Cenerentola

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La terza sorella ***
Capitolo 2: *** L'invito al ballo ed una subdola macchinazione ***
Capitolo 3: *** I preparativi per il ballo ***



Capitolo 1
*** La terza sorella ***


C'era una volta, in una terra lontana lontana...
Un minuscolo regno.
Pacifico.
Prospero.
E ricco di antiche e poetiche tradizioni.
Là, in un maestoso castello, viveva un nobile signore, vedovo, con la sua bambina. Benchè fosse un padre gentile ed affettuoso che non faceva mai mancare nulla alla sua figlioletta adorata, egli pensò che avesse bisogno delle cure di una mamma.
E così si risposò, scegliendo come seconda moglie una vedova di nobile famiglia che aveva due figlie dell'età di sua figlia, Anastasia e Genoveffa,  e una bambina più piccola di due anni, il cui nome era Ginevra.
Forse per il fatto che la bambina andasse assai poco d'accordo con le due sorelle maggiori, spesso cattive e dispettose ed interessate solo a pavoneggiarsi di fronte allo specchio e ai bei vestiti, e che la loro madre desse tutte le sue attenzioni alle due primogenite, la bambina divenne una grande amica della sorellastra ed assieme trascorrevano ore felici.
Purtroppo però il nobile signore morì prematuramente. E la matrigna, invidiosa della bellezza della figliastra che faceva sfigurare le due  brutte figlie, la coprì di stracci, la confinò in una fredda soffitta, impedì alla figlia più giovane di esserle ancora amica e la obbligò a passare tutte le sue giornate in cucina, vicino ai fornelli. Tant'è che alla bambina venne appioppato il nomignolo di Ceneretola.''

Da quel giorno, erano passati ormai dieci lunghi anni.
Dieci anni in cui le giornate erano trascorse sempre uguali nel castello che oramai era l'unica cosa di valore che la famiglia possedeva.
Infatti, la perfida matrigna desiderosa come non mai di avere un ben più alta levatura sociale sperperava tutti i soldi e le ricchezze ereditate dal secondo marito per dare feste, e comprare vestiti e gioielli alle figlie, nella speranza che un nobile decidesse di prenderne in moglie almeno una.
Mentre Cenerentola, era costretta a lavorare giorno e notte in quella che era sua casa.
Ma malgrado i continui soprusi e le umiliazioni che riceveva, Cenerentola si comportava sempre con infinita pazienza e dolcezza.
Inoltre, non era triste, perchè poteva contare sull'affetto di tanti piccoli amici. Il suo cuore dolce e gentile aveva conquistato i cuori dei topolini e dei passerotti, i quali erano sempre vicino a lei per confortarla, darle speranza e coraggio ed aiutarla come potevano nello svolgimento delle faccende domestiche.
Ed aveva anche l'amicizia di Ginevra. La più giovane tra le sorellastre, infatti non aveva mai ascoltato il divieto della madre sul '' socializzare con la servitù'' e non era raro che una volta sinceratasi che la madre e le sorelle dormissero profondamente, sgattaiolava nella soffita in cui era stata confinata la giovane domestica e passavano lunghe ore a parlare, fantasticare o inventare storie meravigliose che poi i topolini ed i passerotti riuscivano a mettere in scena.
Tutto questo le dava motivo di avere fiducia e speranza che un giorno, i suoi sogni di felicità si sarebbero avverati.
Quella mattina, Cenerentola si era alzata molto felice.
Aveva fatto un bellissimo sogno, ma aveva deciso di non raccontarlo a nessuno, nemmeno ai suoi amici più cari.
La sua mamma, quando era piccola, le diceva sempre che i sogni erano la rappresentazione di quello che erano i loro desideri più grandi. E che se venivano rivelati o raccontati, non si avveravano più.
Non sapeva ancora perchè, ma sentiva che quella era una giornata diversa da tutte le altre, che sarebbe successo qualcosa di molto bello.
Certo, il preludio non era stato dei migliori... tanto per cominciare aveva salvato un topolino finito in una delle terribili trappole piazzate dalla sua matrigna, aveva nuovamente dovuto sedare una lite tra il suo cane Tobia e il perfido Lucifero, il gatto viziato e vezzeggiato della sua matrigna, e poi aveva dovuto fare i salti mortali per preparare la colazione e portarla nelle camere, dove aveva salutato ed augurato il buongiorno alla matrigna e alle sorellastre, ricevendo come al solito insulti ed altri ordini per la giornata.
Ma era certa che nella quarta camera sarebbe andata molto meglio.
'' Buongiorno Ginevra.''- fece la giovane salutando allegramente una giovane sui diciotti anni, dagli occhi castani e lunghi capelli corvini, la quale era seduta di fronte alla toeletta intenta a spazzolarsi i capelli.
'' Buongiorno a te.''- fece la giovane con altrettanta allegria.
Cenerentola poggiò i panni di cui era stata caricata per terra e il vassoio della colazione sul tavolino. E lì notà un libro dalla copertina azzurra.
'' Dove sei andata di bello, ieri sera?''- chiese Cenerentola prendendo in mano il libro.
'' In un mondo in cui vive una splendida fanciulla, bella ma povera, che dopo mille ostacoli e peripezie riuscirà a sposare l'uomo che le fa battere il cuore.''- rispose con aria sognante.
Cenerentola sorrise. Lei e Ginevra in quello erano identiche, proprio come due sorelle. Erano giovani, ed in quanto tali avevano molti sogni, come tutte le ragazze della loro età... ma il loro sogno preferito era quello di incontrare un giovane buono e gentile, e di innamorarsi perdutamente.
Ma era, per entrambe, un sogno assai difficile da realizzare: Cenerentola passava tutte le sue giornate chiusa in casa, tra piatti da lavare, vestiti da rammendare e cucire e pavimenti da lustrare ed era molto raro che le fosse permesso uscire, e in quelle poche occasioni le era vietato tardare o fermarsi per qualunque motivo.
Lei invece, di occasioni per conoscere persone ne aveva sicuramente di più, ma le '' persone giuste per lei e le sue sorelle'' come era solita definirle sua madre, erano tutte noiose ed impettite e fare un discorso serio con loro era impossibile.
Sua madre non avrebbe mai permesso che una delle sue figlie si fosse sposata con qualcuno che non aveva alcuna posizione o titolo nobiliare... ma a ben vedere, forse questo problema riguardava solo lei.
'' Hai qualche novità da raccontarmi?''- fece Ginevra, anche se vista la quantità di panni che l'amica aveva con sè, era una domanda abbastanza stupida da fare.
'' Forse...''- fece Cenerentola aprendo l'armadio di Ginevra per tirar fuori un vestito di seta azzurro ricamato, semplice ed elegante mettendolo sul letto -'' Ho trovato un nuovo amico.''
'' La mamma continua a mettere trappole per topi eh?''- fece la ragazza bevendo il tè che l'amica le aveva portato, dopo averla invitata a sedersi accanto a lei e mangiare qualche biscotto.
'' Già... purtroppo...''
...
...
...
'' AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!''- la loro conversazione venne interrotta da un acuto lancinante, come di qualcuno ferito a morte, seguito da rumore di una tazza in fratumi, che le fece sobbalzare entrambe.
'' Che succede?''- fece Cenerentola scattando in piedi.
'' Non sapevo che la mamma avesse anticipato la lezione di canto oggi...''- fece Ginevra con gli occhi sgranati dallo spavento.
'' Meglio che vada a vedere...''- fece la bionda uscendo a passo svelto dalla camera dell'amica, seguita da lei stessa.
Le due si scontrarono con una Anastasia molto su di giri che non appena vide la sorellastra non esitò un attimo a puntarle il dito contro ed accusarla -''SEI STATA TU!!! L'HAI FATTO APPOSTA!!!''- per poi correre a piagnucolare senza ritegno nella stanza della loro madre.
'' CHE COSA LEI HAI FATTO?!?''- le urlò contro Genoveffa richiamata dalle urla della sorella per poi raggiungerla nella stanza della madre.
'' Oh mamma... ce lo ha messo lei... un topaccio brutto e grasso sotto la mia tazza!!!''- strepitò contro Anastasia.
Ginevra si coprì la bocca per evitare di scoppiare a ridere, immaginandosi sia la scena che la faccia della sorella nel vedere il nuovo menù della colazione.
Ma a ben vedere c'era poco da ridere... la loro madre, che Cenerentola ne fosse responsabile o meno, l'avrebbe punita severamente.
Al momento però non era questo a preoccupare la giovane domestica, quanto era preoccupata di sapere la fine che Lucifero aveva riservato al suo nuovo, piccolo amico.
'' Su andiamo Lucifero...''- fece la giovane con un tono che non ammetteva bugie o repliche, davvero insolito per lei -'' Che cosa ne hai fatto?''
Il gatto mostrò le zampe anteriori esibendo il sorriso più innocente del mondo.
Peccato che Cenerentola non fosse così sprovveduta da credere in tutto quello che gli veniva fatto credere, soprattutto quando in ballo c'erano i suoi amici più cari.
'' Ah non mi imbrogli sai?''- fee la fanciulla -'' Su. Fammi vedere cosa nascondi.''
Il gatto alzò una zampa come per dire -'' Visto?''- ma Cenerentola era irremovibile.
'' Su, anche l'altra. Coraggio.''
Stavolta però il gatto pareva non avere la minima intenzione di obbedire alla domestica nè tantomeno di rinunciare al suo gustoso e succulento spuntino di metà mattinata.
'' Lucifero.''- fece Ginevra guardandolo con uno sguardo duro -'' Lascialo andare immediatamente o convincerò la mamma a farti dormire fuori stanotte.''
Il gatto, sinceramente preoccupato dalla minaccia di essere messo a dormire vicino alla porta invece che nel suo comodo letto imbottito, a malincuore lasciò andare Gas Gas che fuggì come se avesse le ali ai piedi.
'' CENERENTOLA!!!''- urlò la voce adirata di Madame Tremaine.
'' Si signora madre...''- fece la ragazza avviandosi dalla matrigna cercando di non aver paura di quello che l'aspettava, mentre le due sorellastre sghignazzavano soddisfatte di poterla vedere ancora una volta nei guai.
Appena la poverina ebbe chiuso la porta, le due megere si accucciarono accostando l'orecchio alla porta per sentire meglio la sgridata e la punzione  che la loro sguattera e bersaglio preferito per scherzi e dispetti si sarebbe sorbita.
'' Ma non ne avete ancora abbastanza?''- fece Ginevra indignata da quel comportamento così meschino.
Le due le fecero cenno di tacere.
'' Sta zitta!''-  fece Anastasia.
'' Non riusciamo a sentire, se tu starnazzi come un'oca nel cortile.''- rincarò Genoveffa.
'' Vergognatevi... divertirsi nel vedere gli altri nei guai, è disgustoso.''- fece Ginevra per niente spaventata.
Anastastia la guardò sorpresa ed irritata, dal fatto che la sorella stesse prendendo le difese della piccola straccione anzichè le sue.
'' Sai cos'è disgustoso? Alzare la propria tazza e trovarvi un orrendo animalaccio... non sapete che tremendo spavento... quale orrenda visione...
Oddio, sono certa che mi verranno delle orribili rughe, diventerò brutta e vecchia prima del tempo e non troverò mai marito... Se mai dovessi rimanere zitella, la riterrò personalmente responsabile, le renderò la vita un inferno.''
'' Intendi dire più di quanto già fate?''- fece Ginevra sarcastica -'' Scusate, ma non lo ritengo possibile.''
'' Insomma, adesso basta!!!''- le sbraitò contro Genoveffa -'' Siamo le tue sorelle maggiori, e ci devi rispettare!!!''
'' E lo farò.''- fece Ginevra allontanandosi a passo svelto e deciso -'' Non appena voi avrete imparato il rispetto a vostra volta.''
Le due sorelle sbuffarono indispettite dal tono ardito  con cui la minore si era rivolta loro.
Avevano così poche cose in comune che spesso dubitavano persino del fatto che fosse realmente la loro sorella minore... ed odiavano ammetterlo, ma era di gran lunga più carina di loro e la loro madre diceva sempre che con quel suo bel visino, il suo disinteresse per passatempi costosi ed il suo essere sempre immersa in un libro, le davano possibilità di trovare un ricco e nobile pretendente di gran lunga superiori alle loro.
Le due avevano provato ad eguagliarla, fingere scarso interesse per eventi mondani, gioielli e vestiti in favore della lettura... ma dopo nemmeno tre giorni senza aver comprato vestiti nuovi e scarpe appariscenti, avevano desistito.
E poi non riuscivano a comprendere cosa mai potesse trovarci in quella servetta vestita di stracci, fino al punto di prendere sempre le sue parti in qualunque modo e situazione.
'' Se proprio vuoi saperlo...''- fece Anastasia -'' quella ragazzina è un po' strana, secondo me.''
'' Solo un po'?''- rimarcò la sorella sghignazzando -'' e la mamma è pure convinta che a qualcuno interessi sinceramente sposare una che si interessa alle sguattere.''
Ma quello che nessuno in quella casa poteva immaginare era che nel giro di pochissimo tempo, le cose sarebbero cambiate per sempre.

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Capitolo 2
*** L'invito al ballo ed una subdola macchinazione ***


Proprio come le due ragazze avevano immaginato, la punizione ( immeritata) che Lady Tremaine diede a Cenerentola fu molto dura.
Quando finalmente, la poverina venne congedata da Madame Tremaine, Ginevra andò subito a cercare l'amica, preoccupata per la sua sorte.
E ne aveva ben ragione, purtroppo.
Una volta che la bionda le ebbe elencato tutti i lavori che avrebbe dovuto svolgere per punizione, Ginevra stessa fu costretta ad ammettere che si trattava di un'impresa a dir poco impossibile.
'' Va bene così.''- fece Cenerentola.
'' No, che non va bene...''- fece Ginvra -'' Non può punirti per qualcosa che non hai fatto.''
O per lo meno, di qualcosa di cui non aveva alcuna responsabilità. L'unico responsabile era Lucifero e la sua mania di dare fastidio ai topolini, messa in pratica più per fare dispetti e mettere nei guai Cenerentola che per '' istinto di sopravvivenza''.
'' L'ha fatto però... ma non è un problema, dico davvero, io ci sono abituata.''
'' Ed è proprio questo il problema... sono anni che questa situazione va avanti, loro fanno le prepotenti, sanno che tu sei troppo educata per dire loro quello che si meritano e ne approfittano.''
Cenerentola sorrise, mettendole una mano sulla spalla -'' Ginevra, sei molto gentile a preoccuparti per me, so che vuoi solo aiutarmi... ma credimi, non c'è n'è alcun bisogno. Me la caverò. Sul serio.''
Subito dopo se ne andò sospirando, pensando al duro lavoro che l'attendeva.
Ginevra però non era affatto convinta.
Le cose non sarebbero cambiate, almeno sino al momento in cui Cenerentola non avesse avuto la forza di dire '' No'' e chiedere di essere trattata con il titolo che le spettava, ovvero di figlia al pari di lei e delle sue sorelle e come legittima padrona ed erede di quel poco che era rimasto della fortuna del suo defunto padre.
E purtroppo, era qualcosa che non sarebbe accaduto tanto presto.
Perciò avrebbe dovuto pensarci lei a tentare di cambiare le carte in tavola.
Peccato che questo implicasse di tentare l'impossibile: convincere sua madre a rivedere le proprie convinzioni e cambiare idea.
'' Più semplice credere che domani il cielo sarà verde.''- pensò la ragazza dirigendosi verso la camera da letto della madre.
Bussò.
'' Chi è?''
'' Mamma, sono Ginevra.''
'' Entra, tesoro, entra pure.''
Quando la giovane entrò, la madre era seduta alla toeletta intenta a truccarsi e pettinarsi, ancora in camicia da notte e vestaglia.
'' Buongiorno madre.''- salutò rispettosamente Ginevra.
'' Buongiorno a te, mia cara...''- fece la donna sistemando una forcina -'' a che devo questa visita?''
'' Ecco... riguarda quanto è accaduto stamattina...''
'' Roba da matti, non trovi?''- fece Lady Tremaine -'' Impiegare tempo  da usare per pulire la casa per fare scherzi così stupidi...
Avresti dovuto vedere tua sorella, era talmente provata che è dovuta andare a stendersi per riprendersi dallo spavento.''
Per un attimo, Ginevra fu tentata di dire che non era poi così provata se era riuscita a lamentarsi e spettagolare al riguardo, ed aveva abbastanza forza da reggersi in piedi per gongolare e gioire all'idea che la sorellastra fosse severamente punita, ma lo tenne per sè.
Forse con un tono dimesso e gentile avrebbe avuto più possibilità.
'' Madre... io non credo che Cenerentola abbia fatto una cosa del genere... lo sai, non è capace di fare certe vigliaccate.''
'' Oh, andiamo... è lei che si occupa della cucina e di preparare i pasti. Non può essere stata altri che lei.''
'' E se non ne fosse stata al corrente...?''
'' E' suo preciso compito, sapere quello che va e quello che non va qui dentro.''
'' Ok...''- fece la ragazza ingoiando e sforzandosi di stare calma -'' ma non potresti essere comprensiva, per una volta?''
'' Ginevra, questo tono e questa tua affezione per la servitù iniziano a non piacermi per niente.''- fece la madre guardandola male -'' L'ho tenuta in casa, vestita, nutrita, cresciuta, il minimo che può fare è aiutarmi nella gestione della casa senza lamentarsi.''
'' E quando si lamenta?''- fece la ragazza sarcastica -'' Non fa che lavorare senza dire mai una parola, è sempre cortese e gentile, anche se la fate lavorare come una schiava e le date da mangiare il minimo indispensabile... per non parlare del fatto che...''
'' ADESSO BASTA!''- fece la madre scattando in piedi, stufa da quella conversazione con la figlia minore -'' Il modo in cui gestisco la servitù e l'andamento della casa non sono affari tuoi.
Se davvero sei tanto ansiosa di avere delle serve da gestire, inizia a prendere in seria considerazione l'idea di prendere marito. Come le tue sorelle. Puoi andare.''
La giovane non potè fare altro che uscire dalla stanza, assaporando il sapore amaro della sconfitta, mentre Lucifero sogghignava.
'' Stupido gatto.'' - fece lei tra i denti.
Un buco nell'acqua in piena regola... non che avesse aspettative diverse. Sua madre aveva poche idee, spesso errate, ma quando se le faceva era inutile sperare che cambiasse idea.
E la sua idea principale era che le figlie dovevano avere un'apparenza estetica perfetta per attirare un pretendente, che doveva essere nobile e ricco. Non le importava molto di chi avrebbero sposato, l'unica cosa che per lei era importante era che questi fosse un nobiluomo dotato di grandi ricchezze.
Le sue sorelle non vedevano l'ora che un duca, un conte o un marchese bussasse alla loro porta per chiederle in sposa e vivere di rendita per tutto il resto della loro vita.
Per lei invece... quella prospettiva pareva più una visita delle guardie reali che venivano a prenderla per condurla in catene nelle prigioni del regno.
Era questo che le veniva in mente quando pensava alla sua futura vita da moglie di un nobile... una sensazione di vuoto che l'assaliva e non le lasciava scampo.
C'erano solo due cose che la tiravano su.
Suonare il suo violino, lasciandosi trasportare dalla musica , in luoghi lontani... e parlare con la sua migliore amica, condividendo con lei speranze, sogni, paure... entrambe si invidiavano a vicenda.
Ed entrambe, se lo avessero saputo, sarebbero state sorprese ed incredule nel sapere di essere oggetto di invidia da parte dell'altra.
Cenerentola invidiava Ginevra perchè, malgrado avesse conosciuto prima di lei il dolore per la morte del padre, aveva ancora sia la madre e le sorelle. Una famiglia. Che le voleva bene... anche se in modo un po' contorto.
Ginevra, da parte sua, invidiava la sorellastra perchè seppur nella miseria della sua condizione era riuscita a farsi amare dai suoi piccoli amici, che la adoravano e la amavano senza che lei dovesse avere determinati comportamenti o senza dire determinate parole, e qualsiasi cosa lei facesse o quale decisione prendesse... cosa che lei non poteva dire della sua famiglia.
'' La verità...''- fece Cenerentola quando la sorellastra più giovane le aveva confessato quello che angustiava il suo cuore -'' E' che la vita degli altri sembra migliore solo da lontano... ma se guardi più da vicino, i problemi ci sono per tutti.''
...
...
...
Anche il re aveva i suoi problemi.
O meglio, il suo consigliere nonchè Granduca ne aveva.
Sì, perchè il principe del regno non faceva altro che viaggiare per la sua sete di conoscere tutto ciò che vi era al mondo, e come quasi tutti i figli del mondo aveva bisogno di costruirsi la propria vita ed un mondo in cui ritrovarsi e fare suo... da cui purtroppo, spesso e volentieri, i genitori erano esclusi.
Era giovane, amante della vita, e voleva assaporarla minuto per minuto e non voleva ritrovarsi all'età di suo padre con la sensazione di essersi perso qualcosa.
Ma il re iniziava ad avere una certa età, ed il suo più grande sogno era di avere dei nipotini da coccolare e vezzeggiare oltre ogni dire prima di ricongiungersi alla sua amata regina e spesso confidava questi timori al Granduca, che suo malgrado era costretto a sorbirsi ogni giorno la stessa manfrina.
Non era un peso per lui ascoltare le confidenze che il re gli faceva, anzi ne era lusingato ed era sinceramente affezionato al monarca... peccato che questi, quando si preoccupava era facile all'ira che lo portava a lanciare oggetti sul primo malcapitato che passava per scaricare la sua rabbia.
Perciò prese una decisione. Quella sera, con la scusa di festeggiare il ritorno del figlio dall'ennesimo viaggio, avrebbe organizzato un grande ballo a cui tutte le ragazze in età da marito, nobili e popolane, avrebbero dovuto prender parte.
'' Il principe dovrà pur trovare interesse, per una di loro. NO?!?''- fece il re al suo consigliere con un tono che non ammetteva risposte negative, se o ma come risposte.
Il granduca non potè fare altro che annuire e dichiararsi d'accordo, seppur trovasse assai improbabile che il principe s'innamorasse di una donna vista per la prima volta nell'arco di una sola serata, al punto di volerla sposare su due piedi, per poi iniziare subito a lavorare per l'organizzazione della festa che per ordine del re si sarebbe tenuta la sera stessa.
...
...
...
'' Prendete il laaaa.''- fece Madame Tremaine accompagnando le figlie con il pianoforte. Genoveffa cantava, Anastasia suonava il flauto mentre Ginevra suonava il violino.
Per chiunque le avesse viste, sarebbero sembrate delle figlie e delle sorelle molto affiatate tra loro che assieme alla loro madre condividevano la passione per la musica desiderose di passare del tempo assieme.
Niente di tutto questo.
Madame Tremaine, per quanto potesse essere malvagia, opportunista, ed ingiusta e parziale, era una donna dotata di grande intelligenza, ed anche se non faceva altro che vezzeggiare e ripetere alle figlie che nel regno non vi era una sola ragazza che potesse competere con la loro bellezza ed avvenenza, e le ricoprisse di regali costosi per farle sempre più belle...  era conscia che le scarpe, i vestiti ed il trucco aiutavano entro un certo limite.
Perciò, non potendo puntare sulla bellezza estetica per tutte e tre, cercava di aumentare le loro possibilità di farsi corteggiare e sposare da un nobile corteggiatore, affinando le loro abilità nel canto, nel ballo, nella musica, nelle cultura e in tutte le arti.
Con risultati alquanto discutibili.
Genoveffa era stonata come una campana, Anastasia era dalmente goffa che le si incastravano i polpastrelli nei fori del flauto e quasi sempre, durante la lezione le due iniziavano a bisticciare accusandosi a vicenda di boicottaggio a ad aggredirsi verbalmente e fisicamente per decidere chi delle due avesse sbagliato e chi delle due fosse stata la più brava.
Ginevra, dal canto suo, chiudeva gli occhi e si concentrava sulla musica del suo violino, come se fosse sufficiente a far sparire il resto del mondo.
'' Che spettacolo indecoroso...''- fece la più giovane di fronte all'ennesima lite delle due scoppiata per una banalità.
'' Ginevra ha ragione, ragazze smettetela.''- fece la madre richiamandole al'ordine -'' ricordate... una vera signora deve sapersi dominare...''
Si udì bussare alla porta.
E la matrigna, visibilmente irritata pestò con rabbia la tastiera del pianoforte gridando -'' SIIIIIIIIII.''
'' Le ultime parole famose...''- sorrise Ginevra, sollevata dalla vista dell'amica. Almeno aveva interrotto una tortura corale che andava avanti da un'ora.
'' Cenerentola!!!''- fece Lady Tremaine fissando la figliastra con rabbia -'' Quante volte dovrò ripeterti che...''
'' Ma è appena arrivato un telegramma dal palazzo reale.''- si giustificò la ragazza.
In un attimo, nella stanza si scatenò il putiferio: Anastasia e Genoveffa si gettarono sulla busta come api sul miele per vedere di che cosa si trattava.
Alla fine fu la madre a leggere quanto contenuto nel telegramma.
Quella sera erano state invitate a recarsi al ballo in onore del ritorno nel regno del principe ereditario, ed ogni fanciulla del regno in età da marito era tenuta ad intervenire alla festa.
'' Allora è per noi.''- cinguettò Genoveffa euforica.
'' Io sono così da marito.''- le fece eco la sorella.
Anche Cenerentola era entusiasta della notizia -'' Allora potrò venirci anch'io...''
Le due sorellastre la squadrarono immediatamente.
'' Forse non hai capito... s'intende TUTTE le ragazze da marito, ad eccezione delle sguattere.''- gracchiò Anastasia scambiandosi una risatina d'intesa con la sorella.
Cercò anche l'approvazione della minore, la quale invece l'aveva fulminata con lo sguardo e che sembrava stesse per dire delle parole assai poco adatte ad una gentildama.
Cenerentola stavolta fu più veloce di lei.
'' Veramente, l'invito dice... ogni ragazza del regno in età da marito dovrà intervenire... perciò se ci andate voi, perchè non dovrei andarci anche io?''
Le reazioni delle sorellastre e della matrigna furono differenti.
Lady Tremaine, sebbene fosse piuttosto seccata che '' una servetta stracciona'' avesse osato contraddire ciò che le era stato detto, aveva mantenuto un' espressione calma e neutra.
Anastasia e Genoveffa sbiancarono per la gran sopresa, incredule che a pronunciare parole tanto decise, ferme e determinate fosse la stessa ragazza alla quale per anni avevano fatto ogni genere di cattiverie senza che questa emettesse mai un lamento o una parola e che sopportava tutto in silenzio.
Ginevra invece la guardò piena d'orgoglio, ma era anche preoccupata per lei. Se dal suo punto di vista quella era la dimostrazione di una donna che si era ricordata di essere forte e coraggiosa e che lottava per dimostrare di non avere niente da meno in confronto alle altre ragazze in quanto a diritti... per sua madre sarebbe stato un chiaro ed inequivocabile '' ammutinamento della servitù''.
La donna, con molta calma fece -'' Ma certo... certo, che la nostra cara Cenerentola potrà venire... se avrà finito in tempo tutte le mansioni domestiche e avrà trovato un vestito adatto all'occasione... perchè mai non dovrebbe venire?''
Le sorellastre di Cenerentola, Ginevra inclusa, erano incredule di fronte alla decisione della madre, mentre la giovane domestica dopo aver ringraziato mille volte la matrigna, corse via, felice come non l'avevano mai vista.
Anastasia e Genoveffa lo erano un po' meno.
'' Mamma!!!''- piagnucolarono quasi in coro -'' Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?''
'' Già...''- fece Anastasia -'' Chi vuoi che ci guardi con lei nei paraggi?''
'' Non preoccupatevi bambine...''- fece la loro madre sorridendo perfidamente -'' Io ho detto che potrà a venire a patto che abbia svolto tutti i suoi lavori e trovato un abito.... certo, sarebbe un peccato se fosse talmente occupata a pulire la casa e lavare la biancheria sporca... tanto da non poter trovare nulla di adatto... non trovate?''
Le due sorelle sogghignarono, ben  contente di aver trovato un'altra occasione per divertirsi alle spalle della sorellastra, e l'immaginare il viso della ragazza deluso e rigato dalle lacrime una volta che avrebbe realizzato che era stata una vera sciocca a credere davvero a quella possibilità le fece scoppiare a ridere di cuore.
Ginevra, quando ebbe capito quali erano le intenzioni reali della madre e delle due sorelle maggiori non ce la fece più.
Vero, era la più piccola della famiglia, e quindi doveva loro rispetto ed obbedienza... ma come si faceva a rimanere in silenzio di fronte ad una tale meschinità?
'' Non posso credere alle mie orecchie... ''- fece Ginevra -'' Madre, non potete dire sul serio.''
'' A che ti riferisci, cara?''- fece la donna fingendo di non capire a cosa la figlia si stesse riferendo.
'' Illuderla di permetterle di venire al ballo, sapendo quanto lo desidera, e poi fare in modo che non possa venire... è una cosa disgustosa anche solo a pensarla...''
'' Non avrai davvero creduto che le avrei permesso di andare da qualche parte con la deplorevole condotta che ha avuto questa mattina... guarda tua sorella com'è pallida, ancora provata per lo spavento... non è vero cara?''- fece cingendo le spalle ad Anastasia.
'' Oh si mamma...''- pigolò la rossa -'' è stata un'azione imperdonabile.''
'' Ma è stato solo un incidente, un caso... ''- anche se doveva ammettere, era stato anche dannatamente divertente, -'' e poi mi sembra che sia già stata punita.''- anche se non lo meritava affatto, avrebbe voluto aggiungere, ma lo tenne per sè -'' ed anche se lo avesse fatto di proposito, si sarebbe trattato solo di uno scherzo... non ha certo giocato con i vostri sentimenti... non potete fare una cosa del genere...''
'' Mettiamola così Ginevra.''- fece Genoveffa -'' Nessuna di noi ha la minima intenzione di umiliarsi, portando ad un evento così importante la sguattera.''
'' Appunto.''- la appoggiò la madre -'' e poi questa lezione le servirà: le passerà la voglia di fantasticare e proporsi obiettivi irraggiungibili. Lo so che ti sembra meschino, cara, ma è per il suo bene che lo facciamo.
E' bene tenere i piedi per terra.''
'' In tal caso...''- fece Ginevra -'' Non contante su di me.''
Le tre donne la guardarono con occhi sgranati, non troppo certe di aver capito bene.
'' Ti spiace ripetere...?''- fece Genoveffa.
'' Non ho la minima intenzione di rendermi complice di una simile infamia.''- fece Ginevra. Era la più piccola, e forse avevano ragione a dirle che l'ingenuità delle sue parole e delle sue '' fantasie'' erano a causa della sua giovane età, ma quello che sua madre aveva in mente era imperdonabile.
Un conto era obbligare una povera ragazza a sgobbare tutto il giorno come la peggiore delle serve, ma giocare con i suoi sentimenti in quel modo come per dirle che per loro valeva così poco al punto di ritenersi libere di ferire anche quel poco di dignità che le avevano lasciato era abietto ed imperdonabile.
'' Allora, stamattina non mi sono spiegata tanto bene.''- fece Lady Tremaine avvicinandosi alla figlia con un'espressione minacciosa -'' Quando avrai una sguattera tua potrai trattarla come vorrai. Fino ad allora, starai alle mie regole.''
'' Ma...''
'' Ginevra, ti avverto.''- fece la donna -'' Non una parola di più. O quella stracciona non sarà l'unica tanto stupida da illudersi di partecipare ad una festa per poi essere delusa.''
'' Non temete madre.''- fece la giovane avviandosi verso la porta con una dignità per nulla infantile -'' Se farete una cosa così abietta, mi ritiro dal partecipare fin da adesso.''
E se ne andò sbattendo la porta, lasciando le sorelle incredule e sgomente da quel comportamento.
Si chiedevano come si potesse essere talmente stupide da rischiare e decidere in libertà di non partecipare ad una festa al palazzo reale e rinunciare alla possibilità di diventare la consorte dell'erede al trono... e per che cosa poi? Per difendere una sguattera buona solo a pulire il camino e che non aveva niente da spartire con loro.
'' Mamma, hai sentito cos'ha detto?''- fece Genoveffa -'' Dovresti impedirle veramente di partecipare al ballo.''
'' Già, così impara, quella presuntuosetta.''- si associà Anastasia.
E per un attimo, Lady Tremaine fu davvero tentata di impedire alla figlia minore di partecipare alla festa, tanto per ricordarle qual'era il suo posto e chi era a comandare in casa... ma poi le venne in mente che Ginevra era di gran lunga più carina ed aggraziata di quanto le due figlie maggiori sarebbero mai state... difficile che il principe scegliesse tra loro due. O che lo facesse un altro nobile.
Senza di lei sarebbero sfumate le sue possibilità di far sposare almeno una delle figlie con un nobiluomo.
Ergo, anche se non tollerava l'affezione della figlia più piccola per la loro sguattera ed il suo contraddire ogni cosa che diceva... doveva trovare il modo di convincerla a venire alla festa.
Non poteva essere tanto difficile... in fin dei conti, era una madre.
Convincere i figli a ragionare e far capire loro che i genitori avevano sempre ragione, era una dote innata.

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Capitolo 3
*** I preparativi per il ballo ***


Non era mai stata tanto furiosa in tutta la sua vita.
Si, aveva sempre provato rabbia e disappunto, da quando sua madre aveva declassato Cenerentola da '' sorella e figliastra'' a '' sguattera'', togliendole poco per volta tutto quello che aveva di più caro: i suoi vestiti, la sua stanza, tutto quello che le ricordava la sua infanzia felice assieme ai suoi genitori... se solo ne avesse avuto il potere le avrebbe tolto anche la facoltà di sognare e sperare.
In quegli anni, aveva sempre cercato di aiutare la sorellastra come poteva... spesso la aiutava con il rammendo, piegando i panni lavati e stirati e spesso, quando la madre e le sorelle proponevano di uscire magari per far compere o viaggi di piacere di breve durata, lei riusciva quasi sempre a farsi lasciare a casa perchè il fatto che la carrozza la faceva star male in modo assai poco consono ad una signora di buona famiglia, era di pubblico dominio, e con la scusa di farsi trovare in casa se mai fosse arrivato qualche pretendente e nel frattempo avrebbe affinato le sue qualità.
Ed in quelle occasioni aiutava la sorellastra nelle faccende domestiche e alla fine rimaneva sempre parecchio tempo per svagarsi un po', assieme.
E alla meglio riusciva a trattanere la sua rabbia per il trattamento riservato a quella che ormai sentiva più sorella delle sue vere sorelle...
Ma questo era troppo.
Era una meschinità troppo grande per essere sopportata in silenzio... nemmeno la sua musica o i suoi amati libri erano capaci di aiutarla, stavolta.
Così come lei non sarebbe stata in grado di aiutare Cenerentola in quel frangente. Sua madre, a seguito della lite che avevano appena avuto, non le avrebbe staccato gli occhi di dosso. E se l'avesse sopresa ad aiutare la sorellastra.... francamente non le importava molto di essere punita e confinata in casa, ma sua madre era esattamente il tipo di persona da sbattere in faccia a quella poverina che se prima c'erano riserve sul fatto che potesse partecipare al ballo, si erano completamente azzerate.
Ma come poteva fingere di non sapere l'inganno che sua madre aveva ordito e guardarla in faccia come se niente fosse?
Doveva dirglielo.
Le avrebbe tolto quel resto di fiducia che le restava nelle persone... ma non poteva permettere una cosa del genere.
Aperta la porta della sua stanza si ritrovò davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
Sua madre.
Con quello che voleva somigliare, forzatamente, un sorriso dolce ed affettuoso.
'' Ciao tesoro...''- fece Madame Tremaine con un tono sdolcinato -'' possiamo parlare un attimo?''
'' Immagino che anche se dicessi di no, sarebbe del tutto inutile...''- fece Ginevra con un tono alterato, che non faceva nulla per nascondere la sua alterazione.
'' Su tesoro... non fare quel broncio, o ti verranno le rughe prima del tempo.''- fece la donna chiudendo la porta -'' andiamo... un bel sorriso per la tua mamma?''
'' E che c'è da sorridere?''- fece Ginevra -'' Del fatto che MIA madre... la persona che dovrebbe insegnarmi il valore del rispetto per gli altri, si sta crudelmente prendendo gioco di una persona che per anni si è fatta in.... in tutto l'esercito del re per soddisfare ogni richiesta, e che vi ha chiesto solo il permesso di uscire, per una volta?
Non c'è niente da ridere. E nemmeno da essere fieri.''
Se Lady Tremaine avesse potuto, le avrebbe rifilato volentieri una sberla per insegnarle l'educazione. Certe volte non sapeva proprio cosa doveva fare con quella ragazza.
Anastasia e Genoveffa le davano sempre ascolto, ragione e con loro si poteva dire che aveva un ottimo rapporto... Ginevra invece si disenteressava completamente di tutto quello che per lei era importante... non amava i vestiti costosi, e non faceva niente per farsi notare da qualche possibile pretendente come avrebbe fatto qualunque altra ragazza.
E c'era una sola persona da incolpare per quella situazione. Suo marito. Il suo primo marito.
Non aveva fatto altro che riempirle la testa con un mucchio di sciocchezze, a regalarle un sacco di inutili e stupidi libri pieni di parole che nel mondo reale non avevano alcun valore o utilità e a controbattere ogni cosa che le venisse detta.
Gliel'aveva rovinata.
'' Cara...''- fece Lady Tremaine cercando di mantenersi calma -'' Io non ho detto che le avrei impedito di venire al ballo.''
'' A parole, forse no.''- sbottò la ragazza -'' però state facendo l'impossibile perchè la sua unica richiesta non si avveri e quel che è peggio l'avete illusa.''
...
...
...
'' D'accordo... vorrà dire che a parte aiutarci per preparare due cose per il ballo, non le chiederemo nient'altro.''- fece Madame Tremaine -'' Solo due cose. Niente di più.''
'' Dite davvero?''- fece Ginevra che non sapeva se fidarsi o meno. Ma avrebbe voluto crederci con tutto il cuore.
'' Certo. Dovresti sapere che quando faccio una promessa... io la mantengo. Allora... adesso che ne diresti di iniziare a cercare qualcosa di elegante da metterti?''
Lady Tremaine si complimentò con sè stessa. L'aveva convinta a non disertare la festa e se Cenerentola non fosse riuscita a mantenere i suoi impegni... non sarebbe certo stata colpa sua.
...
...
...
Anche il principe Christopher, unico erede al  trono, poteva contare sull'amicizia di una persona di valore.
Era il capitano Jonthan De La Tour. Un giovane dai corti capelli biondi e dagli occhi azzurri, che aveva all'incirca la sua età. I due erano cresciuti assieme, in quanto il padre di questi era stato conte e capitano prima del figlio, ed aveva ereditato dal padre una rara abilità nell'uso delle armi seconde solo a quelle del principe.
Mentre a casa di Cenerentola, accadeva tutto questo, i due amici erano intenti a duellare amichevolmente tra loro e nello stesso tempo, a chiacchierare.
'' Si può sapere perchè tutti non fate altro che ripetermi che devo sposarmi?''- fece il principe. Suo padre pensava che si fosse bevuto la storiella che quella sera aveva dato una festa per festeggiare il suo ritorno a casa... certo. Come no.
'' Sai, sarebbe tutto più semplice se tu dicessi chiaramente chi dovrebbe essere e quali requisiti dovrebbe possedere la tua futura consorte...''- fece il capitano -'' non ci credo che non ci sia nemmeno una ragazza in tutto il regno che corrisponde a questi requisiti.''
'' E invece faresti bene a crederci... la ragazza che cerco io, non esiste.''
'' Posso almeno sapere perchè?''
'' Perchè non esiste una ragazza dolce e gentile e che s'innamori di me perchè le piaccio io e non la mia corona.'' - fece il principe parando una stoccata.
'' Effettivamente non hai torto... difficile che qualcuna ti scambi per un'altra persona...''- fece Jonathan.
'' Non sai quanto vorrei essere al tuo posto...''- fece il principe -'' tu almeno non hai un intero castello che ti pungola ogni cinque minuti perchè tu ti sposi...''
'' Non t'illudere, ho solo più tempo di te... prima o poi, tocca a tutti.''
'' E tu?''- fece il principe -'' Chi dovrebbe essere la fortunata?''
Certo, lui aveva rifiutato anche solo di conoscere meglio ogni singola fanciulla che gli era stata presentata sino a quel giorno, ma anche il suo amico non scherzava. Di fanciulle che gli facevano la corte c'è n'erano, e come volevano le leggi della cavalleria lui era sempre gentile e cortese... ma nessuna aveva catturato il suo interesse.
Le dame di corte e le fanciulle di buona famiglia che erano solite frequentare la corte erano...  tutte uguali, troppo compite, troppo... tutto.
Lui voleva una moglie, non una bella statuina da mostrare in giro
'' Libera. Ed innamorata della vita.''- fu la risposta. E nel dir così fece volare via dalle mani del principe il fioretto.
...
...
...
Fu una giornata molto impegnativa quella. La madre aveva trascinato le figlie dalla modista per comprare dei vestiti adatti all'occasione, scarpe e gioielli.
Ma la persona più indaffarata di tutta la casa era la povera Cenerentola la quale, per quanto fosse veloce nel sistemare le faccende di casa, veniva assalita da nuovi ordini e come se non bastasse doveva assistere la matrigna e le sorellastre nei preparativi e sorbirsi anche le prese in giro.
'' Che cosa metterai al ballo di stasera Cenerentola? Il vestito bianco ricamato d'oro o l'abito d'argento trapuntato di diamanti?''
'' Oppure un abito di seta?''
'' Chissà se troverai qualcosa di adatto da indossare?''
Cenerentola ingoiava per non dare loro almeno la soddisfazione di mostrare la sua delusione di fronte a quella che si presentava la cruda ed imminente realtà: non le sarebbe rimasto il tempo di aggiustare l'abito appartenuto alla madre che era riuscita a recuperare.
Non era all'ultima moda, tutt'altro, ma aveva contato di potervi fare dei piccoli ma rilevanti ritocchi in un ritaglio di tempo che però non avrebbe avuto.
Ginevra si era offerta di prestarle un abito dei suoi, ma la ragazza aveva rifiutato dicendo -'' Ho detto che avrei trovato un abito da indossare e lo farò... mi serve solo un po' di tempo... non preoccuparti per me...''- e nel frattempo, cercando di convincere sè stessa più di chiunque altro, lavorava ripetendosi che dopotutto, forse non si sarebbe persa niente di speciale.
'' Continua a ripeterlo.... forse qualcuno ci crederà...''- borbottava tra se e se.
...
...
...
Oramai mancava poco meno di un'ora all'inizio del ballo a corte.
Ginevra guardò il suo vestito sul manichino. Era azzurro, elegante, senza troppi fronzoli.
'' Ti starà d'incanto... sono certa che il principe non avrà che da scegliere tra te e le tue sorelle.''- aveva detto Lady Tremaine.
Ma Ginevra aveva seri dubbi in proposito... in primo luogo, a suo dire, in tutto il regno non vi era una persona più degna di partecipare a quel ballo e magari attirare le attenzioni del loro principe più della sorellastra...
Secondo, dubitava fortemente che il principe fosse ansioso di scegliere la sua futura moglie tra due che si sarebbero prese per i capelli e spintoni solo per decidere chi delle due dovesse riverire per prima il principe.
'' Fa che ce la faccia, fa che ce la faccia...''- i suoi pensieri furono interrotti da due vocine flebil ed allegre che la chiamavano.
'' Ginevra!''- l'interpellata si voltò e vide che da un buco nascosto nella tappezzeria spuntavano Giac e Gas Gas i più fedeli amici di Cenerentola.
'' E voi che fate qui, piccoletti?''- fece Ginevra salutandoli amichevolmente.
'' Stiamo cercando nastri, merletti e fiocchi per l'abito di Cenerella.''- fece Giac.
''... lo cuciamo noi.''- fece eco Gas Gas.
'' Ma che bravi...''- fece Ginevra sorridendo. Forse allora c'erano delle buone speranze che Cenerentola potesse davvero divertirsi e ballare, com'era giusto che fosse.
'' Hai qualcosa da prestarci per il vestito?''- chiese Giac.
'' Poi Cenerina te lo restituisce...''- fece eco Gas Gas.
Non ci fu nemmeno bisogno di chiederl. La ragazza aprì uno dei suoi cassetti e ne tirò fuori un cerchietto per capelli rosa con un fiocco dello stesso colore e diversi nastri.
'' Anche se non me li restituite non fa niente...''- fece lei accarezzandoli -'' Bravi piccoli...''- e mentre i topolini se ne stavano andando li richiamò.
'' Ve li siete meritati.''- e nel dir così mise a loro disposizione un piattino su cui c'erano dei biscotti avanzati dall'ora del tè.
'' Grazie Ginevra!!!''- squittirono entrambi sparendo con le cose che la ragazza aveva prestato loro.
La ragazza sorrise, per poi guardare fuori dalla finestra.
A volte pensava davvero, che Cenerentola fosse più ricca e felice di lei. Poteva dire tutto quello che le passava per testa, qualunque fantasia, qualunque sogno che avesse ai suoi piccoli amici che la ascoltavano e le davano la forza e la speranza di cui aveva tanto bisogno.
Sua madre invece non faceva che rimproverarle il fatto di come non parlasse mai con lei e di come non le riuscisse mai capire cosa le passasse per la testa.
Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto confidarsi con sua madre... ma come poteva dire ad una donna il cui unico matrimonio che valeva la pena fare era un matrimonio da cui lei stessa poteva trarre enormi vantaggi?
Non l'avrebbe mai ascoltata, figuriamoci capita.

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