Picco del Soldato: d'amore, di morte e di magia del sangue

di La Matta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***


Avernus e Melissa parte 1

Anno 31, Era del Drago



Ripone il pesante faldone di cuoio, dove ha annotato gli ultimi, frustranti sviluppi della sua ricerca. Fa fatica a scrivere, le lettere in inchiostro nero si sdoppiano davanti ai suoi occhi.

Alla fine, pare che anche la vista abbia deciso di abbandonarlo.

La fiamma continua ad ardere, sotto un grosso alambicco. Se solo il Custode gli avesse permesso di proseguire coi suoi metodi. Oh, a che vette avrebbe potuto assurgere la sua ricerca, quanto potere avrebbe potuto sprigionare ed asservire!

Avernus sospira, spegnendo la brace. La tentazione di infrangere il giuramento fatto è sempre lì, rannicchiata in un angolo della sua mente, a tormentarlo col suo sibilo.

Fuori dalla sua torre, la vita è andata avanti. Il tempo non ha mai smesso di correre, anche se lui era riuscito a sottrarsi al suo flusso. E adesso ci sono dei bambini, al Picco del Soldato.

Sono i nipoti di Levi Dryden, i lontani discendenti di Sophia.

Quando la stanchezza prevale sulla sua fame di conoscenza, Avernus chiude gli occhi, e nel profondo silenzio della torre, li ascolta giocare. Con l'inverno è arrivata la neve, e con essa le battaglie, i richiami, gli scivoloni, le dispute su come armare i pupazzi e su quali bacche usare per dare loro gli occhi.

Non ha mai avuto figli, né li ha mai voluti. La sterilità era uno dei più grandi rimpianti di molti suoi compagni Custodi, eppure per lui non era un fardello, ma un semplice dato di fatto. Al genere umano bastava un solo Avernus, dopotutto. Non che non ci avesse pensato, qualche volta. Con Melissa fra le braccia, davanti alle braci morenti del caminetto, aveva fantasticato di un loro impossibile figlio. Un ragazzino con la sua genialità e con la spregiudicatezza di lei, coi suoi zigomi alti e gli occhi fulgidi di Melissa.

- Ragazzi, non avvicinatevi alla torre! Quante volte devo dirvelo?-

Nel silenzio, la voce di Levi Dryden risuona chiara come se l'uomo fosse lì, davanti a lui.

- Ma zio, mi serve una mazza per il capitano Nevischio!-

- Va' a chiedere a zio Michael... di sicuro ha qualche scarto metallico che puoi usare.-

- Ma tu andresti in battaglia con uno scarto, scusa?!-

- Se il Creatore mi assiste, non andremo in battaglia affatto!-

Un gemito rassegnato, rumore di piedi che scalpicciano nella neve:- che noia, zio!-

Avernus sospira, mentre un involontario sorriso gli incurva le labbra, ormai fragili come vecchia pergamena.

Già, lui e Melissa sarebbero stati dei pessimi genitori...




Anno 5, Era della Tempesta



- Mi accoppierei volentieri con un demone dell'ira, pur di scacciare questo freddo maledetto.-

- Sarebbe un'esperienza accademicamente interessante, senza dubbio.-

Melissa leva gli occhi al cielo, sfregando le braccia, fasciate dalla tunica blu:- solo interessante? Creatore, ti sapevo frigido, ma qui si esagera.-

Avernus non si degna nemmeno di alzare lo sguardo dal suo diario. L'assedio di Picco del Soldato è appena al principio, e non c'è modo d'immaginare quanto durerà, né quale strategia il generale Athlar intende adottare. Potrebbe optare per un attacco diretto, oppure tagliare loro ogni forma di comunicazione con l'esterno, e attendere pazientemente che la fame esiga il più alto tributo.

- Dai, scendi con noi. Il Furetto Nero ha scritto una ballata su Arland che merita la fatica di stare a guardare la sua brutta faccia.-

Avernus scuote la testa e trattiene un gemito insofferente:- La comandante vuole che mi tenga pronto ad evocare un'orda di demoni, per quanto il nemico attaccherà.-

Melissa scivola sulla scrivania del mago, accavallando le lunghe gambe: la sua calzamaglia di tessuto pesante forse blocca il freddo, ma non l'immaginazione e Avernus si concede qualche istante, per rimirare la forma perfetta del suo corpo. Che insensato spreco, che una donna del genere – una maga del genere – abbia dovuto offrire la sua vita alla corruzione della Prole Oscura.

- Dì al Furetto che sentirò la sua ballata un altro giorno. Tanto, sarà un'interminabile lista di insulti e bestemmie assortite, come l'ultima volta.-

- L'ultima volta ti ho quasi visto sorridere, però.- lo schernisce Melissa – era per la poesia o per la mia mano in mezzo alle tue gambe? Non ricordo...-

Con una smorfia, Avernus cede e si avvicina, per cingere con le braccia la vita sottile di Melissa. Lei aggancia le gambe ai suoi fianchi e lo tira verso di sé.

- Vieni a scaldarmi, prima che evochi un demone per farlo al posto tuo.-

- E' ammirevole quanto poco sembri tenere alla tua vita.-

- Siamo condannati a morte, Avernus.- sussurra Melissa, contro il suo collo – se non sarà Arland oggi, sarà la corruzione domani. Quando accetti questo, c'è davvero qualcosa di cui avere paura?-



Sophia Dryden tamburella nervosamente con la mano sul grande tavolo di legno.

- Dove si sono cacciati Melissa e Avernus?- sbotta, voltandosi verso David il Silente.

L'altro Custode si stringe nelle spalle e non risponde. Già, ecco perché lo chiamano “il Silente”.

Mentre i suoi compagni borbottano e discutono, alcuni a voce alta, altri con toni più moderati, alcuni ridendo, altri scuotendo mestamente il capo, Sophia si domanda cosa sarà, di tutti loro. Le possibilità di trionfare nella ribellione si assottigliano di più ogni giorno che passa, come le scorte alimentari di Picco del Soldato. E quel tiranno di Arland non aspetta altro: probabilmente si diverte, a pensare alla loro lenta agonia e l'attesa gli è lieve, nel suo bel castello, davanti ad una tavola imbandita. Il codardo non si è neppure degnato di condurre l'assedio di persona, di affrontarla faccia a faccia. Lei, che un tempo è stata sua cugina.

Ma Sophia Dryden non intende arrendersi. Se dovrà cadere, lo farà dopo aver opposto una resistenza feroce, che sarà ricordata nelle Ere a venire. Per questo ha chiesto ad Avernus di evocare quanti più demoni sarà possibile. I soldati dell'Oblio colmeranno i vuoti lasciati dai Custodi caduti e da quelli che hanno tradito la sua rivolta. A mali estremi, estremi rimedi.

E Avernus, in fondo, è il maestro dei rimedi estremi.



Le urla delle cavie riempiono l'aria della torre, in una crescente sinfonia di dolore e paura, ma anche di abnegazione. Ormai l'assedio va avanti da mesi e nessun Custode più ha la forza di sperare che Arland conceda loro una battaglia leale, e una fine gloriosa.

L'intento del tiranno è dolorosamente chiaro: lasciarli segregati nella fortezza, ad impazzire per la fame e la solitudine.

Avernus, tuttavia, dimostra un'ammirevole dedizione ai suoi studi. Lavora freneticamente, nel tentativo di sbloccare il vero potenziale del sangue corrotto della Prole Oscura. Sta preparando un'arma, dice, in grado di sbaragliare qualunque esercito, di sottomettere qualunque raccapricciante parto dell'Oblio. Ma per perfezionarla, per comprendere il funzionamento esatto della corruzione, ha bisogno di cavie.

Il primo Custode ad offrirsi volontario per gli esperimenti di Avernus è stato ser Derek: era rimasto ferito durante l'ultima battaglia prima dell'assedio e le sue condizioni richiedevano medicinali che il Picco non poteva offrirgli. Se anche fosse sopravvissuto, non avrebbe più potuto camminare o combattere.

Soffrire per le ferite o per le tue magie, Avernus, non fa alcuna differenza. Ma se mi uccidi tu, la mia morte avrà avuto uno scopo”, così ha detto, mentre Avernus stringeva ai suoi polsi i lacci che l'avrebbero tenuto fermo durante l'esperimento.

Melissa è rimasta al suo fianco per tutto il tempo, ad osservare le reazioni del suo corpo sfibrato e a descriverne gli effetti, sotto la dettatura di Avernus. Derek è morto tre giorni dopo e lei si è allontanata, malferma sulle gambe e per qualche tempo non è più riuscita a salire nella torre.

Dopotutto, nonostante quello che dicono e quello che Avernus vorrebbe, lei non è una maga del sangue. E Derek era un loro compagno. Un amico.

E poi, Avernus è venuto a cercarla. E' entrato nella sua stanza, silenzioso come un sussurro, mentre lei si rigirava nel letto, tormentata dagli incubi. Si è steso accanto a lei, accarezzandole i folti capelli corvini, accogliendola in un abbraccio pericolosamente confortante.

- Derek è morto nella consapevolezza che il suo sacrificio, un giorno, permetterà ai Custodi di porre fine una volta per tutte alla piaga della Prole Oscura.- le ha mormorato con voce roca, per placare i suoi singhiozzi – il dolore è passeggero, ma la speranza è eterna.-


Cinque mesi, e ancora Arland attende.

Ogni mattina, Sophia Dryden pensa a suo figlio. Non rivedrà più il suo sorriso, le sue fossette sulle guance, i suoi occhi come il cielo. Ma è meglio così: suo fratello avrà cura di lui, lo porterà lontano dal Ferelden, sottraendolo agli artigli di Arland. Lo crescerà in una casa luminosa, piena di vita, di chiacchiere e di sorrisi, e gli parlerà di sua madre sempre con delicatezza, selezionando solo i momenti belli della sua esistenza. Lo cullerà con le favole sui Custodi Grigi e i loro grifoni, tralasciando la corruzione, gli incubi, il sangue infetto.

Ogni mattina, Sophia Dryden si concede un minuto e pensa a suo figlio. E' doloroso, ma è anche l'unica cosa che ancora riesca a darle la forza di combattere.


- Cosa diranno i posteri di noi?-

Avernus sorride, poi si china in avanti e bacia Melissa sulla bocca.

- Dipende.-

- Da cosa?-

- Da quanto tempo sarà passato. Una generazione, due? Per loro saremo dei traditori e degli assassini, dei mostri che hanno ceduto alla corruzione e alla magia del sangue. Per qualche decennio la gente del Ferelden sputerà a sentir pronunciare i nostri nomi.-

- E poi?-

- Dipende.-

- Ancora?-

- La storia è scritta dalle variabili, amore mio. Quelle che si realizzano diventano storia, ma non per questo le altre sarebbero state meno plausibili.-

Melissa chiude gli occhi, mentre Avernus le bacia delicatamente le palpebre. E' dimagrita ed il suo perenne sorriso è scomparso, lasciandole sulle labbra un'espressione desolata. Ha le occhiaie e la voce più lieve, ma è ancora bella come il primo giorno in cui Avernus l'ha vista. Anzi, forse la sentenza di morte che pende sul loro capo la rende ancora più meravigliosa.

- Allora?- lo esorta Melissa

Avernus riprende a baciarla, disegnando con le labbra il contorno dei suoi zigomi:- se i miei esperimenti avranno successo, un giorno saremo celebrati come eroi. Altrimenti puoi confidare che il tempo farà calare su di noi il velo della dimenticanza.-

Quando Avernus inizia a slacciarle la veste, la maga s'irrigidisce:- come fai ad avere ancora voglia di fare l'amore?- chiede, ma non sembra infastidita, solo sorpresa.

- Siamo condannati a morte, Melissa.- sussurra Avernus, citando frasi pronunciate solo pochi mesi prima, quando il futuro sembrava incerto, ma ancora plausibile - se non sarà Arland oggi, sarà la corruzione domani. Quando accetti questo, perché non prendere quello che c'è di buono, finché ne hai la possibilità?-

- Non lo so - Melissa si solleva, appoggiandosi allo schienale di legno del letto – suppongo sia solo malinconia. Sono pronta a morire, ma non vuol dire che l'idea mi piaccia.-

Avernus annuisce. Allunga una mano, fino ad intrecciare le dita a quelle di lei: - forse ce la caveremo – dice, in un tono leggero che suona falso, sulla sua bocca – forse i miei demoni terrorizzeranno l'esercito di Arland, forse Sophia ci salverà tutti.-

Melissa si scioglie in una risata amara:- allora quando succederà, vieni a cercarmi.-



(… continua)




La Coda


C'era una volta -La Matta- che giocava a Dragon Age.

e c'era ancora, perché Origins è così bello che dopo un po' ti viene nostalgia!

Questa storia nasce per essere una one-shot introspettiva su Avernus (un personaggio che ho sempre amato, pur nella consapevolezza che gli esperimenti sulle persone non si fanno -cattivo Avernus, cattivo!-) e invece ora si è trasformata in una racconto a più capitoli sulla caduta di Picco del Soldato. Beh, spero che vi piaccia, ormai non pubblicavo su EFP dal 2015, quindi potrei essere vagamente arrugginita :P


La Coda Semiseria


I nomi di Melissa la Criminale Magica, ser Derek di Orlais, il Furetto Nero e David il Silente compaiono in Dragon Age nella lista dei Custodi Grigi che si opposero ad Arland durante la ribellione. Ho sempre pensato che meritassero almeno un pezzetto di storia tutta loro.


A presto,

La Matta


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Capitolo 2
*** Parte seconda ***


avernus e melissa 2

Quando l'attacco arriva i Custodi sono stremati, eppure accolgono le truppe di Arland con coraggio, determinazione ed il sollievo di chi è giunto alla fine di un tragico viaggio.

Sophia combatte in prima linea, la spada stretta fra le mani, un'imprecazione selvaggia incastrata fra i denti: perché Arland non c'è.

E così l'ultima volta che ha visto suo cugino – il suo non-re, la sua nemesi, il nemico che odia più della corruzione – rimarrà l'ultima. Il suo ultimo ricordo di lui sarà quel giorno, quando la sua crudeltà ha raggiunto il culmine, quando la ribellione più che mai è parsa necessaria. In cui la sete di giustizia ha spazzato via ogni scrupolo pratico, ogni velleità di sopravvivenza.

Il giorno in cui Arland ha decimato i Cousland, una delle più antiche e nobili famiglie del Ferelden. In cui si è fatto beffa dei loro ideali e del loro sacrificio. Ma cosa ne poteva capire, lui, di onore e di fedeltà? Come poteva capire la sofferenza di un uomo leale, costretto a tradire il proprio re oppure ad accettare d'essere asservito ad un mostro?

Stringe più forte la spada, prima d'infilarla fino all'elsa nel petto di un soldato.

Ogni minuto di quella guerra si deve ad Arland.

Alle sue scelte, alla sua crudeltà, alla sua paranoia.

Si volta indietro e grida, perché la battaglia volge al peggio, ma farà in modo che la tragedia dei Custodi si consumi fino in fondo, lasciando uno sfregio inguardabile sulle bianche pagine della storia, un memento del sanguinario regno di Arland e delle conseguenze della sua follia.


- Avernus, abbiamo bisogno di te!-

Avernus inarca un sopracciglio, lascia cadere il bastone e chiude gli occhi, affidandosi ai glifi di protezione che ha evocato attorno a sé.

Il mondo sembra rallentare, ogni suono si attutisce.

Il mago richiama a sé tutta la propria concentrazione, mentre le litanie d'evocazione gli salgono alle labbra come il ritornello di una vecchia filastrocca. Le ha studiate fino ad incidersele nel cervello, eppure basta un singulto, un errore, un respiro fuori posto. Basta la variabile più piccola e l'unica speranza dei Custodi si trasformerà nella loro condanna.

Il primo demone si affaccia dall'Oblio, la sua sagoma infuocata striscia fuori dal Velo con un sibilo sinistro. Subito gli adepti lo convogliano contro il nemico ed Avernus si concentra su un'altra evocazione.

Fra una formula e l'altra, il mago intravede squarci del campo di battaglia.

Sophia che si abbatte sui soldati nemici come una tempesta, l'armatura di metallo scuro che manda bagliori sinistri alla luce delle torce.

Un altro demone ruggisce, facendo il suo ingresso in un mondo che gli è stato precluso.

Il Furetto Nero che mulina i suoi pugnali gemelli, il capo celato dal cappuccio, in gola un canto feroce ma melodioso, che instilla coraggio nei cuori dei suoi compagni.

Avernus vortica le braccia, legando a sé un altro servitore. Stavolta è una creatura del desiderio, sinuosa come un salice e letale come il veleno.

Lacuna il Fortunato che gesticola verso gli altri adepti, mentre uno di loro vacilla, spaventato dalla manifestazione d'un demone dell'ira.

Tutto sommato, stanno facendo un ottimo lavoro. Ma servono più demoni, più magia, più lyrium, più ardimento. Qualcuno direbbe più follia, ma ormai la loro vita è appesa a un filo, non c'è più spazio per la sicurezza. Persino Sophia sembra essersi rassegnata al peggio.

- Ancora, Avernus! Ce ne servono ancora!-

Mentre riprende a cantilenare, Avernus socchiude gli occhi.


Poco lontano da lui, Melissa punta il bastone verso i nemici, liberando un catena di fulmini. L'elettricità percorre la sala, attraversando i corpi dei soldati di Arland, fino a svanire nell'aria. E' così potente, eppure esiste e si spegne in un istante.

Un gemito strozzato richiama la sua attenzione: alla base della scalinata giace riverso David il Silente, le mani serrate sulla gola squarciata, il sangue che gli ruscella fra le dita.

- Sappi che il tuo sacrificio non verrà dimenticato e che un giorno ti raggiungeremo.- sussurra, il ricordo della sua Unione che le rimbomba nel petto, assieme ai battiti del suo cuore.

Avernus sta evocando un altro demone. Quanti sono? Dieci? Venti? Trenta? Ormai Melissa ha perso il conto, ma la stanza è piena di grida, di risate stridule, di fiamme e fumo, di odio e di promesse di vendetta.

- Potrei far finire tutto, lo sai?- mormora una voce, un respiro delicato nella conchiglia del suo orecchio – potrei darti un finale felice, per una volta.-

Melissa solleva il bastone, evocando una pioggia di fuoco sui soldati di Arland. Ormai quelli sono i suoi ultimi incantesimi: è esausta, le sue riserve si sono prosciugate ed anche rimanere in piedi sembra una fatica immane.

- Non ti piacerebbe addormentarti fra le mie braccia e dormire? Vivere il resto della tua vita in un bel sogno, in cui tutti i tuoi desideri si sono realizzati?-

Una mano leggera si appoggia sulla spalla della maga, mentre un'ombra violetta le si avvicina, accarezzandole la schiena.


Ancora un ultimo demone... ancora uno... l'ultimo...

Quando, alla fine, la sagoma diviene concreta, Avernus realizza l'immensità del proprio errore. Si rende conto un istante troppo tardi di non poterne controllare un altro.

Lacuna il Fortunato è caduto. E' stato così sciocco da abbassare il suo scudo magico, per soccorrere un altro adepto, e un dardo nemico gli si è conficcato in un occhio. Il Custode è crollato a terra, la sua agonia è inizia e finita nel tempo d'un battito di ciglia.

Troppo tardi Avernus ha realizzato di essere da solo, alla guida di tre adepti disperati e di un incontrollabile esercito di demoni.

Un demone dell'ira ghermisce uno degli adepti, spezzandogli le ossa come fossero quelle d'un uccellino. Getta il suo corpo contro il muro e quello ricade, inerte.

In quell'attimo, in quella morte quasi sconosciuta, Avernus si rende conto che è finita.

Un demone del desiderio sta avviluppando Melissa nella sua tela di illusioni, un'altra creatura dell'Oblio sta scivolando verso Sophia...

- Obbeditemi! Attaccate gli uomini del re!- Avernus prova ad opporre la propria volontà a quello delle creature, ma il tentativo gli frutta solo una risata colma di scherno.

- Così tanta morte, sofferenza e... oh sì, sangue!- attorniato da una nube grigia, un demone lo fronteggia, un ghigno deliziato negli occhi smorti – ormai il Velo è strappato... la tua anima è mia, Avernus!-

Avernus ha dedicato tutta la sua esistenza alla magia. Allo studio delle evocazioni, dei rituali, degli incantesimi per resistere alle tentazioni dei demoni. Ha fallito nel suo più grande compito – salvare la ribellione di Sophia -, ma questo non significa che sia pronto ad abbandonare la sua ricerca, a rinunciare a lasciare il suo segno nella storia.

Con la coda dell'occhio vede Melissa cadere in ginocchio, mentre il demone del desiderio torreggia su di lei, accarezzandola sulla testa come si accarezza un cucciolo.

- Accoliti...- ordina, e mai la sua voce gli è parsa più fragile e incrinata – ritiratevi! La battaglia è perduta!-

- Avernus!- lo chiama Sophia, voltandosi verso di lui con gli occhi pieni di sdegno e di sorpresa – Avernus!-

Ma ormai, per lui, non c'è motivo di continuare a lottare. La codardia di un attimo in cambio della possibilità di completare la sua ricerca.

Scappa nella torre e coloro che scappano con lui ancora non lo sanno, ma saranno le sue cavie.


- Derek! Derek, vieni, è ora di cena!-

Il bambino si gira, sorridendo. Ha i capelli arruffati e le guance rosse per lo sforzo, ma i suoi occhi brillano come le stelle nel cielo notturno.

Dietro di lui, c'è un uomo. Non indossa l'uniforme dei Custodi Grigi, ma una lunga veste blu, bordata di grigio. E' inginocchiato alle spalle del bambino, le mani sulle sue, a guidarlo in qualche gioco noto solo a loro

- Ancora un attimo, mamma!- la implora Derek

- Concedici un istante, mia adorata.- anche l'uomo sorride e lei si sente invadere dal calore del suo amore, che per tanto tempo ha nascosto sotto la semplice lussuria.

- Papà mi sta insegnando a fare le palle di fuoco!-

Incrocia le braccia sul petto, mentre suo figlio ride, guardandola con gli occhi di chi ha combinato una marachella, ma sa che la passerà liscia.

- Avernus, ti sembrano cose da insegnargli?!-

Avernus si alza, arruffa i capelli del loro bambino, poi la raggiunge sulla soglia di casa. La prende fra le braccia, baciandola sulla bocca:- mi farò perdonare, amore mio.-

Mentre il suo corpo mortale si consuma, Melissa la Criminale Magica sorride.





--- La Coda

Ed eccovi la parte seconda!

Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, perché questa storia non nasceva per essere una long – anche se l'argomento ne meriterebbe una – e quindi andare avanti non avrebbe senso, ma non prometto che non tornerò più sull'argomento XD

Intanto spero che la descrizione della battaglia (coff coff... pasticcio demoniaco... coff coff) non vi abbia fatto piangere dalla noia!

Un bacio e grazie a chi è giunto fin qui!


--- La Coda semiseria

1.Anche Lacuna il Fortunato viene da quel famoso elenco.

2. La frase che mormora Melissa dopo la morte di David il Silente è la (brutta) versione italiana della frase che accompagna l'Unione. Così, perché mi piace sentirmi capitan Ovvio.


A presto!

- La Matta


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