Her

di Francy394_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Her ***
Capitolo 2: *** 2-Her-Come posso fidarmi di nuovo? ***



Capitolo 1
*** 1-Her ***


CAPITOLO 1

 

 

È la mia prima fanfic, vi prego di essere gentili con me e di criticare utilmente, senza insulti. Grazie. Prego. Ciao.

 

 

 

 

Il suo nome è Frances. 

Frances Brown. 

Che dire di lei? 

È una ragazza semplice, che ha avuto la fortuna di poter far parte della troupe di Game Of Thrones. Beh, se questa si può definire fortuna. 

Ormai è da anni che lavora là con David e D.B. Weiss. Conosce tutto il cast, sempre fortunatamente o forse no. 

Che altro dire di lei? 

Ah. Si. 

È innamorata di Sophie Turner da ben 4 anni. 

Ha avuto una storia con lei, che non è finita così tanto bene. 

 

Teenagers dei My Chemical Romance suona sul cellulare come sveglia. Con un lamento a dir poco rumoroso la ragazza apre gli occhi, cercandosi di alzare dal letto. 

Controlla, quasi con impazienza, l'altro lato del letto con lo sguardo, vedendolo vuoto come sempre accanto a lei. Ci passa sopra una mano, sospirando per la freddezza, per poi alzarsi definitivamente dal materasso. 

Prima tappa: bagno. 

Ha bisogno di una doccia fredda, così raggiunge la meta con estrema fatica, ancora mezza dormiente. 

Appena apre il getto d'acqua che le arriva sulla fronte, scendendo poi sui capelli castani, chiude gli occhi, mentre le saettano delle immagini sotto essi: capelli rossi umidi, pelle chiara e morbida sotto il suo tocco...

Non riesce a fare a meno di pensarla, non fa a meno di pensare a lei. Solo lei. Come può non farlo? 

Esce dalla doccia e dirigendosi in cucina mette la moka già pronta sul fornello, ne ha davvero bisogno. Nel mentre si veste, tutto questo con molta calma.

Queste due settimane le hanno date libere come vacanze a tutti, così Frances ne ha approfittato per starsene in pace nel proprio appartamento a Los Angeles. 

Prende il telefono, notando un messaggio da parte di Kit. 

 

Hei mora, che ne dici di uscire? Solito?

 

Decide di non rispondere, sapendo che ciò che aspettava non era un messaggio da parte del suo amico. 

Dopo qualche ora che sta a leggere sopra il divano con una tazza di caffè sul tavolino del salotto, decide di uscire alla fine.

Così risponde a Kit. 

 

Arrivo direttamente al Nick's. Aspettami là.

 

Si cambia, prendendo degli shorts più adatti e mettendo via quelli del pigiama. 

Esce in strada e cammina per le vie della città. 

 

La vide in lontananza e non credette ai suoi occhi. Era lei? Fece finta di non vederla ma purtroppo la rossa si era già accorta della propria presenza, stava venendo verso la sua direzione. Non fece altro che osservarla: i capelli ramati al vento, gli occhi color ghiaccio fissi sulla figura di Frances. 

Quando iniziò a parlare era troppo persa a contemplarla per capire il significato delle sue parole. 

Cosa?

Dissi, incrociando il suo sguardo. 

Sophie le sorrise e lei sapeva di essere in grado di svenire lì in quel preciso momento. 

Dicevo...

Non credevo fossi qui a Los Angeles. Quando sei arrivata?

Lei rimase per un momento incantata dalla sua voce. 

"Eddai Frances. Riprenditi!"

Ow. Ecco, sono arrivata solo due giorni fa.

Disse la mora, riprendendo piena coscenza di sé. O almeno la maggior parte. 

Ti va di prendere un caffè? Dovremo parlare.

Disse la rossa, facendosi seria in viso. 

Trangugiò sonoramente in un solo colpo la saliva che le era rimasta in gola, prima che si affogasse con essa.

Si...

Certo, ti seguo.

Non sapeva proprio in che guaio si era cacciata. Preferì in quel momento essere a casa a guardare serie tv, sdraiata sul divano con dei pop corn in una busta.

 

Andarono al Nick's e fortunatamente c'era Kit che la stava aspettando. Appena si videro, lei corse ad abbracciarlo. 

 

Frances. Hei.

Il ragazzo le sorrise, scombinandole i capelli. 

Erano buoni amici loro due, col tempo era riuscito anche a raccontargli della rossa.

Ciao anche a te Sophie.

Come mai qui?

 

Dovevo incontrare Frances.

Disse la rossa, quasi in imbarazzo di fronte a Kit. 

 

Ah, guarda che coincidenza. Anche io. 

Disse divertito, anche se non c'era nulla di divertente in quello che aveva detto. Sembrava più una minaccia. Come per dire:

'Adesso ci sono io qua, lascia in pace la mia amica e vattene. Hai già fatto abbastanza.' 

 

Non lo sapevo, scusa Kit. Puoi passare dopo? Dovrei parlare sola con lei.

Disse, sempre la rossa, adesso più scura in volto. 

Il ragazzo guardò prima Sophie, poi lei. Come per assicurarsi che stesse bene in presenza dell'ultima nominata. 

Ma il fatto è che stava benissimo e questo non poteva che recarle qualche problema.

Come poteva dopo quello che le aveva fatto? 

Il punto era che per Frances era difficile dimenticarla e sarebbe stato così ancora per molto tempo. 

 

Con un solo sguardo, disse a Kit che stava bene e che non doveva preoccuparsi. 

Va bene vado. Ma ritorno fra un'ora, intesi?

Disse duro il ragazzo, per poi avviarsi verso la sua moto, salendo in sella e partendo spedito per le vie della città. 

 

Allora...entriamo?

Disse, un po' impacciata Frances.

La rossa annuì ed entrarono nel locale. 

Dopo essersi sedute ed aver ordinato quello che volevano prendere, la rossa si schiarì la voce. 

 

Frances...

Non so da dove cominciare. 

Inizio prima di tutto col dire che mi manchi. 

Che mi manca ogni momento passato con te, ogni momento che stavo passando con te ed ogni momento che potevo trascorrere con te. 

Inizia così Sophie, a parlare con lo sguardo fisso nel suo, più seria che mai. 

In un primo momento non avrebbe notato gli occhi lucidi, ma invece lo notò, come poteva non accorgersene? 

Stava per parlare quando la interruppe. 

Mi manca ogni cosa di te. 

Mi manca vederti dormire con i capelli tutti arruffati sul cuscino, mi manca averti accanto durante la notte, mi manca prendere il caffè con te al mattino appena alzate, mi manca fare la doccia con te, fare l'amore con te, baciarti. 

Disse, sempre risoluta la ragazza. 

Le prese una mano tra le proprie, sospirando. 

Il guaio in cui si era cacciato era grosso. Sisi.

 

Non sapeva come rispondere. 

Ma senza pensarci troppo, lo fece e basta. 

Mi manchi anche tu Sophie...

Disse in primis la mora, sentendosi stringere la mano dalla rossa. 

Ma non posso. Non posso stare con te.

Disse seria anche lei, con la voce che le si incrinava, tremante. 

Si sentiva frustrata a dire quelle parole, perché lei voleva tornare insieme alla ragazza. Ma non poteva. Non dopo quello che le aveva fatto. 

Come posso fidarmi di nuovo?

Disse, ora anche Frances con gli occhi lucidi.

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Capitolo 2
*** 2-Her-Come posso fidarmi di nuovo? ***


CAPITOLO DUE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Mi manchi anche tu Sophie..."

Disse in primis la mora, sentendosi stringere la mano dalla rossa. 

"Ma non posso. Non posso stare con te."

Disse seria anche lei, con la voce che le si incrinava, tremante. 

Si sentiva frustrata a dire quelle parole, perché lei voleva tornare insieme alla ragazza. Ma non poteva. Non dopo quello che le aveva fatto. 

"Come posso fidarmi di nuovo?"

Disse, ora anche Frances con gli occhi lucidi. 

 

 

"Sono cambiata. 

Non sono più la ragazza di una volta. 

Sono cambiata per te.

Non commetterò più un errore del genere."

La ragazza parlava con voce tremante, sembrava così dannatamente sincera. 

Era difficile fidarsi di nuovo. 

Ma rivoleva Sophie più di ogni altra cosa al mondo. 

 

"Perché mi hai tradita?" 

Aveva un groppo in gola che non riusciva a mandare giù mentre le parlava. 

 

"Perché sono una stupida."

Disse la rossa, mentre una lacrima le solcava la guancia chiara. 

"Perdonami."

 

 

L'immagine di lei tra le gambe di Natalie le si presentò davanti. 

Chiuse gli occhi, stringendo la mandibola.

Come poteva dimenticare quello che aveva fatto? 

Come poteva perdonarla.

Riaprì gli occhi e incrociò nuovamente quelli della ragazza. 

Dio, non poteva reggere quello sguardo, ma ci mise tutta se stessa per poterlo fare. 

Più la guardava e più la voleva. 

Era una stupida se la perdonava, una stupida innamorata. 

Ma non poteva farne proprio a meno. 

"Va bene... 

Ti perdono. Ma questo non vuol dire che possiamo ritornare insieme. 

Non come prima. 

Ho bisogno di tempo, Sophie." 

 

La rossa sorrise tra le lacrime, contenta di aver avuto una seconda possibilità. 

"Grazie..." 

Sussurrò, stringendole nuovamente la mano che teneva tra le proprie. 

"Ti darò tutto il tempo che vuoi, ma non posso prometterti che ti lascerò stare." 

 

Lei, non riuscendo più a vederla piangere, le asciugò delicatamente le lacrime con il palmo della propria mano.

La rossa rabbrividì leggermente a contatto con quelle mani cosi grandi e calde. 

"Va bene, basta che non diventi la mia stolker." 

Disse la mora per smorzare un po' la tensione, sorridendo divertita. 

Una volta asciugate le lacrime, si staccò dal viso della rossa, riponendo le mani sopra il tavolo, prendendo poi il proprio moccaccino. 

 

"No, tranquilla. Non arriverò fino a questi livelli."

Rispose ridendo. 

Risentire la sua risata non fece altro che farla stare meglio. Le era mancata davvero tanto.

 

 

Dopo un po' che stettero insieme, parlando del più e del meno, arrivò Kit dopo un'ora precisa. 

"Che puntualità." 

Disse divertita Frances, guardando il ragazzo venire al proprio tavolo. Era tornata di buon umore. 

Prima non faceva altro che aggirarsi per il mondo come un'anima in pena. 

 

"Ah ah." 

Disse inizialmente il ragazzo, per poi sedersi accanto alla mora. 

"Allora? Tutto a posto?" 

 

Le ragazze che prima avevano lo sguardo su Kit, si girarono nello stesso momento l'una verso l'altra con aria di complicità. 

"Si. Diciamo di sì." 

Disse Frances, continuando a guardare la propria rossa. 

 

Kit non sembrò contento. 

"L'hai perdonata?" 

Disse sorpreso il ragazzo. 

 

"Ne riparliamo dopo Kit." 

Nel mentre il cameriere si avvicinò, chiedendo al nuovo arrivato se voleva qualcosa. 

Lui poco cordialmente gli disse che non voleva niente ed uscì fuori dal locale, lanciando prima uno sguardo duro alla rossa. 

 

"Eddai Kit." 

La mora si alzò, seguendolo. 

Lo prese per un braccio, appena in tempo, prima che salisse sulla propria moto. 

"Lo sai quanto tenga a lei. Mi è stato difficile farlo, ma alla fine l'ho fatto.

Sarà stato da stupidi. Anche se fosse, non potevo resisterle a lungo ancora." 

 

"Invece sì che potevi, Frances! 

Ce la stavi facendo a dimenticarla. Come ti sei fatta convincere?" 

Era furioso. 

Non poteva permettere che di nuovo l'amica si facesse del male, non più. 

 

"Ah si? Ce la stavo facendo? 

Ma dove Kit! Non facevo che pensarla ogni giorno. Sul set speravo di non incontrarla mai e se lo facevo la evitavo nonostante lei mi cercasse. Ma questo non significava nulla. 

La amo. Non cambierà mai questo."

Disse la ragazza, alterandosi anche lei. 

 

Il ragazzo serrò la mandibola, stando in un silenzio quasi spaventoso. 

"La prossima volta che ti farà del male, non venire a piangere da me."

Disse lui, salendo in sella e sgommando via dalla mora, sconvolta dalle parole che l'amico le aveva appena detto. 

Non riusciva proprio a capacitarsi della sua reazione. 

 

 

Dopo che lo vide sparire dalla sua vista, ritornò con aria un po' afflitta da Sophie, che era rimasta tutto il tempo al tavolo, guardando i due discutere da dentro. 

 

"Hei...

Stai bene?"

Le disse, una volta che l'ebbe raggiunta. 

 

"No...

Scusa Sophie, vorrei tornare a casa."

Pagò il conto di entrambe e si affrettò a uscire di nuovo.

 

"Aspetta, ti riaccompagno."

La seguì, affiancandola. 

 

"Non devi."

 

"Invece voglio. 

Che è successo?"

La rossa capiva che Kit non mandava giù il perdono che la ragazza le aveva concesso, ma non capiva il perché di tutta quella scenata. 

Non c'era bisogno di comportarsi in quel modo.

Non era da lui. 

 

"Immagino che tu abbia capito che non sia molto contento della scelta che abbia fatto."

 

"Si...

Immagino anche che ce l'abbia con me. Sai, non è così difficile capirlo."

Sbuffò una risata la rossa, prendendo piano la mano della ragazza. 

"Ma deve capire anche lui che io sono disposta a dimostrare al mondo intero che sono una persona diversa, solo per te." 

 

La mora arrossì, sorridendo teneramente a quelle parole, stringendo la mano alla sua. 

"Anche io lo devo capire, ma non ti faccio scenate del genere." 

 

"Certo, perché io per te sono irresistibile." 

Disse divertita Sophie, con aria quasi modesta. 

 

Rise alle sue parole, rincuorando la rossa. 

"Ora non incominciare." 

 

"Va bene, va bene." 

Alza le mani in segno di resa, togliendo la presa sulla mano della ragazza.

 

Dopo poco arrivarono. 

"Ci vediamo, allora."

Disse la mora, stampando un bacio sulla guancia alla rossa. 

 

"Ci vediamo. Sicuro."

Rispose, sorridendo impercettibilmente al bacio. 

La guardò salire le scale per andare al portone del palazzo, vedendola poi scomparire dietro esso. 

Sospirò, ritornando anche lei verso il proprio appartamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ed ecco qua il secondo capitolo! 

Vi prego di commentare questa volta, vorrei sapere cosa ne pensate.

Ho pensato di aggiornare presto e farò lo stesso con i prossimi. 

Vorrei che la storia continuasse, ne ancora. Eheh. 

Adios.

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