You are my past, my present and my future

di Uta_Morgenstern
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Primo giorno di un nuovo anno scolastico.

Nuovi volti e vecchi volti. Amici che si ritrovano e nuove amicizie che si formano. Però cosa accade quando quella che sarebbe dovuta essere una nuova conoscenza ,si rivela essere una parte fondamentale del tuo passato?

Kageyama Tobio, 25 anni, è l' insegnante di educazione fisica nella scuola media di un piccolo paesino di provincia nella prefettura di Miyagi.

Qualcuno ogni tanto si ricordava del suo passato da astro nascente della pallavolo : sia alle medie e, per un certo periodo, alle superiori il suo immane talento come alzatore era leggenda. Però a un certo punto, quando già si cominciava a pensare ad una seria carriera professionale, qualcosa cambiò all'inizio del terzo anno, e da quel momento non mise mai più piede sul campo.

Tuttavia non essendo nemmeno particolarmente avvezzo allo studio,decise di sfruttare la sua inclinazione allo sport e prese l'abilitazione all'insegnamento delle scienze motorie e sportive. Non che amasse particolarmente quei ragazzini che puntualmente torturava facendoli correre e sudare dal primo minuto fino al suono della campanella; questo era solo l'unico modo che aveva trovato di riuscire a convivere con la sua scelta. Certe mattine riusciva ancora a perdersi nell'odore di legno del parquet consumato,mischiato al cuoio del palloni appena gonfi, e gli sembrava di essere in un'altra palestra, con altre persone; ma poi si ridestava dai suoi pensieri e iniziava ad intimare ordini a suon di fischietto alle sue povere vittime. Questo era il compromesso che aveva cercato di accettare,poiché allora come oggi, la prospettiva di allontanarsi da quel luogo dove aveva trascorso forse i peggiori e i migliori anni della sua vita lo spaventava troppo e seppur per certi versi masochista, questa era la vita che aveva accettato di trascorrere pur di non tornare indietro.

Ora lo scandire dei suoi giorni era dettato dagli orari scolastici il mattino, e quando non era troppo indaffarato con le lezioni da programmare, da lunghe corse al parco e ,molto sporadicamente da una birra con qualche collega.

Era di fatto una persona solitaria e amava crogiolarsi nella sua condizione : preferiva di gran lungo questo all'attorniarsi di persone superficiali,non adatte a ricoprire quel luogo nel suo cuore che era stato precedentemente occupato e ora rimasto vacante.

Quel mattino Kags si recò al lavoro con la sua bicicletta. Il tempo stava iniziando a migliorare e inoltre preferiva di gran lungo riflettere all'aria aperta,piuttosto che doversi anche subire lo stress del traffico mattutino.

Come di consueto ,arrivato al complesso di edifici che costituivano l'area scolastica, rallentò e si diresse verso i parcheggi riservati agli insegnanti e lì non fu certo difficile trovare un posto per il suo semplice mezzo. Questa era un'altra sua abitudine : arrivare sempre molto prima degli altri. Gli piaceva quella sensazione di calma apparente che quei palazzi, solitamente colmi di chiassosi ragazzini,producevano quando erano vuoti. Inoltre in questo modo,aveva tutto il tempo di organizzare la palestra per le varie attività,senza dover andare di fretta. Soltanto quando ebbe già finito di sistemare la maggior parte degli ostacoli per la corsa, guardò l'orologio e si rese conto di essere in gravoso ritardo per il rinfresco con il resto dello staff :come ogni primo giorno, l'intero corpo docenti era invitato a riunirsi in sala insegnanti mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni, in modo da presentarsi l'un l'altro. Sostanzialmente il tutto era programmato affinché i due o tre nuovi arrivati avessero modo di interagire con i colleghi prima del confronto con le classi; il Vicepreside era stato molto esplicito nella mail inviata il giorno prima : puntualità e partecipazione.

Sulla puntualità ormai non vi era nulla da fare, pensò Kageyama, quanto alla partecipazione faceva ancora in tempo a fare un salto, prendere qualcosa e poter così dire di aver presenziato all'evento.

Eventi che Kageyama detestava.

Detestava a prescindere una qualsiasi riunione con puro scopo ciarliero e non lavorativo : questa ne era l'emblema. Non aiutava poi il fatto che, data la materia da lui insegnata, non venisse propriamente rispettato dai suoi colleghi i quali, solo quando erano a corto di pettegolezzi o aneddoti, erano ben felici di concentrare la loro attenzione su di lui e speculare teorie, sempre più fantasiose, sull'abbandono da parte di Tobio della carriera agonistica e di sussurrarle animatamente non curandosi di poter essere udite anche dal diretto interessato.

Questa volta invece, appena entrò nella stanza vide tutte le persone affaccendate a presentarsi ai novelli insegnanti i quali erano letteralmente attorniati dai colleghi che erano curiosi di sapere ogni loro minimo particolare. Sperando di passare inosservato, Tobio si diresse verso il tavolo, dove si poteva ammirare quello che non era stato razziato del già misero buffet, e si versò del tè in una tazza,quando sentì improvvisamente una pacca sulla schiena, così forte che se avesse avuto meno prontezza, avrebbe sicuramente rovesciato la bevanda sul pavimento, e girandosi riconobbe il volto tondo e rossastro del Vicepreside. Se c'era una persona che sperava di evitare in una situazione del genere, quello era proprio lui, tuttavia non essendo stato così fortunato, Kags assunse il sorriso più falsamente cordiale che poté e salutò il suo superiore che rispose assumendo un tono di voce profondamente pomposo e ufficioso – Kageyama-san, vedo che ci teniamo in forma. Prego seguimi, devo assolutamente farti conoscere la new entry nella nostra squadra!

Altra cosa che non sopportava oltre ai pettegolezzi e alle occasioni mondane superficiali, erano le persone che non mancavano di fare una qualche battuta-creduta per giunta divertente- in merito al suo passato sportivo.

Tuttavia ora non poteva concentrarsi su una degna sequela di imprecazioni contro quell'assurdo uomo che lo stava letteralmente tirando per il braccio destro verso la finestra, dove di spalle si intravedeva questo nuovo insegnante intento a far ridere un gruppetto di segretarie di mezza età con probabilmente una squallida battuta No, era troppo impegnato a maledirsi da solo per essere entrato in quella stanza sperando che nessuno se ne accorgesse, ed ora eccolo lì costretto a presentarsi a questo tizio che doveva essere appena uscito dall'università, carico di speranze sulle nuove generazioni e cazzate simili.

Appena arrivati, il suo grassoccio compare fece tutto tonfo– Oh signore, mi perdonate se ve lo rubo solo per un istante? Poi sarà di nuovo tutto vostro- e così dicendo ammiccò ad una di loro e in quel momento Kags pensò davvero di vomitare per il disgusto,ma prima che avesse anche solo il tempo di valutare la scelta, il suo capo fece voltare l'uomo dai folti capelli rossi e,agitando convulsamente le braccia,fece le dovute presentazioni – Kageyama san, ho l'onore di presentarti il nuovo consulente psicologo,Hinata Shouyou. Hinata,lui è Kageyama Tobio,insegnate di educazione fisica; si è unito al nostro staff circa due anni fa,ma considerato che siete coetanei avrete sicuramente molto di cui parlare. E' così bello e fondamentale per la nostra scuola avere delle giovani presenze come voi...-

Le parole del vicepreside rimbombavano nella mente di Kags che capì solo due parole “Hinata Shouyou”,anche se non sarebbero nemmeno servite,il giovane avrebbe riconosciuto il volto del suo neo collega dovunque.

Tutto quello che fece, e non seppe neppure il perché, fu tendere la mano e presentarsi, come se fossero due perfetti estranei. Il fulvo ragazzo fece lo stesso, non mostrando il minimo segno di turbamento nel volto.

Improvvisamente ad interromperli vi fu il suono della campanella che sanciva l'inizio delle lezioni. Kageyama non ci pensò due volte e se ne andò senza nemmeno congedarsi, e mentre varcava la soglia lo accompagnarono le parole dell'altro – Allora ci vedremo in giro,Kageyama san.-

Parole che rimasero sospese nell'aria senza risposta.

 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Solo quando arrivò in palestra Kageyama si rese conto di aver corso e di essere senza fiato,tuttavia non seppe ben capire se fosse a causa dello sforzo fisico appena compiuto o per l'incontro avvenuto. Di tutti i posti dove avrebbe potuto vedere quell'uomo,sicuramente la scuola non gli era minimamente venuta in mente. Accidenti a lui poi, con tutte quelle presenti nel Paese,proprio nella sua doveva capitare? Immediatamente pensò che Hinata non avesse scelto quel luogo casualmente,ma come Tobio perché si trattava della scuola più vicina alla Karasuno,il loro Liceo. Kags però scacciò immediatamente questa ipotesi : - Per come l'ha abbandonata, non credo proprio che gliene importasse qualcosa e sicuramente nemmeno si ricorda che si trovi qui vicino,per cui ci saranno altri motivi per cui ha accettato questo incarico- concluse il ragazzo, che continuò a allontanare la qualunque possibilità che Shouyou fosse lì per una qualche ragione che lo riguardasse anche da lontano ed entrò nell'edificio aprendo la porta con uno scatto secco. Il sole filtrava dalle alte finestre e evidenziava sul consunto pavimento ligneo riquadri lucenti,quasi accecanti. Il professore si sedette alla cattedra e attese che tutti gli scolari di quella classe finissero di indossare l'uniforme sportiva e si sistemassero in una fila unica dinnanzi a lui. Fece l'appello come di consueto,ma i volti dei giovani fanciulli si mischiavano in un 'unica nube. Li vedeva in piedi davanti a lui, ma non li guardava. I suoi occhi erano ancora irrazionalmente focalizzati sul rosso che indossava quello squalliduccio completo a buon mercato. Seppure fossero passati molti anni da quando si erano visti, per lui Hinata era indubbiamente rimasto lo stesso di dieci anni prima. Certo si era considerevolmente alzato grazie a qualche dono di Madre Natura,e qualcosa nel suo sguardo era sicuramente cambiato e un'ombra di serietà aveva coperto quel suo bagliore perenne nello sguardo. Nonostante questo Kageyama lo avrebbe riconosciuto comunque, lo si fa sempre con quelle persone, quelle che ti cambiano. Preso così da questi melanconici pensieri Tobio impiegò del tempo per realizzare che gli studenti lo fissavano carichi di aspettative nei confronti di quello che era considerato uno degli insegnanti più severi dell'intero Istituto. Kags allora si alzò di scatto e dopo aver ordinato la consueta corsa della durata di una decina di minuti per scaldarli, decise di getto di far giocare ai suoi alunni una partita di pallavolo giustificandola come mezzo per conoscerli meglio. Tuttavia durante l'incontro,la sua mente era ben lontana da quegli aspri adolescenti. Nella mente continuavano a ronzargli pensieri su pensieri,congetture su congetture, persino alcune immagini di altri ragazzi, in un'altra palestra, con un'uniforme nera. La giornata gli parve essere infinita quando finalmente aprì la porta di casa e poté sdraiarsi sul bianco divano che dominava il ristretto spazio del salotto. Non aveva mai apprezzato le grandi ed ampie case, come quella in cui era cresciuto, per cui questo semplice appartamento dalle non proprio ampie dimensioni rispecchiava il suo desiderio di un luogo che avesse semplicemente spazio per una persona sola. Ovviamente la sua dimora era caratterizzata non solo dal basso numero di camere, ma anche da una pulizia e ordine maniacale,non vi era alcuna cianfrusaglia o suppellettile che non fosse necessario o che stonasse con l'equilibrio degli altri elementi. Passò buona parte del pomeriggio a fissare inerme il soffitto bianco sopra di sé, ma improvvisamente si alzò e procedette a passo spedito in camera da letto dove estrasse una scatola da sotto al suo giaciglio. Si sedette poggiando la schiena alla fredda parete,bianca anch'essa, e aprì la scatola facendo cadere rumorosamente il coperchio sul pavimento. Il suo contenuto non era per nulla di valore : una piccola medaglietta d'oro,la sua prima vittoria, una cartolina di una famosa città termale in cui si era recato da bambino con la famiglia, e una foto. Prese quest'ultimo oggetto e se lo rigirò tra le mani finchè non si fermò a fissare attentamente tutti i volti lì presenti fino a quando non trovò i due che gli interessavano. I due ragazzi, che potevano avere sui 14-15 anni non potevano essere più diversi l'uno dall'altro: il giocatore con il numero 9 stampato sulla casacca era indubbiamente quello più alto ed imbronciato dei due,portava una zazzera di capelli corti e neri; mentre il numero 10, piuttosto basso in confronto al resto della squadra, aveva un sorriso talmente solare da far venire voglia di prenderlo a schiaffi. I due tuttavia tenevano il braccio sulla spalla dell'altro,erano compagni di squadra e ognuno copriva e appoggiava l'altro. Erano. Solo pensare questa parola fu troppo per Kageyama che gettò la fotografia dall'altra parte della stanza, dove si formò un discreto numero di schegge : probabilmente la cornice doveva essersi rovinata. Ma cosa importava della cornice, se ormai quello che racchiudeva era solo una falsa immagine di come sarebbero dovute andare le cose. Se tutto fosse andato come raccontava quell'abbraccio...Pensando ciò Kags si coricò,ripromettendo a sé stesso che non si sarebbe più ridotto così, men che meno per un flebile fantasma di quella che ormai gli apparve come una vita nemmeno sua. Il resto della settimana trascorse in modo paurosamente ordinario, tutto come da programma e nessun incontro indesiderato.

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