Sul fondo dell'abisso( no scambi)

di fenris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Preparazioni ***
Capitolo 3: *** Armamenti,strane lettere e battaglie ***
Capitolo 4: *** Incontri/scontri ***
Capitolo 5: *** Allenamento e tanto dolore ***
Capitolo 6: *** Fuoco e Tuono ***
Capitolo 7: *** Mezzodemone contro Mezzodemone ***
Capitolo 8: *** Pestaggi, spade e strani incontri ***
Capitolo 9: *** Ritorni e visioni ***
Capitolo 10: *** Comprensione e distruzione ***
Capitolo 11: *** Umana ***
Capitolo 12: *** Il matrimonio peggiore della storia ***
Capitolo 13: *** Salvezza ***
Capitolo 14: *** Il ritorno del vento ***
Capitolo 15: *** Casino, puro e semplice casino ***
Capitolo 16: *** Odio questa parte ***
Capitolo 17: *** Ed ecco come siamo arrivati all'inizio ***
Capitolo 18: *** Viaggio allenamento- parte prima ***
Capitolo 19: *** Viaggio d'allenamento- seconda parte ***
Capitolo 20: *** Viaggio d'allenamento- terza e ultima parte ***
Capitolo 21: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 22: *** Ultima battaglia ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                                         Prologo

Era una serata tranquilla a Tokyo e tutti i suoi abitanti passeggiavano o correvano al lavoro senza alcuna preoccupazione seria, alcuni di loro si trovavano nel parco, da soli o in compagnia. Nessuno di loro poteva immaginare che in quello stesso luogo, in un piano della realtà che nessuno di loro poteva percepire o toccare stava avendo luogo una lotta fuoribonda. Inuyasha venne scaraventato a terra e sputò sangue. Anche questo suo ultimo assalto sembrava non avere sortito il minimo effetto, il suo avversario sembrava semplicemente indistruttibile e per di più da quando era iniziato il combattimento non aveva fatto che guardare lui e i suoi compagni con uno sguardo di puro disprezzo.

Beh, fanculo, se doveva morire l'avrebbe fatto come suo padre, combattendo a testa alta per difendere chi amava, quindi si rimise a fatica in piedi e alzò Tessaiga contro il suo nemico, che nel frattempo era sceso volando. Era una figura umanoide di circa due metri e mezzo, ricoperto da una sorta di metallo simile al platino intarsiato con strani simboli e diversi ideogrammi, che risplendevano di luce argentea, dello stesso colore dei suoi occhi. Gli stessi occhi che lo osservavano come se fosse la peggior feccia della terra.

” Inuyasha, amico mio, credo che ormai sia ora di smetterla. Tu e i tuoi compagni non siete riusciti a farmi un graffio e con tutta probabilità persino gli esseri umani saranno danneggiati in qualche modo da questa lotta se io dovessi fare sul serio. Vuoi essere il responsabile di Hiroshima 2? Dammi quella fottuta sfera.”.

Inuyasha non sapeva cosa fosse Hiroshima, ma che fosse maledetto se avesse dato la Shikon no tama all'essere più disgustoso che avesse mai incontrato, addirittura peggiore di Naraku, svenuto e con la bocca piena di sangue proprio a pochi metri di distanza da lui. Esattamente come Koga, Sesshomaru, Miroku, Sango, Shippo e tutti gli altri, compresa Kagome e al solo pensiero di lei in fin di vita Inuyasha si trasformò in demone e spostò la manica sinistra dell'Hinezumi, rivelando un bracciale verde e blu con un occhio rosso con la pupilla azzurra a fessura sul centro, da cui uscì una lama serpentina blu.

Attivò le fiamme di Tessaiga e si gettò sul suo avversario, che senza fare una piega parò entrambe le armi con le mani, che si limitarono a fumare un po'. L'essere sospirò.

” Ti credevo più intelligente. Beh, in ogni caso non avevo intenzione di lasciarvi vivi.”. Il suo intero corpo si illuminò e sulla schiena gli comparvero sei ali bianche come la neve, mentre il suo elmò scomparve, rivelando un viso bellissimo, ma con la bocca contratta in una smorfia crudele:” SALUTAMI I TUOI ANTENATI, INUYASHA!”.

                                                                                             **************

                                                                             QUALCHE SETTIMANA PRIMA

“ Kagome, per tutti i Kami, ti sbrighi?!”, urlò spazientito l'hanyou, mentre Kagome sbuffò per la cinquantesima volta. Di comune accordo con gli amici era tornata per un paio di settimane a casa per recuperare le lezioni, nel disperato tentativo di venire ammessa agli esami e possibilmente superarli, ma come ogni fottuta volta Inuyasha veniva a prenderla spazientito e la obbligava a tornare nel Sengoku. Non poteva dargli torto in fin dei conti, ormai mancava un niente perchè Naraku ricomponesse la sfera e se fosse successo nessuno di loro sarebbe stato al sicuro, in ogni caso era stufa di battaglie sanguinarie che non facevano che peggiorare e soprattutto di Kikyo, che Inuyasha continuava inutilmente a inseguire nonostante lei si facesse sempre più distante e non facesse altro che usarlo per riprendere i frammenti della sfera. Beh, era inutile recriminare, la vita è una cagna, come diceva spesso uno degli amici del nonno che guardacaso stava giocando con quest'ultimo a shogi proprio in quel momento.

Prese lo zaino e andò da Inuyasha(stranamente privo di Tessaiga), che aveva un'espressione imbronciata a malapena celata dal cappello e la guardò con uno sguardo furente.

” Finalmente la signorina so tutto io si è ricordata di avere degli amici? Comincio a pensare che questo “diploma” sia ancora più prezioso della sfera.”. Kagome, seccata, lo spedì a cuccia senza tanti complimenti e avvicinataglisi notò un piccolo particolare che le fece venire un ghigno sadico.

” Per caso hai rotto di nuovo Tessaiga e Totosai ti ha tolto un altro dente?”, l'hanyou per tutta risposta imprecò sottovoce.

” Magari, l'ho dimenticata al villaggio e venendo qui mi sono incrociato con un orco grosso come una casa, che me l'ha fatto saltare con un pugno. L'unica consolazione è che non potrà andare in giro a vantarsene.” Kagome cominciò a sghignazzare senza ritegno, mentre Inuyasha era trattenuto dallo squartarla solo per colpa del suo rosario, ma si trovarono interrotti da una voce.

” Ridere delle disgrazie altrui non è bello, bambina mia. Soprattutto se sono capitate al tuo fidanzato.”.

A parlare era stato un uomo sui settantacinque anni dai capelli grigi con appena qualche ciuffo castano chiaro, occhi verdi e vestito con un kimono nero messo sopra una camicia bianca e una cravatta nera. Nonostante l'età sembrava essere tutt'altro che decrepito, anzi, dai suoi occhi si vedeva una grande vitalità e Kagome sorrise vedendolo.

” Oh, buongiorno, signor Kyubi, come sta. È riuscito a fregare il nonno ancora una volta?”. Il vecchio ridacchiò.

” Non sottovalutare tuo nonno, Kagome. Questa volta sono stato fregato su tutti i fronti, dieci sconfitte su dieci partite e mi sa che non è ancora finita. Comunque, tanto per curiosità, ragazzo, come hai perso il dente?”. Inuyasha si ritrovò un groppo in gola, che riuscì a malapena a deglutire.

” Ecco....sono caduto dalle scale.”, sentendo la risposta l'anziano si incupì, gli mise una mano sulla spalla e lo guardò fisso negli occhi.

” Ascoltami bene, figliolo, giurami che per quanto le cose possano farsi difficili tu proteggerai sempre questa ragazza, come se valesse di più della tua stessa vita. Non dovrà succederle niente di male....altrimenti io verrò a cercarti. Prometti.”.

L'hanyou guardò spiazzato il vecchio, insomma, non l'aveva mai visto e improvvisamente gli chiedeva di proteggere una ragazza che non era neanche sua nipote? Ovviamente l'avrebbe fatto in ogni caso, perchè già considerava Kagome più importante della sua vita, ma giurò comunque e poi si diresse verso il tempio con la ragazza, però aveva un dubbio in testa....dove aveva già visto gli occhi di quel vecchio? Qualche ora dopo Kyubi si congedò dall'amico e si diresse verso casa, ma prima si voltò verso il tempio Higurashi e sospirò.

” Inuyasha, Kagome, fin'ora nonostante tutti i mostri e i pericoli che avete affrontato non avete visto altro che la superficie di un mare senza fondo. So che sopravvivrete, e io con voi...ma state attenti, per tutti i kami,e soprattutto restate uniti.”. Finito di dire questo il suo corpo cambiò, le rughe sparirono, i capelli tornarono del loro colore originario e le braccia, le gambe e l'addome si riempirono di muscoli, facendolo sembrare un atleta olimpico e oltre a questo gli spuntarono dietro nove code di volpe. Prese un cellulare e controllò i messaggi.

” Uff, si prospetta una serata piena. Ahhhh, forse avrei dovuto fare un'ultimo scherzetto a Inuyasha in ricordo dei bei vecchi tempi. Nah,mi avrebbe ucciso appena tornato nel passato.”. Detto questo, si trasformò in un pallone rosa con due occhi strabici e volò via nel cielo di Tokyo.

                                                                                                                   *****

Salve a tutti, questa è la mia prima storia su Inuyasha, un manga che ho adorato sotto quasi ogni punto di vista. Questa fan fiction sarà una mia personale versione degli eventi che vanno dalla morte di Kagura alla fine del manga, con nuovi personaggi, nuovi power up e la scoperta che ciò che i personaggi che tanto amiamo hanno visto nelle loro avventure non è altro che un frammento di qualcosa di ben più spaventoso. Chiedo scusa se vi ho lasciati in sospeso con l'ultimo attacco dell'essere misterioso, ma per quanto mi sarà possibile vi farò vedere in breve come si è arrivati a quel punto, ma forse per colpa dell'università non avrò molto tempo per aggiornare e inoltre pensavo di rileggere gli ultimi volumi del manga per riordinare un po' le idee sulla timeline. A presto e recensite numerosi, accetto qualsiasi critica, purchè costruttiva.

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Capitolo 2
*** Preparazioni ***


     
Inuyasha e Kagome uscirono dal pozzo, ritrovandosi davanti la foresta e la ragazza ispirò a pieni polmoni, una delle poche cose positive del periodo sengoku oltre al rivedere i suoi amici era l'assenza di smog e altre schifezze, anche se spesso venivano sostituiti egregiamente dall'odore del sangue o dei cadaveri. Mandò al diavolo certi pensieri e notò che Inuyasha si era messo a quattro zampe e fiutava dappertutto.

” Cerchi qualcosa?”

” Sì, il mio dente.”, disse il mezzodemone con un certo fastidio nella voce, che aumentò quando la ragazza si mise a ridacchiare.

” Per caso già in quest'epoca avete la fata e il topino dei denti?”. Sulla fronte di Inuyasha una vena pulsò, aveva sentito da Sota di quelle due idiotaggini e se fossero effettivamente esistite non gli avrebbe mai dato una delle sue zanne per cento yen scarsi.

” No, semplicemente voglio evitare che non venga preso da malintenzionati che potrebbero usarli nel peggiore dei modi. Ma mi sa che sono arrivato tardi, spero solo che non se lo sia fregato Naraku.”, la ragazza gli mise una mano sulla spalla.

” Ora non fare il paranoico. Tanto per cominciare, potrebbero essere passate decine di persone mentre non c'eri, Naraku non può mica essere dappertutto e poi non è detto che chi l'ha preso sapesse effettivamente di cosa si trattasse. Su, andiamo.”. Inuyasha decise di dar retta alle parole di Kagome, ma comunque non era del tutto convinto, soprattutto perchè c'era una cosa che aveva omesso nel suo racconto: quando stava combattendo contro l'orco si era trasformato per un attimo in demone, e per qualche capriccio del fato fu proprio in quel momento che venne colpito alla bocca, caso più unico che raro in due secoli di vita, quindi quella zanna era intrisa di potere demoniaco. Sperò effettivamente che chiunque l'avesse raccolto non potesse farne niente, ma decise di essere ottimista e tornare al villaggio.

Qualche minuto dopo lui e il resto del gruppo erano fuori dalla capanna di Kaede a consultare una mappa, di cui Sango indicò un punto.

” Che ne dite dell'Hakurei? Già una volta è stato un ottimo nascondiglio e per poco non ci ha uccisi, per me è tornato lì.”, ma Miroku dissentì.

” Proprio per quello non sarà lì, è un posto troppo scontato, se anche ci andassimo probabilmente troveremmo solo trappole. Io penso che sia nei pressi del Fujii.”. Il gruppo continuò a discutere su dove potesse trovarsi Naraku in quel momento per diversi minuti proponendo le ipotesi più disparate fino a quando Kaede non uscì portando del tè e Kagome le indicò un punto sulla mappa un po' a ovest della pianura di Kanto.

” Kaede-sama, cosa pensa di questo punto?”, l'anziana sacerdotessa per tutta risposta fece un segno contro il malocchio.

” Ragazza mia, per favore, non chiedermi più niente di quel posto maledetto.”. I presenti si incuriosirono e le chiesero ulteriori spiegazioni, e la donna sospirò, tremando leggermente:” Forse avrei dovuto parlarvene prima. Vedete, lì accadono ormai da anni cose strane, chiunque ci vada diventa totalmente pazzo.”, Kagome incrinò un sopracciglio.

” Cosa intende per pazzo?”.

“ Esattamente quello che ho detto. Monaci, contadini, briganti o chiunque altro osi avventurarsi in quel luogo torna delirando o incapace di parlare. Forse la più fortunata sono stata proprio io, ho provato a verificare quelle voci, ma sono scappata urlando appena prima di entrarci, ho percepito.....qualcosa di orribile, più di qualsiasi demone io abbia mai visto in quasi settant'anni di vita e ho sentito che alcuni demoni potenti quanto Sesshomaru hanno fatto la mia stessa fine. Quindi penso che neanche Naraku ci sia andato...E PERCIO' ANCHE VOI CI STARETE LONTANI!”.

                                                                                                                        **********

Come previsto da Kaede Naraku non si trovava nella zona maledetta e avendone sentito parlare anche lui non ci avrebbe messo piede neanche morto. In quel momento si trovava in uno dei suoi castelli temporanei, posto vicino al mare, che stava osservando in attesa di qualcuno. Dopo un po' qualcuno entrò nella stanza, si trattava di un uomo sui venticinque con i capelli neri legati in una coda, la pelle pallida, orecchie a punta, labbra rosse, un kimono azzurro, un giubotto viola con decorazioni gialle e una spada legata alla schiena. Naraku si voltò verso il visitatore.

” Allora, Byakuya, hai svolto con successo la tua prima missione?”, l'altro si mise una mano sulla nuca e rispose con tono annoiato.

” Beh, non è che fosse chissà cosa, dovevo solo scoprire se Inuyasha e i suoi amichetti hanno in mente qualcosa e posso assicurarti che per ora sono ancora in alto mare, si stanno dannando per scoprire dove sei. Comunque ho trovato qualcosa che potrebbe interessarti.”. Prese dalle tasche degli hakama un piccolo oggetto bianco e Naraku lo prese senza troppi complimenti.

” E' quello che penso?”, la sua ultima emanazione sorrise.

” Proprio quello, una zanna di Inuyasha e per di più l'ha persa mentre era trasformata in demone. Pensi si potrebbe fare qualcosa per me?”.

Naraku lo guardò con freddezza.

” Vedremo, ma per ora va a osservare Sesshomaru e poi, sono giorni che sento il suo istinto omicida a kilometri di distanza, probabilmente non ha digerito la morte di tua sorella. E dopo cerca anche Moryomaru, voglio sapere cos'ha in mente il Bambino”, Byakuya sbuffò e se ne andò, sperando che il capo avrebbe avuto la decenza di fornirgli qualche arma decente con quel dente, ma poi si voltò di nuovo.

” Ah, quasi dimenticavo, durante il viaggio ho avvertito diverse aure spirituali appartententi a umani. Non so come, ma negli ultimi tempi il numero di utilizzatori di simili poteri è aumentato da poche decine a diverse centinaia, in particolare ne ho avvertiti quattro che sembrano sovrastare tutti gli altri”. Naraku lo congedò e si mise a riflettere, a differenza che con le altre sue creature aveva lavorato moltissimo per estirpare da Byakuya ogni pensiero di indivitualità e ribellione per evitare nuovi nemici come Kagura, Hakudoshi e il Bambino e confidava nel proprio operato, ma non sarebbe mai stato tanto stupido da dargli un'arma alla pari con Tokijin o forse con Tessaiga stessa. No, se la sarebbe tenuta e l'avrebbe usata per decapitare personalmente Inuyasha e forse anche gli umani citati dal suo ultimo “figlio”, ma proprio mentre pensava a questo sentì un'aura molto familiare:” Kikyo.”.

                                                                                                                      ************

Kikyo si guardò intorno, era in un luogo che non aveva mai visto in vita sua, ma che nonostante ciò le sembrava molto familiare, era in un prato bellissimo e sconfinato. Il cielo era rosa con nuvole bianche, e inoltre vi volteggiava un'immensa ruota rossa con intarsi dorati, perchè pensava di averla già vista da qualche parte?

“ Forse perchè ci sei già passata, o hai dimenticato di esserti già reincarnata?”, Kikyo si voltò e per istinto tese l'arco verso il nuovo arrivato, un uomo di circa trent'anni dai capelli rossi, vestito con un kimono nero, un haori bianco e armato con una falce nera e una ruota infuocata.

“ Chi sei? E cos'è questo posto?”, l'uomo sorrise.

” Ecco perchè detesto parlare con chi è morto e non vuole ammetterlo. Ascoltami bene, Kikyo, non c'è un modo semplice per dirtelo, quindi sarò schietto, il tuo tempo è giunto quasi al termine, quindi finisci quello che hai iniziato e torna dove devi stare.”. La sacerdotessa sentì dei brividi, aveva cominciato a capire dove si trovasse e soprattutto chi fosse l'uomo, ma non posò l'arco.

” So di non avere molto tempo a disposizione, gli spiriti della morte che i miei shikigami raccolgono servono solo a rimandare l'inevitabile, ma non ho intenzione di demordere fino a quando non avrò distrutto Naraku e la sfera e per quanto riguarda starò con Inuyasha finche potrò”. L'essere sbuffò.

” Mia cara, come hai appena detto stai solo rimandando l'inevitabile, anzi ti dirò di più, tu saresti dovuta riunirti a Kagome Higurashi già dal momento stesso in cui quella strega da quattro soldi ha osato riportarti in vita. Quello che stai facendo, quello che sei, non è altro che un oltraggio al ciclo della vita e della morte...e anche una tortura per te e chi ti voleva bene quando eri davvero viva. Per quanto rigurda Naraku e la sfera, beh, non posso vedere nel futuro, ma so che c'è chi se ne occuperà.”.

Kikyo sbiancò.

” Come osi? Che ne puoi sapere tu di cosa si prova a perdere coscienza di sé, a venire strappata dall'anima di una ragazzina che si è presa l'uomo che amavo e soprattutto a dover vivere in questo modo. Io me ne frego del ciclo della reincarnazione e di quella ragazza. Potresti essere anche il giudice dei morti, ma non sai niente di me”. L'uomo sospirò....per poi rilasciare un'aura omicida che fece tremare la terra e bruciò il prato per kilometri, mentre si trasformò in un'enorme essere dalla pelle color fuoco, zanne enormi, e una corazza interamente nera e si rivolse alla sacerdotessa con una voce fiammeggiante.

” IO-SONO IL GIUDICE DEI MORTI, SCIOCCA RAGAZZINA E SO DI TE MOLTE Più COSE DI QUANTO TU POSSA IMMAGINARE. SECONDO TE COS'è QUESTA?”. Aveva materializzato una sfera brillante, molto simile alla sfera dei quattro spiriti e la donna si avvicinò con passò tremante, per poi cadere a terra quando capì cosa aveva in mano il giudice infernale.

” Q-quella è...la mia anima”. Enma tornò al suo primo aspetto e parlò nuovamente con voce calma.

” Sbagliato, Kikyo. Questa è l'anima che un giorno si incarnerà in Kagome Higurashi e che un tempo apparteneva al tuo io originale. Quello che c'è dentro di te non è altro che un piccolo frammento di essa, quello più sporco e contaminato dall'odio e che è stato strappato alla suddetta....e che dovrà tornare a lei in breve tempo dopo che avrai svolto il tuo ruolo. Sono stato chiaro?”.

Aveva messo una certa forza nella voce, abbastanza perchè la sacerdotessa gli ubbidisse.

” Ma mio signore, Naraku è potentissimo e io non ho la forza per batterlo, né per distruggere la sfera. Inoltre uno dei suoi frammenti sta tenendo in vita un ragazzo che sta viaggiando con me, come posso lasciarlo morire così?”. Enma giocherellò un po' con la falce.

” Sì, Kohaku, lo so, per lui il momento non è ancora arrivato, quindi ti dirò come salvarlo. Circa trecento anni fa un potente monaco sotterrò in una foresta a qualche kilometro a nord da dove ti trovi dei rotoli dove si parla di rituali e incantesimi potentissimi. Uno di essi ti servirà a purificare il frammento del ragazzo e estrarglielo senza rischi.”. Kikyo si inchinò per ringraziare.

” Grazie, mio signore, come posso ripagarla?”, il giudice la osservò con sguardo tetro.

” L'ho già detto, riunendo la tua anima a quella della tua reincarnazione. E inoltre dovrai passarle quei rotoli-sospirò e piantò la falce a terra-, si avvicinano tempi duri per tutte le creature viventi e purtroppo né io né gli altri dei possiamo intervenire, loro ormai sono spariti da tempo, mentre io devo assicurare che il ciclo di rinascita continui a scorrere, perciò posso solo armare a dovere chi dovrà combattere. Ora svegliati.”. Kikyo riaprì lentamente gli occhi, si trovava nella radura dove lui e Kohaku si erano accampati la sera prima, ma non c'era traccia del ragazzo. Riflettè sul sogno che aveva fatto chiedendosi se fosse stato effettivamente tale, ma ne dubitava, l'aura di potere che aveva avvertito da Enma era forte e palpabile, probabilmente l'avrebbe uccisa per davvero se solo avesse voluto. Inoltre ripensò a quanto aveva sentito sulla propria condizione, in effetti da quando era stata “resuscitata” aveva fatto poco altro oltre a insultare Kagome e cercare di riavere Inuyasha, nonostante sapesse che il tempo a propria disposizione era agli sgoccioli e che lei e la ragazza del futuro erano da un certo punto di vista la stessa persona, forse era ora di cambiare. Mentre pensava a questo venne raggiunta da Kohaku, che aveva preso della frutta.

” Kikyo-sama, state bene? Vi ho visto agitare nel sonno per tutta la notte.”. Ricevette un'occhiata incerta dalla sacerdotessa.

” Tutto a posto, Kohaku, era solo un brutto sogno. Ora sbrigati, dobbiamo andare a Nord.”. I due si incamminarono, senza accorgersi che qualcuno gli spiava da dietro gli alberi e cominciò a seguirli....qualcuno vestito con una pelle di babbuino.

                                                                                                               ***************

Koga schivò l'ennesimo attacco, erano ormai ore che combatteva contro il guardiano del cimitero dei demoni lupo e per quante volte l'avesse colpito, il lupo tricefalo continuava a ricomporsi e a difendere la Goraishi, gli artigli sacri della sua tribù. Lui invece cominciava a sentire la stanchezza e Ginta e Hakkaku erano messi anche peggio di lui, ormai riuscivano a malapena a tenere il passo, ma non poteva fermarsi, stava combattendo anche per loro. Il guardiano si tuffò su di loro, ma Koga riuscì a distruggergli la testa centrale e ne approfittò per farlò in pezzi più piccoli possibile, poi corsè verso l'arma che desiderava sperando di afferrarla prima che il suo avversario si ricomponesse, ma purtroppo aveva sottovalutato il custode. Infatti si era ricomposto a tempo di record e si rivolse al giovane capo tribù.

” Tutto qui quello che sai fare? Non fai altro che affidarti a quei frammenti di sfera per aumentare la tua velocità, un vero lupo dovrebbe contare solo su sé stesso e sul suo branco!”e come per confermare le sue parole si buttò su Ginta e Hakkaku col chiaro intento di sbranarli, ma prima di poterli azzannare venne tagliato in due da un vortice di foglie, da cui emerse Ayame, che guardò con occhi fiammeggianti di rabbia il suo pseudo-fidanzato, che la fissava con uno sguardo di rimprover.

” Ayame, cosa diavolo ci fai qui?! Non ti è concesso interferire nella prova!”. La ragazza si ammutolì per un momento, per poi rimettere l'espressione di prima.

” Potrei farti la stessa domanda..MA CHE CAZZO TI è SALTATO IN MENTE DI VENIRE QUI?! HAI PROFANATO IL LUOGO PiU' SACRO DELLA NOSTRA SPECIE E PER COSA? SOLO PER UN'UMANA A CUI NON IMPORTA DI TE?!”, Koga sussultò, in fin dei conti Ayame non aveva tutti i torti, erano mesi che si dichiarava a Kagome, ma nel suo cuore c'era solo il botolo ringhioso...in ogni caso non era solo per lei che lo faceva, ma per vendicare tutti i suoi compagni morti a causa delle trame di Naraku e stava per urlarlo alla ragazza, quando il custode si ricompose e ruggì.

Ayame si voltò un'ultima volta verso Koga.

” Tu pensa agli artigli, io e i tuoi compagni lo teniamo a bada.”, e si gettò contro l'avversario tempestandolo di foglie affilate come rasoi, mentre il capo della tribù yoro si lanciò contro l'altare della Goraishi, ma prima di arrivare vide con la coda dell'occhio che il custode della tomba aveva messo Ginta e Hakkaku sotto le zampe e aveva messo Ayame in un angolo. Se avesse preso gli artigli forse avrebbe potuto distruggere definitivamente il demone guardiano, ma per quel momento Ayame e i suoi compagni sarebbero già morti, però se fosse andato a salvarli avrebbe potuto continuare quella lotta in un ciclo eterno.

“ Oh, al diavolo!”, corse verso il guardiano e lo colpì con più forza che potè, ma neanche lui si aspettò l'esplosione creata dal suo colpo che distrusse definitivamente il demone. I suoi guardiani guardarono stupefatti il suo braccio destro, dove si era attaccata la sacra arma dei demoni lupo che brillava d'energia e in quel momento delle sfere luminose si sollevarono da terra e cominciarono a parlare.

” Giovane lupo, la tua scelta di rinunciare al potere per salvare i tuoi compagni ti ha permesso di ottenere la più potente delle nostre armi. Essa, oltre a permetterti di sconfiggere i tuoi nemici, ti proteggerà dai frammenti che porti nelle gambe, ma solo una volta.”.

Koga ripensò alla discussione che aveva avuto con Kagome e Inuyasha, lì aveva scoperto che in tutti i frammenti della sfera scorreva la volontà della sacerdotessa che l'aveva creata, e forse anche quella di chi teneva la sfera, ossia quella malvagia di Naraku.

” Lo terrò bene a mente, purtroppo non posso farne a meno, mi servono per uccidere colui che ha massacrato i miei compagni.”.

“ E tra poco non potrai fare a meno neanche di me!”, cinguettò Ayame che si era aggrappata alle sue spalle. Koga divenne rosso.

” Per favore, Ayame, non possiamo portarti con noi. Naraku è troppo forte e non si farebbe il minimo problema a ucciderti o peggio.”, la ragazzo gonfiò le guance.

” Ah, davvero, beh, sempre meglio di questi due idioti che ti porti dietro-Ginta e Hakkaku si ammosciarono a terra-, che ne dici di metterla ai voti? Io voto per venire con voi.”. Purtroppo per Koga anche i suoi due compagni alzarono la mano, razza di traditori. Doveva sorbirsi quella pazza, anche se in fondo non gli dispiaceva. Il quartetto uscì dalla grotta, con Ayame attaccata al braccio del suo promesso sposo, mentre le anime dei demoni lupo si illuminarono un'ultima volta.

” Koga, il tuo potere e quello dei tuoi compagni si estende ben al di là di quei frammenti. Tu e i tuoi compagni condurrete i nostri simili in salvo dal male che sta per colpire questo mondo, state attenti....state uniti.”.

                                                                                                        **************

Chiunque avesse visto Sesshomaru negli ultimi giorni avrebbe faticato non poco a riconoscerlo, visto che il calmo e glaciale signore dell'Ovest si era trasformato in una scheggia impazzita che massacrava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro senza la minima pietà e la sua aura velenosa stava facendo marcire praticamente tutta la vita vegetale che incrociava. Persino Jaken e Rin si tenevano a debita distanza volando su Ah-Hun. La bambina era molto preoccupata per colui che ormai considerava come un padre.

” Jaken, pensi che Sesshomaru-sama si riprenderà? È dalla morte della signorina Kagura che si comporta così.”, il kappa sbuffò.

” Altro che Kagura, è ferito nell'orgoglio per essere stato fregato un'altra volta da Naraku, ma scommetto che tra poco tornerà quello di sempre.”. Mentre parlavano nessuno dei due si accorse di un corvo più grosso di un elefante che si avventò su Ah-Uhn col chiaro intento di divorarlo, ma appena prima di realizzare il suo obbiettivo una delle sue ali venne afferrata dal demone cane, che gliela strappò senza esitazioni e poi tempestò la sua testa di pugni, fino a ridurla in una massa sanguinolenta, che cadde al suolo.Il demone maggiore si rivolse poi a Rin e Jaken, riprendendo per un attimo il suo solito atteggiamento freddo.

” Accelerate il passo, abbiamo già perso abbastanza tempo.”, poi volò a tutta velocità verso nord, con un'unico obbiettivo, trovare Naraku e strappargli il cuore mentre batteva ancora.

La sera si fermarono, anche se Sesshomaru ne avrebbe fatto volentieri a meno, faceva queste pause solo per permettere a Rin di dormire qualche ora e in effetti se ne dispiaceva, aveva quella ragazzina con sé ormai da mesi e non le aveva mai dato veramente qualcosa di simile a un gesto d'affetto, forse almeno per il momento era meglio se l'avesse portato al villaggio di Inuyasha o avrebbe rischiato di coinvolgerla nella sua vendetta. Mentre rifletteva su questo non si accorse che Rin si era allontanata nei boschi e una volta fuori vista si mise in una posa di meditazione, come aveva visto fare a certi monaci e dal suo corpo cominciò a uscire dell'aura nera. Si era accorta di poter creare quella roba nello stesso periodo in cui aveva incontrato il demone cane e si esercitava da allora nel tentativo di manipolarla e usarla in qualche modo, ma anche se ormai poteva darle la forma che voleva in combattimento non serviva a niente, perchè non c'era nulla che venisse danneggiato dal suo potere, ciononostante continuava a provare sperando di poter tornare un giorno utile all'uomo cui doveva tutto.

                                                                                                                               ***************

Dumah si diresse infuriato verso il proprio palazzo e chiunque incrociasse la sua strada rientrava il più in fretta possibile in casa o volava il più lontano possibile in una zona del Paradiso che non venisse raggiunta dall'aura omicida del comandante celeste. Egli nel frattempo si era diretto la sua casa, delle stesse dimensioni dell'empire state building e si diresse al bagno termale, sufficientemente grande da occupare tre piani sperando di sbollire i nervi. Prima di entrare si guardò allo specchio, sembrava un uomo di quarant'anni con un fisico perfetto, con gli occhi color argento e i capelli neri e sarebbe stato indistinguibile da un umano se non fosse stato per le sei ali bianche sulla sua schiena. Ancora schiumante di rabbia si fiondò nell'acqua calda e per qualche minuto cercò di non pensare a niente, ma invano, quel dannato pareggio continuava a rimanergli in testa e proprio quando decise di andare ad allenarsi sentì la voce dell'ultimo essere che avrebbe voluto vedere in quel momento.

” Ancora incavolato per il pareggio, Dumah?”. Il serafino si girò seccato e vide un altro angelo seduto su una delle sdraio sul bordo della vasca, era un uomo sui trent'anni piuttosto mingherlino dai capelli neri,occhi blu e ali dello stesso colore e per di più si stava divorando dei takoyaki presi chissà dove.

” Che diavolo vuoi, Raziel? Ho già abbastanza problemi senza che tu rompa.”.

L'angelo del mistero per tutta risposta si fiondò nella vasca senza tanti complimenti e si rivolse nuovamente all'altro.

” Sono venuto a dirti che l'ultima lotta tra te e Michael ha distrutto sei librerie. Mi spieghi cosa leggo se tutti i libri del Paradiso sparissero?”. Dumah, sbuffò, erano mesi ormai che lui e Michael si scontravano per decidere chi sarebbe stato il successore di Metatron come nuovo principe celeste, ma nessuno di loro era riuscito a convincere i loro pari o superiori di essere superiore in qualche modo all'altro e ognuna delle loro battaglie si era conclusa in perfetta parità....e ora quel sapientone di Raziel veniva a lamentarsi di qualche libreria in maceria quando uno dei suoi predecessori aveva scritto un libro contenente tutti i segreti dell'universo?!

“ Ma vattene al diavolo, non me ne può fregar di meno, a meno che in una di quelle librerie non ci fosse qualcosa che mi avrebbe permesso di battere Michael. In quel caso sei autorizzato a prendermi a calci in culo da qui all'Inferno.”. L'angelo del mistero sbuffò, la verità era che pochissimi volevano che il posto di Metatron fosse preso da Dumah, famoso ovunque per la sua violenza e le sue inclinazioni da guerrafondaio e inoltre fin da bambino aveva consacrato la sua vita a un unico scopo: diventare il re degli angeli e se ci fosse riuscito l'equilibrio sarebbe andato a farsi benedire. Purtroppo lui e Michael erano i due comandanti celesti più vicini per forza al titolo di principe, ma la situazione era in stallo, quindi non poteva far altro che distrarlo un pò.

” Io vado, Dumah, ma prima permettimi un ultimo consiglio. Rilassati un po', anche Michael si sta riposando, magari và in Giappone a prendere un po' di takoyaki, sono deliziosi.”. L'altro angelo per tutta risposta gli scagliò una lancia di luce enorme, ma ormai l'altro se ne era già andato. Ricascò nell'acqua imprecando per quasi un'ora, poi decise di seguire il consiglio del collega, male non gli avrebbe fatto, forse in Giappone avrebbe potuto persino trovare qualche artefatto utile, anche se dall'ultima guerra mondiale tutti quelli più forti e importanti erano custoditi a vista da chi di dovere.

                                                                                                         **************

Mentre gli eroi e i malvagi del Giappone riposavano o continuavano la loro ricerca in un certo luogo uno strano essere si muoveva in lungo e in largo, cercando qualcosa da occupare. Si trattava di un essere grigio privo di forma e lineamenti di alcun tipo e cercava spasmodicamente un corpo da occupare che gli permettesse di raggiungere il proprio obbiettivo, così come avevano già fatto i suoi fratelli sparsi per il mondo. Era lì ormai da anni, ma nessuno di coloro che si era avvicinato era stato abbastanza forte o utile da contenerlo e quelli che lo erano erano stati abbastanza furbi da scappare, ma era fiducioso, negli ultimi mesi aveva sentito che in tutto il paese si combatteva una vera e propria guerra per un certo oggetto ed era certo che a breve la loro contesa li avrebbe portati nella terra dove si trovava, ridotta ormai a un luogo desolato e sterile.....da cui sarebbe partito per distruggere ogni cosa vivente.
                                                                               
                                                                                                              *****

Salve a tutti, come potete vedere in questo capitolo non è successo niente di particolarmente eclatante, anche se spero di aver descritto decentemente le scene
d'azione,per quanto minimaliste e soprattutto l'incontro tra Kikyo e Enma(se qualcuno se lo chiedesse, l'aspetto del giudice e della ruota delle reincarnazioni è ripreso da Kyoukai no rinne, altro manga della Takahashi) e la parte con i due angeli(che se non si fosse capita è ambientata nel presente). Già dal prossimo comincerà a vedersi più azione,anche se si tratterà di eventi che già conosciamo con qualche aggiunta, mentre dall'esame di Kagome in poi tutto cambierà totalmente. Concludo ringraziando il mio beta reader Jacobstark e invitandovi a recensire numerosi.                     

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Capitolo 3
*** Armamenti,strane lettere e battaglie ***


                                                                                  Armamenti,strane lettere e battaglie

Naraku trascinò il sacco sulla sabbia, aveva scavato tre giorni per procurarsi quello che c'era dentro ed era sporco di terra da capo a piedi. Finalmente arrivò sulla riva della spiaggia e prese una conchiglia bianca a spirale, da cui uscì una bolla d'acqua a misura d'uomo in cui entrò e si inabissò nel mare. Mentre scendeva Naraku non potè fare a meno di notare quanto fosse bello il mare e tutti i pesci che lo abitavano e con una punta di rimpianto si chiese quanti anni fossero che dedicasse un pensiero d'apprezzamento a qualcosa che non fosse la sfera, ma lo scacciò subito, aveva altro a cui pensare. Dopo qualche ora la bolla raggiunse finalmente la sua meta, un vulcano sottomarino alto dieci metri da cui uscivano in continuazione bollicine che riflettevano la luce rossa della lava ed entrò in una piccola apertura dove raggiunse un'officina scavata direttamente nel vulcano e lì la bolla si dissolse.

Era una stanza circolare piuttosto grande alle cui pareti erano appese armi di ogni genere e diversi canali trasportavano il magma fino a un pozzo sopra il quale stavano un'incudine e altri attrezzi da fabbro e inoltre faceva così caldo che perfino Naraku si mise a sudare abbondantemente. Dopo qualche un masso accanto a una parete si spostò, rivelando un'apertura nella roccia, da cui uscì un demone alto due metri e mezzo. Aveva i capelli azzurri, pinne sulla schiena e sulle braccia, occhi neri, tre fessure su ogni lato del collo ed era vestito con un kimono azzurro e un grembiule da fabbro, inoltre aveva braccia enormi per via del lavoro in fucina e dei denti affilatissimi.

” Naraku, hai fatto quanto ti ho chiesto?”, chiese con un ringhio di pura rabbia e il mezzodemone buttò a terra il sacco, che si aprì rivelando minerali di ogni genere.

” Ti ho portato i minerali che mi hai chiesto nelle misure che mi hai chiesto, Kisame. E tua moglie e i tuoi figli sono sulla spiaggia addormentati, dovrebbero risvegliarsi a minuti. Ora tocca a te stare ai patti”.

Il demone chiamato Kisame grugnì e cominciò a soppesare i metalli, osservandoli con occhio esperto e buttando quelli che non gli servivano(quasi tre quarti del tutto) e mise il resto sull'incudine insieme a una zanna e a un femore, cominciando a lavorare. Naraku intanto si sedette su un blocco di pietra e osservò il lavoro del fabbro, conosciuto in tutta la regione come il migliore di tutti gli allievi di Totosai. Ne aveva sentito parlare qualche anno prima, e quando aveva ricevuto la zanna di Inuyasha gli era subito tornato in mente il nome di Kisame, ma sapeva che non avrebbe mai lavorato per lui di sua spontanea volontà, ma Naraku sapeva essere paziente e dopo diversi appostamenti riuscì a rapire la moglie e i figli di Kisame, che aveva deciso di collaborare, ma alle proprie condizioni: 1)sarebbe dovuto essere Naraku a prendere tutti i materiali che servivano; 2)la spada che avrebbe creato doveva contenere oltre alla zanna di Inuyasha anche un osso di Naraku, che accettò senza problemi.

Mentre le ore passavano l'ex brigante non potè fare a meno di notare che nonostante fosse preoccupato per la propria famiglia il fabbro sembrava divertirsi come un bambino per il proprio lavoro, godendosi appieno ogni singola scintilla e saldatura, forse era quella che chiamavano passione? Comunque Naraku si addormentò senza accorgersene e non sembrò passare neanche un secondo che si sentì strattonare, e riaprendo gli occhi si trovò davanti Kisame, che teneva un mano la sua nuova arma, una lunga lama serpentina blu con i bordi verdi e l'elsa rossa, con una gemma azzurra incastonata molto simile a un occhio.

Il fabbro diede la spada al suo nuovo proprietario e gli indicò un manichino da allenamento di metallo che aveva portato mentre il mezzodemone dormiva.

” Fammi vedere che sai fare, non ho intenzione di dare una delle mie creazioni a una mezzasega.”. Il mezzodemone si appostò davanti al manichino e lo colpì con ogni genere di combinazioni, apprese anni prima da un uomo con cui non avrebbe più potuto sdebitarsi e mai dimenticate. In breve del manichino non restò che un mucchio di pezzettini corrosi dal veleno della lama e il fabbro si mise ad applaudire.

” Beh, posso dire di aver creato un'arma di prim'ordine e di averla affidata a un vero guerriero, Totosai-sensei ne sarebbe soddisfatto. Puoi andare, ma lascia che ti dica un'ultima cosa.”. Naraku si era già incamminato verso l'uscita del vulcano, ma si voltò verso Kisame, che aveva preso una delle spade appese ai muri:” Ti sei fatto un nemico potente oggi, Naraku. Non mi opporrò a te nella tua guerra, ma sappi che se oserai toccare di nuovo le persone che amo nulla mi impedirà di trovarti e strapparti quel cuore marcio mentre ancora batte.”.

Naraku rabbrividì per un istante, aveva sentito che a differenza di Totosai, che poco o nulla si interessava al combattimento, Kisame sapeva usare ognuna delle sue creazioni e alcune voci dicevano che la sua forza fosse quasi pari a quella di Sesshomaru e probabilmente non erano troppo lontane dal vero. Uscì in fretta alla grotta e mentre lo osservava Kisame non potè fare a meno di ghignare, quello stronzo non sapeva che quella spada, se usata per lo scopo voluto dal proprietario, nascondeva un piccolo scherzetto.
 
                                                                                                                           ***************

Kikyo e Kohaku stavano scavando ormai da ore, quando lo sterminatore di demoni posò la pala.

” Kikyo-sama, siete proprio sicura di non voler lasciar fare a me?”, la sacerdotessa piantò la pala a terra.

” Tranquillo, è quasi divertente, mi ricorda di quando aiutavo mio padre a zappare, sembra passato un secolo. E poi ormai dovremmo quasi esserci.”. Infatti dopo pochi minuti urtarono contro qualcosa di metallico, che si rivelò essere un baule nero decorato con l'immagine di Izanami e Izanagi che creavano la terra e quando Kikyo l'aprì trovo diverse pergamene sigillate...insieme a una lettere scritta a mano, che lesse ad alta voce, rischiando un infarto quando capì cosa c'era scritto.

“ A chiunque trovi questi scritti, ultimi residui della conoscenza dei padroni del Ki. Ormai tutti noi siamo stati distrutti, la guerra contro i demoni ci ha decimato e ormai restano soltanto pochi monaci e sacerdotesse a poter utilizzare l'energia spirituale, e anche loro hanno perso quasi tutte le loro antiche conoscenze. Tuttavia alcuni degli ultimi guerrieri sono riusciti a scappare sull'isola di Okinawa e per vigliacchi che fossero, auguro loro di riuscire a ergersi contro le creature che ci hanno sopraffatto. Per evitare che le tecniche che utilizziamo per difenderci diventino il mezzo che pochi useranno per controllare la libertà di molti, le trascrivo in queste pergamene, incantate appositamente per resistere secoli, augurandomi che capitino in mani capaci e giuste, che possano passarle ad altri.”.

Kikyo e il suo compagno osservarono un minuto di silenzio e poi si dedicarono alle pergamene, dove trovarono il rituale che cercavano....e molto di più. Tuttavia una delle pergamene era strappata e rimaneva solo il titolo, “evocazione dei kami” o qualcosa del genere, anche se la sacerdotessa dubitava seriamente che fosse possibile evocare delle divinità, probabilmente c'era qualcosa sotto, comunque non le interessava, aveva trovato il rituale che le serviva e molto di più.

Purtroppo gli ingredienti per rimuovere il frammento da Kohaku erano parecchi, quindi dovevano partire subito e raccoglierli il più in fretta possibile. Giorni dopo in un bosco Kikyo stava raccogliendo dei fiori viola e gialli che germogliavano solo in quel periodo dell'anno e gliene servivano parecchi. Purtroppo la sfiga ci vede benissimo, e si accorse di aver raccolto tutti quelli che aveva trovato quando ne servivano ancora due per il rituale, imprecò e tornò a cercare, ma venne fermata da una voce.

” Cerchi qualcosa, Kikyo?”. Appoggiato a un albero si trovava Naraku, vestito con la sua vecchia pelle di babbuino e un ghigno beffardo in volto, che aumentò il disgusto dell'avversaria.

” Cosa cerco io non sono affari tuoi, maledetto, torna nella tomba dove saresti dovuto morire cinquant'anni fa o ti ci rispedirò io.”. Il mezzodemone però sembro non preoccuparsi delle sue parole e aprì le mani, rivelando i due fiori che mancavano.

” In realtà è affar mio ciò che cerchi, visto che tutto questo serve a estrarre il frammento da Kohaku. Sono giorni che vi osservo e quindi so cosa ti serve, e per quanto mi riguarda posso distruggere ogni ingrediente prima che tu ci metta le mani sopra...a meno che tu non stia alle mie condizioni.”.

Kikyo mise una mano dietro la schiena per non mostrarla all'uomo e cominciò ad accumularvi energia, ma continuò a far parlare Naraku.

” Che genere di condizioni?”, l'essere che una volta era Onigumo sorrise malignamente.

” Beh, tanto per cominciare dovresti unirti a me stabilmente, tanto tra poco di Inuyasha e della sua cricca resterà ben poco....e poi voglio un bacio.”. La sacerdotessa decise di stare al gioco.

” Va bene.”, i due si avvicinarono e Naraku abbracciò la donna, che però teneva le labbra dell'altro a distanza e continuava a caricare energia nella mano.

” Dimmi, hai detto che a breve ti sbarazzerai di Inuyasha, hai qualcosa in mente?. Generalmente gli uomini perdono la testa di fronte al viso di una bella donna e alcuni sono capaci di spiattellare i propri peggiori segreti, ma Naraku non faceva parte della categoria.

” Forse, mia adorata, ma non credere che ti riveli il mio asso nella manica se ce l'ho. E ora voglio fare qualcosa che desidero da cinquant'anni.”. I due si baciarono e proprio in quel momento il mezzodemone fece cadere i fiori, mentre Kikyo ne approfittò puntandogli il dito sullo stomaco e sparando una sfera di fuoco bianco che lo divise in due. La parte superiore ricadde a terra e guardò la miko con occhi di sfida.

” Complimenti per il trucchetto, mi chiedo se funzionerà anche con quello vero. Comunque è stato bello.”, e si trasformò in polvere, come sospettato da Kikyo, d'altronde era impossibile che Naraku facesse una simile cazzata senza precauzioni, ma almeno aveva quello che cercava. Però doveva ammettere che come bacio non era stato così male.

                                                                                                                               *************

Sesshomaru tagliò l'ennesimo demone donnola in due con Tokijin, erano giorni che non veniva più attaccato dai demoni e ironicamente proprio ora che era riuscito a darsi una calmata veniva circondato da un mezzo esercito...non che la cosa gli dispiacesse, aveva proprio bisogno di sfogarsi. Con un balzò arrivò dall'altra parte della radura dove combatteva e disintegrò un trio di demoni con con raggio di yoki, per poi tagliarne in due un altro che aveva provato a prenderlo alle spalle. I membri rimanenti del branco provarono ad accerchiarlo ed ad attaccarlo tutti insieme, ma per lui non fu un problema schivare e contrattaccare e mentre veniva bagnato dal sangue dei suoi nemici sorrise, era per quello che era venuto al mondo, per combattere e primeggiare su chiunque osasse sfidarlo.Tagliò in due un altro demone e poi si voltò verso l'ultimo sopravvissuto, che si era inchinato e tremava.

” Mio signore, vi prego, perdonatemi. Io non ero d'accordo con questo attacco.”, il demone cane però non aveva voglia di sentire scuse.

” In questo caso non avresti dovuto unirti a quei cretini. Addio.”. Proprio mentre stava per calare la spada però venne distratto da un urlo e voltandosi vide con orrore che c'era un'altra donnola che stava tenendo Rin e Jaken per il collo, mentre Ah-Uhn aveva era svenuto(quasi sicuramente colpito a tradimento) e minacciò Sesshomaru.

” Lascia andare il mio compagno e la tua spada...o questi due faranno una brutta fine.”.

Rin riscì per un attimo a parlare.

” L-la prego, Sesshomaru-sama, non lo....non lo ascolti!”, il suo corpo si ricoprì di un'aura nera, che si attaccò al carceriere della bambina sotto lo sguardo attonito di tutti, ma senza causare alcun danno. Sesshomaru guardò la scena e si infuriò, erano anni che sembrava che il mondo ce l'avesse solo con lui...prima si ritrovava con una spada inutile, poi perdeva il braccio per colpa di Inuyasha, dopo ancora veniva ingannato da un altro mezzodemone, poi la donna che amava veniva bloccata a metà strada tra la vita e la morte per colpa dello stesso mezzodemone e adesso l'unica umana che per lui contava qualcosa veniva catturata da un essere insignificante e per di più sembrava avere un potere che la stava consumando...ora basta. Decapitò in un istante la donnola ancora inginocchiata e si diresse verso l'altra intento a fare la stessa cose e questi sembrava essersene accorto.

” N-non fare un altro passo, altrimenti questi due muoiono.”.

“ Patetico.”, pensò il signore dell'Ovest, mentre Tokijin lacerò la gola di quell'essere insignificante come fosse burro, poi si rivolse a Rin senza rinfoderare la spada:” Rin, cos'era quella cosa che hai usato?”, e la bambina abbassò gli occhi.

” Io...non lo so, ha cominciato ad apparire più o meno nel periodo in cui vi ho incontrato, ma non fa niente. Scusate se non vi sono utile.”. Jaken le puntò il bastone contro.

” Hai proprio ragione, non sei di alcun aiuto a Sessho...”, prima di finire di parlare ricevette un fortissimo pugno dal proprio signore, stanco di certe corbellerie.

” Jaken, tu parli troppo e tu Rin...gradirei che la prossima volta mi parlassi di queste cose, almeno potrei scoprire cos'è.”.

“ Semplice, ha risvegliato il suo Ki.”, urlò una voce sconosciuta.

Il trio si voltò verso la direzione della voce e videro un ragazzo appoggiato sul ramo di un albero. Era alto quanto il demone cane, vestito con una corazza da samurai, aveva capelli neri corti a porcospino, una cicatrice sull'occhio sinistro e teneva due katane legate alla schiena. Sesshomaru guardò il nuovo arrivato con sospetto e gli chiese cosa intendesse.

” Chi sei? E cosa diavolo è il Ki?”, il giovane ridacchiò e saltò a terra senza riportare nessun danno.

” Mi chiamo Gatsu Mifune, dall'isola di Okinawa. Per quanto riguarda la seconda domanda, beh, mi stupisce che un demone potente come te non lo sappia, so che su quest'isola non sono rimasti in molti a poterlo usare, ma vuoi dirmi che finora hai incontrato solo guerrieri incapaci di usare il Ki? Oh, Kami, che squallore.”. Sesshomaru ringhiò sentendo quelle parole, chi si credeva di essere quel tipo? Però cominciava a capire di cosa stesse parlando, ora riusciva a vedere a occhio nudo attorno a lui un'aura come quella che aveva usato Rin, ma di colore blu con riflessi gialli, che diavolo significava? Ma non aveva importanza, due predatori stavano per scontrarsi.

                                                                                                                    ********
In un piccolo villaggio sulla costa un gruppo di bambini si stava addestrando sotto l'occhio vigile del loro maestro, un uomo di circa vent'anni dai capelli castani con le righe, occhi dello stesso colore, sopracciglia folte, un fisico asciutto e vestito con un kimono nero. In quel momento stava guardando lo scontro tra due bambini, una dei quali aveva la pelle color bronzo e i capelli bianchi, chiaramente non totalmente umana, che schivò un pugno e ne approfittò per afferrare il polso dell'avversario e costringerlo a terra. L'altro ragazzo tentò di rispondere con un altro pugno, ma fece la stessa fine dell'altra mano e a quel punto il maestro fece segno alla bambina di finire, quindi i due avversari si inchinarono e ritornarono tra gli altri allievi, davanti ai quali il maestro si mise a parlare.

” Miei cari allievi, siete migliorati tutti moltissimo. Sono certo che quando sarete grandi nessuno potrà mettervi i piedi in testa. Io purtroppo dovrò partire per un po', ma vi assicuro che tornerò presto, nel frattempo però dovrete allenervi e delego del compito Shiori.”. Uno dei bambini fece per protestare, ma bastò un'occhiata dell'uomo per zittirlo e nessun'altro osò contraddirlo, d'altronde Shiori era passata in due mesi da mezzodemone timida e incapace di reagire alle offese, a ragazzina fortissima capace di stendere con pochi colpi anche i ragazzi più grossi di lei, e non solo per via della sua metà demoniaca, ma in generale tutti erano cambiati parecchio.

Quando quell'uomo era giunto mesi prima aveva promesso di tenere demoni e briganti lontano dal villaggio e in cambio aveva chiesto solo vitto, alloggio, e allievi scelti da lui stesso e la prima di tutti era stata proprio Shiori, che nonostante fosse vista un po' meglio dopo la sua disavventura aveva ancora una lunga strada davanti a sé per essere accettata. Nonostante i dubbi degli abitanti e della madre di Shiori, dovuti anche al fatto che l'uomo combattesse solo ed esclusivamente a mani nude egli riuscì a tenere fede alle proprie promesse. Ora dopo aver riempito la sua borsa di provviste stava per lasciare il villaggio, ma venne raggiunto dalla piccola mezzodemone in lacrime, che gli prese la manica del kimono.

” Kenichi-sensei, per favore, non ve ne andate.”, l'uomo le mise una mano sulla testa e le scompigliò i capelli.

” Mi dispiace, piccola, ma devo. Eventi molto gravi stanno per accadere e io devo riunirmi con i miei fratelli e insegnare ciò che so a chi di dovere...altrimenti chi lo sente mio padre? Tu comunque continua ad allenare quegli svogliati dei tuoi compagni e come ho detto prima non farti mettere i piedi in testa.”.La bambina smise di piangere annuì, ma prima di tornare a casa aveva un'ultima richiesta.

” Prima che ve ne andiate, sensei, posso chiedervi di portare questa al mio amico Inuyasha se lo incontrerete?”. Shiori diede all'artista marziale un frammento di cristallo rosso, lo stesso che in passato suo nonno l'aveva costretta a proteggere e Kenichi giurò che gliel'avrebbe dato, conosceva la storia della ragazzina e sapeva che quello era il suo modo di dire a Inuyasha:” Grazie di tutto.”. Si incamminò verso l'entroterra sorridendo, era orgoglioso della sua opera e di sicuro a breve avrebbe rivisto i suoi fratelli adottivi e inoltre avrebbe incontrato tanta nuova gente interessante.

” Inuyasha, preparati a incontrare Kenichi Saotome.”.

                                                                                                               *****

Ringrazio chiunque sia arrivato in fondo a questo schifo. Qui cominciano a comparire le prime differenze serie con la storia, oltre che tre oc che avranno un ruolo piuttosto importante e diversi altri sono in arrivo. Inoltre nel prossimo capitolo vi prometto mazzate a più non posso. Un enorme abbraccio a tutti i recensori e a Jacobstark, betareader dall'infinita pazienza.

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Capitolo 4
*** Incontri/scontri ***


                                          Incontri/scontri

La notte calò serena sul castello, mentre Inuyasha e i suoi compagni si preparavano all'arrivo di Mouju, il demone tartaruga che aveva giurato di prendere la corazza custodita nel palazzo e il mezzodemone cane stava riflettendo su come combatterlo vide Kagome nel cortile che guardava la luna.

”Kagome, che hai?”, la ragazza si sedette a terra e sospirò.

” Niente, Inuyasha, è solo che sono un po' stufa di tutto queste battaglie, quando ci sarà concesso vivere in pace?”. Inuyasha si sedette accanto alla ragazza e sospirò.

” Vorrei risponderti, Kagome, anch'io vorrei potermene stare in pace dopo due secoli che lotto per sopravvivere, però ammetto che non saprei accontentarmi di una vita tranquilla e senza pericoli. Tu...che pensi di fare quando la sfera sarà distrutta?”. La ragazza sospirò, in realtà neanche lei era del tutto certa di cosa avrebbe fatto, una cosa era sicura, non sarebbe più riuscita a riadattarsi totalmente al mondo moderno.

” Inuyasha, io...” In quel preciso momento una sfera di fulmini colpì il fianco del castello, annunciando l'arrivo di Mouju, che sembrava tutt'altro che disposto a calmarsi e ragionare.

” RIDATEMI LA MIA ARMATURA!”. Inuyasha imprecò, mai che fosse possibile starsene in santa pace, ma era inutile lamentarsi, quindi sfoderò Tessaiga e insieme a Kagome si diresse alla zona colpita, dove trovarono Sango intenta a scagliare l'Hiraikotsu contro la tartaruga volante, ma senza danneggiarla e sarebbe stata colpita da uno dei suoi fulmini se il compagno di squadra non fosse riuscito a intercettarla con una Kaze no kizu.

“ Sango- parò un altro colpo- dove diavolo è quel pervertito di un monaco?!”, urlò Inuyasha a Sango, intenta a lanciare il suo boomerang a più non posso.

” Sta mettendo una barriera intorno all'armatura- placcò Kagome che stava per essere colpita- ma non so quanto durerà.”.

Uno sbuffo del ragazzo fece intendere che non si aspettava molto tempo, ma la cacciatrice di demoni, intenta ad attaccare le zampe di Mouju, non era d'accordo.

” Non fare così, sono certo che se la caverà."

 Peccato che proprio in quel momento dal capanno dove si trovavano Miroku e i soldati schizzò in aria a tutta velocità la corazza che avrebbero dovuto difendere e si attaccò al guscio del suo ex proprietario, che divenne più appuntito e ancora più duro e gli occhi di Kagome si ridussero a due fessure.

” Sango...fammi un piccolo favore.”.

“ Imparare quando stare zitta?”.

“ Sì.”. Nel frattempo il demone stava gongolando e attorno a lui apparvero una decina di sfere di fulmini.

” Grazie per la corazza, umani e ora....MORITE!”, sparò i globi elettrici con la chiara intenzione di distruggere tutto, ma vennero risucchiate dal vortice di Miroku, arrivato proprio in quel momento.

” Scusate il ritardo, uno dei soldati ha dato di matto. Ah, e penso che il daimyo voglio farci pagare i danni”. Il gruppo(ignorando bellamente i contabili che li inseguivano)si diresse verso il mostro, scappato verso verso la foresta, dove riprese la battaglia. Miroku e Sango cercarono di colpire l'avversario con i sutra e l'Hiraikotsu, ma senza successo e anche le frecce di Kagome non riuscivano a scalfire il guscio, quindi Inuyasha decise di tentare il suo attacco “o la va o la spacca”, Tessaiga scaglie di drago, ma venne fermato da Kagome.

” Non ci provare neanche, l'altra volta ti sei quasi distrutto le mani.”, il mezzodemone sbuffò.

” Non sei mia madre, ma se proprio insisti...”. Tessaiga si ricoprì di cristalli, preparandosi a sparare il Konhosoha e Mouju sorrise, Moryomaru aveva detto che se avesse preso l'onda di diamanti avrebbe ottenuto una corazza invincibile, quindi provocò l'avversario.

” Ehi, razza di pulce, prova pure ad attaccarmi. Tanto anche con una spada come quella nessun misero mezzodemone potrà mai scalfirmi.”. Inuyasha digrignò i denti, era stufo di essere considerato debole per ciò che era, ma gliel'avrebbe fatta vedere, in breve di quella brutta imitazione di una tartaruga sarebbe rimasto solo un puntaspilli.

Si preparò a scagliare il suo attacco, ma proprio in quel momento dagli alberi sbucò fuori una trottola di vento che colpì Mouju e lo fece volare in aria fino a quando non precipitò, creando un profondo cratere. Il vortice si posò a terra e smise di ruotare, rivelandosi un ragazzo di vent'anni vestito con un kimono ricoperto da spallacci, gambali e tekku(protezioni per mani e avambracci) con una borsa sulle spalle e la mascella di Inuyasha e degli altri arrivò a un paio di centimetri dal terreno, quello aveva messo ko senza armi un demone che insieme erano a malapena riusciti a scalfire. Non fecero in tempo a capacitarsi della cosa che Mouju saltò fuori dalla buca e creò altri fulmini.

” MISERO UMANO, COME HAI OSATO?! CHI TI CREDI DI ESSERE PER COLPIRMI COSì!”, il ragazzo si limitò a poggiare la borsa a terra e ad assumere una posizione che Kagome riconobbe come la guardia del Karate.

” Mi chiamo Kenichi Saotome , guerriero dell'isola di Okinawa. Quanto a come ho osato, beh, non sei né il più forte, né il migliore dei demoni che ho preso a pesci in faccia.”. Il tartarugone ruggì e si scagliò sull'avversario, che lo schivò con un salto e atterrò sul guscio colpendolo con un calcio devastante, che lasciò una grossa crepa e una ferita nell'animo del demone, che venne scaraventato nuovamente a terra. Rialzatosi sparò su Kenichi tutto quello che aveva, ma lui deflettè le sfere d'energia semplicemente colpendole con le mani e prima che qualcuno potesse anche solo vederlo muoversi si avvicinò a Mouju e lo colpì con un calcio frontale, poi riprese la borsa, mentre il demone tartaruga si divise in due metà perfette. Nel frattempo gli osservatori dello scontro erano crollati a terra incapaci di realizzare quello che avevano visto.

” S-sango, per favore, dimmi che sto sognando.”, la sterminatrice di demoni non riuscì neanche a rispondere alla compagna, mentre Inuyasha riuscì lentamente a rialzarsi.

” C-chi diavolo sei tu?”. Il guerriero intanto stava scrocchiando il collo, poi guardò verso l'interlocutore.

” L'ho già detto, mi chiamo Kenichi Saotome. Voi invece siete Shippo, Kirara, Sango, Miroku, Kagome e Inuyasha, giusto?”, disse indicando di volta in volta i membri del gruppo, stupiti che inoltre conoscesse i loro nomi.

Miroku lo fissò sospettoso.

” Come fai a conoscerci?”, per tutta risposta il nuova arrivato prese dalla borsa un cristallo rosso, che lanciò a Inuyasha, che lo annusò sospettoso.

” Come hai fatto ad avere quest'affare? Lo ha tenuto Shiori dopo che io stesso l'ho distrutto.”, per tutta risposta Kenichi ridacchiò.

” Shiori? È stata per due mesi la mia migliore allieva e mi ha raccontato molte cose su di voi. Comunque...solo io ho fame?”. Un ruggito proveniente da Inuyasha e Kagome valse come un no e pochi minuti dopo avevano attrezzato un piccolo campo con tanto di zuppa sul fuoco e dopo mangiato Kenichi si ritrovò sommerso di domande.

” Oh, basta, uno alla volta!”. Cominciò Inuyasha.

” Come conosci Shiori?”.

” Come hai fatto a ricoprirti di vento e distruggere Mouju?”.

” Ce ne sono altri come te?”.

” Che diavolo ci fai qui?". Kenichi si alzò e si appoggiò a un albero.

” Allora, sono arrivato al villaggio di Shiori perchè avevo bisogno di allievi a cui passare le mie conoscenze e lei è stata la mia prima scelta, dimostrandosi più che all'altezza delle mie aspettative, inoltre mi ha parlato molto di voi.”. Quando finì di parlare venne avvolto da un forte vento, mentre le sue braccia si ricoprirono di metallo:” Quello che sto usando si chiama Ki ed è l'energia spirituale che ogni essere senziente possiede e con un certo addestramento si può arrivare a manipolarla, anche voi in qualche modo potete usarla, ma in modo piuttosto incompleto. Attraverso essa è possibile aumentare di molto le proprie capacità fisica e manipolare gli elementi, anche se il metodo varia da persona a persona e se me lo permettete vi insegnerò cosa intendo. Inoltre oltre a me sono venuti i miei tre fratelli adottivi, anche loro di Okinawa e anche loro stanno cercando allievi e per l'ultima domanda..”, si risedette e assunse un'espressione mesta:” Mio padre di recente ha percepito la presenza di un grande male su quest'isola e ha ordinato a me e ai miei compagni di scoprire di cosa si tratta e soprattutto di riportare le conoscenze sul Ki che qui sono andate perdute secoli fa, ma se non vi dispiace di questo riparleremo nei prossimi giorni.”.

Il gruppo rimase in silenzio per qualche minuto riflettendo sulle parole del loro nuovo compagno, sospettavano che ili male citato da Kenichi fosse Naraku, ma Sango era convinta che ci fosse qualcos'altro sotto, con le sue capacità lui non sarebbe stato un problema per il guerriero, soprattutto se accompagnato da altri tre come lui. Peccato che proprio mentre era impegnata in questi ragionamenti sentì una pressione sul fondoschiena e si voltò infuriata verso l'autore del misfatto. Tre secondi dopo Miroku aveva la testa affossata per dieci centimetri nel terreno e Kenichi non potè fare a meno di chiedersi in che razza di gabbia di matti fosse finito....beh, almeno avrebbe avuto di che divertirsi, chissà chi avevano incontrato i suoi compagni?

                                                                                                                     *************
Le acque del lago erano nere e piene di cadaveri di animali o uomini, erano settimane che nessuno osava avvicinarsi....fino ad ora. Due figure arrivarono sulle sponde del lago e una di loro l'acqua con un khakkhara, che crepitò d'elettricità e tanto bastò a risvegliare l'essere che riposava nel lago, o meglio, che si era sostituito a esso. L'acqua si sollevò in aria trasformandosi in un immenso essere vorticante, con un volto maligno al centro con tanto di zanne pronte a divorare chiunque fosse abbastanza pazzo da provare a bere.

” Miseri umani, siete in vena di suicidarvi?”, il monaco che aveva toccato l'acqua non rispose all'essere e cedette il passo alla sua compagna, una miko dai lunghi capelli neri, che osservava il demone con espressione indifferente. Questi, vedendosi preso in giro, si fiondò sulla sacerdotessa, che si limitò a mettere la mano davanti a sé e il suo nemico venne respinto all'indietro da una potente onda d'urto, poi la sacerdotessa mise le mani a coppa e in aria comparvero diverse frecce di luce, crepitanti d'elettricità, che si abbatterono una a una sul demone d'acqua, finchè non ne rimase traccia. La sacerdotessa sentì un applauso provenire da dietro di lei e voltandosi si inchinò al suo maestro.

” Come sono andata, Kanata-sensei?”, il monaco, che aveva sopra il classico vestito dei monaci buddhisti una leggera corazza e delle protazioni sugli arti sorrise.

” Benissimo, Hitomiko, hai imparato molto in fretta, ormai non ho più niente da insegnarti.”.

La donna avrebbe voluto saltare di gioia, quell'uomo era apparso alcuni mesi prima al suo villaggio, dove si era sbarazzato in pochi secondi di demoni che lei era a malapena riuscita a danneggiare e le aveva proposto di diventare sua allieva e alla risposta affermativa di lei erano seguiti mesi di allenamenti massacranti, con tanto di muscoli spezzati e ossa rotte, visto che a quanto diceva Kanata Sosuke oltre alla mente era sempre necessario migliorare anche il corpo e inoltre aveva cominciato a provare qualcosa più che semplice ammirazione per il maestro. Purtroppo almeno per il momento non ci sarebbe stato nessun seguito, perchè lui aveva un compito.

” Hitomiko, visto che hai completato il tuo addestramento io devo lasciarti. Devo riunirmi ai miei compagni, ma ti assicuro che ci rivedremo a breve.”, i due si abbracciarono e Hitomiko salutò l'uomo, che dentro di sé sospirò, si era affezionato a quella ragazza,ma un'altra parte di lui ghignò sadico, aveva incontrato Kenichi giorni fa e gli aveva detto che nel gruppo che cercava c'erano anche un monaco e una sacerdotessa e li avrebbe tortur-cioè allenati a dovere.

                                                                                                                      *********

Era notte e in un piccolo villaggio diroccato di demoni toro alcune guardie sbadigliarono, stufe marcie di fare da guardia al cosiddetto tesoro sacro del villaggio, una sfera bianca e nera i cui coloro si mescolavano in continuazione nei modi più diversi. Stando a quanto dicevano gli anziani era stata consegnata loro secoli fa da un potente demone maggiore e se fosse stata distrutta tutta la loro specie sarebbe finita, ma in realtà nessuno sapeva di cosa si trattava e a nessuno sarebbe fregato della sua scomparsa, tanto che la presenza di guardie era perfettamente inutile. Peccato che proprio quella sera qualcuno avesse deciso di ficcanasare, due figure, una enorme e l'altra incappucciata di dimensioni umane, entrarono nel villaggio senza essere visti e si diressero verso il tempietto dove era tenuto il globo. Quando le guardie li videro gli puntarono loro delle armi.

” Chi siete? Nessuno può entrare qui, smammate!”, l'intruso più grosso si fermò, ma il compagno non se ne curò e si diresse verso il tesoro. Uno dei demoni gli si piazzò davanti e tentò di colpirlo con un pugno, ma all'altro bastò una mano per fermarlo, poi estrasse un nunchaku e con un semplice movimento scaraventò la guardia dall'altra parte della piazza. I compagni dello sconfitto si scagliarono sulla figura incappucciate, ma il suo amico non stette a guardare e li tramortì a suon di pugni, mentre l'altro prese la sfera tra le mani e la strinse fino a romperla in mille pezzi, poi urlò al compagno con voce femminile:” Jinenji, sbrigati, tra poco avremmo tutto il villaggio alle costole e non ho voglia di metterli tutti al tappeto.”.

I due quindi scapparono a tutta velocità dal paese, dove nel frattempo gli altri abitanti si erano svegliati e cercavano di capire cosa diavolo fosse successo. Due ore dopo Jinenji e la sua compagna erano arrivati nei pressi di un fiume, dove lei si era tolto il mantello, rivelando una figura paffutella, ma non grassa, con occhi e capelli neri, con due orecchie da tanuki sulla sommità della testa e una cicatrice che andava dalla spalla alla mascella. Il mezzodemone si lavò la faccia, poi si rivolse alla compagna.

” Maka, sei sicura che tutto questo fosse necessario? Quello che abbiamo fatto è stato anche peggiore di un furto.”, la ragazza sospirò, Jinenji era un buon amico e sarebbe diventato senza ombra di dubbio un grande guerriero, ma aveva il cuore troppo dolce.

” Lo so, ma era necessario, sono secoli che i nostri simili hanno problemi a controllare i loro poteri per colpa di quei cosi e quello che abbiamo appena distrutto era l'ultimo rimasto. Poi quelle teste di toro non sapevano neanche cos'era.”. Jinenji ripensò agli avvenimenti degli ultimi mesi, successivi al suo incontro con Kagome e Inuyasha, da lì in poi era riuscito a convivere più facilmente con gli abitanti del suo villaggio, ma spesso si sentiva ancora fuori posto, poi era arrivata lei, Maka Kosaka. Appena apparsa si era sbarazzata di un branco di orchi grossi tre volte lei usando semplicemente un bastone e una zappa, poi aveva chiesto al mezzodemone di diventare suo allievo e di accompagnarla a distruggere alcuni artefatti, che a suo dire, bloccavano buona parte dei poteri di tutti i mezzodemoni giapponesi e lui aveva deciso di accettare, un po' per ammirazione, un po' perchè lei era il suo primo simile femmina che incontrava, così era partito con la benedizione della madre e nel corso del viaggio erano diventati amici.

Mentre rifletteva però ricevette una botta in testa dalla compagna di viaggio, segno che era ora di allenarsi, così prese la sua zappa e si mise in posa da combattimento. Maka afferrò a sua volta dei tonfa e fece un ghigno bastardo che fece rabbrividire il povero Jinenji.

” Mio caro, ora che hai distrutto tutti i blocchi posti sulla nostra specie potremmo fare sul serio, invece di esercizi super noiosi(che chiunque altro giudicherebbe come massacranti).”, si scagliò contro l'allievo scaraventandolo verso la foresta, poi dalla schiena le spuntò una coda da tanuki e la usò per colpire Jinenji, che riuscì a malapena a parare con entrambe le braccia. Probabilmente avrebbero fatto male a lungo.

                                                                                                                    **********

Rin era a dir poco sconvolta, il ragazzo che si era presentato come Gatsu stava combattendo alla pari con Sesshomaru senza troppi problemi, mentre il demone maggiore stava faticando non poco a tenere testa alle mosse dell'avversario. Inizialmente aveva pensato di poterlo battere in fretta, ma lo spadaccino possedeva la sua stessa forza e velocità, e una tecnica di spada molto superiore con cui parava e contrattaccava con grande facilità. Il demone cane si lanciò in una serie di affondi con Tokijin, ma Gatsu si abbassò e colpì il gomito col piatto della lama, un colpo leggero, ma che fece quasi cadere la spada a Sesshomaru. Si fermò per un attimò e cercò di riprendere il controllo sull'arto.

” Come diavolo hai fatto?”, il guerriero ruotò la katana e poi l'afferrò con l'altra mano.

” Vedi, sia i demoni che gli umani posseggono punti di pressione in tutte le zone più importanti del corpo, soprattutto le articolazioni. Se si posseggono nozioni utili su di essi e sul ki è possibile aumentare le proprie abilità fisiche con un dispendio minimo di energia e contemporaneamente incapacitare l'avversario senza causare ferite gravi, d'altronde non ho voglia di strapparti l'unico braccio rimasto.”. Sesshomaru rimase a bocca aperta, quell'umano era diverso da qualsiasi altro combattente avesse mai visto, neanche i membri della squadra dei sette erano come lui, però non poteva sopportare che qualcuno si prendesse gioco della sua menomazione. Caricò il suo yoki dentro Tokijin e scaglio un raggiò di energia verso Gatsu, che senza fare una piega fece apparire la sua aura e ne ricoprì la spada, con cui deflettè il colpo verso il cielo, poi rinfoderò l'arma e cominciò ad accumularvi ancora più energia, per poi dirigersi a tutta velocità verso il rivale, che riuscì a malapena a schivare il colpo e a contrattaccare, ma quando la sua spada si scontrò con quella di Gatsu, vide che quest'ultima era ricoperta di luce purissima.

” Come fai a usare l'aura sacra? Non sei una sacerdotessa.”.

Lo spadaccino ghignò.

” Vero, ma i nostri poteri traggono forza dalla stessa fonte, e io come loro trasformo la mia energia interna in luce, perfetta per ferire quelli come te. Al contrario, la bambina che gira con te mi sembra abbia una predisposizione per l'elemento opposto.”. Sesshomaru sussultò, com'era possibile che una bambina pura e dolce come Rin avesse il potere delle tenebre? Ma una parte di lui era interessato invece ai poteri del suo avversario, forse col suo aiuto avrebbe potuto prendere a Naraku ciò che gli serviva.

” Senti, se riesco a batterti tu dovrai venire con me e aiutarmi nella mia missione, sono stato chiaro?”, Gatsu ghignò di nuovo e prese la sua seconda katana.

” Missione? Devi salvare una principessa?”, l'aura di Sesshomaru aumentò e divenne visibile a occhio nudo.

” No, devo risvegliare una regina.”, riuscì a scagliare Gatsu dall'altra parte della radura dove combattevano , poi caricò il Soryuha. L'avversario incrinò un sopracciglio,rinfoderò le spade e poi si diresse a tutta velocità contro il drago di energia e prima che qualcuno potesse vedere cosa fosse successo lui era dietro Sesshomaru e stava rinfoderando le spade. Quando le lame rientrarono nel fodero con un click il Soryuha espolose, la coda di Sesshomaru si disintegrò, Tokijin si spezzò in due e dalla sua spalla partì un fiotto di sangue e crollò a terra.

Non riusciva a crederci, era stato sconfitto da un umano, neanche i più sacerdoti erano riusciti a ferirlo gravemente e ora veniva sconfitto da uno spadaccino, non avrebbe più avuto il coraggio di farsi vedere in faccia da sua madre, ma che avrebbe fatto invece suo padre? Probabilmente si sarebbe umiliato in modo insopportabile per chiunque altro, quindi fece una cosa che sconvolse Rin e Jaken ben più di qualsiasi altra cosa successa quel giorno.

” Vi prego, fatemi vostro allievo!”. Gatsu si voltò e vide che Sesshomaru si era inchinato rispettosamente e aveva la fronte attaccata sul terreno. Sorrise, si era appena congedato da quell'idiota di Nobunaga con la promessa di assistere al suo matrimonio e ora trovava un nuovo apprendista,per di più un demone maggiore in compagnia, Kenichi e gli altri sarebbero morti d'invidia.

” E va bene, ma ti avverto. Dovrai sudare come non hai mai fatto in vita tua.”.

                                                                                                          ***************

Moryomaru urlò per la collera, aveva progettato con precisione assoluta il suo piano, Mouju avrebbe dovuto prendere in pieno il Kongosoha e poi lui l'avrebbe assorbito, ottenendo contemporaneamente l'arma e lo scudo più potenti, ma no, un umano del cazzo doveva impicciarsi dei fatti altrui. Questo cambiava i suoi piani, doveva trovare a tutti i costi un potere offensivo che gli permettesse di sconfiggere istantaneamente Inuyasha e il suo nuovo amico, poi si sarebbe potuto occupare in tutta tranquillità di Naraku, ma dove cercare? Mentre rifletteva vide qualcuno di molto familiare entrare nella caverna dove stava riposando, ossia sua sorella maggiore Kanna.

“ Kanna, spero che tu abbia buoni motivi per venirmi a disturbare, perchè non sono in vena di chiacchiare.”, la bambina demone si trovò un tentacolo con una punta affilata a pochi centimetri dal collo, ma come al solito sembrava non mostrare nessuna paura o emozione.

” Moryomaru, sono venuta perchè sono stufa di lavorare per Naraku e ho deciso di aiutarti.”. Nel suo specchio apparve l'immagine di due demoni che combattevano, uno rosso che sputava fiamme e uno blu che lanciava fulmini, ma la cosa che stupì di più Moryomaru fu che quei due avevano la coda attaccata.

” Ginka e Kinka, eh? Ho sentito che quei due provocano disastri ovunque vadano senza neanche accorgersene, in effetti i loro poteri mi sarebbero molto utili. Grazie, sorellina, comunque sappi che se questa è solo un tuo imbroglio vedrò di fartela pagare”. Il mostro lasciò la caverna, mentre Kanna fece apparire nello specchio il volto di Naraku.

” Tutto come previsto.”, poi uscì a sua volta dalla caverna e guardò la luna chiedendosi se anche lei come Kagura avrebbe avuto un giorno la libertà.

                                                                                                         *****


Uff, e anche questa è fatta, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Inuyasha e molti altri hanno incontrato gente piuttosto strana e altrettanto forte e nei prossimi capitoli rimpiangeranno questa fatalità, anche se ne varrà la pena. Inoltre nome e cognome dei protagonisti derivano da diversi anime, chissà se qualcuno di voi riuscirà a scoprire quali. Forse i prossimi capitoli tarderanno un po', visto che devo pianificare alcuni dei prossimi eventi(tranquilli, non dovrete aspettare mesi visto che i punti centrali della storia ce li ho già in mente). Concludo ringraziando Hikari sengoku e il mio betareader Jacobstark(che non sta troppo bene,quindi gli auguro di riprendersi in fretta).                                                              

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Capitolo 5
*** Allenamento e tanto dolore ***


                                                                                                                                        Allenamento e tanto dolore

Inuyasha ringhiò, maledicendo il nuovo compagno di viaggio, che aveva costretto la squadra a fare un esercizio praticamente impossibile: sarebbero dovuti rimanere in equilibrio con una mano per un'ora su dei paletti, infossati in un fiume e per di più faceva pure un caldo infernale, gli unici esentati erano Shippo e Kirara, che invece stavano correndo da tutta la mattina trascinando dei massi.

“ Ehi, maledetto, ma a che serve questa tortura?”, l'artista marziale era a due paletti di distanza da Inuyasha e finora non aveva neanche sudato.

” Te l'ho già detto, dovete risvegliare e usare coscientemente l'energia spirituale e non abbiamo tempo per usare il metodo classico. Dovete attivare i Tanden e...Kagome, correggi la posizione!”. La ragazza del futuro cadde in acqua per l'ottava volta, facendosi una doccia fuori programma e venendo seguita poco dopo da Sango e Miroku, entrambi alla sesta caduta, mentre Inuyasha era scivolato tre volte(nonostante la sua forza mancava un po' di equilibrio). Loro erano i più determinati nell'allenamento, soprattutto Miroku, intenzionato a dover usare il meno possibile il suo vortice, ma nel frattempo a parte il loro improvvisato insegnante avevano tutti le mani a pezzi, mentre il povero Shippo si sarebbe venduto la trottola pur di sedersi.

Un paio di ore dopo Kagome stava preparando il fuoco dopo aver fasciato le mani a tutti, mentre Kenichi guardava gli altri sconsolato e si inchinò in segno di scusa.

” Perdonatemi, ragazzi, è che dalle mie parti già alla vostra età io e i miei compagni eravamo abituati ad allenamenti ben peggiori di questo e conoscevamo già certe cose che purtroppo do per scontate. Penso sia meglio ricominciare le spiegazioni da capo.”.

“ Sarebbe ora.”, ringhiò Inuyasha, che venne spedito a cuccia da Kagome. Kenichi ignorò la cosa e cominciò a spiegare.

” Vedete, dentro ogni essere senziente esistono tre zone dette Tanden, dove l'energia spirituale viene generata, raccolta e inviata a tutti i punti di pressione, o meridiani presenti nel corpo. I Tanden sono sono il Seika Tande, posto poco sotto l'ombelico, il Chudan Tanden, al centro del torace e infine il Judan Tanden, poco sopra gli occhi. Sono questi i punti su cui vi dovete concentrare se volete risvegliare e manipolare il Ki a un livello superiore di quello attuale.”. Miroku inarcò un sopracciglio.

” Hai già detto che in certo senso possiamo usarlo, che intendevi?”, il guerriero di Okinawa sospirò.

” Il fatto è che praticamente ogni essere umano che si metta a combattere contro esseri soprannaturali a lungo comincia a risvegliarlo a poco a poco, ma senza un vero addestramento o una predisposizione innata come i demoni o altre creature non può manipolarlo come si deve. Tu e Sango in particolare non avete mai sopportato colpi che avrebbero ucciso chiunque altro o cose del genere?”. Tutti i presenti annuirono, se avessero dovuto contare tutti i colpi che avrebbero già dovuto mandarli all'altro mondo avrebbero fatto notte.

“ Inoltre-proseguì Kenichi-ci sono due categorie di persone capaci di usare il Ki, che si differenziano in base ai loro metodi. I guerrieri, come me, si basano soprattutto sulla potenza, spingendo al massimo il fisico e anche se possiamo usare gli elementi dopo aver scagliato un attacco non possiamo più controllarlo, inoltre possiamo usare solo un numero limitato di elementi, giusto tre o quattro al massimo. Poi ci sono gli incantatori, come sacerdotesse e monaci, che invece posseggono un controllo molto superiore a scapito di una minore forza d'attacco, e loro possono usare tutti gli elementi che vogliono(anche se ovviamente ognuno ha i suoi preferiti)e influire sull'ambiente circostante come vogliono.”.

Qualche minuto dopo stavano mangiando e a Kagome venne un piccolo dubbio.

” Kenichi, scusa, io ho già sentito parlare di Ki e meridiani nel...cioè, da dove vengo, ma comunque gli unici utilizzatori che ho incontrato da queste parti sono stati monaci, sacerdotesse e ovviamente i demoni, ma nessuno di loro aveva le tue conoscenze. Perchè all'isola di Okinawa sapete così tanto sull'argomento?”, l'artista marziale fece un sorriso triste e posò il cibo a terra.

"Perchè i miei antenati erano dei vigliacchi, Kagome. Ora vi racconterò una storia che probabilmente vi farà infuriare e non vi biasimerò se non vorrete più vedermi...”.

                                                                                                            ***********

Rin mise la mano aperta contro una roccia e si concentrò con tutte le sue forze, la sua aura uscì e prese la forma di una sfera di pura tenebra, che impattò contro l'obbiettivo causando un piccolo polverone. Quando il fumo si diradò però il masso presentava solo una grossa crepa e Rin sospirò, nonostante avesse seguito le spiegazioni di Gatsu sui Tanden e sui meridiani non riusciva ancora a rendere il suo potere realmente utile, non le sarebbe servito a niente in combattimento, ma doveva continuare a provare. Mentre la bambina continuava a sfogarsi sul suo bersaglio Gatsu insegnava al suo nuovo discepolo come utilizzare i meridiani in uno scontro diretto.

” I meridiani più importanti sono quelli presenti nelle articolazioni e nei punti di giuntura tra le ossa, se riesci a mettervi la giusta quantità di yoki quando ti occorre potrai muoverti a velocità impercettibili e se dal tuo corpo la passerai alle armi ci sarà ben poco che non potranno tagliare. Incominciamo.”. Per l'occasione erano a petto nudo, Gatsu impugnava un bokken, mentre Sesshomaru usava Tenseiga e cominciarono a combattere, Sesshomaru lanciava fendenti sempre più veloci, cercando di far scorrere l'energia nelle articolazioni come gli era stato detto, ma era più difficile di quanto si aspettasse, soprattutto se nel frattempo doveva schivare e contrattaccare ai colpi dello spadaccino, che non si risparmiava e riusciva addirittura a permettersi di parlare.

” Tanto per curiosità, a che regina ti riferivi l'altro giorno?”.

Sesshomaru ringhiò, anche se aveva accettato un umano come maestro non gli avrebbe mai confidato i suoi segreti.

” Mi dispiace, ma sono faccende riservate.”, Gatsu sogghignò e ricoprì il bokken di luce, per poi procurare un piccolo taglio bruciato sul volto dell'altro.

” Non per me. Ma se vuoi mantenere la tua riservatezza, ti permetto di non dirmelo se mi sconfiggi”, il demone cane per tutta risposta incrociò Tenseiga con il bokken e ricominciò a duellare, cercando di superare la guardia quasi perfetta di Gatsu, e fu molto vicino a riuscirci con una lunga serie di fendenti, ma si rivelò una finta del maestro, che scagliò la spada guaritrice a terra e puntò il suo bastone da allenamento contro la gola dell'allievo.

” Bene, mi devi una storia.”. Sesshomaru crollò a terra e imprecò, si era fatto fregare come un bambino...di nuovo!

“ E va bene, vedi , tempo fa una donna provò a aiutarmi a vendicarmi di un demone che mi aveva ingannato. Però venne uccisa dallo stesso demone e anche con Tenseiga- indicò la spada ancora a terra- riuscì solo a darle qualche altra ora di vita. Però avevo sentito parlare di un eremita che vive da queste parti e che è capace di mantenere in vita i moribondi e a volte a guarirli. Portai quella donna da lui e riuscì a metterla in animazione, ma non a guarirla completamente. Stando a quanto mi ha detto per guarirla servirà il cuore di qualcuno della sua famiglia e ho deciso di darle il cuore del suo stesso assassino, glielo caverò dal petto mentre ancora batte!”. Mentre diceva queste parole posò gli artigli a terra e il suo veleno trasformo l'erba in poltiglia, mentre Gatsu si mise una mano dietro la testa.

” Faide familiari, eh? A volte capitano anche dalle nostre parti e sono un'autentica rottura, soprattutto se ti portano via la fidanzata.”.

Appena finì di parlare si trovò Tenseiga alla gola, mentre il demone cane era livido di rabbia.

” Stà zitto e non osarne farne parole con nessuno. Difenditi.”, lo spadaccino sospirò.

” Vuoi che non sveli a nessuno la parte migliore di te? Bene, io invece ti parlerò della parte peggiore del mio popolo. Ti sei chiesto perchè io so così tante cose sull'energia spirituale?”. Le due spade si scontrarono a mezz'aria, facendo tremare l'aria e maestro e allievo iniziarono una danza lunghissima, puntando ognuno ai punti vitali dell'altro. Gatsu schivò un fendente e cercò di colpire Sesshomaru alla gola:” Secoli fa anche qui in Giappone c'erano molti più guerrieri e incantatori, ma scoppiò una guerra tremenda tra noi e voi.”, Sesshomaru riuscì a stento a parare il colpo e cercò di colpire il cuore:” Fu una carneficina da entrambe le parti e peggiorò ancora quando qualcuno di voi inventò delle diavolerie per limitare il potere dei mezzodemoni dalla nostra parte. Poco prima dell'ultima battaglia alcuni dei combattenti umani più forti decisero che non valeva la pena morire per una causa già persa e disertarono, scappando sull'isola di Okinawa, dove comunque ancora oggi noi sopportiamo l'assedio di demoni potentissimi, che seguirono lo stesso esempio di quei traditori.”. Con un fendente dal basso Tenseiga saltò nuovamente in aria e Sesshomaru ancora una volta si ritrovò disarmato, mentre Gatsu continuava a parlare:” Poi qualche mese fa gli anziani hanno sentito che in questo posto c'è qualcosa di malefico e hanno deciso di riallacciare i contatti, mandando me e altri tre a riportare le conoscenze sul Ki, più qualche trucchetto sui meridiani che abbiamo imparato dai cinesi. Preferisci ancora che non sveli il tuo lato più tenero?”. Sesshomaru sbuffò.

” E va bene, fai come ti pare. Ma ora prendiamo Rin e andiamo a cercare qualcosa da mangiare. Lei starà morendo di fame ”.

                                                                                                                 *************

Kikyo e Kohaku erano arrivati in un tempio abbandonato che presentava ancora una certa aura. La sacerdotessa versò del sale in circolo e poi prese il pastone che aveva preparato con tutti gli ingredienti, vi inzuppò le mani e poi ne mise un po' sul collo di Kohaku, dove si trovava il frammento di sfera. Il ragazzo si sdraiò a terra e la sacerdotessa gli mise un pezzo di cuoio in bocca.

” Kohaku, farà molto male, ma per favore, cerca di resistere.”, pose le mani sullo sterminatore e cominciò a cantilenare e l'aria si riempì di elettricità sotto forma di scariche elettriche bianche. Kohaku cominciò a sussultare , la fronte di Kikyo s'imperlò di sudore e il sale santificato prese fuoco. Gli spasmi di Kohaku aumentarono e cercò di andarsene, ma la forza di Kikyo lo teneva inchiodato sul posto e non poteva far altro che cercare di urlare o mordere il panno che aveva in bocca. Le scariche aumentarono di numero e forza, mentre anche le mani della sacerdotessa cominciarono a tremare, mentre lei cercava di trattenere il dolore stringendo i denti. Ma il dolore del compagno era ancora peggiore, neanche quando era morto aveva provato una simile agonia e i suoi muscoli urlavano al posto del loro proprietario e dopo quelle che per i due sembrarono ore uno scoppio d'energia distrusse il tempio e Kikyo e Kohaku vennero scaraventati fuori.

Quando la sacerdotessa si riprese sentì un mal di testa atroce e guardandosi le mani vide che erano diventate ustionate, proprio come la schiena del suo compagno a pochi passi di distanza svenuto, ma almeno era vivo e soprattutto non aveva più quella dannata scheggia in corpo. Si avvicinò al ragazzo a fatica e prese la scheggia tra le mani, mentre respirava a fatica, probabilmente il rituale che aveva appena praticato aveva ridotto ulteriormente il tempo a sua disposizione.

Prese il frammento di sfera con una mano e con l'altra si massaggiò la fronte, cercando di calmare il dolore.

” Vuoi degli analgesici?”, disse una voce tra le ombre e Kikyo puntò un dito sulla direzione della voce e cominciò a caricare energia.

” Primo, non li hanno ancora inventati. Secondo, non li accetterei mai da te.”. Naraku uscì dal suo nascondiglio tra gli alberi e sogghignò.

” Sai, con le mani annerite e la fronte sudata sei molto più carina, meno sogno irragiungibile e più donna reale.”, la sacerdotessa per tutta risposta sparò un fulmine, che però l'avversario schivò semplicemente spostando la testa.

” Miravi meglio una volta.”, in tutta risposta ricevette un sorrisetto dall'altra.

” So ancora mirare.”. Naraku si voltò d'istinto e vide che a mezz'aria il fulmine si era trasformato in una serie di sfere di luce e ora stava tornando indietro. Non fece in tempo a schivare e finì per incassare in pieno il colpo, che frantumò parte della corazza, quindi alzò il viso infuriato.

” Hai imparato qualche trucchetto, vedo. Sembra che anch'io dovrò mostrare il mio asso nella manica.”. Alzò una mano e lì si materializzò una spada che Kikyo non aveva mai visto e che sembrava emanare sia l'aura di Naraku che quella di Inuyasha.

” Ti piace? L'ho chiamata Hakai no kiba(1) .”, si fiondò sull'avversaria col chiaro intento di tagliarla in due, ma lei riuscì a buttarsi a terra e in attimo prese una freccia e la caricò di fiamme sacre. Naraku tentò di tagliarla in due, ma ottenne solo una deflagrazione che lo ricoprì di ustioni, quando ne uscì fissò la donna con uno sguardo livido di rabbia:” Niente male...bambola.”.

Kikyo rispose con uno sguardo altrettanto furioso e intorno a lei apparvero tantissime sfere di luce.

” NON CHIAMARMI MAI PiU' BAMBOLA(2)!”, scagliò il suo attacco contro il mezzodemone, ma questa volta la traiettoria degli attacchi era piuttosto prevedibile e riuscì a farsi scudo con la lama, ma arrivato di fronte all'avversaria si limitò a scaraventarla contro un albero con un pugno. Quando lei si riebbe si accorse che Naraku era scomparso e che lei non aveva più il frammento di sfera.

” Merda!”, l'unico motivo per cui lei e Kohaku erano ancora vivi era perchè Naraku li considerava ancora utili. Gliel'avrebbe fatta pagare cara, nessuno(e con nessuno intendo nessuno) poteva chiamarla bambola e sopravvivere.

                                                                                                                                             *****

(1)zanna della distruzione,per chi se lo chiedesse.

(2)qualsiasi riferimento a Space jam è ASSOLUTAMENTE CASUALE, chiaro?

                                                                                                                                           *****

E anche questa è fatta, spero che questo escursus semi comico- semi drammatico vi sia piaciuto e che i combattimenti vi abbiano intrattenuto, nel prossimo si tornerà in parte alla trama originale.                  

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Capitolo 6
*** Fuoco e Tuono ***


                                                                                                                                                                             Fuoco e Tuono

Sango colpì Kagome con un pugno, ma lei riuscì a pararlo e a proiettare l'avversaria in aria, ma la sterminatrice riuscì a riprendere l'equilibrio e ad atterrare in piedi, poi venne avvolta da un'aura color violetto e ricominciò il suo combattimento con l'amica, alternando calci, pugni e prese mentre Kenichi osservava soddisfatto. Dopo quasi due settimane allenamento tutti erano finalmente riusciti ad aprire i Tanden e condurre il Ki attraverso i meridiani per potenziare il corpo e di sicuro a breve avrebbero potuto anche risvegliare qualche elemento, anche se a Kagome e Miroku avrebbe dovuto pensarci Kanata. Osservò Miroku che provava a sbilanciare Inuyasha con un calcio senza successo e cercava di incassare un successivo montante, purtroppo anche se controllava la propria energia meglio dell'amico, quest'ultimo era pur sempre un mezzodemone e già di base la sua forza restava comunque superiore a quella umana, figurarsi se concentrava il suo yoki nei pugni, avrebbe dovuto insegnargli a controllarsi. Sbattè un piede a terra, spaccando il terreno e annunciò la fine dell'allenamento.

” A dormire, domani sarà una lunga giornata e avrò tempo per spiegare il resto.”.

Il giorno dopo erano in cammino, anche se Kagome stava quasi dormendo in piedi, le uniche cose che la tenevano sveglia erano l'adrenalina che ancora le scorreva in corpo per i frequenti allenamenti e soprattutto l'ansia per gli esami, aveva saputo di essere stata ammessa, ma dubitava che il presidente della commissione avrebbe fatto domande su demoni o energia spirituale. Mentre pensava questo andò a sbattere contro Kenichi, che si era fermato per qualche motivo noto a lui soltanto.

” Ma che diavolo fai?”. Il guerriero si voltò e la ragazza notò che i suoi occhi brillavano in modo strano.

” Scusa, Kagome, stavo per iniziare quella che sarà la più importante di tutte le mie lezioni...e probabilmente anche la più spaventosa. Prova a contentrare il Ki negli occhi.”. Kagome fece quanto le venne detto e sentì una sorta di pizzicorio agli occhi e subito dopo capì cosa intendeva Kenichi con spaventoso. Era come guardare con degli occhiali a infrarossi, tutto divenne nero, a parte i suoi amici, ognuno dei quali risplendeva di un colore differente(Kenichi argento, Miroku bianco con una parte nera nella mano, Sango violetto con tracce di giallo, Kenichi argento, Shippo marroncino, Kirara e Inuyasha rosso), e soprattutto vedeva dei..portali, non seppe come altro definirli. Alcuni assomigliavano a dei vortici, altri a delle lacerazioni, ma in ogni caso sapeva che dietro c'era qualcosa. Un istinto dentro di lei le diceva che dietro quelle cose si nascondevano baratri talmente profondi e pericolosi che persino Naraku non ci avrebbe mai messo piede ed erano abitate da creature talmente terribili che anche Inu no Taisho sarebbe sembrato un cucciolo in confronto.

Kenichi fece cenno di smettere e incrociò le braccie.

” Quella che avete appena usato viene chiamata vista potenziata, o seconda vista. Essa permette a chiunque la usi, umano o non, di vedere a occhio nudo l'aura di oggetti e persone, eventuali punti deboli dell'avversario e come alcuni lo chiamano il mondo degli spiriti, anche se trovo questo nome decisamente erroneo. Quelli che avete visto sono i portali per innumerevoli piani di realtà, alcuni dei quali esistono da sempre e dureranno altrettanto e altri vengono creati temporaneamente da alcune creature per alcuni scopi e che vengono usati da quelli come noi per evitare di farci notare troppo dalle persone normali.”. Kagome alzò timidamente una mano, ancora scossa da quello che aveva visto.

” Sono...dimensioni parallele?”. Kenichi scosse la testa.

” Non so come tu conosca quel termine, ma no. Le dimensioni parallele, come dice il nome, sono versioni alternative di questo mondo che si ignorano a vicenda. I piani di realtà sono bè, sono come i piani di un edificio, ogni volta che sali o scendi trovi stanze diverse...e sono praticamente infinite. Innumerevoli sciocchi si sono persi tra quei varchi vagabondando senza criterio e che sia ben chiaro, se scoprirò che li usate allo stesso modo non vi riconoscerò più come miei allievi.”. La ragazzi comprese subito e annuì, c'erano tantissime storie di gente che spariva nel nulla senza lasciare traccia, forse alcuni di loro avevano trovato un modo per entrare in quei portali ed erano stati risucchiati chissà dove.

Ma nonostante l'avvertimento Sango non potè fare a meno di riprovare il trucco, per quanto spaventoso quello che aveva visto l'aveva affascinata come poco altro e lì vide qualcosa di strano. A qualche chilometro di distanza nel cielo si trovava un'aura rossa e blu da cui si originavano esplosioni continue, e per più lì sotto c'era un villaggio.

” Kenichi, c'è..”.

” Ho visto, sbrighiamoci.”. Il gruppo partì a tutta velocità e un'ora dopo erano già al villaggio, ma era troppo tardi, ormai era raso al suolo e non c'era anima viva in giro. Miroku gettò il bastone a terra dalla rabbia.

” Pechè non arriviamo mai in tempo?!”, ma una voce lo smentì.

” Ehi, c'è qualcuno lì?”. A parlare era stato un vecchio con un sacco sulla schiena, che guardò incuriosito il gruppo e Sango gli chiese ciò che volevano sapere tutti.

” Scusate, ma cos'è successo qui, un attacco di demoni?”, l'interpellato sospirò.

” Sì, due dei peggiori che calchino questa terra, Kinka e Ginka. Quei due sono attaccati fin dalla nascita e passano tutto il tempo cercando di staccare la testa dell'altro, non sono veramente cattivi, ma i loro scontri finiscono per distruggere qualsiasi cosa incroci il loro cammino. È un miracolo che abbiamo avuto solo feriti, ora pensiamo di chiedere protezione al daimyo Oda Nobuhime, si dice che da quando suo figlio abbia incontrato uno strano maestro di spada i demoni stiano lontani dai suoi domini.”. Quando l'uomo finì di parlare, Kenichi ebbe un sussulto e si portò una mano al mento.

Kagome e Miroku passarono il pomeriggio a curare i feriti, per quanto possibile e una volta finito salutarono i neo profughi, poi videro Inuyasha e l'ultimo membro della squadra che discutevano animatamente.

” Ti dico che è una pessima idea, anche con tutto l'addestramento che ci hai dato non è detto che possiamo occuparci di quei due. E poi perchè di interessa tanto quell'Oda?” sbottò il mezzodemone visibilmente irritato, mentre Kenichi aveva un sorriso quasi giocherellone.

” Puoi fidarti di me, Inuyasha, le conoscenze che vi ho dato unite alle abilità che già possedete vi permetteranno di occuparvi di quei due senza problemi, sarà un ottimo esame. E poi non è Oda che mi interessa, ma il maestro di spada di cui parlava quell'uomo. Penso sia uno dei miei compagni e io voglio sapere cosa sta facendo. Se non sei d'accordo possiamo sempre decidere alla vecchia maniera.”. Scrocchiò il collo e Inuyasha fece lo stesso, era giorni che sentiva il bisogno di sfogarsi per aver perso il ruolo di leader de facto(1) del gruppo. Cinque minuti dopo era a terra con un bernoccolo formato gigante in fronte e Kenichi si complimentò con sé stesso per come l'aveva addestrato, fino a una settimana fa sarebbe caduto dopo un minuto solo.

                                                                                                          **************

Moryomaru si avvicinò lentamente ai due esseri, provando un leggero senso di disgusto, addormentati sembravano un'infinità di serpenti attorcigliati su sé stessi, ma se avessero potuto dargli il potere necessario a trasformare Naraku e Inuyasha in cenere li avrebbe mangiati volentieri. Si preparò a dare il primo morso, quando sentì un leggero rumore e si voltò.

” Merda, se n'è accorto”, urlò Kagome, mentre incoccava una freccia e Inuyasha scagliava il suo Kaze no kizu.

” Avrei dovuto aspettarmi di trovarti qui, maledetto! Il tuo fetore si sentiva a miglia di distanza.”. L'involucro del Neonato riuscì a scansare gli attacchi appena in tempo e si accorse che le sue prede stavano iniziando a svegliarsi, doveva fare in fretta, ma proprio mentre stava per agguantarli venne colpito sul collo dall'Hiraikotsu, raggiunto subito dopo dalla sua proprietaria.

“ Scappate, SUBITO!”, urlò Sango ai due fratelli siamesi mentre cercava di decapitare di netto Moryomaru e arrivare al Bambino, ma venne sbalzata via e quel pastrocchio di mostri ne approfittò per volare via, ma sentì un dolore al braccio e si accorse che aveva dei fuda sul braccio.

” Come ha fatto quel monaco a centrarmi da così lontano?”, anzi, non solo Miroku, ma tutti i suoi avversari sembravano molto più veloci e forti del solito, se non fosse riuscito a scappare con Ginka e Kinka sarebbe sicuramente finito.

Nel frattempo i due demoni erano già usciti dalla caverna in volo e avevano ricominciato il loro scontro nel tentativo di decapitarsi a vicenda, ognuno di loro voleva liberarsi e vivere la sua vita per conto proprio, ma nessuno si era mai dimostrato superiore all'altro in niente.

” MUORI, GINKA!”, urlò il demone infuocato mentre sparava una raffica di fiamme.

” MAI!”, rispose il fratello tonante parando.

“MORIRETE TUTTI E DUE!” urlò Moryomaru, che aveva sfoderato i suoi tentacoli e i due per una volta decisero di collaborere, scagliandosi su quell'essere schifoso. Moryomaru era svantaggiato nella lotta, i suoi avversari erano armati e per di più i loro attacchi gli avevano già tagliato le braccia, avrebbe dovuto contare solo sui tentacoli, ma per sua fortuna proprio mentre lo davano per sconfitto Kinka e Ginka ripresero a combattere e lui ne approfittò. Creò quanti più tentacoli possibili e li strinse attorno ai due fratelli, poi atterrò e cominciò ad assorbire il loro potere demoniaco, ma se da una parte era bellissimo sentire tutto quel potere che scorreva in lui, dall'altra era un'autentica tortura, da una parte veniva bruciato e dall'altra folgorato, praticamente era un braccio di ferro a tre.

Mentre era impegnato nell'assorbire quei due non si accorse Sango e Miroku erano già dietro di lui e avevano lanciato l'Hiraikotsu ricoperto di fuda, che tagliò i tentacoli che imprigionavano Ginka e subito dopo Inuyasha si lanciò all'attacco con Tessaiga scaglie di drago, di cui poteva sopportare il contraccolpo grazie al Ki. Si scagliò contro il nemico pregustando il momento in cui l'avrebbe decapitato, ma qualcosa lo bloccò, Ginka aveva deciso di approfittarne per fare ciò che desiderava da anni e si fiondò sul fratello, sperando di potersene dividere almeno in punto di morte. Ma Moryomaru aveva assorbito ormai quasi tutto il potere di Kinka e creò una lama di fiamma dalla mano destra e con essa recise la parte che separava i demoni gemelli e il suo volto venne imbrattato di sangue, poi riafferrò Ginka per assorbirlo. Inuyasha intanto mise Kinka a terra e volse al nemico uno sguardo pieno d'ira.

” Maledetto, pagherai per ciò che hai fatto!”, il mostro sghignazzò.

” E per cosa, per aver posto fine alle loro sofferenze e aver liberato gli umani da queste catastrofi ambulanti? Non fare l'ipocrita, Inuyasha, la tua Tessaiga fa le stesse cose che faccio io e sono loro che hanno deciso di combattersi fino all'ultimo respiro.”. Il mezzodemone ringhiò e rinsaldò la presa su Tessaiga, mentre dietro di lui Kagome controllava le condizioni di Kinka, che si rialzò a fatica.

” E' vero, è così che siamo nati e così abbiamo deciso di vivere. Se fossi stato io a liberarmi non avrei esitato a decapitare mio fratello e lui non avrebbe portato rancore, quindi neanch'io lo odio. Però...”, attingendo al poco potere che gli rimaneva avvampò in nuove fiamme e si alzò in volo, dirigendosi verso quell'essere orribile:” NON SIAMO NATI PER ESSERE ASSORBITI DA UN MOSTRO DISGUSTOSO COME TE!”.

Moryomaru tentò di afferrarlo e trascinarlo nel suo corpo, ma ora che Kinka era solo era diventato terribilmente sfuggente e tra le mani gli rimasero solo fiammelle, che si posarono su di lui aumentando enormemente di volume e per di più venne ricoperto anche da scariche elettriche.

” La nostra vita o la tua...quale finirà prima?”, disse il demone di fuoco. Proprio come prima i poteri dei due gemelli erano entrati in sincronia per distruggerlo e Inuyasha se ne approfittò per colpirlo nuovamente, ma l'emanazione di Naraku riuscì per un attimo a ignorare il dolore e infilzò Kinka con un tentacolo appuntito scagliandolo di nuovo contro Inuyasha, dopodichè finalmente assorbì completamente Ginka. Quando Inuyasha e Kinka toccarono terra il secondo si rivolse al mezzodemone.

” Tu..ti chiami Inuyasha, giusto? Ascolta, anche se io e Ginka siamo morti così non voglio che resti invendicato e io non voglio diventare parte di quel mostro. Ti cedo il mio potere, usalo. Fallo fuori...per noi.”. Si trasformò in un globo fiammeggiante ed entrò in Tessaiga, che si ricoprì di fiamme ardenti. Inuyasha osservò la sua arma pensando a ciò che avevano detto i suoi compagni mentre si dirigevano dai demoni gemelli, li avevano paragonati a lui e Sesshomaru( anche se secondo lui era sempre il fratellastro a incominciare) e rivide dentro di sé tutti gli scontri che avevano avuto. Decise che se fosse uscito vivo da quella storia avrebbe parlato con lui per riappacificarsi, non voleva che morissero odiandosi.

Si scagliò contro Moryomaru, che rispose con una serie di fulmini, prontamente schivati e Inuyasha in un istante gli tagliò un braccio e diversi tentacoli, che divennero cenere. Il Bambino imprecò, non solo aveva ricevuto dei gravi danni, ma aveva anche avvertito che ogni volta che il suo avversario riusciva a colpire il suo involucro assorbiva un po' del potere di Kinka, doveva fermarlo. Rigenerò i tentacoli e li caricò di elettricità cercando di colpire l'avversario a ripetizione, ma era semplicemente troppo veloce e in breve si ritrovò senza arti e privato del potere di Kinka. In breve Inuyasha torreggiava sul tronco di Moryomaru mostrando uno sguardo senza pietà, distruggendo lui e il Bambino avrebbe ucciso anche Naraku, quindi sollevò Tessaiga avvolta di fiamme enormi e fece per calarla.

” Addio, Moryomaru. Oggi finisce tutto.”. Ma proprio quando la lama era a un centimetro dalla carne del mostro il mezzodemone venne trafitto a una spalla da un raggio e cadde a terra, venendo preso subito da Miroku, che guardò con rabbia l'autore del misfatto. Naraku stava scendendo dal cielo accompagnato da una nuvola di saimyosho e in mano aveva una spada che nessuno aveva mai visto. Senza curarsi dei suoi nemici si posò sul torso di Moryomaru e puntò la spada sul suo cuore.

” Mi hai deluso molto, mio caro, ormai non mi sei di nessuna utilità, se non per una cosa.”, intanto il Bambino stava tremando dalla paura e aveva ragione a farlo.

Senza neanche il tempo di recitare le ultime preghiere venne afferrato dal suo creatore e trasformato in una sfera oscura che venne inghiottita senza pietà, poi Naraku infilzò ciò che restava di Moryomaru e il potere di Ginka fluì nella sua arma. Miroku ringhiò.

” Maledetto! Come al solito usi gli altri come marionette, questa sarà l'ultima volta che tocchi i miei compagni!”, fece per aprire il vortice, ma Inuyasha lo fermò.

” Tieni chiuso quella cosa, Miroku, sarò io a occuparmi di lui.”. Il monaco fece per protestare, ma notò che il foro causato da Naraku si era già richiuso, com'era possibile? Sapeva che Inuyasha guariva molto in fretta, ma quella ferita avrebbe richiesto almeno tre giorni per richiudersi e invece era già guarita, ma comunque chiunque avrebbe notato che il mezzodemone era ancora stordito e Naraku ne approfittò, alzò la spada, che si ricoprì di veleno viola e fendette l'aria, rilasciando un fendente rosso che volò verso Inuyasha e Miroku.

” FUSHOKU- SEI NO ICHIGEKI(1)!”. L'attacco si diresse impietoso verso il mezzodemone, che attivò le scaglie di drago per assorbirlo, ma a metà strada una figura si frappose tra lui e l'attacco, spedendolo verso il cielo. Era Kenichi e fissò Naraku con sguardo di sfida.

” Così tu sei il famoso Naraku. Mi hanno parlato molto di te nelle ultime settimane, sembra che tu abbia fatto il bambino cattivo con i miei discepoli.”, Naraku sogghignò.

” Tu invece devi essere Kenichi Saotome, ho visto come hai sconfitto Mouju e sei l'essere umano più incredibile che abbia mai visto. Se fossi entrato in campo ora Moryomaru sarebbe stato spacciato fin da subito.”.

L'artista marziale mise una mano dietro la testa e ridacchiò.

” Io incredibile? Dovresti vedere mio padre, una volta ha sconfitto in duello un generale infernale. Poi ...beh, questo era l'esame dei ragazzi per vedere quanto hanno imparato, quindi non mi era concesso interferire, ma ora....”, assunse uno sguardo gelido mentre il terreno ai suoi piedi si incrinava. Naraku sentì il sangue raffreddarsi, quel ragazzo emanava la stessa sensazione che aveva sentito giorni prima da Kisame, che diavolo significava? Comunque Kenichi venne scostato da Inuyasha.

” Scusami, amico, ma voglio essere io a occuparmi di questo bastardo, tu aiuta gli altri contro i saimyosho.”, in qualche modo il mezzodemone aveva lo stesso sguardo gelido del maestro e la stessa aura omicida, anche se inferiore, comunque Kenichi decise di assecondarlo.

” Va bene, ma prima lascia che ti dia due consigli. Primo, ora come ora il tuo lato demoniaco dovrebbe essere molto più facile da controllare, quindi approfittane. Secondo, anche se Tessaiga scaglie di drago può assorbire il potere demoniaco ricorda che è sempre una spada, quindi è fatta per tagliare. Terzo, attento alla spada di Naraku e ai suoi trucchetti.”. Inuyasha stava per dirgli di riimparare a contare, ma ormai il guerriero si era già diretto verso gli insetti velenosi con Miroku e lui si ritrovò davanti al nemico, con l'arma in pugno. Naraku fece la prima mossa, scagliandosi contro l'altro, ma quest'ultimo ne approfittò e riuscì a placcarlo, lanciandosi con lui in un varco che aveva scoperto con la seconda vista. Quando riaprì gli occhi tutto era diventato blu e leggermente distorto e Naraku si stava massaggiando la nuca.

” Che diavolo hai fatto? Quell'umano ti ha insegnato qualche trucco, eh?”. Inuyasha sogghignò e tirò fuori nuovamente la Tessaiga di fuoco.

” Un paio e te li mostrerò con piacere.”, Naraku ricoprì la sua spada di elettricità e si lanciò contro Inuyasha creando un vortice di scintille.

                                                                                                                                 *****

(1) fendente corrosivo.

                                                                                                                                 *****

Carissimi, spero che il capitolo vi abbia emozionato e che lo scontro sia stato abbastanza dettagliato, nel prossimo capitolo ci sarà una battaglia all'ultimo sangue tra i nostri due mezzodemoni preferiti e finalmente si scoprirà che cos'è lo scherzetto a cui si riferiva Kisame(se qualcuno dei lettori ha giocato a Legacy of Kain potrà immaginarlo, forse) e ci sarà anche una bella reunion. Vi invito a recensire numerosi e ringrazio chi lo ha già fatto e ha messo questa storia tra le seguite, oltre a Neon genesis kurama, che mi ha messo tra gli autori preferiti e Jacobstark, che ha fatto da betareader.

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Capitolo 7
*** Mezzodemone contro Mezzodemone ***


                                                                                          Mezzodemone contro Mezzodemone

Kenichi si gettò nella mischia, menando calci che a ogni colpo generavano una raffica di vento che spazzava via o distruggeva una buona fetta degli insetti velenosi. A poca distanza Kagome lanciava le sue frecce, che avevano ottenuto un effetto esplosivo, Sango lanciava in continuazione l'Hiraikotsu e usando la spada in attesa che ritornasse, mentre Miroku lanciava fuda con scarso successo o distruggeva le poche creature alla sua portata col bastone o anche a mani nude, mentre shippo correva di qua e di là cercando di schivare i saimyosho. Sì attaccò alla schiena di Kenichi sperando di essere al sicuro.

” Kenichi, dove diavolo è finito Inuyasha?”, l'artista marziale colpì un gruppetto di nemici con una scarica di scheggie di metallo e poi saltà in aria ruotando come un tornado per distruggerne altri.

” Quel baka si è fiondato con Naraku in un altro piano di realtà DOPO che io vi ho detto di usarli con criterio. Quando torna lo faccio femmina.”, urlò a uno Shippo intontito quasi totalmente dalla rotazione, mentre Miroku stritolava un insetto nella mano.

” Te lo scordi, quell'onore spetta a me.”, Sango riafferrò il boomerang e lo usò per distruggere un nemico che si era avvicinato troppo.

” No, no, lo farò io.”, e Kagome lanciò un paio di frecce per distruggere gli ultimi insetti rimasti.

” Ve lo scordate, sarò io a castrare quel cagnaccio.”.

Mentre i suoi compagni litigavano su chi avesse il diritto di castrarlo Inuyasha stava duellando a spada tratta con Naraku(che aveva disattivato la sua barriera per evitare che Inuyasha fosse tentato di usare il Kongosoha) nell'angolo di spazio in cui era riuscito a trascinarlo e si era trovato di fronte un avversario più ostico che mai. L'altro mezzodemone infatti maneggiava la spada con una tecnica molto superiore alla sua, riuscendo a parare i suoi colpi e a schivarli in ogni momento e le scariche elettriche emesse dall'arma non la rendevano meno pericolosa, ma nonostante ciò anche Naraku era in difficoltà, non avendo previsto che l'avversario fosse diventato così forte e veloce e schivava tutti gli attacchi, fin'ora nessuno dei due era riuscito a ferire l'altro. Inuyasha sogghignò, per la prima volta da tanto si stava veramente divertendo in combattimento.

” Ehi, Naraku, dove hai imparato tutti questi trucchetti con la spada? Per quello che ne so non è roba che viene usata da dei banditi.”, provò a colpire il nemico al cuore, ma venne bloccato.

” Ho avuto il migliore insegnante che potessi desiderare, solo che io...”, ricoprì Hakai no Kiba di veleno.

” ERO UN PESSIMO ALLIEVO!”, scagliò nuovamente il suo attacco, ma Inuyasha lo evitò e si portò alle spalle dell'avversario, provando a tagliarlo in due, ma anche questa volta il suo colpo venne bloccato e per di più attraverso Tessaiga si propagò una fortissima scarica elettrica che gli fece perdere la presa sulla sua arma e lo scaraventò lontano. Prima che potesse rialzarsi Naraku lo afferrò per la testa e cominciò a prenderlo a pugni mentre era ancora intontito dal fulmine.

” Come al solito non riesci a fermarmi in nessun modo, cosa si prova?”, lo colpì alla bocca:” Cosa si prova a essere sempre e comunque in balia del fato senza poter fare niente per cambiarlo?”, lo colpì con un calcio allo stomaco:” Cosa si prova a dover lasciare per sempre la donna che ami non una, ma due volte?”, Inuyasha ricevette un gancio sul mento:” Cosa si prova a essere spogliati della tua stessa arma?”, gli mise la mano sul collo, con l'intento di spezzarlo:” Cosa si prova a essere SOLO UN INUTILE MEZZODEMONE?”.

L'aura di Inuyasha divenne visibile a occhio nudo e ribollì, mentre sul suo volto comparvero due segni viola e afferò il braccio di Naraku, torcendolo e liberando il collo.

” Proprio tu mi fai questa domanda...TU SEI PiU' INUTILE DI ME!”. I suoi artigli cambiarono, fino a trasformarsi in falangi ossee lunghe sei centimetri, con cui si fiondò col nemico, che ancora cercava di sistemare il braccio e si ritrovò un orecchio mozzato e una mano di Inuyasha nello stomaco:” Ora ti stai pentendo di aver riassorbito il Bambino, vero? Avresti fatto meglio a rinchiuderlo da qualche parte.”. Sollevò Naraku e lo lanciò, dopodichè caricò il Ki nelle mani e scagliò diverse lame d'energia rossa:” HIJIN- KESSOU!”, che l'ex-brigante riuscì a evitare alzandosi in volo, per poi rispondere all'attacco con una serie di raggi velenosi, che scontrandosi con l'attacco dell'avversario crearono una serie di esplosioni a mezz'aria, fino a quando l'intero campo di battaglia fu invaso dal fumo.

Inuyasha mise all'erta tutti i suoi sensi e quando avvertì qualcosa dietro di sé colpì il suo bersaglio con un pugno devastante, scaraventando Naraku lontanto e quando si rialzò non era per niente contento.

” Sono quasi trent'anni che non ricorro a questo schifo, ma non mi lasci altra scelta.”. Divenne più alto, la sua armatura si ispessì, dalla sua schiena spuntarono due ali di pipistrello e la testa venne ricoperta da un elmo da samurai blu con visiera che lasciava scoperti solo gli occhi, più rossi che mai. Ruggì e si scagliò contro Inuyasha, tempestandolo di pugni, per poi afferrargli i polsi e cercare di spezzarli, e l'altro mezzodemone rispose con una violentissima testata.

” Così anche tu hai qualche problema con il tuo lato demoniaco, non mi stupisce che tu non l'abbia mai fatto vedere prima.”.

Per tutta risposta Naraku ruggì un'altra volta e strinse con più forza, ma si accorse che le braccia del nemico erano almeno raddoppiate di dimensioni. Infatti anche Inuyasha si stava trasformando un'altra volta, il suo corpo si riempì di muscoli e si ricoprì di pelo bianco, mentre il muso si allungava e poco dopo di fronte a Naraku ci fu un cane umanoide alto quasi tre metri, che si liberò dalla presa e lo spedì in aria con un montante, per poi saltargli addosso e cominciando a graffiarlo con più forza che potè, ma l'avversario non era da meno e rispondeva a ripetizione con pugni infusi di veleno. Pochi minuti dopo i due erano in volo ancora aggrappati e si prendevano a testate a vicenda, ormai erano solo bestie decise a pestarsi a vicenda e niente avrebbe potuto fermarli, a parte una ritrovata stilla d'intelligenza nella mente di Naraku.

Creò un tentacolo dal fianco e lo usò per trafiggere il fianco di Inuyasha, che perse la presa e cadde a terra, quindi il suo avversario riprese Hakai no kiba e si fiondò sul mezzodemone per tagliarlo in due. Inuyasha nel frattempo aveva esaurito completamente le proprie energie, non aveva la forza di muoversi e quando vide il nemico che si avventava su di lui a spada tratta si preparò infine a morire, dopo due secoli che le scappava la nera signora l'aveva infine raggiunto...o quasi. Uno schianto risuonò per tutta la zona mentre la spada si frantumò in una trentina di pezzi sulla pelle di Inuyasha, che guardò scioccato la fortissima luce blu e e rossa creatasi dall'esplosione della spada comprimersi e attaccarsi al braccio sinistro di Naraku, che urlò di dolore.

Si piegò a terra tenendosi la mano e fissò con odio il nemico.

” Finiremo questo scontro in un altro momento.”, poi volò via cercando un modo per uscire da quel luogo, mentre Inuyasha riattivò la seconda vista trovando un portale, che attraversò a fatica per tornare dai suoi compagni...che non sembrarono per niente felici di vederlo. Kenichi, fregandosene altamente delle sue condizioni, lo afferrò per le spalle e gli diede uno schiaffo.

” BAKA! Ti avevo detto che quei portali vanno usati con saggezza, se fai lo sconsiderato ti ritroverai senza accorgertene in qualche baratro da cui non usciranno neanche le tue ossa! È così che vuoi lasciare i tuoi amici?!”. Inuyasha si liberò con fatica dalla presa dell'altro e lo spinse via.

” Se fossi rimasto avrei finito per coinvolgervi tutti. Non sai cosa abbiamo fatto dall'altra parte, ci siamo trasformati in delle autentiche belve, se fossimo rimasti qui avrei finito per coinvolgere anche voi. Neanche tu avresti potuto tenere testa al mostro che ero diventato....che sono.”. Kenichi non sembrò per niente impressionato, si limitò a inarcare un sopracciglio.

” Il mostro...che sei? !”, gli diede una botta in testa(con conseguente bernoccolo) e venne avvolto da un leggero vortice di vento.

” Siamo tutti mostri, Inuyasha. Credi forse che io sia diverso da tutti i demoni che ho ucciso solo perchè resto un umano, anzi, pensi che questi poteri mi rendano migliore del resto della mia specie? BALLE! Tutti gli esseri che abitano in questo mondo sono fatti della stessa pasta, siamo tutti mostruosi in un modo o nell'altro.”. Kagome e gli altri lo guardarono sconvolti, non si sarebbero mai aspettati un discorso del genere da lui, che gli aveva raccontato che gli umani avevano imparato a usare il Ki proprio per difendersi dalle creature soprannaturali. Miroku gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.

” Kenichi, tanto per curiosità, come hai raggiunto questa visione del mondo?”, a rispondergli fu una voce femminile proveniente da un albero poco distante.

” Semplice, tutti noi l'abbiamo capito durante il percorso della nostra vita. E abbiamo imparato ad accettarlo, che ci piaccia o no.”.

Maka Kosaka atterrò, causando un mezzo infarto ai presenti tranne Kenichi, che fece un cenno di saluto.

” Ciao, sorella, come va la vita? Trovato qualcuno di interessante?”, la ragazza per tutta risposta gli tirò un nunchaku tirato fuori da chissà dove.

” Sto benissimo, e per il mio allievo giudica un po' tu...Jinenji, vieni fuori!”. Kagome si voltò in cerca dell'amico, ma invece vide un uomo piuttosto grosso e con la faccia un po' tozza che usciva da un nascondiglio tra dei cespugli e si avvicinò tenendo la mano sulla nuca.

” C- ciao, Kagome, spero che tu stia bene.”, la ragazza dal futuro inizialmente non lo riconobbe, ma poi collegò.

” Jinenji! Ma che ti è successo?! Sembri, sembri...”.

“ Umano?”, fece la Kosaka. Kagome annuì, mentre nel frattempo Jinenji si presentò agli altri membri del gruppo, e la nuova arrivata ridacchiò:”Gli ho insegnato io come trasformarsi a piacimento. Kenichi vi ha raccontato di quei sigilli che furono posti sulla nostra specie? Beh, io e questo bestione ce ne siamo occupati negli ultimi mesi. Ora posso sapere chi ha convinto Kenichi a fare la “lezione”.”. Inuyasha sbuffò seccato, se quella ragazza era forte quanto il suo maestro meglio non mentirle.

” Io, perchè?”, Maka ridacchiò.

” Niente, è che mi aspettavo fosse stato un “collega” a farlo incavolare, ma tranquillo, Kenichi si ammorbidisce sempre con i cuccioli.”. Una risata colossale proruppe nell'aria e Inuyasha si battè una mano in faccia, l'avrebbero preso in giro per anni e il suo fastidio non diminuì di certo quando una voce alle sue spalle chiese la stessa cosa di Maka.

” Posso sapere chi ha convinto Kenichi a fare la “lezione?”, in mezzo al gruppo comparve Kanata Sosuke e Inuyasha provò l'immenso desiderio di sbattere la testa su qualcosa di molto duro.

” Posso sapere quanti siete? Sono stufo di vedere arrivare gente che mi prende per il culo.”.

I tre combattenti di Okinawa nel frattempo si erano abbracciati e si erano messi a parlare dei fatti dell'ultimo periodo, ma il Saotome sbuffò sentendo la domanda.

” Tranquillo, ce n'è solo un altro e spero che non si faccia vedere almeno per un altro anno altrimenti lo meno.”, Sosuke lo fissò sornione.

” Ancora non hai mandato giù il pareggio che avete fatto prima di partire, vero?”. L'artista marziale ringhiò in maniera terribilmente simile a quella di Inuyasha.

” PAREGGIO UN PAIO DI BALLE, AVREI VINTO SE NON MI FOSSI SLOGATO LA GAMBA!”, Maka lo colpì in testa con un tonfa(e Sango si ripromise di chiederle dove teneva tutte le armi).

” MA CHE TI URLI?! TI RICORDO CHE E' PERCHE' HAI VOLUTO STRAFARE CHE TI SEI SLOGATO LA GAMBA. Ed è un miracolo se il maestro Kenshiro ti ha lasciato partire.”. Kenichi si sedette a terra e cominciò a borbottare, mentre Kanata notò un movimento degli anelli del khakkhara.

” Aspettavate qualcuno, per caso?”. Inuyasha e i suoi compagni si voltarono d'istinto e videro Kikyo e Kohaku che spuntarono con un balzo dagli alberi e la miko guardò sorpresa tutti i presenti.

” Avete organizzato una festa senza invitarmi?”, Kagome la guardò di sottecchi.

” No, ma a dire il vero potremmo anche fare qualcosa, tanto all'appello mancano solo Sesshomaru(1)e... ”,venne interrotta da qualcosa che passò sopra Kenichi a velocità folle e le prese le mani guardandola dritta negli occhi.

” Oh, Kagome, amore mio, perdonami se ti sono stato lontano così a lungo.”. Koga ricevette un pugno in testa da Inuyasha, seccato come al solito dai suoi metodi da rincoglionito(e anche dalla visione di Ayame che guardava Kagome con un'espressione a dir poco furiosa).

” Koga...LEVA SUBITO LE TUE MANACCE DA KAGOME!”, lo yoro per tutta risposta materializzò la Goraishi.

” E TU, BOTOLO RINGHIOSO, NON OSARE DIRMI COSA POSSO O NON POSSO FARE CON LA MIA DONNA O TI TRANCIO IN DUE CON QUESTA, VOGLIO PROPRIO VEDERE QUANTO RESISTERAI CON IL TUO STUZZICADENTI!”.

Questa fu l'ultima goccia, Inuyasha decise di ridurre il demone lupo in un mucchietto di brandelli sanguinanti ignorando bellamente gli scongiuri degli amici, che lo pregavano di non combattere, ma fermò la mano quando avvertì l'aura di Kenichi esplodere in un vortice di vento e metallo mentre si alzava e i suoi occhi diventavano bianchi dalla collera.

” CHI- CAZZO- è- STATO?!”. Koga dovette faticare non poco per non tremare di fronte a quel tizio, ma poi si ricordò della sua posizione di capo tribù yoro e del compito assegnatoli dagli antenati e si fece avanti.

” Sono stato io, qualche problema?”, il Saotome si tolse la polvere dal kimono e scrocchiò il collo.

” Oh, sì, preparati a conoscere il dolore.”. Si gettò sul demone lupo, che schivò per puro miracolo cominciò un lunghissimo acchiapperella con l'artista marziale. Ginta e Hakkaku sospirarono sconsolati, Inuyasha, Miroku, Maka e Sosuke si misero a scommettere sul risultato, mentre Kagome, Ayame, Sango e Kikyo sospirarono.

” Maschi.”.

                                                                                                                           **********

“ Cosa diavolo significa questo, Kisame?!”, tuonò Naraku al demone squalo, mostrandogli la luce blu e rossa che si era attaccata al suo braccio dopo che la spada era rotta. Aveva girovagato in quel piano dimensionale per giorni cercando di capire come funzionasse e alla fine era riuscito a trovare un varco aperto da cui tornare sul piano mortale e si era messo a cercare il fabbro deciso a ucciderlo se non avesse ricevuto risposte soddisfacenti, ma da quando l'aveva trovato sulla spiaggia intento a fissare la luna egli si era limitato ad ascoltare e sogghignare.

” Beh, Naraku, diciamo che mi sono scordato di parlarti di un piccolo difettuccio tecnico comune a tutte le spade demoniache.”. Il mezzodemone era tutto orecchi e lo spinse a continuare:” Vedi, le spade demoniache non posseggono solo una parte fisica, ma anche una parte spirituale da cui si origina la loro aura e che può essere considerata come una vera e propria copia del demone da cui proviene il materiale di base. Se questi dovesse essere colpito da una spada creata da un suo dente si verificherebbe un autentico paradosso, perchè per l'arma sarebbe come colpire sé stessa. Mi segui fin'ora?”. Naraku guardò secato l'altro.

” Sarebbe come colpire sé stessa?! Queste sono solo armi, non hanno una mente, non hanno niente di vivo!”. Gli occhi di Kisame si ridussero a due fessure e cominciò a guardare l'altro con lo sguardo che riservava ai pesci.

” Solo gli schiocchi parlano così. Secondo te perchè si parla di spade che diventano un'estensione del corpo di chi le maneggia, che a sua volta le considera parte di sé. Non solo le armi demoniache, qualsiasi arma, anche la più insignificante è viva...e tu ora sei fregato.”.

Un brivido attraversò la schiena del mezzodemone.

” Cosa intendi?, il fabbro ridacchiò maligno.

” Quella che ti si è attaccata è proprio la parte spirituale di Hakai no Kiba, che si è unita a te cercando un modo per continuare a esistere...volendo si sarebbe potuta attaccare anche al tuo nemico, ma il fato ha deciso altrimenti. Adesso, se per caso egli decidesse di mettere insieme la spada, essa desidererà tornare completa e per farlo dovrà assorbire anche te, perchè ormai siete tutt'uno.”. Naraku si mise le mani sulla fronte e crollò a terra maledicendo i kami, Inuyasha e chiunque altro gli passasse per il cervello, poi si calm.

:” Hai detto che la spada non poteva uccidere Inuyasha perchè avevano la stessa anima, allora perchè ho potuto uccidere la mia emanazione e assorbire il potere che aveva assorbito con la spada?”. Kisame scrollò le spalle.

” E io che ne so, suppongo che si sia limitata a prendere i poteri di qualcosa che ha riconosciuto come affine, ma non totalmente identico. D'altronde non avrei mai potuto darle dei veri poteri di copia, l'unico ad avere quel potere era Inu no Taisho. Comunque se la cosa può consolarti ci sono anche dei lati positivi in quello che ti è successo, una cosa del genere è successa anche a me e ho avuto modo di esplorare pro e contro, guarda.”. Dal suo braccio comparve una luce azzurrina che prese la forma di una lunga katana, la cui lama si originava direttamente dall'avambraccio:” Avanti, prova.”. Naraku si concentrò sulla luce emanata dal braccio e dopo alcuni minuti di tentativi dal suo braccio spuntava una perfetta copia energetica di Hakai no Kiba. Osservò estasiato la lama, però si accorse che c'era qualcosa di strano, sentiva una sorta di vocina nella sua testa:” Riunisci.”, il suo proprietario si rivolse nuovamente a Kisame.

” Ehi, non è che per caso questa...cosa mi instillerà qualche stupido istinto autodistruttivo?”.

Il demone squalo stava per immergersi in acqua, ma si voltò per rispondere.

” Diciamo di sì, purtroppo questo genere di spade desiderano riunirsi alla loro forma fisica, meglio se impari a controllarti.”. Appena finì di parlare, Naraku gli si scagliò contro deciso ad ammazzarlo, ma venne rispedito sulla spiaggia con un pugno ben piazzato e il demone squalo si limitò a soffiare sulle nocche:” Ti conviene non avere altri scatti di rabbia, mio caro. Sai bene quanto io detesti chi tocca la mia famiglia e dovevo pur prendermi una piccola rivincita. Addio.”. L'uomo che un tempo era Onigumo sputò sabbia e imprecò, non solo Inuyasha erano diventati di gran lunga più forti, ma adesso si trovava addirittura una sentenza di morte sul capo, doveva sbrigarsi a completare la sfera, liberarsi di quei seccatori e trovare un modo per controllare la lama. E aveva già un piano, giorni fa Byakuya gli aveva portato i frammenti di Tokijin, di sicuro ci avrebbe potuto fare qualcosa per complicare la vita di Inuyasha, ma per la spada nel suo braccio aveva una sola possibilità in mente: riassorbire Onigumo, che rottura.

                                                                                                                        *****


Ok, spero che questa roba vi sia piaciuta e che non abbia lasciato troppe questioni in sospeso(sì,come no).Il prossimo sarà un mezzo capitolo di transito, anche se Koga subirà un pestaggio per niente piacevole e ci sarà qualche illuminazione sulla parte fisica di Hakai no kiba(a proposito, l'avete riconosciuta la scena in cui la spada si rompe, anche se modificata parecchio?).Concludo ringraziando chiunque abbia recensito fin'ora e chi ha messo questa storia tra le seguite e pregando chi non si è fatto avanti a farlo. P.s. Se volete farvi un'idea migliore della trasformazione di Inuyasha cercate su youtube Werewolf the apocalypse: the heart of gaia.

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Capitolo 8
*** Pestaggi, spade e strani incontri ***


                                                                                               Pestaggi, spade e strani incontri

Kenichi inseguiva Koga da quasi un' ora e lo avrebbe preso di sicuro se fosse stato veramente arrabbiato. Di certo era molto irritato per essere stato usato come uno zerbino, ma ci voleva ben altro per farlo incazzare sul serio, quindi si sarebbe limitato a sbatacchiarlo un po' di qua e di là e poi gli avrebbe strappato dalla gambe quei frammenti della Shikon no tama e nel frattempo si divertiva a spedire al mittente i colpi energetici dell'arma di Koga, che non si capacitava di come un semplice umano riuscisse a fare qualcosa del genere.

” Come- come diavolo fai a bloccare questi attacchi? Ti sei impiantato anche tu dei frammenti di sfera in corpo, vero?!”. Pronunciò l'ultima parte come se avesse intenzione di strapparglieli se avesse avuto ragione, ma invece di spaventare l'avversario si limitò a infastidirlo ulteriormente, infatti Kenichi digrignò i denti.

” Non paragonarmi a certi coglioni che usano trucchetti da due soldi, io non ho bisogno di simili schifezze per tenere testa ai tuoi simili. Tutto ciò che ho proviene dalla mia anima e dal mio corpo....a differenza di te.”. Koga ringhiò e si scagliò contro l'artista marziale deciso a ridurlo in briciole, ma lui trovava terribilmente facile parare i suoi colpi(per di più portati quasi solo con la mano sinistra), sicuramente più che non sentire le corbellerie dell'avversario.

” Sei qui per fare del male a Kagome per conto di Naraku, vero? Oppure vuoi rubarmela come quel botolo ringhioso( a questo punto Ayame e Inuyasha ringhiarono e strinsero i pugni)? Beh, caschi male!”.

Tentò di trapassargli il cuore con la Goraishi, ma l'avversario evitò tranquillamente il colpo e lo spedì a terra con uno sgambetto, poi rilasciò un po' d'aura omicida sperando di far arrendere Koga senza fargli del male.

” No a nessuna domanda, non lavoro per Naraku, e non voglio far del male a Kagome, né rubartela, sono già felicemente fidanzato(ed è meglio che mi sbrighi a tornare a casa, o posso considerarmi morto). A quello deve averci già pensato Inuyasha.....sempre che sia mai stata tua.”. Aveva ghignato mentre pronunciava l'ultima parte per ribadire il concetto a quel deficiente illuso(che gli faceva pure un po' pena), ma lui si scrollò di dosso la paura provocata dall'aura di Kenichi e si rialzò.

” Non mi faccio fare la predica da un umano che gira CON TRE SPORCHI MEZZODEMONI!”. Per un attimo sembrò che il mondo intero si zittì, fino quando i ringhi di Inuyasha, Maka e Kanata non spezzarono il silenzio e la ragazza tirò fuori dal nulla tutte le sue armi.

” Come osa?! Lo trasformerò in tritato di lupo.”, mentre il compagno espanse la sua aura sacra.

” Correggiti, tritato arrosto.”. Ma vennero fermati da un gesto di Kenichi.

” Non disturbatevi, non ne vale la pena.”, si girò verso il demone lupo e scrocchiò il collo:” Ti chiami Koga, giusto? Beh, sappi che hai appena firmato la tua condanna.”, Koga pensò di prenderlo d'anticipo e provò un'artigliata al collo, ma fu lui a essere colpito alla schiena. Il Saotome si era portato alle sue spalle senza che nessuno riuscisse a vederlo e l'aveva spedito in aria con un calcio e poi lo scaraventò a terra con una presa e quando il demone lupo si rialzò era davanti a lui e aveva espanso a pieno il suo Ki:” Sporchi mezzodemoni, eh? Pensi di essere così diverso da loro?”, metallizzò il pugno e lo colpì alla mascella, poi lo afferrò per la testa:” Pensi che loro ti siano inferiori solo perchè hanno sangue umano?”.

Koga sputò sangue quando sentì la ginocchiata di Kenichi entrargli nello stomaco:” Pensi che essere il capo di una piccola tribù di demoni lupo(1) ti renda qualcosa da temere?”, lo afferrò per le braccia e lo sbattè a terra, distruggendo il terreno.

” Beh, mi dispiace, ma tu...NON HAI VISTO ASSOLUTAMENTE NIENTE!”. Infine gli mise le mani sulle gambe e tutto il gruppo di Inuyasha, quello di Koga, Kikyo e Kohaku chiusero gli occhi, capendo cosa aveva in mente Kenichi:” E per la cronaca.....NESSUN MEZZODEMONE CHE CONOSCO HA BISOGNO DI QUESTE SCHIFEZZE!”, con un colpo secco strappò i frammenti di sfera e Koga urlò dal dolore, mentre Kenichi lanciò il “bottino” ancora insanguinato a Kagome, rimasta senza parole:” Spero che questo ti insegni un po' di rispetto e umiltà.”. Prima ancora di finire di parlare, dovette parare un pugno di Ayame, in lacrime.

” TU....MALEDETTO...TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!”. Continuò a tempestare l'umano di pugni e a lanciargli alcune delle sue foglie taglienti, ma ogni colpo veniva bloccato senza difficoltà:” Perchè- PERCHè L'HAI FATTO?”. Si ritrovò la mano di Kenichi disposta a taglio a pochi centimetri dal collo e il suo sguardo era serio come non mai.

” Perchè doveva imparare un minimo di rispetto e l'alternativa era...beh, il modo in cui l'ho imparato io, davanti a una ragazzina quasi morta per difendermi dopo che io l'avevo insultata nel peggiore dei modi.”, Maka abbassò lo sguardo a quelle parole, quello che era successo anni fa le bruciava ancora, pur essendo stata vittima della situazione e Kanata le posò una mano sulla spalla.

Kenichi abbassò il braccio e tornò a rivolgersi al demone lupo, le cui ferite si stavano rigenerando in fretta.

” Bene, ora hai due scelte, o torni a casa con la coda tra le gambe e non ti fai più vedere o impari qualcosa di utile, così forse la prossima volta sarò io quello a terra.”. Nel frattempo Ginta e Hakkaku stavano aiutando il loro leader a rialzarsi, ma Koga li mandò via.

” Non mi farò insegnare da un umano, con che coraggio poi darei ordini ai miei compagni?”. Kenichi lo fissò di sbieco e Inuyasha e gli altri presero le armi, temendo che potesse attaccare di nuovo Koga.

” I tuoi compagni in un combattimento vero durerebbero molto meno di te, a parte forse la ragazza. Da dove vengo ci sono creature che non avrebbero problemi a fare di voi un solo boccone, ciononostante siamo riusciti a resistere per secoli e se me lo permetterai ti insegnerò anche come. Ci stai?”, tese la mano al demone lupo, che dopo una titubanza iniziale la prese e l'altro lo aiutò a rialzarsi.

” E va bene, voglio fidarmi. Comunque, botolo ringhioso, perchè c'è la puzza di Naraku qui?”. Inuyasha stava per rispondergli male, poi si accorse di una cosa, Naraku se era pure andato da poco, ma il suo odore era davvero troppo fresco, si voltò e sentì il sangue gelargli nelle vene....che cosa diavolo ci facevano lì i frammenti di Hakai no kiba se lui li aveva lasciati nella piega spaziale? Miroku notò l'espressione sconvolta dell'amico e vide i frammenti di spada.

” Inuyasha, che diavolo è successo dall'atra parte?”, il mezzodemone spiegò in breve(con qualche interruzione per spiegare a Koga e ai suoi cos'erano i piani di realtà)cosa gli era accaduto e dopo gli sguardi di tutti erano puntati su quei cosi.

” Che ne facciamo?”, chiese Sango.

Per tutta risposta Kagome prese un sacco dallo zaino, due guanti in lattice e li raccolse con cautela estrema.

” Portateli da Totosai, io nel frattempo devo tornare a casa.”, Inuyasha si incaponì.

” MA PROPRIO ORA?! KAGOME, TI RICORDO CHE SE LA SFERA VIENE COMPLETATA SIAMO TUTTI MORTI!”, la ragazzà divenne rossa e il suo Ki si espanse.

” E io ti ricordo che avevo una vita prima di venire trascinata in questo secolo dimenticato da Dio da un millepiedi troppo cresciuto. Quindi, scusami se non ho voglia di spezzarmi le ossa e ammazzare mostri tutti i giorni e di tanto in tanto desidero rivedere la mia famiglia.”. Kanata si avvicinò a Miroku, per chiedergli qualcosa.

” Scusa, ma esattamente dove sarebbe la casa di quella ragazza?”, il monaco(che stava tentando di approfittarne per palpare Sango) sospirò.

” Poi te lo spiego, amico, comunque è un posto che nessuno di noi può raggiungere.”. Nel frattempo Inuyasha si era zittito, lui avrebbe dato tutto per rivedere i suoi genitori, ma sapeva che se Naraku avesse vinto quel futuro forse non sarebbe mai esistito e stava per dirlo alla ragazza, ma sentì sulla spalla la mano di Kikyo, che aveva un'espressione piuttosto comprensiva.

” Inuyasha, lasciala andare. Può darsi che non avrà più altre occasioni per tornare.”. Kagome allibì, Kikyo l'aveva difesa? Beh, meglio approfittarne, strinse la mano alla donna per ringraziarla e fece per andarsene, ma prima ricevette uno sguardo molto serio dalla miko:” Kagome, quando torni noi due dovremmo parlare di una cosa molto importante. Nel frattempo stà attenta.”. Kagome si inquietò, un tono del genere presupponeva qualcosa di molto grosso...ma ci avrebbe pensato dopo. Salutò tutti e ignorò la promessa del Sosuke di allenarla a dovere(oltre al suo ghigno inquietante) e si precipitò verso il pozzo, raggiungendolo in appena un paio d'ore e qualche secondo dopo fu di nuovo a casa, andò ad abbracciare la sua famiglia e poi corse a studiare, sperando di potersi gustare almeno un po' di pace.

                                                                                                                      *********

Giorni dopo il gruppo al completo era nei pressi della fucina di Totosai e Maka stava rimproverando Kenichi per non aver insegnato agli altri un trucco stupido come trasformare i Tanden in un deposito per armi, armature e qualsiasi altra cosa utile. L'artista marziale si era difeso dicendo aveva insegnato ai suoi le basi per sopravvivere, ma la ragazza gli aveva sbattuto in faccia il fatto che lui non era mai riuscito a farlo fin da quando era bambino e che nel frattempo Sango non sapeva neanche usare un singolo elemento. Nel frattempo Miroku si stava spruzzando dello spray datogli da Kagome su delle scottature, Kanata aveva passato l'intera mattinata a bombardarlo di fiamme bianche, sfere di luce e molto altro ancora cercando di insegnagli come usare la magia sacerdotale, ma era a malapena riuscito a illuminare un po' le mani e nello stesso momento Ginta e Hakkaku arrancavano per colpa dei pesi che Kenichi gli aveva legato perchè imparassero a usare lo yoki per potenziare il fisico, mentre Koga e Ayame, pur sopportando ancora più peso non si lamentavano più di tanto. Inuyasha portava lo stesso peso e nonostante i loro screzi non potè fare a meno di ammirare il rivale, nonostante fosse stato umiliato di fronte ai suoi sottoposti e alla fidanzata stava ritto in piedi con la possanza di un vero capo, non l'avrebbe mai ammesso, ma avrebbe voluto avere la sua stessa dignità.

Mentre era immerso in questi pensieri sentì un odore molto familiare e cominciò a correre, arrivando in fretta di fronte alla caverna di Totosai , dove vide una scena che non si sarebbe mai aspettato, Sesshomaru era a petto nudo, ricoperto di pesi d'acciaio e duellava a spada tratta contro ,un guerriero che usava due bokken e i loro fendenti facevano tremare l'aria ogni volta che le spade si scontravano. Il demone cane puntò Tenseiga alla gola dell'avversario, che si portò all'interno della guardia avversaria e piegandosi tentò di colpire le gambe, ma Sesshomaru ne approfittò per spedirlo via con un calcio, ma lui evitò e si portò in fretta alle spalle del rivale. Inuyasha vide Totosai, che osservava ammirato il combattimento insieme a Jaken e Rin e si avvicinò.

” Totosai, chi diavolo è quel tizio? E come fa a combattere in quel modo con Sesshomaru, neanche Naraku e io l'abbiamo mai fatto sudare così.”, il vecchio fabbro salutò distrattamente e si rimise a osservare lo scontro.

” Non lo so esattamente. Ero andato da Sesshomaru perchè avevo sentito che era capace ora come ora di poter usare una nuova tecnica, l'unica tecnica offensiva di Tenseiga, ma lui ha detto che era più interessato all'addestramento di quel ragazzo e che avrebbe imparato quella tecnica solo dopo aver concluso. E forse sta per farlo.”. Lo spadaccino spedì l'avversario lontano con un calciò e incrociò le spade, una si ricoprì d'acqua e l'altra di luce, mentre Sesshomaru rinfoderò Tenseiga e accumulò yoki negli artigli e dopo quasi un minuto di concentrazione i due contendenti scagliarono dei fendenti d'energia che si scontrarono a mezz'aria,

Fortunatamente d'istinto Inuyasha aveva alzato il fodero di Tessaiga e aveva bloccato la deflagrazione e inoltre vedendo la tecnica di quel tipo ne avuto la conferma, suo fratello aveva incontrato l'ultimo dei guerrieri di Okinawa, a questo punto era proprio curioso di vedere chi aveva vinto. Quando il fumo si diradò entrambi i combattenti avevano delle ferite leggere dovute all'esplosione ed erano visibilmente affaticati, ma ancora in piedi. L'umano guardò il demone cane e fece scomparire i bokken.

” Per oggi basta, Sesshomaru, se proseguissimo oltre i tuoi compagni non ne uscirebbero indenni. E poi credo che tu abbia visite.”, il figlio maggiore di Inu no Taisho si voltò e vide Inuyasha ed entrambi digrignarono i denti.

” A dire il vero ero venuto per parlare di Totosai a proposito di una certa questione che riguarda Naraku. Ma prima posso sapere chi è il tuo amico?”. Gli occhi del demone divennero di fuoco, avrebbe torchiato il fratellastro a dovere più tardi, ma prima le buone maniere.

” Inuyasha, ti presento Gatsu Mifune, proviene da Okinawa e negli ultimi tempi mi ha insegnato molte cose. Cose che neanche ti sogni.”, il mezzodemone sogghignò e piantò lo sguardo dritto in quello del fratello.

” Veramente se ho ragione abbiamo imparato le stesse cose. Io e gli altri abbiamo incontrato un altro guerriero di Okinawa.”, Gatsu sentendo quelle parole sbuffò.

” Ti prego, dimmi che ti riferisci a Maka o Kanata, che non ho la minima voglia di vedere quel baka con i muscoli a posto del cervello.”.

Inuyasha ridacchiò.

” A dire il vero è proprio Kenichi che ho incontrato, ma se ti può tranquillizzare ci sono anche gli altri due.”, lo spadaccino imprecò e con uno schiocco di dita si rimise l'armatura addosso e fece per scappare, ma si paralizzò quando sentì una voce.

” GATSUUUUUU!-venne colpito da un pugno infuso di vento e metallo- BUONGIORNOO!”, e fu scagliato a velocità folle dritto verso la caverna di Totosai, che si mise a piangere pensando a tutti i lavori che avrebbe dovuto riparare. Kenichi nel frattempo si stava massaggiando la mano e sorrideva tronfio.

” Vedo che sei diventato più veloce a fa irrobustire i muscoli, questa volta mi sono quasi fatto male alle nocche.”. Lo spadaccino per tutta risposta uscì dalla grotta furioso e tirò fuori le sue spade.

” HAI FRETTA DI MORIRE?! SAI, BASTA DIRLO!”. Sesshomaru ammutolì, nelle ultime settimane non aveva mai visto Gatsu perdere la calma, escludendo la volta in cui gli aveva parlato di Kagura e ora eccolo fuoribondo e avvolto da un vortice di acqua santa. Kenichi e Gatsu si squadrarono per un minuto e poi partirono all'attacco e si scambiarono una serie lunghissima di pugni e fendenti senza che nessuno dei due riuscisse a prevalere sull'altro, fino a quando il Saotome non riuscì ad afferrare l'avversario e a scagliarlo in aria, ma lui si riprese subito e rispose lanciando un fendente d'acqua sottilissimo verso l'altro, che dovette piantarsi i piedi a terra per pararlo.

Inuyasha deglutì, tempo fa aveva chiesto a Kenichi come mai non usasse armi pur non avendo né artigli né zanne e lui gli aveva parlato di una terra lontana dove i guerrieri avevano imparato a utilizzare il loro stesso corpo come un'arma, essi avevano incontrato gli abitanti di Okinawa e avevano loro insegnato alcune tecniche, anche se in forma incompleta e il suo scopo era di trasformare quel poco che avevano imparato in qualcosa di completamente nuovo...e ci stava riuscendo di sicuro, i suoi colpi erano più letali di tutte le armi messe assieme della squadra dei sette. Gatsu era di sicuro altrettanto spaventoso, per lui le sue spade erano un'estensione del suo corpo, per lui muoverle non era diverso dal muovere un braccio o una gamba, inoltre il suo modo di muoversi era praticamente identico a quello del rivale, letale e preciso.

I due tornarono a osservarsi e dopo lunghi attimi di studio reciproco Kenichi partì con un calcio volante, che Gatsu schivò piegandosi e poi lo colpì con un fendente imbevuto di luce, ma venne parato e i due avversari si scagliarono nuovamente in una furiosa lotta, fino a quando una voce femminile non li interruppe.

” Bene, direi che avete mostrato abbastanza testosterone per questo capitolo.”. Due nunchaku cozzarono con le teste di Kenichi e Gatsu, seppellendoli per cinque centimetri nel terreno, ma Gatsu riuscì comunque a farsi capire.

” Maka, che cazzo ci fai qui? E come osi interrompere la mia sfolgorante vittoria?!”, Kenichi alzò un po' il capo.

” La MIA sfolgorante vittoria, brutto rincoglionito.”, prima che i due potessero rialzarsi e combattere Kanata, apparso dal nulla insieme agli altri, li sollevò in aria e li richiuse in due gabbie di luce.

” Ah, questi mesi senza di voi che vi azzuffate ogni due minuti sono stati un autentico paradiso. Peccato che siano durati così poco.”.

Kenichi sbuffò, mentre Gatsu si battè una mano sulla fronte.

" Ah, quasi dimenticavo, ho ricevuto un falco dal maestro Kenshiro. Ha detto che verrà qui tra poche settimane per visionare il nostro operato e per organizzare eventuali truppe contro qualsiasi cosa si trovi in questo paese.”, Kenichi s'incupì, rispettava suo padre come non aveva mai rispettato nessuno e sapeva di essere già stato scelto come suo successore a capo dei Baransu no Shiyonin(2), ma per lui essere suo allievo non era diverso dall'essere suo figlio, in un certo senso era orgoglioso della cosa, ma a volte avrebbe voluto un po' più di fiducia. Sospirò e si mise una mano tra i capelli.

” Buono a sapersi, comunque non siamo qui per questo. Siamo venuti qui per parlare con Totosai...Inuyasha.”, il mezzodemone aveva già mostrato i frammenti della spada di Naraku al vecchio fabbro e gli aveva anche riferito una cosa rivelatagli da Kikyo, l'arma emanava sia la sua aura che quella del nemico di sempre. Il creatore di Tessaiga e Tenseiga osservò i pezzi pensoso e scosse la testa.

” Avevo sentito parlare di queste cose da un mio vecchio allievo, ma speravo che non sarebbe mai accaduta a te.”.

Mezz'ora dopo tutti i presenti erano stati aggiornati sulla situazione e Totosai aveva fatto lo stesso discorso che Kisame aveva fatto a Naraku e Inuyasha si mise le mani tra i capelli.

” Quindi se riforgi la spada e la uso per colpire quel bastardo potrò porre fine a tutto? Beh, non mi va di usare qualcosa che provenga da quello stronzo, ma potrei non avere un'altra occasione, ok.”, Sesshomaru lo afferrò e piantò il suo sguardo in quello del fratellastro.

” Non ci provare neanche, sarò IO a uccidere quel figlio di puttana.”. Il fratello minore si accigliò, da quando Sesshomaru si incazzava così facilmente, forse..?

“ Che c'è, sei ancora incazzato per la morte di Kagura?”, Gatsu ridacchiò.

” Amico, hai...”, Sesshomaru però fece in tempo a pestargli il piede e zittirlo, ma Miroku sorrise sornione.

” Inuyasha, amico mio, sembra che tu ci abbia azzeccato in pieno.”, Maka alzò le braccia.

” Uno scapolo in meno al mondo, peccato(a questo punto Jinenji rimase a bocca aperta).”, Kanata fece lo stesso gesto dell'amica.

” Uff, speravo di essere io il prossimo ad accasarmi. Beh, almeno posso celebrare le nozze?”, Shippo si portò un dito alle labbra dubbioso.

” Ma Kagura non era morta?”. Trenta secondi dopo avevano tutti un bernoccolo fumante in testa(a parte Shippo, risparmiato in quanto bambino e unico ad aver fatto una domanda intelligente).

” Fatemi il piacere di informarvi prima di sparare stronzate. E soprattutto evitate di farvi gli affari altrui.”. Jaken puntò il bastone contro chi aveva parlato.

” Giusto, ora come ora Sesshomaru- Sama potrebbe ridurre tutti in polvere, ringraziate di essere ancora- OUCH!”, aveva ricevuto anche lui un pugno in testa dal suo signore, che si rivolse un'ultima volta a Inuyasha.

” Beh, fratello, fai come ti pare, ma ricorda....Naraku è una mia preda. Andiamo.”.

Detto questo corse via dalla montagna seguito da Jaken, Rin e Gatsu, che salutò i suoi compagni e rivolse un dito medio a Kenichi(che venne trattenuto da Maka prima di poter fare alcunchè). Inuyasha sospirò e si rivolse a Totosai.

” Beh, ci sbrighiamo con questa spada?”.

                                                                                                                     ***************

Dumah tirò un calcio a una lattina, in quel momento passeggiava per le strade di Tokyo vestito come un comunissimo impiegato e sbuffò, aveva controllato tutti i luoghi del Giappone dove erano custoditi potenti artefatti magici, ma erano tutti custoditi a vista da alcuni degli esseri più forti del paese e avevano misure di sicurezza terribili, neanche lui sarebbe riuscito a eluderle. Beh, almeno era riuscito a rilassarsi, alla fine il consiglio di Raziel era servito, ma ciò non toglieva che quando sarebbe tornato a casa l'avrebbe sbatacchiato un bel po'. Mentre era immerso in questi pensieri si scontrò con qualcuno, che cadde a terra, ma lui non si preoccupò troppo dell'etichetta nonostante fosse colpa sua.

” Stà attenta a dove cammini, ragazzina!”. La ragazza in questione si rialzò e cominciò a raccogliere dei libri che le erano caduti.

” Scusi, purtroppo ho un impegno e devo correre.”, il serafino normalmente non se ne sarebbe fatto niente delle scuse, ma l'aura di quella ragazza era decisamente anormale, molto grande e molto luminosa, sebbene allenata poco e in fretta....decise di sembrare cortese.

" Oh, devo scusarmi io per la mia maleducazione. Purtroppo in ufficio è periodo di promozioni e sono piuttosto nervoso. Posso sapere il tuo nome?”.

Aveva porso la mano e dopo un po' di titubanza la ragazza la prese.

” Mi chiamo Kagome Higurashi. Ora scusate, ma devo andare.”. Dumah restò per qualche secondo a osservare la ragazza che se ne andava e ghignò sadico. Kagome Higurashi, un'autentica leggenda la cui eredità perdurava tuttora nei Baransu no Shiynoin, aveva sentito alcune leggende secondo le quali lei venisse da un altro mondo, dal futuro o da chissà dove e ora aveva trovato la conferma a quelle storie. Forse aveva trovato la soluzione ai suoi problemi, ma doveva pazientare.

                                                                                                                   *****

(1)Kagome aveva già parlato a Kenichi di Koga.
(2)Servitori dell'equilibrio.

                                                                                                                  *****

Salve a tutti, scusate per il ritardo, ma è stato un periodo impegnato(fortunatamente il prossimo capitolo è già pronto e lo posterò tra un paio di giorni), spero che questo salto da una situazione all'altra vi sia piaciuto. Inuyasha sta per ricevere la sua nuova arma e finalmente i guerrieri di Okinawa si sono incontrati, inoltre si scopre che a breve anche il padre di Kenichi, Kenshiro in persona farà la sua apparizione. Ringrazio chi ha già recensito e invito chiunque abbia messo la storia o il sottoscritto tra i preferiti a recensire, d'altronde come pretendete che migliori se non ricevo critiche o consigli? Concludo augurando a tutti buone vacanze e promettendo che aggiornerò il più possibile in queste settimane

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Capitolo 9
*** Ritorni e visioni ***


                                                                                                             Ritorni e visioni

Sotto la luce del tramonto Kanata, Kikyo e Miroku stavano guardando le pergamene che la sacerdotessa aveva trovato tempo fa, mentre poco lontano gli altri si stavano allenando in attesa che Totosai completasse la spada per Inuyasha. Il monaco di Okinawa mi mise la mano sul mento pensoso.

” E' un miracolo che nessuno sia mai riuscito a trovare questi scritti negli ultimi secoli. E hai detto che è stato Enma in persona a dirti dove trovarli?”, Kikyo annuì.

” So che sembra impossibile da credere, ma sì, l'ho visto in sogno . E in qualche modo....so che era lui, il suo potere era semplicemente sconfinato. A proposito, sai che significa questo?, gli porse la pergamena con il titolo “evocazione dei kami” e gli occhi di Kanata e Miroku uscirono dalle orbite e il monaco più giovane cominciò a balbettare.

” K- Kanata- sensei, non mi dirà che una cosa del genere è davvero possibile?”. Il compagno di Kenichi abbassò lo sguardo cupo.

” Non so, rispetto al passato molte conoscenze sono andate perse e si dice che in passato alcuni sacerdoti fossero capaci di evocare essere molto potenti, ma in ogni caso erano più simili a certi demoni che alle divinità. Quelle, beh, per ora vi risparmio i dettagli, ma sono qualcosa di molto più complesso di quanto possiate pensare e sono spariti da anni.”.

Miroku stava per chiedergli che cosa intendesse, ma proprio in quel momento Inuyasha venne scaraventato in mezzo a loro, si rialzò con uno scatto e ringhiò.

” KOHAKU, SANGO, QUESTA ME LA PAGATE!”, e si ributtò nella mischia, mentre Kikyo lo guardò scioccata.

” Che dicevi sugli dei?”, chiese a Kanata, che sospirò.

” Ve lo dirò dopo, è un discorso molto complicato e se Kenichi non ve l'ha detto c'è sicuramente un motivo, ora godiamoci lo spettacolo.”. I tre si misero a vedere lo scontro, Sango e Kohaku si erano alleati e avevano creato una formazione difensiva che neanche Kenichi e Maka erano riusciti a oltrepassare, e inoltre Kohaku grazie agli allenamenti delle ultime settimane per controllare l'energia interna ora poteva usare l'acqua e proprio ora stava tempestando Jinenji con delle lame d'acqua, ma la dura pellaccia del mezzodemone gli creava qualche problema e poco dopo riuscì a superare lo sbarramento e tentò di colpire il piccolo sterminatore con la zappa, ma venne anticipato da Sango, che lo colpì alla testa con l'Hiraikotsu.

” Mi dispiace fare questo a un amico di Kagome, ma non lascerò più che qualcuno tocchi la mia famiglia.”. Il fratello minore sorrise e sollevò la kusarigama.

” Grazie, sorellona, però....”, vide che Inuyasha era tornato e stava per colpire la sorella:” SARò IO A DIFENDERE TE!”, ricoprì le falci di un sottilissimo strato d'acqua e lo scagliò contro l'amico, che parò l'attacco con la spada, per poi fiondarsi su di lui incrociando le armi.

Kenichi lo guardò divertito, forse era la prima volta che Inuyasha si divertiva davvero combattendo, ed era orgoglioso di aver risvegliato in lui questo sentimento, ora doveva metterlo alla prova. Formò degli spuntoni di metallo su entrambe le braccia, si ricoprì di vento e partì all'attacco e Sango, Kohaku e Inuyasha dovettero formare un'alleanza improvvisata per contenere l'attacco, ma lui trovò il punto debole della formazione in Sango(che ancora non riusciva a usare nessun elemento) e la mise al tappeto con un colpo al collo, poi parò un fendente di Kohaku.

” Ti taglio in due, stronzo.”. L'artista marziale con una presa spedì lo sterminatore a terra, per poi occuparsi di Inuyasha, che aveva sfoderato la stessa trasformazione che aveva usato contro Naraku, non c'era alcun bisogno di trattenersi. Stavano per colpirsi a vicenda quando squillò la voce di Totosai.

” INUYASHA, HO FINITO!”, in quel momento vennero afferrati da Maka, che aveva sfoderato per l'occasione il suo aspetto demoniaco, era alta tre metri, totalmente ricoperta di pelo nero, le orecchie erano triplicate di dimensioni, dal muso spuntavano delle zanne dall'aria poco rassicurante e la coda era diventata enorme, sembrava più una mazza che un arto e lei stessa in sostanza sembrava un incrocio tra una donna e un orso più che un innocuo tanuki.

“ Andate a raccattare Koga, Ayame e i due idioti, poi andiamo a prendere quella cosa.”, disse con voce minacciosa e i due annunirono spaventati, quindi Kenichi andò a prendere i demoni lupo, che erano stati messi al tappeto dalla maestra d'armi mezz'ora dopo l'inizio dello scontro, ma venne avvicinato da Kanata, che aveva un'espressione molto seria.

” Kenichi, senti, non hai detto nulla ai tuoi allievi su “quella” questione, vero?”.

L'artista marziale annuì grave.

” No, sono ancora troppo radicati nelle loro convinzioni, non so se riuscirebbero ad accettarlo, anche noi siamo rimasti scioccati quando l'abbiamo saputo, no? E immagino non serva ricordarti quanta gente ha perso il senno nel tentativo di raggiungere quel livello.”, il monaco sospirò.

” Sì, neanch'io l'ho detto a coloro che ho addestrato.....ma dovremmo farlo prima o poi, che ci piaccia o no.”. Kenichi ripetè il gesto di prima e svegliò con uno schiaffo a testa i suoi allievi, e dopo aver calmato Koga(di nuovo) andarono a vedere la nuova creazione di Totosai, trovandosi di fronte a qualcosa di totalmente inaspettato. Il fabbro infatti aveva tra le mani una sorta di bracciale lungo quanto l'avambraccio di Inuyasha, era blu con alcune rifiniture verdi e al centro si trovava un occhio rosso con la pupilla a fessura azzurra e il suo nuovo proprietario lo guardò sbigottito.

” Totosai, ma che hai combinato? Mi avevi detto che avresti creato una spada!”. Il vecchio demone si immusonì.

” Questa è una spada, Inuyasha. Prova a indossarlo.”, aprì il bracciale in due con uno scatto e lo porse al mezzodemone, che fece un passo indietro, voleva davvero indossare qualcosa che proveniva da Naraku, colui che aveva completamente distrutto la sua vita? No, non voleva, ma forse era l'unica speranza per distruggerlo, sospirò e indossò il bracciale, pentendose subito.

Un'ondata di dolore invase il suo corpo, mentre tantissimi piccoli aghi si conficcavano nel braccio e da una fessura uscì una lama identica a Hakai no kiba, ma più corta. Inuyasha si piegò a terra tenendosi il braccio e Miroku cercò di aiutarlo, ma lui lo mandò via, non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno, cominciò a inviare energia all'arma cercando di dominarla, ma il dolore si limitò ad aumentare. Cercò di mettere sempre più forza, ma si sentiva come se bruciasse e nel bel mezzo dell'agonia vide qualcosa:era in un villaggio in fiamme, persone terrorizzate correvano dappertutto e dei soldati a cavallo gettavano torce o uccidevano chiunque fosse troppo lento. Anche lui correva, era inseguito da uno di quei soldati, che stava per colpirlo con una lancia, ma qualcuno lo gettò a terra e quando si riprese si accorse di essere sotto una donna che si era preso il colpo al posto suo e ora lo guardava con occhi vitrei, ma prima di spirare definitivamente lo accarezzò alla guancia e poi ricadde su un fianco. A quel punto svenne anche lui e quando si ritrovo era di nuovo nella caverna di Totosai a terra, per fortuna non sentiva più il dolore e riuscì ad alzarsi a fatica.

” Che diavolo è successo?”, il demone fabbro scosse la testa.

” Per qualche motivo la lama non ti accetta e non le sono piaciuti i tuoi tentativi di dominarla.”, Kenichi incrociò le braccia.

” Forse piuttosto che forzarla dovresti arrenderti ad essa.”.

Sentendo quelle parole Inuyasha si alzò di scatto e fissò negli occhi il suo maestro.

” Arrendermi?! Mai, sarebbe come arrendermi a quel verme e non ne ho la benchè minima intenzione.”, Maka sospirò.

” Temo che dovrai farlo, anche noi prima di imparare a controllare il ki ci siamo dovuti arrendere a esso e io ho dovuto farlo pure con il mio lato demoniaco. Arrendersi significa accettarla come parte di te, altrimenti non potrai mai usarla come arma.”. L'altro mezzodemone ringhiò e si rivolse a Totosai.

” Ma si può sapere perchè hai deciso di costruirla in questo modo?”, l'interpellato sospirò.

” Non so dirtelo, è come se quegli stessi frammenti mi abbiano chiesto di dar loro quella forma. Evidentemente lei ti vuole come suo padrone.”. Inuyasha si mise le mani tra i capelli.

” Beh, io non voglio esserlo. Arrendermi a questa cosa vuol dire arrendermi a Naraku, quindi....”, fece per togliersi il bracciale, ma non voleva saperne di sbloccarsi e il mezzodemone sbuffò:” Di bene in meglio.”.

                                                                                                                   ****************

Dentro una fossa scavata nel terreno sotto la luce della luna si trovavano i resti di creature morte che andavano mescolandosi e ruotando su sé stessi e Naraku li osservò soddisfatto, aveva cercato alcuni dei demoni più forti in circolazione, per poi ucciderli e prendere le parti migliori e in questo Hakai no kiba gli era stata molto utile, anche se non era più un'arma fisica e aveva dovuto riassorbire il cuore di Onigumo per usarla come si deve(e sperava di dimenticare in fretta il discorso fattogli da quello schifo), in fin dei conti non tutto il male veniva per nuocere. A un certo punto Byakuya atterrò accanto a lui, con l'aria seccata come al solito.

” Allora, sicuro di quello che stai per fare?”, il mezzodemone prese i pezzi di Tokijin che aveva ricevuto dallo stesso Byakuya giorni fa.

” No, ovviamente, ma sai come funziona, alto rischio uguale alto guadagno. Comunque, novità?”, il demone delle illusioni si sdraiò a terra(ignorando il grugnito del capo).

” Allora, Inuyasha e i suoi compagni hanno incontrato altri due tizi come quel Kenichi e una di loro è una mezzodemone. Poi sono andati da Totosai, dove hanno incontrato Sesshomaru, che ha incontrato a sua volta un altro di quegli umani di cui ti parlavo tempo fa. Non so altro.”.

Naraku imprecò, se Sesshomaru fosse stato addestrato da uno come Kenichi poteva considerarsi già morto, quindi non aveva tempo da perdere. Caricò l'arma con la sua energia e la gettò nella fossa, che si illuminò di una luce blu e rossa, che si compresse in un uovo dello stesso colore, che cominciò a ruotare su sé stesso, mentre a poco a poco divenne visibile qualcosa, un grosso ammasso viola. Dopo alcuni minuti l'uovo si ruppe e da esso uscì un'autentica mostruosità, un orco viola con le corna gialle, due occhi rossi maligni con una fessura nera, zanne e artigli affilati come rasoi e due enormi ali sulla schiena. L'essere ghignò e respirò l'aria a pieni polmoni.

” Ah, l'aria pura è una delle cose che mi sono mancate di più mentre ero una spada. È bello rivederti, Naraku.”, il mezzodemone sorrise nello stesso modo del “figlio”:

” Anche per me, Goshinki. Purtroppo i collaboratori competenti scarseggiano. Ti andrebbe di finire il compito che ti affidai l'ultima volta con un nuovo obbiettivo?”. Il rinato Goshinki drizzò le corna-

” La spada che hai rotto sul collo di Inuyasha e che rischia di ucciderti, vero? Beh, perchè no, almeno potrò provare i ritocchi che mi hai dato.”, Naraku inarcò un sopracciglio, già quando l'aveva creato la prima volta era rimasto parecchio infastidito dalla totale incapacità della sua emanazione di tenere a freno la sua abilità telepatica e farsi i fatti propri, ma insieme ai nuovi poteri che aveva ottenuto questo l'avrebbe portato alla vittoria tenendo lui al sicuro.

Mentre però pensava alla prossima mosse sentì un dolore tremendo al braccio e vide che la spada aveva preso forma, tentò di disattivarla, ma non ci riuscì e il dolore aumentò, sentiva come decine di aghi gli fossero stati conficcati nel braccio e nel bel mezzo dell'agonia vide qualcosa. Era su delle mura che circondavano una casa e guardandosi vide che non solo era più basso, ma indossava un kimono rosso fin troppo familiare e aveva delle unghie molto lunghe e altrettanto familiari. Guardando in basso vide un gruppo di mostriciattoli che si accanivano su una donna che tentava disperatamente di tenerli lontani con una katana, ma venne sopraffatta dopo pochi minuti e si ritrovò gli artigli di un kappa nello stomaco, ma prima di cadere a terra rivolse il suo sguardo a Naraku e lui capì subito il messaggio.

” Scappa.”. A quel punto era di nuovo nella radura dove aveva resuscitato Goshinki, che aveva uno sguardo strano.

” Tutto bene?”, lui grugnì.

” Sì, ora va. Poi ti farò sapere.”, l'orco volò via dopo un'iniziale incertezza con le sue nuove ali e lo stesso fece Byakuya, mentre il loro padrone sbattè i pugni a terra per la rabbia. La donna che aveva visto morire assomigliava in maniera inquietante a LEI e per lui era stato come vederla morire un'altra volta e se possibile, in maniera ancora peggiore dell'altra. Ma la cosa più inquietante era che in qualche modo lui era qualcun'altro in quel momento, che cazzo significava? Oh, al diavolo, l'obbiettivo era sbarazzarsi dei suoi nemici e della parte fisica di Hakai no kiba, magari avrebbe inviato Kanna per indebolire Inuyasha e poi Goshinki avrebbe dato il colpo di grazia, poi la strada sarebbe stata tutta in salita.

                                                                                                                     *************
Inuyasha guardò la spada che si era attaccata a lui con uno sguardo schifato, accidenti a lui quando aveva accettato di indossare quella cosa. Kenichi e gli altri continuavano a dire che per controllarla avrebbe dovuto considerarla come parte sé, come aveva fatto per il suo lato demoniaco, ma lui non riusciva proprio ad farlo. La sua parte demoniaca restava comunque una parte di lui, per quanto selvaggia, e l'allenamento di Kenichi gli aveva dato la disciplina adatta a controllarla, ma non riusciva a pensare a quella cosa come a una nuova parte di sé senza ricordare che era stata creata e usata da Naraku. Ora stava andando al pozzo per riprendere Kagome, aveva bisogno di lei più che mai(anche se non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva), era l'unica con cui si sentiva di parlare della sua visione. Tra l'altro la donna che era morta lì era praticamente identica a sua madre, ma lei era stata uccisa da un gruppo di demoni che cercavano lui, che cavolo significava? Mentre rifletteva su questo venne travolto in pieno da qualcosa e rotolò a tutta velocità senza che nessuno riuscisse a fermarlo e dopo minuti interi sbattè contro il Goshinboku, procurandosi un bernoccolo formato montagna.

Quando riaprì gli occhi per capire cosa cavolo fosse successo si accorse di avere Kagome tra le braccia e per di più aveva messo una mano proprio “lì”. Trenta secondi dopo i bernoccoli erano diventati due e la ragazza si stava massaggiando la mano.

” La prossima volta ti riattacco a quest'albero fino al prossimo millennio.”, il mezzodemone si rialzò a fatica e cercò di massaggiarsi la testa.

” Dannata, ma si può sapere come cazzo hai fatto a finirmi addosso in quel modo?”. A quel punto Kagome si bloccò e divenne rossa.

” Ecco, ammetto di aver ancora qualche piccolo problema a controllare la mia nuova velocità. Non sei il primo a cui finisco addosso di recente.”, disse ripensando a quello strano impiegato che aveva incrociato il giorno prima. Inuyasha sbuffò.

”Beh, avrai modo di imparare a farlo, Kenichi ha promesso di metterti sotto con gli allenamenti. E anche Kanata ha detto che dovrà insegnarti parecchie cosette e se fossi in te avrei un po' paura, non aveva un'espressione molto rassicurante quando l'ha detto. Andiamo ora o hai paura di finire addosso a qualcun altro?”, Kagome trattenne il respiro fino a gonfiare le guance e poi cominciò a rincorrerlo:.

ASPETTA CHE TI PRENDA, POI VEDI QUANTO HO PAURA!”, i due cominciarono a correre come pazzi fino al villaggio e Inuyasha si dimenticò di quello che era successo, d'altronde perchè rovinare un momento così con la paura?

                                                                                                                              *****

Buonasera a tutti, chiedo scusa se ho postato questo capitolo troppo in fretta e se l'ho trattato in modo così superficiale, ma avevo voglia di recuperare in fretta. Spero che la lotta d'allenameto di Inuyasha e degli altri vi sia piaciuto e che la scena finale vi abbia strappato qualche risata, cercherò di aggiornare il più possibile in queste vacanze, ma non garantisco, purtroppo tra poco ho esami. Chiedo inoltre a chiunque abbia letto fin qui di dedicare un minuto di silenzio a coloro che sono morti nell'attentato di Berlino(noi umani siamo solo bestie, dal primo all'ultimo) e concludo augurandovi buon Natale ora nel caso non riesca a farmi vivo prima.

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Capitolo 10
*** Comprensione e distruzione ***


                                                                                              Comprensione e distruzione

Kikyo controllò l'energia presente nell'aria, quel maledetto ne aveva fatta un'altra delle sue, poco ma sicuro. Aveva lasciato il villaggio quella mattina quando Inuyasha aveva detto che sarebbe andato a prendere Kagome e aveva lasciato lì Kohaku, che non aveva più bisogno della sua protezione, e aveva detto agli altri che voleva spiare le mosse di Naraku e che da sola sarebbe stato più facile nascondersi, ma in realtà aveva paura di parlare a Inuyasha e Kagome di quello che le stava succedendo, in sostanza aveva fatto una gran vigliaccata. Beh, se tutto fosse andato bene quella notte avrebbe posto fine a tutto, poi avrebbe preso il coraggio a due mani e avrebbe confessato tutto, forse avrebbe anche calmato la situazione tra quei due. Azzerò l'aura e si inoltrò nel bosco e trovò il suo obbiettivo davanti a un laghetto in cui si rifletteva la luce della luna. Naraku stava parlando con Kanna, che in quel momento aveva un'espressione più triste e vuota che mai, Kikyo non riuscì a sentire tutta la conversazione, ma udì chiaramente le parole “ diversivo” e “ Tessaiga” e dopo aver ricevuto i suoi ordini il demone dello specchiò se ne andò, mentre il suo padrone incrociò le braccia soddisfatto.

La miko decise di approfittarne e prese una freccia, che cominciò a caricare di fulmini bianchi assicurandosi che non venissero percepiti dal nemico, peccato che proprio in quel momento un gufo decise di spiccare il volo e il battito delle ali(1) allertò Naraku, che voltandosi d'istinto vide le scintille eletriche. Tirò fuori la spada e con un fendente tagliò l'albero dietro cui si era nascosta Kikyo e vedendola ghignò.

” Guarda chi si rivede.”, la miko incanalò il ki nelle gambe e cercò un posto in cui combattere meglio, arrivando dopo una breve corsa a un crepaccio a poca distanza dagli alberi, non aveva scampo, non poteva far altro che prendere qualche precauzione e fare un po' di spazio. Cominciò a cantilenare alcune preghiere e sul terreno comparvero degli ideogrammi luminosi che sparirono subito, dopodichè aspettò il suo avversario, che non si fece attendere. Naraku arrivò in volo preceduto da una nuvola di veleno che ridusse l'erba in poltiglia nerastra, puntò la spada contro Kikyo e ghignò trionfante.

” L'ultima resistenza, mia adorata?”, la miko in tutta risposta fece apparire a mezz'aria una serie di sfere di luce.

” No, la tua.”. Il mezzodemone si ritrovò intrappolato in uno sbarramento di fuoco intensivo e rispetto all'ultima volta ebbe molte più difficoltà a evitare gli attacchi e venne colpito in più punti fino a quando dovette atterrare, ma posò i piedi proprio dove Kikyo aveva messo le trappole e si ritrovò intrappolato in una serie di esplosioni di fuoco bianco che rase al suolo quasi tutti gli alberi nel raggio di trenta metri. Quando il fumo si diradò però Naraku era ancora in piedi, solo leggermente ferito e con il fiatone.

” Questi trucchi...che tu e quegli altri rompiscatole avete imparato stanno iniziando a seccarmi.”, scrocchiò il collo e pochi secondi dopo Kikyo si ritrovò il suo pugno infilato nello stomaco e sputò sangue. Indietreggiò cercando d'ignorare il dolore allo stomaco e rendendosi conto di una cosa.

” Hai imparato a usare anche tu lo yoki allo stesso modo di Inuyasha, vero? Senza non saresti sopravvissuto alle mie trappole e non avresti potuto superare le mie difese.”.

Naraku si grattò la testa.

” A dire il vero non posso affermarlo con certezza. Ultimamente quando dormo sento una voce che mi parla di aura, meridiani e quant'altro, così ho sperimentato un po' e ho scoperto di poter fare le stesse cose che fa Inuyasha, ma non so neanch'io il perchè. Comunque bando alle ciance e combatti sul serio.”. Si lanciò nuovamente sull'avversaria deciso a ucciderla definitivamente e Kikyo rimpianse di non essersi fatta da insegnare da Kenichi il suo gioco di gambe, riusciva a schivare quei fendenti per il rotto della cuffia, probabilmente se non avesse trovato gli insegnamenti sul ki sarebbe già diventata un mucchio di carne sanguinolenta, decise di fare sul serio. Si mise a recitare formule un'altra volta e dietro Naraku si materializzò una fiamma bianca, che si divise in piccole sfere che circondarono il mezzodemone e lo colpirono dai lati, ma lui ne fu a malapena rallentato e continuò ad attaccare, anche se con frequenza inferiore. Kikyo quindi rispose con dei fulmini sacri, spedendo indietro l'avversario e poi sradicò un albero con la telecinesi, lanciandoglielo contro, ma lui riuscì a fermarlo a mani nude e a spezzarlo in due, per poi lanciarlo nel burrone.

” Niente male come mossa, ma ci vorrà ben altro.”. Cinque secondi dopo si pentì di aver pronunciato quelle parole, perchè Kikyo riuscì per un attimo a superarlo in velocità e a infilarsi nella sua guardia, colpendolo direttamente nel punto più delicato e sensibile del corpo maschile con una forza micidiale.

Il mezzodemone crollò a terra tenendosi la parte colpita in preda a un'agonia indicibile, e con un filo di voce boccheggiò.

” K- kikyo, sei solo una maledetta t- tsundere.”, la miko per tutta risposta caricò una freccia di energia e gliela puntò in faccia.

” Lieta di esserlo, addio.”. Proprio mentre stava per scoccare la freccia però venne afferrata da degli artigli e la terra le sfuggì da sotto i piedi senza che se ne accorgesse e quando capì cos'era successo era troppo tardi, lei e Naraku erano già stati trascinati in cielo da un itsumade, un mostro con un corpo da rettile, ali da uccello e una faccia umana con un becco e per di più era il più grosso che avesse mai visto, probabilmente non aveva gradito l'interferenza di due intrusi che distruggessero il suo territorio. Tentò di bruciare la zampa che la teneva, ma riuscì a malapena a bruciacchiarla, purtroppo ci avrebbe messo ore per recuperare le energie perse, seccata si rivolse al compagno di sventura:” è TUTTA COLPA TUA!”, ma Naraku aveva ancora il cervello ridotto in pappa dal dolore e stava cercando di riprendersi.

” Lasciami in pace, a meno che tu non abbia un antidolorifico (1).”. Purtroppo la sacerdotessa aveva una concezione tutta sua di antidolorifico e con uno sforzo immane(2) strinse la testa dell'altro in una piccola gabbia di fulmini, con cui finalmente riuscì a svegliarlo.

” Contento? Ora fai qualcosa!”.

Naraku si ripromise di ucciderla senza indugio non appena sarebbe uscito da quella situazione, ma prima le cose importanti...concentrò tutto lo yoki che aveva nei meridiani e spinse per liberarsi, e fu quasi sul punto di riuscirci, ma proprio in quel momento l'itsumade cominciò a scontrarsi con altri due mostri. Uno era un nue, una scimmia con un corpo da tanuki, arti di tigre e la coda di un serpente, mentre l'altro era un enorme yatagarasu, un corvo con tre zampe dagli occhi infuocati. I tre mostri iniziarono a combattere e l'itsumade rinsaldò la presa per evitare di perdere le sue prede, rinchiudendo di nuovo Naraku e Kikyo in una morsa d'acciaio. Quest'ultima urlò nuovamente al nemico.

” Questa- è- tutta- colpa- tua!”, il mezzodemone imprecò.

” Cosa?!”, la sacerdotessa continuò senza pietà.

” Chi è che ha dato inizio a questa situazione?! Se cinquant'anni fa non avresti preso quella dannatissima sfera a quest'ora sarei accanto a Inuyasha, meglio morire di vecchiaia che finire così.”, Naraku si morse il labbro.

” E tu credi che io avrei voluto rimanere in quella stupida grotta senza la possibilità di muovermi fino a quando i kami non avrebbero avuto pietà di me, graziandomi con la morte? Beh, io preferisco di gran lunga questo.”. Kikyo imprecò, fregandosene altamente del suo rango di miko, poi osservò il nue e il corvo gigante che si azzufavano e il suo carceriere che cercava di scappare per trovare un luogo dove papparsi in pace le sue prede e le venne in mente un'idea.

” Naraku, puoi usare la tua spada?”, il mezzodemone si girò verso di lei.

” Già provato, cosa credi?”, Kikyo lo incitò.

” E allora riprovaci..”.

L' ex- bandito decise di ascoltarla e concentrò tutta la forza che gli rimaneva nel braccio, cercando di formare la spada, ma nel farlo innescò un'altra visione come quella di giorni fa: questa volta era davanti a Kagome, che gli urlava contro.....no, doveva restare concentrato sul presente. Con la mente divisa tra due tempi diversi finalmente Hakai no kiba bucò la zampa del mostro e il suo proprietario riuscì con uno sforzo immane a mozzargli gli artigli, poi fece per andarsene e cercare un posto dove rimettere insieme la sua mente, ma un urlo di Kikyo lo distrasse....in fin dei conti non era degenerato al punto da lasciare una donna negli artigli di un mostro carnivoro, quindi lanciò il suo attacco migliore sulla zampa che imprigionava la donna.

” FUSHOKU- SEI NO ICHIGEKI!”. L' itsumade urlò di dolore mentre il suo arto venne mozzato via e i suoi avversari ne approfittarono per sventrarlo e Naraku approfittò del loro pasteggio per salvare la donna, prendendola tra le braccia a mezz'aria:” Avanti, dillo, sono il tuo eroe.”, la sacerdotessa sbuffò.

” Stà zitto e atterra, poi ammazzami se ti và, tanto non mi resta molto.”. Naraku stava per chiederle cosa intendesse, per poi lasciarla andare lì, ma purtroppo l'adrenalina lo mollò e la visione lo colpì con la forza di una valanga: vide Kagome che gli urlava con tutto il fiato che aveva in gola.

” A CUCCIA!”, e lui ci andò per davvero....da cinquecento metri d'altezza! Quando riprese conoscenza era in una radura e non aveva un singolo osso del corpo totalmente sano, ma per qualche motivo aveva ancora Kikyo tra le braccia, in qualche modo le aveva fatto involontariamente da scudo, ma ora come ora non aveva neanche la forza per spezzarle il collo....e neanche voleva a conti fatti.

“Ehi, svegliati!”, urlò con la dolcezza di un elefante e la donna si svegliò, mettendo la mano libera su una ferita alla fronte.

” Ah, per fortuna sono riuscita a rallentare la caduta con i miei poteri.”, disse per spiegare come mai erano ancora vivi.

Naraku strinse i denti per una fitta di dolore alla schiena e con uno sforzo immane lasciò la sacerdotessa e la fece rotolare accanto a lui, poi tentò di alzarsi, ma senza successo.

” Ridicolo, finalmente ti ho tra le mani e non posso neanche massacrarti. L'unica consolazione è che non sei messa meglio di me.”, la sacerdotessa strinse i denti.

” Credimi, questa situazione è piacevole per me quanto lo è per te, comunque...dov'è la sfera? Mentre stavamo cadendo ce l'avevi ancora tu e ora non l'avverto più.”. Il mezzodemone sbarrò gli occhi e con uno sforzo immane mise la mano in una sorta di tasca nella sua armatura, che si rivelò vuota.

” Merda” Dev'essere caduta quando sono svenuto. Ora come ora potrebbe essere ovunque.” Kikyo sbattè il pugno a terra dalla rabbia, fregandosene altamente del dolore, almeno fino all'alba sarebbe stata costretta a dormire per recuperare il ki perso e avrebbe avuto comunque bisogno di ore per guarire le ferite, mentre a Naraku sarebbe servito molto meno per riprendersi e dopo avrebbe potuto tranquillamente tenerla prigioniera per cercare la sfera, ma sentì qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.

” Tranquilla, non ho intenzione di farti prigioniera se è quello che pensi. Appena le mie ossa si metteranno in sesto me ne vado, cercherò quello schifo per conto mio.”. Kikyo lo guardò scioccata, aveva realmense sentito quello che pensava di aver sentito?

“ Perchè?”, chiese con un sussurro e Naraku ridacchiò.

” Vuoi la verità? Comincio a essere stanco di questa storia, tutte queste morti, tutto questo dolore, e per cosa? Solo per ciò che resta di una sacerdotessa morta cinquecento e passa anni fa e che si dice possa esaudire un desiderio. Ormai sono andato troppo oltre, continuerò a cercarla costi quel che costi... ma a qualcosa vorrei rimediare nel mio piccolo.”.

Kikyo guardò le stelle e sospirò.

” Chi avrebbe mai detto che un giorno noi due avremmo avuto una conversazione civile?”, sentendo questo Naraku scoppiò a ridere.

” Civile?! Ma se da quando siamo stati catturati da quel coso abbiamo litigato come una coppia sposata da ottant'anni!”. La miko cominciò a ridacchiare in risposta.

” Oppure come Kagome e...”, il cuore di Naraku perse un battito:”... Inuyasha.”. Ora sapeva cosa significavano quelle visioni.

                                                                                                                         *************
Kagome stava cercando di rimanere in equilibrio perfetto mentre Kanata continuava a bersagliare lei e Miroku di raggi di luce. Il sacerdote di Okinawa per insegnare ai due la magia sacerdotale aveva deciso di sfoderare uno degli esercizi più sadici mai esistiti: le sfere dell'equilibrio, in sostanza i praticanti dovevano creare una palla di luce abbastanza grande e solida da poterci stare in piedi, per poi crearne altre più piccole formate da qualsiasi tipo di elemento nella sua versione “sacra” e farle evitare tutto intorno a sé mentre il maestro colpiva con ogni genere di attacco, mantenere la concentrazione era un autentico incubo.

“ Avanti, voi, io ho imparato a fare quest'esercizio a tredici anni. Dovete riuscire ad equilibrare corpo e mente per manovrare la luce, è questo il segreto della magia sacra.”. Miroku stava per dargli un assaggio della propria magia sparandogli in un colpo solo tutte le sfere d'energia che era riuscito a creare dopo giorni e giorni d'allenamento, ma un urlo atroce lo fermò e fece cadere a terra sia lui che la compagna di squadra, che si girò verso una pianura poco lontana.

” Quell'urlo... era di Inuyasha!”. I tre si diressero verso la direzione dell'urlo e trovarono tutti i loro compagni che stavano attorno a uno spazio, Jinenji lasciò passare Kagome, che vide Inuyasha che si dimenava mentre Maka cercava di tenerlo fermo e Kenichi tentava di premergli i meridiani per calmarlo. Kagome notò con orrore che la lama di Hakai no kiba era uscita dal bracciale.

” Che diavolo è successo?”, Sango le pose una mano sulla spalla.

” Non lo sappiamo, mentre ci allenavamo la spada si è attivata e lui è caduto a terra in piedi alle convulsioni.”, la ragazza del futuro si avvicinò a Maka e le fece cenno di lasciarglielo, ricevendo un'occhiata critica dalla tanuki.

” Sicura?”, Kagome annuì, conosceva Inuyasha da più tempo di chiunque dei presenti.

Con non poca fatica riuscì ad afferrare la testa di Inuyasha e per un momento vide quello che vedeva lui: sangue, massacri di ogni genere, risse da taverna, lezioni di spada e tanto altro, era un miracolo che la testa di Inuyasha non fosse già esplosa. Dopo quelle che sembrarono ore tutto cessò e entrambi riuscirono a rialzarsi, Kagome si rivolse al compagno con un filo di voce.

” Quelle immagini.. sono ciò che penso?”, Inuyasha diede un pugno al terreno e digrignò i denti:” Sì, quello che sogno...è la vita di quel figlio di puttana!”.

                                                                                                                ************

La Shikon no tama cadde dal cielo finendo tra i rami di un albero rinsecchito e nero, un posto troppo in vista per non essere notata da chi di dovere. L'essere informe che abitava in quella zona maledetta ormai da anni quasi scoppiò di gioia, era tanto che attendeva quel momento. Fluttuando risalì il tronco e avviluppò la sfera tra le sue fumose grinfie, per poi cercare di entrarvi , trovando però una certa resistenza.

” E così ci sono già degli inquilini qui? Beh, LEVATEVI DALLE SCATOLE!”. Nel gioiello si aprirono due crepe, da cui fuoriuscirono due getti di vapore, uno nero e l'altro bianco e poi si infiltrò in quelle due crepe, godendosi appieno lo spazio nero in cui era finito, ma prima sentì delle voci, quasi sicuramente l'ultimo messaggio dei precedenti occupanti della sfera. Una delle due voci era femminile ed aggraziata.

” Non importa cosa farai, loro ti fermeranno.”, mentre l'altra era maschile, dura e maligna:” Fà pure ciò che vuoi, un giorno questo mondo sarà mio!”. L'essere che si era infiltrato nella sfera scoppiò a ridere (sempre se un essere privo di forma può ridere).

” Che ci provino pure a fermarmi, io li manderò tutti nell'oblio. E anche se dovessero battermi, dopo di me ne verranno mille altri. Non importa quanti millenni ci vorranno, un giorno questo mondo non esisterà più.”.

                                                                                                                     *****

(1) non chiedetemi come fa a sapere degli antidolorifici, questi ormai fanno quello che vogliono.

(2) provare a usare incantesimi senza poter muovere le mani è quasi sempre una tortura, soprattutto se sei nell'artiglio di un mostro carnivoro a mille metri d'altezza.

                                                                                                                   *****

Bene, scusate per il ritardo, ma ho avuto meno tempo di quanto pensassi e l'ispirazione è venuta a balzi. In fin dei conti avrei potuto anche fare a meno di questo capitolo, visto che non avviene niente di così importante in fin dei conti a parte l'ultima scena e ho dovuto pure eliminare una parte che avrei voluto mettere ora. Beh, cercherò di rifarmi nei prossimi capitoli, auguro a tutti voi buon Natale e felice Capodanno.

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Capitolo 11
*** Umana ***


                                                                                                                         Umana

Sango guardò sconsolata Inuyasha e Kagome che stavano seduti l'uno accanto all'altro senza guardarsi o parlarsi, da quando il mezzodemone aveva capito e confessato di avere un collegamento mentale col loro nemico di sempre la situazione era diventata incredibilmente pesante. Avevano paura che Naraku potesse accorgersene e carpirgli informazioni importanti, come l'uso dei Tanden, le loro abilità e altro ancora e tra l'altro Kikyo non si era ancora fatta rivedere ( non che quest'ultima cosa le dispiacesse più di tanto, in fin dei conti), per di più mollando Kohaku, non che non fosse felice di non riavere suo fratello accanto, ma lui comunque non era stato granchè contento di essere abbandonato così. Kenichi e Maka stavano discutendo sul da farsi mentre Kanata leggeva dei sutra, quindi lei decise di allontanarsi per esercitarsi un po' e dopo un po' di cammino arrivò in una spiazza erbosa divisa in due da un fiume. Cominciò a esercitarsi con la spada, ripetendo tutte le posi che conosceva e applicando contemporaneamente lo stile di gambe che aveva appreso da Kenichi, che aveva appreso in breve tempo grazie alla sua esperienza di combattimento. Finse di avere davanti la faccia di Naraku, del Bambino o di Hakudoshi e li colpì con tutta la sua forza, creando senza accorgersene delle onde d'urto che tagliarono l'erba tutto intorno, poi cadde a terra frustrata.

” Perchè, perchè non posso mai fare niente?”, ma una voce arrivò a consolarla.

” Quello che mi chiedo io è... perchè puoi fare tutto?”.

Miroku le posò una mano sulla spalla e si sedette accanto a lei, che sospirò.

” Sconvolto anche tu da questa storia?”, il monaco unì le mani e creò una sfera di luce.

” Sconvolto è un eufemismo. Naraku è stata la rovina della mia famiglia, sapere che il mio migliore amico ha un legame mentale con lui....è come ricevere una martellata dritta sul cervello. Non oso neanche immaginare cosa succederebbe se riuscisse a ucciderlo con quella spada.”. Sango annuì.

” Neanch'io, se quell'arma assorbirà Naraku e contemporaneamente è legata totalmente a Inuyasha cosa succederà a lui? Nel peggiore dei casi Naraku prenderà possesso del suo corpo e dovremmo ucciderlo- si asciugò due lacrime- non so neanche con che faccia potrei presentarmi davanti a Kagome. Sono così inutile, non riesco neanche a usare un fottuto elemento a caso, mentre Kohaku ci riesce come niente.”. Sbattè i pugni a terra, Miroku trasformò la sfera che aveva creato in un piccolo stormo di farfalle luminose e poi abbracciò la sterminatrice.

” Non succederà, lo giuro su tutti i kami. Nessuno ci porterà più via coloro che amiamo, anche se si trattasse del fato stesso.”, la ragazza restò per un attimo interdetta dall'abbraccio e dal giuramento dell'amico, ma poi si lasciò andare, che la guerra se ne andasse al diavolo per qualche minuto, lei voleva vivere e restarono attaccati per diversi minuti, poi lei sentì una pressione familiare al fondoschiena e colpì Miroku con l'Hiraikotsu.

” Pervertito! E io ti credo pure!”. Il monaco stava per scusarsi nel patetico tentativo di salvarsi da una fine lenta e dolorosa, ma una voce proveniente dall'altro lo interruppe.

” Guarda un po' che bei piccioncini, è quasi un peccato rovinare momenti così romantici.”.

Davanti a loro atterrò un enorme orco viola dotato di due ali e Miroku rabbrividì riconoscendo quei due occhi rossi totalmente privi di pietà.

” Goshinki! Come puoi essere qui?”, l'emanazione di Naraku ghignò.

” Eheh, il mio caro papà ha riciclato Tokijin per ricrearmi dopo che uno di quei seccatori di Okinawa l'ha spezzata. Ha pure aggiunto qualche piccola modifica, non vedo l'ora di provarle su Inuyasha.”, Sango si rialzò e tirò fuori il suo fidato boomerang.

” Non ci sarà bisogno di Inuyasha. Questa volta sarò io a farti a pezzi. Miroku, restane fuori.”, il monaco stava per protestare, ma lo sguardo della ragazza lo fermò, quella era la sua battaglia. Si mise in posizione, aspettando che l'avversario facesse la prima mossa e Goshinki si diresse verso di lei con una velocità impossibile per una creatura di quella stazza, ma lei riuscì a scansarsi e a colpirgli il gomito, poi con uno scatto gli tagliò la coda, ma lui la scaraventò via con un calcio. Ammortizzò l'atterraggio su un albero e l'onda d'urto seguente spazzo via l'erba, poi con un salto si gettò sull'emanazione di Naraku colpendola ripetutamente con la spada, ma questi riusciva a parare anche se con difficoltà, il che fece sorgere un dubbio a Sango.

” Hai imparato a usare i meridiani, vero?”, l'orco ghignò mentre parava un colpo con i suoi speroni ossei.

” Esatto, per qualche motivo il capo ha imparato come usarli per potenziarsi e leggendogli nella mente anch'io ho scoperto come fare. Devo ammettere che sono piuttosto utili, dovrei ringraziare quei tuoi nuovi amici prima di ammazzarli.”, Sango imprecò, sospettava che Naraku avrebbe potuto imparare qualcosa dal suo legame con Inuyasha, ma sperava non proprio a quello.

Schivò un morso e rispose con un calcio alla mascella, che irritò paracchio Goshinki.

” E va bene, volevo tenermi questo per quel maledetto, ma tu mi hai costretto.”, caricò energia nella bocca, per poi sparare un raggio di energia contro l'avversario, che parò con il suo boomerang, venendo però scagliata dall'altra parte della radura e quando si rialzò sputò un po' di sangue.

” Pure le tecniche di Tokijin?!”. L'orco rise.

” Te l'ho detto, è grazie a quella spada che sono tornato in vita, quindi posso usare le sue tecniche. Non l'avevi ancora capito, stupida umana?”, Sango digrignò i denti, non aveva mai sopportato insulti del genere e gliel'avrebbe pagare cara a quel maledetto, ma prima di tornare all'attacco sentì le voci e i passi degli altri che erano arrivati dopo aver sentito gli schianti di prima.

” Resisti, Sango!”. Inuyasha sboccò non appena vide il suo vecchio nemico.

” Goshinki! Come puoi essere vivo?!”, Maka lo guardò sorpresa.

” Che vuoi dire? Non vorrai dirmi che...”, Kagome annuì.

” Sì, l'abbiamo incontrato una volta, in cui Inuyasha ha usato la sua forma demoniaca senza controllo per ucciderlo, ma non ho la minima idea di come possa essere ancora qui.”, Koga si scrocchiò il collo.

” Beh, non lo resterà per molto.”. Sango però li fermò.

” No, me ne occuperò io.”, gli altri la guardarono sbigottiti e Shippo le balzò accanto.

” S- sei sicura, Sango?”, la sterminatrice guardò seria il cucciolo.

” Mi ha chiamato stupida umana, è mio.”, Kenichi e Kanata strinsero le nocche e puntarono entrambi un dito al cielo.

” Allora fagli il culo anche per noi!”.

La sterminatrice ringraziò per l'incoraggiamento e si gettò nuovamente contro Goshinki, tagliandolo ripetutamente sulle braccia e sul torace, ma lui provò a contrattaccare con una raffica di raggi energetici. Sango per pararli ricoprì l'Hiraikotsu di ki cercando di trasformarlo finalmente in qualcosa di concreto, cercò di ricollegarsi a qualcosa che conosceva bene e che poteva tornargli utile in quel momento, qualcosa che aveva studiato fin da bambina. Venne raggiunta in pieno da una scarica di laser che però si divisero tutti a metà, e alla fine i compagni della sterminatrice videro l'inaspettato...la loro amica stava al centro di un cratere, a cui intorno l'erba era appassita o bruciata e la sua arma preferita era infusa di un'aura viola in parte gassosa e in parte liquida, il cui odore non lasciava spazio a dubbi.

“ Veleno- commentò Kenichi impressionato- non è un'abilità che riescono a ottenere molti umani, Sango è davvero formidabile.”, Kohaku guardò la sorella con le lacrime agli occhi e urlò a tutta forza.

” DISTRUGGILO, SORELLONA!”, venendo imitato da tutti gli altri e Sango guardò orgogliosa il potere che aveva ottenuto, giurandosi che non sarebbe andato sprecato. Goshinki guardò furioso l'avversaria e in uno scatto d'ira concentrò tutto lo yoki che gli rimaneva per un ultimo attacco, imitato dalla sterminatrice e dopo lunghi secondi di concentrazione entrambi lanciarono il loro attacco.

Un'ago di puro potere demoniaco rosso si scontrò a mezz'aria con il boomerang volante intriso di ki velenoso e all'inizio sembrò che il primo fosse in vantaggio e i presenti per un istante smisero di respirare, ma alla fine l'Hiraikotsu tranciò in due il raggio energetico e si diresse dritto sull'orco, che in un tentativo di afferrarsi tentò di bloccare la rotazione dell'arma con le mani, ma senza successo. Una colonna di gas tossico si alzò in aria e per un istante non si vide niente, poi il boomerang si conficcò nel terreno a un piede di distanza dalla proprietario e fu finalmente possibile rivedere il mostro, che aveva i palmi arroventati e una grossa cicatrice sul torace con delle bolle intorno. Goshinki guardò irato le ferite e ruggì.

” Per adesso mi ritiro, maledetti, ma non temete, ci rivedremo presto...e dubito che sarete così fortunati.” e scappò alzandosi in volo. Sango cadde a terra sfinita, ma trionfante, finalmente poteva considerarsi alla pari con i suoi compagni, che la presero senza troppi complimenti e la lanciarono in aria festosi.

” Hip Hip Urrà per Sango.”, urlò Kagome e la festeggiata provò a farli smettere con la minaccia di avvelenarli tutti, ma senza successo e quegli idioti continuarono....almeno fino a quando Miroku non riprovò a palparle il sedere.

                                                                                                                       ************

Il sole splendeva sul mare, illuminando una piccola imbarcazione con due soli occupanti, uno intento a occuparsi delle vele e l'altra occupata a pescare. Il primo era un uomo sulla cinquantina alto, dotato di un fisico muscoloso e segnato da cicatrici, con occhi e capelli neri striati di grigio e vestito con un kimono dotato di spallacci, gambali e tekku e portava un grosso rosario al collo, mentre l'altra era una giovane ragazza di circa vent'anni con i capelli blu corti, occhi castani, non troppo alta e con un fisico tonico, vestita come una ninja e dotata di un'aura che stava facendo tremare l'aura e la barca stessa. L'uomo sospirò e le pose una mano sulla spalla.

” Miu, trattieniti o tutti i pesci scapperanno se non l'hanno già fatto. Trattieniti per quando avremmo trovato quello scapestrato di Kenichi.”, la ragazza imprecò e per poco non ruppe la canna di pesca dalla rabbia.

” Ci sto provando, Kenshiro- sensei, ma non riesco a pensare ad altro che alle sue ossa ridotte in briciole.”. Kenshiro si mise una mano sulla fronte, in realtà anche lui non vedeva l'ora di mettere le mani su quell'idiota ed era per puro miracolo che aveva trattenuto sua moglie e la madre di Miu dal venire con loro, neanche lui sapeva come aveva fatto. D'altro canto poteva capire benissimo perchè Kenichi se ne fosse andato, neanche lui da giovane avrebbe lasciato gli amici da solo in un territorio praticamente sconosciuto, però....abbandonare le nozze con Miu in quel modo era davvero troppo!

Venne distratto dai suoi pensieri da alcuni movimenti appena sotto la superficie dell'acqua e anche la ragazza se ne accorse.

” L'altra volta ci hanno messo di meno a farsi scoprire, stanno migliorando.”, il compagno di viaggio si stiracchiò le mani e poi scrocchiò il collo:” Me ne occupo io, Miu, non voglio che la mia futura nuora venga ferita inutilmente.” Delle figure vagamente umanoidi saltarono fuori dall'acqua direttamente dalla barca, erano degli strani ibridi uomo- pesce con un corpo ricoperto di squame gialle, orecchie e dita simili a pinne, una bocca allungata e occhi strabici, erano degli shihofuki(1). Il più piccolo tra loro provò a prendere Kenshiro di spalle, ma lui lo rispedì indietro con un pugno senza neanche voltarsi e poi con un gesto incitò gli altri a farsi avanti e loro non se lo fecero ripetere due volte, ma fu tutto inutile, il guerriero spedì in aria un avversario con un montante, poi ne scaraventò altri tre in acqua con un calcio e fece lo stesso con gli altri usando senza quasi essere visto, fino a quando non rimase solo il più grosso.

La creatura marina cercò di sembrare più grossa e minacciosa che poteva, ma il maestro d'arti marziali pur essendo più basso continuava a sembrargli un autentico colosso contro cui non poteva fare niente e infatti Kenshiro gli arrivò davanti con una lentezza esasperante e subito dopo lo tempestò di pugni a velocità supersonica:” ATATATATATATATATATATATA!”.

Dopo l'ultimo colpo lo shihofuki volò dritto in acqua causando una colonna d'acqua alta venti metri, che Miu osservò con sguardo critico.

” Anche questa volta non ne avete ucciso nessuno?”. Il guerriero si stava massaggiando la mano destra e annuì.

” Esatto, d'altronde avevano tutte le ragioni per attaccarci. Qui gli intrusi siamo noi, quindi non voglio causare incidenti di nessun tipo a meno che non sia assolutamente necessario e lo stesso vale per te, sono stato chiaro?”. La ragazza raggelò vedendo lo sguardo del maestro e tornò a pescare, a volte dimenticava quanto fosse bravo a spaventare quell'uomo, beh, di sicuro avrebbe avuto lo stesso effetto anche sul suo fidanzato.

” Oh, mio caro Kenichi, ti pentirai amaramente di ciò che hai fatto. Spero che quel sadico di Kanata sia con te, così potrò sposarti subito, poi diventerò un'inconsolabile vedova.”. A mille chilometri di distanza l'oggetto dei pensieri di Miu stava insegnando a Koga e Ayame come fare una presa decente e in quel preciso momento sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale, che gli fece provare un'intenso desiderio di correre a fare testamento.

                                                                                                                     **************

Kikyo osservò il cielo stellato stringendosi nelle spalle, alla fine Naraku era stata di parola e l'aveva lasciata andare, ma lei era sempre in guardia nel caso avesse cambiato idea o giocato con lei come al solito. Ore fa aveva mandato i suoi shikigami in tutta l'area circostante per cercare la shikon no tama, ma finora non era ancora tornato nessuno di loro. Finalmente dopo un'altra ora uno di loro ritorno e le si prostrò, lei toccò la fronte della creatura serpentina e vide ciò che essa aveva trovato: una terra desolata e sterile, un fiume prosciugato e un albero rinsecchito su cui si trovava l'oggetto che tutti cercavano. Quando la visione sparì la sacerdotessa cadde a terra col fiato corto in preda alla disperazione:” No, non lì, dappertutto, tranne che in quel luogo orrendo.”, cominciò a correre, doveva avvertire Inuyasha e i suoi compagni, subito!

                                                                                                                          *****

(1) uomini pesce. yokai.com, grazie di esistere.

                                                                                                                          *****

Salve a tutti, so che il capitolo è parecchio corto, ma volevo riuscire a pubblicarlo prima di domani e mi auguro che sia stato soddisfacente. Spero di aver reso bene la scena girl power di Sango e di aver introdotto bene Kenshiro e la fidanzata di Kenichi. Purtroppo potrei non farmi vivo per un po' da queste parti, perchè tra poco avrò esami e c'è una storia che vorrei iniziare prima di essi, quindi mi auguro mi perdonerete se vi lascio per qualche tempo. Concludo il messaggio augurando a tutti buon capodanno e invitandovi a recensire (anche te, Kurama, sono stato paziente finora).

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Capitolo 12
*** Il matrimonio peggiore della storia ***


Il matrimonio peggiore della storia

Rin e Jaken si ripararono dietro un masso mentre le onde d'urto dello scontro infuriavano tutto intorno, finalmente Sesshomaru stava affrontando il suo esame finale. Lui e Gatsu si stavano scontrando a velocità folle passando in un istante dalla terra all'aria e scambiandosi colpi rapidissimi e per l'occasione vestivano entrambi le proprie protezioni, Gatsu aveva detto che anche se Sesshomaru usava Tenseiga ormai non ne sarebbe uscito indenne in ogni caso senza l'armatura. Il demone cane saraventò l'avversario a terra con un calcio e poi si fiondò su di lui avvolto d'aura velenosa, ma lo spadaccino lo fermò incrociando i bokken e imbevendole di luce, dopodichè riuscì a spedirlo contro un albero e lo raggiunse, quindi ricominciò lo scambio di colpi. Lo spadaccino di Okinawa guardò soddisfatto l'allievo.

” Vedo che le mie lezioni sono servite a qualcosa, ma pensi di poter fare qualcosa di più?”, la sua velocità aumentò di gran lunga e Sesshomaru cominciò ad avere problemi a stargli dietro, ma se avesse semplicemente usato lo yoki per potenziarsi non avrebbe risolto nulla, doveva usare una tattica più precisa. Si fece colpire apposta per far credere al maestro di essere in difficoltà e nel frattempo cominciò ad accumulare energia nel collo del piede e in un momento in cui la guardia di Gatsu si aprì lo colpì dritto sul gomito sinistro, facendogli perdere la presa sulla spada, poi gli puntò la spada in un gesto di sfida.

” Adesso la lotta è un po' più equa, no?”.

Il samurai ghignò e impugnò la lama a rovescio, ricoprendola di uno strato d'acqua santa, e tirò un fendente che taglio il terreno per trenta metri e anche Sesshomaru si ritrovò un taglio sulla spalla destra, che bruciò parecchio. Decise di fare veramente sul serio, il suo corpo si ricoprì di pelo bianco, i vestiti sparirono e un momento dopo Gatsu si trovò davanti un enorme cane bianco le cui zanne rilucevano di veleno verde. Sesshomaru tentò di azzannarlo, ma l'avversario riuscì a schivare con un balzo e a portarsi sulla sua schiena e il demone cane si alzò in volo , deciso a porre fine allo scontro in aria. Lo spadaccino concentrò tutto il ki nella spada sperando di porre fine alla lotta in un colpo, ma venne anticipato dall'avversario, che riassunse la forma umanoide e lo afferrò per la testa e lui non potè fare altro che sospirare.

” Sono fregato, vero?”, il figlio di Inu no Taisho fece un mezzo sorrisetto.

” Sì.”. Cominciò a ruotare su sé stesso e a fiondarsi vero terra, finchè la testa di Gatsu non sbattè sul terreno con una forza immensa, creando un cratere con un diametro di quaranta metri. Sesshomaru crollò sfinito e con il fiatone, se neanche quello sarebbe bastato a battere il suo maestro si sarebbe ritirato lui, ma fortunatamente in quel momento udì le due parole più soddisfacenti della storia.

” Mi arrendo.”.

Il samurai saltò fuori dal cratere e si scrocchiò il collo.

” Aaargh, neanche Kenichi mi ha mai ridotto così... cioè, non in un modo così umiliante almeno. Beh, ci sono voluti nove capitoli, ma sono stato sconfitto alla grande, adesso tocca a me sconfiggere te, ma prima voglio dormire un po'. Ah, penso tu abbia visite.”. In quel momento dal cielo scese Totosai in groppa al suo toro con tre occhi e guardò Sesshomaru ammirato.

” Allora, ora ti senti pronto per Meido Zangetsuha?”, il demone cane annuì e tirò fuori Tenseiga, mentre il demone fabbro cominciò a spiegargli come aprire il varco per il mondo dei morti e Gatsu osservò il suo lavoro soddisfatto, se fosse arrivato il momento di combattere il suo allievo sarebbe stato pronto, restava solo da addestrare Rin, anche se lui non sarebbe stato molto utile, le abilità della bambina erano più da incantatrice. Mentre pensava questo il suo cervello venne percorso da una scarica elettrica e sorrise, finalmente lui era arrivato.

” Ehi, Sesshomaru”. Il demone maggiore si voltò:” Io ora devo andare a un matrimonio, tu e gli altri raggiungetemi dopo.”, detto questo se ne andò di corsa lasciando basiti i presenti, quella storia stava diventando di giorno in giorno più strana.

                                                                                                          ***********

Inuyasha si osservò meravigliato le mani, ancora artigliate nonostante fosse notte di novilunio, Maka gli aveva detto che spezzata la maledizione che bloccava il potere dei mezzodemoni non si sarebbe più trasformato in umano se non per sua volontà, ma al momento non ci aveva creduto. Si era allontanato un attimo dall'accampamento mentre tutti dormivano perchè voleva godersi la possibilità di sfruttare le sue abilità senza alcuna limitazione, gli sembrava un modo per sbeffeggiare quel cielo nero che per anni gli aveva negato la possibilità di essere quello che era e difendersi, e cominciò a saltare da un albero all'altro a tutta velocità senza quasi respirare e mentre balzò sull'albero più alto vide una figura familiare che girava in tondo vicino un fiume. Atterrò sulla riva accanto a Kenichi, che aveva un'aria parecchio spaventata.

” Ehi, maestro, che hai?”, l'artista marziale sospirò.

” Ehm, diciamo che prima di venire qui ho lasciato qualcosa in sospeso a casa e temo che chi di dovere stia venendo a saldare il conto.”. Inuyasha drizzò le orecchie, se c'era qualcuno capace di togliere il sonno al suo insegnante neanche lui poteva stare tranquillo.

” Ti prego, dimmi che non si tratta di un demone drago grosso come una montagna e malvagio fino al midollo.”, ma il Saotome scosse la testa.

” Magari, è qualcosa di molto molto peggio. E per di più insieme a lui sta venendo mio padre, che tra le altre cose dovrà vedere i miei progressi....e di conseguenza anche i vostri.”.

Il mezzodemone stava per chiedergli cosa intendesse quando un boato e dei rumori di battaglia li interruppe e si diressero a tutta velocità dai loro amici. Arrivati trovarono una scena incredibile, una figura mascherata stava tenendo testa da solo a tutti i loro compagni, che si erano coalizzati nel tentativo di colpirlo senza successo, Miroku tentò con una raffica di laser che vennero bloccati a una velocità incredibile e Sango provò un attacco incrociato di boomerang e katana intrisi di veleno, ma il nemico misterioso bloccò l'attacco con una mano e la rispedì indietro con un pugno, per poi piegarsi all'inverosimile e scaraventare in aria Maka, che aveva provato un attacco alle spalle. Quando la tanuki atterrò si rivolse a Kenichi con sguardo sornione.

” Beh, amico mio, come al solito tuo padre non perde un colpo.”, la mascella di Inuyasha arrivò a mezzo centimetro dal terreno e guardò sboccato Kenichi.

” E' TUO PADRE?!”, il Saotome si mise una mano sulla faccia.

” Purtroppo sì, quello è proprio il grande Kenshiro Saotome, capo dei Baransu no shyoin, mio maestro e per somma disgrazia mia e di mia madre a volte è un po'.... eccentrico, ma penso di poterlo fermare.”. Approfittò di uno sbarramento di foglie taglienti e frecce sacre da parte di Kagome e Ayame per prendere l'avversario di sorpresa e colpirlo con una raffica di calci ricoperti di vento.

” Ciao, papà, come stai?”, il guerriero parò i calci senza problemi e rispose con un colpo di palmo dritto nello stomaco, da cui Kenichi si protesse in parte metallizzando la parte colpita.

” Papà? Io sono Ganryu X, il mio amico Kenshiro era impegnato altrove e mi ha chiesto di osservare le vostre abilità e sono lieto di potergli riferire che hai addestrato i tuoi allievi al meglio, anche quei bambini.”, Kenichi concentrò il ki nelle nocche e tentò un pugno che venne però parato facilmente, provocando un'onda d'urto che spazzò via le foglie a terra e fece piegare i rami degli alberi per diversi metri.

” Per favore, ho smesso di credere a questo travestimento quando avevo undici anni e qualcuno di quei bambini ne aveva ancora di più, quindi fammi il santissimo favore di non raccontargli storielle idiote.”.

Kenichi concentrò la propria energia in tutti i meridiani del braccio e con uno scatto improvviso rubò la maschera dell'avversario per poi gettarla via.

” Oh, a quanto pare eri proprio tu, vecchio.”. Padre e figlio si guardarono per un lungo istante, restando in posizione di guardia....per poi abbracciarsi:” Mi sei mancato, gli allenamenti non sono più gli stessi senza le tue vergate.”, l'uomo diede una spacca all'altro felice come non lo era da mesi.

” Anche per me, poi non ti dico come si lamenta tua madre da sei mesi a questa parte, comunque facci un piccolo favore la prossima volta...”. Sentendo quelle parole Kenichi rabbrividì proprio come giorni fa e Maka e Kanata si avvicinarono con un ghigno bastardo ansiosi di sapere cosa avesse combinato il loro leader e anche gli altri fecero lo stesso, mentre Kenshiro si scostava dal figlio:” La prossima volta, dicevo..... evita di mollare tua moglie all'altare e filartela senza avvertire nessuno.”. Le risate del monaco e della maestra d'armi invasero la radura, mentre tutti gli altri guardarono sconvolti l'artista marziale, che si rivolse ai due compagni.

” Ehi, innanzitutto Miu per prima ha detto che senza voi due lei non voleva sposarsi ed eravamo già d'accordo che dopo la cerimonia vi avrei raggiunti qui, semplicemente ho anticipato un po' la partenza e potrei- deglutì- avervi mentito su come si è svolta la cosa.”. Kanata si asciugò le lacrime agli occhi e dopo essersi calmato mise una mano sulla spalla dell'amico .

” Amico, sei totalmente morto e che sia ben chiaro. Io dopo non ti rimetto insieme.”, Maka invece ebbe bisogno di una pacca di Jinenji per non soffocare dalle risate e dopo aver ripreso fiato ricominciò a ridere.

” Ora come ora mezza Okinawa ti vorrà morto. E ovviamente io sono compresa nella lista.”, Kenichi sbiancò e cadde in ginocchio.

” Con amici come voi a che servono i nemici? Beh, almeno potrò considerarmi salvo fino a quando non torniamo a casa o fino a quando LEI non verrà qui.”, Kenishiro si schiarì la voce.

” LEI è già qui, è venuta con me.”.

Kenichi sentì una presenza enorme dietro di sé e girò la testa a scatti, trovandosi di fronte la sua fidanzata e si chiese per l'ennesima volta come riuscisse ad avvicinarglisi ogni santa volta di nascosto nonostante fosse furiosa all'inverosimile. Miu in quel momento sembrava più una tigre che un'essere umano da quanto erano deformato il suo volto e la bocca era contratta in una smorfia di pura rabbia, ciononostante per Kenichi rimaneva bellissima, decise di provare con la dolcezza.

“ Ciao, amore, lo sai che sei diventata ancora più carina?”, purtroppo la scelta di parole non fu particolarmente azzeccata e si trovò in aria preso per il collo, mentre Inuyasha e gli altri non osavano intervenire.

” QUESTA è la tua migliore difesa dopo avermi mollato all'altare davanti a tutta la nostra organizzazione? Dopo sei mesi che io, la mia famiglia e tua madre abbiamo progettato i metodi più dolorosi possibili per fartela pagare? Beh, VAFFANCULO!”. Il Saotome si ritrovò bersagliato da una tempesta di pugni infuocati e poi venne sbattuto a terra, per poi ricevere un calcio dopo l'altro nelle costole mentre Maka incitava Miu, le ragazze si chiedevano cosa cavolo stesse succedendo e i ragazzi avevano fatto un passo indietro per paura di essere colpiti insieme all'amico. Dopo lunghi minuti Miu si calmò, riprese fiato e si rivolse agli altri.

” Piacere di conoscervi, io sono Miu Tendo e voi dovete essere gli allievi di quest'essere immondo, ho potuto vedere prima che ve la cavate piuttosto bene. Potete stare tranquilli, è ancora vivo.”, poi vide Maka.

” Ciao, panzona, sbaglio o hai preso altri due chili?”, la tanuki assunse la sua forma demoniaca.

” E io sbaglio o hai trasformato un'altro terzo del tuo cervello in muscoli o tette?”.

Si ritrovò un pugno dritto nel naso mentre il suo nunchaku sbattè sulla testa di Miu, poi le due ragazze si misero a ridere e si abbracciarono.

” Mi sei mancata, stecchino:”, la Tendo sbattè una mano sulla spalla dell'altra.

” Anche tu, lo sai che non avrei mai celebrato il mio matrimonio senza di te, vero?”. Kanata rise e prese Kenichi sulle spalle.

” Beh, possiamo rimediare ora, conosco due sacerdotesse che sarebbero più che felici di aiutarmi a ufficiare la vostra unione.”, il cadavere sulle sue spalle emise un rantolio, poi riuscì a parlare normalmente.

” Eh, no, serve anche il padre della sposa e so benissimo che lo zio Rei non si muove da casa neanche se lo paghi.”. Purtroppo per lui Kenshiro tirò via da una tasca una pergamena.

” Mi dispiace per te, debosciato, ma Rei mi ha detto di dare questa delega da parte sua al più forte dei tuoi allievi. Alla cerimonia egli svolgerà il ruolo del padre della sposa”. Miroku e Inuyasha sentendo odore di guai decisero di svignarsela alla chetichella, ma vennero afferrati da Sango e Kagome.

” Mi dispiace per voi due, ma vogliamo vedere come va a finire.”. I due vennero portati senza alcuna pietà davanti a Miu, che diede la pergamena a uno scazzatissimo Inuyasha.

” Beh, “papà”, sembra che ti toccherà sorbirti un bel matrimonio, cerca di non fare il gelosone. Ehi, Kanata, dove vivono le sacerdotesse di cui parlavi?”.

                                                                                                              **********
“ Hitomiko, grazie per l'immenso favore che mi fai. Non sapevo a chi altro rivolgermi.”, disse il monaco alla ragazza accanto a lui. Il monaco aveva infatti deciso di chiedere alla miko di celebrare le nozze assieme a lui e Kagome nel suo villaggio e lei era stata ben felice di accettare, così sotto i suoi ordini gli uomini del villaggio avevano attrezzato tutto il necessario. Hitomiko osservò le decorazioni, erano state fatte in fretta e furia per “ onorare gli eroi d'oltremare”, come i suoi compaesani avevano chiamato i compagni del suo maestro, ma sarebbero servite allo scopo.

” Sono certa che sarà un bellissimo matrimonio. È la prima volta che partecipa a uno, maestro Kanata?”, il monaco sbuffò e si aggiustò il cappello.

” Purtroppo no, e quasi tutti quelli che si svolgono da noi generalmente finiscono con un massacro peggio delle nozze rosse(1). Spero che qui vada meglio.” Hitomiko gli sorrise.

” Stia tranquillo, tanto a parte qualche attacco improvviso di demoni qui non succede mai niente di grave e possiamo occuparcene tranquillamente. Poi forse un giorno anche lei dovrà sposarsi... o ha fatto voto?”, Kanata s'irrigidì.

” N- no, ma per me è ancora presto, a differenza di Kenichi non ho ancora trovato la donna della mia vita.”.

La miko per tutta risposta gli sorrise e se ne andò, mentre l'altro si diresse un po' scosso alla capanna che gli abitanti del villaggio avevano messo a disposizione per festeggiare l'addio al celibato di Kenichi, che passò tutta la serata urlando scongiurando il padre e gli amici perchè lo liberassero dalle corde che gli avevano messo perchè non scappasse e le ragazze, sistemate in capanna accanto, passarono la loro festicciola mangiando dei dolci portati da Kagome e dicendo in continuazione.

” Maschi.”. Il mattino dopo tutto il gruppetto si diressero al tempio ignorando bellamente la sudorazione esagerata di Kenichi. L'artista marziale era vestito con un kimono da cerimonia nero decorato con lo stemma di famiglia, hakama dello stesso colore e un sottokimono bianco, mentre Miu indossava un kimono (il kanji che significa pugno) multicolore e un velo bianco e sembrava il ritratto della felicità, probabilmente pensava a quante mazzate avrebbe dato al fidanzato prima di di fargli onorare i doveri coniugali. I partecipanti alla cerimonia si purificarono con l'acqua come voluto dalla tradizione ( anche se forse Kenichi usò molta più acqua del dovuto da quanto era nervoso), dopodichè si disposero come da copione, sacerdoti davanti al tempio, gli sposi davanti a loro e subito dietro di loro genitori ( Inuyasha nel caso di Miu) e testimoni(Miroku per Kenichi e Sango per Miu, che aveva fatto rapidamente amicizia con le altre ragazze) e dietro tutti gli altri, tra cui Shippo che continuava a giocare con la sua trottola.

Kanata cominciò col suo sermone per benedire l'unione dei suoi due amici, mentre Kagome si avvicinò a Inuyasha.

” Allora, che te ne pare?”, il mezzodemone si girò scazzato verso di lei.

” Francamente sto ancora cercando di capire come siamo arrivati a questo e anche perchè devo essere io a fare le veci del padre di Miu, è da due giorni che continua a chiamarmi papà e mi manda in bestia.”. Si sbattè la mano in faccia e Kagome ridacchiò.

” Dai, consideralo un allenamento per quando dovrai andare davvero al matrimonio di tua figlia.”, Inuyasha sentì tutto il sake che aveva bevuto la sera prima incendiargli lo stomaco, non aveva mai pensato sul serio all'avere figli, il suo pensiero principale da quando era al mondo era sempre stato sopravvivere, però...probabilmente Kagome aveva ragione, questo gli sarebbe servito come allenamento per quando sarebbe giunto il momento. Nel frattempo Kanata aveva finito il suo sermone per benedire gli sposi e porse loro due tazze di sake, ma proprio mentre stavano per bere una figura indistinta colpì Kenichi a tutta velocità e ruzzolarono lungo il pendio. Tutti i presenti guardarono sconvolti la scia di polvere lasciata dai due e si gettarono all'inseguimento, ma vennero bloccati da una figura scesa dal cielo, Sesshomaru, che aveva un'espressione abbastanza perplessa.

” Scusate il disturbo, per caso avete visto Gatsu?”.

Miu bestemmiò e corse a tutta velocità verso il punto dove era'era finito Kenichi, mentre Kanata, Maka e Kenshiro alzarono le mani al cielo e la seguirono. Inuyasha dal canto suo decise di andarsene.

” Ragazzi, io ho bisogno di allontanarmi per un momento da questa gabbia di matti, ci si vede tra poco.”. Corse via e dopo qualche minuti di corsa si ritrovò davanti a un laghetto dove si lavò la faccia e bevve avidamente, ne aveva bisogno, ma poi vide qualcosa che gli gelò il sangue nelle vene e gli fece prendere mano alla spada, nell'acqua c'era il riflesso di.

” Kanna!”.

                                                                                                                  ************

Dopo aver incontrato Kagome Dumah si era appostato davanti a casa sua, invisibile ai più, aspettando il momento in cui sarebbe tornata e pregustava il momento in cui avrebbe messo le mani sui suoi segreti, però non sapeva di essere osservato a sua volta. Un kitsune non gli aveva tolto gli occhi di dosso un attimo, neanche quando giocava a shogi col nonno di Kagome, ma in quel momento aveva un'espressione sofferta.

” Kagome, Inuyasha, spero che possiate perdonarmi. Anzi, che l'intero universo possa perdonarmi.”, prese il telefono e digitò un numero:” Pronto, Valefor. Avrei bisogno di un piccolo favore.”.

                                                                                                                         *****

(1) Non chiedetemi come fa a conoscere le cronache del ghiaccio e del fuoco.

                                                                                                                         *****

Salve a tutti, scusate il ritardo e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Finalmente Sesshomaru ha sconfitto Gatsu e ha appreso Meidou zangetsuha, mentre Miu è arrivata a un passo dall'ottenere la sua vendetta e nel presente si continua a complottare. Vi auguro buon ritorno a scuola (sigh) e per chi ce li ha buoni esami universitari, me compreso, spero comunque di poter aggiornare almeno un'altra volta prima di essi.

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Capitolo 13
*** Salvezza ***


Salvezza
Kenichi rotolò dalla collina e nella sua testa c'era un solo pensiero.

” CHE CAZZO SUCCEDE?!”. Non riusciva a capire come fosse possibile che mentre un secondo prima stava per sposarsi con la ragazza a cui correva dietro praticamente dalla nascita, ora stava rotolando appiccicato a uno strano oggetto non identificato, ma molto familiare. Finalmente si schiantò contro un melo(facendo ovviamente cadere tutte le mele) e fissò il suo misterioso rapitore, che come niente si era messo in posa di fronte al sole, facendo salire a mille l'ira dell'artista marziale.

” Gatsu. Brutto pezzo di....”. Sostituì l'abito da cerimonia con la corazza e si fiondò sul rivale, che parò calci e pugni con le sue spade in una danza letale

” Ehi, Kenichi, non avevi detto che tu e Miu avevate già fatto il grande passo? In questo caso come mai stavate imbastendo un matrimonio in piena regola?” Kenichi urlò come un selvaggio e ricoprì il suo intero corpo di spuntoni metallici, per poi arrivare alle spalle di Gatsu e sbatterlo a terra con una presa.

” PERCHE' SONO UN DANNATO BUGIARDO! E ORA LEI CI FARA' A PEZZI TUTTI E DUE!”.

Gatsu non sembrò preoccuparsene e con uno sgambetto a Kenichi si liberò, poi incrociò le armi e cominciò ad accumulare energia.

” Mi dispiace, quel piacere spetta a me.”. Kenichi urlò rassegnato e scrocchiò il collo sapendo che in ogni caso non ne sarebbe uscito vivo, quindi concentrò un'immensa quantità di aria compressa sul pugno destro per contrattaccare. I due fecero per scontrarsi e radere al suolo l'intera foresta e il villaggio accanto, ma dei colpi con una forza enorme si schiantarono sulle teste dei due combattenti, che si schiantarono a terra creando un cratere di diversi metri. Quando i due si rialzarono videro il loro boia e desiderarono essere dall'altra parte del pianet.

:” M- Miu.”. La ragazza dai capelli blu era, se possibile, ancora più incavolata della sera in cui aveva ritrovato il fidanzato. Il suo volto era deformato in un'espressione di furia vivente, i denti erano sul punto di spaccarsi, dalla bocca scendeva un rivolo di schiuma e gli occhi assomigliavano a due tizzoni di braci ardenti rivolti a Gatsu, che solo in quel momento capì di aver fatto una gigantesca cretinata. Venne afferrato per il collo dalla ragazza e si vide passare davanti tutta la sua vita.

“ TU! AMEBA INSIGNIFICANTE ROVINA MATRIMONI! COME HAI OSATO?!”.Lo spadaccino balbettò qualcosa per provare a scusarsi, ma la ragazza se ne fregò altamente e l'avrebbe volentieri smembrato pezzo per pezzo, se Kenshiro non le avesse afferrato il braccio e le avesse fatto cenno di smetterla. Dietro di lui c'era il resto del gruppo che guardava con aria di commiserazione Kenichi e Gatsu, a parte Maka e Sosuke che sembravano concentrare ogni sforzo nel non scoppiare a ridere da quanto erano rossi in faccia. Il maestro d'arti marziali guardò i due e si mise una mano in faccia.

“ Sul serio, è possibile che a vent'anni suonati non siate ancora maturati abbastanza? Gatsu, mi aspettavo molto di più da te. E tu, figlio mio, come fai a farti fregare ancora da lui?! Ormai dovresti aver imparato a stare in guardia.”. Lo spadaccino si limitò a mugugnare, mentre Kenichi lo fulminò con lo sguardo e fu sul punto di urlare qualcosa, ma si limito a alzare le braccia al cielo e gettarsi a terra disperato.

“ Tanto qualunque cosa dica potrà essere usata contro di me. Sempre e comunque!”. Kagome decise di placare gli animi, e riuscì a convincere Miu e Kenshiro a posticipare ulteriormente il matrimonio fino a quando non avessero concluso in maniera definitiva quella storia( anche se la ragazza cominciò a lamentarsi che di quel passo sarebbe rimasta zitella a vita) e Kenichi si accorse solo in quel momento della mancanza di qualcuno.

” Ehi, dov'è Inuyasha?”.

                                                                                                                 ***********

Il mezzodemone intanto stava passando un brutto quarto d'ora. Kanna aveva creato un demone di vetro simile a Moryoumaru e armato di una spada che aveva assorbito le abilità di Tessaiga e visto che la sua arma non funzionava Inuyasha aveva deciso di ricorrere alle vecchie maniere, trasformandosi nella sua forma demoniaca finale e riempendo l'avversario di pugni e artigliate Purtroppo quell'affare era parecchio resistente e i suoi pugni facevano male quasi quanto i colpi di Tessaiga, infatti Inuyasha aveva percepito che il suo avversario faceva scorrere l'energia nel corpo proprio come faceva lui. Parò un altro pugno e rispose con un calcio volante al mento della creatura, ma invece che su di essa una crepa apparve su Kanna nello stesso punto in cui lui aveva attaccato. Inuyasha guardò con orrore quello che era successo, e per l'ennesima volta si chiese fino a quanto fosse disposto Naraku pur di vincere, persino a sacrificare ciò che un tempo era parte di lui. In quel momento un dolore al braccio dove si trovava Hakai no Kiba lo distrasse e venne scaraventato attraverso diversi alberi.

Quando si rialzò si scrocchiò il collo e fece per lanciare un Hijin Kessou, ma si bloccò ripensando a Kagura, aveva ancora la sua morte sulla coscienza e si sarebbe sentito un verme a uccidere Kana in questo modo... purtroppo la sua esitazione gli fu fatale e il demone dello specchio lo colpì con una forza immane, spaccando il terreno per diversi metri e facendo tremare l'acqua del laghetto.Il mezzodemone era riuscito a parare appena in tempo incrociando le braccia e ringraziò di essere nella sua forma demoniaca, perchè altrimenti avrebbe lasciato il posto a una pozza di sangue. Mentre rifletteva su come liberarsi da quella situazione senza uccidere l'avversaria, un altro contendente si unì ai giochi e colpì la testa del mostro di vetro con una ginocchiata devastante, che lo spedì dall'altra parte della radura.

“ Kenichi!”, urlò Inuyasha vedendo il guerriero venuto in suo soccorso insieme al resto dei suoi compagni, oltre a Sesshomaru e Gatsu. Kenshiro osservò disgustato l'essere che era stato messo al tappeto, poi vide la bambina demone e fece due più due.

“ Kenichi, ferma la tua mano. Se distruggi quel mostro uccidi anche la bambina.”, Kenichi si fermò scioccato e Gatsu gli si avvicinò.

” Che facciamo? Perchè io non ho voglia di diventare un infanticida.”.

Inuyasha nel frattempo si era ripreso e si accorse di essere tornato normale, evidentemente aveva sprecato troppa energia, e sentì di nuovo il dolore al braccio. Guardò il bracciale e vide che la gemma al centro risplendeva, ma non sentiva un dolore bruciante al cervello come le altre volte che aveva provato a usarla. Guardò l'espressione arrendevole di Kanna e poi tornò a concentrarsi sulla sua arma.

“ Tu....vuoi aiutarla, vero?”, ovviamente non ricevette risposta, ma in qualche modo avverti nella testa un gesto d'assenso e si rivolse verso la bambina dai capelli bianchi. Scrocchiò le nocche e si mise in posizione d'attacco. “ Kanna, se mi sbaglio spero tu possa perdonarmi, ma se ho ragione... sarai libera.”. Mentre Kenichi teneva a bada il mostro di vetro Inuyasha arrivò da Kanna e fece uscire la punta di Hakai no kiba dal bracciale. Kanna fece cadere il suo specchio a terra e gli fece il gesto di fare qualsiasi cosa avesse in mente, non le importava più ormai, ma quando la lama demoniaca le entrò nel petto non sentì dolore, tutt'altro. Un'ondata di nuova vita le entrò in corpo, mentre le crepe che si erano aperte sul suo corpo si riparavano e il suo intero corpo comincio a splendere, si sentiva viva come non mai e per la prima volta libera da Naraku o qualsiasi altra cosa. Alla fine Kanna era completamente guarita, mentre il demone dello specchio si era ridotto in frantumi e Inuyasha si era trasformato involontariamente in essere umano, e dopo aver ansimato per qualche secondo svenne. Pochi minuti dopo sentì una leggera pressione sul petto e vide Kenshiro che teneva degli aghi in mano e gli sorrise.

“ Sei stato molto coraggioso e molto nobile, ragazzo mio. In pochi avrebbero avuto la forza di fare quello che hai fatto tu e meno ancora ci sarebbero riusciti.”. Sesshomaru lo stava guardando scioccato e Kagome stava parlando con Kanna insieme a Maka e Sango e la bambina demone dopo un paio di minuti corse ad abbracciarlo, e quella fu la cosa più strana di tutta la giornata dopo che Kenichi era stato strappato via dalla cerimonia. Ma la cosa più incredibile doveva ancora arrivare, perchè Sesshomaru gli si inginocchiò e fece uno sguardo quasi supplicante.

“ Inuyasha, ascolta....ho bisogno del tuo aiuto. O meglio, Kagura ne ha bisogno.”. Il mezzodemone rizzò le orecchie e si stupì di quante sorprese il mondo continuasse a mandargli....purtroppo non aveva ancora visto le peggiori.

                                                                                                              **************

“ Dove sono? Dove sono finiti quei disgraziati?!”. Kikyo stava correndo praticamente dal giorno prima, si era presa solo poche ore di riposo a intervalli e stava sforzando il suo corpo al limite abbreviando ulteriormente il tempo che le restava. Ma non le importava, doveva trovare al più presto Inuyasha e i suoi compagni per avvertirli di quanto successo o sarebbe successo un disastro. Mentre correva inciampò su un sasso cadendo a terra e quando si rialzò maledisse la debolezza del suo stupido corpo resuscitato. In fin dei conti se fosse dipeso da lei si sarebbe tranquillamente limitata a essere una voce nella testa di Kagome e nulla più, ma in quel momento un'altra voce la interruppe.

“ Serve una mano, bambola?”, Naraku apparve dal nulla dietro la sacerdotessa, mentre fiamme bianche cominciarono a bruciare l'intero bosco e lei si rialzò puntando uno sguardo furente negli occhi del mezzodemone.

                                                                                “ Ti ho detto- DI NON CHIAMARMI MAI PIU' BAMBOLA!”.

                                                                                                                    *****

Ehmmm, salve a tutti (si ripara da forconi e torce usando Dumah come scudo). Allora, mi dispiace enormemente per questo ritardo, ma purtroppo ho dovuto occuparmi di un'altra storia che aveva la precedenza e poi mi è venuto un mezzo blocco dello scrittore. Purtroppo questo capito è piuttosto moscio e non succede niente di veramente importante, a parte la scoperta di uno dei poteri di Hakai no Kiba, guarire le emanazioni di Naraku. E avrà un impatto sulla trama molto più grosso di quanto possiate pensare. Detto questo ringrazio chiunque abbia recensito finora e dò il bentornato al mio betareader Jacobstark di Grande Inverno (di cui consiglio la bellissima storia Ranma 2) e vi dò appuntamento al prossimo capitolo, a cui stò già lavorando.

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Capitolo 14
*** Il ritorno del vento ***


Il ritorno del vento

Sesshomaru, Kagome, Kohaku e Kanna, in groppa a Inuyasha si stavano facendo strada su una montagna, ricoperta di neve nonostante fosse già estate. La ragazza dal futuro riusciva a malapena a camminare per colpa del freddo inspiegabile e anche perchè la notte precedente aveva fatto un sogno a dir poco orribile: Kikyo era sua sorella maggiore, loro due e Inuyasha erano consiglieri in un campo estivo scassatissimo insieme a Sango, Miroku era il cuoco, Naraku il proprietario spilorcio che ci proprietario spilorcio che ci provava spudoratamente con Kikyo, con parecchio successo. E per di più un giorno Shippo e Rin ( figlia di Sesshomaru e Kagura e nipote di Inuyasha, tra l'altro) trovavano lei e Inuyasha a letto e Naraku li costringeva a fare il “discorso” ai due bambini . E tutto si concludeva con il matrimonio di Kikyo e quello stronzo, mentre Inuyasha le faceva la proposta. Kagome si ripromise di non mischiare più il caffè con le bevande gassate per stare sveglia più a lungo, gli effetti erano troppo strani.

“ Ehi, Sesshomaru, sei sicuro che potrebbe funzionere con Kagura. Insomma, non ha più il...”, Sesshomaru lo zittì.

” Deve funzionare.”. Kagome non ne era così sicura, certo, la spada di Inuyasha in qualche modo aveva guarito Kanna, ma il suo corpo per quanto danneggiato era ancora integro. Dubitava che avrebbe funzionato a dovere con qualcuno privato del cuore e temeva che Inuyasha avrebbe fatto qualche sciocchezza. E per di più Kanna sembrava guardare Inuyasha come un padre e lui stava al gioco(rendendola gelosa come non mai, ma non l'avrebbe ammesso ad anima viva), mentre Kohaku sembrava aver preso per qualche motivo un interesse in Sesshomaru, che intanto era arrivato davanti a una grotta e si era fermato.

“Tsume, vieni fuori! Ho trovato ciò che ci serve.”. Dalla caverna uscì un uomo dalla pelle bianca e i capelli dello stesso colore con strisce d'azzurro, vestito con un kimono nero e una cintura bianca. Non indossava calzature, ma la neve sembrava non dargli il minimo fastidio e aveva un'aria piuttosto imbronciata, come se qualcuno l'avesse tirato giù dal letto alle due di mattina.

“ Sesshomaru, hai portato il necessario?”, il demone cane indicò Inuyasha.

” Forse ho di meglio.”. Spiegò al medico quanto era successo il giorno prima e questi si grattò la testa pensoso.

“ Mhh, ho i miei dubbi che possa funzionare, ma vale la pena fare un tentativo. Alla peggio dovrò occuparmi di un nuovo paziente.”. Inuyasha rabbrividì ed entrò insieme agli altri nella caverna, dove si trovavano unicamente un piccolo tavolo invaso da attrezzi medici di ogni genere, un paio di armadietti e quello che a prima vista i visitatori presero per un letto, ma che poi capirono essere un blocco di ghiaccio con qualcuno al suo interno. Il mezzodemone deglutì e strinse i pugni, mentre Kagome e Kohaku guardarono scioccati il contenuto e Kanna si avvicinò timida.

“ Kagura...”, sussurrò in un singhiozzo e una lacrima le scese sul volto. Inuyasha digrignò i denti chiedendosi se quella fosse la prima lacrima versata dalla bambina e maledicendosi ulteriormente per non aver salvato la donna, quindi attivò Hakai no kiba e si avvicinò alla bara di ghiaccio, ma Kagome lo trattenne.

“ Kagome, lasciami, devo farlo.”, la ragazza strinse più forte.

” Te lo scordi, non è detto che funzioni e nel peggiore dei casi ci lascerai la pelle. Quindi smettila di fare l'eroe, non puoi salvare tutti per quanto tu lo voglia.”. Inuyasha per tutta risposta sospirò e la baciò, beandosi del sapore di quelle labbra rosse e umide....e poi la sbattè a terra.

” Scusa, Kagome, ma c'è una promessa che ho infranto e devo rimediare.”. Prima che la sacerdotessa potesse saltargli addosso per strangolarlo, Kohaku riuscì ad afferrarla, dando tempo a Inuyasha per svolgere il suo lavoro. Il mezzodemone si inginocchiò accanto alla bara di ghiaccio e la infilzò con la spada serpentina, inondandola con tutta l'energia che aveva in corpo e a confronto quello che aveva fatto con Kanna sembrò una bazzecola. Questa volta si sentiva come se a venire risucchiata fosse la sua stessa anima, come se Kagura stessa in un tentativo di salvarsi si aggrappasse a lui e cercasse di trascinarlo a fondo con sé, ma Inuyasha resistette e dopo quella che sembrò un'eternità svenne.

Nel suo stato di sonnolenza vide diverse immagini, spesso orribili: la morte di sua madre, quella della donna nel villaggio in fiamme e peggio di tutte un ammasso di cadaveri di cui sapeva essere il responsabile. Finalmente quell'incubo finì, solo però per lasciare spazio a uno peggiore, perchè la prima cosa che vide fu Kagome incazzata nera. La sacerdotessa lo prese per il collo e gli piantò lo sguardo infuocato dritto negli occhi.

“ Inuyasha, in questo momento c'è un'unica cosa che mi impedisce di ammazzarti, ed è che sei riuscito a fare questa cazzata. Ma non credere che ti perdonerò così facilmente.”, Inuyasha si guardò intorno cercando di ignorare l'esercito di orchi che gli ballava nel cervello e vide che Kagura si era effettivamente risvegliata e senza nessuna ferita al cuore. In quel momento si stava guardando intorno confusa, mentre Kanna l'abbracciava contenta e Sesshomaru guardava a distanza, nascondendo senza successo un sorriso.

“ Sesshomaru, ho fatto quanto mi hai chiesto. Ora se non ti dispiace, dammi il mio compenso e sloggiate tutti, mi piace stare solo.”, disse l'eremita e il demone gli passò un cristallo rosso, poi lasciò la caverna insieme a tutti gli altri con Kagura ancora intontita sulle spalle. Nel frattempo Kohaku si era avvicinato a Kagome e Inuyasha con un'espressione seria.

“ Kagome, Inuyasha, ascoltate. Io... ho deciso di viaggiare per qualche tempo con Sesshomaru.”, i due lo guardarono sconvolti e il ragazzo spiegò che non voleva essere più un peso per la sorella, voleva diventare ancora più forte per difendere lei e tutte le persone che amava e ne aveva già parlato con il fratello di Inuyasha, si sarebbe unito a lui ufficialmente subito dopo aver salutato Sango. Finita la conversazione Inuyasha crollò in ginocchio e Kagome lo aiutò a rialzarsi, rimproverandolo ancora di aver fatto un'immensa stupidata.

“ Lascia perdere, mi sento solo un po' debole, pochi giorni e sarò come nuovo.”, in effetti Inuyasha si sarebbe ripreso in fretta, ma non sapeva che quello che aveva appena fatto aveva cambiato in maniera positiva il suo destino, quello delle persone che conosceva, del Giappone e forse di tutto il mondo.

                                                                                                                                     ***********

Un'ondata di fuoco bianco ridusse in cenere un'altra decina di alberi, mancando totalmente il suo obbiettivo. Naraku si stava divertendo parecchio a far incazzare Kikyo. Parò un altro attacco con la sua spada di energia e si portò a massima velocità dietro l'avversaria, che però aveva già eretto una barriera e si ritrovò scagliato diversi metri indietro, ma si riprese e provò a rispondere con una scarica di pugni. La sacerdotessa non riuscì a schivare i primi colpi, ma riuscì a riprendersi e bloccò Naraku in una morsa telecinetica, da cui il mezzodemone provò a liberarsi con tutte le sue forze, ma venne infine scaraventato con non poco sforzo a più di cento all'ora a mezz'aria, ricadendo a terra dopo qualche secondo. Rialzandosi notò di essere davanti a una locanda e si rimise in posizione, preparando la spada, ma notò diverse aure demoniache provenienti dall'edificio dietro di lui, anche se molto deboli. Mentre rifletteva su come usarle in qualche modo però venne colto di sorpresa da un fulmine e Kikyo sbucò dagli alberi con un'aria molto, ma molto incavolata e fece per scagliargli contro un'altra raffica di fulmini, quando una voce li interrruppe.

“ Ehm, volete una camera?”, sulla porta dell'edificio erano apparsi un uomo e una donna piuttosto anziani che guardavano stupefatti i due contendenti, che si guardarono a vicenda

. “ Tregua?”, propose Naraku e Kikyo rispose affermativamente.

” Tregua.”. Entrarono nella locanda e i due “coniugi” si grattarono le mani e si trasformarono in due cuccioli di demoni volpe, certi che con un mezzodemone e una sacerdotessa di quel calibro avrebbero guadagnato un sacco di punti per l'esame.

                                                                                                                 **********

Uno scarcio nero si aprì nel cielo e Sesshomaru digrignò i denti, pensando non fosse ancora abbastanza. Poco lontano Kagura si stava allenando con Gatsu e Kohaku, mentre Rin la osservava ammirata. La signora del vento si era ripresa in tempo relativamente breve e dopo aver ringraziato Inuyasha, promettendo di ricambiare il favore, si era unita in pianta stabile al gruppo del demone cane e grazie a Gatsu aveva imparato a usare in tempo relativamente breve la sua energia demoniaca assieme ai punti di pressione in maniera ottimale, anche se il corpo a corpo le dava ancora dei problemi. Sesshomaru intanto stava cercando di ingrandire Meidou Zangetsuha e perfezionarne la forma, ma trovava qualche difficoltà e mentre muoveva l'ennesimo fendente avvertì un'aura decisamente troppo familiare e irritante. Un'immenso cane bianco discese dal cielo e ruggì, facendo tremare l'aria circostante. Gatsu, Kagura e Kohaku si misero in posizione, mentre Rin e Jaken salirono su Ah- Hun e si allontanarono a distanza di sicurezza. Sesshomaru si diresse l'essere appena atterrato e con sorpresa di tutti, sospirò e rinfoderò la spada.

“ Salve, madre. Posso sapere cosa vi porta qui?”, i suoi compagni sboccarono scioccati e Kagura cominciò a ripetere tra sé e sé quella parola. Davanti ai loro occhi il demone si trasformò in una donna apparentemente umana con i capelli bianchi con due code cadenti sulle spalle, un quarto di luna viola sulla fronte, un kimono viola e bianco e una sorta di scialle di pelo bianco. Aveva un ghigno decisamente beffardo rivolto a Sesshomaru e osservò divertita gli accompagnatori di lui.

“ Vedo che ti fai accompagnare da degli esseri umani, cucciolo mio, per caso sono la tua cena?”, il demone cane grugnì infastido e Gatsu cominciò a provare un improvviso impulso femminicida.

“ No, l'uomo è il mio insegnante, il ragazzo un allievo e la bambina..... non è importante. Ora, che ci fai tu qui?”, l'intento di Sesshomaru era levarsi di torno la madre il prima possibile, ma lei aveva perso interesse dopo tre secondi e si era messa a osservare Kagura con aria a dir poco inquisitoria.

“ Mhh, è troppo magra per essere una moglie come si deve. Sei sicuro, Sesshomaru?”, Kagura iniziò a avvertire gli stessi impulsi femminicidi di Gatsu e Sesshomaru si sbattè una mano in faccia, maledicendo il giorno in cui aveva incontrato il samurai e aveva cominciato a perdere la sua figaggine. Doveva assolutamente riottenerla ed era meglio incominciare subito.

“ Madre, ve lo chiedo un'altra volta. Cosa ci fate qui?”, il suo tono era calmo, ma lasciava traspirare la sua immensa irritazione e forse rendendosi conto di aver calcato troppo la mano, la donna decise di smettere di giocare. Tirò fuori una collana dorata con una pietra nera al centro e la mise nella mani del figlio.

“ Questa pietra dovrebbe rendere il tuo Meido moltò più grande e potente, inoltre..”.

“ Non mi interessa.”. Ancora una volta i compagni del demone rimasero di sasso, stupendosi che uno come Sesshomaru potesse rinunciare a un'occasione per ottenere più potere e la donna aveva un'espressione a dir poco scandalizzata.

“ Intendiamoci- disse mentre si mise una mano tra i capelli- fino a qualche settimana fa non avrei esitato un istante a prenderla. Ma ora non mi interessa più, ho capito che non mi servono certi ammennicoli per diventare più forte, quello che otterrò me lo prenderò con le mie sole forze, non mi serve un ' puff, diventa più forte'. Vi auguro una buona giornata, madre, spero di rivedervi presto.”. La demonessa strinse i denti e volò via incazzata nera e Kagura giurò di sentirle urlare scongiuri di ogni genere contro l'intera razza maschile e lo stupido orgoglio degli uomini. Si voltò sospirando verso Sesshomaru.

“ Ti prego, dimmi che non la rivedremo più. Ne ho già avuto abbastanza di genitori stronzi e deficienti con Naraku.”. Sesshomaru le mise una mano sulla spalla.

” Tranquilla, probabilmente non uscirà dal suo palazzo per almeno qualche secolo.”. Kagura pensò per un attimo di averlo visto sorridere, ma decise di averlo immaginata, poi i due e il resto della squadra ripresero il loro viaggio.

                                                                                                                     *****

Salve a tutti, scusatemi per questo capitolo idiota e inutile, ma l'ispirazione è canaglia e la scuola mi ha portato via più tempo di quanto volessi, spero comunque di avervi strappato via un paio di risate. Se a qualcuno può interessare l'idea del sogno di Kagome mi è venuta in mente guardando Camp camp, webseries di Rooster teeth, ma non aspettatevi di vedere un'Au di sorta, perchè non ho la minima voglia e tempo. Vi auguro buon week end e come al solito ringrazio i recensori e Jacobstark(di cui consiglio la storia Ranma 2).

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Capitolo 15
*** Casino, puro e semplice casino ***


Casino, puro e semplice casino

“ Mi annoio.”, disse Maka per la quarantesima volta di fila in meno di venti minuti e facendo salire il nervoso a tutti i presenti. Avevano trascorso gli ultimi giorni allenandosi e viaggiando come al solito, mentre Kenshiro cercava di insegnare loro come sprigionare come si deve la forza dai punti di pressione in cui circolava il ki, ma Inuyasha continuava ad avere problemi di controllo. Ora stavano girovagando senza meta come al solito in attesa che Kagome avvertisse la presenza della sfera, ma cominciava a tramontare e cominciavano a sentire tutti la presa di Morfeo e Maka per tentare di stare sveglia continuava a ripetere quella frase, aspettando di trovare un posto sicuro dove accamparsi, l'unico lato positivo era che Koga e gli altri se l'erano squagliata dovendo accettare la richiesta d'aiuto di un'altra tribù di demoni lupo.

“ C'è una stramaledetta locanda, possiamo sistemarci lì, per favore?!”, urlò Miroku indicando un edificio, dopo che Maka ripetè per la trecentonovantaquattresima volta quanto si annoiava e sulla fronte gli era apparsa una vena pulsante di dimensioni notevoli. Gli altri sarebbero anche stati d'accordo, ma Sango notò qualcosa che non le piacque per niente....un gruppo di belle ragazze che ammiccava troppo amichevolmente al monaco e gli puntò uno sguardo infuocato, facendo sudare persino Kenshiro, che provò a fare da paciere.

“ Ehm, Sango, siamo tutti stanchi e se per una sera non dormiamo sulla nuda terra tanto meglio. Quindi vedi di calmarti un poco.”. La sterminatrice di demoni decise di dare retta al guerriero più anziano, soprattutto vedendo le occhiate supplicanti dei suoi amici, ma quando entrarono e quelle ragazze si appiccicarono a Miroku(che ovviamente se la stava godendo come non mai), un'aura viola si propagò dal suo corpo e la sparò senza pietà su di loro. Ma si trasformarono in volpi con uno scoppio di fumo e scapparono via lasciandosi dietro dei biglietti e mormorando qualcosa a proposito di un aumento di livello.

“ Ehm, ok, cosa sta succedendo?”, mormorò Kenichi dubbioso, mentre Sango stava cominciando a picchiare Miroku senza pietà e Inuyasha e Jinenji si avvicinarono a un ripostiglio.

“ Penso che loro ce lo potranno dire”, mormorano i due mezzodemoni e aprirono lo stanzino, rivelando Naraku e Kikyo legati come due salami. Inuyasha liberò la sacerdotessa e in un moto improvviso di pietà fece lo stesso con Naraku, che si rivolse alla compagna di sventura.

“ Se qualcuno chiede.. erano in centocinquanta... ed erano draghi...grossi draghi.”. Kagome cominciò a dubitare della sanità mentale del loro avversario di sempre e chiese alla sacerdotessa cosa fosse successo, mentre dall'altro lato della stanza Sango continuava a pestare Miroku e Kenichi si accorse che Shippo era scomparso.

                                                                                                                        *********

“ Oh, qualcuno ha qualcosa per il malditesta?”, borbottò il povero Shippo mentre si riprendeva da uno svenimento improvviso e si guardò intorno e notando tre strane figure, che a un esame più attento si rivelarono essere un ciclope, un ombrello vivente e una lanterna animata. Il cucciolo di demone volpe saltò in aria dalla paura, trasformandosi nella sua forma di pallone nel tentativo di spaventare quelle creature, che però rimasero solo leggermente confuse e con uno sbuffo di fumo si trasformarono in altri bambini di demoni volpe, e quello che sembrava più grande parlò.

“ Cosa stai facendo, numero 77? Facendo l'idiota con i tuoi compagni non otterrai punti?”. Shippo si ritrasformò e con un'espressione basita chiese spiegazioni che arrivarono subito. A quanto pare in quella locanda si tenevano gli esami annuali di magia demoniaca, che si superavano grazie a un sistema di ranghi che venivano superati l'uno dopo l'altro guadagnando punti spaventando gli ospiti ignari.

“ Quindi è a questo che serviva la foglia che mi era finita in fronte?”,disse il cucciolo e gli altri annuirono. In effetti prima mentre stava sulle spalle di Kenichi (Inuyasha era troppo nervoso per starci sopra) gli era finita una foglia in fronte, ma era troppo addormentato per farci caso e se l'era semplicemente scrollata di dosso.

“ E tra l'altro sei in una serata fortunata, ci sono un sacco di ospiti fortissimi stasera, se li spaventiamo a dovere possiamo passare tutti i trenta ranghi in quattro e quattr'otto.”, disse montato il capetto del gruppo di demonietti e a Shippo venne un'immensa voglia di ridere.

“ Mi dispiace, ma i miei amici sono davvero troppo forti. Soprattutto Kenshiro, mi dispiace, ma temo prendereste solo sberle e basta.”. I tre però non si scoraggiarono, tutt'altro.

” Beh, se sono come quell'altro mezzodemone e la sacerdotessa che sono arrivati questo pomeriggio non sarà poi così difficile.”. Shippo si pietrificò, sentendo quelle parole la sua mente collegò due nomi che non gli piacevano per niente.

                                                                                                                       *********

“ Quindi, fammi capire bene... siamo intrappolati in un postaccio dove dei demoni volpe privi di controllo ci usano come mezzo per guadagnare punti?”, chiese Inuyasha e Naraku annuì.

“ E voi vi siete fatti fregare pensando fosse una comunissima locanda.”, chiese Kanata e Kikyo annuì.

“ E vi siete fatti trasformare in due salami.”, continuò Kenichi e i due annuirono seccati.

“ E in tutto questo....siete anche andati a letto?”, concluse Miroku, beccandosi un pugno colossale da tutte le ragazze presenti, mentre gli uomini (a parte Kenshiro) puntarono uno sguardo infuocato a Naraku.Il mezzodemone si strinse a un muro e mise le mani avanti a ( scarsa) difesa.

“ Quello non è importante al momento. Ora possiamo concentrarci sull'uscire da qui? Ogni volta che provo ad andarmente mi ritrovo in questa stanza.”. Kikyo confermò quanto detto e Inuyasha, di malavoglia, gli strinse la mano per sugellare la tregua e Kenshiro in quel momento parlò con il tono che gli competeva, quello del capo.

“ Disgraziatamente la magia delle volpi è troppo strana e caotica per provare ad annullarla. L'unica possibilità è resistere fino all'alba restando uniti. Tutti d'accordo- a parte Naraku e Inuyasha tutti annuirono- bene, ora....”, prima che potè finire di parlare una botola si aprì sotto i suoi piedi, facendolo sprofondare(1) e Inuyasha fu certo di aver sentito delle voci sghignazzanti dal soffitto. Sarebbe stata una lunga serata.

                                                                                                                 **********

Shippo correva a più non posso, in cerca dei propri compagni. Non gliene fregava niente dell'esame e doveva avvertire i suoi amici della presenza di Naraku. Mentre correva venne afferrato da qualcosa e voltandosi vide proprio Inuyasha, che aveva un'espressione piuttosto seccata.

“ Finalmente. Dove sei stato?”, il cucciolo di volpe provò a divincolarsi dalla stretta senza troppo successo.

” Inuyasha, ascolta, c'è...”

“ Naraku, lo so, io e gli altri abbiamo trovato lui e Kikyo mentre tu non c'eri e abbiamo stretto una tregua. Ora sbrigiamoci a tornare, microbo.”, seccato dall'ultima insinuazione il cucciolo non si fece il minimo problema a lanciare al mezzodemone una delle sue trottole giganti, che schiacciò a terra il povero Inuyasha e un foglietto apparve nelle mani del piccolo attentatore.

“ Eh, sono salito di livello? In effetti quelli dicevano che i mezzodemoni danno il massimo punteggio.”.

“ Quelli” lo raggiunsero pochi minuti dopo con due bernoccoli a testa (opera di Kenichi e Maka), e rimasero impressionati dal punteggio che aveva raggiunto, nonostante fosse il primo esame.

“ Signor 77, chi sei?” chiese uno di quei bambini e Shippo si gasò a mille, poteva raggiungere l'apice della sua specie senza problemi e contemporaneamente farla pagare a Inuyasha (e magari non solo a lui).

“ MUAHAHAHAHAH, DOMINERO' QUESTI ESAMI!”, urlò a squarciagola circondato da un'aura di fiamme blu, mentre i suoi nuovi amici cominciarono a rabbrividire di fronte alla sua freddezza e alla montagna di livelli che avrebbe guadagnato. Ignari della piaga apocalittica che stava per cadere su di loro, Miroku e Naraku cercavano una via d'uscita. Per motivi a loro ignoti, quando Kenshiro era uscito dal buco e aveva formato i gruppi aveva deciso che loro due sarebbero andati assieme... ovviamente la cosa non piaceva a nessuno dei due.

“ Quindi...tu e Kikyo siete andati a letto insieme?”,chiese il monaco per l'ennesima volta e l'ex brigante si sbattè la mano in faccia. Era palesemente certo che il temporaneo alleato era ancora incazzato nero per la maledizione lanciata sulla sua famiglia e non potendolo bersagliare di tutti i trucchetti imparati negli ultimi tempi ( Kenshiro aveva stabilito che nessuno avrebbe attaccato nessuno fino all'alba, e tutti avevano acconsentito), lo punzecchiava in ogni modo possibile, ottenendo il risultato sperato.

“ No, per l'ennesima cazzo di volta. Se dico di sì la smetti una buona volta?”, disse ringhiando Naraku e Miroku fece orecchie da mercante, fingendo di controllare un cespuglio illuminandolo con un po' di luce magica.

“ Oh, scusa, pensavo di aver finalmente trovato un punto di fuga, ma mi sono sbagliato. Dicevi?”. Naraku per tutta risposta attivò Hakai no kiba e gliela puntò contro, con un ghigno sprezzante per nascondere l'irritazione.

“ Sai, non è solo per la sua debolezza alle donne che riuscì a fregare tuo nonno, ma anche per la sua fastidiosa tendenza a fare battutine invece di combattere.”. Gli occhi del monaco si accesero di rabbia e accese sulle dita dei fuochi bianco azzurri, più ardenti di un vulcano.

“ SAI, NON HO PIU' BISOGNO DI QUEL FOTTUTO VORTICE PER UCCIDERTI!”, stava per scaraventare una pioggia di fuoco contro l'essere che più odiava al mondo, ma proprio in quel momento le mattonelle su cui poggiavano i piedi scomparirono, si trasformarono in sabbie mobili e i due affondarono fino alle spalle. Naraku sospirò seccato, mentre ascoltava gli urletti di gioia di qualche demonietto, e propose l'ennesima tregua di questa settimana a Miroku, che accettò di malavoglia. Nel frattempo all'interno della locanda Kenshiro si stava ripulendo di tutta la polvere che gli era finita addosso quando era caduto, mentre Inuyasha e Jinenji si stavano godendo un fuoco acceso da Kagome con tutti i biglietti con scritto “fallito” lasciati dai demonietti più sfigati. Mentre la sacerdotessa si lamentava di quanto fosse stupida quella serata a tema horror demenziale e tentava di ripassare qualcosa, visto che il giorno dopo sarebbe tornata a casa, il suo compagno mezzodemone notò una statua di Akita Inu che si muoveva e l'afferrò rapido, ma si ritrovò un Jizo dritto sul cranio e Shippo saltò per aria.

“ Microbo malefico! VIENI QUI!”, urlò Inuyasha cercando di acchiappare lui e gli altri mostriciattoli, ma Kagome lo mise a cuccia e si mise a coccolare i quattro bambini, mentre Kenshiro guardava indeciso se ridere o starsene in silenzio.

“ Su, piccoli, il brutto cagnaccio cattivo non vi farà del male.”, dei biglietti apparvero a mezz'aria annunciando l'aumento di suddetto delle tre “vittime”, che passarono in breve dall'essere coccolati al dover scappare dalla furia elettrica che gli venne scagliata contro. Nel frattempo Sango e Kikyo si stavano occupando di un gruppo di ragazze, sperando di estorcere informazioni su come uscire, ma senza successo.

“ Ci toccherà stare qui fino all'alba.”, esclamò la sacerdotessa seccata all'inverosimile e Sango sbuffò.

“ Beh, non è niente di grave, dovrò solo assicurarmi di tenere Miroku lontano dalle tentazioni per qualche altra ora. È solo un po' di tempo perso.”, disgraziatamente Kikyo (come al solito) non aveva buone notizie.

“ Purtroppo non so ancora quanto tempo abbiamo, la sfera è finita nella zona maledetta, e da giorni per di più. Non so quanto possiamo aspettare ancora.”, la sterminatrice digrignò i denti e lanciò una lunga serie di imprecazioni, poi calmatasi chiese come fosse successo e sentita la storia non potè che inarcare un sopracciglio.

“ So che sembro Miroku, ma quindi....tu e Naraku siete andati a letto insieme?”, prima che la sacerdotessa potesse preparare una rispostaccia mista a raggi laser, si ritrovò una volpe in piena faccia che la graffiò ripetutamente, mentre Sango venne colpita alla nuca da un tonfa. Dietro di loro infatti Maka, Kanata e Miu stavano inseguendo il cucciolo fuggiasco e passarono senza troppi problemi sopra le due donne, che decisero di mettere da parte le divergenze e provare insieme a risolvere quel macello. Ovviamente erano due povere schiocche. In pochi minuti il gruppo si riunì e si scatenò il panico più totale. Miroku e Kenichi venivano continuamente assaltati da copie delle rispettive ragazze (distrutte in continuazione da Sango e Miu), Kenshiro continuava a parare secchiate di fango e melma, Maka stava cercando di tirare fuori Jinenji da delle sabbie mobili, Kanata era finito vittima di una nube soporifera e Inuyasha stava inseguendo a più non posso Shippo, che continuava a lanciargli contro tutto il suo arsenale, puntualmente tagliato da Tessaiga.

La rabbia del mezzodemone aveva raggiunto il massimo livello dopo essere stato sotterrato da una quantità industriale di statuette di volpe e ora voleva solo ridurre in polvere il suo compagno, che a sua volta cercava di colpirlo un'ultima volta prima dell'alba. In tutto questo ai lati del palcoscenico si trovavano Kagome, Kikyo e un Naraku decisamente malconcio, che all'inizio aveva provato a dare manforte, ma alla fine si era arreso alla superiorità numerica e ora si limitava ad aspettare che qualsiasi barriera gli impedisse di andarsene sparisse, così da potersi riposare in uno dei suoi castelli in tutta tranquillità. Mentre gli unici esseri relativamente normali osservavano, Shippo aveva ormai finito tutti i suoi trucchi e Inuyasha lo fissava con un'espressione da maniaco omicida. Il cucciolo di volpe decise di dare il tutto per tutto.

“ Ho capito- si alzo in piedi-, è la mia punizione per aver barato sul risultato degli esami e aver infierito su Inuyasha. Non posso più stare con voi, addio!”, scappò via in lacrime e Inuyasha lo seguì per scusarsi, ma finì dritto dritto in una buca e un'ultimo foglietto cadde tra le mani di Shippo, che cominciò a festeggiare felice. Cinque minuti dopo la locanda era ridotta in macerie, dopo che Kenshiro si era stufato di giocare a fare il gentile e tutti i demoni volpe, compreso Shippo, avevano un bernoccolo in testa grosso come una casa. Naraku e Kikyo se ne erano andati di nascosto, ognuno per conto proprio, sperando di resettare il prima possibile quella notte idiota e Kagome aveva deciso di tornare a casa per qualche giorno, accompagnata da Inuyasha.

“ Oh, santissimi kami, un'altra avventura come questa ed esplodo.”, disse il mezzodemone con la ragazza sulle spalle. Kagome annuì concorde e sperò che dopo gli esami la sua vita si facesse un po' più normale.

                                                                                                                 *********

Sul tetto di una normalissima casa, Dumah osservò soddisfatto Kagome che usciva dal tempietto insieme a Inuyasha e ghignò soddisfatto. Non appena sarebbero tornati chissà dove, li avrebbe seguiti e preso tranquillamente ciò che gli spettava, ma era ignaro di essere ancora tenuto sott'occhio. Su un'altra casa infatti, nascosti da una barriera, Shippo osservava l'angelo con uno sguardo impotente e dietro di lui c'erano altre due figure. Uno era Raziel, mentre l'altro era una figura apparentemente umana a un primo sguardo, ma aveva capelli fatti di foglie marroni, corna e artigli di legno, occhi serpentini color terra, diverse venature sul collo e sei ali da pipistrello simili a foglie.

“ Shippo, dopo questa storia mi dovrai un grosso favore. Parecchio grosso.”, disse l'essere e Raziel annuì, mentre l'altro abbassò la testa con espressione grave.

“ Qualunque sarà il prezzo da pagare, lo salderò volentieri. Altrimenti sarà la fine per tutti noi.”. In casa Higurashi Kagome si mise a picchiare Inuyasha per aver rotto il lavandino e sul volto del demone scese una lacrima.

                                                                                                                              *****

(1) Era parecchio stanco e parecchio addormentato.

                                                                                                                             *****

Salve a tutti, scusate per il piccolo ritardo. Questo capitolo non è niente di che ed è anche abbastanza stupido, ma spero che sia servito ad ammorbidire il tutto, perchè finalmente dal prossimo capitolo si entrerà nel vivo della trama(anche se lo prometto da mesi). Spero che abbiate passato tutti buona Pasqua e come al solito ringrazio tutti i recensori e il mio bedareader Jacobstark, di cui spero recensirete la storia Ranma 2. A presto.

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Capitolo 16
*** Odio questa parte ***


                                                                                                                    Odio questa parte

Kagome posò il suo test e sospirò esasperata. Le ultime ore erano state un autentico incubo, e si sentiva ancora l'ansia in corpo per il risultato, ma ormai aveva dato tutto ciò che aveva, quindi andò incontro a Inuyasha al cancello dopo aver chiacchierato con le sue amiche e si diresse insieme al ragazzo verso casa, aspettando la tragica telefonata che avrebbe deciso la sua caduta o la sua gloria. Inuyasha la guardò disperarsi tutto il pomeriggio in preda all'ansia e mangiarsi le mani senza nessun motivo apparente. Finalmente, dopo ore interminabili, il telefono squillò e rispose la signora Higurashi, annuendo tranquillamente durante la chiamata e infine si rivolse alla figlia, mentre Inuyasha sperava che tutto finisse in fretta.

“ Congratulazioni, bambina mia! Promossa a pieni voti!”. La ragazza restò per un attimo in silenzio, per poi saltare in aria dalla gioia e trascinare a turni in un ballettos frenato Sota, il nonno, Buyo e Inuyasha, che si beccò pure un bacio sulle labbra di cui poi si pentirono entrambi. Passarono la serata festeggiando e mangiando tutti i piatti deliziosi della madre di Kagome, che la mattina dopo dopo aver fatto le congratulazioni anche alle sue amiche scese nel pozzo con Inuyasha, sperando di poter poter finalmente finire la ricerda della sfera. Purtroppo qualcuno scelse proprio quel momento per spostarsi dalla sua postazione di vedetta. Dumah era un essere piuttosto paziente grazie alla sua esperienza secolare, che si trattasse di un appostamento o di combattere, ma le ultime settimane erano state una vera tortura. In attesa del momento giusto per seguire quei due era stato costretto a guardare l'uno dopo l'altro un'immensa sfilza di umani che vivevano le loro vite come se niente fosse, e per di più non c'era stato neanche qualche bel combattimento come intermezzo, disgraziatamente si era trovato nella zona più tranquilla e normale di Tokyo. Ma finalmente l'ora era giunta, dopo che i suoi obbiettivi erano entrati nel tempietto, lui fece lo stesso e si accorse che non c'era più nessuno. Avvicinandosi al pozzo e visionandone l'aura, capì cos'era successo.

“ Un varco temporale? Non pensavo in Giappone avessero creato questo tipo di incantesimi.”. Saltò nel buio, ma si limitò ad atterrare sulla dura terra. Il suo volto si contrasse in una smorfia di rabbia e cominciò ad emettere una densa aura bianca.

“ Provi a proteggere quei due, stupido buco? Beh, con me non funziona. Fammi passare!”. L'aura si infilò nel terreno e cominciò a scavare poco a poco, sostituendo la roccia con una sorta di spazio vuoto completamente nero. E poco importò all'angelo se un terremoto di scala 4 colpì la zona circostante nell'arco di vari chilometri, evitando dei morti a malapena. Dopo un paio di minuti, si gettò nel vuoto creatosi e si mise a ridere come un pazzo.

                                                                                      “ Ahahahah, aspettami, gloria, sto arrivando!”.

                                                                                                                ************

Kagome camminava tutta contenta in mezzo al gruppo, fregandosene altamente degli sguardi dei suoi compagni, che non la vedevano così da parecchio. Maka, Kanata e Jinenji rimpiangeveano di non essere rimasti al villaggio con Kanna, mentre Sango e Kenichi si avvicinarono a Inuyasha, che dopo un po' si era stufato del comportamento giulivo dell'amica.

“ Ma erano davvero così terribili questi esami? Insomma, penso che non sarebbe così felice, neanche se avessimo sconfitto Naraku.”. Inuyasha sbuffò e si mise le mani dietro la testa.

“ Macchè, doveva solo scrivere non so cosa su un foglio. Non so perchè si è stressata così tanto, ma spero che ora la smetta....anzi.”. Si avvicinò per darle un piccolo colpo al collo, tanto per il gusto di farla incazzare, ma una mano improvvisa lo bloccò e si trovò di fronte Koga.

“ BOTOLO RINGHIOSO, COME OSI METTERE LE MANI SULLA MIA KAGOME!”. Inuyasha ghignò, mentre gli altri sospirarono dicendo addio al loro breve periodo di pace, e si preparò a sferrare un pugno al rivale, ma venne preceduto da Ayame, che lo colpì con un calcio devastante e salutò contemporaneamente.

“ Ciao, Ayame, grazie per avermi risparmiato il lavoro. Scusa, ma che fine hanno fatto gli altri due idioti?”, chiese Inuyasha, e la ragazza lupo si strinse tra il braccio e il fianco un Koga svenuto.

“ Ultimamente alcune tribù dei nostri simili hanno dei problemi. Ginta e Hakkaku sono rimasti lì in giro per dare una mano, ne avranno almeno per una settimana.”. Si mise col fidanzato ancora svenuto in testa al gruppo e Kenshiro la guardò.

“ Meglio, il posto dove stiamo andando non è per i deboli. Lì ci sarebbero solo d'impiccio.”. Ayame inizialmente non capì cosa intendesse, ma poi un terribile sospetto si insinuò nella sua mente e il suo volto si contrasse in una smorfia di paura.

“ Per favore, ditemi che non stiamo andando proprio in quel posto orrendo.”. Purtroppo per lei, tutti gli altri annuirono tristemente. La lupa si limità a seguire il gruppo trascinandosi Koga e sperando che andasse tutto bene.

                                                                                                                *********

,Naraku stava sorvolando da quasi un'ora la zona maledetta, trattenendo a malapena l'impulso di scappare e non tornare mai più in quel luogo orrendo. Il solo odore dell'aria gli dava la nausea e sembrava che la luce grigiastra gli perforasse gli occhi con aghi roventi ogni secondo che passava, voleva solo trovare la sfera e in fretta. Finalmente vide un luccichio familiare sopra un albero e volò in picchiata per prenderlo, ma una freccia di luce lo sfiorò per poco.

“ KiKYO, MA NON TI STANCHI MAI?!”, urlò il mezzodemone mentre evitava altre due freccie dell'avversaria. Kikyo sembrava più forte e rapida della volta scorsa, evidentemente aveva usato qualche medicina per riprendersi. Ma questa volta anche lui era preparato e mentre la distraeva con una serie di raggi, una figura enorme atterrò dietro di lei e l'avverrò con una mano sola. La donna provò a liberarsi dalla presa di Goshinki, ma senza successo e Naraku ridacchiò.

“ Bene, Kikyo, ora se non ti dispiace devo andare a diventare un dio.”, fece per andarsene, ma un pugno lo colpì direttamente sui denti e una bastonata al fianco lo spedì a quasi cento metri di distanza. Erano Kenichi e Maka.

“ Come se tu avessi il potenziale per diventare un dio.”, disse l'artista marziale, mentre si ricopriva di metallo da capo a piedi e Sango tranciava il braccio di Goshinki. Il demone viola urlò di dolore e lanciò una raffica di raggi energetici contro la sterminatrice, che schivò agilmente un colpò dopo l'altro e contrattaccò con un colpo velenoso, tagliando un corno dell'avversario. Naraku strinse i denti e attivò la sua arma, ma prima che potesse muoversi tre sigilli esplosero sotto i suoi piedi, e lui riuscì a schivare a malapena.

“ Maledetti. Avete davvero bisogno di tutti questi sporchi trucchi per ammazzarmi?”, ruggì e provò a scagliare un attacco velenoso che venne schivato facilmente e subito dopo venne scaraventato a terra da un doppio colpo di Inuyasha, apparso dal nulla. La faccia del mezzodemone colpì la dura terra e il suo cervello si mise in moto per cercare una via d'uscita, ma senza risultato, era in trappola, per una volta tutti i suoi nemici l'avevano accerchiato e nessuna stupida tregua sarebbe servita a salvarlo. Purtroppo, a tirarlo fuori da quella situazione non fu esattamente un aiuto. Per un momento il tempo sembrò fermarsi, mentre un raggio di luce atterrò a velocità stratosferica in mezzo al campo di battaglia, ricoprendo l'intera zona di polvere. Tutti i presenti si ripararono gli occhi e quando gli riaprirono ebbero una visione agghiacciante e inaspettata, un uomo con sei ali color diamante, una giacca e uno sguardo freddo come il ghiaccio. Il nuovo arrivato guardò tutti indistintamente con un'espressione di puro disprezzo e poi si voltò verso l'albero dove ancora si trovava la sfera.

“ Tutto qui? Francamente, dalle leggende mi aspettavo qualcosa di molto più spettacolare.”, la sfera levitò dall'albero fino alle mani dell'essere, che se la mise in tasca come si trattasse di una semplice moneta. Inuyasha mise la mano a Tessaiga, ma Kenichi lo fermò.

“ Lascia perdere, quello non è un avversario alla nostra altezza. E questo mi fa sorgere un dubbio....cosa ci fa qui uno dei settantadue generali celesti? Pensavo che almeno per ora non vi interessaste a questa zona.”. Il tono di voce dell'artista marziale faceva capire che non era niente contento di quel visitatore improvviso, tutt'altro, e lo fu ancora meno quando Kagome aprì bocca.

“ Ma... ma lei è l'uomo dell'altra volta? Come può essere qui?”, l'uomo ridacchiò e sentendo quel suono Kenichi, Maka e Kanata sentirono il disperato bisogno di scappare, ma resisterono, piantarono i piedi a terra e strinsero la presa sulle armi.

“ Beh, bambina mia, non è che tu ti sia impegnata a nascondere quel pozzo. Chiunque con un minimo di capacità extrasensoriali poteva percepirne l'aura e io avevo bisogno di qualche gingillo per rompere il muso di quel pallone gonfiato di Michael. Quindi, perchè non venire qui nel periodo sengoku e fregare questa gemma carina carina?”. Kagome e Inuyasha sentirono il sangue congelarsi nelle vene, non riuscendo a credere che quell'essere fosse venuto seguendo loro. Purtroppo Naraku scelse proprio quel momento per rialzarsi e si lanciò con la spada in pugno contro l'angelo, ma Kenshiro apparve in un istante e lo scagliò via, facendo ridere ancora il nuovo arrivato. “ Oh, finalmente qualcuno di decente, cominciavo a pensare che ci fossero solo mammolete e mezze tacche. Immagino di trovarmi di fronte il grande Kenshiro Saotome.”. Il combattente digrignò i denti e si voltò verso il figlio e gli altri.

“ Scappate, ora...e portatevi dietro anche quel coso che ho lanciato via.”. Kenichi provò a protestare, ma l'aura dell'uomo esplose. “ Ho detto ORA!”, nessuno dei presenti osò fiatare ulteriormente e se ne andarono di corsa, trascinandosi anche Naraku, mentre Dumah alzò una mano e aprì una crepa dimensionale in cui saltarono entrambi. Al loro atterraggio erano in un luogo con la terra verde e il cielo rosso con tanti punti gialli simili a piccoli soli. L'angelo si scrocchiò il collo e la sua giacca venne sostituita da una corazza argentea.

“ Certo che tu sei l'ultimo che mi sarei aspettato di vedere oggi. Ma sarà un buon riscaldamento in attesa di Michael.”. Kenshiro si tolse il kimono, rivelando un fisico scolpito e duro come l'acciaio. “ Posso dire la stessa cosa, anche perchè sento che tu non appartieni a quest'era. Anzi, adesso che ci penso qualche mese fa mi ero incontrato con il Dumah attuale per assicurarmi che gli angeli non si intromettessero nel mio progetto di reintrodurre il ki in questa terra, e l'arcangelo che lo accompagnava era molto simile a te.”

“ Oh, ero proprio io, stento a credere che siano passati tutti questi secoli...per me, almeno. A dire il vero all'epoca sarei dovuto andare in sudamerica a dare un'occhiata a quel poco che i conquistadores non hanno distrutto, ma il mio superiore voleva tenermi d'occho. Ma bando alle ciance e combattiamo.”. Kenshiro non se lo fece ripetere e colpì l'avversario con un calcio a velocità assurda, ma venne parato con una mano sola e Dumah contrattaccò lanciando delle piume di metallo dalle sue ali, che però vennero afferrate e rispedite al mittente, ma senza effetto. Kenshiro riprovò con una rapidissima serie di pugni, di cui una manciata riuscirono a raggiungere Dumah e a fargli sputare un paio di denti, ma il resto venne parato senza difficoltà e le onde d'urto generate spaccarono il terreno per diversi chilometri. Kenshiro capì che la semplice forza fisica non sarebbe bastata e creò un'aura nera, da cui si originò una potentissima esplosione, ma ancora una volta l'avversario scappò, sebbene questa volta avesse dovuto faticare per schivare.

“ Non male. Il tuo potere è senza dubbio pari, se non superiore alla media dei miei colleghi. Ma non basterà, dovresti essere almeno di rango divino per battermi, e finora non ho neanche fatto sul serio.”. La sua pelle si ricoprì di metallo e l'aria si riempì di lance di luce, che si scagliarono a velocità folle sul guerriero umano, che ricoprì le mani di aura bianca e le spezzò tutte o le rispedì al mittente. L'avversario bloccò nuovamente i colpi con le ali, ma quando le riaprì si ritrovò in faccia il piede di Kenshiro, che poi senza il minimo problema lo afferrò e si scaraventò a terra con lui. Purtroppo per Dumah, non si limitò solo ad tastare la durezza del terreno con la faccia, ma il suo avversario appena atterrato gli piantò un gomito nelle costole e provocò un'altra, gigantesca, deflagrazione mista di luce e oscurità. Sperando che bastasse a far ragionare il nemico, Kenshiro si allontanò dal punto di atterraggio e provò la via diplomatica.

“ Penso sia ora di finirla, mio signore. Se dovessimo combattere moriremmo entrambi e ormai avrete capito cosa c'è dentro quel gioiello disgustoso.”. Aveva abbassato il suo livello di energia, cercando di far capire che non voleva più combattere, ma Dumah non era d'accordo e fece aumentare la sua energia, provocando una violenta onda d'urto.

“ Ovvio che l'ho capito, e non è certo un problema. Mi basterà tornare nel mio tempo, fare un piccolo rituale di purificazione e potrò assorbire l'energia di questa cosa per vincere chi di dovere e guadagnarmi il titolo di nuovo Metatron.”. Intorno a lui apparvero altre armi di luce e diversi simboli luminosi cominciarono a brillare sulla sua corazza, mentre Kenshiro sospirò e fece circolare le sue energie di oscurità e luce, dando loro una forma più concreta.

“ In questo caso non abbiamo più niente da dire. Io sono il capo dei baransu no shionin ed è mio compito fermarvi.”. La sua aura si espanse e prese la forma di un samurai bianco e nero dall'aspetto meccanizzato, con giunture e placche a ricoprirlo come un'armatura. Poi si buttò contro il suo avversario pronto a morire.

                                                                                                                  ***********

“ COSA CAZZO ERA QUEL COSO?!”, urlò Koga a Kenichi, Maka, Kanata e Miu, che tenevano le mani strette e guardavano a terra. Erano scappati a rotta di collo fino ad arrivare in una radura, dove avevano eretto una barriera sperando di essere al sicuro. L'artista marziale strinse i denti e cominciò a spiegare.

“ Era un angelo, per la precisione uno dei settantadue generali celesti. Loro sono i signori del paradiso, la sottodimensione in cui vivono gli angeli, e sono secondi solo ai tre principi celest, Metatron, Ariel e Samael, e al loro re, Lucifero. Ma che ci faccia qui, non ne ho idea, anche se sembrava conoscere Kagome.”. La ragazza si ritrovò puntati gli sguardi di tutti e sentì il desiderio di sprofondare nel terreno, si sentiva responsabile per quanto era accaduto.

“ Ecco, l'ho incontrato giorni fa, ma sembrava un comunissimo essere umano. Probabilmente deve avermi seguito attraverso il pozzo.”. I ragazzi di Okinawa avevano saputo pochi giorni fa della vera provenienza di Kagome e imprecarono a denti stretti, sapendo che la situazione andava di male in peggio, poi Kikyo riprese la parola.

“ Scusate, se questi angeli( qualunque cosa siano) hanno tutti questi ufficiali, anche i demoni hanno qualcosa del genere? E chi sarebbe quel Michael di cui parlava quell'essere?”. Questa volta fu Miu a spiegare, mentre gli altri prestavano attenzione e si facevano sempre più preoccupati.

“ Sì, i demoni hanno i settantadue generali infernali, tre principi, Belzebù, Lilith e Abraxas e il loro re, Satana. Michael invece è un'altro dei generali celesti, con tutta probabilità lui e l'altro stanno litigando per una promozione. Infatti questi ruoli non sono fissi, quando uno dei suddetti viene ucciso, promosso o si stanca del suo ruolo, quest'ultimo passa a qualcuno di meritevole insieme al nome. Inutile che vi dica di quante pugnalate alle spalle e raggiri è pieno il Paradiso.”. Tutti i presenti si misero a riflettere sempre più preoccupati e spaventati a quelle parole, soprattutto per il fatto che Kenshiro non fosse ancora tornato. Persino Naraku era parecchio ansioso, nel loro unico incontro aveva percepito la forza dell'umano ed era più grande di qualsiasi altra cosa avesse mai visto e quella dell'angelo era ancora più grande... cosa sarebbe potuto succedere in uno scontro tra simili titani? Proprio mentre pensava a questo una crepa dimensionale si aprì in alto nel cielo e un missile piombò dritto a terra. Tutti si allontanarono appena in tempo e si misero in posizione di guarda, ma poi si accorsero che l'oggetto caduto causando crepe di almeno qualche decina di metri, non era altro che Kenshiro. Era insanguinato da capo a piedi, respirava affannosamente e sembrava sul punto di svenire, ma prese qualcosa dai pantaloni e la lanciò a Kikyo, che vide si trattava della sfera

. “ Sono riuscito a indebolirlo parecchio- cominciò mentre Kanata e Kenichi cominciavano a curarlo- e dovrebbe metterci un po' a riprendersi, ma non avete molto tempo. Distruggete quella cosa e subito.”. Purtroppo aveva ancora meno tempo di quello che pensasse e un'altra crepa spaziale si aprì, rilasciando questa volta una terribile onda d'urto che spazzò via tutti gli alberi e a uscirne fu Dumah. L'angelo era ridotto male quanto il suo avversario, ma in più gli mancavano due ali e aveva uno sguardo rigonfio di collera, al punto che l'aria stessa sembrava bruciare. Osservò Kenshiro e il resto dei presenti, che si sentirono al pari di insetti, gli unici che sembravano resistere erano i cinque di Okinawa.

“ I miei complimenti, umano. Sono passati più di cinquant'anni dall'ultima volta che qualcuno mi ha strappato un'ala, e quel qualcuno era considerato il licantropo più forte della sua epoca. Ma non credere che basterà a convincermi ad andarmene, mi prenderò ciò che è mio...e anche qualcos'altro.”.Si lanciò in picchiata contro Kikyo, che provò ad erigere una barriera, ma era ovvio che fosse sin troppo fragile e Naraku si mise davanti a essa a sua protezione spalancando le braccia e dopo pochi secondi uno schizzo di sangue e un rumore di carne squarciata sporcarono l'aria...e Naraku si voltò maledendo la propria incapacità. Kikyo si toccò il foro nello stomaco e portò la mano insanguinata al volto, non riuscendo neanche a capire come fosse successo, non aveva neanche sentito dolore. Dietro di lei Dumah teneva la sfera con uno sguardo tra l'assetato di sangue e il gongolante e si girò beffardo verso le sue vittime.

“ Beh, grazie, signori. Normalmente vi ucciderei tutti, ma sono impegnato, quindi mi accontenterò di quella sottospecie di non morta, ma se volete vendicarvi vi aspetterò davanti al pozzo. Addio.”. Si trasformò in un raggio di luce e si diresse a tutta velocità, mentre la sua vittima crollò a terra e Naraku si inginocchiò a prenderla, urlando disperato e maledicendo la sua incapacità di salvare l'unica persona di cui gli importasse in tutto l'universo.

Mi scuso immensamente per questo ritardo, ma non è dipeso solo da me. Jacobstark sta per avere gli esami di maturità e vi chiedo di fargli gli auguri insieme a me, perchè ne avrà bisogno. Nel prossimo capitolo si tornerà alla situazione iniziale della fanfiction e mi scuso per avervi fatto aspettare tutti questi mesi, a questo punto spero di concludere prima di metà estate, anche perchè avrò anch'io gli esami universitari (e spero di non dover ripetere l'anno). Ringraziamenti a chiunque abbia recensito finora e buon week end.

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Capitolo 17
*** Ed ecco come siamo arrivati all'inizio ***


Ed ecco come siamo arrivati all'inizio

Kenichi si stava mangiando le mani dall'ansia e dalla frustrazione. Avevano corso a rotta di collo fino al villaggio di Kaede per un giorno intero e ora Kanata si stava prendendo cura di Kenshiro e Kikyo insieme a Miu. Lui aveva provato ad aiutare premendo i punti di pressione nel modo migliore possibile, ma non era mai stato un vero guaritore e nel peggiore dei casi aveva solo complicato la loro situazione. Lì intorno tutti gli altri aspettavano pazientemente o cercavano di tenersi occupati, tranne Naraku, che semplicemente faceva del suo meglio per ignorare le occhiatacce degli abitanti del villaggio e di Kaede.

“ Ehi, stai bene?”, Miu era uscita e gli sedette accanto. Kenichi si limitò a grugnire e si mise le mani alla testa, per poi portare un pugno al terreno con rabbia, spaccandolo per due metri buoni.

“ Col cazzo che sto bene, Miu. Mio padre, il mio maestro, il mio idolo da quando ero bambino è lì dentro e non posso fare niente per aiutarlo....e per di più con lui c'è anche un'altra vita che poteva benissimo essere risparmiata. Tutto perchè io ero troppo debole.”. La ragazza lo abbracciò e mise un po' di ki nelle mani, scaldandolo sperando di calmarlo un po'.

“ Non è stata colpa tua, testone. C'eravamo tutti, la colpa non è di nessuno, se non di quell'angelo fuori di testa, che pensa solo a sé stesso e che non ascolta ragioni. E non la passerà franca, te lo giuro... poi sono certo che anche lui sarebbe d'accordo.”. Kenichi alzò d'istinto lo sguardo e vide che il “lui” a cui si riferiva Miu era quel cazzone di Gatsu, che sembrava aver fatto una corsa ancora più lunga della loro e aveva un fiatone incredibile.

“ Cosa...anf...è... successo...anf ? Ho sentito il ki del maestro esplodere, e poi abbassarsi all'improvviso... anf. E ho pure dovuto mollare Sesshomaru contro un demone della morte che parlava troppo.”. Miu e Maka gli spiegarono il quadro della situazione, e lo spadaccino sentì il desiderio di fare harakiri dalla disperazione.

“ UN GENERALE CELESTE?! MA CHE CAZZO SI E' FUMATO LUCIFERO?!”. Maka gli tappò la bocca con nunchaku.

“ Primo, abbassa il tono. Secondo, purtroppo quel tipo non è sotto l'autorità di Lucifero, almeno non quello di quest'epoca. Sembra che sia venuto qui attraverso il pozzo mangia ossa e tornerà al suo tempo sempre con quello. Ah, e sembra che i tuoi amichetti siano arrivati.”. Infatti in quel preciso momento scesero dal cielo Sesshomaru, Kagura e Ah- Hun, che portava in groppa il resto del gruppo. I due demoni si accorsero della presenza di Naraku e Kagura tirò fuori il suo ventaglio con la chiara intenzione di usarlo, anche se il suo vecchio aguzzino sembrava non farci caso.

“ Cosa ci fa LUI qui?!”. Un leggero vortice di vento l'avvolse mentre si avvicinò a Naraku e alzò il ventaglio, ma Inuyasha le bloccò il polso e scosse la testa.

“ Rimandiamo a dopo, l'ultima cosa che ci serve in questo momento è ammazzarci a vicenda.”. Kagura normalmente non avrebbe dato la minima retta a Inuyasha, ma gli doveva la vita e decise di stare al gioco per un po'.

“ Va bene, ma conclusa questo incubo, avrò il piacere di strappargli il cuore dal petto mentre batte.”. Naraku sembrò non sentire niente, abbassò semplicemente il capo e strinse i pugni.

“ Se ti va puoi farlo anche ora, tanto tra poco non avrà più motivo per battere...a parte forse la vendetta.”. La demonessa del vento dovette usare ogni briciolo di volontà per non cedere alla tentazione e si unì a Sesshomaru e Kohaku nel sentire le spiegazioni di Maka su quanto successo. Il demone cane era semplicemente scioccato, seppur avesse incontrato Kenshiro solo per poco, aveva percepito che era immensamente più potente di chiunque avesse conosciuto in secoli di vita, compreso Inu no Taisho. Non riusciva a capacitarsi che esistesse qualcuno capace di ridurlo in fin di vita, eppure proprio allora il combattente umano uscì dalla capanna di Kaede fasciato da capo a piedi.

“ Inuyasha, Kagome, Naraku. Kikyo vuole vedervi, dopo dovremmo parlare di come prendere la sfera a Dumah, e in fretta.”. I tre entrarono nella capanna col cuore in gola e videro Kanata e Kaede che cercavano di curare la sacerdotessa, il primo che metteva tutta la sua energia sulla ferita provando a chiuderla e la seconda che sfruttava tutte le sue conoscenze mediche. Ma era tutto inutile, era un miracolo che Kikyo fosse ancora nel mondo dei vivi. La donna fece cenno a Inuyasha di avvicinarsi e il mezzodemone avrebbe voluto essere dappertutto, tranne che lì.

“ Kikyo, perdonami, io...”, la sacerdotessa lo bloccò.

“ Oh, sta zitto, per una volta. Tanto è stata tutta colpa mia, l'ho capito solo negli ultimi tempi. Anni fa non avrei dovuto obbligarti a diventare umano, forse ora certe cose sarebbero andate diversamente.”. Inuyasha strinse i pugni e trattenne delle lacrime, desiderando solo di strapparsi le orecchie e non dover più ascoltare.

“ Ora fammi un piacere...strappa le ali di quel bastardo anche da parte mia e fa felice Kagome, l'hai già fatta soffrire troppo.”. Tossì un po' di sangue e il mezzodemone provò ad aiutarla, ma lei gli fece cenno di lasciar perdere e chiamò Naraku, che provò un intenso desiderio di cavarsi gli occhi, per non dover più vedere la ferita della donna.

“ Naraku, sappi che ti perdono che ciò che hai fatto, sono sicuro che riuscirai a rimediare i tuoi errori e a trovare un posto nel mondo per te. Voglio dirti anche che...”, tossì di nuovo del sangue, ma si sforzò di tenere il busto alzato e continuò a parlare.

“..... voglio dirti che non ti incolpo di niente e che in queste ultime settimane, nonostante tutto mi sono divertita come non mai. Sei stato il miglior nemico che avessi mai potuto desiderare.”. Naraku battè il pugno a terra e due lacrime gli caddero sul volto , ma solo la morente se ne accorse.

“ Anche tu, sei stata la migliore nemica che potessi desiderare. Ora ho un lavoro da fare.”. Uscì dalla capanna nonostante le proteste di Inuyasha e Kikyo chiamò Kagome. La ragazza avrebbe preferito andare a nascondersi sotto a un deserto, ma purtroppo il destino la voleva in quella capanna proprio quella notte.

“ Kagome, da quanto quest'incubo è iniziato tu sei quella che ha sofferto più di tutti. E io non ho fatto niente di serio per aiutarti, ho solo peggiorato la situazione come se tu non fossi una mia responsabilità, ma solo un fastidio inutile. Tempo fa un'entità superiore mi ha fatto comprendere che avevo torto e mi ha ordinato di aiutarti...ed è ciò che farò, dammi la mano.”. Kagome cercò di ritrarla, non per ribrezzo o paura, ma per vergogna, in ogni caso Kikyo la prese e la strinse. Un bagliore immenso illuminò tutto il villaggio e il corpo della sacerdotessa cominciò a scomporsi in tante particelle di colore bianco azzurra.

“ Non opporti. Io e te una volta eravamo una cosa sola e non ci saremmo mai dovute dividere, ora riunirò quello che è stato spezzato e di darò tutto quello che ho imparato in questi mesi. Usalo per proteggere questo mondo da qualunque male possa sorgere per minacciare questo mondo.”.Tutte le particelle di luce entrarono una a una nel corpo di Kagome , che vide prima di perdere per un momento i sensi l'ultimo sorriso della sua rivale. Quando si risvegliò un minuto dopo, sentì la testa in fiamme, mentre tutti i ricordi di Kikyo le invadevano il cervello e Kaede l'aiutò a rialzarsi. La ragazza cercò di fare un po' di pace nella sua mente, ma delle urla là fuori le complicavano ulteriormente la cosa. Uscì per capire cosa stava succedendo e vide Inuyasha che bloccava il passo di Naraku.

“ Fammi passare, botolo ringhioso.”, ringhiò il nemico di sempre, tenendo Akai no Kiba a mezzo centimetro dalla gola dell'altro, ma Inuyasha sapeva benissimo di non avere nulla da temere da quell'arma.

“ Sai benissimo di non avere una singola speranza. Non faresti altro che offrire un'altra vittima a quel figlio di puttana.”. Kenshiro annuì, d'accordo con l'allievo del figlio e si avvicinò.

“ E c'è di peggio. Dumah nella sua cieca sete di potere rischia di rilasciare un male molto peggiore di lui e avremmo bisogno di tutti gli uomini e le donne disponibili per combatterlo. Se vuoi andare, almeno non lo farai da solo.”. Naraku lo guardò infastidito ( e anche un po' impaurito, ma non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva o morta) e disattivò la sua spada spirituale.

“ Oppure potrei uccidervi tutti e andare comunque da solo. Tanto in ogni caso non ho interesse a vivere ancora.”. La reazione che ottenne non fu quella che si aspettava, perchè quasi tutti (a parte Goshinki e Sesshomaru) si misero a ridere, una risata che però sapeva solo di disperazione.

“ Come se potessi. Se non l'hai capito, Naraku, siamo cambiati tutti e ormai siamo alla pari con te. E anche tu sei cambiato, che ti piaccia o no, sei diventato qualcos'altro.”, disse Sango e il mezzodemone ringhiò incazzato.

“ E cosa sarei diventato?!”, urlò il mezzodemone, desideroso solo di andare a prendere la testa di Dumah per metterla sulla tomba di Kikyo.... o morire provandoci.

“ SEI DIVENTATO ME!”, fu la risposta di Inuyasha, che non sembrava per niente contento della cosa. Alcuni sembravano inorriditi da quello che aveva detto il mezzodemone, altri non batterono un ciglio, probabilmente perchè l'avevano già capitò.

“ COSA?!”, urlò Naraku.

“ Non te ne sei accorto? E' da quanto abbiamo ottenute queste cose- indicò le due metà di Hakai no Kiba- che hai iniziato sempre più a parlare come me, a pensare come me, a combattere come me. E devo dire che l'idea fa piuttosto schifo.” Naraku gli colpì la fronte con una testata, ma non mosse un muscolo.

“ Cosa credi, Inuyasha? Pensi di essere stato l'unico la cui vita è stata rovinata da un pazzo o per il semplice fatto di essere un mezzodemone? La mia è stata crudele quanto la tua già da ben prima di diventare quello che sono!”. I due si sarebbero volentieri ammazzati a vicenda e porre fine alla loro faida una buona volta, ma Kenshiro e Kenichi si misero in mezzo.

“ Adesso basta. Io non sono in condizione di combattere e quindi avrete bisogno di tutte le mani disponibili, vi ucciderete un'altra volta.”. Tutti annuirono, volenti o meno, col guerriero più anziano e cominciarono a escogitare una strategia per prendere la sfera da Dumah. Nel frattempo il suddetto serafino si dondolava sul bordo del pozzo rigirandosi la sfera tra le mani e sbeffeggiando silenziosamente la cosa che vi si era infiltrata, sicuro che non sarebbe stato un problema sbarazzarsene. Poi sentì qualcosa di familiare e saltò a terra, schrocchiando il colllo.

“ Guardate che lo so che siete qui, per chi mi avete preso?”. Inuyasha e Kagome scesero dagli alberi visibilmente seccati, seguiti da Sango e Naraku. I due mezzodemoni puntarono la spada contro l'avversario.

“ Pagherai per ciò che hai fatto.”. Dumah agitò una mano in aria come a dire ' chi se ne frega'.

“ Oh, non fate tante storie, tanto il fato di quella donna era segnato mesi e non ci voleva un genio per capirlo. E non ci vuole neanche per capire che questa è la trappola più stupida di sempre.”. Si voltò e vide dietro di sé un colosso alto cinque metri formato da enormi pezzi di metallo a forma di armatura samurai, dentro al quale c'era un vortice di vento. Gli bastò toccarlo con un dito per farlo esplodere e Kenichi venne scaraventato contro un albero. Maka in un secondo uscì dal nulla e attaccò Dumah nella sua forma demoniaca, ma lui si limitò a scartare i colpi di tonfa con un paio di calci e poi la scagliò in aria con un colpo di telecinesi.

“ Uno, colpirmi con l'elemento che so usare meglio non è mai una buona idea. Due, non attaccare se il tuo partner è finito al tappeto, cerca di prendere tempo.”. Proprio in quel momento un'esplosioni di fulmini lo prese in pieno, ma anche questa volta ne uscì senza un graffio e dal buio si udirono le imprecazioni di Miroku e Kanata.

“ Che cosa ho appena detto? Non attatemi con gli elementi che uso meglio. La magia esorcista si basa sulla luce e di rado ha effetto sulla mia specie.”. Alzò un attimo lo sguardo al cielo e vide Goshinki e Jinenji che saltavano su di lui, ma in un secondo saltò in aria e li sistemò con un calcio a testa. Inuyasha digrignò i denti e provò a sparare un Kongosoha, che però venne riflesso verso il cielo e riprovò con una serie di kaze no kizu, che fecero però la stessa fine, fino a quando Dumah non dovette difendersi da un calcio proveniente da dietro, portato da Sesshomaru.

“ Oh, guarda chi si rivede... Cerberus. Ero certo di essermi liberato di te dopo quella piccola esplosione, ma a quanto pare il destino continua a volerci insieme.”. Il demone cane non aveva la minima idea di cosa quel mostro stesse parlando, ma non si fece confondere e tirò fuori Tenseiga spedendogli contro il Meidou Zangetsuha più grosso che avesse mai creato. Ma quando il varco per l'aldilà scomparve l'angelo era ancora lì con delle particelle di luce in mano.

“ Non male come attacco spazio temporale. Forse un dei più potenti che abbia mai visto, ma terribilmente instabile e privo di eleganza. Basta qualche conoscenza base di matematica e calcoli magici perchè non rappresenti una minaccia.”. Il fratello di Inuyasha venne quindi scaraventato a terra da un'onda d'urto e si trovò schiacciato al terreno, mentre Kagura uscì allo scoperto e provò ad attaccare, ma anche i suoi colpi non fecero il minimo effetto, venendo parati con una mano. Ma almeno il nemico di turno aveva incarcato un sopracciglio.

“ Ok, ammetto che ora la sfida comincia a farsi interessante. In tutta sincerità questo scontro potrebbe essere difficile anche per me, forse è meglio se mi prendo solo i combattenti che davvero mi interessano.”. Unì le mani e venne ricoperto da una luce bianca a dir poco rovente, che avvolse tutta la radura e Kanata cominciò a sudare.

“ Oh, merda. Dobbiamo fermarlo, prima che....”. Purtroppo non fece in tempo a lanciare il suo avvertimento e dopo un'immenso lampo di luce buona parte dei presenti erano spariti nel nulla. Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku, Kirara, Naraku, Sesshomaru e Kagura erano spariti e perfino Kohaku, Koga e Ayame che aspettavano ancora il momento giusto per intervenire. Kenichi si guardò intorno impaurito.

“ Kanata, dove sono finiti?”. Il monaco abbassò lo sguardo e indicò il pozzo. “ Dove non possiamo aiutarli.”.

                                                                                                                            *********

Kagome si alzò massaggiandosi la testa ( ancora rintronata dopo aver assorbito l'anima di Kikyo) e si guardò intorno, capendo con orrore dov'erano finito lei e gli altri, che si stavano rialzando da terra. Il cielo era color cianotico e percorso da correnti elettriche, ma erano senza alcun dubbio nel parco di Tokyo, nel suo tempo e Dumah era a una trentina di metri da loro giocherellando con la sfera come fosse una pallina di tennis.

“ Ben svegliati. Ora avete due scelte: potete lasciarmi prendere questa cosa e farmici fare quello che voglio, dopo che vi avrò riportato al vostro tempo oppure potrete provare a ostacolarmi e non potrò garantire sul vostro destino.”. Inuyasha, Naraku, Koga e Sesshomaru ringhiarono e presero le armi.

“ NON CI ARRENDEREMO MAI A TE!”. L'angelo ghignò e si portò in un istante davanti ai quattro, scagliando via Koga con un cenno. Il demone lupo attraversò tre alberi e riuscì a malapena a frenare l'impatto attaccandosi al terreno con la sua arma, mentre gli altri tre sfortunati attaccarono contemporaneamente il nemico con le loro spade in un vortice di fendenti, ma lui si limitò a prendere una delle sue piume e usandola come una spada, rispondendo colpo su colpo. Dopo un minuto buono di scontro uno contro tre afferrò Naraku per la testa e lo sbatte a terrà, poi colpì Sesshomaru nello stomaco e infine colpì Inuyasha con un laser. Kagome e Sango prepararono le armi e ringraziarono che Shippo e Kirara fossero rimasti al villaggio, se fossero stati presenti sarebbe stato un disastro. La sterminatrice ricoprì entrambe le sue armi di veleno puro e partì all'attacco, mentre Kagome offriva come distrazione un'offensiva di colpi magici e frecce, che riuscirono almeno apparentemente a impensierire Dumah, che si beccò un graffio avvelenato su una guancia. A quel punto esplose.

“ Voi osate ferirmi?! Già una volta alcuni dei vostri discepoli mi hanno insultato, e finalmente capisco da chi hanno preso....bene, non avrò pietà.”. Afferrò la spada di Sango a mani nude e la scagliò insieme alla sua proprietaria a più di cento metri di distanza. Miroku urlò di rabbia e aprì il suo vortice per risucchiare Dumah, ma lui fece una serie di segni luminosi in aria e il vortice si chiuse, quindi un laser aprì un foro nello stomaco del monaco. Koga, Ayame e Kagura provarono a contraccare contemporaneamente con un misto di foglie, vento e fendenti energetici, ma anche questa volta l'attacco venne sbalzato via come niente.

“ Quando capirete che non potete battermi? Se volete sconfiggermi, dovreste arrivare per lo meno al rango divino.”. Adesso l'angelo era ricoperto da una corazza color platino intarsiata con diversi simboli e l'unica cosa visibile erano gli occhi. Kagome incoccò una freccia e gliela puntò, cercando di smettere di tremare.

“ Rango divino, di cosa stai parlando?”. Dumah rise sadicamente e cominciò a girare intorno.

“ E così Kenshiro e gli altri non vi hanno detto niente? Bhe, non spetta certo a me illuminarvi.”. Con un gesto della sua mano la freccia di Kagome cambiò direzione e si infilò nella spalla della sua proprietaria. Inuyasha e Naraku urlarono di rabbia, assumendo le loro forme demoniache e lanciando contro l'angelo folle i loro attacchi più potenti, seguiti da Sesshomaru e Kagura, rinchiudendo Dumah in un fuoco incrociato. Questa volta si ritrovò davvero in difficoltà e dovette usare una gran quantità di forza spirituale per proteggersi da quell'inferno, ma una volta messosi al sicuro in aria provocò un'onda d'urto a dir poco devastante, che spedì tutti gli avversari a terra e li ricoprì di ferite, a parte Inuyasha, protettosi appena in tempo con Tessaiga. Il mezzodemone provò a saltare istintivamente e a tagliarlo in due con la spada, ma venne bloccata, quindi si attaccò a Dumah e cominciò a prenderlo a graffi, per poi afferrare la sfera, ma un pugno ben centrato lo rispedì a terra. Si guardò intorno e vide tutti suoi compagni ridotti in uno stato pietoso, ognuno ferite che sanguinavano copiosamente e alcuni erano in preda agli spasmi. Fissò infuriato Dumah, che scese e guardò tutti con uno sguardo di sufficienza.

” Inuyasha, amico mio, credo che ormai sia ora di smetterla. Tu e i tuoi compagni non siete riusciti a farmi un graffio e con tutta probabilità persino gli esseri umani saranno danneggiati in qualche modo da questa lotta se io dovessi fare sul serio. Vuoi essere il responsabile di Hiroshima 2? Dammi quella fottuta sfera.”. Il mezzodemone non aveva la minima intenzione di continuare ad ascoltarlo, sebbene non avesse la minima idea di cosa fosse Hiroshima. Riattivò la sua forma demoniaca, insieme a Hakai no Kiba (che per fortuna sembrava obbedire) e alle fiamme di Tessaiga, poi si buttò armi in pugno, ma entrambe vennero bloccate a mani nude e produssero giusto un po' di fumo.

“ Ti credevo più intelligente, Inuyasha. Beh, in ogni caso non avevo nessuna intenzione di lasciarvi vivi.”. Spiegò le sue ali, bianche come la neve, e il suo elmo si aprì rivelando il volto contratto in una smorfia crudele.

“ SALUTAMI I TUOI ANTENATI, INUYASHA!”. Il suo corpo cominciò a illuminarsi e l'eroico mezzodemone usò tutta la sua forza per liberarsi dalla presa dell'avversario, ma fu inutile potè solo guardare il raggio di luce ultraconcentrata che fece per abbattersi su di lui....fino a quando qualcosa non lo afferrò per una spalla, scansadolo via e spedì in aria Dumah con un calcio. Inuyasha guardò il suo improvviso salvatore e vide una figura umanoide vestita con un camice bianco e sei ali simili a foglia, e poi al suo fianco atterrò un altro angelo con sei ali blu. Dumah si stabilizzò in volo e guardò i due sputando i loro nomi.

“ VALEFOR?! RAZIEL?! COME OSATE IMPICCIARVI NEI MIEI AFFARI?!”. L'angelo del mistero si fece avanti e formo una spada spirituale in mano, puntandola contro il collega.

“ Rimedio all'errore che ho fatto, consigliandoti di venire qui. E tutti e due stiamo facendo un favore a un vecchio amico.”. Gli occhi dell'altro angelo si ridussero a due fessure e lui si guardò intorno infuriato.

“ E così anche lui è qui, eh? Mi sarei dovuto aspettare che non avrebbe mai lasciato i suoi amici nelle mie mani, ma alterare il tempo? Neanche lui è così pazzo.”. Valefor scrocchiò il collo e nella sua mano cominciarono a vorticare quelli che sembravano semi multicolori.

“ La tua arroganza ti acceca come sempre, Dumah. Sei stato tu ad alterare il continuum, devi essere fermato e soprattutto quella sfera disgustosa non ti appartiene.”. L'angelo strinse i pugni e formò dei fili di luce tra le mani.

“ E' qui che ti sbagli.”. Uno dei fili si infilò nella veste di Inuyasha e afferrò la sfera, riportandola nelle mani di Dumah, ma appena arrivata si frantumò sotto gli occhi esterrefatti di tutti. Dopo qualche secondo un fumo grigio apparve dal nulla e circondò Dumah, cominciando a entrare in tutti i suoi pori, in preda a urla indicibili e quando fu libero sghignazzo a tutta voce, una risata perfida e maligna che nulla aveva di umano.

“ Finalmente, era da quanto avevo avvertito la sua presenza che volevo prendermi il suo corpo. Ora il potere di uno dei più forti generali del paradiso è a mia disposizione, peccato non poterla usare in quest'epoca, ma distruggere un'universo spaccando la sua linea temporale è sempre stato uno dei miei sogni. Signori, addio!”. Si trasformò in un globo di luce grigio spento e corse via, sfuggendo ai tentativi di Raziel e Valefor di prenderlo, e quando scomparve il demone di legno si voltò verso gli alberi.

“ Sei contento ora, Shippo? Abbiamo svolto il nostro ruolo e ora l'intero universo è in pericolo. Con questo ti sei giocato definitivamente la carica di generale infernale.”. Il demone volpe uscì dagli alberi con aria attrita, non sembrava per niente contento di quanto accaduto e guardò Inuyasha, svenuto dopo aver visto Dumah posseduto da quella cosa.

“ Sai meglio di me che tutto questo doveva accadere, come probabilmente è già accaduto infinite volte, non sono io a decidere come vanno le cose. E poi non me ne è mai fregato niente di quel ruolo. Forza, portiamo Inuyasha e gli altri in un posto sicuro.”. Schioccò le dita e ognugno dei feriti svarì in un varco nero, poi posò un'ultima volta lo sguardo su Inuyasha. “ Perdonami, amico mio, perdonami se puoi.”.

                                                                                                         ********

Naraku si svegliò in preda a un mal di testa atroce. Si guardò intorno e vide di essere in una stanza totalmente nera, era sdraiato su un letto dello stesso colore e accanto a lui c'erano Koga, ancora svenuto, e Sesshomaru, che sembrava essersi svegliato qualche minuto prima e si guardarono negli occhi.

“ Stai bene?”. L'aveva chiesto per pura formalità, ma bastò a far impazzire il mezzodemone, che ovviamente non stava affatto bene. Aveva giurato di fare a pezzi con le sue mani quell'essere disgustoso, invece erano stati tutti fregati come niente e ora erano chissà dove. Stava per chiedere al compagno di sventura dove si trovassero, ma proprio in quel momento una porta si aprì e ne uscì Valefor.

“ Signori, spero che siate in condizioni di sostenere una discussione, abbiamo molto di cui parlare.”.

Buonasera a tutti, scusate per l'attesa, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Nel prossimo ci saranno molte rivelazioni, compresa la natura della cosa che si è impossessata di Dumah. Ringrazio i recensori(soprattutto Hikari Sengoku e Alextintura) a auguro a tutti una buona estate, e per chi li ha buoni esami.

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Capitolo 18
*** Viaggio allenamento- parte prima ***


                                                                                        Viaggio d'allenamento- parte prima

Sango pensava di aver visto parecchie cose strane nel corso della sua vita, soprattutto da quando era entrata nel gruppo di Inuyasha, ma negli ultimi due giorni aveva quasi raggiunto il limite di sopportazione, soprattutto dopo essere finita in un edificio totalmente nero dove curatrici con tentacoli al posto dei capelli e ali da pipistrello le avevano dato da mangiare e curato le sue ferite. Per di più Miroku era nel letto accanto al suo e quando si era svegliato aveva dato fuori di matto scoprendo di non avere più il rosario che bloccava il vortice, solo per accorgersi che il vortice era sparito nel nulla, era finalmente libero dalla maledizione che Naraku aveva scagliato sulla sua famiglia. Prima ancora che i due potessero chiedere cosa fosse successo e metabolizzare il tutto, però una delle curatrici ( che chiese di farsi chiamare “ infermiera”) disse loro che il primario voleva parlare con loro e aiutò i due a raggiungere una porta, dietro la quale si trovava una larga stanza ricca di mobili, alcuni dei quali ospitavano i loro compagni di sventura, più Valefor e Raziel, che li salutarono calorosamente.

“ Benvenuti nel mio ufficio, siete rimasti svenuti per tutta la notte. Aspettavamo solo voi per fare il punto della situazione.”.

Miroku si dimostrò perplesso.

“ Ehm, esattamente a quale situazione si riferisce, signor....?”.

“ Valefor, il mio nome è Valefor, sono uno dei settantadue generali infernali e responsabile di tutti gli ospedali degli inferi. Quello accanto a me invece è Raziel, che invece è uno dei generali degli angeli e bibliotecario supremo del paradiso. Per quanto riguarda la situazione, ovviamente mi riferivo a quel deficiente di Dumah, che come un allocco di neanche un secolo si è fatto possedere da un emissario del vuoto.”.

Il demone si ritrovò osservato da sguardi piuttosto confusi e vacui, e Raziel prendette la parola.

“ Scusatelo, parliamo di certi argomenti con troppa banalità e spesso ci dimentichiamo che alcune persone non conoscono ciò che conosciamo noi, specie considerando che voi provenite da un' epoca e un luogo piuttosto.... ignoranti su queste cose, scusate l'offesa.”. Nessuno dei presenti fece segno di essersi offeso, d'altronde fino a poco più di un mese prima non sapevano neanche dell'esistenza del ki. Vedendo che nessuno lo interrompeva, il serafino riprese.

“ Come forse avrete sentito, esistono infiniti universi nel cosmo. Visti da un osservatore esterno, essi potrebbero apparire come un immenso insieme di bolle colorate che galleggiano in un vuoto infinito- nella sua mano apparve un ologramma a rappresentare le suddette bolle- e ogni singolo secondo ne spuntano in continuazione, in base alle scelte che vengono effettuate in tutti gli altri. Tuttavia in mezzo a tutte queste bolle, e dentro di essi nascono e si sviluppano esseri che noi chiamiamo figli del nulla o emissari del vuoto.”.Nell'ologramma apparvero degli strani esseri grigi privi di una forma vera e propria, che cominciarono ad attaccarsi ai vari universi ed eroderli poco a poco.

“ Queste creature detestano la creazione, il loro unico obbiettivo è trasformare ogni singola dimensione in polvere e distruggere la luce che emanano, per poi rintanarsi nel loro adorato vuoto e sguazzarci per il resto dell'eternità. Fortunatamente sono capaci di assumere una forma fisica vera e propria solo se possono usare un portale collegato direttamente al vuoto, senza l'unico modo che hanno per manifestarsi è prendere possesso di corpi già esistenti, e più forti sono meglio è. Dumah per loro era praticamente la preda perfetta.”.Tutta la compagnia cominciò a sentire brividi di freddo sulla schiena, Raziel stava parlando di quelle cose come un professore di matematica spiegava le addizioni. Kagura fu abbastanza coraggiosa da fare una domanda.

“ Ma se sono capaci di fare tutto questo e nascono in continuazione, perchè non hanno già distrutto questo mondo?”. Valefor fece una risata amara, prese un vecchio libro e si sedette.

“ Possono entrare nei vari universi solo quando si verifica uno squilibrio tra le forze che lo governano, e questo accade soprattutto in tempi di guerra pressochè totale. Il sedicesimo secolo fu una tragedia in buona parte del mondo, e durante la seconda guerra mondiale fu addirittura peggio, lì avremmo perso di sicuro se non fosse stato per un gruppo di eroi provenienti da tutto il mondo e appartenenti a specie diverse, che si unirono per combattere.”. Questa volta, a parte Kagome (che aveva cominciato a tremare), tutti assunsero uno sguardo più confuso, ma l'angelo e il demone non ci diedero troppo conto, sapendo di non avere così tanto tempo.

“ Tra l'altro questi orrori sono anche il motivo per cui le nostre specie sono finite su questo pianeta. Dovete sapere infatti, che una volta angeli e demoni erano un' unica razza e vivevano in un altro sistema solare.”.

“ COSA?!”, urlarono tutti. Raziel fece cenno di stare in silenzio e continuò.

“ Esatto. I nostri antenati erano una razza piuttosto pacifica, ma come sappiamo la perfezione non esiste. Si infiltrarono nel nostro pianeta e dopo un po' fu guerra totale, il pianeta, di cui ormai non ricordiamo neppure il nome, non si riprese mai più. I pochi sopravvissuti, seppur vittoriosi, partirono e arrivarono sulla Terra, dove altre due civiltà avevano combattuto una lotta spietata contro quei mostri e avevano vinto, a costo di terribili sacrifici. I nomi di queste civiltà erano Atlantide e Mu, e da esse discende tutta l'umanità e anche qualche altra razza.”.Il cervello di Kagome e di tutti gli altri era ormai trasformato in pappetta d'avena, ma la tortura non era ancora finita, perchè ovviamente c'era ancora altro da sapere.

“ Arrivati su questo pezzo di roccia galleggiante nello spazio, i sopravvissuti dei rispettivi pianeti si aiutarono a vicenda per cercare di salvare il salvabile. La civilizzazione cominciò a rifiorire, nonostante la tecnologia umana fosse stata quasi completamente perduta, l'evoluzione portò i nostri antenati a dividersi in due razze distinte, che si sistemarono nel piano d'esistenza più alto, il paradiso, e in quello più basso l'inferno e gli ultimi guerrieri e stregoni di Mu e Atlantide divennero le divinità progenitrici della razza umana.”.

“ COSA?!”. Ancora una volta Raziel fece segno di silenzio.

“ Ah, ecco il problema con il sedicesimo secolo, i suoi abitanti erano troppo fissati nei loro modi di pensare. Ebbene sì, i Titani, Ra, Izanagi e chissà quanti altri erano esseri umani...o altre cose, dipende. Perchè in sostanza, una volta che la coltivazione spirituale di un individuo raggiunge il culmine, esso diventa a tutti gli effetti un dio immortale, anche se ovviamente ci sono molti altri requisiti per diventarlo e puoi sempre venire ucciso, come insegnanono i bei vecchi miti nordici.”. I successivi cinque minuti vennero passati da tutti a cercare di processare tutto il discorso che avevano ascoltato, poi Inuyasha, tenendosi due dita sulla fronte cercando di calmare il mal di testa, chiese quello che tutti volevano davvero sapere.

“ Quindi cosa ha fatto Dumah, o la cosa che ha preso possesso del suo corpo? E noi che dovremmo fare per fermarlo?”. In quel momento entrambi i pezzi grossi sospirarono, e Valefor prese per un attimo una clessidra.

“ Dunque, l'essere che si è impossessato di Dumah ha avuto accesso a tutte le informazioni che lui conosceva, quindi sa che in quest'epoca da solo non ha speranza, tutte le razze si sono fatte più attente e forti rispetto al passato, nonostante lo scetticismo degli umani privi di poteri. Se anche riuscisse ad aprire un varco per il vuoto da qualche parte, per far arrivare i suoi amichetti, non avremmo problemi a trovarlo e chiuderlo. Quindi ha usato il pozzo per tornare ancora nel periodo Sengoku, dove contemporaneamente in tutto il mondo tanti altri figli del nulla stanno facendo del loro meglio per flagellare questo mondo.”.

“ Per favore, non ditemi che dovremmo occuparci anche di loro.”. Urlò Koga esasperato.

“ No, tranquillo, ci è già stato chi si è occupato delle loro forze disposte nel resto del pianeta. Voi dovrete pensare solo e soltanto a liberare il Giappone, ma il problema è che non sieta ancora abbastanza forti... e lo sapete bene, quindi non provate a fare storie.”. Aggiunse quando Inuyasha e Naraku si alzarono infuriati, ma nel fondo sapevano che il medico avrebbe potuto distruggerli con un dito. Ayame però aveva ancora qualcosa da ridire e si alzò.

“ Ma se sapevate cosa sarebbe successo, perchè non avete fatto niente per fermarlo?!”. Raziel e Valefor sospirarono.

“ Abbiamo saputo di tutto questo da un amico quando ormai Dumah aveva già attraversato il pozzo, non c'era più niente da fare. Se vuoi la risposta chiedi al nostro informatore, e poi per nostra sfortuna il passato è immutabile, il libero arbitrio può portare un essere vivente solo fino a un certo punto.”. La demonessa lupo si risedette ed emise un grugnito, mentre Raziel sostituì l'ologramma dell'universo con uno del pozzo.

“ Comunque ecco il piano. Manipolando un po' la magia che scorre nel pozzo potremmo mandare ognuno di voi in epoche e luoghi differenti, dove potrete alcuni maestri vi addestreranno come si deve. L'allenamento dal vostro punto di vista dovrebbe durare un anno, ma in quest'epoca e nel Sengoku passerà più o meno una settimana. Che ne dite?”. Tutti uscirono e si misero a parlare fuori dal corridoio, dopo un paio di minuti Sesshomaru e Kagura rientrarono nella stanza per dare la risposta.

“ Abbiamo deciso di accettare, ma prima abbiamo bisogno di un po' di tempo per avvertire i nostri compagni nel passato di prepararsi.”. Valefor annuì.

“ Ok, Ceeer.....caro Sesshomaru. Avrete bisogno anche di loro e a noi servirà un po' di tempo per preparare l'incantesimo, trovatevi tutti davanti al pozzo nel presente tra qualche ora.”. Il demone cane annuì e uscì, mentre Kagura abbassò lo sguardo pensosa e si rivolse un'ultima volta ai due.

“ Voi due....eravate felici di vedere Sesshomaru, lo guardavate con nostalgia. E Dumah l'aveva chiamato Cerberus, che cosa significa?”. Il generale infernale si sedette e sbuffò.

“ Lo conoscevo, eravamo amici. Ma poi....beh, ti dirò una data, 6 agosto 1945. Quel giorno maledetto un grande vuoto si venne a creare negli inferi, e nei cuori di molti di noi. E fa un favore a te stessa e a tutti noi, non provare a cambiare quello che è successo. Non succede mai niente di buono, quando qualcuno prova a cambiare il passato.”. Kagura provò a dire qualcosa, ma era rimasta rimasta senza parole e si limitò ad andarsene trattenendo le lacrime. Dopo che uscì dalla stanza, una lampada sulla scrivania si trasformò in Shippo.

“ Ah, l'immortalità è una grandssima cagata.”. Raziel e il suo collega demoniaco annuirono, quindi presero diverse pergamene e un paio di altre reliquie strane, mentre il medico sussurrò qualcosa sottovoce.

“ Perchè si è sacrificato per fermare quella cosa? Tanto gli umani continueranno sempre e comunque a creare qualcosa per uccidersi a vicenda.”.

                                                                                                                     *************

Nella capanna di Kaede Maka guardò Inuyasha e gli altri, sperando di aver sentito male. Inuyasha e gli altri erano tornati ad avvertire di quello che era successo, ma tutti speravano si sbagliassero o che fosse uno scherzo. Ma erano fin troppo seri e loro avevano visto una sfera di luce grigia che volava a velocità incredibile, quella era sicuramente la verità.

“ Quello che non capisco è come ha fatto quella cosa a infilarsi nella sfera.”. Disse Kenichi, che cercava di non far notare che la tazza di tè nella sua mano tremava. Kenshiro guardò il cielo, totalmente ricoperto di nubi, sconsolato e chiuse gli occhi.

“ I figli del vuoto possono fare cose terribili se lo desiderano. Scacciare dalla sfera gli spiriti che l'abitavano e infilarvisi dentro non dev'essere stato troppo difficile.”. Si voltò verso Kanata.

“ Dobbiamo mandare subito un messaggio a Akane. Kanata, prepara l'occorrente per mandare un messaggio onirico. Kenichi, Gatsu, Maka, voi andrete a cercare tutte le persone che avrete addestrato in questi mesi, ci sarà bisogno di tutte le forze possibili per vincere.”. I quattro annuirono e corsero subito via dalla capanna di Kaede, mentre Kagome e Inuyasha fecero per alzarsi, ma Shippo, appena arrivato, saltò addosso alla ragazza.

“ Kagome, per favore, non andare! Non voglio che tu muoia.”. La sacerdotessa abbracciò il piccolo kitsune e se lo tenne stretto.

“ Moriremo tutti se non vado, Shippo. Ma tu sì forte anche per noi, tu e Kirara dovete proteggere Rin e Kanna anche per noi.”. Lo posò a terra in lacrime, e Inuyasha gli mise la mano sui capelli, per poi guardarlo dritto negli occhi.

“ Fà come ti ha detto. Se non dovessi tornare, tocca a te difendere il villaggio e tutti gli abitanti. Hai molta più forza di quanto tu possa credere.”. Shippo tirò su con il naso e i due continuarono il cammino, e si unirono a Kagura e Sesshomaru, che avevano appena finito di parlare con Goshinki. Il mostro era curioso di sapere che fine aveva fatto Naraku, visto che non era venuto al villaggio e i due gli avevano detto cos'era successo, poi si erano assicurati che difendesse Rin a tutti i costi. Lui aveva riso e accettato con piacere, d'altronde l'aveva già protetta infinite volte quando era solo Tokijin. Poco dopo erano arrivati al pozzo, dove li attendeva il resto del gruppo, Miroku e Sango parlavano concitamente, Naraku era accasciato contro il pozzo e Kohaku lo osservava, stringendo la kusarigama in pugno.

“ Andiamo, è quasi ora dell'appuntamento.”. L'intera brigata saltò, un membro dopo l'altro, nel buco oscuro e pochi secondi dopo si ritrovarono nel tempio Higurashi, dove poche ore prima Kagome aveva salutato la sua famiglia. Erano ancora scossi dal terremoto del pomeriggio precendenti ed erano stati più che felici di rivederla, e lei aveva fatto del suo meglio per apparire il più allegra possibile, sperò che nessuno di loro si fosse accorto di come si sentiva dentro. Fuori dal tempio c'erano Valefor e Raziel che tenevano uno scrigno e delle pergamene.

“ Ben arrivati, felice di vedere che avete accettato. Raziel, occupati di tu sai cosa, io spiegherò loro la situazione.”. L'angelo annuì al collega e entrò nel tempio con le pergamene, mentre il medico aprì lo scrigno, tirando fuori delle collane collane con un'effigie formata da due ali, una da pipistrello nera e una da colomba bianca.

“ Dunque, come vi ho già detto il pozzo vi condurrà in epoche e luoghi molto diversi tra loro. Vi calerete in piccoli gruppi o da soli, poi ognuno di voi cercherà il suo maestro nel posto dove finirete. Queste collane vi consentiranno di comprendere qualsiasi lingua e sarà anche un faro per colui che avrà il ruolo di addestrarvi, quindi trovare l'insegnante non sarà un compito troppo difficile. Passato un anno, la collana si frantumerà da sola e voi vi teletrasporterete nuovamente dentro il pozzo, a una settimana di distanza da questo momento. Ci sono domande?”. Nessuno chiese niente, perciò Valefor distribuì le collane e appena Raziel uscì dal tempo, elencò i gruppi.

“ Dunque.... Koga, Miroku, Sesshomaru, Naraku e Inuyasha andranno da soli. Ayame, Kagura e Kagome andranno insieme e lo stesso vale per Sango e Kohaku.”. Tutti annuirono e nell'ordine elencato si buttarono nel pozzo, salutando i due e decisi a tutto affinchè quell'anno di allenamento servisse al suo scopo, salvare il mondo. Dopo che anche i due fratelli sterminatori si furono calati, un'altra figura scese dal Goshinboku. Era lo Shippo di quell'epoca.

“ E anche questa è fatta. Signori, ci rivediamo qui tra una settimana, vi assicuro che lo spettacolo varrà la pena di tutto il casino che abbiamo fatto.”. Valefor sbuffò seccato.

“ Lo spero per te. Almeno possiamo sapere dove li hai mandati? Abbiamo dovuto far credere loro che le destinazioni fossero a caso, ma in realtà le hai scelte tu.”. Il demone volpe ridacchiò.

“ Per essere più precisi ho solo inserito le cordinate spazio temporali che i miei amici mi hanno riferito quando sono tornati dal loro viaggio. Ma se proprio vuoi saperle....”. Elencò una lista di nomi e luoghi, provocando a ogni parola una disperazione sempre maggiore nei due generali, che alla fine si guardarono dritti negli occhi, vedendo nell'altro la stessa espressione di terrore puro.

“ Raziel, è stato un piacere conoscerti. Spero di rivederti tra una settimana.”. L'angelo del mistero s'irretì e afferrò Valefor per un'ala.

“ Che diavolo vuol dire? Io di certo non vado ad accogliere da solo un branco di adolescenti powerati a merda e incazzati neri.”.

“ Mi dispiace, ma divento padre tra una settimana e non voglio lasciare mio figlio orfano. E disgraziatamente per noi Shippo non può farsi vedere, altrimenti l'intero continuum va a puttane, e lo sappiamo entrambi, quindi dobbiamo risolvere alla vecchia maniera.”. I due si rimboccarono le maniche e scrocchiarono il collo, per poi cominciare una furiosa battaglia di sasso, carta, forbice sotto gli occhi divertiti di Shippo, che però non poteva fare a meno di pensare a tutti i pericoli che i suoi vecchi compagni avrebbero dovuto affrontare....e a chi sarebbe morto comunque.

Salve a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto. La storia accennata da Valefor è la trama di un libro/light novel che vorrei scrivere, e gli emissari del vuoto saranno anche gli antagonisti della mia storia di Highschool dxd, per chi la segue(ma non è un seguito, intendiamoci). Spero di riuscire ad aggiornare presto e che i personaggi che appariranno per addestrare Inuyasha e gli altri vi piacciano, visto che alcuni di loro appariranno anche nel suddetto libro. Come sempre un saluto a tutti i recensori e a chi ha messo la storia tra le seguite.

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Capitolo 19
*** Viaggio d'allenamento- seconda parte ***


Viaggio d'allenamento- seconda parte

Un povero demone lupo fin troppo conosciuto cadde da trecento metri d'altezza dopo essere apparso dal nulla e urlando come una signorina. Per sua fortuna precipitò su sofficissima neve, per sua sfortuna gli finì in bocca.

“ Arghhh, quei due avrebbero anche potuto dirlo che saremmo precipitati. Bene, andiamo a trovare questo maestro.”. Si ritrovava in una landa ghiacciata, non troppo lontano da una montagna completamente ricoperta di neve. Non sapendo dove altro andare, decise di dirigersi verso l'unico vero punto di riferimento in quelle terre desolate. Durante il cammino provò a cercare un qualsiasi odore o delle auree, ma se ce n'erano non ne notò e la sua eccessiva fiducia nelle sue capacità sensoriali per poco non gli costò la vita. Una figura bianca lo colpì di striscio da dietro, causando un taglio al fianco, lui concentrò un po' d'energia nella ferita per richiuderla e saltò di lato con tutta la sua velocità, cercando di trovare il suo avversario, che però si mimetizzava perfettamente con l'ambiente. Una nuova raffica di colpi lo prese in pieno stomaco e venne scagliato nuovamente nella neve. Questa volta, rialzandosi, vide con più chiarezza i suoi assalitori. Erano tre creature umanoidi alti almeno otto metri, dalla pelle color bianca, capelli simili a creste di ghiaccio, occhi azzuri di una sfumatura chiara in maniera inquietante e vestiti con corazze dello stesso colore. La loro voce assomigliava terribilmente al suono del ghiaccio che si spacca e Koga giurò di sentire del sangue nelle orecchie.

“ Demone, non sei il benvenuto qui. Tornatene da dove sei venuto o scoprirai quanto può essere gelido il benvenuto di Jotunheim.”. Il capo della tribù yoro ignorò l'avvertimento e attivò la Goraishi, lanciandosi a tutta la velocità che poteva contro i tre, sicuro di poterli tagliare come burro, ma invece si ritrovò afferrato a mezz'aria e sbattutto con una forza immane contro la neve. Si scrollò di nuovo quel peso di dosso e ripartì all'attacco, ma ognuno di quegli esseri parava o incassava senza troppa difficoltà e volevano semplicemente prenderlo per sfinimento. Dopo pochi minuti infatti, cominciò ad ansimare e uno dei giganti lo colpì con un raggio, congelandogli le gambe e lui inciampò su di esse, maledicendo la propria stupidità. Chiuse gli occhi, sapendo che quegli esseri ne avrebbero approfittato per ucciderlo subito e che lui non avrebbe mai incontrato il suo maestro. Proprio però, mentre si rassegnava a non vedere mai più Ayame e i suoi compagni, un lampo gli passò accanto e si gettò contro i bestioni di ghiaccio. Il demone lupo, resosi conto di respirare ancora, si voltò e vide uno spettacolo incredibile, i tre giganti stavano cercando di difendersi inutilmente contro un bestia umanoide alta circa quattro metri che si muoveva a velocità supersonica e a ogni suo colpo faceva cadere a terra pezzi di ghiaccio. In pochi secondi delle creature non rimase niente, poi il misterioso salvatore balzò a terra, rivelandosi essere un enorme lupo umanoide dalla pelliccia albina, occhi color ghiaccio e zanne e artigli a dir poco enormi. Tutto in lui emanava odore di pericolo e autorità, Koga sapeva di trovarsi di fronte a un vero capo, forse proprio la persona che stava cercando.

“ Ok, cosa ci fa un demone lupo nelle terre del nord? A quanto vedo non sei neanche europeo.”. Il suo sguardo era lo stesso di una belva che valutava un pericolo, ma Koga sapeva di essere ben misera sfida per chi aveva trasformato in polvere esseri che lui non era neanche riuscito a scalfire. Armandosi di coraggio, mostrò la collana datagli da Valefor e cominciò a spiegare. Alla fine il lupo umanoide non sembrava per niente contento e scosse la testa.

“ E così quegli orrori sono tornati alla ribalta. Se penso che il mio  bis-nonno si è occupato dell'ultima ondata nei nove mondi. E va bene, Koga, ti aiuterò. Nell'anno che abbiamo a disposizione farò in modo di infilare in quella zucca tutte le tecniche dei berserker di Odino. Vieni, ti porto a casa mia.”. Dopo aver finito di parlare, si illuminò e pochi secondi dopo al posto della creatura si trovava un uomo dai capelli biondo platino e gli occhi azzurri, vestito con un armatura incisa di rune e una pelliccia, inoltre al fianco portava un'ascia. Koga restò stupefatto dall' improvvisa trasformazione e prima di incamminarsi gli urlò contro.

“ Ehi, aspetta, tu cosa sei? E come devo chiamarti?”. Il guerriero si volto verso di lui con un ghigno beffardo.

“ Che domande, sono un berserk licantropo. E mi chiamo Ragnar Halfdan, ma per ora puoi chiamarmi Lord.”. I due si incamminarono nella neve, incontro al freddo e alla gloria.

                                                                                                                           ********

Sango e Kohaku atterrano senza problemi su un albero. Si trovavano in una foresta di ciliegi, in pieno giorno e sembrava non esserci nessun altro oltre a loro, sebbene la sorella maggiore avvertisse una presenza da qualche parte. “ Sbrighiamoci, non abbiamo tempo da perdere.”. I due sterminatori cominciarono a saltare da un ramo all'altro con tutta la velocità di cui erano capaci, cercando qualsiasi cosa assomigliasse a un essere vivente. Proprio mentre saltarono a terra per riprendere fiato, qualcosa cascò su di loro e balzarono immediatamente in aria per schivare. L' oggetto che aveva creato un'immensa onda d'urto( che aveva a sua volta strappato via tutti i petali di ciliegio) era il corpo di un enorme serpente, sulla cui sommità si trovava un uomo piuttosto massiccio vestito con una corazza rossa, un coprifronte argentato, una forcina nei capelli neri e giocherellava con un kunai e una bottiglia di sake. Osservò i due, notando la collana che portavano al collo.

“ Cosa ci fanno qui due ragazzini con l'insegna del paradiso e dell'inferno? Pensavo che almeno per ora stessero lontani dal Giappone.”. I due si guardarono negli occhi, non avevano voglia di diventare discepoli di un tipo del genere, ma la sua aura era praticamente alla pari con quella di Kenshiro e non sapevano se e quando avrebbero incontrato un altro come lui. Quindi la sorella maggiore prese fiato e cominciò a spiegare, alla fine l'uomo si grattò la nuca.

“ Che situazione di cacca. E va bene, vi aiuterò, tanto più che a Tsunade piacerebbe avere dei marmocchi per casa. A proposito, sono un maestro ninja e il mio nome è Jiraya.”.

                                                                                                                       **********

La faccia di Miroku sbattè contro il terreno e lui si ritrovò a sputare una dose non indifferente di terra. Si ripromise che se avesse incontrato un insegnante, la prima cosa che gli avrebbe chiesto sarebbe stata come attutire una caduta. Si alzò, accorgendosi di trovarsi in una scogliera, sotto un cielo piuttosto nuvoloso. L' istinto gli disse che non era solo in quel luogo e che a fargli compagnia era qualcosa di molto, molto malvagio e pericoloso...ovviamente non sbagliava. Cominciò a correre, cercando qualcosa di vivo. Fortunatamente Valefor aveva annullato la maledizione mentre dormiva all'ospedale e non doveva più preoccuparsi di quel vortice disgustoso, ma desiderò avercelo ancora quando vide un orrore secondo solo agli abomini che Naraku aveva mandato contro al gruppo. Sembrava l'orribile parodia di un centauro, un torso scavato dotato di braccia lunghissime cascanti, una testa enorme dotata di fauci affamate e uno sguardo che sembrava scavare nell'anima, per di più sia il corpo che il cavallo erano completamente privi di pelle!

Il monaco intuì che quello era un essere contro cui non poteva fare niente e cercò di andarsene il più in fretta possibile senza farsi notare, ma purtroppo pestò inavvertitamente un ramo e la creatura si accorse di lui. Una delle braccia si allungò a velocità assurda verso di lui, intrappolandolo a terra. Miroku provò a bruciare l'arto con tutti gli attacchi più distruttivi che aveva, ma gli faceva a malapena il solletico e intanto cominciò ad avvicinarsi con chiari intenti. Il monaco cominciò a raccomandare l'anima a Buddah o a qualsiasi altra divinità, mentre sentiva l'orrendo alito dell'essere che si faceva sempre più vicino. Sarebbe stata senza alcun dubbio la fine....se qualcuno non fosse giunto in suo soccorso. Una scarica di palle di fuoco e fulmini si abbattè sulla creatura, che lasciò la presa in preda al dolore. Miroku si voltò nella direzione da cui provenivano gli attacchi e vide una figura umana avvolta in un mantello decorato con diversi simboli e armato con un bastone. Gli occhi del mostruoso centauro si ridussero a due fessure e dalla sua enorme bocca sparò un potentissimo getto di miasma tossico, che però venne parato da una semplice barriera di energia. Quindi un'altra scarica di fulmine ridusse il mostro in un mucchietto di cenere, e finito il suo lavoro il misterioso salvatore aiutò Miroku a rialzarsi.

“ Strane vesti, non sembrate essere di queste parti, e per di più portate con voi un' effigie che è stata concessa a pochi. Posso chiedervi chi siete e cosa ci fate nella brughiera scozzese, quando i Nuckelave sono a piede libero?”.

“ Nuckelave?”. Lo straniero sputò a terra.

“ Orribili mostri, un tipo generato di fate. Ogni volta che qualcuno appare succedono sempre delle catastrofi e delle malattie si spargono ovunque. Siete stato fortunato a salvarvi.”. Parlava con tono gentile, ma si notava che voleva ancora delle risposte, quindi il monaco cominciò a spiegare ogni cosa. Alla fine lo straniero si tolse il cappuccio, rivelandosi un uomo piuttosto anziano con barba e capelli color argento.

“ E io che pensavo di non poter essere più utile a nessuno. Miroku, se cercavi un maestro l'hai trovato. Mi presento, sono un mago al servizio di sua maestà Federico secondo, il mio nome è Michael Scot.”.

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Sesshomaru comparve nel nulla a diversi metri di altezza e si fermò a mezz'aria. Si trovava sopra una catena montuosa vicino al mare, apparentemente non c'era niente di interessante tranne un edificio nero e in mancanza d'altro decise di scendere lì. Atterrato, si trovò di fronte un edificio in stile greco ricco di colonne e decorazioni di fantasmi, gufi e altri elementi piuttosto macabri, ma la cosa che attirò davvero la sua attenzione fu l'uomo, se tale poteva essere definito, che dormiva su un fianco davanti all'ingresso. Aveva i capelli bianchi proprio come Sesshomaru, una corazza da oplita di colore nero, con gli spallacci a forma di teste di cane, due orecchie molto simili a quelle di Inuyasha, artigli e una coda scodinzolante. Nonostante l'apparenza non fosse così tanta, a Sesshomaru ricordò immediatamente qualcuno.

“ P- padre?”. Sentendo la parola, l'uomo aprì lentamente gli occhi e si alzò, per poi sbadigliare e grattarsi le orecchie.

“ Padre? Ragazzo, non so chi sei e che ci fai al Necromanteion, ma dubito di essere tuo padre, manchi del fascino di famiglia.”. Buttò fuori una rumorosa risata, che francamente Sesshomaru non capì, ma non aveva molto tempo da perdere. Mostrò la collana datagli da Valefor e Raziel, facendo strabuzzare gli occhi del guardiano del tempio, e spiegò cosa ci faceva lì.

“ Ora potrei sapere il tuo nome e la natura di questo luogo?”. L'ilarità dell'uomo era stato sostituito da un brivido lungo la spina dorsale. Si mise un dito sulla fronte e rispose.

“ Il mio nome è Naberius, sono uno dei generali infernali, anche se tutti mi chiamano Cerberus. E questo è il Necromanteion, la casa di Ade, dio dei morti e mio attuale padrone. Beh, tecnicamente è un negromante che mi ha evocato per custodire il posto, ma avendo raggiunto il rango divino posso anche passargli il soprannome.”. Questa volta fu Sesshomaru a sentire un brivido lungo la spina dorsale, rendendosi conto di aver mancato rispetto a uno dei demoni più forti mai esistiti, potente a sufficienza da far sembrare suo padre un cucciolo e si inchinò.

“ Scusate, mio signore, non era mia intenzione mancarvi di rispetto. Spero che...”.

“ Bah, lascia perdere, tanto mi stavo annoiando. Ormai nessuno viene più a seccare Ade e mi serviva proprio qualcosa per ammazzare il tempo fino allo scadere del contratto con lui. Ma ti avverto, i miei allenamenti non sono troppo piacevoli.”. Il povero Sesshomaru ebbe modo di accorgersene nei mesi successivi.

                                                                                  ********

Anche Kagome, Ayame e Kagura atterrano da diversi metri d'altezza, ma fortunatamente la signora del vento riuscì ad attutire la caduta con un cuscino d'aria. Si trovavano in una foresta, piena di alberi che i due demoni non riconobbero, ma che Kagome riconobbe come pini e quando vide un cartello capì dove si trovavano.

“ Il parco di Yellowstone?! Ma che diavolo ci facciamo qui?!”.

“ Questo dovrei essere io a chiederlo!”. Le tre ragazze si girarono verso chi aveva urlato, trovando una donna vestita da ranger. Dall'aspetto sembrava una nativa americana, aveva occhi e capelli neri, raccolti in una corta treccia che arrivava fino alle spalle ed era piuttosto corpulenta, ma tutt'altro che grassa o brutta e il suo sguardo emanava anche una certa maternità.

“ Ehm, ci scusi, signora. Stavamo per andarcene.”. Le tre ragazze si voltarono, ma si ritrovarono la donna davanti praticamente a un palmo dal naso, mentre osservava le loro collane.

“ A dire il vero, credo che voi siate venute qui per cercare me. Quando ero molto piccola, un amico di mio nonno mi ha raccontato che un giorno avrei incontrato tre ragazze molto strane, e che avrei dovuto insegnare loro tutto quello che so. Quindi...”. I suoi vestiti si illuminarono e quando la luce scomparve, era vestita come una sciamana indiana, con una collana di perline e un bastone decorato come un totem che emanava un baglione arcobaleno se osservato con la vista potenziata....e aveva due orecchie da lupo sulla testa.

“ Molto piacere. Anne Flaggstar, sciamana, licantropo, ranger del parco e molto altro ancora. Se siete chi immagino siate, avremmo molto tempo da passare insieme nei prossimi mesi.”. Le tre ragazze erano semplicemente scioccate. Kagura si mise un dito in fronte.

“ Ehm, non per dubitare delle tue parole, ma sicura di sapere chi siamo? Sai, non abbiamo molto tempo da perdere.”.

“ Sì, siete venute dal Sengoku per addestrarvi a combattere contro un esercito di emissari del vuoto guidati da quella testa di cazzo di Dumah. Lo zio Takeda mi ha raccontato la storia all'infinito quando ero piccola e ricoprirei di disonore la mia famiglia se non vi aiutassi. Benvenute nel 1972 , avete voglia di iniziare?”. Kagome stava per chiedere cosa intendesse, ancora più stupita che sapesse tutto di loro, ma non ebbe il tempo, perchè si ritrovò un gomito piantato nello stomaco. Anne si muoveva a velocità supersonica, colpendo ripetutamente loro in meno di un secondo.

“ Siete lente, e avete una pessima guardia. Dovremmo lavorare parecchio.”. E lo fecero, l'anno successivo fu un vero inferno per le tre ragazze, ma ci torneremo dopo.

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Naraku era atterrato (senza rompersi il naso, a differenza di qualcun altro) in una strana città, davanti a una cattedrale stile gotico. Avrebbe dovuto mettersi a cercare l'insegnante di turno, ma prima aveva bisogno di mettersi un po' d'ordine in testa. Non si era mai sentito così confuso da quando aveva perduto le uniche persone che avevano provato per lui un po' di affetto, e ora con Kikyo si era presentata la stessa situazione, nonostante tutto il tempo che avevano passato a combattersi, si sentiva come se avesse perso una parte di lui. E ora sentiva uno spasmodico desiderio di vendicarsi e strappare con le sua mani il cuore della cosa che aveva preso possesso di Dumah, ma prima doveva trovare qualcuno.

“ Ehm, scusa, giovanotto. Invece di stare lì a guardare Notre Dame, puoi farci un favore e portare questi bagagli alla locanda più vicina?”. Naraku guardò chi aveva parlato, dietro di lui c'erano due donne vestite apparentemente alla maniera occidentale, che lui aveva imparato a conoscere da alcuni stranieri giunti in Giappone, sebbene non avesse mai dato loro troppa importanza. La più alta delle due, e la più vicina a lui, aveva capelli neri lisci lunghi fino alle spalle e occhi color oro, mentre la sua compagna era leggermente più bassa, aveva capelli rossi ricci e occhi dello stesso colore. Accanto alle due stava una pila di bagagli a dir poco esagerata, da alcuni dei quali strabordavano un bel po' di vestiti.

“ Pussa via, donna. Non ho tempo da perdere.”. Si pentì di quelle parole fino al momento della sua morte, infatti la donna dai capelli rossi apparve dietro di lui in un attimo e gli afferrò il polso, stringendolo fino al punto da romperlo. Nel frattempo l'altra aveva aperto la bocca, rivelando un paio di canini non indifferenti.

“ Mio caro piccolo mezzodemone. Non so da dove vieni e il tuo potere non è niente di particolare, eppure ti permetti di parlare con arroganza a esseri ben più forti e antichi di te. L'unico momento per cui in questo momento non sei una pozza di sangue sulle scale di Notre Dame è la collana che porti al collo. Chi ti porta qui?”. Naraku provò a contrattaccare usando Hakai no Kiba, ma una nuova fitta al polso lo fece desistere, quindi cominciò a spiegare tutto. Alla fine era libero e le due donne stavano discutendo tra loro.

“ Bene, Naraku, sembra che tu abbia trovato chi stavi cercando. Il mio nome è Colette, mentre lei è mia “ figlia” Nicole. Se non l'hai già notato, siamo due vampire, anche se forse il termine non ti suona familiare.”. Infatti a Naraku quel nome non diceva niente, ma cominciava a essere grato di respirare ancora. Trascinò senza fiatare i bagagli alla locanda più vicina, dove presero una stanza e cominciarono a parlare, anche se Nicole continuò a stare zitta.

“ Ah, speravo di non sentire più parlare di quegli orrori fino a quando qualcuno non avesse finalmente infilato un paletto nel mio cuore. Ma non posso esimermi, è mio, anzi nostro, dovere- indicò la compagna- aiutarti. Tanto più che ci serviva un valletto, tra qualche mese ci sarà il funerale di quello che una volta era il più forte della nostra specie.”.

“ Non è che mi vada molto l'idea di farvi da valletto, ma mi tocca adeguarmi. Tanto per curiosità, che è successo a questo tizio?”.

“ Ucciso da dei cacciatori umani, a causa di due donne per di più- sentendo questo Naraku sentì un po' di empatia per l'uomo-, il suo nome era Vlad Tepes, ma tutti quelli che conoscevano la sua fama ormai lo chiamavano Dracula.”.

                                                                                                                      **********

Inuyasha era atterrato in mezzo a una foresta di bambù e ora cercava un minimo segno di civilizzazzione. Da quando era giunto in quel luogo si sentiva stranamente osservato e la sua mano non si staccava da Tessaiga, e fu questo a salvarlo dal perdere la testa. Infatti una figura vestita di nero lo colpì di soprassalto a una velocità incredibile e se il mezzodemone non avesse estratto d'istinto la lama, sicuramente sarebbe morto, ma in ogni caso si ritrovò lanciato via a diversi metri di distanza dalla semplice onda d'urto e ripresosi guardò il suo avversario. Era totalmente ricoperto di bende nere con protezioni dello stesso colore, aveva due katane ai fianchi ed era decisamente corpulento per qualcuno che riuscisse a muoversi a quella velocità.

“ Chi diavolo sei?”. Ruggì Inuyasha impugnando nuovamente la spada. La figura non rispose, ma gli fece cenno di sfida, ottenendo in breve risposta. L'altro si mosse più veloce che potè, sventolando Tessaiga in tutte le direzioni e alternando i fendenti con pugni o artigliate, fino a quando provò a finire in fretta il nemico usando il Kongosoha. L'ondata di diamanti non servì a niente. Appena prima che potesse raggiungerlo, lo straniero si mise in posizione di guardia, per poi lanciare un pugno, che a sua volta generò un tornado che concentrò tutte le scheggie e le lanciò fino in cielo. Inuyasha fece appena in tempo a vedere cosa fosse successo, che venne colpito al collo da dietro e svenne. Quando riprese i sensi, vide che era sotto una coperta davanti a un fuoco e insieme a lui c'era qualcun altro. Il nuovo arrivato era sulla trentina, era massiccio, indossava un kimono bianco e aveva i capelli neri, inoltre stava armeggiando con una pentola e due ciotole da cui proveniva un buonissimo odore di ramen.

“ Oh, che è successo?”.

“ Ben svegliato, ragazzo- rise-, ti ho trovato svenuto mentre ero da queste parti e ho deciso di fare il buon samaritano. Ti va un po' di ramen fatto con le mie mani?”. Ovviamente il mezzodemone non se lo fece ripetere due volte e prese avidamente una delle ciotole, per poi svuotarla e fare il bis, piangendo. Era perfino più buono del ramen istantaneo che Kagome portava sempre dal futuro.

“ Grazie, grazie. Come posso ripagarti,.... qual è il tuo nome?”.Lo straniero sorrise.

“ Mi chiamo Takeda. E per ripagarmi, puoi ascoltare qualche mio consiglio?”. Inuyasha annuì, aspettandosi qualche vecchio proverbio popolare e continuando a mangiare.

“ Eri lento.”. Il ragazzo smise di mangiare.

“ Eri debole.”. Un gocciolone comparve sulla fronte di Inuyasha.

“ Utilizzi la spada come un semplice strumento.”. A quel punto cominciò a entrare in testa un atroce dubbio al mezzodemone cane.

“ E la tua tecnica era a dir poco sciatta e goffa.”. Il dubbio diventò certezza e una vena si gonfiò fin quasi al punto di esplodere.

“ ERI TU LO STRONZO MASCHERATO?!”. Takeda incrociò le braccia e fece un sorriso sornione.

“ Ovvio, sapevo da molto tempo che tu saresti comparso proprio qui, nella foresta di Hokkaido, nel 1930, per addestrarti a combattere gli emissari del vuoto. Quindi mi sono preparato a farti un bello scherzetto.”. Inuyasha gli si gettò addosso, solo per ritrovarsi a terra, ma ricominciò a bersagliarlo di artigliate che a un occhio umano sarebbero sembrate invisibili, ma che per Takeda erano più lente di una tartaruga.

“ NON MI FACCIO PRENDERE IN GIRO DA UNO STRONZO CON LA PANCIA GONFIA DI SAKE!”. Venne afferrato da dietro e sbattutto a terra, mentre veniva guardato dall'alto in basso.

“ A dire il vero un giorno anche tu avrai la pancia in questo modo. E parole tue, ti aiutava a equilibrarti in combattimento.”. Inuyasha decise di smettere di discutere, perdeva solo tempo, quindi si mise le mani in faccia e fece la domanda da un milione di yen.

“ Quindi sai già perchè sono qui. Puoi allenarmi, quindi?”.

“ Ovvio. Ti insegnerò tutto quello che ho appreso dal mio maestro.”. Il mezzodemone giurò di aver visto uno scintillio sadico negli occhi dell'uomo, ma decise di soprassedere.

“ Doveva avere una pazienza incredibile, per aver insegnato a uno come te.”. Una lacrima scese dagli occhi di Takeda, che si girò altrove.

“ Era l'uomo migliore del mondo, col peggiore carattere che sia mai esistito. A lui e a sua moglie devo un debito che non potrà mai essere pagato. Ma ora sbrigati, dobbiamo iniziare, un anno dura molto meno di quanto si pensi e tu hai una lunga strada da percorrere.”. Inuyasha ancora non sapeva quanto lontano l'avrebbe condotto quella strada, ma l'avrebbe scoperto presto.

Salve a tutti, scusate per l'immenso ritardo, ma questo capitolo è stato un autentico parto. Spero che vi sia piaciuto e che le " coppie" alunno/insegnante non vi siano sembrate così a cazzo, perchè le programmo dall'inizio della storia e alcuni dei personaggi appariranno nella mia light novel un giorno (in particolare Colette e Takeda), nel prossimo capitolo mostrerò a grandi linee l'addestramente, alcuni dettagli sulle loro razze di appartenenza (per intenderci, licantropi e demoni lupo sono due cose molto diverse) e il loro ritorno a casa. Un ringraziamento a tutti i recensori e un augurio a chi ha esami.

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Capitolo 20
*** Viaggio d'allenamento- terza e ultima parte ***


Viaggio d'allenamento- terza e ultima parte

Koga stava ansimando pesantemente. Ragnar l'aveva trascinato a Muspleheirm, il regno dei giganti di fuoco, e l'aveva legato a un masso grosso quanto mezza montagna, oltre ad aver aggiunto diversi pesi agli arti e ovviamente il caldo di quel reame non aiutava.

“ E' proprio necessario?!”. Chiese lo sfinito demone lupo al berserker, che in quel momento era sdraiato sulla cima del masso, godendosi il calore come fosse una semplice abbronzatura artificiale. Nei sei mesi precedenti aveva portato Koga in giro per tutti i nove mondi, ognuno più pericoloso del precedente, vista la grandissima quantità di climi piacevoli( eccetto Vanhaim e Alfheim, lì si stava bene) e gli abitanti particolarmente ospitali. In sostanza si era ritrovato a passare in continuazione dal caldo al gelo e a affrontare ogni genere di mostri orribili, persino alcuni compagni del suo insegnante, e per di più ogni volta che doveva passare attraverso i rami di Yggdrasil sentiva il cervello liquefarsi.

“ Lo sarà fino a quando non avrai imparato la lezione.”.

“ Sì, i nove mondi non sono semplici piani di realtà, blah blah, tengono in equilibrio tutto l'universo, blah blah, devo diventare più forte, blah blah. Scusa, ma quel nano non aveva detto che oggi mi avrebbe consegnato la nuova arma?”.

“ E a che ti serve, se non riesci a controllarla?”. Koga ringhiò.

“ Non so, a romperti il culo?”. Concentrò tutta l'energia nei meridiani delle nocche e spaccò la roccia con un pugno, creando inoltre una potente onda d'urtò che si fece avvertire per un intero chilometro. Poi saltò in aria e sfoderò la goraishi contro Ragnar, già trasformato in licantropo, che però non ebbe troppi problemi a parare.

“ Ancora ti affidi solo alla tua rabbia per vincere.”. La raffica di affondi continuò e i tratti del demone si fecero sempre più animaleschi.

“ Senti chi parla, ho sentito di come voi berserk aumentate i vostri poter. Diventate prede della vostra furia fino a quando dell'avversario non rimane niente.”. I suoi muscoli cominciarono a gonfiarsi e la pelle si ricoprì di pelliccia, mentre Ragnar lo afferrò per una scapola.

“ Le voci che hai sentito provengono da degli ignoranti. Un berserker, o qualsiasi altro uomo bestia, è molto più di una semplice bestia priva di cervello. In ognuno di noi scorre una rabbia primordiale, che dobbiamo cercare di equilibrare con il nostro legame con la natura e gli dei. Voi demoni, anche se in parte animali, non possedete lo stesso legame, ma la furia sì. Se non riesci a controllarla, sei solo un debole.”. Una testata lo colpì in pieno e quando atterrò, Ragnar si trovò davanti un lupo umanoide ancora più grosso di lui, circondato da una potente aura oscura.

“ DEBOLE?! QUESTO TI SEMBRA DEBOLE?!”. L'altro ghignò e scrocchiò le nocche.

“ Forse no. Fammi vedere cos'hai imparato.”. I due si affrontarono per quasi un'ora sotto gli sguardi di alcuni giganti di fuoco, che però decisero di scappare subito, fino a quando entrambi i contendenti non furono tornati alla loro forma umanoide. Koga era totalmente a pezzi e sdraiato sulla roccia ardente, mentre Ragnar era ansimante, ma ancora in piedi.

“ Hai capito ora cosa intendo?”.

“ Sì. Se continuo a lasciarmi andare come ho fatto ora, sarò solo un peso inutile per i miei compagni.”.

“ Vedo che cominci a ragionare. Tieni questa, penso che tu sia pronto.”. Tirò fuori qualcosa dal deposito della sua anima e lo lanciò a Koga, che si trovò in mano una copia della Goraishi, solo che era fatto di un materiale totalmente diverso.

“ Ah, quindi te lo eri già fatto dare?”.

“ Sì, una copia in puro mithril della tua arma. Se impari a utilizzarle entrambe allo stesso tempo, ben poco potrà opporsi a te.”. Koga sghignazzò e si preparò a un nuovo combattimento. Gli allenamenti proseguirono così per i successivi sei mesi, dopodichè Ragnar riportò Koga nella landa dove l'aveva trovato e lo guardò con gli occhi di un padre orgoglioso.

“ Koga, ti ho insegnato tutti i segreti dei berserker in questi mesi. Ora tocca a te fare del tuo meglio, lascia una bella cicatrice a quel mostro anche da parte mia.”.

“ Lo farò, brutto lupo spelacchiato. Spero di rivederti, in questa vita o in una migliore.”. Detto questo, il demone lupo si illuminò di luce propria e sparì sotto gli occhi del berserker, che fiero tornò dai propri compagni. Circa un millennio dopo, Koga si rimaterializzò sul fondo del pozzo vicino a casa di Kagome e scrocchiò il collo, deciso a farla pagare a Valefor e Raziel.

                                                                                                                                        ********

Nelle lande della Scozia, in un piccolo piano di realtà, un'orda di Nucklelave si stava accanendo su un solo uomo, vestito con un abito monacale decorato con Kanji pulsanti di luce, intento a scagliare contro quegli abomini una valanga di fiamme, fulmini e molto altro ancora. Miroku aveva passato l'ultimo anno a imparare da Michael la magia arcana, lo stile mistico più equilibrato e ortodosso, specie in combattimento, visto che offriva una capacità di manipolare l'ambiente molto più efficace rispetto agli esorcismi e funzionava praticamente con tutto. Intorno al monaco, l'aria era un continuo susseguirsi di esplosioni, ognuno di quei mostri cercava di avvicinarsi e uccidere l'umano, solo per venire poi trasformato in cenere, blocchi di ghiaccio o animaletti apparentemente innocenti. Uno dei pochi superstiti provò a lanciare un ululato sonico, che però venne prontamente parato con una barriera d'energia, e il suo autore venne in breve tagliato in due da una lama d'aria. Un'altra ora dopo Miroku era seduto su una cima di cadaveri di mostri, mentre Michael, arrivato con un teletrasporto, guardava ammirato.

“ Niente male, ragazzo mio. Generalmente ci vogliono anni per apprendere in questo modo la magia arcana, e chi ci riesce a questa velocità in genere è un arrogante. Eppure tu ci sei riuscito in un solo anno e persino ad armonizzarla con i tuoi poteri sacerdotali.”.

“ Ho dovuto, troppe vite dipendevano da queste abilità. E sono felice di non avervi deluso, maestro, ma ormai per me è ora di andare.”.

“ Buona fortuna, Miroku. Così come io ti ho trasmesso i miei insegnamenti, possa tu farne dono ad altri.”. Detto questo, i due uomini si strinsero la mano e il monaco venne avvolto di luce, per poi sparire. Dopodichè, si ritrovò nel fondo del pozzo e accese dei lampi elettrici sulle dita, aveva una voglia matta di massacrare due certi generali.

                                                                                                                                                     *********

Nella foresta di ciliegi, nottetempo, si stava svolgendo una battaglia a tre devastante, ma al tempo stesso silenziosa e impercettibile. Jiraya aveva messo alla prova per l'ultima volta dopo un anno di allenamento Sango e Kohaku ( armati con una nuova corazza fatta apposta per difendere chi la indossa, senza intralciare i movimenti)e i due insieme stavano offrendo una sfida decisamente dura al potentissimo ninja dei rospi. Il maestro si muoveva alla massima velocità consentitegli dall'età, mentre schivava i fendenti di Kohaku o rimandava l'Hiraikotsu di Sango al mittente con un calcio, per poi formare una serie di sigilli con le mani. Sebbene i ninja fossero tecnicamente guerrieri e utilizzassero il ki nel loro solito metodo grezzo, avevano accesso anche a una forma piuttosto elementare di incantesimi, che consentiva loro di essere ancora più letali in combattimento e nel nascondersi. Dopo aver concluso i sigilli, una barriera di fulmini gli si formò attorno e corse ancora più velocemente, per poi colpire Sango in pieno. La ragazza si era completamente ricoperta di veleno, riuscendo in parte ad attutire il colpo e contrattaccò con un fendente ricoperto di una sostanza violacea, che venne schivato abbastanza facilmente. Ma era solo una distrazione, Kohaku aveva già formato una serie di sigilli e delle radici afferrarono Jiraya, che si ritrovò stritolato da una forza enorme, il tutto mentre Sango aveva creato diverse copie energetiche di Hiraikotsu attorno a lei e si preparava a lanciarle.

“ Niente male, vi ho insegnato bene. Vorrà dire che dovrò fare sul serio.”. Concentrando tutto il ki nei muscoli, strappò le radici e eseguì un'altra serie di sigilli. Istintivamente, i due cacciatori di demoni si ritirarono e questo li salvò, perchè a mezz'aria comparve un gigantesco rospo su cui Jiraya salì. Il nuovo duo cominciò a prendere di mira i due allievi con sfere di fuoco e altri colpi, riducendo la foresta in un cumulo di cenere ( fortunatamente non erano sul piano mortale, quindi non c'era pericolo di far male a nessuno). Quando sembrò che non fosse rimasto più niente, Jiraya fece sparire il suo compagno e scese a terra, aspettandosi un attacco proveniente dal mare di cenere. Una catena apparve dal nulla e gli avrebbe afferrato una caviglia, se lui non l'avesse fermata a mezz'aria con un kunai, comunque era solo una trappola. Kohaku e Sango erano dietro di lui e lo bloccarono con le loro spade, infuse dei rispettivi elementi. Il maestro ninja sorrise, sapendo di aver insegnato loro bene.

“ Bene, l'esame è finito. Da questo momento potete considerarvi dei perfetti maestri ninja.”. I due fratelli caddero a terra sfiniti, quella lotta era andata avanti per tutto il giorno e aveva richiesto trucchi di ogni sorta da entrambe le parti.

“ Quindi ora possiamo tornare a casa a testa alta, sorellona?”.

“ Direi proprio di sì, Kohaku. Maestro Jiraya, la ringraziamo di tutto quello che ha fatto per noi, ci saluti la signora Tsunade.”. Il ninja scoppiò a ridere.

“ Lo farò, e voi assicuratevi di diffondere i miei insegnamenti. Non so perchè, ma sento che il Giappone un giorno avrà un grande bisogno di ninja.”. I due annuirono convinti e sparirono sotto gli occhi del guerriero, per poi riapparire quasi un millennio dopo nel pozzo mangiaossa. Si guardarono negli occhi e si misero tacitamente d'accordo, Sango avrebbe tagliato le ali di Valefor e Kohaku avrebbe cavato gli occhi di Raziel.

                                                                                                                                            ********

Un'enorme quantità di energia si stava liberando sotto forma di una colonna di luce verde non troppo lontano dal Mar Ionio, frutto dell'ennesimo scontro a mezz'aria tra Sesshomaru e Cerberus. Il generale in quei mesi aveva messo al limite le abilità dell'allievo. Corazzato con un'armatura da oplita nera, il figlio di Inu no Taisho stava provando a parare con un braccio solo tutti i colpi del maestro, che stava usando comunque solo metà della sua vera forza e soprattutto aveva in mente ben altro obbiettivo.

“ Forza, Sesshomaru ce l'hai quasi fatta.”. Tirò un altro pugno all'allievo, spedendolo ai piedi del tempio e poi gli si avventò addosso nuovamente, ma dal moncherino dell'altro eruttò un fascio di luce uguale alla colonna di prima, e lo sparò dritto contro Cerberus, che aveva un'aria a dir poco estasiata.

“ Sì, ancora, non è abbastanza.”. Formò nella sua bocca una sfera di energia azzurra e la sparò contro Sesshomaru, l'impatto fu devastante. In tutta la Grecia si avvertì un terremoto incredibile e il tempio sarebbe sicuramente crollato, se non fosse stato per le sue difese magiche. Quando la nuvola di fumo che aveva ricoperto l'intera zona, Sesshomaru vide di avere di nuovo il suo braccio e di tenere in mano una nuova spada, simile a Tenseiga nella forma, ma con un'aura completamente diversa, decisamente più simile al veleno del suo proprietario. Cerberus si era anche procurato un taglio sul collo, ma non sembrava essere molto preoccupato e scoppiò in una fragorosa risata.

“ AHAHAHAHAHA! E' da quando sei arrivato qui che volevo farti rigenerare quel dannato braccio, ma proprio non ti voleva entrare in zucca. E per di più hai anche ricevuto un surplus non indifferente.”. Il demone cane guardò meravigliato la sua nuova arma, neache lui avrebbe mai immaginato qualcosa del genere. Forse con quel potere avrebbe potuto riprendersi una rivincita su Dumah, ma sentì anche un piccolo dubbio.

“ Uff, conoscendo mio padre, potrebbe anche essere uno dei suoi piani.”.

“ Lo ammiravi molto, vero?”. Una piccola lacrima scese dal volto del demone più giovane, ma non venne notata.

“ Più di quanto possiate immaginare. Voi me lo ricordate molto, in effetti.”.

“ Hmm, lo prendo per un complimento. A dire il vero forse c'è una mezza possibilità che siamo parenti, uno dei miei figli non molto tempo fa ha viaggiato verso Oriente e non l'ho ancora rivisto.”. Sentendo queste parole Sesshomaru rabbrividì, pur essendo giunto a rispettare molto il generale nell'ultimo anno, non aveva molta voglia di scoprirsi un suo bisnipote. Proprio mentre ci pensava, però, una voce cavernosa gli interruppe.

“ CERBERUS! CHE CAZZO FAI?!”. Il sovraccitato rabbrividì.

“ E' arrivato il capo. Sesshomaru, meglio se te la svigni.”. Il demone del Sengoku aveva sentito parlare di Ade tra un allenamento e l'altro. Da quanto aveva capito, tra lui e Cerberus c'era un rispetto reciproco, quasi amicizia, ma guai a far incazzare il dio dei morti. Fortunatamente per lui, il medaglione stava cominciando a riportarlo nel passato, quindi si inchinò.

“ Grazie per tutto quello che avete fatto per me, maestro. Vi auguro di sopravvivere.”. Dal tempio uscì un uomo con un'armatura molto simile a quella ci Cerberus, ricoperta con un mantello nero, con i capelli neri simili a piume striate di bianco, una corta barbetta nera e occhi rossi. Il suo sguardo si posò un attimo su Sesshomaru, già quasi scomparso e poi sul guardiano del suo tempio.

“ Cerberus, penso che tu mi debba spiegare un po' di cosette.”.
“ Sesshomaru, se ne esco vivo sta pur certo che questa me la paghi."


" Oh, ma non è successo niente, vecchio mio, puoi stare.... posa quel forcone.”. Mentre il generale infernale si preparava a scappare, quasi duemila anni dopo un altro demone cane si scroccava le nocche, in attesa di sistemare altri due generali che l'avevano condannato a un anno infernale.


                                                                                                                                                 *********

“ Giuro, se ne esco viva questa è l'ultima volta che mi avvicino a un geyser.”. Disse incazzata Kagome mentre tornava all'ufficio dei ranger con la pelle quasi totalmente ustionata insieme ad Ayame, entrambe con delle divise da ranger date da Anne. Mentre Kagura era bloccata chissà dove ad allenarsi con un branco di spiriti dell'aria fuori di testa, lei e la demonessa lupo aveva dovuto occuparsi di uno spirito dei geyser terribilmente seccante. Anne aveva detto che i romani li chiamavano palikos, ma per quanto riguardava Kagome avrebbero anche potuto chiamarli trillakrillo, restavano comunque gli essere più invadenti e seccanti della storia. E per di più quella sera c'era luna piena, il che significava allenamento massacrante con Anne nella sua forma ibrida. Infatti poche ore dopo le due ragazze si stavano nascondendo dietro una roccia, mentre la loro maestra, con l'aspetto di un lupo umanoide alto quasi quattro metri, le stava cercando senza pietà.

“ Su, ragazze, l'addestramento per nascondersi l'abbiamo fatto il mese scorso. Ora è tempo di menarle e basta.”. Ayame fu sul punto di starnutire, prima di essere fermata da Kagome, che tirò un sospiro di sollievo....per poi bestemmiare come un turco quando Kagura precipitò da chissà quanti metri di altezza proprio accanto a loro e attirando l'attenzione della licantropa. Anne vide il gruppetto e caricò una sfera di energia bianca nella bocca, per poi spararla a tutta forza. Per fortuna Ayame, pur mancando della capacità di incanalare la luce lunare (perchè quella era l'energia usata da Anne), aveva imparato come difendersi da essa. Incrociò le braccia, formando una barriera di foglie rotanti, che intrappolò la sfera, per poi spedirla verso il cielo, dove esplose come un fuoco d'artificio. Anne si mosse per colpirle, ma Kagome prese una gemma marrone da una tasca e la buttò a terra, creando un buco nel terreno dove si nascose assieme alle due amiche. Si ritrovarono in un tunnel oscuro, illuminato da una sfera della miko.

“ Niente male, Kagome, finalmente hai capito come manipolare quegli spiriti elementali?”, disse Kagura riferendosi alle entità controllate dalla loro insegnante, che evocava come niente golem, ifrit, silfidi e tante altre rappresentazioni senzienti della natura stessa. Osservando quelle creature Kagome si era resa conto che con tutta probabilità che probabilità anche Gakusanjiin era uno di loro, infatti alla sua epoca in Giappone praticamente tutte le creature soprannaturali erano catalogate come demoni o kami, ma era una stronzata.

“ Non proprio, ho ancora bisogno di queste gemme o altri strumenti ausiliari per chiedere il loro aiuto. Poi Anne continua a dire che lo sciamanesimo non è una vera magia di invocazione e che non sono io a controllare loro, ma loro a controllare me. Non chiedermi che significa, non ci ho capito niente.”.

“ E allora sbrigati a farlo.”. Le tre ragazze riconobbero quella voce, si voltarono terrorizzate e si trovarono davanti la loro insegnante nella forma lupina, che sogghignava bastarda. L'alba successiva erano nel letto dell'infermeria del parco, a bere medicine fatte dalla stessa Anne, che stava cambiando le fasciature.

“ Il vostro stile di combattimento è ancora troppo rigido, e allo stesso tempo molle. Come dice il mio amico Bruce Lee, la via più breve tra due punti è la semplicità. Adeguatevi, una buona volta.”. Kagome tirò su col naso, aveva incontrato Bruce lee proprio un paio di mesi fa, a quanto pare anche se non era a conoscenza del soprannaturale, Anne frequentava la sua palestra e lo rispettava molto. Peccato che sarebbe morto l'anno dopo, ma non poteva dirlo. Il pomeriggio successivo continuò a districarsi tra meditazione e allenamenti vicino al lago, se quello che Anne faceva alle tre ragazze poteva essere chiamato tale. Di nuovo nella sua forma ibrida (1) stava tenendo testa in contemporanea a Ayame e Kagura, mentre Kagome armeggiava con un rosario regalatole dalla stessa e che con il suo suono avrebbe dovuto attirare gli spiriti elementali.

“ Kagome, per l'ennesima volta, canta! Gli spiriti sono attirati dalla musica e dal canto, è così che i nostri antenati hanno imparato la magia.”. Kagome aveva sentito diverse volte quella storia nell'ultimo anno. Inizialmente, gli esseri umani non avevano alcuna idea su come usare l'energia spirituale, ed erano totalmente alla mercè di esseri che invece la padroneggiavano come niente, fino a quando non naque la musica. Appena l'uomo delle caverne scoprì di poter creare dei suoni con degli strumenti adatti, gli spiriti elementali furono attirati da essi e promisero all'umanità di aiutarla in cambio della musica. Naquero così i primi sciamani, che con il tempo e la pratica trasformarono una semplice evocazione in un vero e proprio stile magico, da cui si svilupparono tutti gli altri, oltre che la manipolazione del ki nella sua forma più grezza, che infatti non era altro che un'imitazione del potere degli elementali misto all'inventiva umana. Ma per Kagome era semplicemente troppo, la sua mente restava ancora quella di una ragazza del ventesimo secolo, che si era abituata a malapena al sengoku e che stentava a credere che ancora poco più di dieci anni prima della sua nascita esistessero cose del genere. Provò a far uscire qualche canto sacro che conosceva dalla bocca, ma il risultato fu a dir poco stonato e il risultato più eclatante fu una manciata di sassi, che si unì a formare una figura umanoide in miniatura, ma solo per fuggire a gambe levate. Anne guardò lo spettacolo orripilata e dopo aver intrappolato con uno schiocco di dita le altre due allieve con dei tentacoli d'acqua, si diresse da Kagome.

“ E quello cosa dovrebbe essere? Perfino a cinque anni sapevo fare di meglio. Se al mio posto ci foste stato mio nonno, ti avrebbe fatto percorrere la costa a calci.”.

“ Ehi, scusa se non sono cresciuta in una comunità di hippie, con vecchiacci che pensavano di essere ancora al tempo dei cowboy.”. Anne la tirò per il colletto della divisa e la fissò dritta negli occhi, mentre i suoi denti si tramutavano in zanne. A Kagome per un attimo sembrò di avere davanti una versione femminile di Inuyasha nella sua forma demoniaca.

“ Primo, non osare parlare così di lui, o riconsidererò le mie abitudini alimentari. Secondo, lui sapeva benissimo di non vivere ai tempi del vecchio west ed era molto più avanti di certi bianchi, laureato in medicina, fissato di baseball e non solo.”. Lasciò andare Kagome, che cadde col sedere per terra, ma ora vedeva la situazione in modo più chiaro, d'altronde anche lei teneva moltissimo a suo nonno.

“ Ti manca molto, vero?”.

“ Moltissimo, lui fu uno dei guerrieri che trent'anni fa partì per combattere gli emissari del vuoto. Morì durante l'ultima battaglia, ma non prima di aver messo fuori gioco uno dei nemici più pericolosi. Tra l'altro, durante le sue avventure ebbe anche una piccola disputa con Dumah, che già all'epoca era un autentico pezzo di merda, e gli strappò delle ali.”.

“ Ah, lui aveva accennato a essere stato ferito dal....licantropo...più forte...della sua epoca. Aspetta, tuo nonno era davvero così potente?!”. Anne fece un ghigno bastardo.

“ Era il più forte di tutti, alcune voci dicono che proprio un istante prima di morire ascese al rango divino, e io ci credo. Ma tutti i suoi compagni erano qualcosa di incredibile, potentissimi ognuno a modo loro, arroganti con i forti e umili con i deboli, provenivano da tutto il mondo e non ce n'era uno uguale a un altro. Erano i miei adorati zietti.”.

“ Il Takeda di cui parlavi tempo fa era uno di loro?”.

“ Sì, proveniva proprio dal Giappone ed era un mezzodemone, come il tuo fidanzato Inuyasha. E guardacaso zia Nicole diceva di averne addestrato un altro, forse quel Naraku di cui mi parlavi.”. Kagome arrossì.

“ Inuyasha non è il mio fidanzato.”.

“ Mi permetto di dissentire, ma la pausa è finita. Tornando a noi, gli spiriti elementali sono attirati dalla musica, ma dev'essere qualcosa che sia familiare con te. Un canto sacro non serve a niente se non è parte di te, io uso in continuazione il rock 'n roll e funziona a meraviglia. C'è qualcosa di vicino a te, da questo punto di vista?”. Kagome arrossì nuovamente e fece qualcosa che non faceva da quando aveva undici anni...cantò la sigla di Sailor Moon. Nonostante la scelta, il risultato fu di gran lunga migliore di quanto lei e Anne si aspettassero. I tentacoli attorno a Kagura e Ayame si dissolsero e si trasformarono in figure umanoidi che si misero accanto a Kagome ad ascoltare, i sassi di prima ritornarono e si sedettero e persino tra gli alberi si formarono figure chiaramente non umane. Alcuni minuti dopo Kagome smise di cantare, e tutti gli elementali attorno sparirono, mentre le compagne di sventura della sacerdotessa erano senza parole.

“ Beh, niente male. Riuscire a mettere su uno spettacolino del genere con così poco addestramento e nessuna vera connessione con gli elementi non è impresa da molti.”.

“ Sì, ma...la sigla di un anime, sul serio?”.

“ Conosci il detto 'il fine giustifica i mezzi'? Per una volta possiamo applicarlo senza sentirci in colpa.”. Kagome si sbattè la mano in fronte, ma non aveva molto di cui lamentarsi....continuò comunque a farlo insieme alle sue compagne per i restanti mesi d'allenamento. Altri sette mesi più tardi Kagome era vestito con un abito da miko con l'aggiunta di uno scialle rosso( regalo di Anne), mentre Kagura e Ayame indossavano una corazza femminile da samurai senza elmo( sempre regalo di Anne, ma nessuno osò chiedere dove le avesse presa) e si stavano abbracciando con quell'insegnante fuori di testa.

“ Ti dobbiamo tutto, Anne. Grazie per quello che ci hai insegnato.”.

“ Oh, è stato un piacere. E voi due- indicò Ayame e Kagura- se in quest'epoca sarete ancora vive, assicuratevi di venire, vi presento il mio amico Mohammed Alì.”.

“ E chi sarebbe?”, chiese la signora del vento, mentre a Kagome venne un tic all'occhio.

“ Un tipo che ama giocare a mani basse, molto figo.”. Le due sospirarono e svanirono nel nulla, ritrovandosi vent'anni dopo all'interno del pozzo. E tirarono fuori le armi, con tutta l'intenzione di portare a compimento la loro vendetta verso Valefor e Raziel.

                                                                                                                                ******

Naraku venne sbattuto contro un muro da Nicole, o dalla cosa che doveva essere lei. La vampira taciturna che aveva incontrato sette mesi fa aveva lasciato il posto prima a una chiacchierona instancabile, che adorava parlare di vestiti e anche un po' spendacciona, e poi alla bestia assetata di sangue che aveva davanti. I suoi capelli ricci erano diventati color notte, indossava un vestitino con una gonna fatto di pura oscurità, mani e piedi erano ricoperti allo stesso modo ed erano artigliati, per concludere il tutto aveva sei ali da pipistrello sulla schiena e altre due tra i capelli. Inoltre, mentre normalmente combatteva mescolando tecniche di scherma con i calci del savate( stile di lotta francese), ora combatteva completamente a mani nude, e aveva una forza a dir poco tremenda. Provò a contrattaccare con un pugno, che però venne afferrato ben prima di colpire il bersaglio e sentì le falangi sbriciolarsi, ma aveva raggiunto il suo scopo. L'ombra di Naraku si trasformò in un rovo di spine e colpì l'avversaria dritto ai ginocchi e ai gomiti, causando una perdita di sangue non indifferente, ma Nicole se ne accorse a malapena. Il mezzodemone decise quindi di provare con la sua spada, tagliandosi il braccio intrappolato e lanciando una serie di fendenti velenosi, provocando qualche piccolo taglio sul vestito della vampira, che rispose con una serie di calci, per poi causare una ferita al torace con una delle sue ali. Naraku quindi sparò una raffica di raggi velenosi, che però vennero parati sempre con le ali e alla fine un laser nero lo mise ko.

Colette uscì da un'ombra nei paraggi. In quel momento il gruppo si trovava in un castello in rovina in Romania, a quanto pare di proprietà del decetuto a cui le due vampire erano andate a porgere omaggio( a un funerale imbarazzante a cui Naraku veniva o preso in giro, o osannato, visto che a quanto pare il creatore dei vampiri fu un mezzodemone chiamato Chernabog), la più anziana del trio aveva deciso che fosse un posto perfetto per allenarsi, e finora aveva funzionato piuttosto bene.

“ Non male, per essere un novellino. Hai imparato il nostro stile di combattimento e a usare le ombre in molto meno tempo di quanto ci ho messo io.”. Disse la succhiasangue, offrendo al mezzodemone una bottiglia di vino, mentre Nicole tornava normale, con un abito da sera al posto del vestito di pura oscurità.

“ Vero, sono ben pochi a riuscire a tenermi testa così in quella forma. La maggior parte viene ridotta in una pozza di sangue dopo qualche minuto.”.

“ Grazie dei complimenti, ma esattamente cosa diavolo è quella cosa? Non ho mai visto niente di più spaventoso, con l'eccezione forse di Dumah.”.

“ Non lo so neanch'io a dire il vero. Ricordo solo che circa un paio di secoli fa, mentre vivevo ancora con la mia famiglia, un gruppo di zingari, venni attaccata da un branco di inquisitori fuori di testa. Durante la lotta attivai questo potere e svenni, uccidendo chiunque, poi quando mi risvegliai girovagai senza meta fino a incontrare Colette, che mi offrì di diventare una vampira e imparare a controllarlo. E ora eccomi qui.”.

“ Hmm, mi ricorda la storia di un ragazzo che conosco, anche se lui non ebbe nessun maestro.”.

“ Attingi da materiale autobiografico, Naraku?”, chiese Colette sorniona.

“ Che?! No, cioè non proprio. Insomma, diciamo solo che da quando ho ottenuto quest'arma spirituale la mia testa è un casino.”. Naraku ovviamente si era riferito a Inuyasha, ma il confine che separava le loro menti si era fatto sempre più labile e continuavano a scambiarsi involontariamente visioni dei rispettivi passati, nonostante il viaggio temporale. La cosa più inquietante era che l'ex- bandito aveva trovato nel passato del nemico di sempre analogie terribili con il proprio. E ancora non riusciva a togliersi dalla testa Kikyo, nonostante tutto il tempo passato a combatterla la parte di lui che ancora era Onigumo continuava a provare qualcosa per lei. E in un certo senso era diventata la parte dominante, ma anche se fosse sopravvissuto a quella guerra non sarebbe mai riuscito a vivere con quei sentimenti a non dargli pace, quindi decise di chiedere un favore alle due vampire. Altri cinque mesi più tardi il trio aveva ormai lasciato il castello( dopo che Nicole lo aveva riempito di scritte ' Nicole de Mourou è stata qui”, mentre Colette aveva disegnato parecchi disegnini di lei che strangolava Dracula) e Naraku aveva superato il suo esame, resistendo per ben dieci minuti contro la forma ' berserk' di Nicole, quindi le sue due insegnanti avevano deciso di tornare in Francia, mentre a lui restava solo da godersi il tempo che gli restava prima di ritornare nel ventesimo secolo.

Peccato che un branco di orsi dotati di energia spirituale non troppo intelligenti decise di approfittarne per attaccarlo, perdendo uno un numero non indifferente di membri sotto la lama di Hakai no Kiba, ma a un certo punto fu quasi sottomesso dalle belve, fortunatamente una raffica di lame di pura oscurità le massacrò tutte.

“ Scusa il ritardo.”, urlò Nicole, mentre staccava a mani nude la testa di un altro orso.

“ Figurati. Come mai questo ritardo?”, chiese il mezzodemone tagliando un altro animale in due.

“ Ci eravamo tutti dimenticati di darti quello che avevi chiesto. Eccola qui.”. Lanciò una boccetta con uno strano liquido azzurro- violaceo al moro, che la prese al volo, proprio mentre la luce del ciondolo lo avvolgeva. Pochi secondi dopo era di nuovo nel presente, e con la pozione che aveva richiesto mesi fa in mano. La mise in tasca e si preparò a dare un bel souvenir ai due stronzi che l'avevano spedito nell'ottocento.

                                                                                                                                           ************

“ Tieni la guardia più alta! E più fluidi quei movimenti!”, urlò Takeda a Inuyasha, che stava provando un furioso assalto di calci e pugni sull'insegnante, tutti rigorosamente parati senza la benchè minima difficoltà. L'uomo superava Inuyasha sia per coltivazione spirituale che per abilità in tutto e per tutto, e la sua esperienza di due secoli di sopravvivenza si era rivelata completamente inutile in soli tre mesi, lasciando spazio a uno studio approfondito nelle foreste di Hokinawa di tecniche corpo a corpo, di spade e di manipolazione del ki, soprattutto dei meridiani.

“ Ho capito, ho capito! E che diamine!”. Urlò il mezzodemone provando un calcio a uncino, che Takeda riuscì a bloccare incastrandolo tra l'ascella in fianco e poi spedì l'allievo contro l'albero contro un singolo pugno. Rialzatosi, attivò la sua forma demoniaca e si lanciò all'attacco, sparando continui fendenti d'energia dagli artigli, talmente tanti che perfino il potente guerriero per un momento non vide niente, quindi si lasciò avvolgere da un'aura oscura. Inuyasha sperò di approfittarne per colpirlo con un montante terribile, ma quando l'aura si dissolse, la sua mano era stata afferrata da una zampa da uccello e il suo proprietario era ricoperto di piume dalla testa ai piedi, con due ali sulla schiena e un becco al posto della bocca. Diede una testata al mezzodemone e provocò crepe nel terreno per quasi cento metri.

“ Che diavolo è quella forma?”. L'essere si ritrasformò in Takeda, che sogghignò.

“ Non l'avevi ancora capito? Sono un mezzodemone, proprio come te.”.

“ E perchè non me l'hai detto prima?!”.

“ Perchè allora mi avresti chiesto semplicemente di imparare a controllare al meglio la tua forma demoniaca, e per quello c'è tempo. Prima dovevi imparare a usare una tecnica di combattimento decente e a usare i tanden come qualcosa di più che una semplice sorgente di potere. Devi imparare a pensare con la tua testa.”. Inuyasha sbuffò, ma d'altronde aveva senso, continuava a buttarsi sul nemico come una valanga senza riflettere. Guardandolo, Takeda sogghignò.

“ Sai, la tua espressione mi ricorda tanto quella che facevo io quando il mio maestro mi dava una lezione.”.

“ Ancora questo tizio. Seriamente, come ha fatto a non ucciderti quando ti ha incontrato?”.

“ Perchè sua moglie gli spaccava il cranio a ogni singolo tentativo. Il che accadeva molto, molto spesso.”. Entrambi si fecero una grossa risata e il cane sentì un senso di familiarità con Kagome.

“ Erano così dure le sue lezioni?”.

“ Beh, lui non mi ha insegnato solo a combattere. Mi ha, anzi, mi hanno insegnato, lui, sua moglie e tutti i miei zii, a stare al mondo, a rispettare ciò che mi circonda e a non arrendermi mai. E credimi, molte volte in quasi quattrocento anni di vita ho sentito il desiderio di lasciar perdere tutto, soprattutto durante il periodo nero del secolo scorso. L'inferno in terra, ma ho fatto del mio meglio per aiutare chi ne aveva bisogno.”. Inuyasha sorrise, forse aveva giudicato troppo in fretta Takeda, si rialzò e si rimise in guardia.

“ Allora aiuta me.”. Gli allenamenti e le lezioni continuarono per altri nove mesi, tra rombi di tuono che rieccheggiavano per Okinawa a ogni singolo scontro e cascate che si piegavano sotto la forza spirituale di Inuyasha. Durante l'ultimo esame il ragazzo del sengoku ottenne l'approvazione del suo maestro e potè finalmente tornare a casa, così durante il suo ultimo giorno di permanenza negli anni '30 tornarono nella foresta di bambù dove si erano incontrati, scambiandosi gli ultimi saluti.

“ Buona fortuna, Inuyasha, fa ciò che devi. E fallo indossando questo.”. Tirò fuori dallo spazio nei suoi tanden un sacco che passò all'allievo. Lui non guardò dentro, ma sentì un rumore metallico provenire dall'involucro. Si limitò ad annuire.

“ E promettimi anche una cosa. Devi riferire una cosa a una persona che rincontrerai nel passato.”.

“ Va bene, cosa?”, chiese incuriosito Inuyasha.

“ Di a Kagome che le voglio bene.”. Se Inuyasha avesse avuto qualcosa in bocca, l'avrebbe sputata all'istante, e Takeda si mise a ridere come un folle vedendo la sua faccia.

“ CONOSCI KAGOME?!”.

“ Ovvio, come potrei non conoscere la donna che si è presa cura di me come fossi sangue del suo sangue e che mi ha dato una famiglia?”. La mascella del mezzodemone più giovane aveva raggiunto proporzioni impossibili per una persona normale, ma riuscì a ricomporsi proprio mentre la sua collana iniziò a brillare.

“ Aspetta, ma se Kagome ti ha cresciuto, allora io cosa...”, non finì la frase, che sparì in tante particelle di luce. Takeda si mise in posizione seiza e poi s'inchinò fino a toccare il terreno con la fronte, mentre i suoi occhi erano rigati di lacrime.

“ Papà, maestro, è stato un onore rivederti un'ultima volta, anche se solo per breve tempo.”, mentre il mezzotengu porgeva omaggio all'uomo che l'aveva allevato, quest'ultimo si ritrovò nel ventesimo secolo con ancora in mano il sacco datogli dal maestro. Sospirò, deciso a sistemare dopo la faccenda, e scrocchiò il collo, aveva voglia di farla vedere a un uccello del malaugurio e a un albero rinsecchito.

                                                                                                                               ********

Kenshiro osservava cupo le nuvole grigie che si erano accumulate sopra il monte Fujii, da cui provenivano i suoni orrendi di demoni e umani che venivano presi dallo stesso male che aveva preso Dumah. Neanche da giovane si era mai trovato in una situazione così tragica, e non era sicuro se tutti i baransu no shyoin sarebbero riusciti a svolgere il loro compito, riportare l'equilibrio infranto da quell'angelo folle. Mentre rifletteva, un sasso lo colpì alla testa.

“ Un pezzo d'oro per i tuoi pensieri, amore mio.”. Sdraiata sul ramo di un albero, c'era una donna sulla quarantina dai capelli blu con qualche filo grigio e una cicatrice su una guancia. Il guerriero fece un sorriso triste, lanciò un raggio di luce contro il ramo, tagliandolo di netto e la donna, prima di cadere a terra saltò tra le sue braccia.

“ Dopo più di vent'anni di matrimonio avresti dovuto imparare a conoscermi, Akane.”. La donna aveva ormai superato i suoi anni più verdi, ma dentro di sé aveva ancora la grazia e l'energia di una ragazzina. Rise e mise la sua testa sulle spalle del marito.

“ Proprio per questo a volte ci sono cose che non posso conoscere, e ovviamente anch'io ho i miei segreti. Ma bando alle ciance, ragazzi...”. Fischiò e un enorme numero di figure umane saltò dalla foresta, atterrando di fronte ai due. In testa al gruppo, inchinati, c'erano Maka, Sosuke, Gatsu, Miu e Kenichi, che aveva un bernoccolo non indifferente e due occhi neri( tutti gentili omaggi della madre, quando aveva scoperto che il matrimonio tra lui e Miu era saltato un'altra volta).

“ Hanno radunato tutti i loro allievi e buona parte delle nostre forze a Hokinawa sono già qui. Anche i demoni e le altre creature soprannaturali hanno assicurato che manderanno qualcuno, aspettiamo solo un tuo ordine per partire.”. Kenshiro osservò impressionato i presenti, notava da tutti una grande forza mentale, fisica e spirituale. Era sicuro che avrebbero fatto l'impossibile per salvare la loro patria, ma mancava ancora qualcuno.

“ Non è ancora il momento, Akane, dobbiamo ancora aspettare che arrivi chi di dovere. Augurandoci che ce l'abbiano fatta.”. Dal vulcano partì un getto di fuoco e la risata di Dumah rieccheggiò per tutto il territorio.

Questo capitolo è stato un autentico parto, condito anche da una storia a cui sto collaborando con degli amici del gruppo "the nerd apocalypse" e una settimana a dir poco disgustosa, per di più non ho molto tempo prima della sessione autunnale, ma spero di riuscire a finire prima del nuovo anno scolastico vero e proprio e poi dedicarmi totalmente alla storia del gruppo(battleground, se vi interessa) e Highschool dxd. Spero che le scene di allenamento, per quanto risicate, vi siano piaciute e che abbiate apprezzato il plot twist su Takeda. Auguro una settimana migliore della mia a tutti i recensori, e a chiunque abbia apprezzato questa storia, spero di farmi vivo al più presto.

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Capitolo 21
*** La calma prima della tempesta ***


                                                                                                              La calma prima della tempesta

Valefor stava camminando nervoso davanti al tempietto dove si trovava il pozzo, le sue ali erano diventate marroni dall'angoscia e c'erano diversi buchi. Raziel, d'altro canto sembrava tranquillissimo e si limitava a leggere un libro, era a dir poco esasperante e dopo qualche minuto il demone non ne potè più.

“ COME?! COME FAI A ESSERE COSI' CALMO, SAPENDO CHE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO VERREMO PESTATI A SANGUE?!”. L'angelo dalle ali blu si limitò a sbuffare.

“ Si fa silenzio in biblioteca.”.

“ NON SIAMO IN BIBLIOTECA, BRUTTO...mphhh!”. Il demone si ritrovò sulla bocca una corda di pure luce e cominciò a tirarsela via con le mani, mentre da un albero Shippo si rotolava dalle risate. Per fortuna avevano insonorizzato la casa, nessuno poteva sentirli e ovviamente quando Valefor si tolse la corda non era per niente contento, e lo disse chiaramente a Shippo.

“ E' PER COLPA TUA CHE SIAMO IN QUESTO GUAIO, BRUTTO STRONZO! ALMENO PUOI FARE IL SERIO PER UN ISTANTE?!”. Il demone volpe smise di ridere e saltò giù dall'albero.

“ Ehi, questa è l'ultima volta che rivedrò buona parte di loro, almeno fammi svagare un po'.”. Valefor sospirò esasperato, quando dal tempio si vide un bagliore, e Koga uscì incazzato nero. Shippo si era reso invisibile a qualsiasi senso e quindi il demone lupo si diresse solo verso i due pezzi grossi, tirò fuori i suoi artigli e si preparò a farli soffrire.

“ Io e voi abbiamo una lunga chiacchierata da fare. E finalmente ho i mezzi per farla.”.

“ Koga, calmati, almeno aspetta....”. Sango e Kohaku uscirono dal pozzo con un salto, armi in pugno.

“.... gli altri.”.

Concluse Valefor, e pochi secondi dopo uscì anche Miroku, seguito da Sesshomaru, le ragazze rimanenti, Naraku e Inuyasha. Nessuno dei presenti sembrava molto contento, in particolare il mezzodemone cane.

“ Voi due ora soffrirete. Parecchio.”. Sussurrò, ma attorno a Valefor e Raziel apparve una gabbia di luce, creata dall'angelo. Il demone comprese quindi la sua improvvisa calma dopo un'intera settimana d'ansia e prese a parlare, nonostante i tentativi di Inuyasha di rompere la loro protezione.

“ Dunque, a quanto vedo siete tutti vivi e state bene, più o meno. Ora.... KAGOME, POSA QUEL ROSARIO! Dicevo, ora potete tornare al vostro tempo, io e Raizel radureneremo un po' delle nostre truppe e arriveremo il prima possibile. Buon lavoro... NARAKU, E CHE CAZZO, NON C'E' TEMPO!”. L'altro mezzodemone del gruppo aveva ricoperto la sua arma spirituale di pura oscurità e aveva provato a spezzare le sbarre di luce, riuscendo quasi a tagliarle. Ma il generale infernale, sapendo che non avevano molto tempo, lo aveva bloccato con un rampicante proveniente dal terreno.

“ Quindi, se saremo ancora vivi, rimanderemo la nostra resa dei conti a dopo la battaglia?”, chiese Kagura, ricevendo un' assenso da tutti i presenti.

“ In questo caso, amici miei, ci si rivedrà tra non molto per combattere questo male. Buona fortuna.”, disse Raziel, indicando il tempio con una delle sue ali.

“ Va bene, Raziel, se non dovessimo farcela, spero di rivedervi. In questa vita o in una migliore.”. Disse Inuyasha e insieme agli altri si buttò nel pozzo, dopo aver ricevuto un segno di saluto dall' angelo e dal demone. Una volta che il gruppo fu tornato nel passato, Shippo tornò visibile e saltò giù dall'albero, questa volta col viso rigato di lacrime.

“ Bene, ora non li rivedrò mai più, almeno in questa vita. Raziel, Valefor, vi ringrazio per aver soddisfatto l'insulso desiderio di un povero deficiente.”.

“ Oh, non fare il melodrammatico ora. D'altronde non è che avessimo molta scelta.”. Il demone volpe sospirò e fece apparire un varco sotto i suoi piedi.

“ Già, ma vi ringrazio comunque. Ora purtroppo devo andare, voi sapete cosa fare.”. Sparì all'interno del varco e Valefor si rivolse al suo collega.

“ Bene, ora tocca a noi fare i nostri preparativi.”.

                                                                                                                                     ***********

“ Sono tornati!”, urlò Jineji tutto contento. Aveva avvertito l'aura di Kagome e degli altri provenire dal pozzo, quindi andò loro incontro assieme a Rin, Shippo Kirara e Kanna. Arrivati sul luogo videro l'intero gruppo, quasi tutti vestiti con abiti nuovi di zecca. Kagome abbracciò felicissima i bambini, mentre Inuyasha diede una pacca sulla spalla all'altro mezzodemone.

“ Vedo che siete diventati un pochino più forti.”, disse Kenichi soddisfatto, dopo essere saltato da un albero insieme ai suoi soci. Si avvicinò a Inuyasha incuriosito e a velocità praticamente impercettibile provò a colpirlo con una raffica di pugni, tutti parati, e le sue mani vennero afferrati dal mezzodemone, che sorridette sornione.

“ Chiunque ti abbia addestrato l'ha fatto molto bene.”, commentò il combattente, mentre liberava le mani. Inuyasha annuì, mentre poco lontano Kagome mostrava a Sosuke un elementale di roccia.

“ Era qualcuno di incredibile. Forse avrò l'occasione di presentartelo, se vivremmo abbastanza a lungo per vedere domani.”. Quela sera Kenshiro, Akane, quasi tutto il gruppo e il resto dei guerrieri di Okinawa rimasti al villaggio ( altri si erano divisi nei vari villaggi per proteggerli) rimasero a studiare il piano d'attacco per il giorno dopo. Gli unici assenti erano Naraku, Inuyasha e Kagome, gli ultimi due nella capanna di Kaede a scartare il regalo di Takeda.

“ Quindi, Inuyasha, come è andato il tuo anno di addestramento?”.

“ L'inferno in terra, a te?”.

“ Lo stesso. La mia insegnante mi ha rotto le ossa ogni singolo giorno per un anno intero, per fortuna era anche una guaritrice. Comunque ho deciso una cosa.”.

“ Che cosa?”, chiese incuriosito Inuyasha e Kagome fece un respiro profondo.

“ Finita questa storia tornerò a casa per frequentare il liceo e....”, Inuyasha sospirò.

“ Capisco benissimo, vuoi restare con la tua famiglia senza dover correre ogni giorno pericoli mortali, posso...”, un pugno lo interruppe a metà frase, e gli provocò un bernoccolo gigantesco.

“ Lasciami finire deficiente. Dicevo, finirò il liceo e magari anche l'università, ma poi mi stabilirò in quest'epoca per il resto della mia vita. D'altronde come Valefor ci ha detto, il soprannaturale esiste anche nel mondo moderno, quindi nessuno mi assicura che sarò al sicuro per sempre e non posso abbandonarvi a voi stessi. Non sopravvivreste un istante senza di me.”. Il ragazzò si mise a borbottare, ancora dolorante per la botta in testa, ma dentro di sé urlò di gioia per la permanenza della ragazza. E arrossì quando ricevette un bacio sulla guancia.

“ Kagome, sei una grandissima stronza.”. Sussurrò mentre tirò fuori dal pacco il suo contenuto, una corazza da samurai rossa, meravigliosa e al tempo stesso robustissima, si notava che era stata creata con la massima attenzione e per uno scopo ben preciso, bloccare qualsiasi cosa provasse a ferire chi la indossava.

“ Questa è...”, sussurrò il mezzodemone.

“ E' il tuo diritto di nascita, Inuyasha. Ti aiuto a metterla.”. La vestizione procedette per l'ora successiva, Kagome agganciò ogni laccio e incastrò i pezzi l'uno contro l'altro. Alla fine Inuyasha sembrava l'incarnazione del generale perfetto, ogni singolo componente della corazza gli calzava a pennello, c'era pure una fessura sul braccio sinistro per far uscire Hakai no Kiba.

“ Oh, santi kami, quanto ti dona.”.

“ Io sono nato per quest'armatura.”. I due si baciarono appassionatamente, mentre all'interno del villaggio chi più chi meno beveva o dava gli ultimi saluti ai propri cari, con un' unica eccezione. Naraku era in una radura e non riusciva a prendere sonno, gli allenamenti con Nicole e Colette lo avevano praticamente disabituato al sonno e comunque aveva bisogno di privacy per quello che doveva fare. Prese la pozione datagli dalla vampira e la bevve tutta in un sorso, poi il suo corpo venne avvolto in un alone azzurro e un'onda d'urto spazzò via tutte le foglie attorno.

“ Bene, questa è fatta, ora....”.

“ Bello spettacolo, vecchio mio, ma a che serviva?”. Naraku saltò in aria, sentendo la voce che aveva appena parlato. Voltandosi vide Inuyasha a petto nudo seduto su una roccia, e un succhiotto sul collo.

“ VUOI FARMI VENIRE UN INFARTO?!”. Urlò l'uomo al rivale di sempre, che per tutta risposta si sdraiò completamente sulla roccia.

“ Che vuoi, per quello che ne so domani a quest'ora potremmo anche essere morti, quindi meglio se mi prendo qualche soddisfazione. E tanto per averne un'altro, puoi dirmi chi era quella donna che ho visto morire in un incendio? Ho il sospetto che fosse un tuo ricordo.”. L'altro sbuffò e si sedette accanto all'altro.

“ E infatti hai ragione, tanto vale che te lo racconti. I miei genitori morirono quando avevo tre anni, a crescermi furono i miei zii, e mio zio lavorava come guardia del corpo di un damyo. Fu lui a insegnarmi a usare le armi, affinchè potessi difendermi e fare lo stesso per coloro che amavo.”. Inuyasha si voltò su un fianco, interessato al racconto.

“ Ovviamente la pace non era destinata a durare. Scoppiò una guerra, e qualcuno nel nostro villaggio ospitò in segreto alcuni soldati avversari feriti. Il damyo venne a saperlo e furioso mandò i suoi soldati a distruggere tutto, mio zio provò a farlo ragionare, ma non servì a niente. Mia zia morì difendendomi e quel giorno nacque il mostro conosciuto come Onigumo, il bandito.”. Si voltò dall'altra parte, mentre Inuyasha ripensò alla visione che aveva ricevuto quando aveva provato a usare la sua nuova arma, che aveva finalmente imparato a usare senza effetti collaterali.

“ E la donna che ho visto morire io, invece? Quella che ha combattuto contro tutti quei demoni?”, chiese Naraku.

“ Mia madre. Senza di lei sarei morto quella notte. Forse non siamo così diversi come credevamo.”. I due stettero qualche minuto in silenzio, fino a quando Naraku non riprese di nuovo la parola.

“ Inuyasha, se quel segno sul collo è opera di chi penso, posso chiederti un'ultima cosa? Se anche domani sopravviverai, come farai con Kagome? Lei invecchierà e morirà, mentre tu resterai così come sei.”.

“ No, non succederà. Quando mi sono risvegliato dopo lo scontro con Dumah, Valefor mi ha confidato una cosa in privato. Non sono più immortalte, ho sacrificato la mia eterna giovinezza per salvare Kanna e Kagura.”. All'ultima parte, una leggera nota di accusa apparve nella sua voce, ma Naraku non vi fece molto caso, in compenso ridacchiò.

“ Sì, siamo davvero molto più simili di quanto pensassimo.”.

                                                                                                                                           **********

L'intera organizzazione dei Baransu no shyoin, il gruppo di Inuyasha, quello di Sesshomaru e tutti gli altri erano in una zona desolata davanti al monte Fujii, in uno spazio dimensionale creato appositamente da Dumah, totalmente grigio e privo di vita, quasi identico alla zona dove si trovava la sfera fino a pochi giorni fa. Ginta e Hakkaku, arrivati insieme a un gruppo di demoni lupo, guardava con timore il fumo che si alzava dal vulcano attivo, mentre Kenshiro, da generale qual'era faceva del suo meglio per ispirare le truppe.

“ Uomini, oggi l'addestramento di una vita verrà messo a dura prova. Avete tutti sentito parlare della mostruosità degli emissari del vuoto, forse alcuni dei vostri antenati hanno addirittura dovuto affrontarli in passato. Adesso spetta a noi l'onere di questa lotta, e ho intenzione di fare del mio meglio, dovessi dare la mia stessa vita! CHI DI VOI E' DISPOSTO A FARE LO STESSO?!”, ogni singolo guerriero e incantatore lì presente, umano o non, rispose con un urlo al discorso del guerriero. In quel preciso istante il vulcano eruttò e uno sciame di mostri cominciò a diramarsi da esso, talmente grande che non se ne vedeva la fine e l'esercito del nostro mondo si preparò alla battaglia.

“ Contro quegli orrori non serve un piano. L'unica cosa che posso consigliarvi è....DIFENDETE CIO' A CUI TENETE DI PIU'!”. Urlò Kenshiro, prima di dirigersi assieme ad Akane verso la prima ondata di mostri, che venne fatta a pezzi in pochi secondi dai pugni dei due.

“ Ehi, Koga, ti va una scommessa?”, chiese Miroku, mentre attorno a lui si formarono diverse palle di fuoco.

“ Di che tipo?”.

“ CHI NE AMMAZZA DI MENO OFFRE DA BERE!”, urlò il monaco buttandosi nella mischia e trasformandosi in breve in una sfera volante di esplosioni, che riduceva i nemici in cenere. Il demone lupo assunse la sua forma ibrida e partì alla massima velocità, facendo cadere sotto le sue armi quanti più avversari possibili.

“ NON VALE, NON ERO PRONTO!”. Non molto lontano da loro Inuyasha aveva sfoderato Tessaiga, solo che era molto più piccola del solito. Infatti Takeda gli aveva mostrato che usare la spada nella sua solita forma era uno spreco totale di energie, comprimendo il suo ki Tessaiga manteneva le dimensioni di una normale katana, ottimizzando potenza distruttiva e manovrabilità e i mostri di Dumah se ne accorsero in fretta, quando vennero ridotti in brandelli insanguinati e fumanti.

“ KAGOME, SBRIGATI!”, infatti Inuyasha stava difendendo Kagome, intenta a svolgere un piccolo rito. Proiettando la sua coscienza negli elementi attorno a sé, la sacerdotessa stava per scatenare la furia totale della natura, che non tardò a farsi sentire. Decine di emissari del vuoto vennero inghiottiti dal terreno, disintegrati da lame di vento apparse dal nulla o strangolati da radici. Naraku osservò meravigliato il lavoro che stavano svolgendo i suoi incredibili compagni e sfoderò la sua arma, ora toccava a lui.

“ Bel posto, per un'ultima battaglia. Preparati, Dumah, sto arrivando.”.

Salve a tutti, spero che questa schifezza vi sia piaciuta. Scusate immensamente se ho interrotto il combattimento praticamente all'inizio, ma così non avrei avuto più nient'altro da scrivere nei prossimi. Nella migliore delle ipotesi dovrei riuscire a finire la storia entro altri due o tre capitoli, cioè (sempre nella migliore delle ipotesi) prima di settembre. Ringrazio tutti i recensori, in particolare Hikari Sengoku e Alex tintura, e spero di risentirci presto.

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Capitolo 22
*** Ultima battaglia ***


                                                                                                                        Ultima battaglia

Centinaia di esplosioni avvolgevano l'intera zona della battaglia, alcuni combattenti erano quasi rimasti accecati, ma nessuno osava demordere. Sosuke e Hitomiko sfrecciavano alla massima velocità per curare chi ne aveva bisogno, coprendosi le spalle a vicenda, e disintegrando qualsiasi mostro osasse avvicinarsi troppo all'altro. Non troppo lontano, Maka aveva attivato la sua forma demoniaca e distruggeva a mani nude, o con le sue armi, chiunque osasse avvicinarsi troppo a lei o a uno dei mezzodemoni che aveva allenato negli ultimi mesi. Da un'altra parte ancora Kenichi e Miu girovagavano per la zona all'interno dei loro avatar di combattimento calpestando o polverizzando chiunque osasse mettersi sul loro cammino. Infine Gatsu aveva creato delle lame lughe diversi metri di acqua santa e stava tagliando di tutto, vorticando come un tornado, ma quando un nemico provò a prenderlo di sprovvista un'altra lama lo distrusse, salvando lo spadaccino, che si voltò allegro.

“ Ehi, Nobunaga, è un pezzo che non ci si vede. Come te la passi'?”. A salvarlo era stato un ragazzo dai capelli castani vestito da nobile e armato di katana, seguito da diversi cavalieri che distruggevano i demoni.

“ Non male, maestro. Mi dispiace che siate mancato al mio matrimonio, ma il vostro messaggio era una una scusa sufficiente, scusate il ritardo.”.

“ Oh, figurati. Ora basta parlare e spediamo questi esseri dall'abisso dalla quale non sarebbero più dovuti uscire!”. I due spadaccini quindi tornarono a mietere le loro vittime, ricoprendo la terra di sangue. Poco distante, Sesshomaru stava guidando un gruppo di demoni, cercando di arrivare fino al cratere, ma i nemici erano troppi e per ognuno che veniva sciolto da Bakusaiga altri dieci ne prendevano il posto e in breve sarebbe stato sopraffatto, se non fosse stato per l'intervento improvviso di Kagura, che riuscì a scaraventare via gli avversari con un tornado.

“ Tutto a posto, Sesshomaru?”.

“ Insomma, grazie al cielo Rin è rimasta al villaggio. Non avrei avuto tempo per badare a lei in questo caos.”. Disse il demone, guardando l'orda di nemici che era tornata a terra con perdite minime.

“ Beh, se sopravviviamo avremmo molto tempo per badare a lei.”.

“ Così spero, Kagura. Andiamo!”, i due ripresero le armi e tornarono a tagliare e squartare. Contemporaneamente, diverse spiriti elementali evocanti da Kagome, stavano offrendo una dura sfida ai nemici, schiacciandoli, polverizzandoli o sollevandoli in aria, per poi farli cadere al suolo. La sacerdotessa stessa si faceva largo tra le orde avversarie alternando pugni, frecce e incantesimi sacri. Sollevò un mostro e lo lanciò via a mani nude, quando Sango le finì addosso.

“ Sango, che cavolo fai?!”.

“ Scusa, Kagome, ma le tecniche che ho imparato non sono esattamente il massimo per lo scontro in massa, e mi hanno sopraffatta. Hai qualche trucco dalla tua?”. La ragazza guardò l'amica con uno sguardo di giudizio, e sperò di non fare cazzate.

“ Uno, ma stà, attenta. Dura poco e fa molto male.”, cominciò a cantilenare e una figura umanoide composta interamente di fulmini azzurri scese dal cielo. Guardò prima Sango e poi Kagome, che annuì con la testa, quindi il nuovo arrivato si scompose in tante scintille ed entrò nel corpo della sterminatrice, il cui corpo ribollì di potere e si illuminò di blu.

“ Ah, ora si ragiona! Ci vediamo dopo, Kagome!”, urlò la ragazza euforica tornando in battaglia e fendendo mostri su mostri. Inuyasha arrivò proprio in quel momento sporco di sangue non suo.

“ Che le hai fatto? Lo voglio anch'io.”.

“ L'ho fusa temporaneamente con uno spirito elementale, ma non durerà a lungo, e te lo sconsiglio. Tu hai qualche idea su come arrivare da Dumah?”. Il mezzodemone scrollò le spalle.

“ Nessuna, cercavo semplicemente- tagliò in due una creatura che aveva provato a prendere Kagome alle spalle- di raggiungere gli altri. Naraku se la sta cavando bene.”. L'altro mezzodemone in quel momento stava scagliando fendenti di veleno e oscurità contro un gruppo di avversari più piccoli, quando un toro umanoide di dimensioni ciclopiche lo sotterrò con un pugno. Sembrava la fine per il nemico di sempre di Inuyasha, ma dopo pochi secondi non troppo lontano dal cratere un geyser di energia oscura si aprì e Naraku tornò in gioco.

“ Dannato bastardo- esclamò Inuyasha, con un certo tono di ammirazione- aspettava solo un'occasione del genere per usare quel trucco.”.

“ Allora sbrighiamoci a raggiungerlo, non possiamo lasciargli prendere tutta la gloria. Anche se sarebbe più facile se tutti questi cosi smettessero di arrivare!”, urlò Kagome in preda alla collera, ma purtroppo il portale che Dumah aveva aperto nella camera vulcanica continuava a vomitare emissari del vuoto uno dopo l'altro, senza contare tutti i demoni troppo curiosi che si erano avvicinati nei giorni precedenti ed erano stati posseduti. Naraku riuscì comunque, attivando la sua forma demoniaca, a farsi in strada tra l'ultima linea di difesa rimasta e saltò dritto nella bocca del vulcano, ritrovandosi in uno scenario che sembrava uscito dalla mente di un pittore fuori di testa. La lava era totalmente color grigio spento, le rocce erano ricoperte di linee energetiche dello stesso colore e in mezzo al centro c'era Dumah, che incanalava le sue energie in un portale da cui sembravano provenire migliaia di urla. L'angelo si accorse del mezzodemone e scrocchiò il collo.

“ Guarda chi si vede, il caro Naraku. Sei venuto qui per vendicare quella stronzetta per cui ho avuto un po' di misericordia?". In mezzo secondo Naraku si portò davanti a lui e gli puntò la spada al collo, gli avrebbe già tagliato la testa se non avesse saputo che come tentativo sarebbe stato inutile.

“ In questo momento non hai il minimo diritto di parlare di lei. Difenditi”. L'angelo impazzito ghignò e fece sparire il varco.

“ Bene, in segno di rispetto combatterò al massimo delle mie forze. Quindi dovrò chiudere il portale, consideralo un regalo.”. Il varco si chiuse immediatamente, visto che Dumah non poteva concentrarsi su troppe cose in contemporanea. Si lanciò contro il mezzodemone, che iniziò uno scontro a mani nude, riuscendo per una manciata di secondi a tenergli testa. Continuava ad attaccare con colpi di veleno e oscurità, che erano la debolezza principale dell'angelo posseduto, anche la sua armatura di metallo si stava lentamente corrodendo, ma in realtà non usava che una parte della sua forza.

“ Niente male, forse avrei dovuto possedere te, invece che questa caricatura di serafino.”. Un pugno ricoperto di spuntoni di metallo colpì Naraku a ripetizione in pochi secondi, con l'ultimo colpo che lo scagliò dritto contro una delle pareti del vulcano.

“ Eh, sì, avresti dovuto scegliere me. Quel coglione non sa neanche tirare un pugno come si deve.”. Quando finì di parlare però sentì un dolore atroce al braccio destro e scoprì che Dumah era arrivato accanto a lui, strappandoglielo come niente.

“ Adesso non esagerare. Sarà solo un orfano coglione, che si è messo in testa di assumere la carica di Lucifero, ma non era così malaccio.”. Stava parlando come se qualcuno gli avesse chiesto l'ora, e Naraku non ne poteva davvero più del suono di quella voce. Sfoderò Akai no kiba e riprese a combattere, ma l'avversario aveva cominciato a fare sul serio e diventava sempre più difficile tenergli testa. Un calcio ricoperto di lame gli tranciò un'ala e una morsa telecinetica lo fece quasi finire nella lava, solo per fermarlo a pochi centimetri di distanza.

“ Ah, no, sarebbe troppo facile.”. Agitò il braccio a mò di colpo di frusta e il povero mezzodemone strisciò di faccia contro la pareti del vulcano, per tutta la circonferenza. La roccia era a dir poco bollente e solo il ki gli impedì di finire scorticato e bruciato contemporaneamente, ma cercava a tutti i costi di trovare una soluzione per uscire, ma in assenza d'altro gli venne in mente solo di far esplodere l'aura il più possibile. Peccato che Dumah non stesse aspettando altro per apparirgli dietro e tagliargli una gamba, e l'avrebbe fatta finita se un salvatore inaspettato non fosse giunto.

“ DUMAH, LASCIALO ANDARE E PRENDITELA CON ME!”. Approfittando della chiusura del varco, Inuyasha si era fatto strada tra i nemici ed era atterrato sulla lava usando un avatar da combattimento a forma di cane rosso. Il suo ki faceva bollire la lava, facendo scoppiare bolle di ogni forma e dimensioni e il suo volto era un'espressione di pura rabbia, nelle sue mani Tessaiga e Akai no Kiba mandavano bagliori multicolore. L'angelo posseduto sogghignò e attaccò Naraku a uno spuntone di una parete.

“ Sarà un'onore occuparmi di te, Inuyasha. Dopo Merlino in persona sei il mezzodemone più famoso della storia, i miei simili mi onoreranno per generazioni.”. Ma Inuyasha era stufo di tutte quelle stronzate e si gettò a spada tratta, utilizzando tutti i suoi attacchi migliori e mescolandoli a quello che aveva imparato da Takeda. Questa volta, Dumah si trovò in seria difficoltà, non riuscendo a decifrare il nuovo stile di combattimento dell'avversario, per di più il mezzodemone continuava a cambiare dimensioni, passando dall'avatar alla sua forma demoniaca e questo rendeva più difficile colpirlo.

“ Niente male, cane rognoso, come hai imparato così in fretta? Devi aver avuto un buon maestro.”, disse l'angelo parando un Kongosoha.

“ Un maestro che non è ancora nato, ed è mia intenzione fare in modo che esista.”. L'avatar di Inuyasha afferrò il nemico tra le fauci e cominciò a morderlo ripetutamente, fino a quando Dumah non si liberò con un ondata d'energia, mandanto in frantumi la bestia d'energia e costringendo Inuyasha a saltare su un dirupo. Ma il mezzodemone non aveva ancora finito con il suo assalto e con un balzo sovrumano si gettò contro il figlio del nulla con Akai no kiba ricoperta di energia e pronta a perforare il cuore di quell'essere. Dumah cominciava a essere stordito e non era del tutto sicuro di riuscire a bloccare quell'attacco, quindi da gran vigliacco qual era decise di usare uno dei suoi trucchi. Con la telecinesi attirò a se il corpo di Naraku e lo usò come scudo per bloccare il colpo di Inuyasha, che sgomento si fermò.

“ No, NO!”. L'energia spirituale di Naraku, sotto forma di un'aura blu e nera cominciò a scorrere dal suo corpo alla spada di Inuyasha, che cercò di ritrarla, ma l'altro la bloccò con il braccio rimasto.

“ Naraku, fammi togliere questa roba dal tuo stomaco o sai cosa succederà.”. Sul volto del suo vecchio nemico però non c'era paura, solo un sorriso sereno sporco di sangue.

“ Sì, la zanna della distruzione, monda da ogni conflitto, ecco il suo scopo....ecco il MIO scopo. Le due diventano una, unite ti renderanno più forte che mai e io- tossì del sangue- non sono il tuo nemico, il tuo distruttore. Ma, come sarebbe dovuto essere, il tuo braccio destro, la tua spada.”.

“ NO, NARAKU, NON PUO' ESSERE COSI'! NON DOPO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO!”. Ma l'altro mezzodemone ormai stava sparendo e di lui rimaneva solo un'immagine semitrasparente.

“ E ora usa questo potere, per uccidere il vero nemico di questo mondo.”. Quello che restava di Naraku si sparse in particelle d'energia, ma quello che davvero era, si era già spostato dentro l'altro mezzodemone. I suoi poteri, i suoi sentimenti, i suoi ricordi ora erano un tutt'uno con Inuyasha, e lui era intenzionato a usargli al meglio. Sulla sua schiena comparvero sei ali di pipistrello, e uno sguardo gonfio di collera si rivolse su Dumah, che per tutta risposta scompose le ali in centinaia di piume di metallo.

“ Non credere che solo per aver ottenuto uno stupido power up per il tuo stuzzicadenti, tu possa battermi, trasformerò questo vulcano nella tua tomba! Io appartengo alla razza che domina sulla vita e sulla morte, ogni universo che sia mai esistito è nato dal nulla, che a voi piaccia o... ARGH!”. Un fendente di oscurità gli aveva provocato un profondo solco sulla spalla, che però non tardò a rimarginarsi. Inuyasha cominciò a volare lentamente verso di lui, parando le piume che gli volavano addosso.

“ Oh, che parole rincuoranti. Perchè non ci temeresti mai, a meno che non potessimo- fece sciogliere una trivella di piume con un fendente- ferirti, SUL SERIO!”. Si lanciò contro Dumah, deciso a porre fine a quella storia. Nel frattempo, fuori dal vulcano, Koga stava piangendo sui corpi dei suoi più cari amici, Ginta e Hikkaku, morti per difenderlo da un attacco a tradimento.

“ Perchè? Perchè proprio loro? Viveno per me, non meritavano una fine del genere.”. Mentre piangeva, Akame gli si avvicinò.

“ Non disonorare il loro sacrificio con le tue lacrime, Koga. Li vendicheremo a costo delle nostre vite, se necessario.”. Il demone lupo annuì e assunse la sua forma ibrida, proprio mentre il vulcano eruttò ancora e le poche decine di emissari del vuoto rimasti cominciarono a volare verso la cima. Dalla bocca della montagna uscirono Inuyasha, nel suo avatar ricoperto d'ombre, e Dumah, circondato da un gigante di metallo e luce solida, che inglobò tutte le creature, diventando ancora più grande. Sesshomaru, vedendo quel colosso in azione, si trasformò nella sua forma demoniaca e corse in aiuto del fratello, sparando a raffica colpi d'aura velenosa, mentre Kagura offriva supporto con una lunga fila di tornado.

“ Oh, santi kami, ma ci sarà mai fine a questa mostruosità?!”, urlò Sango tirando Hiraikotsu a ripetizione insieme ad altri boomerang energetici e qualsiasi altra cosa avesse a disposizione.

“ Saremo noi a porvi fine, amore mio!”, disse Miroku raccogliendo tutta l'energia che era rimasta e scagliando una raffica di incantesimi contro l'avatar di Dumah, imitato da tutti i guerrieri e gli incantatori presenti. L'essere si scrollò di dosso gli attacchi come fossero acqua, ignorando i morsi di Sesshomaru e afferrò Inuyasha, per poi precipitare assieme a lui verso terra. Al contatto col terreno, l'avatar canino si frantumò e il suo creatore riuscì a malapena a uscire dai suoi resti per evitare un laser, ma sapeva di non avere speranze da solo. Sebbene assorbendo Naraku, avesse ottenuto i suoi poteri, la sua riserva di ki era rimasta invariata ed era agli sgoccioli, fortunatamente due tornadi di foglie taglienti colpirono Dumah a una giuntura sul collo, provocando un piccolo foro. Kenshiro, arrivato sul momento, osservò l'azione di Koga e Ayame e urlò alle truppe.

“ COLPITELO ALLE GIUNTURE! DOBBIAMO DISINTEGRARE QUELLA MOSTRUOSITA'!”, tutti fecero come ordinato dal loro comandante, mentre Kagome tornò a cantinelare e a evocare quanti più spiriti possibile, che inviò in soccorso ai suoi amici. Una legione di spiriti della terra bloccò le gambe dell'avatar di Dumah, mentre Kenichi, Miu e Gatsu infierirono sulla base delle ali, fino a staccarle, mentre Akane sferrò un calcio devastante al collo del gigante, spezzandolo. Dumah, capendo che la sua creatura si stava trasformando in una trappola mortale, la dissolse e si alzò in aria, con l'intenzione di scappare e riorganizzarsi da qualche parte. Ma Kohaku lo vide e con un balzò ne approfitto per tagliargli un'ala, seguito da Gatsu, Maka e Kenshiro. Fu il colpo di grazia per l'emissario del vuoto, che decise di portarsi almeno una buona parte dei suoi aguzzini con lui e preparò un'autodistruzione, ma Inuyasha fu più veloce e lanciato da uno degli spiriti del vento di Kagome, lo raggiunse in aria e lo impalò con Hakai no Kiba.

“ LASCIAMI ANDARE- urlò l'angelo, tentando di sfilarsi la spada dallo stomaco-, BRUTTO CAGNACCIO!”. Inuyasha ovviamente non aveva la minima voglia di lasciarlo andare, e pur avendo intenzione di concludere in fretta, si sarebbe goduto ogni secondo del dolore che avrebbe inflitto al nemico. I due andarono a schiantarsi di nuovo contro le pareti esterne del Fuji e le tenebre di Inuyasha cominciarono a disintegrare Dumah.

“ E' inutile. Avrete anche fermato me, ma dopo ne verranno altri cento, mille, e ancora di più. Non importa quanti millenni ci vorranno, un giorno questo mondo verrà dissolto nel nulla. E se così non fosse, spero che i figli dei tuoi figli si divertino a combattere le bestie dell'apocalisse.”. Inuyasha digrignà i denti, aveva sentito parlare di quei mostri da Takeda. Si trattava di animali che avevano portato il loro ki oltre il limite, ottenendo un potere superiore a quello degli dei. In quell'epoca dormivano, ma le leggende dicevano che un giorno Tifone, Vitra, Fenris, Tiamat e tanti altri si sarebbero risvegliati per distruggere il mondo, in modo che potesse rigenerarsi e ospitare nuovamente vita.

“ Nel frattempo, ti conviene... sprofondare.”, il corpo del nemico finalmente si disintegrò in frammenti di luce grigia e sfinito Inuyasha precipitò, per essere afferrato da Kagome prima che toccasse terra. Lei lo posò dolcemente e cominciò a curarlo con la magia, venendo in fretta raggiunta dal resto del gruppo.

“ Non ci credo, è finita?”, chiese Kagura, quasi incapace di credere a tutto quello che aveva visto. Sesshomaru la strinse a sé.

“ Sì, e a quanto pare siamo ancora vivi.”.

“ E allora andiamo a fest....Ok, cos'è quella?”, disse Miroku, notando una figura umanoide evanescente, che veniva verso di loro. Più i secondi passavano, più si faceva definita, delinandosi in una donna dai capelli neri e un'armatura rossa, che teneva in mano un globo d'oscurità.

“ M- Midoriko?! Ma com'è possibile?!”, urlò Sango. Il fantasma della creatice della sfera si limitò a sorridere mestamente e a far fluttuare il globo verso di loro.

“ Oggi vi siete battuti valorosamente, miei eroi, e vi aspetta un lungo periodo di pace. Ma prima....c'è un'ultima scelta che va fatta, e voi siete gli unici a poterla fare.”.

Buonasera a tutti, spero che la battaglia vi sia piaciuta e scusate se vi lascio con questo cliffhanger, ma doveva essere fatto. Spero di riuscire a postare l'epilogo entro la settimana prossima, dove le ultime questioni si risolveranno. Un abbraccio a tutti i recensori, compresa Supersara, che con grande determinazione sta recensendo tutti i capitoli

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


                                                                                                                    Epilogo

Fu una notte di festa per gran parte del Giappone. Tutti i villaggi erano pieni di soldati che bevevano e festeggiavano la vittoria contro il nulla, Kanata e Hitomiko erano finalmente riusciti a sposare Kenichi e Miu e tutti gli altri stavano facendo progetti per il futuro, promesse di amore eterno e tanto altro ancora. Byakuya era addirittura arrivato al villaggio trasportando dei guerrieri feriti e ora vegliava su Goshinki, ferito dopo la battaglia. C'era solo un piccolo peso che continuava a pesare sulla coscienza di Inuyasha, quella piccola sfera datagli da Midoriko in persona.

“ Hai deciso cosa fare, Inuyasha?”, chiese Kagome, accoccolata sul petto del mezzodemone.

“ No, la cosa migliore da fare è discuterne tutti assieme.”.

“ Sperando di arrivare a un accordo. Non voglio un'altra guerra.”. Inuyasha abbracciò la ragazza e la strinse contro il petto ancora ricoperto di bende.

“ Non ce ne sarà un'altra, non ora almeno. Te lo prometto.”. I due si addormentarono uno tra le braccia dell'altra, mentre le anime di Naraku e Kikyo fecero lo stesso, ormai unite per l'eternità. Il mattino dopo tutto il gruppo di Inuyasha, quello di Sesshomaru, Koga, Ayame, Nobunaga e i leader di Hokinawa si ritrovarono davanti al Goshinboku, per decidere cosa fare della sfera, che in quel momento era custodita da Rin, unica a poterla custodire senza danni grazie al suo talento nella negromanzia.

“ Dunque- cominciò Kenshiro- sapete perchè siamo qui. Ieri, dopo la battaglia, il fantasma di Midoriko in persona è venuto per chiederci un'ultima richiesta. Decidere cosa fare dello spirito di Magatshui, la parte malvagia della sfera assorbita da Dumah.”. Un silenzio di tomba calò mentre i presenti ricordarono quel momento. L'anima della sacerdotessa era scesa tra loro come una divinità dei tempi antichi e aveva spiegato cos'era successo quando l'emissario del vuoto aveva preso possesso della sfera. Lei si era ritrovata davanti al giudice dei morti, che aveva intrappolato Magatshui prima che potesse approfittare della sua nuova libertà e fare un macello secondo solo a quello di Dumah. Quindi era stata rimandata sulla terra, affinchè lasciasse agli eroi che avevano sconfitto il nulla il compito di decidere cosa fare di lui, lasciando però solo ventiquattr'ore di tempo. In sostanza, aveva mollato loro la patata bollente, lasciandogli pure il peso delle conseguenze della loro decisione, mentre lei si sarebbe reincarnata a breve, scordandosi di tutto.

“ Dunque, padre- iniziò Kenichi, ancora rosso dopo la sbronza della sera prima- le opzioni sono: 1) Distruggerla e sperare qualunque cosa ci sia lì dentro non torni mai più; 2) Sigillarlo da qualche parte con tutto quello che abbiamo a disposizione a casa, possibilmente mettendoci anche un sacco di guardie; 3) Cercare altre opzioni.”. Kenshiro stava per rispondere, quando Nobunaga si alzò con la spada in pugno e la puntò verso il globo.

“ Allora che stiamo aspettando? Distruggiamola!”, calò un fendente stando ben attento a non colpire Rin, ma venne afferrato da Sesshomaru, che gli piantò uno sguardo omicida dritto negli occhi.

“ Osa agire un'altra volta senza permesso e ti te resterà solo una pozzanghera puzzolente.”. Inuyasha gli fece cenno di lasciarlo andare e il fratello maggiore decise di dargli retta, ma non prima di aver rivolto al generale un segno di sgozzamento.

“ Se la distruggessimo, la coscienza di Magatsui farebbe la stessa fine delle anime di tutti i soldati che sono stati uccisi durante la lotta. Dispersi nel vuoto almeno fino a quando gli shinigami li recupereranno, e potrebbero volerci anni. Sicuri di voler condannare qualcuno a un simile destino?”. La domanda era inutile, nessuno meritava un fato del genere e loro non volevano infliggerlo neanche a uno spirito maligno della peggior specie.

“ Ma non possiamo neanche sigillarlo. Qualche secolo e ogni protezione perderà forza, o qualcun'altro ci penserà prima.”, disse Maka, che aveva sentito migliaia di storie del genere. Quasi tutti annuirono, e proprio in quel momento si presentarono in uno scoppio di fumo argentato due conoscenze di Inuyasha e degli altri, Valefor e Raziel. “ Scusate il ritardo. Quel pozzo ha improvvisamente smesso di funzionare, fino ad ora.”, disse il demone pianta, sinceramente dispiaciuto.

“ Non è che per caso quando tornerò, saranno già passati anni?”, chiese sospettosa Kagome.

“ No, tranquilla, al massimo ci sarà uno sfasamento di qualche mese. FERMA, STAVO SCHERZANDO!”, urlò l'angelo dalle ali blu, dopo che la ragazza aveva evocato uno spirito del fuoco dall'aria piuttosto arcigna.

“ Quindi, il fatto che non senta più l'aura di quei cosi e che voi siate ancora qui, mi suggerisce che Dumah sia stato sistemato come si deve, di certo nel futuro nessuno ne sentirà la mancanza. Ora, cosa sono quelle faccie?”. Kenshiro sospirò e diede ai due generali le dovute spiegazioni. I due non sembrarono particolarmente preoccupati e dopo aver parlato per un po' tra di loro si rivolsero nuovamente al gruppo.

“ Beh, noi abbiamo la soluzione al vostro problema.”, annunciò Valefor, ovviamente evitando di dire che la soluzione era stata data loro da qualcuno molto vicino a Inuyasha e Kagome.

“ C'è un incantesimo- continuò Raziel-, usandolo potremmo purificare Magatsui trasformandolo in una normale anima, che si reincarnerà in una persona a vostra scelta. Quello che succederà poi, lo deciderà il fato.”. Gli altri rifletterono sulle sue parole, indecisi. Avrebbero potuto far rinascere Magatsui in una persona vicina a loro e crescerla perchè non diventasse malvagio, ma chi si sarebbe affibbiato il peso di tale compito?

“ Lo faremo noi!”, disse Kagome convinta.

“ COSA?!”, urlarono tutti.

“ Siamo stati noi a liberare la sfera in quest'epoca e a dare inizio a tutto, è giusto che ce ne occupiamo noi.”, rispose Inuyasha schierandosi di fianco alla ragazza.

“ E va bene, ma ricordatevi che vi attende una grossa responsabilità. Che non va presa con leggerezza.”. I due annuirono, avevano intenzione di finire tutto una volta per tutti e ricominciare. Quella notte Valefor e Raziel, con l'aiuto degli incantatori subordinati a Kenshiro, operarono un rituale davanti all'albero sacro che sfidava le regole della vita e della morte. Avrebbero violato le regole della ruota della reincarnazione per far rinascere Magatshui nel primogenito di Inuyasha e Kagome.

“ Beh, ora non ci resta che aspettare- disse Miroku-, voi due quando avete intenzione di..... AHIA!”, il monaco venne colpito contemporaneamente da Kagome, Sango e Miu.

“ Lascia il tempo al tempo, Miroku”, disse Kenshiro, mentre il suddetto si curava il bernoccolo di proporzioni epiche.

“ Infatti, ho acconsentito a crescere questo bambino, QUANDO mi sentirò pronta. E prima di quel momento, voglio finire il liceo, l'università, diventare ancora più forte e passare un bel po' di bei momenti con voi. Poi c'è di positivo che non lascerò Inuyasha solo per l'eternità così.”.

“ Tranquilla, Kagome, non l'avresti fatto comunque.”. Tutti si voltarono verso Inuyasha.

“ Durante il suo allenamento, Naraku si è fatto preparare una pozione dalle sue insegnanti. Una pozione che l'ha reso mortale a tutti gli effetti. E visto che anch'io avevo perso l'immortalità, guarendo Kanna e Kaguya, invecchierò e morirò come una persona normale.”. Tutti abbracciarono il mezzodemone e fecero congratulazioni alla coppia, mentre Raziel e Valefor tornarono al pozzo. Tornati al presente, videro Shippo, che guardava nostalgico una foto.

“ Andato tutto bene, quindi?”.

“ Tutto come da programma. Tra quanto dovrebbe nascere il tuo fratellino?”, chiese Raziel.

“ Kagome ha smesso di tornare nel presente subito dopo l'università e aver scoperto di essere incinta, quindi...sei anni. E Takeda è stato adottato altri due anni dopo.”.

“ Quindi dovremmo osservarla per altri sei anni? Insomma, non che mi lamenti, ho secoli davanti a me, ma è proprio necessario?”, chiese seccato Valefor, che voleva godersi un piccolo periodo di pausa.

“ Sì, dobbiamo. I baransu no shyoin restano un'organizzazione onorevole e ligia al dovere, Takeda ha fatto del suo meglio affinché restasse in buone mani, ma non si può mai essere sicuri. E anche Michael e gli altri generali celesti non sono dei santi, Raziel, assicurati di tenerli d'occhio.”. L'angelo annuì e i tre si congedarono per tornare a casa, pronti a godersi il futuro dopo aver tanto faticato per salvarlo.

                                                                                                              OTTO ANNI DOPO
 
“ HIKARI, PER L'AMOR DEI KAMI, TORNA SUBITO QUI!”, urlò Inuyasha al figlio, che correva con una velocità impossibile per un bambino di a malapena due anni, per di più appesantito da due grossi secchi d'aqua (svuotati sul padre, ovviamente). A poca distanza Miroku stava facendo fare alle sue figlie gemelle pratica di magia, mentre il suo ultimogenito giocava con Kirara. Sango e Kagome erano in missione per sistemare un gruppo di europei che pensava di essere a casa propria e come si sa quando il gatto non c'è i topi ballano, infatti scene come quella non erano per niente nuove agli abitanti del villaggio. In genere si concludevano con Inuyasha che si stufava di correre e Hikari gli saltava addosso tutto contento o con il suddetto che andava a letto senza la favola della buonanotte.

“ Ah, finalmente ti ho preso, brutto....”, disse il mezzodemone, pronto a dare la giusta al punizione al cucciolo, che però venne salvato appena in tempo da una voce a dir poco inquietante.

“ Brutto cosa, caro?”, Inuyasha si voltò terrorizzato e vide all'entrata del villaggio due donne, Kagome e Sango. Le due non erano cambiate poi molto rispetto alla guerra, ma i loro tratti( e le loro curve) si erano fatti più maturi, grazie anche ai continui allenamenti. Infatti, nonostante la vittoria sul nulla, la pace non si poteva ancora dire completa. Il Giappone continuava a essere una terra insanguinata, e il ritorno del ki aveva riabituato gli uomini ai loro vecchi metodi per uccidere, sebbene comunque la situazione fosse migliore rispetto a prima. Comunque, Kenshiro e gli altri, prima di tornare a Hokinawa, avevano stabilito nel villaggio la base ufficiale dei baransu no shyoin nell'isola principale e avevano nominato Kagome leader ufficiale. E ovviamente tornavano non di rado, per dare una mano o anche per un bel torneo in miniatura.

“ MAMMA!”, urlò il piccolo Hikari, correndo tra le braccia della madre, che lo spupazzò tutta contenta, mentre Sango faceva lo stesso con i suoi figli. Inuyasha si avvicinò, e dopo aver ricevuto uno schiaffo affettuoso, si diedero un bacio.

“ Sta crescendo bene, vero?”, chiese la miko.

“ Sì, ma un favore, non facciamo più reincarnare entità diaboliche nei nostri figli. Dubito potrei sopravvivere al prossimo.”, rispose il mezzodemone. Fortunatamente, l'unica conseguenza di aver fatto rinascere Magatshui come Hikari, era che quest'ultimo, già a due anni, aveva un'incredibile propensione per gli scherzi. Entrambi risero di cuore, e a quel punto il mezzodemone notò che Kagome aveva un fagotto tenuto in vita da una corda, e dentro c'era qualcuno che dormiva.

“ E questo piccolino chi è?”, Kagome prese il fagotto e tirò fuori un bambino piuttosto paffuto, con due grandi occhi neri e due ali piumate dello stesso colore. Inuyasha lo annusò e sentì un'odore che aveva sentito otto anni prima, un forte odore di corvo.

“ E' un mezzotengu.”, constatò.

“ Sì, io e Sango sulla via del ritorno ci siamo fermate a dormire in una catapecchia e lì abbiamo sentito lui che piangeva. I genitori non li abbiamo trovati da nessuna parte, ma dev'essere già di qualche mese, non so dirti. Abbiamo deciso di portarlo qui e decidere il da farsi.”. Inuyasha guardò il piccolo, un orfano come lui e Naraku, e gli rivenne in mente l'anno passato ad allenarsi. Guardò il piccolo che gesticolava verso Kagome e capì cosa doveva fare.

“ Sai, credo che ti voglia già bene. Penso che a Hikari potrebbe piacere un fratellino.”.

“ Sul serio? E come vuoi chiamarlo?”, chiese la sciamana ironica, mentre Sango e Miroku si avvicinarono per dare il benvenuto all'ultimo membro di casa Inu no Taisho. Inuyasha guardò il piccolo con uno sguardo d'orgoglio.

“ Takeda, da questo momento il suo nome è Takeda.”, disse Inuyasha, ponendo fine all'ultima parte della sua avventura, o meglio alla prima parte, perchè adesso restava ancora un'intera vita tutta da scoprire. Kenichi, Gatsu, Miu, Maka( sposata con Jinenji) e Kanata si preparavano a guidare le generazioni future. Sesshomaru e Kagura continuavano ad allenarsi ed erano pronti a scalare le gerarchie dell'inferno. Rin stava con loro, continuando ad affinare le sue doti e stava per avere una sorellina. Kohaku viaggiava per il Giappone sconfiggendo mostri e umani che abusavano del loro ki. Koga e Ayame erano diventati i capi di tutti i demoni lupo e Shippo continuava ad affrontare gli esami dei kitsune, ottenendo risultati sempre più brillanti. Tutti loro erano stati sul fondo dell'abisso, ed erano sopravvissuti per raccontarlo.

Salve a tutti, spero che questo sia stato un degno finale per una storia che avevo in mente da quando sono arrivato su efp e che si è evoluta parecchio nella mia mente nel corso degli anni, e che in un certo senso fa da prologo alla light novel che spero di scrivere un giorno, ambientata nello stesso universo, e che contiene anche gli stessi cattivi della mia storia " Super smash bros dxd", sebbene non sia ambientata nel mondo di Inuyasha. Vorrei ringraziare chiunque abbia messo questa storia tra le preferite, i recensori( Bankotsu90, SuperSara, Scriveremibasta e soprattutto HikariSengoku, da cui ho preso il nome per il figlio di Inuyasha e Kagome) e ovviamente un enorme ringraziamento al mio betareader, il mitico JacobStark, a cui auguro di ricevere altrettante recensioni e di scrivere tante altre bellissime storie. Vi auguro di potervi godere a pieno quanto resta dell'estate e di cominciare(e speriamo proseguire) senza problemi il nuovo anno scolastico(sigh). A PRESTO E SEMPRE CORAGGIOSI DI FRONTE AL DOMANI!

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