
- vedo che ti sei dato da fare visto che tu di solito non sei
così generoso
al suono di quella voce sesshomaru si gira con aria rabbiosa e gli dice
puntandogli il flagello destro di fronte a lei
-se tu non mi avessi bloccato a quest'ora sarebbero vivi
-che ti importa di loro? infondo tu sei Sesshomaru il possente dio
della guerra
-ti stai sbagliando, io no sono un dio, sono un demone
-perchè non lo dimostri
e mntre la dea lo dice dal nulla compaiono uno scudo greco, grosso e
rotondo che come ornamento ci sono dei serpenti d'agento è
il doru, una lancia spartana lunga un metro e che serve al solo scopo
di infilzare l'aversario
-con immenso piacere
detto questo Sesshomaru corre incontro alla dea che ad'ogni colpo del
demone si ripara con lo scudo, ma ogni volta che si para con loscudo
Minerva attacca con la lancia ma Sesshomaru prontamente si para con i
flagelli
poi lei attaca di punta il demone, ma sesshomaru nota uno spiraglio
nella difesa di lei e subito la colpisce selvaggiamente con entrambe le
piccole spade e dopo averla atterrata si sente strano
-che cosa mi succede...e come un mese fa...la stessa senzazione prima
di pestare a sangue quel Flavio...non riesco a trattenermi,FURIA DEGLI
DEI
e detto questo Sesahomaru non si sente più come un un'uompo
ma come una bestia assetata di sangue, la dea comincia a rialzarsi
ma prima che cio accada completamente il demone scaglia i flagelli che
attaccati alle sue braccia per via delle catene, afferra la lancia
della dea e mentre corre verso di lei prende la lancia attaccata ai
flagelli e la conficca nello stomaco della dea aprendogli il pancreas
e mentre la penetra, col braccio sinistro prova prenderle lo scudo ma
la dea non si arrende e fa resistenza per tenersi la protezione ma lui
gli prende lo scudo spaccandogli il braccio e con lo scudo in mano
comincia a sbatterglielo ripetutamente in faccia come se dovesse
aprirle la testa e quando si accorge che è ancora viva
riprende la lancia e gli la conficca dritta nel cuore
e quando Sesshomaru comincia a calmrsi nota che la dea e ancora viva,
ma prima che lui possa attaccarla ancora lei lo esorta a fermarsi
-fermati Sesshomaru
-cosa c'è ne hai prese abbastanza?
-non sono venuta qui a ucciderti
-e allora cosa vuoi da me?
- e semplice, ti chiedo in nome dell'olimpo...salva il mondo
- è da cosa dovrei salvarlo?
-da Flavio
peoccupato dalla risposte si innervosisce?
-lo consci?
-e il campione degli dei, ma sopratutto e tuo fratello gemello
-come mio fratello?inuyasha era mio fratello
-lo è anche Flavio
-spiegami questa faccenda,perchè non lo mai conosciuto prima
di un mese fa?
-vostro padre vi avava separato alla nascita visto che di principe ne
bastava uno
-se io sono diventato principe lui cosa a fatto?
-Flavio è cresciuto sull'olimpo e de diventato il nostro
campione e dalla montagna ti osservava giorno per giorno invidiando la
libertà che tu avevi e lui no
e mentre lei parla di Flavio, sesshomaru gli vuole formulare u'altra
domanda
-sai per caso cosa sono questi?
-quelli sono i flagelli del caos
-i flagelli del caos?spiegami questa storia
-i flagello del caos sono armi create dall'anima di tuo padre, ma non
essendo abbstanza forte per tenerli dentro di se decise di metterli
dentro la parte più oscura della tua anima
-e perchè dentro di me?
-perchè tu eri l'unico in grado di contenere tali forze e
quando crescevi tu cresciavano anche quelli dentro di te e come vedi la
tua coda non c'è più visto che le catene sono
uscite da essa spappolandola in mille pezzi
-le creature che hanno ucciso mio fratello e la sua squadra cos'erano?
-quelle creature sono una parte del gruppo chiamato i dieci
e mentre i due parlano Flavio e Marte li vedono dall'alto dell'Olimpo e
mentre guardano Marte fa a Flavio
-noi abbiamo liberato i dieci, ma mi spieghi chi sono
e mentre Flavio si va a sedere sul muretto fuori dall'Olimpo gli dice
- secondo una leggenda i dieci erano un grupppo di persone che
vendetterro l'anima alle propie divinità per ricevere in
cambio il potere di ostacolare Roma durante la sua espansione di popolo
in popolo...ma apparte questo non so nulla
e mentre il tempo Passa la dea dice tutto quello che deve dire a
Sesshomaru, e dopo aver capito la situazione il demone chiede
- in pratica io devo uccidere Flavio per voi solo perchè
Giove a vietato che gli dei si uccidano tra di loro?
-esatto
Seshomaru e un pò dubbioso sulla questione ma infondo sente
che deve fermarlo
-daccordo, quando e dove si parte?
-domani all'alba per l'india, ma prima che tu te ne vada voglio farti
un regalo
e dopo aver detto questo le vecchie vesti di sesshomaru si sbriciolano
da sole e mentre si sbriciolano compaiono delle vesti nuove:petto
nudo,gonnellino lungo rosso con il bordo stracciato, gunati di pelle
romai senza dita e calzari romani
e la dea incuriosita gli chiede
ti piacciono le tue nuove vesti?
e mntre lo dice Sesshomaru si guarda com'è vestito e risponde
-andranno bene per il viaggio
-adesso e meglio che vada, a presto demone
-come fai ad andare, guarda come ti ho combinato
e la dea sparisce nel nulla
-riusciva ancora a combattere, eppure e fuggita,certe
divinità non le capirò mai
e se ne va diretto da Rin con una nuova missione da compiere...salvare
il mondo dal suo gemello assetato di potere per ordine degli dei
dell'Olimpo.
Passano le ore e ormai si è fatta sera mentre arriva da Rin,
ma quando si trova davanti a casa sua non sa come dirgli che
dovrà lasciarla un'altra volta, e mentre si fa coraggio per
entare la porta viene aperta da Rin
-Sesshomaru...dove sei stato tutto questo tempo... e perchè
ti sei conciato così?
- è una lunga storia
-capisco,comunque entra.
sesshomaru entra in casa tutto nervoso... e preoccupato per il fatto
che dovrà lasciarla un'altra volta, Rin comincia a preparare
da mangiare visto che è ora di cenare e mentre lei sta
tagliuzzando le verdure comincia a dire voltata verso il tagliere
-oggi ho sentito dei rumori nel villaggio qui accanto...tu ne sai
qualcosa?
-so solo che inuyasha e suoi amici sono morti
sentendo la notizia Rin abbandona le sue mansioni e si volta verso
Sesshomaru con aria impaurita
-che vuoi dire?
-vedi...erano li quando sono morti
-e tu come fai a saperlo?
-lo so perchè alla fine sono arrivato anch'io e quando sono
arrivato l'unica cosa che ho visto erano 5 mostri che se ne stavano
andando
-secondo te sono stati loro?
-ho incontrato una persona che mi ha spiegato cos'era successo
-è cosa e succeso?
-quei mostri erano stati mandati da quel brigante che ha distrutto il
vilaggio un mese fa
-perchè la fatto?
-perchè vuole me...ma quella persona non mi ha spiegato il
motivo mi ha detto solo che devo fermarlo prima che conquisti il mondo
-e tu che farai?
-lo fermerò,,,dentro di me c'è qualcosa che mi
dice che questo individuo va fermato e che l'unico che può
farlo sono io
-quanto tempo staremo lontani per fermarlo?
passa un p'ò di tempo e alla fine trova il coraggio di dirle
-tu non verrai con me
Rin sentendo questo comincia a piangere
-perchè?
e mentre si incammina verso la porta le dice con aria intristita
-perchè non posso permettermi che ti succeda qualcosa
rin coppia in lacrime
-non ti importa nulla di me...di noi
allimprovviso Seshhomaru si blocca gurdando fisso che quello che
ciè davanti alla porta
-certo che mi importa...per questo devi restare qui a crescere nostro
figlio
Rin comincia a correre verso Sesshomaru per arrivare da lui e dirgli da
dietro la schiena nuda
-non puoi abbandonarmi di nuovo,io...io..io ti amo
Sesshomaru si gira verso Rin
-anch'io ti amo,ma forse non tornerò, forse
morirò , ma almeno saprò che tu sei viva con il
nostro bambino
poi rin smette di piangere e prova il tutto per tutto, prende una mano
del demone e la mette sul suo ventre per poi dirgli
-dove vai tu...andiamo anche noi
dopo questo gesto, sesshomaru si fa convincere dalle parole di Rin e le
risponde a malincuore
-daccordo...domani partiamo
-grazie
e mntre lo dice lei lo abbracia più forte che
può, ma lui non lo fa per tristezza.
Passa la notte e si avvicina la luce del sole,mentre Rin dorme
Seshomaru si era svegliato qualche minuto fa per riflettere se la
scelta che ha fatto e quella giusta
-perchè gli ho detto che poteva venire? eppure ho visto
com'è il mondo ed'è un posto brutale...un posto
che lei non dovrebbe neanche vedere
e mentre lui pensa sulla sua scelta, Minerva scende sulla terra per
avvisare Sesshomaru di una tremenda notizia, il demone vede la dea
tutta nervosa e quando si avvicina a lei gli chiede
-Minerva? che ci fai qui?
con tono nervoso gli risponde
-Flavio.....ha...ha
-ha cosa?
-ti ricordi i 5 individui che hanno ucciso la compagnia di tuo fratello?
-si è allora?
-Flavio a liberato gli altri 5 della squadra e stanno prendendo
controllo di questo mondo per ordine di falvio
-tutti e 10?
-esatto
-allora dobbiamo sbrigarci, Minerva torna dagli dei e digli che accetto
l'incarico
-daccordo vado
e mentre la dea si inalza verso il cielo, Sesshomaru va a svegliare Rin
-Rin...Rin
Rin fa un pò di fatica a svegliarsi
-che c'è amore mio?
-partiamo
-daccordo
e dopo essersi preparati per il viaggio, i due cominciano a camminare
verso il mare dove una nave mandata da Nettuno dio dei mari e pronta a
portarli verso la loro prima tappa....l'India.
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Capitolo 8 *** L'arrivo in'India ***
Da quando il sole e sorto, Sesshomaru e Rin non fanno altro che
camminare fino ad arrivare al mare che si trova a qualche ora di
distanza dal villaggio da dove erano partiti,giunti li, Rin vede una
donna che aspetta sulla spiaggia e comincia a chiedere a Sesshomaru
-Sesshomaru?
-cosa c'è?
-sulla spaiggia c'è una donna che se ne sta tutta sola
-l'avevo gia vista ieri
-ieri? dove?
-nella foresta quand' ero andato in soccorso di mio fratello
-capisco
all'improvviso Sesshomaru cammina verso Minerva per poi fermarsi e
dirle mentre lei e seduta verso il mare
-Minerva?
la dea si alza per poi girarsi verso il demone
-Sesshomaru...finalmente sei arrivato
e dopo avergli parlato, Minerva nota Rin che si avvia verso Sesshomaru
per chiedere a lui
-c'è una ragazza che si sta avvicinando
-non ti preoccupare dea della sagezza e mia moglie...e anche la madre
del mio sucessore
la dea comincia ridere come una matta per poi dire a stento tra le
risate
-Sesshomaru...non riesco a crederci...tu padre?
- che c'è di strano?
-niente se non fosse per il fatto che tu non'hai mai voluto un
mezzdemone come figlio
-sono passati anni da quando lo lasciata in quel villaggio...il vecchio
Sesshomaru e morto mentre viaggiava per il mondo...sono un'altro demone
adesso
-sei diventato buono?
-sono un'altro adesso, conta solo questo
e a fine discussione arriva Rin e appEna arriva chiede gelosa a
Sesshomaru
-conosci questa donna?
-Rin, ti presento Minerva, la dea vergine della sagezza
cominciando a calmarsi, Rin si presenta alla dea
-piacere Rin
-io sono Minerva
poi la dea si rivolge a Sesshomaru
-tra poco si presenterà Nettuno, lui vi darà un
passaggio per l'India
-daccordo
finota la conversazione una gigantesca figura fatta d'acqua con tanto
di barba e corona d'acqua spunta sopra il mare armata di tridente d'oro
si rivolge verso la dea
-minerva e da un po che non ti vedo, come stai
-tutto bene Nettuno, lui e il demone di cui ho parlato al consiglio
degli dei
Nettuno si rivolge verso Sesshomaru e rin
-tu sei il demone che si chiama Sesshomaru, sei identico a tuo padre
-conoscevi mio padre?
-tu padre a servito bene il volere degli olimpi nel corso della sua
lunga vita
- non sapevo che mio padre a servito gli dei, comunque, ci puoi dare un
passaggio per l'India?
-il dio del mare aiuta sempre coloro che aiutano l'olimpo
detto questo Netuno fa spuntare dall'acqua una nave gigantesca
comandata dal suo equipaggio di creature marine per poi rivolgersi di
nuovo al demone
-ecco qua, adesso si parte
-bene, andiamo Rin
-vengo
i due salgono sulla nave comandata dai soldati del dio del mare,questi
soldati hanno la testa di delfino con tanto di buco sulla testa per
respirare e il corpo da bipedi ma con la pelle come quella dei delfini,
indossanno armature d'acciaio con lo stemma del tridente di Nettuno,
indossano dei gonnellini di pelle nera e dei calzari da legionari
Romani. sono armati di una spada di Scilla e uno scudo Cariddi, la
spada Scilla e lunga quaranta centimentri e larga 2 e sulla lama porta
l'immagine di scilla, il mostro con 10 teste di Cane un corpo solo a
forma di verme.
Lo scudo cariddi ha una forma rotonda, misura 40 centimetri sia in
lunghezza che in larghezza, pesa tre chili, sullo scudo c'è
l'effige di Cariddi,un mostro di cui non si nulla dell'aspetto apparte
la bocca che si apre come un fiore che sboccia in primavera, che
insieme a Scilla si nutriva delle vittime di passaggio nello stretto di
Siracusa.
Sesshomaru e Rin salgono sulla nave che li porterà verso
l'India, ma mentre guarda la nave uno dei soldati si avvicina a
Sesshomaru e battendo il pugno destro sul pettorale sinistro e dirgli
-signore, la nave e pronta a partire quando volete
con aria stupita il demone domanda all'uomo delfinauta
-signore? mi stai dicendo che io comando quest'imbarcazione?
-essendo stato scelto dagli dei per uccidere Flavio e i dieci e normale
che voi siate superiore di grado
-capisco...qual'è il tuo nome soldato?
-Argo signore
-che creatura sei?
-sono un delfinauta
-spiegami cos'è un delfinauta
-noi delfinauti siamo delle creature che nascono nelle acque intorno
all'isola di Dioniso vicino a Creta
-mi sai dire perchè dobbiamo andare in India?
-mi è stato detto che Flavio dopo aver liberato i dieci li
ha liberati nelle loro terre natali per far in modo di ucciderla prima
di arrivare a Roma
-e perchè dovremmo fare tutto il giro mentre dobbiamo
arrivare a Roma?
-Flavio a creato una barriera che non può farla entrare nel
territorio italico, lunico modo per distruggere la barriera e uccidere
i dieci e rimetterli nelle loro prigioni, solo così
potrà entrre a Roma
-ora mi è tutto chiaro...puoi andare Argo
-grazie signore...posso fare altro prima di andare signore?
-ora che mi ci fai pensare si...aspetta qui Argo
-a gli ordini signore
dopo aver dato l'ordine ad Argo chiede a Rin che si trova accanto a lui
-Rin
-cosa c'è?
-sei pronta a partire?
-certo
ricevuta la risposta di Rin, Sesshomaru si rivolge di nuovo ad Argo
-Argo
-si signore?
-di agli uomini che partiamo immediatamente
-subito signore
Argo si incammina verso il ponte di comando dove si trovano i suoi
uomini
-soldati, andate sotto e cominciate a remare
uno dei soldati fa
-coraggio ragazzi andiamo
e tutti si spostano sottocoperta ed essendo cinquantuno delfinauti 50
occupano i posti dove si rema e uno tiene il ritmo della navigazione
battendo il tamburo a ritmo richiesto,
sul ponte Argo prepara la vela che servirà a velocizzare il
viaggio verso l'india,dopo qualche minuto Argo torna da Sesshomaru che
si trova vicino alla prua
-siamo pronto signore
-bene...AVANTI TUTTA
Argo si riferisce ai suoi uomini
-avete sentito avanti tutta
e i delfinauti cominciano a remare, staccandosi sempre più
dalla spiaggia per portare Sesshomaru e Rin verso la terra dai mille
colori...L'india
mentre si staccano dalla riva, Rin chiede a Sesshomaru mentre si trova
abbraciata a lui
-dove stiamo andando amore mio?
-in India
-ci vuole molto per arrivare in India?
-non più di tanto
e i due vedono quella spiaggia così familiare allontanarsi
sempre di più per andare in luogo al di fuori della loro
amata casetta.
Sono passati due mesi da quando Sesshomaru e Rin hanno preso la rotta
per l'oceano indiano passando per il sud est asiatico e il
Siam,raggiungendo il sud dell'india per poi risalire il Gange e
navigare verso Calcutta,
Sesshomaru guarda fuori da una delle finestre della camera da letto
posta sulla nave e mentre guarda fuori vede: i villagi sul fiume, le
donne che puliscono i panni nelle acque del Gange, gli uomini che arano
i campi e i loro figli che partono per le guerre civili tra le varie
fazioni dell'India e i templi perduti della cità di
Jayavarna per poi arrivare a Calcutta illuminata dalla luce dell'alba .
Il demone si stacca dalla finestra e va a svegliare Rin con la
delicatezza che potrebbe avere solo un principe
-Rin,Rin
Rin si sveglia per poi sbadigliare e tenere una mano sulla bocca per
educazione per poi grattarsi la testa e dire
-buongiorno amore
-buongiorno anche a te
-ti vedo più caldo del solito
-quando ci sei tu Rin sono sempre più caldo del
solito...comunque sia tra poco si scende,ti aspetto sul ponte di
comando,quando sei pronta andiamo daccordo?
-daccordo
e detto questo Rin lo bacia per poi vedere uscire il suo bel demone
fuori dalla porta, ma quando prova ad alzarsi Rin nota che il suo
ventre e più gonfio di quando hanno lasciato il
giappone,dopo essersi vestita del suo kimono bianco si mette apposto i
capelli
emntre lo fa Sesshomaru cammina per il ponte della nave per poi chiamare
-Argo
Argo arriva ribattendo come sempre il pugno sul petto classico slauto
delle legioni romane
-cosa c'è signore?
-ci fermiamo qua, ordina ai soldati di attraccare sulle rive del Gange
-obbedisco
Argo va a chiamare i suoi uomini che si trovano ai posti di remaggio
-soldati, il principe Sesshomaru a dato l'ordine di fermaci sulle rive
del fiume, intesi?
i soldati rispondono all'unisono
-signor si signore
-bene
dopo qualche minuto, l'imbarcazioni si ferma sulle rive del fiume e
facendo scendere il ponte della nave si assicurano che abbiano toccato
la riva
argo torna da Sesshomaru e gli dice
-siamo arrivati signore
-bene
dopo aver questo, dalla cambusa esce Rin ormai pronta per il lungo
viaggio che la attende e si rivolge verso il suo demone
-sono pronta
-allora andiamo
i due scendono dalla nave e cominciano a camminare verso la
città,ma all'improvviso Argo urla dalla nave
-SIGNORE
ssshomaru si gira e chiede a voce alta
-COSA C'è?
-VOLEVO DIRLE CHE E STATO UN VERO ONORE ESSERE AI SUOI ORDINI E VOLEVO
DIRLE CHE N'ETTUNO MI HA IFORMATO CHE AVREI DOVUTO DARLE QUESTO
Argo lancia qualcosa dalla nave, per poi finire nelle mani di Rin
-Sesshomaru
-che c'è Rin?
-Argo mi ha lanciato quacosa...sembra essere una statuetta...ha la
stessa faccia di quella dea con cui hai parlato due mesi fa
dopo aver detto questo la statua comincia a ingrandirsi, vedendo questo
Rin getta a terra la stauetta che continuando a crescere arriva alla
altezza di una persona normale e dopo aver preso vita, la statua dice
rivolta a Sesshoamaru
-salve, dio della guerra
-ti ho detto che non sono un dio,comunque cosa vuoi
-sono qui per autarti mi manda Minerva
-questo l'avevevo capito, che altro
-la dea mi ha detto che devi andare alla piazza centrale e travare un
demone del clan delle pantere di nome Arun, lui sa dove si trova torva
il tempio di Hanuman
-il tempio di Hanuman?
-da un pò di tempo sto spiando Flavio e quel traditore di
Marte e so che ti devi recare li, ora va, l'Olimpo lo richiede
-daccordo
detto questo, Sesshomaru e Rin salutano argo si avviano per le vie
della città Indiana.
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Capitolo 9 *** Calcutta, la città sul Gange ***
Sesshomaru e Rin si avvicinano alla porta di Dreva, l'accesso sud per
la città di Calcutta e mentre si avvicinano alla porta i due
vedono demoni,umani, mezzodemoni e creature divine riuniti tutti
insieme per entrare nella città propio come loro, vedendo
questo fatto insolito Rin chiede a Sesshomaru
-Sesshomaru?
-che c'è?
- quelli davanti a noi non sono tutti umani vero?
-no e con questo?
-pensavo che gli umani si spaventassero della loro presenza
- ho viaggiato abbstanza a lungo da capire che non tutte le persone di
questo mondo odiano le creature che non sono umane, pensa che gli umani
del continete amano senza pudore anche chi è un mezzodemone
figurati i demoni maggiori,ora ahi capito Rin?
-si ora mi è tutto chiaro
arrivati alla porta, Sesshomaru si accorge che dall'alto dei tetti,
dietro alla porta di Dreva dele creature fanno da vedette alla porta e
chi ci passa attraverso, queste creature hanno il corpo da uomini, ma
la loro teste e le loro pelli sono come quelle delle tigri,sono i
servitorì di kalì,si riconosco dai loro pantaloni
bianchi, dalle giacchette senza maniche e dai turbanti intorno alla
testa con un rubino in mezzo al copricapo, gli indiani li chiamano
rajput
per via delle grosse scabole indiane che si portano sulla schiena il
cui nome è appunto rajput.
Facendo finta di nulla, sesshomaru continua a camminare accanto a Rin e
mentre superano la porta sesshomaru pensa
- quei demoni ci stanno osservando da quando siamo passati sotto la
porta probabilmente ci stavano aspettando, comunque sia per ora e
meglio far finta di nulla
mentre lui si fa questa domanda Rin lo guarda dubbiosa e quando
Sesshomaru se ne accorge gl chiede
-cosa c'è Rin?
-no nulla...mi chiedevo a cosa stavi pensando,sai hai un'aria pensierosa
niente di importante,è solo che questa città mi
sembra un pò cambiata,l'ultima volta che sono stato qui
non'era così era più...diroccata
e mentre cammina insieme a Rin sente una voce a lui fin troppo
familiare nella sua testa
-ciao Sesshomaru, ti consiglio di parlare con la mente e non con la
bocca, senò Rin ti crederà pazzo ahahhaahha
e parlando con la mente risponde alla voce
-Flavio...maledetto
-suvvia calmati,ti starai chiedendo perchè la
città di Calcutta ti sembrarà diversa,a dir la
verità tutto il mondo e cambiato ed'è successo
tutto quando tu eri per mare
-spiegati meglio
-mentre tu viaggiavi per l'oceano indiano io riportato il mondo ai
tempi dell'impero Romano,come ti sembra la cosa?
-da malati di mente,come te
- il bue che dice cornuto all'asino, non fare tanto il principe con
me,la verità e che sei un mostro come me, solo che tu non lo
ammeti e io si,ci si sente ciao
e la voce di Flavio smette di farsi sentire nel suo cervello
-finalmente se ne andato dalla mia testa
detto questo continua a camminare accanto a Rin per le vie di Calcutta
come se nulla fosse accaduto.
Dopo un pò Sesshomaru e Rin arrivano all'ingresso della via
dei mercanti,una strada larga come un campo di calcio messo di profilo
e lunga tanto quanto da arrivare alla porta nord della
città,entrando nella via i due vedono intorno a loro una
fiumana di umani che camminano fianco a fianco con demoni e mezzodemoni
senza alcuna paura verso quest'ultimi.
la via e cosparsa di creature che comprano e i mercanti demoniaci
spalla a spalla con creature della mitologia indiana,la via
è piena di aromi corposi provenienti dalle bancarelle dei
venditori di spezie,ogni tipo di mercanzia e in vendita,molti demoni e
mezzo demoni passano da questa via ogni giorno essendo la via
più inportante della città.
mentre camminano per la via commerciale, Sesshomaru e Rin sentono una
ragazza urlare mentre scappa nella direzione del demone
-fuggite tutti, arrivano i rajupt
sentendo questa notizia tutte le creature,dagli umani ai demoni
pantera,dai ghaneshiti,una sorta di demoni elefante con corpo di uomo e
la testa da pachiderma,ai demoni scimmia,scappano tutti dalla grande
strada ,la piazza e completamente vuota apparte per il fatto che Rin e
Sesshomaru rimangono in mezzo alla piazza,Rin preoccupata chiede al
demone
-che succede Sesshomaru?
non lo so...nasconditi da qualche parte e non farti vedere ,intesi?
-si
detto questo Rin comincia a correre più veloce che
può per circa 80 metri visto che la piazza e molto grossa e
molto lunga.
Dopo che Rin si e riparata in vicolo cieco,Sesshomaru si guarda intorno
per capire dov'è il pericolo annunciato dalla ragazza e
mntre si guarda in giro pensa
-sento un forte odore di demoni,probabilmente sono le stesse creature
che si trovavano intorno all'ingresso della città
mentre si guarda intorno, ildemone viene osservato dall'alto delle mura
cittadine dagli stessi demoni che sta cercando,mentre lo guardano il
loro capo,una tigre bianca con un rubino al posto dell'occhio sinistro
e due Katar,le stesse armi di Kalì ordina ai suoi soldati
-Rajupt, la dea Kalì ci ha ordinato di uccidere lo straniero
venuto dall'est,voglio la sua testa conficcata su una lancia,andiamo
-si signore
e detto questo, i demoni tigre saltano di tetto in tetto fino a
raggiungere il demone alla quale la tigre bianca gli fa una proposta
-cagnaccio,se ti arrendi avrai una morte veloce,intesi?
-arrendermi a te?e se ti faccio una proposta? voi vene andate in pace
senza darmi problemi e io risparmio te e questi imbecilli che stanno ai
tuoi ordini,ci stai?
e mentre i soldati del comandante estraggono dalla loro schiena i
spadoni, il comandante risponde
-devi essere pazzo per minacciarci,PRENDETELO
vedendoli correre comincia a estrarre i flagelli
-fatevi sotto, un cane non si spaventa mai davanti a dei
gatti,specialmente se i gatti sono striati di nero
le tigri cominciano a muovere qualche fendente dei loro spadoni,ma
visto che Sesshomaru a delle armi attaccate a delle catene non deve
neanche prendere per i manici delle spade e facendo così
può estendere i flagelli a lunghe distenze,chi si trova
davanti al demone viene fatto a pezzi da queste armi senza alcuna
pietà.
Dopo un pò che stermina tutta la legione a forza di
flagellate rimane un solo ddemone da far fuori, il comandante
-pensi di poter uccidermi cagnanccio,ti farò vedere cosa sa
fare un tigre arrabbiata
e con un colpo di coda, la tigre scaraventa il demone al centro della
piazza dove si trova un sorta di altare di pietra
e salendo sopra a esso la tigre crea una barriera attrono all'altare e
mentre maneggia i katar dice a Sesshomaru
-voglio propio vedere come farai a uccidermi adesso ahahahahha
Sesshomaru rialzandosi da terra comincia a riflettere su come uccidere
la tigre
-devo trovare un modo per uccidere questo bastardo
all'improvviso dal terreno escono delle tigri di pietra, alla loro
vista il demne comincia a pensare
-tigri di pietra...potrei utilizzarle per rompere la barriera
le tigri cominciano ad attaccarlo e mentre queste provano a danneggiare
Sessshomaru lui le infilza sulla schiena e comincia sbatterle contro a
barriera per rompere la protezione del comandante
e mentre il comandante vede rompere la barriera viene scaraventato via
dal demone, pr poi ristrovarsi per terra
-sei bravo a distruggere le barriere cagnaccio, ma mi chiedo quanto sei
bravo in combattimento
Sesshomaru lo guarda dall'alto in basso come se per lui provasso solo
uno schifo esagerato
-ti do un'ultima possibilità di vita se mi dici chi ti ha
mandato a uccidermi
-se riesci a battermi con le tue catene te lo dirò
-come vuoi gattino, te la sei cercata
dopo aver sentito al parola gattino la tigre parte all'attacco con i
suoi Katar e comincia a colpire il demone, Sesshomaru para i colpi
della tigre e dopo un pò che si difende comincia
contrattaccare ma anche la tigre si difende bene e alla fine i due
incrociano le armi
la tigre comincia a provocare Sesshomaru
-non male per essere un cagnaccio
-e non hai ancora visto niente,FURIA DEGLI DEI
Sesshomaru comincia con ficcare il flagello destro nel ventre della
tigre e tenendo le catena comincia a sbatterlo contro i muri delle case
per poi scaraventarlo sopra all'altare in mezzo alla piazza, per poi
raggiungerlo e cominciando a picchiare la tigre ormai morente e appena
finito gli mette le mani sul coletto della veste e gli domanda
-ti ha mandato uno dei dieci a uccidermi?
-kalì..mi ha mandato kalì, il primo componente
dei dieci
-dove si trova kalì ?
-non lo so di preciso...so solo che devi andare al tempio del dio
Hanuman
-dove si trova il tempio?
-un mercante...un demone pantera di nome Arun sa dove si trova
-grazie dell'informazione
detto questo, Sesshomaru spezza il collo alla tigre togliendogli al
vita in semplice gesto delle mani.
Dopo aver ucciso la tigre, le persone che si erano andate a nascondere
cominciano a uscire allo scoperto e cominciano a camminare verso il
demone
tra gli umani ci sono anche moltissimi demoni che cominciano a lodare
il demone ma la prima persona che lo raggiunge e Rin
un elefante demoniaco comicia a ringraziare il demone
-grazie straniero ti siamo debitori
e poi interviene un'umano
-grazie di tutto demone cane,quelle tigri stavano ostacolando rotte
commerciali che coleggavano l'india verso gli altri paesi,ora al nostra
città potrà riavere tutte le mercanzie che
compravamo prima
il demone risponde con aria fredda
- non sono un'eroe,ho fatto solo quello che mi sembrava giusto
interviene Rin che si trova accanto a lui
-sei stato molto bravo
dopo aver detto questo, un demone pantera si fa largo tra folla in
direzione del demone
-permesso,fate passare,scusate,permesso
dopo aver superato tutte le altre creature comincia a parlare con
Sesshomaru
-per fortuna che siete arrivati, ti stavo aspettando demone
- tu chi sei?
- il mio nome e Arun e sono un mercante di diamanti,ho ascoltato la
discussione tra te e quel bastardo tigrato
- sai dove si trova il...
- non posso darti questa informazione...non adesso per lo
meno...rimanete in città fino a domani,vi ospito a casa mia
,oggi festeggiamo la tua vittoria sulla dea kalì
-per me va bene e per te Rin?
-anche per me va bene,infondo per stasera abbiamo un tetto sopra al
testa
interviene Arun
-bene,stasera si festeggia in tuo onore
Sesshomaru risponde
-fai come ti pare Arun
Arun si gira verso la folla
-cittadini di Calcutta,stasera si festeggia in onore dello straniero
sentito questo, tutte le creature in piazza urlano dalla gioia,ma visto
che ci sono anche dei demoni e delle creature divine si sentono anche
dei runori animaleschi.
Ormai sera, la città e in pieno Caos festivo,tutti che
ridono,cantano ballano,bevono,mangiano, insomma ci si
diverte,Sesshomaru e con Rin nella stessa piazza in cui si trovavano di
giorno
e mentre si tiene al braccio sinistro di sesshomaru gli chiede
incuriosita
-Sesshomaru?
-che c'è Rin?
-non ti vedo molto felice oggi,cos'hai?
Sesshomaru sorride alla sua compagna
-niente e solo che non c'era bisogno di questa festa per me
-te la sei meritata questa festa, hai salvato le vite di queste persone
-ho fatto solo il mio dovere
e detto i due si incamminno verso la casa di Arun, visto che lui gli ha
dato il permesso di alloggiare a casa sua e per di più la
residenza si trova in piazza.
Arrivati nella casa del mercante, i due aprono al porta e dopo essere
entrti vedono l'interno, una ricca residenza con molte mercanzie
indiane, diamanti e pietre preziose,visto che arun commercia
gioielli,salgno le scale e trovano la stanza degli ospiti
Rin si siede sul letto,un letto di legno raffinato con lenzuola di seta
colrate di viola scuro con bordture dorate,mettendosi sotto le coperte,
Rin si accosta vicino al suo demone
- Sesshomaru?
lui intanto guarda il soffitto
-cosa cè Rin?
- stavo pensando
mentre sta per finire la frase, nella camera entra Arun
-ciao Sesshomaru
-ciao Arun,cosa c'è?
-volevo dirti che il tempio di Hanuman si trova a Dehli,ti di spiace se
vi do un passaggio domani,tanto dobbiamo fare la stessa strada, sai
affari mercantili
-daccordo
-volevo solo dirti questo, buonanotte a tutti
e detto questo la pantera va in camera sua,Sesshomaru si gira verso Rin
-cosa volevi dirmi?
Rin comincia a ridacchiare
-se il bambino fosse maschio come lo chiamiamo?
-fammici pensare...Ukyo
-e se fosse femmina?
-se e femmina...il nome lo scegli tu daccordo?
-va bene
detto questo i due si mettono a dormire per affrontare il loro prossimo
viaggio.
Ma non tutti dormono a quest'ora della notte,lo stesso Flavio osserva
la coppia addormentata, ma sopparttutto nota Sesshomaru a cui lui e
molto legato, ma cio che li lega non'è l'amore fraterno,ma
l'odio
parlando tra se e se Flavio esclama tenendo in mano la pergamena della
profezia
- riposati finchè puoi demone, perchè tanto: con
gli Giove sconfitto e tu morto, saro io a regnare sul mondo hahahhahha
e mentre lui ride,Minerva lo spia attenataente e pensando
-Flavio sei completamente pazzo,gli dei di Roma non verrano mai
sconfitti,non finche c'è il demone,non finchè
c'è il nuovo dio della guerra.
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Capitolo 10 *** La tomba di marmo e il tempio di Hanuman ***
Dall'alto dell'Olimpo, Flavio avvisa il primo dei dieci che si trova in
India, che grazie a un pavimento a specchio che si trova di fronte al
trono di Giove può vedere quello che succede sulla terra
-Vediamo un pò come posso contattare Kalì...ci
sono,TRASPORTO DI CRONO
così facendo, Flavio entr nello specchio ed arriavre
così alle porte del tempio di Kalì che si trova
sul monte yuga,trasportandosi all'interno della stanza
sacrificale,Flavio incontra kalì
-Kalì
Kalì che si trova sul suo trono di ossa umane risponde al
campione degli dei
-cosa c'è?
-ho visto dall'alto dell'Olimpo la tua legione di tigri che combatteva
contro il mio gemello
-era solo una truppa di esplorazione, tutto qua
- lo notato dal fatto che il tuo comandante e stato fatto a pezzi da
mio fratello
- tranquillizzati Romano,l'India e un paese pieno di misteri,
Sesshomaru non può farcela in una terra che conosco meglio
di lui
-lo spero per te
detto questo Flavio svanisce nel nulla per poi tornare sull'olimpo con
Marte che lo sta aspettando
-Flavio?
-cosa c'è Marte?
-da un'occhiata allo specchio
-vedo Sesshomaru, la sua compagna, un demone pantera e un elefante che
usano come mezzo di trasporto,che c'è di strano?
-si stanno avvicinando a Dheli
-ma va?non me ne ero accorto
-bravo Flavio, sfotti, sfotti finchè puoi, ma se quello
arriva a Dheli scoprirà anche dove si trova il tempio di
Hanuman e se lo scopre si trova da Kalì e poi la uccide
-rilassati Marte,lasciamo fare ai dieci il loro gioco, se sono temuti
in tutto il mondo umano e divino ci sarà pur un motivo no?
comunque sia, adesso abbiamo deposto gli dei nel sottosuolo del monte e
quindi a regnare ci siamo noi due,rilassati, fa un pò di
yoga, ti rilassa tanto
- va bene ci provo
detto questo,Marte comincia a meditare a gambe incrociate
-hai ragione Flavio...lo yoga mi rilassa
-vedi, che ti dicevo...comunque hai fatto quello che ti ho detto?
-si, ho messo un componente della squadra per ogni paese che devono
attraversare,uno di loro dovrà pur uccidere Se...Se....come
hai detto che si chiama?
-Sesshomaru, ma non te lo ricordi mai il suo nome?
-no
-ecco appunto,adesso medita e sta zitto che devo pensare alla prossima
mossa.
Due giorni dopo, Sesshomaru,Rin e Arun sono arrivati a Dheli passando
per la strada che collega a calcutta,scendendo dall'elefante Sesshomaru
saluta Arun che si trova ancora in sella al pachiderma
-grazie per il passaggio Arun,
-di nulla...il tempio si trova sotto il Taj mahal, posso farti una
domanda Sesshomaru?
-certo
-percaso hai conosciuto il clan delle pantere?
-si, li ho sconfitti molto tempo fa? come fai a conoscere il clan delle
pantere?
-li conosco perchè il clan delle pantere e nato in India
-mi sembra logico, le pantere non sono animali giapponesi
-gia, se rivedi il clan lo saluti da parte mia? sai ero il capo della
sede natia del clan,stammi bene
e detto questo Sesshomaru se ne va insieme a Rin verso il tempio di
hanuman scesa anche lei dal grosso pachiderma con un'aria per niente
rassicurante
-Rin che cos'hai?non'hai un bell'aspetto
Rin risponde sarcasticamente
-vediamo un pò:sono incita e quindi ho la nausea, aggiungi
il fatto di stare sopra a un'animale che ti fa dondolare avanti e
indietro, poi dimmi te se non ti viene da vo... scusa un'attimo
Rin comincia a correre dietro un'albero lontano dalla vista del demone
e comincia a vomitare per la nausea accumulata sopra all'elefante,dopo
un pò torna da Sesshomaru
Sesshomaru chiede un pò preoccupato
-va tutto bene Rin?
-si sto bene
Detto questo i due continuano a camminare verso il Taj.
Dopo aver camminanto per un pò fuori città, i due
arrivano al bianco palazzo in stile arabo-indiano
-Sesshomaru, che cosè quel grosso palazzo?
- e il Taj mahal e per la cronaca e una tomba non un palazzo
-tu come fai a saperlo?
-mio padre aveva visto molte cose di questo mondo che poi
annotò in un libro,quando ero bambino mio padre mi leggeva
delle storie che parlavano di terre lontane e di grandi guerrieri,dopo
averti lasciato in quel villaggio, visitai quelle terre di persona,poi
un giorno, decisi di tornare a prenderti, ma quando arrivai alle porte
del villaggio mi sono fermato a pensare
-a cosa pensavi?
-pensavo: e se Rin non mi riconoscesse, se si fosse sposata, se avesse
una famiglia tutta sua o peggio non mi volesse più vedere
per il fatto che lo'ho abbandonata? un turbinio di pensieri mi
affollavano la mente e per la prima volta ero triste
Rin si avvicina al demone accarezzando la barba intorno alle labbra del
demone
-Sesshomaru...io non...
Sesshomaru gira il volto verso il Taj, lontano dagl'occhi di Rin
-adesso andiamo,stiamo solo sprecando tempo prezioso
- si hai ragione
i due cominciano a muoversi verso il tempio, anche se Rin si chiede il
perchè di quel comportamento triste del suo amato per poi
vederlo tornare freddo come una volta.
Dopo qualche minuto di cammino i due arrivano al Taj Mahal, una tomba
con le sembianze di un palazzo di marmo bianco,davanti a loro una
strada fatta d'acqua con centinaia di fontanelle una davanti all'altra
per indicare il collegamento tra nord e sud a cui lati sono addossati
degli alberelli tutti in fila che stanno a simbolrggiare una geometria
perfetta in stile Indù.
mentre camminano vedono molte persone e molte creature aggirarsi per il
mausoleo
-Sesshomaru?
-cosa c'è Rin?
-perchè tutte queste persone si trovano qua?
-vedi Rin, prima ti ho detto che questa è una tomba per
l'esatezza di una principessa indiana
-davvero? e perchè sono qua?
-per portarle omaggio,a quanto ho sentito dire questa principessa
morì dando alla luce il suo ventitresimo figlo, suo marito,
essendo un sovrano ricco e potente ordinò ai suoi sudditi di
costruire questo immenso sepolcro e si dice che dopo aver completato il
palazzo fece tagliare le amni ai suoi operai per non fargli costruire
qualcosa di ancora più bello
-ah,poveretti
-che ci vuoi fare,comunque...rimani qua,
-daccordo
detto questo, Sesshomaru entra nel mausoleo della principessa, ma non
ci entra con tanta sicurezza,visto che il luogo e pieno di Rajupt
il demone viene subito notato da uno dei demoni tigre
-e il demeno cane,date l'allarme
uno dei demoni suona una campanella e il mausoleo comincia a cambiare
forma fino a diventare un trappola per lo stesso demone,in alcuni punti
il tempio sembra una prova messa a punto per il demone di ghiaccio
-tutto qui quello che sapete fare? che delusione
sfoderando i flagelli il demone comincia a farsi strada a forza di
cadaveri all'interno della tomba regale che dal marmo bianco
comincierà a diventare rosso sangue,Sesshomaru comincia a
correre per un corridoio dritto con tanto di demoni tigre disseminati
per la strada del demone,cominciando a muovere le catene fa a pezzi
tutti i rajupt che si trova davanti fino ad arrivare a una portone di
legno gigantesco
- una porta di legno...basterà un calcio ben caricato per
aprirla
detto questo Sesshomaru alza la gamba destra nell'intento di sventrare
il portone con un calcio e ci riesce benissimo,fatto cio continua a
correre verso delle scale che portano verso il basso e arrivato li nota
che davanti a lui c'è un baratro che porta verso una stanza
sotterranea, anche se purtroppo le scale finiscono li
-queste scale sembrano rotte,forse posso provare a...
detto questo Sesshomaru si lancia nel baratro e scagliando i flagelli
sul bordo del creapccio durante la caduta può scendere in
tutta sicurezza senza doversi schiantare al suolo, dopo aver finito la
discesa, stacca i flagelli dal muro e continua la corsa verso il tempio
-più vado avanti e più mi convinco che il tempio
si trova sottoterra.
Continuando a correre per circa qualche minuto trova una porta che
stavolta sembra più dura della precedente, lui prova a
tirare un calcio verso la porta ma non nota nessun cedimento di essa e
osservandola bene nella parte bassa della porta c'è una
sorta di sbarra
-forse se tirassi quella sbarra verso l'alto la porta si
aprirà
dopo essersi abbassato per prendere la sbarra,Sesshomaru si alza con le
mani avvinghiate nel pezzo di metallo e facendo così alza la
porta per poi addentrarsi all'interno della sala funeraria.
La camera funeraria della principesa ha una forma ottagonale con tanto
di motivi floreali tipici dell'india,mentre Sesshomaru si avvicina alla
bara di marmo una strana figura emerge da un'angolo buio della
stanza,un ragazzo, porta una coda di cavallo, alto circa 1,80,indossa
un'armatura di bronzo che porta su di se delle strisce uguali a quelle
di una tigre e impugna una classica spada indiana a forma ricurva
il ragazzo risponde sbalordito dall'incontro appena fatto
-tu? sei percaso quello che chiamano il demone cane?
-sono un demone cane come tanti altri forse ti sei confuso con'un'altro
demone della mia razza
-non'esistono tanti demoni col nome di Sesshomaru
-se la metti su questo punto allora mi hai trovato...tu chi sei?
-il mio nome e Kalim e sono uno dei figli della principessa sepolta in
questa tomba, inginocchiati al suo cospetto
-sono qui per trovare il tempio di Hanuman, non per portare rispetto a
un cadavere
puntandogli la spada addosso il ragazzo risponde
-mostra un pò di rispetto per mia madre,la regina dell'India
-tu dimmi dove si trova il tempio e io porterò omaggi alla
defunta
-te lo scordi
-questo vuol dire che dovraì dirmelo con la forza
-così sia...demone
detto questo Kalim comincia a colpire Sesshomaru ma lunica cosa che
ottiene e arsi parare i colpi dai flagelli del demone,Sesshomaru muove
le catene con estrema facilità come se fosserò
un'estensione del propio corpo e riesce a ferire il principe indiano
che si ritira su un lampadario gigante fattodi soli diamanti
soprastante al demone
-vedo che sei forte demone,vediamo se combatti bene anche da lontano
Kalim comincia a prendere un paio di pugnali nascosti sotto l'armatura
e comincia a lanciarli verso il demone che fa di tutto per schivarli
-dannato bastardo,scendi da li e combatti da uomo
-perchè dovrei, sono un principe e posso fare cio che voglio
e mentre parlano a Sesshomaru viene un'idea
-forse ho trovato il modo di farlo scendere
appena finisce di pensare, Sesshomaru prende uno dei coltelli lanciati
dal principe e lo scaglia contro la catena del lampadario che si spacca
facendo cadere in piedi il principe indiano
-non me l'aspettavo che trovassi un modo per farmi scendere, peggio per
te
detto questo, Sesshomaru scaglia di nuvo i flagelli verso il principe
ferendo kalim ormai mezzo morente che si trova accovacciato contro il
muro della bara di Marmo,Sesshomaru si avvicina al principe che
vendendolo avvicinare prova a convincerlo di risparmiarlo
-ti prego non uccidermi,posso darti le mie donne,il mio oro,il mio
regno, ma ti prego...risparmia la mia vita
ritirando i flagelli sulla nuda schiena, Sesshomaru lo indica con
l'indice destro e facendo uno dei suoi sguardi rosso sangue gli dice
-L'unica cosa che prenderò da te...e la vita, FURIA DEGLI DEI
dicendo questo, Sesshomaru prende il coperchio della bara e comincia a
spaccare la faccia del ragazzo contro la bara di marmo fino a che della
testa del principe non rimane altro che brandelli di carne schizzati
contro il sepolcro della èroncipessa indiana,dopo aver
ritirato i flagelli,Sesshomaru sente la voce di Minerva nella testa
-Sesshomaru
-cosa c'è dea?
-guarda dentro il sepolcro
Sesshomaru guarda dentro il sepolcro e nota che al posto del corpo
della principessa indiana ci sono delle scale che portano in una stanza
sotterranea
-scedi per queste scale demone,forse portano al tempio di Hanuman
dopo aver sentito al voce di Minerva, Sesshomaru percorre le scale
all'interno del finto sepolcro.
Dopo aver sceso le scale. Sesshoamru si trova in una stanza colorata di
pietra verde e con le effigi di scimmie guerriere incise nei muri, 5
colonne si trovano nella stanza, una si trova al centro, mentre le
altre si trova ai 4 lati della colonna centrale per simboleggiare i
punti cardinali all'interno della stanza.
Il demone si avvicina alla colonna centrale, ma all'improvviso una
gigantesca scimmia di pietra sbuca dal pavimento e con voce spavalda si
rivolge al demone
-chi sei tu?
-devo vedere il dio Hanuman, tu chi sei?
-io sono il guardiano del tempio del dio scimmia e ho il compito di
sorveglare il dio in persona
-se la metti così dovrò romperti quella faccia di
pietra che ti ritrovi
-sono daccordo con te.ora muori
lo scimmione attacca Sesshomaru con i suoi pugni di pietra, ma il
demone contrattaca facendo roteare i flagelli sopra la sua testa
colpendo in pieno volto lo scimmione e stordendolo fortemente
- mi sembra di averlo stordito, ma non sembra essersi fatto nulla,forse
potrei...ma certo
Sesshomaru lancia i flagelli contro al faccia dello scimmione e tirando
per le catene lo fa sbattere contro una colonna e ripete la stessa
azione per altre tre volte fino ad arrivare alla colonna centrale
-adesso basta la colonna centrale e sarà tutto finito
Sesshomaru fa la stessa azuione di prima ma stavolta la scimmia di
pietra tiene le mani sul soffitto come se non dovesse far cadere
qualcosa
-sembra che non volglia staccare la mani da li,FURIA DEGLI DEI
Sesshomaru maneggia di nuovo i suoi flagelli per le catene e colpisce
pesantemente il povero guardiano rompendogli l'addome di pietra per poi
tagliargli le braccia e far in modo che una specie di statua enorme
nascosta nel soffitto schiacci la testa del povero scimmione
riducendolo in un paio di pietruzze.
Sesshomaru si avvicina all statua per controllarla meglio
-quella sorta di statua stava proteggendo questa statua di legno...chi
sa perchè lo faceva
mentre il demone si avvicina alla scultura lignea dall'aspetto
scimmieco la stuta prende vita e tenendo in mano un bastone si gira
verso il demone
-Ciao Sesshomaru
-tu mi conosci?
-ma certo,dopo la tua vittoria a Calcutta contro i rajput la tua fama
si sta espandendo come un'epidemia sia tra gli'umani che tra i demoni
all'improvviso la scimmia di legno si gratta la testa come segnalare il
suo imbarazzo per qualcosa
-scusa se non mi sono presentato, il mio nome e Hanuman e sono il dio
scimmia,so che stai cercando Kalì la dea della morte che non
solo e un componente dei dieci ma e anche mia sorella
-devo ucciderla,sai dove posso trovarla?
-certamente,si trova sul suo santuario sul monte Kalì yuga
sul confine indo-persiano
Sesshomaru vede che una parete del tempio si apre e da lì
c'è una leggera corrente d'aria e comincia a camminare verso
quella direzione ma la voce del dio lo ferma ancora una volta
-Sesshoamru
Sesshomaru si accontenta di girare la testa che guarda le sue spalle
-cosa c'è?
-volevo dirti...non fidarti degli dei romani,noi divinità
indù lo sappiamo bene, stammi bene
e senza neanche una parola il demone si dirige verso la fessura
spaccata per poi risalire la fenditura fino a tornare all'esterno della
struttura funeraria.
rimettendosi i Flagelli sulla schiena, il demone torna a prendere la
sua compagna che lo sta aspettando seduta fuori dalla tomba
-Rin
Rin comincia a rialzarsi
-finalmente sei tornato,non arrivavi più
-adesso andiamo
-dove si va amore mio?
- in montagna,andiamo a a uccidere una dea molto macabra
- daccordo
facendosi coraggio l'un l'altro, la nostra coppia parte per il monte
Kali yuga per stanare il componente indiano della squadra dei dieci una
volta per tutte.
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Capitolo 11 *** La morte di Kali ***
Dopo qualche giorno, il nostro eroe
si trova ai piedi del monte Yuga,al confine tra l'India e il deserto
persiano ormai certo che il santuario di kalì si trovi
all'interno della montagna,la montagna e circondata da monti
grigi,ghiacciai e picchi innevati ed essendo vicino al confine
Bactriano fa piuttosto freddo anche se sono ancora in India
-Rin
-cosa c'è Sesshomaru?
-sento che questo luogo e più insidioso di quanto possa
sembrare...
detto questo Sesshomaru nota una sorta di leva per poi cominciare a
pensare
-che strano...c'è una leva attaccata al muro della
montagna...forse se l'abbassassi succederebbe qualcosa
Sesshomaru poggia le mani sulla leva di legno per poi muoverla verso il
basso,accanto a lui una parte del monte si alza, scoprendo una sorta di
caverna
ma guarda te...la leva faceva da meccanismo per una finta
parete,così nessuno poteva sapere dov'era il santuario...per
essere una dea sanguinaria sa usare il cervello,vero Rin?
-gia,entriamo o stiamo qui a ghiacciarci?
detto questo i due cominciano ad addentrarsi nell'antro della dea,una
grotta illuminata da torce fatte con le scheletriche braccia delle
persone sacrificate in nome di Kalì e continuano a camminare
finche Rin non comincia a sentirsi svenire ma prima che cada Sesshomaru
la raccoglie tra le sue braccia
-Rin stai bene?
Rin si mette la mano destra sul volto affaticato
-mi sento la testa che gira,forse la vista di quelle torce mi ha
suggestionato un pò
-ti porto indietro
-sto bene, andiamo avanti
- se non vuoi tornare indietro per te stessa fallo almeno per la salute
del bambino
all'improvviso una luce azzurra compare nel grotta e da quella luce
passano Minerva e una figura sui quarant'anni con una veste che copre
il corpo dal braccio sinistro alle gambe di chi lo indossa lasciando il
petto e il braccio destro scoperto,sulla testa porta una ghirlanda di
fiori medicinali e nel braccio destro tiene un bastone da passeggio con
attorno un serpente dalle squame bianche e gli occhi marroni
vedendo questa persona Sesshomaru chiede a Minerva
- chi è lui
- perchè non lo chiedi a lui?
interviene l'uomo col serpente
-tu devi essere Sesshomaru
-si...tu chi sei?
-che sbadato...mi presento subito, sono Esculapio.dio della medicina e
patrono delle arti curative,sono venuto qui per controllare se l'umana
sta bene
detto questo Esculapio mette la mano destra sula fronte di Rin per
controllare se tutto va bene e dopo aver controllato le funzioni vitali
si rivolge al demone
- non'è niente di grave, a solo avuto un mancamento per il
lugubre gusto estetico del luogo, tutto qua
- sei riuscito a caèire come stava solo mettendole una mano
sulla fronte,come hai fatto
- essendo il dio della medicina posso curare le persone semplicemente
toccando il corpo del paziente, Flavio sarebbe stato un'ottimo medico
se non fosse così assetato di potere
-aspetta un momento, vuoi dirmi che Flavio e un medico
-sono stato il suo mentore in studi medici,per caso ti ha parlato dello
sviluppo nel tempo di gestazione del figlio che porta in grembo la tua
Rin?
-si ma non so cosa voglia dire
-il tempo di gestazione e quando il feto,cioè il bambino non
ancora nato sta crescendo nel grembo materno
-in parole povere?
- crescie come un'umano, ma nel tuo caso e diecimila volte migliore in
tutto...adesso porto fuori Rin
- fuori fa freddo
-qui vicino c'è una sorgente d'acqua calda,li
sarà al sicuro
-portala via
Esculapio si allontana con in braccio Rin portandola nel posto da lui
scoperto,nel frattempo nella sala principale del tempio, Flavio torna
da Kalì a discutere del piano per uccidere Sessho
-Kalì...l'idea della leva attaccata alla parete e stata una
genialata,peccato che Sesshomaru l'abbia trovata anche se era coperta
di neve
-davvero pensi che un cagnaccio possa fermare me? Kalì?
membro indiano della squadra dei dieci?
detto questo kalì comincia a fare una sana risata malvagia
convinta che Sesshomaru morirà immediatamente
-se tu pensi di poterlo uccidere accomodati pure
-lo farò senz'altro....guarda Flavio c'è tuo
fratello
Sesshomaru entra nella sala principale,la sala e completamente sporca
di sangue per via del fatto che qui si fanno sacrifici umani e tutto
cio che c'è nella stanza come i mobili e i tavoli sono fatti
con le ossa delle vittime sacrificali,ma a Sesshomaru non importa
dell'arredamento,in quel mometo a solo un pensiero in testa...uccidere
Flavio e impugnado i flagelli il demone comincia a camminare verso i due
-Sesshomaru, mio caro fratellino, come va la vita?
-Flavio...
-perchè fai quella faccia, sono pur sempre il tuo gemello
preferito
-per fortuna
-questo non'è del tutto esatto
-che intendi dire?
-te lo spiego un'altra volta, ora devo andare,ciao,TRASPORTO DI CRONO
Sesshomaru prova a lanciargli le catene ma non arriva in tempo per
fermare la sua nemesi,Sesshomaru viene guardato da Kalì
-bene bene,tu devi essere Sesshomaru, il dio della guerra
-perchè tutti quelli che mi incontrano mi chiamano
così?
-da quando Flavio e Marte hanno tradito L'olimpo si sono messi idee di
conquista e l'unico che può fermarli e un guerriero che
viene nominato dio della guerra,così mi ha detto il Romano
-basta con le parole...passiamo ai fatti
kalì comicia a trasformarsi poco a poco in una specie di
donna tigre con sei braccia e la pelle nera come la morte stessa e
impugna un katar per ogni mano
-io sono kalì, della squadra dei dieci e sono la dea della
morte della mitologia induista, dopo che avrò ucciso te
Flavio mi ricompenserà con sacrifici degni di una
dvinità
Sesshomaru estrae i flagelli
-ti ucciderò prima ancora che questo accada
comincia al lotta,Kalì fa volteggiare le sue armi convinta
di aver la vittoria in mano ma Sesshomaru colpisce la dea sul volto e
conficcandogli i flagelli sulla fronte gli fa sbattere ripettamente la
testa contro il pavimento che comincia a diventare nero per il sangue
versato dalla dea per poi strappagli le due braccia vicino ai fianchi e
con i Katar nelle braccia strappate glieli ficca nei reni,ma la dea
sembra non'essersi fatta quasi nulla
-sei bravo cane,ma non abbastanza,ATTACCATELO ROMANI
da delle porte segrete escono dei legionari con le classiche armature
romane a piastre d'acciaio,dotati di gladio e scutum,il famoso scudo
gigante rosso con effigi romane e gli aricieri,hanno lo stesso
equipaggiameto dei legionari con la differenza che portano solo un'arco
di legno e freccie comuni
Sesshomaru si mette in posozione d'attacco
- toglietevi dai piedi, se volete avere salva la vita
appena sento questo i legionari si scagliano addosso al demone e gli
arcieri scoccano le loro freccie,ma il demone reagisce agl'invani
attacchi dei romani con una serie di attacchi micidiali, ogni soldato
che lo attacca finisce squartato dalle sue catene infernali, e mentre i
soldati muoiono poco alla volta la dea si stacca le braccia morte dai
reni che sembrano completamente apposto per poi sparire dietro la porta
che conduce al piano superiore del santuario,ma Sesshomaru si accorge
che la dea sta scappando come un coniglio di fronte a un lupo
- dannazzione e scappata, la prenderò dopo
Sesshomari continua il massacro dei legionari per poi riempire il
salone centrale di sangue mediterraneo
-mio padre diceva che i soldati romani sono i più
forti,anche se a dir la verità li ho trovati un
pò deboli,meglio proseguire se voglio continuare il viaggio
Sesshomaru cammina verso la porta di marmo indiano ormai sporco di
sangue, ma anche con al sua possente forza non riesce ad aprire il
passaggio
- non si vuole aprire,devo trovare un'altro modo per entare
Sesshomaru cerca un'antra via di fuga e guardando bene nota una fessura
nel marmo vicino al soffitto,il demone comincia a scalare il muro
crepato per poi raggingere la fessura e gurdare all'esterno del buco
che collega le mura del santuario a un picco li vicino dove si trovano
le stanze della dea.
Sesshomaru comincia a percorrere le mura di marmo bianco coperte dalla
neve dei monti indiani,percorrendo le mura nota qualcosa di nero che si
sposta in gran velocità, e la dea Kalì che corre
verso le sue stanze,Sesshomaru nota che ci sono ancora due braccia
della dea conficcate nei reni,Kalì lo nota che corre verso
le stanze della dea
-vediamo se ti senti ancora così fortunato Sesshomaru
detto questo la dea si stacca le braccia morte con i katar nei reni per
poi trasformarsi poco a poco in Garuda,un mostro metà
uomo,metà aquila verde con tanto di ali della mitologia
induista
-preparati ad affrontare una dea volante
-stai volando, ma non sei una dea
Kalì vola verso il demone con l'intenzione di infilzarlo col
becco, ma lui gli salta sulla schiena mentre questa vola per poi
strappagli le braccia vicino alle costole
-bastardo di un cane,mi hai strappato altre due braccia,la voluto tu
ora si gioca pesante
detto questo,la dea fa volare Sesshoamru sopra di lei per poi laciarlo
verso la porta della stanza divina, l'interno della stanza e fatta di
ossa e teschi di cui i muri e il pavimento sono composti,Sesshomaru si
trova per terra ad osservare la dea che si avvicina a lui
-adesso sei morto cane
Sesshomaru si rialza di colpo preparato ormai per lo scontro sanguinario
-fatti sotto ucciellacio
la dea prova a colpire il demone con i suoi artigli d'aquila, ma il
demone agita di nuovo i flagelli facendo perdere molto sangue alla dea
ormai barcollante al letto della stanza le cui coperte sono fatte con
pelli di pantera, la dea prova a fuggire volando ma Sesshomaru
l'afferra con il flagello destro e tenendole il piede destro sulla gola
gli dice
-i tuoi sacrfici finiscono ora,FURIA DEGLI DEI
Sesshomaru maneggia i flagelli e comincia a squrciare la dea, la taglia
a metà per la vita e notando che è ancora in vita
la prende pr la mandibola e la trascina verso il letto per poi sbategli
la testa contro il bordo di legno poi gettarla fuori dalla finestra e
farla sfracellare ai piedi del monte con tutti gli organi di fuori dopo
aver ucciso la dea, da una luce comapre Minerva con un vaso in mano che
tutta sorridente si avvicina al demone
ben fatto Sesshomaru,l'Olimpo ti ringrazia, am non pensare che
sarà ancora così facile
all'improvviso una sfera lucente entra nel vaso di foggia indina
-l'anima di Kalì e stata di nuovo rinchiusa nel vaso,ma sta
attento, Flavio ti ha messo alla prova e la prossima volta
sarà ancora più ardua,questa volta ti
toccherà viaggiare verso la Persia
-la Persia?quando si parte?
-il prima possibile
-ricevuto
la dea scompare di nuovo in quella luce scarlatta con l'anima della dea
rinchiusa ancora una volta in quel vaso che gli faceva da prigione.
Sesshomaru scende dalla parte della montagna attraverso un passaggio
sotto al letto di Kalì che conduce dalla parte opposta del
monte,sceso ormai dal macabro santuario rivede Rin e il dio
Esculapio,Rin corre verso il suo amato per strigersi con un tenero
abbraccio
-ho avuto paura che non tornassi
Sesshomaru la guarda nei suoi occhi bagnati da qualche lacrima che
asciuga con l'indice destro della sua mano
- ci vuole molto di più che una dea dastrapazzo assetata di
sangue per uccidermi, non credi?
Sesshomaru le un tenerissimo bacio per fargli capire che va tutto bene
per poi essere interrotti da dio Esculapio
-scusate
i due rispondono all'unisono
-cosa c'è?
-io dovrei andare, quando avete bisogno di me fate il mio nome,
daccordo? statemi bene,ciao
il dio viene avvolto dal suo serpente per poi scomparire nel nulla
insieme a esso,Sesshomaru rivolge lo sguardo verso il sole che tramonta
lasciando in cielo una sorta di colorazione simile all'arancione, ma
non'è il sole che sta guardando,il demone vede ben altro
oltre le montagne
-Sesshomaru?che stai gurdando, chiede rin con aria curiosa
-la nostra prossima destinazione...l'impero Persiano
-e dove si trova?
-ad Ovest,andiamo
-si
detto questo, i due si incamminano tra le montagne e picchi indiani
verso il territorio Persiano,prossima destinazione del nostro eroe.
Intanto sull'olimpo, quattro dei dieci stanno aspettando il resto della
squadra ognuno aspettando in una postazione diversa, a parlare comincia
Annibale
-dannazione compagni,Kalì e morta e noi non facciamo nulla a
vendicarla
interviene Anakaris che se ne sta accompagnato dalle sue guardie alte
cinque metri con la testa di sciacallo, Otep e oi
-di cosa stai parlando, meritava di morire, i suoi seguaci
sacrificavano in suo onore donne e bambini,un comportamento degno solo
di un mostro,non'una dea
-e allora? di che ti lamenti mummia,era kalì la dea della
morte,ci sarà un motivo per averla chiamata
così...non credi anche tu?
-forse hai ragione, ma e comunque un comportamento di un mostro, non di
una dea...non di un faraone
interviene Sargon che se ne sta stiracchiato sul terreno di marmo della
sala del trono olimpico a dormicchiare un pò
-basta parlare,c'è un mercante che deve dormire, tu Palgea
che fai?
Palgea e sul punto più alto dl monte a scruatare nel cielo
stellato in cerca di qualche risposta da parte delle
divinità persiane
-cerco risposte, ma le stelle non mi parlano
-stai ancora pensando a tua figlia? e morta e per questo non puoi fare
nulla apparte piangerla ovviamente
-il romano mi ha promesso di farla tornare in vita se il demone muore
-sempre che muoia ovviamente...gurdate ragazzi, Flavio a liberato gli
altri
da lontano si vedono cinque figure, il primo di costoro si avvicina al
faraone, una figura dalla pelle scura,indossa un pelle di leone e la
bocca di costui fa da cappuccio a colui che lo indossa,maneggia un
grosso scudo di pelle di leonessa nella mano sinistra, il suo nome e
Mufasa
-e da molto che non ci si vede, signore d'Egitto, dovresti toglierti le
bende che hai addosso, non credi?
- Mojo,il guerriero africano, l'ultima volta che ci siamo visti e stato
in Sudan se non sbaglio
-non sbagli affatto, amico mio
i due si abbracciano come se fossero vecchi amici e comincano a palrare
del più e del meno.
Due figure seminude si avvicinano ad Annibale, una veste una tonaca
greca che scopre il pettorale destro,e biondo e porta i capelli lunghi
fino alla nuca, indossa dei guanti di pelle, propio come quelli dei
pugili greci e dei sandali d'atleta, ill primo a parlare al gigante e
lui
-come va cartaginese?
- Achille, il grande eroe della guerra di Troia, allora e vero che non
puoi invecchiare, sei giovane come l'ultima volta che ti ho visto,
eravamo in sicilia,lo ricordo bene
- tu invece sei più vecchio di prima, grande generale
Annibale, non'ho forse ragione Quautemok?, ohh dimenticavo tu sei muto
dalla nascita
a fianco di Achille si trova un guerriero, porta un lungo copricapo
piumato quasi fosse un pappagallo,petto scoperto con un tattuaggio a
forma di giaguaro e un gonnellino fatto con scaglie di giada ricoperte
di piume d'aquila bianca,ma anche se sente la domanda non fa alcun
cenno di risposta,all'improvviso Annibale porge una domanda al
guerriero tatuato
-ho sentito dire che provieni da una terra che si trova oltre le
colonne d'Ercole e che la tua gente strappi il cuore alle vittime
sacrificali su grandi piramidi a gradoni, la cosa mi piace parecchio
detto questo al gigante viene fuori con una grossa risata.
Un'altra figura sta osservando il povero Palgea in cerca di risposte
tra le stelle,Barba folta e capelli lunghi rossi come il fuoco,occhi
marroni come il legno,una pelle d'orso marrone con tanto di stivali
fatti con lo stesso animale e le mani cariche di magia nordica
-cerchi ancora risposte tra le stelle amico mio?
di scatto il persiano si muove ditro di se
-Brenno, il druido
-ti ricordi ancora di me, per quanto siamo stati riunchiusi in quei
vasi? 1000-2000 anni?
-ormai non me lo ricordo più
-a chi lo dici amico mio...a chi lo dici.
al centro della sala compaiono Flavio e mMrte come se fossero turbati
per qualcosa, Flavio comincia a sedersi sul trono degli dei come se
fosse il nuovo padrone dell'olimpo, dopo essersi seduto sul trono sente
Marte che gli sussurra nell'orecchio sinistro
-ci sono tutti
-tranne Mechamaru
- lui sta ancora dormendo, meglio non liberarlo ancora,
-non ci penso neanche di liberare quell'ammaso di ferro ambulante senza
controllo,anche se è mio fratello maggiore e il suo crpo e
stato rifatto di metallo con tanto di armi strane,come e quelle cose di
forma cilindrica che girano e sputano delle freccie di piombo
-le mitraglie da postazione?
-si, e anche quei cosi che volano con le fiamme
-i razzi?
-ecco appunto quei cosi
-quelle armi si che ucciderebbero Se...Se...come si chiama il tuo
gemello?
Flavio si alza sul trono in preda alla rabbia
- SESSHOMARU,NON TE LO RICORDI MAI? mi arrendo, o chiuso con te, la
prossima volta te lo scrivi da qualche parte, magari su un bel papiro
-non ti arrabbiare, vedrai che poi me lo ricordo
- Spera per te che sia così
Intanto tutta la squadra lo sta osservando come se fosse impazzito,
Falvio riprende al calma e comincia ad avviarsi verso la squadra dei
dieci
-carissimi ospiti,avete visto cosa a fatto alla vostra compagna
kalì,vi ucciderà uno dopo l'altro se non farete
attenzione
Flavio si ferma al centro della stanza dove tutta la squadra
-quando Sesshomaru morirà per mano di uno di
voi,realizzerò il suo più grande desiderio,come
vi avevo gia accenato un pò di tempo fà
a fine discussione interviene Anakaris
-dov'è Mechamaru?non l'abbiamo visto
-Mechamaru verrà in'un'altro momento,ora si trova ad
Atlantide
-dovè l'hanno costruito dopo l'incidente dell'affondamento
della città?
-si, ora zitto e ascolta,tornate nei vostri paesi d'origine e non fate
ritorno finchè non avrò la testa di mio fratello
e chiaro?
la squadra risponde all'unisono
-si signore
e tutti cominciano a sparire in una nebbia molto densa lasciando Flavio
e Marte da soli.
Il giorno dopo Sesshomaru e Rin cominciano a camminare verso il deserto
che divide l'India con la persia, Sesshomaru si gira sentendo Rin che
continua dire ciao
-Rin, chi sta salutando?
-l'India amore mio...l'India
Sesshomaru comincia a sorridere verso la dolce metà
-andiamo Rin...la persia ci aspetta
detto questo la coppia ricomincia a camminare con un'altra
destinazione...Babilonia.
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Capitolo 12 *** Tramonto Persiano ***
Sono passati sei mesi da quando Sesshomaru e Rin hanno lasciato la
calda India per il torrido Impero Persiano, in mezzo al deserto,sulla
via Regia, una lunghissima strada fatta di terra e sabbia,di caldo e
secco,di stenti e fatiche per il solo fatto che percorrere questa
strada e gia un trappola di suo.
Ogni tanto sulla strada si vedono carovane di mercanti che vengono
dall'India, grazie a questa strada i mercanti possono viaggiare in
tutta sicurezza, a qualche chilometro di distanza si trovano posti di
ristoro per viaggiatori e mercanti di cui si servono per:
mangiare,riposare, ed ogni volta cambiare un cavallo stanco con un
più riposato,un via vai di popoli e culture che si scambiano
merci e conoscenze.
Ed ogni volta che Sesshomaru e Rin si muovevano per il deserto,qualcuno
li aiutava nel loro viaggio dandogli viveri per il tragitto e se
potevano anche un passaggio dai mercanti, che con cavalli e cammelli si
portavano le loro merci in tutte le città della persia,
mentre Sesshomaru e Rin camminano sotto il sole cocente della
Mesopotamia, una vecchia conoscenza dei due si sposta con una carovana
di cammelli e mentre la carovana cammina il misterioso personaggio dice
qualcosa alle spalle del demone
-Sesshomaru
Sesshomaru e Rin si girano e rimangono stupiti dalla figura che
trovano, Rin pronuncia il nome di costui con una senzazione di
felicità
-Arun
-Rin, ma guarda te, il mondo e piccolo eh? qualche tempo fa in India e
adesso in Persia,come state?
-io e Sesshomaru stiamo bene, tu invece?
-bene bene,Sentite, io sto andando a Babilonia,ho: cibo,acqua,vestiti e
altroancora, se volete un passaggio io ve lo do volentieri
-che ne dici Sesshomaru?
Rin nota che Sesshomaru sta guardando il sole mentre tramonta dietro
alle dune del deserto, e mentre guarda quel tramonto col cielo di color
violaceo, per il fatto che sta arrivando la notte, Sesshomaru comincia
a pensare
-questo tramonto...questo cielo...lo gia visto...nel mio
viaggio....camminavo con Jaken e Ah-Un...solo sabbia, caldo e rovine di
antiche città sepolte sotto questo mare di sabbia,e qui che
ho viaggiato con loro...e qui che mi sono allontanato dall'unica donna
che abbia mai amato.
Mentre Sesshomaru pensava al suo viaggio, Rin continuava a dire il nome
dell'amato
-Sesshomaru?mi senti?Sesshomaru?
dopo un pò il demone scuote la testa ormai fatto allontanare
dai ricordi del viaggio
-cosa c'è Rin?
-ci facciamo dare un passaggio da Arun?
-certo
nella discussione interviene Arun
-allora si parte,salite sulla tenda mobile,li troverete tutto quello
che vi serve
Rin si rivolge ad Arun
-grazie di tutto micione
-aiutare un famoso eroe e la sua donna che sembra che stia per
partorire da un momento all'altro più che un dovere
è un'onore
dalla bocca della pantera spunta fuori una sana risata.
Dopo aver ascoltato Arun, i due entrano nella tenda mobile, che sarebbe
una sorta di tenda da beduini montata su un carro trainato da due
cavalli,Sesshomaru e Rin si stendono sul pavimento ricoperto da tappeti
persiani, cuscini e un letto a forma di Grifone persiano che appoggia
le zampe sul terreno ricoperto di tappeti.
L'atmosfera all'interno della tenda da un'impressione paradisiaca,la
luce del tramonto che entra negli spazi della tenda crea un'atmosfera
semi lucente all'interno.
Il demone e la sua compagna si sdraiano sul letto,riposandosi da una
delle tante camminate,entrambi guardano il soffitto e cominciando a
parlare
-posso farti una domanda Sesshomaru?
-certo
-quando te ne sei andato, nel tuo viaggio sei passato di qui?
-si
-c'erano anche jaken e Ah-Un?
-si
-che fine hanno fatto?
-Ah-Un e morto sulla stessa strada che stiamo facendo adesso e
Jaken...a dir la verità non so che fine abbia fatto
Jaken,probabilmente e morto
-capisco
Rin comincia a sentire dolore al ventre
-tocca qua amore mio, il piccolo si sta muovendo
Sesshomaru appogia la mano destra sul ventre di Rin
-si, si sta muovendo,non riesco a credere che una volta eravamo tutti
dentro un posto così piccolo come il ventre materno
-gia,poi si nasce e si cresce a vista d'occhio...che ci vuoi fare
detto questo i due si guardano negl'occhi e prima ancora di baciarsi
sentono delle urla
-che succede Sesshomaru?
-non lo so, aspetta qui
Sesshomaru salta fuori dalla tenda mobile vedendo Arun per terra ormai
privo di vita,e con lui tutti gli animali della carovana compresa il
cavallo che trainava la tenda e persino le altre Pantere al suo
fianco,davanti a Sesshomaru si profilano dei lancieri persiani.
L'equipaggiamento dei lancieri persiani e composto da: una lunga veste
che arriva alle caviglie, un drappo bianco che stringe la spalla
sinistra e che arriva al fianco destro,una lancia dalla punta
accuminata,uno scudo di legno e una barba riccioluta
I lancieri persiani notano il demone appena uscito dalla tenda mobile,
uno di loro comincia a parlare
-tu sei Sesshomaru?
-chi vuole saperlo?
-noi,i soldati dell'impero persiano...sei tu oppure no?
-si sono io
-soldati...ADDOSSO
i lancieri si lanciano contro il demone, ma con i Flagelli in mano,
Sesshomaru li decima tutti, uno dopo l'altro,a fine massacro torna a
prendere Rin rimasta dentro alla tenda
-Rin...ce ne dobbiamo andare
-cos'è successo la fuori?
-soldati...c'è ne andiamo, a piedi
-in mezzo a quel mare di sabbia?nelle mie condizioni non c'è la
faccio un'altra volta
nella tenda compare Minerva
-non vi preoccupate, vi aiuto io
interviene Sesshomaru
-Minerva,come potresti mai aiutarci?
-porterò Rin in un'oasi qui vicino
poi indicando con l'indice della mano destra la dea dice
per te ho un'altro compito...dio della guerra
-di cosa si tratta?
-il prossimo componente della squadra dei dieci,palgea...l'astrologo
Sesshomaru risponde con aria indignata
-un'astrologo?...tu vuoi che io uccida un'astrologo?
-e stato il componente che ha ucciso quell ragazzo...Shippo
-dove lo posso trovare?
-qui vicino si trovano delle rovine di un'antica città che
tu hai gia visto nel tuo lungo viaggio...ti farò da guida
-d'accordo...portala via,ma prima indicami dove trovo queste rovine
-come desideri...dio della guerra
detto questo,Minerva fa spuntare per magia da una luce azzura sul palmo
delle mani,unite l'una all'altra un barbagianni,animale sacro alla
dea,Sesshomaru osserva attenatmente il volatile dagl'occhi neri
-lo gia visto da qualche parte,ma non ricordo dove
-sicuramente l'hai visto in Europa, le civette e i gufi sono animali
europei...e anche i barbagianni
detto questo il barbagianni vola fuori dalla tenda,e Sesshomaru lo
segue a ruota,Rin chieda alla dea
-Sesshomaru c'è la farà?
-certo,tu lo conosci meglio di me
detto questo le due spariscono avvolte da una nube blu.
dopo qualche minuto,Sesshomaru arriva sopra uno strano cerchio di
pietra illuminato dal tramonto dove al centro si trova una sorta di
piedistallo,Sesshomaru guarda il barbagianni in volo
-mi hai condotto fin qui per vedere dell'altra sabbia?
l'uccello si posa sopra al piedistallo e quando questo comincia ad
abbassarsi per il peso del volatile dalla sabbia spunta un ponte di
pietra che grazie a un meccanismo si attacca al cerchio di pietra
propio davanti al demone,Sesshomaru comincia a percorrere il ponte e
alla fine della corsa il demone si trova davanti a una porta di pietra
con tanto di iscrizioni e disegni persiani,tenendo le mani sulla sbarra
in basso il demone apre la porta infilandola nel soffitto,oltrepassata
di poco la soglia la porta si chiude alle spalle del demone
-la porta si è chiusa,dovrò trovare un'altra
strada
Sesshomaru scende delle scale che si trovano davanti a lui,le mure
accanto sono piene di bassolievi in stile persiano,giunto alla fine
delle scale arriva a una sala ottagonale gigantesca con tanto di
finestrelle per la luce. Sesshomaru percorre un'altro ponte di pietra,
ma questa volta sospeso a metri d'altezza da un cumolo di sabbie
mobili,arrivato alla fine, il demone tira una leva che si trova alla
destra dell'altra parte del ponte e a leva tirata la sabbia si abbassa
di livello come se fosse stata assorbita da qualcosa,Sesshomaru si
accorge che sotto il vuoto, nella parte dove c'era la sabbia si trova
un'altra strada che porta all'interno della struttura.
Il demone si attacca al muro del fianco destro del ponte,il demone
riesce a scendere al piano inferiore senza difficolta e comincia a
incamminarsi all'interno della galleria,arrivato alla fine, Sesshomaru
si trova davanti ad uno strapiombo che precede un'altro ponte di pietra
che sembra spaccato a metà,accanto alla parte rotta del
ponte si trova la statua di un'uomo dalla barba lunga,sui trent'anni e
con un lunga veste di seta persiana e per di più senza le
mani,Sesshomaru si avvicina ad'un'iscrizione in lingua persiana
attaccata a un muro
-porgi le mani al grande Ciro,fondatore della Persia e protettore del
popolo di babilonia, ed egli ti aiuterà durante il tragitto
Sesshomaru si guarda intorno per trovare le mani e alla fine le trova
attaccate al soffitto per mezzo di due catene
-eccole la...il probema e attacarle alla statua
detto questo il demone percorre una strada alla sua
sinistra,percorrendo la strada il demone incontra altri lancieri
persiani,provano a infilzarlo ma senza alcun successo,dopo aver ucciso
innumerevoli lancieri si ritrova faccia a faccia con le mani sul
soffitto, e saltandoci sopra cadono nel vuoto finchè
all'improvviso non vengono riattaccate alle braccia della statua per
pura magia,riattaccate la mani alla statua di Ciro,il demone viene
raccolto dalle mani della statua e sempre sulle mani di questa sente
una voce provenire dalla statua del grande re
-demone...hai scoperto dove si trova il mio santuario,complimenti
sbigottito,Sesshomaru fissa negl'occhi la statua
-tu chi sei?
-io sono Ciro,fondatore dell'impero persiano... e tu?
-sono solo un demone di passaggio
-per essere un demone, sei piuttosto famoso...grande Sesshomaru
-come fai a conoscermi?
-ormai ti conoscono tutti in Persia,dopo che hai ucciso uno dei dieci
sei diventato un'eroe
-sapresti dirmi qualcosa sui dieci?
-certo...
la statua di Ciro comincia a parlare mentre ricorda cosa ha visto dal
palazzo nel'oasi,residenza degli dei persiani
-molto tempo fa...c'erano dieci guerrieri,si dice che vendettero
l'anima alle propie divinità per ricevere in cambio il
potere di contrastare l'espansione di Roma,alla fine vennero rinchiusi
in dieci vasi dal re dell'Olimpo,Giove,non sò altro al
riguardo
-grazie lo stesso
il demone sta per andarsene finchè...
-ho conosciuto tuo padre demone
Sesshomaru si volta verso la statua
-conoscemi mio padre?
-venne qui in Persia con un'esercito immenso,non posso dirti altro dio
della guerra,posso solo dirti che era più famoso di quanto
tu possa pensare,ora ti poso sul ponte
appena lo posa il ponte si rompe,e prima di sfracellarsi al suolo il
demone infilza i flagelli sulla mano destra dell statua per poi tornare
sul palmo si pietra
-scusa demone, non sapevo che il ponte sarebbe crollato
- non fa niente,c'è un'altro modo per passare?
-forse si
la statua stringe il demone nella mano destra quasi a schiacciarlo e
poi lo lancia come se fosse un sasso che va a sbattersi contro l'acqua,
ma per fortuna Sesshomaru, per non essere ucciso dalla caduta emette
una capriola sul terreno attutendo la caduta, il demone si gira verso
la statua nero dalla rabbia
-SEI PAZZO? AVRESTI POTUTO UCCIDERMI
-sei vivo no?continua il tuo viaggio demone e troverai quello che
cerchi.
Dopo aver camminato un pò arriva a un'altra statua uguale
alla prima ma stavolta più grossa di quella precedente,
sopra la testa della statua spunta una figura sinistra che
guardà Sesshomaru dall'alto della scultura
-e da un pezzo che non ci si vede fratellino
-Flavio
-perchè quella faccia Sesshomaru?, infondo sono il tuo
gemello, dovresti essere felice di vedermi
-sarò felice di vederti solo quando sarai morto,dice
Sesshomaru mentre estrae i flagelli dalla schiena
-pensala come vuoi,tanto alla fine vincerò io, ti lascio col
mio amico di pietra,ci vediamo
Flavio si incammina dalla parte opposta del demone dove si trova
l'uscita del sotteraneo nella sabbia,Sesshomaru scala velocemente la
statua nel tentativo di uccidere il gemello,ma all'improvviso la statua
lo prende tra le mani e prova a stritolarlo,ma Sesshomaru si libera
della presa rocciosa e con il flagello destro spacca la faccia della
statua uccidendola all'istante per poi proseguire la scalata.
Giunto in cima alla scultura nella roccia,il demone intravede l'uscita
e il secondo membro della squadra dei dieci che gli da le spalle come
se non volesse vederlo in faccia,Sesshomaru intravede la figura
-tu chi sei?
l'astrologo si gira verso il demone
-scusa, non mi ero accorto che c'eri, io sono palgea, componente
perisno dell squadra dei dieci,piacere di conoscerti
Sesshomaru non può fare altro che comportarsi come il suo
avversario
- il piacere è tutto mio, posso farti una
domanda?perchè mi parli così educatamente?
- io non'ho nulla contro di te, appena il bambino nasce, saremo
costretti a lottare,daccordo
-daccordo
detto questo,Sesshomaru vede Palgea sbriciolarsi come polevre di stelle
e farsi portare via da un vento secco
-che strano personaggio quel Palgea,meglio se m'incammino, il problema
e che non so dove si trova Rin
all'improvviso il demone vede arrivare il barbagianni di prima,che
posandosi sulla sabbia gira la testa verso Sesshomaru, il demone ritira
i flagelli dietro la schiena e vedendo l'uccello volare cominci a
inseguirlo senza sapere dove potrebbe portarlo.
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Capitolo 13 *** Babilonia, il giardino nel deserto ***
La luna splende nel cielo e il demone continua a inseguire l'uccello
dalle piume bianche e la faccia stretta,Sesshomaru corre di duna in
duna inseguendo il barbagianni, finchè non arriva ad'un'oasi
lussureggiante: una palma piena di datteri che si affianca ad un
laghetto illuminato dalla luna piena,Sesshomaru si avvicina alla pozza
d'acqua.
Mentre il demone si avvicina alla pozza d'acqua viene accolto da
Minerva,lei se ne sta vicino al laghetto,all'ombra della palma da
dattero
-ben tornato demone, ogni giorno che passa diventi sempre
più bravo con le spade di tuo padre
-non ho scelto io di averle, si trovavano nella mia coda, e fino a
qualche mese fa non sapevo di avere queste
armi,comunque,dov'è Rin?
la dea indica con l'indice destro della mano
-e laggiù,sta dormendo,ti aspettava e poi si è
addormentata,il problema e che il tuo compito si fa più
difficile
Sesshoamru comincia a preoccuparsi della cosa
- che intendi dire dea?
Minerva si alza da terra e comincia a camminare un pò
-da quando hai ucciso Kalì la tua fama si espande ogni
giorno che passa, anche i tuoi nemici cominciano a
conoscerti,Kalì era la più debole della
squadra...gli altri saranno più difficili da uccidere
-si...e allora?
la dea si gira verso il demone con aria stupita
-come allora?, non ti preoccupano neanche un pò?
-...no,vado a dormire
-daccordo, io ti ho avvertito poi fai come vuoi
la dea trasforma il suo barbagianni in un uccello gigante per poi
andare via sul suo dorso,e mentre si allonatana in volo dal demone
comincia a farfugliare qualcosa
-quello si dovrebbe preoccupare un pò di più,
stavolta sarà più difficile di quello che pensa
Sesshomaru si avvicina a Rin , lei dorme appogiata ad'una roccia
accanto alla pozza,Sesshomaru si accascia con la sciena a contatto con
la sabbia e si addormenta con lo sguardo dirreto alle stelle del cielo
notturno.
Il giorno dopo, Rin si sveglia con dei forti dolori al ventre, appena
sveglia nota il suo uomo che si sta abbeverando alla fonte e alzandosi
dal suolosi avvicina al demone
-Sesshomaru?
il demone si gira verso Rin che porta un'espressione di dolore
-ciao Rin
Rin cade sulle ginocchia dal dolore con una mano sul ventre, Sesshomaru
la rimette in piedi
-Rin,stai bene?
Rin prova a nascondere il dolore che prova in quel momento, lei guarda
Sesshomaru con una finta espressione sorridente
-si sto bene,e solo una fitta, tutto qua
Sesshomaru sa gia che sta mentendo,ma non fa nulla per farlo capire a
Rin
- andiamo Rin, vediamo cosa c'è dietro questa duna
Sesshomaru sale la duna che si trova poco più avanti
all'oasi, e dopo essere salito sulla montagnetta di sabbia rimane
sbalordito da quello che vede....Babilonia.
La città di Babilonia la si può vedere da molte
miglia di distanza: una città composta da alte mura blu con
tanto di bestie mitologiche persiane a gurdia della città,
due fiumi che circondano al città,dalle mura si possono
vedere le altissime abitazioni dei Persiani:alte, belle,altissimi
palazzi dalla punta in gradoni,le ziggurat, le piramidi a gradoni
dell'antica Mesopotamia si estendono in tutta la città e
infine,la struttura che si vede più di tutte, una torre
talmente alta da poter raggiungere le stelle senza l'ausilio di
scale...la torre di Babele.
Sesshomaru rimane sbalordito dallo spettacolo che va avvertire Rin,
anche se è consapevole che lei sta male, ma visto che lei
non lo vuole ammettere pensa che sia una cosa da nulla
-Rin, partiamo
- d'accordo
detto questo i due partono per l'entrata di Babilonia, prossimo
obbiettivo del nostro eroe.
Arrivati alle mura orientali della città i due provano a
entrare nella città, attraverso uno dei quattro cancelli
cardinali,chiamati così per la loro posizione: nord, sud,
ovest, est,le guardie della città si appostano sopra ogni
mura per controllare la situazione attuale e si trovano persino accanto
alle porte.
Sesshomaru prova a passare per la porta orientale senza essersi accorto
del fatto che molte persone l'hanno riconosciuto per la sua fama come
eroe, due guardie armate di lancie bloccano chiunque possa essere un
famoso eroe o un ricercato, Sesshomaru prova a passare per la porta ma
viene bloccato dalle guardie, una di loro sembra incuriosito dal demone
come se l'avesse gai visto da qualche parte
- tu straniero
Sesshomaru non si muove di un millimetro, le persone che fanno al fila
dietro di lui capiscono che le gurdie hanno fermato un famoso eroe
- cose volete da me, sono solo un demone che vuole passare
-prima devo farti una domanda
-cosa vuole sapere?
-tu sei il demone che chiamano Sesshomaru?
-si
le guardie comnicano ad avere un'espressione di felicità
ed'euforia incontrollata, al gurdia si rivolge al collega anche lui
stupito di questo fatto
- che ti dicevo? te l'avevo detto che sarebbe arrivato a Babilonia
- ora ti credo
l'atra gurdia si volta verso il demone
-scusa per averti fermato,passa pure
le guardie ritirano le lancie per far passare il demone, Sesshomaru
entra nella città insieme a Rin che si trovava alle spalle
del demone senza che le guardie la notassero, i due si trovano davanti
ad'un panorama mozza fiato.
La coppia nota subito l'aspetto della città: umani e altre
creature camminano lungo la via principale della città,
mercanti, viaggiatori, studiosi, soldati tutti sulla stessa via
senz'alcuna differenza, persino i mezzodemoni viaggiano liberamente per
la via senza essere scherniti per la loro doppia natura, Rin gira la
testa verso Sesshomaru
-Sesshomaru cos'è quello?
Rin indica con la mano destra una gigantesca struttura ricoperta da
piante e fiori, Sesshomaru capisce cos'è quel posto
- quelli sono i giardini pensili di Babilonia
- cosa sono i giardini di Babilonia?
-quand'ero bambino mio padre mi raccontava di un palazzo dove dentro
c'erano fiori e painte provenienti dai quattro angoli del mondo,se li
vuoi vedere ci andiamo
-daccordo
i due cominciano a incamminarsi per il palazzo fiorito, Rin continua a
sentire dolore al ventre cominciando a preoccuparsi della situazione
- continuo a sentire dolore, e quasi insopportabile, penso che il
bambino voglia uscire,non deve capire che sto male, non voglio essere
un peso per lui.
Sesshomaru e rin arrivano ai giardini: una struttura semi piramidale
circondata da un fossato grosso come un bacino idrico circonda la
torre, per raggingere l'entrata i due percorrono un lungo ponte di
pietra con altrettanti passanti che vanno a vedere le magnificenze
della struttura,arrivati all'entrata dei giardini i due si fermano
ad'osservare la struttura all'interno: un girdino immenso, con palme e
fiori, i girdini sono divisi in:giardino centrale,giardini superiori e
giardini finali, ovvero quelli che si trovano alla cima della
struttura,la coppia si sposta all'interno del girdino interno pieno
zeppo di palme,fiori, corsi d'acqua artificiali, cascate artificiali e
fontane che scizzano acqua continuamente.
Intanto, sul tetto della torre di Babele, Flavio sta progettando con
Palgea come uccidere il gemello, flavio cammina in su e in giu finche
non gli spunta un'idea
-Palgea
l'astrologo sta ad'osservare la coppia finche Flavio non lo
chiama,Palgea si dirige verso Flavio
-cosa c'è?
-mi è venuta in mente un'ideuzza, mi presti le chiavi della
torre?
-non so cosa ti possano servire, tieni
Palgea passa un mazzo di chiavi a Flavio
-grazie, torno subito,TRASPORTO DI CRONO
sparendo nel nulla Flavio si ritrova nei sotterranei della torre dove
si trova una stanza circolare che serve a tenere a freno alcune delle
bestie più terribili della mitologia Persiana
-vediamo un pò cosa posso liberare
gurdandosi in giro trova un sigillo in bronzo grosso come una moneta
con l'effige di una sorta di lucertola sputa fuoco con tante di catene
per bloccare il mostro,vicino al sigillo trova una pergamena con
attente descrizioni sul mostro indicato, Flavio comincia a leggere la
pergamena
-Basilisco, la lucertola infernale, grossa come una montagna questa
lucertola dalla testa schiacciata e zanne affilate può
sputare fiamme ad'elevato calore,ella dorme sotto i giardini pensili di
Babilonia...Attenzione, una volta scatenata, bla bla bla
bla...chissenefrega
Flavio torna sullo sguardo sul sigillo
-credo propio che se ti scateno distruggi la città, ci
sarà da divertirsi, detto questo comincia a ridacchiare con
accenno di malvagità.
Sesshomaru e Rin stanno visitando il giardino principale, Rin rimane
affascinata da questo insieme di architettura e natura, mentre i due
stanno passeggiando tra piante e fontane Sesshomaru sente uno strano
odore proveniente dall'altra parte del giardino centrale
-questa presenza non mi piace....fumo e sangue...oh no
Sesshomaru si volta verso Rin
-Rin, dobbiamo andare
-perchè?
-adesso non c'è tempo per le spiegazioni,andiamo
i due s'incamminano verso l'uscita dei giardini ed arrivare a
metà del ponte, mentre i due corrono Rin si accascia per
terra ancora uan volta, Sesshomaru la raccoglie per terra e mentre la
porta sulle braccia gli chiede co aria preoccupata
-Rin,stai bene?
Rin prova di nuovo a mentire al demone
-si sto bene
Sesshomaru si ferma di colpo e comincia a fissare negli occhi l'umana
impaurita da quello sguardo di ghiaccio
-Rin, dimmi la verità...stai male non e vero?
Rin gira lo sgurdo da tutt'altra parte
-si
-da quand'è che senti dolore?
- come hai fatto a capire che non mi sentivo bene?
-sono un demone, certe cose si vedono...specialmente se vedi la donna
che ami accasciarsi ogni momento della mattinata,da quand'è
che senti dolore?
-da quando mi sono svegliata
-capisco...meglio muoversi ora
mentre Sesshomaru sta andando dall'altra parte del ponte, un'onda
proveniente dal fossato spazza i due all'interno di una grotta che si
trova sotto i giardini,i due si chiedono che cosa possa essere successo
in quel momento,Rin si trova appoggiata ad'un parete,Sesshomaru intanto
prova a capire dove si trova
-Rin,aspetta qui, vado vedere cosa c'è sopra
mentre Sesshomaru prova a infilzare i flagelli al muro sente Rin che lo
chiama,il demone corre immediatamente dalla sua amata che si trova ai
suoi piedi
- cos'hai Rin?
Rin comincia a sentire il bambino che spinge per uscire dal ventre
materno
-Sesshomaru
-che c'è stavolta?
- mi si sono rotte le acque
-che vuol dire?
- il bambino sta per nascere
Sesshomaru si mette per terra tendendo per mano la povera Rin
-Rin...andrà tutto bene...
-lo spero...non mi lasciare da sola
-non ti lascio...spingi
Rin comincia spingere più forte che può e
Sesshomaru gli stringe la mano per tenerla calma...per la prima volta
il demone si sente inutile...ora non può fare altro che
starle accanto più che mai.
Il tempo passa ma la situazione si fa più complicata,
Sesshomaru sente le urla delle persone all'interno dei giardini, Rin
continua a spingere con tutte le sue forze
- non ci riesco sesshoamru
- dai Rin spingi...un'ultimo sforzo...ancora uno
Rin comincia a imprimire tutta la forza che ha nella spinta finale e
alla fine il bambino esce.
dalle vesti di Rin si sente una vocina che urla a squarciagola e
l'unica cosa che vedono e un braccino che spunta dalle vesti di
Rin,Sesshoamru si gira verso al parete
-Rin
-si?
-occupati del bambino,io vado a controllare che succede ai giardini
-aspetta...
Sesshomaru spicca un salto formidabile per poi conficcare i flagelli
sulla parete e farsi starda verso i girdini di Babilonia
- quell'odore, quell'odore appartiene ad'una sola creatura...ti
fermerò mostro...lo gia fatto una volta...posso farlo di
nuovo.
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Capitolo 14 *** Sesshomaru contro il Basilisco ***
Dopo la lunga scalata sulla parete della caverna Sesshomaru arriva nei
giardini centrali attrverso un passaggio che collega la grotta alla
struttura,Sesshomaru vede demoni e umani fuggire via dal mostro,alcuni
lancieri persiani si avvicinano al demone
-per favore demone cane...ci serve il tuo aiuto,molte persone sono
intrappolate all'interno dei giardini,vorremmo fare qualcosa per
aiutarli ma purtroppo non possiamo fare nulla contro quella bestia
enorme, ti prego aiutaci
-dove si trovano i cittadini intrappolati?
-sono sparsi per i giardini, molti sono stati intrappolati, da soli non
riusciamo a salvarli
-daccordo, ora andate, qui ci penso
Sesshomaru vede allontanarsi i soldati di prima per poi dirigersi verso
i piani superiori dei giardini.
Arrivato ai giardini superiori Sesshomaru vede alcune persone tenute in
ostaggio all'interno di un campo di forza,davanti a Sesshomaru si
trovano dei mezzodemoni appartenenti alla classe guerriera dei Mitriari
:hanno dei capelli corti,indossano delle vesti di seta color pesca e
pantaloni dello stesso colore, maneggiano una scimitarra di bronzo e
uno scudo rettangolare con l'effigie di un grifone infuocato,
Sesshomaru estrae le sue armi
- andatevene,se vi e cara la vita
i mezzodemoni si scagliano addosso al demone, Sesshomaru agita di nuovo
le catene uccidendo i mezodemoni che con le loro spade hanno provato a
uccidere il demone, il demone nota che la barriera e scomparsa, si
avvicina agl'ostaggi
-andatevene
gli ostaggi fuggono via dal giardino superiore ormai messi in salvo.
dopo aver camminato un pò per i corridoi dei girdini si
trova davanti ad'un portone, Sesshoamru prova a sollevarlo ma mentre lo
solleva viene spinto contro un muro dal Basilisco, del mostro di vede
solo la testa infilata nel buco creatosi dalla mancanza del portone:una
testa marronne,con occhi color fuoco e zanne affilate, appena
sesshomaru lo vede estrae i flagelli e comincia a lottare.
Sesshomaru agita i flagelli in continuazione mentre questo evita i
morsi della terrificante luceretola,dopo averla colpita per un
pò Sesshomaru nota che la creatura si sente stordita e
comincia a saltargli sul capo e sbattendogli i flagelli sopra il cranio
provocandogli molto dolore, Sesshomaru scese dalla testa del Basilisco
e prova ancora ad attaccare il mostro, ma la lucertola con un colpo di
testa distrugge il pavimento sottostante fcendo cadere il demone in un
corridoio buio dove alla fine si vede una luce color fuoco e vedendo
questa luce il demone comincia a muoversi verso di essa.
Arrivato alla fine del corridoio Sesshomaru si rotrova in un piccolo
santuario, davanti a lui si trova un'altare di finissima pietra con un
buco al centro che sprigiona una fiamma che emana una presenza
enormemente potente e ancora più in là si trova
una statua raffigurante un ventenne sulla schiena di un toro mentre sta
per sgozzare quest'ultimo, il demone comincia a sentire delle voci
provenienti dalla statua
-chi entra dentro il mio tempio senza alcun minima forma di rispetto
per questo luogo?
-io
la statua comincia ad'osservare bene il demone
-tu sei il demone che chiamano Sesshomaru? tu non sei persiano vero?
- no,chi sei tu?
- io sono Mitra, dio persiano del fuoco , prima ho sentito la voce del
Basilisco, non puoi ucciderlo con le tue attuali capacità,
per uccidere quel mostro e anche i tuoi nemici ti faccio dono di una
potente magia...ti faccio dono dell'Eferet, lo spirito del grifone di
fuoco guardiano di Babilonia
all'improvviso la fiamma dell'altare avvolge il corpo di Sesshomaru, il
demone assorbe le fiamme che lo avvolgono e le fa diventare sue.
Sesshomaru comincia sentire un caldo pazzesco come se stesse andando a
fuoco, con la mano destra comincia a toccarsi il petto e con gl'occhi
rossi e le zanne in vista dirige lo sgurdo verso la statua
- che cosa mi hai fatto?
- non ti proccupare demone, ti ho fatto un dono molto utile,usalo con
cura miraccomando
- un'ultima cosa, come faccio a uscire di qui?
la statua gira la testa verso un muro
-vedi quel muro?, dietro ad'esso si trova un pozzo che collega ai
girdini finali, per romperlo devi usare il potere di cui ti ho fatto
dono
- daccordo
il demone si dirige verso il muro e gli tira un pugno con la mano
destra ma senza successo
- non si rompe
- prova di nuovo ma stavolta colpisci il terreno e di Eferet
Sesshomaru carica il pugno verso il muro
- EFERET
mentre pronuncia la formula colpisce il terreno, il braccio destro e
ricoperto da una fiamma che porta la forma della testa di un grifone
grosso come il braccio, il colpo e così violento da
polverizzare qualsiasi cosa tocchi nel raggio di cinque metri con un
onda di fuoco incendiaria.
Distrutto il muro il demone risale il pozzo attraverso una corda che
serviva a mandare giu un secchio per raccogliere l'acqua per le piante
e per chi si voleva dissetare, arrivato in cima esce dal pozzo e arriva
in cima dove si trovano i girdini finali, una sorta di giardino senza
muri,finestre e come unico soffitto il cielo con le sue nuvole ,e
piante che si trovano li sono di una tale bellezza che pochissime
persone si possono permettere di vederle, ci sono rose che si muovono
come se fossero vive, tulipani che cambiano continuamente colore,
alberi da frutto che fanno frutti dalle qualità divine e
fontane la cui acqua si dice che abbia capacità curative.
Sesshomaru sente di nuovo l'odore del Basilisco che sta risalendo le
mura dei giardini per poi arrivare in cima e affacciarsi verso il demone
- credevo fossi morto per mano di quella caduta demone
- pensavi di uccidermi con così poco? sei solo uno stupido
- oggi mi mangio cane arrosto per pranzo
detto questo la lucertola mette l'intero corpo sulla paittaforma,
Sesshoamru agita i suoi flagelli contro la bestia e la bestia tira
zampate, morsi e fiammate dalla bocca nel tentativo di uccidere il
demone,dopo un pò che il demone colpisce il mostro con i
flagelli decide di farla finita a questo duello
-FURIA DEGLI DEI
Sesshomaru salta sopra al Basilisco e comincia a usare l'Eferet sulla
testa del mostro finche non viene gettato per terra da quest'ultimo, il
Basilisco carica la sua fiammata, Sesshomaru gli salta sulla testa e
con le catene cerca di chiudergli la bocca, quando riesce a chiudergli
la bocca il Basilisco prova a riaprirle prima di esplodere per mano del
suo stesso attacco e passato qualche secondo le fiamme all'interno
delle fauci esplodono tra le zanne del mostro provocando0gli la
frattura della mascella e un buco enorme devastando in modo incredibile
il cranio della bestia.
Sesshomaru scende dal basilisco ormai morto e appena scende sente la
voce della dea Minerva
-vedo che hai ucciso il Basilisco, un'avversario piuttosto difficile da
eliminare, la tua Rin la trovi all'entrata dei giardini, lo portata io
li
Sesshomaru se ne va senza dare una risposta alla dea dirigendosi verso
il luogo indicato da quest'ultima.
Il demone arriva all'entrata dei giardini, vede la sua compagna distesa
con la schiena appoggiata ad'una colonna che tiene tra le mani un
piccolo mezzodemone: essendo un mezzodemone nasce con i capelli gia
formati, i capelli sono lisci ed'arrivano alla fine del collo, per il
resto assomiglia tutto al padre apparte le orecchie da cane come quelle
di inuyasha.
Rin vede arrivare Sesshomaru, il demone si avvicina a Rin e a quel
piccolo esserino indifeso e si inginocchia verso di lei che gli porge
il suo primogenito
- Sesshomaru, questo e il tuo erede...questo e tuo figlio
Rin passa il neonato nelle mani del padre, Sesshomaru si ritrova tra le
braccia il propio erede che lo guarda fisso negl'occhi come se fosseri
pieni di curiosità verso quella figura grandiosa, Sesshomaru
si rivolge verso il piccolo mentre gli tiene la mano destra sulla nuca
-ciao
detto questo il piccolo stringe l'indice destro del padre con una di
quelle sue piccole mani da neonato, Sesshomaru sorride vedendo quel
gesto
- non riesco a credere che questo sia mio figlio, io che ho versato il
sangue di moltissime vite, io che sono il principe di ghiaccio, io che
sono una maledizione per questo mondo...alla fine ho avuto un figlio
magnifico...e questo lo devo a te, mia dolce Rin
- Sesshomaru, non sei un mostro, non sei una maledizione, in giappone
eri temuto e odiato dagl'umani, qui nel continente invece sei un'eroe
amato da tutti...perchè ti definisci così?
il demone gira lo sguardo mentre ridà il piccolo a Rin per
poi cominciare ad'alzarsi e voltarsi dall'altra parte
- ho bisogno di parlare con Minerva, torno subito
detto questo il demone si dirige verso il ponte che collega la
città ai girdini lasciando la propia famiglia all'entrata
della struttura.
Sesshomaru si ferma a metà del ponte e mettendo le mani sui
bordi del ponte mente costui osserva le barche passano sotto di lui,la
dea non tarda a farsi sentire
-Sesshoamru, oggi hai liberato la Persia da una terribile bestia,
allora perchè ti vedo così afflitto?
Il demone comincia a gurdare i flagelli sporchi del sangue del Basilisco
- tu miai detto che queste spade erano di mio padre, come lo conoscevi?
- in futuro lo saprai, per'ora non ti dico nulla, per'ora goditi questa
vittoria, la tua missione non'è ancora finita
deto questo la dea evoca un barbagianni gigantesco per poi volare via
verso l'orizzonte.
Ma sulla torre di Babele il povero Palgea osserva la situazione grazie
al telescopio della torre, utilizzato in passato dall'astrologo per
osservare le stelle
- oggi e nato tuo figlio...da domani...saremo rivali.
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Capitolo 15 *** Pace ***
E mezzogiorno quando il demone rimane a fissare la dea che si avvia
verso l'orizzonte,togliendo lo sguardo da Minerva ritorna indietro
verso Rin,arrivato da Rin la prende tra le braccia mentre questa tiene
il figlio in braccio
-dove andiamo Sesshomaru?
- ho trovato un posto dove possiamo stare a riposare
detto questo il demone s'incammina verso una stanza abbandonata dei
girdini centrali che si trova dall'altra parte della struttura: la
stanza e formata da una gigantesca piscina, una balconata che si
affaccia sulla città e varie mobili come letti e armadi, in
passato questa stanza era usata come reggia estiva per gl'antichi re
persiani ma poi con le guerre romano-persiane vennero abbandonate nella
loro segretezza.
Il demone posa Rin e il bambino s'un letto singolo con un lenzuolo di
rara stoffa luccicante color lilla e un materasso talmente soffice che
sembra di dormire s'una nuvola, dopo aver posato i due Sesshomaru si
dirige sul balcone e appoggiandosi i gomiti sulla ringhiera comincia
ad'osservare la città sotto il sole persiano.
Intanto Palgea osserva il demone col telescopio della torre di Babele e
mentre guarda riceve la visita di un suo sottoposto, un'uomo alto, con
barba e orecchini dorati indossa un copricapo blu formato da una corona
d'orata con le punte triangolari che vanno in su, una veste blu con i
bordi dorati con all'interno strisce ondulate colorate di nero,
fusciacca, pantaloni blu e scarpe nere, nella fusciacca porta alla sua
sinistra un'enorme scimitarra curva con il retro appuntito da due punte
coi bordi curvati verso l'interno, costui giunge alle spalle di Palgea
- mio signore,porto notizie, il Basilisco e morto
Palgea continua ad'osservare il demone
- lo so, ho visto di persona il duello
- e pare che abbia imparato la tecnica dell'Eferet
Palgea si gira di colpo verso l'uomo
-cosa? l'Eferet? questa non ci voleva, dobbiamo fermarlo prima che
capisca dove sono nascosto, prepara una truppa e dirigiti verso
Susa,dobbiamo fermare questo straniero,ora va, e visto che sei un
satrapo prendi il controllo della città
- ubbidisco
il satrapo se ne và via dalla stanza
d’osservazzione, Palgea si stacca dal telescopio e si va a
posare s'una sedia di legno e dopo essersi seduto comincia ad'osservare
il soffitto
- non'ho nulla contro quel demone, però...
dalle vesti prende con al mano destra un pezzo di stoffa rosa sporco di
sangue, l'astronomo comincia a fissarlo
- figlia mia, ricordo ancora quando nacquero i miei nipoti, belli come
la madre, tuo marito era morto in battaglia e l'unica cosa che ho
potuto fare per lui e dargli una buona sepoltura, non potrà
più vedere quegli splendidi bambini, questo straccio
apparteneva alla tua veste del giorno del tuo parto
Palgea si muove di nuovo verso il telescopio per osservare il demone e
nota che Sesshomaru tiene in braccio il figlio mezzodemone, lo tiene
con affetto e orgoglio tra le sue braccia di demone maggiore, Palgea
comincia a parlare da solo
-Sesshoamaru...sei davvero fortunato,hai la fortuna di tenere tra le
braccia il tuo erede, io invece non posso farlo perché non
so dove si trovano i miei nipoti e questo vuol dire che non li posso
abbracciare
all'improvviso una voce si fa sentire da lontano
-come sta mio fratello?
-sta bene,che ci fai qui Flavio?
- ero venuto a farti visita, ma vedo che non c'è nulla
d'interessante,ciao, TRASPORTO DI CRONO
Flavio scompare nel nulla lasciando l'astronomo che ormai stanco si
stacca dal telescopio
-devo uccidere Sesshomaru, solo così potrò
riavere mia figlia.
Intanto il demone torna da Rin distesa sul letto, Sesshomaru si mette
alla destra consorte mentre lui tiene il figlio in braccio
-guarda Rin,questo e nostro figlio
Sesshomaru ridà il piccolo a Rin che comincia a dondolarlo
un pochino e comincia ad'osservare il piccolo
- Sesshomaru, guarda tuo figlio, ti assomiglia molto
- merito della madre, se non ci fossi stata tu lui non sarebbe mai nato
- come lo vuoi chiamare amore mio?
- Ryu...questo è il nome del mio erede
Rin si rivolge al piccolo
- Ryu, ti piace questo nome? ma certo che ti piace, questo nome te
l'ha dato tuo padre, adesso e il momento di mangiare
Rin apre il suo kimono bianco fino a lasciare scoperto il seno sinistro
lasciando che il piccolo si attacchi al seno per nutrirsi del nettare
materno.
Sesshomaru si allontana ancora una volta diretto alla balconata per
guardare la città sotto quel sole accaldato, il demone vede
passare moltissime persone tranquillamente e vede persino giovani
coppiette tenersi mano nella mano, Sesshomaru comincia a riflettere
- sarebbe stato bello vivere una vita tranquilla
la voce di Minerva interviene subito dopo
- se ucciderai Flavio potrai vivere la vita tranquilla a cui tanto
agogni
- se lo uccido,non solo devo vivere un'esistenza tranquilla ma devi
farmi anche tornare alla mia epoca...chiaro?
- certo, un patto è un patto
all'improvviso nella mente del demone sorge una domanda
- cosa mi sai dire di Palgea?
- parli dell'uomo che si trovava nel deserto?
-si
-ebbene questo è quello che so...molti anni fa, Roma
iniziò una guerra contro l'impero persiano per il controllo
delle vie commerciali in medio oriente,quando l'esercito romano prese
d'assedio Babilonia per tre giorni, al quarto giorno i romani
lasciarono la città ormai sconfitti dalle forze persiane, ci
furono delle vittime tra la popolazione Babilonese, tra queste vittime
ci fù una ragazza, secondo i miei calcoli quella era la
figlia di Palgea, quando Flavio l'ha riportato alla vita gli ha
promesso di poter riabbracciare la figlia
-capisco,sai dirmi altro?
-no
detto questo la dea si volatilizza dalla mente del demone lasciando
Sesshomaru a fissare la città nella pace ottenuta dopo la
morte del Basilisco.
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Capitolo 16 *** Susa ***
Passano tre giorni da quando Rin e Sesshomaru hanno cominciato a
trovare un po’ di pace dopo la morte della lucertola
infernale, i due dedicano il proprio tempo libero nel girare per
Babilonia insieme al loro piccolo Ryu.
Ogni volta che girano per la città scoprono un angolo nuovo
di Babilonia,ad'ogni passeggiata ricevono sempre regali dai mercanti e
dagli abitanti della città per ringraziare il demone del
coraggio con cui sfidò il Basilisco sulla cima dei giardini
pensili di babilonia,i regali che ricevono sono vestiti,gioielli, e
altri tributi che si possano fare ad un eroe.
Il sole splende alto su nel cielo di mezzogiorno e sotto di esso
Sesshomaru s'incammina di nuovo verso i giardini insieme alla
sua famiglia, mentre la coppia passa per il ponte per andare ai
giardini la dea Minerva si fa sentire in lontananza mentre questa vola
verso di loro sopra al suo barbagianni gigante
- SESSHOMARU
dopo qualche secondo la dea atterra sul ponte scendendo dalla groppa
del sacro volatile per poi avvicinarsi al demone
- come te la passi demone?
- bene
- tu Rin?
- benissimo
la dea nota il piccolo Ukyo tra le braccia della madre
- quello è vostro figlio?
interviene Sesshomaru
- si
- come si chiama?
- Ryu
- che bel nome, ma bando alle ciance, devo parlarti
- dimmi tutto
- ti devi dirigere ad est, nei pressi della città di Susa si
trova l'accampamento di uno degli uomini di Palgea, si fa chiamare il
Satrapo, costui a ricevuto l'ordine di conquistare Susa...anche se non
sappiamo il motivo di quest'azione
- come ci arrivo da questo...Satrapo?
- aprirò un portale che ti condurrà nei pressi
della città, fatti dare qualche informazione dal Satrapo
sulla questione
- daccordo
la dea allunga la mano destra e con la mano aperta evoca per magia un
portale color nero
- che la dea della fortuna sia dalla tua parte demone
il demone salta all'interno del portale senza riferire una parola di
ringraziamento, il portale si chiude subito dopo
- mi scusi signora dea, interviene Rin
la dea si gira verso l'umana con il figlio il braccio
- cosa c'è Rin?
- volevo chiederle, perchè tra tutti i guerrieri avete
scelto il mio consorte?
- vedi...molto tempo fa, esisteva un territorio chiamato Impero romano,
la capitale di questo impero si chiamava Roma, in quest'epoca esiste
ancora
- in quest'epoca? vuole dirmi che ci troviamo nel passato?
- la faccenda sarebbe un pò più complicata del
previsto ma in sostanza sarebbe una cosa del genere,comunque...un
giorno a est dell'impero,che per l'esatezza sarebbe l'impero romano
d'oriente visto che poi l'impero si spaccò in due
parti,arrivò un demone...con soldati,donne e bambini,una
specie di popolo nomade
- questo demone era Sesshomaru?
- no...suo padre, Inutaisho
- hai conosciuto il padre del mio consorte?
- si
la dea si dirige verso il Barbagianni per poi salirci sopra, gira lo
sguardo verso Rin
- devo andare umana, se vuoi raccontare questa storia a Sesshomaru
fallo...abbi cura di te
Minerva spicca il volo in groppa al suo uccello per poi dileguarsi nel
cielo Persiano.
Dopo qualche secondo il demone salta fuori dal portale ritrovandosi nei
pressi della città di Susa dove li vicino scorre il fiume
Tigri che insieme all'Eufrate circondano l'intera regione Mesopotamica,
la città è difesa da altissime mura blu con sopra
disegnati dei tori gialli, simboli protettori della città,il
demone gira di continuo lo sguardo per cercare l'accampamento del
Satrapo
ma purtroppo non vede nessun segno di un accampamento militare e decide
così di dirigersi all'interno della città di
Susa, il demone entra nella città senza che le guardie della
città tentino di bloccarlo, anzi, lo lasciano passare
volentieri dentro Susa, la città e piena di persone e di
razze diverse ma che tuttavia e abitata per lo più da demoni
che da umani,all'improvviso una voce maschile si fa sentire alle spalle
del demone
- Sesshomaru
il demone si gira e alle sue spalle vede una figura interessate:
un'essere alto due metri, pelle nera come il carbone,gambe e testa di
uno sciacallo ma il tronco e le braccia come quelle di un'umano,un
copricapo da faraone con strisce orizzontali blu e oro,zanne e artigli
affilati come rasoi, un gonnellino egiziano bianco con una cintura
dorata, due bracciali dorati che coprono mezzo avambraccio compresi i
polsi e uno sguardo di ghiaccio propio come quello di Sesshomaru.
la creatura si avvicina a Sesshomaru
- e da un pò che non ci si vede Sesshomaru,vedo che porti
ancora Tenseiga con te
Sesshomaru lo guarda col suo sguardo di ghiaccio
- ci conosciamo?
- io ti conosco,a dir la verità conoscevo tuo padre
- cosa vuoi da me?
- volevo solo conoscere il figlio di un mio vecchio amico
la creatura gira le spalle e comincia a incamminarsi verso la porta
della città
- aspetta
sentendo la voce di Sesshomaru la creatura si limita a girare lo
suguardo verso di lui
- cosa vuoi principe di ghiaccio?
- tu odori di cadaveri e di tomba fresca...qual'è il tuo
nome?
la creatura gira lo sguardo verso la porta della città
-...Anubi...dio Egizio dell'oltretomba
detto questo lo sciacallo nero esce dalla porta per poi sparire in
mezzo alle affollate vie di Susa e non riuscendolo più a
vedere decide di incamminarsi verso il centro della città.
dopo aver camminato per qualche minuto giunge al centro di una piazza
di pietra sospesa da quattro ponti con sotto i canali per l'acqua,
utili per filtrare l'acqua del Tigri all'interno della
città, dalla piazza in poi le strade sono tutte sospese sui
canali per l'acqua della città di Susa.
Arrivato nella piazzetta Sesshomaru vede da lontano un altissimo
palazzo con tanto di giardini pensili, balconate gigantesche, torri di
guardia è la punta piramidale, ma mentre guarda il palazzo
alle sue spalle un mezzodemone Mitriario cerca di attirare
l'attenzione del demone
- mi scusi
il demone si gira verso il mezzodemone
- lei è Sesshomaru?
- si sono io
- so che sta dando la caccia al Satrapo
Sesshomaru estrae Bakusaiga
- come fai a saperlo?
- preferisce ascoltarmi...oppure mi vuole infilzare?
il demone rimette Bakusiga nel fodero
- bene...mi segua
il mezzodemone comincia a camminare verso il palazzo metre questo
è seguito da Sesshomaru che continua a guardarsi attorno
metre i due continuano a camminare
- vedo che lei e affascinato dalla città di Susa
- da dove vengo io non ci sono città così grandi
- da dove viene lei?
- Giappone
- Giappone? non nè ho mai sentito parlare
- è un paese che si trova più lontano dell'India
- capisco... c'è il deserto in Giappone?
- no...ci sono solo villaggi e montagne...nulla più
- sembra bello come paese,noi persiani abbiamo solo la
sabbia...aumentiamo il passo,tra poco a palazzo si mangia.
dopo un pò arrivano davanti a un cancello di ferro
presidiato da demoni Susani : il loro equipaggiamento e uguale a quello
dei Mitriari con la solo differenza che sono armati di un piccolo arco
ricurvo è una faretra di pelle cilindrico che si porta a
tracolla che ha la capacità di contenere quaranta freccie
ciascuna
una delle guardie, dall'alto di una torretta impugna l'arco puntandolo
addosso ai due visitatori
- chi siete?
il mezzodemone estrae con la mano destra un'amuleto a forma di toro
dalla manica sinistra che poi mostra all'arciere che esclama
- il toro di Susa...
l'arciere si rivolge a due lancieri posti ditro le mura del palazzo
- aprite la porta
le due guardie muovono due leve ancorate nel terreno che a loro volta
sono collegate per mezzo di ingranaggi al cancello cosicchè
possano aprire la porta al demone.
Dopo aver superato il cancello principale i due s'incamminano dentro il
palazzo per poi salire le scale a chiocciola entrano in'una
stanza gigantesca dove ai lati sporgono delle colonne tutte allineate
l'una accanto all'altra a distanza di un metro ciascuna, infondo alla
stanza si trovano anche due di pietra dove sopra di essi sorge la
statua di un gigantesco toro di pietra, il Mitriario si rivolge al
demone
- tra poco dovrebbe entrare il governatore della
città...mi ha mandato a chiamarti
- che cosa vuole da me?
- te lo dirà lui tra poco...eccolo che sta entrando
da un'altra porta infondo alla stanza escono un'uomo e una donna che si
tengono per mano, lui porta:una lunga barba nera, tunica e pantaloni
verdi,stivaletti in pelle di capra, lunghi capelli neri e un'amuleto a
forma di toro,lei:una lunga coda di cavallo, vesti rosse molto simili a
un kimono femminile e un'anello d'oro.
I due individui si posano sui troni di pietra per poi sentire dell'uomo
seduto chiamare il demone
- Sesshomaru...fatti avanti
il demone s'incammian fino ad'arrivare di fornte all'uomo vestito di
verde
- tu chi sei?
- mi chiamo Pigiama e questa e mia moglie Rossane, sono il
governatore...o per meglio dire il Satrapo di Susa
- tu sei il Satrapo?
- di certo siamo in due a cercare lo stesso Satrapo
- se anche tu sei un satrapo, potresti spiegarmi cosa sei per
l'esatezza?
- certo...seguimi
Pigiama si alza dal trono
- miei sudditi...lasciteci soli
detto questo tutti le persone compresa la regina lasciano la stanza del
trono con dentro solo il demone insieme a Pigiama
- vieni nelle mie stanze...devo mostrarti una cosa
il governatore entra nelle sue regali stanze seguito dal demone, la
stanza e composta solo da un letto matrimoniale, una vasca termale
costruita nel terreno e un balconcino che da la vista sui magnifici
palazzi della città, il Satrapo di susa si rivolge al demone
mentre questo si trova sul balconcino
- demone...vine qua
Sesshomaru raggiunge pigiama
- cosa vedi demone ?
- una città
-solo una città? io vedo più di una semplice
città,io vedo...tante vite da proteggere...questo
è un Satrapo
-arriva al dunque, cosa vuoi da me?
-devi fermare un'altro Satrapo...mio fratello...prende ordini da
Palgea, un'astrologo Persiano
- gli sto dando la caccia, cosa sai su questi due
Pigiama rimane in silenzio per qualche momento
- Palgea...e mio nonno
appena sente queste parole Sesshomaru rimane freddo anche in questa
situazione assurda
- davvero?
- propio così...e credo che l'uomo che si faccia chiamare il
satrapo sia Artobazane...un mio amico d'infanzia
- capisco
- bene, appena sei pronto per partire fammi sapere, ora ti lascio solo
appena Pigiama lascia da solo Sesshomaru la voce della dea Minerva si
fa sentira ancora una volta
- Sesshomaru
- cosa vuoi adesso?
- ho delle nuove richieste per te
- sentiamo
- quando avrai trovato il satrapo...uccidilo, da vivo non serve nulla,
nè al mondo...ne all'Olimpo...ora va
- un'ultima cosa...hai detto che l'accampamento si trovava nei pressi
di questa città
- lo so, la cosa che strana e che fino a qualche momento fa c'era, lo
vista coi miei occhi
Sesshoamaru si dirige da Pigiama che si trova sul trono di
pietra
- Pigiama...dove si trova il Satrapo?
- circolano voci che il suo accampamento si trovi a sud di Babilonia,
nella città di Uruk
sentito questo il demone s'incammina verso la porta per poi uscire dal
palazzo con una sola destinazione...Uruk, l'antica città
Sumera, ma mentre cammina verso ovest il demone viene assalito
dà alcuni dubbi
- fino a qualche momento fa c'era un accampamento
militare...e ora non c'è più...questa faccenda si
fa più complicata del previsto.
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Capitolo 17 *** Persepoli ***
Sono ormai passate sei ore da quando Sesshomaru si muove nel deserto
Persiano verso occidente per raggiungere le rovine della
città Sumera di Uruk
anche se il sole sta tramontando la temperatura rimane la stessa
cocente senzazione sul corpo del demone di ghiaccio abituato al clima
freddo delle terre occidentali e non hai terrificanti bollori aridi
della Persia che gli fa pensare ogni momento di quell'inferno di fuoco
- che caldo...non mi aspettavo che in queste terre facesse
così caldo
cammina di duna in duna fino ad'arrivare ad alcune rovine immerse nelle
sabbie del deserto,il demone s'incammina all'interno della
città di sabbia fino a vedere da lontano una Ziggurat, una
sorta di piramide a gradoni con una stanza sacra che serve ad'onorare
gli dei Persiani.
S'incammina in questa città illuminata dal tramonto fino
ad'arrivare ai piedi della piramide, sente una presenza alle sue spalle
-che ci fai qui mezzodemone?
Sesshomaru e stato seguito dallo stesso Mitriario che si trovava a Susa
- mi hai beccato amico
- per quale motivo mi seguivi?
- anch'io sto cercando l'accampamento del Satrapo,noi due abbiamo la
stessa missione
- la mia missione è un pò più diversa
dalla tua
- forse...ad'ogni modo non riesco a capire per quale motivo Il Satrapo
si dovrebbe accampare coi suoi uomini in queste rovine,prima si
accampano a Susa...è poi fuggono qui ad Uruk...la faccenda
non mi convince
all'improvviso Sesshomaru avverte un'aurea fortissima proveniente
dall'alto della Ziggurat, Seshomaru si rivolge al mezzodemone
- nascondiamoci
i due corrono a nascondersi dietro una casa in rovina anche se il
mezzodemone non capisce il motivo di questa azione
- perchè ci siamo nascosti?
- semplice, io di questa storia del satrapo non ci ho ancora capito
nulla...ho bisogno di sapere di più
dall'alto della piramide Sumera esce Palgea ma stavolta senza avere con
se il suo cannone magico, l'astrologo stringe il pugno destro come se
stesse tenendo in mano qualcosa
- come ti chiami mezzodemone?
- perchè vuoi saperlo?
- perchè non posso chiamarti di continuo mezzodemone, come
ti chiami?
- Bagoa
- bene...adesso stiamo a vedere che succede
i due tornano a osservare l'astrologo Persiano,Palgea scende dalle
scale della Ziggurat fissando con interesse quelle che tiene nella mano
chiusa
- finalmente potrò rivedere la mia bambina...ora devo solo
andare a Persepoli per poter recuperare l'altro pezzo
dopo aver sceso le scale l'astrologo gira verso la casa dove si
nasconde Sesshomaru e comincia a tenere un'espressione allegra
- venite fuori,non voglio farvi alcun male
passa un minuto ma nessuno dei due vuole uscire alo scoperto
- che strano...avrei giurato di sentire delle voci provenienti da
quella direzione
Palgea volge spalle alle casa per poi cominciare a camminare verso il
deserto
-oggi fa davvero caldo,meglio se vado a Persepoli il più in
fretta possibile
detto questo Palgea crea un portale, Sesshomaru si rivolge al Mitriario
- Bagoa...ci vediamo a Persepoli
- che vuoi fare Sesshomaru?
- vado a fare quattro chiacchiere con il mio nuovo amico
il demone esce allo scoperto, ma quando vede Palgea entrare nel portale
si lancia anche lui dentro di esso.
Palgea cade fuori dal portale ritrovandosi su una strada in mezzo al
deserto, quando si rialza da terra vede in lontananza una
città in preda alle fiamme
- per gli dei Persiani,quale pazzo sta dando fuoco alla
città di Persepoli?
Palgea corre lungo la strada per Persepoli:ai alti della strada si
vedono le case dei contandini che vivono nei pressi della
città,lunghi canali d'irrigazione e campi di grano dove i
contadini tagliano i raccolto e lo regalano in dono al Satrapo di
Persepoli
il Persiano corre fino ad'arrivare alle mura della
città,sudato e col fiatone per la corsa, è
talmente stanco che non può fare a meno di appogiare le mani
contro il muro e riprendere fiato
- egh...egh...egh...per gli dei...egh...era da tempo che non mi facevo
una corsetta così lunga
mentre il Persiano riprende fiato qulacuno lo prende per il colletto
della sua veste Persiana per poi essere preso per il collo con la amno
destra di qualcuno per poi notare che quella figura è
Sesshomaru
- Palgea,che ci fai in questa città?
- noi due siamo nemici...perchè te lo dovrei dire?
Sesshomaru stringe ancor di più la presa
- perchè se non me lo dici...rivedrai tua figlia...ma nel
regno dei morti
- tu...come fai a conoscere questa storia?...ma certo...i crudeli dei
di Roma...avrei dovuto sapere che combattevi per la gloria dell'olimpo
- non combatto per la gloria dell'Olimpo...combatto contro un essere
simile a un vecchio nemico
- credi davvero che Flavio sia come Naraku?
Sesshomaru lascia la presa sul collo dell'astrologo,Palgea cade di
schiena sul terreno polveroso
-che ne sai tu di Naraku?
- Flavio...ce ne ha parlato
palgea si rialza da terra
- ci ha detto che...
una voce si fa sentire in lontananza
- stai parlando di cose che riguardano soltanto noi...mio caro Persiano
Sesshomaru alza lo sguardo verso il cielo del tramonto e vede il
gemello cavalcare il bianco cavallo alato Pegaso
- TU...
- gemellino...come va?ti sei divertito con il Basilisco?
- che intenzioni hai Flavio?
- intenzioni? secondo te ci vogliono delle intenzioni per fare
qualcosa?...le mie intenzioni sono quelle di creare un nuovo mondo in
cui le vecchie divinità saranno dimenticate e dove io
regnerò sovrano...ma putroppo tu non condividi il sogno
della PAX ROMANA e per questo devi
morire
- di cosa stai parlando pazzo?
- presto capirai...se cambi idea la mia offerta e sempre
valida..ciao...TRASPORTO DI CRONO
detto questo Flavio scompare nel nulla lasciando solo il povero Palgea
che si rivolge al demone
- non puoi fermarmi demone...sono troppo vicino al mio
obiettivo...COMETA
Palgea si sposta ad'una tale velocità che diventa persino
più veloce di sesshomaru,l'astrologo supera le mura di
Persepoli per poi ritrovarsi davanti ad una gigantesca struttura
- e qui dentro...me lo sento...la chiave del cannone di Babele e mia
mentre prova ad'entrare nella struttura il Satrapo si trova davanti a
lui
- Palgea...ho trovato cio che cercavi
detto questo il Satrapo consegna nelle mani dell'astrologo una chiave
d'argento a forma di torre di Babele
- finalmente...ora posso tornare a Babilonia
un portale gli si apre davanti e lui ci salta dentro, Sesshomaru prova
a correre finche anche lui non si trova davanti a questa grande
struttura quadrata dove il Satrapo si porge davanti ad'essa
- tu sei il Satrapo?
- esatto..ti è piaciuto lo scherzetto dell'accampamento di
Susa?
- l'accampamento era un'inganno?
- certo...sai...e davvero facile ingannare una divinità
Romana...perchè combatti per loro?
- questi non sono affari tuoi, dov'è Palgea?
il Satrapo estrae dalla cintura la sua Sciabola che lui tiene con
entrambe le mani
-in questo momento si sta dirigendo verso la torre di Babele...ma non
arriverai mai in tempo per fermarlo
Sesshomaru estrae i flagelli
- lo vedremo.
Il Satrapo comincia a tirare fendenti con la sua Sciabola,Sesshomaru
risponde all'attacco muovendo i flagelli ferendo così Il
Satrapo che si accascia per terra sanguinante
- dimmi quali sono i vostri piani e avrai salva la vita
Il Satrapo comincia a rialzarsi da terra sanguinante
- mai
-come vuoi
ricominciano a combattere ma il Satrapo e talmente messo male che
appena muove il primo passo si accascia di nuovo per terra per poi
essere messo in ginocchio da Sesshomaru che con la mano destra gli
tiene ferma la nuca con lo sguardo rivolto verso il terreno
- per quale motivo avete messo un finto accampamento?
- Palgea doveva prendere tempo per recuperare dalla Ziggurat la chiave
delle aule segrete della torre di Babele
- continua
- dopo che tu l'hai seguito gli ho consegnato una seconda chiave
- spiegami questa storia delle chiavi
- vedi la struttura alle mie spalle? li troverai tutte le risposte che
cerchi
il demone lascia il Satrapo ad'agonizzare pieno di sangue per terra
diringendosi all'interno della grande stanza davanti a lui.
Appena entra al'interno della stanza non può fare che
ammirare l'interno della struttura: un pavimento in marmo
nero,centinaia di colonne l'una accanto all'altra anch'esse in marmo
nero e infondo un trono in marmo nero, comincia a camminare
dritto,davanti a lui ma arrivato vicino al trono trova un muro che
porta l'immagine di una torre altissima e dopo aver compreso le parole
del Satrapo decide di uscire dalla stanza nera.
Dirigendosi fuori dall'edificio il demone volge lo sguardo verso il
cielo
- minerva
Sesshomaru invoca il nome della dea che subito se la trova di spalle
- cosa c'è Sesshomaru? hai scoperto qualcosa?
- forse ho capito dove si trova Palgea,sai niente di una certa torre di
Babele?
- se non sbaglio la torre di Babele e quella torre gigantesca al centro
di Babilonia,perchè pensi che sia lì?
- prima il Satrapo mi ha rivelato che Palgea ha rimediato due
chiavi,credo che centri qualcosa con quella torre
finita la frase sente una presenza che si sposta velocemente verso di
lui fino a fermarsi tenendo lo sgurdo sul terreno e le mani appoggiate
alle ginocchia
- Sesshomaru...ho corso per un bel pezzo per le dune del deserto per
arrivare fin qui, perchè mi hai detto di venire qua?
- forse non c'è bisogno di uccidere Palgea...Minerva
- cosa c'è?
- devi creare un portale che mi conduca dalla mia famiglia,devo
avvertire Rin di restare al sicuro
- restare al sicuro?
- ho visto un disegno su un muro
interviene Bagoa
- quale disegno?
- stelle...una torre con sopra un cielo stellato,forse vuol dire
qualcosa
interviene Minerva
- stelle?...per tutti gli dei...Sesshomaru devi andare subito da Rin
- c'è qualcosa che non va?
- la torre col cielo stellato...stasera e la notte di Hammurabi
- la notte di cosa?
interviene Bagoa
- la notte di Hammurabi...la chiamata del re
- cosa sarebbe la notte del re?
- la notte del re è un antichissimo rito che non si usa dai
tempi di Dario il grande,questo rito consiste nel poter utilizzare la
torre di Babele come una porta per il paradiso
- non sembra una cosa così cattiva
-aspetta non ho finito di raccontare...se la porta del paradiso viene
tenuta aperta per troppo tempo c'è il rischio che i morti
ritornino sulla terra...è questo non deve accadere
- dannazzione...devo andare subito a Babilonia
Minerva crea un portale
- Minerva...trova un modo per rallentare Palgea,Bagoa...convoca il
Satrapo di susa e digli di diregersi verso la torre di Babele
- per quale motivo Pigiama si dovrebbe muovere verso al torre?
- fidati di me
- va bene
- ci vediamo a Babilonia
Minerva e Bagoa rispondono all'unisono
- d’accordo
Sesshomaru si lancia dentro il portale diretto verso Babilonia con un
solo quesito in mente...quale collegamento ci può essere tra
Flavio e Naraku.
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Capitolo 18 *** Duello nella torre di Babele ***
Grazie al portale della dea Minerva il demone giunge nella stanza
segreta dei giardini pensili di Babilonia,proprio vicino al letto dove
dorme il piccolo Ryu,all'improvviso nella stanza arriva Rin
- Sesshomaru
il demone si gira verso la sua compagna
- Rin, va tutto bene?
- si...hai visto fuori cosa sta succedendo?
- intendi in città? sono appena tornato a Babilonia passando
per un portale, non ho visto nulla
- capisco, hai presente quell'alltissima torre nel centro della
città? dalle nuvole sopra la punta della torre si vedono di
tanto in tanto delle strane colonne di luce
all'improvisso Sesshoamru si avvicina verso Rin
- Rin, prendi il bambino e di agli abitanti di non avvicinarsi per
nessun motivo alla torre, temo che il potere della torre stia per
essere liberato
- il potere della torre, di cosa stai parlando?
- e una lunga storia, se vuoi che qli abitanti di questa
città si salvino di a loro di non avvicinarsi per nessun
motivo al mondo di avvicinarsi a quella dannata torre, capito?
- ho capito,puoi spiegarmi che sta succedendo?
- temo che che questa città stia per essere spazzata via, ci
vediamo
- aspetta
non riesce a dirlo in tempo che gai Sesshomaru spicca un salto verso il
tetto di un palazzo li vicino per poi sparire tra i tetti di Babilonia.
Intanto Palgea si trova al centro dei sotterranei della torre di Babele
mentre tiene tra le mani le chiavi che gli servono per liberare i veri
potere della torre,inserisce le chiavi in sue fessure che si trovano
sopra ad'un altare a forma di grifone, dall'interno dell'altare compare
sulla schiena del grifone una porticina segreta,Il Persiano infila la
mano destra nell'incavo della statua per poi tirare fuori una pergamena
con delle scritte Persiane che comincia a pronunciare lui stesso
- coi poteri concessi a me da Hammurabi, antico re di Babilonia, libero
i poteri della torre di Babele, poiché io ne faccio da
padrone, nella notte del re invoco Hammuarabi cosicché possa
far tornare da me coloro che sono morti,che i morti tornino alla
vita...che mia figlia e suo marito facciano ritorno per vedere i loro
nipoti ormai grandi e forti ritornino a vedere i miei nipoti
cosicché alla fine possa vivere felice insieme alla mia
famiglia.
- fermati,non puoi controllare la torre di Babele...i suoi poteri sono
fin troppo forti per essere controllati da un umano
Palgea si gira di spalle per poi vedere Sesshomaru davanti a lui
- sei stato bravo Sesshomaru, sei riuscito a trovarmi
- fermati Palgea, non costringermi a usare la forza
- ormai e troppo tardi, la torre e stata attivata e nessuno
può più fermarla ormai...nessuno,neanche tu
potrai impedirmi di portare in vita mia figlia
- so come ti senti Persiano,anche la mia compagna e morta...ben due
volte,capisco il dolore che provi,ma a differenza di me tu stai aprendo
le porte del regno dei morti, TU STAI PER APRIRE LE PORTE DI UN MONDO A
CUI NESSUN UMANO E PERMESSO VARCARE
- e anche se fossi così? ormai il dolore e divenuto troppo
forte per poterlo tenere dentro...Sesshomaru, lascia che ti faccia
vedere il potere dell'ultimo astrologo di Persia.
Attorno a Palgea comincia a formarsi una luce talmente forte che il
demone deve usare le mani per pararsi la vista da quella luce
abbagliante,la luce comincia ad'affievolirsi rivelando il nuovo aspetto
di Palgea: un'elmo Persiano che copre il capo e un velo in cotta di
maglia che copre il volte di Palgea, un'armatura in acciaio a piastre
che copre tutto il corpo,un matello viola con l'immagine della torre di
Babele e il suo cannone che porta sempre sopra la spalla destra, alla
vista di questa trasformazione il demone sente vibrare Bakusaiga per
poi fissare la zanna
- vuoi che ti estragga? va bene
il demone estrae Bakusaiga davanti allo sguardo del Persiano
- vorresti veramente usare una semplice spada contro di me? sono in
netto vantaggio se non lo sai
- per quanto acciaio tu fossi ricoperto ti farò a pezzi
ugualmente
- questo e tutto da vedere, COMETA DI ALGOL
Palgea usa la stessa tecnica con la quale ha ucciso Shippo ma stavolta
su Sesshomaru, Sesshomaru riesce a evitare il colpo ma Palgea continua
a sparargli addosso dal centro della stanza e il demone e costretto a
girargli intorno per evitare i colpi
- non posso continuare così, devo avvicinarmi a Palgea,ma
come posso fare?quella non'è un'arma da fuoco normale,ci
sarà pure un modo per non farlo sparare
il demone continua a evitare i colpi dell'astrologo
- per quanto tempo riuscirai a resistere demone? i miei poteri sono
illimitati
all'improvviso la voce di Minerva si fa sentire nella testa del principe
- Sesshomaru
- cosa c'è?
- ho scoperto qualcosa che ti potrebbe tornare utile contro
il Persiano
- parla
- Palgea è un'astrologo, forse il suo punto debole sta nella
torre
- torre? ma certo, il suo potere sta nella torre, il suo cannone e
alimentato dalla luce delle stelle, ma come fa a ricevere le luci della
notte se ci troviamo sotto terra?
mentre corre Sesshomaru gira lo sguardo verso tutte le direzioni
-devo correre verso Palgea, devo giocare il tutto per tutto
sesshomaru comincia a correre verso il Persiano a tutta
velocità, ma prima che il Persiano spari un'altro colpo
Sesshomaru salta sopra la testa del persiano, una debole luce colpisce
gli occhi del demone,un foro a forma di mezzaluna, mentre il demone si
trova a mezzaria sopra palgea gli risponde
- ho capito il tuo punto debole Palgea
- cosa?
- preaparati, EFERET
il demone comincia ad'avvicinarsi al suolo e mentre cade il braccio
destro e avvolto dalla testa del Grifone Persiano, dopo aver preparato
il colpo durante la caduta tira il pugno infuocato sull'elmo di Palgea
facendolo inginocchiare dal dolore,ritornato sul suolo Palgea si
rivolge al demone mentre quest'ultimo si trova di spalle
- cosa mi hai fatto? il mio cannone si è spento
- semplice...ho capito che il tuo punto di forza si trova nelle notti
stellate,quando mi trovavo a qualche metro sopra la tua testa ho notato
che c'era un buco dalla quale filtarava la luce della luna, in quel
momento ho capito anche che la tua armatura e inutile per difendersi,
anche da un semplice pugno, quell'armatura serve solo per convertire la
luce della luna in un'arma
Palgea si rialza da terra
- complimenti, sei più furbo di quello che credevo, adesso
farò sul serio, PIANO FINALE
detto questo uno strano terremoto circonda la torre, il soffito si apre
lasciando in alto solo la vista del cielo notturno, Sesshoamru guarda
in alto
- che diavoleria e mai questa?
- questo e il vero potere della torre di Babele, e questo potere mi
appartiene
finite queste parole si scopre che il terreno non'è altro
che una sorta di ascensore gigantesco, il pavimento spinge i due verso
l'alto finchè non'arrivano alla cima della torre, Sesshomaru
non riesce a credere al panorama che lo circonda: nuvole...attorno a
lui solo le nuvole, sotto di lui la città di Babilonia,
sopra di lui le stelle e la luna
- ti piace lo spettacolo demone? sarà l'ultimo cosa che
vedrai prima di morire
- non credo propio
Sesshomaru comincia a correre verso l'astrologo ma mentre il demone
prova a colpirlo Palgea evita il colpo saltando nella direzione alle
sue spalle, demone contro umano,spada contro cannone,colpo dopo colpo
nessuno dei due vuole cedere anche se entrambi sono seriamente feriti
- ti vedo stanco Sesshomaru
- parla per te
i due continuano a combattere senza neanche preoccuparsi delle loro
ferite,fino a quando il demone non decide di farla finita una volta per
tutte
- EFERET
il potente colpo di Sesshomaru finisce sullo stomaco del Persiano che
rotola lontano per colpa dell'urto con il Grifone di fuoco situato nel
braccio del demone, Sesshomaru si accorge che il cannone di Palgea e
scappato di mano mentre quest'ultimo e stato colpito dal demone
- e il momento di farla finita con questo scontro,FURIA DEGLI DEI
il demone comincia a correre verso Palgea che ormai a raccolto il suo
cannone da terra, il Persiano disperato continua a sparare comete
contro il demone
- NON PUOI FERMARMI,SONO TROPPO VICINO A RIVEDERE MIA FIGLIA
il demone ignora le parole dell'astrologo ormai vicinissimo al suo
avversario e con la spada inalzata verso il cielo
- EFERET
detto questo il demone colpisce Palgea con Bakusaiga,un mortale
fendente fiammeggiante...dall'alto verso il basso.
Il Persiano cade a terra sanguinante,un gigantesco squarcio ha
dilaniato il suo corpo
- Sesshomaru
il demone viene attratto da quella voce sofferente e arrivato da lui
comincia a guardarlo dall'alto quasi volesse dire che il vincitore e lui
- cosa c'è?
- mi hai battuto
- controvoglia
-perchè dici controvoglia?
- non avevo alcuna intenzione di farti del male,se devi
morire...rispondi ad'un'ultima domanda?
- vuoi sapere come Flavio ha conosciuto Naraku?
- esatto
- bene, il tuo gemello ci ha raccontato di un mezzodemone che tu e una
compagnia di guerrieri riusciste a sconfiggere molto tempo fa...ma
quando Flavio ci ha liberato l'equilibrio del tempo e stato alterato e
il mondo e tornato indietro di circa settecento anni
- si lo so, quand'ero in India Flavio me la spiegato mentalmente, ma
questo cosa c'entra con Naraku?
- devi sapere che il tuo gemello crede di poter controllare Naraku e di
utilizzarlo per sconfiggerti
- non può utilizzarlo...lo uccidemmo molto tempo fa
un'altra figura entra nella conversazione
- questo non cambia nulla
Sesshomaru si gira alle sue spalle
- Flavio
- ciao Sesshomaru,vorresti sapere come lo conosciuto? te lo
dirò solo perchè sei il mio fratellino...quando
eri in Giappone, tu e la compagnia di Inuyasha stavate dando la caccia
a Naraku, io intanto vi osservavo dall'Olimpo,quando seppi
dell'esistenza di Naraku rimasi incuriosito da questo essere fatto di
solo male,ora che è morto vorrei dargli la
possibilità di entrare nel mio gruppo non ti di spiace
vero?,vero?, vero?,vero?,ve...
- e come pensi di riuscirci?
- ti ricordi che Palgea voleva far tornare i vita sua figlia?
all'improvviso nel cielo stellato si forma una spaccatura nera
-che cosa stai facendo Flavio?
- quello che ti dicevo prima...riporto alla vita Naraku
- che cosa?
- hai capito bene,la torre di Babele e stata progettata non solo come
osservatorio...ma anche per essere utilizzata come collegamento tra il
regno dei vivi e quello dei morti...è ora se non ti dispiace
arriva una vecchia conoscenza
- credi davvero che io te lo permetta?
- no, ma non sarai mai abbastanza veloce per potermi fermare
da quella spaccatura nel cielo precipita sul terreno un ammasso di
carne viola, Sesshomaru non riesce a credere a quello che è
appena successo davanti a lui
- non'è possibile...
- non ti preocuppare Sesshomaru, quello è Naraku,adesso me
lo porto via
Flavio si avvicina all'ammasso di carne in cui dentro si trova Naraku
- adesso vi ammazzo tutti è due
Sesshomaru corre incontro al fratello con in mano Bakusaiga ma Flavio
si teletrasporta scomparendo nel nulla
- dannazione, mi è sfuggito
- Sesshomaru
Sesshomaru rivolge lo sguardo verso Palgea per poi sollevargli la testa
- non parlare sei debole,resisti ancora un pò
- ormai sto morendo, non c'è più nulla da fare
- ho chiamato tuo nipote affinchè ti vedesse un'ultima volta
- se lo hai conosciuto veramente dimmi come si chiama
- Pigiama, e il Satrapo di Susa
- allora l'hai conosciuto veramente?
Palgea estrae dall'armatura un pezzo di stoffa sporco di sangue
- quando lo vedi dagli questo
- che cos'è?
- è un pezzo di stoffa appartenente al vestito usato durante
il parto dei mie due nipoti da parte di mia figlia,dagli questo
Palgea consegna l'ogetto nelle mani del demone
- digli che mi dispiace...che mi dispiace che non'ho pensato a loro
quando avrei dovuto,sento che non mi perdoneranno mai
- non ti preoccupare, ti hanno gia perdonato
- quella spaccatura nel cielo non c'è più, le
stelle sembrano così luminose stasera, addio demone, e stato
bello...conoscerti,un'ultima cosa...spero che tu e la tua famiglia
siate felici...addio
per il Persiano rimane un'ultimo sospiro...e nulla più, il
collo e tirato all'indietro, la mani vengono a contatto col terreno e
gli occhi chiusi, Sesshomaru lascia andare quel collo freddo che prima
teneva sollevato con la mano
- ora potrai stare con tua figlia...per tutto il tempo che vuoi
da dietro il demone spunta Minerva con un vaso tra le mani
- Sesshomaru, è giunto il momento di intrappolare l'anima
nel vaso
- non c'è ne sarà bisogno
il demone comincia a incamminarsi verso il bordo della torre per poi
lanciarsi nel vuoto come se nulla fosse
- spero che mi possa fidare di te demone
dice la dea vedendo Sesshomaru lanciandosi dalla torre di Babele.
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Capitolo 19 *** una decisione critica ***
Flavio giunge sull'Olimpo con quel pezzo di carne viola che tiene sulla
spalla destra,dopo aver posato il bozzolo di carne Flavio si siede sul
trono del re degli dei,da lontano giunge Marte
- Flavio
- che c'è Marte?
- ho fatto chiamare il resto della squadra come mi hai detto te? li
faccio entrare subito?
- si, stavolta Mechamaru c'è?
- si
- falli entrare
Marte va a chiamare la squadra dei dieci che arriva subito nella sala
del trono, il primo a parlare è Flavio
- salve a tutti, vi devo informare che Palgea è morto e che
presto Sesshomaru giungerà in Fenicia, Anakaris, Brenno,
Annibale, vi vedo tristi
Interviene Anakaris
- Palgea...ero un nostro compagno, voleva solo riportare alla vita sua
figlia,che gli dei d'Egitto possano farlo riposare con la figlia che
amava tanto
intrviene Annibale
- quel Persiano ha combattuto contro il principe di ghiaccio, ma alla
fine è caduto è per questo dobbiamo vendicarlo,
che Astarte ci aiuti contro quel demonio
Interviene Brenno
- era un mio amico, non possiamo rimare con le mani in mano,dobbiamo
uccidere Sesshomaru...ad'ogni costo, sempre che Odino c'è lo
permetta
Interviene Flavio
- ben detto, ci dobbiamo impegnare, TUTTI, o moriremo...uno dopo
l'altro, dov'è Mechamaru? doveva gia essere qui, sai per
caso dov'è quella ferraglia ambulante?
- no,eppure gli avevo detto di salire
- sei sicuro che prima fosse qui?
- sicuro, lo visto prima coi miei stessi occhi
- se lo dici tu...comunque sia dobbiamo intervenire il più
infretta possibile, Sargon,ritorna in Fenicia e preparati a ricevere
l'accoglienza di mio fratello
Sargon assume uno sguardo malvagio
- con immenso piacere,quando avrò finito con lui...mi dovrai
riempire d'oro
- sempre che tu riesca ad'ucciderlo
- tu prepara i soldi, al resto ci penso io
detto questo Sargon scende le scale dell'Olimpo diretto in Fenicia
- Anakaris,brenno
- si Flavio?
- dirigetevi verso i Giardini pensili di Babilonia, andate a vedere
cosa fa mio fratello è tenetemi informato sulla situazione,
appena capisce che lo state spiando fuggite,siamo intesi?
- si
detto questo i due si volatilizzano verso verso Babilonia
- per voi altri non c'è niente,quando sarà il
momento vi farò chiamare, adesso lasciatemi solo con il mio
nuovo amico
- si
il resto della squadra scompare nel nulla lasciando Flavio ai suoi
pensieri
- perfetto,tutto procede secondo i piani, se riesco portarmi Naraku
dalla mia parte avrei un vantaggio in più verso mio fratello.
mentre Flavio Prepara un nuovo piano sesshomaru si dirige verso i
giardini Pensili di Babilonia, dopo mezz'ora di cammino il demone nota
che nelle strade nei pressi della torre non c'è anima viva e
durante questo silenzio il demone comincia a pensare
- brava Rin, ha fatto come ti ho chiesto...questo silenzio...mi riporta
la mente a ricordi lontani
durante quella camminata silenziosa per tornare dalla sua compagna i
ricordi di quel viaggio che la portata lontano da lei si fanno sentire
nella testa del demone
INIZIO FLASHBACK
comincia a ricordare di quel viaggio con Ha-Un e jaken,comincia a
ricordare di quella camminata in mezzo al deserto persiano, ricorda il
caldo del sole, le dune cocenti, l'aria afosa...e il continuo
lamentarsi di jaken
- Padron Sesshomaru,quanto ancora dovremmo andare avanti?
- se te ne vuoi andare fa pure,ormai non mi rimane più
nessuno da difendere
- forse possiamo tornare al villaggio di vostro fratello per
riprenderci la piccola...
all'improvviso Sesshomaru si volta verso Jaken
- ormai non posso più tornare da lei, lo lasciata alle cure
di mio fratello, non perchè mi ero stancato di lei, ma
perchè non posso permettermi che le succeda qualcosa...non
di nuovo
Sesshomaru ricomicia a camminare in mezzo al deserto seguito da Jaken
- padron Sesshomaru...sbaglio ho vi sta crescendo la barba?
- Jaken...ti senti quando parli? non può crescermi la barba,
quella roba accade solo agli umani e ai demoni inferiori di sesso
maschile
il principe si porta una mano verso il viso
- il mio viso è completamente lisc...
all'improvviso la sua espressione fredda cambia in un'aria di
impressione sconvolgente, Sesshomaru si accorge che hai lati del viso
sente qualcosa di ruvido
- questa non può essere peluria, io sono un demone maggiore,
eh impossibile
- come avete detto padrone?
Sesshomaru si stacca di uovo dai suoi pensieri
- no nulla, avanziamo verso occidente
- certo padrone
FINE FLASHBACK.
Dopo aver camminato per un pò Sesshomaru giunge sul ponte
dei giardini Pensili di Babilonia, il demone nota che sulla struttura
ci sono molte persone che si trovano sul ponte, a fatica le persone
riescono a camminare l'uno di fianco all'altro per il semplice motivo
che si comincia a stare stretti, il demone con un salto sorvola il
ponte senza che nessuno si accorga della sua presenza, Sesshomaru entra
nei giardini pensili di Babilonia, comincia a camminare lentamente
verso le stanze dei giardini finchè ad un certo punto sente
la voce del piccolo Ukyo, Sesshomaru affretta il passo
finchè non arriva alle stanze ,vedendo il bambino piangere
dentro la culla lo prende per poi tenerlo tra le sue forti braccia
- hei Ryu,calmati, va tutto bene, ora c'è tuo padre qui con
te
tenendolo tra le braccia comincia a camminare un pò per la
stanza finchè alla fine il piccolo non si addormenta, il
padre rimette il figlio nella propia culla e fatto cio si
spoglia dei sandali e del gonnellino rosso per poi immergersi nella
piscina al centro della stanza, mentre il demone si sposta in acqua Rin
entra nella stanza in fretta e furia
- Ryu
Rin si avvicina alla culla per vedere se va tutto bene
- che strano, fino a cinque minuti fa mi sembrava di averlo sentito
piangere
- ci ho pensato io a calmarlo
Rin si gira verso la vasca per poi vedere il suo amato
- ah Sesshomaru, com'è andata?
- bene, ci ho pensato io a far calmare Ryu, tu vai a dormire al
piccolo ci penso io
- preferirei rimanere ancora sveglia
- daccordo, gia che ci sei perchè non'entri in acqua?
- vorrei, ma c'è un problema
- quale?
- non...non so...non so nuotare
- non sai nuotare? per tutto il tempo che sono stato via non sai ancora
nuotare?
all'improvviso Rin abbassa il volto come se fosse avvolta da
una nube di tristezza
- il tempo che sei stato via
- mmh?
Rin alza lo sguardo verso il suo amato
- dimmi...hai mai pensato a quanto avrei sofferto per questa tua scelta?
Sesshomaru esce dalla vasca, indossati sandali e gonnelino si rivolge
verso Rin
- si...ci ho pensato, ma ho anche pensato che tu avresti meritato una
vita migliore,una vita tranquilla...una vita senza di me
- senza di te?
- esatto, rifletti per un momento, fin da quando ti ho riportato in
vita non'hai fatto altro che passare da un pericolo all'altro, quando
stai con me passi sempre in mezzo ai guai, l'altro giorno siamo stati
scaraventati via da un Basilisco un lucertolone grosso quanto il Fuji
che sputava fuoco e fiamme da quelle sue terribili mascelle
- come vedi sono salva
- sei salva...e questo è gia un miracolo, ma se continuerai
a starmi accanto prima o poi ti accadrà qualcosa di
spiacevole, ma purtroppo io
- tu cosa?
- non posso fare a meno di te e di Ryu
il demone comincia ad'avvicinarsi a Rin e trovandosi di fronte a lei
gli alza il viso tenendo due dita sul mento di lei per poi guardarla
negli occhi
- non posso fare a meno del tuo amore, sei l'unica persona che mi abbia
reso felice in una vita fredda...e senza calore
detto questo i due si baciano teneramente
- Rin, andiamo a dormire
- certo
i due si dirigono verso il letto quando all'improvviso un profumo
enebriante si fa sentire dalle narici del demone
- Rin
- che c'è amore mio?
- sento una presenza nelle vicinanze, torno subito
Sesshomaru si direge fuori dalla stanza, percorrendo le scale che
portano in cima ai giardini pensili di Babilonia, arrivato nei giardini
segreti di Babilonia Sesshomaru si guarda in giro finchè
alla fine non vede Anakaris nelle vicinanze di una strana palma che
emana un profumo dolcissimo con uno scatto demoniaco si trova dietro al
Faraone puntandogli i suoi artigli alla gola
- non muoverti o sei morto
- tu devi essere Sesshomaru, ma lo sai che il tuo aspetto e migliore di
quello che pensavo? persino io,il Faraone,sono stupito da questa cosa
- ti manda Flavio?
- mi ha mandato qui per spiare te e la tua famiglia
- tutto qui? di anche al tuo amico di uscire dai cespugli
- esci Nordico, ci ha smascherati
brenno esce da alcuni cespugli che si tovavano a qualche metro all
destra del demone, il druido si rivolge a Sesshomaru
- come ci hai trovati?
- ho seguito l'odore del tuo amico, profuma di fiori
Interviene Anakaris
- per l'esatezza profumo di oli per imbalsamazione, non di fiori
Sesshomaru comincia a stringere di più la presa sul collo
del Faraone, Anakaris si rivolge a Sesshomaru
- demone, il tempo dei giochi è finito, lasciami andare o
assaggerai l'ira del Faraone
- non so il significato della parola che hai detto, ma di certo la tua
ira non vale molto è sopratutto non capisco
perchè sei completamente bendato, sei gravemente ferito o
cosa?
- sono una mummia tornata in vita dall'oltretomba , BENDE AVVOLGENTI
all'improvviso alcune bende della mummia cominciano ad avvolgersi al
braccio destro di Sesshomaru, lascia andare la presa su Anakaris
è alla fine quest'ultimo spicca un salto atterando propio
vicino al Druido, le bende continuano ad avvolgere il braccio del
demone finchè questo evoca l'Eferet per liberarsi il braccio
dalla morse delle bende di lino, il faraone non riesce a credere a suoi
occhi
- Per Osiride, hai visto Brenno?
- si ho visto, vediamo se gli piaciono le basse temperature
Brenno congiunge le mani quasi stesse pregando per poi far in modo che
l'acqua dei tubi di irrigazione cominci a ruotare intorno alle sue mani
- sei pronto demone?
- quando vuoi
i due cominciano a correre l'uno verso l'altro ognuno preparando le
propie mani allo scontro
- speri davvero di potercela fare contro i mei artigli umano? non
sarà sconfitto da un banale trucco con l'acqua che vale meno
di niente
- non cantare vittoria così facilmente demone, ARTIGLI DI
GHIACCIO
l'acqua che vorticava attorno alle mani si trasforma in un paio di
artigli dall'aspetto di ghiaccio posizionate sulle unghie di Brenno, i
due si feriscono l'un l'altro,Sesshomaru al fianco destro e Brenno
viene ferito al torace squarciando così la pelliccia
dell'orso con cui Brenno usa per vestirsi
- complimenti occhi d'oro, hai degli artigli niente male
- anche tu sei bravo rosso
finito di parlare i due si inginocchio per via del dolore delle loro
ferite, Anakaris corre in aiuto del druido
- c'è la fai ad alzarti nordico?
- non ti preoccupare per me, vattene e pensa a salvarti
sentite queste parole Anakaris fa in modo che le sue bende si avvolgano
da sole attorno alla ferita del povero Brenno per poi caricarselo con
un braccio sulla spalla destra, Il Faraone rivolge lo sguardo verso
Sesshomaru
- per'ora goditi la vittoria demone di ghiaccio...ci rincontreremo
Anakaris si volta dalla parte opposta
- la prossima volta non sarai così fortunato
finita la frase Anakaris si butta giu dai giardini con il nordico in
spalla.
Finito il duello Sesshomaru prova a rialzarsi, ma l'artigliata ricevuta
da Brenno continua procuragli dolore ma alla fine riesce a sollevarsi e
comincia a camminare verso le scale quando all'improvviso un odore di
tomba si fa sentire alle sue spalle
- un'altra vittoria per il grande Sesshomaru
Sesshomaru si gira verso la voce con la mano tenuta sulla ferita
- hai vinto... ma se non ti fai curare sarà peggio per la
tua salute
- ti ho gia visto a Susa... mi hai detto che il tuo nome e Anubi...se
non ricordo male
- ricordi perfettamente, figlio del grande generale cane, sono venuto
qui affinchè ti dia un consiglio
- che tipo di consiglio?
- prima di dirtelo ho bisogno che ti faccia una domanda...che vita
sceglieresti per tuo figlio?
- che vita sceglierei? la migliore che ci sia
- dopo aver risposto alla mia domanda ora posso darti il mio
consiglio...Invoca Minerva dagli tuo figlio e chiedile di trovare dei
buoni genitori adottivi per il tuo erede
sentite queste parole Sesshomaru rimane quasi perplesso dalle parole
dello sciacallo
- CHE COSA?
- suvvia calmati
- CALMARMI? CALMARMI? TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE MI CHIEDI, QUEL
MEZZODEMONE E' NATO DALL'AMORE TRA ME E RIN, E OSI CHIEDERMI UNA COSA
DEL GENERE?
- pensaci bene, se lui continuerebbe a viaggiare con voi alla fine
diverrebbe un nomade è non più il figlio di un
principe, e questo quello che vuoi per lui? e questo il futuro che vuoi
dare al tuo giovane figlio?
- ci devo riflettere
- daccordo, ti consiglio di parlarne con Rin, è pur sempre
la madre di tuo figlio
Sesshomaru se ne va, lasciando da solo lo sciacallo quando
all'improvviso appare Minerva
- Anubi, non dovresti essere tra le piramidi?
- è tu non divresti essere sull'olimpo? oh, gia dimenticavo
Flavio ha catturato la maggiorparte degli dei dell'Olimpo, ma a quanto
vedo alcuni sono fuggiti a gambe levate
- risparmia il fiato mangiatori di cadaveri, piuttosto,vorresti davvero
prendere il giovane Ukyo come figlio adottivo? tu hai tanti figli in
Egitto, dimmi perchè avere un figlio che non proviene dal
tuo seme
- queste cose le devo spiegare a Sesshomaru è non a te,
comunque sia adesso devo tornare nel mio regno...ci vediamo
Anubi sparisce nel nulla
- forse è meglio se me ne vado anch'io
detto questo Minerva se ne va dai giardini pensili lasciando il demone
con una domanda...che cosa dovrà farsene ora del bambino? la
risposta non tarderà ad arrivare.
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Capitolo 20 *** la scelta di Sesshomaru e la partenza per la Fenicia ***
Una discesa lenta...nulla più, ad ogni gradino che il demone
scende una domanda continua a ripertersi nella sua
testa...qual'è sarà la scelta giusta e quale
quella sbagliata? ogni passo è un turbinio di pensieri che
non trova pace.
dopo aver sceso le scale Sesshomaru si dirige con passo lento verso le
stanza da letto e quando ci arriva la prima cosa che vede e Rin con in
braccio il piccolo Ryu
- Sesshomaru,cos'è successo prima? o sentito dei rumori
- mi sono scontrato con due guerrieri ma sono riuscito a cacciarli via
- capisco
all'improvviso Rin si accorge della ferita di Sesshomaru
- oh cielo, cosa ti è succeso?
- e solo un graffio niente di che
Sesshomaru comincia a muoversi verso il letto, comincia tenere la mano
sulla ferita per poi sedersi sopra al letto preocupato dalla domanda
che sta per fare alla sua amata
- Rin
- cosa c'è?
- siediti vicino a me, devo dirti una cosa
Rin va a sedersi sul letto lasciando il piccolo Ryu nella culla
- cosa c'è amore mio?
- Rin...che cosa faresti se qualcuno ti chiedesse di concedergli tuo
figlio affinchè questo sconosciuto possa dargli una vita
migliore di quello che possa fare tu?
- se questa persona è buona posso darglielo
- capisco
- dove vuoi arrivare con la domanda di prima?
- daccordo, te lo dirò...Rin... dobbiamo separarci da nostro
figlio
- stai scherzando non'è vero? dimmi che stai scherzando
- non scherzo...dobbiamo lasciarlo a qualcun'altro
Rin si sente sconvolta dalle parole del suo amato, si alza da letto e
si dirige verso la culla del figlio, arrivata li guarda il figlio
addormentato per poi toccargli una guancia
- Sesshomaru...ti ricordi quando ti dissi, dove vai tu andiamo anche
noi?
- si...me lo ricordo bene
- ora come ora non vorrei separarmi da nostro figlio, c'è
almeno un motivo per questa tua richiesta?
- uno...è uno soltanto...Naraku
Rin si gira in direzione del demone
- come?
- hai capito bene...è tornato
Rin comincia a muoversi verso il letto è tornata li si getta
tra le braccia di Sesshomaru in preda alle lacrime
- lo so che sembra impossibile ma questa è la
realtà, tu mi stai seguendo in questo viaggio ed
è giunto il momento che tu sappia il motivo di questa
impresa, vedi, ti ricordi quell'individuo che ha distrutto il villaggio
di mio fratello? quel brigante è mio fratello...gemello
Sesshomaru solleva la testa di Rin dal suo petto
- dai, suvvia, ora calmati,finchè ci sarò io
nessuno potrà farvi del male
- intendi me è nostro figlio?
- certamente, io non posso badare a tutti è due mentre sono
via a combattere questa nuova minaccia...è per di
più adesso è comparso Naraku
- come ha fatto a giungere fin qui? e per caso stato quel fratello di
cui mi hai parlato?
- si propio lui, quando ero sulla torre di Babele ho visto un ammasso
di carne viola, penso che quello sia Naraku
- capisco, perchè non mi hai parlato di questo tuo fratello
gemello?
- io non sapevo neanche della sua esistenza fino a dieci mesi fa,
quando lo scoperto mi sono sentito come se mio padre mi avesse voluto
proteggere da qualcosa
- secondo te voleva proteggerti da lui?
- forse, chissa
Sesshomaru toglie le mani da Rin e togliendo lo sguardo da lei comincia
a fissare il balcone davanti a lui
- Sesshomaru, ho deciso, darò nostro figlio alla quella dea
che ti segue giorno per giorno, ma ad una condizione
- quale?
- che tu uccida il tuo fratello gemello, la colpa di tutta questa
storia e sua, promettimi che ucciderai lui e quel maledetto di Naraku
Sesshomaru torna a guardare negli occhi rin per poi baciarla teneramente
- te lo prometto, li ucciderò entrambi con Bakusaiga
- grazie adesso andiamo a dormire,sono così stanca
- certo
i due s'infilano sotto le coperte nella speranza di poter prendere
sonno dopo questa discussione.
Intanto sull'Olimpo Flavio osserva seduto sul trono di Giove il bozzolo
di carne che continua a muoversi da circa un'ora
- avanti, esci da li Naraku, ESCI
a quest'ultima parola segue la fuoriscita di Naraku, tutto
nudo e con una confusione tale da non capire neanche quello che sta
succedendo, Naraku si guarda attorno per capire la situazione
- dove sono? che posto è questo? l'ultima cosa che ricordo
è che mi trovavo negl'inferi
- per fortuna non hai perso la memoria
al suono di quella voce Naraku si gira si scatto per poi vedere Flavio
tranquillamente seduto sul trono
- spero che la cicatrice dell'Olimpo non ti abbia fatto troppo male
- Sesshomaru
- Sesshomaru, che buffo eh? infondo non me la prendo se mi hai
scambiato per il mio caro gemello
- gemello? che storia è mai questa?
Flavio si alza dal trono e comincia a camminare lentamente verso Naraku
- mi presento...il mio nome è Flavio, Flavio Augustolo
Ottaviano, figlio di Inutaisho, il servitore dell'impero Romano
d'Oriente ed Occidente, fratellastro di Inuyasha e soprattutto fratello
gemello del glaciale principe dei demoni
- che cosa? tu saresti il fratello gemello di Sesshomaru?
- si, non'è incredibile? non ti senti come un bambino felice?
- tu hai qualcosa che non va nella testa vero?
si, sono completamente pazzo, ma apparte questo....ti va di fare un
accordo con me?
- che genere di accordo?
- se mi aiuti a uccidere Sesshomaru io in cambio posso darti quello che
vuoi
- quello che voglio?
- quello che vuoi,qualsiasi cosa tu desideri io te la darò
i due si fissano per un pò fino a che Naraku non fa una
richiesta che all'apparenza sembra assurda
- desidero...la sfera dei quattro spiriti
- daccordo
- che intendi dire?
- intendo dire che l'avrai
- e stata distrutta, come fai a riprenderla?
- semplice...visto che non si può recuperare, la faremo
ricostruire
- e una follia, nessuno la può costruire, conosci la
leggenda che riguarda la sfera?
- certo, la sfera venne creata per mano di una sacerdotessa orientale
di nome Midoriko,durante un combattimento moltissimi demoni si erano
alleati tra di loro per abbattere Midoriko, mentre stava per essere
sconfitta richiamò tutte le forze spirituali che aveva per
sigillare i demoni, e con loro lei e da quest'unione naque la sfera dei
quattro spiriti
- vedo che sei istruito
- modestamente so più cose di te, comunque...accetti la mia
offerta?
- ci sto
- bene, ora ho qualche possibilità di uccidere mio fratello,
per prima cosa,perchè non ti metti dei vestiti? non voglio
vedere uomini nudi sulla mia montagna daccordo?
attorno a Naraku si forma una nube di miasma velenoso per poi
scomparire e ritrovarsi addosso i suoi vecchi vestiti di
quando fu sconfitto da Sesshomaru e dalla squadra di Inuyasha
- adesso che sei vestito, puoi conoscere il mio alleato, MARTE
dalle scale giunge Marte che con curiosità si reca di fronte
a Flavio
- che c'è?
- volevo presentarti il nostro nuovo alleato,Naraku
Marte si rivolge verso Naraku
- ciao
- ciao
interviene Flavio
- adesso che vi siete presentati potete scendere le scale, girare a
destra è andarvene fuori dai coglioni
- daccordo, seguimi mezzodemone
Marte se ne va seguito da Naraku e mentre scendono le scale Naraku si
rivolge a Marte
- senti, come fai a stare a gli ordini di quello la?
- non sono a suoi ordini, siamo alleati
- alleati?
- certamente, dei due io sono quello serio, mentre lui è
quello che scherza, ride,offende, e che ha un successo strepitoso con
le donne, io invece ho avuto un'amante mortale è da lei ho
avuto due figli, Romolo e Remo, ho avuto anche altre donne e altri
figli, ma questa è un'altra storia
- insomma, Sesshomaru ha un fratello gemello, non riesco a credere che
non nè abbia mai parlato a nessuno
- non ha potuto farlo, fino a qualche mese non sapeva nulla neanche lui
- come si sono incontrati?
- questa ti piacerà, lo stesso giorno in cui fece a pezzi
quel Kohaku Flavio si è diresse al villaggio è
fece fuori una sacerdotessa di nome Kaede, all'improvviso giunge suo
fratello accompagnato da una donna umana, Flavio e
quell'altro se le danno di santa ragione finchè Flavio non
vine sconfitto e torna qui a stipulare un'alleanza con me
- continua
- e per finire a mandato 5 dei dieci ad ammazzare un gruppo di
guerrieri capitanato da un mezzodemone
appena sente l'ultima parola Naraku si blocca d'improvviso
- un mezzodemone?
- esatto, gli altri erano un'arciere, una guerriera con un gatto
enorme, una sorta di sacerdote e un demone volpe, alla fine sono stati
ammazzati, e stato piuttosto facile
- interessante
- si lo so, ma adesso andiamo, ti faccio fare una visita dell'Olimpo
detto questo i due scendono le scale andando a vedere il resto della
montagna.
il Giorno dopo, a Babilonia il sole splende sui giardini Pensili mentre
questa è in parte coperta dall'ombra della torre di Babele,
entrambi dormono profondamente quando all'improvviso sesshomaru non
sente una voce
- Sesshomaru
all'improvviso il demone si sveglia all'interno di un sogno, si trova
in mezzo ad una nebbia bianca molto simile ad una nuvola nella quale
risuona una voce familiare a Sesshomaru
- Sesshomaru
- padre...siete voi?
- si sono io, ascoltami, ho tante cose da dirti è
così poco tempo per farlo, adesso rimangono solo otto membri
della squadra dei dieci, il prossimo componente della squadra si chiama
sargon
- sapete per caso dove si trova?
- ad ovest dell'Impero Persiano si trova la Fenicia, ti ricordi le
storie che ti raccontavo da piccolo?
- assolutamente, se non sbaglio mi raccontaste che la Fenicia
è un regno di mercanti che commerciavano con moltissimi
popoli ma apparte questo non ricordo altro
- molto bene, adesso devo andare ma prima devo dirti una cosa
- dite
- fai in modo che i flagelli rimangano insieme a te, solo tu puoi
controllarli, solo tu puoi domarli, per adesso ti saluto
- aspettate, ho bisogno di fare un'ultima domanda
- dimmi
- voi sapete che sono padre di un mezzodemone vero?
- si
- e che per lui potrei anche morire per salvarlo?
- si
- gli ultimi avvenimenti mi hanno fatto venire in mente una cosa...devo
tenermi mio figlio oppure darlo ad altri genitori cosicchè
possa vivere una vita felice?
- un vero padre decide solo il meglio per i propi figli, so che farai
la scelta giusta, ti chiamo io
Sesshomaru apre gli occhi, si alza dal letto e si dirige verso il
balcone notando il blu della notte in contrasto con la luce dell'alba
che saòe poco a poco da oriente, il fiume che passa sotto il
ponte poco a poco si colora di tutte le sfumature dell'alba, il demone
rimane a fissare il fiume appogiato al muretto del balcone
finchè non sente qualcosa sulla spalla che alla fine
non'è altro che la mano di Rin anche se lui lo aveva gia
capito dall'odore di lei che si avvicinava, si gira e comincia a
fissarla negl'occhi
- Sesshomaru
- lo so....è arrivato il momento
Sesshomaru ritorna in stanza per poi avvicinarsi alla culla del piccolo
e prendere in braccio il propio erede, Sesshomaru si rivolge a Ryu che
lo guarda con quei occhioni gialli, con il figlio al seguito si dirige
sul ponte dove due figure a lui familiari lo stanno aspettando,
continua a camminare e camminare ma ad ogni passo il pensiero di aver
fatto la cosa giusta lo assaliva sempre più anche se ormai
la decisione e stata fatta, Sesshomaru si ferma davanti ad uno dei due
individui
-Sesshomaru,hai fatto la tua scelta?
- si Minerva, ti affido mio figlio cosicchè la mia
discendenza sia al sicuro, ma prima c'è una cosa che devo
fare
Sesshomaru tiene Ryu con la mano sinistra mentre con l'indice della
mano destra gli incide una mezzaluna con l'atiglio velenoso, il bambino
comincia a piangere e a strillare dal dolore per poi passarlo in mano a
Minerva
- fai in modo di darlo a qualcuno in grado di poterlo allevare come un
degno erede della casata degli Inutaisho
- non ti preoccupare so gia a chi affidarlo
Minerva passa il bambino tra le braccia dell'altra figura
divina
- non ti preoccupare me ne prendo cura io
- stai attento Anubi, quello è mio figlio
- in tal caso dovrò allevarlo come si deve
- sarà meglio per te
- diverrà un grande guerriero, tale quale a suo padre,
adesso io vado
detto questo lo sciacallo se ne va col primogenito di Sesshomaru tra le
braccia, interviene Minerva
- adesso dovrei andare anche io, il prossimo componente si trova ad
Ovest in Fenicia, raggiungi la città di Tiro li
comincierà la tua missione
all'improvviso Sesshomaru nota una figura che si avvicina sempre di
più
- finalmente è arrivato
- parli di Bagoa?
- si, eccolo che sta arrivando
Bagoa arriva di fronte al demone
- Sesshomaru, perchè mi hai fatto venire a Babilonia?
- volevo che Pigiama vedesse Palgea prima di morire, Palgea era suo
nonno
- davvero? poveretto
- comuqnue sia dagli questo
Sesshomaru estrae da una tasca interna del gonnellino il pezzo di
stoffa datogli dal Persiano
- che cos'è?
- apparteneva alla figlia di Palgea, mi chiese di darlo a Pigiama,
Pigiama è uno solo dei suoi nipoti, Il Satrapo era suo
fratello non suo amico
- glielo dirò, grazie di tutto demone, senti...tra qualche
mese io parto per Petra, potremo incontrarci li se ti va
Interviene Minerva
- non ti preoccupare Bagoa, Sesshomaru viaggerà ancora per
molto tempo, ed'è probabile che vi incontrerete ancora una
volta
interviene Palgea
- grazie, vi ringrazio per aver aiutato la Persia, grazie di tutto
Interviene Sesshomaru
- non perdere tempo con i ringraziamenti, torna dal tuo signore e fai
quello che ti ho detto
- daccordo, ci vediamo
Bagoa se ne va lasciando Minerva e Sesshomaru da soli
- è ora che io vada a controllare la situazione in Fenicia
all'improvviso un Barbagianni spunta da nulla posandosi sulla spalla
sinistra del demone
- il mio Barbagianni ti aiuterà a raggiungere Tiro, adesso
vado, salutami Rin
detto questo Minerva sparisce nel nulla lasciando soli Sesshoamru e e
l'uccelo sacro alla dea, l'uccello spicca il volo indicando al demone
la via da proseguire
- Sesshomaru
una voce si fa sentire dietro le spalle del demone
- Rin, ho dovuto farlo per il suo bene
- lo so, un giorno lo rincontreremo
- ma per ora e meglio tenerlo fuori dalla nostra vita, adesso andiamo
- si
senza guardare in volto Rin Sesshomaru comincia a
incamminarsi verso la porta principaledella città,
tutto sembra apposto quando all'improvviso Sesshomaru sente una voce
nella sua testa
- Sesshomaru
- Palgea
- grazie a te sono libero, ti sto palando dal regno dei morti,volevo
solo dirti grazie,grazie per avermi liberato da questo dolore,adesso me
ne vado, ma non dico addio, vi guarderò da lassù
quando le stelle risplendono maestose, quando non saprai cosa fare
rivolgiti alla volta stellata, io sarò sempre con te
- grazie di tutto, astrologo
detto questo nella sua mente Sesshomaru continua indisturbato il suo
cammino nella speranza che un giorno sconfigga Flavio e Naraku e
sopratutto la speranza di rincontare suo figlio e di sapere un giorno
le sue vere origini.
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Capitolo 21 *** sulla strada per Tiro ***
Ancora una volta il caldo si fa sentire,senza sosta, senza
pietà...e con almeno quarantacinque gradi al sole.
Sesshomaru, il principe di ghiaccio fà a fatica a rimanere
sotto il sole cocente, anche se continua a camminare con la sua
classica aria da demone di ghiaccio non riesce a dimenticarsi il caldo
torrido del medioriente.
Per Rin invece non fa alcuna differenza, che ci sia la pioggia o il
sole per lei basta stare con il suo compagno e sapere che suo figlio
stia bene dove sta ora, camminano di terra in terra, passando
di nuovo per la via Regia passando il deserto e raggiungendo la
città di Rabbah, continuano a Nord verso Bostra e
Damasco,uno dei punti importanti per le vie commerciali in tutto il
Medioriente per poi passare ad Ovest verso le città di
Hazor, Dor e Hakko.
Lungo la strada i due vedono mercanti con carovane di cammelli dove
sopra di essi si trovano borse, pacchi e cestini contenenti merci di
vario genere come gioielli,stoffe e spezie. Rin rimane affascinata
dallo spettacolo che si presenta intorno a lei: insieme a Sesshomaru
cammina sulla costa Fenicia dove ad est si vedono le dune del deserto
mentre ad Ovest si trova il mare, lungo le coste della fenicia vengono
portate mercanzie di ogni genere tra cui la più importante,
la Porpora.
I due camminano vicino alla costa Fenicia dove propio in quel momento
si sente un vento freschissimo portato dal mare, Rin si rivolge a
Sesshomaru
- che bel venticello fresco, adesso farà meno caldo, tu non
riesci a sopportare il caldo, vero?
- no Rin, io sono un demone cane delle terre occidentali, la mia razza
non'è abituata alle alte temperature, per questo adoro
l'inverno, il solo freddo mi fa sentire come a casa mia.
- io invece so sopportare quasi tutte le temperature, basta stare
vicino a te e mi sento benissimo.
- non riesco ancora capire come fai stare sotto questo sole senza
soffri...
Sesshomaru si ferma di colpo
- che c'è Sesshomaru?
- sento la presenza di molti individui, fragore di armi e
soprattutto....odore di sangue, nascondiamoci dietro quella duna.
i due corrono verso una duna li vicino dove dietro di essa trovano un
riparo,i due si sdraiano sulla duna sabbiosa, Rin rivolge lo sguardo
verso il suo amato
- che succede Sesshomaru?
- non lo so di preciso, però ho sentito un forte odore di
sangue, d'ho un'occhiata
il demone tira fuori la testa, in lontananza scorge un plotone di
legionari romani seguiti da alcuni uomini in catene attaccati l'uno
all'altro, il centurione a capo del plotone si ferma all'improvviso,
porta un elmo romano con una folta criniera rossa su di esso, un
pettorale in acciaio con tanto di spalliere a scaglie , una cotta di
maglia di qualità superiore ai semplici legionari, un lungo
mantello rosso, un gonnellino rosso, sandali e un spada al fianco
sinistro.
- truppa, la città di Tiro non'è lontana da qui,
ancora uno sforzo e saremo in città tra poco tempo.
- scusi signore.
una voce si fa sentire alle spalle del centurione.
- cosa c'è soldato?
- signore, potremo riposarci per un pò? siamo stanchi
è il caldo peggiora solo la situazione.
- daccordo, fermiamoci qui, Minerva deve dirci dove incontrare il
famoso Sesshomaru.
- Sesshomaru signore?
- si, propio lui, a quanto pare gli dei vogliono l'aiuto di un
guerriero veramente bravo.
- gia, da quando Flavio a preso il potere sull'Olimpo gli dei sono
spaventati dal fatto che un demone abbia preso possesso del trono di
Giove.
- capisco.
- puoi andare soldato.
- signor si signore.
il soldato comincia a muoversi verso la spiaggia quando all'improvviso
un Barbagianni si fa notare su nel cielo, il centurione avvista
l'uccello su nel cielo mentre questo scende sempre più giu
fin che non tocca terra e si trasforma nella sua forma reale
- Minerva, finalmente sei arrivata.
- centurione Orione, noto che sei a dir poco accaldato.
- accaldato? e da giorni che ci spostiamo di villaggio in villaggio
sotto il sole Fenicio, di giorno il caldo e la notte il freddo, quando
pensi che possa arrivare il famoso eroe di cui tutti parlano?
- è più vicino di quello che credi.
la dea gira lo sguardo verso la duna in cui sono nascosti Sesshomaru e
Rin
- TU NE SAI QUALCOSA, VERO SESSHOMARU?
il demone si alza facendosi vedere dalla dea e da tutti i soldati
davanti a lui
- SCENDI DA LI, TI VOGLIO PRESENTARE UNA PERSONA
Sesshomaru si gira verso Rin che si trova distesa sulla sabbia come per
nascondersi
- vieni quassù Rin,abbiamo visite
Rin si alza di fretta per poi salire la duna ed arrivare vicino a
Sesshomaru
- chi sono?
- non lo so, ma chiunque siano hanno a qualcosa che fare con Minerva,
seguimi
- si
Sesshomaru effettua un salto che lo manda direttamente di fronte alla
dea
- Sesshomaru...è passato un mese dall'ultima volta che ci
siamo visti, ti piace la Fenicia?
- ha le sue bellezze questo paese, non perdiamo tempo in cose inutili,
che cosa puoi dirmi sul prossimo componente?
- molte cose, il prossimo che dovrai sconfiggere è sargon.
- Sargon?
- esattamente, prima che fosse intrappolato sargon era un mercante
Fenicio veramente crudele, l'unica cosa che gli importa a questo mondo
è il denaro...non'ha alcun rispetto per la vita umana...e
certamente non ama nessun'altro che non se stesso, ques'uomo ti aiutera
nella tua missione.
interviene il centurione
- mi chiamo Orione, sarò il suo logotenenente
finchè potrò...ò almeno
finchè vorrà.
- logotenente?
- certo, io comando i miei uomini e lei comanda me.
-capisco, se le cose stanno così dovete seguirmi fino a Tiro.
- sarò felice di accompagnarla signore, anche noi siamo
sulle tracce di Sargon.
- ancora meglio, voi seguite i miei ordini e andrà tutto
bene, comunque, cosa sapete di Sargon?
- sappiamo che Sargon sta comprando grosse quantità di armi
nella città di Tiro,che poi le vende via mare verso la
Grecia, l'Egitto, la Sicilia e Cipro, mentre via terra vende armi e
mercenari in Palestina e nel regno dei Nabatei.
- bene, per prima cosa dobbiamo entrare a Tiro senza essere scoperti.
- a questo ci ho gia pensato, vede quegli uomini in catene che ci
portiamo dietro?
- si, quindi?
- dall'aspetto sembrano schiavi, ma in realtà sono dei
soldati addestrati a prendere informazioni dal nemico.
- in pratica sono delle spie giusto?
- esattamente.
- hai dimenticato una cosa fondamentale,le nostre vesti ci farebbero
scoprire subito.
- le nostre vesti signore?
- esatto...non credi che se l'aspetti un'attacco da parte nostra?
- gia è vero...non ci avevo pensato, e adesso che facciamo?
- dobbiamo trovare qualcuno che abbia dei vestiti Fenici, o per lo meno
qualcuno che ci possa aiutare a entrare in città.
Interviene Minerva
- se per quello non c'è alcun problema,
Sesshomaru, ti ricordi di una creatura di nome Argo?
- parli del mezzo delfino che mi diede un passaggio per l'India?
- propio lui, dovrebbe essere gia in mare aperto.
i tre cominciano a fissare il mare cercando con lo sguardo una nave
romana appartenente alla creatura marina, Minerva si rivolge a
Sesshomaru.
- vedi qualcosa Sesshomaru?
- vedo una nave in lontananza...è per di più
sento un forte odore di pesce fresco.
- a che distanza si trova la nave?
- circa qualche miglio di distanza, non saprei dirtelo con precisione.
- capisco,vorrà dire che dovremmo aiutare Argo ad arrivare
qua un pò più in fretta, come hai capito che
quello era Argo?
- semplice, dal pesce.
- il pesce?
- certo, i delfini si nutrono di grandi quantità di pesce.
- ah...è tu come fai a saperlo?
- forse te lo dirò un'altra volta.
detto questo i ricordi del demone cominciano a riaffiorire nella sua
mente.
INIZIO FLASHBACK
qunado Sesshomaru si trovava nel periodo Sengoku era gia passato da
queste parti col suo servo Jaken, camminava tra il deserto è
il mare,tra i ricordi del passato e i dubbi del domani mentre il cielo
era colorato con tutti i toni di un degno tramonto mediorentale.
Jaken lo seguiva sempre ma stavolta la fiducia nel suo padrone si
affievoliva sempre di più...poco alla volta, un giorno
mentre era seduto su uno scoglio intento a ricordare le esperienze
passate insieme a Rin, all'improvviso dall'acqua spunta un delfino, il
cetaceo si avvicinò a Sesshomaru che se ne stava da solo su
quello scoglio, lo sguardo del demone si incontrò con i neri
occhi del delfino.
- che cosa vuoi da me? sparisci.
il delfino cominciò a punzecchiare il demone che cominciava
a sentirsi irritato dalla cosa.
- se vuoi vivere ti consiglio di smettere inutile essere inferiore.
il delfino smise di punzecchiare il principe di ghiaccio, si
allontanò un pò da Sesshomaru e
cominciò a fissarlo nei suoi occhi color oro.
- ho capito, se vuoi rimanere rimani...tanto non ho niente da fare.
il delfino si avvicinò al demone quasi volesse scrutare
l'animo di quest'ultimo, i due si fissarono a lungo finchè
non fu il principe a parlare per primo.
- sai...mi ricordi una persona che ho conosciuto un pò di
tempo fa ...una bambina per l'esatezza.
all'improvviso Sesshomaru sentì una presenza fastidiosa.
- è stato interessante parlare con te.
Sesshomaru si alzò in piedi facendosi raggiungere sullo
scoglio da il suo fastioso servo
- Padron Sesshomaru.
- cosa vuoi Jaken?
- forse ci dovremmo incamminare.
appena finì di parlare Jaken vide dallo scoglio il delfino.
- che bel pesciolino che abbiamo oggi, magari c'è lo
mangiamo per stasera, una fiammata del mio Nintojo e sarà
subito pronto per essere mangiato.
Jaken preparò il bastone a due teste per uccidere il povero
cetaceo quando all'improvviso vennè bloccato dal padrone.
- fermati subito Jaken.
- è la cena di stasera padron Sesshomaru?
- io non sono costretto a mangiare il cibo di questo mondo per rimanere
in vita.
Sesshomaru cominciò ad allontanarsi verso il deserto
- stasera ti nutrirai di qualcos'altro,puoi pescare tutti i pesci che
vuoi, ma quel delfino lo lasci in pace,chiaro?
- certo padrone.
il piccolo Jaken vede il propio padrone allontanarsi da lui.
- aspetti sommo Sesshomaru.
mentre si allontanò dal suo servo cominciò a
toccarsi di nuovo il volto per controllare la crescita della sua nuova
peluria e comiciare a farsi sorgere dei dubbi.
- dannazzione, cresce sempre di più questa maledetta barba e
per di più Jaken comincia ad avere un'aria ribelle, meglio
se mi guardo le spalle d'ora in avanti.
FINE FLASHBACK.
Sesshomaru rimane immobile a guardare nel vuoto davanti a lui mentre
una voce femminile prova a chiamarlo
- Sesshomaru...Sesshomaru....ci sei?
il demone scuote la testa tornando così dai suoi ricordi
- cosa? ah Rin...non ti avevo detto di aspettarmi?
- non volevo disubbidirti, però ho visto che stavi parlando
con queste persone è mi sembrava tutto apposto.
- capisco...
da ditro Rin spunta all'improvviso una vecchia conoscenza della coppia.
- signore.
la povera Rin riceve un sobbalzo al cuore, l'arrivo improvviso di
costui non'era stata calcolata dalla ragazza, Sesshomaru si rivolge
all'ultimo arrivato.
-Argo, che notizie porti?
- non buone...siamo dovuti scappare...non credevo si potessero spingere
così lontano.
- di chi parli?
- parlo di...di...
all'improvviso Argo sviene ma viene preso al volo da Sesshomaru.
- che ti succede Argo? Argo? Argo?...Rin va a chiamare
Minerva.
- subito.
Rin comincia a muoversi verso la dea in fretta e furia, intanto
Sesshomaru fa qualche domanda al Delfinauta
- Argo, ho bisogno che tu rimanga sveglio per rispondere a qualche mia
domanda.
- si signore...chieda quello che vuole.
- che cosa ti è successo per ridurti in questo stato?
- eravamo in mare aperto...all'improvviso sentimmo qualcosa che tenne
ferma al nave, alcuni dei miei soldati si affacciarono per vedere cosa
stava succedendo quando all'improvviso la nave venne colpita...e poi.
- e poi cosa?
- degli strani tentacoli color argento sbucarono dall'acqua...alcuni
soldati vennerò infilzati da questi tentacoli, provammo a
tagliarli con delle spade,asce,lancie ma non ci fu nulla da fare, ogni
volta che colpivamo i tentacoli producevano un suono
metallico.
- un suono metalicco?
- gia, durante la battaglia una voce uguale alla vostra si fece sentire
in quel momento, solo io capivo che quella era la voce del vostro
gemello, intimò ai tentacoli di andarsene e di lasciare
finire il compito ad un uomo che lui chiamava gran generale elefante, i
tentacoli tornarono giu, negli oscuri abissi del mare e dopo dovemmo
fuggire...
all'improvviso Argo sviene.
- Argo?...risponi Argo.
da dietro il demone compare la dea Minerva insieme a Rin e al dio
Esculapio, il dio della medicina si rivolge al demone che tiene tra le
braccia Argo.
- che gli è successo?
- non lo so...mi ha detto di essere stato attaccato da un paio di
tentacoli metalicci.
- tentacoli metallici?...darò un'occhiata a questo poveretto.
il demone poggia a terra il corpo di Argo facendolo visitare da
Esculapio, il dio conficca il suo bastone nel terreno sabbioso per poi
toccare il corpo del Delfinauta
- vediamo un pò...nesssuna ferita da taglio...ci sono dei
lividi sulle braccia e sul volto, il pettorale dell'armatura e quasi
frantumato, questi sono danni dovuti a un forte colpo con un oggetto
pesante,dovrò fare delle altre analisi.
Esculapio rivolge lo sguardo verso Sesshomaru..
- ha detto qualcosa prima di svenire?
- diceva che lui e i suoi marinai sono stati attaccati da dei tentacoli
metallici.
- interressante...e poi?
- ha parlato di un certo gran generale elefante.
il dio sgrana gli occhi al solo pronunciare delle ultime parole.
- hai detto gran generale elefante? allora e stato liberato anche lui.
- di chi parli vecchio?
Iterviene Minerva .
- parla di Annibale.
- Annibale?
- tuo padre non te ne a mai parlato?
- no, chi dovrebbe essere questo Annibale?
- semplice...un gigante alto all'incirca sei metri e largo tre, pelle
scura, calvo, con l'occhio sinistro cieco, cavalca un possente
elefante...e distrugge tutto col suo gigantesco martello, quando arriva
la terra trema...e stato l'incubo di Roma per molto tempo...e adesso
è libero.
- certo, più sono grossi più sono scemi, non ti
sembra di esagerare col fatto che tremi la terra al suo arrivo?
all'improvviso la terra comincia a tremare, sembrerebbe un terremoto se
non fosse per il fatto che Sesshomaru una presenza che non
gli piace per niente, dopo qualche breve scossa un'ombra dalle fattezze
umane ricopre il pezzo di spiaggia dove si trova Sesshomaru, il demone
si gira per vedere cosa potrebbe mai proiettare un ombra del genere e
alla fine lo vede in lontananza...Annibale, col suo terrificante
martello e il suo Elefante, ormai tutti vedono il gigante Cartaginese
compresi i soldati romani e finti schiavi...non manca molto prima che
il principe dei demoni e il generale Punico si scontrino su questa
spiaggia della costa Fenicia.
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Capitolo 22 *** Sesshomaru contro Annibale ***
Una brezza leggera si fa sentire mentre il gigante si avvicina sopra al
suo Elefanteverso la spiaggia dove si trovano i soldati romani,
Sesshomaru sfodera Bakusaiga fissando il gigante dritto davanti a lui.
- Minerva...
- Cosa c'è Sesshomaru?
- Porta via Rin....al gigante ci penso io.
- Daccordo...
La dea si rivolge a Rin.
- Andiamo.
- Va bene.
Minerva evoca il suo Barbagianni gigante, sul magnifico uccello si posa
Rin e dopo la dea.
- Vola in alto mio fedele animale.
Il Barbagianni spicca il volo per dare a Minerva una visuale aerea
sulla spiaggia, Annibale arresta l'Elefante sulla duna di prima.
- Annone fermati qua...ho trovato il fratello di Flavio.
L'elefante ascolta il padrone, Annibale in groppa ad Annone e con in
mano Zama si avvicina a Sesshomaru.
- Tu Sei Sesshomaru...la tua fama ti precede...eroe.
Un ghigno Maligno si instaura sul generale Cartaginese.
- Tu invece sei Annibale...il gigante scemo.
- Bada a come parli demone,pensi di essere un duro solo
perchè hai ucciso due componenti della squadra dei dieci?
sei solo un illuso.
Sesshomaru estrae i Flagelli del Caos.
- se ne se sei convinto fatti sotto.
- Si...ne sono convinto, sai cosa fare Annone.
Il mostruoso pachiderma si alza su due zampe nel tentativo di
schiacciare Sesshomaru.
- SEI FINITO DEMONE.
- Non credo propio.
Sesshomaru sbatte i flagelli sul vetre dell'Elefante facendo cadere sia
il Pachiderma che Annibale giu per la collina, il gigante si rialza
impugnando il suo martello.
- Aspetta che risalgo la collina e poi ti faccio un culo
così.
Dopo essersi rialzato si rivolge al suo Elefante.
- Rimani giu.
Sesshomaru arriva in cima alla collina dalla quale riesce a notare il
gigante.
- E tutto qui la forza del gran generale Elefante?.
- Non sottovalutare le mie capacità cane.
Sesshomaru impugnando i flagelli spicca un salto diretto verso il
gigante.
- Come previsto dalla mia strategia, CARICA DELL'ELEFANTE.
Annibale tira la sua devastante testata contro Sesshomaru che
non può fare altro che subire il colpo ed essere sbattuto
lontano fino ad arrivare sulla spiaggia, il demone riesce a rialzarsi a
fatica da terra e un grumo di sangue fuoriesce dalla bocca di
Sesshomaru mentre guarda da lontano il gigante che si avvicina a passo
lento verso la spiaggia.
Sesshomaru comincia pensare a un modo su come sconfiggere il gigante.
- E veramente forte, deve pur esserci un modo per abbatterlo.
Il demone osserva bene Annibale per cercare un valido punto debole.
- Forse se colpissi in quei punti potrei renderlo
inagibile...daccordo...proviamoci.
Sesshomaru comincia a correre a tutta velocità incontro al
gigante, da lontano Annibale solleva il martello con entrambe le mani
in attesa di schicciare il suo avversario.
- ADDIO CANE.
- E il momento, FURIA DEGLI DEI.
Sesshomaru muove i flagelli tagliando i tendini delle ginocchia di
Annibale, il gigante cade in ginocchio sentendosi paralizzato dalle
ginocchia in giu.
Sesshomaru continua a correre verso Annibale che impugna il suo
gigantesco martello.
- MUORI DEMONE.
Annibale alza il martello decidendo di schiacciare il principe di
ghiaccio, ma prima di farlo Sesshomaru attaca i flagelli al manico di
legno del martello per poi trovarsi sopra la testa calva del generale
Cartaginese.
Stacca i flagelli dal gigantesco manico di legno per poi cadere sulla
testa di Annibale, tiene i flagelli per i manici conficcandoli nel
craneo.
Con la mano destra Annibale cerca di schiacciare il demone che si trova
sulla sua testa, Sesshomaru si sposta di continuo sulla testa
del gigante.
Usa le catene attaccate ai flagelli per spostarsi in lungo e largo sul
cranio di Annibale anche se trova qualche difficoltà nel
farlo visto che la mano destra di Annibale cerca di afferarlo mentre
l'altra tiene il martello.
Sesshomaru decide di finire lo scontro una volta per tutte, impugnando
le catene comincia a tirare i flagelli a se provocando un dolore
immenso al genrale, Annibale usa anche la mano sinistra che lascia
cadere il martello a terra, deciso a catturare il demone prova a
schiacciare il demone con entrambe le mani.
Sesshomaru evita entrambe le mani saltando in avanti, finisce sul naso
di Annibale dove si posa sopra.
Annibale vede con l'unico occhio ancora funzionante il demone che si
trova sul suo naso, ma non'ha il tempo di fermarlo che gia un calcio in
versione ariete di sfondamento gli rompe il setto nasale per poi
saltare giu dal gigante finendo sul terreno sabbioso, Annibale non
può far niente che fissare negl'occhi il suo nemio mentre il
sangue gli cola sia dalla testa pelata che dal naso frantumato
- TUUUUUUUUUUU, CHI SEI TU PER ESSERMI RIUSCITO A FARE QUESTO?
- Se vuoi ti rispondo io, dice una voce che si sente provenire dal
mare, i due si girano in direzione della voce...Sesshomaru vede una
sagoma in lontananza, il suo odore è
inconfondibile...è il mezzodemone assetato di potere, la
creatura che porta solo morte,dolore e distruzione....è
lui...Naraku.
- Naraku?...tu dovresti essere all'inferno.
- Sesshomaru...sono passati vent'anni da quando fui sconfitto da una
semplice umana...una ragazzina...Kagome...poi scopro che è
morta e con lui tutti i suoi compagni compreso tuo fratello
inuyasha...è scopro anche che hai un gemello.
- Hai conosciuto Flavio.
- Gia, un tipo interessante...e sai la cosa più sorprendente
qualè?...tu.
- Io?
- Si tu, una volta ti consideravo il demone perfetto...adesso mi devo
ricredere...sembri un barbaro, vai in giro a petto nudo, indossi dei
sandali e sai qual'è la cosa che mi sorprende di
più?
- No.
- Mi sorprende il fatto che tu abbia la barba.
- A me invece non sorprende il fatto che sei diventato il leccapiedi di
Flavio, diciamocielo, sei sempre stato bravo a farti umiliare in
pubblico.
- come ti permetti?
Naraku muove uno dei suoi tentacoli contro Sesshomaru che riesce a
evitare facilmente con un semplice salto, il demone scaglia i Flagelli
contro Naraku.
Naraku viene colpito dai flagelli, il flagello sinistro gli perfora la
zona del fegato mentre quello destro gli stacca il braccio sinistro.
- Che diavolo sono quelle?
- Parli di queste spade ?
Sessomaru mostra i flagelli a Naraku, mentre li mostra assume un
sorriso arrogante come segno di superiorità.
- Vedi Naraku, questi sono i flagelli del Caos, secondo me hanno questo
nome per il fatto che quando ferisci qualcuno con queste armi si ha la
senzazione di essere colpiti sia da delle fruste che da due lame
veramente letali,ma tanto ormai stai per morire....e quindi.
- E quindi?
- Tanto vale che ti amazzo immediatamente.
- Ne sei convinto? risponde Annibale.
Sesshomaru si gira verso il gigante che maneggia ancora il
suo martello, anche se ferito continua il tentativo di uccidere il
demone.
- SMETTETELA TUTTI E DUE, urla una voce fuori campo.
Naraku Sesshomaru e Annibale alzano al testa verso il cielo.
- Flavio, dicono tutti e tre allo stesso tempo.
Dall'alto Flavio sta a guardare i tre combattenti mentre lui se ne sta
seduto su Pegaso.
- Naraku, Annibale, state combattendo una battaglia gia persa in
partenza, ritiratevi tutti e due.
- Flavio, vorrei andarmene ma non posso, tuo fratello mi ha tagliato i
tendini delle ginocchia.
- Daccordo Annibale, Naraku.
- che vuoi?
- Prendi Annibale e portalo da me.
- Daccordo.
Naraku si muove verso il gigante bisognoso di aiuto, arrivato da lui
Naraku crea una barriera attorno a loro in modo che nessuno possa
danneggiarli unteriormente.
Dopo aver creato la barriera Naraku si libra in cielo insieme ad
Annibale, lNaraku si ferma di fronte a Flavio in attesa della risposta
di Flavio.
- Adesso che si fa?
- Torna sull'Olimpo insieme ad Annibale, ci penso io a cuarare il
nostro amico Cartaginese.
interviene Annibale.
- E il mio elefante? lo volete lasciare li?
- Rilassati, il tuo elefante e fatto con le anime delle tue truppe
morte durante le guerre puniche.
- Questo lo so, però...
- Però non ti piace abbandonare un tuo fedele alleato vero?
non ti preoccupare tornerà anche lui.
Flavio punta con l'indice della mano destra la barriera di Naraku,
Annibale vede Flavio che apre bocca.
- TRASPORTO DI...
- Aspetta Flavio.
- Che c'è Annibale?
- Ti va una scommessa?
- Una scommessa? sentiamo.
- Scommetti che faccio volare tuo fratello Sesshomaru?
- In che modo vorresti farlo volare?
- Così...dieci,nove,otto,sette...
Sesshomaru intanto si trova ancora sulla spiaggia a vedere i tre che
parlano tra loro.
- Quei tre mi hanno stancato.
All'improvviso la voce di minerva si fa sentire.
- Sesshomaru, Annibale ti sta provocando, non cadere nella sua trappola.
Sesshomaru non sta neanche ad ascoltarla che spicca un salto nella
direzione di Naraku.
Mentre il demone si avvicina sempre di più alla barriera
Annibale continua a contare.
- Tre...due...uno.
Sesshomaru è vicinissimo alla barriera dove sta per tirare
un'altro dei suoi pugni infuocati.
- ORA.
Il gigante molla un pugno a Sesshomaru, il colpo è
così forte che se fosse stato più potente avrebbe
superato per altezza di quota persino le nuvole.
- SCONFITTO.
- NE SEI CERTO? dice sesshomaru.
Poco a poco il demone smette di andare in alto
e comincia a precipitare verso il suolo, si avvicina sempre
di più ad Annibale.
Entrambi sono pronti a tirarsi il pugno finale dell'incontro.
- MUORi, EFERET
Il braccio di Sesshomaru comincia a prendere fuoco.
- ADDIO, MILQuARAT
Il braccio destro di Annibale diventa di pietra.
I pugni si muovono, le braccia si slanciano...l'uno colpisce la mano
dell'altro.
Le nocche si spaccano, le braccia si spezzano, il sangue esce senza
freni dalle braccia dei due avversari.
Dopo che Sesshomaru a tirato quello che doveva essere un colpo
micidiale precipita verso il mare, ma prima ancora che entri in acqua
qualcosa riesce a prenderlo al volo.
- Ma cosa? Minerva ti avevo detto di prendere Rin e andartene in un
luogo sicuro.
Sesshomaru si accorge di trovarsi sul Barbagianni della dea
- Siamo venute in tue soccorso, non'è vero Rin?
Sesshomaru gira la testa verso Rin che si trova seduta vicino alla coda
dell'animale.
- Stai bene Rin?
Rin e preoccupata per la salute del compagno.
- Mi chiedi se sto bene? sei tu quello vicino alla morte e chiedi a me
se sto bene? forse è meglio che c'è ne andiamo.
- Che cosa cerchi di dirmi Rin? che dovrei fuggire?
- No però...
Intanto nella sfera di Naraku.
- Annibale.
- Che vuoi Flavio?
- Torna sull'Olimpo e resta li finchè non ti dico io di
andartene.
- Daccordo, a come faccio ad arrivarci?
- Ci penso io, VARCO DI CRONO
All'improvviso nella barriera si crea un varco che conduce al monte
degli dei, Annibale ci salta dentro senza pensarci due volte.
- Andiamocene Naraku.
I due entrano nel varco per poi sparire nel nulla all'interno di esso,
il Barbagianni intanto si trova ancora in volo sotto la zona della
sfera generata da Naraku.
Sesshomaru rimane ancora disteso sul volatile con le piume sporche del
sangue del demone.
Le due ragazze comprendono che Sesshomaru ha bisogno di urgenti cure
per il suo corpo, Rin cerca di parlare col suo amato principe
- Andra tutto bene amore mio, non morire.
Rin si rivolge alla dea.
- Minerva, Sesshomaru sta morendo dissanguato,dobbiamo portarlo da
qualche parte
- forse so dove possiamo curarlo, ci metteremo un pò,
tenetevi forte
Il Barbagianni comincia a volare verso il mare aperto...prossima
destinazione...Cipro.
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Capitolo 23 *** Verità nascoste ***
Sono passate due ore da quando Sesshomaru e Annibale si sono scontrati
in un modo a dir poco brutale, il Barbagianni continua a volare verso
l'isola di cipro...ancora troppo lontana per curare le ferite del
demone.
Minerva ormai non sa più cosa fare e Rin ormai e
sempre più preoccupata per al salute del suo unico vero amore
- dove stiamo andando Minerva?
- L'isola di cipro, li potranno curare le ferite di
Sesshomaru...purchè sia ancora vivo per essere salvato.
- non puoi andare più veloce?
- questo uccello sta dando tutte le sue energie per andare alla massima
velocità, più di così non
può fare, sarebbe bello se qualcuno ci potesse aiutare in
questa situazione
all'improvviso si fa sentire una voce nell'aria
- non vi preoccupate, ci pensiamo noi a salvarlo
All'improvviso una luce accecante proveniente dal sole abbaglia
completamente tutti coloro che l'hanno vista.
Dopo questo colpo di luce tutto il cielo ricomincia a predere il suo
colore azzurro...ma il luogo dove si trovano i tre e completamente
cambiato.
Davanti a loro si trova un gigantesco tempio in stile egizio in cima ad
una altissima scogliera e dietro di loro una ripida discesa rocciosa
dove ai piedi di essa si trova un piccolo borgo.
Rin e Minerva cercano di capire qualcosa della situazione.
- Dove siamo Minerva?
- Non lo so.
- Se volete vi rispondo io, dice una voce fuori campo proveniente dal
tempio.
Dall'entrata esce un'essere simile ad Anubi anche se a differenza di
quest'ultimo non'è in parte sciacallo.
Questa figura porta dei sandali ricamati, un gonellino egizio colorato
d'azzurro, due bracciali d'oro, corpo da umano (tranne la testa), un
ciondolo con un Ibis d'oro è sopratutto la testa di un Ibis,
una sorta di airone egizio dal lungo becco nero.
Minerva si rivolge all'ultimo arrivato.
- Thot...
- e da un pò che non ci si vede Minerva, come è
andata in questi ultimi secoli?
- Così così, tu invece? puoi spiegarmi che ci fai
qui a Cipro?
- Tu fammi curare il famoso eroe di cui parlano tutti e io ti
spiegerò tutta la faccenda.
- E tutto tuo.
Thot si dirige verso il barbagianni che porta Rin, Minerva e il demone
in fin di vita, arrivato vicino quest'ultimo gira la testa verso
l'entrata del tempio
- Dobbiamo portare l'eroe dentro il tempio cosicchè possa
curarlo.
- Daccordo.
Mentre il corpo del demone continua a far sgocciolare sangue da tutte
le parti la sua mente subisce tutt'altro effetto...sogna.
Sesshomaru si trova per terra appogiato di petto, apre gli occhi che
fissano il terreno sottostante.
Sangue.
si alza dal suolo in modo frettoloso sorpreso dalla presenza di quel
liquido scarlatto che tanto conosce, ormai in piedi gurda il proprio
corpo sporco di sangue.
- Questo sangue...dev'essere il mio, dopo lo scontro devo essermi
procurato non poche ferite...però...come mai non sento
dolore?
Sesshomaru comincia a toccare ogni parte del suo nella
probabilità di trovare ferite aperte,ma purtroppo non riesce
a trovare quello che cerca sulla sua dura carne da demone.
- Impossibile, non riesco a capire...cosa sta succedendo? e
soprattutto, che posto è questo?
All'improvviso davanti a Sesshomaru comincia uscire dal sangue in terra
una figura che gli da una senzazione strana...come se Sesshomaru
l'avesse gia vista in passato.
Dalla figura comincia a scendere tutto il sangue che aveva addosso
facendo notare pian piano le sue caratteristiche fisiche: lunghi
capelli argentati,orecchie da cane attacate al craneo, vestiti rossi in
stile Giapponese e una grossa spada ricurva nella mano destra.
Quando Sesshomaru lo vede riescie a pronunciare una sola parola
- Inu...yasha? non può essere...tu sei morto
Il mezzodemone alza il capo che prima era tenuto chino, comincia a
guardare il fratello con occhi color rosso sangue
- Sesshomaru...è da un pò che non ci si vede,
dimmi Sesshomaru...sai che posto è questo? è
l'Inferno...o per meglio dire una parte insignificante di quel regno
dove vanno tutti coloro che hanno peccato in vita, eppure tu sei
l'unico che non c'è tra queste anime dannate.
- Inuyasha, Dice Sesshomaru con un tono misto tra l'arroganza e la
superbia.
Sesshomaru estrae Bakusaiga
- Inuyasha...parli tanto di peccati e di anime dannate, tu non hai idea
dei peccati che ho commesso nella mia lunga esistenza, ti stupisce che
io non sia a bruciare tra le altre anime? la mia anima e talmente piena
di peccati che se ci fosse una lista con scritto quello che ho fatto
non arriveremo neanche a meno della metà leggendo a partire
da oggi fino al giorno in cui il mondo finirà.
- Sta zitto e preparati a combattere.
- io mi preparo a combattere, tu preparati a perdere.
I due fratelli cominciano a correre l'uno verso l'altro, si avvicinano
sempre di più...le zanne si scontrano.
Inuyasha comincia con degli attachi pesanti, cerca di colpire il demone
ma è troppo veloce per lui.
Sesshomaru continua a schivare e parare i colpi di Tessaiga, para ogni
colpo di Inuyasha anche se ormai comincia a risentire di questa tattica
difensiva, ma per fortuna il demone riesce a mettere freno agli attachi
di Inuyasha tenendo Bakusaiga contro Tessaiga bloccando il continuo
flussi di attacchi.
- Stanco Sesshomaru?
- non preccuparti, so badare a me stesso...al contrario di te.
Detto questo Sesshomaru spinge indietro Inuyasha per poi colpirlo in
pieno.
Inuyasha cade per terra, con la schiena sul terreno bagnato di sangue,
Sesshomaru alza la spada nell'intento di finire il fretello.
- muori.
Sesshomaru muove la punta di Bakusaiga diretta al petto
- ora basta coi giochi, dice Inuyasha
All'improvviso il corpo del mezzodemone viene assorbito dal terreno
sanguigno quasi stesse cadendo nelle profondità di un lago.
La punta di bakusaiga tocca il terreno ma senza ferire minimamente
Inuyasha.
Sesshomaru rimane sbigottito dalla cosa, stacca la spada dal terreno
senza capire cosa sia successo prima.
- Impossibile, fino a qualche secondo fa era qui...e poi sparisce nel
nulla, questa storia non mi convince.
Sesshomaru rinfodera la spada credendo ormai che il pericolo sia
sparito completamente.
- Sesshomaru
Alla destra del demone compare Inutaisho.
- Padre, finalmente siete arrivato.
- Sesshomaru, sei riuscito ad arrivare in Fenicia e per di
più sei riuscito a pareggiare nello scontro con quel Gigante.
Inutaisho comincia a camminare fino ad arrivare di fronte al
figlio.
- Figlio mio... e arrivato il momento che io ti faccia qualche dono.
- Dono?
- Si, ora mai sei un uomo, anche se avvolte me lo
dimentico...è giusto
che tu abbia queste.
Inutaisho poggia le mani sulle catene avvolte attorno alle braccia del
figlio
- Figlio mio, abbi cura di te.
dalle mani di Inutaisho partono due potentissime luci che inondano di
luce tutto cio che le circonda.
Istintivamente Sesshomaru chiude gli occhi mentre il padre si tiene
ancora alle cantene.
- Che sta succedendo Padre?
- lo saprai a tempo debito.
Detto questo tutto intorno a Sesshomaru sparisce nel nulla, tiene
ancora gli occhi chiusi per evitare di rivedere quella fastidiosa luce.
Comincia a farsi coraggio e apre gli occhi, con grande stupore
l'ambiente attorno e completamente cambiato.
I suoi occhi guardano verso l'alto.
Un soffitto in pietra posto a un bel pò di metri dal
terreno, prova a ruotare lo sguardo verso la sua sinistra.
Nota un muro con una finestra, da li la fioca luce del sole mattutino
illumina la stanza.
Accanto al letto si trova un comodino in legno di sandalo con sopra un
vaso pieno di fiori.
Mentre Sesshomaru osserva un lato della stanza dall'altro si sente il
vagito di un neonato.
Gira la testa verso destra incuriosito da quella voce tanto familiare,
ma quello che vede non gli piace per niente.
Una figura si mostra dinanzi al suo debole sguardo, una figura che
tratta tutte quelle conosciute e quella che detesta di più.
- Salve fratello, come va la salute?, dice ques'ultimo con il neonato
in mano.
- Flavio, che ci fai qui?
-Il motivo sembra ovvio, sono venuto a farti visita, sai, il fatto che
noi due siamo gemelli non conta proprio per te? insomma siamo gli unici
rimasti della nostra famiglia, apparte nostra madre ovviamente.
- Dove vuoi arrivare con questo discorso inutile?
- Posso solo dirti che io e te siamo unici...noi due siamo diversi, da
tutto e tutti
Flavio ruota lo sguardo verso il neonato
- Non ho forse ragione Ryu?
Flavio ritorna con lo sguardo verso il fratello
- va be dai, ti lascio tuo figlio che per motivi di sicurezza metto sul
comodino, non vorrei che mi avvicinassi troppo al letto e scoprire che
puoi ancora darmi un'artigliata mortale.
Flavio posa il bambino sul comodino
- ci vediamo Sesshomaru, TRASPOR...
- Aspetta.
- Che c'è?
- Devo farti qualche domanda.
- Ehm...daccordo, che cosa devi dirmi?
- Quella volta che ci siamo scontrati..mi hai lasciato vincere,
non'è vero?
- Vedi...il fatto e che...
- Dimmi la verità...
- Si.
- Per quale motivo?
Flavio se ne sta zitto per qualche secondo.
- Semplice, quando ti trasformasti in un Kami diventasti molto
più forte di quanto lo eri prima, non sapendo come
combatterti ho deciso di fare una prova
- Una prova? Vuoi forse dirmi che hai preso tutti quei colpi da parte
mia solo per vedere quanto ero forte?
- Esatto, ti ho usato per la mia curiosità, davvero credevi
che il solo fatto di usare la furia degli dei mi avrebbe ucciso?davvero
ci speravi?
- tu...maledetto,ti sei preso gioco di me, non la passerai liscia.
- ne sono certo, prima che me ne vada voglio darti una mano, tra un
paio di giorni la città di Petra sarà messa sotto
assedio da Sargon, insieme a lui ci sarò io e un'altro
componente della squadra dei dieci, sei vuoi vedere una piccola parte
della mia potenza fatti trovare li tra quindici giorni, ora me ne
vado....oggi però....passo dalla porta principale.
Flavio gira le spalle verso l'entrata della stanza posta dietro di lui,
l'unica cosa che si sente in quel momento e la lenta camminata del
gemello scherzoso...ma questa volta con un'attegiamento molto
più serio.
L'atrio della camera viene oltrepassato dalla figura del demone, uscito
dalla stanza si ritrova a camminare per un lungo corridoio bianco,
passo dopo passo Flavio raggiunge un'altra varco.
Oltrepassato anche questo Flavio si inoltra in un grande spazio, dentro
di esso si trovano grandi colonne egizie,muri dipinti con motivi egizi
e statue gigantesche raffiguranti gli dei egizi.
Flavio cammina all'interno di questo grande spazio sacro con aria
tranquilla e disinvolta, il forte odore di incenso da un modesto
fastidio alle potenti narici del demone, ma trutti questi odori se ne
fa sentire uno che non dovrebbe avere niente a che fare con questo
luogo.
-Esci allo scoperto...Rin, dopo aver parlato si gira verso una delle
delle colonne che si trovano di fianco a lui.
Da dietro la colonna esce Rin, l'umana e così spaventata di
fronte a quel demone tatnto più forte di lui che il pallore
del suo viso raggiunge per metà lo stesso colorito
del suo bianco kimono.
- Sei venuto per uccidere Sesshomaru? chiede Rin tutta tremolante per
la paura.
- Cosa? ucciderlo? non sarebbe giusto nei suoi confronti...e non
sarebbe giusto nei riguardi del rapporto medico/paziente.
- Medico?
- gia...ma adesso passiamo alle cose serie...finchè
Sesshomaru sarà ferito non permetterò che
qualcuno gli faccia del male,ma quando sarà guarito
torneremo a combatterci...adesso, se non ti di spiace dovrei andare
via,ci vediamo.
Flavio comincia a incamminarsi verso l'uscita del tempio quando ad un
certo punto Rin lo richiama.
- Aspetta...
Flavio si volta verso l'umana
- Cosa c'è?
- Posso farti una domanda?
- Basta che ti velocizzi..cosa vuoi sapere?
- Durante la battaglia tra Sesshomaru e quello strano gigante ho notato
una cosa.
- Quale?
- Quando ero con Minerva ho dato una veloce occhiata a Naraku...e lo
data anche a te...mentre vi osservavo ho notato i vostri sguardi.
- I nostri sguardi?
- si...lo sguardo di Naraku era sempre lo stesso....cattivo e
velenoso...ma il tuo era diverso...era triste...una volta mia madre mi
disse che dallo sgaurdo di una persona si può capire
com'è veramente fatta uan persona.
- Dove vuoi arrivare con questo?
- Quello che volevo chiederti é...perchè sei
così triste?
flavio abbassa lo sguardo come se non avesse il coraggio di vedere Rin
e dargli una risposta,
- ti stai sbagliando, io,Flavio,non ho bisogno di un sentimento come la
tristezza.
Rialza lo sguardo verso Rin
- Di a mio fratello di tenersi pronto...perchè questa
volta...non avrò pietà.
Detto questo volta le spalel verso Rin e si incammina fuori dal tempio,
intanto che se ne va Rin rimane li a lemuginare su quello che pensa di
Flavio.
- Anche prima il suo sguardo era così triste, forse mi
sbaglio...ma....c'è qualcosa dentro di lui che non vuole far
vedere...o peggio...che vuole dimenticare, devo parlarne.
Intanto Sesshomaru rimane li sul letto, anche lui sta lemuginando su
quello che è successo prima.
- Peccati... ne ho commessi tanti nella mia vita, ho compiuto le
peggiori azioni di cui un principe possa macchiarsi, ma sarebbe
più giusto definirmi un soldato piuttosto che un principe.
Comincia a ricordare i tre peccati che lo caratterizzano di
più: la superbia,credeva di essere un dio in terra, invece
si accorse di essere come gli altri demoni, carne e ossa, Lussuria, che
fosse un momento dopo una battaglia o una giornata noiosa si ritrovava
nella situazione in cui commettere questa guduria
peccaminosa, avvolte con un bellissimo demone femminile...e avvolte
anche più di una.
Ma tra tutti le sue colpe c'enera una di cui si è sempre
macchiato, fin dal giorno del suo primo combattimento...l'ira, il
peccato degli iracondi e dei violenti, i suoi continui combattimenti e
il suo addestarmento quasi spartano alla corte del parte lo hanno fatto
diventare una vera macchina di morte, le sue mani hanno maneggiato
qualsiasi strumento di morte, spade, asce,mazze,lancie, coltelli...per
non parlare del combattiemnto a mani nude, il guerrero perfetto...il
guerrero che tutti vorrebbero come alleato,il mostro che nessuno
vorrebbei mai affrontare.
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Capitolo 24 *** Un passato nascosto ***
Una brezza leggera entra nella stanza del demone che se ne sta disteso
sul a pensare, a riflettere.
Per la prima volta nella sua vita riflette sulle azioni passate e
sull'incontro con Flavio,essendo immerso nei suoi pensieri non si
accorge delle piccole cose che stanno accadendo in quel momento
Ogni sensazione di quell'attimo è persa quasi non
esistessero in quel momento, dal fresco venticello proveniente dal mare
alle costole e alle altre ossa spezzate del demone, compreso il braccio
destro, dalle lenzuola che coprono quel corpo mal ridotto ai dolori
provenienti dall'interno del suo corpo.
- mi sembra tutto così strano... da quando ho cominciato
questo viaggio la mia vita è cambiata nettamente, insomma, i
flagelli,la squadra dei dieci,Flavio...tutte cose che fino a poco tempo
fa non sapevo neanche della loro esistenza,temo che mio padre mi abbia
nascosto troppe cose, per non parlare degli dei dell'Olimpo, di cui
credevo nella loro esistenza nei tempi antichi e che poi fossero stati
dimenticati, c'è qualcosa che non torna, ci sono troppi
misteri, ma forse c'è qualcuno da cui potrei avere delle
risposte, aspetterò di rimettermi in forze...e poi
avrò le mie risposte...poco alla volta.
All'improvviso Sesshomaru sente due odori nell'aria, uno di essi sa di
odora di uccello, quasi lo stesso dore dele gru giapponesi,mentre
l'altro sa di tomba.
Sesshomaru sente la loro presenza a poca distanza da lui quando
all'improvviso le due figure che portano quedti odori si fanno vedere.
- Anubi.
- Sesshomaru, vedo che ti sei ripreso velocemente, scusa che
maleducato, lui e un mio collega.
Interviene l'altra creatura dal corpo umano e dalla testa di Ibis
- Salve, io sono Thot dio Egizio della scrittura e della sapienza, ma
basta coi discorsi inutili e parliamo di cose serie, ho fatto cio che
potevo per curarla sia con la magia che con la Medicina Egizia ma non
ho potuto fare di meglio di quello che sente ora.
- Non ti preoccupare mi rimetterò in fretta...infondo sono
un demone maggiore.
- Vero, comunque, e arrivato il momento di fare qualche controllo
medico, non le di spiace farsi visitare vero?
- Ti avverto, sento dolore dappertutto e non mi va di sentirne altro.
- Starò attento.
thot si gira verso Anubi
- Ti di spiace prendere Ryu?
- Lo prendo subito.
Anubi si avvicina al comodino e prende il piccolo tra le sue braccia.
- Andiamo da tua madre.
Con il piccolo Ryu tra le braccia lo sciacallo si dirige fuori dalla
stanza in cerca di Rin mentre gli altri due rimangono per il controllo
medico.
- Non ti di spiace se scrivo qualcosa vero? dice Thot con un
pò di preoccupazzione.
-Fa pure, dice il demone.
- Grazie, sai, devo annotare varie cose.
L'ibis si muove verso il comodino che si trova vicino al letto, con un
gesto della mano apre il cassetto di quest'ultimo per poi posizionare
sul mobile quello che ci ha trovato dentro, un calamaio pieno di
inchiostro, un pennello di legno e un foglio di papiro utilizzato per
annotare i vari sintomi di un paziente.
L'ibis prende tra le mani il foglio di papiro e il penello, immerge il
pennello nel liquido nero per poi portalo vicino al foglio.
- Cominciamo, se non sbaglio tu sei Sesshomaru, l'eroe di cui si parla
tanto nel mondo.
- Come fà la gente a sapere qualè il mio nome
prima ancora di averle viste.
- Lo sanno tutti che casino hai combinato in India, Per non parlare che
hai sconfitto Kalì, è non dimentichiamoci che
battaglie hai fatto nel l'impero Persiano, e il duello con Palgea e
stato a dir poco fenomenale.
- Vedo che le voci su di me girano fin troppo velocemente.
- Che ci vuoi fare, il mondo è piccolo,comunque,come ti
senti adesso?
- Mi fanno male tutte le ossa.
- Capisco.
Thot comincia scrivere in geroglifico sul suo foglio i primi sintomi
del demone.
- Sai percaso quali ossa si sono spezzate?
- Non riesco a muovere il braccio destro,penso sia rotto.
- Bene,poi?
- Le costole.
- Quali per l'esattezza?
- A giudicare dal dolore tutte.
- Dopo faremo qualche esame per vedere quale costole si sono rotte.
Un altra Annotazione finisce sul foglio di Papiro, Thot distoglie lo
sguardo dal foglio per poi osservare il demone.
- Per adesso ho finito, più tardi tornerò a fare
altri controlli.
- Daccordo.
Thot comincia a camminare verso la porta quando all'improvviso la voce
del demone gli ferma la camminata.
- Aspetta.
- Cosa c'è Sesshomaru?
- Devo chiederti una cosa...se conosci Anubi avrai di certo conosciuto
anche mio padre.
Un silenzio di ghiaccio scende su quella piccola stanza.
- Vorresti sapere i segreti del passato? ebbene sappi che le risposte
che cerchi potrebbero sconvolgerti.
- Non mi interessa, devo sapere la verità.
Thot si gira verso Sesshomaru incuriosito da questa sua affermazzione.
- Come vuoi, più tardi saprai alcune cose che riguardano la
tua missione e le cose che tuo padre ti ha nascosto, ma per
adesso...non posso dirti nient'altro.
- un'ultima cosa... dove sono le mie armi?
- La spada che chiami Bakusaiga e nelle mani della dea Minerva.
- E i Flagelli del Caos?
- I Flagelli del Caos si trovano nel mio studio...dove nessuno
potrà toccarli, se non il legittimo propietario.
- Meglio così.
- Gia, adesso io vado, ci vediamo più tardi.
Thot esce fuori con passo accellerato quando all'improvviso urta contro
una donna con un bambino in mano.
L'ibis si sente in imbarazzo per quello che è successo, si
passa la mano che regge la penna dietro la nuca in simbolo di imbarazzo.
- Mi scusi, non l'avevo vista, spero di non aver fatto del male sia a
lei che al piccolo.
Il dio osserva bene la figura che si trova davanti.
- Io l'ho gia vista, lei è la ragazza che sta insieme a
Minerva.
- E lei dev'essere l'uomo che ha medicato il mio compagno.
- Compagno? oh si certo,Sesshomaru, mi perdoni se non l'ho riconosciuta
subito.
- Non fa niente, piuttosto mi sa dire come sono le condizioni di salute
del mio amato?
- Perchè non glielo chiede di persona? si è
rispreso, ma faccia ad attenzione a non toccarlo, pare che abbia tutte
le ossa distrutte.
- Distrutte? dice Rin preoccupata.
- Non si preoccupi, tra due tre giorni sarà gia in piedi,
ora dovrei andare, tornerò più tardi per altri
controlli, arrivederci.
- Arrivederci, e grazie di tutto.
- Di nulla.
Detto questo Thot si incammina per il lu corridoio del tempio con in
mano foglio e penna.
Rimasta sola col piccolo decide di entrare nella stanza a trovare il
suo amato demone.
Entrata dentro si accorge subito della presenza del compagno, immobile
e freddo come al suo solito.
- Rin
La voce del demone richiama a se la giovane umana al suo cospetto, si
muove in direzione del letto con il piccolo tra le braccia che non vede
l'ora di tornare dal padre.
- Come ti senti amore mio?
- Me la cavo...vedo che Anubi ti ha dato Ryu.
- Anubi?ah si il cane nero, si mi ha ridato Ryu,sai,siamo i suoi
genitori e quindi e logico che possiamo vederlo una o due volte
all'anno.
- Gia...Mio figlio, è ironico il fatto che pur essendo
nostro figlio non possiamo tenerlo con noi.
- L'ho hai detto tu stesso....lo abbiamo dato al cane nero
per crescerlo a posto nostro, poichè non possiamo
tenerlo con noi e poi c'è Flavio.
all'improvviso il demone si ghiaccia a sentire quel nome uscire dalla
bocca di Rin.
- Rin...come fai a sapere il suo nome?
- Quando eravamo a Babilonia mi hai parlato che avevi un fratello
gemello.
- questo è vero, ma io non ti ho mai detto il suo nome,come
sai il suo nome? dimmi la verità.
Rin,Non avendo il coraggio di guardarlo negl'occhi china il capo con lo
sguardo che fissa verso il basso.
- Ecco...Vedi...il fatto e che...
- Rin, ho bisogno di sapere la verità, se ti ha minacciato
puoi dirmelo.
- Non ti preoccupare, non mi ha minacciata...la verità e che
mi ero nascosta dietro una colonna per non farmi vedere da lui, ma mi
ha scoperta e sono dovuta uscire da li, abbiamo solo conversato un
pò e poi se ne andato, aveva uno sguardo così
triste.
- Uno sguardo triste? Forse non ti rendi conto del fatto che e per
colpa sua se Inuyasha e gli altri sono morti.
- Lo so, però...
- non c'è nessun però, lo hai visto anche tu che
persona è, sè ha liberato dagli inferi uno come
Naraku vuol dire che farebbe di tutto per togliermi di mezzo.
- Ma...
- Niente ma, lo devo uccidere...sento che devo farlo.
- Daccordo...e solo...
- E solo cosa?
- E solo che dentro di lui ho visto qualcosa che mi ha ricordato te.
A sentire quelle parole il demone acquista un'altro tipo di pensiero.
- Senti Rin...se sei convinta di quello che dici non farò
niente per cambiarlo, anzi, sarai libera di pensare quello che ti pare
su di lui.
Rin alza lo sguardo verso Sesshomaru
- Davvero?
- Certo, é se ti fa felice saperlo ti darò una
mano a scoprire il perchè della sua tristezza.
- Grazie...sai...forse alla fine scopriamo che
non'è così cattivo come vuo far credere.
- Forse...chissà.
- Io credo di si.
Rin si mette a sorridere, il motivo del suo sorriso deriva dal fatto
che crede profondamente in quello che dice, convinta che ci sia del
buono anche dentro Flavio.
- Sai che ti dico Sesshomaru? non pensiamoci, adesso pensa a guarire e
poi andiamo dove dobbiamo andare, ti va se sto qui con te?
- Che domande fai Rin? e ovvio che puoi stare qui con me.
- Grazie, però non so dove sedermi.
- Puoi sederti vicino a me, tanto non dai fastidio.
Rin si siede accanto a Sesshomaru dandogli attenzione e compagnia, si
sente una strana atmosfera in quella stanza...una i
benessere, di conforto per le ferite fisiche del potente demone.
Si sente quella tipica senzazione di famiglia, tutti raggrupati nello
stesso medesimo posto, quasi fosse una cosa normalissima per Rin e per
Ryu.
Sesshomaru non è mai stato il tipo che stava in compagnia di
qualcuno, ma in quelle rare situazioni in cui non faceva il solitario
sembrava una persona come tutte le altre, anche se ormai era diventata
un'abitudine comune per lui.
Il piccolo Ryu emette qualche vagito per cercare di attirare a se
l'attenzione della madre, Rin muove lo sguardo verso il neonato.
- Cosa c'è piccolo, hai fame?
Rin si porta il bambino vicino al petto con una mano mentre con l'altra
si scopre un lembo del Kimono lasciando un seno di fuori
affinchè possa allattare il piccolo.
Ukyo si attacca al seno di Rin aspirando ancora una volta il latte che
gia una volta l'ho ha nutrito e saziato, così facendo Ryu
non solo si nutre col nettare materno, ma cra di nuovo quel legame che
si era spezzato hai giardini di Babilonia.
Finita la poppata il piccolo si stacca dal seno della madre, dopo aver
mangiato il piccolo Ryu volta lo sguardo verso il padre, allunga le
sue piccole e paffute mani verso il demone nel vano tentativo di
avvicinarsi al padre con le sue sole forze.
-Vuoi andare da tuo padre?
Il piccolo Ryu continua a raggiungere invano il padre, anche se non
capisce d non potercela fare da solo continua provare.
-Amore mio,tuo figlio vuole venire da te.
- L'ho notato, mettilo alla mia sinistra.
Rin si alza dal letto insieme a Ryu, dopo essersi alzata fa il giro
del mobile finendo nella parte sinistra del letto.
Rin mostra di nuovo il neonato a Sesshomaru come se fosse un piccolo
baule pieno zeppo di monete e gioielli, piccolo e prezioso, questo
è il valore che viene assegnato al piccolo mezzodemone.
-Sesshomaru, ecco qui tuo figlio.
Sesshomaru fissa il mezzodemone con l'orgoglio che solo un vero padre
potrebbe sentire nel vedere il suo primogenito.
- Rin.
detto questo sposta lo sgaurdo verso la sua amata.
- Riesci ancora a credere ce questo è il frutto del nostro
amore?
- Certo che ci credo, adesso e per sempre, tu non credi?
- No, eppure quello che ho davanti hai miei occhi e tutt'altro che
falso, questo è il mio erede...questo è mio
figlio...eppure c'è qualcosa che mi turba.
- E sarebbe?
- Vedi...il fatto e che non riesco ancora a credere che una creatura
così innocente abbia me come padre.
- Che dici? tu sei una delle persone più buone di questo
mondo, tu non sei quello che la gente della nostra terra descrive.
- Ti sbagli, tu mi ami ma non hai ancora capito chi sono davvero...e
sopratutto cosa ho fatto per potermi definire in questa maniera.
- Quello che hai fatto?
- Si.
Sesshomaru gira la testa dalla parte opposta del letto.
- Tu non hai idea di quello che ho fatto nella mia lunga vita.
Nella mente di Sesshomaru passano i ricordi di tutte le peggiori azioni
che commise quand'era giovane,uomini, donne e bambini fatti a
pezzi,notti focose con donne bellissime, tutto ciò che ha
fatto in passato ha forgiato l'uomo che è adesso.
Rin posa la sua mano sinistra sopra l'altra del demone quasi mentre con
l'altra tiene in braccio il figlio.
- Sesshomaru,qualsiasi cosa tu abbia fatto...qualsiasi azione tu abbia
commesso...sappi solo che se ti di spiace di aver fatto tutte quelle
brutte cose, vuol dire che non sei così cattivo e freddo
come vuoi far vedere, sento che dentro di te c'è un barlume
di bontà, e fidati, è molto più grande
di quello che sembra.
-...se lo dici tu.
I due si fissano per un momento finchè all'improvviso il
demone non viene distratto da qualcosa che lo spinge a girare la testa
verso l'atrio della stanza.
Nella stanza rientrano le due divinità egizie, nei loro
occhi di animali si può leggere un senso di malessere, quasi
dovessero rivelare qualcosa di grosso al giovane principe davanti a
loro.
- Sesshomaru, siamo qui per rivelarti la verità, risponde
Thot.
- Bene, risponde Sesshomaru.
Sesshomaru gira lo sguardo verso Rin
- Puoi lasciarci soli per un momento?
- Certo,torno più tardi.
Rin si alza dal letto portandosi con se Ukyo, mente l'umana cammina il
piccolo mezzodemone fissa il padre con gran curiosità, poche
volte ha potuto vedere quella possente figura che lui fissa con grande
ammirazzione.
Dopo qualche secondo che Rin esce dalla stanza Thot si avvicina al
letto.
- Sesshomaru e giunto il momento che tu sappia la verità,
tutto cominciò a Babilonia, io è Anubi eravamo
sulla torre di Babele a parlare con il dio Mitra per alcuni problemi
diplomatici tra la Persia e l'Egitto, ad un certo punto sentimmo le
trombe usate dalle guardie della città per avvisare i
cittadini di un attacco da parte di un esercito.
- un esercito?
- proprio così, un esercito venuto da oriente per
conquistare la città di Babilonia, la cosa che mi
stupì in quel momento non era il fatto che la
città fosse sotto assedio, ma chi lo comandava, un demone
maggiore.
A sentire quelle ultime parole Sesshomaru non può
più stare semplicemente ad ascolatare.
- Quel demone...era mio padre?
- No, ma fu quello stesso giorno che l'ho incontrai, venne lanciato
l'attacco alla città con soldati armati fino ai denti,
cercavano di saltare sulle mura per poter aprire le porte della
città, ma gli aricieri posizionati sulle mure riscivano a
colpirli prima ancora che i loro nemici toccassero le mura...e fu
lì...che vidi un soldato su quelle mura...solo
lui...riuscì ad atterrare sulle quelle difese ben
sorvegliate.
- Continua, dice Sesshomaru con aria interessata
- Tra tutti quei soldati c'è ne fu uno che arrivo sulle
mura, solo lui...solo tuo padre.
Sesshomaru rimane sconvolto da quello che sente.
- Impossibile...mio padre era di nobili natali, non poteva essere un
soldato semplice.
- aspetta non ho finito di parlare, arrivò sulle mura,
uccise tutte le guardie e gli arcieri, poi andò alla leva
della porta è apri l'ingresso della città, gli
invasori entrarono nella città e la conquistarono, io e
Anubi scendemmo dalla torre mentre Mitra rimase sulla torre a vedere la
situazione attuale, quando gli invasori ci videro arrivare cercarono di
ucciderci, ma tuo padre gli lo impedì, la sua sola voce
fermò i moltissimi soldati che ci stavano arrivando addosso,
per quella azione il generale nemico si arrabbiò e
impugnando la sua spada si avventò su tuo
padre...naturalmente venne ucciso,era un debole che sapeva solo dare
ordini,dopo quella azione i soldati si voltarono verso tuo padre.
- è poi che accadde?
- Si inginocchiarono è urlarono << il nostro
vero signore è tornato, lunga vita a Inutaisho
>>, a quanto pare tuo padre aveva finto di stare agli
ordini di quello scemo, arivammo da lui e gli chiesi chi era, ancora
oggi ricordo quello che mi disse << io sono Inutaisho,
è questa città ora appartiene alla mia
gente>>, incredibile, tuo padre sapeva esserre umile
anche nei momenti in cui solo lui contava più di tutti gli
altri, per oggi ci fermiamo qui.
- E il resto?
- te lo spiego un altra volta, ci vediamo domani per i controlli medici.
Detto questo Thot se ne va dalla stanza accompagnato da Anubi,appena
entrano nel lungo corridoio si mettano l'uno di fianco all'altro.
- Thot
- Cosa c'è Anubi?
- Sai, dal primo giorno che l'ho visto mi è apparsa la
strana senzazione di avvertire qualcosa dentro di lui, una forza
inspiegabile proveniente dal suo animo, eppure non è la
prima volta che sento qualcosa del genere, e tu sai di cosa sto
parlando.
- Parli della Profezia? ho ti stai riferendo a quello che
c'è scritto tra le sue pagine?
- Sai benissimo di cosa sto parlando...forse e lui l'uomo che
cercavamo...e lui che può salvare l'Egitto, ne sono certo,
lui è...
- Per adesso sappiamo che lui è il nuovo guerriero degli dei
romani, nient'altro.
- E vero non abbiamo prove, però anche tu supponi che lui
sia Ramses...ho per meglio dire...la sua reincarnazione.
- Si e vero, penso che sia il faraone perduto, eppure non abbiamo prove
che sia lui la sua reincarnazione.
- Fidati, il tempo mi darà ragione...
- Speriamo...dimenticavo, devo dire a Minerva il motivo della
nostra intrusione nella vita del demone, per non parlare della nostra
presenza a Cipro.
- Dei dell'Olimpo, perchè devono sempre complicare le cose?
Con questi nuovi dubbi le due divinità continuano la loro
camminata, nella speranza di trovare risposte su questo nuovo quesito.
P.S, se avete gia letto questa fic vi sarà chiaro che go
cambiato il nome del piccolo, d'ora in poi si chiamerà Ryu,
ho deciso di chiamarlo così per il fatto che ho scoperto che
Ukyo e un nome da femmina, con mio grande rammarico ho dovuto cambiare
il nome, continuate pure a leggere la mia fic,a
presto...dimenticavo,ringrazio tutti quelli che commentano e seguono la
mia fic con grande entusiasmo, un saluto ai miei fan e ai fan dei
videogiochi, sopratutto i fan di Assassin's creed,God of war, Dante's
inferno ecc,ciao^^.
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Capitolo 25 *** Riunione divina ***
Salve a tutti, vorrei
ringraziare tutti coloro che
commentano e leggono questa fic, in particolare vorrei ringraziare
Celina,che
legge, commenta e mi aiuta a migliorare la mia fic,
spero che il nuovo capitolo di questa fic vi
piaccia perché d’ora in avanti le
scriverò in questo modo , buona lettura a
tutti coloro che seguono questa, ciao.
È già
trascorso un altro giorno. Tutto tace sul Monte
Olimpo.
Una persona era comodamente
seduta sul grande trono di
marmo del divino Giove, è Flavio. Dormiva
tranquillo e sognava.
Sognava un luogo avvolto
dalle tenebre, ma in mezzo ad
esso vi era una donna con capelli corti e lisci color del fuoco. Occhi
verdi
come l’erba, pelle rosea ed era vestita con del pellame.
La pelliccia di un lupo
avvolgeva il suo corpo, un top e
un pantalone, ai piedi indossava un paio di stivali di cuoio.
Era in piedi di fronte a
Flavio e lo guardava dritto
negli occhi. Uno sguardo profondo e penetrante.
-Flavio-.
Lo chiamò con
voce flebile e tenera.
Sentitosi chiamare il demone
si svegliò, rialzò il capo e
sbatté le palpebre cercando di riprendersi il più
velocemente possibile dal
sonno restauratore.
Distante da lui
c’era un essere che lo osservava con un
sorriso beffardo dipinto sul volto. Era Naraku, che continua sorridere.
- Buongiorno Flavio, dormito
bene oggi?-.
Gli domandò il
mezzo demone. Flavio scosse il capo cercando
di destarsi dal torpore, ma rispose alla sua domanda fattagli con un
altro
quesito, ma in modo ironico.
- Sei tu Naraku, come
butta?-.
- Come scusa?-.
Rispose Naraku un
po’ confuso da quella bizzarra domanda.
- Ti ho chiesto come va?-.
- Non posso lamentarmi-.
- Neanche io-.
Sogghignò il
demone, ma poi continuò.
-Ah, quasi dimenticavo, tra
quindici giorni esatti
attaccheremo la città di Petra con l'aiuto dei miei
gladiatori, un paio di
reggimenti romani, ci saranno anche Sargon e il suo corpo di guardie
personali
e infine Mechamaru-
- Mechamaru?Chi
è?-.
- Il nostro asso nella
manica-.
Affermò Flavio
con un sorriso ironico sul volto, mentre
Naraku lo guardava perplesso.
- Capisco, e quel gigante
non viene con noi?-.
- Parli di Annibale?
- Sì, l'ultima
volta che l'ho visto sembrava che stesse
abbastanza bene-.
- Già,
sembrava… peccato che non possiamo portarcelo
dietro, deve stare ancora in cura qui sull’Olimpo-.
- In cura? Ma quel gigante
non aveva vinto contro Sesshomaru?
- Non ha vinto... hanno
pareggiato, vedi... -.
Il demone scese dal trono,
intanto si avvicinò a Naraku
che continuava a guardarlo cercando di capire le sue parole.
-Quando i loro pugni si sono
scontrati ne, è scaturita
fuori una sorta d’implosione, in poche parole le loro ossa si
sono
frantumante…anche se il più distrutto
è il caro Annibale. Le sue ossa sono più
fratturate rispetto a quelle di Sesshomaru-.
- Più
fratturate?-.
- Esatto, in parole povere
se la sono vista brutta, certo
Sesshomaru ha le ossa fracassate, ma Annibale si trova in condizioni
penose, ma
basta parlare di loro due e godiamoci un momento di
pausa…parliamo di cose
frivole-.
- Perchè?
- Perchè mi sono
appena rotto il cazzo di discutere di
queste cose che mi mettono di cattivo umore... piuttosto ti piacciono
le
donne?-.
Domandò Flavio
con un sorrisetto malizioso sul volto.
- Una volta ho conosciuto
una sacerdotessa di nome Kikyo,
perché me lo chiedi?-.
Flavio cominciò a
camminare per la sala del trono senza
un motivo specifico. Camminava su e giù per la sala, mentre
continuava a
prendere in giro il mezzo demone che non comprendeva
quest’assurdo gioco.
- Curiosità...
è anche giacché ti considero quasi
inutile, cialtrone e ignorante-.
- Sei un pazzo! Come osi
rivolgerti a me in questo
modo?-.
Flavio si fermò
di botto, si voltò e osservò Naraku ormai
furente.
- Non lo so, ma quando
voglio dire una cosa, la dico
senza neanche a stare pensare troppo alle conseguenze. Ma
porca di quella
miseriaccia, cialtrone e ignorante-.
-Smettila di darmi
dell'ignorante!-.
- Finché non
farai qualcosa di buono, non smetterò di
farlo-.
- D’accordo-.
In realtà Naraku
avrebbe voluto dire ben altro che un
semplice d’accordo, era furioso, ma voleva vendicarsi di
Sesshomaru. Quindi
desistette.
- Ne ho visti di demoni con
la mentalità pari a quella di
un filo d'erba, ma questo li supera tutti-.
Affermò Naraku,
mentre guardava Flavio. È quasi una frase
detta a se stesso, che a quel demone che si burlava di lui.
- Flavio, che cosa facciamo
con Sesshomaru?-.
- Per adesso aspettiamo che
si riprenda-.
- Aspettare? Ti rendi conto
del fatto che tuo fratello è
ferito, vero? Questa è l'occasione che aspettavamo per
ucciderlo-.
Flavio riprese a camminare,
ma il suo sguardo rimase
fisso su quello cremisi del mezzo demone.
- Rilassati e divertiti, la
tua è una paura
inutile, aspettiamo che si riprenda, questi sono i miei
ordini-.
- Ma... -.
- Questi sono i miei ordini,
ora va!-.
Flavio quasi
urlò, non sopportava quel mezzo demone.
Naraku chinò il
capo, anche se dentro la rabbia lo
divora. Il miasma lo avvolse e sparì nel nulla lasciando
Flavio a riflettere. A
pensare se la decisione presa di attaccare Petra tra quindi giorni.
- Magari fossi ancora
accanto a me Palgea, tu eri in
grado di mostrarmi la via giusta-.
- Flavio al mondo esistono
voci più sagge della mia e
questo tu lo sai bene-.
Affermò una voce
proveniente dal cielo. D’un tratto un
raggio di sole colpì un punto accanto al demone, da esso ne
uscì una figura che
ben conosceva.
- Flavio, fai ancora il mio
nome nonostante sia passato
dalla parte di tuo fratello?
-Già, adesso ha
qualcuno su cui contare, non è più
solo…sai non sopporterei l’idea di lasciare da
solo Sesshomaru-.
- Dimentichi gli altri-.
Affermò Palgea.
-A Petra lo attende la sua
compagna Rin, il suo unico
erede e futura speranza della sua casata, Ryu…fidati, il mio
caro fratello ha
più amici di quel che credi-.
Flavio si fermò,
ma poi riprese.
- Forse hai ragione tu, ma
non mi fido troppo a lasciarlo
da solo-.
- Fidati, starà
benone. Comunque c'è una cosa che non
capisco, lui è il tuo acerrimo nemico, eppure ti preoccupi
per lui, perché?-.
- Che cosa vuoi che ti dica?
Sesshomaru sarà anche mio
nemico, ma rimane comunque mio fratello.
- Anche il mezzo demone che
è morto per mano di Sargon
era tuo fratello-.
- Parli
d’Inuyasha? Anche se non l’ho mai visto,
però ho
avuto il privilegio di vederlo dal monte Olimpo... di vedere la sua
morte-.
- Capisco, adesso io vado,
ma prima che mi congeda,
vorrei farti un'altra domanda, tu sei un tipo che fa tante battute,
ride per le
cose più stupide e sicuramente sei più matto di
un cavallo con il cervello
rosicchiato dai topi-.
- Dove vuoi arrivare con
queste insinuazioni?-.
Un lungo silenzio cadde tra
i due, che continuavano a
fissarsi, ma poi Palgea si rimise a parlare.
- Per quale motivo porti
un’armatura nera?
Flavio si girò di
spalle, alzò il viso e cominciò a
osservare le nuvole che circondavano la sommità del monte
sacro.
- Per romani e greci il nero
rappresenta il colore del
lutto, della morte, del vuoto e per di più e il colore degli
inferi-.
Palgea chinò il
capo, comprendeva le parole del demone di
fronte a lui, ora voltato di spalle.
- Mi dispiace, non sapevo
della morte di una persona a te
cara-.
- Non sai quanto dispiaccia
a me, puoi andare ora-.
- Come vuoi. Addio o uomo in
lutto-.
Con queste parole
la fiamma con le sembianze di
Palgea sparì lasciando il demone da solo.
Flavio rimase immobile a
osservare le nuvole che
circondavano il monte Olimpo.
Le fissava con uno sguardo
diverso dal solito, triste e
pensieroso, fermo e impassibile come Sesshomaru.
- Per adesso ti
lascerò riposare, ma ricorda
fratello....ricordati di ricordare quello che adesso non mi ricordo di
dover
dire-.
Flavio si trovò
ridere di fronte a quell’idiozia, ma
rimase a guardare il gioco delle nuvole.
-Chissà se
riuscirò un giorno a dire una frase
intelligente …chissà-.
Si disse mentalmente.
Intanto a Cipro, in un
piccolo studio del tempio egizio,
tre divinità discutevano della situazione attuale.
Minerva, Thot e Anubi, si
fissavano tra di loro
mantenendo una nube di silenzio all’interno di questo piccolo
e apparentemente
insulso studio medico.
- Minerva?-.
- Dimmi Thot-.
- La situazione è
questa... dopo la caduta dell'Impero
Romano d'Occidente, Roma non ha più valore per il l'Impero
d'Oriente. Quindi
noi, divinità egizie, ci siamo riprese
ciò che c’è stato
tolto…Cipro,
antica colonia egizia sul Mar Mediterraneo Orientale-.
- E per questo motivo che
siete qui? In quest’isola
dimenticata dall'Egitto? Andiamo Thot...non trattarmi come se avessi
l'intelligenza di un sassolino in un sandalo, tu sai che sono la dea
della
saggezza, non prendere in giro la mia divina intelligenza-.
Thot s’
incamminò verso l'unica scrivania dello studio.
Un tavolo in granito color sabbia, dietro di esso una sedia di legno di
palma
da dattero con lo schienale ornato di geroglifici scolpiti nel legno.
Il sacro Ibis si sedette
dietro la scrivania con aria
preoccupata, fissava la dea mentre teneva il suo lungo becco nero
lievemente
aperto.
- Se ti dichiarassi la
verità, so bene che non mi
crederesti-.
- Già, comincerei
a crederti folle. Ma sono consapevole
che non lo sei…so cosa v’interessa e non
è Cipro…ma Sesshomaru-.
- E anche fosse
così?! A voi Dei olimpici darebbe noia se
fosse dalla nostra parte-.
- Non fare il finto tonto
con me Thot! So bene che volete
Sesshomaru solo per far realizzare un’antica leggenda-.
-Non mi fare la paternale,
Minerva! Invece voi lo
utilizzate per il vostro perverso gioco di riprendervi
l’Olimpo. Siete a
conoscenza che lui è il Dio della Guerra, eppure lo trattate
come uno schiavo.
Giocate con la sua vita…la sua famiglia…il suo
destino-.
- Come osi! Gli Olimpici non
si divertono con la vita di
chi li difende e combatte al loro fianco-.
- Ben detto Nipote cara-.
Qualcuno
s’intromise nella discussione tra i due Dei.
Infatti, dalla finestra del piccolo studio che si affacciava sul mare,
s’intravide uno zampillo d’acqua che
entrò nella stanza. Si abbatté sul
pavimento e da esso ne scaturì un essere. Era alto
all’incirca un metro e
novanta, aveva lunghi capelli castani e folta barba, ed era vestito con
un
gonnellino color blu con le immagini di delfino. Infine sul petto nudo
vi era
tatuato un tridente.
- Salve Minerva-.
Salutò il nuovo
arrivato.
- Zio Nettuno, che cosa ci
fate qui?-.
- Se gli dei egizi possono
intromettersi sullo
svolgimento del conflitto tra i due gemelli,possiamo farlo anche noi-.
Anubi che fino a quel
momento non era stato in disparte,
decise d’intervenire.
- Aspetta un momento
Nettuno! Questa faccenda riguarda
noi tanto quanto voi, per non parlare che l'utilizzo di Sesshomaru per
scopi
divini è stata ideata da noi, voi lo usate per combattere
suo fratello
gemello-.
- Stammi a sentire
sciacallo, per quanto sia innegabile
il fatto che voi abbiate conosciuto per prima Inutaisho non significa
che
dovete solo voi scegliere della vita di Sesshomaru, suo padre ha
servito
l'impero romano per secoli, quindi,poiché suo padre ha
combattuto in nome
dell'Olimpo, voi non potete avere alcuna voce in capitolo-.
- Sbagli a dir questo
Pesciolone, noi abbiamo voce in
capitolo su questa storia, anzi, si potrebbe dire che noi possiamo
parlare e
voi dovete stare zitti, Sesshomaru era già faccenda nostra,
quando è stato
messo al mondo-.
- Di cosa stai parlando?-.
- Sto parlando che
Sesshomaru è una faccenda più grande
di quello che credi-.
Intervenne Minerva che aveva
osservato la discussione tra
Anubi e Nettuno.
- Anubi, non starai parlando
della profezia? Quella che
Flavio cerca di far realizzare? Perché se così
fosse,questo vuol dire che
Sesshomaru non è il demone che pensiamo, o almeno, non
è il demone che era
nella sua vita precedente-.
Intervenne Thot.
- Come fai a conoscere
questa storia?-.
- Semplice...la profezia non
è una storiella che va
raccontata ai bambini prima di farli addormentare,conosco bene la
storia della
profezia...un antico manoscritto tradotto in varie lingue, per impedire
che il
caos torni a prevalere sull'universo, Flavio vuole farla realizzare per
dominare il mondo-.
- Però
c'è un modo per impedire tutto questo-.
- Di cosa stai parlando Thot?
- In Egitto si narra di una
leggenda di un essere così
potente da poter fermare chi vuole portare il caos nel nostro
mondo...il suo
nome e Ramses...-.
- Ramses?-.
- Esatto, il faraone
più potente d'Egitto, il più grande
eroe della storia egizia, la storia lo ricorda come un essere nato da
madre
umana e padre divino...ma alcune di queste cose che ho detto non sono
del tutto
vere-.
- E quale sarebbe la
verità?
- In verità
è che lui fu un demone, ma sarebbe meglio
dire un dio demoniaco, poiché egli era nato da madre
demoniaca e padre
divino...e secondo alcuni il padre era Ra...il potente dio
del sole-.
- Ma questa è
solo una leggenda...vero?
Thot fissò la dea
con uno sguardo autoritario,freddo e
sincero.
- Per niente,Ramses
è veramente esistito, l'aspetto
fisico di Sesshomaru e le sue imprese eroiche ci fanno credere che lui
sia la
sua reincarnazione-.
Intervenne Anubi.
- Per sapere la
verità è necessario che lui arrivi in
Egitto, e sedersi sul trono di coloro che l’hanno
preceduto,hai capito che
cerco di dire Minerva?-.
- Senti sciacallo, io non so
minimamente, dove volete
arrivare con l'utilizzo di quel demone...almeno che....voi non vogliate
fare di
Sesshomaru un faraone, cosicché lui governi l'Egitto e
ristabilisca il potere
degli dei Egizi contro i vostri nemici...i romani-.
- Non esattamente. Comunque
sia, ora dobbiamo scoprire il
motivo dell'assedio di Petra da parte di Flavio-.
Riprese parola Thot, mentre
osservava i presenti.
- Esatto! Ora ritengo giusto
di rivederci a Petra tra
circa quindici giorni, siete d’accordo con me?-.
Tutti annuirono di fronte
alla proposta di Thot che, in
quel frangente sembrava l’unica soluzione.
- Ora potete andare, la
discussione termina qua. Ci
rivedremo a Petra-.
Minerva uscì
dalla stanza passando dalla porta
principale, mentre Nettuno si gettò fuori dalla finestra
tornando nel suo
regno, le profondità marine.
Anubi e Thot rimasero nella
stanza color sabbia, si
fissavano negli occhi come se cercassero risposte ben precise.
- Credi davvero che
Sesshomaru possa centrare qualcosa in
tutta questa faccenda?,
Disse Thot incredulo. Non
poteva credere che Sesshomaru
fosse la reincarnazione di un antico faraone.
- Io credo di sì,
è la nostra unica speranza di salvare
l'Egitto dalla schiavitù romana-.
Il silenzio cadde in quella
piccola stanza, mentre i due
Dei si guardavano…speravano nella riuscita
dell’antica profezia.
I quindi giorni trascorsero
e le quattro divinità ora si
ritrovano lì, nella città di Petra.
Petra il Regno dei Nabatei
(siamo nell’odierna
Giordania), una città scavata nella roccia calcarea medio
orientale, dove ora
le truppe di Flavio la mettevano a ferro e fuoco.
Le armature dei legionari
romani scintillano al contatto
con la luce del sole, il caldo infiacchisce i soldati fedeli a Flavio e
la sete
li rende deboli.
Legionari, arcieri e i
gladiatori di Flavio fanno
irruzione dentro la città nel deserto.
Nella
città di pietra, un tempo grande e potente
capitale dei Nabatei, ora rischiava di soccombere per mano dei soldati
del
demone romano.
Le urla dei cittadini
infestano la città come una
malattia contagiosa, i soldati Nabatei insieme ai soldati persiani
comandati
dal mezzo demone Bagoa, cercano in tutti i modi di opporre resistenza
all'attacco romano.
Bagoa si trovava nella
piazza principale della città, lui
e suoi Mitriari facevano fatica a tener salda la difesa Persiana contro
l'avanzata nemica.
- Resistete uomini, dobbiamo
tenere duro per la Persia-.
Urlò il mezzo
demone, mentre un legionario lo stava per
colpire con il suo gladio, ma d’un tratto il suo corpo fu
trapassato dalla lama
lucente di una spada. Una katana.
Il legionario cadde inerme a
terra, scoprendo così chi
aveva salvato la vita al mezzo demone.
-Sesshomaru-.
Sussurrò
incredulo Bagoa.
-Speravo ardentemente che
venissi qua a Petra-.
- Sono stato impegnato...
è la situazione?-.
- Flavio cerca di
conquistare la città prendendo il
possesso della piazza principale, che sarebbe il luogo in cui siamo
adesso, ti
do un consiglio, vai verso il teatro greco della città, lo
troverai più avanti
verso la strada che conduce a questa piazza, quando giungi
lì, attraversa il
sotterraneo del teatro, troverai un cancello che collega all'acquedotto
della
città-.
- Per quale motivo dovrei
andare li?-.
- Secondo le nostre spie,
Sargon sta cercando un oggetto.
sappiamo cosa cerca di preciso, però so che con lui
c'è Flavio e un altro
essere ricoperto di metallo-.
- Metallo?-.
- Sì... o almeno
credo...era coperto da alcuni stracci,
non lo visto molto bene, ora vai al teatro e impossessati dell'oggetto
che
Sargon sta cercando, qualunque cosa sia devi perderla tu per primo-.
- D’accordo-.
Sesshomaru
cominciò a correre verso la lunga strada che
si trovava alle spalle del mezzo demone Persiano.
Nel suo lungo tragitto non
può fare a meno di combattere.
Ogni legionario è
tranciato di netto dai suoi artigli.
Dalla Bakusaiga, dai flagelli.
Il sonno ristoratore di
quindici giorni era giovato al
suo corpo e ora era pronto alla grande lotta.
Il grande Sesshomaru, il
guerriero era tornato più
informa di prima.
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Capitolo 26 *** L'assedio di Petra ***
Sesshomaru
corse lungo la strada che portava verso il teatro greco. Vi era sangue
e cadaveri sparsi a terra, era una di
quelle tante scene a cui Sesshomaru era abituato a vedere sulla sua
strada. Morte e sangue erano la sua vita...non molto diversa da quella
di un gladiatore.
Il
suono delle spade che si scontravano. I colpi pesanti pronti a
distruggere gli scudi, il sibilo delle frecce che passavano a pochi
centimetri dalla testa del demone, questa battaglia non era diversa
dalle altre che aveva combattuto.
Continuò
a correre e a combattere. Avanzava sempre di più, facendosi
strada tra i corpi dei legionari, dei centurioni e degli arcieri
romani, ovviamente nessun soldato a cavallo all'interno della
città sarebbe riuscito a combattere in mezzo a una strada
piena di soldati nemici. Ma Flavio era ben consapevole che non si
mandava mai la cavalleria a combattere in strade come quelle di Petra,
abbastanza larghe per i soldati, ma troppo piccole per il passaggio dei
cavalli.
Sesshomaru
continuò a muoversi lungo la strada principale senza
fermarsi mai, uccideva chiunque cercasse di ucciderlo. I romani che si
trovano sulla sua strada morivano tutti. Uno dopo l'altro, senza alcuna
distinzione.
Dopo
aver attraversato la strada principale della città si
trovò davanti ad una struttura costruita in sola roccia
calcarea a forma semicircolare, con la parte curva del semicerchio a
fare da scalinata. Con i gradini che portavano gli spettatori ai propri
posti a sedere, dove potevano sedersi e godersi gli spettacoli teatrali
tenuti nella struttura. Ma ora l'entrata era sporca del sangue dei
cittadini che erano stati massacrati durante la battaglia. Vittime di
un conflitto della quale non avevano colpa.
Il
demone si immobilizzò davanti ai quei corpi. Quella scena
non lo turbò, ormai era avvezzo alla morte. Sesshomaru
rimase fermo e immobile a fissare quei corpi come se fossero ormai cose
di poco conto sulla quale riflettere.
-Nonostante
io vada avanti. Sebbene provi a cambiare, alla fine sarò
sempre circondato da violenza...sangue...e morte...e non posso negare
che una parte di me non desideri questo-.
Questo
pensiero lo fece andare avanti senza indugiare. Attraversò
l’entrata del teatro e si diresse verso l’interno.
Dopo
aver attraversato l'atrio si introdusse verso una delle scalinate
interne che portavano nel profondo del teatro. Anche lì, c’era
lo stesso identico spettacolo agghiacciante. Corpi privi ormai del
soffio vitale. Sangue scarlatto fresco, che macchiava il pavimento e i
muri. Ai suoi occhi era uno spettacolo di poco conto, come anche le
vite di quegli innocenti periti per una causa che loro non
conoscevano.
Sesshomaru
arrivò alla scala che portava verso i posti a sedere degli
spettatori. Cominciò a salirla gradino per gradino, senza
fretta. Passo dopo passo si trovò in cima alle scale e
guardandosi attorno notò che il resto
della struttura era sporca di sangue. Sogghignò sapendo bene
che quella era una trappola ordita per lui per ucciderlo.
Il
demone fece un salto degno di un demone maggiore, che lo fece arrivare
in mezzo al palcoscenico. L'aria odorava di sangue e morte, ma
più di tutto... di romani. Mentre sentiva le sue narici
dilatarsi per l'odore dei guerrieri latini, si accorse di una presenza
che si trovava attorno a lui. Un’entità che
conosceva molto bene.
-
Sesshomaru-.
Una
voce dalla presenza sinistra pronunciò il suo nome. Una voce
che lui conosceva fin troppo bene, girò il capo verso la
tribuna e vide lui...Naraku.
Naraku
se ne stava lì, seduto sugli spalti come al suo solito ad
osservare la scena che gli si proponeva davanti, piuttosto che
avvicinarsi al suo nemico e dirgli le cose in faccia.
-
Quindici giorni...troppo tempo per riprendersi dalla ferite ricevute-.
-
Naraku, sei tanto bravo a parlare, ma in fatto di combattere e
tutt'altra storia, dov'è Flavio? Dov'è il tuo
padrone?-.
A
quella risposta Naraku si sentì a dir poco offeso.
-
Padrone? Lui? Lui non'è il mio padrone-.
-
Se lui non fosse il tuo padrone, allora perché ci sei tu qui
e non lui?-.
-
Pensala un po’ come ti pare. Il solo fatto che tu sia venuto
fin qui a morire è per me già una grande fortuna,
e come vedi il braccio che mi hai tagliato quel giorno è ricresciuto.
Anche dopo la mia morte le mie vecchie abilità non sono
scomparse-.
Naraku
si alzò dal suo posto e si mise in piedi con aria di sfida
verso il demone sotto di lui.
-
Vediamo se riesco ancora a ricordarmi qualcuno dei miei vecchi trucchi-.
Detto
questo Naraku attaccò Sesshomaru con il suo braccio destro
rendendolo un lungo tentacolo appuntito. Il demone lo evitò
rapidamente e con un colpo di Bakusaiga tranciò l'arto di
netto.
Il
tentacolo mozzato tornò nella sua forma originaria ma con la
mancanza della mano.
-
Maledetto-.
Naraku
circondò il proprio corpo con una barriera,poi si
staccò dal terreno e cominciò a levitare a pochi
centimetri dal suolo.
-
Ora vedrai di cosa sono ancora capace-.
Detto
questo Naraku si lanciò dritto verso Sesshomaru. La sfera
che circondava Naraku era completamente ricoperta da un letale acido
fuoriuscito dal suo corpo.
Sesshomaru
restò immobile come se volesse attendere che il suo acerrimo
nemico si facesse avanti. Naraku si avvicinava sempre di più
e con maggior velocità.
-
Addio Sesshomaru-.
Sentite
queste parole Sesshomaru spiccò un salto verso l'alto in
grado di evitare il colpo di Naraku, mentre era a mezz'aria Sesshomaru
mise la mano destra sul manico del flagello e con un colpo ben caricato
lanciò la catena verso il nemico che si impigliò
all'interno della barriera.
Vedendo
quello che era appena successo, Naraku mostrò un sorrisetto
arrogante verso il demone
-
Tutto qui quello che sai fare, potente Sesshomaru? Sai mi aspettavo
qualcosa di più da parte tua-.
-
E chi ti dice che sia finita qui?-.
Sentite
queste parole Naraku assunse un aria stupita.
Sesshomaru
tirò verso di sé la catena portandosi dietro a
Naraku. La sfera si avvicinava sempre di più al principe, ma
con un violento strattone spezzò la barriera di fronte a lui.
Per
reagire alla attacco Naraku trasformò il braccio mozzato in
una lama affilatissima dalla quale uscivano dei miasmi velenosi. Il
mezzo demone cercò di colpirlo il più in fretta
possibile, ma Sesshomaru evitò il colpo in tempo e
conficcò il flagello destro dritto nel petto di Naraku, in
mezzo all'occhio rosso.
Naraku
si piegò dal dolore. Ma il demone non si fermò. Fece
girare la catena attorno al mezzo demone e lo sbatté
al suolo con una violenza inaudita, provocando la rottura
della barriera e danni gravi al corpo.
Sesshomaru
tornò a contatto con la terra e con la catena saldamente
attaccata alla mano. L’arma conficcata nel petto di Naraku,
venne staccata violentemente dal sanguinario proprietario pronto ormai
a sferrare il colpo di grazia.
Sesshomaru
avanzò lentamente, voleva gustarsi questo momento. Arrivò
dinanzi al mezzo demone dolorante con il volto rivolto verso il terreno
e la schiena rivolta verso il cielo.
-
E’ finita Naraku -.
Sesshomaru
sollevò la mano destra contenente una delle due armi
diaboliche.
-
Ti sbagli Sesshomaru-.
Sentite
queste parole, Sesshomaru abbassò velocemente la mano e
colpì il mezzosangue nella zona in cui si sarebbe dovuta
trovare la colonna vertebrale...peccato che Naraku non possedeva ossa.
Ma
quando Sesshomaru trafisse Naraku nel centro della sua schiena
uscì un miasma velenosissimo.
Sesshomaru
saltò indietro per tenersi lontano dalla nube tossica, non
riusciva più a sentire la presenza del mezzo demone che si
trovava in quella nebbia letale.
Ritirò
sulla schiena il flagello ed estrasse Bakusaiga, la sua mano era pronta
e spazzare via la nube tossica.
Con
un solo fendente tagliò in due il miasma che si
diradò immediatamente, ma ormai Naraku non c'era
più.
La
nebbia velenosa generata dal corpo di Naraku diede il tempo necessario
al suo creatore di fuggire, la sua classica
tattica...fuggire...preparare trappole...e attaccare con l'inganno, una
tattica già conosciuta da coloro che hanno combattuto il
mezzo demone codardo.
-
Maledetto è fuggito un’ altra volta -.
Il
demone rinfoderò la spada con un leggero senso di
insoddisfazione.
-Come
ho detto prima...ti sbagli-.
La
voce di Naraku risuonò nel teatro della città.
Sesshomaru odiava quella voce che apparteneva a un codardo.
-
Per quante volte tu possa distruggere il mio corpo io
tornerò sempre...e più forte di prima-.
Una
risata malvagia riecheggiò nell'aria, il principe si
guardava intorno cercò di individuare il mezzo demone, ma
non riuscì a percepire nessuna aura maligna.
-Ci
rincontreremo...principe di ghiaccio-.
Con
queste parole Naraku svanì lasciando spazio al fragore della
battaglia che aleggiava attorno al demone.
Sesshomaru
tornò a cercare l'entrata che conduceva ai sotterranei di
Petra, ma le calde temperature provocate dal sole, gli scontri con i
soldati del fratello e il duello con Naraku, lo avevano debilitato.
Doveva riposarsi. Sentiva il suo corpo pesante.
Si
sedette a terra cercando di recuperare le forze per poi proseguire
nella sua missione. Mentre rimaneva lì, a riposarsi la
città continuava a combattere l'esercito romano.
In
quel momento i ricordi di Sesshomaru riaffioravano dalle nebbie del
passato. Per lui Petra era divenuto un'altro dei tanti campi di
battaglia sulla quale si trovava… un altro luogo macchiato
di sangue.
Principe
guerriero,
questo era l’appellativo che gli avevano dato la corte di suo
padre e i suoi alleati, invece per i suoi nemici era conosciuto come un
mostro, il nemico numero uno, la personificazione del male allo stato
puro.
Fin
dall'infanzia fu tante cose: principe, soldato, guerriero,
assassino...peccatore.
Fu
lussurioso, ma non commise mai uno stupro o qualunque altro tipo di
violenza legata alla libidine. Ebbe rapporti sessuali con molte
principesse, felici di donare la loro verginità al
più bel principe delle terre dell'ovest.
Fu
violento, per lui la vita era una guerra da combattere. Giorno, dopo
giorno divenne il guerriero per eccellenza, anche se aveva poco del
samurai e molto dello spartano. Del samurai aveva il comportamento
raffinato, ma dello spartano aveva il piacere nel combattere il nemico.
Il richiamo alla gloria del guerriero, il duro addestramento che solo
pochissimi riescono a superare, una grande abilità con
le armi e una volontà bellica senza pari.
Infine
la vanità, peccato incline a ogni demone maggiore del suo
paese. Loro si credono superiori a tutti, più che un vizio
è una caratteristica di natura.
Sesshomaru
continuò a rimanere in quella posa a rimembrare gli antichi
avvenimenti della sua vita passata.
Dopo
qualche minuto decise di alzarsi, ormai si era riposato a sufficienza e
il sole iniziava a
tramontare.
Ma
prima che potesse fare il primo passo, venne interrotto dalla comparsa
di un gruppo di persone a lui familiari.
La
prima figura a mostrarsi fu Bagoa. Il persiano scese la gradinata con
un po’ di difficoltà, i gradini erano ricoperti
dai cadaveri.
Arrivò
all'ultimo gradino ed entrò nel palcoscenico, aveva qualcosa
da dirgli.
-
Sesshomaru-.
-
Bagoa, che ci fai qui?-.
-
Sono venuto ad avvisarti-.
Si
avvicinò di più e continuò.
-Ascoltami,
siamo riusciti a difendere la piazza principale dall'assalto romano,
adesso dobbiamo andare nei sotterranei e trovare l'oggetto che Sargon
sta cercando… e se è possibile uccidere lo stesso
Sargon -.
-
Vado da solo-.
Disse
Sesshomaru. Bagoa sentendo quelle parole si risentì e in
modo un po’ scontroso rispose.
-Invece
no! Vengo anch’io, questa missione è mia tanto
quanto tua. L'hanno data sia a me che a te, quindi...da questo momento
siamo una squadra,
è l'unica cosa che ti chiedo è di comportarti
come un compagno...ci stai?-.
Sesshomaru
rimase un po’ sorpreso dalle parole pronunciate da Bagoa, era
la prima volta che faceva squadra con un mezzo demone fatta eccezione
al suo defunto fratellastro.
-D’accordo-.
-Perfetto...in
due si lavora molto meglio, adesso però continuiamo con la
missione-.
Bagoa
inserì la mano destra all'interno della sua tunica ed
estrasse una pergamena arrotolata. La srotolò e al suo
interno apparve una mappa.
-
Allora, secondo questa mappa, l'entrata per i sotterranei e da qualche
parte sul palcoscenico del teatro,dovrebbe esserci una botola o un
tombino,un buco nel terreno...insomma,qualcosa del genere-.
Bagoa
continuò ad osservare la mappa in cerca di qualche altro
indizio. Il suo sguardo rimase incollato alla pergamena.
Mentre
Bagoa studiava la mappa, Sesshomaru cercò con lo sguardo
qualcosa che potesse somigliare a un passaggio.
D’un
tratto notò qualcosa di strano sul pavimento. A circa cinque
metri da lui, verso la sua destra notò una mattonella con
uno strano incavo che portava la forma di un viso scolpito nella roccia.
-
Bagoa -.
-Sì,
che c'è?-.
Disse il
persiano distogliendo lo sguardo dalla mappa.
-
Guarda là-.
Bagoa
si girò nella direzione indicata dal demone.
S’incamminò e arrivato alla mattonella si
inginocchiò. La osservò da più vicino,
con la mano destra toccava il pezzo di pietra, mentre con la sinistra
reggeva il grosso scudo di vimini intrecciati tra loro.
-
Sesshomaru guarda-.
Sesshomaru
si avvicinò a Bagoa.
-
Vedi come la mattonella e più spessa del normale? Se i miei
calcoli sono esatti...-.
-
Avremmo trovato l'ingresso per i sotterranei, però
c'è qualcosa che non mi torna-.
-
Stai tranquillo,vedrai che l'ingresso si mostrerà dinanzi a
noi-.
Bagoa
premette la mano contro la mattonella, ma non successe nulla. Tutto
rimase perfettamente immobile. Amareggiato Bagoa tolse la mano dalla
forma di pietra, senza capire il perché del suo fallimento.
-Perché
non funziona? Non capisco, eppure era la soluzione giusta-.
Mentre
Bagoa continuava a interrogarsi sul perché, Sesshomaru
cominciò a guardarsi intorno in cerca di qualche indizio
utile al loro problema.
-Il
primo meccanismo è stato trovato, ma come sospettavo non era
la soluzione più adatta. Forse non è la soluzione
giusta...o forse il problema è un altro, meglio controllare
la zona, forse trovo qualcosa-.
Sesshomaru
si mosse verso i primi posti a sedere della tribuna. Si
spostò tra i cadaveri in cerca di indizi, ma con tutti quei
corpi era un impresa cercare qualcosa di utile.
Cominciò
a farsi strada fra quei corpi senza vita, ma d’un tratto
notò qualcosa. E quel qualcosa era il corpo di un soldato
persiano.
Si
avvicinò di più a lui. Era disteso a terra in una
posizione innaturale. Aveva il braccio sinistro sotto il suo corpo,
mentre quello destro teneva ancora saldamente la sua spada.
Lo
scostò e constatò che teneva qualcosa dentro la
sua mano. Sesshomaru l’aprì e trovò un
oggetto utile per la sua missione. Una piccola maschera, greca, di
metallo.
-
Come pensavo, il meccanismo non parte senza la sua chiave-.
Sesshomaru
tornò nella zona dove era situata la mattonella. Intanto il
mezzo demone era ancora lì, a cercare di capire come far
funzionare il meccanismo.
-
Bagoa -.
Il
persiano sentendosi chiamare, si alzò e guardò
Sesshomaru.
-
Che c'è?-
-
Ho qualcosa che può servirti-.
Sesshomaru gli
mostrò l'oggetto . Il povero mezzo demone rimase di
stucco…non poteva crederci aveva trovato la chiave.
-
Questa è la chiave per aprire il passaggio-.
Bagoa
felice della scoperta gliela tolse di mano.
-
Ora vediamo se funziona-.
Bagoa
la inserì nella fessura e poi schiacciò la
mattonella che finalmente si abbassò.
Al
centro del teatro si aprì un passaggio dall'entrata buia
come la notte , dove vi era un
leggero venticello fresco, scaturito dalle correnti d’acqua
del sottosuolo.
-L'ingresso
per i sotterranei,finalmente lo abbiamo trovato-.
Disse
Bagoa con il viso rivolto verso l'entrata.
-
Io entro-.
Sesshomaru
si mosse verso le scale, quando Bagoa lo chiamò.
-
Aspettami! Sesshomaru aspettami!-.
-
Sbrigati, o ti lascio li a combattere i romani-.
Sentito
questo, il mezzo demone si precipitò verso
l’entrata e con Sesshomaru si avviarono verso il loro destino.
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Capitolo 27 *** Nei sotterranei della città. ***
I due guerrieri si fermarono al primo gradino di una scalinata che
trovarono di fronte a loro, in fondo alla scalinata c'erà
solo il buio pesto.
Ma il buio non li spaventava, avevano una missione da compiere.
Cominciarono a scendere al primo gradino,poi il secondo, il terzo, e
così via.
Ma poco a poco il buio si faceva sempre più intenso e la
visibilità si faceva sempre più scarsa, Bagoa si
fermò e cominciò ad assumere un aria pensierosa
- Dannazzione, non si vede niente...e completamente buio.
Disse Bagoa con tono preoccupato.
Intervenne Sesshomaru
- Ci penso io.
Il demone estrasse Bakusaiga, l'aura sprigionata dalla spada
illuminò il cammino dinanzi a loro.
- Andiamo.
Stavano per muovere il passo successivo, quando all'improvviso si
sentì un urlo agghiacciante proveniente dal fondo delle
scale.
Scesero velocemente le scale sotterrane quando all'improvviso si
trovarono davanti ad un grosso portone di pietra socchiuso
Intervenne Bagoa.
- Vado avanti io.
Il Persiano si avvicinò alla porta, poggiò le
mani su un grosso anello di ferro che faceva da maniglia al portone.
con una piccola parte della sua forza da mezzodemone tirò
verso di se il pesante portone spostandolo con nessuna
difficoltà.
Dopo averla aperta decise di entrare...ma all'improvviso si
fermò...entrambi videro lo stesso identico spettacolo.
Una stanza gigantesca...sporca di sangue.
In quella stanza videro i muri della stanza macchiati di sangue, sangue
ancora fresco.
Anche sul pavimento si trovava del sangue, l'ìntera stanza
ne era lorda.
- In nome di Mitra,chi ha mai potuto fare una cosa simile?
Chiese il persiano mentre fissava quello spettacolo inquietante, era la
prima volta che vedeva uno spettacolo simile...ma non fu l'unica cosa a
intimorirlo.
- Io.
Un altra voce riecheggiò nella stanza.
La voce proveniva dal centro di quella immensa pozza di
sangue...Sesshomaru capì subito a chi apparteneva quella
voce.
In lontananza si vedeva Flavio, seduto sopra ad un grosso oggetto dalla
forma rettangolare.
Il demone dall'armatura nera fissava il fratello mentre quest'ultimo lo
fissava a sua volta.
- Allora Sesshomaru...ti sei divertito contro Naraku?
- Se vuoi sapere la verità si è mostrato
più debole del solito, non mi sono neanche impegnato.
Flavio si alzò in piedi, ormai era certo che si sarebbero
scontrati di nuovo...e che questa volta avrebbe dovuto combattere
seriamente.
- Sesshomaru...ritengo che tu sia troppo umile con te stesso, sei un
grande guerriero...ed per questo che oggi, ti faccio le mie scuse.
- Scuse?
- Si esatto...scuse, le mie più sentite scuse per
non aver combattuto seriamente durante il nostro scontro.
- In questo momento le scuse non servono a molto.
Sesshomaru estrasse Bakusaiga per l'ennesimo scontro con il suo gemello.
- Flavio,preparati a morire.
- Eh,come sei cattivo.
Flavio Invece estrasse una sola spada,Tritone.
La sua mano destra era armata e pronta allo scontro, la mano sinistra
vuota, priva di Nike.
- Vuoi usare una spada soltato?
- Certo, e poi oggi ho usato solo questa spada per versare
sangue persiano.
Bagoa strinse i pugni dalla rabbia che provava verso Flavio, il demone
dall'armatura nera aveva fatto strage dei suoi compagni d'armi.
- Oggi ho ucciso tanti di quei persiani che Sargon a deciso di dare una
nuova tinta a questa sala, insomma, non sono un esperto, ma a me,piace,
a te non lo so, ma a me piace.
- Basta con queste stupidaggini,combatti.
- Come desideri.
I due fratelli corsero l'uno incontro all'altro, i due si avvicinavano
sempre di più,sempre più vicini allo scontro
diretto.
I due fratelli si stavano per scontrare, Sesshomaru emise un fendente
ma Flavio lo evitò con una capriola a mezz'aria,ritrovandosi
poi alle spalle del gemello.
Flavio cercò di colpire il fratello con un calcio rotante ma
Sesshomaru parò l'attacco con il braccio sinistro, Flavio
tornò indietro per l'urto del colpo parato,sul suo volto di
mostrò un piccolo sorriso.
- Bene,vedo che non deludi le mie aspettative.
Sesshomaru mosse un altro fendente contro Flavio che parò il
colpo con la sua spada,i due continuavano a combattere senza mostrare
nessun segno di fatica.
Mentre i due fratelli combattevano,Bagoa fissava Flavio con un
fortissimo risentimento verso di lui,e mentre guardava lo scontro
sentiva crescere la rabbia dentro di lui.
- Lui ha ucciso i miei compagni d'armi, lui ha mosso guerra alla mia
patria, lui ha versato sangue persiano in terra persiana, deve pagare
per questo...e pagarà col sangue.
Pensando a queste parole non solo si era convinto di poter affronatare
Flavio ma anche di vincerlo, deciso ad affrontarlo estrasse la
spada,strise la mano allo scudo e corse verso il demone romano.
Corse più veloce che poteva, il suo cuore era a mille e la
sua mano pronta a vibrare un fendente contro Flavio, si avvicinava
sempre di più al demone ormai sicuro di poterlo uccidere.
- BASTARDO.
ma proprio quando lo stava per colpire di lato ricevette un calcio
dritto alla mano che impugnava la spada e poi un calcio dritto al
ventre datogli con la stessa gamba di prima, il colpo ricevuto fu
così forte da sbatterlo a terra con una forza immane.
- Maledetto.
Disse Sesshomaru rivolto al fratello che si trovava di fronte a lui.
- Suvvia,non ti sarai arrabbiato per il calcio che ho tirato al tuo
amico persiano? Comunque...
Detto questo Flavio tirò un pugno a Sesshomaru colpendolo in
pieno volto, Sesshomaru subì l'urto di quel fortissimo
colpo, quel pugno era talemnte forte che Sesshomaru vece un volo di tre
metri pirima di cadere al suolo.
- Ti avevo promesso che avrei fatto sul serio,e adesso e arrivato il
momento di mantere quella promessa che ti feci 15 giorni fa...preparati.
Sesshomaru si rialzò da terra con la dignità di
un vero guerriero, non si sarebbe mai arresso,sopratutto dopo aver
ricevuto un colpo come quello, guardò Flavio dritto negli
occhi con aria di sfida.
- Sono pronto.
Flavio estrasse anche la seconda spada.
- Allora fatti sotto.
Disse Flavio con sguardo arrogante.
Sesshomaru non ci pensò due volte e lo attaccò
subito, il colpò fu parato con Tritone,la lunga spada curva
che Flavio impugnava nella mano destra.
- Non male Sesshomaru.
Sesshomaru tira un pugno con la mano sinistra e fa volare Flavio per la
stessa distanza che ha fatto lui prima.
- E adesso e male?
Flavio si ritrova per terra con il ventre rivolto verso il basso,alza
la testa da terra e si rivolege al fratello.
- Si...adesso e male.
Il romano di rialza da terra e fa un pò di spettacolo
facendo roteare le spade, cerca di ferire il fratello ma le spade
vennero bloccate da Bakusaiga.
I due demoni continuarono nella loro lotta senza tregua,nessuno dei due
voleva cedere,o per meglio dire, nessuno dei tre.
I due demoni si combattevano senza esclusione di colpi,il duello stava
cominciando a farsi veramente serio, i colpi ti entrambi i gemelli
divennerò più veloci,i fendenti più
pesanti,i colpi di punta divennero più saldi,ormai erano
arrivati al punto in cui pensavano seriamente di farla finita con
questo scontro.
Sesshomaru stava per attaccare con un fendete che partiva dall'alto
verso il basso mentre Flavio era intenzionato a colpire il fratello due
fendenti laterali.
Le spade si controrano parandosi i colpi a vicenda,le braccia
tremavano, i muscoli si irriggidivano per vincere quella titanica gara
di forza.
- Allora Sesshomaru,questo scontro non ti fa venire in mente nulla di
particolare?
- Di cosa stai blaterando?
- Di questo duello tra me e te...uno scontro fra due fratelli.
- E con questo cosa vorresti insinuare?
- Che io non sono l'unico fratello che hai cercato di uccidere...in
Giappone avevi un altro fratello...un mezzodemone,Inuyasha.
Al solo sentire di quel nome Sesshomaru aumentò la forza che
conteneva nella braccia facendo indietreggiare le spade di Flavio.
- Non osare nominare quel nome in mia presenza.
- Io...non dovrei...osare?
Disse Flavio con un sorrise beffardo.
Flavio fece indietreggiare Bakusaiga,anche se le tre spade rimanevano
sempre in contatto tra di loro.
- Non eri tu quello che voleva Tessaiga?Non eri tu quello che
desiderava diventare più forte?Non eri tu quello che ha
cercato di uccidere il sangue del suo sangue,proprio come stai facendo
adesso con me?
- Taci.
- La verità fa male eh?
Detto questo Flavio ruppe la difesa di Sesshomaru ed emise un fendente
di Tritone contro il fratello che però riuscì a
parare con Bakusaiga.
Sesshomaru assorbì la forza del colpo facendo rimbalzare di
poco il braccio di Flavio, a quel punto ne aprofittò per
contrattaccare.
- FURIA DEGLI DEI.
Sesshomaru tirò un potentissimo fendente contro il fratello
che venne parato a malapena dalle sue spade, la forza del colpo spinse
indietro Flavio di almeno venti metri,Sesshomaru puntò in
alto la sua spada e caricò uno dei suoi colpi più
potenti.
- EFERET.
Una potente mezzaluna di fuoco scaturì dalla spada, il colpo
fiameggiante si diresse verso Flavio pronto a finirlo come ha fatto con
Palgea.
Alla vista di quell'attacco Flavio mette la spada nella mano destra
accanto al fianco sinistro e la spada nella mano sinistra vicino al
fianco destro.
- CICICATRICE DELL'OLPIMPO.
Flavio mosse entrambe le braccia colpendo il vuoto d'avanti a lui
creando una scia energetica simile alla cicatrice del vento.
I due colpi si avvicinarono sempre di più,sempre
più vicine.
I due attacchi si scontrarono a metà strada,una fortissima
esplosione scaraventò tutte le persone che c'erano dentro la
stanza,persino Bagoa venne scaraventato via,per uno stranissimo caso
finì proprio contro il misterioso scrigno che si trovava in
quella stanza.
Il grosso baule si rovesciò indietro aprendosi e rivelando
il suo contenuto, un bellissimo arco in oro massiccio, le due curve
dell'arco assomigliavano molto alle ali di falco con le piume ben
appuntite,anche quelle in oro,la parte centrale dell'arco invece
portava l'immagine di un falco.
Il mezzodemone rimase stupito da quello che uscì dallo
scrigno e spinto dalla curiosità allungò il
braccio nel tentativo di raggiungere l'arma.
In quello stesso momento i due fratelli si riprendevano dall'esplosione
di prima,entrambi erano allo stesso livello,sessuno dei due era
riuscito ad avere la meglio sull'altro.
Flavio cercò di rialzarsi usando le sue spade come
appoggio,la botta di prima lo aveva sconbussolato un
pò,finalmente riuscì ad alzarsi, e con lui si
rialzò anche Sesshomaru.
Flavio mosse lo sgaurdo sullo scrigno,gli si spalancarono gli occhi
quando vide il contenuto dello scrigno, in quel momento nella sua testa
stava formulando delle parole che il fratello non avrebbe dovuto
sentire.
- Dannazzione,lo scrigno si è aperto nel momento meno
opportuno e per di più l'arco e fuori alla vista di
tutti,devo prenderlo prima che Sesshomaru se ne accorga.
Flavio agì immediatamente per rimediare a quella
problematica Situazione.
- TRASPORTO DI CRONO.
Flavio scomparve agli occhi di Sesshomaru per poi ricomparire di fronte
al Persiano disteso.
Mise un piede sopra alla mano del mezzodemone schiacciandolo con forza.
- Sei un pò troppo curioso per i miei gusti...e
comunque,quest'arma non'è adatta a te.
Flavio si abbassò a prendere l'arma con tutta
tranquillità, ma proprio quando la mano era vicinissima a
prendere l'arma venne ustionata,Flaviò ritirò
immediatamente la mano chiudendola dal dolore,quando l'apri si accorse
di avere il palmo bruciato.
- Capisco.
Disse Flavio con un espressione tranquilla.
Detto questo si rialzò e si girò verso la parte
opposta della stanza, stava per incamminarsi nella zona vuota di quella
gigantesca stanza quando all'improvviso non intervenne Sesshomaru.
- Aspetta.
Flavio si fermò per volere del fratello,ma non si
degnò di guardarlo in faccia.
-Cosa c'è?
-Devo chiederti una cosa.
- Immagino gia che cosa vuoi chiedermi, riguarda Rin,non'è
così...fratello?
- Hai indovinato...e devo ammettere che la cosa mi stuzzica un
pò.
- Ti stuzzica?...ah si,certo,capisco,Rin e troppo buona per poter
credere di poter aiutare tutti coloro che hanno un problema...non
può aiutarci,ne me...ne te.
- Che intenzioni hai?
- Non te lo ricordi più? Te l'ho in Persia, Pax Romana...la
pace di Roma.
- Pax romana?
- Esatto...io,proprio come Rin voglio fare del bene.
- Non osare paragonarti a lei, lei e diversa da te.
- Tu credi? entrambi vogliamo fare del bene,l'unica cosa che ci
distingue e il metodo con cui lo facciamo,lei alla gente porta amore,
io porto ordine e pace.
- Non ti ci vedo come salvatore del mondo.
- E cosa ti fa pensare che io voglia salvere questo mondo.
- Cosa me lo fa pensare? Sei stato tu ha dirmi che vuoi fare del bene.
- Si questo e vero, ma questo non vuol dire che io debba salvare questo
mondo...ma cosa te ne può importare,infondo tu sei qui per
uccidermi,non ti serve sapere tutte queste cose,però si
sa,la curiosità e simbolo di intelligenza.
- Se mi importa sono fatti miei...e di nessun altro.
- Se lo dici tu,comunque,adesso me ne vado,però prima voglio
guardati negli occhi e dirti una cosa.
Flavio si girò verso e il fratello fissandolo attentamente.
- Quando vedrai Rin,digli queste parole...l'amore e il sentimento
più forte,ma l'odio e il sentimento più
duraturo...TRASPORTO DI CRONO.
Il romano scomparve nel nulla,lasciando suo fratello e il suo compagno
in quella stanza.
Sesshomaru si avvicinò al persiano e gli porse la mano.
- Dai...tirati su.
Bagoa allungò la mano destra a quella del demone nel
tentativo di rialzarsi,nonostante il forte dolore al ventre Bagoa si
rialzò in piedi con l'ausilio delle poche forze che
rimanevano dentro di lui,tornò a stare in posizione eretta
anche se ancora dolorante.
- Grazie.
Disse Bagoa mentre teneva la mano sinistra sull'addome,Sesshomaru non
si interessò poi molto al mezzodemone
ferito,anzì,era incuriosito dall'arco lasciato li da
Flavio,possedeva qualcosa che lo attirava a se,quasi fosse un
attrazzione magnetica.
Sesshomaru si abbassò, allungò il braccio
sinsitro per raccoglierlo,e poi,quando gli artigli sfiorarono
l'incantevole arma apparve qualcosa agli occhi di Sesshomaru...il falco
disegnato sul manico cominciò a emettere un potentissimo
colpo di luce che finì dritto negli occhi del demone,fu di
breve durata ma di intensa potenza.
Sesshomaru non si sapeva spiegare cos'era successo,ma una cosa era
certa, se Flavio era alla ricerca di quell'arma ci doveva essere per
forza una spiegazione, suo fratello poteva sembrare un tipo non molto
intelligente, ma dentro di se setiva che c'era qualcosa che non
quadrava,troppi misteri in questa storia...troppi misteri legati alla
famiglia Taisho,nella sua mente vagava una sola frase.
- Devo avere delle risposte... e forse conosco le persone che me le
possono dare.
Dicendosi questo prese l'arco in mano e si rialzò con
più dubbi di quanti non nè abbia mai avuti prima.
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Capitolo 28 *** Incontro all'acquedotto. ***
Sesshomaru era confuso...aveva bisogno di risposte...doveva
sapere perchè...il perchè di tutta questa
storia,il demone mosse lo sguardo verso l'arco che teneva in mano con
aria pensierosa.
- Che strana sensazione...e come se quest'arma mi appartenesse,quasi
fosse mio,che sia come i flagelli del caos?Un altra arma di mio padre?.
Sesshomaru si era di nuovo perso nei suoi pensieri per poi essere
chiamato dalla voce del persiano.
- Sesshomaru...mi senti? ehi.
Il demone si girò verso Bagoa.
- Tutto bene demone?
- Non preoccuparti per me,tu piuttosto come ti senti?
- Un pò dolorante ma me la caverò.
- Non avresti dovuto attaccarlo...poteva ucciderti.
- Ha ucciso i miei compagni e Sargon ha usato il loro sangue per
tingere di rosso i muri di questa stanza.
- E cosa vorresti fare? Ucciderli? Non credere che sia così
facile.Rispose Sesshomaru con un tono a dir poco glaciale.
Sesshomaru voltò lo sguardo verso l'altra parte della stanza.
- Bagoa.
- Che c'è?
- C'è la fai a proseguire? o devo lasciarti indietro?
- Ehi,forse non sarò forte come te,ma anche io ho le mie
capacità...ti seguo.
Il demone tornò con lo sguardo su Bagoa.
- Andiamo...e questa volta combatti solo con chi riesci a tenere testa.
- accetto,pronto per andare all'acquedotto?
Senza neanche pronunciare una parola il demone proseguì il
suo cammino,non aveva bisogno di parole per farsi seguire da coloro che
lo aiutavano a combattere i suoi nemici.
a qualche passo di distanza si trovava una porta uguale a quella
precendente per entrare nella grande stanza sotterranea.
Stava per impugnare la maniglia ad anello quando all'improvviso la
porta si aprì da sola, ma poco dopo da quella porta vide un
umano a lui molto familiare con i vestiti strappati e il corpo pieno di
ferite.
- Pigiama, disse il demone con tono stupito.
- Se...Sessh....
il satrapo non riuscì a finire e cadde a terra con il volto
che toccava il terreno.
- MIO SIGNORE,urlò il mezzodemone alla vista dell'accaduto.
Bagoa fece un breve scatto per raggiungere il satrapo di Susa ridotto a
una zampogna sanguinante,si abbassò prendendolo tra le
braccia per poi farlo girare in modo da poterlo guardare in volto.
- Mio signore.
- Bagoa...amico mio,sono felice di vederti.
- Cos'è successo persiano?,disse Sesshomaru con tono
glaciale.
- I romani...e le guardie di Sargon hanno preso controllo
dell'acquedotto sottostante,senza l'acquedotto i cittadini moriranno di
sete e come se non bastasse i soldati in città perderanno un
importante posizione strategica.
- Posizione strategica?
- Si...l'acquedotto serve anche come passaggio segreto in caso di
assedio,ora va.
Sesshomaru mosse lo sguardo verso Bagoa.
- Bagoa...rimani qui con lui.
- Certo.
Il demone oltrepassò i due e con passo deciso
uscì dall'immensa stanza sotterranea e chiuse la porta di
pietra alle sue spalle.
Appenna chiuse la porta una voce si fece sentire nella sua testa.
- Sesshomaru.
- Minerva.
- ciò che hai in mano e un arma leggendaria,appena puoi
consegnalo ad Anubi o a Thot loro sapranno cosa farsene.
- Aspetta,dimmi perchè Flavio voleva questo arco,cosa
c'è sotto?
- Quello che hai in mano non'è un arco qualunque, e
conosciuto col nome di arco di Ra,se vuoi sapere altro chiedi ad Anubi
o a Thot loro sapranno dirti di più.
- Sai dove si trovano?
- Mi dispiace ma non te lo so dire.
- D'accordo,disse Sesshomaru estraendo Bakusaiga.
Dette queste parole il demone proseguì il suo
cammino,davanti a lui si trovava un strada perfettamente dritta,segno
che quella strada era stata scavata nella pura
roccia,continuò a camminare senza preoccuparsi del
buio,Bakusaiga gli faceva tutta la luce che gli serviva.
Passo,dopo passo,dopo passo...camminò per un pò
quando all'improvviso non si accorse di un rumore particolare,un fiume.
Il demone si fermò un attimo a riflettere.
- un fiume sotterraneo?...devo essere vicino all'acquedotto.
Dicendosi questo continuò a camminare,più andava
avanti e più quel frastuono si faceva potente,al suo udito
pareva un fiume durante un alluvione.
Dopo un pò di tempo arrivò alla fine del tunnel e
vide quello che c'era davanti ai suoi occhi, una grossa stanza
illuminata dalle torce accesse attaccate ai muri con infondo una
raffinata struttura scavata nella roccia,era quella costruzione a
produrre quel suono che risuonava in quella frazione dei sotterranei di
Petra.
-Quello dovrebbe essere l'acquedotto...ma non vedo nessuno,ne persiani
ne romani...e tanto meno le divinità egizie...meglio
cercarlo se mi voglio togliere questo ingombrante arco.
Sesshomaru si addentrò nella sala con passo deciso e
risoluto,avrebbe trovato Thot a qualsiasi costo,aveva bisogno di
risposte...aveva bisogno di certezze.
Entrò nella grande sala che ospitava l'acquedotto e senza
indugi si diresse verso di essa,ma prima ancora di essere riuscito ad
attraversare la metà di quel luogo che il rumore prodotto
dall'acqua che passava di li finì all'istante.
Dall'alto della struttura sbucarono due persone veramente enormi,
misuravano due metri di altezza,erano di carnagione chiara ed erano
muscolosissimi,dei veri armadi,il loro equipaggiamento consisteva in un
gonnellino marrone che arrivava a metà coscia,una spessa
cintura di cuoio marrone,sandali con le medesime caratteristiche della
cintura, un grosso elmo nero da gladiatore con la visiera traforata e
come arma maneggiavano una grossa ascia dal manico che misurava ottanta
centimetri e con un unica curva affilata, un arma dagli effetti
devastanti.
Il demone posò a terra l'arco e si preparò a
combattere.
I due giganti saltarono giù dall'acquedotto e quando
toccarono il terreno fecero un gran fracasso,le loro mani impugnavano
saldamente quegli strumenti di morte adatti a combattenti della loro
stazza.
- Sesshomaru,la voce della dea della sapienza si fece sentire ancora
nella testa del demone.
- Cosa c'è Minerva?.
- Stai attento Sesshomaru,quelli sono Hoplomacus.
- Hoplomacus?
- Esatto,sono un altro tipo di gladiatori appartenenti a
Flavio,combattono con forza bruta e armi pesanti.
- Mi basterà essere più veloce di loro.
uno dei gladiatori fece un passo in avanti,sollevo in aria la sua arma
con entrambe le mani per poi sbatterre la testa dell'ascia
contro il terreno,un inutile tentativo di spaventare il demone di
ghiaccio.
L'altro Hoplomacus invece batteva la mano destra sul petto e mostrando
i poderosi muscoli che possedeva,non cercava di spaventare il
demone,voleva fargli capire chi dei due era il più forte.
Sesshomaru non era affatto intimorito da questi due omoni pieni di
muscoli,non'era la prima volta che combatteva contro degli avversari
del genere.
Uno dei due colossi si lanciò all'attacco sicuro di poter
abbattere il demone senza neanche troppa fatica,nel correrre
l'hoplomacus era lento,goffo e decisamente privo di grazia.
L'Hoplomacus si avvicinava sempre di più con ferocia
inaudita, arrivato di fronte al demone alzò l'ascia al di
sopra della sua testa e immediatamente la fece cadere verso il
basso,Sesshomaru evitò il colpo con un veloce spostamento a
destra per poi usare subito usare bakusaiga contro il suo avversario.
Con un veloce movimento di bakusaiga ferisce il gladiatore all'addome
che stranamente non ne risente molto del colpo inferto dal demone.
Il gladiatore guarda la ferita e poi,guardando in faccia il suo
avversario si mette a fare una pesante risata,ma il divertimento dura
poco, subito l'hoplomacus attacca Sesshomaru con la sua possente ascia
che viene evitata ancora una volta con gran facilità del
demone.
- Impossibile,come fa un semplice umano come questo a resistere ad un
colpo di Bakusaiga?...queste parole albergano la mente di Sesshomaru
che con grande stupore non sa come affronantare la situazione.
- Usa le armi che tuo padre sigillò nel tuo corpo...la voce
di Minerva arrivò in tempo per consigliarlo e guidarlo nella
lotta.
- D'accordo.
L'hoplomacus sferra un colpo laterale nel tentativo di tagliare a
metà il demone,con un balzo all'indietro evitò
l'arma del suo avversario con facilità e con dei rapidi
gesti rinfoderò bakusaiga e impugnò le brutali
armi che si attaccavano alla sua schiena quasi fossero delle calamite.
Se non poteva abbattarlo con i movimenti aggrazziati di Bakusaiga lo
avrebbe abbattuto con la violenza dei suoi flagelli.
Il demone mosse velocemente le catene ferendo seriamente il
gladiatore,quelle armi brutali erano tanto potenti da essersi meritate
il nome che portano.
Il gigante era ormai ferito in modo serio, gran parte del suo corpo era
stato a contatto con quelle lame malefiche,stava in piedi,indebolito e
con l'ascia che a malapena riesce a reggere con un mano, era alla merce
di Sesshomaru.
Sesshomaru si avvicinò all'Hoplomacus indebolito,stordito e
con varie gravi emoraggie esterne, gli sottrae l'ascia di mano,la
impugna con entrambe le mani e con un movimento veloce la conficca con
forza nella faccia del suo avversario trapassando con
facilità la visiera dell'elmo, il cadavere cade per terra
emettendo un pesante tonfo alla caduta.
Il demone si avvicinò al cadavere e gli staccò
l'ascia dalle carni, gaurdò il cadavere con uno sguardo
glaciale, il primo era morto, adesso toccava al secondo Hoplomacus.
Alla vista del compagno morto il gladiatore sopravvissuto
alzò lo sguarda verso l'alto per poi emettere un grido pieno
di rabbia e carico d'odio,tornò con lo sguardo verso il
demone e si lanciò alla carica verso di esso.
Sesshomaru rimase li:freddo,composto,immobile, si preparò
all'arrivo dell'altro ammasso di muscoli, il demone si mette in
posizione pronto all'arrivo del suo furioso avversario, il gladiatore
si avvicinò al demone e mise l'ascia alla sua destra per
caricare il colpo alla massima potenza,un ultimo passo,i
piedi sul terreno,il colpo parte, la lama si avviccina al
collo del demone per staccargli la testa.
Sesshomaru si abbassò in tempo prima di farsi decapitare,col
manico dell'ascia fece inciampare il colosso muscoloso,si
alzò velocemente in piedi e impugnado l'arma dalla parte
più bassa del manico la sbatte violentemente contro
l'hoplomacus che era caduto di schiena conficcandogli l'ascia dritta
nel cuore con una forza degna di Ercole.
I due gladiatori erano stati uccisi con le loro stesse armi,Sesshomaru
non era il tipo di guerriero da usare armi del genere,ma si sa,quando
ci vuole ci vuole,ma non era quello il punto,in
realtà il problema era bakusaiga,come mai un spada
così potente non riusciva a uccidere un umano? Sesshomaru
era perplesso,era la prima volta che gli capitava una cosa del genere.
- Guarda che macello.
Un altra presenza si trovava li,la sua voce proveniva dall'alto
dell'acquedotto.
Sesshomaru mosse lo sguardo in direzione di quelle poche parole
pronunciate con una briciola di malignità.
- Chi sei? fatti avanti,disse il demone con tono deciso.
Dal condotto dell'acqua uscì sargon che si sedette subito
sul margine della struttura con le gambe a penzoli nel vuoto.
- E dire che un uomo molto forte costa molto al mercato degli
schiavi,figuaramoci due gladiatori freschi freschi di palestra.
- Chi sei tu?
- Sono Sargon, il mercante più ricco del
mediterraneo,compro,vendo e baratto di tutto,e per tutto...intendo
tutto,non esiste cosa sulla quale non voglia contrattare...compreso
te,mio caro demone orientale.
- Io non ho un prezzo.
- Sbagliato,tutto e tutti hanno un prezzo,compreso tu,ho per meglio
dire...il tuo cadavere.
- Fatti sotto se ne sei convinto.
- Non ci penso neanche,disse Sargon in tono scherzoso.
Sargon si alzò in piedi per poi saltare nel cunicolo dove
scorreva l'acqua che poi passava sotto tutta la città.
- E poi perchè dovrei combattere io quando posso far
combattere gli altri per me?.
La voce del mercante risonuò un ultima volta prima di
scomparire nei meandri della acquedotto.
Sesshomaru rimase a fissare la parte più alta
dell'acquedotto.
- meglio muoversi.
Detto questo tornò a prendere l'arco e con un salto si
ritrovò all'interno del canale indrico
dell'acquedotto,abbastanza largo da far passare una persona sola.
Sesshomaru si incamminò verso l'interno della struttura in
cerca di un uscita,dopotutto,se da un parte entrava l'acqua,dall'altra
usciva.
Il demone ci mise mezz'ora prima di trovare l'uscita,davanti a lui si
trovava un varco di forma quadrata poco più basso della sua
statura,guardando fuori dall'uscita si accorse di essere sbucato dentro
un pozzo rotondo largo dieci metri e con una scala che collegava il
fondo all'entrata della città.
Il demone saltò giù dal varco posandosi sul
fondo, si avvicinò alla scala, lanciò l'arco
all'uscita del pozzo e cominciò ad arrampicarsi.
Pochi secondi dopo era arrivato all'uscita del pozzo,con le mani
attaccate al bordo del pozzo spinse con la schiena il resto del corpo,a
quel punto fece forza con le braccia e finalmente riscì a
uscire dal pozzo,guardandosi attornò capì tre
cose:la prima,si trovava all'ingresso della città,(avete
presente l'atrio dalla quale entrano i turisti per visitare le rovine
di Petra?l'entrata circondata dal canyon?bene,Sesshomaru si trovava li).
La seconda, era sera, in cielo non era completamente buio e al posto
delle stelle si vedeva un cielo misto tra l'azzurro metallizzato e quel
poco di rosa che si vede ancora quando rimangono gli ultimi raggi di
sole,un spettacolo bello quanto l'alba.
La terza,e la più importante,non si sentiva anima viva,c'era
silenzio assoluto,sembrava una città fantasma,non si sentiva
anima viva.
Sesshomaru raccolse da terra l'arco e senza starci a pensare troppo
decise di rientrare in città, si stava avvicinando
all'ingresso principale della città quando all'improvviso...
- Non entrare,non puoi più fare niente che possa aiutare
questa città.
Sesshomaru si girò in direzione delle parole pronunciate,era
Anubi che aveva pronuncito quelle parole con tono così duro.
- Bagoa e Pigiama?
- Se la caveranno, presto arriveranno i rinforzi persiani,saranno qui
entro poche ore.
- Anubi ha ragione,disse Thot spuntando dal nulla.
- Sargon potrebbe essere ancora dentro la città,quando mi
trovavo nei sotterranei della città due guerrieri di Flavio
mi avevano attaccato, ho faticato un pò per ucciderli,e
pensare che rano solo degli umani.
- Aspetta,per caso questi guerrieri avevano delle ascie?.
- Si,Minerva li ha chiamati Hoplomacus.
Intervenne Anubi.
- Hoplomacus?Flavio ti ha mandato due Hoplomacus?Dannazione...questo
non ci voleva,Thot.
- Si?
- Pensi anche tu che...
- E probabile.
Intervenne Sesshomaru.
- Di cosa state parlando?
Intervenne Anubi
- Sesshomaru,ora le cose si fanno serie,e per questo motivo meriti una
ricomepensa.
Lo sciacallo allungò il braccio destro con la mano aperta
verso il demone.
- Ma cosa...
Sesshomaru non fece in tempo a parlare che si trovò in un
posto sconosciuto, una fitta nebbia lo cirocondava,e come se
ciò non bastasse l'arco non c'era più.
-Sesshomaru
Una voce a lui familiare riecheggiava in quella nebbia.
- Padre.
- Sesshomaru,e giunto il momento che tu divenga più
forte,hai sconfitto due membri della squdra dei dieci,il primo
componente,kalì, uccisa con brutalità e forza
bruta,il secondo,Palgea,morto per mano di Bakusaiga, la sua dipartita e
avvenuta con onore,figlio mio,come già ti dissi nella nostra
ultima conversazione e giusto che tu ora possieda....queste.
subito dopo il discorso avvenne qualcosa di strano,le catene del demone
risplendevano di luce propria,una luce rosso fuoco.
- Ma cosa....
All'improvviso delle fiamme avvolsero il corpo del demone,cadde sulle
ginocchia mentre veniva invaso dalle fiamme,tuttavia il fuoco non gli
provocavano dolore,anzi, lo facevano sentire a suo agio.
Ma questa non'è era la cosa più
strabiliante,all'improvviso le fiamme si spensero liberando il demone
da quel incendio che invadeva il suo corpo.
- Alzati figlio mio e guardo tu stesso i doni che ti ha lasciato la
bestia che vive nel tuo braccio.
Sesshomaru riaprì gli occhi e si guardò gli
avambracci,le catene erano diventate grigio scure,prese i flagelli tra
le mani e anche essi erano cambiati,i manici erano rossi con
all'estremità delle guardie a forma di teste di grifone
appiattite con dei becchi dalla quale uscivano due spade corte dalla
lama curva e altamente tagliente.
Si rialzò da terra con una domanda che sembrava piuttosto
ovvia.
- Cos'é accaduto padre mio?
- Ti e stato fatto dono di una nuova forza,usa quelle spade con
saggezza figlio mio poichè esse non sono le armi
più adatte ad un eroe.
- Queste armi non vanno bene per me...io non sono un eroe,troppi sono
gli sbagli che ho commesso.
- Figlo mio, anch'io ho le mie colpe...sta notte,mentre dormirai,ti
farò di nuovo visita...ti stai facendo molte domande su
quello che accade durante il tuo viaggio,per adesso ti darò
le risposte necessarie a placare la tua curiosità.
- Mi darete risposte anche sull'arco?
- Per quell'arma dovrai chiedere ad Anubi,oppure Thot,in ogni caso
anche loro posso darti informazioni utili.
- Posso farvi una domanda? Riguarda Bakusaiga.
- Certo,dimmi pure.
- Oggi ho ucciso due guerrieri di Flavio, All'inizio ho usato contro
uno di loro la mia Bakusaiga,eppure non si era fatto niente.
- Sono ancora vivi questi guerrieri?
- No, ho usato i flagelli del caos e poi li ho finiti con le loro
stesse armi.
- Capisco,non so proprio cosa dirti,forse più tardi
potrò darti una risposta.
- Bene.
Dopo aver pronunciato queste parole la nebbia si dissolse poco alla
volta,una fortissima luce prese il posto della nebbia, molto intensa fu
quella luce che il demone si dovette riparare gli occhi per impedire a
quella radiosa presenza di abbagliare la sua potente ma sensibile vista.
Riaprì lentamente gli occhi e abbassò la mano che
lo aveva difeso dall'abbagliamento, si accorse di essere tornato a
Petra nello stesso punto in cui si trovava prima,le due
divinità erano ancora li e senza muoversi di un centimentro.
- Bentornato guerriero,ti é piaciuta la sorpresa?,disse Thot
con un leggero tono di curiosità.
- Cos'é successo?
Intervenne Anubi.
- Per un breve lasso di tempo ti ho fatto sognare...per così
dire,infatti come puoi notare le tue armi sono cambiate,tuo padre ti ha
detto qualcosa di importante?
- Questa notte mio padre mi farà ancora visita.
- Capisco, e giusto che tu sappia il resto.
- giusto o sbagliato che sia io voglio risposte,cambiando
argomento,dove andiamo adesso?
- Dobbiamo tornare a Tiro, le nostre spie hanno confermato che Sargon
venderà un grosso quantitativo di armamenti ai nemici a
potenti nazioni che sono in contrasto con le poche province romane
fedeli agli olimpici e i loro alleati.
- Quando ci muoviamo?
Interviene Thot.
- Adesso,se mi trasformo Nella mia forma di Ibis gigante arriveremo A
Tiro prima dell'alba.
- Bene.
- D'accordo,prima di cambiare la mia forma dobbiamo uscire da questa
gola,non ho spazio sufficiente per trasformarmi.
Interviene Anubi.
- D'accordo,usciamo da qui presto.
Gli altri due annuirono e corserò fuori dalla gola rocciosa
di Petra.
L'eroe se ne andò dalla città...e con lui gli
dei,ma non c'erano solo loro in quella piccola parte della
città,infatti,c'era un altra presenza.
Palgea si trovava a Petra,o per meglio dire su una nuvola che si
trovava sopra la città,dall'alto guardava i tre che se ne
andavano via da essa.
- Sesshomaru, Anch'io stanotte ti farò visita,ma a
differenza di tuo padre non sarò portatore di buone notizie.
Palgea mosse lo sguardo verso l'interno del teatro,pur essendo in alto
vide chiaramente ciò che c'era al suo interno,Flavio,mentre
saliva le scale percorse dal fratello per raggiungere i sotterranei.
- Flavio,un demone dall'armatura nera,all'apparenza un demone
semplice,un burlone,un uomo che se visto in una rapida occhiata non da
l'impressione di poter fare qualcosa di spettacolare,eppure,sotto
questo suo aspetto si nasconde qualcosa,qualcosa di
indecifrabile,qualcosa di incomprensibile...qualcosa di caotico.
Detto questo Palgea scomparve in un unica grande fiammata in attesa di
raccontare ciò che aveva da dire al demone di ghiaccio.
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Capitolo 29 *** Il ricordo ***
La scomparsa dell'astrologo non passò
inosservata,anzi,Flavio sapeva benissimo che Palgea l'osservava
dall'alto,ma nonostante ciò non si era girato ad
osservarlo,anzi,si accontentò di salire le scale che
portavano al teatro senza battere ciglio.
Dopo aver percorso le scale si accorge che davanti a lui si trova un
Aquilifer,(colui che porta l'aquila),un legionario incaricato di
portare un bastone alto due metri con in cima un aquila di legno,questo
tipo di soldato veniva posto in prima fila al proprio reggimento in
modo da ispirare i soldati al combattimento e mostrare
il simbolo dell'impero romano ai loro nemici,c'erano soldati che davano
la vita per impedire ai nemici di uccidere un aquilifer.
Flavio si avviccinò al soldato che impugnava con entrambe le
mani il bastone, di fronte a lui si trovava un uomo sulla
trentina,probabilmente un veterano,alto all'incirca un metro e settanta
e con una barba incolta.
- Identificati,disse Flavio in tono serio.
- Quarto aqulifer del undicesimo reggimento della sesta orientale
signore,sono qui per comunicare i risultati della battaglia.
- Ebbene?
- La battaglia e stata vinta,per maggiori informazioni si rivolga al
comandante della sesta.
- D'accordo.
Flavio si incamminò verso la scalinata che portava alle
tribune del teatro,camminava tranquillo,rilassato,in poche parole un
cane sciolto.
Nessuna preoccupazione che gli passa per la testa,Salì il
primo scalino,poi il secondo e così via fino ad arrivare
alla fine della scalinata,poi si girò in direzione
dell'aquilifer con un sorrisetto arrogante.
- Aquilifer.
- Si signore?
- Tu sai perchè tutta la gente nel teatro e morta?
- No signore.
- Semplice,te lo dico io perchè sono morti...l'ultimo
spettacolo che hanno dato qua dentro era così brutto ma
così brutto che piuttosto che vedere il secondo atto si sono
suicidati,che dire,lo spettacolo era un vero mortorio.
detto questo cominciò a ridere come se la sua ultima battuta
fosse stata divertentissima,invece si vedeva lontano miglia che era una
freddura veramente orrenda.
- Va be dai,seguimi.
- Certo signore.
L'aquilifer salì le scale raggiungendo il suo signore nella
parte più alta del teatro.
- Andiamo alla piazza principale,se non sbaglio il punto di adunata
dell'esercito e li.
- Si signore,proprio come ci ha ordinato.
- Bene,facciamo presto,voglio il rapporto della battaglia prima del
tramonto.
I due scesero le scale che portavano all'ingresso del teatro,la
moltitudine di cadaveri impediva a Flavio di camminare bene e rischiava
così di inciampare giù per le scale.
- Mannaggia,capisco che questi poveretti sono stati uccisi mentre
cercavano di salvarsi la vita,ma dovevano proprio morire sulle scale?
- Non hanno avuto scelta signore.
- Non hanno avuto scelta,metterla così e facile,insomma, io
non chiedo che la gente non debba morire,dico però che
quando muoiono non dovrebbero creare oastacolo a chiunque dovesse
passare sopra i loro corpi.
- Mi perdoni se le dico che il suo non'è un discorso molto
sensato.
- Non fa nulla aquilifer,ognuno può pensarla come gli pare e
piace,vedi,anche se comando dall'alto dell'Olimpo non vuol dire che io
sia superirore a te,ciò non toglie che riguardo alla vita
militare deve mancare la disciplina,se tu mi mancassi di rispetto io
potrei anche spezzarti le gambine,capisci cosa intendo?
- Certo Signore.
Alla fine arrivarono all'entrata del teatro con non poche
difficoltà, i cadaveri resero quasi impossibile la discesa
al pian terreno.
Fuori dalla struttura si distinguevano le figure di quattro secutores
con le spade in mano e gli scudi saldi, Flavio si mosse verso di loro.
- Cosa ci fate voi qui?
Al suo arrivo i gladiatori portarono il pugno al petto,uno di loro fece
un passo in avanti.
- Maestro,abbiamo pensato di farle da scorta,se mai qualche abitante
della città o un soldato persiano l'attaccasse,scelga lei.
- ormai siete qui,va bene,potete coprirmi le spalle se questo vi fa
piacere.
- Grazie signore,non la deluderemo.
Detto questo i quattro secutores circondarono Flavio e l'aquilifer in
modo da rendere più efficace la loro protezione.
Cominciarono a camminare in direzione della piazza centrale, i quattri
gladiatori facevano bene il loro compito,per quanto non fosse per
niente neccessario,ci misero poco ad arrivare alla piazza centrale
della città,una grande area dove all'interno si trovava
mezza legione.
La piazza era piena di bancarelle,negozi,case di achitettura ellenica e
un tempio dello stesso stile delle case,un ottimo luogo dove far
riposare così tanti legionari.
- Siamo arrivati signore.
- Potete andare miei gladiatori,grazie per averci scortati.
- Si figuri maestro,anzi,grazie a lei per averci dedicato un
pò del suo tempo,noi ci congediamo.
I secutores si congedarono dal loro signore e si mossero verso il resto
dell'esercito.
- Signore.
- Si aquilifer?
- Il comandante della sesta e laggiù, lo vado a informare?
- Grazie ci penso io.
Flavio,seguito dall'aqulifer,si mosse in mezzo ai soldati della legione
orientale senza andare troppo nell'occhio,i soldati mangiavano,bevevano
vino,giocavano,parlavano ecc,in poche parole si divertivano dopo una
dura giornata di massacri e combattimenti,infondo se lo erano meritato.
Non ci volle molto tempo per trovare il comandante della legione, un
uomo in armatura seduto su uno sgabello di legno intento a
riposarsi insieme a suoi uomini,indossava una lorica segmentata,un
armatura in uso durante gli anni d'oro dell'impero romano,consiste in
una corazza formata da lamine d'acciaio legate tra loro con strisce di
cuoio,le lamine ricoprono il petto,il ventre e anche le spalle,un
armatura potente sulla difesa ma debole nella mobilità,per
chi non la sa indossare può risultare scomoda e pesante.
Alla fine arrivò davanti al comandante della sesta
legione,uomo sulla trentina,castano e con i capelli corti,seduto con le
braccia incrociate e con gli occhi fissi su un focolare che
circondato da lui e alcuni suoi soldati in attesa di mangiare della
carne messa a cuocere vicino ad esso.
- Potrei sapere i risultati della battaglia?,chiese Flavio con tono
calmo e pacato.
L'uomo si alzò di scatto per poi battere il pugno sul petto,
- Certamente signore...pochissime perdite per le nostre truppe.
- E i persiani?
- Gravi perdite per gli assediati,penso che il nemico non avesse
previsto un attacco da perte dell'esercito romano.
- Ne sei sicuro?
- Si signore,i nemici erano pochi e non credo che sapessero del nostro
arrivo.
- Io non credo,questa battaglia e stata fin troppo facile,ascolta,la
sesta legione presidierà la città
affinchè i persiani non se la riprendano.
Detto questo Flavio diede le spalle al comandante della sesta legione.
- Questa città e fondamentale per l'economia del mio nuovo
impero,i commerci con i regni e le tribù vicine a Petra
incrementeranno l'oro delle casse statali...ah,un ultima cosa.
- Dica.
- Si assicuri di ottenere l'appoggio delle popolazioni locali con mezzi
pacifici,se sorgono problemi mi faccia sapere.
- Obbedisco.
- Le auguro una buona serata.
- Anche a lei,disse il comandante mentre batte il pugno sulla corazza.
Flavio si incamminò verso l'entrata della città e
mentre raggiungeva il luogo prestabilito veniva salutato dai soldati.
-AVE CESARE.
Un grido pronunciato all'unisono da tutti i soldati con assoluto
fedeltà verso il loro demoniaco signore.
- Anch'io vi voglio bene,ciao belli.
Disse Flavio con aria disiteressata al saluto dei suoi soldati.
Dopo qualche minuto di camminata si intravedeva
l'uscita,attraversò la porta della città per poi
ritrovarsi fuori dall'ingresso della città.
Si guardò attorno come se stesse cercando
qualcosa,il suo sguardo si muoveva a destra a manca ma senza trovare
ciò che desiderava.
- Sesshomaru se n'è andato, oh bé, pazienza...mi
sarebbe piaciuto parlargli altri cinque minuti,comunque
non'è questo il momento per distrasi.
Flavio fischiò facendo sentire quel suono in tutta l'area di
Petra,dietro di lui comparve Sargon proveniente dalla porta principale
di Petra.
- Flavio.
Il demone si girò in direzione del mercante.
- Non c'è traccia di tuo fratello.
- Si me ne sono accorto,e tu?
- Te l'ho appena detto io.
- Si e tu?
- Ma sei scemo?
- Fammici pensare................si......e tu?
Sargon rimase allibito da quello che gli venne detto,non riusciva a
credere che colui che aveva liberato la squadra dei dieci si
comportasse come un imbecille.
- Lasciamo perdere,sono qui per il mio compenso.
- Il tuo....cosa?
- Il mio oro,come ti ho detto non c'é traccia di tuo
fratello qui a Petra,e ovvio che i miei hoplomacus lo hanno ucciso nei
sotterranei della città.
Flavio si avvicinò al crudele mercante.
- Ne sei sicuro Sargon?
- Si.
- Strano.
Flavio mosse il braccio indicando qualcosa dietro di lui,non
girò neanche la testa per vedere che cos'era.
Sargon vide qualcosa di grosso che si trovava dietro al demone e che si
stava avvicinando ad esso.
Era un grande essere alto 2 metri e ricoperto da stracci in modo da non
essere riconosciuto,ogni passo che faceva emetteva un suono
metallicco,come un martello che batte su un metallo rovente.
- Lui ha un altra opinione su cosa può essere successo a mio
fratello.
Appena sargon lo vide fece uno sguardo impaurito,sapeva chi era e se si
trovava a Petra vuol dire che la cosa era molto seria.
- Tu?...che ci fai tu qui?
Interviene Flavio.
- Non sapevi che era qui a Petra?eppure ho fatto in modo di farvi
lavorare insieme,pensa che i persiani vi hanno visto insieme.
- Stai mentendo,non ho combattuto insieme a lui,non pensi che grosso
com'è avrei dovuto vederlo?
- Come pensavo.
- Come pensavi?
- Si esatto...gli ho ordinato di nascondersi alla tua vista,sono
contento che ci sia riuscito alla perfezione.
Finito di parlare Flavio abbassò il braccio con cui indicava
l'essere ricoperto di stracci.
- Sargon,dirigiti a Tiro come prestabilito e fa in modo che la vendita
di queqli armamenti vada a buon fine,non fallire.
Flavio creò un varco di Crono e il mercante ci
saltò dentro, appena il varco si richiuse Flavio si
girò verso l'essere misterioso ricoperto di stracci accanto
a lui.
- Mechamaru,segui mio fratello senza farti vedere,pedinalo e osserva
ogni sua mossa,ha lasciato la città da poco e quindi ora
dirige verso Tiro,ora va.
Ricevuto l'ordine Mechamaru fece un balzo altassimo alzandosi di molto
e vedere Petra allontanarsi sempre di più,appena smise di
andare in alto mise il suo corpo in posizione distesa e andò
via velocissimo con due getti di fuoco che gli uscivano da sotto i
piedi,l'ultima cosa che rimase di lui era una scia di fumo lasciata in
cielo.
- Non c'è più niente da fare qui,meglio tornare
sull'Olimpo.
Detto questo sparì nel nulla utilizzando il trasporto di
Crono e si materealizzò direttamente sul pavimento a
specchio della cima della montagna,Mise la mano sinistra sulla bocca e
poi sbadigliò,Flavio era davvero stanco,aveva bisogno di
coricarsi cinque minuti e di rilassarsi un pò.
Si spostò verso il bordo dell'area circolare del trono e
scendere un ampia e maestosà scala in marmo pregiato,mentre
scendeva le scale il suo sguardo si fece malinconico e spento quasi non
vi fosse più vita in quegli occhi color dell'oro.
Arrivato alla fine del scalinata si ritrovò davanti ad un
immenso varco scavato nella montagna ed entrò,mentre entrava
all'interno dell'Olimpo rivide il grande corridoio che aveva
attraversato ai tempi in cui era il campione degli dei,le pareti non
erano per niente simili a quelle di una grottà ma
bensì a quelle di un tempio della mitologia classica.
Le pareti liscie e adornate con affreschi riguardanti la mitologia
greca,il pavimento talmente lucido da specchiarcisi dentro,il soffito
pieno di immagini guerrieri,fanciulle,animali,mostri ecc,una reggia
degna della gloria degli Olimpici.
Il corridoio era talmente largo e pieno di immagini da far sembrare un
museo d'arte la casa di un contadino,ai lati di esso vi erano
moltissime stanze ognuna con una porta in oro massiccio,tuttavia al
centro preciso del corridoio vi era una porta particolare, una porta
umile,una normalissima porta di legno colorata di nero,non era nulla di
che,era fatta con un legno di bassa qualità e quindi non era
nulla di speciale.
Flavio camminò per tre minuti prima di raggiungere la porta
che potava lo stesso colore della sua armatura,aprì la porta
ed entrò dentro.
L'aspetto della stanza rispecchiva perfettamente quello della
porta,povero e umile, all'interno di essa vi erano un letto
romano in legno di bassa qualità euno specchio rotto
attaccato a un muro,ma ancora una volta c'era una differenza che non
c'entrava niente,proprio come la porta nera in mezzo a quelle d'oro.
Nella stanza vi era un grosso armadio nero,alto due metri e venti,a due
ante e in legno d'ulivo,la superficie lucida e liscia simboleggiavano
che era un mobile di altissima qualità.
Flavio camminò verso il letto con passo calmo e
rilassato,sul volto gli si leggeva in volto una piccola traccia di
affaticamento,da molto tempo dormiva sul trono di Giove e lungo andare
era diventato scomodo dormire al posto riservato al re degli olimpici.
Si avvicinò all'armadio appoggiando delicatamente le mani
sulle maniglie,lo aprì lentamente,quasi volesse trattarlo
delicatamente,come se fosse qualcosa di veramente prezioso per lui.
All'interno di esso vi erano tre spazi,uno si trovava a sinistra e
poteva essere usato per riporre oggetti di grosse dimensioni,a destra
invece vi era un comodino nero alto un metro e con dieci cassetti,lo
spazio rimanente poteva essere usato per inserire oggetti alti non
più di un metro.
Flavio osservò lo spazio vuoto sopra il
comodino,poggiò le mani sui lati della gabbia toracica, le
sue mani presero due cinturini posti sui lati corazza e li
slacciò permettendo così di togliersi la corazza.
Flavio era rimasto a torso nudo rivelando così alcune
piccoli segreti che c'erano sulla sua pelle,sulla spalla sinistra del
demone c'erà un tattuaggio nero con scritto S.P.Q.R,sulla
spalla destra invece vi era un tattuaggio rappresentante un bastone con
attorno due serpenti bianchi.
Sul pettorale sinistro si trovava un marchio a fuoco,la bruciatura
portava l'immagine di due spade incrociate con in mezzo un tridente,il
demone osservò i tre segni che aveva sul corpo con sguardo
malinconico,ripose la corazza nell'armadio e si mise sul letto usando
la propria coda come cuscino,(a differza di Sesshomaru Flavio ha ancora
la sua coda da demone cane).
Nell'attesa che si addormentasse per una breve dormita
comiciò a fissare il soffitto con aria assonnata,era stata
un giornata estenuante per Flavio che per di più eveva
lottato con il fratello, c'erà anche il massacro dei soldati
di Petra ma quello era roba da niente,qualsiasi imbecille con un minimo
di esperienza sul campo di battaglia poteva uccidere delle guardie
cittadine mal addestrate senza il minimo sforzo.
Chiuse gli occhi nella speranza di addormentarsi presto
quando all'improvviso gli vennero in mente alcuni ricordi del passato.
Inizio Flashback
Irlanda,autunno dell'ottocentottanta dopo cristo,ventidue
anni dopo la caduta di Roma per mano dei Goti.
Un giovane Flavio poco più che ventiduenne si trovava su una
lunga strada polverosa circondata da una parte da una vastissima
pianura erbosa,dall'altra un altissima scogliera che si affacciava sul
gelido mare del nord,burrascoso e violento,il cielo grigio chiaro e
l'aria fredda emanavano una forte sensazione di calma e quiete nel
cuore del demone.
In groppa sul suo mitologico destriero si stava muovendo lungo la costa
con tutta tranquillità,non andava di fretta e Pegaso lo
dimostrava camminando pian piano sulla strada e non volando spigando le
sua come quelle di un aquila.
Flavio girò la testa verso il mare e cominciò ad
osservare la lunga distesa d'acqua e il cielo grigio,il suo viso si
incupidì nel vedere quei due elementi.
- Irlanda,terra celtica non ancora influenzata dalle conquiste di
Roma,forse qui troverò un pò di pace.
Questo pensò il demone,non gli importava nulla di Roma e
della sua grandezza,non che la civiltà romana non gli
piacesse,anzi,era fiero di essere il campione degli dei,il guerriero
più forte scelto da Giove in persona,era rarissimo che un
guerriero cresciuto sull'Olimpo e di origini straniere venisse scelto
per diventare un campione,però ormai Flavio era stanco di
battaglie e guerre,non c'è la faceva più con
quella vita fatta solo di combattimenti,gli serviva del tempo per
trovare un pò di pace in se stesso,quale posto migliore se
non l'Irlanda?
Tornò con lo sguardo dritto di fronte a lui,non era tempo
per i ricordi,non era tempo da perdere.
Pegasò prosegui ancora per mezz'ora prima di doversi fermare
davanti a ciò che il suo padrone stava cercando,un villaggio.
-Andiamo bello.
Dicendo questo Flavio motivò il cavallo a correre verso di
esso,forse li sarebbe stato bene.
Ma appena si trovava ad un passo da esso qualcosa lo
bloccò,fermò immediatamente il suo destriero e si
mise ad annusare l'aria,odorava di sangue...e morte.
Scese da cavallo e si incamminò verso il piccolo
villaggio,appenà vi entrò si guardò
attorno nel tentativo di di non farsi prendere alla sprovvista.
Attorno a lui vi erano capanne e catapecchie con accanto a loro
barche,remi e reti,chiaro riferimento ad un villaggio di pescatori.
Flavio si avvicinò al centro del villaggio e vide quello che
si aspettava,cadaveri.
Flavio si avvicinò ad uno dei cadaveri per analizzarlo
meglio,portava degli stivali di pelle con dei pantaloni di stoffa
grigi,una corazza in pelle e un drappo grigio che gli copriva il volto
e lascia scoperti gli occhi.
Si inginocchia per vedere meglio chi potrebbe essere,all'improvviso
arrivò alla soluzione.
- Pirati Fenici,cosa ci fanno qui nel mare del nord?non si dovrebbero
spingere così lontano dal Mediterraneo,forse sono stati
spinti fin qui da una tempesta.
Mentre osservava il corpo sentì un rumore provenire dalle
sue spalle,instintivamente spiccò un salto alto tre metri
quasi finendo a contatto con le onde del mare.
Si girò indietro e vide qualcosa di bizzarro,il cadavere che
aveva esaminato prima era ghiacciato,poi vide meglio quello che c'era
in quel momento,una donna,una donna bellissima.
Costei aveva un aspetto veramente eccitante:stivali di cuoio,pantaloni
e top di pelle e una pelliccia di lupo che gli cinge le spalle,ma
ciò che era veramente sensuale in lei era l'aspetto
fisico,era alta,magra,capelli corti e lisci ed essi erano rossi come il
fuoco,per non parlare degli occhi,belli e verdi come l'erba e pelle
rosea morbida come la seta.
Costei si trovava in ginocchio con la mano destra sul petto del
cadavere,sotto il palmo si era formato un sottile strato di ghiaccio
liscio come l'olio e trasparente come l'acqua più
limpida,alzò lo sguardo sul demone fissandolo dritto negli
occhi,si alzò in piedi con fare minaccioso.
- Tu.
Flavio si gaurdò attorno e poi si indicò puntando
il viso.
- Ma dice a me?
- Confessa.
La ragazza mise in avanti il piede destro e poi lo indicò.
- Sei stato tu ha uccidere questi stranieri?
- Io?
Flaviò cominciò ad agitare le mani in segno di
negazione.
- No no no no no,non sono stato io,insomma,mi guardi bene ho la faccia
di uno che potrebbe uccidere qualcuno?Andiamo,non diciamo sciocchezze.
- E quelle spade che ti porti dietro?
- Queste?Non sono di un mio amico,me le ha prestate per fare bella
figuara con le ragazze, ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah.
Flavio emise una falsa risata,rideva per non piangere,non se la sentiva
di combattere con una ragazza appena conosciuta.
- Capisco.
Disse la donna chiudendo gli occhi per un piccolo momento.
- Combatti.
appena lo disse riaprì gli occhi con sguardo minaccioso.
- Come scusi?
- COMBATTI.
La ragazza cominciò a correre nella direzione del demone in
tutta la sua velocità,Flavio da parte sua voleva evitare il
combattimento,non aveva alcun motivo per combattere.
- No,calma,no,calma....calma calma calma calma calma calma ragioniamo
un momento.
La ragazza tirò un pugno in direzione del volto di Flavio ma
lo evitò come niente facendo un passo alla sua destra,ella
stava per cadere sulla sabbia quando all'improvviso Flavio la prese per
la vita,la ragazza vide in volto colui che le aveva impedito di
sfracellarsi la faccia al suolo.
-Tutto bene,signorina?
- Pensa per te,non ho bisogno dell'aiuto di un romano.
la ragazza si tolse subito dalla presa del demone dall'armatura
nera,fissò il demone dritto negi occhi nella speranza di
poter scrutare qualche presenza di cattiveria o perlomeno di
bugia,aveva l'impressione che sotto quella gentilezza così
naturale si potesse nascondere qualcosa.
- Perchè non vuole il mio aiuto? infondo siamo emtrambi
persone mature e intelligenti...o per meglio dire,lei e matura e
intelligente.
- E tu cosa saresti?
- Di tutto tranne intelligente...almeno credo...o almeno credo di
credere a ciò che credo..almeno credo.
- Raccontala a qualcun'altro.
La ragazza gli si scagliò contro Flavio con altro pugno che
stavolta era diretto al costato sinistro,Flaviò
però evitò il colpo facendo una ruota
all'indietro,per poco non dava un calcio al mento di quella splendida
ragazza,anche se in realtà sapeva che non avrebbe mai
colpito quella leggiadra fanciulla che voleva farlo a pezzi.
Lei evitò quel calcio saltando all'indietro,ancora qualche
centimetro più avanti e la sua mascella si sarebbe rotta
facilmente.
- Non male romano.
- Grazie,ma adesso sarebbe meglio smetterla,questo gioco e bello
finchè uno dei due non si sarà fatto male,la
prego signorina,preferirei finire qui.
- Come sei gentile,ma non posso tirarmi indietro,in guardia.
La ragazza stava per scattare verso Flavio nel tentativo di batterlo.
- Fermati subito Enya.
La voce di un uomo proveniva dal mare,a qualche metro dalla
spiaggia,dall'acqua fuoriscì una colonna di ghiaccio,da essa
venne fuori un uomo dai capelli e la barba rossa con indosso una
pelliccia d'orso marrono e stivali del medesimo
materiale,cominciò ha camminare verso la spiaggia usando
come strada l'acqua,ogni passo che faceva ghiacciava l'acqua sotto di
lui formando una lunga striscia di ghiaccia che gli faceva da strada.
La ragazza cominciò a calmarsi,sembrava avesse perso ogni
voglia di combattere e che si fosse calmata, Flavio si era accorto di
questo comportamento e quindi tirò un sospiro di
sollievo,adesso poteva di nuovo rilassarsi.
L'uomo dalla lunga barba arrivò sulla
terraferma,cominciò ad osservare entrambi con sguardo calmo
e rilassato,non sembrava che avesse cattive intenzioni.
- Fratello.
La ragazza si rivolse all'uomo con sguardo felice e colmo di gioia.
- Henya.
Al sentire quel nome la ragazza corse verso suo fratello a braccia
aperte,lo abbracciò con gioia saltandogli al collo e
rimanergli attaccata come una sanguisuga.
- Henya,perchè hai attaccato quest'uomo?
Sentendo quelle parole la ragazza guardò in volto il
fratello.
- Perchè è un romano e come tale deve morire.
- Morire?costui non ha nemmeno cercato di attaccarti,eppure tu sei
stata aggressiva nei sui confronti,chiudegli scusa.
- Mai.
- Fallo,non fare la bambina.
- Ma io....
- Chiedegli scusa.
La ragazza si divincola dal fratello e si volta verso Flavio.
- Ti chiedo scusa.
- No la prego,non c'è n'è bisogno,anzi,sono
onorato di aver visto una simile fanciulla con un carattere tanto
focoso la cui bravura in combattimento e superata sola dalla sua
bellezza.
Finito di parlare Flavio chinò il capo in segno di rispetto
verso di lei,la sua avversaria.
A sentire quelle parole la ragazza divenne rossa in viso,in quel
momento si sentiva imbarazzata e allo stesso tempo felice,era se come
fosse stata la prima volta che qualcuno glielo diceva.
- Cosa?....io...bella?
- si,pensavo le sarebbe piaciuto saperselo dire.
- Ah...ecco...io...
Intervenne lo sconosciuto rivolgendosi a Flavio offrendogli una stretta
di mano
- Mi presento,io sono Brenno e lei e mia sorella Enya,e una brava
ragazza...anche se ha un carattere un pò brusco.
Flavio strinse la mano a Brenno.
- Piacere,io sono Flavio Augustolo Ottaviano.
- Il piacere e nostro.
I due si scambiarono un sorriso leale e sincero,nessuno dei due aveva
intenzioni malvagie ed entrambi erano pronti a conoscersi l'uno con
l'altro.
FINE FLASHBACK.
Proprio mentre si stava riposando bussarono alla porta,non aveva voglia
di alzarsi ma doveva farlo,sarebbe stata una vera e propria
maleducazione non aprire.
Si alzò di malavoglia dal letto e andò ad aprire
la porta,era Naraku e aveva un aria per niente gioviale,Flavio lo
guardò con una faccia assonnata.
- Ciao cialtrone.
- Non sono cialtrone.
- Se non sei cialtrone allora sei ignorante, ahahahahahaahahahaha.
- Come vuoi tu, sono qui per parlarti.
- Di che si tratta?
- Riguarda il gigante,sembra che le sue ferite siano del tutto guarite.
- Davvero?...andrò a controllare le sue condizioni.
- Tu?
- Certo...sono un medico,anche se non lo do a vedere.
Detto questo Flavio uscì da quella camera malconcia senza
indossare la corazza dirigendosi nel luogo in cui il generale punico
era stato confinato nell'attesa della guarigione completa.
- I ricordi,per quanto belli possono far male,ma se non potessimo
ricordare le cose che ci stanno più a cuore potremmo mai
vivere senza?
Queste parole si facevano spazio nella mente del demone romano,ma anche
altre stavano per venire fuori...e queste parole riguardavano un umana.
- Rin...tu hai il dono dell'amore,candido,puro e vero...un degno
avversario per la sua nemesi...l'odio.
Furuno gli ultimi pensieri di Flavio prima di andare da Annibale, per
quella sera non gli andava più riflettere,non
voleva più ricordare,non voleva più soffrire.
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