I Custodi della Vita III - OVER THE HELL

di Mizu Ryu
(/viewuser.php?uid=848191)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 Amici del Futuro ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 Amici del cuore ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 La profezia ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 La supposizione ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 Amici per sempre ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 Un fiore color Arcobaleno che collega tutti ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 Il miracolo raccolto ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 La La La ♪ Echeggia in tutto il mondo luce della speranza! ***
Capitolo 11: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


A Palermo era una normale giornata di aprile, forse a confronto di qualche decennio prima c’era più caldo; dopotutto è normale visto che era nell’anno 2045 ed il riscaldamento globale era aumentato.
«Hai sentito cosa hanno detto nel telegiornale ieri?» domandò un ragazzo con una tracolla.
«Si, - rispose il compagno di scuola – pare che dall’anno prossimo i requisiti per fare la maturità è di avere almeno due terzi di voti con la sufficienza.»
«Mio padre mi ha detto che ai suoi tempi bisognava avere la sufficienza in tutte le materie.» disse il primo.
I due ragazzi camminavano lungo il viale Lazio per andare alla fermata del bus per andare a casa.
«Beh ormai i politici ci vogliono tutti scecchi come i muli, per questo ormai la maggior parte se ne va in America, Francia o Germania.» commentò lo stesso usando termini dialettali.
I due continuarono a parlare e passarono accanto un uomo.
«Mario che c’è?» domandò il compagno fermandosi qualche passo dopo l’amico.
Mario non rispose, rimase di spalle al signore.
«Scusi…» disse il ragazzo girandosi verso l’uomo.
La sua frase si interruppe, i due si guardavano negli occhi quasi con sgomento.
Per il giovane il viso dell’uomo pareva un volto familiare, invece, per il grande non poteva credere ai suoi occhi.
«…rio… Mario…» chiamò l’amico al ragazzo, ma quest’ultimo non gli diede retta.
«Bella collana.» disse lo straniero indicando la collana del ragazzo.
«Grazie…» rispose un po’ intontito quest’ultimo.
«Ti chiami Mario, vero?» domandò l’adulto rompendo, seppur in modo brusco, il ghiaccio tra di loro.
«Si, - rispose il ragazzo annuendo – invece lei come si chiama?»
«Come mi chiamo dici? – fece eco il grande e poi rise – Mi chiamo Gianluca. – rispose tornando serio – Quando vorrai sapere qualcosa su quella collana fai una preghiera all’Arcangelo Gabriel…» finì di dire in modo mistico Gianluca.
Quest’ultimo iniziò ad andarsene camminando; Mario rimase rimbambito e sommerso nel suo mondo finché l’amico non lo fece ritornare con i piedi per terra.
«Andiamo?» disse il giovane liceale.
«Si.» rispose Mario annuendo, si girarono e se ne andarono.
 



ANGOLO AUTORE
Ciao bella gente!!!
Eccomi col terzo ed ultimo arco narrattivo di questa storia!! Per chi stesse leggendo per la prima volta questa fanfiction dico immediatamente di non preoccuparsi, questa storia si può leggere come capitoo a sè, ma se volete potete leggere i due archi narrattivi precedenti ("I Custodi della Vita" e "I Custodi della Vita II - Over the Heaven").
Anche se questo è il prologo spero di avervi intrigato.
A differenza degli altri due archi narrativi, come avrete notato è scritto in terza persona; vi chiederete il perchè, bhè semplice perchè l'ho preferito così xD
Spero ce vi piaccia e che seguirete anche gli altri capitoli.
Alla settimana prossima!

XOXOXO MIZU RYU!!

PS: mi stavo dimeneticando!! Ho usato un termine dialettale siciliano (scecchi) significa tipo stupidi (scecco=stupido)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 Amici del Futuro ***


«Allora sei sicuro di voler andare? D’altronde non dai nessun impiccio.» disse l’uomo a Mario.
«Sono sicuro, grazie che vi siete presi cura di me fino ad ora.» rispose il ragazzo inchinandosi mentre i suoi lunghi capelli biondi e ricci seguirono quel gesto.
La madre lo abbracciò per non fargli vedere le sue lacrime.
«Anche se sono tua madre adottiva, per me sei stato come un figlio che ho partorito.» gli sussurrò la madre.
Il biondo fece un sorriso e la baciò sulla guancia.
«Per me sarete sempre i miei genitori. - disse - Vi sarò sempre grati che mi avete allevato.» rispose Mario.
«In questa casa ci sarà sempre un tetto dove ti potrai rifuggiare.» disse il padre adottivo.
Il giovane gli sorrise e si allontanò per sempre da quella casa in cui aveva vissuto.
Mario era un orfano che fu affidato alla famiglia Caruso all’età di 2 anni, non è mai stato un ragazzo molto socievole però sapeva stare con le persone; è stato sempre molto portato a scuola e, quando la ebbe finita ed ebbe compiuto 20 anni, decise di andare via di casa per vivere la propria vita.
«Ora dove vado?…» sbuffò tra se e se il ragazzo fermandosi su una panchina del bus.
Uscì il rubino dalla camicia e lo fissò.
Quando vorrai sapere qualcosa su quella collana fai una preghiera all’Arcangelo Gabriel.
Quella frase detta da quell’estraneo due anni fa gli balenò in testa.
Mario prese lo smartphone e cercò la preghiera.
«O glorioso Arcangelo San Gabriele, io condivido la gioia che provasti nel recarti quale celeste Messaggero a Maria, ammiro il rispetto con cui ti presentasti a lei, la devozione con cui la salutasti, l'amore con cui, primo fra gli Angeli, adorasti il Verbo Incarnato nel suo seno e ti prego di ottenermi di ripetere con gli stessi tuoi sentimenti il saluto che allora rivolgesti a Maria e di offrire con lo stesso amore gli ossequi che allora presentasti al Verbo fatto Uomo, con la recita del Santo Rosario e dell'Angelus Domini. Amen.» sussurrò il ragazzo recitando la preghiera.
Tutto intorno a lui si fece bianco.
«C-Che cosa succede!» esclamò alzandosi ed impaurito.
Fu questione di pochi secondi quando il ragazzo riuscì a vedere qualcosa.
Mario riaprì gli occhi e vide che era un posto semplice con un cielo dipinto di un azzurro puro, guardò a terra e vide che poggiava i piedi su delle nuvole; anche se era spaventato non riusciva ad esprimerlo pienamente, quel posto gli portava quiete nel suo cuore.
«Sembra come se tutti i pesi della vita siano scomparsi.» sussurrò il ragazzo guardandosi le mani.
Le apriva e le chiudeva, voleva capire se era un sogno o se era tutto reale… oppure la cosa peggiore… che era morto.
«Eccoti…» disse una voce.
Il biondo si guardò intorno per vedere chi era, ma non vedeva nessuno e non sentiva nessun passo.
«D-Dove sei?!» domandò balbuzientemente il ragazzo.
«Guarda in alto.» rispose la voce facendo una risatina.
Mario alzò lo sguardo e lo vide, non riuscì a vedere bene per via del sole dietro ma vedeva.
Era un umano con grandi ali…
«Sei un Angelo…» sussurrò meravigliato il giovane, mentre l’ Arcangelo atterrava.
«Più precisamente sono un Arcangelo.» corresse l’essere angelico.
Aveva lunghi capelli dorati, indossava un’armatura che gli proteggeva solo il tronco, spalle ed avambracci color argento con i bordi color glicine; dalle spalle partiva un lungo mantello verde; dalla vita gli scivolava una soffice e lunga toga blu alice ed infine aveva grandi ali color smeraldo.
«T-Tu chi sei?» domandò il ragazzo allibito più che mai.
«Sono colui in cui dimora lo Spirito Santo: sono l’Arcangelo Gabriel.» rispose lo spirito angelico.
Il ragazzo lo squadrò bene finché non assimilò quelle parole.
«A-Allora vuol dire… c-che… che sono morto?!» domandò con sgomento.
In un primo momento l’Arcangelo rise per poi ritornare serio.
«No, vuol dire che tu sei la reincarnazione di un Arcangelo. – rispose indicandogli la collana – E quella è la risposta.»
Mario prese l’accessorio e lo fissò.
«Sicuro? Io l’ho da quando sono nato.» rispose l’umano; Gabriel non disse nulla e, con un cenno di capo, gli ordinò di seguirlo.
Arrivarono davanti una porta di legno dipinta di bianco con degli epigrafi in oro, Mario ci passò sopra il dito.
«C’è scritto-»
«”Paratus ad animas suscipiedas” significa “Pronto a ricevere le anime”.» disse il ragazzo interrompendolo.
«Vedo che sai il latino.» appuntò l'Arcangelo facendo un sorrisino.
«Mi sono diplomato in un liceo classico col massimo dei voti, anche in pagella avevo il massimo.» rispose il ragazzo.
«Ora prendi il rubino della tua collana, alzalo al cielo e dí “Paratus ad animas suscipiedas!”; così ti trasformerai anche tu in un Arcangelo.» disse Gabriel.
In un primo momento Mario guardò l'Arcangelo pensando se era serio, ma poi si mise a ridere pensando che era tutto un sogno.
«Ahahahahah ora ne sono certo mi sarò addormentato prima di uscire da casa!» disse ridendo il ragazzo.
«Allora maggior ragione di provare oh Custode della Vita.» rispose a tono Gabriel.
«Custode della Vita?» fece da eco l’umano.
«I Custodi della Vita sono i sette Arcangeli che proteggono il prezioso gioiello che è la vita.» rispose l’essere angelico.
«Ed io sarei uno di loro?»
«Si.»
«E che Arcangelo dovrei essere?» domandò Mario.
«Trasformati e vedrai.» rispose Gabriel facendo un mezzo sorriso.
L’umano guardò la gemma preziosa, la fissò per svariati secondi.
Alla fine era in un sogno che gli poteva mai succedere?
Fece spallucce, si levò la collana e la alzò.
«Paratus ad animas suscipiedas!» esclamò il ragazzo.
Diversi fasci di luci lo inondarono trasformandolo completamente.
«WOOOOOW!» disse allibito Mario ormai trasformato in Arcangelo.
Non aveva più i propri vestiti, ma una luccicante armatura dorata con i bordi scarlatti che sembravano un intreccio di steli di rose, lasciava i bicipiti e le cosce scoperti, ma quest’ultimi vennero ricoperti da un pezzo di stoffa color rosso carmino.
«Ora sei l’Arcangelo Michael… credi ancora che sia un sogno?» domandò Gabriel mentre il giovane Michael si scrutava attentamente.
Quest’ultimo scosse la testa ed a quel gesto il primo aprì la porta.
I due entrarono e videro altri cinque Arcangeli in cerchio che parlavano.
Erano tutti lì… Raphael, Uriel, Sealtiel, Jaudiel e Barachiel; i cinque Arcangeli rimanenti erano lì a parlare di qualcosa.
«Rieccomi ragazzi!» esclamò Gabriel aggiungendosi agli altri.
Appena sentirono quella voce il brusio delle loro voci si fermò per dar spazio a del chiasso allegro.
«Chi è lui?» domandò Jaudiel facendo fermare quell’allegria.
«Ehm… - disse Gabriel mettendosi di fianco al nuovo Arcangelo – ecco… qualche mese fa incontrai questo giovanotto e… ed è il nuovo Michael.» disse balbuzientemente il biondo mettendo una mano dietro al nuovo arrivato.
«COOOOOSA?!» domandarono i sei in coro (era compreso anche Michael).
«S-Sono l’Arcangelo Michael?!» continuò a domandare il nuovo Michael visto che poco prima non aveva sentito le parole dell’Arcangelo.
«Ragazzi calmatevi… - cercò di dire Gabriel mettendosi le mani di davanti – lui aveva la sua collana e l’età combacia.» spiegò l’Arcangelo.
«Che vuoi dire?» domandò il giovane Michael.
«Beh alla fine combacia.» disse Sealtiel non facendo caso alla domanda di prima.
«E poi il suo nome è Mario, vero?» domandò il biondo guardando il giovane.
«S-Si, mi chiamo Mario-»
«Non mi importa, per me non sostituirà lui. – disse, quasi furibondo, Uriel avanzando – Per me potrà realmente essere il nuovo Michael, ma io non lo accetterò mai, per me esiste soltanto un Michael e quello non sei tu!» esclamò quello con i capelli color antracite mettendosi di fronte al nuovo arrivato.
Michael era intimorito da quell’Arcangelo, si sentì piccolo come una formica di fronte ad un enorme balenottera azzurra. Allorché Uriel spalancò le sue lunghe ali dorate e volò in alto sperdendosi nel cielo.
«Uff che bel caratterino che ha Uriel.» disse Gabriel mettendo una mano sulla spalla del ragazzo.
«Lascialo stare, è un Arcangelo burbero. – disse Barachiel il più bello di tutti gli Arcangeli – Comunque piacere, sono Barachiel.» si presentò il moro.
«I-Il piacere è tutto mio...» rispose Mario con un pò di timidezza.
«Io sono Sealtiel!» esclamò Sealtiel alzando la mano.
«Ed io sono Jaudiel...» si presentò cercando di sorridere.
«Benvenuto nel gruppo; io sono l'Arcangelo della medicina, sono Raphael» disse quello con i capelli bianchi presentandosi.
«…e quello che se ne è andato è Uriel.» finì di dire Gabriel.
Continuarono a parlare finché pian piano se ne andarono tutti facendo rimanere soli Gabriel e Michael.
«Non devi andare a casa?» domandò Gabriel guardando il ragazzo.
«Ma che ore sono?»
«Le 20 circa…» rispose l’Arcangelo.
«Posso dormire qua? Sono appena andato via di casa.» rispose l’altro.
«Vediamo… - disse Gabriel pensandoci su –puoi stare nella mia vecchia casa.» propose.
«Perché un Arcangelo dovrebbe avere una casa sulla terra?» domandò perplesso Michael.
«Uffa le solite domande... "Perchè viviamo?", "Qual è il significato della vita?", "L'universo è realmente infinito?" - disse ironico l'Arcangelo - Comunque, noi non siamo stati sempre Arcangeli, all’inizio eravamo dei semplici ragazzi come te… anzi… - disse il biondo e dei ricordi gli iniziarono a fiorargli nella mente – eravamo più piccoli di te, ancora dovevamo fare gli esami quando ci siamo trasformati per la prima volta… perciò ho una casa.» disse ritornando in se.
«Allora andiamoci…» dice Michael annuendo.
 
«Sarà un po’ impolverata.» disse Gianluca entrando nell’appartamento.
Mario lo seguì e rimase allibito da quella visione, era un po’ più piccola della casa in cui aveva abitato fino a qualche ora fa, ma era davvero stupenda.
«E ci abitavi da solo?» domandò il ragazzo chiudendosi la porta alle spalle.
«Si, perché?»
«Sembri uno disordinato.» rispose francamente Mario.
Gianluca lo guardò come se si sentisse preso in giro, Mario divenne rosso dall’imbarazzo e si scusò.
Gianluca gli fece vedere tutta la casa, gli disse alcune regole del condominio e se ne andò lasciando il nuovo Arcangelo nella sua nuova abitazione… anzi, nella sua nuova vita.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE 
Ciao ragazzi!!!!! 
Eccomi con il primo capitolo (sepur in ritardo, ho avuto dei problemi ieri), comunque, come vi è sembrato? Vi ho incuriosito un pò? Spero di sì xD
Bhè come avrete capito in questo nuovo arco narrattivo il protagonista è il "nuovo Michael" di nome Mario (Mario... Marco... insomma non mi allontano con i nomi infatti cambiano solo 2 lettere xD) che quasi tutti lo hanno accettato, tranne Uriel.
Per chi lo volesse sapere l'ho fatto reagire così perchè in passato mi hanno detto che shippavano Marco (Michael) con Ulysses (Uriel) e, quando hanno letto il finale del secondo arco narrattivo mi hanno detto che ci sono rimasti male perciò ho rimediato xD
Comunque, bando alle ciance, spero che vi sia piaciuto e che mi perdoniate gli errori di grammatica o di battitura ^^
Se volete lasciate qualche recenzione ^-^

XOXOXO MIZU RYU

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 Amici del cuore ***


Qualcosa stava suonando, Mario protese la mano per spegnere la sveglia, ma continuava.
Mugugnò.
Non capiva che cos’era, aprì gli occhi, si girò e vide l’orario; erano le 8 del mattino.
«Sono in un incubo?!» mugugnò il biondo mettendosi un cuscino in volto.
«Se non ti svegli te la farò pagare!» esclamò una voce.
Ci volle qualche secondo perché Mario capisse chi era.
GIANLUCA!
Appena lo capii spalancò gli occhi e corse ad aprire.
«Eccomi!» esclamò spalancando la porta.
Appena Gianluca lo vide si mise a ridere.
Mario quando capii il motivo di quella risata arrossì, era andato ad aprire in mutande (era solito usare i slip mentre dormiva).
Chiuse la porta in faccia a Gabriel, anzi a Gianluca, corse in camera e si mise dei pantaloncini, appena ritornò alla porta vide Gianluca che posava il cappotto sull’attaccapanni.
«Gianluca?»
«Dimmi.» rispose l’altro alzando lo sguardo dopo aver posato il cappotto.
Un gancio desto si fiondò sul volto di Gianluca.
«Ma se avevi le chiavi perché mi hai dovuto suonare così?!!?!?» urlò furibondo Mario.
Gianluca cadde a terra con evidenti gesti di estremo melodrammaticità.
«Oh perché l’universo si scaglia così contro di me!? Ma che brutto destino che mi attende il futuro!» disse l’uomo esageratamente.
«Finiscila, sei pur sempre un sessantenne.» disse Mario andando in cucina.
«COSA?! – domandò Gianluca inseguendolo – Q-Quanti anni avrei?»
«Ieri ho pensato un po’, sai visto che sei un essere immortale avrai più degli anni che dimostri e mi sono fatto due calcoli.» rispose il biondo mettendo sul fuoco il caffè.
«E quanti ne dimostro?»
«Si e no direi 30.»
«Io dovrei aver 48 anni se fossi un umano.» precisò Gianluca.
«Attento che dire bugie è un peccato.»
«Non fare lo spiritoso, se un essere angelico commette tutti e sette i peccati capitali diventa un demone.» disse Gianluca lanciando uno sguardo fulmineo al ragazzo.
«Allora Uriel è sulla buona strada per andare all'Inferno!» vomitò il giovane facendo riferimento al giorno prima.
Gianluca abbassò lo sguardo e divenne scuro in volto, serrò i pugni e si trattenne dal picchiarlo.
«Tu dici che Uriel era iracondo ieri, ma tu parli non sapendo… non sai che cosa prova quell’Arcangelo anzi no, cosa proviamo noi sei. Non sai cosa vuol dire perdere una persona cara, un amico… o meglio un fratello! Per noi è stata una gran perdita, abbiamo perso un pezzo di noi… - disse, poi alzò lo sguardo e si vide che stava piangendo – MICHAEL ERA TUTTO PER NOI E TU NON SEI NESSUNO PER CRITICARE LA REAZIONE CHE HA AVUTO URIEL!»
«Dici che non so cosa vuol dire perdere qualcuno di importante? Te lo sei scordato o no che ho perso i miei genitori?!» rispose Mario, a quella sua reazione l’altro rimase di stucco ma poi ritornò in se.
«Allora puoi capire la reazione di Uriel, tu come ti sentissi se qualcuno si presentasse a te con lo stesso viso e fisico dei tuoi genitori e li vorrebbe sostituire? – domandò Gianluca, l’altro non seppe che dire – Ecco, me lo immaginavo… perciò non parlare più su cose che non sai.» finì di dire ed andò subito in cucina.
I due rimasero divisi per diversi secondi, Mario doveva pensare all’errore che aveva commesso; alla fine Gabriel aveva ragione: Mario aveva parlato senza sapere.
«Disturbo?» domandò il biondo stando all’uscio della cucina.
L’altro non si mosse di un millimetro, di spalle era e di spalle stette.
Il biondo avanzò.
«Chiedo scusa… - disse fermandosi dietro a Gianluca – hai ragione tu, ho parlato senza sapere… scusa.» disse Mario a testa bassa.
Gianluca si girò e lo abbracciò, a quel gesto il giovane rimase di stucco, ma poi capì.
Capì tutto, doveva essere dura per loro dover accettare un’altra persona uguale al fratello.
 
Barachiel volò, volò fino al Secondo Cielo, volò da Uriel.
«Disturbo?» domandò l'Arcangelo volteggiando di fronte al fratello.
«No.» rispose Uriel ancora nervoso.
Barachiel si sedette accanto al fratello, erano entrambi seduti sul tetto del tempio del Regno della Sapienza.
«Ti sei calmato?» domandò il castano guardandolo.
«Un po’ si…» rispose l’altro.
«Non hai tutti i torti…» disse ancora una volta Barachiel abbassando lo sguardo.
«Che intendi?» domandò quello con i capelli scuri.
«Probabilmente avrei fatto anch’io come hai fatto tu… non è semplice accertarne uno nuovo… però – disse Barachiel alzando lo sguardo e guardando l’orizzonte – è la reincarnazione di Michael, ha i suoi poteri… se ci piaccia o no lo dovremo accettare un giorno.» disse l’Arcangelo cercando di convincere l’amico.
«Lo sai quanto ci ero legato e cosa ho fatto per stringere amicizia con lui.»
«Ahahahahah si si ricordo! Eri il "confidente misterioso".» rispose Barachiel ridendo, anche Uriel si mise a ridere ricordando quella scena.
«Per me è stato brutto perderlo…» sussurrò l’Arcangelo iniziando a piangere.
«Dai non fare così… - disse Barachiel portandoselo al petto – sono certo che questo nuovo sarà degno di essere l’Arcangelo Michael.»
«Sin da quando eravamo piccoli che mi hai aiutato a fare le mie scelte.» disse Uriel facendo un sorrisino malinconico.
«Ti ricordi come hanno fatto gli altri quando hanno scoperto che eravamo vecchi amici?» domandò Barachiel lasciando andare il fratello.
«Ahahaahahah si ricordo! Tutti si domandarono perché non gliel’avevamo detto prima-»
«Si! E tu avevi risposto con la tua solita serietà “ma voi non ce l’avevate chiesto”.» interruppe Barachiel mettendo le braccia sui fianchi e facendo il vocione imitando Uriel.
Uriel si mise a ridere a quell’imitazione e lo spinse.
«Amici del cuore…» disse Barachiel smettendo di ridere.
«Che hai detto?» domandò Uriel non capendo bene.
«Ce lo aveva detto una volta Michael, non te lo ricordi?» rispose l’Arcangelo.
A quella risposta nella mente di Uriel gli balenò subito quel ricordo.
Esso era un ricordo risalente anni addietro, era un ricordo risalente addirittura prima che Lucifer cercasse di conquistare il Paradiso.
Sapete ragazzi… prima di incontrarvi non mi interessava nessuno, neanche di Betty, ma adesso c’è qualcuno che mi importi e siete voi. È stato bello fare amicizia con voi; è stato bello parlare, studiare, giocare e scherzare con voi. Voglio ancora ridere, scherzare, ma anche piangere e provare tutte quelle emozioni vibranti con voi! Questo… Questo perché per me voi siete i miei amici del cuore.
Quel ricordo faceva nascere un calore nel cuore ai quei due ragazzi, ma quel calore durò per un paio di minuti poiché venne sostituito da delle grandi risate.
«Si si ricordo!» esclamò Uriel.                                               
«E ti ricordi anche il motivo?» domandò Barachiel asciugandosi le lacrime agli occhi.
«Come lo potrei dimenticare?! Ci aveva detto quelle parole perché gli era venuto la febbre a 37.1» disse Uriel con le lacrime agli occhi per le troppe risate.                    
 
Gabriel ed il giovane Michael spuntarono nelle nuvole di confine del Paradiso.
«Da oggi inizierai ad allenarti.» disse Gabriel.
Michael annuì.
I due iniziarono ad allenarsi, pian piano arrivarono anche Barachiel, Sealtiel, Jaudiel e Raphael.
Ognuno dei cinque iniziarono ad insegnare una cosa diversa al nuovo Arcangelo; Jaudiel gli insegnò la giustizia, Sealtiel gli insegnò l’importanza delle preghiere e la comunicazione, Barachiel gli insegnò il vero significato di bellezza e tutto quello che c’era da sapere sui fiori e come usarli in battaglia, Raphael gli insegnò la medicina e come guarire le ferite e Gabriel gli insegnò a lottare… anche se quest’ultimo non era molto bravo era obbligato visto che Uriel, il miglior guerriero tra i sei, si era rifiutato ad insegnare al ragazzo.
 
 
 
 
 

ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi!!!
Scusate se pubblico di nuovo in ritardo, ma ieri ho mangiato fuori con amici e mi sono dimenticato ada aggiornare ><
Comunque vi è sembrata la storia? Vi piace? 
Questo capitolo è un pò cortino (in word mi è venuto tipo di due pagine), ma l'ho voluto fare comico XD
Spero che vi sia piaciuto ed alla prossima!!!

XOXOXO MIZU RYU

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 La profezia ***


Apro gli occhi.
Cosa? Dove sono?

Sembra che sono nell’universo, ci sono stelle splendenti intorno a me e di fronte c’è un tempio con una croce in cima; mi guardo le mani e vedo che ho un’arma, la mia vista è offuscata non capisco che cos’è.
Se ho quest’arma vuol dire che sto combattendo?!
Tutto ad un tratto il luogo cambia, precipito ma non sono solo… c’è un’altra persona con me, ma chi?!
 
Mario aprì gli occhi appena la sveglia tintinnò, si mise seduto e si guardò per qualche secondo le mani per poi mettersele in faccia.
«Perché faccio sogni del genere?» si domandò tra sé e sé il ragazzo.
Non era la prima volta che faceva questo genere di sogni, almeno quattro o cinque volte a settimana faceva lo stesso sogno… lui che si trovava vicino ad un tempio immerso nelle stelle che combatteva e poi cadeva diventando una cometa.
I suoi pensieri navigarono fino a quando la pancia non gli brontolò dalla fame.
«Vediamo che cosa mangio oggi…» sospirò scendendo dal letto.
Arrivò in cucina, aprì il frigorifero e vide poco e niente.
«Uffa mi tocca fare la spesa…» disse prendendo uno yogurt e chiudendo l'elettrodomestico.
Si buttò sul divano e pensò cosa comprare.
«Praticamente vivo sulle spalle di Gabriel.» disse guardando i soldi sul tavolo.
Visto che a me non servono i ricavi del mio ristorante li potrai usare tu per vivere.
Questa frase gli ritornò in mente al biondo.
«Le cose giuste io avevo rifiutato…» borbottò il biondo pensando a tutti i no che aveva detto all’Arcangelo.
Sbuffò ed uscì per fare la spesa.
 
Mario stava camminando, aveva messo le cuffie.
Camminò così tanto che non si accorse che arrivò in uno dei teatri del centro città.
Il teatro era grande e proponeva molte caratteristiche del neoclassicismo, ma al biondo piaceva soprattutto l'ingresso di cui era costituito da un arco di trionfo sormontato da una quadriga bronzea di Apollo con cui si affiancava una coppia di cavalli anch’essi bronzei.
Ad un tratto si fermò all’ingresso, si tolse una cuffietta e sentì cantare; si avvicinò e vide un ragazzo, poteva avere non più di 30 anni, egli aveva lunghi capelli bianchi legati da una coda di cavallo bassa ed indossava lunghi abiti bianchi.
Quest’ultimo cantava una canzone che parlava di annegare in un lago senza fondo di disperazione, di come non riusciva a fuggire da quella foresta scura che era la vita e che non aspetta altro di trovare la luce della brillante speranza.
«Stupendo.» disse Mario ritrovandosi al centro del corridoio principale interrompendo le prove.
«Ragazzo che ci fai qua?!» sbraitò il registra furioso.
Il giovane ritornò in sé e divenne paonazzo.
«M-Mi scusi, non volevo…» disse il biondo pieno di imbarazzo e scappò dal sommo teatro.
«Ma lui non sarà mica…» sussurrò l’attore principale che poco prima cantava.
Mario corse fino ad arrivare al centro del grande spiazzale in marmo bianco di fronte al teatro, si fermò e si piegò per prendere fiato.
Aveva fatto una grande gaffe ed ancora era rosso dalla vergogna.
Si calmò e continuò a camminare.
«Disney Store…» disse leggendo l’insegna del negozio, si ricordava che il padre gli aveva raccontato qualcosa su questa famosissima casa produttrice di cartoni animati e di come aveva chiuso.
Continuò a camminare, pensava e ripensava a quei sogni che lo stavano quasi assillando.
«Devo andare a parlare con Gabriel…» sussurrò tra sé e sé.
Corse arrivando ad un vicoletto poco praticato.
«Paratus ad animas suscipiedas!» esclamò trasformandosi e volò fino in paradiso.
Arrivò in Paradiso, ma non trovò nessuno… si sedette ed aspettò.
Vide a arrivare uno dei sei, era Uriel.
Mario si alzò.
«S-Salve Uriel…» disse un po’ intimidito dal vedere quell’Arcangelo, anche se erano passate settimane non si scordò dell'infuriata di quando si erano visti la prima volta.
«Oh, ciao. – rispose secco l’Arcangelo notando il giovane – Che ci fai qua?» domandò.
«Ehm… si… ecco… volevo parlare con qualcuno su una cosa…» rispose Michael guardando in basso.
Uriel non gli diede risposta lo guardò solo, i suoi occhi gelidi verso il ragazzo lo squadrarono.
«Ti prego. – disse il giovane Michael inginocchiandosi – Dammi una chance di farti ricredere su di me!» supplicò il giovane guardandolo.
Uriel rimase a guardarlo per qualche secondo e poi si sedette sbuffando.
«Di che cosa volevi parlare?» domandò l’Arcangelo.
Michael sorrise e si sedette di fronte al compagno.
«È da quando ne ho memoria che faccio sogni strani… sono sogni di una guerra passata, combatto contro qualcuno e poi… e poi tutto scompare e vedo che precipito e subito dopo compare una cometa.» spiegò molto grossolanamente il giovane.
«È naturale, tutti noi prima facevamo sogni simili… stai ricordando la tua vita passata.» rispose l’altro.
«Che intendi?»
«Quello che sogni è quello che hanno vissuto le precedenti reincarnazioni dell’Arcangelo Michael… pure il fatto che cadi… - spiegò Uriel – il precedente Michael salvò il Creato così… si sacrificò buttandosi con Lucifer all’Inferno.» finì di spiegare Uriel con tono malinconico e con la testa bassa.
Michael guardò Uriel.
«Posso farti una domanda?»
«La puoi fare però non mi tengo obbligato a risponderti.» rispose Uriel guardandolo.
«Tu… tu con il precedente Michael… avevate un bel rapporto?» azzardò a domandare Michael un po’ titubante.
Uriel rimase di stucco, nella sua mente gli balenarono tutti i ricordi che aveva con il suo vecchio amico… con Marco.
Si ricordò di tutti i momenti… di quelli belli e di quelli brutti.
«Diciamo che avevamo molto legato.» rispose sorridendo.
Michael lo guardò sorridendo.
«Comunque… - disse Uriel ritornando serio e scorbutico – se era solo questo quello volevi sapere adesso lo sai.» disse l’Arcangelo e se ne andò.
Michael sbuffò e si sdraiò addormentandosi.
 
«Dove sono?» domando guardandomi intorno.
Questa parte del paradiso non l’ho mai visto ed inizio a camminare finché non mi trovo di fronte ad un portone che sembra fatto di ciliegio, lo tocco, e leggo una scritta.
«Prophetarum. – dico leggendo ad alta voce – Profezie…» ripeto traducendo la parola in italiano ed apro la porta.
Vedo delle file piene di sfere di cristallo di diverse misure che galleggiano a mezz’aria, sotto d’essi vi sono dei scaffali di legno, su questo legno vi sono incise delle lettere.
Mi avvicino e leggo, leggo nomi e cognomi, anno di nascita, gruppo sanguigno e luogo in cui si trova.
«Sono in ordine alfabetico.» dico guardandone di diversi.
Vado avanti finché non arrivo al mio.
Tutto combacia, nome e cognome, data di nascita, gruppo sanguigno e dove vivo.
Guardo dentro la sfera di cristallo, vedo una nube giallo-verdastro che galleggia dentro, la prendo e l’avvicino.
Sento risuonare una melodia, porto la sfera vicino all’orecchio.
 
«Oh bel ragazzo leggenda sarai.
Nel tuo cuore si cela un verbo, malinconia e sorrisi tu li nascondi ridendo e piangendo.
Nonostante tutto continuerai a cercare di nuovo quel gesto gentile che ti aiuterà.
Ma tu hai gli occhi velati dalla nube della fanciullezza, il tuo destino deve ancora arrivare.
Allora tu sarai capace di volare verso quel tuo futuro, esso ti aspetterà fino a quando userai le ali dentro di te.
Non tradirai quei ricordi così chiari per te; volerai arrivando a splendere come il sole.
Tu sereno continui a dormire tra le braccia del Padre finché non ti sveglierai.
Quella luna maligna ti vuol far credere che sei un debole, ma non lo credere mai poiché questo non è stato scritto.
Quando la sacra Bibbia si aprirà tutto questo si avvererà.
Tieni stretta la tua vita perché un giorno lotterai e ti dovrai svegliare.
Solo con l’Amore la storia potrà cambiare.
Oh essere splendente fin al cielo volerai diventando leggenda.»

Poso la sfera, non riesco a capire il significato di ciò.
Indietreggio è tutto intorno a me si fa più chiaro e scompare.
 
L’Arcangelo aprì gli occhi svegliandosi.
 
 
 
 
 


ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi!!!
eccomi con un nuovo capitolo di questa "angelica" avventura!
In questo nuovo capitolo ho introdotto i sogni, come noterete i sogni li scrivo in prima persona, la spiegazione è semplice... perchè, secondo me, i sogni sono un qualcosa di personale che nessuno (e dico nessuno) può compromettere perciò ho deciso di scriverli in prima persona xD
Mi scuso per l'ennessimo ritardo, ma ho avuto il comicon (venerdì, sabato e domenica) e sono distrutto!!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che mi perdoniate i miei errori ^^

XOXOXO MIZU RYU!

PS: per farmi perdonare vi lascio il mio OMURAISU mangiato al maid cafè

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 La supposizione ***


L’Arcangelo aprì gli occhi svegliandosi.
Ci vollero pochi secondo ed i suoi occhi misero a fuoco le figure davanti a lui, gli altri sei erano intorno a lui a guardarlo.
«Menomale che hai aperto gli occhi…» sospirò Sealtiel.
«Credevamo che eri morto.» continuò Jaudiel.
«Fanno solo i melodrammatici, gliel’avevo detto che dormivi.» disse Raphael.
«Però devi ammettere che sembrava svenuto.» disse Barachiel riferendosi al compagno.
«Già me lo immagino “Il primo Arcangelo morto in Paradiso”!» disse Gabriel ridendo e facendo con le dita il titolo in prima pagina del giornale.
«Dai ragazzi… - disse il giovane Michael mettendosi a sedere – stavo solo sognando…»
«E che sogno hai fatto questa volta?» domandò incuriosito, ma sempre con distacco, Uriel.
«Ho sognato una profezia…» rispose il giovane cercando di ricordarsela.
«Una profezia?» fece da eco Jaudiel.
«E che diceva?» domandò Sealtiel.
«Ho i ricordi un po’ confusi, ma in grosse linee diceva una cosa tipo che nel mio cuore si cela un verbo, che ho gli occhi coperti dall’essere infantile ed ancora il mio destino deve arrivare… che volerò verso il mio futuro, che non devo credere di essere debole perché non è stato scritto e poi che l’amore la storia cambierà…» disse il ragazzo ricordandosi in grosso modo quasi tutta la profezia.
I sette ci pensarono un po’ su.
«Che cosa potrà simboleggiare “il verbo” che si cela al tuo cuore?» domandò Raphael.
«Probabilmente simboleggerà la sua natura da Arcangelo…» spiegò Sealtiel.
«Gli occhi coperti dall’essere infantile probabilmente significa che ancora sei troppo giovane per qualcosa…» disse Raphael.
«Sul fatto della debolezza penso proprio che significherà che ancora deve sbloccare i suoi totali poteri e con essi la sua lancia.» suppose Jaudiel.
«Quale lancia?» domandò Michael.
«Tutti noi abbiamo delle armi donateci ai tempi biblici dall'Altissimo Signore Padre.»
«Come posso fare per averla?» domandò ancora una volta Michael.
«Le si possono avere solo se si prova una grande emozione o se si accetta la propria vita come quella di Arcangelo.» rispose Uriel
«Ragazzi, ritornando alla profezia, “volerai verso il futuro” potrà significare che avrai ancora molta strada da fare…» spiegò Barachiel interrompendo la spiegazione di prima.
«Per quanto riguarda l’amore, il vecchio Michael credeva che esso poteva fare addirittura miracoli…» disse con un tono malinconico Gabriel.
«Penso che per quanto riguarda al destino che verrà non simboleggi una bella cosa…» suppose Uriel.
Tra di loro scese un alone di gelo, la pensata di Uriel poteva essere giusta? Poteva realmente significare un’altra guerra?
«Pensi realmente che sia cosi?» domandò Gabriel guardando il fratello.
«Si, penso che una guerra arriverà.» affermò senza troppi giri di parole Uriel.
Tra i sette iniziò a calare il silenzio, erano tutti preoccupati ed allo stesso tempo incerti sulla supposizione.
Quel silenzio si interruppe quando Gabriel battè le mani al suolo attirando l’attenzione di tutti.
«Adesso basta! Non dobbiamo fare come quando abbiamo saputo che dovevamo lottare contro Lucifer, questa volta affronteremo il nemico tutti insieme ed Urielino ci aiuterà ad allenare il nuovo Michael.» senteziò l’Arcangelo.
«P-Perché?!» domandò Uriel stupito.
«Perché è tuo dovere.» rispose Gabriel.
Uriel sbuffò ed accettò il suo compito.
«Però voglio che mi offri una cena nel tuo ristorante.» lo ricattò l’Arcangelo.
«Va bene, - disse tirando un sospiro di sollievo – stasera siete tutti invitati.» rispose Gabriel e tutti esultarono.
 




ANGOLO AUTORE
Buon inizio settimana a tutti!!
Che ve ne pare di questo capitolo un pò cortino? spero che vi sia piaciuto..
vi do solo una piccola notizia: mancano solo 5 capitolo e l'epilogo e questo terzo arco narrattivo finisce

XOXOXO MIZU RYU

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 Amici per sempre ***


«Menomale che la cena è alle 20:30.» disse Mario non riuscendo a farsi il nodo alla cravatta.
Era da dieci minuti pieni che cercava di farlo, ma niente.
Il campanello di casa tintinnò, il biondo diede un’occhiata all’orologio erano le 19:20 spaccate.
«Sarà Gianluca.» disse buttando via la cravatta ed andando ad aprire.
Ma Mario non sapeva che cosa il destino aveva in serbo per lui.
«Eccoci!» disse felice Gianluca.
Lo sguardo del giovane non diede per niente conto al mentore, ma andò subito ai cinque ragazzi dietro.
Uno di loro era alto e muscoloso, con capelli corvini. All’orecchio sinistro portava un orecchino con un zaffiro incastonato; era vestito con una camicia verde e dei blue jeans.
Un altro era alto ed abbastanza massiccio, aveva dei capelli ricci e rossi. Portava una camicia nera con una giacca arancione; aveva pure un eliodoro incastonato in un anello.
Tra i due sopra citati c’era un ragazzo mulatto, muscoloso con capelli corti e neri, aveva anche uno sguardo magnetico. Portava una camicia rossa con una piccola lingua di fuoco all’altezza del cuore; aveva un piropo incastonato in un bracciale.
Accanto ai tre c’era pure un bellissimo ragazzo, alto, muscoloso, con lunghi capelli biondi ed occhi chiari. Aveva una camicia rosa salmone, aveva anche una adularia incastonata nell’orecchino destro.
Infine c’enera uno alto, con lunghi capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo basso. Indossava una camicia blu con un gilet indaco; portava dei pantaloni classici neri che lasciavano intravedere una cavigliera con un’ametista.
Mario prese le chiavi di casa ed uscì passando accanto ad ognuno.
Al giovane gli faceva strano vedere Gianluca vestito in quel modo: aveva i suoi capelli castani chiari alzati con la lacca, gli occhi castani erano risaltati dalla camicia gialla.
Ma Mario si fermò appena posò gli occhi su uno dei sei.
«Ma tu sei…» dissero Mario e quello con il gilet in all’unisono.
«…il ragazzo di l’altra volta.» continuò il biondo.
«Oh vedo che già hai fatto conoscenza di Simone.» disse felice Gianluca.
«Simone?» ripeté Mario.
«Si, sono Simone.» confermò l'estraneo guardando l’altro.
Se Mario avesse potuto leggergli il pensiero avrebbe sentito una frase tipo “Si, mi chiamo Simone… quale altro nome dovrei avere?”.
«Forse lo conoscerai come l’Arcangelo Sealtiel.»
«COOOOOOME?!» domandò quasi urlando il giovane.
«Si, loro sono tutti Arcangeli… lui è Sealtiel, - disse Gianluca indicando Simone – lui è Ulysses cioè Uriel, - disse indicando il rossiccio – quello stupendo come un Eros è Bartolomeo cioè Barachiel, - disse indicando con lo sguardo quello con la camicia rosa salmone  – invece lui è José che sarebbe Jaudiel, - disse Gianluca indicando il mulatto – infine c’è Roberto cioè l’Arcangelo Raphael.» disse presentando l’ultimo.
«Allora voi siete gli altri miei compagni…» sussurrò sbalordito il più piccolo.
«Dai ragazzi, andiamo a cenare.» disse Roberto facendo strada.
Ognuno salì su una vettura.
Bartolomeo salì sulla Kawasaki ninja verde si José, Simone e Ulysses se ne andarono con la smart del primo, infine Mario, Roberto e Gianluca se ne andarono con la panda di quest’ultimo.
 
La serata andò a buon fine ed iniziarono a fare una passeggiata tutti insieme.
«Guardate! – esclamò Simone mettendosi davanti a tutti – c’è un luna park, andiamoci!» disse andandoci senza aspettare la risposta degli altri.
Gli altri lo seguirono.
«La giostra con i cavalli!» esclamò José con il suo accento latino andando alla giostra.
«Le auto scontro!» esclamò Ulysses allontanandosi dal gruppo.
Continuò così finché Mario non si trovò da solo; José era alla giostra con i cavalli, Ulysses era dove c’erano le auto scontro, Barachiel si trovava nel labirinto di specchi, Simone stavaad ammirare la ruota panoramica, Gianluca era nel vascello dei pirati ed infine Roberto era ad ammirare le stelle al planetario.
All’inizio il giovane si sentì un po’ a disagio ma andò dagli altri.
Andò per prima da José e provò anche lui la giostra dei cavalli.
«Sai quand’ero piccolo ho sempre voluto fare equitazione.» disse il latino camminando a fianco del ragazzo.
«Vero?!» domandò quest’ultimo sorpreso.
«Si, ma in Brasile eravamo una famiglia povera perciò per il mio compleanno mamma mi faceva salire su questa giostra.» spiegò con malinconia.
«Mi dispiace.»
«Non c’è bisogno. – rispose con un sorriso – Poi ci siamo trasferiti qui in Italia e per noi le cose sono andate meglio.»
«Sono contento per te.»
«Alla fine l'Altissimo Signore Padre aveva ascoltato le nostre preghiere e ci ha aiutato. Con quel viaggio ci ha dato la speranza, la speranza per un domani più radioso… la speranza che anche per quelli dei bassifondi c’era la possibilità di vivere dignitosamente.» spiegò il brasiliano.
I due parlarono ancora per un po’ e poi Mario se ne andò andando da un altro amico.
Questa volta era all’uscita del labirinto dei specchi ad aspettare Bartolomeo.
«Ci hai messo un bel po’ prima di uscire.» disse ironico Mario.
«Allora ti offro lo zucchero filato.» rispose Bartolomeo comprando al più piccolo lo zucchero filato.
«Sei davvero bello.» disse Mario tra un morso e l’altro in quella nuvola zuccherosa.
Bartolomeo divenne rosso ed iniziò ad intrecciarsi un ciuffo di capelli tra le sue dita affusolate.
«Immagino la tua popolarità quando eri alle superiori.» disse ancora una volta il giovane.
«Diciamo… mi criticavano sempre dicendo che mi devo delle arie ed altro.» rispose il grande.
«Che stronzi che erano.»
«Però… una volta un mio amico mi aveva detto che non ero tutta questa bellezza, la luna era più bella e da allora la mia vita cambiò… trovai uno scopo per cui lottare come Arcangelo.» spiegò Bartolomeo.
«Se non sono indiscreto, posso sapere qual è?» domandò incuriosito Mario.
«Voglio che le persone del mondo abbiano la bellezza interiore come le rose, non voglio che siano come delle pietre.» 
«Sembra una cosa da Baci Perugina anzi sembra una cosa da bambino viziato.» disse con franchezza Mario.
«Lo so, è una cosa che solo un bambino direbbe… però sai  ho ricevuto molto amore dalla mia famiglia ed amici, così son potuto diventare l’uomo che sono oggi. Voglio condividere questa mia fortuna con tutti e così facendo sono certo che, a poco a poco, tutte le persone del mondo possano avere la bellezza delle rose; mi impegnerò al massimo perché questo succeda.» rispose Bartolomeo.
«Hai detto una cosa bellissim-» disse Mario ma venne interrotto da Simone che lo rubò dall'amico.
«Che stai facendo?!» domandò Mario fermandosi.
«Guarda che bella!» esclamò il più grande indicando la ruota panoramica.
Mario alzò lo sguardo e rimase estasiato da quello che vide.
Una grande ruota con un diametro minimo di 30 metri e piena di luci che girava.
«Hai ragione è uno spettacolo magnifico.» sospirò Mario incantato da quella giostra.
«Vorrei tanto salirci…»
«Perché non lo fai?» domandò il giovane guardando quello con i capelli bianchi.
«Sembra una cosa un po’ assurda, ma ho paura dell’altezza.» rispose un po’ imbarazzato Simone.
Mario gli diede una pacca sulla spalla.
«Ti prometto che ci saliremo, ti do la parola di Michael.» disse facendogli l'occhiolino.
«Grazie.» disse l’altro con un sorriso.
«Adesso io vado.» disse  Mario allontanandosi ed andando da Roberto.
I due entrarono al planetario.
«Che bello!» sospirò Mario incantato dalle stelle.
«A me sono sempre piaciute le stelle.» disse Roberto.
«Immagino che ne avrai visti molti nei tuoi viaggi di lavoro.» suppose il giovane.
«Si, infatti ogni volta che le vedo stoppo sempre l’anime che mi guardo nell’aereo.»
«Anime? Non sarai mica un otaku.» lo interruppe Mario guardandolo.
Il grande arrossí appena sentii dire quella frase.
«Oh che bello! Quand’ero piccolo me li guardavo anch’io!» esclamò il biondo.
«Sai ogni volta che mi trasformo in un Arcangelo mi sento come un uno di quei shonen come “Dragon Ball” o, ancor meglio, come “Magi”.» disse il corvino.
«Pensandoci bene hai ragione.»
«Ormai tra essere un dottore ed un Arcangelo ho poco tempo per ammirare le stelle.» confessò il grande.
«Ma adesso le stai guardando, lo puoi fare a qualsiasi ora del giorno.» rispose semplicemente il giovane.
«Ma non è lo stesso. – rispose Roberto protendendo la mano – Le stelle del cielo non si possono toccare, queste si… queste sembrano come una vita basata su bugie e finzioni… solo gli amici possono far diventare quella vita finta come queste stelle un cielo stellato come quelle là fuori.»
«Però ormai nessuno è puro nell’anima, tutti abbiamo detto almeno una bugia in passato.» rispose Mario guardando l’altro interlocutore.
«Sai… - rispose Roberto guardando il compagno – basta solo pentirsene col cuore, io ho fatto così e sono stato abbracciato dall'Altissimo Signore Padre.»
Mario sorrise e se ne andò, andò da Ulysses.
«Te lo offro io il giro sulle macchine a sconto.» disse il rosso dandogli il biglietto.
Entrambi entrarono nella vettura ed iniziarono a scontrarsi.
I due si divertirono molto.
«Sei davvero bravo con questo tipo di giostre.» si complimentò Ulysses.
«Sai papà mi ha tramandato questa passione, fin da piccolo mi portava alle corse di go-kart.» rispose il ragazzo con una certa luce negli occhi.
«Nonostante siano i tuoi genitori adottivi ne parli con una certa luce negli occhi, che a volte neanche i figli di sangue hanno.» disse il rossiccio faceno arrossire il più piccolo.
«Alla fine con loro ho vissuto un’intera vita, adesso che non li ho più accanto mi sento in colpa per essere stato acido con loro.» rispose Mario.
«Perché facevi così?» domandò Ulysses.
«Perché-» disse, ma venne interrotto da un boato.
«Che cos’è stato?!» domandò allarmato Ulysses.
«Guarda, del fumo!» disse il giovane indicando una colonna di fumo  sempre più crescente.
«Ma lì è dove c’è la statua.» sussurrò con gli occhi increduli Ulysses.
«La statua?»
«Andiamo dagli altri, ho un brutto presentimento.» disse il grande interrompendo a fine frase il giovane è corsero dagli altri.
«Ragazzi!» esclamò Gianluca vedendoli arrivare.
«Sta succedendo qualcosa dove c’è la statua!» disse allarmato il rosso.
Tutti si votarono e videro ormai una grande colonna di fumo.
Ai sei uomini gli balenarono subito in mente il ricordo di anni passati.
❝Potremmo non bastare, ma abbiamo ancora un po’ di forza per lottare! Andiamo dritti per il nostro destino!❞
«Ragazzi dobbiamo andare.» disse Gianluca.               
«Allora andiamo!» esclamò Mario iniziando a correre seguito dagli altri.
 
I sette arrivarono di fronte alla Statua del Futuro.
«C’è un cratere…» disse Simone.
«Ma nessuno sta uscendo…» disse anche Bartolomeo.
«È un invito da Lucifer.» tagliò corto Roberto.
«Cosa?» domandò Mario.
«Ci sta invitando a lottare nel suo regno, l'Inferno.» rispose Roberto.
«Ma appena metteremo piede moriremo, questa è la legge principale del suo regno.» fece ricordare Ulysses.
«Allora ci andremo come Arcangeli.» rispose Gabriel.
«Allora andiamo!» disse José.
«Adiutor ne derelinquas nos!» disse Bartolomeo.
«Deaum laudantibus praemia retribuo!» disse Josè.
«Oro supplex et acclinis!» disse Simone.
«Flammescat igne caritas!» disse Ulysses.
«Viatores comitor, infirmos medico!» disse Roberto.
«Spiritus Sanctus superveniet in te!» disse Gianluca.
«Paratus ad animas suscipiedas!» disse infine anche Mario ed andarono tutti nel regno dell’Arcangelo caduto, nel regno di Lucifer.
 
 
 
 
 

ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi!!
Eccomi col quinto capitolo di questa saga, come vi è sembrato? vi è piaciuto? spero di si xD
Bhè da qui inizia l'ultimo pezzo di storia cioè la lotta contro Lucifer negli Inferi!
Bhè spero di avervi fatto incuriosire e che mi perdoniate gli errori di grammatica e di battitura xD

XOXOXO MIZU RYU

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate ***


Michael aprì gli occhi e notò che era sdraiato a terra, probabilmente era precipitato e svenuto.
L’Arcangelo si alzò, la prima cosa che notò fu subito la puzza di furigine.
«Allora questa è la porta degli Inferi?» domandò il giovane Arcangelo trovandosi di davanti un’enorme porta simile all'Arco di Trionfo.
«Spes Huc Ingressis Nulla Superstes Erit… Lasciate ogni speranza o voi che entrate…» lesse e tradusse il giovane.
Senz’altro quella era la porta.
L’Arcangelo fece il primo passo e sentì qualcosa sotto i suoi piedi, guardò a terra e vide delle dracme d’argento e le raccolse.
Superò la porta e di fronte a lui vide l’intero Inferno.
Subito dopo la porta dell’Inferno si estendeva il fiume Acheronte dove non si vedeva né il principio e né la fine; subito dopo quel fiume si estendeva il primo livello: ACCIDIA dove gli accidiosi erano condannati a vagare con occhi coperti da fumo con polsi e caviglie incatenate a delle palle di pietra; poi c’era il secondo livello: LUSSURIA dove tutti i lussuriosi erano percossi e trasportati da una bufera di neve per cui non riuscivano a vedere nulla di fronte a loro, si riusciva a scorgere anche il terzo livello: GOLA dove tutti i golosi erano distesi sulla spiaggia esposti a pioggia, neve e grandine aspettando che Kerberus li squartasse; il quarto livello: AVARIZIA che, a confronto dei tre precedenti, si divideva in sezioni dove ognuno partiva una pena differente: prima sezione gli avari, seconda sezione i prodighi, terza sezione i simoniaci, quarta sezione i ladri, quinta sezione i barattieri e sesta sezione i falsari. Subito dopo la sesta sezione dell'AVARIZIA si riusciva a vedere una grande palude maleodorante, era lo Stigia dove i dannati del quinto livello, IRA, pativano le loro pene. Il quinto livello si estendeva in diverse sezioni: prima sezione gli iracondi, seconda sezione i giustizieri, terza sezione i vendicatori, quarta sezione gli eretici;  nel quarto livello c’era anche un fiume di sangue bollente: il Flegetonte dove gli altri condannati del livello dell'IRA scontavano le loro pene. In quel fiume c’erano la quinta sezione cioè i violenti contro il prossimo, la quinta sezione si divideva in tre gironi subalterni: primo girone della quinta sezione venivano condannati quelli che commettevano il peccato dell'omicidio, secondo girone della medesima sezione venivano puniti i tiranni ed, infine, c’era il terzo girone della quinta sezione  dove erano puniti i predoni. Nella sesta sezione del livello dell'IRA c’erano i violenti contro se stessi ed era diviso in due gironi: il primo c’erano i suicidi e nel secondo i scialacquatori; la sesta sezione c’erano i violenti contro Dio, la natura e l’arte. Questa sezione era divisa in tre gironi, rispettivamente: i bestemmiatori, i sodomiti e gli usurai. Dopo il fiume Stigia si estendeva il sesto livello: INVIDIA suddivisa in sei sezioni, essi erano rispettivamente: consiglieri fraudolenti, ruffiani e seduttori, adulatori e lusingatori, maghi ed indovini, ipocriti, scismatici e seminatori di discordia.
Tra il sesto ed il settimo livello c’era un pozzo dove cadevano i traditori; questo posso era suddiviso in quattro zone: la prima zona era la Caina cioè coloro che tradivano i parenti, nella seconda zona c’era la Antenora dove venivano buttati i traditori della patria, nella terza zona c’era la Tolomea dove venivano condannati i traditori degli ospiti infine c’era la quarta zona: Giudecca cioè i traditori contro i benefattori.
Dopo il pozzo dei traditori si riusciva a scorgere un lago ghiacciato chiamato Cocito.
Dopo il Cocito si estendeva il settimo ed ultimo livello: SUPERBIA. Questo livello era suddiviso in quattro sezioni: nella prima c’erano coloro che si credevano superiori agli altri, nella seconda c’era chi portava disprezzo verso il prossimo, nel terzo c’era chi si credeva superiori alle leggi ed al rispetto altrui, infine, c’era l’ultima sezione dove veniva condannato il peggior dei peccati; nella quarta sezione c’era chi si sentiva superiore o si eguagliava a Dio.
Michael raggiunse la rive del primo fiume infernale.
«Chi sei tu entità che non fa parte di questo luogo? – disse Caronte sulla sua barca mentre sbarcava – Non sei né un dannato e né un vivente, sei per caso un Angelo di Dio?» disse il traghettatore.
«Caronte, tu che sei il traghettatore delle anime perdute non riesci a riconoscermi? Sono Michael l’Arcangelo del Paradiso.» si presentò il giovane.
«Arcangelo? Anche se sei uno spirito pieno di purezza e candore, dovrai lo stesso pagare il pedaggio, questa è una delle leggi di questo Regno.» rispose l’altro.
«Prendi queste dracme, se saranno molto più del dovuto li userai per pagare il pedaggio dei miei compagni che verranno.» disse Michael, dando le monete d’argento al traghettatore.
«Adesso il viaggio verso l’Inferno può avere inizio, adesso sali.» gli ordinò Caronte e Michael eseguì quell'ordine.
Quando arrivò all’altra sponda l’Arcangelo mise piede a terra ed iniziò ad incamminarsi nel primo livello.
Vide i dannati vagare alla cieca, in un primo momento ne ebbe pena, ma doveva farsi coraggio ed andare nel secondo livello.
Appena mise il piede nel livello successivo una bufera lo travolse, si coprì gli occhi e, quando li riaprì, vide che quel livello era simile ad una foresta, ma sapeva che quella visione non era veritiera perché non era un dannato.
L’ansia e l’angoscia pian piano si fecero spazio nel cuore del ragazzo.
«Davvero questo è il luogo dove vengono puniti i lussuriosi?» si domandò tra se e sé l’Arcangelo.
Tra quelle foglie sentì un rumore, l’essere angelico trasalì ed, urlando dalla paura, scappò.
Dopo poco sì fermò.
«Aspetta! – disse girandosi – Ma quello era un dannato…» sospirò tranquillizzandosi.
Ma così non fu poiché un vento impetuoso lo travolse di nuovo e con esso una risata.
«Eccoti, ecco un Arcangelo. – disse una voce e davanti al ragazzo spuntò un demone – io sono Kerberus, lo spirito delle fiamme e del caos, colui che controlla i tre sacri poteri, imprigiono i peccatori ed mi infurio sulla terra!» disse il demone presentandosi.
Era il demone che controllava il terzo livello: GOLA.
Kerberus il demone con tre teste da cani, la sua pelle era color latte, la pelliccia delle teste era dorata e portava un’armatura d’oro. Aveva sei braccia, due per ogni testa, la testa di sinistra portava con sé un arco e controllava l’elemento del ghiaccio; la testa di destra portava con se due saias e controllava il fuoco infine la testa centrale portava una lancia per controllare i fulmini.
Guardando il demone Michael scappò impaurito, ma una ragnatela lo intrappolò.
«Ma che succede? Non posso muovermi!» disse il giovane Arcangelo.
«Non te la passerai liscia.» disse un altro demone.
Ella era Paimon una tsuchigumo che controllava il secondo livello: LUSSURIA.
Il demone era una donna ragno da una bellezza sconvolgente. Aveva un armatura d’oro, rosa e bianca. Aveva diverse catene dorate su diverse parti del corpo soprattutto sui capezzoli, nonostante Paimon avesse la parte inferiore di un ragno aveva diverse piume su tutto il corpo, aveva anche una fascia metallica sulla fronte, portava i suoi capelli platinati in una coda di cavallo bassa incoronati da un diadema di pietre preziose. Come arma aveva un tridente pieno di piume.
«Chi sei?!» domandò l’Arcangelo cercando di liberarsi.
«Paimon, occupiamoci di lui!» esclamò Kerberus correndo verso loro.
«Non riuscirete a toccarlo!» esclamarono due voci.
Michael alzò lo sguardo al cielo e vide Sealtiel e Barachiel che planavano mettendosi tra di loro.
«Cosa?» dissero i due demoni fermandosi.
«Ragazzi!» disse Michael con gli occhi lucidi vedendo i compagni.
«Stai bene?» domandò Barachiel liberandolo dalla ragnatela.
«Si, grazie.» rispose il giovane.
«Dobbiamo sbarazzarci di loro… KERBERUS!» urlò Paimon.
Il demone saltò verso i tre.
«Non così in fretta! Orator!» disse Sealtiel e, tra le sue mani, spuntò l’incensiere creando una barriera bloccando il calcio del demone.
«Incredibile…» disse sbalordito Michael.
«Michael devi andare avanti! Devi trovare gli altri e sconfiggere Lucifer.» disse Sealtiel.
«Non così in fretta!» urlò Paimon correndo verso gli Arcangeli.
«Non interferirai!» esclamò Barachiel bloccando la tsuchigumo con un calcio.
«Barachiel!» esclamarono in coro i due Arcangeli.
«Non ti devi distrarre.» disse il demone a tre testa annullando la barriera dell’Arcangelo.
Con un salto Barachiel raggiunse il demone che controllava il terzo livello ed iniziò a lottare corpo a corpo.
«Venite a me regali rose della bellezza e dell’assistenza: Adjutor!» disse Barachiel creando un turbine di rose che investì il nemico.
«Ti prego Michael, vai e non badare a noi.» lo supplicò Sealtiel mentre iniziò a combattere contro Paimon.
«Però… come me ne posso andare e lasciarvi in difficoltà?» domandò Michael.
«Sai… spero tanto che la promessa fatta sotto la ruota panoramica si avveri. Ci voglio fare un giro!» rispose Sealtiel.
❝Ti prometto che ci saliremo, ti do la parola di Michael.❞
«Il labirinto degli specchi… lo voglio fare insieme a te!» disse anche Barachiel mentre lottava contro Kerberus.
«Ma di cosa diavolo state parlando? Non dite sciocchezze!» esclamò Paimon, ma subì subito un pugno da Barachiel.
«Cerca subito gli altri.» disse ancora una volta il moro e fece un salto indietro avvicinandosi agli altri due.
«Dobbiamo anche provare le montagne russe!» disse Sealtiel facendo indietreggiare Kerberus.
«Ma anche no!» esclamò Paimon lanciando un’altra ragnatela.
Sealtiel si girò verso l’attacco della donna ragno.
«Non ti distrarre!» esclamò Kerberus dandogli un pugno da dietro.
Sealtiel si girò, prese il braccio del demone a tre teste e lo lanciò nella ragnatela di Paimon andando a finire anche su quest’ultima.
«Fai in fretta!» dissero i due.
Michael annuì è scappò verso il terzo livello.
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE
 Ciao bella genteeeeeeeeeeeee
Eccomi con il sesto capitolo, finalmente inizia la lotta!! 
Che ve ne pare? vi è piaciuto?
Per l'Inferno mi sono quasi totalmente ispirato all'inferno dantesco, l'ho solo modificato un pò levando tipo l'angolo dei non batezzati (per me quasi inutile). 
per avere uno schema preciso dovete aspettare il prossimo capitolo xD
Il nome dei demoni li ho presi dal grimorio chiamato "
Lemegeton Clavicula Salomonis"
XOXOXO MIZU RYU

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 Un fiore color Arcobaleno che collega tutti ***


Michael corse veloce senza guardarsi indietro, sapeva che se lo avesse fatto sarebbe ritornato indietro ad infrangere la promessa.
Era così preso a correre che non si accorse che cadde dentro una buca.
«Ma che succede?!» urlò cadendo.
Michael non sapeva che in realtà era un tunnel, tant’è vero che riuscì a sorpassare il terzo livello senza neanche metterci piede.
Quando l’Arcangelo riaprì gli occhi vide che era arrivato al quarto livello.
«Qua dovrei essere nel quarto livello: IRA.» disse il giovane iniziando a camminare.
Non riusciva a capire in che girone si trovasse.
Pensò a lungo, ma i suoi pensieri vennero interrotti da delle palle di fuoco e di acqua.
«Ma cosa succede!?» esclamò l’Arcangelo schivandoli.
«Ma quanto scalda questo sole.» disse un demone su una palla di fuoco comparendo alle spalle del ragazzo.
Quel demone era Danthalion il guardiamo del quinto livello: IRA che si trova nello Stigia.
Danthalion era il demone dello spazio-tempo, aveva delle corna d’oro, i capelli sciolti erano di un rosso carmino, una stella ad otto punte era incisa sulla fronte ed al centro vi era situato un rubino. Indossava una tunica lilla, i pettorali erano coperti da un’armatura d’ottone, i spallacci e i bracciali erano lunghi ed a punte d’oro. All’altezza della vita c’era una cintura d’oro con una stella a sei punte, da quella cinta partiva un mantello nero con delle costellazioni disegnate, sotto quel mantello vi era una gonna rotonda d’oro con dei campanellini al centro, sotto la gonna c’erano dei pantaloni che gli arrivava alle ginocchia color viola. Infine aveva le cavigliere d’ottone con diversi diamanti incastonati.
«Non dovresti girovagare da solo.» disse un altro demone su una palla di acqua comparendo di fronte al ragazzo. Michael la guardò.
Il demone era Vinea, ella era il demone donna che controllava il quarto livello: AVARIZIA.
Vinea aveva dei lunghi capelli blu con le punte simili a spuma del mare; aveva squame color alice sulle braccia, seni, fianchi e gambe. Aveva anche delle pinne sugli avambracci e piedi. Sulle caviglie e sulle cosce aveva degli anelli d’oro uniti da catene di perle; sulla vita portava in velo color corallo. La sua arma era una spada color cyano decorata da conchiglie e perle.
Su tutto il suo corpo strisciava un serpente verde smeraldo.
«Chi siete?!» domandò l’Arcangelo.
«Io sono Vinea, colei che porta dolore e solitudine. Controllo il potere dei mari, con questo mio potere faccio infuriare gli oceani giudicando la terra.» si presentò Vinea.
«Io sono Danthalion, demone dello spazio e del tempo, controllo lo spazio-tempo dell’Inferno e lo infurio sulla terra.» si presentò l’altro.
«Che cosa volete da me?» domandò Michael.
«Semplice… vogliamo distruggerti.» dissero i due lanciando contro l’Arcangelo le due palle su cui erano stati all’in piedi.
Fu tutto questione di attimi, le due grandi sfere di acqua e fuoco furono neutralizzati da due attacchi: uno di terra e l’altro d’aria.
Michael si girò per vedere i suoi salvatori ed erano Jaudiel e Raphael.
«Stai bene?» domandò l’Arcangelo della medicina.
«Ragazzi…» disse felice il giovane.
«Tch, maledetti Arcangeli.» imprecò Danthalion ma Jaudiel gli diede un pugno sul volto che lo fece avvicinare alla compagna.
«Pensate di vincere così?» domandò Vinea iniziando a far piovere.
«Se è per questo state commettendo un errore.» disse il demone dello spazio-tempo creando un cerchio di fuoco e stelle intorno i tre.
«Michael, qui ci pensiamo noi.» disse Raphael senza abbassare la guardia.
«Ma non posso lasciarvi soli a lottare!» esclamò il giovane Arcangelo.
«Ti ricordi cosa ti ho detto? “Quel viaggio ci aveva dato la speranza, la speranza per un domani più radioso.” Ed ora è questo il nostro viaggio.» disse Jaudiel convincendo il ragazzo.
«Ma…» sussurrò Michael.
«Non ve lo permetteremo!» esclamò Danthalion.
«Tu vai, se vogliamo sconfiggere Lucifer dobbiamo lasciarti andare… alla prima possibilità di fuga, va!» disse Raphael.
«Tu va, non verremmo mica sconfitti da gente che ci vuole rubare la speranza.» disse Jaudiel.
«Ho capito.» disse Michael.
«Allora Jaudiel… Andiamo!» esclamò Raphael ed i due si mobilitarono.
«Estingui queste fiamme, Medicus!» esclamò Raphael e con il suo miracoloso unguento spense le fiamme del demone.
«Ora tocca a me!» disse Jaudiel creando una barriera di terra intorno ai nemici.
I due ruppero subito la barriera.
Danthalion volò in alto.
«Brucia mie fiamme!» esclamò Danthalion lanciando ai tre diverse lingue di fuoco.
«Venite a me miracoloso unguento dei deboli, miracoloso bastone dei medici: Medicus!» disse Raphael facendo comparire il suo bastone, lo fece girare così veloce che col turbine di aria spense le fiamme.
«Adesso!» disse Jaudiel e così Michael iniziò a correre.
«O no, non andrai da nessuna parte!» disse Vinea allontanandosi da Jaudiel e spuntando davanti a Michael.
«Venite a me eterna corona della bontà, eterno flagello della verità: Remunerator!» disse Jaudiel facendo spuntare la sua frusta, la sbattè al terreno creando un solco tra il demone e l’Arcangelo che correva.
«Sono io il tuo nemico!» esclamò Jaudiel.
 
Michael continuò a correre, superò perfino la palude dello Stigia arrivando a metà del livello dell'IRA.
Vide Zepar che controllava il campo e si nascose.
Zepar era il demone del suono e della magia, controllava il potere del suono e, controllando le bestie della terra, poteva giustiziare gli uomini del pianeta.
Egli era un demone nano con lunghi capelli blu oltremare legati ed una coppia di piccole ali da drago si potevano intravedere se si fissava meglio i capelli, aveva il ventre rigonfiato ed i zoccoli al posto dei piedi, una coda da capra e tre occhi. La sua arma era la sua voce ed era capace di sputare fuoco.
Michael riuscì con facilità a svignarsela andando nel sesto livello: INVIDIA.
Stranamente era riuscito ad arrivare fino la sesta sezione senza intoppi.
Già da lì Michael riusciva a vedere il settimo livello.
«Devo andare!» disse iniziando a correre, ma dinanzi a lui si presentarono quattro demoni.
Erano: Baal, che controllava il quinto livello, era il demone dell’ira e degli eroi, aveva il potere dei fulmini. Riusciva a controllare la volontà degli uomini e giustiziarli sulla terra. Baal era un demone drago con lunghi capelli cobalto legati in una coda di cavallo bassa, aveva un gioiello sulla fronte che formava un paio di corna ed indossava anche una elegante collana con dei sei cerchi concentrici. La sua armatura era formata di squame blu che gli coprivano le spalle, braccia, fianchi e gambe, il copricapo era formato da una parte il viso di un rospo e dall’altro il viso di un gatto; possedeva anche una lunga coda. La sua arma era una semplice spada adornata di squame blu.
Valefor, fratello di Baal e perciò controllava anch'egli il quinto livello, era il demone della pigrizia e dei ladri, con il suo potere di controllare i felini poteva giustiziare gli uomini onesti. Aveva le sembianze di un leone antropomorfe con lunghi capelli bianchi ed arricciati, sul suo corpo si estendeva una folta pelliccia color panna; orgoglioso mostrava le sue nove code che erano ornate ognuna da un gioiello differente. Dai capelli si potevano vedere le sue lunghe orecchie a punta.
Il terzo demone era Barbatos, controllava il sesto livello: INVIDIA, era il demone della caccia e della nobiltà, controllava la mente umana, e con esso poteva fa infuriare la sua ira sulla terra. Barbatos era un demone leone con una criniera argentata, i due ciuffi frontali erano decorati da clip dorate, aveva gli occhi turchesi. Aveva la pelle scura e le orecchie a punta, aveva dei piedi come quelli dei felini coperti da una armatura argentea sulla metà inferiore del corpo. Su tutto il corpo era pieno di cicatrici.
Nonostante era un demone leone sulla caviglia aveva delle piccole ali bianche e sulle braccia dei bracciali argentati collegati da catene. La sua arma era una lunga lancia con delle ali alla base della lama.
Infine vi era il demone Vassago, controllava il pozzo dei traditori, egli era lo spirito del bene e del male, aveva il potere della scelta e con ciò controllava l’armonia sulla terra. Vassago era simile ad un uomo, ma era diviso in due parti una bianca ed una nera. Nella parte nera aveva le sembianze di un demone con una grande ala nera, aveva la pelle grigiastra, la sua armatura era nera e sulla gamba aveva una piccola coppia di ali nere. Nella parte bianca aveva le sembianze di un angelo con una grande ala bianca, la pelle chiara, con l’armatura bianca e sulla gamba aveva una piccola coppia di ali bianche; aveva i capelli lunghi e biondi. La sua arma era una spada ricurva color rosso fuoco.
«Non riuscirai mai ad arrivare al sommo Lucifer!» disse Barbatos.
I quattro demoni si scagliarono sull'Arcangelo, quest’ultimo avendo delle lacune sul combattimento riusciva appena a gestirli.
«Che c’è? Non sei riuscito ad avere la tua arma angelica?!» disse beffardo Baal.
Michael strinse i denti, aveva ragione quel demone… alla fine lui era un Arcangelo solo a metà.
«Cavoli, sono potenti. Da solo posso fare poco…» disse il ragazzo parando alcuni colpi.
« Quando si parla di dar pugni, non ho rivali!» esclamò Valefor.
«Anche se è così non perderò la mia speranza!» rispose il ragazzo.
«Anche se riesci a tenerci testa non è detto che sei forte.» disse Vassago.
I quattro volarono in alto per poi scagliarsi contro il ragazzo, una nube di polvere si sollevò.
Michael non riusciva a vedere niente e, quando la nube si diramò, potte vedere tutto.
I pugni di Gabriel e Uriel bloccavano l’attacco dei quattro proteggendolo.
«Stai bene?» domandò Gabriel.
«Si.»
«Non è il momento di pensare agli altri!» disse Vassago indietreggiando e gli altri con lui.
I quattro demoni si scagliarono ancora contro gli Arcangeli.
Gabriel e Uriel riuscivano a tenergli testa col combattimento corpo a corpo anche se erano in inferiorità numerica.
Michael ammirava i due compagni combattere con occhi di ammirazione.
«Finalmente sei riuscito a venire.» disse Uriel mentre lanciava pugni a Vassago.
«Sei riuscito a venire qua senza che ti catturassero.» disse Gabriel mentre dava pugni a Baal e Vassago mentre guardava le spalle del compagno intento a combattere Barbatos e Valefor.
«Noi ci occupiamo di loro, tu vai.» disse Uriel mentre creò una barriera di terra per proteggere Gabriel da un calcio di Barbatos.
Michael annuì ed iniziò a correre.
«Non andrai da nessuna parte!» esclamarono i quattro demoni volando verso il giovane Michael.
«Venite a me magico specchio diaspro dell'ascensione e magico incensiere delle annunciazione: Nuncius!» disse Gabriel facendo comparire lo specchio diaspro e scagliando contro il nemico un fascio di luce per farli bloccare.
«Cazzo! Non riesco a muovermi!» imprecò Baal.
«Veloce!» esclamò Gabriel facendogli capire che tra poco i demoni si potevano muovere.
«Ci vado io!» esclamò Uriel spiegando le sue ali e raggiungendo il ragazzo.
Uriel lo prese per il braccio e se lo portò su.
«NOOOOOOOO!» urlò Valefor rompendo il blocco creato da Gabriel.
I demoni iniziarono a volare verso i Arcangeli.
Ma una colonna di acqua si mise tra loro.
«Non interferirete!» esclamò Gabriel.
Uriel accumulò tutte le sue energie e lanciò l’amico.
«Vola Arcangelo verso il tuo destino!» disse l’Arcangelo precipitando dietro Gabriel.
Gli esseri angelici non potevano volare all'Inferno, era un’altra legge di quel regno e questo Uriel lo sapeva bene perciò quel volo gli costò molte energie.
Michael volò arrivando nella quarta sezione del settimo livello: SUPERBIA.
 
 
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE
 Buongiorno ragazzi!!
Eccomi con un nuovo capitolo di questo arco narrattivo! Come vi è sembrato? Vi è piaciuto?
Spero che sia un "SI", bhè ora vi dico una bella cosa.. il prossimo capitolo parlerà dell'ultima battaglia all'Inferno!!!
Comunque ora vi metto una tabella con i demoni comparsi all'Inferno e la divisione di esso.

 
Luogo Dannati Personaggi presenti o citati
PORTA DELL’INFERNO
 
“Spes huc ingressis nulla superstes erit.”
FIUME ACHERONTE - Caronte
PRIMO LIVELLO
 
ACCIDIA
Accidiosi -
SECONDO LIVELLO
 
Lussuria
Lussuriosi Paimon
 
“Sono la tsuchigumo della bellezza e della lussuria, controllo le persone, imprigiono i peccatori nella mia ragnatela infuriandomi sulla terra!”
TERZO LIVELLO
 
Gola
Golosi Kerberus
 
“Sono il guardiano delle fiamme e del caos, controllo i tre sacri poteri, giudico i golosi e mi infurio congelando, bruciando e fulminando tutte le persone della terra!”
QUARTO LIVELLO


Avarizia
Prima sezione
Avari
Vinea
“Sono colei che porta dolore e solitudine. Controllo il potere dei mari, con questo mio potere faccio infuriare gli oceani giudicando la terra!”
Seconda sezione
Prodighi
Terza sezione
Simoniaci
Quarta sezione
Ladri
Quinta sezione
Barattieri
Sesta sezione
Falsari
PALUDE DELLO STIGIA
QUINTO LIVELLO
IRA
Prima sezione
Iracondi
Danthalion
 
“Sono Danthalion, demone dello spazio e del tempo, controllo lo spazio-tempo dell’Inferno e lo infurio sulla terra!”
Seconda sezione
Giustizieri
Terza sezione
Vendicatori
Quarta sezione
Eretici
FIUME DI SANGUE BOLLENTE DEL FLEGETONTE
QUINTO LIVELLO
IRA


 
Quinta sezione
 
Violenti contro il prossimo

 
 
Baal
 
“Sono Baal, lo spirito dell’ira e degli eroi, controllo il sommo potere dei fulmini controllando la volontà degli uomini e giustiziandoli sulla terra!”
 
 
 
 
 
 
 
 
Valefor
 
“Sono il demone della pigrizia e protettore dei ladri, controllo l’eterno potere del ghiaccio e controllando la volontà dei felini giustizio gli onesti sulla terra!”
Quinta sezione
-
Primo girone
Omicidi
Quinta sezione
-
Secondo girone
Tiranni
Quinta sezione
-
Terzo girone
Predoni
Sesta sezione
-
Primo girone
Violenti contro se stessi: Suicidi
Sesta sezione
-
Secondo girone
Violenti contro se stessi: Scialacquatori
Settima sezione
 
Violenti contro Dio, Natura e Arte
  Settima sezione
-
Primo girone
Bestemmiatori
Zepar
 
“Sono il demone nano del suono e della magia, controllo l’incontrollabile potere del suono, con esso manipolo le bestie della terra facendo giustiziare tutti gli uomini sulla terra!”
 
Settima sezione
-
Secondo girone
Sodomiti
Sesta sezione
-
Secondo girone
Usurai
SESTO LIVELLO
INVIDIA
Prima sezione
Consiglieri fraudolenti
Barbatos
 
“Sono il leone della caccia e della nobiltà, controllando la mente umana, controllo anche la loro forza e li faccio uccidere a vicenda sulla terra!”
Seconda sezione
Ruffiani e seduttori
Terza sezione
Adulatori e lusingatori
Quarta sezione
Maghi e indovini
Quinta sezione
Ipocriti
Sesta sezione
Scismatici e seminatori di discordia
POZZO DEI TRDITORI
Prima zona
Caina
Traditori dei parenti
Vassago
 
“Sono uno dei principi dell’Inferno, sono il demone del bene e del male, controllo il potere della scelta, controllandolo distruggo l’armonia sulla terra!”
Seconda zona:
Antenora
Traditori della patria
Terza zona:
Tolomea
Traditori degli ospiti
Quarta zona:
Giudecca
Traditori dei benefattori
Lago di ghiaccio del Cocito
SETTIMO LIVELLO
SUPERBIA
Prima sezione
Coloro che si credono superiori agli altri
Lucifero
Seconda sezione
Coloro che ostinano disprezzo verso il prossimo
Terza sezione
Coloro che ostinano disprezzo verso le norme, leggi ed il rispetto altrui
Quarta sezione
Coloro che si euguagliano o si sentono superiori a Dio

XOXOXO MIZU RYU

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 Il miracolo raccolto ***


❝Vola oltre le nuvole piccolo dono di Dio, vola lontano finché il Male non ti possa raggiungere.
Vai lontano se è necessario vola anche oltre mille galassie.
Diventa l’orgoglio del Creato, diventando colui che difenderà la giustizia col proprio amore.
Fai che l'Amore, la speranza, la pace e la giustizia trionfino su qualsiasi oscuritá…
Diventa forte piccolo raggio di luce!❞
 
Michael aprì gli occhi e vide intorno a sè una grande distesa di ghiaccio.
Ad ogni suo respiro usciva aria condensata.
L’Arcangelo iniziò a camminare.
Al centro di quel luogo così gelido c’era un enorme obelisco di ghiaccio.
Michael si avvicinò.
Si trovò di fronte ad esso.
Appena erano uno di fronte all’altro il giovane Michael sentì come un brivido che gli saliva lungo la schiena, si sentiva come se dentro a quell'obelisco c’era parte di sé.
Appoggiò la mano e levò il sottile strato di condensa.
Quello che vide lo fece rimanere inorridito, spalancò gli occhi ed indietreggiò lentamente.
«N-Non è possibile!» esclamò con stupore.
Quel che vide dentro all'obelisco avrebbe lasciato tutti in quel stato, dentro c’era il suo predecessore.
C’era Michael, lo stesso Michael che, diciott'anni prima, si era sacrificato per tutti.
Aveva uno sguardo triste e compassionevole, metà della sua armatura era distrutta e teneva le braccia come se stesse stringendo qualcosa per non farla scappare.
«N-Non è possibile, non è vero! Questo è un paradosso, non possono esistere due Arcangeli Michael nello stesso tempo!» esclamò il giovane tremante.
Sul suo viso si dipinse lo sgomento.
«AAAAHHHH!» urlò dal dolore il giovane.
Michael provò un così profondo dolore al cuore che si dovette inginocchiare.
«C-Che mi succede?!» domandò l’Arcangelo piangendo.
Quel dolore non riusciva a placarsi.
Il ragazzo pensò che era lui il paradosso e perciò, come esso, doveva scomparire; osò a posare lo sguardo sull’obelisco mentre si rompeva liberando il Michael precedente.
Quest’ultimo aprì gli occhi e si avvicinò.
«Allora sei tu…» sussurrò il Michael del passato.
«Se intendi il Michael del paradosso si, sono io.» rispose il Michael dolorante.
L’altro scosse la testa.
«Tu non sei Michael.» disse il vecchio Arcangelo.
A quella frase dell'altro Michael gli parve tutto più chiaro.
I sogni, la profezia…
TUTTO!
In realtà nei sogni lui non sognava la vita del suo predecessore, ma di un’altra persona, quando vide il nome sotto la sua profezia vide il suo nome completo.
Lui non era Mario Messina… lui era Luca Mario Messina, usava il suo secondo nome per comodità.
Lui non era la reincarnazione di Michael, ma era la reincarnazione di Lucifer!
Allora anche la profezia gli parve chiara!
Lucifer era il più bel Arcangelo mai creato.
Il verbo nel sul cuore era in realtà il seme del male che aveva il principe dell'Inferno; Mario lo celava con la sua vita da umano e da Arcangelo.
Era ancora troppo giovane per capire qual era il suo vero destino.
Michael volò verso il suo futuro capendo che in realtà era Lucifer.
I suoi ricordi erano in realtà i ricordi che aveva Lucifer.
Luca fino a quel momento aveva celato la sua vera identità dietro ad una forma di falso Arcangelo.
Il ragazzo aveva capito tutto e quel dolore al petto iniziò a diminuire.
Ora il nuovo Lucifer si sentiva strano, si alzò e vide che il suo corpo pian piano cambiava.
I riccioli dorati di Michael divennero dei lunghi boccoli castano scuro, l’armatura con i bordi rossi divenne un armatura tutta nera con dei spallacci a forma di zampe di corvo, la parte bassa dell’armatura divenne  un gonnellino di opale nero, le gambe gli divennero delle zampe da fauno, una coda da lupo gli uscì dal fondoschiena, anche le sue braccia si riempiono di peli. Dalla sua schiena gli spuntarono un paio di ali da cigno nero e sulla nuca un paio di corna ricurve da caprone.
Questa era la reale forma di Lucifer.
Marco con perfetta agilità riuscì a strappare dal collo del nemico la propria collana.
«Paratus ad animas suscipiedas!» esclamò l’uomo trasformandosi totalmente in Michael e riparandosi l'armatura.
«Allora è vero… io sono l’ Arcangelo caduto, sono Lucifer.» disse Lucifer.
«Te lo sei dimenticato? Anni fa quando cademmo pregai a Nostro Padre, Egli esaudì questa mia preghiera e ti feci volare lontano con la mia collana. Ero speranzoso che con questa tua nuova vita tu avresti aperto gli occhi e ti saresti pentito, questa mia collana aveva il compito di bloccare i tuoi poteri demoniaci… - spiegò l’Arcangelo con uno sguardo freddo – visto che il mio proposito è stato distrutto io, l’Arcangelo Michael, ti sconfiggerò!»
A quelle parole nella mente di Lucifer balenò il ricordo di anni addietro.
 
Michael prese il fratello e si buttò insieme a lui dal Settimo Cielo, a quel gesto l’Angelo Caduto iniziò a ridere.
«Pensi davvero di finirmi così? Precipitando andremo all’Inferno e poi, io a differenza tua, sono ancora un essere soprannaturale perciò mi posso teletrasportare.» disse Lucifer.
Così dicendo il demone cercò di teletrasportarsi, ma senza successo.
«Perché?!» domandò basito.
«Questa è la forza dell'Amore!» rispose l’Arcangelo.
«Cosa?!»
«Anche se non sono più un Arcangelo per via delle ferite, anche se sono in fin di vita avrò con me il potere dell'Amore.» rispose l’essere angelico senza cedere la presa.
«Un sentimento così futile? Lo cancellerò!»
«Quando l’Altissimo Signore Padre ha dato all’uomo l'Amore non gli ha dato solo uno dei sentimenti più belli, ma gli ha donato anche il potere più grande di tutti, esso è indelebile nel cuore di ogni essere vivente. È così vivo che è come una fonte di acqua zampillate, inonda il mondo rendendolo un posto migliore! Nessuno è in grado di scinderlo o annientarlo, neanche gli Dei dei miti o l'Altissimo Signore Padre, ma soprattutto tu non riuscirai mai a fermarlo!» esclamò l’Arcangelo mentre si avvicinavano sempre più nel regno degli Inferi.
Lucifer iniziò a ridere, Michael lo guardò basito.
«In un certo senso ho vinto pure io…» disse il demone senza smettere dal ridere.
«Che vuoi dire?»
«Ora tu precipiterai insieme a me all’Inferno, giusto? Così facendo non potrai più reincarnarti e ci sarà uno stupido in meno ad ostacolarmi quando riuscirò a liberarmi.» spiegò il fratello.
«Allora, se è così… - disse l’Arcangelo togliendosi la collana e portandola sul cuore del fratello – Io cercherò di salvarti…»
«Cosa?!»
«Vola oltre le nuvole piccolo dono di Dio, vola lontano finché il Male non ti possa raggiungere. Vai lontano se è necessario vola anche oltre mille galassie. Diventa l’orgoglio del Creato, diventando colui che difenderà la giustizia col proprio amore. Fai che l'Amore, la speranza, la pace e la giustizia trionfino su qualsiasi oscuritá… Diventa forte piccolo raggio di luce!» disse l’Arcangelo sperando che il Padre lo ascoltasse.
A quella preghiera dal cuore di Lucifer uscì una luce che venne inglobata nel rubino.
«Adesso, va!» disse Michael lanciando il ciondolo e così facendo anche il demone andò via reincarnandosi in un umano.


A quel ricordo nello spirito del giovane ragazzo si fece spazio quello del vero Lucifer, ormai quel demone non era più il giovane Mario ma era Lucifer in carne ed ossa.
«Allora se è così lottiamo, fratellino!» esclamò il demone facendo spuntare la sua spada.
«Vieni a me sacra lancia della vittoria: Victoriosus!» disse Michael facendo spuntare la sua lancia.
I due iniziarono a lottare, ricominciarono una battaglia fermata anni prima.
Un fendente si scontrò contro l’altro.
«Non riuscirai mai a sconfiggermi!» esclamò Lucifer ridendo.
I due iniziarono a lottare a mezz’aria, ad ali spiegate.
Con un calcio ben assestato Michael riuscì a far cadere il fratello, un fascio di luce lo innondò e percepì che lo spazio intorno a lui si bloccò, l’Arcangelo allungò il braccio e sentii un nuovo potere sgorgare in lui.
«Paratus… ad animas… suscipiedas…» sussurrò Michael scandendo la sua frase in latino.
L’Arcangelo, con occhi pieni di sorpresa, vide una figura assomigliante ad un Arcangelo.
Quello stesso fascio di luce che lo illuminava lo travolse.
«Io sono il primo Michael, l’Arcangelo dei tempi antichi.» si presentò la sagoma.
«Il Michael Originale?» disse Michael.
«Ti prego lotta contro nostro fratello, questo tuo tintinnare lo hai avuto anche nelle due precedenti battaglie… prendi il mio potere e salvalo.» rispose l’altro.
Michael protese la mano.
«E se non ce la facessi?» domandò Michael.
«Ti prego, affido a te il mio potere, ora accetta il tuo ruolo come Michael Originale.»
L’uomo annuì, allungò il braccio e prese una pietra.
La guardò e vide che era uguale al suo rubino!
Allorché l’Arcangelo ripeté la sua frase e divenne il Michael Originale con il suo vistoso mantello rosso.
Il fascio di luce scomparve e il tempo intorno a lui ritornò a scorrere.
«Oh oh oh! Guarda chi ha accettato appieno il suo compito?» disse Lucifer volando verso il fratello con il mantello.
«Fratello, adesso ho i poteri per distruggerti!» esclamò Michael andandoci contro.
Le due armi si scontrarono ancora una volta.
Lucifer riuscì a far precipitare Michael, ma quest’ultimo spiegò le sue maestose ali e volò nel senso opposto facendo cadere il fratello.
A contatto con il suolo ci fu un enorme boato ed un polverone si alzò, Michael si girò per vedere il fratello.
Egli era all’in piedi con occhi colmi di ira.
«Ora capisco quali sono le tue intenzioni, speri di sconfiggermi perché hai solo un mantello in più. Ma il mio potere è superiore al tuo! - disse il demone - Io sono l’Arcangelo favorito da Dio e principe degli Inferi, sono Lucifer!» disse ancora una volta il nemico.
Lucifer spiegò le sue nere ali.
«Ora combattiamo sul serio!» esclamò ancora una volta il demone volando contro il fratello.
Lucifer alzò la sua lama contro il fratello che si parò con la sua lancia.
«Molto presto tutto il mondo sarà succube dell'Inferno, finalmente avrò il ruolo che ho sempre desiderato!» esclamò il demone.
«Fermati…» sussurrò l’Arcangelo.
«Cosa?»
«Ancora non capisci? Non c’è motivo di compiere questo fraticidio.» spiegò Michael.
«Nonostante gli anni trascorsi sei solo uno stolto! – esclamò Lucifer facendo indietreggiare il fratello – Ormai è giunta la vostra ora e tra poco la terra apparterrà a me, il principe delle tenebre!»
«Redimiti! Il Padre ti accoglierà di nuovo!» disse ancora una volta Michael.
«Gli anni passati in quella stele di ghiaccio ti hanno fatto rincoglionire! Ormai non puoi nulla contro di me, il mio potere nasce dal male degli uomini ed esso non smetterà mai di grondare dai cuori di quelle scimmie! - esclamò il demone - Non importa quanto voi siate o quanto potere abbiate, il male ormai è intrinseco nell’uomo e non sparirà mai da questo mondo!» continuò l’Angelo caduto.
Lucifer lanciò un turbine di energia oscura contro il fratello che riuscì a bloccarlo grazie ad una barriera di fuoco.
«Ahimè non stai dicendo il falso, tutto questo è la verità! – rispose l’Arcangelo dando ragione al principe delle tenebre – Nel cuore delle persone non risiede soltanto amore e felicità, ci stà anche l’odio ed il rancore; ci sono un sacco di motivi per avere un cuore corrotto! Ma questa è la realtà, non esiste una realtà fatta di balocchi e profumi; perciò la gente piange, si ferisce e si abbatte, ma l’importante è non rimanere mai soli!»
«Stai solo dicendo delle assurdità!» lo contraddisse il demone.
«Non è vero! Anche quando si è caduti nella disperazione più nera alla fine, la felicità, si farà spazio per prendere il suo posto! L’importante è avere la speranza per un domani più radioso.» disse l’essere angelico neutralizzando l’attacco fraterno.
«Non è vero!» lo contraddisse di nuovo Lucifer.
“Michael, colui che hai di fronte non è più né tuo fratello e né la sua giovane reincarnazione. – disse la voce del Michael Originale – Ormai il suo cuore è pieno di rancore e dolore, con l’andare dei millenni il piccolo seme del peccato, che aveva attecchito nel suo cuore, ora lo ha corrotto del tutto ricoprendolo con le sue profonde radici. Non indugiare oltre, non c’è altra scelta!” disse la voce.
«Basta attaccarci, fratello!» esclamò l’Arcangelo.
«Guarda da che pulpito! Anche tu mi stai attaccando con un’arma! Non capisci che questa lotta è necessaria?» disse Lucifer.
«NO!»
«Fatti avanti!» disse ancora una volta il demone andando contro il fratello.
Lucifer lo attaccò altre volte, ma Michael lo evitò.
L’essere angelico sapeva che non poteva andare avanti ad arretrare solo, doveva fare qualcosa prima che le sue energie finissero totalmente.
Lucifer diede un colpo diretto di spada e Michael, per pararsi, fece intrecciare le lame infilzando la sua nel costato del fratello.
Il sangue iniziò a colare dalla lama.
«Come hai osato a ferirmi?!» disse furibondo il demone.
Aumentò la sua energia facendo allontanare il fratello e facendogli cadere la lancia.
«Da adesso nessuno potrà metter freno alla mia rabbia verso il Creato!» esclamò Lucifer diventando più potente.
La lancia scomparve.
«Posso ancora sconfiggerti… però… senza lottare… io non voglio lottare contro mio fratello, questa guerra serve solo a far soffrire le persone innocenti!» rispose l’Arcangelo.
«A quanto pare non sei mosso né dal coraggio né dell’orgoglio di un Arcangelo, che stolto è stato Dio a metterti a capo delle milizie angeliche.» disse Lucifer guardando dritto negli occhi del fratello.
«Se essere un Arcangelo significa compiere un fratricidio, preferisco passare la mia vita da umano o da animale o da pianta… allora… - disse Michael – in questi miei anni di prigionia ho capito che le guerre non ricolmano mai i dissidi… anzi alimentano la fiamma dell’odio. Lucifer cerchiamo di comprenderci!» disse ancora l’Arcangelo.
Tutto intorno a loro si tinse di rosso.
«Cosa?» domandò l’altro.
Michael per far capire al fratello le sue buone intenzioni si spogliò della sua armatura, rimanendo totalmente nudo con solo le ali che lo facevano stare in aria.
«Allora ti vuoi fare proprio ammazzare!» disse ironico il demone.
«Ti sbagli Lucifer, mi sono spogliato dalla mia armatura per farti capire che con la guerra non si risolve nulla. Io voglio salvare il Creato del Creatore e lo farò senza armi o armature.» disse Michael.
«Ma che fandonie vai a raccontare?!» esclamò il demone lanciando un attacco al fratello che riuscì a schivare.
«Come pensi di proteggere questo Creato zozzo e sudicio se non vuoi combattere? Questo tuo buonismo sta portando fine a tutto ciò a cui tieni.»
«Sono sicuro che nulla sarà vano, anche i miei fratelli capiranno! Finché avrò la speranza è l’amore nel mio cuore, le mie gesta non saranno vane… per questo non rinuncio al mio volere è ti affronterò con il solo potere che l’ Altissimo Signore Padre ha dato all’uomo.» rispose Michael.
«Sciocco!» esclamò Lucifer.
Quest’ultimo andò contro il ragazzo per colpirlo con la sua spada ma egli in un batter d’occhio si allontanò.
«Ti salverò!» disse Michael andando a braccia aperte verso il nemico.
«Ti fermerò!» disse Lucifer allungando la spada creando un turbine nero.
All’impatto Michael si fermò e si parò incrociando le braccia.
«Ora ti conviene arrenderti se non vuoi morire.» lo minacciò il demone.
«Guarda! Questo mio Amore arriverà anche al tuo cuore!» esclamò Michael ed il suo rubino si illuminò.
«Mai!» disse Lucifer aumentando l’intensità del turbine.
Michael incurante del male che lo circondava spiegò al massimo le sue ali e volò verso il fratello.
Il rubino di Michael si illuminò sempre più assomigliando ad una stella, la sua calda luce illuminò l’Inferno; l’amore che l’uomo porta dentro il proprio cuore può superare qualsiasi ostacolo, proprio quella calda luce arrivò anche al piccolo Mario ed al buon Lucifer segregati nel cuore corrotto del demone.
«Io non perderò la speranza per il domani, – disse ed al piccolo Mario venne un brivido – non sono solo… l’amore di nostro Padre mi da forza per andare avanti.» concluse Michael ed anche al buon Lucifer venne un brivido come al vicino.
I due si guardarono.
I due carcerati erano uno la metà dell’altro.
Mario era la parte buona ed umana del demone, il buon Lucifer era la parte bella ed angelica del demone.
I due videro come una mano allungarsi nella loro direzione, tintinnanti i due prigionieri si presero per mano.
«Finchè rimarrà anche una piccola fiamma d’amore… io… anzi noi tutti non perderemmo la speranza del domani!» disse ancora una volta Michael.
Al suono di quelle parole i due carcerati riuscirono a vedere la luce.
Nel cuore del demone si svegliarono due luci ormai sopite da tempo, la luce dell'Amore e della speranza dell'Arcangelo tornarono ad illuminare quel luogo come un sole che sorge.
I due carcerati allungarono pian piano la mano verso quello del fratello, a quel gesto le due entità si fusero in un unico essere.
Intorno ai due combattenti si creò un paesaggio di bianca luce illuminato da piccole stelle colorate.
«No, non può essere vero!» esclamò allibito il nemico.
«Lucifer guarda, anche il tuo cuore si vuole redimere… io sono pieno di fiducia che tu potrai a ritornare buono. Vieni con me fratello!» disse Michael avvicinandosi.
«Stai lontano!» disse Lucifer cercando di creare un altro turbine, ma la spada si ruppe.
«La spada!» esclamò il demone.
Il demone sentì il proprio cuore battere come quando era uno spirito fatto di compassione e di speranza.
«Michael anch’io mi voglio redimere!» disse il buon Lucifer incarcerato dentro il demone.
Quelle parole risvegliarono la gioia che aveva il principe dell’Inferno dentro.
Dal viso del piccolo carcerato caddero delle calde lacrime, era davvero pentito, si voleva redimere.
Il buon Lucifer vide la mano del fratello avvicinarsi finché non prese la sua.
Il corpo del demone si ruppe lasciando uscire il buon Lucifer spoglio di tutto, ornato solo dalle sue grandi ali da cigno nero.
Anche la luce dell'Altissimo Signore Padre abbracciò il male che incombeva nel cuore del demone cancellando ogni traccia di quel che aveva fatto.
Finalmente la stella del mattino era libera dalle tenebre che lo circondava.
«Ti ringrazio molto fratellino mio, il tuo potere mi ha fatto vedere la retta via. - lo ringraziò Lucifer – Scusami di tutto, tu credi realmente che nostro Padre mi abbia perdonato? Oppure avrà paura che faccia altro danno?» domandò Lucifer.
Michael scosse la testa.
«Ora avrai una seconda possibilità.» sussurrò Michael avvicinandosi.
«Cosa?»
Michael mise una mano sullo sterno del fratello, ed uscì una piccola pietra nera.
«Non mi dire che…»
«Questa è la tua essenza nera… - a quelle parole Lucifer divenne un piccolo neonato in fasce – tieni questo ciondolo e cresci nel bene così questo opale nero diverrà bianco e nostro Padre ti vorrà di nuovo al suo fianco.» disse Michael mettendo una collana intorno al bambino.
«Ora vola piccola stella del mattino, cresci nel bene anche se sarà una strada lunga ed intrinseca di pericoli!»
A quelle parole una stella cadente volò dall’Inferno facendo nascere un nuovo bambino.
Quando il bambino scomparve la stanza in cui lottarono i due ritornò come prima.
Il viso dell’Arcangelo iniziò ad essere rigato di lacrime.
«Fratelli miei… dove siete? Mi sento così solo senza di voi.» sussurrò tra sé e sé Michael.
Passarono pochi secondi e si sentirono echeggiare dei passi.
«La stella che è volata arrivava da questa parte!» disse Uriel correndo.
«Siamo arrivati!» disse Gabriel ed i sei si fermarono al centro della stanza.
«Guardate!» esclamò Raphael indicando in alto e tutti guardarono in quella direzione.
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE
 BUONASERA!!!!
Come vi è andata questa settimana? spero bene ;)
Ordunque siamo arrivati nella parte clù della storia, come vi è sembrato? è atato, secondo voi, un combattimento troppo scontato o no? volevate più azione oppure volevate che si concludesse subtito?

Comunque, come avrete notato, ho voluto dare un lieto fine anche a Lucifer facendogli dare una seconda possibilità.
Concludo dicendovi alla prossima settimana con l'ultimo capitolo e l'epilogo!!!

XOXOXO MIZU RYU

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 La La La ♪ Echeggia in tutto il mondo luce della speranza! ***


Erano tutti a casa di Gianluca.
Ulysses aveva appena trovato una vecchia chitarra nel ripostiglio dell’amico, Bartolomeo e José erano sul divano, Simone era sul tavolo a giocare a carte e Gianluca era a cucinare.
In quella stanza c’era solo il silenzio, l’unica cosa che rompeva quel silenzio erano quelle poche note che uscivano dalla chitarra che l'uomo stava accordando.
«Ragazzi guardate. Vi ho fatto questi cupcake!» esclamò il proprietario della casa con un sacco di cupcake in mano.
«Non sapevo che suonavi.» disse Ulysses facendogli vedere lo strumento.
«Da piccolo la suonavo. – rispose Gianluca – Forza ora mangiate!» disse distribuendo i dolci.
«Come fai?» domandò Bartolomeo guardando il dolce.
«A fare cosa?» rispose l’altro.
«Come fai a cucinare in un momento come questo?» domandò a testa bassa l’amico.
Ad un tratto in quella stanza si riempì di tristezza e silenzio, pian piano ognuno guardò la porta della stanza da letto.
«Ormai sono ore che Roberto è là dentro a medicare Marco.» disse José.
«Evidentemente… Marco… non si sveglia, vero?» domandò Simone posando le carte.
«Se Roberto non riesce a curarlo, chi lo sa chi ci riesce…» sospirò Bartolomeo.
«Sono sicuro che Roberto ci riuscirà. -  disse fiducioso Ulysses – Non dobbiamo dubitare delle sue capacità, dopotutto lui è l’Arcangelo della medicina.»
Nella mente di tutti passarono diversi ricordi del fratello.
 
❝Quando l'Altissimo Signore Padre ci ha detto di inginocchiarci davanti all'uomo ed alla donna non era perché noi dovevamo servire loro due, ma bensì contemplare, proteggere e servire quello che è il grande miracolo della vita!❞
 
«Il miracolo della vita…» disse malinconico Gianluca.
Nella mente di tutti balenò quello che era successo ore prima…
 
«Siamo arrivati!» disse Gabriel ed i sei si fermarono al centro della stanza.
«Guardate!» esclamò Raphael indicando in alto e tutti guardarono in quella direzione.
Michael guardò verso il basso.
«È Marco!» esclamò Gabriel.
«È scomparso l’altro Michael!» disse Jaudiel.
«Vi ho finalmente rivisti… fratelli miei…» sorrise forzatamente l’Arcangelo e cadde al suolo.
Quando la nube si dissipò i sei iniziano a correre verso l’amico.
«Michael!» esclamarono.
«Resisti Michael!» disse Raphael vedendo il fratello svenuto.
«MICHAEL!» urlò disperato Gabriel.

                           
«Ragazzi.» disse Roberto uscendo dalla stanza.
Al suono di quella voce tutti si alzarono ed andarono incontro al dottore.
«Come sta?!» domandarono in contemporanea José e Bartolomeo.
«È in stato comatoso, venite…» disse il medico entrando per primo.
Si misero tutti intorno al letto.
«Sembra quasi che dorma…» disse Simone vedendo il lenzuolo far su e giù per via del respiro del fratello.
«Ulysses – disse Gianluca guardando l’amico che si trovava accanto – puoi suonare qualcosa per Marco? Sono certo che sentirà, può anche succedere che si svegli… perciò suona qualcosa di allegro.» disse Gianluca come se fosse un bambino.
Il rosso lo guardò sbalordito, come poteva chiedere una cosa simile in un momento come questo? Questa domanda non frullò solo nella mente dell’uomo, ma anche di tutti gli altri.
Gianluca guardò il fratello ed annuì.
«Capito.» rispose l’altro con un sorriso forzato.
Ulysses si girò verso il letto, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, picchettò tre volte sulla cassa armonica per darsi il tempo ed iniziò a suonare.
Era una melodia dolce ed aggraziata.
Gli altri cinque chiusero gli occhi e si tennero per mano, si stavano rilassando nonostante la tensione del momento.
 
❝Nella vita bisogna alzarsi ed andare avanti a testa alta, girarci intorno non serve a niente… nonostante le intemperie che la vita ci possa riservare noi dobbiamo rialzarci ed affrontarle!❞
 
“Mark spero proprio che tu possa sentire questa melodia… – pensò Gianluca – all’Inferno hai dato fondo a tutte le tue energie per sconfiggere Lucifer, no? Ora risvegliati, fai presto, perché qui ci sono i tuoi fratelli che ti attendono!” pensò Gianluca.
I sei si sentirono strani e quando riaprirono gli occhi si trovarono su un prato fiorito con la musica di Ulysses faceva da sottofondo.
«Dove sono?» domandò Simone.
«Guardate!» disse José indicando Marco sdraiato a guardare il cielo.
«Marco!» disse Gianluca avvicinandosi.
«Marco?» domandò Bartolmeo avvicinandosi insieme agli altri.
«C-Che cos’è questo posto?» domandò Ulysses.
«Sembra che siamo nella mente di Marco, in particolar modo nel suo sogno.» spiegò Roberto.
«Nel suo… sogno?» disse Simone e tutti si guardarono intorno.
«Chissà mai il motivo.» si domandò Ulysses.
«Stavo pensando a Marco ed all’improvviso…» sussurrò Simone.
«Sarà stata la melodia di Ulysses a farci pensare a lui.» disse Bartolomeo.
«Anche voi?!» domandò Gianluca.
«Che intendi?» domandò José.
«La melodia di Ulysses insieme ai nostri sentimenti per Marco ci ha fatto teletrasportare mentalmente qua.» spiegò Bartolomeo.
«Allora… qui cosa potremmo fare?» domandò ancora una volta José.
Nessuno sapeva dare una risposta e ritornarono a guardare Marco che riposava tranquillamente poiché non vedeva e né sentiva gli altri.
«Che aria fresca che c’è qua… - disse Marco respirando a pieni polmoni – già! – riprese alzandosi all'in piedi – Farò venire qui anche gli altri! – disse alzandosi – Luca! Roberto! Ragazzi, dove siete?» domandò il ragazzo girandosi intorno.
«Mark!» esclamò Gianluca mettendosi di fronte all’amico, anche gli altri cinque fecero lo stesso.
«Bartolomeo, Simone e Jose! Dove siete? Ulysses?!» chiamò Marco non vedendo nessuno.
Tutti rimasero impotenti di fronte a quella scena, il loro fratello non riusciva né a vederli né a sentirli.
«Oh no! Devo andare a lottare contro Lucifer, non sanno che Mario è la sua reincarnazione!» disse il ragazzo allarmandosi.
«Hai già sconfitto Lucifer.» disse José.
«Mark va tutto bene! Siamo pure usciti dall’Inferno!» esclamò preoccupato Gianluca.
«È vero, stiamo solo aspettando che ti risvegli.» intervenne anche Simone.
«Dove siete finiti tutti?» domandò Marco rattristendosi.
«Marco…» sussurrò flebilmente Roberto.
«Siamo tutti qua, Marco!» esclamò Bartolomeo.
Simone iniziò a cantare.
Tutti guardarono al ragazzo.
«Cosa stai facendo?» domandò Gianluca.
«Cosa?» domandò Marco guardando dalla parte di Simone.
La melodia suonata da Ulysses, insieme ai sentimenti di tutti ed al canto di Simone riuscì a raggiungere il cuore del fratello.
«Simone, sei qua?» domandò Marco cercando di capire da dove provenisse la voce.
«Il canto… lo raggiunge!» sussurrò Gianluca guardando la reazione del ragazzo.
Simone fece cenno agli amici di fare lo stesso, in un primo momento i cinque si guardarono, presero un respiro profondo ed iniziarono a cantare.
Tutti e sei stavano cantando col cuore per raggiungere quello dell’amico in coma.
«Cosa? Questi sono Luca, Roberto, Ulysses, Bartolomeo e José!» disse Marco riconoscendo tutte le voci.
Le voci diventarono tutt’ uno con la chitarra.
Quella era una melodia che avrebbe fatto risvegliare un Arcangelo.
I sei si sparsero formando un cerchio intorno all’amico e si presero per mano.
“Non ti preoccupare…” pensò José.
“Noi tutti siamo qui con te...” pensò Bartolomeo.
“Siamo insieme grazie a te, Marco…” pensò Simone.
“Anche se sei un ragazzo allegro, ma timido…” pensò Ulysses.
“Non ti smentisci mai nel tuo fare...” pensò Roberto.
“Senza di te non si può continuare ad essere il gruppo che eravamo prima.” pensò Gianluca.
“Ecco perché ti devi risvegliare!” pensarono tutti insieme.
Quel canto non arrivò solo al cuore di Marco, ma al cuore di tutti facendoli diventare tutt'uno.
Marco si guardò intorno, fece un respiro profondo ed iniziò anche lui ad intonare quella melodia.
 
I sei riaprirono gli occhi all’ultimo accordo di Ulysses.
Ci volle un po’ prima che riuscissero a mettere a fuoco il tutto e, appena lo fecero, videro Marco sorridente e seduto sul letto.
«Ragazzi, grazie…» sussurrò Marco.
Dagli occhi di tutti uscirono delle lacrime di gioia.
«Dopo aver fatto concedere a Lucifer una seconda possibilità pensavo che sarei morto, ma grazie a voi ed alla vostra canzone mi avete fatto sentire felice come mai prima d’ora. Il vostro canto ha fatto un miracolo.» disse sorridente il ragazzo.
«MARCO!» urlarono tutti buttandosi sul ragazzo.
Erano tutti felici, avevano di nuovo il loro adorato fratello.
Adesso potevano continuare a vivere insieme ed in armonia.
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE
 Buonasera ragazzi!!
Eccomi con l'ultimo capitolo di questa saga, come vi è sembrato? Vi è piaciuto? Vi è sembrato scontato? Vi è sembrato troppo melodrammatico?
Spero che non siano (almeno tutte) risposte negative xD
Ci vediamo domenica con l'EPILOGO!!!!!!

XOXOXO MIZU RYU

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** EPILOGO ***


Con la rinascita di Lucifer il mondo non era più lo stesso, molte guerre cessarono.
L'opale che portava al collo col passare degli anni divenne chiaro e, quando fu totalmente bianco, venne riaccettato in Paradiso.
Vedendo quel che era successo al loro sovrano anche molti dei demoni vollero rinascere ed espiare le proprie colpe, così facendo pian piano il Paradiso si riempì di nuovo di gioia come ai tempi biblici.
Ormai all’Inferno c’erano solo i pochi demoni che non riuscirono ad avere una seconda possibilità e, perciò, fecero andare avanti quel regno di dolore ed oscurità.
Finalmente l’universo era diventato un posto pieno di pace e di gioia.
 
Correva l’anno 1 settembre2046 quando Lucifer rinacque come Luciano.
Correva l’anno 26 Agosto 2079 quando Lucifer riprese posto al Paradiso.
Correva l’anno 2 settembre 2079 quando gli altri demoni decisero di redimersi
Infine, correva l’anno 1 gennaio 3015 quando l’intero universo ritornò come era in principio, cioè un posto pieno di pace e di armonia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3700374