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di SophLandd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Babythere's nothing holdinme back."

«Sì, Lyds, sto andando a lezioni...sì, sì...vedrai che ci vedremo il prima possibile...questo week end vedo se posso...ci risentiamo, sì, ti amo anch'io...» Stiles varca la soglia del Federal Bureau of Investigation, meglio come nota come FBI.

Chiude la chiamata, per poi guardarsi intorno: ancora non ci crede che sono già passati due anni da quando studia qua dentro. E solo un mese fa l'hanno inserito nelle classi insieme agli studenti migliori dell'edificio! Insomma, suo padre è più che orgoglioso di lui, essendo anche uno Sceriffo, e così la sua ragazza. È fidanzato con Lydia da poco più di due anni, ed era sempre stata la sua cotta, ma lei inizialmente lo aveva ignorato alla grande. Era la solita ragazza popolare dell'high school, con un fidanzato che era il capitano di lacrosse. Con il tempo erano diventati migliori amici, e passavano tantissimo tempo insieme, fino a quando lei un giorno era venuta a casa sua, baciandolo. E da quel momento avevano deciso di provarci davvero, e le cose stavano stranamente funzionando, nonostante la distanza.

Lei aveva scelto un college a New York, mentre lui seguiva corsi nell'accademia dell'FBI all'interno del complesso edificio a Washington. 
Alla fine in macchina erano sulle quattro ore, e spesso Stiles doveva fermarsi poi nel dormitorio di lei a dormire. Qui non li hanno i dormitori, tanto che il ragazzino era stato costretto ad affittare un appartamento con un coinquilino, per risparmiare il più possibile i soldi. Il suo coinquilino si chiama Isaac, ed è un tipo a posto. 
Non che si vedano tantissimo, visto che il riccio la mattina va in un college diverso, e il pomeriggio ha un giorno sì e un no un lavoretto ad un bar, come cameriere. Eppure cenano quasi sempre insieme a casa, e il ragazzo è di buona compagnia.

Almeno gli ricorda un po' Scott, il suo migliore amico, che anche lui è da qualche parte vicino a New York insieme alla sua ragazza Allison. 
Inoltre si è fatto diversi amici in accademia, come i due gemelli Ethan e Aiden, Malia, Liam e Kira. Sta sempre con loro a pranzo a mensa, e qualche volta escono a cena fuori, o nel week end, quando Stiles non riesce a vedersi con Lydia.

«Ciao, Sti!» Lo saluta brevemente Malia, che si sta dirigendo verso un'altra classe. Malia è una bella ragazza, con un forte carattere. 
Stiles la saluta con un cenno del capo, entrando nella sua, sedendosi nel solito posto. Ancora si deve abituare a vestirsi così formale, con una camicia bianca e cravatta nera. Come tutti, del resto. Tira fuori dalla valigietta un quaderno ad anelli, due penne e una bottiglietta d'acqua. E il professore comincia a spiegare, dando inizio alla lezione.

---

Derek si trova nell'ufficio del preside dell'accademia dell'FBI. Robert Hook ha davanti a sè diversi fascicoli, e una scrivania lo divide dal moro. Derek si sistema meglio sulla sedia, con aria scocciata.

«Devi scegliere il tuo nuovo partner, lo sai, vero?» Gli ricorda il preside, e in risposta il moro sbuffa.

«Non posso lavorare da solo?» Prova a chiedere, speranzoso. Gli piace il suo lavoro lì, ma preferisce non dover collaborare con nessuno. Robert scuote la testa.

«Ne abbiamo già parlato, Hale, nessuno lavora meglio da solo. Lo so perchè dici così, lo so bene, solo...sei uno dei migliori elementi, e non solo per la tua forza, eppure in due sarebbe tutto più efficiente, capisci?» Cerca di farlo ragionare Hook. Derek illumina un secondo gli occhi di blu, sospirando.

È da quando ha diciotto anni che lavora qua, ormai. Nove anni.

L'FBI decise di assumere licantropi per poterli affiancare ad intelligentoni, come sorte di guardie del corpo. 
Alcuni di loro vengono proprio sfruttati, in realtà, e sottomessi. Devono seguire il proprio partner negli interrogatori e in tutti i casi, e in quelli più pericolosi devono stargli ancora più dietro.
Ma per alcuni licantropi, come Derek, è un po' diverso. Lui è molto intelligente, e hanno deciso di fargli seguire anche le lezioni in accademia, in modo da non sprecare la sua intelligenza. Lui non si fa sottomettere, è come un vero agente, ma sovrannaturale.

Ormai sono cinque anni che ha finito di frequentare i corsi, solo che comunque deve scegliere lo stesso un partner, umano, per potergli garantire anche la sua protezione e la sua grande forza, oltre ai suoi super sensi, in modo da poter catturare gli assassini con più facilita e zero rischi. Anche se in realtà a volte hanno avuto a che fare con assassini sovrannaturali, ma davvero poche volte, visto che a Washington le creature sovrannaturali non passarebbero affatto inosservate.

«Capito.» Afferma poco convinto, alzandosi di malavoglia, per poi andarsene via.

---

Stiles sta ascoltando attentamente il professore, quindi la porta si apre, e il prof. Perris si ferma. Il ragazzino neanche guarda chi è appena entrato, approfittandone per bere.

«Ragazzi, lui è Derek Hale, uno dei migliori agenti dell'FBI. È qui per scegliere un partner, e visto che siete nella classe dell'eccelenza, beh, uno di voi sarà il prescelto. Frequenterà ancora i corsi, certo, ma molto di meno.» Presenta l'estraneo il professore, e a quel punto Stiles alza lo sguardo su di lui, curioso.

E cazzo, vorrebbe non averlo mai fatto.

È il ragazzo più bello che abbia mai visto, e sì, lui è bisessuale da diversi anni. In pochi secondi tutta l'acqua, che era nella sua bocca, viene sputata fuori. Tutta l'attenzione ora è su di lui, e si porta subito una mano alla bocca, più che imbarazzato. Anche quegli occhi verdi sono posati su di lui, ed è come se lo opprimessero.

«C'è qualche problema?» Gli chiede il professore, leggermente preoccupato. Stiles si riprende, tossendo leggermente.

«Umh, sì, sono solo un tantino emozionato.» S'inventa, tornando ad analizzare questo Derek Hale, mentre il professore aggiunge che l'agente resterà in disparte durante la lezione, e che potrà avvicinarsi a qualche studente per fare delle domande, sempre se vuole. Derek ha la schiena poggiata al muro, mentre Perris continua a spiegare rivolto verso una lavagna virtuale dei concetti sugli assassini seriali. Peccato che Stiles sia troppo impegnato a fissare l'agente, che non sembra per niente voler essere lì. Ha la barba al punto giusto, dei capelli mori leggermenti ribelli e degli occhi verdi impassibili. Inoltre è vestito piuttosto informale, con una semplice maglia rossa. E questa maglia lascia poco all'immaginazione, delineando un fisico scolpito. 
E, ovviamente, appena Stiles cerca di sistemarsi meglio sulla sedia, dà una gomitata al pesante quaderno, che cade a terra con un tonfo. E di nuovo quegli occhi verdi su di lui, vagamente divertiti.

«Stilinski? Tutto a posto?» Richiede il prof, consapevole che quel ragazzo è uno dei migliori che ha.

«Umh, sì.» E ringrazia silenziosamente la sua solita grazia, raccogliendo il quaderno. E si accorge che il moro lo sta ancora osservando, silenziosamente, così cerca invano di seguire la lezione. Gli altri, vista la presenza dell'agente, intervengono tutti e anche più del solito, ma Stiles non riesce proprio a seguire, dandosi più volte dello stupido, e imprecando a bassa voce. Inoltre gli cadono diverse volte le penne, e sempre quegli occhi verdi su di lui, che lo mettono come a disagio.

La campanella sta per suonare, quando Stiles nota Derek avvicinarsi a lui, come indifferente. Si sente la gola secca, e rimane immobile, fin quando l'agente non si ferma davanti al suo banco.

«Sei Stilinski, giusto?» Gli domanda, con voce decisa.

«In persona.»

«Da dove vieni?»

Stiles tentenna.

«Beacon Hills.»

E gli occhi del moro vacillano qualche secondo, come sorpresi, per poi allontanarsi, lasciando Stiles confuso. Come mai è come se il moro in un certo senso se lo aspettasse? E la campanella finalmente suona, facendo alzare tutti gli studenti. Derek sta parlando con il professore, ma Stiles non riesce a capire cosa si stiano dicendo. Dopo pochi secondi il moro se ne va via dalla classe, con calma.

«Stilinski.» Lo chiama Perris, e il ragazzino teme di venire rimproverato per la sua maldestria durante la lezione, ma il professore invece accenna un sorriso.

«Sì, professore?»

«Congratulazioni, è lei il prescelto.» 
Gli fa, e Stiles dischiude la bocca dalla sorpresa. Perchè diavolo quel Derek ha scelto lui, quando non ha fatto altro che essere sgraziato e non intervenire neanche una volta? Non ha senso! 
E così Stiles si ritrova a correre dietro al moro, che è nel corridoio ormai deserto: tutti gli studenti sono andati in altre aule, nonostante lui e gli stessi di prima si vadano a ritrovare sempre in quelle con gli insegnanti migliori. Il ragazzo cammina tranquillamente nel corridoio, e Stiles lo raggiunge, quando questo si gira di scatto, fermandosi. Il ragazzino va quasi a sbattere contro di lui, rischiando di cadergli addosso.

«Che c'è?» Domanda direttamente il moro, incrociando i suoi occhi verdi con quelli nocciola del ragazzino. Stiles manda giu la saliva.

«Perchè me? Perchè?» Osa chiedere, e Derek pare essere colto impreparato. Come può spiegargli che da quando ha sputato tutta l'acqua è come se, all'interno della classe, avesse visto davvero solo lui? E anche grazie a tutte le altre cose che ha fatto cadere, con tanto di imprecazioni a voce talmente bassa che poteva sentire lui? Oppure come solo il cuore di quel ragazzino, tra tutti gli studenti, sembrava avere un ritmo piuttosto irregolare, che non poteva fare a meno di ascoltare?

«Perchè sei di Beacon, e immagino tu sia già a conoscenza del sovrannaturale.» Mente in parte il moro, a pochi centimetri di distanza dall'umano. In effetti a quasi tutti i suoi precedenti partner aveva dovuto sprecare tempo prezioso a spiegargli che fosse un licantropo, e cercare pure di farli rinvenire nel caso svenissero. Invece lui vuole mantenere il più possibile le distanze da chiunque, dopo quello che è successo.

«Sovra-che?!» Si strozza quasi Stiles, fingendo di non sapere proprio nulla, più che confuso da quella affermazione. Derek fa un sorrisetto, sentendo che sta mentendo, e illumina un attimo gli occhi di blu, per poi girare le spalle e andarsene.

«Ci si rivede, Stilinski.» Lo saluta, mentre l'umano è rimasto imbambolato in mezzo al corridoio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"BabyI'm worth it."

Stiles è ancora impegnato a capire se sta sognando oppure no, ma è successo davvero tutto: un agente l'ha scelto come suo partner, ma non un agente qualsiasi. Sarà poco più grande di lui, ed è anche un fottuto licantropo. Non credeva di vederne qui a Washington, e ci è rimasto abbastanza sconvolto, soprattutto perchè il suddetto conosceva Beacon Hills. Decide di capirci meglio, così si dirige verso la presidenza, ancora più che pensieroso. Arriverà tardi a lezioni, ma non gli importa più di tanto. Bussa alla grande porta, ricevendo un 'avanti' in risposta, così entra all'interno dell'ufficio. È stato poche volte qua dentro, ma Hook pare riconoscerlo immediatamente. 
È anche vero che Stiles è uno degli studenti migliori, e in questi quasi due anni gli è stato riconosciuto diverse volte.

«Stilinski, come mai ho piacere di rivederla?» Lo accoglie Hook, un tipo calvo e con la tipica pancia da birra, seduto dietro l'ampia scrivania. 
Stiles lo saluta formalmente, sedendosi davanti a lui.

«Oggi è venuto un certo Hale in classe nostra.»?Comincia a parlare, e lui annuisce.

«Oh, sì, l'avevo mandato da voi per scegliersi un nuovo partner. 
È successo qualcosa?» E il tono diventa grave, come se da quell'agente si aspettasse chissà cosa.

«Oh, mi ha scelto come suo nuovo partner, anche se devo ammettere di essere molto confuso...soprattutto per il fatto che è un licantropo.» Si gratta la nuca il ragazzino, mentre Hook lo studia attentamente.

«Non sembri esserne così scioccato.» Nota.

«Sa, nella mia cittadina natale abbiamo creature sovrannaturali a bizzeffe...» Accenna un sorriso il castano, troncando poi il discorso, per non andare a cambiare argomento.

«Devi sapere, Stilinski, che all'FBI le missioni sono spesso molto difficili, e così i casi che affibbiamo agli agenti. 
E voi siete tutti umani, quindi noi dobbiamo garantirvi l'immunità, intendi?» Comincia un discorso Hook, ricevendo un cenno d'assenso da parte del ragazzino. «Non possiamo perdere elementi fondamentali come voi, ed è così che entrano in scena i licantropi. Si presentano per diventare vostre guardie di corpo a tutti gli effetti, seguendovi ovunque voi vogliate, e il loro compito è proteggervi ad ogni costo, visto che, come sai, non possono morire per vie umane. Anche se ci è capitato di dover affrontare creature sovrannaturali...» Si fa pensieroso Hook, scrocchiando le mani. «...ma loro sono qui per fare di tutto affinchè voi viviate e non vi feriscano, capito?»

Stiles mantiene lo sguardo dell'uomo. La cosa non gli piace molto.

«Quindi sono come degli schiavi?» Chiede, con un tono leggermente amaro, non piacendogli affatto la faccenda. Si preoccupano tanto di non perdere loro agenti, ma i licantropi possono anche morire? Non sono di certo razze inferiori, e non ha intenzione di trattare nessuno solo come sua guardia del corpo, come essere con il solo scopo di morire per lui, senza sentimenti.

Hook trasalisce impercettibilmente.

«Assolutamente no...Stilinski, loro si propongono per il lavoro, e vengono pagati profumatamente, e tutti ci sono grati per la protezione che offriamo...„

«...sacrificando però altre vite, che valgono esattamente come le nostre.» Finisce il discorso per lui Stiles. Sembra come se per loro quelle creature fossero inferiori, quando non è affatto così. Hook sembra ora turbato, e cerca di cambiare argomento.

«Fino a che non ti verranno affibbiati dei casi, continuerai a frequentare le lezioni, ma dovrebbe essere questione di giorni. In quel caso alternerai lezioni allo studio del caso, e avrai un ufficio tutto tuo, dove già da domani mattina potrai sistemare la tua roba...per qualsiasi cosa Hale ti aiuterà, e sarà al tuo servizio.» Gli spiega velocemente qualche cosa, e Stiles si alza, facendo per andarsene.

«Stilinski.» Si sente chiamare, e si ferma, girandosi verso il preside dell'accademia.

«C'è altro?»

«Riguarda Hale, non è... non è come tutti gli altri.»

Stiles lo guarda attentamente.

«Che vuol dire?»

«È uno dei nostri migliori elementi, perchè è così intelligente che l'abbiamo fatto diventare un agente a tutti gli affetti, solo che...non gli piace essere sottomesso, ricevere ordini, quindi se dovessi avere problemi con lui basta che ce lo dici, e ti troviamo un altro licantropo subito....»

Stiles fa una smorfia.

«Non si preoccupi, arrivederla.»

E se ne va, desideroso solo di andarsene da qua.

•••

«Si, Lyds...mi hanno scelto come partner, e tra poco lavorerò su dei casi...veri!... ti rendi conto?» Esclama, mentre addenta un panino in un bar vicino all'accademia. Ha deciso di non pranzare in mensa, visto che quel cibo sembra, per la maggior parte delle volte, trovarsi lì da settimane.

«Sono contentissima! È fantastico, davvero, Sti...ma questo non influirà sulle nostre uscite, vero...?» Parla la rossa, dall'altro capo dell'altro capo del telefono. Stiles beve un attimo.

«Spero di no.» Riesce solo a dire, non sapendo cosa rispondere. 
Se gli affibbiassero un caso importante sicuramente non potrebbe prendersi un week end per andarsene. L'FBI non si occupa di certo di cazzate, e lui non vede l'ora di dover scovare un assassino o altro. Alla fine lui e il suo migliore amico Scott aiutavano sempre lo Sceriffo, anche se più per i problemi sovrannaturali. Stiles si è finalmente tolto la giacca, stando in una semplice maglia grigia. Quest'accademia inizava ad agosto, e sono già ad ottobre. Ed è il suo secondo anno, ma deve ancora compiere vent'anni.

«Sai che credo molto in tutto questo, in noi. Ora devo andare, ti amo.»

Stiles sospira, dispiacendosi di stare così lontani.

«Sì, lo so, anch'io. Ti amo.» E chiude la chiamata, finendo di mangiare il panino con calma. Adesso crede che tornerà a casa a riposarsi un po', e poi preparerà la cena sia per lui che per Isaac.

Stiles se la cava davvero bene ai fornelli, e gli fa sempre piacere cucinare per entrambi. È anche un modo per rilassarsi. Si alza da tavola, con ancora la valigietta in mano, ed esce dal grazioso locale, che è pieno di gente. Svolta poi a destra, addentrandosi su una stradina limitata, solo da una parte, da un lungo e bassino muro.

«Stilinski.» Quasi salta in aria a sentire il suo nome, e il suo cuore minaccia di esplodere dallo spavento. Stiles si guarda intorno, fino a incrociare il suo sguardo con quello di un ragazzo, seduto tranquillamente sul muretto.

«Hale.» Si porta una mano al cuore. «La prossima volta, ti prego, avvertimi, cazzo! Dovresti proteggermi, non farmi morire!» Ironizza sull'ultima frase, notando il sorrisetto divertito del moro. Derek proprio non sa che ci fa lì, dovrebbe mantenere solo le distanze da quel ragazzino. Anzi, dovrebbe incominciare a fargli venire voglia di cambiare partner, in modo che Hook si decida a farlo lavorare da solo.

Con gli ultimi almeno ha sempre funzionato, nessuno è mai restato.

L'hanno sempre mandato a scegliere un ragazzo o ragazza in qualche classe, anche se lui ci è sempre andato scocciato e con zero voglia. Non ha mai osservato davvero nessuno, ha sempre scelto a caso, tranne Stilinski. Lui, in un modo o nell'altro, è riuscito a farsi notare, ad entrare nel suo raggio visivo per tutta la lezione. 
Ma questo, attenzione, non vorrà dire che si comporterà diversamente con lui: cercherà di farlo andare via, e ci riuscirà. Viene reputato stronzo per come si comporta, un vero bastardo, ma nessuno sa il perchè del suo comportamento. È facile giudicare senza sapere. Il pensiero di quello che è successo per farlo diventare così, fa contrarre il cuore di Derek un secondo.

Quindi, sì, si comporterà con il ragazzino come si è comportato con tutti, ma adesso si è ritrovato a passare vicino al bar, trovandolo intento a mangiarsi un panino. E ha deciso di aspettarlo, perchè è curioso su delle questioni. Anche Derek è originario di Beacon Hills, ma non pensava il ragazzino sapesse veramente del sovrannaturale.

«Come fai a sapere del sovrannaturale?» Chiede direttamente, restando seduto sul muretto. Stiles osserva come il pallido sole si scagli contro il moro, il quale è di spalle ad esso, disegnandogli una sorta di aurea intorno. Stiles fa un sorrisino, aspettandosi una domanda simile.

«Da dove potrei cominciare a parlare? Forse dal fatto che il mio migliore amico è stato morso da un Alpha tipo quattro anni fa! E che la mia ragazza è una Banshee, pericolosissima quando si incazza o ha il ciclo, e il veterinario della città in realtà un druido, e poi c'è Jackson che è stato per un po' una lucertola assassina, il Kanima, ma adesso è solo un licantropo...e giusto, Scott, il mio migliore amico, ricordi?, è fidanzato con una cacciatrice...» Inizia uno sproloquio infinito, e Derek ne ha già abbastanza della sua parlantina, e lo interrompe:

«Argent?» Indovina, visto che sono i cacciatori più famosi di quelle parti. Stiles sussulta dalla sorpresa.

«Grande, occhi verdi, ma come lo sapevi?» Il suo tono è davvero confuso. Derek illumina un attimo gli occhi di blu, ringhiando vagamente.

«Non chiamarmi in quel modo! E lo so e basta.» Si limita a rispondere, conoscendo molto bene gli Argent, purtroppo. Soprattutto Kate...

Stiles alza le mani in difesa.

«Scusa! E comunque, è inutile che fai tanto il riservato, questione di tempo e diventeremo come Spongebob e Patrick.» E gli fa l'occhiolino, increspando le labbra in un sorriso. Derek alza un sopracciglio, non capendo ciò che gli sta dicendo.

«Come chi?!»

Stiles apre la bocca in una perfetta O.

«TU NON SAI CHI SONO SPONGEBOB E PATRICK ODDIO IO- vabbè, ho capito, hai avuto un'infanzia di merda, ma insomma, diventeremo inseparabili! Dei veri partners in crime, come Bones e Booth! O i due di Law and Order!»

Il cipiglio di Derek si fa sempre più grande, e Stiles si sbatte una mano in faccia.

«Ovviamente non sai chi sono... questa tua ignoranza mi ha fatto diventare tremendamente triste...quasi quasi mi faccio una maratona di serie tv appena torno a casa... adieu!» Lo saluta Stiles, agitandogli una mano davanti alla faccia, per poi voltargli le spalle e andarsene. Derek l'osserva ancora con un sopracciglio alzato.

«Che tipo!» Parla tra sè e sè. Anche se deve ammettere che è il primo che non l'ha trattato come un fottuto oggetto salva-vita. E tutti quelli che ci hanno provato se ne sono scappati via, perchè nessuno è riuscito mai a tenergli testa. A rispondere ai suoi commenti acidi, o a non sottostare ai suoi comportamento da stronzo. Eppure, comunque sia, ha imparato bene che non può affenzionarsi a nessuno con cui lavora. Mai più.

•••

«Davvero ti hanno scelto come partner? Congratulazioni!» Esclama Isaac, seduto a tavola davanti al ragazzino. Stanno mangiando un bel piatto di pasta al ragù.

«Sì, è così.»

Isaac lo guarda attentamente.

«Perchè non ne sembri entusiasta, Sti?»

Stiles mastica lentamente, sospirando.

«Visto che hai amici che frequentano l'accademia, sai già la storia dei licantropi?»

Isaac sa tutto del sovrannaturale, visto che ha almeno un amico che è un licantropo, e ha avuto modo di conoscere sia Scott che Lydia.

«Oh, sì.»

«Ecco, ho l'impressione li trattino solo da oggetti con l'unico scopo di salvarci il culo. Io non ho bisogno di tutta questa protezione! Soprattutto non potrei sopportare la vista di qualcun altro che muore al posto mio, per lavoro. Io voglio avere un rapporto di fiducia e di amicizia profonda con il mio partner!» Si sfoga il ragazzino, raccogliendo con la forchetta le ultime tagliatelle rimaste.

Isaac resta un attimo in silenzio.

«Lo so, amico, purtroppo è così. Quei licantropi hanno bisogno di soldi e non li trovano da nessuna parte...e pensa che c'è anche qualcuno che è contento di avere una protezione simile...non vengono trattati con rispetto, lo so, ma ci sono delle eccezioni.»

Stiles annuisce.

«E il mio a quanto pare è una di queste.»

«Beh, se ti ha potuto scegliere sì, normalmente sono gli umani ad andare a scegliere i licantropi, come se...»

«...fossero degli schiavi.» Finisce il discorso Stiles, intristito.

«Che tipo è, comunque?» S'incuriosisce il riccio. Stiles sospira nuovamente.

«Bello quanto dannato. Si chiama Derek Hale.»

Isaac pare come collegare quel nome a qualcosa, pensieroso.

«Ho capito chi è! Un mio amico è stato suo partner per poco tempo.»

«Come mai per poco tempo?»

Isaac lo guarda.

«Derek è forse il licantropo più indipendente che abbiano. Per la sua intelligenza, rispetto a molti altri licantropi, e per la sua preparazione non possono dirgli niente. È uno dei migliori che hanno, e infatti è un agente a tutti gli affetti, solo che per il fatto che è un licantropo lo vogliono comunque far lavorare insieme a qualche umano per garantire a quest'ultimo immunità. Ma Derek non vuole essere trattato così, e cerca sempre un modo per lavorare da solo...è riuscito a far cambiare partner a non so quante persone, compreso questo mio amico.» Gli spiega il riccio.

«Vuol dire che cercherà in ogni modo di farmi chiedere di cambiare agente?» Osa chiedere Stiles, leggermente intimorito.

«Purtroppo sì, è uno di quei tipi che non si fida di nessuno e non sopporta nessuno. Io, in te, cambierei già subito.» Lo avverte Isaac, un po' preoccupato per lui.

Stiles invece fa un sorrisetto.

«Oh, Isaac, io amo le sfide. Crede di mandarmi via così facilmente? Beh, sai cosa? Non gliela darò vinta!»

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

"There's something about youit's like an addiction."

Stiles sta passeggiando vicino ai grandi edifici dell'FBI, senza sapere dove andare: dovrebbe vedere il suo nuovo ufficio. D'un tratto sente il suo telefono squillare, e risponde subito.

«Lyds?» Non si aspettava una sua chiamata, anche perchè di solito la chiama lui quando ha del tempo libero, visto che la ragazza frequenta meno lezioni rispetto a lui.

«Volevo dirti che ho chiamato Scott ieri sera...e si è incazzato perchè mi sono lasciata sfuggire del fatto che ti hanno scelto come partner...pensavo gliel'avessi detto, Sti!» Esclama la rossa, facendo fermare un attimo il castano. Chiude gli occhi.

«Merda! L'avevo detto a mio padre, ma mi ero proprio dimenticato di Scott! Lo chiamerò più tardi.» Borbotta. Suo padre era stato davvero contento della notizia, finendo anche per piangere: era più che orgoglioso di suo figlio. «Tranquilla, non ce l'ho con te, davvero.» La tranquillizza poi.

«Fammi sapere poi cosa ti dice...comunque, raccontami un po' del tuo partner.» Cambia argomento la Banshee, facendo sussultare il ragazzino.

«Il m-mio partner??» Richiede, sperando davvero di aver capito male.

«Sì, Stiles. Voglio sapere com'è.»

Il ragazzino continua a camminare lentamente.

"È tipo il ragazzo più bello che abbia mai vistomoro e occhi verdicon muscoli scolpititipo il sesso in personaDovresti conoscerlo."

Ovviamente non può dirgli la veritá.

«Umh, è un uomo sui trent'anni, brutto. Molto brutto, per niente attraente, e sposato. Già, dovrebbe avere anche dei figli.» S'inventa, per non farla preoccupare, e chiude la chiamata poco dopo.

«Brutto? Per niente attraente?» Sente una voce parlare dietro di lui, e rischia di strozzarsi con la sua saliva dallo spavento. Quella voce...

«Hale, porca puttana! Mi vuoi far davvero morire!» Grida Stiles, girandosi verso il moro, che ha uno sguardo fottutamente divertito.

«Ringrazia che la tua ragazza non è un licantropo, altrimenti avrebbe potuto percepire il tuo battito irregolare alle parole 'brutto' e 'per niente attraente'.» Fa un ghigno il lupo, avvicinandoglisi leggermente. Stiles avvampa, mettendosi sulla difensiva. 
Quegli occhi verdi lo opprimono.

«È maleducato ascoltare i battiti degli altri senza avere il permesso, sai? 
Si chiama privacy, non so se hai presente!» Dice stizzito, incrociando le braccia al petto.

«Stilinski, seguimi che ti porto al tuo ufficio.» Cambia argomento il moro, con una maglia bordeaux che gli fascia perfettamente i muscoli. Stiles continua a lamentarsi di questa cosa della privacy per tutto il tragitto, e Derek contrae la mascella per cercare di resistere all'impulso di ucciderlo.

«Non stai mai zitto, tu?!» Sbotta ad un certo punto, continunando a camminare per un corridoio.

«Sono sia iperattivo che logorroico, giusto per informarti.» Ridacchia Stiles ai ringhi dell'altro. Entrano in una sorta di sala, dove c'è un via e vai di agenti, e Derek gli indica una porta.

«Questo è il tuo ufficio.» Gli dice semplicemente, e Stiles nota che è una stanza niente male, con le pareti di vetro. Tutti potrebbero vedere cosa fa lui da dentro. Derek sparisce, e il ragazzino chiude la porta alle proprie spalle, osservando la grande scrivania: sembra uno di quegli uffici che si vedono nei film! Tira fuori dalla valigetta quattro foto, che sistema sopra la scrivania: una con suo padre, una con Lydia, l'altra con Scott e nell'ultima é seduto sopra la sua Jeep. In particolare guarda l'ultima foto con un luccichio d'amore negli occhi, per poi mettersi seduto.

Non sa cosa fare in realtà, così si perde qualche minuto nell'aprire e chiudere i cassetti a caso, ispezionando meglio la stanza, quando la porta del suo ufficio si apre.

«Ti ho portato un caffè, sembra che tu ne abbia bisogno.» Sentenzia Derek, con in mano un piattino e una tazzina. In effetti Stiles quella notte non riusciva ad addormentarsi, e ha delle occhiaie piuttosto evidenti. Il ragazzino tuttavia guarda con sospetto il gesto gentile dell'agente.

«Carino da parte tua.» Commenta poi con un sorriso, mentre il moro gli poggia il tutto sopra la scrivania.

«Ecco due bustine di zucchero, e ora torno nel mio ufficio... è vicino al tuo, trovi la targhetta fuori.» Se ne va il lupo, sogghignando appena è fuori dall'ufficio del ragazzino.

Stiles versa una bustina nella tazza, e mischia bene con un cucchiaino, per poi portare il contenitore alla bocca. Beve metà caffè tutto d'un fiato, quando si accorge che c'è qualcosa che non va: si sente la bocca andare a fuoco. Lascia immediatamente la tazzina sulla scrivania, e osserva attentamente l'altra bustina di zucchero, aprendola: è peperoncino. Peperoncino messo dentro una busta di zucchero.

Stiles comincia a cercare l'acqua in fretta, ma si ritrova costretto a correre in bagno, tappandosi la bocca con la mano. Sente che sta diventando tutto rosso, e sente un bruciore assurdo. Impreca più volte nella sua testa, maledicendo Hale ogni fottuto secondo. Doveva aspettarselo che c'era qualcosa che non andava, e che avrebbe cercato di mandarlo via! 
Ma ha deciso di non dargliela vinta, e farà buon volto a cattivo gioco, sì! 
Ed è per questo che non lo manda a quel paese ad alta voce, visto che altrimenti l'altro lo sentirebbe.

Si sciacqua la bocca almeno una decina di volte, rendendosi conto che è ancora tutto rosso. Si bagna anche un po' la giacca, ma è l'ultimo dei suoi pensieri. Poi s'incammina per il corridoio, alla ricerca dell'ufficio di quel dannato Hale. Lo trova dopo una manciata di secondi, e bussa con educazione.

Derek sta sfogliando un raccoglitore, quando percepisce la presenza dell'umano fuori dal suo ufficio. 
Ghigna. Adesso Stilinski gli urlerà addosso e deciderà di cambiare partner, o almeno ci penserà. 
Infatti sente bussare.

«Avanti.» Non riesce a togliersi un sorrisetto soddisfatto dal suo volto, che muore appena vede il ragazzino: Stilinski sembra rilassato, con l'accenno di un sorriso.

In realtà Stiles si sta trattenendo dal saltargli addosso per ammazzarlo, ma si trova costretto a sorridergli, come se non fosse successo nulla. E resta sullo stipite della porta.

«Volevo solo ringraziarti per il caffè, tutto qua.» E continua a sorridergli a quarantadue denti, sembrando come uno psicopatico. Gli sta anche venendo un tic nervoso all'occhio destro. Derek lo guarda sospettoso, non riuscendo a capire se mente o no: Stiles, abituato a Scott, sta facendo di tutto per controllare i propri battiti e le proprie emozioni.

«Davvero?» Esclama sorpreso l'altro. «Cioè, umh, hai usato lo zucchero?»

Stiles annuisce.

«Sì, entrambe le bustine, davvero buono! Le prossime volte probabilmente ti chiederò di prepararmene un altro!» Esclama Stiles, forse con troppa enfasi, per poi uscire dall'ufficio del moro.

Il lupo sbatte le palpebre più volte, capendo che Stilinski non è come tutti gli altri. Con lui sarà più difficile mandarlo via.

•••

«Derek, come va con il nuovo partner? l'hai già fatto scappare?» Ridacchia Erica, davanti ad una bella pizza.

Sono andati, la sera stessa, in un ristorante in città, e c'è anche Boyd, il fidanzato della bionda. Erica e Boyd sono due licantropi come lui, e hanno ricevuto il suo stesso trattamento. Hanno frequentato anche loro l'accademia, vista le loro capacità intellettive, e si fanno rispettare dai propri partner. Anche se quello di Derek è il più giovane, visto che capita difficilmente che Hook li faccia scegliere ragazzi che non hanno ancora finito le lezioni.

«È un ragazzino logorroico e iperattivo, questione di tempo.» Risponde, masticando.

«Sono curiosa di sapere quanto resisterà...io scommetto due settimane!» Esclama Erica, con indosso un abitino rosso.

«Io invece una settimana e basta.» Si aggiunge Boyd al discorso, ricevendo un'alzata di sopracciglia dal moro.

«Staremo a vedere, ma tanto dubito Hook mi farà mai lavorare da solo.» Ammette Derek sconfortato, bevendo un attimo.

«So quanto possa essere difficile per te, Der.» Gli sorride tristemente Erica, posando una mano su quella del moro, come per sostenerlo. Derek abbassa lo sguardo. Dopo quello che è successo tre anni fa, non si è fidato più di nessuno, e ha deciso che non poteva più affezionarsi a nessuno che lavorasse con lui. Ma con Erica e Boyd é diverso, loro li conosceva dalla prima volta che ha messo piede in quella accademia, e i due hanno fatto di tutto per restargli accanto, per fargli capire che lui poteva fidarsi almeno di loro due. E così sono i suoi unici veri amici, con cui esce davvero spesso.

«Come va in amore, Der?» Cambia argomento Boyd.

Derek scrolla le spalle, imbarazzato.

«Niente di serio, anche perchè sono molto impegnato con il lavoro...»

Erica sbuffa, immaginandosi una risposta simile.

«Da quant'è che non scopi, Derek? Ci dobbiamo organizzare per portati in un locale, o altrimenti diventerai più insopportabile del solito.» Ironizza la bionda, portando i due a ridere. 
In realtà Derek è davvero preso dal lavoro, anche se ultimamente non ha nessun caso importante fra le mani. Inoltre sa che il suo lavoro è pericoloso, e per fortuna che non è umano, rischiando di farsi seriamente male solo nei rari casi sovrannaturali. Forse potrebbe davvero tentare di riavere una relazione.

«E vada per il locale!» Sospira divertito, mentre Boyd paga per un giro di birra per tutti e tre.

•••

Due mattine dopo Stiles è appena uscito da scuola, e si stava dirigendo al parcheggio, quando avvista da lontano un autolavaggio, e gli sembra di riconoscere la persona che sta lavando una bella Camaro nera. Assottiglia gli occhi, e capisce che è proprio Derek. 
Il moro indosso una maglia nera, e i suoi muscoli sono tutti tesi: sta lavando con un lungo tubo la propria macchina, e pare molto indiffarato e concentrato.

«Hale!» Esclama Stiles, camminando velocemente verso il lupo, il quale si gira di scatto. «Da quanto non ci si sente? Bel macchinone, comunque!» Gli sorride Stiles, tre metri distante. Derek l'osserva attentamente, trattenendo a stento un ringhio.

«Stilinski, cosa vuoi?» Si comporta da stronzo, tornando a lavare la macchina. Stiles invece continua a sorridere, come se l'avesse trattato con estrema gentilezza.

«Sapere come stai, una normale conversazione.» Fa spallucce.

«Prima che arrivassi tu, benissimo.» 
Fa l'acido il moro, senza neanche guardarlo in faccia. Di solito, a questo punto, tutti smettono di rivolgergli parola. Ma evidentemente Stiles non é della stessa opinione.

«Ah-ah-ah! Non ti ricordavo così simpatico, comunque, sai quando ci affibbieranno il primo caso? Non vedo l'ora, saremo una bella squadra io e te!»

Il lupo alza un sopracciglio.

«No, non ne ho idea.»

E d'un tratto un'idea malvagia appare nella mente del moro, e ghigna. In un secondo fa finta di perdere il controllo del tubo, indirizzandolo verso il ragazzino, che fa un urletto poco virile appena l'acqua lo investe.

«Oddio, scusa!» Esclama Derek, cercando di stoppare il tubo, con uno Stiles completamente fradicio. 
Il ragazzino rimane immobilizzato, con il respiro mozzato dall'acqua gelata che ha ovunque. Chiude gli occhi qualche secondo, cercando di mantenere la calma. Sa che Derek l'ha fatto apposta per avere una sua reazione negativa, e non può dargliela vinta. Non può. Fortuna che almeno è una giornata stranamente calda, e che si porta sempre una maglia nella valigietta.

Sorride forzatamente.

«Tranquillo, avevo proprio bisogno di una bella rinfrescata, grazie!» Esclama, notando soddisfatto come Derek non sia affatto felice della sua risposta. 
E, poi, si toglie la giacca, rimanendo in jeans. Il moro osserva la pelle delicata e bianca del ragazzino, e i suoi muscoli più che accennati. E come le goccioline d'acqua gli cadano lungo i pettorali. 
Il lupo trattiene il respiro per un po', fino a quando l'umano non si mette una maglia rossa, che ha tirato fuori dalla valigetta.

Non riusciva proprio a staccare lo sguardo dall'umano, dal suo corpo, e quest'ultimo pare essersene accorto, visto che sta sogghignando.

«Buona giornata, Hale!» Lo saluta, andandosene via.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Babyyou're my only reason."

Derek s'incammina tranquillamente verso l'edificio dove si trovano gli uffici, quando sente una voce familiare nelle vicinanze. Si ferma, per ascoltare meglio:

«Che cazzo, rispondi!» Impreca la voce, che piano piano entra nella visuale del moro: è Stilinski. 
Il ragazzino sta osservando il suo telefono, e trasuda una certa rabbia. «Stupido licantropo!» Insiste lui, dando un calcio al muretto vicino. Peccato che si fa solamente del male, e Derek l'osserva massaggiarsi il piede, con ancora delle imprecazioni che escono fuori da quella bocca.

«Rompendoti un piede non risolvi nulla.» Fa la sua apparizione il lupo, alle spalle del ragazzino, facendolo sobbalzare.

«Hale, giuro che prima o poi mando gli Argent ad ucciderti!» Lo minaccia seriamente, con il cuore che batte ancora troppo velocemente dallo spavento.

«Non sarebbe la prima volta.» Sussurra Derek fra sè e sè, talmente a bassa voce che solo lui può sentire. «Comunque, stavo tranquillamente andando nel mio ufficio quando la tua voce mi ha distratto.»

Stiles si sistema meglio la cravatta, innervosito.

«Scusa se ti ho distratto! Puoi anche andartene.» Borbotta l'umano, facendo alzare un sopracciglio al moro. Dovrebbe andarsene in effetti, ma il comportamento del ragazzino è strano...non che lo conosca chissà quanto, ma non gli hai mai risposto così scazzato. Così non può far a meno di chiedersi cosa non vada, nonostante si è prefisso l'obiettivo di stargli il più lontano possibile.

«Cos'è successo?» Le parole gli escono dalla bocca senza preavviso, e Derek si dà automaticamente dello stupido e incoerente. Stiles infatti lo guarda tra il sorpreso e il sospettoso, andandosi poi a sedere sul muretto.

«Scott-il mio migliore amico-è venuto a conoscenza che tu mi hai scelto come tuo partner attraverso la mia ragazza, e si è incazzato da morire! Insomma, so che può sembrare esagerato, ma io e Scotty siamo come fratelli...ci conosciamo da quando eravamo piccini, abbiamo sempre fatto tutto insieme e...» Stiles si ferma un attimo, rendendosi conto dall'espressione del licantropo che sta iniziando a straparlare. «...insomma, non mi risponde al telefono di proposito.»

Derek rimane qualche secondo in silenzio, sentendosi addosso gli occhi nocciola del ragazzino. Probabilmente si aspetta che il moro dica qualcosa.

«Questo Scott è un licantropo, giusto?»

Stiles annuisce.

«Un vero Alpha, per l'esattezza!»

Derek spalanca gli occhi.

«Un vero Alpha, davvero? Non ne ho mai incontrato uno.» Ammette, incuriosito. «Comunque, Stilinski, lascialo sbollire, vedrai che poi ti risponderà. Non lo stressare.» Aggiunge, per poi voltargli le spalle e andarsene via.

«Grazie, Hale, vedo che ogni tanto sei utile!»

•••

«Chi era quel tipo?» Domanda Aiden con voce maliziosa. Stiles lo guarda davvero male.

«Solo il mio partner, non fare quella vocina.» Gli risponde, mentre camminano per i corridoi dell'accademia. Stiles è in mezzo ai due gemelli, i quali lo hanno raggiunto non appena hanno visto il soggetto con cui stava parlando fuori dall'edificio.

«Amico, è davvero sexy, anche se non mi pare di averlo mai visto.» Commenta Ethan.

«Prima di tutto sono fidanzato, ricordate?? Non l'avete mai visto perchè gli uffici degli agenti non sono in quest'edificio... e sì, sarà anche sexy quanto volete, ma è un vero bastardo.» Fa una smorfia Stiles, mentre Ethan scrolla le spalle.

«Può essere bastardo quanto vuole, per me.» Sogghigna il gemello, con il ragazzino che alza gli occhi al cielo. «Anche se non sembra gay, mi duole dirlo.»

«Sarà eterosessuale fino al midollo.» Concorda Stiles, lasciando spazio ad un piccolo sospiro. Ma, anche se fosse gay, non solo non avrebbe speranze, ma non si metterebbe mai con uno come Hale. A parte il fatto che ha Lydia, ma il moro è troppo scontroso per i suoi gusti, sono praticamente opposti!

«Cambiando argomento, stasera ci siete al bowling?» S'intromette Aiden, ricevendo un cenno d'assenso da parte di Ethan e uno sguardo confuso da parte di Stiles.

«Bowling? Non ne so nulla.» Mugugna il ragazzino.

«Pensavamo di avertelo già detto, comunque ci saranno anche Kira e Liam. Malia non poteva, e se vuoi senti il tuo coinquilino o chi ti pare. Più siamo meglio è!» Lo informa Ethan, mentre si fermano davanti all'aula in cui deve entrare Stiles.

«Va bene, sarò dei vostri, anche se-come sapete- faccio altamente cagare a bowling!» Esclama Stiles, con i due che ridacchiano. E, mentre entra nella classe, gli viene in mente un'idea.

•••

Stiles esce dall'edificio, appena finite le lezioni, incamminandosi nei pressi degli uffici, quando avvista due persone che chiacchierano in lontananza, vicino ad un bar. 
Una in particolare attira il suo sguardo: è Derek Hale. È girato di spalle, e sta parlando con una ragazza bionda, molto bella. Stiles doveva aspettarselo che fosse fidanzato, insomma, come fa uno come lui a non esserlo? Inoltre la bionda sta anche ridacchiando, e il ragazzino si chiede cosa possa aver detto Hale di così divertente, visto che a lui è già tanto se non gli ringhia. 
E allora si incammina verso i due.

Erica sta chiacchierando con Derek, quando nota che qualcuno si sta avvicinando a loro guardando attentamente l'amico, nonostante gli dia le spalle.

«Derek, un ragazzo per niente male si sta avvicinando...e sembra molto interessato a te...» Sussurra la licantropa a bassa voce, con tono malizioso, e il lupo alza un sopracciglio.
Derek si gira subito, alzando gli occhi al cielo.

«Stilinski.» Dice il suo nome come se fosse una specie di insetto da spiaccicare, e Stiles si ferma a un metro da lui, sorridendo.

«Hale! Ti stavo cercando.»

Derek sbuffa.

«Cosa c'è?»

«Ho in mente qualcosa per conoscerci meglio! Sai, come partners dovremmo lavorare insieme, e dovremmo entrare in confidenza per fare dell'ottimo lavoro! Vuoi sapere cosa ho pensato?» Continua a sorridere Stiles, passandosi una mano tra i lunghi capelli, che tiene sempre su. Erica adora già quel ragazzino, e lo guarda amorevolmente, mentre Derek contrae la mascella.

«No.» Risponde seccamente, ma Stiles non sembra stare a sentirlo. Probabilmente si aspettava già una simile risposta.

«Una serata al bowling! Ci saranno anche dei miei amici ovviamente, e puoi portare la tua ragzza, se vuoi.» Esclama, facendo poi un cenno rivolto alla bionda, la quale scoppia immediatamente a ridere. 
Stiles la guarda confuso.

«Oh, no, ci conosciamo da nove anni! Ah-ah-ah! Però verremo con piacere, ti dispiace se porto anche il mio ragazzo? E come ti chiami, bellezza? Io sono Erica.» Ridacchia Erica, per poi sorridere al ragazzino. Derek fa per contraddirla, ma sa bene che, quando Erica si mette una cosa in testa, è molto difficile farle cambiare idea. 
Se lei ha detto che ci andranno tutti, allora l'obbligherà ad andarci in ogni modo. Stiles arrossisce leggermente al 'complimento'.

«Certamente, il mio nome vero è troppo complicato, mi chiamano tutti Stiles! Se mi date un numero di telefono vi invierò un messaggio con l'orario e tutto!» Risponde entusiasta l'umano, convinto che non sarebbe mai riuscito a portare Hale al bowling. Erica gli lascia il numero di Derek, il quale se ne accorge ormai troppo tardi, ossia quando l'umano se n'è andato via canticchiando con una voce davvero stonata.

«Erica!»!Ringhia il lupo, illuminando un secondo gli occhi di blu.

«Ehi, quel ragazzino è adorabile! E tu vuoi pure fartelo scappare?» Lo rimprovera lei, come una mamma. Derek alza gli occhi al cielo, per l'ennesima volta.

«Perchè sei la mia migliore amica?»

•••

Derek è nel suo appartamento, in sala, facendo una sessione di addominali, quando sente il cellulare vibrare. 
Si alza tutto sudato, in soli boxer, andandolo a prendere.

"Haleil bowling in cui andiamo è quello con quell'enorme palla nel parcheggioe con tutte le lucine fuori coloratecapito?? Alle 20, mi raccomando.

- 3378282820"

Derek scuote la testa, divertito.

"Potresti riprogrammarli tu i GPSStilinski."

La risposta non tarda ad arrivare.

"Ah-ah allora lo sai essere anche tu sarcastico!

-Stilinski."

Derek increspa le labbra in un sorrisino.

•••

Stiles sta provando una maglia dopo l'altra, sentendosi leggermente nervoso. Ha sempre desiderato poter indagare su omicidi-ancora non ci crede che potrà farlo a breve- e avere un partner che fosse un po' come un migliore amico. Ma Hale è un tipo difficile, e deve lavorarselo per bene, per evitare almeno di litigarci sul luogo del crimine o durante un inseguimento. Alla fine opta per la solita felpa rossa, visto che non è affatto caldo, e trova Isaac già pronto. Lo sta aspettando in piedi, accanto al divano.

«Sei peggio delle ragazze, Sti, ti sto aspettando da mezz'ora!» Si lamenta il riccio, in una sempice felpa blu.

«Ehi, posso sempre lasciarti qua, dal momento che prendiamo la mia Jeep!» Si difende il ragazzino. La macchina del riccio è in riparazione.

«Prima o poi lo dovrai cambiare quel catorcio!» Esclama Isaac, dalle scale del palazzo.

«Ti sento!»

•••

Quando Isaac e Stiles arrivano, mancano solo Hale, la bionda e il suo ragazzo. I due gemelli e gli altri sono già pronti per cominciare.

«E se non arrivassero?» Mormora Stiles, mentre li raggiunge insieme al riccio. Isaac gli dà una pacca sulla spalla.

«Amico, libera l'ansia che è in te.»

«Liberazione non riuscita, cazzo!» 
E ridacchiano, quando notano che tutti guardano dietro di loro. E allora anche il ragazzino si gira, socchiudendo la bocca: sono arrivati. La bionda sorride, con accanto un ragazzo che sembra un armadio, di pelle scura. E poi c'è Hale, con la solita espressione misteriosa e quella maglia nera leggermente scollata sui pettorali. 
I capelli sempre lasciati un po' ribelli, e quegli occhi verdi che incontrano subito i suoi.

«Stiles! Lui è Boyd, il mio ragazzo. Siamo entrambi agenti, esattamente come Derek.» Si presenta la bionda a tutti, rivelandosi subito una ragazza molto socievole, aperta e solare. Un po' l'opposto di Derek, che entra nella pista con indifferenza.

«Facciamo due squadre?» Propone subito Liam, con una palla verde in mano. Mentre decidono i membri di ogni squadra, Stiles si avvicina leggermente a Derek, il quale sta comodamente seduto.

«Hale, avrai tutto il tempo quell'espressione da Sourwolf, o deciderai di divertirti?» Lo stuzzica. Derek lo squadra attentamente, visto che l'ha visto poche volte vestito informale. E così Stilinski sembra ancora di più un ragazzino, ma uno di quelli che devono essere protetti ad ogni costo, coccolati...scaccia via subito i pensieri.

«Come, scusa?»

«Lo so che la parola 'divertirsi' ti può sembrare alquanto estranea, ma ti giuro che ha un bel significato e...»

Derek lo fulmina.

«Lo so! Intendevo dire come diavolo mi hai soprannominato!»

Stiles increspa le labbra in un sorriso.

«Oh, Sourwolf! Perchè è questo che sei, in fondo, un lupo acido!» Trattiene a stento una risata, mentre il moro illumina un secondo gli occhi di blu.

«Abbiamo fatto le squadre!» Li interrompe Kira. «Una è composta da me, Liam, Ethan, Boyd e Erica. Nell'altra ci siete voi due, Aiden e Isaac. Purtroppo siete uno in meno.»

Derek a quel punto si alza, silenzioso, raggiungendo gli altri, insieme a Stiles.

«Dobbiamo vincere!» Li incita Aiden, che è davvero molto bravo. Anche Isaac se la cava molto bene. Derek li ascolta incrociando le braccia.

«Mi dispiace essere in squadra con voi, ragazzi.» Si scusa Stiles, in anticipo.

«Che vuoi dire?» Osa chiedere Derek, perplesso.

«Che ci potrebbe far perdere.» Sintetizza il concetto Isaac, beccandosi una linguaccia dal ragazzino.

E poi la partita comincia, e inizialmente la squadra di Stiles è in vantaggio, nonostante il ragazzino ad ogni turno becchi a mela pena un birillo. Nel tirare ad un certo punto è anche caduto malamente, con tutti che ridevano, persino quello stronzo dell'Hale! 
Infatti cominciano ad avere quasi gli stessi punti, con Boyd ed Erica che, grazie anche alla forza lupesca, si dimostrano essere forti. Kira e Ethan invece sono i più scarsi, mentre Liam ha già fatto due Strike. Stiles s'immaginava giá che Derek fosse forte, visto che quel ragazzo deve avere tutto dalla vita, ed è grazie al moro se mantengono qualche punto di distanza. Della sua squadra Derek si rivela essere infatti il più forte.

«Vai Stiles!!» Lo incitano speranzosi Aiden e Isaac, mentre il castano si appresta a prendere una palla in mano. Mancano ormai pochi tiri, e l'altra squadra rischia di raggiungerli. Già nel prendere la palla quasi casca di nuovo, costringendosi a concentrandosi.

Guarda dritto i birilli, con quasi aria di sfida, e cala il silenzio. Si passa la lingua sulle labbra, ed è pronto a lanciare: questa volta non fallirà, no. Minimo sei birilli, ma proprio minimo! 
E lancia, con un sorrisetto, che svanisce non appena la palla colpisce debolmente un solo birillo.

«Non è possibile, cazzo! Non è possibile!» Grida, come un bambino, con la bocca dischiusa. «La palla ha deviato all'ultimo, secondo me è controllata! Ditemelo ora se è tutto uno scherzo!»

E intanto Aiden ha una mano sul volto, e Isaac si avvicina disperato all'agente.

«Ti prego, dagli una mano!» Supplica il moro, il quale lo guarda come se fosse pazzo.

«Io? Perchè mai?»

«Perchè sei il più bravo! Vuoi vincere o no??»

E Derek, che è un uomo pieno di orgoglio e decisamente non accetta la sconfitta, si ritrova costretto ad alzarsi, per avvicinarsi ad uno Stiles perplesso.

«È ancora il mio turno.» Gli fa presente il ragazzino, non capendo le intenzioni del moro. Derek sospira.

«Ti aiuto, Stilinski, prima che me ne penta.» Ammette, e va a prendere un'altra palla per il ragazzino, la più leggera. «Voltati.» Gli ordina, ponendosi con il petto premuto contro la schiena del castano. Gli passa la palla, ma poggia una mano sopra quella di Stiles, per aiutarlo ad indirizzarla meglio.

L'umano sente il respiro del moro sul suo collo, e rabbrividisce, ritrovandosi a non riuscire a spiccicare parola: non sono mai stati così vicini, ed è tremandamente strano. «Concentrati sui birilli, libera i pensieri da tutto, e pensa come se ci fossero solo loro, e nient'altro.» Gli consiglia Derek con voce roca, e Stiles per la prima volta riesce veramente a non distrarsi,  rilassandosi sotto il tocco dell'agente.

Manda giù la saliva, annuendo lentamente. «Tira con il braccio il più dritto possibile, mi raccomando.» E poi Hale si allontana, dopo qualche secondo di silenzio totale e di battiti irregolari del ragazzino, indietreggiando.

E Stiles vede davvero solo i birilli, senza neanche sentire il brusio intorno a lui. Così lancia, con tutti che trattengono il fiato. E...otto birilli! Otto! Alza il braccio al soffitto, e si gira lanciando urletti di gioia. E incrocia lo sguardo con quello di Derek, che gli sta sorridendo soddisfatto.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Io sto scappando da qualcosa che non voglioda una cosa che ho paura di perdere."

Alla fine vince per qualche punto la squadra di Stiles, con Isaac e Aiden che lanciano urli di vittoria, insieme al ragazzino. Hale invece resta seduto, apparentemente impassibile, tanto che Stiles gli si avvicina sorridendo:

«Hale, l'hai capito che abbiamo vinto? Oppure questa è la tua faccia per ogni situazione?» Gli domanda, pensieroso. Derek ringhia leggermente.

«È la faccia che ho quando sto programmando il tuo omicidio.» Risponde, aspettandosi che il ragazzino si allontani intimorito, cosa che invece non succede. Possibile che non gli faccia neanche un po' paura? Derek non è abituato a questa indifferenza davanti alle sue 'minacce'.

«Ugh! Il mio sarà un funerale da urlo!» Replica semplicemente il castano. Derek ha ancora la palla da bowling in mano, pensando che avrebbe dovuto fare un altro tiro, e improvvisamente gli viene un'idea. Deve portare a compimento il piano 'Mandare via Stilinski', e anche il prima possibile. Così si alza, con un ghigno sulle labbra, e fa finta che la palla gli scivoli dalle mani, finendo casualmente sopra il piede di Stiles.

Il ragazzino urla, poco virilmente, dal dolore, prendendosi il piede in mano: fortunatamente la palla era la più leggera, e le scarpe sono davvero dure. Ma questo non significa che il piede non gli faccia un male assurdo, e si ritrovi costretto a sedersi per liberarlo dalla scarpa. In pochi secondi sono tutti intorno a lui, davvero preoccupati, con Derek che cerca di essere dispiaciuto:

«Mi è scivolata, scusa!» Mente, mentre Erica gli dà uno scappellotto da dietro: lei, come Boyd, ha percepito benissimo la bugia e le vere intenzioni del moro.

«Sei un vero idiota, Derek.» Scuote la testa la bionda, sussurrando quelle parole in modo che solo il diretto interessato le possa sentire. 
Nel frattempo Isaac e Kira sono andati a chiedere del ghiaccio, con Stiles che chiude gli occhi dal dolore. Lui l'ha capito benissimo che non è stato un incidente, considerando l'espressione consapevole di Derek poco prima che la palla lasciasse le sue mani. Ma non vuole dare a vedere che l'ha capito, sapendo bene che fa parte del suo piano per mandarlo via.

«Tranquillo, Hale, lo so che è un incidente!» Lo tranquillizza Stiles, sforzandosi di sembrare convincente e sincero, mentre intanto stringe le labbra da un'altra fitta di dolore. 
Deve solo resistere, fino a che Hale non si convincerà ad accettarlo come suo partner... è una questione di orgoglio, non gliela darà mai vinta! Mai! Prima o poi lui si arrenderà, e diventeranno dei veri e propri partners in crime.

Derek s'innervosisce leggermente, visto che s'aspettava insulti su insulti, tipo sul fatto che doveva stare più attento. E invece Stiles è stato anche a sorridergli, nonostante il dolore, Dio! 
E i suoi battiti non poteva ascoltarli più di tanto, perchè erano molto irregolari visto il dolore. Erica continua a scuotere la testa, delusa dal comportamento del migliore amico, sedendosi accanto al ragazzino e toccandogli un braccio:

«Tranquillo, Stiles, che il ghiaccio arriverà a momenti.» E resta con la mano sul braccio del castano, il quale la guarda vagamente sospettoso. Derek invece capisce subito cosa Erica sta facendo: gli sta assorbendo il dolore. Derek non l'hai mai fatto con nessuno, o meglio, solo con una persona. Anni fa. Al pensiero gli si irrigidiscono tutti i muscoli.

«Stai...stai...» Sussurra Stiles, osservando il braccio della bionda, che ha delle leggere vene nere, delle quali per fortuna nessuno sembra essersene accorto. Gli altri ormai sono tornati a parlare fra di loro, visto che il ghiaccio ancora deve arrivare.

«Shh.» Lo ammonisce la licantropa.

«...Grazie, non dovevi.» La ringrazia l'umano, sapendo benissimo come funziona l'assorbire il dolore, e infatti si sente molto meglio.

«È un modo per scusarmi per quel brontolone là, che è davvero maldestro.» Gli sorride Erica, facendo poi un cenno verso il moro, il quale ringhia leggermente. I due ridacchiano, quando finalmente Stiles può poggiare il ghiaccio sul piede dolorante, rilassandosi. Derek, nel frattempo, è restato tutto il tempo in disparte a fissare il ragazzino, scacciando frammenti di sensi di colpa. 
Dopo un quarto d'ora Stiles comincia a sentirsi meglio, e decide di mettere in atto una piccola vendetta, per far in modo che Derek si trovi costretto a passare più tempo con lui. Cosa che sicuramente al moro non farà per niente piacere.

Lui cerca in ogni modo di mandarlo via? Bene, Stiles allora cercherà in tutti i modi di avvicinarlo!

«Scusate, io devo andare un attimo in bagno!» Mente Stiles, zoppicando leggermente, assicurandosi che nessuno lo stia seguendo. Esce dall'edificio, guardandosi intorno nel parcheggio, alla ricerca di una macchina in particolare.

«Bingo!» Esclama, trovando quasi subito la Camaro nera, illuminata da un lampione. Sogghigna. «Stupido Hale.»

•••

«Ci hai messo tanto al bagno, stai meglio?» Gli chiede Isaac, mentre Stiles torna a sedersi accanto alla pista: gli altri stanno facendo dei tiri a caso, per allungare la serata.

«Umh, non lo trovavo...comunque sì, anche se zoppico un pochino.» Risponde il ragazzino, osservando Hale piegato in avanti, per prendere l'angolazione giusta per il lancio. 
E Stiles non può far a meno di notare che ha davvero un bel culo, ma poi indirizza i suoi pensieri a Lydia. 
La sua ragazza. E decide di scriverle, nell'attesa.

"EhiLydsche faiIo sono con i ragazzi al bowlingmi manchi."

La risposta non tarda ad arrivare.

"Seratina noiosa in camera...fortuna Caren che mi tiene compagniaMi manchi tanto anche tuSti.
-Amore."

Caren è la compagna di stanza di Lydia, ed è davvero una tipa stravagante. Per fortuna ha un ragazzo dal quale si ferma spesso, soprattutto quando Stiles va a dormire dalla rossa.

Poi i ragazzi finiscono di tirare, e tutti cominciano a raggrupparsi verso l'uscita.

«Sti, io adesso non torno...vado da un'amica, abita qua vicino.» Lo informa Isaac, affiancandolo. Stiles lo guarda con uno sguardo malizioso.

«Amica, eh?» Lo stuzzica, e il riccio arrossisce, senza rispondere.

Derek si avvicina alla sua Camaro tranquillamente, entrando all'interno. Ma appena mette in moto si accorge subito che qualcosa non va: la macchina non parte. Scende subito, osservandola attentamente dall'esterno, quando lascia uscire un lungo ringhio dalla bocca: le sue ruote sono tutte bucate! Probabilmente deve essere stato qualche teppista di passaggio, che azzannerebbe volentieri. E adesso come torna?

«Erica, Boyd! Mi potete dare un passaggio?» Li chiama, trovandoli poco lontani.

«Che è successo, Der?» Gli domanda la bionda, avvicinandosi al moro.

«Qualcuno mi ha bucato le gomme... se solo sapessi chi!» Ringhia lui.

«Mi dispiace, ma noi siamo in moto!» Si scusa la licantropa, dispiaciuta, e solo ora Derek nota che infatti ha un casco in mano. Merda, deve andare a piedi. E non può neanche trasformarsi per andare più veloce, visto che qualcuno potrebbe vederlo...purtroppo non è a Beacon Hills, dove metà città è bosco.

E così decide che chiamerà un carro attrezzi la mattina dopo, e comincia ad incamminarsi lungo il marciapiede, con pochi lampioni ad illuminare la strada. Impreca diverse volte, con le mani in tasca, e un fastidioso venticello addosso, quando una strana macchina si ferma accanto a lui. Derek si ferma a sua volta, osservando il finestrino abbassarsi.

«Hale! Hai bisogno di un passaggio?» Gli sorride qualcuno all'interno: Stilinski.

«No, posso andare benissimo a piedi.» Lo liquida l'agente, tornando a camminare, ma la macchina continua a seguirlo.

«Dai, non fare il difficile! Sali!» Insiste il castano, con il cappuccio rosso tirato su, e gli occhi che sembrano come luccicare. Derek l'osserva attentamente, rendendosi conto che il ragazzino lo seguirò fino a che non si deciderà ad entrare in quella dannata macchina. E così, con un enorme sbuffo, si appresta ad entrare accanto all'umano.

«Che razza di macchina è questa?» Commenta subito, appena Stiles dà gas. Il ragazzino si sente quasi offeso.

«Ehi! È una bellissima Jeep degna di rispetto. È tipo l'amore della mia vita, okay??» La difende, stizzito. 
Derek alza un sopracciglio.

«Pensavo che avessi una ragazza.»

«Beh, sì, ma la mia Jeep è sempre al primo posto.» Scherza. «E invece, tu?» Osa chiedere, a voce più bassa.

Derek lo guarda perplesso.

«Io cosa?»

«Hai una...ragazza? O un ragazzo, forse?» E lo guarda sottecchi, per vedere la sua reazione. Il licantropo guarda dritto davanti a sè.

«Sono felicemente solo.» Risponde, nonostante non sia esattamente così. Nonostante a volte si senta davvero molto solo, soprattutto la notte. 
Ma è giusto così, dopo quello che è successo. Dopo di che i due restano in silenzio per il resto del viaggio, con solo la richiesta di Stiles dell'indirizzo del moro. E si ferma poco dopo davanti a dove si trova l'appartamento dell'agente, guardandolo mentre esce dalla macchina.

«Buonanotte, Sourwolf! E un grazie sarebbe gradito!» Lo saluta Stiles, mentre Hale alza gli occhi al cielo, al sentire di nuovo quel nomignolo.

«Buonanotte, Cappuccetto.» E illumina un secondo gli occhi di blu, con un sorrisetto destabilizzante, per poi andarsene via.

•••

"Hale?" Si sente chiamaree si gira immediatamente verso la porta del suo ufficioSullo stipite c'è Hook.

"Che succede?"

"Una ragazza ha appena finito l'accademiaed è una delle migliori...credo ti possa interessarecome tua partner." Gli spiega il presideinvitandolo ad uscire e a seguirloDerek si alza immediatamentecuriosolasciandosi condurre nella specie di sala comune vicino.

"Paigevieni pure." La chiama Hooke lo sguardo di Derek viene attirato da una ragazzaseduta su una poltroncinaLei si alza al sentire il suo nomee si dirige verso di loro
Il lupo non riesce proprio a staccargli gli occhi di dossoLa ragazza indossa una camicietta bianca e una gonna nera. "Paige Krasikevalui è Derek Haled'ora in poi il tuo partner." Li presenta il presidee Derek  la mano a Paigestringendogliela forse per troppo temposenza mai interrompere il contatto tra i loro occhiE poi Paige sorridee Derek capisce che quel sorriso l'avrebbe fottuto.

Derek si sveglia di soprassalto, respirando affannosamente, e si ricorda che è solo un altro dei suoi soliti incubi. Si passa una mano sul volto sudato, alzandosi: sono solo le tre di notte. Si affaccia fuori dalla finestra, contemplando la mezza luna, e imponendosi di calmarsi. Sospira pesantemente, rilassando tutti i muscoli: non sa quando tutto questo avrà una maledetta fine.

•••

Stiles arriva nel suo ufficio, sedendosi dietro la scrivania, quando sente bussare.

«Avanti!» Esclama, con davanti dei libri delle lezioni: deve studiare di più, non frequentando alcuni giorni d'accademia. Un agente anziano, mai visto prima, entra dentro con dei fascicoli.

«Questo è il nuovo caso su cui dovrete lavorare tu e Hale, buona fortuna.» 
E gli lascia dei fascicoli sulla scrivania, andandosene prima che il ragazzino possa solo replicare. Stiles comincia a sentire eccitazione scorrere nel suo corpo, e afferra con quasi violenza i fogli, muovendo un piede su e giù dal nervosismo. Legge attentamente di cosa si tratta: scomparsa di una ragazzina. Sbuffa leggermente, aspettandosi un omicidio, ma deve ammettere che è pur sempre il suo primo caso, quindi va più che bene. Continua a sfogliare i fogli, appuntandosi indirizzo della casa della ragazzina, e i nomi dei genitori.

A quanto pare sono entrambi avvocati, e anche di successo. Che l'hanno rapita per chiedere soldi? O magari qualche ex cliente in cerca di vendetta? Mille idee cominciano ad affollare la mente del castano, il quale decide di recarsi subito da Hale.

Derek sta anche lui leggendo il nuovo caso, pensando quasi di fare tutto da solo, escludendo il ragazzino, quando quest'ultimo decide di invadere il suo ufficio:

«Hale! Non possiamo perdere tempo, come pensi di iniziare? Andiamo a casa della ragazzina a sentire cos'hanno da dirci i genitori?» Comincia subito a parlare, e Derek ringhia.

«Si bussa prima di entrare, lo sai?» Lo rimprovera, illuminando gli occhi di blu. E Stiles si chiede improvvisamente come mai Hale abbia gli occhi di quel colore, visto che non ha mai visto nessun licantropo averli in quel modo, ma dubita che quel brontolone gli risponda.

«Prendiamo la tua macchina o la mia?» Continua l'umano, incurante dei ringhi dell'agente. Il moro si alza, con un gran sospiro.

«La mia.» Afferma, mentre escono entrambi dal suo ufficio, con Stiles che tra poco si mette a saltellare dall'agitazione, non smettendo di parlare neanche un secondo. «Sarai la mia dannazione, Stilinski.»

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


"Now please don't gomost nights I hardly sleep when I'm alone"

Stiles entra cautamente nella Camaro, spaventato all'idea di poterla sporcare per sbaglio. Sa bene che Derek lo ammazzerebbe davvero, in caso. Giá che lupaccio ha istinti omicidi nei suoi confronti.

Il lupo chiude la sua portiera, afferrando il volante tra le mani, per poi mettere in moto.

«Se guidi tu, almeno fammi scegliere la musica!» Esclama Stiles, sporgendosi in avanti per accendere la radio, con un ringhio del lupo in risposta.

«Dipende dai tuoi gusti musicali, Stilinski.» Replica il moro, tenendo lo sguardo fermo sulla strada. Il castano armeggia un po' con lo strumento, fino a quando trova la canzone che gli piace.

BabyI'm preying on you tonight.

«Hunt you down, eat you aliiiiiiive» Inizia a cantare il ragazzino, beccandosi un'occhiataccia assassina.

Just like animalslike animals.

«Baby you think that you can hide, I can smell your scent from miiiiiiiiles!» Continua a cantare come se niente fosse, avvicinandosi pericolosamente con il volto al lupo, per il semplice gusto di stuzzicarlo e provocarlo.

«Stiles, se fossi almeno un tantino intonato!...»Cerca di farlo smettere Derek, senza alcun risultato. «Le mie povere orecchie...» Aggiunge poi, provando a ignorare lo sguardo del ragazzino fisso su di lui.

"You're like a drugthat's killing meI cut you out entirely."

«But I get so high when I'm inside yoooouuu....» E le ultime parole le canta con voce più che roca, sensuale, avvicinandosi all'orecchio dell'agente, con quest'ultimo che rabbrividisce. E la macchina diventa improvvisamente come più calda, per entrambi.

"But don't deny the animalthat comes alive when I'm inside you."

«But you can't stay away from meee» E Stiles, non sa come, non riesce a staccare lo sguardo dal profilo del moro- come se Derek fosse una fottuta calamita- il quale si sente oppresso da quello sguardo. Come se il ragazzino riuscisse a vedere oltre alla sua pelle, oltre a tutto. Si sente nudo di fronte a lui. E quella dannata canzone è più che ambigua. Così Derek decide di chiudere la radio, facendo iniziare le lamentele del ragazzino:

«Ehi! Perchè l'hai fatto!»

«Perchè se andavamo a sbattere, era colpa della tua stridula voce.» Mente in parte, sentendo il caldo sparire, e lo sguardo del ragazzino ora è indirizzato fuori dal finestrino, lasciandogli un po' di tregua.

Dopo una decina di minuti arrivano davanti alla villetta della ragazza scomparsa, che dai fascicoli si chiama Bethany Charles. Derek e Stiles scendono subito dalla macchina: il primo vestito con una semplice maglia bordeaux, mentre il secondo con una formale giacca nera, che lo fa sembrare più grande, più maturo.

«Hale, perchè sei vestito così informale?» Gli sussurra, mentre si avvicinano al portone di casa.

«Perchè spesso mi capita di dovermi trasformare, e i vestiti spesso mi si rompono...idiota.» L'ultima parola la pronuncia a bassa voce, mentre suona il campanello, ma il castano ha ben sentito. Stringe le labbra:

«Idiota chi, scusa??»

Derek non fa in tempo a rispondere, che la porta si apre, e li accoglie una donna sulla quarantina.

«Lei deve essere la signora Sarah Charles.» Parla Derek, mostrando entrambi i loro distintivi. «Io sono l'agente Derek Hale, dell'FBI, e lui è il mio partner Stiles Stilinski.» Il cuore di Stiles va più veloce appena sente che l'ha identificato come suo partner, e anche il lupo se n'accorge, concentrandosi però sulla donna: ha i capelli mori tutti disordinati, e sembra che non dorma da giorni. 
È, giustamente, stravolta.

«Oh...sì...accomodatevi pure, Robert è al lavoro...» Gli fa strada, scusandosi per il marito, e Stiles si guarda intorno, curioso: la casa è davvero grande, e potrebbero davvero pensare ad un bel riscatto.

Derek e Stiles si siedono su un divano, uno accanto all'altro, mentre la signora Charles si sistema sulla poltrona davanti a loro.

«Quando si è accorta della scomparsa di Bethany?» Domanda dopo qualcosa secondo Stiles, iniziando la conversazione. La donna tira su con il naso, con gli occhi completamente lucidi.

«Due giorni fa, quando sono tornata dal lavoro...saranno state le sei del pomeriggio, e Sarah non era in casa, doce invece doveva essere... l'ho chiamata una decina di volte, ma ha tutt'ora il telefono staccato...» Racconta, e Derek la guarda attentamente.

«Hanno chiesto un riscatto? Non so, una telefonata anonima?» Prende parola il lupo, ma la donna scuote la testa con decisione.

«Niente di niente...non-non ci hanno fatto sapere nulla...»

Stiles guarda di sottecchi Derek: non si tratta di riscatto, altrimenti li avrebbero già chiamati. Ma allora, cos'altro?

«Posso andare un attimo al bagno?» Se n'esce il castano, ricevendo un'occhiataccia dal moro.

«Umh, sì, certo...piano di sopra, ultima porta a destra...» Gli spiega la donna, un pò persa nei suoi pensieri, mentre Hale continua a farle domande, per esempio su eventuali ex clienti che potrebbero volersi vendicare di qualcosa attraverso la figlia. Stiles, nel frattempo, sale di sopra, cercando una stanza ben precisa. Apre una porta qualsiasi, che conduce ad una camera da letto, ma purtroppo quella sbagliata. 
Così apre la prossima, lentamente, attento a far meno rumore possibile:

«Bingo!» Sussurra tra i denti, entrando dentro, e richiudendosi la porta alle spalle. «Hale, tienila impegnata il più possibile.» Mormora, sapendo che il licantropo può sentirlo benissimo. 
Il moro intanto si chiede, preoccupato, cosa diavolo abbia intenzione di fare quel ragazzino.

L'umano si trova nella camera da letto della ragazza, che apparentemente è come quella di tutte le altre ragazzine della sua età: qualche poster sulle pareti, un grande armadio e una scrivania con una piccola tv sopra.

E anche un computer, ciò lui che cercava.

Stiles ha seguito dei corsi di hackeraggio, e sa bene come accedere ad un computer senza neanche conoscere la paswoord, sempre se il sistema è poco protetto, come inmagina in queso caso. Armeggia un po' con la tastiera, e quasi grida di gioia quando riesce ad entrare nella home del pc di Bethany. Lo sfondo ritrae la diciassettenne con probabilmente una sua amica.

Stiles armeggia con le sue cartelle, alla ricerca di qualsiasi cosa che possa rivelarsi utile, quando s'imbatte in una che si chiama 'Vicky'. La apre subito, ritrovandosi davanti decine di foto di Beth con un ragazzo, forse poco più grande di lei, e sembrano davvero molto intimi. Deve essere il suo fidanzato, viste le ultime foto in cui si baciano, risalenti alcune a mesi fa, altre ad una settimana fa. Poi Stiles entra in Internet, e con facilità risale alla cronologia. Cavolo, però, la ragazza è furba! È stata tutta cancellata. Peccato che per lui non è affatto un problema, e infatti inserisce qualche codice, per poi accedere alla cronologia completa.

«Cosa sta facendo il suo partner? È in bagno da parecchio.» Domanda la donna, interrompendo un attimo ciò che stava dicendo prima, con tono sospettoso. Derek Hale comincia a imprecare mentalmente, volendo solo ammazzare quel dannato ragazzino!

«Umh, ha un problema intestinale, a momenti avrà fatto.» Mente il lupo.

Stiles legge le ultime ricerche della ragazza delle ultime settimane, tralasciando i collegamenti ai social: "Appartamenti a Los Angeles a basso prezzo", "Due biglietti per il treno diretto a Los Angeles, da Washington." E poi, per confermare i propri sospetti, Stiles entra nel Facebook di Beth a leggersi le chat. La più recente è con una certa Paula Neils:

"Pauladevo farlo."

"Bethnei sei proprio sicuraCome guadagnerai da vivere?! Mi sembra tutto senza senso."

"Paamo VickE mamma non lo accetterà maisolo perchè è povero e orfanoDobbiamo andarcenetroveremo qualcosa da fare..."

"Buona fortuna alloraso che non riuscirò a farti cambiare idea...mi mancheraiBeth."

"...Anche tuPa."

Stiles sospira, richiudendo il computer, e scendendo di sotto. Ora deve solo dire tutto alla madre, nonostante si senta come tradire Bethany, come stoppare la sua storia d'amore.

•••

«Mi hai sorpreso, Stilinski, non pensavo fossi così furbo. E neanche un hacker.» Ammette Derek, una volta che sono tornati in macchina. La madre è scoppiata in lacrime, dandosi la colpa della fuga della figlia. Ha ammesso che la figlia teneva dei soldi da parte, ma lei non sapeva dove. Il ragazzino gli fa un occhiolino, con un sorriso:

«Sono pieno di sorprese, Hale!» Esclama.

«Non ne dubito.» Ironizza il lupo, divertito.

«Era solo una fottuta fuga d'amore, mi sento in colpa, diamine!»

«Hai fatto bene a dirlo, che incoscienti quei due! Che pensano di fare, senza neanche un lavoro, così giovani?» Esprime la sua opinione il moro, continuando a guidare. 
Stiles lo guarda esterrefatto.

«Sono innamorati, Hale! Non sei mai stato innamorato

"Cosa ci fai qui?" Domanda Derekrivolto alla ragazzaPaige entra senza troppe paroleed emana rabbia da tutti i poriIl lupo l'osserva megliononostante la scarsa illuminazionenotando che sta addirittura piangendo.

"Hai rischiato di morireDerek!" 
Gli grida contro la ragazzaavvicinandoglisinervosamenteL'agente socchiude la bocca.

"Sono guaritoPaigeHo i miei poteriricordi?"

"Se ti sparava in testaDerekSaresti guarito lo stesso?" Continua ad urlare leicon le lacrime che le scendono lungo le guanceIl licantropo sussulta impercettibilmente.

"Il mio compito è proteggertiPaigeLo riprenderei altre cento volte il proiettileper te." Sussurra sinceroguardandola negli occhicon tono che non ammette replicheLa ragazza chiude le mani a pugnotalmente vicina da sentire il respiro del lupo sul suo corpo
E comincia a tempestarlo di piccoli pugniche al licantropo fanno solo un lieve solletico.

"Io...non voglio perderti Derek...non farlo mai più..." Mormoracercando di trattenere invano le lacrimeDerekd'istintola tira a stringendola in un abbraccio.

"E io non voglio perdere tePaigee farò tutto il possibile perchè ciò non accada mai."

Un velo di tristezza attraversa lo sguardo freddo di Derek.

«Mai.» Mente.

•••

«Hale! Ecco il tuo caffè macchiato. E tranquillo, niente peperoncino.» Entra Stiles nell'ufficio dell'agente, un paio di mattine dopo. Ha deciso di prepare anche il caffè per lui, giá che c'è, avendo ben notato quale prendesse. Derek ringhia, come al suo solito, capendo che Stiles era ben consapevole che gli aveva messo lui nelle bustine di zucchero del peperoncino...e allora, perchè non si è incazzato? Non capisce.

«Quale parte di 'devi bussare' non ti è chiaro?» E gli mostra i canini, con la bocca aperta, come per spaventarlo, ma Stiles resta totalmente impassibile.

«Me ne sono dimenticato, sorry. E chiudi quella bocca, che altrimenti ti entrano dentro le mosche.» Si scusa con un sorrisino, mentre gli lascia il caffè sopra la scrivania. Poi Stiles fa per andarsene, ma Derek lo ferma:

«Stilinski, aspetta un attimo.»

Stiles si rigira verso di lui, con lo sguardo perplesso.

«Devo darti una cosa.» Gli fa, misterioso come sempre, aprendo un cassetto della sua scrivania. L'umano cerca invano di sbirciare, quando il moro tira fuori una sacchetta. E ne esce fuori...una pistola?! Stiles l'osserva con sguardo interrogativo, e Derek gliela lancia senza troppe parole. Il castano l'afferra al volo, rischiando quasi di farla cadere, non pensando fosse così pesante. 
Se la rigira più volte tra le mani, analizzandola.

«Ti potrebbe servire, portatela sempre dietro.» Gli fa presente il moro. «...Perchè la sai usare, vero?» Aggiunge poi, notando i gesti inesperti del ragazzino. Stiles stringe le labbra, capendo che è inutile mentire.

«Umh...no.»

Derek sospira pesantemente, ricordandosi solo in quel momento che gli studenti imparano a sparare dal terzo anno, e Stiles è ancora al secondo. Questo è un bel problema.

«Dopo pranzo ti porto al poligono.» Decide, dopo qualche secondo di silenzio. Stiles increspa le labbra in un sorriso:

«Dove andiamo a pranzo?»

«Stilinski, ho detto che ci vediamo dopo pranzo.»

«Hale, risparmiamo solo tempo se pranziamo insieme! Almeno dopo non dovrà sprecare del tempo prezioso a cercarmi!» Insiste il castano, e il lupo capisce che è inutile contraddirlo. Stiles non la smetterà di parlare fino a che lui non gli dirà che va bene. Ormai Derek conosce il tipo.

«Al Fish & Chips più vicino, e non fare tardi che non ti aspetto.»

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Con il cuore che ci dice resta e la testa che ci dice scappa."

Stiles entra dentro al Fish & Chips, guardandosi intorno: Hale è già seduto ad uno dei tavolini, osservando distrattamente il menù.

«Hale! Eccomi.» Lo saluta il castano, mentre il moro alza lo sguardo su di lui. Nota che l'umano si è cambiato: indossa un'informale maglia sul marrone, e dei jeans abbastanza attillati.

«Stilinski.» Il nome esce dalla sua bocca con un lungo sospiro. «Prima mangiamo, prima andiamo al poligono.» Gli mette fretta, essendosi imposto di passare meno tempo possibile con il castano, e di escogitare anche altro per fargli venire in mente di cambiare partner. Purtroppo, Derek, senza ragioni concrete e gravi non potrebbe mai cambiarlo, e poi lui vuole proprio stare solo, che è ben diverso.

«Spareró a dei bersagli a forma di persona, proprio come nei film?» Chiede emozionato Stiles, sembrando a Derek un bambino.

«Sì, certo.»

«Figo!»

«Mi dispiace portarti con i piedi a terra.» Parla Derek, interrompendosi un attimo per ordinare. «Ma è già tanto se riuscirai a sparare senza cadere all'indietro.» Gli fa notare, leggermente divertito all'idea del suo partner che casca. Tanto è già abbastanza maldestro di suo. Stiles sembra offeso.

«Ehi! Ti potrei sparare un proiettile sulla testa, anche adesso, volendo.» 
Lo provoca Stiles, sporgendosi con il corpo in avanti, sul tavolo. Derek increspa le labbra in un sorrisetto.

«Per quel poco che ti conosco, ti spareresti per sbaglio.» Lo prende in giro, sporgendosi a sua volta, incrociando i suoi occhi verdi con quelli nocciola del ragazzino.

«Mi sottovaluti un po' troppo, Hale.» Sussurra il ragazzino, senza staccare lo sguardo da quello del moro, come se proprio non ci riuscisse.

«Mh?» E poi ritornano improvvisamente con le schiene ben salde alle sedie, rendendosi conto dell'eccessiva vicinanza, come se ci fosse stata una scossa o altro. Per qualche secondo nessuno dei due parla, ma per fortuna arriva il cibo.

«Hale, posso farti una domanda?» Chiede il ragazzino, masticando, stanco del silenzio. Derek lo guarda sospettoso.

«Tanto so giá che me la farai uguale.» Sospira, addentando le patatine fritte. Stiles sorride vagamente, dandogli tutta la ragione.

«Insomma, sei un licantropo, no? Non hai un Branco?» Domanda, con palpabile curiosità, mentre il lupo sussulta leggermente. Abbassa lo sguardo sul cibo.

«Con il lavoro che faccio ho poco tempo per il resto, gli unici veri amici che ho sono Erica e Boyd, che, come già hai avuto modo di appurare, sono esattamente come me.» Si confida Derek, senza incrociare lo sguardo del castano.

«Io ho un Branco, sai.» Parla il castano, con il moro che alza visibilmente un sopracciglio. «Sì, lo so, sono umano, ma a Beacon eravamo un Branco davvero unito...io, la mente, poi c'era Scott, l'Alpha leader... Lydia è una Banshee, Allison Argent la cacciatrice...Jackson un licantropo, ma è stato anche un Kanima...e poi c'era Parrish, un collega di mio padre-lo Sceriffo-che è un segugio infernale...» Poi Stiles si ferma un attimo, intingendo una patatina nella maionese, e Derek percepisce un vago odore di tristezza. «...E adesso Scott e Allison sono a fare i piccioncini al college, molto lontano da qua... Lydia, se tutto va bene, ci vediamo due volte al mese, e Parrish non lo sento da molto... Jackson, invece, si è trasferito a Londra anni fa..." Poi si ferma, e il moro adesso sente anche molta nostalgia. Vorrebbe dirgli qualcosa, ma non è molto bravo nel consolare qualcuno.

«Com'è che sei finito in un Branco, Stilinski?» Decide di cambiare in parte argomento, notando come adesso l'odore di Stiles porti dietro anche felicità. Felicità nel ricordare i suoi amici.

«Scott e io ci conosciamo da una vita, siamo sempre stati migliori amici, per me lui è come un fratello, sai... e io avevo una cotta colossale per Lydia, nonostante lei fosse la tipica ragazza popolare del liceo. Io e Scott non eravamo nessuno, degli sfigati...» Rimarca le ultime parole con sarcasmo, come se in realtá non gli importasse nulla. «Una sera cambiò tutto. La nostra vità non... non sarebbe più stata la stessa.» E si incupisce un poco, stringendo fra le mani il bicchiere d'acqua. Derek l'ascolta incuriosito. «Eravamo a casa di Lydia, per un progetto di scuola...io ero super emozionato, perchè finalmente potevo farmi notare da lei, sai? In realtà era stato il professore a scegliere i gruppi, ma non m'importava... i genitori di Lydia non erano in casa, e si stava facendo tardi...» Adesso Stiles emana solo sensazioni negative, e Derek lo interrompe, lievemente preoccupato:

«Stilinski, non sei costretto a...»

«No, voglio dirtelo.» Insiste il castano, puntando i suoi occhi nocciola in quelli verdi dell'agente. «Era una giornata di luna piena, ed eravamo tutti e tre in camera di Lydia, quando sentimmo un ululato...e un altro ancora...io ero fissato con i lupi mannari e tutte le altre creature, così... ero davvero convinto esistessero... così li pregai di uscire fuori di casa, per andare a perlustrare il bosco accanto alla casa...» La mano si stringe ancora più forte attorno al bicchiere, e Derek sospira, immaginandosi già il resto del racconto e come si possa sentire il ragazzino.

"Scottti pregoandiamo a vedere fuoriSono ululati veriamicoe non ci sono lupi a Beacon!"

«Non fu facile convincere Scott, soprattutto perchè aveva paura potessimo incontrare qualche drogato o animale, e il bosco non diventa certo il posto migliore dove andare la notte...»

Derek sa bene come può rivelarsi pericolo il bosco di Beacon Hills.

"Vengo anch'ioragazzinon rimango certo da sola in casa mentre voi vi andate a cacciare in qualche casino!"

«...Lydia volle unirsi a noi, più per non restare da sola che altro, e fu la scelta peggiore che potesse fare...che potessimo fare. Così ci inoltrammo nel bosco, spaventati come non mai, ma anche eccitati...soprattutto io. Agitammo le torcie dei telefoni tra gli alberi, per almeno una decina di minuti, quando cominciammo a pensare che non ci fosse nessuno, e magari era solo un Branco di lupi di passaggio, niente di che...»

"Mi dispiaceStima non si tratta certo di lupi mannari...forse è meglio tornare a casa..."

"Scott ha ragioneStilesandiamocenesto cominciando ad avere seriamente paura..."

«...Facemmo per andarcene, quando sentimmo di nuovo l'ululato, questa volta vicino. Troppo vicino...credo fossero in tre, non l'ho mai capito, so solo che cercavano altri membri per il loro Branco...e noi eravamo là, indifesi... le prede perfette. Vedemmo degli occhi rossi, in mezzo all'oscurità, e capimmo che era il momento di scappare, il più veloce possibile... purtroppo sia Scott che Lydia erano molto più vicini ai licantropi di me, e non furono abbastanza veloci...»

"SCOTT!" Urla il castanomentre la sua torcia illumina il migliore amicosovrastato da una bestiaDa un vero lupo mannarocon degli occhi rossi come il sangueGli escono delle lacrimementre il moro viene morsourlando di doloreScott si alza in piedi con un podi faticae sangue un poovunqueurlando a Stiles di scappareE il ragazzino fa come dicegirandosi un'ultima voltaLydia è a terracon un altro lupo a sovrastarlaLo sta guardando implorando aiutocon la bocca completamente apertama Stiles... Stiles non può fare niente per aiutarlise non piangerePiangere come non ha mai fatto prima di allora.

Derek abbassa lo sguardo, mentre il castano chiude gli occhi per l'improvviso flashback. 
Poi continua il racconto:

«Li morsero entrambi, io scappai...non potevo fare niente per aiutarli...per fortuna non mi rincorsero, e mi chiusi in casa di Lydia... Scott arrivò poco dopo, tenendo la ragazza, svenuta, in braccio. Erano entrambi sanguinanti, e anche Scott svenne poco dopo. Fu difficile riuscire a controllare la natura lupesca del mio migliore amico, nei primi tempi, e all'inizio Lydia sembrava essere immune al morso... ci impiegammo mesi a scoprire che in realtà era una Banshee...» Stiles ha quasi concluso, e si ferma un attimo per bere, sentendosi la gola secca.

«Quei licantropi probabilmente ci cercarono per giorni, ma noi ci nascondemmo... e loro se ne andarono, dovevano essere di passaggio... ci furono diversi cambiamenti positivi nella nostra vita, in realtà: Scott diventò capitano di lacrosse, e non eravamo più invisibili. Eravamo tra i popolari, e Lydia cambiò drasticamente. Smise di sembrare la solita ragazza superficiale e vanitosa, e si mostrò davvero molto intelligente. Con Jackson, suo ragazzo del tempo, diventammo un gruppo molto unito, legato per quello che avevamo passato...e così conoscemmo Allison Argent, la quale si era trasferita a Beacon da poco, e formammo una sorta di Branco...» Smette di parlare, e Derek capisce che ha finito.

Eppure emana ancora emozioni contrastanti, e il moro può immaginare perchè. Ci sono cose che Stiles non ha detto, come i lati negativi che questo episodio ha comportato nelle loro vite, ma Derek capisce che il ragazzino si sta già incolpando di tutto a sufficienza.

«Non è stata colpa tua.» Azzarda a dire l'agente, sapendo bene come ci si senta quando ci si incolpa di qualcosa. Stiles alza lo sguardo su di lui, provando a sorridere, senza però riuscirci davvero.

«Dovremmo andare.» Cambia poi argomento Stiles, alzandosi poi da tavola. Derek lo segue, cacciando via l'impellente voglia di voler consolare quel ragazzino, e rassicurarlo che lui non poteva saperlo, che lui non ha nessuna colpa.

•••

I due entrano dentro un edificio piuttosto neutro, poco lontano dall'accademia. È circondato da diversi alberi e una radura, sulla quale sono appostati diversi bersagli. Stiles segue il moro, il quale entra attraverso una porta di metallo, ritrovandosi in una specie di sala, con diversi agenti che girano avanti e indietro. Tutti ovviamente con la pistola in mano. 
Il ragazzino osserva le diverse porte che circondano la grande sala.

«La maggior parte delle porte conducono a diversi percorsi, quelli dove i bersagli escono all'improvviso ma devi sparare solo ai nemici.» Gli spiega Derek, notando lo sguardo curioso e perplesso dell'altro.

«Wow! Sa tutto molto di film!» Esclama il castano, emozionato.

«È l'FBI, Stilinski.» L'agente poi si accorge che almeno trasuda felicità ed eccitazione, mentre durante tutto il viaggio era rimasto in silenzio, con la testa fra le nuvole. Probabilmente a rivivere quella scena. Derek, malgrado s'impone che non devono andare così le cose, sta conoscendo sempre di più il castano, e sta cominciando a capire che la sua vita non è stata affatto tutta rose e fiori. E che, probabilmente, quel sorriso perenne è uno degli scudi che usa, come il sarcasmo. Alcuni agenti salutano Derek, con l'accenno di un sorriso, ma lui ricambia in modo molto sbrigativo e distaccato.

«Sourwolf, sii educato.» Gli suggerisce Stiles, con un sussurro, ricevendo in risposta un ringhio. «Non ti chiedo di smettere di ringhiare, di diventare dolce e affettuoso...solo, sorridi più spesso!» Aggiunge poi, sorridendogli, come per fargli capire come si fa. Derek alza gli occhi al cielo.

«A proposito, non so quanti anni hai! Trenta? Trentatrè?» Prova ad indovinare Stiles, mentre Derek lo conduce verso una porta.

«Ventisette.» Risponde il lupo, aprendone una verde scuro.

«Ma- sembri molto più grande! Probabilmente è la barba, sì sì.» Borbotta fra sè e sè il ragazzino.

«E tu? Dodici?» Lo provoca Derek, mentre entrano in una lunga stanza.

«Ah-ah-ah! Davvero simpatico, come penso tu giá sappia, ne ho venti! Sarà che mi faccio sempre la barba, visto che altrimenti mi potrebbero scambiare per un drogato o qualcosa di simile...» Si ferma, guardandosi intorno: una parete è composta da tutte enormi finestre, che danno sulla radura e sui bersagli. Ogni agente ha la sua finestra, divisa dalle altre tramite delle murature sporgenti. Alcuni stanno già sparando, con le cuffie e gli occhialini. «Wow-wow.» 
È in grado di dire il castano, mentre Derek tira fuori la propria pistola, sotto lo sguardo perplesso dell'umano.

«Mi spieghi a te cosa serve la pistola??» Domanda, alzando le sopracciglia. Derek lo guarda come se fosse scemo.

«Se devo fermare qualcuno in mezzo alla gente, secondo te posso trasformarmi?»

«Giusto! Ma sono tutti umani qua, o c'è anche qualche licantropo?»

Derek si guarda intorno.

«Quasi tutti umani, sai, di solito qua vengono solo gli agenti. E diventi un agente a pieno titolo solo dopo che hai frequentato tutta l'accademia... però puoi portare qualcuno con te, se ci lavori insieme. Quindi capita di incontrare qualche licantropo che non ha frequentato nulla.» Gli spiega Derek, mentre Stiles tira fuori la sua nuova pistola, tenendola in mano come un disadattato. Il lupo gli passa tutto il necessario, e lo segue davanti ad una delle finestre libere. Il castano indossa sia gli occhiali che le cuffie, sentendo comunque la voce di Derek:

«Segui i miei movimenti, e punta bene il bersaglio.» Gli ordina, dovendosi poi appiccicarsi dietro di lui, come al bowling. Derek posa le proprie mani su quelle di Stiles, che impugnano saldamente la pistola. Il ragazzino sente di avere il respiro pesante, e si gira un pochino verso il lupo, sfiorando quasi i loro nasi.

«Okay, Hale, ci sono.» Sussurra, con il respiro del moro sul suo collo. Il lupo lo aiuta a sistemare meglio la pistola, indirizzandola verso il bersaglio a forma di uomo, con l'obiettivo di centrare o il cuore o la testa. E poi Stiles preme il grilletto, non cadendo all'indietro solo grazie al licantropo. 
Il proiettile ci è andato vicino, ma ha mancato comunque la sagoma. 
Ci riprova, sempre con l'aiuto dell'agente, e questa volta viene perforato lo stomaco.

«Evvai!!» Esclama Stiles, come se tutto ciò fosse divertente, infatti si becca uno scappellotto da Derek.

«Adesso prova a fare da solo, vediamo.» Ghigna il licantropo, allontanandosi a fatica dal suo corpo.

Ovviamente Stiles, in dieci colpi, non becca neanche per sbaglio il bersaglio, ma è pur sempre un inizio. Infatti, dopo diversi minuti, riesce a perforare diverse volte le braccia o il volto, facendo urletti poco virili dalla gioia. Intanto lo sguardo del moro si posa su un pulsante, su una delle murature sporgenti accanto a Stiles, che è quello di emergenza. Deve essere premuto assolutamente solo se si è in pericolo, questione di vita o di morte. E al licantropo viene in mente un'idea malvagia, molto malvagia.

«Stilinski?» Lo chiama, per farlo girare. Stiles smette di sparare, ora guardando perplesso il licantropo. Derek, senza troppi ripensamenti, spinge il ragazzino contro il muro, dove si trova il bottone, per poi staccarsi di botto da lui. Inutile dire che l'allarme risuona per tutto l'edificio, e tutti smettono di fare ciò che stavano facendo. Stiles dischiude la bocca, all'inizio più che confuso, per poi realizzare ciò che è successo: Hale ha fatto sì che lui facesse scattare l'allarme, spingendolo contro il pulsante di emergenza. È senza parole, e non sa cosa dire. Per la prima volta della sua vita, non sa davvero cosa dire. Sperava che Hale si stesse, in qualche modo, affezionando alla sua presenza, ma sembra ancora ben intenzionato a fargli cambiare partner.

E Stiles si è deciso di non dargliela vinta! Così resta immobile, presagendo un imminente casino.

•••

Una squadra dell'FBI è arrivata immediatamente, armata. Quando si sono accorti che era solo un falso allarme, si sono arrabbiati tantissimo ed erano anche molto scocciati, e hanno scoperto da quale pulsante venisse. Derek si aspettava insulti, o che il ragazzino spiegasse che era stata solo colpa del moro. Invece Stiles è rimasto composto, davanti agli sguardi di tutti. Sguardi che lo stavano giudicando, disprezzando. 
Si sentiva umiliato.

«Io...l'ho premuto per sbaglio, mi dispiace, davvero. Starò più attento.» Le parole escono con un flebile sorriso, forzato, e Derek questa volta sente bene le emozioni del castano: tristezza, e una velatura di rabbia. Però, nonostante le sue emozioni, Stiles si è preso tutte le colpe senza esitare, e gli ha pure rivolto una specie di sorrisino, come se non ce l'avesse affatto con lui.

Come se gli dicesse che si può fidare di lui.

E Derek l'osserva, in disparte, mentre si scusa con tutti. E non si sente affatto contento o soddisfatto, come lo era con i vecchi partner quando cercava di mandarli via, ma sente solo un magone dentro di sè. Cerca di scacciare via quel senso di colpa, senza però riuscirci. L'umano, dopo una decina di minuti, finisce di scusarsi e di beccarsi una bel rimprovero, decidendo di andarsene, passando accanto a Derek.

«Buona giornata, Hale.» Il tono in cui lo dice sembra normale, se non fosse per i suoi occhi. Occhi lucidi, occhi delusi.

«Stilinski...» Lo richiama, senza sapere neanche lui cosa dirgli. Vorrebbe scusarsi, ma non crede di riuscirci. 
Non crede di volerlo davvero. 
Stiles si gira verso di lui, quasi speranzoso.

«Sì?»

«Buona giornata anche a te.» E Derek osserva gli occhi del castano spegnersi.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


"I pick my poison and it's younothing could kill me like you do."

Derek torna nel suo appartamento, aprendo la porta di malavoglia. 
È pomeriggio inoltrato, ma non ha proprio voglia di fare nulla. Crede che si metterà a dormire, fino all'ora di cena, e poi tornerà a letto di nuovo. Accende le luci del salone, e si guarda intorno: appartamento anonimo, niente di personale, piuttosto moderno. 
E, soprattutto, troppo grande per una sola persona, con le vetrate che danno solitarie verso la città. Il lupo va verso la vetrata, osservando la vivacità della cittadina, che contrasta il suo sentirsi cosi solo.

Perchè sì, Derek Hale si sente tremendamente solo.

È vero che ha Erica e Boyd, ma loro hanno anche la vita di coppia da gestire, e stanno già pensando di andare a convinvere. Mentre il moro resterà sempre in quell'appartamento troppo grande, magari con diverse storie da una notte. Nessuno, fuori dal lavoro, ha voglia di legarsi con un agente dell'FBI, che potrebbe morire da un momento all'altro, sempre a lavorare su omicidi e assassini. Derek sospira, perchè lui sa. Sa che c'era una volta che non si sentiva affatto solo.

"Paigenon credevo che casa mia fosse anche la tua." Scherza Derekosservandola attentamentementre la ragazza entra nel suo appartamentoQuella ragazzina lo viene a trovare così spesso che tra poco Derek gli  una copia delle chiaviPer la maggior parte delle volte è colpa del caso che devono esaminarema poi ci sono alcune sere in cui lei viene da lui senza alcun motivoe si ritrovano a parlare seduti sul divanocon una bella birra davantiDerek non si può di certo ubriacarema gli piace il saporeLa ragazza accenna un sorriso:

"Ti mancavoeh?" Lo stuzzicasorridendogli ora a quarantadue dentiE il lupo si perde in quel sorrisotanto che si ritrova a non riuscire a staccarle gli occhi di dosso.

"Mhun pochino." Ammettementre la ragazza si avvicina alla grande vetratain silenzioPaige è uno spirito liberomolto ribelle e sicuramente diversa da tutte le ragazze che Derek abbia mai conosciutoLei fa quello che le pareed è una gran provocatricedavveroOrmai lavorano insieme da qualche mesema gli sembra di conoscerla da una vita.

La ragazza osserva ammaliata le molteplici luci della cittàche risaltano nel buiocon il lupo che l'affianca quasi subitoRestano in silenzio per qualche minutouno accanto all'altro.

"È tutto così meraviglioso." Sussurramentre il licantropoinvece di guardare la vista spettacolareguarda lei.

"Mai quanto te." Sussurrafacendo girare la ragazzaPaige l'osserva con un sorrisinoper poi fissargli intensamente la boccaPoi gli si avvicina con il voltosfiorando quasi le sue labbraquando si allontana di scattoFa un sorrisetto al licantropopiuttosto confuso.

"HaleStai per caso filtrando?" Gli chiedecon tono maliziosoper poi prendere la sua borsa e andarsene
"A domani!"

Derek scuote la testa divertitoquella ragazza è dannatamente complicata.

Derek chiude le mani a pugno, con una gran voglia di spaccare qualcosa.
Il tempo passa, ma lei non se ne va dalla sua mente, dai suoi sogni.  
Se solo...se solo.

•••

Stiles torna a casa, stendendosi subito sul divano, come se fosse un peso morto. Isaac fa il suo ingresso in sala, vestito con dei semplici boxer. 
Il castano lo guarda di striscio, abituato ormai ad avere tutta questa confidenza con il coinquilino, tanto che non lo sconvolgerebbe neanche vederlo girare nudo.

«Dove sei stato fino ad ora? Pensavo che il poligono chiudesse due ore fa.» Parla il riccio, visto che sono già passate le otto, e ancora non ha mangiato: di solito è il ragazzino a cucinare. Infatti Isaac ha in mano un sacchetto di patatine, le quali mastica con un rumore fastidioso, come per dirgli che è colpa sua se si trova costretto a nutrirsi di certe schifezze.

Stiles si porta le mani sul volto, sospirando.

«Scusa, ho fatto un giro in macchina...non mi sono accorto di quanto tempo stesse passando.» Si giustifica, senza avere la forza di cucinare qualcosa. «Io non mangio, e sono parecchio stanco, ti spiace arrangiarti per questa sera?»

Isaac continua a masticare.

«Lo sto già facendo, e adesso raccontami cos'è successo.» E, detto questo, Isaac gli si siede accanto, intenzionato a non andarsene da lì fino a quando non ha scoperto la causa del suo 'malessere'.

«Chi ti dice sia successo qualcosa?» Mugula il castano.

«Stiles, adori cucinare, lo trovi un modo per rilassarti, ricordi? E ti comporti così ogni volta che litighi con Lydia, per esempio.» Gli fa notare il riccio, dimostrando di conoscerlo meglio di quanto Stiles pensi.

«Okay, okay, qualcosa è successo.» Ammette. «Riguarda Hale.»

E così gli racconta tutto il fatidico 'incidente', e anche quelli precedenti, con Isaac che si alza dal divano e si mette a camminare su e giù per la stanza, come se stesse riflettendo su qualcosa, sempre con una mano dentro il sacchetto delle patatine.

«Non ti capisco, Stiles.» Gli dice chiaramente, dopo qualche minuto di perfetto silenzio e altri secondi del solo masticare del riccio.

«Perchè?!»

«Stiles, ma ti sei ascoltato? Quell'Hale non ha fatto altro che cercare di farti cambiare partner! Si comporta da stronzo, ti ha messo del peperoncino al posto dello zucchero, ti ha bagnato tutto, ti ha fatto cadere la palla da bowling sul piede...e adesso ti ha umiliato di fronte a diversi agenti! Perchè continui a stargli accanto, senza ribellarti? Non è da te, Stiles, non capisco perchè gli dai corda.» Esclama Isaac, accorgendosi che ha finito le patatine, per poi buttare il sacchetto nella cucina adiacente. Stiles si alza a sua volta, andandogli incontro.

«Lo sai che sono orgoglioso e amo le sfide, Isaac.»

Il riccio lo guarda, scuotendo la testa.

«Non credo sia solo per questo che ti fai umiliare così, Stiles.»

Il castano abbassa lo sguardo.

«È solo che... credo ci sia qualcosa che lo ha portato ad essere così, Isaac. Come se il suo comportamento fosse una sorta di scudo protettivo... forse ha solo bisogno di qualcuno che gli tiene testa, di qualcuno che resta e del quale si può fidare.» Mormora. 
Il riccio lo guarda.

«Solo... sta attento, Stiles. Ho come l'impressione che non sia il suo ultimo 'giochetto' questo, e non voglio che poi tu ci stia male, okay?»

Stiles accenna un sorriso.

«Sì, Isaac, tranquillo. Ti voglio bene!» Esclama, per poi uscire dalla cucina.

«Anch'io, amico.»

Stiles si chiude in camera, afferrando il cellulare. Trova dei messaggi.

"Sticom'è andata oggiVolevo chiamartidavveroma ho avuto dei rientri il pomeriggioe adesso sono in un ristorante con gli altriMi manchi.

-Amore."

Per 'gli altri' Stiles sa bene che Lydia intende la compagna di stanza e altri ragazzi e ragazze dei suoi corsi, con i quali ha approfondito il rapporto.

"Anch'io ho avuto parecchio da faredopo pranzo sono andato al poligonoMi ci immagini con una pistola in mano? ;) Mi manchi anche tuci sentiamo domani con Skypeokay?"

Poi decide di chiamare Scott, il quale giorni fa non gli aveva risposto. 
Uno squillo, due squilli, tre...

«Pronto?» Il tono è vagamente scocciato, come se non aveva intenzione di rispondere.

«Scott! Finalmente riesco a sentire la tua voce, la stavo per dimenticare!» Lo accusa velatamente il castano, sedendosi sul letto.

«Non è l'unica cosa che hai dimenticato, da quello che so.»

«Scott...te l'avrei detto, lo sai, non capisco perchè questo comportamento...»

«Perchè stiamo cambiando, Stiles! E ho questo costante pensiero che tu mi stia dimenticando giorno dopo giorno...» Il suo tono sembra come disperato.

«Come potrei mai dimenticarti? Sei il mio migliore amico, Scott, mio fratello! Non siamo cambiati...siamo sempre noi. Solo che non ci vediamo tutti i giorni come eravamo soliti fare una volta, ma...ma mi mancano le nostre videochiamate o le telefonate piene di cazzate. Mi manchi, Scott, e non puoi mandare tutto all'aria per qualcosa che pensavo di averti già detto...»

Dall'altra parte si sente solo il silenzio, per diversi secondi.

«Scott??»

«...Scusa, Sti. Ho avuto una reazione esagerata...mi dispiace, davvero.»

«Dai, che uno di questi week end devi assolutamente venire a trovarmi, insieme ad Allison! Capito? Tanto posso convincere Isaac ad andare a dormire da questa 'amica' che dice di frequentare...»

Improvvisamente si sente il campanello suonare, e Isaac urla:

«Sono sotto la doccia, vai ad aprire tu Stiles!»

Il castano sbuffa, chiedendosi chi diavolo possa essere alle nove di sera.

«Scott, ti stavo dicendo, insomma, quando puoi sappi che qua sei sempre il benvenuto...» Riprende a parlare Stiles al telefono, mentre corre alla porta.

«Sicuro non ti scoccia che venga anche Allison?»

«Ma no!» Esclama, come offeso, mentre apre la porta. «Lo sai che l'adoro e...» Si blocca improvvisamente, restando con la bocca dischiusa alla vista della persona sull'uscio. «...scusa...Scott, devo chiudere.»
E mette fine alla chiamata, senza neanche permettere all'amico di replicare.

«Cos'è successo?» Domanda poi l'umano, osservando Derek Hale, che ha deciso di fargli un'inaspettata visita. L'uomo ha in mano un fascicolo.

«Posso?» Replica l'altro, facendogli capire che non possono parlare in mezzo alla porta.

«Certo! Entra pure.» E mette su un sorriso, mentre il moro si accomoda all'interno dell'appartamento, guardandosi intorno: è molto più piccolo del suo, ma sicuramente più ospitale, caldo. Sa più di casa. «Accomodati pure su uno dei due divani.» Gli fa Stiles, con Derek che poggia il fascicolo sul tavolino davanti a un divano, sedendosi poi su quest'ultimo. Il castano gli si siede davanti, ancora incredulo che Derek Hale sia nel suo appartamento.

«Hook mi ha mandato per email un nuovo caso, e mi ha detto di stamparlo anche per te, dal momento che non aveva la tua e-mail...ho letto dal sito dell'FBI-a cui possono accedere solo pochi-il tuo indirizzo.» Inizia il discorso il lupo, non avendo coraggio nel guardare il ragazzino negli occhi, poichè potrebbe poi avere solo inutili sensi di colpa, in ricordo dell'accaduto al poligono. Lo sguardo del castano s'illumina improvvisamente.

«Vuoi sentire la mia idea, Hale?»

Derek alza lo sguardo su di lui.

«Non credo di volere.» Ammette.

«Te la dico domani, a pranzo! Solito posto.» Gli propone Stiles, nonostante il moro corrucci lo sguardo.

«Io non-»

«Fidati, ti piacerà la mia idea, lo giuro.» E intanto sta indirizzando Derek verso la porta. «A domani!» E il moro si ritrova chiuso fuori dall'appartamento del ragazzino, sospirando: dovrà presentarsi all''appuntamento'.

•••

Stiles, prima di andare a pranzo, decide di passare un attimo agli uffici, potendo dare così una veloce occhiata al fascicolo che Hale gli ha lasciato: la sera prima è letteralmente crollato sul divano, quando il moro se n'è andato, e Isaac ha avuto la decenza di svegliarlo per non farlo sbavare ulteriolmente sul quel divano. Si dirige alla svelta lungo i corridoi, con la valigietta in mano, reduce di ben quattro lezioni diverse, che lo hanno davvero sfinito.

Continua a camminare per il corridoio, arrivando davanti al suo ufficio, per poi aprire la porta con la chiave, quando si accorge che non ce ne fosse bisogno: si era dimenticato di chiuderla per bene. Tanto, chi sarà mai entrato? Eppure, appena è dentro, si accorge che qualcosa non va...e sente come un pizzico sulla gamba...abbassa subito lo sguardo, lanciando un urlo che di virile non ha assolutamente nulla! Un topo lo sta cercando di morsicare! Più che un topo sembra un ratto, uno di quelle che sta nelle fogne, cazzo! E la sua faccia diventa completamente bianca, quando ne vede almeno altri dieci a girellare per la stanza! Nel suo bellissimo e nuovo ufficio!! Stiles si sente quasi di svenire.

«STUP-» Esclama, volendo solo insultare e uccidere Hale, quando si accorge in tempo che il moro potrebbe sentirlo. 'Neanche fosse un bambino delle elementariMa che pensa di fareinfestarmi l'ufficio di ratti?' Allora si sforza di sorridere, cercando di non scappare alla vista di quei ratti puzzolenti e sporchi:

«Ma siete adorabili!» Esclama, mentre fa smorfie di disgusto. «Proprio bellissimi! Quasi quasi vi tengo con me!»

Derek è nel suo ufficio, quando si accorge della presenza di Stiles nel corridoio, e allora aguzza tutti i sensi: il castano deve essersi appena accorto della sorpresina che gli ha lasciato. Sente una mezza parola, che non riesce a completare, e poi quei complimenti rivolti ai ratti...il suo sopracciglio svetta in alto. Dovrebbero fargli schifo, non piacergli! Ringhia tra sè e sè, mentre cerca di capire le emozioni di Stiles o i battiti del suo cuore. Purtroppo non riesce a vederlo, e non capisce se i battiti che sta ascoltando sono suoi o degli altri agenti all'interno dell'edificio, e così si mischiano anche le diverse emozioni. Infatti gli pare di percepire eccitazione, che SPERA vivamente non venga dal ragazzino, sopratutto per quei poveri topi...

«Hale, sei stato tu, vero? Grazie!» Aggiunge poi il castano, dal proprio ufficio, facendo davvero innervosire il moro.

•••

E così Stiles si fa trovare al Fish & Chips dell'altra volta, picchiettando il piede sotto il tavolo: non è così tanto sicuro che Hale arriverà.

«Vuole ordinare qualcosa?» Gli domanda la cameriera, con gentilezza, ma il ragazzino scuote la testa.

«Umh, no, grazie, sto aspettando una persona.»

Passano altri interminabili minuti, e Stiles sa bene che l'agente dovrebbe essere uscito ormai dall'ufficio, e comincia a pensare che non verrà. 
Sta quasi per alzarsi e andarsene via, quando la porta si apre, e il lupo entra in scena. È come al solito impassibile, con quello sguardo misterioso e quegli occhi verdi che sembrano oltrepassarlo.

«Stilinski, eccomi. Qual è la tua idea?» Chiede direttamente, senza troppi giri di parole. Eppure non aveva questo tono burbero quando gli chiedeva di raccontargli del Branco, nè quando aveva affermato che non era stata colpa sua.

«Prima ordiniamo.» Decide il castano, facendo sospirare il moro. Così si ritrovano entrambi a mangiare, silenziosamente, con Derek che cerca di finire il prima possibile, per capire cosa voglia Stilinski. Gli fanno quasi paura le sue idee.

«Okay, adesso parla.» Ordina il lupo, mentre la cameriera porta via i loro piatti.

«Okay, ecco la mia proposta. Tu contro di me, Hale. Chi risolve il caso per prima vince. Vediamo quanto sei veramente bravo, mh, ci stai?» Gli propone, con un sorrisetto. In realtà non sa neanche di che caso si tratta, ma non gli interessa più di tanto. 
Derek lo scruta attentamente.

«E cosa si vince?»

I loro sguardi s'incrociano.

«Se vinco io, mi devi una cena.» Afferma Stiles. «Se vinci tu, non mi farò più vedere. Cambierò partner.»

Derek socchiude la bocca, incredulo. Gli sta davvero dicendo che può liberarsi così facilmente di lui? Allora ha sottovalutato Stiles, il ragazzino aveva perfettamente capito che lui stava cercando di allontanarlo in ogni modo. Ma, come potrebbe mai competere contro la sua esperienza?

«Accetto.» Decide il lupo, dopo un minuto. Ma il sorrisetto di Stiles non gli piace affatto. «Stilinski, cosa ti fa credere di poter vincere?»

E il ragazzino posa dei soldi sul tavolo, alzandosi per andarsene via. 
Non risponde, ma continua a guardare il moro con un ghigno, che fa rabbrividire quest'ultimo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


"Don't get to closeit's dark insideit's where my demons hide."

Stiles va via dal Fish & Chips, tornando in casa in fretta e furia. Isaac dovrebbe essere a lavorare al bar, quindi si ritrova completamente solo. Prende subito il telefono, digitando un numero.

«Pronto?» Sbadiglia una voce femminile dall'altro capo.

«Sono io, Stiles! Disturbo?»

«Stiles! No, no, mi stavo solo riposando un attimo, dimmi!»

«Ricordi quello che ci eravamo detti ieri in macchina?»

«Sì, ricordo bene.»

«Ecco, ho avuto modo di mettere ciò in atto...ma ora mi serve il vostro aiuto.»

Per qualche secondo nessuno risponde, e il ragazzino teme sia andata via la linea.

«Perfetto, allora, ci risentiamo! Buona giornata, Sti.»

«Anche a te, Erica.» E chiude la chiamata.

Stiles esce dal poligonostrematoentrando nella sua amata Jeep
 un pugno sul volantesentendo l'umiliazione andare leggermente viaanche se mai del tuttoCerca con tutte le sue forze di non scoppiare a piangere come un bambinodovrebbe essere al settimo cielo se gli è stata offerta l'esperienza di affiancare uno dei migliori agentimaquest'ultimola sta trasformando quasi in un incubo.

"Stiles?" Si sente chiamaree si gira di scatto verso il finestrinoabbassandolo.

"Erica?" Esclamasorpreso di vedere la licantropal'amica di Derek.
La bionda ha un'espressione seria.

"Devo parlartiposso entrare un attimo?" Gli facon il ragazzino che la guarda un attimo sospettosoAlla fine che gli può mai fare di maleÈ la stessa persona che ha cercato di alleviargli il doloreQuindi annuiscementre la bionda non perde temposedendosi sul sedile accanto a quello del guidatoreOra sembra come dispiaciuta.

"Ho saputo di quello che è successo al poligono e-" Comincia a parlarema Stiles la interrompesenza neanche riuscire a guardarla negli occhi.

"Se sei venuta qua per farmi anche tu un discorso sullo stare attenti e bla bla sei pregata di andartene." Affermacon voce freddastringendo il volante con forza.

La licantropa lo guarda come se fosse pazzo.

"Stilesso che è stato DerekSo anche degli altri...scherzi che ti ha fatto
So ogni cosa." Ammettefacendo sussultare l'umano.

"Che vuol direErica?"

"Sono la sua migliore amicac'ero tutte le volte che cercava di liberarsi dei suoi vecchi partner...e sta facendo la stessa cosa con teStiles." Gli fa notarecome se già non lo sapesse
Il ragazzino sospira.

"Perchè lo faEricaPerchè?"

La ragazza guarda da un'altra parte.

"Non te lo posso direStilesnon ioNon spetta a me raccontarti certe cosemi dispiaceE lo capisco sailo capisco davveroma questa volta sta esagerando...Derek deve capire che Hook non lo farà mai lavorare da soloE una volta potevo anche essere abbastanza d'accordo sul mandare via gli altri partnerperchè non li sopportavo...ma tu sei diversoStilesSo che lo rispettiche gli tieni testa e che cerchi di fartelo amicoTu non lo tratti come un oggetto salva-vitacome fanno quasi tuttie deve rendersi conto di essersi fortunato... io so che gli faresti solo del beneStilese Derek meriterebbe davvero tanto del bene..."

Stiles ascolta in silenziocercando di assimilare velocemente tutto ciò.

"Io l'ammiro ancheEricaper essere così stimato da tutti...non mi interessa se siete dei licantropi scelti per proteggerciio voglio solo avere un partner che sia un pocome un migliore amicoperchè serve tanta fiducia in certe situazioni...ma non capisco come Hale potrebbe cambiare ideasembra così testardo!"

La bionda annuiscelentamente.

"Lo soè molto testardo quando si mette in testa una cosama ho un pianoTi voglio aiutare ad entrare nelle sue grazieGli proporrai una scommessaStilesal prossimo caso che dovrete affrontare...mi spiego meglionon fare quella facciachi di voi due lo risolve per primo vince... e se vinci turestiSe vince luiscegli di cambiare partner." Gli propone la biondacon un sorrisoMa Stiles è molto scetticoalzando entrambe le sopracciglia.

"Ericasarebbe un'idea niente maledavveroma...come potrei mai vincere contro di lui?! Ha molta più esperienza di meè uno dei migliorie io ci impiegherei il doppio del tempo a risolvere il caso!" Si disperanon vedendo alcuna via d'uscita
Poi guarda la licantropache sta ghignando.

"OhStilesma di quello ci pensiamo io e BoydFidatilascia fare a noiti daremo un grande vantaggio!"

(15.23) Stilesdevi risolvere il caso più in fretta che puoiErica

(15.24) Tranquillaoggi non ho nulla da farepenso mi leggerò il fascicolo per capire di cosa si tratta.

(15.24) Fammi sapere appena lo saiErica

Stiles si siede sul divano, con il fascicolo in mano, leggendo attentamente: la vittima è una bambina di otto anni, Sara Mayer, morta proprio il giorno prima. Madre medico, padre giornalista. Ha una sorellina, di nome Beth, che ha sei anni. Sara é stata soffocata soffocata con un cuscino, nella sua camera, e la madre afferma che è entrato un uomo mascherato in casa. Non si sa nient'altro, solo che sembra la solita famigliola felice. 
A quanto pare è il padre che ha chiamato la polizia per avere delle risposte, e loro hanno affidato il caso all'FBI.

(15.40) Bambina di otto annisoffocata da un cuscino.

(15.42) ...Credo che il cadavere sia in uno dei laboratoriconosco diverse persone gli faccio una chiamata immediatamenteErica

(15.42) Mi aiuteranno?

(15.43) Certoglielo devo diree daranno informazioni confuse a Derekmentre io e Boyd cercheremo di tenerlo impegnato in altro :) Erica

(15.44) Te l'ho già detto che ti amo?

(15.45) Ah-ahNon credevo ti importasse davvero di restare accanto a uno come DerekErica

(15.45) Hale è bravoposso apprendere molto da lui...occhi verdi è come una sfida per me...e adoro le sfide ;)

(15.46) Occhi verdiAh-ahallora abbia inizio il pianoErica.

•••

Stiles guida fino alle strutture dell'FBI, entrando dentro uno degli edifici. Sa dove sono i laboratori, e deve sbrigarsi. Deve assolutamente precedere Hale in tutto, se vuole vincere. Prende l'ascensore, insieme ad altri agenti, pigiando il tasto che porta sottoterra. 
Si ritrova così in un'ampia sala, con tantissimi scaffali e degli uomini in camice azzurro.

«Chi sei tu?» Gli chiede un medico, facendogli prendere un bel colpo. Stiles gli mostra una carta magnetica identificativa, che gli aveva dato Hook, la quale gli permette anche di entrare in tutte le aree dell'FBI.

«Stiles Stilinski, partner di Derek Hale. Ho bisogno di informazioni su Sara Meyer, otto anni, morta ieri pomeriggio.» Spiega brevemente il ragazzino, con il medico che annuisce, anche se anora con un pó di sospetto.

«Sì, la stanno esaminando ora. Seguimi.» E Stiles si ritrova a camminare per un lungo corridoio, sul quale affacciano tante porte. 
Alcune sono aperte: all'interno ci sono massimo due lettini, con degli antropologhi/medici che stanno esaminando dei cadaveri, e c'è anche qualche agente in giro. Una delle ultime porte sembra essere quella che cerca, e il medico se ne va via, indicandogliela. «Troverai tutto là dentro.»

Stiles, titubante, oltrepassa l'uscio, trovandosi sotto lo sguardo curioso di un'antropologa, insieme ad un altro medico.

«Sono Stiles Stilinski, e sto lavorando sul caso di Sara Meyer.» Si presenta di nuovo, velocemente. E cerca di non guardare il cadavere, visto che gli stanno venendo conati di vomito solo a sentire l'odore. Ma pensa che prima o poi ci si abituerà, o almeno lo spera.

«Piacere di conoscerti, Erica mi ha parlato di te. Sono l'antropologa Paula Hackes, e lui è il dottore Harry Breton.» Parla lei dopo qualche istante. Stiles li osserva bene: lei avrà sui trent'anni, capelli castani legati in una coda e occhi che sembrano due pozze nere. Lui, invece, è davvero alto, e ha una capigliatura mora foltissima. Deve essere più vecchio della donna. 
Stiles si avvicina alla bambina, girando lo sguardo altrove: per fortuna che la sua morte non ha comportato uno sfiguramento del volto, ma cominciano già ad esserci segni della decomposizione.

«La vittima è morta tra le quattro e le cinque di ieri pomeriggio, soffocata con un cuscino. L'hanno ritrovata sul suo letto, in posizione supina. L'assassino non deve aver usato molta forza, vista la fragilità che ha una bambina.» Parla il dottor Breton, in tono distaccato, rivolto verso Stiles.

«E il cuscino? Dov'è?» Chiede il ragazzino.

«L'arma del delitto è stata portata in un laboratoio per poter analizzare eventuali impronte, ma dubito le troveremo. Dobbiamo ancora attendere le cartelle cliniche della vittima, dovrebbero arrivare in giornata.» Gli risponde l'antropologa.

Stiles annuisce, poi diventa pensieroso.

«Perchè avete chiesto le sue cartelle mediche?»

«A prima occhiata non sembra stesse bene, in vita, e vorremmo accertarcene senza perdere in tempo in analisi di approfondimento. Può passare domani mattina, e avremo tutto quello che cerca.» Fa la Hackes, increspando le labbra in un educato sorriso. 
Sembrano dei tipi a posto.

«Umh, okay, penso proprio che ora dovrò andare ad interrogare la famiglia.» Borbotta Stiles, fra sè e sè.

«Non ti consiglio di farlo oggi, perchè stanno organizzando alla bambina una sorta di veglia funebre.» Lo informa Breton. Stiles sospira in risposta.

«Da quanto conosce Erica, agente?» Domanda poi l'antropologa, che Stiles nota essere una bella donna.

«Mi dia pure del tu, anche perchè non sono neanche un agente ancora...comunque da poco, mi sta solo aiutando ad entrare nelle grazie dell'agente Hale!» Esclama Stiles, sorridendo.

«Anche tu dammi del tu, altrimenti mi sento vecchia...ah, l'agente Hale, buona fortuna!» Ridacchia la donna, insieme al medico.

«Ti serve molta fortuna, amico.» Aggiunge Breton, e sembra come se i due sapessero tutto di Derek, o almeno del motivo per cui lui è così. Lo stesso motivo che Erica non gli ha voluto dire, e probabilmente neanche loro lo faranno.

«Ah, lo so bene! Grazie di tutto, a domani mattina!»

•••

Derek è davvero perplesso: appena tornato a casa sono venuti a trovarlo-a sorpresa- Erica e Boyd, e non l'hanno lasciato in pace neanche un secondo! Prima hanno insistito per vedere un film tutti insieme, gironzolando per la casa come dannati:

«Erica, non voglio vedere nessun dannato film!»

«Non brontolare Der, io e Boyd vogliamo davvero vedere Io Prima di Te!»

«Io in realtà non-»

«Tu zitto!!»

E così si era dovuto sorbire un intero film d'amore, con Erica che alla fine era scoppiata a piangere come non mai, e Derek si era dovuto pure vedere Boyd consolarla amorevolmente. 
Come se quel film non bastasse: crede di aver ringhiato parecchio nelle scene amorose, viste le gomitate che gli sono arrivate dalla bionda.

«Er, amore mio, è solo un film...»

«Tu sei solo un film!!!»

Poi il lupo voleva finalmente lavorare sul caso della bambina, più che convinto di poter battere facilmente Stilinski, ma i suoi due carissimi amici non volevano proprio levare le tende, nonostante gliel'avesse fatto capire molto bene con sonori ringhi e occhiataccie.

«Derekkuccio, ultimamente passiamo poco tempo insieme! Dobbiamo rimediare!!!»

«Ti ho già detto un milione di volte di non chiamarmi più in quel modo!!»

«Okay, Derekkuccino, come vuoi.»

Erica e Boyd sono i suoi migliori amici, sì, ma tutto questo è davvero molto strano. Insomma, di solito loro escono insieme solo il week end e ogni tanto anche durante la settimana. Per il resto il lavoro occupa molto spazio, e i due devono anche ritagliare tempo libero per la vita di coppia, insomma. Inoltte sanno bene che Derek è un tipo per lo più solitario, che dopo un pò non ce la fa più a stare a contatto con la gente.

Alla fine, i due, si sono fermati a cena nel suo appartamento, e hanno ordinato le pizze, visto che il frigo di Derek era completamente vuoto.

«Derek, dovresti proprio trovare qualcuno, pure il frigo te lo chiede!»

«Zitta e mangia.»

Si sono anche molto divertiti, parlando del più e del meno, e Derek si è ricordato che non è davvero solo. Sentimentalmente sì, ma ha due migliori amici fantastici, e sa bene che può sempre contare su di loro. Eppure...eppure a volte sente una mancanza. Una mancanza che l'amicizia non può riempire, no.

Poi Erica ha insistito per rimanere fino a tardi, e ha anche urlato al lupo, prima di andare via, che sarebbero ritornati il giorno dopo. Così Derek adesso è finalmente da solo, stanco, con la sola voglia di andarsene a dormire. 
Ha proprio dimenticato la scommessa, e il caso che dovrebbe risolvere.

Ma vuole capire perché improvvisamente i due hanno avuto tutta quella voglia di passare tutto questo libero con lui, quando avrebbero potuto benissimo passarlo a scopare. E poi sono anche arrivati senza avvisarlo, e non succede quasi mai, se non per parlargli di qualcosa.

(00.21) Mi stai nascondendo qualcosaper caso?

(00.22) Cosa dovrei nascondertiDerMiglioreAmica<3 .

Sì, Erica si era salvata in quel modo dal suo telefono.

(00.22) Non lo so...è solo che oggi mi è sembrato tutto un postrano.

(00.23) Derekkucciovai a dormire che è meglioMiglioreAmica <3

(00.24) SMETTILA DI CHIAMARMI COSÌ!!

(00.25) Ti voglio bene anch'io <3 MiglioreAmica <3

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


"When you fall asleep tonight just remember that we lay under the same stars." 
         
«Eccomi!» Esclama Stiles, sorridendo, entrando dentro al laboratorio dove si trova il cadavere di Sara Meyer.

L'antropologa e il dottore stanno già esaminando il corpo, alla ricerca di nuovi indizi o di possibili tracce dell'assassino. Chi è quest'uomo mascherato che ha soffocato una bambina, senza lasciare tracce? Possibile che sia una sorta di vendetta? Cosa nascondono i Meyer? Inutile dire che il cervello del ragazzino è già in moto alle nove di mattina.

È passato in laboratorio come si erano messi d'accordo il giorno prima, dopo di chè tornerà nel suo studio a cercare di capirci qualcosa di questo caso. 
Poi, nel pomeriggio, andrà ad interrogare i genitori. Il vantaggio che ha Hale è che, essendo un licantropo, può ben capire quando qualcuno gli mente oppure no, facilitandogli molto il tutto. Paula e Harry lo salutano con un cenno, e il ragazzino lascia i tre caffè sopra ad un tavolo. «Ho pensato di prenderveli mentre venivo qua.» Parla, con l'antropologa che l'osserva attentamente.

«Grazie...come posso chiamarti? Comunque, sembra che servano più a te!» Ridacchia la castana, mentre anche Harry ringrazia il ragazzino, prendendo tutti e tre il proprio caffè. Una pausa ci voleva. Stiles, in effetti, ha due occhiaie da paura. 
Quella notte ha dormito davvero poco.

«Chiamami pure Stiles.» Risponde, bevendo un sorso. «Con il fatto che frequento ancora l'accademia, sono costretto a saltare diverse lezioni, e quindi devo recuperarmele da solo quando torno a casa...ecco il mio divertente passatempo prima di andare a dormire!» Spiega poi, finendo di bere.

«Caspita deve essere difficile, però sei molto fortunato.» Commenta Harry, tornando accanto al cadavere. Non capita a tutti di cominciare a indagare su casi mentre ancora non si ha finito l'accademia.

«Già, anche se immagino che Hale ti faccia sudare parecchio.» Aggiunge Paula, affiancando il medico. 
Stiles si gratta la nuca.

«Non potete immaginarvi quanto...» Ammette. «Allora, tornando alla bambina, cosa dicono le cartelle mediche?»

Paula fa una piccola smorfia.

«Non sono ancora arrivate, non capisco come sia possibile! E non si è capito neanche se sono andate perse...probabilmente non le avremo mai!» Si lamenta, giustamente. 
Stiles alza le sopracciglia, sorpreso.

«Wow, immagino sia strano...quindi dobbiamo aspettare degli esami, per capire se soffriva di qualche malattia?» Stiles non crede sia davvero fondamentale saperlo, ma è sempre un'informazione in più. Inoltre non capisce come sia possibile che un ospedale perda la cartella medica di un paziente, guarda caso assassinato...

«Già, questione di giorni.»

«Ah, e sappiamo un'altra cosa.» Aggiunge poi Paula, attirando l'attenzione del ragazzino. «L'assassino è mancino. È stata impressa più forza con la mano sinistra, sul cuscino, quindi vuol dire che ha più manualità con quella.»

Stiles se lo tiene bene in mente, pensieroso.

«Allora io vado...a quanto pare ancora non so dove mettere le mani, spero che almeno i genitori della bambina si rivelino utili...» Borbotta Stiles fra sè e sè, salutando calorosamente i due, che gli stanno davvero simpatici. 
Esce dal laboratorio, camminando per il corridoio, quando avvista qualcuno che viene dalla parte opposta: Derek Hale. Evidentemente ha deciso di venire a fare una visitina alla vittima.

«Hale! Buongiorno.» Lo saluta Stiles, con il lupo che gli passa accanto con un leggero ringhio infastidito. «Buongiorno anche a te, mio carissimo partner.» Si risaluta da solo il castano.

(9.32) Hale è appena entrato in laboratorio.

(9.33) Paula e Harry faranno il loro lavorotranquilloErica.

(9.34) Aghsperiamo beneDevo vincere questo caso!

(9.35) Se non fossi già fidanzatopotrei pensare che hai una cotta per DereksaiErica.

Stiles sussulta, mentre esce dall'edificio. Come diavolo fa a sapere che è fidanzato?!

(9.35) Unocome sai che sono fidanzato?! Sei inquietanteDueuno musone e brontolone come luiNograzie.

(9.36) Unopotrei aver chiesto a Derek -con tono per niente maliziosogiurose tu fossi impegnato oppureDuenon ci innamoriamo sempre del carattere perfettoanziErica.

Stiles resta un attimo a guardare il messaggio, senza sapere cosa rispondere.

(9.38)... è una sfidaEricate l'ho già detto.

(9.38) CertoStilescerto.... :)))) Erica.

Okay, quella faccina é seriamente inquietante.

•••

Derek esce dal laboratorio più frustrato che mai: non gli hanno saputo dire un bel niente! O meglio, solo informazioni confuse. Con l'antropologa che cercava di formare una teoria sulla vittima, e il medico che la contraddiceva sempre. Quei due gli davano informazioni opposte, convinti di aver ragione entrambi, e si erano anche quasi messi a litigare, ignorandolo! Sbuffa e ringhia diverse volte, tornando verso gli uffici, quando incontra di nuovo quel logorroico ragazzino. Perchè gli deve star sempre a sorridere? Che diavolo ha da sorridere? Chi lo capisce! 
Sbuffa di nuovo.

«Hale, ci incontriamo di nuovo! Stavo proprio per prendere l'ennesimo caffè della giornata.» Comincia a parlargli il castano, che sostava nel corridoio degli uffici, senza un particolare motivo. 
In effetti sembra davvero stanco, non che a Derek interessi poi chissà quanto.

«Sai, dovremmo proprio fare uno di quei giochetti per conoscerci meglio, non credi?» Continua imperterrito l'umano, affiancandolo. 
Derek cammina senza rispondere, sentendo montare dentro di lui un sonoro ringhio. È già abbastanza nervoso per il caso, se ci si mette pure Stilinski con la sua parlantina e la sua strana voglia di conoscerlo... chi vorrebbe mai conoscere Derek Hale? 
È questo che il lupo proprio non capisce. «Che ne dici quello delle dieci domande? Sai come funziona, no? 
Tu mi fai una domanda, e io rispondo...poi è il mio turno di fartela... niente di troppo personale, ovviamente! Poi ci sono anche altri modi che potremmo usare per conoscerci meglio...» Stiles non fa a finire di parlare che si ritrova con la schiena contro ad un muro, nel bel mezzo del deserto corridoio, con Derek che lo tiene per il collo della felpa. Gli occhi del licantropo s'illuminano di blu. Il suo volto è così vicino che l'umano sente il respiro dell'altro addosso.

«Ascolta, ragazzino.» Occhi verdi negli occhi nocciola. «Io e te non faremo niente insieme, è chiaro?» Lo minaccia, con il cuore del ragazzino che va più veloce del normale, pronto a schizzare fuori. Diavolo, Derek è troppo vicino! Tanto che lo sguardo del più piccolo cade inavvertitamente sulle labbra dell'altro, come se fosse inevitabile. Anche quello di Derek, d'altro canto, si ritrova a pensare quanto possano essere morbide le labbra carnose dell'umano, che sono anche socchiuse, come in un silenzioso invito... scuote la testa, rendendosi conto delle assurdità che sta pensando, per poi allontanarsi dal castano, lasciandolo lì, imbambolato.

•••

Stiles parcheggia vicino al cancello dei Meyer, preparandosi psicologicamente per l'interrogatorio da solo! Anche se se lo sarebbe aspettato in uno di quegli uffici neri e tenebrosi, quelli dei film tipo. Ma si accontenta lo stesso.

(15.45) Abbiamo assalito letteralmente Derekadesso lo trasciniamo in giro per la cittàErica.

(15.46) Benestarete con lui anche stasera?

(15.46) sempre se non ci caccia con la forzaNon assicuro nullaErica.

Erica intanto sta trascinando Derek per un braccio, e Boyd per l'altro: gli stanno dando il tormento. Derek non capisce proprio cosa sia preso ai due, improvvisamente sembra che non riescano a fare a meno di lui! Ringhia diverse volte, ma serve a poco con i suoi migliori amici. Non riesce a spaventare neanche Stilinski, figuriamoci loro!

«Derekuccio, non sei contento di stare con noi?» Mette il broncio Erica, mentre lo trascinano per i marciapiedi di una piccola periferia di Washington.

«Lo sarei di più se non avessi un caso da risolvere.» Gli fa notare, pensieroso. Dovrebbe andare ad interrogare la famiglia della bambina, non stare a divertirsi.

«Tanto batterai facilmente Stilinski, tranquillo! Puoi benissimo aspettare una settimana e lui ancora non l'avrebbe minimamente risolto!» 
Lo convince la licantropa.

«Ha ragione.» Concorda Boyd, facendo la sua parte. Derek ci pensa un attimo, ragionando che in effetti dovrebbe stare più che tranquillo: stasera sicuro si metterà al lavoro, e riuscirà comunque a farcela prima di quel ragazzino...insomma, è pur sempre uno dei migliori lui!

«Andiamo a prenderci un bel gelato, su, e per stasera ci ordiniamo il sushi! Amo il sushi!» Esclama la bionda, sempre sorridendo a quarantadue denti, come se stesse proponendo la serata della vita. Derek sa che è inutile opporsi ad Erica: studierà il caso quando loro se ne saranno andati, prima di andare a letto. E, così, si tranquillizza, seguendo i suoi due migliori amici dal comportamento vagamente sospetto.

•••

Stiles è dentro casa dei Meyer, gli ha aperto la madre della bambina: la signora sembra stravolta, come è giusto che sia. Ha più occhiaie di lui, una semplice vestaglia addosso e dei capelli spettinati. Stiles non sa bene come comportarsi, pensa che la signora non vorrebbe affatto pena, nè essere più di tanto consolata, quindi si attinge a farle delle domande, dopo essersi già presentato. 
Il marito è al lavoro.

«Allora, signora, mi può spiegare meglio di questo signore mascherato?» Inizia il ragazzino, con un leggero colpo di tosse. Sono seduti uno davanti all'altro, su delle poltroncine. Lei ha un bicchiere d'acqua in mano, tremolante.

«Io...io sono rientrata a casa dal lavoro, verso le quattro...all'inizio mi sembrava tutto tranquillo, sa, non avevo nessun sospetto che qualcuno fosse entrato in casa...»

«Aveva lasciato la porta aperta? Perchè non sono stati segnalati segni di infrazione.» La interrompe un attimo il castano. Gli occhi spenti della signora incontrano i suoi.

«Sì, mi ero dimenticata di chiuderla a chiave...stavo dicendo che non mi sembrava niente fuori posto...quando-quando quest'uomo è sbucato dal corridio, sorpreso nel vedermi...probabilmente si aspettava che fossi ancora al lavoro...aveva una maschera nera, e-e anche una tuta grigia...sarà stato sull'uno e ottanta, carnagione chiara e occhi di ghiaccio...mi ha guardata per diversi secondi, quando ho cominciato a supplicarlo di lasciarmi andare in cambio dei miei soldi...» La signora si ferma un attimo, prendendo un sorso d'acqua.

«Gli ha dato dei soldi per farlo andare via?»

Lei scuote la testa.

«Non li ha accettati, e pensavo avesse già rubato qualcosa magari... così se n'è scappato, e la prima cosa che ho fatto è stato controllare in giro se mancasse qualcosa...ma il bello era che non mancava nulla, probabilmente il fatto che ci fossi anch'io l'aveva spaventato, pensai...»

Stiles socchiude gli occhi.

«Come ha fatto a non accorgersi che sua figlia maggiore fosse morta?!» Esclama, forse in tono troppo aggressivo, e se ne rende conto solo dopo. Ma la signora non sembra essersi offesa o altro. 
La sua mano trema.

«Le bambine di solito dormono dopo pranzo, così quando trovai le loro porte chiuse non pensai minimamente che l'uomo avesse intenzione di uccidere la mia...la mia Sara...credevo fosse solo un ladro! Poi è ritentrato mio marito, e voleva svegliare lui le bambine per la cena...l'ho sentito u-urlare...»

«E Beth? Lei non ha sentito nulla?»

«Beth....Beth si era nascosta sotto il letto, o così mi disse mio marito...lei ... lei aveva sentito la presenza di qualcun altro nella casa, e si era svegliata pensando fossi io...mi ha detto di aver visto un uomo cattivo, che stava entrando in camera di sua sorella...poi si è nascosta là sotto...troppo scioccata anche solo per parlare o uscire...»

La signora finisce di parlare, stringendo forte il bicchiere nelle mani. Il suo sguardo perso chissà dove, con gli occhi lucidi. Stiles deglutisce. 
Le fa le solite domande su qualcuno che potrebbe aver fatto questo, ma ovviamente la signora non ne sa nulla. Nessuno che ce l'aveva con loro, nessun ex vendicativo, nessun amante...niente di niente. Il punto è che ci deve essere qualcuno pieno di rabbia, perchè nessuno sano di mente entra nelle case per soffocare bambini, senza neanche rubare nulla! Stiles si massaggia le tempie, più confuso di prima, mentre la signora lo accompagna alla porta.

«Devo tornare per interrogare suo marito, e se possibile anche sua figlia. Grazie per avermi parlato.» La saluta, prima di andarsene. Però la donna lo guarda in modo strano, in un modo forse inquietante.

«Non vogliamo più nessuno, vogliamo solo essere lasciati in pace.» Afferma, in tono freddo e distaccato.

«Signora, la voglio solo aiutare a capire chi ha assassinato...» Lei lo guarda un'ultima volta, facendogli venire i brividi, per poi chiudergli la porta in faccia. E Stiles, dopo ciò, capisce che deve assolutamente tornare in quella casa, perchè qualcosa non lo convince affatto.

•••

Derek è nel suo appartamento, con Boyd e Erica che hanno ormai messo le tende. I tre stanno spaparanzati sul divano, dopo una lunga mangiata di sushi, con Erica che sta guardando un film horror, aggrappandosi più volte al suo ragazzo. Derek ridacchia della situazione: un lupo mannaro come Erica che ha paura dei film horror! Ah! Eppure la ragazza è parecchio sadica, visto che l'ha scelto lei...o forse è solo una pessima scusa per assalire il povero Boyd.

Derek osserva svogliatamente una persona venire sventrata, e il mostro comparire all'improvviso: sbuffa. 
Per lui i film horror sono tremendamente noiosi...anzi, a volte gli fanno venire addirittura da sorridere! Eh sì! La vittima che chiede pietà, il demone che la sventra in un secondo...ah, meraviglioso
Erica invece non sembra della stessa opinione, lasciando gridolini ogni due secondi, con Boyd che chiede pietà a Derek con lo sguardo. Poi, d'un tratto, arriva a tutti e tre una email, e Derek stoppa un attimo il film.

"ByFBIeventi@libero.it
ToDHale@outlook.it

Come ogni anno abbiamo organizzato per tutti gli agenti la festa di HalloweenEbbene mancano ormai pochi giornie si terrà nell'ampio salone dell'area verde dell'edificio BDJ Crawn vi darà il benvenutoe ci sarà una novità rispetto agli altri anniQuest'anno abbiamo deciso di incentivare le relazioni socialiper un lavoro ottimalecosì che la festa sarà obbligatoria per tutti gli agentii quali dovranno venire con i propri partnerVi aspettiamo :)"

Derek legge sconcertato: lui non ci è mai andato a questa festa, proprio perchè è sempre stata facoltativa! 
Che palle! Dovrà portare pure Stilinski, ecco! Sbuffa, dovendo dare la notizia all'umano.

«Boyd, ci sarò anch'io alla festa, se osi toccare Laura più del dovuto...» Parla Erica per prima, visto che il partner di Boyd è una ragazza, pure bella, anche se non quanto la licantropa. 
Anche quella di Erica è una donna.

I due sono un po' come Derek, e si fanno rispettare dai propri partner, essendo degli agenti a tutti gli effetti. Mentre, i licantropi a solo scopo di assicurare protezione, verranno informati dai loro partner, che devono essere per forza degli agenti. 
Tanto sia quella di Erica che quella di Boyd lo sono, quindi l'unico che deve avvertire qualcuno qua è Derek. 
Così, mentre Boyd rassicura la bionda, lui si appresta a digitare sul telefonino.

(22.14) Stilinskiio e te andremo alla festa di Halloween che organizza l'FBIInsieme.

(22.16) WowwowcosaStilinski.

(22.16) L'FBI ha organizzato questa festa obbligatoria per tutti gli agentiche si devono portare dietro i propri partner.

(22.17) Portarsi dietroNon sono il tuo caneComunque verrò volentieriHaleci divertiremo da matti! ;)) Stilinski.

(22.18)...Posso solo immaginaree non fare quella faccinaMi inquieta.

(22.19) Qualeesattamente? ;)))) Stilinski.

(22.19) Quella con il punto e virgola e tutte quelle parentesi!

(22.19)...Si chiama faccina con l'occhiolinoHale! ;)))))))) Stilinski.

(22.20) BASTA.

(22.21) ;))))))))))))))))))))))) Stilinski.

(22.22) Ti ammazzerò prima o poilo saivero?

(22.22) Buonanotte anche a te! <3 Stilinski.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


"I can't escape this nowunless you show me how."

«Stiles...» Si sente chiamare, a tono basso, e sussulta. Si gira leggermente spaventato, cercando di capire da dove diavolo venga quel sussurro. «Stiles!» E poi una mano stringe il suo braccio, trascinandolo tra l'edificio dell'accademia e quello dove si trovano gli uffici. È Erica, la quale gli fa segno di non parlare a voce troppo alta.

«Erica, che diavol-»

«Derek dovrebbe essere già nel suo ufficio, ma non si sa mai.»

Stiles si sistema meglio la giacca.

«Okay, cosa vuoi dirmi?» Mormora lui, sperando che Hale non sbuchi all'improvviso da qualche parte. 
La licantropa si passa una mano tra i capelli.

«Io e Boyd oggi torneremo ad assillarlo, ma non so per quanto riusciremo a portare avanti la cosa...anche perchè Boyd ha avuto in assegnazione un caso molto importante. Quindi devo sapere una cosa... quanto pensi ti manca per il caso?»

Stiles manda giù la saliva, capendo benissimo che la bionda e il suo ragazzo non possono sempre passare tutte le giornate con l'agente, ma lui non ha praticamente niente! 
Sono passati due giorni, e le analisi mediche non sono ancora pronte, così si ritrova semplicemente a passare del tempo con Paula e Harry, senza parlare della vittima.

Inoltre sembra non ci sia traccia di quest'uomo mascherato, visto che non si sa proprio nulla di lui, e i Meyer non sembrano voler collaborare. Intanto Stiles si è fatto mandare una planimetria della loro villa, per poter capire come entrare di nascosto. Sa che in quella famiglia c'è qualcosa che non va, e sente come se stesse trascurando un dettaglio importante.

«Erica...ci sono quasi, okay? Tanto Hale non riuscirà mai ad interrogare i Meyer, visto che mi hanno praticamente cacciato l'ultima volta...e Paula ed Harry diranno la verità solo a me... quindi sono a buon punto.» Sospira il ragazzino, e la bionda increspa le labbra in un sorriso incerto.

«Bene, allora! Ah, e buon Halloween!» Esclama lei, prima di sparire. Stiles rimane un attimo con le sopracciglia inarcate, per poi sbattersi una mano sulla faccia: la festa di Halloween è quella stessa sera! Cazzo! Se ne era completamente dimenticato! 
E adesso come diavolo fa con il trucco?

•••

Stiles è in mensa, seduto al tavolo con i suoi amici, dopo una lunga mattinata di lezioni. È stanco, e deve ancora pensare sia a come entrare in casa dei Meyer che alla festa di Halloween.

«Ragazzi! Ho bisogno di voi.» Esclama ad un certo punto, esasperato, e in breve tempo ha lo sguardo di tutti addosso.

«Oddio, che hai combianto?» Corruccia lo sguardo Liam, presagendo già al peggio, visto il soggetto. 
Stiles lo guarda davvero male, vagamente offeso.

«Niente, diamine! Mi sono solo dimenticato che questa sera devo andare alla festa di Halloween che l'FBI organizza per gli agenti e i loro partner...solo che non so da cosa 'mascherarmi', insomma mi dovrei truccare ma non so dove diavolo mettere le mani...» Si lamenta, prendendo delle ciocche di capelli tra le mani.

«Ah! Non chiedere a me.» Si tira indietro Malia, che è una ragazza acqua-sapone, risultando comunque davvero molto bella.

«Ti potrei aiutare io, Stiles.» Si propone Ethan, ammettendo poi di cavarsela con il make-up.

«Anch'io! Ti vedo già come un bel vampiro!» Si aggiunge Kira, sorridendogli. Stiles sorride ai due eternamente grato, avendo già trovato la soluzione a parte dei suoi problemi.

(13.45) EiSticosa fai oggiAmore.

(13.46) Studio il casoe poi l'FBI organizza una festa di Halloween...Kira e Ethan vengono da me ad aiutarmi con il make-up!

(13.47) Ahmandami una foto poimi raccomando
Che fortuna che haiio sto tutto il giorno a studiare...alloradomani è sabatovieni su da meAmore.

(13.48) Lydsmi dispiace davvero tantissima...ma con il caso in corso non posso assentarmi neanche per un solo giorno...

(13.48) Stilestre week-end fa ci siamo vistie il prossimo vengono a trovarmi i mieilo saiveroAmore.

(13.49) Lo so.

E la conversazione finisce lì, con Stiles che finisce di mangiare nervosamente. Che ci può fare lui se questa promozione comporta ciò? 
Sbuffa irritato, mentre esce da mensa, ignorando i suoi amici, che stanno cercando di chiedergli cosa gli sia successo. È da quasi un mese che non vede Lydia, ed è colpa di entrambi. 
O meglio, i loro impegni cominciano a farsi sentire sempre di più, ed è difficile trovare un po' di tempo, anche perchè Lydia sta studiando per diventare una biologa, e spesso deve assistere a dei Congressi. Stiles esce dall'edificio, frustrato, e capisce che c'è solo un posto dove può andare, per sfogarsi: il poligono.

•••

Il castano indossa gli occhialini e le cuffie, puntando attentamente il bersaglio. Cerca di ricordarsi dei suggerimenti del moro, sfiorando il grilletto. E poi spara, beccando il torace della sagoma a forma d'uomo. 
Mira allora più in altro, verso destra, sparando nuovamente. Il colpo lo sente appena, e nota, con una punta di felicità, di essersi avvicinato di più al cuore.

«Stai migliorando, vedo.» Parla una voce, dietro di lui, che sente appena. 
Si toglie le cuffie e gli occhialini, lasciando stare la pistola, per poi girarsi. Davanti a lui c'è Derek Hale, con una maglia blu notte attillata e con le mani in tasca. Gli occhi verdi che osservano attentamente il ragazzino.

«Grazie, almeno credo.» Borbotta l'umano, non avendo voglia di litigare con il moro. Non dopo che è già nervoso per Lydia. Non crede di riuscire a sorridere a Hale, se quest'ultimo comincia a fare lo stronzo come al solito.

«Puzzi di rabbia.» Nota il licantropo, non togliendo un attimo gli occhi dall'umano. Stiles sospira, poggiando la schiena contro la vetrata.

«Credevo di averti già parlato della privacy! Ma, come al solito, vedo che non mi ascolti mai...» Si lamenta il castano. Derek resta qualche secondo in silenzio.

«Sai, anch'io vengo qua quando sono arrabbiato. Mi immagino che la sagoma sia qualcuno che non sopporto, e poi mi sento meglio. So che sono un licantropo e che non ha senso per me, sparare, ma...non ho nessuno con cui allenarmi, visto che Erica e Boyd preferiscono scoparsi a vicenda, che tenersi in allenamento.» Parla poi il lupo, facendo una risata liberatoria al castano, verso l'ultima frase. Probabilmente è il discorso più articolato che gli abbia mai fatto il moro.

«E oggi, perchè sei qua?» Chiede Stiles, curioso, sentendo già il nervosismo andare via.

«Sto scappando da Erica e Boyd.» Ammette il licantropo, beccandosi l'espressione perplessa e incredula del più piccolo. Ma anche divertita. «Mi stanno assillando, okay? È da giorni che non fanno altro che starmi addosso...e così sono scappato appena ho finito il pranzo.» Finisce di spiegare, con Stiles che sta trattenendo invano un'altra risata.

«Ah-ah-ah! Il grande lupo cattivo che si nasconde dai suoi amici! Ah!» Ridacchia il ragazzino, facendo illuminare a Derek gli occhi di blu. «Okay, la smetto. Ma credo che ti troveranno lo stesso, sai, con il tuo odore.»

Derek scuote leggermente la testa.

«Noi lupi sappiamo nascondere bene i nostri odori.» Dice semplicemente. Stiles annuisce, quando si ritrova a volersi sfogare, ma a parole. 
Non sparando a qualcosa. 
E il licantropo è ancora lì, quasi aspettasse di sentirlo parlare. 
Allora il ragazzino prende un lungo respiro, portando gli occhi al soffitto.

«Diciamo che io e la mia ragazza abbiamo dei...problemi. O meglio, delle divergenze, sì. Divergenze va molto meglio. Lei è al college, a quattro ore da qua, ed è...difficile vedersi. Troppi impegni, troppo...tutto.» Si confida, riportando poi gli occhi sul licantropo. Derek ha sempre quell'espressione imperscrutabile, e soppesa le parole dell'umano.

«Credo sia una cosa normale, tutte le relazioni a distanza arrivano ad un punto che non si sa più cosa fare. 
O si continua, cercando di venirsi incontro, oppure a volte l'amore non basta.»

Stiles annuisce distrattamente. 
Derek non sa neanche perchè si sta trattenendo con l'umano, quando dovrebbe tenerlo solo lontano.

«Stranamente hai ragione, Hale, devo capire come fare...è che penso che tra me e lei manchi il...umh...» Stiles arrossisce di botto, senza neanche riuscire a finire la frase. 
Derek alza un sopracciglio.

«Il contatto fisico, forse?» Completa ciò che il ragazzino voleva dire, e quest'ultimo diventa ancora più rosso, facendo spuntare a Derek un sorrisetto divertito. Quell'umano sembra così ingenuo e adorabile, quando arrossisce così facilmente, neanche avesse detto chissà cosa. Derek vorrebbe proprio vedere come Stlinski reagirebbe se gli dicesse cose sporche e...aspetta, cosa?! No, Derek, non ci pensare nemmeno! Scuote il capo, innervosito nei confronti dei pensieri che stavano prendendo posto nella sua testa, che però gli fanno venire un'idea per aiutare il ragazzino.

«Sexting.» La parola esce veloce dalla bocca del moro, mentre l'umano assume un'espressione confusa.

«Sexting?»

Derek alza gli occhi al cielo.

«Non hai mai fatto del sexting?!»

Stiles scuote la testa, curioso. Dio, è troppo puro quel ragazzino.

«Stilinski, significa messaggiarsi cose sporche, o anche meglio, fare cose davanti a Skype. Capito? Molte coppie che vivono lontane lo fanno, tranquillo.» Gli spiega l'agente, e Stiles arrossisce di nuovo. Perchè sta parlando di queste cose proprio con Hale?! 
È imbarazzante, soprattutto perchè lui deve essere il Dio del sesso o qualcosa del genere. Invece lui, Stiles Stilinski, si ritene già fortunatissimo ad avere una ragazza come Lydia Martin, che a quanto pare sembra soddisfare, ma non aveva mai fatto del sexting con lei prima d'ora. Forse potrebbe essere davvero la soluzione, anche se all'inizio Stiles s'immagina che entrambi si vergogneranno abbastanza.

«Mh, grazie Hale! Sai essere utile, ogni tanto!» E poi gli fa l'occhiolino, contemporaneo al ringhio del maggiore. «Allora, per stasera come ti vesti? Dobbiamo essere abbinati!» Cambia discorso il castano, emozionato. Derek inarca un sopracciglio.

«Noi licantropi non ci trucchiamo, visto che abbiamo questi.» Illumina gli occhi di blu. «Queste.» Fa uscire gli artigli. «E queste.» E Stiles si ritrova ad osservare le zanne bianche del moro, che lo inquietano un po'. Stiles alza le mani, mettendosi sulla difensiva.

«Okay, okay! Come non detto.»

«Ti passo a prendere alle nove, fatti trovare pronto.» Lo avverte Derek, mentre Stiles s'incammina verso l'uscita del poligono. In risposta gli alza il pollice, sorridendogli. Poi, una volta fuori, pensa che Derek potrebbe benissimo studiare il caso là, visto che c'è una sala con anche alcuni computer, e i suoi amici non hanno idea di dove sia.

(15.40) Hale è al poligono.

(15.41) Ohmeno maleLo andiamo subito ad accalappiareErica.

•••

«Avete fatto?!» Brontola Stiles, seduto su una sedia del salotto, con Kira e Ethan che non fanno altro che mettergli qualche strano trucco in faccia. Isaac, dal suo canto, sta sul divano con il telecomando in mano, divertendosi a cambiare canali a caso, giusto perchè non ha nulla da fare. «Isaaaaac, salvami tuuu!» Lo prega il castano, ma il riccio, in risposta, gli sorride divertito. Bastardo.

«Calmo, manca solo la bocca.» Lo rassicura Kira, anche se Stiles adesso è tutto tranne che rassicurato, mentre Ethan le passa una specie di tinta per le labbra. E così adesso non può neanche più parlare per lamentarsi, ecco! Ma chi gliel'ha fatto fare?

«Oookay, adesso sei pronto!» Esclama Ethan, e Stiles si alza immediatamente, avvicinandosi allo specchio più vicino. E quasi sussulta al riflesso della sua immagine: non si riconosce, sul serio! 
O meglio, non si è mai sentito davvero sexy in vita sua, ma adesso-modestia a parte-si piace davvero. I suoi capelli sono come al solito tenuti su dal gel, ma molto più ribelli. La sua pelle del viso è molto più bianca del solito, mentre sotto gli occhi c'è un alone scuro, che gli dà quell'aria da cattivo dei film. Inoltre, le labbra ora sono di un rosa più chiaro, che s'intona meglio con la sua pelle e i suoi occhi. 
Poi Kira gli ha fatto indossare una maglia nera, che risalta il suo accenno di addominali e pettorali, oltre che le sue braccia gli sembrano più muscolose. I jeans sono di un blu scuro, fin troppo attilati, che gli ha costretto ad indossare Ethan.

Isaac fa un fischio.

«Se solo fossi gay, ti abborderei, amico.» Scherza, anche se con un po' di serietà. Stiles gli fa la linguaccia, con Ethan e Kira che approvano.

«Stai benissimo, Sti. Abbiamo fatto un ottimo lavoro!» Esclama la mora, con un sorriso.

«Già, amico, rimorchierai.» Gli fa Ethan.

«Ragazzi, vi vorrei ricordare che sono già fidanzato!» Ride il castano, per poi prendere il telefono e farsi un bel selfie. 
Ha un'aria da dannato.

(20.55) EhiLydsdevo proporti una cosa...ma ne riparliamo domaniIntantoguarda come mi hanno truccatoSono o non sono maledettamente sexy? *Foto allegata*

 Intanto, guarda come mi hanno truccato! Sono o non sono maledettamente sexy? *Foto allegata*

(20.56) ...Dioquanto vorrei essere 
Sei bellissimoAmore.

(20.56) Anch'io vorrei tu fossi quaanch'io.

E poi Stiles chiude il telefono, mettendoselo in tasca.

«Adesso vado, che Hale arriverà a momenti.» Annuncia, con Isaac che gli fa un 'in bocca al lupo'.

«Scendiamo con te.» Decide Kira, e tutti e tre scendono. Così Stiles si ritrova ad aspettare da solo sul parcheggio, picchiettando il piede sull'asfalto. Kira e Ethan sono già tornati a casa, e controlla l'ora: sono le nove precise.

Proprio in quel momento una Camaro Nera si fa strada nel parcheggio, a un metro dal ragazzino, e il finestrino della macchina si abbassa. E Stiles, da bisessuale dichiarato, capisce che la serata starebbe stata molto lunga. 
Gli basta guardare Hale: i suoi occhi blu, la sua barba curata, e la sua giacca di jeans...ma non una giacca normale! Una di quelle senza maniche e completamente aperta davanti, dando al ragazzino una più che piacevole vista dei suoi addominali e parte dei pettorali... Probabilmente Stiles sta anche sbavando, e si preoccupa pure di guardare per terra, in caso ci fosse davvero una pozzanghera della sua bava.

Non ne sarebbe affatto sorpreso, se fosse vero.

«Allora, ragazzino? Ti va di andare a questa stracazzo di festa?»

E benvenuto Finezza-Hale, per rovinare il momento, pensa il ragazzino, scuotendo la testa divertito. Già, sarà una lunga festa.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


"And I can't stayso let me hold you for a little longer now."

Derek era rimasto imbambolato diversi secondi, quando aveva visto quel ragazzino malamente illuminato da un lampione. Truccato in quel modo sembrava così...provocante. Indossava anche vestiti più attillati del solito, che mettevano in mostra il suo fisico.

Poi si rese conto che lo stava fissando come un ebete da troppo tempo, e decise di tornare con i piedi a terra:

«Allora ragazzino, ti va di andare a questa stracazzo di festa?» Sì, la finezza è una delle sue migliori qualità.

«Certamente, Hale!» Stiles entra nel posto accanto a Derek, stando attento a non sporcare la macchina del moro. Sa bene quanto diamine possa costare una Camaro, e solo ora riflette sul fatto che Derek Hale possa essere un riccone. Anche se non si atteggia per niente come tale, per fortuna. Il licantropo mette in moto, tenendo lo sguardo puntato sulla strada.

«Com'è andato al Poligono?» Sogghigna Stiles, notando il moro innervosirsi.

«È incredibile, quei due mi hanno trovato! Erica mi ha costretto ad accompagnarla a fare shopping, ti rendi conto? Mi ha comprato questa specie di giacca, costringendomi a indossarla!» Si lamenta Derek, tra sbuffi vari. Stiles cerca proprio di togliere lo sguardo dal fisico di Derek, ma è come impossibile, e quella giacca non aiuta affatto: tanto valeva che Hale venisse senza! Derek fiuta un leggero odore di eccitazione, ma lo scaccia subito.

«Umh, mi dispiace. Erica sa essere molto insistente.»

Derek lo guarda un attimo, perplesso, per poi ritornare con lo sguardo sulla strada.

«E tu come fai ad affermarlo se neanche la conosci?»

Stiles quasi si strozza con la sua stessa saliva.

«Ugh, niente, è solo un'impressione.» 
E il moro sente che sta in parte mentendo, ma più di tanto non gli interessa. Erica può farsi tutti gli amici che vuole, non è una faccenda che riguarda lui.

«Così cosa saresti?» Chiede Derek, mentre gira a destra, verso una stradina più stretta. Stiles guarda fuori dal finestrino, nonostante con il buio non riesca a distinguere quasi nulla.
I lampioni sono davvero pochi.

«Ah! Non lo so, Kira e Ethan hanno fatto davvero un bel lavoro, ma... non ne ho idea. Forse mi avvicino ad un vampiro, anche se non ho i canini affilati! A proposito, Hale, le tue zanne dove l'hai lasciate?»

Derek inarca un sopracciglio.

«Sono al loro posto, Stilinski, pronte ad essere usate se un certo ragazzino logorroico dovesse infastidirmi più del necessario.» Ironizza il lupo, mentre il castano si finge offeso.

«Ah! Adesso probabilmente non sopporti la mia parlantina, lo so bene, anche mio padre a volte proprio vorrebbe che mi zittissi... per non parlare dei miei amici! A volte irrito anche me stesso, ma quello è un altro discorso e...ehi!» Si ferma un attimo alla risata del più grande, mirata a prenderlo in giro. «Prima o poi, caro Hale, non potrai fare a meno della mia parlantina, ricordatelo!»

Derek scuote la testa, divertito.

«Giuro che non ho mai conosciuto qualcuno che parla così tanto.»

«E io nessuno che parla così poco, ma ehi! Cosa ci vogliamo fare, sono queste le scoperte della vita!»

«Zitto, prima che ti butti fuori dalla macchina.» Lo minaccia Derek, mostrando le zanne per essere più convincente. Stiles, invece, sorride.

«Hai le zanne più carine del mondo, lo sai, Hale?» E, al ringhio di quest'ultimo, il ragazzino decide finalmente di zittirsi. Arrivarono all'edificio B dell'FBI poco dopo, notando che c'erano tante macchine nel parcheggio, e gente che si dirigeva verso la festa. Beh, alla fine era obbligatoria, quindi avrebbero trovato tutti gli agenti e partner. 
I due scendono dalla Camaro, camminando uno di fianco a l'altro, in silenzio. All'interno dell'edificio Stiles si fa guidare da Derek, non sapendo minimamente dove andare, e si ritrovano a prendere l'ascensore insieme ad altre persone. Due hanno gli occhi gialli, e Stiles capisce che sono dei licantropi, mentre gli altri due sono truccati da scheletro.

Appena l'ascensore si riapre, la musica inonda le loro orecchie, e si ritrovano in un'enorme sala, con solo luci colorate. Stiles rimane a bocca dischiusa, osservando tutta la gente che sta ballando, con qualcuno già ubriaco.

«Quanti saremo in tutto?» Osa chiedere il ragazzino al moro. 
Il licantropo si guarda intorno, con una smorfia: lui odia questo tipo di feste.

«Duecento, forse meno.» Risponde, tenendo conto che l'FBI ha una centinaia di agenti, esclusi i licantropi partner. Gli studenti dell'accademia sono in parte addestrati a diventare agenti, in parte medici e il resto si differenzia in diverse sezioni della scienza, utili per risolvere casi o analizzare cadaveri.

Il DJ è sopra un piccolo palchetto, con le cuffie sulle orecchie, ed è concentratissimo sulla musica che sta mettendo. È quel tipo di musica da discoteca, tanto che Stiles si ritrova a muovere leggermente il corpo a ritmo.

«Andiamo a bere qualcosa!» Esclama il castano, tutto eccitato, e il moro alza gli occhi al cielo. Tanto lui non si può ubriacare.

«Mh.» Mugula, per poi farsi trascinare dal ragazzino al bancone degli alcolici. C'è un barman dietro, truccato da zucca. Ed è anche un bel ragazzo.

«Due vodka lemon!» Esclama Stiles, cercando di farsi sentire nonostante la musica, e il ragazzo annuisce.

«In arrivo!» Prende due bicchieri, per poi osservare meglio l'umano. «Tu sei nuovo, giusto? Non ti ho mai visto, e uno come te me lo ricorderei.» Sorride il barman a Stiles, portandolo ad arrossire vagamente. Qualcuno ci sta appena provando con lui, grandioso, se non per il fatto che è già fidanzato. 
Il lupo si ritrova a fissare male il barman, senza sapere bene perchè:

«È già impegnato, trovati qualcun altro.» Risponde Derek per lui, senza neanche lasciare parlare il castano. 
Il barman gli passa i due bicchieri di vodka lemon, spaventandosi un poco dal moro.

«Scusami amico, non sapevo fosse il tuo ragazzo!» Si scusa il ragazzo, mentre i due stanno bevendo, facendoli quasi strozzare. Derek sputa la vodka a terra, mentre Stiles ha mandato di traverso l'alcol, tossendo diverse volte.

«Non è il mio ragazzo!» Esclamano, contemporaneamente, per poi guardarsi. Nel frattempo, il barman va a servire altri agenti, lasciandoli perdere. Stiles pensa come abbia fatto quel tizio a pensare solamente che lui e Hale stessero insieme! Insomma, a parte che Hale, mettendo caso sia anche solo bisessuale, potrebbe avere chiunque. Inoltre, lui con un ragazzo così musone e brontolone che se sorride è un miracolo? Ma anche no! Okay, Stiles ammette di essere attratto da lui fisicamente, perchè insomma, chi non lo sarebbe? Ma poi Derek apre bocca, e il castano si ricorda perchè tra loro due non potrebbe mai funzionare. Stiles finisce di bere, sentendosi sempre più trasportato dalla musica, tanto che si piazza davanti al licantropo.

«Balliamo??» Lo implora, dimostrandosi essere uno che regge poco l'alcol, visto che già si sente più sciolto. Derek lo guarda come se fosse pazzo, e si siede su uno degli sgabelli davanti al bancone, con un sopracciglio alzato.

«Non ballo neanche se mi paghi.» Ringhia leggermente, facendo capire che è venuto là solo perchè costretto, non per altro. Stiles mette su il miglior broncio, e gli occhi da cucciolo-che non saranno mai come quelli di Scott- per poi guardare il moro.

«Ti preeego, Haaaale!» Lo supplica. Derek lo guarda, facendosi quasi convincere da quel faccino, per poi scuotere violentemente la testa.
Incrocia le braccia al petto.

«Mai.» E il suo tono non ammette repliche. Stiles sbuffa sonoramente, borbottando parole come 'noioso'. Eppure avrebbe scommesso che Derek è uno di quei tipi che si scatenano alle feste, e invece evidentemente si sbagliava. 
Così, senza sapere cosa fare, si ritrova a bere altri bicchieri, con il moro che resta seduto in silenzio. Il barman lo guarda con un po' di pena, probabilmente conoscendo l'agente Hale, e Stiles si sente a mano a mano più felice, cominciando a sorridere a caso, con troppa voglia di ballare.

E sarà anche l'alcol, la voglia di scatenarsi, che lo spingono a tornare di nuovo davanti a quel musone. 
Cerca invano di fissare quegli occhi blu, e non i suoi addominali, con poco successo. Ma, ehi, non è colpa sua se è un ragazzo in preda dagli ormoni e con una fidanzata lontana.

«Hale, adesso mi ascolti!» Inizia ad urlare, per farsi sentire, dimenticandosi che Derek lo può sentire perfettamente anche se parla normalmente. Il moro alza un sopracciglio, prestando attenzione. «So che cerchi di far di tutto per apparire così menefregista, stronzo e acido.» Ora il lupo sta ringhiando. «Ma io so che non sei così! So che è solo una fottuta maschera, e lo sai bene anche tu. Sei probabilmente il ragazzo più intelligente che conosco, e non faccio io stesso che ammirarti

Derek lo sta ora guardando con la bocca leggermente dischiusa, irrigidendo tutti i muscoli. «Sai anche tu qual è la tua reputazione qua! Sì, dannatamente bravo nel tuo lavoro, ma un vero bastardo, che nessuno vorrebbe avere come partner.» 
Il moro si ritrova ancora in silenzio, socchiudendo gli occhi. «Ma ehi! Eccomi, sono qui, a chiederti un fottuto ballo, a voler essere il tuo partner. Quindi, Hale, ti va di lasciarti andare? Di contraddire la tua reputazione? Ti va di ballare con me?»

Stiles finisce di parlare con un sospiro, aspettandosi un'altra risposta negativa. Infatti stringe le labbra, pronto a ubriacarsi del tutto, quando il lupo si decide a parlare:

«Va bene.» Accetta, portando il ragazzino a sorridere a quarantadue denti. Derek era rimasto impreparato di fronte a quel discorso, che è probabilmente uno dei migliori che gli abbiano mai fatto. L'umano sembra che lo conosca meglio di quanto pensasse, ed è talmente testardo che continua a restare accanto a uno come Derek, quando invece tutti cercano solo di allontanarlo. È davvero strano, quel dannato ragazzino.

Così si ritrova, suo malgrado, trascinato in mezzo alla pista, con Stiles che comincia a ballare come un pazzo. 
È vero che il lupo non sa ballare, ma almeno non si mette in ridicolo così. 
Gli viene da ridere, di fronte ai movimenti scoordinati dell'umano.

«Stilinski, sai che metti in ridicolo anche me?» Scherza il maggiore, con il ragazzino vicino. Anche troppo.

«Balla anche tu, dai!» Gli sorride il castano, lasciandosi guidare dall'alcol, e Derek s'azzarda ad andare a ritmo con il corpo, sciogliendosi leggermente. Stiles gli si avvicina di più, arrivando quasi a strusciarsi su di lui, con il lupo che si ritrova in parte ad allontanarlo, dall'altra a tenerlo più vicino. Alla fine, Derek lo lascia fare, quando sente un odore familiare:

«Stiles! Derek!» Esclama Erica, che sta ballando con la sua partner.

«Eeerica!» La saluta il castano, ritrovandosi a pochi centimetri dal moro. Dio, sono davvero troppo vicini, ci dovrebbe essere una distanza di sicurezza per certe cose. Soprattutto se il ragazzo è mezzo ubriaco, e gli si struscia addosso senza ritegno, rischiando di provocargli certe reazioni là sotto.

«Siete così adorabili!» Parla lei, ricevendo un'occhiata assassina dal licantropo, e una risata dal castano. Derek fa per replicare, quando il DJ decide di mettere un lento, e tutti cominciano ad avvicinarsi ai propri partner, per cambiare tipo di ballo. 
E non importa se la maggior parte sono solo amici, ma tutti seguono la musica, come se fossero una sola persona. Erica sparisce, e Derek osserva i movimenti imprevidibili del ragazzino.

«E così ci tocca un lento!» Esclama lui, sorridente, avvicinandosi di più al lupo.

«Cosa stai-» Mormora il moro, ma viene zittito.

«Sh, balliamo come tutti.»

E il castano intreccia le braccia intorno al collo del più grande, sempre continuando a guardarlo negli occhi con l'accenno di un sorriso. Derek viene stranamente contagiato da quel sorriso, e porta le mani sulla schiena dell'umano, stringendolo a sè. 
Stiles poi abbassa il volto sul petto nudo del lupo, appoggiandoci la fronte, sentendosi rilassato. Il licantropo si muove a ritmo, stupendosi di come i suoi piedi si vadano a muovere in sincronia con quelli del ragazzino.

Derek va ad aprire alla porta del suo appartamentotrovandosi davanti PaigeLa guarda confuso.

"Che ci fai qua?" Domandacon un leggero sorrisoÈ contento di vederlanonostante questa visita inaspettataLei sorride a sua volta.

"Non sei voluto venire alla festa di HalloweenDerek!" Gli fa notareentrando dentro senza troppi permessi.

"Lo sai che non mi piace troppa gente la musica troppo alta." Replica il lupomentre la ragazza tira fuori il suo telefonino.

"E allora faremo una festa tutta nostra!" Esclama leicon gli occhi che luccicanoper poi smanettare al telefonoDerek le si avvicinacuriosoPaige appoggia il telefonino sul tavoloe parte una canzone poco dopoa basso volumeLa ragazza si avvicina pericolosamente al licantropoportando le sue braccia intorno al collo di quest'ultimoDerek la guarda con le labbra increspate in un sorrisoe gli occhi puntate sulle sue labbrapieni di desiderio.

"BalliamoDer." Sussurra leicon tono sul maliziosoper poi poggiare la testa sul petto del licantropo senza troppi problemiessendo più bassa di lui di almeno una decina di centimetriIl lupo scalcia di fronte a quel piacevole contattoe stringe la ragazza a Starebbe così per sempreDioIl problema è che i piedi di Derek non vogliono proprio andare nel verso giustoe si ritrova quasi sempre a pestare quelli della ragazza.

"Scusasono proprio incapace." Ridacchia il lupoimbarazzatomentre Paige alza il volto verso di lui.

"Ehinon m'interessa." Lo tranquillizza leitornando con il capo sul suo pettoGli sente il battito del cuore. "Il tuo cuore batte veloce." Gli fa notaree il licantropo resta in silenziostringendola ancora di piùQuesto accade solo in sua presenza.

E, invece, adesso sembra che i due siano fatti per ballare insieme, tanto che Derek non gli pesta i piedi neanche una singola volta.

«Sai, siamo la miglior coppia di tutta la sala.» Biascica Stiles, con ancora la testa abbassata sul petto dell'altro. Derek alza un sopracciglio, sapendo bene che non intende coppia in senso amoroso.

«In base a cosa affermi ciò?»

Stiles sorride, ma il lupo non può vederlo.

«Beh, siamo il licantropo e il vampiro più sexy della sala.» Risponde, e Derek alza il sopracciglio a livelli cosmici.

«Che ne sai come sono gli altri vampiri o licantropi?»

«Mhhh, ne ho adocchiato qualcuno prima...ma nessuno ci batte!» E poi scoppia a ridere, facendo scuotere la testa al licantropo, divertito. 
Continuano a ballare così per un tempo indeterminato, fino a quando molti cominciano ad andarsene. I due non si erano accorti che era passato così tanto tempo, troppo presi a cullarsi con tutti i lenti che il DJ aveva messo.

«Dobbiamo andare, Stilinski.» Lo riporta Derek alla realtà, facendogli alzare il capo. L'altro non sembra d'accordo.

«Dobbiamo proprio?» Si lamenta, e, all'annuire del moro, si stacca da lui. Riesce a camminare abbastanza bene fino alla macchina, nonostante ogni tanto Derek si è ritrovato ad afferrarlo al volo, evitandogli un incontro ravvicinato con il suo. In Camaro Stiles rischia anche di addormentarsi, con un leggero mal di testa, e il licantropo sfreccia veloce verso l'appartamento del castano. Si preoccupa anche di riaccompagnarlo fino di sopra, visto che il ragazzino sta subendo gli effetti della sbornia, e gli permette di aggrapparsi a lui.

«Dovevi proprio bere così tanto, eh?» Lo rimprovera il lupo, beccandosi delle risate dal più piccolo. Poi suona al campanello, e dopo qualche secondo gli apre il conquilino del castano.

«Umh, tutto bene?» Si trova a chiedere il riccio, che stava beatamente dormendo.

«Ha solo esagerato un po' con l'alcol.» Lo informa Derek, mentre Stiles si butta addosso a Isaac, cercando in lui un appiglio per non cadere. Il riccio alza gli occhi al cielo.

«Beh, allora grazie per averlo accompagnato fin quassù.»

Derek scrolla le spalle, andandosene via.

Isaac porta Stiles fino al suo letto, facendolo stendere come se fosse un bambino.

«Hale dov'è?» Chiede il castano, con un sorriso sulle labbra.

«Se n'è andato, Stiles.» E il piccolo fa una smorfia triste, tirandosi su le coperte con grande fatica, visto che il mal di testa si fa sempre più forte.

«Lydia prima ha chiamato, si era dimenticata che eri alla festa.» Lo informa il riccio, mentre Stiles assume un'espressione da ebete.

«Lydia chiiii??»

Isaac scuote la testa, tornandosene a dormire. Non vuole minimamente sapere cosa sta succedendo fra il suo amico e quell'agente.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


"How can I love when I'm afraid to fall?"

«Buongiorno, bell'addormentato.» 
Lo prende in giro Isaac, che è già pronto per pranzare. Stiles sbadiglia sonoramente, ricordandosi piano piano la serata prima, e un lieve mal di testa si fa strada nella sua testa: non è abituato a bere, e non regge tanto.

«Non credo di riuscire a preparare qualcosa, Isaac.» Ammette il castano, buttandosi sul divano e coprendosi il volto con le mani. Vorrebbe solo tornare nel suo amato letto. 
È domenica, quindi niente lezioni, per fortuna.

«Quanto hai bevuto?» Chiede il riccio, curioso, mentre cerca di preparare qualcosa di decente ai fornelli, rovistando nel frigorifero.

«Abbastanza da barcollare, ma non da farmi dimenticare la serata.» Borbotta Stiles, accendendo la tv, in cerca di qualche programma decente.

«Eri con Hale, spero non gli hai detto qualche cazzata.»Ridacchia il riccio, per poi rendersi conto che Stiles non si è affatto aggiunto alla risata, assumendo un'espressione fin troppo seria.

«Potrei aver detto che umh...io e lui eravamo la coppia più sexy della sala?» Suona più come una domanda che un'affermazione, e il riccio lo guarda con un po' di compassione.

«Oh povero te, pensa che non ti ricordavi neanche chi fosse Lydia ieri sera...»

Stiles chiude gli occhi, sospirando.

«Okay, la dovrò chiamare. 
E probabilmente sentire anche Hale.»

(12.50) Ti pregodimentica qualsiasi cosa imbarazzante che possa aver detto ieri sera.

(12.52) Perchènon sono il licantropo più sexyHale.

(12.52) ...stronzo.

•••

Stiles resta nella Jeep, poco distante dalla casa dei Meyer, osservando attentamente la villa: i Meyer sono in casa, e lui deve aspettare che escano, per poter poi entrare dentro casa. 
Ha studiato bene la planimetria della villa, e può entrare facilmente nella camera dei due arrampicandosi su per un albero. Sperando che non cada sfracellandosi al suolo, ovviamente. 
Ce la deve fare. È da quasi un'ora che sta poltrendo in macchina, aspettando il momento giusto, e si sta cominciando davvero a stancare. Apre la portiera, facendo per uscire, quando vede il portone di casa aprirsi. Stiles rientra immediatamente nella Jeep, abbassandosi un poco per non farsi vedere.

C'è la signora Meyer, accompagnata da un uomo robusto, che deve essere il marito. Sembrano entrambi scossi, e si dirigono verso la loro macchina, sparendo dalla visuale del ragazzino. Stiles aspetta che la macchina si allontani, per poi uscire. Si dirige velocemente verso il retro della villa, guardandosi intorno: non pare esserci nessuno. Adocchia l'albero sul quale deve salire, e non perde tempo, visto che i due potrebbero tornare da un momento all'altro. Fa un po' di fatica per arrampicarsi, rischiando di cadere diverse volte, per poi arrivare alla finestra del secondo piano, che dà alla camera dei Meyer. È chiusa, come sospettava, così si ritrova a tirare fuori la pietra, per poi lanciarla verso la finestra. Il vetro si rompe in mille pezzettini, e Stiles si butta all'interno, atterrando su un morbido tappeto.

Non sa bene cosa sta cercando, in realtà, così si ritrova a vagare per la stanza, all ricerca di qualcosa di utile. C'è un semplice letto matrimoniale con diversi armadi. Stiles apre i cassetti, ma non trova niente di utile all'omicidio, così decide di cercare la camera della bambina. Magari lì troverà qualcosa. Cammina cautamente per il corridoio, senza accedere nessuna luce, per poi aprire una porta qualsiasi: le pareti sono dipinte di un rosa tenue, e c'è un lettino con le coperte delle Principesse. Poi c'è un armadio, e una scrivania con diverse barbie sopra. Deve essere questa la stanza di Sara Meyer. Si avvicina a dei cassetti della scrivania, aprendo il primo: solo quaderni e pennarelli. Quando apre il secondo ammutolisce un attimo, afferrando quelle che sembrano medicine. 
Non sa a cosa servono, sono delle scatoline con nomi che lui non conosce.

«Tu chi sei?» Stiles sussulta, prendendosi quasi un infarto, per poi girarsi verso la voce. Una bambina lo sta guardando curiosa, dallo stipite della porta. Dannazione, non si era ricordato che c'era anche la sorella minore.

«Sono un amico, Beth.» Mente, avvicinandosi a lei lentamente, non dopo aver intascato una scatola di medicine. La bambina ha dei riccioli d'oro e occhi scuri. Indossa un vestitino bianco, davvero grazioso. Stiles si chiede come mai non stia urlando o altro, visto che lui è uno sconosciuto, e l'ultima volta lei si era incappatta nell'uomo che ha ucciso la sorella. 
Non sembra sotto shock, o qualcosa del genere.

«Questa è la camera di Sara.» Parla lei, come se la sorella fosse ancora lì, fra loro. Stiles si abbassa su un ginocchio, standole a poca distanza.

«Piccola, mi sai dire chi era quell'uomo che era entrato in questa stanza, prima di me?» Chiede, con voce dolce e gentile. La bambina lo guarda un attimo.

«La mamma dice che è entrato un uomo cattivo.» Afferma semplicemente, intristendosi. Stiles socchiude gli occhi, senza capire.

«Non l'hai visto, Beth?»

La bambina scuote la testa.

«Mamma dice che l'ho visto, ma io ho visto solo lei.»

Stiles si alza in piedi, con lo sguardo corrucciato e un brutto presentimento nel petto. Fissa un punto indistinto, come per rimettere a posto le tessere di un puzzle, fino a quando la bambina non parla di nuovo.

«Mamma dice che è meglio che Sara non c'è più, perchè così adesso non sente più dolore.»

Stiles irrigidisce tutti i muscoli, quando gli arriva un messaggio.

(15.40) Sara Meyer aveva una forma di cancro mortalePaula.

Il ragazzino spalanca gli occhi, e improvvisamente capisce tutto: è stata la madre ad uccidere la figlia. 
E gli torna in mente quello che gli era sfuggito: la signora Meyer è mancina, visto che teneva il bicchiere d'acqua sempre con la sinistra. 
Ma certo, tutto torna.

(16.43) Vieni a casa dei Meyerho risolto il caso.

Invia il messaggio a Hale, soddisfatto, anche se scosso per la rivelazione. Come può una madre essere in grado di soffocare la propria figlia, anche se malata terminale?

«Beth, siamo tornati!» Una voce maschile lo desta dai suoi pensieri, e si rende conto che i Meyer sono tornati. Bene, almeno adesso può arrestare la madre, e immagina che il padre ne sia a conoscenza. Probabilmente ha anche aiutato la donna ad avere un alibi, coinvolgendo la figlia minore. 
Tira fuori la carta identificativa, e le manette: non credeva di usarle, ma ha imparato a portarsele sempre dietro. 
I passi si fanno sempre più vicini, quando dalle scale spunta il signor Meyer.

«Sono Stiles Stilinski, dell'FBI, e sua moglie è in arresto. Lei ancora è tutto da vedere.» Si presenta il ragazzino, mettendo ben in vista le manette. 
Ed è questione di un attimo, che l'uomo tira fuori una pistola, puntandola sul castano:

«Tu non arresti nessuno

E Stiles deglutisce, non potendo neanche tirare fuori la sua, se non senza prima ricevere uno sparo dritto in testa.

•••

Derek si è ritrovato Erica in casa, la quale lo ha costretto a giocare a carte. La licantropa non sapeva proprio che inventarsi, evidentemente, e ha insistito per rimanere. Spera solo che Stiles si muova.

«Ah! Ora è tutto mio.» Esclama lei, soddisfatta, mostrando al lupo l'asso e il tre di briscola. Derek ringhia, lanciando le carte sul tavolo con rabbia, visto che è uno di quelli che non riesce ad accettare la sconfitta. 
Fa per chiedere la rivincita, con gli occhi illuminati di blu, quando gli arriva un messaggio.

(16.43) Vieni a casa dei Meyerho risolto il casoStilinski.

«Cazzo!» Grida, furioso. Non credeva sarebbe davvero successo, invece pare proprio così. Ha voglia di lanciare il telefono da qualche parte. 
La bionda lo guarda perplessa.

«Che succede, Der?»

Lui sbuffa diverse volte.

«Stilinski ha risolto il caso, o così dice. Devo raggiungerlo subito.» Ringhia, mentre la licantropa trattiene gridolini di gioia. Finalmente Stiles ce l'ha fatta!

«Così rimane il tuo partner.» Constata Erica, con un sorrisetto. Derek prende le chiavi della Camaro, avviandosi per uscire di casa.

«Purtroppo, sì.»

Arriva a casa dei Meyer poco dopo, parcheggiando la Camaro accanto alla Jeep del ragazzino, che quest'ultimo si ostina a chiamare 'macchina'. 
Ma dov'è Stiles? Derek credeva di trovarlo già fuori, con i due ammanettati: è ovvio che si tratta dei signori Meyer, altrimenti non si troverebbe davanti casa loro. 
Prova a chiamare il ragazzino al telefono, ma dopo un po' si attiva la segreteria.

«Dannazione, rispondimi!» Esclama, sperando di non essere venuto qua a perdere tempo. Eppure la macchina dell'umano è qua, quindi deve essere per forza dentro casa...ma perchè non gli risponde? Non ha senso! Prima gli dice di venire qua, e dopo cinque minuti sparisce. Lo chiama di nuovo, ma ancora una volta la segreteria. Questa volta però subito, come se qualcuno avesse spento il telefono. Derek, allora, aguzza l'udito, concentrandosi sulle voci che vengono dall'interno della casa:

«Mi dispiacenon possiamo lasciarti andare vivo.» Sta parlando una voce, dal timbro maschile. 
Derek si avvicina di più alla villa.

«Sanno che sono quache direte quando mi verranno a cercare?» 
E adesso a parlare è Stiles, il lupo ne è sicuro, fiuta le sue emozioni: paura per lo più. Eppure il suo tono sembra deciso, come se volesse far sembrare di non essere affatto spaventato.

«Diremo che te ne sei andato subitoNon ti permetteró di rovinare la mia.» La voce sprizza disprezzo da tutti i pori, e il lupo sente che l'uomo sta caricando la pistola, pronto a sparare. E poi sente anche un sussurro, talmente debole che deve usare tutti i suoi poteri per capirlo:

«Haledove sei

Un sussurro disperato. Il lupo di Derek si ritrova a ringhiare, e il licantropo corre verso la casa, senza pensarci troppo. Sfonda la porta di casa con un semplice calcio, trovando la signora Meyer che sta abbracciando una bambina, con le lacrime agli occhi. Guarda Derek spaventata, senza neanche provare a fermarlo, probabilmente stanca di tutta quella situazione.

Il lupo sale le scale il più velocemente possibile, sussultando alla scena che si ritrova davanti: un uomo robusto ha una pistola in mano, puntata sulla fronte del ragazzino. Stiles ha gli occhi completamente chiusi, con le labbra strettissime. Sta tremando. 
Nessuno dei due si è accorto della sua presenza, troppo impegnati, e Derek ha un attimo di esitazione: dopo quello che è successo anni fa, non ha mai protetto più nessuno. Non si è mai voluto affezionare o legare a qualcuno. Almeno, una volta che i suoi partner finivano in ospedale, tutti decidevano di cambiare agente. Soprattutto perchè quasi nessuno lo trattava come un agente vero e proprio, uno dei migliori.

"Halecazzofai qualcosa!" Urla un ragazzopoco più piccolo di luiappena diventato agenteDerek osserva la scenaun assassino si sta avvicinando al suo attuale partnercon una pistola in manoIl ragazzo nota che il lupo non si è mosso di un passoe cerca di indietreggiareandando però  a sbattere contro un muro.

La pistola del ragazzo è da qualche parte nel parcheggioa terra
Derek può benissimo catturare l'assassino doponon gli cambia nullaTanto Hook non lo caccerà maivisto che Derek è l'elemento migliore che hannoe gli rifilerà una cazzata come 'non sono riuscito a fermare il killer in tempo.' E poi minaccerà il ragazzocosì non potrà accusarlo di nullasempre che ne esca vivo.
Anche seforsedovrebbe intervenire...

"Sei qua solo per proteggermicazzofa quello che devi fare almenoStupido lupo!" Grida di nuovo il ragazzoe a quel punto Derek s'immobilizzafacendo un sorrisetto.

"Mi dispiaceRichard." Finge dispiacerecontinuando a restare fermoIl ragazzo scuote la testa terrorizzatoquando l'assassino gli spara sul toracefacendolo accasciare a terraPoi l'uomo si gira verso Derekpronto ad ammazzare anche lui.

"Ohtu non sai con chi hai a che fare." Ghigna Derekcomparendo con una mossa veloce davanti all'uomoche lo guarda sconcertatochiedendosi probabilmente come faccia un uomo ad essere così veloceIl lupo lo stende con un pugno e un calciochiamando subito una volanteper potarlo in carcerePoi guarda Richarde chiama anche un'ambulanzaE non sa se è ancora vivoma non gli interessa.

Lui non è lo scudo personale di nessunoe si difendano pure tutti da soliLui salva solo chi se lo merita.

E non si è mai sentito in colpa a non muovere un dito, ma adesso sente come fosse diverso. Non sa diverso come, e non ci vuole neanche pensare, ma sa che non può lasciare assolutamente che quell'uomo spari al ragazzino.

Così si ritrova a ringhiare, facendo fermare l'uomo dal premere il grilletto. Il signor Meyer si gira, confuso, e Derek gli prende agilmente la pistola dalle mani, puntandogliela addosso.

«E tu chi cazzo sei?!» Esclama l'uomo, indietreggiando, mentre Stiles sospira di sollievo, accasciandosi a terra, con tanta voglia di piangere dalla felicità.

«Eccomi, sono qua.» Afferma semplicemente, con lo sguardo ora incatenato a quello del ragazzino, che sorride di gratitudine. Poi Derek si concentra di nuovo sul signor Meyer. «Girati, con le mani in alto!» Ringhia, e l'uomo fa come gli dice. 
Stiles sospira, adesso è tutto finito.

•••

I due sono fuori, a parlare con la polizia di quanto è accaduto, per poi lasciare ai poliziotti i due Meyer, ammanettati dentro casa. La bambina verrà probabilmente data in affidamento. 
La signora urlava cose del tipo 'ho fatto il meglio per la mia bambina, ora non sente più dolore!'.

Derek poi, vagamente nervoso, si dirige subito verso la Camaro, chiudendosi dentro. Chiude gli occhi, dando un pugno al volante, per poi coprirsi il volto con le mani: com'è possibile che non è stato in grado di risolvere lui il caso? Stiles osserva i movimenti del più grandi, avvicinandosi cautamente alla Camaro, per poi entrare e sedersi nel sedile accanto al suo. Può immaginare perchè Derek sia così nervoso, per lui questa deve essere una sconfitta. In realtà è solo grazie a Erica, Boyd, Paula e Harry se il ragazzino ha vinto la scommessa. Derek non sembra neanche essersi accorto della sua presenza.

«Hale, ammettiamolo, è che mi hai sottovalutato. Immagino che non avrai neanche interrogato i signori Meyer...altrimenti avresti vinto, e lo sai anche tu.» Parla il castano, osservando il profilo del moro. Derek sospira, continuando a guardare dirtto davanti a sè. Già, è così. Ha sottovalutato l'umano, passando tutto il tempo con i suoi due migliori amici, senza neanche indagare a fondo. È solo andato al laboratorio, e non gli hanno neanche saputo dire niente.

«Già, ma devo comunque farti i miei complimenti, Stilinski.»

Stiles increspa le labbra in un sorriso.

«E io ti devo ringraziare, Derek...mi hai salvato letteralmente la vita.» E una mano del castano si posa sulla sua spalla, come una carezza. 
Il lupo non la scaccia, sentendo una strana sensazione di felicità dentro: è così che ci si sente quando si salva la vita a qualcuno? Quasi non si ricordava questa piacevole sensazione. 
Si ritrova a guardare il ragazzino.

«Sei il mio partner, ho fatto il mio dovere.» Il sorriso che fa Stiles, alla parola partner, scalda il cuore di Derek. Cuore che pensava di non avere più.

•••

Stiles è tornato a casa, ripensando a quello che è successo: salvare la vita di qualcuno non è una cazzata, può creare un legame fra le due persone. D'un tratto gli arriva un messaggio, ed accende il telefono:

(17.25) Fatti trovare pronto alle ottomio zio inaugurà un pubHale.

E il ragazzino si ritrova a sorridere di nuovo, Hale si è ricordato la scommessa.

«Che cazzo ti sorridi?» Gli chiede il riccio, ritornato ora dal bar, rovinando il momento.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


"Cause when you smilethe whole world stops and stares for awhile"

Derek continua a fare le flessioni, con il silenzio assoluto. Indossa solo i boxer, e comincia a sudare, visto che è da un'oretta che si sta allenando, essendosi fermato solo per mandare il messaggio al ragazzino. 
Purtroppo ha perso la scommessa, quindi ne deve accettare le consequenze.

E gli viene da ripensare al fatto che l'ha salvato, senza capacitarsene: gli è venuto d'istinto, come se fosse naturale proteggerlo. Derek sa bene che, se ci fosse stato qualcun altro al posto di Stiles, non avrebbe mosso neanche un dito. Questo lo spaventa abbastanza, perchè non si deve assolutamente affezionare a quell'umano. Dopo quello che è successo, non può, perchè il dolore che ha da quel giorno ancora lo sente.

È rimasto sempre con lui, e non se ne vuole proprio andare via.

Se Erica sapesse che ha protetto Stiles, probabilmente lo porterebbe a visitare da un druido o qualcosa del genere. E non vuole essere sottoposto a domande sull'umano, perchè proprio non vuole penserci. 
Smette di allenarsi, visti i troppi pensieri per la testa, sbuffando sonoramente. Prende un asciugamano, passandoselo sul viso, per poi afferrare il cellulare. Deve avvertire lo zio di quella sera.

(18.30) Vengo all'inaugurazione.

(18.31) Wow!! Ti hanno minacciato o corrottoQuesto non è mio nipoteZioPsicopatico.

(18.31) Nessuna minacciatranquillo.

(18.32) Okallora ti aggiungo sulla lista dei partecipantidevi dire il tuo nome all'entrata per poter entrareZioPsicopatico.

(18.33) Aggiungi anche un'altra personaalloraViene con me.

(18.34) CHI ÈNon dirmi che finalmente ti sei fatto la ragazza!!! È sexyalmenoHa una sorella che potresti presentarmi? ;))

(18.34) Sei il solitoÈ il mio partnerStiles StilinskiIl figlio dello sceriffo di BHricordi?

(18.35) OhricordoCredo sia il tuo primo partner che ho l'onore di conoscerevisto che gli altri sono o in ospedaleo al cimitero o con un altro agenteQuesto dove finiràZioPsicopatico.

(18.36) Per orada nessuna parteA dopo.

Già, poteva davvero finirci al cimitero, riflette Derek. D'un tratto qualcuno bussa prepotentemente alla porta. 
Il lupo percepisce l'odore della migliore amica, e si muove ad aprirle, sapendo quanto possa diventare impaziente. Inoltre la bionda trasuda agitazione da tutti i pori.

«Tu hai salvato Stiles.» Afferma semplicemente quella, con tono neutro, entrando dentro casa. Derek sospira: era l'ultima cosa alla quale voleva pensare, e deve arrivare Erica a ricordarglielo. Probabilmente ha letto la deposizione che hanno lasciato alla polizia, su quanto accaduto dentro a quella casa. La licantropa si ferma accanto al tavolo, fissandolo attentamente. «Un uomo gli puntava la testa sulla fronte, stava per sparare, e tu gliel'hai tolta. L'hai salvato

Derek sbuffa.

«Non ce lo bisogno che me lo ricordi, Erica.» Replica, con un tono deciso a chiudere l'argomento, ma la licantropa non sembra affatto d'accordo. Incrocia le braccia al petto, con i capelli biondi perfettamente piastrati, che le ricadono sul seno.

«Derek, perchè l'hai fatto? Sai che non stata mai pienamente d'accordo con tutte le tue scelte, ma devo ricordarti come non hai più protetto o aiutato nessuno dopo quello che è successo?» Il tono è tra il curioso e lo stupito. 
Come se Erica stesse studiando il comportamento di una razza sconosciuta.

Derek abbassa lo sguardo.

«Perchè lui, Derek? Cos'ha Stiles, che nessun altro aveva?» Osa chiedere, seriamente curiosa, osservando attentamente i movimenti del migliore amico. Derek alza lo sguardo sulla bionda.

«Perchè lui ha una ragazza, degli amici che gli vogliono bene, è giovane...» Si arrampica sugli specchi il licantropo, e anche Erica lo nota. Scuote la testa, come delusa.

«Derek, l'ultimo tuo partner gli hanno sparato al torace, e aveva una moglie. Tre figli piccoli.» Gli fa notare la bionda, con le sopracciglie alzate. Il lupo sospira, sapendo che è inutile mentire con lei.

«È stato un errore, non accadrà più.» Afferma semplicemente Derek, voltandosi da un'altra parte. 
Erica gli si avvicina.

«Come puoi chiamare un errore il salvare la vita di qualcun altro, Derek?» Adesso si sta anche arrabbiando.

«Non lo so, Erica! Okay? Non lo so perchè l'ho fatto. È successo e basta.»

Erica gli afferra un braccio, costringendolo a girare. Il lupo le ringhia leggermente.

«Non salvi una persona senza motivo, Derek. Dimmelo, cazzo!» Insiste la ragazza, illuminando i suoi occhi di giallo. Giallo contro blu. Il licantropo d'un tratto rilassa tutti i muscoli, arrendendosi. Si siede sul divano, abbassando la testa.

«Erica, hai presente cosa ti avevo detto mesi fa? Riguardo come trattano i licantropi all'FBI?»

La ragazza resta in piedi, negando con la testa.

«Devi essere più specifico.»

«Ti avevo detto che non mi sarei mai sacrificato per nessun altro, soprattutto per un motivo.» Sospira. «Perchè devo salvare qualcuno che non muoverebbe un dito per me? Che non mi tratta al suo pari? Questo ti avevo detto.»

La bionda ora annuisce, ricordandosene. Non è vero che loro licantropi non possono morire, visto che un colpo dritto al cervello potrebbe ammazzare anche loro, nonostante il proiettile normale. E Derek sapeva bene che nessuno dei suoi partner sarebbe mai corso in suo soccorso, avendone avute anche diverse prove. Quindi, perchè lui dovrebbe rischiare di farsi del male per certa gente?

«Sì, ora me lo ricordo, ma cosa c'entra?»

Derek la guarda negli occhi.

«Quando eravamo andati al bowling, e mi avevano bucato le ruote della macchina, Stilinski mi aveva offerto un passaggio.» Risponde, perdendosi in quel ricordo. «Ero sul marciapiede, accanto al boschetto. All'inizio lo avevo rifiutato, e mi accorsi che lui stava però guardando un punto preciso con un po' di paura, una ventina di metri davanti a me. Li per lì lasciai perdere, e cominciai a camminare, quando mi accorsi che mi stava ancora seguendo, insistendo che salissi con lui.» Si ferma un attimo, abbassando ora lo sguardo. «Allora mi decisi a salire, e lui mese in moto. Poi, mentre ci stavamo allonanando, li vidi. C'erano dei cacciatori, Erica. Ed ero sicuro di aver visto dell'argento luccicare, e probabilmente anche il ragazzino.»

A Washington ci sono poche creature sovrannaturali, ma il bowling stava più verso la campagna, quindi è lì che vanno i cacciatori: a sorvegliare le macchie di vegetazione, pensando stupidamente che i licantropi vivano lì, come se non avessero anche una vita normale. «Lui non s'accorse che li avevo visti, e non gli dissi nulla. Se me l'avesse detto esplicitamente, io non sarei salito su quella macchina, perchè non sarei voluto sembrare un codardo che scappa. Probabilmente è questo il motivo per il quale non mi ha detto nulla, intuendo la mia reazione. C'era il rischio che quei cacciatori mi avessero riconosciuto come licantropo, visto che alcuni si portano dietro uno di noi come mezzo per riconoscerci...» Derek si ritrova a giocare distrattamente con le sue mani. «In un certo senso, mi ha salvato la vita. Poteva lasciarmi andare incontro ai cacciatori, ma non l'ha fatto. L'avrei anche capito, se non mi avesse detto nulla, dopo quello che gli è capitato a causa mia. Stiles Stilinski mi ha salvato la vita, e io ho sentito il dovere di ricambiare.» Finisce di raccontare, mentre Erica dischiude la bocca, sorpresa.

E allora, perchè Derek sente che lo avrebbe salvato anche se tutto ciò non fosse mai successo?

•••

Stiles trova una maglia bordeux, e sopra indossa la sua solita felpa rossa. Poi si sistema un attimo i suoi capelli, per poi indossare dei jeans abbastanza attillati. Isaac è sdraiato sul divano, con dei libri in mano e gli occhiali neri poggiati sul naso:

«Buono studio, amico!» Esclama Stiles, prendendolo un po' in giro. Isaac lo fulmina con lo sguardo, sbuffando.

«E tu, dove vai? Non devi recuperare lo studio?»

Stiles si avvicina alla porta.

«Hale ha perso la scommessa, quindi mi porta ad un'inaugurazione di un pub! E no, ho studiato prima, quando tu eri al bar.» Risponde, avendo già messo al corrente di tutto Isaac, riguardo al moro. Il riccio è un po' come un migliore amico, visto che Scott è così lontano e sempre preso da Allison. Certo, si sentono ancora, ma riescono a vedersi davvero poco, ognuno che deve stare dietro alla propria ragazza.

«Allora divertiti, tu che puoi.» Sbuffa ancora lui, tornando con lo sguardo sui libri. Stiles esce di casa, ritrovandosi ad aspettare Hale in anticipo, e anche nervosamente. Ma perchè è nervoso? È solo un'uscita tra amici, no? Si infila il cappuccio sulla testa, visto il fastidioso venticello non lo lascia in pace. Stiles è talmente assorto nel sistemarsi meglio il cappuccio, che non si accorge di una Camaro nera, che si ferma accanto a lui. Il finestrino che si abbassa, come l'ultima volta, e c'è Hale con una maglia blu notte. Le braccia muscolose appoggiate sul volante, e un sorrisetto strafottente sul volto.

«Allora, Cappuccetto, vuoi entrare nella tana del lupo

•••

Il viaggio non è durato troppo, ma con diverse discussioni sulla musica e altro. Stiles che voleva cantare a tutta voce le canzoni dei Maron 5, Derek che non le sopportava.

«Sourwolf, i Maroon 5 sono fantastici! Non meriti di vivere!»

Poi il ragazzino voleva aprire il finestrino della Camaro, per poter far uscire tutto il braccio, come i bambini, e Derek che gli aveva ringhiato contro per fargli capire che non era il caso. Secondo il lupo, Stiles rischiava di colluttare il braccio con qualche lampione.

«Ow, ti preoccupi per il mio braccio, che dolce...ehi, smettila di ringhiare!»

E anche per l'aria calda fu un problema, visto che il lupo è molto caloroso, e non voleva assolutamente sudare.

«Perchè ovviamente solo tu vai in giro con una semplice maglia a maniche corte la sera, con massimo quindici gradi. Giustamente.»

E, dopo ringhi, finalmente sono quasi arrivati, quando Stiles si rende conto di non sapere nulla sullo zio Hale.

«Tuo zio è un licantropo come te?» Curiosa il ragazzino, mentre osserva i muscoli tesi del ragazzo, e le sue mani strette forti sul volante. Si possono vedere benissimo le vene del ragazzo, che mettono in mostra quell'ammasso di muscoli. Derek mantiene lo sguardo dritto sulla strada.

«Sì, siamo licantropi fin dalla nascita.» Lo informa. Stiles strabuzza gli occhi.

«Wow, figo! Davvero!» Esclama, non avendo mai incontrato un licantropo nato. Derek alza un sopracciglio.

«Comunque, devo avvertirti che mio zio può essere un po'...inquietante.» Lo avverte il moro, fiutando un tantino di paura venire dall'umano, che cerca di non farsi spaventare troppo da quelle parole. Probabilmente pensa inquietante nel senso di trovarsi davanti un omone, tutti muscoli, e anche pericoloso, mentre Derek intendeva più inquietante nel senso perverso. Tanto l'umano avrà modo di scoprirlo da solo, perchè Peter lo vorrà sicuramente conoscere.

Il pub è in un posto vicino alla campagna, circondato da un esteso campo e bassa vegetazione. 
Gli alberi non raggiungono alte cime.

«Mio zio ha fatto un buon affare a costruire il pub qui...è praticamente tra la campagna e la città, e non ce ne sono nelle vicinanze.» Prende parola il lupo, mentre si dirigono verso l'ingresso. Un omone prende i loro nomi, controllando su una lista, per poi farli entrare. Il pub è piuttosto grande, con un lungo bancone di un bel nero lucido, e diversi tavolini. Le pareti sono anch'esse di un nero elegante, spezzate dalle luci di un colore roseo, attaccate alle pareti.

«È..davvero bello.» Ammette Stiles, con la bocca dischiusa, facendosi guidare dal moro. Anche Derek deve ammettere che lo zio ha fatto un ottimo lavoro. Sembra tutto così chic e moderno. C'è anche un palchetto, in fondo alla sala, dove in futuro si potranno esibire delle band del posto. Una leggera musica fa da strada ai due, i quali si sistemano un attimo vicino al bancone. C'è gente che già è seduta, pronta per mangiare.

«Hale, che stiamo aspettando?» Chiede Stiles, scoprendosi essere molto affamato. Il lupo si guarda intorno, alla ricerca di un volto familiare, quando sente un odore che conosce molto bene.

«Me, ragazzo.» Risponde una voce, facendo sobbalzare l'umano. Stiles si gira, ritrovandosi faccia a faccia con Peter Hale. O almeno deve essere lui, vista la leggera somiglianza con Derek. Certo che, pensa tra sè e sè il castano, la bellezza deve essere il componente fondamentale della famiglia Hale. Peter è un bell'uomo, e dovrà avere sui trentacinque anni.

«Umh, tu devi essere suo zio.» Afferma Stiles, indicando con un cenno il moro accanto a lui. Peter indossa una semplice maglia a V. Derek nota che lo zio guarda l'umano con uno sguardo che proprio non gli piace... e poi Peter si volta verso il moro, con le sopracciglia alzate:

«Ti prego, Derek, non dirmi che non te lo sei ancora scopato.» Dice semplicemente, come se non fosse possibile una cosa del genere. 
Stiles diventa rosso come un peperone, incapace anche solo di aprire bocca, e il moro si sbatte una mano sul viso.

«Peter!» Ringhia. «È fidanzato, e con una DONNA.»

Peter mette su un piccolo broncio.

«Ah! È così, ragazzo? Lo sapevo che un bocconcino come te fosse già impegnato...» Borbotta, creando tra i due maggior imbarazzo, per poi avvicinarsi alle orecchie del ragazzino, come per sussurrargli un segreto. Dimenticandosi ovviamente che il moro può sentire benissimo lo stesso... «Derek ha un cazzo bello grande...»

«PETER!» Ringhia Derek, talmente forte che alcuni si girano verso di loro, per cercare di capire cosa sta succedendo. Lo zio alza le mani in difensiva, mentre Stiles crede proprio di essere diventato tutt'uno con il colore della felpa. Perchè poi, quelle parole di Peter gli hanno messo in corpo una certa eccitazione? Saranno gli ormoni, sicuro. Peter, ridacchiando, indica ai due il loro tavolo, e Derek trascina il castano il più lontano dallo zio.

«Scusalo Stilinski, è fatto così.» Si rivolge al ragazzino, il quale si riprende lentamente.

«Ugh, tutta questa formalità comincia a farmi sentire come se fossi a scuola...chiamami pure Stiles.» Sorride appena, mentre il lupo annuisce.

«E tu immagino che puoi chiamarmi Derek.» Abbozza un sorriso il licantropo, quando una donna viene ad illustrargli il menù di quel giorno: principalmente antipasti. Dopo tutto è pu sempre un'inaugurazione, offerta da Peter Hale.

E, tra un pasto e l'alto, Stiles inizia a parlare:

«Allora, Derek, essendo un lupo dalla nascita...com'è stata la tua infanzia? E adolescenza? Insomma, invece di andare a scuola cacciavi? O qualcosa di simile?»

Derek scoppia a ridere, lasciando il ragazzino imbambolato dal suono della sua risata. Cazzo, dovrebbe sorridere più spesso quel licantropo musone.

«Stiles, ho avuto una normale infanzia e adolescenza. Andavo a scuola, come tutti!»

Stiles pensa tra sè e sè che gli piace il proprio nome pronunciato dal licantropo, e si rende conto della stupidità delle sue domande.

«Giuuusto! E immagino che al liceo eri anche il più popolare, vero?» Tira ad indovinare il castano, con il moro che annuisce, perso nei ricordi.

«Devo ammettere di sì. Ero il capitano della squadra della scuola, e diciamo che mi venivano dietro praticamente tutti.» Ammette Derek, imbarazzandosi un poco.

«Ed eri anche molto bravo a scuola, vero?»

Il lupo alza un sopracciglio.

«E questo tu come lo sai?»

Stiles accenna un sorriso. «Derek, sei molto intelligente, e non puoi entrare in accademia senza una determinata media.» Gli ricorda, e il licantropo si guarda un attimo intorno, come per accertarsi che nessuno li stia ascoltando. Poi, con il corpo, si avvicina di più all'umano:

«Ero anche in un club di matematica, ma non dirlo a nessuno!»!Esclama, a bassa voce, portando a ridere il ragazzino, che borbotta cose come 'impossibile!', 'non ci credo!'

Stranamente finiscono di mangiare senza azzannarsi, o discutere di qualcosa, quando Peter fa un breve discorso per inaugurare il locale. Dopo diversi applausi, il castano si muove irrequieto sulla sedia.

«Derek, andiamo fuori? Ti preeego!» Lo prega, non riuscendo a stare fermo più di tanto. Il moro alza gli occhi al cielo.

«Se vuoi qui vicino c'è un laghetto, ci possiamo andare.»

Stiles sembra super eccitato, e si alza immediatamente da tavola, trascinando fuori il moro. Peter, che non si è perso i movimenti dei due, fa un'occhiolino malizioso a Derek. Fuori è più freddo, e Stiles si ritrova a rimettersi il cappuccio sulla testa, guardandosi intorno: il campo è davvero grande, ma non illuminato.

«Tu ci vedi meglio, giusto?» Chiede il castano, rivolto al più grande. Derek illumina gli occhi di blu.

«Sì, seguimi. Dobbiamo girare a sinistra, dopo quella fila di alberi laggiù.»

Ma il ragazzino non dà segno di muoversi.

«Stiles, che c'è adesso?» Sbuffa il moro, a un metro da lui. L'umano arrossisce di botto.

«Umh, con questo buio ho...paura.» Ammette, a capo basso. «Ecco perchè non posso guardare i film horror...»

Il licantropo lo guarda un attimo, trovandolo incosciamente adorabile, per poi avvicinarsi a lui. 
Gli porge la mano, che l'umano osserva prima sospettoso, per poi afferrarla saldamente. In pochi secondi le loro dita si intrecciano, e camminano uno accanto all'altro. Il laghetto si staglia davanti a loro, avvolto dall'oscurità, tanto che Stiles si deve davvero impegnare per poterlo vedere. I due si siedono su un grando masso lì vicino.

«È molto inquietante, devo ammettere.» Prende parola Stiles, immaginandosi dei mostri che fuoriescono dall'acqua. Per fortuna che ha Derek, che potrebbe sconfiggerli!

«È già tanto che sono riuscito a farti venire qua, visto l'odore di paura e ansia che emanavi.» Scherza il lupo, tenendo lo sguardo sulla distesa d'acqua.

«È solo grazie a te, se sono ancora qui.» Ammette il ragazzino, a bassa voce. Derek, a quel punto, si gira verso di lui, trovandolo a guardarlo in un modo...adorante. Ma, poco dopo, il castano prende ad osservare il cielo. 
Ci sono poche stelle.

«Stiles, avevo visto quei cacciatori, dopo essere salito nella tua macchina.» Gli confida Derek, e sente il ragazzino perdere qualche battito dalla sorpresa. Ma, non dice nulla in risposta. «Grazie.» Aggiunge poi il lupo, e il castano lo guarda con un sorrisone, che vale più di mille parole.

Poi si alzano entrambi, per poter tornare alla macchina.

«Sai, sembri troppo Cappuccetto Rosso, vestito così.» Gli fa notare subito Derek, trattenendo una risata. Stiles gli si avvicina, fin troppo, tanto che sente il respiro del lupo mischiarsi con il suo. I suoi occhi nocciola incontrano quelli verdi del lupo.

«E tu, lupo cattivo, che fai? Mi mangi?» Sussurra, facendo venire i brividi al licantropo. Stiles si rende poi conto di ciò che ha detto, e soprattutto sul tono con cui l'ha detto, imbarazzandosi da morire, e si volta, correndo via, verso la macchina. E dimentica anche di avere paura.

Nel frattempo, Derek, è rimasto immobilizzato sul posto, muovendosi solo qualche secondo dopo, come risvegliatosi da un sogno. 
Quel ragazzino lo farà impazzire.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"BabyI'm dancing in the darkyou between my arms."

I due salgono in macchina, pronti a tornare a casa. Derek avvia il motore, dirigendosi verso l'appartamento del più piccolo. Il moro poi annusa gli odori che emana il castano: felicità, e anche un po' di imbarazzo.

«Non ho salutato tuo zio, mi dispiace.» Parla Stiles, dopo qualche minuto, osservando un punto indefinito fuori dal finestrino.

«Meglio così, fidati.»

Il ragazzino alza le sopracciglia.

«È da maleducati non salutare, Sourwolf!» Gli fa notare, con un piccolo sorriso. Derek continua a guardare la strada davanti a sé, ringhiando.

«Non mi chiamare più in quel modo!»

«Va bene, Sourwolf.» E un altro ringhio, con il ragazzino che inizia a gesticolare nervosamente. «Comunque, visto che domani mattina siamo entrambi in ufficio -in attesa di un nuovo caso- potremmo...umh andare poi a pranzo a quel Fish & Chips?»

Il lupo l'osserva di sottecchi, per poi sospirare silenziosamente. 
Quel ragazzino ha qualcosa di diverso da tutti, ed è già riuscito ad entrare in parte nella sua quotidianità. Derek deve impedire che entri anche nella sua vita. Non può permettersi di affenzionare a nessun altro suo partner. Semplicemente non può.

«Stiles, ti ho accettato come partner, ma questo non vuol dire assolutamente che i nostri rapporti si possano mai approfondire fuori dal lavoro. 
D'ora in poi parleremo e ci vedremo esclusivamente in caso di dover discutere di un caso.» Afferma il lupo, con tono freddo, cercando di ignorare l'odore di tristezza e delusione, proveniente dall'umano.

«Va bene.» Replica Stiles, chiedendosi se abbia fatto o detto qualcosa di sbagliato. Sembrava andare tutto bene prima...

Il resto del viaggio passa silenziosamente, quando Derek si ferma per lasciare il ragazzino. 
Stiles apre lo sportello, senza guardare in faccia il moro.

«Buonanotte, Derek.» Lo saluta semplicemente, con tono atono.

«Buonanotte, Stiles.» Parla di rimando il maggiore, quando il castano si richiude lo sportello della Camaro alle spalle. Derek sospira pesantemente, chiudendo gli occhi.

Il lupo torna poi nel suo appartamento, quando si accorge che non è affatto solo. Una figura è seduta su uno dei due divani, e dall'odore Derek riconosce subito chi è.

«Peter, cosa diavolo ci fai in casa mia!?» Sbuffa Derek, chiudendosi la porta alle spalle.

«È da un po' che non ci vediamo, volevo fare solo una bella chiacchierata tra zio e nipote, tutto qua.» Risponde lui, sornione, con la solita maglia a V.

«E come diavolo sei entr-no lascia perdere, neanche voglio saperlo.» Borbotta il nipote, sedendosi sul divano davanti stancamente.

«Ho fatto una copia delle chiavi qualche mese fa.» Spiega Peter, con un volto fin troppo innocente. 
Derek alza un sopracciglio.

«E chi ti ha dato il permesso di farla?»

Lo zio fa spallucce. «Beh, se stessi male, qualcuno deve pur riuscire ad entrare qua dentro.»

Derek decide di ignorare per il momento quella conversazione, aspettando che lo zio prendi parola, visto che sembra voler parlare con lui.

«Sai, mi aspettavo di vederti entrare avvinghiato al tuo partner.» Prende infatti parola, con tono malizioso. 
Derek alza gli occhi al cielo.

«Smettila, ti ho già detto che è solo il mio partner e pure fidanzato. 
Con una donna.»

«Ah, perchè, non te lo faresti?»

A Derek va quasi di traverso la saliva, ancora non del tutto abituato alla schiettezza dello zio. Ringhia.

«Gli ho detto chiaramente che deve stare alla larga da me, se non per discutere di un caso.» Informa lo zio, senza però rispondere alla sua domanda.

«Perchè, Derek?» La domanda di Peter è uscita con tono serio, questa volta.

Il moro abbassa lo sguardo un attimo.

«Lo sai bene Peter, il motivo.»

Peter l'osserva qualche secondo, scuotendo poi la testa.

«Derek, non puoi rovinare la tua vita così per quello che è successo...lasciati andare, almeno una volta.»

Il più giovane non risponde, non volendo portare avanti la conversazione, andando di sopra per chiudersi in camera. 
È stanco, e vorrebbe solo dormire, senza pensare a nulla.

•••

Il giorno dopo Stiles torna a casa stanco morto, e decide di farsi una doccia. Le lezioni sono state piuttosto impegnative, e si è ritrovato ad essere leggermente indietro rispetto ai suoi compagni. Isaac dovrebbe lavorare al bar, così si trova ad essere solo. 
Posa la valigietta sul divano, prendendo il computer per fare una videochiamata Skype con Lydia.

La ragazza è bella come al solito, sorridendo alla vista del ragazzino, e cominciano a parlare di un argomento qualsiasi. Sono ancora piuttosto tesi, per il non vedersi quasi mai, e Stiles ancora non le ha proposto il sexting. Vorrebbe farlo, ma si vergogna da morire, e preferisce rimandare. 
Lydia gli racconta che con lo studio sta andando tutto bene, e che la sua compagna di stanza sta litigando con il ragazzo. Ciò significa che, nel caso dovessero lasciarci, Stiles non potrebbe più rimanere a dormire dalla rossa...ecco, ci voleva solo questa!

Poi, quando Lydia chiede a Stiles di raccontarle qualcosa, lui non sa proprio cosa dirle: non vuole raccontarle troppo di Hale. Lei sa bene che il suo ragazzo è bisessuale, e se Stiles solo gli facesse vedere una foto di Derek probabilmente lei gli ordinerebbe di cambiare partner, o una cosa del genere! Quindi si limita a raccontarle che deve rimettersi in paro con lo studio, e che si diverte con i suoi amici. Poi chiude la chiamata, dopo essersi detti 'ti amo', sospirando di sollievo, visto che non vede l'ora di farsi una bella doccia.

Si spoglia nella sua camera, rimanendo completamente nudo, per poi chiudersi in bagno. Lascia scorrere qualche secondo l'acqua, entrando all'interno della doccia. I suoi capelli si appiccicano in poco tempo alla fronte, e l'acqua calda lo fa rilassare. 
Poi la sua mano scivola lentamente sul suo membro, massaggiandolo per risvegliarlo. Pensa a Lydia, mentre carezza l'asta, e a tutte le volte che l'hanno fatto. Pensa alla mano della ragazza al posto della sua, e comincia a masturbarsi più velocemente.

Però, d'un tratto, lo scenario cambia, e al posto della rossa appare...Derek Hale.

La mano del moro sul suo membro, e i suoi occhi verdi penetranti. Una scarica di piacere investe Stiles, e viene poco dopo, accasciandosi contro il vetro della doccia. È appena venuto pensando al licantropo, e si maledice diverse volte. «Stupido lupo.» Mormora semplicemente, uscendo dalla doccia. Quel licantropo lo farà dannare.

•••

«Fanno la miglior pizza che abbia mai mangiato!» Ethan informa il ragazzino, al quale s'illuminano gli occhi.

«Davvero??»

«Sì, ma adesso entriamo.» Risponde Aiden, seguito dai due. È una pizzeria vicino all'accademia e, a quanto pare, una delle migliori nei paraggi. Volevano fare una solita uscita con anche gli altri, ma nessuno c'era: Malia aveva un appuntamento, Isaac pure, Kira andava a trovare i genitori e Liam giocava ai videogiochi con il suo migliore amico. Così sono rimasti solo Stiles e i gemelli.

Il locale è grazioso, non troppo grande, con diversi tavolo di legno scuro. 
C'è un via vai di camerieri, e molti stanno già mangiando. I tre si fanno strada verso un tavolo libero, quando...

«Stiles!!» Il castano si guarda intorno, cercando di capire chi l'abbia chiamato, quando vede una massa bionda qualche tavolo più in là: Erica. 
È seduta insieme a Boyd e Derek. Quest'ultimo gli dà di spalle.

«Scusatemi un attimo.» Fa il castano ai gemelli, i quali intanto prendono posto. 
Stiles si avvicina alla licantropa, ora guardando Hale in faccia: sta mangiando, come se niente fosse, evitando il suo sguardo.

«Erica, Boyd e Derek! Che buffo incontrarvi qui, e pensare che è la prima volta che vengo qua!» Sorride ai tre, con Erica che lo guarda con faccia adorante. Adora quel ragazzino.
Anche Boyd abbozza un sorriso.

«Non avevo mai visto dei gemelli prima d'ora!» Afferma la bionda, osservando Aiden e Ethan con curiosità e stupore.

«Ah, sono adorabili!» Scherza Stiles, notando che ora Derek ha un sopracciglio alzato. «Sourwolf, non fare quella faccia, lo sono davvero!» Ora il moro ha un'espressione imbarazzata, socchiudendo gli occhi...

«Come l'hai chiamato?!!» Vuole sapere subito Erica, pronta a prendere in giro l'amico.

«Sourwolf! Perchè lui è un lupo acido.» Le spiega il castano, portando sia la bionda che il ragazzo a ridere. 
Derek si vorrebbe solo sotterrare, e fulmina il castano con lo sguardo. 
Stiles allora torna dai suoi amici, sedendosi a tavola e ordinando la pizza.

«È davvero sexy, non me lo potresti presentare?» Chiede Ethan, con tono tra lo scherzoso e no, mangiandosi l'agente con lo sguardo. 
Stiles quasi si strozza con l'acqua.

«Fidati, meglio di no. Tra l'altro uno come lui sarà eterosessuale fino al midollo.»

Ethan scrolla le spalle. «Tanto stavo scherzando, sarà anche sexy, ma è troppo musone per me.»

Stiles annuisce, e cambiano argomento, parlando di tutto e di più, fino a che non arrivano le pizze, e il castano nota che Derek si è alzato dal suo tavolo, dirigendosi verso il bagno.

«Devo andare un attimo al bagno!» Esclama allora il castano, alzandosi da tavola, per raggiungere il moro. 
Stiles entra in bagno, non vedendo traccia del licantropo, visto che deve essere entrato in una delle porte, così si specchia per passare il tempo: indossa una semplice maglia azzurra. 
Apre anche uno dei rubinetti, quando tramite lo specchio nota Hale posizionarsi davanti al rubinetto accanto al suo, per lavarsi le mani.

«Derek! Come va? Scusa per aver spifferato il tuo soprannome davanti ai tuoi amici, ma ehi, Sourwolf è un soprannome davvero bello e...» 
Non fa in tempo a finire di parlare, che si ritrova con la schiena contro il muro più vicino. E il volto del lupo vicinissimo al suo, portandolo a rabbrividire. Derek illumina gli occhi di blu:

«Ti.ho.detto.di.starmi.lontano!» Ringhia, per poi scostarsi immediatamente dall'umano, come se la troppa vicinanza lo destabilizzasse. 
E poi se ne va via, con Stiles che rimane immobile contro il muro, convinto di sentire ancora il respiro del licantropo su di lui.

•••

È passata una settimana da quella serata al pub, e Stiles si ritrova poche volte a sostare in ufficio, visto che ancora non hanno assegnato loro nessun nuovo caso. Ogni tanto gli capita di vedere Derek in giro, e a volte non si salutano nemmeno. Il lupo ha mantenuto la sua parola, e non gli parla più, se non per ricambiare un suo saluto, il che è capito raramente. 
E ciò spinge Stiles a volersi avvicinare ancora di più a lui, perchè il comportamento del licantropo è un vero e proprio mistero, e lui adora i misteri.

Gli manca anche parlare con il moro, stuzzicarlo e ricevere dei ringhi in risposta. Dio, gli mancano anche i suoi ringhi, la situazione è critica. 
Il ragazzino è più contento di aver vinto la scommessa, ma non a queste condizioni! Non se sembra che non ce l'abbia neanche, un partner. 
Adesso è chiuso nel suo ufficio, senza sapere cosa fare, bevendo un bicchiere di caffè della macchinetta. Sbuffa diverse volte, quando decide di andare a vedere cosa fa Derek. Non gli importa se non vuole più che lui gli parli, ma Stiles si sta annoiando da morire, e non è uno che ama fare ciò che gli si ordina. Allora si alza dalla scrivania, anche se non ha la più pallida idea di cosa dire a Hale quando gli sarà davanti. Allora mette su un sorriso.

•••

Derek Hale è seduto nel suo ufficio, con Theo Raeken davanti. Raeken è un agente che avrà la sua età, ed è anche un bell'uomo. Theo gli sta ghignando, senza proferire parola.

«Allora, cosa vuoi?» Domanda brusco il lupo, socchiudendo gli occhi.

Theo si avvicina alla scrivania. Ha lasciato la porta dell'ufficio aperta.

«Sai, le voci girano, e alcuni dicono che tu abbia una relazione con quel Stilinski. Beh, i miei migliori auguri!» Esclama, con un ghigno. Lui e Derek hanno avuto sempre una sorta di competizione, visto che erano entrambi i perfetti candidati per il titolo di 'Miglior agente 2017'. Alla fine l'ha vinto Derek, il che ha causato una certa rabbia repressa dell'altro agente, visto che sostiene che i licantropi debbano solo preoccuparsi di salvare le chiappe agli umani.

Il moro si alza dalla sedia, poggiando le mani sulla scrivania, e guardando con celata rabbia il collega. Già che da quando si è svegliato è più che nervoso, con tanta voglia di spaccare tutto, tanto che all'inizio non voleva presentarsi proprio in ufficio, dandosi per malato. E poi viene quel Raeken, a supporre che lui abbia una relazione con il suo partner, e tutto gli riporta in mente Paige.

«Ascoltami bene.» Ringhia, guardando Raeken dritto negli occhi. «Tra me e Stilinski non c'è niente! Lui è solo un ragazzino logorroioco, iperattivo e fastidioso che probabilmente si è fatto raccomandare dal padre, visto che è uno Sceriffo!» Esclama, con gli occhi che si illuminano di blu. «Sono costretto ad averlo come partner, anche se non vorrei! Quindi, sei pregato di andartene!»

Theo annuisce, leggermente intimorito, e se ne va via, quando Derek si accorge che non erano proprio soli. 
Non aveva percepito l'altra presenza, solo perchè era troppo impegnato a non trasformarsi dalla rabbia.

Stiles Stilinski è sullo stipite della porta, che lo sta fissando in lacrime.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"I don't want you to leavewill you hold my hand?"

Stiles continua a guardare il lupo, senza spiccicare parola.
Si sente completamente umiliato.

«Stiles...» Sussurra Derek, mentre l'umano trova la forza di venirgli incontro. I loro volti sono a pochi centimetri di distanza, e il lupo sente chiaramente il forte odore di tristezza e rabbia.

«Ho accettato la tua decisione senza neanche lamentarmi!» Comincia ad urlare il ragazzino, riferendosi a ciò che gli aveva detto Derek quando tornavano dal pub. «Ho cercato di essere il tuo partner in ogni modo, facendomi anche trattare come una cazzo di merda!» Derek chiude gli occhi, sapendo di meritarsi ogni singola parola che verrà fuori dalla bocca del ragazzino. «E sai perchè, mh? Perchè credevo che dentro di te ci fosse del buono, che non era colpa tua se avevi un comportamento così di merda! 
Che in realtà, una volta scalfita la maschera che pensavo tenessi, fossi una persona meravigliosa!»

Gli occhi del ragazzino cercano lo sguardo del maggiore, che invece si ritrova a guardarsi i piedi. «E invece mi sono sbagliato! La verità è che sei semplicemente uno stronzo, egoista e arrogante bastardo! Sai cosa? Domani chiederò subito di cambiare partner, visto che è sempre quello che hai voluto!» Finisce di urlare, con i pugni chiusi, per poi lasciare il licantropo da solo.

Derek sente come se qualcuno gli avesse dato un pugno sullo stomaco...egoista? 
Cora non la penserebbe così, forse. Derek pensa proprio che ha bisogno di andare a casa, visto che ha paura di poter distruggere qualcosa, vista la voglia che ne ha ora. Prende le chiavi della Camaro, e mentre esce incontra Erica. La licantropa scuote semplicemente la testa, delusa, avendo probabilmente sentito tutto. 
Derek abbassa il capo, evitandola, e volendo solamente sparire.

•••

Stiles si passa un braccio sul volto, eliminando tutte le lacrime, pensando con rabbia alle parole di Hale. 
Lui, raccomandato? Per entrare in accademia si è fatto un culo enorme, e ha fatto tutto da solo! Suo padre ha dovuto faticare tantissimo per mettere da parte i soldi per rendere tutto ciò reale. Stiles esce dall'edificio, quando si scontra con una persona, talmente impegnato ad andarsene via il prima possibile.

«Scusa.» Borbotta, ma viene fermato dalla stessa persona, che lo afferra per un braccio.

«Stiles, fermati! Puzzi di tristezza e rabbia, cos'hai fatto?» Malia lo guarda perplessa, con i lunghi capelli casani che le ricadono sulle spalle. «Hai pianto?»

Stiles si ferma, guardandola.

«Tutta colpa di quell'Hale! È solo un bastardo!» Esclama, con la ragazza che lo guarda sorpresa.

«Aspetta, il tuo partner è mio cugino?!»

Stiles strabuzza gli occhi. Malia è una coyote mannara, e gli aveva giá detto che poteva frequentare l'accademia grazie a suo cugino. E questo perché quest'ultimo non voleva che lei facesse la fine delle altre creature sovrannaturali, ossia sfruttate al massimo per difendere gli umani. 
Lui voleva che la ragazza diventasse un agente vero e proprio.

Allora forse il moro non é poi così egoista...

«Derek Hale è tuo cugino?! Ma tu fai di cognome Tate! Tuo padre per caso é imparentato con la madre di Derek?» Ipotizza l'umano, visto che rimane l'unica soluzione, anche se non ha la più pallida idea se il cognome della madre dell'agente sia Tate.

Malia scuote la testa.

«Sono stata adottata, è per questo. Ho scoperto qualche anno fa chi fosse davvero mio padre. Sono anch'io una Hale.» Gli spiega brevemente.

Il ragazzino alza le sopracciglia, pensandoci un attimo.

«Quindi tu sei figlia di...Peter Hale!» 
Lo stupore dell'umano è ora a livelli cosmici. La castana ride.

«Qualcosa mi dice che tu l'hai già conosciuto, comunque sì. A parte il suo lato perverso- che con me non mostra, tranquillo!- è un tipo a posto.»

«Cazzo, devo ancora assimilare il tutto.» Scherza Stiles, quando Malia ora sembra pensierosa.

«Che giorno è oggi?» Gli chiede poi, e Stiles si trova impreparato alla domanda.

«Umh...non lo so? Credo il nove novembre, ma non ne sono sicurissimo.»

Malia spalanca subito gli occhi, facendo preoccupare il castano.

«È l'anniversario della morte della sua famiglia.» Dice semplicemente.

Stiles corruccia le sopracciglia, sperando di aver capito male.

«Cosa?!»

Malia abbassa ora il tono della voce.

«Derek una decina di anni fa frequentava una cacciatrice, Stiles, e ne era innamorato. Tanto da non accorgersi che lei lo stava solo usando per distruggere tutti gli Hale, che a quei tempi erano un Branco davvero molto forte, tutti Alpha.» Inizia a raccontare la coyote, con Stiles che ha la bocca dischiusa, mentre si chiede perchè allora Derek sia un Beta, tra l'altro con gli occhi blu. «La cacciatrice si prese gioco di Derek, dell'amore che lui provava per lei, e un giorno mise a fuoco la loro casa...morirono tutti, tranne ovviamente Derek, sua sorella minore Cora e Peter, mio padre, il quale rimase in coma per diversi anni. Come puoi ben immaginare, Derek s'incolpò di tutto, e non è mai riuscito davvero a superarlo. Ogni anno, in questo giorno, diventa nervoso, irascibile, con l'unico pensiero in testa che è stata tutta colpa sua.» Finisce di raccontare la castana, tristemente. «Il suo comportamento normale é in parte dovuto a questo, e sono sicura che se ti ha detto delle brutte cose...non voleva davvero, prova a capirlo.» Aggiunge poi.

Stiles rimane qualche secondo in silenzio.

«Ma non è stata tutta colpa sua...» Mormora il ragazzino, pensando che quell'accaduto gli sembri stranamente familiare, come se l'avesse già sentito da qualche parte.

Malia annuisce.

«Lo so, Sti, ma lui invece si incolpa di tutto, come se li avesse uccisi lui stesso. Forse dovresti dirglielo...»

«Dirgli cosa?»

«Che non è stata colpa sua.»

Stiles ci pensa un attimo, e realizza anche perchè Derek è stato così stronzo prima. E lui gli ha pure detto a sua volta che è solo un bastardo, stronzo e arrogante, facendolo sentire probabilmente ancora peggio. 
Ora capisce che Malia ha ragione: parte del carattere del moro è grazie a quella cacciatrice, e a ciò che ha causato alla sua famiglia. Così Stiles saluta Malia, entrando nella Jeep e mettondo a moto.

•••

Derek rovescia il divano a terra con un forte pugno, mentre i suoi occhi lampeggiano di blu. Gli ritornano in mente le parole del ragazzino, e ruggisce. Gli sembra come di sentire la voce dei suoi familiari.

"Ci hai ucciso tuDerek..."

I peli cominciano a ricoprirgli il corpo, e le zanne ad uscire, con un forte ringhio.

"Hai permesso a Kate di ammazzarci..."

Derek comincia a far cadere ogni cosa che si presenta nella sua visuale, azzerando la sua componente umana. Non vuole più pensare, non più.

"É tutta colpa tua..."

Il lupo so accascia a terra, pieno di dolore e rabbia verso se stesso. 
Non ha più forze per fare niente, si sente così maledettamente stanco. 
Stanco di tutto e tutti.

E ulula, un ululato disperato e angosciante.

•••

Stiles si trova di fronte alla porta dell'appartamento di Derek, trovato grazie alle indicazioni di Malia. Bussa diverse volte, senza alcun risultato.

«Derek? So che ci sei, aprimi!» Grida l'umano, per poi accorgersi che la porta non è chiusa a chiave.

La apre facilmente, ritrovandosi sull'uscio, e cercando di vedere qualcosa nell'oscurità: le luci sono tutte spente, e una grande tenda bianca copre le vetrate, da dove proviene l'unica debole fonte di luce. L'appartamento sembra davvero grande, e Stiles sussulta: riesce a vedere dei divani, entrambi rovesciati, e un lungo tavolo con tutte le sedie a terra. Ci sono anche un paio di vasi sul pavimento, tutti rotti.

Dio, Derek ha fatto un bel casino.

Il ragazzino cerca di individuare il lupo, e lo trova poco dopo, seduto a terra, con la schiena premuta contro una parte di vetrata. «Derek...» Sussurra, prima di avvicinarsi cautamente al licantropo, inginocchiandosi davanti a lui. Il lupo ha gli occhi chiusi, le guancie rigate dalle lacrime e una maglia semplice nera. Sembra quasi non essersi accorto della presenza dell'umano. «Derek...» Lo chiama di nuovo, indeciso su cosa fare, distante pochi centimetri da lui. Il lupo, a quel punto, apre gli occhi, incredulo. 
Era così concentrato sul proprio dolore che non si era minimamente accorto che Stiles fosse entrato nel suo appartamento.

«Che ci fai qui?» Ha la forza di mormorare, puntando i suoi occhi verdi in quelli nocciola del ragazzino. Stiles nota che il lupo ha gli occhi gonfi, e un tono davvero stanco. Come se facesse fatica solo ad aprire bocca.

«Nessuno merita di essere da solo in un giorno come questo, nessuno.» Risponde semplicemente, abbozzando un sorriso. Derek l'osserva un momento, chiedendosi se sia il suo angelo custode, o qualcosa del genere.
Sicuramente qualcuno deve averlo informato di ciò che è successo in questo giorno anni fa...

«Dopo tutto quello che ti ho detto...pensavo di...di non rivederti più...»

Stiles abbassa un attimo lo sguardo.

«Mia madre è morta, Derek, per una malattia quando ero più piccolo. 
So come ci si sente, so che si possono dire cose che non si pensano davvero, preso dal dolore...»

Derek poi si rende conto che si sta mostrando debole di fronte all'umano. Si era mostrato debole solo davanti ad un'altra persona, che adesso non c'è più, anche se l'aveva subito allontanata. Da quel momento aveva ripromesso di mostrarsi sempre forte, e di nascondere questo lato più debole a tutti. Perchè poi la gente ne può approfittare. Il lupo abbassa il capo.

«Non-non dovresti vedermi in queste condizioni...» Mormora, tirando su con il naso, ed evitando lo sguardo del più piccolo,

«Derek, per me rimarrai sempre e comunque il grande lupo cattivo, okay? Tutti abbiamo questi momenti, tutti siamo un po' umani...ma, se vuoi, me ne vado...» Stiles fa per alzarsi e andarsene, capendo perfettamente che Derek magari voglia essere lasciato solo in una giornata simile, quando...

«No, resta.» Le parole escono fuori al moro in un sussurro, talmente basso che Stiles si chiede se se l'è immaginato oppure. «Ti prego, resta...»

"VattenePaige!" Grida Derekmezzo trasformatoOggi è il nove novembreLa ragazza indietreggia leggermentevenuta nel suo appartamento solo per fargli compagniaErica le aveva detto che oggi sarebbe stato l'anniversario della morte dei suoi genitori.

"Derekio..."

Il lupo  un pugno sul tavolomentre gli escono fuori le zannee anche le lacrimeSi sente fottutamente debolevisto che non é neanche in grado di fermare la trasformazioneVuole stare da solochiede solo quelloPer quanto possa essersi affezionato a quella ragazzanon la vuole accanto in un momento simileNon vuole accanto proprio nessuno.

"Ho detto vatteneVoglio essere lasciato da solo!" Ringhiatanto che Paige capisce che non è il caso di restaree se ne vaDerek non prova neanche a fermarla.

Il sorriso di Stiles forse è l'unica cosa positiva della giornata di Derek, e al momento non si pente affatto di avergli chiesto di restare. «Posso...posso parlarti di mia sorella Laura...?» Prende parola il moro, biascicando, mentre Stiles afferra una mano del lupo nella sua, come per dargli forza.

Le loro dita s'intrecciano, come se fosse la cosa più naturale di tutte.

«Certo, Derek, sono qui. Parlami, non me ne vado.» Lo rassicura l'umano. Derek non ha mai parlato a nessuno di sua sorella. Neanche ai suoi migliori amici.

«Laura era...fantastica.» Inizia a parlare, abbozzando un sorriso, tra le lacrime. «La sorella maggiore che ognuno vorrebbe avere...mi-mi ha insegnato tante cose sull'essere licantropi e-e faceva sempre dei biscotti buonissimi per me e Cora...quando e-eravamo più piccoli...» Si ferma un attimo, chiudendo gli occhi. Stiles passa l'altra mano sulla guancia di Derek, strofinandoci il pollice per togliere via quelle maledette lacrime. «...era molto intelligente, b-bella e c-ci aiutava sempre a studiare...quando litigavo con Cora c-cercava di farci fare pace ogni-ogni volta...»

Stiles sorride tristemente.

«Da come la descrivi sembra una persona stupenda...»

Derek annuisce, con ancora la mano del ragazzino sul suo volto.

«Sì, e prima di...prima dell'incendio avevamo litigato...» Stiles chiude gli occhi, potendo solo immaginare quanto questo possa pesare sul lupo. «Io... io non volevo andare a scuola... e-e mia madre stava dormendo...così chiesi a lei di coprirmi..ma lei-lei non volle... le dissi brutte cose... mi manca c-così tanto...»

E le lacrime raddoppiano, e il licantropo sembra perso in quei ricordi, senza riuscire a trovare una via d'uscita.

«Derek, ascoltami! Non è stata colpa tua! Non potevi sapere che quella cacciatrice volesse sterminare la tua famiglia...eri un ragazzino, Derek...e non potevi sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avresti vista...Laura non avrà di certo pensato che fossi serio...è colpa di quella cacciatrice, di nessun'altro, smettila di incolparti, ti prego...» Lo interrompe Stiles, implorandolo con gli occhi di ascoltarlo.

Derek strofina leggermente la guancia sulla mano del ragazzino, come alla ricerca di maggior contatto.

«È solo che...non riesco a non pensare che lei-lei e i miei genitori potrebbero essere ancora-ancora vivi se non avessi f-frequentato quella donna...» Mormora, con tono spezzato.

Stiles gli alza il volto, guardandolo negli occhi.

«Quella cacciatrice avrebbe cercato un altro piano per distruggervi, e ci sarebbe riuscita lo stesso, Derek! Dovresti solo ringraziare il Cielo se tu e tua sorella minore siete ancora vivi! Pensaci!» Cerca di farlo ragionare.

«Sei un angelo?» Le parole gli escono senza preavviso, e Derek si dà dello stupido, imbarazzandosi al massimo. Stiles fa una risata genuina.

«No, mi dispiace.»

Poi il ragazzino aiuta il lupo a rimettere a posto il salone, e una volta finito si rende conto che è quasi ora di cena. Isaac lo starà aspettando affamato, già tanto che non l'ha chiamato per chiedergli dove diavolo sia.

«Ehi, Sourwolf, io ora devo andare che il mio coinquilino mi aspetta... ci si vede, allora.» Lo saluta, e fa per andarsene, quando una mano lo afferra per un braccio, tirandolo a sè. Stiles si ritrova abbracciato al lupo, più che sorpreso. I loro corpi sono attaccati, e l'umano poggia il mento sull'incavo del collo del maggiore.

«Grazie, Stiles. Non...non pensavo davvero quelle cose che ho detto su di te...scusa.» Gli sussurra Derek all'orecchio, mentre il ragazzino resta un altro po' tra le sue braccia.
Ci starebbe per sempre.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


"But you can't stay away from me."

Derek apre gli occhi a causa della sveglia, e il suo primo pensiero è che ha solo voglia di dormire ancora. 
La sera precedene, appena se n'è andato via Stiles, ha finito di sistemare le ultimissime cose, per poi andarsene subito a letto, senza neanche cenare. Eppure Derek non ha proprio voglia di alzarsi, così rimane steso tra le coperte del grande letto matrimoniale. Manda un veloce messaggio alla segreteria dell' FBI, dicendo che si prende un giorno di ferie. Ne ha così tante da usare, che non gli possono dire nulla.

Il sole filtra attraverso la grande finestra della sua camera, e Derek si rigira nel letto diverse volte. In realtà non va al lavoro soprattutto perchè ha paura di affrontare Stiles. Derek si è mostrato davvero debole con lui, ed è come se si fosse messo a nudo sotto i suoi occhi, mettendolo a conoscenza di tutti i suoi punti deboli. Quindi il lupo è spaventato da ciò, non riuscendo a fidarsi di nessuno. Già tanto se riesce a fidarsi di Erica e Boyd, dopo quello che è successo. E, anche se Stiles non volesse usare le debolezze contro lui, non lo prendesse più sul serio?

Dio, ma perchè gli ha chiesto di restare?

È proprio per queste domande senza risposta che non aveva fatto rimanere Paige. Che, in fondo, Derek ieri sera ha fatto un vero e proprio atto di fiducia. Chiedendogli di restare è come se gli avesse detto "Eccomi, sto cadendo a pezzi, ma mi fido di te, so che non ne approfitterai'. Il lupo affonda la testa nel cuscino, grugnendo, con la convinzione che almeno quell'oggi non vedrà l'umano, e più gli sta lontano meglio è, per entrambi.

•••

Stiles, dopo le lezioni mattutine, vuole passare un attimo in ufficio, per accertarsi che Derek stesse meglio. Così ora s'incammina nei corridoi, diretto verso l'ufficio dell'Hale, quando lo trova completamente vuoto. Resta un attimo fermo, come nella speranza che il lupo comparisse da un momento all'altro, riflettendo poi che probabilmente il moroè già andato a pranzare da qualche parte.

«Cerchi Hale?» Parla una voce alle sue spalle, facendolo letteralmente sobbalzare. «Non si è fatto vivo questa mattina.» Stiles si ritrova faccia a faccia con l'agente che stava parlando l'ultima volta con il moro. Theo Raeken, così legge dal suo distintivo.

«Ah, okay.» Mormora, sovrappensiero, facendo allora per andarsene.

«Probabilmente starà sorridendo al pensiero che parte della sua famiglia è morta, visto com'è fatto.» Ridacchia Theo, tra sè e sè. Il ragazzino però sente tutto, e in pochi secondi si ritrova a pochi centimetri dal volto dell'agente. Stiles stringe i denti, sentendo dentro di sè montanare la rabbia.

«Tu non sai neanche come cazzo è fatto, quindi evita di aprire la bocca per sparare cazzate del genere!» Abbassa leggermente il tono, notando che qualche agente si sta incuriosendo della loro conversazione. Theo alza le sopracciglia, ghignando.

«Chi saresti tu, per dirmi queste cose?» Lo provoca.

«Qualcuno con un cervello, anche se non so se tu abbia idea di cosa sia.» Lo prende in giro Stiles, guardandolo male, mentre il ragazzo stringe le mani a pugno. Poi incenerisce il ragazzino con lo sguardo, e volta le spalle, andandosene via.

«Stiles! Sei stato fantastico!» Esclama Erica, sbucata dal nulla, saltando addosso all'umano per stritolarlo in un abbraccio. Stiles scoppia a ridere, cercando di non perdere l'equilibrio.

«Perchè tutta quest'emozione? Gli ho solo risposto a tono!» Le chiede Stiles, notando anche le faccie sorprese di chi ha ascoltato lo scambio di parole tra l'agente Raeken e Stiles.

«Stiles, nessuno gli ha mai risposto, è questo il punto! Tutti qua lo temono, visto che è il migliore dopo Derek, quindi ha un certo potere qui...per fortuna con me non ha mai dovuto avere niente a che fare!» Gli spiega brevemente la bionda.

«Io non riesco mai a stare zitto in certe situazioni.» Ammette il ragazzino, grattandosi il capo. Erica lo guarda più che intenerita.

«Lo vedo, tesoro, e sono davvero sorpresa che tu abbia preso le difese di Derek, dopo quello che ti ha detto...»

Stiles s'imbarazza un poco.

«Er, io e Derek abbiamo...chiarito. Sua cugina mi ha informato di che giornata fosse ieri, e sono andato a trovarlo...l'ho lasciato sfogare un po', e si è anche scusato!» la informa il ragazzino, quando si accorge che Erica lo sta guardando come se fosse un extraterrestre.

«Aspetta...mi stai dicendo che...Derek ti ha fatto rimanere con lui?!» Il tono più che sorpreso. 
Stiles corruccia lo sguardo.

«Sì, gli ho anche detto che se voleva me ne sarei andato...ma lui mi ha chiesto di rimanere. Mi ha anche parlato di Laura...»

Adesso la licantropa ha gli occhi completamente spalancati, incredula.

«Stiles...non ha mai raccontato neanche a me di Laura... non ha mai voluto nessuno con sè in momenti simili...non ha mai mostrato a nessuno le sue debolezze...» Sussurra la bionda, fissando un punto fisso, mentre Stiles assimila tutto ciò. Perchè, allora, a lui Derek ha chiesto di rimanere? 
In un certo senso, si sente davvero fortunato che Hale si sia aperto così tanto con lui.

«Credi che è per questo che oggi non sia venuto? Perchè ha paura di vedermi? Visto che quando me ne ero andato sembrava stare già meglio...» Ipotizza l'umano, guardando di nuovo l'ufficio vuoto del moro.

«Credo proprio di sì, visto che è la prima volta che si mette a nudo davanti a qualcuno...cazzo, sono tremendamente sconvolta.» Risponde Erica, per poi tornare nel suo ufficio, più pensierosa che mai. Sembra anche che abbia visto un fantasma.

•••

Stiles torna a casa, dopo aver pranzato fuori con i gemelli e Malia, trovando l'appartamento vuoto: anche oggi Isaac ha i turni al bar, fino all'ora di cena. 
Si toglie la giacca bianca, indossando una maglietta rossa semplice, con l'intenzione di andare a trovare il licantropo. Vuole parlargli, e accertarsi del vero motivo per il quale quella mattina non è venuto, anche praticamente è sicuro di saperlo.

Sta quindi per uscire di casa, quando il computer emette un trillo fastidioso: qualcuno lo sta chiamando con Skype. Spera sia Scott, così può liquidarlo facilmente. Invece Stiles si ritrova a sospirare alla vista del nome della sua ragazza, e accetta la chiamata. Lydia appare davanti a lui, in accappatoio.

«Ehi, Sti, ho appena fatto la doccia...e mi sono accorta di aver tempo per una videochiamata! Manchi tantissimo.» Esordisce la rossa, avvicinandosi allo schermo del computer, come se potesse in qualche modo attraversarlo e trovarsi davanti al castano.

«Lyds, manchi tanto anche tu...hai fatto bene a chiamare.» Mente all'ultimo Stiles, visto che era già pronto a salire sulla Jeep, con l'appartamento di Derek come destinazione.

«Già, poi pensavo a cosa mi avevi detto su una possibile soluzione della nostra lontananza...ti ascolto.»

Stiles arrossisce di botto. È il momento di mettere in pratica il consiglio dell'Hale...

•••

Derek si sta allenando, facendo una sessione di flessioni, quando sente suonare al campanello. Guarda l'orologio, e immagina sia arrivata la pizza che aveva ordinato, visto che l'ora è quella. Così non spreca neanche tempo ad annusare l'odore dell'estraneo, per muoversi ad aprire la porta: sta morendo di fame! Appena la apre, però, si ritrova a sussultare: davanti a lui c'è Stiles Stilinski, con due pizze in mano. Derek vorrebbe quasi sbattere la sua testa contro il muro, visto che più cerca di evitare il ragazzino, più se lo ritrova fra i piedi!

«Stiles...umh...cosa ci fai qua con la pizza?» Inizia a parlare il moro, mentre il castano entra senza farsi troppi problemi, dopo aver notato fin troppo attentamente che Derek non ha la fottuta maglia, ed è pure sudato.

«Ma tu apri a tutti con i pettorali sparanti al vento?! Oh, la pubertà, questa sconosciuta!» Esclama Stiles, arrossendo, come se non avesse apprezzato la bellissima vista.

«Sai com'è, mi stavo allenando, e aspettavo che qualche sconosciuto mi portasse le pizze!» Si giustifica Derek, andando a prendere la maglia che aveva lasciato sul divano. «Ma poi, scusa, ti dà fastidio?» Aggiunge, ghignando, e avvicinandosi pericolosamente al ragazzino, con quegli occhi verdi magnetici che immobilizzano sul posto il castano.
Stiles boccheggia, allontandosi di scatto come se ci fosse una sorta di campo magnetico, e lui e Derek fossero due poli uguali.

«N-no! E, comunque, sono venuto qua per un motivo ben preciso...» Prende con la spiegazione, quando si rende conto che ha ancora i cartoni di pizza in mano, e li guarda un attimo. «e...beh, ho incontrato il ragazzo delle pizze qua sotto, che a quanto pare doveva consegnare una margherita ad un certo Derek Hale, così gli ho detto che l'avrei portata io a te, pagando anche, soldi che non voglio indietro, comunque, e...»

«Aspetta» Lo interrompe il lupo, già con il mal di testa. «Io avevo ordinato solo una pizza, non due.»

Stiles sfugge dal suo sguardo.

«Okay, forse, ma dico forse eh, ho notato avesse anche altri ordini con sè...e gli ho chiesto se poteva vendermi un'altra pizza...» Poi si ferma un secondo, assottigliando gli occhi «E potrei, dico potrei, averlo minacciato con un coltellino quando ha esplicitamente risposto che non poteva...»

«Stiles!» Esclama Derek, tra lo scioccato e il divertito.

Stiles posa i cartoni sul tavolo, allargando le braccia: «Avevo fame, okay?!?! Poi sono dell'FBI, non mi può denunciare! Gli ho dato comunque i soldi!!» Cerca di passare dalla parte della ragione, mentre Derek fa di tutto per trattenere una risata.

«Okay-okay. E adesso spiegami perchè sei qua.»

Stiles comincia a girellare per il salone, iperattivo come al solito. Derek incrocia le braccia al petto.

«So che non sei venuto in ufficio per non incontrami, Derek, il che è abbastanza stupido, visto che questa stamattina avevo lezioni...quindi, insomma, non mi avresti visto uguale!» Inizia a straparlare, senza mai fermarsi un attimo dal muoversi. «Dovrei esserne offeso, lo so, ma so che vuoi evitarmi per quello che è successo ieri sera! Derek, so quanto possa essere difficile mettersi a nudo davanti a qualcuno, e sono contentissimo che tu ti sia aperto così tanto con me! Ma non devi averne poi paura, o timore...» Derek sta ascoltando in silenzio, mentre i suoi occhi seguono i movimenti della figura dell'umano. «...ti posso capire, perchè anch'io all'anniversario della morte di mia madre divento abbastanza intrattabile...e una volta Lydia, quando ancora non era la mia ragazza, mi venne a trovare a casa...cercai di cacciarla via, in tutti i modi, ma lei non mi volle ascoltare..»

Si ferma un attimo, mentre Derek si massaggia le tempie, convinto che gli verrà un mal di testa nonostante sia un lupo mannaro...l'umano si muove come una trottola impazzita. «....quella sera piansi come una femminuccia addosso a lei, e avevo una cotta stratosferica per lei, così il giorno dopo me ne imbarazzai talmente tanto che ero convinto che non mi avrebbe più rivolto parola, o che mi avrebbe preso in giro... invece non fu affatto così. Sai cosa mi disse?» 
E, detto questo, Stiles si avvicina leggermente a Derek, cercando il suo sguardo, e cominciando a gesticolare. «Che sono le nostre debolezze a renderci umani, e non dovremmo vergognarcene! Dovresti essere contento che hai anche l'umanità, Derek, e non devi credere che questo accaduto possa aver cambiato il mio pensiero su di te! Cioè, penserò sempre che sei un badass e che sei uno dei licantropi più forti che conosco...insomma, Scotty, il mio migliore amico, si è messo a piangere guardando Titanic, ed è un True Alpha! Quindi, ecco...»

«Stiles.» Lo ferma Derek, con tono fermo. Il ragazzino smette di parlare, aspettando che il moro gli dica qualcosa. «Possiamo mangiare, adesso? Prima che le pizze si freddino del tutto.» Lo supplica, sentendo quasi il suo stomaco brontolare, e le sue orecchie chiedere pietà.

«Quindi, hai capito ciò che ti voglio dire...?«

Derek sospira. «Sì, Stiles, e ti ringrazio per essere restato...adesso, però, mangiamo.»

Stiles sorride, sistemandosi a tavola, per poi messaggiare un attimo Isaac.

(20.10) Dovrai prepararti da solo la cenami dispiace!

(20.11) Coooosa?! Per chi mi hai abbandonato? :( Isaac.

(20.11) Non ci crederai maima sono a mangiare la pizza con Hale.

(20.12) ...difendeti il culettoalmeno per Lydia ;) Isaac.

(20.12) Cretino!

Derek s'accinge a mangiare la sua amata pizza, quando si rende conto che Stiles non sa stare zitto neanche durante i pasti, finendo per parlare mentre mastica:

«Quell'agenne bionno è tronto!» Biascica, sputacchiando, con Derek che alza un sopracciglio.

«Ti hanno mai insegnato, da piccolo, che si parla solo dopo aver finito di masticare?» Lo riprende il moro, come se Stiles fosse un bambino piccolo. 
Il castano, in risposta, gli fa la linguaccia, per poi fare come suggerito.

«Dicevo che quell'agente biondo è stronzo! Raeken, mi pare.»

Derek corruccia lo sguardo.

«Perchè? Ci hai parlato?»

Stiles annuisce.

«È lui che mi ha detto che non eri proprio venuto in ufficio, quando sono venuto là per vedere se stessi meglio... comunque, ha detto una cattiveria su di te, che non ti voglio riferire, e gli ho fatto capire che deve stare solo zitto!»

Derek smette di mangiare, fissando il ragazzino davanti a sè.

«Aspetta, tu hai preso le mie difese? Davanti a Raeken?» Chiede, destabilizzato.

Stiles annuisce di nuovo, abbozzando un sorriso.

«Sono il tuo partner, no? È questo che si fa, ci si prende cura l'uno dell'altro.» Afferma, vagamente imbarazzato, per poi abbassare lo sguardo sulla pizza.

Derek resta in silenzio qualche secondo, colpito dalla parole dell'umano, per poi increspare le labbra in un sorriso.

«Già, hai ragione.» Si ritrova ad ammettere, per poi annusare più attentamente l'odore dell'umano: sa di...sesso. O meglio, più di sperma che altro. «Stiles...» Attira poi l'attenzione su di sè il moro, alzando un sopracciglio. L'umano lo guarda ingenuamente.

»Sì, Derek?»

«Non dirmi che ti sei fatto una sega appena prima di venire qua...» Il tono del moro si abbassa, e Stiles rischia di mandare di traverso un pezzo di pizza, tossendo qualche secondo. 
È tutto rosso.

«Beh...»

«Beh cosa?!»

«Ti ricordi...quella cosa che mi avevi suggerito di fare con la mia ragazza?»

Derek annuisce.

«Sì, il sexting.»

«Ecco...» Arrossisce ancora di più, e Derek lo trova fottutamente adorabile, quando s'imbarazza per così poco. «l'abbiamo provato...»

Derek assimila le parole del ragazzino, trovandosi a reprimere un inaspettato e debole ringhio.

«Sono contento per voi.» Dice semplicemente, anche se non lo pensa davvero, e sente anche l'odore di felicità provenire dal ragazzino, mentre questo gli spiega che adesso almeno litigheranno di meno. E Derek si ritrova a pensare che Stiles deve essere davvero innamorato della sua ragazza, ritrovandosi anche ad invindiarlo.

«...Ei, lupone, mi stai ascoltando?» Gli fa d'un tratto Stiles, e Derek si risveglia dai suoi pensieri.

«Umh, dicevi?»

E Stiles attacca a parlare a macchinetta, di una squadra di baseball, e Derek si ritrova a contraddirlo ogni secondo, come una vecchia coppietta di sposini.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


"I'm in love with your body."

«Stiles, dopo pranzo ti porto al poligono.» Il tono di Derek non ammette repliche. Stiles è seduto dietro la scrivania del proprio ufficio, più che annoiato. Stanno aspettando entrambi un nuovo caso, e al momento non hanno nulla su cui impegnarsi. 
Il castano porta lo sguardo annoiato sul licantropo, che si è affacciato alla porta.

«E se avessi già da fare?» Replica il ragazzino, anche se non è vero, ma non gli piace che le cose gli vengano imposte e non chieste con gentilezza. Peccato che da Derek non può aspettarsi altro. Il moro si accorge ovviamente che è una bugia, e gli spiega brevemente il motivo:

«I casi che ci hanno assegnato fin'ora sono piuttosto semplici, di solito la polizia se ne occupa...solo che tu non ne avevi mai risolto uno, quindi ci hanno facilitato...ma Hook ha deciso che è il momento di complicarci la vita, visto che io sono-a detta sua- il miglior agente, quindi aspettati anche serial killer ancora in circolazione, chiaro?»

Stiles socchiude gli occhi, indeciso se essere leggermente preoccupato, emozionato o sorpreso dal fatto che dalla bocca dell'agente siano uscite tutte quelle parole.

«E questo, cosa c'entra?» Chiede dopo qualche secondo, con Hale che lo guarda come se fosse stupido.

«Stiles, non hai ancora fatto i corsi di addestramento dell'accademia...un assassino potrebbe stenderti facilmente, e devi anche imparare a sparare mentre sei in movimento.» Risponde, con tono ovvio, offendendo vagamente il ragazzino.

«Ehi! Stai forse dicendo che sono debole??» Fa un piccolo broncio, mentre Derek alza gli occhi al cielo.

«Un altro giorno ti insegnerò anche alcune tecniche di combattimento corpo a corpo.» Decide il moro, senza rispondere alla domanda del castano, per poi sparire da dov'è arrivato. 
Stiles sbuffa, sentendosi sottovalutato, per poi tirare fuori il telefono. 
Aveva parlato con suo padre quella mattina, e John gli aveva fatto capire chiaramente che doveva trovarsi un lavoretto, come ha fatto Isaac.

L'accademia costa parecchio, e anche l'appartamento non è gratis. Stiles sbuffa di nuovo, che potrebbe mai fare? Dogsitter? Non ha mai avuto un cane in tutta la sua vita, non è proponibile. Babysitter? Odia i bambini piccoli, soprattutto quelli che piangono sempre, quindi anche questo è improponibile. Stiles, allora, decide di chiedere a Ethan. Lui ha un sacco di conoscenze in città, e forse gli può dare una mano. Di solito gli risponde anche quando è a lezione.

(11.30) Amicomi serve un lavorettoNiente dogsitter o babysitter...puoi aiutarmi?

(11.40) Ce l'hoinizi già staseraEthan

•••

Derek e Stiles arrivano al poligono con la Camaro, e il lupo si ritrova a pensare che si sta di nuovo preoccupando alla sicurezza del ragazzino. Allontana immediatamente il pensiero, per poi concentrarsi sul castano, che sta saltellando attorno a lui emozionato. I suoi occhi color nocciola luccicano, e alcuni agenti si sono girati a guardarli.

«Stiles, hai la tua pistola?» Gli chiede Derek, incamminandosi verso una delle tante porte. Il ragazzino lo segue ciecamente, annuendo. «Sì, eccola!»
E la tira fuori, rischiando quasi di farla cadere, riprendendola all'ultimo. 
Derek ridacchia, di fronte alla sua solita sbadataggine.

«Adesso dovrai entrare dentro, e seguire semplicemente il percorso. 
Ci saranno delle figure che spunteranno all'improvviso, e tu devi sparare loro prima che scompaiano, ma solo se sono cattivi, chiaro? Troverai una porta all'uscita.» Gli spiega Derek, spingendolo verso la porta in questione. Stiles tentenna.

«Perchè scompaiono? E dove diavolo sbuco alla fine?»

«Se scompaiono vuol dire che ti hanno ucciso prima che tu possa averlo fatto. Ti ritroverai in uno dei corridoi a sinistra dell'edificio, ti aspetterò all'uscita.» Lo liquida il lupo, mentre Stiles indossa gli occhialini e le cuffie che il licantropo gli aveva dato, impugnando bene la pistola.

«Okay, ce la puoi fare, Sti» Borbotta tra sè e sè, richiudendosi la porta alle spalle. Si trova dentro una stanza, con raffigurato un paesaggio finto, a mo' di sagome. C'è la sagoma di una casa in campagna, che sembra vecchia, e di un campo di grano. Mentre, alla sua sinistra, c'è solo il campo. La stanza non è molto illuminata, e Stiles fa qualche passo in avanti, guardandosi intorno come estrema attenzione: darà il suo massimo.

•••

Okay, forse non è andata esattamente come si aspettava. Quando la prima sagoma è sbucata fuori, era un cowboy. Ma uno di quei cowboy grassocci e paffuti, con dei baffi anni ottanta, il che ha portato a ridere il castano.

«Ma tu da dove diavolo ah ah ah spunti?! Ah ah!»

E poi è scomparso. Ops. Allora Stiles si è autoconvinto che poi sarebbe stato molto più bravo, con la mano già premuta sul grilletto. 
Così, alla sagoma dopo, si è ritrovato a sparare immediatamente, dallo spavento che gli ha fatto venire...era una bambina. Stiles si è ritrovato anche a scusarsi, per poi darsi automaticamente dello stupido.

Poi, camminando, ogni tanto è riuscito a beccarne uno, quando poi la stanza si è fatta improvvisamente più buia, con delle sole lucine a terra. 
Come se fosse notte. 
E sono cominciati a spuntare...degli alieni! I primi hanno fatto quasi morire di paura Stiles, il quale non se lo aspettava, e ha forse sparato a caso, forando anche il campo di grano. 
Ma erano davvero inquietanti, e Stiles, spaventato com'è dell'horror, ha urlato in modo poco virile, scappando da quei cosi.

Insomma, adesso Derek sta ridendo accanto a lui, mentre Stiles cerca ancora di riprendersi da quegli esseri demoniaci. Il lupo ha sentito tutto, compresi gli urli da ragazza del castano, e ha immaginato tutto.

«Smettila di ridire!» Stiles gli tira uno schiaffetto sul petto. «Quegli esserini mi fissavano! Con gli occhi rossi, Cristo!»

Derek smette piano piano di ridacchiare.

«Ho capito, dovremo puntare più sul combattimento corpo a corpo.» Conclude, incamminandosi verso l'uscita. «E adesso ti riporto a casa.»

•••

Derek sente il campanello suonare, e si chieda chi diavolo possa essere. 
Ha accompagnato Stiles a casa da poco, e vorrebbe solo rilassarsi un attimo sul divano. Annusa l'odore che proviene fuori dalla sua porta, e riconosce quello della propria migliore amica. Alza gli occhi al cielo, chiendosi cosa abbia in mente ora la licantropa. Le va subito ad aprire, ed Erica si fionda dentro senza troppe parole.

«Cosa vuoi, Er?» Le chiede direttamente il lupo, non aspettando affatto una sua visita. Erica si sistema i capelli biondi, per poi guardarlo negli occhi.

«Stasera io e Boyd ti portiamo a rimorchiare, Der, è da troppo tempo che non scopi! Poi il tuo carattere burbero ne risente.» Parla la licantropa, senza troppi giri di parole. 
Derek incrocia le braccia al petto.

«E tu che ne sai, che stanotte non ho dormito con qualcuno?» Chiede, con tono di sfida. Erica alza le sopracciglia.

«Non puzzi di sesso, Derek, mi dispiace.»

«Mh, non ho scelta, vero?» Indovina il lupo, sapendo bene quanto può essere asfissiante Erica, quando vuole ottenere qualcosa. E Boyd, purtroppo, lo sa anche meglio. Lei infatti sorride.

«Der, lo faccio per il tuo bene, magari conosci anche qualcuno di interessante! Qualcuno che non lavori con te.» Sottolinea bene l'ultima frase, facendogli intendere che capisce le sue paure, le sue preoccupazioni, ma che il lupo può comunque lasciarsi andare con qualcuno che non sia costantemente in pericolo. 
Derek sospira.

«Okay, dove mi volete portare?» Accetta, nonostante non ne sia davvero convinto, ma alla fine al massimo passerà la notte con qualcuno, soddisfando il proprio corpo.

Erica si fa pensierosa.

«Che preferisci oggi? Uomini o donne?»

Il lupo ci pensa attentamente.

«Vada per il solito pub gay.» Decide poi, abbastanza indifferente. Ce ne sono solo due nelle vicinanze, ma uno sta andando in bancarotta.

«Okay, allora io dovrò stare attenta a chiunque si avvicini al mio Boyd, nessun problema!» Esclama la bionda, contenta di aver convinto così facilmente Derek a uscire per rimorchiare qualcuno. In realtà il lupo ha avuto parecchie storie da una notte, dopo quello che è successo, ma ultimamente è stato più preso dalla faccenda del nuovo partner. 
Da Stiles Stilinski.

•••

Stiles porta velocemente dei bicchieri di vodka a uno dei tavolini del pub, cercando di non far cadere tutto. 
C'è anche un bancone per l'alcol, in realtá, ma molti preferiscono farselo servire al tavolo. Più avanti c'è un palchetto, dove c'è una sorta di band, e uno spiazzo per ballare. Qualcuno sta già ballando a ritmo di musica, ma la maggior parte è ancora a bere, mangiare o a stare seduta sulle poltrone e sui divani. Questo é uno dei pub più belli che Stiles abbia mai visto, e si ricorda ancora la conversazione telefonica avuta con Ethan di qualche ora prima...

"Stiercano un cameriere in un pub gayla paga è profumata...e potresti anche ricevere delle mance..."

Stiles poggia il vassoio sul tavolino, ricevendo occhiate apprezzanti, per poi tornarsene al bancone, pronto per il prossimo ordine.

"Ethan...Dioho anche una ragazza...giusto perchè ho davvero bisogno di soldi..."

Mark, il bel ragazzo dietro al bancone, sta preparando delle Malibù, e Stiles non sa proprio cosa fare nell'attesa.   

«Stiles.» Si sente chiamare, con un tono che traspare leggero stupore. 
Il castano si gira, alla ricerca della voce dannatamente sexy che ha pronunciato il suo nome, convinto di averla già sentita da qualche parte...
e poi lo vede.

Derek Hale è seduto su uno dei divanetti, con in parte una luce fucsia addosso, che lo rende ancora più attraente di quello che è. Il lupo ha in mano un bicchiere mezzo pieno, ed è seduto comodamente, con un braccio muscoloso steso lungo il bracciolo. Inoltre, il lupo indossa una maglia praticamente trasparente, che fa vedere ogni singolo muscolo là sotto.

Poi Stiles si risveglia, cercando di guardare il licantropo negli occhi. 
Bei occhi verdi.

«Umh, ciao, Derek...cosa diavolo ci fai qui?!» Chiede, come se non fosse abbastanza ovvio. Derek, dal canto suo, non si fa troppi problemi a fissare il corpo del ragazzino: Stiles è stato costretto a vestirsi con dei semplici jeans neri attillatissimi, ed è a petto nudo. Nonostante la scarsa luce, si vedono comunque i suoi molteplici nei su quella pelle lattea. E i muscoli appena accennati.

Il lupo lo sta fissando da quando lui è arrivato qua, dopo lo stupore iniziale. Non sapeva che Stiles facesse il cameriere in un pub gay. Erica e Boyd sono troppo impegnati a ballare, per essersi accorti della presenza dell'umano. Il battito del ragazzino è accelerato, e Derek sente un lieve odore di eccitazione.

«Sono bisessuale, Stiles. Perchè accontentarsi di un solo sesso, quando si possono avere entrambi?» Ora si sente come suo zio Peter, visto che di solito è lui il tipo da discorsi simili.

Già, è uno come te potrebbe avere chiunque, si ritrova a pensare Stiles, cercando ancora di metabolizzare il fatto che Derek non sia eterosessuale...e chi l'avrebbe mai detto? É scioccante questa scoperta.

«La tua ragazza lo sa che sei bisessuale?» Aggiunge poi il lupo, con tono indifferente, continuando a fissarlo. Stiles quasi si strozza con la sua stessa saliva, boccheggiando.

«Io bise-bisessuale?» Riesce a spiccicare parola, con Derek che alza un sopracciglio.

«Stiles, sei cameriere in un pub gay, mi sembra piuttosto evidente.»

«Giuusto. Comunque sì, lo sa...ma non del lavoro, mi ucciderebbe! È piuttosto gelosa.» Ridacchia imbarazzato il castano. «Sai, ho bisogno di soldi...per l'accademia e l'appartamento, quindi mi farà comodo lavorare qua, ogni tanto.» Gli spiega Stiles, per poi sentirsi chiamare da Mark. «Ora devo andare, ugh, divertiti!» Saluta il lupo, per poi voltargli le spalle e dirigersi verso il bancone, pronto per portare a uno dei tavoli un'altra ordinazione.

E Derek non può che apprezzare la vista del didietro del ragazzino, fasciato perfettamente da quei dannati jeans. Dio, non ha mai trovato così sexy e attraente il suo partner. 
Sì, a pensarci ammette che Stiles ha una bellezza particolare, di quelle che ti colpisce piano piano, sempre di più...ma l'ha visto sempre in maglie normali o in felpe, invece adesso l'umano è molto provocante.

Stiles, nel frattempo, continua a servire altri drink, sentendosi però sempre lo sguardo del lupo addosso. 
Deglutisce diverse volte, per poi avvicinarsi di nuovo al bancone. Adesso Mark non sta facendo nulla, e guarda il ragazzino:

«Stiles, c'è uno che ti sta fissando da quando ha messo piede qua dentro...è davvero sexy.» Gli sussurra Mark, e il ragazzino si gira verso il lupo. 
Non dovrebbe aver sentito nulla, visto il casino e la musica.

«Ugh, no, fidati è solo il mio collega, ed è già tanto se mi sopporta! Inoltre sono fidanzato!» Ridacchia Stiles, imbarazzato. Non crede davvero che uno simile possa trovare davvero sexy un ragazzino come lui. Derek si porta il bicchiere alla bocca, senza distogliere neanche un attimo lo sguardo dalla figura dell'umano. Lo guarda come una preda guarda la propria vittima... il castano rabbrividisce.

Intanto dei ragazzi si siedono sui divani, accanto a Derek, e uno in particolare sembra interessato a ciò che sta facendo il lupo.

«Già, è sexy quel ragazzino.» Parla un biondino, avendo notato lo sguardo del licantropo su di lui. Derek si ritrova a ringhiare. «Tutto tuo, tranquillo!» Aggiunge poi il ragazzo, vagamente spaventato.

«È solo il mio collega.» Gli fa Derek.

«Beh, io non mi vorrei fare i miei colleghi.» Scherza il biondo, per poi tornare a parlare con i suoi amici, capendo che non riuscirà a distogliere l'attenzione del moro da quel ragazzino.

«Ehi, Derek...come va la serata?» Gli si avvicina dopo un'oretta Stiles, impacciatamente. Si sente come messo sotto i raggi X. Il lupo finisce di bere il drink, nonostante non gli farà alcun effetto.

«Non mi lamento.» Risponde semplicemente, anche se non ha proprio provato a rimorchiare nessuno. Non si è neanche alzato per andare a ballare.

«Umh, non guardarmi così.» Lo prega dopo qualche secondo il castano, abbozzando un sorriso più che imbarazzato. Il licantropo alza un sopracciglio.

«Così come, Stiles?»

«Come se...avessimo appena fatto sesso.» Riesce infine a dire, arrossendo a dismisura. 
Derek rimane impassibile.

«Perchè, Stiles, ti dà fastidio come ti guardo?» Chiede il lupo, con voce roca, che Stiles trova estremamente sexy. Boccheggia, come alla ricerca di ossigeno.

«Io...ugh, devo andare!» Mente, sapendo bene che il licantropo ha capito che è una bugia, e scappa al bancone.

«Derek, eccoti! Andiamo? Prima hai rimorchiato qualcuno almeno, visto adesso che sei solo soletto?» Erica fa la sua improvvisa comparsa con Boyd, tirando su Derek per un braccio. 
Il lupo scrolla le spalle, lanciando una lunga occhiata a Stiles, prima di incamminarsi verso l'uscita con i suoi amici.

«Nesuno d'interessante.»

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


"But darling just kiss me slowyour heart is all I own."

Derek monta in macchina di Boyd, lasciando ad Erica il posto accanto al guidatore. Il lupo appoggia il capo sul finestrino, non riuscendo a togliersi dalla testa l'immagine di quel ragazzino. Boyd mette in moto, e la licantropa fissa qualche secondo Derek, per poi tornare a guardare davanti a sè.

«Derek, ci siamo accorti che c'era anche Stiles, soprattutto del modo in cui l'hai guardato tutta la sera...è colpa sua se non hai rimorchiato nessuno.» Parla improvvisamente la bionda, facendo sussultare il moro. 
Derek guarda fuori dal finestrino, distinguendo le luci dei lampioni da quella debole della luna.

«Che dovrei dirti, Erica?» Sospira il lupo, sentendosi già abbastanza confuso di suo.

«Forse dovresti ammettere che sei attratto da lui, Derek.» Gli suggerisce la licantropa, con tono serio.

«Sì, okay, ho appurato che mi attrae fisicamente, sei contenta?» Sbuffa, sapendo che la bionda deve averla sempre vinta, altrimenti non dà pace. Erica fa un sorrisetto, che però il moro non può vedere.

«Non solo fisicamente, Derek.» Il suo tono sembra non ammettere repliche.

Derek alza un sopracciglio, continuando a guardare le luci dei lampioni, che si mischiano fra di loro.

«E questo in base a cosa lo affermi?»

Erica resta qualche secondo in silenzio, e il moro pensa di averla spuntata, quando...

«Gli hai chiesto di restare, nell'anniversario dei tuoi genitori. Non ha mai voluto con te neanche noi...» Mormora Erica, vagamente offesa. Boyd resta in silenzio, essendo un tipo piuttosto silenzioso e pacifico, che vuole restare lontano dalle discussioni. Il moro chiude gli occhi, pensando bene alla risposta, visto che non è facile per lui confidarsi. 
Mettere a nudo i proprio pensieri.

«Io...non so davvero perchè l'ho fatto. Lui era , dopo tutto che gli ho fatto e detto, nonostante me...ed era lì per me, per ascoltarmi...non so, mi sembrava la cosa giusta...»

Tiene ancora gli occhi chiusi, facendosi cullare dal movimento della macchina.

«Quindi ti fidi di lui?»

«...non lo so, vorrei, ma sai quanto è difficile per me fidarmi di qualcuno.»

«Stiles è diverso, non è così?»

Derek abbozza un sorriso.

«Già, per un certo senso mi ricorda tremendamente Paige, entrambi mi tengono testa, mi rispettano come un agente vero e proprio e vogliono mostrarsi coraggiosi, forti, testardi...» Smette un attimo di parlare, perso nei ricordi della ragazza. «...ma d'altra parte Stiles è completamente diverso...diverso da tutti. Credo sia il ragazzino più logorroico, iperattivo  e sarcastico che conosca.» Increspa le labbra in un piccolo sorriso. «E lo invidio, perchè gli sono capitate anche a lui cose brutte, Erica, e riesce ancora a sorridere sempre, non so come fa...io non ci riesco...ed ho paura, perchè lo sai, non posso permettermi di affezionarmi a lui in nessun modo, e ho paura perchè non ho mai incontrato una persona simile...»

Derek smette di parlare, pensando al fatto che abbia notato davvero Stiles solo quella sera, quando lui gli ha parlato di Laura. Sì, probabilmente Stiles ha un carattere con cui il moro fa costantemente a pugni, ma dentro è una persona stupenda. È gentile, e molto buono. Chiunque, al posto suo, avrebbe mandato Derek a quel paese già dal primo giorno. E il punto delle persone buone, è che sono spesso anche quelle più fragili, che magari dimostrano di essere forti ma che si potrebbero rompere facilmente... e Stiles, con il suo continuo ridire, sta riuscendo a farsi strada nella vita di Derek, anche se non dovrebbe...il moro si porta una mano al volto, sentendo già che la situazione gli sta sfuggendo di mano.

«E che pensi di fare, Derek? Lo sai che non ti faranno mai rimanere senza partner, e Stiles è perfetto, visto che ti rispetta ed è bravo! Non puoi allontanarlo solo per la paura di affenzionarti a lui, sempre se già non stia succedendo...»

Derek ascolta la bionda senza fiatare. Ha già provato ad allontanarlo diverse volte, senza successo.

«Più l'allontano, più me lo ritrovo tra i piedi.» Ridacchia, trovando che sia estremamente vero. Stiles è il primo che ha sopportato di tutto per restargli semplicemente accanto.

«Te la meriteresti una persona simile, Der, davvero...una persona che lotta per te, per restarti accanto nonostante tutto

Il lupo resta qualche secondo in silenzio, rimasto incantanto dalle parole della bionda.

«A parte che il fatto che, anche se mi attrae fisicamente, c'è ancora il problema che con il suo carattere non ci vado molto d'accordo, visto che è praticamente l'opposto del mio! E poi Stiles è fidanzato, quindi non si pone neanche il problema.»

Erica sbuffa, capendo che il lupo vuole far cadere l'argomento lì.

•••

Stiles è al centro commerciale, il pomeriggio dopo aver frequentato le lezioni, aggirandosi per i negozi con Ethan. Il castano necessita di vestiti nuovi, visto che ha rotto un paio di pantaloni e perso alcune maglie, ma non s'intende molto dell'abbinamento dei colori e questo. Ethan, invece, è molto bravo in ciò, e si è proposto per accompagnarlo.

«Guarda questi, ti starebbero bene.» Gli consiglia il gemello, indicando a Stiles un paio di jeans scuri, che indossa un manichino. 
Il ragazzino socchiude gli occhi.

«Mhh, non sono troppo aderenti?»

Ethan alza gli occhi al cielo.

«Non fare troppo il puritano, Lydia approverà.»

Stiles fa per ribattere, quando una voce li interrompe:

«E anche mio nipote

Stiles e Ethan si girano di scatto, perplessi, ritrovandosi davanti una Malia imbarazzata e un Peter malizioso. Il gemello guarda la ragazza ancora più confuso, non capendo chi sia quell'uomo.

«Mal...che ci fai qui?» Chiede Ethan, osservando poi l'accompagnatore della ragazza. Un uomo niente male, riflette incoscientemente. La coyote si sistema i capelli dietro le orecchie, guardando i suoi amici:

«Lui è mio padre biologico Peter, e giravamo alla ricerca di un regalo per mio cugino, che sarebbe suo nipote...» Spiega brevemente la castana, per poi sorridere. Stiles l'ascolta interessato.

«Cosa? Quando compie gli anni Derek?! Ne fa ventotto?» Domanda, perplesso.

Peter scuote la testa.

«No, ancora non ne ha fatti ventisette, anche se in giro racconta così. Tra una settimana, esattamente.»

Stiles corruccia lo sguardo.

«Cavolo, allora dovrò fargli qualcosa pure io! Ethan, devi assolutamente aiutarmi!» Esclama il ragazzino, cominciando già ad andare in panico. Peter l'osserva con sguardo sornione:

«Stiles, so io cosa potresti regalargli, e fidati che apprezzerebbe molto.»

Stiles smette di agitarsi, guardando ora curioso l'Hale.

«Cioè? Cosa?»

Peter gli si avvicina pericolosamente, portando la propria bocca vicino all'orecchio dell'umano, per poi sussurrargli...

«...Il tuo culo.»

Stiles diventa rosso di botto, tossendo diverse volte, mentre Malia ringhia contro suo padre, trascinandolo subito via. Peter, in tutto ciò, assume una faccia completamente innocente, salutando i due da lontano.

•••

Stiles é disperato: dopo più di un'ora non ha trovato niente che possa prendere per il compleanno di Derek. Nei negozi di abbigliamento Stiles non sapeva cosa potesse piacere a Derek, visto che é solito ad indossare maglie piuttosto semplici, e Ethan non conosce il tipo, quindi non poteva aiutarlo più di tanto. Adesso il gemello ha portato il ragazzino in un negozio di elettronica:

«Che ne so, sai se ha una macchina fotografica? Se gli serve una cover per il telefono?» Parla Ethan, girando per le corsie, e osservandosi intorno. Stiles si massaggia le tempie, sospirando.

«Derek è già tanto se abbia un telefono, fidati.» Risponde semplicemente, avendo già capito che tipo sia il lupo, soprattutto perchè non apparre in nessun social- non che Stiles lo abbia cercato diverse volte, per carità- e perchè nel suo appartamento ha visto solo la tv e un semplice pc. Senza contare che il licantropo non usa mai il proprio telefono, se non per rispondere alle chiamate o ai messaggi.

«Dio, Stiles, quel tipo è quasi più complicato di te.» Lo prende in giro il gemello, cercando invano altre idee. Avevano provato ad entrare in un negozio di film, ma di nuovo a Stiles il lupo non sembrava un tipo nè da fantascienza nè da commedie o qualsiasi altro genere. 
Forse horror, ma non voleva rischiare.

I due escono allora dal negozio, sconfortati, quando Stiles adocchia un negozio semi nascosto...

«Bingo!» Esclama, con lo sguardo illuminato.

•••

È passata una settimana, e Derek e Stiles si sono visti poche volte. 
È arrivato il nuovo caso, ma ancora nessuno dei due gli ha dato un'occhiata, visto che è domenica e non sembra una cosa urgente. Hanno pranzato un paio di volte insieme, con la parlantina del ragazzo in sottofondo, e ogni tanto Stiles gli portava il caffè in ufficio, visto che si annoiava. Spesso il ragazzino ha notato che il moro sembrava leggere attentamente un fascicolo nel suo ufficio, anche se non ha idea di cosa sia, visto che lo nascondeva ogni volta che il castano entrava.

Stiles oggi si è svegliato tardi, e ha deciso di andare da Derek dopo cena, anche perchè il pomeriggio deve passare prima da un'altra parte, sempre per il suo regalo. 
Inoltre Lydia vuole fare una videochiamata dopo pranzo, e non sa quanto si parleranno. Stiles afferra il telefono, chiedendosi se deve fare gli auguri a Derek, ma poi lo ricaccia in tasca: gli farà una vera e propria sorpresa, e non vede l'ora di vedere la sua faccia.

•••

Derek accende il suo telefono solo per vedere gli auguri da parte di qualcuno dell'FBI, da Peter 'auguri mio nipote preferito ;)', e per accettare la videochiamata da parte di Cora. 
La ragazza è tornata a studiare a Beacon Hills, e non potrà venire a trovarlo per il suo compleanno a causa dei tanti test che ha in quel periodo. 
Il lupo, come al solito, risponde alle sue domande a monosillabi o mugugni, raccontandogli brevemente come vanno le cose là.

Poi Erica e Boyd, come ogni anno, hanno insistito per festeggiare il suo compleanno, autoinvitandosi a casa sua per cena. Di solito gli regalano qualche maglia o libro, per portare anche una bottiglia di champagne, nonostante nessuno dei tre possa ubriacarsi. Infatti suonano al campanello, e il lupo si ritrova davanti i suoi migliori amici.

«Auguri, Derekkuccio!!» Strilla Erica, saltandogli addosso. Il licantropo increspa le labbra in un sorriso, ricambiando l'abbraccio, rischiando di cadere all'indietro. Boyd si limita a dargli una pacca sulla schiena, con le pizze in mano e una busta. Erica e Boyd non sono ricchi come lui, eppure non si risparmiano mai dal fargli maglie di marca o di comprare uno degli champagne più buoni.

«Mi sento sempre più vecchio.» Mormora Derek, massaggiandosi la nuca.

«Addirittura! Però adesso mangiamo!» Esclama la licantropa, così si siedono tutti e tre a tavola, pregustando le pizze. Sia Erica che Boyd iniziano a raccontare strane cose che fanno i loro partners, portando a ridere Derek diverse volte.

«Giorni fa ho portato Stiles al poligono, per fargli fare quel percorso con le sagome che appaiono all'improvviso...» Ora è il turno del licantropo di raccontare qualcosa di divertente riguardo al suo collega. 
Erica l'ascolta interessata.

«Oh, sì, è facilissimo, anche perchè immagino tu gli abbia fatto fare il primo.» Intuisce la ragazza, e il lupo annuisce, trattenendo a stento una risata al ricordo di quello che ha combinato Stiles...

«Vi dico solo che io ero fuori ad aspettarlo, e non so se ho sentito più urli da femminuccia, odore di paura o spari totalmente a caso...»

Tutti e tre scoppiano a ridere, per poi versarsi dello champagne nel bicchiere, pronti a fare un brindisi, quando suonano al campanello...

«E adesso chi è? Malia e Peter vengono domani a pranzo.» 
Borbotta Derek, alzandosi da tavola, riconoscendo l'odore mentre si appresta ad aprire la porta. 
Dischiude la bocca di fronte a ciò che si trova davanti: Stiles ha in una mano un mazzo di rose, mentre nell'altra tiene quella che, dall'odore, dovrebbe essere una torta, incartata.

«Auguri Sourwolf!!» Esclama il castano, per poi accorgersi che ci sono anche Erica e Boyd, ancora seduti a tavola. Erica lo sta guardando con occhi più che adoranti, shippando il castano con il suo migliore amico ora più che mai. Derek si ritrova ad essere impacciato:

«Umh...grazie...se vuoi, puoi...entrare? Stavamo giusto per fare un brindisi....» Risponde, afferrando con delicatezza i regali del ragazzino, per poi appoggiare le rose sul divano insieme ai regali di Erica e Boyd. La torta la poggia un secondo sul tavolo. 
Stiles, vagamente imbarazzato, si unisce ai tre, versando dello champagne nel bicchiere.

Derek non stacca un attimo gli occhi dal ragazzino, neanche mentre tutti si apprestano a bere, chiedendosi cosa abbia mai fatto per meritarsi nella sua vita una persona simile
Paige, per il suo compleanno, gli aveva semplicemente mandato un messaggino. Stiles invece, Derek poteva percepirlo, era davvero preoccupato che il lupo non apprezzasse ciò. Come se ci tenesse fin troppo al suo parere.

«Ventisette anni, Derek, wow, regala qualche annetto a Stiles!» Sorride la licantropa, finendo di bere. 
Stiles arrossisce un poco.

«Ehi, abbiamo solo setti anni di differenza!» Increspa le labbra in un sorriso, incrociando poi lo sguardo con quello verde del lupo.

«Setti anni non sono tanti.» Concorda Derek, senza distogliere lo sguardo dall'umano, e incoscientemente si ritrova a pensare che ci sono tante coppie che hanno anche dieci anni di differenza, ovviamente fino a che si rientra nel legale.

»Regalamelo a me come partner, è adorabile!» Lo supplica poi Erica, andando a strapazzare il povero umano, neanche fosse un cucciolo di cane. Boyd alza gli occhi al cielo, mentre Derek si ritrova a ringhiare. 
La bionda allora si allontana subito da Stiles, mimando a Derek con le labbra un 'tranquillo, tutto tuo'. Il lupo la fulmina con lo sguardo, per poi cominciare a scartare la torta. 
È fatta con la crema e il cioccolato, e c'è una scritta sopra: 'Auguri brontolone di un Sourwolf!'

Erica e Boyd ridacchiano, mentre Derek alza un sopracciglio, rivolto verso il ragazzino:

«Sul serio, Stiles?»

Stiles, in risposta, gli fa l'occhiolino, tirando fuori dalla tasca una candela e un accendino. Il licantropo osserva i suoi movimenti in silenzio, ritrovandosi poco dopo a dover spegliere la candelina.

«Esprimi un desiderio, Der.» Gli suggerisce la bionda, e il licantropo si ritrova a guardare di nuovo quel ragazzino. Il modo in cui sorride timidamente, con quel nasino all'insù. Erica dà inizio alla canzoncina tremenda di auguri, e Derek sorride a quanto Stiles sia poco intonato, e di quanto al castano stesso non interessi nulla. Poi esprime il desiderio, soffiando sulla candelina. 
I tre applaudono, con anche qualche fischio. Mangiano qualche fetta, scherzando sul fatto che Derek si sia ritrovato il pezzo con su scritto 'brontolone', per poi decidere di spostarsi sul divano, così che Derek possa aprire aprire i regali. Il lupo prima scarta quello di Erica e Boyd, trovando una maglia leggermente scollata, e un paio di pantaloni piuttosto aderenti.

Li ringrazia brevemente, per poi afferrare le rose di Stiles. 
Le annusa, gli piace l'odore.

«C'è una bustina in mezzo alle rose.» Lo informa Stiles, più che imbarazzato. Il lupo allora la cerca, attento a non rompere nulla, per poi trovarla. 
La apre, curioso, e si ritrova nelle mani un braccialetto. È di pelle scura, con delle lettere di finto argento che formano la scritta 'Sourwolf'. 
Lo trova subito molto bello, e lo indossa immediatamente, sotto lo sguardo felice dell'umano.

«È stupendo, Stiles.» Commenta la licantropa, pensando a come convincere Derek a chiedere a quell'umano di sposarlo.

«Sì, mi piace. Grazie, non dovevi.» Conferma Derek, guardandolo intensamente. Erica, osservando come il lupo guarda il ragazzino, capisce che forse non ci sarà molto bisogno di convincerlo. Stiles borbotta un 'prego', imbarazzatissimo, quando Boyd e Erica decidono di andarsene, visto che la mattina si sarebbero svegliati presto per andare in ufficio.

«Allora vado anch'io.» Afferma Stiles, facendo per sguire i due fuori dalla porta, quando Derek lo ferma:

«Stiles.»

Il castano si gira, mentre Erica e Boyd li lasciano da soli, andandosene del tutto.

«Sì?»

Il lupo gli si avvicina sempre di più.

«Grazie, davvero.» Mormora, a pochi centimetri dal volto dell'umano, abbozzando un sorriso. Stiles rimane incantato da quell'accenno di sorriso, non trovando più le parole. Così, si slancia verso il lupo, abbracciandolo. Derek sussulta leggermente, sorpreso, per poi stringere quel corpo tra le sue braccia.

In genere il lupo non ama abbracciare nessuno, ma con quel ragazzino potrebbe quasi fare un'eccezione.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


"Can't touch the starsor make them shinebut you know I'll tryFor you I'll try."

Derek e Stiles stanno letteralmente impazzendo con il nuovo caso. 
Tre donne sono state trovate morte, e nessuno sembra saperne nulla. 
Tutte e tre madri single, con un lavoro anche abbastanza modesto. I colleghi non sembrano sapere nulla, e hanno paura che il serial killer possa agire di nuovo, visto che sono state uccise a poca distanza di giorni. La cosa più strana è che i loro figli sono scomparsi, probabilmente uccisi, questo non si sa. Non sono mai stati ritrovati i loro corpi, ma sono troppo piccoli per poter scappare. I genitori delle tre, ovviamente, devono abitare anche lontano, quindi Derek e Stiles si sono dovuti accontentare di una chiamata, da cui non hanno ricavato davvero nulla. È quasi una settimana che i due stanno cercando di capirci qualcosa, insieme.

«Deve esserci pur qualcosa che le lega!» Esclama Stiles, che si trova nell'ufficio del licantropo. È tardi, sono rimasti solo due in ufficio, e non hanno neanche cenato. Il ragazzino ha anche il telefono scarico, estraniandosi dal resto del mondo, troppo impegnato a cercare di capire qualcosa riguardo al caso. Derek sbuffa, aprendo per l'ennesima volta il fascicolo delle vittime: sono state uccise tutte con uno sparo preciso sulla testa, e abitano anche a isolati di distanza. 
Non sembra si conoscessero, ma la modalità d'omicidio è la stessa, e i bambini sempre scomparsi. 
Rapiti? Morti?

«Certo che ci deve essere, dobbiamo solo trovarlo.»

Stiles si massaggia le tempie.

«È da cinque giorni che lo cerchiamo, Derek! Abbiamo interrogato una marea di gente che le conosceva, e non è stato affatto utile!» Stiles diventa impaziente, e il lupo alza lo sguardo sul ragazzino.

«Stiles, non sempre i casi si risolvono in un giorno...so che potrebbero esserci vittime, ma dobbiamo mantenere la calma, capisci?» Cerca di tranquillizzarlo Derek, seduto dietro la sua scrivania. Stiles è talmente agitato che fa su e giù per la stanza.

«Sì, hai ragione. Vado a preparare altri due caffè.» Sospira il castano, per poi uscire dalla stanza. Derek si porta una mano al volto, cercando invano una soluzione, un qualcosa che possa legare quelle donne...ma proprio non la trova. Hanno frequentato anche sempre scuole diverse, e così i loro figli. Lancia un'occhiata al braccialetto che ha al polso, che non toglie mai, neanche per fare la doccia. 
Stiles torna poco dopo, stanco, poggiando i caffè sulla scrivania del moro.

«Grazie, Stiles.» Lo ringrazia il lupo, abbozzando un sorriso.

«Aspetta prima di bere, dobbiamo fare un brindisi!» Esclama il ragazzino, alzando il bicchierino di caffè in aria, sedendosi sulla sedia accanto al licantropo. Derek alza un sopracciglio.

«Per cosa, esattamente?»

«Per noi! Come augurio per tutti i casi che porteremo a termine.»

Derek increspa le labbra in un sorrisetto.

«Se già affermi che li porteremo a termine, perchè dovremmo augurarcelo?» Lo corregge, seguito da uno sbuffo del più piccolo.

«Che piticchino che sei! Dai, assecondami!» Si lamenta il ragazzino, mentre Derek scuote la testa divertito. E poi fa scontrare il proprio bicchiere con quello del castano, solo per accontentarlo.

«A noi.» Parla allora Stiles, sorridendo. Derek lo fissa intensemente.

«A noi

•••

Stiles in questi giorni non va in accademia, visto che il caso ha la priorità su tutto, così torna a casa che sono le undici, dopo essersi intrattenuto in ufficio con Derek. 
Si butta sul divano, afferando un libro, e accendendo una lucina: deve recuperare gli argomenti persi, non può restare indietro con lo studio.

»Ah, sei tornato.» Sbadiglia Isaac, facendo capolino dal corridoio, in pigiama. Stiles apre il libro, cercando una pagina ben precisa.

«Sì, e adesso ovviamente devo studiare.» Sospira l'umano, non potendone già più. Vuole risolvere quel dannato caso alla svelta, per avere un minimo di tempo di tregua.

«Per Natale volevo dirti che torno a New York dai miei, so che manca poco più di un mese ma mi sembrava giusto avvertirti.» Parla dopo qualche secondo il riccio. Stiles lo guarda di sottecchi.

«Neanch'io ci sarò, penso tornerò a Beacon Hills.» Lo informa Stiles, e il riccio annuisce, per poi tornare in camera sua. Il castano ripensa alla chiamata che Scott gli ha fatto la sera prima: parlava di una riunita, per appunto il giorno di Natale. 
A quanto pare si terrà un cenone a casa Stilinski, a cui faranno parte Scott, Melissa, Lydia, Allison, la madre di Lydia e Chris Argent. Forse anche Parrish. Dio, è da troppo che non si rivedono tutti insieme.

(11.20) Vai a dormire Stilesdevi riposartiSourwolf

Stiles sobbalza nel leggere il messaggio: come fa Derek a sapere che non sta dormendo? Così il castano si guarda intorno attentamente, come se il lupo potesse sbucare fuori da dietro il vaso delle piante, quando gli arriva un altro messaggio.

(11.23) Tranquillonon ti sto spiandoè solo che ti conoscoe scommetto che stai con un libro in manoSourwolf

Stiles sorride.

(11.23) Buonanotte anche a teSourwolf.

E chiude il libro, dirigendosi in camera.

•••

Il giorno dopo è sabato, ma Stiles deve lavorare al caso, e decide di cercare qualcosa sul computer, riguardo alle tre donne. Tanto neanche Derek sarà in ufficio, quindi tanto vale che si metta comodo sul divano di casa sua, con l'ennesimo caffè in mano. Isaac è uscito un'oretta fa, e tra poco è ora di pranzo, quindi Stiles dovrà staccare per andare a mangiarsi qualcosa. 
In frigo non è rimasto nulla, dovrà anche andare a fare la spesa, o chiederà semplicemente ad Isaac di farla.

(12.30) Stasera non ci possiamo vedere per il casoche Erica e Boyd mi hanno costretto ad unirmi a loro per uno stupido filmSourwolf.

(12.31) AhpoverinoDomani sera?

(12.32) Vada per domani seradoveGli uffici la domenica sono chiusiSourwolf.

(12.33) Isaac non c'èpuoi venire da me.

(12.34) OkSourwolf

Stiles aveva già detto a Derek di vedersi casomai la sera per discutere del caso, perchè la mattina cercava alcune cose lui sul proprio computer, quindi la presenza del licantropo era abbastanza inutile, e il pomeriggio doveva assolutamente studiare e rilassarsi almeno un attimo. La sera, almeno, si sarebbero confrontati con ciò che avevano trovato di nuovo durante la giornata.

Stiles poi si accorge che il suo stomaco sta brontolando fin troppo, e decide di andarsi a prendere qualcosa al volo. Scende di casa, e s'incammina verso il centro, con le mani in tasca e il cappuccio rosso in testa. Gli sembra quasi di sentire Derek che lo chiama 'Cappuccetto Rosso', e abbozza un sorriso. Dopo una decina di minuti passa accanto al bar dove è venuto spesso con Isaac, visto che è vicino casa e fanno delle pizze al taglio davvero buone. Il castano si gira verso le vetrate del locale, guardando distrattamente all'interno, quando...gli sembra di riconoscere qualcuno. 
Stiles allora si ferma di botto, avvicinandosi alla vetrata, per guardare meglio gli c'è all'interno: ecco dov'era andato il riccio!

È seduto ad un tavolino, e sta sorridendo, con una ragazza che gli dà le spalle, quindi il castano non capisce chi sia. Stiles fa un sorrisetto, decidendo di entrare per fare un saluto, anche per capire chi diavolo è quest' amica misteriosa del suo coinquilino! Così entra nel locale, dirigendosi verso l'amico, che l'ha appena avvistato. E poi anche la ragazza si gira, e Stiles strabuzza gli occhi, non aspettandoselo affatto: è Malia! La castana sorride al ragazzino, il quale gli si avvicina, e Isaac arrossisce.

«Così sei tu l'amica misteriosa di questo idiota!» Scherza Stiles, rimarcando molto bene la parola 'amica', visto il modo in cui il riccio le sorrideva. Sono fottutamente adorabili.

«Volevamo aspettare prima di ecco, venire allo scoperto, perchè volevamo essere sicuri fosse una cosa seria...te l'avrei detto in settimana, infatti.» Mormora il riccio, in sua difesa, imbarazzatissimo, mentre Malia alza un sopracciglio. Stiles non ci aveva mai pensato, ma somiglia tanto Derek quando fa così, Dio.

«In realtà è spaventato all'idea di incontrare mio padre e mio cugino!» Lo smentisce la coyote, ridacchiando, e Isaac si fa rosso.

«Ugh, non è colpa mia se tuo padre è pervertito e tuo cugino mi spaventa!» Replica il riccio, e la ragazza non sembra offesa, anzi, ride in risposta. Alla risata si aggiunge anche Stiles, potendo capire benissimo che a Isaac faccia paura uno come Derek Hale, anche se in realtà è un lupacchiotto innocuo, o almeno con lui. Saluta i due, per poi andarsene. È contento che Isaac stia con una come Malia, sono così carini insieme.

•••

Derek entra nell'appartamento di Stiles, capendo fin da subito che c'è qualcosa che non va: il ragazzino odora di tristezza e frustazione. Inoltre, pare nervoso, e ha i capelli spettinati. 
Il lupo decide di lasciare perdere, immaginando che l'umore sia dovuto al difficile caso. I due si sistemano sul divano, uno accanto all'altro, posando tutto quello che hanno sul tavolino davanti. Il castano ammette che non ha trovato praticamente nulla che possa legare quelle tre donne e che possa aver spinto l'assassino ad agire. Poi si alza, non riuscendo a stare un attimo fermo, come al solito, cominciando a diventare sempre più nervoso:

«Non è possibile, cazzo! Non è possibile! Non può aver ucciso tre donne così a caso, non ha senso!» Esclama, facendo il gesto di strapparsi i capelli. Derek lo guarda, rimanendo impassibile.

«Lo so, troveremo qualcosa. Si trova sempre qualcosa

Stiles cammina davanti a Derek, su e giù.

«No, Derek! Non troveremo un cazzo, perchè è questo è un caso di merda, okay? Uccideranno altre donne, e sarà solo colpa nostra! Colpa mia! Perchè non riesco a capirci nulla e intanto l'assassino è a piede libero!» Derek l'osserva senza fiatare, premendo diverse volte il tappo della penna che ha in mano, senza neanche rendersene conto. «E la puoi smettere di toccare quella fottuta penna? Dà fastidio!» S'innervosisce ancora di più il ragazzino. A quel punto il licantropo ringhia, illuminando un secondo gli occhi di blu.

«Ascolta, ragazzino, non ti permetto di scaricare tutto il tuo nervosismo su di me!»

Stiles lo guarda con tono sfida.

«Ah, sì? Perchè, altrimenti cosa fai?» Lo provoca, e il lupo lo guarda perplesso. Stiles non è mai così nervoso, e non ha sorriso neanche una volta da quando il moro è entrato dentro casa, e non è da lui. Stiles sorride sempre, nonostante tutto, e Derek odia davvero vederlo così. Vorrebbe rispondere a tono, ma capisce che non è il caso di aprire una nuova discussione. 
Resta seduto sul divano, guardando il castano dal basso.

«Lo risolveremo questo caso, Stiles. Basta di dare di matto, sei troppo intelligente per fallire. Ma, apparentemente, sei anche abbastanza idiota per non sapere quando fermarti e prendere una pausa.» Parla il lupo, sorprendendo il castano, per poi aggiungere «Immagino che tu sia stato tutto il giorno sul caso e sui libri, quindi direi che possiamo anche smetterla per questa sera. Hai bisogno di riposo, altrimenti non potrai dare il meglio di te.»

Il ragazzino si butta sul divano, accanto al lupo, sospirando e coprendosi il volto con le mani. 
Derek percepisce un'improvvisa tristezza.

«Stiles? Perchè sei triste? È successo qualcosa?»

Stiles non toglie le mani dal volto.

«No.» Risponde semplicemente, ma Derek sa bene che sta mentendo, grazie ai suoi battiti.

«Stai mentendo.» Afferma allora, cercando di intercettare il suo sguardo, invano.

»Derek, vattene...» Sussurra il castano, anche se non sembra convincente. 
Il lupo ringhia.

«Io non me ne vado fino a che non mi dirai cosa diavolo ti è successo!» Decide, per poi prendere il volto del ragazzino tra le mani, e alzarlo verso il suo. Stiles ha gli occhi lucidi, e sembra così fragile. Capisce che il licantropo è determinato, e che non lo lascerà in pace fino a che non gli racconterà tutto.

Distoglie lo sguardo da quello del lupo, che lo destabilizza.

«Oggi...era il terzo anniversario mio e di Lydia...»Comincia a parlare, con un sussurro, sapendo che tanto Derek può sentirlo lo stesso. «...solo che con il lavoro non ci vediamo da così tanto, e la sento sempre più distante...io...lei non mi ha neanche risposto ai miei auguri d'anniversario stamattina...e so che lo fa di proposito, perchè-perchè è arrabbiata che non sono potuto andarla a trovare per questo giorno...ma-ma non è colpa mia, solo che con il lavoro e tutto io...» Non è in grado di andare avanti, e gli esce una lacrima. E questa volta è esattamente il contrario: Derek che lo conscola, portando il pollice a togliere la lacrima del castano, mentre cerca di capire cosa dirgli.

«Mi vuoi parlare di lei, Stiles?» 
Come lui gli aveva chiesto se potesse parlargli di Laura. Stiles annuisce, mentre scendono altre lacrime, e non si rende davvero conto di essere così maledettamente vicino al licantropo.

«M-mi sembrava di averti già detto che avessi una cotta stratosferica per lei...poi, grazie al morso che hanno ricevuto lei e Scott, siamo diventati sempre più uniti, e arrivò affermare che fossi il suo migliore amico...io però m'innamoravo sempre di più, nonostante rimanessi convinto di non avere neanche una speranza, e mi faceva tremendamente male vederla insieme ad altri ragazzi...ma almeno potevo averla accanto lo stesso, anche se non come avrei voluto...»

Stiles si ferma un attimo, per respirare profondamente. «...fino a che, un giorno la rapirono per portarla in un manicomio a Beacon Hills e-e la salvai, anche se grazie pure agli altri...lei, il giorno dopo, venne a casa mia e mi-mi baciò...non ci credevo che finalmente dopo anni mi stava dicendo di ricambiarmi e di amarmi, ti rendi conto?...stiamo insieme da tre anni, e ne abbiamo passate di tutte e di più insieme...Lydia Martin fu il mio primo bacio, il mio primo tutto...» Finisce di raccontare Stiles, tra i singhiozzi, con il lupo che cercava di asciugargli ogni lacrima possibile, ascoltando il ragazzino in silenzio.

Dio, lo sta davvero consolando per via della sua ragazza?

«Stiles, le relazioni a distanza sono tutte così...»

Stiles lo guarda negli occhi.

«Ma io non voglio perderla, Derek...io..io la amo...lei è stato sempre il mio punto di riferimento...come faccio senza di l-lei...»

Derek sussulta a quelle parole, senza neanche volerlo, sentendo una stetta al petto.

Ma Stiles davvero la ama, oppure è solo una sua convinzione, perchè non ha mai provato ancora niente di più forte?

«Allora vedrai che risolverete tutto, Stiles...» Si ritrova costretto a rassicurarlo Derek, sforzandosi di abbozzare un sorriso, come per dare speranza al castano. Stiles, d'un tratto, si avventa contro il moro, portando il proprio capo sul petto del moro e le braccia attorno al suo collo, mentre incrocia le proprie gambe sulla parte di divano libera. Il lupo si ritrova a pensare che ultimamente si ritrova troppo spesso ad abbracciare il ragazzino, non che la cosa però gli dispiaccia più di tanto. Così circonda con le braccia il corpo del castano, sistemandosi meglio sul divano.

S'inebria dell'odore del castano, che non potrebbe essere più buono.

«Il tuo cuore batte velocissimo, Derek.» Gli fa notare l'umano, con voce debole, mentre resta con la testa contro il petto del moro, continuando ad ascoltare il suo cuore. Il lupo si rente conto che è vero, e sta succedendo da quando il ragazzino gli si è spiaccicato addosso, per cercare conforto.

Cazzo, non è affatto un buon segno.

"DerekMi spieghi perchè mi accorgo il tuo cuore batte sempre così velocementequando ti abbraccio?" Ridacchia Paigestaccandosi dal lupoper poi guardarlo negli occhiIl moro la guarda come se fosse stupidaper poi distogliere lo sguardo.

"Perchè sono innamorato di tePaige."

«Forse è meglio che vada, Stiles, è tardi..» Sussurra il moro, cercando di spostare il ragazzino da sè, visto che si sente troppo confuso.

Come può starsi innamorando di Stiles, se non sopporta il suo carattere?

O meglio, è vero che non lo sopporta o cerca di autoconvincersene?

Perchè ormai Derek si rende conto di essersi abituato alla sua iperattività, trovandola pure buffa, e di essersi abituato ai suoi sproloqui, trovando che riempano i suoi silenzi. E anche che gli piace da morire che il ragazzino sappia continuamente tenergli testa, nonostante questo porti spesso a discussioni. Inoltre, quell'umano ha un'anima talmente buona che Derek si chiede cosa ci faccia Stiles anche solo ad essere amico con uno come lui.

Stiles è tutto quello che manca alla sua vita: allegria, una marea di parole e bontà. Derek ha cominciato a sopportare il suo carattere, senza neanche accorgersene, e con il passare dei giorni ad apprezzare la sua vicinanza, sempre di più.

Ma non può assolutamente innamorarsi davvero di lui, non solo per quello che è successo anni fa, ma anche perchè Stiles sembra amare la sua ragazza. E Derek non vuole uscirne di nuovo distrutto e a pezzi, non sa se sarebbe di nuovo così forte da farcela.

Il ragazzino, a quel punto, alza il volto verso il suo, con occhi imploranti.

«Ti prego, Derek, resta. Resta a dormire...»

Il lupo s'immobilizza, voltando la testa da un'altra parte. Non vuole approfittare della situazione, perchè non vuole essere usato come una valvola di sfogo.

«Non so se sia il caso, Stiles...»

Il castamo afferra con una mano la maglia di Derek, come per trattenerlo a sè, tenendo lo sguardo fisso su di lui.

«Se ci sei tu con me, so che riuscirei a dormire, per favore...» Lo supplica, e il lupo non si sente proprio di dirgli di no.

«Va bene.» Accetta, sconfitto, con Stiles che sorride contento. 
Almeno l'ha fatto sorridere.

Allora i due si alzano, e il ragazzino lo guida verso la sua camera, non realizzando neanche quello che ha appena chiesto a Derek. Stiles si cambia velocemente in bagno, mettendosi il pigiama, per poi stendersi da una parte del letto, che è abbastanza grande per due persone. 
Il lupo sospira, prendendo posto di fianco al ragazzino, con il buio totale.

Stilescosa mi stai facendo? Pensa, prima di addormentarsi.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


"Hold me close 'til my pulse loses time."

Derek, nel corso della notte, aveva finito per togliersi la maglia e i pantaloni, ancora mezzo addormentato. Sentiva davvero caldo, e alla fine è rimasto in boxer.

La sveglia rimbomba nella stanza, e il lupo la sente per primo. Cerca di alzarsi, visto che devono entrambi prepararsi per andare in ufficio, quando si accorge che non ci riesce. 
E poi capisce perchè aveva così caldo: Stiles ha il capo premuto sul suo petto, con la bocca dischiusa, e una gamba sopra le sue. Sembra un bambino quando dorme, e, il fatto che non riesce a stare fermo neanche addormentato, porta a sorridere il licantropo.

«Stiles, dobbiamo svegliarci.» Gli sussurra, togliendolo delicatamente da sè.

«Mhh.» Borbotta l'umano, girandosi dall'altra parte, con ancora gli occhi chiusi. Derek allora lo lascia riposare un altro po', decidendo di andare a preparare la colazione per entrambi. Pensa che è la prima volta, dopo qualche anno, che dorme insieme a qualcuno senza farci sesso.

Senza volerlo, i suoi occhi si posano su una fotografia sopra al comodino di Stiles: ci sono il ragazzino e una ragazza che sorridono, molto vicini. 
Lei ha dei capelli lunghi rossi, e Derek intuisce che deve essere questa Lydia. È davvero una bella ragazza, si ritrova costretto ad ammettere: ha una bellezza anche lei molto particolare.
Se Derek aveva solo pensato, incoscientemente, che Stiles avrebbe pensato che la sua ragazza non potesse neanche reggere minimamente il cofronto con il moro, beh, adesso Derek pensa che non é così.

•••

Isaac ha una tazza di caffè in mano, ed è in piedi accanto al tavolo, aspettando che Stiles arrivi per prepararsi la sua. Hanno entrambi impostato la sveglia allo stesso orario, senza neanche volerlo, ed è così ogni giorno. Il riccio si gira un attimo, per aggiungere un po' di zucchero, e appena si rigira sussulta, facendo cadere la tazza a terra. 
Per fortuna questa non si rompe, ma il caffè ora è tutto sul pavimento.

Davanti al riccio non c'è Stiles, ma un ragazzo mezzo nudo! È molto muscoloso, capelli mori arruffati, occhi verdi e una leggera barba. E lo sta anche fissando male, o per lo meno a Isaac sembra uno sguardo minaccioso.

«L'avevo detto a Stiles che poteva almeno dirmelo prima se avesse intenzione di portare qua qualcuno e di tradire Lydia.» Borbotta il riccio fra sè e sè, pulendo intanto il casino che ha fatto.

«Abbiamo solo dormito insieme, Isaac, se ti rassicura.» Parla il moro, e il riccio si chiede come abbia fatto il ragazzo a sentire il suo mormorio, e a sapere il suo nome...inoltre, qualcosa nella voce del moro gli è stranamente familiare...ma sì, ora ha capito chi è!

«Ma tu sei Derek Hale, il suo partner!» Esclama, colto da un'illuminazione. Derek si accinge a preparare due caffè.

«Sì, in persona.» Si limita a rispondere. «Stiles sta ancora dormendo, lo svegli tu?»

Isaac annuisce, chiedendosi cosa diamine sia successo la sera prima. Insomma, sapeva che i due dovessero discutere di un caso, ma Stiles è la prima volta che porta un amico a dormire. E fortuna che il riccio ha fatto la doccia quand'è tornato alle quattro di notte, perchè altrimenti Hale avrebbe sentito l'odore della cugina sul suo corpo. Non è ancora pronto ad affrontarlo.

«Okay, vado io.» Sospira Isaac, entrando in camera del castano. 
Per fortuna, si rende conto che Stiles è ancora vestito, segno che davvero hanno solo dormito. Il ragazzino non sembra aver intenzione di svegliarsi.

«Stiles, svegliati, devi andare al lavoro.» Lo scuote leggermente il riccio.

«Mh.»

«Amico, arriverai in ritardo.»

«Mh.»

«Stiles, in cucina c'è Derek Hale mezzo nudo che ti sta preparando la colazione.»

«COOOSA?»

Il castano a quel punto salta via dal letto, con Isaac che ridacchia soddisfatto, per poi ricordarsi che aveva chiesto a Derek di rimanere per quella notte. Stiles afferra la maglia e i pantaloni del lupo, spostandosi in cucina. Il licantropo gli dà le spalle, e sta ancora preparando i due caffè. 
Il ragazzino non può fare a meno di notare che ha uno strano tatuaggio all'altezza delle scapole, ma non gli sembra il momento di chiederglielo, anche perchè, quando il lupo si gira, il castano dischiude la bocca.

Non sarà mai abituato a vedere quel corpo perfetto, ne è sicuro.

Senza pensarci troppo, lancia gli abiti al licantropo, che li afferra con un sopracciglio alzato.

«Rivestiti, ti prego.» Lo supplica Stiles, cercando di fissare il lupo solo negli occhi, ma è davvero difficile. Derek fa un sorrisetto, arrivando con uno scatto improvviso a pochi centimetri dal ragazzino. Stiles boccheggia, avendolo fin troppo vicino, e mezzo nudo.

«Perchè, ti dà fastidio, Stiles?» Sussurra il lupo, con voce roca, facendo rabbrividire l'umano.

«Emh, ragazzi, ci sono anch'io.» L'interrompe una voce, che vorrebbe dire 'le vostre cose fatele dopo, vi prego'. Isaac, infatti, è seduto al tavolo, bevendo il caffè che si è appena preparato di nuovo. Allora il licantropo si allontana dal ragazzino, rivestendosi velocemente, per poi sedersi anche lui a tavola. Non c'è dubbio che il castano sia attratto fisicamente da lui, vista l'aria d'eccitazione che ancora aleggia nella stanza, ma il punto è che solo attrazione. Potrà anche volerlo portare a letto, ma è Lydia con cui sta. 
É Lydia che ha affermato di amare.

•••

«Derek! Dopo pranzo fai qualcosa?» 
Il ragazzino si catapulta nel suo ufficio, trovando il mannaro intento a riesaminare i fascicoli delle tre donne, ancora una volta. Il lupo alza gli occhi sul ragazzino.

«No, non...»

«Okay, perfetto, andiamo al cinema!» Esclama il castano, sorridendo. 
Derek alza un sopracciglio.

«Perchè, scusa?»

Stiles inizia a gesticolare.

«Ho bisogno di staccare, sento che il mio cervello sta andando in pappa, così ho pensato che niente potrebbe rilassarmi come un bel film al cinema, ma da solo non ci vado eh anche perchè non so, sembrerei inquietante e...»

«Okay, okay ho capito.» Lo ferma Derek. «Come mai non hai sentito i tuoi amici?»

Stiles lo guarda come se fosse stupido.

«Sei anche tu mio amico, Derek.» Replica semplicemente. Il lupo distoglie lo sguardo. Già, amico.

«Vengo, a patto che scelgo io il film.» Ghigna, con in mente un piano malefico. Stiles annuisce, ignaro.
Poi Derek sente che Erica lo sta chiamando, probabilmente perchè lo vuole salutare. Così il lupo si alza dalla sedia, facendo per passare accanto al ragazzino, che è ancora nel suo ufficio, quando si ricorda della foto che ha visto in camera dell'umano.

Gli si ferma accanto:

«Stamattina, ho visto la foto che hai con la tua ragazza, lei é...»

Stiles lo guarda negli occhi, finendo la frase per lui:

«Sì, lo so, è troppo per me, e sono fortunato bla bla.»

Derek corruccia lo sguardo.

«Non intendevo dire questo.»

Stiles alza le sopracciglia, vagamente sorpreso.

«E cosa allora?»

Derek fa un sorrisetto, incatenando gli occhi nocciola dell'umano ai propri verdi.

«Che è strano che lei si una donna, tutto qua. Stiles, tu sembri uno che ha bisogno di una forte presenza maschile...» Parla il lupo, con quasi indifferenza, facendo mancare le parole al ragazzino, il quale tutto si aspettava tranne che questo. Poi Derek avvicina la propria bocca all'orecchio del ragazzino, quasi a sfiorargli il lobo con le labbra. «...e non solo nella tua vita.» Aggiunge, andandosene poi via dal proprio ufficio, e lasciando uno Stiles imbambolato, con la bocca dischiusa e completamente rosso, avendo ben colto l'ambiguitá. Un brivido gli percuote il corpo.

••

E così, i due sono seduti sulle poltroncine del cinema, con un bel film horror sullo schermo enorme. 
Derek sogghigna, mentre Stiles si copre gli occhi con le mani, chiedendosi quanto il licantropo possa odiarlo. Un bracciolo divide i due, ma sono quei braccioli che puoi alzare verso l'alto, e il lupo sa già che prima o poi quell'affare non sarà più d'intralcio.

Infatti, dopo neanche una mezz'oretta, il film si fa più pesante e agghiacciante, con Stiles che sobbalza ad ogni rumore, ed è terrorizzato. 
Così, il ragazzino si ritrova ad alzare velocemente il bracciolo, per fiondarsi addosso a Derek, come in cerca di protezione. Si ritrova tutto tremolante, con la schiena che è premuta contro il petto muscoloso del lupo, e nasconde il volto contro un braccio del moro, quando ci sono le scene più spaventose. Derek, dal canto suo, gli circonda la vita con il braccio che Stiles non usa come sorta di scudo, e sorride soddisfatto. Non che il moro abbia scelto un film horror solo perchè sapesse della paura di Stiles, e volesse averlo il più vicino possibile, per carità!

«Sei uno stronzo, Derek!» Si lamenta Stiles, una volta usciti dal cinema, diretti verso la Camaro. Fortuna che lui voleva rilassarsi vedendo un film!
E continua ad insultare il lupo per un altro po', con il mannaro che non fa un frizzo: sente ancora l'odore dell'umano su di sè. È pomeriggio tardi, e il cielo è giá scuro. D'un tratto Stiles sobbalza, aggrappandosi al lupo, spaventato da qualcosa. Derek ride, quando vede che l'oggetto dello spavento è una ragazzina con il passeggino, in cui sta dormendo un bambino che deve avere quattro anni.

«Ops, è solo una babysitter.» Ridacchia nervosamente il catano, quando Derek si blocca di colpo. Qualcosa sta frullando nella sua testa. «Umh, Sourwolf? Tutto bene?» Si preoccupa l'umano. Il lupo, a quel punto, lo guarda negli occhi.

«Stiles! Quelle tre donne erano madri single, e lavoravano! I genitori vivevano lontani, avranno dovuto avere una babysitter!» Esclama il licantropo, e anche lo sguardo del ragazzino s'illumina. Forse, finalmente, hanno una pista.

•••

I due sono corsi subito in ufficio, e Stiles sta digitando qualcosa sul computer dell'FBI, pieno di informazioni segrete su ogni persona. 
Trovano abbastanza facilmente che la babysitter si chiama Sam Potres, ed era la stessa di tutte e tre. 
Ha precedenti di spaccio, di traffico di armi illegali, per i quali è anche finita in prigione anni prima. 
Ha più o meno l'età di Derek.

«Ce l'abbiamo fatta! È lei!» Afferma Stiles, più che convinto.

«Frena, non sappiamo se è davvero lei la responsabile, ma è l'unica pista che abbiamo. Guarda se adesso fa la babysitter per qualcun altro.»

Stiles hackera l'email di questa Sam, avendola trovata su Internet su un annuncio di babysitting, fatto da lei, ed entra nella sua casella postale. Dopo qualche minuto ha un indirizzo e un nome.

«La madre che l'ha presa come babysitter si chiama Tracy Looner.» Lo informa Stiles, indicandogli poi l'indirizzo. Derek lo legge attentamente.

«So dove si trova, è vicino ad una discarica abbandonata.»

Stiles rabbrividisce, avendone abbastanza dell'horror. «E allora andiamo, mettiamo in guardia la signora Looner.»

•••

Stiles e Derek parcheggiano accanto alla villetta, illuminata scarsamente da un lampione. C'è uno spiazzo gigante davanti alla casa, la quale è piuttosto isolata, e poco lontano ci sono davvero tanti rifiuti abbandonati, che arrivano a formare delle vere montagnette. 
Stiles e Derek tirano fuori i distintivi, avvicinandosi alla villa con cautela. Tutto sembra avvolto nell'oscurità, e la luce del lampione tentenna. Derek bussa alla porta, suonando anche al campanello, ma dopo qualche minuto nessuno è venuto ad aprire.

«FBI, aprite!» Grida il lupo, mentre Stiles gli gira intorno, non riuscendo proprio a starsene fermo e buono.

«Der, forse in casa non c'è nessuno, magari sono uscite...» Prova a ragionare Stiles, ma il licantropo non sembra della stessa idea. Chiude un attimo gli occhi, concentrandosi sui sensi.

«Sento odore di sangue, Stiles. Tanto sangue.» Ammette, spalancando gli occhi. Stiles dischiude la bocca, sorpreso, non credeva fossero arrivati tardi, o che fosse davvero colpa della babysitter. Derek, con un calcio, sfonda la porta, ed entrambi entrano dentro, trovandosi davanti a qualcosa che li fa disgustare. Il cadavere della signora Looner è di fronte a loro, con un buco in testa. Una pozza di sangue si sta formando a terra, quindi dovrebbe essere morta da qualche minuto. «Ecco perchè non sentivo nessun battito, Dio.» Mormora Derek, tristemente.

«Io cerco la figlia!» Esclama Stiles, nonostante non riesca a staccare gli occhi dal cadavere della donna.
Come fa Derek ad essere così indifferente nel vedere cadaveri? 
O meglio, è vero che dopo un po' ti ci abitui? Perchè Stiles non crede gli succederà così presto. Non riesce a non fare a meno di pensare se lui fosse stato al posto di quella donna, e cosa si provi ad essere morti. 
A sparire. Un momento prima sei vivo, respiri, pensi, parli, piangi. Il momento dopo sei solo un corpo vuoto.

Stiles allora corre verso le scale, sperando di trovare la figlia della donna e di allontanarsi il più possibile da quel cadavere.

«Stiles!» Lo chiama Derek, non fidandosi a lasciarlo girare da solo, visto che l'assassina potrebbe essere ovunque. Però, poi, aguzza i sensi, e non percepisce altra presenza all'interno della casa oltre a loro due. «Non è qui, Stiles!» Lo richiama il lupo, e il ragazzino allora torna di sotto, affranto.

«Dobbiamo salvare la bambina, Der, la babysitter ha ucciso la madre da poco, quindi deve essere ancora qui da qualche parte, con la piccola...» Comincia a straparlare il ragazzino, più che agitato e spaventato, venendo interrotto dal lupo.

«La troveremo, Stiles. Probabilmente la babysitter si nasconde qui fuori, da qualche parte, perchè sento due presenze nelle vicinanze.» Lo informa Derek, concentrandosi sulle proprie potenzialità. «Devi solo restare calmo, so che le prime volte non è facile. 
Io, adesso, devo trasformarmi per sfruttare al meglio i miei sensi.»

Stiles annuisce, rendendosi conto solo in quel momento che stava tremando. Ha paura di quell'assasina, perchè lui è solo umano, e potrebbe morire da un momento all'altro. Se lei si sta nascondendo, potrebbe colpirli alle spalle, e solo il lupo è in grado di capire dove lei sia e di anticipare le sue modde. Così, Stiles gli sta affianco, ma non dietro. Non vuole per nessun motivo usare Derek come scudo, come avevano fatto i partner precedenti con il lupo. Il licantropo questo lo nota, e guarda di sottecchi l'umano, abbozzando un sorriso sincero.

Ecco perchè Stiles è diverso da tutti, e il ragazzino non fa che dimostrarglielo ogni giorno.

L'umano si ritrova a pensare che ha dovuto affrontare diverse creature sovrannaturale con Scott e gli altri, quindi un'assassina umana di certo non dovrebbe spaventarlo.

Derek improvvisamente si trasforma, come aveva detto, ma non come Stiles si aspettava. In pochi secondi davanti a Stiles c'è un...lupo. Un lupo dal manto color notte, e con gli occhi di un verde abbagliante, che illumina un secondo di azzurro. È la creatura più bella che il ragazzino abbia mai visto, e infatti lo fissa meravigliato per diversi secondi, fino a che il lupo non si dirige verso la porta. Stiles non aveva mai visto un mutaforma, ma sapeva della sua esistenza. E non credeva Derek fosse uno di loro.

Escono dalla villa, avvicinandosi alla vecchia discarica, con il lupo che illumina gli occhi di blu per vederci meglio. Stiles rabbrividisce, sia dalla paura che dal buio, continuando ad affiancare il maestoso lupo. 
D'un tratto, Derek adocchia una piccola palla vicino a un mucchio di rifiuti, che gli sembra una specie di polpetta, e pare essere stata messa lì da pochissimo. Fa segno a Stiles di restare fermo dov'è, e si avvicina a quella pallina, annusandola attentamente.

Il castano, intanto, si guarda intorno, quando...quando la vede.

È nascosta parzialmente da un mucchio di rifiuti, e sta impugnando una pistola in mano. Non sembra aver visto il ragazzino, a causa del buio, visto che la sua pistola è puntata verso Derek. Verso la testa del lupo. 
Stiles non crede che i licantropi possano sopravvivere anche con un colpo piantato in testa, o almeno non è sicuro. La babysitter ha teso loro una trappola, avendoli probabilmente avvistati da lontano, e ha posizionato una polpetta a terra, che deve essere avvelenata.

Stiles sa che i cani, anche se Derek è un lupo, sono più attratti dagli odori del cibo che di qualsiasi altra cosa. 
Anche Scott, quando è parzialmente trasformato, spesso si ferma un attimo perchè ha sentito l'odore di qualche cibo nelle vicinanze. Figuriamoci Derek, che è del tutto trasformato.

Infatti, il lupo che è in Derek vorrebbe mangiarla più di ogni altra cosa, e si ritrova ad estraniare qualsiasi altro odore, ma la sua parte umana capisce che molto probabilmente è avvelenata. Stiles poi nota che la babysitter sta per premere il grilletto, e deve assolutamente fare qualcosa.

Da quanto Stiles l'ha vista sono passati pochi secondi, secondi in cui Derek ha annusato la polpetta, sentendosene attratto per via della parte canina, e secondi in cui Stiles ha realizzato che Derek si sarebbe accorto della donna ormai tardi. Il lupo infatti sta allontanando il muso dalla polpetta, ma è troppo tardi.

Ed è in un secondo, che Stiles decide di agire.

«DEREK!» Grida il ragazzino, mettendosi così in mostra, correndo verso il lupo per spostarlo da quella polpetta e dal mirino dell'assassina.

Poi si sente uno sparo, e un nome viene urlato.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


"But I'm only humanand I bleed when I fall down."

Derek si è accorto che fosse solo una trappola, e ha fatto in tempo a sentire il grido di Stiles, prima che il ragazzino gli venisse addosso, spostandolo con uno spintone. Il lupo ha fatto in tempo a vedere il proiettile colpire un fianco del castano, prima di tornare completamente umano.

«STILES!» Lo chiama, spalancando gli occhi di fronte alla vista dell'umano, che sta sanguinando, trascinandosi a fatica fino ad un mucchietto di rifiuti, per poi poggiarci la schiena contro. Derek, nudo, si volta verso l'assassina, che adesso è in bella vista, con ancora la pistola in mano. Solo che sta tremando, terrorizzata da ciò che è appena visto: non è da tutti i giorni osservare un lupo trasformarsi in un ragazzo. Stiles, se non fosse che ci vede quasi doppio e sente un dolore terribile, sicuramente noterebbe che il licantropo non ha alcun vestito addosso.

«Cosa-cosa sei?» Chiede la donna, terrorizzata, continuando a puntare la pistola sul moro, tremolante. 
Derek lancia un'occhiata al ragazzino a terra, per poi riportare lo sguardo sulla ragazza. Ha dei capelli biondi legati in una coda, e occhi neri come la pece.

«Non dovevi farlo.» Ringhia semplicemente, mentre gli escono le zanne. «Non dovevi sparargli!» Aggiunge poi, trasformandosi parzialmente, e ruggendo con violenza. La ragazza è talmente spaventata che non trova neanche la forza per sparare, e cerca invano di scappare, ma il lupo la blocca subito per il polso, guardandola con gli occhi illuminati di blu. Con un calcio l'atterra, e comincia a lanciargli altri pugni, preso dalla rabbia, quando...

«Derek, f-fermati!» Stiles prova a gridare, anche se esce più con un mormorio, che però il lupo sente uguale. Così, Derek si blocca di botto, osservando com'è ridotta male la donna. Non è morta, no, ma almeno è sicuramente fuori gioco, per il momento.

Derek ritira i denti e le unghie,  afferrando il cellulare.
Il licantropo chiama velocemente un ambulanza e una volante, per poi correre verso l'umano, e inginocchiarsi davanti a lui.

«Stiles! Stiles, mi vedi?» Gli domanda, notando che ha gli occhi socchiusi.

«I-io vedo tutto s-sfocato...» Sussurra, preoccupato.

«È perchè stai per svenire, Stiles.» 
Lo rassicura Derek, posando poi una mano sul foro che ha fatto il proiettile, assorbendogli anche il dolore. Le vene del lupo si fanno nere in poco tempo, e si ritrova a fare qualche smorfia, per tutto il dolore che sta assorbendo dall'umano.

«Der...sto morendo?» Osa chiedere Stiles, uscendogli dalla bocca anche un po' di sangue con la tosse. 
Derek lo guarda negli occhi.

«No, no, no Stiles, non morirai, okay? Ci sono io con te, andrà tutto bene, capito?» Parla velocemente il lupo, pensando dentro di sè 'non anche tuStiles'. Il ragazzino prova ad abbozzare un sorriso, ma non ci riesce.

«Non c'è b-bisogno che a-assorbi il mio dolore D-Derek...» Gli fa presente il castano, ma il moro non smuove la mano dal suo fianco, con i denti che gli si sono trasformati di nuovo in zanne, dal dolore.

«È stato b-bello p-prendere un proiettile p-per te, Sourwolf. Ci tengo m-molto a te...» Aggiunge poi, con un flebile sussurro. Derek è combattutto tra il sorridere e l'insultarlo per essersi sacrificato per lui. Nessuno l'aveva mai fatto, neanche Paige.

Paige è a casa di Dereke c'è una fottuta strega con loroQuest'ultima è responsabile di alcune mortie i due stavano indagando su di leiLa strega l'ha scopertoapparendo magicamente a casa del lupomentre stava cenando con la ragazzaDoveva essere una cenetta romanticae alla fine si è trasformata in un incuboDerek è immobilizzatoa causa della stregain piedi accanto al tavoloPaige osserva la strega puntare le mani verso il licantropoprobabilmente per tirargli un incantesimo per fargli provare dolore fisicoo qualcosa di simileInfattipoco dopoattorno alle mani della strega si forma una sorta di fulmine...lo vuole fulminare!

"Derek!" Grida la ragazzaindecisa su cosa fareLei ancora può muoversiperchè la strega voleva rendere innocuo il licantropovisto che è il più forte e intelligente tra i duequindi potrebbe essere un pericolo per la stragaQuello che si stava dimenticandoera che i lupi sopravvivono ai fulminise non sono troppo altiQuello non lo erama nessuno lo sapeva.

E cosìPaige resta fermaimpotentementre la strega scaglia il fulmine contro Derek.

Derek poi, si accorge di essere davvero fottuto. Quando i suoi partner si ferivano, lui ha bloccato l'assassino solo per il dovere di agente. Non per altro. Invece, questa volta nella sua testa riusciva solo a pensare che quella stronza avesse sparato a Stiles, nient'altro.

Sta per replicare al castano, quando una voce li interrompe:

«Dov'è mia mamma?»

Derek si gira di scatto, trovando la bambina poco lontano. Ha un vestitino rosso, e un peluche in mano. Avrà sui cinque anni. Derek sospira, mentre Stiles sviene e l'ambulanza arriva.

•••

Alla fine si è scoperto che la babysitter vendeva i bambini ad un traffico illegale di prostituzione, e uccideva le madri per non farsi scoprire. 
Non credeva nessuno sarebbe arrivato mai a lei. Derek è salito in ambulanza con Stiles, tenendogli tutto il tempo la mano, nonostante il ragazzino fosse svenuto e la sua mano fosse così fredda da fargli venire i brividi. Il lupo spera con tutto se stesso che quel proiettile non abbia forato organi importanti oppure...oppure.

Adesso Derek sta aspettando in sala d'attesa da diverse ore, visto che all'inizio dovevano operare il ragazzino, per poi finalmente rivelargli che era andato tutto bene. Solo che Stiles doveva riposare prima di ricevere visite, quindi il lupo sta aspettando non troppo pazientemente di poter entrare a urlargli addosso che non doveva prendere quel fottuto proiettile al posto suo.

Anche Isaac è in sala attesa, sfogliando distrattamente un giornale accanto a lui. Derek l'ha ovviamente avvertito, visto che si sarebbe sicuramente chiesto come mai il suo coinquilino non tornava a casa.

«Gli altri arriveranno a momenti.» 
Lo informa il riccio, con Derek che annuisce distrattamente. Spera di avere un momento per parlare con Stiles da solo.

Dopo una mezz'oretta, infatti, ecco arrivare due gemelli, Malia, la ragazza dai tratti asiatici e il ragazzino biondo. Si mettono a parlottare fra loro, visibilmente preoccupati, quando una ragazza fa la sua entrata improvvisa in sala d'attesa. Ha l'aspetto stravolto, come se avesse corso da morire, ed esclama con il fiatone:

«Dov'è Stiles

I ragazzi la vanno subito a salutare, e Derek la osserva meglio, più attentamente, per poi riconoscerla improvvisamente. 
Capelli rossi, labbra carnose, molto bella. Cazzo, non può essere possibile. La ragazza poi fissa il moro, come per cercare di capire chi diavolo sia, visto che Isaac sta dicendo qualcosa a Derek, probabilmente presentandogli la rossa, ma il lupo è troppo intento a fissare sconcertato la ragazza.

«Io sono Lydia Martin.» Si presenta quindi la rossa, da sola, avvicinandoglisi con curiosità. «La ragazza di Stiles. Tu chi sei?»

Dio, dev'essere uno scherzo, pensa Derek fra sè e sè.

«Sono Derek Hale, il suo partner.»

Lydia dischiude la bocca, cercando di capire come sia possibile. Stiles gli aveva detto diverse volte che questo Hale fosse poco attrente, ma il ragazzo davanti a lei è ben più che attraente. La rossa fa per dire qualcosa, quando Malia la riempe di domande, su com'è arrivata fino a qui. 
Lydia abbozza un sorriso.

«Isaac mi ha informato di tutto, ho preso il primo treno ed eccomi qua, dopo quattro ore di viaggio. Sta bene, no? Quando posso vederlo?» Parla la rossa, sedendosi accanto agli altri, che rispondono alle sue domande. 
Derek realizza che non riuscirà mai a vedere Stiles da solo, con la sua ragazza qua, quindi si alza frustato, andandosene via, senza rivolgere parola a nessuno.

•••

Stiles apre gli occhi, con leggera fatica, vedendo tutto bianco intorno a lui: si trova in ospedale. Si ricorda subito di Derek che si trasformava in un lupo, e poi dello sparo. La porta della sua stanza si apre improvvisamente, e fa capolino una figura fin troppo familiare. Stiles strabuzza gli occhi, più che convinto di stare sognando.

«Lydia?!» Esclama, essendo l'ultima persona che si aspettava di vedere. Poi il castano si rende conto di avere due tubicini collegati alle braccia. La ragazza ha gli occhi lucidi, e si siede subito sul letto del castano.

«Stiles...mi sono spaventata a morte...sono venuta qua il prima possibile!»

Stiles corruccia lo sguardo.

«Ma il college?»

Lei abbozza un sorriso.

«Posso restare una settimana qui, Sti, visto che le matricole organizzano come degli spettacoli teatrali e di danza, nessuno ha lezioni o altro.» lo informa lei, entusiasta, e anche Stiles si ritrova ad increspare le labbra in un sorriso.

«È fantastico, Lyds...» Poi si ferma un attimo, perplesso. «...ma dov'è Derek? Sono convinto che fosse con me in ambulanza, visto che avevo ripreso un attimo i sensi mentre mi stavano portando qua.»

La rossa cambia di botto espressione, allontanandosi leggermente dal fidanzato.

«Intendi quel Derek Hale che non era per niente attraente? Era qua fuori, Stiles.» E incrocia le braccia al petto. Stiles socchiude gli occhi.

«Lyds, ti ho detto così per non farti preoccupare, mi dispiace.» Ammette l'umano. «Perchè era? Adesso dov'è?»

La rossa sbuffa.

«Se n'è andato senza dire una parola, poco dopo che sono arrivata. Gli altri sono tutti qua fuori, tra poco entrano anche loro.» Risponde semplicemente, facendo spallucce. Stiles riflette che sicuramente Derek si deve essere sentito estraneo e fuori posto, in mezzo a tutti i suoi amici e alla sua ragazza, ma gli fa sorridere il fatto che comunque è rimasto in ospedale tutto quel tempo, solo per lui.

•••

Derek è nell'appartamento di Erica, raccontandole tutto quello che è successo, con Boyd che è seduto comodamente su un divano. Poi, finito il racconto, Derek affianca l'amico, sedendosi pesantemente.

«Wow, mi sorprendi sempre di più, Derek, e shippo ogni giorno di più te e Stiles.»

Derek alza un sopracciglio, lasciando perdere le sue ultime parole.

«Devo prendere le distanze da lui, Erica. Visto quello che é è successo ieri sera, la storia si sarebbe potuta ripetere e io...io non posso, Erica. Inoltre è fidanzato, con una ragazza che è bellissima, e probabilmente, a differenza mia, con un comportamento perfetto. Perchè si dovrebbe mai innamorare di uno complicato come me?»

Erica lo guarda qualche secondo, senza fiatare.

«Non lo capisci, Derek, che spesso è proprio il carattere complicato che ci intriga? Il carattere che non sopportiamo, con il quale siamo convinti che non adremmo mai d'accordo. La perfezione finisce per stancare, e così ci stanchiamo quando tutto va liscio. Siamo alla ricerca costante di quel brivido d'eccitazione, Derek, che troviamo solo nelle sfide, nelle cose che ci complicano la vita. 
È facile dire di essere innamorati di una persona perfetta, Derek, ma è difficile ammettere di essere innamorati di qualcuno con tanti difetti, con un carattere che abbiamo maledetto centinaia di volte. Lì capisci di essere veramente fottuto, lì capisci che è davvero amore, Der, perchè ti accorgi di volere quella persona così com'è, nonostante quanto ti faccia spesso incazzare, nonostante...tutto...e pensi che in fondo magari ti piacerebbe qualcuno più dolce, più gentile o altro. Ma, dentro di te, sai bene che non cambieresti mai il suo carattere, perchè allora non sarebbe più la persona della quale sei innamorato

Derek rimane senza parole davanti al discorso di Erica, che è uno dei più veritieri che abbia mai sentito nella sua vita. Per un minuto buono nessuno parla, poi Derek si schiarisce la voce.

«Si dal caso che lui dice di amarla, e mi sono promesso di non affezionarmi più a nessun collega. Quindi, per distrarmi da quel ragazzino, non è che potreste organizzarmi degli appuntamenti, tipo al buio? Me li avevi proposti una volta, Erica.» Prende parola il lupo, cercando di non mostrarsi colpito dalle parole della bionda, e cercando di sembrare indifferente a tutto ciò.

«Certo, Derek. Ti farò sapere appena ne fisso uno.» Risponde subito dopo la licantropa, sorprendendo il moro. 
Derek aspettava che avrebbe contrabbattutto, visto tutto il discorso che gli ha fatto fin'ora. Così, sospettoso ma soddisfatto, il moro se ne va via, lasciando un po' d'intimita ai suoi due amici.

«Non capisco, perchè gli hai detto di sì?» Chiede Boyd, dopo che entrambi hanno sentito la Camaro sfrecciare via. La licantropa si siede accanto al fidanzato, con un sorrisetto diabolico.

«Oh, farò in modo che capirà che sta sbagliando ad evitare ciò che sta cominciando a provare per l'umano. Stiles sarà anche fidanzato, ma ho visto come guarda il nostro Derekkuccio, e si è sacrificato per lui, diamine, con il serio rischio di morire. Stiles è la persona che Derek si meriterebbe al proprio fianco, dopo tutto il male che gli è successo.» Il tono della bionda si fa più triste, e Boyd le carezza un braccio amorevolmente.

«Quindi, che intendi fare?»

Sorride in un modo inquietante.

«Lo farò incontrare con i peggio casi umani.»

Stiles è nel lettino dell'ospedale, cercando invano di prendere sonno. L'orario di visite è finito, e Lydia e i ragazzi se ne sono andati. 
La rossa dormirà in camera del castano, nel suo appartamento.

Stiles sospira, pensando che ci teneva davvero a vedere Derek.

Anche a sentirlo urlargli addosso che non doveva prendere il proiettile per lui, perchè Stiles ormai lo conosce bene, e sa che reagirà sicuramente così. Dio, in questo mese emmezzo ha passato quasi tutti i giorni vedendo il lupo, e ultimamente, per via del caso, ci ha passato tantissimo tempo insieme. E, adesso, sente come se qualcosa non vada, come se Derek fosse entrato fin troppo nella sua quotidianità.

In realtà Stiles è spaventato da una cosa, alla quale cerca invano di non pensare: quando si è buttato davanti alla mira dell'assassina per salvare il lupo, il fatto che potesse morire non l'ha minimamente sfiorato.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


"E immagina che buffo se lo capirò così tutto d'un tratto poi guardandoti che mi hai cambiata per sempre."

Per i due giorni seguenti Derek è rimasto in ufficio, a non fare praticamente nulla: sa bene che in ospedale ci sarà sempre quella Lydia, quindi è inutile provare ad andare a trovare Stiles. Inoltre, si è promesso di cercare di stargli lontano quando può, per evitare di affezionarsi a quel ragazzino ancora di più.

Il lupo adesso si sta allenando, vestito solo con dei boxer, per mantenersi sempre in perfetta forma. 
Alza il proprio corpo verso una trave del soffitto, facendo forza con le braccia, continuando per diverso tempo, mentre alcune goccioline di sudore gli scendono lungo il corpo. D'un tratto il telefono del moro vibra, e con un leggero tonfo ricade a terra. Affera il cellulare, con poca grazia, leggendo il messaggio:

(17.45) Derekkucciotra due ore hai un appuntamentofatti belloTi mando l'indirizzo del pub più tardiokMiglioreAmica<3

Derek risponde affermativamente, sospirando: forse è proprio questo che ci vuole. Deve rimettersi in pista, e cercare una relazione stabile e sicura, con qualcuno che non lavori in qualche modo per la polizia. Certo, rimane il fatto che non si fida ancora di nessuno, tranne di Ercia e Boyd. O, forse, c'è qualcun altro di cui ha imparato a fidarsi, ma al momento è tra le braccia della propria ragazza.

•••

Stiles è di nuovo da solo in camera d'ospedale, e si ritrova a pensare al lupo. Non ha avuto sue notizie da quando gli hanno sparato, e si sta rendendo conto sempre di più che Derek ormai fa parte della sua quotidianità, della sua vita, che lui lo voglia o no. Quel lupo scorbutico gli sta mancando davvero tanto, non essendo abituato a non sentirlo così a lungo.

Dio, Stiles preferirebbe addirittura litigarci, pur di vederlo e di sentire la sua voce. Si sente abbastanza patetico, perchè neanche la sua ragazza gli è mancata così tanto, al punto da desiderare che venisse da lui anche solo per discutere. Forse ci sono stati i primi periodi, quando si sono separati per il college, che al ragazzino è mancata la ragazza davvero tanto, ma adesso ormai è abituato a vederla poco. Il problema è che Lydia è la sua ragazza, quindi è normale, ma Derek...cos'è? Un amico?

Eppure il rapporto che hanno non è per niente come quello che lui aveva con Scott, quando uscivano insieme tutti i giorni, e il suo migliore amico non gli è mai mancato dopo solo due giorni che non lo vedeva. In questi due giorni, quando Stiles si ritrovava a parlare con Lydia di qualche argomento, e Stiles esponeva i suoi pensieri, si aspettava che la rossa lo contraddicesse, oppure cercasse di dargli un altro punto di vista. Invece, la ragazza rispettava fin troppo le sue opinioni, facendo sentire strano Stiles, in senso forse negativo, visto che doveva ricordarsi costantemente che non stava parlando con Derek.

Con la rossa non c'erano mai discussioni continue, mai che Stiles si ritrovasse a doverle tenere testa e al divertirsi nel farlo. Inoltre, quando al castano capitava di dire qualcosa di stupido, si aspettava, da un momento all'altro, un sopracciglio alzato o un ringhio di rassegnazione. 
Il lupo, quindi, sembrava essere al centro dei suoi pensieri, perfino quando si trovava in compagnia della propria ragazza. Stiles sospira pesantemente, afferrando il suo cellulare con lieve fatica.

Forse, domani sera o dopodomani verrà dimesso, e potrà tornare finalmente a casa.

Il suo sguardo cade involontariamente sulla chat con il moro, e rimane indeciso se scrivergli o no. 
Sospira di nuovo.

•••

Il licantropo ritorna nel suo appartamento, frustato, avvertendo Erica che il prossimo appuntamento potrebbe organizzarlo almeno con una persona sana di mente, cazzo. 
È scappato via subito dopo cena, defilandosi con la prima scusa che ha trovato. Posa le chiavi sul tavolo, quando il telefono fa uno squillo. Sbuffa, pensando sia la licantropa che gli chiede come mai gli abbia scritto un messaggio simile. È per questo che il cuore di Derek perde un battito, quando legge il mittente e il contenuto del messaggio:

(21.30) Mi manchiStiles

Perchè più si vuole allontanare da quel dannato ragazzino, più non ci riesce?

Non riesce a capacitarsene, ma è convinto che prima o poi Stiles sarà davvero la sua rovina, la sua dannazione. Con un sospiro rassegnato, il lupo riprende le chiavi della Camaro in mano, uscendo di casa.

•••

Derek è volato verso l'ospedale, parcheggiando lì vicino. Si ricorda bene dove hanno portato il ragazzino, e per fortuna la stanza è al primo piano, quindi può saltare facilmente attraverso la finestra. Il licantropo raggira l'edificio, annusando l'odore per capire qual è esattamente la finestra giusta, con dei fiochi lampioni che illuminano l'aerea circostante. 
Derek si guarda intorno diverse volte, sperando che nessuno lo veda, sopratutto le videocamere di sorveglianza.

Così, il più silenzioso possibile, prende un bel salto, aggrappandosi alla finestra, per issarsi dentro. Il ragazzino ha una piccola lampadina accesa, e sta guardando il cellulare come se stesse aspettando una risposta. Il lupo sente odore di tristezza...che Stiles stia aspettando un suo messaggio? Derek preferisce più l'effetto sorpresa, in realtà.

«Stiles.» Richiama l'attenzione su di sè il lupo, facendo sobbalzare il ragazzino dallo spavento. Il castano lo guarda prima come se fosse un miraggio, chiedendosi probabilmente se stia avendo allucinazioni, per poi innervosirsi.

«Derek, Dio! La smetti di fare le entrare a sorpresa?! Mi farai venire un infarto, prima o poi, e poi glielo spieghi tu a tutti come sono morto...» Si lamentà l'umano, mentre il lupo si avvicina al letto, illuminando gli occhi di blu. Vorrebbe urlargli addosso, ma purtroppo deve parlare a bassa voce, visto che potrebbero sentirli.

«Mi dici cosa diavolo ti è preso di prenderti quel proiettile al posto mio?!» Si arrabbia il lupo, sforzandosi con fatica di non alzare il tono della voce. Stiles distoglie lo sguardo, prendendo a giochicchiare nervosamente con le mani.

«Non me ne sono pentito, Derek, saresti potuto morire davvero con un colpo piantiato in testa.» Sussurra, per poi riportare lo sguardo verso quello del licantropo.

«Saresti potuto morire anche tu, Stiles! Ti immagini come mi possa essere sentito quando ti ho visto ridotto in quel modo?» Il lupo ora ha le braccia allargate, come per enfatizzare le sue parole. Sembra davvero arrabbiato. Stiles dischiude la bocca, mentre un luccichio gli attraversa gli occhi. 
Non pensava che a Derek importasse davvero di lui, e la cosa lo sorprende piacevolmente, ritrovandosi con uno strano calore nel petto.

«Perchè, t'importa di me?» Chiede conferma Stiles, sostenendo lo sguardo verde del lupo, fino a che Derek volta la testa da un'altra parte, costretto ad affrontare la realtà.

«Pensavo si fosse capito, Stiles, sei forse l'unica persona della quale mi importi qualcosa, a parte Erica e Boyd. 
Mi preoccupo per te.» Si ritrova costretto ad ammettere il lupo. É più difficile di quanto pensasse, dirlo ad alta voce, perchè rende tutto dannatamente reale.

Il sorriso del ragazzino non è mai stato così luminoso, sapendo bene, dalle voci che girano, che Derek è riuscito a cacciare ogni partner precedente, senza alcun rimorso. Come ci è riuscito non lo sa, ma sa anche che Derek non si fida di nessuno. Lo vede nei gesti del licantropo, in come lui guarda diffidente ogni altro collega, come se fossero tutti pronti a pugnalarlo alle spalle.

Stiles non crede che sia solo successo il disastro della sua famiglia, nella vita di Derek, ma crede che ne saprà di più solo quando il licantropo si sentirà pronto di raccontarglielo.

Quindi, adesso il ragazzino si sente maledettamente speciale, come mai in vita sua. Lui, Stiles Stilinski, e solo lui fra tanti, è riuscito ad entrare nella vita di Derek Hale.

«Anche io mi preoccupo per te, Derek. Siamo partners, e questo significa che dobbiamo prenderci cura l'uno dell'altro, capito? Io guardo le tue spalle, e tu guardi le mie, funziona così.» Mormora Stiles, dopo qualche secondo, osservando come Derek sembra stupito dalle sue parole. 
La scena intenerisce il castano, perchè molto probabilmente nessuno ha mai detto queste parole a Derek, nessuno l'ha mai trattato così. Il lupo gli aveva già accennato che tutti lo trattassero solo come uno scudo personale, ma a Stiles non piace essere tutti.

Derek sta ancora assimilando quelle parole, trovandosi quasi commosso, ma cerca di non darlo a vedere. Si chieda quanto il ragazzino possa ancora confonderlo su ciò che sta tornando a provare, dopo troppo tempo, visto come Stiles si rivela così diverso da tutti ogni stramaledetta volta.

«Io...capito.» Parla finalmente, non trovando altre parole. Stiles abbozza un sorriso, per poi sentire uno strano odore.

«Derek, hai un profumo addosso?» Domanda, perplesso. Il moro annuisce.

«Umh, sì, avevo un appuntamento.»

Stiles sobbalza leggermente, non aspettandosi proprio una risposta simile. Evita lo sguardo del licantropo.

«E...com'è andato?»

Derek alza gli occhi al cielo, al solo pensiero della serata.

«Il peggior appuntamento di sempre, me l'ha organizzato Erica.» Ammette, e l'umano s'incuriosisce, sentendosi ora più rilassato nel parlare dell'appuntamento del suo partner.

«Dai! Come può essere andato cosi male?»

Derek scrolla le spalle.

«Sono arrivato al pub, e alla fine era un ragazzo. Matthew si chiamava, mi pare. Non era male fisicamente, e all'inizio stava andando anche tutto bene, quando poi lui ha iniziato a parlare di questa sua ossessione per le lucertole enormi, e di come la userebbe per fare del male a chi non sopporta...ed è andato avanti così per tutta la cena, quando poi ho deciso di liquidarlo.» Racconta Derek, ancora inquietato al ricordo, con Stiles che si lascia andare ad una risata liberatoria.

«Sai, non ti ci vedo, ad un appuntamento. Insomma, tu che dici cose carine e cerchi di comportarti il più educatamente e gentile possibile.» Lo prende in giro il castano, ricevendo un leggero ringhio come risposta.

«Mi sono dovuto sforzare per fargli pure i complimenti sulla camicia, prima di scoprire quanto fosse psicopatico.»

Stiles alza le sopracciglia.

«Wow, Derek, immagino debba essere stato un grando sacrificio per te!» Fa il sarcastico Stiles, trattenendo a stento una risata. Derek alza semplicemente gli occhi, e per qualche minuto nessuno dice nulla.

«Fermarti a dormire, ti prego, questa stanza mi metta angoscia. È troppo...bianca.» Sussurra poi il castano, stringendo le labbra. 
Derek alza un sopracciglio, pensandoci attentamente. Il letto è troppo piccolo per due, ma una soluzione ci sarebbe...

«Va bene, ma all'alba me ne vado.» Accetta il lupo, per poi trasformarsi in pochi secondi nella sua forma completa. Stiles si ritrova, per la seconda volta, a guardare l'animale estasiato. È troppo maestoso, e rimanda un'immagine di potenza e sicurezza. Perchè sì, Stiles si sente davvero protetto vicino a quella creatura, come niente potesse scalfirlo. Poi il lupo salta sul letto, sistemandosi vicino al petto dell'umano. Stiles si perde un attimo nell'accarazzerare quel manto color notte, non ricordandosi neanche più che quello in realtà è Derek. Il lupo sembra gradire quelle carezze.

«Sei bellissimo.» Si rivolge Stiles al lupo, ricevendo come risposta gli occhi che si illuminano un attimo di blu. Così, il ragazzino finisce per addormentarsi, con un braccio stretto intorno al corpo del lupo.

•••

«Stiles.»

«Mhh.»

«Stiles!»

«Appetta Dereek.» Biascica il ragazzino, talmente stanco che non ha la minima voglia di aprire gli occhi.

«Hai per caso detto Derek?» Okay, la voce non è del lupo. Stiles apre lentamente gli occhi, uno dopo l'altro, ritrovandosi davanti il volto della sua ragazza. Lydia. Per un attimo è deluso nel non trovare il lupo vicino al suo corpo, ma Derek gliel'aveva detto che se ne sarebbe andato all'alba.

«Umh, chi? Io? No! Mai nominato Derek, perchè dovrei!» Cerca di salvarsi Stiles, ma la rossa è tutto meno che stupida, così lo fissa con gli occhi socchiusi.

«Posso capire meglio com'é che ti hanno sparato, Stiles? Non capisco perchè a te hanno colpito e a Derek, da quanto io sappia, no.» Cambia argomento la ragazza, seduta sul suo letto, con i lunghi capelli rossi che le ricadono lungo le spalle. Stiles poggia meglio la schiena sullo schienale del letto.

«Perchè l'ho salvato, ho preso il proiettile al posto suo.»

Lydia corruccia lo sguardo.

«Ma lui è un licantropo, non sarebbe morto!» Esclama, giustamente, così Stiles si ritrova a doverle spiegare meglio cos'è successo, e di come un colpo dritto nel cervello è difficile che guarisca- quindi meglio non provare a vedere se guarisce davvero o no- e Lydia ascolta in silenzio, pensierosa.

«Stiles, che legame hai con questo Derek?"» Chiede d'un tratto la ragazza, con voce strana portando il ragazzino a boccheggiare, non aspettandosi una domanda di simile.

«Ma niente, Lyds, siamo semplici partners! Inoltre, Derek è...fidanzato.» Mente il castano, sperando che la rossa lasci perdere l'argomento...

«E con chi? beh, immagino che uno come lui debba essere sicuro fidanzato.»

Eccocome non detto.

Stiles pensa velocemente ad una risposta. Concora con Lydia, uno come Derek, a primo impatto, ti viene naturale pensare sia sicuramente fidanzato. Ma, il suo carattere è abbastanza complicato, quindi Stiles non è così tanto sorpreso che non lo sia.

«Con Erica Reyes, umh, lavora anche lei all'FBI, stanno insieme ormai da un anno!» S'inventa Stiles, venendogli in mente solo la licantropa al momento, che è davvero felicemente fidanzato, anche se con un altro lupo. Lydia sembra immediatamente più tranquilla, come se si fosse tolta un peso di dosso.

«Ah, allora invitali pure ad una cena una di queste sere! Voglio conoscere i tuoi colleghi, Stiles.» Decide la rossa, e il ragazzino capisce subito che ha combinato un casino. Non può dire di no a Lydia, perchè altrimenti sarebbe davvero sospetto, così si ritrova ad annuire, pensando ai tanti modi in cui verrà torturato poi dal lupo. 
Approfitta del fatto che la rossa è andata a prendersi un caffè, per scrivere subito a Derek.

(10:30) Ti pregonon mi uccidere.

(10:31) Cosa hai combinatoStilesSourwolf

(10:31) Okayla mia ragazza mi stava facendo domande su di tesul nostro rapporto e sono andato in crisi e...ora pensa che tu sei fidanzato.

(10:32) Pensavo peggio, che lo credesse pure. Sourwolf

(10:33) Con Erica...

(10:33) COOSASourwolf

(10:34) ...E vi ha appena invitatinon puoi rifiutarea cenare insieme a noi in questi giorniun'uscita a quattroin cui dovrete fingere di stare insieme...

(10:35) Appena ti vedogiuro che t'uccidoSourwolf

(10:35) Ecco...come non detto.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


"I hate that I want youyou want heryou need herand I'll never be her."

Il giorno dopo, mentre Stiles tornava a casa con Lydia, Derek tornava da un altro appuntamento disastroso. 
Il lupo è steso sul letto, sbuffando diverse volte, e promettendosi di uccidere la migliore amica. Possibile che Erica non riesca ad organizzargli un appuntamento con una persona normale? Ma che gente conosce?

Il suo telefono fa uno squillo, e il lupo lo prende dal comodino, allugando il braccio.

(21:45) EhiSourwolfio posso finalmente tornare a casa...tu come te la spassiStiles.

(21:46) Un altro appuntamento da dimenticare.

(21:46) Nonon ci credoCom'eraquesta voltaStiles.

(21:47) Una donnadico solo che era omofoba a livelli da 'uccidiamo tutti i gay'.

(21:48) Mi dispiaceDerStiles.

(21:48) Stiles.

(21:49) Stiles

(21:49) Mandami un messaggio appena sei tornato a casaok?

(21:50) Okay <3 Stiles

Ci sono tanti modi per dimostrare quanto tieni ad una persona, ma alcuni sono davvero semplici. Ci sono i 'mi manchi', i 'come va?', i 'quando torni mandami un messaggio'... che vuol dire un po' come 'mi raccomando, fammi sapere che stai bene'. 

•••

Due giorni sono passati molto lentamente, con Derek che non vedeva l'ora di tornare a casa dall'ufficio: non avevano assegnato ancora nessun caso a loro, ma la presenza di Lydia sembrava essere obbligatoria. 
Seguiva il ragazzino in tutto, e gli faceva compagnia anche nel suo ufficio. Inoltre, appena quei due arrivavano sapevano di sesso, tanto da far storcere il naso al lupo.

Stiles salutava Derek velocemente, sentendosi come costantemente osservato dalla propria ragazza, e la rossa si sforzava per sorridergli, rassicurata abbastanza dal fatto che il lupo fosse fidanzato. Eppure, perchè Lydia aveva l'impressione che ogni tanto l'agente rivolgesse al castano degli sguardi che sapessero ben poco di amicizia? Se Stiles li ricambiasse oppure no, non era ancora riuscita a capirlo.

A volte i due si trovavano nella sala accanto agli uffici, dove Derek andava a prendere il caffè, e sembrava che dovessero iniziare a pomiciare proprio quando il lupo metteva piede là dentro. Lydia gli teneva stretto il volto, e il ragazzino le circondava fianchi, mentre emettevano suoni abbastanza osceni. Tanto tutti stavano in ufficio, e ogni tanto qualcuno faceva capolino per prepararsi un caffè. Derek, spesso, rimaneva immobile, senza riucire a staccare gli occhi dai due, ritrovandosi Erica a scuoterlo per portarlo via da lì, dopo aver fulminato la ragazza che impediva alla sua ship di esistere.

La licantropa accorreva sempre il licantropo, visto che sentiva la puzza di gelosia e tristezza fin dal suo ufficio.

Derek passava le serate in solitudine, ad allenarsi faticosamente, per evitare di pensare che nel frattempo Stiles se la stava probabilmente spassando con la rossa. Oppure facevano cose da fidanzatini, come guardare un noioso film smielato.

E poi, l'ultima mattinata della permanenza della rossa, Stiles era venuto nell'ufficio del moro.

«Derek, posso entrare?» Chiede il castano, vedendo che il lupo sta sfogliando un fascicolo, che rimette subito dentro al cassetto, alla vista dell'umano.

«Certo, dimmi pure.» Risponde poi, portando gli occhi sulla figura del ragazzino. Stiles si avvicina alla scrivania, gesticolando nervosamente:

«Lydia vuole fare stasera quella famosa cena di cui ti parlavo, visto che domani dovrà tornare in college... quindi, ecco, mi puoi fare il favore di venire? Ci rimarrebbe davvero male, in caso di una risposta negativa.» Gli spiega Stiles, con Derek che resta in silenzio qualche secondo. Sa bene che questo vuol dire osservare i due fare i piccioncini, ma Stiles sembra tenerci davvero tanto, e non riesce a dirgli di no. Tanto dopo Lydia se ne andrà via, no? Irrigidisce tutti i muscoli.

«Okay. Lo dirò a Erica. Dove pensavate di andare?»

Il castano abbozza un sorriso, non aspettandosi davvero che avrebbe detto di sì.

«Volevo portarla nel pub di tuo zio, se a te va bene.» Lo informa il ragazzino, muovendo un piede a terra nervosamente.

«Sì, mio zio per fortuna non dovrebbe esserci.» E poi, il ragazzino se ne va via dall'ufficio, senza aggiungere altro, probabilmente tornando dalla rossa. Derek pensa, amaramente, che fino a una settima prima il ragazzino faceva di tutto per rimanere un altro po' con lui, anche se questo significava raccontare delle cazzate.

Sospira, prendendosi i capelli tra le mani. Perchè ogni volta che s'innamora, poi deve sempre fargli male?

•••

«Quindi, ricapitoliamo, dovremmo andare a questa cena, dove ci saranno Lydia e Stiles che faranno i fidanzatini, e io e te dovremmo sembrare una vera e propria coppia?» Riassume Erica, dopo che il licantropo si è fiondato nel suo appartamento per raccontarle tutto.

Il lupo annuisce, sedendosi su una poltrona.

«Okay, sarà fatto!» Esclama la bionda, sorridendo.

«A Boyd andrà bene?» Si preoccupa Derek, non volendo ferire in nessun modo l'amico. Erica alza gli occhi al cielo, come se fosse scontato.

«Ma sì, non potrebbe mai essere geloso di noi! Se ti rassicura, dopo glielo dirò.» Afferma, con tono così convinto che il lupo si tranquillizza.

«Allora ti passo a prendere per le sette e quaranticinque, okay?» Le domanda Derek, facendo per andarsene via, quando Erica lo blocca.

«Fermo, dove credi di andare! Io e te andremo a fare shopping, e ti faremo più bello di quella là!» Decide la bionda, con tono che non ammette repliche.

«Erica, è inutile fare queste cose, la rossa ha dalla sua anche i trucchi, oltre all'abbigliamento, e mi sembra tanto una bambinata...»

Erica assottiglia gli occhi, odiando essere contraddetta.

«Sai se Stiles piacciono più gli uomini o le donne? Perchè dipende tutto da questo.»

Derek abbassa lo sguardo.

«Non lo so, ma a quanto pare ama lei, ed è meglio così. Prima o poi mi passerà tutto, questione di tempo, e magari sarò fidanzato con qualcuno che ha un lavoro sicuro, normale.»

Erica scuote la testa, cercando il suo sguardo.

«Der, credi sia così facile dimenticare i propri sentimenti per qualcuno che, dopo tutto questo tempo, è riuscito a farti provare qualcosa? Non capisci che sia la persona giusta?» Cerca di farlo ragionare invano la licantropa. 
Derek chiude le mani a pugno.

«Evidentemente io non sono la sua persona, Erica. E non potrei mai mettermi con lui, visto che è il mio partner, lo sai bene come la penso su queste cose!» Ringhia debolmente lui, rassegnato.

«Derek, ma questa Lydia sta con Stiles, nonostante lui lavori con l'FBI! Lei sa bene che il ragazzino potrebbe morire da un momento all'altro, ma non gli interessa, perchè evidentemente gli basta stare con lui il più possibile» Insiste Erica, illuminando un secondo gli occhi di giallo. Il licantropo indietreggia leggermente, scuotendo la testa, e illuminando i suoi occhi di blu.

«Forse perchè lei non si è ritrovata tra le braccia l'amore della sua vita, che stava morendo! Non si è ritrovata costretta a darle il colpo di grazia, per non farla soffrire ancora di più!» Grida Derek, infuriato, per poi coprirsi il volto con le mani, disperato. Erica si morde un labbro, per poi abbracciare il lupo di slancio. Derek ricambia subito l'abbraccio, aggrappandosi all'amica come se non ce la facesse più.

«Sarai bellissimo uguale, Der, quindi adesso porterai le tue bellissime chiappe al centro commerciale.» Gli sussurra la bionda all'orecchio, con un sorriso, ricevendo una risata nasale da parte del moro. Erica spera solo che prima o poi Stiles si renda conto di che persona meravigliosa è il suo migliore amico, e che quest'ultimo capisca che bisogna lasciare andare il passato, e che è meglio viverla una storia d'amore, senza poi avere il rimorso tutta la vita.

•••

Stiles e Lydia sono già seduti a un tavolo del pub, con una leggera musica in sottofondo, aspettando che gli altri due arrivino. La rossa ha un lungo abitino nero, scollato davanti, con un rossetto rosso scuro sulle labbra carnose. Il castano, invece, ha una semplice maglia bordeaux.

«Tra quanto arrivano?» Chiede la rossa, guardandosi un attimo al suo specchietto, come se Stiles potesse saperlo.

«Umh, non lo...» Fa per finire la frase il ragazzino, quando due persone entrano nel pub, togliendogli il respiro. Erica è aggrappata al braccio di Derek, e i due si stanno guardando intorno, alla ricerca di loro due. Erica ha un abito rosso molto attilato, che le fascia perfettamente ogni curva del suo corpo, e sulle labbra ha un rossetto dello stesso colore. Inoltre, ha i capelli biondi perfettamente piastrati, e un sorrisetto malizioso sulle labbra.

E Derek...DioDerek.

Il lupo ha una camicia azzurra talmente stretta che rimarca la linea degli addominali, e i primi tre bottoni sono aperti, rivelando al ragazzino parte dei pettorali del moro. 
I suoi jeans, poi, sono così attillati che, appena il lupo si gira leggermenta da una parte, Stiles può ammirare il suo sedere, che è forse il più bello che abbia mai visto.

Insomma, essendo entrambi alti, Erica e Derek sembrano davvero due modelli usciti da una qualche rivista di moda. Infatti, tutti si girano a guardarli, ed Erica si avvicina ancora di più al lupo, per sussurrargli qualcosa all'orecchio:

«Amore, sento un forte odore di eccitazione provenire da un ragazzino, che ti sta letteralmente mangiando con gli occhi.»

Derek, allora, si gira verso Stiles, notando che la bionda ha ragione. 
Il castano lo sta fissando con la bocca dischiusa, apprezzando molto ciò che vede, e il lupo si ritrova a fare un sorrisetto malizioso, per poi avvicinarsi con la sua finta-ragazza al tavolo dei due. Stiles si sente improvvisamente fuori posto, seduto tra tre delle persone più che belle che abbia mai conosciuto. Anche Lydia potrebbe fare la modella, se non fosse per la sua altezza. Pure la rossa resta sorpresa dai due, trovandoli perfetti per stare insieme, anche se si sente ancora come minacciata dal licantropo, il quale ha una barba perfettamente curata, e alcune ciocche di capelli rilasciate cadere con fare ribelle. 
E i suoi occhi verdi non sembrano staccarsi dal suo ragazzo.

Lydia, però, si chiede come mai uno come Derek dovrebbe guardare qualcuno come Stiles, quando ha già una ragazza come Erica? Tutto ciò non ha alcun senso, quindi probabilmente fra Derek e Stiles c'è davvero una semplice amicizia. Stiles, nel frattempo, è ancora perso nell'osservare il lupo di fronte a lui, che sembra veramente il Dio del Sesso, senza neanche impegnarsi nel sembrarlo.

Derek pare creato apposta per dominare, possedere, per imporre la propria forza sugli altri, soprattutto in ambito sessuale...un vero e proprio maschio Alpha, nonostante in realtà sia un Beta dagli occhi blu. Se l'immagina proprio, il lupo e la licantropa a cercare di dominarsi a vicenda durante il sesso.

Qualcosa in Stiles si sta risvegliando, e il ragazzino si maledice, portando ora lo sguardo sulla propria ragazza. 
Sì, anche lei è bellissima, ma nel guardarla, a Stiles non viene in mente sesso selvaggio, quello da farti dimenticare pure come ti chiami...
ma l'importante è che la ama, perchè la ama...no?

«Allora, com'è che vi siete messi insieme?» Chiede la rossa, con un sorriso, curiosa. Derek e Erica si guardano un attimo, avendo già pensato alle eventuali domande e risponde, mentre la bionda lo costringeva a passare metà pomeriggio nei camerini dei negozi. Erica si accinge allora a raccontare la loro storia, facendo la voce da ragazza innamorata, e poggiando ogni tanto il capo sulla spalla del licantropo. 
Stiles pensa che i due sono davvero credibili, soprattutto il lupo che ogni tanto abbozza un sorriso, guardandola.

«...e così capimmo di essere follemente innamorati, e beh, eccoci qua.» Finisce di raccontare Erica, con un enorme sorriso.

«Siete entrambi licantropi, giusto?» Domanda poi Lydia, ricevendo una risposta affermativa. Poi, per il resto della cena, la rossa racconta qualcosa del suo college o di qualche ricordo divertente che ha con Stiles. Anche Derek e Erica parlano del loro lavoro, e la bionda sta bene attenta a non nominare il suo vero ragazzo.

Poi, finito di mangiare, decidono di spostarsi fuori, con un leggero vento che solletica la pelle dei ragazzi.

«Vi dispiace se io e Stiles andiamo a farci un giro qua intorno?» Fa la rossa, prendendo la mano del suo ragazzo nella sua. Erica precede il ringhio di Derek, prendendo anche lei la mano del suo finto-ragazzo:

«Figurati, anche noi ci facciamo due passi.» Risponde tranquillamente, mentre Stiles e Lydia si allontanano, sparendo dalla loro vista, probabilmente diretti verso il lago.

«Der, hai gli occhi illuminati di blu.» Gli fa notare la licantropa, preoccupata. Il moro non se n'era neanche accorto, e si sforza di farli tornare normali. Poi, insieme, si dirigono anche loro a fare un giretto.

«Il mio nuovo caso è davvero difficile, comunque, infatti credo che questi giorni dovrò darmi molto da fare e...» Inizia a parlare Erica, quando si accorge che Derek si è fermato. 
Il lupo sta fissando qualcosa, attraverso la scarsa illuminazione del posto. Erica segue il suo sguardo, ritrovandosi poco lontani Stiles e Lydia, in piedi vicini al laghetto.

I due stanno ridendo, uno davanti all'altro, quando d'un tratto iniziano a sorridersi, e la rossa azzerra quella distanza baciando il ragazzino. 
È un bacio dolce, lento, che sa tanto di amore.

O almeno così sembra, visto da fuori.

Derek si ritrova a conficcare le unghie nei palmi della mano, infischiandosi del sangue, sforzandosi invano di non far uscire i canini. Sente una fitta nel petto.

«Derek! Probabilmente è la vicinanza della luna piena a farti quest'effetto...concentrati sulla rabbia!» Gli ordina Erica, stringendogli un braccio. Derek, con gli occhi blu, la guarda disperato.

«Non credo sia più la rabbia la mia ancora...non funziona...» Mormora, spaventato. La licantropa dischiude la bocca, più che preoccupata.

«Hai idea di quale possa essere la tua nuova ancora

Derek torna a guardare i due fidanzatini, che si stanno ancora baciando, e in particolare si sofferma sulla figura di Stiles, pensando ad alcuni ricordi che ha del ragazzino. 
In pochi secondi il lupo torna normale, guardando Erica tristemente.

Lei afferra la risposta, rimanendo in silenzio.

«È innamorato di lei...» Sussurra semplicemente il lupo, sentendosi impotente, sconfitto, distrutto. «...è più mi ripeto che è meglio così, più...»

«...più ti fa male.» Conclude la bionda per lui, abbracciandolo per la seconda volta in un giorno. Erica, dall'abbraccio, riesce a vedere sia Stiles e Lydia.

«I due hanno smesso di sbaciucchiarsi, Der, e adesso ci stanno guardando...che ne dici di far vedere loro com'è un vero bacio?» Sussurra la licantropa all'orecchio del moro, sogghignando. Derek capisce subito cos'ha in mente la bionda.

«Se credi che questo ingelosirà Stiles, ti sbagli di grosso.»

«Vedremo chi ha ragione.» Replica semplicemente la licantropa, staccandosi dall'abbraccio, per poi saltare addosso al licantropo. Il moro rimane un attimo stranito, ma stringe la licantropa a sè, tenendola su per il sedere, mentre Erica si avventa sulle sue labbra.

Stiles dischiude la bocca, sorpreso da un gesto simile, mentre Lydia alza le sopracciglia. Quello è un bacio violento, rude e pieno di passione. Stiles si ritrova a pensare che lui e Lydia non si sono mai baciati in quel modo.

Dopo diversi secondi, Erica si stacca da Derek, saltando giù, e i due si guardano un attimo.

«È stato fin troppo strano, bleah.» Fa una smorfia Erica, facendo attenzione a non farsi nè vedere nè sentire dai due fidanzatini. 
Derek concorda pienamente.

«Mi sembrava di baciare Cora, se la cosa ti può interessare.»

E poi, scoppiano a ridere, vista l'assurdità della situazione.

«E qualcuno qui puzza di gelosia, ah!» Gli sussurra la licantropa, soddisfatta, indicando con un leggero cenno di capo il ragazzino. Il lupo cerca lo sguardo del castano, percependo anche lui quell'odore.

«Non può essere geloso di me, Erica, probabilmente lo è del fatto che quei due non si sono mai baciati in questo modo, visto che anche Lydia emana quell'odore.» Parla il lupo, visto che il ragazzino prima guardava la rossa come se fosse l'unica al mondo...quindi, perchè dovrebbe essere geloso di Derek?

«Credi quello che vuoi credere.» Sbuffa Erica, notando che l'odore di gelosia del ragazzino è molto più forte di quello della sua ragazza, che invece è solamente accennato. Inoltre, quello di Lydia, per l'appunto, sembra più invidia che gelosia.

«Beh, che avete da guardare?» Ride poi la licantropa, a voce abbastanza alta che sia Stiles e Lydia possano sentire. Stiles arrossisce, e poi i quattro si salutano. Derek riaccompagna l'amica a casa, per poi tornare nel proprio appartamento, rimanendo in soli boxer per entrare sotto le coperte. D'un tratto il suo telefono vibra, e con uno sbuffo lo prende.

(23:15) Grazie per essere venutistaseraStiles

(23:16) Nessun problema.

(23:16) Posso farti una domandaStiles

(23:16) So che me la farai anche se ti dirò di noquindi spara.

(23:17) Da quando...ti piace EricaStiles

Derek alza un sopracciglio, ritrovandosi a ridere da solo, come se fosse pazzo.

(23:19) Da maiStilesè come una sorella per me.

(23:19) Behallora vedo che ti piace molto baciare tua sorellaStiles

Derek si ritrova a chiedersi sul serio se Stiles è per caso geloso di lui, come sostiene Erica.

(23:20) Era per stare al giocoStilesperchèTi ha creato problemi?

(23:25) No!!! NotteSourwolfStiles

(23:25) NotteStiles.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


"Vanno via tutti, resti con me?"

La luna piena è quasi scoperta del tutto, e Derek si è chiuso nel proprio appartamento, cominciando a sentirsi già diverso. Non riesce a controllarsi pienamente, e non solo per la luna, visto che non ha mai avuto questo tipo di problema...giusto quando era piccolo, e i primi periodi dopo la morte di Paige. Poi, è sempre riuscito a mantenere il controllo. Solo che adesso la sua ancora è cambiata, e i tuoi istinti animali si moltiplicano quando non hai mai passato una luna piena con la tua nuova ancora.

Derek ringhia, cercando di non trasformarsi invano, quando lo chiamano al cellulare: è Erica. 
Mette in vivavoce, mentre gli spuntano gli artigli.

«Erica! Cosa vuoi?» Ringhia, girando per la sala, come impazzito.

«Derek...stai già perdendo il controllo? Devi chiamare Stiles! Ti aiuterebbe la sua presenza, così rischi di trasformarti in lupo e potresti uscire ad uccidere la gente!» Esclama la ragazza, dall'altro capo del telefono.

«Non lo chiamerò! Non voglio vederlo!» Ringhia di nuovo, coprendosi il volto con le mani, come se questo potesse fermare in qualche modo la sua trasformazione.

«Perchè, Der?»

Ora ha gli occhi illuminati di blu, e spegne tutte le luci, desiderando solo il buio. L'oscurità.

«Perchè ogni volta...ogni volta che lo vedo mi sembra di r-rivedere lui e la sua ragazza b-baciarsi, il m-modo in cui la guarda...» Cerca di ricacciare un ululato, trovando faticoso anche solo parlare. «...e mi ricordo che non è mio, Erica, che n-non sono io la persona d-della quale è innamorato e che non posso averlo.»

«Ma è la tua ancora ora, Derek, ti serve averlo vicino...»

«Ma non è mio, Erica! NON È MIO!» 
Ed esplode in un ruggito, ululando in modo talmente disperato che ha paura possa averlo sentito tutto il palazzo, ma ormai poco gli interessa. Erica, imprevedibilmente, riattacca, e il lupo cerca invano di non perdere del tutto il controllo.

•••

Stiles è steso sul divano del suo appartamento, studiando accanto ad Isaac, stancamente. 
Ha accompagnato ore prima Lydia alla stazione, e adesso deve recuperare anche lo studio perso durante i giorni in cui era in ospedale. Sbuffa diverse volte, non riuscendo affatto a concentrarsi. D'un tratto gli vibra il telefono, e legge subito il messaggio.

(23:30) Derek ha bisogno del tuo aiuto, raggiungilo nel suo appartamento. Erica

Stiles rilegge il messaggio, cercando di capire cosa sia successo al lupo, e risponde affermativamente. Spera solo che non sia nulla di grave, e si chiede come lui possa essere più d'aiuto di Erica, mentre cerca le chiavi della Jeep.

«Dove vai?» Chiede Isaac, staccando gli occhi dai libri. Stiles finalmente le trova, dirigendosi verso la porta di casa.

«Da Derek, a quanto pare ha bisogno del mio aiuto.» Risponde, confuso lui stesso. Isaac corruccia lo sguardo, ma non fa domande, visto che a quanto pare il ragazzino non sembra sapere nulla.

«Va bene, sta attento, c'è la luna piena fuori.» Scherza il riccio, anche se è un pochino serio. Stiles nota solo ora della luna piena, e riflette che probabilmente centra qualcosa con quello che sta succedendo a Derek. 
Sa bene come i licantropi siano più soggetti a perdere il controllo in nottate come questa, anche se il moro non gli sembra uno che non ha la situazione sotto controllo...eppure. Così, Stiles esce di casa, diretto verso l'appartamento di Derek.

•••

Stiles è davanti alla porta dell'appartamento del lupo, sentendo strani suoni provenire all'interno: conoscendolo, Derek sta sfasciando mezza casa, se ha davvero perso il controllo, come per l'anniversario della morte della sua famiglia.

«Derek! Sono io, fammi entrare!» Esclama, sapendo bene che il lupo lo sente benissimo.

Nessuna risposta, solo alcuni ringhi.

«Se non mi apri, resterò qua tutta la notte, e senti pure i miei battiti se non ci credi!» Insiste il ragazzino, appoggiando la schiena contro la porta, quando si ritrova a cadere all'indietro: il lupo si è deciso ad aprirgli. Derek è trasformato, e torna al centro della sala, prendendo a pugni il tavolo, mentre Stiles richiude la porta alle sue spalle.

«Non dovevi essere qui!» Ringhia con forza Derek, illuminato solo dalle luci della città e della luna, che provengono dall'enorme vetrata. Infatti, Stiles ci mette un po' per abituarsi a quel buio, individuando poi il licantropo.

«Erica mi ha detto che avessi bisogno del mio aiuto, quindi eccomi, Derek.» Gli spiega, chiudendo gli occhi ad ogni pugno che il moro sgancia ora al povero divano. «Smettila, Derek, riprendi subito il controllo

Derek si gira un attimo verso Stiles, e quest'ultimo rimane un attimo meravigliato dai suoi occhi blu. 
Sono bellissimi, come il resto del lupo.

«Vattene, Stiles, ti potrei fare del male...» Lo avverte il lupo, tra un ringhio e l'altro, facendo di tutto per non trasformarsi in lupo. Se succedesse, potrebbe davvero scappare da lì e andare a fare del male a qualche innocente. Stiles, invece, gli si avvicina cautamente.

»So che non mi faresti mai del male, mi fido di te.» Insiste il ragazzino, mentre il lupo mette in mostra i canini, cercando con tutte le sue forze di non fare male all'umano, nonostante sia proprio lui la sua ancora. «Pensa alla tua ancora, Derek, pensaci!» Stiles si ricorda tutte le volte che aiutava Scott a riprendere il controllo, e aggrappassi alla propria ancora funziona molto meglio di ripetere il mantra. Anche se, Stiles pensa che il lupo deve aver già provato con entrambi i metodi. «Perchè sei in queste condizioni, Der?» Si preoccupa quindi l'umano, avvicinandoglisi ancora di più. Derek ruggisce, non facendosi sopraffare del tutto dalla parte animale.

«Perchè-perchè è la mia prima luna p-piena con la mia nuova a-ancora!» Grida lui, ululando poi diretto alla luna, venendogli poi un'idea. «Stiles, parlami! Parlami di qualsiasi-qualsiasi cosa!» Forse la voce dell'umano può aiutarlo a rilassarsi, anche se è strano da dire. Stiles si sente messo contropiede, e pensa al primo argomento che gli viene in mente:

«Umh, quando ero piccolo, adoravo vestirmi da batman a carnevale, così tanto che rimanevo con quel costume per una settimana...» Comincia a raccontare, con il licantropo che gli dà le spalle, appoggiando le braccia tese sul tavolo. «...mio padre cercava di togliermelo anche con inganni o velate minacce, ma non c'era nulla da fare...» Stiles sorride al ricordo, mentre Derek prende respiri lenti, concentrandosi solo sulla voce del castano, nient'altro. I peli spariscono lentamente, ma ancora rimangono gli occhi blu, le zanne e gli artigli, nonostante Stiles stia parlando da diversi minuti.

Il lupo allora si gira verso di lui, disperato.

«Non f-funziona! Non-non del tutto! E-e ho tanta voglia di a-ammazzarti...» Ammette con fatica il lupo, cercando di non trasformarsi di nuovo come prima. L'umano gli si avvicina ancora di più, nonostante il licantropo non sia affatto d'accordo. «S-stammi lontano, S-Stiles...» Lo avverte, con un poderoso ringhio, ma l'umano non sembra avere paura. Sono uno di fronte all'altro, e il moro ha i denti in bella mostra, con un leggero ringhio continuo, mentre Stiles appoggia improvvisamente la propria fronte contro quella del licantropo. 
Non ha pensato a possibili conseguenze, ha semplicemente agito, e in effetti una parte di lui teme che Derek perda davvero tutto il controllo, aggredendolo. Invece, sono ancora fronte contro fronte, con il lupo che respira faticosamente, probabilmente facendo di tutto per controllarsi.

«Rilassati, Sourwolf, guardami negli occhi.» I loro nasi si sfiorano, e gli occhi blu di Derek si mischiano con quelli nocciola del ragazzino. 
Poi, l'umano, afferra le mani del licantropo nelle sue, intrecciando le loro dita, e accorgendosi felicemente che gli artigli sono spariti. «Concentrati su di me, Der, senti il mio respiro? Respira insieme a me, in questo modo.» Gli suggerisce, con un sussurro, per poi respirare lentamente. Molto lentamente. Se non fosse una situazione così delicata, probabilmente entrambi si accorgerebbero che sono talmente vicini che basterebbe davvero pochissimo per far scontrare le labbra.

Derek mantiene lo sguardo in quello di Stiles, trovando un'ancora di salvezza, e sentendosi già meglio, come se non potesse succedergli nulla di male.

C'è Stiles con lui, ed è l'unica cosa che conta.

«Bravo! Stai andando bene, Der, ora pensa a quella volta che mi sono preso il proiettile per te.» Continua a parlare l'umano, con voce calma e calda, notando che ora al licantropo restano solo gli occhi blu. Le loro mani si stringono ancora di più, al limite del possibile, e restano sempre lungo i fianchi. «Lo rifarei anche adesso, e vuoi la verità? Quando mi sono buttato davanti alla mira di quella pazza, ho pensato solo che dovevo metterti al sicuro, non ho pensato neanche un attimo che avrei potuto rischiare di morire.» Derek dischiude la bocca, ora con gli occhi completamente verdi, e ne approfitta per stringere il ragazzino in un abbraccio. Stiles ricambia subito, posando il capo sull'incavo del collo del lupo, mentre sente delle braccia possessive stringerlo per i fianchi. Restano così per un tempo indeterminabile, quando Stiles si ritrova a sciogliere l'abbraccio, guardando il lupo negli occhi.

Gli era davvero mancato un contatto fisico con Derek, soprattutto perchè tra quelle braccia possenti si sente al sicuro.

«Sono la tua ancora, vero?» Chiede poi il ragazzino, spaventato dall'idea di cosa ciò possa significare. E anche maledettemente sorpreso, come se non ci credesse davvero.

Derek distoglie lo sguardo. «Sì. Come hai fatto a capirlo?»

Stiles assimila un attimo il tutto, pensando subito al fatto che Allison è l'ancora di Scott, e lui la ama. Ma, d'altro canto, sa anche di licantropi che hanno come ancora la sorella o comunque la persona più cara che hanno, amico o non.

«Non sono stupido, se avevi bisogno proprio di me in un momento simile ci doveva essere un motivo, insomma, inoltre mi hai chiesto di parlarti...e hai cominciato a rilassarti un po'...» Spiega l'umano, cercando invano lo sguardo dell'altro. «...cosa significa questo, Der?» Osa poi chiedere, stringendo le labbra. Il lupo guarda ovunque, tranne che il ragazzino, sentendo il proprio cuore che sta accelerando.

Scrolla le spalle.

«Come l'ancora della nave, che permette a quest'ultima di non andare alla deriva, o di non infrangersi contro uno scoglio...è affidabile, ed è simobolo di sicurezza e di potrezione...» Usa una metafora il licantropo, fissando un punto indefinito, per poi alzare lo sguardo sul ragazzino. I battiti dell'umano sono ora più veloci del solito. «...sei questo, Stiles, tu sei l'ancora e io sono la nave. In un certo senso, tieni in vita la mia parte umana.» Finisce di parlare, non sapendo che reazione aspettarsi dal suo partner. Stiles rimane qualche secondo in silenzio, tra il confuso e il sorpreso. Non sa proprio cosa rispondere, come se gli mancassero le parole.

«Quando...quando sono diventato la tua ancora?» Domanda, con un sussurro. Il lupo sospira.

«Credo quando sei venuto a trovarmi all'anniversario della morte mia famiglia.» Ammette, visto che si è davvero fidato dell'umano solo in quel momento, raccontando solo a lui di sua sorella. E questo perchè si sentiva così protetto, al sicuro. Era convinto che Stiles non gli avrebbe fatto del male, approfittando della sua debolezza.

Stiles muove nervosamente il piede a terra, non sapendo cosa fare. 
Aveva già intuito fosse la sua ancora, per questo gli aveva ordinato di concentrarsi di lui, ma adesso non sa proprio come reagire. Come dovrebbe reagire? Non è da lui rimanere senza parole, e la cosa gli è parecchio frustrante.

«Posso restare questa notte qui? Sarei più sicuro nel sapere che stai bene, e che non perderai di nuovo il controllo...» Apre bocca l'umano, che deve ancora metabolizzare che lui, Stiles Stilinski, è l'ancora di uno come Derek Hale. Non bisogna affatto sottovalutare cosa significa essere l'ancora di qualcuno, perchè è qualcosa di molto profondo, una sorta di legame. «...inoltre, non sarebbe la prima volta che dormiamo insieme...» Conclude Stiles, facendo capire al licantropo che per lui non sarebbe un problema stare insieme nello stesso letto. Derek l'osserva un attimo.

«Io... va bene, ti serve un pigiama?»

Stiles abbozza un sorriso.

«Va benissimo una maglia e un paio di pantaloni di una tuta.»

Così, il ragazzino si ritrova a sembrare un barbone, visto che gli sta tutto piuttosto grande. Non è giusto, pensa, che a Derek quella maglia fascia perfettamente gli addominali, mentre a lui sta anche un pochino larga! 
Va un attimo in bagno, e poi trova Derek già a letto, con indosso solo una canotta e un paio di boxer.

Dio, che fisico che ha.

Stiles si stende al suo fianco, tirandosi su le coperte, per poi girarsi con il corpo verso il lupo.

«Tra una settimana ci sarà una partita di basket tra alcuni agenti, e io parteciperò...se ti va di venire, potresti unirti in tribuna con Erica e Boyd.» Prende parola Derek, continuando a guardare il soffitto.

«Certo!» Esclama il ragazzino, contento che gli abbia chiesto una cosa simile. «Verrò volentieri.»

Il lupo accenna un sorriso, e l'umano si ritrova a pensare davvero a tutto quello che é successo, e sente gli occhi inumdirsi. Derek si gira verso di lui.

«Perchè sai di felicitá, ma sei sul punto di piangere?» Si preoccupa il lupo, fissandolo in attesa di una risposta.

"Io...sono felice, Derek. Sono davvero felice, ed è colpa tua! Mi fai sentire così dannatmente speciale, che penso di non meritarmelo...» Mormora, puntando gli occhi di Derek, che riesce vagamente a distinguire nel buio della stanza.

Derek allunga improvvisamente una mano verso il volto i Stiles, osservandolo attentamente. 
Il ragazzino smette di respirare, e sente il suo cuore rimbombare nel petto, immobilizzandosi. Il lupo muove il pollice sulla guancia dell'umano, in un gesto affettuoso.

«Fidati, Stiles, ti meriti questo ed altro.» Sussurra, facendo venire i brividi all'altro. Stiles sorride come mai prima, tanto che con quel sorriso illumina un pò la camera, e Derek ci si perde. «Buonanotte, ragazzino.» Aggiunge poi, allontanando la mano dal suo volto.

«Buonanotte anche a te, Sourwolf.»

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


"Are you with me?"

La mattina seguente, Stiles aveva trovato il lupo a preparare ad entrambi la colazione in cucina, in soli boxer. 
Si era sfrozato, invano, di non soffermarsi troppo sul fisico dell'altro, arrossendo un po'. Poi Stiles gli aveva chiesto meglio di questa partita di basket, e il lupo si era mostrato già abbastanza pessimista, vista la squadra in cui l'aveva inserito casualmente. E, tra una parola e l'altra, Stiles gli aveva proposto una scommessa, un po' per divertimento e un po' per noia.

«Se perdi la partita, mi offrirai il caffè per una settimana.» Gli aveva proposto il ragazzino, sentendo lo sguardo del lupo su di lui, curioso.

«E se vinco io?»

Stiles aveva fatto spallucce.

«Boh, potrai decidere una cosa da farmi fare? Qualsiasi cosa tu voglia.»

Il lupo lo aveva guardato con un ghigno, che al ragazzino non sembrava promettere nulla di buono.

»Accetto.»

E, così, Stiles ora è seduto in tribuna, vicino ad Erica e Boyd, prestando attenzione ai giocatori in campo, nonostante la partita ancora non sia iniziata. Derek indossa una semplice canotta e dei pantaloncini, che mettono in risalto precisamente le sue braccia e gambe muscolose. 
Gli altri agenti non li ha mai visti, forse qualcuno incrociato di sfuggita nella sala comune degli uffici. 
Ci sono davvero tante persone in palestra, tutti ovviamente che lavorano per l'FBI, visto che si trovano comunque all'interno di uno degli edifici. C'è un vociare continuo, quando presentano con un microfono i diversi giocatori. Quando nominano Derek, lui, inaspettatamente, fa una capriola in salto all'indietro, suscitando applausi e fischi, soprattutto dalla componente femminale. Stiles alza le sopracciglia, meravigliato, pensando che Derek è un pò esibizionista.

«Wow, io non riesco neanche a toccarmi la punta dei piedi.» Prende parola il castano, mentre si dà il via alla partita. Erica ridacchia, per poi diventare tremendamente seria. 
Ora si sente solo il rumore del pallone, qualche incitamento, e Derek sembra subito prendere in mano la situazione.

«Stiles, grazie per essere andato da Derek, ieri sera.» Gli fa Erica, dopo qualche secondo. Stiles la guarda di sottecchi.

«Non è stato un problema, anzi.»

«Lo sai che sei la sua ancora, vero?»

Stiles deglutisce.

«Sì, lo so.» Ammette, sentendo uno strano calore nel petto.

«Lo sai anche che Derek non ha mai mosso un dito per nessun partner, da qualche anno? Prima di te.» Continua a parlare Erica, puntando lo sguardo sul campo. Derek ha già fatto un canestro, guardando per un attimo in direzione dell'umano, come se gliel'avesse dedicato. Stiles abbozza un sorriso, arrossendo, prima di ricordarsi che deve ancora rispondere alla licantropa.

«Mi erano arrivate queste voci...ma davvero è così? Si è rifiutato di proteggere quelle persone? Perchè?»

Erica rimane un secondo in silenzio.

«Il perchè non posso dirtelo io, Stiles, ma è per qualcosa che è successo circa tre anni fa...da allora, non ha protetto più nessuno, ma poi sei arrivato tu.» La squadra di Derek ha fatto un altro canestro, anche se adesso la palla è in mani avversarie. «Morirebbe per te, Stiles. Letteralmente

Le parole della biondia portano il ragazzino ad avere un battito irregolare, e la gola secca.

«Anch'io morirei per lui, Erica.» Replica semplicemente Stiles, dicendo la pura verità, visto che si è già preso un proiettile per lui. La bionda adesso si gira verso di lui, accennando un sorriso.

«Lo so, Sti, ed è per questo che sei diverso dagli altri...quindi, ti chiedo di non far mai del male a Derek, quel ragazzo non se lo merita.»

Stiles annuisce, ritenendo che il lupo sia fortunato ad avere una migliore amica come Erica.

«Non gli farei mai dal male.» Dice Stiles, sentendosi leggermente offeso. Entrambi, allora, tornano a concentrarsi sulla partita, come se non avessero mai avuto quella conversazione.

•••

Alla fine, la partita l'ha vinta la squadra di Derek, visto che il lupo ha giocato benissimo, sorprendendo sempre di più l'umano. Stiles, difatti, aveva detto a Erica che non era molto giusto che Derek fosse un licantropo, visto come stava sopraffando gli altri giocatori. Ma, la bionda, gli aveva risposto che non era l'unico licantropo tra i giocatori. Stiles, allora, si era chiesto se il moro non avesse preso molto a cuore la loro scommessa, e si era preoccupato di quello che avesse intenzione di fargli fare.

Al momento, il castano è nell'appartamento del moro, in attesa della sua richiesta. Derek lo sta guardando sogghignando, in piedi accanto al tavolo della sala.

»Qualcuno qui ha perso una scomessa.» Rincara la dose il lupo. Stiles sospira.

«Dimmi subito quello che devo fare, e ti prego, non essere troppo crudele.» Lo supplica il castano, allargando le braccia, come offrendosi completamente al licantropo. 

«Dovrai pulire la sala.» Lo informa il lupo.

Stiles alza le sopracciglia.

«Così facile? Wow, mi sorprendi!» Esclama, sollevato, facendogli per chiedere dove sia la scopa e lo straccio, quando il licantropo ferma il suo entusiasmo.

«Aspetta, ragazzino, non vestito così.» Lo dice con un sorrisetto, che fa rabbrividire l'umano. Derek, senza aggiungere altro, scompare dalla sala, tornando con in mano delle...mutande. Mutande da uomo che sembrano talmente strette e corte da sembrare quelle da donna. Sicuramente, lasciano davvero poco all'immaginazione.

«Beh, cosa vuol dire?» Chiede Stiles, spaventato all'idea di quale potrebbe essere la risposta. Derek continua a sorridere in quel modo abbastanza inquietante.

«Pulirai, indossando solo queste.» Scandisce bene le parole il moro. Stiles boccheggia, diventando probabilmente tutto rosso e contrariato.

«Vuoi proprio umiliarmi, eh?!» Esclama, strappando quelle mutande dalla mano del lupo, per poi borbottare «mi vado a cambiare, stronzo.»

Derek, soddisfatto, si mette comodo sul divano, quando il castano fa la sua apparizione. Il lupo del moro scalcia violentemente per saltare addosso all'umano: ha un accenno niente male di addominali, costellato da nei, Dio quanto nei, e le mutande delineano perfettamente il membro a riposo del più giovane. Stiles si sente fin troppo imbarazzato.

«Ti prego, almeno risparmiati i commentini, spero sarai contento nel vedermi umiliato e imbarazzato.» Lo prega Stiles, andando a prendere la scopa. Derek, nel frattempo, gli fissa senza pudore il sedere, che, anche se non troppo grande, è davvero sodo. 
Il licantropo si sforza per non far risvegliare qualcuno là sotto, anche se la sua mente viaggia parecchio.

Oh, non l'ha fatto per niente per umiliarlo, ma solo per godersi la vista del suo corpo.

Gli sembra solo strano di non vedere nessun succhiotto sulla pelle del ragazzino. Se Stiles fosse il suo ragazzo, lo marchierebbe tipo ovunque, ma evidentemente il rapporto che ha con Lydia è più dolce, innocente. Invece, Derek è un tipo possessivo, passionale a cui piace marcare il proprio territorio. In gran parte dovuto al fatto che è per metà lupo, per più dalla nascita.

Per fortuna, Stiles non si accorge delle vere intenzioni del lupo, percependo però lo sguardo del moro su di lui, facendolo rabbrividire di piacere diverse volte.

Stiles pulisce con cura, abbassandosi anche varie volte per raggiungere con la scopa alcuni punti, e Derek fa davvero fatica a non farsi venire un rigonfiamento, cacciando fuori pure gli artigli per quanto si sta sforzando.

«Almeno, dopo questa umiliazione, devi accettare quello che sto proporti.» Parla il ragazzino, mentre sta finendo di spazzare.

«Mhh.» Mugugna il lupo, troppo impegnato a guardargli il culo per ascoltarlo davvero. Dicembre è alle porte, e per strada cominciano già ad esserci delle decorazione natalizie.

«Tra una settimana, Malia, tua cugina, ha invitato me e i miei amici a cena nell'agriturismo dei suoi genitori adottivi. Poi penso ci fermeremo a dormire lì...insomma, mi ha detto che le farebbe piacere venissi anche tu e i tuoi due migliori amici.» Continua a parlare il ragazzino.

«Mhh.»

«Derek, mi stai ascoltando?»

«Mhh.»

A quel punto, il ragazzino si gira verso di lui, e il lupo porta gli occhi subito sul suo volto, tornando nella realtà.

«Derek!» Esclama Stiles, offeso per non essere ascoltato.

Vedi che effetto mi fai, Stiles?

«Sì, ho capito, se Malia ci tiene così tanto...posso provare a sentire Erica e Boyd.» Risponde, sentendo odore di felicità venire dal ragazzino. Gli piace fin troppo provocargli queste emozioni.

•••

È passata una settimana, e tutto sembra essere tornato alla normalità, come prima che venisse Lydia. 
Stiles si ferma più tempo nell'ufficio del moro, e hanno anche ricevuto un nuovo caso. A detta del lupo non sarebbe stato molto difficile, infatti l'hanno risolto dopo qualche giorno. 
Si trattava di femminicidio, e, quando i due sono dovuti andare ad arrestare l'ex fidanzato della vittima, Derek ha costretto il ragazzino ad indossare un giubbotto dell'FBI anti-proiettile. Visto cos'è successo nelle volte precedenti, non si sa mai.

Per fortuna, il ragazzo si è fatto mettere le manette quasi subito, non opponendo resistenza fisica. Stiles e Derek, dopo averlo consegnato ad una volante, erano andati a farsi una birra in un pub lì vicino, festeggiando per la riuscita di caso. Ovviamente Stiles non aveva ancora l'età per bere, quindi Derek ha dovuto ordinare per entrambi, fingendo di bersi tutto lui.

«Siamo la miglior coppia dell'FBI! Spacchiamo il culo a tutti!» Aveva riso Stiles, quella sera, per poi finire di bere, coinvolgendo il moro in quella felicità.

Adesso, sono tutti nell'agriturismo di Malia, seduti a tavoli all'aperto: Stiles, Liam, Isaac, Kira, i due gemelli, Derek, Erica e Boyd. C'è la piscina poco distante da dove stanno mangiando, ma l'inverno ovviamente è chiusa. Inoltre, è come se stessero su una piccola collinetta, quindi per entrare in uno degli appartamenti dell'agriturismo, dovrebbero scendere giù per il prato. C'è anche un sentiero lì vicino, in mezzo agli alberi, che circonda un campo immenso recintato, sempre dell'agriturismo, dove pascolano pecore e cavalli.

Solo che, con il buio, Stiles non riesce a distinguere molto. Non è la prima volta che viene qua, anzi, solo che ogni volta ne resta come meravigliato, per come è tenuto bene l'esterno, visto che c'è davvero tanto spazio, e l'atmosfera è come magica. Al ragazzino sembra di stare isolato dal resto del mondo, ci sono solo lui e i suoi amici. Quasi il giorno là non potesse finire mai.

Erica fa subito amicizia, cominciando a parlare con Kira e Liam, mentre Derek e Boyd l'ascoltano in silenzio, nonostante il lupo sembri più rilassato del solito. Stiles è seduto lontano da Derek, stando in mezzo ai due gemelli, ma ogni tanto si ritrova a scambiare occhiate di nascosto con il più grande.

Isaac e Malia si fanno gli occhi dolci tutto il tempo, dopo aver finalmente detto che si stavano frequentando seriamente. Kira lo sapeva già, essendo migliore amica con Malia, ma si è mostrata comunque molto contenta. Liam e Aiden si sono mostrati piuttosto indifferenti, mentre Ethan ha fatto alla neo coppia i migliori auguri, seguito da Erica e da Boyd. Derek, invece, ha trattenuto a stento un ringhio, guardando male il ragazzo della sua cuginetta. Per fortuna che Erica lo ha fatto smettere, sussurrandogli che Isaac sembra un bravo ragazzo, e poteva constatare anche lui stesso, dai battiti del riccio, che fosse davvero cotto della coyote.

»Se le fai del male, ti taglio la gola. Con i denti.» L'ha comunque minacciato il moro, stendendo un velo di silenzio in tavola, con Stiles che si era messo una mano sul volto, divertito. Poi, Kira ha cambiato argomento, riportando il vociare di prima, nonostante Isaac sembrasse più irrequieto. Una volta finito di mangiare, tutti si alzano da tavola, e Ethan propone:

«Obbligo o verità?»

Malia e Isaac accettano indifferenti, mentre Liam e Kira ne sembrano entusiasti. Erica e Boyd si aggiungono, insiema ai gemelli, e rimangono fuori solo Derek e Stiles.

«Stiles, Derek, venite a giocare!» Esclama Malia, mettendosi seduta a cerchio insieme agli altri, accanto alla piscina, illuminati solo dalla luce di un lampione poco distante. Stiles tentenna.

«Sono fidanzato, ragazzi...» Si scusa, ma i suoi amici non sembrano demordere.

«Andiamo amico, anch'io lo sono.» Gli parla Isaac. «È solo un gioco, e Lydia non saprà nulla, tranquillo.»

Stiles si lascia convincere, anche se non del tutto, ma si sede comunque accanto tra Aiden e Kira, chiedendo mentalmente perdono alla sua ragazza, che, in realtà, non gli è sembrata mai così distante, come se il peso della relazione a distanza si facesse sentire tutto d'un tratto.

«Derek, siediti anche tu!» Insiste Erica, ricevendo uno sbuffo da parte del moro, che però prende posto tra Erica e Boyd, quasi davanti a Stiles. 
E così il gioco inizia, e si ritrovano a ridere diverse volte, o a fare facce scioccate. Kira ha confidato che, due anni fa, è stata beccata dai suoi a fare cose con il suo ragazzo del tempo. Erica, invece, ha ammesso che ha avuto il primo rapporto a quindici anni, con Boyd che la guardava con velata gelosia. Poi Aiden ha dovuto pomiciare con Kira, in mezzo al cerchio, e Isaac ha dovuto mostrare a tutti i segni che la coyote gli lascia di continuo durante il sesso: dei graffi molto evidenti sulla schiena, che hanno fatto rabbrividire Stiles, e hanno fatto ringhiare Derek. L'umano non vorrebbe essere nei panni del riccio, in quei momenti.

Poi, d'un tratto, è il turno di Kira, e si guarda intorno, scegliendo una persona:

«Derek.» Fa il suo nome, e il licantropo sospira, avendo sperato che non l'avrebbero mai chiamato.

«Verità.» Sceglie, sentendosi addosso lo sguardo di tutto. 
Kira fa per pensarci.

«Se fossi costretto a fare sesso con uno di quelli che è qua presente, chi sceglieresti?»

Derek rimane impassibile alla domanda, e tutti sembrano essere molto curiosi, soprattutto Stiles, che si sporge leggermente in avanti. 
Il lupo crea un po' di suspance, per poi puntare gli occhi verdi in quelli nocciola del ragazzino. L'umano si sente la gola fin troppo secca, e deglutisce.

«Stiles.» Risponde poi, continuando a fissare il ragazzino, con voce decisa e sicura. Ci sono diverse reazione all'interno del gruppo: Erica e Boyd non battono ciglio, Malia non è troppo sorpresa, così neanche Isaac. 
Kira, Liam e i due gemelli sono gli unici sorpresi, insieme a Stiles stesso.

Stiles sente improvvisamente un caldo soffocante, e vorrebbe spogliarsi per sentire un minimo di fresco, e ha la bocca dischiusa. Crede di essere diventato tutto rosso, con la sua mente che va ad immaginarsi il lupo che lo prende, che lo fa suo, con violenza. 
E stenta anche a crederci che, fra tutti i presenti, Derek Hale farebbe proprio sesso con lui, Stiles Stilinski. 
Un umano logorroico e iperattivo. Insomma, Stiles trova che tutti, qua, siano più attrenti di lui.

Poi il gioco continua, ma Stiles non riesce a prestare molta attenzione, fin quando qualcuno non lo chiama. 
È Erica.

«Stiles.» Cinguetta lei, con uno strano luccichio maligno negli occhi.

«Umh, obbligo.» Risponde, incerto, supplicando con gli occhi la bionda di non essere troppo crudele. Ma, non sembra che la licantropa gli dia retta, visto che fa un sorrisetto inquietante.

«Ti obbligo a baciare Derek

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


"And then she kissed me like there was nobody else in the room."

Derek sa bene che ha promesso di stare lontano da quel ragazzino il più che può, per cercare di dimenticare i suoi sentimenti per lui il prima possibile, anzichè alimentarli
Non tanto perchè il ragazzino sembra essere innamorato della sua ragazza, almeno a detta del moro, ma la sua decisione non cambierebbe neanche se Stiles potesse mai ricambiare i suoi sentimenti. Sì, è innamorato di lui, in un modo che lo sorprende ogni giorno, e che lo fa sentire dannatamente vivo, non riuscendo a spiegare come sia accaduto,e non credeva sarebbe mai successo di nuovo. E Derek si ricorda ancora cos'ha passato per Paige, dopo la sua morte, e ne porta ancora il peso sulle spalle, visto che perdere qualcuno che ami è un qualcosa che ti segna la vita.

E soprattutto per com'è morta.

Il lupo ha quindi promesso che non si sarebbe mai affezionato più ad un suo partner o collega, per far in modo di non passare di nuovo tutto ciò. 
Sa che ormai si è già affezionato a quel logorroico e iperattivo umano, fin troppo, ma vedendo il ragazzino prendere il proiettile, gli ha fatto realizzare che la storia si potrebbe ripetere.

E non è una possibilità remota, visto che Stiles ha rischiato per poco di morire, ed era solo il suo secondo caso.

Quanto tempo potrebbe passare, prima che, con il suo testardo coraggio e con la sua impulsività, prenda un proiettile nella testa? È stato come una doccia fredda realizzare tutto ciò, e Derek sa che non ce la fa.

Semplicemente non ce la fa.

Chiamatelo egoista o altro, ma lui sente ancora il macigno dentro il cuore per la perdita di Paige, e i suoi migliori amici sono testimoni dell'inferno che è stato per lui, per diversi mesi. 
Quindi, è deciso nel fare in modo che i sentimenti per quell'umano non si ingrandiscano di più, e sa che baciandolo si ritroverebbe sempre più dipendente da lui.

Bacio dopo bacio.

Ma, d'altra parte, sembra che non riesca a stare lontano da Stiles.

È una necessita molto profonda, lo stargli vicino il più possibile. 
Come se la parte animale del moro avesse davvero bisogno dell'umano, e spesso Derek non riesce neanche a pensare che non può e non deve, e si lascia guidare dai suoi istinti animali, conscio che prima o poi dovrà mettere a fine a tutto questo. È come se tra lui e Stiles ci fosse un legame, neanche con Paige aveva sentito tutta questa necessità di affiancarla ogni momento, di ricercare un contatto fisico.

E il lupo è spaventato da ciò che lo lega all'umano. E probabilmente, questo è uno di quei giorni in cui non riesce a pensare altro allo stare vicino all'umano.

«Ti obbligo a baciare Derek.»

Derek fulmina la bionda con lo sguardo, mentre Stiles boccheggia, diventando paonazzo.

«Io...» Borbotta Stiles, non riuscendo neanche a fare un discorso sensato.

«Stiles, andiamo, è solo un gioco! Lydia non lo saprà, lasciati andare.» Prova a convincerlo Isaac, mentre il lupo osserva la reazione del più piccolo. L'umano si accorge che al moro sembra andare bene la cosa, anche perchè, andiamo, aveva prima ammesso che lo scoperebbe. Arrossisce al ricordo, sentendosi andare in fiamme.

«Ad una condizione, non qui davanti a tutti.» Accetta il ragazzino, con un sospiro. Sarebbe troppo imbarazzante.

«E come facciamo a sapere se vi siete davvero baciati?» Domanda Kira, perplessa. Malia alza gli occhi al cielo, come solo Derek sa fare.

«Andiamo, ragazzi, siamo in tre con il super udito e fidatevi, si vede.» Afferma la coyote, convincendo così gli altri. Derek sembra come impassibile alla cosa, non facendo trasparire alcuna emozione.

«Ma...baciare come?» Osa chiedere il castano, socchiudendo gli occhi. 
Erica scrolla le spalle.

«Quello sta a voi deciderlo.» Ghigna, osservando la sua amata ship alzarsi in piedi. Stiles tiene lo sguardo abbassato, mentre con il lupo si allontana dal gruppo, diventando sempre più buio ad ogni passo. 
Per fortuna che ancora riesce a distinguere il moro, nonostante indossi proprio una maglia nera.

«Dove vuoi andare, Stiles?» Domanda Derek, con voce calma, limitandosi a seguire l'umano, visto che conosce il posto molto meglio di lui. Il ragazzino continua a guardare a terra, come se i suoi piedi fossero la cosa più interessante del mondo.

«Umh, c'è una casetta qua vicino, pensando di andare là dietro.» Risponde. «Dio, sembra che stiamo per fare qualcosa di losco.» Ridacchia nervosamente, e Derek non riesce a distinguere bene le sue emozioni, visto che probabilmente neanche l'umano stesso sa cosa provare riguardo a ciò. Così, si ritrovano dietro alla casetta, circondati da alberi, che coprono l'inizio di un lungo fossato, dove una volta scorreva un fiumiciattolo. Sono a più due metri uno dall'altro, tra il muro della casa e gli alberi, che al buio sembrano piuttosto inquietanti.

Stiles ha le mani in tasca, non riuscendo a guardare in faccia Derek.

«Lo pensavi davvero, o era solo una presa in giro?» Apre bocca il più piccolo, parlando velocemente, tanto che il moro lo ha capito con fatica. Corruccia lo sguardo.

«Riguardo cosa?»

Stiles muove un piede a terra, con nervosismo.

«Riguardo al fatto che, tra tutti quelli del gruppo, faresti sesso con me.» Risponde, emanando imbarazzo da tutti i pori. Il lupo abbozza un sorriso.

«Perchè dovrei prenderti in giro? È la verita.» Fa spallucce, e a quel punto il castano lo guarda dritto negli occhi, percependo il proprio cuore battere più velocemente.

«Cioè, mi trovi attraente?» Chiede ancora, dischiudendo la bocca, come se non riuscisse neanche a crederci. 
Il moro lo trova fottutamente adorabile, e lui non trova mai nulla adorabile.

«Secondo te, perchè la settimana scorsa ti ho fatto indossare solo delle mutande, per pulire?» Lo spinge a riflettere il licantropo. 
Stiles ci pensa un attimo...

«Oh.»!Esclama semplicemente, mentre il suo ego si gonfia un po'. 
Quindi Derek gli stava davvero fissando tutto il tempo il culo, oddio.

«Stiles, ascolta, se stai pensando alla tua ragazza e non vuoi baciarmi, non sei costretto...» Lo tranquillizza il licantropo, notando che il ragazzino se ne sta in silenzio da troppo tempo, fissando un punto indefinito. 
Stiles lo interrompe subito:

«No! Insomma, non stavo pensando affatto a Lydia.» Ammette, emanando comunque emozioni che non rassicurano il licantropo.

«E allora qual è il problema, Stiles?» Insiste il lupo, cercando sempre lo sguardo del minore. Il castano non distoglie lo sguardo dal suo, capendo che non può mentirgli, anche perchè lo capirebbe.

«Il bacio.» Afferma, con un sussurro, per poi correggersi, gesticolando. «Cioè, non il bacio in sè. Intendo quello...quello che potrebbe significare per me, le conseguenze che potrebbe portare, insomma, sento come se questo potesse improvvisamente cambiare tutto...»

Il lupo fa un passo in avanti, capendo perfettamente l'umano.

«Forse dovremmo solo pensare poi alle conseguenze, ogni tanto.» Parla il moro, con voce calda e roca, che fa venire un brivido di piacere al castano. Stiles guarda un attimo da un'altra parte, sospirando.

»Perchè ho l'impressione che questo bacio porterà confusione nella mia vita?»

Derek fa altre due passi in avanti, sentendo il cuore di Stiles farsi sempre più incontrollato. E lo guarda con un'intensità, che l'umano capisce immediatamente che quello non sarà un semplice bacio, ma l'inizio e la fine di tutto.

«Un po' di confusione fa sempre bene.» Replica il lupo, facendo un altro passo. Li separano una manciata di centimetri. Il respiro del moro diventa più pesante, e si mischia con quello del ragazzino. Stiles gli fissa le labbra, dischiudendo la bocca.

«Sono fidanzato, e ho una fottuta voglia di baciarti, è normale?» Sussurra poi l'umano, quasi sofferente, non staccando gli occhi dalla bocca del licantropo, come se non ci riuscisse. I loro nasi si sfiorano.

«Non tanto.» Gli risponde il moro, vagamente divertito, portando la propria barba a sfiorare la guancia dell'umano.

«Sei così bello...» Sussurra il ragazzino, in estasi, sulla bocca del più grande. Le loro labbra, poi, si sfiorano e cominciano ad accarezzarsi, dolcemente e lentamente, come se avessero tutto il tempo del mondo per assaporarsi. Stiles si sente completamente annullato da quei gesti, staccandosi leggermente dalla sua bocca.

«Wow...» Commenta, per poi premere di nuovo le proprie labbra contro quelle del moro, ma questa volta con più violenza. Derek lo stringe a sè per i fianchi, possessivamente, mentre il ragazzino porta le mani sul volto del moro, passando i pollici tra la leggera barba del lupo, che adora tanto.

Poi, il lupo dischiude la bocca, per passare la lingua sulla bocca del ragazzino, come a chiedere un tacito permesso. Stiles, con un mugolio, inclina meglio il capo, per permettere a Derek il più accesso possibile alla sua bocca, facendo scontrare le loro lingue. Nel frattempo, il moro porta il ragazzino a sbattere contro il muro, come a bloccarlo da possibili vie di fuga, a cui Stiles non sta pensando minimamente pensando.

Le loro lingue cominciano ad accarezzarsi l'una contro l'altra, sempre più velocemente, come se non avessero pazienza, e il bacio in poco tempo diventa come una lotta per la supremazia. Stiles passa le mani sui capelli del ragazzo, passando le dita fra le ciocche morbide, e mugolando contro la bocca magica del lupo, che gli sta facendo perdere ogni pensiero logico. Si sente solo il rumore più che osceno che creano le loro bocche e lingue, qualche parola sconnessa dell'umano e alcuni ringhi di piacere del licantropo.

È un bacio violento, dove non mancano morsi, bagnato, passionale e che sa tanto di rivendicazione.

Stiles riesce solo a pensare che Lydia non l'ha mai baciato così, facendolo sentire talmente estasiato da accorgersi solo ora di aver sempre sottovaluto i baci.

Il bacio sa anche di necessità, come se fosse un altro modo per respirare, ed entrambi si ritrovano a sorridere come due idioti innamorati l'uno sulle labbra dell'altro, stretti in una sorta di abbraccio.

I due si staccano solo quando si accorgono di dover riprendere fiato, entrambi con il fiatone, e il lupo si distacca un po' dal ragazzino, cercando anche lui di tornare a pensare.

Poi vede Stiles, con le labbra tutte rosse e gonfie a causa sua, e con gli occhi che luccicano nel buio.

E Derek realizza di essere davvero fottuto, perchè e bastato un singolo bacio, per fargliene desiderare altri cento.

«È stato....wow.» Riesce a spiccicare parola il ragazzino, nervosamente, mentre si passa una mano tra i capelli. Quelli di Derek sono completamente disordinati. Il lupo abbozza un sorrisetto, notando che entrambi hanno un rigonfiamento nei jeans.

«Sì, lo so, me lo dicono tutti che sono un gran baciatore.» Scherza, ricevendo una spallata dal più piccolo, che ha un piccolo sorriso ebete sul volto.

«Scemo.» Replica. «Secondo me si stanno chiedendo tutti se ci siamo persi oppure.» Aggiunge poi, decidendo che forse è il caso di tornare dagli altri, per non fare in modo che abbiano pensieri sbagliati.

Intanto, tutti ascoltano quello che hanno da dire Erica e Malia, le quali riescono ad ascoltare abbastanza bene quello che si stanno dicendo Derek e Stiles, per poi riferirlo a tutti.

«Sono dolcissimi.» Commenta Kira, con aria sognante, quando Malia avverte che i due stanno finalmente tornando, dopo una lunga sessione di pomiciata.

Così, appena Derek e Stiles ricompaiono, trovano tutti a guardarli con un sorriso a quarantadue denti. Stiles si spiaccica una mano sul volto.

«Sapete già tutto, non è così?» Chiede, guardando poi male i licantropi-coyote presenti nel cerchio. Sia Erica che Malia assumono faccette innocenti, mentre Boyd resta indifferente come al solito.

«Dopo ti devo parlare.» Sussurra Erica, con voce talmente bassa che solo il lupo può sentirlo, e suona come una minaccia. Obbligo e Verità continua un altro po', con Derek e Stiles che si cercano di continuo con lo sguardo. Stiles, per fortuna, sa che non si devono dare spiegazioni per il bacio, perchè teoricamente era un obbligo.

Che poi in realtà, fosse tutto che tranne che un gioco, è diverso, ma il ragazzino non se la sente di pensare a questo.

Si sente già abbastanza confuso di suo, essendo stato sempre convinto di amare Lydia, e poi arriva Derek che lo bacia come nessuno ha mai fatto prima d'ora. Lo fa sentire davvero amato, anche se è già tanto che il lupo possa provare attrazione nei suoi confronti, figuriamoci addirittura innamorarsi di lui. Certo, a volte lo sguardo e i gesti del lupo lo confondono a riguardo, ma non vuole farsi illusioni.

Poi, dopo un po' si stancano di giocare, e vista l'ora, decidono di andare a dormire. Purtroppo, il giorno dopo, alcuni hanno il college. 
Anche Stiles deve andare in accademia, mentre Derek può anche restare a casa, visto che ancora devono assegnare loro un altro caso, anche se di solito, vicino al periodo natalizio, c'è molta più calma in città in quanto d'omicidi.

Malia divide le camere, ognuna con letto matrimoniale, di due appartamenti. In uno ci staranno, a scelta della coyote: Malia e Isaac in una stanza, Liam e Ethan in un'altra e Kira e Aiden nell'ultima. Invece, nell'altro appartamento, ci saranno solo Erica, Boyd, Derek e Stiles. Ovviamente, i due fidanzati dovrebbero dormire insieme, quindi Derek e Stiles si ritrovano a dover condividire la stanza. Stiles si stende già sul letto, stanco e volendo solo azzerrare i mille pensieri con una bella dormita, quando Erica chiede a Derek di raggiungerli in camera sua e di Boyd.

Il lupo acconsente, con la bionda che chiude la porta della stanza appena il moro entra, parlando a tono basso:

«L'hai baciato.» Afferma, increspando le labbra in un sorriso.

Derek sorride come uno scemo, o meglio, come un innamorato. 
«L'ho baciato.»

Erica, di slancio, abbraccia il migliore amico, orgogliosa di lui, come una madre quando il proprio figlio prende il voto più alto a scuola. Poi Derek se ne va, visto che Erica sa già praticamente tutto. Entra nella sua camera, togliendosi subito la maglia, visto il caldo che sente. Roba da licantropi, dato che Stiles è rannicchiato sotto le coperte, tremando leggermente.

«È f-freddissimo, come f-fai! È i-ingiusto!» Si lamenta l'umano, battendo forte i denti. Derek alza gli occhi al cielo, per poi stendersi accanto al ragazzino, e, con una mossa, avvicinarlo al proprio petto nudo.

«E ora dormi.» Gli ordina, mentre l'umano si accocola contro il corpo di Derek, che è incredibilmente caldo, smettendo di tremare. Potrebbe quasi abituarcisi, a dormire con il lupo.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


"Salto nel vuoto, vieni con me?"

Derek non smette di pensare al bacio, è più forte di lui. Tanto che, ogni volta che torna a casa, si massacra di allenamenti, per far in modo di non avere poi le forze di pensarci. 
Inoltre, la sera esce spesso con Erica e Boyd, perchè spera che almeno loro riescano a distrarlo, tanto che ha già chiesto alla bionda di organizzargli un altro appuntamento. Eppure non riesce proprio a smettere di pensarci, perchè quello non era un semplice bacio di obbligo e verità.

Era più.

Erano i loro cuori che battevano alla stessa pazza velocità, la voglia di possedersi, i loro sorrisi mentre continuavano a baciarsi, la voglia di marchiarsi.

E non sapeva neanche se Stiles ci pensasse ancora, o se fosse invece pieno di rimorsi per aver tradito la propria ragazza. Anche se, non sembrava ce l'avesse, una fidanzato, quando l'avevo baciato in quel modo così passionale e violento, strusciando anche contro il suo corpo senza ritegno. Era per questo che avevano poi entrambi un evidente rigonfiamento nei pantaloni, che fortunamente era scemato non appena erano tornati dagli altri.

Derek sospira pesantemente.

•••

Stiles ha deciso di fare un salto negli uffici, per passare a salutare il moro, quando si rende conto che deve essersene già andato via, per pranzare da qualche parte. Così, Stiles resta qualche secondo a fissare l'ufficio vuoto del moro, quando si rende conto che Derek si è dimenticato di chiuderlo del tutto. Stiles si guarda un attimo intorno, scusandosi mentalmente con il lupo per quello che sta per fare, per poi aprire velocemente la porta e sgattaiolare all'interno.

Se la richiude alle spalle, trovandosi quindi nell'ufficio del licantropo.

C'è una cosa di cui è maledettamente curioso, da settimane, ed è riguardo al fascicolo che il moro legge spesso, quando non hanno nessun caso su cui concentrarsi. Che abbiano assegnato loro un caso molto difficile e Derek non voglia dirglielo? Anche se non ha molto senso, visto che Stiles lo saprebbe sicuro.

Anche se non sa cos'altro pensare.

L'umano si avvicina cautamente alla scrivania, come se il lupo potesse comparire da un momento all'altro, per poi aprire i cassetti. Sul primo ci sono due quaderni semplici, scarabocchiati, e delle penne. Sul secondo, invece, trova, per fortuna, quello che cerca.

Un fascicolo di un verde d'ospedale, che poggia sulla scrivania, per poi sedersi comodamente. 
Lo apre, soffermandosi qualche secondosulla foto di una ragazza, davvero bella, ma sbiadita.

E un nome: Paige Krasikeva. 
Età: 22. 
Nata a: Washington. 
Segni particolari: un neo di medie dimensioni sul volto.
Altezza: 1.67
Occupazione sociale: agente dell'FBI.
Precedenti: nessuno.

Non c'è scritto molto, ma Stiles legge che le hanno sparato nel petto, e che non c'era nulla da fare, per poterla salvare. Il proiettile aveva chiaramente perforato uno dei due polmoni.

Le hanno dovuto porre fine alle sofferenze, anche se non ho specificato come.

Ed è un caso irrisolto, visto che non si è mai trovato l'assassino. Ma, quello che colpisce davvero Stiles, è il fatto che ci sia scritto che la ragazza sia stata la prima partner di Derek. 
E la morte risale a circa tre anni prima. Erica gli aveva detto che il lupo non muoveva un dito per aiutare i propri partner, in caso di difficoltà, quindi l'umano non sarebbe troppo sorpreso nel scoprire che è morta proprio per questo.

Eppure, non sembra dal documento che era presente qualcun altro oltre alla vittima e all'assassina. Inoltre, Stiles si ricorda che la bionda gli aveva fatto intuire che un fatto di tre anni prima avesse inciso sul comportamento di Derek.

Che sia la morte di questa ragazza? Ma, perchè? Cosa c'entra davvero Derek?

A parte che era la sua prima partner, non trova altri collegamenti con il lupo, che possano magari coinvolgerlo o farlo sentire in colpa per qualcosa. Non ha senso.

Non sono mai state trovate traccie dell'assassino, e Derek sicuramente sta rileggendo il fascicolo come per trovare altri indizi, visto che un foglio dei tre parla solo del cadavere della ragazza, e una descrizione molto dettagliata di esso. Stiles chiude il fascicolo, non capendo come mai Derek stia ancora revisionando il caso dopo ben tre anni, e cosa possa aver signficato quella ragazza per lui.

Che fosse stata la sua ragazza? 
E fosse ancora distrutto e ossessionato dalla sua morte?

Stiles decide di uscire dall'ufficio del moro, sentendosi di essersi già troppo immischiato negli affari dell'agente, quando va a sbattere contro qualcuno nel corridoio.

Theo Raeken.

«Scusa, mi ero distratto.» Borbotta Stiles, facendo per sorpassarlo, ma l'agente lo ferma.

«Stilinski, aspetta.» Lo blocca, e il ragazzino lo guarda perplesso. 
Cosa diavolo vuole da lui? «Volevo scusarmi per l'ultima volta...avevo davvero una brutta giornata, e me la sono presa ingiustamente con te e l'agente Hale, scusami ancora.» Il suo tono sembra davvero sincero, e abbozza un sorriso dispiaciuto.

Stiles l'osserva un attimo sospettoso, per poi increspare le labbra in un piccolo sorriso.

«Beh, suppongo che tutti abbiamo delle brutte giornate.» Replica. «Quindi, ritieniti perdonato.» Ridacchia poi, andandosene via, senza lasciar all'agente neanche il tempo di ringraziarlo. Stiles decide di tornare a casa, visto che vuole sia rilassarsi che mettersi in paro con lo studio.

E magari smetterla di pensare a Derek Hale.

•••

(17.40) Stiles, al bar c'è Hale con una bella donna, anche se lui sembra volersene andare via, e anche vagamente spaventato. Isaac

Stiles legge quel messaggio perplesso, intuendo che Derek ha probabilmente un altro appuntamento al buio, e sente che la cosa lo stia infastidendo leggermente. Anche se non dovrebbe, visto che il lupo ha tutte le ragioni per volersi costruirsi un futuro con qualcuno.

(17.43) Arrivo.

•••

Derek sta annuendo per niente convinto, mentre la donna di fronte a lui gli sta parlando e parlando. 
Si chiama Catherine, almeno crede di aver capito, e ha una chioma mora di capelli, con degli occhi di un azzurro ghiaccio.

«...insomma, stavo dicendo, i lupi sono animali raccapricianti! Insomma, almeno i cani sono più gestibili...»

Il moro vorrebbe solo alzarsi e andarsene, dopo aver sgozzato la ragazza, ovviamente, per poi mandare a quel paese la migliore amica, che probabilmente crede che Derek abbia sulla fronte la scritta 'Casi umani, tutti qua!'.

«Derek! Credevo mi amassi! Come puoi farmi questo?!» Esclama improvvisamente una voce, che in recitazione meriterebbe un bel quattro scarso. Il moro si gira verso Stiles, che sta facendo finta di essere arrabbiato e deluso da lui, portandosi addirittura le mani al cuore, mentre la ragazza, stizzita, si alza e se ne va via.

Derek sospira di sollievo, con il ragazzino che prende il posto della ragazza.

«E tu da dove spunti?» Domanda Derek, avendo proprio sperato in un salvataggio simile. Stiles si passa una mano fra i capelli.

«Isaac mi ha messaggiato, dicendomi che sembravi aver bisogno d'aiuto...ed eccomi qua! Che aveva questa ragazza, che non andasse?»

Il moro beve il caffè che aveva ordinato, con calma.

«Pensava solo di organizzare un genocidio di lupi, ma per il resto era una tipa a posto.» Commenta Derek, ricevendo un'alzata di sopracciglia dal minore.

«Osi fare del sarcasmo con me?» Replica, battendo un piede a terra nervosamente. «Forse dovresti smetterla con questi appuntamenti al buio.» Aggiunge poi, senza guardare il lupo negli occhi. 
Derek l'osserva attentamente.

«Perchè? Sei geloso, per caso?» Indovina, sentendo infatti un vago odore di gelosia, provenire dall'umano. Stiles arrossisce di botto, smascherandosi.

«No, cosa vai a pensare!» Balbetta, colto in flagrante. «È solo che, umh, visto com'è andata fin'ora, fossi in te smetterei.»

Derek ridacchia, divertito dall'imbarazzo dell'altro.

«Forse hai ragione.»

Poi, Stiles, come sollevato, inizia a parlare di un argomento qualsiasi, coinvolgendo il licantropo, nonostante quest'ultimo sia sempre di poche parole. Dopo un'oretta emmezzo, tra chiacchierate varie, Stiles si rende conto di avere una fame incredibile, e che è quasi ora di cena.

«Sourwolf, che ne dici di andarci a prendere il Mc Donald e di mangiarcelo in macchina?» 
Propone, sentendo il proprio stomaco brontolare. Derek, al pensiero della sua bellissima Camaro sporca, avrebbe detto un chiaro e tondo no a chiunque, ma con Stiles non ci riesce. Osserva il suo faccino imbronciato, che vorrebbe tanto baciare, e i suoi occhi nocciola, e semplicemente non riesce a dirgli di no.

Stupido ragazzino.

«Va bene.» Accetta, stupito lui stesso «perchè sembri così voglioso di stare con me?» aggiunge poi, facendo un sorrisetto, divertito davanti al rossore continuo del più piccolo. 
Stiles abbassa lo sguardo, giocherellando con le mani.

«Mi sei mancato, quindi mi piacerebbe solo passare del tempo con te.»

Derek resta un attimo in silenzio. Insomma, chi vorrebbe passare del tempo con uno come lui, che spiccica parola solo se sottoposto a delle precise domande? Insomma, il moro non è di certo la compagnia migliore, anche se il ragazzino non sembra d'accordo.

«Ci siamo visti stamattina, Stiles, prima che tu andassi in accademia.» Gli fa notare il moro, con un sopracciglio alzato. Stiles arrossisce, ma è davvero così. Sente sul serio una necessità asfissiante di dover stare il più vicino al lupo, e non è solo per quel bacio. 
È da un po' che si sente così, e non riesce neanche a spiegarselo lui stesso.

«Mi manchi, tutto qua.» Insiste il ragazzino, abbozzando un sorriso timido. Derek avrebbe una dannata voglia di alzarsi dal tavolo e di andare a baciare quell'umano, marchiandolo. Peccato che ha, ogni tanto, una parte razionale del suo cervello, che ancora non cede del tutto agli istinti del lupo, così si limita a rimanere fermo, al proprio posto.

«Andiamo, dai.» Parla dopo qualche secondo il moro, non sapendo proprio cos'altro dire, per poi darsi automaticamente dello stupido.

•••

Derek ferma la Camaro ad un lato del Mc Donald, per il Mc Drive, davanti ad una specie di robot, che dovrebbe prendere le ordinazioni. Stiles abbassa il finestrino, con calma, visto che dietro di loro non c'è nessun altro. 
Si sporge un po', osservando come sia strano il robottino davanti a loro. 
Non ha mai visto nulla di simile. 
È una sorta di grande schermo elettronico, con un sostegno a mo' di gambe, e così dei tubi metallici spuntano fuori dai lati dello schermo, con l'intento di imitare delle braccia.

«Ma è orribile questo coso!» Esclama Stiles, disgustato, continuando a fissare lo strano marchingegno...

«Sarai tu orribile!» Ribatte improvvisamente una vocina metallica, facendo sobbalzare sia Stiles che Derek. Il moro, dallo spavento, suona per sbaglio il clacson. A quanto pare quell'affare avrà un programma installato tipo Safari dell'Iphone, ma più evoluto.

Stiles fa una smorfia, sentendosi offeso, e sporgendosi ancora di più.

«Ma come ti permetti, rottame che non sei altro!» Sta al suo gioco Stiles, come un bambino piccol , e il lupo si ritrova ad alzare gli occhi al cielo. 
Solo il ragazzino può a mettersi a litigare con una sorta di robot del Mc Donald, arrabbiandocisi pure. 
Perchè , Derek percepisce la rabbia nel corpo dell'umano.

«La tua voce è fastidiosa, smettila.» Replica la vocina metallica, evidentemente ancora più infantile del castano, mentre Stiles gonfia le guancie.

«Volendo, potrei spaccarti in due! Anche adesso!» Mente il castano, sapendo bene che non riuscirebbe neanche a sganciare un pugno a quall'affare, senza farsi un male cane alla mano e probabilemente slogarsi un polso.

Derek ascolta in silenzio la conversazione fra i due, imbronciandosi. Non gli piace affatto che qualcuno prenda in giro il suo Stiles, no.

«Sei solo uno stupido umano, sono mille volte più intelligente io. 
E la tua voce è così fastidiosa che, se fossi una persona, le mie orecchie sanguinerebbero, e probabilmente sei anche brutto da vedere, sfigato e...»

Boom.

Stiles dischiude la bocca, osservando il vetro dello schermo del robot, che è completamente nero, e rotto in mille pezzi, a causa del foro lasciato da un proiettile. Poi, il castano si gira verso il lupo, che sta rimettendo con nonchalance la propria pistola nel cruscotto della Camaro, per poi rimettere in moto la macchina.

«Andiamo a prendere la pizza.» Dice semplicemente Derek, impassibile, mentre Stiles lo sta ancora guardando esterrefatto. La realtà, è che il moro non poteva sopportare altre parole offensive verso l'umano, e stava già percependo in lui odore di tristezza. 
E odia a morte l'idea che Stiles possa essere triste.

Stiles guarda la strada davanti a sè, gongolandosi, e facendo un sorrisetto.

«Sai, puoi ammettere che ti piaccio.» Parla, con un tono spavaldo, sicuro di sè, portando il moro quasi a sbandare. «Lo so che è così. Hai sparato a quel robot perchè mi stava insultando.»

Derek alza un sopracciglio, continuando a guidare.

«Gli ho sparato solo perchè non la smetteva di parlare, non farti strane idee.» Mente, ma l'ego dell'umano non si sgonfia neanche un pochino.

«Se, se.»

«Ho detto solo la verità, ragazzino.»

«Ammettilo che ti piaccio!»

Derek fa un finto sbuffo annoiato.

«Mai.»

«Daaaaai!»

«Te lo ha mai detto che sarai la mia dannazione, Stiles?»

Il castano fa una risata liberatoria, poggiando la testa contro il finestrino, con il sorriso sulle labbra.

«Tante volte.»

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Capitolo 29
*** capitolo 29 ***


"I really need u, I really need your love right now."

Quando Derek ha riaccompgnato Stiles a casa, dopo la pizza, ha deciso di entrare in un pub qualsiasi. Aveva bisogno di dimenticare quel ragazzino, e di provare sul serio ad andare avanti.

Così si sveglia in un letto che non è il suo, e si indossa velocemente i boxer. Si dirige verso quella che dovrebbe essere la cucina dell'appartamento, cercando la macchinetta per prepararsi un caffè, visto che deve andare in ufficio. Un nuovo caso dovrebbe arrivare a momenti, e poi ci sarà la pausa natalizia. Normalmente non capita mai che a Natale ci sia qualche serial killer a piede libero, quindi i casi vengono archiviati e ripresi subito dopo, per far in modo che gli agenti possano avere dei momenti di relax.

«Prepari un caffè anche per me?» Gli chiede una voce femminile, e il lupo sente delle braccia cingergli il busto. Ma non le braccia che vorrebbe. 
Derek annuisce, vagamente infastidito da quella vicinanza, per poi girarsi verso la ragazza: è molto bella, con dei lunghi capelli biondi e gli occhi verdi. Però non si ricorda affatto come si chiama, e non gli interessa un granchè saperlo.

«Io devo andare al lavoro, tra poco.» La informa il licantropo, bevendo il proprio bicchiere. La ragazza, che è in reggiseno e mutande, annuisce.

«Anch'io, lavoro in un bar vicino all'FBI, non so se hai presente dove si trova...»

Il moro smette un attimo di bere.

«Sì, ho capito, ti ci posso accompagnare.»

•••

Stiles parcheggia la Jeep vicino a uno degli edifici, osservando quanta gente sosta lungo il parco che costeggia l'FBI: in effetti, oggi è una giornata più calda del solito, nonostante sia già passata la prima settimana di dicembre. Decide di arrivare in accademia passando per una delle stradine del parco, visto che tanto ancora manca una mezz'oretta all'inizio delle lezioni. Si perde nell'osservare qualche coppietta, all'ombra di un albero, che ride spensierata. Gli viene da pensare a Lydia, e al fatto che, dopo quella settimana, non si siano più visti, nonostante si sentano continuamente.

Non aveva mai pensato in quei tre anni quanto potesse essere dura mantenere una relazione a distanza, eppure ultimamente gli viene in mente davvero spesso.

Poi, dopo diversi minuti, sente una voce familiare, e si ferma. Ed è lì che lo vede, una decina di metri più avanti: Derek Hale, che sta parlando con una donna. E stanno uno di fronte all'altro, talmente vicini che le loro fronti potrebbero toccarsi da un momento all'altro. Stiles corre dietro al primo albero più vicino, per poter osservare la scena con più cautela.

Derek liquida la donna con un «devo andare», e lei, scoccandogli un veloce bacio sulle labbra, gli augura buon lavoro, per poi allontarsi verso il bar poco lontano. Il moro, poi, sente uno strano odore familiare, e guarda dritto davanti a sè, inarcando un sopracciglio: cosa diamine ci fa Stiles, dietro a quell'albero? Lo stava forse spiando?

L'umano, accorgendosi di essere stato miserabilmente beccato, esce allo scoperto, con le mani in tasca:

«Ehi, Sourwolf! Che bello rivederti!» Esclama, con forse troppo entusiasmo, avvicinandosi al lupo.

«Mi stavi forse spiando, Stiles?» Indovina il licantropo. Il castano finge di essere offeso dalla sua supposizione.

«Ma ti pare?! Io? Stavolo solo umh, osservando le formiche rosse presenti su quel tronco, sai, sono sempre state una mia ossessione...» Mente alla grande, assumendo un'espressione innocente. Derek ridacchia.

«Stiles, non solo ti ricordo che posso benissimo captare le tue bugie, ma puzzi anche di gelosia.» Gli fa notare il maggiore, sogghignando.

Stiles arrossisce di botto, sentendo il battito del proprio cuore farsi più incontrollato.

«Beh, ecco, vedo che ti sei fatto la fidanzata.» Replica semplicemente, evitando lo sguardo del lupo.

«È solo la ragazza di una notte, non mi ricordo neanche il suo nome.» Borbotta Derek, sentendo il ragazzino farsi come più sollevato. Come poteva provare a costruire una relazione con quella donna, se tutto ciò a cui pensava quando facevano sesso era un umano logorroico e iperattivo? Sicuramente, così, non sarebbe riuscito a dimenticarlo, o per lo meno quella donna non era quella giusta.

Ma, il problema, era che Stiles lo é. La persona giusta. Peccato che fosse il contesto a rovinare ogni cosa, a rendere tuttto sbagliato...il fatto che fosse suo partner, e che fosse ancora fidanzato.

•••

Stiles è nell'appartamento di Derek, visto che si sono finalmente messi d'accordo per fare un po' di sano allenamento fisico.

«Prima di insegnarti alcune tecniche, bisogna irrobustire il tuo fisico.» Charisce il moro, vestito con una maglia blu e dei semplici jeans. 
Stiles apre la bocca, assumendo un'espressione offesa.

«Il mio fisico è perfetto così!» Esclama, ironicamente. «Vacci piano, ti prego.»

Derek pensa davvero che il fisico di Stiles vada benissimo così, perchè, nonostante sia magrolino, ha comunque un accenno di addominali e delle spalle larghe. La verità è che a Derek piace tutto di Stiles, perciò deve cercare di vedere il più oggetivamente possibile, e se il ragazzino spera di vincere un combattimento corpo a corpo deve farsi più muscoli.

«Iniziamo con una serie di addominali, poi vediamo.» Decide il moro, incrociando le braccia al petto. «Ti consiglio di rimanere in boxer, ti farò sudare parecchio ragazzino.»

'non per il motivo che vorrei, però' si ritrova a pensare incosciamente l'umano, facendo come il lupo gli dice. Se Stiles fosse un licantropo, probabilmente sentirebbe l'eccitazione provenire dal moro, il quale sta fissando tutti quei bellissimi nei sulla pelle del ragazzino.

Così, Stiles si stende a terra, cominciando ad eseguire gli ordini del lupo. Derek si siede comodamente sul divano, quando il castano, dopo una mezz'oretta, comincia a lamentarsi, tutto sudato e con il fiatone.

«D-Derek, ti p-prego b-basta!» 
Lo supplica, senza più la forza di muoversi. Il moro inarca le sopracciglia.

«Vedo che qua abbiamo molto da fare, come sospettavo.» Sospira, divertito. «Per adesso, basta. Alzati, ti faccio vedere alcuni trucchi su come stendere una persona.»

Stiles, allora, si rialza, riprendendo fiato. Derek gli insegna come fare le finte in modo efficace, come attuare uno sgambetto senza che l'altro se ne renda conto, facendolo poi stendere a terra. Spiega al castano tutto con calma, con piccole dimostrazioni pratiche, nonostante sia sempre Stiles quello che poi si ritrovi steso sul pavimento, mezzo dolorante. 
Gli mostra anche i punti più deboli del corpo umano, dove bisogna andare a colpire.

«Okay, c'è almeno una parte divertente in tutto ciò?» Domanda Stiles, mentre Derek lo aiuta ad alzarsi per l'ennesima volta. Il moro fa un sorrisetto.

«Adesso dovrai cercare di prendermi la pistola dalle mani.» Sogghigna il licantropo, tirando fuori dalla tasca dei jeans la propria pistola. Stiles alza le sopracciglia, credendo che non ci sia nulla di più semplice, e sporgendosi verso il lupo per cercare di afferrare la pistola. Poi, ovviamente, si ricorda dei riflessi del moro, che sono talmente veloci da fargli afferrare solo l'aria.

«Così non vale!» Fa un broncio il castano, dopo il decimo tentativo andato a vuoto. 'pensa, Stiles, devi distrarlo!' ma come distrarlo? Stiles guarda un attimo Derek, che ha un sorrisetto fastidioso sulle labbra, divertito dai fallimenti del più piccolo.

E poi a Stiles viene un'idea.

L'umano si spinge verso il lupo, posando di scatto le proprie labbra su quelle del licantropo. Derek rimane immobilizzato, spalancando gli occhi, non aspettandosi minimamente un gesto del genere. Dio, quelle labbra. Poi Stiles si stacca di botto, dopo qualche secondo, allontanandosi. 
Il lupo fa per chiedere spiegazioni, confuso, quando si rende conto di non aver più la pistola in mano. Bastardo.

Stiles sta ridacchiando, mostrando al moro il proprio bottino.

«Qualcuno qui ha abbassato la guardia!» Canticchia, contento di averla avuta vinta. Derek ringhia, sentendo ancora le labbra del ragazzino contro le proprie.

•••

Derek ha appena cenato, il giorno stesso, e decide di riposarsi sul divano. Purtroppo, pare che ultimamente non riesca neanche a rilassarsi un attimo che succede subito qualcosa. Infatti, il suo telefono vibra. 
Il moro sbuffa pesantemente, chiedendosi se sia forse il ragazzino, che magari si è dimenticato qualcosa a casa sua. Invece, è sua cugina.

(21:15) Io e Isaac stavamo facendo una passeggiata al fiume qua vicino...quando abbiamo incontrato Stiles. Abbiamo cercato di rivolgergli parola, ma non ci rispondeva...credo abbia pianto. Malia

Derek corruccia lo sguardo, preoccupato, chiedendosi cosa diavolo possa essere successo all'umano: qualche ora fa sembrava stare bene. Il lupo prende veloce una giacca e le chiavi della Camaro, uscendo di casa.

•••

Stiles è seduto sull'erba, con le gambe a penzoloni sul piccolo pendio, che dà al fiume. Sotto di lui ci sono degli scogli, sui quali l'acqua sbatte violentemente. Si porta una mano al volto, asciugandosi le lacrime rimaste, e abbassando il capo. Per fortuna che a quest'ora ci sono poche persone che passano da quelle parti. Al di là del fiume, si intravedono le luci del resto della città.

Il ragazzino si accorge che qualcuno si è appena seduto accanto a lui, silenziosamente distante una manciata di centimetri, come per lasciargli un minimo di spazio personale.

«Come mi hai trovato?» Sospira il castano, chiudendo gli occhi. 
Derek lo guarda di sottecchi.

«Mi ha messaggiato Malia.» Ammette. «E poi, una volta qui, ho rintracciato il tuo odore.»

Stiles sbuffa, dovendo immaginare che la coyote non sarebbe rimasta in silenzio, e comincia a tremare. 
È uscito con una semplice maglia, e comincia ad essere piuttosto freddo.

«Tieni, stai tremando.»!Gli fa notare il moro, togliendosi di dosso la giacca di pelle, per poi porgerla al castano. Stiles, a quel punto, guarda il lupo negli occhi.

«Grazie.» Mormora, tornando dopo a guardare dritto davanti a sè. Il lupo ha notato quanto fossero gonfi i suoi occhi, come se avesse pianto almeno un'ora buona. Il castano intanto indossa la giacca del mannaro, inebriandosi del suo odore.

Derek non sarà bravo a parole, magari non riuscirà mai ad esprimere quanto tiene a Stiles, ma a gesti è dannatamente bravo. 
Il modo in cui è sempre protettivo nei suoi confronti, e in cui si preoccupa per lui...sono spesso i piccolo gesti a fare la differenza.

«Che è successo, Stiles?» La fatidica domanda del moro finalmente arriva, e Stiles chiude nuovamente gli occhi, per qualche secondo. Poi, il ragazzino tira fuori dalla tasca dei jeans una scatolina, seguito dallo sguardo curioso e attento dell'agente.
La apre, rivelando un anello d'argento, con un diamante sopra, che deve essere anche costato parecchio.

Al mannaro si mozza il fiato, sapendo bene cosa questo significhi. 
E comincia a ripetersi che è giusto così, che è meglio così. Stiles guarda l'anello, senza mai staccare gli occhi da esso:

«Ho sempre pensato che Lydia Martin sarebbe stata la donna che avrei amato per tutta la vita.» Sussurra, mentre l'anello luccica nel buio. 
Il moro sente una fitta nel petto, che fa tremendamente male. Ma è meglio così, tanto loro due non potrebbero mai avuto un lieto fine. «La donna che avrei sposato.» Continua a parlare Stiles, con calma, come se avessero tutto il tempo. «Questo l'ho comprato a settembre...volevo solo aspettare il momento giusto per chiederlo, avevo pure progettato il modo in cui gliel'avrei chiesto...» Stiles fa una risata amara, e Derek comincia a chiedersi come mai l'umano gli stia raccontando queste cose. «Ma poi, Derek, sei arrivato tu.» Conclude il ragazzino, incrociando lo sguardo con quello del moro, ma solo per un attimo.

Ogni certezza del ragazzino, da quel momento, è stata messa in dubbio.

Stiles rimette l'anello nella scatolina, anche se avrebbe tanta voglia di lanciarlo il più lontano possibile.

«Cosa stai dicendo, Stiles?» Domanda il licantropo, più che confuso.

Stiles osserva l'acqua del fiume, che si vede a mala pena, nascosta dall'oscurità.

«Ricordi cosa ti avevo detto prima che ci baciassimo, Derek?»

Il moro fa per pensarci.

«Hai detto tante cose.»

Stiles si porta una mano sugli occhi, stroppicciandoseli.

«Che avevo paura di quel bacio. Avevo l'impressione che avrebbe portato solo confusione nella mia vita.»

Derek se lo ricorda perfettamente.

«E io ti ho risposto che, ogni tanto, la confusione fa bene.»

Stiles si gira di scatto verso di lui, rivelando quanto sia disperato
I suoi occhi vacillano.

«Non fa bene, Derek, non fa affatto bene! Sono venuto qua, perchè non riuscivo a stare più fra quattro mura, e mi sono messo a piangere per più di un'ora, sentendo come se non sapessi più cosa fare della mia vita! E sai perchè?» Stiles alza il tono della voce, sparando quelle parole con un velo di rabbia. Il licantropo scuote la testa.

«Perchè, Stiles?»

«Perchè non sono mai riuscito a smettere di pensare a quel dannato bacio, ecco perchè!» Esclama, per poi voltare lo sguardo da un'altra parte. «Ed è ridicolo, perchè doveva essere solo uno stupido bacio, e invece nella mia testa ora c'è solo confusione. 
E lo so che probabilmente per te quel bacio neanche ha significato nulla, tranquillo non devi dirmi nulla, insomma, guardati! Potresti avere chiunque, figuriamoci se vorresti mai un ragazzino logorrico e iperattivo come...»

«Stiles.» Derek interrompe quel fiume di parole, che emanano solo tristezza. E il lupo smette di pensare. Smette di ascoltare la propria parte razionale, che gli urla di allontanarsi da quel ragazzino, che è meglio se lo dimentica il prima possibile. 
Il lupo interiore prende il sopravvento sulla parte umana, zittendola.

«Sì?» Sospira l'umano, girandosi verso Derek.

Il lupo si avvicina lentamente al volto dell'umano, portando una mano sul volto del ragazzino, in una carezza. Stiles rimane immobile, sentendo subito le labbra del moro premere contro le sue.

E così, il mannaro si ritrova a baciare il ragazzino, lasciando che la propria lingua strusci contro quella dell'umano. Stiles sospira di piacere, non avendo più le forze per allontanarsi dal moro.

Questa volta il bacio è completamente l'opposto dell'altro: lento, delicato, dolce. Si assaporano con una lentezza quasi esasperante, come se non volessero che il bacio finisse mai. 
E Derek continua a tenere una mano sul volto dell'umano, muovendo il pollice a ritmo contro la sua guancia.

Un bacio che sa tanto di rassicurazioni.

Stiles, dopo un tempo indeterminato, trova la forza di staccarsi, guardando subito il fiume, come se non avesse il coraggio di incontrare le iridi verdi del lupo.

«Perchè mi hai baciato?» Osa chiedere, abbassando il capo.

Derek lo guarda sottecchi.

«Perchè hai ricambiato?» Rigira la frittata, portando l'umano a sospirare. Stiles si porta una mano in mezzo ai capelli.

«Sicuramente, adesso sono ancora più confuso.» Ammette, ricordandosi come solo adesso che ha una ragazza.

«Ti riporto a casa?» propone il lupo, osservando che Stiles è troppo scosso per guidare.

«Forse è meglio di sì.»

•••

Erica sta guardando un film nel suo appartamento, quando sente il campanello suonare. Si chiede chi diavolo possa essere, visto che Boyd se n'è andato via due ore prima, e non aspetta proprio nessuno. Annusa un attimo l'odore, riconoscendolo immediatamente.

Così apre la porta, ritrovandosi davanti Derek, con gli occhi illuminati di blu e un'espressione disperata.

«Derek?» Lo chiama, corrucciando lo sguardo.

Il lupo dischiude la bocca, rimanendo sull'uscio.

«Non-non riesco ad avere il controllo sulla parte umana.»

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


"Oh I know that this love is pain, but we can't cut it from out these veins, no."

«Cosa diavolo stai dicendo, Derek?»

Il licantropo entra nell'appartamento della migliore amica, chiudendosi la porta alle spalle, con forse troppa violenza. Fa tornare gli occhi normali, con non poca fatica. Erica l'osserva silenziosamente, aspettando una risposta, più che preoccupata. 
Il moro si siede sul divano, con un sospiro.

«Quando stavo riaccompagnando Stiles a casa, lui mi ha fatto notare che i miei occhi erano diventati blu, e che stavo premendo gli artigli sul volante.» Risponde, coprendosi il volto con le mani. «Ma non è solo a livello fisico, Erico, la parte del lupo prende il controllo della situazione anche a livello psicologico...»

La bionda gli si siede davanti, corrucciando lo sguardo.

«Spiegati meglio, Der, e quando ti succede, in particolare?»

Il lupo alza lo sguardo sull'amica.

«Quando sto con Stiles.» Si ritrova costretto ad ammettere, spaventato. «La mia parte umana sa che è sbagliato avvicinarsi al ragazzino, sa che la storia si potrebbe facilmente ripetere, sa che non dovrebbe fargli capire dei miei sentimenti...» Comincia a spiegare, con tono sul disperato. Erica ascolta in silenzio. «...ma la parte animale...non riesco nemmeno io a spiegarlo. È come se il lupo in me avesse un bisogno esasperato di stare vicino a Stiles...probabilmente perchè il lupo agisce solo d'istinto, quindi si sente colpito in pieno dai sentimenti che provo per lui...io non lo so....»

Erica si massaggia le tempie, cercando un modo per capirci qualcosa, visto che il suo migliore amico sembra proprio impotente, come se non sapesse minimamente cosa fare.

«Beh, credo sia normale, insomma, il lupo ovviamente non è razionale, quindi credo che si senta anche male, dal non poter avere un'intimità con il ragazzino, visto che la tua parte umana cerca di evitare la cosa...solo mi sembra strano che addirittura il tuo lupo interiore prenda il controllo della situazione, che tu non lo riesca a controllare...»

Derek annuisce, illuminando un attimo gli occhi di blu.

«Erica, io prima l'ho baciato...ho agito d'impulso, e non riuscivo proprio a staccarmi da lui...non posso andare avanti così...» Esclama, esasperato.

«È la prima volta che accade, Der?»

Il moro scuote la testa.

«No, anche altre volte riesco a malapena a controllarmi dal saltargli addosso...non capisco, Erica, neanche con Paige mi è mai successo, io...» Smette un attimo di parlare, frastornato dal pensiero della ragazza.

Erica, infatti, si ritrova confusa quanto il licantropo.

«Forse per Stiles provi sentimenti ancora più forti, non lo so Der...» Prova ad indovinare lei, anche se è strana lo stesso come cosa. Ci deve essere qualcosa di più profondo per un comportamento simile. «Ovviamente non puoi continuare così, dovresti pensare alla tua ancora...»

Derek la interrompe, con un sorriso amaro sulle labbra:

«Erica, la mia ancora è la stessa persona che mi fa perdere il controllo.» Le fa notare.

«Lo so! Ed è per questo che non ha un fottuto senso, ma devi forse pensare a Stiles come persona in sè, Derek, e non ai sentimenti che provi per lui, neanche ai vostri baci o altro...solo a Stiles, tuo amico. Nient'altro. Dovresti provarci.» Gli consiglia Erica, allugandosi verso il lupo, per prendergli le mani nelle proprie, come per dargli forza.

Derek sospira. «E se la situazione dovesse peggiorare, Erica? Se questo non bastasse?»

Erica gli stringe le mani.

«Der, tra poco più di una settimana sarai a Beacon Hills, lontano da qui. Lontano da Stiles. Goditi il tempo con la tua famiglia, e poi, quando tornerai, magari scoprirai che è passato tutto. Forse è solo l'ancora, che, essendo nuova, é ancora fragile, pensaci...avresti bisogno di rilassarti, poi vedremo cosa fare. Insieme

Derek le sorride, con gli occhi lucidi. «Prendi queste parole con le pinze, Erica, perchè probabilmente non sentirai più parole simili uscire dalla mia bocca...sei la migliore amica che potessi avere, e sinceramente non so neanche perchè stai ancora a perdere tempo con uno come me...»

Erica si slancia di botto per abbracciarlo, commossa dalle sue parole, visto che Derek è già tanto le ha mai detto un 'ti voglio bene', dopo quello che è successo tre anni fa. 
Dio, quel ragazzino gli sta facendo fin troppo bene.

«Scemo, non pensare neanche queste cose, sei una persona stupenda Der...non potevo chiedere di meglio.» 
E forse una lacrimuccia è scesa dagli occhi della bionda, che intanto scioglie l'abbraccio dal moro.

Derek allora fa per andarsene, ritrovandosi sull'uscio dell'appartamento, quando Erica lo richiama. Lei non ha ancora finito di parlargli.

«Derek.»

Lui si gira, perplesso.

«Sì?»

«Non condivido il fatto che vuoi stare il più lontano possibile da quel ragazzino, senza dichiarti, Derek, perchè penso che Stiles sia la cosa più buona che ti sia mai capitata...» Erica fa un sorriso triste. «...ma c'ero, Der. C'ero quando mi dicevi di amare Paige, sorridendo. Quando non facevi che parlarmi di lei, e quando affermavi che l'avresti sposata, prima o poi...» Derek abbassa il capo, ricordandosi perfettamente come, dopo un anno che stava con Paige, le aveva comprato un anello di fidanzamento. Gliel'avrebbe dato, se non fosse successo tutto quel casino. 
E sì, l'avrebbe portata all'altare, perchè era l'unica cosa che voleva fare.

Ha seppellito quell'anello insieme a lei.

«...e c'ero soprattutto quando è morta, e ti è crollato il mondo addosso, Derek. C'ero quando non facevi che spaccare tutto, che piangerti addosso, addossandoti tutta la colpa.
C'ero quando hai provato a suicidarti, Derek...» Già, il lupo aveva anche provato a mettere fine alla propria vita, procurandosi un proiettile con lo strozzalupo, e puntandoselo alla testa. Erica e Boyd erano arrivati giusto in tempo, togliendogli la pistola dalla mani.

Perché Derek si era ricordato che i lupi non potessero morire neanche con un proiettile nel cervello, se normale. Ma non si era sentito di dirlo a Stiles, visto che quel ragazzino aveva rischiato la sua fottuta vita per quella convinzione, e non voleva fargli credere di averlo fatto invano.

«...e, infine, c'ero quando hai fatto la promessa che non ti saresti più innamorato di nessun collega umano, di nessuno che potesse morire facilmente da un giorno all'altro...» Derek sente una fitta nel petto. «Forse ormai è tardi, perchè quel ragazzino ti è entrato nella vita, e non posso prometterti che riuscirai mai a farti passare questi sentimenti per lui, perchè penso siano molto più grandi di ciò che vuoi ammettere, Der. Ma so anche che, se ti lasciassi andare, probabilmente l'ameresti ancora di più, per tutti i momenti che costruireste insieme come coppia...» Il lupo in Derek sta ululando di dolore, debolmente.

«...quindi, se non te la senti, sappi che io sarò sempre dalla tua parte. E non ti giudicherò, perchè non ho vissuto la tua situazione. Però c'ero, e ho visto tutto quel dolore che hai dovuto passare, e posso solo immaginare quello che tu abbia potuto provare quando hanno sparato a Stiles...» Già, Derek ha pensato subito a Paige, e a come le due storie sembravano destinate a finire allo stesso modo. «...so che sei terrorizzato all'idea che possa succedere tutto di nuovo, quindi nessuno te ne farà una colpa se non te la senti di rischiare.» Erica sospira. «Solo, Der, non illudere Stiles. Ti aiuterò a dimenticarlo, se necessario, ci proveremo...ma cerca di tenere a bada la tua parte animale, e di far in modo che poi non soffra anche lui.»

Derek, che ha ascoltato tutto in silenzio, fissa la licantropa.

«Grazie, Erica.» Dice semplicemente. «Farò il possibile, non vorrei mai far soffrire Stiles.»

E poi il moro se ne va via. Erica sospira pesantemente, sperando che Derek sarebbe potuto stare con Stiles, che quest'ultimo gli avrebbe fatto cambiare idea...ma è anche soddisfatta del discorso che gli ha fatto, perchè non lo abbandonerebbe mai in nessuna decisione lui deciderà di prendere. Inoltre, non è una cosa che ti dimentichi facilmente, vedere il proprio migliore amico devastato, con una pistola puntata alla propria testa.

•••

«Si può essere innamorati di due persone diverse?» Esclama Stiles, esasperato, appena mette piede nell'appartamento suo e di Isaac. 
Il riccio, tornato dalla passeggiata con Malia, alza lo sguardo dalla tv, spegnendola subito.

«Ti possono piacere due persone diverse, ma mai allo stesso modo, Stiles.»

Il ragazzino, con ancora addosso la giacca del moro, si siede sul divano, stancamente.

«E come faccio a capire di chi sono davvero innamorato, Isaac?» Gli chiede, come se il riccio fosse diventato un consulente d'amore professionista.

«Beh, deve essere difficile scegliere fra Derek e Lydia, sono completamente diversi.»

Stiles strabuzza gli occhi.

«Come facevi a capire che mi rifessi a Derek?!»

Isaac alza le sopracciglia, come per dire 'ma per chi mi hai preso?'

«Non sono stupido, Stiles, si vede da un miglio che tu e quel licantropo vi andate dietro a vicenda.»

Stiles sospira.

«Non so se sono davvero innamorato di Derek, oppure lo sono di Lydia, ma lei è così lontana che magari cerco di riempire la sua mancanza fisica...» Borbotta, non essendosi mai sentito così confuso.

Isaac riflette che potrebbe essere un'ipotesi, anche se pensa che non sia veramente così.

«Eppure sono diversi, dovresti aver capito chi vorresti accanto di più.» Replica il riccio.

«Che ti devo dire, Isaac, a livello fisico sono tutti e due bellissimi, quindi mi devo basare sul carattere...»

«Mh, continua.» Lo sprona il riccio, anche se non tanto convinto delle parole del castano.

«Insomma, Lydia è sempre buona, gentile, dolce, divertente...forse un po' troppo gelosa, ogni tanto, tutto qua.»

«Mh.»

«...E Derek...beh, è complicato. 
È come se si fosse costruito una maschera, dopo tutto quello che gli è successo...quando è vuole è dolce, ma acido, scorbutico, però anche sarcastico, di poche parole, protettivo ma distaccato, forte ma fragile, orgoglioso...»

«Mh.»

Stiles guarda l'amico davvero male.

«Potresti dire qualcosa, tipo renderti utile, invece di mugugnare, sai!»

Isaac ricambia lo sguardo.

«Non va bene, Stiles, quello che stai facendo. Non puoi decidere di chi sei innamorato per il carattere, perchè altrimenti vincerebbe sicuro Lydia! 
Ma questa non è una gara per il carattere migliore, no!» Isaac pare quasi arrabbiato, come se il ragazzino avesse detto le peggio cazzate. «Perchè, quando t'innamori di qualcuno, lo apprezzi soprattutto per i difetti, Stiles, e non importa se per gli altri ha un carattere di merda, ma l'importante è che è perfetto per te

Stiled dischiude la bocca, pendendo dalle parole del suo coinquilino.

«Prendi me e Malia, Stiles. Malia non ha di certo un carattere perfetto, anzi, e comincio a pensare che sia una cosa degli Hale...insomma, a volte è davvero permalosa, troppo aggressiva, brontolona...ma Dio, mi fa sentire in un modo...» Isaac sorride. «...mi fa sentire amato, rispettato, come se fossi l'unico al mondo, e soprattutto speciale. Speciale, perchè con me ha un comportamento completamente diverso da quello che tiene con le altre persone. Mi fa capire ogni giorno che io sono diverso per lei, rispetto a tutte le altre persone.» Il riccio ora si ferma un attimo, per poi girarsi verso il castano.

«Insomma, Stiles, dipende tutto da questo. Dipende da ciò che senti quando sei con Lydia, e da quello che senti quando sei con Derek. 
Come ti fanno sentire loro? Chi vorresti al tuo fianco, nonostante tutto

Stiles vorrebbe avere subito delle risposte per queste domande, ma le deve ancora trovare. Insomma, Lydia e Derek sono davvero diversi, a partire dal sesso.

Il sesso con Lydia è dolce, ingenuo, calmo.

Mentre, invece, il sesso con Derek se lo immagina sporco, passionale, selvaggio.

«Per Natale tornerò a Beacon Hills, e passerò del tempo con Lydia e gli altri, così magari finalmente mi schiarirò le idee, stando lontano da Derek.»

•••

«Brindiamo ad un altro caso risolto!» Esclama Stiles, sorridendo a quarantadue denti, per poi battere il proprio bicchiere di birra contro quello di Derek. Questa volta, sono andati al bar di Isaac, che la sera vende anche alcolici. E il ragazzino, essendo il suo amico di turno, non ha dovuto neanche mentire sull'età.

È passata una settimana da quel bacio sul fiume, e Derek ha cercato in ogni modo di controllare la sua parte animale, concentrandosi bene sulla sua ancora, come gli aveva suggerito Erica. Solo che, come sospettava, la situazione peggiora lentamente, e il moro si è ritrovato ad abbracciare l'umano, più di una volta, conficcandosi pure le unghie nei palmi per non baciarlo.

Derek increspa le labbra in un sorriso, azzardandosi a fissare Stiles solo quando quest'ultimo non lo sta guardando, con un'intensità che parla da sola. Ha discusso in settimana con Erica, del fatto che lei lo aiuterà a dimenticarlo, una volta che lui tornerà dalle vacanze di Natale. E magari, non organizzando appuntamenti con altri casi umani.

"E se non ci riuscissi, Derek? Se ti rendessi conto di amarlo sul serio? Mi prometti che ci penseresti, che non te lo lasceresti scappare?"

Stiles beve tutta la birra, con sempre il sorriso sulle labbra, e i capelli leggermente scompigliati. 
Il lupo lo trova bellissimo.

"Vedremo, Erica, vedremo."

Il lupo osserva Isaac spiarli di nascosto, e gli lancia un'occhiataccia, che spinge il riccio a tornare a servire agli altri tavoli.

«Sai, domani parto, torno una settimana in famiglia.» Lo informa il ragazzino, chiedendo un altro bicchiere di birra, con voce stridula.

«Anch'io, sempre una settimana.» Replica Derek, visto che l'FBI ha concesso la pausa natalizia  a partire da domani, e chissà se magari li chiameranno perchè c'è qualche serial killer che si diverte, a Natale, ad uccidere la gente.

«Non siamo mai stati lontani per tutto questo tempo.» Si ritrova a riflettere Stiles, ad alta voce, con un leggero odore di tristezza. Il lupo annuisce, sentendosi coinvolgere da quella tristezza.

«Già, è strano.» Si ritrova ad ammettere il licantropo.

«Tanto, tra una settimana, ti troverò sempre qua, no?» Chiede conferma l'umano, con un sorriso timido, come se avesse bisogno di avere conferme. E Derek lo guarda, ma lo guarda in un modo che sembra quasi leggergli l'anima.

«Sempre, Sti, sempre.»

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


"I hate the way you make me feel like you're worthy of heartbreak."

Derek corre verso la stazione ferroviaria, essendo in leggero ritardo, con una piccola valigia. Suo zio gli aveva proposto di venire con lui, nel suo jet privato, ma il moro non si fida molto di un Peter alla guida, perciò alla fine ha comprato un normale biglietto per il treno.

Ebbene sì, Peter ha la licenza per guidare aerei, e Derek osa solo immaginare quanto illegalmente l'abbia avuta.

Prima di venire qua, il lupo ha salutato Erica e Boyd, i quali andranno dalla famiglia di Erica a Miami, sempre per una settimana. Boyd è orfano, quindi la licantropa è ben felice di portarselo con sè. Derek avrebbe voluto salutare anche Stiles, ma questa settimana gli farà bene stare lontano da lui, perchè così potrà anche pensare meglio a come disinnamorarsi, perciò non l'ha proprio visto.

Il treno che deve prendere è già arrivato, e partirà tra qualche minuto, quindi il moro salta subito dentro, sospirando di sollievo. Per un attimo pensava di non farcela, e sicuramente non poteva mettersi a correre veloce come solo un licantropo può fare. 
È contento di tornare a Beacon, e di stare con Cora e Peter, perchè almeno, essendo solo loro tre, non dovrà nascondere la sua natura da licantropo. Inoltre, è da parecchio che non vede la sorellina, e potrà allenarsi insieme a lei.

Derek inizia a camminare lungo il vagone, cercando dei posti liberi, quando ne adocchia uno: c'è un ragazzino che sta leggendo un libro, assorto, e accanto a questo non c'è nessuno.

Poi il moro si blocca di colpo.

Aspetta...ma quel ragazzino è Stiles!

Giusto, anche lui viene da Beacon Hills! Si ritrova a pensare il lupo, cercando di sorpassarlo con nonchalanche, ma l'umano pare averlo notato.

«Derek?!» Esclama, sconvolto, e il lupo è costretto a fermarsi.

«Stiles.» Replica semplicemente, sforzandosi di mostrarsi un minimo sorpreso.

«Che ci fai qua?! Siediti accanto a me, su.» Lo invita Stiles, costringendo il lupo a non avere vie di fuga, ancora più che confuso. Derek prende posto accanto a lui, silenziosamente. «Allora, Sourwolf, che ci fai qua? Sicuro di non aver sbagliato treno?»

Derek scuote la testa.

«Sono di Beacon Hills anch'io, Stiles. Ho mia sorella minore là.» Gli spiega il moro, mentre Stiles apre la bocca in una perfetta O.

«Tu sei quell'Hale?! Dio, come ho fatto a non pensarci!» Esclama il ragazzino, sbattendosi una mano sul volto. 
Si ricorda dell'incendio, e di un ragazzino che veniva portato via nella volante di suo padre. Stiles era piccolo a quei tempi, ma se lo ricorda bene. Ma non aveva associato quel ragazzino a Derek, perchè non avrebbe mai immaginato di ricontrarlo a Washington, e per di più come suo partner!

«Sì, e mi ricordo di te, che sei il figlio dello Sceriffo.»

Stiles abbozza un sorriso.

«Quindi anche tu una riunita di famiglia?»

Derek scrolla le spalle.

«Suppongo di sì, anche se siamo solo io, Cora e Peter. Normalmente funziona che io e Cora sopportiamo a malapena nostro zio, ringhiandogli ogni cinque secondi, ma non mi lamento.»

Stiles ridacchia, avendo capito fin troppo bene che tipo è Peter Hale.

«Sai, umh, se vi va potete venire da noi per lil cenone della vigilia.» Propone Stiles, timidamente. «Insomma, a papà andrà sicuramente bene, perchè tanto alla fine si cucina sempre per troppe persone...poi Scott e Allison saranno contenti di conoscere con chi lavoro.»

Derek lo guarda un attimo, soppesando le sue parole. 
È vero che avrebbe bisogno sul serio di una settimana lontano da Stiles, ma il lupo in lui scalcia e ringhia, più che contento all'idea di passare del tempo con il ragazzino.

«E Lydia?»

Stiles sussulta di fronte alla domanda, non avendoci pensato.

«Beh, pensa che sei fidanzato, quindi nessun problema suppongo...dovremmo solo inventarci una scusa sul perchè Erica non è qua.»

Derek è dubbioso, ma la sua parte di lupo prende il sopravvento.

«Va bene, lo farò sapere a Peter e Cora, ma dubito che per loro ci siano problemi.»

Stiles sorride, avendo creduto che il lupo gli avrebbe risposto di no. 
È davvero felice di poter far conoscere Derek a suo padre e al suo migliore amico. Poi Stiles attacca a parlare a macchinetta, fino a quando non si stanca, addormentasi con il capo sulla spalla del moro. Derek sospira, immaginando che questa sarà una settimana piuttosto lunga.

•••

«Stiles, siamo arrivati.» Lo sveglia il lupo, carezzandogli dolcemente i capelli, senza neanche rendersene conto. Stiles mugugna qualcosa, per poi scostarsi dal lupo, svegliandosi del tutto.

«Bene, allora andiamo.»

Derek segue il ragazzino, scendendo dal vagone, per poi riversarsi in stazione. C'è parecchia gente, molti che aspettano gli amici, parenti o fidanzati.

«Come torni a casa?» Gli chiede il moro, fermandosi vicino ad una colonna. Appoggiano entrambi le valigie a terra. Stiles si guarda intorno, come alla ricerca di qualcuno.

«Dovrebbero venire Allison e Scott, visto che sono arrivati ieri pomeriggio...ma devono essere in ritardo, come al solito.» Borbotta l'umano, restando di fianco al licantropo. «Invece, tu?»

«Mia sorella Cora arriverà a momenti.» Risponde il lupo, quando sentono una voce femminile nelle vicinanze:

«DEREEEEEK!»

Entrambi si girano verso una ragazza, capelli di un marrone scuro, e davvero bella.

«Come non detto.» Sbuffa il lupo, fingendosi innervosito per la presenza della sorella, la quale gli salta addosso. Stiles osserva teneramente i due abbracciarsi, con Cora che sembra non voler lasciare andare il fratellone. Dopo una manciata di secondi la ragazza si stacca dal moro, osservando il ragazzino con attenzione e sorpresa.

«Stiles?!»

L'umano sorride.

«Sì, sono io!»

E, sotto lo sguardo stupito di Derek, Stiles e Cora si abbracciano, come due vecchi amici, che non si vedono da tanto.

«Voi vi conoscete?» Esclama infatti poi il lupo, sbattendo le palpebre un paio di volte. Cora scioglie l'abbraccio, rivolgendosi al suo fratellone.

«Certo, Der, frequentavamo lo stesso corso di matematica al liceo!» Lo informa, per poi guardare Stiles. 
A volte Derek, per fortuna, si dimentica che l'umano ha la stessa età di sua sorella. «Non credevo fossi tu il famoso partner del mio scorbutico fratellone, ma le descrizioni fatte da Peter coincidono.»

Derek alza un sopracciglio, dovendo immaginarsi che Peter non si fosse tenuto la boccaccia chiusa. Il lupo si era fatto forse sfuggire, con suo zio, che trovava quel ragazzino fin troppo attraente, e Peter deve aver intuito anche ben altro, probabilmente avendolo raccontato poi a Cora. Infatti, la ragazza fa un occhiolino mal celato al mannaro.

«Stiles!» Si sente poi un altro urlo, questa volta per l'umano, il quale si gira verso due ragazzi, che devono essere Scott e Allison. Derek sente un odore di pura felicità venire dal castano, e osserva i due che si stanno avvicinando a loro: il ragazzo è un licantropo, e ha la mascella leggermente storta, carnagione olivastra e capelli scuri. 
La ragazza, che dovrebbe essere l'Argent, ha dei lunghi capelli mori, mossi, e tiene per mano il ragazzo.

«Scottie, Allie!» Esclama l'umano, per poi abbracciare i due amici. «Che bello rivedervi, non potete capire! Ci sono tante cose che vi devo raccontare e...»

«Tranquillo, avremo modo di parlare.» Lo interrompe Scott, sorridendo, dandogli una pacca sulla spalla. 
Stiles annuisce, guardando di sottecchi il moro, lasciando intendere che lui sarà uno degli argomenti principali. «Lui è Derek Hale, il mio partner, e lei sua sorella Cora.» Presenta poi Derek ai due.

Scott lo guarda sospettoso, sapendo che anche lui è un licantropo, per poi andargli a stringere la mano.

«Io sono Scott McCall, e lei Allison Argent.» Scott si gira poi verso Cora. «Mi ricordo di te, frequentavi matematica con me e Stiles.»

Cora annuisce, rimanendo di fianco al fratello.

«Tuo padre ti aspetta con ansia, Sti, dobbiamo andare.» Parla Allison, salutando poi gli altri due lupi, e facendo per andarsene con Scott.

«Sì, aspettatemi un attimo qua fuori.» Dice loro Stiles, toccandosi imbarazzato la nuca del capo. Ovviamente, sia Allison che Scott capiscono che il loro amico vuole solamente salutare l'agente, e si mettono a fissarli curiosi dall'uscita, cercando di non farsi vedere.

Derek aspetta che Stiles dica qualcosa, in silenzio.

«Quindi, umh, ci rivediamo, Sorwolf.» Stiles si guarda i piedi, sentendosi incredibilmente impacciato, alla vigilia mancano quattro giorni, e non sa se avrà modo di vedere il lupo fino a quel momento. Così, in un attimo Derek si ritrova il ragazzino tra le braccia, e lo stringe possessivamente a sè, sentendo il proprio lupo gioire da quell'improvviso contatto. «Sarà strano non averti tra i piedi ogni giorno.» Ridacchia il lupo, non volendo per niente lasciare andare quel ragazzino. Cora osserva la scena con occhi adoranti, mentre Scott riferisce il dialogo alla cacciatrice.

Stiles ride tristemente, per poi sciogliere l'abbraccio, guardando Derek un'ultima volta, e si dirige dai suoi amici, che lo stanno guardando in modo strano.

•••

Il viaggio è stato piuttosto silenzioso, e Stiles si ritrova in poco tempo davanti casa. I tre entrano, e il ragazzino viene in poco tempo stritolato dal padre. Lydia dovrebbe arrivare il giorno dopo.

»Figliolo! Che bello rivederti, mi devi raccontare come va l'accademia e tutto il resto!» Esclama John, sorridendo, mentre la madre della rossa si appresta a salutare il castano.

«Sì, pà, ma adesso vado a sistemare la mia roba, okay?» Ridacchia, facendosi aiutare da Scott per portare su la propria valigia.

«Io vado da mio padre, ci vediamo dopo.» Li saluta Allison, scomparendo in un battibaleno, così rimangono Scott e Stiles da soli, nella camera dell'umano. Stiles si siede sul letto, capendo che è arrivato il momento di raccontare tutto al licantropo.

«Stiles, ho visto gli sguardi che vi scambiavate tu e quell'Hale, e come il tuo cuore battesse più velocemente quando vi siete abbracciati...sono il tuo migliore amico, credo che merito di sapere.» Sospira l'Alpha, restando in piedi, davanti all'umano. Scott ha capito da subito che Stiles e il suo partner avessero un rapporto più intimo di quello di due amici.
Stiles annuisce, sentendosi in colpa.

«Non volevo dirtelo per telefono, Scottie, ma hai ragione...è successo qualcosa, solo che non so neanche io cosa fare.»

Scott lo guarda attentamente.

«Per quanto possa essere legato a Lydia, starei comunque dalla tua parte, Stiles, se decidessi di lasciarla, anche se fino a qualche mese fa ti stavo accompagnando a comprare l'anello di fidanzamento...»

Stiles annuisce, abbassando il capo.

«È dannatamente difficile per me, Scott, perchè sono sempre stato convinto di amarla, ed è difficile, perchè è stata sempre il mio punto di riferimento..» Comincia a parlare il ragazzino, in un sussurro. «...poi è arrivato Derek, con i suoi modi bruschi, i suoi silenzi...» sulle labbra dell'umano compare un sorrissino. «...insomma, è complicato...»

E Stiles gli racconta un po' tutto, di come Derek avesse cercato in ogni modo di allontanarlo dalla propria vita, e di come invece Stiles ha invece fatto di tutto per avvicinarsi.

Di come si sono feriti a vicenda, e di come si sono poi salvati uno la vita dell'altro.

Di come Stiles fosse diventato la sua ancora, e di come Derek abbia cominciato a trattarlo diversamente. Diversamente da chiunque altro, diventando davvero protettivo nei suoi confronti. Come non aveva mai fatto con nessun altro, così gli ha detto Erica, dopo che era successo qualcosa tre anni prima, che Stiles pensa sia collegata in qualche modo alla morte di quella Paige.

E racconta a Scott anche dei due baci, di come siano stati uno l'opposto all'altro, e il secondo talmente inaspettato da togliergli letteralmente il fiato.

Stiles potrebbe stare a parlare giorni di Derek, di quanto sia una persona meravigliosa in realtà, ma non vuole stancare Scott, visto che gli sta raccontando tutto da almeno un'ora.

«Più o meno ho capito, ma voglio sapere una cosa...questo Derek, è innamorato di te?»

Stiles sospira.

«Non lo so, Scott. Insomma, il modo in cui mi tratta, come non tratta nessuno, potrebbe voler dire di sì...solo che non so, sembra che qualcosa lo fermi, ogni tanto sembra che voglia allontanarmi, e non capisco perchè.»

«Credo che ne dovreste parlare, allora.»

Stiles alza lo sguardo sull'Alpha.

«Scottie, non so neanche che intenzioni ho ancora. Devo capire se è Lydia con cui voglio stare, e magari ho avuto dubbi per la sua lontananza, oppure in realtà non l'ho mai amata, e solo Derek è riuscito a farmi provare questi sentimenti...» Stiles si massaggia le tempie. «...spero solo di capirlo al più presto.»

Scott annuisce.

«Sì, anche perchè devi fare chiarezza per il bene sia tuo, che di Lydia e Derek.»

«Ragazzi! State ancora parlando? Dovete raccontare qualcosa anche a me, però!» Esclama John, bussando alla loro porta.

«Entra pure pà, che ti devo dire una cosa.»

John allora entra, curioso.

«Che mi devi dire?»

«Ho invitato altre tre persone qua per la vigilia, ti dispiace?»

John corruccia lo sguardo.

«Di chi stai parlando, Sti?»

Stiles abbassa lo sguardo.

«Derek Hale, il mio partner, è tornato qua per passare le vacanze, ma saranno solo lui, sua sorella Cora e lo zio Peter...quindi gli ho proposto di venire qua.»

John collega subito a chi si sta riferendo il figlio, sorpreso.

«Hale è il tuo partner? Quant'è piccolo il mondo! Mi ricordo bene dell'incendio, Dio...e anche di come suo zio fosse un po' particolare, un tipo che si dava alla baldoria di continuo...ma sì, certo che possono venire, sono contento di conoscere il tuo amico.»

John pronuncia la parola 'amico' con tranquillità, mentre Stiles deglutisce.

«Perfetto, grazie!»

(17:31) A mio padre va bene per la vigilia...quindi venite, vero?

•••

»È cresciuto bene, vedo.» Parla Cora, al volante. Derek la guarda piuttosto male. «Cretino, lo dico per te, non per me!» Ride poi lei, continuando a guidare.

«Quando tornerò a Washington, Erica mi aiuterà ad affievolire ogni sentimento che provo per Stiles.» Dice semplicemente il moro, guardando ora fuori dal finestrino.

«Ma non-»

»Cora.» Interrompe qualsiasi discorso riguardante l'argomento. «Sai bene il perchè.»

La ragazza annuisce, girando a destra. Cora è andata a vivere nel loft, dopo che Derek se n'è andato, arrendandolo con una mobilia più moderna.

«Lo so che hai paura di soffrire di nuovo, Der.» Amette, sospirando. «Ma penso anche che non possiamo permettere che la nostra vita sia condizionata dalla paura, perchè così non è vivere.»

Derek, per tutto il resto del viaggio, resta a pensare alle parole della sorella, e di quanto abbiano un fondo di verità.

Una volta scesi dalla macchina, una folata d'aria improvvisa fa quasi cadere i due lupi, i quali si ritrovano a guardare con fatica in aria: il jet privato di Peter sta atterrando, sullo spiazzo accanto al loft che dà pure sul bosco.

«Sempre egocentrico e vanitoso, eh?» Ridacchia Cora, cercando di non far andare tutti i capelli davanti alla faccia. Derek sbuffa in risposta, mentre Peter fa atterrare il jet. Poi la porticina si apre, e così una sorta di scaletta, con Peter Hale che fa capolino.

«Nipoti miei cari, da adesso ci si diverte

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


"I met you in the dark, you lit me up."

«Aiuto.» Sibila Derek, rivolgendo alla sorella uno sguardo disperato. Purtroppo, Cora è una ragazzina con gli ormoni sempre sull'attenti, quindi sembra pendere dalle labbra dallo zio più degli altri anni, visto che sa che Peter avrà in mente tante cose per permettere a tutti e tre di rilassarsi e divertirsi.

«È bello anche per me rivederti, nipote.» Peter gli dà una poderosa pacca sulla spalla, sornione. «dove hai lasciato il tuo ragazzo?»

Derek lo guarda male.

«Non è e mai sarà il mio ragazzo.» Tende a precisare, visto che spesso lo zio tende a non ricordare tutto quello che ha dovuto passare e quanto per lui sia difficile rischiare di nuovo. «Comunque, visto che è tornato anche lui qua, per stare con la sua famiglia e amici, ci ha invitato alla cena della vigilia.»

Peter annuisce.

«Per me va bene, ci sarà anche qualche bocconcino?»

Sia Derek che Cora alzano gli occhi al cielo.

«Entriamo dentro, va.» Decide la ragazza, dirigendosi verso il loft, seguita dagli altri. Derek, appena entrato dentro casa, sperava di avere un po' di pace e di poter dormire, mandando un messaggio a Stiles per confermare la loro presenza il 24 sera. Invece, lo zio sembra diventato più iperattivo di Stiles, soprattutto dopo cena:

«Ragazzi, cosa ci fate chiusi in camera vostra? Su, venite qua, ho tantissime foto da farvi vedere!» 

Cora sembra leggermente più entusiasata del lupo, il quale sbuffa sonoramente. Peter, come Derek ben sa, è un viaggiatore DOC, che ormai ha visitato tutto il mondo, e ha appartamenti e case un po' ovunque. Di solito, dopo un viaggio, torna a Washington o a Beacon Hills, visto che il moro e la sorellina sono gli unici parenti rimasti che ha. Sicuramente è uno che sa come divertirsi, solo che costringe sempre Derek e Cora a sorbirsi le foto che ha scattato quando era in giro, una volta che si ritrovano tutti e tre riuniti.

Così, i due licantropi più giovani si siedono stancamente sul divano, mentre Peter resta in piedi, collegando una chiavetta USB alla tv, e destreggiando con il telecomando.

Le foto suscitano qualche risatina o commento sorpreso dalla ragazza, mentre Derek si limita ad alzare il sopracciglio: prima c'è Peter seduto su un cammello, in Egitto, poi lui con una collana di fiori al collo, solo in costume, ai Caraibi, con delle ragazze piuttosto giovani che gli stanno addosso. Solo poche foto ritraggono unicamente i paesaggi, nel resto c'è anche il licantropo, visto che, come si è capito, è parecchio egocentrico. 
C'è anche una sua foto mentre sta facendo il bungee jumping, con un sorriso piuttosto inquietante, sospeso nel vuoto, e una cinquantina di foto con ragazze o ragazzi a caso, a qualche festa.

Poi, ad un certo punto, sullo schermo viene mostrata una foto di Peter Hale completamente nudo, con un'espressione confusa. 
Derek si copre il volto, disgustato, mentre la sorella ride.

»Ops, questa deve avermela fatta James.» Borbotta Peter, con un sorrisetto malizioso, come ricordandosi perfettamente cos'era successo quel giorno. «Non credevo che fossa finita qua, in mezzo alle altre, perdonatemi.»

«Non credo che riuscirò più a vederti in faccia per i prossimi tre giorni.» Ammette Derek, tornando a vedere lo schermo solo dopo essersi accertato che lo zio avesse cambiato foto. 
Peter alza un sopracciglio.

«Ah, nipote! Ti ricordo che siamo entrambi maschietti e abbiamo lo stesso...»

«...corpo, sì sì, ma adesso andiamo avanti.» lo interrompe il moro, mentre Cora ascolta divertita la conversazione fra i due. Gli erano mancati più di quanto voglia ammettere.

D'un tratto il telefono di Derek vibra, e il moro lo prende di nascosto, senza farsi vedere dagli altri due, troppo presi dalle foto.

(21:30) Che fai? Io mi annoio, Scott e Allison sono andati a fare cose a casa di lei. Stiles.

(21:31) Mio zio ci sta facendo vedere tutte le sue foto dei viaggi che ha fatto ultimamente...non serve dire altro.

(21:31) Dai, sembra figo! Stiles.

(21:32) Fidati, non lo è, soprattutto quando é apparsa, per sbaglio, una sua foto completamente nudo...

(21:33) Ah-ah-ah! Non ci credo! Tuo zio è proprio un tipo! Ed è l'opposto di te :P Stiles.

(21:34) E per fortuna!

«Derek, metti via quel telefonino, e guarda come sono sexy mentre accarezzo un pinguino!»

Il moro sbuffa, rimettendo il telefono in tasca, con soltanto una tremenda voglia di dormire.

•••

«DEREK NEVICAAA!» Un urlo lo sveglia, seguito dal suo corpo scosso da delle mani femminili e forti. 
Derek mugugna, mentre la luce mattutina filtra debolmente attraverso la finestra della sua camera. Cora lo scuote fino a che il moro non decide ad alzarsi dal lento, con un ringhio.

«Davvero nevica?» Chiede poi, dischiudendo la bocca, per poi fiondarsi alla finestra. Deve aver nevicato anche tutta la notte, perchè il parcheggio vicino a casa sua è circondato da una folta coltre di soffice neve, e altri fiocchi continuano a cadere inesorabili. Il lupo in Derek scodinzola come non mai, essendo la neve un qualcosa che lo attrae e lo affascina da morire.

«Esco, non mi cercate.» Dice semplicemente, senza lasciare la possibilità a Cora di dire una singola parola.

•••

Stiles sta facendo colazione, svegliatosi un pochino tardi, con suo padre che è dovuto andare al lavoro. Scott dovrebbe essere ancora nel letto di Allison, e Lydia in treno. Finisce la sua tazza di cereali, quando sente un ululato, provenire dal bosco. Pensa che sarà un lupo, quando si ricorda improvvisamente che a Beacon Hills non ci sono lupi...o meglio, non quelli normali.

Deve essere per forza un lupo mannaro. Ma chi?

Eppure, qualcosa in quell'ululato è come se gli fosse familiare, e si sente tremendamente attratto da esso, tanto che si ritrova a uscire di casa, senza quasi accorgersene, sentendo un un altro ululato.

Dello stesso lupo.

Così si guarda intorno, cercando di capire da dove viene quell'ululato, e prende a camminare senza ben sapere se sta andando nella direzione giusta. Cammina e cammina, ritrovandosi in mezzo al bosco, con i piedi che affondano nella neve, e un cappellino rosso in testa. Sente di nuovo quell'ululato, che sa come di felicità, e sente di essere molto vicino.

Infatti, poco dopo, gli alberi si interrompono, per lasciare spazio ad un grande spazio circolare, circondato da chiome innevate. E lo vede. 
Un lupo con il manto nero lucido, e gli occhi al momento verdi.
Maestoso. Lo riconosce subito.

«Derek?!» Esclama, divertito, visto che il lupo si sta rotolando tra la neve, con la bocca aperta e la lingua a penzoloni.

Sembra proprio un cucciolotto, ma questo non si azzerderebbe mai a dirlo, se non vuole rischiare di essere ucciso.

Il lupo, poi, si accorge della presenza del ragazzino, e gli corre subito addosso, facendolo catapultare a terra. «Cosa fai, Sourwolf!» Ridacchia Stiles, steso sulla neve, con il lupo sopra di lui. Derek illumina un attimo gli occhi di blu, per poi dargli una bella leccata sulla faccia. «Lupone, pesi troppo, spostati.» Sorride Stiles, sentendo tutta la bava del lupo sulla guancia. Derek guaisce scontento, per poi spostarsi dal corpo del ragazzino.

«Dio, Derek, è così strano pensare che dietro questo lupo ci sei tu...» Mormora Stiles, divertito dalla situazione. «...e mi sento terribilmente stupido a parlare con te, in questa forma.»

Derek si rotola di nuovo sulla neve.

«Ti piace così tanto la neve, eh?» Intuisce Stiles, accucciandosi poi a terra, per formare una palla di neve con mani. Poi la lancia addosso al lupo, il quale, non aspettandoselo, ringhia debolmente, e da lì comincia una vera e propria battaglia di palle di neve.

Con Stiles che ride, tirandole al mannaro, e con Derek che cerca di evitarle, riuscendoci praticamente sempre, senza mai smettere di scodinzolare. Dopo una mezz'oretta, però, il lupo si ferma di colpo, facendo preoccupare non poco l'umano.

«Der? Che succede?»

Il lupo annusa per aria, e rizza le orecchie.

Poi, improvvisamente, il lupo scompare, e al suo posto c'è Derek.

Completamente. Nudo.

Stiles diventa più rosso del suo cappello, e boccheggia.

Sente che sta svenendo, visto che la sua temperatura corporea si sta alzando molto più del normale, e cerca invano di togliere lo sguardo dal corpo scolpito di Derek. O dal suo membro a riposo, che è fottutamente grande lo stesso. Oppure dal suo culo perfetto, visto che adesso il moro è girato da un'altra parte.

E, come da copione, partono i mille pensieri sconci, che lo fanno agitare ancora di più, oltre a fargli venire un'erezione, per fortuna nascosta dalla felpa.

Poi, Derek si accorge che qualcosa in Stiles non va, e lo trova seduto a terra, tutto accaldato e con il respiro pesante. E che odora di eccitazione.

«Stiles! Che ti prende?!» Esclama il moro, accucciandosi di fianco a lui, peggiorando solo il tutto, visto che il suo corpo è ancora più vicino a quello del ragazzino.

«Secondo te?!» Sbraita l'umano, facendo profondi respiri, per riprendersi. «Puoi almeno metterti qualcosa addosso?!»

Derek si ritrova a ridere, capendo di aver messo molto in imbarazzo il ragazzino, avendolo fatto eccitare, per poi dirigersi verso il masso dove aveva lasciato i suoi vestiti, dando comunque una bellissima vista all'umano.

«Comunque, sono tornato umano perchè volevo dirti che ho avvertito la tua ragazza arrivare e suonare alla porta di casa tua, visto che non siamo troppo lontani da lì.»

Stiles annuisce, ancora più che scosso dalla visione di prima, per poi rendersi conto che deve andare ad accogliere Lydia, visto che sarà stanca dal viaggio.

Anche se, prima, dovrà pensare alla sua erezione.

«Allora, umh, devo andare.» Borbotta Stiles, rialzandosi in piedi a fatica, e salutando velocemente un Derek vestito.

•••

Tutto il pomeriggio Derek lo passa tranquillamente, allenandosi due orette con Cora, stupiti entrambi dall'assenza dello zio. Qualcosa deve esserci sotto, e sperano solo che non ne stia combinando una delle sue. 
Così, seduto sul divano, prende il telefono, senza sapere cosa fare.

(18:30) Stai bene? Visto come sembravi stare per svenire, nel bosco.

(18:33) Ah, simpatico! Sfotti? Comunque sì, sto meglio, anche se Lydia ha voluto vedere a tutti i costi un film romantico... Stiles.

(18:33) Che film?

(18:34) Titanic...è la terza volta che mi costringe a rivederlo con lei...aiutami. Stiles.

(18:35) Per amore si fa questo ed altro, no?

Passa mezz'ora, e Stiles ancora non ha risposto. Derek dubita lo farà.

«DerBear, vai a fare la spesa, ti mando la lista!» Gli ordina la sorella, dal piano di sopra. Derek ringhia.

«Prima di tutto smettila di chiamarmi in quel modo! Seconda cosa, perchè non puoi andarci tu?» Sbotta.

«ALLORA, IO ADESSO DEVO FARMI UNA BELLA DOCCIA, DEPILARMI, HO IL CICLO E...» Gli urli fanno sì che Derek sia costretto a tapparsi le orecchie, preoccupandosi bene di interrompere l'amata sorellina.

«Ho capito! Vado io.»

Spera solo che Cora non abbia il ragazzo, altrimenti proverebbe davvero tanta compassione per lui.

•••

Stiles legge l'ultimo messaggio di Derek, e non risponde. Non risponde perchè non sa cosa dire, visto che sembra tanto come una provocazione.

«Sti, è così triste questo film...» Piagnucola Lydia, che ha il capo poggiato sul petto del castano, e sono entrambi stesi sul divano.

«Lyds, io non lo volevo neanche vedere...» Stiles svia le colpe sulla rossa, la quale sta prendendo dei fazzoletti per asciugarsi gli occhi, attenta a non far colare il trucco in modo disastroso.

«Lo so, ma è troppo bello!» Esclama la Banshee, smettendo di piangere solo dopo diversi minuti dai titoli di coda, con Stiles che cerca invano di consolarla. Poi, la rossa si riprende del tutto, guardando ora il ragazzino con malizia.

«Tra quanto tempo torna tuo padre?» Chiede, mordendosi un labbro. 
Stiles scrolla le spalle, indifferente.

«Tra due ore, credo, perchè me lo stai...» Non fa neanche in tempo a finire la frase, che Lydia posa le labbra sulle sue, volendo immediatamente approfondire il bacio. 
Stiles acconsente, guardandola però negli occhi. Occhi verdi, ma non di un verde particolare come quelli di qualcun altro.

•••

Derek parcheggia la macchina di Cora sul parcheggio del palazzo, uscendo con due buste di spesa in mano, visto quant'era lunga la lista della ragazza, neanche fossero in dieci. Chiama l'ascensore, non avendo per niente fretta, e arrivando in un paio di minuti davanti al portone del loft. 
Tira fuori le chiavi dalla tasca, aprendo la porta, rendendosi conto solo in quel momento che proprio dal loft viene una musica da discoteca, e si sentono delle voci.

Cosa diavolo ha combinato suo zio?!

Appena si richiude la porta alle spalle, Derek ha finalmente il coraggio di guardarsi intorno...sua sorella Cora è seduta compdamente su uno dei divani, con un ragazzo vestito da pompiere sexy accanto a lei, che le sussurra qualcosa all'orecchio, portandola a ridere maliziosamente.

E poi, in mezzo al salone, ci sono altre cinque persone, che lo stanno guardando con curiosità e malizia: tre donne vestite da Cat Woman, e due ragazzi vestiti da medici porno. 
E poi c'è Peter, in mezzo a quegli spogliarellisti, che guarda il nipote con aria sognante.

»Non è fantastico, tutto ciò?» Gli chiede, con un sorriso da ninfomane. «Potrai ringraziarmi dopo.»

Peter Hale ha appena organizzato un vero e proprio spettacolo di spogliarello al loft.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


"I never knew you were the someone waiting for me."

Derek rimane un attimo là impalato, sull'uscio della porta, lanciando alla sorellina uno sguardo disperato, alla ricerca di aiuto. Peccato che Cora sia troppo impegnata a filtrare con il ragazzo vestito da pompiere, il che porta Derek a ringhiare.

Non gli piace vedere sua sorella che sta troppo vicina a dei ragazzi.

Il moro poggia le buste della spesa a terra, quando due spogliarellisti gli si appiccicano, ballando in modo provocante e strusciandosi sul suo corpo. Derek guarda male lo zio, il quale è a sua volta impegnato a pomiciare con una Cat Woman. 
Il lupo si ritrova a chiedersi perchè si stia facendo tutti questi problemi, perchè si sente come oppresso da tutto ciò, quando invece dovrebbe solo gradire la presenza degli spogliarellisti.

«Devo andare un attimo in bagno.» Liquida i due con voce atona, rifugiandosi nel bagno nel piano terra. Si guarda allo specchio, poggiando le mani sul lavandino, con i muscoli tutti tesi. Si costringe a respirare lentamente. Dovrebbe essere eccitato, non vedere l'ora di rilassarsi un po' con qualcuno degli spogliarellisti là fuori. Invece, si sente fuori luogo, come se qualcosa non vada.

Forse perchè nessuno di quelli è Stiles.

Derek si dà dello stupido, illuminando gli occhi di blu. Stiles non è suo, e lui non è di Stiles. Probabilmente quel ragazzino starà facendo sesso con la sua ragazza, proprio ora, perchè il lupo dubita che, una volta finito il film, si guarderanno amorevolmente negli occhi. Quindi, perchè invece Derek tentenna? Insomma, deve pur iniziare ad affievolire i suoi sentimenti nei confronti dell'umano, no? E se non riesce neanche ad andare a letto con qualcun altro non ci riuscirà mai. 
Gli arriva improvvisamente un messaggio, ma non lo legge.

(20:40Ei, Sourwolf, come te la spassi? Stiles

Così, il lupo torna in salone, notando che Cora e il pompiere sono già scomparsi, non vuole neanche immaginare perchè, e adocchia un medico qualsiasi, facendosi fare un vero e proprio spogliarello.

Il medico lo spinge con forza sul divano, e gli si mette davanti, ballando in modo davvero provocante, ondeggiando i fianchi, per poi togliersi mano a mano i pochi pezzi di stoffa che ha addosso. E, alla fine, Derek si ritrova a baciarlo, senza ben capire come sia successo, mugulando sulla sua bocca che forse è meglio continuare di sopra, nella sua camera.

•••

Stiles sta giocando ai videogiochi con Scott, visto che Allison e Lydia sono andate a passare un po' di tempo per conto proprio. L'Alpha è rimasto a cena da lui, e l'ha invitato anche a dormire, come ai vecchi tempi.

«Non ha ancora risposto al mio messaggio, Scott!» Si lamenta l'umano, evitando poi uno zombie all'ultimo.

«Stiles, evidentemente non l'ha letto.» Gli suggerisce l'Alpha, stanco di sentire le sue lamentele, che lo distraggono dal gioco.

«Lui li legge sempre subito, okay? Quindi questo vuol dire che avrà altro da fare, di più importante!»

Stiles, questa volta, si fa colpire in pieno da uno zombie, e muore. Scott si fa ammazzare a sua volta, capendo che non possono continuare così, visto l'umore del migliore amico.

«Tipo il sesso?» Lo provoca Scott, osservando la sua reazione. 
Stiles gonfia le guancie.

«Grazie per darmi queste idee, davvero!» Sbotta, lanciando il joystick da qualche parte sul letto. 
Scott alza le sopracciglia.

«Stiles, dal tuo odore sento che hai fatto sesso con Lydia, prima che io arrivassi.» Gli fa notare l'Alpha. «Come puoi pretendere che Derek non faccia altrettanto? O, almeno, non fare la fidanzatina gelosa.»

Stiles trova che l'amico abbia ragione, ma non può farci nulla se si sente così geloso.

«Lo so.» Sospira pesantemente. «Spero solo di schiarirmi le idee il prima possibile.»

•••

Derek si sveglia, infilandosi velocemente i boxer, per poi scendere di sotto ancora mezzo addormentato. Trova sia la sorella che Peter già svegli, a far colazione. Gli spogliarellisti se ne sono tutti andati via durante la notte, visto che avevano altro lavoro da fare. Peter è in boxer come lui, mentre Cora, per fortuna, ha indosso una lunga maglia.

«Nipote, ben svegliato.» Fa un sorrisetto lo zio, e sembrano tutti e tre più che rilassati, tanto che Derek non se la sente neanche di ringhiargli o rispondergli male.

Il lupo si va a preparare un caffè, con calma.

«Domani è la vigilia, dovremmo comprare qualcosa da portare in casa Stilinski, per ringraziarli dell'invito.» Parla Cora, dopo qualche secondo. «Un buon vino o champagne, non so.»

Peter annuisce, mentre Derek s'immobilizza. Non ha comprato niente per Stiles, e visto che passeranno la vigilia insieme, un regalino di Natale dovrebbe almeno prenderglielo. Cazzo. Sicuramente Stiles glielo farà, il lupo ne è sicuro, e non può di certo andare a mani vuote.

«Devo prendere assolutamente un regalo per Stiles.» Afferma il moro, ad alta voce, girandosi verso gli altri due lupi, trapelando nervosismo.

«Un vibratore?» Propone Peter, seriamente, ripensandoci poi un attimo. «Forse però già ce l'ha, mh.»

Derek guarda la sorellina con pura disperazione.

«Tranquillo, fratellone! Ti aiuteró io!» Viene in suo soccorso Cora, ridacchiando. «Questo pomeriggio andiamo al centro commerciale, vedrai che troveremo qualcosa che Stiles adorerà!» 

Derek annuisce, anche se non troppo convinto, visto che non ha idee in merito. Poi prende il telefono, che aveva lasciato la sera prima sul divano, per accorgersi che ha un messaggio non letto. È di Stiles.

(11:30) Scusa se non ho risposto, ma ieri sera Peter aveva organizzato a sorpresa uno spogliarello nel loft.

(11:31) Cioè? In quanti eravate? Stiles.

(11:31) Tre spogliarellisti maschi e tre donne.

(11:33) Ah, immagino che vi siate divertiti. Stiles.

Derek ghigna, sentendo come la gelosia dietro a quel messaggio.

(11:34) Sì, erano davvero molto bravi, peccato che se ne siano andati nel bel mezzo della notte.

Okay, forse è stato un po' esagerato, anche perchè sono passati quindici minuti, e Stiles ancora non gli ha risposto.

•••

«Cora, è da due ore che siamo qua dentro, e ancora non abbiamo trovato nulla.» Si lamenta Derek, stanco di stare chiuso nei negozi. 
La sorellina lo guarda sbuffando.

«Certo, se solo tu avessi una minima idea di cosa prendergli!»

Derek fa spallucce.

«Non è così facile.»

Cora incrocia le braccia al petto, mostrandosi più che paziente.

«Lui cosa ti ha regalato per il tuo compleanno?»

Derek, abbastanza imbarazzato, le mostra il bracciale con la scritta 'Sourwolf' in finto argento. Non se l'è mai tolto, giusto per fare la doccia, visto che altrimenti si rovinerebbe.

Lo sguardo di Cora s'illumina: ha un'idea.

•••

«Fermiamoci qua per cena, che è tardi.» Suggerisce Cora, dopo che sono riusciti finalmente a comprare qualcosa per quel ragazzino. 
Inoltre, la sorella ne ha approfittato anche per fare shopping, con il lupo che doveva restare fuori dal camerino a consigliarle quale abito le stava meglio, tra ringhi vari.

«Okay, ci dovrebbe essere un fast food là.» Acconsente il moro, mettendosi seduti poi su un tavolino, ordinando i soliti hamburgher con patatine fritte.

«Deve essere davvero speciale, Stiles.» Inizia a fare conversazione Cora, osservando il fratello. Derek abbassa leggermente il capo, con le labbra increspate in un sorriso.

«Più di quanto tu creda.» Mormora, quando arriva il cibo.

«È da tanto che non passiamo una giornata insieme, Der, sono davvero contenta.» Sorride poi Cora, addentando il panino. Il lupo annuisce, trovandosi pienamente d'accordo.

«Hai ragione, sono contento di essere qua.» Ammette. «Anche se a volte vorrei ammazzare di nuovo Peter, ma siete comunque la mia famiglia.»

Cora ha gli occhi lucidi, perchè quelle parole, dette da Derek, valgono molto più di un 'ti voglio bene'.

•••

Stiles è tornato a casa sua, con un lieve dolore sul petto sinistro, sdraiandosi sul letto. Scott l'ha seguito fino in camera, sdraiandosi accanto a lui.

«Quindi l'hai fatto.» Dice semplicemente l'Alpha, fissando il soffitto.

Stiles sospira.

«L'ho fatto.»

«Ti fa male?»

Il ragazzino fa una leggera smorfia.

«Un pochino, ma ne è valsa la pena.»

«Cosa dirai a Lydia, quando lo vedrà?»

Stiles socchiude gli occhi, non avendoci minimamente pensato.

«Qualcosa m'inventeró.»

Scott sorride.

«Non avevi mai fatto qualcosa di simile per Lydia.»

Silenzio.

«Lo so.» È tutto quello che Stiles ha da dire, portandosi una mano sul petto sinistro, come per alleviare il dolore. Scott ha provato ad assorbirglielo tutto il tempo, ma Stiles gli ha rigorosamente impedito di soffrire al posto suo.

«Forse ho fatto male ad invitare Derek per la vigilia..» Parla tutto d'un tratto il ragazzino, preso da mille dubbi. «...insomma, ci sarà anche Lydia, e poi l'averlo vicino magari non mi aiuterà a capire cosa provo davvero per lei e...» Si ferma, capendo di aver incominciato a straparlare.

«Allora perchè l'hai invitato, Sti?»

Stiles prende un profondo respiro.

«Perchè parte della sua famiglia è morta, e quando mi ha detto fossero solo in tre...mi sono sentito triste per lui.» Ammette. Insomma, i cenoni di Natale e della vigilia si passano di solito con tante persone. 
Non per forza sempre solo parenti.

«Posso dirti una cosa, Sti?»

L'umano lo guarda di sottecchi, per poi riportare lo sguardo sul soffitto bianco.

«Certo, sei il mio migliore amico. Puoi dirmi tutto, lo sai.»

Scott tentenna qualche secondo.

«Secondo me hai già fatto la tua scelta, Stiles.» Afferma, con sicurezza. «Il modo in cui parli di Derek, come dopo aver fatto sesso con Lydia non sprizzassi felicità da tutti i pori come facevi invece una volta...la vedo la differenza, Stiles, soprattutto perchè sono un licantropo. Sento i battiti del tuo cuore quando parli con la tua ragazza, rispetto a quelli che avevi quando avevi abbracciato Derek... e sento le emozioni che emani e la loro intensitá.»

Stiles assimila le sue parole silenziosamente. Chiude gli occhi.

«Il punto, Scottie, è che il mio rapporto con Lydia va avanti da ben tre anni, e tengo troppo a lei...quindi, prima di eventualmente lasciarla e farla soffrire, voglio essere sicuro al cento per cento che per lei provo solo affetto...capisci?»

Scott annuisce, anche se non troppo convinto.

«Va bene, capisco, ma dico solo che quello che hai fatto prima...per me è stata la prova decisiva.» 

•••

«Cosa credi troveremo, tornando a casa?» Chiede Derek alla sorella, mentre quest'ultima sta guidando, preoccupato.

«Mh, nostro zio è abbastanza imprevidibile a volte, quindi non saprei.» Ridacchia Cora. «Sicuramente qualcosa che abbia a che fare con il piacere sessuale.»

Derek annuisce, portandosi una mano sul volto.

«Secondo te, Peter maturerà mai?» Osa chiedere il moro, speranzoso.

Cora ride. «Andiamo, è solo un trentacinquenne complessato, che sta per raggiungere la mezza età e vuole far di tutto per non sentirsi vecchio.»

Derek alza un sopracciglio, trovandosi però d'accordo.

«Una sorta di Peter Pan, vorresti dire?»

La licantropa annuisce, per poi parcheggiare.

«Esattamente, e adesso andiamo a vedere cos'ha combinato.»

Stranamente, appena i due entrano, sembra tutto fin troppo tranquillo. 
Di Peter nessuna traccia, anche se sentono la sua presenza dal piano di sopra. Eppure, il loft sembra essere a posto, tanto che Cora e Derek si guardano straniti.

«Nipoti, vi stavo aspettando.» Esclama una voce, mentre lo zio fa capolino dalle scale, scendendo per andare incontro ai due nipoti. Derek, appena lo vede meglio, è indeciso se scoppiare ridere o esserne sconvolto. Nel dubbio, resta abbastanza indifferente.

«Mezza età?» Sussurra a Cora, la quale ha le sopracciglia alzate, esattamente come il fratello.

«Mezza età.» Risponde lei.

«Guardate che vi posso sentire, e non ho ancora raggiunto la mezza età!» Ricorda loro Peter, sorridendo sornione. «Ho solo deciso di cambiare look, ragazzi miei.»

Peter Hale ha i capelli completamente verdi. E anche tutti tirati su, come i metallari di una volta. Indossa una maglia scollata con scritto 'Nirvana', e dei pantaloncini corti. Fin troppo corti. Inoltre, per completare il tutto, al naso porta degli occhiali da sole a forma di stella, nonostante si trovi dentro casa. 
È tutto semplicemente assurdo, ma molto da Peter Hale.

«Alla vigilia puoi scordarti di venire conciato così, piuttosto ti faccio rinchiudere in casa.» Lo minaccia Derek, scattando però una veloce foto allo zio. Cora scoppia a ridere in ritardo, rischiando anche di piangere per quanto trova buffo Peter.

«Mi spieghi come tuo fratello può essere imparentato con uno come me?» Sbuffa Peter, rivolto alla nipotina. «Tranquillo, il colore dei capelli va via con una doccia.»

«Purtroppo è quello che mi chiedo anch'io.» Replica il lupo, facendo per salire le scale e rifugiarsi in camera propria.

«Ah, Derek, fermo un attimo!» Lo blocca Peter, e il moro doveva sapere che non era finita qua. «Ho lasciato in camera tua e di Cora dei regalini...mi sembrate stressati ultimamente, tutto qua. Prendeteli come un anticipo di Natale.» Potrebbe sembrare una conversazione abbastanza normale, se non fosse per il sorriso di Peter. Sorriso molto inquietante, che lascia solo immaginare a Derek cosa possa trovare una volta nella sua camera. Cora, curiosa, sale le scale ad una velocità incredibile, mentre Derek è piuttosto titubante. Il moro apre la porta della sua stanza, per poi richiudersi la porta alle spalle, prima di guardarsi bene intorno. Sospira.

E poi li vede. Sopra al suo letto.

Si avvicina meglio, osservando gli oggetti sparsi: una bambola gonfiabile, un sedere e una vagina finti, una rivista porno e due bottiglie di lubrificante.

Dio santo, Peter.

Doveva aspettarsi qualcosa di simile, visto che si ritrova un ninfomane per zio.

Ma non è finita qua, no, perchè c'è anche un biglietto adagiato sulle coperte, con la scrittura del suo amato zietto:

"Nipote caro, come vedi non c'è nessun vibratore...questo perchè noi Hale siamo attivi nel sangue ;)"

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


"Cause I remember every sunset, I remember every word you said."

«Mi raccomando, Peter, non fare commenti da pervertito e non dire niente di ambiguo, okay?» Gli ricorda Derek per la centesima volta, mentre parcheggiano fuori da casa Stilinski. Cora ha in mano una bottiglia di spumante, la più costosa che hanno trovato. Tutto il pomeriggio Derek ha combattutto contro Peter e Cora, riuscendo a metterli quasi sempre a tappeto. Era da tanto tempo che il lupo non si allenava con qualcuno, e infatti i suoi riflessi si erano un po' allentati, visto che a Washington, con il lavoro, non aveva molto tempo.

Cora poi si lamentava per ogni cazzata, tipo che la pasta, che Derek aveva cucinato per pranzo, fosse troppo scotta. Sbraitava pure che i due licantropi avessero portato nel loft una confusione incredibile, solo perchè Derek aveva lasciato un suo libro sul divano. Ovviamente, la ragazza aveva incolpato il ciclo dei suoi continui sbalzi d'umore, che si precuotevano contro i due poveri lupi.

Peter alza gli occhi al cielo.

«Mi stai dando del pervertito, nipote?» Osa ribattere, con tono quasi offeso. 
I tre scendono dalla macchina.

«Esattamente, e ti dò anche del ninfomane, psicopatico, pedofilo, schizofr...BUONASERA E BUONA VIGILIA!» Derek interrompe gli insulti urlati con diversi ringhi, non appena John Stilinski viene ad aprire alla porta. Il tono del lupo è risultato anche fin troppo entusiasta, con un sorriso forzatissimo, ma John non ci pare fare tanto caso, salutando calorosamente i tre.

«Da quanto non avevo a che fare con la famiglia Hale...» Sorride tristemente, ricordandosi dell'incendio. «...mi dispiace molto quello che vi è successo, ma non pensiamoci su, adesso entrate.»

Peter guarda maliziosamente tutti gli ospiti, che sono già a tavola, beccandosi una gomitata mal celata da Cora. Lydia e Stiles sono seduti uno accanto all'altro, lei con un vestitino rosso, truccata perfettamente, mentre Stiles indossa una semplice maglia azzurra. Poi Derek individua Scott e Allison, un ragazzo biondo che avrà la sua età, una donna che somiglia tanto a Scott, quindi presume sia sua madre, un'altra che dovrebbe essere invece la mamma di Lydia e poi c'è un altro uomo...Chris Argent, Derek lo riconosce perfettamente.

Irrigidisce i muscoli, sentendo calare improvvisamente una certa tensione in sala, visto che anche Cora e Peter l'hanno riconosciuto. Chris se ne rende conto, alzandosi da tavola, mentre lo Sceriffo posa lo spumante in cucina.

«So quello che possiate provare nel vedermi...» Inizia a parlare rivolto ai tre Hale, con tutti che trattengono il fiato. «...ma volevo solo dirvi che io non c'entro niente con quello che è successo, non ne sapevo nulla...Kate ha avuto la fine che si meritava...»

Già, Peter poi ha ucciso la donna, per vendicarsi. Derek immaginava già che Chris non c'entrasse nulla, ma sentirglielo dire è un'altra cosa. 
Così, gli stringe la mano, in segno che la faccenda è completamente risolta. Allora, tutti continuano a parlare amichevolmente, con Derek che si ritrova seduto davanti a Stiles.

Il ragazzino lo guarda sorridendo, sprizzando felicità da tutti i pori, ma solo i licantropi se ne accorgono.

Il moro si ritrova poi costretto a staccare lo sguardo da quello dell'umano, visto che comincia a sentire una leggera gelosia provenire dalla rossa, la quale lo sta fissando davvero male.

«Derek, che bello rivederti, dov'è la tua ragazza?» La Banshee fa un sorriso finto.

«Non è potuta venire, deve stare con la sua famiglia.» Mente il moro, tranquillamente, e la conversazione finisce là. Cora inizia subito a chiacchierare con Allison e Scott, parlando soprattutto del vecchio liceo e del college che frequentano al momento. Pure Peter c'ha da chiacchierare, in particolare proprio con Chris Argent, lanciandogli occhiatine che lasciano intendere.

«Allora, Derek, parlami un po' di mio figlio.» Attira l'attenzione di tutti lo Sceriffo, curioso. «Com'è Stiles, come partner?»

Derek abbozza un sorriso, mentre Stiles arrossisce.

«Oh, è insistente, loggorico, iperattivo, testardo...» Inizia a descrivere il castano, ma non con tono cattivo, portando tutti a ridacchiare. «...ma è molto intelligente, deve solo migliorare nel combattimento corpo a corpo, diventerà un ottimo agente.»

I battiti di Stiles ora sono più veloci, e lo Sceriffo sembra più che contento dalla risposta.

«Già, vedo che hai inquadrato bene mio figlio.» Afferma, divertito. «Sono anche contento che siete così in sintonia, almeno so che mio figlio è in mani sicure.»

Derek annuisce, pensando che darebbe letteralmente la sua vita per quel ragazzino. Ma questo non lo dice. Lydia si schiarisce la voce.

«In verità, vorrei farvi notare che Stiles è andato in ospedale proprio a casua sua...» Parla la ragazza, con tono accusatorio. Nessuno fiata per qualche secondo.

Stiles sente subito la rabbia montare dentro di sè.

«Credevo ne avessimo già parlato, Lydia.» Dice, freddamente.

«Sì, ma intanto hai rischiato di morire e lui non ha saputo proteggerti!» Ribatte lei, guardando ora il suo ragazzo con aria di sfida. C'è una tensione assurda nell'aria, come se tutto potesse scoppiare da un momento all'altro.

«È davvero ottimo questo sfilatino.» Commenta all'improvviso Peter. «Prelibatissimo, scommetto che l'hai cucinato tu, Chris, devi avere delle mani perfette...»

«PETER!» Lo interrompono Cora e Derek, contemporaneamente, facendogli capire che non è assolutamente il momento di filtrare ad alta voce con il cacciatore. 
Stiles, dopo aver rivolto un'occhiata perplessa allo zio di Derek, ritorna al motivo della discussione.

«E invece vedo che non mi hai capito, Lydia.» Stringe i denti, alzandosi da tavola. «Ho deciso io di prendere quel proiettile al posto suo, Derek non me l'avrebbe sicuramente lasciato fare! 
E sai cosa? Lo rifarei, altre cento volte. Morirei anche per lui, se necessario!» Stiles si rende conto di aver parlato fin troppo, sotto lo sguardo stupido di tutti, per poi decidere di uscire in giardino, sbattendo con violenza la porta alle sue spalle.

«Devo andare un attimo in bagno.» Parla Lydia, con gli occhi lucidi, alzandosi e dirigendosi al piano di sopra. Allison, essendo la sua migliore amica, la segue immediatamente, e così sua madre. Melissa, invece, cerca di capire tramite Scott cosa stia succedendo, mentre Peter continua a filtrare con nonchalance con Chris. Parrish rimane seduto, senza sapere bene cosa fare, iniziando a parlare con Cora.

«Derek, puoi seguirmi un attimo?» Gli chiede ad un certo punto lo Sceriffo, approfittando della confusione generale. Il moro annuisce, perplesso, seguendo John in cucina.

«Tra te e mio figlio c'è qualcosa, vero?» Chiede direttamente, portando il lupo a sussultare.

«Io...»

«Derek, se c'è davvero qualcosa fra voi due, non sarò di certo io a impedirlo.» Lo tranquillizza, increspando le labbra in un sorriso. «Sì, certo, mi stupisce il fatto che non sia più così preso da Lydia, visto che una volta ne era ossessionato, e so che la volesse addirittura sposare...» John si massaggia il capo. «...ma so anche ci si innamora più di una volta, in modi diversi, e se Stiles con te è ancora più felice, allora anch'io lo sono.»

Derek abbassa il capo.

«Sceriffo, non credo che Stiles sia innamorato di uno come me, lei non mi conosce...» Replica il mannaro, sperando in parte che non lo sia, perchè Derek, se pensa al rischiare di soffrire di nuovo, gli manca il fiato.

Quindi, non vuole che Stiles sia innamorato di lui, perchè questo renderebbe tutto molto più difficile, e porterebbe il castano solamente a soffrire. E vedere Stiles starci male è l'unica cosa che il mannaro vuole. Forse, se non fosse successo tutto quel casino con Paige, avrebbe dato una possibilità a loro due. Ma adesso no, non può essere il fidanzato di Stiles, non può innamorarsi ancora di più, a causa di tutti i baci che conseguentemente si darebbero, e per via di tutte le volte che farebbero l'amore. Non può.

La storia si è quasi ripetuta, e Derek ha realizzato quanto rischia già adesso.

«No, non ti conosco, ma mio figlio sì.» Replica John. «E questi giorni non ha fatto altro che dirmi di trattarti bene, perchè, anche se può non sembrare, dentro sei una persona fin troppo buona.»

Derek rimane un attimo assorto, pensando che ci sono cose che Stiles non sa di lui, che non lo rendono affatto buono.

«Non so cosa dire.»

John gli dà una pacca sulla spalla.

«Non devi dirmi nulla, credo sia il caso che tu vada a vedere come sta Stiles.»

Derek annuisce, capendo che Stiles sarà comunque il suo partner, e deve comportarsi anche lui come tale, deve comportarsi prima di tutto da amico...nonostante per quel ragazzino provi tutt'altro che amicizia.

«Vado.»

Derek esce di casa, notando che Lydia, sua madre e la cacciatrice sono ancora di sopra.

Stiles è seduto su un muretto di casa sua, tremando dal freddo, illuminato fiaccamente da un lampione. 
E il lupo, senza fiatare, gli si avvicina, togliendosi per la seconda volta la giacca di pelle.

«Tieni.» Parla, spaventando non poco il ragazzino, visto che non aveva percepito la sua presenza. Stiles accetta la giacca, indossandosela, mentre il moro si siede accanto a lui.

«Non oso chiederti quante altre giacche avrai, visto che ti devo ancora ridare anche quella che mi avevi prestato l'ultima volta...» Apre bocca l'umano, stringendosi nella giacca, guardando davanti a sè.

«Stiles, non dovevi discutere con Lydia a causa mia.»

Stiles arriccia il naso.

«Non sopporto quando qualcuno ti incolpa di qualcosa, soprattutto se non ce n'è motivo.» Replica semplicemente. 
Derek abbozza un sorrisino.

«Forse dovresti parlarle.»

Stiles sospira.

«Per il momento ho una confusione totale nella mia testa, perchè devo prendere una decisione che potrebbe cambiare tutto, e voglio essere completamente sicuro prima di decidere...quindi, è davvero difficile la situazione.»

Derek annuisce, nonostante non ci abbia capito un granchè del discorso del più piccolo.

«Adesso però sarebbe meglio rientrare, ci sono i regali da aprire.»

Stiles allora si alza, seguendo il lupo nella casa, beccando Scott spiarli dalla finestra, avendo sentito probabilmente tutto, con un sorrisetto. La situazione semba migliorata, nonostante Allison guardi male sia Derek che Stiles, soprattutto quest'ultimo, visto che indossa la giacca del maggiore. 
Lydia ha gli occhi gonfi, e lo Sceriffo cerca di riportare allegria in casa, dando inizio all'apertura dei regali, visto che sono soliti ad aprirli alla vigili. Derek si scambierà i regali con Cora e Peter il giorno dopo, quindi si limita ad aspettare che Stiles abbia finito di scartare i propri regali, per portergli dare il suo.

Stiles riceve dei soldi dal padre, un videogioco da Scott e Allison e degli abiti da parte della propria ragazza. Finisce di ringraziare Lydia, impacciatamente, quando qualcuno gli posa una mano sulla spalla. 
Il ragazzino si gira, incontrando un paio di occhi verdi.

«Questo è da parte mia.» Afferma Derek, porgendo all'umano un pacchetto rosso, portandolo a sorridere.

«Umh, il mio te lo dò domani, va bene?» Dice Stiles, guardandosi intorno velocemente. «Non qua, davanti a tutti.»

Derek annuisce, sentendosi dannatamente curioso, mentre il castano scarta velocemente il pacchetto, emanando felicità.

«È....» spiccica parola, osservando con bocca dischiusa il braccialetto che si ritrova davanti. È simile a quello che ha regalato a Derek, solo che invece di una scritta, c'è la sagoma di un lupo, in argento. Per il resto, il laccio è in pelle nera. «...meraviglioso.» Commenta l'umano, sincero, indossandolo subito. Poi, si fa un brindisi, e gli Hale capiscono che è arrivato il momento di andare via. Salutano velocemente tutti, per poi uscire di casa, diretti verso la macchina di Cora.

(23:30) Va bene se vengo domani da te, prima di cena? Per il regalo. Stiles.

(23:31) Sì, vieni quando vuoi.

•••

Peter per Natale, il giorno dopo, ha dato due bustine ai suoi nipoti, con sguardo malizioso. Entrambi prevedevano un buono per un sexy shop, per Cora qua a Beacon, mentre per Derek spendibile a Washington. 
Lo zio si era invece beccato le solite maglie a scollo V, che ha apprezzato moltissimo. Derek ha regalato a Cora una collana d'argento, mentre quest'ultima ha regalato al moro un abbonamento a Netflix, affermando che dovesse acculturarsi e modernizzarsi. Derek ha semplicemente alzato gli occhi al cielo.

«DEREEEEEEEEEEEEK c'è qualcuno che ti vuole!!» Esclama Cora, avendo appena aperto alla porta del loft, ritrovandosi davanti un umano piuttosto imbarazzato.

Il lupo stava riposando in camera, quando si precipita di sotto, avendo percepito l'odore familiare.

Stiles è vestito con la solita felpa rossa, da Cappuccetto rosso, e con gli occhi nocciola che ricercano timidamente quelli verdi del moro.

«Entra pure, Stiles.» Lo fa accomodare Derek, notando che il castano non sembra avere niente in mano...non è venuto per dargli il suo regalo?

Peter è seduto comodamente sul divano, guardando i due con una faccina innocenete, mentre Cora sta sorridendo in modo esagerato. 
Stiles arrossisce.

«Umh, sono venuto per il regalo...possiamo andare da qualche parte, con più...ecco, privacy?» Balbetta l'umano, con Derek che corruccia lo sguardo perplesso, per poi annuire.

«Seguimi di sopra.» Risponde soltanto, iniziando a salire le scale, quando ovviamente Peter non poteva evitare di fare un commento dei suoi.

«Il suo culo è il regalo, Derek.»

Il moro ringhia, trascinando uno Stiles più che imbarazzato fino in camera sua, sperando che nessuno degli altri licantropi si metta ad ascoltare la loro conversazione.

Chiude la porta alle loro spalle, restando in piedi accanto al letto, con il ragazzino che è di spalle alla porta. Una luce debole filtra attraverso la finestra, gli ultimi sprazzi del tramonto, che lasciano piano piano spazio all'oscurità. Stiles sembra stranamente silenzioso, e giocherella con le mani, guardando il pavimento.

«Stiles.» Lo richiama il lupo, cercando di capire quale sia questo regalo. «Allora?»

Il castano lo guarda un attimo, portando le mani a stringere i lembi della felpa, facendo per togliersela.

«Cosa stai...» Borbotta il lupo, confuso, quando poi si blocca di botto. Stiles è davanti a lui, in soli jeans, che lo sta guardando con le guancie tutte rosse.

È adorabile quando arrossisce.

Ma non è il busto nudo del ragazzino a mozzare il respiro al moro, nonostante ne sia più che attratto, ma un simbolo sul petto di Stiles. 
Sul petto sinistro, all'altezza del cuore.

Una triskele.

Come quella dietro la sua schiena.

Stiles guarda il lupo con nervosismo, aspettando una sua reazione. 
Una qualsiasi reazione. Il lupo sbatte le palpebre un paio di volte, chiedendosi se stia sognando oppure no.

«È una...» Mormora il lupo, senza parole, con Stiles che finisce la frase al suo.

«...pazzia. Lo so, Scott me l'ha ripetuto molte volte.» Ridacchia nervosamente. «L'ho fatto perchè, qualsiasi cosa succeda, sarai sempre qua, Derek.»
E poi il ragazzino si porta una mano sul cuore, sopra al tatuaggio, con gli occhi che brillano.

«Volevo dire che è una delle cose più belle che qualcuno mi abbia mai fatto.» Replica il moro, rimasto ancora immobilizzato, per poi fare un passo verso il ragazzino. «Anzi, la più bella in assoluto

Il sorriso dell'umano porta il lupo interiore del moro a scalciare e scodinzolare. Derek è ora a qualche centimetro dall'umano, sentendo Stiles come abbandonarsi a lui.

L'umano non se ne rende conto, ma il desiderio nei confronti del lupo è il più grande che abbia mai provato, e si lascerebbe fare di tutto da lui. 
Ha una fiducia smisurata nel moro, e la sua pelle freme di piacere. Derek sfiora con una mano il tatuaggio, in una sorta di carezza, sentendo il respiro pesante dell'umano. E il suo cuore come in procinto di esplodere.

«È bellissimo, Stiles, come il resto di te.» Ammette il lupo, portando ora lo sguardo sulle labbra dell'umano. 
Stiles boccheggia, non ancora abituato agli attacchi di dolcezza del moro, dischiudendo la bocca.

«Non ti ho mai permesso di sconvolgermi la vita.» Sussurra il castano, tra il rassegnato e l'accusatorio, portando il più grande a spiegare le labbra in un sorriso.
Quel tatuaggio ha fatto davvero commuovere il lupo, nonostante non ne abbia dimostrazione, e ha sentito il suo cuore scaldarsi come non mai.

Non ha mai sentito cose simile per Paige, mai.

«Non ne avevo l'intenzione...»

Derek fa per avvicinarsi ancora di più al volto di Stiles, quando...

«Stiiiiiiiles! Resti per ceeena?»

Il moro è come se si risvegliasse da uno stato di trance, allontanandosi dal ragazzino. Stiles, tutto rosso, si rimette la felpa. È stato Peter a parlare, dal corridoio.

«Umh, no, grazie, credo di dover tornare a casa.» Si scusa il ragazzino, andandosene via dopo aver salutato velocemente tutti e due. Cora era uscita prima. Derek si siede a tavola, sospirando. Non ce l'ha con lo zio, anzi.

«Sono in un certo senso contento che ci hai interrotti, Peter, lo stavo per baciare.» Ammette. «Ed Erica mi ha fatto ben capire che non lo devo illudere, se non riesco a stare con lui.»

Peter alza un sopracciglio.

«Perchè, secondo te cosa penserà che volessi fare? Dargli una testata?»

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


"Every time I see you, I fall in love all over again."

Stiles torna a casa sua, trovando il padre ai fornelli, e Natalie accanto a lui.

«Ciao pà, ciao Natalie, io vado di sopra.» Li saluta velocemente. «Chiamatemi quando è pronto.»

«Aspetta, Sti.» Lo ferma Natalie, sorridendogli. «Volevo dirti che tra poco viene pure Lydia, prima era in giro con Allison, e si ferma anche a dormire.»

Stiles annuisce distrattamente, mentre suo padre gli lancia un'occhiata indagatoria di sottecchi, sapendo che fosse andato da Derek. 
La rossa ha sempre dormito da Allison ultimamente, visto che non vede la migliore amica da tempo, e per il resto delle giornate cerca di stare con Stiles. Solo che, dopo la discussione della sera prima, non hanno parlato molto, e il pranzo di Natale è stato più silenzioso del solito. Il ragazzino sale in camera sua, stendendosi sul letto, e messaggiando al telefono.

(19:45) Scusa per non essere rimasto, ma mio padre stava già cucinando per me.

(19:46) Nessun problema, sono ancora stupito dal tuo gesto. Nessuno ha mai fatto nulla di simile per me. Sourwolf

(19:46) Ti meriti questo ed altro, Derek.

(19:47)... ti ha fatto male? Sourwolf.

(19:47) Un male cane, ma ne è valsa la pena, quando ho visto la tua faccia.

(19:48)

<2

<3  Sourwolf.

Stiles guarda i tre tentativi del lupo per fare un cuoricino, e sente il proprio cuore scaldarsi e comparire sulle labbra un sorriso stupido.

(19:50) Credo proprio di essermi innamorato di te, sai, e so che devo lasciare Lydia, ma ancora voglio prendermi del tempo, perchè i cambiamenti mi spaventano, e lei è stata un punto fondamentale della mia vita. Ma giuro che lo farò, perchè quello che provo per te è qualcosa di così profondo che non riesco a spiegarmelo neanche io. È come se fossimo legati per sempre. [messaggio cancellato]

Stiles sospira pesantemente, rilassandosi una mezz'oretta, quando sente il telefono vibrare. 
Legge subito il messaggio.

(20:18) Ehi, sono Peter, domani pomeriggio organizzo un Karaoke qui al loft, sei dei nostri? ;) 0329566044

Stiles corruccia lo sguardo, perplesso.

(20:19) Peter, come diavolo fai ad avere il mio numero?!

(20:19) L'ho preso dal telefono di Derek, mentre lui stava al bagno. La sua paswoord è 0000, prevedibile quanto la morte. Quindi, ci sei?? Ah, mi dai anche il numero di quel figone di Chris già che ci sei? Peter Hale

(20:20Mh, ma lui lo sa che verrò? No che non te lo dò! Chiedi a qualcun altro!

(20:21) :( no, non sa neanche che ci sarà un karaoke, ancora...vieni daaaaaaaai ;))) Peter Hale.

(20:22) Quelle faccine mi inquietano, ma suppongo che insisterai fino a che non dirò di sì, perciò...sarò dei vostri.

•••

«Ragazzi, più tardi ho organizzato un karaoke da brividi!!» Esclama Peter, richiamando l'attenzione di Cora e Derek, i quali stavano tranquillamente sul divano a guardare un film alla tv, scelto dalla licantropa. 
Gli occhi della ragazza s'illuminano.

«SIIIIIII!» Urla, alzandosi dal divano con un salto, per poi andare ad abbracciare lo zio. Lei adora cantare, ha fatto pure dei corsi per poter migliorare sempre di più. 
Derek alza un sopracciglio.

«Buona fortuna.» Borbotta, non interessato per niente alla cosa. 
Okay, non ha una brutta voce, nient'affatto, ma non si diverte di certo a fare il canterino, come gli altri due lupi.

«Eh no, nipote, tu parteciperai.» Lo riprende Peter. «Anche perchè sarà a coppie, ho già scaricato le canzoni.»

Derek sbuffa. «E sentiamo, con chi starei in coppia? Siamo dispari, nel caso non l'avessi capito.»

Peter ghigna, facendo rabbrividre il nipote. Cos'ha combinato lo zio?

«Ed è qui che ti sbagli.» Lo contraddice il più grande. «Ho invitato Stiles, arriverà per le quattro, cioè tra un'oretta. Starai in coppia con lui.»

Derek ringhia. «Perchè io non ne sapevo nulla?! Posso almeno sapere che canzoni dovremmo cantare?!»

Peter scrolla le spalle, ghignando. «Oh, nipote, le scoprirai a tempo debito. E dovrai cantare, eccome se canterai.»

Derek chiude gli occhi, immaginandosi solo che canzoni possa aver scelto lo zio, e capisce che per Peter non ci sarà mai speranza di salvezza.

•••

Stiles arriva puntuale, scortato da Peter fino al divano, e si siede accanto a Derek. Le braccia dei due si sfiorano, così le gambe, e il ragazzino è tentato dallo stendersi sul lupo.

«Ragazzi miei, prima iniziamo io e Cora, sarà una vera sfida. La coppia che perde, dovrá cucinare per tutti, e anche imboccare i vincitori, se loro lo chiedono.» Esclama Peter, mettendosi con la sorella davanti alla visuale dei due, con aria da superiori. «Non ci batterete mai.» Aggiunge la licantropa, con un ringhio, ancora più agguerrita a causa del ciclo.

Stiles stringe le labbra, essendo anche lui un tipo molto competitivo.

«Io e Derek vi faremo il culo!» Grida, calmato da un braccio del lupo che si posa sul suo. «Perchè tu sei bravo a cantare, vero, Der?» Gli sussurra il castano, nonostante lo abbiano sentito benissimo tutti. Il moro annuisce, tranquillizzandolo. Al lupo non interessa nulla se vincono Peter o Cora, ma l'umano invece sembra averla presa proprio come una sfida personale.

«Aspettate, ma chi sarà il giudice?»
Domanda Derek, confuso.

«Scott dovrebbe essere qua a momenti.» Risponde subito Stiles, girandosi verso il lupo, e rendendosi conto che i loro volti sono davvero vicini. Arrossisce. «Peter mi ha praticamente obbligato a invitare uno dei miei amici, senza spiegarmi cos'avesse in mente.»

Derek alza gli occhi al cielo, sospettando che neanche Stiles si aspettasse che Peter avesse organizzato una vera e propria competizione, con tanto di penitenza. Il moro decide di impegnarsi solo perchè il ragazzino sembra tenerci così tanto.

Scott, come previsto, arriva poco dopo, parecchio confuso. 
Quando gli viene spiegato tutto, sembra davvero entusiasta, sentendosi come importante.

«Però aspettate, le canzoni lei hai scelte tu, Peter, non vale.» Se n'esce Derek, mentre Cora e Peter spiegano che ogni coppia canterà quattro canzoni, alternandosi.

Lo zio fa spallucce. «E allora? Scott è il migliore amico di Stiles, siamo pari.»

Il moro si ritrova stramente d'accordo, nonostante Stiles stia cercando invano di convincere l'Alpha a votare per loro, anche se dovessero andare peggio. Scott si è messo seduto su una sedia, con una buona visuale di tutti gli altri.

«No, amico, è una cosa seria questa.» Replica l'Alpha, facendo innervosire l'umano, che sta pensando di disconoscerlo o qualcosa del genere.

«Tranquillo, Stiles, possiamo farcela.» Lo rassicura il moro, posandogli le mani sulle spalle, e guardandolo in quei bellissimi occhioni. «Io conosco tantissime canzoni, anche se non sembra, e sicuramente saranno canzoni degli ultimi anni.»

Stiles si perde in quel verde foresta, increspando le labbra in un sorriso.

«Sì, hai ragione. Anch'io sono abbastanza esperto con le canzoni.»

Poi, l'umano poggia il capo sull'incavo del lupo, facendo scontrare i loro corpi, in una sorta di abbraccio. 
Derek, sorpreso, porta le mani sui fianchi del ragazzino, tenendolo stretto a sè. Entrambi s'inebriano l'uno dell'odore dell'altro. Stiles ha un odore che fa letteralmente impazzire il lupo interiore di Derek.

«Quando i piccioncini hanno finito, potremmo iniziare.» Sbotta nervosa Cora, presa dai suoi soliti sbalzi d'umore, facendo allontanare i due. Derek e Stiles restano in piedi accanto a Scott, mentre gli altri due lupi, con dei microfoni in mano, danno il via ad una canzone, con la lyrics sullo schermo della tv.

Counting Stars dei OneRepublic. 
Non è difficile da cantare.

«Wow, Cora è davvero brava.» Ammette Stiles, sull'orecchio del moro, dopo un minuto che i due Hale hanno iniziato a cantare, ballicchiando sul posto.

«Già, è molto brava.» Concorda Derek. «Ma Peter, in compenso, è stonato.» Ridacchia poi, osservando le facce da diva che sta facendo lo zio, lanciando anche ogni tanto dei baci ad un finto pubblico. Scott ha assunto un'espressione abbastanza sconvolta e schifata, visto che Peter gli ha appena fatto un'occhiolino.

Derek e Stiles trattengono a stento una risata. Tutto sommato, però, sono bravi, anche perchè Cora ha cercato il più possibile di coprire la voce di Peter, e il ritmo della canzone o il timbro che essa richiedeva non era così difficile, neanche per qualcuno come lo zio.

«E adesso, gli altri candidati!» Esclama Scott, prendendo la cosa troppo sul serio, visto che ha anche cercato di imitare il tono dei presentatori alla tv.

Derek e Stiles prendono il posto dei due lupi, impacciati. Stiles stringe il microfono nelle mani con nervosismo, mentre il moro è piuttosto indifferente. Ha solo paura di che tipo di canzone dovranno cantare. Sicuramente Peter, conoscendolo, avrà scelto canzoni d'amore o tremendamente smielate, pensando che sicuramente Derek si rifiuterà di cantarle, regalando a loro la vittoria.

La canzone è OK di Robin Schulz feat. James Blunt.

Derek rabbrividisce, perchè la conosce bene, visto che ultimamente l'ha sentita spesso in radio.
E, come sospettava, è d'amore. Normalmente, si sarebbe rifiutato subito, ma poi guarda il ragazzino, la sua aria di sfida, facendosi coinvolgere.

Se Stiles vuole vincere, vinceranno.

«Vi va bene?» Sogghigna lo zio, guardando in particolare Derek.

Il moro annuisce, fulminandolo con lo sguardo.

«Sì, la cantiamo. Premi pure play.» Lo provoca Derek, impugnando meglio il microfono.

E così, cominciano a cantare, conoscendola entrambi a memoria, tanto che non hanno neanche bisogno di guardare lo schermo.

I really need you

I loro occhi si cercano, e si girano entrambi a guardarsi, mentre continuano a cantare.

I really need your love right now,

Sono distanti circa un metro, e Stiles, nel pronunciare quelle parole guardando il lupo negli occhi, sente un brivido attraversargli la schiena.

Could you love me more, just a little, just a little
Overcomplicate when it's simple, when it's simple, when it's simple

Derek si sente decisamente imbarazzato, ma sente che lui e Stiles stanno andando davvero in sintonia, come se avesserò già cantato insieme tantissime volte. 
E non sbagliano una singola parola.

So tell me now
When every star falls from the sky
And every last heart in the world breaks

Il microfono ancora stretto, e gli occhi che si cercando di continuo.

Oh hold me now

E si ritrovano ad avvicinarsi di qualche centimetro. 'Tienimi, Der, tienimi anche tutta la vita.'

When every ship is going down
I don't fear nothing when I hear you say

It's gonna be OK

Ed è così, perchè Stiles si fida ciecamente del mannaro, e, soprattutto, si sente protetto quando è con lui. Se Derek gli dicesse che andrà tutto bene, lui ci crederebbe senza neanche dubitare. 
Nemmeno un secondo.

The way you love me 'til the end
The way you love me
Oh yeah, it makes me king again

Perchè sì, Derek si sente tremendamente forte quando nota il modo in cui Stiles lo guarda, o per come i suoi battiti si velocizzano in sua presenza.

O quando lo bacia.

Come se fosse tornato di nuovo Alpha, e niente potesse scalfirlo.

«Non sono niente male.» Commenta Cora, mentre i due finiscono il ritornello. Peter scrolla le spalle.

«No, ma mi sconvolge il fatto che Derek stia cantando davvero una canzone d'amore... e le altre sono ancora più smeliate, sono curioso di sapere se reggerà...»

Cora annuisce, sorpresa anche lei.

«Comunque, intanto sono entrambi meglio di te.» Si lamenta la ragazzina, beccandosi un ringhio in risposta.

La canzone finisce, e la coppia, imbarazzata, se ne torna accanto a Scott.

«Giuro che te la faccio pagare.» Mormora Derek, a denti stretti, in modo che lo senta solo Peter. 
Lo zio fa un sorrisetto che non promette nulla di buono.

«Fidati, questa canzone non è ancora niente, in confronto alle altre.»

Cora e Peter riprendono posto davanti alla tv, con gli occhi puntati sullo schermo, per la prossima canzone.

Galway Girl di Ed Sheeran.

I due cominciano a cantare e ballare come scatenati, con Peter che muove le chiappe in modo vergognoso, portando Scott a coprirsi gli occhi.

Però la canzone è molto bella, quindi riescono a fare una buona performance, visto che è anche ballabile. Stiles sembra un po' giu, anche se ancora abbastanza convinto di potercela fare.

«Tocca a noi.» Sospira Derek, tornando di nuovo con i microfoni in mano.

La canzone è In The Name Of Love di Martin Garrix & Bebe Rexha.

«Dio santo...» mormora Derek, visto che Erica non aveva fatto che ascoltarla per mesi, mettendogliela in testa a forza. La sua voglia di spaccare il microfono in due è tanta, ma cerca di resistere.

Per Stiles.

Peter la fa iniziare

If I told you this was only gonna hurt
If I warned you that the fire's gonna burn

Dio, perchè le parole devono essere così simili a lui e Stiles? Derek gliel'aveva detto di stargli lontano, e aveva cercato in ogni modo di allontanarlo, perchè sarebbe finito tutto male. Come con Paige.

Would you let me lead you even when you're blind? In the darkness, in the middle of the night
In the silence, when there's no one by your side

Stiles si trova a guardare Derek di sottecchi, mentre legge le parole dallo schermo, visto che vorrebbe dirgli che sì, si farebbe guidare da lui anche se fosse cieco. Nel buio, nel mezzo della notte, nel silenzio...anche quando non c'è nessun altro dalla sua parte. Perchè, se c'è Derek, il castano sente che può far di tutto.

In the name of love, name of love
In the name of love, name of love

Si ritrovano a cantare quelle frasi come se fossero le parole più belle del mondo, quando invece Derek vorrebbe solo vomitare per poi affogare nel proprio vomito. Tutto troppo dolce e smielato per un come lui, non è che uno quando s'innamora deve per forza vedere tutto rosa e arcobalenoso.

Would you trust ne when you're jumping from the heights? Would you fall in the name of love?

E adesso anche Derek si ritrova a guardare il ragazzino di nascosto, nonostante debba guardare anche lo schermo, visto che non se la ricorda tutta.

«Resisteranno anche alla prossima? Perchè cavolo, vanno davvero a ritmo, come se fossero una sola persona.» Fa Cora a Peter, preoccupata. Lo zio si tocca il mento pensieroso.

«Se Derek resiste anche alla prossima, vuol dire che quel ragazzino l'ha davvero fottuto.» Borbotta. «Ma solo in senso metaforico, purtroppo.»

«Muovetevi.» Brontola Derek, avendo appena finito di cantare.

La canzone è Without You di Avicii ft. Sandro Cavazza.

All'inizio Peter stona come al solito, restando stranamente piuttosto fermo, ma la situazione precipita drasticamente al ritornello. 
D'un tratto, il mannaro comincia ad agitare in modo osceno i fianchi, togliendosi addirittura la maglia e lanciandola a caso, per cantare con tutto il fiato che ha nei polmoni.

Manco fosse in un pub a luci rosse.

Derek si sbatte una mano sul volto, esasperato, mentre Stiles ride. Scott, invece, sta trattenendo a stento un ringhio disperato, visto che la maglia del licantropo lo ha colpito in pieno.

«È vergognoso.» Ridacchia l'umano, non riuscendo a smettere di ridere neanche per un secondo, quando poi la canzone finisce.

La prossima è Locked Away di Adam Levine & R.City.

Derek chiude gli occhi, avendo capito fin troppo bene che canzone è. Sempre colpa di Erica, ovviamente. Una volta che tutto questo sarà finito, ucciderà Peter. Sta già pensando a dove nascondere il suo corpo...tanto l'ha già ucciso una volta.

If I got locked away
And we lost it all today...
Tell me honestly...
Would you still love me the same?

Stiles guarda il mannaro accanto a lui, che è bellissimo, e si rende conto che sì, lo amerebbe lo stesso, nonostante tutto.

If a judge for life me...
Would you stay by my side?
Or is ya gonna say good-bye?

E Stiles capisce di essere davvero andato per quel lupone, perchè vorrebbe smettere di cantare per urlargli che resterà sempre al suo fianco. Sempre. Derek si sente lo sguardo asfissiante del castano addosso, e un brivido di piacere gli attraversa il corpo.

Baby, tell me would you die for me?

'Sì, Derek, sono quasi morto per te, e lo rifarei anche subito, se servisse a salvarti la vita.'

Would you spend your whole life with me?  
Would you be there to always hold me down?

'Dio, Derek, cosa mi hai fattoStupido lupo. Non riesco a smettere di fissarti come un rincoglionito.'

If I did not have nothing else to give but love...
Would that even be enough?

'Magari Derek, magari mi dessi tutto il tuo amore...' si ritrova a pensare di nuovo il piccolo, continuando a cantare a ritmo, sentendosi ora osservato dal maggiore.

Poi la canzone finisce, e adesso Cora e Peter devono cantare la loro ultima canzone.

Weak di AJR.

Peter è ancora senza maglia, e Scott spera vivamente che non si tolga pure i jeans. Doveva fare sesso con Allison lui, invece di venire qua per vedere Peter Hale fare lo spogliarello. I due sono convinti che vinceranno, visto che si sono anche mossi molto più di Stiles e Derek, soprattutto rispetto a quest'ultimo, che non ha mosso un muscolo tutto il tempo.

«L'ultima canzone anche per voi, buona sconfitta.» Ghigna poi Peter, tornando con la nipotina vicino al giudice. La prossima è ancora più lenta e smielata.

È 'Say you won't let go' di james Arthur.

E questa Derek la conosce a memoria, perchè in radio un periodo la mettevano tipo sempre, e lui l'ascoltava disgustato da quante parole dolci ci fossero in una singola canzone. Quella è davvero troppo, infatti il lupo si ritrova a fare una smorfia fin troppo evidente. Stiles lo guarda preoccupato, avvicinandoglisi.

«Ehi, Der, se non te la senti possiamo non cantarla...» Lo tranquillizza, ma il lupo sente la forte delusione che Stiles emana, e lo legge anche in quegli occhioni.

«No, Stiles, adesso noi andremo a cantare.» Afferma Derek, convinto. «E saremo bravissimi.»

L'umano sorride, prendendo in mano il suo microfono.

I met you in the dark
You lit me up

Perchè, senza Stiles, nella vita di Derek ci sarebbe una perenne oscurità. 
E il moro si ritrova a cantare quelle parole senza guardare lo schermo, fissando il ragazzino.

You made me feel as though
I was enough

Anche Stiles la conosce a memoria, e di conseguenza incatena i suoi occhi a quelli del lupo. Si ricorda quando Isaac gli aveva detto che girasse tutto intorno a come una persona ti fa sentire. E Stiles si sente davvero abbastanza, quando sta con Derek.

Then you smiled over your shoulder
For a minute I was stone-cold sober

I due si avvicinano ancora di più, trovandosi a pochi centimetri di distanza.

I pulled you closer to my chest

Derek, dopo aver cantato quelle parole, avvicina Stiles al suo petto, stringendolo un attimo a sè, e cantando per il momento da solo.
Il ragazzino sorride, per poi sciogliersi dalla sua presa, e fare una risata liberatoria.

I knew I loved you then
But you'd never know

Derek si è innamorato di Stiles da quel dì, ma il ragazzino questo non lo sa. Non sa neanche che probabilmente non è solo un innamoramento 'adolescenziale', ma molto di più.

'Cause I played it cool when I was scared of letting go

Possono davvero le parole di una canzone descrivere così tanto un rapporto? Perchè Derek non ha davvero mai detto nulla a Stiles per questo. Per paura di lasciarsi andare fin troppo. E poi pagarne le conseguenze, come gli è già successo una volta.

But I wanna stay with you
Until we're grey and old

Sono ancora vicini, e tutti e due non possono che immaginarsi davvero l'altro da vecchio, ancora al proprio fianco. Sempre insieme.

Scott rimane a fissare i due a bocca aperta, insieme a Cora e Peter.
Dio, si stanno dedicando ogni parola di quella canzone, e si capisce bene solo guardandoli da fuori. Il modo in cui si guardano, così intensamente da far venire i brividi. Probabilmente quei due neanche l'hanno capito, che si stanno come dichiarando.

Just say you won't let go
Just say you won't let go

'Ti prego, Der, dimmi che non te ne andrai mai da me...anche se dovessi averti solo come partner, l'importante è che mi assicuri che resti.'

When you looked over your shoulder
For a minute I forget that I'm older

Già, Derek si dimentica sempre che Stiles è più piccolo, probabilmente perchè quel ragazzino sa essere molto più maturo e intelligente di quanto uno creda.

I'm so in love with you
And I hope you know

'Se solo sapessi, Derek...cosa mi risponderesti?'

Le loro mani si sfiorano, e sentono come se non ci fosse più nessun altro nella stanza, oltre a loro due.

We've come so far, my dear
Look how we've grown

Questo è tremendamente vero, visto che all'inizio Derek non lo sopportava minimanete, trovandolo fin troppo logorrico e iperattivo.

E poi, ci si è innamorato.

Buffo come vanno le cose.

I wanna live with you
Even when we're ghosts

Stiles sfiora di nuovo la sua mano con quella di Derek, intrappolandogli un dito, in modo scherzoso e dolce. Derek sorride. Le loro mani allora, quelle che non tengono il microfono, s'intrecciano l'una all'altra, senza che neanche i due se rendano conto.

'Cause you were always there for me

When I needed you most

Stiles c'è sempre stato, quando Derek ne aveva più bisogno, sia nell'anniversario dei suoi genitori sia quando stava perdendo il controllo per via della luna piena.

E Derek c'è sempre stato, quando Stiles ne aveva più bisogno, come quando il ragazzino era in lacrime sul fiume, o quando aveva una pistola puntata in testa.

La canzone finisce, e i due si allontanano, ricordandosi che non sono soli. Poi si girano verso gli altri: Cora ha gli occhi lucidi, commossa, mentre Scott osserva teneramente i due.

«Scusatemi un attimo, devo andare a vomitare arcobaleni.» Commenta Peter, con un'espressione disgustata.

«Scott, se non li fai vincere, mi arrendo io.» Esclama Cora, tirando su con il naso, non avendo mai visto il suo fratellone così innamorato e felice. Neanche per Paige avrebbe cantato una canzone simile.

«Tranquilla, Cora, stavo per proclamare loro vincitori di questa estenuante sfida!» Ribatte Scott, mentre Peter prova invano a lamentarsi.

Stiles ride, battendo il cinque a Derek, per poi fare le linguaccie a Peter, come un bambino. E, ovviamente, lo zio, nonostante lì dentro sia il più grande, gliele ricambia senza problemi.

«Andiamo a cucinare 'sta cena.» Borbotta poi Cora, trascinando Peter verso la cucina. Stiles e Scott avvertono i genitori che restano a cena fuori, anche se il ragazzino dovrà tornare presto, visto che è l'ultima sera che vedrà Lydia. Sta ancora pensando quando e come lasciarla, non è così facile.

«Mentre loro cucinano, cosa facciamo?» Domanda Stiles, quando il suo sguardo si rivolge verso la grande vetrata del loft, illuminata da un tramonto imminente. Derek gli si avvicina, osservando il suo sguardo affascinato.

«Vuoi vedere il tramonto? Si può salire sulla veranda.» Lo informa il moro, visto che il loft si trova all'ultimo piano del palazzo. Gli occhi del castano s'illuminano.

«Siii ti prego!» Lo scongiura, saltellando sul posto.

«Si, dai.» Si aggiunge Scott, non rendendosi affatto conto di essere solo un terzo incomdo.

«Scott, tu ci aiuti in cucina! E non protestare! HO IL CICLO!» Urla Cora, che invece si è resa ben conto che il giovane sarebbe solo d'intralcio. 
Scott diventa pallido, perchè anche un Vero Alpha può essere spaventato da una licantropa con il ciclo. 
Se poi è una Hale, peggio ancora.

«Vieni.» Fa Derek al ragazzino, ritrovandosi con il castano che prende la sua mano nella propria, seguendolo con il sorriso sulle labbra.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


"Please don't fall in love without me."

I due salgono sul tetto dell'edificio, grazie ad una porticina vicino al portone del loft. Stiles ha ancora la mano stretta in quella del lupo, che lascia solo per sedersi. 
Il tetto è completamente piatto, spazioso, circondato da una recinzione in vetro trasparente, per precauzione. 
E c'è un divano un po' mal ridotto, che probabilmente sta là da anni, dove i due si sono seduti.

«Ci venivo sempre con Cora, quando abtitavo ancora qua, e lei era piccina...voleva vedere le stelle.» Confida Derek al ragazzino, osservando il paesaggio davanti a lui. Il cielo si sta riempendo di sfumatore rosse e arancioni, e si può vedere bene il bosco, con il sole che sta sparendo al di là degli alberi. Stiles lo guarda di sottecchi, tremendamente vicino a lui. 
I loro corpi sono attaccati, uno di fianco all'altro.

«Hai un rapporto particolare con tua sorella.» Osserva il ragazzino. «Come se un accaduto vi avesse legati, vi è mai successo qualcosa? Non so.»

Derek continua a guardare il tramonto.

«In effetti sì.» Ammette. «Una volta ero un Alpha, Stiles.» il castano spalanca gli occhi, di fronte a quella affermazione. «Un giorno, però, Peter mi chiamò dicendomi che un mannaro Alpha aveva ferito Cora, in modo mortale, e che forse non sarebbe sopravvissuta.» Il moro sospira.

«Lasciai il lavoro per qualche giorno, fiondandomi a Beacon Hills il prima possibile. Peter era rimasto tutto il tempo accanto al suo corpo, che giaceva in uno stato quasi di coma. Mi disse che ci sarebbe stato un modo per salvarla, e questo significava che avrei dovuto rinunciare ai miei poteri di Alpha. Sarei potuto anche morire...» l'umano ascolta ammirato il racconto del moro. «...così, feci come Peter mi aveva detto, diventando di conseguenza un Omega.»

Il ragazzino rimane senza parole, fissando il mannaro con bocca dischiusa. Derek si gira verso di lui, notando come i riflessi rossi del tramonto si posino sulla pelle delicata dell'umano.

«Perchè hai gli occhi lucidi, Stiles?» Domanda, più che confuso. Stiles lo guarda come non aveva mai fatto prima d'ora.

«Sei...sei fantastico, Derek...» Mormora, sincero. «...sei la persona più forte e meravigliosa che conosca...sei solo un ragazzo buono a cui sono capitate cose fin troppo cattive...nessuno avrebbe potuto dirti nulla se avessi deciso di diventare uno dei cattivi, e invece dai la caccia a quest'ultimi...» abbassao sguardo. «mi chiedo come faccia a meritare una persona simile nella mia vita.»

L'umano ha ancora gli occhi luccidi, e le sue parole commuovono profondamente il licantropo, anche se cerca di non darlo a vedere. 
Nessuno gli ha mai detto cose simili. 
Il moro volta il capo da un'altra parte.

«Non sai tutto quello che ho fatto, Stiles.» Mormora, chiudendo gli occhi.

L'umano cerca il suo sguardo.

«Der, niente potrebbe farmi cambiare idea su di te...niente.» Replica, convinto, increspando le labbra in un sorriso. Il mannaro si gira verso di lui, ritrovandosi il volto dell'umano a pochi centimetri dal suo. «Ti voglio baciare così tanto.» Mugula poco dopo Stiles, puntando i suoi occhi sulle labbra del mannaro, come a chiedere un consenso. Derek resta spiazziato dalle sue parole, sentendo il proprio lupo interiore ululare, cercando di prendere il controllo. Prova e resistere alla fortissima tentazione di saltare addosso al ragazzino, per farlo suo. 
La sua parte umana si oppone con forza, ricordarsi le parole della migliore amica.

«Non-non dovremmo...» Mormora il moro, a fatica, accorgendosi che gli sono usciti gli artigli. Li conficca nei palmi, come per cercare di non perdere il controllo sulla parte umana. Stiles continua a fissargli le labbra, come in trance.

«Perchè? Ho l'impressione che tu non lo dica per Lydia...» Replica il ragazzino, sentendo il respiro pesante del moro sul suo volto.

Derek fa una smorfia di dolore, sentendo gli artigli conficcarsi sempre a più fondo. Stiles nota che il mannaro ha gli occhi di blu, ma non dice nulla, nonostante non capisca il perchè.

«N-non posso...» Ribatte il licantropo, sentendo il lupo diventare sempre più forte, come se avesse bisogno assolutamente di entrare in contatto intimo con l'umano, e non solo con un bacio. Quel nasino all'insù, quegli occhi nocciola, quelle sfumature rosse sul suo viso, a causa del tramonto...

«Non sarebbe il nostro primo bacio...» Sussurra Stiles, con voce roca, per poi sfiorare le proprie labbra con quelle del moro. Derek sente il lupo dentro di lui ululare, e poi non ci capisce più nulla. Sente solo il ragazzino infilare prepotentemente la propria lingua nella sua bocca,e si ritrova a ricambiare il bacio, ringhiando di piacere, sentendo che ciò non gli basta.

Lo vuole sotto di lui, vuole affondare in lui.

Stiles si fa uscire un gemito, per colpa della bocca favolosa del maggiore, per poi sistemarsi a sedere sulle sue gambe, senza interrompere l'osceno schioccarsi di labbra. Porta le mani in mezzo ai capelli del licantropo, gemendo nuovamente.
Il moro si ritrova a stringere i fianchi di Stiles, possessivamente, prendendo un labbro di quest'ultimo tra i denti. L'umano ridacchia sulla bocca del mannaro, lasciandosi mordere le labbra, per poi farsi leccare via il leggero sangue.

Si baciano come se non ne avessero mai abbastanza, come se fossero completamenti dipendenti l'uno dall'altro.

Improvvisamente, il divano si ribalta, per colpa del ragazzino, che cercava di avvicinarsi al corpo di Derek il più possibile. I due si ritrovano stesi a terra, scoppiando a ridere, vista la situazione.

Poi, il ragazzino, ancora ridacchiando, lascia una scia di baci a stampo sulle labbra del licantropo, essendo praticamente steso sopra di lui.

«RAGAZZI LA CENA È PRONTA!!» Urla Cora, da una finestra del loft, facendo alzare i due.

Derek ritorna in sè, rendendosi conto di quello che è successo, e massaggiandosi le tempie. 
Erica lo ucciderà, e farà bene. 
Ma non è colpa sua, se non riesce a mantenere il controllo sulla propria parte umana. Evidentemente, il suo lupo non riesce a stare lontano da quel ragazzino. Derek sospira disperatamente, mentre segue l'umano di sotto.

•••

La cena è stata parecchio comica, con Derek e Stiles che pretendevano di essere imboccati da Cora e Peter, con Scott che rideva tra un boccone e l'altro. Peter sottostava alle loro richieste con molta fatica, ancora non accettando la sconfitta, mentre Cora ringhiava ogni tanto.

Alla fine i due giovani se ne sono andati dal loft, salutando velocemente tutti. La mattina dopo è arrivata molto presto, e tutti hanno cominciato a salutarsi per bene, prima di ritornare nei rispettivi college. Stiles sta correndo verso la stazione, in arritardo, visto che si è intrattenuto più del previsto nel salutare suo padre e Scott. Lydia se n'era andata molto prima di lui. Suo padre l'aveva abbracciato a lungo, mentre il miglior amico non era stato di molte parole. Aveva detto solo due frasi, che però vorticano ancora nella mente del ragazzino, senza lasciarlo in pace.

"Ieri ho visto come guardavi Derek."

Stiles entra in un vagone qualsiasi, affannato, sapendo bene di non trovare il moro. Il mannaro gli aveva mandato un messaggio in cui gli riferiva che Peter l'aveva costretto ad andare con lui nel jet.

"Cosa vorresti dire, Scottie?"

Il ragazzino trova solo un posto libero, accanto ad una signora anziana, che sembra anche scocciata di averlo vicino, tornando a leggere il giornale con aria snob.

"Non hai mai guardato Lydia così, mai."

•••

«PETER! Dio, ci ucciderai!» Ringhia Derek, sballottato da una parte all'altra del jet, sbattendo contro una delle quattro poltrone. Non ha fatto neanche in tempo a sedersi, che lo zio ha preso quota con una velocità da pazzi.

«Nipote, stai tranquillo, con questo aggeggio ho fatto fin troppi viaggi.» 
Lo rassicura Peter, dalla cabina di controllo, con degli occhialoni agli occhi.

Derek sbuffa, riuscendo a sedersi dopo numerosi tentativi andando a vuoto, allacciandosi subito la cintura. 
Forse è così che deve morire.

«E ancora mi chiedo come è possibile che tu sia ancora vivo.» Borbotta Derek, non sentendosi affatto rilassato.

«Forse questa è la volta buona che moriamo.» Riflette lo zio, cercando di stabilizzarsi in cielo, una volta arrivato abbastanza in alto. «Non sei contento di morire insieme a me?»

Derek alza gli occhi al cielo.

«Magari prima avrei fatto meglio a lasciare un testamento.»

Lo zio ghigna.

«E a dichiararti al ragazzino, dico bene?»

•••

Capodanno è arrivato più velocemente del previsto, e Malia ha invitato di nuovo tutti nel suo agriturismo, compresi Derek e i suoi due migliori amici. Hanno cenato con delle semplici pizze, sempre all'aperto, nonostante tutti stessero con dei maglioni pesanti o felponi, a parte le creature sovrannaturali.

«Come sta mio padre?» Chiede d'un tratto la coyote, seduta accanto a Isaac, rivolta verso il moro.

«Psicopatico come al solito.» Sospira il mannaro, ricordandosi quante Peter gliene ha fatte passare durante quella settimana, e Stiles scoppia a ridere, ricordandoselo anche lui fin troppo bene.

«Allora sta bene.» Scrolla le spalle Malia.

Erica, che è seduta accanto a Derek, chiacchiera animatamente con Stiles, il quale è seduto tra lei e Boyd. Erica adora quel ragazzino, sempre di più.

La ragazza, quando Derek era tornato, l'era andato a trovare subito nel suo appartamento.

"Ti prego, Derek, non dirmi che hai illuso Stiles, in qualche modo."

Derek osserva il modo in cui Stiles ride, appena Erica gli sussurra qualcosa all'orecchio, e il modo in cui il suo sorriso sembra come illuminare la buia serata. Le stelle si vedono meglio qua, rispetto in città.

"Ci siamo baciati...non riesco a controllarmi, Erica, non so più cosa fare..."

Poi l'umano incrocia il suo sguardo, smettendo di ridere, per rivolgergli un sorrisino timido e sincero. Derek svia lo sguardo da un'altra parte, finendo la propria pizza.

"Der, sto pensando a come aiutarti a farti dimenticare ciò che provi per lui, non so se funzionerà...ma tra qualche giorno ne riparleremo..."

Poi, dopo cena, Malia tira fuori le bottiglie di alcol, che riempono il tavolo, sorprendendo tutti.

«I miei non ci sono, quindi non avremo nessun problema.» Fa l'occhiolino la ragazza, consapevole che, là, solo Derek, Erica e Boyd hanno l'età legale per bere. Tra bottiglie di Vodka, a vari gusti, Malibù e birra...chi ne ha più ne metta.

Malia, ovviamente, non può ubriacarsi, ma anche lei adora il sapore di alcuni alcolici, come gli altri licantropi. 
I ragazzi si alzano in piedi, versandosi da bere in un bicchiere di carta, per poi ridere fra di loro.

Kira, Liam e Aiden scoppiano a ridere per qualcosa che ha detto il gemello, tra un sorso e l'altro. Malia e Isaac cominciano già a pomiciare, vicino alla piscina, illuminati da un lampione. 
Il riccio non sente la necessita di ubriacarsi, visto che il suo unico pensiero è la coyote, quindi non tocca neanche un goccio. I tre licantropi bevono con calma, accanto ad un albero poco lontano dal tavolo, da dove hanno una buona visuale di tutti gli altri.

«Buona questa birra.» Commenta Erica, ricevendo un cenno d'assenso da parte di Boyd. Derek, dal suo canto, è troppo impegnato a osservare Stiles per rispondere. Il ragazzino sta facendo a gara con Ethan per chi riesce a bere più bicchieri in meno tempo, come dei bambini. 
Il moro scuote la testa divertito, immaginandosi che il castano si ritroverà presto molto ubriaco, se continuerà così.

«Lo stai mangiando con gli occhi.» Fa notare Boyd a Derek, il quale riporta lo sguardo sui suoi amici.

«Non capirò mai come possa essermi innamorato di lui.» Scuote la testa il mannaro, vagamente divertito, visto che Stiles è già mezzo andato, sfidando di nuovo Ethan, e rischiando quasi di cadere. «Insomma, è un ragazzino, logorrico, iperattivo, sarcastico, maldestro, goffo, che deve avere sempre l'ultima parola su tutto.» Derek si porta il bicchiere alla bocca, bevendone un sorso. «E lo trovo comunque dannatamente irresistibile. Cos'ho che non va?» Chiede, con un tono un po' ironico, portando i due amici a ridacchiare.

«Perchè, nonostante tutto, ti rende migliore, Derek.» Commenta Erica, accartocciando il proprio bicchiere. 
Il moro si ritrova stranamente d'accordo, visto che con Stiles si comporta diversamente. 
Diventa davvero una persona migliore.

«Deeeeereeeeek!!!» Il lupo si sente chiamare, e in pochi secondi si ritrova il ragazzino addosso, che gli stringe un lembo della maglia. Sarà passata neanche una mezz'ora che Stiles ha cominciato a bere di tutto, ed è già ubriaco fradicio. «Vieni con mee!!» Lo implora Stiles, stranamente riuscendo ancora a reggersi in piedi, nonostante cominci a vederci un pò doppio. Forse ancora l'alcol non sta agendo del tutto nel suo corpo, per fortuna.

«Ci vediamo dopo, ragazzi.» Derek saluta i due amici, sospirando, venendo trascinato dall'umano, nel buio. «Dove mi stai portando, Stiles? Sei anche ubriaco.»

Stiles si gira un attimo verso Derek, facendo un sorriso da ebete. «Shh, seguimi e bbasta, Dio Derek!!»

Il lupo si lascia trascinare, alzando un sopracciglio al massimo.

«Mi hai appena chiamato Dio Derek?»

Il ragazzino scoppia a ridere, rischiando quasi di inciampare.

«Pecchè, cosa sei tu? Un Dio, un belllissimo Dio, con taaaanti muscoli!!» Replica questo, ridendo di nuovo, come se avesse detto la cosa più spassosa del mondo.

«Ecco, inizi a dire cavolate.» Sospira il lupo, quando si ritrova tra una casetta e degli alberi. Dove i due si erano rifugiati per quell'obbligo.

«Ti ricordi, Dio Derek?? Qua ci siamo baciaaati per la prima voolta!!» Esclama l'umano, sorridendo con gli occhi a cuoricino, per poi cercare di avvicinarsi fin troppo al mannaro. Derek lo blocca, alzando gli occhi al cielo: ci mancava solo che avesse a che fare con uno Stiles ubriaco, che emana eccitazione da tutti i pori, facendo ululare il suo lupo interiore di desiderio.

«Sì, me lo ricordo, Stiles.» Ammette. «Tra poco ci saranno i fuochi d'artificio.» Cambia poi argomento, osservando che è quasi mezzanotte.

«Quali sono i tuoi propositi per l'aaanno nuovo, Soooourwolf?» Domanda poi Stiles, barcollando leggermente, e appoggiandosi con la schiena al muro. Comincia a sentire un leggero mal di testa, che si sta amplificando sempre di più.

«Non ci ho mai pensato, Stiles. I tuoi quali sono?»

Il ragazzino lo guarda intensamente, mordendosi un labbro.

«Scoparti.»

Derek spalanca gli occhi, cercando di non far risvegliare qualcosa lì sotto.

«Dio, quanto sei ubriaco.» Scuote la testa, tra il divertito e l'accusatorio. Stiles spiega le labbra in un broncio, ritornando come più lucido per una manciata di secondi.

Fissa il moro come se fosse la risposta a tutto.

«Ma io sono innamorato di te, Sourwolf.»

Il moro rimane qualche secondo immobile, senza respirare, per poi abbassare gli occhi. Improvvisamente iniziano i fuochi d'artificio, illuminando i due di mille colori.

«Lo dici solo perchè sei ubriaco, Stiles, domani neanche ti ricorderai di questa conversazione.» Sospira il mannaro, rilassando tutti i muscoli.

«Ma sono davvero innamorato di te, Deeerek.» Insiste Stiles, mentre sul suo viso appare un sorrisino stupido. «Sei meglio di Star Wars, Sourwwolf, e fidati, niente è meglio di Staar Wars.»

Il lupo ride, intenerito. «Come diavolo faccio a trovarti irresistibile, Dio solo sa.»

Poi si avvicina all'umano, accorgendosi che si sta cominciando a reggere in piedi a stento, e lo regge su, facendosi circondare le spalle con un braccio. Il castano cerca di allungarsi verso di lui per baciarlo, diverse volte, ma il moro non vuole di certo approfittarsi di lui. Inoltre non sa se credere a ciò che ha detto, visto che Stiles è andato, e vorrebbe sentirsi dire quelle parole da sobrio, per essere sicuro sia vero.

Lo porta fino agli appartamenti, dove trova Malia, intenta ad osservare i fuochi di artificio con Isaac.

«È meglio che lui vada a dormire, come hai disposto le stanze?» Parla il moro, mentre il ragazzino ride senza motivo.

«Come l'ultima volta.» Lo informa la coyote, per poi osservare meglio i due. «Anche se forse è meglio che Stiles non dorma con te.»

Derek si trova del tutto d'accordo, visto che in presenza dell'umano tende a perdere il controllo davvero facilmente.

«Sì, quindi io con chi dormo? E dove sono gli altri?»!

Malia ci pensa un attimo.

«Aiden e Kira credo siano in giro, mezzi ubriachi, con Liam e Ethan. Erica e Boyd li ho visti rientrare in camera qualche minuto fa, e non chiedermi per fare cosa.» Risponde la coyote. «Potresti dormire con me, e Stiles con Isaac, che a quanto pare è l'unico umano sobrio.»

Derek annuisce, anche se il riccio non sembra molto d'accordo, visto che voleva davvero dormire con la propria ragazza. E anche Stiles pare avere qualcosa da ridire:

«Ma io voglio dormiire con Dio Derek!! E fare seesso, tanto seeeeesso!!»

Derek si porta una mano al volto, imbarazzato, con una voglia assurda di saltare addosso a quell'umano. 
Isaac tossisce, mentre Malia alza un sopracciglio in stile Hale.

«Okay, lo porto a letto.» Afferma Isaac, lasciando Malia e il cugino da soli.

«Siete due idioti innamorati.» Commenta la coyote, fingendo di essere disgustata dalla cosa. 
I fuochi d'artificio stanno finendo, e Derek sorride alle parole della cugina. In fondo, non ha troppo torto.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


"Would you take the wheel, if I lose control?"

Come Derek sospettava, il giorno dopo Stiles non si ricordò assolutamente nulla, solo ricordi confusi, riguardanti le sue sfide con Ethan. Nient'altro.

Dio, aveva bevuto davvero tanto, e lui non regge molto l'alcol, quasi per niente.

Adesso, due giorni dopo, Stiles deve andare ad allenarsi da Derek, visto che il lupo ha deciso che il ragazzino deve imparare a difendersi meglio. 
Il castano sta percorrendo un parco poco lontano dall'appartamento del moro, velocizzando il passo, visto che arriverà sicuro in leggero ritardo. 
Evita goffamente le persone che corrono nella sua direzione, con le cuffiette nelle orecchie, per poi alzare un attimo il volto al cielo: c'è un pallido sole, che cerca di spuntare dalle grigie nuvole.

«Stiles!» Si sente improvvisamente chiamare, e si gira di scatto, ritrovandosi davanti l'ultima persona che si sarebbe mai aspettato di incontrare. Theo Raeken.

«Theo, umh, ciao.» Lo saluta, facendo per tornare a camminare, quando l'altro lo ferma.

«Aspetta.» Theo è a un metro da lui, in tuta. «Stavo correndo per schiarirmi le idee, visto che sto affrontando un caso difficile...non è che potrei avere un attimo un tuo parere?»

Stiles corruccia lo sguardo.

«Non hai un partner?»

Theo annuisce.

«Sì, ma sta male, quindi non può aiutarmi...» Risponde prontamente l'agente, sorridendogli. «Sarebbe davvero importante per me, avere un tuo parere veloce sul caso.»

Il ragazzino dà un'occhiata all'orologio che ha sul polso, storcendo la bocca.

«Vorrei davvero poterti aiutare, Theo, ma devo andare ad allenarmi da Derek...»

Il biondo stringe le labbra. «Stiles, c'è un assassino libero e potrebbe fare fuori qualcuno da un momento all'altro...da solo non riesco a capirci molto, e visto che ho trovato te, magari potresti dare una letta ai fascicoli, nel mio appartamente, per vedere se mi è sfuggito qualcosa...» Lo implora l'agente.

Stiles tituba, visto che non vuole dare buca al moro, ma qui sembrano esserci in gioco delle vite. 
E, sotto sotto, il suo ego si sta gonfiando, visto che Theo Raeken, aka secondo miglior agente dell'FBI, sta chiedendo aiuto a lui. 
È un po' strano, ma probabilmente lavorare su un caso da soli non è così facile, e ha approfittato del fatto di aver incontrato un collega durante la sua corsa al parco.

«Va bene.» Sospira Stiles, mentre lo sguardo dell'agente s'illumina. »Devo solo scrivere a Derek perchè io e lui dovremmo rimandare.»

Theo, alle ultime parole, cambia espressione. Ora sembra come preoccupato e ansioso, ma solo per un attimo.

«No, Stiles.» Lo blocca, facendo quasi sussultare il castano, che stava già digitando il messaggio sul cellulare. «Non dirgli che deve aiutare me...già io e lui non siamo in rapporti buoni, se gli dici pure che dovete rimandare a causa mia, mi odierà ancora di più.»

«Ma...»

«Ti prego, Stiles.» Sarà stato quello sguardo dell'agente, che ha un non so chè di inquietante e poco rassicurante, a portare il ragazzino a mentirgli.

«Va bene, non gli dico niente, tranquillo.»

(14.30) Ho incontrato Theo al parco, che correva, e mi ha praticamente obbligato a seguirlo da lui, per dargli un parere su un caso che sta seguendo, visto che la sua partner sta male. Mi dispiace, rimandiamo a domani?

Poi Stiles si accorge che il telefono gli si è appena spento, essendo scarico, e lo ricaccia in tasca dei jeans, seguendo Raeken per il parco, verso la sua macchina.

«Grazie per aver accettato, Stiles, questo caso è davvero complicato.» Gli sorride Theo, nonostante al castano è rimasto ancora impresso lo sguardo che aveva quest'ultimo quando lo supplicava di non dire nulla a Derek.

Per un attimo gli era sembrato lo sguardo di un pazzo.

Stiles scuote la testa, scacciando via il pensiero, visto che stiamo comunque parlando di un normalissimo agente umano dell'FBI. I due entrano in una BMW nera, parcheggiata accanto ad un bar, e Stiles prende posto accanto al guidatore, sentendosi stranamente nervoso.

Giocherella con le mani, mentre Theo mette in moto.

Il viaggio è silenzioso, visto che Stiles non si sente stranamente in vena di parlare, pensando solo al mannaro. Spera che Derek non se la sia presa, perchè Stiles voleva davvero vederlo, non vedeva l'ora. 
Ancora sta pensando a come chiudere con Lydia, ma sicuramente dovrà farlo dal vivo, una volta che si è preparato il discorso. E, poi, potrà dichiararsi al lupo, sperando solo che per Derek lui non sia solo un gioco, ma che ricambi davvero i suoi sentimenti. Anche se, non sa perchè, ma spesso sembra che il lupo lo voglia allontare, nonostante non sempre ci riesca.

E, così, Stiles non può leggere i messaggi che gli sono arrivati.

(14:34) Stiles, che stai dicendo? Sourwolf

(14:35) Stiles, la partner di Raeken un'ora fa era in ufficio, e stava benissimo.

Lui va in palestra, non corre mai.

Stiles, rispondimi, cazzo. Sourwolf

(14:38) Cazzo, Stiles, cazzo, rispondimi! Non dovevi seguirlo! Vengo subito da voi. Sourwolf

•••

Stiles guarda fuori dal finestrino, dopo un quarto d'ora di viaggio, rendendosi conto che le case stanno piano piano scomparendo, e stano iniziando a comparire come dei campi abbandonati. Theo continua a guidare tranquillamente, dirigendosi verso quella che sembra una fabbrica abbandonata.

«Theo, dove diavolo stiamo andando? Credevo andassimo nel tuo appart...» Prende a parlare Stiles, più che confuso, mentre il biondo tira fuori un fazzoletto bagnato, premendolo contro la bocca del castano, zittendolo. 
Stiles cerca di ribellarsi, agitandosi, ma piano piano comincia a sentire un sonno tremendo, e sente le palpebre chiudersi, con il ghigno di Theo come ultima immagine.

•••

Derek ha subito preso la Camaro, avendo la costante sensazione che Stiles è in serio pericolo. Il moro sa chi è la partner di Theo, e quella mattina era in ufficio, in ottima forma. 
Inoltre sa che Raeken frequenta la palestra, e una volta l'aveva sentito commentare che odia correre.

Derek non si è mai fidato di lui, in realtà non si fida di nessuno, ma Theo ha sempre avuto un qualcosa che fa mettere all'erta il lupo interiore del moro. Il mannaro sa dov'è abita Raeken, e non è molto lontano, ma guida comunque oltre al limite, cercando di non farsi prendere dalla paura.

Paura che potrebbe essere successo a quel ragazzino petulante, visto che non risponde nè alle sue chiamate nè ai suoi messaggi, e così l'agente.

Che cazzo vuole Raeken dal suo Stiles? Se solo lo tocca...se solo gli fa del male...

Derek stringe le mani sul volante, ancora più forte, mentre gli parte un ringhio dalla gola. Si sente estremamente protettivo nei confronti dell'umano, come con nessun'altro, e il saperlo non al sicuro...lo manda in bestia, fuori controllo.

Il moro parcheggia sotto all'appartamento di Raeken, sapendo bene che si trova al primo piano, visto che c'era stato anni fa. 
Nelle vicinanze non sembra esserci nessuno, così Derek fa un gran balzo sul balcone dell'agente, sferrando subito un pugno al finestrone chiuso. 
Il vetro cade in mille pezzi, e il lupo entra immediatamente dentro.

Se solo non fosse così agitato, si sarebbe già accorto che non riesce a percepire la presenza di nessuno, dentro a quella casa. 
Derek si ritrova in un salone piuttosto moderno, e ringhia, illuminando gli occhi di blu.

Dove diavolo ha portato Stiles, se non a casa sua? Cosa gli vuole fare, e perché? Tutto questo non ha un fottuto senso.

Derek, come per cercare indizi, gira per casa, frustrato, entrando in una sorta di ufficio. È avvolto dall'oscurità, non essendoci neanche una finestra, e il lupo accende la luce.

E poi rabbrividisce, osservando la parete di fronte a sè. Il suo cuore si è fermato per qualche secondo, e il suo respiro si è mozzato.

La parete contiene una lavagna enorme, con una marea di foto, attaccate con dei magneti.

Foto di Stiles.

Foto del ragazzino fatte chiaramente di nascosto, e in alcune compare anche il mannaro. Lo stava letteralmente spiando, stalkerando.

«Perchè?!» Esclama il licantropo, massaggiandosi le tempie, per poi sganciare un pugno contro il muro, creando un solco. Afferra subito il telefono, digitando il numero di Erica.

«Der.»

«Erica, mi fido solo di te, mi devi subito fare un favore. È importantissimo, riguarda Stiles.»

La licantropa resta in silenzio un paio di secondi, mentre Derek gira per la stanza, nervosamente, sentendo spuntargli le unghio. Il lupo in lui vorrebbe spaccare tutto.

«Che è successo a Stiles? Cosa devo fare?»

«Non lo so neanch'io, ma a quanto pare quel bastardo di Raeken l'ha rapito, o qualcosa del genere.
Sei ancora in ufficio, vero?»

«Cosa?! Sì, sono ancora qua.»

Il lupo si porta una mano tra i capelli.

«Devi assolutamente localizzarmi il cellulare di Raeken o Stiles, con i sistemi di localizzazione sui computer dell'FBI. E in più fretta possibile, potrebbe essere questione di vita o di morte, Erica.»

«Calmati, Derek, vedrai che non gli succederà niente, ma non perdere il controllo!» Esclama la licantropa, sentendo il tono disperato e rabbioso del migliore amico. «Vado subito, ti mando la localizzazione appena la trovo.»

«Grazie, Erica.»

E poi chiude la chiamata, rimanendo nell'appartamento del biondo, in cerca di altri indizi, aspettando che la migliore amica abbia fatto.

•••

Stiles si risveglia lentamente, non ricordandosi inizialmente cos'è successo. Poi arrivano dei ricordi sfumati, piano piano sempre più vividi: l'incontro di Theo al parco, quest'ultimo che lo invita a casa sua per aiutarlo con un caso, la fabbrica abbandonata, il sonnifero intinto nel fazzoletto...

Cosa diavolo vuole Theo da lui? 
E dove si trova?

Stiles prova a muoversi, ma si rende conto di avere le mani e i piedi ammanettati. La stanza in cui si trova non ha neanche una finestra, la porta in metallo, e i muri sono scrostati, ammuffiti.

«C'è qualcuno?!» Comincia a gridare Stiles, con tutta la forza che ha, non riuscendo a capire cosa stia succedendo. Nessuna risposta.

Dopo qualche minuto, la grande porta di metallo si apre, lasciando entrare la figura dell'agente.

«Oh, vedo che ti sei svegliato, finalmente.» Nota Raeken, con un'espressione fredda, impenetrabile. «Lo vedi quell'affare là sopra, Stiles?»

Il ragazzino segue il cenno del biondo, osservando come una grata, in alto, da cui passa l'aria. Annuisce, non riuscendo a spiccicare parola, per la troppa confusione nella sua testa.

«Appena uscirò da questa stanza, tutto l'ossigeno comincerà a venire risucchiato, e in una mezz'ora morirai soffocato.» Glielo spiega come se gli stesse illustrando la funzione di un semplice elettrodomestico, con una normalità che porta il castano a rabbrividire come non mai. «Non volevo sporcarmi le mani, sai, mi dispiace, Stiles. In un certo senso, mi sei sempre piaciuto.»

Raeken volta le spalle al ragazzino, facendo per uscire, quando Stiles sembra riprendere l'uso della parola.

«Perchè?» La domanda esce fuori con voce strozzata, e il castano sente delle goccioline di sudore freddo scendergli lungo il viso. Non può essere vero, deve essere un fottuto incubo
Theo si gira, con uno sguardo duro.

«Beh, vuoi proprio sapere perchè morirai? Credo di poterti accontentarti.»

Stiles crede di star avendo un attacco di panico, ma cerca subito di farselo passare, perchè non è affatto il momento migliore. 
Prende profondi respiri, accorgendosi solo ora di star tremando.

«Avevo un fratello, Stiles, ed era l'unico che mi era rimasto.» Inizia a spiegare il biondo, stringendo i denti. «I nostri genitori erano morti in un incidente, così lui era l'unica famiglia che avevo. Quattro anni fa venne incastrato per omicidio, e chiuso in prigione, nonostante le prove fossero discutibili.» Theo chiude gli occhi, come ricordandosi di quel momento. «Due mesi dopo, vennero a galla altre prove, e si scoprì che fosse innocente, come io avevo sempre sostenuto...così, l'agente addetto al caso, diede ordine di rilasciarlo, e andai io stesso ad occuparmene, più che felice di poter finalmente riabbriacciare mio fratello, la mia famiglia...» I lineamenti del volto dell'agente diventano di colpo duri, e riapre gli occhi. Sono lucidi, pieni di rabbia. «...lo ritrovai morto...era stato ucciso nel mezzo di una rissa tra detenuti. Picchiato fino alla morte. 
Era solo un innocente...non sarebbe successo un cazzo se non l'avessero condannato!»

Stiles, che aveva ascoltato tutto in silenzio, interrompe l'agente:

«E io...io cosa c'entro?» Chiede, cercando di non mostrarsi terrorizzato.

Raeken chiude le mani a pugno, e il suo sguardo diventa quello di un pazzo. Lo stesso che aveva creduto di aver visto Stiles, al parco.

«Sai chi l'ha condannato, Stiles? Chi era l'agente addetto al caso?» Chiede, quasi urlando. Il ragazzino scuote la testa, intimorito. «DEREK HALE! Quel bastardo ha messo mio fratello in prigione, nonostante fosse innocente! È tutta colpa sua se è morto!» Grida, mentre Stiles è scosso da quella rivelazione.

"Non sai tutto quello che ho fatto, Stiles."

Stiles chiude un attimo gli occhi, come sperando di riaprirli e accorgersi che è solo un fottuto sogno.

«E perchè uccidere me?» Ha il coraggio di chiedere, respirando lentamente, e imponendosi di restare calmo.

Theo adesso sta ghignando. Come un fottuto pazzo, da manicomio.

«Hale mi ha portato via la persona più importante che avessi, e io farò lo stesso.» Gli spiega, con un sorriso sadico. «Ho fatto la stessa cosa tre anni fa, quando era fidanzato con quella Paige, e farò lo stesso con te! Nessuno saprà mai che sono stato io, e Derek capirà di nuovo come ci si sente, quando ti portano via la persona più importante della tua vita

Stiles pensa che è decisamente pazzo, e che non crede neanche di essere la persona più importante per Derek, visto che lui ha anche Cora, Erica e Boyd...anche se loro sono licantropi, quindi sarebbe più difficile ammazzarli.

Anche se in realtà Derek sa che Stiles è con Theo, anche se questo il biondo non lo sa...almeno verrá incastrato, per la sua morte. E quella di Paige.

Possibile che Stiles, più che pensare che sta per morire, pensa a come si sentirà Derek, nel trovarlo morto? 
Non vuole fargli una cosa simile, non di nuovo.

Non vuole che lui pensa che è colpa sua, perchè Stiles non lo ritiene colpevole di nulla. Dio, Derek come potrebbe vivere con dei rimpianti simili?

Erica aveva parlato di qualcosa che lo aveva cambiato, tre anni prima, e adesso Stiles sa che è l'omicidio della sua ragazza del tempo. Quello che ancora lo ossessiona, a cui spera di trovare una soluzione.

Stiles sente le lacrime uscire a fiotti, appena Theo se ne va, chiudendosi la pesante porta alle spalle.

Derek non si merita anche questo dolore, non se lo merita affatto, e neanche lo Sceriffo, dopo la morte di Claudia. E pensa anche a come possano reagire Scott, Lydia, Allison e tutti gli altri. Continua a piangere, urlando fino a sfinirsi, non volendo morire. E si rende conto che non è solo innamorato di Derek, ma che il suo sentimento è molto di più. 
Perchè, tutto quello a cui riesce a pensare, è che vuole vivere, vivere per Derek.

Vivere per baciarlo ancora, per farci l'amore, anche per litigarci e per passare il resto della sua vita con lui. Non vuole morire, scomparire, azzerarsi, perchè in qualsiasi altra vita, Derek non ci sarà.

Stiles vuole solamente vivere Derek Hale, che si fotta tutto il resto.

'Ti prego, Der, salvami...'

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


"Could you take care of a broken soul? Oh will you hold me now? Will you take me home?"

Derek sente il proprio telefono squillare, e risponde immediatamente.

«Der, c'è un problema.» È la voce della licantropa.

«Che problema?» Derek stringe il telefono, talmente forte che teme si possa rompere da un momento all'altro.

«Il telefono di Stiles e quello di Raeken sono stati localizzati in due posizioni diverse.»

Derek si massaggia le tempie, riflettendoci un attimo.

«Mandami la posizione di Raeken, sicuramente Stiles non ha il telefono con lui. Secondo me quel bastardo non sa neanche che qualcuno sappia che lui è insieme a Stiles.»

«Va bene, ti mando tutto allora.»

Erica fa per chiudere, quando il moro la ferma.

«Erica.»

«Sì?»

«Ho trovato un giornale, un pezzo ritagliato, dove era stata trascritta la condanna di Leonard Raeken.»

La bionda corruccia lo sguardo.

«Il fratello di Theo? Lo stesso che poi è stato ucciso in carcere, quattro anni fa?»

Derek sospira.

«Lo stesso che ho incarcerato io, Erica, per poi rivelarsi essere stato innocente.»

«Der, lo avevano cercato di incastrare con quelle prove...» gli ricorda la licantropa, nonostante non ha ancora capito cosa gli voglia dire il moro.

«Ho trovato anche delle fotografie vecchie di Paige...è stato lui, Erica, l'ha fatto per vendicarsi, e farà lo stesso con Stiles.»

La bionda rimane in silenzio, non aspettandosi una bomba simile, e potendo ben immaginare i pensieri del lupo...

«Derek-»

«-lo so, Erica, lo so. Mi sto imponendo di non pensarci, perchè, al momento, devo pensare solo a salvare Stiles. Mandami l'indirizzo.»

La licantropa sospira, prima di chiudere la chiamata, pensando che il proprio migliore amico non sembra avere mai un attimo di pace.

•••

Stiles sente l'aria cominciare a venire a meno, e resta immobile, mentre altre lacrime scendono inesorabili. 
Non sa quanto tempo gli rimane, ma non è questione di tanto. Sta cercando di fari respiri lenti, per resistere il più a lungo possibile, anche se dubita riuscirà ad uscirne vivo.

Evidentemente questa deve essere la sua fine, e l'unica cosa che riesce a pensare è che non vedrà più Derek Hale.

Non potrà mai rivelargli i suoi sentimenti, nè potrà mai urlargli che non è colpa sua tutto questo.

Chiude gli occhi, costretto ad aprire la bocca, visto che sta cominciando a respirare sempre più faticosamente. Non voleva morire così, no.

•••

Derek parcheggia velocemente fuori dalla fabbrica abbandonata, dove é stato localizzato il cellulare di Raeken, e spera solo che si trovi nel posto giusto.

E che non sia troppo tardi.

Corre subito verso l'entrata dell'edificio, trovandosi davanti due corridoi, uno a destra e l'altro a sinistra. Il moro cerca di calmarsi, in modo da poter cercare un odore familiare. È così concentrato che si rende conto solo dopo qualche secondo che qualcuno sta camminando dietro di lui, il più silenzioso possibile, verso l'uscita. Derek si gira di scatto, beccando Theo intento ad aprire la porta, per scappare via.

«Tu non te ne vai da nessuna parte!» Ruggisce Derek, illuminando gli occhi di blu e tirando fuori le zanne. Raeken sembra spaventato, ma ha comunque un ghigno sulle labbra, come soddisfatto della fine che sta per fare Stiles, di cui il licantropo non è a conoscenza. Voleva restare lì fino alla fine, per accertarsi che il castano fosse morto davvero, ma non si aspettava di certo che qualcuno sarebbe arrivato.

Insomma, il ragazzino mancherà da un'oretta, e gli aveva assicurato che non avrebbe detto a nessuno di andare da qualche parte con lui...

Il lupo è addosso al biondo in un secondo, lanciandolo con un'artigliata contro il muro.

«C-come facevi a sapere che S-Stiles era con me?» Chiede l'agente, mentre sputa sangue dalla bocca, accasciandosi a terra.

Derek gli si avvicina, ringhiando.

«Stiles mi aveva mandato un messaggio.» Risponde, sganciando un forte pugno al biondo, il quale sta borbottando che doveva aspettarsi che quel ragazzino non gli desse retta.

«E questo è per Paige.» Derek gli sgancia un calcio sul fianco, lasciandolo a terra stremato. 
Non crede riuscirà mai ad alzarsi, viste le condizioni in cui è, ma non vuole neanche ucciderlo.

Derek non è un assassino, non è come lui.

Così, assicuratosi che Raeken non può scapparsene da nessuna parte, Derek si concentra sul'odore di Stiles, sentendo un flebile battito poco lontano. Si muove lungo un corridoio, concentrandosi solo sui suoi sensi da lupo. Il battito si fa sempre più irregolare e silenzioso, e proviene dall'interno di una stanza, chiusa da una porta di metallo.

«Stiles? Stiles! Sto arrivando!» Grida Derek, cominciando a spingersi contro la porta con tutta la forza che ha. La prima volta non riesce a buttarla giù, così carica di nuovo, disperatamente, fino a che la porta cade con un tonfo.

Stiles prende aria come se fosse stato apnea per troppo tempo, e sente il suo cuore tornare a battere normalmente, mentre ricomincia a piangere.

È salvo, e ancora non gli pare vero.

Il moro si inginocchia subito davanti a lui, osservandogli le manette, con l'intento di spezzarle in due.

«Sei arrivato...» Mormora Stiles, tra le lacrime e un sorriso, senza avere la forza di muoversi.

Derek abbassa lo sguardo.

«Proteggerti è la mia priorità.» Replica il moro, con Stiles che si spinge verso di lui, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo, felice.

Felice di poterlo di nuovo vedere.

•••

Sono passati due giorni da quando Stiles è tornato nel suo appartamento, abbracciato subito da Isaac, il quale era stato messo al corrente di tutto. Theo è stato arrestato, e lo hanno condannato con l'ergastolo, dichiarandolo anche poco sano di mente.

E Derek...Derek è scomparso.

Il castano, appena è stato riportato a casa, ha provato a contattarlo già qualche ora dopo, ma non è riuscito a parlarci. O a vederlo. Inoltre è domenica, quindi non ha neanche l'accademia, e Derek non deve andare in ufficio. Il ragazzino, preoccupato, è pure andato a trovare Erica, la quale non sembrava poi così stranita dalla soluzione. Gli ha spiegato che, conoscendolo, il moro si sarà trasformato nella sua forma completa, vagando per lo stesso boschetto che avevano avvistato vicino al bowling.

Il punto è che questo è già il secondo giorno che Derek fa una vita da animale, e sicuramente qualcuno deve pur andarlo a riprendere, perchè non può continuare affatto così. Non può estraniarsi da tutto e tutti, senza lasciarsi aiutare. Così, Stiles adesso sta camminando in mezzo agli alberi, da almeno un paio d'ore, e si sta facendo buio.

"Paige era il suo primo amore, Stiles, e la sua prima partner..."

Stiles si guarda un attimo i jeans, notando che sono tutti sporchi di terra, per poi continuare a camminare, affondando ogni tanto con i piedi nel fango.

"...stavano affrontando un caso difficile, su un assassino sovrannaturale ancora a piede libero, che li aveva minacciati diverse volte, e l'FBI decise di far cambiare momentaneamente casa a Paige, per non essere rintracciata..."

Il ragazzino torna a chiamare il lupo, con tutto il fiato che ha nei polmoni, sapendo che solo lui sarebbe in grado di farlo ragionare. 
È pur sempre la sua ancora.

"...Derek, comunque sia, non la volle lasciare un attimo sola, visto quanto era pericoloso quel ghepardo mannaro, solo che un pomeriggio lei gli chiese se poteva andare almeno a fare spesa..."

Dove diavolo si è ficcato Derek? 
Dio, sta girando da ore, e non smetterà fino a quando non lo troverà. Lydia l'ha pure chiamato diverse volte, visto che non si sentono da due giorni, ma Stiles è troppo preoccupato per il lupo per pensare ad altro.

"...Il moro insistette che lei restasse in casa, visto che era al sicuro tra il cerchio di sorbo, e andò a fare la spesa per lei..."

Decide di mettersi seduto su un masso, per riposarsi un attimo, visto che sente le gambe a pezzi. Non ha neanche avuto modo di ringraziare il moro, visto che era talmente scosso dal fatto che stava per morire, che si era fatto riaccompagnare a casa in completo silenzio.

"...le avevano sparato, Stiles, e Derek non riuscì a capire come fosse possibile, visto che la barriera era ancora intatta...o il mannaro era così forte da riuscire a superarla, oppure era stato qualcuno all'interno dell'FBI, visto che nessun altro poteva sapere dove si 'nascondeva' Paige..."

E capisce perchè il lupo non si fida di nessuno, Dio, lo capisce perfettamente. Poi Stiles li vede. 
Degli occhi blu, in mezzo agli alberi.

"Non se l'è mai perdonato, Stiles, l'averla lasciata sola, figuriamoci ora..."

Il lupo si avvicina cautamente al ragazzino, con il capo basso, e Stiles si abbassa, in modo da guardarlo dritto neglio occhi. Finalmente l'ha trovato, diamine. 
Gli alza il muso, con una mano.

«Ei, Sourwolf, devi tornare normale...» Gli sussurra, osservando come il lupo sia sporco di fogliame e terra. Gli occhi blu vacillano, ma sembra determinato a voler rimanere in quella forma. «Der, ti prego, ho bisogno di te...» Aggiunge poi l'umano, sincero, lasciando un bacio sul muso del lupo. «...torna come prima, ti prego...»

Stiles si costringe ad alzarsi, visto che il lupo si sta davvero trasformando. 
E, in pochi secondi, davanti a lui c'è Derek Hale, nudo. Gli occhi verdi che sanno fin troppo di dolore. Stiles se lo ritrova stretto in un abbraccio, con il lupo che lo stringe come se avesse paura che se ne potesse andare da un momento all'altro, lontano da lui.

Il ragazzino, poi, gli porge dei vestiti che si era portato dietro, dentro ad uno zainetto, e lascia a Derek la sua privacy per rivestirsi. Non c'è spazio per la malizia in un momento simile.

«Ti riporto a casa, lupone.» Lo informa Stiles, sfiorandogli la barba in una carezza, lasciando che Derek lo segua fino alla jeep, in silenzio. Il lupo già non è normalmente di tante parole, ma adesso sembra quasi che abbia fatto voto di silenzio. Tiene gli occhi incollati a terra, senza guardare mai in faccia il castano, e pare abbia come fatica a camminare.

Fatica a fare qualsiasi cosa.

Durante tutto il viaggio il lupo guarda fuori dal finestrino, fissando un posto indefinito, come se non esistesse.

Come se fosse in un altro mondo, probabilmente fatto di ricordi e di rimpianti.

Stiles non è di certo un licantropo, ma gli sembra quasi di sentire tutta la tristezza e dolore che quel lupone emana. È stato ferito fin troppe volte, non se l'è mai meritato, e questo fa davvero rabbia al ragazzino.

Una volta nell'appartamento di Derek, il moro si aspetta che Stiles se ne vada da un momento all'altro, ma il ragazzino non ne sembra affatto intenzionato.

Il castano va in bagno, riempendo la vasca da bagno, per poi trascinare con sè il lupo, il quale è ancora impassibile e con uno sguardo assente. 
Fa davvero male vederlo così, ma Stiles si vuole prendere cura di lui, iniziando con il fargli fare un bel bagno caldo. Lo stare per due giorni nel bosco gli ha messo addosso un certo odorino, non molto piacevole.

Derek non apre bocca neanche quando Stiles lo spoglia lentamente, spingendolo ad entrare dentro l'acqua, per poi spogliarsi a sua volta. 
Derek non aveva mai visto il ragazzino nudo, e lo trova davvero bellissimo, ancora più del solito, se possibile.

Se fosse un altro momento, probabilmente gli sarebbe già saltato addosso. Senza probabilmente, visto il suo scarso controllo. Peccato che l'unica cosa a cui ora riesce a pensare è al dolore, dolore e dolore. 
Stiles invece è fin troppo preoccupato, per pensare ad altro, e si limita a strofinare delicatamente la spugna sul torace del licantropo, con movimenti lenti ma decisi.

Poi Stiles, dopo avergli strofinato anche la schiena, esce, asciugandosi e vestendosi, per poi andare di sopra a prendere dei vestiti puliti per Derek. 
Gli porta una tuta, facendolo uscire dal bagno, e aiutandolo a rivestirsi, come se da solo non ce la facesse.

Dopo decide di radere un pochino Derek, visto che ha la barba un tantino troppo lunga, e deve essere curata. 
Il lupo osserva i suoi movimenti in silenzio, con quegli occhi costantemente spenti, che fanno venire al castano delle fitte nel petto. Non gli ha ancora rivolto parola, e la cosa lo preoccupa non poco.

Stiles decide anche di cucinare qualcosa per entrambi, nonostante nel frigo ci siano solo un paio di hamburgher, e inizialmente il moro si rifiuta proprio di mangiare.

«Der, devi mangiare.» Gli parla l'umano, seduto davanti a lui. Derek indossa una semplice maglia bianca, con i pantaloni grigi della tuta. «Ei, l'ho cotto pur sempre io, sarà ancora più buono!» Prova a strappargli un sorriso il castano, senza però nessun risultato.

Si sente completamente inutile.

Finisce l'hamburgher in silenzio, massaggiandosi le tempie, osservando Derek alzarsi e andarsi a sedere sul divano, come se fosse un fottuto robot.

Stiles sospira pesantemente, per poi alzarsi da tavola, e raggiungere il lupo sul divano. Gli si siede di fianco.

«Derek, guardami.» Lo supplica il castano, a pochi centimetri di distanza. I muscoli del lupo s'irrigidiscono, ma fa comunque come Stiles gli dice. Si gira con il corpo verso il ragazzino, rimanendo in silenzio come ha fatto fin'ora. 
Il castano prende una mano di Derek nella sua, stringendola e intrecciando le loro dita. «Ti prego, Derek, reagisci.» Il tono del ragazzino s'incrina, non sapendo più cos'altro fare per lui. «Parlami, tirami un pugno, incazzati, piangi...ma fai qualcosa. Qualsiasi cosa.» lo prega, guardandolo negli occhi.

Il lupo abbassa lo sguardo. «Sono stanco di reagire, Stiles.» Il tono roco, basso, graffiato. Stiles vorrebbe mettersi ad urlare dalla gioia, perchè finalmente Derek gli ha rivolto la parola, ma il suo sguardo lo lascia desistere.

«Derek, non è stata colpa tua!» Afferma Stiles, senza lasciargli andare la mano neanche un attimo. Il lupo evita il suo sguardo: come può quel ragazzino essere ancora lì con lui, dopo che è quasi morto a causa sua? Stiles è semplicemente incredibile, ma non si trova comunque d'accordo con lui.

»Stiles...»

«No, Derek, adesso mi ascolti!» Esclama l'umano, come arrabbiato, costringendolo a guardarlo negli occhi. «So quello che pensi, okay? Pensi che adesso Paige poteva essere ancora viva, se non ti avesse mai conosciuto, o se tu non avessi commesso l'errore di mandare il fratello di Raeken in carcere... ma non è colpa tua, cazzo.» Stiles prende un profondo respiro. «Non è colpa tua se hanno provato a incastrare suo fratello, e le prove indirizzavano tutte a lui. Non è colpa tua se si è fatto coinvolgere in una rissa, e non è colpa tua se Paige era rimasta sola, visto che prima o poi Theo avrebbe colpito comunque, e non potevi starle di certo dietro ogni singolo secondo. Non è colpa tua se Raeken è pazzo, e non è colpa tua se io ho deciso di seguirlo, nonostante sentivo ci fosse qualcosa che non andasse. Non è colpa tua se Paige è morta, non l'hai uccisa tu, e sono sicuro che lei non vorrebbe vederti stare così male per lei.»

Derek resta ad ascoltare in silenzio le parole convincenti del ragazzino. 
Però ha ragione, perchè la ragazza sicuramente non lo vorrebbe vedere così. «Mi hai salvato Derek, sei riuscito a salvarmi, per l'ennesima volta...non hai mai fallito nel proteggermi, Der.» Ora lo sguardo del castano s'illumina, perchè è davvero così. E anche Stiles si è ritrovato a proteggere il lupo, diverse volte. Si guardano le spalle a vicenda, come fanno i partner. «Siamo tutti un pò umani, e facciamo errori, scelte...Theo ha scelto di uccidere Paige, nessun altro...non piangerti addosso, Der, abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te.» Il moro sente il proprio cuore scaldarsi, soprattutto alle ultime parole del ragazzino.

«T-tu hai bisogno di me?» Osa chiedere Derek, incredulo. Stiles increspa le labbra in un sorriso.

«Certo, stupido, pensavo fosse ovvio.» Mormora il ragazzino in risposta, per poi azzerare quel poco spazio dal volto del lupo, e baciargli una tempia. 
Derek resta fermo, chiudendo gli occhi, mentre il ragazzino gli stampa un paio di baci sulle labbra. Stiles non approfondisce il bacio nè continua, perchè Derek adesso non ha bisogno di passione, ma di rassicurazioni e di una presenza costante.

«Resti a dormire?» Domanda il moro, appena il ragazzino si allontana dalla sua bocca. Stiles gli sorride teneramente, visto che il moro l'ha chiesto con tono quasi insicuro.

«Certo.» Risponde, e dopo neanche un quarto d'ora sono entrambi stesi sul letto di Derek. Il lupo è in semplici boxer, mentre Stiles si è fatto prestare una tuta, che gli sta enorme, e si accocola sul petto del moro, alla ricerca di calore.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


"You were never gone."

Stiles finisce di lavare i piatti, con calma, guardando di sottecchi uno dei diversi libri che deve studiare per l'accademia, posato sul grande tavolo, decidendo di finire il capitolo domani mattina, visto che sará domenica. 
D'un tratto il telefono gli squilla, e impreca a mezza voce, asciugandosi velocemente le mani, per poi afferrare il cellulare.

È Lydia.

«Vado un attimo di sopra.» Borbotta Stiles, rivolgendosi al lupo, il quale è seduto sul divano, con un'espressione imperscrutabile, fissando il vuoto. 
Il ragazzino è da due settimane che fa compagnia al lupo, tutto il tempo, tranne la mattina, visto deve andare a lezione. L'FBI conosce bene la situazione di Derek, quindi gli hanno concesso un mese di ferie, visto che il mannaro non le ha praticamente mai prese, tanto hanno molti altri agenti a disposizione. Ovviamente, anche Stiles non va più in ufficio, essendo il suo partner.

Il castano torna sempre dal mannaro per pranzo, con il sorriso sulle labbra, cercando invano di contagiarlo. 
Derek ogni tanto increspa le labbra in quello che potrebbe sembrare un piccolo sorriso, quando lo vede arrivare, ma poi torna subito in quella sua espressione persa, come se avesse troppo dolore da gestire.

Poi Stiles cucina qualcosa che ha comprato prima al supermercato, e costringe Derek a mangiare il più possibile, per poi mettersi a studiare sul tavolo. Il lupo intanto si allena, come per sfogarsi, e per punirsi attraverso lo sforzo fisico. Ma, per il resto del tempo, il lupo resta immobile sul divano, o steso sul letto. Stiles finisce di studiare, per poi accucciarsi sul divano accanto a Derek, in una sorta di abbraccio.

E restano così per quelle che possono sembrare ore, in completo silenzio, con il ragazzino che ogni tanto osa lasciare dei teneri baci sulla barba del moro, senza spingersi oltre. 
Derek non ha bisogno di amore a livello passionale. Stiles è fin troppo consapevole di essere l'ancora del mannaro, e si comporta da tale.

Non lo lascia un attimo da solo, restando addirittura a dormire insieme a lui, e Derek, dal canto suo, si aggrappa al castano con tutta la forza che gli è rimasta.

Il suo lupo è sempre alla ricerca di un contatto fisico con Stiles, ma al momento il moro è talmente distrutto che non riesce a pensare ad un contatto più intimo. Non ancora. 
Il mannaro, insomma, parla davvero pochissimo, ma le poche volte ha ricordato a Stiles che non aveva alcun motivo per restare tutto quel tempo con lui.

E il ragazzino gli ha fatto ben capire che non lo avrebbe mai lasciato da solo, ha pure rinunciato momentaneamente al lavoretto al pub, che stava saltando già diverse volte da quando era dovuto andare in ospedale e tutto.

Stiles sale velocemente le scale, sapendo che tanto Derek lo può sentire lo stesso, e si chiude in bagno, rispondendo alla chiamata.

«Lydia?»

«Stiles, finalmente ti sei degnato di rispondere ad una mia chiamata!» Sbotta la rossa, dall'altro capo del telefono. Il ragazzino tentenna.

«Umh, te l'ho detto, questi giorni sono davvero impegnatissimo, mi dispiace...»

«E mi spieghi quando potrai venire a trovarmi? È da quasi un mese che non ci vediamo! Mi manchi, Sti...»

Stiles si porta una mano al volto, sentendosi una merda.

Una merda perchè sta insieme a Lydia da più tre anni, e si è innamorato di un'altra persona.

Ma non è colpa sua, insomma, non aveva di certo programmato di innamorarsi di quel lupo scorbutico, anzi. Però si sente comunque male per lei, perchè si mette nei suoi panni, e non se lo merita.

«Queste due settimane hai dei Congressi nel weekend, giusto?»

«Sì, te l'avevo scritto su un messaggio la scorsa settimana.»

«Allora il primo weekend che sei libera vengo, giuro, anche perchè devo dirti una cosa...»

La deve lasciare dal vivo, almeno questo, non tramite un fottuto cellulare. Lydia è stata una parte fondamentale della sua vita, e spera potranno rimanere comunque buoni amici, perchè ci tiene davvero tanto a lei. Lei è stato il suo primo amore, ma non il Vero amore, quello che ti annulla in tutti i sensi, che ti fa fare cose che non avresti mai pensato di fare. Come prendere un proiettile per qualcuno.

«Sì, anch'io devo dirti qualcosa.» Conclude la chiamata la Banshee, lasciando il ragazzino sulle spine, chiedendosi se non lo voglia lasciare anche lei.

Scende di sotto, con il cellulare in tasca, sentendosi lo sguardo di Derek addosso. Ovviamente avrà ascoltato tutto, anche se non commenta nè fa domande. Stiles si siede accanto a lui, steso con le gambe sulla parte più lunga del divano, e il lupo istintivamente lascia che il ragazzino si stenda su di lui, circondandogli un fianco con il braccio. I capelli del castano solleticano il volto del licantropo, il quale s'inebria del suo odore.

«Tra poco andiamo a letto, mhh?» Mormora Stiles, accocolandosi meglio sul petto del moro, sentendo le mani del più grande passare dolcemente tra i suoi capelli.

«Va bene.» Risponde Derek, in un flebile sussurro, godendosi della vicinanza del ragazzino, che non gli permette di affondare.

•••

«Ei, amico, finalmente ti rivedo per bene!» Lo saluta Isaac, visto che Stiles tornava a casa solo per prendere la propria roba per la notte. Stiles accenna un sorriso, chiudendosi la porta alle spalle.

«Ho concordato con Erica che avrebbe passato lei del tempo con Derek...non so quando tornerà tutto come prima.» Lo informa Stiles, buttandosi sulla poltrona, stancamente.

La licantropa c'é già passata, quando Paige era morta, e crede di riuscire a sbloccare il lupo una volta per tutte, a farlo reagire, anche se questo significhi usare maniere brute. Stiles non potrebbe mai essere violento contro il moro, solo per ottenere una sua reazione.

Anche perchè, per Derek, è come se Paige fosse morta una seconda volta.

«Ci sta, è pur sempre la sua migliore amica.» Riflette Isaac. «Dai, che stasera Malia mi ha detto che si organizza una serata al bowling con gli altri, devi assolutamente venire, sia per distrarti sia perchè non usciamo insieme da un po'.»

Stiles annuisce. «Sì, credo proprio che mi fará bene stare con i miei amici.»

•••

(21:34) Che fai? Erica è già arrivata?

(21:35) Sì, è qua, e ha già iniziato ad urlarmi addosso. Tu che fai? Sourwolf

(21:35) Ah, sei in buone mani! Niente di che, serata tranquilla al bowling con i miei amici...

(21:36)...mi manchi. Sourwolf.

«Stiles, cazzo ti sorridi? Sembri ebete, è il tuo turno, muoviti!» Gli grida improvvisamente Aiden, avendo appena fatto Strike, in tono abbastanza scherzoso.

Il castano arrossisce, sentendosi uno stupido adolescente innamorato, e cerca di reprimere il sorriso.

«Se se, adesso tiro!» Esclama, smanettando al telefono, volendo prima rispondere al lupo.

(21:37) Ehi, Sourwolf, mi manchi tanto anche te. <3

•••

Passa un'altra settimana, in cui Erica sta quasi sempre attaccata a Derek, cercando di farlo reagire con la violenza, perchè é così che era riuscito a sbloccarlo anni prima. 
Ma, ancora, Derek non sembra reagire, incassando pugni e urla offensive senza trasformarsi.

Ma Erica sa essere una ragazza paziente, e di sicuro non abbandona il proprio migliore amico.

Inoltre, ha notato che il moro sembra scambiare spesso messaggi con Stiles, come se non riuscisse proprio a non sentirlo neanche per un giorno.

(18:28) Ti ricordi, quando cercavi in ogni modo di farmi cambiare partner? Con quegli stupidi scherzi?

(18:29) Dio, sì. Sourwolf

(18:29) Ne è valsa la pena, sopportarti. Perchè, altrimenti, adesso non ti avrei, e fidati che è difficile riuscire ad immaginare la mia vita senza i tuoi ringhi. Tne vali la pena, Der.

(18:30) ...mi hai fatto venire il diabete. Sourwolf

(18:31) Hai sorriso, lo so che hai sorriso.

•••

E poi successe. Passò un'altra settimana, e Derek si trasformò. 
Reagì sul serio per la prima volta, con Erica che sorrideva soddisfatta. 
Il lupo ruggì, talmente forte da far tremare alcuni bicchieri. Decise di reagire soprattutto per Stiles.

Così, Derek adesso varca la soglia di uno degli edifici dell'FBI, sapendo bene che Stiles è in ufficio. 
Dovrebbe arrivare un nuovo caso a momenti, quindi il ragazzino continua ad alternare l'ufficio all'accademia, come ai vecchi tempi. Stiles non sa che il lupo sta per venire a trovarlo, e Derek non vede l'ora di osservare la sua reazione.

Il moro si ritrova in poco tempo lungo il solito corridoio, salutando con un cenno di capo alcuni colleghi, per poi ritrovarsi davanti l'ufficio del castano. Bussa alla porta, attento a non farsi vedere attraverso le vetrate.

«Avanti!» Esclama il ragazzino, non capendo chi diavolo possa cercarlo. Poi la porta si apre, e Stiles lo vede.

Derek resta sull'uscio con un sorrisetto, indossando una maglia blu fin troppo attillata, che lascia poco all'immaginazione. Stiles resta con la bocca dischiusa, non aspettandosi minimamente il moro.

«Mancato?» Lo provoca Derek, con voce roca, dimostrando che è tutto tornato come una volta.

Stiles non può fare a meno di sorridere.

•••

»Ho deciso di darci una possibilità.» Sospira Derek, nell'appartamento della bionda, due giorni dopo. Erica lo abbraccia di slancio, sapendo bene che si riferisce a lui e Stiles.

«L'hai fatto perchè il caso di Paige è risolto? Insomma, adesso sai chi è stato, e non potrà più fare del male a Stiles.» Riflette Erica, sciogliendo l'abbraccio, per poi andare a preparare due caffè.

«Sì, anche.» Ammette il lupo. «Insomma, adesso sono molto più tranquillo, avevo sempre paura che chi avesse ucciso Paige potesse colpire di nuovo...inoltre, alla fine, basta che, quando dobbiamo arrestare o inseguire qualche assassino, gli faccio indossare il giubbotto anti-proiettile... e non dovrebbe correre alcun rischio.»

Erica annuisce.

«Sì, poi sei anche un licantropo, per te è facilissimo mettere K.O. gli umani, quindi Stiles non corre problemi se siete insieme.»

Derek si sta convincendo davvero che questa è la scelta giusta, che è finalmente arrivato il momento di lasciarsi tutto il dolore alle spalle.

«Inoltre, ieri Stiles è venuto ad allenarsi da me...» Racconta il moro, imbarazzandosi un poco. «...e poi ha voluto fare una doccia, uscendo dal bagno solo con un semplice accappatoio...ora che sono tornato in me, il lupo si fa sentire sempre più di prima, e controllarlo diventa quasi impossibile.» Derek sospira. «Mi sono conficcato le unghie nei palmi delle mani, pur di mantenere il controllo sulla parte umana, e sento che non ce la faccio più...il mio lupo vuole possedere Stiles, nel vero senso della parola, e non posso ignorarlo ancora a lungo.»

La licantropa gli porta il su caffè.

»Già, purtruppo noi non riusciamo sempre agire solo a seconda della nostra parte umana.» Concorda Erica. «Quindi, che intenzioni hai con lui?»

Derek scrolla le spalle.

«Prima vorrei aspettare che lasci Lydia, credo andrà da lei questo weekend, e da come le ha parlato al telefono...penso proprio si lasceranno, Erica.» La informa il mannaro. «Poi, dirò a Stiles cosa provo per lui, sperando che senta le stesse identiche cose.»

Erica alza le sopracciglia.

«Ne dubiti pure?! Comunque hai ragione, il ragazzino ancora è fidanzato, e non può fare il doppio gioco.»

«Sì, infatti aspetteró.»

Erica poi sembra essere presa da uno scatto di pazza felicitá, saltellando sul posto.

«Ancora non ci credo che la Sterek finalmente si avvererà!!!!» Esclama, facendo un sorriso enorme, beccandosi un'occhiata perplessa dal moro.

«Non capisco, cos'è la Sterek?!» Borbotta, confuso da tutta quella felicità.

Erica lo guarda come se fosse stupido.

«Stiles più Derek...ovvio!»

Derek finisce di bere il caffè, scuotendo la testa divertito, e pensando a un paio di occhi nocciola.

•••

Il mannaro sta comodamente leggendo sul divano, quando sente qualcuno suonare alla porta. 
Era talmente assorto nella lettura che non ha percepito la presenza nessuno, ma adesso sente un odore fin troppo familiare.

Stiles.

Va ad aprire la porta, chiedendosi cosa ci faccia qua l'umano. 
Non lo aspettava proprio.

«Stiles.» Pronuncia il suo nome, appena incrocia il suo sguardo. «Cosa ci fai qui?»

Il ragazzino ha in mano due bottiglie, apparentemente alcoliche, ed entra sparato nell'appartamento.

«Dobbiamo festeggiare il tuo ritorno in ufficio, anche se qualche giorno in ritardo...ma ehi! È stato difficile trovare qualcuno che me le vendesse!» Afferma, indicando poi le due bottiglie, e finendo seduto sul divano. 
Derek alza un sopracciglio.

»Cos'è, Stiles?» Chiede, sospettoso. 
Il ragazzino fa spalluce.

«Vodka, credo

Quel 'credo' non rassicura molto il lupo.

«Voglio sbronzarmi insieme a te, Derek, non è mai successo fin'ora!» Esclama Stiles, emozionato, alzandosi per andare a prendere due bicchieri in cucina. Derek l'osserva scettico.

«Forse perchè noi lupi non possiamo ubriacarci?»

Lo sguardo di Stiles non gli piace affatto.

«Ah, ci ho messo tanto per trovare tutto questo per un motivo!»!Si gongola Stiles, come orgoglioso di quello che sta per dire. «Sono riuscito a trovare alcol mischiato ad una sorta di strozzalupo non letale, che riesce a inibire la parte animale.»

Il sopracciglio di Derek è alzato a livelli cosmici.

«Sei serio, Stiles?» Chiede, sorpreso, e anche piuttosto curioso. Insomma, non ha mai avuto l'opportunità di capire com'è che ci si ubriaca, e si è sempre chiesto che sensazione si provi. «E da chi l'avresti preso, poi?»

Stiles stringe le labbra. «Umh, da tuo zio...»

«Da Peter?!»

«Beh, ecco...l'ho contattato, per chiedergli se lui potesse fare qualcosa a riguardo, e visto che era in città...» Spiega il castano, rimettendosi seduto sul divano, con le due bottiglie e bicchieri. 
Derek chiude un attimo gli occhi.

«E io dovrei fidarmi di mio zio? Davvero

Stiles poggia la roba sul tavolino davanti a sè.

«Che Sourwolf che sei!» Si lamenta, come un bambino. «Ovviamente ho fatto assaggiare tutto a Peter, prima di prendere qualsiasi cosa, ed è ancora vivo.»

Derek, allora, si siede accanto a lui, nonostante sia ancora piuttosto scettico.

«Non esageriamo, però.» Si raccomanda il lupo, visto che ha ancora un minimo di senso di responsabilità, a differenza del partner. Stiles alza gli occhi al cielo.

«Sì, mammina.» Afferma. «Ma adesso beviamo, su su.»

E Stiles versa su entrambi bicchieri dell'alcol, distinguendo bene le due bottiglie, visto che non sa come potrebbe reagire quello strozzalupo su di lui, un umano. I primi due bicchieri, Derek li manda giù senza problemi, mentre Stiles sta già sproloquiando senza alcun senso.

Al quarto, Derek comincia a sentire una strana sensazione, che non aveva mai provato prima, e gli viene così dannatamente naturale sorridere! Anche se non ha alcun motivo, anche se lui non sorride mai. Stiles invece comincia a sorridere anche troppo, versando altro alcol.

«Forse dovremmo smettere, Stiles...» Prova a fermarlo il moro, massaggiandosi le tempie.

«Shh Sourwolf!!!» Lo zittisce lui, ridendo come se avesse detto qualcosa di estremamente divertente.

Al sesto bicchiere, Derek si sente come se stesse galleggiando in aria: libero, spensierato, come se tutti i suoi problemi si fossero annullati in pochisimo tempo. Sorride, ride, perchè è tutto quello che ha voglia di fare, e si chiede come ha fatto a perdersi tutto ciò. I suoi movimenti, però, sono anche rallentati, e la sua risata si fonde con quella di Stiles, che è messo pure peggio di lui. Il ragazzino non riesce neanche più a versare l'alcol nei bicchieri, facendo quasi cadere a terra le bottiglie, ridendo come mai prima.

«Come ti seeenti, Sourwwooolf?» Cantilena il ragazzino, girandosi verso il mannaro, che è fin troppo vicino. Derek sorride come uno stupido.

«Benissimoooo!!!» Esclama, avvicinandosi con il volto a quello del ragazzino, dondolando il capo su e giù. Stiles lo guarda attentamente, con un sorriso.

«Ti voglio, Derek!» Sbotta, improvvisamente, prendendo il volto del moro tra le mani. «Voglio tuttto di te!»

Derek rimane un attimo in silenzio, cercando di far appello alla poca lucidità rimasta, perchè sa che, se iniziano, poi non si fermeranno, e non lo alletta l'idea che la loro prima volta sia da ubriachi. Se poi Stiles se ne dimenticasse?

«Sei così seexy, Dereek.» Insiste l'umano, per poi fiondarsi maldestramente sulle labbra del lupo. 'Al diavolo!' pensa Derek, che, anche per via dell'alcol, non riesce a pensare ad altro che alle labbra del ragazzino sulle sue.

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


"It was a big big world, ma we though we were bigger."

Stiles si sveglia, con ancora un vago mal di testa, colpa della sbronza del giorno prima, e cerca di alzarsi...peccato che non ci riesca. Allora apre per bene gli occhi, rendendosi conto di trovarsi nel letto del mannaro, e di avere un suo braccio sopra il proprio corpo, quasi in una stretta possessiva. Avranno dormito insieme, come le altre volte, no?

Così, il ragazzino cerca di uscire dal letto, facendo attenzione a non svegliare il moro, che sembra ancora dormire placidamente. Fortuna che questa mattina non ha lezione e non devono neanche andare in ufficio, perchè ha l'impressione che sia piuttosto tardi. Finalmente Stiles riesce ad alzarsi, dopo vari tentativi, quando soffoca un urlo, sbarrando gli occhi: è completamente nudo.

Nudissimo, senza neanche un lembo di tessuto addosso.

Si massaggia le tempie, osservando il lupo, che è adagiato sotto le coperte, senza maglia. Non sa dire se è anche senza boxer, e forse non vuole neanche saperlo. Stiles esce da quella dannata stanza, dopo essersi velocemente rivestito, con la necessità di chiarirsi la confusione che ha in testa, visto che sta cercando di ricordarsi cos'è successo la sera prima.

Si siede sul tavolo del salone, sperando che Derek non si svegli, perchè sarebbe ancora più imbarazzante. Ed è appena si siede che si ricorda qualcosa, visto che un dolore non trascurabile si fa strada nel suo corpo.

Il suo povero sedere, cosa gli è successo?!

Ricordi confusi si fanno strada nella sua mente, tra lui che arriva a casa di Derek con quelle due bottiglie, e che versa a entrambi da bere, senza fermarsi. Si ricorda di come, dopo pochi bicchieri, fosse già euforico e ubriaco, visto che regge davvero poco, nel caso non si fosse capito. 
Stiles arrossisce di botto, perchè adesso rammenta anche di aver provocato il lupo, dicendogli chiaramente che lo voleva, in tutti i sensi, azzardandosi anche a baciarlo...e poi?

Poi cos'altro successo?

Si guarda intorno, focalizzandosi sul divano, aspettando che altri flashback si facciano vivi.

"Andiamo nel mio letto..." Mugula Derek, staccando un attimo le labbra da quelle del ragazzino, a fatica, mentre Stiles è a cavalcioni sopra al lupo, con le loro eccitazioni ben evidenti.

Stiles si porta una mano sul volto, ricordandosi ora che Derek deve averlo portato a letto tenendolo in braccio, con lui che non lasciava la sua bocca neanche per sbaglio. 
Un ricordo spezzettato gli suggerisce che devono essere anche andati a sbattere diverse volte contro il muro, ridendo, prima di raggiungere la camera del mannaro, visto che Stiles sente un leggero dolore da un lato della testa.

Dio, erano proprio andati.

Il ragazzino si alza, tornando cautamente in camera di Derek, sperando di ricordarsi altro. Insomma, okay che era nudo, ma non devono per forza averlo fatto...no?

Il moro sta ancora dormendo, con un'espressione rilassata.

In poco tempo si spogliano entrambi, euforici ed eccitati, riprendendo un poco fiato, prima di fiondarsi nuovamente l'uno sulle labbra dell'altro. Le mani del lupo viaggiano sui fianchi del castano, avide, facendogli venire dei brividi d'eccitazione, e così Stiles non si vergogna affatto nel tastare gli addominali scolpiti di Derek, che purtroppo aveva potuto vedere solo da lontano, fino a quel momento.

Stiles adocchia i suoi jeans a terra, vicino al letto, e li afferra. 
Non li aveva trovati, prima. 
Il mal di testa torna, inesorabile, e pensare diventa più difficile. 
I ricordi vengono sempre più spezzati, come se ogni tanto ci fossero dei buchi neri.

Ma si ricorda bene come Derek gli avesse fatto un pompino, guardandolo nel mentre in modo fin troppo provocante, tanto che il ragazzino aveva pensato che non aveva visto niente di più sexy in vita sua. Sarebbe potuto venire solo a quella visione.

Stiles fa sedere il lupo sul letto, con una spinta, facendogli appoggiare la schiena sul muro. Il mannaro ha le labbra tutte gonfie, e guarda il ragazzino con puro desiderio, come se lo avesse desiderato dal primo momento, con ogni fibra del proprio essere. Il castano si sporge verso di lui, baciandolo, trasmettendogli tutta la passione e l'amore che prova per lui, gemendo sulle sue labbra. Derek porta una mano sul suo volto, muovendo il pollice sulla sua guancia.

Stiles stropiccica in un attimo gli occhi, chiedendosi se poi si siano fermati lì, oppure...Dio, ma perchè gli era venuta la stupida idea di far ubriacare il lupo per la prima volta? Non doveva andare così, dovevano fare tutto da sobri e consenzienti. Anche se non crede il lupo possa essersene pentito...

Derek lo aveva toccato come...come se fosse allo stesso la cosa più delicata, bella e preziosa della sua vita. Come se volesse molto più del suo corpo.

Stiles si stacca dalle labbra del lupo, per poi circondare la sua erezione con le mani, portando il moro a ringhiare di piacere. E il ragazzino si alza, posizionandosi sopra di essa, per poi inziare a calare, senza staccare mai gli occhi da quelli verdi del lupo. 
I loro sguardi creano uno strano legame, e sembrano come luccicare nel buio, comunicare tra loro.

Il ragazzino esce dalla stanza, correndo in bagno, per prendere profondi respiri. Porta le mani sul lavandino, e nota solo ora che ha un succhiotto piuttosto evidentemente sul collo. È probabile ce l'abbia in altri posti, ma ha paura di verificare. 
Stiles non andava a letto con un uomo da quasi un anno, quando aveva preso una pausa con Lydia, e voleva assolutamente provare, almeno una volta nella vita, cosa significasse fare sesso con qualcuno dello stesso sesso. Pensava che, una volta risolto con la rossa, l'avrebbe prima o poi sposata, e non avrebbe potuto fare più nulla di simile per il resto della sua vita.

Stiles capisce che è inutile programmare qualcosa a lungo termine, perchè alla fine i tuoi piani possono venire stravolti e spazzati via, come se niente fosse.

Ricorda poi come fosse sceso completamente sull'erezione del mannaro, il quale aveva soffocato un suo grido di iniziale dolore con un bacio bagnato. E ricorda anche come, appena abituatosi a quella grande intrusione, si fosso mosso scompostamente sull'erezione di Derek, ondeggiando i fianchi, e come il mannaro avesse portato la propria bocca su tutto il suo pallido corpo, desideroso di marchiarlo.

Non avevano parlato, neanche una frase, perchè erano troppo intenti a godersi quel momento, e anche per via dell'alcol. Nella stanza si sentivano solo gemiti, ringhi, nomi sussurrati, e il rumore osceno delle loro bocche e della pelle che si scontrava. 
Derek gli palpeggiava anche la natiche, estasiato dall'odore di Stiles, che trovava sempre così eccitante e unico. Stiles si ricorda anche come, poi, Derek avesse invertito le posizioni, visto che lui non ce la faceva più a muoversi, cominciando anche gli effetti della sbornia.

Il mannaro si era steso sopra di lui, spingendosi rudemente dentro di lui, senza lasciargli neanche il tempo di riprendere a respirare. Stiles si ricorda di essere venuto poco dopo, mentre il lupo si era spinto in lui altre due volte, per poi venire a sua volta. E dopo, si erano abbracciati, silenziosamente, addormentandosi praticamente subito.

Il mannaro, inoltre, l'ha anche morso, quando Stiles era al culmine nel piacere, ma con i denti da umano. 
Non sa perchè l'abbia fatto, ma dovrebbe avere il segno da qualche parte, sulla spalla.

«Oddio...» Sussurra Stiles, reprimendo un possibile attacco di panico, per poi respirare profondamente. 
Sì, decisamente l'hanno fatto, ed è stato forse migliore di ogni rapporto sessuale che il ragazzino abbia mai avuto, ma c'è un piccolo problema...erano ubriachi.

E Stiles deve assolutamente andare da Lydia per lasciarla, visto che non gli piace l'idea di essere ancora più traditore di quello che era giá, a sua insaputa.

E se Derek non si ricordasse nulla?

Insomma, è possibile, e non sa come reagirebbe se si ritrovasse nudo nel proprio letto, con Stiles in giro per casa...se ne deve andare via, e anche subito, prima che il lupo si svegli. 
Poi, più tardi, lo chiamerà, con molta calma, chiedendogli se si ricordasse per caso di quello che fosse successo la serata prima. Sì, farà così, è meglio.

È tremendamente felice di quello che è successo, ma anche preoccupato.

Magari, così, intanto metabolizza anche che ha fatto l'amore con Derek Hale.

•••

Stiles torna nel suo appartamento, trovando Isaac appena sveglio, e Malia a tavola a fare colazione.

«Hai approfittato della mia assenza, eh?» Scherza l'umano, chiudendosi la porta alle spalle. La coyote è vestita con una semplice maglia di Isaac, che le sta abbastanza da lunga da non mostrare nulla. Il riccio sta accendendo la tv.

«Amico, vedo che sei restato anche oggi a dormire insieme a Derek.» Constata l'amico, mentre Malia sembra piuttosto interessata alla loro conversazione.

Stiles quasi si strozza. «Dormire insieme a D-Derek?!»

Isaac alza le sopracciglia. «Dormire, Stiles. Quella cosa che succede quando sei tanto stanco, chiudi gli occhi e...»

Stiles si dà dello stupido, avendo frainteso le parole del riccio, e imbarazzandosi.

Il sorrisetto di Malia non gli piace affatto.

«Oh, ma non credo abbiano solo dormito.» Gigna la coyote. «Qualcuno qui puzza tanto di sesso.»

Isaac fa cadere a terra il telecomando, tossendo, visto che non si aspettava minimamente una cosa simile. Stiles è più rosso della sua maglia, e lancia occhiataccie alla castana, che si rivela essere proprio un Hale, per la bastardaggine.

«Credo che tu ci debba raccontare qualcosa.» Corruccia lo sguardo Isaac, in fondo felice per l'amico, anche se sa bene che ancora teoricamente è fidanzato con Lydia. Credeva che Stiles prima volesse lasciarla, come è giusto che sia.

Stiles alza le mani in difesa. «Okay, okay! Vi racconto ogni cosa!»

•••

Derek si sveglia, a causa di tutta la luce che proviene dalla finestra della sua camera, e guarda assonnato la sveglia sul comdino: è mezzogiorno. Dio, ha dormito fin troppo, e sente un leggero mal di testa. Tasta, con una mano, l'altra parte del letto, deluso di non trovarci il ragazzino. Non sente nessun altro cuore all'interno della casa, oltre al proprio.

Il lupo si alza dal letto, infilandosi un paio di boxer alla svelta, per poi andare a prepararsi una veloce colazione in cucina.

Perchè Stiles se n'è andato, senza neanche svegliarlo?

Derek si ricorda ogni cosa, visto che non era poi chissà quanto ubriaco, e sperava di poterne parlare con Stiles quella mattina. Una volta che fossero entrambi completamente lucidi. 
Non crede che il ragazzino se ne sia pentito, visto che quello non era semplice sesso, o qualcosa dettato unicamente dall'alcol.

Era molto di più, dal modo in cui si guardavano, sorridevano, toccavano, baciavano... quindi no, Stiles l'aveva voluto quanto lui, alcol o meno.

Allora, perchè se n'é andato? 
Che non si ricordasse nulla?

Derek annusa gli odori nell'appartamento, che ha lasciato l'umano, prima di andarsene: felicità, ma anche tanta preoccupazione. 
Se Stiles era felice, probabilmente deve essersi ricordato almeno qualcosa, ma allora perchè preoccupato? Che credesse il lupo non si ricordasse nulla?

Dio, deve parlarci il prima possibile, e magari dichiararsi, mettendo in chiaro questa dannata situazione una volta per tutte.

Sta per chiamare Stiles, quando un'altra chiamata arriva prepotentemente nel suo cellulare, ed è quella di Hook. 
Lui è pur sempre il vice capo dell'FBI, quindi di solito assegna i casi o altro.

«Capo.» Lo saluta Derek, addentando un biscotto al cioccolato.

«Hale.» Replica Hook. «Prima di tutto, volevo darti il bentornato al lavoro.»

«Grazie.»

«Devo dirti una cosa molto importante, Hale.» Afferma, con tono che trapela preoccupazione e ansia da tutti i pori. Il moro s'acciglia.

«Riguarda il nuovo caso?»

«Esattamente, ma questa volta non ci lavorete solo tu e il tuo partner, ma anche altre due coppie di agenti, che non stanno lavorando attualmente a nessun caso di importanza maggiore.» Lo informa Hook, rivelando che deve essere successo qualcosa di molto grave. Derek sa che la maggior parte degli agenti sono occupati in assassini pericolosi o psicotici, oppure in serial killer, quindi il caso deve essere di una portata simile, se non più grave.

«Mi dica tutto.»

Hook tentenna. «La settimana scorsa, sono morti per cause sospette due agenti.»

Derek si blocca, alzando le sopracciglia.

«Cosa?! E perchè non ne so nulla?»

«Hale, eri appena tornato a lavorare, e abbiamo deciso di tenere la cosa momentaneamente segreta, perchè dovevamo chiarire meglio la situazione.» Gli spiega il vice capo. 
«E, adesso, sappiamo, grazie alle analisi in laboratorio, che l'assassino è lo stesso, nonostante le vittime non abbiano alcuna correlazione.»

«Come ha fatto l'assassino ad uccidere due agenti dell'FBI? Insomma, siamo tutti addestrati perfettamente...»

Silenzio.

«Perchè l'assassino è sovrannaturale, Hale. Li ha fatti soffocare senza neanche toccarli, capisci? Li ha convinti a soffocarsi da soli.» Il tono di Hook fa rabbrividire Derek, il quale sbarra gli occhi. Questa creatura deve essere più che pericolosa, se riesce a convincere le proprie vittime ad uccidersi.

«Perchè ho l'impressione che la cosa non sia finita qui?»

Hook sospira.

«Stamattina abbiamo trovato altri due corpi. Sempre due nostri agenti, e si presuppone sia stata di nuovo questa creatura.» Risponde l'uomo. «Non possiamo di certo assegnare questo caso a tutti, perchè non si possono mettere da parte gli altri assassini o serial killer, visto che noi in primo luogo dobbiamo proteggere i più deboli. Però, anche l'agente Vernon e l'agente Reyes non avevano ancora assegnato nessun caso, perciò sarà anche di loro competenza.»

Derek si porta una mano al volto. «Perchè questa creatura dovrebbe uccidere tutti gli agenti dell'FBI?»

Altro silenzio.

«Non si tratta di tutti gli agenti, Hale.» Un brutto presentimento si fa strada nella mente di Derek... «Solo di quelli umani. È come se la creatura voglia eliminare ogni partner umano, e ancora non ne sappiamo il motivo...»

Derek fa cadere tutti i biscotti a terra, fissando un punto indefinito.

«Sto chiamando tutti i licantropi, per raccomandare loro di tenere d'occhio i propri partner...sai, Stephanie e Harold erano in missione con i rispettivi partner, quando la creatura li ha fatti suicidiare...non sono riusciti a impedirlo, e quando hanno cercato di localizzare il mostro...era troppo tardi, s'era volatilizzato, l'hanno visto e sentito qualche minuto solo gli umani, quando magari l'altro era distratto nel fare altro, e poi...» Hook non conclude la frase, ma Derek sa bene cosa vuole dire. Poi si sono suicidati, e i partner non sono riusciti a impedirlo.

Il moro chiude la chiamata, senza dire una parola. Prima di tutto devono riuscire a capire chi è questa creatura, per poterla combattere. Inoltre, lui conosce i licantropi partner di Stephani e Harold...sono due Alpha.

E non sono comunque riusciti ad evitare la morte dei due.

Questo significa solo una cosa: che Stiles, prima o poi, sarà il prossimo, e lui non potrà fare assolutamente nulla.

Morirà, come Paige.

Il moro si alza, tremante, con un solo pensiero in testa: 'Stiles sarà il prossimo.'

•••

Erica ha appena ricevuto la notizia del nuovo caso, e sta parlando al telefono con la sua partner, che ci è comunque diventata parecchio amica.

«Laura...tranquilla...l'hai disposto il sorbo attorno a casa tua? Mi raccomando!...sì, per andare in ufficio o da qualsiasi altra parte ti porterò personalmente io, tranquilla!...» Erica sospira, chiudendo poi la chiamata. 
Sì, due umani la creatura li ha spinti al suicidio quando erano con i propri licantropi, rischiando parecchio, ma gli altri due erano da soli.

Questo, vuol dire che potrebbe attaccare da un momento all'altro.

E che lei potrà passare meno tempo con Boyd, visto che saranno troppo impegnati a proteggere i rispettivi partner. Uff, fortuna che stavano programmando di andare a vivere insieme...Erica sbuffa di nuovo, anche se è consapevole che è il suo lavoro, ed è pur sempre l'FBI, quindi ovviamente tutti i casi più pericolosi o sovrannaturali li scaricano a loro.

Improvvisamente, qualcuno bussa con forza alla porta, e la licantropa riconosce subito l'odore.

Apre la porta, sussultando.

Derek è immobile sull'uscio, con le braccia lungo i fianchi, leggermente aperte. Ha gli occhi illluminati di blu, i capelli spettinati, la bocca dischiusa e il respiro corto. Sembra stravolto.

«Stiles sarà il prossimo.» Afferma semplicemente, e la licantropa nota che ha anche i residui di un pianto furioso sulle guancie.

«Derek...»

«Mi devi aiutare, Erica, ti prego.» La implora lui. «Mi devi aiutare a smettere di amarlo.»

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


"Can't help but want you, I know that I'd die without you."

«E, insomma, stamattina sono scappato subito qua.» Finisce di raccontare brevemente Stiles, seduto sulla poltrona, con Malia e Isaac che lo ascoltano con grande curiosità. «Non sapevo come avrebbe potuto reagire, in mia discolpa.» Alza le mani sulla difensiva, quando gli sguardi degli amici sembrano giudicarlo.

«E come farai, adesso?» Osa chiedere Isaac, sdraiato sul divano.

Stiles fa spallucce. «Credo che stasera andrò da lui, e gli chiederò se si ricorda qualcosa.»

La coyote annuisce distrattamente, pensando a qualcos'altra, con una strana preoccupazione.

«Tutto bene là sotto, Sti?»

Stiles quasi si strozza con la saliva, perchè non aveva dato nessun particolare sul sesso.

«Ehi!» Esclama, gonfiando le guancie. «Non potrei essere io l'attivo?»

Il riccio e la castana si guardano qualche secondo, per poi scoppiare a ridere. Malia manda anche quasi di traverso la colazione, mentre Isaac, scosso dalle risate, cambia accidentalmente canale della tv. 
Stiles incrocia le braccia al petto, un tantino offeso dalla reazione degli amici.

«Grazie, eh!» Sbotta, sbuffando. Isaac si asciuga le lacrime, prendendo parola:

«Amico, insomma!» Cerca di farlo ragionare. «Derek è più grande di te, più alto, più muscoloso, più temibile...»

«...ed è un licantrapo.» Conclude Malia, seriamente. «Sti, i lupi hanno l'instinto di dominare, e Derek è stato anche un Alpha, quindi figuriamoci!»

Stiles, in effetti, trova che non abbiano torto.

«Comunque.» Si schiarisce la voce, imbarazzato nel parlare di certe cose. «No, non mi ha fatto male, anche perchè all'inizio sono stato io a condurre i...ugh...giochi.»

Malia ha ora uno strano sorrisetto.

«Oh, ma io non intendevo tanto perchè Derek potesse metterci troppa forza.» Puntualizza la coyote. «Lo dico solo perchè Derek è mio cugino, e l'ho visto diverse volte nudo, quando poi ci allenavamo nelle nostre forme complete...e soprattutto ho visto quant'è dotato, Stiles.»

Isaac sta guardando abbastanza disgustato e male la ragazza, mentre Stiles è tutto rosso. Sì, in effetti Derek è messo più che bene.

«Ma ti ricordi tutto tutto?» Cambia discorso Isaac, non troppo felice nel sentire la fidanzata parlare così tranquillamente delle dimensioni del cugino. «Insomma, eri pur sempre ubriaco.»

Stiles stringe le labbra. «Tutto tutto no. È come se fosse una sorta di sogno, con dei piccoli black out, però le sensazioni me le ricordo. Mi ricordo come mi sentivo, il tocco delle sue mani sulla mia pelle, la sua bocca sul mio corpo e...»

«Okay, okay!» lo interrompe Isaac. «Abbiamo afferrato il concetto.»

«E Lydia? Cosa pensi di fare?» Domanda la coyote, perplessa.

«Tra due giorni la vado a trovare.» Sospira il ragazzino. «E la lascerò, come è giusto che sia. Sono innamorato di Derek, non di lei.»

E poi verrà il momento di dichiararsi al lupo, sperando vada tutto bene.

•••

*Flashback*

"Paige! Aspetta, non te ne andare!"

"Perchè, Derek? Non ho intenzione di continuare a litigare con te!"

"...Perchè ti amo."







 

"È da cinque mesi che stiamo insieme, amore."

"Non pensavo neanche te lo ricordassi, Der."

"Come potrei mai dimenticarlo? Ti amo, Paige. Adesso, e fino alla fine."

"Fino alla fine. Ti amo anch'io, scemo."









 

"Hai mai pensato a noi due, con una famiglia tutta nostra, un giorno?"

"Tu vorrai una famiglia con me, Der?"

"Sì, e non voglio metterti fretta. Aspetterò tutto il tempo che vorrai, se significherà averti ancora accanto."

"Come funzionano le cose tra licantropi? Partorirò dei lupetti come te?"

"Esattamente, proprio così."

"E se tra qualche mese ci lasciassimo?"

"Ti amo, Paige, non ho intenzione di lasciarti andare, sei tutto quello che ho."

"Allora mi dovrai sopportare per un bel po', mi dispiace!"







 

"Paige, mi dispiace! Dove vai?"

"Hai di nuovo fatto l'eroe, rischiando di morire! Proiettili di strozzalupo, Derek, non normali, cazzo!"

"L'ho fatto per te, Paige, darei la vita per te...non piangere, ti prego."

"...come avrei fatto se tu fossi stato morto, Der? Inoltre, non sarei morta, il proiettile mi avrebbe colpito la spalla."

"Non c'è niente di male nel proteggere la persona che si ama."

"...scemo, ti amo anch'io."








 

"Erica, mi devi aiutare."

"Der, che succede? C'entra Paige, per quello sguardo ansioso?"

"Ecco sì, insomma, umh, volevo chiederle di sposarmi..."

"Wow, congratulazioni! Ti dirà sicuramente di sì!! Immagino che ti dovró aiutare con la proposta e l'anello!"

"Beh, sì, ecco, sei la mia migliore amica, e Boyd non mi sembra uno che se ne intenda di queste cose..."

"Boyd? Pff, lascialo perdere! Ci penso io a tutto, tranquillo!"

"Grazie, e un'altra cosa..."

"Sì, Derekkuccio?"

"Non chiamarmi così!! Comunque, ecco...vuoi essere il mio testimone?"

"Der...io..."

"Ehi, non piangere, non ho detto nulla di male..."

"Non capisci! È una delle proposte più belle della mia vita...io-io...certo che voglio! Non potrei essere più onorata!"

"Sei una delle persone più importanti della mia vita, Er, ti voglio bene anch'io."









 

"Der, dovresti andarmi a prendere la spesa."

"Ti ricordo che sei sotto protezione, e non posso lasciarti da sola!"

"Amore, il sorbo circonda l'edificio...la creatura non potrà entrare!"

"Mhh, se fosse così forte da riuscirci?"

"Der, ti prego, dai, è un ghepardo mannaro, e non è neanche Alpha."

"...Okay, dammi la lista, farò subito, e rimetti il sorbo appena me ne sono andato. Per qualsiasi cosa chiamami."

"Tranquillo, non mi succederà niente, Der."

"Certo che no, anche perchè dopo devo darti una cosa..."

"Cosa? Mi metti curiosità così!"

"Lo scoprirai quando tornerò, okay? Ora vado, ti amo. Fino alla fine."

"Mhh, uffa! Ti amo anch'io...fino alla fine."










 

"PAIGE! Paige!"

"D-De-rek..."

"A-amore...chi cazzo ti ha fatto questo! Devo-devo chiamare un'ambulanza..."

"Non-non l'ho v-visto in f-faccia..."

"Perchè cazzo non riesco...non riesco ad assorbirti il dolore?!"

"P-Perchè s-sto m-morendo..."

"NON È VERO! NON STAI MORENDO! Non puoi morire, Paige, non puoi lasciarmi..."

"D-Der, ti p-prego, toglimi il d-dolore come s-sai tu..."

"Come-come potrei? Ti amo, Paige, non-non puoi andartene...per favore, ti amo, avremo due-due figli, ricordi? Tyler e Julia...e una grande casa, azzurra, come a t-te piace tanto...n-non puoi abbandonarmi, come farò s-senza di te?"

"Ti ho a-amato anch'io...t-tanto...ma ti p-prego, f-finiscimi..."

"...

Scusami, amore, scusami, è stata tutta c-colpa mia...non-non doveva finire così...ti a-amo, fino alla fine...fino alla fine...."








 

"Derek, devi uscire...sono due mesi che stai sempre rinchiuso in casa, tranne per andare in ufficio..."

"..."

"Che ne dici di venire a cena con me e Boyd, questa sera?"

"..."

"Ti prego, rispondimi. Mi manca il mio migliore amico..."

"...le volevo chiedere di sposarmi, quando sarei tornato."

"Der, sai che non è colpa tua..."

"..."

"Non piangere, ti prego."

"..."







 

"DEREK! Che cazzo ti prende?! Non lo fare mai più! Metti giù quella cazzo di pistola!"

"Non posso più vivere con questi sensi di colpa, Erica."

"Smettila, Derek! Non è stata colpa tua, cazzo! Solo di quel pazzo che l'ha uccisa, lo avrebbe fatto in qualsiasi altro momento!"

"Erica ha ragione, Derek. Hai noi, questa non è la soluzione, e sei abbastanza intelligente per saperlo da solo."

"...Aiutatemi, vi prego. S-sono passati nove mesi, e ancora non riesco a p-pensare al fatto che s-sarebbe ancora viva, se non f-fosse rimasta da sola, e spesso perdo il controllo, non so come fare..."

"Certo che ti aiutiamo, hai cercato di allontanarci tutto questo tempo, ma noi non ce ne andiamo. Siamo i tuoi migliori amici, Derek, supereremo anche questa. Insieme."








 

"Hai mai pensato a trovarti qualcuno, invece di andare a letto ogni notte con una persona diversa?"

"Erica, non ricominciare."

"Der, è passato un anno emmezzo, devi andare avanti, è quello che lei vorrebbe."

"Ancora non sono pronto...vedo lei in ogni persona, capisci? La vedo mentre muore tra le mie braccia, mentre sono costretto a finire di ucciderla per causargli meno dolore possibile...non ci riesco."

"..."

"Non guardarmi così."

"Scusa, ma ho notato prima come ti guardava Michael, il tuo nuovo partner, e potresti farci un pensierino, prima che tu caccerai anche lui."

"Non riuscirei mai a mettermi di nuovo con un mio partner, Erica, non lo capisci?"

"Giusto, scusami."

"Io...non potrei sopportare tutto di nuovo...se mi innamorassi di un altro partner, sarebbe pericoloso... la storia si potrebbe ripetere, Erica, noi dell'FBI siamo in costante pericolo...e io, ne uscirei completamente distrutto, o forse non ne uscirei proprio questa volta..."

"Ho capito...hai paura, Derek, hai paura di rimetterti con qualcuno di mortale che rischia ogni giorno la propria vita. Hai paura di amare di nuovo qualcuno di simile, perchè potrebbe fare la stessa fine di Paige."

"...se dovesse succedere di nuovo, non ti posso promettere che non premerò davvero quel grilletto, Erica. Arrivi ad un certo punto, che è tutto troppo da gestire."

"Stai facendo un sacco di scelte, Derek, tra l'allontanare tutti i tuoi futuri partner, e tra quello che potrebbe succedere se non ci riuscissi, e la storia si dovesse ripetere...dico, sei sicuro che siano le scelte giuste?"

"...Sai cosa dice Dr. House?"

"Dice tante cose."

"Il dolore ci porta a fare scelte sbagliate, la paura del dolore è ancora peggio."

•••

Erica osserva il migliore amico, davanti a lei, disperato e stravolto. Con ancora i rimasugli di lacrime addosso, e non sembra dare cenno al volersi muovere dall'uscio. Come può voltare le spalle al suo migliore amico, dopo tutto quello che ha passato dopo la morte di Paige? Se non riuscisse a proteggere Stiles, visto che neanche i due Alpha non sono riusciti a salvare i propri partner? Come può negargli un suo aiuto, per evitare che, se Stiles morisse davvero, Derek non cada definitivamente a fondo?

Non sa se questa è la scelta giusta o sbagliata, perchè è facile giudicare se non si ha vissuto una particolare situazione in prima situazione.

Ma Erica si ricorda un'altra cosa, che ha detto sempre D. House:

"La gente perde la testa quando sta per perdere chi ama."

«Ti aiuto, staró sempre dalla tua parte.»

•••

Stiles sta studiando, quando sente il proprio cellulare squillare. È Derek. 
Il ragazzino sorride, pensando che è arrivato finalmente il momento di parlare di quello che è successo. 
Di quando hanno fatto l'amore insieme.

«Derek!» Lo saluta, forse con troppo entusiasmo, sentendo il proprio cuore battere più velocemente.

«Stiles.» Il tono è freddo, distaccato, e il sorriso sulle labbra del castano va a scemare. «Devi assolutamente venire al loft, con tutto quello che ti serve, sarai come sotto protezione.»

«Cosa?!» Esclama l'umano, più che confuso.

Derek gli racconta brevemente di questa creatura sovrannaturale, che si diverte ad uccidere tutti gli agenti umani dell'FBI. Stiles rabbrividisce, dischiudendo la bocca. Era stato un mese piuttosto tranquillo, in effetti.

»Non basterebbe mettere il sorbo intorno al mio appartamento?» Chiede il ragazzino, cercando di mantenere la calma. Sa che essere un agente dell'FBI comporta questi pericoli, ma non vuole morire. Ha già rischiato a causa di Theo, ed è stato terribile.

Non vuole rischiare di perdere Derek, in nessun modo.

«La creatura potrebbe essere più forte di quello che pensiamo.» Sospira il lupo. «Potremmo mettere a rischio anche Isaac, il quale sarebbe poi solo un'altra vittima.»

«Okay, in ogni caso gli dirò di passare più tempo possibile in casa di Malia. Vengo il prima possibile.»

Derek chiude subito la chiamata, senza neanche salutare, e Stiles perde un battito. Non l'aveva mai sentito così freddo nei suoi confronti, che sia solo per la preoccupazione del caso? 
Dio, questa non ci voleva proprio.

•••

Il mannaro è tornato nel proprio appartamento, ricordandosi le parole di Erica, per cercare di frenare i suoi sentimenti verso il ragazzino, prima che sia troppo tardi. E anche per non illuderlo.

"Trattalo come un amico, niente baci, abbracci solo se necessario e amichevolmente, cerca di non guardarlo con palese desiderio..."

Derek tira un pugno al tavolo, frustato, perchè, nonostante tutto, farà ogni cosa per proteggere quel ragazzino.

Anche se, non è riuscito a proteggere Paige, perchè con Stiles dovrebbe riuscirci?

"...per smettere di amarlo? Non posso prometterti affatto che ci riuscirai, Derek, perchè questo dipende da quanto è forte quello che provi per Stiles..."

Il campanello suona, e il mannaro si sbriga ad aprire, ritrovandosi davanti il ragazzino, con una valiga in mano, e un sorriso tirato. Deve ancora disporre il sorbo attorno all'appartamento.

«Mi dai una mano, per portarla su?» Gli chiede Stiles, guardandolo in un modo che dice chiaramente 'abbiamo fatto l'amore, ed è stato bellissimo.' 
E anche al moro viene da ripensare al modo in cui Stiles si muoveva sopra di lui, ai suoi gemiti, al succhiotto sul suo collo, che il ragazzino ha cercato di nascondere con un felpone. Ripensa a quanto vorrebbe di nuovo toccare quella pelle pallida e delicata, per poi scacciare tutti i pensieri, sostituiti dall'immagine dell'umano che sta morendo, fra le sue braccia.

"...comunque, di solito frequentare qualcun altro può essere utile per dimenticare un'altra persona, come il cercare di autoconvincerti di non provare nulla per Stiles, talmente tanto che alla fine ci credi davvero..."

«No, dormirai nella camera degli ospiti al piano terra.» Lo informa, guardando altrove, appena percepisce odore di tristezza. Per due settimane hanno dormito sempre insieme, dopo che è stato scoperto l'assassino di Paige, e ovviamente il ragazzino si starà chiedendo come mai quella decisione.

"Per cercare di evitare la mia totale distruzione."

«Umh, okay.» Borbotta Stiles, abbassando lo sguardo, per poi fermarsi a mezza strada. Rialza lo sguardo sul mannaro, titubando.

«Derek?»

«Sì?»

«Ti ricordi qualcosa...di quello che è successo ieri sera, dopo che ci siamo ubriacati?»

Lo sguardo del lupo vacilla, ma se la doveva aspettare una domanda simile.

«No, non mi ricordo nulla, perchè?» Risponde, cercando di sembrare il più normale possibile, ma si rende conto di essersi tradito. Ha mantenuto sempre lo sguardo su quello del ragazzino, fino a quando non ha pronunciato la parola 'nulla', e a quel punto ha trovato più interessante osservare il tavolo.

E, dall'odore che emana l'umano, pare essersene accorto, cazzo.

«Umh, niente, davvero.» Risponde infatti lui, trattenendo a stento le lacrime, per poi dirgersi verso la camera degli ospiti, che per fortuna è abbastanza lontana dal salone. 
Ma, questo non significa che Derek non riesca a sentire i singhiozzi dell'umano, che sta probabilmente cercando di soffocare con il cuscino del letto.

Il lupo si accascia a terra, volendo solamente sparire.

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


"I don't understand why you're so cold to me, with every breath you breathe."

Derek si allena fino allo sfinimento, come per punirsi di aver fatto piangere Stiles, anche se non è comunque abbastanza. Il ragazzino si è chiuso in camera da qualche ora, senza dare segni di vita, e il lupo sta facendo l'ultima sessione di piegamenti. 
Crolla con la schiena a terra, e con il fiatone. Non ha più forze. Si alza a fatica, stremato, nonostante stia già tornando in forma grazie alla licantropia. Si avvicina al divano, sedendosi stancamente, vestito con dei semplici boxer.

Stiles sta fissando il soffito, sdraiato sul letto, cacciando via le ultime lacrime dal volto.

Derek ricorda, e allo stesso tempo non vuole ricordare.

Gliel'ha letto nello sguardo, che stava solo mentendo. Stiles sa che fossero un po' ubriachi, e che spesso si fanno cose delle quali poi ci si pente...che Derek fosse pentito? È l'unica spiegazione. Eppure...eppure Stiles, fino a poco fa, era convinto che Derek ricambiasse completamente i suoi sentimenti...i baci, gli sguardi, il modo in cui si comporta con lui come con nessun'altro...possibile fosse tutta un'illusione? Possibile che Derek lo avesse preso solo in giro? Il castano scuote leggermente la testa: Derek non è cattivo.

E allora, perchè?

Non ha senso, niente ha senso.

Forse il lupo si è solo reso conto che può avere di meglio di uno stupido logorroico e iperattivo ragazzino. 
Deve essere così. Non può sicuramente biasimarlo.

Sente dentro di sè un dolore mai sentito prima. Non stava così neanche quando inizialmente Lydia l'aveva rifiutato almeno una decina di volte. 
È l'amara di realizzazione di quando vuoi un qualcosa come mai prima nella tua vita, ma semplicemente non puoi averlo.

Non puoi.

Non puoi.

Non puoi.

Le uniche parole che riecheggiano nella mente del castano, facendogli venire delle fitte nel petto.

Credeva davvero di essera così speciale per Derek Hale, al punto di essere amato da lui? Che stupido!

Stiles cerca di distrarsi, di smetterla di voler piangere come un bambino, cercando di pensare al caso. 
Vogliono ammazzare tutti umani?

Forse, un modo per salvarsi ce l'ha.

•••

Stiles esce dalla camera, senza neanche guardarsi allo specchio, perchè il suo aspetto deve essere terribile: capelli tutti spettinati, occhi gionfi e rossi, viso ancora umido. 
Sì, deve essere semplicemente terribile.

E, allora, perchè Derek lo sta guardando come se fosse bellissimo?

Il lupo è mezzo nudo, probabilmente si stava allenando, e Stiles non riesce a far meno di arrossire, perchè non si abituerà mai a quel corpo da Dio Greco. Gli occhi del mannaro vacillano, e sembrano come pentiti, addolorati. Ma solo per un attimo.

Il castano abbassa il volto.

«Ho pensato a un modo per uscirne vivo.» Borbotta, ad un paio di metri dall'altro. Derek strabuzza gli occhi, ed è come se il suo corpo si stesse riempendo di speranza.

«E come?!»

Stiles continua a guardarsi i piedi, giochicchiando nervosamente con le mani.

«Beh, uccidono solo gli umani, no?» Parla, con tono sempre più deciso. «E io sono umano, ma potrei non esserlo più...»

Il lupo socchiude la bocca, afferrando ciò che vuole dire il castano, e restando qualche secondo in silenzio.

«Stai dicendo che rinunceresti alla tua umanità, pur di non farti uccidere?» Esclama, sconvolto, perchè questa decisione non è affatto dal ragazzino che lui ha imparato a conoscere fin troppo bene.

«È un'idea...insomma, se diventassi un licantropo sarei salvo.»

Derek gli si avvicina lentamente, captando lieve paura provenire dall'umano. Sembra come spaventato alla prospettiva, ma allo stesso tempo così dannatamente sicuro.

«Stiles, sai quello che stai facendo? Non sottovalutare affatto la cosa.»

Stiles, a quel punto, alza lo sguardo su di lui. Derek sussulta leggermente, perchè adesso sono più vicini, e può chiaramente notare gli occhi tristi del castano.

«So che non voglio perdere te.» Afferma l'umano, mai stato così sicuro, intercettando lo sguardo del moro. «E se questo significa che non morirò, non mi serve sapere altro.»

Derek si limita a fissarlo, sentendo una fottuta voglia di abbracciare il ragazzino, nonostante abbia il pieno controllo sulla parte del lupo. Non sa bene perchè, ma da quanto lui e Stiles hanno fatto l'amore, non perde più il controllo in sua presenza.

«Prima, dobbiamo andare da un druido.» Sentenzia il lupo, sperando solo che l'umano sappia pienamente quello che sta facendo.

Stiles corruccia lo sguardo.

«Perchè?»

«Ti deve controllare, per decidere se sei abbastanza forte da sopravvivere ad un morso.» Gli spiega il moro, per poi voltargli le spalle. «Vado a fare una doccia, poi andiamo subito da lui.»

Stiles non lo sta già ascoltando più, troppo preso a contemplare la bella veduta che il mannaro gli sta inconsapevolmente offrendo.

•••

I due arrivano davanti ad una villetta, un po' isolata rispetto alle altre, e il lupo si guarda intorno, sempre attento che il ragazzino sia ancora con lui, al sicuro. Calpestano l'erba soffice del giardino, osservando le nubi nere in lontananza, quando Derek è costretto a fermarsi, poco prima del portone.

«Che succede?» Chiede subito Stiles, fermandosi a sua volta, preoccupato. 
Il lupo lo rassicura con lo sguardo.

«C'è del sorbo attorno alla casa, preferisco aspettarti qua fuori, tu suona pure.»

Stiles annuisce, anche se si sente nervoso sapendo che il lupo non entrerà insieme a lui, come se non fosse più al sicuro.

«Stiles, sarò proprio qua, non me ne vado.» Aggiunge poi Derek, come se si fosse reso conto a cosa fosse dovuta l'insicurezza dell'umano. Stiles, allora, acquista sicurezza, e suona al campanello.

Poco dopo, viene ad aprirgli un uomo di colore, di media altezza, con un'espressione impescrutabile. Indossa un maglione rosso, e dei jeans neri. L'uomo passa prima lo sguardo sul ragazzino, poi sul licantropo, poco distante.

«Ciao, Derek, come posso aiutarvi?» Saluta il moro, il quale ricambia il cenno con un capo, per poi concentrarsi sul castano. «Sono il Dr Deaton, accomodati pure.»

Stiles guarda un'ultima volta il mannaro, per poi entrare nell'abitazione, e chiudersi la porta alle spalle. La casa ha un arrendamento un po' a vecchio stile, e il ragazzino si sente come più rilassato.

«Umh, ecco, sono Stiles, e vorrei sapere se sono abbastanza forte per resistere al morso di un licantropo.» Spiega al druido, il quale annuisce, assentandosi un attimo, senza dire una singola parola in risposta. 
Dio, in conversazione potrebbe fare a coppia con Derek. Il castano, nel frattempo, si sistema sul comodo divano, con il focolare accesso davanti a sè. Deaton torna poco dopo, con una valigetta in mano, che apre sul tavolo. Contiene diversi strumenti medici, probabilmente serviranno per controllarlo.

«Alzati, e rimani solo in boxer, così ti posso controllare.» Infatti ordina il druido, e il ragazzino fa come gli dice, ricordandosi solo poi che ha sul corpo tutti i segni della nottata passata con il mannaro. Senza il felpone sono in bella vista.

Diversi succhiotti, che stanno piano piano andando via, e dei graffi leggeri sui fianchi. Ed ha anche il tatuaggio.

Deaton l'osserva con sguardo disinteressato, quando però si accorge di una cosa. Sulla spalla destra dell'umano, c'è un morso. E il druido è abbastanza sicuro di sapere che tipo di morso è, ma si ritrova comunque costretto a formulare una domanda per sicurezza.

«Stiles, so che è una domanda indiscreta, ma quel morso te l'ha fatto un licantropo? Durante un rapporto sessuale?»

Stiles boccheggia, arrossendo di colpo, più che imbarazzato.

«Umh, perchè? È qualcosa di grave? Non me l'ha neanche fatto con i denti da lupo, io...»

«No, non è grave.» Lo interrompe Deaton, nonostante non sia proprio così.

«Perchè vuoi il morso, Stiles?»

Il ragazzino non ha molti problemi con queste domande personali, anche perchè Deaton sembra un tipo di cui potersi fidare, che trasmette tranquillità. Inoltre, Derek non l'avrebbe mai portato da un pazzo o qualcosa del genere. Così, Stiles gli racconta brevemente del caso che stanno affrontando, e che potrebbe perdere la vita se non ricevesse il morso. Da chi? Ancora non ci ha pensato, ma il suo primo pensiero va subito a Scott, anche se dubita che il migliore amico sia favorevole all'idea di morderlo. 
Il druido, nel frattempo, lo controlla con degli strani aggeggi, lasciando che l'umano parli tutto il tempo, come una macchinetta. E, approfittando di questa sua parlantina sciolta, Deaton si prepara a fare la fatidica domanda.

«Stiles, se fossi costretto a decidere tra la tua vita e quella del licantropo che ti ha morso, che sceglieresti? Riflettici seriamente, vorrei una risposta sincera.»

Stiles sbatte le palpebre, non aspettandosi una domanda simile, e non capisce come mai il druido gliel'abbia posta. Forse, pensa tra sè e sè, è un tipo molto curioso. «La sua.» Risponde, senza incertezze nella voce, e con sicurezza nello sguardo.

Deaton gli crede, ed è costretto a prendere una scelta. 
Stiles semba ignaro al significato del morso che ha sulla spalla, e non sarà di certo lui a dirglielo. Però, se gli avesse risposto diversamente, gli avrebbe tranquillamente detto che è abbastanza forte per il vero morso.

«Mi dispiace, Stiles, ma non sei abbastanza forte per il morso...moriresti.» Mente Deaton, tristemente. Lo sguardo del ragazzino diventa lucido, e abbassa lo sguardo. Si riveste velocemente, puntando lo sguardo a terra.

«Io...devo andare, grazie di tutto.» Borbotta, con voglia di prendere a calci qualcosa.

«Ciao, Stiles...salutami Derek.»

Il castano annuisce, per poi uscire dalla casa. E il lupo è lì, davanti a lui, come gli aveva promesso.

«Lo so.» Lo anticipa il mannaro. Stiles alza lo sguardo su di lui.

«Ti prego, non dirmi che hai origliato.» beh, ha parlato anche di lui, sarebbe imbarazzante. Il lupo ha le mani nelle tasche della giacca.

«No, ho semplicemente fiutato le tue emozioni.»

Stiles sospira di sollievo, anche se poi si ricorda del fallimento. Ecco, adesso non può neanche salvarsi, se non catturando la creatura prima che sia troppo tardi.

«Ci resta solo da risolvere il caso.» Mormora il ragazzino, stancamente, appena sale nella Camaro, accanto al mannaro. Derek lo guarda di sottecchi.

«Sì, ma mettiti la cintura.» Si preoccupa il moro, facendo venire un piccolo sorrisino al castano. Perchè, dopo tutto, Derek Hale tiene a lui.

•••

«Sei sicuro di voler andare da Lydia?» Chiede Derek, dopo aver cenato silenziosamente con una buona pizza, quando il ragazzino se ne esce con quella bomba.

«Sì, pensavo di partire domani mattina, con la mia macchina. Sarà meglio, se sto anche lontano, no? Poi, si tratta solo di un giorno.» Insiste Stiles, seduto sul divano, ad una certa distanza da Derek. Sospira, perchè fino a due settimane fa non riuscivano a stare lontani neanche un secondo.

Cos'è successo, Derek? Perchè sei così freddo e lontano? Mi ricordo ancora, quando mi tiravi sempre più vicino al tuo corpo, in una sorta di abbraccio, tanto che sentivo il tuo cuore battere velocemente contro il mio petto. E batteva veloce, Derek, tanto che mi sembrava che stesse per scoppiare. Ma non ti ho mai detto nulla, perchè il mio rincorreva la stessa velocità del tuo.

Stiles sente di avere di nuovo gli occhi lucidi, perchè vorrebbe affrontare Derek, ma non ne trova la forza. 
Se il lupo si è davvero pentito di quando hanno fatto l'amore-perchè era amore anche per te, vero Der?-allora è inutile che ci spreca fiato.

Pensavo che ti sarei bastato, Derek, lo pensavo davvero. Ma, evidemente, non sono abbastanza per uno come te.

Lydia l'avrebbe lasciata comunque, perchè non l'amava più, e non aveva senso continuare la relazione. 
Voleva solo farlo il prima possibile.

«Va bene, ma perchè devi andare da lei con tutta questa urgenza?» Derek sa il perchè, l'ha capito, ma preferisce esserne sicuro.

Stiles abbassa lo sguardo.

«Per lasciarla, non l'amo più.» Risponde semplicemente, per poi specchiarsi nello sguardo verde del moro.

«Mi dispiace, stavate bene insieme.» Mente il mannaro, ricordandosi che, se vuole davvero riuscire a considerarlo solo come un amico, deve comportarsi come tale.

Stiles, a quella frase, non ce la fa più, e si volta verso il lupo, con occhi sprezzanti. «Lo pensavi anche quando mi baciavi, Derek?» E poi fa una risata amara, alzandosi dal divano e andandosi a rinchiudere in camera, senza neanche dare tempo al lupo per poter ribattere.

Stiles, però, non si è accorto di come gli occhi di Derek fossero lucidi, al pronunciare quelle parole. Di come fossero sfuggenti, scostanti e tristi.

Non se n'é accorto.

Eppure, lui che non faceva altro che rimirare gli occhi del lupo, senza mai riuscire a capire davvero di che colore fossero...come aveva fatto a non accorgersi di tutto il dolore che nascondevano?

(21:13) Lo so che è passato solo un giorno...ma come ti senti? MiglioreAmica<3

(21:14) Quanto tempo credi che serva per smettere di amare qualcuno? Perchè non ne posso più, la sua vicinanza forzata mi fa tremendamente male, Erica.

In un'altra occasione, per dimenticarlo l'avrebbe evitato il più possibile. 
Ma adesso non può, perchè deve comunque proteggerlo.

(21:15) Dipende da persona a persona, da sentimento a sentimento. A volte giorni, altre mesi, altre anni...altre ancora mai. MiglioreAmica<3

•••

Derek ha dormito pochissimo, troppo preoccupato per la sicurezza di Stiles per poter chiudere occhio, e si è alzato appena ha sentito dei movimenti in salone. Il ragazzino deve partire.

Il lupo si alza subito dal letto, dirigendosi in cucina con i boxer e una semplice canotta bianca. Stiles gli è di spalle, e veste una semplice felpa, nonostante fuori tiri un vento assurdo, che scuote quasi le vetrate del loft. Derek è un licantropo, quindi non sente freddo, ma il ragazzino gelerà la fuori. È sempre inverno, ancora.

«Ah, sei sveglio.» Lo saluta Stiles, che deve aver anche lui dormito poco, con in mano le chiavi della Jeep. 
Il mannaro abbassa un attimo lo sguardo.

«Sì, volevo solo dirti di stare attento.»

Stiles alza lo sguardo al cielo, nonostante gli si scaldi il cuore.

«Ho appena preso un caffè, il viaggio andrà bene.» Lo rassicura l'umano. «Dovrei tornare domani mattina, verso l'ora di pranzo.»

Derek annuisce. «Bene, mandami un messaggio appena sei arrivato.»

Il castano gli volta le spalle, annuendo distrattamente, giochicchiando con le chiavi della Jeep. Sta per uscire dall'appartamento, quando si ritrova in un battibaleno il lupo davanti a lui. Stiles sobbalza, preso alla sprovvista, e osserva il giacchino che il mannaro sta tenendo fra le mani.

«Mettitelo, fuori è freddo.»

Derek si sente tremendamente stupido, perchè non riesce proprio a impedirsi di preoccuparsi per quel ragazzino anche per le minime cose. Sembra un fidanzatino protettivo, ma non è del tutto colpa sua. Ha agito seguendo l'istinto del lupo, che a quanto pare tende a voler tenere Stiles dentro una bolla d'aria, fuori da ogni pericolo.

Il ragazzino dischiude le labbra, per poi afferrare la giacca, fissandola un attimo. Derek si fa da parte, per lasciarlo passare.

«Grazie.» Dice semplicemente, uscendo di casa, non potendo non sentire il suo cuore fare mille capriole. Sono anche piccoli gesti, ma sono quelli che, in fondo, fanno davvero la differenza.

•••

Stiles parcheggia vicino al college della Banshee, mandando un veloce messaggio a Derek, nel quale scrive che è arrivato sano e salvo, senza aspettarsi una risposta. Una marea di studenti gira per il campo accanto ai dormitori, e un debole Sole cerca di filtrare attraverso le nuvole.

Stiles si stringe nella giacca del lupo, impregnandosi del suo odore. 
È possibile che basti una sua giacca, per farlo sentire protetto? Si sente davvero rilassato, come se niente possa scalfirlo.

Il ragazzino cammina spedito verso i domitori, sapendo benissimo dov'è la camera della rossa, ed entrando nell'edificio. Attraversa un lungo corridoio, con delle foto dei migliori studenti sulle pareti color crema. Camera 104. Bussa, preparandosi le giuste parole da dire, che si è ripetuto per ben quattro ore di viaggio. Pochi secondi dopo, la porta della stanza si apre, e il castano si trova davanti Caren. La conquilina di Lydia.

«Oh, Stiles, eccoti qui.» Lo saluta, lanciando un'occhiata dietro di sè. «Lydia è dentro, vi lascio soli.»

«Umh, grazie Caren.» Borbotta Stiles, mentre la ragazza se ne va, concedendo privacy ai due. 
Lydia è in piedi accanto al letto, e sorride appena vede il castano.

Gli corre incontro, saltandogli addosso, rischiando quasi di farlo cadere. Stiles la regge, socchiudendo gli occhi: sarà più difficile di quanto avesse immaginato.

«Che bello rivederti! Mi mancavi così tanto!» Strilla la rossa, emozionata, cercando poi di baciare il ragazzino. Ma, Stiles, la scansa dolcemente.

«Lyds, è meglio se ti siedi...ti devo parlare.» Le consiglia, con la Banshee che sembra piuttosto perplessa da quell'atteggiamento scostante. Nonostante ciò, si siede sul proprio letto, mentre il ragazzino rimane in piedi, davanti a lei. La rossa sta ancora sorridendo, anche se meno di prima.

«Allora, cosa devi dirmi? Poi devo farti sapere qualcosa pure io.»

Stiles muove un piede nervosamente, togliendosi un attimo la giacca, visto che là dentro è caldo. «Mi sono preparato il discorso per tutto, il viaggio, ma adesso non so neanche da dove iniziare...» Ride con nervosismo il castano, senza guardare negli occhi la ragazza. «È così difficile, insomma, stiamo insieme da tre fottuti anni, non credevo sarebbe mai arrivato questo momento...mi dispiace tantissimo, Lydia, il punto è che...» Prende un profondo respiro. «...forse è il caso che ci lasciamo.»

La ragazza ha un espressione imperscrutabile, e resta in silenzio qualche secondo, per poi scuotere la testa. «Non puoi lasciarmi, Stiles.» Afferma semplicemente, alzandosi, e rovistando tra dei cassetti.

Stiles stringe le labbra, aspettandosi una reazione simile. «Lydia, per favore, non rendere tutto difficile...ormai ho preso questa decisione, mi dispiace.»

La ragazza tira fuori qualcosa, girandosi verso il castano, con gli occhi che vacillano.

«Non puoi lasciarmi, Stiles!» Insiste, lanciandogli addosso quello che aveva in mano, che il ragazzino afferra per miracolo. Stiles si limita a fissare ciò, impallidendo di botto. Sta per avere un attacco di panico, se lo sente...

«C-cosa significa...?» Riesce ad aprire bocca, dopo un buono minuto. 
Sta sudando, e sente come un giramento alla testa.

«Sono incinta.» Sorride lei. «Sono incinta, Stiles.»

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


 

"Il cervello della gente smette di funzionare quando perdono qualcuno che amano."

Derek è seduto al tavolo del salone, con il Bestiario davanti a sé, alla disperata ricerca della creatura che sta minacciando tutti gli agenti umani. 
Magari, capendo chi è, potranno anche comprenderne il motivo. 
Sa solo che riesce a spingere le vittime a suicidarsi, ma non sa bene come ci riesce, e che evidentemente fisicamente non è molto forte, visto che altrimenti li avrebbe uccisi con le proprie mani.

Sbuffa, sfogliando un'altra pagina, visto che non ha ancora trovato nulla, e il Bestiario è davvero enorme. 
Era andato da Deaton prima, per chiedergli un parere sul caso, e il druido aveva affermato che al momento non si ricordava qualcuno con poteri simili, ma aveva un Bestiario piuttosto antico in casa, dove Derek avrebbe potuto cercare le risposte che cercava.

Il mannaro si massaggia le tempie, quando avverte una strana sensazione. Si ferma di botto, chiudendo gli occhi: percepisce odore di confusione, tristezza e rabbia tutti insieme. 
Eppure, lui è più che sicuro di non provare niente di tutto ciò...e sente anche un certo odore...

Stiles.

Ma non un odore vicino, o meglio, sa che il ragazzino è dalla Martin, probabilmente appena arrivato, ma è come se avesse associato quelle emozioni negative al ragazzino.

Com'è possibile una cosa simile?

Il mannaro osserva il proprio cellulare, indeciso se chiamare Stiles o no, per poi riflettere che magari è solo una suggestione, visto che l'umano è più che lontano, quindi come farebbe a percepire le sue emozioni?

Derek, allora, continua a leggere, decidendo che lo chiamerà più tardi, giusto per sicurezza.

Le ore passano velocemente, tanto che il moro neanche se ne rende conto, quando d'un tratto riceve un messaggio da Hook. Un'altra vittima, sempre un loro agente umano. 
Derek si prende la testa fra le mani, sperando che Erica e Boyd riescano a trovare qualcosa su questa creatura, investigando sui propri Bestiari o Internet. Poi, sente ancora quel magone dentro di sè, che non se ne è mai andato via, e decide così di chiamare Stiles.

Giusto per assicurarsi che stia bene.

Digita il suo nome sul cellulare, portandosi poi il cellulare all'orecchio.

«Pronto?» La voce è stridula, e il moro sente una confusione assurda in sottofondo, con della musica caotica...perchè diavolo Stiles è in discoteca?!

«Stiles, sono io...volevo solo sapere se andasse tutto bene.»

Sente ora la musica un po' di meno, probabilmente l'umano si sta allontanando dal caos, per potergli parlare in pace.

«Benissimo!» Esclama, con tono falso, e Derek intuisce che il ragazzino deve avere bevuto un po', visto il timbro squillante. «Ho solo scoperto che Lydia è incinta, eeee che non è neanche il mio bambino!!! Diceva fosse stato solo un errore, e che le dovessi rimanere accanto, perchè mi ama e cazzate varie!» Risata amara, mentre il moro ascolta le sue parole sorpreso. «Che se ne andasse a fanculo! Tutti se ne andassero a fanculo! Anche te!» Biascica poi, e il moro corruccia lo sguardo, capendo che la situazione è abbastanza critica.

«Vengo a prenderti, non fare cazzate Stiles.» Sospira il moro, rassegnato. «Smettila di bere, sali nella tua Jeep, resta fermo là dentro e mandami la tua posizione.»

Il ragazzino chiude la chiamata, senza neanche rispondere, e il moro spera vivamente che gli dia ascolto, senza andare a finire in qualche casino. Derek esce di casa, prendendo il portafoglio e le chiavi della Camaro, dirigendosi con una certa fretta verso la stazione.

•••

Derek si è fatto quasi quattro ore di treno, dormendo quasi tutto il tempo, e ricevendo la posizione di Stiles solo un'ora prima dell'arrivo. Probabilmente il ragazzino ha deciso di dargli ascolto solo dopo aver continuato a ballare e bere, ovunque sia. Il mannaro controlla il navigatore del proprio cellulare, seguendo le indicazioni, avvicinandosi sempre di più a dove dovrebbe trovarsi la macchina del ragazzino.

È buio, visto che sono già le dieci di sera, e il moro si fa strada grazie alla luce dei lampioni e alla vista da lupo. Passa accanto ad un parco, a quest'ora completamente deserto e dall'atmosfera inquietante, per poi tornare con lo sguardo sul telefonino: Stiles deve avere parcheggiato accanto al bar di fronte a lui, da qualche parte. Il moro, allora, si concentra sui propri sensi, focalizzandosi sulla ricerca dell'odore e del battito dell'umano, per poi individuarlo poco dopo.

La Jeep azzurra è parcheggiata vicina al marciapiede, e Stiles è all'interno.

Derek si avvicina alla macchina, osservando che il ragazzino sta beatamente dormendo sul sedile accanto a quello del guidatore, con il capo appoggiato sulla parte superiore del sedile, in un'espressione abbastanza tranquilla.

Per fortuna non si è chiuso dentro, così Derek ha modo di entrare all'interno, sedendosi accanto all'umano. Le chiavi sono già inserite, quindi il lupo si appresta semplicemente a mettere in moto la vettura, che lui definisce catorcio, portando il ragazzino a svegliarsi.

«Derek...Derek, sei davvero tu?» Osa chiedere l'umano, quasi allungando una mano verso il volto del mannaro, come per confermare che non stia sognando. Il lupo mantiene lo sguardo sulla strada, prendendo velocità, attento nel non guardare il ragazzino. Se lo guardasse, potrebbe avere una voglia disumana di baciarlo o anche semplicemente abbacciarlo.

E, tutto quello che riesce a pensare, è che Stiles è una bomba in procinto di esplodere, e deve far in modo che nell'esplosione non si porti via anche una parte di sè.

«Sì, Stiles, ti avevo detto che sarei venuto a prenderti.» Gli ricorda il lupo, sentendo che ancora l'umano non è tornato completamente sobrio. Sfreccia fra le strade vivaci di New York, dove la vita notturna è appena iniziata.

Stiles pare guardare qualcosa fuori dal finestrino, con ancora i pensieri mal collegati in testa, e uno sguardo per lo più assente. «Ho provato a non pensare più a nulla.» Ammette Stiles, con voce bassa, come per giustificarsi. «A non pensare più a Lydia, che non amo più, e che mi ha tradito.» Si ferma un attimo, continuando a guardare un punto indefinito della strada. «Ma, poi, mi sono ricordato che anch'io l'ho tradita, con qualcuno che non si vuole neanche ricordare di quando abbiamo fatto l'amore...»

«Stiles...»

«Va bene, Derek.» Lo interrompe il ragazzino, chiudendo gli occhi. «Per te era solo sesso, e non eravamo neanche del tutto sobri...hai capito che puoi avere molto meglio di me, e va bene, davvero. Ma, allora, perchè sei qui? Perchè ti sei fatto un viaggio di quattro ore, solo per poi riportarmi a casa, quando potevo benissimo dormire nella Jeep, partendo da sobrio il giorno dopo?»

Il moro non stacca gli occhi da davanti a sè, irrigidendo tutti i muscoli. 
Non risponde.

«Perchè mi stai rifiutando, Derek, e allo stesso tempo mi fai sentire amato?» Osa domandare Stiles, con tono quasi disperato, quasi non ne potesse più di quella situazione. Derek preme il volante con fin troppa forza.

E non risponde, immobilizzandosi sul posto, perchè la paura fa questo. 
Ti paralizza.

•••

«L'HO TROVATO!» Esclama Stiles, seduto sul divano. Derek si alza dal tavolo, fiondandosi subito accanto a lui.

Si sono divisi il compito di analizzare il Bestiario, e il moro glielo prende dalla mano, per vedere meglio. Nel farlo, le loro mani si sfiorano, e Stiles si ritrova a guardare Derek di sottecchi: si ricorda bene di quando è venuto a prenderlo fino a New York, solo per riportarlo indietro, e di quello che si sono detti. Stiles vorrebbe urlargli tante cose, perchè non può comportarsi così freddamente con lui, dopo tutto quello che hanno passato, ma adesso hanno altre priorità. 
Come la creatura sovrannaturale che sta uccidendo tutti gli agenti umani, e devono risolvere il caso il prima possibile.

C'è una strana figura sul libro, e anche piuttosto inquietante, sbiadita a causa del passare degli anni.

«È un tipo di Darach.» Legge attentamente il lupo, sentendo di avere una strana familiaretà con quest'essere, anche se non si ricorda il motivo. «Quando un Darach oscuro prova un sentimento di odio e di rabbia, può evolversi, in una creatura più forte, capace di uccidere qualcuno senza neanche sfiorarlo con un dito. Basta che esso si avvicini alla propria vittima, recitandole una formula in latino antico, radicando in lei forti pensieri suicidi.» Derek finisce di leggere con un brivido, mentre Stiles si massaggia le tempie.

«Insomma, basterà che vado in giro con dei tappi alle orecchie, no?» Ironizza il ragazzino, pensando disperatamente a come potrebbero mai fermare una creatura simile. Non sa bene, in realtà, se la persona debba ascoltare per forza la formula o basti la vicinanza.
Derek continua a leggere silenziosamente, come alla ricerca di qualcosa utile per fermare quel Darach. Ma non trova nulla.

«Chiamo Deaton, torno subito.» Afferma poi il moro, alzandosi dal divano, per dirigersi in camera propria. Il druido gli risponde subito, ricordandosi adesso di aver già sentito questa creatura da qualche parte, e che l'unico modo per fermarla è ucciderla del tutto. Derek sospira, perchè non sarà affatto facile, visto che non saprebbe neanche da dove cominciare a cercare questo Darach.

Torna dall'umano, trovandolo tutto steso sul divano, con aria stanca.

«Allora, Lydia cosa farà con il bambino?» Osa chiedere il moro, sedendosi sulla poltrona di fronte al divano. Non ne hanno mai parlato ancora. Probabilmente dovranno fare diverse ricerche su Internet o su altri Bestiari, in cerca di altri dettagli importanti su quella creatura, ma adesso possono anche prendersi una piccola pausa. Stiles, completamente steso, si limita a fissare il soffitto.

«L'ho convinta a dirlo al vero padre.» Sbuffa. «A quanto pare aveva paura di informarlo, visto che è stata una botta e via, sai. Si è giustificata dicendomi che mi sentiva troppo lontano, preso da qualcun'altro bla bla...» fa una risata amara. "...non so se potremmo restare amici, ci siamo amati, sì, ma ci siamo anche feriti e...le ho ammesso di averla tradita anch'io.» Derek resta in silenzio, aspettando che il ragazzino aggiunga qualcosa. «Il bello è che mi ha detto che se lo aspettava, sai, che sarebbe successo con te.»

Derek volta lo sguardo. Non riesce a non pensare alla nuova vittima, una ragazza della sua età. Conosceva di vista il suo partner, un certo Brady, ed era anche lui un agente effettivo, nonostante fosse un licantropo. 
Li aveva visti insieme diverse volte, e quei due erano innamorati.

E adesso?

Derek può solo immaginare il dolore che sta provando Brady, e anche capirlo. Se ci fosse stato Stiles al posto di quella ragazza? 
Deve pur esserci un modo per smettere di amarlo, per non provare di nuovo tutto quel dolore, per non cadere definitivamente a pezzi.

'Ti guardo e ho paura, Stiles. Ho paura che prima o poi la storia si ripeterà di nuovo, e che sarò così distrutto che non riuscirò più a rimettere insieme i miei pezzi. Perchè non so cosa sia, ma non avevo questa connessione neanche con Paige, e la cosa mi terrorizza. Mi hai capito, come mai nessun altro, come se ti avessi in un certo senso sempre aspettato. 
Ho sempre avuto il controllo su di me, Stiles, e tu me l'hai tolto. Sono sempre stato bravo a controllare i battiti del mio cuore, ma con te è come se fossi una persona diversa. Meno arrabbiata con il mondo, con meno dolore...migliore. Quindi scusami se provo a smettere di fare di te la mia debolezza. Perchè ho paura. 
Paura che mi mancherai per sempre, e che ti rivedrò ovunque. Dietro ogni volto, sorriso, sguardo...come una vecchia presenza.'

Perchè Derek aveva questa costante di paura di rischiare, di lasciarsi andare, perchè era già successo una volta, ed era andata male.

Per una volta decide di essere egoista, pensando a sè stesso più che agli altri, cercando di proteggersi da ciò che più teme.

Perchè sì, Stiles è la sua debolezza, e la sua morte la più grande paura.

«Derek...» Richiama la sua attenzione il ragazzino, che ora si è messo seduto meglio sul divano, con gli occhi vagamente lucidi. «Puoi...puoi abbracciarmi? Ti prego...» E si morde un labbro, abbassando lo sguardo. 
Si sente ridicolo, perchè deve pregarlo per un abbraccio, quando fino a poco tempo non aveva neanche bisogno di chiederlo. Ma ne ha così maledettamente bisogno, perchè tutto sembra stare andando a rotoli, e ha bisogno di sentirsi bene per almeno un minuto. Il moro sussulta alla sua richiesta, incrociando il suo sguardo spento.

Come puoi dirgli di no, quando ha anche lui una voglia maledetta di stringerlo tra le sue braccia? 
Così Derek si siede accanto a lui, lasciando che l'umano poggi la propria testa sul suo petto, e circonda il suo corpicino con le braccia. 
In quel momento, si dimentica di tutti i problemi, e continua a stringerlo nelle sue braccia, inebriandosi del suo profumo.

«Il tuo cuore sta battendo velocissimo.» Sussurra Stiles, continuando a premere la testa sul petto del moro.

'È tutta colpa tua, Stiles.'

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


"I can't help but love you, even thought I try not to."

È passato qualche giorno, e gli agenti cominciano a morire. Il numero ammonta a cinque, per ora, e non si sa ancora chi è questo Darach, e perchè stia facendo tutto questo.

Come si fa a sconfiggere qualcuno senza identità? È come se stessero dando caccia a una persona inesistente.

Però, grazie anche a Erica, Deaton e Boyd, sono riusciti ad avere altre informazioni sulla creatura: fisicamente non è così forte, ma può respingere qualcuno molto facilmente, come se creasse un'onda d'urto invisibile con le mani. Forse, per chi è un mannaro, è piuttosto facile resistere alla spinta. Inoltre, basta che il Darach sia abbastanza vicino alla vittima, per poter pronunciare la famosa formula che spinge al suicidio. E quest'ultima può anche non sentirla, ma non cambierebbe nulla.

Derek e Stiles lavorano tutto il tempo sul caso, concentrando tutti i pensieri su di esso, perchè al momento il ragazzino non può assolutamente crollare, pensando alla sua situazione con il lupo. È per lui che non vuole morire, ma allo stesso tempo il mannaro lo sta uccidendo con la sua freddezza e indifferenza.

Come se fossero tornati all'inizio di tutto.

Come se Derek non fosse mai stato dentro di lui.

Stiles non ha detto nulla a Scott o a suo padre, per non farli preoccupare, informandoli solo della sua rottura con Lydia. Per sua fortuna, non hanno fatto domande su come andasse con Derek, e gliene è molto grato. 
Sta cercando in ogni modo di non pensarci, e il caso lo aiuta a distrarsi. La mattina il castano va in accademia, perchè lì e al sicuro, e viene scortato sempre da Derek, con la sua Camaro nera. Poi, per il resto del tempo, resta nell'appartamento del moro, andando solo ogni tanto a trovare Isaac e gli altri, per prendere una pausa da tutto ciò. Per non impazzire. Ovviamente, rigorosamente circondato dal sorbo, dopo che Deaton ha rassicurato che per questo Darach è molto improbabile che riesca a superarlo.

Stiles ha ancora una traccia del morso di Derek, sulla spalla, e non capisce come sia possibile, visto che i succhiotti sono già andati via.

Non era un semplice morso con i denti umani?

Derek, dal canto suo, sta cercando davvero di smettere di amare Stiles. Quando l'umano non è in casa, si ripete anche ad alta voce 'Io non amo Stiles, non provo nulla per lui'. 
Cerca di autoconvincersi che è così, ma, la verità, e che non ci crede neanche un po'. Così, dopo averlo ripetuto almeno un centinaio di volte, e sentendo la menzogna nelle proprie parole, dà un pugno rabbioso alla prima cosa che gli capita intorno.

Perchè deve essere così difficile disinnamorarsi di qualcuno?

L'amore è una merda.

E, a volte, ci crede anche un po', ma poi vede Stiles.

E capisce di essere fottuto.

Inoltre, Derek ha cominciato anche a frequentare pub, sempre quando l'umano sta con i suoi amici, e non è andata affatto bene. Una sera si è ritrovato a casa di un ragazzo qualsiasi, di cui non si ricorda neanche il nome, e hanno fatto sesso, senza troppe chiacchiere. Derek pensava fosse utile per dimenticare l'umano, ma poi è successo che ha urlato il suo nome quando è venuto.

Si è scusato borbottando, per poi rivestirsi e andarsene immediatamente via. Si sente così stupido, visto che non riesce neanche a fare sesso con qualcun altro, senza pensare a Stiles. Quell'umano è ovunque, ed è proprio questo che lo spaventa...perchè prima o poi potrebbe davvero non esserci più, e sarebbe tutto così diverso, sbagliato.

•••

Stiles è ora nel suo appartamento, cenando semplicemente con Isaac.

«Lavorare troppo ti fa male, Stiles.» 
Si preoccupa il riccio, notando le occhiaie del castano, e il modo stanco con cui si accinge a mangiare. 
Il ragazzino fa spallucce.

«Questa volta è diverso, Isaac, qualcuno sta minacciando i nostri agenti, compreso me. E non abbiamo neanche un nome o cognome.» Si limita a rispondere, portandosi una mano tra i capelli.

Il riccio alza le sopracciglie. «Perchè ho l'impressione che ti ammazzi di lavoro anche per evitare Derek?»

Stiles abbassa lo sguardo sul proprio piatto. Isaac sa tutto quello che è successo, e neanche lui riesce a spiegare cosa sia successo al mannaro. Stiles gli aveva già detto che semplicemente aveva capito di poter avere di meglio di lui, ma il riccio non sembrava della stessa opinione.

«Dovresti affrontarlo una volta per tutte, Stiles, per chiarire questa situazione.» Aggiunge il riccio, notando il silenzio dell'altro.

«Cosa c'è da chiarire, Isaac?» Replica il ragazzino, amaramente. «Abbiamo fatto l'amore, e lui ha fatto finta di non ricordarsene, come se se ne fosse pentito. Inoltre, evita un contatto fisico...non prova semplicemente niente per me, non c'è niente da chiarire.»

Isaac scuote la testa, in disaccordo.

«Stiles, sai meglio di me che non è vero!» lo rimprovera. «Te e Derek vi siete anche baciati diverse volte, e, da quello che mi hai raccontato, lui ti ha trattato sempre diversamente da tutti. Come se fossi speciale. Inoltre, ho notato il modo in cui ti guarda...è lo stesso che avevi tu, ogni volta che mi raccontavi qualcosa di lui...»

Il castano alza lo sguardo sul coinquilino.

«Credi...credi davvero che ci sia altro? Qualcosa che non mi vuole dire?» Azzarda Stiles, d'un tratto speranzoso, perchè si ritrova a concordare con le parole del riccio. O Derek è stato un perfetto attore per tutto quel tempo, oppure gli sta nascondendo qualcosa, che lo porta ad allontanarlo.

«Sì, lo credo davvero.» Afferma il riccio, ritornando poi sul fatto che dovrebbero parlare chiaramente, una volta per tutte. Stiles sospira.

«Forse hai ragione, appena torno vedo cosa fare.» Decide allora il castano. «Grazie, Isaac.»

Il riccio accenna un sorriso.

«Di niente, è un piacere farti ragionare.»

•••

Stiles torna nell'appartamento di Derek, scortato da quest'ultimo, che non gli ha rivolto parola per tutto il viaggio.

«Io-umh, dovrei parlarti, Derek...» Inizia il discorso Stiles, mentre il moro gli dà le spalle. Il mannaro irrigidisce tutti i muscoli, aspettandosi da giorni questo momento. E non si sente per niente pronto, perchè non vuole ferire Stiles.

«Adesso devo andare a farmi una doccia. Ne riparleremo.» Lo liquida freddamente Derek, sparendo in un secondo in bagno. Stiles rimane imbambolato in mezzo alla sala, con la bocca dischiusa. Abbassa un attimo il capo, sentendo inumidirsi gli occhi. Non ce la fa più, la lontananza fisica dal lupo lo sta distruggendo. Ormai è diventando dipende dall'altro, sotto ogni punto di vista, e sta rischiando di scoppiare. Così, si ritrova davanti alla porta del bagno, poggiandoci la fronte contro. Sente chiaramente il rumore dello scroscio dell'acqua, segno che il mannaro si sta già lavando.

«Derek...» Sussurra contro il legno della porta, conscio che il mannaro lo può sentire benissimo. «...ti prego, non riesco più a fare a meno di te.» Il tono diventa come supplicante, e si impone di non piangere. «Mi mancano le tue labbra, mi manca il tuo tocco, mi manchi tu...» Continua, sentendosi estremamente ridicolo. «...per favore, lasciamo entrare...non ce la faccio più...»

Derek, che è sotto la doccia, ha sentito ogni parola del ragazzino. 
È appoggiato con un braccio ad una delle pareti, lasciando che l'acqua gli cada addosso, con gli occhi chiusi. Sospira pesantemente, perchè, per quanto s'impone di stare lontano da quel ragazzino, se lo ritrova sempre più vicino. E, come al solito, non riesce a dirgli di no.

«...Entra, prima che me ne possa pentire...» Decide, lasciandosi uscire un ringhio di rassegnazione. 
Il lupo in lui scalcia, desideroso di marchiare nuovamente l'umano. 
Sente la porta spalancarsi, e in poco più di un minuto Stiles è entrato nella doccia, completamente nudo, andandosi a sfiorare con il mannaro, visto l'angusto spazio.

Il ragazzino lascia spaziare lo sguardo sul fisico scolpito del lupo, tutto bagnato, per poi avventarsi sulle labbra del moro. Gemono entrambi, appena le loro lingue s'incontrano nuovamente, come se avessero aspettato quel momento da fin troppo tempo.

Come se fossero finalmente tornati a riespirare, dopo un tempo interminabile di apnea.

Le mani di Stiles vanno a toccare ogni lembo di pelle del mannaro, e l'acqua continuare a bagnare inesorabilmente entrambi. Le mani di Derek, invece, si posano possessivamente sulle natiche del ragazzino, con un ringhio di piacere, che trova semplicemente perfette. Le loro bocche non si staccano un attimo, come a recuperare tutti i baci perduti, e le loro erezioni si strusciano l'una sull'altra. Stiles mordicchia un labbro del moro, per poi intrecciare la propria lingua con quella dell'altro, emettendo suoni piuttosto osceni.

Il lupo, che ha già perso la ragione, la manda definitivamente a quel paese, quando sente le parole che escono dalla bocca del ragazzino:

«Scopami, Derek.»

Con una spinta, lo manda a sbattere contro una delle pareti opache della doccia, girandolo. Il petto del ragazzino si scontra con il vetro, e spinge i fianchi verso il corpo del moro. Derek porta la bocca sul collo del più piccolo, inebriandosi del suo profumo, per poi accarezzare la sua schiena, con movimenti pieni di desiderio. Lascia aderire il suo corpo con quello dell'umano, separandogli le natiche, per poi indirizzare il proprio membro pulsante sull'apertura del ragazzino. Non si preoccupa neanche di preparlo, entrando in lui rudemente. Stiles urla, percependo un minimo di dolore, che scompare non appena Derek prende a muoversi dentro di lui.

Il moro sta scaricando tutta la frustrazione che prova, per non poter avere Stiles come vorrebbe, e continua a spingersi dentro Stiles con forza, quando si accorge che deve aver colpito la prostata. Il ragazzino ha una guancia contro il vetro, e la bocca aperta dal piacere.

«Derek...più forte!» Lo incita, continuando a pronunciare il suo nome, non appena Derek velocizza i suoi movimenti e le spinte diventano sempre più profonde, colpendo sempre di più la prostata. Il suono delle loro pelli, che si scontrano, fa eccitare in un modo smisurato l'umano, che sente di star venendo al limite.

Ad un certo punto il mannaro va così veloce che Stiles sente di non avere neanche il tempo di tornare a respirare, e fa un'enorme smorfia di piacere, urlando il nome di Derek mentre viene. Il moro si spinge un'altra manciata di secondi dentro quel corpo scosso dal piacere, prima di venire a sua volta, con il nome dell'umano accompagnato da un poderoso ringhio.

Derek, resosi conto di quello che è appena successo, esce immediatamente dalla doccia, in accappatoio, rinchiudendosi subito in camera sua. Stiles si regge malamente in piedi, ancora scosso dal post orgasmo, e si rese conto solo dopo che il moro se n'è andato. Il ragazzino esce anche lui dalla doccia, rivestendosi velocemente, per poi raggiungere la camera del mannaro.

Si è chiuso dentro.

«Derek, che succede?» Domanda l'umano, appoggiandosi alla porta con le mani.

«Stiles, non doveva succedere.» Risponde semplicemente, con voce affranta, facendo montare la rabbia nel ragazzino. Stiles chiude la mani a pugno, sentendo le lacrime minacciare prepotentemente di uscire. Si sente a pezzi, come se fosse stato calpestato un numero infinito di volte.

«Vaffanculo, Derek!» Esclama, con rabbia, correndo verso la porta dell'appartamento, senza farsi troppi problemi nell'uscire e scappare il più lontano possibile.

Il lupo si rende conto che Stiles è appena uscito di casa, esponendosi così al Darach. «Stiles!» Tuona il suo nome, con un ringhio pieno di preoccupazione e paura, per poi andare a rincorrere quel ragazzino.

Stiles esce dall'edificio, con le lacrime che escono silenziose, imponendosi di non singhiozzare come un bambino. Per fortuna, piove abbastanza forte da nascondere il tutto, e il buio della sera aiuta. Stiles s'incammina nel parcheggio secondario, dove praticamente non viene mai nessuno. Un solo lampione illumina lo spiazzo vuoto, e il ragazzino si guarda intorno, come per decidere dove diavolo andare, con la vista che gli si fa sfocata. Perchè deve essere così debole, perchè le lacrime non vogliono smettere di uscire? Tutto quello che sa è che vuole andare il più lontano possibile dal mannaro, non importa dove.

«Stiles!» Sussulta al sentire il suo nome, e si gira di scatto. Derek è ad una decina di metri di distanza, con la maglia completamente appiccicata al fisico, a causa della pioggia. 
Ha la bocca dischiusa, probabilmente avendo notato fin troppo bene che quelle sul volto dell'umano solo lacrime, e non pioggia.

«Ti odio!» Esclama Stiles, avvicinandosi sempre di più al lupo, fino ad arrivargli a qualche centimetro. «Ti odio! Ti odio!» Continua ad urlare, piangendo, e sganciando dei pugni sul petto del mannaro. Quest'ultimo, ovviamente, non sente neanche l'accenno di un dolore, e si limita a fissare in silenzio l'umano, percependo i suoi battiti.

«Non è vero...» replica, stringendo improvvisamente l'umano contro il suo petto, come per calmarlo. Stiles cerca invano di liberarsi dalla presa del mannaro, finendo per arrendersi, e chiudere gli occhi, come se servisse a smettere di piangere.

«Perchè, Derek?» Sussurra Stiles, privo di forze. «Perchè ti comporti come se mi amassi, e poi come se per te non contassi nulla?»

«Stiles...»

Stiles si districa dalla sua presa, allontanandosi di un paio di metri.

«Non puoi fare così, Derek!» Grida, e il moro fiuta le sue emozioni: rabbia, disperazione, tristezza e rassegnazione. «Non puoi trattarmi come se fossi maledettamente speciale, baciarmi, fare l'amore con me e puoi allontanarmi da te! Non puoi farmi innamorare e non assumerti le tue responsabilità!» Continua a gridare, convinto che prima o poi finirà tutto il fiato. «Sto cercando di non morire per te, Derek, ma sei tu che mi stai distruggendo! Nessun Darach, solo te

Derek rimane sconvolto dalle ultime parole del ragazzino. Non credeva di stargli facendo così male. E inizia a chiedersi se dovrebbe rischiare, solo per tornare a vedere Stiles sorridere. Se ne vale la pena. Perchè ancora ha maledettamente paura di stare male di nuovo, ma l'amore non significa pensare prima al bene dell'altro? 
Forse potrebbe davvero ricambiare Stiles, anche se questo non significherebbe superare la propria paura, ma fare uno sforzo.

Per Stiles.

Con la tremenda consapevolezza che seguirebbe il ragazzino ovunque, pure nella morte, se necessario. Si sta condannado, in poche parole, per la felicità di qualcun altro.

Questo è l'Amore, con la A maiuscola.

Stiles ha gli socchiusi dalle lacrime, i capelli tutti appiccati alla fronte, e la bocca dischiusa. Quello sguardo...
Dio, così spento e vuoto.

«Ti odio, Derek.» Afferma, a bassa voce. «Odio il tuo silenzio, perchè a volte non so come interpretarlo. Odio il tuo tenerti tutto dentro, perchè mi sembra di essere escluso dalla tua vita. Odio il tuo essere acido, distaccato e freddo, come se niente e nessuno ti possa scalfire. Odio il modo in cui riesci a ferirmi anche solo con una parola, facendomi sentire così debole. Odio il modo in cui cerchi di mostrarti sempre forte, come se non avessi mai bisogno di aiuto. Odio che il tuo carattere è così maledettamente diverso dal mio, e che finiamo sempre per discutere. Odio che spesso non sai neanche cosa sia la gentilezza, quando ti ritrovi a dover imporre o chiedere qualcosa.»

Derek abbassa lo sguardo, perchè l'umano ha ragione: il carattere del lupo è orribile, e non si merita minimamente qualcuno come lui.

Stiles volta poi lo sguardo da un'altra parte, diventando d'un tratta ancora più triste e rassegnato.  Dopo una manciata di secondi riporta lo sguardo sul lupo, guardandolo come si guarda qualcosa che amiamo profondamente, e che ci viene portata improvvisamente via.

Come quando osserviamo la fine del tramonto, cercando di catturnarne nella mente il più possibile, prima che lasci spazio al buio.

«Ma amo il modo in cui ti prendi costantemente cura di me.» Riprende a parlare, allargando un poco le braccia. «Amo il modo in cui mi guardi, amo il modo in cui mi fai sentire speciale, come nessuno è mai riuscito a fare. Amo il tuo silenzio, perchè compensa le mie chiacchiere. Amo il tuo essere acido, freddo e distaccato, perchè riesco così ad apprezzare di più i tuoi momenti di dolcezza. 
Amo come per te le parole siano sopravvalutate, e come quindi riesci a dimostrare di tenerci a me con i più piccoli gesti. Amo il tuo carattere così diverso dal mio, perchè non riuscirei mai a stare con una persona uguale a me. Amo il modo in cui mi baci, come se fosse sempre l'ultima volta. Amo la sensazione che mi danno le tue labbra e il tuo tocco, e il modo in cui mi hai fatto sentire fuori dal mondo quando abbiamo fatto l'amore.»

Derek sente la pioggia carezzare il proprio volto, e non riesce a capire se gli è scappata anche qualche lacrima. Stiles sembra letteralmente distrutto, come se stesse facendo fatica solamente a restare in piedi. 

«Se mi avessero detto mesi fa che saremo arrivati a questo punto, gli avrei reso in faccia, perchè ti trovavo insopportabile...» Continua a parlare Stiles, mettendo finalmente a nudo tutti i suoi pensieri e sentimenti. «...Ma fin dall'inizio mi sono sentito attratto da te, come se dovessi conoscerti ad ogni modo, e solo così ho imparato ad apprezzarti, ad innamorarmi di te, perchè sei una persona fantastica, e continuerò sempre a pensarlo, nonostante questo tuo comportamento nei miei confronti, nonostante magari tu non ricambi i miei sentimenti...» Il ragazzino abbassa il volto, affranto.

«...Ho rinunciato a tante cose nella mia vita, Derek. Quando sono venuto qui, ho rinunciato a Beacon Hills, a mio padre, ai miei amici. Ho rinunciato pure alla mia ragazza, ma non ho mai rinunciato a te...e non ho intenzione di farlo proprio ora.»

Derek, adesso, è parecchio convinto di stare piangendo anche lui. 
Stiles è la persona migliore che abbia mai conosciuto, e non riesce a pensare a quanto sia stato fortunato a scegliere lui, quel giorno, come suo partner.

«Lydia è stato il mio primo amore.» Aggiunge l'umano. «Ma tu sei il mio ultimo....ti amo, Derek Hale.»

Il lupo fa qualche passo in avanti, ancora assimilando tutte le parole del ragazzino, cercando di formulare pensieri coerenti nella sua mente. 
Apre bocca, per urlargli che sì, anche lui lo ama, quando si ritrova costretto a bloccarsi.

La figura del ragazzino sta come cambiando, e adesso davanti a lui c'è uno Stiles morto, con gli occhi vitrei e sangue ovunque...e poi appare Paige al posto suo, ancora viva, che lo guarda con un sorriso, nonostante abbia un foro di proiettile sullo stomaco.

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


"I'll hold you when things go wrong, I'll be with u from dusk till dawn, baby I'm right here."

Derek spalanca gli occhi, indietreggiando, cominciando a respirare sempre più affannosamente.

«T-tu n-non sei r-reale...»

Continua a ripetere a bassa voce, ma la figura di Paige è ancora davanti a lui, sorridente quanto macabra, e Derek sente il proprio cervello andare in contro circuito, per quanto non ci sta capendo nulla.

Che cosa cazzo sta succedendo?

Il lupo si accascia a terra, chiudendo gli occhi, e sentendo chiaramente che sta perdendo il controllo. Non ha mai avuto un attacco di panico, ma c'è sempre una prima volta.

«Derek? Derek!» Qualcuno lo sta chiamando. È la voce di Stiles, ne è sicuro, ma il licantropo è ancora piegato su di sè, senza riuscire a concentrarsi su qualsiasi cosa. «Derek, cosa diavolo sta succedendo?!»

Il moro sente una presenza accanto a lui, e delle mani si posano sul suo corpo, cercando di capire cosa non va. Il lupo alza gli occhi, sentendo l'odore familiare dell'umano...ma davanti a lui c'è di nuovo Paige, non Stiles. 
Ringhia, spaventanto come non mai, con la vista che si sta offuscando ancora di più, e gli occhi che si illuminano di blu.

«Derek...sono io! Dio, stai avendo un attacco di panico, non è così?» Intuisce Stiles, piuttosto confuso e terrorizzato, ricordandosi molto bene quando ce li aveva lui, dopo la morte di sua madre. «Respira, Derek, sono io, Stiles, respira, cazzo! Concentrati sulla mia voce!»

Il lupo chiude gli occhi, concentrandosi solo sulla voce calda del ragazzino, pensando a tutti i momenti passati insieme a lui, cercando di eliminare la figura di Paige e di Stiles morto dalla sua testa. Il tocco dell'umano lo calma, è pur sempre la sua ancora, e piano piano il respiro si regolarizza, ma non osa comunque alzare la testa sul ragazzino. Con gli occhi chiusi, allunga le mani verso il suo volto, arrivando a toccare delicatamente una guancia del castano, il quale resta in silenzio e sempre più confuso.

Perchè Derek prima lo guardava spaventato a morte? Perchè ha avuto un attacco di panico? E perchè ha gli occhi completamente chiusi?

Derek, una volta accertatosi di trovarsi davanti al ragazzino, abbassa il capo.

«Dobbiamo andare da Deaton.» Afferma, alzandosi ancora scosso, e dando le spalle all'umano.

«Perchè, Derek? Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?»

Il lupo affossa le spalle, distrutto.

«Ogni volta che ti guardo...non vedo te.»

Il ragazzino dischiude la bocca, corrucciando lo sguardo.

«Cos- che stai dicendo, Derek? Chi diavolo vedi al posto mio?!»

«Vedo te. Te morto

Silenzio.

«E vedo anche lei.» Aggiunge poi il lupo, tremando leggermente.

«...lei chi?» Osa domanda l'umano, facendo un passo verso il licantropo.

«Paige.»

•••

Stiles ha accompagnato Derek da Deaton, visto che non può assolutamente restare da solo, e infatti il lupo ha anche chiamato Erica per portare un attimo Stiles via con lei. Derek, mentre guidava, si è girato un paio di volte verso l'umano, accidentalmente, e l'ha visto tutto insanguinato, con le orbite completamente vuote.

Ha perso per qualche secondo il controllo della macchina, e il ragazzino, con la propria voce, gli ha permesso di rimanere il più lucido possibile.

Devono capire subito cosa sta succedendo, e per il momento Derek ha bisogno che Erica si prenda un attimo cura di Stiles, perchè non vuole che il ragazzino si sente in colpa. 
È stato difficile per il moro dirgli che gli sta facendo inconsapevolmente del male. Infatti, riesce a sentire le emozioni del ragazzino, e sono le tipiche di chi ha sensi di colpa.

Dio, perchè deve essere sempre tutto così dannatamente complicato?

Arrivano da Deaton poco dopo, e il druido apre silenziosamente la porta, lasciando entrare i due. Stiles si siede sul divano, mentre Derek resta in piedi, davanti al ragazzino, di spalle, per evitare di guardarlo anche solo per sbaglio. Non pensava che avrebbe mai avuto una visione della ragazza, dopo la sua morte, e non è psicologicamente pronto ad affrontare tutto ciò.

Derek racconta brevemente a Deaton quello che è successo. «...ad un certo punto, Stiles è diventato pieno di sangue, morto...e subito dopo è apparsa...Paige...al posto suo...» Abbassa lo sguardo, chiudendo le mani a pugno. «...io...stavo impazzendo, sono riuscito ad evitare la completa perdita del controllo grazie a lui, avendo riconosciuto il suo odore...e ho capito che non era reale, non...non poteva esserlo...»

Il ragazzino rimane in silenzio, stranamente, sentendosi solamente un peso, quando invece ha aiutato il lupo a controllare la propria umanità e l'attacco di panico.

Deaton osserva i due in silenzio.

«Credo proprio che il Darach abbia lasciato una maledizione.» Afferma, con tono sicuro. «E credo anche di sapere di quale si tratta, ha fatto in modo che al posto del ragazzino potessero apparire le tue paure più grandi, Derek.»

«La mia morte è una delle sue paure più grandi?» Interviene il più piccolo, sorpreso, e sentendo il proprio cuore battere più velocemente.

«Sì, ma più che altro la paura che tu possa fare la stessa fine di Paige, per questo gli appare anche la ragazza.» Risponde il drudio, sospirando.

Il lupo irrigidisce i muscoli.

«Stiles...non voglio che ti senta in colpa, okay? Non...non è colpa tua.» Mormora, sentendosi male perchè non riesce neanche a guardarlo, visto che non vedrebbe più il suo Stiles.

«E se...smettessi di collaborare con l'FBI? Non sarei più nella lista di morte, no?» Propone Stiles, giochicchiando nervosamente con le mani, sentendosi del tutto inutile. Derek continua a dargli le spalle, disapprovando ciò. Per Stiles quella collaborazione è importante, perchè gli apre molte più possibilità rispetto agli altri studenti, che stanno ancora frequentando tutti i giorni l'accademia. Non gli ricapiterebbe mai un'occasione simile.

Deaton lo guarda quasi con tenerezza, per la sua ingenuità. «Stiles, non capisci?» Scuote la testa il druido. «Il Darach era là fuori con voi, ed è a quel punto che ha lanciato la maledizione! Lo sta facendo apposta! Vuole che Derek si allontani da te, che perda completamente il controllo, lasciandoti da solo e senza alcuna protezione...Stiles, sei già nella lista di morte, e forse sei anche il prossimo

Il ragazzino sbianca, e il lupo si conficca le unghie nei palmi, non essendosi mai sentito così impotente: il Darach sta sfruttando le sue debolezze e paure per uccidere Stiles.

«C'è un modo per...smettere di avere queste allucinazioni?» Chiede il lupo, con un tono speranzoso e supplichevole. Il druido annuisce.

«Sì, ma non è semplice.» lo mette in guardia. «Le allucinazione spariranno solo quando accetterai il tuo dolore e le tue paure, Derek, quando le avrai superate completamente. E non puoi semplicemente pensare 'sì, le ho superate'...non funziona così, e non è per niente facile.»

Il moro rabbrividisce, perchè vorrebbe davvero superare la paura di perdere Stiles, di non riuscire a lasciarsi andare davvero, ma non ci riesce. 
È più forte di lui, e per quanto ci si possa impegnare, sente ancora la paura dentro di sè, come un fantasma. D'altronde, se tutti fossero capaci di superare così facilmente le proprie paure, queste non esisterebbero più. E, la situazione, lo fa imbestialire.

«Devo parlarti un attimo da solo, Derek.» Aggiunge poi il druido, lanciando un'occhiata al ragazzino. Proprio in quel momento suonano al campanello: è arrivata Erica. Sembra molto preoccupata, ma decide di farsi raccontare tutto dall'umano dopo.

«Andiamo, Sti.» Lo sprona, facendogli un sorriso tirato, e il lupo si sforza nel guardare solo la licantropa, come per dirle 'mi raccomando, è tutto quello di buono che mi rimane, e lo lascio a te perchè sei l'unica della quale mi fido.'

Poi, Derek andrà a riprendersi l'umano più tardi, quando troverà un modo per non guardarlo: probabilmente si dovrà fasciare gli occhi con una benda, o qualcosa del genere. Sicuramente, non intende lasciarlo solo, perchè altrimenti la darebbe solo vinta al Darach.

«Cosa devi dirmi, Deaton?» Chiede senza troppi giri di parole il lupo, incrociando le braccia al petto.

«Derek, sei tu la causa di quel morso che Stiles ha su una delle spalle?»

Il moro corruccia lo sguardo.

«Sì, io... l'ho morso con i denti umani non...»

Deaton l'interrompe. «L'hai morso durante un rapporto sessuale, vero? Quando Stiles era al culmine del piacere?»

Derek assottiglia gli occhi, imbarazzandosi non poco nel parlare di certe cose con il druido, il quale resta come al solito impassibile. 
Possibile che l'unico che sembra avere più che imbarazzo a parlare di queste volte lì dentro è il moro?

«Come diavolo fai a saperlo?!» Esclama, perplesso, non negando la cosa.

Deaton fa spallucce. «Qualcosa mi diceva che fossi stato tu, ma non ne ero sicuro...davvero non sai cosa significa ciò?» Il tono del druido ora è stupito.

Derek s'impazientisce, visto che vuole subito sapere cosa c'e che non va.

«Deaton, dimmi chiaramente cosa-»

«-lo hai marchiato, Derek. Stiles è il compagno che il tuo lupo ha scelto. La tua soulmate

Il lupo, come se fosse stato colpito, indietreggia di un passo, rimanendo senza parole.

Stiles è il suo compagno?

«Io...» Cerca di articolare una frase sensata. «...credevo che...fosse Paige la mia soulmate...»

Deaton scuote la testa. «Se non l'hai mai marchiata no, inoltre alla sua morte saresti morto lentamente anche tu, Derek.»

Il lupo cerca di assimilare quelle parole, riflettendo che ha sempre sentito uno strano legame con il ragazzino, e che prova per lui sentimenti mai provati prima.

Neanche con Paige.

Eppure, non sapeva questa cosa del marchio, non si era mai informato a riguardo...

«Ecco perchè se lui si sentiva particolarmente triste, anche se eravamo distanti, riuscivo a percepirlo...o come il suo odore mi sia così maledettamente buono e irresistibile...ed ecco perchè il mio lupo perdeva il controllo ogni volta che ero nelle sue vicinanze! Voleva marchiarlo, altrimenti sarei impazzito, non era così?» Esclama Derek, capendo improvvisamente troppe cose.

«Sì, Derek, ed è anche il motivo per cui Stiles non può essere morso.» Gli confida il druido. «non perchè è debole, ma perchè altrimenti ti ucciderebbe, Derek. Il tuo lupo ha scelto Stiles anche per la sua umanità, e se questa cosa cambiasse...lo penserebbe come morto, capisci? Quindi perderesti davvero il controllo, finendo per ucciderti...ho chiesto a Stiles implicitamente di fare una scelta tra te e se stesso, e ha scelto te, Derek.»

Il moro dischiude la bocca, sentendosi come in sovraccarico, per le troppe cose successe in quel giorno.

«Io...devo stare un attimo per conto mio.» Decide il lupo, per poi salutare il druido, e cominciare a correre, senza una meta, con il solo scopo di riordinare i troppi pensieri, che minacciano di farlo esplodere.

E, adesso, sa con certezza che non riuscirà mai a smettere di amare Stiles.

Mai.

•••

«Erica, voglio sapere tutto.» 
Parla l'umano, appena entrato nell'appartamento della bionda, dopo aver sparso il sorbo. La licantropa lo guarda con aria interrogativa.

«Tutto.» Risponde semplicemente. «Tutto quello che riguarda Paige, perchè credevo fosse un semplice fidanzamento, ma evidentemente non è così.»

Lei sospira. «Siediti, perchè la storia è lunga.»

Così, Erica gli racconta ogni cosa: da come Derek si è perdutamente innamorato di quella ragazza, così testarda e imprevidibile. Di come aveva intenzione di sposarla, avendo già comprato l'anello, e dell'intenzione di chiederglielo quel giorno, se non fosse...se non fosse morta. Dei suoi sensi di colpa, per averla lasciata da sola e per non averla saputa potreggere, che lo hanno portato quasi al suicidio. Di tutti quei mesi senza una parola, che a stento mangiava, e usciva solo per andare al lavoro. 
Di come abbia cercato di cacciare ogni partner, con le buone e con le cattive maniere, e di come si sia ripromesso di non cadere più nell'amore per una persona in possibile pericolo di vita. 
Di quanto diavolo abbia sofferto.

E, infine, gli spiega il colore blu degli occhi di Derek: ha dovuto finire Paige, per toglierglierle più dolore possibile.

Stiles rimane in silenzio tutto il racconto, riuscendo a capire improvvisamente i comportamenti di Derek nei suoi confronti.

Si chiede se il lupo si guardi mai allo specchio con gli occhi blu, senza scatenarsi in lui il ricordo della ragazza.

«Io...Dio, sono stato così egoista...» Sussurra, prendendosi la testa tra le mani. «...ho pensato solo a me, a cosa volessi, senza pensare minimanete ai sentimenti di Derek, a come si potesse sentire in questa situazione...» Si sente così stupido. «...insomma, dovevo immaginarlo, no? Che Paige non era una semplice cotta, da come ci è stato male dopo aver scoperto di Theo, io...probabilmente gli resterei accanto in ogni modo possibile anche se stesse per morire, ma questo perchè...perchè non ho mai vissuto una situazione come la sua...infatti se Derek dovesse morire, io...non so se riuscirei mai a lasciarmi andare con qualcun altro.»

Gli occhi del ragazzino sono lucidi.

«Stiles, non darti alcuna colpa...avete sofferto entrambi.»

Il ragazzino annuisce, per poi abbassare il capo.

«Quindi per Derek ci sarà sempre e solo Paige, non è così?» Domanda, con amarezza, spingendo indietro le lacrime. Erica scuote la testa.

«Non credo proprio, Stiles, ma questo non spetta a me dirtelo.» Chiude il discorso la bionda, lasciando il ragazzino immerso nei suoi pensieri.

Una mezz'oretta dopo, suonano al campanello, e Derek si presenta davanti a loro con lo sguardo abbassato.

Per evitare di guardare il ragazzino.

Stiles saluta Erica, ringraziandola per tutto, per poi seguire il lupo all'interno della sua Camaro. Il viaggio è tremendamente silenzioso, ognuno con mille pensieri in testa, e Derek con una decisione: adesso, che sa che Stiles è il suo compagno, non potrà più respingerlo, perchè è del tutto inutile, visto che lo amerà comunque sempre di più. Non sa come riuscire a superare davvero le sue paure, ma spera che ci riuscirà il prima possibile.

Appena entrano nel loft, Derek indossa una benda nera sugli occhi, concentrandosi sui suoi sensi. 
Non è poi così difficile per lui, visto che è un nato lupo, e certe cose gli vengono proprio naturali. Infatti, si dirige con sicurezza verso il divano, lasciandosi sedere pesantemente, con un sospiro.

Percepisce l'odore del ragazzino farsi sempre più vicino.

Stiles ha un odore particolare: sa di foresta, riscaldata dai primi raggi dell'alba, tutta la natura in perfetta armonia. Che, guarda caso, è sempre stato il suo odore preferito, fin da piccolo.

Avrebbe dovuto rendersene conto prima, che Stiles fosse il suo compagno, la sua soulmate, e sa che deve dirglielo. Non sa però come sentirsi in merito, visto che l'ha marchiato senza il suo consenso, seppur inconsapevolmente, e l'umano adesso è legato a lui per sempre. 
Okay che si è dichiarato, ma non significa per forza che voglia passare tutto il resto della sua vita con lui, senza mai più innamorarsi di qualcun altro.

Stiles emana nervosismo.

«So che non è il momento migliore per parlarne, ma...» Prende parola, avvicinarsi al lupo, fino a sedersi accanto a lui. Derek indirizza il proprio volto verso il suo, nonostante non possa davvero vederlo. «...insomma, riguardo a quello che ci siamo detti nel parcheggio...?»

Un nervosismo enorme.

E Derek si ricorda bene a cosa si riferisce.

"...ti amo, Derek Hale."

Ti amo.

Ti amo.

Ti amo.

«Tu...mi ami?» Il lupo cerca invano di non sorridere, senza alcun risultato. Stiles interpreta positivamente quel sorriso, posando una mano sulla barba del moro, in una specie di carezza.

«Insomma, mi sono anche fatto un tatuaggio per te! E osi pure dubitarne?» Scherza il ragazzino, notando poi il volto serio del lupo.

«Stiles, ti devo dire una cosa...»

«So tutto, Derek. So perchè ti sei comportato in quel modo con me, e avrei dovuto capirlo prima...davvero, non devi spiegarmi nulla, non ti rimprovero niente...»

Le mani del ragazzino ancora sul suo volto.

Il lupo maledice mentalmente Erica, visto che sicuramente gli ha raccontato tutto lei, per poi riprendere il discorso:

«Non è tanto questo, Stiles, ma è successo qualcosa mentre abbiamo fatto l'amore, per la prima volta...»

Il ragazzino arrossisce, contento del fatto che il lupo non possa vederlo.

«C-cosa?»

«Io...giuro che non ne sapevo niente, ti ho morso con i denti umani, mentre eri al culmine del piacere, e ripeto che, se lo avessi saputo, ti avrei chiesto il permesso...»

«Derek, dimmi direttamente cos'è successo.» Lo interrompe Stiles, curioso e allo stesso tempo preoccupato.

Il lupo tentenna.

«Ti ho marchiato, Stiles.» Sussurra. «Il mio lupo ti ha scelto come suo compagno, e adesso sei legato a me, per sempre. Sei la mia soulmate, Stiles.»

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


"E scelgo ancora te, anche oggi che non è facile, non è sufficiente abbracciarsi un pò."

«C-cosa?» Borbotta Stiles, staccando le mani dal volto del lupo, per poi alzarsi dal divano. «Che vuol dire, Derek?» Aggiunge, camminando nervosamente davanti al lupo, il quale non lo può vedere.

Il moro sospira, non riuscendo a decifrare il comportamento del più piccolo.

«Te l'ho già detto, non sapevo che ti stavo marchiando.» Gli ricorda, a bassa voce. «Altrimenti, ti avrei chiesto sicuramente il permesso...»

Stiles giochicchia con le mani.

«Okay, ma cosa comporta questa cosa?» Osa chiedere, non riuscendo a stare un attimo fermo, stupida iperattività.

Derek si alza a sua volta, voltando il capo verso dove viene l'odore umano:

«È una cosa permanente, Stiles...» Risponde il lupo, cercando le giuste parole. «...per noi lupi è come il matrimonio, ma senza divorzio...il legame avviene solo quando tra entrambi c'è vero amore.»

Silenzio. Stiles comincia ad andare in paranoia e ansia: insomma, ha solo vent'anni, e pensare al matrimonio lo manda in panico. Fin troppo in panico.
E il lupo lo percepisce fin troppo bene.

«Ti ho trovato insopportabile fin dal primo istante che hai aperto bocca, Stiles...» Aggiunge quindi Derek, sentendo che ora è arrivato il suo momento di aprirsi. «...così diverso da me, letteralmente il mio opposto...sei capace di mandarmi in bestia alla stessa intensità con la quale ti vorrei baciare. Ti ritenevo solo uno dei tanti partner noiosi, che sarei riuscito a mandare via in una manciata di giorni...» il moro sospira. «...invece non è andata così, nessuno mi ha mai tenuto testa come te, Stiles, e mi sei rimasto sempre vicino, anche quando non me lo meritavo, anche quando avevi tutti i motivi per andartene...ho provato a starti il più lontano possibile, ma sei probabilmente l'unica cosa buona di tutta la mia merda di vita, e la paura di perderti mi paralizza ancora...»

Derek rilassa tutti i muscoli. «...sei diventato prima di tutto la mia ancora, Stiles, e da lì ho capito che non era semplice attrazione...non avevo previsto di innamorarmi di te, Stiles, ma è successo, e non posso cambiare le cose.» Il moro prende un lungo respiro, non avendo probabilmente mai parlato così tanto in una sola volta. «Ti ho scelto dal primo momento, Stiles, da quando ho messo piede in quella fottuta aula. Ti ho scelto nei miei momenti peggiori, quando non volevo accanto neanche me stesso. Ti ho scelto quando avevo un maledetto bisogno di sorridere. Ti ho scelto fin'ora, Stiles, e sceglierò sempre te e solo te.»

Silenzio.

Okay, forse può gestire un po' di panico, se Derek gli fa una dichiarazione simile.

«Stiles, non ci vedrò...ma percepisco l'odore delle tue lacrime...io-io ho detto qualcosa di sbagliato...?»

Altre lacrime solcano il volto del ragazzino.

«Qualcosa di sbagliato? Hai detto tutto tremendamente giusto.» Piagnucola Stiles, aspettando parole simili da fin troppo tempo. Derek avrebbe anche voluto dirgli che lo ama da morire, ma vorrebbe farlo guardandolo negli occhi. Un po' di romanticismo ce l'ha pure lui, sotto sotto.

«Vieni qua, ragazzino.» Sorride il lupo, percependo ora un'immensa felicità provenire dal corpo dell'umano. 
Stiles l'ho investe improvvisamente, portandolo a cadere sul divano. L'umano comincia a stampare piccoli baci su tutto il volto del licantropo, come affamato.

«Quando tutto sarà finito, dovremo fare una festa...insomma, è comunque un matrimonio per voi lupi? Dio, ancora non ci credo di essere così fortunato, ti amo così tanto...» Comincia a straparlare il ragazzino, seduto sopra il licantropo.

Derek ride. «Okay, faremo tutto quello che vorrai, ma adesso lasciati baciare per bene.»

Il ragazzino l'accontenta felicemente, infilando la propria lingua nella bocca del lupo, con irruenza, con il sorriso sulle labbra. Derek, nel frattempo, porta le mani sul volto dell'umano, per togliergli i rimasugli di lacrime.

Dio, non riesce neanche a immaginare cosa fare senza quel ragazzino.

•••

Il cellulare di Derek comincia a squillare.

«Mhh non risponder-ah!» Mugula Stiles, dischiudendo la bocca dal piacere, mentre il lupo, bendato, gli sta facendo un Signor pompino. 
Davvero, Derek ha un talento naturale per queste cose, forse c'entra qualcosa la licantropia, chissà.

Il telefono continua a squillare, imperterrito, e Derek sembra titubante, ma ingloba nella propria bocca quasi tutto il membro dell'umano, il quale è seduto sul divano, con la schiena inarcata.

Il cellulare improvviamente smette di squillare, ma è solo un attimo, perchè qualcuno riprende di nuovo a chiamare, senza darsi per vinto.

«Vaffanculo!» Esclama allora l'umano, allontanandosi a fatica dal moro con un'erezione più che pulsante. 
Ma Dio, proprio ora dovevano chiamarli? Esiste davvero qualcosa di più importante di quello che gli stava facendo Derek?

Stiles va a prendere il telefono del licantropo, che è sopra al tavolo del salone, per poi rispondere subito,dopo aver appurato che il fottuto disturbatore è la bionda:

«ASCOLTA, ERICA, DEVI DARMI IN TRE SECONDI UN VALIDO MOTIVO PER AVER INTERROTTO UNA SESSIONE DI SESSO ORALE TRA ME E DEREK, ANCHE PERCHÈ ADESSO SONO RIMASTO INSODDISFATTO E-»

«Stiles, frena.» Lo interrompe la licantropa, ridacchiando, contenta che i due si siano finalmente chiariti. «L'ho chiamato perchè so chi è il Darach.»

Stiles s'immobilizza, e sente la presenza del moro alle sue spalle. Derek gli cinge dolcemente i fianchi, lasciando un bacio sul collo del compagno.

«Chi è, Erica?» Parla il moro, senza alzare la voce, cosciente che la licantropa lo può sentire benissimo.

«Jennifer Blake.»

Derek irrigidisce improvvisamente. «Sei sicura?»

Erica sospira. »Ho riguardato i casi vecchi, perchè mi sembrava tutto molto familiare e...ho chiamato la prigione sovrannaturale...è riuscita a scappare, perchè con l'evoluzione ha spinto alcuni addetti a suicidarsi, dandosi così alla fuga...»

Stiles, nel frattempo, si sente piuttosto confuso, visto che non sa a chi si riferiscano.

«E perchè diavolo non hanno avvertito nessuno della sua fuga?!» Sbotta il moro, trapelando rabbia.

«L'hanno fatto...e indovina a chi l'hanno riferito?»

Derek irrigidisce la mascella.
Ovvio che non l'hanno mai saputo.

«A Theo Raeken.»

•••

Stiles ha voluto sapere, ovviamente, tutta la storia: Jennifer é un Darach che, cinque anni prima, andava in giro ad uccidere tutti gli essere umani che incontrava, decretando che il sovrannaturale avrebbe dovuto regnare sul mondo.

Riteneva che tutti si sarebbero dovuti unire a lei, per raggiungere l'obiettivo dell'eliminazione della razza umana. Dopo diversi giorni, Derek e altri agenti sono riusciti a fermarla, quasi uccidendola.

Lei, da quel giorno, a nutrito un odio profondo, e ha urlato furiosa e mezza morta 'quando usicrò da qua, la prima cosa che farò sarà uccidere tutti i vostri patetici partner umani!', ma al momento non avevano prestato attenzione alle sue parole, perchè non avrebbero mai pensato sarebbe mai scappata dalla prigione sovrannaturale, ed è anche per questo che a nessuno dell'FBI è tornata in mente...

Derek ha subito comunicato questa scoperta ad Hook, il quale ha mandato il via ad una squadra di ricerca, oltre a far circolare foto della donna in tutta la città. Insomma, chiunque la veda deve chiamare immediatamente la polizia.

Stiles non ha ancora detto a nessuno di quanto sia in pericolo, di come stesse percorrendo una fune sospesa nel vuoto, con la possibilità di cadere da un momento all'alto. 
Non vuole far preoccupare suo padre, nè i suoi amici. Allison, però, gli aveva scritto giorni prima preoccupata, visto che sosteneva suo padre passasse fin troppo tempo con 'lo zio psicopatico del tuo fidanzato'.

Fidanzato...già, anche se Derek è molto più di un fidanzato.

Derek é tornato anche da Deaton, per capire se avesse nuove informazioni, lasciando Stiles a casa al sicuro, visto che la creatura non poteva superare il sorbo.

Adesso è nel proprio appartamento, con ancora la benda agli occhi: non ha la più pallida idea di come riuscire a superare una volta per tutte le sue paure. Insomma, si convince che le ha superate, ma lo fa solo per Stiles. 
Non perchè lo crede davvero, e non sa davvero cosa fare.

Sicuramente, se il Darach crede di arrivare così a dividerli, si sta sbagliando di grosso. E il lupo se la prende con se stesso, perchè non è in grado neanche di vedere il proprio compagno...e ogni volta che lo vede anche solo di striscio, quando magari non ha al momento la benda, appare sempre la ragazza o Stiles morto, facendogli spalancare gli occhi e venire i brividi.

"Derek, c'è un modo che hanno le vittime per fermare il Darach, per impedirgli di fargli venire forti pensieri suicidi..."

Almeno,la cosa positiva della benda, è che i suoi sensi sono amplificati, e baciare Stiles è ancora più bello. Soprattutto quando il ragazzino gli salta addosso inaspettatamente, congiungendo le loro labbra. 
Hanno provato anche a fare l'amore, ed è stato maledettamente eccitante, con Stiles che conduceva il gioco, e Derek che si affidava unicamente alle sue sensazioni. L'umano ha anche provato a chiedere se poteva fare l'attivo, portando Derek a ridere così tanto che non ha osato più domandarlo. Per vendetta, mezzo offeso, si è rifiutato di baciarlo per qualche ora, fino a quando non ha più resistito lui stesso.

"...la vittima deve avere un motivo davvero forte per resistere al potere del Darach, talmente forte da combattere contro la morte e uscirne vincitore..."

«Mhh.» Mugula Stiles, sulla sua bocca. Derek è ora seduto sul divano, con il ragazzino completamente spiaccicato sopra. Da quando hanno chiarito le cose, non riescono proprio a stare l'uno lontano dall'altro, come se stessero recuperando tutto il tempo perso. Il lupo approfondisce quel contatto, accarezzando la lingua dell'umano con la propria, quando il celullare di Derek vibra.

«Leggi cosa mi hanno scritto.» Si stacca il moro dalle labbra dell'altro, facendo uscire dalla bocca dell'umano un segno di disapprovazione.

«Uff, okay!» Borbotta Stiles, alzandosi dal divano, per andare a prendere il cellulare dell'altro, che si trova sopra il tavolo del salone.

(18:37) Tu e Stiles dovete venire subito nei sotterranei, ho delle novità che posso dirvi solo a voce. MiglioreAmica<3

«Erica dice che dobbiamo raggiungerla immediatamente nei sotterranei.» Fa presente Stiles al mannaro, perplesso.

«Perchè nei sotterranei?»

Stiles scrolla le spalle. «Non ne ho la minima idea, magari ha trovato qualcosa là.»

«Non so se è il caso che tu venga.»

«Der, ha chiesto specificatamente la mia presenza...non mi succederà nulla, tanto tu sentirai la presenza del Darach anche se non puoi vederlo, no?»

«Mh, okay.»

L'umano fa allora per cercare il proprio telefono, prima di prepararsi per uscire, quando non lo trova. 
Deve essergli caduto mentre andava a fare la spesa con il licantropo quella stessa mattina, dannazione! Già che, da quando ha lasciato il lavoretto al pub, deve trovare altro per guadagnare i soldi per l'affitto e l'accademia...figuriamoci adesso che deve anche pensare ad un nuovo cellulare.

O meglio, voleva tornare nel pub come cameriere, ma Derek gliel'ha proprio proibito, visto il modo in cui si sarebbe dovuto vestire. "Ti piacerebbe se io stessi vestito in quel modo con tutti gay che mi fissano e vogliono portarmi a letto?" Stiles non è riuscito a controbattere.

Nel frattempo, il moro si è già messo una giacca sopra, e si dirige verso la porta: ormai è qualche giorno che si affida solo ai propri sensi, e non è per niente difficile, soprattutto perchè è un nato lupo, perciò gli viene molto più naturale. Infatti, è in grado anche di scendere tutte le scale dell'edificio, senza mai cadere o inciampare. 
Però, dovranno arrivare là con la Jeep di Stiles, di certo Derek non può guidare.

I due in poco tempo sono in macchina, diretti verso i sotterranei principali.

«Speriamo non ci sia troppa puzza.»!Storce il naso Stiles, al volante, con Derek che concorda pienamente, avendo anche il fiuto molto più sensibile.

Il ragazzino parcheggia vicino ad un tombino enorme, lasciandolo aprire al lupo, per poi cominciare a calarsi all'interno, attraverso delle scale.

«Sta attento, Stiles.» Si preoccupa Derek, conoscendo bene l'agilità dell'umano, il quale sta scendendo sopra di lui.

«Ei, lupone, ti ricordo che sei tu quello che non ci vede una mazza!»

«Ma ti ricordo anche che sono sempre io quello che, se cade, può guarire in un batter d'occhio.»

«Bla bla bla.»

«Piccioncini, avete ancora da battibeccare?» Li interrompe una voce, divertita. Derek percepisce l'odore della migliore amica, rilassandosi, per poi atterrare sul pavimento del sotterraneo. Stiles si guarda curioso intorno, osservando i molteplici condotti e tubi, oltre a storcere il naso diverse volte, per la leggera puzza.

«Er, Laura.» Saluta le due il ragazzino, rivolgendosi anche alla partner della licantropa, che le sta di fianco. Avevano avuto modo di conoscere Laura la sera prima, quando le due si erano praticamente autoinvitate a casa di Derek, per cenare tutti insieme e cercare invano di capire dove potesse nascondersi la Blake. Si erano anche scambiati i numeri, poi, in caso di bisogno.

I quattro camminano per un pò, per scaldarsi dal freddo che c'è là sotto, quando la licantropa si ferma.

«Allora, che dovete dirci?» Chiede Erica, vestita con una maglia nera accollata, e i lunghi capelli biondi che le ricadono sulle spalle.

Stiles trasalisce, mentre un brutto presentimento si fa strada nella sua mente. Derek non fiata.

«Voi dovete dirci qualcosa, casomai.» La corregge Stiles, facendo un passo in avanti. Erica corruccia lo sguardo.

«Stiles, hai mandato tu un messaggio a Laura scrivendole di incontrarci qua!»

Stiles, a quel punto, sbianca completamente. Inizia a tremare, mentre Derek non ci capisce assolutamente nulla.

«Stiles? Cosa vuol dire questo?» Apre bocca il moro, avvicinandosi all'umano.

Stiles sta fissando un punto vuoto, cercando di mandare via un imminente attacco di panico.

«Vuol dire che siamo in trappola, Derek, siamo fottuti.»

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


"Mentre gli anni passano, come fosse un ballo fuori tempo, tu sei con me."

«Stiles? Cosa diavolo stai dicendo!?» Osa domandare Derek, concentrandosi così tanto sui propri sensi, che capisce improvvisamente tutto...

«Io non ho più il mio cellulare da qualche giorno, deve essermi caduto mentre passeggiavo qua vicino con Boyd.» Lo informa la licantropa, cominciando anche lei ad avere un brutto presentimento.

«È stata...è stata lei.» Mormora Stiles, come in trance. «Ci ha preso abilmente i cellulari, forse utilizzando qualche suo potere, per-per condurci qua...»

Stiles, poi, si guarda intorno terrorizzato, visto che si sono addentrati all'interno dei sotterranei, ignari del pericolo, e non crede proprio di riuscire ad orientarsi. Evidentemente nemmeno Erica, visto che è sbiancata del tutto, avvicinandosi con fare protettivo alla propria partner. Come se il Darach potesse spuntare da un momento all'altro.

«Ha ragione.» Afferma Derek, cercando di mantenere un tono calmo. «Sento un altro cuore battere, oltre ai nostri, anche se per il momento non è vicino.»

«Ci dobbiamo assolutamente dividere e cercare un'uscita, non possiamo affrontarla con loro insieme a noi! 
Li spingerebbe a suicidarsi!» Sbotta Erica, riferendosi ai propri partner, cercando poi di tranquillizzare la ragazza, che ha gli occhi completamente sbarrati.

Stiles sente che sta per avere un attacco di panico, e si appoggia contro il muro più vicino, respirando a fatica e chiudendo gli occhi. Derek si precipita subito da lui, avendo percepito le sue emozioni, e tasta con le mani il suo volto. Dio, come vorrebbe guardarlo negli occhi.

«Stiles, respira.» Gli ordina, con Erica che non sa se intervenire o lasciare il lupo aiutare il ragazzino da solo. L'umano inizia a sudare, respirando affannosamente.

«I-io non voglio morire, Derek, non voglio lasciarti...» Delle lacrime gli escono dagli occhi, e il lupo poggia la propria fronte contro quella del ragazzino, alla ricerca di un contatto fisico.

«Ascolta me, Stiles.» Mormora il licantropo, con tono caldo e deciso. «Non morirai, okay? Non anche tu

È sopravvissuto alla morte di Paige, ma a quella di Stiles?

Dubita fortemente riuscirebbe a uscirne.

Possibile che tutte le persone che ama debbano morire? Si sente così impotente, perchè deve riuscire a portare Stiles in salvo senza vederci assolutamente nulla, rallentando così i loro movimenti. Come può salvarlo se non vede il nemico? Può affidarsi semplicemente ai sensi, restando comunque meno forte del normale.

Stiles, come rassicurato dalle parole del lupo, sembra rilassarsi, godendosi della vicinanza dell'altro.

«Lo sai che non ti lascerei per nessun motivo al mondo, Der.» Sussurra, conscio che, se dovesse morire, Derek rivivrebbe la stessa situazione di anni prima. E Stiles cercherà di impedire ad ogni modo la cosa.

«Ragazzi, ci conviene sbrigarci.» Li interrompe Erica, preoccupata. «Il battito si fa sempre più vicino, e proviene da dietro di noi, dobbiamo andare avanti!»

Derek si allontana dal ragazzino, e i quattro cominciano a correre davanti a sè, con l'unico rumore dei loro passi, e il moro che non fa altro che accertarsi dei battiti regolari del ragazzino, i quali gli infondono tranquillità e sicurezza.

Ad un certo punto, però, arrivano ad un bivio, e si ritrovano costretti a intraprendere una delle due strade. 
Si fermano di botto, con Derek che non capisce bene cosa stia succedendo.

«Qualcuno mi può spiegare perchè ci siamo fermati?!» Domanda, vedendo nero e solo nero.

«Ci dobbiamo dividire, come dicevo prima.» Afferma Erica, guardandosi guardigna intorno. «Io e Laura andiamo a sinistra, tu e Stiles a destra...»

«Seguimi, Der.» Parla Stiles, afferrando la mano del lupo nella sua, e intrecciando le dita. L'umano guida velocemente il lupo nella direzione scelta, senza mai staccare quel contatto, e il moro si sente così dannatamente frustrato. Colpa di quella stupida maledizione, che lo fa sentire così dannatamente inutile.

«Il Darach è sempre più vicino, Stiles.» Derek pronuncia le seguenti parole con puro terrore, ma non tanto per sè, ma per il ragazzino.

«Derek, io...non posso andare più veloce di così.»

«Non vedi nessuna via d'uscita?» Chiede speranzoso il lupo, e allo stesso tempo come rassegnato.

«Solo dei cazzo di tubi d'acciaio! Nient'altro!» Sbotta l'umano, continuando a correre, mano nella mano con il licantropo.

Improvvisamente si trovano in uno spiazzo, che collega i due percorsi, così si ritrovano di nuovo tutti e quattro uniti, nonostante più avanti si aprano nuovamente altre strade, piuttosto inquietanti e scarsamente illuminate.

«Laura comincia a non farcela più.» Li informa Erica, con la ragazza che si sta riprendendo dalla corsa all'impazzata, con i battiti velocissimi. «Derek...cosa facciamo?»

Già, cosa fanno?

Il lupo si massaggia le tempie, non riuscendo a dare una risposta, dato che non sa neanche com'è il luogo che al momento lo circonda. Stiles si butta nelle sue braccia, lasciando il libero sfogo alle lacrime.

«Non piangere, ragazzino.» Ricambia l'abbraccio il moro, inebriandosi del profumo dell'umano. «Continuiamo ad avanzare, prima o poi deve esserci un fottuto tombino! Non morirai, Stiles! Non ti permetterò di fare la sua stessa cazzo di fine!»

Erica si lascia scappare qualche lacrima, commossa dalla scena. 
Fa per dire qualcosa, ma s'azzitta immediatamente, immobilizzandosi. 
Il Darach è più vicino di quanto pensino, e se n'è accorto pure Derek, visto che si è posto di fronte al ragazzino, ringhiando in tono di sfida.

«Che piacere rivedervi, o forse dispiacere.» Tuona una voce femminile, e Stiles osserva una donna avanzare dall'oscurità. È davvero bella, ma in un modo forse spaventoso, che ti fa rabbrividire. «Dipende dai punti di vista.» Aggiunge poi.

«Se vuoi essere vicina a Stiles abbastanza da manipolarlo, devi prima passare sul mio corpo!» Ruggisce Derek, trasformandosi quasi del tutto, con ancora la benda negli occhi.

«E anche sul mio!» Aggiunge Erica, illuminando gli occhi di giallo, e ponendosi di fronte alla propria partner.

«Derek, credi proprio di riuscire a vincere senza vederci?» Fa una risata amara il Darach. «Perchè non ti togli la benda? Paura di rivedere la tua amata?»

Il moro affloscia le spalle, perchè Jennifer conosce le sue debolezze. 
Ed ha ragione: non riuscirebbe ad affrontare la vista di Paige, così vivida da sembrare fottutamente reale.

Erica si slancia verso la donna, con i denti in bella mostra, quando la Blake la spinge contro una parete, senza neanche sfiorarla. Laura si precipita dalla bionda, mentre Derek cerca un modo per batterla.

«Oh, Derek, non riuscirai mai a sconfiggermi.» Ride lei, spingendo anche il moro contro una parete. 
Il lupo batte forte la schiena, con un breve lamento, e appena si rialza la Blake lo rispinge nuovamente. Potrebbe contrastare quelle spinte, volendo, ma non sa precisamente da dove vengono nè quando, perciò si ritrova a subire con un dolore lancinante tutto ciò, sentendo la propria schiena come spaccarsi in due.

«DEREK!» Urla il ragazzino, fiondandosi sul lupo, cercando invano di fermare ciò, quando Erica, ripresasi, attacca il Darach a sorpresa. La Blake, non aspettandoselo, cade a terra.

«Stiles, Derek! Andatevene! A lei ci penso io!» Esclama la licantropa.

«Erica, non-»

«Zitto, Derek! Intanto devi pensare alla guarigione, visto che a mala pena riuscirai a stare in piedi! E non ci vedi neanche, è inutile! Cerca una via d'uscita, poi io e Laura vi raggiungeremo!»

Il lupo, a suo malgrado, si ritrova costretto a darle retta, con l'umano che lo aiuta ad alzarsi in piedi. 
Derek fa una smorfia di dolore.

«Ei, Der, aggrappati a me.» Gli suggerisce Stiles, con una calma che non sapeva di possedere, soprattutto in un momento simile. Il moro si aggrappa al ragazzino con tutte le sue forze, rischiando di cadere diverse volte, con Stiles che prende a correre verso una stradina a caso.

«T-ti sono solo d'intralcio.» Mormora Derek, visto come stanno procedendo lentamente. Sente che Erica e il Darach stanno lottando, o qualcosa di simile.

«Sta zitto, non ti lascio da nessuna parte...pensa a guarire, piuttosto!» Esclama l'umano, trafelato, cominciando a sentire la fatica. Soprattutto se deve quasi trasportare Derek Hale, che è composto al 99% di muscoli.

Derek si limita a stringere i denti, ignorando le fitte di dolore alla schiena, e concentrandosi sulla propria guarigione.

«Erica e Laura hanno trovato una via d'uscita.» Parla improvvisamente il lupo, dopo una decina di minuti, con Stiles che sente di non avere più le gambe ormai. Non ha mai corso così tanto e con questa intensità, e soprattutto con qualcuno da trasportare.

«Cosa?!»

«Ho sentito le loro voci, Erica deve aver capito che è pericoloso che il Darach stia così vicino a Laura, quindi poco dopo di noi hanno preseguito per una strada diversa...»

«Cazzo.»

«Cosa? Perchè ti sei fermato?»

Stiles prende un profondo respiro, passandosi una mano tra i capelli con fare disperato.

«S-siamo in un vicolo cieco, Derek...non-non possiamo andare avanti...»

«Vieni qua.» Derek lo circonda con le braccia, come per ricordargli che in tutto questo sono in due, e che qualsiasi fine farà Stiles, Derek lo seguirà a ruota, senza ripensamenti o dubbi. Stiles non riesce a smettere di tremare. Adesso il moro si è ripreso quasi del tutto.

Stiles si stacca dall'abbraccio, cercando di trattenere delle lacrime amare.

«Sta arrivando, non è vero?» Domanda, con il tono rassegnato di chi sa già la risposta. Derek lascia ricadere le braccia lungo i fianchi, ringraziando il fatto di non poter vedere negli occhi nel ragazzino, visto che il suo sguardo disperato potrebbere essere per lui come una pugnalata nel cuore. Sì, sente chiaramente i passi del Darach avvicinarsi, e sono in un trappola, senza via di fuga, se non quella di uccidere il Darach...

«Le impedirò di manipolarti, Stiles.» Cerca di rassicurarlo il lupo, facendo un passo avanti, verso dove crede sia l'umano.

Stiles scuote la testa, passandosi una mano sul volto.

«E come cazzo farai, Derek?! Come pensi di ucciderla, bendato?!» Esclama, disperatamente. «Se ti togliessi quella benda, non potresti evitare di vedermi! E non ce la faresti!» Gli ricorda poi.

«Stiles...»

«Ricordati che t-ti ho amato, Derek...» Ora Stiles è in preda dai singhiozzi, perchè ha capito che non può fare nulla lui, un semplice umano contro una creatura simile. «...mi sarebbe piaciuto viverti, e non-non puoi capire quanto mi distrugga il fatto che rivrirai lo s-stesso dolore...io...»

«Stiles, cazzo! Tu non morirai! Smettila!» Ringhia il moro, rifiutando categoricamente che possa morirgli anche Stiles.

Chiunque, ma non lui.

Derek era così concentrato nell'urlare quelle cose al ragazzino, che non si ś accorto dell'arrivo del Darach. Però, un improvviso odore di paura lo investe, e si rende conto che non sono affatto soli.

Ringhia, drighignando i denti e saltando verso dove sente provenire il battito della Blake.

«Oh, Derek, pensi davvero di poter salvare il tuo ragazzino?» Ride lei, schivando prontamente il mannaro, il quale si ritrova a colpire a vuoto. Sarà comunque e sempre in svantaggio rispetto al Darach, senza la vista.

»Stiles, scappa!» Grida il moro, indirizzandosi verso il ragazzino, senza ricevere una risposta. «Stiles!?»

E, con una mossa azzardata, si strappa la benda di dosso, osservando finalmente ciò che lo circondando...
e poi, li vede. Blake sta guardando l'umano negli occhi, e Stiles sembra come incantato. Derek improvvisamente capisce come mai le vittime non abbiano cercato di scappare...lei le incanta, rendendo impossibile una via di fuga. Derek corre furioso verso i due, pronto a fare la Blake a pezzi, quando viene respinto di botto...e poi capisce, ghiacciandosi: il Darach ha sparso del sorbo intorno a loro due, come un cerchio.

E l'immagine di Stiles prende a diventare fin troppo simile a quella di Paige, facendo uscire un ringhio di dolore dalla gola del mannaro. Jennifer, intanto, prende a mormorare delle parole in latino arcaico, che Derek non può comprendere, ma sa solo una cosa: ha massimo un paio di minuti, prima che lei finisca di pronunciare la formula mortale.

Derek, così, si ritrova in panico, senza sapere minimamente cosa fare, e avvicinandosi alla barriera di sorbo, cercando come di penetrare attraversaro, sapendo benissimo che è praticamente impossibile riuscirci. 
I suoi occhi si illuminano di blu, e ruggisce come mai prima d'ora, mentre preme le mani contro quella barriera invisibile. La figura di uno Stiles morto cerca di dissuaderlo, e Derek è davvero tentato da scappare via da quella visione, visto che torna subito dopo ad essere Paige, con quegli occhi giudicanti, quasi a volerlo incolpare della sua morte.

A dirgli che non può proteggere nessuno.

Adesso Derek sta ruggendo di dolore, in lotta contro se stesso. E la sua mente ritorna a un episodio della sera prima, dopo che lui e Stiles avevano fatto l'amore...

"A cosa pensi?" Il mannaro arriva di soppiatto alle spalle nude del ragazzino, posandogli le mani sui fianchi, e lasciandogli una scia di baci sul collo. Stiles continua a guardare fuori dalla finestra, con il capo rivolto verso le stelle, godendosi il calore del compagno.

"A me, e a te." Risponde l'umano. "A quantofinalmentemi senta casa. Non mi sono mai sentito così bene dopo la morte di mia madre, e dopo tutti i casini successi con il soprannaturale...mai."

Derek, essendo un poco più alto, abbassa il volto verso i capelli del minore, pizzicandosi il naso con quelle ciocche ribelle, e inebriandosi dell'odore dell'altro. Vorrebbe solo vedere il compagno, visto che è costretto ad indossare quella sorta di benda.

"Che intendi con il sentirti a casa?"

Stiles rilassa i muscoli. "È come se, quando mi ritrovo con te, ogni particella di quest'universo fosse dannatamente giusta...come se non dovessi essere in nessun altro posto, se non insieme a te."

Derek non riesce ad evitare un sorrisino. "Forse è dovuto al fatto che sei il mio Compagno."

"Forse." Riflette Stiles. "Ma non credo sia solo il legame, Derek, perchè sì, so che siamo destinati ad essere legati per sempre...ma credo principalmente sia quello che provo per te. Sai, credo di aver sempre sottovalutato l'amore, soprattutto quando stavo insieme a Lydia." Fa un sospiro. "A volte vorrei non amarti così tanto, Derek, perchè essere completamente dipendente da un'altra persona mi spaventa a morte. Mi spaventa il potere che hai su di me, come riesce a farmi sentire con un solo tocco, o come potresti farmi a pezzi con una semplice parola. Il modo in cui la tua assenza potrebbe uccidermi." Derek resta in silenzio. "Ma, d'altro canto, non vorrei mai smettere di amarti. Perchè tu, Derek Hale, mi hai fatto conoscere cosa davvero significa dare tutto te stesso a qualcun altro, cosa significa essere amati...sono riuscito a vedermi con i tuoi occhi, e mi sono sentito per una volta una persona migliore, che si merita tutto ciò. Mi hai dato troppo, Derek, e non smetterò mai di ringraziarti."

Il lupo si è commosso, ma cerca di non darlo a vedere.

Stiles si gira verso di lui, portando una mano sulla barba, in una carezza.

"Supereremo tutto insieme, come una famiglia."

"Famiglia...?"

Stiles lo abbraccia.

"Sì, Derek, anch'io sono la tua famiglia. Adesso e sempre."

Già, Stiles è parte fondamentale della sua famiglia. E, improvvisamente, Derek riesce a vedere passare nella sua mente un ipotetico futuro con Stiles: loro due che continuano a lavorare per l'FBI, insieme. Loro due che vanno a vivere insieme, che si sposano, che passano gli anni ma dentro restano sempre gli stessi.

E Derek si dimentica del passato, perchè finalmente riesce a convincersi che tutto ciò che ha adesso è quel ragazzino, ed è solo lui il suo presente e futuro.

E, come per magia, la figura di Paige sparisce, e riesce a vedere il vero umano. Derek ruggisce ancora di più, facendosi più avanti, con in mente solo una cosa: deve salvare Stiles.

«LASCIALO ANDARE!» Ruggisce, trasformandosi quasi del tutto, per poi concentrare tutta la sua forza nel superare quell'impenetrabile barriera. Il Darach sta continuando a parlare a Stiles, come se niente fosse.

"...Ho rinunciato a tante cose nella mia vita, Derek...ma non ho mai rinunciato a te, e non ho intenzione di farlo proprio ora."

E quel flash back è la ciliegina sulla torta, perchè neanche Derek ha la minima di rinunciare al ragazzino.
Alla sua ancora. 
All'unica cosa che lo tiene in vita.

Così, con un ultimo ruggito, riesce a spezzare la barriera, sotto lo sguardo sconvolto del Darach. «Tu...tu...come hai fatto...» Mormora, mentre Stiles sembra tornare piano piano alla realtà. Derek le salta addosso, facendola atterrare a terra, e tirandole un pugno.

Probabilmente è grazie all'amore che prova per Stiles che é riuscito a infrangere quella barriera, o comunque al loro legame.

La donna sputa del sangue, facendo comunque un sorrisetto. «Oh, Derek...sei arrivato un p-pò tardi p-però...io ho finito di parlare al r-ragazzino...»

Derek socchiude la bocca, tirandole altri pugni, per metterla a KO, e poi cercare Stiles con lo sguardo.

«Stiles!» Grida il suo nome, correndo verso l'umano, il quale sembra piuttosto spaesato. Dio, adesso avrà istinti sucidi che dovrà soddisfare ad ogni costo?

«Ti prego, Stiles, non dirmi che stai pensando di ucciderti, ti prego...»

Il ragazzino alza lo sguardo sul lupo, il quale è a pochi centimetri di distanza, e lo guarda come se fosse impazzito. «Sei matto? Perchè dovrei suicidarmi, quando ho te?»

Il lupo vorrebbe piangere dalla gioia. «Ce l'hai fatta, Stiles... hai resistito alle sue parole, perchè hai trovato qualcosa di talmente forte da sfidare la morte....»

Il ragazzino illumina gli occhi, mentre delle lacrime liberatorie gli escono dagli occhi.

«Ho trovato te, Derek, solo te..

«Ti amo anch'io, stupido.»

Il sorriso dell'umano è qualcosa di impagabile, e il lupo sente in lontananza delle sirene: Erica deve essere riuscita ad avvertire l'FBI, e stanno venendo a prendere il Darach.

Stiles, senza troppe parole, si fionda sulle labbra del lupo, piangendo ora di felicità.

Ce l'hanno fatta.

E ridono l'uno sulle labbra dell'altro, ricordandosi che sono ancora vivi, che sono sopravvissuti.

«Torniamo a casa?»

Il lupo lancia uno sguardo alla donna, la quale è sanguinante stesa a terra. 
A lei ci penseranno gli agenti.

«Sì, Stiles. A casa.»

FINE

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Capitolo 48
*** Epilogo ***


"Volevo dirti tante cose ma non so da dove iniziare, ti vorrei viziare."

«Non ci credo ancora che sei riuscito a rompere quella barriera di sorbo, Der...giusto gli Alpha ci riescono, ma raramente!»

Derek ha un braccio che stringe la vita di Stiles, quasi in modo possessivo. 
Il lupo abbassa qualche secondo lo sguardo con l'accenno di un sorriso.

«Si vede che ho avuto un motivo più che valido per riuscirci.» Risponde semplicemente ad Erica, mentre l'umano strofina il proprio naso sulla barba del moro. Le volanti dell'FBI sono ancora in movimento, e stanno portando via il Darach, ma questa volta per sempre.

«Direi che è il caso di festeggiare in quel pub vicino l'FBI...Boyd ci raggiungerà tra poco! Io intanto riporto a casa Laura, che mi sembrava piuttosto scossa!»

«Sì, direi che festeggiare è il minimo, dopo tutto quello che abbiamo passato...» Concorda Stiles, volendo solo rilassarsi un attimo, dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni. Ancora non ci crede che ce l'hanno fatta, e che lui e Derek possono finalmente stare insieme come si deve.

Erica, allora, si dirige dalla propria partner, la quale sta parlando con degli agenti. Stiles allaccia le braccia al collo del moro, lasciandogli una scia di baci sul volto.

«Ti amo. Ti amo. Ti amo.» Scandisce bene le parole tra un bacio e l'altro, con Derek che ha un'espressione divertita.

«Ti amo anch'io, Stiles, e finalmente posso dirtelo guardandoti negli occhi.» Sospira il lupo, prendendo il volto del ragazzino tra le mani, e guardandolo probabilmente con lo sguardo più sdolcinato e innamorato.

Stiles sorride.

«Ehi, Sweetwolf, tutto questa dolcezza e romanticismo dove li nascondevi?» Scherza, ridendo genuinamente, forse per la prima volta da tempo.

«Hale.» I due si staccano di botto, girandosi verso Hook. Stiles si tocca il capo imbarazzato, mentre Derek gli fa un cenno. «Volevo chiederti come mai, dopo tutto questo tempo, non ti avessi dovuto portare in giro a scegliere un altro partner...» Inizia a parlare lui, con le mani in tasca, osservando attentamente i due. «...ma adesso credo di aver capito il perchè.»

Stiles arrossisce completamente, mentre il moro si sente un tantino imbarazzato. Hook, in un certo senso, è come una figura paterna per lui, perchè il lupo ci ha a che fare da quando ha messo piede in accademia, e lui c'era quando era successo tutto quel casino con Paige. Aveva dato a Derek tutto il tempo che necessitava per riprendersi, e per ritornare a lavorare.

«Umh.» Borbotta Derek, non sapendo proprio cosa rispondere.

«Sono contento, Hale.» Dice lui, con sincerità. «E volevo complimentarmi con entrambi, per l'aver contribuito a fermare il Darach...beh, ci si vede al lavoro.» E, com'è venuto, se ne va praticamente subito, lasciando i due imbambolati.

«Beh, pensavo volesse farci una ramanzina sul fatto che siamo colleghi bla bla.» Apre bocca l'umano, sollevato, incamminandosi con il moro verso la Jeep.

«Credo che fino a che non faremo nulla nel suo ufficio, non ci siano problemi.»

Gli occhi di Stiles s'illuminano.

«Perchè...hai intenzione invece di fare qualcosa nel tuo ufficio? Mi piace l'idea, lupone!»

«Stiles, non faremo nulla nel mio ufficio!»

«Allora nel mio, no problem.»

«Stiles, ci sono le vetrate, ti vorrei ricordare.»

«Non credo nessuno si lamenterà dello spettacolino.»

«Stiles

«Sì, amore mio?»

«Giuro che t'uccido.»

«Ti amo anch'io, tranquillo.»

•••

«Propongo un brindisi!» Esclama Stiles, alzando il bicchiere di vino in alto. Forse è un tantino brillo, forse. Derek è seduto di fianco a lui, mentre Erica e Boyd sono davanti a loro. Boyd era molto preoccupato per quello che era successo, rimpiangendo il fatto di non essere stato lì con loro. Il Darach aveva i cellulari di Stiles ed Erica in tasca, così hanno potuto riprenderli abbastanza facilmente. Jennifer, adesso, dovrebbe essere tornata in prigione, sotto la massima sicurezza.

«Un brindisi a Stiles e Derek!» Lo corregge la bionda, sorridendo. «Derek, su, alzati in piedi e fai un bel discorsetto!» Lo incoraggia poi.

»Sì, Sourwolf, dichiarami il tuo amore eterno!» Ridacchia Stiles, piegando leggermente la testa da un lato, spingendosi verso il compagno. 
Derek, tra un sospiro e l'altro, si alza, anche per evitare che uno Stiles un tantino brillo gli ficchi la lingua nella bocca davanti a tutti.

Derek ha ancora il bicchiere in mano.

«Emh, non sono bravo a parole.» Inizia a parlare, picchiettando le dita sul bicchiere.

»Si sapeva!» Alza gli occhi al cielo la bionda, mentre Stiles dà il via ad una specie di coro:

»Deeeerek! Deeeerek! Deeerek!» Come per incoraggiarlo. Il moro incrocia lo sguardo luminoso del ragazzino, e il suo enorme sorriso. Sembra così tremendamente felice, e sente il proprio cuore scaldarsi.

Sta osservando il lupo con un amore incredibile.

«Credo...credo che, quel giorno in cui sono entrato nella tua aula, non potevo fare una scelta migliore...io...non so nemmeno dire a parole quanto tu, Stiles Stilinski, possa essere importante per me.» Stiles sta sorridendo come non mai. «Ho imparato ad amarti, Stiles, lentamente, fino ad arrivare al punto che sei entrato completamente e permanentemente nella mia vita, e farò davvero di tutto per farti felice, perchè umh, hai un sorriso bellissimo, e...» Derek non ha staccato un secondo gli occhi dal ragazzino, e si perde di nuovo nei suoi lineamenti. Nei suoi occhi nocciola. Stiles è davvero reale? Ne sta dubitando, sembra una creatura mistica. «...e Dio, se ti amo, Stiles. E non sei neanche molto sobrio, perchè sei un'idiota, ma se il mio idiota.»

Stiles ha gli occhi lucidi, mentre Derek si risiede per fare il brindisi. «Ti amo taaaantissimo anch'io, Sourwolf!! Stupido, mi hai fatto commuovere!!»

«A me sembrava più un discorso da matrimonio.» Commenta Boyd, perplesso.

«Erica, stai piangendo?» Alza un sopracciglio Derek, mentre fa chin chin con gli altri, e l'umano gli sta più appiccicato di prima.

Lei si porta il fazzoletto agli occhi. «N-no, solo uno stupido moscerino, sai...» mente spudoratamente, per poi cercare di cambiare argomento. «Stiles, adesso è il tuo turno!»

«Erica, non è il caso...» le fa notare Derek, dandosi dello stupido per permesso al suo ragazzo di bere in quel modo, visto anche quanto regge poco.

»Nno, Sourwolfino, adesso mi aalzo e parlo!!» Insiste l'umano, mentre Derek si spiattella una mano in faccia.

Come mai ama un'idiota simile?

«Sourwolfino...?» Trattiene Erica a stento una risata, ricevendo un'occhiata assassina del moro. 
Stiles, nel frattempo, si è alzato in piedi, sempre con il sorriso stampato sulle labbra.

«Derek è il miglioore del mondo!» Esclama, mentre il moro sospira. «Ed è anche moolto bravo a letto...tipo bravissimo, e anche fin troppo dotato, sexy e mhh, l'ho già detto che non vedo l'ora che mi scopi di nuovo, Sourwolfetto??»

Nessuno nel tavolo fiata.

Derek tira giù Stiles, il quale torna a sedersi, ridacchiando, mentre Erica e Boyd stanno ancora assimilando tutto ciò.

«Forse è il caso che lo riporto a casa...»

«Credo proprio di sì.» Si limita a rispondere la bionda.

•••

TRE ANNI DOPO

«Qualcuno qua è un agente a tutti gli effetti...» Parla Derek con voce roca, avvicinandosi alle spalle dell'umano. Stiles sta cucinando il pranzo, vestito con una semplice maglia bordeux e dei jeans neri piuttosto attilati. Il moro, invece, ha una maglia color notte.

«Lasciami cucinare in pace, lupone!» Lo minaccia Stiles, con un mestolo in mano, visto come Derek sembra aver voglia di tutt'altro che il pranzo. 
Ormai sono più di due anni che convivono, Stiles si è trasferito nell'appartamento del moro. 
Sono sempre partners, con i soliti battibecchi.

«Mh, neanche un bacetto?» Si lamenta Derek, sporgendosi in avanti. Stiles sbuffa, lasciando un bacio a fior di labbra al compagno, per poi tornare a concentrarsi sulla cucina. Derek, quando ci si mette, è molto bravo nel distrarlo. Ma non può permetterglielo.

«La festa è la prossima settimana, ho già avuto delle risposte.» Lo informa Stiles, girato di spalle. Il lupo gli si avvicina, lasciandogli dei baci lungo il collo. Il ragazzino sta parlando della festa che dá per essere riuscito a diventare, per l'appunto, un agente a tutti gli effetti. Sarà una cena in uno dei ristoranti qua a Washington.

È stata un'idea dello Sceriffo, che ci tiene molto a queste cose.

«E?»

«Scott e Allison vengono qualche giorno prima, approfittandone per prendersi una vacanza...staranno in un hotel qual vicino. Mio padre e la mamma di Lydia stessa cosa. Lydia, Stacy e Jackson arriveranno il giorno prima, stessa cora Cora e Parrish...Malia e Isaac mi hanno dato la conferma per la cena, stessa cosa Ethan, Aiden, Erica, Boyd, Kira e Liam.»

Già, Stiles ha chiarito con Lydia, alla fine. Hanno deciso di rimanere amici, anche per non creare problemi ai genitori. Si è scoperto che il padre del figlio della rossa fosse proprio il famoso Jackson, che la rossa aveva rivisto in uno dei Congressi che aveva frequentato in giro. Un ritorno di fiamma, insomma, che sembrava stesse andando molto bene.

E Tracy é la loro figlia, di poco più di due anni.

Cora ha cominciato a frequentare il vice-sceriffo, nonostante Derek si fosse mostrato molto iper protettivo, e Malia e Isaac sono ancora follemente innamorati e felici. Malia è andata ad abitare al posto di Stiles, nell'appartamento del riccio.

«Peter mi ha mandato un messaggio prima, arriverà tra un paio di giorni con Argent.» Sbuffa il moro, non riuscendo ancora a capire come i due siano finiti insieme...probabilmente hanno iniziato a frequentarsi dopo quella cena di Natale, e questo spiegherebbe come mai gli fosse giunta voce da Cora che Peter viaggiasse molto di meno. Forse, finalmente, lo zio si è messo la testa a posto.

«Perfetto, non mi pare manchi qualcuno...oh, sì! La mamma di Scotty, anche lei verrà il giorno prima.»

Derek fa per aprire bocca, quando improvvisamente qualcuno sfonda la porta dell'appartamento, e subito un gas si libera nella stanza...

Nell'appartamento dilaga il panico.

«Derek?!» Stiles urla il suo nome, cercando il compagno con fare disperato, mentre comincia a sentire gli occhi farsi pesanti.

Sempre più pesanti...

•••

Stiles apre prima una palpebra, poi l'altra, non riuscendo bene a capire dove si trova. Prova ad alzarsi, ma non ci riesce, e realizza con terrore che ha sia i polsi che le caviglir legate...dev'essere un fottuto incubo!

«Derek?» Chiama subito il moro, realizzando solo ora di trovarsi all'interno di quello che deve essere un jet, apparentemente spoglio. Adocchia il lupo poco distante da lui, legato sempre con delle corde, e ha gli occhi chiusi. Il ragazzino striscia fino al suo corpo.

«Derek!» Questa volta il lupo apre gli occhi, mostrandosi confuso.

«Stiles? Dove siamo?»

«È quello che sto cercando di capire anch'io!» Sbotta. «Togliti quelle cazzo di corde, sei un lupo mannaro!»

Il più grande ci prova, ma...non ci riesce.

«Credo...credo ci sia dello strozzalupo.»

Stiles si guarda intorno disperato, alla ricerca di qualsiasi cosa che possa essere utile, ma purtroppo non riesce a trovare proprio nulla.

«Io...non capisco, non stiamo neanche lavorando su nessun caso al momento...perchè ci stanno rapendo? E dove diavolo ci vogliono portare?!» Stiles comincia ad iperventilare, nonostante ormai sia piuttosto abituato a queste situazioni.

«Calmati, Stiles, non ne ho la più pallida idea.» Cerca di tranquillizarlo il moro. Stiles respira profondamente.

«Okay, ragioniamo.» Stiles prova a riflettere con calma. «Siamo su un jet di chissà chi, per chissà quale motivo, ma almeno sappiamo che non vogliono ucciderci...insomma, altrimenti perchè sprecare tutto questo tempo e trascinarci via?»

Derek annuisce, seguendo il suo ragionamento. «Credo scopriremo tutto appena atterreremo...»

«Non ci succederà niente, Der, lo so, abbiamo affrontato di peggio...»

•••

Stiles, dopo essersi scervellato sul motivo per cui sono stati rapiti, e dopo aver passato diverse ore a farsi diversi film mentali in cuoi vengono torturati...si è addormentato. 

Si risveglia solo quando sente qualcuno che lo sta alzando, e gli sta mettendo del nastro isolante sulla bocca. Prova a ribellarsi, a scalciare, ma le due figure con la mascherina nera devono essere più forti di lui. Stiles cerca di farsi venire in mente qualcosa per fuggire, ma è del tutto inutile, visto che non può muoversi in nessun modo e quelle corde sono talmente strette che non riesce ad usare uno dei trucchi dell'FBI per slegarle.

Ha seguito anche dei corsi di addestramento militare, per potersi difendere, e ha messo su anche dei muscoli di cui va particolarmente fiero, ma adesso si stanno rivelando abbastanza inutili.

Gli fanno male i polsi.

Le figure in tuttosono ben...sei! Sei! 
E le altre quattro stanno tenendo Derek, che è stordito dallo strozzalupo, visto che non riesce ad avere la meglio su di loro. Stiles viene poi incappucciato, e vede tutto nero, così per un'altra oretta, finendo quasi per addormentarsi di nuovo. Cosa diamine vogliono da loro?! Dio, Derek...spera solo ne escano anche questa volta, insieme, come sempre, altrimenti...altrimenti.

•••

Stiles viene improvvisamente buttato a terra, su un pavimento di pietra, e ritorna a vedere: si trova in una stanza di pietra mal ridotta, spoglia, probabilmente abbandonata da decenni. Le due figure scompaiono lungo un corridoio, e Stiles cerca Derek con lo sguardo, senza trovarlo. Gli sembra di trovarsi in una roccaforte, infatti comincia a sospettare sia una sorte di fortezza antica.

Dov'è Derek?

Gli importa solo di lui al momento.

Una figura torna poco dopo, prendendolo di nuovo in braccio senza fatica, e Stiles comincia a sospettare sia un licantropo o una qualche creatura sovrannaturale. L'umano cerca di ribellarsi, senza alcun risultato, e viene portato per delle scale, salendo sempre più su. Una volta arrivati in cima, si trovano su una specie di tettoia, parecchio alta, e Stiles riesce a vedere solo un lato di cielo.

È sera, il sole deve essere tramontato da molto.

Dio, sono stati in viaggio per tutto quel tempo! Non sa neanche dire dove si trova, e non ha tutta questa gran voglia nello scoprirlo, sinceramente. Le sei figure sono in fila davanti a lui, sempre tutte mascherate e vestite di nero...una, in particolare, ha un coltello in mano. Stiles rabbrividisce. Che fine ha fatto Derek? Non è che l'hanno...no no...comincia ad andare nel panico, sbarrando gli occhi....

«Peter, era così necessario il coltello?» Sbuffa...Derek? Peter? Cosa?! Stiles è sollevato nell'osservare il moro fare la sua apparizione, tutto slegato e per bene, ma è piuttosto confuso nel guardare la figura con il coltello togliersi la mascherina...e assumere il volto dello zio psicopatico di Derek.

«Nipote, mi sembrava divertente spaventarlo un pochino, già che c'eravamo.» Ribatte lui, con sguardo innocente. Okay, Stiles crede di aver bisogno delle spiegazioni immediatamente, o rischia davvero di impazzire. Le altre figure imitano Peter, e presto i loro volti vengono scoperti: Malia, Isaac, Scott, Erica e Boyd...che cazzo sta succedendo?!

«Girati, Stiles.» Gli suggerisce Derek, sorridendogli -che cazzo c'ha da sorridere?- e il ragazzino, ancora dannatamente confuso, fa come gli dice, rimanendo letteralmente senza fiato. Davanti a lui, sotto la tettoia, c'è un lago immenso, circondato da montagne e verde...ma non è quello il punto! Spettacolari sono i riflessi sul cielo buio: sfumature di rosa, verde, arancione...l'aurora boreale.

Stiles non crede di avere più un cervello, visto che deve essere esploso per la troppa confusione  e bellezza di questo paesaggio da fiabe. 
Ne ha visti di così solo su Internet.

Derek, in poco tempo, è di fronte a lui, inginocchiato, praticamente alla sua altezza.

Sta sorridendo.

Beato lui, che ha le idee chiare, visto che Stiles non ci sta capendo un cazzo.

«Stiles, ho organizzato tutto io questo, con il loro aiuto.» Inizia a spiegare il moro, indicando con un cenno gli altri, dietro il ragazzino. «Volevo chiedertelo in modo particolare, non semplice e normale come tutte le dannate coppie...perchè noi non siamo come tutti, perchè tu sei speciale, Stiles, e questo momento doveva essere almeno metà speciale di quanto lo sei tu...così ho pensato, perchè non davanti ad una bella aurora boreale in Nuova Zelanda?»

Stiles spalanca gli occhi: sono in Nuova Zelanda?! E poi non sta capendo benissimo a cosa si sta riferendo Derek, o forse non vuole credere davvero che è arrivato quel momento...

«Così, ho deciso di fare qualcosa nel nostro stile. Nello stile di Stiles e Derek. Un rapimento programmato era semplicemente perfetto, e il fatto che Peter avesse uno jet privato ha aiutato molto...» 
Poi, Derek tira fuori una scatolina, aprendola con calma, e guardando il ragazzino negli occhi. «Mieczyslaw Stilinski, mi vuoi sposare?»

Sì, Derek ha scoperto il suo vero nome.

Sì, Derek gli ha appena chiesto di sposarlo.

«Togligli il nastro dalla bocca!» Gli suggerisce Erica, l'unica sveglia, e Derek si dà dello stupido per non averlo già fatto. Appena Stiles ha la bocca libera, prende subito fiato:

«BRUTTO STRONZO PEZZO DI MERDA MI HAI FATTO PREOCCUPARE COME UN DANNATO! PENSAVO CHE SAREMMO POTUTI MORIRE E QUANDO NON TI HO PIÙ VISTO IO STAVO GIÀ PENSANDO AL TUO FUNERALE IO TI ODIO-»

Derek scoppia a ridere, il bastardo. «Lo prendo come un sì?»

Stiles ora sta piangendo.

«Sì, brutto stronzo! Certo che ti sposo, idiota! Però magari adesso liberami così ti meno, essere ripugnante!» Piagnucola il ragazzino, commosso, con l'aurora boreale che si staglia dietro al moro.

Derek non gli è mai perso così surreale, bello. Gli piacerebbe immortalarlo.

«Troppi complimenti, però.» Scherza il moro, e Stiles, appena liberato, gli corre incontro, dandogli primauno schiaffo, per poi baciarlo. 
Tutti applaudono, commossi.

«Scott! Sei anche tu uno stronzo!» Fa poi Stiles, girandosi di spalle, non aspettandosi minimanente la presenza del suo migliore amico.

«Ehi, amico, non potevo mancare ad un momento simile!» Si giustica lui, e Stiles riceve una dose di abbracci da parte di tutti.

«Quindi, qualcuno si sposa, eh?» Fa Erica al moro, il quale sta osservando l'umano parlare con Malia, Scott, Peter e Isaac. Boyd affianca la bionda.

«Sì, pare proprio così.» Non riesce a reprimere un sorriso.

«Dimmi, Derek, dopo tutti questi anni...dopo tutto quello che hai sofferto...adesso dimmi, ne vale davvero la pena?« Lo mette alla prova la licantropa. Derek non riesce a staccare gli occhi dal suo compagno e futuro marito.

Sorride.

«Sì, ne vale la pena.»

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