Cambiamenti inaspettati - Parte seconda

di I_love_Beerus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Il sole era alto nel cielo e i piccoli fiorellini che piano piano spuntavano sulle chiome degli alberi preannunciavano l’arrivo della stagione primaverile.
Come sempre, nello zoo di Central Park, tutto proseguiva per il meglio: le visite mattutine, i vari spettacoli per i bambini e le peripezie degli animali nei confronti della guardiana Alice.
Quella mattina gli animali non avrebbero dovuto fare alcuno spettacolo e ne avevano approfittato per rilassarsi.
Al sicuro, nella loro base segreta, Skipper, Sam, Kowalski, Rico e Soldato stavano passando il tempo a guardare un film horror, su richiesta in particolare di Sam e Rico.
-Oh, no! No, ti prego, non farle male!!- continuava a gridare il più piccolo del gruppo, impaurito e coprendosi gli occhi a intervalli regolari.
-Avantiiii, tagliale quella testa, suuuu!!- incitò Sam speranzosa, seduta vicino Skipper, il quale teneva gli occhi fissi sullo schermo per non perdersi nessuna scena.
-Secondo me, considerato il vicolo ceco, avrà soltanto il 31% di possibilità di scappare via- informò Kowalski con fare da maestro, anche se in quel momento se la stava facendo sotto per l’ansia.
Rico picchiava continuamente il suo bazooka come se avrebbe fatto effetto sulla povera vittima del film.
-Uhuhuh, ecco, forse è il momento giusto…!- disse all’improvviso Sam, con l’adrenalina che le scorreva nelle vene.
Tutti gli occhi dei pinguini erano puntati sull’esito del finale. Evidentemente speravano in qualche finale col sangue, tranne Soldato e Kowalski, ovviamente…
Un secondo dopo furono attraversati tutti da emozioni diverse.
-NO! MA PERCHE’ QUELL’IDIOTA SI E’ INTROMESSO?! VOLEVO VEDERE QUELLA TESTA TAGLIATA, CAVOLO!- esclamò furiosa la pinguina, alzandosi in piedi e facendo un violento segno di stizza.
-Menomale! Alla fine non si è ferito nessuno, che bello!- disse Soldato estremamente sollevato.
-Vale anche per me- disse Kowalski. Quel film era stata la quintessenza dell’ansia e dell’angoscia. Non gli erano mai piaciuti i film horror.
Rico grugnì fortissimo tutto il suo dissenso.
-Beh, alla fine non è morto nessuno, ma non è stato male, comunque…- disse Skipper, alzandosi e andando a spegnere il televisore.
-Stai scherzando?? E’ stato proprio noioso! Speravo che almeno la parte finale si salvasse e invece… Nah, ho visto film horror molto più belli e spaventosi- disse Sam servendosi di qualche pesciolino fresco –Insomma, abbiamo persino coperto tutte le pareti con dei teli neri per rendere l’atmosfera più oscura, ma non è servito a niente! Due ore della mia vita sprecate miseramente…- si rammaricò la pinguina.
-Vedi di aiutarmi a toglierli quei teli invece di lamentarti, piccola- le disse Skipper con un sorrisetto provocatorio.
-Ai suoi ordini, capo…- gli rispose atona Sam, andandogli incontro ridendo e aiutandolo a levare dai muri i teli.
-Io l’ho trovato spaventoso- disse Soldato unendosi a loro.
-Per te tutto è spaventoso, Soldatino- intervenne Sam scuotendo la testa.
-Kowalski, lo so che te la stavi facendo nei pantaloni; non c’era bisogno di fare il forte- gli disse Sam dandogli una pacca sul petto e ridendo a crepapelle insieme a Rico.
-Mi dispiace deluderti, ma non è così- le rispose semplicemente lo scienziato leggermente irritato, più che altro perché quella pinguina era in grado di coglierlo sul fatto tutte le volte.
-E smettila di prenderlo in giro, Sam. Poverino, sarà la milionesima volta da quando sei con noi che lo umili così- le disse Skipper in finto tono severo, guardando accigliato la sua fidanzata.
Era passato un anno e mezzo dal giorno in cui Sam era entrata ufficialmente a far parte del Commando e non perdeva occasione per stuzzicare tutti quanti, in particolar modo Kowalski; anche se sapeva che lo faceva di buona fede.
-Oh, andiamo! Non voglio umiliarlo, io scherzo soltanto. Lo sai che ti voglio un mondo di bene, Kowalski- gli disse girandosi verso di lui pensando di averlo realmente offeso.
-Lo so, lo so- rispose lui con fare indifferente, ma divertito dalla situazione.
-Ecco, visto?- disse Sam con sguardo di sfida a Skipper, il quale lo ricambiò volentieri.
Passarono cinque minuti a pulire la base segreta, quando all’improvviso lo schermo nel laboratorio di Kowalski incominciò a segnalare una chiamata.
Si precipitarono all’interno della stanza e videro il mittente.
-Il Vento del Nord!- esclamarono tutti quanti in coro.
-Ma perché ci staranno chiamando?- chiese Soldato leggermente preoccupato.
-Vorranno sicuramente indietro gli zaini razzo. Mi dispiace, Rico…- disse Sam appoggiando una pinna sulla spalla dell’amico in segno di solidarietà.
Rico grugnì disperato e continuava a fissare lo schermo davanti a sé.
-Non possiamo sapere cosa vogliono se non apriamo la chiamata… Muoviti, Kowalski!- ordinò in tono sbrigativo Skipper al suo braccio destro.
Kowalski non se lo fece ripetere due volte: premette il pulsante rosso al centro e, finalmente, aprì la telefonata.
Sullo schermo gigante davanti a loro comparve la figura di un lupo artico, ben piazzato e con due grandi occhi color ghiaccio.
-Classified!- lo salutarono tutti i pinguini.
-Salve, ragazzi. E’ davvero un piacere rivedervi… se così dovrei dire- disse in tono arrogante guardando Sam.
-Se ce l’hai ancora con me per quel vostro veicolo che ho dipinto di nero, allora scusa tanto- disse Sam con un grosso sorriso, falso quanto la corona di Coda ad Anelli, a detta di Skipper.
-Ne riparleremo, stanne certa- disse tranquillamente Classified.
Skipper si schiaffò una pinna sulla fronte con fare esasperato.
-Ti prego, dimmi che non ci hai chiamati per questa sciocchezza!- lo supplicò Skipper con lo sguardo.
Non sopportava queste bambinate. Ricordava quando si infuriò con Sam per essere andata di nascosto nel quartier generale del Vento del Nord e aver fatto quello scherzo che, ovviamente, significò due lunghe settimane di insulti da parte di Miccia, la foca che si occupava degli armamenti per la Task Force segreta.
-Certo che no! Vi ho chiamati perché dobbiamo svolgere una missione molto importante e voi dovete partecipare- disse Classified in poche parole.
-Cosa?- esclamò Sam sorpresa. In realtà non stava più nella pelle; lei adorava le missioni e quello che avevano passato due mesi prima col Vento del Nord sperava si ripetesse altre miliardi di volte.
-Ehi, frena frena frena! “E voi dovete partecipare”, dove sta scritto? Non esiste che devi decidere per noi, bello- gli disse repentino Skipper.
Ma che sperava? Che si lasciasse comandare da un cane?
-Okay okay, non ti scaldare! Ovviamente non siete obbligati, ma sarebbe raccomandabile se veniste con noi- specificò Classiefied, sperando di convincerli.
-Innanzitutto voglio sapere esattamente di che missione si tratta- disse Skipper risoluto.
-Non posso dirvelo ora, ma posso dirvi soltanto che voi c’entrate e quindi fareste meglio a collaborare- concluse il lupo, guardandosi le unghie con fare indifferente.
-Non ci vuoi proprio dire di che missione si tratta, eh? Non so perché, ma qui sento puzza di imbroglio- disse Skipper accigliato e sospettoso.
-Non si tratta di un imbroglio. Ti pare che vi chiamerei se fosse una sciocchezza?- si irritò Classified.
-Oh, andiamo Skipper, che ci costa andare da loro e svolgere la missione??- disse Sam, provando a convincere il fidanzato a recarsi nel quartier generale del Vento del Nord.
-E’ facile parlare attraverso uno schermo. Scommetto che c’è qualcosa sotto- insistette Skipper, non smettendo di guardare il lupo dall’altra parte.
-Non so, Skipper… secondo me è meglio se andiamo; se ci ha chiamati vuol dire che sarà sicuramente qualcosa di importante- intervenne Soldato.
-Anche secondo me dovremmo andare, capo- disse subito dopo Kowalski.
Il leader sospirò, mentre Classified ringraziò con lo sguardo chi aveva dato consenso.
-Sììì! Visto? Dai, Skipper, siamo la maggioranza, non puoi tirarti indietro ora!- saltellò Sam felice.
Skipper, vedendo tutto l’entusiasmo della fidanzata, cedette e si rivolse a Classified.
-D’accordo. Ma se scopro che è un imbroglio, non passerai un buon fine settimana- lo informò mantenendo la calma.
Classified sorrise soddisfatto.
-Evviva!- gridarono in coro gli altri quattro pinguini.
-Quando partiamo?- chiese impaziente la pinguina.
-Anche ora, se volete- rispose pacato l’Husky.
-Ehi ehi, quanta fretta! E’ davvero così importante questa missione?- chiese nervoso Skipper, squadrando Classified dall’alto al basso.
-Molto- rispose vago il cane, sospirando e sapendo che con Skipper doveva fare ferro e fuoco per ottenere qualcosa.
Il leader dei pinguini si rassegnò.
-Va bene- disse infine.
-Ma come faremo ad arrivare da voi?- chiese Soldato molto incuriosito.
-Aaah, Soldato… Non credevo che l’avrei usato in questa circostanza, ma forse è arrivata l’ora di testare il mio J.S.V.- disse Kowalski super fiero ed eccitato.
-Emh… J.S.V?- chiese Sam confusa ma allo stesso tempo interessata.
-Sta per Jet Super Veloce. In meno di un minuto può arrivare a una velocità di 300 Km orari- spiegò con il suo solito fare da scienziato.
Gli altri si guardarono tra loro. Non volevano dirgli che in realtà non avevano per niente voglia di provare quell’invenzione, perché ogni volta che Kowalski costruiva qualcosa, questa o esplodeva o si disintegrava, e loro non ci tenevano a cadere da chissà quale altezza e finire spiattellati sul suolo!
Skipper si girò verso Classified come per convincerlo a dire qualcosa che avrebbe impedito a Kowalski di usare quell’aggeggio. Infatti il cane aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu bruscamente interrotto.
-No, ma sei impazzito, Kowalski? Se usassimo quel coso nelle migliori delle ipotesi ci farà schiantare contro qualche montagna! Perché non usiamo gli zaini-razzo? Non sono pericolosi e per di più sono fighi!- disse sognante la pinguina, incurante del fatto che lo scienziato si fosse profondamente offeso e che Skipper le avesse lanciato occhiatacce.
Prima che Skipper le rispondesse a tono, Classified lo zittì e prese lui la parola.
-Non c’è bisogno della tua invenzione, Kowalski. Posso direttamente teletrasportarvi da dove siete ora a dove mi trovo io in questo momento. Sarà solo questione di secondi- disse il cane sorridendo compiaciuto e, vedendo che Kowalski era lì lì per disperarsi ancor di più, riprese subito a parlare –E comunque, Eva è impaziente di rivederti- concluse con un sorrisetto allo scienziato.
Per Kowalski fu come una batosta, bella come quando ti annunciano che hai vinto il Premio Nobel.
-Davvero?? Mi sta aspettando?? Muoviamoci, gente!- urlò Kowalski preso da una gioia improvvisa.
-Un momento, e gli zaini…- stava chiedendo Sam.
-Li rivoglio indietro. Pensavi ve li avrei fatti tenere per sempre?- chiese Classified quasi sprezzante.
-Pff… e va bene- disse Sam sconfitta, mentre con lo sguardo consolava un Rico piuttosto dispiaciuto.
-Bene. Siete pronti?- chiese Classified, pronto ad attivare il teletrasposto.
-Aspetta, aspetta!- ordinò all’improvviso la pinguina.
Skipper si girò verso la sua fidanzata esasperato.
-Adesso cosa ti prende?- le chiese sospettoso e incuriosito.
-Come sarebbe? Non posso andarmene senza neanche salutare Marlene!- gli rispose mentre usciva dal portello d’uscita a tutta velocità.
Skipper non ebbe il tempo neanche di dire una parola per quanto fu veloce.
-La tua ragazza mi deve restituire gli zaini-razzo, chiaro?- disse serio Classified mettendo le braccia conserte per aspettare la pinguina.
-Cristallino- gli rispose Skipper, indifferente.
Sapeva che l’Agente Segreto non tollerava tanto la presenza di Sam.
Quando due mesi prima avevano dovuto salvare tutti i pinguini del mondo dalla minaccia di Dave il polpo, Sam non perdeva occasione per sfidare o insultare Classified perché troppo “arrogante e pieno di sé”.
Era esattamente quello che pensava Skipper, ma al contrario della ragazza preferiva stare al suo posto e non perdere tempo con certi giochetti.
Il continuo prendersi a parole aveva suscitato anche l’antipatia di Miccia nei suoi confronti, tanto che quasi non potevano più vedersi, altrimenti si sarebbe scatenata una zuffa.
Soltanto con la sconfitta di Dave e il repentino cambio di atteggiamento da parte di Classified nei loro confronti aveva contribuito ad ammorbidire la situazione, ma non del tutto.
Skipper e gli altri speravano solo che Sam non avrebbe fatto altre bambinate in quella misteriosa missione.
 
-Ehi, Marlene!- urlò Sam quando entrò nella caverna della lontra, sua migliore amica e con la quale condivideva l’habitat.
Marlene stava ancora dormendo e non appena sentì il richiamo della pinguina saltò dal letto.
-Sam! Cosa c’è? Non dovevi passare l’intera giornata con i ragazzi, oggi?- le chiese piuttosto sorpresa, stropicciandosi gli occhi e avviandosi verso la cucina.
-Beh, sono stata fino ad ora. Diciamo che sono venuta per salutarti, Marlene- le disse, in tono piuttosto contenuto ma che in realtà racchiudeva dispiacere. Non voleva lasciare sola la sua amica un’altra volta.
Era già successo una volta ma la lontra fu molto comprensiva. Non era sicura, però, che lo sarebbe stata di nuovo.
Marlene rimase spiazzata e la guardò incredula.
-Oh… quindi te ne vai… di nuovo?- le chiese curiosa, ma anche leggermente delusa.
-Sì, Marlene. Scusami, il fatto è che qualche minuto fa ci ha chiamati L’Agente Segreto del Vento del Nord e a quanto pare devono svolgere una missione nella quale non possiamo mancare…- spiegò Sam, sperando con tutto il cuore che la sua amica capisse, ma lo sguardo eloquente e sospettoso di quest’ultima le confermò il contrario.
-Che tipo di missione?- chiese Marlene in automatico.
-Eh, bella domanda- le rispose Sam sincera.
-Come sarebbe, non lo sapete? Decidete di andarvene senza avere la più pallida idea di cosa possa trattarsi?? Cavolo, vi facevo più intelligenti, eh- sentenziò Marlene incredula ma anche irritata con Sam: preferiva andarsene senza sapere meta e scopo piuttosto che stare con lei?
-Non fraintendere, quelli lì non ci chiamerebbero mai se non si trattasse di qualcosa di serio, e poi…- Sam fu bruscamente interrotta dalla lontra.
-Qualcosa di serio?? Sam, ma cosa dici?? Ti devo ricordare l’ultima volta che vi hanno “chiamato”? Vi hanno reclutati contro la vostra volontà solo e soltanto per ricavare informazione su quel… come si chiamava?-
-Dave- le rispose subito la pinguina.
-Dave. E quando voi volevate contribuire a sconfiggerlo, hanno pensato bene di rinchiudervi in uno scatolone e togliervi dai piedi!- concluse Marlene, adesso molto innervosita.
Sam lo aveva sospettato che Marlene non avrebbe approvato facilmente l’idea di vederla andarsene. Cercò quindi di farla calmare e convincerla che sarebbe tornata presto.
Si diede della stupida subito, però: come avrebbe potuto rassicurarla se nemmeno lei sapeva quando sarebbe tornata?
-Senti, Marlene, dobbiamo andare oggi stesso. A quanto pare è qualcosa di molto importante, non sappiamo ancora cosa ma ti prometto che torneremo presto- le disse cercando di risolvere la situazione, ma non ci riuscì.
-Hai detto così anche l’ultima volta e sei tornata dopo un mese. Prima per fare quello che avete fatto col Vento del Nord e con quel Dave, e poi perché ti sei voluta fare una “vacanza” con Skipper- le disse in tono triste.
Sapeva benissimo che la sua amica non sarebbe arrivata presto.
La verità era che a Marlene mancava Sam ogni volta che non era presente.
Con lei rideva, si divertiva e tutti i giorni aveva qualcosa da fare.
Quando invece non era lì con lei era tutto monotono e noioso.
-Quella “vacanza” con Skipper me la sono concessa perché entrambi volevamo stare un po’ da soli e passare del tempo insieme… non è un crimine- dichiarò incerta la pinguina.
Aveva notato il repentino cambio di stato d’animo di Marlene, ma non voleva che per colpa sua stesse male.
-Va bene, togli la vostra fuga amorosa. Non so, io continuo a pensare che non durerà poco questa “missione”- continuò imperterrita la lontra.
Non era arrabbiata ma preoccupata. Preoccupata che non tornassero presto.
Sam le rivolse uno sguardo contrariato, per poi avvicinarsi e abbracciarla.
Marlene le ricambiò l’abbraccio con affetto.
-Torna presto- disse Marlene stringendola ancora più forte.
Non era un ordine, era una richiesta e sperava di essere esaudita.
-Non te lo posso promettere- dichiarò Sam molto dispiaciuta.
Sciolsero l’abbraccio e Marlene la guardò speranzosa.
-Non importa, scusami. A volte esagero- si scusò Marlene pensando di essersi comportata da bambina.
Se avevano una missione come poteva essere così egoista da pensare che la sua amica doveva stare sempre con lei?
In fondo non sarebbe stato così per sempre. Sicuramente Sam e Skipper avrebbero progettato una vita insieme, e sarà allora che si separeranno veramente e che dovrà fare a quel punto? Impedirglielo?
-Non ti preoccupare… Allora io vado, mi stanno aspettando- disse infine, sorridendole e dirigendosi verso l’uscita della caverna.
-Ci vediamo- la salutò Marlene per poi vedere definitivamente la sua amica fuori dal suo habitat.
 
-Tornata!- esclamò Sam entrando all’improvviso nel laboratorio di Kowalski.
Tutti gli altri, dopo un leggero sobbalzo di sorpresa, si alzarono da terra: a quanto pare, per colmare l’attesa, avevano pensato di giocare a carte.
-Era ora!- esclamò lo scienziato avvicinandosi subito allo schermo dove c’era fissata l’immagine di Classified.
-Dai, Sam, qui non siamo fatti per attendere la principessina di turno- disse il cane con un sorrisetto provocatorio.
Sam era abituata a quelle battute e non volendogli dare la soddisfazione di farsi vedere profondamente irritata, si limitò a sospirare e fare spallucce.
Si girò verso Skipper e dalla sua espressione capì che il pinguino voleva sapere come aveva reagito Marlene alla notizia della loro partenza, ma decise di parlagliene più tardi e gli lanciò uno sguardo per farglielo capire.
Skipper afferrò e si avvicinò a lei e agli altri, attendendo il teletrasporto che li avrebbe portati all’istante nel Quartier Generale del Vento del Nord.
-Siete pronti, ragazzi?- chiese un’ultima volta Classified, tenendo puntata la zampa sul pulsante rosso davanti a lui.
-Sbrigati, Eva aspetta solo me!- disse Kowalski saltando euforico.
Rico, Soldato, Skipper e Sam risero di gusto prima di guadagnarsi un’occhiata divertita da parte di Classified e ritrovarsi un secondo dopo in una stanza tutta bianca e illuminata.
 
 
ANGOLO AUTRICE: OKAY, RAGAZZI, COME VI AVEVO ANNUNCIATO, ECCOLO QUI. IL TANTO ATTESO PRIMO CAPITOLO DEL SEQUEL DELLA MIA PRIMA STORIA “CAMBIAMENTI INASPETTATI”.
CHE COSA E’ SUCCESSO? IL RITORNO DEL VENTO DEL NORD  CE L’AVEVO IN MENTE DA TANTO E SPERO CHE ABBIA FUNZIONATO.
DITEMI COSA NE PENSATE E SE CI SONO ERRORI, PER FAVORE:)
A PRESTO!
BACI, FECE:*

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


In meno di due secondi, i cinque pinguini si trovarono nell’enorme Sala di Controllo del quartier generale del Vento del Nord.
Sam e Rico erano a dir poco euforici per la misteriosa missione che li attendeva; Skipper era calmo ma ancora sospettoso; Soldato sperava che fosse una missione importante e divertente allo stesso tempo; Kowalski sembrava non gliene importasse nulla di quella missione, allungava il collo per cercare una civetta artica di origine russa, Eva.
-Allora? Dov’è la mia Eva?- chiese Kowalski ansioso, non riuscendo a trovare la civetta da nessuna parte.
Davanti a loro c’era Classified, che guardava lo scienziato quasi divertito.
Poco più indietro c’era Caporale, l’orso addestrato per usare la forza, che si girò di scatto e corse verso di loro a braccia aperte.
-Ciao, ragazzi! Oh santo cielo, come siete carini!!- esclamò estasiato con l’intento di abbracciarli.
Tra i cinque pinguini solo Soldato aveva allargato le braccia per ricambiare l’abbraccio, mentre gli altri quattro si misero sulla difensiva.
Skipper stava per urlargli di stare indietro ma la fidanzata lo precedette.
-Niente abbracci!! Sta’ giù!- gridò subito Sam nel tentativo di fermare la gioia dell’orso.
Subito Caporale si fermò, mise il broncio e così fallì nel suo intento, con grande consolazione di Skipper, Sam, Kowalski e Rico, e dispiacere di Soldato.
-Ti consiglio di non toccare le mie armi- la voce di Miccia echeggiò nella stanza.
Skipper si stava quasi pentendo subito di aver accettato l’invito di Classified. Aveva come l’impressione che la cosa non sarebbe finita bene, soprattutto per la sua Sam.
-Non te le toccherò, a meno che non siano esposte in bella vista e non mi chiedano “Per favore, Sam, usami!”- gli disse la pinguina alzando gli occhi al cielo.
La foca la fulminò con lo sguardo e Skipper non poté far altro che confermare i suoi pensieri di pentimento.
-Allora, possiamo sapere di che missione si tratta? Che dobbiamo fare?- chiese esasperato Skipper.
Aveva intenzione di iniziare al più presto, così sarebbero tornati a casa a rilassarsi e godersi i giorni di relax.
-Che importa della missione? Dov’è finita Eva, piuttosto??- chiese nervoso Kowalski, voltandosi continuamente per avvistare la civetta.
-Kowalski, Eva non è qui. E’ uscita un attimo per prendermi una cosa, starà qui fra poco- gli spiegò Classified, al limite della scocciatura.
-E non potevi dirmelo prima?- fece Kowalski irritato e incrociando le pinne.
Skipper stava perdendo sul serio le staffe; i primi ad accorgersene furono Soldato e Kowalski, i quali guardarono il cane per fargli capire di andare al punto subito.
-Dai, di che missione si tratta?- chiese una Sam con l’adrenalina nel sangue al pensiero di una nuova avventura.
-Ragazzi, spero che possiate occuparvi di Jeremy- disse Classified con aria sbrigativa.
I pinguini ci misero un po’ per afferrare; nel frattempo, il cane ne approfittò per richiamarlo.
-Piccolo, vieni pure qui- disse il capitano del Vento del Nord.
Immediatamente, dietro di lui sbucò un pulcino di pinguino con due grandi occhi marroni e il manto ricoperto dei primi ciuffi neri che segnalano la crescita.
-Emh… che dovremmo fare?- chiese Skipper visibilmente incredulo e continuando a fissare il piccolo.
Sam era completamente senza parole e guardava Classified con occhi sbarrati.
-Occuparvi di Jeremy- rispose semplicemente il cane, facendo spallucce e guardando complice il pulcino, che lo ricambiò con una risatina innocente.
-CHE COSA?- urlarono all’unisono i cinque, pensando che stesse scherzando.
-Dai ragazzi, è importante. Noi non abbiamo idea di come ci si occupi di un pinguino… Gli unici a saperlo siete voi- concluse infine Classified ammiccando.
Il piccolo Jeremy si avvicinò furtivo verso i suoi nuovi “babysitter” che lo guardavano a bocca aperta, tranne Soldato il quale, come al solito, sorrideva teneramente verso la piccola figura.
-Io sono grande, facciamo qualcosa da grandi!- esclamò frizzante Jeremy, saltellando sul posto.
-Visto che sei grande non avrai bisogno di noi, moccioso!- ribatté furiosa Sam, fregandosene che davanti a lei ci fosse un pulcino col musetto che si stava riempiendo di lacrime.
-Sam!- la spintonò Skipper arrabbiato –Ma cosa dici, sei impazzita?!- la rimproverò, nel tentativo di zittirla.
-Già, Sam. Sei stata a dir poco sgarbata con Jeremy, chiedigli scusa- ordinò Classified, con un tono che lasciava a intendere che sapeva che la pinguina avrebbe reagito in quel modo.
-No! Mi dispiace, non sono venuta qui per fare la bambinaia e se questa era la famosa “missione importante” di cui parlavate, allora scusa tanto, ma io me ne torno a casa!- disse furiosa, superando il piccolo Jeremy e andando a posizionarsi davanti a Classified.
-Portami a casa, avanti!- gli ordinò urlando la pinguina, guardandolo impassibile e gelida.
Skipper era letteralmente senza parole…
Anche lui era infuriato per il motivo, di per sé “stupido”, del reclutamento… ma gli fece rabbrividire l’esagerata reazione della ragazza.
-Tu non mi dai ordini… Avete deciso di collaborare, quindi occupatevi di Jeremy prima che decida di sistemarvi come si deve!- disse risoluto il cane, infastidito dall’arroganza della pinguina.
-Che cosa pretendi da un tale personaggio, capo?- chiese sprezzante Miccia, anche se era una domanda retorica.
Sam si girò verso di lui super arrabbiata.
-Non sprecherò il mio tempo badando a un marmocchio che vuole la pappa dalla mamma! E’ assurdo, e io avrei lasciato la mia coinquilina da sola nello zoo facendole credere che sarei stata via per giorni per… quel coso??!- chiese disgustata indicando il piccolo Jeremy col viso coperto di lacrime, in braccio a Soldato intento a consolarlo.
-Io me ne vado- disse Sam, dirigendosi verso il punto dove erano apparsi dopo il teletrasporto.
Classified e Miccia si guardarono divertiti, mentre Kowalski, Rico e Soldato la guardarono preoccupati.
Skipper fece appena in tempo a raggiungerla, a prenderla per le pinne e a trascinarla in disparte.
-Cosa vuoi?!- gli chiese Sam infuriata, staccandogli le pinne di dosso.
-Mi spieghi che cavolo ti prende?!- le chiese avvicinandosi e guardandola severamente negli occhi.
-Che mi prende? E hai pure il coraggio di chiedermelo, Skipper??! Ho lasciato Marlene a casa a chiedersi quando tornerò, e io l’ho lasciata facendole credere che questa missione fosse importante… E invece cos’è?? Badare a una spocchiosa pulce!- spiegò su tutte le furie.
Skipper era incredulo dalle parole della fidanzata.
Davvero odiava così tanto i pulcini?
-Non ti rendi conto di quello che dici, ecco cosa c’è. Ti sembra carino dare della pulce a un cucciolo??- le chiese, cercando di rimanere calmo e in attesa della risposta.
-Spocchiosa pulce- precisò Sam fredda –E poi devo ricordarti che io odio i bambini?- gli chiese Sam pacata.
-Non mi hai mai detto che li odi. Mi hai sempre detto che non ci sai fare… Non avrei mai pensato che avresti reagito in questo modo!- disse Skipper quasi con fare accusatorio.
-Reagisco in questo modo semplicemente perché non ritengo il badare a un marmocchio una missione “importante”; è un’idiozia! Ti avverto, io torno a casa. Se vuoi seguirmi bene, sennò rimani pure qui a fare il papino!- disse Sam cercando di allontanarsi per andarsene, ma fu nuovamente bloccata dal fidanzato.
-Lasciami, Skipper!- si lamentò la pinguina cercando di liberarsi.
-Forse non hai ben chiaro una cosa. Qui comando io e che tu lo voglia o no, quando si tratta di svolgere compiti, sono io il tuo capo e tu devi ubbidire a me. Chiaro, piccola?- le chiese pacato e serio, guardandola negli occhi e attendere la resa della ragazza, che non tardò ad arrivare.
La pinguina abbassò lo sguardo e sospirò rassegnata.
-Chiaro- confermò di malavoglia Sam.
-Bene. Essendo io il tuo capo, ti ordino di non andartene e occuparti insieme agli altri di Jeremy. Mi hai sentito?- le chiese Skipper ancora una volta.
-Ho sentito. Forte e chiaro- riconfermò la pinguina.
-Andiamo. Non voglio sentire un’altra parola- disse infine Skipper in tono che non ammetteva repliche guardandola penetrante, anche se la ragazza aveva ancora lo sguardo abbassato.
-Ricevuto- ammise un’ultima volta Sam.
Skipper era soddisfatto di vederla arrendersi. Lui era l’unico a saperla gestire e a farle capire quando esagerava in qualcosa.
Quando combinava qualche casino la rimproverava così severamente che nessuno avrebbe mai pensato che fossero fidanzati…
Ma quando si trattava di lavoro di squadra e missioni, Skipper pretendeva la massima serietà.
Sam era diventata più seria e responsabile da quando si trovava nel Commando, ma non al 100%.
Moltissime volte si era trovato a doverla tirare fuori dai guai, anche se le costavano serie sgridate da parte di Skipper.
Ne avevano parlato fin dall’inizio: nei momenti opportuni si sarebbero dimenticati di essere fidanzati per concentrarsi sul loro lavoro, anche se per Skipper era molto difficile non tenerla attaccata a sé e baciarla.
Lui la amava tanto, ma quell’atteggiamento non gli era piaciuto per niente.
Come poteva esprimere quelle parole su un cucciolo? Sapeva che non le piacevano molto i bambini, ma non immaginava proprio che li odiasse a tal punto da chiamarli “spocchiose pulci”, insomma…
Se un giorno fosse successo a loro? Che avrebbe dovuto fare? Quei pensieri gli facevano male, ma cercava di non perdersi in certe cose…
Avevano un’intera vita davanti e certamente la sua Sam avrebbe cambiato idea, almeno sperava.
Entrambi si diressero verso gli altri.
Sam con uno sguardo sconfitto e Skipper con un gran sorriso.
-Tutto apposto. Baderemo al piccolo Jeremy- dichiarò il leader.
-Bene, vi siete decisi- disse Classified guardando Miccia esasperato.
-Esattamente- disse Sam leggermente infastidita dalla situazione.
Anche se Skipper l’aveva convinta a fare la babysitter, non riusciva a non pensare che fosse solo un’inutile perdita di tempo.
Classified sorrise, soddisfatto di sapere che la pinguina si fosse arresa.
-Bene. Noi togliamo il disturbo. Oh, a Jeremy piace il salmone fresco e essere coccolato; i genitori sono stati categorici, non fategli mancare nulla!- li informò in tono sbrigativo il cane.
-Bene. Perfetto- disse Sam sarcastica e scuotendo la testa.
Skipper le diede una gomitata per farla stare zitta.
-Che bello! Anche a me piacciono le coccole, piccolo! Mi sa che andremo molto d’accordo!- disse felice Soldato, con in braccio Jeremy che ne frattempo aveva smesso di piangere.
-Ciao ciao!- salutarono subito Classified, Miccia e Caporale, allontanandosi verso la porta principale e lasciando soli i cinque pinguini col pulcino.
Lo fissavano in attesa che dicesse qualcosa, perché dal canto loro non sapevano assolutamente da dove cominciare.
-Andiamo a giocare fuori?- chiese il Jeremy indicando con la piccola pinna l’unica finestra della stanza da dove si poteva intravedere la giornata grigia e fredda, perfetta per passarla sulla neve.
Sam voleva rispondergli a tono, ma si trattenne quando si accorse che Skipper la stava guardando con uno sguardo glaciale.
Il piccolo attendeva una risposta dai cinque, che arrivò dallo scienziato.
-Se è per testare la variazione di temperatura fra il giorno e la notte allora sì- rispose Kowalski, non calcolando che i suoi amici lo stavano squadrando nel peggiore dei modi.
-Potremmo giocare a palle di neve!- disse euforico Soldato.
-Sììì! Dai, palle di neve, palle di neve!- gridò Jeremy, saltellando dalla gioia.
Skipper si schiaffò una pinna in faccia.
-D’accordo. Andiamo fuori, ma tu devi stare con noi e non devi allontanarti, capito?- disse Skipper al piccolo, sperando in cuor suo che quella “missione” finisse al più presto.
Non dava tutti i torti alla sua ragazza, perché a quel punto si vergognava molto di giocare a palle di neve con un pulcino; ma doveva comunque mostrarsi adulto e responsabile, come è sempre stato.
Odiava ammetterlo, ma non ci teneva alla vista di un cucciolo triste e col musetto pieno di lacrime per colpa sua.
-Va bene- promise Jeremy sorridendo –Forza, andiamo!- incitò il piccolo, prendendo per mano Soldato e correndo con lui verso l’uscita.
Skipper si girò verso la sua ragazza. Era livida in volto e con un’espressione palesemente irritata.
-Potresti almeno fingere di collaborare- le disse Skipper scocciato da quella reazione.
-Mi dispiace, ma in certe cose non riesco proprio a essere falsa- confessò lei in tono piatto, girandosi verso di lui.
Skipper, nonostante tutto, non riusciva ancora a concepire come la pinguina fosse arrivata addirittura a odiare qualsiasi tipo di cucciolo.
Cosa avrebbe fatto se… non voleva neanche pensarci.
-E sai benissimo che non ho peli sulla lingua, Skipper!- disse Sam, girandogli le spalle e uscendo fuori per raggiungere gli altri.
 
-Preso!- gridò forte Jeremy a Rico, il quale stava cercando i tutti i modi di centrare il bersaglio con le palle di neve, ma non ci riusciva.
Skipper gli aveva tolto lo spara-palle per evitare incidenti e assicurarsi che il pulcino non fosse circondato da aggeggi pericolosi.
Ora lo psicopatico stava agitandosi come un pazzo per la rabbia, mentre Soldato, Skipper e kowalski si lanciavano palle di neve tra di loro.
-Ti ho beccato, Kowalski! Eheh, non puoi ignorare questo mio lancio da professionista!- disse orgoglioso il leader, mentre si preparava a lanciare altre palle.
Lo scienziato era ricoperto di neve dalla testa ai piedi per via delle continue pallonate ricevute dal suo capo, e anche da Soldato e Jeremy!
Per fortuna Rico si era fossilizzato sul pulcino, altrimenti sarebbero stati casini per lui…
-Ho ancora il 18% di possibilità di rivalsa, non ti illudere!- lo informò Kowalski, preparando una serie di palline usufruendo del suolo ghiacciato.
Quando alzò lo sguardo per lanciare le palle di neve, il leader non c’era più.
Aguzzò tutti i sensi per percepire la sua presenza e colpirlo.
Non sapeva però che il suo capo si era posizionato dietro una roccia, dove si era caldamente accomodata la sua fidanzata. Aveva intenzione di parlarle e convincerla a cambiare idea su quello che pensava, anche se sapeva che sarebbe stato inutile.
-Ehi- la richiamò Skipper sedendosi accanto a lei.
Sam aveva lo sguardo basso e scocciato. Lo alzò quando sentì il suo ragazzo che l’abbracciava.
-Cosa c’è?- gli chiese inespressiva.
-Non stare qui. Vieni e gioca con noi, ci stiamo divertendo un mondo- le disse pregando che lo ascoltasse.
-Io non gioco con i mocciosi- disse Sam quasi sprezzante; cosa che fece innervosire parecchio Skipper.
-Stai esagerando con questa storia, lo sai? Basta adesso, è ora di crescere, dolcezza-
-Io sono abbastanza grande da dire che giocare con un moccioso non è una cosa da grandi- gli disse irremovibile.
-No. Tu ti stai dimostrando più piccola di quel “moccioso” comportandoti così. Non è un atteggiamento maturo e intelligente. Perché non provi a unirti a noi per vedere effettivamente se non ti diverti? Avanti- le ordinò, alzandola di peso e spingendola verso il campo di battaglia.
-Te lo scordi. Non mi è mai piaciuto giocare a palle di neve, è un gioco stupido e non ho per niente voglia di ricevere della neve in faccia!- si oppose la pinguina.
-Tu prova- le disse ancora una volta Skipper, allontanandosi e riprendendo a giocare.
Sam sospirò scocciata e amareggiata.
Che stupidaggine.
Che divertimento dava un gioco del genere?
-Sam!- gridò il piccolo Jeremy, vedendola immobile e approfittando del fatto che non avesse nessuna palla di neve con cui difendersi.
La pinguina lo vide con una grossa palla ghiacciata tra le pinne e si alterò.
-Non ti permettere o ti…- ma Sam non riuscì a finire la frase che le arrivò in faccia una gigantesca quantità di neve.
Jeremy era stato un fulmine a colpirla, tanto che Sam non se ne era nemmeno accorta.
La pinguina dovette radunare tutte le sue forze per non cadere all’indietro per l’impatto e fece solo in tempo a notare che il suo carnefice stava scappando via ridacchiando.
-Tu… piccola, lurida pulce!- urlò Sam col massimo del disprezzo iniziando a correre infuriata per inseguirlo.
Skipper, Kowalski, Rico e Soldato avevano visto tutta la scena; Skipper in particolare era quello che pensava “Non è possibile”, mentre vedeva la sua ragazza correre dietro il piccolo.
-Che dite, si sta divertendo ora?- chiese Soldato in tono eloquente.
-No, per niente- gli rispose Skipper disperato. Era inutile, non le avrebbe mai fatto cambiare idea e quella “disavventura” era stata la goccia che fa traboccare il vaso.
-E’ senza speranza- confessò Kowalski in tono di solidarietà verso il leader, che lo guardò impacciato.
I due minuti successivi trascorsero per Sam a rincorrere Jeremy con l’intenzione di fargliela pagare.
-Vieni qui, brutto…- incominciò a dire la pinguina, ma si fermò di botto e cedette sulle zampe, il muso contratto in una smorfia di dolore.
Skipper si spaventò e corse da lei, seguito a ruota dagli altri tre.
-Tesoro…- disse Skipper quando la raggiunse –Che hai?- le chiese poi, quando la risollevò da terra.
-Niente. Ho avuto un dolore improvviso alla pancia, ma ora sto bene- lo rassicurò la pinguina, sorridendogli.
Skipper non ne era convinto, anche perché la vedeva con una pinna costantemente premuta sulla pancia.
-Meglio che rientriamo- disse Skipper –Soldato, richiama Jeremy e digli di seguirci dentro- gli ordinò Skipper.
Soldato fece segno d’assenso e andò a cercare Jeremy.
Skipper, preoccupato per la sua Sam che non smetteva di stringersi la pancia, decise che per quel giorno i giochi sarebbero bastati.
Quando Soldato tornò col piccolo Jeremy ancora divertito, rientrarono tutti nel quartier generale del Vento del Nord.
 
 
ANGOLO AUTRICE: MA SALVE! DAI, UN ALTRO CAPITOLO:) COSA E’ SUCCESSO? SAM NON SOPPORTA I BAMBINI, CAVOLO…
SKIPPER L’HA PRESA UN PO’ MALE, MA SPERA DI FAR CAMBIARE IDEA ALLA SUA FIDANZATA…
MA COSA E’ SUCCESSO A SAM ALLA FINE? CHE COS’HA?
LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO, ALLA PROSSIMA;)
BACI, FEDE:*

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


I cinque pinguini e Jeremy rientrarono subito nel Quartier Generale del Vento del Nord.
Sam aveva ancora fitte insopportabili alla pancia, che la obbligavano a stare quasi piegata in due dal dolore.
Skipper si preoccupò seriamente e quando si accorsero che la Task Force segreta non era ancora rientrata, per poco Skipper non urlò dal nervosismo.
-Insomma, ma dove sono finiti??- chiese guardandosi intorno, come aspettandosi che sarebbero saltati fuori da un omento all’altro, ma non accadde.
-Perché abbiamo smesso di giocare?- chiese Jeremy in tono innocente. Era evidente che gli fosse dispiaciuto interrompere il gioco.
-Piccolo, Sam si è sentita male- gli spiegò Soldato, accarezzandogli la schiena.
-Ah- rispose il piccolino. Forse non gli interessava o forse era semplicemente stizzito.
-Skipper, non c’è bisogno di sorreggermi, sto benissimo ora- disse Sam staccandosi delicatamente dalla presa del fidanzato.
-Davvero? A me non sembra proprio. Hai ancora la pinna premuta sulla pancia; che cosa hai mangiato? Salmone andato a male?- le chiese accigliato ma anche preoccupato.
Sam lo guardò quasi divertita.
-Ma ti pare?? Io me ne accorgo quando un pesce non è buono da mangiare! E poi stamattina ho mangiato solo un cubetto di frullato di alice ghiacciata!- ribatté Sam sulla difensiva.
-Forse stai male perché hai mangiato poco- intervenne Kowalski, piombando tra i due.
Sam ora aveva abbassato lo sguardo, cosa che non sfuggì a Skipper, il quale ora la guardava sospettoso.
-Sam… c’è qualcosa che dovresti dirmi?- le chiese avvicinandosi come per costringerla a guardarlo negli occhi.
Che cosa aveva la sua Sam? Ora si stava seriamente preoccupando…
Rico, Soldato e Jeremy si avvicinarono a loro e attesero una reazione dalla pinguina.
Sam decise di parlare. D’altronde, pensava a che sarebbe servito nasconderlo se glielo avrebbe dovuto dire comunque?
-In realtà non è la prima volta che mi succede- rivelò Sam leggermente imbarazzata.
-Che cosa?? E lo dici soltanto ora??- chiese arrabbiato Skipper. Perché gli aveva nascosto i suoi malori?
Non aveva fatto altro che aumentare la sua angoscia.
La guardò più severo che mai, segno che la situazione non gli andava proprio giù.
-Perché mi guardi così? Erano semplici mal di pancia, che avrei dovuto fare? Farti stare inutilmente in pensiero per un dolorino temporaneo?- fece Sam sulla difensiva.
-Non mi pare un “dolorino” e poi se lo avessi detto subito ti avremmo dato qualcosa al momento- le disse pacato Skipper.
Sam alzò gli occhi al cielo scocciata e soffiò sul ciuffo di piume per levarselo davanti agli occhi, mentre Jeremy si muoveva in continuazione, esasperato dalla noia.
-Io voglio tornare a giocare, uffa!- si lamentò il piccolo.
Sam si alterò improvvisamente mentre Skipper cercò di frenarla, ma non ci riuscì.
-Senti, piccolo rompiscatole, noi…-
-Ehilà gente! I genitori di Jeremy sono tornati a prenderlo- Classified entrò quasi divertito dalla porta principale, seguito a ruota da Caporale e Miccia.
Insieme a loro, due pinguini adulti si diressero verso il piccolo pinguino.
-Tesoro! Allora, ti sei divertito?- gli chiese sua madre, sorridente e allegra, col suo compagno al suo fianco.
-Veramente non tan…- Jeremy stava per dare una risposta negativa alla madre, dato che effettivamente non si stava divertendo per niente, ma si bloccò all’istante incrociando lo sguardo a dir poco glaciale di Sam, la quale lo guardava come se volesse spennarlo.
Un’improvvisa ondata di timore si impadronì del pulcino, che cambiò subito versione pensando che così avrebbe salvato le penne.
-Moltissimo!- disse Jeremy saltellando con finta felicità, rivolgendo ai suoi un sorriso forzato cosa che, ai genitori non sfuggì.
-Non mi sembra tanto convinto- disse il padre, guardando sospettoso i cinque che avrebbero dovuto occuparsi di lui.
Sam stava per aprire bocca ma fu interrotta da un Classified piuttosto sbrigativo.
-Okaaay, direi di andare ora! Su, dobbiamo lavorare, fuori di qui…!- disse loro il cane spingendoli verso la porta.
-Ma noi vorremmo…-
-Sì sì… ciao, Jeremy!-
-Ma scusi, noi…-
-Ciao!- e detto questo, Classified chiuse definitivamente la porta, guadagnandosi risatine da parte di Miccia e una smorfia contrariata da Caporale.
-Grazie al cielo!- disse sollevata la pinguina.
-Devi ringraziarmi, ti ho salvato la faccia, Sam!- dichiarò quasi trionfante il cane, ma Sam non gli rispose, si limitò a rivolgergli uno sguardo di sfida.
Skipper si schiaffò una pinna sulla fronte.
-Si può sapere dove eravate??- chiese brusco Skipper, ancora preoccupato per la sua fidanzata.
-Non penso vi interessi, eh- ribatté Miccia irritato.
-Concordo- lo appoggiò Classified.
Kowalski rivolse uno sguardo disperato a Skipper, il quale stava incominciando seriamente a innervosirsi.
-Proprio ora dovevate andare via?-
-Certo. Non decidi tu quando dobbiamo uscire da questa stanza, per tua informazione- lo informò pacato Classified.
-Sam si è sentita male- disse all’improvviso il leader senza troppi complimenti.
-Oh, poverina, che cos’ha la piccola Sam?- chiese Miccia in evidente tono provocatorio e mettendosi a ridere subito dopo.
-Skipper, perché glielo hai detto?!- gli chiese la pinguina rivolgendosi al compagno esterrefatta e anche un po’ imbarazzata.
-Perché possono aiutarci a capire che cos’hai, forse?- disse il leader ancora parecchio nervoso.
-Che cos’ho? Ma cosa può essere mai un mal di pancia??- gli chiese irritandosi all’improvviso.
-Se sei quasi svenuta prima, allora non è semplicemente un mal di pancia, Sam-
-Ehi, senti, non prendermi per una femminuccia che non sa gestire qualche doloretto fisico. Non abbiamo bisogno di loro per capire cosa abbia, è solo una perdita di tempo- ribatté la pinguina sul punto di infuriarsi col fidanzato.
-Femminuccia? Perdita di tempo? Avresti dovuto dirmelo prima che non stavi tanto bene e ora che abbiamo l’occasione, possiamo scoprire la causa del tuo dolore!-
-Skipper, lascia stare, è una cosa inutile!-
-Sono io che comando qui, dolcezza e…-
-EHI EHI! Basta così!!- urlò praticamente Classified e la sua voce rimbombò per tutta la stanza.
I cinque pinguini si girarono verso di lui; Miccia e Caporale si guardavano come per dire “Roba da matti”.
-Scopriamo che cos’hai, così la smetterete di rompere le scatole e litigare qui. Abbiamo di meglio da fare, e di certo guardare voi due che vi scannate non è tra questo- disse il cane più esasperato che mai.
Skipper e Sam si zittirono, capendo di aver esagerato.
La pinguina si avvicinò al suo compagno e lo abbracciò, con grande sorpresa di tutti.
-Scusami, non avrei dovuto farti preoccupare- disse Sam con lo sguardo basso, cosa che fece intenerire non poco Caporale, il quale aveva praticamente gli occhi a cuore nel vedere una scena così dolce.
-Non preoccuparti, piccola. Mi basta sapere che stai bene- le disse ricambiando l’abbraccio.
Subito dopo i due si baciarono con così tanta passione che Rico dovette immediatamente coprire gli occhi a Soldato, mentre Classified e Miccia erano letteralmente schifati.
-Okaaaaaay, può bastare- rivelò il cane.
Un secondo dopo staccò violentemente i due e poggiò Sam sul grande tavolo della stanza bianca.
-Ehi, ma dico, sei fuori?- gli chiese Sam brusca per l’improvvisa interruzione del bacio.
Skipper le sorrise e le fece segno con la pinna che avrebbero continuato più tardi.
Sam gli ricambiò il sorriso.
-Sì, quanto un balcone- disse Classified indifferente e guardando altrove.
-Ora sta ferma- le ordinò.
-Quanto un palo, guarda- disse Sam sarcastica e sconsolata –Ehi, ma che diavolo è quell’aggeggio??- chiese Sam, ora visibilmente spaventata.
-Alla Sam tanto tosta e temeraria fa paura un telecomando?- chiese ora Miccia ridendo come un pazzo.
-Non ho “paura”, è che sembra tanto una delle invenzioni riuscite male di Kowalski- spiegò la pinguina e rivolgendo uno sguardo di sfida a Miccia.
-Ma grazie tante, Sam- disse sarcastico lo scienziato, tra le risate generali.
-Di nulla, amico- gli rispose Sam distrattamente.
-Questo è uno speciale telecomando che diagnostica subito qualsiasi malattia. Basterà qualche minuto e su un foglio avremo svelato il mistero del tuo “inconveniente”- spiegò Classified marcando particolarmente l’ultima parola e ridendo sotto i baffi.
-Ah ah ah. Sbrigati!- gli disse Sam risoluta e con una gran voglia di scendere da quel tavolo.
-Un secondo, quanta fretta! Non muoverti-
Classified premette l’unico bottone, di colore rosso, che c’era sul telecomando e un raggio passò sul corpo di Sam, che sembrava neanche essersi accorta dell’operazione per quanto il tutto fu veloce.
-Già finito? Wou!- disse Sam sollevata che fosse durata cos’ presto.
Scese dal tavolo e raggiunse i suoi compagni, mettendosi accanto al suo fidanzato.
-Bene. Ora dobbiamo aspettare un minutino che arrivi il risultato. Miccia, occupatene tu- gli ordinò Classified.
-Al suo servizio. Anche se si tratta di Sam- disse Miccia alzando gli occhi al cielo; ma Sam non diede segno di averlo udito, perché un’altra fitta, più forte di quella precedente, la fece aggrappare appena in tempo al suo fidanzato e la fece quasi urlare di dolore.
-Sam!- gridarono i suoi amici, mentre Skipper era occupato a sorreggerla in piedi.
-Tesoro, va tutto bene, tra poco sapremo cos’hai e torneremo a casa- la rassicurò Skipper, ora definitivamente preoccupato.
-N-non preoccuparti- si affrettò a dirgli la pinguina –Ora è sparito- disse rimettendosi perfettamente in piedi e rivolgendo a Skipper un sorriso rassicurante.
Il pinguino non ci pensò oltre e la baciò forte.
Classified rivolse loro uno sguardo esasperato, come se quella situazione gli stesse facendo perdere le staffe.
-Allora, è pronta la diagnosi??- chiese seccato il cane al suo sottoposto.
-Proprio ora- rispose Miccia prendendo il foglio e leggendo la diagnosi che avrebbe dovuto rivelare ai pinguini per dare una risposta ai dolori di Sam.
-Allora?- chiese Skipper staccandosi dalla pinguina –Di che si tratta?-
-Dovrebbe essere…oh!- esclamò Miccia, a metà fra l’incredulo e il divertito.
Skipper e Kowalski si scambiarono uno sguardo interrogativo.
-Oh, cavolo… Capo, venga un po’ qui- lo richiamò Miccia.
Classified andò da lui leggermente scocciato.
-Insomma, che diam…ooh!- disse il cane afferrando il foglio e leggendo i risultati.
-Scusate se vi interrompo, ma è così grave?- chiese Sam notando le loro facce sorprese.
Che aveva, una malattia rara?
Classified fece segno a Caporale di avvicinarsi.
L’orso per poco non sveniva dalla commozione leggendo quella diagnosi, ma ebbe appena la lucidità di pronunciare un “Ooooooh” più lungo rispetto agli altri due.
I cinque pinguini continuavano a rivolger loro sguardi perplessi. Più che altro, Skipper si stava irritando pensando che quelli stessero giocando.
-Allora, si può sapere che diavolo ha??- chiese uno Skipper pacato ma risoluto.
Classified, Miccia e Caporale continuavano a ridacchiare sotto i baffi e, con una lunga serie di sorrisetti rivolti a Skipper e Sam, si decisero a parlare.
-Sam, cavolo, non ce lo saremmo mai aspettato da te!- disse Miccia scoppiando in una fragorosa risata, a cui si unirono anche gli altri due.
Skipper e Sam si rivolsero un’occhiata interrogativa.
-Cosa intendi, scusa?- gli chiese Sam incredula.
Cosa aveva fatto questa volta? Cosa non si aspettavano?
Per una volta che non faceva niente di male le dovevano pure rinfacciare una cosa inesistente?
-Ora basta. Diteci cosa cavolo ha- ordinò Skipper più severo del solito.
Quando si trattava della sua ragazza pretendeva la massima serietà e vedere che quei tre se la ridevano probabilmente per un suo male, gli faceva ribollire il sangue.
Classified, Miccia e Caporale si guardarono divertiti un’ultima volta, poi smisero di ridere e si rivolsero ai pinguini.
-Beh, complimenti a voi. Aspettate un bel pulcino!- rivelò Classified a Skipper e Sam.
Kowalski, Rico e Soldato spalancarono gli occhi talmente sorpresi che sembrava dovessero uscire fuori dalle orbite.
Skipper li guardava a bocca aperta, pensando che scherzassero, mentre Sam sembrava spaesata.
-Aspetto un pulcino? Ma scherzi? Non dirmi che deve venire un altro moccioso come quel Jeremy a rompere gli attributi!- esclamò la pinguina.
Il Vento del Nord la guardava con compassione e qualche sorrisetto, mentre Skipper si girò verso di lei col respiro tremante.
Fu in quel momento che Sam sembrava avesse afferrato il reale significato di quella notizia.
La sua faccia sembrava assumere diversi tipi di espressioni contemporaneamente.
Andò dall’incredulo al divertito, dallo stupore allo sconcerto.
La pinguina incominciò a tremare dalla testa ai piedi e sembrava stare sul punto di svenire, ma non accadde.
Si limitò a squadrare dall’alto in basso il Vento del Nord e fare dei passi all’indietro.
-No… voi… non intendete mica…- balbettò la pinguina, non riuscendo a pronunciare perfettamente la frase.
Per tutta risposta, Miccia le porse divertito il risultato della diagnosi.
-Incinta- disse Classified ad alta voce.
Sam continuava a non dire una parola, come il resto dei presenti.
Il suo sguardo continuava a vagare tra il cane, la foca e l’orso, sperando con tutta l’anima di trovare dello scherzo in quello che per lei poteva essere considerato un incubo.
-Dite sul serio?- fu Skipper a parlare, incredulo e stordito almeno quanto la sua fidanzata.
Non sapeva nemmeno lui come si sentiva in quel momento: agitato, spiazzato, sorpreso… ma anche felice! Che stava succedendo? Così, di punto in bianco e inaspettatamente Skipper stava per diventare padre? Sembrava un miraggio, eppure era la verità…
-Beh, i risultati parlano chiaro, è proprio…- incominciò a dire Miccia, ma fu bruscamente interrotto.
-NO!- urlò la pinguina con una tale furia improvvisa che tutti sobbalzarono per lo spavento.
-Come sarebbe “No”??- le chiese irritato Miccia.
-NON SONO INCINTA, QUEL COSO E’ TAROCCATO!- disse Sam infuriata e dirigendosi a passo deciso verso Classified, fino a quando non si trovò proprio vicino al suo muso, con uno sguardo talmente furibondo che sembrava volesse prenderlo a sberle.
-Non è taroccato, bella. La nostra tecnologia non sbaglia mai e tu sei incinta, accetta la verità- le ripeté con una nota infastidita nella voce.
-No!- urlò Sam tappandosi le orecchie con le pinne, come se non volesse ascoltare per nessun motivo quelle parole tanto crudeli per lei.
-Sei incinta- ripeté al massimo del divertimento Miccia, prima di mettersi di nuovo a ridere.
-No no no!!!- continuò a urlare la pinguina in preda a una crisi di nervi.
Skipper, superato lo shock iniziale, corse verso Sam e la bloccò come per paura che svenisse dallo stress.
-Sam, calmati per favore! Ehi…- la richiamò il pinguino, prendendola per le spalle e cercando di calmarla.
-No no, non può essere, non è vero, io…- continuava a farfugliare tra sé la pinguina, tremando e sudando freddo.
Non si era nemmeno accorta che Skipper l’aveva raggiunta e che stava tentando di abbracciarla.
-Ehi, Sam, andrà tutto bene. E’ una bellissima notizia, sai?- le disse Skipper alzandole lo sguardo e guardandola negli occhi.
Con uno scatto fulmineo Sam, resasi conto del suo fidanzato, lo cacciò con uno spintone e lo fece cadere a terra, con grande stupore di tutti i presenti.
Kowalski, Rico e Soldato si guardarono preoccupati, mentre Classified, Miccia e Caporale guardavano la scena interessati ma anche ansiosi di sapere come sarebbe finita quella storia, tra risatine e sorrisetti.
-Che ti prende??- le chiese Skipper a dir poco incredulo, alzandosi quasi immediatamente da terra.
Perché ora ce l’aveva con lui?
-E’ tutta colpa tua, è tutta colpa tua, idiota!- gli urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Skipper si girò imbarazzato verso gli altri e vide i suoi uomini preoccupati e il Vento del Nord che si stava trattenendo dal ridere.
Poi rivolse uno sguardo alla pinguina, come per ordinarle di non continuare ma la fidanzata non ne volle sapere.
-Te l’ho detto, te l’ho sempre detto che io non sopporto i bambini e che meno ci ho a che fare e meglio è! E ora che succede?? Per colpa tua mi rovinerò la vita! Quando ti dicevo di coccolarmi non intendevo fino a questo punto!!- si sfogò la pinguina urlando.
Skipper la guardò senza parole e, spostando lo sguardo verso gli altri presenti, notò con dispiacere che il Vento del Nord era letteralmente piegato in due dalle risate.
I suoi uomini, invece, volsero la faccia da altre parti della stanza, imbarazzatissimi.
Skipper più che arrabbiato pensava che quello non fosse il luogo adatto per discutere o per litigare su una questione tanto delicata.
Rivolse alla fidanzata uno sguardo severo e decise di parlarle lontano dalla presenza di elementi che avrebbero sicuramente capito male.
-Scusa- disse Skipper secco, prendendo la pinguina per le spalle e spingendola a forza.
-Ehi, lasciami!- si oppose Sam, ancora stressata, arrabbiata e shoccata.
-Vieni!- continuò a dirle Skipper, fino a quando uscirono dalla stanza bianca e si trovarono in un grande corridoio, al momento deserto.
Skipper la inchiodò al muro quasi a forza, ma così facendo scatenò ancora di più la furia della pinguina.
-Tu sei un idiota! Lasciami immediatamente!- si lamentò lei, cercando di staccare le pinne di Skipper che le bloccavano la fuga.
-Non ti lascio andare, almeno per il momento. Ti sembra carino come mi hai trattato davanti a tutti??- le chiese, stranamente non infuriato, ma come se volesse semplicemente capire la reazione della fidanzata.
-La verità fa male, vero??- lo aggredì lei, sperando di ferirlo nel profondo, come lo era lei in quel momento.
-Non mi fa male, perché non è vero niente. Non capisco perché reagisci in questo modo. Un pulcino porta gioia, saremo genitori, saremo felici, noi…-
-No!- lo interruppe scontrosa la pinguina –Lo sai, lo sai benissimo che questa era l’ultima cosa che volevo!- gli urlò Sam cercando di spostarlo e andarsene, ma lui non intendeva mollare.
-Lo so quello che intendi, ma io non credo che tu non lo voglia veramente… Pensaci, Sam. Saremo genitori, cresceremo questo pulcino insieme!-
-No, Skipper. Io non lo voglio perché non sopporto i cuccioli!- gli ripeté esasperata, sull’orlo delle lacrime.
Skipper se ne accorse ma non glielo fece notare subito. Comunque, non accennava a mollare la presa, visto la pinguina che tentava di liberarsi.
Ma lui voleva risolvere quel mistero, una volta per tutte.
-Sai cosa penso? Non è vero che odi i pulcini- dichiarò il leader, guardandola negli occhi.
Come pensava, Sam lo guardò sbalordita.
-Non mi conosci bene, allora- lo accusò lei.
Aveva ceduto alla resa e aveva smesso di spintonare Skipper per lasciarle via libera.
Ormai non aveva scampo ed era certa che il compagno non l’avrebbe mollata facilmente.
-Ti conosco meglio di qualsiasi altro, invece- le rispose, questa volta meno marcato.
Vide che Sam aveva smesso di lottare, così si tranquillizzò e incominciò a parlarle in tono meno severo.
-Di cosa hai paura?- le chiese Skipper all’improvviso, provocando un leggero sussulto a Sam.
-Di niente! Non voglio diventare madre, punto e basta!- ribatté lei testarda, con la testa costantemente rivolta dall’altro lato.
-Guardami. Di cosa hai paura?-
-Io non…-
-Sam. Con me puoi parlare di tutto, lo sai- le disse serio.
Le alzò leggermente il muso e notò che i suoi occhi si stavano facendo più lucidi di prima.
Sicuramente di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere.
Skipper l’abbracciò forte per farla calmare, perché in quel momento la pinguina si strinse a lui e si sfogò con le lacrime.
-Dimmi di cosa hai paura- le disse col cuore a pezzi per quella visione.
In quei quasi due anni di fidanzamento l’aveva vista piangere solo una volta, ovvero il giorno che si misero insieme.
Non gli piaceva vederla piangere. Sicuramente qualcosa la turbava al punto da farle dire di odiare i cuccioli di qualsiasi tipo, ma lui non ci credeva.
Come possono esistere degli esseri che odiano altri esserini che portano solo gioia?
C’era qualcosa sotto e intendeva scoprirlo a tutti i costi.
-Ehi- le disse Skipper sciogliendo leggermente l’abbraccio e asciugandole le lacrime –Puoi stare tranquilla, piccola- la rassicurò, pensando che forse Sam non si fidasse al 100% di lui in quel momento.
La pinguina si calmò confortata dalle parole del compagno, ma era ancora imbarazzata.
-Scusa, sono sempre la solita- disse lei dispiaciuta e con lo sguardo basso.
-Ehi, non dirlo neanche! Forza, sfogati, dimmi qual è il problema- la incoraggiò il pinguino.
Sam tentennò ancora per qualche istante, ma poi con altre lacrime che non vedevano l’ora di scendere dal viso, gli disse la verità.
-Skipper io… non credo che crescerò questo pulcino- disse in tono dispiaciuto, avendo cura di non incrociare lo sguardo di Skipper, il quale come previsto, reagì alla notizia d’istinto.
-Stai scherzando, vero? Quello è tuo figlio, NOSTRO figlio!- Skipper non poteva credere alle proprie orecchie.
-Non sono adatta per questo compito, Skipper, io… Non sono capace- disse infine, sempre non alzando un secondo gli occhi.
-E’ questa la tua paura? Non essere capace? Non essere all’altezza?- le chiese angosciato.
Dalla tacita risposta di Sam, capì di aver colpito nel segno.
Non voleva aggredirla, non voleva rimproverarla di nulla.
Per lui, Sam si trovava in un momento estremamente delicato, come lui del resto.
Ma non poteva immaginare che la sua Sam si considerava incapace di saper crescere un pulcino, il loro pulcino.
No. Lei era più capace di quanto potesse immaginare. Voleva solo farglielo capire.
-Sam, tu saresti in grado di fare questo e molto altro!-
-No!- gli rispose subito la pinguina –Non è vero. Lo so. Lo hai visto anche tu col piccolo Jeremy. E’ bastata una sua domanda e una sua palla di neve a farmi infuriare , come puoi pensare che sarò tollerante con mio figlio? Come? Al primo pianto già getterò la spugna, me lo sento- confessò Sam con voce tremante.
-Questo è quello che pensi tu- disse risoluto Skipper.
-Perché è così- gli rispose a tono la pinguina.
-No, Sam. Tu ti stai solo facendo il lavaggio del cervello da sola; ti stai auto convincendo di non essere in grado di badare a nostro figlio semplicemente perché con i pulcini non ci sai fare… ma non è affatto così. Io sono sicuro che sarai una bravissima madre, Sam e sono felicissimo di sapere che fra pochi mesi diventerò papà, perché so che l’ho fatto con la ragazza che amo e che mi ama.
Non puoi rinunciare a un dono così importante; quello è simbolo del nostro amore, piccola. So che per te questo è un momento difficile ma io ci sono e ci sarò sempre al tuo fianco, nel bene e nel male.
Io ti amo, Sam- le disse tremante, prima di avvicinarsi a lei, afferrarla e baciarla con passione.
Lei ricambiò come sempre, con le lacrime agli occhi per quelle parole.
Si staccarono, anche se mal volentieri, per guardarsi negli occhi.
-Hai ragione- riuscì solo a dire la pinguina, ma questa volta sorridendo.
-Sei pronta a diventare mamma?- le chiese Skipper ricambiandole il sorriso e accarezzandole il dorso piumato.
Sam ci pensò su qualche secondo.
-Umh… a sentire pianti continui, farmi le nottate, dividere con lui la mia porzione di pesce per farlo mangiare e fargli vedere cartoni educativi? Un terribile incubo ma che sono pronta ad affrontare- dichiarò infine con una risata.
Per tutta risposta, il compagno l’abbracciò più forte di prima.
-Anch’io sono pronto. Anzi, non vedo l’ora, piccola-
Detto questo, mano nella mano, rientrarono da dove erano usciti ma notarono che la porta non si apriva al primo tentativo, così Skipper mise forza e la aprì.
-Non ci posso credere!- disse Sam che non credeva ai propri occhi, seguita da Skipper che rimase spiazzato: i suoi uomini e il Vento del Nord si trovavano a terra e si affrettavano a rimettersi in piedi.
Classified tossì.
-Beh, novità?- chiese in tono da gnorri.
-Non vi è bastato sentire quello che abbiamo detto o non vi siete lavati le orecchie stamattina?- chiese la pinguina scuotendo la testa.
-Ragazzi, spero che vi siate resi furbi e abbiate almeno usato un bicchiere per ampliare i suoni e ascoltare più chiaramente- disse Skipper rivolto ai suoi ragazzi.
Rico e Soldato si girarono in automatico verso Kowalski.
-Cavolo!- disse Kowalski stizzato e schiaffandosi una pinna sulla fronte.
-Beh, comunque tanti auguri, ragazzi. A voi e al piccolino- disse Caporale con sguardo tenero.
-Grazie mille, Caporale- gli rispose Sam, rivolgendo un sorriso a Skipper.
-Sì sì, basta che non lo fate entrare qui dentro. Ho come l’impressione che somiglierà a qualcuno- disse Miccia quasi in tono sprezzante ma rivolgendo uno sguardo di sfida a Sam.
-Scherzi? Se somiglierà a me sarà una perla rara!- gli rispose la pinguina provocandolo divertita.
-Wou, che perla, non c’è che dire!- continuò Miccia con gli occhi al cielo e pulendo una delle sue armi.
-Che bello! Alla fine diventerò zio veramente!- disse felice Soldato, abbracciando i futuri genitori.
-Di certo non sarai tu a educarlo, altrimenti diventerà tutto smielato e dolcioso come te!- lo raccomandò Sam, mettendosi a ridere insieme a Skipper.
-Se non altro, se starà insieme a Rico rischierà ogni volta di rimanere traumatizzato dalle cose che fa!- le rispose Soldato in finto tono di offesa.
Rico grugnì qualcosa di incomprensibile ma fu interrotto da Skipper.
-Secondo me, qui quello più pericoloso è Kowalski. Con le sue invenzioni, il piccolo rischierà ogni giorno di farsi esplodere!- disse Skipper ridendo sotto i baffi, sapendo di pungere lo scienziato, il quale non tardò a rispondergli.
-Vi voglio bene anch’io, ragazzi- disse Kowalski in tono piatto ma unendosi alle risate generali subito dopo.
Il Vento del Nord si guardava eloquente, fino a quando il leader del Commando non si rivolse a lui.
-Bene. Potete riportarci a casa- disse Skipper, il quale come tutti, non vedeva l’ora di tornare nell’adorata base. Era stata una giornata molto lunga.
-Certamente. Salite qui- ordinò loro Classified, indicando il ripiano su cui si trovarono ore prima all’arrivo.
I cinque ci salirono sopra e in meno di un secondo furono teletrasportati a casa.
 
 
ANGOLO AUTRICE: ALLORA, SALVE DI NUOVO, GENTE! CHE ABBIAMO QUI? SAM INCINTA? AVETE VISTO COME L’HA PRESA? SKIPPER LE E’ STATA MOLTO D’AIUTO E IL LORO AMORE LI AIUTERA’ A CRESCERE IL LORO PICCOLINO.
SE CI SONO DEGLI ERRORI O VOLETE ESPRIMERE LA VOSTRA OPINIONE, FATELO CON UNA RECENSIONE:)
A PRESTO!
BACI, FEDE:*

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Ritornarono nella loro base, la loro casa.
I cinque pinguini non credevano di aver mai passato una giornata simile prima di allora: strana, ma anche emozionante.
Soprattutto per Skipper e Sam, i quali presto sarebbero diventati genitori, con grande sorpresa di tutti.
-Sono così contento di diventare zio!- esclamò entusiasta Soldato –E sono sicuro anche che il piccolo sarà un batuffolo dolce, allegro, gentile, deliz…-
-Niente smancerie, Soldato. Non mandare certe scomuniche già da ora!- gli ordinò scherzoso il leader, il quale guardò la sua fidanzata che aveva già una smorfia disperata sulla faccia.
Rico grugnì rumorosamente, tirando fuori un paio di bazooka e una motosega.
-Niente armi finché non lo dirò io, Rico- lo raccomandò Skipper, terrorizzato all’idea di cosa avrebbe fatto lo psicopatico se il piccolo fosse stato in possesso di quelle trappole per grandi… al solo pensiero gli vennero i brividi di terrore.
-Oh, andiamo! Il piccolo dovrà imparare, tesoro. E quale modo migliore, se non quello di mostrargli come difendersi da…- ma la pinguina venne interrotta dal suo fidanzato, che la guardava come se fosse pazza.
-Stai scherzando? Se avesse in mano uno di quegli aggeggi, ci metterebbe le penne prima che Kowalski costruisse un’invenzione che dopo due minuti esplode!- la rimproverò Skipper, con l’intento di far capire a Sam che non era una buona idea quella che aveva avuto.
-E basta, per l’amor del cielo!- si esasperò lo scienziato all’ennesima frecciatina.
-Lo sai che ti vogliamo bene, Kowalski!- si affrettò a dirgli Sam, mentre con un’occhiataccia rimproverava Skipper per non essersi risparmiato l’ultima “battuta”.
-Sì, amico, stavo solo scherzando. Lo sai che ormai i tuoi esperimenti non riusciti sono diventati virali!- disse Skipper mettendosi a ridere, seguito a ruota da Soldato, Sam e Rico.
-Beh, almeno vi faccio ridere un po’- confessò il cervellone, mentre anche lui incominciava a curvare il becco in una smorfia di riso.
-Skipper, che ne dici di organizzare una festa per la lieta notizia?- chiese il piccolo del gruppo tutto euforico e saltellando sul posto.
Skipper e Sam si guardarono pensierosi, come se dovessero riuscire a trovare insieme una risposta da dare a Soldato e, quando Skipper si decise a rispondergli, qualcuno entrò senza preavviso nella base, creando una specie di boato tale da far saltare i pinguini dallo spavento.
-Ehilà!! Qualcuno ha parlato di una festa??- chiese preso dall’eccitazione il nuovo arrivato.
-Coda ad anelli!!- gridò irritato Skipper per l’inopportuna intromissione del lemure.
-Che ci fai tu qui?!- chiese altrettanto irritata la pinguina, tenendosi una pinna sul ventre, come se avesse avuto l’istinto di proteggere il suo piccolo dall’intruso.
-Ho sentito la parola festa, ne farete una?- chiese il lemure, incurante delle occhiatacce furenti di tutti i pinguini e super impaziente per la risposta.
-Non abbiamo ancora deciso niente, per tua informazione. E presentarti qui in questo modo di certo non ti permetterà di parteciparvi e…- cercò di dirgli Skipper, invano per la testardaggine di Coda ad anelli.
-Scherzi, insulso pinguino? Io sono il Re di questo zoo e…-
-Bla bla bla- continuò per lui Sam, esasperata come non lo era mai stata –Io esco- disse la pinguina allontanandosi verso la portiera dell’uscita.
-Vorrai scherzare! Dove pensi di andare, Sam??- le chiese serio ma preoccupato Skipper, trattenendola per una pinna –Non puoi uscire così nel tuo stato- la informò cercando di convincerla a rimanere.
Dall’altra parte, la faccia curiosa di Coda ad anelli aveva lasciato il posto a una interrogativa, mentre Kowalski, Rico e Soldato si guardavano come per dire “Ci risiamo”.
-Ora, solo perché sono incinta non sono in grado di camminare da sola, Skipper??- gli chiese irritandosi vistosamente.
-In-cosa?- disse il lemure spaesato.
Tutti i pinguini lo guardarono come se avessero a che fare con un’idiota.
Skipper e Sam ritornarono poi al loro discorso.
-Fammi venire con te- le disse il leader, sempre trattenendola per una pinna.
-Non essere insistente! Devo soltanto andare da Marlene e informarla di quello che ci succederà. C’è bisogno della tua presenza, per caso? E poi, pure ad essere, stiamo nello zoo, non me ne vado da qui, eh- lo rassicurò scocciata la pinguina, mentre Skipper mollò la presa della pinna.
-Va bene, vai. Ma se senti qualche dolore o cose simili, lancia un grido, tesoro- le chiese premuroso Skipper, sperando che non accadesse nulla di brutto come quelle terribili fitte alla pancia che sentì qualche ora prima.
-Sta’ tranquillo… Ci vorrà solo qualche minuto- disse la pinguina per poi uscire dalla base, causando in Skipper profonde preoccupazioni e paure.
-Spero che faccia in fretta- si disse tra sé il pinguino- leader.
-Puoi stare tranquillo, Sam è forte, capo- lo tranquillizzò Kowalski mettendogli una pinna sulla spalla.
Skipper gli lanciò uno sguardo che più che sollevato, destava timore per la sua fidanzata.
-Emh, scusate se interrompo questo momento da ship shipposa, ma… com’è che era quella pinguina strampalata?- chiese il lemure guardando Skipper e Kowalski interrogativo.
I due pinguini si staccarono imbarazzati e il primo mandò un’occhiata assassina al lemure, per dirgli che stava esagerando.
-Ho capito, non volete dirmelo… Beh… avvisatemi se si farà questa famosa “festa”- disse Coda ad anelli prima di sparire fuori dalla base.
-Finalmente!- esclamò sollevato Skipper, contento che quell’inutile lemure si fosse levato dai piedi.
Ora, insieme ai suoi uomini, attendeva il ritorno della sua ragazza per rendere il resto di quella giornata indimenticabile.
 
-Marlene- la richiamò piano la pinguina, consapevole che sicuramente l’avrebbe spaventata.
La lontra stava riordinando il suo letto e, non appena sentì la voce della sua migliore amica, ebbe un leggero sussulto, pensando di aver avuto un’allucinazione.
Si girò e constatò che in realtà non lo era: Sam stava davanti a lei.
Marlene non sapeva cosa dire, ma alla fine riuscì a parlare.
-Sam? Che ci fai qui? Non eri con gli altri a svolgere una missione insieme al Vento del Nord??- le riuscì a chiedere, avvicinandosi a lei, incredula.
La pinguina per tutta risposta emise una risata; come se si aspettasse tutte quelle domande da parte della lontra.
-Beh, se siamo qui vuol dire che abbiamo finito- le rispose semplicemente Sam, ancora con una nota di divertimento nella voce.
Marlene la guardò fortemente sorpresa.
-Sul serio? Questa “missione” è durata solo tre ore, possibile?- le chiese, ancora senza parole, girandosi verso l’orologio della caverna per vedere con esattezza quanto ci avessero messo i suoi amici pinguini a finire tutto quanto.
-Possibile- le rispose paziente la pinguina, ma ora con una leggerissima nota di imbarazzo nel tono, cosa che Marlene non si lasciò sfuggire.
-Sam, è successo qualcosa?- le chiese, ora preoccupata. Cos’era successo lì in quelle tre ore?
Adesso guardava la pinguina impaziente.
Sam si riscosse.
-Cosa? No, nulla di grave, ecco… devo raccontarti un bel po’ di cose- le comunicò, trasformando l’imbarazzo di prima in serietà.
-Sono tutt’orecchi- le disse la lontra sorridendole –Di che tipo di missione si è trattato?-
-Oh, credimi, quella missione non è nulla in confronto alla cosa più importante…- iniziò a dire Sam, vedendo lo sguardo dell’amica che lasciava il posto a una smorfia curiosa –Ma comunque non pensare che si sia trattato di una missione “importante”, come l’avevano chiamata loro- rivelò dopo.
-Cosa? Vuoi dire che non era niente di importante?- chiese stupefatta Marlene.
-Esatto. Secondo te, fare la babysitter è una missione “importante”?- le chiese, lanciandole uno sguardo eloquente.
-Avete fatto i babysitter??- chiese la lontra completamente senza parole –E io che pensavo sareste stati via per mesi!- esclamò Marlene, a metà fra il divertito e il sollevato.
Sapere di avere di nuovo accanto la pinguina la rendeva felicissima.
-Ma, come ti ho detto, questa non è la cosa più importante che dovevo dirti… Si tratta di me e Skipper- la informò, sempre mantenendo quel tono serio.
Marlene riassunse lo sguardo preoccupato di prima.
-Qualcosa di grave?-
-No no, anzi! E’ solo che…-
-Avete litigato?- le chiese la lontra, preoccupata e curiosa al tempo stesso.
La pinguina dovette pensarci su prima di darle una risposta concreta.
-Sì e no. Cioè, insomma, abbiamo litigato ma per la cosa che abbiamo saputo… Però ora è tutto apposto, tranquilla- la rassicurò Sam, vedendo l’amica angosciata.
-Ma per cosa avete litigato? Sam, non lasciarmi sulle spine, vai al punto!- la supplicò Marlene.
Non sopportava girare intorno a un argomento e a giudicare dalla faccia della pinguina, non si trattava di una cosa da niente.
Sam respirò a fondo.
-Io e Skipper stiamo per diventare genitori- disse tutto d’un fiato.
Nel pronunciare quelle parole, il suo cuore prese a battere, come se ancora non ci credesse.
Marlene rimase totalmente spiazzata dalla notizia, tanto da lasciarla per qualche secondo senza proferire parola.
Dopo qualche istante, però, riprese coscienza di quelle parole e con un repentino cambio di stato d’animo, si mise ad urlare.
-NON CI POSSO CREDERE! SONO COSI’ FELICE PER VOI!- gridò la lontra in preda all’euforia, andando ad abbracciare la migliore amica, che aveva le orecchie tappate per le urla improvvise; poi ricambiò l’abbraccio.
-Grazie, Marly- la ringraziò la pinguina, aspettandosi una reazione del genere. Ma aveva intenzione di sfogarsi con la lontra, per confessarle tutto quello che pensava.
-Quando lo avete scoperto? Da quanto tempo sei in dolce attesa? E’ maschio o femmina?? Sam, voglio dettagli, voglio tutti i dettagli, dai dai dai!!- iniziò a chiedere a raffica Marlene, più felice che mai per la sua amica.
-Ehi ehi, piano con le domande! Fammi rispondere con calma- le disse prendendo un bel respiro –Va bene. Lo sappiamo da appena un’ora; a giudicare dai dolori che mi sono venuti, dovrei stare alle prime due settimane; non so assolutamente se sarà un maschio o una femmina, anche se spero sia un maschio… Ecco, ti bastano come risposte?- le chiese alla fine ridendo.
-Davvero? Speri sia un maschio?- le chiese sorpresa la lontra.
-Sì, perché se uscisse femmina sono sicura che diventerà fan delle bamboline di pezza… e lo sai che io odio le bamboline di pezza- disse Sam guardando divertita l’amica.
-Ahahahah, sì sì, eccome. Ricordo ancora quando ne trovammo una fuori la porta e tu le desti fuoco- si ricordò Marlene, mettendosi a ridere.
-Se fosse maschio, invece, sarebbe più figo. Ma non fraintendermi, sarei contenta comunque in entrambi i casi- la rassicurò la pinguina.
-Certo, dai. L’importante è che il piccolo sia sano- confermò la lontra, sorridendole.
-Quello di cui ho paura, però, è che non sarò in grado di prendermene cura… Skipper mi ha detto che mi starà sempre accanto per aiutarmi, ed è grazie a lui che non sono andata nel panico completo, prima. Mi ha dato la sicurezza che sarò brava a fare la mamma, anche se non ne sono convinta al 100%- confessò qualche istante dopo Sam, sedendosi sul suo letto.
Marlene le si mise accanto.
-In effetti, lo dicevi sempre che non eri adatta per i bambini- si ricordò la lontra in tono divertito Ma questo non vuol dire che non sarai brava- la consolò la lontra, poi.
-Wou, la stessa cosa che mi ha detto lui, sai?- le disse la pinguina ridendo.
-Beh, è la verità- disse semplicemente Marlene.
-Sai, un po’ non vedo l’ora che nasca, per mettermi alla prova- le confidò, con un largo sorriso dipinto in faccia.
-Ci sarò anch’io, in caso! Fra circa un mese e mezzo deporrai l’uovo. Conta su di me per qualsiasi cosa e ti darò una mano, non preoccuparti- rivelò Marlene, più sorridente che mai.
-Lo sapevo da me che saresti rimasta- dichiarò Sam abbracciandola, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta.
-Ora vado dai ragazzi, mi stanno aspettando-
-Certo. Non aspettare troppo a farmi diventare zia, però!- le disse la lontra scherzando.
-Sicuro, zietta- annuì l’altra, mettendosi a ridere appresso.
Un minuto dopo si avviò verso la base.
 
I cinque pinguini si riunirono intorno all’unico tavolo che c’era e passarono il tempo a discutere su molte cose.
La prima fra tutte: come si dovranno comportare dopo la nascita del piccolo, sotto insistenza di Skipper, che non si staccava un secondo dalla sua Sam.
-Rico, ovviamente lo sai che l’utilizzo delle armi da ora in poi lo dovrai dimezzare drasticamente, se non eliminarlo del tutto in presenza di mio figlio… a meno che non si presenti un’emergenza e ti dia io l’ordine di usarle; sono stato chiaro?- gli chiese Skipper in tono serio.
In tutta risposta ebbe soltanto un profondo verso di disapprovazione da parte dello psicopatico, il quale stava facendo fatica a maturare l’idea di non poter giocare più liberamente con i suoi gioielli.
-Perfetto- dichiarò Skipper soddisfatto –Tu, Kowalski- disse girandosi verso il cervellone –Evita di coltivare ancora il tuo seme da scienziato. Se una delle tue cose esplodesse sarebbe la fine sia per Sam che per nostro figlio- gli ordinò pacato.
-Come vuole lei, capo- disse Kowalski, anche se in tono per niente contento.
La pinguina pensava seriamente che il compagno stesse più che esagerando. Addirittura vietare ai suoi amici di fare quello che a loro piaceva perché c’era di mezzo un uovo? Tra l’altro al sicuro dentro di lei!
-Skipper, non c’è bisogno di togliere questi piaceri ai ragazzi! E’ vero, aspetto un figlio, ma questo non vuol dire che dobbiamo trasformare la nostra vita in un carcere! Starò attenta io, ma ti prego di non coinvolgere anche loro- lo pregò Sam, sperando che il suo fidanzato capisse, ma a giudicare dalla faccia determinata di quest’ultimo, capì che non ci sarebbe riuscita facilmente.
-Sam, non voglio trasformare la nostra vita in un carcere, voglio solo assicurarmi di eliminare le cose che potrebbero farti male- le spiegò lui, prendendola con calma, consapevole che non sarebbe riuscito a domare la testardaggine della ragazza.
-Farmi male? Tutto adesso te ne esci con questi pensieri assurdi? Quando non ero incinta non ti facevi di questi problemi! E poi, anche ad essere, non ho mai avuto problemi con le armi di Rico: ti pare che me le abbia puntate addosso qualche volta? No. Quindi evita di preoccuparti. Lo stesso per Kowalski, si rinchiude sempre nel laboratorio quando deve costruire qualcosa e se esplode la porta è sempre chiusa, come è sempre stato! Ti stai facendo seghe mentali inutilmente!- lo rimproverò Sam.
Immediatamente Kowalski, Rico e Soldato si alzarono dal tavolo e si allontanarono di qualche passo, sapendo che i due avrebbero incominciato una delle loro solite discussioni. Ma ora che Sam aspettava un pulcino, la cosa era ben più seria.
-Cerco solo di proteggere te e nostro figlio-
-Lo so benissimo, e ti ringrazio amore, ma non c’è bisogno di esagerare vietando ai ragazzi i loro passatempi preferiti! Ti pare che io mi sentirei meglio?-
-Beh, ti sentiresti più sicura, probabilmente!-
-Affatto! Per me è indifferente, ma non voglio che per colpa mia loro non debbano fare quello che vogliono! E comunque, non pensi che dovresti ascoltare una loro opinione su ciò?-
-Non mi serve la loro opinione, perché qui comando io e basta!-
-Oh, allora mi scusi, capo le piacerebbe passare i prossimi due mesi nella monotonia e nella noia più totale?-
-Certo che sì, se questo significa stare vicino alle persone che più amo al mondo!-
-No, Skipper, allora non ci siamo capiti- si irritò Sam, alzandosi in piedi con furia, causando sussulti di spavento da parte dei tre che assistevano alla scena -Quando sono entrata nel Commando abbiamo giurato tutti quanti di non abbandonare le nostre idee, le nostre mansioni, per nessun motivo al mondo! Fare quelle che dici tu equivarrebbe mandare al diavolo tutto quello che ci distingue dagli altri! E non dirmi che non avresti mai previsto l’arrivo di un figlio, perché ti avviso che da qui non usciresti vivo!- si innervosì poi la pinguina.
Skipper si sentì punto nel vivo, ma non lo diede a vedere. Non tollerava che la sua ragazza gli mancasse così tanto di rispetto, soprattutto davanti agli altri.
Kowalski, Rico e Soldato si guardarono preoccupati.
-Ragazzi, lasciateci soli per qualche minuto, grazie- ordinò Skipper ai suoi uomini i quali, senza pensarci due volte, si allontanarono verso l’esterno della base.
-No! Perché devono andare via?! Falli rimanere!- si arrabbiò Sam.
-Ragazzi. Via- disse ancora più pacato Skipper e, a questo avvertimento, i tre si dileguarono in meno di due secondi.
-Ma perché non vuoi ascoltare me ogni tanto? Ti costa troppo ammettere che ho ragione??- gli chiese Sam, innervosendosi ancora di più.
-Innanzitutto calmati, non ti fa bene essere così nervosa- le consigliò lui, sempre con quel tono pacato che non intendeva mollare.
-Non mi fa bene? Sembra quasi che non sappia badare a me stessa! Giusto per fartelo sapere, sono incinta, non sono malata!-
-Non sei malata, ma devi stare comunque attenta, tesoro!-
-Secondo te non sono abbastanza attenta? So benissimo che non devo mangiare come un maiale e non devo avere la geniale idea di andare in skateboard rischiando di cadere!-
-Bene. E che non ti venga in mente di farlo, anche se conoscendoti saresti capacissima-
-Oh cielo, ma la smetti di essere così insistente e protettivo?! Cavolo, Skipper stai diventando tale e quale a mio padre!-
-Cosa c’entra tuo padre ora? Anche se non lo conosco, non merito di essere paragonato a lui; ovviamente attenendomi ai fatti del tuo passato che mi hai raccontato. Pensi che sia troppo assillante?-
-No, peggio. Assillante, ossessionato e terrorizzato. A voi maschi, appena vedete una donna incinta si accendono i sensi di bravi paparini. Non capite che siete insopportabili!- si sfogò la pinguina, esasperata fino alla cima delle piume.
Skipper alzò gli occhi al cielo, esasperato forse più della ragazza.
-Va bene. Diciamo pure che sto esagerando, ma tu devi anche provare a metterti dall’altra parte- le disse prendendola per le spalle e guardandola negli occhi.
-Mettermi dalla tua parte?? AHAHAHAHAH, buona questa, mio caro- disse in tono sarcastico Sam, staccandosi di dosso le pinne del compagno e prendendo a camminare per tutta la stanza.
-Cosa ci troveresti di divertente?- le chiese Skipper, più che arrabbiato, curioso della risposta che la fidanzata avrebbe dato.
-Come pretendi che mi possa mettere nei tuoi panni se già ho fatto moltissima fatica ad accettare la mia di situazione??- gli chiese allibita –Pensi che sia facile prendersi una responsabilità del genere?? Poi io, che ho sedici anni appena?? Soltanto ora, che mi sto rendendo conto di quello che ci accadrà in futuro, sono contenta di diventare mamma; sono contenta di sapere che almeno mio figlio una mamma ce l’avrà, al contrario…- qui Sam si bloccò, prese un bel respiro e proseguì, mentre Skipper la guardava molto contrariato e con un nodo in gola -Poi sai un’altra cosa?- continuò la pinguina, con voce rotta e tremante –A furia di essere così iperprotettivo, non dico con me ma almeno col piccolo, lo sai che succederà? Che diventerà esattamente come me!- concluse Sam, respirando a fatica e mettendosi una pinna sulla pancia.
Aveva sentito un’altra fitta dolorosa, ma non era nulla in confronto al dolore che stava provando dentro di sé.
Non voleva che la sua storia si ripetesse.
Avrebbe fatto qualunque cosa pur di non far mancare niente al suo piccolo, che fra poco più di due mesi sarebbe venuto alla luce.
Skipper le si avvicinò con l’intento di abbracciarla, ma lei si allontanò.
-No, Skipper, lasciami in pace- disse evitandolo, ma guardandolo in faccia.
Non stava piangendo. Questa volta non avrebbe pianto. Era solo arrabbiata e impaurita che il suo più grande incubo potesse realizzarsi: far passare a suo figlio la stessa cosa che aveva vissuto lei.
Al solo pensarci le vennero i brividi.
No. Non lo avrebbe mai permesso.
-Non voglio che tu pensa queste cosa, tesoro- riuscì solo a dire Skipper, consapevole di aver toccato un tasto dolente per la ragazza.
Suo padre era un argomento di cui meno ne parlavano e meglio era.
-Allora non essere così assillante, per favore!- gli ordinò furiosa, riprendendo a camminare per il nervoso.
-Sam, se smettendola di fare così ti tranquillizzerai, allora cambierò, te lo prometto- si arrese il leader.
Anche se detestava cedere agli ordini di una ragazza, per lui era più importante il benessere di Sam di qualsiasi altra cosa.
-Perfetto. Grazie- concluse fredda la pinguina, mettendosi a sedere, con le pinne che le sorreggevano la testa, pensierosa.
Skipper andò vicino a lei e, vedendo che non opponeva la minima resistenza, le si mise accanto.
-Ehi…- la richiamò lui delicatamente, ma la pinguina era troppo presa dai suoi pensieri.
-Samantha…- la richiamò di nuovo, sapendo benissimo che sarebbe saltata e infatti…
-NON CHIAMARMI COSI’!!- gli urlò in faccia, arrabbiandosi al punto da spingerlo con forza.
Per fortuna Skipper ebbe i riflessi pronti e parò il colpo.
Si alzò e la prese per le pinne, costringendola a guardarlo negli occhi.
-Lo sai benissimo che non farei assolutamente niente che possa ferirti! Lo sai benissimo che per te farei qualunque cosa; lo sai benissimo che ti amo più di me stesso, Sam!- le disse cercando di baciarla, ma lei allontanò il muso.
-E tu sai benissimo che non sopporto essere chiamata con quel nome!- si ribellò la pinguina.
-C’è una bella differenza se ti chiamo io così! Che ti costa credermi quando ti dico che come tuo padre non sarò mai?-
-Non c’è nessuna differenza; quando sento quel nome il sangue mi diventa rovente! In quanto all’ultima cosa che hai detto, lo vedremo alla nascita di nostro figlio!- gli disse pacata, cercando di liberarsi, invano.
-Sam, finiscila. Lo sai che diventi ridicola reagendo così?- la informò, trattenendola.
Possibile che la ragazza non capisse quanto fosse importante per lui, soprattutto in quel momento?
-Me lo dicono in tanti, non sei l’unico- disse sarcastica la pinguina.
-Lo sai che ti amo- le disse semplicemente Skipper.
Quando stava da solo, accanto a lei, non si sentiva il suo leader.
Per lui solo il poterle stare affianco era più di quanto chiedesse.
Non voleva che la sua ragazza si sentisse un peso per la sua squadra, lei era molto importante e questo non sarebbe mai cambiato, né per lui né per gli altri.
Le si avvicinò e l’abbracciò.
Lei inaspettatamente ricambiò.
-Scusami- gli disse imbarazzata.
-Non preoccuparti- le rispose subito Skipper.
La pinguina gli prese delicatamente la pinna destra e la poggiò sul suo ventre.
-Gli starai sempre accanto?- gli chiese, guardandolo nei suoi grandi occhi azzurri.
-Sempre- rispose Skipper, posando uno sguardo sulla pancia della ragazza.
-Bene. Ti amo anche io- gli disse.
I due si avvicinarono e si baciarono con passione, consapevoli che mai e per nessuno si sarebbero separati.
 
Passò poco più di un mese e mezzo e i futuri genitori aspettavano impazientemente la nascita del loro pargoletto.
Sam aveva deposto l’uovo con una settimana d’anticipo e per qualche momento Skipper aveva pensato che la sua Sam avesse avuto qualche problema ma, stando ad analisi effettuate da Kowalski sia su di lei che sull’ovetto, non vi era assolutamente nulla che non andasse.
Ora l’uovo era custodito nel caldo manto di Skipper, che era pervaso da una irrefrenabile voglia di vedere il guscio di quell’uovo schiudersi.
-E come lo chiamerete? A me piace tantissimo il nome Athor!- fu Soldato a parlare. Il pinguino era così esaltato del fatto che fra meno di due settimane sarebbe diventato zio che aveva iniziato a fantasticare sul nome.
-Athor? Per carità, sembra un nome da smidollato in cerca di fortuna!- esclamò Sam con senso.
La pinguina dava sempre toccatine al suo uovo per controllare che fosse alla giusta temperatura e che avesse tutto il calore di cui aveva il bisogno.
Ma sapeva che il compagno era attento e non avrebbe fatto nulla di storto per proteggere il suo piccolo.
-A me piace, invece. Ma se devo dirla tutta, io spero sarà femminuccia- confessò il leader, elettrizzato al pensiero di avere una piccola pinguina tra le braccia con lo sguardo della sua Sam.
-E basta, lo hai ripetuto fino alla nausea che preferiresti avere una figlia!- disse Sam in finto tono esasperato e roteando gli occhi verso il cielo.
-Ma perché somiglierebbe a te!- le rispose scherzoso il compagno e dandole un buffetto sulla guancia.
-Sì sì, ceeeerto- insinuava Sam ridendo.
-Qualunque sia il sesso del piccolo, io mi prenoto per fargli da babysitter, ricordatelo- a parlare questa volta fu Marlene, particolarmente impaziente nel veder nascere il figlio della sua migliore amica.
Da quando glielo aveva detto, Marlene sognava di badare al cucciolo e di diventare la sua zietta preferita… non vedeva l’ora!
-Marlene, a meno che tu non abbia qualche idea strana in mente, lo farai tranquillamente- le disse Skipper scocciato.
-Scusa, che intendi per “idea strana”?- gli chiese a dir poco accigliata.
-Non lo so, per esempio farle vedere i Lunacorni!- rivelò il capo.
-Ma sono carini!- si oppose Soldato imbronciato.
-Per niente, sarebbe ora che tu lo capisca. Quella è roba per criminali!- lo rimproverò Skipper.
-Comunque sia, l’importante è che il piccolo cresca bene nella sua famiglia. Dobbiamo accoglierlo e crescerlo con tutto l’amore che possiamo donargli- si intromise Kowalski, sotto gli occhi sorpresi di tutti.
-Wou, Kowalski! Non ti facevamo così sentimentale! Eva ti ha dato alla testa, vero?- sogghignò Sam riendo sotto i baffi.
-Ogni tanto ci vuole- disse Kowalski sorridendole.
Rico confermò con un grugnito.
Dopo qualche istante di silenzio, la pinguina incominciò a parlare.
-Io comunque sono così felice di far parte di ques…- ma fu interrotta da un brusco suono proveniente dall’entrata principale.
Tutti, sorpresi dallo spavento, vi si posizionarono sotto per capire se ci fosse qualche intruso… ovviamente tutti tranne Skipper, che non poteva muoversi per via dell’uovo che custodiva in mezzo alle zampe.
-Stai bene?- chiese subito Sam, girandosi un secondo verso il compagno.
-Sì, non preoccuparti. Piuttosto, cosa succede lì?- chiese con una nota di preoccupazione nella voce.
-Dovrebbe essere…- incominciò a dire Kowalski, ma neanche il tempo di finire che una palla di pelo grigia piombò su di loro.
-Ma cosa…?!- esclamarono tutti quanti in coro.
-Ehi ehi ehi! Come butta, gente?? Mi avete aspettato!- esclamò euforico un lemure dalla coda ad anelli.
-Julien!- gridarono tutti esasperati e irritati della sua inutile presenza nella base.
-Ma dico, sei impazzito??- gli urlò irritato Skipper.
-Volevo solo farvi una sorpresa! So che la mia presenza è sempre gradita per voi- disse il lemure prendendo posto senza permesso al tavolino della stanza.
-Graditissima, guarda…- sogghignò la pinguina andando verso di lui con uno sguardo puramente frutrato.
-Oh, andiamo, che sono quelle facce? Dove ci sono io c’è festa e dove c’è festa c’è divertimento, quindi… BALLIAMO!- urlò di gioia il lemure.
Prese dal nulla una grossa cassa per radio e la alzò ad alto volume, incominciando a ballare e saltare per tutta la base.
Tutti i presenti si tapparono le orecchie.
-Ehi…EHI, MA SEI RITARDATO??- urlò la pinguina sul punto di svenire dall’alto volume.
-JULIEN, ABBASSA IL VOLUME DI QUELL’AFFARE!- urlarono tutti quanti ma invano. Il lemure ci stava dando dentro a ballare.
Skipper si stava davvero esasperando.
-ORA BASTA!- urlò il pinguino così forte che quasi superò quello della musica.
Marlene, a passo deciso, si diresse verso il lemure e per miracolo riuscì ad afferrare la cassa e a spegnerla, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti i presenti.
-Finalemente!!- gridarono tutti.
-No! Come hai osato interrompere il mio balletto, brutta…-
-No, come hai osato TU interrompere NOI in un momento così delicato??- gli urlò in faccia il leader infuriato.
Non si era mosso di un millimetro, per timore di fare qualche movimento sbagliato e danneggiare l’uovo, ma Cosa ad anelli stava mettendo seriamente alla prova la sua tentazione a picchialo.
-Skipper, calmati!- lo invitò Kowalski con cautela.
-No, non mi calmerò fino a quando non vedrò questa faccia fuori da questa base!- esclamò irrequieto Skipper.
-Come ti permetti, insulso pinguino?! Io sono il re! E in quanto tale DEVO far visita a ognuno degli animali in questo zoo. E’ un mio sacrosanto diritto!- gli rispose Julien ostinato e testardo.
-Non hai nessun diritto, perciò levati di mezzo e lasciaci in pace!- Skipper stava letteralmente trattenendosi dallo strangolarlo.
-Posso stare qua quando voglio e, che tu lo voglia o no, posso fare quello che voglio. Mi dispiace amico!-
-Ma come fanno a sopportarti gli altri, cavolo!-
-Mi sopportano perché mi amano. A te invece sopportano perché non hanno scelta! Cosa faresti senza quella fronte piatta che ti ritrovi? Ah, ho io la risposta, NIENTE!-
-Cosa c’entra la mia fronte con…-
-E, cosa ancora più importante, che faresti senza la tua adorata compagna? So anche questa, NIENTE-
Questa volta Skipper aveva totalmente perso le staffe e alzò una pinna per colpirlo.
-Tu, ammasso di pelo puzzolente…!- purtroppo il colpo non andò a segno e il lemure fu veloce a schivarlo.
-Ehi ehi, piano con quelle pinne, rischi di sporcarmi, sai?-
Dalla’altra parte, Sam, Kowalski, Rico, Soldato e Marlene li guardavano come se stessero assistendo a uno spettacolo e fecero facepalm.
-Non ci posso credere- disse Sam con una pinna sulla fronte.
-La volete finire, voi due??- urlò Marlene infastidita.
Ma la lite non cessò e i presenti furono costretti a sopportare altri pieni cinque minuti di battibecchi su chi comandasse lì e su chi avesse il diritto di giudicare il parrucchino di chi.
Ma all’improvviso Skipper smise di parlare, zittendosi di punto in bianco.
-Ah ah! Ora non parli più, ti sei arreso, vero?? Sono solo io qui l’unico onnipotente, padrone di questo…-
-PIANTALA E STAI ZITTO!- lo aggredì furiosa Sam, spaventando i suoi amici dietro di lei, contenti però che avesse fatto chiudere la bocca a quel lemure fastidioso.
Quest’ultimo si zittì immediatamente, vedendo che la pinguina si era avvicinata al compagno, con uno sguardo allarmato.
-Ehi, tutto bene?- gli chiese apprensiva.
Marlene e gli altri pinguini lo raggiunsero, tutti con una faccia preoccupata.
-E’ il momento- disse semplicemente Skipper.
Alzò gli occhi verso la sua ragazza, la quale non poteva credere alle proprie orecchie, come del resto tutti gli altri presenti.
-Sta per nascere- ripeté, questa volta come per convincere sé stesso; il cuore perse un battito dalla felicità.
Si alzò delicatamente e posizionò l’uovo davanti a loro.
Si muoveva leggermente e piccole crepe lo stavano ricoprendo.
Skipper prese la pinna di Sam e la strinse forte.
La pinguina si girò verso di lui e con pura determinazione, guardò il suo amato Skipper.
-Sei pronta?- le chiese, facendo molta attenzione a ogni piccolo dettaglio dello sguardo della ragazza che amava.
-Sono pronta- confermò la pinguina.
Marlene le sorrise e le mise una zampa sulla spalla, segno di incoraggiamento.
Kowalski, Rico e Soldato guardarono fieri il loro leader, con pura emozione negli occhi.
Poi, uno ad uno, tutti quanti si strinsero attorno all’ovetto.
Aspettarono qualche istante, che per Skipper e Sam sembrarono anni e, dopo un’ultima crepa, l’uovo si schiuse del tutto, spargendo frammenti di guscio e tracce di liquido amniotico su tutto il pavimento.
Nessuno si perse un solo secondo di quello che stava accadendo: un minuscolo pulcino aveva aperto dei grandi occhi acquosi ma cristallini e il musetto rivelava confusione, ma anche curiosità.
Skipper e Sam si guardarono e, anche se stavano sul punto di scoppiare a piangere dalla felicità, si guardarono emozionati ma anche fieri.
Erano diventati genitori e il loro piccolo era lì che li aspettava.
 
 
ANGOLO AUTRICE: MA SALVE, GENTE! SCUSATE COME AL SOLITO IL MIO RITARDO MA SPERO CHE MI PERDONERETE AHAHAHAH.
RIGUARDO IL CAPITOLO, CHE NE PENSATE? SKIPPER E SAM FINALMENTE HANNO CORONATO IL SOGNO DI DIVENTARE MAMMA E PAPA’ E ORA FARANNO DI TUTTO PER PROTEGGERE IL LORO PICCOLO!
CHE FARANNO ORA? CHE NE SARA’ DEL COMMANDO? SAM SARA’ BRAVA A FARE LA MAMMA? MA SOPRATTUTTO, COME SI CHIAMERA’ IL PULCINO?
LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO, ALLA PROSSIMA!
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DI QUESTO CAPITOLO CON UNA RECENSIONE!
BACI, FEDE<3

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