Ti odio, ti amo

di xxlili_luna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo bacio ***
Capitolo 3: *** Si parte ***
Capitolo 4: *** Drammi da ragazze ***
Capitolo 5: *** Scomode verità e gochi del silenzio ***
Capitolo 6: *** Una notte da sogno ***
Capitolo 7: *** AVVISO ***
Capitolo 8: *** I love you ***
Capitolo 9: *** E se ti dicessi che lo amo? ***
Capitolo 10: *** Balli e gelosie ***
Capitolo 11: *** Scoperte e visite ***
Capitolo 12: *** Non farmi scegliere ***
Capitolo 13: *** Tu non la conosci ***
Capitolo 14: *** I grandi amici si vedono al momento del bisogno ***
Capitolo 15: *** Un compleanno più che perfetto ***
Capitolo 16: *** Chi è Belatrix? ***
Capitolo 17: *** Cavolo ***
Capitolo 18: *** Lacrime amare ***
Capitolo 19: *** Come ghiaccio e fuoco ***
Capitolo 20: *** Tra incubo e realtà ***
Capitolo 21: *** Tra incubo e realtà ***
Capitolo 22: *** Lieve speranza ***
Capitolo 23: *** Viva ***
Capitolo 24: *** Sempre ***
Capitolo 25: *** Mordum ***
Capitolo 26: *** Viviamo il presente ***
Capitolo 27: *** Ordini di Hermione Granger! ***
Capitolo 28: *** Buon Natale ***
Capitolo 29: *** Tempo di crederci ***
Capitolo 30: *** Magic Library ***
Capitolo 31: *** Martin Freakzuis ***
Capitolo 32: *** Ultime informazioni ***
Capitolo 33: *** La chiave... ***
Capitolo 34: *** Passato, presente e futuro ***
Capitolo 35: *** Torna da me ***
Capitolo 36: *** Niente di nuovo... il solito Jonathan ***
Capitolo 37: *** Allenamenti pericolosi ***
Capitolo 38: *** Amore mio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Pov Hermione
Dormitorio femminile
Non ci potevo credere! No! Assolutamente no! Volevo urlare, spaccare qualcosa, qualsiasi cosa. Continuavo a leggere e rileggere la lettera che mi aveva mandato mia madre poco prima. Mancavano solo due settimane alla fine della scuola, gli esami erano praticamente terminati e ormai le famiglie cominciavano ad organizzarsi per le vacanze. Appena, all'ora di pranzo, mi era arrivata la lettera ero al settimo cielo, ogni anno i miei genitori mi portavano in un posto diverso, isolati dai babbani, e tutti erano fantastici, ma, arrivata a metà della lettera il mio sorriso si spense, tramutandosi in una espressione incredula. Dopo averla finita di leggere mi ero istintivamente voltata verso la tavolata dei Serpeverde e l'avevo visto leggere anche lui una lettera e poi alzare lo sguardo e puntarlo su di me. Appena i nostri occhi si erano incontrati io avevo distolto velocemente il mio e l'avevo puntato di nuovo sulla lettera. Finito il pranzo ero furibonda. Furibonda con i miei genitori e con quell'insopportabile biondino ossigenato. Mi ero alzata da tavola e per poco non avevo tirato un pugno a Nevile, che mi aveva fatto una semplice domanda su storia della magia. 
Adesso mi trovavo in camera mia e aspettavo che Ginny, la mia compagna di stanza, nonché migliore amica, tornasse dagli allenamenti di Quidditch. Appena sentì la porta aprirsi mi precipitai verso di lei, la afferrai, la feci entrare e richiusi la porta, tutto questo in meno di un minuto. Mi voltai verso di lei e prima di darle il tempo di dire qualcosa le mettei la lettera in mano. Lei la lesse e vidi il suo viso trasformarsi in una espressione disgustata e stranita. 
- Oh, cavolo! - fece alzando lo sguardo su di me. Io annuì lievemente e andai verso il letto sedendomici sopra. Ginny mi raggiunse poggiando la lettera accanto a sé. - E dai! Guarda il lato positivo. 
- C'è un lato positivo? - feci incrociando il suo sguardo. 
- Bè... forse. - disse sorridendo appena. Io la guardai con gli occhi sgranati, come se fossi sull'orlo di una crisi isterica, e forse era proprio così. Poggiai la testa sulla sua spalla. Ripensando alle parole che c'erano scritte su quel maledettissimo pezzo di carta. 
[ Cara Hermione 
Non vedo l'ora di abbracciarti. Come stanno andando gli esami? E con i tuoi amici? Volevo informarti su dove andremo quest'anno in vacanza. Andremo in America, alle Hawaii. Contenta? Volevo anche dirti che quest'anno non saremo da soli ma verranno con noi anche i Malfoy. Verremo a prendere te e Draco tra due settimane esatte e partiremo immediatamente. Alloggeremo in un castello della famiglia Malfoy e staremo lì un mese. Ci vediamo presto. 
Un bacio. 
Mamma e papà. ] 
Non ci potevo credere. Avrei passato un intero mese con Malfoy. Sapevo perché i miei genitori e i suoi si erano organizzati così. Volevano che io e lui ci fidanzassimo, anzi, ai loro occhi lo eravamo già. Ma tra l' esserlo per qualche ora a una cena e poi tornare a ignorarci e a insultarci  per il resto del tempo a scuola era una cosa, fingere di essere fidanzati per un mese intero era un'altra! Non lo sopportavo, era così superficiale, antipatico, narcisista e si faceva tutte le ragazze della scuola. Era una vera serpe.  
Quel pomeriggio andai in biblioteca. Quello era l'unico posto in cui riuscivo a calmarmi e a riflettere. Afferrai un libro di rune antiche e mi sedetti a un tavolo libero. Cominciai a sfogliarlo pigramente quando sentì la sedia davanti alla mia strisciare sul pavimento e qualcuno che ci si sedeva. Alzai lo sguardo e per poco non sobbalzai. Era Malfoy. Seduto che mi fissava con quei suoi occhi grigi. 
- Che vuoi? - gli chiesi dopo un secondo di silenzio. 
- È così che ci si rivolge al proprio fidanzato? - disse facendo il finto offeso. 
- Tu non sei il mio ragazzo. Lo sei solo davanti ai nostri genitori. Qui io sono... 
- Fidanzata con Lenticchia. Lo so, lo so. Anche se non capisco proprio cosa ci trovi in lui. - disse facendo un gesto con la mano come per scacciare una mosca. Quando ci eravamo accorti che i nostri genitori volevano farci mettere insieme, avevamo fatto un piccolo accordo. Quando eravamo con loro, saremmo stati una coppia. Nel resto del tempo io stavo con Ron e lui si faceva tutte le ragazze che voleva. Roteai gli occhi al cielo per come l'aveva chiamato. 
- Cosa vuoi? - chiesi di nuovo, questa volta scandendo bene le parole. 
- Allora. - disse poggiando le braccia sul tavolo e facendosi serio. - Dovremo passare un mese insieme e fingerci fidanzatini tutti innamorati e bla, bla, bla. Quindi fai la brava e sii una fidanzata finta perfetta, perché se ci fai scoprire o dici a mio padre qualcosa su come mi comporto qui, te ne farò pentire amaramente. - lo sguardo gli si stava facendo più minaccioso e scuro. 
- E se tu dici qualcosa a proposito del mio ragazzo, ti farò del male in modi che non sono ancora stati inventati. - feci poggiando il libro sul tavolo e sporgendomi lievemente per avvicinarmi a lui. Con la coda dell'occhio vedevo che praticamente tutti gli sguardi erano puntati su di noi. In un modo o nell'altro si era sparsa la voce della nostra " relazione " e quando ci vedevano parlare, in maniera civile, puntavano lo sguardo su di noi. 
- Che grinta, Grenger. - disse in un sussurro facendo un ghigno. Poi si alzò dalla sedia e mi guardò dall'alto in basso per circa due secondi poi si voltò e andò verso la porta da cui uscì. Sospirai lievemente e mi riappoggiai alla sedia buttando la testa all'indietro. Dopo qualche minuto che guardavo il soffitto ripresi il libro in mano e lo riaprì ricominciando a leggere, o almeno provandoci, ma non vedevo veramente quelle pagine, i miei pensieri erano fissi su Malfoy, sul mese che mi aspettava e soprattutto su come avrebbe reagito Ron appena... Oh, cavolo! Ron! Alzai lo sguardo verso l'orologio alla parete e saltai su dalla sedia, attirando l'attenzione di tutti. Feci un incantesimo al libro che tornò al suo posto da solo, raccolsi la mia roba e uscì correndo dalla biblioteca. Corsi giù verso i sotterranei e per poco non caddi addosso a una Serpeverde che stava uscendo dal suo dormitorio. Mi guardò male prima di andarsene. Io mi precipitai  verso l'aula di Pozioni e aprì la porta. Dentro c'era solo Ron, che appena sentì quel rumore improvviso per poco non cadde dalla sedia. Mi rivolse un sorriso e si avvicinò a me. 
- Ma dov'eri finita? - mi chiese lui. 
- Scusa! Ero in biblioteca e ho perso la cognizione del tempo. - dissi tralasciando la visitina di Malfoy. Lo baciai a fior di labbra prima di metterci a lavoro. Tra poco ci sarebbe stato l'esame di Pozioni, l'ultimo esame, e Ron, essendo una schiappa in Pozioni mi aveva chiesto un aiuto. Preparammo diverse pozioni, una diversa dall'altra, e appena l'avevamo conclusa chiedevo a lui di dirmi il nome, a cosa funzionasse, quali erano gli ingredienti principali e come si faceva. Verso le sette avevamo fatto e ripassato tutte le pozioni studiate quell'anno. - Okay... io ora devo andare a prepararmi per la cena. Ci vediamo dopo. - disse dopo avermi ringraziata con un piccolo bacio. Lo salutai a mia volta ma prima che aprisse la porta lo fermai. Dovevo dirglielo. - Aspetta. Prima che tu vada... dovrei dirti una cosa. 
- Cosa? - fece incuriosito. 
- Bè... ecco... sai che con i nostri genitori, insomma, io e Malfoy stiamo insieme vero? - vidi una scintilla di rabbia passare per i suoi occhi, detestava non poter conoscere i miei genitori per questo, e detestava che Malfoy fosse considerato il mio ragazzo, anche solo dalle nostre famiglie... e dall'intera comunità magica. - E, bè, i nostri genitori hanno pensato che sarebbe carino fare una vacanza insieme, quest'estate... e quindi... - mi bloccai e lo vidi irrigidirsi. 
- Mi vuoi dire che passerrai l'estate con quel Serpeverde? - disse quasi urlando, aveva la stessa espressione che avevo avuto io quando l'avevo scoperto. Ci pensai su un secondo, indecisa tra dirgli la verità o mentirgli, inventandomi una scusa per giustificare la frase di prima. Scelsi la prima. Annuì lievemente e lo vidi sgranare gli occhi. Ci furono dei minuti di silenzio, nei quali Ron continuò a guardare un punto indefinito del muro. - Okay. So che non puoi opporti, ma mi fido di te e so che tra e te e lui non c'è nulla. - disse riportando gli occhi nei miei. Sorrisi e lo baciai di nuovo. 
Tornai in camera mia e mi tolsi la divisa. Mi misi un paio di jeans attillati neri e una canottiera viola scuro, poi mi infilai un paio di convers nere e uscì dalla stanza. Ginny era già sciesa di sotto e io mi affrettai a raggiungerla in Sala Grande. Anche all'interno di quel castello così antico si moriva di caldo e appena scoccava la campanella che segnava la fine delle lezioni, volavo in camera mia a cambiarmi, ma quel giorno non ne avevo avuto il tempo. Appena entrai quasi tutti gli sguardi si puntarono su di me, ma cercai di non farci caso. Mi avvicinai ai miei amici e mi sedetti al posto vicino a Ginny, abbracciata a Harry. Il mio migliore amico e fidanzato della mia migliore amica. Davanti a me si sedette Ron, che mi sorrise dolcemente prendendomi la mano. La cena fu tranquilla, apparte il fatto che ogni tanto mi giravo verso Malfoy e lo vedevo fissarmi. Non riuscivo a decifrare il suo sguardo, ma ogni volta che i nostri sguardi si incontravano lui non lo abbassava minimamente. 
Quando arrivò l'ora di andare a dormire mi separai dagli altri e dal mio ragazzo e mi diressi insieme a Ginny verso la nostra camera. Mi addormentai praticame

Pov Hermione

Dormitorio femminile


Non ci potevo credere! No! Assolutamente no! Volevo urlare, spaccare qualcosa, qualsiasi cosa. Continuavo a leggere e rileggere la lettera che mi aveva mandato mia madre poco prima. Mancavano solo due settimane alla fine della scuola, gli esami erano praticamente terminati e ormai le famiglie cominciavano ad organizzarsi per le vacanze. Appena, all'ora di pranzo, mi era arrivata la lettera ero al settimo cielo, ogni anno i miei genitori mi portavano in un posto diverso, isolati dai babbani, e tutti erano fantastici, ma, arrivata a metà della lettera il mio sorriso si spense, tramutandosi in una espressione incredula. Dopo averla finita di leggere mi ero istintivamente voltata verso la tavolata dei Serpeverde e lo vidi leggere a sua volta una lettere e poi alzare lo sguardo e puntarlo sundi me. Appena i nostri occhi si incontrano io distolsi velocemente lo sguardo e tornai e fissarlo sulla carta. Finito il pranzo ero furibonda. Furibonda con i miei genitori e con quell'insopportabile biondino ossigenato. Mi ero alzata da tavola e per poco non avevo tirato un pugno a Nevile, che mi aveva fatto una semplice domanda su storia della magia. 
Adesso mi trovavo in camera mia e aspettavo che Ginny, la mia compagna di stanza, nonché migliore amica, tornasse dagli allenamenti di Quidditch. Appena sentì la porta aprirsi mi precipitai verso di lei, la afferrai, la feci entrare e richiusi la porta, tutto questo in meno di un minuto. Mi voltai verso di lei e prima di darle il tempo di dire qualcisa le mettei la lettera in mano. Lei la lesse e vidi il suo viso trasformarsi in una espressione disgustata e stranita. 


- Oh, cavolo! - fece alzando lo sguardo su di me. Io annuì lievemente e andai verso il letto sedendomici sopra. Ginny mi raggiunse poggiando la lettera accanto a sé. - E dai! Guarda il lato positivo. 


- C'è un lato positivo? - feci incrociando il suo sguardo. 


- Bè... forse. - disse sorridendo appena. Io la guardai con gli occhi sgranati, come se fossi sull'orlo di una crisi isterica, e forse era proprio così. Poggiai la testa sulla sua spalla. Ripensando alle parole che c'erano scritte su quel maledettissimo pezzo di carta. 
[ Cara Hermione 


Non vedo l'ora di abbracciarti. Come stanno andando gli esami? E con i tuoi amici? Volevo informarti su dove andremo quest'anno in vacanza. Andremo in America, alle Hawaii. Contenta? Volevo anche dirti che quest'anno non saremo da soli ma verranno con noi anche i Malfoy. Verremo a prendere te e Draco tra due settimane esatte e partiremo immediatamente. Alloggeremo in un castello della famiglia Malfoy e staremo lì un mese. Ci vediamo presto. 
Un bacio. 


Mamma e papà. ] 


Non ci potevo credere. Avrei passato un intero mese con Malfoy. Sapevo perché i miei genitori e i suoi si erano organizzati così. Volevano che io e lui ci fidanzassimo, anzi, ai loro occhi lo eravamo già. Ma tra l' esserlo per qualche ora a una cena e poi tornare a ignorarci e a insultarci  per il resto del tempo a scuola era una cosa, fingere di essere fidanzati per un mese intero era un'altra! Non lo sopportavo, era così superficiale, antipatico, narcisista e si faceva tutte le ragazze della scuola. Era una vera serpe.  


Quel pomeriggio andai in biblioteca. Quello era l'unico posto in cui riuscivo a calmarmi e a riflettere. Afferrai un libro di rune antiche e mi sedetti a un tavolo libero. Cominciai a sfogliarlo pigramente quando sentì la sedia davanti alla mia strisciare sul pavimento e qualcuno che ci si sedeva. Alzai lo sguardo e per poco non sobbalzai. Era Malfoy. Seduto che mi fissava con quei suoi occhi grigi. 


- Che vuoi? - gli chiesi dopo un secondo di silenzio. 


- È così che ci si rivolge al proprio fidanzato? - disse facendo il finto offeso. 


- Tu non sei il mio ragazzo. Lo sei solo davanti ai nostri genitori. Qui io sono... 


- Fidanzata con Lenticchia. Lo so, lo so. Anche se non capisco proprio cosa ci trovi in lui. - disse facendo un gesto con la mano come per scacciare una mosca. Quando ci eravamo accorti che i nostri genitori volevano farci mettere insieme, avevamo fatto un piccolo accordo. Quando eravamo con loro, saremmo stati una coppia. Nel resto del tempo io stavo con Ron e lui si faceva tutte le ragazze che voleva. Roteai gli occhi al cielo per come l'aveva chiamato. 


- Cosa vuoi? - chiesi di nuovo, questa volta scandendo bene le parole. 


- Allora. - disse poggiando le braccia sul tavolo e facendosi serio. - Dovremo passare un mese insieme e fingerci fidanzatini tutti innamorati e bla, bla, bla. Quindi fai la brava e sii una fidanzata finta perfetta, perché se ci fai scoprire o dici a mio padre qualcosa su come mi comporto qui, te ne farò pentire amaramente. - lo sguardo gli si stava facendo più minaccioso e scuro. 


- E se tu dici qualcosa a proposito del mio ragazzo, ti farò del male in modi che non sono ancora stati inventati. - feci poggiando il libro sul tavolo e sporgendomi lievemente per avvicinarmi a lui. Con la coda dell'occhio vedevo che praticamente tutti gli sguardi erano puntati su di noi. In un modo o nell'altro si era sparsa la voce della nostra " relazione " e quando ci vedevano parlare, in maniera civile, puntavano lo sguardo su di noi. 


- Che grinta, Grenger. - disse in un sussurro facendo un ghigno. Poi si alzò dalla sedia e mi guardò dall'alto in basso per circa due secondi poi si voltò e andò verso la porta da cui uscì. Sospirai lievemente e mi riappoggiai alla sedia buttando la testa all'indietro. Dopo qualche minuto che guardavo il soffitto ripresi il libro in mano e lo riaprì ricominciando a leggere, o almeno provandoci, ma non vedevo veramente quelle pagine, i miei pensieri erano fissi su Malfoy, sul mese che mi aspettava e soprattutto su come avrebbe reagito Ron appena... Oh, cavolo! Ron! Alzai lo sguardo verso l'orologio alla parete e saltai su dalla sedia, attirando l'attenzione di tutti. Feci un incantesimo al libro che tornò al suo posto da solo, raccolsi la mia roba e uscì correndo dalla biblioteca. Corsi giù verso i sotterranei e per poco non caddi addosso a una Serpeverde che stava uscendo dal suo dormitorio. Mi guardò male prima di andarsene. Io mi precipitai  verso l'aula di Pozioni e aprì la porta. Dentro c'era solo Ron, che appena sentì quel rumore improvviso per poco non cadde dalla sedia. Mi rivolse un sorriso e si avvicinò a me. 


- Ma dov'eri finita? - mi chiese lui. 


- Scusa! Ero in biblioteca e ho perso la cognizione del tempo. - dissi tralasciando la visitina di Malfoy. Lo baciai a fior di labbra prima di metterci a lavoro. Tra poco ci sarebbe stato l'esame di Pozioni, l'ultimo esame, e Ron, essendo una schiappa in Pozioni mi aveva chiesto un aiuto. Preparammo diverse pozioni, una diversa dall'altra e appena l'avevamo conclusa chiedevo a lui di dirmi il nome, a cosa funzionasse, quali erano gli ingredienti principali e come si faceva. Verso le sette avevamo preparato e ripassato tutte le pozioni studiate quell'anno. - Okay... io ora devo andare a prepararmi per la cena. Ci vediamo dopo. - disse dopo avermi ringraziata con un piccolo bacio. Lo salutai a mia volta ma prima che aprisse la porta lo fermai. Dovevo dirglielo. - Aspetta. Prima che tu vada... dovrei dirti una cosa. 


- Cosa? - fece incuriosito. 


- Bè... ecco... sai che con i nostri genitori, insomma, io e Malfoy stiamo insieme vero? - vidi una scintilla di rabbia passare per i suoi occhi, detestava non poter conoscere i miei genitori per questo, e detestava che Malfoy fosse considerato il mio ragazzo, anche solo dalle nostre famiglie e... per tutta la comunità magica. - E, bè, i nostri genitori hanno pensato che sarebbe carino fare una vacanza insieme, quest'estate... e quindi... - mi bloccai e lo vidi irrigidirsi. 


- Mi vuoi dire che passerrai l'estate con quel Serpeverde? - disse quasi urlando, aveva la stessa espressione che avevo avuto io quando l'avevo scoperto. Ci pensai su un secondo, indecisa tra dirgli la verità o mentirgli, inventandomi una scusa per giustificare la frase di prima. Scelsi la prima. Annuì lievemente e lo vidi sgranare gli occhi. Ci furono dei minuti di silenzio, nei quali Ron continuò a guardare un punto indefinito del muro. - Okay. So che non puoi opporti, ma mi fido di te e so che tra e te e lui non c'è nulla. - disse riportando gli occhi nei miei. Sorrisi e lo baciai di nuovo. 


Tornai in camera mia e mi tolsi la divisa. Mi misi un paio di jeans attillati neri e una canottiera viola scuro, poi mi infilai un paio di scarpe di convers nere e uscì dalla stanza. Ginny era già sciesa di sotto e io mi affrettai a raggiungerla in Sala Grande. Anche all'interno di quel castello così antico si moriva di caldo e appena scoccava la campanella che segnava la fine delle lezioni, volavo in camera mia a cambiarmi, ma quel giorno non ne avevo avuto il tempo. Appena entrai quasi tutti gli sguardi si puntarono su di me, ma cercai di non farci caso. Mi avvicinai ai miei amici e mi sedetti al posto vicino a Ginny, abbracciata a Harry. Il mio migliore amico e fidanzato della mia migliore amica. Davanti a me si sedette Ron, che mi sorrise dolcemente prendendomi la mano. La cena fu tranquilla, apparte il fatto che ogni tanto mi giravo verso Malfoy e lo vedevo fissarmi. Non riuscivo a decifrare il suo sguardo, ma ogni volta che i nostri sguardi si incontravano lui non lo abbassava minimamente. 


Quando arrivò l'ora di andare a dormire mi separai dagli altri e dal mio ragazzo e mi diressi insieme a Ginny verso la nostra camera. Mi addormentai praticame subito.

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Capitolo 2
*** Primo bacio ***


Pov Hermione
Corridoio della scuola. 
Stavo camminando mano nella mano con Ron, e insieme a lui e a Harry, stavamo andando in Sala Grande. Prima di aprire la porta, però, ci ritrovammo di fronte Malfoy. Ci bloccammo di colpo. 
- Ma guarda chi c'è! Preoccupato per la partita Potter? 
- No, tu dovresti avere paura. Vi batteremo in un secondo. - rispose lui, ero orgogliosa del mio amico. Malfoy fece un ghigno ma prima che potesse replicare, parlai io: - Ora perché non vai a prepararti e ci lasci in pace? 
Fece saettare lo sguardo da Harry a me e sentì Ron lasciarmi la mano e abbracciarmi la vita. Non sapevo se lo avesse fatto perché era fiero di me o perché voleva dimostrare qualcosa a Malfoy. Fatto sta che appena lo fece il suo ghigno scomparve, e dopo un secondo se ne andò.
Trionfanti andammo a fare colazione. Quello era il primo giorno di una settimana in cui non dovevamo fare niente, non c'erano lezioni, né compiti, l'unica preoccupazione era per il voto che avremmo preso al G.U.F.O, oltre a quella ultima partita e alla curiosità di chi avrebbe vinto la coppa delle case. Per ora noi e i Serpeverde eravamo a parità quindi tutto dipendeva da che avrebbe vinto quella partita di Quidditch che si sarebbe svolta quella mattina. Non mangiammo niente, troppo agitati per la partita. La tensione tra i tavoli delle serpi e il mio era palpabile. Alzai lo sguardo su Ron, seduto accanto a me che mi teneva la mano e poi guardai Harry, seduta davanti a me. 
- Ehi! - li chiamai ed entrambi alzarono lo sguardo verso di me. - Vedrete che vinceremo. Siete i migliori. - dissi con tono dolce, entrambi mi rivolsero un sorriso appena accennato prima che suonasse la campana che segnava le nove. La partita sarebbe iniziata tra due ore. I due si alzarono e mi salutarono prima di andare a fare gli ultimi allenamenti prima della partita. Uscì con loro dalla Sala e decisi di andare da Ginny. Il giorno prima non si era sentita molto bene e l'avevo lasciata dormire questa mattina. 
Stavo attraversando un corridoio deserto quando sentì qualcuno afferrarmi un gomito e tirarmi dentro una stanza in cui Gazza teneva le scope e cose simili. Alzai lo sguardo e vidi Malfoy chiudere la porta a chiave. Ero schiacciata al muro e pericolosamente vicina a lui. 
- Non mi piace per niente quando tu intervieni in una mia discussione con Potter. - cominciò lui con tono lievemente minaccioso. 
- Stavi parlando male ai miei amici, dovevo farlo. - replicai con sguardo altrettanto minaccioso. 
- E soprattutto non mi è piaciuto che Lenticchia ti abbia messo un braccio intorno alla vita, credendo di aver vinto. - continuò avvicinandosi ulteriormente, se era possibile. 
- È il mio ragazzo e può abbracciarmi quando e dove vuole. 
- Okay, allora lascialo. - disse di nuovo. Lo guardai con tanto d'occhi. 
- Cosa?! 
- Ho detto che devi lasciarlo. - ripeté e nei suoi occhi leggevo molta impazienza. 
- No. - feci io offesa. Non mi poteva comandare come se fossi la sua serva. 
- Mi spieghi cosa diavolo ci trovi in lui? Sono sicuro che non ti abbia mai toccato, e se l'ha fatto solo una volta. - abbassai lo sguardo a corto di parole. Perché era proprio così! Io e lui stavamo insieme da due anni e l'avevamo fatto una sola volta. Mi ero sempre chiesta perché non ci provava neanche. Forse perché non aveva verso di me quell'attrazione fisica che ti porta a farlo, oppure perché non ero stata brava la prima volta o non gli ero piaciuta! E Malfoy non fu d'aiuto con le parole che disse dopo. - Non ci credo! Ti ha fatta una sola volta?! - alzai lo sguardo su di lui infuriata e feci per dargli uno schiaffo ma lui fu più veloce e mi afferrò il polso allontanandolo e attaccandolo alla parete. - Non ci provare Granger. 
- Lasciami andare. - dissi cercando di liberare il polso. 
- E tu lascia Lenticchia. 
- No. - risposi secca ricominciando a cercare di liberarmi ma fu di nuovo inutile, lui aumentò solo la stretta. 
- Allora lo farò io. Credimi troverò gli argomenti giusti. Sono sicuro che tu non abbia ancora parlato al tuo fidanzatino del nostro imminente fidanzamento. - disse lasciandomi andare. Fece per aprire la porta ma gli afferrai il polso e questa volta fu il mio turno di schiacciarlo alla parete, ma durò poco tempo perché con una sola mossa si liberò e mi schiacciò di nuovo al muro. Questa volta però mi bloccò entrambi i polsi al muro. 
- E allora tu smettila con tutte le tue sgualdrinelle. - feci infuriata. 
- Quindi è questo il problema? Vorresti che toccassi e baciassi te come faccio con le altre? - disse sogghignando mizioso e avvicinando il viso al mio. Mi sentivo mancare il respiro per quella vicinanza ma cercai di mantenere un tono di voce fermo. 
- Ti prego! Ti darei uno schiaffo un secondo dopo. 
- Scommettiamo? - sussurrò in tono malizioso. Distolsi lo sguardo e spostai il viso in cercando una risposta, ma appena mi voltai di nuovo non ebbi il tempo di dire niente, perché un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Cercai di liberare i polsi per fare quello che gli avevo detto ma dopo qualche secondo smisi. Il mio cervello smise di funzionare e risposi al bacio. Sentì la sua lingua leccarmi il labbro inferiore e accorgermene dischiusi le labbra e lui unì la sue lingua alla mia. Mi lasciò un polso e con la mano libera cominciò a vagare per il mio corpo. Attraversò la schiena arrivando fin troppo in basso e mi tastò il sedere. Poi ritornò su e mi strinse lievemente un seno, facendomi sfuggire un gemito. Era una sensazione così... bella e, anche se mi costava ammetterlo, mi stavo eccitando come non mai. Nessuno mi aveva mai toccata così, neanche Ron. All'improvviso mi riscossi e il mio cervello tornò a funzionare. Con la mano libera la appoggiai al suo petto e lo spimsi via. 
- Ce ne hai messo di tempo. - disse sogghignando. - Comunque complimenti non credevo che avessi un sedere così sodo e un seno niente male. - 
Mi sentì avvampare da quell'affermazione. Distolsi lo sguardo e lo posai a terra prima che lui riprendesse a parlare. - Toglimi una curiosità. Ti ho fatto eccitare? Almeno un po'. - sgranai gli occhi e questo bastó come risposta. Sorrise ancora di più, compiaciuto di sé stesso. - Ricordati di lasciarlo, o lo farò io. - detto questo uscì da quella specie di stanza e mi lasciò lì. In preda alla più totale confusione e disgusto per quello che avevo fatto. Non solo mi era piaciuto ma avevo anche ricambiato quel bacio! Uscì a mia volta e mi diressi verso il mio alloggio. Entrai nella sala comune e senza guardare nessuno andai in camera. Mi guardai allo specchio, avevo le labbra lievemente gonfie per il bacio ma per il resto non avevo niente di diverso. Mi avvicinai al letto di Ginny e la scuotei piano facendola svegliare. Mi salutò e si preparò velocemente per la partita. Si mise una semplice maglietta rossa e dei jeans. 
- Tutto bene Hermione? Mi sembri strana. - disse mentre cammincamo verso il campo dove tra meno di mezz'ora si svolgeva la partita. 
- Sì! Sono solo agitata per la partita. - mentì spudoratamente ma fu la prima cosa che mi venne in mente. Lei sembrò crederci e insieme prendemmo posto. Dopo mezz'ora precisa i giocatori entrarono in campo. Notai subito Ron e lui notò me è mi sorrise dolcemente, risposi con un altro sorriso. Voltai la testa e vidi Malfoy che mi osservava. Era semplicemente  bellissimo nella sua divisa da giocatore... ma che stavo dicendo?! Ron era bellissimo. La partita cominciò e dopo un'ora di gioco, in cui tutte le volte che il boccino scompariva dalla vista beccavo Malfoy a guardarmi,  Harry riuscì ad acchiappare il boccino e vincemmo. Io e Ginny, insieme a tutto gli altri Grifondoro, compreso il commentatore, esultammo come pazzi. Poi scendemmo e raggiungemmo gli spogliatoi da cui stavano uscendo tutti i giocatori. Ginny si tuffò da Harry e io mi tuffai tra le braccia di Ron, che mi prese al volo e mi abbracciò. Anche tre due ragazze corsero tra le braccia di altri due ragazzi della squadra. Mentre lo stavo abbracciando vidi Malfoy dall'altra parte della tenda che ci guardava con uno sguardo disgustato. Sorrisi tra me e me, avevo ben in mente cosa volevo fare, non sapevo perché ma avevo una lieve sensazione che avrebbe funzionato. Mi staccai appena da Ron, continuando a tenergli le braccia al collo. - Visto? Te l'avevo detto che ce l' avresti fatta! - dissi sorridendo. 
- Grazie Herm. - disse baciandomi a fior di labbra. Ricambiai il bacio e mi ritrovai a pensare di nuovo a Malfoy e a come mi avevi baciato solo poche ore fa. Con quale intensità e desiderio. Quando ci staccammo, però, l'effetto era lo stesso che avevo immaginato, anche se il bacio non era stato uno dei più intensi, quando abbracciai di nuovo Ron lanciai una piccola occhiata a Malfoy e lo vidi che aveva aumentato la stretta sulla scopa che aveva in mano. Non sapevo perché ma questo mi fece sorridere. 
Appena tornammo al nostro alloggio, abbracciata a Ron, ci accolse una super festa. Mi divertí tantissimo e per un po' non pensai a cosa era successo con Malfoy, al nostro bacio e a tutto il resto. Insomm

Pov Hermione
Corridoio della scuola. 


Stavo camminando mano nella mano con Ron, e insieme a lui e a Harry, stavamo andando in Sala Grande. Prima di aprire la porta, però, ci ritrovammo di fronte Malfoy. Ci bloccammo di colpo. 


- Ma guarda chi c'è! Preoccupato per la partita Potter? 


- No, tu dovresti avere paura. Vi batteremo in un secondo. - rispose lui, ero orgogliosa del mio amico. Malfoy fece un ghigno ma prima che potesse replicare, parlai io: - Ora perché non vai a prepararti e ci lasci in pace? 


Fece saettare lo sguardo da Harry a me e sentì Ron lasciarmi la mano e abbracciarmi la vita. Non sapevo se lo avesse fatto perché era fiero di me o perché voleva dimostrare qualcosa a Malfoy. Fatto sta che appena lo fece il suo ghigno scomparve, e dopo un secondo se ne andò.
Trionfanti andammo a fare colazione. Quello era il primo giorno di una settimana in cui non dovevamo fare niente, non c'erano lezioni, né compiti, l'unica preoccupazione era per il voto che avremmo preso al G.U.F.O, oltre a quella ultima partita e alla curiosità di chi avrebbe vinto la coppa delle case. Per ora noi e i Serpeverde eravamo a parità quindi tutto dipendeva da che avrebbe vinto quella partita di Quidditch che si sarebbe svolta quella mattina. Non mangiammo niente, troppo agitati per la partita. La tensione tra i tavoli delle serpi e il mio era palpabile. Alzai lo sguardo su Ron, seduto accanto a me che mi teneva la mano e poi guardai Harry, seduta davanti a me. 


- Ehi! - li chiamai ed entrambi alzarono lo sguardo verso di me. - Vedrete che vinceremo. Siete i migliori. - dissi con tono dolce, entrambi mi rivolsero un sorriso appena accennato prima che suonasse la campana che segnava le nove. La partita sarebbe iniziata tra due ore. I due si alzarono e mi salutarono prima di andare a fare gli ultimi allenamenti prima della partita. Uscì con loro dalla Sala e decisi di andare da Ginny. Il giorno prima non si era sentita molto bene e l'avevo lasciata dormire questa mattina. 
Stavo attraversando un corridoio deserto quando sentì qualcuno afferrarmi un gomito e tirarmi dentro una stanza in cui Gazza teneva le scope e cose simili. Alzai lo sguardo e vidi Malfoy chiudere la porta a chiave. Ero schiacciata al muro e pericolosamente vicina a lui. 


- Non mi piace per niente quando tu intervieni in una mia discussione con Potter. - cominciò lui con tono lievemente minaccioso. 


- Stavi parlando male ai miei amici, dovevo farlo. - replicai con sguardo altrettanto minaccioso. 


- E soprattutto non mi è piaciuto che Lenticchia ti abbia messo un braccio intorno alla vita, credendo di aver vinto. - continuò avvicinandosi ulteriormente, se era possibile. 


- È il mio ragazzo e può abbracciarmi quando e dove vuole. 


- Okay, allora lascialo. - disse di nuovo. Lo guardai con tanto d'occhi. 


- Cosa?! 


- Ho detto che devi lasciarlo. - ripeté e nei suoi occhi leggevo molta impazienza. 


- No. - feci io offesa. Non mi poteva comandare come se fossi la sua serva. 


- Mi spieghi cosa diavolo ci trovi in lui? Sono sicuro che non ti abbia mai toccato, e se l'ha fatto solo una volta. - abbassai lo sguardo a corto di parole. Perché era proprio così! Io e lui stavamo insieme da due anni e l'avevamo fatto una sola volta. Mi ero sempre chiesta perché non ci provava neanche. Forse perché non aveva verso di me quell'attrazione fisica che ti porta a farlo, oppure perché non ero stata brava la prima volta o non gli ero piaciuta! E Malfoy non fu d'aiuto con le parole che disse dopo. - Non ci credo! Ti ha fatta una sola volta?! - alzai lo sguardo su di lui infuriata e feci per dargli uno schiaffo ma lui fu più veloce e mi afferrò il polso allontanandolo e attaccandolo alla parete. - Non ci provare Granger. 


- Lasciami andare. - dissi cercando di liberare il polso. 


- E tu lascia Lenticchia. 


- No. - risposi secca ricominciando a cercare di liberarmi ma fu di nuovo inutile, lui aumentò solo la stretta. 


- Allora lo farò io. Credimi troverò gli argomenti giusti. Sono sicuro che tu non abbia ancora parlato al tuo fidanzatino del nostro imminente fidanzamento. - disse lasciandomi andare. Fece per aprire la porta ma gli afferrai il polso e questa volta fu il mio turno di schiacciarlo alla parete, ma durò poco tempo perché con una sola mossa si liberò e mi schiacciò di nuovo al muro. Questa volta però mi bloccò entrambi i polsi al muro. 


- E allora tu smettila con tutte le tue sgualdrinelle. - feci infuriata. 


- Quindi è questo il problema? Vorresti che toccassi e baciassi te come faccio con le altre? - disse sogghignando mizioso e avvicinando il viso al mio. Mi sentivo mancare il respiro per quella vicinanza ma cercai di mantenere un tono di voce fermo. 
- Ti prego! Ti darei uno schiaffo un secondo dopo. 


- Scommettiamo? - sussurrò in tono malizioso. Distolsi lo sguardo e spostai il viso in cercando una risposta, ma appena mi voltai di nuovo non ebbi il tempo di dire niente, perché un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Cercai di liberare i polsi per fare quello che gli avevo detto ma dopo qualche secondo smisi. Il mio cervello smise di funzionare e risposi al bacio. Sentì la sua lingua leccarmi il labbro inferiore e accorgermene dischiusi le labbra e lui unì la sue lingua alla mia. Mi lasciò un polso e con la mano libera cominciò a vagare per il mio corpo. Attraversò la schiena arrivando fin troppo in basso e mi tastò il sedere. Poi ritornò su e mi strinse lievemente un seno, facendomi sfuggire un gemito. Era una sensazione così... bella e, anche se mi costava ammetterlo, mi stavo eccitando come non mai. Nessuno mi aveva mai toccata così, neanche Ron. All'improvviso mi riscossi e il mio cervello tornò a funzionare. Con la mano libera la appoggiai al suo petto e lo spimsi via. 


- Ce ne hai messo di tempo. - disse sogghignando. - Comunque complimenti non credevo che avessi un sedere così sodo e un seno niente male. - 
Mi sentì avvampare da quell'affermazione. Distolsi lo sguardo e lo posai a terra prima che lui riprendesse a parlare. - Toglimi una curiosità. Ti ho fatto eccitare? Almeno un po'. - sgranai gli occhi e questo bastó come risposta. Sorrise ancora di più, compiaciuto di sé stesso. - Ricordati di lasciarlo, o lo farò io. - detto questo uscì da quella specie di stanza e mi lasciò lì. In preda alla più totale confusione e disgusto per quello che avevo fatto. Non solo mi era piaciuto ma avevo anche ricambiato quel bacio! Uscì a mia volta e mi diressi verso il mio alloggio. Entrai nella sala comune e senza guardare nessuno andai in camera. Mi guardai allo specchio, avevo le labbra lievemente gonfie per il bacio ma per il resto non avevo niente di diverso. Mi avvicinai al letto di Ginny e la scuotei piano facendola svegliare. Mi salutò e si preparò velocemente per la partita. Si mise una semplice maglietta rossa e dei jeans. 


- Tutto bene Hermione? Mi sembri strana. - disse mentre cammincamo verso il campo dove tra meno di mezz'ora si svolgeva la partita. 


- Sì! Sono solo agitata per la partita. - mentì spudoratamente ma fu la prima cosa che mi venne in mente. Lei sembrò crederci e insieme prendemmo posto. Dopo mezz'ora precisa i giocatori entrarono in campo. Notai subito Ron e lui notò me è mi sorrise dolcemente, risposi con un altro sorriso. Voltai la testa e vidi Malfoy che mi osservava. Era semplicemente  bellissimo nella sua divisa da giocatore... ma che stavo dicendo?! Ron era bellissimo. La partita cominciò e dopo un'ora di gioco, in cui tutte le volte che il boccino scompariva dalla vista beccavo Malfoy a guardarmi,  Harry riuscì ad acchiappare il boccino e vincemmo. Io e Ginny, insieme a tutto gli altri Grifondoro, compreso il commentatore, esultammo come pazzi. Poi scendemmo e raggiungemmo gli spogliatoi da cui stavano uscendo tutti i giocatori. Ginny si tuffò da Harry e io mi tuffai tra le braccia di Ron, che mi prese al volo e mi abbracciò. Anche tre due ragazze corsero tra le braccia di altri due ragazzi della squadra. Mentre lo stavo abbracciando vidi Malfoy dall'altra parte della tenda che ci guardava con uno sguardo disgustato. Sorrisi tra me e me, avevo ben in mente cosa volevo fare, non sapevo perché ma avevo una lieve sensazione che avrebbe funzionato. Mi staccai appena da Ron, continuando a tenergli le braccia al collo. - Visto? Te l'avevo detto che ce l' avresti fatta! - dissi sorridendo. 


- Grazie Herm. - disse baciandomi a fior di labbra. Ricambiai il bacio e mi ritrovai a pensare di nuovo a Malfoy e a come mi avevi baciato solo poche ore fa. Con quale intensità e desiderio. Quando ci staccammo, però, l'effetto era lo stesso che avevo immaginato, anche se il bacio non era stato uno dei più intensi, quando abbracciai di nuovo Ron lanciai una piccola occhiata a Malfoy e lo vidi che aveva aumentato la stretta sulla scopa che aveva in mano. Non sapevo perché ma questo mi fece sorridere. 


Appena tornammo al nostro alloggio, abbracciata a Ron, ci accolse una super festa. Mi divertí tantissimo e per un po' non pensai a cosa era successo con Malfoy, al nostro bacio e a tutto il resto.

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Capitolo 3
*** Si parte ***


Pov Hermione
Classe di Pozioni
Era da giorni che ero libera. Stavo con il mio ragazzo, con i miei amici e ovviamente studiavo un po'. Tra pochi giorni sarebbero arrivati i miei genitori e se da una parte non vedevo l'ora di rivederli, dall'altra ero molto agitata per quello che sarebbe successo. 
Adesso però avevo cose ben più importanti da fare. Ero con Neville nell'aula di Piton e gli stavo dando un aiuto per poter preparare al meglio una pozione che non gli era mai riuscita e che voleva assolutamente imparare. Avevo accettato solo per cortesia anche se sapevo che me ne sarei pentita, e infatti stava succedendo. Ero seduta su uno sgabello al tavolo, i gomiti poggiati sul tavolo e la testa tra le mani. Ero esausta, non ero ancora riuscita a fargli imparare questa maledetta pozione, e ci stavo provando da ore! - No! - dissi per l'ennesima volta quando mi fece vedere un ingrediente che voleva mettere ma che non c'entrava niente con la pozione che stavano facendo. Indicai con un cenno un altra boccetta contenente del liquido trasparente e quando la mise uscirono delle piccole bolle. Girò lentamente e fece per mettere una polvere nera ma io, grazie al cielo, fui più veloce e gli bloccai il polso. 
- Sei impazzito?! Ci vuoi far saltare in aria? - dissi con tono lievemente acido. Non dovevo fare così, dato che ero stata io ad accettare, ma ero comunque stanca. Gli strappai dalle mani la boccetta e gliene passai una con dentro della polverina bianca-argentata. Dopo un altra ora, di tortura, finalmente Neville imparò a fare questa benedetta pozione e io fui libera di andare. 
- Oh, Hermione? - mi chiamò lui quando ero già sulla porta. Feci una specie di gemito silenzioso e mi voltai verso di lui con il sorriso più falso che riuscì a fare. - Grazie dell'aiuto. 
- Figurati, Neville. - risposi io, dopo di che mi precipitai fuori dall'aula. Volevo un po' di silenzio, volevo rimanere da sola per un po', così andai in biblioteca. Entrai nel portone e andai diretta verso gli scaffali e afferrai un libro a caso, e andai alla ricerca di un tavolo il più nascosto possibile. Appena lo trovai mi buttai sopra la sedia e cominciai a sfogliare distrattamente le pagine senza vederle veramente. La mia mente continuava ad andare in quello sgabuzzino. Erano passati quattro giorni dal mio bacio con Malfoy e ogni volta che stavo con qualcuno in un modo o nell'altro la mia mente tornava a lui, a come mi aveva baciata, a come mi ero stretta a lui, a come non avevo pensato minimamente a Ron, e a come avrei desiderato che continuasse. Scossi la testa e mi alzai in piedi, uscendo dalla biblioteca, e praticamente corsi verso il mio dormitorio. Dissi la parola d'ordine e mi chiusi dentro la mia stanza. Ginny non era ancora tornata dal suo appuntamento con Harry quindi non sarebbe tornata per un bel po'. Mi sdraia sul letto e chiusi gli occhi ma appena lo feci rividi i suoi occhi ghiacciati così li riaprì e decisi che dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa. Mi alzai, rimanendo a sedere e mi guardai intorno. Alla fine individuai le mia valigie, ancora vuote e decisi che era ora di riempirle. Mancavano ancora tre giorni ma preferivo essere in anticipo che in ritardo, e questo valeva con tutto. Mi alzai e cominciai a buttare fuori dall'armadio tutto quello che avevo, ed era veramente tanto. Riuscì finalmente a liberarmi la testa, mentre osservavo alcuni vestiti che no mi ricordavo neanche di avere. I miei genitori, essendo figlia unica, mi avevano sempre un po' viziato, non come quelli di Malfoy, ma abbastanza. Misi in valigia tutto, tralasciando solo alcuni vestiti che mi sarei messa in quei giorni. Avevo appena richiuso la seconda quando qualcuno bussò alla porta, andai ad aprire e vidi Ron, sorridente come sempre, con quell'espressione che lo faceva sembrare dolce, sciocco ma dolce. 
- Ciao. - mi salutò. - Andiamo a cena? - mi voltai confusa verso l'orologio e vidi che effettivamente era proprio ora di cena. Così mi rivoltai verso di lui e gli presi la mano che mi aveva porso, sorridendo a mia volta. Prima di uscire dalla sala comune mi diede un bacio a fior di labbra. Quel contatto mi ricordò cosa era successo qualche giorno fa, mi ricordò la passione, il desiderio di quel bacio che mi aveva dato Malfoy... basta! Mi urlò una voce nella mia testa, non puoi pensare a un'altro mentre baci il tuo ragazzo! continuò quella insopportabile vocina e io non potei fare altro che darle ragione, ero una persona orribile! Lo seguì per i corridoi mano nella mano, entrammo in Sala Grande e ci sedemmo insieme a Neville e Simus, Ginny ed Harry erano ancora scomparsi e avevo il vago sospetto che non avrei rivisto i miei migliori amici fino alla mattina dopo. Già mi immaginavo ke scenate che avrebbe fatto Ron, che io avrei dovuto calmare. Insomma, lui era più che favorevole alla loro relazione, dato che Harry era il suo migliore amico, ma era comunque di sua sorella che si parlava. Mi voltai verso di lui e lo vidi voltarsi da una parte all'altra del tavolo, scrutandolo. 
- So chi stai cercando. - dissi facendolo voltare verso di me. - Sta tranquillo. 
- Come faccio? È mia sorella! - disse abbassando la voce per non farsi sentire da tutti gli altri. 
- Lo so. E quello che è con lei è il tuo migliore amico. E dai, Ron! Lo conosci da sempre, dovresti fidarti di lui. E dovresti farlo anche di tua sorella. 
- Io mi fido di loro. Ma non c'è niente di male se voglio proteggerla. - disse lui guardandomi con sguardo supplicante.  
- No! Non dico questo. Ma non dovresti guardarti intorno come se la morte si dovesse presentare da un momento all'altro. - replicai prendendogli una mano sorridendo. Cominciammo a mangiare e dopo cena tornai in camera mia. Come sospettavo Ginny non si fece vedere fino alla mattina dopo, ma, grazie alle mie parole, Ron, non fece alcuna sfuriata, né a sua sorella, né al suo migliore amico, ed entrambi mi guardarono con uno sguardo pieno di ringraziamento. Altrimenti a cosa servivano le ragazze del proprio migliore amico e dei fratelli? 
Pov Draco
Dormitorio maschile 
Il giorno della partenza arrivò veramente troppo presto. Mi infilai la mia giacca e afferrai il mio baule. Uscì dalla mia camera e vidi tutti i miei compagni riuniti nella sala comune per gli ultimi saluti. Non mi unì a loro. Non ero mai stato un tipo troppo amichevole, se qualcuno voleva salutarmi doveva venire lui, o lei. 
- Ciao, amico! - disse qualcuno alle mie spalle, mi voltai e vidi Blaise che mi veniva in contro. - Credevo che fossi già andato. 
- Stavo per andare. - risposi accennando un sorriso. Ci salutano, dandoci quel saluto a un braccio, e feci un cenno a la Parkinson a mo di saluto. Uscì dal dormitorio. In estate amavo il posto in cui era situato il dormitorio Serpeverde, nei sotterranei, dato che c'era fresco. Raggiunsi l'entrata e uscì all'estero, poggiandomi alla parete calda del castello. La Granger non era ancora arrivata. Chiusi gli occhi e mi goderti il sole caldo sulle mia pelle fredda. Dopo pochi minuti sentì il portone aprirsi e socchiusi un occhio. Era lei, indossava un paio di pantaloncini corti di jeans, una camicetta bianca con un nodo all'altezza dell'ombelico che le lasciava scoperta un po' di pancia. I capelli erano raccolti in una coda alta e portava ben due valige, entrambe piene. Prima di richiudere gli occhi la vedi soffiare per poter togliersi dagli occhi una ciocca di capelli che le era caduti sugli occhi. 
- Sei in ritardo. - dissi facendo finta di niente. 
- No, non è vero. - disse lei, socchiusi di nuovo gli occhi e la vidi controllare l'orologio al polso. Alle sue spalle vidi avvicinarsi qualcuno, lo riconosciei subito, Weasley. Richiusi gli occhi appena li vidi baciarsi. Ero sicuro che la Granger non avrebbe mai ricevuto un bacio come quello che le avevo dato io tre giorni fa, almeno non da quello. Era da giorni che mi interrogavo su quel bacio, sul perché l'avevo fatto, perché mi ero sentito così appagato, e, soprattutto, sul perché non mi avesse respinto... bè, almeno non subito. 
- Sai dovresti smetterla, Weasley. - dissi dopo un po' con tono scocciato. Aprì completamente gli occhi e lo guardai con sguardo di sfida. Lui si staccò di poco dalla Granger, continuando ad abbracciarla. - Sai quella è la mia ragazza. 
- Sì, ma solo quando siete con i vostri genitori, ed è una recita. Mentre nella realtà, Hermione è la mia ragazza. - replicò lui. Affilai lo sguardo, non sapevo perché ma avevo una grandissima voglia di dirgli che quella che stringeva era la mia futura moglie, e stavo per farlo ma incrociai lo sguardo con la Granger e mi passò tutta la voglia. Aveva capito cosa mi passava per la testa e mi stava supplicando con gli occhi. Mi zittì, e mi voltai dall'altra parte, tornando ad appoggiarmi al muro. Sapevo che così l'avrei lasciato vincere ma, stranamente non mi importava. Sentì che si bisbigliavano qualcosa tra di loro ma feci finta di non sentirli. Se ne andò appena in tempo, prima che i nostri genitori arrivassero. Lei lasciò le sue valige e si precipitò da suo padre, abbracciandolo forte. Sapevo che aveva un rapporto un po' più stretto con lui che con la madre, dato che erano molto più simili. Io andai più lentamente dai miei e li abbracciai entrambi. 
- Mi siete mancati così tanto! - disse la Granger abbracciando entrambi i suoi genitori. Ci girammo tutti e tre verso di loro. Erano molto diversi dalla nostra famiglia, loro erano molto più legati, mentre noi siamo più freddi, e questo si può capire anche dal fatto che devo dare del lei a entrambi. Non lo avrei mai ammesso ma devo dire che un po' invidiavo queste famiglie così legate. 
- Hermione! - la salutò mia madre attirando la sua attenzione. Lei si voltò verso di lei e le fece un enorme sorriso, a lei e a mio padre. 
- Signora Malfoy! Mi scusi se...
- Ma figurati, cara. Prima devi salutare i tuoi genitori. - la interruppe prendendole una mano come per rassicurarla. Le due si abbracciarono, poi passò a mio padre, che ricambiò il suo abbraccio lievemente freddo ma comunque amichevolmente. - Allora. - fece lui appena si staccò da lei. - È un po' tardi quindi dobbiamo partire subito. Bredy prendi i bagagli di entrambi e cadicali nelle auto. - disse le ultime parole, e un secondo dopo apparve un elfo che si sbrigò a fare quello che mio padre gli aveva ordinato. Bredy era l'unico elfo con cui avevo avuto un rapporto stretto, tanto che ogni tanto gli dicevo anche grazie. Lui mi diceva sempre di che umore era mio padre, mi portava dei dolcetti quando ero in punizione e mi leggeva le fiabe quando ero piccolo. 
Una volta caricati tutti i bagagli salimmo nelle rispettive auto, io e la Granger rimanemmo insieme, nell'auto dei miei genitori, mentre i suoi usavano un'altra auto. Salimmo in volo e partimmo verso le Hawaii. Durante il viaggio lancia un paio di sguardi alla ragazza seduta al mio fianco. Ci tenevamo per mano, come faceva ogni coppia di fidanzatini finti,  ma ogni tanto la sentivo stringere la presa. Sapevo che aveva paura dell'altezza, lo vedevo e lo sentivo ogni volta che usavamo l'auto volante, ma non l'aveva detto a nessuno per non creare disturbo o cose del genere. 
- Immagino che tu non glielo abbia ancora detto a Weasley. - le sussurrai all'orecchio facendola sobbalzare lievemente. Si voltò verso di me e per un momento mi parve grata di aver parlato, così avevo tolto la sua attenzione da quanto eravamo in alto. 
- No. - rispose secca, sussurrando anche lei. 
- E quando pensi di dirgli che diventerai mia moglie? La mia offerta sul farlo io è ancora valida. 
- Vuoi veramente parlarne adesso? - fece con sguardo scettico. 
- Va bene. Cambiamo argomento di cosa vuoi parlare? 
- Di niente con te. - rispose tornando a voltarsi. 
- Guarda che io sto solo cercando di distrarti dalla tua paura. - replicai avvicinandomi di nuovo al suo orecchio. La Granger si voltò si scatto, questa volta con sguardo molto sorpreso. 
- E tu come... 
- Quando viaggiamo con queste tipo di auto sento sempre il tuo respiro accelerare un pochino, avvolte mi stringi la mano e si vede nei tuoi occhi ogni volta che guardi fuori. Non ci vuole certo un genio per capirlo. - dissi sogghignando. Lei passò dall'espressione sorpresa a una imbarazzata. E restammo zitti per tutto il resto del viaggio. Apparte quando i nostri genitori ci chiedevano cose del tipo, come è andata la scuola e gli esami, se va tutto bene tra di noi... e tutte quelle cose che i genitori chiedono alla fine della scuola. A quasi tutte rispose la Granger, molto probabilmente perché, come avevo detto io, stava cercando di distrarsi. 
Quando atterrammo, sentì la sua mano stringere ancora di più la mia e io, involontariamente, strinsi a mia volta, per confortarla. Si voltò confusa verso di me ma io non la guardai, anche perché se mi avesse fatto delle domande non avrei saputo rispondere a nessuna. 
Scendemmo dall'auto e ci ritrovammo davanti a un enorme palazzo. Era grande la metà di Hogwarts, ma sicuramente non si poteva definire piccolo. Ero in stile barocco-moderno. Mi voltai verso la Granger e la vidi con gli occhi sgranati che fissava il "castello". Entrammo dentro e mi guardai intorno. Era da un bel po' che non venivo qui e mi sembrava tutto identico all'ultima volta. 
- Allora. - cominciò mia madre. Tutti ci voltammo verso di lei. - Virginia e Mark, voi due starete, insieme a noi, nella parte più a destra del palazzo. Hermione e Draco, voi due starete dall'altra parte. Bredy ha già portato i vostri bagagli nella vostra camera. Ora datevi una rinfrescata, disfate i bagagli e poi ci vediamo a cena. - detto questo portò tutti via. Facendo restare da soli me e la Granger. Eravamo entrambi allibiti. Sbaglio o aveva detto camera al singolare? Ci voltammo verso un altro elfo che ci portò davanti a una porta e la aprì rivelando una enorme stanza con un letto matrimoniale al centro, e due grandi armadi su una parete. Ci lascio soli e immediatamente lei mi lasciò la mano e si avvicinò al letto. 
- Noi due... - cominciò ma non la feci finire. - Dormiremo insieme? Sì. - dissi secco andando verso il mio baule. Lo aprì e cominciai a tirare fuori tutto quello che c'era all'interno e cominciando a mettere dentro l'armadio. Anche lei, dopo essersi ripresa dallo sciok iniziale cominciò a tirare fuori la sua robe e a sistemarla nel suo, di armadio. Quando io ebbi finito mi sedetti sul letto e la guardai sistemare. - Ora mi sembra un buon momento. 
Sobbalzò lievemente prima di voltarsi confusa verso di me. - Per parlare del fatto che tu non abbia ancora mollato Lenticchia. - le spiegai. 
- Non lo molleró, ficcatelo in testa. - disse arrabbiata tornando verso l'armadio e riponendo la maglietta che aveva in mano. 
- Okay... ma tanto sarà lui a mollare te quando scoprirà che sei destinata a sposarmi. - continuai sdraiandomi. 
- Non lo farà. - replicò lei. 
- Oh! Sì invece. - dissi alzandomi sui gomiti. - Io lo farei se fossi in lui. Insomma, stare con una ragazza che non potrà mai sposare, o che comunque è destinata a qualcun'altro è un po' triste. 
- Non lo farà. Fine del discorso. - ripeté con sguardo serio e voce ferma. Mi sdraiai di nuovo, chiudendo gli occhi e la sentì muoversi da una parte all'altra della stanza, continuando a sistemare. 
La cena fu abbastanza tranquilla, senza troppi drammi e cose così. Ma sapevo bene che la parte peggiore, almeno per la Granger, doveva a cora arrivare. Ci alzammo da tavola, lasciando che i nostri genitori continuassero lo loro discussioni sul Ministero e andammo in camera nostra, pronti per andare a dormire. Appena chiusi la porta le lascia la mano e lei andò verso il suo armadio da cui prese alcuni indumente che non riuscì a vedere. La precedenti ed entrai in bagno. Mi lavai i denti e  spogliai, rimanendo in boxer mentre già mi immaginavo la faccia della Granger quando mi avrebbe visto. - Oh! Una cosa. - le urlai da dentro. 
- Cosa? 
Aprì la porta e me la ritrovai davanti che mi guardava trattenendo il fiato. - Io dormo in boxer. - detto questo andai verso il letto e mi ci buttai sopra incrociando le braccia dietro la testa. Lei annuì, evidentemente imbarazzata, prima di entrare in bagno. Sentì il rumore dell'acqua scorrere poi ci fu un po' di silenzio, in cui mi immaginai che si stesse cambiando. Mi immaginai diversi pigiami, ma niente era vagamente simile a quello che mi di presentò davanti. I capelli erano lasciati scolti sulle spalle, indossava una canottiera celeste pallido e un paio di pantaloncini cortissimi bianchi. Mi tirai dibooco su sui gomiti, per poterla squadrare meglio. Ignoravo lo sguardo imbarazzato che aveva. Si avvicinò al letto e si infilò sotto le coperte, feci lo stesso e mi voltai dall'altra parte rispetto a lei. 
Sarebbe stata un lungo mese. 
Ciao a tutti! Grazie per tutti quelli che stanno leggendo questa storia. Grazie per quelli che l'hanno messa tra le preferite, o tra le ricordate o le seguite. Secondo voi come continuerà la storia? Insomma riusciranno ad aprirsi un po' di più l'uno all'altro? E soprattutto, Hermione lascerà Ron per Draco? Si scoprirà nei prossimi capitoli, quindi continuate a leggere. 
Mi raccomando recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.
P.S. è la mia prima Dramion

Pov Hermione
Classe di Pozioni


Era da giorni che ero libera. Stavo con il mio ragazzo, con i miei amici e ovviamente studiavo un po'. Tra pochi giorni sarebbero arrivati i miei genitori e se da una parte non vedevo l'ora di rivederli, dall'altra ero molto agitata per quello che sarebbe successo. 
Adesso però avevo cose ben più importanti da fare. Ero con Neville nell'aula di Piton e gli stavo dando un aiuto per poter preparare al meglio una pozione che non gli era mai riuscita e che voleva assolutamente imparare. Avevo accettato solo per cortesia anche se sapevo che me ne sarei pentita, e infatti stava succedendo. Ero seduta su uno sgabello al tavolo, i gomiti poggiati sul tavolo e la testa tra le mani. Ero esausta, non ero ancora riuscita a fargli imparare questa maledetta pozione, e ci stavo provando da ore! - No! - dissi per l'ennesima volta quando mi fece vedere un ingrediente che voleva mettere ma che non c'entrava niente con la pozione che stavano facendo. Indicai con un cenno un altra boccetta contenente del liquido trasparente e quando la mise uscirono delle piccole bolle. Girò lentamente e fece per mettere una polvere nera ma io, grazie al cielo, fui più veloce e gli bloccai il polso. 


- Sei impazzito?! Ci vuoi far saltare in aria? - dissi con tono lievemente acido. Non dovevo fare così, dato che ero stata io ad accettare, ma ero comunque stanca. Gli strappai dalle mani la boccetta e gliene passai una con dentro della polverina bianca-argentata. Dopo un altra ora, di tortura, finalmente Neville imparò a fare questa benedetta pozione e io fui libera di andare. 


- Oh, Hermione? - mi chiamò lui quando ero già sulla porta. Feci una specie di gemito silenzioso e mi voltai verso di lui con il sorriso più falso che riuscì a fare. - Grazie dell'aiuto. 


- Figurati, Neville. - risposi io, dopo di che mi precipitai fuori dall'aula. Volevo un po' di silenzio, volevo rimanere da sola per un po', così andai in biblioteca. Entrai nel portone e andai diretta verso gli scaffali e afferrai un libro a caso, e andai alla ricerca di un tavolo il più nascosto possibile. Appena lo trovai mi buttai sopra la sedia e cominciai a sfogliare distrattamente le pagine senza vederle veramente. La mia mente continuava ad andare in quello sgabuzzino. Erano passati quattro giorni dal mio bacio con Malfoy e ogni volta che stavo con qualcuno in un modo o nell'altro la mia mente tornava a lui, a come mi aveva baciata, a come mi ero stretta a lui, a come non avevo pensato minimamente a Ron, e a come avrei desiderato che continuasse. Scossi la testa e mi alzai in piedi, uscendo dalla biblioteca, e praticamente corsi verso il mio dormitorio. Dissi la parola d'ordine e mi chiusi dentro la mia stanza. Ginny non era ancora tornata dal suo appuntamento con Harry quindi non sarebbe tornata per un bel po'. Mi sdraia sul letto e chiusi gli occhi ma appena lo feci rividi i suoi occhi ghiacciati così li riaprì e decisi che dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa. Mi alzai, rimanendo a sedere e mi guardai intorno. Alla fine individuai le mia valigie, ancora vuote e decisi che era ora di riempirle. Mancavano ancora tre giorni ma preferivo essere in anticipo che in ritardo, e questo valeva con tutto. Mi alzai e cominciai a buttare fuori dall'armadio tutto quello che avevo, ed era veramente tanto. Riuscì finalmente a liberarmi la testa, mentre osservavo alcuni vestiti che no mi ricordavo neanche di avere. I miei genitori, essendo figlia unica, mi avevano sempre un po' viziato, non come quelli di Malfoy, ma abbastanza. Misi in valigia tutto, tralasciando solo alcuni vestiti che mi sarei messa in quei giorni. Avevo appena richiuso la seconda quando qualcuno bussò alla porta, andai ad aprire e vidi Ron, sorridente come sempre, con quell'espressione che lo faceva sembrare dolce, sciocco ma dolce. 


- Ciao. - mi salutò. - Andiamo a cena? - mi voltai confusa verso l'orologio e vidi che effettivamente era proprio ora di cena. Così mi rivoltai verso di lui e gli presi la mano che mi aveva porso, sorridendo a mia volta. Prima di uscire dalla sala comune mi diede un bacio a fior di labbra. Quel contatto mi ricordò cosa era successo qualche giorno fa, mi ricordò la passione, il desiderio di quel bacio che mi aveva dato Malfoy... basta! Mi urlò una voce nella mia testa, non puoi pensare a un'altro mentre baci il tuo ragazzo! continuò quella insopportabile vocina e io non potei fare altro che darle ragione, ero una persona orribile! Lo seguì per i corridoi mano nella mano, entrammo in Sala Grande e ci sedemmo insieme a Neville e Simus, Ginny ed Harry erano ancora scomparsi e avevo il vago sospetto che non avrei rivisto i miei migliori amici fino alla mattina dopo. Già mi immaginavo ke scenate che avrebbe fatto Ron, che io avrei dovuto calmare. Insomma, lui era più che favorevole alla loro relazione, dato che Harry era il suo migliore amico, ma era comunque di sua sorella che si parlava. Mi voltai verso di lui e lo vidi voltarsi da una parte all'altra del tavolo, scrutandolo. 


- So chi stai cercando. - dissi facendolo voltare verso di me. - Sta tranquillo. 


- Come faccio? È mia sorella! - disse abbassando la voce per non farsi sentire da tutti gli altri. 


- Lo so. E quello che è con lei è il tuo migliore amico. E dai, Ron! Lo conosci da sempre, dovresti fidarti di lui. E dovresti farlo anche di tua sorella. 


- Io mi fido di loro. Ma non c'è niente di male se voglio proteggerla. - disse lui guardandomi con sguardo supplicante.  


- No! Non dico questo. Ma non dovresti guardarti intorno come se la morte si dovesse presentare da un momento all'altro. - replicai prendendogli una mano sorridendo. Cominciammo a mangiare e dopo cena tornai in camera mia. Come sospettavo Ginny non si fece vedere fino alla mattina dopo, ma, grazie alle mie parole, Ron, non fece alcuna sfuriata, né a sua sorella, né al suo migliore amico, ed entrambi mi guardarono con uno sguardo pieno di ringraziamento. Altrimenti a cosa servivano le ragazze del proprio migliore amico e dei fratelli? 




Pov Draco
Dormitorio maschile 


Il giorno della partenza arrivò veramente troppo presto. Mi infilai la mia giacca e afferrai il mio baule. Uscì dalla mia camera e vidi tutti i miei compagni riuniti nella sala comune per gli ultimi saluti. Non mi unì a loro. Non ero mai stato un tipo troppo amichevole, se qualcuno voleva salutarmi doveva venire lui, o lei. 


- Ciao, amico! - disse qualcuno alle mie spalle, mi voltai e vidi Blaise che mi veniva in contro. - Credevo che fossi già andato. 


- Stavo per andare. - risposi accennando un sorriso. Ci salutano, dandoci quel saluto a un braccio, e feci un cenno a la Parkinson a mo di saluto. Uscì dal dormitorio. In estate amavo il posto in cui era situato il dormitorio Serpeverde, nei sotterranei, dato che c'era fresco. Raggiunsi l'entrata e uscì all'estero, poggiandomi alla parete calda del castello. La Granger non era ancora arrivata. Chiusi gli occhi e mi goderti il sole caldo sulle mia pelle fredda. Dopo pochi minuti sentì il portone aprirsi e socchiusi un occhio. Era lei, indossava un paio di pantaloncini corti di jeans, una camicetta bianca con un nodo all'altezza dell'ombelico che le lasciava scoperta un po' di pancia. I capelli erano raccolti in una coda alta e portava ben due valige, entrambe piene. Prima di richiudere gli occhi la vedi soffiare per poter togliersi dagli occhi una ciocca di capelli che le era caduti sugli occhi. 


- Sei in ritardo. - dissi facendo finta di niente. 


- No, non è vero. - disse lei, socchiusi di nuovo gli occhi e la vidi controllare l'orologio al polso. Alle sue spalle vidi avvicinarsi qualcuno, lo riconosciei subito, Weasley. Richiusi gli occhi appena li vidi baciarsi. Ero sicuro che la Granger non avrebbe mai ricevuto un bacio come quello che le avevo dato io tre giorni fa, almeno non da quello. Era da giorni che mi interrogavo su quel bacio, sul perché l'avevo fatto, perché mi ero sentito così appagato, e, soprattutto, sul perché non mi avesse respinto... bè, almeno non subito. 


- Sai dovresti smetterla, Weasley. - dissi dopo un po' con tono scocciato. Aprì completamente gli occhi e lo guardai con sguardo di sfida. Lui si staccò di poco dalla Granger, continuando ad abbracciarla. - Sai quella è la mia ragazza. 


- Sì, ma solo quando siete con i vostri genitori, ed è una recita. Mentre nella realtà, Hermione è la mia ragazza. - replicò lui. Affilai lo sguardo, non sapevo perché ma avevo una grandissima voglia di dirgli che quella che stringeva era la mia futura moglie, e stavo per farlo ma incrociai lo sguardo con la Granger e mi passò tutta la voglia. Aveva capito cosa mi passava per la testa e mi stava supplicando con gli occhi. Mi zittì, e mi voltai dall'altra parte, tornando ad appoggiarmi al muro. Sapevo che così l'avrei lasciato vincere ma, stranamente non mi importava. Sentì che si bisbigliavano qualcosa tra di loro ma feci finta di non sentirli. Se ne andò appena in tempo, prima che i nostri genitori arrivassero. Lei lasciò le sue valige e si precipitò da suo padre, abbracciandolo forte. Sapevo che aveva un rapporto un po' più stretto con lui che con la madre, dato che erano molto più simili. Io andai più lentamente dai miei e li abbracciai entrambi. 


- Mi siete mancati così tanto! - disse la Granger abbracciando entrambi i suoi genitori. Ci girammo tutti e tre verso di loro. Erano molto diversi dalla nostra famiglia, loro erano molto più legati, mentre noi siamo più freddi, e questo si può capire anche dal fatto che devo dare del lei a entrambi. Non lo avrei mai ammesso ma devo dire che un po' invidiavo queste famiglie così legate. 


- Hermione! - la salutò mia madre attirando la sua attenzione. Lei si voltò verso di lei e le fece un enorme sorriso, a lei e a mio padre. 


- Signora Malfoy! Mi scusi se...


- Ma figurati, cara. Prima devi salutare i tuoi genitori. - la interruppe prendendole una mano come per rassicurarla. Le due si abbracciarono, poi passò a mio padre, che ricambiò il suo abbraccio lievemente freddo ma comunque amichevolmente. - Allora. - fece lui appena si staccò da lei. - È un po' tardi quindi dobbiamo partire subito. Bredy prendi i bagagli di entrambi e cadicali nelle auto. - disse le ultime parole, e un secondo dopo apparve un elfo che si sbrigò a fare quello che mio padre gli aveva ordinato. Bredy era l'unico elfo con cui avevo avuto un rapporto stretto, tanto che ogni tanto gli dicevo anche grazie. Lui mi diceva sempre di che umore era mio padre, mi portava dei dolcetti quando ero in punizione e mi leggeva le fiabe quando ero piccolo. 
Una volta caricati tutti i bagagli salimmo nelle rispettive auto, io e la Granger rimanemmo insieme, nell'auto dei miei genitori, mentre i suoi usavano un'altra auto. Salimmo in volo e partimmo verso le Hawaii. Durante il viaggio lancia un paio di sguardi alla ragazza seduta al mio fianco. Ci tenevamo per mano, come faceva ogni coppia di fidanzatini finti,  ma ogni tanto la sentivo stringere la presa. Sapevo che aveva paura dell'altezza, lo vedevo e lo sentivo ogni volta che usavamo l'auto volante, ma non l'aveva detto a nessuno per non creare disturbo o cose del genere. 


- Immagino che tu non glielo abbia ancora detto a Weasley. - le sussurrai all'orecchio facendola sobbalzare lievemente. Si voltò verso di me e per un momento mi parve grata di aver parlato, così avevo tolto la sua attenzione da quanto eravamo in alto. 


- No. - rispose secca, sussurrando anche lei. 


- E quando pensi di dirgli che diventerai mia moglie? La mia offerta sul farlo io è ancora valida. 


- Vuoi veramente parlarne adesso? - fece con sguardo scettico. 


- Va bene. Cambiamo argomento di cosa vuoi parlare? 


- Di niente con te. - rispose tornando a voltarsi. 


- Guarda che io sto solo cercando di distrarti dalla tua paura. - replicai avvicinandomi di nuovo al suo orecchio. La Granger si voltò si scatto, questa volta con sguardo molto sorpreso. 


- E tu come... 


- Quando viaggiamo con queste tipo di auto sento sempre il tuo respiro accelerare un pochino, avvolte mi stringi la mano e si vede nei tuoi occhi ogni volta che guardi fuori. Non ci vuole certo un genio per capirlo. - dissi sogghignando. Lei passò dall'espressione sorpresa a una imbarazzata. E restammo zitti per tutto il resto del viaggio. Apparte quando i nostri genitori ci chiedevano cose del tipo, come è andata la scuola e gli esami, se va tutto bene tra di noi... e tutte quelle cose che i genitori chiedono alla fine della scuola. A quasi tutte rispose la Granger, molto probabilmente perché, come avevo detto io, stava cercando di distrarsi. 
Quando atterrammo, sentì la sua mano stringere ancora di più la mia e io, involontariamente, strinsi a mia volta, per confortarla. Si voltò confusa verso di me ma io non la guardai, anche perché se mi avesse fatto delle domande non avrei saputo rispondere a nessuna. 
Scendemmo dall'auto e ci ritrovammo davanti a un enorme palazzo. Era grande la metà di Hogwarts, ma sicuramente non si poteva definire piccolo. Ero in stile barocco-moderno. Mi voltai verso la Granger e la vidi con gli occhi sgranati che fissava il "castello". Entrammo dentro e mi guardai intorno. Era da un bel po' che non venivo qui e mi sembrava tutto identico all'ultima volta. 


- Allora. - cominciò mia madre. Tutti ci voltammo verso di lei. - Virginia e Mark, voi due starete, insieme a noi, nella parte più a destra del palazzo. Hermione e Draco, voi due starete dall'altra parte. Bredy ha già portato i vostri bagagli nella vostra camera. Ora datevi una rinfrescata, disfate i bagagli e poi ci vediamo a cena. - detto questo portò tutti via. Facendo restare da soli me e la Granger. Eravamo entrambi allibiti. Sbaglio o aveva detto camera al singolare? Ci voltammo verso un altro elfo che ci portò davanti a una porta e la aprì rivelando una enorme stanza con un letto matrimoniale al centro, e due grandi armadi su una parete. Ci lascio soli e immediatamente lei mi lasciò la mano e si avvicinò al letto. 


- Noi due... - cominciò ma non la feci finire. - Dormiremo insieme? Sì. - dissi secco andando verso il mio baule. Lo aprì e cominciai a tirare fuori tutto quello che c'era all'interno e cominciando a mettere dentro l'armadio. Anche lei, dopo essersi ripresa dallo sciok iniziale cominciò a tirare fuori la sua robe e a sistemarla nel suo, di armadio. Quando io ebbi finito mi sedetti sul letto e la guardai sistemare. - Ora mi sembra un buon momento. 


Sobbalzò lievemente prima di voltarsi confusa verso di me. - Per parlare del fatto che tu non abbia ancora mollato Lenticchia. - le spiegai. 


- Non lo molleró, ficcatelo in testa. - disse arrabbiata tornando verso l'armadio e riponendo la maglietta che aveva in mano. 


- Okay... ma tanto sarà lui a mollare te quando scoprirà che sei destinata a sposarmi. - continuai sdraiandomi. 


- Non lo farà. - replicò lei. 


- Oh! Sì invece. - dissi alzandomi sui gomiti. - Io lo farei se fossi in lui. Insomma, stare con una ragazza che non potrà mai sposare, o che comunque è destinata a qualcun'altro è un po' triste. 


- Non lo farà. Fine del discorso. - ripeté con sguardo serio e voce ferma. Mi sdraiai di nuovo, chiudendo gli occhi e la sentì muoversi da una parte all'altra della stanza, continuando a sistemare. 


La cena fu abbastanza tranquilla, senza troppi drammi e cose così. Ma sapevo bene che la parte peggiore, almeno per la Granger, doveva a cora arrivare. Ci alzammo da tavola, lasciando che i nostri genitori continuassero lo loro discussioni sul Ministero e andammo in camera nostra, pronti per andare a dormire. Appena chiusi la porta le lascia la mano e lei andò verso il suo armadio da cui prese alcuni indumente che non riuscì a vedere. La precedenti ed entrai in bagno. Mi lavai i denti e  spogliai, rimanendo in boxer mentre già mi immaginavo la faccia della Granger quando mi avrebbe visto. - Oh! Una cosa. - le urlai da dentro. 


- Cosa? 


Aprì la porta e me la ritrovai davanti che mi guardava trattenendo il fiato. - Io dormo in boxer. - detto questo andai verso il letto e mi ci buttai sopra incrociando le braccia dietro la testa. Lei annuì, evidentemente imbarazzata, prima di entrare in bagno. Sentì il rumore dell'acqua scorrere poi ci fu un po' di silenzio, in cui mi immaginai che si stesse cambiando. Mi immaginai diversi pigiami, ma niente era vagamente simile a quello che mi di presentò davanti. I capelli erano lasciati scolti sulle spalle, indossava una canottiera celeste pallido e un paio di pantaloncini cortissimi bianchi. Mi tirai dibooco su sui gomiti, per poterla squadrare meglio. Ignoravo lo sguardo imbarazzato che aveva. Si avvicinò al letto e si infilò sotto le coperte, feci lo stesso e mi voltai dall'altra parte rispetto a lei. 
Sarebbe stata un lungo mese. 




Ciao a tutti! Grazie per tutti quelli che stanno leggendo questa storia. Grazie per quelli che l'hanno messa tra le preferite, o tra le ricordate o le seguite. Secondo voi come continuerà la storia? Insomma riusciranno ad aprirsi un po' di più l'uno all'altro? E soprattutto, Hermione lascerà Ron per Draco? Si scoprirà nei prossimi capitoli, quindi continuate a leggere. 
Mi raccomando recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.
P.S. è la mia prima Dramione quindi siate clementi per favore. 

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Capitolo 4
*** Drammi da ragazze ***


DRAMMI DA RAGAZZE
Pov Hermione
Camera sua e di Draco
La mattina dopo mi svegliai molto riposata. Mi accorsi subito che ero da sola, ma infoddo cosa dovevo aspettarmi da lui? La colazione a letto? Scesi dal letto e, dopo aver preso alcuni vestiti, andai in bagno. Mi tolsi il pigiama, mi infilai nel box doccia e mi feci una doccia veloce. Mi vestì, mettendomi una gonna stile scozzese che mi arrivava a metà coscia, blu e viola e una canottiera nera. Mi truccai come al solito, ossia un po'di mascara e dell'eye-liner nero, mi lisciai i capelli come meglio potei e tornai in camera, dove mi infilai un paio di scarpe da ginnastica nere. Uscì dalla camera, diretta di sotto. Scesi le scale, ricordandomi la strada che avevo fatto con Malfoy la sera prima. Tutti gli adulti erano ancora a tavola, intenti a finire la loro colazione. 
- Buongiorno Hermione! - disse Narcissa appena mi vide. Risposi con un sorriso più che sincero. Incredibile ma vero quando ero di fronte a loro da sola mi sentivo molto a disagio, se non ero con Malfoy. Lei dovette capirlo. - È in palestra. Secondo piano ultima porta a sinistra. - disse facendomi un altro sorriso dolce e comprensivo. Annuì lievemente e seguì le sue indicazioni. Salì le scale e attraversai il lungo corridoio, ritrovandomi di fronte a una grande porta. La aprì lentamente, un po' imbarazzata, e mi ritrovai di fronte a una enorme stanza, con diversi attrezzi da palestra e tappetini. Al centro c'era lui, mezzo nudo, che faceva delle flessioni su una sbarra di metallo. Non si era minimamente accorto di me, quindi mi appoggiai allo stipite della porta e lo osservai. I capelli biondi erano appiccicati alla fronte dal sudore, i muscoli delle braccia si flettevano a ogni movimento e il petto scolpito brillava alla luce. 
- Ti godi lo spettacolo, Granger? - disse a un certo punto facendomi sobbalzare. Si fermò e si tirò su, voltandosi verso di me, squadrandomi da capo a piedi, di nuovo. - Io sì. - continuò lui è solo in quel momento mi resi conto di quanto poco ero vestita... ma insomma, era estate! Grazie al cielo dopo qualche altro minuto distolse lo sguardo e tornò ai suoi esercizi. Prese da terra una lunga asta di ferro e dei pesi, poi si sedette su una lunga panca, sdraiandosi e cominciò a sollevare quel peso. - C'è un motivo per cui sei qui o...
- In realtà no. Tua madre mi ha detto che eri qui e...
- E da brava fidanzatina sei venuta da me. - concluse lui. - Senti. Non mi piace tirare in ballo questioni già superate, soprattutto dato che non mi liace ripetermi, ma non ho ancora ben capito quando parlerai a Weasley. - disse continuando a sollevare quel l'asta. 
- Hai ragione. Ne abbiamo già parlato e io ti ho già detto che glielo dirò bquando sarò pronta a farlo. - risposi secca. Ora ero totalmente entrata e la porta si era chiusa dietro di me. 
- Sì. E io ti ho già detto che glielo dirò io quando vorrò. E non lo farò gentilmente. Penso che molto probabilmente gli sputeró la verità in faccia, sarà divertente vedere la sua faccia. 
- No! Malfoy ti prego. Dammi... dammi un po' di tempo. - dissi in tono supplichevole. I suoi movimenti si arrestarono di colpo per qualche secondo prima di riprendere regolari. 
- Va bene. - sussurrò lui senza guardarmi. Buttai fuori l'aria, e solo in quel momento mi resi conto che avevo trattenuto il respiro. Sapevo bene che non dovevo sperarci troppo ma almeno aveva accettato e forse non avremmo dovuto affrontare quell'argomento per un po'. Restammo lì tutta la mattina, mentre i nostri genitori, ogni tanto venivano a controllarci, inventando le scuse più stupide che potevano trovare, anche se io e lui sapevamo bene perché venivano. Lo facevano solo per controllare che non stessimo generando un nuovo Malfoy così presto. 
Dopo pranzo mi fiondai in camera mia per rispondere all'ennesima chiamata da parte di Ginny. Chiusi la porta e risposi. 
- Ginny! Che è successo? - chiesi con voce all'armata. 
- Hermione! Grazie a Dio mi hai risposto. Non puoi capire cosa mi è successo! - urlò in preda al panico la mia migliore amica, facendomi preoccupare ancora di più. 
- Che ti è successo? Ginny parla! - dissi a mia volta camminando su e giù per la camera. 
- Io e Harry abbiamo litigato! - urlò lei. 
- Cosa?! E quando? - esclamai fermandomi di colpo. Quei due erano la coppia perfetta e non mi sarei mai sognata che potessero litigare. 
- Ieri sera. Sì, lo so. Dovevo chiamarti prima ma non volevo svegliati dato che era tardi e non sapevo se tu stavi dormendo oppure no. Poi stamattina ho avuto molte cose da fare e adesso non ce la facevo più e ti ho chiamato. - disse Ginny dall'altra parte del telefono. Sentivo la sua voce tremare e avevo la netta sensazione che stesse per piangere. 
- Okay, Ginny. Ascoltami. Calmati e raccontami tutto. - feci io ricominciando a camminare. 
- Va bene. - sussurrò lei e la sentì fare un grande respiro. - Allora, eravamo usciti insieme e stava andando tutto bene. Insomma mi aveva portato a cena fuori, mi teneva per mano e tutto il resto. Il problema però è venuto dopo cena, mentre lui mi stava accompagnando a casa abbiamo incontrato Dean. Hai presente Dean Thomas? 
- Sì. - risposi sospirando. Me lo ricordavo fin troppo bene dato che ero intervenuta nella sua relazione con Ginny, dato che lei mi aveva raccontato che era diventato fin troppo possessivo, anzi si può dire ossessionato. 
- Ecco, abbiamo provato a ingnorarlo facendo finta di non averlo visto, ma, ovviamente lui ci ha fermati. Ha cominciato a provocare Harry e lui ha fatto davvero di tutto per non darci troppo peso, ma poi Dean ha tirato fuori una questione fin troppo delicata. 
- Ossia? - chiesi timorosa della risposta. 
- Ossia la mia verginità. - rispose secca Ginny. Mi sentì gelare il sangue nelle vene. Dato che era la mia migliore amica da sempre ci raccontavano tutto, anche queste cose, e lei mi aveva raccontato per filo e per segno tutta la sua relazione con Dean, durata poco più di un mese. Sapevo che lei non era ceduta alle sue avance e che aveva perso la verginità con Harry. Ma se conoscevo Dean sapevo che si sarebbe rigirato la storia, e sentendo che la mia migliore amica aveva cominciato a singhiozzare, già mi immaginavo cosa poteva aver detto quel grande stronzo a Harry. 
- Okay. Cosa ha detto? 
- Gli ha detto che era felice per noi, con un tono sarcastico che non preannunciava niente di buono. Poi ha detto che Harry avrebbe dovuto ringraziarlo dato che avevo imparato con lui tutto quello che facevo con Harry sotto le lenzuola. Capisci? Gli ha detto che avevo perso la mia verginità con lui! - le ultime parole quasi le urlò e sperai fortemente che non ci fosse nessuno in casa. 
- Che grandissimo stronzo! - esclamai nel momento stesso in cui Malfoy entrava in camera. Aggrottò le sopracciglia per un secondo prima di capire che ero al telefono. Chiuse la porta e si tuffò dalla sua parte di letto. Appoggiò la schiena alla ringhiera e distese le gambe, continuando a guardarmi mentre camminavo avanti e indietro. - E poi cosa è successo?
- Bè, dopo aver visto le nostre espressioni sconcertante se n'è andato lasciandoci da soli. Harry si è voltato verso di me e a cominciato a farmi tremiliardi di domande, del tipo: "cosa intendeva quello?" oppure "Mi avevi detto che eri ancora vergine la prima volta che l'abbiamo fatto" e tutte cose così. Ti puoi immaginare che abbiamo litigato. Lui mi ha dato della bugiarda e della falsa e poi se n'è andato lasciandomi da sola. Sono tornata a casa e mi sono rinchiusa nella mia stanza a piangere, ho passato quasi tutta la notte in bianco e oggi non sai quante volte ho provato a chiamarlo ma non mi risponde! So che è tornato dai suoi genitori, dato che è venuto qui solo per passare con me la serata, ma ogni volta che chiamo a casa loro, Lily mi dice che non è in casa, oppure che adesso aveva da fare. Non so più che fare, Hermione ti prego aiutami! - urlò talmente forte quelle ultime due parole che dovetti allontanare il telefono dall'orecchio. 
Sospirai pesantemente mentre tornavo verso il letto, su cui mi lascia cadere mettendo una gamba sotto al corpo e l'altra a penzoloni giù dal letto, la schiena poggiata alla ringhiera come Malfoy. - Ginny... lo sai che Harry... anzi, i Potter, sono un osso duro. Forse dovresti aspettare che si calmi e poi...
- No! - mi interruppe lei. - Non posso aspettare! Io devo chiarirmi con lui, adesso! 
- Ma cosa vuoi che faccia io? - chiesi esasperata allontanando il ragazzo con la mano libera, dato che cercava di avvicinarsi per sentire la nostra conversazione. Alla fine si arrese e tornò nella sua posizione di prima. 
- Chiamalo! E convincilo che io non gli ho mentito, ma che l'ha fatto Dean. - mi implorò Ginny. Adesso non c'erano più singhiozzi o tremolii nella sua voce, solo speranza che la sua migliore amica potesse fare il miracolo e far rinsavire un Potter, e se lo conoscevo, sarebbe stata un'impresa ardua dato il loro orgoglio, non per niente erano tutti finiti in Grifondoro. 
- D'accordo. - dissi con tono rassegnato. - Lo chiamerò. 
- No! Devi farlo adesso! - urlò ancora lei. 
- Ginny! - dissi cercando di calmarla, tentativo che fallì miseramente. 
- ORA Hermione! - 
- Adesso! - confermai io e dopo un secondo aveva riattaccato. 
- Serve aiuto, amore? - mi chiese Malfoy con tono sarcastico. 
- No. - risposi secca ignorando la parola amore, mentre digitavo il numero di Harry. Dopo tre squilli mi rispose. - Ciao Harry! 
- Ciao Herm. Come stai? - mi chiese con voce lievemente stanca, anche lui doveva essere distrutto quanto Ginny, se non di più. 
- Bene... senti, Ginny mi ha chiamato e mi ha detto cosa è successo tra di voi. - dissi senza girarci troppo intorno. 
- Ah! - disse amaramente. - Per favore, non sono in vena di ramanzine da parte tua perché ho lasciato la tua migliore amica. 
- Ma io non voglio farti una ramanzina. Voglio solo raccontarti la verità. - replicai io, e dall'altra parte, calò il silenzio. Era talmente totale che mi staccai dal telefono per controllare che Harry ci fosse ancora. 
- Continua. - disse lui dopo non so quanto tempo. 
Sorrisi lievemente. Già solo il fatto che mi avesse fatto continuare significava che i fosse una speranza. - Ascoltami, so cosa ti ha detto Dean, ma tu sai bene che lui è un grandissimo bugiardo. Tu sai come si comportava nei confronti di Ginny e lo so anch'io, dato che sono stata proprio io ad aiutarla... ma questa è un'altra faccenda. Comunque, sai che Dean farebbe di tutto pur di separarvi per poter riprendersi Ginny, e io so che tu non vuoi questo. Capisco che tu sia confuso e arrabbiato, ma credimi, Ginny non è mai andata a letto con Dean. La sua prima volta è stata con te. - dissi io con tono dolce e comprensivo, con la coda dell'occhio vidi Malfoy farsi più interessato alla conversazione, più precisamente alla parola "letto". Cercai di non pensarci e mi concentrai su quello che mi stava dicendo Harry. 
- Voglio sentirmelo dire da qualcun'altro. - disse sicuro.
- Va bene! - dissi esasperata. - Aspetta in linea, chiamo Luna e si unisce alla conversazione, così puoi sentire con le tue orecchie. - un attimo dopo misi il vivavoce e tornai a digitare il numero di Luna, l'altra mia migliore amica. Io, lei e Ginny eravamo inseparabili, anche se eravamo in casate diverse. Io e Ginny Grifondoro e lei Corvonero. Rispose al secondo squillo e appena lo fece tolsi il vivavoce e riportai il telefono all'orecchio. - Ciao Luna! 
- Ciao Hermione! - mi salutò lei con la sua stessa voce allegra. Quella ragazza non la perdeva proprio mai. 
- Senti, sei collegata alla mia telefonata con Harry quindi anche lui ci può s etire e parlare. Comunque, te la faccio brevemente, poi dopo chiami Ginny e ti fai spiegare meglio. Harry non crede che Ginny fosse stata vergine qunado l'hanno fatto per la prima volta. Potresti dirgli che si sbaglia? 
- Oh, cavolo! Harry ti sbagli di grosso! Ti giuro sull'esistenza dei Gorgosprizi che Ginny era vergine quando è venuta a letto con te. Ce l'ha detto, a me a Hermione, sai ci dice sempre tutto, come noi diciamo sempre tutto a lei, siamo come sorelle e...
- Luna! - dicemmo all'unisono io ed Harry. Le volevamo bene, era una nostra grandissima amica, ma avvolte divagava veramente troppo. 
- Scusate. - sussurrò dispiaciuta lei, anche se si avvertiva ancora quella nota di positività che la inondava. 
- Tranquilla. - feci io sorridendo anche se non poteva vedermi. - Okay, grazie Luna. Ci sentiamo! 
- Ciao! - risoose lei riagganciando. 
- Allora? Convinto? - chiesi a Harry, che era rimasto zitto per tutta la durata della convenzione con Luna, apparte per farla zittire. 
- Sono un grandissimo cretino vero? - chiese in modo retorico. - Cosa devo fare, secondo te? 
Ma perché tutti immischiavano la povera Hermione? - Secondo me, dovresti smaterializzarti a casa sua, chiederle perdono baciarla e fare del sano sesso riconsatorio.
- Sono d'accordo. Grazie Hermione. Ti voglio bene! 
- Anch'io! - dissi divertita prima di riagganciare. Sospirai e mi lasciai cadere completamente sdraiata sul letto. 
- Sai dovresti fare la consulente di coppie. - scherzò Malfoy. Sorrisi appena chiudendo gli occhi e mettendomi una mano sugli occhi. 
- Hai ragione. - dissi riaprendoli e incontrando quelli di ghiaccio di lui. Distolsi lo sguardo, tirandomi su a sedere. Perché non riuscivo più a guardarlo negli occhi?! 
Quella sera Malfoy uscì per una "serata tra uomini", come la chiamò lui e io rimasi da sola. Mi distesi sul letto e poco dopo mi arrivò un messaggio da parte di Ginny: 
" Grazie, grazie, grazie, amica mia! Sei la migliore, come sempre." 
E io risposi: " Prego, prego e prego. Grazie per il complimento ed è vero." 
" Poi non abbiamo avuto il tempo di pagare di te e Malfoy ma mi sei sembrata abbastanza serena. Comunque ti giuro che domani mi dedico a te. T.V.B." 
" Va bene. T.V.T.B. " risposi prima di spegnere il telefono e poggiarlo sul comodino. Mi tirai su a mala voglia e mi misi in pigiama, poi mi infilai sotto le coperte e dopo poco mi addormentai. E fu un sogno che vedeva come protagonisti due bei occhi color ghiaccio. 
Pov Draco
Ingresso di casa
Ero ubriaco, lo sentivo bene, ma sapevo anche che ero abbastanza sobrio da tornare in camera senza svenire sul pavimento della cucina o sulle scale. Aprì la porta della camera lentamente, dato che non avevo che gli altri  si svegliassero. Chiusi la porta e mi tolsi immediatamente scarpe e giacca, buttandoli da una parte. Distesa sul letto notai Hermione. Dormina pacificamente. Mi avvicinai un passo alla volta e la osserva a lungo. I lineamenti delicati e distesi, la pelle chiara, le lunghe ciglia, i capelli distesi sul cuscino. Senza pensarci allungai una mano e le accarezzai una guancia, ma appena mi resi conto del mio gesto la allontanai di colpo. Mi spogliai velocemente e mi distesi a letto. Voltai di nuovo la testa verso Hermione. Era così bella e rilassata mentre dormiva... ma cosa mi passava per la testa? Hermione non era... O mio Dio! L'avevo appena chiamata per nome! Mi resi subito conto che era così facile farlo. 
Ma cosa mi stava succedendo?! Colpa dell'alcool, tutta colpa di quello che mi annebbiava il cervello e non mi faceva pensare lucidamente. Senza pensarci mi avvicinai piano a lei ee diedi un piccolo bacio a fior di labbra. Ancora confuso da quel gesto mi distesi completamente sul letto ma quando la sentì mugulare qualcosa mi voltai di scatto verso di lei. Riuscì a distinguere una sola parola e quella bastò per farmi perdere un battito: - Draco. - sussurrò lei continuando a dormire. Mi stava sognando! Cercai di scacciare quel pensiero dalla testa ma proprio non ci riuscì così mi voltai completamente verso di lei e ripresi ad accarezzarle la guancia, questa volta consapevole di quello che stavo facendo. E mi addormentai così, beandomi della delicatezza della sue pelle e di quel calore che sentivo nel petto, ma che non riuscivo proprio a decifrare. 
Ecco qua! Contenti? Io sì e molto. Voglio ancora ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, o le ricordate o tutte la altre opzioni. Allora, Draco ed Hermione cominciano finalmente a capire di provare qualcosa l'uno per l'altro ma ci vorrà ancora un po' prima che lo accettino. Ciao e al prossimo capitolo! 😘

DRAMMI DA RAGAZZE


Pov Hermione
Camera sua e di Draco


La mattina dopo mi svegliai molto riposata. Mi accorsi subito che ero da sola, ma infoddo cosa dovevo aspettarmi da lui? La colazione a letto? Scesi dal letto e, dopo aver preso alcuni vestiti, andai in bagno. Mi tolsi il pigiama, mi infilai nel box doccia e mi feci una doccia veloce. Mi vestì, mettendomi una gonna stile scozzese che mi arrivava a metà coscia, blu e viola e una canottiera nera. Mi truccai come al solito, ossia un po'di mascara e dell'eye-liner nero, mi lisciai i capelli come meglio potei e tornai in camera, dove mi infilai un paio di scarpe da ginnastica nere. Uscì dalla camera, diretta di sotto. Scesi le scale, ricordandomi la strada che avevo fatto con Malfoy la sera prima. Tutti gli adulti erano ancora a tavola, intenti a finire la loro colazione. 


- Buongiorno Hermione! - disse Narcissa appena mi vide. Risposi con un sorriso più che sincero. Incredibile ma vero quando ero di fronte a loro da sola mi sentivo molto a disagio, se non ero con Malfoy. Lei dovette capirlo. - È in palestra. Secondo piano ultima porta a sinistra. - disse facendomi un altro sorriso dolce e comprensivo. Annuì lievemente e seguì le sue indicazioni. Salì le scale e attraversai il lungo corridoio, ritrovandomi di fronte a una grande porta. La aprì lentamente, un po' imbarazzata, e mi ritrovai di fronte a una enorme stanza, con diversi attrezzi da palestra e tappetini. Al centro c'era lui, mezzo nudo, che faceva delle flessioni su una sbarra di metallo. Non si era minimamente accorto di me, quindi mi appoggiai allo stipite della porta e lo osservai. I capelli biondi erano appiccicati alla fronte dal sudore, i muscoli delle braccia si flettevano a ogni movimento e il petto scolpito brillava alla luce. 


- Ti godi lo spettacolo, Granger? - disse a un certo punto facendomi sobbalzare. Si fermò e si tirò su, voltandosi verso di me, squadrandomi da capo a piedi, di nuovo. - Io sì. - continuò lui è solo in quel momento mi resi conto di quanto poco ero vestita... ma insomma, era estate! Grazie al cielo dopo qualche altro minuto distolse lo sguardo e tornò ai suoi esercizi. Prese da terra una lunga asta di ferro e dei pesi, poi si sedette su una lunga panca, sdraiandosi e cominciò a sollevare quel peso. - C'è un motivo per cui sei qui o...


- In realtà no. Tua madre mi ha detto che eri qui e...


- E da brava fidanzatina sei venuta da me. - concluse lui. - Senti. Non mi piace tirare in ballo questioni già superate, soprattutto dato che non mi liace ripetermi, ma non ho ancora ben capito quando parlerai a Weasley. - disse continuando a sollevare quel l'asta. 


- Hai ragione. Ne abbiamo già parlato e io ti ho già detto che glielo dirò bquando sarò pronta a farlo. - risposi secca. Ora ero totalmente entrata e la porta si era chiusa dietro di me. 


- Sì. E io ti ho già detto che glielo dirò io quando vorrò. E non lo farò gentilmente. Penso che molto probabilmente gli sputeró la verità in faccia, sarà divertente vedere la sua faccia. 


- No! Malfoy ti prego. Dammi... dammi un po' di tempo. - dissi in tono supplichevole. I suoi movimenti si arrestarono di colpo per qualche secondo prima di riprendere regolari. 


- Va bene. - sussurrò lui senza guardarmi. Buttai fuori l'aria, e solo in quel momento mi resi conto che avevo trattenuto il respiro. Sapevo bene che non dovevo sperarci troppo ma almeno aveva accettato e forse non avremmo dovuto affrontare quell'argomento per un po'. Restammo lì tutta la mattina, mentre i nostri genitori, ogni tanto venivano a controllarci, inventando le scuse più stupide che potevano trovare, anche se io e lui sapevamo bene perché venivano. Lo facevano solo per controllare che non stessimo generando un nuovo Malfoy così presto. 


Dopo pranzo mi fiondai in camera mia per rispondere all'ennesima chiamata da parte di Ginny. Chiusi la porta e risposi. 
- Ginny! Che è successo? - chiesi con voce all'armata. 


- Hermione! Grazie a Dio mi hai risposto. Non puoi capire cosa mi è successo! - urlò in preda al panico la mia migliore amica, facendomi preoccupare ancora di più. 


- Che ti è successo? Ginny parla! - dissi a mia volta camminando su e giù per la camera. 


- Io e Harry abbiamo litigato! - urlò lei. 


- Cosa?! E quando? - esclamai fermandomi di colpo. Quei due erano la coppia perfetta e non mi sarei mai sognata che potessero litigare. 


- Ieri sera. Sì, lo so. Dovevo chiamarti prima ma non volevo svegliati dato che era tardi e non sapevo se tu stavi dormendo oppure no. Poi stamattina ho avuto molte cose da fare e adesso non ce la facevo più e ti ho chiamato. - disse Ginny dall'altra parte del telefono. Sentivo la sua voce tremare e avevo la netta sensazione che stesse per piangere. 


- Okay, Ginny. Ascoltami. Calmati e raccontami tutto. - feci io ricominciando a camminare. 


- Va bene. - sussurrò lei e la sentì fare un grande respiro. - Allora, eravamo usciti insieme e stava andando tutto bene. Insomma mi aveva portato a cena fuori, mi teneva per mano e tutto il resto. Il problema però è venuto dopo cena, mentre lui mi stava accompagnando a casa abbiamo incontrato Dean. Hai presente Dean Thomas? 


- Sì. - risposi sospirando. Me lo ricordavo fin troppo bene dato che ero intervenuta nella sua relazione con Ginny, dato che lei mi aveva raccontato che era diventato fin troppo possessivo, anzi si può dire ossessionato. 


- Ecco, abbiamo provato a ingnorarlo facendo finta di non averlo visto, ma, ovviamente lui ci ha fermati. Ha cominciato a provocare Harry e lui ha fatto davvero di tutto per non darci troppo peso, ma poi Dean ha tirato fuori una questione fin troppo delicata. 


- Ossia? - chiesi timorosa della risposta. 


- Ossia la mia verginità. - rispose secca Ginny. Mi sentì gelare il sangue nelle vene. Dato che era la mia migliore amica da sempre ci raccontavano tutto, anche queste cose, e lei mi aveva raccontato per filo e per segno tutta la sua relazione con Dean, durata poco più di un mese. Sapevo che lei non era ceduta alle sue avance e che aveva perso la verginità con Harry. Ma se conoscevo Dean sapevo che si sarebbe rigirato la storia, e sentendo che la mia migliore amica aveva cominciato a singhiozzare, già mi immaginavo cosa poteva aver detto quel grande stronzo a Harry. 


- Okay. Cosa ha detto? 


- Gli ha detto che era felice per noi, con un tono sarcastico che non preannunciava niente di buono. Poi ha detto che Harry avrebbe dovuto ringraziarlo dato che avevo imparato con lui tutto quello che facevo con Harry sotto le lenzuola. Capisci? Gli ha detto che avevo perso la mia verginità con lui! - le ultime parole quasi le urlò e sperai fortemente che non ci fosse nessuno in casa. 


- Che grandissimo stronzo! - esclamai nel momento stesso in cui Malfoy entrava in camera. Aggrottò le sopracciglia per un secondo prima di capire che ero al telefono. Chiuse la porta e si tuffò dalla sua parte di letto. Appoggiò la schiena alla ringhiera e distese le gambe, continuando a guardarmi mentre camminavo avanti e indietro. - E poi cosa è successo?


- Bè, dopo aver visto le nostre espressioni sconcertante se n'è andato lasciandoci da soli. Harry si è voltato verso di me e a cominciato a farmi tremiliardi di domande, del tipo: "cosa intendeva quello?" oppure "Mi avevi detto che eri ancora vergine la prima volta che l'abbiamo fatto" e tutte cose così. Ti puoi immaginare che abbiamo litigato. Lui mi ha dato della bugiarda e della falsa e poi se n'è andato lasciandomi da sola. Sono tornata a casa e mi sono rinchiusa nella mia stanza a piangere, ho passato quasi tutta la notte in bianco e oggi non sai quante volte ho provato a chiamarlo ma non mi risponde! So che è tornato dai suoi genitori, dato che è venuto qui solo per passare con me la serata, ma ogni volta che chiamo a casa loro, Lily mi dice che non è in casa, oppure che adesso aveva da fare. Non so più che fare, Hermione ti prego aiutami! - urlò talmente forte quelle ultime due parole che dovetti allontanare il telefono dall'orecchio. 


Sospirai pesantemente mentre tornavo verso il letto, su cui mi lascia cadere mettendo una gamba sotto al corpo e l'altra a penzoloni giù dal letto, la schiena poggiata alla ringhiera come Malfoy. - Ginny... lo sai che Harry... anzi, i Potter, sono un osso duro. Forse dovresti aspettare che si calmi e poi...


- No! - mi interruppe lei. - Non posso aspettare! Io devo chiarirmi con lui, adesso! 


- Ma cosa vuoi che faccia io? - chiesi esasperata allontanando il ragazzo con la mano libera, dato che cercava di avvicinarsi per sentire la nostra conversazione. Alla fine si arrese e tornò nella sua posizione di prima. 


- Chiamalo! E convincilo che io non gli ho mentito, ma che l'ha fatto Dean. - mi implorò Ginny. Adesso non c'erano più singhiozzi o tremolii nella sua voce, solo speranza che la sua migliore amica potesse fare il miracolo e far rinsavire un Potter, e se lo conoscevo, sarebbe stata un'impresa ardua dato il loro orgoglio, non per niente erano tutti finiti in Grifondoro. 


- D'accordo. - dissi con tono rassegnato. - Lo chiamerò. 


- No! Devi farlo adesso! - urlò ancora lei. 


- Ginny! - dissi cercando di calmarla, tentativo che fallì miseramente. 


- ORA Hermione! - 


- Adesso! - confermai io e dopo un secondo aveva riattaccato. 


- Serve aiuto, amore? - mi chiese Malfoy con tono sarcastico. 


- No. - risposi secca ignorando la parola amore, mentre digitavo il numero di Harry. Dopo tre squilli mi rispose. - Ciao Harry! 


- Ciao Herm. Come stai? - mi chiese con voce lievemente stanca, anche lui doveva essere distrutto quanto Ginny, se non di più. 


- Bene... senti, Ginny mi ha chiamato e mi ha detto cosa è successo tra di voi. - dissi senza girarci troppo intorno. 


- Ah! - disse amaramente. - Per favore, non sono in vena di ramanzine da parte tua perché ho lasciato la tua migliore amica. 


- Ma io non voglio farti una ramanzina. Voglio solo raccontarti la verità. - replicai io, e dall'altra parte, calò il silenzio. Era talmente totale che mi staccai dal telefono per controllare che Harry ci fosse ancora. 


- Continua. - disse lui dopo non so quanto tempo. 


Sorrisi lievemente. Già solo il fatto che mi avesse fatto continuare significava che i fosse una speranza. - Ascoltami, so cosa ti ha detto Dean, ma tu sai bene che lui è un grandissimo bugiardo. Tu sai come si comportava nei confronti di Ginny e lo so anch'io, dato che sono stata proprio io ad aiutarla... ma questa è un'altra faccenda. Comunque, sai che Dean farebbe di tutto pur di separarvi per poter riprendersi Ginny, e io so che tu non vuoi questo. Capisco che tu sia confuso e arrabbiato, ma credimi, Ginny non è mai andata a letto con Dean. La sua prima volta è stata con te. - dissi io con tono dolce e comprensivo, con la coda dell'occhio vidi Malfoy farsi più interessato alla conversazione, più precisamente alla parola "letto". Cercai di non pensarci e mi concentrai su quello che mi stava dicendo Harry. 


- Voglio sentirmelo dire da qualcun'altro. - disse sicuro.


- Va bene! - dissi esasperata. - Aspetta in linea, chiamo Luna e si unisce alla conversazione, così puoi sentire con le tue orecchie. - un attimo dopo misi il vivavoce e tornai a digitare il numero di Luna, l'altra mia migliore amica. Io, lei e Ginny eravamo inseparabili, anche se eravamo in casate diverse. Io e Ginny Grifondoro e lei Corvonero. Rispose al secondo squillo e appena lo fece tolsi il vivavoce e riportai il telefono all'orecchio. - Ciao Luna! 


- Ciao Hermione! - mi salutò lei con la sua stessa voce allegra. Quella ragazza non la perdeva proprio mai. 


- Senti, sei collegata alla mia telefonata con Harry quindi anche lui ci può s etire e parlare. Comunque, te la faccio brevemente, poi dopo chiami Ginny e ti fai spiegare meglio. Harry non crede che Ginny fosse stata vergine qunado l'hanno fatto per la prima volta. Potresti dirgli che si sbaglia? 


- Oh, cavolo! Harry ti sbagli di grosso! Ti giuro sull'esistenza dei Gorgosprizi che Ginny era vergine quando è venuta a letto con te. Ce l'ha detto, a me a Hermione, sai ci dice sempre tutto, come noi diciamo sempre tutto a lei, siamo come sorelle e...


- Luna! - dicemmo all'unisono io ed Harry. Le volevamo bene, era una nostra grandissima amica, ma avvolte divagava veramente troppo. 


- Scusate. - sussurrò dispiaciuta lei, anche se si avvertiva ancora quella nota di positività che la inondava. 


- Tranquilla. - feci io sorridendo anche se non poteva vedermi. - Okay, grazie Luna. Ci sentiamo! 


- Ciao! - risoose lei riagganciando. 


- Allora? Convinto? - chiesi a Harry, che era rimasto zitto per tutta la durata della convenzione con Luna, apparte per farla zittire. 


- Sono un grandissimo cretino vero? - chiese in modo retorico. - Cosa devo fare, secondo te? 


Ma perché tutti immischiavano la povera Hermione? - Secondo me, dovresti smaterializzarti a casa sua, chiederle perdono baciarla e fare del sano sesso riconsatorio.


- Sono d'accordo. Grazie Hermione. Ti voglio bene! 


- Anch'io! - dissi divertita prima di riagganciare. Sospirai e mi lasciai cadere completamente sdraiata sul letto. 


- Sai dovresti fare la consulente di coppie. - scherzò Malfoy. Sorrisi appena chiudendo gli occhi e mettendomi una mano sugli occhi. 


- Hai ragione. - dissi riaprendoli e incontrando quelli di ghiaccio di lui. Distolsi lo sguardo, tirandomi su a sedere. Perché non riuscivo più a guardarlo negli occhi?! 


Quella sera Malfoy uscì per una "serata tra uomini", come la chiamò lui e io rimasi da sola. Mi distesi sul letto e poco dopo mi arrivò un messaggio da parte di Ginny: 


" Grazie, grazie, grazie, amica mia! Sei la migliore, come sempre." 


E io risposi: " Prego, prego e prego. Grazie per il complimento ed è vero." 


" Poi non abbiamo avuto il tempo di pagare di te e Malfoy ma mi sei sembrata abbastanza serena. Comunque ti giuro che domani mi dedico a te. T.V.B." 


" Va bene. T.V.T.B. " risposi prima di spegnere il telefono e poggiarlo sul comodino. Mi tirai su a mala voglia e mi misi in pigiama, poi mi infilai sotto le coperte e dopo poco mi addormentai. E fu un sogno che vedeva come protagonisti due bei occhi color ghiaccio. 




Pov Draco
Ingresso di casa




Ero ubriaco, lo sentivo bene, ma sapevo anche che ero abbastanza sobrio da tornare in camera senza svenire sul pavimento della cucina o sulle scale. Aprì la porta della camera lentamente, dato che non avevo che gli altri  si svegliassero. Chiusi la porta e mi tolsi immediatamente scarpe e giacca, buttandoli da una parte. Distesa sul letto notai Hermione. Dormina pacificamente. Mi avvicinai un passo alla volta e la osserva a lungo. I lineamenti delicati e distesi, la pelle chiara, le lunghe ciglia, i capelli distesi sul cuscino. Senza pensarci allungai una mano e le accarezzai una guancia, ma appena mi resi conto del mio gesto la allontanai di colpo. Mi spogliai velocemente e mi distesi a letto. Voltai di nuovo la testa verso Hermione. Era così bella e rilassata mentre dormiva... ma cosa mi passava per la testa? Hermione non era... O mio Dio! L'avevo appena chiamata per nome! Mi resi subito conto che era così facile farlo. 
Ma cosa mi stava succedendo?! Colpa dell'alcool, tutta colpa di quello che mi annebbiava il cervello e non mi faceva pensare lucidamente. Senza pensarci mi avvicinai piano a lei ee diedi un piccolo bacio a fior di labbra. Ancora confuso da quel gesto mi distesi completamente sul letto ma quando la sentì mugulare qualcosa mi voltai di scatto verso di lei. Riuscì a distinguere una sola parola e quella bastò per farmi perdere un battito: - Draco. - sussurrò lei continuando a dormire. Mi stava sognando! Cercai di scacciare quel pensiero dalla testa ma proprio non ci riuscì così mi voltai completamente verso di lei e ripresi ad accarezzarle la guancia, questa volta consapevole di quello che stavo facendo. E mi addormentai così, beandomi della delicatezza della sue pelle e di quel calore che sentivo nel petto, ma che non riuscivo proprio a decifrare. 




Ecco qua! Contenti? Io sì e molto. Voglio ancora ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, o le ricordate o tutte la altre opzioni. Allora, Draco ed Hermione cominciano finalmente a capire di provare qualcosa l'uno per l'altro ma ci vorrà ancora un po' prima che lo accettino. Ciao e al prossimo capitolo! 😘

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Capitolo 5
*** Scomode verità e gochi del silenzio ***


 

SCOMODE VERITÀ E GIOCHI DEL SILENZIO
Pov Draco
Camera sua e di Hermione
Era passato un solo giorno da quando avevo promesso alla Granger che non avrei detto una sola parola a Lenticchia, e già me ne stavo pentendo. Volevo farlo, volevo dirglielo, ma in qualche modo c'era qualcosa che mi frenava ogni volta che ci provavo. Ora ero seduto sul letto, in attesa che la ragazza uscisse dal bagno. Dovevano prepararci per andare sulla spiaggia con i nostri genitori e le avevo lasciato il primo turno, dato che doveva prepararsi di più. Continuava a pensare agli ultimi giorni, a tutte le sensazioni che quella maledetta ragazza riusciva a far scaturire in lui. Appena sentì la porta aprirsi, mi voltai e la vidi uscire. Indossava un top sottile che faceva intravedere la parte sopra del bikini e un paio di pantaloncini di jeans. Ai piedi indossava un paio di sandali. Mi alzai in piedi e la squadrai mentre lei andava verso la sua borsa per prendere il telefono che aveva messo poco fa. Distolsi lo sguardo e andai anch'io in bagno, preparandomi in molto meno tempo rispetto a lei. Mi spogliai completamente e mi misi un costume blu scuro, una canottiera bianca e mi infilai un paio di ciabatte. Uscì dal bagno e la vidi seduta sul letto che digitava al telefono. Mi avvicinai a lei e sbirciai il display per vedere con chi stava messaggiando, ma prima che potessi leggere esattamente il nome lei si accorse della mia presenza e nascose il telefono, avvicinandolo al petto. 
- Ehi! - esclamò alzandosi in piedi ritrovandosi a poco più di un passo da me. 
- Che c'è? - chiesi con aria innocente. Lei mi guardò truce prima di voltarsi e rimettere il telefono nella borsa. Se la mise in spalla e andò verso la scrivania dove aveva poggiato un suo paio di occhiali da sole. Se li infilò tirandoseli sulla testa e si voltò verso di me. - Ti sbrighi? Vorrei andare. 
Senza rispondere mi voltai verso il mio zaino e lo presi, mettendomelo in spalla, mi superò e raggiunse la porta, poi, dopo che la ebbi raggiunta, la aprì. Sulle scale incontrammo i nostri genitori, i suoi si tenevano teneramente per mano, mentre i miei camminavano semplicemente accanto. Uscimmo dalla casa e ci avviammo verso la spiaggia, dove mio padre aveva già sistemato tutto, ossia una spiaggia privata, ovviamente. C'erano tre ombrelloni già aperti con sotto due sdraio per ognuno. I miei ci andarono in quello più isolato, dove potevano stare un po' tranquilli. Scalciai via le ciabatte e mi tolsi la canottiera, poi mi sedetti sullo sdraio e osservai la Granger voltata di spalle che aveva ripreso il telefono e che stava di nuovo messaggiando. Mi chiesi con chi, e per un attimo pensai che fosse Weasley. Non sapevo perché ma avvertì uno strano senso di malessere alla bocca dello stomaco. Non avevo praticamente mai provato una cosa del genere. Poi dopo aver mandato un ultimo messaggio posò il telefono e si tolse il top, poi i pantaloncini rimanendo così in bikini. Trattenni il respiro e per la decima volta in pochi giorni mi ritrovai a squadrarla. Aveva addosso un semplice bikini blu elettrico che le metteva in risalto il seno. Sì, come avevo potuto sentire, la Granger aveva un gran bel seno... per non parlare delle sue gambe, sode e snelle, o del suo fondoschiena. Okay, dovevo ammetterlo, aveva un bel fisico. Sì tolse i sandali e si sdraiò sullo sdraio, mentre riprendendo il telefono. Mi sdraia anch'io e feci finta di niente, chiudendo gli occhi per prendere un po' di sole, sapevo che non mi sarei abbronzato, esattamente come mio padre, ma mi piaceva sentire il suo calore sul corpo. Mangiammo alcuni panini, strano per i miei genitori ma qualche volta si limitavano anche a questo tipo di pranzo. Non fu una così grande giornata, forse un po' noiosa. Tornammo a casa alle cinque ed Hermione andò subito in camera, dato che la stavano chiamando. Rimasi un po' con gli altri, per lasciare a lei un po' di privacy, o almeno era quello che volevo far credere. In realtà non volevo rimanere solo con la Granger. Dopo un po' però dovetti proprio andare, feci per aprire la porta ma sentì la sua voce dall'altra parte della porta e la curiosità fu più forte di me e accostai l'orecchio. 
- Non lo so Ginny. Te l'ho detto. - disse lei, sembrava esasperata. Ed ecco con chi parlava. - Sono confusa. Su tutto. - aggiunse dopo pochi secondi. 
- Non... io non... - balbettò dopo un po'. - Va bene, grazie per aver sentito il mio sfogo. Cavolo è tutto così complicato. Non sono neanche più sicura di quello che provo per Ron! - a quella frase sgranai gli occhi. Non era più sicura? La sentì salutare la sua amica e pochi secondi dopo entrai in camera. Si voltò verso di me ma prima che potessi dire qualcosa, qualcuno bussò alla nostra porta e la testa di sua madre sbucò da fuori. - Ciao ragazzi, scusate l'interruzione ma vorrei parlarti un secondo. - disse con tono dolce rivolgendosi a sua figlia. Lei annuì sorridendo e la seguì fuori dalla stanza. Notai che aveva lasciato il suo telefono lì e, senza seguire nessuna logica, lo afferrai e leggei gli ultimi messaggi che si era scambiata con Ginny. 
" Grazie Ginny ma io non sono più sicura di quello che provo per tuo fratello... mi dispiace. "
" Tranquilla Herm. Siamo amiche da sempre e se per caso ti renderai conto di non amarlo più noi due lo rimarremo sempre. " 
" Grazie! Sei la migliore. Comunque ti volevo dire che ho deciso di parlare con Ron. Non so quando ma lo farò. Probabilmente dopo l'estate, per non rovinargliela. Ti voglio bene! " 
Cosa?! Dovevo aspettare ancora tre mesi prima di rubargli la ragazza? Assolutamente no. Lei aveva chiesto del tempo ma non aveva mai specificato qunato tempo, e io, tecnicamente gliel'avevo dato. Rimisi il telefono dove l'avevo trovato e scrissi in due secondi una piccola lettera che diedi al mio gufo per spedirla. Aprì la finestra e uscì dalla camera. Dopo pochi minuti ritornò e subito dopo un lampo di luce mi passò accanto a me e apparse Lenticchia. Ci guardammo in cagnesco prima che la porta si aprisse. Entrò la Granger che assunse subito un aria sconcertata e molto confusa. - Ron?! 
Pov Hermione
Camera
Cosa diavolo ci faceva lì? Chi l'aveva chiamato? Feci saettare lo sguardo confusa da lui a Malfoy che si era poggiato alla parete. Era stato lui. Me lo sentivo che non dovevo fidarmi di quel bastardo. 
- Hermione che succede? Malfoy mi ha mandato una lettera in cui diceva che dovevi dirmi una cosa importante. - disse Ron con un tono dolce. Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai sul mio ragazzo. 
- Diglielo, Granger. - disse Malfoy vedendo che stavo zitta. Ma proprio non ci riuscivo. Una miriade di pensieri si affollavano nella mia testa. Come potevo dirglielo? E soprattutto, come avrebbe reagito? Ma ero sicura che avrebbe capito... o quasi. 
- Ecco, Ron, c'è una cosa che tu ancora non sai del, ehm... patto. Io e Malfoy, dopo la fine della scuola, dovremo... bè, ecco... - non mi venivano le parole, non riuscivo proprio. Ma, ovviamente intervenne Malfoy. - Dovremmo sposarci. - alzai lo sguardo verso di lui, e se mi avesse guardato probabilmente lo avrei ucciso con una sola occhiata. Ma lui stava guardando Ron, che era sbiancato pericolosamente e faceva saettare lo sguardo da me a lui. Lo guardai anch'io e lo vidi fissarmi sconcertato, e la sua espressione diceva: " mi hai mentito per tutto questo tempo ". E queste parole non tardarono ad arrivare. - Mi hai mentito. - disse in un sussurro guardando a terra. Con la coda dell'occhio vidi Malfoy sfoderare la bacchetta e insonorizzare la stanza e chiuderla a chiave. 
- Io...
- Mi hai mentito? - chiese di nuovo lui, questa volta con tono più alto e alzando lo sguardo verso di me.
- Sì. - dissi io abbassando le spalle in segno di rassegnazione.
- Non ci credo! Tu non... lui non... - balbettò tra l' incazzato e il divertimento il rosso. - Sapevi che dovevi sposare un altro e ti sei messa con me. Perché? Per farlo ingelosire? Per provare ad avere una relazione per vedere com'è prima di averne una a vita? Sei una grande attrice, Hermione, complimenti. - dissi battendo le mani in segno sfotto. 
- No! Ron, io non... 
- Cosa? Io non, cosa? Io non ti ho preso in giro? Risparmiamelo per favore. Tra noi è finita. - detto questo, senza dargli il tempo di replicare si smaterializzò. Molto lentamente andai verso la scrivania per reggermi in piedi. Le ginocchia stavano per cedere e se non mi fossi aggrappata, sarei finita per terra, respiravo a fatica. Non poteva essere finita così. Lui non doveva scoprirlo così! Mi ero convinta che appena l'avesse saputo mi avrebbe capito, avrebbe capito che è stato tutto imposto dai nostri genitori, avrebbe capito perché mi amava... ma a quanto pare non era così. Una lacrima mi scivolò sulla guancia, seguita da tante altre. Intanto dentro di me la rabbia cresceva, rabbia verso Ron, che non mi aveva fatto spiegare. Rabbia verso i miei genitori, che mi avevano imposto un matrimonio che io non volevo. E, soprattutto, rabbia contro Malfoy. 
- Ti avevo detto che glielo avrei detto io, ma che mi serviva solo un po' di tempo! - dissi voltandomi di scatto verso di lui, era ancora appoggiato al muro e mi guardava con aria indifferente. 
- Mi ero stancato di aspettare. - rispose scrollando le spalle, cosa che mi fece infuriare ancora di più. Mi scagliai contro di lui e gli diedi un forte schiaffo sulla guancia, e fui felice di avergli lasciato il segno delle cinque dita rosse, belle nitide sulla pelle chiara. Voltò la testa di scatto a causa della potenza dello schiaffo per poi tornare a guardarmi, gli occhi lievemente più aperti. 
- Un giorno. Mi hai dato un maledetto giorno, Malfoy. - urlai continuando a piangere. Non tanto per la tristezza del fatto che Ron mi avesse lasciato, anche perché molto probabilmente lo avrei fatto io tra poco, ma più che altro oer l'umiliazione e dalla pugnalata alle spalle da parte dell'uomo con cui avrei dovuto passare tutta la mia vita! E pensare che cominciavo pure a pensare che Malfoy in qualche modo potesse cambiare! Che stupida che ero stata! Gli urlai addosso tutti gli insulti che mi vennero in mente, e ringraziai che la camera fosse insonorizzata. Lui intanto mi osservava, solo quello, mi guardava. Non cercò neanche per un attimo di difendersi, anzi. Dopo che ebbi finito tutto il fiato che avevo in corpo mi fermai. 
- Ti sei sfogata? - chiese lui tranquillamente. 
- No! - esclamai sconcertata. Come si permetteva di...
- Va bene. Allora io esco, appena ritorno mi dirai se ti sei calmata oppure no. Le tue crisi isteriche sono l'ultima cosa che voglio. - detto questo tolse gli incantesimi e uscì dalla camera, lasciandomi da sola. Poggiai la testa alla parete fredda e respira il suo profumo. Avevo smesso di piangere a metà della mia sfuriata e adesso mi sentivo arrabbiata s frustrata, una brutta sensazione. Avevo un nodo alla bocca dello stomaco, e piuttosto forte. Mi buttai sul letto e affondai la testa nel cuscino. Non poteva essere successo! Non poteva... e invece era successo! Era successo ed era stata tutta colpa di Malfoy! No, amzi, era stata tutta colpa mia. Bè sì anche di Malfoy certo, ma se il avessi detto tutto subito a Ron lui magari avrebbe... no, non avrebbe e capito, molto probabilmente mi avrebbe respinta esattamente come aveva fatto poco fa. In poco più di un ora tutte le mie certezze si erano dissolte. Il fatto che Ron mi amasse, andata. Il fatto di odiare Malfoy, andata. Sì perché, amche se non volevo ammetterlo, provavo qualcosa per lui, altrimenti non avrebbe avuto senso quella delusione che le aveva lasciato lui, chiamando Ron. Ma allo stesso tempo, forse, amava anche Ron, anche se lui l'aveva lasciata. L'aveva delusa molto e ci stava male, ma stava ancora più male per il tradimento di Malfoy. Gliela avrei fatta pagare a quel furetto, cominciando dal fatto che non gli avrei rivolto la parola per un po'. E così feci. Mi alzai e andai in bagno, avevo gli occhi rossi, così come le gote. Presi del fondotinta e mi coprì il rossore poi aspettai che gli occhi tornassero normali, non ci volle troppo. Uscì dal bagno e afferrai un libro a caso di quelli che mi ero portata e mi misi a sedere sul letto, cominciando a sfogliarlo senza vedere veramente le pagine. 
Malfoy tornò dopo un paio d'ore, e, come mi ero detta, rimasi in silenzio senza guardarlo.
- Ehi Granger, calmata? - mi chiese sfilandosi la giacca che si era messo e poggiandola sulla sedia della scrivania. - Granger? - mi chiamò di nuovo ma io non gli risposi né alzai lo sguardo verso di lui. - Oh! Vuoi giocare a questo gioco? Va bene. Ma ti avverto ti farò parlare. - disse lui, dopo di che si voltò e, solo in quel momento, alzai lievemente lo sguardo. Osservai com piacere che le mani erano chiuse a pugno. Si precipitò in bagno, forse per calmarsi o per valutare la situazione, almeno io avrei fatto così. Ma ormai avevamo iniziato e, se lo conoscevo, sarebbe stato un gioco duro da vincere. 
E così fu. Cercai di non guardarlo e di non parlargli per tutta la settimana e ci riuscì, anche se molte volte dovevo mordermi la lingua o i labbro, oppure darmi dei pizzicotti per non alzare lo sguardo verso di lu. Okay, poteva essere un po' strano, ma insomma, per metà della giornata avevo i suoi occhi grigi puntati su di me. 
Parlavamo solo quando eravamo in compagnia con i nostri genitori, ma quando rimanevamo da soli, io evitavo il suo sguardo e non rispondevo a nessuna provocazione e lui continuava a provocarmi, per farmi parlare. Non sapevo per quanto sarei durata ancora. Quando però la situazione si fece più dura, decisi di evitarlo proprio. Ogni volta che lui entrava in camera io uscivo senza guardarlo. 
- Okay Granger, ora basta. - disse lui una sera. Erano passati sì o no sette giorni, sette lunghissimi giorni. - Capisco che tu sia arrabbiata per, bè sì insomma, per aver fatto venire qui Weasley e per averglielo detto al posto tuo...
- Sì, hai ragione Malfoy, sono ancora molto arrabbiata. - dissi dopo tutti quei giorni di silenzio con lui. Ma cercai in tutti i modi di non alzare lo sguardo, anche se morivo dalla voglia di farlo e di trovare quegli occhi così freddi e allo stesso tempo caldi... bè, almeno per me. 
- Wow! Prima frase da una settimana intera. Se sapevo che bastava un basta, l'avrei fatto prima. - disse sarcastico lui. In quel momento avrei voluto ventieri dargli un pugno. 
Nei giorni successivi ricominciai, piano piano, a paralre con Malfoy, e a incontrare il suo sguardo, anche se facevo di tutto per non farlo, ma ogni volta che succedeva era difficile distogliere gli occhi dai suoi. Ma cosa mi stava succedendo? 
Ciao a tutti/e. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e a me, come sempre, abbastanza. Diciamo che il prossimo sarà più interessante. Cosa ne pensate di comportamento di Draco? Voi cosa avreste fatto? 
Ci vediamo al prossimo capitolo. 

SCOMODE VERITÀ E GIOCHI DEL SILENZIO




Pov Draco
Camera sua e di Hermione




Era passato un solo giorno da quando avevo promesso alla Granger che non avrei detto una sola parola a Lenticchia, e già me ne stavo pentendo. Volevo farlo, volevo dirglielo, ma in qualche modo c'era qualcosa che mi frenava ogni volta che ci provavo. Ora ero seduto sul letto, in attesa che la ragazza uscisse dal bagno. Dovevano prepararci per andare sulla spiaggia con i nostri genitori e le avevo lasciato il primo turno, dato che doveva prepararsi di più. Continuava a pensare agli ultimi giorni, a tutte le sensazioni che quella maledetta ragazza riusciva a far scaturire in lui. Appena sentì la porta aprirsi, mi voltai e la vidi uscire. Indossava un top sottile che faceva intravedere la parte sopra del bikini e un paio di pantaloncini di jeans. Ai piedi indossava un paio di sandali. Mi alzai in piedi e la squadrai mentre lei andava verso la sua borsa per prendere il telefono che aveva messo poco fa. Distolsi lo sguardo e andai anch'io in bagno, preparandomi in molto meno tempo rispetto a lei. Mi spogliai completamente e mi misi un costume blu scuro, una canottiera bianca e mi infilai un paio di ciabatte. Uscì dal bagno e la vidi seduta sul letto che digitava al telefono. Mi avvicinai a lei e sbirciai il display per vedere con chi stava messaggiando, ma prima che potessi leggere esattamente il nome lei si accorse della mia presenza e nascose il telefono, avvicinandolo al petto. 


- Ehi! - esclamò alzandosi in piedi ritrovandosi a poco più di un passo da me. 


- Che c'è? - chiesi con aria innocente. Lei mi guardò truce prima di voltarsi e rimettere il telefono nella borsa. Se la mise in spalla e andò verso la scrivania dove aveva poggiato un suo paio di occhiali da sole. Se li infilò tirandoseli sulla testa e si voltò verso di me. - Ti sbrighi? Vorrei andare. 


Senza rispondere mi voltai verso il mio zaino e lo presi, mettendomelo in spalla, mi superò e raggiunse la porta, poi, dopo che la ebbi raggiunta, la aprì. Sulle scale incontrammo i nostri genitori, i suoi si tenevano teneramente per mano, mentre i miei camminavano semplicemente accanto. Uscimmo dalla casa e ci avviammo verso la spiaggia, dove mio padre aveva già sistemato tutto, ossia una spiaggia privata, ovviamente. C'erano tre ombrelloni già aperti con sotto due sdraio per ognuno. I miei ci andarono in quello più isolato, dove potevano stare un po' tranquilli. Scalciai via le ciabatte e mi tolsi la canottiera, poi mi sedetti sullo sdraio e osservai la Granger voltata di spalle che aveva ripreso il telefono e che stava di nuovo messaggiando. Mi chiesi con chi, e per un attimo pensai che fosse Weasley. Non sapevo perché ma avvertì uno strano senso di malessere alla bocca dello stomaco. Non avevo praticamente mai provato una cosa del genere. Poi dopo aver mandato un ultimo messaggio posò il telefono e si tolse il top, poi i pantaloncini rimanendo così in bikini. Trattenni il respiro e per la decima volta in pochi giorni mi ritrovai a squadrarla. Aveva addosso un semplice bikini blu elettrico che le metteva in risalto il seno. Sì, come avevo potuto sentire, la Granger aveva un gran bel seno... per non parlare delle sue gambe, sode e snelle, o del suo fondoschiena. Okay, dovevo ammetterlo, aveva un bel fisico. Sì tolse i sandali e si sdraiò sullo sdraio, mentre riprendendo il telefono. Mi sdraia anch'io e feci finta di niente, chiudendo gli occhi per prendere un po' di sole, sapevo che non mi sarei abbronzato, esattamente come mio padre, ma mi piaceva sentire il suo calore sul corpo. Mangiammo alcuni panini, strano per i miei genitori ma qualche volta si limitavano anche a questo tipo di pranzo. Non fu una così grande giornata, forse un po' noiosa. Tornammo a casa alle cinque ed Hermione andò subito in camera, dato che la stavano chiamando. Rimasi un po' con gli altri, per lasciare a lei un po' di privacy, o almeno era quello che volevo far credere. In realtà non volevo rimanere solo con la Granger. Dopo un po' però dovetti proprio andare, feci per aprire la porta ma sentì la sua voce dall'altra parte della porta e la curiosità fu più forte di me e accostai l'orecchio. 


- Non lo so Ginny. Te l'ho detto. - disse lei, sembrava esasperata. Ed ecco con chi parlava. - Sono confusa. Su tutto. - aggiunse dopo pochi secondi. 


- Non... io non... - balbettò dopo un po'. - Va bene, grazie per aver sentito il mio sfogo. Cavolo è tutto così complicato. Non sono neanche più sicura di quello che provo per Ron! - a quella frase sgranai gli occhi. Non era più sicura? La sentì salutare la sua amica e pochi secondi dopo entrai in camera. Si voltò verso di me ma prima che potessi dire qualcosa, qualcuno bussò alla nostra porta e la testa di sua madre sbucò da fuori. - Ciao ragazzi, scusate l'interruzione ma vorrei parlarti un secondo. - disse con tono dolce rivolgendosi a sua figlia. Lei annuì sorridendo e la seguì fuori dalla stanza. Notai che aveva lasciato il suo telefono lì e, senza seguire nessuna logica, lo afferrai e leggei gli ultimi messaggi che si era scambiata con Ginny. 


" Grazie Ginny ma io non sono più sicura di quello che provo per tuo fratello... mi dispiace. "


" Tranquilla Herm. Siamo amiche da sempre e se per caso ti renderai conto di non amarlo più noi due lo rimarremo sempre. " 


" Grazie! Sei la migliore. Comunque ti volevo dire che ho deciso di parlare con Ron. Non so quando ma lo farò. Probabilmente dopo l'estate, per non rovinargliela. Ti voglio bene! " 


Cosa?! Dovevo aspettare ancora tre mesi prima di rubargli la ragazza? Assolutamente no. Lei aveva chiesto del tempo ma non aveva mai specificato qunato tempo, e io, tecnicamente gliel'avevo dato. Rimisi il telefono dove l'avevo trovato e scrissi in due secondi una piccola lettera che diedi al mio gufo per spedirla. Aprì la finestra e uscì dalla camera. Dopo pochi minuti ritornò e subito dopo un lampo di luce mi passò accanto a me e apparse Lenticchia. Ci guardammo in cagnesco prima che la porta si aprisse. Entrò la Granger che assunse subito un aria sconcertata e molto confusa. - Ron?! 




Pov Hermione
Camera




Cosa diavolo ci faceva lì? Chi l'aveva chiamato? Feci saettare lo sguardo confusa da lui a Malfoy che si era poggiato alla parete. Era stato lui. Me lo sentivo che non dovevo fidarmi di quel bastardo. 


- Hermione che succede? Malfoy mi ha mandato una lettera in cui diceva che dovevi dirmi una cosa importante. - disse Ron con un tono dolce. Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai sul mio ragazzo. 


- Diglielo, Granger. - disse Malfoy vedendo che stavo zitta. Ma proprio non ci riuscivo. Una miriade di pensieri si affollavano nella mia testa. Come potevo dirglielo? E soprattutto, come avrebbe reagito? Ma ero sicura che avrebbe capito... o quasi. 


- Ecco, Ron, c'è una cosa che tu ancora non sai del, ehm... patto. Io e Malfoy, dopo la fine della scuola, dovremo... bè, ecco... - non mi venivano le parole, non riuscivo proprio. Ma, ovviamente intervenne Malfoy. - Dovremmo sposarci. - alzai lo sguardo verso di lui, e se mi avesse guardato probabilmente lo avrei ucciso con una sola occhiata. Ma lui stava guardando Ron, che era sbiancato pericolosamente e faceva saettare lo sguardo da me a lui. Lo guardai anch'io e lo vidi fissarmi sconcertato, e la sua espressione diceva: " mi hai mentito per tutto questo tempo ". E queste parole non tardarono ad arrivare. - Mi hai mentito. - disse in un sussurro guardando a terra. Con la coda dell'occhio vidi Malfoy sfoderare la bacchetta e insonorizzare la stanza e chiuderla a chiave. 


- Io...


- Mi hai mentito? - chiese di nuovo lui, questa volta con tono più alto e alzando lo sguardo verso di me.


- Sì. - dissi io abbassando le spalle in segno di rassegnazione.


- Non ci credo! Tu non... lui non... - balbettò tra l' incazzato e il divertimento il rosso. - Sapevi che dovevi sposare un altro e ti sei messa con me. Perché? Per farlo ingelosire? Per provare ad avere una relazione per vedere com'è prima di averne una a vita? Sei una grande attrice, Hermione, complimenti. - dissi battendo le mani in segno sfotto. 


- No! Ron, io non... 


- Cosa? Io non, cosa? Io non ti ho preso in giro? Risparmiamelo per favore. Tra noi è finita. - detto questo, senza dargli il tempo di replicare si smaterializzò. Molto lentamente andai verso la scrivania per reggermi in piedi. Le ginocchia stavano per cedere e se non mi fossi aggrappata, sarei finita per terra, respiravo a fatica. Non poteva essere finita così. Lui non doveva scoprirlo così! Mi ero convinta che appena l'avesse saputo mi avrebbe capito, avrebbe capito che è stato tutto imposto dai nostri genitori, avrebbe capito perché mi amava... ma a quanto pare non era così. Una lacrima mi scivolò sulla guancia, seguita da tante altre. Intanto dentro di me la rabbia cresceva, rabbia verso Ron, che non mi aveva fatto spiegare. Rabbia verso i miei genitori, che mi avevano imposto un matrimonio che io non volevo. E, soprattutto, rabbia contro Malfoy. 


- Ti avevo detto che glielo avrei detto io, ma che mi serviva solo un po' di tempo! - dissi voltandomi di scatto verso di lui, era ancora appoggiato al muro e mi guardava con aria indifferente. 


- Mi ero stancato di aspettare. - rispose scrollando le spalle, cosa che mi fece infuriare ancora di più. Mi scagliai contro di lui e gli diedi un forte schiaffo sulla guancia, e fui felice di avergli lasciato il segno delle cinque dita rosse, belle nitide sulla pelle chiara. Voltò la testa di scatto a causa della potenza dello schiaffo per poi tornare a guardarmi, gli occhi lievemente più aperti. 


- Un giorno. Mi hai dato un maledetto giorno, Malfoy. - urlai continuando a piangere. Non tanto per la tristezza del fatto che Ron mi avesse lasciato, anche perché molto probabilmente lo avrei fatto io tra poco, ma più che altro oer l'umiliazione e dalla pugnalata alle spalle da parte dell'uomo con cui avrei dovuto passare tutta la mia vita! E pensare che cominciavo pure a pensare che Malfoy in qualche modo potesse cambiare! Che stupida che ero stata! Gli urlai addosso tutti gli insulti che mi vennero in mente, e ringraziai che la camera fosse insonorizzata. Lui intanto mi osservava, solo quello, mi guardava. Non cercò neanche per un attimo di difendersi, anzi. Dopo che ebbi finito tutto il fiato che avevo in corpo mi fermai. 


- Ti sei sfogata? - chiese lui tranquillamente. 


- No! - esclamai sconcertata. Come si permetteva di...


- Va bene. Allora io esco, appena ritorno mi dirai se ti sei calmata oppure no. Le tue crisi isteriche sono l'ultima cosa che voglio. - detto questo tolse gli incantesimi e uscì dalla camera, lasciandomi da sola. Poggiai la testa alla parete fredda e respira il suo profumo. Avevo smesso di piangere a metà della mia sfuriata e adesso mi sentivo arrabbiata s frustrata, una brutta sensazione. Avevo un nodo alla bocca dello stomaco, e piuttosto forte. Mi buttai sul letto e affondai la testa nel cuscino. Non poteva essere successo! Non poteva... e invece era successo! Era successo ed era stata tutta colpa di Malfoy! No, amzi, era stata tutta colpa mia. Bè sì anche di Malfoy certo, ma se il avessi detto tutto subito a Ron lui magari avrebbe... no, non avrebbe e capito, molto probabilmente mi avrebbe respinta esattamente come aveva fatto poco fa. In poco più di un ora tutte le mie certezze si erano dissolte. Il fatto che Ron mi amasse, andata. Il fatto di odiare Malfoy, andata. Sì perché, amche se non volevo ammetterlo, provavo qualcosa per lui, altrimenti non avrebbe avuto senso quella delusione che le aveva lasciato lui, chiamando Ron. Ma allo stesso tempo, forse, amava anche Ron, anche se lui l'aveva lasciata. L'aveva delusa molto e ci stava male, ma stava ancora più male per il tradimento di Malfoy. Gliela avrei fatta pagare a quel furetto, cominciando dal fatto che non gli avrei rivolto la parola per un po'. E così feci. Mi alzai e andai in bagno, avevo gli occhi rossi, così come le gote. Presi del fondotinta e mi coprì il rossore poi aspettai che gli occhi tornassero normali, non ci volle troppo. Uscì dal bagno e afferrai un libro a caso di quelli che mi ero portata e mi misi a sedere sul letto, cominciando a sfogliarlo senza vedere veramente le pagine. 
Malfoy tornò dopo un paio d'ore, e, come mi ero detta, rimasi in silenzio senza guardarlo.


- Ehi Granger, calmata? - mi chiese sfilandosi la giacca che si era messo e poggiandola sulla sedia della scrivania. - Granger? - mi chiamò di nuovo ma io non gli risposi né alzai lo sguardo verso di lui. - Oh! Vuoi giocare a questo gioco? Va bene. Ma ti avverto ti farò parlare. - disse lui, dopo di che si voltò e, solo in quel momento, alzai lievemente lo sguardo. Osservai com piacere che le mani erano chiuse a pugno. Si precipitò in bagno, forse per calmarsi o per valutare la situazione, almeno io avrei fatto così. Ma ormai avevamo iniziato e, se lo conoscevo, sarebbe stato un gioco duro da vincere. 


E così fu. Cercai di non guardarlo e di non parlargli per tutta la settimana e ci riuscì, anche se molte volte dovevo mordermi la lingua o i labbro, oppure darmi dei pizzicotti per non alzare lo sguardo verso di lu. Okay, poteva essere un po' strano, ma insomma, per metà della giornata avevo i suoi occhi grigi puntati su di me. 
Parlavamo solo quando eravamo in compagnia con i nostri genitori, ma quando rimanevamo da soli, io evitavo il suo sguardo e non rispondevo a nessuna provocazione e lui continuava a provocarmi, per farmi parlare. Non sapevo per quanto sarei durata ancora. Quando però la situazione si fece più dura, decisi di evitarlo proprio. Ogni volta che lui entrava in camera io uscivo senza guardarlo. 


- Okay Granger, ora basta. - disse lui una sera. Erano passati sì o no sette giorni, sette lunghissimi giorni. - Capisco che tu sia arrabbiata per, bè sì insomma, per aver fatto venire qui Weasley e per averglielo detto al posto tuo...


- Sì, hai ragione Malfoy, sono ancora molto arrabbiata. - dissi dopo tutti quei giorni di silenzio con lui. Ma cercai in tutti i modi di non alzare lo sguardo, anche se morivo dalla voglia di farlo e di trovare quegli occhi così freddi e allo stesso tempo caldi... bè, almeno per me. 


- Wow! Prima frase da una settimana intera. Se sapevo che bastava un basta, l'avrei fatto prima. - disse sarcastico lui. In quel momento avrei voluto ventieri dargli un pugno. 


Nei giorni successivi ricominciai, piano piano, a paralre con Malfoy, e a incontrare il suo sguardo, anche se facevo di tutto per non farlo, ma ogni volta che succedeva era difficile distogliere gli occhi dai suoi. Ma cosa mi stava succedendo? 






Ciao a tutti/e. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e a me, come sempre, abbastanza. Diciamo che il prossimo sarà più interessante. Cosa ne pensate di comportamento di Draco? Voi cosa avreste fatto? 
Ci vediamo al prossimo capitolo. 

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Capitolo 6
*** Una notte da sogno ***


UNA NOTTE DA SOGNO
Pov Hermione
Soggiorno
Stavo seduta sul divano, le gambe piegate di fronte a me, un libro sulle ginocchia. Era stato strano trovarlo nella biblioteca di quella casa, dato che era un libro babbano. Era una storia romantica ambientata secoli fa. Era di un certo William Shakespeare e si intitolava Romeo e Giulietta. Era da quella mattina che non vedevo Malfoy e sotto sotto un po' mi mancava, ma scacciai subito quei pensieri e tornai a concentrarmi sul libro. Da quel pomeriggio non ero ancora riuscita a parlare con Ron per sistemare le cose. Ero sicura che non volessi più stare con lui e che io avessi sbagliato a non dirgli la verità, ma aveva sbagliato anche lui a non lasciarmi parlare. Non volevo interrompere i nostri rapporti, insomma lui era stato uno dei miei migliori amici per anni, prima di essere il mio ragazzo, e volevo che tornassimo a essere per lo meno amici, anche se non mi davo troppe speranze. 
Quella mattina a pranzo i nostri genitori ci avevano detto che eravamo stati tutti invitati a un ballo organizzato da una certa Cammille Wood, che si sarebbe tenuto la sera dopo. Io, mia madre e Narcissa ci eravamo messe d'accordo per andare a fare shopping il giorno dopo, prima del ballo. Non conoscevo bene questa Camille, sapevo solo che era una cugina alla lontana dei Malfoy, all'inizio non aveva praticamente niente, erano poveri, ma poi lei ha conosciuto un uomo molto ricco e si erano sposati. 
- Hermione? - mi chiamò mio padre facendomi alzare lo sguardo verso di lui. Mi stava guardando sorridente, quel suo sorriso che mi faceva sorridere a mia volta. Mamma diceva sempre che ero uguale a lui e io non potevo non darle ragione. 
- Ciao papà! - dissi sorridendo. Lui si avvicinò a me e si sedette nel poco spazio libero dalla mie gambe sul divano. - Che succede? 
- Niente piccola. Volevo solo chiederti un favore. 
- Certo! - feci mettendo un segno al libro e poggiandola sul tavolino posto lì accanto. 
- Okay, ma deve essere un segreto, non devi dirlo a nessuno, né a Lucius, né a Narcissa, né a Draco e soprattutto non devi dirlo alla mamma. - raccomandò lui facendosi serio. Annuì decisa cominciando a farmi sempre più curiosa. - Bene. Ho pensato... bè in realtà è da un po' che ci penso e vedi... vorrei rinnovare le promesse con la mamma. - disse lui sorridendo appena. Sgranai gli occhi dalla sorpresa, la bocca leggermente aperta. Poi mi ripresi dalla sorpresa e mi buttai su di lui abbracciandolo forte. 
- Papà è bellissimo! - esclamai mentre lui ricambiava l'abbraccio. Quando ci staccammo avevamo di nuovo il sorriso sulle labbra. 
- E... vorrei che tu trovassi un modo di chiederglielo in grande stile ma non troppo. Insomma come una festa privata, capisci? - disse lui con uno sguardo speranzoso. 
- Certo che capisco. - risposi e in quel momento, mi venne in mente una bella idea, però avevo poco tempo per organizzare il tutto e dovevo correre. - Ho un'idea, sono sicura che le piacerà, anzi piacerà a tutti! - dissi balzando in piedi. Mi stirai la gonna di jeans con le mani e afferrai il telefono, le chiavi di quella casa e mi diressi verso la porta. 
- Dove vai Hermione? - mi fermò papà prima che potessi uscire. 
- Vado a preparare tutto! Dì agli altri che sono uscita, dovrei tornare per l'ora di cena, spero. - dissi frenetica, ero su di giri dall'eccitazione. - Ti voglio bene. 
- Anch'io! - urlò in risposta lui prima che chiudessi la porta. Scesi di corsa le scale del portico e corsi verso la fine della città. Mi smaterializzai e riapparsi a Godrix Ollow. C'era molta gente per la strada, i vecchi e pesanti mantelli erano stati o sostituiti da mantelli più leggeri oppure tolti, alcuni negozi erano già chiusi, il distributore di castagne era stato sostituito da uno di gelato. Camminavo velocemente verso il negozio che stavo cercando, sperando con tutta me stessa che ci fossero. Appena ci arrivai notai subito che la porta era chiusa ma sapevo anche che loro, più o meno, vivevano in quel negozio quindi non mi perdei d'animo e bussai alla porta. 
Dopo qualche secondo qualcuno mi venne ad aprire. 
- Ciao Hermione! Che ci fai qui? - mi salutò il primo dei gemelli abbracciandomi. Ricambiai il calore e abbracciai anche l'altro. 
- Ciao ragazzi! Posso entrare? 
- Certo. - risposero in coro facendosi da parte, entrai nel negozio. L'ambiente aveva sempre quella luce soffusa che d'inverno lo facevano sembrare sempre più cando, e adesso c'era un bel frescolino. Mi voltai di nuovo verso di loro, lievemente nervosa. Mi sentivo orribile a chiedere a loro due un favore dopo che io e Ron, loro fratello, ci eravamo lasciati così in malo modo. 
- Allora... avrei bisogno del vostro aiuto per una cosa. Ma se non volete vi capisco - aggiunsi frettolosa. - insomma, dopo quello successo tra me e Ron... 
- Hermione. - la interruppero in coro. - Sei nostra amica, anche se non esci più con nostro fratello. 
- Grazie. - feci molto più sollevata. Bene, quindi non avevo perso i miei amici rossi. - Allora vi spiego la situazione. Mio padre vuole rinnovare le promesse di matrimonio con mia madre e mi ha incaricato di trovare un modo originale per chiederglielo e organizzare il tutto. 
- Perfetto per te. - commentò Fred. 
- Lo so! - feci come se fosse una cosa ovvia, e infatti lo era. - Comunque io ho già una super idea ma ho bisogno del vostro aiuto. 
- Certo. - fece George. - Che ti serve? 
- Ecco... avete presente quei fuochi d'artificio magici che una volta hanno formato che scritta il cielo? - chiesi speranzosa e quando li vidi annuire, sorrisi. - Bene, mi servono quelli. 
- Dovrei averli in magazzino. - disse Fred allontanandosi, dopo poco però chiamò suo fratello per farsi aiutare e così rimasi da sola. Sia i gemelli che Ginny mi avevano detto che saremmo rimasti amici incondizionatamente dalla mia relazione con Ron. Ero contenta di questo, dato che erano come fratelli per me, ma ero anche molto dispiaciuta del fatto che Ron non avesse neanche provato a telefonare o a mandarmi un gufo. Prima di metterci insieme eravamo migliori amici e adesso, non pretendevo di tornare ad avere il rapporto che avevamo prima, ma speravo che almeno tornassimo a essere amici. Speranza vana, ma com'è quel detto babbano? La speranza è l'ultima a morire. 
- Eccoci. - sentì la voce dei gemelli e mi voltai verso di loro, allontanandomi dai miei pensieri. Tenevano un grande baule, uno lo teneva da una parte e l'altro da quel l'altra. La deposero davanti a me e l'aprirono rivelando tantissimi piccoli e grossi razzi. Ce n'erano un centinaio e tutti avevano dimensioni e colori diversi. Alla fine quei due estrassero una paio di quei razzi abbastanza piccoli. 
- Sono questi? - chiesi incuriosita. 
- Sì. Uno per ogni due parole. A te quante te ne serve? 
Contai nella mente quante parole c'erano nella frase cllasia e dissi - Tre. 
- Okay. - dissero in coro chinandosi di nuovo e afferrando un altro piccolo razzo. - Senti... se vuoi possiamo venire noi a innescarli e te li possono programmare. 
- Programmare? - chiesi di nuovo curiosa, quei due erano veramente incredibili. 
- Sì. La frase. Cosa vuoi che venga scritto in cielo? - chiese George prendendo un foglio e una piuma per scrivere. Gli dissi la frase e lui la scrisse velocemente. - Allora dove si terrà questa super dichiarazione? 
- Domani sera ci sarà un ballo al Wood Manor. Sarà lì. Sapete più o meno dov'è? 
- Sì conosco quel posto. - esclamò Fred. 
- Perfetto! Allora ci vediamo lì alle dieci e mezza. - dissi sorridendo felice. 
- Va bene. Ci vediamo lì! - dissero in coro sorridendo a loro volta. Li abbracciai di nuovo entrambi e uscì dal negozio con aria soddisfatta. Li avrebbero portati loro due i fuochi. Non mi era mai piaciuto affidarsi completamente a qualcuno ma di loro mi fido ciecamente. Prima di tornare a casa decisi di fare un giro per quella città magica, godendosi semplicemente tutto. 
Pov Draco
Appena rientrato a casa noto subito che la Granger non c'è. Aveva lasciato un libro sul tavolino davanti al divano e la sua borsa non c'era. 
- Ciao Draco! - mi salutò mia madre passando per il soggiorno per andare in cucina. Ero tornato appena in tempo per mangiare. Quel giorno l'avevo preso per me, per poter schiarirmi un po' le idee sulla Granger e su tutto quello che era successo durante quei giorni e il risultato era stato di avere ancora più confusione in testa. Pian piano scesero anche gli altri adulti. Mi sentivo un po' a disagio a stare lì senza di lei al mio fianco e in una parte remota del mio cuore sperai che tornasse al più presto. 
- Dov'è Hermione? - chiese sua madre parlando a nessuno in particolare. 
- Mi ha detto di dirvi che doveva uscire. - rispose frettoloso suo padre continuando a leggere il giornale che aveva in mano. Ma colsi immediatamente il suo tono di voce lievemente più tremante rispetto al solito, lo stesso che aveva lei quando nascondeva qualcosa. Voltai lo sguardo verso la Signora Granger e la vidi fissare con gli occhi ridotti a fessura suo marito. 
- E sai dov'è andata?
- No, questo non me lo ha detto. - rispose senza distogliere lo sguardo dal giornale. Feci saettare di nuovo lo sguardo verso sua moglie e la vidi sorridere appena. - Che c'è? - chiese innocente l'uomo alzando finalmente lo sguardo verso di lei. 
- Granger! - esclamò voltandosi. - Tutti uguali! 
E un secondo dopo la porta d'ingresso si aprì ed Hermione entrò nella cucina sorridendo radiosa. Sembrava molto felice per qualcosa ma quella mattina non l'avevo vista, quindi mi presi il tempo per squadrarla per bene. Quando raggiunsi i suoi occhi incontrai il suo sguardo caldo. Non staccai gli occhi dai suoi, e neanche lei sembrava intenzionata a farlo ma sua madre la chiamò e lei fu costretta a voltarsi verso di lei. - Allora, dove sei stata? 
- Ehm... avevo una cosa da fare. - rispose lei, la voce che le tremava lievemente, esattamente come suo padre poco prima. Solo in quel momento mi resi conto di quanto lei fosse simile a suo padre. Avevano il carattere molto simile e lo stesso meraviglioso sorriso.
- Siete proprio uguali voi due! - esclamò la Signora Granger sorridendo appena. Hermione si scambiò un occhiata complice con suo padre prima che entrambi tornassero a guardare lei. 
- Tecnicamente sono anche tua figlia. - disse Hermione sorridendo appena. 
- E con questo cosa vorreste insinuare? - chiese la donna facendo la finta offesa. 
- Niente... - risposero in coro i due sogghignando. Erano proprio una bella famiglia, molto diversa dalla mia. 
La cena trascorse tranquilla, tra una chiacchiera e una risata. Alla fine della cena Hermione andò in salotto e prese il libro che stava leggendo prima e, insieme a me, andammo in camera nostra. Lei andò a cambiatsi e quando uscì mi persi di nuovo a guardarla. Distolsi subito lo sguardo, prima che se ne accorgesse, e andai in bagno. Mi spogliai rimanendo in boxer e uscì dal bagno, ritrovandomi una Hermione mezza nuda con indosso il suo pigiama che lasciava ben poco all'immaginazione. Leggeva un libro, il libro che avevo trovato sul tavolo quando ero tornato, inconsapevole di essere così tremendamente sexy. 
- Allora? Cosa indosserai domani sera? - le chiesi buttando mi sul letto accanto a lei. 
- Non lo so ancora. - rispose con aria indifferente continuando a leggere. Okay, era ancora arrabbiata con me.
- Va bene... allora cosa stai leggendo? - chiesi cambiando argomento e cercando di sbirciare ma lei me lo impedì portandoselo al petto. 
- Un libro babbano. Non credo ti interesserebbe. - rispose secca ma da quella angolazione riuscì a leggere lo stesso il titolo. 
- Romeo e Giulietta. Mmm... non ti facevo così romantica. - commentai sogghignando malizioso. 
- Tu l'hai letto? - chiese evidentemente stupita. 
- Una volta. - risposi godendomi quell'espressione così stupita. I nostri visi erano molto vicini e il mio cuore aveva cominciato a battere lievemente più forte del normale, era da tempo che non mi avvicinavo così a lei, se non conto quel bacio rubato mentre lei dormiva, e stranamente mi mancava. 
- Ti prego non dirmi come finisce. - sussurrò, anche lei sembrava agitata da quella vicinanza. 
- Certo... - dissi avvicinandomi ancora un po'. 
- Che stai facendo, Malfoy? - chiese in un sussurro. In realtà non lo sapevo neanche io cosa stavo facendo ma era come uno strano bisogno che avevo di lei. 
- Se vuoi che mi fermi devi dirmelo adesso. - sussurrai a un millimetro dalle sue labbra. Avevo gli occhi puntati sulle sua labbra schiuse, e lei non disse niente. Mi avvicinai di più annullando quella distanza e la baciai. 
Pov Hermione
Non sapevo cosa stavo facendo, ma era come se avessi un bisogno fisico di lui. Mi lasciai baciare e ricambiai immediatamente il bacio, concedendo l'accesso alla sua lingua nella mia bocca. Infilai le mani tra i suoi capelli di seta e strinsi alcune ciocche tra le dita. Intanto le nostre lingue erano impegnate in una danza sensuale che mi faceva andare fuori di testa. Sentivo il cuore scoppiare, l'emozione alle stelle. I baci di Draco erano un misto di passione e sensualità pazzesca. Sentì la sua mano allontanare il libro chi avevo abbandonato sul letto e cadere a terra, non me ne preoccupai, poi cominciò ad accarezzarti le gambe nude, partendo dal ginocchio fino alla coscia. Sospirai sulle sue labbra per quelle carezze e lo sentì sogghignare lievemente prima che le nostre bocche tornassero incollate. Mi afferrò un fianco e con uno scatto fulmineo mi portò a cavalcioni su di lui. Lasciai i suoi capelli e feci scendere le mani sul suo petto perfetto, mentre lui continuava ad accarezzarmi la gamba. Ci staccammo per un secondo con il fiatone ma tempo due secondi e mi rituffai sulle sue labbra, rosse e gonfie. La mia razionalità era andata a farsi fottere e con lei anche tutto quello che mi aveva fatto Malfoy in quegli anni. In quel momento esistevamo solo io e lui. 
Una mano mi stringeva un fianco, l'altra scostò la canottiera e andò a toccare la pelle nuda. Un brivido di piacere seguito da un altro sopsiro accompagnò quelle carezze continue. Draco si scostò delle mie labbra e scese sul collo, cominciando a baciarlo e a leccarlo, avidamente. Mi sentivo morire dal piacere! Non volevo che smettesse, anzi. 
La sua mano arrivò al seno, coperto dal reggiseno che scostò un minimo per avere un piccolo accesso. 
- Granger... sicura? - lo sentì sussurrare la mio orecchio. Annuì decisa, anche se non sapevo se sarebbe stata una buona idea o meno, ma in quel momento non mi importava. Per la prima volta nella vita non volevo pensare alle conseguenze che ci sarebbero state, volevo godermi quel momento così com'era, e anche il fatto che Draco me l'avesse chiesto mi piacè. Lo sentì sorridere lievemente contro il collo e con uno scatto fulmineo mi sfilò la canottiera. Cercai di coprirmi imbarazzata ma lui mi bloccò le braccia. Mi riportò sotto di sé e scese a baciarmi il petto, poi l'incavo tra i seni e infine in ventre arrivando all'inizio dei pantaloncini. Risalì lentamente e riprese a baciarmi il collo mentre con la mano cercava di farsi spazio tra di me e il matrrasso, inarcai la schiena aiutandolo e lui mi sganciò il reggiseno, buttandolo da qualche parte nella stanza. Lasciandomi una scia di baci roventi cominciò a baciare un seno, mentre torturava con una mano l'altro. Prese tra le labbra un capezzolo e gemetti forte, mentre lui continuava quella piacevole tortura. Alla fine tornò sulle mie labbra e mi baciò con la stessa intensità con cui l'aveva fatto prima. Afferrò l'elastico dei pantaloncini e li fece scendere, a separarci solo le mie mutandine e i suoi boxer. 
- Sicura? - mi chiese di nuovo. 
- Sì. - risposi decisa incitandolo  continuare. Lui afferrò un lembo delle mutandine e me le sfilò nello stesso istante in cui toglievo  lui i boxer, solo con mano più tremante. Era lui l'esperto di queste cose, non io. Ora che eravamo pelle contro pelle, riuscì a capire veramente perché tutte le ragazze gli correvano dietro. 
- Sei bellissima. - sussurrò lui. Io sorrisi lievemente prima  di tirarlo a me e baciarlo di nuovo. Lui allungò una mano e afferrò la bacchetta e fece un incantesimo contraccettivo prima di scivolare con una spinta secca dentro di me. Gemetti di nuovo contro le sue labbra, mentre lui cominciava  muoversi dentro di me senza timore. Spinte forti e decise che mi facevano andare fuori di testa. Dopo poco cominciai ad assecondarlo, muovendo a mia volta il bacino. Lo sentì grugnire di piacere e si avventò di nuovo sul mio collo, succhiandolo. 
Raggiungemmo l'orgasmo insieme, baciandoci per soffocare le grida. Non volevamo che i nostri genitori ci sorprendessero a fare sesso. Affondò il viso nell'incavo del mio collo per riprendere fiato, avevamo entrambi il fiatone ed eravamo sudati fradici. Quando il respiro di entrambi tornò regolare si buttò dall'altra parte sdraiandosi. Mi tirò a se e mi strinsi al suo petto. Incredibile a dirsi, ma mi sentivo a casa tra le sue braccia, e ci addormentammo così. 
Il giorno dopo mi svegliai un po' indolenzita ma stavo stranamente bene. Draco era ancora al mio fianco e dormiva profondamente. Lo osservai dormire, i lineamenti rilassati, le palpebre che tremavano lievemente. Mi sporsi e gli diedi un piccolo bacio a fior di labbra. Quando feci per staccarmi, però, le sue mani si strinsero ai miei fianchi e mi tirò di nuovo a se. 
- Buongiorno. - sussurrai sorridendo. 
- Buongiorno. Questo sì che è un bel risveglio. - commentò baciandomi di nuovo a fior di labbra. 
- Ci dovremmo rivestire. I nostri genitori ci stanno aspettando giù. - dissi non molto convinta, dato che avrei preferito mille volte rimanere chiusa in quella stanza con lui per tutto il giorno più che andare con mia madre e Narcissa a fare shopping. Sapevo già che alla fine, con una scusa gentile, le avrei cacciate entrambe  e, via telefono, mi avrebbe aiutato Ginny. 
- Non possiamo rimanere ancora un po' qui? - chiese richiudendo gli occhi lasciando la testa sul cuscino. 
- Vorrei, non sai quanto. Ma se non andiamo noi, potrebbero venire loro, e sinceramente non mi va di beccarmi uan sfuriata da parte di mia madre per il fatto di non essere più vergine prima del matrimonio. - dissi sospirando. 
- I tuoi genitori credano che tu sia vergine? - chiese Draco improvvisamente interressato, aprendo completamente gli occhi ghiacciati che però brillavano di una luce che non gli avevo mai visto con nessuna, tranne che con me. 
- Sì. - risposi in un sussurro. Mi sentivo molto imbarazzata e lui lo capí subito perché mi prese il mento tra le dita e mi fece voltare verso di lui. 
- Ehi. Non c'è niente di male. Anche i miei credono che abbia perso la verginità da poco, siamo più o meno sulla stessa barca. - disse sorridendo appena. Non mi ero mai accorta di quanto fosse bello quando era sereno. 
- Sì... solo che tu ti sei portato a letto mezza scuola, mentre io l'ho fatto solo una volta, con questa due. - reicai io lievemente acida ma comunque divertita. 
- Vero. - disse lui sorridendo lievemente. Ci baciammo un altra volta prima di rialzarci. Draco mi lasciò il primo turno per il bagno, e mi feci una doccia veloce. Mi avvolsi in un asciugamano e uscì dalla stanza, trovandolo di fronte a me con un piccolo sorriso malizioso sulle labbra. Cercando di non guardarlo a lungo, dato che era ancora completamente nudo, andai verso l'armadio e quando anche lui entrò in bagno, mi vestì. Indossai della biancheria pulita, una canottiera bordeaux con la scollatura in pizzo e un paio di jeans neri. Quando mi voltai lo vidi uscire dal bagno con addosso solo un asciugamano stretto in vita. Andò al suo armadio e prese alcuni vestiti, ossia un paio di boxer, una maglietta nera e un paio di jeans. Prima che si spogliasse di fronte e me, di nuovo, mi voltai  presi le mie scarpe, che infilai in un secondo.
La mia razionalità cominciava pian piano a tornare, eppure, non mi pentivo minimamente di quello che era successo tra me e Draco. Inoltre era un bene che fosse tornata, dato che la forza di sbirciare era tanta, ma riuscì a trattenermi dall'andare lì e aiutarlo  a rivestirsi, solo per poter ammirare un altro po' il suo corpo. 
Una volta che entrambi fummo vestiti, uscimmo mano nella mano dalla stanza diretti di sotto. Questa volta, però, il nostro tenerci per mano era vero, e cavolo se lo era. Avevo comunque paura di chiedergli esattamente qual'era il nostro rapporto dopo... bè quello che era successo stanotte. Insomma era stata una cosa da una notte  via, oppure stavano insieme adesso? L'unica cosa che volevo appurare con lui era che non sarei mai stata come una di quelle sgualdrine che si portava a letto ogni volta che voleva. Se a lui andava bene, bene. Ma se no, allora poteva anche scordarsi di me, e a quel punto avremmo ripreso il rapporto che avevamo prima. Su questo ero più che sicura, e non sarei tornata indietro neanche pregata. 
Va bene, il capitolo, forse, è un po' corto ma volevo lasciare un po' di spazio  questi due. E poi morivo dalla voglia di scrivere la loro prima notte insieme. Ho voluto che Hermione si lasciasse andare un po' perché nei libri è un po' troppo rigida e razionale, e ho voluto che almeno una volta la sua razionalità( come ha detto lei) andasse a farsi fottere. 
Grazie per aver letto questo capitolo e scusate il ritardo ma sono stata presa da altre due Dramione che sto scrivendo. Lo so sono una completa pazza ma mi piace aprirmi tante strade. 
Voglio assolutamente ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia alle preferite, o alle seguite. Soprattutto chi recensisce, e voglio ringraziare in modo speciale Lili321 per le sue meravigliose recensioni, che, corte mi fanno venire voglia di continuare a scrivere anche se non ho molte idee. 
Grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo! 

UNA NOTTE DA SOGNO




Pov Hermione
Soggiorno




Stavo seduta sul divano, le gambe piegate di fronte a me, un libro sulle ginocchia. Era stato strano trovarlo nella biblioteca di quella casa, dato che era un libro babbano. Era una storia romantica ambientata secoli fa. Era di un certo William Shakespeare e si intitolava Romeo e Giulietta. Era da quella mattina che non vedevo Malfoy e sotto sotto un po' mi mancava, ma scacciai subito quei pensieri e tornai a concentrarmi sul libro. Da quel pomeriggio non ero ancora riuscita a parlare con Ron per sistemare le cose. Ero sicura che non volessi più stare con lui e che io avessi sbagliato a non dirgli la verità, ma aveva sbagliato anche lui a non lasciarmi parlare. Non volevo interrompere i nostri rapporti, insomma lui era stato uno dei miei migliori amici per anni, prima di essere il mio ragazzo, e volevo che tornassimo a essere per lo meno amici, anche se non mi davo troppe speranze. 
Quella mattina a pranzo i nostri genitori ci avevano detto che eravamo stati tutti invitati a un ballo organizzato da una certa Cammille Wood, che si sarebbe tenuto la sera dopo. Io, mia madre e Narcissa ci eravamo messe d'accordo per andare a fare shopping il giorno dopo, prima del ballo. Non conoscevo bene questa Camille, sapevo solo che era una cugina alla lontana dei Malfoy, all'inizio non aveva praticamente niente, erano poveri, ma poi lei ha conosciuto un uomo molto ricco e si erano sposati. 


- Hermione? - mi chiamò mio padre facendomi alzare lo sguardo verso di lui. Mi stava guardando sorridente, quel suo sorriso che mi faceva sorridere a mia volta. Mamma diceva sempre che ero uguale a lui e io non potevo non darle ragione. 


- Ciao papà! - dissi sorridendo. Lui si avvicinò a me e si sedette nel poco spazio libero dalla mie gambe sul divano. - Che succede? 


- Niente piccola. Volevo solo chiederti un favore. 


- Certo! - feci mettendo un segno al libro e poggiandola sul tavolino posto lì accanto. 


- Okay, ma deve essere un segreto, non devi dirlo a nessuno, né a Lucius, né a Narcissa, né a Draco e soprattutto non devi dirlo alla mamma. - raccomandò lui facendosi serio. Annuì decisa cominciando a farmi sempre più curiosa. - Bene. Ho pensato... bè in realtà è da un po' che ci penso e vedi... vorrei rinnovare le promesse con la mamma. - disse lui sorridendo appena. Sgranai gli occhi dalla sorpresa, la bocca leggermente aperta. Poi mi ripresi dalla sorpresa e mi buttai su di lui abbracciandolo forte. 


- Papà è bellissimo! - esclamai mentre lui ricambiava l'abbraccio. Quando ci staccammo avevamo di nuovo il sorriso sulle labbra. 


- E... vorrei che tu trovassi un modo di chiederglielo in grande stile ma non troppo. Insomma come una festa privata, capisci? - disse lui con uno sguardo speranzoso. 


- Certo che capisco. - risposi e in quel momento, mi venne in mente una bella idea, però avevo poco tempo per organizzare il tutto e dovevo correre. - Ho un'idea, sono sicura che le piacerà, anzi piacerà a tutti! - dissi balzando in piedi. Mi stirai la gonna di jeans con le mani e afferrai il telefono, le chiavi di quella casa e mi diressi verso la porta. 


- Dove vai Hermione? - mi fermò papà prima che potessi uscire. 


- Vado a preparare tutto! Dì agli altri che sono uscita, dovrei tornare per l'ora di cena, spero. - dissi frenetica, ero su di giri dall'eccitazione. - Ti voglio bene. 


- Anch'io! - urlò in risposta lui prima che chiudessi la porta. Scesi di corsa le scale del portico e corsi verso la fine della città. Mi smaterializzai e riapparsi a Godrix Ollow. C'era molta gente per la strada, i vecchi e pesanti mantelli erano stati o sostituiti da mantelli più leggeri oppure tolti, alcuni negozi erano già chiusi, il distributore di castagne era stato sostituito da uno di gelato. Camminavo velocemente verso il negozio che stavo cercando, sperando con tutta me stessa che ci fossero. Appena ci arrivai notai subito che la porta era chiusa ma sapevo anche che loro, più o meno, vivevano in quel negozio quindi non mi perdei d'animo e bussai alla porta. 
Dopo qualche secondo qualcuno mi venne ad aprire. 


- Ciao Hermione! Che ci fai qui? - mi salutò il primo dei gemelli abbracciandomi. Ricambiai il calore e abbracciai anche l'altro. 


- Ciao ragazzi! Posso entrare? 


- Certo. - risposero in coro facendosi da parte, entrai nel negozio. L'ambiente aveva sempre quella luce soffusa che d'inverno lo facevano sembrare sempre più cando, e adesso c'era un bel frescolino. Mi voltai di nuovo verso di loro, lievemente nervosa. Mi sentivo orribile a chiedere a loro due un favore dopo che io e Ron, loro fratello, ci eravamo lasciati così in malo modo. 


- Allora... avrei bisogno del vostro aiuto per una cosa. Ma se non volete vi capisco - aggiunsi frettolosa. - insomma, dopo quello successo tra me e Ron... 


- Hermione. - la interruppero in coro. - Sei nostra amica, anche se non esci più con nostro fratello. 


- Grazie. - feci molto più sollevata. Bene, quindi non avevo perso i miei amici rossi. - Allora vi spiego la situazione. Mio padre vuole rinnovare le promesse di matrimonio con mia madre e mi ha incaricato di trovare un modo originale per chiederglielo e organizzare il tutto. 


- Perfetto per te. - commentò Fred. 


- Lo so! - feci come se fosse una cosa ovvia, e infatti lo era. - Comunque io ho già una super idea ma ho bisogno del vostro aiuto. 


- Certo. - fece George. - Che ti serve? 


- Ecco... avete presente quei fuochi d'artificio magici che una volta hanno formato che scritta il cielo? - chiesi speranzosa e quando li vidi annuire, sorrisi. - Bene, mi servono quelli. 


- Dovrei averli in magazzino. - disse Fred allontanandosi, dopo poco però chiamò suo fratello per farsi aiutare e così rimasi da sola. Sia i gemelli che Ginny mi avevano detto che saremmo rimasti amici incondizionatamente dalla mia relazione con Ron. Ero contenta di questo, dato che erano come fratelli per me, ma ero anche molto dispiaciuta del fatto che Ron non avesse neanche provato a telefonare o a mandarmi un gufo. Prima di metterci insieme eravamo migliori amici e adesso, non pretendevo di tornare ad avere il rapporto che avevamo prima, ma speravo che almeno tornassimo a essere amici. Speranza vana, ma com'è quel detto babbano? La speranza è l'ultima a morire. 


- Eccoci. - sentì la voce dei gemelli e mi voltai verso di loro, allontanandomi dai miei pensieri. Tenevano un grande baule, uno lo teneva da una parte e l'altro da quel l'altra. La deposero davanti a me e l'aprirono rivelando tantissimi piccoli e grossi razzi. Ce n'erano un centinaio e tutti avevano dimensioni e colori diversi. Alla fine quei due estrassero una paio di quei razzi abbastanza piccoli. 


- Sono questi? - chiesi incuriosita. 


- Sì. Uno per ogni due parole. A te quante te ne serve? 


Contai nella mente quante parole c'erano nella frase cllasia e dissi - Tre. 


- Okay. - dissero in coro chinandosi di nuovo e afferrando un altro piccolo razzo. - Senti... se vuoi possiamo venire noi a innescarli e te li possono programmare. 


- Programmare? - chiesi di nuovo curiosa, quei due erano veramente incredibili. 


- Sì. La frase. Cosa vuoi che venga scritto in cielo? - chiese George prendendo un foglio e una piuma per scrivere. Gli dissi la frase e lui la scrisse velocemente. - Allora dove si terrà questa super dichiarazione? 


- Domani sera ci sarà un ballo al Wood Manor. Sarà lì. Sapete più o meno dov'è? 


- Sì conosco quel posto. - esclamò Fred. 


- Perfetto! Allora ci vediamo lì alle dieci e mezza. - dissi sorridendo felice. 


- Va bene. Ci vediamo lì! - dissero in coro sorridendo a loro volta. Li abbracciai di nuovo entrambi e uscì dal negozio con aria soddisfatta. Li avrebbero portati loro due i fuochi. Non mi era mai piaciuto affidarsi completamente a qualcuno ma di loro mi fido ciecamente. Prima di tornare a casa decisi di fare un giro per quella città magica, godendosi semplicemente tutto. 




Pov Draco




Appena rientrato a casa noto subito che la Granger non c'è. Aveva lasciato un libro sul tavolino davanti al divano e la sua borsa non c'era. 


- Ciao Draco! - mi salutò mia madre passando per il soggiorno per andare in cucina. Ero tornato appena in tempo per mangiare. Quel giorno l'avevo preso per me, per poter schiarirmi un po' le idee sulla Granger e su tutto quello che era successo durante quei giorni e il risultato era stato di avere ancora più confusione in testa. Pian piano scesero anche gli altri adulti. Mi sentivo un po' a disagio a stare lì senza di lei al mio fianco e in una parte remota del mio cuore sperai che tornasse al più presto. 


- Dov'è Hermione? - chiese sua madre parlando a nessuno in particolare. 


- Mi ha detto di dirvi che doveva uscire. - rispose frettoloso suo padre continuando a leggere il giornale che aveva in mano. Ma colsi immediatamente il suo tono di voce lievemente più tremante rispetto al solito, lo stesso che aveva lei quando nascondeva qualcosa. Voltai lo sguardo verso la Signora Granger e la vidi fissare con gli occhi ridotti a fessura suo marito. 


- E sai dov'è andata?


- No, questo non me lo ha detto. - rispose senza distogliere lo sguardo dal giornale. Feci saettare di nuovo lo sguardo verso sua moglie e la vidi sorridere appena. - Che c'è? - chiese innocente l'uomo alzando finalmente lo sguardo verso di lei. 


- Granger! - esclamò voltandosi. - Tutti uguali! 


E un secondo dopo la porta d'ingresso si aprì ed Hermione entrò nella cucina sorridendo radiosa. Sembrava molto felice per qualcosa ma quella mattina non l'avevo vista, quindi mi presi il tempo per squadrarla per bene. Quando raggiunsi i suoi occhi incontrai il suo sguardo caldo. Non staccai gli occhi dai suoi, e neanche lei sembrava intenzionata a farlo ma sua madre la chiamò e lei fu costretta a voltarsi verso di lei. - Allora, dove sei stata? 


- Ehm... avevo una cosa da fare. - rispose lei, la voce che le tremava lievemente, esattamente come suo padre poco prima. Solo in quel momento mi resi conto di quanto lei fosse simile a suo padre. Avevano il carattere molto simile e lo stesso meraviglioso sorriso.


- Siete proprio uguali voi due! - esclamò la Signora Granger sorridendo appena. Hermione si scambiò un occhiata complice con suo padre prima che entrambi tornassero a guardare lei. 


- Tecnicamente sono anche tua figlia. - disse Hermione sorridendo appena. 


- E con questo cosa vorreste insinuare? - chiese la donna facendo la finta offesa. 


- Niente... - risposero in coro i due sogghignando. Erano proprio una bella famiglia, molto diversa dalla mia. 




La cena trascorse tranquilla, tra una chiacchiera e una risata. Alla fine della cena Hermione andò in salotto e prese il libro che stava leggendo prima e, insieme a me, andammo in camera nostra. Lei andò a cambiatsi e quando uscì mi persi di nuovo a guardarla. Distolsi subito lo sguardo, prima che se ne accorgesse, e andai in bagno. Mi spogliai rimanendo in boxer e uscì dal bagno, ritrovandomi una Hermione mezza nuda con indosso il suo pigiama che lasciava ben poco all'immaginazione. Leggeva un libro, il libro che avevo trovato sul tavolo quando ero tornato, inconsapevole di essere così tremendamente sexy. 


- Allora? Cosa indosserai domani sera? - le chiesi buttando mi sul letto accanto a lei. 


- Non lo so ancora. - rispose con aria indifferente continuando a leggere. Okay, era ancora arrabbiata con me.


- Va bene... allora cosa stai leggendo? - chiesi cambiando argomento e cercando di sbirciare ma lei me lo impedì portandoselo al petto. 


- Un libro babbano. Non credo ti interesserebbe. - rispose secca ma da quella angolazione riuscì a leggere lo stesso il titolo. 


- Romeo e Giulietta. Mmm... non ti facevo così romantica. - commentai sogghignando malizioso. 


- Tu l'hai letto? - chiese evidentemente stupita. 


- Una volta. - risposi godendomi quell'espressione così stupita. I nostri visi erano molto vicini e il mio cuore aveva cominciato a battere lievemente più forte del normale, era da tempo che non mi avvicinavo così a lei, se non conto quel bacio rubato mentre lei dormiva, e stranamente mi mancava. 


- Ti prego non dirmi come finisce. - sussurrò, anche lei sembrava agitata da quella vicinanza. 


- Certo... - dissi avvicinandomi ancora un po'. 


- Che stai facendo, Malfoy? - chiese in un sussurro. In realtà non lo sapevo neanche io cosa stavo facendo ma era come uno strano bisogno che avevo di lei. 


- Se vuoi che mi fermi devi dirmelo adesso. - sussurrai a un millimetro dalle sue labbra. Avevo gli occhi puntati sulle sua labbra schiuse, e lei non disse niente. Mi avvicinai di più annullando quella distanza e la baciai. 




Pov Hermione




Non sapevo cosa stavo facendo, ma era come se avessi un bisogno fisico di lui. Mi lasciai baciare e ricambiai immediatamente il bacio, concedendo l'accesso alla sua lingua nella mia bocca. Infilai le mani tra i suoi capelli di seta e strinsi alcune ciocche tra le dita. Intanto le nostre lingue erano impegnate in una danza sensuale che mi faceva andare fuori di testa. Sentivo il cuore scoppiare, l'emozione alle stelle. I baci di Draco erano un misto di passione e sensualità pazzesca. Sentì la sua mano allontanare il libro chi avevo abbandonato sul letto e cadere a terra, non me ne preoccupai, poi cominciò ad accarezzarti le gambe nude, partendo dal ginocchio fino alla coscia. Sospirai sulle sue labbra per quelle carezze e lo sentì sogghignare lievemente prima che le nostre bocche tornassero incollate. Mi afferrò un fianco e con uno scatto fulmineo mi portò a cavalcioni su di lui. Lasciai i suoi capelli e feci scendere le mani sul suo petto perfetto, mentre lui continuava ad accarezzarmi la gamba. Ci staccammo per un secondo con il fiatone ma tempo due secondi e mi rituffai sulle sue labbra, rosse e gonfie. La mia razionalità era andata a farsi fottere e con lei anche tutto quello che mi aveva fatto Malfoy in quegli anni. In quel momento esistevamo solo io e lui. 
Una mano mi stringeva un fianco, l'altra scostò la canottiera e andò a toccare la pelle nuda. Un brivido di piacere seguito da un altro sopsiro accompagnò quelle carezze continue. Draco si scostò delle mie labbra e scese sul collo, cominciando a baciarlo e a leccarlo, avidamente. Mi sentivo morire dal piacere! Non volevo che smettesse, anzi. 
La sua mano arrivò al seno, coperto dal reggiseno che scostò un minimo per avere un piccolo accesso. 


- Granger... sicura? - lo sentì sussurrare la mio orecchio. Annuì decisa, anche se non sapevo se sarebbe stata una buona idea o meno, ma in quel momento non mi importava. Per la prima volta nella vita non volevo pensare alle conseguenze che ci sarebbero state, volevo godermi quel momento così com'era, e anche il fatto che Draco me l'avesse chiesto mi piacè. Lo sentì sorridere lievemente contro il collo e con uno scatto fulmineo mi sfilò la canottiera. Cercai di coprirmi imbarazzata ma lui mi bloccò le braccia. Mi riportò sotto di sé e scese a baciarmi il petto, poi l'incavo tra i seni e infine in ventre arrivando all'inizio dei pantaloncini. Risalì lentamente e riprese a baciarmi il collo mentre con la mano cercava di farsi spazio tra di me e il matrrasso, inarcai la schiena aiutandolo e lui mi sganciò il reggiseno, buttandolo da qualche parte nella stanza. Lasciandomi una scia di baci roventi cominciò a baciare un seno, mentre torturava con una mano l'altro. Prese tra le labbra un capezzolo e gemetti forte, mentre lui continuava quella piacevole tortura. Alla fine tornò sulle mie labbra e mi baciò con la stessa intensità con cui l'aveva fatto prima. Afferrò l'elastico dei pantaloncini e li fece scendere, a separarci solo le mie mutandine e i suoi boxer. 


- Sicura? - mi chiese di nuovo. 


- Sì. - risposi decisa incitandolo  continuare. Lui afferrò un lembo delle mutandine e me le sfilò nello stesso istante in cui toglievo  lui i boxer, solo con mano più tremante. Era lui l'esperto di queste cose, non io. Ora che eravamo pelle contro pelle, riuscì a capire veramente perché tutte le ragazze gli correvano dietro. 


- Sei bellissima. - sussurrò lui. Io sorrisi lievemente prima  di tirarlo a me e baciarlo di nuovo. Lui allungò una mano e afferrò la bacchetta e fece un incantesimo contraccettivo prima di scivolare con una spinta secca dentro di me. Gemetti di nuovo contro le sue labbra, mentre lui cominciava  muoversi dentro di me senza timore. Spinte forti e decise che mi facevano andare fuori di testa. Dopo poco cominciai ad assecondarlo, muovendo a mia volta il bacino. Lo sentì grugnire di piacere e si avventò di nuovo sul mio collo, succhiandolo. 
Raggiungemmo l'orgasmo insieme, baciandoci per soffocare le grida. Non volevamo che i nostri genitori ci sorprendessero a fare sesso. Affondò il viso nell'incavo del mio collo per riprendere fiato, avevamo entrambi il fiatone ed eravamo sudati fradici. Quando il respiro di entrambi tornò regolare si buttò dall'altra parte sdraiandosi. Mi tirò a se e mi strinsi al suo petto. Incredibile a dirsi, ma mi sentivo a casa tra le sue braccia, e ci addormentammo così. 


Il giorno dopo mi svegliai un po' indolenzita ma stavo stranamente bene. Draco era ancora al mio fianco e dormiva profondamente. Lo osservai dormire, i lineamenti rilassati, le palpebre che tremavano lievemente. Mi sporsi e gli diedi un piccolo bacio a fior di labbra. Quando feci per staccarmi, però, le sue mani si strinsero ai miei fianchi e mi tirò di nuovo a se. 


- Buongiorno. - sussurrai sorridendo. 


- Buongiorno. Questo sì che è un bel risveglio. - commentò baciandomi di nuovo a fior di labbra. 


- Ci dovremmo rivestire. I nostri genitori ci stanno aspettando giù. - dissi non molto convinta, dato che avrei preferito mille volte rimanere chiusa in quella stanza con lui per tutto il giorno più che andare con mia madre e Narcissa a fare shopping. Sapevo già che alla fine, con una scusa gentile, le avrei cacciate entrambe  e, via telefono, mi avrebbe aiutato Ginny. 


- Non possiamo rimanere ancora un po' qui? - chiese richiudendo gli occhi lasciando la testa sul cuscino. 


- Vorrei, non sai quanto. Ma se non andiamo noi, potrebbero venire loro, e sinceramente non mi va di beccarmi uan sfuriata da parte di mia madre per il fatto di non essere più vergine prima del matrimonio. - dissi sospirando. 


- I tuoi genitori credano che tu sia vergine? - chiese Draco improvvisamente interressato, aprendo completamente gli occhi ghiacciati che però brillavano di una luce che non gli avevo mai visto con nessuna, tranne che con me. 


- Sì. - risposi in un sussurro. Mi sentivo molto imbarazzata e lui lo capí subito perché mi prese il mento tra le dita e mi fece voltare verso di lui. 


- Ehi. Non c'è niente di male. Anche i miei credono che abbia perso la verginità da poco, siamo più o meno sulla stessa barca. - disse sorridendo appena. Non mi ero mai accorta di quanto fosse bello quando era sereno. 


- Sì... solo che tu ti sei portato a letto mezza scuola, mentre io l'ho fatto solo una volta, con questa due. - reicai io lievemente acida ma comunque divertita. 

- Vero. - disse lui sorridendo lievemente. Ci baciammo un altra volta prima di rialzarci. Draco mi lasciò il primo turno per il bagno, e mi feci una doccia veloce. Mi avvolsi in un asciugamano e uscì dalla stanza, trovandolo di fronte a me con un piccolo sorriso malizioso sulle labbra. Cercando di non guardarlo a lungo, dato che era ancora completamente nudo, andai verso l'armadio e quando anche lui entrò in bagno, mi vestì. Indossai della biancheria pulita, una canottiera bordeaux con la scollatura in pizzo e un paio di jeans neri. Quando mi voltai lo vidi uscire dal bagno con addosso solo un asciugamano stretto in vita. Andò al suo armadio e prese alcuni vestiti, ossia un paio di boxer, una maglietta nera e un paio di jeans. Prima che si spogliasse di fronte e me, di nuovo, mi voltai  presi le mie scarpe, che infilai in un secondo.
La mia razionalità cominciava pian piano a tornare, eppure, non mi pentivo minimamente di quello che era successo tra me e Draco. Inoltre era un bene che fosse tornata, dato che la forza di sbirciare era tanta, ma riuscì a trattenermi dall'andare lì e aiutarlo  a rivestirsi, solo per poter ammirare un altro po' il suo corpo. 

Una volta che entrambi fummo vestiti, uscimmo mano nella mano dalla stanza diretti di sotto. Questa volta, però, il nostro tenerci per mano era vero, e cavolo se lo era. Avevo comunque paura di chiedergli esattamente qual'era il nostro rapporto dopo... bè quello che era successo stanotte. Insomma era stata una cosa da una notte  via, oppure stavano insieme adesso? L'unica cosa che volevo appurare con lui era che non sarei mai stata come una di quelle sgualdrine che si portava a letto ogni volta che voleva. Se a lui andava bene, bene. Ma se no, allora poteva anche scordarsi di me, e a quel punto avremmo ripreso il rapporto che avevamo prima. Su questo ero più che sicura, e non sarei tornata indietro neanche pregata. 




Va bene, il capitolo, forse, è un po' corto ma volevo lasciare un po' di spazio  questi due. E poi morivo dalla voglia di scrivere la loro prima notte insieme. Ho voluto che Hermione si lasciasse andare un po' perché nei libri è un po' troppo rigida e razionale, e ho voluto che almeno una volta la sua razionalità( come ha detto lei) andasse a farsi fottere. 
Grazie per aver letto questo capitolo e scusate il ritardo ma sono stata presa da altre due Dramione che sto scrivendo. Lo so sono una completa pazza ma mi piace aprirmi tante strade. 
Voglio assolutamente ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia alle preferite, o alle seguite. Soprattutto chi recensisce, e voglio ringraziare in modo speciale Lili321 per le sue meravigliose recensioni, che, corte mi fanno venire voglia di continuare a scrivere anche se non ho molte idee. 
Grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo! 

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Capitolo 7
*** AVVISO ***


Okay, mi ucciderete dopo questo ma no, non è un capitolo. Volevo intanto farvi sapere che mi dispiace veramente tanto. Vi adoro tutti e mi dispiace non pubblicare. Comunque volevo dirvi un paio di cose. Per prima cosa volevo avvertirvi che dal prossimo in poi la storia sarà un po' a Reading rosso, ma non preoccupatevi non esagererò, infondo se ho messo Reading arancione devo rispettarlo. Per seconda cosa volevo spiegarvi perché non aggiorno. Allora sto affrontando un momento difficile, ho un blocco creativo e non riesco a continuare. Poi tutte le volte che scrivo qualcosa questa si cancella. Ditemi se non è sfiga! Comunque dovrei pubblicare il prossimo capitolo entro pochi giorni. Se avete delle domande da farmi non abbiate timore di farmele. Rispetto tutti i miei lettori e se voi, dopo aver capito meglio, riterrete che sia meglio smettere di leggere rispetto la vostra scelta. Dio, mi sento una politica. Comunque sia, grazie per l'attenzione.

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Capitolo 8
*** I love you ***


 

Pov Hermione
La serata procedeva bene. Io indossavo un abito lungo color petrolio. Il corpetto aveva una scollatura a cuore morbida, completamente ricoperto da diamanti bianchi che andavano a formare un motivo floreale sul ventre. Ai piedi portavo delle decoltè dello stesso colore, i capelli erano raccolti in uno chignon morbido a lato della testa. Draco indossava un semplice smoking scuro, i capelli erano tenuti fermi da un po' di gel. Era bellissimo. 
Per andare al ballo, avevamo preso di nuovo l'auto volante, dato che il castello dove si sarebbe tenuto non era sull'isola dove alloggiavano loro. Appena erano entrati alcuni elfi ci avevano preso le giacche e le borsette e li avevano portati in un altra stanza. Dopodiché, erano andati  nella sala da ballo. Io ed il mio cavaliere vi eravamo astenuti dal ballo, dato che siamo stati tartassati dai familiari di Draco, a quanto pare tutti volevano parlare con noi. Anche a tavola non era andata molto meglio. Eravamo seduti davanti ai nonni di lui e vicino ai suoi zii. Nonna Malfoy e zia Malfoy sembravano quelle più propense alle domande imbarazzanti. Domande del tipo: "Come stanno i due fidanzatini?" oppure " Avete già deciso la data? " 
Ero a tanto così dal rispondere male, dopo un'ennesima domanda. 
- Okay! Ehm... Zia credo che stai mettendo Hermione in imbarazzo. - intervenne Draco mettendomi una mano sul fianco e avvicinandomi a lui. Poggiai la testa sul suo petto ed esplosero un coro di " Oh " generali. Mi sentì avvampare fino ai capelli. Appena sentì che le guance erano tornate di un colore accettabile, ci allontanammo, ma di poco, e tornammo a mangiare il dolce. Di tanto in tanto, quando alzavo lo sguardo, vedevo qualcuno fissarci. Gli adulti sembravano inteneriti, mentre le ragazze più o meno della nostra età mi guardavano con invidia. 
La cena finì e tutti ci alzammo da tavola. Mentre passavo davanti a una finestra notai delle figure seminascoste da degli alberi. Mi voltai e vidi delle chiome rosse, le chiome rosse Weasley. Sorrisi e mi avvicinai a Draco. 
- Arrivo subito. - gli dissi. Lui mi guardò con aria interrogativa. 
- Dove... - fece per dire ma io lo zittì con un bacio. - Ottimo modo per zittire un ragazzo. - commentò con il suo ghigno Made in Malfoy. 
- Grazie. -  risposi con un sorrisetto. Mi staccai da lui e andai verso il portone che portava all'esterno, che venne aperto da due elfi. Uscì e il portone si richiuse subito, appena ritrovai le tre chiome rosse sorrisi di nuovo e mi incamminai verso di loro. 
- Herm! Sei meravigliosa! - esclamò Ginny correndomi incontro. Mi abbracciò calorosamente e appena staccate mi sorrise. 
- Ciao Ginny! - risposi sorridendo a mia volta. Poi mi voltai verso i due gemelli che stavano sistemando i primi fuochi. - Ciao ragazzi! - 
- Ciao Hermione! - risposero i due in coro senza alzare lo sguardo dal loro lavoro. 
- Allora... tutto risolto con Harry? - chiesi alla mia amica voltandomi di nuovo verso di lei. 
A sentire il nome del suo ragazzo le si aprì un enorme sorriso e gli occhi le si illuminarono. - Oh sì! Grazie ancora! - 
- Ma figurati! - risposi io. Poi ci voltammo verso i due e li guardammo lavorare. Non ci misero molto. 
- Va bene... Abbiamo finito. Tutto pronto. - disse George alzandosi in piedi e guardandomi. 
- Okay. Allora io rientro, Draco mi sta aspettando e non voglio che sospetti nulla. - dissi io e mi voltai per tornare alla festa e da Draco appunto. Purtroppo però dopo pochi passi mi sentì afferrare il polso. Mi voltai stupita verso la mia migliore amica che mi guardava sconcertata. - Che succede? - chiesi ingenuamente. 
- Come l'hai chiamato? - chiese sapendo anche lei la risposta. Ci pensai un secondo e per poco non mi detti una manata sulla fronte. No! Dio, l'avevo chiamato Draco! Draco non Malfoy. Mi era venuto spontaneo non ci avevo nemmeno pensato, ma ovviamente lei se n'era accorta. 
- L'ho chiamato Draco. - risposi sospirando. 
- E perché l'hai chiamato così? - chiese di nuovo lei sgranando gli occhi in attesa della risposta. 
- Bè... perché in questo mese l'ho sempre dovuto chiamare così con i nostri genitori e quindi è normale che mi sia venuto di chiamarlo così. Niente di più. - risposi con una scollata di spalle. Okay... tecnicamente non era del tutto falso. Era vero che in quel mese avevo dovuto chiamarlo solo per nome. Avevo solo astenuto il fatto che ieri sera avevo fatto l'amore con lui. Lei sembrò crederci e mi lasciò andare. Ripresi a camminare verso il castello e appena entrata tornai nella sala. Come speravo Draco era ancora lì, dove l'avevo lasciato, solo che era in compagnia. Una compagnia non del tutto gradita. Pansy - sono una troia - Parkinson. Lei e Draco stavano parlando tranquilli, ma dalla postura rigida di quest'ultimo potevo ben vedere che la conversazione non era gradita. Vidi Pansy fargli un sorrisetto e mi sentì invadere da una strana e spiacevole sensazione alla base dello stomaco. Decisi che era troppo e mi avvicinai velocemente. Appena la Parkinson mi vide, da sopra la spalla di Draco, il sorriso si spense. Anche Draco si voltò, vedendo l'espressione di lei, e appena mi vide un sorriso di sollievo gli si aprì sulle labbra. 
- Hermione! Eccoti finalmente! - disse lui mettendomi una mano su un fianco e attirandomi a sé. 
- Già, scusa dovevo fare una cosa. - risposi io sorridendo.  Poi mi voltai verso Pansy che ci guardava disgustata. - Oh, ciao Parkinson. Non ti avevo visto. - 
- Ah, sì? Non importa. - disse con un sorrisetto, del tutto diverso da quello che aveva fatto al MIO Draco un attimo prima. In questo c'era sfida e determinazione. Ma sì sa, mai sfidare un Grifondoro e soprattutto mai sfidare Hermione Jean Granger. 
- Sì, bè ora perché non te ne vai e ci lasci soli? - proposi io. Chissà perché ma avevo la netta sensazione che i miei occhi trasmettessero la stessa sfida e determinazione che racchiudeva quel sorrisetto. Lei incazzata nera, girò sui tacchi e se ne andò. Sentivo gli occhi di Draco addosso e infatti appena alzai lo sguardo verso di lui lo vidi fissarmi con un ghigno malizioso sul viso.
- E così, la nostra Hermione è gelosa della Parkinson? - chiese retoriaco. 
- Io? Gelosa di quell'oca? Non è assolutamente vero! - esclamai. 
- Mmm - fece lui avvicinandosi alle mie labbra e un attimo dopo erano attaccate. Lui portò una mano dietro alla mia schiena per attirarmi ancora di più a lui e io misi le mani sul suo petto. Ci perdemmo in un bacio appassionato e sarebbe durato a lungo se non fossimo stati interrotti da qualcuno. 
- Malfoy? Hermione? - ci chiamò una voce che conoscevo fin troppo bene. Mo staccai da lui e voltai la testa. Davanti a noi c'era uno sconvolto e imbarazzato Neville Paciok che ci osservava. Ma che diavolo ci faceva Neville a una festa così?? 
- Paciok? - fece Draco senza mollarmi. - Che diavolo vi fai qui? - 
- La mia famiglia è una vecchia amica di quella Wood. - rispose lui. La famiglia Wood era quella del marito di Camille e lei dopo il matrimonio aveva adottato il suo cognome. 
- Oh! - feci un po' sorpresa. Non mi aspettavo proprio che la sua famiglia conoscesse quella dei Wood. 
- Bene, ora che hai appurato che siamo noi, potresti andartene? - disse poco gentilmente il ragazzo che avevo acquistato accanto. Gli lanciai un'occhiataccia prima di tornare a guardare Neville. 
- Oh! Ehm... s-sí... c-certo. - balbettò prima di immischiarsi di nuovo tra la folla. Mi chiedevo se lui avrebbe mai detto a qualcuno di averci visti baciarci. Perché sì, prima o poi i miei amici lo avrebbero scoperto e probabilmente mi avrebbero chiamata traditrice e tutto il resto, la reazione di Ginny appena ha sentito il nome Draco era stata esagerata, non osavo immaginarmi cosa sarebbe successo appena avrebbe scoperto che stavamo insieme... 
<< Ehm... tesoro? Tu e lui non state insieme. Avete solo fatto sesso e dato qualche bacio. >> 
<< Sì, insomma... >> 
<< Questo significa che tu vorresti stare veramente con Malfoy o sbaglio?? >> 
<< Oh! Zitta vocina interiore! >>
<< Lo prenderò come un sì. >> 
<< No invece! Ora taci! >> 
Ero talmente impegnata a discutere con la mia fastidiosa e lievemente invadente vocina che non mi ero accorta che Draco mi stava chiamando. Mi riscossi e mi voltai verso di lui. 
- Tutto bene? - 
- Sì, stavo solo pensando. - risposi sorridendo per rassicurarlo. Avvicinai il viso al suo e gli diedi un bacio, che però venne interrotto di nuovo. Questa volta però non si trattava di una persona ma bensì da un botto. Lo spettacolo iniziava! Ci staccammo e insieme agli altri invitati prima ci affacciammo alla finestra per vedere cosa stesse succedendo, e poi uscimmo dalla sala e successivamente dal castello. Una volta in giardino cercai con lo sguardo i miei genitori. Erano a pochi metri da noi e dopo i primi botti mio padre si voltò verso di me con aria un po' interrogativa. Io gli feci cenno di aspettare e tornò a guardare i fuochi. Dopo altri cinque partirono i due principali che andarono a formare una scritta rossa e glitterata in cielo che diceva: 
" VUOI SPOSARMI? ( DI NUOVO ) " 
Tornai a voltarmi verso mio padre e grazie al cielo aveva capito il momento adatto. Così adesso stava lì, in ginocchio, con una scatoletta di velluto aperta e con dentro un piccolo anello d'argento, come se fosse la prima volta, davanti a mia madre che stava piangendo. Lei annuì e lui si alzò, abbracciandola e baciandola. Sorrisi soddisfatta e quando mi voltai di nuovo verso il cielo la scritta era scomparsa, sostituita da un enorme cuore rosso che sembrava pulsare. 
- Sei stata tu? - chiese sorpreso Draco accanto a me. Io mi voltai verso di lui e gli sorrisi, ancor più soddisfatta del fatto che ero riascita a stupirlo. Lui sorrise a sua volta e mi ribaciò. Questa volta, però, non fummo interrotti da nessuno. 
Appena ci staccammo, andammo dai nostri genitori. Lucius e Narcissa si stavano congratulando con i miei genitori. 
- Oh! Eccola la figlia migliore del mondo! - esclamò mio padre appena arrivati. Mi abbracciò stetta sollevandolo da terra e io feci un piccolo urletto. - Brava, proprio quello che intendevo. - aggiunse dandomi un bacio sulla fronte.
- Volete dire che voi due eravate daccordo? - chiese mia madre guardando prima lui e poi me 
- Ovvio. - rispose mio padre. - Ha organizzato tutto lei! - dopo quello partirono i vari complimenti, ect, ect. 
La serata si concluse più o meno alle undici. Tornammo a casa nello stesso modo in cui eravamo andati. 
- Okay, io non vedo l'ora di andare a dormire. - disse mia madre appena varcata la soglia. Tutti ci trovammo daccordo ma solo io e Draco andammo in camera. Gli adulti rimasero in cucina perché avevano detto che voleva prima bere una tisana prima di andare a dormire. Entrati in camera buttai sul letto la giacchetta e la borsa, Draco fece fare la stessa sorte anche alla sua di gacca, poi si tolse le scarpe rimanendo a piedi nudi. Mentre stavo andando verso il bagno sentì il telefono di Draco suonare. Lui lo prese e lesse il nome di chi lo stesso chiamando. 
- Arrivo subito. - disse alzando la testa nella mia direzione. Io annuì e lui uscì dalla stanza. Entrai in bagno e mi struccai velocemente. Poi uscì e andai allo specchio. Tolsi le scarpe e mi abbassai la zip del vestito. Lo feci scivolare giù e uscì dalla gonna. Andai verso l'armadio e presi una canottiera celeste con dei pantaloncini bianchi, il solito pigiama. Intanto mi chiedevo con chi stesse parlando Draco. 
Pov Draco
Entrai velocemente nello studio di mio padre per poter parlare indisturbato. Risposi alla telefonata e avvicinai il telefono all'orecchio. 
- Ciao amico! - sentì dire dall'altra parte della cornetta. 
- Ciao Blaise. - risposi mentre un sorriso mi si apriva sulle labbra. Blaise, insieme a Theo, era il mio migliore amico da sempre. Sapeva tutto di me e io sapevo praticamente tutto di lui. Certo non mancavano le litigate ma alla fine ci eravamo sempre riappacificati. 
- Allora, com'è andato il ballo? - 
- Bene. Un po' noioso dato che tutti i miei parenti e anche parte dei suoi volevano parlare con me ed Hermione, ma... - stavo dicendo ma lui mi interruppe subito. 
- Fermo, fermo, fermo. - disse e avevo la netta sensazione che avesse gli occhi sgranati. - Da quand'è che la chiami Hermione? - 
Quella domanda mi riportò alla mente la sgradevole conversazione avuta con la Parkinson poche ore fa. 
Flashback
Hermione era appena uscita dal portone quando arrivò alle mie spalle una delle ultime persone che avrei voluto vedere. Pansy Parkinson. Ma che diavolo vi faceva lì? 
- Ciao Dracuccio. - disse lei con una voce che conoscevo fin troppo bene. 
- Ti ho già detto che non mi devi chiamare così. - dissi io in tono fermo. 
- Oh! Perché fai così? - chiese mettendomi una mano sul braccio. Io mi irrigidì all'istante e mi scastai da quel tocco. Lei sembrò stupita del mio gesto, e come potevo biasimarla. Sì, lei era una delle tante puttane che mi facevo regolarmente a scuola, e sapevo che Pansy aveva una cotta per me, me lo dimostrava in continuazione, ma diciamocelo lei non aveva una cotta per me, ma per il mio corpo! Per lei sarei stato un trofeo da sfoggiare in giro per i corridoi. - Che succede? - 
- Niente, solo non mi toccare. E poi che diavolo ci fai qui? - 
- I miei genitori e io siamo stati invitati. E poi non sei felice di vedermi? - chiese tornando a sfoggiare il suo tono suadente. Si avvicinò di un passo e mi passò una mano sul petto. - È da un po' che non... 
- No. - dissi prendendo il suo polso e allontanando la sua mano. - Ti ho già detto di non toccarmi. E poi no, non sono contento di vederti. - 
- Perché? - chiese allontanandosi offesa. Mi guardò un secondo poi sembrò capire e assunse un'espressione quasi dolce. - È per la Granger, vero? Tranquillo l'ho vista uscire dal portone, non credo che tornerà molto presto. Abbiamo il tempo, e poi non può sapere dove sei. - 
- Hai ragione è per la Granger. E già che ci siamo mettiamo in chiaro un paio di cose. Dimenticati di me, Okay. Io non sarò il tuo giocattolino e tu non sei più il mio. Ah! E se vedi Astoria dillo pure a lei. - dissi in tono fermo. 
- Che cosa? Tu mi stai lasciando per... quella?? - eesclamò ancora più scandalizzata di prima. - Che c'è non ti piaccio più? - disse indicando se stessa. Io la guardai per un nanosecondo. Indossava un vestito con una scollatura profonda, rosso e con un enorme spacco sulla gamba sinistra che partiva dal metà coscia. Sì, decisamente preferivo Hermione. 
- Punto primo, no non mi piaci. Punto secondo, noi non siamo mai stati insieme. E punto terzo, azzardati di nuovo a chiamarla "quella" e io ti crucio. Chiaro? - 
- Secondo me invece la tradirai il giorno dopo il vostro matrimonio. - disse lei con aria quasi di sfida. - Mi dispiace solo che tu debba passare una notte con lei per fare un erede... 
- Se ti interessa saperlo, a me non dispiace affatto. - la interruppi prima che mi istigasse seriamente a prendere la bacchetta e criviarla davanti  tutti. - E poi no, non tradirò Hermione. - 
- E da quando la chiami Hermione? - chiese la Parkinson. Ora sembrava incazzata. 
- Fatti miei. - risposi secco. 
Fine flashback
Dopo quello era entrata in scena Hermione graie al cielo. Non mi ero minimamente pentito delle parole che avevo detto alla Parkinson quella sera, perché erano la pura verità! 
- Ehi! Dra, ci sei? - mi sentì chiamare dalla voce di Balise che mi riscosse dai miei pensieri. 
- Sì, sì. - dissi io scuotendo lievemente la testa e prendendo a camminare per la stanza. 
- Allora? Da quando la chiami Hermione? - 
- Bè... forse da quando l'abbiamo fatto? - dissi retorico. Dall'altra parte di sentì un silenzio tombale prima che partisse il putiferio. 
- O Dio! Tu ti sei scopato la Granger?? - chiese lui. 
- No! Dai, scopato è un termine offensivo. - dissi. Ed era vero! Scopare non era proprio il termine giusto per descrivere quello che avevo fatto con Hermione. 
- O cazzo! Draco... ma non è che alla fine ti sei innamorato di lei? - chiese Blaise e potevo quasi vedere il suo ghigno malizioso sulle labbra. 
- Cosa? No... io non sono innamorato di lei. - risposi ma non ero del tutto sicuro. Molto probabilmente era solo un'infatuazione, una specie di piccola cotta che potevo gestire tranquillamente. 
- Se lo dici tu. Comunque apparte questo com'è andata la serata? - chiese di nuovo  questa volta non mi interruppe. Gli raccontai ogni dettaglio, tralasciando le varia conversazione avute con lei e soprattutto i baci. Sentivo che erano delle cose troppo personali, solo mie e sue. Esaltai tantissimo il suo lavoro per i suoi genitori e anche lui mi sembrò stupito dal tono di voce che usò per commentare. - Okay, io adesso devo andare. Ci sentiamo nei prossimi giorni. Ciao! - 
- Ciao! - lo salutai a mia volta per poi riattaccare. Uscì dalla studio e tornai in camera mia. Appena aperta la porta, vidi Hermione che si scioglieva i capelli e li rifaceva cadere dolcemente sulla schiena. Era a piedi nudi come me e si era struccata e messa il suo pigiama. Quel pigiama che mi faceva perdere la testa solo a vaderlo. Come si può essere sexy anche in pigiama? Lei non doveva essersi accorta di me, e io ne approfitto per guardarla. Osservai il suo viso, gli occhi di un colore e un luccichio inconfondibile, il naso, le labbra, dio le sue labbra! Piene e invitanti. Poi passai ad osservare il sotto. Attavarsai con gli occhi la forma sinuosa del collo e mi ricordai com'era stato bello baciarlo e sentire i suoi gemiti. Poi il busto, il seno abbastanza grande, doveva essere una terza, il ventre piatto e infine le gambe. Snelle e sinuose. E se Blaise avesse avuto ragione? E se mi stessi innamorando di lei? No, impossibile, eppure... 
Mi avvicinai lentamente a lei ed entra nel suo campo visivo attraverso lo specchio. Mi posizionai dietro di lei e le scostai il capelli, lasciando scoperto il collo. Mi chiami e ci passai le labbra, senza baciarlo esattamente. Alzai lo sguardo verso di lei, sempre attraverso lo specchio, e la vidi con gli occhi chiusi. Sorrisi sulla sua pelle e lasciai una scia di baci umidi dalla spalla fino al lobo, che morsi lievemente. Lei gemette e buttò la testa all'indietro, lasciandomi maggior accesso al suo collo. 
Pov Hermione
Buttai la testa all'indietro, presa dal piacere di quei baci. Lui passò la lingua sulla mi gola, facendomi genere. Socchiusi un occhi per vederlo prendere la bacchetta e fare un incantesimo per insonorizzare la stanza. Richiusi gli occhi appena risentì le sue labbra sulla mia pelle. Lui mi afferrò per i fianchi e mi tirò a sé, prendendomi contro il suo corpo è facendomi ben sentire la sua eccitazione. Le sue labbra salirono sulla mascella e poi riscesero di nuovo sul collo. Cominciò a succhiare a mordere un punto particolarmente sensibile e mi lasciai sfuggire ennesimo gemito, seguito da un sospiro. Con poca delicatezza mi voltò e premette le labbra sulle mie. Schiusi immediatamente le labbra le nostre lingue si unirono, in una danza passionale. Si rincorrevano e si cercavano, per poi allontanarsi e cercarsi di nuovo. Mi accarezzò il palato mentre con le mani vagava per il mio corpo. Mi afferrò le cosce e io feci un piccolo salto perché lui mi potesse prendere in collo. Gli circondai la vita con le gambe e gli strinsi i fianchi, facendolo gemere a sua volta. Lo sentì camminare e lui si sedette sul letto, io a cavalcioni su di lui, le labbra ancora incollate. Draco raggiunse il bordo della canottiera e infilò una mano sotto, accarezzandomi il fianco nudo per poi salire verso il seno sinistro e poi stringerlo, facendomi sosirare. Ci staccammo un secondo perché lui potesse togliermi la canottiera e la lanciò da una parte della stanza, per poi riattaccarsi alle mie labbra. Si abbassò piano sul letto fino  ritrovarsi sdraito. Fece passare una mano giù per la schiena, poi per il sedere  e infine andò ad accarezzare la coscia nuda, per poi risalire. Mi scostai dalle sue labbra e scesi a baciargli il collo. Sospirò e grugnì lievemente, un verso virile che mi fece perdere ancora di più la ragione. Mentre gli baciavo il collo, con le mani andai ai bottoni della sua camicia, che sbottonai velocemente, felice che si fosse già tolto la giacca, e la feci scendere per le spalle, per poi bjttarla  insieme agli altri vestiti. Scesi ancora e passai le labbra sul petto e poi sull'addome, entrambi scolpiti da anni di Quidditch, appena arrivata all'inizio dei pantaloni depositai un bacio leggero.
- Hermione... - sussurrò lui. Continuai facendo una scia fino  ritrovarmi di nuovo sulle sue labbra. Poi Draco com un colpo di reni rigirò la situazione, ritrovandosi sopra di me e tra le mia gambe completamente nude. Passò una mano su e giù per la coscia, mentre con le labbra riprendeva a torturarmi il collo. Le mie mani continuavano  vagare per il suo petto e a ogni tocco la sua pelle fremeva. Piano si abbassò a baciare il petto, fece passare la mano libera dietro la mia schiena e sganciò il reggiseno nero, buttando anche quello da qualche parte nella stanza. Scese a baciarmi il seno destro e prese il capezzolo tra i denti e succhiandolo lievemente, facendomi genere forte. Poi passò all'altro. Continuò questa piacevole tortura per diverso tempo, finché non si abbassò sul ventre su cui passò la lingua. La sua mano raggiunse l'elastico dei pantaloncini e me li sfilò. Tornò su e mi vi baciammo, mentre con la mano massaggiava delicatamente la stoffa delle mutandine che nascondeva la mia intimità. Piano, senza staccare le labbra dalle mie, mi sfilò anche quell'ultimo indento e lo lanciò sopra la pila di vestiti. Un attimo dopo mi penetrò con un dito e gemetti sulle sue labbra. Soddisfatto ne aggiunse un altro e dopo che mi fui abituata cominciò a muoverli piano. Non avevo mai provato niente del genere, dato che con Ron la mia prima volta è stata molto semplice, qualche bacio e via, principalmente volevamo toglierci lo sfizio credo. Ma questo era tutt'altra cosa! 
Dopo non so quanti minuti tolse le dita e scese di nuovo, lasciando una scia di baci fino all'inguine. Fece passare la punta della lingua sulla mia femminilità e poi la penetrò lentamente. Io, intanto, ero in preda all'estasi e al piacere. Stringevo il lenzuolo tra le mani, gli occhi chiusi, il labbro inferiore stretto tra i denti per trattenermi. Sentivo che stavo per venire sotto i baci di lui. Ora capivo perché tutte quelle ragazze gli giravano dietro. 
Dopo un ennesima penetrazione, questa volta più profonda, non mi trattenni e urlai il suo nome venendo. Lui soddisfatto tornò su e mi baciò. Lasciai i suoi capelli e andai con le mani alla cerniera dei suoi pantaloni ed aprirla, per poi farli scivolare giù, insieme ai boxer. Draco non si deve attendere e mi penetrò con una spinta secca. All'inizio mantenne un ritmo lento per poi aumentare la velocità delle spinte. Lo assecondai muovendo il bacino e facendolo scontrare con il suo, facendo gemere me  e grugnire di piacere lui. 
Venemmo nello stesso istante, ripetendo il nome dell'altro all'infinito. Lui si buttò accanto a me e mi tirò a sè, poi prese la coperta e coprì entrambi. 
- Wow. - commentai appoggiando la testa sul suo petto. Cominciai a disegnare cerchi e cuori con il dito sul suo petto mentre lui ridacchiava per il mio commento. 
- Grazie. Anche tu non sei affatto male. - disse stringendomi maggiormente. Sorrisi e avevo la netta sensazione che lui avesse sentito. - Hai sonno? - 
- Sì. - risposi annuendo. Mi alzai su un gomito per poterlo guardare un attimo negli occhi. Oro e argento fusi. Fuoco e ghiaccio insieme. Una sensazione di calore mi pervase all'altezza del petto mentre lo guardavo. In quei giorni ero stata meglio con lui che con Ron per quei due anni in cui eravamo stato insieme. Con Draco mi sentivo bene, serena, felice, potevo essere me stessa senza alcun timore di essere giudicata, volevo passare ogni minuto con lui, a baciarlo e ad abbracciarlo oppure semplicemente così, a guardarlo senza dire una parola. Perché in fondo com'è quella frase babbana? " Gli occhi sono lo specchio dell'anima ". 
Era questo l'amore?
- Perché mi guardi così? - chiese lievemente divertito lui.  Scossi la testa e mi chinai per dargli un casto bacio sulle labbra. 
- Notte Draco. - sussurrai sulle sue labbra. 
- Notte Hermione. - rispose lui sorridendo. Mi accoccolai sul suo petto e chiusi gli occhi, pensando a quanto mi era sembrato bello e dolce il mio nome detto dalle sue labbra. Sì, era quello l'amore e ormai negare era inutile. Mi ero totalmente innamorata di Draco Lucius Malfoy. 
Pov Draco
Mi svegliai a causa di un raggio di sole che mi colpiva gli occhi. Afferrai la bacchetta che avevo poggiato sul comodino e con un incantesimo non verbale la chiusi. Poggiai di nuovo la bacchetta dove l'avevo presa e mi guardai intorno. La stanza era disseminata di vestiti, i nostri vestiti, e immediatamente le immagini della nottata precedente mi tornarono in mente. Abbassai lo sguardo e vidi Hermione che ancora dormiva serena sul mio petto. Immediatamente una sensazione di calore mi invase all'altezza del petto mentre guardavo quella meravigliosa ragazza. Non avevo mai provato qualcosa del genere. Passai una mano tra i riccioli lievemente disordinati e sorrisi. Mi sentivo felice, inspiegabilmemte sereno, e tutto questo grazie lei. Con lei mi sentivo bene, potevo essere .e stesso senza paura e lei era una delle poche persone con cui avevo abbassato la barriera con cui mi ero protetto per tutto quegli anni. Una barriera di indifferenza  e di arroganza. Avrei voluto passare ogni minuto con lei, senza mai lasciarla andare, per poterla baciare, abbracciare o anche solamente guardare negli occhi. Quegli occhi così diversi dai miei ma così dannatamente simili. Quegli occhi che mi avevano scavato dentro. Quegli occhi che avrei voluto vedere ogni giorno della mia vita, per sempre. 
Era questo l'amore? 
Piano la sentì muoversi e la vidi aprire gli occhi, che incontrarono i miei. Fuoco e ghiaccio insieme. Le accarezzai la guancia e lei si lasciò andare a quel tocco, chiudendo gli occhi. 
Sì, era quello l'amore e negare era inutile. Io, Draco Lucius Malfoy, mi ero completamente innamorato di Hermione Jean Granger. 
- Herm... - la chiamai in un sussurro. Lei aprì gli occhi e li puntò nei miei. 
- Sì? -
- Voglio dirti una cosa. - dissi prendendo un respiro. Lei annuì invitandomi  a continuare. Sorrisi lievemente e parlai. - Ti amo. - 
I suoi occhi si illuminarono di una luce che non le avevo mai visto e un enorme sorriso le si aprì sulle labbra che tanto amavo. - Anch'io. - rispose baciandomi. 
- Ripetilo. - la pregai sorridendo. 
- Ti amo. - ripeté e poi dopo un secondo riprese a parlare. - Ti amo, ti amo, ti amo... - la interruppi dandole un altro casto bacio sulle labbra. Pian piano più profondo e rifaciemmo l'amore, e ancora e ancora, incuranti di tutto e di tutti, dei nostri genitori, dei nostri amici e del mondo esterno. Ora eravamo solo io e lei. Draco ed Hermione. 
Allora? Che ne pensate? Vi ho fatto aspettare sì, ma guardate che capitolo che vi ho fatto! 
Ah! Piccolo chiarimenti sulla storia: 
1. Hermione è una Purosangue, quindi i suoi genitori sono maghi. 
2. Non preoccupatevi, in questo capitolo, Draco ha fatto l'incantesimo contraccettivo, solo non l'ho scritto. 
Grazie per la vostra pazienza e fatemi sapere cosa ne pensate. Non sono la copia più carina del mondo? 
Bacioni!  






Pov Hermione


La serata procedeva bene. Io indossavo un abito lungo color petrolio. Il corpetto aveva una scollatura a cuore morbida, completamente ricoperto da diamanti bianchi che andavano a formare un motivo floreale sul ventre. Ai piedi portavo delle decoltè dello stesso colore, i capelli erano raccolti in uno chignon morbido a lato della testa. Draco indossava un semplice smoking scuro, i capelli erano tenuti fermi da un po' di gel. Era bellissimo. 
Per andare al ballo, avevamo preso di nuovo l'auto volante, dato che il castello dove si sarebbe tenuto non era sull'isola dove alloggiavano loro. Appena erano entrati alcuni elfi ci avevano preso le giacche e le borsette e li avevano portati in un altra stanza. Dopodiché, erano andati  nella sala da ballo. Io ed il mio cavaliere vi eravamo astenuti dal ballo, dato che siamo stati tartassati dai familiari di Draco, a quanto pare tutti volevano parlare con noi. Anche a tavola non era andata molto meglio. Eravamo seduti davanti ai nonni di lui e vicino ai suoi zii. Nonna Malfoy e zia Malfoy sembravano quelle più propense alle domande imbarazzanti. Domande del tipo: "Come stanno i due fidanzatini?" oppure " Avete già deciso la data? " 
Ero a tanto così dal rispondere male, dopo un'ennesima domanda. 
- Okay! Ehm... Zia credo che stai mettendo Hermione in imbarazzo. - intervenne Draco mettendomi una mano sul fianco e avvicinandomi a lui. Poggiai la testa sul suo petto ed esplosero un coro di " Oh " generali. Mi sentì avvampare fino ai capelli. Appena sentì che le guance erano tornate di un colore accettabile, ci allontanammo, ma di poco, e tornammo a mangiare il dolce. Di tanto in tanto, quando alzavo lo sguardo, vedevo qualcuno fissarci. Gli adulti sembravano inteneriti, mentre le ragazze più o meno della nostra età mi guardavano con invidia. 
La cena finì e tutti ci alzammo da tavola. Mentre passavo davanti a una finestra notai delle figure seminascoste da degli alberi. Mi voltai e vidi delle chiome rosse, le chiome rosse Weasley. Sorrisi e mi avvicinai a Draco. 
- Arrivo subito. - gli dissi. Lui mi guardò con aria interrogativa. 
- Dove... - fece per dire ma io lo zittì con un bacio. - Ottimo modo per zittide un ragazzo. - commentò con il suo ghigno Made in Malfoy. 
- Grazie. -  risposi con un sorrisetto. Mi staccai da lui e andai verso il portone che portava all'esterno, che venne aperto da due elfi. Uscì e il portone si richiuse subito, appena ritrovai le tre chiome rosse sorriso di nuovo e mi incamminai verso di loro. 
- Herm! Sei meravigliosa! - esclamò Ginny correndomi incontro. Mi abbracciò calorosamente e appena staccate mi sorrise. 
- Ciao Ginny! - risposi sorridendo a mia volta. Poi mi voltai verso i due gemelli che stavano sistemando i primi fuochi. - Ciao ragazzi! - 
- Ciao Hermione! - risposero i due in coro senza alzare lo sguardo dal loro lavoro. 
- Allora... tutto risolto con Harry? - chiesi alla mia amica voltandomi di nuovo verso di lei. 
A sentire il nome del suo ragazzo le si aprì un enorme sorriso e gli occhi le si illuminarono. - Oh sì! Grazie ancora! - 
- Ma figurati! - risposi io. Poi ci voltammo verso i due e li guardammo lavorare. Non ci misero molto. 
- Va bene... Abbiamo finito. Tutto pronto. - disse George alzandosi in piedi e guardandomi. 
- Okay. Allora io rientro, Draco mi sta aspettando e non voglio che sospetti nulla. - dissi io e mi voltai per tornare alla festa e da Draco appunto. Purtroppo però dopo pochi passi mi sentì afferrare il polso. Mi voltai stupita verso la mia migliore amica che mi guardava sconcertata. - Che succede? - chiesi ingenuamente. 
- Come l'hai chiamato? - chiese sapendo anche lei la risposta. Ci pensai un secondo e per poco non mi detti una manata sulla fronte. No! Dio, l'avevo chiamato Draco! Draco non Malfoy. Mi era venuto spontaneo non ci avevo nemmeno pensato, ma ovviamente lei se n'era accorta. 
- L'ho chiamato Draco. - risposi sospirando. 
- E perché l'hai chiamato così? - chiese di nuovo lei sgranando gli occhi in attesa della risposta. 
- Bè... perché in questo mese l'ho sempre dovuto chiamare così con i nostri genitori e quindi è normale che mi sia venuto di chiamarlo così. Niente di più. - risposi con una scollata di spalle. Okay... tecnicamente non era del tutto falso. Era vero che in quel mese avevo dovuto chiamarlo solo per nome. Avevo solo astenuto il fatto che ieri sera avevo fatto l'amore con lui. Lei sembrò crederci e mi lasciò andare. Ripresi a camminare verso il castello e appena entrata tornai nella sala. Come speravo Draco era ancora lì, dove l'avevo lasciato, solo che era in compagnia. Una compagnia non del tutto gradita. Pansy - sono una troia - Parkinson. Lei e Draco stavano parlando tranquilli, ma dalla postura rigida di quest'ultimo potevo ben vedere che la conversazione non era gradita. Vidi Pansy fargli un sorrisetto e mi sentì invadere da una strana e spiacevole sensazione alla base dello stomaco. Decisi che era troppo e mi avvicinai velocemente. Appena la Parkinson mi vide, da sopra la spalla di Draco, il sorriso si spense. Anche Draco si voltò, vedendo l'espressione di lei, e appena mi vide un sorriso di sollievo gli si aprì sulle labbra. 
- Hermione! Eccoti finalmente! - disse lui mettendomi una mano su un fianco e attirandomi a sé. 
- Già, scusa dovevo fare una cosa. - risposi io sorridendo.  Poi mi voltai verso Pansy che ci guardava disgustata. - Oh, ciao Parkinson. Non ti avevo visto. - 
- Ah, sì? Non importa. - disse con un sorrisetto, del tutto diverso da quello che aveva fatto al MIO Draco un attimo prima. In questo c'era sfida e determinazione. Ma sì sa, mai sfidare un Grifondoro e soprattutto mai sfidare Hermione Jean Granger. 
- Sì, bè ora perché non te ne vai e ci lasci soli? - proposi io. Chissà perché ma avevo la netta sensazione che i miei occhi trasmettessero la stessa sfida e determinazione che racchiudeva quel sorrisetto. Lei incazzata nera, girò sui tacchi e se ne andò. Sentivo gli occhi di Draco addosso e infatti appena alzai lo sguardo verso di lui lo vidi fissarmi con un ghigno malizioso sul viso.
- E così, la nostra Hermione è gelosa della Parkinson? - chiese retoriaco. 
- Io? Gelosa di quell'oca? Non è assolutamente vero! - esclamai. 
- Mmm - fece lui avvicinandosi alle mie labbra e un attimo dopo erano attaccate. Lui portò una mano dietro alla mia schiena per attirarmi ancora di più a lui e io misi le mani sul suo petto. Ci perdemmo in un bacio appassionato e sarebbe durato a lungo se non fossimo stati interrotti da qualcuno. 
- Malfoy? Hermione? - ci chiamò una voce che conoscevo fin troppo bene. Mo staccai da lui e voltai la testa. Davanti a noi c'era uno sconvolto e imbarazzato Neville Paciok che ci osservava. Ma che diavolo ci faceva Neville a una festa così?? 
- Paciok? - fece Draco senza mollarmi. - Che diavolo vi fai qui? - 
- La mia famiglia è una vecchia amica di quella Wood. - rispose lui. La famiglia Wood era quella del marito di Camille e lei dopo il matrimonio aveva adottato il suo cognome. 
- Oh! - feci un po' sorpresa. Non mi aspettavo proprio che la sua famiglia conoscesse quella dei Wood. 
- Bene, ora che hai appurato che siamo noi, potresti andartene? - disse poco gentilmente il ragazzo che avevo acquistato accanto. Gli lanciai un'occhiataccia prima di tornare a guardare Neville. 
- Oh! Ehm... s-sí... c-certo. - balbettò prima di immischiarsi di nuovo tra la folla. Mi chiedevo se lui avrebbe mai detto a qualcuno di averci visti baciarci. Perché sì, prima o poi i miei amici lo avrebbero scoperto e probabilmente mi avrebbero chiamata traditrice e tutto il resto, la reazione di Ginny appena ha sentito il nome Draco era stata esagerata, non osavo immaginarmi cosa sarebbe successo appena avrebbe scoperto che stavamo insieme... 


<< Ehm... tesoro? Tu e lui non state insieme. Avete solo fatto sesso e dato qualche bacio. >> 
<< Sì, insomma... >> 
<< Questo significa che tu vorresti stare veramente con Malfoy o sbaglio?? >> 
<< Oh! Zitta vocina interiore! >>
<< Lo prenderò come un sì. >> 
<< No invece! Ora taci! >> 


Ero talmente impegnata a discutere con la mia fastidiosa e lievemente invadente vocina che non mi ero accorta che Draco mi stava chiamando. Mi riscossi e mi voltai verso di lui. 
- Tutto bene? - 
- Sì, stavo solo pensando. - risposi sorridendo per rassicurarlo. Avvicinai il viso al suo e gli diedi un bacio, che però venne interrotto di nuovo. Questa volta però non si trattava di una persona ma bensì da un botto. Lo spettacolo iniziava! Ci staccammo e insieme agli altri invitati prima ci affacciammo alla finestra per vedere cosa stesse succedendo, e poi uscimmo dalla sala e successivamente dal castello. Una volta in giardino cercai con lo sguardo i miei genitori. Erano a pochi metri da noi e dopo i primi botti mio padre si voltò verso di me con aria un po' interrogativa. Io gli feci cenno di aspettare e tornò a guardare i fuochi. Dopo altri cinque partirono i due principali che andarono a formare una scritta rossa e glitterata in cielo che diceva: 


" VUOI SPOSARMI? ( DI NUOVO ) " 

Tornai a voltarmi verso mio padre e grazie al cielo aveva capito il momento adatto. Così adesso stava lì, in ginocchio, con una scatoletta di velluto aperta e con dentro un piccolo anello d'argento, come se fosse la prima volta, davanti a mia madre che stava piangendo. Lei annuì e lui si alzò, abbracciandola e baciandola. Sorrisi soddisfatta e quando mi voltai di nuovo verso il cielo la scritta era scomparsa, sostituita da un enorme cuore rosso che sembrava pulsare. 
- Sei stata tu? - chiese sorpreso Draco accanto a me. Io mi voltai verso di lui e gli sorrisi, ancor più soddisfatta del fatto che ero riascita a stupirlo. Lui sorrise a sua volta e mi ribaciò. Questa volta, però, non fummo interrotti da nessuno. 
Appena ci staccammo, andammo dai nostri genitori. Lucius e Narcissa si stavano congratulando con i miei genitori. 
- Oh! Eccola la figlia migliore del mondo! - esclamò mio padre appena arrivati. Mi abbracciò stetta sollevandolo da terra e io feci un piccolo urletto. - Brava, proprio quello che intendevo. - aggiunse dandomi un bacio sulla fronte.
- Volete dire che voi due eravate daccordo? - chiese mia madre guardando prima lui e poi me 
- Ovvio. - rispose mio padre. - Ha organizzato tutto lei! - dopo quello partirono i vari complimenti, ect, ect. 


La serata si concluse più o meno alle undici. Tornammo a casa nello stesso modo in cui eravamo andati. 
- Okay, io non vedo l'ora di andare a dormire. - disse mia madre appena varcata la soglia. Tutti ci trovammo daccordo ma solo io e Draco andammo in camera. Gli adulti rimasero in cucina perché avevano detto che voleva prima bere una tisana prima di andare a dormire. Entrati in camera buttai sul letto la giacchetta e la borsa, Draco fece fare la stessa sorte anche alla sua di gacca, poi si tolse le scarpe rimanendo a piedi nudi. Mentre stavo andando verso il bagno sentì il telefono di Draco suonare. Lui lo prese e lesse il nome di chi lo stesso chiamando. 
- Arrivo subito. - disse alzando la testa nella mia direzione. Io annuì e lui uscì dalla stanza. Entrai in bagno e mi struccai velocemente. Poi uscì e andai allo specchio. Tolsi le scarpe e mi abbassai la zip del vestito. Lo feci scivolare giù e uscì dalla gonna. Andai verso l'armadio e presi una canottiera celeste con dei pantaloncini bianchi, il solito pigiama. Intanto mi chiedevo con chi stesse parlando Draco. 


Pov Draco


Entrai velocemente nello studio di mio padre per poter parlare indisturbato. Risposi alla telefonata e avvicinai il telefono all'orecchio. 
- Ciao amico! - sentì dire dall'altra parte della cornetta. 
- Ciao Blaise. - risposi mentre un sorriso mi si apriva sulle labbra. Blaise, insieme a Theo, era il mio migliore amico da sempre. Sapeva tutto di me e io sapevo praticamente tutto di lui. Certo non mancavano le litigate ma alla fine ci eravamo sempre riappacificati. 
- Allora, com'è andato il ballo? - 
- Bene. Un po' noioso dato che tutti i miei parenti e anche parte dei suoi volevano parlare con me ed Hermione, ma... - stavo dicendo ma lui mi interruppe subito. 
- Fermo, fermo, fermo. - disse e avevo la netta sensazione che avesse gli occhi sgranati. - Da quand'è che la chiami Hermione? - 
Quella domanda mi riportò alla mente la sgradevole conversazione avuta con la Parkinson poche ore fa. 


Flashback


Hermione era appena uscita dal portone quando arrivò alle mie spalle una delle ultime persone che avrei voluto vedere. Pansy Parkinson. Ma che diavolo vi faceva lì? 
- Ciao Dracuccio. - disse lei con una voce che conoscevo fin troppo bene. 
- Ti ho già detto che non mi devi chiamare così. - dissi io in tono fermo. 
- Oh! Perché fai così? - chiese mettendomi una mano sul braccio. Io mi irrigidì all'istante e mi scastai da quel tocco. Lei sembrò stupita del mio gesto, e come potevo biasimarla. Sì, lei era una delle tante puttane che mi facevo regolarmente a scuola, e sapevo che Pansy aveva una cotta per me, me lo dimostrava in continuazione, ma diciamocelo lei non aveva una cotta per me, ma per il mio corpo! Per lei sarei stato un trofeo da sfoggiare in giro per i corridoi. - Che succede? - 
- Niente, solo non mi toccare. E poi che diavolo ci fai qui? - 
- I miei genitori e io siamo stati invitati. E poi non sei felice di vedermi? - chiese tornando a sfoggiare il suo tono suadente. Si avvicinò di un passo e mi passò una mano sul petto. - È da un po' che non... 
- No. - dissi prendendo il suo polso e allontanando la sua mano. - Ti ho già detto di non toccarmi. E poi no, non sono contento di vederti. - 
- Perché? - chiese allontanandosi offesa. Mi guardò un secondo poi sembrò capire e assunse un'espressione quasi dolce. - È per la Granger, vero? Tranquillo l'ho vista uscire dal portone, non credo che tornerà molto presto. Abbiamo il tempo, e poi non può sapere dove sei. - 
- Hai ragione è per la Granger. E già che ci siamo mettiamo in chiaro un paio di cose. Dimenticati di me, Okay. Io non sarò il tuo giocattolino e tu non sei più il mio. Ah! E se vedi Astoria dillo pure a lei. - dissi in tono fermo. 
- Che cosa? Tu mi stai lasciando per... quella?? - eesclamò ancora più scandalizzata di prima. - Che c'è non ti piaccio più? - disse indicando se stessa. Io la guardai per un nanosecondo. Indossava un vestito con una scollatura profonda, rosso e con un enorme spacco sulla gamba sinistra che partiva dal metà coscia. Sì, decisamente preferivo Hermione. 
- Punto primo, no non mi piaci. Punto secondo, noi non siamo mai stati insieme. E punto terzo, azzardati di nuovo a chiamarla "quella" e io ti crucio. Chiaro? - 
- Secondo me invece la tradirai il giorno dopo il vostro matrimonio. - disse lei con aria quasi di sfida. - Mi dispiace solo che tu debba passare una notte con lei per fare un erede... 
- Se ti interessa saperlo, a me non dispiace affatto. - la interruppi prima che mi istigasse seriamente a prendere la bacchetta e criviarla davanti  tutti. - E poi no, non tradirò Hermione. - 
- E da quando la chiami Hermione? - chiese la Parkinson. Ora sembrava incazzata. 
- Fatti miei. - risposi secco. 


Fine flashback


Dopo quello era entrata in scena Hermione graie al cielo. Non mi ero minimamente pentito delle parole che avevo detto alla Parkinson quella sera, perché erano la pura verità! 
- Ehi! Dra, ci sei? - mi sentì chiamare dalla voce di Balise che mi riscosse dai miei pensieri. 
- Sì, sì. - dissi io scuotendo lievemente la testa e prendendo a camminare per la stanza. 
- Allora? Da quando la chiami Hermione? - 
- Bè... forse da quando l'abbiamo fatto? - dissi retorico. Dall'altra parte di sentì un silenzio tombale prima che partisse il putiferio. 
- O Dio! Tu ti sei scopato la Granger?? - chiese lui. 
- No! Dai, scopato è un termine offensivo. - dissi. Ed era vero! Scopare non era proprio il termine giusto per descrivere quello che avevo fatto con Hermione. 
- O cazzo! Draco... ma non è che alla fine ti sei innamorato di lei? - chiese Blaise e potevo quasi vedere il suo ghigno malizioso sulle labbra. 
- Cosa? No... io non sono innamorato di lei. - risposi ma non ero del tutto sicuro. Molto probabilmente era solo un'infatuazione, una specie di piccola cotta che potevo gestire tranquillamente. 
- Se lo dici tu. Comunque apparte questo com'è andata la serata? - chiese di nuovo  questa volta non mi interruppe. Gli raccontai ogni dettaglio, tralasciando le varia conversazione avute con lei e soprattutto i baci. Sentivo che erano delle cose troppo personali, solo mie e sue. Esaltai tantissimo il suo lavoro per i suoi genitori e anche lui mi sembrò stupito dal tono di voce che usò per commentare. - Okay, io adesso devo andare. Ci sentiamo nei prossimi giorni. Ciao! - 
- Ciao! - lo salutai a mia volta per poi riattaccare. Uscì dalla studio e tornai in camera mia. Appena aperta la porta, vidi Hermione che si scioglieva i capelli e li rifaceva cadere dolcemente sulla schiena. Era a piedi nudi come me e si era struccata e messa il suo pigiama. Quel pigiama che mi faceva perdere la testa solo a vaderlo. Come si può essere sexy anche in pigiama? Lei non doveva essersi accorta di me, e io ne approfitto per guardarla. Osservai il suo viso, gli occhi di un colore e un luccichio inconfondibile, il naso, le labbra, dio le sue labbra! Piene e invitanti. Poi passai ad osservare il sotto. Attavarsai con gli occhi la forma sinuosa del collo e mi ricordai com'era stato bello baciarlo e sentire i suoi gemiti. Poi il busto, il seno abbastanza grande, doveva essere una terza, il ventre piatto e infine le gambe. Snelle e sinuose. E se Blaise avesse avuto ragione? E se mi stessi innamorando di lei? No, impossibile, eppure... 
Mi avvicinai lentamente a lei ed entra nel suo campo visivo attraverso lo specchio. Mi posizionai dietro di lei e le scostai il capelli, lasciando scoperto il collo. Mi chiami e ci passai le labbra, senza baciarlo esattamente. Alzai lo sguardo verso di lei, sempre attraverso lo specchio, e la vidi con gli occhi chiusi. Sorrisi sulla sua pelle e lasciai una scia di baci umidi dalla spalla fino al lobo, che morsi lievemente. Lei gemette e buttò la testa all'indietro, lasciandomi maggior accesso al suo collo. 


Pov Hermione


Buttai la testa all'indietro, presa dal piacere di quei baci. Lui passò la lingua sulla mi gola, facendomi genere. Socchiusi un occhi per vederlo prendere la bacchetta e fare un incantesimo per insonorizzare la stanza. Richiusi gli occhi appena risentì le sue labbra sulla mia pelle. Lui mi afferrò per i fianchi e mi tirò a sé, prendendomi contro il suo corpo è facendomi ben sentire la sua eccitazione. Le sue labbra salirono sulla mascella e poi riscesero di nuovo sul collo. Cominciò a succhiare a mordere un punto particolarmente sensibile e mi lasciai sfuggire ennesimo gemito, seguito da un sospiro. Con poca delicatezza mi voltò e premette le labbra sulle mie. Schiusi immediatamente le labbra le nostre lingue si unirono, in una danza passionale. Si rincorrevano e si cercavano, per poi allontanarsi e cercarsi di nuovo. Mi accarezzò il palato mentre con le mani vagava per il mio corpo. Mi afferrò le cosce e io feci un piccolo salto perché lui mi potesse prendere in collo. Gli circondai la vita con le gambe e gli strinsi i fianchi, facendolo gemere a sua volta. Lo sentì camminare e lui si sedette sul letto, io a cavalcioni su di lui, le labbra ancora incollate. Draco raggiunse il bordo della canottiera e infilò una mano sotto, accarezzandomi il fianco nudo per poi salire verso il seno sinistro e poi stringerlo, facendomi sosirare. Ci staccammo un secondo perché lui potesse togliermi la canottiera e la lanciò da una parte della stanza, per poi riattaccarsi alle mie labbra. Si abbassò piano sul letto fino  ritrovarsi sdraito. Fece passare una mano giù per la schiena, poi per il sedere  e infine andò ad accarezzare la coscia nuda, per poi risalire. Mi scostai dalle sue labbra e scesi a baciargli il collo. Sospirò e grugnì lievemente, un verso virile che mi fece perdere ancora di più la ragione. Mentre gli baciavo il collo, con le mani andai ai bottoni della sua camicia, che sbottonai velocemente, felice che si fosse già tolto la giacca, e la feci scendere per le spalle, per poi bjttarla  insieme agli altri vestiti. Scesi ancora e passai le labbra sul petto e poi sull'addome, entrambi scolpiti da anni di Quidditch, appena arrivata all'inizio dei pantaloni depositai un bacio leggero.
- Hermione... - sussurrò lui. Continuai facendo una scia fino  ritrovarmi di nuovo sulle sue labbra. Poi Draco com un colpo di reni rigirò la situazione, ritrovandosi sopra di me e tra le mia gambe completamente nude. Passò una mano su e giù per la coscia, mentre con le labbra riprendeva a torturarmi il collo. Le mie mani continuavano  vagare per il suo petto e a ogni tocco la sua pelle fremeva. Piano si abbassò a baciare il petto, fece passare la mano libera dietro la mia schiena e sganciò il reggiseno nero, buttando anche quello da qualche parte nella stanza. Scese a baciarmi il seno destro e prese il capezzolo tra i denti e succhiandolo lievemente, facendomi genere forte. Poi passò all'altro. Continuò questa piacevole tortura per diverso tempo, finché non si abbassò sul ventre su cui passò la lingua. La sua mano raggiunse l'elastico dei pantaloncini e me li sfilò. Tornò su e mi vi baciammo, mentre con la mano massaggiava delicatamente la stoffa delle mutandine che nascondeva la mia intimità. Piano, senza staccare le labbra dalle mie, mi sfilò anche quell'ultimo indento e lo lanciò sopra la pila di vestiti. Un attimo dopo mi penetrò con un dito e gemetti sulle sue labbra. Soddisfatto ne aggiunse un altro e dopo che mi fui abituata cominciò a muoverli piano. Non avevo mai provato niente del genere, dato che con Ron la mia prima volta è stata molto semplice, qualche bacio e via, principalmente volevamo toglierci lo sfizio credo. Ma questo era tutt'altra cosa! 
Dopo non so quanti minuti tolse le dita e scese di nuovo, lasciando una scia di baci fino all'inguine. Fece passare la punta della lingua sulla mia femminilità e poi la penetrò lentamente. Io, intanto, ero in preda all'estasi e al piacere. Stringevo il lenzuolo tra le mani, gli occhi chiusi, il labbro inferiore stretto tra i denti per trattenermi. Sentivo che stavo per venire sotto i baci di lui. Ora capivo perché tutte quelle ragazze gli giravano dietro. 
Dopo un ennesima penetrazione, questa volta più profonda, non mi trattenni e urlai il suo nome venendo. Lui soddisfatto tornò su e mi baciò. Lasciai i suoi capelli e andai con le mani alla cerniera dei suoi pantaloni ed aprirla, per poi farli scivolare giù, insieme ai boxer. Draco non si deve attendere e mi penetrò con una spinta secca. All'inizio mantenne un ritmo lento per poi aumentare la velocità delle spinte. Lo assecondai muovendo il bacino e facendolo scontrare con il suo, facendo gemere me  e grugnire di piacere lui. 
Venemmo nello stesso istante, ripetendo il nome dell'altro all'infinito. Lui si buttò accanto a me e mi tirò a sè, poi prese la coperta e coprì entrambi. 
- Wow. - commentai appoggiando la testa sul suo petto. Cominciai a disegnare cerchi e cuori con il dito sul suo petto mentre lui ridacchiava per il mio commento. 
- Grazie. Anche tu non sei affatto male. - disse stringendomi maggiormente. Sorrisi e avevo la netta sensazione che lui avesse sentito. - Hai sonno? - 
- Sì. - risposi annuendo. Mi alzai su un gomito per poterlo guardare un attimo negli occhi. Oro e argento fusi. Fuoco e ghiaccio insieme. Una sensazione di calore mi pervase all'altezza del petto mentre lo guardavo. In quei giorni ero stata meglio con lui che con Ron per quei due anni in cui eravamo stato insieme. Con Draco mi sentivo bene, serena, felice, potevo essere me stessa senza alcun timore di essere giudicata, volevo passare ogni minuto con lui, a baciarlo e ad abbracciarlo oppure semplicemente così, a guardarlo senza dire una parola. Perché in fondo com'è quella frase babbana? " Gli occhi sono lo specchio dell'anima ". 
Era questo l'amore?
- Perché mi guardi così? - chiese lievemente divertito lui.  Scossi la testa e mi chinai per dargli un casto bacio sulle labbra. 
- Notte Draco. - sussurrai sulle sue labbra. 
- Notte Hermione. - rispose lui sorridendo. Mi accoccolai sul suo petto e chiusi gli occhi, pensando a quanto mi era sembrato bello e dolce il mio nome detto dalle sue labbra. Sì, era quello l'amore e ormai negare era inutile. Mi ero totalmente innamorata di Draco Lucius Malfoy. 


Pov Draco


Mi svegliai a causa di un raggio di sole che mi colpiva gli occhi. Afferrai la bacchetta che avevo poggiato sul comodino e con un incantesimo non verbale la chiusi. Poggiai di nuovo la bacchetta dove l'avevo presa e mi guardai intorno. La stanza era disseminata di vestiti, i nostri vestiti, e immediatamente le immagini della nottata precedente mi tornarono in mente. Abbassai lo sguardo e vidi Hermione che ancora dormiva serena sul mio petto. Immediatamente una sensazione di calore mi invase all'altezza del petto mentre guardavo quella meravigliosa ragazza. Non avevo mai provato qualcosa del genere. Passai una mano tra i riccioli lievemente disordinati e sorrisi. Mi sentivo felice, inspiegabilmemte sereno, e tutto questo grazie lei. Con lei mi sentivo bene, potevo essere .e stesso senza paura e lei era una delle poche persone con cui avevo abbassato la barriera con cui mi ero protetto per tutto quegli anni. Una barriera di indifferenza  e di arroganza. Avrei voluto passare ogni minuto con lei, senza mai lasciarla andare, per poterla baciare, abbracciare o anche solamente guardare negli occhi. Quegli occhi così diversi dai miei ma così dannatamente simili. Quegli occhi che mi avevano scavato dentro. Quegli occhi che avrei voluto vedere ogni giorno della mia vita, per sempre. 
Era questo l'amore? 
Piano la sentì muoversi e la vidi aprire gli occhi, che incontrarono i miei. Fuoco e ghiaccio insieme. Le accarezzai la guancia e lei si lasciò andare a quel tocco, chiudendo gli occhi. 
Sì, era quello l'amore e negare era inutile. Io, Draco Lucius Malfoy, mi ero completamente innamorato di Hermione Jean Granger. 
- Herm... - la chiamai in un sussurro. Lei aprì gli occhi e li puntò nei miei. 
- Sì? -
- Voglio dirti una cosa. - dissi prendendo un respiro. Lei annuì invitandomi  a continuare. Sorrisi lievemente e parlai. - Ti amo. - 
I suoi occhi si illuminarono di una luce che non le avevo mai visto e un enorme sorriso le si aprì sulle labbra che tanto amavo. - Anch'io. - rispose baciandomi. 
- Ripetilo. - la pregai sorridendo. 
- Ti amo. - ripeté e poi dopo un secondo riprese a parlare. - Ti amo, ti amo, ti amo... - la interruppi dandole un altro casto bacio sulle labbra. Pian piano più profondo e rifaciemmo l'amore, e ancora e ancora, incuranti di tutto e di tutti, dei nostri genitori, dei nostri amici e del mondo esterno. Ora eravamo solo io e lei. Draco ed Hermione. 




Allora? Che ne pensate? Vi ho fatto aspettare sì, ma guardate che capitolo che vi ho fatto! 
Ah! Piccolo chiarimenti sulla storia: 
1. Hermione è una Purosangue, quindi i suoi genitori sono maghi. 
2. Non preoccupatevi, in questo capitolo, Draco ha fatto l'incantesimo contraccettivo, solo non l'ho scritto. 


Grazie per la vostra pazienza e fatemi sapere cosa ne pensate. Non sono la copia più carina del mondo? 
Bacioni!  

 

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Capitolo 9
*** E se ti dicessi che lo amo? ***


 

E SE TI DICESSI CHE LO AMO
Pov Hermione
La mattina di ritornare a Hogwarts arrivò fin troppo in fretta. Dopo il meraviglioso mese passato alle Hawaii, eravamo andati al Malfoy Manor e avevamo passato il resto dell' estate lì. Io non avevo ancora detto niente ai miei amici di Draco, e la mia relazione con lui andava molto bene. Stavamo praticamente sempre insieme, a baciarci, ad abbracciarci e a parlare. Stavo benissimo con lui. Tra l'altro i nostri genitori ci avevano detto, pochi giorni fa, che mi sarei potuta trasferire nella sua camera da Prefetto, dato che avevano parlato con il preside e lui aveva accettato. Tutto sembrava procedere bene, c'era solo un piccolissimo problema, nessuno sapeva che adesso facevamo sul serio e con tutta probabilità i miei amici sarebbero svenuti, o peggio, tutti i Grifondoro. 
Il 1 Settembre mi svegliai in una stanza che conoscevo fin troppo bene ormai. Quella di Draco. Lui era dietro di me e temeva un braccio sulla mia vita. Mi voltai stando attenta a non svegliarlo e lo guardai dormire, era talmente sereno che sembrava un angelo. Allungai una mano e gli tolsi un ciuffo di capelli biondi dalla fronte. Gli angoli delle labbra erano lievemente incurbate verso l'alto. 
- Herm... se continui alla fine mi consumerai. - disse senza aprire gli occhi. Sgranai gli occhi dalla sorpresa e arrossí violentemente. Afferrai il cuscino più vicino e glielo lanciai sulla faccia. - Ehi! - 
- Pensavo dormissi! - dissi divertita mentre mi tiravo su con un gomito. 
- Infatti, fino a qualche minuto fa. - si giustificò lui aprendo gli occhi e guardandomi. O suoi occhi erano ancora un po' appannati dal sonno. Si avvicinò e mi depositò un lieve bacio sulle labbra. 
- Dobbiamo prepararci. - sussurrai quando lui cercò di approfondire il bacio. Lui sbuffó scocciato ricordandosi che giorno era. 
- Uffa! È stata un'estate magnifica, perché deve finire? - si lamentò seppellendo la faccia nel cuscino.  Possibile che quando si comportava da bambino lo amassi ancora di più? 
- E dai! Chi lo sa? Magari sarà magnifico anche quest'anno. - dissi sorridendo. Lui scostò di poco il cuscino per potermi guardare e sorrise anche lui. 
- Va bene. Ti concedo il bagno per prima. - disse lui indicando la porta del suo bagno privato. Scesi dal letto, afferrai della biancheria pulita e mi catapultati nel bagno, dato che ero completamente nuda. Accesi il getto ed entrai nel box; ne uscì dieci minuti dopo completamente sveglia e rinfrescata. Mi ascugai e indossai la biancheria che avevo preso. Rietrai in camera e notai subito Draco disteso sul letto, gli occhi chiusi. Feci un passo nella sua direzione e lui li aprì di scatto facendomi prendere un'infarto. Mi sorrise lievemente e sgusciò fuori dal letto, mostrandosi in tutta la sua nudità. Con passò tranquillo mi superò ed entrò nel bagno. 
Chiusi gli occhi per calmare il battito frenetico del mio cuore. Okay, lo amavo, ma insomma era pur sempre un Malfoy e soprattutto una Serpe. Bè, ma se voleva la guerra, la guerra avrà. Mi diressi a passo veloce verso la piccola pila di vestiti ammucchiati al centro della stanza. Afferrai la camicia di Draco e la indossai, agganciando i vari bottoni tranne gli ultimi due. Intanto in bagno l'acqua scorreva. Mi avviai al mio baule, più per prendere tempo che per controllare veramente qualcosa. Dopo aver setacciato ogni centimetro di quel baule sentì la porta del bagno aprirsi. Mi tirai su e lo vidi uscire con solo un asciugamano stretto in vita. I pettorali erano lucidi per l' acqua e i serici capelli umidi. Dio, se era sexy! Lui mi squadró con in piccolo ghigno sulle labbra. Sapevo che non voleva che mi mettessi le sue camicie, o almeno non dopo averlo fatto. Non perché non potevo toccare le sue cose ma semplicemente perché lo faceva impazzire. Infatti la sua reazione non si fece attendere. In un lampo fu davanti a me, mi alzò di peso e mi buttò sul letto, poi mi sovrastò e poggio le labbra sulle mie. Fu un bacio lungo e passionale. Quando ci staccammo appoggiò la fronte sulla mia. 
- Quante volte ti ho detto che vederti con addosso le mie camicie mi fa impazzire? - chiese retorico. 
- Più o meno cinque volte. - risposi sorridendo soddisfatto. - Ma sei stato tu a stuzzicarmi per primo. - 
- Okay, hai vinto. - disse sorridendo a sua volta. Alzai lievemente la testa e feci incontrare le nostre labbra, di nuovo. La sua mano andò verso i bottoni della camicia e cominciò a sbottonarla, mentre le mie correvano sul suo petto muscoloso. Ma proprio sul più bello... 
- Ragazzi! Sbrigatevi o farete tardi! - era la voce di mia madre e proveniva dal piano di sotto. Io e Draco ci staccammo, a malavoglia, e andammo verso l'armadio. Io mi misi una canottiera bordeaux, un paio di jeans neri e le mie immancabili convers nere. Draco, invece, un semplice paio di jeans che avevano l'aria di essere molto costosi e una mablietta  blu scuro. Draco mi aiutò a portare giù la mia roba e poi sistemò anche la sua. Dopo aver fatto colazione i nostri genitori ci accompagnarono alla stazione, ma sotto le nostre richieste, non entrarono. 
- Ciao mamma! Ciao papà! - salutai i miei genitori stringendoli in un forte abbraccio. Accanto a noi Draco e i suoi stavano facendo la stessa cosa, più o meno. Mi scostai dai miei genitori e salutai quelli di lui. 
- Buon viaggio, cara. - mi salutò Narcissa abbracciandomi. 
- Grazie Narcissa. - 
- Bè. È ora che andiate. - disse Lucius guardando il prezioso orologio che aveva al polso. Dopo un ultimo saluto entrammo nella stazione. A quell'ora era popolata principalmente da babbani che dovevano prendere i vari treni per andare a lavoro o per partire, oppure che stavano ritornando dalle vacanze. Facendoci largo ci ritrovammo di fronte al muro che ci avrebbe portato al treno. Lì, mi bloccai. Un senso di panico mi avvolse al pensiero di cosa ci stava aspettando dall'altra parte. Spiegazioni, pettegolezzi, litigate, pianti, prove... 
- Ehi! Che succede? - mi chiese Draco vedendomi bloccata. Mi voltai verso di lui e lo guardai un secondo prima di parlare. 
- Ecco... io non ho... s-si insomma... i-io - balbettai agitata. 
- Herm! - mi fermò lui poggiando le mani sui miei fianchi. - Ascolta, anch'io non ho ancora detto niente ai miei amici. E se non sei ancora pronta per dirlo ai tuoi amici... va bene. - 
- Davvero? Cioè non è che non sono sicura della nostra relazione, solo che ho paura che loro si arrabbino. Non voglio perdere i miei amici per la persona con cui sto. - dissi sicura poggaindo la fronte sul suo petto. Lui mi accarezzò i capelli. 
- Lo so. Tranquilla. - disse alzandomi il mento. Si avvicinò e mi diede un leggero bacio. - Allora, facciamo così. Attraversiamo insieme ma poi ognuno va dai suoi amici, ci vediamo dopo davanti all'entrata della mia Sala Comune così ti mostro la stanza è ti puoi sistemare. - 
- Ma... i Serpeverde mi vedranno e... - 
- Raramente qualcosa esce dalla nostra casa. Uno dei nostri motti è: " Vivi e lascia vivere " - mi interruppe lui sorridendo. Mi rilassai immediatamente. Come d'accordo attraversammo insieme il muro, ma prima che mi allontanarsi alla ricerca degli altri, lui mi afferrò il polso e mi trascinò in un angolo nascosto. Lì, nascosti agli occhi indiscreti di tutta Hogwarts, ci baciammo con passione. 
- Ci vediamo dopo. - disse con il fiato cotto. Io annuì e dopo un lieve bacio a fior di labbra, mi allontanai, il mio carrello davanti, alla ricerca di una chioma rossa e una bianca. Appena le vidi mi corsero in contro e io feci lo stesso, lasciando il carrello. 
- Ragazze! - le salutai ancora strette nel nostro abbraccio. 
- Herm! Ci sei mancata così tanto! - disse Ginny appena ci fummo staccate. Dietro di loro, intanto, ci stava raggiungendo il mio migliore amico. Harry Potter. Abbracciai anche lui, tenendo per un attimo gli occhi chiusi, ma quando li riaprì vidi il mio ragazzo fissarci con evidente irritazione. Accanto a lui, Astoria Greengras gli parlava senza accorgersi che la sua totale attenzione era dedicata a me. Sorrisi a vederlo geloso. Alla maggior parte delle ragazze non piace che il proprio ragazzo sia geloso, ma a me sì. Infondo se è geloso è solo perché mi ama, Ron non era mai veramente geloso di me e infatti guardate com'è finita. Appena ci staccammo distolsi lo sguardo da Draco ma non feci a tempo a dire una parola che il treno fischiò. Prendemmo i nostri bagagli e salimmo sul Hogwarts Express. Quasi tutte le cabine erano piene, tranne una verso la fine dello scomparto che era completamente vuota. Prendemmo posto lì. 
- Allora Herm? Come sono andate le vacanze con quel rompipalle di Malfoy? - mi chiese Harry una volta seduti. Mi astenni dal dargli uno schiaffo per come l'aveva chiamato, solo presi un bel respiro per calmarmi. 
- Ehm... bene. - mentì. - Insomma ci siamo parlati pochissimo - bugia. - solo quando eravamo con i nostri genitori ci rivolgevamo la parola - grossa bugia. - e per il resto è rimasto il solito Malfoy di sempre. - enorme bugia. 
Ma Harry ci credette. - Quindi il solito stronzo. - commentò lui ridacchiando. Di nuovo dovetti fare un bel respiro per trattenermi dall'urlargli in faccia che no, non era uno stronzo ma sarebbe sembrato sospetto. E poi vedendo cosa Harry pensava di lui, ero ancora più sicura di voler aspettare a confessarlo a tutti. Le uniche persone a cui mi dispiaceva veramente tanto mentire erano Ginny e Luna. Insomma, anche Harry era il mio migliore amico, ma loro due erano come sorelle per me. Ginny ed Harry sedevano accanto e si tenevano per mano, scambiandosi sguardi dolci quando credevano di non essere visti. Ero molto felice per loro. Appoggiai la testa al finestrino e guardai il paesaggio che saettava davanti a noi, chissà cosa stava facendo Draco in quel momento... possibile che lui fosse in tutti i miei pensieri? Dovevo distrarmi. Afferrai la mia borsa e presi il libro che avevo messo dentro. Era quello trovato nella biblioteca della casa alle Hawaii, non ero ancora riuscita a finirlo dato che ogni volta che ci provavo Draco mi distraeva. Lo aprì e cominciai a leggere, isolamdomi da tutto il resto. Tempo due minuti e i suoi occhi grigi tornarono nella mia mente. Sentivo ancora il suo sapore sulle mie labbra, il suo profumo che impregnava i miei vestiti, anche se gli altri non dovevano essersene accorti. Mi tornò in mente il bacio che ci eravamo scambiati prima di partire, poi quello di stamattina prima che mia madre ci interrompesse e infine le svariate notti passate insieme durante quella meravigliosa estate. Continuai a fissare il libro senza vederlo realmente finché un particolare non attirò la mia attenzione. Una scritta sull'angolo in alto della pagina. 
" Ciao piccola! " diceva e riconobbi subito la calligrafia. Era di Draco! Appena realizzato la scritta scomparve e ne apparve un'altra. 
" Sai mi piacciono molto di più le giornate come queste. Con il sole ma con qualche nuvola. " aggrottai le sopracciglia. Cosa diavolo voleva dire? Stava impazzendo tutto insieme? La scritta scomparve di nuovo e ne apparve un ennesima. 
" Guarda fuori. " lo feci e per un momento non successe niente, poi delle nuvole si addensarono come a formare una piccola sfera, che dopo un attimo si andò a dividere e a formare due parole. 
TI AMO 
Si dissolse un attimo dopo e quando mi voltai vidi che i miei amici non si erano accorti di nulla. Abbassai lo sguardo sul libro. Un sorriso che si apriva sulle mie labbra. Per il resto del viaggio restai in silenzio, felice e sorridente. 
Qualche ora dopo scendemmo dal treno e cercai immediatamente con gli occhi una chioma bionda platino. Appena lo avvistai notai che anche lui mi stava guardando e appena si accorse che stavo ricambiando lo sguardo mi sorrise. Ben attenta a non farmi notare gli lanciai un bacio prima di sorridere a mia volta. Poi mi voltai di nuovo verso i miei amici. 
- Dai ragazzi andiamo. - disse Luna incamminandosi verso le carrozze. La seguimmo e appena preso posto notai l'assenza dell seconda chioma rossa.
- Ehi. Ma dov'è Ron? - 
- Te ne sei accorta solo ora? - fece Ginny con tono divertito. - Comunque è laggiù. - disse indicando un gruppo lontano. Era formato da Seamus Finnegan, Cormac Mclagen e una altro paio di persone che non conoscevo. Tra di loro c'era anche Ron. Ero sicura che era lì perché voleva evitarmi. Distolsi lo sguardo e lo puntai sul terriccio della strada che portava al castello. Un attimo dopo la carrozza partì.
- Io vado nel mio dormitorio per sistemare le mie cose. Ci vediamo dopo! - disse Luna andando nella casa di Corvonero. 
-Certo, ci vediamo dopo. - dissi salutandola con la mano. Si allontanò saltellando. Le nostre valige erano state trasportate nelle stanze e la mia in quella di Draco. 
- Dai andiamo a disfare le valigie. - disse Harry prendendo la mano della sua fidanzata. 
- Ehm... - feci attirando l'attenzione dei due. - Io... arrivo dopo. Devo fare una cosa. - dissi e prima che loro potessero dire qualcosa scomparvi dietro un angolo e camminai velocemente verso i sotterranei. Scesi le scale e attraversai il lungo corridoio, superando l'aula di Pozioni e l'ufficio di Piton. Arrivata all'entrata della mia nuova sala comune lui era lì, appoggiato al muro. Quando sentì i miei passi si voltò e mi sorrise. 
- Ciao! Ce l'hai fatta. - disse venendomi incontro. Mi prese per i fianchi e mi attirò a sé. 
- Già. - risposi mettendo le mani ai lati del suo collo e baciandolo. E il bacio si sarebbe prolungato molto se non avessimo sentito dei passi. 
- Andiamo. - sussurrò lui. Si voltò verso il quadro e pronunciò la parola d'ordine. - Malfoy. - 
- Non ci credo! - esclamai io mentre la porta si apriva. Lui mi lasciò un attimo, poi mi prese per mano e mi portò dentro. Nella sala comune non c'erano troppi alunni ma quei pochi si voltarono verso loro due e appena mi videro sgranarono un attimo gli occhi.
- Cosa avete da guardare? - chiese ad alta voce Draco. Tutti sussultarono a sentire il suo tono brusco, soprattutto quelli più giovani, e tornarono a fare quello che stavano facendo. Attraversammo la sala e lui mi portò nella sua... nostra camera. I colori predominanti erano, ovviamente, il nero, il verde e l'argento. Le pareti erano di colore scuro, il letto matrimoniale a baldacchino aveva le coperte verdi scuro con alcuni decori argentati. Un grande armadio dall'altra parte della stanza. Entrai nella stanza e mi guardai intorno, su una parete c'era un'altra porta. La aprì e notai che era il bagno, era quasi completamente bianco. Richiusi la porta e solo in quel momento notai il mio baule ai piedi del letto, accanto a quello di Draco. 
- Allora... ti piacie? - chiese lui chiudendo la porta. Annuì voltandomi verso di lui. Mi avvicinai e gli misi le braccia intorno al collo, mentre il biondo mi metteva le mani sui fianchi. 
- Malfoy? Sul serio? - chiesi sorridendo divertita. 
- Bè? Sono il Principe delle Serpi. È ovvio che il mio nome sia la parola per entrare. - rispose avvicinandosi lentamente alle mia labbra. Troppo lentamente. Alla fine colmai io la distanza. Le nostre labbra si unirono e un attimo dopo entrambe le nostre labbra erano socchiuse, le nostre lingue danzavano. 
- Che presuntuoso. - sussurrai tra un bacio e l'altro. Portai una mano sulla sua guancia mentre la sua si insinuava sotto la canottiera. Un attimo dopo ci ritrovammo sdraiati sul letto, io sotto e lui sopra di me. Con un veloce movimento mi tolse l'indumento e scese a baciarmi il collo e poi il petto, passò sull'incavo tra i seni e passò la lingua sul mio ventre. - Draco... - sussurrai con respiro affannoso. - Dovrei... sistemare tutto... - 
- Puoi farlo dopo. - rispose tornando sulle mie labbra. 
- Ma... - cercai di dire ma la sua bocca mi bloccò. Le parole mi morirono sulle labbra e così anche le mia intenzioni e mi arresi.
Dopo circa un'ora uscimmo dalla camera, sempre mano nella mano, e uscimmo dalla sala. Ci incamminammo  verso la Sala Grande per la prima cena dell'anno. Davanti alla porta, però, ci dovemmo lasciare. 
- Ci vediamo dopo. - disse lui dandomi un ultimo bacio. Entrò e si richiuse la porta alle spalle. Aspettai un paio di minuti e poi entrai anch'io. Andai a sedermi al mio posto, accanto a Neville e davanti a Ginny e Harry. 
- Ciao Herm! Ma dove sei stata tutto il pomeriggio? - chiese la mia migliore amica. 
- Te l'avevo detto. Dovevo fare una cosa. - risposi versandomi un po' di succo di zucca, e bevendo nervosamente. Appena poggiai di nuovo il bicchiere, ora vuoto, sul tavolo e miei occhi si posarono su un certo rosso in questione. Seduto lontano da noi, a mangiare. Mi guardava arrabbiato. Okay, non l'aveva ancora superata. Distolsi lo sguardo e lo puntai sulla mia cena. Di malavoglia cominciai a mangiare. Non mi piaceva mentire ai miei amici, non poter raccontare a nessuno quanto lo amavo ma sapevo che non ci avrebbero creduto, anzi, mi avrebbero chiamata traditrice, falsa, e di tutto di più. Probabilmente se la sarebbero presa anche con Draco e quella era l'ultima cosa che volevo. 
- Herm? - mi chiamò con voce canzonante Ginny. Alzai lo sguardo su di lei. - C'è un certo Serpeverde che non ti toglie gli occhi di dosso. - disse con malizia indicando con il mento il tavolo dietro di me. Mi voltai di poco e incontrai i suoi occhi grigi-celesti. Gli sorrisi lievemente e lui ne accennò appena uno, dato che Ginny non ci toglieva gli occhi di dosso. Non so per quanto avevamo continuato a guardarci, forse secondi o forse minuti. 
- Hermione? - mi sentì chiamare dalla mia amica. Mi voltai verso di lei, che mi guardava interrogativa. - È successo qualcosa con Malfoy, quest'estate? - 
- Cosa? Certo che no. - risposi facendo saettare lo sguardo da un posto all'altro della Sala, per non incontrare i suoi occhi indagatori. 
- Sì, ma allora quegli sguardi? - chiese di nuovo lei. 
- Niente, Ginny. - risposi con tono duro. Mi alzai e uscì velocemente. Camminavo velocemente senza avere una meta precisa finché non mi sentì afferrare per i fianchi. 
- Ehi! Dove scappi? - chiese una voce che conoscevo bene. Mi voltai sorridendo di poco e incontrai di nuovo i suoi occhi. 
- Non sto scappando. - risposi io.
- Ah no? - fece lui scettico. 
- No! - mi misi sulla difensiva. - Questo è uscire da una stanza perché non vuoi parlare più con una persona. - 
- Alias scappare. - replicò stringendomi maggiormente a sé. Gli avvolsi il collo con le braccia e lo avvicinai di più, se possibile. 
- Una Grifondoro, soprattutto se Granger, non scappa mai. - gli sussurrai sulle labbra. Lui fece un piccolo ghigno e culminò quei due millimetri che separavano le nostre labbra. Le nostre lingue si unirono in un nuovo bacio passionale. Mi mordicchiò il labbro inferiore facendomi sospirare. Mi spinse verso il muro la mia schiena si ritrovò a contatto con la superficie fredda del muro. Le mie mani andarono a intrecciarsi tra i suoi serici capelli, le sue mi strinsero maggiormente i fianchi per poi scendere sulle gambe e si insinuò sotto la gonna. Prima di andare a cena, ci eravamo entrambi cambiati e messi la divisa. Quasi sicuramente ci saremmo chiusi in un'aula vuota se... 
- Lo sapevo! - esclamò una voce accanto a noi. Mi staccai velocemente dal ragazzo e vidi che, all'inizio del corridoio c'era Ginny. Ci guardava con uno sguardo quasi disgustato, sguardo che mi ferì molto.  
- Ginny... - sussurrai. La ragazza guardò prima il ragazzo al mio fianco, che guardava a terra, e poi me. Scosse la testa e prese un altro corridoio. 
- Vai. - disse Draco. Mi voltai verso di lui. - Ti aspetto qui. - detto questo annuì e corsi verso il corridoio da cui era sparita. Le corsi dietro. 
- Ginny! - la chiamai ma lei non si fermò né voltò. Continuai a correre e arrivata vicino a lei la presi per il braccio e la fermai. 
- Che c'è? - fece voltandosi verso di me. La lasciai e feci un passo indietro. 
- Ascoltami. - dissi con il fiato corto a causa della corsa. - So quello che hai visto, ma... 
- Cosa, ma? Ma non era quello che pensi? Ma è stato lui  baciarmi? - mi interruppe la rossa guardandomi con gli occhi un po' più aperti. - Hermione, dimmi la verità. Tu e lui vi siete messi insieme, veramente? - 
- Io... - 
- La verità. - ripeté Ginny con voce ferma. La guardai negli occhi e capí che ormai era inutile mentire con lei. 
- Sì, stiamo insieme. - risposi sospirando. 
- Herm! Ma non ti rendi conto?? Quello vuole solo portarti a letto, appena fatto ti lascerà! - esclamò la mia amica. 
- Non è assolutamente vero! - dissi io, e lo sapevo bene dato che eravamo già andati a letto insieme. 
- E come fai a... - fece per dire ma si bloccò guardandomi. - Tu e lui avete già fatto sesso? - 
Sospirai abbassando lo sguardo. La sentì ridere senza divertimento. Fece per andarsene ma la bloccai di nuovo. 
- Senti hai ragione, su tutto quello che hai detto. Ma... dio! Lo amo. - esclami con voce un po' più alta. 
- E lui? Lui ti ama? - mi chiese incrociando le braccia. 
- Sì. - risposi sicura. Calò il silenzio tra di noi, ci guardavamo e basta. Alla fine parló. 
- Va bene. - disse sospirando. - Se vi amate io non posso fare nulla. Si vede che sei felice. - disse sorridendo appena. 
- Grazie. - dissi sospirando di sollievo. 
- Ma gli altri non lo sanno, vero? - chiese lei. 
- No... ma ti prego di non dire niente. Neanche a Luna. Voglio dirlo io. - la pregai prendendole la mano. 
- Va bene, va bene. Ma non tenerglielo nascosto per molto, si arrabbieranno di più. - mi consigliò, io annuì e le lasciai la mano. - Aspetta! Ma quando sei sparita, prima, eri con Malfoy? - 
- Bè... sì. E a proposito di questo, io mi sono trasferita nella sua camera e... - 
- Tranquilla. Ti copro. - disse lei sorridendo. Sorrisi anch'io e la abbracciai. Era la mia migliore amica e sapevo che potevo fidarmi di lei. Appena staccate lei stava ancora sorridendo. - Dai, vai dal tuo fidanzato. - 
Annuì e mi incamminai, questa volta con passo più tranquillo. E lui era ancora lì, dove aveva detto che mi avrebbe aspettato. Appena mi vide si staccò dal muro e vedendo il mio sorriso, mi sorrise anche lui. 
- Allora? So che il tuo sorriso dice tutto, ma voglio sentirtelo dire. - disse Draco. 
- Ha capito e ha detto che ci coprirà. - dissi mettendogli le braccia intorno al collo e gli diedi un bacio a fior di labbra. - Andiamo? Sono stanchissima. - 
- Sí, anch'io. - rispose lui prendendomi la mano. Entrammo nella sala comune, ancora vuota, e andammo verso la nostra camera. Un attimo dopo aver chiuso la porta si sentì un grande frastuono, segno che gli altri erano arrivati. Mi allontanai dalla porta e andai verso il mio baule. Lo aprì e cominciai a tirare fuori i vestiti e i vari libri. I libri, sia della scuola sia miei, li sistemai su alcuni scaffali liberi. Draco, intanto, se ne stava appoggiato al muro a fissarmi. 
Dopo poco sentì le sue braccia forti circondarmi la vita. Sorrisi e lo sentì baciarmi la guancia. - Posso darti una mano? - 
- Guarda che lo so che vuoi aiutarmi solo per dare un'occhiata alla mia biancheria. - dissi girando il collo per poterlo guardare. 
- Sono abbastanza sicuro di aver già visto la maggior parte della tua biancheria. - replicò lui facendo un piccolo ghigno. 
Mi avvicinai alle sue labbra ma prima che potessero entrare in contatto mi fermai. - Potrei stupirti. - dissi io. Voltai la testa e ripiegai una maglietta, presi le mani di Draco e le spostai, mi allontanai e andai verso l'armadio. Lo aprì e misi la maglietta in un cassetto libero. Ripresi a sistemare i miei vestiti mentre il mio ragazzo aveva ripreso la sua posizione. Finì un'ora più tardi, e tenní fuori solo il pigiama per quella sera. Lo presi e andai in bagno per cambiarmi. Mi tolsi le scarpe, le calze, la gonna, poi mi sfilai la cravatta e infine la camicetta, rimanendo in intimo. 
- Sei sicura? - sentì la voce di Draco dall'altra parte della porta. 
- Su cosa? - chiesi mentre mi infilavo i pantaloncini. Uscì dal bagno e lo trovai già disteso a letto, le braccia dietro la testa e già in boxer. Mi buttai accanto a lui, a pancia in giù, sollevata sui gomiti. 
- Insomma, sei sicura che ci possiamo fidare della Weasley? - chiese con voce un po'... incerta? 
- È la mia migliore amica. - risposi come se questo potesse spiegare tutto. 
- Certo, lo so. Ma potrebbe sempre decidere di dire tutto per vendicarsi di me. - disse lui guardando il soffitto. 
- Vero, ma sa che se lo facesse io mi arrabbierei molto. - 
- Ed è meglio non far arrabbiare Hermione Jean Granger. - fece lui ghignando. Sorrisi e mi sdraia meglio sul letto. Lui tirò le coperte e ci coprì entrambi, presi la mia bacchetta e con un incantesimo non verbale spensi la luce. La misi sul comodino e poggiai la testa sul cuscino. Un secondo dopo il braccio di Draco mi circondò la vita, e la mia schiena venne a contatto con il suo petto. 
- Buonanotte. - sussurrai chiudendo gli occhi. 
- 'Notte. - rispose lui dandomi un piccolo bacio sulla spalla. Poco dopo entrambi scivolammo tra le braccia di Morfeo. 

E SE TI DICESSI CHE LO AMO




Pov Hermione


La mattina di ritornare a Hogwarts arrivò fin troppo in fretta. Dopo il meraviglioso mese passato alle Hawaii, eravamo andati al Malfoy Manor e avevamo passato il resto dell' estate lì. Io non avevo ancora detto niente ai miei amici di Draco, e la mia relazione con lui andava molto bene. Stavamo praticamente sempre insieme, a baciarci, ad abbracciarci e a parlare. Stavo benissimo con lui. Tra l'altro i nostri genitori ci avevano detto, pochi giorni fa, che mi sarei potuta trasferire nella sua camera da Prefetto, dato che avevano parlato con il preside e lui aveva accettato. Tutto sembrava procedere bene, c'era solo un piccolissimo problema, nessuno sapeva che adesso facevamo sul serio e con tutta probabilità i miei amici sarebbero svenuti, o peggio, tutti i Grifondoro. 


Il 1 Settembre mi svegliai in una stanza che conoscevo fin troppo bene ormai. Quella di Draco. Lui era dietro di me e temeva un braccio sulla mia vita. Mi voltai stando attenta a non svegliarlo e lo guardai dormire, era talmente sereno che sembrava un angelo. Allungai una mano e gli tolsi un ciuffo di capelli biondi dalla fronte. Gli angoli delle labbra erano lievemente incurbate verso l'alto. 
- Herm... se continui alla fine mi consumerai. - disse senza aprire gli occhi. Sgranai gli occhi dalla sorpresa e arrossí violentemente. Afferrai il cuscino più vicino e glielo lanciai sulla faccia. - Ehi! - 
- Pensavo dormissi! - dissi divertita mentre mi tiravo su con un gomito. 
- Infatti, fino a qualche minuto fa. - si giustificò lui aprendo gli occhi e guardandomi. O suoi occhi erano ancora un po' appannati dal sonno. Si avvicinò e mi depositò un lieve bacio sulle labbra. 
- Dobbiamo prepararci. - sussurrai quando lui cercò di approfondire il bacio. Lui sbuffó scocciato ricordandosi che giorno era. 
- Uffa! È stata un'estate magnifica, perché deve finire? - si lamentò seppellendo la faccia nel cuscino.  Possibile che quando si comportava da bambino lo amassi ancora di più? 
- E dai! Chi lo sa? Magari sarà magnifico anche quest'anno. - dissi sorridendo. Lui scostò di poco il cuscino per potermi guardare e sorrise anche lui. 
- Va bene. Ti concedo il bagno per prima. - disse lui indicando la porta del suo bagno privato. Scesi dal letto, afferrai della biancheria pulita e mi catapultati nel bagno, dato che ero completamente nuda. Accesi il getto ed entrai nel box; ne uscì dieci minuti dopo completamente sveglia e rinfrescata. Mi ascugai e indossai la biancheria che avevo preso. Rietrai in camera e notai subito Draco disteso sul letto, gli occhi chiusi. Feci un passo nella sua direzione e lui li aprì di scatto facendomi prendere un'infarto. Mi sorrise lievemente e sgusciò fuori dal letto, mostrandosi in tutta la sua nudità. Con passò tranquillo mi superò ed entrò nel bagno. 
Chiusi gli occhi per calmare il battito frenetico del mio cuore. Okay, lo amavo, ma insomma era pur sempre un Malfoy e soprattutto una Serpe. Bè, ma se voleva la guerra, la guerra avrà. Mi diressi a passo veloce verso la piccola pila di vestiti ammucchiati al centro della stanza. Afferrai la camicia di Draco e la indossai, agganciando i vari bottoni tranne gli ultimi due. Intanto in bagno l'acqua scorreva. Mi avviai al mio baule, più per prendere tempo che per controllare veramente qualcosa. Dopo aver setacciato ogni centimetro di quel baule sentì la porta del bagno aprirsi. Mi tirai su e lo vidi uscire con solo un asciugamano stretto in vita. I pettorali erano lucidi per l' acqua e i serici capelli umidi. Dio, se era sexy! Lui mi squadró con in piccolo ghigno sulle labbra. Sapevo che non voleva che mi mettessi le sue camicie, o almeno non dopo averlo fatto. Non perché non potevo toccare le sue cose ma semplicemente perché lo faceva impazzire. Infatti la sua reazione non si fece attendere. In un lampo fu davanti a me, mi alzò di peso e mi buttò sul letto, poi mi sovrastò e poggio le labbra sulle mie. Fu un bacio lungo e passionale. Quando ci staccammo appoggiò la fronte sulla mia. 
- Quante volte ti ho detto che vederti con addosso le mie camicie mi fa impazzire? - chiese retorico. 
- Più o meno cinque volte. - risposi sorridendo soddisfatto. - Ma sei stato tu a stuzzicarmi per primo. - 
- Okay, hai vinto. - disse sorridendo a sua volta. Alzai lievemente la testa e feci incontrare le nostre labbra, di nuovo. La sua mano andò verso i bottoni della camicia e cominciò a sbottonarla, mentre le mie correvano sul suo petto muscoloso. Ma proprio sul più bello... 
- Ragazzi! Sbrigatevi o farete tardi! - era la voce di mia madre e proveniva dal piano di sotto. Io e Draco ci staccammo, a malavoglia, e andammo verso l'armadio. Io mi misi una canottiera bordeaux, un paio di jeans neri e le mie immancabili convers nere. Draco, invece, un semplice paio di jeans che avevano l'aria di essere molto costosi e una mablietta  blu scuro. Draco mi aiutò a portare giù la mia roba e poi sistemò anche la sua. Dopo aver fatto colazione i nostri genitori ci accompagnarono alla stazione, ma sotto le nostre richieste, non entrarono. 
- Ciao mamma! Ciao papà! - salutai i miei genitori stringendoli in un forte abbraccio. Accanto a noi Draco e i suoi stavano facendo la stessa cosa, più o meno. Mi scostai dai miei genitori e salutai quelli di lui. 
- Buon viaggio, cara. - mi salutò Narcissa abbracciandomi. 
- Grazie Narcissa. - 
- Bè. È ora che andiate. - disse Lucius guardando il prezioso orologio che aveva al polso. Dopo un ultimo saluto entrammo nella stazione. A quell'ora era popolata principalmente da babbani che dovevano prendere i vari treni per andare a lavoro o per partire, oppure che stavano ritornando dalle vacanze. Facendoci largo ci ritrovammo di fronte al muro che ci avrebbe portato al treno. Lì, mi bloccai. Un senso di panico mi avvolse al pensiero di cosa ci stava aspettando dall'altra parte. Spiegazioni, pettegolezzi, litigate, pianti, prove... 
- Ehi! Che succede? - mi chiese Draco vedendomi bloccata. Mi voltai verso di lui e lo guardai un secondo prima di parlare. 
- Ecco... io non ho... s-si insomma... i-io - balbettai agitata. 
- Herm! - mi fermò lui poggiando le mani sui miei fianchi. - Ascolta, anch'io non ho ancora detto niente ai miei amici. E se non sei ancora pronta per dirlo ai tuoi amici... va bene. - 
- Davvero? Cioè non è che non sono sicura della nostra relazione, solo che ho paura che loro si arrabbino. Non voglio perdere i miei amici per la persona con cui sto. - dissi sicura poggaindo la fronte sul suo petto. Lui mi accarezzò i capelli. 
- Lo so. Tranquilla. - disse alzandomi il mento. Si avvicinò e mi diede un leggero bacio. - Allora, facciamo così. Attraversiamo insieme ma poi ognuno va dai suoi amici, ci vediamo dopo davanti all'entrata della mia Sala Comune così ti mostro la stanza è ti puoi sistemare. - 
- Ma... i Serpeverde mi vedranno e... - 
- Raramente qualcosa esce dalla nostra casa. Uno dei nostri motti è: " Vivi e lascia vivere " - mi interruppe lui sorridendo. Mi rilassai immediatamente. Come d'accordo attraversammo insieme il muro, ma prima che mi allontanarsi alla ricerca degli altri, lui mi afferrò il polso e mi trascinò in un angolo nascosto. Lì, nascosti agli occhi indiscreti di tutta Hogwarts, ci baciammo con passione. 
- Ci vediamo dopo. - disse con il fiato cotto. Io annuì e dopo un lieve bacio a fior di labbra, mi allontanai, il mio carrello davanti, alla ricerca di una chioma rossa e una bianca. Appena le vidi mi corsero in contro e io feci lo stesso, lasciando il carrello. 
- Ragazze! - le salutai ancora strette nel nostro abbraccio. 
- Herm! Ci sei mancata così tanto! - disse Ginny appena ci fummo staccate. Dietro di loro, intanto, ci stava raggiungendo il mio migliore amico. Harry Potter. Abbracciai anche lui, tenendo per un attimo gli occhi chiusi, ma quando li riaprì vidi il mio ragazzo fissarci con evidente irritazione. Accanto a lui, Astoria Greengras gli parlava senza accorgersi che la sua totale attenzione era dedicata a me. Sorrisi a vederlo geloso. Alla maggior parte delle ragazze non piace che il proprio ragazzo sia geloso, ma a me sì. Infondo se è geloso è solo perché mi ama, Ron non era mai veramente geloso di me e infatti guardate com'è finita. Appena ci staccammo distolsi lo sguardo da Draco ma non feci a tempo a dire una parola che il treno fischiò. Prendemmo i nostri bagagli e salimmo sul Hogwarts Express. Quasi tutte le cabine erano piene, tranne una verso la fine dello scomparto che era completamente vuota. Prendemmo posto lì. 
- Allora Herm? Come sono andate le vacanze con quel rompipalle di Malfoy? - mi chiese Harry una volta seduti. Mi astenni dal dargli uno schiaffo per come l'aveva chiamato, solo presi un bel respiro per calmarmi. 
- Ehm... bene. - mentì. - Insomma ci siamo parlati pochissimo - bugia. - solo quando eravamo con i nostri genitori ci rivolgevamo la parola - grossa bugia. - e per il resto è rimasto il solito Malfoy di sempre. - enorme bugia. 
Ma Harry ci credette. - Quindi il solito stronzo. - commentò lui ridacchiando. Di nuovo dovetti fare un bel respiro per trattenermi dall'urlargli in faccia che no, non era uno stronzo ma sarebbe sembrato sospetto. E poi vedendo cosa Harry pensava di lui, ero ancora più sicura di voler aspettare a confessarlo a tutti. Le uniche persone a cui mi dispiaceva veramente tanto mentire erano Ginny e Luna. Insomma, anche Harry era il mio migliore amico, ma loro due erano come sorelle per me. Ginny ed Harry sedevano accanto e si tenevano per mano, scambiandosi sguardi dolci quando credevano di non essere visti. Ero molto felice per loro. Appoggiai la testa al finestrino e guardai il paesaggio che saettava davanti a noi, chissà cosa stava facendo Draco in quel momento... possibile che lui fosse in tutti i miei pensieri? Dovevo distrarmi. Afferrai la mia borsa e presi il libro che avevo messo dentro. Era quello trovato nella biblioteca della casa alle Hawaii, non ero ancora riuscita a finirlo dato che ogni volta che ci provavo Draco mi distraeva. Lo aprì e cominciai a leggere, isolamdomi da tutto il resto. Tempo due minuti e i suoi occhi grigi tornarono nella mia mente. Sentivo ancora il suo sapore sulle mie labbra, il suo profumo che impregnava i miei vestiti, anche se gli altri non dovevano essersene accorti. Mi tornò in mente il bacio che ci eravamo scambiati prima di partire, poi quello di stamattina prima che mia madre ci interrompesse e infine le svariate notti passate insieme durante quella meravigliosa estate. Continuai a fissare il libro senza vederlo realmente finché un particolare non attirò la mia attenzione. Una scritta sull'angolo in alto della pagina. 
" Ciao piccola! " diceva e riconobbi subito la calligrafia. Era di Draco! Appena realizzato la scritta scomparve e ne apparve un'altra. 
" Sai mi piacciono molto di più le giornate come queste. Con il sole ma con qualche nuvola. " aggrottai le sopracciglia. Cosa diavolo voleva dire? Stava impazzendo tutto insieme? La scritta scomparve di nuovo e ne apparve un ennesima. 
" Guarda fuori. " lo feci e per un momento non successe niente, poi delle nuvole si addensarono come a formare una piccola sfera, che dopo un attimo si andò a dividere e a formare due parole. 


TI AMO 


Si dissolse un attimo dopo e quando mi voltai vidi che i miei amici non si erano accorti di nulla. Abbassai lo sguardo sul libro. Un sorriso che si apriva sulle mie labbra. Per il resto del viaggio restai in silenzio, felice e sorridente. 
Qualche ora dopo scendemmo dal treno e cercai immediatamente con gli occhi una chioma bionda platino. Appena lo avvistai notai che anche lui mi stava guardando e appena si accorse che stavo ricambiando lo sguardo mi sorrise. Ben attenta a non farmi notare gli lanciai un bacio prima di sorridere a mia volta. Poi mi voltai di nuovo verso i miei amici. 
- Dai ragazzi andiamo. - disse Luna incamminandosi verso le carrozze. La seguimmo e appena preso posto notai l'assenza dell seconda chioma rossa.
- Ehi. Ma dov'è Ron? - 
- Te ne sei accorta solo ora? - fece Ginny con tono divertito. - Comunque è laggiù. - disse indicando un gruppo lontano. Era formato da Seamus Finnegan, Cormac Mclagen e una altro paio di persone che non conoscevo. Tra di loro c'era anche Ron. Ero sicura che era lì perché voleva evitarmi. Distolsi lo sguardo e lo puntai sul terriccio della strada che portava al castello. Un attimo dopo la carrozza partì.


- Io vado nel mio dormitorio per sistemare le mie cose. Ci vediamo dopo! - disse Luna andando nella casa di Corvonero. 
-Certo, ci vediamo dopo. - dissi salutandola con la mano. Si allontanò saltellando. Le nostre valige erano state trasportate nelle stanze e la mia in quella di Draco. 
- Dai andiamo a disfare le valigie. - disse Harry prendendo la mano della sua fidanzata. 
- Ehm... - feci attirando l'attenzione dei due. - Io... arrivo dopo. Devo fare una cosa. - dissi e prima che loro potessero dire qualcosa scomparvi dietro un angolo e camminai velocemente verso i sotterranei. Scesi le scale e attraversai il lungo corridoio, superando l'aula di Pozioni e l'ufficio di Piton. Arrivata all'entrata della mia nuova sala comune lui era lì, appoggiato al muro. Quando sentì i miei passi si voltò e mi sorrise. 
- Ciao! Ce l'hai fatta. - disse venendomi incontro. Mi prese per i fianchi e mi attirò a sé. 
- Già. - risposi mettendo le mani ai lati del suo collo e baciandolo. E il bacio si sarebbe prolungato molto se non avessimo sentito dei passi. 
- Andiamo. - sussurrò lui. Si voltò verso il quadro e pronunciò la parola d'ordine. - Malfoy. - 
- Non ci credo! - esclamai io mentre la porta si apriva. Lui mi lasciò un attimo, poi mi prese per mano e mi portò dentro. Nella sala comune non c'erano troppi alunni ma quei pochi si voltarono verso loro due e appena mi videro sgranarono un attimo gli occhi.
- Cosa avete da guardare? - chiese ad alta voce Draco. Tutti sussultarono a sentire il suo tono brusco, soprattutto quelli più giovani, e tornarono a fare quello che stavano facendo. Attraversammo la sala e lui mi portò nella sua... nostra camera. I colori predominanti erano, ovviamente, il nero, il verde e l'argento. Le pareti erano di colore scuro, il letto matrimoniale a baldacchino aveva le coperte verdi scuro con alcuni decori argentati. Un grande armadio dall'altra parte della stanza. Entrai nella stanza e mi guardai intorno, su una parete c'era un'altra porta. La aprì e notai che era il bagno, era quasi completamente bianco. Richiusi la porta e solo in quel momento notai il mio baule ai piedi del letto, accanto a quello di Draco. 
- Allora... ti piacie? - chiese lui chiudendo la porta. Annuì voltandomi verso di lui. Mi avvicinai e gli misi le braccia intorno al collo, mentre il biondo mi metteva le mani sui fianchi. 
- Malfoy? Sul serio? - chiesi sorridendo divertita. 
- Bè? Sono il Principe delle Serpi. È ovvio che il mio nome sia la parola per entrare. - rispose avvicinandosi lentamente alle mia labbra. Troppo lentamente. Alla fine colmai io la distanza. Le nostre labbra si unirono e un attimo dopo entrambe le nostre labbra erano socchiuse, le nostre lingue danzavano. 
- Che presuntuoso. - sussurrai tra un bacio e l'altro. Portai una mano sulla sua guancia mentre la sua si insinuava sotto la canottiera. Un attimo dopo ci ritrovammo sdraiati sul letto, io sotto e lui sopra di me. Con un veloce movimento mi tolse l'indumento e scese a baciarmi il collo e poi il petto, passò sull'incavo tra i seni e passò la lingua sul mio ventre. - Draco... - sussurrai con respiro affannoso. - Dovrei... sistemare tutto... - 
- Puoi farlo dopo. - rispose tornando sulle mie labbra. 
- Ma... - cercai di dire ma la sua bocca mi bloccò. Le parole mi morirono sulle labbra e così anche le mia intenzioni e mi arresi.


Dopo circa un'ora uscimmo dalla camera, sempre mano nella mano, e uscimmo dalla sala. Ci incamminammo  verso la Sala Grande per la prima cena dell'anno. Davanti alla porta, però, ci dovemmo lasciare. 
- Ci vediamo dopo. - disse lui dandomi un ultimo bacio. Entrò e si richiuse la porta alle spalle. Aspettai un paio di minuti e poi entrai anch'io. Andai a sedermi al mio posto, accanto a Neville e davanti a Ginny e Harry. 
- Ciao Herm! Ma dove sei stata tutto il pomeriggio? - chiese la mia migliore amica. 
- Te l'avevo detto. Dovevo fare una cosa. - risposi versandomi un po' di succo di zucca, e bevendo nervosamente. Appena poggiai di nuovo il bicchiere, ora vuoto, sul tavolo e miei occhi si posarono su un certo rosso in questione. Seduto lontano da noi, a mangiare. Mi guardava arrabbiato. Okay, non l'aveva ancora superata. Distolsi lo sguardo e lo puntai sulla mia cena. Di malavoglia cominciai a mangiare. Non mi piaceva mentire ai miei amici, non poter raccontare a nessuno quanto lo amavo ma sapevo che non ci avrebbero creduto, anzi, mi avrebbero chiamata traditrice, falsa, e di tutto di più. Probabilmente se la sarebbero presa anche con Draco e quella era l'ultima cosa che volevo. 
- Herm? - mi chiamò con voce canzonante Ginny. Alzai lo sguardo su di lei. - C'è un certo Serpeverde che non ti toglie gli occhi di dosso. - disse con malizia indicando con il mento il tavolo dietro di me. Mi voltai di poco e incontrai i suoi occhi grigi-celesti. Gli sorrisi lievemente e lui ne accennò appena uno, dato che Ginny non ci toglieva gli occhi di dosso. Non so per quanto avevamo continuato a guardarci, forse secondi o forse minuti. 
- Hermione? - mi sentì chiamare dalla mia amica. Mi voltai verso di lei, che mi guardava interrogativa. - È successo qualcosa con Malfoy, quest'estate? - 
- Cosa? Certo che no. - risposi facendo saettare lo sguardo da un posto all'altro della Sala, per non incontrare i suoi occhi indagatori. 
- Sì, ma allora quegli sguardi? - chiese di nuovo lei. 
- Niente, Ginny. - risposi con tono duro. Mi alzai e uscì velocemente. Camminavo velocemente senza avere una meta precisa finché non mi sentì afferrare per i fianchi. 
- Ehi! Dove scappi? - chiese una voce che conoscevo bene. Mi voltai sorridendo di poco e incontrai di nuovo i suoi occhi. 
- Non sto scappando. - risposi io.
- Ah no? - fece lui scettico. 
- No! - mi misi sulla difensiva. - Questo è uscire da una stanza perché non vuoi parlare più con una persona. - 
- Alias scappare. - replicò stringendomi maggiormente a sé. Gli avvolsi il collo con le braccia e lo avvicinai di più, se possibile. 
- Una Grifondoro, soprattutto se Granger, non scappa mai. - gli sussurrai sulle labbra. Lui fece un piccolo ghigno e culminò quei due millimetri che separavano le nostre labbra. Le nostre lingue si unirono in un nuovo bacio passionale. Mi mordicchiò il labbro inferiore facendomi sospirare. Mi spinse verso il muro la mia schiena si ritrovò a contatto con la superficie fredda del muro. Le mie mani andarono a intrecciarsi tra i suoi serici capelli, le sue mi strinsero maggiormente i fianchi per poi scendere sulle gambe e si insinuò sotto la gonna. Prima di andare a cena, ci eravamo entrambi cambiati e messi la divisa. Quasi sicuramente ci saremmo chiusi in un'aula vuota se... 
- Lo sapevo! - esclamò una voce accanto a noi. Mi staccai velocemente dal ragazzo e vidi che, all'inizio del corridoio c'era Ginny. Ci guardava con uno sguardo quasi disgustato, sguardo che mi ferì molto.  
- Ginny... - sussurrai. La ragazza guardò prima il ragazzo al mio fianco, che guardava a terra, e poi me. Scosse la testa e prese un altro corridoio. 
- Vai. - disse Draco. Mi voltai verso di lui. - Ti aspetto qui. - detto questo annuì e corsi verso il corridoio da cui era sparita. Le corsi dietro. 
- Ginny! - la chiamai ma lei non si fermò né voltò. Continuai a correre e arrivata vicino a lei la presi per il braccio e la fermai. 
- Che c'è? - fece voltandosi verso di me. La lasciai e feci un passo indietro. 
- Ascoltami. - dissi con il fiato corto a causa della corsa. - So quello che hai visto, ma... 
- Cosa, ma? Ma non era quello che pensi? Ma è stato lui  baciarmi? - mi interruppe la rossa guardandomi con gli occhi un po' più aperti. - Hermione, dimmi la verità. Tu e lui vi siete messi insieme, veramente? - 
- Io... - 
- La verità. - ripeté Ginny con voce ferma. La guardai negli occhi e capí che ormai era inutile mentire con lei. 
- Sì, stiamo insieme. - risposi sospirando. 
- Herm! Ma non ti rendi conto?? Quello vuole solo portarti a letto, appena fatto ti lascerà! - esclamò la mia amica. 
- Non è assolutamente vero! - dissi io, e lo sapevo bene dato che eravamo già andati a letto insieme. 
- E come fai a... - fece per dire ma si bloccò guardandomi. - Tu e lui avete già fatto sesso? - 
Sospirai abbassando lo sguardo. La sentì ridere senza divertimento. Fece per andarsene ma la bloccai di nuovo. 
- Senti hai ragione, su tutto quello che hai detto. Ma... dio! Lo amo. - esclami con voce un po' più alta. 
- E lui? Lui ti ama? - mi chiese incrociando le braccia. 
- Sì. - risposi sicura. Calò il silenzio tra di noi, ci guardavamo e basta. Alla fine parló. 
- Va bene. - disse sospirando. - Se vi amate io non posso fare nulla. Si vede che sei felice. - disse sorridendo appena. 
- Grazie. - dissi sospirando di sollievo. 
- Ma gli altri non lo sanno, vero? - chiese lei. 
- No... ma ti prego di non dire niente. Neanche a Luna. Voglio dirlo io. - la pregai prendendole la mano. 
- Va bene, va bene. Ma non tenerglielo nascosto per molto, si arrabbieranno di più. - mi consigliò, io annuì e le lasciai la mano. - Aspetta! Ma quando sei sparita, prima, eri con Malfoy? - 
- Bè... sì. E a proposito di questo, io mi sono trasferita nella sua camera e... - 
- Tranquilla. Ti copro. - disse lei sorridendo. Sorrisi anch'io e la abbracciai. Era la mia migliore amica e sapevo che potevo fidarmi di lei. Appena staccate lei stava ancora sorridendo. - Dai, vai dal tuo fidanzato. - 
Annuì e mi incamminai, questa volta con passo più tranquillo. E lui era ancora lì, dove aveva detto che mi avrebbe aspettato. Appena mi vide si staccò dal muro e vedendo il mio sorriso, mi sorrise anche lui. 
- Allora? So che il tuo sorriso dice tutto, ma voglio sentirtelo dire. - disse Draco. 
- Ha capito e ha detto che ci coprirà. - dissi mettendogli le braccia intorno al collo e gli diedi un bacio a fior di labbra. - Andiamo? Sono stanchissima. - 
- Sí, anch'io. - rispose lui prendendomi la mano. Entrammo nella sala comune, ancora vuota, e andammo verso la nostra camera. Un attimo dopo aver chiuso la porta si sentì un grande frastuono, segno che gli altri erano arrivati. Mi allontanai dalla porta e andai verso il mio baule. Lo aprì e cominciai a tirare fuori i vestiti e i vari libri. I libri, sia della scuola sia miei, li sistemai su alcuni scaffali liberi. Draco, intanto, se ne stava appoggiato al muro a fissarmi. 
Dopo poco sentì le sue braccia forti circondarmi la vita. Sorrisi e lo sentì baciarmi la guancia. - Posso darti una mano? - 
- Guarda che lo so che vuoi aiutarmi solo per dare un'occhiata alla mia biancheria. - dissi girando il collo per poterlo guardare. 
- Sono abbastanza sicuro di aver già visto la maggior parte della tua biancheria. - replicò lui facendo un piccolo ghigno. 
Mi avvicinai alle sue labbra ma prima che potessero entrare in contatto mi fermai. - Potrei stupirti. - dissi io. Voltai la testa e ripiegai una maglietta, presi le mani di Draco e le spostai, mi allontanai e andai verso l'armadio. Lo aprì e misi la maglietta in un cassetto libero. Ripresi a sistemare i miei vestiti mentre il mio ragazzo aveva ripreso la sua posizione. Finì un'ora più tardi, e tenní fuori solo il pigiama per quella sera. Lo presi e andai in bagno per cambiarmi. Mi tolsi le scarpe, le calze, la gonna, poi mi sfilai la cravatta e infine la camicetta, rimanendo in intimo. 
- Sei sicura? - sentì la voce di Draco dall'altra parte della porta. 
- Su cosa? - chiesi mentre mi infilavo i pantaloncini. Uscì dal bagno e lo trovai già disteso a letto, le braccia dietro la testa e già in boxer. Mi buttai accanto a lui, a pancia in giù, sollevata sui gomiti. 
- Insomma, sei sicura che ci possiamo fidare della Weasley? - chiese con voce un po'... incerta? 
- È la mia migliore amica. - risposi come se questo potesse spiegare tutto. 
- Certo, lo so. Ma potrebbe sempre decidere di dire tutto per vendicarsi di me. - disse lui guardando il soffitto. 
- Vero, ma sa che se lo facesse io mi arrabbierei molto. - 
- Ed è meglio non far arrabbiare Hermione Jean Granger. - fece lui ghignando. Sorrisi e mi sdraia meglio sul letto. Lui tirò le coperte e ci coprì entrambi, presi la mia bacchetta e con un incantesimo non verbale spensi la luce. La misi sul comodino e poggiai la testa sul cuscino. Un secondo dopo il braccio di Draco mi circondò la vita, e la mia schiena venne a contatto con il suo petto. 
- Buonanotte. - sussurrai chiudendo gli occhi. 
- 'Notte. - rispose lui dandomi un piccolo bacio sulla spalla. Poco dopo entrambi scivolammo tra le braccia di Morfeo. 

 

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Capitolo 10
*** Balli e gelosie ***


https://it.pinterest.com/explore/abiti-eleganti-908657263068/.            Abito Hermione
http://www.ysun.it/vestiti-eleganti-d5101.html.      Abito Ginny
http://www.bridesire.it/abiti-da-cerimonia_c125.     Abito Luna
BALLI E GELOSIE
Pov Hermione
Erano passati un paio di giorni da quando Ginny aveva scoperto la verità e, come promesso, non aveva detto niente a nessuno. Con Draco le cose andavano benissimo, lo amavo tantissimo e lui amava me. 
Con Ron la situazione era la stessa. Non mi aveva ancora rivolto la parola e mi evitava sempre. 
Ero nella camera di Ginny mentre lei si preparava per il suo appartamento con Harry. Anche tra loro due le cose andavano benissimo dopo quello che era successo a causa di Dean. 
- Come sto? - mi chiese voltandosi verso di me. Era favolosa. Indossava una gonna rossa lievemente gonfia e una maglietta nera. 
- Sei fantastica. - risposi io. Lei sorrise soddisfatta e mi raggiunse sul letto sedendosi accanto a me. La sua espressione cambiò con velocità, e divenne maliziosa. 
- Herm... - fece con un sorrisetto che non mi piaceva per niente. - Non mi hai ancora raccontato niente delle tue notti passate con Malfoy. - 
- Ma... Ginevra! - esclamai arrossendo violentemente. 
- Oh, andiamo! È chiamato il "Dio del sesso", voglio sapere se è vero. - 
- Eccome se è vero... - sussurrai ripensando anche soltanto alla scorsa notte. Lei emise un piccolo gridolino. - Ma cosa mi fai dire?! - esclamai tappandomi la bocca appena mi riscossi. 
- Per Merlino Hermione! Stai con Draco Malfoy! È normale che tu voglia parlarne con qualcuno. - quasi urlò lei e io le tappai la bocca. 
- Ginny! Qualcuno potrebbe sentirti. - dissi mentre lei scostava le mani. 
- Tranquilla ora raccontami tutto. - disse la mia migliore amica. Mi arresi e raccontai, non nei dettagli, le mie notti con il mio ragazzo. 
- Wow! - fece lei appena finì il mio racconto. - Ma praticamente fate sesso ogni giorno! - 
- Bè... praticamente... - dissi arrossendo ancora di più. Grazie la cielo in quel momento sentirono bussare. Ginny saltò giù dal letto e andò ad aprire. Mi salutarono velocemente e mi lasciarono entrambi sola nella stanza. Ancora rossa uscì anch'io dalla stanza e mi avviai nella mia prima di andare a cena. Appena aprì la porta vidi una testa bionda china su un libro mentre scriveva su una pergamena. Sorrisi e chiusi la porta, poi, facendo io più silenziosamente possibile mi avvicinai a lui e, quando fui abbastanza vicina, mi abbassai e da dietro gli buttai le braccia al collo. 
- Ehi! - esclamò lui divertito mentre girava la testa. Gli diedi un bacio a stampo e poggiai la testa sulla sua spalla. 
- Storia della Magia? - chiesi osservando il capitolo su cui era aperto il libro. 
- Già. - fece Draco con un sospiro. Portò una mano al mio braccio coperto dalla camicetta e lo accarezzò piano. Sapevo che detestava quella materia, non perché non gli riuscisse solo che la trovava noiosa. 
- Se vuoi dopo ti posso aiutare. - proposi voltando la testa nella sua direzione. Lui mi sorrise e annuì prima di darmi un altro dolce bacio. Non mi stancavo mai dei suoi baci, dal più casto al più passionale. 
- Andiamo a cena? Sto morendo di fame. - disse lui. 
- Certo. - risposi lasciandolo andare. Lui si alzò in piedi e, insieme, andammo in Sala Grande. Come sempre entrai prima io e lui rimase fuori. Appena varcai la soglia notai l'assenza di Ginny e di Harry al tavolo Grifondoro quindi andai a sedermi accanto a Neville. 
- Ciao Hermione. - mi saluta il mio amico. 
- Ciao Neville. - risponsi prima di cominciare a riempirmi il piatto. Dopo pochi minuti sento la porta della sala aprirsi e mi volto solo per incontrare i suoi occhi. L'avevo lasciato solo cinque minuti fa e già mi mancavano quegli occhi. Lui, senza smettere un secondo di guardarmi, raggiunse il suo tavolo e si siede accanto al suo migliore amico, Blaise. Mi ero seduta in modo tale da poterlo guardare senza che nessuno mi vedesse o avesse sospetti. Ci guardammo per momenti incredibilmente lunghi, poi abbassai lo sguardo sulla mia cena e cominciai a mangiare, continuando a sentire il suo sguardo su di me. Mangiai piano e in silenzio, totalmente concentrata sul biondino che sedeva al tavolo davanti al mio, fino a quando la mia attenzione, insieme a quella di tutti gli altri studenti non fu attirata dal preside. L'uomo raggiunse il suo solito posto dove teneva gli annunci importanti e guardò un attimo la sala, che pian piano si faceva più silenziosa aspettando le parole del vecchio preside. 
- Mi dispiace interrompere il nostro squisito banchetto con le mie chiacchiere ma ho un annuncio da farvi che... spero vi rallegrerà. - cominciò lui. - Io e gli altri insegnati abbiamo organizzato un ballo di inizio anno che si terrà tra due settimane esatte proprio qui, in Sala Grande. Per gli uomini è richiesto lo smoking mentre per le donne un vestito elegante. Ora vi lascio continuare la vostra cena. - finì il preside e tornò al suo posto, mentre la sala si riempiva di nuovo di brusii e chiacchere. Feci per guardare Draco quando una conversazione tra Lavanda e Callì attirò la mia attenzione. Tenendo lo sguardo sul tavolo tesi l'orecchio e le ascoltai. 
- Secondo te chi ci inviterà? - chiese Callì alla sua amica. 
- Non so... ma per me spero che sarà Draco. - rispose Lavanda con tono malizioso. Strinsi la forchetta che avevo in mano. 
- Già... è veramente sexy - fece l'altra. Morsi forte il labbro inferiore. - e poi stareste bene insieme. - aumentai la stretta finché le nocche non divennero bianche. 
- Sì... e poi mi piacerebbe almeno farmi un giro nel suo letto! - rispose Lavanda. Le unghie mi si conficcarono nel palmo. Avevo sentito abbastanza. Lascai andare la forchetta e mi alzai in piedi di scatto. Puntai lo sguardo su di lui e notai che anche mi stava fissando lievemente preoccupato. Gli feci un cenno praticamente invisibile e uscì dalla sala. Mi appoggiai alla  parete e lo aspettai, non ci volle molto. Draco uscì dalla porta e mi venne incontro. 
- Tutto... - cominciò ma lo interruppi. 
- Andiamo in camera. - dissi prendendolo per un braccio e trascinandolo  senza troppe cerimonie giù per i sotterranei e poi in camera. Chiusi la porta violentemente. 
- Ehi!  Così fai crollare la scuola. - scherzò prendendomi il viso tra le mani. Lo guardai negli occhi e in un secondo mi calmai. 
- Scusa. - sussurrai sorridendo lievemente. 
- E di che? - chiese retorico prima di abbracciarmi. Mi strinsi a lui e appena sciogliemmo l'abbraccio andammo verso la scrivania. Io feci per tirare fuori la bacchetta e trasfigurare qualcosa in una sedia ma lui mi prese per i fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe. 
- Allora... dove sei arrivato? - chiesi mentre lui faceva passare le braccia intorno alla mia vita e poggiava la testa sulla mia spalla. 
- Avevo appena finito di scrivere come si è conclusa la guerra, poi devo scrivere qualche parola su cosa è successo dopo. - rispose lui. 
- Okay! Allora ci manca poco. - dissi e cominciai a leggere il libro, per trovare il punto da cui iniziare. E lavorammo così. Io leggevo e riassumevo le parti più importanti mentre lui le scriveva sulla pergamena. Ogni tanto mi chiedeva di spiegargli un concetto e io lo facevo, anche se sapevo che era una scusa per riposarsi la mano e per guardarmi. 
Alla fine avevamo riempito due pagine di pergamena, compreso quello che aveva scritto da solo. 
- E finito. - disse lui scrivendo l'ultima parola. Prima che potessi alzarmi, però, lui mi prese in braccio a mò di sposa e mi portò sul letto, dove si sedette con la schiena alla ringhiera e mi fece risedere sulle sue gambe. Io mi accoccolai al suo petto e lui mi accarezzò le gambe. 
- Non credi che... sì, insomma, che dovremmo parlare del ballo? - chiesi dopo alcuni minuti di silenzio. 
- Sì, dovremmo. - fece Draco e dopo un respiro profondo per prendere coraggio iniziai a parlare. 
- È ovvio che non possiamo andarci insieme. Quindi... ti va se accettiamo il primo invito che ci viene fatto? - proposi con voce lievemente incerta. Lui sembrò accorgersene e mi mise due dita sotto il mento e lo alzò, per potermi guardare negli occhi. 
- Va bene. - rispose con tono dolce per rassicurarmi. Poi però una piccolo scintilla gli attraversò gli occhi e sembrò ricordarsi di qualcosa. - Tranne ex fidanzati. - disse pensando a Ron. 
- Tranquillo. Ron non mi parla da settimane quindi la possibilità che mi inviti è pari a zero. - dissi e a quelle parole sembrò risallarsi. Poi però fu il mio turno di mettere un tranne. - E Lavanda e Callì. - 
- Lavanda e Callì? Perché? - chiese con tono lievemente divertito. Lo guardai negli occhi e il mio sguardo gli sembrò bastare. - Per quello sei uscita così di fretta e infuriata dalla Sala? - chiese lui ghignando. 
- Questo non... oh! E se anche fosse? Comunque se una di loro te lo chiede tu rifiuta. - dissi decisa. 
- Okay, rifiuterò. - fece continuando a ghignare. In cuor mio però speravo veramente che nessuno ci invitasse, così, saremmo potuti andarcene senza troppi problemi.
Ovviamente le mie preghiere non furono esaudite. Gli inviti arrivarono in fretta. Draco fu invitato da Pansy Parkinson mentre io da Cormac Maclagen. Quando l'avevo detto a Draco avevo dovuto placcarlo per impedirgli di andare a rompergli la faccia per avermi messo gli occhi addosso. Intanto, in quelle settimane, le ragazze continuavano a sfilare davanti ai ragazzi da cui volevano essere invitate, mentre altre correvano da una parte all'altra del castello per consultarsi con un'amica sull'abito o sugli accessori. Io non mi preoccupavo dato che vi avrebbe pensato mia madre a mandarmi l'abito. Ovviamente Ginny era stata inviata da Harry, anche se non c'era bisogno di un invito, mentre Luna non ci volle dire chi l'aveva inviata. 
La sera del ballo arrivò in fretta. Adesso ero nella camera di Ginny insieme a lei e a Luna e ci stavamo preparando per la serata. Luna indossava un abito rosa corto davanti e lungo dietro, con una scollatura poco profonda, ai piedi un paio di tacchi argentei. Ginny, invece, un abito lungo fino al pavimento lilla con un decoro  intrecci sul corpetto e scollatura a cuore, un paio di decoltè dello stesso colore dell'abito. Infine, io indossavo un abito fucsia-rosso con scollatura a cuore e lungo fino al pavimento, una decorazione di diamanti sotto il seno. Era in tulle e molto leggero. Ai piedi portavo un paio di decoltè nere. Tutte e tre ci eravamo lasciate i capelli sciolti e portavamo un trucco leggero. Le otto si fecero in fretta e quindi anche l'ora di raggiungere i nostri cavalieri. Uscimmo dalla camera e andammo in Sala Comune. Io andai da Cormac, Ginny da Harry e Luna da...  Neville?? Bè, finalmente si era deciso a confessarle i suoi sentimenti! Cormac mi porse il braccio e io lo presi a malavoglia e insieme agli altri scendemmo in Sala Grande. Appena apparimmo sulla scalinata tutti gli occhi erano fissi su di loro, soprattutto quelli di una certa Serpe. Lo cercai con lo sguardo e lo vidi vicino alla parete con i suoi amici e la Parkinson che ci fissava. Fissava me con sguardo sognante mentre Cormac con uno sguardo di fuoco. Appena arrivati alla fine della scala andammo verso il tavolo delle bibite e prendemmo tutti qualcosa. 
- Benvenuti! - esclamò il preside. - Prima di aprire le danze voglio ringraziare tutti quelli che si sono dati da fare a organizzare questa serata. Che si aprono le danze! - fece lui e immediatamente partì la musica. Diverse coppie andarono in pista per ballare un lento o cose così mentre noi rimanemmo lì a parlare per un po'. Poi Luna e Neville andarono a ballare e con loro anche Harry e Ginny. La seconda, però, prima di andare mi aveva lanciato uno sguardo di incoraggiamento. Così io e Maclagen rimanemmo da soli. 
- Sai... con questo vestito sei molto sexy. - disse a un certo punto avvicinandosi lievemente. Io feci un passo indietro e sussurrai un "grazie". 
- Bella festa , vero? - chiese lui. 
- Sì... - feci guardando le persone che ballavano. Tra di loro c'erano anche Pansy e Draco. Lui le teneva le mani sui fianchi con disinteresse, neanche la guardava. Lei, invece, continuava a strusciarsi a lui con disinvoltura. 
- Perché non andiamo via? - chiese con tono malizioso. Mi voltai verso di lui e fui tentata di tirargli uno schiaffo. 
- No. - risposi secca e ferma. Mi voltai di nuovo verso la coppia che stavo fissando e notai che anche Draco ci stava fissando. All'improvviso mi venne un idea degna di una Serpe. Mi voltai di nuovo verso Cormac. - Andiamo a ballare? 
- Certo. - rispose lui posando il bicchiere che aveva in mano. Lo presi per mano e lo portai in pista, vicino alla coppia che stavo fissando fino a pochi secondi prima. Ci mettemmo nella loro stessa posizione, solo che io non mi stava strusciando addosso a Cormac, e iniziammo a ondeggiare. Io lanciavo alcuni sguardi a Draco per vedere le sue reazioni, e il suo sguardo lampeggiava, non mi sarei stupita se fossero usciti fulmini e saette. Né, Pansy, né Cormac sembravano essersi accorti delle nostre occhiate, oppure non volevano accorgersene. Quando la musica di concluse andai al tavolo delle bibite per prendere qualcosa. Una mano però mi afferrò un fianco e in un attimo mi ritrovai fuori dalla Sala, spalle al muro. Non ebbi il tempo per guardare chi mi aveva fatta uscire che delle labbra premettero contro le mie. Le conoscevo bene e ricambiai il bacio, un bacio quasi disperato. Lui mi leccò completamente le labbra prima di  chiedere l'accesso, accesso che gli venne subito concesso. Le nostre lingue  si unirono in una danza passionale, mentre le sue mani scivolavano veloci sul mio corpo e le mie si unirono tra i suoi capelli. Quando ci staccammo incontrai i suoi occhi ghiacciati. 
- Lo sai che ha volte sei una vera Serpe? - mi chiese retorico. 
- Davvero? Perché? - feci con finta innocenza. 
- Come ho detto sei una vera Serpe. - rispose prima di schiacciarmi di più alla parete e premendo la sua erezione contro la mia intimità. Gemetti lievemente. 
- Anche tu non sei da meno. - replicai con il respiro affannoso. 
- Grazie. - fece Draco ghignando. - Ti sei divertita a farmi ingelosire, vero? - 
- Molto. - 
- Sei stata brava. Ero a tanto così da venire lì, strapparti da lui e poi tirargli un pugno in faccia. - 
- Io non ti avrei fermato. - dissi convinta. Un attimo dopo le nostre labbra erano di nuovo attaccate in un bacio che esprimeva tutta la gelosia che avevamo provato in quelle poche ore. Mi prese per mano e mi portò nella nostra camera, stanchi di quel posto e soprattutto dei nostri accompagnatori. Lì, nel nostro nido, facemmo l'amore tutta la notte. E il giorno dopo, nessuno ci vide né per i corridoi né a pranzo né a cena. 
Quello che non sapevamo però era che qualcuno, la sera del ballo, ci aveva spiati e visti baciarci. Pronto per divulgare a tutti il nostro sporco e dolcissimo segreto... 
Okay, fa schifo come capitolo ed è veramente corto ma, come il prossimo, era necessario. Vederlo come... capitolo di passaggio, solo per introdurne un'altro. Anche il prossimo sarà più o meno così ma tranquilli perché stanno arrivando capitolo veramente belli che, per i più sensibili come me, faranno piangere. Grazie a tutti, un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo. 

https://it.pinterest.com/explore/abiti-eleganti-908657263068/.            Abito Hermione



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BALLI E GELOSIE




Pov Hermione




Erano passati un paio di giorni da quando Ginny aveva scoperto la verità e, come promesso, non aveva detto niente a nessuno. Con Draco le cose andavano benissimo, lo amavo tantissimo e lui amava me. 
Con Ron la situazione era la stessa. Non mi aveva ancora rivolto la parola e mi evitava sempre. 


Ero nella camera di Ginny mentre lei si preparava per il suo appartamento con Harry. Anche tra loro due le cose andavano benissimo dopo quello che era successo a causa di Dean. 
- Come sto? - mi chiese voltandosi verso di me. Era favolosa. Indossava una gonna rossa lievemente gonfia e una maglietta nera. 
- Sei fantastica. - risposi io. Lei sorrise soddisfatta e mi raggiunse sul letto sedendosi accanto a me. La sua espressione cambiò con velocità, e divenne maliziosa. 
- Herm... - fece con un sorrisetto che non mi piaceva per niente. - Non mi hai ancora raccontato niente delle tue notti passate con Malfoy. - 
- Ma... Ginevra! - esclamai arrossendo violentemente. 
- Oh, andiamo! È chiamato il "Dio del sesso", voglio sapere se è vero. - 
- Eccome se è vero... - sussurrai ripensando anche soltanto alla scorsa notte. Lei emise un piccolo gridolino. - Ma cosa mi fai dire?! - esclamai tappandomi la bocca appena mi riscossi. 
- Per Merlino Hermione! Stai con Draco Malfoy! È normale che tu voglia parlarne con qualcuno. - quasi urlò lei e io le tappai la bocca. 
- Ginny! Qualcuno potrebbe sentirti. - dissi mentre lei scostava le mani. 
- Tranquilla ora raccontami tutto. - disse la mia migliore amica. Mi arresi e raccontai, non nei dettagli, le mie notti con il mio ragazzo. 
- Wow! - fece lei appena finì il mio racconto. - Ma praticamente fate sesso ogni giorno! - 
- Bè... praticamente... - dissi arrossendo ancora di più. Grazie la cielo in quel momento sentirono bussare. Ginny saltò giù dal letto e andò ad aprire. Mi salutarono velocemente e mi lasciarono entrambi sola nella stanza. Ancora rossa uscì anch'io dalla stanza e mi avviai nella mia prima di andare a cena. Appena aprì la porta vidi una testa bionda china su un libro mentre scriveva su una pergamena. Sorrisi e chiusi la porta, poi, facendo io più silenziosamente possibile mi avvicinai a lui e, quando fui abbastanza vicina, mi abbassai e da dietro gli buttai le braccia al collo. 
- Ehi! - esclamò lui divertito mentre girava la testa. Gli diedi un bacio a stampo e poggiai la testa sulla sua spalla. 
- Storia della Magia? - chiesi osservando il capitolo su cui era aperto il libro. 
- Già. - fece Draco con un sospiro. Portò una mano al mio braccio coperto dalla camicetta e lo accarezzò piano. Sapevo che detestava quella materia, non perché non gli riuscisse solo che la trovava noiosa. 
- Se vuoi dopo ti posso aiutare. - proposi voltando la testa nella sua direzione. Lui mi sorrise e annuì prima di darmi un altro dolce bacio. Non mi stancavo mai dei suoi baci, dal più casto al più passionale. 
- Andiamo a cena? Sto morendo di fame. - disse lui. 
- Certo. - risposi lasciandolo andare. Lui si alzò in piedi e, insieme, andammo in Sala Grande. Come sempre entrai prima io e lui rimase fuori. Appena varcai la soglia notai l'assenza di Ginny e di Harry al tavolo Grifondoro quindi andai a sedermi accanto a Neville. 
- Ciao Hermione. - mi saluta il mio amico. 
- Ciao Neville. - risponsi prima di cominciare a riempirmi il piatto. Dopo pochi minuti sento la porta della sala aprirsi e mi volto solo per incontrare i suoi occhi. L'avevo lasciato solo cinque minuti fa e già mi mancavano quegli occhi. Lui, senza smettere un secondo di guardarmi, raggiunse il suo tavolo e si siede accanto al suo migliore amico, Blaise. Mi ero seduta in modo tale da poterlo guardare senza che nessuno mi vedesse o avesse sospetti. Ci guardammo per momenti incredibilmente lunghi, poi abbassai lo sguardo sulla mia cena e cominciai a mangiare, continuando a sentire il suo sguardo su di me. Mangiai piano e in silenzio, totalmente concentrata sul biondino che sedeva al tavolo davanti al mio, fino a quando la mia attenzione, insieme a quella di tutti gli altri studenti non fu attirata dal preside. L'uomo raggiunse il suo solito posto dove teneva gli annunci importanti e guardò un attimo la sala, che pian piano si faceva più silenziosa aspettando le parole del vecchio preside. 
- Mi dispiace interrompere il nostro squisito banchetto con le mie chiacchiere ma ho un annuncio da farvi che... spero vi rallegrerà. - cominciò lui. - Io e gli altri insegnati abbiamo organizzato un ballo di inizio anno che si terrà tra due settimane esatte proprio qui, in Sala Grande. Per gli uomini è richiesto lo smoking mentre per le donne un vestito elegante. Ora vi lascio continuare la vostra cena. - finì il preside e tornò al suo posto, mentre la sala si riempiva di nuovo di brusii e chiacchere. Feci per guardare Draco quando una conversazione tra Lavanda e Callì attirò la mia attenzione. Tenendo lo sguardo sul tavolo tesi l'orecchio e le ascoltai. 
- Secondo te chi ci inviterà? - chiese Callì alla sua amica. 
- Non so... ma per me spero che sarà Draco. - rispose Lavanda con tono malizioso. Strinsi la forchetta che avevo in mano. 
- Già... è veramente sexy - fece l'altra. Morsi forte il labbro inferiore. - e poi stareste bene insieme. - aumentai la stretta finché le nocche non divennero bianche. 
- Sì... e poi mi piacerebbe almeno farmi un giro nel suo letto! - rispose Lavanda. Le unghie mi si conficcarono nel palmo. Avevo sentito abbastanza. Lascai andare la forchetta e mi alzai in piedi di scatto. Puntai lo sguardo su di lui e notai che anche mi stava fissando lievemente preoccupato. Gli feci un cenno praticamente invisibile e uscì dalla sala. Mi appoggiai alla  parete e lo aspettai, non ci volle molto. Draco uscì dalla porta e mi venne incontro. 
- Tutto... - cominciò ma lo interruppi. 
- Andiamo in camera. - dissi prendendolo per un braccio e trascinandolo  senza troppe cerimonie giù per i sotterranei e poi in camera. Chiusi la porta violentemente. 
- Ehi!  Così fai crollare la scuola. - scherzò prendendomi il viso tra le mani. Lo guardai negli occhi e in un secondo mi calmai. 
- Scusa. - sussurrai sorridendo lievemente. 
- E di che? - chiese retorico prima di abbracciarmi. Mi strinsi a lui e appena sciogliemmo l'abbraccio andammo verso la scrivania. Io feci per tirare fuori la bacchetta e trasfigurare qualcosa in una sedia ma lui mi prese per i fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe. 
- Allora... dove sei arrivato? - chiesi mentre lui faceva passare le braccia intorno alla mia vita e poggiava la testa sulla mia spalla. 
- Avevo appena finito di scrivere come si è conclusa la guerra, poi devo scrivere qualche parola su cosa è successo dopo. - rispose lui. 
- Okay! Allora ci manca poco. - dissi e cominciai a leggere il libro, per trovare il punto da cui iniziare. E lavorammo così. Io leggevo e riassumevo le parti più importanti mentre lui le scriveva sulla pergamena. Ogni tanto mi chiedeva di spiegargli un concetto e io lo facevo, anche se sapevo che era una scusa per riposarsi la mano e per guardarmi. 
Alla fine avevamo riempito due pagine di pergamena, compreso quello che aveva scritto da solo. 
- E finito. - disse lui scrivendo l'ultima parola. Prima che potessi alzarmi, però, lui mi prese in braccio a mò di sposa e mi portò sul letto, dove si sedette con la schiena alla ringhiera e mi fece risedere sulle sue gambe. Io mi accoccolai al suo petto e lui mi accarezzò le gambe. 
- Non credi che... sì, insomma, che dovremmo parlare del ballo? - chiesi dopo alcuni minuti di silenzio. 
- Sì, dovremmo. - fece Draco e dopo un respiro profondo per prendere coraggio iniziai a parlare. 
- È ovvio che non possiamo andarci insieme. Quindi... ti va se accettiamo il primo invito che ci viene fatto? - proposi con voce lievemente incerta. Lui sembrò accorgersene e mi mise due dita sotto il mento e lo alzò, per potermi guardare negli occhi. 
- Va bene. - rispose con tono dolce per rassicurarmi. Poi però una piccolo scintilla gli attraversò gli occhi e sembrò ricordarsi di qualcosa. - Tranne ex fidanzati. - disse pensando a Ron. 
- Tranquillo. Ron non mi parla da settimane quindi la possibilità che mi inviti è pari a zero. - dissi e a quelle parole sembrò risallarsi. Poi però fu il mio turno di mettere un tranne. - E Lavanda e Callì. - 
- Lavanda e Callì? Perché? - chiese con tono lievemente divertito. Lo guardai negli occhi e il mio sguardo gli sembrò bastare. - Per quello sei uscita così di fretta e infuriata dalla Sala? - chiese lui ghignando. 
- Questo non... oh! E se anche fosse? Comunque se una di loro te lo chiede tu rifiuta. - dissi decisa. 
- Okay, rifiuterò. - fece continuando a ghignare. In cuor mio però speravo veramente che nessuno ci invitasse, così, saremmo potuti andarcene senza troppi problemi.


Ovviamente le mie preghiere non furono esaudite. Gli inviti arrivarono in fretta. Draco fu invitato da Pansy Parkinson mentre io da Cormac Maclagen. Quando l'avevo detto a Draco avevo dovuto placcarlo per impedirgli di andare a rompergli la faccia per avermi messo gli occhi addosso. Intanto, in quelle settimane, le ragazze continuavano a sfilare davanti ai ragazzi da cui volevano essere invitate, mentre altre correvano da una parte all'altra del castello per consultarsi con un'amica sull'abito o sugli accessori. Io non mi preoccupavo dato che vi avrebbe pensato mia madre a mandarmi l'abito. Ovviamente Ginny era stata inviata da Harry, anche se non c'era bisogno di un invito, mentre Luna non ci volle dire chi l'aveva inviata. 
La sera del ballo arrivò in fretta. Adesso ero nella camera di Ginny insieme a lei e a Luna e ci stavamo preparando per la serata. Luna indossava un abito rosa corto davanti e lungo dietro, con una scollatura poco profonda, ai piedi un paio di tacchi argentei. Ginny, invece, un abito lungo fino al pavimento lilla con un decoro  intrecci sul corpetto e scollatura a cuore, un paio di decoltè dello stesso colore dell'abito. Infine, io indossavo un abito fucsia-rosso con scollatura a cuore e lungo fino al pavimento, una decorazione di diamanti sotto il seno. Era in tulle e molto leggero. Ai piedi portavo un paio di decoltè nere. Tutte e tre ci eravamo lasciate i capelli sciolti e portavamo un trucco leggero. Le otto si fecero in fretta e quindi anche l'ora di raggiungere i nostri cavalieri. Uscimmo dalla camera e andammo in Sala Comune. Io andai da Cormac, Ginny da Harry e Luna da...  Neville?? Bè, finalmente si era deciso a confessarle i suoi sentimenti! Cormac mi porse il braccio e io lo presi a malavoglia e insieme agli altri scendemmo in Sala Grande. Appena apparimmo sulla scalinata tutti gli occhi erano fissi su di loro, soprattutto quelli di una certa Serpe. Lo cercai con lo sguardo e lo vidi vicino alla parete con i suoi amici e la Parkinson che ci fissava. Fissava me con sguardo sognante mentre Cormac con uno sguardo di fuoco. Appena arrivati alla fine della scala andammo verso il tavolo delle bibite e prendemmo tutti qualcosa. 
- Benvenuti! - esclamò il preside. - Prima di aprire le danze voglio ringraziare tutti quelli che si sono dati da fare a organizzare questa serata. Che si aprono le danze! - fece lui e immediatamente partì la musica. Diverse coppie andarono in pista per ballare un lento o cose così mentre noi rimanemmo lì a parlare per un po'. Poi Luna e Neville andarono a ballare e con loro anche Harry e Ginny. La seconda, però, prima di andare mi aveva lanciato uno sguardo di incoraggiamento. Così io e Maclagen rimanemmo da soli. 
- Sai... con questo vestito sei molto sexy. - disse a un certo punto avvicinandosi lievemente. Io feci un passo indietro e sussurrai un "grazie". 
- Bella festa , vero? - chiese lui. 
- Sì... - feci guardando le persone che ballavano. Tra di loro c'erano anche Pansy e Draco. Lui le teneva le mani sui fianchi con disinteresse, neanche la guardava. Lei, invece, continuava a strusciarsi a lui con disinvoltura. 
- Perché non andiamo via? - chiese con tono malizioso. Mi voltai verso di lui e fui tentata di tirargli uno schiaffo. 
- No. - risposi secca e ferma. Mi voltai di nuovo verso la coppia che stavo fissando e notai che anche Draco ci stava fissando. All'improvviso mi venne un idea degna di una Serpe. Mi voltai di nuovo verso Cormac. - Andiamo a ballare? 
- Certo. - rispose lui posando il bicchiere che aveva in mano. Lo presi per mano e lo portai in pista, vicino alla coppia che stavo fissando fino a pochi secondi prima. Ci mettemmo nella loro stessa posizione, solo che io non mi stava strusciando addosso a Cormac, e iniziammo a ondeggiare. Io lanciavo alcuni sguardi a Draco per vedere le sue reazioni, e il suo sguardo lampeggiava, non mi sarei stupita se fossero usciti fulmini e saette. Né, Pansy, né Cormac sembravano essersi accorti delle nostre occhiate, oppure non volevano accorgersene. Quando la musica di concluse andai al tavolo delle bibite per prendere qualcosa. Una mano però mi afferrò un fianco e in un attimo mi ritrovai fuori dalla Sala, spalle al muro. Non ebbi il tempo per guardare chi mi aveva fatta uscire che delle labbra premettero contro le mie. Le conoscevo bene e ricambiai il bacio, un bacio quasi disperato. Lui mi leccò completamente le labbra prima di  chiedere l'accesso, accesso che gli venne subito concesso. Le nostre lingue  si unirono in una danza passionale, mentre le sue mani scivolavano veloci sul mio corpo e le mie si unirono tra i suoi capelli. Quando ci staccammo incontrai i suoi occhi ghiacciati. 
- Lo sai che ha volte sei una vera Serpe? - mi chiese retorico. 
- Davvero? Perché? - feci con finta innocenza. 
- Come ho detto sei una vera Serpe. - rispose prima di schiacciarmi di più alla parete e premendo la sua erezione contro la mia intimità. Gemetti lievemente. 
- Anche tu non sei da meno. - replicai con il respiro affannoso. 
- Grazie. - fece Draco ghignando. - Ti sei divertita a farmi ingelosire, vero? - 
- Molto. - 
- Sei stata brava. Ero a tanto così da venire lì, strapparti da lui e poi tirargli un pugno in faccia. - 
- Io non ti avrei fermato. - dissi convinta. Un attimo dopo le nostre labbra erano di nuovo attaccate in un bacio che esprimeva tutta la gelosia che avevamo provato in quelle poche ore. Mi prese per mano e mi portò nella nostra camera, stanchi di quel posto e soprattutto dei nostri accompagnatori. Lì, nel nostro nido, facemmo l'amore tutta la notte. E il giorno dopo, nessuno ci vide né per i corridoi né a pranzo né a cena. 


Quello che non sapevamo però era che qualcuno, la sera del ballo, ci aveva spiati e visti baciarci. Pronto per divulgare a tutti il nostro sporco e dolcissimo segreto... 




Okay, fa schifo come capitolo ed è veramente corto ma, come il prossimo, era necessario. Vederlo come... capitolo di passaggio, solo per introdurne un'altro. Anche il prossimo sarà più o meno così ma tranquilli perché stanno arrivando capitolo veramente belli che, per i più sensibili come me, faranno piangere. Grazie a tutti, un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo. 

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Capitolo 11
*** Scoperte e visite ***


 

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SCOPERTE E VISITE
Pov Hermione
Dopo un'intera giornata passata con Draco, ora stavo andando alla mia Sala Comune. Avevo finalmente deciso di confessare tutto ai miei amici e volevo prima consultarsi con Ginny per avere un consiglio da lei per come fare. Nei corridoi, però, notai una cosa stana. Tutti continuavano a guardarmi e poi bisbigliavano tra di loro qualcosa, ma erano troppo lontani e parlavano a voce troppo bassa perché potessi capire cosa dicevano. Confusa raggiunsi il quadro della Signora Grassa e pronunciai la parola d'ordine. Il quadro rivelò l'apertura che portava alla torre di Grifondoro e la attraversai chiudendomi la porta dietro le spalle. Appena varcata la soglia tutte le chiacchere nella stanza cessarono e tutti avevano gli occhi puntati su di me. Mi guardai intorno per constatare che tutti mi stessero guardando. Si poteva quasi tocare la tensione presente nella stanza. 
Il silenzio tombale fu interrotto da passi frettolosi e arrabbiati proveniente dalla scala del dormitorio maschile, un attimo dopo sbucò Harry, seguito da Ginny, che si diresse verso di me. 
- Cosa diavolo ti è saltato in testa, me lo dici?! - mi urlò in faccia facendomi trasalire. 
- Di che stai parlando? - chiesi con voce insicura e spaventata. Purtroppo, sapevo già di cosa stava parlando ma speravo davvero tanto di sbagliarmi per una volta. 
- Di che sto parlando?! Lo sai benissimo! Sto parlando di Malfoy! - urlò ancora più forte. Tanto da far sussultare alcune studentesse del secondo anno. Mi guardai intorno un attimo, tutti ci stavano fissando con gli occhi lievemente sgranati. E come dargli torto? Infondo nessuno ci aveva mai visti litigare, neanche mi ricordavo l'ultima volta che l'avevamo fatto. 
- Come l'hai... - feci per dire ma qualcuno mi interruppe. 
- Gliel'ho detto io. - disse una voce alle mie spalle mi voltai incredula verso la parete lì vicino. Appoggiato svogliatamente c'era Ron che ci fissava lievemente divertito. - Vi ho visti gl'ieri sera, hai presente? Quando ti ha portata via dalla sala per fare quasi fare sesso nel corridoio. - a quelle parole arrossí violentemente e mi vennero le lacrime agl'occhi per la freddezza e la cattiveria che sentivo nella sua voce. 
- Quindi è questa la tua vendetta, è? - feci scuotendo la testa. 
- Questo non importa. - intervenne Harry. Tornai a voltarmi verso di loro e mi sembrava che si fosse leggermente calmato. Guardai Ginny che lo teneva per mano e faceva saettare lo sguardo da lui a me. - Tu ci hai mentito. Spudoratamente! Eravamo i tuoi compagni di casa. Tu hai mentito a me! - disse quell'ultima farese con una delusione infinita. Vedevo che gli occhi gli si stavano facendo lucidi. Una lacrima mi rigò la guancia a vederlo così e sapere che era per colpa mia mi faceva sentire anche peggio. - Tu non sei più la mia migliore amica. - disse in un sussurro prima di voltarsi e uscire velocemente dalla Sala diretto alla sua stanza, seguito da Ginny. Abbassai la testa, non volevo incontrare altri sguardi delusi, mentre il silenzio piombava di nuovo opprimente. Sentì qualcuno avvicinarsi ma non mi mossi per vedere chi. 
- Ricordati Granger. - sentì la voce di Ron che bisbigliava al mio orecchio, perché nessuno potesse sentire. - Questo è solo l'inizio. - sibilò lui. Io scossi lievemente la testa mentre un altra lacrima scivolava giù. Il mio ex si allontanò e tornò al muro. Senza perdere tempo mi voltai e uscì di corsa dalla Torre. Corsi, corsi e corsi. Giù per le scalinate e poi ancora per i corridoi semideserti. Uscì dal portone d'ingresso e corsi ancora, arrivata alla metà del giardino caddi in ginocchio sull'erba umida. Pioveva a dirotto ma non mi importava. Poggiai le mani sul terreno e continuai a piangere, le lacrime che si mescolavano alla pioggia, i capelli fradici, i vestiti attaccati al corpo. Non riuscivo a togliermi dalla testa lo sguardo deluso del mio migliore amico, la cattiveria nella voce di Ron, gli sguardi degl'altri miei compagni di casa. Era troppo, troppo da sopportare. E tutto quello solo per aver commesso l'errore di innamorarmi! Era stato un errore cedere al suo primo bacio? Di solito dagli errori si impara, e allora perché avevo ceduto anche al secondo ed ero finita a letto con lui, più volte? Perché mi ero sentita così felice quando mi aveva detto " Ti amo "? E perché io lo avevo detto a lui con così tanta semplicità? Ma infondo ci sono e ci saranno sempre degli errori che tutti commettiamo, errori quotidiani, a cui non c'è rimedio ma che si possono solo accettare e andare avanti. Innamorarsi era uno di quelli. E noi due, Hermione Jean Granger e Draco Lucius Malfoy avevamo commesso un errore. Un errore che probabilmente mi avrebbe cambiato la vita anche se ancora non sapevo se in meglio o in peggio. 
Dopo diversi minuti sentì qualcuno correre verso di me e inginocchiarsi accanto a me. Mi abbracciò e immersi il volto nel suo petto, sentendo il suo odore. Menta e tabacco. Mi strinsi a lui e mi lasciai perdere in braccio a mò di sposa. Mi portò dentro il castello e poi giù per i sotterranei e nella nostra stanza. Mi portò sul  letto e mi fece sedere lì, poi lo vidi andare in bagno e un attimo dopo tornò con un paio di asciugamani che posò accanto a me. Cominciò a sbottonarmi la camicetta zuppa e me la tolse, buttandola da una parte della stanza, poi prese l'ascugamano e asciugò lo stomaco e le braccia. Poi passò alla gonna e alle calze che tolse, insieme alle scarpe. Mi fece indossare una sua vecchia maglietta e poi mi mise una coperta intorno al corpo e solo in quel momento mi resi conto di aver veramente freddo. Ormai le lacrime si erano arrestate, lasciando solo dei residui sulle guance, gli occhi lucidi e il naso rosso, anche se probabilmente poteva essere dovuto al freddo. Senza dirmi una parola cominciò a cambiarsi a sua volta, dato che anche lui era bagnato. Io presi l'ascugamano posto ancora lì accanto e cominciai a stropicciarmi i capelli per togliere la maggior parte d'acqua. Anche lui fece lo stesso con i suoi capelli biondissimi e dopo un attimo si sedette accanto a me.  
Pov Draco
- Ora mi dici cos'è successo? - chiesi con tono dolce ma deciso. Me n'ero stato zitto per tutto il tempo, lasciandole il tempo per calmarsi, l'avevo asciugata, dato che non mi andava che si ammalasse a causa di... non so cosa! Un piccolo pensierino ce l'avevo ma preferivo scacciarlo e dire che non era quello. 
La vidi esitare un attimo prima che cominciasse a raccontare per filo e per segno quello che era successo solo una mezz'oretta fa. A ogni parola mi sentivo più arrabbiato, e alla fine, quando una lacrima le rigò il volto ricordando le parole che le avevano detto la Donnola e Potter, ero incazzato nero. L'avrebbero pagata cara per come l'avevano trattata e poi come si era permesso Potter di urlare in faccia?! E come si era permesso Lenticchia di minacciarla?! 
Tuttavia, anche se avevo una gran voglia di prendere la mia bacchetta e schiantare entrambi quei due coglioni per poi distruggere la Sala Comune Grifondoro, mi limitai ad asciugarle quell'unica lacrima per poi stringerla di nuovo tra le braccia. Rimanemmo così per un bel po', ma tanto io non avevo fame e lei sembrava non averne come me. 
- Vuoi andare a cena? - chiesi sperando in una risposta negativa. 
- No. Tu? - 
- Neanch'io. - risposi sorridendo tra me e me. 
- Ti va se andiamo a dormire? Sono molto stanca. - disse lei tirandosi leggermente indietro dal mio abbraccio, per potermi guardare. Io annuì, anche io ero molto stanco, e mi spogliai rimanendo in boxer, lei invece si tenne quella maglietta. Ci mettemmo sotto le coperte e io le circondai la vita con un braccio, per avvicinarla di più a me e feci aderire la sua schiena al mio petto. Ben presto ci addormentammo..
                                     **
Il mattino seguente mi svegliai abbastanza presto ma subito mi accorsi di una cosa. Hermione non c'era. Mi guardai intorno e la chiamai un paio di volte ma niente, sembrava essere uscita. Solo quando buttai un altra occhiata al letto che notai un bigliettino adagiato sul cuscino libero. Lo presi e lessi le poche righe che c'erano scritte. 
[ Buongiorno amore, 
Scusa ma sono dovuta correre in biblioteca a restituire un libro. Ci vediamo dopo a lezione! 
Tua, Hermione ] 
Amore... Amore... Amore! Mi aveva chiamato amore! Ero al settimo cielo, ed era incredibile come una semplice parolina potesse dare una simile gioia. 
" sono dovuta correre in biblioteca a restituire un libro ". La sua solita Hermione. Sorrisi e mi buttai giù dal letto. Entrai nel bagno e fui inondato dal suo dolce profumo alla vaniglia. Doveva essersi fatta la doccia poco tempo fa. Mi tolsi quell'unico indumento e feci una doccia veloce. Mi infilai l'uniforme ma prima di uscire e andare a colazione, qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti il mio migliore amico di sempre. Blaise. 
- Ciao amico! Andiamo a colazione? - chiesi afferrando la borsa con dentro i miei libri, sulla sedia però notai qualcosa di strano. Il libro di Trasfigurazione era posato lì, strano dato che ero sicuro di avere il mio. Poi però mi passò un pensiero per la testa e lo presi, infilando anche quello nella borsa. Uscì dalla camera e insieme a lui ci avviammo verso la Sala Grande. 
- Allora come va? - mi chiese Blaise infilandosi le mani nelle tasche. 
- Tutto bene, tu? - 
- Intendevo con la Granger. - 
- Oh! Va tutto benissimo, perché? - chiesi fermandomi e voltandomi verso di lui con sguardo interrogativo. Non avevo detto a nessuno della mia relazione con lei, solo a lui, come mi aveva chiesto Hermione.
- No, niente. Sono molto felice per voi, vedo che ti fa bene, ma mi raccomando non far cazzate. - disse lui. 
- In che senso, scusa? - chiesi riprendendo a camminare, seguito da Blaise. 
- Vedi i Grifondoro hanno sparso la voce che voi due state insieme. - disse con voce un po' esitante. Mi fermai di nuovo  voltai di scatto verso di lui. 
- Cos'hanno fatto quegl'idioti? -  chiesi con voce un po' troppo alta. 
- So che sei arrabbiato e sicuramente lo sarà anche lei, ma, come ti ho detto non devi fare cazzate. Per quanto la Granger possa odiare la sua casata in questo momento, non ti perdonerebbe mai se tu facessi del male a loro. Quindi promettimi che non farai cazzate per vendicarti di questo. - finito il suo piccolo monologo io ero senza parole. Per quanto volessi cruciare tutti i Grifondoro dal primo all'ultimo, tranne ovviamente Hermione e la sua migliore amica, Blaise aveva ragione. Hermione si sarebbe arrabbiata molto, probabilmente mi avrebbero espulso, e non ne valeva la pena. 
- Va bene, te lo prometto. - mi arresi alzando le mani in segno di resa. 
- Cazzo. La Granger ti sta veramente facendo bene. - commentò lui con un sorrisetto. 
- Perché? - 
- Perché?? Perché fino a quattro mesi fa non mi avresti mai dato ragione o rinunciato a una vendetta contro qualcuno, soprattutto se Grifondoro. Allora la Granger, oltre ad aver scongelato il tuo cuore di ghiaccio, ti ha anche messo un po' di buon senso lì dentro. - disse indicando con il mento la mia testa. Scoppiammo a ridere insieme e tornammo a camminare verso la Sala Grande. Appena entrati il mio sguardo andò immediatamente al tavolo dei rosso-oro e notai la sua assenza accanto alla Weasley. Dopo qualche minuto mi accorsi che la sala era caduta nel silenzio e che tutti ci stavano fissando. Scrollai le spale e come se niente fosse andai al mio posto, seguito dal mio migliore amico. Non mangiai molto, avevo troppa voglia di andare a lezione. O meglio, avevo voglia di vedere lei. Alle prime due ore avevo Trasfigurazione con i Grifondoro, poi Erbologia con i Tassorosso e infine Storia della Magia di nuovo con i Grifondoro. 
Arrivammo all'aula di Trasfigurazione appena finita la colazione. Appena entrato vidi Hermione, seduta da sola a uno dei banchi delle file in mezzo, che cercava come una furia qualcosa nella sua borsa. Avevo avuto ragione. Blaise, vedendo che tenevo lo sguardo fisso su di lei, mi diede una pacca sulla spalla e si allontanò, andando a sedersi accanto a Theo, Hermione, intanto, si era tirata su e fissava la cattedra del professore mentre si torturava l'orlo della gonna. Mi avvicinai a lei e appena le fui dietro le scoccai un bacio sulla guancia. 
- Buongiorno amore. - le sussurrai all'orecchio. 
- Giorno. - fece lei sorridendo lievemente, anche se le si leggeva negli occhi che era nervosa. Mi sedetti al banco accanto al suo. Sorrisi soddisfatto di me stesso per l'intuito e appena lei si voltò di nuovo verso quella cattedra tirai fuori il suo libro dalla borsa. Glielo misi davanti e lei guardò primo quello e me. 
- L'ho visto appoggiato su una sedia prima di uscire e ho intuito che fosse tuo. - spiegai guardando la sua reazione stupefatta. Senza dire una parola lei mi buttò le braccia al collo e mi abbracciò forte. Appena ci staccammo vidi che era appena entrato il pezzente con Potter e la Weasley femmina. Preso da un piccolo attacco... non so esattamente cosa. La baciai sotto gli occhi di tutti e lei, dopo un attimo di esitazione, ricambiò il bacio. Le leccai il labbro inferiore e lei mi concesse l'accesso facendo incontrare le nostre lingue. Mi passò le mani tra i capelli, accarezzando le punte. La volevo tantissimo ma, purtroppo, eravamo in pubblico. 
- Signor Malfoy, Signorina Granger. Potreste pomiciare in un altro posto e magari in privato? - chiese una voce. Ci staccammo e vidi che la McGranitt era entrata nell'aula e ci stava fissando. 
- Scusi professoressa. - sussurrò la mia ragazza allontanandosi e uscendo la mio abbraccio, per sedersi meglio. Anche io mi allontanai e tirai fuori il libro. 
La lezione passò più veloce di quello che volessi. Non avevo ascoltato una parola di quello che aveva detto la professoressa, continuavo a guardare Hermione. Lei, o almeno tentava, stava attenta alla lezione e continuava a prendere appunti di quello che diceva la McGranitt, di tanto in tanto si mordeva il labbro inferiore, cosa che le avevo fatto anch'io spesso. 
Appena suonò la campanella raccolsi la mia roba e aspettai che lei facessi lo stesso. La presi per mano e insieme uscimmo dall'aula. Anche nei corridoi ci fissavano tutti, ma né a me né a lei importava. 
- Che lezione hai adesso? - le chiesi mentre camminavamo lentamente per il corridoio senza una meta precisa. 
- Rune Antiche. Tu? - 
- Erbologia. - dissi io. 
- Allora... ci vediamo dopo. - disse Hermione fermandosi. Lasciò la mia mano a malincuore e mi scoccò un bacio sulla guancia. La guardai voltarsi e immischiarsi nella folla diretta alla sua lezione. Mi voltai anch'io e andai verso la serra. Appena entrato andai da Blaise, già al suo posto e mi misi accanto a lui. Poco dopo entrò la Sprite e cominciò la lezione. 
Pov Hermione
La mattinata era passata velocemente. Harry non mi rivolgeva la parola, Ron nemmeno e insieme a loro anche tutti i Grifondoro tranne Ginny. Ormai, quando non stavo con Draco, stavo con Ginny o con Luna. Adesso invece ero da sola in biblioteca, dopo aver pranzato, e stavo studiando. Ovviamente avevo già fatto tutti i compiti per la settimana prossima. Ero lì da un paio d'ore mentre Draco era agli allenamenti di Quidditch, di solito duravano di meno ma la squadra di Serpeverde non si allenava da diverse settimane a causa del maltempo e oggi dovevano rimediare. Ogni tanto mi guardavo intorno e li vedevo nella maggior parte del tempo fissarmi e bisbigliare con il compagno. Mi sentivo osservata e questa sensazione stava andando avanti da tutto il giorno. Sospirai e tornai a guardare il libro di Storia della Magia. 
Un ticchettio. Alzai la testa e vidi un gufo che batteva alla finestra. Mi alzai e andai ad aprire la finestra, avevo riconosciuto il gufo, era quello della mia famiglia, Hugo. Presi la lettera e lo feci posare sul mio braccio per leggerla. Era.da parte di mia madre. 
[ Cara Hermione 
Ti volevo informare che domani dobbiamo andare da tua zia Caroline. Porta anche Draco, ci farebbe piacere rivederlo. Ci vediamo domani a casa nostra, al Granger Manor, alle 10. A domani. 
Mamma] 
La voltai e scrissi che ci saremo stati poi la diedi di nuovo a Hugo e lo feci uscire. Richiusi la finestra e raccolsi la mia roba, pronta ad andare da Draco per dirglielo. Uscì velocemente dalla biblioteca e andai al campo di Quidditch. Salì le scale e raggiunsi le tribune più alte. Vagai con lo sguardo tra i giocatori che volavano da una parte all'altra del campo cercando una testa platinata. Vidi Blaise intento a lanciare la Pluffa verso uno dei cerchi e fare goal, poi alzai lo sguardo e finalmente lo vidi. Rincorreva il boccino, era veloce e molo agile sulla scopa. Probabilmente si era sentito osservato perché dopo aver preso quella pallina dorata, abbassò lo sguardo e incontrò il mio. Gli feci cenno di avvicinarsi e lui lo fece. 
- Ciao! Che ci fai qui? - chiese appena fu abbastanza vicino alla staccionata con cui terminavano le tribune. 
- Volevo dirti una cosa. Mia madre mi ha spedito una lettera in cui ci ha invitati domani a casa di mia zia. Tu... vieni, vero? - 
- Certo! - rispose lui annuendo lievemente. - Ma quale zia? - 
- Oh! Zia Caroline. Hai presente? - 
- Quella che ha divorziato otto mesi fa. - disse Draco annuendo di nuovo. Annuì a mia volta sorridendo lievemente. 
- Va bene, allora ti aspetto qui. - 
- Okay. Dovremmo finire tra mezz'ora. - disse lui. Si sporse verso di me e io mi avvicinai a mia volta. Ci scambiammo un bacio veloce e poi lui si allontanò. Mi sedetti e lo guardai volare da una parte all'altra del campo alla ricerca del boccino. Ogni volta che lo prendeva poi lo lasciava andare per poi inseguirlo di nuovo. Dopo un po' che lo guardavo spostai lo sguardo sulle tribune. Erano praticamente vuote e tutti quelli che erano presenti erano ragazze. Formavano più o meno tre gruppi e dovevano essere all'incirca al quinto o al sesto anno. Seguì lo sguardo del primo gruppo e vidi che stava fissando Draco. Poi seguì quello del secondo e infine del terzo, tutte stavano guardando Draco! Ero furiosa, continuavo a fissare quelle ragazze che ogni tanto emettevano dei risolini, probabilmente perché le erano passati per la testa dei pensieri poco casti su di lui. Stringevo i pugni mentre alcune si mordevano il labbro o si arrotolavano una ciocca di capelli su un dito. Distolsi lo sguardo e tornai a fissarlo sul mio ragazzo. Vidi che anche lui mi stava guardando e appena incontrai quelle iridi ghiacciate mi calmai. Quegl'occhi mi facevano sempre questo effetto, mi calmavano. Distesi di nuovo le mani e gli sorrisi per rassicurarlo, lui mi sorrise a sua volta e riprese ad allenarsi. Non mi voltai più verso quelle oche, tenevo gli occhi fissi sul MIO ragazzo. 
Dopo mezz'ora esatta Draco urlò ai suoi compagni che l'allenamento era finito e tutti i giocatori andarono verso gli spoiatoi. Scesi anch'io dalle tribune e raggiunsi gli spoiatoi e mi poggiai al muro rimanendo nel corridoio che terminava con l'entrata del campo, a lato due porte, gli spoiatoi. Dopo qualche minuto lo vidi uscire. Indossava una semplice maglietta nera e un paio di jeans. Si avvicinò e mi prese per i fianchi, per poi posare le sue labbra sulle mie. Gli passai le mani tra i capelli e lo avvicinai ancora di più a me, lui mi premette contro la parete. Mi morse il labbro inferiore e io ansimai sulle sue labbra, per poi riattaccare di nuovo le nostre labbra. Intanto le nostre lingue danzavano, una danza di cui non ci stancavamo mai. Lo desideravo da stamattina, quando mi aveva baciata in aula e adesso, davvero, non risistevo. 
Mi staccai di poco dalle sue labbra, rosse e gonfie per i baci. - Andiamo in camera? - chiesi con il respiro affannoso.
- Mi sembra un ottima idea. - rispose Draco, anche lui ansimava. Mi prese per mano e uscimmo dal campo. Camminammo molto velocemente e in due minuti fummo nei sotterranei e poi nella nostra camera. Mi sbatté contro il muro e riprese a baciarmi. Io gli passai le mani sul torace e poi tra i capelli. Draco mi prese in braccio e io gli avvolsi i fianchi con le gambe. Sentivo bene la sua erezione premere contro la mia intimità. Lui mi portò verso il letto e mi fece sdraiare per poi mettersi sopra di me, tenendosi con le braccia per non pesarmi addosso. Riprese a baciarmi le labbra, il collo, il petto e il ventre. Nessuno ci avrebbe cercato per le prossime ore quindi avevamo tutto il tempo. 
Pov Ginny
Passeggiavo mano nella mano con Harry sulle sponde del lago. Ero preoccupata per la situazione che si era creata tra Harry ed Hermione. Lei non gli parlava e lui nemmeno. Nessuno dei due sembrava intenzionato a fare il primo passo per riappacificarsi, entrambi troppo orgogliosi. 
- Allora, hai intenzione di parlare con Hermione? - chiesi io a un certo punto, lui si fermò e mi guardò a lungo basito. 
- Che stai dicendo? - 
- Ti ho chiesto se hai intenzione di parlare con Hermione. - ripetei decisa. Lui abbassò lo sguardo. - Andiamo Harry! È la tua migliore amica! - 
- No. La mia migliore amica non avrebbe mai fatto sesso con Malfoy, figuriamoci mettercisi insieme. - esclamò Harry lasciando la mia mano. 
- Harry! Non puoi fargli una colpa se si è innamorata. Anzi, se si sono innamorati. - 
- Malfoy non è innamorato di lei! La sta solo usando e la farà soffrire! - replicò lui incazzato. 
- E come fai a saperlo? Tu non li hai visti guardarsi, non hai visto gli sguardi che si lanciano e se li hai visti non hai prestato attenzione. Si vede lontano un miglio che si amano! - dissi con tono di voce un po' più alto. 
- Non ci credo e per rispondere alla tua domanda, no, non ho intenzione di parlarle. - detto questo si voltò e se ne andò senza lasciarmi il tempo di replicare. Abbassai lo sguardo e ripresi a camminare silenziosamente. Quello che gli avevo detto era vero. Io li avevo osservati durante le settimane in cui hanno finto che fosse tutto come prima, si poteva sentire l'elettricità pura nell'aria ogni volta che i loro sguardi si incontravano. Era una cosa molto intensa, questo si poteva vedere, sembravano legati l'uno all'altro. Lui si muoveva, lei si muoveva e viceversa. Stamattina, quando eravamo entrati in alula di Trasfigurazione li avevo visti abbracciati e un attimo dopo si erano baciati. Quasi avevo potuto vedere la loro bolla e sembrava che niente potesse entrarvi e interrompere quei loro momenti; certo, avevo dovuto trattenere sia mio fratello che Harry ma, sotto sotto, era stata una bella scena. Nonostante quello che diceva Harry ero sicura che si amassero. L'avevo letto negl'occhi della mia migliore amica quando cercava di convincermi di ciò, quando li avevo beccati a baciarsi. 
- Ciao Ginny! - una voce mi riscosse dai miei pensieri. Mi voltai e vidi Luna corrermi incontro. 
- Ciao Luna! Come va? - 
- Tutto bene, tu? - rispose lei con la sua solita aria dolce e un po' svampita. 
- Insomma. Ho appena litigato con Harry. - dissi abbassando lo sguardo triste.
- Cos'è successo? - chiese lei prendendo a camminare.
- Niente... Harry non accetta la relazione di Hermione con Malfoy e ho cercato di farlo ragionare. - spiegai seguendo  sesendomi accanto a lei su una roccia. 
- Già. Draco ed Hermione... - fece la mia amica. Mi voltai verso di lei  la vidi guardare il Lago pensierosa. 
- Tu cosa ne pensi? - 
- Io li ho sempre visti bene insieme ed ero sicura che prima o poi sarebbe successo. - rispose Luna come se fosse la cosa più normale del mondo. Io mi voltai stupita verso di lei. 
- Dici sul serio? - 
- Certo. - disse lei con una delicata scrollata di spalle. Annuì e le dissi che ero d'accordo con lei. Vederlo insieme che si sbaciucchiavano era ancora un po' strano ma vedevo che lei era felice e lui non sembrava da meno. Non ci restava che sperare. 
Pov Hermione 
Quella mattina mi svegliai abbastanza presto. Draco era già sveglio e mi stava accarezzando i capelli. 
- Giorno. - sussurrai sul suo petto nudo. Mi scostai lievemente dall'abbraccio per guardarlo. 
- Buongiorno amore. - disse lui depositandomi un bacio sulle labbra. 
Sentì delle lacrime di gioia salirmi agl'occhi. - Ripetilo. - 
- Cosa? Buongiorno? -  chiese confuso. Poi però sembrò capire e sorrise. - Amore? Bè è quello che sei. Sei l'amore della mia vita. - senza dire una parola lo baciai con un misto di dolcezza e passione. Mi misi a cavalcioni su di lui senza pensare al fatto che eravamo entrambi nudi e continuai  baciarlo, mentre lui si alzava e si metteva a sedere, stringendomi di più a lui. Dopo qualche altro bacio scese a baciarmi il collo. 
- Draco... Mmm.... Dob-dobbiamo prepararci... Mmm.... - balbettai tra un gemito e l'altro. 
- Sì, dovremmo. - confermò tra un bacio e l'altro senza però smettere. 
- D-dico sul s-serio. - balbettai ancora prima di gemere più forte quando scese di più e andò a baciarmi il seno. Mi prese un capezzolo tra le labbra e lo succhiò piano. Poi passò all'altro seno. - Draco... - mugulai eccitata. Sentivo che anche lui era eccitato. 
- Hermione... - sussurrò lui tornando su e baciandomi. - Ti voglio, adesso.- sussurrò tra un bacio e l'altro. 
- Allora prendimi, adesso. - risposi baciandolo di nuovo. Lui non se lo fece ripetere e mi penetrò. Cominciai a muovermi prima lentamente poi lui mi afferrò i fianchi e cominciò a muovermi, per darmi il ritmo. Ogni volta che arrivavo quasi all'apice, però, lui si fermava e usciva da me per poi ricominciare appena mi ero lievemente calmata. - Draco... ti prego! - ansimai dopo la terza volta che lo faceva. Lui, con un ghigno Made in Malfoy, mi penetrò nuovamente ma stavolta andò ancora più affondo e più velocemente, fino a farmi raggiungere l'apice seguita poco dopo da lui. 
Ancora ansimanti per l'orgasmo, scesi da lui e mi sedetti lì accanto. Lui mi avvolse le spalle con un braccio e mi tirò a sé. 
- Sai... credo che non ne avrò mai abbastanza. - disse con voce sensuale. 
- Neanch'io. - risposi ed era proprio vero. Adoravo fare l'amore con lui. - Okay! Ora però dobbiamo proprio prepararci. Dobbiamo essere a casa dei miei genitori tra meno di un'ora. - detto questo scesi dal letto e a passo deciso mi avvicinai all'armadio. Presi della biancheria pulita, i vestiti e andai in bagno, intanto, Draco, ancora sdraiato sul letto mi squadrava e studiavo ogni mio movimento. Entrai in bagno e mi feci una doccia veloce per togliermi il sudore di dosso. Con un colpo di bacchetta mi asciugai il corpo e i capelli  mi misi la biancheria che avevo preso. Poi mi infilai i vestiti. Indossai una maglietta bianca a maniche corte con una scritta nera e un paio di pantaloncini bianchi corti che mi        lasciavano le cosce coperte. Pettinai i capelli, lasciandoli scolti e uscì dal bagno. Anche Draco entrò in bagno e dopo qualche minuto ne uscì completamente vestito, anche lui era abbastanza casual, ossia una camicia e un paio di jeans. Mi misi un paio di stivaletti neri e, mano nella mano, uscimmo dalla camera, diretti a un camino per poter andare a casa dei miei. 
Arrivati in un'aula in disuso prendemmo un po' di metropolvere ed entrammo, sempre tenendoci per mano, dentro il camino. Draco allungò il braccio. 
- Granger Manor. - disse e lasciò cadere la polvere  terra. Un attimo dopo ci ritrovammo nel salotto di casa mia. Era deserto. Uscimmo dal camino  mi guardai intorno. Era tutto  come lo ricordavo. Arioso e spazioso. Un enorme divano di pelle bianca era posto davanti al delle porte a vetro che portavano in giardino. Adoravo quel posto. Uscì dal soggiorno e mi ritrovai nel corridoio, seguita dal mio fidanzato. Guardai l'ora all'orologio che avevo al polso e vidi che mancavano ancora dieci minuti all'ora prestabilita. Cominciai a percorrere quel corridoio abbastanza velocemente, sapevo dov'era mia madre. 
- Hermione dove stiamo andando? - mi chiese Draco seguendomi. 
- Da mia madre. - risposi senza voltarmi. Raggiunsi la sala da tè e bussai un paio di volte. Da dentro sentì la voce di mia madre che ci invitava ad entrare. Aprì la grande porta ex entrai in quella stanza. Quello, dopo la biblioteca, era il mio luogo preferito. Era molto simile al soggiorno ma un po' più luminosa. Mia madre era seduta su una delle quattro sedie poste intorno a un piccolo tavolino di vetro e beveva il suo solito tè mattutino. Mio padre non c'era. Appena la porta si aprì lei si voltò e appena ci vide sorrise  posò la sua tazza su un piattino per poi alzarsi  venire ad abbracciarmi. 
- Tesoro! - disse lei stringendomi. Sorrisi e ricambiai l'abbraccio. Appena staccate salutò anche Draco per poi invitarci a sedere con lei. - Allora... volete una tazza di tè? - 
- No, grazie. Io sono a posto così. - rifiutò gentilmente Draco. 
- Per me sì. - dissi io e mia madre chiamò Pippi, uno degl'elfi domestici della casa, che mi versò una tazza di tè e io, dopo averla ringraziata, la presi. Non mi piaceva sfruttare quei poveri elfi ma più di una avevo provato ad aiutarli a fare qualcosa ma loro avevano sempre rifiutato e alla fine avevo anche smesso di preoccuparmi per loro, dato che sembravano, in qualche modo, felici di lavorare lì. 
Portai la tazzina alle labbra e ne bevvi un sorso. Avevo preso la passione per il tè inglese da mia madre. Da piccola e qualche volta adesso, bevevo sempre e solo quello. 
- Mamma, dov'è papà? - chiesi dopo qualche minuto di silenzio. Ma prima che potesse rispondere dalla soglia apparve proprio lui. 
- Oh! Siete già arrivati! - esclamò appena ci vide. Io, dopo aver posato la tazzina sul tavolino, mi alzai e corsi ad abbracciarlo. - Ciao piccola mia. - 
- Ciao papà. - risposi sorridendo. Gli volevo un mondo di bene. Appena staccati lanciò uno sguardo a Draco. Okay che eravamo promessi ma lui era comunque il mio ragazzo. Sorrisi vedendo il biondo abbassare lo sguardo e poi mia madre che lanciava uno sguardo di fuoco a mio padre. Lasciai quest'ultimo e tornai dal mio ragazzo. 
- Bene. Allora andiamo. - disse papà prendendo mia madre per mano e portandola fuori porta. Io presi Draco e seguì i miei genitori. 
- Perché ho la vaga sensazione di non piacere a tuo padre? - mi chiese sussurrandolo al mio orecchio. 
- Perché è così. - risposi allungandomi per potermi avvicinare al suo orecchio. 
- Ma perché? Non ho fatto niente. - 
- Sei il mio ragazzo, ti odia di principio. - lo rassicurai sorridendo lievemente e continuado  a seguire i miei genitori. Appena giunti fuori notai che oltre all'auto dei miei genitori c'era anche quella di Draco! Ovviamente era super costosa, un auto sportiva nera lucida. ( Nota Autrice: come quella di Edward di Twilight. ) 
- La mia auto? - fece sorpreso. 
- Sì. - disse mia madre. - Dovremmo andare da Caroline delle persone normali, per quanto mi costa ammetterlo. Quindi voi due potete andare con questa. - detto questo mio padre tirò fuori un mazzetto di chiavi da una tasca dei suoi pantaloni e lo lanciò a Draco, che lo prese al volo. 
- Potete seguire noi. - disse lui e Draco girò l'auto per raggiungere il suo posto. Io salì dalla parte del passeggero e lui, appena messa la cintura, avviò la macchina e come detto seguì l'auto dei miei genitori. Uscimmo dal nostro vialetto e dopo un pezzo di strada raggiungemmo un'autostrada babbana. Il nostro Manor era molto vicino al mondo babbano, perché ai miei genitori era sempre piaciuto quel mondo, sotto sotto. Noi non eravamo i soliti Purosangue, quelli che disprezzano i babbani e i Mezzosangue, eravamo abbastanza... moderni, se così ci potevamo definire. 
- Cosa sai di mia zia? - gli chiesi. 
- So che si chiama Caroline, che ha 35 anni e che ha divorziato otto mesi fa. - rispose lui lasciandomi un'occhiata per poi riportarla sulla strada. 
- Okay... allora ti devo avvertire di un paio di cose. Mia zia si era sposata con un babbano quando aveva 24 anni. Hanno divorziato quando lei ha scoperto che lui la tradiva con un'altra. - 
- Il classico. - commentò lui battendo con il dito sul volante. 
- Già. Comunque dopo il divorzio lei ha affittato la casa in cui stiamo andando nel mondo dei babbani e continua a vivere come una di loro. Sai è... come dire innamorata di questo mondo. - raccontai tutto d'un fiato. 
- Okay... è un po' strano ma diciamocelo, la famiglia Granger è strana. - disse con tono divertito. Scoppiai a ridere dandogli piena ragione e dopo poco lui cominciò a ridere insieme a me. Momenti spensierati come quelli, ormai per noi, erano diventati un'abitudine. 
Arrivati a casa di mia zia vedo parcheggiate già diverse auto. Poi sposto lo sguardo sulla casa e sempre rimango i cantata. Era  un piccolo cottage stile inglese, che poi tanto piccolo non era. Aveva un delizioso ingresso decorato da diverse oiate esotiche e il giardino, come la casa, era stile inglese. Le pareti erano bianche con un piccolo camino che sbucava dal tetto marrone. Appena parcheggiato, mi sganciai la cintura e uscì dall'auto, ritrovandomi nella silenziosa via dove si affacciava questa casa. Il sole splendeva e faceva ancora abbastanza caldo per essere ottobre. Chiusi la portiera e mi guardai intorno. Anche mia madre era già uscita e papà lo stava facendo. Sentì Draco chiudere l'auto e mi venne vicino. 
- È bello qui. - commentò lui guardandosi intorno. 
- Sì. C'è una pace soprannaturale. - replicai prima di prenderlo per mano e, insieme, andammo verso la porta d'ingresso, seguiti dai miei genitori. Suonai il campanello e un attimo dopo ci venne ad aprire la padrona di casa. 
- Hermione! Ciao! - esclamò lei abbracciandomi. Caroline era in assoluto la mia zia preferita. Quando di staccò vide Draco e mi guardò con sguardo un interrogativo. 
- Oh! Giusto. Draco, lei è mia zia. - dissi rivolgendomi a lui. Poi mi voltai verso la donna. - Zia, lui è Draco Malfoy, il mio fidanzato. - 
- È un piacere conoscerla. - fece il ragazzo in questione allungando la mano libera. 
- Il piacere è mio. - rispose mia zia stringendola. - Dai! Entrate. - detto questo si fece da parte e ci fece passare. Sentì le voci comcitate della mia famiglia e li raggiunsi in soggiorno. 
- Ciao a tutti! - li salutai entrando sorridente. 
- Ciao! - mi salutarono in coro per poi spostare lo sguardo sul ragazzo teso accanto a me. 
- Ve bene, allora. Draco questa è tutta la mia famiglia. Lei è mia zia Melanie, sorella di mio padre. Lui è mio zio Matt, sempre da parte paterna. Poi i miei zii Rosalie e Frederick, lui è il fratello di mio padre. Mia zia Cloy, sorella di Caroline e di mia madre. Nonna Carol, da parte materna e... ma dov'è il nonno? - chiesi prendendomi contro della sua assenza. Appena pronunciata quella domanda lo vidi sbucare dalla cucina con un bicchierino in mano, probabilmente un margarita. Mio nonno beveva e non poco, e diciamo che i miei nonni non sono proprio i classici nonni che passano il loro tempo a giocare a scacchi dei maghi e cose così. 
- Qualcuno ha detto il mio nome? - chiese lui percorrendo con gli occhi la sala. 
- Io più o meno. - dissi raggiungendolo.
- Ciao tesoro. - fece lui stringendomi a sé. - Vuoi uno? - chiese poi appena staccati indicando il bicchiere. 
- No, grazie. - risposi sorridendo e tornando dal mio ragazzo. - Lui è mio nonno William, il padre di mio padre. - finì. Un attimo dopo però apparve l'ultimo membro della famiglia, il nostro Wolf, il cane di mia zia Caroline. Mi salta praticamente addosso e io mi abbasso per accarezzargli la testa. - Famiglia - dissi poi alzando lo sguardo verso tutti. - lui è Draco Malfoy, il mio ragazzo. - 
- Oh! È un piacere. - fece nonna alzandosi dalla poltrona su cui era seduta. - Almeno una si è trovata un bel ragazzo. - 
- Mamma! - fanno in coro le tre sorelle offese. 
- Bè? È vero. - commenta la donna senza esitare. 
- Comunque, dato che ci siamo tutti che ne dite di cominciare? - fece Frederick e tutti ci trovammo daccordo. Ci spostammo in cucina e io andai  sedermi all'isola che si trova tra la cucina e la finestra dietro di me. Alcuni rimangono in piedi, mentre mia nonna, Cloy e Matt si siedono al tavolo di legno dove facciamo i pranzi in famiglia. 
- Trovato qualcosa? - fece Cloy a Caroline, poggiata all'isola davanti a me. 
- No. E ve l'ho già detto, me la cavo benissimo così e mi sto già riprendendo. - rispose lei. 
- E come? Urlando a un macellaio che non vuoi altro pollo perché sei divorziata? - intervenni con un sorrisetto. 
- Come... - 
- Me lo ha detto nonna. - la precedetti indicando con un cenno della testa la donna. 
- Mamma! - esclamò Caroline voltandosi verso di lei. 
- Che c'è? Volevo solo avvertire mia nipote che se per caso dovesse divorziare di non finire così. - si difese lei. 
- Ascoltate, io sto bene così, okay? Non sono pronta per... - 
- Zia - la interruppi. - sono passati otto mesi. Non credi sia il momento di... rimettersi in carreggiata? - 
- Bè... ma non so neanche da dove cominciare! - esclamò la diretta interessata. 
- Ma per quello ci siamo noi! - fece Melanie e tutti tirarono fuori diverse foto di uomini che dovevano avere all'incirca l'età della zia. Anche io ne tirai fuori un paio mettendole sul bancone. Intanto sentì le braccia di Draco che mi avvolgevano la vita. 
- Ma allora l'avete fatto davvero! - 
- E cosa credevi? - fece mia madre sorridendo. 
- Io ho un paio di colleghi che hanno divorziato da poco. - iniziò Melanie andando al frigo e, utilizzando delle calamite, attaccando le foto. 
- Io invece ho un amico che è ancora single. - fece Cloy passando la foto a Melanie. 
- Io un paio di colleghi. - fece mamma passando le foto. 
- Tutto qui? - fece il nonno. - Frederick tu hai qualche amico single? - 
- Single no, però se ti interessa fare solo un po' di sesso tre o quattro ci sono. - disse lui andando verso il frigo per attaccarle. 
- Aspetta. - lo fermai e lui si voltò verso di me. - Le storie di solo sesso mettile dall'altra parte. - dissi indicando l'altra anta del frigo, completamente vunota. Accarezzai piano il braccio di Draco e intrecciai le dita con le sue. 
- Hermione, tu hai qualcuno? - chiese Rosalie. 
- Bè... ho un paio di professori che non hanno la fede al dito, escludendo tipi strani. - risposi allungando un paio di foto a Frederick. Lui le prese e le attaccò al posto giusto. 
- Quando gliele hai fatte? - mi chiese Draco all'orecchio. 
- Durante le lezioni quando non vedevano. - risposi voltandomi verso di lui e sussurrando a mia volta. 
- Non me ne sono accorto. - 
- Sono molto brava a fare cose di nascosto. - dissi con un sorrisetto avvicinando il viso al suo, già abbastanza vicini. 
- E non solo in quello. - replicò lui avvicinandosi a sua volta. Le nostre labbra si incontrarono in un dolce bacio che si fece   più passionale, ma ovviamente i miei parenti rompipalle dovettero interrompere il nostro momento. 
- Ragazzi? Ci siamo anche noi. - disse la voce di mia zia Melanie. Mi staccai da lui continuado ad accarezzargli la guancia. Intanto la discussione durò ancora per un'ora, tutti proponevano qualcuno, che fosse un amico, un collega o un conoscente. Io mi astenevo e prestavo attenzione solo al mio ragazzo, a cui avevo preso a spiegargli quello che stavamo facendo. Dopo che mia zia aveva divorziato, due mesi dopo, abbiamo più o meno tutti avevano tentato di farla uscire con qualcuno ma lei si era sempre opposto dicendo che era troppo presto e su quello le davo ragione. Ora, però, mi ero alleata con gli altri per farla uscire con qualcuno.
- Signori sì è fatto un po' tardi che ne dite se pranziamo qui? - fece Melanie. 
- Sì, rimanete. Preparo qualcosa al volo. - disse Caroline annuendo. Tutti, tranne la padrona di casa, ci avviammo fuori, dato che avremmo pranzato lì. 
- Facciamo un giro? - chiesi a Draco e lui annuì. Avvertì i miei genitori e lo portai lontano dal gruppo, che intanto si era seduto a un tavolo. 
- Sono fighi i tuoi parenti. - disse lui mentre stavamo camminando per una piccola stradina di sassi costeggita da cespugli e fiori bellissimi. 
- Fighi? - 
- Sì... sicuramente più dei miei. - 
- Quello sì. - dissi senza riflettere, poi però pensai a quello che gli avevo detto e mi fermai e mi misi la mano davanti alla bocca. - Scusa! Io non... 
- Tranquilla! Lo penso anch'io. - disse lui ridendo. Mi unì a lui nelle risate e, ancora sorridendo, riprendemmo a camminare. Alla fine della stradina c'era un bellissimo gazebo bianco con un tavolino e due sedie. Salgo gli scalini e mi appoggio alla staccionata, dopo un attimo sento le sue braccia abbracciarmi da dietro.  
** 
- Eccoci! - fece Caroline uscendo dalla casa con un vassoio di polpette in mano. Accanto a lei c'era Rosalie che portava una ciotola di insalata. Arrivarono alla tavola e li lasciarono più o meno in mezzo. Intanto io avevo assunto un espressione quasi da ebete alla vista di quelle polpette. Le amavo, quando ero piccola e i miei genitori dovevano lavorare spesso mi portavano lì e a pranzo mi faceva quasi sempre quelle. Ci servimmo tutti e cominciammo a mangiare. 
- Ti piacciono tanto, eh? - chiese Draco accanto a me. Mi voltai verso di lui e lo vidi ghignare. 
- Bè... sì. - dissi imbarazzata. - Le mangiavo sempre da piccola. -
- Oggi sto scoprendo molte più cose di te da piccola. - commentò lui. Non replicai, solo sorrisi, e tornai a mangiare. 
- Voi avete sentito cos'è successo a Felice? - chiese Frederick. 
- No, cos'è successo? - fece Melanie. 
- Ha avuto un esaurimento nervoso. Lo sai che lui è sua madre litigano sempre e l'ultima volta ha avuto questo esaurimento e l'ha picchiata. Hanno chiamato gli Auror e lui, per non farsi prendere, si è buttato di sotto dal balcone. - 
- E voi l'avete visto? - 
- No, io ero a lavoro. - 
- Papà, tu? - fece lei voltandosi verso il nonno. 
- No! Nostro padre non si accorge mai di nulla. - fa Frederick facendoci ridere tutti e il diretto interessato fu d'accordo. 
Il resto del pranzo filò liscio e appena finito di pranzare andammo in soggiorno. Mi sedetti sull'isola del divano, poggiata a Draco, dietro di me che mi abbracciava. 
- Allora da quanto state insieme? - chiese Frederick. 
- Cioè guarda che famiglia di pettegoli che hai! - fece Melanie a me. 
- Già! - feci ridendo. - Comunque stiamo insieme da... - feci per dire tre mesi ma mi bloccai vedendo con la coda dell'occhio i miei genitori. - un anno e mezzo. - 
- Cavolo! - commentò nonna con un piccolo sorriso. 
- E Draco... è vero che la tua famiglia ha un gran bel conto in banca? - chiese Cloy. 
- Bè... sì. I Malfoy sono sempre stati una famiglia abbastanza ricca. - rispose lui. Dopo quelle poche domande su di noi la convenzione durò una mezz'ora ma, grazie al cielo, non fu incentrata sulla nostra relazione. 
**
- Ora noi dobbiamo proprio tornare a scuola. - dissi alzandomi dal divano e trascinando Draco con me. 
- Certo. Allora ci vediamo la prossima volta. - fece Caroline sorridendo. Ci accompagnò all'ingresso e appena fummo usciti chiuse la porta e tornò dagl'altri. I miei genitori sarebbero tornati a casa più tardi. Salimmo in auto e tornammo a casa mia. 
Parcheggiò l'auto davanti all'ingresso del Manor ed entrammo. 
- Lascia pure le chiavi lì. - gli dissi indicando il tavolino nel soggiorno. Lui le posò lì ed entrammo nel camino. Lui lanciò la polvere e pronunciò il nome della scuola. Ci ritrovammo nella stessa aula da cui eravamo partiti. 
Ciao a tutti! Che ne dite? Non è proprio il massimo ma vi prometto che il prossimo capitolo sarà migliore. Mi raccomando recensite e vi consiglio di vedere la foto che ho messo all'inizio perché rappresenta esattamente la scena del pranzo. Ci vediamo al prossimo capitolo! 

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SCOPERTE E VISITE




Pov Hermione


Dopo un'intera giornata passata con Draco, ora stavo andando alla mia Sala Comune. Avevo finalmente deciso di confessare tutto ai miei amici e volevo prima consultarsi con Ginny per avere un consiglio da lei per come fare. Nei corridoi, però, notai una cosa stana. Tutti continuavano a guardarmi e poi bisbigliavano tra di loro qualcosa, ma erano troppo lontani e parlavano a voce troppo bassa perché potessi capire cosa dicevano. Confusa raggiunsi il quadro della Signora Grassa e pronunciai la parola d'ordine. Il quadro rivelò l'apertura che portava alla torre di Grifondoro e la attraversai chiudendomi la porta dietro le spalle. Appena varcata la soglia tutte le chiacchere nella stanza cessarono e tutti avevano gli occhi puntati su di me. Mi guardai intorno per constatare che tutti mi stessero guardando. Si poteva quasi tocare la tensione presente nella stanza. 
Il silenzio tombale fu interrotto da passi frettolosi e arrabbiati proveniente dalla scala del dormitorio maschile, un attimo dopo sbucò Harry, seguito da Ginny, che si diresse verso di me. 
- Cosa diavolo ti è saltato in testa, me lo dici?! - mi urlò in faccia facendomi trasalire. 
- Di che stai parlando? - chiesi con voce insicura e spaventata. Purtroppo, sapevo già di cosa stava parlando ma speravo davvero tanto di sbagliarmi per una volta. 
- Di che sto parlando?! Lo sai benissimo! Sto parlando di Malfoy! - urlò ancora più forte. Tanto da far sussultare alcune studentesse del secondo anno. Mi guardai intorno un attimo, tutti ci stavano fissando con gli occhi lievemente sgranati. E come dargli torto? Infondo nessuno ci aveva mai visti litigare, neanche mi ricordavo l'ultima volta che l'avevamo fatto. 
- Come l'hai... - feci per dire ma qualcuno mi interruppe. 
- Gliel'ho detto io. - disse una voce alle mie spalle mi voltai incredula verso la parete lì vicino. Appoggiato svogliatamente c'era Ron che ci fissava lievemente divertito. - Vi ho visti gl'ieri sera, hai presente? Quando ti ha portata via dalla sala per fare quasi fare sesso nel corridoio. - a quelle parole arrossí violentemente e mi vennero le lacrime agl'occhi per la freddezza e la cattiveria che sentivo nella sua voce. 
- Quindi è questa la tua vendetta, è? - feci scuotendo la testa. 
- Questo non importa. - intervenne Harry. Tornai a voltarmi verso di loro e mi sembrava che si fosse leggermente calmato. Guardai Ginny che lo teneva per mano e faceva saettare lo sguardo da lui a me. - Tu ci hai mentito. Spudoratamente! Eravamo i tuoi compagni di casa. Tu hai mentito a me! - disse quell'ultima farese con una delusione infinita. Vedevo che gli occhi gli si stavano facendo lucidi. Una lacrima mi rigò la guancia a vederlo così e sapere che era per colpa mia mi faceva sentire anche peggio. - Tu non sei più la mia migliore amica. - disse in un sussurro prima di voltarsi e uscire velocemente dalla Sala diretto alla sua stanza, seguito da Ginny. Abbassai la testa, non volevo incontrare altri sguardi delusi, mentre il silenzio piombava di nuovo opprimente. Sentì qualcuno avvicinarsi ma non mi mossi per vedere chi. 
- Ricordati Granger. - sentì la voce di Ron che bisbigliava al mio orecchio, perché nessuno potesse sentire. - Questo è solo l'inizio. - sibilò lui. Io scossi lievemente la testa mentre un altra lacrima scivolava giù. Il mio ex si allontanò e tornò al muro. Senza perdere tempo mi voltai e uscì di corsa dalla Torre. Corsi, corsi e corsi. Giù per le scalinate e poi ancora per i corridoi semideserti. Uscì dal portone d'ingresso e corsi ancora, arrivata alla metà del giardino caddi in ginocchio sull'erba umida. Pioveva a dirotto ma non mi importava. Poggiai le mani sul terreno e continuai a piangere, le lacrime che si mescolavano alla pioggia, i capelli fradici, i vestiti attaccati al corpo. Non riuscivo a togliermi dalla testa lo sguardo deluso del mio migliore amico, la cattiveria nella voce di Ron, gli sguardi degl'altri miei compagni di casa. Era troppo, troppo da sopportare. E tutto quello solo per aver commesso l'errore di innamorarmi! Era stato un errore cedere al suo primo bacio? Di solito dagli errori si impara, e allora perché avevo ceduto anche al secondo ed ero finita a letto con lui, più volte? Perché mi ero sentita così felice quando mi aveva detto " Ti amo "? E perché io lo avevo detto a lui con così tanta semplicità? Ma infondo ci sono e ci saranno sempre degli errori che tutti commettiamo, errori quotidiani, a cui non c'è rimedio ma che si possono solo accettare e andare avanti. Innamorarsi era uno di quelli. E noi due, Hermione Jean Granger e Draco Lucius Malfoy avevamo commesso un errore. Un errore che probabilmente mi avrebbe cambiato la vita anche se ancora non sapevo se in meglio o in peggio. 
Dopo diversi minuti sentì qualcuno correre verso di me e inginocchiarsi accanto a me. Mi abbracciò e immersi il volto nel suo petto, sentendo il suo odore. Menta e tabacco. Mi strinsi a lui e mi lasciai perdere in braccio a mò di sposa. Mi portò dentro il castello e poi giù per i sotterranei e nella nostra stanza. Mi portò sul  letto e mi fece sedere lì, poi lo vidi andare in bagno e un attimo dopo tornò con un paio di asciugamani che posò accanto a me. Cominciò a sbottonarmi la camicetta zuppa e me la tolse, buttandola da una parte della stanza, poi prese l'ascugamano e asciugò lo stomaco e le braccia. Poi passò alla gonna e alle calze che tolse, insieme alle scarpe. Mi fece indossare una sua vecchia maglietta e poi mi mise una coperta intorno al corpo e solo in quel momento mi resi conto di aver veramente freddo. Ormai le lacrime si erano arrestate, lasciando solo dei residui sulle guance, gli occhi lucidi e il naso rosso, anche se probabilmente poteva essere dovuto al freddo. Senza dirmi una parola cominciò a cambiarsi a sua volta, dato che anche lui era bagnato. Io presi l'ascugamano posto ancora lì accanto e cominciai a stropicciarmi i capelli per togliere la maggior parte d'acqua. Anche lui fece lo stesso con i suoi capelli biondissimi e dopo un attimo si sedette accanto a me.  


Pov Draco


- Ora mi dici cos'è successo? - chiesi con tono dolce ma deciso. Me n'ero stato zitto per tutto il tempo, lasciandole il tempo per calmarsi, l'avevo asciugata, dato che non mi andava che si ammalasse a causa di... non so cosa! Un piccolo pensierino ce l'avevo ma preferivo scacciarlo e dire che non era quello. 
La vidi esitare un attimo prima che cominciasse a raccontare per filo e per segno quello che era successo solo una mezz'oretta fa. A ogni parola mi sentivo più arrabbiato, e alla fine, quando una lacrima le rigò il volto ricordando le parole che le avevano detto la Donnola e Potter, ero incazzato nero. L'avrebbero pagata cara per come l'avevano trattata e poi come si era permesso Potter di urlare in faccia?! E come si era permesso Lenticchia di minacciarla?! 
Tuttavia, anche se avevo una gran voglia di prendere la mia bacchetta e schiantare entrambi quei due coglioni per poi distruggere la Sala Comune Grifondoro, mi limitai ad asciugarle quell'unica lacrima per poi stringerla di nuovo tra le braccia. Rimanemmo così per un bel po', ma tanto io non avevo fame e lei sembrava non averne come me. 
- Vuoi andare a cena? - chiesi sperando in una risposta negativa. 
- No. Tu? - 
- Neanch'io. - risposi sorridendo tra me e me. 
- Ti va se andiamo a dormire? Sono molto stanca. - disse lei tirandosi leggermente indietro dal mio abbraccio, per potermi guardare. Io annuì, anche io ero molto stanco, e mi spogliai rimanendo in boxer, lei invece si tenne quella maglietta. Ci mettemmo sotto le coperte e io le circondai la vita con un braccio, per avvicinarla di più a me e feci aderire la sua schiena al mio petto. Ben presto ci addormentammo..


                                     **


Il mattino seguente mi svegliai abbastanza presto ma subito mi accorsi di una cosa. Hermione non c'era. Mi guardai intorno e la chiamai un paio di volte ma niente, sembrava essere uscita. Solo quando buttai un altra occhiata al letto che notai un bigliettino adagiato sul cuscino libero. Lo presi e lessi le poche righe che c'erano scritte. 


[ Buongiorno amore, 
Scusa ma sono dovuta correre in biblioteca a restituire un libro. Ci vediamo dopo a lezione! 
Tua, Hermione ] 


Amore... Amore... Amore! Mi aveva chiamato amore! Ero al settimo cielo, ed era incredibile come una semplice parolina potesse dare una simile gioia. 
" sono dovuta correre in biblioteca a restituire un libro ". La sua solita Hermione. Sorrisi e mi buttai giù dal letto. Entrai nel bagno e fui inondato dal suo dolce profumo alla vaniglia. Doveva essersi fatta la doccia poco tempo fa. Mi tolsi quell'unico indumento e feci una doccia veloce. Mi infilai l'uniforme ma prima di uscire e andare a colazione, qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti il mio migliore amico di sempre. Blaise. 
- Ciao amico! Andiamo a colazione? - chiesi afferrando la borsa con dentro i miei libri, sulla sedia però notai qualcosa di strano. Il libro di Trasfigurazione era posato lì, strano dato che ero sicuro di avere il mio. Poi però mi passò un pensiero per la testa e lo presi, infilando anche quello nella borsa. Uscì dalla camera e insieme a lui ci avviammo verso la Sala Grande. 
- Allora come va? - mi chiese Blaise infilandosi le mani nelle tasche. 
- Tutto bene, tu? - 
- Intendevo con la Granger. - 
- Oh! Va tutto benissimo, perché? - chiesi fermandomi e voltandomi verso di lui con sguardo interrogativo. Non avevo detto a nessuno della mia relazione con lei, solo a lui, come mi aveva chiesto Hermione.
- No, niente. Sono molto felice per voi, vedo che ti fa bene, ma mi raccomando non far cazzate. - disse lui. 
- In che senso, scusa? - chiesi riprendendo a camminare, seguito da Blaise. 
- Vedi i Grifondoro hanno sparso la voce che voi due state insieme. - disse con voce un po' esitante. Mi fermai di nuovo  voltai di scatto verso di lui. 
- Cos'hanno fatto quegl'idioti? -  chiesi con voce un po' troppo alta. 
- So che sei arrabbiato e sicuramente lo sarà anche lei, ma, come ti ho detto non devi fare cazzate. Per quanto la Granger possa odiare la sua casata in questo momento, non ti perdonerebbe mai se tu facessi del male a loro. Quindi promettimi che non farai cazzate per vendicarti di questo. - finito il suo piccolo monologo io ero senza parole. Per quanto volessi cruciare tutti i Grifondoro dal primo all'ultimo, tranne ovviamente Hermione e la sua migliore amica, Blaise aveva ragione. Hermione si sarebbe arrabbiata molto, probabilmente mi avrebbero espulso, e non ne valeva la pena. 
- Va bene, te lo prometto. - mi arresi alzando le mani in segno di resa. 
- Cazzo. La Granger ti sta veramente facendo bene. - commentò lui con un sorrisetto. 
- Perché? - 
- Perché?? Perché fino a quattro mesi fa non mi avresti mai dato ragione o rinunciato a una vendetta contro qualcuno, soprattutto se Grifondoro. Allora la Granger, oltre ad aver scongelato il tuo cuore di ghiaccio, ti ha anche messo un po' di buon senso lì dentro. - disse indicando con il mento la mia testa. Scoppiammo a ridere insieme e tornammo a camminare verso la Sala Grande. Appena entrati il mio sguardo andò immediatamente al tavolo dei rosso-oro e notai la sua assenza accanto alla Weasley. Dopo qualche minuto mi accorsi che la sala era caduta nel silenzio e che tutti ci stavano fissando. Scrollai le spale e come se niente fosse andai al mio posto, seguito dal mio migliore amico. Non mangiai molto, avevo troppa voglia di andare a lezione. O meglio, avevo voglia di vedere lei. Alle prime due ore avevo Trasfigurazione con i Grifondoro, poi Erbologia con i Tassorosso e infine Storia della Magia di nuovo con i Grifondoro. 
Arrivammo all'aula di Trasfigurazione appena finita la colazione. Appena entrato vidi Hermione, seduta da sola a uno dei banchi delle file in mezzo, che cercava come una furia qualcosa nella sua borsa. Avevo avuto ragione. Blaise, vedendo che tenevo lo sguardo fisso su di lei, mi diede una pacca sulla spalla e si allontanò, andando a sedersi accanto a Theo, Hermione, intanto, si era tirata su e fissava la cattedra del professore mentre si torturava l'orlo della gonna. Mi avvicinai a lei e appena le fui dietro le scoccai un bacio sulla guancia. 
- Buongiorno amore. - le sussurrai all'orecchio. 
- Giorno. - fece lei sorridendo lievemente, anche se le si leggeva negli occhi che era nervosa. Mi sedetti al banco accanto al suo. Sorrisi soddisfatto di me stesso per l'intuito e appena lei si voltò di nuovo verso quella cattedra tirai fuori il suo libro dalla borsa. Glielo misi davanti e lei guardò primo quello e me. 
- L'ho visto appoggiato su una sedia prima di uscire e ho intuito che fosse tuo. - spiegai guardando la sua reazione stupefatta. Senza dire una parola lei mi buttò le braccia al collo e mi abbracciò forte. Appena ci staccammo vidi che era appena entrato il pezzente con Potter e la Weasley femmina. Preso da un piccolo attacco... non so esattamente cosa. La baciai sotto gli occhi di tutti e lei, dopo un attimo di esitazione, ricambiò il bacio. Le leccai il labbro inferiore e lei mi concesse l'accesso facendo incontrare le nostre lingue. Mi passò le mani tra i capelli, accarezzando le punte. La volevo tantissimo ma, purtroppo, eravamo in pubblico. 
- Signor Malfoy, Signorina Granger. Potreste pomiciare in un altro posto e magari in privato? - chiese una voce. Ci staccammo e vidi che la McGranitt era entrata nell'aula e ci stava fissando. 
- Scusi professoressa. - sussurrò la mia ragazza allontanandosi e uscendo la mio abbraccio, per sedersi meglio. Anche io mi allontanai e tirai fuori il libro. 
La lezione passò più veloce di quello che volessi. Non avevo ascoltato una parola di quello che aveva detto la professoressa, continuavo a guardare Hermione. Lei, o almeno tentava, stava attenta alla lezione e continuava a prendere appunti di quello che diceva la McGranitt, di tanto in tanto si mordeva il labbro inferiore, cosa che le avevo fatto anch'io spesso. 
Appena suonò la campanella raccolsi la mia roba e aspettai che lei facessi lo stesso. La presi per mano e insieme uscimmo dall'aula. Anche nei corridoi ci fissavano tutti, ma né a me né a lei importava. 
- Che lezione hai adesso? - le chiesi mentre camminavamo lentamente per il corridoio senza una meta precisa. 
- Rune Antiche. Tu? - 
- Erbologia. - dissi io. 
- Allora... ci vediamo dopo. - disse Hermione fermandosi. Lasciò la mia mano a malincuore e mi scoccò un bacio sulla guancia. La guardai voltarsi e immischiarsi nella folla diretta alla sua lezione. Mi voltai anch'io e andai verso la serra. Appena entrato andai da Blaise, già al suo posto e mi misi accanto a lui. Poco dopo entrò la Sprite e cominciò la lezione. 


Pov Hermione


La mattinata era passata velocemente. Harry non mi rivolgeva la parola, Ron nemmeno e insieme a loro anche tutti i Grifondoro tranne Ginny. Ormai, quando non stavo con Draco, stavo con Ginny o con Luna. Adesso invece ero da sola in biblioteca, dopo aver pranzato, e stavo studiando. Ovviamente avevo già fatto tutti i compiti per la settimana prossima. Ero lì da un paio d'ore mentre Draco era agli allenamenti di Quidditch, di solito duravano di meno ma la squadra di Serpeverde non si allenava da diverse settimane a causa del maltempo e oggi dovevano rimediare. Ogni tanto mi guardavo intorno e li vedevo nella maggior parte del tempo fissarmi e bisbigliare con il compagno. Mi sentivo osservata e questa sensazione stava andando avanti da tutto il giorno. Sospirai e tornai a guardare il libro di Storia della Magia. 
Un ticchettio. Alzai la testa e vidi un gufo che batteva alla finestra. Mi alzai e andai ad aprire la finestra, avevo riconosciuto il gufo, era quello della mia famiglia, Hugo. Presi la lettera e lo feci posare sul mio braccio per leggerla. Era.da parte di mia madre. 


[ Cara Hermione 
Ti volevo informare che domani dobbiamo andare da tua zia Caroline. Porta anche Draco, ci farebbe piacere rivederlo. Ci vediamo domani a casa nostra, al Granger Manor, alle 10. A domani. 
Mamma] 


La voltai e scrissi che ci saremo stati poi la diedi di nuovo a Hugo e lo feci uscire. Richiusi la finestra e raccolsi la mia roba, pronta ad andare da Draco per dirglielo. Uscì velocemente dalla biblioteca e andai al campo di Quidditch. Salì le scale e raggiunsi le tribune più alte. Vagai con lo sguardo tra i giocatori che volavano da una parte all'altra del campo cercando una testa platinata. Vidi Blaise intento a lanciare la Pluffa verso uno dei cerchi e fare goal, poi alzai lo sguardo e finalmente lo vidi. Rincorreva il boccino, era veloce e molo agile sulla scopa. Probabilmente si era sentito osservato perché dopo aver preso quella pallina dorata, abbassò lo sguardo e incontrò il mio. Gli feci cenno di avvicinarsi e lui lo fece. 
- Ciao! Che ci fai qui? - chiese appena fu abbastanza vicino alla staccionata con cui terminavano le tribune. 
- Volevo dirti una cosa. Mia madre mi ha spedito una lettera in cui ci ha invitati domani a casa di mia zia. Tu... vieni, vero? - 
- Certo! - rispose lui annuendo lievemente. - Ma quale zia? - 
- Oh! Zia Caroline. Hai presente? - 
- Quella che ha divorziato otto mesi fa. - disse Draco annuendo di nuovo. Annuì a mia volta sorridendo lievemente. 
- Va bene, allora ti aspetto qui. - 
- Okay. Dovremmo finire tra mezz'ora. - disse lui. Si sporse verso di me e io mi avvicinai a mia volta. Ci scambiammo un bacio veloce e poi lui si allontanò. Mi sedetti e lo guardai volare da una parte all'altra del campo alla ricerca del boccino. Ogni volta che lo prendeva poi lo lasciava andare per poi inseguirlo di nuovo. Dopo un po' che lo guardavo spostai lo sguardo sulle tribune. Erano praticamente vuote e tutti quelli che erano presenti erano ragazze. Formavano più o meno tre gruppi e dovevano essere all'incirca al quinto o al sesto anno. Seguì lo sguardo del primo gruppo e vidi che stava fissando Draco. Poi seguì quello del secondo e infine del terzo, tutte stavano guardando Draco! Ero furiosa, continuavo a fissare quelle ragazze che ogni tanto emettevano dei risolini, probabilmente perché le erano passati per la testa dei pensieri poco casti su di lui. Stringevo i pugni mentre alcune si mordevano il labbro o si arrotolavano una ciocca di capelli su un dito. Distolsi lo sguardo e tornai a fissarlo sul mio ragazzo. Vidi che anche lui mi stava guardando e appena incontrai quelle iridi ghiacciate mi calmai. Quegl'occhi mi facevano sempre questo effetto, mi calmavano. Distesi di nuovo le mani e gli sorrisi per rassicurarlo, lui mi sorrise a sua volta e riprese ad allenarsi. Non mi voltai più verso quelle oche, tenevo gli occhi fissi sul MIO ragazzo. 
Dopo mezz'ora esatta Draco urlò ai suoi compagni che l'allenamento era finito e tutti i giocatori andarono verso gli spoiatoi. Scesi anch'io dalle tribune e raggiunsi gli spoiatoi e mi poggiai al muro rimanendo nel corridoio che terminava con l'entrata del campo, a lato due porte, gli spoiatoi. Dopo qualche minuto lo vidi uscire. Indossava una semplice maglietta nera e un paio di jeans. Si avvicinò e mi prese per i fianchi, per poi posare le sue labbra sulle mie. Gli passai le mani tra i capelli e lo avvicinai ancora di più a me, lui mi premette contro la parete. Mi morse il labbro inferiore e io ansimai sulle sue labbra, per poi riattaccare di nuovo le nostre labbra. Intanto le nostre lingue danzavano, una danza di cui non ci stancavamo mai. Lo desideravo da stamattina, quando mi aveva baciata in aula e adesso, davvero, non risistevo. 
Mi staccai di poco dalle sue labbra, rosse e gonfie per i baci. - Andiamo in camera? - chiesi con il respiro affannoso.
- Mi sembra un ottima idea. - rispose Draco, anche lui ansimava. Mi prese per mano e uscimmo dal campo. Camminammo molto velocemente e in due minuti fummo nei sotterranei e poi nella nostra camera. Mi sbatté contro il muro e riprese a baciarmi. Io gli passai le mani sul torace e poi tra i capelli. Draco mi prese in braccio e io gli avvolsi i fianchi con le gambe. Sentivo bene la sua erezione premere contro la mia intimità. Lui mi portò verso il letto e mi fece sdraiare per poi mettersi sopra di me, tenendosi con le braccia per non pesarmi addosso. Riprese a baciarmi le labbra, il collo, il petto e il ventre. Nessuno ci avrebbe cercato per le prossime ore quindi avevamo tutto il tempo. 


Pov Ginny


Passeggiavo mano nella mano con Harry sulle sponde del lago. Ero preoccupata per la situazione che si era creata tra Harry ed Hermione. Lei non gli parlava e lui nemmeno. Nessuno dei due sembrava intenzionato a fare il primo passo per riappacificarsi, entrambi troppo orgogliosi. 
- Allora, hai intenzione di parlare con Hermione? - chiesi io a un certo punto, lui si fermò e mi guardò a lungo basito. 
- Che stai dicendo? - 
- Ti ho chiesto se hai intenzione di parlare con Hermione. - ripetei decisa. Lui abbassò lo sguardo. - Andiamo Harry! È la tua migliore amica! - 
- No. La mia migliore amica non avrebbe mai fatto sesso con Malfoy, figuriamoci mettercisi insieme. - esclamò Harry lasciando la mia mano. 
- Harry! Non puoi fargli una colpa se si è innamorata. Anzi, se si sono innamorati. - 
- Malfoy non è innamorato di lei! La sta solo usando e la farà soffrire! - replicò lui incazzato. 
- E come fai a saperlo? Tu non li hai visti guardarsi, non hai visto gli sguardi che si lanciano e se li hai visti non hai prestato attenzione. Si vede lontano un miglio che si amano! - dissi con tono di voce un po' più alto. 
- Non ci credo e per rispondere alla tua domanda, no, non ho intenzione di parlarle. - detto questo si voltò e se ne andò senza lasciarmi il tempo di replicare. Abbassai lo sguardo e ripresi a camminare silenziosamente. Quello che gli avevo detto era vero. Io li avevo osservati durante le settimane in cui hanno finto che fosse tutto come prima, si poteva sentire l'elettricità pura nell'aria ogni volta che i loro sguardi si incontravano. Era una cosa molto intensa, questo si poteva vedere, sembravano legati l'uno all'altro. Lui si muoveva, lei si muoveva e viceversa. Stamattina, quando eravamo entrati in alula di Trasfigurazione li avevo visti abbracciati e un attimo dopo si erano baciati. Quasi avevo potuto vedere la loro bolla e sembrava che niente potesse entrarvi e interrompere quei loro momenti; certo, avevo dovuto trattenere sia mio fratello che Harry ma, sotto sotto, era stata una bella scena. Nonostante quello che diceva Harry ero sicura che si amassero. L'avevo letto negl'occhi della mia migliore amica quando cercava di convincermi di ciò, quando li avevo beccati a baciarsi. 
- Ciao Ginny! - una voce mi riscosse dai miei pensieri. Mi voltai e vidi Luna corrermi incontro. 
- Ciao Luna! Come va? - 
- Tutto bene, tu? - rispose lei con la sua solita aria dolce e un po' svampita. 
- Insomma. Ho appena litigato con Harry. - dissi abbassando lo sguardo triste.
- Cos'è successo? - chiese lei prendendo a camminare.
- Niente... Harry non accetta la relazione di Hermione con Malfoy e ho cercato di farlo ragionare. - spiegai seguendo  sesendomi accanto a lei su una roccia. 
- Già. Draco ed Hermione... - fece la mia amica. Mi voltai verso di lei  la vidi guardare il Lago pensierosa. 
- Tu cosa ne pensi? - 
- Io li ho sempre visti bene insieme ed ero sicura che prima o poi sarebbe successo. - rispose Luna come se fosse la cosa più normale del mondo. Io mi voltai stupita verso di lei. 
- Dici sul serio? - 
- Certo. - disse lei con una delicata scrollata di spalle. Annuì e le dissi che ero d'accordo con lei. Vederlo insieme che si sbaciucchiavano era ancora un po' strano ma vedevo che lei era felice e lui non sembrava da meno. Non ci restava che sperare. 


Pov Hermione 


Quella mattina mi svegliai abbastanza presto. Draco era già sveglio e mi stava accarezzando i capelli. 
- Giorno. - sussurrai sul suo petto nudo. Mi scostai lievemente dall'abbraccio per guardarlo. 
- Buongiorno amore. - disse lui depositandomi un bacio sulle labbra. 
Sentì delle lacrime di gioia salirmi agl'occhi. - Ripetilo. - 
- Cosa? Buongiorno? -  chiese confuso. Poi però sembrò capire e sorrise. - Amore? Bè è quello che sei. Sei l'amore della mia vita. - senza dire una parola lo baciai con un misto di dolcezza e passione. Mi misi a cavalcioni su di lui senza pensare al fatto che eravamo entrambi nudi e continuai  baciarlo, mentre lui si alzava e si metteva a sedere, stringendomi di più a lui. Dopo qualche altro bacio scese a baciarmi il collo. 
- Draco... Mmm.... Dob-dobbiamo prepararci... Mmm.... - balbettai tra un gemito e l'altro. 
- Sì, dovremmo. - confermò tra un bacio e l'altro senza però smettere. 
- D-dico sul s-serio. - balbettai ancora prima di gemere più forte quando scese di più e andò a baciarmi il seno. Mi prese un capezzolo tra le labbra e lo succhiò piano. Poi passò all'altro seno. - Draco... - mugulai eccitata. Sentivo che anche lui era eccitato. 
- Hermione... - sussurrò lui tornando su e baciandomi. - Ti voglio, adesso.- sussurrò tra un bacio e l'altro. 
- Allora prendimi, adesso. - risposi baciandolo di nuovo. Lui non se lo fece ripetere e mi penetrò. Cominciai a muovermi prima lentamente poi lui mi afferrò i fianchi e cominciò a muovermi, per darmi il ritmo. Ogni volta che arrivavo quasi all'apice, però, lui si fermava e usciva da me per poi ricominciare appena mi ero lievemente calmata. - Draco... ti prego! - ansimai dopo la terza volta che lo faceva. Lui, con un ghigno Made in Malfoy, mi penetrò nuovamente ma stavolta andò ancora più affondo e più velocemente, fino a farmi raggiungere l'apice seguita poco dopo da lui. 
Ancora ansimanti per l'orgasmo, scesi da lui e mi sedetti lì accanto. Lui mi avvolse le spalle con un braccio e mi tirò a sé. 
- Sai... credo che non ne avrò mai abbastanza. - disse con voce sensuale. 
- Neanch'io. - risposi ed era proprio vero. Adoravo fare l'amore con lui. - Okay! Ora però dobbiamo proprio prepararci. Dobbiamo essere a casa dei miei genitori tra meno di un'ora. - detto questo scesi dal letto e a passo deciso mi avvicinai all'armadio. Presi della biancheria pulita, i vestiti e andai in bagno, intanto, Draco, ancora sdraiato sul letto mi squadrava e studiavo ogni mio movimento. Entrai in bagno e mi feci una doccia veloce per togliermi il sudore di dosso. Con un colpo di bacchetta mi asciugai il corpo e i capelli  mi misi la biancheria che avevo preso. Poi mi infilai i vestiti. Indossai una maglietta bianca a maniche corte con una scritta nera e un paio di pantaloncini bianchi corti che mi        lasciavano le cosce coperte. Pettinai i capelli, lasciandoli scolti e uscì dal bagno. Anche Draco entrò in bagno e dopo qualche minuto ne uscì completamente vestito, anche lui era abbastanza casual, ossia una camicia e un paio di jeans. Mi misi un paio di stivaletti neri e, mano nella mano, uscimmo dalla camera, diretti a un camino per poter andare a casa dei miei. 
Arrivati in un'aula in disuso prendemmo un po' di metropolvere ed entrammo, sempre tenendoci per mano, dentro il camino. Draco allungò il braccio. 
- Granger Manor. - disse e lasciò cadere la polvere  terra. Un attimo dopo ci ritrovammo nel salotto di casa mia. Era deserto. Uscimmo dal camino  mi guardai intorno. Era tutto  come lo ricordavo. Arioso e spazioso. Un enorme divano di pelle bianca era posto davanti al delle porte a vetro che portavano in giardino. Adoravo quel posto. Uscì dal soggiorno e mi ritrovai nel corridoio, seguita dal mio fidanzato. Guardai l'ora all'orologio che avevo al polso e vidi che mancavano ancora dieci minuti all'ora prestabilita. Cominciai a percorrere quel corridoio abbastanza velocemente, sapevo dov'era mia madre. 
- Hermione dove stiamo andando? - mi chiese Draco seguendomi. 
- Da mia madre. - risposi senza voltarmi. Raggiunsi la sala da tè e bussai un paio di volte. Da dentro sentì la voce di mia madre che ci invitava ad entrare. Aprì la grande porta ex entrai in quella stanza. Quello, dopo la biblioteca, era il mio luogo preferito. Era molto simile al soggiorno ma un po' più luminosa. Mia madre era seduta su una delle quattro sedie poste intorno a un piccolo tavolino di vetro e beveva il suo solito tè mattutino. Mio padre non c'era. Appena la porta si aprì lei si voltò e appena ci vide sorrise  posò la sua tazza su un piattino per poi alzarsi  venire ad abbracciarmi. 
- Tesoro! - disse lei stringendomi. Sorrisi e ricambiai l'abbraccio. Appena staccate salutò anche Draco per poi invitarci a sedere con lei. - Allora... volete una tazza di tè? - 
- No, grazie. Io sono a posto così. - rifiutò gentilmente Draco. 
- Per me sì. - dissi io e mia madre chiamò Pippi, uno degl'elfi domestici della casa, che mi versò una tazza di tè e io, dopo averla ringraziata, la presi. Non mi piaceva sfruttare quei poveri elfi ma più di una avevo provato ad aiutarli a fare qualcosa ma loro avevano sempre rifiutato e alla fine avevo anche smesso di preoccuparmi per loro, dato che sembravano, in qualche modo, felici di lavorare lì. 
Portai la tazzina alle labbra e ne bevvi un sorso. Avevo preso la passione per il tè inglese da mia madre. Da piccola e qualche volta adesso, bevevo sempre e solo quello. 
- Mamma, dov'è papà? - chiesi dopo qualche minuto di silenzio. Ma prima che potesse rispondere dalla soglia apparve proprio lui. 
- Oh! Siete già arrivati! - esclamò appena ci vide. Io, dopo aver posato la tazzina sul tavolino, mi alzai e corsi ad abbracciarlo. - Ciao piccola mia. - 
- Ciao papà. - risposi sorridendo. Gli volevo un mondo di bene. Appena staccati lanciò uno sguardo a Draco. Okay che eravamo promessi ma lui era comunque il mio ragazzo. Sorrisi vedendo il biondo abbassare lo sguardo e poi mia madre che lanciava uno sguardo di fuoco a mio padre. Lasciai quest'ultimo e tornai dal mio ragazzo. 
- Bene. Allora andiamo. - disse papà prendendo mia madre per mano e portandola fuori porta. Io presi Draco e seguì i miei genitori. 
- Perché ho la vaga sensazione di non piacere a tuo padre? - mi chiese sussurrandolo al mio orecchio. 
- Perché è così. - risposi allungandomi per potermi avvicinare al suo orecchio. 
- Ma perché? Non ho fatto niente. - 
- Sei il mio ragazzo, ti odia di principio. - lo rassicurai sorridendo lievemente e continuado  a seguire i miei genitori. Appena giunti fuori notai che oltre all'auto dei miei genitori c'era anche quella di Draco! Ovviamente era super costosa, un auto sportiva nera lucida. ( Nota Autrice: come quella di Edward di Twilight. ) 
- La mia auto? - fece sorpreso. 
- Sì. - disse mia madre. - Dovremmo andare da Caroline delle persone normali, per quanto mi costa ammetterlo. Quindi voi due potete andare con questa. - detto questo mio padre tirò fuori un mazzetto di chiavi da una tasca dei suoi pantaloni e lo lanciò a Draco, che lo prese al volo. 
- Potete seguire noi. - disse lui e Draco girò l'auto per raggiungere il suo posto. Io salì dalla parte del passeggero e lui, appena messa la cintura, avviò la macchina e come detto seguì l'auto dei miei genitori. Uscimmo dal nostro vialetto e dopo un pezzo di strada raggiungemmo un'autostrada babbana. Il nostro Manor era molto vicino al mondo babbano, perché ai miei genitori era sempre piaciuto quel mondo, sotto sotto. Noi non eravamo i soliti Purosangue, quelli che disprezzano i babbani e i Mezzosangue, eravamo abbastanza... moderni, se così ci potevamo definire. 
- Cosa sai di mia zia? - gli chiesi. 
- So che si chiama Caroline, che ha 35 anni e che ha divorziato otto mesi fa. - rispose lui lasciandomi un'occhiata per poi riportarla sulla strada. 
- Okay... allora ti devo avvertire di un paio di cose. Mia zia si era sposata con un babbano quando aveva 24 anni. Hanno divorziato quando lei ha scoperto che lui la tradiva con un'altra. - 
- Il classico. - commentò lui battendo con il dito sul volante. 
- Già. Comunque dopo il divorzio lei ha affittato la casa in cui stiamo andando nel mondo dei babbani e continua a vivere come una di loro. Sai è... come dire innamorata di questo mondo. - raccontai tutto d'un fiato. 
- Okay... è un po' strano ma diciamocelo, la famiglia Granger è strana. - disse con tono divertito. Scoppiai a ridere dandogli piena ragione e dopo poco lui cominciò a ridere insieme a me. Momenti spensierati come quelli, ormai per noi, erano diventati un'abitudine. 


Arrivati a casa di mia zia vedo parcheggiate già diverse auto. Poi sposto lo sguardo sulla casa e sempre rimango i cantata. Era  un piccolo cottage stile inglese, che poi tanto piccolo non era. Aveva un delizioso ingresso decorato da diverse oiate esotiche e il giardino, come la casa, era stile inglese. Le pareti erano bianche con un piccolo camino che sbucava dal tetto marrone. Appena parcheggiato, mi sganciai la cintura e uscì dall'auto, ritrovandomi nella silenziosa via dove si affacciava questa casa. Il sole splendeva e faceva ancora abbastanza caldo per essere ottobre. Chiusi la portiera e mi guardai intorno. Anche mia madre era già uscita e papà lo stava facendo. Sentì Draco chiudere l'auto e mi venne vicino. 
- È bello qui. - commentò lui guardandosi intorno. 
- Sì. C'è una pace soprannaturale. - replicai prima di prenderlo per mano e, insieme, andammo verso la porta d'ingresso, seguiti dai miei genitori. Suonai il campanello e un attimo dopo ci venne ad aprire la padrona di casa. 
- Hermione! Ciao! - esclamò lei abbracciandomi. Caroline era in assoluto la mia zia preferita. Quando di staccò vide Draco e mi guardò con sguardo un interrogativo. 
- Oh! Giusto. Draco, lei è mia zia. - dissi rivolgendomi a lui. Poi mi voltai verso la donna. - Zia, lui è Draco Malfoy, il mio fidanzato. - 
- È un piacere conoscerla. - fece il ragazzo in questione allungando la mano libera. 
- Il piacere è mio. - rispose mia zia stringendola. - Dai! Entrate. - detto questo si fece da parte e ci fece passare. Sentì le voci comcitate della mia famiglia e li raggiunsi in soggiorno. 
- Ciao a tutti! - li salutai entrando sorridente. 
- Ciao! - mi salutarono in coro per poi spostare lo sguardo sul ragazzo teso accanto a me. 
- Ve bene, allora. Draco questa è tutta la mia famiglia. Lei è mia zia Melanie, sorella di mio padre. Lui è mio zio Matt, sempre da parte paterna. Poi i miei zii Rosalie e Frederick, lui è il fratello di mio padre. Mia zia Cloy, sorella di Caroline e di mia madre. Nonna Carol, da parte materna e... ma dov'è il nonno? - chiesi prendendomi contro della sua assenza. Appena pronunciata quella domanda lo vidi sbucare dalla cucina con un bicchierino in mano, probabilmente un margarita. Mio nonno beveva e non poco, e diciamo che i miei nonni non sono proprio i classici nonni che passano il loro tempo a giocare a scacchi dei maghi e cose così. 
- Qualcuno ha detto il mio nome? - chiese lui percorrendo con gli occhi la sala. 
- Io più o meno. - dissi raggiungendolo.
- Ciao tesoro. - fece lui stringendomi a sé. - Vuoi uno? - chiese poi appena staccati indicando il bicchiere. 
- No, grazie. - risposi sorridendo e tornando dal mio ragazzo. - Lui è mio nonno William, il padre di mio padre. - finì. Un attimo dopo però apparve l'ultimo membro della famiglia, il nostro Wolf, il cane di mia zia Caroline. Mi salta praticamente addosso e io mi abbasso per accarezzargli la testa. - Famiglia - dissi poi alzando lo sguardo verso tutti. - lui è Draco Malfoy, il mio ragazzo. - 
- Oh! È un piacere. - fece nonna alzandosi dalla poltrona su cui era seduta. - Almeno una si è trovata un bel ragazzo. - 
- Mamma! - fanno in coro le tre sorelle offese. 
- Bè? È vero. - commenta la donna senza esitare. 
- Comunque, dato che ci siamo tutti che ne dite di cominciare? - fece Frederick e tutti ci trovammo daccordo. Ci spostammo in cucina e io andai  sedermi all'isola che si trova tra la cucina e la finestra dietro di me. Alcuni rimangono in piedi, mentre mia nonna, Cloy e Matt si siedono al tavolo di legno dove facciamo i pranzi in famiglia. 
- Trovato qualcosa? - fece Cloy a Caroline, poggiata all'isola davanti a me. 
- No. E ve l'ho già detto, me la cavo benissimo così e mi sto già riprendendo. - rispose lei. 
- E come? Urlando a un macellaio che non vuoi altro pollo perché sei divorziata? - intervenni con un sorrisetto. 
- Come... - 
- Me lo ha detto nonna. - la precedetti indicando con un cenno della testa la donna. 
- Mamma! - esclamò Caroline voltandosi verso di lei. 
- Che c'è? Volevo solo avvertire mia nipote che se per caso dovesse divorziare di non finire così. - si difese lei. 
- Ascoltate, io sto bene così, okay? Non sono pronta per... - 
- Zia - la interruppi. - sono passati otto mesi. Non credi sia il momento di... rimettersi in carreggiata? - 
- Bè... ma non so neanche da dove cominciare! - esclamò la diretta interessata. 
- Ma per quello ci siamo noi! - fece Melanie e tutti tirarono fuori diverse foto di uomini che dovevano avere all'incirca l'età della zia. Anche io ne tirai fuori un paio mettendole sul bancone. Intanto sentì le braccia di Draco che mi avvolgevano la vita. 
- Ma allora l'avete fatto davvero! - 
- E cosa credevi? - fece mia madre sorridendo. 
- Io ho un paio di colleghi che hanno divorziato da poco. - iniziò Melanie andando al frigo e, utilizzando delle calamite, attaccando le foto. 
- Io invece ho un amico che è ancora single. - fece Cloy passando la foto a Melanie. 
- Io un paio di colleghi. - fece mamma passando le foto. 
- Tutto qui? - fece il nonno. - Frederick tu hai qualche amico single? - 
- Single no, però se ti interessa fare solo un po' di sesso tre o quattro ci sono. - disse lui andando verso il frigo per attaccarle. 
- Aspetta. - lo fermai e lui si voltò verso di me. - Le storie di solo sesso mettile dall'altra parte. - dissi indicando l'altra anta del frigo, completamente vunota. Accarezzai piano il braccio di Draco e intrecciai le dita con le sue. 
- Hermione, tu hai qualcuno? - chiese Rosalie. 
- Bè... ho un paio di professori che non hanno la fede al dito, escludendo tipi strani. - risposi allungando un paio di foto a Frederick. Lui le prese e le attaccò al posto giusto. 
- Quando gliele hai fatte? - mi chiese Draco all'orecchio. 
- Durante le lezioni quando non vedevano. - risposi voltandomi verso di lui e sussurrando a mia volta. 
- Non me ne sono accorto. - 
- Sono molto brava a fare cose di nascosto. - dissi con un sorrisetto avvicinando il viso al suo, già abbastanza vicini. 
- E non solo in quello. - replicò lui avvicinandosi a sua volta. Le nostre labbra si incontrarono in un dolce bacio che si fece   più passionale, ma ovviamente i miei parenti rompipalle dovettero interrompere il nostro momento. 
- Ragazzi? Ci siamo anche noi. - disse la voce di mia zia Melanie. Mi staccai da lui continuado ad accarezzargli la guancia. Intanto la discussione durò ancora per un'ora, tutti proponevano qualcuno, che fosse un amico, un collega o un conoscente. Io mi astenevo e prestavo attenzione solo al mio ragazzo, a cui avevo preso a spiegargli quello che stavamo facendo. Dopo che mia zia aveva divorziato, due mesi dopo, abbiamo più o meno tutti avevano tentato di farla uscire con qualcuno ma lei si era sempre opposto dicendo che era troppo presto e su quello le davo ragione. Ora, però, mi ero alleata con gli altri per farla uscire con qualcuno.
- Signori sì è fatto un po' tardi che ne dite se pranziamo qui? - fece Melanie. 
- Sì, rimanete. Preparo qualcosa al volo. - disse Caroline annuendo. Tutti, tranne la padrona di casa, ci avviammo fuori, dato che avremmo pranzato lì. 
- Facciamo un giro? - chiesi a Draco e lui annuì. Avvertì i miei genitori e lo portai lontano dal gruppo, che intanto si era seduto a un tavolo. 
- Sono fighi i tuoi parenti. - disse lui mentre stavamo camminando per una piccola stradina di sassi costeggita da cespugli e fiori bellissimi. 
- Fighi? - 
- Sì... sicuramente più dei miei. - 
- Quello sì. - dissi senza riflettere, poi però pensai a quello che gli avevo detto e mi fermai e mi misi la mano davanti alla bocca. - Scusa! Io non... 
- Tranquilla! Lo penso anch'io. - disse lui ridendo. Mi unì a lui nelle risate e, ancora sorridendo, riprendemmo a camminare. Alla fine della stradina c'era un bellissimo gazebo bianco con un tavolino e due sedie. Salgo gli scalini e mi appoggio alla staccionata, dopo un attimo sento le sue braccia abbracciarmi da dietro.  
** 
- Eccoci! - fece Caroline uscendo dalla casa con un vassoio di polpette in mano. Accanto a lei c'era Rosalie che portava una ciotola di insalata. Arrivarono alla tavola e li lasciarono più o meno in mezzo. Intanto io avevo assunto un espressione quasi da ebete alla vista di quelle polpette. Le amavo, quando ero piccola e i miei genitori dovevano lavorare spesso mi portavano lì e a pranzo mi faceva quasi sempre quelle. Ci servimmo tutti e cominciammo a mangiare. 
- Ti piacciono tanto, eh? - chiese Draco accanto a me. Mi voltai verso di lui e lo vidi ghignare. 
- Bè... sì. - dissi imbarazzata. - Le mangiavo sempre da piccola. -
- Oggi sto scoprendo molte più cose di te da piccola. - commentò lui. Non replicai, solo sorrisi, e tornai a mangiare. 
- Voi avete sentito cos'è successo a Felice? - chiese Frederick. 
- No, cos'è successo? - fece Melanie. 
- Ha avuto un esaurimento nervoso. Lo sai che lui è sua madre litigano sempre e l'ultima volta ha avuto questo esaurimento e l'ha picchiata. Hanno chiamato gli Auror e lui, per non farsi prendere, si è buttato di sotto dal balcone. - 
- E voi l'avete visto? - 
- No, io ero a lavoro. - 
- Papà, tu? - fece lei voltandosi verso il nonno. 
- No! Nostro padre non si accorge mai di nulla. - fa Frederick facendoci ridere tutti e il diretto interessato fu d'accordo. 


Il resto del pranzo filò liscio e appena finito di pranzare andammo in soggiorno. Mi sedetti sull'isola del divano, poggiata a Draco, dietro di me che mi abbracciava. 
- Allora da quanto state insieme? - chiese Frederick. 
- Cioè guarda che famiglia di pettegoli che hai! - fece Melanie a me. 
- Già! - feci ridendo. - Comunque stiamo insieme da... - feci per dire tre mesi ma mi bloccai vedendo con la coda dell'occhio i miei genitori. - un anno e mezzo. - 
- Cavolo! - commentò nonna con un piccolo sorriso. 
- E Draco... è vero che la tua famiglia ha un gran bel conto in banca? - chiese Cloy. 
- Bè... sì. I Malfoy sono sempre stati una famiglia abbastanza ricca. - rispose lui. Dopo quelle poche domande su di noi la convenzione durò una mezz'ora ma, grazie al cielo, non fu incentrata sulla nostra relazione. 
**
- Ora noi dobbiamo proprio tornare a scuola. - dissi alzandomi dal divano e trascinando Draco con me. 
- Certo. Allora ci vediamo la prossima volta. - fece Caroline sorridendo. Ci accompagnò all'ingresso e appena fummo usciti chiuse la porta e tornò dagl'altri. I miei genitori sarebbero tornati a casa più tardi. Salimmo in auto e tornammo a casa mia. 
Parcheggiò l'auto davanti all'ingresso del Manor ed entrammo. 
- Lascia pure le chiavi lì. - gli dissi indicando il tavolino nel soggiorno. Lui le posò lì ed entrammo nel camino. Lui lanciò la polvere e pronunciò il nome della scuola. Ci ritrovammo nella stessa aula da cui eravamo partiti. 


Ciao a tutti! Che ne dite? Non è proprio il massimo ma vi prometto che il prossimo capitolo sarà migliore. Mi raccomando recensite e vi consiglio di vedere la foto che ho messo all'inizio perché rappresenta esattamente la scena del pranzo. Ci vediamo al prossimo capitolo! 

 

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Capitolo 12
*** Non farmi scegliere ***


 

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NON FARMI SCEGLIERE
Pov Hermione 
Erano le dieci di mattina quando mi svegliai tra le braccia del mio furetto platinato. Lui stava ancora dormendo profondamente quindi tirandomi su con un gomito mi misi ad osservarlo in silenzio. Il volto era disteso, sereno e rilassato, le labbra lievemente incurvate in un sorriso e i capelli biondi gli davano un aria da angelo caduto sulla terra. Il giorno prima era stato fantastico, ero stata con lui e con la mia famiglia. Era l'unico con cui riuscivo a dimenticarmi di tutti i problemi che c'erano a scuola con i miei amici. Harry non mi aveva ancora rivolto nemmeno uno sguardo mentre Ron... gli sguardi che mi lanciava non mi piacevano per niente. Erano carichi di odio e sembravano meditare vendetta. Le sue parole ancora mi aleggiavano in testa e non sembravano intenzionate ad andarsene. 
Nella stanza si era creata un'atmosfera silenziosa e piena di pace che ovviamente venne interrotta da un bussare alla porta abbastanza forte, tanto da far svegliare Draco. Lui aprì gli occhi e appena mi vide mi sorrise dolcemente e mi diede un bacio a fior di labbra, poi però si accodse del bussare e spostò lo sguardo sulla porta dietro di me. Senza aspettare una risposta la persona dietro la porta la spalancò ed entrò nella stanza. Draco in modo veloce prese la coperta e coprì di più il mio corpo nudo, rilassandosi lievemente vedendo che era Blaise. 
- Buongiorno piccioncini. - fece lui guardandoci. 
- Che diavolo vuoi? - chiese il biondo con la voce incazzata. 
- Niente di ché solo avvisarvi che Potter è passato di qui. - 
- Harry? Che voleva? - chiesi tirandomi su a sedere, continuando a tenere la coperta per coprirmi. 
- Solo dirvi che vi aspetta al Lago Nero alle quattro. - rispose lui con una scrollata di spalle. 
- Tutti e due? - fece Draco accanto a me profondamente sorpreso. 
- Tecnicamente ha chiamato solo Hermione ma so già che tu non la lascierai mai andare da sola quindi ho parlato al plurale. - spiegò lui sorridendo divertito. 
- Ho capito. Ci saremo, ora vattene. - disse il mio ragazzo indicando con un cenno la porta. 
- Ma che scortese! È così che si tratta il proprio migliore amico? - 
- Sì se mi sta rompendo il cazzo. Ora vai. - finì e Blaise, sogghignando, uscì dalla stanza chiudendola. Io ero ancora sorpresa di quello che ci aveva detto. Harry voleva parlarmi! Forse sarebbe andato tutto bene, forse aveva deciso di accettare la mia relazione con Draco, forse saremmo tornati a essere amici come prima. 
- Ehi, tutto bene? - mi chiese Draco distogliendomi dai miei pensieri. 
- Sì, stavo solo pensando. - risposi io con un piccolo sorriso. Lui sorrise a sua volta prima di parlare. - Allora? Che si fa in queste ore prima del grande incontro con San Potter? - 
- Non so. Passeggiata? - 
- Ci sto. - rispose lui scendendo dal letto. 
** 
Dopo pranzo ci avviammo mano nella mano verso il Lago Nero. Mancavano pochi minuti all'incontro con Harry ma lui era già lì. Ci dava le spalle e fissava teso il Lago. Lo chiamai e quando si voltò il minuscolo sorriso che mi si era aperto sulle labbra scomparve a vedere la sua espressione. Era tesa e dura. 
- Cos'è sei diventata la sua ombra, Malfoy? - chiese vedendo accanto a me Draco. 
- Non sono affari tuoi, Potter. - rispose lui con voce dura. 
- Non decidi tu cosa mi riguarda, grandissimo bastardo. - 
- Harry! - esclamai io scioccata ed infastidita. Lui mi guardò per la prima volta dopo due giorni e nei suoi occhi non vedevo più quell'amore fraterno che leggevo ogni volta che ci incontravamo. Sembrava sparito, sormontato da dolore e delusione. - Perché mi hai fatto venire qui? - 
- Perché volevo parlarti. - iniziò Harry serio. - In questi giorni ho riflettuto e finalmente sono giunto a una conclusione. Io non accetterò mai la vostra relazione, sono ancora sicuro che ti farà soffrire e questo non posso accettarlo, e non ci sono scuse o parole che tengano o che mi faranno cambiare idea su questo punto di vista. Ti voglio bene ma non posso. È più forte di me, ma ti voglio dare un ultimatum. - 
- Harry... - sussurrai con la voce rotta e quasi ansimante. Lasciai la mano di Draco e andai dal mio amico fino a ritrovarmi molto vicino a lui. - Ti prego. Non...... non farmi scegliere tra voi due. - dissi e sentivo che avevo il fiatone ma non sapevo il perché. Aspettai qualche secondo e abbassai lo sguardo prima di rialzarlo e incontrare di nuovo i suoi occhi verdi. - Perché sceglierei lui. Io avrei sempre scelto lui. - dissi e immediatamente vidi scendere un velo scuro ma non potevo farci niente. Lo amavo e sapevo che un vero amico non mi avrebbe mai chiesto di scegliere tra il ragazzo che amo e lui. 
- Bene. Allora non abbiamo più niente da dirci. - disse lui e fece per andarsene ma io lo trattenni per un braccio. 
- Harry ti prego. - feci con la voce rotta dal pianto. Le lacrime premevano per uscire ma io facevo di tutto per non farle uscire. 
- No Hermione. Dovevi scegliere tra me e lui e tu hai scelto lui. Non abbiamo più niente da dirci. - 
- Sì, invece. Abbiamo molto da dirci. Non è giusto che tu mi faccia scegliere tra voi due. - dissi mentre una lacrima silenziosa scivolava sulla mia guancia. - Un vero amico non... 
- Una vera amica non mi avrebbe mentito così spudoratamente! Hai mentito a tutti, Hermione. - disse lui liberandosi con uno strattone dalla mia presa. - Hai la minima idea di come mi sia sentito? - chiese lui dopo un attimo di silenzio. Io abbassai lo sguardo e negai con la testa. - Mi sono sentito umiliato e tradito. E per di più dalla mia migliore amica. -
- E secondo te per me è stato facile? Secondo te come mi sono sentita io nel non poterti parlare di Draco? - 
- Perché non potevi? Te lo ha proibito lui? Troppo umiliante stare con una ragazza sola, eh? - fece in direzione del diretto interessato. 
- Lui non c'entra niente in tutto questo! - quasi urlai quelle parole. - Sono stata io a chiedergli di mantenere il segreto e vuoi sapere il perché? Perché avevo paura della vostra reazione. Le uniche che si sono mostrate delle vere amiche sono state Ginny e Luna. Loro non mi hanno voltato le spalle, tu sì! E con te anche tutti gli altri Grifondoro. Io ti sono sempre stata accanto, tu adesso, solo perché non ti piace il ragazzo che amo, mi volti le spalle quando dovresti essere felice per me. 
Io lo sono stata quando ti sei messo con Ginny, perché tu non lo puoi essere per me? - 
- Perché lui ti farà soffrire. - 
- Non lo farà! - esclamai arrabbiata. - Lui non... non è come credi. È cambiato. - 
- Non ci credo. Uno così non può cambiare. - replicò Harry. 
- Invece sì. Lui lo ha fatto. - dissi sicura. Dietro di me sentivo che Draco ci stava osservando e gli ero grata per non essere ancora intervenuto. Harry abbassò lo sguardo e lo puntò al terreno, come per pesare le sue prossime parole o per pesare le mie. 
- Basta. - fece alla fine alzando lo sguardo. - Ti ho già detto quello che penso. Ti ho dato una possibilità e tu hai scelto lui. Non c'è più niente da dire. - disse lui e dopo avermi lanciato un ultima occhiata si voltò e se ne andò. Questa volta, però, non lo trattenni. Una volta che fu lontano scoppiai a piangere, non riuscendo più a trattenermi. Mi sentivo le gambe di gelatina ma prima che potessi finire a terra Draco mi prese al volo e mi fece sedere delicatamente sulle sue gambe, cullandomi lentamente. Io, intanto, mi ero aggrappata alla sua maglietta e continuavo a singhiozzare. A quel punto avevo capito che tra me e il mio migliore amico era finita per davvero. Ogni speranza che avevo fino a stamattina di sistemare le cose era svanita. Forse avevo sbagliato a non dirglielo subito? No, lui probabilmente avrebbe reagito allo stesso modo. E poi perché? Solo perché detesta Draco. Ero arrabbiata e triste. Triste perché Harry era il mio migliore amico, il fratello che non avevo mai avuto. Credevo di conoscerlo invece si era rivelato un vero egoista nei miei confronti. 
E poi mi sentì arrabbiata. Arrabbiata con lui per quello che aveva detto a me e su Draco. Arrabbiata con me stessa per non aver saputo affrontare meglio tutta questa situazione. E arrabbiata con Ronald per aver detto a tutti di me e di lui. Quelli non potevano essere i miei migliori amici. 
- Sh... - sussurrava il biondo accarezzandomi i capelli e dandomi piccoli baci sulla testa. Mi sentivo protetta tra le sue braccia e una sensazione di calore mi aveva avvolta, nonostante fossi ancora scossa dai singhiozzi che stavano pian piano diminuendo. Una volta calmato lui mi fece alzare il mento per potermi guardare negli occhi e io, senza esitare, mi fiondai sulle sue labbra. Non mi importava degli altri alunni che potevano passare di lì. Adesso, avevo bisogno solo di lui, dei suoi baci, delle sue parole dolci che riservava solo a me, di sentirmi protetta e cullata dalle sue braccia e soprattutto dovevo risentire quelle due parole che avevo fatto partire tutto. 
- Ti amo. - sussurrai appena ci fummo staccati. 
- Ti amo. - rispose lui e in quelle due parole potevo sentire per davvero tutto l'amore che ci legava. Sì, avevo fatto la scelta giusta. Non potevo separarmi da lui, non sarei mai potuta andare con il mio ormai ex migliore amico e lasciare lì Draco. Al solo pensiero mi sentivo male. Se Harry accetterà questa cosa ben venga ma se no... mi dispiace dirlo ma quello che gli ho detto prima era la pura verità. Io sceglierò sempre lui, sceglierò sempre l'amore della mia vita. 
Pov Harry 
Non ci potevo credere! Aveva scelto quella viscida Serpe al posto mio! E poi come l'ha difeso! Cambiato? Uno così non può cambiare. So già che Hermione soffrirà molto per lui e gliel'ho anche detto ma lei ha scelto comunque lui! Oh, ma se succederà, cosa sicura, io non sarò lì per aiutarla. Poteva dimostrarmi che quella era ancora la mia migliore amica che ha ancora del cervello; ma quella non era la mia migliore amica. Lei non era la ragazza razionale che avevo conosciuto diversi anni fa su quel treno. Perché quella ragazza avrebbe scelto la cosa giusta, avrebbe scelto me, sarebbe venuta con me e avrebbe lasciato quel bastardo. Poi Malfoy non aveva avuto nemmeno le palle per difendersi. Era stato zitto a guardare tutta la scena e molto probabilmente adesso non la starà neanche consolando. Forse mi starà insultando. 
Io so che lui non è il ragazzo giusto per Hermione. Lei ha bisogno di rassicurazioni, di dolcezza, di abbracci e ha bisogno di sentirsi dire parole dolci. Tutte cose che lui non saprà darle. 
Intanto, perso nei miei pensieri, sono arrivato alla torre di Grifondoro. Dico la parola d'ordine ed entro nella mia Sala Comune. Appena entrato vedo Ginny intenta a studiare sul divano e non sembra essersi accorta di me. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei sul divano. La ragazza si volta e appena vede che sono io mi sorride e mi abbraccia. 
- Ciao amore! - disse lei appena staccati. Poi però sembra accorgersi della mia espressione e dice. - Che succede? - 
- Niente. - rispondo con voce dura. 
- Non è vero. - replicò e poi sembra che un lampo di consapevolezza le passasse per la mente. - Hai parlato con Hermione? - 
- Sì. - 
- E... - 
- E lei ha scelto lui. - esclamai con un tono di voce un po' troppo alto. - Ti rendi conto?! Ha scelto lui al posto mio! Lui! Una viscida Serpe. Quello che l'ha trattata di merda per anni. Poi con cosa? Con una scopata tutto a posto?! - 
- Harry, non puoi farle una colpa se si è innamorata. E poi si vede lontano un miglio che anche lui la ama. - 
- Ah, sì? - feci sarcastico. 
- Sì, e se tu andassi oltre i pregiudizi che ti sei fatto su Malfoy e sulla loro relazione lo vedresti anche tu. - disse Ginny con voce seria e decisa. 
- Forse. - dissi ma non ci credevo davvero. - Ora come ora però ho bisogno di tempo. - aggiunsi prima di alzarmi ed andare nella mia camera fortunatamente deserta. Non mi serviva tempo. Ero sicuro delle mie convinzioni e come spesso mi aveva fatto notare Hermione stessa, è difficile farmi cambiare idea, se non impossibile. Non l'avrei cambiata su loro due. Lei aveva detto avrebbero scelto Malfoy sempre, e io non cambierò idea su di loro. 
Mai. 
Okay questo è veramente il capitolo più corto mai fatto e mi scuso per questo ma doveva scrivere un capitolo un po' più corto per spiegarvi la situazione che si è creato tra la nostra Hermione ed Harry. Vi prego non odiatemi! Vi prometto che sistemerò le cose tra di loro ma ci vorrà non poco tempo. 
Tra poco arriveranno anche i problemi perché mi sono detta: " Ma che vuoi fare una storia tutta rose e fiori e semplice? Ma no! Complichiamoci la vita! " 
Tranquilli non sto parlando di problemi nelle nostre coppie ma problemi più grossi che consistono in tutto il mondo magico. Comunque sia non c'entra Voldemort, dato che appunto lui non esiste, ma c'entra una persona molto vicina a lui. Che dite, secondo voi chi potrebbe essere? 
Grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo! 😘

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NON FARMI SCEGLIERE




Pov Hermione 


Erano le dieci di mattina quando mi svegliai tra le braccia del mio furetto platinato. Lui stava ancora dormendo profondamente quindi tirandomi su con un gomito mi misi ad osservarlo in silenzio. Il volto era disteso, sereno e rilassato, le labbra lievemente incurvate in un sorriso e i capelli biondi gli davano un aria da angelo caduto sulla terra. Il giorno prima era stato fantastico, ero stata con lui e con la mia famiglia. Era l'unico con cui riuscivo a dimenticarmi di tutti i problemi che c'erano a scuola con i miei amici. Harry non mi aveva ancora rivolto nemmeno uno sguardo mentre Ron... gli sguardi che mi lanciava non mi piacevano per niente. Erano carichi di odio e sembravano meditare vendetta. Le sue parole ancora mi aleggiavano in testa e non sembravano intenzionate ad andarsene. 
Nella stanza si era creata un'atmosfera silenziosa e piena di pace che ovviamente venne interrotta da un bussare alla porta abbastanza forte, tanto da far svegliare Draco. Lui aprì gli occhi e appena mi vide mi sorrise dolcemente e mi diede un bacio a fior di labbra, poi però si accodse del bussare e spostò lo sguardo sulla porta dietro di me. Senza aspettare una risposta la persona dietro la porta la spalancò ed entrò nella stanza. Draco in modo veloce prese la coperta e coprì di più il mio corpo nudo, rilassandosi lievemente vedendo che era Blaise. 
- Buongiorno piccioncini. - fece lui guardandoci. 
- Che diavolo vuoi? - chiese il biondo con la voce incazzata. 
- Niente di ché solo avvisarvi che Potter è passato di qui. - 
- Harry? Che voleva? - chiesi tirandomi su a sedere, continuando a tenere la coperta per coprirmi. 
- Solo dirvi che vi aspetta al Lago Nero alle quattro. - rispose lui con una scrollata di spalle. 
- Tutti e due? - fece Draco accanto a me profondamente sorpreso. 
- Tecnicamente ha chiamato solo Hermione ma so già che tu non la lascierai mai andare da sola quindi ho parlato al plurale. - spiegò lui sorridendo divertito. 
- Ho capito. Ci saremo, ora vattene. - disse il mio ragazzo indicando con un cenno la porta. 
- Ma che scortese! È così che si tratta il proprio migliore amico? - 
- Sì se mi sta rompendo il cazzo. Ora vai. - finì e Blaise, sogghignando, uscì dalla stanza chiudendola. Io ero ancora sorpresa di quello che ci aveva detto. Harry voleva parlarmi! Forse sarebbe andato tutto bene, forse aveva deciso di accettare la mia relazione con Draco, forse saremmo tornati a essere amici come prima. 
- Ehi, tutto bene? - mi chiese Draco distogliendomi dai miei pensieri. 
- Sì, stavo solo pensando. - risposi io con un piccolo sorriso. Lui sorrise a sua volta prima di parlare. - Allora? Che si fa in queste ore prima del grande incontro con San Potter? - 
- Non so. Passeggiata? - 
- Ci sto. - rispose lui scendendo dal letto. 
** 
Dopo pranzo ci avviammo mano nella mano verso il Lago Nero. Mancavano pochi minuti all'incontro con Harry ma lui era già lì. Ci dava le spalle e fissava teso il Lago. Lo chiamai e quando si voltò il minuscolo sorriso che mi si era aperto sulle labbra scomparve a vedere la sua espressione. Era tesa e dura. 
- Cos'è sei diventata la sua ombra, Malfoy? - chiese vedendo accanto a me Draco. 
- Non sono affari tuoi, Potter. - rispose lui con voce dura. 
- Non decidi tu cosa mi riguarda, grandissimo bastardo. - 
- Harry! - esclamai io scioccata ed infastidita. Lui mi guardò per la prima volta dopo due giorni e nei suoi occhi non vedevo più quell'amore fraterno che leggevo ogni volta che ci incontravamo. Sembrava sparito, sormontato da dolore e delusione. - Perché mi hai fatto venire qui? - 
- Perché volevo parlarti. - iniziò Harry serio. - In questi giorni ho riflettuto e finalmente sono giunto a una conclusione. Io non accetterò mai la vostra relazione, sono ancora sicuro che ti farà soffrire e questo non posso accettarlo, e non ci sono scuse o parole che tengano o che mi faranno cambiare idea su questo punto di vista. Ti voglio bene ma non posso. È più forte di me, ma ti voglio dare un ultimatum. - 
- Harry... - sussurrai con la voce rotta e quasi ansimante. Lasciai la mano di Draco e andai dal mio amico fino a ritrovarmi molto vicino a lui. - Ti prego. Non...... non farmi scegliere tra voi due. - dissi e sentivo che avevo il fiatone ma non sapevo il perché. Aspettai qualche secondo e abbassai lo sguardo prima di rialzarlo e incontrare di nuovo i suoi occhi verdi. - Perché sceglierei lui. Io avrei sempre scelto lui. - dissi e immediatamente vidi scendere un velo scuro ma non potevo farci niente. Lo amavo e sapevo che un vero amico non mi avrebbe mai chiesto di scegliere tra il ragazzo che amo e lui. 
- Bene. Allora non abbiamo più niente da dirci. - disse lui e fece per andarsene ma io lo trattenni per un braccio. 
- Harry ti prego. - feci con la voce rotta dal pianto. Le lacrime premevano per uscire ma io facevo di tutto per non farle uscire. 
- No Hermione. Dovevi scegliere tra me e lui e tu hai scelto lui. Non abbiamo più niente da dirci. - 
- Sì, invece. Abbiamo molto da dirci. Non è giusto che tu mi faccia scegliere tra voi due. - dissi mentre una lacrima silenziosa scivolava sulla mia guancia. - Un vero amico non... 
- Una vera amica non mi avrebbe mentito così spudoratamente! Hai mentito a tutti, Hermione. - disse lui liberandosi con uno strattone dalla mia presa. - Hai la minima idea di come mi sia sentito? - chiese lui dopo un attimo di silenzio. Io abbassai lo sguardo e negai con la testa. - Mi sono sentito umiliato e tradito. E per di più dalla mia migliore amica. -
- E secondo te per me è stato facile? Secondo te come mi sono sentita io nel non poterti parlare di Draco? - 
- Perché non potevi? Te lo ha proibito lui? Troppo umiliante stare con una ragazza sola, eh? - fece in direzione del diretto interessato. 
- Lui non c'entra niente in tutto questo! - quasi urlai quelle parole. - Sono stata io a chiedergli di mantenere il segreto e vuoi sapere il perché? Perché avevo paura della vostra reazione. Le uniche che si sono mostrate delle vere amiche sono state Ginny e Luna. Loro non mi hanno voltato le spalle, tu sì! E con te anche tutti gli altri Grifondoro. Io ti sono sempre stata accanto, tu adesso, solo perché non ti piace il ragazzo che amo, mi volti le spalle quando dovresti essere felice per me. 
Io lo sono stata quando ti sei messo con Ginny, perché tu non lo puoi essere per me? - 
- Perché lui ti farà soffrire. - 
- Non lo farà! - esclamai arrabbiata. - Lui non... non è come credi. È cambiato. - 
- Non ci credo. Uno così non può cambiare. - replicò Harry. 
- Invece sì. Lui lo ha fatto. - dissi sicura. Dietro di me sentivo che Draco ci stava osservando e gli ero grata per non essere ancora intervenuto. Harry abbassò lo sguardo e lo puntò al terreno, come per pesare le sue prossime parole o per pesare le mie. 
- Basta. - fece alla fine alzando lo sguardo. - Ti ho già detto quello che penso. Ti ho dato una possibilità e tu hai scelto lui. Non c'è più niente da dire. - disse lui e dopo avermi lanciato un ultima occhiata si voltò e se ne andò. Questa volta, però, non lo trattenni. Una volta che fu lontano scoppiai a piangere, non riuscendo più a trattenermi. Mi sentivo le gambe di gelatina ma prima che potessi finire a terra Draco mi prese al volo e mi fece sedere delicatamente sulle sue gambe, cullandomi lentamente. Io, intanto, mi ero aggrappata alla sua maglietta e continuavo a singhiozzare. A quel punto avevo capito che tra me e il mio migliore amico era finita per davvero. Ogni speranza che avevo fino a stamattina di sistemare le cose era svanita. Forse avevo sbagliato a non dirglielo subito? No, lui probabilmente avrebbe reagito allo stesso modo. E poi perché? Solo perché detesta Draco. Ero arrabbiata e triste. Triste perché Harry era il mio migliore amico, il fratello che non avevo mai avuto. Credevo di conoscerlo invece si era rivelato un vero egoista nei miei confronti. 
E poi mi sentì arrabbiata. Arrabbiata con lui per quello che aveva detto a me e su Draco. Arrabbiata con me stessa per non aver saputo affrontare meglio tutta questa situazione. E arrabbiata con Ronald per aver detto a tutti di me e di lui. Quelli non potevano essere i miei migliori amici. 
- Sh... - sussurrava il biondo accarezzandomi i capelli e dandomi piccoli baci sulla testa. Mi sentivo protetta tra le sue braccia e una sensazione di calore mi aveva avvolta, nonostante fossi ancora scossa dai singhiozzi che stavano pian piano diminuendo. Una volta calmato lui mi fece alzare il mento per potermi guardare negli occhi e io, senza esitare, mi fiondai sulle sue labbra. Non mi importava degli altri alunni che potevano passare di lì. Adesso, avevo bisogno solo di lui, dei suoi baci, delle sue parole dolci che riservava solo a me, di sentirmi protetta e cullata dalle sue braccia e soprattutto dovevo risentire quelle due parole che avevo fatto partire tutto. 
- Ti amo. - sussurrai appena ci fummo staccati. 
- Ti amo. - rispose lui e in quelle due parole potevo sentire per davvero tutto l'amore che ci legava. Sì, avevo fatto la scelta giusta. Non potevo separarmi da lui, non sarei mai potuta andare con il mio ormai ex migliore amico e lasciare lì Draco. Al solo pensiero mi sentivo male. Se Harry accetterà questa cosa ben venga ma se no... mi dispiace dirlo ma quello che gli ho detto prima era la pura verità. Io sceglierò sempre lui, sceglierò sempre l'amore della mia vita. 


Pov Harry 


Non ci potevo credere! Aveva scelto quella viscida Serpe al posto mio! E poi come l'ha difeso! Cambiato? Uno così non può cambiare. So già che Hermione soffrirà molto per lui e gliel'ho anche detto ma lei ha scelto comunque lui! Oh, ma se succederà, cosa sicura, io non sarò lì per aiutarla. Poteva dimostrarmi che quella era ancora la mia migliore amica che ha ancora del cervello; ma quella non era la mia migliore amica. Lei non era la ragazza razionale che avevo conosciuto diversi anni fa su quel treno. Perché quella ragazza avrebbe scelto la cosa giusta, avrebbe scelto me, sarebbe venuta con me e avrebbe lasciato quel bastardo. Poi Malfoy non aveva avuto nemmeno le palle per difendersi. Era stato zitto a guardare tutta la scena e molto probabilmente adesso non la starà neanche consolando. Forse mi starà insultando. 
Io so che lui non è il ragazzo giusto per Hermione. Lei ha bisogno di rassicurazioni, di dolcezza, di abbracci e ha bisogno di sentirsi dire parole dolci. Tutte cose che lui non saprà darle. 
Intanto, perso nei miei pensieri, sono arrivato alla torre di Grifondoro. Dico la parola d'ordine ed entro nella mia Sala Comune. Appena entrato vedo Ginny intenta a studiare sul divano e non sembra essersi accorta di me. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei sul divano. La ragazza si volta e appena vede che sono io mi sorride e mi abbraccia. 
- Ciao amore! - disse lei appena staccati. Poi però sembra accorgersi della mia espressione e dice. - Che succede? - 
- Niente. - rispondo con voce dura. 
- Non è vero. - replicò e poi sembra che un lampo di consapevolezza le passasse per la mente. - Hai parlato con Hermione? - 
- Sì. - 
- E... - 
- E lei ha scelto lui. - esclamai con un tono di voce un po' troppo alto. - Ti rendi conto?! Ha scelto lui al posto mio! Lui! Una viscida Serpe. Quello che l'ha trattata di merda per anni. Poi con cosa? Con una scopata tutto a posto?! - 
- Harry, non puoi farle una colpa se si è innamorata. E poi si vede lontano un miglio che anche lui la ama. - 
- Ah, sì? - feci sarcastico. 
- Sì, e se tu andassi oltre i pregiudizi che ti sei fatto su Malfoy e sulla loro relazione lo vedresti anche tu. - disse Ginny con voce seria e decisa. 
- Forse. - dissi ma non ci credevo davvero. - Ora come ora però ho bisogno di tempo. - aggiunsi prima di alzarmi ed andare nella mia camera fortunatamente deserta. Non mi serviva tempo. Ero sicuro delle mie convinzioni e come spesso mi aveva fatto notare Hermione stessa, è difficile farmi cambiare idea, se non impossibile. Non l'avrei cambiata su loro due. Lei aveva detto avrebbero scelto Malfoy sempre, e io non cambierò idea su di loro. 
Mai. 


Okay questo è veramente il capitolo più corto mai fatto e mi scuso per questo ma doveva scrivere un capitolo un po' più corto per spiegarvi la situazione che si è creato tra la nostra Hermione ed Harry. Vi prego non odiatemi! Vi prometto che sistemerò le cose tra di loro ma ci vorrà non poco tempo. 
Tra poco arriveranno anche i problemi perché mi sono detta: " Ma che vuoi fare una storia tutta rose e fiori e semplice? Ma no! Complichiamoci la vita! " 
Tranquilli non sto parlando di problemi nelle nostre coppie ma problemi più grossi che consistono in tutto il mondo magico. Comunque sia non c'entra Voldemort, dato che appunto lui non esiste, ma c'entra una persona molto vicina a lui. Che dite, secondo voi chi potrebbe essere? 


Grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo! 😘

 

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Capitolo 13
*** Tu non la conosci ***


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NON LA CONOSCI
Pov Hermione
Mi svegliai infastidita da un raggio di sole che era entrato dalla finestra. Mi tirai su e notai subito l'assenza di Draco. Accarezzai le coperte dove di solito dormiva lui e sentì che erano fredde, segno che si era svegliato da un po'. Mi guardai intorno e vidi subito un foglietto posto sulla scrivania. Mi infilai velocemente la sua camicia che avevo trovato a terra e mi precipitai a leggerla. 
[ Buongiorno principessa, 
Scusa Tuo, 
Draco ] 
Richiusi la lettera con un sorriso e andai a vestirmi. Oramai usava spesso dei nomignoli, la maggior parte erano anche per infastidirmi, ma principessa e amore erano in assoluto i miei preferiti. 
Dato che era domenica mi misi un paio di jeans neri, un magione bordeaux e un paio di convers nere per poi uscire dalla camera diretta alla Sala Grande per la colazione. Passai per la Sala Comune e uscì velocemente dai sotterranei. Appena arrivata andai a sedermi accanto alla mia migliore amica e a Neville, Harry sedeva poco distante. 
- Buongiorno Herm! - mi salutò lei abbracciandomi forte. 
- Giorno. - risposi sorridendo prima di iniziare a mangiare. Ormai un po' tutti i Grifondoro aveva più o meno accettato che la loro Regina fosse la fidanzata del Re delle Serpi. Ormai vederci camminare mano nella mano nei corridoi o vederci scambiarci un bacio quando lui mi lasciava a lezione non era più fonte di scandalo. Gli unici due che ancora provavano rancore erano i miei migliori amici, anzi ormai ex migliori amici. Passavo il tempo con Draco e con i suoi amici, ossia Blaise e Daphne che avevo scoperto non essere male. 
**
Appena finita la colazione mi avviai, insieme a Ginny e Luna, verso il campo di Quidditch. Anche lei aveva accettato tutto, anzi ne era stata molto felice e mi aveva confessato che aveva sempre saputo che prima o poi ci saremmo messi insieme veramente. Era bello avere delle amiche così. Mentre stavamo camminando però ci raggiunsero le due ragazze più pettegole della scuola. Lavanda e Calì. 
- Ciao, ragazze! - ci salutò la bionda con la sua solita voce petulante. Tutte e tre rispondemmo con un cenno del capo, senza rivolgere la parola a nessuna delle due. Le odiavamo e non semplicemente perché erano insopportabili, cioè anche per quello, ma anche perché avevano fatto un torto enorme a Luna. In parole semplici, per prenderla in giro, avevano iniziato a far girare per Hogwarts delle voci su di lei e su un ragazzo della sua casata. Queste voci affermavano che a Luna piaceva questo ragazzo, cosa vera, ma che a lui non poteva assolutamente piacere lei perché era troppo strana e se gli piaceva allora anche lui doveva avere qualcosa che non andava. Fatto sta che alla fine io e Ginny ci siamo vendicare al posto della nostra amica, inviando a tutta la scuola una foto di loro due appena svegliate e immaginatevi: struccate, capelli scompigliati e in un pigiama che non si poteva proprio dire sexy. 
- Allora, Herm-Herm, per chi tiferai? - mi chiese Lavanda e già la vorrei strozzare per come mi ha chiamata. 
- È ovvio che tirerà per il suo ragazzo, no? - fece Calì al posto mio. Mi ricordai solo in quel momento di questo piccolo, enorme problema. Per chi tifare?! 
- Bè... tiferó per entrambi. - risposi con voce lievemente titubante ma solo chi mi conosceva bene l'avrebbe percepito. Sentì che Lavanda stava per dire qualcosa ma come un raggio di sole in una giornata di pioggia apparì davanti a noi il campo di Quidditch e un lampo di genio mi passò per la mente. - Scusate ma adesso devo andare, ci vediamo dopo. - dissi per poi allontanarmi dal gruppo per avviarmi verso gli spoiatoi. Appena entrai vidi che il corridoio che portava all'entrata del campo era vuoto, anche se mancacano pochi minuti all'inizio della partita. Mi appoggiai alla parete più vicina e aspettai. Non dovetti aspettare molto dato che un paio di minuti dopo uscì la squadra della mia casata. Harry, da buon capitano, era in testa e appena mi vide si voltò subito dall'altra parte cosa che fece anche Ronald. Mi sentì profondamente ferita dal comportamento di quei due, ci conoscevamo da anni, eravamo praticamente cresciuti insieme e ora solo perché mi ero innamorata, a detta loro, della persona sbagliata tutta la nostra amicizia era andata a puttane. Perfetto. Distolsi a mia volta lo sguardo e lo puntai sul pavimento finché non sentì anche la seconda porta aprirsi. Alzai immediatamente lo sguardo e vidi tutti i giocatori di Serpeverde uscire dal loro spoiatoio. Ovviamente per ultimi c'erano Blaise e Draco. L'ultimo era voltato di spalle quindi non mi notò. Vidi Blaise farmi un piccolo sorriso e un cenno di saluto che ricambiai prima che avvertisse Draco di voltarsi. Lui lo fece e appena mi vide per un attimo sgranò gli occhi poi però sorrise e mi venne incontro.  Poggiò la scopa alla parete. 
- Ciao! - disse lui continuando a sorridere. 
- Ciao amore! - lo salutai sorridendo a mia volta, e in quel momento mi dimenticai della brutta sensazione provata vedendo Harry e Ronald che mi ignoravano. 
- Che ci fai qui? - mi chiese lui. 
- Bè... volevo salutarti dato che non ci eravamo ancora visti e volevo augurarti buona fortuna per la partita! - risposi mettendogli le braccia intorno al collo e lui mi avvolse la vita con le sue. 
- Grazie. - sussurrò sulle mie labbra prima di unirle in un bacio mozzafiato. Mi passò la lingua sul labbro inferiore prima di entrare e giocare con la mia lingua. Mi alzai in punta di piedi per avvicinarmi di più a lui e  e andai ad accarezzare con una mano la sua guancia. 
- Ehm... capitano? Non vorremmo interrompere il tuo allenamento ma dobbiamo andare! - ci interruppe un giocatore. Ci staccammo, rimanendo abbracciati, e ci voltammo entrambi verso la fonte della voce. Notai immediatamente che la squadra Grifondoro era già entrata in campo e che tutti i giocatori della squadra del mio ragazzo ci fissava divertito. Mi sentì avvampare e feci per staccarmi ma lui non me lo permise. 
- Arrivo e poi voltatevi! Non c'è niente da vedere! - disse con voce ostile e tutti i suoi compagni, dopo aver sghignazzato, si voltarono. Draco si voltò di nuovo verso di me e mi ribació. 
- Squadra Serpeverde?! Ci siete oppure volete dare forfait? Se fossi in voi io lo farei non ci batterete mai! - disse Daniel Conan, il commentatore della partita. 
- Devi andare. - sussurrai staccandomi di poco da lui. 
- Sì. - rispose lui lasciandomi a malavoglia. Riprese la sua scopa e, dopo avermi scoccato un'ultimo bacio a fior di labbra, andò dai suoi compagni. 
- Oh! Hermione! - mi chiamò Blaise quando feci per andarmene. - Per chi tiferai? - 
- Bè... il mio ragazzo fa parte dei Serpeverde ma io sono una Grifondoro. - risposi rimanendo sul vago. Sorrisi lievemente e uscì diretta agli spalti. Mi sistemai vicino alle mie amiche appena in tempo per vedere entrare la squadra. 
- La Pluffa viene lanciata e ha inizio la partita. La Bell si appropria della palla ma dura poco perché Pucey riesce a rubargliela. Pucey vola veloce lungo il campo pronto a lanciare e a far goal. Cerca di lanciare ma Weasley riesce a parare e la Pluffa passa alla Johnson che... uh! Deve aver fatto male quel bolide! - disse Canon, e a quelle parole sposto lo sguardo verso di lei e la vedo scendere verso terra, mentre si tiene il braccio destro premuto contro il petto. Intanto la partita continua. - E la squadra Serpeverde si riappropria della palla, più precisamente Zabini che vola veloce per il campo, riesce a scansare tutti i nostri cacciatori fino agli anelli prova a lanciare ma... goal! - fa lui quasi incredulo. Io, insieme a tutti gli spalti Serpeverde, esultai aggiudicandomi un'occhiata di disapprovazione da parte dei miei compagni di casa e di approvazione da parte di Blaise e di Draco. 
- Ora la Pluffa è in mano alla Spinnet che vola verso Bletchley e... - disse e dalla mia posizione lo vidi alzarsi lentamente in piedi e portarsi dietro il microfono per poter parlare. - Ma come?! Ma era praticamente un goal già fatto! - esclamò incazzato lui aggiudicandosi un ammunimento da parte della McGranitt. - Intanto Malfoy e Potter non sembrano ancora aver avvistato il boccino che potrebbe portare alla vittoria della propria squadra. Speriamo solo che esca presto così potrai tornare a sbaciucchiare la tua ragazza, eh Malfoy? - 
Io avvampai fino alla punta dei capelli quando sentì quella frase e il primo istinto che ebbi fu quello di andare lì e affatturarlo per bene. - Ci puoi scommettere! - sentì urlare in risposta da Draco. Grazie al cielo la partita ripartì e gli sguardi di tutti si puntarono di nuovo ai giocatori. 
Dopo non so quanto tempo sentì dire da Canon che Harry era partito inseguito da Draco ed adesso gli occhi di tutti erano puntati su loro due. Volavano veloci dietro qualcosa che da qui a occhio nudo non riuscivo proprio a vedere e ormai Draco stava anche per superare il mio amico. Incredibile da dirsi ma anche tutti i giocatori si erano quasi dimenticati della partita per poter assistere a quell'inseguimento incoraggiando il proprio capitano. Sapevo che sotto sotto non era tanto per la partita in sé ma perché quella corsa poteva veramente sembrare  una metafora della loro storia. Scacciai immediatamente quei pensieri e mi concentrai sulla partita. Oramai Draco aveva superato Harry e aveva il braccio teso per afferrare qualcosa, mentre il suo rivale volava proprio dietro di lui e sembrava parecchio affaticato. Un attimo dopo entrambi si fermarono, Harry con una sguardo sconsolato mentre Draco vittorioso. Quest'ultimo, dopo un attimo in cui tutti rimanemmo zitti, tirò su il braccio con il pugno chiuso in segno di vittoria e Madama Bumb fischiò il fischio di fine partita e annunciò i Serpeverde campioni. Senza pensarci un secondo scesi dagli spalti ed mi precipitai negli spoiatoi. Una volta lì corsi da mio ragazzo e gli saltai in collo, lui mi prese al volo e dopo avermi guardata un attimo mi baciò. Ci mise la stessa passione e la stessa frenesia dell'ultimo bacio e come un flashback mi tornò in mente l'ultima partita dell'anno scorso, quando ancora stavo con Ronald e, dopo la vittoria di Grifondoro, lo avevo baciato solo ed esclusivamente per far ingelosire Draco. I baci, se così si poteva definire un lieve sfregamento di labbra, che mi scambiamo con Ron non sono nemmeno paragonabili a quelli di Draco. I suoi sono pieni di passione, ogni tanto gelosia, possessione e amore; le stesse cose che mi mancavano con il rosso. Appena ci stacchiamo vedo  dietro di noi Ron che ci fissa e sembra quasi disgustato. Distolsi immediatamente lo sguardo e lo puntai in quello argentato del ragazzo che amo e subito mi sento meglio, pervasa da una sensazione di calore che mi attraversa tutta. Gli sorrisi dolcemente e lui ricambiò. 
- Sei stato grande! - dissi ancora tra le sue braccia. 
- Grazie! Tutto merito dell'allenamento. - disse con un sorriso malizioso e io mi sentì di nuovo avvampare provocando l'ilarità del biondo che scoppiò a ridere, seguito poco dopo da me. Appena le risate finirono lui tornò a parlare. - Vado a sistemarmi, ci vediamo tra pochissimo. - disse prima di lasciarmi e andare nello spoiatoio. Dopo qualche minuto uscì dal corridoio e mi avviai verso il Lago Nero per fare una passeggiata. Il giardino era deserto, strano per essere domenica, e molto tranquillo. Il sole era praticamente invisibile, coperto da nuvole bianche portatrici prossimamente di neve e gelo. Era uno scenario spettacolare. 
Presa ad osservare il paesaggio non mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando finché non me lo ritrovai a pochi metri di distanza. 
- Ron! - dissi mentre un minuscolo sorriso mi si apriva sulle labbra, immediatamente spento appena vidi la sua espressione furente. 
- Dimmi un po' ma sei impazzita o cosa? - fece lui stringendo i pugni. 
- Di cosa stai parlando? - chiesi anche se sapevo bene la risposta. 
- Lo sai benissimo. - rispose lui. 
- No, non sono impazzita, anzi. - dissi sicura.
- Allora deve aver usato un incantesimo. Si deve essere così! - fece Ron con un piccolo sorriso come se avesse appena trovato la soluzione a tutti i problemi del mondo. 
- No, non mi ha fatto nessun incantesimo! - esclamai adesso arrabbiata. - Ascolta, sei stato tu a lasciarmi quest'estate quindi io adesso ho diritto di stare con chi mi pare e piace. - continuai con tono più calmo. 
- No, invece! Perché io mi sono reso conto di aver commesso un errore, Hermione. Ti rivoglio con me e voglio che tu sia di nuovo la mia ragazza, Hermione. - disse prendendomi una mano. Io la ritiro immediatamente come se mi fossi scosttata e arretro di qualche passo. 
- Ma sei impazzito?! No! Io sto benissimo con lui e lo amo. - dissi decisa. 
- Certo, come no. Cavolo 'Mione sei proprio una brava attrice e anche quella Serpe del cazzo lo è, davvero. Avete fatto credere a proprio tutti che siete veramente innamorati ma con me questa messinscena non attacca. Quindi lascia quel Malfoy e ritorna con me. Io sono qui e lo sai che non mi permetterei mai di tradirti o di farti soffrire come invece farà quel bastardo... - non lo feci finire. 
- No! - urlai incazzata mentre arretrato di un altro passo ma lui continuò ad avvicinarsi. Non ero incazzata solo per quello che aveva detto ma anche per come mi aveva chiamata. Tutti sapevano che detesto quando abbreviano io mio nome in 'Mione o Herm-Herm, come Lavanda e Calì. O almeno Harry, le mie migliori amiche e Draco lo sanno. - Io non ritornerò mai con te, chiaro?! - 
- Preferisci stare con quel bastardo puttaniere, eh? - 
- Basta! Non ti permetto di parlare così di Draco! - urlai più forte e ringraziai che lì in giro non ci sia nessuno perché sennò qualcuno avrebbe già chiamato un professore dati i toni alti della discussione. 
- Draco? Ma come diavolo fai a chiamarlo per nome?! - fece in tono disgustato. 
- Ascoltami attentamente Ronald, io non mi rimetterò mai con te. Non ho idea di cosa mi sia preso quando mi sono ceduta a te per la prima volta e ringrazio il Dio per non averlo fatto una seconda. Credimi, prima, quando stavo con te ero una pazza e ringrazio  Merlino, Morgana e qualsiasi altro mago che sia esistito perché abbia ritrovato un po' di buon senso e non ti abbia richiamato o cercato di sistemare le cose dopo che tu mi hai lasciato. Prima ci sono stata male ma adesso ringrazio il cielo per essermi liberata di te! Sei solo un verme! - dissi con quanto più disprezzo avevo in corpo. Non mi sarei mai rimangiata una sola delle parole che gli avevo detto perché erano la pura verità. 
Un secondo dopo lo vidi alzare una mano e prima che me rendessi conto lui mi dette una schiaffo talmente forte da farmi girare la testa. Mi portai la mano alla guancia pulsante e portai gli occhi lucidi su di lui. Aveva uno sguardo furente, non l'avevo mai visto così e mi faceva veramente paura. Lo vidi alzare nuovamente la mano, probabilmente per darmi un secondo schiaffo che però non arrivò mai dato che qualcuno urlò: - STUPEFICIUM! - 
Pov Draco 
Appena avevo lasciato Hermione ero entrato nello spoiatoio e mi ero fatto una doccia super veloce, poi mi ero asciugato e vestiti prima di prendere la mia roba da Quidditch e uscire. Fuori, però, Hermione non c'era e immediatamente mi venne l'idea che fosse tornata in camera nostra così mi avviai verso il castello. Mi bloccai quando sentì una voce dire: - Ti rivoglio con me e voglio che tu sia di nuovo la mia ragazza, Hermione. - 
Mi lanciai verso quella voce e appena vidi che apparteneva al pezzente un moto di rabbia si impadronì di me, soprattutto quando lo vidi prendere la mano della MIA ragazza, ma grazie al cielo lei la ritirò subito. Mi nascosi dietro un albero per decidere quando era meglio intervenire e ascoltai la conversazione. 
- Ma sei impazzito? No! Io sto benissimo con lui e lo amo. - 
- Certo, come no. Cavolo 'Mione sei proprio una brava attrice e anche quella Serpe del cazzo lo è, davvero. Avete fatto credere a proprio tutti che siete veramente innamorati ma con me questa messinscena non attacca. Quindi lascia quel Malfoy e ritorna con me. Io sono qui e lo sai che non mi permetterei mai di tradirdi o di farti soffrire, come invece farà quel bastardo... - 
- Basta! Non ti permetto di parlare così di Draco! - 
- Draco? Ma come diavolo fai a chiamarlo per nome?! - 
-  Ascoltami attentamente Ronald, io non mi rimetterò mai con te. Non ho idea di cosa mi sia preso quando mi sono ceduta a te per la prima volta e ringrazio il Dio per non averlo fatto una seconda. Credimi, prima, quando stavo con te ero una pazza e ringrazio  Merlino, Morgana e qualsiasi altro mago che sia esistito perché abbia ritrovato un po' di buon senso e non ti abbia richiamato o cercato di sistemare le cose dopo che tu mi hai lasciato. Prima ci sono stata male ma adesso ringrazio il cielo per essermi liberata di te! Sei solo un verme! - disse la mia ragazza e in quel momento non mi sono mai sentiti così fiero di lei. Sembrava proprio una leonessa, pronta a sbranare le sue prede quando vuole. Poi vidi una cosa che non avrei mai voluto vedere. Il pezzente le aveva appena dato una schiaffo! La vidi mettersi una mano sulla guancia rossa e gonfia, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. La voglia di prendere a pugni quel Weasley era altissima, non solo per aver fatto piangere Hermione ma per aver osato toccare la MIA piccola! 
Appena lo vedi alzare  nuovamente la mano per darle un altro schiaffo tirai fuori la bacchetta e con quanta più rabbia avevo urlai: - STUPEFICIUM! - 
Immediatamente il rosso venne scaraventato lontano da Hermione e io raggiunsi  la mia piccola, che intanto era scoppiata a piangere, e la trinsi forte tra le mie braccia. Lei si accucciò al mio petto mentre io, lentamente, le accarezzai i capelli per calmarla. 
- Lasciala immediatamente lurido bastardo! - sentì urlare dal Weasley. Alzai la testa e lo vidi fissarci con sguardo pieno di odio. 
- No! - risposi secco. Intanto, intono a noi, si era affollata molta gente proveniente dalla partita. - L'hai sentita bene, ti ha detto che non ti vuole più e che adesso vuole stare con me. - continuai stringendola più forte. - E ti avverto Weasley, prova di nuovo a toccarla e ti giuro che non te la caverai con uno Stupeficium. - 
- TU L'HAI INSULTATA PER ANNI! IO LE SONO SEMPRE STATO ACCANTO! TU NON SAI UN CAZZO DI LEI! E SO CHE LEI MI VUOLE ANCORA! - 
Lo guardai per pochi secondi prima di iniziare a parlare. - È innamorata della letteratura, principalmente inglese, ma le va bene anche quella italiana, quando parla dei suoi libri preferiti le brillano gli occhi e potrebbe starne a parlare per ore e ore, adora i posti silenziosi, quando è nervosa si mangiucchia le unghie oppure si stropiccia l'orlo delle gonna, quando è arrabbiata se non la si contiene potrebbe far saltare in aria tutta Hogwarts, la sua zia preferita si chiama Caroline, quando è concentrata su qualcosa si morde il labbro inferiore, quando era piccola beveva solo tè, uno dei suoi piatti preferiti sono le polpette di sua zia e devo ammettere che in effetti sono molto buone, non le piacciono le feste, odia il suo nome abbreviato in 'Mione... Oh! E adora i Serpeverde. - mi fermai perché realizzai che avevo detto veramente troppo ma la faccia di Weasley era impagabile. 
Dopo un'ultima occhiata a quell'idiota presi Hermione, che ancora tremava leggermente, in braccio e la portai via, mi fermai appena raggiunto il ponte che poi portava a una delle entrate del castello. Se avevo anche solo il minimo dubbio di non essere innamorato di lei cambiai idea, ne ero perdutamente innamorato e non mi ero mai reso conto di tutto quello che sapevo su di lei finché non l'avevo spiattellato in faccia a Weasley. Sapevo che era distrutta a causa del comportamento del suo "amico" ed io avrei fatto di tutto per aiutarla. 
- Perché? - la sentì sussurrare. - Perché ha detto quelle cose? - 
- Non lo so, piccola. - risposi abbracciandola di nuovo. Lei si accucciò conto il mio petto e strinse il tessuto della mia maglietta tra le sue asili mani. Rimanemmo così per un bel po' prima che lei si staccasse da me. Si voltò e appoggiò le mani al davanzale, io l'abbracciai da dietro e poggiai la testa sulla sua spalla. 
Pov Harry
Uscì dagli spoiatoi nel momento esatto in cui vidi Ron passare lì davanti. 
- Ron! - lo chiamai raggiungendolo. Lui si voltò verso di me e mi guardò un secondo prima di riprendere a camminare verso il castello. Aveva un'espressione strana sul volto, sembrava arrabbiato e aveva un'andatura molto rigida. Lo seguì confuso. Il mio migliore amico non aveva mai avuto un comportamento così strano, raramente lo avevo visto così arrabbiato. 
- Ha scelto lui. - sibilò lui dopo aver varcato la soglia. 
- Chi? - chiesi ancora più confuso. 
- Secondo te?! Hermione! - quasi urlò. Abbassai lo sguardo e potei ben immaginare la scena. Lui che le diceva che era ancora innamorato di lei ma lei che lo respingeva, e poi per chi? Per il nostro nemico! Il ragazzo che ci aveva sfottuti per tutti questi anni! 
- Lo so. Lo ha fatto anche con me. - sussurrai mentre  arrivavamo alla torre di Grifondoro. Entrammo nella Sala Comune e ci sedemmo su un divano libero. 
- Ha scelto Malfoy al posto mio! - esclamò lui con tono un po' più alto. 
- Lo so, Ron. - feci con tono duro. - Te l'avevo detto. - 
- Non mi stai aiutando. - disse lui con lo stesso tono. 
- Ascolta Ron, non ho idea di cosa sia preso a Hermione ma lei ha fatto la sua scelta e quando capirà di aver sbagliato noi non saremo lì a consolarla. - dissi sicuro. Quelle erano le stesse parole che avevo detto a lei qualche giorno fa e ne ero ancora sicuro. Sapevo, anzi ne ero certo, che lui l'avrebbe fatta soffrire ed ero certo che anche lei in cuor suo lo sapeva. Aveva fatto uno sbaglio già solo ad andare a letto con quel biondo del cazzo ma mettendocisi insieme non aveva fatto un errore, aveva fatto una catastrofe. Sia io che Ron le avevamo dato la possibilità di rimediare e lei non l'aveva fatto. 
- Questo è certo. - commentò lui con un sorrisetto che non mi piacque per niente ma lasciai correre e tornai a fissare il fuoco che scoppiettava davanti a noi. Non avevo idea di che cosa passasse per la testa del rosso e sinceramente non mi importava più di tanto. 
Pov Ronald
Maledetta! Maledetta lei e quella dannata Serpe! Oh, ma me la pagheranno, tutti e due! Come aveva osato quella maledetta stronza dirmi delle cose così! Come mi aveva chiamato? Verme?! Senti chi parla! La fidanzata di una Serpe! Me la pagheranno e ho già in mente qualcosa... e dopo aver appurato il mio piano Hermione ricadrà tra le mie braccia. 
Non odiatemi. Sì è corto ma diciamocelo non è male!  Comunque sia, cosa ne pensate del capitolo? Cosa avrà intenzione di fare Ron? E soprattutto i nostri piccioncini supereranno anche questo ostacolo?? 
Un bacio! 😘 

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NON LA CONOSCI


Pov Hermione


Mi svegliai infastidita da un raggio di sole che era entrato dalla finestra. Mi tirai su e notai subito l'assenza di Draco. Accarezzai le coperte dove di solito dormiva lui e sentì che erano fredde, segno che si era svegliato da un po'. Mi guardai intorno e vidi subito un foglietto posto sulla scrivania. Mi infilai velocemente la sua camicia che avevo trovato a terra e mi precipitai a leggerla. 


[ Buongiorno principessa, 
Scusa se non sono lì ma sono dovuto correre agli ultimi allenamenti prima della partita. Buona colazione e ci vediamo dopo! 
Tuo, 
Draco ] 


Richiusi la lettera con un sorriso e andai a vestirmi. Oramai usava spesso dei nomignoli, la maggior parte erano anche per infastidirmi, ma principessa e amore erano in assoluto i miei preferiti. 
Dato che era domenica mi misi un paio di jeans neri, un magione bordeaux e un paio di convers nere per poi uscire dalla camera diretta alla Sala Grande per la colazione. Passai per la Sala Comune e uscì velocemente dai sotterranei. Appena arrivata andai a sedermi accanto alla mia migliore amica e a Neville, Harry sedeva poco distante. 
- Buongiorno Herm! - mi salutò lei abbracciandomi forte. 
- Giorno. - risposi sorridendo prima di iniziare a mangiare. Ormai un po' tutti i Grifondoro aveva più o meno accettato che la loro Regina fosse la fidanzata del Re delle Serpi. Ormai vederci camminare mano nella mano nei corridoi o vederci scambiarci un bacio quando lui mi lasciava a lezione non era più fonte di scandalo. Gli unici due che ancora provavano rancore erano i miei migliori amici, anzi ormai ex migliori amici. Passavo il tempo con Draco e con i suoi amici, ossia Blaise e Daphne che avevo scoperto non essere male. 


**


Appena finita la colazione mi avviai, insieme a Ginny e Luna, verso il campo di Quidditch. Anche lei aveva accettato tutto, anzi ne era stata molto felice e mi aveva confessato che aveva sempre saputo che prima o poi ci saremmo messi insieme veramente. Era bello avere delle amiche così. Mentre stavamo camminando però ci raggiunsero le due ragazze più pettegole della scuola. Lavanda e Calì. 
- Ciao, ragazze! - ci salutò la bionda con la sua solita voce petulante. Tutte e tre rispondemmo con un cenno del capo, senza rivolgere la parola a nessuna delle due. Le odiavamo e non semplicemente perché erano insopportabili, cioè anche per quello, ma anche perché avevano fatto un torto enorme a Luna. In parole semplici, per prenderla in giro, avevano iniziato a far girare per Hogwarts delle voci su di lei e su un ragazzo della sua casata. Queste voci affermavano che a Luna piaceva questo ragazzo, cosa vera, ma che a lui non poteva assolutamente piacere lei perché era troppo strana e se gli piaceva allora anche lui doveva avere qualcosa che non andava. Fatto sta che alla fine io e Ginny ci siamo vendicare al posto della nostra amica, inviando a tutta la scuola una foto di loro due appena svegliate e immaginatevi: struccate, capelli scompigliati e in un pigiama che non si poteva proprio dire sexy. 
- Allora, Herm-Herm, per chi tiferai? - mi chiese Lavanda e già la vorrei strozzare per come mi ha chiamata. 
- È ovvio che tirerà per il suo ragazzo, no? - fece Calì al posto mio. Mi ricordai solo in quel momento di questo piccolo, enorme problema. Per chi tifare?! 
- Bè... tiferó per entrambi. - risposi con voce lievemente titubante ma solo chi mi conosceva bene l'avrebbe percepito. Sentì che Lavanda stava per dire qualcosa ma come un raggio di sole in una giornata di pioggia apparì davanti a noi il campo di Quidditch e un lampo di genio mi passò per la mente. - Scusate ma adesso devo andare, ci vediamo dopo. - dissi per poi allontanarmi dal gruppo per avviarmi verso gli spoiatoi. Appena entrai vidi che il corridoio che portava all'entrata del campo era vuoto, anche se mancacano pochi minuti all'inizio della partita. Mi appoggiai alla parete più vicina e aspettai. Non dovetti aspettare molto dato che un paio di minuti dopo uscì la squadra della mia casata. Harry, da buon capitano, era in testa e appena mi vide si voltò subito dall'altra parte cosa che fece anche Ronald. Mi sentì profondamente ferita dal comportamento di quei due, ci conoscevamo da anni, eravamo praticamente cresciuti insieme e ora solo perché mi ero innamorata, a detta loro, della persona sbagliata tutta la nostra amicizia era andata a puttane. Perfetto. Distolsi a mia volta lo sguardo e lo puntai sul pavimento finché non sentì anche la seconda porta aprirsi. Alzai immediatamente lo sguardo e vidi tutti i giocatori di Serpeverde uscire dal loro spoiatoio. Ovviamente per ultimi c'erano Blaise e Draco. L'ultimo era voltato di spalle quindi non mi notò. Vidi Blaise farmi un piccolo sorriso e un cenno di saluto che ricambiai prima che avvertisse Draco di voltarsi. Lui lo fece e appena mi vide per un attimo sgranò gli occhi poi però sorrise e mi venne incontro.  Poggiò la scopa alla parete. 
- Ciao! - disse lui continuando a sorridere. 
- Ciao amore! - lo salutai sorridendo a mia volta, e in quel momento mi dimenticai della brutta sensazione provata vedendo Harry e Ronald che mi ignoravano. 
- Che ci fai qui? - mi chiese lui. 
- Bè... volevo salutarti dato che non ci eravamo ancora visti e volevo augurarti buona fortuna per la partita! - risposi mettendogli le braccia intorno al collo e lui mi avvolse la vita con le sue. 
- Grazie. - sussurrò sulle mie labbra prima di unirle in un bacio mozzafiato. Mi passò la lingua sul labbro inferiore prima di entrare e giocare con la mia lingua. Mi alzai in punta di piedi per avvicinarmi di più a lui e andai ad accarezzare con una mano la sua guancia. 
- Ehm... capitano? Non vorremmo interrompere il tuo allenamento ma dobbiamo andare! - ci interruppe un giocatore. Ci staccammo, rimanendo abbracciati, e ci voltammo entrambi verso la fonte della voce. Notai immediatamente che la squadra Grifondoro era già entrata in campo e che tutti i giocatori della squadra del mio ragazzo ci fissava divertito. Mi sentì avvampare e feci per staccarmi ma lui non me lo permise. 
- Arrivo e poi voltatevi! Non c'è niente da vedere! - disse con voce ostile e tutti i suoi compagni, dopo aver sghignazzato, si voltarono. Draco si voltò di nuovo verso di me e mi ribació. 
- Squadra Serpeverde?! Ci siete oppure volete dare forfait? Se fossi in voi io lo farei non ci batterete mai! - disse Daniel Conan, il commentatore della partita. 
- Devi andare. - sussurrai staccandomi di poco da lui. 
- Sì. - rispose lui lasciandomi a malavoglia. Riprese la sua scopa e, dopo avermi scoccato un'ultimo bacio a fior di labbra, andò dai suoi compagni. 
- Oh! Hermione! - mi chiamò Blaise quando feci per andarmene. - Per chi tiferai? - 
- Bè... il mio ragazzo fa parte dei Serpeverde ma io sono una Grifondoro. - risposi rimanendo sul vago. Sorrisi lievemente e uscì diretta agli spalti. Mi sistemai vicino alle mie amiche appena in tempo per vedere entrare la squadra. 
- La Pluffa viene lanciata e ha inizio la partita. La Bell si appropria della palla ma dura poco perché Pucey riesce a rubargliela. Pucey vola veloce lungo il campo pronto a lanciare e a far goal. Cerca di lanciare ma Weasley riesce a parare e la Pluffa passa alla Johnson che... uh! Deve aver fatto male quel bolide! - disse Canon, e a quelle parole sposto lo sguardo verso di lei e la vedo scendere verso terra, mentre si tiene il braccio destro premuto contro il petto. Intanto la partita continua. - E la squadra Serpeverde si riappropria della palla, più precisamente Zabini che vola veloce per il campo, riesce a scansare tutti i nostri cacciatori fino agli anelli prova a lanciare ma... goal! - fa lui quasi incredulo. Io, insieme a tutti gli spalti Serpeverde, esultai aggiudicandomi un'occhiata di disapprovazione da parte dei miei compagni di casa e di approvazione da parte di Blaise e di Draco. 
- Ora la Pluffa è in mano alla Spinnet che vola verso Bletchley e... - disse e dalla mia posizione lo vidi alzarsi lentamente in piedi e portarsi dietro il microfono per poter parlare. - Ma come?! Ma era praticamente un goal già fatto! - esclamò incazzato lui aggiudicandosi un ammunimento da parte della McGranitt. - Intanto Malfoy e Potter non sembrano ancora aver avvistato il boccino che potrebbe portare alla vittoria della propria squadra. Speriamo solo che esca presto così potrai tornare a sbaciucchiare la tua ragazza, eh Malfoy? - 
Io avvampai fino alla punta dei capelli quando sentì quella frase e il primo istinto che ebbi fu quello di andare lì e affatturarlo per bene. - Ci puoi scommettere! - sentì urlare in risposta da Draco. Grazie al cielo la partita ripartì e gli sguardi di tutti si puntarono di nuovo ai giocatori. 
Dopo non so quanto tempo sentì dire da Canon che Harry era partito inseguito da Draco ed adesso gli occhi di tutti erano puntati su loro due. Volavano veloci dietro qualcosa che da qui a occhio nudo non riuscivo proprio a vedere e ormai Draco stava anche per superare il mio amico. Incredibile da dirsi ma anche tutti i giocatori si erano quasi dimenticati della partita per poter assistere a quell'inseguimento incoraggiando il proprio capitano. Sapevo che sotto sotto non era tanto per la partita in sé ma perché quella corsa poteva veramente sembrare  una metafora della loro storia. Scacciai immediatamente quei pensieri e mi concentrai sulla partita. Oramai Draco aveva superato Harry e aveva il braccio teso per afferrare qualcosa, mentre il suo rivale volava proprio dietro di lui e sembrava parecchio affaticato. Un attimo dopo entrambi si fermarono, Harry con una sguardo sconsolato mentre Draco vittorioso. Quest'ultimo, dopo un attimo in cui tutti rimanemmo zitti, tirò su il braccio con il pugno chiuso in segno di vittoria e Madama Bumb fischiò il fischio di fine partita e annunciò i Serpeverde campioni. Senza pensarci un secondo scesi dagli spalti ed mi precipitai negli spoiatoi. Una volta lì corsi da mio ragazzo e gli saltai in collo, lui mi prese al volo e dopo avermi guardata un attimo mi baciò. Ci mise la stessa passione e la stessa frenesia dell'ultimo bacio e come un flashback mi tornò in mente l'ultima partita dell'anno scorso, quando ancora stavo con Ronald e, dopo la vittoria di Grifondoro, lo avevo baciato solo ed esclusivamente per far ingelosire Draco. I baci, se così si poteva definire un lieve sfregamento di labbra, che mi scambiamo con Ron non sono nemmeno paragonabili a quelli di Draco. I suoi sono pieni di passione, ogni tanto gelosia, possessione e amore; le stesse cose che mi mancavano con il rosso. Appena ci stacchiamo vedo  dietro di noi Ron che ci fissa e sembra quasi disgustato. Distolsi immediatamente lo sguardo e lo puntai in quello argentato del ragazzo che amo e subito mi sento meglio, pervasa da una sensazione di calore che mi attraversa tutta. Gli sorrisi dolcemente e lui ricambiò. 
- Sei stato grande! - dissi ancora tra le sue braccia. 
- Grazie! Tutto merito dell'allenamento. - disse con un sorriso malizioso e io mi sentì di nuovo avvampare provocando l'ilarità del biondo che scoppiò a ridere, seguito poco dopo da me. Appena le risate finirono lui tornò a parlare. - Vado a sistemarmi, ci vediamo tra pochissimo. - disse prima di lasciarmi e andare nello spoiatoio. Dopo qualche minuto uscì dal corridoio e mi avviai verso il Lago Nero per fare una passeggiata. Il giardino era deserto, strano per essere domenica, e molto tranquillo. Il sole era praticamente invisibile, coperto da nuvole bianche portatrici prossimamente di neve e gelo. Era uno scenario spettacolare. 
Presa ad osservare il paesaggio non mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando finché non me lo ritrovai a pochi metri di distanza. 
- Ron! - dissi mentre un minuscolo sorriso mi si apriva sulle labbra, immediatamente spento appena vidi la sua espressione furente. 
- Dimmi un po' ma sei impazzita o cosa? - fece lui stringendo i pugni. 
- Di cosa stai parlando? - chiesi anche se sapevo bene la risposta. 
- Lo sai benissimo. - rispose lui. 
- No, non sono impazzita, anzi. - dissi sicura.
- Allora deve aver usato un incantesimo. Si deve essere così! - fece Ron con un piccolo sorriso come se avesse appena trovato la soluzione a tutti i problemi del mondo. 
- No, non mi ha fatto nessun incantesimo! - esclamai adesso arrabbiata. - Ascolta, sei stato tu a lasciarmi quest'estate quindi io adesso ho diritto di stare con chi mi pare e piace. - continuai con tono più calmo. 
- No, invece! Perché io mi sono reso conto di aver commesso un errore, Hermione. Ti rivoglio con me e voglio che tu sia di nuovo la mia ragazza, Hermione. - disse prendendomi una mano. Io la ritiro immediatamente come se mi fossi scosttata e arretro di qualche passo. 
- Ma sei impazzito?! No! Io sto benissimo con lui e lo amo. - dissi decisa. 
- Certo, come no. Cavolo 'Mione sei proprio una brava attrice e anche quella Serpe del cazzo lo è, davvero. Avete fatto credere a proprio tutti che siete veramente innamorati ma con me questa messinscena non attacca. Quindi lascia quel Malfoy e ritorna con me. Io sono qui e lo sai che non mi permetterei mai di tradirti o di farti soffrire come invece farà quel bastardo... - non lo feci finire. 
- No! - urlai incazzata mentre arretrato di un altro passo ma lui continuò ad avvicinarsi. Non ero incazzata solo per quello che aveva detto ma anche per come mi aveva chiamata. Tutti sapevano che detesto quando abbreviano io mio nome in 'Mione o Herm-Herm, come Lavanda e Calì. O almeno Harry, le mie migliori amiche e Draco lo sanno. - Io non ritornerò mai con te, chiaro?! - 
- Preferisci stare con quel bastardo puttaniere, eh? - 
- Basta! Non ti permetto di parlare così di Draco! - urlai più forte e ringraziai che lì in giro non ci sia nessuno perché sennò qualcuno avrebbe già chiamato un professore dati i toni alti della discussione. 
- Draco? Ma come diavolo fai a chiamarlo per nome?! - fece in tono disgustato. 
- Ascoltami attentamente Ronald, io non mi rimetterò mai con te. Non ho idea di cosa mi sia preso quando mi sono ceduta a te per la prima volta e ringrazio il Dio per non averlo fatto una seconda. Credimi, prima, quando stavo con te ero una pazza e ringrazio  Merlino, Morgana e qualsiasi altro mago che sia esistito perché abbia ritrovato un po' di buon senso e non ti abbia richiamato o cercato di sistemare le cose dopo che tu mi hai lasciato. Prima ci sono stata male ma adesso ringrazio il cielo per essermi liberata di te! Sei solo un verme! - dissi con quanto più disprezzo avevo in corpo. Non mi sarei mai rimangiata una sola delle parole che gli avevo detto perché erano la pura verità. 
Un secondo dopo lo vidi alzare una mano e prima che me rendessi conto lui mi dette una schiaffo talmente forte da farmi girare la testa. Mi portai la mano alla guancia pulsante e portai gli occhi lucidi su di lui. Aveva uno sguardo furente, non l'avevo mai visto così e mi faceva veramente paura. Lo vidi alzare nuovamente la mano, probabilmente per darmi un secondo schiaffo che però non arrivò mai dato che qualcuno urlò: - STUPEFICIUM! - 


Pov Draco 


Appena avevo lasciato Hermione ero entrato nello spoiatoio e mi ero fatto una doccia super veloce, poi mi ero asciugato e vestiti prima di prendere la mia roba da Quidditch e uscire. Fuori, però, Hermione non c'era e immediatamente mi venne l'idea che fosse tornata in camera nostra così mi avviai verso il castello. Mi bloccai quando sentì una voce dire: - Ti rivoglio con me e voglio che tu sia di nuovo la mia ragazza, Hermione. - 
Mi lanciai verso quella voce e appena vidi che apparteneva al pezzente un moto di rabbia si impadronì di me, soprattutto quando lo vidi prendere la mano della MIA ragazza, ma grazie al cielo lei la ritirò subito. Mi nascosi dietro un albero per decidere quando era meglio intervenire e ascoltai la conversazione. 
- Ma sei impazzito? No! Io sto benissimo con lui e lo amo. - 
- Certo, come no. Cavolo 'Mione sei proprio una brava attrice e anche quella Serpe del cazzo lo è, davvero. Avete fatto credere a proprio tutti che siete veramente innamorati ma con me questa messinscena non attacca. Quindi lascia quel Malfoy e ritorna con me. Io sono qui e lo sai che non mi permetterei mai di tradirdi o di farti soffrire, come invece farà quel bastardo... - 
- Basta! Non ti permetto di parlare così di Draco! - 
- Draco? Ma come diavolo fai a chiamarlo per nome?! - 
-  Ascoltami attentamente Ronald, io non mi rimetterò mai con te. Non ho idea di cosa mi sia preso quando mi sono ceduta a te per la prima volta e ringrazio il Dio per non averlo fatto una seconda. Credimi, prima, quando stavo con te ero una pazza e ringrazio  Merlino, Morgana e qualsiasi altro mago che sia esistito perché abbia ritrovato un po' di buon senso e non ti abbia richiamato o cercato di sistemare le cose dopo che tu mi hai lasciato. Prima ci sono stata male ma adesso ringrazio il cielo per essermi liberata di te! Sei solo un verme! - disse la mia ragazza e in quel momento non mi sono mai sentiti così fiero di lei. Sembrava proprio una leonessa, pronta a sbranare le sue prede quando vuole. Poi vidi una cosa che non avrei mai voluto vedere. Il pezzente le aveva appena dato una schiaffo! La vidi mettersi una mano sulla guancia rossa e gonfia, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. La voglia di prendere a pugni quel Weasley era altissima, non solo per aver fatto piangere Hermione ma per aver osato toccare la MIA piccola! 
Appena lo vedi alzare  nuovamente la mano per darle un altro schiaffo tirai fuori la bacchetta e con quanta più rabbia avevo urlai: - STUPEFICIUM! - 
Immediatamente il rosso venne scaraventato lontano da Hermione e io raggiunsi  la mia piccola, che intanto era scoppiata a piangere, e la trinsi forte tra le mie braccia. Lei si accucciò al mio petto mentre io, lentamente, le accarezzai i capelli per calmarla. 
- Lasciala immediatamente lurido bastardo! - sentì urlare dal Weasley. Alzai la testa e lo vidi fissarci con sguardo pieno di odio. 
- No! - risposi secco. Intanto, intono a noi, si era affollata molta gente proveniente dalla partita. - L'hai sentita bene, ti ha detto che non ti vuole più e che adesso vuole stare con me. - continuai stringendola più forte. - E ti avverto Weasley, prova di nuovo a toccarla e ti giuro che non te la caverai con uno Stupeficium. - 
- TU L'HAI INSULTATA PER ANNI! IO LE SONO SEMPRE STATO ACCANTO! TU NON SAI UN CAZZO DI LEI! E SO CHE LEI MI VUOLE ANCORA! - 
Lo guardai per pochi secondi prima di iniziare a parlare. - È innamorata della letteratura, principalmente inglese, ma le va bene anche quella italiana, quando parla dei suoi libri preferiti le brillano gli occhi e potrebbe starne a parlare per ore e ore, adora i posti silenziosi, quando è nervosa si mangiucchia le unghie oppure si stropiccia l'orlo delle gonna, quando è arrabbiata se non la si contiene potrebbe far saltare in aria tutta Hogwarts, la sua zia preferita si chiama Caroline, quando è concentrata su qualcosa si morde il labbro inferiore, quando era piccola beveva solo tè, uno dei suoi piatti preferiti sono le polpette di sua zia e devo ammettere che in effetti sono molto buone, non le piacciono le feste, odia il suo nome abbreviato in 'Mione... Oh! E adora i Serpeverde. - mi fermai perché realizzai che avevo detto veramente troppo ma la faccia di Weasley era impagabile. 
Dopo un'ultima occhiata a quell'idiota presi Hermione, che ancora tremava leggermente, in braccio e la portai via, mi fermai appena raggiunto il ponte che poi portava a una delle entrate del castello. Se avevo anche solo il minimo dubbio di non essere innamorato di lei cambiai idea, ne ero perdutamente innamorato e non mi ero mai reso conto di tutto quello che sapevo su di lei finché non l'avevo spiattellato in faccia a Weasley. Sapevo che era distrutta a causa del comportamento del suo "amico" ed io avrei fatto di tutto per aiutarla. 
- Perché? - la sentì sussurrare. - Perché ha detto quelle cose? - 
- Non lo so, piccola. - risposi abbracciandola di nuovo. Lei si accucciò conto il mio petto e strinse il tessuto della mia maglietta tra le sue asili mani. Rimanemmo così per un bel po' prima che lei si staccasse da me. Si voltò e appoggiò le mani al davanzale, io l'abbracciai da dietro e poggiai la testa sulla sua spalla. 


Pov Harry


Uscì dagli spoiatoi nel momento esatto in cui vidi Ron passare lì davanti. 
- Ron! - lo chiamai raggiungendolo. Lui si voltò verso di me e mi guardò un secondo prima di riprendere a camminare verso il castello. Aveva un'espressione strana sul volto, sembrava arrabbiato e aveva un'andatura molto rigida. Lo seguì confuso. Il mio migliore amico non aveva mai avuto un comportamento così strano, raramente lo avevo visto così arrabbiato. 
- Ha scelto lui. - sibilò lui dopo aver varcato la soglia. 
- Chi? - chiesi ancora più confuso. 
- Secondo te?! Hermione! - quasi urlò. Abbassai lo sguardo e potei ben immaginare la scena. Lui che le diceva che era ancora innamorato di lei ma lei che lo respingeva, e poi per chi? Per il nostro nemico! Il ragazzo che ci aveva sfottuti per tutti questi anni! 
- Lo so. Lo ha fatto anche con me. - sussurrai mentre  arrivavamo alla torre di Grifondoro. Entrammo nella Sala Comune e ci sedemmo su un divano libero. 
- Ha scelto Malfoy al posto mio! - esclamò lui con tono un po' più alto. 
- Lo so, Ron. - feci con tono duro. - Te l'avevo detto. - 
- Non mi stai aiutando. - disse lui con lo stesso tono. 
- Ascolta Ron, non ho idea di cosa sia preso a Hermione ma lei ha fatto la sua scelta e quando capirà di aver sbagliato noi non saremo lì a consolarla. - dissi sicuro. Quelle erano le stesse parole che avevo detto a lei qualche giorno fa e ne ero ancora sicuro. Sapevo, anzi ne ero certo, che lui l'avrebbe fatta soffrire ed ero certo che anche lei in cuor suo lo sapeva. Aveva fatto uno sbaglio già solo ad andare a letto con quel biondo del cazzo ma mettendocisi insieme non aveva fatto un errore, aveva fatto una catastrofe. Sia io che Ron le avevamo dato la possibilità di rimediare e lei non l'aveva fatto. 
- Questo è certo. - commentò lui con un sorrisetto che non mi piacque per niente ma lasciai correre e tornai a fissare il fuoco che scoppiettava davanti a noi. Non avevo idea di che cosa passasse per la testa del rosso e sinceramente non mi importava più di tanto. 


Pov Ronald


Maledetta! Maledetta lei e quella dannata Serpe! Oh, ma me la pagheranno, tutti e due! Come aveva osato quella maledetta stronza dirmi delle cose così! Come mi aveva chiamato? Verme?! Senti chi parla! La fidanzata di una Serpe! Me la pagheranno e ho già in mente qualcosa... e dopo aver appurato il mio piano Hermione ricadrà tra le mie braccia. 




Non odiatemi. Sì è corto ma diciamocelo non è male!  Comunque sia, cosa ne pensate del capitolo? Cosa avrà intenzione di fare Ron? E soprattutto i nostri piccioncini supereranno anche questo ostacolo?? 
Un bacio! 😘 

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Capitolo 14
*** I grandi amici si vedono al momento del bisogno ***


Piccolo consiglio mente leggete questo capitolo ascoltate la canzone " You & I " degli One direction. Credo che sia una delle canzoni che più rappresenta la Dramione, voi che ne dite? 
I GRANDI AMICI SI VEDONO AL MOMENTO DEL BISOGNO
Pov Draco 
Dopo un pomeriggio lungo ed estenuante stavo finalmente tornando in camera mia per aspettare la mia ragazza prima di andare a cena. Durante la giornata quasi non ci eravamo visti dato che avevamo tutte lezioni separate e mi mancava da morire. Era incredibile l'effetto che quella donna aveva su di me e non l'avrei lasciata per nulla al mondo. 
Stavo facendo questi pensieri quando, appena svoltato un angolo, vidi una scena che mi inchiodò sul posto. Due ragazzi che si stavano baciando. Nonostante non riuscissi a guardarli in faccia già sapevo chi erano e quella consapevolezza mi fece spezzare letteralmente il cuore. Non poteva essere! Non poteva... No! Non era lei non... 
Appena avvertirono la mia presenza i due si staccarono e lei mi lanciò uno sguardo che mi sembrò addirittura divertito e finalmente riuscì a vederli in faccia ed avere l'orribile consapevolezza che sì, erano loro due. Ronald Weasley ed Hermione Granger. Dopo uno sguardo carico di disprezzo verso entrambi presi a correre verso la mia camera e mi chiusi dentro. Presi a camminare furiosamente per la stanza mentre le lacrime premevano per uscire ma le ricacciai indietro nel momento esatto in cui sentì la porta aprirsi. 
- Ciao amore! - mi salutò lei con voce dolce. Il dolore che provavo si era accentuato a sentire quelle parole e il tono con cui le aveva dette. 
- Amore?! - feci sarcastico continuando a fissare la parete davanti a me. Sentì i suoi passi avvicinarsi e una sua mano poggiarsi sulla mia spalla. Mi scostai freddamente dal suo tocco e subito una sensazione di gelo mi avvolse. 
- Ma cosa è successo? - chiese lei con voce preoccupata. 
- Cosa è successo?! - feci voltandomi verso di lei seriamente incazzato. - Ma mi credi veramente così stupido? - 
- Io non... - 
- Vattene. - sussurrai distogliendo di nuovo lo sguardo. - Tra noi è finita. - 
- Cosa?! Perché? - fece cercando di avvicinarsi ma io mi allontanai. Già era difficile lei non poteva renderle ancora più difficili. 
- Hermione ti ho visto! - le urlai preso di nuovo dalla rabbia e la vidi indietreggiare di un passo. Nonostante tutto mi feci lo stesso schifo vedendo che l'avevo spaventata. 
- Ma hai visto cosa? - 
- Ti ho visto mentre ti baciavo con Weasley! - esclamai come se fosse la cosa più stupida del mondo ed era crudele da parte sua farmi rivivere quel momento nella mente. 
- Che cosa?! Io non l'ho mai fatto! Oggi pomeriggio sono stata tutto il tempo in biblioteca, vengo da lì! - 
- Basta. - sussurrai sfinito. - Vattene. - ripetei alzando gli occhi per incontrare i suoi color oro. Li vedevo lucidi a causa delle lacrime ma nonostante questo mi imposi di rimanere impassibile. 
- Draco... - 
- Vattene. - dissi con voce fredda e lei indietreggiò ancora. Poi dove uno sguardo pieno di dolore si voltò e uscì dalla stanza, sperando di non farmi vedere l'unica lacrima che le aveva lasciato l'occhio per andare a scivolare sulla sua guancia. Appena la porta si chiuse sentì i suoi passi veloci allontanarsi correndo e solo appena fui veramente sicuro che non fosse più lì mi lasciai andare ad un pianto pieno di dolore. Mi accasciai sul letto e mi presi il volto tra le mani, singhiozzando profondamente. 
Chi l'avrebbe mai detto? Un Malfoy che piange per una ragazza. Preso da un'insospettabile rabbia andai alla scrivania e buttai giù tutto quello che c'era sopra, presi la mia bacchetta e, dopo aver insonorizzato la camera, lanciai un bombarda al letto, consapevole che sarebbe bastato un Reparo per sistemarlo. 
Pov Hermione
Corsi veloce per il corridoio e raggiunsi la torre di Grifondoro, entrai e senza aspettare un attimo mi precipitai nella mia vecchia camera. Arrivata lì mi buttai sul letto e cominciai a singhiozzare forte, bagnando il cuscino di lacrime salate. Non poteva essere successo davvero! Non poteva avermi lasciato! Quello che avevo detto a Draco era vero! Avevo passato tutto il santo giorno in biblioteca a studiare per il compito di Pozioni del giorno dopo. Trall'altro ero stata anche con Ginny quindi lei poteva confermare tutto! 
Presa dal dolore non mi accorsi di qualcuno che entrava in camera mia finché sentì qualcuno sedersi accanto a me. Alzai la testa speranzosa ma un nuovo moto di dolore e disperazione si impadronì di me quando non vidi gli occhi ghiacciati del ragazzo che, nonostante come mi aveva trattata, amavo ma quelli della mia migliore amica. 
- Herm, che succede? - mi chiese con voce preoccupata. 
- Lui... lui mi ha... Draco mi ha lasciata. - dissi continuando a piangere. Lei subito mi guardò come se fossi una pazza prima di parlare. 
- Cosa?! E perché lo avrebbe fatto? - 
- Ha detto che... mi ha vista baciare Ronald oggi pomeriggio. - sussurrai con voce debole, rotta dal pianto. 
- Ma non è possibile! Tu sei stata con me finché non sei tornata in camera! - 
- Lo so e gliel'ho detto ma lui non mi ha creduto! - dissi alzandomi a sedere mentre un dolore indicibile mi premeva sul petto all'altezza del cuore. 
- O mio Dio! È così assurdo! Tu sei stata con me come puoi aver baciato mio fratello davanti agli occhi del furetto?! - fece lei ma appena terminata la frase vidi una specie di lampo di consapevolezza passare per i suoi occhi ma durò pochissimo dato che immediatamente fu sostituito da profonda rabbia. - Arrivo subito, tesoro. - 
- Aspetta! - la richiamai appena lei si fu alzata in piedi. 
- Andrà tutto bene e se è andata come credo tu riavrai il tuo ragazzo e un paio di persone potrebbero ritrovarsi in infermeria verso la fine della giornata. - disse lei con voce furente poi dopo avermi abbracciata per consolarmi uscì dalla stanza lasciandomi da sola e veramente confusa. Cosa sapeva Ginny? E soprattutto potevo credere alle sue parole? 
Pov Ginny
Non portava essere! Mio fratello non poteva essere caduto così dannatamente in basso! Oh! Ma se era andata come credevo le parole che avevo detto ad Hermione erano vere e lei avrebbe riavuto il suo fidanzato mentre due certe persone sarebbero andati in infermeria con minimo una decina di ossa rotte. 
Arrivata all'entrata della casata Serpeverde mi appoggiai al muro e aspettai. La persona cge stavo aspettando uscì pochi minuti dopo, insieme a Theodore Nott e a Daphne Greengras. 
- Zabini?! - lo chiamai e lui si voltò verso di me guardandomi curioso. 
- Weasley. Che ci fai qui? - 
- Devo parlarti, subito. - dissi scandendo bene le parole. Lui mi guardò un attimo e appena notò il mio sguardo inferocito e determinato mi fece un cenno di consenso prima di dire ai suoi amici che si sarebbero visti in Sala Grande. Una volta solo lo presi per un braccio e lo portai in un angolo un po' più nascosto. 
- Che succede? - chiese lui confuso. 
- Succede che Malfoy ha lasciato Hermione. - dissi mettendomi le mani sui fianchi. 
- Cosa?! Perché? - 
- Hermione mi ha detto che Malfoy le ha detto di averla vista baciare Ronald ma questo non è possibile perché lei è stata tutto il pomeriggio con me in biblioteca. Ovviamente lui non ci ha creduto e l'ha lasciata. Ora dobbiamo trovare il responsabile di questa storia e spiegare quello che è successo al tuo biondo amico e farli rimettere insieme. - 
- Perché dobbiamo? - 
- Perché tu sei il suo migliore amico e sei anche un amico di Hermione quindi poche storie. - dissi dandogli un piccolo schiaffo sul suo petto. 
- Okay, okay rossa. Cosa vuoi fare? - mi chiese infilandosi le mani nelle tasche. 
- Ecco ho già qualche sospetto su chi possa essere coinvolto e sicuramente c'entra mio fratello. Quindi... pensavo che tu potessi aiutarmi ad entrare nell'aula di Pozioni per... rubare un po' di Veritaserium. - dissi abbassando lo sguardo imbarazzata. 
- Sì, si può fare. Ma non nell'aula, meglio nell'ufficio di Piton, di solito è lì che tiene le sue scorte. - disse incamminandosi. Lo seguì senza esitare. Lui, dopo aver lanciato un Ahlomora alla porta, entrò nell'ufficio del nostro professore di Pozioni e andò verso l'armadio dove teneva tutte le fiale con le diverse Pozioni già pronte in caso di necessità. Mentre lui lo apriva per prendere una fialetta di Veritaserium io lanciai un occhio all'interno e notai immediatamente l'assenza di una particolare pozione che confermava i miei sospetti. Zabini richiuse le ante dell'armadio e uscimmo dalla stanza poi, dopo aver richiuso la stanza, ci avviammo verso la Sala Grande. 
- Tieni. - disse porgendomi la fiala. La presi e me la infilai in tasca mentre gli facevo un piccolo cenno di ringraziamento. 
- Okay, allora. Io la verserò nel bicchiere di Ronald e una volta che lui avrà bevuto lo porterò fuori dalla Sala per fargli le giuste domande, se vuoi puoi venire anche tu. - dissi tenendo gli occhi bassi. 
- Weasley, si sta parlando del mio migliore amico, è ovvio che verrò anch'io. - disse come se fosse la cosa più logica del mondo. Annuì lievemente ed entrai nella Sala mentre lui rimase fuori. Camminai velocemente verso il mio posto e notai subito l'assenza di Hermione, poi, lanciando un occhio al tavolo Serpeverde, notai anche quella di Malfoy. Poverini quei due! Nonostante ancora non mi andasse molto giù il biondo vedevo quanto si amavano e non era giusto che dovessero soffrire così tanto solo per la gelosia di due deficienti rimessi insieme. 
Mi sedetti accanto ad Harry e davanti a Ronald che si stava abbuffando come sempre. Un attimo dopo sentì il portone aprirsi e appena voltai lo sguardo vidi che era Zabini. Mi rivoltai verso i miei amici e cominciai a mangiare, cercando il momento adatto per agire. Il momento arrivò verso la fine della cena, quando Harry era preso a parlare con Katie dei nuovi schemi di gioco è mio fratello era distratto dalla sua torta al cioccolato. Presi la fialetta e la stappsi, poi, dopo essere stata sicura che nessuno mi vedesse, ho versato il contenuto nel suo bicchiere, rinascondendo poi la fiala, ora vuota, nella tasca. Fortuna volle, che un boccone troppo grande gli andasse di traverso e a quel punto lui prese il suo bicchiere e ne bevve tutto il suo contenuto, compresa la pozione. Lo guardai intensamente negli occhi e vidi la sua espressione diventare vaga per un secondo per poi tornare normale. Bene, ka pozione aveva fatto effetto. 
- Ron, potresti venire con me un attimo? - gli chiesi innocentemente e lui dove uno sguardo un po' scocciato acconsentì, seguendomi fuori dalla Sala. 
Una volta usciti lo spimsi verso il muro e lo guardai negl'occhi minacciosa. 
- Che cosa hai fatto? - gli chiesi rendendomi subito conto di aver  la domanda sbagliata. 
- A cosa ti riferisci? - fece lui ma prima che potessi fare un altra domanda arrivò il ragazzo che stavo aspettando.
- Weasley! Hai iniziati senza di me? - 
- Scusa, ci stavi mettendo troppo. - dissi voltandomi per un secondo verso il moro per poi riportare lo sguardo sul rosso. - Ronald, hai fatto qualcosa per separare Hermione e Malfoy, negli ultimi giorni? - 
- Sì. - disse lui prima di portarsi una mano sulla bocca con gli occhi spalancati. Estrassi la bacchetta e lo attaccai al muro, per non farlo scappare. 
- Che cosa hai fatto? - chiesi con voce dura e decisa. 
- Mi sono introdotto nell'ufficio di Piton e ho rubato una fialetta della Pozione Polisucco, poi sono andato nella camera di Hermione e Malfoy e ho preso una capello di lei dalla sua spazzola quando loro erano a cena. Una volta fatta l'ho fatta bere alla ragazza che aveva deciso di aiutarmi a farli separare e questo pomeriggio ci siamo baciati facendo credere al Furetto che avevo baciato Hermione. - raccontò mio fratello e, presa da un istinto di protezione verso la mia migliore amica e perché no, anche del suo ragazzo, gli tirai uno schiaffo. 
- Chi è questa ragazza? - chiese Zabini con un piccolo ghigno, probabilmente dovuto allo schiaffo. 
- La Parkinson. - rispose Ronald. - Lei mi ha fatto entrare nella loro stanza e ha bevuto la pozione. - dissi con lo sguardo rivolto al pavimento. Rossa per la rabbia lo liberai dall'incantesimo e lo presi per il colletto, trascinandolo verso i sotterranei.
- Dove stai portando Lenticchia?? - chiese Zabini sempre più divertito. 
- Secondo te? Il Furetto non ci crederà mai se lo sente dire da noi, ma se a confessare è mio fratello allora ci crederà di sicuro. - dissi scendendo le scale portandomi dietro il rosso che continuava a lamentarsi. Arrivammo davanti all'entrata di Serpeverde e Zabini pronunciò la parola d'ordine per farci entrare, poi ci portò verso la camera del suo migliore amico ma quando cercò di aprirla la trovò bloccata. 
- Draco! Sono Blaise ho bisogno di parlarti, per davore aprimi! - 
- No! Vattene, non voglio parlare con nessuno! - urlò la voce del biondo dall'altra parte della porta. 
-  No! Draco ho la prova che Hermione ti ha detto la verità. Lei non ha baciato Weasley! - disse lui alzando un po' la voce per farsi sentire. Dall'altra parte regnò un lungo silenzio per poi sentire una specie di click. Blaise aprì la porta ed entrò, io feci lo stesso portandomi dietro il rosso e rimasi scioccata quando vidi cosa avava fatto Malfoy. Il letto era distrutto, così come la scrivania e tutto quello che c'era sopra era per terra. Il biondo era seduto su una sedia, la schiena incurvata e la testa era tenuta tra le mani come per impedirsi di ascoltare. - Draco? - lo chiamò il suo migliore amico con voce dolce. Lui non disse una parola né si mosse. Ineffetti, vederlo in quello stato mi faceva un po' di pena e solo mi immaginavo come doveva stare Hermione. Il fatto che si amavano lo avevo capito da tempo e come me anche la maggior parte della scuola lo ha capito, non riuscivo proprio a capire come facesse Harry e Ronald a non capirlo. Molto probabilmente anche loro lo vedevano ma preferivano fingere che non fosse così e cercate in tutti i modi una falla nel loro amore, per mio fratello, era più semplice che accettare la realtà. Intanto mentre io contemplavo il disastro che era successo in quella camera Blaise cominciò a spiegare quello che era successo quel pomeriggio, prese Ronald e porse alcune domande per convincere ancora di più il biondo, che man mano che il discorso continuavo aveva alzato la testa per guardare negli occhi il suo amico, probabilmente per capire se stava mentendo. Una volta finito tutto quello Malfoy, dopo alcuni secondi di silenzio totale in cui tutti restammo immobili, si alzò di scatto e guardando con odio lacerante mio fratello gli tirò un pugno ben assestato che lo fece cadere per terra, dato che Blaise l'aveva lasciato andare. Vidi il rosso portarsi una mano al naso per fermare la fuoriuscita di sangue e sperai veramente che Malfoy gli avesse rotto il naso. Spostai di nuovo lo sguardo verso il Furetto e lo vidi lanciarsi verso la porta. 
- Dove stai andando? - gli chiesi e lui si fermò voltandosi a guardarmi. 
- A riprendere la ragazza che amo. - rispose con un sorrisetto prima di uscire dalla stanza. Sorrisi anch'io e con la coda dell'occhio vidi il moro tirare fuori la bacchetta. Lo guardai con sguardo interrogativo e lui puntando la bacchetta verso il letto pronunciò Reparo ed esso si sistemò. Poi fece lo stesso anche con il resto della stanza. Mentre risistemava le ultime cose spostai lo sguardo verso mio fratello, che ancora giaceva a terra dolorante per il pugno più che meritato. Probabilmente ci avrebbe pensato Hermione alla Parkinson non appena avesse saputo cosa aveva fatto e personalmente non vedevo l'ora che si vendicasse. Infondo lo sanno tutti che far arrabbiare Hermione è molto pericoloso. Una volta fatto tutto Blaise prese Ronald e, di comune accordo, lo portammo in infermeria dove dicemmo che era caduto sbattendo il naso. L'infermiera ci credette e una volta mollato su un letto uscimmo dall'infermeria. 
- Bè... ciao. - disse lui andando da una parte del corridoio. 
- Ciao. - risposi in un sussurro andando dall'altra. 
Pov Draco
Correvo a perdifiato per le scale per raggiungere la torre Grifondoro e appena arrivato pronunciai la parola d'ordine, me l'aveva data Ginevra tempo fa, ed entrai. Senza degnare nessuno di una sguardo, e tutti erano veramente curioso e insospettiti, corsi verso la camera da Prefetto del mio tesoro. Entrai silenziosamente e mi chiusi la porta alla spalle. Distesa su un fianco sul letto c'era lei. Non riuscivo  vederle il volto da quella posizione ma era sicuro che stesse piangendo o che avesse pianto fino a poco tempo fa da come le tremavano le spalle. Camminai verso di lei e mi destesi accanto a lei, che però non si voltò. Mi poggiai su un gomito per tenermi su e le posai una mano sulla spalla per farla voltare e per rivedere i suoi occhi. Lei si voltò verso di me e un lampo di dolore immenso mi lasciò senza fiato appena vidi in suoi occhi arrossati e gonfi, così come le sue guance. Le accarezzai il viso mentre anche i miei occhi mi si riempivano di lacrime al pensiero di essere stato io la causa delle sue lacrime. 
- Amore... - sussurrai mentre un'altra lacrime le rigava la guancia, che asciugai immediatamente con il pollice. - un mi dispiace non basta per farti capire quanto veramente sia addolorato da quello che ti ho detto. Ho capito che mi stavi dicendo la verità, tu non hai fatto una sola delle cose di cui ti ho accusata oggi e non meritavi nemmeno una delle parole che ti ho detto. Blaise  Ginevra mi hanno raccontato com'è andata e se vuoi posso raccontartelo. - dissi  dopo che lei ebbe annuito le raccontai per filo  per segno quello che mi aveva detto il mio amico. Alla fine, dopo alcuni minuti in cui pregai che lei non mi respingesse, Hermione mi abbracciò forte. Ricambiai la stretta e le accarezzai i capelli mentre una lacrima mi rigava una guancia al solo pensiero che per quei due avevo rischiato di perderla. 
- Ti amo. - sussurrò lei al mio orecchio mentre ancora stava tra le mie braccia. 
- Ti amo. - risposi sorridendo. Lei allontanò la testa dalla mia spalla e mi guardò sorridendo lievemente prima di congiungere le nostre labbra. Improvvisamente ogni cosa sembrò tornare al proprio posto e mi resi conto che, a cadere nella loro trappola e non credendo alla mia ragazza, avevi fatto l'errore più grande della mia vita ma che lei mi aveva perdonato. Prima o poi dovrò ringraziare anche Ginevra per quello che ha fatto ma adesso, per me, esiteva solo ed esclusivamente Hermione. 
Ciao a tutti! Che ne dite del nuovo capitolo? Avreste mai pensato che Ron fosse disposto  a cedere così in basso? Comunque sia, da adesso in poi il rosso perderà le sue speranze e non ne risentiremo parlare per un bel po'. Per quanto riguarda Pansy, invece, la storia sarà diversa. Anche lei rinuncerà a separarli ma non uscirà completamente da questa storia. Il prossimo capitolo, poi, tratterà del compleanno di Draco!! Sì!! 🎉🎉 
E inoltre parleremo anche della coppia Ginny-Harry. Non odiatemi vi prego. 
Per quanto riguarda la canzone che ho scelto per il capitolo invece? Che ne dite? Spero vi sia piaciuta e che l'abbia scelta bene. Non sarà l'unica volta in cui vi chiederò di ascoltare una canzone perché  le canzoni che sceglierò saranno sempre molto adatte al capitolo e lo acaccompagneranno benissimo e soprattutto daranno un tocco in più alla storia. Detto questo ci vendiamo al prossimo appuntamento che sarà Sabato prossimo! Ciao!! 😘😘

Piccolo consiglio mente leggete questo capitolo ascoltate la canzone " You & I " degli One direction. Credo che sia una delle canzoni che più rappresenta la Dramione, voi che ne dite? 


I GRANDI AMICI SI VEDONO AL MOMENTO DEL BISOGNO


Pov Draco 


Dopo un pomeriggio lungo ed estenuante stavo finalmente tornando in camera mia per aspettare la mia ragazza prima di andare a cena. Durante la giornata quasi non ci eravamo visti dato che avevamo tutte lezioni separate e mi mancava da morire. Era incredibile l'effetto che quella donna aveva su di me e non l'avrei lasciata per nulla al mondo. 
Stavo facendo questi pensieri quando, appena svoltato un angolo, vidi una scena che mi inchiodò sul posto. Due ragazzi che si stavano baciando. Nonostante non riuscissi a guardarli in faccia già sapevo chi erano e quella consapevolezza mi fece spezzare letteralmente il cuore. Non poteva essere! Non poteva... No! Non era lei non... 
Appena avvertirono la mia presenza i due si staccarono e lei mi lanciò uno sguardo che mi sembrò addirittura divertito e finalmente riuscì a vederli in faccia ed avere l'orribile consapevolezza che sì, erano loro due. Ronald Weasley ed Hermione Granger. Dopo uno sguardo carico di disprezzo verso entrambi presi a correre verso la mia camera e mi chiusi dentro. Presi a camminare furiosamente per la stanza mentre le lacrime premevano per uscire ma le ricacciai indietro nel momento esatto in cui sentì la porta aprirsi. 
- Ciao amore! - mi salutò lei con voce dolce. Il dolore che provavo si era accentuato a sentire quelle parole e il tono con cui le aveva dette. 
- Amore?! - feci sarcastico continuando a fissare la parete davanti a me. Sentì i suoi passi avvicinarsi e una sua mano poggiarsi sulla mia spalla. Mi scostai freddamente dal suo tocco e subito una sensazione di gelo mi avvolse. 
- Ma cosa è successo? - chiese lei con voce preoccupata. 
- Cosa è successo?! - feci voltandomi verso di lei seriamente incazzato. - Ma mi credi veramente così stupido? - 
- Io non... - 
- Vattene. - sussurrai distogliendo di nuovo lo sguardo. - Tra noi è finita. - 
- Cosa?! Perché? - fece cercando di avvicinarsi ma io mi allontanai. Già era difficile lei non poteva renderle ancora più difficili. 
- Hermione ti ho visto! - le urlai preso di nuovo dalla rabbia e la vidi indietreggiare di un passo. Nonostante tutto mi feci lo stesso schifo vedendo che l'avevo spaventata. 
- Ma hai visto cosa? - 
- Ti ho visto mentre ti baciavo con Weasley! - esclamai come se fosse la cosa più stupida del mondo ed era crudele da parte sua farmi rivivere quel momento nella mente. 
- Che cosa?! Io non l'ho mai fatto! Oggi pomeriggio sono stata tutto il tempo in biblioteca, vengo da lì! - 
- Basta. - sussurrai sfinito. - Vattene. - ripetei alzando gli occhi per incontrare i suoi color oro. Li vedevo lucidi a causa delle lacrime ma nonostante questo mi imposi di rimanere impassibile. 
- Draco... - 
- Vattene. - dissi con voce fredda e lei indietreggiò ancora. Poi dove uno sguardo pieno di dolore si voltò e uscì dalla stanza, sperando di non farmi vedere l'unica lacrima che le aveva lasciato l'occhio per andare a scivolare sulla sua guancia. Appena la porta si chiuse sentì i suoi passi veloci allontanarsi correndo e solo appena fui veramente sicuro che non fosse più lì mi lasciai andare ad un pianto pieno di dolore. Mi accasciai sul letto e mi presi il volto tra le mani, singhiozzando profondamente. 
Chi l'avrebbe mai detto? Un Malfoy che piange per una ragazza. Preso da un'insospettabile rabbia andai alla scrivania e buttai giù tutto quello che c'era sopra, presi la mia bacchetta e, dopo aver insonorizzato la camera, lanciai un bombarda al letto, consapevole che sarebbe bastato un Reparo per sistemarlo. 


Pov Hermione


Corsi veloce per il corridoio e raggiunsi la torre di Grifondoro, entrai e senza aspettare un attimo mi precipitai nella mia vecchia camera. Arrivata lì mi buttai sul letto e cominciai a singhiozzare forte, bagnando il cuscino di lacrime salate. Non poteva essere successo davvero! Non poteva avermi lasciato! Quello che avevo detto a Draco era vero! Avevo passato tutto il santo giorno in biblioteca a studiare per il compito di Pozioni del giorno dopo. Trall'altro ero stata anche con Ginny quindi lei poteva confermare tutto! 
Presa dal dolore non mi accorsi di qualcuno che entrava in camera mia finché sentì qualcuno sedersi accanto a me. Alzai la testa speranzosa ma un nuovo moto di dolore e disperazione si impadronì di me quando non vidi gli occhi ghiacciati del ragazzo che, nonostante come mi aveva trattata, amavo ma quelli della mia migliore amica. 
- Herm, che succede? - mi chiese con voce preoccupata. 
- Lui... lui mi ha... Draco mi ha lasciata. - dissi continuando a piangere. Lei subito mi guardò come se fossi una pazza prima di parlare. 
- Cosa?! E perché lo avrebbe fatto? - 
- Ha detto che... mi ha vista baciare Ronald oggi pomeriggio. - sussurrai con voce debole, rotta dal pianto. 
- Ma non è possibile! Tu sei stata con me finché non sei tornata in camera! - 
- Lo so e gliel'ho detto ma lui non mi ha creduto! - dissi alzandomi a sedere mentre un dolore indicibile mi premeva sul petto all'altezza del cuore. 
- O mio Dio! È così assurdo! Tu sei stata con me come puoi aver baciato mio fratello davanti agli occhi del furetto?! - fece lei ma appena terminata la frase vidi una specie di lampo di consapevolezza passare per i suoi occhi ma durò pochissimo dato che immediatamente fu sostituito da profonda rabbia. - Arrivo subito, tesoro. - 
- Aspetta! - la richiamai appena lei si fu alzata in piedi. 
- Andrà tutto bene e se è andata come credo tu riavrai il tuo ragazzo e un paio di persone potrebbero ritrovarsi in infermeria verso la fine della giornata. - disse lei con voce furente poi dopo avermi abbracciata per consolarmi uscì dalla stanza lasciandomi da sola e veramente confusa. Cosa sapeva Ginny? E soprattutto potevo credere alle sue parole? 


Pov Ginny


Non portava essere! Mio fratello non poteva essere caduto così dannatamente in basso! Oh! Ma se era andata come credevo le parole che avevo detto ad Hermione erano vere e lei avrebbe riavuto il suo fidanzato mentre due certe persone sarebbero andati in infermeria con minimo una decina di ossa rotte. 
Arrivata all'entrata della casata Serpeverde mi appoggiai al muro e aspettai. La persona cge stavo aspettando uscì pochi minuti dopo, insieme a Theodore Nott e a Daphne Greengras. 
- Zabini?! - lo chiamai e lui si voltò verso di me guardandomi curioso. 
- Weasley. Che ci fai qui? - 
- Devo parlarti, subito. - dissi scandendo bene le parole. Lui mi guardò un attimo e appena notò il mio sguardo inferocito e determinato mi fece un cenno di consenso prima di dire ai suoi amici che si sarebbero visti in Sala Grande. Una volta solo lo presi per un braccio e lo portai in un angolo un po' più nascosto. 
- Che succede? - chiese lui confuso. 
- Succede che Malfoy ha lasciato Hermione. - dissi mettendomi le mani sui fianchi. 
- Cosa?! Perché? - 
- Hermione mi ha detto che Malfoy le ha detto di averla vista baciare Ronald ma questo non è possibile perché lei è stata tutto il pomeriggio con me in biblioteca. Ovviamente lui non ci ha creduto e l'ha lasciata. Ora dobbiamo trovare il responsabile di questa storia e spiegare quello che è successo al tuo biondo amico e farli rimettere insieme. - 
- Perché dobbiamo? - 
- Perché tu sei il suo migliore amico e sei anche un amico di Hermione quindi poche storie. - dissi dandogli un piccolo schiaffo sul suo petto. 
- Okay, okay rossa. Cosa vuoi fare? - mi chiese infilandosi le mani nelle tasche. 
- Ecco ho già qualche sospetto su chi possa essere coinvolto e sicuramente c'entra mio fratello. Quindi... pensavo che tu potessi aiutarmi ad entrare nell'aula di Pozioni per... rubare un po' di Veritaserium. - dissi abbassando lo sguardo imbarazzata. 
- Sì, si può fare. Ma non nell'aula, meglio nell'ufficio di Piton, di solito è lì che tiene le sue scorte. - disse incamminandosi. Lo seguì senza esitare. Lui, dopo aver lanciato un Ahlomora alla porta, entrò nell'ufficio del nostro professore di Pozioni e andò verso l'armadio dove teneva tutte le fiale con le diverse Pozioni già pronte in caso di necessità. Mentre lui lo apriva per prendere una fialetta di Veritaserium io lanciai un occhio all'interno e notai immediatamente l'assenza di una particolare pozione che confermava i miei sospetti. Zabini richiuse le ante dell'armadio e uscimmo dalla stanza poi, dopo aver richiuso la stanza, ci avviammo verso la Sala Grande. 
- Tieni. - disse porgendomi la fiala. La presi e me la infilai in tasca mentre gli facevo un piccolo cenno di ringraziamento. 
- Okay, allora. Io la verserò nel bicchiere di Ronald e una volta che lui avrà bevuto lo porterò fuori dalla Sala per fargli le giuste domande, se vuoi puoi venire anche tu. - dissi tenendo gli occhi bassi. 
- Weasley, si sta parlando del mio migliore amico, è ovvio che verrò anch'io. - disse come se fosse la cosa più logica del mondo. Annuì lievemente ed entrai nella Sala mentre lui rimase fuori. Camminai velocemente verso il mio posto e notai subito l'assenza di Hermione, poi, lanciando un occhio al tavolo Serpeverde, notai anche quella di Malfoy. Poverini quei due! Nonostante ancora non mi andasse molto giù il biondo vedevo quanto si amavano e non era giusto che dovessero soffrire così tanto solo per la gelosia di due deficienti rimessi insieme. 
Mi sedetti accanto ad Harry e davanti a Ronald che si stava abbuffando come sempre. Un attimo dopo sentì il portone aprirsi e appena voltai lo sguardo vidi che era Zabini. Mi rivoltai verso i miei amici e cominciai a mangiare, cercando il momento adatto per agire. Il momento arrivò verso la fine della cena, quando Harry era preso a parlare con Katie dei nuovi schemi di gioco è mio fratello era distratto dalla sua torta al cioccolato. Presi la fialetta e la stappsi, poi, dopo essere stata sicura che nessuno mi vedesse, ho versato il contenuto nel suo bicchiere, rinascondendo poi la fiala, ora vuota, nella tasca. Fortuna volle, che un boccone troppo grande gli andasse di traverso e a quel punto lui prese il suo bicchiere e ne bevve tutto il suo contenuto, compresa la pozione. Lo guardai intensamente negli occhi e vidi la sua espressione diventare vaga per un secondo per poi tornare normale. Bene, ka pozione aveva fatto effetto. 
- Ron, potresti venire con me un attimo? - gli chiesi innocentemente e lui dove uno sguardo un po' scocciato acconsentì, seguendomi fuori dalla Sala. 
Una volta usciti lo spimsi verso il muro e lo guardai negl'occhi minacciosa. 
- Che cosa hai fatto? - gli chiesi rendendomi subito conto di aver  la domanda sbagliata. 
- A cosa ti riferisci? - fece lui ma prima che potessi fare un altra domanda arrivò il ragazzo che stavo aspettando.
- Weasley! Hai iniziati senza di me? - 
- Scusa, ci stavi mettendo troppo. - dissi voltandomi per un secondo verso il moro per poi riportare lo sguardo sul rosso. - Ronald, hai fatto qualcosa per separare Hermione e Malfoy, negli ultimi giorni? - 
- Sì. - disse lui prima di portarsi una mano sulla bocca con gli occhi spalancati. Estrassi la bacchetta e lo attaccai al muro, per non farlo scappare. 
- Che cosa hai fatto? - chiesi con voce dura e decisa. 
- Mi sono introdotto nell'ufficio di Piton e ho rubato una fialetta della Pozione Polisucco, poi sono andato nella camera di Hermione e Malfoy e ho preso una capello di lei dalla sua spazzola quando loro erano a cena. Una volta fatta l'ho fatta bere alla ragazza che aveva deciso di aiutarmi a farli separare e questo pomeriggio ci siamo baciati facendo credere al Furetto che avevo baciato Hermione. - raccontò mio fratello e, presa da un istinto di protezione verso la mia migliore amica e perché no, anche del suo ragazzo, gli tirai uno schiaffo. 
- Chi è questa ragazza? - chiese Zabini con un piccolo ghigno, probabilmente dovuto allo schiaffo. 
- La Parkinson. - rispose Ronald. - Lei mi ha fatto entrare nella loro stanza e ha bevuto la pozione. - dissi con lo sguardo rivolto al pavimento. Rossa per la rabbia lo liberai dall'incantesimo e lo presi per il colletto, trascinandolo verso i sotterranei.
- Dove stai portando Lenticchia?? - chiese Zabini sempre più divertito. 
- Secondo te? Il Furetto non ci crederà mai se lo sente dire da noi, ma se a confessare è mio fratello allora ci crederà di sicuro. - dissi scendendo le scale portandomi dietro il rosso che continuava a lamentarsi. Arrivammo davanti all'entrata di Serpeverde e Zabini pronunciò la parola d'ordine per farci entrare, poi ci portò verso la camera del suo migliore amico ma quando cercò di aprirla la trovò bloccata. 
- Draco! Sono Blaise ho bisogno di parlarti, per davore aprimi! - 
- No! Vattene, non voglio parlare con nessuno! - urlò la voce del biondo dall'altra parte della porta. 
-  No! Draco ho la prova che Hermione ti ha detto la verità. Lei non ha baciato Weasley! - disse lui alzando un po' la voce per farsi sentire. Dall'altra parte regnò un lungo silenzio per poi sentire una specie di click. Blaise aprì la porta ed entrò, io feci lo stesso portandomi dietro il rosso e rimasi scioccata quando vidi cosa avava fatto Malfoy. Il letto era distrutto, così come la scrivania e tutto quello che c'era sopra era per terra. Il biondo era seduto su una sedia, la schiena incurvata e la testa era tenuta tra le mani come per impedirsi di ascoltare. - Draco? - lo chiamò il suo migliore amico con voce dolce. Lui non disse una parola né si mosse. Ineffetti, vederlo in quello stato mi faceva un po' di pena e solo mi immaginavo come doveva stare Hermione. Il fatto che si amavano lo avevo capito da tempo e come me anche la maggior parte della scuola lo ha capito, non riuscivo proprio a capire come facesse Harry e Ronald a non capirlo. Molto probabilmente anche loro lo vedevano ma preferivano fingere che non fosse così e cercate in tutti i modi una falla nel loro amore, per mio fratello, era più semplice che accettare la realtà. Intanto mentre io contemplavo il disastro che era successo in quella camera Blaise cominciò a spiegare quello che era successo quel pomeriggio, prese Ronald e porse alcune domande per convincere ancora di più il biondo, che man mano che il discorso continuavo aveva alzato la testa per guardare negli occhi il suo amico, probabilmente per capire se stava mentendo. Una volta finito tutto quello Malfoy, dopo alcuni secondi di silenzio totale in cui tutti restammo immobili, si alzò di scatto e guardando con odio lacerante mio fratello gli tirò un pugno ben assestato che lo fece cadere per terra, dato che Blaise l'aveva lasciato andare. Vidi il rosso portarsi una mano al naso per fermare la fuoriuscita di sangue e sperai veramente che Malfoy gli avesse rotto il naso. Spostai di nuovo lo sguardo verso il Furetto e lo vidi lanciarsi verso la porta. 
- Dove stai andando? - gli chiesi e lui si fermò voltandosi a guardarmi. 
- A riprendere la ragazza che amo. - rispose con un sorrisetto prima di uscire dalla stanza. Sorrisi anch'io e con la coda dell'occhio vidi il moro tirare fuori la bacchetta. Lo guardai con sguardo interrogativo e lui puntando la bacchetta verso il letto pronunciò Reparo ed esso si sistemò. Poi fece lo stesso anche con il resto della stanza. Mentre risistemava le ultime cose spostai lo sguardo verso mio fratello, che ancora giaceva a terra dolorante per il pugno più che meritato. Probabilmente ci avrebbe pensato Hermione alla Parkinson non appena avesse saputo cosa aveva fatto e personalmente non vedevo l'ora che si vendicasse. Infondo lo sanno tutti che far arrabbiare Hermione è molto pericoloso. Una volta fatto tutto Blaise prese Ronald e, di comune accordo, lo portammo in infermeria dove dicemmo che era caduto sbattendo il naso. L'infermiera ci credette e una volta mollato su un letto uscimmo dall'infermeria. 
- Bè... ciao. - disse lui andando da una parte del corridoio. 
- Ciao. - risposi in un sussurro andando dall'altra. 


Pov Draco


Correvo a perdifiato per le scale per raggiungere la torre Grifondoro e appena arrivato pronunciai la parola d'ordine, me l'aveva data Ginevra tempo fa, ed entrai. Senza degnare nessuno di una sguardo, e tutti erano veramente curioso e insospettiti, corsi verso la camera da Prefetto del mio tesoro. Entrai silenziosamente e mi chiusi la porta alla spalle. Distesa su un fianco sul letto c'era lei. Non riuscivo  vederle il volto da quella posizione ma era sicuro che stesse piangendo o che avesse pianto fino a poco tempo fa da come le tremavano le spalle. Camminai verso di lei e mi destesi accanto a lei, che però non si voltò. Mi poggiai su un gomito per tenermi su e le posai una mano sulla spalla per farla voltare e per rivedere i suoi occhi. Lei si voltò verso di me e un lampo di dolore immenso mi lasciò senza fiato appena vidi in suoi occhi arrossati e gonfi, così come le sue guance. Le accarezzai il viso mentre anche i miei occhi mi si riempivano di lacrime al pensiero di essere stato io la causa delle sue lacrime. 
- Amore... - sussurrai mentre un'altra lacrime le rigava la guancia, che asciugai immediatamente con il pollice. - un mi dispiace non basta per farti capire quanto veramente sia addolorato da quello che ti ho detto. Ho capito che mi stavi dicendo la verità, tu non hai fatto una sola delle cose di cui ti ho accusata oggi e non meritavi nemmeno una delle parole che ti ho detto. Blaise  Ginevra mi hanno raccontato com'è andata e se vuoi posso raccontartelo. - dissi  dopo che lei ebbe annuito le raccontai per filo  per segno quello che mi aveva detto il mio amico. Alla fine, dopo alcuni minuti in cui pregai che lei non mi respingesse, Hermione mi abbracciò forte. Ricambiai la stretta e le accarezzai i capelli mentre una lacrima mi rigava una guancia al solo pensiero che per quei due avevo rischiato di perderla. 
- Ti amo. - sussurrò lei al mio orecchio mentre ancora stava tra le mie braccia. 
- Ti amo. - risposi sorridendo. Lei allontanò la testa dalla mia spalla e mi guardò sorridendo lievemente prima di congiungere le nostre labbra. Improvvisamente ogni cosa sembrò tornare al proprio posto e mi resi conto che, a cadere nella loro trappola e non credendo alla mia ragazza, avevi fatto l'errore più grande della mia vita ma che lei mi aveva perdonato. Prima o poi dovrò ringraziare anche Ginevra per quello che ha fatto ma adesso, per me, esiteva solo ed esclusivamente Hermione. 


Ciao a tutti! Che ne dite del nuovo capitolo? Avreste mai pensato che Ron fosse disposto  a cedere così in basso? Comunque sia, da adesso in poi il rosso perderà le sue speranze e non ne risentiremo parlare per un bel po'. Per quanto riguarda Pansy, invece, la storia sarà diversa. Anche lei rinuncerà a separarli ma non uscirà completamente da questa storia. Il prossimo capitolo, poi, tratterà del compleanno di Draco!! Sì!! 🎉🎉 
E inoltre parleremo anche della coppia Ginny-Harry. Non odiatemi vi prego. 
Per quanto riguarda la canzone che ho scelto per il capitolo invece? Che ne dite? Spero vi sia piaciuta e che l'abbia scelta bene. Non sarà l'unica volta in cui vi chiederò di ascoltare una canzone perché  le canzoni che sceglierò saranno sempre molto adatte al capitolo e lo acaccompagneranno benissimo e soprattutto daranno un tocco in più alla storia. Detto questo ci vendiamo al prossimo appuntamento che sarà Sabato prossimo! Ciao!! 😘😘

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Capitolo 15
*** Un compleanno più che perfetto ***


 

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UN COMPLEANNO PIÙ CHE PERFETTO
Pov Hermione
Era passato un mese da quell'orribile scherzo di Ronald e della Parkinson. Quei due, dopo l'enorme fallimento del loro piano, erano usciti dalla nostra vita. Il rosso non mi rivolgeva la parola e io nemmeno uno sguardo, mentre la mora massimo ci mandava degli sguardi di disgusto. Inutile dire che mi ero vendicata anche di lei. 
FLASHBACK
Camminavo infuriata per i corridoi deserti di Hogwarts, diretta alla Sala Grande dove si stava svolgendo la colazione. Dietro di me Draco, Ginny e Blaise cercavano in tutti i modi di farmi calmare. 
- Andiamo Hermione! Non credi che non sia il... - stava dicendo Ginny. 
- Momento adatto? - finì Blaise. Ma io non li degnai nemmeno di una risposta. Continuavo a camminare. 
- Amore, magari dovresti... - stava dicendo Draco. 
- No. - risposi secca prima di entrare nella Sala seguita da loro tre. Puntai lo sguardo sul tavolo Serpeverde e appena la vidi la raggiunsi in un secondo, guardandola con uno sguardo di fuoco. 
- Cosa vuoi, Granger? - chiese lei spostando lo sguardo annoiato dal piatto a me. 
- Cosa voglio?! Sei una grandissima stronza! - dissi arrabbiata. - Non credevo che potessi cadere così in basso ma a quanto pare mi sono sbagliata di grosso... ma infondo non devo stupirmene più di tanto. Sei sempre tu. - 
- E con questo cosa intendi insinuare? - fece la Parkinson alzandosi in piedi e fronteggiandomi. 
- Intendo dire che tu non sei capace di conquistare un ragazzo senza trucchetti e questo è veramente triste. - 
- Ah, questo è triste. No, Granger. È triste il fatto che tu creda che lui ti ami davvero. - disse per poi spostare lo sguardo sul mio ragazzo dietro di me. - Ma come diavolo fai a stare con lei? Insomma avevi tutte noi e hai scelto questa?! Mi dispiace solo che tu  te la debba portare a letto per fare un erede. - 
- Lo dici come se fosse una brutta cosa ma credimi è tutto il contrario. - disse Draco sicuro. Mi voltai verso di lui di poco per lancargli uno sguardo di ringraziamento. 
- Devi stare lontana da noi. - dissi sicura come lui. 
- Granger, facendo quello che ho fatto, ti stavo facendo un favore ed è incredibile che il tuo cervellino non ci arrivi. Forse non sei la strega più brillante della nostra generazione. - 
- Oh! Grazie del pensiero, Parkinson. Comunque il mio cervello funziona perfettamente, il tuo invece non credo. Ma tranquilla, perché ho letto da qualche parte che la zucca fa incredibilmente bene per i cervelli atrofizzati come il tuo. - dissi prendendo la brocca di succo di zucca. La portai sopra la sua testa e la rovesciai. Il succo le colò dai capelli al viso e dal viso ai vestiti. Tirò un piccolo urletto prima di, dopo avermi lanciato uno sguardo di fuoco, scappare dalla Sala Grande. 
FINE FLASHBACK
Da quel giorno era passato un mese ed adesso era arrivato il compleanno di Draco. Era il suo diciassettesimo compleanno ma lui aveva detto esplicitamente che non voleva nulla. Né regali, né feste; e chi ero io per non accontentarlo. Anch'io non amavo essere festeggiata. 
Ma ovviamente io suoi amici non la pensavano come me, infatti, dopo cena, quando eravamo tornati in Sala Comune, ci avevano accolti un centinaio di alunni per festeggiare Draco. Tutti e due ci eravamo stampati un finto sorriso sulle labbra e avevamo partecipato alla festa. Lui mi aveva immediatamente portato al tavolo dei drink per prendere qualcosa. 
- Ecco questa è l'unica cosa positiva. - disse guardando il suo bicchiere e svuotandolo in un solo sorso. 
- L'unica? - feci offesa. 
- Questo e te, ovviamente. - disse lui poggiando il bicchiere vuoto sul tavolo e prendendomi per il fianco per avvicinarmi a lui. Non mi opposi e portai le braccia intorno al suo collo. 
- Ma perché non potevano rispettare il mio desiderio?! - chiese esasperato guardando la sala che crepitava di gente. 
- Bè... ormai ci siamo dentro quindi proviamo a divertirci. - dissi scrollando le spalle anche se in cuor mio non vedevo l'ora di andarmene. 
- Amore, lo so che anche tu te ne vuoi andare. - fece lui con un sorriso divertito prima di chinarsi e rubarmi un bacio. Appena staccati dà un'altra occhiata alla Sala. - Ce ne andiamo? - 
- Sì. - risposi e un attimo dopo mi prese per mano e mi portò fuori da quel posto, su per i sotterranei e poi per i corridoi deserti. - Dove mi stai portando? - 
- Ho voglia di un bagno. - rispose lui con un ghigno malizioso. Un attimo dopo ci ritrovammo davanti a una piccola porta di legno. Entrammo velocemente e ci chiudemmo la porta alle spalle. Lui mi lasciò la mano e io mi guardai intorno un attimo. Era tutto come me lo ricordavo, dalla vasca enorme alla finestra con una sirenetta. Draco andò verso i rubinetti d'oro e li accese per riempire la vasca. Cominciò a togliersi la camicia e io mi persi a guardare il suo petto scolpito, lo stesso petto su cui dormivo da mesi, lo stesso petto che riempivo di baci ogni volta che facevamo l'amore. A quel pensiero arrossí violentemente e mi voltai dall'altra parte, iniziando a togliermi le scarpe e successivamente il vestito bianco che indossavo. Rimasta in intimo mi voltai di poco verso di lui e lo vidi fissarmi con desiderio. Roteai gli occhi e gli diedi di nuovo le spalle, prima di slacciarmi il reggiseno e buttarlo a terra insieme al vestito. Gli lanciai un'occhiata da sopra la spalla e lo vidi completamente nudo che entrava in acqua. Mi tolsi anche l'ultimo indumento e lo raggiunsi. L'acqua era perfettamente calda e piena di schiuma, diverse bolle di sapone volavano per l'aria. Lui mi prese per la vita e mi fece sedere sulle sue gambe, la schiena contro il suo petto, e mi avvolse la vita con le sue braccia. 
- Esattamente quello che volevo. Tu ed io. - disse lasciandomi un bacio sulla spalla. 
- Grazie, mi sento onorata. - dissi divertita. 
- Lo sei. - fece ridacchiando insieme a me. 
- Perché non ti piace festeggiare il tuo compleanno? - chiesi dopo qualche minuto di silenzio. Non rispose subito e immediatamente il dubbio di aver fatto una domanda troppo personale mi colpì. Ma poi realizzai che quando Draco era arrabbiato si irrigidiva e diventava freddo mentre stavolta non era successo quindi mi rilassai. Il mio ragazzo posò il viso nell'incavo tra la spalla e il collo è ci depose un'altro bacio prima di iniziare a parlare. 
- Nella mia famiglia siamo sempre stati tutti molto freddi. Le festività non erano molto sentite, le festeggiavamo raramente, e con loro anche i compleanni. Spesso capitava che i miei genitori non si ricordassero neppure che era il mio compleanno e che dovvesero essere gli elfi a ricordarglielo. Fin da bambino ho vissuto il mio compleanno come se fosse una giornata come tutte le altre. Senza regali o feste, massimo dei biglietti d'auguri da parte di lontani parenti di cui nemmeno mi ricordavo l'esistenza. Perciò non sono mai stato un amate dei compleanni. - finì lui con un sorriso amaro. Durante il suo discorso mi ero voltata verso di lui, solo con la testa, e l'avevo visto guardare il vuoto come se fosse perso nei suoi pensieri. Tirai fuori una mano dall'acqua e la portai alla sua guancia per fargli girare il viso e gli diedi un dolce bacio sulle labbra. 
- Neanche a me è mai pi festeggiare il mio compleanno. Non lo so perché. Nella mia casa ogni festa era celebrata e festeggiata, compresi i compleanni. Ma io vedevo il mio compleanno più come... un giorno in cui divento più grande di un anno. Ogni volta che i miei genitori mi organizzavano una festa io mi dicevo: " È solo passato un' altro anno della mia vita, che ci sarà di così speciale? Ieri avevo... 12 anni e oggi ne ho 13. " - dissi sorridendo lievemente. 
- Mi ricordo bene le tue feste di compleanno. Piene di persone che parlavano e mangiavano e tu che te ne stavi sola, appoggiata al muro, a guardare la folla, lì solo per festeggiare la tua nascita. - replicò con un sorrisetto. 
- Se te lo ricordi così bene allora ti ricorderai perfino tutte le volte in cui lasciavo la festa per andare in... - 
- biblioteca. - finì al posto mio. - Me lo ricordo perfettamente. E soprattutto mi ricordo il tuo compleanno di qualche anno fa. - 
FLASHBACK ( Pov Draco ) 
Siamo di nuovo qui per la sua stupida festa di compleanno. La osservo da tutta la sera, non mi stanco mai, è come un gioco. Improvvisamente, si scolla dalla parete a cui sembrava essere incollata e poggia il bicchiere su un tavolino lì vicino, poi, senza farsi vedere da nessuno se non da me ovviamente, esce dalla sala. Preso dalla curiosità, poso anch'io io mio bicchiere e la seguo silenziosamente. La vedo entrare in una qualche stanza, dietro una grande porta di legno e ancor più curioso entro anch'io. La Granger è seduta lì, su una poltroncina bordoux, davanti a un fuoco caldo che scoppietta nel camino che legge in libro. Le gambe sono scoperte dal vestito che indossava e le lasciava in bella mostra. Okay, sto rivalutando il suo corpo. Mi avvicino di soppiatto. 
- Cosa ci fai qui, Granger? - chiedo appena mi ritrovo accanto a lei. La ragazza sobbalza dallo spavento e fa cadere il libro a terra. Lo raccoglie prima di alzare lo sguardo su di me. 
- Cosa ci fai qui, Malfoy? - 
- L'ho chiesto prima io. - dico con un sorrisetto. 
- Cazzi miei. - dice brusca. 
- Che linguaggio, Granger! - faccio divertito. 
- Tu invece? - 
- Niente. Mi annoiavo e ti ho seguito, tutto qui. - dico scrollando le spalle. 
- Bè, non mi importa se ti stavi annoiando o ti annoierai, vattene. - 
- Perché? Tu puoi evitare la TUA festa ma io no?! - faccio incrociando le spalle sul petto. 
- Io non la sto evitando... - 
- Ah no? Mi sembra che invece di essere di là alla tua festa, sei qui a leggere un libro da sola. - replico io. 
Lei sospira e alza gli occhi al cielo, prima di portare gli occhi sul suo libro. - Fa come vuoi, ma non mi dare fastidio. - dice indicandomi con un movimento della mano la poltrona posizionata accanto a lei. Io sogghignai e mi sedetti su di essa facendo alternare il mio sguardo dal fuoco a lei. 
FINE FLASHBACK ( fine di Pov Draco, ritorno Pov Hermione. ) 
Da quella volta, tutti gli anni ci rifugiavamo nella mia biblioteca. Lui se ne stava zitto a fissarmi mentre io leggevo. Da quel giorno avevo cominciato a detestare un po' meno il giorno del mio compleanno. 
- Me lo ricordo bene anch'io. - dissi appena riemersi dai miei pensieri. 
- Fu una bella serata, dopo tutto. - disse lui. 
- E belle furono anche le altre. - replicai ricordando appunto tutti gl'altri compleanni. 
- Hai ragione. - disse dandomi un bacio sulla guancia. Prima che potessimo dire qualcosa, un gufo bianco entrò nel bagno e si posò accanto a Draco, sulla sponda. Lui allungò una mano e prese la lettera, il gufo se ne andò un attimo dopo. Il mio ragazzo posò la lettera sul pavimento per potersi asciugare le mani prima di riprenderla ed aprirla. La lesse velocemente mentre un sospiro lasciava le sue labbra. 
- Bè, ho paura che domani dovremmo passare la giornata in giro per negozi. - disse alla fine. 
- Perché? Cosa c'è scritto? - chiesi curiosa. 
- È di mia madre e c'è scritto che hanno organizzato un galà di beneficenza domani sera. - rispose lui accartocciando il pezzo di carta e buttandolo lontano. Tornò a voltarsi verso di me e riavvolse le braccia intorno alla mia vita. 
- Perfetto, un'altro ricevimento. - dico poggiando la testa sulla sua spalla. 
- Lo so. Ma guarda il lato positivo, potremmo andarcene quando vogliamo. - disse lui sorridendo lievemente. Sorrisi anch'io prima di baciarlo. 
Pov Ginny 
Entrai nella Sala Comune di Grifondoro e mi resi immediatamente conto che era deserta, apparte per una testa mora che sbucava dal divano. Sapevo che dovevi parlargli e quello sembrava il momento giusto. Da quando aveva "rotto" con Hermione non era più lo stesso, era molto freddo e distaccato, aveva allontanato tutti compresa me. Ormai era da un po' che non ero più sicura di quello che provavo per Harry, o almeno da quando avevo lavorato con Blaise per sistemare le cose tra Draco ed Hermione. Non sapevo perché ma quando mi aveva guardata avevo sentito una specie di brivido scendermi giù per la colonna vertebrale, una sensazione che da un po' Harry non mi faceva più provare. Probabilmente l'avevo capito vedendo gli sguardi che si lanciavano Draco ed Hermione, pieni d'amore e spesso di desiderio. Avvolte era anche imbarazzante stare con loro nella stessa stanza! 
Ma proprio queste cose mi avevano decisa. Mi avvicinai al divano e mi sedetti accanto a lui. Guardai il fuoco per dei minuti lunghissimi, osservando i giochi di luce e di colori. Capendo che avrei dovuto iniziare io il discorso voltai lo sguardo verso Harry e cominciai. 
- Harry, ho bisogno di parlarti. - 
- Dimmi. - disse con voce assente. 
Sospirai e cominciai a parlare; a dire quelle parole che mi sono venute in mente nel momento in cui ho visto la mia migliore amica così felice con il suo ragazzo. - Quando ci siamo messi insieme ero una delle persone più felici del mondo, ero felice, stavo bene con te... ma da quando ti sei allontanato da Hermione, ti sei allontanato anche da me. Ho cercato di farti ragionare, insomma è assurdo questo comportamento Harry e va avanti da più di un mese. Hermione l'ha superato perché Draco le è stato accanto e tutt'ora lo è... ma non è questo il punto. Harry lo sai che con da bambina ero innamorata di te, eri un ragazzo dolcissimo, ma adesso sei diventato così freddo e distaccato e io... Mi dispiace, davvero, ma credo che sarebbe meglio se ci prendessimo una pausa. - finì il discorso un po' confuso che avevo formulato. Tenevo lo sguardo fisso sul pavimento aspettando mi la sua reazione. 
- Va bene. - disse prima di alzarsi. 
- Tutto qui? Va bene? - feci alzando finalmente lo sguardo su di lui che se ne stava andando. 
- Cosa vuoi sentirti dire? - sbottò incazzato voltandosi verso di me. - Che sto male?! Vuoi sentirmi supplicare per non essere lasciato? Mi spiace ma lo sai che non succederà. Non vuoi più stare con me? Va bene. - 
- Non ho detto che non voglio più stare con te! - feci alzandomi in piedi. 
- Ah! Scusami! Hai detto che vuoi prenderti una pausa, è vero! - fece sarcastico. 
- Infatti. - risposi piccata. 
- Allora lo dico io. Finiamola qui. Non voglio più stare con te. - 
Rimasi zitta a fissarlo. Le lacrime mi riempivano gli occhi e premevano per uscire ma feci di tutto per cacciarle indietro. - Questo cambia tutto. - sussurrai con la voce rotta. 
- Già. - fece prima di andarsene. Lo vidi salire le scale del suo dormitorio e pochi secondi dopo sentì una porta sbattere violentemente, segno che era entrato in camera. Rimasta sola mi catapultati nella vecchia camera da Prefetto di Hermione e cominciai a singhiozzare. Non ero sicura di amare Harry, non più, ma essere lasciati era comunque orribile. Avevo bisogno delle mia amiche in quel momento ma sapevo che erano entrambe con i loro ragazzi, Hermione con Draco e Luna con Neville, e non volevo rovinare la serata a nessuna delle due coppie. Così rimasi da sola, a piangere e a pensare a quello che era appena successo. Avevo fatto bene a chiedere una pausa a Harry? Magari se gli avessi dato un' altro po' di tempo lui sarebbe tornato quello di sempre! Però era vero anche che lui era così da mesi e quello che gli avevo detto era vero. Anche Hermione all'inizio era distrutta per aver rotto sia con Harry che con Ron ma lei e Draco erano rimasti insieme! E poi dove le mettevo le sensazioni che Blaise mi aveva fatto provare?! Cazzo. 
Pov Draco
Il giorno dopo, come previsto, io ed Hermione andammo in giro per Hogsmeade. Ci fermammo in diversi negozi prima di arrivare a quello che lei adorava per comprare abiti per i ricevimenti e cose così. Io, personalmente, detestavo lo shopping e avevo più soldi di quelli che Hermione avrebbe mai speso quindi un negozio valeva l'altro. Entrammo e immediatamente una commessa sulla sessantina ci accolse, un metro da sarta intorno al collo. Salutò calorosamente entrambi e ci scostò in un posticino tranquillo deserto. 
- Allora Hermione cosa ti serve? Per un ricevimento, un ballo, una cena con i familiari del tuo bel fidanzato... - 
- Un galà, signora Bonny. - rispose frenando la sua lista infinita la mia ragazza. 
- Oh! Che bello! Troveremo di sicuro qualcosa al caso tuo. - disse sparendo dalla nostra visuale. Tempo due minuti che tornò con le braccia cariche di vestiti. Spinse Hermione dentro un camerino e la seguì, intimandomi poi di aspettare fuori. Sbuffando mi sedetti su una poltroncina rossa posta vicino a una piccola pedana con uno specchio davanti e aspettai. 
Ci vollero diversi tentativi prima di trovare un abito che arrivasse al "ci siamo quasi", da parte sia mia che di Hermione. Su questo punto di vista eravamo abbastanza daccordo. Ogni mio no anche per lei era no a un vestito. 
- Okay, a questo non possiamo dire di no. - fece la mia ragazza da dentro il camerino. La signora Bonny ci aveva lasciati soli per andare a cercare un altro paio di abiti, lasciando Hermione a provare gli ultimi. 
- Vediamo. - dissi e un attimo dopo lei uscì. Sgranai gli occhi. Era stupenda! Indossava un abito corto dorato, il corpetto sembrava di pizzo con la scollatura ricoperta di diamanti, la gonna sembrava molto leggera. 
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- Hai ragione. Non posso dire di no. - sussurrai squadrandola un'altra volta. Lei sorrise  andò allo specchio per vedersi un'altra volta. In quel momento arrivò anche la commessa e per poco non svenne quando la vide. 
- Hermione! Sei bellissima! - esclamò con un sorriso. Sicuramente dovevano conoscersi da un po'. 
- Grazie. - rispose sorridendole dallo specchio. 
- Okay. Direi che abbiamo finito. - dissi alzandomi in piedi. 
- Anche per me. - disse Hermione scendendo dalla pedana ed andando nel camerino per cambiarsi e rimettersi i suoi vestiti. Una volta pronta la donna ci scortò alla cassa dove pagai il vestito. 
- Ma...- fece per dire Hermione quando tirai fuori il portafogli ma la bloccai subito. 
- Te lo regalo e non voglio storie. - dissi sicuro mentre porfevo i soldi alla commessa. La donna ci porse poi la busta con dentro il vestito e uscimmo dal negozio. 
- Grazie. - sussurrò lei con un enorme sorriso stampato sulle labbra. 
- Questo e altro per la mia bellissima ragazza. Sarai la donna più bella di tutto il ricevimento. - dissi guardandola mentre lei diventava completamente rossa. Un po' per il freddo e un po' per l'imbarazzo. 
- E da quando sei così dolce? - fece con una punta di ironia. 
- Io sono dolce solo con te. - risposi con un ghigno prima di baciarla. 
Scusate!!! Lo so, sono pessima in fatto di puntualità ma cercherò di rimediare. Comunque a proposito del capitolo? Che ne pensate? Io come sempre vi invito a recensire e tranquilli non vi mangio!
Che ne pensate del vestito di Hermione? Io me ne sono innamorata a prima vista. Voglio anticiparvi che ci sarà una conversazione un po' particolare nel prossimo capitolo che ci introdurrà la parte principale di tutta la storia. Finalmente sono arrivata a scriverla! 
Grazie a tutti quelli che si sono appassionati alla mia storia e compresi  i lettori ( ho scritto bene? ) più silenziosi. 
Ci vediamo al prossimo capitolo che, spero, sarà Sabato.
Un bacio😘 

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UN COMPLEANNO PIÙ CHE PERFETTO




Pov Hermione


Era passato un mese da quell'orribile scherzo di Ronald e della Parkinson. Quei due, dopo l'enorme fallimento del loro piano, erano usciti dalla nostra vita. Il rosso non mi rivolgeva la parola e io nemmeno uno sguardo, mentre la mora massimo ci mandava degli sguardi di disgusto. Inutile dire che mi ero vendicata anche di lei. 


FLASHBACK


Camminavo infuriata per i corridoi deserti di Hogwarts, diretta alla Sala Grande dove si stava svolgendo la colazione. Dietro di me Draco, Ginny e Blaise cercavano in tutti i modi di farmi calmare. 
- Andiamo Hermione! Non credi che non sia il... - stava dicendo Ginny. 
- Momento adatto? - finì Blaise. Ma io non li degnai nemmeno di una risposta. Continuavo a camminare. 
- Amore, magari dovresti... - stava dicendo Draco. 
- No. - risposi secca prima di entrare nella Sala seguita da loro tre. Puntai lo sguardo sul tavolo Serpeverde e appena la vidi la raggiunsi in un secondo, guardandola con uno sguardo di fuoco. 
- Cosa vuoi, Granger? - chiese lei spostando lo sguardo annoiato dal piatto a me. 
- Cosa voglio?! Sei una grandissima stronza! - dissi arrabbiata. - Non credevo che potessi cadere così in basso ma a quanto pare mi sono sbagliata di grosso... ma infondo non devo stupirmene più di tanto. Sei sempre tu. - 
- E con questo cosa intendi insinuare? - fece la Parkinson alzandosi in piedi e fronteggiandomi. 
- Intendo dire che tu non sei capace di conquistare un ragazzo senza trucchetti e questo è veramente triste. - 
- Ah, questo è triste. No, Granger. È triste il fatto che tu creda che lui ti ami davvero. - disse per poi spostare lo sguardo sul mio ragazzo dietro di me. - Ma come diavolo fai a stare con lei? Insomma avevi tutte noi e hai scelto questa?! Mi dispiace solo che tu  te la debba portare a letto per fare un erede. - 
- Lo dici come se fosse una brutta cosa ma credimi è tutto il contrario. - disse Draco sicuro. Mi voltai verso di lui di poco per lancargli uno sguardo di ringraziamento. 
- Devi stare lontana da noi. - dissi sicura come lui. 
- Granger, facendo quello che ho fatto, ti stavo facendo un favore ed è incredibile che il tuo cervellino non ci arrivi. Forse non sei la strega più brillante della nostra generazione. - 
- Oh! Grazie del pensiero, Parkinson. Comunque il mio cervello funziona perfettamente, il tuo invece non credo. Ma tranquilla, perché ho letto da qualche parte che la zucca fa incredibilmente bene per i cervelli atrofizzati come il tuo. - dissi prendendo la brocca di succo di zucca. La portai sopra la sua testa e la rovesciai. Il succo le colò dai capelli al viso e dal viso ai vestiti. Tirò un piccolo urletto prima di, dopo avermi lanciato uno sguardo di fuoco, scappare dalla Sala Grande. 


FINE FLASHBACK


Da quel giorno era passato un mese ed adesso era arrivato il compleanno di Draco. Era il suo diciassettesimo compleanno ma lui aveva detto esplicitamente che non voleva nulla. Né regali, né feste; e chi ero io per non accontentarlo. Anch'io non amavo essere festeggiata. 
Ma ovviamente io suoi amici non la pensavano come me, infatti, dopo cena, quando eravamo tornati in Sala Comune, ci avevano accolti un centinaio di alunni per festeggiare Draco. Tutti e due ci eravamo stampati un finto sorriso sulle labbra e avevamo partecipato alla festa. Lui mi aveva immediatamente portato al tavolo dei drink per prendere qualcosa. 
- Ecco questa è l'unica cosa positiva. - disse guardando il suo bicchiere e svuotandolo in un solo sorso. 
- L'unica? - feci offesa. 
- Questo e te, ovviamente. - disse lui poggiando il bicchiere vuoto sul tavolo e prendendomi per il fianco per avvicinarmi a lui. Non mi opposi e portai le braccia intorno al suo collo. 
- Ma perché non potevano rispettare il mio desiderio?! - chiese esasperato guardando la sala che crepitava di gente. 
- Bè... ormai ci siamo dentro quindi proviamo a divertirci. - dissi scrollando le spalle anche se in cuor mio non vedevo l'ora di andarmene. 
- Amore, lo so che anche tu te ne vuoi andare. - fece lui con un sorriso divertito prima di chinarsi e rubarmi un bacio. Appena staccati dà un'altra occhiata alla Sala. - Ce ne andiamo? - 
- Sì. - risposi e un attimo dopo mi prese per mano e mi portò fuori da quel posto, su per i sotterranei e poi per i corridoi deserti. - Dove mi stai portando? - 
- Ho voglia di un bagno. - rispose lui con un ghigno malizioso. Un attimo dopo ci ritrovammo davanti a una piccola porta di legno. Entrammo velocemente e ci chiudemmo la porta alle spalle. Lui mi lasciò la mano e io mi guardai intorno un attimo. Era tutto come me lo ricordavo, dalla vasca enorme alla finestra con una sirenetta. Draco andò verso i rubinetti d'oro e li accese per riempire la vasca. Cominciò a togliersi la camicia e io mi persi a guardare il suo petto scolpito, lo stesso petto su cui dormivo da mesi, lo stesso petto che riempivo di baci ogni volta che facevamo l'amore. A quel pensiero arrossí violentemente e mi voltai dall'altra parte, iniziando a togliermi le scarpe e successivamente il vestito bianco che indossavo. Rimasta in intimo mi voltai di poco verso di lui e lo vidi fissarmi con desiderio. Roteai gli occhi e gli diedi di nuovo le spalle, prima di slacciarmi il reggiseno e buttarlo a terra insieme al vestito. Gli lanciai un'occhiata da sopra la spalla e lo vidi completamente nudo che entrava in acqua. Mi tolsi anche l'ultimo indumento e lo raggiunsi. L'acqua era perfettamente calda e piena di schiuma, diverse bolle di sapone volavano per l'aria. Lui mi prese per la vita e mi fece sedere sulle sue gambe, la schiena contro il suo petto, e mi avvolse la vita con le sue braccia. 
- Esattamente quello che volevo. Tu ed io. - disse lasciandomi un bacio sulla spalla. 
- Grazie, mi sento onorata. - dissi divertita. 
- Lo sei. - fece ridacchiando insieme a me. 
- Perché non ti piace festeggiare il tuo compleanno? - chiesi dopo qualche minuto di silenzio. Non rispose subito e immediatamente il dubbio di aver fatto una domanda troppo personale mi colpì. Ma poi realizzai che quando Draco era arrabbiato si irrigidiva e diventava freddo mentre stavolta non era successo quindi mi rilassai. Il mio ragazzo posò il viso nell'incavo tra la spalla e il collo è ci depose un'altro bacio prima di iniziare a parlare. 
- Nella mia famiglia siamo sempre stati tutti molto freddi. Le festività non erano molto sentite, le festeggiavamo raramente, e con loro anche i compleanni. Spesso capitava che i miei genitori non si ricordassero neppure che era il mio compleanno e che dovvesero essere gli elfi a ricordarglielo. Fin da bambino ho vissuto il mio compleanno come se fosse una giornata come tutte le altre. Senza regali o feste, massimo dei biglietti d'auguri da parte di lontani parenti di cui nemmeno mi ricordavo l'esistenza. Perciò non sono mai stato un amate dei compleanni. - finì lui con un sorriso amaro. Durante il suo discorso mi ero voltata verso di lui, solo con la testa, e l'avevo visto guardare il vuoto come se fosse perso nei suoi pensieri. Tirai fuori una mano dall'acqua e la portai alla sua guancia per fargli girare il viso e gli diedi un dolce bacio sulle labbra. 
- Neanche a me è mai pi festeggiare il mio compleanno. Non lo so perché. Nella mia casa ogni festa era celebrata e festeggiata, compresi i compleanni. Ma io vedevo il mio compleanno più come... un giorno in cui divento più grande di un anno. Ogni volta che i miei genitori mi organizzavano una festa io mi dicevo: " È solo passato un' altro anno della mia vita, che ci sarà di così speciale? Ieri avevo... 12 anni e oggi ne ho 13. " - dissi sorridendo lievemente. 
- Mi ricordo bene le tue feste di compleanno. Piene di persone che parlavano e mangiavano e tu che te ne stavi sola, appoggiata al muro, a guardare la folla, lì solo per festeggiare la tua nascita. - replicò con un sorrisetto. 
- Se te lo ricordi così bene allora ti ricorderai perfino tutte le volte in cui lasciavo la festa per andare in... - 
- biblioteca. - finì al posto mio. - Me lo ricordo perfettamente. E soprattutto mi ricordo il tuo compleanno di qualche anno fa. - 


FLASHBACK ( Pov Draco ) 


Siamo di nuovo qui per la sua stupida festa di compleanno. La osservo da tutta la sera, non mi stanco mai, è come un gioco. Improvvisamente, si scolla dalla parete a cui sembrava essere incollata e poggia il bicchiere su un tavolino lì vicino, poi, senza farsi vedere da nessuno se non da me ovviamente, esce dalla sala. Preso dalla curiosità, poso anch'io io mio bicchiere e la seguo silenziosamente. La vedo entrare in una qualche stanza, dietro una grande porta di legno e ancor più curioso entro anch'io. La Granger è seduta lì, su una poltroncina bordoux, davanti a un fuoco caldo che scoppietta nel camino che legge in libro. Le gambe sono scoperte dal vestito che indossava e le lasciava in bella mostra. Okay, sto rivalutando il suo corpo. Mi avvicino di soppiatto. 
- Cosa ci fai qui, Granger? - chiedo appena mi ritrovo accanto a lei. La ragazza sobbalza dallo spavento e fa cadere il libro a terra. Lo raccoglie prima di alzare lo sguardo su di me. 
- Cosa ci fai qui, Malfoy? - 
- L'ho chiesto prima io. - dico con un sorrisetto. 
- Cazzi miei. - dice brusca. 
- Che linguaggio, Granger! - faccio divertito. 
- Tu invece? - 
- Niente. Mi annoiavo e ti ho seguito, tutto qui. - dico scrollando le spalle. 
- Bè, non mi importa se ti stavi annoiando o ti annoierai, vattene. - 
- Perché? Tu puoi evitare la TUA festa ma io no?! - faccio incrociando le spalle sul petto. 
- Io non la sto evitando... - 
- Ah no? Mi sembra che invece di essere di là alla tua festa, sei qui a leggere un libro da sola. - replico io. 
Lei sospira e alza gli occhi al cielo, prima di portare gli occhi sul suo libro. - Fa come vuoi, ma non mi dare fastidio. - dice indicandomi con un movimento della mano la poltrona posizionata accanto a lei. Io sogghignai e mi sedetti su di essa facendo alternare il mio sguardo dal fuoco a lei. 


FINE FLASHBACK ( fine di Pov Draco, ritorno Pov Hermione. ) 


Da quella volta, tutti gli anni ci rifugiavamo nella mia biblioteca. Lui se ne stava zitto a fissarmi mentre io leggevo. Da quel giorno avevo cominciato a detestare un po' meno il giorno del mio compleanno. 
- Me lo ricordo bene anch'io. - dissi appena riemersi dai miei pensieri. 
- Fu una bella serata, dopo tutto. - disse lui. 
- E belle furono anche le altre. - replicai ricordando appunto tutti gl'altri compleanni. 
- Hai ragione. - disse dandomi un bacio sulla guancia. Prima che potessimo dire qualcosa, un gufo bianco entrò nel bagno e si posò accanto a Draco, sulla sponda. Lui allungò una mano e prese la lettera, il gufo se ne andò un attimo dopo. Il mio ragazzo posò la lettera sul pavimento per potersi asciugare le mani prima di riprenderla ed aprirla. La lesse velocemente mentre un sospiro lasciava le sue labbra. 
- Bè, ho paura che domani dovremmo passare la giornata in giro per negozi. - disse alla fine. 
- Perché? Cosa c'è scritto? - chiesi curiosa. 
- È di mia madre e c'è scritto che hanno organizzato un galà di beneficenza domani sera. - rispose lui accartocciando il pezzo di carta e buttandolo lontano. Tornò a voltarsi verso di me e riavvolse le braccia intorno alla mia vita. 
- Perfetto, un'altro ricevimento. - dico poggiando la testa sulla sua spalla. 
- Lo so. Ma guarda il lato positivo, potremmo andarcene quando vogliamo. - disse lui sorridendo lievemente. Sorrisi anch'io prima di baciarlo. 


Pov Ginny 


Entrai nella Sala Comune di Grifondoro e mi resi immediatamente conto che era deserta, apparte per una testa mora che sbucava dal divano. Sapevo che dovevi parlargli e quello sembrava il momento giusto. Da quando aveva "rotto" con Hermione non era più lo stesso, era molto freddo e distaccato, aveva allontanato tutti compresa me. Ormai era da un po' che non ero più sicura di quello che provavo per Harry, o almeno da quando avevo lavorato con Blaise per sistemare le cose tra Draco ed Hermione. Non sapevo perché ma quando mi aveva guardata avevo sentito una specie di brivido scendermi giù per la colonna vertebrale, una sensazione che da un po' Harry non mi faceva più provare. Probabilmente l'avevo capito vedendo gli sguardi che si lanciavano Draco ed Hermione, pieni d'amore e spesso di desiderio. Avvolte era anche imbarazzante stare con loro nella stessa stanza! 
Ma proprio queste cose mi avevano decisa. Mi avvicinai al divano e mi sedetti accanto a lui. Guardai il fuoco per dei minuti lunghissimi, osservando i giochi di luce e di colori. Capendo che avrei dovuto iniziare io il discorso voltai lo sguardo verso Harry e cominciai. 
- Harry, ho bisogno di parlarti. - 
- Dimmi. - disse con voce assente. 
Sospirai e cominciai a parlare; a dire quelle parole che mi sono venute in mente nel momento in cui ho visto la mia migliore amica così felice con il suo ragazzo. - Quando ci siamo messi insieme ero una delle persone più felici del mondo, ero felice, stavo bene con te... ma da quando ti sei allontanato da Hermione, ti sei allontanato anche da me. Ho cercato di farti ragionare, insomma è assurdo questo comportamento Harry e va avanti da più di un mese. Hermione l'ha superato perché Draco le è stato accanto e tutt'ora lo è... ma non è questo il punto. Harry lo sai che con da bambina ero innamorata di te, eri un ragazzo dolcissimo, ma adesso sei diventato così freddo e distaccato e io... Mi dispiace, davvero, ma credo che sarebbe meglio se ci prendessimo una pausa. - finì il discorso un po' confuso che avevo formulato. Tenevo lo sguardo fisso sul pavimento aspettando mi la sua reazione. 
- Va bene. - disse prima di alzarsi. 
- Tutto qui? Va bene? - feci alzando finalmente lo sguardo su di lui che se ne stava andando. 
- Cosa vuoi sentirti dire? - sbottò incazzato voltandosi verso di me. - Che sto male?! Vuoi sentirmi supplicare per non essere lasciato? Mi spiace ma lo sai che non succederà. Non vuoi più stare con me? Va bene. - 
- Non ho detto che non voglio più stare con te! - feci alzandomi in piedi. 
- Ah! Scusami! Hai detto che vuoi prenderti una pausa, è vero! - fece sarcastico. 
- Infatti. - risposi piccata. 
- Allora lo dico io. Finiamola qui. Non voglio più stare con te. - 
Rimasi zitta a fissarlo. Le lacrime mi riempivano gli occhi e premevano per uscire ma feci di tutto per cacciarle indietro. - Questo cambia tutto. - sussurrai con la voce rotta. 
- Già. - fece prima di andarsene. Lo vidi salire le scale del suo dormitorio e pochi secondi dopo sentì una porta sbattere violentemente, segno che era entrato in camera. Rimasta sola mi catapultati nella vecchia camera da Prefetto di Hermione e cominciai a singhiozzare. Non ero sicura di amare Harry, non più, ma essere lasciati era comunque orribile. Avevo bisogno delle mia amiche in quel momento ma sapevo che erano entrambe con i loro ragazzi, Hermione con Draco e Luna con Neville, e non volevo rovinare la serata a nessuna delle due coppie. Così rimasi da sola, a piangere e a pensare a quello che era appena successo. Avevo fatto bene a chiedere una pausa a Harry? Magari se gli avessi dato un' altro po' di tempo lui sarebbe tornato quello di sempre! Però era vero anche che lui era così da mesi e quello che gli avevo detto era vero. Anche Hermione all'inizio era distrutta per aver rotto sia con Harry che con Ron ma lei e Draco erano rimasti insieme! E poi dove le mettevo le sensazioni che Blaise mi aveva fatto provare?! Cazzo. 


Pov Draco


Il giorno dopo, come previsto, io ed Hermione andammo in giro per Hogsmeade. Ci fermammo in diversi negozi prima di arrivare a quello che lei adorava per comprare abiti per i ricevimenti e cose così. Io, personalmente, detestavo lo shopping e avevo più soldi di quelli che Hermione avrebbe mai speso quindi un negozio valeva l'altro. Entrammo e immediatamente una commessa sulla sessantina ci accolse, un metro da sarta intorno al collo. Salutò calorosamente entrambi e ci scostò in un posticino tranquillo deserto. 
- Allora Hermione cosa ti serve? Per un ricevimento, un ballo, una cena con i familiari del tuo bel fidanzato... - 
- Un galà, signora Bonny. - rispose frenando la sua lista infinita la mia ragazza. 
- Oh! Che bello! Troveremo di sicuro qualcosa al caso tuo. - disse sparendo dalla nostra visuale. Tempo due minuti che tornò con le braccia cariche di vestiti. Spinse Hermione dentro un camerino e la seguì, intimandomi poi di aspettare fuori. Sbuffando mi sedetti su una poltroncina rossa posta vicino a una piccola pedana con uno specchio davanti e aspettai. 


Ci vollero diversi tentativi prima di trovare un abito che arrivasse al "ci siamo quasi", da parte sia mia che di Hermione. Su questo punto di vista eravamo abbastanza daccordo. Ogni mio no anche per lei era no a un vestito. 
- Okay, a questo non possiamo dire di no. - fece la mia ragazza da dentro il camerino. La signora Bonny ci aveva lasciati soli per andare a cercare un altro paio di abiti, lasciando Hermione a provare gli ultimi. 
- Vediamo. - dissi e un attimo dopo lei uscì. Sgranai gli occhi. Era stupenda! Indossava un abito corto dorato, il corpetto sembrava di pizzo con la scollatura ricoperta di diamanti, la gonna sembrava molto leggera. 
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- Hai ragione. Non posso dire di no. - sussurrai squadrandola un'altra volta. Lei sorrise  andò allo specchio per vedersi un'altra volta. In quel momento arrivò anche la commessa e per poco non svenne quando la vide. 
- Hermione! Sei bellissima! - esclamò con un sorriso. Sicuramente dovevano conoscersi da un po'. 
- Grazie. - rispose sorridendole dallo specchio. 
- Okay. Direi che abbiamo finito. - dissi alzandomi in piedi. 
- Anche per me. - disse Hermione scendendo dalla pedana ed andando nel camerino per cambiarsi e rimettersi i suoi vestiti. Una volta pronta la donna ci scortò alla cassa dove pagai il vestito. 
- Ma...- fece per dire Hermione quando tirai fuori il portafogli ma la bloccai subito. 
- Te lo regalo e non voglio storie. - dissi sicuro mentre porfevo i soldi alla commessa. La donna ci porse poi la busta con dentro il vestito e uscimmo dal negozio. 
- Grazie. - sussurrò lei con un enorme sorriso stampato sulle labbra. 
- Questo e altro per la mia bellissima ragazza. Sarai la donna più bella di tutto il ricevimento. - dissi guardandola mentre lei diventava completamente rossa. Un po' per il freddo e un po' per l'imbarazzo. 
- E da quando sei così dolce? - fece con una punta di ironia. 
- Io sono dolce solo con te. - risposi con un ghigno prima di baciarla. 


Scusate!!! Lo so, sono pessima in fatto di puntualità ma cercherò di rimediare. Comunque a proposito del capitolo? Che ne pensate? Io come sempre vi invito a recensire e tranquilli non vi mangio!
Che ne pensate del vestito di Hermione? Io me ne sono innamorata a prima vista. Voglio anticiparvi che ci sarà una conversazione un po' particolare nel prossimo capitolo che ci introdurrà la parte principale di tutta la storia. Finalmente sono arrivata a scriverla! 
Grazie a tutti quelli che si sono appassionati alla mia storia e compresi  i lettori ( ho scritto bene? ) più silenziosi. 
Ci vediamo al prossimo capitolo che, spero, sarà Sabato.
Un bacio😘 

 

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Capitolo 16
*** Chi è Belatrix? ***


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CHI È BELATRIX?
Pov Hermione
Ormai era pomeriggio e tra un paio d'ore avrei dovuto cominciare a prepararmi per il galà. 
E adesso ero in biblioteca con Draco per studiare un po'. 
- Herm! - mi sentì chiamare. Alzai lo sguardo dal mio tema di Trasfigurazione e vidi Ginny corrermi incontro. Aveva un viso stravolto, due profonde occhiaie sotto gli occhi e, quest'ultimi, erano rossi. 
- Ciao, che... - feci per dire ma lei non mi fece parlare. 
- Te la rubo un'attimo. - disse a Draco prima di prendermi per il polso e portarmi via dalla biblioteca. Una volta uscite mi bloccai sul posto per far fermare anche lei. 
- Cosa succede? - chiesi confusa e un po' allarmata. 
- Harry e io abbiamo rotto. - disse con lo sguardo fisso sul pavimento. Spalancai gli occhi incredula e chiesi di ripetere perché non poteva essere vero! Lei lo fece e io spalancai di nuovo gli occhi. 
- Non è possibile! P-perché? - 
- È possibile e l'ho fatto perché non sono più sicura. - disse quelle ultime parole in un sussurro come se fosse indecisa se dirmelo oppure no. 
- Di cosa? - feci curiosa. 
- Di essere innamorata di lui. - sussurrò ancora più piano ma la sentì ugualmente. 
- Cosa?! - feci con gli occhi spalancati dalla sorpresa. 
- Sì, bè... non ne sono più sicura e gli ho chiesto una pausa per poter riflettere ma lui mi ha mollato definitivamente... - 
- Cosa ha fatto?! - feci mentre lo stupore andava scemando e veniva sostituito dalla rabbia.
- Mi ha mollata, Hermione! Ma ci godi così tanto nel farmi sentire una merda nel dirlo? - fece aggrottando le sopracciglia. Io fissai il vuoto un attimo pesando le sue parole e per capire cosa fare. Ginny non era più sicura dei suoi sentimenti per Harry e gli aveva chiesto una pausa, aveva fatto bene, Harry l'ha mollata definitivamente, aveva fatto molto male. 
- Okay... ehm... e tu cosa vuoi fare? - 
- Non lo so, Hermione. Cazzo sono distrutta! Non sono più sicura, te l'ho detto, ma... - 
- Lo so. Essere mollate fa schifo ancge se non sei più sicura dei tuoi sentimenti su l'altra persona. - dissi di quando Ron, quell'estate, mi aveva lasciata dopo aver scoperto il mio fidanzamento con Draco. - Soprattutto se sei confusa su un'altra. - aggiunsi pensando a quant'ero confusa sui miei sentimenti sul mio attuale ragazzo. 
- Come?! No, non è vero! - esclamò la mia amica e io alzai lo sguardo su di lei, confusa. 
- Di che stai parlando? - feci aggrottando le sopracciglia. 
- Tu di cosa stai parlando. - rispose lei. 
- Parlo di quello che è successo quest'estate con Draco e tuo fratello. - risposi ovvia. - Tu? - 
- Niente. - disse un po' troppo frettolosamente la mia amica. 
- Ginny? -
- Cosa? Senti... ora devo andare e tu devi tornare dal tuo fidanzato quindi ci vediamo. - disse prima di voltarsi e correre via. 
- Ginny! - la chiamai un'ultima volta divertita prima che lei sparisse in un corridoio. Scossi la testa e rientrai nella biblioteca. Tornai dal mio ragazzo e mi sedetti accanto a lui, dove ero prima. 
- Di cosa voleva parlarti? - mi chiese lui. 
- Lei e Harry hanno rotto. - risposi con un sospiro. Era molto strano dirlo ad alta voce dato che non avrei mai immaginato che  un giorno l'avrei detto. Quando si diceva che il destino era imprevedibile! 
- Che? Lei e Potter? - fece scettico quanto me. 
- Sì, incredibile vero? - feci tornando a scrivere il tema. 
- Sai... anche Blaise ha rotto con le sue ragazze. - disse lui e a quelle parole alzai la testa di scatto. 
- Le sue ragazze? - feci stupita del plurarale. 
- Sì. Sai come ho fatto io quando mi sono messo con te. - 
- Oh! Intendi che hai smesso di portarti a letto tutta la popolazione femminile di Hogwarts! - feci con acidità. 
- Sì, detto meno delicatamente. - fece con un sorrisetto divertito prima di prendermi la mano ed accarezzare il dorso per calmarmi. - Comunque anche lui lo ha fatto. - 
- Capito. - sussurrai mentre uno strano dubbio mi veniva in mente, possibile che... - Draco, sai se Blaise ha cominciato a uscire con qualcuna o frequenti qualcuno? - 
- No, che io sappia no. Perché me lo chiedi? - fece divertito. 
- È solo che Ginny era molto strana prima. Si è agitata quando ho detto che essere mollate era molto brutto soprattutto se si è confuse su un'altra persona. - dissi scrollando le spalle. 
- Scusa? - fece con una punta di acidità nella voce. 
- La nostra storia. Quando Ronald mi ha lasciata e io ero ancora confusa sui miei sentimenti per te. - dissi scrollando le spalle un'altra volta. 
- Ah! Ehi! - fece facendo il finto offeso ma senza lasciarmi la mano. Sorrisi lievemente. 
- Comunque stavamo parlando della reazione di Ginny. Insomma, non ti sembra strana questa coincidenza? - 
- Sì, ma come hai detto tu potrebbe essere solo una coincidenza. - disse Draco sicuro. 
- Lo so, ma... - 
- Amore, promettimi che non ti intrometterai tra di loro. Anche se si dovessero mettere insieme, cosa improbabile, tu non intrometterti. - disse il mio ragazzi guardandomi serio. 
- Va bene. - dissi con un sospiro prima di sorridere. 
- Okay, andiamo. - disse alzandosi in piedi. 
- Dove? - 
- È tardi e dobbiamo prepararci per stasera. - disse lui prendendo i suoi libri e mettendoli nella sua borsa. Feci lo stesso e uscimmo dalla biblioteca, mano nella mano. Arrivammo in camera nostra e lasciammo le nostre borse sulla sedia della scrivania. 
- Ehm... amore, mancano ancora tre ore al ballo. - dissi quando tirò fuori il suo vestito dall'armadio. 
- Lo so, piccola ma mio padre oggi mi ha chiesto se potevo andare prima perché mi doveva parlare di qualcosa di importante. - 
- Niente di brutto, spero. - 
- No! Tranquilla. Sicuramente sarà una cosa economica. Sai com'è nella mia famiglia. - fece lui prima di togliersi i pantaloni per mettersi quelli dello smoking. 
- Ma devo venire anch'io o... - 
- No, tu fai con calma. Vado io. Tu poi venire verso l'ora prestabilita. - replicò con un sorriso. Lo osservai cambiarsi e pettinarsi. Era bellissimo! Come sempre del resto. 
- Okay. Io vado, ci vediamo dopo. - disse lui dandomi un bacio prima di smaterializzarsi. Rimasta da sola afferrai il mio telefono e chiamai Luna. Era da giorni che non la sentivo. Rispose al terzo squillo. 
- Ciao Herm! - disse la voce sempre felice della sua migliore amica. 
- Ciao Luna! Senti hai sentivo cosa è successo tra Ginny e Harry? - 
- Sì! Cavolo, chi l'avrebbe mai detto. - 
- Già! Comunque tu cosa ne pensi? - 
- Non so. Se lei non era più sicura ha fatto bene. - 
- Sono daccordo ma se tra qualche giorno si rendesse conto di aver fatto la più grande cazzata della sua vita? - 
- A te è successo? -  
- Bè no. - 
- E allora perché a lei dovrebbe succedere? - 
- Okay... ma ti ha detto anche che non era sicura di quello che prova per qualcuno che non era Harry? - 
- No, perché? A te l'ha detto? - 
- Più o meno. - 
- Herm... - fece con voce quasi accusatoria. 
- Che c'è? È vero e io su queste cose non sbaglio mai. - 
- Questo non è del tutto vero ma continua. - 
- Voglio scoprire di chi stava parlando. - 
- No. - 
- Perché? - 
- Perché no! Tesoro, possibile che tu non riesca a tenere il tuo nasino fuori dagli affari altrui? - 
- No, non ci riesco. - 
- Bè impara. - 
- Ma perché mi dite tutti di non intromettermi in questa storia? - 
- Tutti chi? - 
- Prima Draco ed adesso tu. - 
- Oh, già! E con Draco come va? - 
- Oh! Tutto benissimo! Ti stupiresti nel vedere quanto è cambiato. - 
- Bè ma io te l'avevo detto tempo fa che voi due vi sareste messi insieme veramente prima o poi. - 
- E avevi ragione, contenta? - 
- Molto. - scoppiammo a ridere insieme e la conversazione si prolungò per un'altra mezz'ora finché non arrivò veramente il momento di prepararsi per il galà. Salutai la mia amica e scesi dal letto, andai all'armadio e tirai fuori il meraviglioso vestito che mi aveva regalato Draco quella mattina. Andai in bagno, mi spogliai e mi feci una doccia veloce. Mi ascugai sia il corpo che i capelli con un colpo di bacchetta e mi infilai un accappatoio. Mi truccai lievemente, un po' di mascara, dell'eye-liner nero, un po' di onbretto dorato e del fondotinta. Mi tolsi l'accalatoio  e mi vestì. Infilai un paio di tacchi sempre dorati e mi pettinai capelli, lasciandoli scolti e morbidi sulle spalle. Alla fine era arrivata l'ora di andare ma prima di smaterializzarmi mi fissai un'ultima allo specchio. Ero perfetta! Soddisfatta mi smaterializzai davanti all'entrata del Malfoy Manor e immediatamente un'odata di giornalisti e flash mi investirono. Non risposi a nessuna delle domande di quei giornalisti, solo sorrisi quando mi chiedevano una foto, ed entrai nell'enorme villa. Riuscì a fare un passo e fui immediatamente investita di nuovo da una marea di persone importanti nel mondo della magia. Cercai di essere cordiale con tutti anche se in cuor mio speravo di trovare al più presto Draco. 
- Hermione! - disse una voce alle mia spalle. Mi voltai e incontrai gli occhi furbi di Daphne. 
- Daphne! - esclamai andandole incontro, grata perché mi aveva salvata da una conversazione imbarazzante, almeno per me, con le mogli di persone molto importanti in politica. Solo Merlino sapeva quanto detestavo quella gente. La ragazza mi prese per mano e mi portò via da quelle arpie. - Grazie. - 
- Ma figurati. Anche a me mi hanno trattenuta per un quarto d'ora. - disse con un sospiro rassegnato. 
- Quanto le odio. - dissi mentre camminavamo tranquillamente per la Sala. 
- A chi lo dici! In un modo o nell'altro riescono sempre a metterti in delle situazioni imbarazzanti. - disse la bionda con un sorriso divertito. 
- Assolutamente d'accordo. - dissi con un sorriso. - Tu sei qui con qualcuno? - 
- Bè... sì. - rispose abbassando lo sguardo... imbarazzata? 
- Con chi?! - feci curiosa fermandomi e voltandomi verso di lei. 
- Con Theo. - rispose voltandosi dietro di lei. Allungai il collo e lo vidi parlare tranquillamente con un uomo che doveva avere più o meno l'età di mio padre. 
- Finalmente. - feci. 
- Già. Dopo ti racconto tutto! - fece sfoggiando un sorriso strepitoso. Si allontanò velocemente e raggiunse il suo ragazzo. 
- Tesoro! - fece qualcuno dietro di me. Mi voltai e incontrai lo sguardo luminoso di mia madre. Mi abbracciò forte prima di darmi un'occhiata per controllare che fossi abbastanza elegante. 
- Herm! - fece poi mio madre apparendo dietro di lei. Mi catapultati su di lui e lo abbracciai. Arrivarono anche i signori Malfoy e salutai anche loro mentre con gli occhi cercavo solo una persona. 
- È nello studio. - disse Narcissa vedendo i miei occhi saettare da una parte all'altra. 
- Grazie. Ci vediamo dopo. - dissi con un sorriso e andando verso l'uscita da quell'enorme sala. Un attimo prima però sentì una voce dietro di me. 
- Oh! La signorina Granger, immagino. - disse qualcuno e io mi voltai verso un'uomo più o meno sulla quarantina. L'avevo visto in qualche foto sulla Gazzetta del Profeta ma mai di persona. 
- Sì, sono io. - dissi con un sorriso cortese sulle labbra. 
- Sono Marcus Fenix. Non vedevo l'ora di incontrarla. - 
- Davvero? Perché? - feci confusa. Okay che ogni giornale pubblicava delle foto sue e di Draco, dato che il loro matrimonio era il più atteso del mondo magico, ma credevo di essere così... "famoso". 
- Bè, è famosa nel mondo magico. È la futura Lady Malfoy e soprattutto è la ragazza che è riuscita a far mettere la testa a posto a un Malfoy, soprattutto a quel Malfoy. Deve essere sicuramente molto brava. - disse e intuì immediatamente che non stava parlando solo del mio carattere. Offesa, soprattutto a causa delle occhiata che stava mandando alle mie gambe nude e alla scollatura del vestito. 
- Hai ragione Marcus. Hermione è molto brava, una perfetta Malfoy. - il braccio di Draco mi cingè possessivamente la vita e io mi stringo a lui, più che felice del suo arrivo. 
- Non ne dubito ma lei non è ancora una Malfoy, giusto? - fece l'uomo. 
- Vero ma praticamente lo è già. Una perfetta moglie Purosangue. - disse il mio ragazzo. 
- Un perfetto matrimonio combinato. - 
- La fortuna è che questo non è matrimonio combinato. - replicò Draco. Sembrava una vera lotta Purosangue, fatta di indifferenza e sguardi freddi: chi è il più stronzo vince ma non mi preoccupavo. Draco sapeva sempre come sputtanare una persona e come zittirla, non era mai successo il contrario, apparte un paio di volte con me. 
- Ah no? - domanda stupito. 
- No. È riuscita a farmi mettere la testa apposto, non l'avevi detto tu? - 
- Una vera fortuna. - fece piccato e irritato Marcus. 
- Già, pochi ce l'hanno. Dovremmo sposarci a fine Giugno, appena sarà finita la scuola. Ti è arrivato l'invito? Sai abbiamo invitato solo persone molto importanti nel nostro rango ma tra tutti quei nomi non mi ricordo proprio se ci fosse il tuo. Comunque è stato un piacere incontrarti ma ora io e la futura Lady Malfoy dobbiamo andare. Divertiti. - disse quelle ultime parole con una particolare luce derisoria negl'occhi. Marcus 0 - Draco 100
Sempre tenendomi stretta a lui, ci allontanammo dall'uomo. - Stai attenta a Marcus. - disse mentre camminavamo lentamente per la sala. 
- Perché? - chiesi nonostante mi tornassero in mente quelle occhiate poco caste. 
- Perché lui è un grandissimo bastardo puttaniere e non voglio che tu abbia a che fare con lui. Lui e tutti gl'altri devono capire che tu sei mia. - disse lui e io sorrisi. Sotto sotto, anche se l'avrei mai ammesso, mi piaceva quella possessività da parte sua. Ron non lo era mai stato, né geloso né possessivo, e mi era sempre mancato.
**
La serata andava avanti da un'ora ormai. Qualcuno danzava sulla pista ma la maggior parte delle persone chiaccerava stringendo un bicchiere tra le mani. Io e Draco avevamo speso la maggior parte del tempo a parlare con persone importanti, e come sempre tutti volevano delle anticipazioni sul matrimonio e le donne in particolare nuovi pettegolezzi. In un modo e nell'altro riuscivano sempre a svignarcela, mandando tutti a parlare con i nostri genitori. 
Ora, in piedi fuori dalla folla che danzava, guardavano quelle persone che ballavano sì bene ma c'era di meglio. 
- Okay. - disse all'improvviso Draco facendomi voltare verso di lui. Il ragazzo posò il suo bicchiere di champagne su un tavolino prima di prendere il mio e fare lo stesso. - Andiamo a fargli vedere come si balla veramente. - aggiunse prendendomi per mano e portandomi in pista. Trovamo uno spiazzo libero e ci mettemmo in posizione, una mano sulla sua spalla e una di lui sulla mia vita mente le altre due tenute insieme. Un attimo dopo cominciammo a danzare un valzer che pian piano divenne molto meno schematico e duro e più romantico. Dopo pochi passi gli invitati si erano riuniti in cerchio intorno a loro, lasciando la pista praticamente vuota, solo per loro. Ma per me non esisteva nessuno che non fosse Draco. Ero totalmente persa nei suoi occhi ghiacciati, e lui non distoglieva un attimo lo sguardo dal mio. Non esisteva più nessuno, solo noi due e la musica. Ci muovevamo veloci ed aggrazziati per tutta la pista. 
Con la coda dell'occhio vidi mio padre  mia madre aggiungersi e cominciare a danzare come noi, seguiti ancge dai genitori di Draco, lo sguardo di praticamente tutti però era puntati su di noi. Lui prese la mia mano e allontanandosi di poco mi fece fare un paio di giravolte prima di avvicinarmi di nuovo a lui. Mi prese per la vita e mi sollevò, portandomi sopra la sua testa e lo guardai dall'alto per qualche secondo, mentre lui girava lentamente, poi mi rimise a terra. Adesso eravamo molto più vicini di prima, a pochi centimetri di distanza, e la musica finì un attimo dopo. Sorridemmo entrambi mentre intorno a noi esplodevano tantissimi applausi da parte di tutti. Ci scambiammo un bacio e tornammo al posto che avevamo occupato fino a poco prima. 
- Signor Malfoy, Signorina Granger è un piacere incontrarvi. - disse una voce femminile accanto a noi. Ci voltammo entrambi e vedemmo una donna che doveva avere all'incirca sessant'anni venire verso di noi. L'avevo già conosciuta in un altro ricevimento. Era la signora Phoenix, moglie di un ex ministro della magia. 
- Oh! Signora Phoenix! È un piacere incontrarla. - dissi con un sorriso cordiale. Quella donna era molto dolce e mi stava simpatica. 
- Sono lieta che ti ricorda di me. - disse con un'altro sorriso. - Ed è un piacere conoscerla, Signor Malfoy. - disse guardando Draco. 
- Grazie, anche per me. - disse stringendo la mani che la donna gli stava porgendo. 
- Siete stati meravigliosi in pista, davvero. - 
- Grazie. - dissi continuando a sorridere. 
- Anni e anni di pratica. - aggiunse il mio ragazzo concordanomi la vita con un braccio. 
- Ne sono sicura. - rispose lei. La conversazione fu molto tranquilla e pacifica, niente sfide o cose così. 
- Allora la sua famiglia è praticamente al completo questa sera, vero? - chiese poi a lui. 
- Sì, è vero. - rispose. 
- Perché praticamente? Non mi risulta che tu abbia parenti. - intervenni guardandolo. Li avevo conosciuti tutti e non era affatto semplice ricordarsi tutti quei nomi e come erano  imparentati con Draco. 
- Sì! Ehm... - fece lui è sembrava un po' a disagio. 
- Sono sicura che tu li abbia incontrati tutti tranne ovviamente Belatrix... - stava dicendo la Signora ma si zittì per l'occhiata di fuoco che le lanciò Draco.  
- Chi è Belatrix? - chiesi confusa e curiosa. Draco fece saettare lo sguardo dalla donna a me e aprì la bocca per parlare ma la sua voce fu sostituita da quella della Signora. 
- Io adesso devo andare, mio marito mi starà cercando. - disse e un attimo dopo si immischió tra gli invitati, lasciandoci soli. Lui abbassò lo sguardo per qualche secondo prima di prendermi per mano e portarmi verso la porta. 
- Dove stiamo andando? - chiesi io. 
- Andiamo a fare quattro passi. - rispose mentre raggiungevamo la porta che portava al giardino interno della villa. Appena usciti l'aria tiepida mi investì e per l'ennesima volta ringraziai che a Narcissa piaceva manipolare il tempo atmosferico intorno alla sua casa. In silenzio prendemmo a camminare. 
- Allora, chi è Belatrix? - chiesi voltando la testa verso di lui. 
Draco rimase in silenzio per qualche secondo, guardando l'erba prima di calpestarla. - Belatrix è mia zia, la sorella di mia madre. - disse lui e, capendo che c'era ben altro da sapere, rimasi zitta. - Quando ero piccolo passavo molto tempo con lei un giorno però mia madre mi vietò di vedere sia lei che mio zio, ossia suo marito, ma non ne seppi la ragione e non la chiesi mai, solo feci come mi disse mia madre e non la vidi più. - 
 
- Tutto qui? - 
- Sì, i miei genitori sono sempre stati chiusi riguardo a lei. - rispose ma la sua voce, oltre ad essere molto sicura, era anche tremendamente fredda, segno che stava mentendo. Era bravo a farlo ma io ormai conoscevo ogni sfumatura della sua voce, dato che in quell'anni le avevo sperimentate tutte. Lo guardai scettica e solo allora lui alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Rimasi spiazzata da quello che vi lessi. Sembrava che mi stesse supplicando con gli occhi di non fargli più domande. Dopo qualche secondo di smarrimento annuì lievemente come a dirgli che non avrei più fatto domande su quell'argomento e lui annuì a sua volta. Era una conversazione fatta di cenni e occhiate, una conversazione che, se vista da fuori, poteva non significare nulla ma per noi valeva più delle parole. 
Non ci eravamo nemmeno accorti che ci eravamo fermati e riprendemmo a camminare tranquilli. 
**
Una volta rientrati nella sala fummo investiti dalle nostre madri che ci mandarono a parlare con due signore che avevano l'età dei miei genitori, sicuramente loro amiche. Prima di entrare in quella conversazione, ci scambiamo un'occhiata di incoraggiamento. 
Pov Blaise
Camminavo tranquillo per i corridoi deserti e bui di Hogwarts. Mancavano pochi minuti al coprifuoco e io stavo tornando alla mia Sala Comune. Appena svoltato l'angolo, però, andai a sbattere contro la causa dei miei pensieri e del perché avevo mollato tutte le ragazze con cui di solito facevo sesso. Ginevra Molly Weasley. La presi per i fianchi per sorreggerla e la tirai su. 
- Grazie. - sussurrò lei tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. Nonostante il buio vidi lo stesso le sue guance tingersi di rosso. 
- Figurati. - risposi lasciandola come se mi fossi scottato. Mi allontanai di un passo ma ero ancora fin troppo vicino a lei. 
- Allora... ci vediamo. - fece per andarsene ma la trattenni per un polso, neanche io seppi perché. 
- Ehm... ho saputo che hai rotto con Potter. - dissi la prima cosa che mi venne in mente. 
- Perfetto, si è già sparso il pettegolezzo. - fece lei sbuffando. 
- Già. Ehm... mi dispiace. - dissi un po' in difficoltà. Blaise Zabini in difficoltà con una ragazza? Roba da matti. 
- Non è colpa tua ma grazie. - replicò con voce lievemente tremolante. Anche lei sembrava in difficoltà. La guardai negli occhi e vidi che, sotto sotto, stava mentendo. Che diavolo... 
Era colpa mia la loro rottura? Bè lei era la colpa della rottura con tutte le altre, almeno era equo. 
La guardai, per davvero questa volta, e mi accorsi che era davvero bella. Le labbra sottili ma rosee, gli occhi brillanti, le guance ancora un po' rosse e i capelli trafelati a causa della corsa che stava facendo. Spostai lo sguardo dal suo viso e lo feci scendere sul suo corpo. Lievemente minuta ma tutte le curve erano al posto giusto. Tutto sommato una bella ragazza. 
Sì, Hermione mi odierà per quello che sto per fare ma... cazzo devo farlo. Mi avvicinai lentamente a lei e, sperai che  mi respingesse ma quando questa non avvenne, continuai la mia avavanzata e in un attimo le nostre labbra si unirono. Hermione mi ammazzerà. 
Oggi sono in orario! Sì! Sono soddisfatta di me stessa. Allora, qualcuno ha già intuito chi è il cattivo della storia? Cosa ne pensate del capitolo in generale? E del finale? Nel prossimo saprete meglio cosa è successo tra quei due. Scusate se ho fatto lasciare Harry e Ginny ma mi piace troppo la coppia Blaise e Ginny, scusate ma tranquille perché la protagonista di questa storia sarà sempre la Dramione.  Mi sembra di aver detto tutto quindi ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 
Ah! Domanda: secondo voi, qual'è la canzone che più rappresenta la Dramione? E quella che rappresenta questa storia? 
Le mie rispose le avrete al prossimo capitolo. Ciao!😘

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CHI È BELATRIX?


Pov Hermione


Ormai era pomeriggio e tra un paio d'ore avrei dovuto cominciare a prepararmi per il galà. 
E adesso ero in biblioteca con Draco per studiare un po'. 
- Herm! - mi sentì chiamare. Alzai lo sguardo dal mio tema di Trasfigurazione e vidi Ginny corrermi incontro. Aveva un viso stravolto, due profonde occhiaie sotto gli occhi e, quest'ultimi, erano rossi. 
- Ciao, che... - feci per dire ma lei non mi fece parlare. 
- Te la rubo un'attimo. - disse a Draco prima di prendermi per il polso e portarmi via dalla biblioteca. Una volta uscite mi bloccai sul posto per far fermare anche lei. 
- Cosa succede? - chiesi confusa e un po' allarmata. 
- Harry e io abbiamo rotto. - disse con lo sguardo fisso sul pavimento. Spalancai gli occhi incredula e chiesi di ripetere perché non poteva essere vero! Lei lo fece e io spalancai di nuovo gli occhi. 
- Non è possibile! P-perché? - 
- È possibile e l'ho fatto perché non sono più sicura. - disse quelle ultime parole in un sussurro come se fosse indecisa se dirmelo oppure no. 
- Di cosa? - feci curiosa. 
- Di essere innamorata di lui. - sussurrò ancora più piano ma la sentì ugualmente. 
- Cosa?! - feci con gli occhi spalancati dalla sorpresa. 
- Sì, bè... non ne sono più sicura e gli ho chiesto una pausa per poter riflettere ma lui mi ha mollato definitivamente... - 
- Cosa ha fatto?! - feci mentre lo stupore andava scemando e veniva sostituito dalla rabbia.
- Mi ha mollata, Hermione! Ma ci godi così tanto nel farmi sentire una merda nel dirlo? - fece aggrottando le sopracciglia. Io fissai il vuoto un attimo pesando le sue parole e per capire cosa fare. Ginny non era più sicura dei suoi sentimenti per Harry e gli aveva chiesto una pausa, aveva fatto bene, Harry l'ha mollata definitivamente, aveva fatto molto male. 
- Okay... ehm... e tu cosa vuoi fare? - 
- Non lo so, Hermione. Cazzo sono distrutta! Non sono più sicura, te l'ho detto, ma... - 
- Lo so. Essere mollate fa schifo ancge se non sei più sicura dei tuoi sentimenti su l'altra persona. - dissi di quando Ron, quell'estate, mi aveva lasciata dopo aver scoperto il mio fidanzamento con Draco. - Soprattutto se sei confusa su un'altra. - aggiunsi pensando a quant'ero confusa sui miei sentimenti sul mio attuale ragazzo. 
- Come?! No, non è vero! - esclamò la mia amica e io alzai lo sguardo su di lei, confusa. 
- Di che stai parlando? - feci aggrottando le sopracciglia. 
- Tu di cosa stai parlando. - rispose lei. 
- Parlo di quello che è successo quest'estate con Draco e tuo fratello. - risposi ovvia. - Tu? - 
- Niente. - disse un po' troppo frettolosamente la mia amica. 
- Ginny? -
- Cosa? Senti... ora devo andare e tu devi tornare dal tuo fidanzato quindi ci vediamo. - disse prima di voltarsi e correre via. 
- Ginny! - la chiamai un'ultima volta divertita prima che lei sparisse in un corridoio. Scossi la testa e rientrai nella biblioteca. Tornai dal mio ragazzo e mi sedetti accanto a lui, dove ero prima. 
- Di cosa voleva parlarti? - mi chiese lui. 
- Lei e Harry hanno rotto. - risposi con un sospiro. Era molto strano dirlo ad alta voce dato che non avrei mai immaginato che  un giorno l'avrei detto. Quando si diceva che il destino era imprevedibile! 
- Che? Lei e Potter? - fece scettico quanto me. 
- Sì, incredibile vero? - feci tornando a scrivere il tema. 
- Sai... anche Blaise ha rotto con le sue ragazze. - disse lui e a quelle parole alzai la testa di scatto. 
- Le sue ragazze? - feci stupita del plurarale. 
- Sì. Sai come ho fatto io quando mi sono messo con te. - 
- Oh! Intendi che hai smesso di portarti a letto tutta la popolazione femminile di Hogwarts! - feci con acidità. 
- Sì, detto meno delicatamente. - fece con un sorrisetto divertito prima di prendermi la mano ed accarezzare il dorso per calmarmi. - Comunque anche lui lo ha fatto. - 
- Capito. - sussurrai mentre uno strano dubbio mi veniva in mente, possibile che... - Draco, sai se Blaise ha cominciato a uscire con qualcuna o frequenti qualcuno? - 
- No, che io sappia no. Perché me lo chiedi? - fece divertito. 
- È solo che Ginny era molto strana prima. Si è agitata quando ho detto che essere mollate era molto brutto soprattutto se si è confuse su un'altra persona. - dissi scrollando le spalle. 
- Scusa? - fece con una punta di acidità nella voce. 
- La nostra storia. Quando Ronald mi ha lasciata e io ero ancora confusa sui miei sentimenti per te. - dissi scrollando le spalle un'altra volta. 
- Ah! Ehi! - fece facendo il finto offeso ma senza lasciarmi la mano. Sorrisi lievemente. 
- Comunque stavamo parlando della reazione di Ginny. Insomma, non ti sembra strana questa coincidenza? - 
- Sì, ma come hai detto tu potrebbe essere solo una coincidenza. - disse Draco sicuro. 
- Lo so, ma... - 
- Amore, promettimi che non ti intrometterai tra di loro. Anche se si dovessero mettere insieme, cosa improbabile, tu non intrometterti. - disse il mio ragazzi guardandomi serio. 
- Va bene. - dissi con un sospiro prima di sorridere. 
- Okay, andiamo. - disse alzandosi in piedi. 
- Dove? - 
- È tardi e dobbiamo prepararci per stasera. - disse lui prendendo i suoi libri e mettendoli nella sua borsa. Feci lo stesso e uscimmo dalla biblioteca, mano nella mano. Arrivammo in camera nostra e lasciammo le nostre borse sulla sedia della scrivania. 
- Ehm... amore, mancano ancora tre ore al ballo. - dissi quando tirò fuori il suo vestito dall'armadio. 
- Lo so, piccola ma mio padre oggi mi ha chiesto se potevo andare prima perché mi doveva parlare di qualcosa di importante. - 
- Niente di brutto, spero. - 
- No! Tranquilla. Sicuramente sarà una cosa economica. Sai com'è nella mia famiglia. - fece lui prima di togliersi i pantaloni per mettersi quelli dello smoking. 
- Ma devo venire anch'io o... - 
- No, tu fai con calma. Vado io. Tu poi venire verso l'ora prestabilita. - replicò con un sorriso. Lo osservai cambiarsi e pettinarsi. Era bellissimo! Come sempre del resto. 
- Okay. Io vado, ci vediamo dopo. - disse lui dandomi un bacio prima di smaterializzarsi. Rimasta da sola afferrai il mio telefono e chiamai Luna. Era da giorni che non la sentivo. Rispose al terzo squillo. 
- Ciao Herm! - disse la voce sempre felice della sua migliore amica. 
- Ciao Luna! Senti hai sentivo cosa è successo tra Ginny e Harry? - 
- Sì! Cavolo, chi l'avrebbe mai detto. - 
- Già! Comunque tu cosa ne pensi? - 
- Non so. Se lei non era più sicura ha fatto bene. - 
- Sono daccordo ma se tra qualche giorno si rendesse conto di aver fatto la più grande cazzata della sua vita? - 
- A te è successo? -  
- Bè no. - 
- E allora perché a lei dovrebbe succedere? - 
- Okay... ma ti ha detto anche che non era sicura di quello che prova per qualcuno che non era Harry? - 
- No, perché? A te l'ha detto? - 
- Più o meno. - 
- Herm... - fece con voce quasi accusatoria. 
- Che c'è? È vero e io su queste cose non sbaglio mai. - 
- Questo non è del tutto vero ma continua. - 
- Voglio scoprire di chi stava parlando. - 
- No. - 
- Perché? - 
- Perché no! Tesoro, possibile che tu non riesca a tenere il tuo nasino fuori dagli affari altrui? - 
- No, non ci riesco. - 
- Bè impara. - 
- Ma perché mi dite tutti di non intromettermi in questa storia? - 
- Tutti chi? - 
- Prima Draco ed adesso tu. - 
- Oh, già! E con Draco come va? - 
- Oh! Tutto benissimo! Ti stupiresti nel vedere quanto è cambiato. - 
- Bè ma io te l'avevo detto tempo fa che voi due vi sareste messi insieme veramente prima o poi. - 
- E avevi ragione, contenta? - 
- Molto. - scoppiammo a ridere insieme e la conversazione si prolungò per un'altra mezz'ora finché non arrivò veramente il momento di prepararsi per il galà. Salutai la mia amica e scesi dal letto, andai all'armadio e tirai fuori il meraviglioso vestito che mi aveva regalato Draco quella mattina. Andai in bagno, mi spogliai e mi feci una doccia veloce. Mi ascugai sia il corpo che i capelli con un colpo di bacchetta e mi infilai un accappatoio. Mi truccai lievemente, un po' di mascara, dell'eye-liner nero, un po' di onbretto dorato e del fondotinta. Mi tolsi l'accalatoio  e mi vestì. Infilai un paio di tacchi sempre dorati e mi pettinai capelli, lasciandoli scolti e morbidi sulle spalle. Alla fine era arrivata l'ora di andare ma prima di smaterializzarmi mi fissai un'ultima allo specchio. Ero perfetta! Soddisfatta mi smaterializzai davanti all'entrata del Malfoy Manor e immediatamente un'odata di giornalisti e flash mi investirono. Non risposi a nessuna delle domande di quei giornalisti, solo sorrisi quando mi chiedevano una foto, ed entrai nell'enorme villa. Riuscì a fare un passo e fui immediatamente investita di nuovo da una marea di persone importanti nel mondo della magia. Cercai di essere cordiale con tutti anche se in cuor mio speravo di trovare al più presto Draco. 
- Hermione! - disse una voce alle mia spalle. Mi voltai e incontrai gli occhi furbi di Daphne. 
- Daphne! - esclamai andandole incontro, grata perché mi aveva salvata da una conversazione imbarazzante, almeno per me, con le mogli di persone molto importanti in politica. Solo Merlino sapeva quanto detestavo quella gente. La ragazza mi prese per mano e mi portò via da quelle arpie. - Grazie. - 
- Ma figurati. Anche a me mi hanno trattenuta per un quarto d'ora. - disse con un sospiro rassegnato. 
- Quanto le odio. - dissi mentre camminavamo tranquillamente per la Sala. 
- A chi lo dici! In un modo o nell'altro riescono sempre a metterti in delle situazioni imbarazzanti. - disse la bionda con un sorriso divertito. 
- Assolutamente d'accordo. - dissi con un sorriso. - Tu sei qui con qualcuno? - 
- Bè... sì. - rispose abbassando lo sguardo... imbarazzata? 
- Con chi?! - feci curiosa fermandomi e voltandomi verso di lei. 
- Con Theo. - rispose voltandosi dietro di lei. Allungai il collo e lo vidi parlare tranquillamente con un uomo che doveva avere più o meno l'età di mio padre. 
- Finalmente. - feci. 
- Già. Dopo ti racconto tutto! - fece sfoggiando un sorriso strepitoso. Si allontanò velocemente e raggiunse il suo ragazzo. 
- Tesoro! - fece qualcuno dietro di me. Mi voltai e incontrai lo sguardo luminoso di mia madre. Mi abbracciò forte prima di darmi un'occhiata per controllare che fossi abbastanza elegante. 
- Herm! - fece poi mio madre apparendo dietro di lei. Mi catapultati su di lui e lo abbracciai. Arrivarono anche i signori Malfoy e salutai anche loro mentre con gli occhi cercavo solo una persona. 
- È nello studio. - disse Narcissa vedendo i miei occhi saettare da una parte all'altra. 
- Grazie. Ci vediamo dopo. - dissi con un sorriso e andando verso l'uscita da quell'enorme sala. Un attimo prima però sentì una voce dietro di me. 
- Oh! La signorina Granger, immagino. - disse qualcuno e io mi voltai verso un'uomo più o meno sulla quarantina. L'avevo visto in qualche foto sulla Gazzetta del Profeta ma mai di persona. 
- Sì, sono io. - dissi con un sorriso cortese sulle labbra. 
- Sono Marcus Fenix. Non vedevo l'ora di incontrarla. - 
- Davvero? Perché? - feci confusa. Okay che ogni giornale pubblicava delle foto sue e di Draco, dato che il loro matrimonio era il più atteso del mondo magico, ma credevo di essere così... "famoso". 
- Bè, è famosa nel mondo magico. È la futura Lady Malfoy e soprattutto è la ragazza che è riuscita a far mettere la testa a posto a un Malfoy, soprattutto a quel Malfoy. Deve essere sicuramente molto brava. - disse e intuì immediatamente che non stava parlando solo del mio carattere. Offesa, soprattutto a causa delle occhiata che stava mandando alle mie gambe nude e alla scollatura del vestito. 
- Hai ragione Marcus. Hermione è molto brava, una perfetta Malfoy. - il braccio di Draco mi cingè possessivamente la vita e io mi stringo a lui, più che felice del suo arrivo. 
- Non ne dubito ma lei non è ancora una Malfoy, giusto? - fece l'uomo. 
- Vero ma praticamente lo è già. Una perfetta moglie Purosangue. - disse il mio ragazzo. 
- Un perfetto matrimonio combinato. - 
- La fortuna è che questo non è matrimonio combinato. - replicò Draco. Sembrava una vera lotta Purosangue, fatta di indifferenza e sguardi freddi: chi è il più stronzo vince ma non mi preoccupavo. Draco sapeva sempre come sputtanare una persona e come zittirla, non era mai successo il contrario, apparte un paio di volte con me. 
- Ah no? - domanda stupito. 
- No. È riuscita a farmi mettere la testa apposto, non l'avevi detto tu? - 
- Una vera fortuna. - fece piccato e irritato Marcus. 
- Già, pochi ce l'hanno. Dovremmo sposarci a fine Giugno, appena sarà finita la scuola. Ti è arrivato l'invito? Sai abbiamo invitato solo persone molto importanti nel nostro rango ma tra tutti quei nomi non mi ricordo proprio se ci fosse il tuo. Comunque è stato un piacere incontrarti ma ora io e la futura Lady Malfoy dobbiamo andare. Divertiti. - disse quelle ultime parole con una particolare luce derisoria negl'occhi. Marcus 0 - Draco 100
Sempre tenendomi stretta a lui, ci allontanammo dall'uomo. - Stai attenta a Marcus. - disse mentre camminavamo lentamente per la sala. 
- Perché? - chiesi nonostante mi tornassero in mente quelle occhiate poco caste. 
- Perché lui è un grandissimo bastardo puttaniere e non voglio che tu abbia a che fare con lui. Lui e tutti gl'altri devono capire che tu sei mia. - disse lui e io sorrisi. Sotto sotto, anche se l'avrei mai ammesso, mi piaceva quella possessività da parte sua. Ron non lo era mai stato, né geloso né possessivo, e mi era sempre mancato.
**
La serata andava avanti da un'ora ormai. Qualcuno danzava sulla pista ma la maggior parte delle persone chiaccerava stringendo un bicchiere tra le mani. Io e Draco avevamo speso la maggior parte del tempo a parlare con persone importanti, e come sempre tutti volevano delle anticipazioni sul matrimonio e le donne in particolare nuovi pettegolezzi. In un modo e nell'altro riuscivano sempre a svignarcela, mandando tutti a parlare con i nostri genitori. 
Ora, in piedi fuori dalla folla che danzava, guardavano quelle persone che ballavano sì bene ma c'era di meglio. 
- Okay. - disse all'improvviso Draco facendomi voltare verso di lui. Il ragazzo posò il suo bicchiere di champagne su un tavolino prima di prendere il mio e fare lo stesso. - Andiamo a fargli vedere come si balla veramente. - aggiunse prendendomi per mano e portandomi in pista. Trovamo uno spiazzo libero e ci mettemmo in posizione, una mano sulla sua spalla e una di lui sulla mia vita mente le altre due tenute insieme. Un attimo dopo cominciammo a danzare un valzer che pian piano divenne molto meno schematico e duro e più romantico. Dopo pochi passi gli invitati si erano riuniti in cerchio intorno a loro, lasciando la pista praticamente vuota, solo per loro. Ma per me non esisteva nessuno che non fosse Draco. Ero totalmente persa nei suoi occhi ghiacciati, e lui non distoglieva un attimo lo sguardo dal mio. Non esisteva più nessuno, solo noi due e la musica. Ci muovevamo veloci ed aggrazziati per tutta la pista. 
Con la coda dell'occhio vidi mio padre  mia madre aggiungersi e cominciare a danzare come noi, seguiti ancge dai genitori di Draco, lo sguardo di praticamente tutti però era puntati su di noi. Lui prese la mia mano e allontanandosi di poco mi fece fare un paio di giravolte prima di avvicinarmi di nuovo a lui. Mi prese per la vita e mi sollevò, portandomi sopra la sua testa e lo guardai dall'alto per qualche secondo, mentre lui girava lentamente, poi mi rimise a terra. Adesso eravamo molto più vicini di prima, a pochi centimetri di distanza, e la musica finì un attimo dopo. Sorridemmo entrambi mentre intorno a noi esplodevano tantissimi applausi da parte di tutti. Ci scambiammo un bacio e tornammo al posto che avevamo occupato fino a poco prima. 
- Signor Malfoy, Signorina Granger è un piacere incontrarvi. - disse una voce femminile accanto a noi. Ci voltammo entrambi e vedemmo una donna che doveva avere all'incirca sessant'anni venire verso di noi. L'avevo già conosciuta in un altro ricevimento. Era la signora Phoenix, moglie di un ex ministro della magia. 
- Oh! Signora Phoenix! È un piacere incontrarla. - dissi con un sorriso cordiale. Quella donna era molto dolce e mi stava simpatica. 
- Sono lieta che ti ricorda di me. - disse con un'altro sorriso. - Ed è un piacere conoscerla, Signor Malfoy. - disse guardando Draco. 
- Grazie, anche per me. - disse stringendo la mani che la donna gli stava porgendo. 
- Siete stati meravigliosi in pista, davvero. - 
- Grazie. - dissi continuando a sorridere. 
- Anni e anni di pratica. - aggiunse il mio ragazzo concordanomi la vita con un braccio. 
- Ne sono sicura. - rispose lei. La conversazione fu molto tranquilla e pacifica, niente sfide o cose così. 
- Allora la sua famiglia è praticamente al completo questa sera, vero? - chiese poi a lui. 
- Sì, è vero. - rispose. 
- Perché praticamente? Non mi risulta che tu abbia parenti. - intervenni guardandolo. Li avevo conosciuti tutti e non era affatto semplice ricordarsi tutti quei nomi e come erano  imparentati con Draco. 
- Sì! Ehm... - fece lui è sembrava un po' a disagio. 
- Sono sicura che tu li abbia incontrati tutti tranne ovviamente Belatrix... - stava dicendo la Signora ma si zittì per l'occhiata di fuoco che le lanciò Draco.  
- Chi è Belatrix? - chiesi confusa e curiosa. Draco fece saettare lo sguardo dalla donna a me e aprì la bocca per parlare ma la sua voce fu sostituita da quella della Signora. 
- Io adesso devo andare, mio marito mi starà cercando. - disse e un attimo dopo si immischió tra gli invitati, lasciandoci soli. Lui abbassò lo sguardo per qualche secondo prima di prendermi per mano e portarmi verso la porta. 
- Dove stiamo andando? - chiesi io. 
- Andiamo a fare quattro passi. - rispose mentre raggiungevamo la porta che portava al giardino interno della villa. Appena usciti l'aria tiepida mi investì e per l'ennesima volta ringraziai che a Narcissa piaceva manipolare il tempo atmosferico intorno alla sua casa. In silenzio prendemmo a camminare. 
- Allora, chi è Belatrix? - chiesi voltando la testa verso di lui. 
Draco rimase in silenzio per qualche secondo, guardando l'erba prima di calpestarla. - Belatrix è mia zia, la sorella di mia madre. - disse lui e, capendo che c'era ben altro da sapere, rimasi zitta. - Quando ero piccolo passavo molto tempo con lei un giorno però mia madre mi vietò di vedere sia lei che mio zio, ossia suo marito, ma non ne seppi la ragione e non la chiesi mai, solo feci come mi disse mia madre e non la vidi più. -  - Tutto qui? - 
- Sì, i miei genitori sono sempre stati chiusi riguardo a lei. - rispose ma la sua voce, oltre ad essere molto sicura, era anche tremendamente fredda, segno che stava mentendo. Era bravo a farlo ma io ormai conoscevo ogni sfumatura della sua voce, dato che in quell'anni le avevo sperimentate tutte. Lo guardai scettica e solo allora lui alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Rimasi spiazzata da quello che vi lessi. Sembrava che mi stesse supplicando con gli occhi di non fargli più domande. Dopo qualche secondo di smarrimento annuì lievemente come a dirgli che non avrei più fatto domande su quell'argomento e lui annuì a sua volta. Era una conversazione fatta di cenni e occhiate, una conversazione che, se vista da fuori, poteva non significare nulla ma per noi valeva più delle parole. 
Non ci eravamo nemmeno accorti che ci eravamo fermati e riprendemmo a camminare tranquilli. 
**
Una volta rientrati nella sala fummo investiti dalle nostre madri che ci mandarono a parlare con due signore che avevano l'età dei miei genitori, sicuramente loro amiche. Prima di entrare in quella conversazione, ci scambiamo un'occhiata di incoraggiamento. 

Pov Blaise


Camminavo tranquillo per i corridoi deserti e bui di Hogwarts. Mancavano pochi minuti al coprifuoco e io stavo tornando alla mia Sala Comune. Appena svoltato l'angolo, però, andai a sbattere contro la causa dei miei pensieri e del perché avevo mollato tutte le ragazze con cui di solito facevo sesso. Ginevra Molly Weasley. La presi per i fianchi per sorreggerla e la tirai su. 
- Grazie. - sussurrò lei tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. Nonostante il buio vidi lo stesso le sue guance tingersi di rosso. 
- Figurati. - risposi lasciandola come se mi fossi scottato. Mi allontanai di un passo ma ero ancora fin troppo vicino a lei. 
- Allora... ci vediamo. - fece per andarsene ma la trattenni per un polso, neanche io seppi perché. 
- Ehm... ho saputo che hai rotto con Potter. - dissi la prima cosa che mi venne in mente. 
- Perfetto, si è già sparso il pettegolezzo. - fece lei sbuffando. 
- Già. Ehm... mi dispiace. - dissi un po' in difficoltà. Blaise Zabini in difficoltà con una ragazza? Roba da matti. 
- Non è colpa tua ma grazie. - replicò con voce lievemente tremolante. Anche lei sembrava in difficoltà. La guardai negli occhi e vidi che, sotto sotto, stava mentendo. Che diavolo... 
Era colpa mia la loro rottura? Bè lei era la colpa della rottura con tutte le altre, almeno era equo. 
La guardai, per davvero questa volta, e mi accorsi che era davvero bella. Le labbra sottili ma rosee, gli occhi brillanti, le guance ancora un po' rosse e i capelli trafelati a causa della corsa che stava facendo. Spostai lo sguardo dal suo viso e lo feci scendere sul suo corpo. Lievemente minuta ma tutte le curve erano al posto giusto. Tutto sommato una bella ragazza. 
Sì, Hermione mi odierà per quello che sto per fare ma... cazzo devo farlo. Mi avvicinai lentamente a lei e, sperai che  mi respingesse ma quando questa non avvenne, continuai la mia avavanzata e in un attimo le nostre labbra si unirono. Hermione mi ammazzerà. 


Oggi sono in orario! Sì! Sono soddisfatta di me stessa. Allora, qualcuno ha già intuito chi è il cattivo della storia? Cosa ne pensate del capitolo in generale? E del finale? Nel prossimo saprete meglio cosa è successo tra quei due. Scusate se ho fatto lasciare Harry e Ginny ma mi piace troppo la coppia Blaise e Ginny, scusate ma tranquille perché la protagonista di questa storia sarà sempre la Dramione.  Mi sembra di aver detto tutto quindi ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 
Ah! Domanda: secondo voi, qual'è la canzone che più rappresenta la Dramione? E quella che rappresenta questa storia? 
Le mie rispose le avrete al prossimo capitolo. Ciao!😘

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Capitolo 17
*** Cavolo ***


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CAVOLO
Pov Draco
Il giorno dopo cercai in tutti i modi di saltare le lezioni ma ovviamente la mia ragazza non me lo permise. Avvolte era stressante stare con lo studio in persona, o peggio con la McGranitt reincarnata ma era bellissimo vedere il suo sorriso ogni volta che prendevo un buon voto o miglioravo ad una materia e solo quel sorriso mi ripagava degli sforzi che avevo fatto. Blaise, invece, non si era presentato alla metà delle lezioni e non ero riuscito a trovarlo da nessuna parte. Mi permisi di saltare solo l'ultima lezione, ossia quella di Erbologia. Sapevo che Hermione a quell'ora aveva Divinazione quindi non mi preoccupavo e andai tranquillo nella nostra stanza. Quando entrai, però, la vidi seduta alla scrivania intenta a studiare. Appena sentì la porta aprirsi si voltò e incontrò il mio sguardo. Restammo in silenzio per alcuni minuti prima che lei si alzasse e venisse verso di me incazzata. 
- Che diavolo ci fai qui? - chiese mentre io entravo e chiudevo la porta dietro di me. 
- Ecco... io... - 
- Non dovresti essere a lezione a quest'ora? - chiese di nuovo. 
- Bè... anche tu. - dissi ribaltando la frittata. 
- La professoressa si è sentita male e la lezione è stata annullata. - rispose prontamente lei. 
- Oh! Anche la mia. - affermai ma sapevo che lei non ci avrebbe mai creduto, mi conosceva troppo bene. 
- Mi credi veramente così stupida? - fece lei offesa. 
- No! Insomma, io non... tu non... - balbettai. Incredibile, Draco Malfoy che balbetta, chi l'avrebbe mai detto. Alla fine mi arresi e sospirai. - Okay, sì ho saltato la lezione, mi dispiace. - 
- Va bene. - sussurrò lei tornando ai suoi libri. Io la guardai perplesso e mi avvicinai,  mi inginocchiai a lei e le presi il mento tra due dita e lo voltai verso di me. 
- Va bene? È tutto quello che mi devi dire? - feci cercando qualcosa nel suo sguardo. 
- Sì... insomma oramai il danno è fatto. - rispose lei e per tutti quelli che la sentivano sarebbe sembrata super sicura e sincera ma la conoscevo bene e nei suoi occhi c'era la stessa sfumatura di quando mentiva. La guardai intensamente e cercai di andare più a fondo in quei occhi che tanto amavo. Lessi... colpevolezza? 
- Hermione... non è che anche tu hai saltato la lezione? - chiesi con un ghigno. 
- No. - disse secca ma rispose troppo velocemente per i miei gusti. Alzai un sopracciglio scettico e lei, dopo qualche secondo, si arrese come avevo fatto io. - Hai ragione... -
- Non ci credo! Hermione Jean Granger che salta una lezione, questo sì che è pazzesco. Dopo questo posso dire di averle viste tutte. - 
- È colpa tua! Tua, di Blaise e di Daphne. Mi state influenzando! - disse dandomi uno schiaffetto sulla spalla. Sorrisi insieme a lei e mi avvicinai per darle un bacio sulle labbra. 
- Felice di farlo. - sussurrai sulle sue labbra prima di riattaccare in un bacio appassionato. Feci scendere le mani verso i bottoni della sua camicetta ma ovviamente sul più bello il telefono di Hermione suonò. Ci staccammo a malavoglia e lei andò verso il letto per prenderlo. - Ma non dovrebbero eressere tutti a lezione adesso? - chiesi scocciato. 
- A quanto pare no. - disse prima di rispondere alla telefonata. - Ciao Ginny, non dovresti essere a lezione adesso? - 
- Anche tu eppure mi hai risposto e dato che parli a un tono di voce normale presumo che non sei lì. - disse lei con tono di voce divertito. 
- Ehm... perché mi hai chiamato? - chiese cercando di cambiare discorso. Intanto lei si era appena seduta sul letto e io le ero abbastanza vicino per sentire la conversazione. 
- Mi servirebbero gli appunti di... - ma non riuscì a finire la frase perché il telefono squillò di nuovo. Hermione lo allontanò lievemente, per controllare chi era a chiamarla e poi lo avvicinò di nuovo all'orecchio. - Ginny mi stanno facendo un'altra telefonata, aspetta in linea. - 
- Certo. - rispose lei ed Hermione rispose alla seconda telefonata. 
- Ciao Blaise. Che succede? - chiese lei con tono un po' curioso. Possibile che quel giorno tutti avessero saltato le lezioni? 
- Ciao Hermione, ma tu non dovresti essere a lezione? - chiese lui. 
- Anche tu, eppure mi stai telefonando. - rispose con tono piccato. Si stava irritando. 
- Ma io sono a lezione. O meglio, lo sono ma in questo momento sono in bagno per telefonarti. - disse lui e quasi potei vedere il suo ghigno. 
- Okay, ma comunque cosa vuoi? Ho Ginny sull'altra linea. - disse con voce un po' acida. 
- Ginny? E... come sta? - chiese lui e tutti e due ci accigliammo. Voltò la testa verso di me e incontrò il mio sguardo stupito. 
- Ehm... Glielo chiedo. - rispose e senza togliere gli occhi dai miei passò all'altra liena. - Ginny? - 
- Sì? - 
- Era Blaise e vuole sapere come ti senti. - disse lei. 
- Blaise? Digli che sto bene, anzi molto bene. E chiedigli come sta. - disse velocemente. 
- Certo. - sussurrò lei distogliendo lo sguardo dal mio e puntandolo sul pavimento. Un pensiero fece capolino nella mia mente ma tentai di ricacciarlo indietro. Non poteva essere, eppure... 
- Blaise, Ginny ha detto che sta bene e vuole sapere come stai tu. - disse la mia ragazza, appena passata alla telefonata con il mio amico. 
- Oh... solo bene? Comunque dille che anche io sto bene. - rispose con tono lievemente triste. 
- Sì. - disse lei e questa volta aveva un tono veramente incazzato. - Ginny, Blaise ha detto anche lui sta bene. - 
- Solo bene? Okay... - disse la rossa e quelle parole confermarono il mio pensiero. Spostai di nuovo lo sguardo verso la mia ragazza e dai suoi occhi potei vedere che anche lei ci stava arrivando. 
- Ginny, aspetta un attimo. - disse con voce quasi minacciosa poi passò all'altra linea. - Siete andati a letto insieme! - quasi urlò. 
- Come l'hai scoperto?! Te l'ha detto lui? Aveva promesso... - sentì la voce della piattola... ops, della sua amica dire quelle parole e vidi Hermione sbiancare. 
- Cazzo! - sussurrò portando il telefono al petto per non farle sentire, poi lo riportò all'orecchio. - Sì... aspetta un attimo. - disse e passò di nuovo alla telefonata con Blaise. - Ma sei impazzito?! Cioè ti sembrava il caso di fare sesso con Ginny adesso? Adesso che si è appena lasciata con Harry?! - 
- Sempre io. - disse la rossa ed Hermione sgranò gli occhi e riportò il telefono al petto. 
- Porca puttana. - sussurrò e riportò il telefono. - Già, Blaise deve aver riattaccato. - 
- Già... - 
- Ci vediamo dopo. - disse prima di riattaccare. Rimase per un po' in silenzio prima di alzarsi in piedi e andare verso la porta. 
- Dove stai andando? - chiesi lievemente preoccupato. 
- Dal nostro caro amico Blaise - rispose prima di catapultarsi fuori dalla stanza. La seguì a ruota e, nonostante il suo passo veloce, e la affiancati facilmente. 
- Non credo che sia una buona idea. - dissi cercando di calmarla. 
- No, invece. - rispose secca mentre continuava a camminare verso la serra. Appena giunta a quella giusta aprì la porta senza nemmeno bussare, io, dato che non mi ero presentato proprio a quella lezione, rimasi fuori ma riuscì a vedere bene la scena, la scena più esilarante che avessi mai visto. Blaise, appena la vide, afferrò un alunno a caso dai Tassorosso e tentò di farsi scudo dalla furia che era diventata la mia ragazza ma lei, ovviamente, non si scomodò più di tanto, perché bastò uno schiantesimo per far togliere di mezzo l'alunno. Una volta fatto questo afferrò Blaise per un orecchio e dopo essersi scusata con la professoressa per l'interruzione lo scortò poco gentilmente fuori dalla serra. Lo sbatté al muro e lo bloccò con un colpo di bacchetta. Io, intanto, me la ridevo alla grande. 
- Sei impazzito? - chiese lei guardandolo incazzata. 
- Ah io? - fece sarcastico aggiudicandosi da lei un'occhiata truce. 
- Ripeto la domanda: sei impazzito? - disse di nuovo lei avvicinandosi in un passo. 
- Non ho la minima idea di... - stava dicendo ma, come colto da un lampo di genio, si bloccò e fisso il vuoto per qualche istante prima di ripoetare lo sguardo su di lei. - Hai scoperto che....
- Cosa? Che tu ti sei scopato la mia migliore amica dopo appena due giorni che si era lasciata con Harry? Sì, l'ho scoperto. - disse Hermione. 
- Perché ne fai una questione di stato?! Insomma, sì l'abbiamo fatto ma non ci vedo niente di male. - disse Blaise e subito mi resi conto dell'enorme errore che aveva appena commesso; mai contraddire una donna su una sua convinzione se è incinta, era in quei giorni e soprattutto se era incazzata. Andiamo, questa è una delle poche regole non scritte degli uomini! *
- Non ci vedi niente di male, eh? Bè nemmeno io, se non fosse, come ti ho già detto e come ti sai già, che lei si è appena lasciata con il suo ragazzo! - urlò Hermione e ringrazia il cielo che fossimo abbastanza lontani dalle altre aule, non mi andava di dare spettacolo. 
- Lo capisco se sei incazzata e ne hai tutti i motivi, nonostante siano amici, ma... cazzo avevamo tutto il diritto di farlo dato che lei lo ha lasciato un po' anche per me. - disse lui e a quelle parole anche lei si zittì. Che diavolo aveva detto il mio migliore amico? 
- Cosa intendi dire che sei uno dei motivi? - intervenni per la prima volta. Lui spostò lo sguardo dalla mia ragazza a me e fu come se mi vedesse solo adesso, cosa possibile, dato che quando Hermione si arrabbiava, era meglio non perderla d'occhio. 
- Me lo ha detto ieri sera, prima di... lo sapete. - disse in un sussurro e abbassò il capo, imbarazzato. 
- Lo sapevo! - esclamò lei ma questa volta la voce aveva perso ogni traccia di incazzatura, c'era solo entusiasmo. Stupito mi voltai verso di lei e lo stesso fece anche Blaise. 
- Come? - chiese lui perplesso. 
- Te l'avevo detto! - lo ignorò dicendo quelle parole a me e solo in quel momento mi tornò in mente il dialogo avuto solo il pomeriggio prima sul fatto di quelle strane coincidenze e tutto il resto. 
- Su cosa? - fece di nuovo il mio amico ed adesso sembrava quasi disperato. 
- Hermione credeva che tu avessi lasciato tutte le tue ragazze per la Weasley e lo stesso lei, con l'unica differenza che lei ne aveva da lasciare solo uno. - spiegai spostando lo sguardo su Blaise che impassibile mi fissava. Conoscevo quello sguardo. - Oddio, allora è vero? - 
- Bè... in parte. - rispose lui mentre vedevo il sorriso di Hermione allargarsi. 
- In che senso in parte? - chiesi di nuovo mentre mi avvicinavo alla mia ragazza e la abbracciavo da dietro. 
- Nel senso che lei non è il solo motivo. - disse in un sussurro. 
- Oh! Lo sapevo! - esclamò di nuovo Hermione e per la seconda volta lei si voltò verso di me con un sorrisetto. - Te. L'avevo. Detto. - ripeté scandendo bene le parole. 
- Quanto ti piacerà dirlo? - feci rivolto a lei. 
- Molto. È una gran bella soddisfazione spiattellartelo in faccia. - 
- A me in particolare? - 
- Certo, soprattutto perché sei un Malfoy. - rispose avvicinandosi per baciarmi ma ovviamente il mio caro amico Blaise interruppe il nostro piccolo momento, quanto lo odiavo quando lo faceva. 
- Allora, cosa facciamo? - chiese lui. 
- Noi torniamo in camera nostra e tu torni in aula. - rispose la mia ragazza spostando lo sguardo su di lui. 
- Cosa?! Non è giusto! - esclamò lui. 
- Sì, che lo è. Comunque noi abbiamo qualcosa da finire, quindi ciao. - disse prima di prendermi per mano. 
- Che cosa dobbiamo finire? - le chiesi mentre camminavamo verso il castello. Lei si fermò e voltò verso di me con uno sguardo molto eloquente. - Oh! - esclamai prima di ghignare maliziosamente. 
Pov Hermione
Verso sera, prima di andare a cena, andai nella camera di Ginny. Dovevo parlarle. Entrai nella Sala Comune ed andai verso i dormitori femminili e bussai alla porta della sua stanza. 
- Avanti. - disse la voce di Callì, la sua compagna di stanza, da dentro. Aprì la porta di poco ma vidi subito che apparte Callì e Lavanda, le sue compagne, non c'era nessun altro. 
- Dov'è Ginny? - chiesi alle due ragazze sedute su uno dei letti. 
- Da quando sei andata a vivere con il tuo ragazzo nella sua stanza, Ginny è dorme sempre nella tua vecchia camera da Prefetto. - rispose Lavanda con una punta di acidità e di invidia. Mi ricordavo ancora bene la loro conversazione dopo l'annuncio del presidente a proposito del ballo. 
- Okay, grazie. - rispose con lo stesso tono acido, e richiusi la porta. Camminai velocemente verso la mia vecchia stanza e dopo aver bussato entrai. Seduta sul grande letto, intenta a studiare, c'era Ginny. Appena mi vide fece un enorme sorriso e scese per poi buttarsi su di me e stritolarmi nel suo abbraccio. Una volta staccate lei, continuando a sorridere, tornò al suo-mio letto e si sedette, la raggiunsi un attimo dopo. - Perché sei qui? - le chiesi indicando la camera. 
- Lo sai che odio quelle due e quando te ne sei andata... bè ho visto un'occasione e l'ho colta. - rispose con una scrollata di spalle. - Comunque non girarci intorno Herm. Lo so che tu sai di me e di Blaise quindi spara. - 
- Non posso nasconderti nulla, vero? - 
- No, ora parla. - replicò lei. 
- Ehm... bè sì, oggi dopo averti parlato sono andata da Blaise e... - 
- Lo so, sei andata da lui, l'hai portato fuori dall'aula e gli hai fatto un bel discorsetto con Draco. - mi interruppe la mia amica. 
- Come fai a saperlo? - 
- Me lo ha detto lui. - rispose lei. 
- Oh, e scusa. - dissi abbassando lo sguardo. 
- No, figurati. Anch'io avrei reagito allo stesso modo e poi anch'io ho reagito male quando ho scoperto di e di Draco, ricordi? - 
- Sì, mi ricordo. Comunque ho esagerato e non avevo il diritto di arrabbiarmi tanto. - dissi sicura tenendo lo sguardo basso. 
- Sì, invece, ne avevi tutto il diritto. - disse lei e io alzai finalmente lo sguardo stranita. 
- Come? - 
- Bè sì. Sei la mia migliore amica e io sono la tua è normale che reagisca così e a me fa piacere, anche perché significa che tieni a me. - disse lei con un sorriso. 
- Cavolo, e da quando sei così saggia? - feci con tono divertito. 
- In realtà non lo so. - rispose lei prima di scoppiare a ridere insieme a me. 
- Okay, allora... ci vediamo a cena. - dissi quando le risate si conclusero. 
- Certo. - rispose mentre la sua espressione si faceva seria. Mi alzai e mi diressi verso la porta ma la sua voce mi bloccò. - Hermione, credo di essere innamorata. - 
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Sgranai gli occhi e lentamente mi voltai di nuovo verso di lei. - Che? - 
- Hai capito bene. Credo di essermi innamorata di lui. - 
- Ginny, tesoro, forse... sei solo confusa. Insomma se ti piace, va bene ma dire che ne sei addirittura innamorata mi sembra... - 
- Affrettato, lo so. Affrettata sembra il mio secondo nome di questo tempi ma è così. E poi non ho detto che ne sono sicura. - 
- Okay... ehm... io... ne sono felice. - balbettai cercando di fornire una frase concreta. 
- Non mentire. - fece con tono quasi sconsolato. 
- Sto dicendo sul serio. È solo... strano. Ma se capirai di esserne innamorata davvero, io ne sarò felice. - dissi sicura sorridendole dolcemente. 
- Grazie. - sussurrò lei con un'altro sorriso dolce. Annuì lievemente e uscì dalla stanza. Già mi immaginavo la faccia di Draco quando glielo avrei detto. 
**
- Non ci credo. - fece con gli occhi sgranati il mio ragazzo. Appena entrata in camera l'avevo visto intento a girovagare per la stanza, come faceva sempre quando era nervoso o pensieroso, e gli avevo raccontato della mia visita da Ginny. Ed adesso ero seduta sulle sue gambe, mentre lui era poggiato con la schiena a una delle colonne del letto a baldacchino. Gli tenevo le braccia intorno al collo e la testa appoggiata sulla sua spalla. 
- Te lo giuro. Ha detto che non ne è ancora sicura ma sinceramente a me lo sembrava. - dissi e improvvisamente mi sentì veramente stanca. Avevo ricevuto una miriade di notizie quella giornata e i miei neuroni erano pieni e sfiniti. 
- Anch'io prima sono andato a parlare con Blaise e lui mi ha detto che le piaceva e alla fine, incredibile ma vero, ha lanciato la bomba. - disse con un tono particolare, come se stesse annunciando la fine del mondo. 
- Di che si tratta? - chiesi improvvisamente curiosa. 
- Ha detto quello che ti ha detto la tua amica. - rispose e alzai immediatamente la testa per guardarlo, ma lui fissava il vuoto mentre mi accarezzava la schiena con gesti lenti e dolci. 
- Vuoi dire che anche lui è innamorato di lei? - feci sconcertata. 
- Sì. - rispose spostando lo sguardo su di me. 
- Cazzo. - sussurrammo all'unisono. Ne avremmo viste delle belle. 
Un attimo dopo un lampo, seguito da un tuono, ruppe la tranquillità che si era creata. Si preannunciava una tempesta. 
Pov ? 
Scesi lentamente le scale che portavano al seminterrato. Quello era un luogo umido  buo e quando potevo, ne facievo volentieri a meno di andarci. Percorsi il corridoio costeggiato dalle celle e raggiunsi la porta che portava al laboratorio. La aprì e subito un'odore disgustoso mi investì facendomi storcere un po' la bocca. Appena individuai la figura nera che lavorava sul tavolo al centro della stanza mi riscossi dal disgusto e mi avvicinai. 
- Allora? - chiesi facendolo sobbalzare, non mi aveva sentito. 
- È pronta, mia signora. - rispose lui porgendomi la fialetta piena di un liquido verde. 
- Bene, e l'altra pozione? - chiesi prendendo la prima. 
- Anche quella è pronta. - rispose indicando con un cenno della mano una fialetta contenente del liquido semitrasparente. 
- Molto bene. - risposi con un sorrisetto. 
- Ora, mia signora, per il pagamento? - 
- Oh! Ma certo. Ti ripagheró immediatamente. - dissi spostando lo sguardo sull'uomo. Ghignai lievemente e tirai fuori la bacchetta. - Avada Kedavra. - pronunciai e immediatamente la figura si afflosciò davanti a me e cadde a terra priva di vita. Ordinai a un paio di elfi di portare via il corpo e tornai di sopra, la fialetta stretta in mano. Raggiunsi uno dei salotti della casa e mi affacciai alla finestra. Aprì le porte e mi ritrovai sul piccolo terrazzo, affacciato sul giardino principale. Guardai per alcuni minuti la fialetta che avevo in mano mentre mi ripassato nella mente il piano astuto e meticoloso che mi ero creata.  Alla fine scoppiai in una risata macabra e pazzoide mentre un fulmine scuarcaiva il cielo pieno di nuvole, la mia risata sembrò riecheggiare per miglia e miglia. Si preannunciava una tempesta e tutto era perfetto. 
Allora... chi sarà mai il misterioso personaggio alla fine? Qualche sospetto? Cosa avrà in mente? Nel prossimo capitolo io avrei una piccola idea, ossia quella di darvi un piccolo spoiler del capitolo dopo, che dite? Okay, allora ci vediamo. Spero di non aver fatto troppi errori di battitura. 
Ciao! 😘

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CAVOLO


Pov Draco


Il giorno dopo cercai in tutti i modi di saltare le lezioni ma ovviamente la mia ragazza non me lo permise. Avvolte era stressante stare con lo studio in persona, o peggio con la McGranitt reincarnata ma era bellissimo vedere il suo sorriso ogni volta che prendevo un buon voto o miglioravo ad una materia e solo quel sorriso mi ripagava degli sforzi che avevo fatto. Blaise, invece, non si era presentato alla metà delle lezioni e non ero riuscito a trovarlo da nessuna parte. Mi permisi di saltare solo l'ultima lezione, ossia quella di Erbologia. Sapevo che Hermione a quell'ora aveva Divinazione quindi non mi preoccupavo e andai tranquillo nella nostra stanza. Quando entrai, però, la vidi seduta alla scrivania intenta a studiare. Appena sentì la porta aprirsi si voltò e incontrò il mio sguardo. Restammo in silenzio per alcuni minuti prima che lei si alzasse e venisse verso di me incazzata. 
- Che diavolo ci fai qui? - chiese mentre io entravo e chiudevo la porta dietro di me. 
- Ecco... io... - 
- Non dovresti essere a lezione a quest'ora? - chiese di nuovo. 
- Bè... anche tu. - dissi ribaltando la frittata. 
- La professoressa si è sentita male e la lezione è stata annullata. - rispose prontamente lei. 
- Oh! Anche la mia. - affermai ma sapevo che lei non ci avrebbe mai creduto, mi conosceva troppo bene. 
- Mi credi veramente così stupida? - fece lei offesa. 
- No! Insomma, io non... tu non... - balbettai. Incredibile, Draco Malfoy che balbetta, chi l'avrebbe mai detto. Alla fine mi arresi e sospirai. - Okay, sì ho saltato la lezione, mi dispiace. - 
- Va bene. - sussurrò lei tornando ai suoi libri. Io la guardai perplesso e mi avvicinai,  mi inginocchiai a lei e le presi il mento tra due dita e lo voltai verso di me. 
- Va bene? È tutto quello che mi devi dire? - feci cercando qualcosa nel suo sguardo. 
- Sì... insomma oramai il danno è fatto. - rispose lei e per tutti quelli che la sentivano sarebbe sembrata super sicura e sincera ma la conoscevo bene e nei suoi occhi c'era la stessa sfumatura di quando mentiva. La guardai intensamente e cercai di andare più a fondo in quei occhi che tanto amavo. Lessi... colpevolezza? 
- Hermione... non è che anche tu hai saltato la lezione? - chiesi con un ghigno. 
- No. - disse secca ma rispose troppo velocemente per i miei gusti. Alzai un sopracciglio scettico e lei, dopo qualche secondo, si arrese come avevo fatto io. - Hai ragione... -
- Non ci credo! Hermione Jean Granger che salta una lezione, questo sì che è pazzesco. Dopo questo posso dire di averle viste tutte. - 
- È colpa tua! Tua, di Blaise e di Daphne. Mi state influenzando! - disse dandomi uno schiaffetto sulla spalla. Sorrisi insieme a lei e mi avvicinai per darle un bacio sulle labbra. 
- Felice di farlo. - sussurrai sulle sue labbra prima di riattaccare in un bacio appassionato. Feci scendere le mani verso i bottoni della sua camicetta ma ovviamente sul più bello il telefono di Hermione suonò. Ci staccammo a malavoglia e lei andò verso il letto per prenderlo. - Ma non dovrebbero eressere tutti a lezione adesso? - chiesi scocciato. 
- A quanto pare no. - disse prima di rispondere alla telefonata. - Ciao Ginny, non dovresti essere a lezione adesso? - 
- Anche tu eppure mi hai risposto e dato che parli a un tono di voce normale presumo che non sei lì. - disse lei con tono di voce divertito. 
- Ehm... perché mi hai chiamato? - chiese cercando di cambiare discorso. Intanto lei si era appena seduta sul letto e io le ero abbastanza vicino per sentire la conversazione. 
- Mi servirebbero gli appunti di... - ma non riuscì a finire la frase perché il telefono squillò di nuovo. Hermione lo allontanò lievemente, per controllare chi era a chiamarla e poi lo avvicinò di nuovo all'orecchio. - Ginny mi stanno facendo un'altra telefonata, aspetta in linea. - 
- Certo. - rispose lei ed Hermione rispose alla seconda telefonata. 
- Ciao Blaise. Che succede? - chiese lei con tono un po' curioso. Possibile che quel giorno tutti avessero saltato le lezioni? 
- Ciao Hermione, ma tu non dovresti essere a lezione? - chiese lui. 
- Anche tu, eppure mi stai telefonando. - rispose con tono piccato. Si stava irritando. 
- Ma io sono a lezione. O meglio, lo sono ma in questo momento sono in bagno per telefonarti. - disse lui e quasi potei vedere il suo ghigno. 
- Okay, ma comunque cosa vuoi? Ho Ginny sull'altra linea. - disse con voce un po' acida. 
- Ginny? E... come sta? - chiese lui e tutti e due ci accigliammo. Voltò la testa verso di me e incontrò il mio sguardo stupito. 
- Ehm... Glielo chiedo. - rispose e senza togliere gli occhi dai miei passò all'altra liena. - Ginny? - 
- Sì? - 
- Era Blaise e vuole sapere come ti senti. - disse lei. 
- Blaise? Digli che sto bene, anzi molto bene. E chiedigli come sta. - disse velocemente. 
- Certo. - sussurrò lei distogliendo lo sguardo dal mio e puntandolo sul pavimento. Un pensiero fece capolino nella mia mente ma tentai di ricacciarlo indietro. Non poteva essere, eppure... 
- Blaise, Ginny ha detto che sta bene e vuole sapere come stai tu. - disse la mia ragazza, appena passata alla telefonata con il mio amico. 
- Oh... solo bene? Comunque dille che anche io sto bene. - rispose con tono lievemente triste. 
- Sì. - disse lei e questa volta aveva un tono veramente incazzato. - Ginny, Blaise ha detto anche lui sta bene. - 
- Solo bene? Okay... - disse la rossa e quelle parole confermarono il mio pensiero. Spostai di nuovo lo sguardo verso la mia ragazza e dai suoi occhi potei vedere che anche lei ci stava arrivando. 
- Ginny, aspetta un attimo. - disse con voce quasi minacciosa poi passò all'altra linea. - Siete andati a letto insieme! - quasi urlò. 
- Come l'hai scoperto?! Te l'ha detto lui? Aveva promesso... - sentì la voce della piattola... ops, della sua amica dire quelle parole e vidi Hermione sbiancare. 
- Cazzo! - sussurrò portando il telefono al petto per non farle sentire, poi lo riportò all'orecchio. - Sì... aspetta un attimo. - disse e passò di nuovo alla telefonata con Blaise. - Ma sei impazzito?! Cioè ti sembrava il caso di fare sesso con Ginny adesso? Adesso che si è appena lasciata con Harry?! - 
- Sempre io. - disse la rossa ed Hermione sgranò gli occhi e riportò il telefono al petto. 
- Porca puttana. - sussurrò e riportò il telefono. - Già, Blaise deve aver riattaccato. - 
- Già... - 
- Ci vediamo dopo. - disse prima di riattaccare. Rimase per un po' in silenzio prima di alzarsi in piedi e andare verso la porta. 
- Dove stai andando? - chiesi lievemente preoccupato. 
- Dal nostro caro amico Blaise - rispose prima di catapultarsi fuori dalla stanza. La seguì a ruota e, nonostante il suo passo veloce, e la affiancati facilmente. 
- Non credo che sia una buona idea. - dissi cercando di calmarla. 
- No, invece. - rispose secca mentre continuava a camminare verso la serra. Appena giunta a quella giusta aprì la porta senza nemmeno bussare, io, dato che non mi ero presentato proprio a quella lezione, rimasi fuori ma riuscì a vedere bene la scena, la scena più esilarante che avessi mai visto. Blaise, appena la vide, afferrò un alunno a caso dai Tassorosso e tentò di farsi scudo dalla furia che era diventata la mia ragazza ma lei, ovviamente, non si scomodò più di tanto, perché bastò uno schiantesimo per far togliere di mezzo l'alunno. Una volta fatto questo afferrò Blaise per un orecchio e dopo essersi scusata con la professoressa per l'interruzione lo scortò poco gentilmente fuori dalla serra. Lo sbatté al muro e lo bloccò con un colpo di bacchetta. Io, intanto, me la ridevo alla grande. 
- Sei impazzito? - chiese lei guardandolo incazzata. 
- Ah io? - fece sarcastico aggiudicandosi da lei un'occhiata truce. 
- Ripeto la domanda: sei impazzito? - disse di nuovo lei avvicinandosi in un passo. 
- Non ho la minima idea di... - stava dicendo ma, come colto da un lampo di genio, si bloccò e fisso il vuoto per qualche istante prima di ripoetare lo sguardo su di lei. - Hai scoperto che....
- Cosa? Che tu ti sei scopato la mia migliore amica dopo appena due giorni che si era lasciata con Harry? Sì, l'ho scoperto. - disse Hermione. 
- Perché ne fai una questione di stato?! Insomma, sì l'abbiamo fatto ma non ci vedo niente di male. - disse Blaise e subito mi resi conto dell'enorme errore che aveva appena commesso; mai contraddire una donna su una sua convinzione se è incinta, era in quei giorni e soprattutto se era incazzata. Andiamo, questa è una delle poche regole non scritte degli uomini! *
- Non ci vedi niente di male, eh? Bè nemmeno io, se non fosse, come ti ho già detto e come ti sai già, che lei si è appena lasciata con il suo ragazzo! - urlò Hermione e ringrazia il cielo che fossimo abbastanza lontani dalle altre aule, non mi andava di dare spettacolo. 
- Lo capisco se sei incazzata e ne hai tutti i motivi, nonostante siano amici, ma... cazzo avevamo tutto il diritto di farlo dato che lei lo ha lasciato un po' anche per me. - disse lui e a quelle parole anche lei si zittì. Che diavolo aveva detto il mio migliore amico? 
- Cosa intendi dire che sei uno dei motivi? - intervenni per la prima volta. Lui spostò lo sguardo dalla mia ragazza a me e fu come se mi vedesse solo adesso, cosa possibile, dato che quando Hermione si arrabbiava, era meglio non perderla d'occhio. 
- Me lo ha detto ieri sera, prima di... lo sapete. - disse in un sussurro e abbassò il capo, imbarazzato. 
- Lo sapevo! - esclamò lei ma questa volta la voce aveva perso ogni traccia di incazzatura, c'era solo entusiasmo. Stupito mi voltai verso di lei e lo stesso fece anche Blaise. 
- Come? - chiese lui perplesso. 
- Te l'avevo detto! - lo ignorò dicendo quelle parole a me e solo in quel momento mi tornò in mente il dialogo avuto solo il pomeriggio prima sul fatto di quelle strane coincidenze e tutto il resto. 
- Su cosa? - fece di nuovo il mio amico ed adesso sembrava quasi disperato. 
- Hermione credeva che tu avessi lasciato tutte le tue ragazze per la Weasley e lo stesso lei, con l'unica differenza che lei ne aveva da lasciare solo uno. - spiegai spostando lo sguardo su Blaise che impassibile mi fissava. Conoscevo quello sguardo. - Oddio, allora è vero? - 
- Bè... in parte. - rispose lui mentre vedevo il sorriso di Hermione allargarsi. 
- In che senso in parte? - chiesi di nuovo mentre mi avvicinavo alla mia ragazza e la abbracciavo da dietro. 
- Nel senso che lei non è il solo motivo. - disse in un sussurro. 
- Oh! Lo sapevo! - esclamò di nuovo Hermione e per la seconda volta lei si voltò verso di me con un sorrisetto. - Te. L'avevo. Detto. - ripeté scandendo bene le parole. 
- Quanto ti piacerà dirlo? - feci rivolto a lei. 
- Molto. È una gran bella soddisfazione spiattellartelo in faccia. - 
- A me in particolare? - 
- Certo, soprattutto perché sei un Malfoy. - rispose avvicinandosi per baciarmi ma ovviamente il mio caro amico Blaise interruppe il nostro piccolo momento, quanto lo odiavo quando lo faceva. 
- Allora, cosa facciamo? - chiese lui. 
- Noi torniamo in camera nostra e tu torni in aula. - rispose la mia ragazza spostando lo sguardo su di lui. 
- Cosa?! Non è giusto! - esclamò lui. 
- Sì, che lo è. Comunque noi abbiamo qualcosa da finire, quindi ciao. - disse prima di prendermi per mano. 
- Che cosa dobbiamo finire? - le chiesi mentre camminavamo verso il castello. Lei si fermò e voltò verso di me con uno sguardo molto eloquente. - Oh! - esclamai prima di ghignare maliziosamente. 


Pov Hermione


Verso sera, prima di andare a cena, andai nella camera di Ginny. Dovevo parlarle. Entrai nella Sala Comune ed andai verso i dormitori femminili e bussai alla porta della sua stanza. 
- Avanti. - disse la voce di Callì, la sua compagna di stanza, da dentro. Aprì la porta di poco ma vidi subito che apparte Callì e Lavanda, le sue compagne, non c'era nessun altro. 
- Dov'è Ginny? - chiesi alle due ragazze sedute su uno dei letti. 
- Da quando sei andata a vivere con il tuo ragazzo nella sua stanza, Ginny è dorme sempre nella tua vecchia camera da Prefetto. - rispose Lavanda con una punta di acidità e di invidia. Mi ricordavo ancora bene la loro conversazione dopo l'annuncio del presidente a proposito del ballo. 
- Okay, grazie. - rispose con lo stesso tono acido, e richiusi la porta. Camminai velocemente verso la mia vecchia stanza e dopo aver bussato entrai. Seduta sul grande letto, intenta a studiare, c'era Ginny. Appena mi vide fece un enorme sorriso e scese per poi buttarsi su di me e stritolarmi nel suo abbraccio. Una volta staccate lei, continuando a sorridere, tornò al suo-mio letto e si sedette, la raggiunsi un attimo dopo. - Perché sei qui? - le chiesi indicando la camera. 
- Lo sai che odio quelle due e quando te ne sei andata... bè ho visto un'occasione e l'ho colta. - rispose con una scrollata di spalle. - Comunque non girarci intorno Herm. Lo so che tu sai di me e di Blaise quindi spara. - 
- Non posso nasconderti nulla, vero? - 
- No, ora parla. - replicò lei. 
- Ehm... bè sì, oggi dopo averti parlato sono andata da Blaise e... - 
- Lo so, sei andata da lui, l'hai portato fuori dall'aula e gli hai fatto un bel discorsetto con Draco. - mi interruppe la mia amica. 
- Come fai a saperlo? - 
- Me lo ha detto lui. - rispose lei. 
- Oh, e scusa. - dissi abbassando lo sguardo. 
- No, figurati. Anch'io avrei reagito allo stesso modo e poi anch'io ho reagito male quando ho scoperto di e di Draco, ricordi? - 
- Sì, mi ricordo. Comunque ho esagerato e non avevo il diritto di arrabbiarmi tanto. - dissi sicura tenendo lo sguardo basso. 
- Sì, invece, ne avevi tutto il diritto. - disse lei e io alzai finalmente lo sguardo stranita. 
- Come? - 
- Bè sì. Sei la mia migliore amica e io sono la tua è normale che reagisca così e a me fa piacere, anche perché significa che tieni a me. - disse lei con un sorriso. 
- Cavolo, e da quando sei così saggia? - feci con tono divertito. 
- In realtà non lo so. - rispose lei prima di scoppiare a ridere insieme a me. 
- Okay, allora... ci vediamo a cena. - dissi quando le risate si conclusero. 
- Certo. - rispose mentre la sua espressione si faceva seria. Mi alzai e mi diressi verso la porta ma la sua voce mi bloccò. - Hermione, credo di essere innamorata. - 


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Sgranai gli occhi e lentamente mi voltai di nuovo verso di lei. - Che? - 
- Hai capito bene. Credo di essermi innamorata di lui. - 
- Ginny, tesoro, forse... sei solo confusa. Insomma se ti piace, va bene ma dire che ne sei addirittura innamorata mi sembra... - 
- Affrettato, lo so. Affrettata sembra il mio secondo nome di questo tempi ma è così. E poi non ho detto che ne sono sicura. - 
- Okay... ehm... io... ne sono felice. - balbettai cercando di fornire una frase concreta. 
- Non mentire. - fece con tono quasi sconsolato. 
- Sto dicendo sul serio. È solo... strano. Ma se capirai di esserne innamorata davvero, io ne sarò felice. - dissi sicura sorridendole dolcemente. 
- Grazie. - sussurrò lei con un'altro sorriso dolce. Annuì lievemente e uscì dalla stanza. Già mi immaginavo la faccia di Draco quando glielo avrei detto. 


**


- Non ci credo. - fece con gli occhi sgranati il mio ragazzo. Appena entrata in camera l'avevo visto intento a girovagare per la stanza, come faceva sempre quando era nervoso o pensieroso, e gli avevo raccontato della mia visita da Ginny. Ed adesso ero seduta sulle sue gambe, mentre lui era poggiato con la schiena a una delle colonne del letto a baldacchino. Gli tenevo le braccia intorno al collo e la testa appoggiata sulla sua spalla. 
- Te lo giuro. Ha detto che non ne è ancora sicura ma sinceramente a me lo sembrava. - dissi e improvvisamente mi sentì veramente stanca. Avevo ricevuto una miriade di notizie quella giornata e i miei neuroni erano pieni e sfiniti. 
- Anch'io prima sono andato a parlare con Blaise e lui mi ha detto che le piaceva e alla fine, incredibile ma vero, ha lanciato la bomba. - disse con un tono particolare, come se stesse annunciando la fine del mondo. 
- Di che si tratta? - chiesi improvvisamente curiosa. 
- Ha detto quello che ti ha detto la tua amica. - rispose e alzai immediatamente la testa per guardarlo, ma lui fissava il vuoto mentre mi accarezzava la schiena con gesti lenti e dolci. 
- Vuoi dire che anche lui è innamorato di lei? - feci sconcertata. 
- Sì. - rispose spostando lo sguardo su di me. 
- Cazzo. - sussurrammo all'unisono. Ne avremmo viste delle belle. 
Un attimo dopo un lampo, seguito da un tuono, ruppe la tranquillità che si era creata. Si preannunciava una tempesta. 


Pov ? 


Scesi lentamente le scale che portavano al seminterrato. Quello era un luogo umido  buo e quando potevo, ne facievo volentieri a meno di andarci. Percorsi il corridoio costeggiato dalle celle e raggiunsi la porta che portava al laboratorio. La aprì e subito un'odore disgustoso mi investì facendomi storcere un po' la bocca. Appena individuai la figura nera che lavorava sul tavolo al centro della stanza mi riscossi dal disgusto e mi avvicinai. 
- Allora? - chiesi facendolo sobbalzare, non mi aveva sentito. 
- È pronta, mia signora. - rispose lui porgendomi la fialetta piena di un liquido verde. 
- Bene, e l'altra pozione? - chiesi prendendo la prima. 
- Anche quella è pronta. - rispose indicando con un cenno della mano una fialetta contenente del liquido semitrasparente. 
- Molto bene. - risposi con un sorrisetto. 
- Ora, mia signora, per il pagamento? - 
- Oh! Ma certo. Ti ripagheró immediatamente. - dissi spostando lo sguardo sull'uomo. Ghignai lievemente e tirai fuori la bacchetta. - Avada Kedavra. - pronunciai e immediatamente la figura si afflosciò davanti a me e cadde a terra priva di vita. Ordinai a un paio di elfi di portare via il corpo e tornai di sopra, la fialetta stretta in mano. Raggiunsi uno dei salotti della casa e mi affacciai alla finestra. Aprì le porte e mi ritrovai sul piccolo terrazzo, affacciato sul giardino principale. Guardai per alcuni minuti la fialetta che avevo in mano mentre mi ripassato nella mente il piano astuto e meticoloso che mi ero creata.  Alla fine scoppiai in una risata macabra e pazzoide mentre un fulmine scuarcaiva il cielo pieno di nuvole, la mia risata sembrò riecheggiare per miglia e miglia. Si preannunciava una tempesta e tutto era perfetto. 


Allora... chi sarà mai il misterioso personaggio alla fine? Qualche sospetto? Cosa avrà in mente? Nel prossimo capitolo io avrei una piccola idea, ossia quella di darvi un piccolo spoiler del capitolo dopo, che dite? Okay, allora ci vediamo. Spero di non aver fatto troppi errori di battitura. 
Ciao! 😘

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Capitolo 18
*** Lacrime amare ***


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LACRIME AMARE
Pov Hermione
La mattinata era trascorsa tranquilla, apparte che la McGranitt sembrava più irrequieta e agitata del solito, il resto era come sempre. Anche Draco, però, era strano. Come la professoressa era molto agitato ma quando gli avevo chiesto che cosa avesse lui aveva risposto con un cenno del capo come a dire: " Non ho nulla, sto bene. " 
Speravo che fosse così ma dentro di me me lo sentivo che non stava bene e che c'era qualcosa che non andava. Speravo solo che si confidasse con me. La cosa strana avvenne a cena. 
Stavo cenando al tavolo con la mia migliore amica Ginny quando il preside si alzò dal suo posto per fare un'annuncio. 
- Mi dispiace interrompervi ma la signorina Granger e il signorino Malfoy devono venire immediatamente nel mio ufficio. - disse per poi dirigersi fuori dalla Sala. Io e Draco ci scambiamo un'occhiata confusa e ci alzammo per seguirlo, mentre la Sala si riempiva di brusii curiosi. 
Durante il tragitto non ci scambiamo nemmeno un'occhiata. Avevo troppa paura di leggere qualcosa che non mi sarebbe piaciuto negli occhi di Draco, sapevo solo, perché lo sentivo, che era teso, anzi molto teso. Raggiungemmo i due gargoil che proteggevano l'entrata. Silente sussurrò la parola d'ordine che sembrava una cosa tipo: "dolcetti alla nocciola ", e i due gargoil si spostarono. Salimmo la piccola rampa di scale ed entrammo nel suo ufficio. 
- Sedetevi pure. - disse indicando le due poltroncine poste davanti alla sua scrivania. L'ufficio del preside era qualcosa di incredibile, apparte per alcune riunioni di Prefetti con cui dovevamo parlare anche con lui non c'ero mai stata e quelle poche volte non avevo mai potuto osservarlo bene. C'erano i più svariati oggetti magici che si potesse desiderare. Sulle pareti erano appesi tantissimi quadri dei vecchi presidi di Hogwarts, su un mobile era appoggiato il Cappello Parlante e su una specie di bastone c'era la sua Fenice. Dopo un momento di smarrimento vi sedemmo entrambi e il vecchio preside guardò prima me e poi Draco. 
- Sono sicuro che tu sappia perché sei qui. - disse rivolto a lui. 
- Sì, ma non capisco perché ci sia anche lei. - disse indicando mi con un cenno della testa. 
- Perché, ragazzo mio, lei ha tutto il diritto di sapere. -  rispose l'uomo con un sospiro. 
- Non la riguarda. - disse replicò lui stringendo i pugni. 
- Che cosa? - chiesi per la prima volta da quando ero lì. Solo Silente si voltò verso di me, mentre Draco continuò a guardare la superficie di legno della scrivania. 
- Che cosa le ha detto il signorino Malfoy a proposito di sua zia? - mi chiese l'uomo. 
- Solo che da piccolo i suoi genitori a un certo punto gli hanno proibito di vederla, ma che c'entra? - chiesi confusa più che mai. 
- Vede, signorina Granger, questo non è tutto e c'entra moltissimo. Di norma questo compito spetterebbe a Draco ma so che lui non lo farà, il perché dovrà dirtelo lui. Questa è una storia molto lunga quindi si metta comoda. - disse versandosi del tè e portandolo alle labbra seminascoste dalla barba.  Appena posò la tazzina cominciò a parlare. - Bellatrix è sempre stata una ragazza molto strana, fin dai tempi di Hogwarts. Era brillante, certo, ma aveva una strana luce negli occhi e non una volta Gazza l'ha beccata a frugare nel reparto proibito mentre leggeva come perfezionare le maledizioni senza perdono. Negli ultimi anni, poi, avevo ricevuto molte lamentele da parte dei genitori degli alunni che mi intimavano di allontanarla dalla scuola perché suo figlio era stato cruciato da lei ma non c'erano prove a sostenere questa teoria quindi non potei farlo. Alla fine, e mi dispiace dirlo, liberare la mia scuola dalla sua presenza fu una benedizione. È brutto da dire ma quella ragazza aveva creato troppi problemi. Uscita, però, non migliorò. Spesso leggevo sui giornali che lei era sotto processo per aver usato una maledizione senza perdono ma alla fine l'aveva sempre fatta franca per mancanza di prove, non so come faceva. Bellatrix si sposò con un suo compagno di casata, Rodolphus Lestrange. Anche lui era un alunno brillante ma, come Bellatrix, era molto particolare. Se avessi saputo... - 
- Non avrebbe potuto fare niente. - intervenne Draco. 
- Forse. - disse rivolto al ragazzo per poi passare dinuovo a me. - Lei non era così. Bellatrix è diventata così a causa delle maledizioni. Lei sa, Signorina Granger, che nel programma del quarto anno sono presenti anche le maledizioni ma solo teoria, giusto? - 
- Sì. - risposi con voce lievemente tremolante. 
- Bene, lei però se n'era come appassionata e, come ti ho già detto, li studiava da sola nel reparto proibito.  Ma quelle maledizioni l'hanno fatta diventare pazza. - 
- Come pazza? - chiesi. 
- Pazza. E insieme a lei anche suo marito lo era, più o meno. Dodici anni fa Rodolphus è stato rinchiuso ad Azkaban, accusato di omicidio e condannato. Di lei si è perso ogni traccia. - disse l'uomo. - Fino a oggi, almeno. - 
- Come? Cos'è successo? - feci agitata. 
- Ecco... - stava per rispondere Silente ma il mio ragazzo lo fermò. 
- No! La prego. - disse alzandosi in piedi. 
- Voglio sapere. - dissi rivolta al biondo poi passai al preside. - Cosa è successo? - 
- Rodolphus è scappato. - rispose l'uomo. 
- Come?! Non... non è possibile. Nessuno può scappare da Azkaban. - dissi boccheggiando. 
- A quanto pare è possibile e la maggior parte delle persone pensa che sia stata proprio Bellatrix a liberarlo. - disse Silente con voce sconsolata. 
- Ma... come ha fatto? - chiesi confusa e spaventata. 
- Questo non lo so. - rispose lui. 
- Ora basta. - disse Draco con voce dura. Spostai lo sguardo su di lui. 
- Perché non me l'hai detto? - sussurrai con le lacrime agl'occhi. Draco spostó finalmente lo sguado su di me e i nostri occhi si incatenarono.
- Potete andare. - disse l'uomo ma né lui né io lo stavamo guardando. Mi alzai e uscì dall'ufficio, seguita da lui. Anche questa volta non lo guardai ma stavolta non per paura ma solo perché ero arrabbiata. Perché non mi aveva detto niente?! 
Si era fatto molto tardi e ormai i corridoi erano deserti. Camminai velocemente verso la nostra stanza, preceduta da Draco. Il mio ragazzo afferrò la maniglia e la aprì violentemente, lo seguì dentro e chiusi la porta dietro di me. Una volta dentro lui andò verso la finestra e poggiò i palmi sul davanzale mentre io rimasi vicino alla porta, lo sguardo fisso sul pavimento, mentre un solo misero pensiero passava nella mia testa. 
- Perché non me l'hai detto? - sussurrai portando lo sguardo sulle sue spalle incurvate. 
- L'ho già detto al preside. - rispose con voce dura e fredda. Era da mesi che non la sentivo rivolta a me e mi fece uno strano effetto. 
- Non è vero e lo sai anche tu. - dissi scuotendo lievemente la testa. 
- Ah davvero? - fece sarcastico. 
- Vedo che è così ma non capisco il perché. - dissi avvicinandomi di un passo. 
- Credimi ti stavo facendo un favore non dicendotelo. - disse lui continuando a non guardarmi. 
- Ma perché? - 
- Perché volevo proteggerti, dannazione! - urlò voltandosi verso di me. 
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- Riempiendomi di bugie? - 
- Io non ti ho mai mentito, chiaro?! - 
- Ah no?! Ho appena scoperto che tua zia è diventata pazza a causa delle maledizioni che lanciava senza remore e che tuo zio, di cui nemmeno sapevo l'esistenza, è finito ad Azkaban dopo aver ucciso una persona e che neanche ventiquattr'ore fa ne è evaso con, probabilmente, l'aiuto di tua zia. Se ci tenessi a me... - 
- Se ci tenessi a te?! Sul serio?! Io... ho cambiato tutto di me per te, ho cambiato praticamente tutto il mio stile di vita per te, cazzo! - urlò ancora facendo un altro passo verso di me. 
- Lo so! - dissi avvicinandomi ancora. - Ma io ti ho raccontato tutto della mia famiglia. - 
- Sì perché è semplice, per te, parlare della tua famiglia! La tua è la classica famiglia solare, unita e sorridente; da cui la gente va a cena con un sorriso sulle labbra o anche solo per farci due chiacchere e per ricevere un paio di consigli. La mia è tutto l'opposto. La mia famiglia è fredda e quasi anaffeffiva, la gente ne ha paura e viene da noi solo per cene formali di lavoro o per chiedere prestiti. La mia famiglia è orribile, Hermione, esattamente come la storia dei Malfoy. Scusami tanto se volevo solo risparmiati un'altra parte oscura e orribile di tutta la mia maledetta famiglia. - 
- Lo capisco, Draco. Ma era mio diritto sapere. - sussurrai mentre alcune lacrime mi rigavano già le guance. 
- No, non è vero. - rispose secco lui. 
- Sì che lo è! - sbottai alzando le mani al cielo. - Non me l'hai detto solo per egoismo, solo perché ti faceva comodo che non lo sapessi, vero? - chiesi retorica ma sapevo che non era così. Non credevo veramente a tutte quelle cose ma in quel momento ero veramente troppo arrabbiata. 
- Ma cosa stai dicendo?! - urlò più forte di prima. - Non sono più quel tipo di persona da molto tempo, oramai. E te l'ho già detto, non ti ho parlato di tutto questo solo per proteggerti. Silente non aveva alcun diritto di raccontarti tutto quello. - 
- Ma se non l'avesse fatto io non avrei mai saputo la verità! -
- Ed era così che doveva essere! - 
- Così ne sarei rimasta all'oscuro per sempre?! Era questo che volevi?! - feci sconcertata. 
- Sì! - rispose senza neanche provare a mentire. - Volevo questo per proteggerti! Te l'ho già detto un milione di volte. - 
- Ma da cosa?! - chiesi esasperata. 
- Questo non ha importanza. - 
- Sì che ce l'ha! - esclamai io. - Sto cercando di capire ma tu non mi stai aiutando. - 
- Sai una cosa? Pensa quello che ti pare, io la verità te l'ho detta e non sono disposto a dirti altro. - disse con tono di voce normale. Ci guardammo per qualche secondo prima che lui mi superasse e uscisse dalla stanza. Guardai la porta chiudersi da sopra una spalla e dopo un secondo di esitazione la raggiunsi per seguirlo ma appena messa una mano sulla maniglia mi bloccai. Era infuriato e forse era meglio lasciarlo da solo. Ma anche se sentivo di star facendo la cosa giusta, mi sentivo una merda. Mi ero già pentita di tutto quello che gli avevo detto, anzi me n'ero pentitata nel momento stesso in cui quelle parole erano uscite dalla mia bocca. Così, incredibilmente triste, mi appoggiai con la schiena alla porta e mi lasciai scivolare a terra, mentre piangevo sommessamente. 
Pov Draco
Appena uscito da quella porta mi fermai immediatamente e tornai a guardare la porta che avevo chiuso dietro di me. Da una parte speravo che lei la aprisse e che mi fermasse mentre dall'altra volevo che non lo facesse. Poi, quando sentì i suoi singhiozzi provenire da dietro quella porta mi sentì anche peggio. Ero stato duro con lei e aveba ragione, cazzo se aveva ragione. Avrei dovuto parlargliene ma ovviamente, da grande egoista che sono, non l'ho fatto, utilizzando la scusa che dovevo proteggerla e che non erano affari suoi. Entrambe delle cazzate. Erano eccome affari suoi! Per la prima, invece, era vera per metà. Certo, dovevo proteggerla ma non gliel'ho detto principalmente perché non ce la facevo. Hermione, aveva avuto ragione su tutto quello che mi aveva detto ma io, invece di chiederle scusa, le ho urlato addosso. Ed adesso l'unica ragazza che ho mai amato con tutto me stesso era lì, che piangeva a causa mia. Mi appoggiai con la schiena alla porta e aspettai che i singhiozzi cessassero prima di alzarmi ed allontanarmi. Sarei dovuto entrare ma era anche vero che lei non mi aveva richiamato dentro quindi forse voleva stare sola. Percorsi lentamente la Sala Comune e uscì per immergermi nel buio totale dei sotterranei a quell'ora. 
Pensai a quello che avevo letto sul giornale quella mattina e mi venne la pelle d'oca solo a ricordarmelo. Mio zio era scappato da Azkaban. Era una cosa incredibile, nessuno era mai riuscito a farlo, NESSUNO. Ero sicuro, anche, che centrasse mia zia. Lei era pazza ma, contrariamente a quello che mi avevano detto i miei genitori, era anche molto furba e spietata, due qualità, purtroppo, molto comuni nella famiglia Malfoy e anche in quella Lestrange, anche se lei tecnicamente era una Black di sangue. 
Assorto nei miei pensieri non mi accorsi di un'ombra dietro di me che mi seguiva. Appena me ne accorsi presi lentamente la bacchetta, senza farmi vedere, e mi voltai all'improvviso puntandola alla gola della persona che mi era dietro. 
- Blaise! Mi hai spaventato! - dissi togliendo la bacchetta e rimettendola in tasca. 
- Scusa, amico. - disse lui con un sorrisetto di scuse. 
- Ehi, tutto bene? - chiesi corrugando la fronte. Avevo avvertito qualcosa di strano in lui, sembrava un po' più... freddo. 
- Sì, certo. Tu più tosto. Che ci fai in giro per i corridoi di notte? - chiese con un'altro sorriso. Stavolta era normale. 
- Storia molto lunga. - risposi con un sospiro. - E tu? - 
- Sono... rimasto a studiare in biblioteca fino a tardi. - rispose ma sbrava un po' incerto, come se si stesse inventando quella scusa sul momento. 
- Blaise... so di te e Ginny. Se eri con lei puoi dirmelo. - dissi divertito. 
- Oh! Già... sì... ero con lei. - disse grattandosi la testa. - Comunque devo farti una domanda. - disse poi tornando incredibilmente serio.
- Certo. - dissi tornando all'erta. In realtà non aveva niente di  strano ma era io mio migliore amico e aveva qualcosa di diverso dal solito anche se non riuscivo a capire che cosa...
**
Mi svegliai la mattina dopo nella Stanza delle Necessità. Non ero tornato a dormire nella mia stanza con Hermione così ero andato lì. Erano appena le sei del mattino quando uscì della stanza ma non volevo che qualcuno mi vedesse quindi, già in divisa e con la borsa dei libri in mano, mi diressi verso il giardino. Della sera precedente mi ricordavo poco, ma quel poco mi bastava e mi avanzava. Mi ricordavo fin troppo bene la mia discussione con la mia ragazza e morivo dalla voglia di andare da lei, abbracciarla e chiederle scusa ma ovviamente il mio orgoglio maschile e la paura che lei mi possa rifiutare era troppo grande. Per il resto mi ricordavo del piccolo dialogo con Blaise ma non avevo idea di quello che poi mi avesse chiesto. Buio totale. Come se mi avessero obliviato ma questo era impossibile!
Raggiunsi il giardino è fui subito investito da un vento gelido che mi fece lievemente rabbrividire. Camminai per un bel po' per il grande giardino, sulle spondo del lago nero, immerso nei miei pensieri. 
Pov Bellatrix ( dato che quelli che hanno risposto hanno indovinato. ) 
Appena sentì il rumore di una smaterializzazione proveniente dall'ingresso mi alzai velocemente e lo raggiunsi. Appena vidi il volto di mio marito gli corsi incontro e lo abbracciai. 
- Fatto? - chiesi staccandomi di poco. 
- Dubiti di me? - fece lui con un sorrisetto. Scossi lievemente la testa e lo baciai appassionatamente. Nonostante gli anni ad Azkaban era ancora bellissimo, ancora mio marito. 
- Ora che siamo insieme, tutto andrà bene. - sussurrai sulle sue labbra prima che lui scendesse sul mio collo. Sarebbe andato tutto bene. Mancava solo un piccolo dettaglio che avremmo risolto al più presto...
Capitolo corto, lo riconosco, ma non è male! Comunque cosa ne pensate? Credo che ripeterò spesso questa frase ma vi prego non odiatemi. Che ne dite del litigio tra i nostri due protagonisti? Abbastanza realistico? Spero di aver reso abbastanza credibile il dialogo e di aver reso bene l'idea dei pensieri di Hermione e di Draco. Spero anche di non aver fatto troppi errori di battitura. 
Come sempre vi invito a recensire e per essere giusta vi do un minuscolo spoiler del prossimo capitolo che secondo me sarà uno dei più belli, spero. 
****
Un silenzio devastante aleggiava nell'aria. Troppo totale, quasi surreale. Un attimo dopo un urlo squarciò quel silenzio, seguito dal mio nome, sempre urlato. Riconobbi immediatamente quella voce. 
- Hermione! - urlò ancora quella voce. 
- Draco! - urlai prima di correre verso il luogo da dove veniva l'urlo. 
****
Ciao!😘

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LACRIME AMARE


Pov Hermione


La mattinata era trascorsa tranquilla, apparte che la McGranitt sembrava più irrequieta e agitata del solito, il resto era come sempre. Anche Draco, però, era strano. Come la professoressa era molto agitato ma quando gli avevo chiesto che cosa avesse lui aveva risposto con un cenno del capo come a dire: " Non ho nulla, sto bene. " 
Speravo che fosse così ma dentro di me me lo sentivo che non stava bene e che c'era qualcosa che non andava. Speravo solo che si confidasse con me. La cosa strana avvenne a cena. 
Stavo cenando al tavolo con la mia migliore amica Ginny quando il preside si alzò dal suo posto per fare un'annuncio. 
- Mi dispiace interrompervi ma la signorina Granger e il signorino Malfoy devono venire immediatamente nel mio ufficio. - disse per poi dirigersi fuori dalla Sala. Io e Draco ci scambiamo un'occhiata confusa e ci alzammo per seguirlo, mentre la Sala si riempiva di brusii curiosi. 
Durante il tragitto non ci scambiamo nemmeno un'occhiata. Avevo troppa paura di leggere qualcosa che non mi sarebbe piaciuto negli occhi di Draco, sapevo solo, perché lo sentivo, che era teso, anzi molto teso. Raggiungemmo i due gargoil che proteggevano l'entrata. Silente sussurrò la parola d'ordine che sembrava una cosa tipo: "dolcetti alla nocciola ", e i due gargoil si spostarono. Salimmo la piccola rampa di scale ed entrammo nel suo ufficio. 
- Sedetevi pure. - disse indicando le due poltroncine poste davanti alla sua scrivania. L'ufficio del preside era qualcosa di incredibile, apparte per alcune riunioni di Prefetti con cui dovevamo parlare anche con lui non c'ero mai stata e quelle poche volte non avevo mai potuto osservarlo bene. C'erano i più svariati oggetti magici che si potesse desiderare. Sulle pareti erano appesi tantissimi quadri dei vecchi presidi di Hogwarts, su un mobile era appoggiato il Cappello Parlante e su una specie di bastone c'era la sua Fenice. Dopo un momento di smarrimento vi sedemmo entrambi e il vecchio preside guardò prima me e poi Draco. 
- Sono sicuro che tu sappia perché sei qui. - disse rivolto a lui. 
- Sì, ma non capisco perché ci sia anche lei. - disse indicando mi con un cenno della testa. 
- Perché, ragazzo mio, lei ha tutto il diritto di sapere. -  rispose l'uomo con un sospiro. 
- Non la riguarda. - disse replicò lui stringendo i pugni. 
- Che cosa? - chiesi per la prima volta da quando ero lì. Solo Silente si voltò verso di me, mentre Draco continuò a guardare la superficie di legno della scrivania. 
- Che cosa le ha detto il signorino Malfoy a proposito di sua zia? - mi chiese l'uomo. 
- Solo che da piccolo i suoi genitori a un certo punto gli hanno proibito di vederla, ma che c'entra? - chiesi confusa più che mai. 
- Vede, signorina Granger, questo non è tutto e c'entra moltissimo. Di norma questo compito spetterebbe a Draco ma so che lui non lo farà, il perché dovrà dirtelo lui. Questa è una storia molto lunga quindi si metta comoda. - disse versandosi del tè e portandolo alle labbra seminascoste dalla barba.  Appena posò la tazzina cominciò a parlare. - Bellatrix è sempre stata una ragazza molto strana, fin dai tempi di Hogwarts. Era brillante, certo, ma aveva una strana luce negli occhi e non una volta Gazza l'ha beccata a frugare nel reparto proibito mentre leggeva come perfezionare le maledizioni senza perdono. Negli ultimi anni, poi, avevo ricevuto molte lamentele da parte dei genitori degli alunni che mi intimavano di allontanarla dalla scuola perché suo figlio era stato cruciato da lei ma non c'erano prove a sostenere questa teoria quindi non potei farlo. Alla fine, e mi dispiace dirlo, liberare la mia scuola dalla sua presenza fu una benedizione. È brutto da dire ma quella ragazza aveva creato troppi problemi. Uscita, però, non migliorò. Spesso leggevo sui giornali che lei era sotto processo per aver usato una maledizione senza perdono ma alla fine l'aveva sempre fatta franca per mancanza di prove, non so come faceva. Bellatrix si sposò con un suo compagno di casata, Rodolphus Lestrange. Anche lui era un alunno brillante ma, come Bellatrix, era molto particolare. Se avessi saputo... - 
- Non avrebbe potuto fare niente. - intervenne Draco. 
- Forse. - disse rivolto al ragazzo per poi passare dinuovo a me. - Lei non era così. Bellatrix è diventata così a causa delle maledizioni. Lei sa, Signorina Granger, che nel programma del quarto anno sono presenti anche le maledizioni ma solo teoria, giusto? - 
- Sì. - risposi con voce lievemente tremolante. 
- Bene, lei però se n'era come appassionata e, come ti ho già detto, li studiava da sola nel reparto proibito.  Ma quelle maledizioni l'hanno fatta diventare pazza. - 
- Come pazza? - chiesi. 
- Pazza. E insieme a lei anche suo marito lo era, più o meno. Dodici anni fa Rodolphus è stato rinchiuso ad Azkaban, accusato di omicidio e condannato. Di lei si è perso ogni traccia. - disse l'uomo. - Fino a oggi, almeno. - 
- Come? Cos'è successo? - feci agitata. 
- Ecco... - stava per rispondere Silente ma il mio ragazzo lo fermò. 
- No! La prego. - disse alzandosi in piedi. 
- Voglio sapere. - dissi rivolta al biondo poi passai al preside. - Cosa è successo? - 
- Rodolphus è scappato. - rispose l'uomo. 
- Come?! Non... non è possibile. Nessuno può scappare da Azkaban. - dissi boccheggiando. 
- A quanto pare è possibile e la maggior parte delle persone pensa che sia stata proprio Bellatrix a liberarlo. - disse Silente con voce sconsolata. 
- Ma... come ha fatto? - chiesi confusa e spaventata. 
- Questo non lo so. - rispose lui. 
- Ora basta. - disse Draco con voce dura. Spostai lo sguardo su di lui. 
- Perché non me l'hai detto? - sussurrai con le lacrime agl'occhi. Draco spostó finalmente lo sguado su di me e i nostri occhi si incatenarono.
- Potete andare. - disse l'uomo ma né lui né io lo stavamo guardando. Mi alzai e uscì dall'ufficio, seguita da lui. Anche questa volta non lo guardai ma stavolta non per paura ma solo perché ero arrabbiata. Perché non mi aveva detto niente?! 
Si era fatto molto tardi e ormai i corridoi erano deserti. Camminai velocemente verso la nostra stanza, preceduta da Draco. Il mio ragazzo afferrò la maniglia e la aprì violentemente, lo seguì dentro e chiusi la porta dietro di me. Una volta dentro lui andò verso la finestra e poggiò i palmi sul davanzale mentre io rimasi vicino alla porta, lo sguardo fisso sul pavimento, mentre un solo misero pensiero passava nella mia testa. 
- Perché non me l'hai detto? - sussurrai portando lo sguardo sulle sue spalle incurvate. 
- L'ho già detto al preside. - rispose con voce dura e fredda. Era da mesi che non la sentivo rivolta a me e mi fece uno strano effetto. 
- Non è vero e lo sai anche tu. - dissi scuotendo lievemente la testa. 
- Ah davvero? - fece sarcastico. 
- Vedo che è così ma non capisco il perché. - dissi avvicinandomi di un passo. 
- Credimi ti stavo facendo un favore non dicendotelo. - disse lui continuando a non guardarmi. 
- Ma perché? - 
- Perché volevo proteggerti, dannazione! - urlò voltandosi verso di me. 


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- Riempiendomi di bugie? - 
- Io non ti ho mai mentito, chiaro?! - 
- Ah no?! Ho appena scoperto che tua zia è diventata pazza a causa delle maledizioni che lanciava senza remore e che tuo zio, di cui nemmeno sapevo l'esistenza, è finito ad Azkaban dopo aver ucciso una persona e che neanche ventiquattr'ore fa ne è evaso con, probabilmente, l'aiuto di tua zia. Se ci tenessi a me... - 
- Se ci tenessi a te?! Sul serio?! Io... ho cambiato tutto di me per te, ho cambiato praticamente tutto il mio stile di vita per te, cazzo! - urlò ancora facendo un altro passo verso di me. 
- Lo so! - dissi avvicinandomi ancora. - Ma io ti ho raccontato tutto della mia famiglia. - 
- Sì perché è semplice, per te, parlare della tua famiglia! La tua è la classica famiglia solare, unita e sorridente; da cui la gente va a cena con un sorriso sulle labbra o anche solo per farci due chiacchere e per ricevere un paio di consigli. La mia è tutto l'opposto. La mia famiglia è fredda e quasi anaffeffiva, la gente ne ha paura e viene da noi solo per cene formali di lavoro o per chiedere prestiti. La mia famiglia è orribile, Hermione, esattamente come la storia dei Malfoy. Scusami tanto se volevo solo risparmiati un'altra parte oscura e orribile di tutta la mia maledetta famiglia. - 
- Lo capisco, Draco. Ma era mio diritto sapere. - sussurrai mentre alcune lacrime mi rigavano già le guance. 
- No, non è vero. - rispose secco lui. 
- Sì che lo è! - sbottai alzando le mani al cielo. - Non me l'hai detto solo per egoismo, solo perché ti faceva comodo che non lo sapessi, vero? - chiesi retorica ma sapevo che non era così. Non credevo veramente a tutte quelle cose ma in quel momento ero veramente troppo arrabbiata. 
- Ma cosa stai dicendo?! - urlò più forte di prima. - Non sono più quel tipo di persona da molto tempo, oramai. E te l'ho già detto, non ti ho parlato di tutto questo solo per proteggerti. Silente non aveva alcun diritto di raccontarti tutto quello. - 
- Ma se non l'avesse fatto io non avrei mai saputo la verità! -
- Ed era così che doveva essere! - 
- Così ne sarei rimasta all'oscuro per sempre?! Era questo che volevi?! - feci sconcertata. 
- Sì! - rispose senza neanche provare a mentire. - Volevo questo per proteggerti! Te l'ho già detto un milione di volte. - 
- Ma da cosa?! - chiesi esasperata. 
- Questo non ha importanza. - 
- Sì che ce l'ha! - esclamai io. - Sto cercando di capire ma tu non mi stai aiutando. - 
- Sai una cosa? Pensa quello che ti pare, io la verità te l'ho detta e non sono disposto a dirti altro. - disse con tono di voce normale. Ci guardammo per qualche secondo prima che lui mi superasse e uscisse dalla stanza. Guardai la porta chiudersi da sopra una spalla e dopo un secondo di esitazione la raggiunsi per seguirlo ma appena messa una mano sulla maniglia mi bloccai. Era infuriato e forse era meglio lasciarlo da solo. Ma anche se sentivo di star facendo la cosa giusta, mi sentivo una merda. Mi ero già pentita di tutto quello che gli avevo detto, anzi me n'ero pentitata nel momento stesso in cui quelle parole erano uscite dalla mia bocca. Così, incredibilmente triste, mi appoggiai con la schiena alla porta e mi lasciai scivolare a terra, mentre piangevo sommessamente. 


Pov Draco


Appena uscito da quella porta mi fermai immediatamente e tornai a guardare la porta che avevo chiuso dietro di me. Da una parte speravo che lei la aprisse e che mi fermasse mentre dall'altra volevo che non lo facesse. Poi, quando sentì i suoi singhiozzi provenire da dietro quella porta mi sentì anche peggio. Ero stato duro con lei e aveba ragione, cazzo se aveva ragione. Avrei dovuto parlargliene ma ovviamente, da grande egoista che sono, non l'ho fatto, utilizzando la scusa che dovevo proteggerla e che non erano affari suoi. Entrambe delle cazzate. Erano eccome affari suoi! Per la prima, invece, era vera per metà. Certo, dovevo proteggerla ma non gliel'ho detto principalmente perché non ce la facevo. Hermione, aveva avuto ragione su tutto quello che mi aveva detto ma io, invece di chiederle scusa, le ho urlato addosso. Ed adesso l'unica ragazza che ho mai amato con tutto me stesso era lì, che piangeva a causa mia. Mi appoggiai con la schiena alla porta e aspettai che i singhiozzi cessassero prima di alzarmi ed allontanarmi. Sarei dovuto entrare ma era anche vero che lei non mi aveva richiamato dentro quindi forse voleva stare sola. Percorsi lentamente la Sala Comune e uscì per immergermi nel buio totale dei sotterranei a quell'ora. 
Pensai a quello che avevo letto sul giornale quella mattina e mi venne la pelle d'oca solo a ricordarmelo. Mio zio era scappato da Azkaban. Era una cosa incredibile, nessuno era mai riuscito a farlo, NESSUNO. Ero sicuro, anche, che centrasse mia zia. Lei era pazza ma, contrariamente a quello che mi avevano detto i miei genitori, era anche molto furba e spietata, due qualità, purtroppo, molto comuni nella famiglia Malfoy e anche in quella Lestrange, anche se lei tecnicamente era una Black di sangue. 
Assorto nei miei pensieri non mi accorsi di un'ombra dietro di me che mi seguiva. Appena me ne accorsi presi lentamente la bacchetta, senza farmi vedere, e mi voltai all'improvviso puntandola alla gola della persona che mi era dietro. 
- Blaise! Mi hai spaventato! - dissi togliendo la bacchetta e rimettendola in tasca. 
- Scusa, amico. - disse lui con un sorrisetto di scuse. 
- Ehi, tutto bene? - chiesi corrugando la fronte. Avevo avvertito qualcosa di strano in lui, sembrava un po' più... freddo. 
- Sì, certo. Tu più tosto. Che ci fai in giro per i corridoi di notte? - chiese con un'altro sorriso. Stavolta era normale. 
- Storia molto lunga. - risposi con un sospiro. - E tu? - 
- Sono... rimasto a studiare in biblioteca fino a tardi. - rispose ma sbrava un po' incerto, come se si stesse inventando quella scusa sul momento. 
- Blaise... so di te e Ginny. Se eri con lei puoi dirmelo. - dissi divertito. 
- Oh! Già... sì... ero con lei. - disse grattandosi la testa. - Comunque devo farti una domanda. - disse poi tornando incredibilmente serio.
- Certo. - dissi tornando all'erta. In realtà non aveva niente di  strano ma era io mio migliore amico e aveva qualcosa di diverso dal solito anche se non riuscivo a capire che cosa...


**


Mi svegliai la mattina dopo nella Stanza delle Necessità. Non ero tornato a dormire nella mia stanza con Hermione così ero andato lì. Erano appena le sei del mattino quando uscì della stanza ma non volevo che qualcuno mi vedesse quindi, già in divisa e con la borsa dei libri in mano, mi diressi verso il giardino. Della sera precedente mi ricordavo poco, ma quel poco mi bastava e mi avanzava. Mi ricordavo fin troppo bene la mia discussione con la mia ragazza e morivo dalla voglia di andare da lei, abbracciarla e chiederle scusa ma ovviamente il mio orgoglio maschile e la paura che lei mi possa rifiutare era troppo grande. Per il resto mi ricordavo del piccolo dialogo con Blaise ma non avevo idea di quello che poi mi avesse chiesto. Buio totale. Come se mi avessero obliviato ma questo era impossibile!
Raggiunsi il giardino è fui subito investito da un vento gelido che mi fece lievemente rabbrividire. Camminai per un bel po' per il grande giardino, sulle spondo del lago nero, immerso nei miei pensieri. 


Pov Bellatrix ( dato che quelli che hanno risposto hanno indovinato. ) 


Appena sentì il rumore di una smaterializzazione proveniente dall'ingresso mi alzai velocemente e lo raggiunsi. Appena vidi il volto di mio marito gli corsi incontro e lo abbracciai. 
- Fatto? - chiesi staccandomi di poco. 
- Dubiti di me? - fece lui con un sorrisetto. Scossi lievemente la testa e lo baciai appassionatamente. Nonostante gli anni ad Azkaban era ancora bellissimo, ancora mio marito. 
- Ora che siamo insieme, tutto andrà bene. - sussurrai sulle sue labbra prima che lui scendesse sul mio collo. Sarebbe andato tutto bene. Mancava solo un piccolo dettaglio che avremmo risolto al più presto...




Capitolo corto, lo riconosco, ma non è male! Comunque cosa ne pensate? Credo che ripeterò spesso questa frase ma vi prego non odiatemi. Che ne dite del litigio tra i nostri due protagonisti? Abbastanza realistico? Spero di aver reso abbastanza credibile il dialogo e di aver reso bene l'idea dei pensieri di Hermione e di Draco. Spero anche di non aver fatto troppi errori di battitura. 
Come sempre vi invito a recensire e per essere giusta vi do un minuscolo spoiler del prossimo capitolo che secondo me sarà uno dei più belli, spero. 


****
Un silenzio devastante aleggiava nell'aria. Troppo totale, quasi surreale. Un attimo dopo un urlo squarciò quel silenzio, seguito dal mio nome, sempre urlato. Riconobbi immediatamente quella voce. 
- Hermione! - urlò ancora quella voce. 
- Draco! - urlai prima di correre verso il luogo da dove veniva l'urlo. 


****


Ciao!😘

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Capitolo 19
*** Come ghiaccio e fuoco ***


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COME GHIACCIO E FUOCO
Pov Hermione
Da quella sera non rividi Draco per tutto il giorno, cercavo ogni scusa per evitarlo. Volevo far pace con lui ma, incredibile ma vero, mi mancava il coraggio. Così ero corsa da una lezione all'altra, senza degnare nessuno di uno sguardo per non rischiare di vedere i suoi occhi grigi, e, dato che il destino non era dalla mia parte, metà delle mie lezioni di quella mattina erano insieme a Serpeverde. Per non rischiare mi ero sempre seduta nelle prima file e con accanto qualcuno, così da non rischiare che ci si mettesse lui. Tutti avevano notato questo cambio repentino del nostro rapporto, se prima eravamo sempre appiccicati e non mancavano le volte in cui qualche alunno o professore ci beccasse a baciarci in un corridoio deserto, adesso sembravamo essere tornati quelli di prima, quelli che non si calcolavano se non per insultarsi. Era un comportamento stupido, lo so, e molto codardo, possibile che stare con le Serpi mi abbia fatto perdere il coraggio da Grifondoro che mi aveva caratterizzato dal primo anno? 
Ovviamente per i corridoi si erano già sparsi i pettegolezzi e molte ragazze avevano ripreso a sfilare davanti a Draco senza il minimo pudore. Sì perché, anche se lo evitavo, in quella giornata l'avevo visto qualche volta nei corridoi che parlava con Blaise. Era distrutto quanto me, lo leggevo nei suoi occhi. E, come una vera maniaca, dopo averlo visto mi fermavo sempre un po' ad osservarlo, solo quando ero sicura che lui non mi vedesse. Una rabbia tremenda mi attanagliava lo stomaco quando vedevo una ragazza avvicinarsi a lui per parlargli, solo quando era rigorosamente da solo, ma un piccolo sorriso mi spuntava tutte le volte che lui la cacciava in malo modo ripetendogli che sì, stava ancora con me. Stavamo ancora insieme? Ma certo che stavano insieme, un litigio non può mettere fine a tutti quello che avevamo provato in quei mesi! 
Ma nonostante questa certezza non era ancora riuscita ad andare da lui ed adesso ero in camera di Ginny, insieme a lei e a Luna, per studiare e per parlare un po'. 
- Allora come va con Blaise? - chiese all'improvviso Luna rompendo il silenzio che si era creato. Io alzai lo sguardo dal libro di storia della magia per puntarlo sulla rossa che aveva un'enorme sorriso sulle labbra, un espressione ebete sul volto dal momento che era stato nominato Blaise. Anche io facevo come lei quando nominano Draco? 
- Va tutto benissimo! Lui è così dolce, premuroso, sensibile... e fa l'amore come un Dio! - disse guardando il vuoto con aria sognante. La solita Ginny, pensai mentre tornavo a guardare il libro. 
- E a te, Herm? - chiese di nuovo Luna. Alzai lo sguardo un po' impaurita, ecco che arrivava la domanda che sperava non arrivasse per quella sera. 
- A me cosa? - divagai sperando che si riferisse a qualsiasi altra cosa che non a me e a Draco. 
- Tra te e Draco, come va? - chiese con aria dolce e premurosa la mia amica. Passai lo sguardo anche su Ginny e la vidi fissarmi apprensiva e curiosa. Sicuramente avevano sentito anche loro i pettegolezzi che i vari studenti avevano sparso in giro. 
- Oh! Ehm... va tutto bene. - mentì scuotendo la testa e tornando per l'ennesima volta a guardare il libro. 
- Herm... - disse con voce di rimprovero la rossa. Non c'erano mai stati segreti tra di loro, nemmeno uno. Erano come sorelle, erano praticamente crescite insieme loro tre, ogni volta, da piccola, che mi annoiavo a casa da sola perché i miei genitori erano a lavoro e la mia unica compagnia erano in nostri elfi domestici, loro due c'erano sempre per venire e passare un pomeriggio a chiacchierare e a giocare. 
- Veramente, va tutto bene. - dissi di nuovo sicura cercando di mascherare tutto il dolore, perché ero sicura che mi si leggesse negli occhi, con la sicurezza. 
- Okay, se lo dici tu. - fece Luna scuotendo lievemente la testa. Sospirai silenziosamente e portai di nuovo lo sguardo sul mio libro. Sapevo che non mi avevano creduto, non mi sarei creduta nemmeno io, ma almeno non mi avevano fatto altre domande. Sapevo che avrei dovuto parlargliene ma non ce la facevo. Quello era stato il nostro primo vero litigio, apparte quello per quella storia della Pozione. Ma ero sicura anche che prima o poi mi avrebbero richiesto qualcosa ma speravo solo che quel momento fosse preceduto dalla nostra riconciliazione. Lo volevo davvero, avevo esagerato con lui e lui aveva esagerato con me, avevamo sbagliato entrambi ed ora volevo solo chiarirmi con il mio ragazzo. Stufa ormai di questa situazione ridicola e ritrovato il mio coraggio Grifondoro scesi dal letto e buttai la roba nella mia borsa a casaccio.
- Dove vai? - chiese Ginny aggrottando le sopracciglia. 
- Dovo fare una cosa, ci vediamo domani. - dissi frettolosamente prima di uscire dalla camera, sotto lo sguardo confuso di entrambe le mie amiche. Corsi giù per le scale del dormitorio femminile e poi per la Sala Comune. Sulla porta incontrai anche Ronald ma non ci prestai molta attenzione, gli lanciai solo uno sguardo prima di uscire a mia volta. Corsi per i corridoi che erano insolitamente deserti. Strano per essere solo le nove di sera, infondo il coprifuoco sarebbe cominciato tra più o meno mezz'ora, ma non ci feci molto caso e continuai a correre. Mi fermai solo un attimo per riprendere fiato e nel mentre capí anche la seconda cosa strana. Il silenzio. C'era un silenzio inusuale per Hogwarts. Di notte era normale che ci fosse silenzio ma era sempre accompagnato da... qualcosa. Magari le chiacchere dei quadri, o magari i passi di Gazza che passava tutta la notte in giro per controllare che nessuno studente fosse in giro. Ma in quel momento non c'era neanche questo. Era un silenzio talmente totale che potevo sentire i battiti del mio cuore e l'eco dei miei passi. All'erta estrassi la bacchetta e presi a camminare lentamente. A ogni corridoio mi guardavo intorno prima di imboccarlo. Intanto nemmeno l'ombra di uno studente passava di lì. Era tutto fermo, immobile, tranne me. Era come se qualcuno avesse schiacciato il tasto pausa e la scena si fosse immobilizzata. Tutto era immobile, anche l'aria lo sembrava, troppo spaventata per muoversi. Era un silenzio totale. Poi, dal nulla, un urlo. Un urlo che lacerò sia l'aria che il silenzio. Poi il mio nome, sempre urlato. 
- Ahhhh!!!! Hermione!! - urlava qualcuno è capí immediatamente chi era. 
- Draco! - urlai a mia volta prima di mettermi a correre, ringraziando il cielo di non aver messo il mantello. Individuai in poco tempo da dove provenivano le urla, che non sembravano volersi fermare, e le seguì. Salì una lunga rampa di scale e raggiunsi la torre di astronomia. E la voce terrorizzata di Draco cesso in quel preciso momento.   Con gli occhi pieni di lacrime lasciai cadere la borsa a terra ed entrai completamente nello spazio. 
- Draco? - sussurrai mentre giravo lentamente intorno alla scultura sospesa in mezzo allo spazio. Il cuore batteva a mille e non solo per la corsa. C'era qualcosa che non andava, volevo andarmene ma quelle urla erano ancora troppo impresse nella mia mente. Allo stesso tempo, però, sicuramente Draco non era lì, eppure ero sicura che le urla provenissero da lì. - Draco, dove sei? - sussurrai mentre una lacrima scorreva giù per la guancia. 
Poi, una risata. Una risata femminile e molto acuta. Mi voltai di scatto e invontrai gli occhi di una donna che entrava lentamente nella torre. - Chi sei? - chiesi confusa. 
- Come? Il mio nipotino non ti ha parlato di me? - chiese lei con voce lievemente sibilante. Ci misi un attimo a capire chi era quella donna. 
- Bellatrix Lestrange... - sussurrai. Aveva i capelli ricci neri con qualche ricciolo sul grigio, gli occhi erano neri come la pece e indossava un vestito anch'esso nero e attillato che arrivava fino a terra, la bacchetta in mano. 
- Allora ti ha parlato di me. Ne sono felice. - disse con un sorrisetto. 
- Dov'è Draco? - chiesi in un sussurro. 
- Sai, io e lui siamo sempre stati molto legati, finché la mia cara sorellina e quell'idiota di suo marito* non mi hanno proibito di vederlo! - disse ingnorando totalmente la mia domanda e guardando il vuoto. 
- Ci sarà un motivo, no? - feci sarcastica, ignorando il pericolo di rivolgermi così a una pazza come lei. 
- No! Non c'era alcun motivo per allontanarmi da mio nipote! - disse alzando un po' la voce e fissando lo sguardo nel mio. - Ma non importa, non importa. - sibilò velocemente ritrovando la calma. 
- Dov'è Draco? - chiesi di nuovo con voce dura. 
- Ironico, stavo per farti la stessa domanda. - fece lei senza perdere il suo sorrisetto. 
- Ho sentito delle urla.... - iniziai io ma lei mi interruppe subito. 
- È stato così facile attirarti qui, utilizzando il tuo amore per lui contro di te. - disse scoppiando a ridere di nuovo. 
- Lui non è qui. - conclusi cercando di apparire calma e sicura ma la mia voce mi tradì, tremando lievemente. 
- No, non c'è. Allora, torniamo alla domanda di prima. Dov'è mio nipote. - disse lei scandendo bene le parole, anche se avevo il sospetto che fosse più una domanda retorica, come se non si aspettasse veramente una risposta, come se lei lo sapesse già ma me lo chiedeva solo per prendermi in giro o per capire se lo sapessi anch'io. 
- Anche se lo sapessi credi veramente che te lo direi? - feci sarcastica ma capí immediatamente il mio errore. Infatti in un secondo tirò fuori la bacchetta e la puntò verso di me. Io feci lo stesso e la puntai verso di lei. 
- Expelliarmus. - pronunciò disarmandomi, prima ancora che me ne rendessi conto. - Oh! Non ci siamo proprio, cara. - disse facendo un passo verso di me, poi un'altro e un'altro ancora. - Te lo chiederò un ultima volta. - disse arrivando a un centimetro da me. - Dov'è Draco? - 
- Non lo so. - risposi in un sussurro. Adesso ero veramente spaventata. 
- Risposta sbagliata. - disse prima di darmi un calcio e farmi finire a terra. I capelli non mi permisero di vedere le sue azioni ma riuscì a sentire molto chiaramente quello che disse. - Crucio! - pronunciò e immediatamente il mio corpo fu percorcorso da un dolore indicibile. Era come se milioni e milioni di coltelli mi trapassassero da tutte le parti del corpo, senza fermarsi, senza che il dolore diminuisse, massimo aumentava. Mi contorcevo e urlavo, urlavo forte. Era impossibile che nessuno sentisse e dentro di me covavo quella piccola speranza che Draco venisse a salvarmi. Poi all'improvviso il dolore cessò e sentì i passi di Bellatrix avvicinarsi a me. Mi prese il mento tra due dita e lo alzò per vedermi. Era di nuovo a pochi centimetri da me. 
- Allora? Dov'è Draco? - chiese in un sibilò. 
- Non lo so. - sussurrai con voce affannosa. 
- Uhm... non lo sai che non si dicono le bugie?** - fece lei prima di lasciarmi, rimettersi in piedi e puntarmi di nuovo la bacchetta addosso. 
- Crucio! - urlò e di nuovo fui percorsa dallo stesso dolore, solo più intensificato. Non avevo mai provato un cruciatus ed ora capivo perché era la maledizione peggiore, anche peggiore dell'anatema che uccide. E, tra un urlo e l'altro, sussurravo il nome di Draco, come se soltanto nominandolo potesse apparire lì. 
- Basta... ti prego. - dissi con respiro affannoso appena smise per prendere una piccola pausa. Ero distesa ai suoi piedi, su un fianco e le mani le tenevo davanti a me per tenermi un po' sollevata. 
Fece una breve risata e puntò di nuovo la bacchetta verso di me. - Crucio! - urlò e per la terza volta lo stesso dolore mi percorse. La gola bruciava per il troppo urlare ma se non lo facevo sembrava quasi che il dolore fosse il dobbiamo di quello che era. 
- No! - sentì urlare ma non era né la mia voce né quella di Bellatrix. La maledizione cessò e io mi lasciai cadere a terra ma prima che potessi toccare il suolo delle braccia mi tennero sollevata. Quelle stesse braccia che mi avevano cullata tantissime volte durante la notte, le stesse braccia che mi avevano stretto quando avevo chiuso i battenti con entrambi i miei migliori amici. - No, no, no... - continuava a sussurrare tenendomi stretta a lui. 
- Draco... - sussurrai sul suo petto. 
- Oh! - fece Bellatrix con un risolino. - Il principe è venuto a salvare la sua principessa? - 
- Hermione... - sussurrò lui ignorando le parole velenose di sua zia. Mi staccai lievemente da lui, tenendo la sua camicia ben stretta tra le dita, e incontrai i suoi occhi. 
- Draco... - sussurrai a mia volta mentre ricominciavo a piangere.
- Sono qui, amore, sono qui. - sussurrò stringendomi di nuovo contro il suo letto e lasciandomi alcuni baci sui capelli. - Che cosa hai fatto? - chiese e riuscì a sentire la sua testa voltarsi verso la donna. 
- Secondo te? Volevo attirarti qui. - fece con tono ovvio. 
- Perché? Cosa vuoi da noi! - urlò Draco. 
- Da voi? Niente. - disse lei e io staccai la testa dal suo petto per vedere la sua espressione. Stava sorridendo. 
- E allora.... - fece per dire il mio ragazzo ma sua zia lo precedette. 
- Io voglio te. - aggiunse. - Voglio che tu venga con me, voglio che tu torna a casa. - continuò avvicinandosi di un passo. 
- Non ti avvicinare. - la avvertì con voce dura stringendomi maggiormente a sé. - E comunque hai fatto una fatica inutile. Io non verrò mai con te! -
- Uhm... non credo. - disse con un sorrisetto. - Ti propongo un patto. - 
- Un patto? - disse lui sarcastico. 
- Sì. - rispose Bellatrix e si fermò un attimo. - Un patto. - 
- Questa è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. - disse Draco per poi voltarsi verso di me. Piantò gli occhi nei miei e io mi persi come sempre nel mare di argento che erano i suoi. 
- Vieni con me - disse sua zia dietro di lui. - e io la lascerò in vita. Rifiutati e la ucciderò senza pensarci due volte davanti ai tuoi occhi. - concluse senza perdere il suo sorrisetto. 
Vidi Draco esitare a quelle parole. Abbassò gli occhi e li puntò sul pavimento sotto di noi. 
- E lei starà bene? - chiese rivolto a lei. 
- Sì. - rispose la donna. 
- Bene. - disse e rimase in silenzio per un po' mentre un dubbio orribile mi passava per la testa e insieme a quella una prospettiva altrettanto raccapricciante. - Verrò con te. - affermò dopo alcuni minuti. Io sgranai gli occhi e lo guardai incredula. 
- Cosa? No! No! Non... non puoi... non puoi lasciarmi. - sussurrai velocemente. 
- Herm devo farlo. Tu sarai al sicuro e questa è l'unica cosa che mi importa. - disse lui scuotendo lievemente la testa. 
- Non mi importa! - replicai con le sopracciglia aggrottate. 
- Amore ti prego. Cerca di capire, è l'unico modo. Se non vado lei ti ucciderà e poi mi porterà via! In qualsiasi caso lei avrà quello che vuole e preferisco saperti viva ma lontana che morta. - disse lui accarezzandomi lentamente la guancia. 
- Draco... - sussurrai appoggiando la mia fronte alla sua. 
- Mi dispiace. - sussurrò lui con voce dolce. - Mi dispiace, non dovevo nasconderti niente. - aggiunse scuotendo la testa ma senza staccare la fronte dalla mia. 
- Forza! - esclamò Bellatrix dietro di noi. La ignorammo entrambi. 
- Voglio che tu tenga questo. - sussurrò staccandosi un po' da me. Lo vidi sfilarsi l'anello dei Malfoy e me mise al dito. - Appena lo rivedrò significherà che vi sarai anche tu. - 
- Non lasciarmi, ti prego. - dissi mentre un'altra lacrima lasciava il mio occhio. 
- Devo farlo. Ma ti assicuro che ci rivedremo, amore mio. - sussurrò prima di avvicinarsi e baciarmi. Non fu uno dei nostri soliti baci dolci e pieni di passione bensì fu un bacio pieno di tristezza e di disperazione. Ci baciammo per diversi minuti e appena staccati lui mi diede un leggero bacio sulla fronte e si alzò in piedi. Senza smettere di guardarmi andò da sua zia che lo agguantò per un braccio con un sorrisetto. Continuammo a guardarci fino alla fine. "Ti amo" mimò con le labbra. "Ti amo" mimai a mia volta. Un secondo dopo Bellatrix si smaterializzò, portando con sé anche Draco. Immediatamente scoppiai a piangere e continuai a urlare con la poca voce che avevo il suo nome. Era troppo doloroso anche solo per essere reale, molto più doloroso di un cruciatus. Poi sentì dei passi, dei passi provenire dalle scale e poi vidi Blaise e Ginny apparire sulla torre e correre verso di me. Non riuscì a sentire quello che si dicevano, sentivo solo che stavano parlando ma non distinsi le parole. Dopo qualche minuto arrivarono anche Silente e la Professoressa McGranitt. Non capivo cosa stava succedendo, se si fossero aggiunte altre persone, se qualcuno mi aveva domandato qualcosa. Continuavo a piangere, lo sguardo rivolto verso il pavimento. 
- Cosa è successo, Hermione? - riuscì finalmente a distinguere la voce di Silente. Alzai lo sguardo e invontrai i suoi occhi azzurri preoccupati. 
- L'ha preso. Bellatrix ha preso Draco. - risposi scoppiando di nuovo a singhiozzare. Per il resto non sentì più nient'altro. Le voci mi arrivavano ovattate come se parlassero da dietro un vetro particolarmente spesso. Mi sentì sollevare da delle braccia forti, ma non erano le stesse braccia che mo avevano tenuta stretta fino a pochi minuti fa, o ore fa. Mi sentì trasportare via da quella torre. Non sapevo dove mi stessero portando ma non mi importava, l'unica cosa che sapevo era che Draco non c'era, che sia zia l'aveva portato via da qualche parte e che lui aveva accettato solo per colpa mia, per salvarmi. Poi il buio. 
Un po' corto, lo ammetto, ma spero solo che vi abbia fatto commuovere, almeno un pochino! Non so, il dialogo tra i nostri due protagonisti non mi convince del tutto, voi cosa ne pensate? 
Lo so, mi odiate per quello che ho fatto ma il perché del mio gesto e in particolare di quello di Bellatrix non ve lo spiegherò adesso ma lo saprete tra poco. Grazie e al prossimo capitolo! In bacio! 😘

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COME GHIACCIO E FUOCO


Pov Hermione


Da quella sera non rividi Draco per tutto il giorno, cercavo ogni scusa per evitarlo. Volevo far pace con lui ma, incredibile ma vero, mi mancava il coraggio. Così ero corsa da una lezione all'altra, senza degnare nessuno di uno sguardo per non rischiare di vedere i suoi occhi grigi, e, dato che il destino non era dalla mia parte, metà delle mie lezioni di quella mattina erano insieme a Serpeverde. Per non rischiare mi ero sempre seduta nelle prima file e con accanto qualcuno, così da non rischiare che ci si mettesse lui. Tutti avevano notato questo cambio repentino del nostro rapporto, se prima eravamo sempre appiccicati e non mancavano le volte in cui qualche alunno o professore ci beccasse a baciarci in un corridoio deserto, adesso sembravamo essere tornati quelli di prima, quelli che non si calcolavano se non per insultarsi. Era un comportamento stupido, lo so, e molto codardo, possibile che stare con le Serpi mi abbia fatto perdere il coraggio da Grifondoro che mi aveva caratterizzato dal primo anno? 
Ovviamente per i corridoi si erano già sparsi i pettegolezzi e molte ragazze avevano ripreso a sfilare davanti a Draco senza il minimo pudore. Sì perché, anche se lo evitavo, in quella giornata l'avevo visto qualche volta nei corridoi che parlava con Blaise. Era distrutto quanto me, lo leggevo nei suoi occhi. E, come una vera maniaca, dopo averlo visto mi fermavo sempre un po' ad osservarlo, solo quando ero sicura che lui non mi vedesse. Una rabbia tremenda mi attanagliava lo stomaco quando vedevo una ragazza avvicinarsi a lui per parlargli, solo quando era rigorosamente da solo, ma un piccolo sorriso mi spuntava tutte le volte che lui la cacciava in malo modo ripetendogli che sì, stava ancora con me. Stavamo ancora insieme? Ma certo che stavano insieme, un litigio non può mettere fine a tutti quello che avevamo provato in quei mesi! 
Ma nonostante questa certezza non era ancora riuscita ad andare da lui ed adesso ero in camera di Ginny, insieme a lei e a Luna, per studiare e per parlare un po'. 
- Allora come va con Blaise? - chiese all'improvviso Luna rompendo il silenzio che si era creato. Io alzai lo sguardo dal libro di storia della magia per puntarlo sulla rossa che aveva un'enorme sorriso sulle labbra, un espressione ebete sul volto dal momento che era stato nominato Blaise. Anche io facevo come lei quando nominano Draco? 
- Va tutto benissimo! Lui è così dolce, premuroso, sensibile... e fa l'amore come un Dio! - disse guardando il vuoto con aria sognante. La solita Ginny, pensai mentre tornavo a guardare il libro. 
- E a te, Herm? - chiese di nuovo Luna. Alzai lo sguardo un po' impaurita, ecco che arrivava la domanda che sperava non arrivasse per quella sera. 
- A me cosa? - divagai sperando che si riferisse a qualsiasi altra cosa che non a me e a Draco. 
- Tra te e Draco, come va? - chiese con aria dolce e premurosa la mia amica. Passai lo sguardo anche su Ginny e la vidi fissarmi apprensiva e curiosa. Sicuramente avevano sentito anche loro i pettegolezzi che i vari studenti avevano sparso in giro. 
- Oh! Ehm... va tutto bene. - mentì scuotendo la testa e tornando per l'ennesima volta a guardare il libro. 
- Herm... - disse con voce di rimprovero la rossa. Non c'erano mai stati segreti tra di loro, nemmeno uno. Erano come sorelle, erano praticamente crescite insieme loro tre, ogni volta, da piccola, che mi annoiavo a casa da sola perché i miei genitori erano a lavoro e la mia unica compagnia erano in nostri elfi domestici, loro due c'erano sempre per venire e passare un pomeriggio a chiacchierare e a giocare. 
- Veramente, va tutto bene. - dissi di nuovo sicura cercando di mascherare tutto il dolore, perché ero sicura che mi si leggesse negli occhi, con la sicurezza. 
- Okay, se lo dici tu. - fece Luna scuotendo lievemente la testa. Sospirai silenziosamente e portai di nuovo lo sguardo sul mio libro. Sapevo che non mi avevano creduto, non mi sarei creduta nemmeno io, ma almeno non mi avevano fatto altre domande. Sapevo che avrei dovuto parlargliene ma non ce la facevo. Quello era stato il nostro primo vero litigio, apparte quello per quella storia della Pozione. Ma ero sicura anche che prima o poi mi avrebbero richiesto qualcosa ma speravo solo che quel momento fosse preceduto dalla nostra riconciliazione. Lo volevo davvero, avevo esagerato con lui e lui aveva esagerato con me, avevamo sbagliato entrambi ed ora volevo solo chiarirmi con il mio ragazzo. Stufa ormai di questa situazione ridicola e ritrovato il mio coraggio Grifondoro scesi dal letto e buttai la roba nella mia borsa a casaccio.
- Dove vai? - chiese Ginny aggrottando le sopracciglia. 
- Dovo fare una cosa, ci vediamo domani. - dissi frettolosamente prima di uscire dalla camera, sotto lo sguardo confuso di entrambe le mie amiche. Corsi giù per le scale del dormitorio femminile e poi per la Sala Comune. Sulla porta incontrai anche Ronald ma non ci prestai molta attenzione, gli lanciai solo uno sguardo prima di uscire a mia volta. Corsi per i corridoi che erano insolitamente deserti. Strano per essere solo le nove di sera, infondo il coprifuoco sarebbe cominciato tra più o meno mezz'ora, ma non ci feci molto caso e continuai a correre. Mi fermai solo un attimo per riprendere fiato e nel mentre capí anche la seconda cosa strana. Il silenzio. C'era un silenzio inusuale per Hogwarts. Di notte era normale che ci fosse silenzio ma era sempre accompagnato da... qualcosa. Magari le chiacchere dei quadri, o magari i passi di Gazza che passava tutta la notte in giro per controllare che nessuno studente fosse in giro. Ma in quel momento non c'era neanche questo. Era un silenzio talmente totale che potevo sentire i battiti del mio cuore e l'eco dei miei passi. All'erta estrassi la bacchetta e presi a camminare lentamente. A ogni corridoio mi guardavo intorno prima di imboccarlo. Intanto nemmeno l'ombra di uno studente passava di lì. Era tutto fermo, immobile, tranne me. Era come se qualcuno avesse schiacciato il tasto pausa e la scena si fosse immobilizzata. Tutto era immobile, anche l'aria lo sembrava, troppo spaventata per muoversi. Era un silenzio totale. Poi, dal nulla, un urlo. Un urlo che lacerò sia l'aria che il silenzio. Poi il mio nome, sempre urlato. 
- Ahhhh!!!! Hermione!! - urlava qualcuno è capí immediatamente chi era. 
- Draco! - urlai a mia volta prima di mettermi a correre, ringraziando il cielo di non aver messo il mantello. Individuai in poco tempo da dove provenivano le urla, che non sembravano volersi fermare, e le seguì. Salì una lunga rampa di scale e raggiunsi la torre di astronomia. E la voce terrorizzata di Draco cesso in quel preciso momento.   Con gli occhi pieni di lacrime lasciai cadere la borsa a terra ed entrai completamente nello spazio. 
- Draco? - sussurrai mentre giravo lentamente intorno alla scultura sospesa in mezzo allo spazio. Il cuore batteva a mille e non solo per la corsa. C'era qualcosa che non andava, volevo andarmene ma quelle urla erano ancora troppo impresse nella mia mente. Allo stesso tempo, però, sicuramente Draco non era lì, eppure ero sicura che le urla provenissero da lì. - Draco, dove sei? - sussurrai mentre una lacrima scorreva giù per la guancia. 
Poi, una risata. Una risata femminile e molto acuta. Mi voltai di scatto e invontrai gli occhi di una donna che entrava lentamente nella torre. - Chi sei? - chiesi confusa. 
- Come? Il mio nipotino non ti ha parlato di me? - chiese lei con voce lievemente sibilante. Ci misi un attimo a capire chi era quella donna. 
- Bellatrix Lestrange... - sussurrai. Aveva i capelli ricci neri con qualche ricciolo sul grigio, gli occhi erano neri come la pece e indossava un vestito anch'esso nero e attillato che arrivava fino a terra, la bacchetta in mano. 
- Allora ti ha parlato di me. Ne sono felice. - disse con un sorrisetto. 
- Dov'è Draco? - chiesi in un sussurro. 
- Sai, io e lui siamo sempre stati molto legati, finché la mia cara sorellina e quell'idiota di suo marito* non mi hanno proibito di vederlo! - disse ingnorando totalmente la mia domanda e guardando il vuoto. 
- Ci sarà un motivo, no? - feci sarcastica, ignorando il pericolo di rivolgermi così a una pazza come lei. 
- No! Non c'era alcun motivo per allontanarmi da mio nipote! - disse alzando un po' la voce e fissando lo sguardo nel mio. - Ma non importa, non importa. - sibilò velocemente ritrovando la calma. 
- Dov'è Draco? - chiesi di nuovo con voce dura. 
- Ironico, stavo per farti la stessa domanda. - fece lei senza perdere il suo sorrisetto. 
- Ho sentito delle urla.... - iniziai io ma lei mi interruppe subito. 
- È stato così facile attirarti qui, utilizzando il tuo amore per lui contro di te. - disse scoppiando a ridere di nuovo. 
- Lui non è qui. - conclusi cercando di apparire calma e sicura ma la mia voce mi tradì, tremando lievemente. 
- No, non c'è. Allora, torniamo alla domanda di prima. Dov'è mio nipote. - disse lei scandendo bene le parole, anche se avevo il sospetto che fosse più una domanda retorica, come se non si aspettasse veramente una risposta, come se lei lo sapesse già ma me lo chiedeva solo per prendermi in giro o per capire se lo sapessi anch'io. 
- Anche se lo sapessi credi veramente che te lo direi? - feci sarcastica ma capí immediatamente il mio errore. Infatti in un secondo tirò fuori la bacchetta e la puntò verso di me. Io feci lo stesso e la puntai verso di lei. 
- Expelliarmus. - pronunciò disarmandomi, prima ancora che me ne rendessi conto. - Oh! Non ci siamo proprio, cara. - disse facendo un passo verso di me, poi un'altro e un'altro ancora. - Te lo chiederò un ultima volta. - disse arrivando a un centimetro da me. - Dov'è Draco? - 
- Non lo so. - risposi in un sussurro. Adesso ero veramente spaventata. 
- Risposta sbagliata. - disse prima di darmi un calcio e farmi finire a terra. I capelli non mi permisero di vedere le sue azioni ma riuscì a sentire molto chiaramente quello che disse. - Crucio! - pronunciò e immediatamente il mio corpo fu percorcorso da un dolore indicibile. Era come se milioni e milioni di coltelli mi trapassassero da tutte le parti del corpo, senza fermarsi, senza che il dolore diminuisse, massimo aumentava. Mi contorcevo e urlavo, urlavo forte. Era impossibile che nessuno sentisse e dentro di me covavo quella piccola speranza che Draco venisse a salvarmi. Poi all'improvviso il dolore cessò e sentì i passi di Bellatrix avvicinarsi a me. Mi prese il mento tra due dita e lo alzò per vedermi. Era di nuovo a pochi centimetri da me. 
- Allora? Dov'è Draco? - chiese in un sibilò. 
- Non lo so. - sussurrai con voce affannosa. 
- Uhm... non lo sai che non si dicono le bugie?** - fece lei prima di lasciarmi, rimettersi in piedi e puntarmi di nuovo la bacchetta addosso. 
- Crucio! - urlò e di nuovo fui percorsa dallo stesso dolore, solo più intensificato. Non avevo mai provato un cruciatus ed ora capivo perché era la maledizione peggiore, anche peggiore dell'anatema che uccide. E, tra un urlo e l'altro, sussurravo il nome di Draco, come se soltanto nominandolo potesse apparire lì. 
- Basta... ti prego. - dissi con respiro affannoso appena smise per prendere una piccola pausa. Ero distesa ai suoi piedi, su un fianco e le mani le tenevo davanti a me per tenermi un po' sollevata. 
Fece una breve risata e puntò di nuovo la bacchetta verso di me. - Crucio! - urlò e per la terza volta lo stesso dolore mi percorse. La gola bruciava per il troppo urlare ma se non lo facevo sembrava quasi che il dolore fosse il dobbiamo di quello che era. 
- No! - sentì urlare ma non era né la mia voce né quella di Bellatrix. La maledizione cessò e io mi lasciai cadere a terra ma prima che potessi toccare il suolo delle braccia mi tennero sollevata. Quelle stesse braccia che mi avevano cullata tantissime volte durante la notte, le stesse braccia che mi avevano stretto quando avevo chiuso i battenti con entrambi i miei migliori amici. - No, no, no... - continuava a sussurrare tenendomi stretta a lui. 
- Draco... - sussurrai sul suo petto. 
- Oh! - fece Bellatrix con un risolino. - Il principe è venuto a salvare la sua principessa? - 
- Hermione... - sussurrò lui ignorando le parole velenose di sua zia. Mi staccai lievemente da lui, tenendo la sua camicia ben stretta tra le dita, e incontrai i suoi occhi. 
- Draco... - sussurrai a mia volta mentre ricominciavo a piangere.
- Sono qui, amore, sono qui. - sussurrò stringendomi di nuovo contro il suo letto e lasciandomi alcuni baci sui capelli. - Che cosa hai fatto? - chiese e riuscì a sentire la sua testa voltarsi verso la donna. 
- Secondo te? Volevo attirarti qui. - fece con tono ovvio. 
- Perché? Cosa vuoi da noi! - urlò Draco. 
- Da voi? Niente. - disse lei e io staccai la testa dal suo petto per vedere la sua espressione. Stava sorridendo. 
- E allora.... - fece per dire il mio ragazzo ma sua zia lo precedette. 
- Io voglio te. - aggiunse. - Voglio che tu venga con me, voglio che tu torna a casa. - continuò avvicinandosi di un passo. 
- Non ti avvicinare. - la avvertì con voce dura stringendomi maggiormente a sé. - E comunque hai fatto una fatica inutile. Io non verrò mai con te! -
- Uhm... non credo. - disse con un sorrisetto. - Ti propongo un patto. - 
- Un patto? - disse lui sarcastico. 
- Sì. - rispose Bellatrix e si fermò un attimo. - Un patto. - 
- Questa è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. - disse Draco per poi voltarsi verso di me. Piantò gli occhi nei miei e io mi persi come sempre nel mare di argento che erano i suoi. 
- Vieni con me - disse sua zia dietro di lui. - e io la lascerò in vita. Rifiutati e la ucciderò senza pensarci due volte davanti ai tuoi occhi. - concluse senza perdere il suo sorrisetto. 
Vidi Draco esitare a quelle parole. Abbassò gli occhi e li puntò sul pavimento sotto di noi. 
- E lei starà bene? - chiese rivolto a lei. 
- Sì. - rispose la donna. 
- Bene. - disse e rimase in silenzio per un po' mentre un dubbio orribile mi passava per la testa e insieme a quella una prospettiva altrettanto raccapricciante. - Verrò con te. - affermò dopo alcuni minuti. Io sgranai gli occhi e lo guardai incredula. 
- Cosa? No! No! Non... non puoi... non puoi lasciarmi. - sussurrai velocemente. 
- Herm devo farlo. Tu sarai al sicuro e questa è l'unica cosa che mi importa. - disse lui scuotendo lievemente la testa. 
- Non mi importa! - replicai con le sopracciglia aggrottate. 
- Amore ti prego. Cerca di capire, è l'unico modo. Se non vado lei ti ucciderà e poi mi porterà via! In qualsiasi caso lei avrà quello che vuole e preferisco saperti viva ma lontana che morta. - disse lui accarezzandomi lentamente la guancia. 
- Draco... - sussurrai appoggiando la mia fronte alla sua. 
- Mi dispiace. - sussurrò lui con voce dolce. - Mi dispiace, non dovevo nasconderti niente. - aggiunse scuotendo la testa ma senza staccare la fronte dalla mia. 
- Forza! - esclamò Bellatrix dietro di noi. La ignorammo entrambi. 
- Voglio che tu tenga questo. - sussurrò staccandosi un po' da me. Lo vidi sfilarsi l'anello dei Malfoy e me mise al dito. - Appena lo rivedrò significherà che vi sarai anche tu. - 
- Non lasciarmi, ti prego. - dissi mentre un'altra lacrima lasciava il mio occhio. 
- Devo farlo. Ma ti assicuro che ci rivedremo, amore mio. - sussurrò prima di avvicinarsi e baciarmi. Non fu uno dei nostri soliti baci dolci e pieni di passione bensì fu un bacio pieno di tristezza e di disperazione. Ci baciammo per diversi minuti e appena staccati lui mi diede un leggero bacio sulla fronte e si alzò in piedi. Senza smettere di guardarmi andò da sua zia che lo agguantò per un braccio con un sorrisetto. Continuammo a guardarci fino alla fine. "Ti amo" mimò con le labbra. "Ti amo" mimai a mia volta. Un secondo dopo Bellatrix si smaterializzò, portando con sé anche Draco. Immediatamente scoppiai a piangere e continuai a urlare con la poca voce che avevo il suo nome. Era troppo doloroso anche solo per essere reale, molto più doloroso di un cruciatus. Poi sentì dei passi, dei passi provenire dalle scale e poi vidi Blaise e Ginny apparire sulla torre e correre verso di me. Non riuscì a sentire quello che si dicevano, sentivo solo che stavano parlando ma non distinsi le parole. Dopo qualche minuto arrivarono anche Silente e la Professoressa McGranitt. Non capivo cosa stava succedendo, se si fossero aggiunte altre persone, se qualcuno mi aveva domandato qualcosa. Continuavo a piangere, lo sguardo rivolto verso il pavimento. 
- Cosa è successo, Hermione? - riuscì finalmente a distinguere la voce di Silente. Alzai lo sguardo e invontrai i suoi occhi azzurri preoccupati. 
- L'ha preso. Bellatrix ha preso Draco. - risposi scoppiando di nuovo a singhiozzare. Per il resto non sentì più nient'altro. Le voci mi arrivavano ovattate come se parlassero da dietro un vetro particolarmente spesso. Mi sentì sollevare da delle braccia forti, ma non erano le stesse braccia che mo avevano tenuta stretta fino a pochi minuti fa, o ore fa. Mi sentì trasportare via da quella torre. Non sapevo dove mi stessero portando ma non mi importava, l'unica cosa che sapevo era che Draco non c'era, che sia zia l'aveva portato via da qualche parte e che lui aveva accettato solo per colpa mia, per salvarmi. Poi il buio. 


Un po' corto, lo ammetto, ma spero solo che vi abbia fatto commuovere, almeno un pochino! Non so, il dialogo tra i nostri due protagonisti non mi convince del tutto, voi cosa ne pensate? 
Lo so, mi odiate per quello che ho fatto ma il perché del mio gesto e in particolare di quello di Bellatrix non ve lo spiegherò adesso ma lo saprete tra poco. Grazie e al prossimo capitolo! In bacio! 😘

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Capitolo 20
*** Tra incubo e realtà ***


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TRA INCUBO E REALTÀ 
Pov Hermione 
Ero distesa su un fianco, su un pavimento molto umido. Ci misi un po' a capire se avevo aperto gli occhi oppure no perché quel posto era buio pesto. Mi sentivo indolenzita, come se avessi dormito per giorni interi su un pavimento e molto probabilmente era così. Appena i miei occhi si furono abituati al buio mi tirai su in piedi ma mi dovetti tenere alla parte lì accanto per correggermi. Non capivo dov'ero. Sentivo solo che il pavimento era bagnato ma era talmente buio che non riuscivo a vedere neanche la mano che avevo appoggiato al muro, a pochi centimetri da me. Appena mi fui stabilita sulle gambe camminai lentamente per la stanza, tenendomi tenuta alla parete finché non arrivai alla porta, o meglio, alle sbarre che costituivano la porta. Cercai a tentoni la serratura ma appena tentai di aprirla la trovai chiusa e una piccola scarica mi fece indietreggiare. A causa del pavimento caddi a terra e prima che potessi rimettermi in piedi una luce bianca mi accecò. Portai una mano verso gli occhi per coprirmi dalla luce. Sentì la porta aprirsi e una mano forte mi prese per il braccio facendomi alzare malamente. Mi trascinò su per le scale che a quanto pare si trovavano davanti alla cella in cui ero rinchiusa e poi per un lungo corridoio poco illuminato. Era un luogo molto buio, e non per la luce assente, ma per i colori che regnavano, nero e grigio scuro. Non riconobbi né il luogo in cui mi trovavo, né l'uomo che mi stava trascinando, dato che era coperto da un cappuccio nero che andava a coprire anche il volto. Mi faceva male la testa e quando portai una mano a tastare il punto della testa che mi faceva particolarmente male quando la ritirai vidi che era insanguinata. 
L'uomo si arrestò solo quando fummo davanti a una porta. La aprì e malamente mi buttò dentro e troppo debole caddi a terra. 
- Bene, bene. Ti sei svegliata finalmente. - sentì dire da una voce. Alzai la testa e incontrai lo sguardo pazzo di Bellatrix. 
- Allora... cosa dovrei farci con te? - chiese guardandomi quasi con pietà. Nemmeno mi immaginavo il volto che dovevo avere in quel momento. Non ci prestai molta attenzione e mi guardai intorno. Come il resto della casa, almeno la parte che ero riuscita a vedere, era tutto molto scuro c'erano pochi uomini e tutti, come quella che mi aveva portato lì, avevano il volto coperto da un cappuccio. Volta lo sguardo e questa volta non incontrai un cappuccio bensì un paio di occhi. Un paio di occhi che mi avevano guardata con amore, con divertimento, con tristezza avvolte, gli occhi che mi avevano fatto perdere il respiro e perdere due o tre battiti insieme, gli occhi che mi avevano fatto innamorare, gli occhi che mi avevano trasmesso di tutto ma che adesso mi sembravano solo freddi e spenti.
- Sì, ho deciso. - disse Bellatrix e riportai lo sguardo su di lei che in quel momento mi guardava con un sorrisetto. - Prima voglio giocare un po' con te e poi... - disse con un altro sorrisetto divertito. Mi puntò la bacchetta addosso. - Crucio! - in un attimo fui devastata dal dolore, un dolore acuto e inarrestabile che sembrava poco propenso a cessare. Poi, all'improvviso cessò tutto e sentì solo delle risatine da parte di tutte le persone presenti, di tutti tranne quella della persona in piedi poco distante da me. 
- Okay, ora basta. Non vali nemmeno un paio di sani cruciatus. - disse Bellatrix con disprezzo. - Vuoi avere l'onore caro? - chiese rivolgendosi a lui. Il ragazzo si avvicino a noi tirando fuori la bacchetta e si posizionò davanti a me. Bellatrix era dietro di lui e continuava a guardarmi sorridendo poi si avvicinò al suo orecchio ma riuscì comunque a sentire quello che gli disse. - Uccidila. - 
Gli occhi mi si riempiono di lacrime quando vidi un piccolo ghigno increspare le sue magnifiche labbra, e mi puntò la bacchetta contro. 
- Draco... ti prego... non farlo. - sussurrai mentre una sola lacrima lasciava i miei occhi e andava a infrangersi sul pavimento lucido sotto di me. Lui ghignò di nuovo, in modo derisorio, e scosse la testa come a dirmi di tacere. 
- Addio Granger. - sussurrò. - Avada Kedavra. - pronunciò e un fascio verde scaturì dalla sua bacchetta andandosi a infrangere contro di me e sentì la vita lasciarmi. L'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi grigi che mi deridevano. 
Mi svegliai tremante con una mano che mi scuoteva. Mi tirai su a sedere di scatta, tanto velocemente che mi girò la testa. Davanti a me un paio di occhi azzurri che mi guardavano preoccupati. 
- Hermione, va tutto bene, era solo un incubo. - sussurrò abbracciandomi. Lo strinsi a mia volta e scoppiai a piangere sulla sua spalla. 
- Non può essere vero... - sussurrai tra un singhiozzo e l'altro. 
- Mi dispiace. - rispose lui cullandomi dolcemente ma non erano le braccia che volevo che mi stringessero, non era il profumo che volevo sentire, non era la dolcezza che volevo. 
- Ho urlato di nuovo, vero? - chiesi appena mi fui calmata. Mi allontanai un po' da Blaise. 
- Sì. - rispose in un sussurro guardando a terra. 
- Vattene. - sussurrai appoggiando la schiena alla ringhiera del letto. 
- Certo. - rispose il ragazzo e con un sospiro si alzò e se ne andò, lasciandomi sola. I primi giorni avevo fatto fatica a mandarlo via, anzi a mandare via chiunque se ne stesse lì a cercare di consolarmi. Non ne avevo bisogno. 
Vedere la pietà rispecchiata negli occhi dei miei amici e dei professori che venivano per vedere come stavo era peggio del resto e non la volevo. Potevo vedere il mio volto stravolto rispecchiato nei loro occhi e non volevo. Me lo potevo già immaginare da sola. 
Mi alzai lentamente dal letto ed andai alla finestra. Era l'alba e il cielo era illuminato da una luce tenue che lo faceva sembrare blu chiaro. Aprì le tende e la camera venne illuminata da quella poca luce. Poi, presi un cardigan nero e me lo infilai, infine presi una sedia e mi sedetti davanti alla finestra. 
Quella oramai era diventata una routine. Blaise che mi svegliava attirato dalle mie grida, io che lo scacciavo e poi che mi sedevo all'alba davanti alla finestra. Non facevo niente, solo guardavo il panorama e pensavo. Era come se mi avessero tolto la mia unica ragione si vita, ogni mia forma di energia di cui potessi disporre se n'era andata nel momento stesso in cui Draco era andato via ossia tre giorni fa. Quella sera ero svenuta tra le braccia di Blaise e mi ero svegliata nel letto dell'infermeria. Madama Chips mi aveva dato da bere diverse pozioni, tutte preparate da Piton, per curare le diverse ferite causate dal cruciatus e per rimettermi un po' in sesto. Quelle pozioni avevano attenuato il dolore fisico ma nulla avevano potuto contro il dolore interiore. Un dolore terribile che premeva all'altezza del cuore. Peggiore anche delle torture inflitte da Bellatrix. Nella mia mente rivivevo quella scena in continuazione e ogni volta sembrava che fossi di nuovo lì, sembrava che mi stessero di nuovo torturando e sembrava sempre che Draco venisse portato via da lei. Poi mi tornavano in mente le immagini dell'incubo. Sempre lo stesso, tutte le notti. Era terribile ma alla fine la realtà non era migliore. Nei miei sogni io morivo e nella realtà... bè quella potevo considerarla vita? Draco aveva detto che andava con lei perché così avrei vissuto ma come potevo vivere senza di lui? Come potevo sopportare di vivere senza di lui? Senza una delle mie ragioni di vita? 
Era come se qualcosa mi avesse scavato una crepa sul petto che pian piano andava ad allargarsi, ogni secondo di ogni minuto. Lui non c'era e andandosene aveva portato via tutto con lui. Mi sentivo svuotata, terribilmente sola, nonostante gli altri cercassero di starmi accanto io volevo una sola compagnia, l'unica che non avevo. 
Non mangiavo né bevevo niente e mi addormentavo solo dopo aver versato un'infinità di lacrime. Durante il giorno non avevo la forza nemmeno per piangere ma di notte era inevitabile. Chiudevo gli occhi e mi tornavano in mente i suoi occhi grigi e potevo quasi sentire il suo tocco sulla mia pelle, mi illudevo che da un momento all'altro avrei sentito di nuovo quella dolce pressione sulle mia labbra poi aprivo gli occhi e capivo che era stato tutto un'illusione. 
La prima notte, dopo che lui se n'era andato, mi ero stretta il suo cuscino al petto per potermi addormentare sentendo il suo profumo e così per trovare un po' di sollievo. Adesso, però, non c'era nemmeno quello. 
Abbassai gli occhi e li puntai sull'anello che avevo al dito e lo sfiorai con le dita. Era abbastanza semplice con un serpente inciso sopra. Tornai a fissare il panorama e vidi che ormai il sole era sorto e con lui iniziava anche un'altra giornata senza Draco. 
Okay è decisamente corto ma volevo scriverlo più che altro per farvi capire cosa provasse Hermione. Che ne dite? L'ho scritto bene? Spero di sì! 
Bene, ora vi lascio ci vediamo al prossimo capitolo! 😘

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TRA INCUBO E REALTÀ 


Pov Hermione 


Ero distesa su un fianco, su un pavimento molto umido. Ci misi un po' a capire se avevo aperto gli occhi oppure no perché quel posto era buio pesto. Mi sentivo indolenzita, come se avessi dormito per giorni interi su un pavimento e molto probabilmente era così. Appena i miei occhi si furono abituati al buio mi tirai su in piedi ma mi dovetti tenere alla parte lì accanto per correggermi. Non capivo dov'ero. Sentivo solo che il pavimento era bagnato ma era talmente buio che non riuscivo a vedere neanche la mano che avevo appoggiato al muro, a pochi centimetri da me. Appena mi fui stabilita sulle gambe camminai lentamente per la stanza, tenendomi tenuta alla parete finché non arrivai alla porta, o meglio, alle sbarre che costituivano la porta. Cercai a tentoni la serratura ma appena tentai di aprirla la trovai chiusa e una piccola scarica mi fece indietreggiare. A causa del pavimento caddi a terra e prima che potessi rimettermi in piedi una luce bianca mi accecò. Portai una mano verso gli occhi per coprirmi dalla luce. Sentì la porta aprirsi e una mano forte mi prese per il braccio facendomi alzare malamente. Mi trascinò su per le scale che a quanto pare si trovavano davanti alla cella in cui ero rinchiusa e poi per un lungo corridoio poco illuminato. Era un luogo molto buio, e non per la luce assente, ma per i colori che regnavano, nero e grigio scuro. Non riconobbi né il luogo in cui mi trovavo, né l'uomo che mi stava trascinando, dato che era coperto da un cappuccio nero che andava a coprire anche il volto. Mi faceva male la testa e quando portai una mano a tastare il punto della testa che mi faceva particolarmente male quando la ritirai vidi che era insanguinata. 
L'uomo si arrestò solo quando fummo davanti a una porta. La aprì e malamente mi buttò dentro e troppo debole caddi a terra. 
- Bene, bene. Ti sei svegliata finalmente. - sentì dire da una voce. Alzai la testa e incontrai lo sguardo pazzo di Bellatrix. 
- Allora... cosa dovrei farci con te? - chiese guardandomi quasi con pietà. Nemmeno mi immaginavo il volto che dovevo avere in quel momento. Non ci prestai molta attenzione e mi guardai intorno. Come il resto della casa, almeno la parte che ero riuscita a vedere, era tutto molto scuro c'erano pochi uomini e tutti, come quella che mi aveva portato lì, avevano il volto coperto da un cappuccio. Volta lo sguardo e questa volta non incontrai un cappuccio bensì un paio di occhi. Un paio di occhi che mi avevano guardata con amore, con divertimento, con tristezza avvolte, gli occhi che mi avevano fatto perdere il respiro e perdere due o tre battiti insieme, gli occhi che mi avevano fatto innamorare, gli occhi che mi avevano trasmesso di tutto ma che adesso mi sembravano solo freddi e spenti.
- Sì, ho deciso. - disse Bellatrix e riportai lo sguardo su di lei che in quel momento mi guardava con un sorrisetto. - Prima voglio giocare un po' con te e poi... - disse con un altro sorrisetto divertito. Mi puntò la bacchetta addosso. - Crucio! - in un attimo fui devastata dal dolore, un dolore acuto e inarrestabile che sembrava poco propenso a cessare. Poi, all'improvviso cessò tutto e sentì solo delle risatine da parte di tutte le persone presenti, di tutti tranne quella della persona in piedi poco distante da me. 
- Okay, ora basta. Non vali nemmeno un paio di sani cruciatus. - disse Bellatrix con disprezzo. - Vuoi avere l'onore caro? - chiese rivolgendosi a lui. Il ragazzo si avvicino a noi tirando fuori la bacchetta e si posizionò davanti a me. Bellatrix era dietro di lui e continuava a guardarmi sorridendo poi si avvicinò al suo orecchio ma riuscì comunque a sentire quello che gli disse. - Uccidila. - 
Gli occhi mi si riempiono di lacrime quando vidi un piccolo ghigno increspare le sue magnifiche labbra, e mi puntò la bacchetta contro. 
- Draco... ti prego... non farlo. - sussurrai mentre una sola lacrima lasciava i miei occhi e andava a infrangersi sul pavimento lucido sotto di me. Lui ghignò di nuovo, in modo derisorio, e scosse la testa come a dirmi di tacere. 
- Addio Granger. - sussurrò. - Avada Kedavra. - pronunciò e un fascio verde scaturì dalla sua bacchetta andandosi a infrangere contro di me e sentì la vita lasciarmi. L'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi grigi che mi deridevano. 


Mi svegliai tremante con una mano che mi scuoteva. Mi tirai su a sedere di scatta, tanto velocemente che mi girò la testa. Davanti a me un paio di occhi azzurri che mi guardavano preoccupati. 
- Hermione, va tutto bene, era solo un incubo. - sussurrò abbracciandomi. Lo strinsi a mia volta e scoppiai a piangere sulla sua spalla. 
- Non può essere vero... - sussurrai tra un singhiozzo e l'altro. 
- Mi dispiace. - rispose lui cullandomi dolcemente ma non erano le braccia che volevo che mi stringessero, non era il profumo che volevo sentire, non era la dolcezza che volevo. 
- Ho urlato di nuovo, vero? - chiesi appena mi fui calmata. Mi allontanai un po' da Blaise. 
- Sì. - rispose in un sussurro guardando a terra. 
- Vattene. - sussurrai appoggiando la schiena alla ringhiera del letto. 
- Certo. - rispose il ragazzo e con un sospiro si alzò e se ne andò, lasciandomi sola. I primi giorni avevo fatto fatica a mandarlo via, anzi a mandare via chiunque se ne stesse lì a cercare di consolarmi. Non ne avevo bisogno. 
Vedere la pietà rispecchiata negli occhi dei miei amici e dei professori che venivano per vedere come stavo era peggio del resto e non la volevo. Potevo vedere il mio volto stravolto rispecchiato nei loro occhi e non volevo. Me lo potevo già immaginare da sola. 
Mi alzai lentamente dal letto ed andai alla finestra. Era l'alba e il cielo era illuminato da una luce tenue che lo faceva sembrare blu chiaro. Aprì le tende e la camera venne illuminata da quella poca luce. Poi, presi un cardigan nero e me lo infilai, infine presi una sedia e mi sedetti davanti alla finestra. 
Quella oramai era diventata una routine. Blaise che mi svegliava attirato dalle mie grida, io che lo scacciavo e poi che mi sedevo all'alba davanti alla finestra. Non facevo niente, solo guardavo il panorama e pensavo. Era come se mi avessero tolto la mia unica ragione si vita, ogni mia forma di energia di cui potessi disporre se n'era andata nel momento stesso in cui Draco era andato via ossia tre giorni fa. Quella sera ero svenuta tra le braccia di Blaise e mi ero svegliata nel letto dell'infermeria. Madama Chips mi aveva dato da bere diverse pozioni, tutte preparate da Piton, per curare le diverse ferite causate dal cruciatus e per rimettermi un po' in sesto. Quelle pozioni avevano attenuato il dolore fisico ma nulla avevano potuto contro il dolore interiore. Un dolore terribile che premeva all'altezza del cuore. Peggiore anche delle torture inflitte da Bellatrix. Nella mia mente rivivevo quella scena in continuazione e ogni volta sembrava che fossi di nuovo lì, sembrava che mi stessero di nuovo torturando e sembrava sempre che Draco venisse portato via da lei. Poi mi tornavano in mente le immagini dell'incubo. Sempre lo stesso, tutte le notti. Era terribile ma alla fine la realtà non era migliore. Nei miei sogni io morivo e nella realtà... bè quella potevo considerarla vita? Draco aveva detto che andava con lei perché così avrei vissuto ma come potevo vivere senza di lui? Come potevo sopportare di vivere senza di lui? Senza una delle mie ragioni di vita? 
Era come se qualcosa mi avesse scavato una crepa sul petto che pian piano andava ad allargarsi, ogni secondo di ogni minuto. Lui non c'era e andandosene aveva portato via tutto con lui. Mi sentivo svuotata, terribilmente sola, nonostante gli altri cercassero di starmi accanto io volevo una sola compagnia, l'unica che non avevo. 
Non mangiavo né bevevo niente e mi addormentavo solo dopo aver versato un'infinità di lacrime. Durante il giorno non avevo la forza nemmeno per piangere ma di notte era inevitabile. Chiudevo gli occhi e mi tornavano in mente i suoi occhi grigi e potevo quasi sentire il suo tocco sulla mia pelle, mi illudevo che da un momento all'altro avrei sentito di nuovo quella dolce pressione sulle mia labbra poi aprivo gli occhi e capivo che era stato tutto un'illusione. 
La prima notte, dopo che lui se n'era andato, mi ero stretta il suo cuscino al petto per potermi addormentare sentendo il suo profumo e così per trovare un po' di sollievo. Adesso, però, non c'era nemmeno quello. 
Abbassai gli occhi e li puntai sull'anello che avevo al dito e lo sfiorai con le dita. Era abbastanza semplice con un serpente inciso sopra. Tornai a fissare il panorama e vidi che ormai il sole era sorto e con lui iniziava anche un'altra giornata senza Draco. 


Okay è decisamente corto ma volevo scriverlo più che altro per farvi capire cosa provasse Hermione. Che ne dite? L'ho scritto bene? Spero di sì! 
Bene, ora vi lascio ci vediamo al prossimo capitolo! 😘

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Capitolo 21
*** Tra incubo e realtà ***


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TRA INCUBO E REALTÀ
Pov Draco
Ero in piedi al centro di una grande stanza buia. Non c'era nessuno con me. La stanza era completamente vuota e spoglia, né una sedia né un tavolo o qualsiasi altro mobile che la potesse riempire un minimo. All'interno di quello spazio c'era un silenzio inquietante, ogni tanto spezzato da una specie di lamento che però durava troppo poco per capire se fosse reale o no. Poi improvvisamente un urlo devastante lacerò l'aria e come per magia apparve una porta davanti a me e le urla sembravano provenire proprio da lì dietro. Corsi verso quella grande porta e la aprì trovandomi davanti, però, una stanza vuota come la precedente. Un secondo dopo un'altra porta di era aperta nella parete davanti a dove stavo mentre le urla non cessavano. Corsi verso la seconda porta e la aprì trovandomene davanti una terza e poi dopo una quarta ed infine una quinta. Dopo quella mi ritrovai finalmente nella stanza giusta. Era molto buia, come le precedenti, ma questa era arredata e c'erano molte persone in piedi che fissavano qualcosa. Non riuscivo a vedere i loro volti perché erano coperti da un cappuccio nero. Nessuno sembrò fare molto caso a me. Passai in rassegna la stanza è riconobbi solo due volti quello di mio zio Rodolphus e quello di mia zia Bellatrix. Entrambi stavano fissando qualcosa a terra. Abbassai anch'io lo sguardo e mi ritrovai a fissare il corpo tremante e dolorante di una ragazza. Anche se non ne vidi il viso, riconobbi immediatamente i suoi capelli e il suo corpo che avevo stretto così tante volta al mio. 
- Hermione! - urlai cercando di lanciarmi su di lei ma immediatamente due mani mi afferrarono per le braccia e mi bloccarono. Cercai di divincolarmi ma ogni tentativo fu inutile. 
- Draco! Finalmente ci hai raggiunto. Ti stavamo aspettando per la parte migliore della serata. - disse Bellatrix guardandomi con un sorrisetto prima di tornare a guardare Hermione. Sguainò la bacchetta e la puntò sulla ragazza. Non feci in tempo neanche a capire cosa stava succedendo che la scena più dolorosa della mia vita si svolse davanti ai miei occhi. Mia zia che sussurrava "Avada Kedavra", un fascio di luce verde sprigionato dalla sua bacchetta che andava poi a colpire il corpo della ragazza che amavo. 
Mi svegliai di botto ansimando. Ormai avevo quell'incubo tutte le notti. Era terribile, nemmo nei miei sogni potevo avere un po' di pace. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi tornava in mente quella scena. Lei che veniva uccisa da mia zia e io che non potevo fare niente perché bloccato da due uomini che nemmeno conoscevo. E poi, mi tornava in mente quella scena, io che me ne andavo e che la lasciavo da sola, in lacrime e ferita. La cosa peggiore? Che quella era la realtà. 
Appena ero arrivato al castello lo avevo riconosciuto subito. Si trattava di un vecchio Manor dei Malfoy in Scozia. Mi avevano spedito immediatamente in camera per riposarmi ma ovviamente non lo feci. Non riuscì a dormire quella notte e tutte le altre erano popolate da incubi. E ovviamente le giornate non erano migliori. Quei due pazzi mi facevano allenare giorno e notte con incantesimi difficilissimi e faticosi, incantesimi oscuri e potenti. Non sapevo perché me lo facevano fare ma se mi rifiutavo o Bellatrix o Rodolphus mi crucciavano. Lo facevano anche quando, dopo aver sbagliato un incantesimo, cadevo a terra e non riuscivo a rialzarsi, troppo esausto per farlo. 
Poi, ogni volta che mi buttavano in camera dopo avermi torturato per bene, il mio unico pensiero era per lei. La volevo lì, la volevo stringere tra le braccia, sentire di nuovo il suo profumo, la volevo sentirmi dire che mi amava, volevo fare l'amore con lei e la volevo semplicemente lì. Era un pensiero egoistivo da parte mia ma infondo io sono sempre stato un grande egoista. Lei era in ogni mio pensiero. Quando ero stanco e volevo mollare tutto e aspettare di morire a causa delle troppe torture, mi tornava in mente la sua risata e l'immagine del suo viso, allora riaprivo gli occhi e mi tiravo su, solo perché volevo rivederla. E lo avrei fatto, a qualunque costo. 
**
Ero sdraiato sul letto, dopo una giornata stancante ma... produttiva? Quando sentì bussare forte alla mia porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti il volto coperto di uno dei servitori-seguaci dei miei zii. 
- I Signori voglio vederti. - disse seccamente prima di incamminarsi aspettandosi probabilmente che lo seguissi. Dopo un sospiro rassegnato lo feci. Mi portò per alcuni corridoio che avevo già visto fino ad arrivare alla porta che conduceva all'ufficio. Bussò un paio di volte e mi fece entrare. Nella stanza, apparte i miei zii, non c'era nessuno. Strano, di solito c'è sempre un loro seguace. L'ufficio, come il resto della casa, era molto oscuro. Una grande scrivania di mogano scuro capeggiava più o meno al centro della stanza, una grossa libreria ai lati e una sedia al centro della scrivania dove c'era sempre seduto Rodolphus e infatti anche adesso lui era lì. 
- Draco! - esclamò Bellatrix, elegantemente in piedi accanto a lui. 
- Mi hanno detto che volevate vedermi. - dissi freddo. 
- Ed è così. - rispose mia zia. - Vedi, in questi periodi stai facendo molti progressi - ci credo sennò mi crucciate. - e ti sei mostrato fedele nei nostri confronti. - come cazzo faccio ad oppormi se non posso nemmemo uscire da qua? - per questo abbiamo pensato sia arrivato il momento. - 
Nonostante morissi dalla voglia di dire qualcosa rimasi zitto ad aspettare che continuassero. - Da quando sei qui - riprese la donna. - non ti abbiamo mai dato alcuna spiegazione ma adesso, dato tutto quello che hai fatto, ne hai tutto il diritto. - si prese una piccola pausa. - Vedi, noi ti abbiamo portato qui e fatto allenare per un motivo preciso. Abbiamo un piano. - 
- Che genere di piano? - chiesi con voce titubante. 
- Un piano per riprenderci ciò che è nostro di diritto. - intervenne l'uomo per la prima volta. - Un piano per prendere il controllo del mondo magico per sempre. - disse poi con un ghigno. A quelle parole mi si gelò il sangue e trattenni il respiro. 
( Eh! Volevi fosse finito! E invece no! ) 
- Come per sempre? - feci appena riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto. 
- Vieni con me. - disse mia zia dirigendosi verso la porta da cui ero entrato. La seguì più curioso e spaventato che mai e uscimmo in corridoio dove mi portò fino alla fine di esso fino a una porta chiusa a chiave. Immediatamente, appena ero arrivato lì, mi avevano detto che non potevo assolutamente entrare, che quella stanza era off limits e io avevo obbedito. Adesso, invece, perché volevamo farmi vedere cosa c'era all'interno? 
Mia zia tirò fuori da una tasca la chiave e la infilò nella serratura che scattò un attimo dopo aprendosi su uno spazio totalmente buio. - Andiamo. - sussurrò lei ed entrò. La seguì ma appena messo un piede lì dentro fui avvolto dal buio. Feci alcuni passi in avanti e non sentendo alcun tipo di ostacolo cominciai a camminare, anche se lentamente. Di sottofondo sentivo il ticchettio dei tacchi di Bellatrix e li seguì finché non sentì mia zia pronunciare qualcosa in una lingua che non conoscevo e una luce divampò. Chiusi gli occhi per un attimo prima di abituarmi alla luce. Al centro vidi un grosso tavolo rotondo con alcune pergamene su di essa. Alcuni scaffali erano posti tutt'intorno. 
- Che posto è questo? - chiesi sgranando gli occhi. 
- Qui è dove ho elaborato il mio piano per anni. - disse Bellatrix avvicinandosi al tavolo. Sfiorò le pergamene sorridendo lievemente. - Ho elaborato ogni minimo dettaglio. Sarà tutto perfetto. - disse lei con un sorrisetto. 
- Zia, cosa avete intenzione di fare? - chiesi e per la prima volta la chiamai così. 
- Io e Rodolphus vogliamo governare sul mondo Draco, per l'eternità. Ma per farlo prima dobbiamo riuscire a raggiungere l'eternità. - rispose con lo sguardo fisso sui fogli. 
- E come? - 
- Questo non ha importanza. - rispose mio zio dietro di me. Non mi ero accorto che ci avesse seguito. - Per ora ti basta sapere questo. - disse con un tono che non ammetteva repliche così rimasi zitto. Mi scortarono di nuovo fuori da quella stanza ma prima che qualcuno potesse fare qualcosa si sentì un grosso botto provenire dall'ingresso. 
Di nuovo corto ed è per questo che ho deciso di pubblicarlo il giorno dopo aver pubblicato l'altro. Cosa sarà successo? Cosa avranno in mente quei due e soprattutto cosa vorranno da Draco? Lo saprete nei prossimi capitoli. Un bacio! 😘

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TRA INCUBO E REALTÀ


Pov Draco


Ero in piedi al centro di una grande stanza bianca. Non c'era nessuno con me. La stanza era completamente vuota e spoglia, né una sedia né un tavolo o qualsiasi altro mobile che la potesse riempire un minimo. All'interno di quello spazio c'era un silenzio inquietante, ogni tanto spezzato da una specie di lamento che però durava troppo poco per capire se fosse reale o no. Poi improvvisamente un urlo devastante lacerò l'aria e come per magia apparve una porta davanti a me e le urla sembravano provenire proprio da lì dietro. Corsi verso quella grande porta e la aprì trovandomi davanti, però, una stanza vuota come la precedente. Un secondo dopo un'altra porta di era aperta nella parete davanti a dove stavo mentre le urla non cessavano. Corsi verso la seconda porta e la aprì trovandomene davanti una terza e poi dopo una quarta ed infine una quinta. Dopo quella mi ritrovai finalmente nella stanza giusta. Era molto buia, come le precedenti, ma questa era arredata e c'erano molte persone in piedi che fissavano qualcosa. Non riuscivo a vedere i loro volti perché erano coperti da un cappuccio nero. Nessuno sembrò fare molto caso a me. Passai in rassegna la stanza è riconobbi solo due volti quello di mio zio Rodolphus e quello di mia zia Bellatrix. Entrambi stavano fissando qualcosa a terra. Abbassai anch'io lo sguardo e mi ritrovai a fissare il corpo tremante e dolorante di una ragazza. Anche se non ne vidi il viso, riconobbi immediatamente i suoi capelli e il suo corpo che avevo stretto così tante volta al mio. 
- Hermione! - urlai cercando di lanciarmi su di lei ma immediatamente due mani mi afferrarono per le braccia e mi bloccarono. Cercai di divincolarmi ma ogni tentativo fu inutile. 
- Draco! Finalmente ci hai raggiunto. Ti stavamo aspettando per la parte migliore della serata. - disse Bellatrix guardandomi con un sorrisetto prima di tornare a guardare Hermione. Sguainò la bacchetta e la puntò sulla ragazza. Non feci in tempo neanche a capire cosa stava succedendo che la scena più dolorosa della mia vita si svolse davanti ai miei occhi. Mia zia che sussurrava "Avada Kedavra", un fascio di luce verde sprigionato dalla sua bacchetta che andava poi a colpire il corpo della ragazza che amavo. 


Mi svegliai di botto ansimando. Ormai avevo quell'incubo tutte le notti. Era terribile, nemmo nei miei sogni potevo avere un po' di pace. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi tornava in mente quella scena. Lei che veniva uccisa da mia zia e io che non potevo fare niente perché bloccato da due uomini che nemmeno conoscevo. E poi, mi tornava in mente quella scena, io che me ne andavo e che la lasciavo da sola, in lacrime e ferita. La cosa peggiore? Che quella era la realtà. 
Appena ero arrivato al castello lo avevo riconosciuto subito. Si trattava di un vecchio Manor dei Malfoy in Scozia. Mi avevano spedito immediatamente in camera per riposarmi ma ovviamente non lo feci. Non riuscì a dormire quella notte e tutte le altre erano popolate da incubi. E ovviamente le giornate non erano migliori. Quei due pazzi mi facevano allenare giorno e notte con incantesimi difficilissimi e faticosi, incantesimi oscuri e potenti. Non sapevo perché me lo facevano fare ma se mi rifiutavo o Bellatrix o Rodolphus mi crucciavano. Lo facevano anche quando, dopo aver sbagliato un incantesimo, cadevo a terra e non riuscivo a rialzarsi, troppo esausto per farlo. 
Poi, ogni volta che mi buttavano in camera dopo avermi torturato per bene, il mio unico pensiero era per lei. La volevo lì, la volevo stringere tra le braccia, sentire di nuovo il suo profumo, la volevo sentirmi dire che mi amava, volevo fare l'amore con lei e la volevo semplicemente lì. Era un pensiero egoistivo da parte mia ma infondo io sono sempre stato un grande egoista. Lei era in ogni mio pensiero. Quando ero stanco e volevo mollare tutto e aspettare di morire a causa delle troppe torture, mi tornava in mente la sua risata e l'immagine del suo viso, allora riaprivo gli occhi e mi tiravo su, solo perché volevo rivederla. E lo avrei fatto, a qualunque costo. 


**


Ero sdraiato sul letto, dopo una giornata stancante ma... produttiva? Quando sentì bussare forte alla mia porta. Andai ad aprire e mi trovai davanti il volto coperto di uno dei servitori-seguaci dei miei zii. 
- I Signori voglio vederti. - disse seccamente prima di incamminarsi aspettandosi probabilmente che lo seguissi. Dopo un sospiro rassegnato lo feci. Mi portò per alcuni corridoio che avevo già visto fino ad arrivare alla porta che conduceva all'ufficio. Bussò un paio di volte e mi fece entrare. Nella stanza, apparte i miei zii, non c'era nessuno. Strano, di solito c'è sempre un loro seguace. L'ufficio, come il resto della casa, era molto oscuro. Una grande scrivania di mogano scuro capeggiava più o meno al centro della stanza, una grossa libreria ai lati e una sedia al centro della scrivania dove c'era sempre seduto Rodolphus e infatti anche adesso lui era lì. 
- Draco! - esclamò Bellatrix, elegantemente in piedi accanto a lui. 
- Mi hanno detto che volevate vedermi. - dissi freddo. 
- Ed è così. - rispose mia zia. - Vedi, in questi periodi stai facendo molti progressi - ci credo sennò mi crucciate. - e ti sei mostrato fedele nei nostri confronti. - come cazzo faccio ad oppormi se non posso nemmemo uscire da qua? - per questo abbiamo pensato sia arrivato il momento. - 
Nonostante morissi dalla voglia di dire qualcosa rimasi zitto ad aspettare che continuassero. - Da quando sei qui - riprese la donna. - non ti abbiamo mai dato alcuna spiegazione ma adesso, dato tutto quello che hai fatto, ne hai tutto il diritto. - si prese una piccola pausa. - Vedi, noi ti abbiamo portato qui e fatto allenare per un motivo preciso. Abbiamo un piano. - 
- Che genere di piano? - chiesi con voce titubante. 
- Un piano per riprenderci ciò che è nostro di diritto. - intervenne l'uomo per la prima volta. - Un piano per prendere il controllo del mondo magico per sempre. - disse poi con un ghigno. A quelle parole mi si gelò il sangue e trattenni il respiro. 










( Eh! Volevi fosse finito! E invece no! ) 


- Come per sempre? - feci appena riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto. 
- Vieni con me. - disse mia zia dirigendosi verso la porta da cui ero entrato. La seguì più curioso e spaventato che mai e uscimmo in corridoio dove mi portò fino alla fine di esso fino a una porta chiusa a chiave. Immediatamente, appena ero arrivato lì, mi avevano detto che non potevo assolutamente entrare, che quella stanza era off limits e io avevo obbedito. Adesso, invece, perché volevamo farmi vedere cosa c'era all'interno? 
Mia zia tirò fuori da una tasca la chiave e la infilò nella serratura che scattò un attimo dopo aprendosi su uno spazio totalmente buio. - Andiamo. - sussurrò lei ed entrò. La seguì ma appena messo un piede lì dentro fui avvolto dal buio. Feci alcuni passi in avanti e non sentendo alcun tipo di ostacolo cominciai a camminare, anche se lentamente. Di sottofondo sentivo il ticchettio dei tacchi di Bellatrix e li seguì finché non sentì mia zia pronunciare qualcosa in una lingua che non conoscevo e una luce divampò. Chiusi gli occhi per un attimo prima di abituarmi alla luce. Al centro vidi un grosso tavolo rotondo con alcune pergamene su di essa. Alcuni scaffali erano posti tutt'intorno. 
- Che posto è questo? - chiesi sgranando gli occhi. 
- Qui è dove ho elaborato il mio piano per anni. - disse Bellatrix avvicinandosi al tavolo. Sfiorò le pergamene sorridendo lievemente. - Ho elaborato ogni minimo dettaglio. Sarà tutto perfetto. - disse lei con un sorrisetto. 
- Zia, cosa avete intenzione di fare? - chiesi e per la prima volta la chiamai così. 
- Io e Rodolphus vogliamo governare sul mondo Draco, per l'eternità. Ma per farlo prima dobbiamo riuscire a raggiungere l'eternità. - rispose con lo sguardo fisso sui fogli. 
- E come? - 
- Questo non ha importanza. - rispose mio zio dietro di me. Non mi ero accorto che ci avesse seguito. - Per ora ti basta sapere questo. - disse con un tono che non ammetteva repliche così rimasi zitto. Mi scortarono di nuovo fuori da quella stanza ma prima che qualcuno potesse fare qualcosa si sentì un grosso botto provenire dall'ingresso. 


Di nuovo corto ed è per questo che ho deciso di pubblicarlo il giorno dopo aver pubblicato l'altro. Cosa sarà successo? Cosa avranno in mente quei due e soprattutto cosa vorranno da Draco? Lo saprete nei prossimi capitoli. Un bacio! 😘

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Capitolo 22
*** Lieve speranza ***


LIEVE SPERANZA
Pov Hermione 
Ero seduta come sempre davanti alla finestra quando sentì qualcuno bussare forte alla porta. Non risposi. Un attimo dopo sentì la porta aprirsi e dei passi venire verso di me. Sentì quella persona inginocchiarsi accanto a me e poi sentì la sua voce. 
- Hermione... Silente vuole vederci. - sussurrò Blaise con voce dolce. Come era cambiato Draco, anche lui era cambiato un po' da quando stava con Ginny. Era sempre stato molto dolce ma adesso lo era anche di più. 
- Herm... ti prego. - disse e abbassai lievemente lo sguardo puntandolo sul pavimento. 
- Herm... potremmo averlo trovato. - continuò e a quelle parole alzai immediatamente lo sguardo verso il ragazzo e lo guardai incredula. 
- Come? - chiesi sperando che la testa non mi stesse facendo dei brutti scherzi. 
- Potremmo averlo trovato. - ripeté mentre un sorriso si apriva sulle sue labbra. Sorrisi anch'io mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime, per la prima volta da giorni, di gioia. In uno slancio lo abbracciai e lo strinsi forte, lui mi strinse a sua volta e appena staccati mi aiutò a rimettermi in piedi. 
- Ehm... Mi devo cambiare un attimo. - dissi alludendo al pigiama che ancora indossavo. Blaise annuì lievemente. 
- Ti aspetto fuori. - disse e uscì dalla camera. Energica come non mai andai all'armadio e tirai fuori un paio di jeans ed una maglietta a maniche lunghe, li infilai in un attimo. Mi diedi una pettinata veloce ai capelli troppo scomposti e mi infilai un paio di scarpe. Appena finito uscì e trovai Blaise appoggiato al muro che mi aspettava come aveva detto. Mi sorrise e ci avviammo verso l'ufficio. Non uscivo dalla mia camera da giorni ed era strano ritrovarsi lì di nuovo dopo tutto quel tempo trascorso solo in quella stanza. Mi sentivo debole ma non ci pensai e continuai a camminare spedita al fianco di Blaise. 
- Sorbetto al limone. - pronunciò lui una volta arrivati davanti ai due gargoil che arrivano e chiudevano in passaggio per andare nell'ufficio del preside. Essi si spostarono subito rivelando un piccolo corridoio che portava poi alla porta vera e propria. 
- Sei stato qui tante volte da quando... - feci per dire ma mi bloccai. Era ancora troppo doloroso anche solo da dire. 
- Sì. - rispose capendo benissimo a cosa mi stavo riferendo. - Ho voluto dare una mano nelle ricerche, anche se ho potuto fare ben poco. - 
- Scusa... - sussurrai abbassando lo sguardo. 
- Hermione, eri sconvolta è normale che... - 
- No! Avrei dovuto reagire e non l'ho fatto. Avrei potuto fare qualcosa per aiutarvi ma non... - dissi velocemente ma Blaise mi interruppe. 
- Non dirlo nemmeno per scherzo. Non è colpa tua. Se Draco fosse qui... - 
- Ma lui non c'è. - 
- Vero, ma se ci fosse non ti permetterebbe neanche lontanamente di fare discorsi del genere. - disse sicuro. 
- Va bene, ma... - 
- Niente ma. - mi interruppe nuovamente fermandosi a fermando così anche me. - Non. È. Colpa. Tua. - 
- Va bene. - risposi in un sussurro abbassando lo sguardo. Sentì le sue dita andare sotto il mento ed rialzarmelo per guardarmi negli occhi. 
- Lo ritroveremo. - 
- Lo so. - risposi con un mezzo sorriso. Mi abbracciò un ultima volta prima di entrare nella grande stanza. Ci ero stata pochissime volte lì dentro e l'ultima è stata in compagnia di Draco, prima di... scacciai quel pensiero. Non era cambiato nulla. 
Nella stanza c'erano diverse persone e la maggior parte le conoscevo ma solo di vista. 
- Ragazzi! - esclamò Silente sorridendo lievemente. Erano tutti riuniti alla sua scrivania e sembrava stessero studiando delle pergamene. 
- Professor Silente. - rispose Blaise con un cenno. Mi accompagnò verso di loro e riuscì finalmente a vedere cosa stessero studiando di così importante. Erano effettivamente delle pergamene piuttosto fitte con alcuni dati e schemi riportati sopra. 
- Signorina Granger sarà felice nel sapere che forse possiamo aver trovato il Signor Malfoy. - disse una voce dietro di me. Mi voltai e incontrai lo sguardo di un uomo che avevo visto circa un anno fa ad un ricevimento organizzato dai miei genitori. 
- Me lo hanno detto. - risposi riportando lo sguardo sugli scritti. - Cosa sono? - 
- A lei cosa sembrano? - fece un'altro uomo ed a giudicare dalla divisi doveva essere un auror. 
- Non ho né tempo né voglia di fare questi giochetti. - dissi secca guardandolo. Al diavolo la buona educazione. - Cosa sono? - 
- In questi fogli c'è scritto tutto quello che dobbiamo sapere per ritrovare Draco. - disse un'altro uomo ancora. Questo sembrava più anziano degli altri, sulla cinquantina probabilmente. 
- Del tipo? - feci fredda. 
- Informazioni trovate in libri antichi della famiglia Malfoy e Black, una sintesi ben dettagliata di tutto quello che sta succedendo, la descrizione della storia sia di Bellatrix che di Rodolphus... - 
- E queste informazioni a cosa vi sono servite? - chiesi scettica. 
- Abbassi il tono Signorina. - intervenne l'auror. 
- No, è del tutto naturale il suo atteggiamento. - rispose al posto mio l'uomo più anziano. Anche lui era un auror, ma, a giudicare dall'età, deveva essere un auror in pensione e doveva essere stato, ai suoi tempi, anche un ufficiale dato la spilla che portava ancora al petto che lo dimostrava. - Quelle informazioni, signorina, ci sono servite per, almeno provare, a scoprire il loro piano, a scoprire dove potrebbero nascondersi in questo momento. - 
- E avete trovato qualcosa. - dissi retorica sapendo la risposta. 
- E abbiamo trovato qualcosa. - confermò l'uomo annuendo. - Abbiamo ipotizzato che possano nascondersi qui. - disse avvicinandosi al tavolo e indicando un punto su una mappa che non avevo notato. 
- Come avete fatto a ipotizzarlo? - chiesi guardando quel punto e tutto quello che c'era in mezzo. Conoscevo quel luogo, ne ero sicura. 
- In quella zona è stata rilevata una forte frequenza di magia oscura, come se venisse esercitata molto. Sa cosa potrebbe esserci? - chiese poi vedendo la mia espressione corrucciata. 
- Io... non mi... - dissi sforzandomi di ricordare. Diedi un'altra occhiata alla zona intorno a quel punto e i miei occhi andarono a fermarsi su un laghetto lì vicino. - Ma sì! Lì c'è uno dei Manor dei Malfoy. - esclamai alla fine. 
- Come pensavo. - sussurrò l'uomo. Alzai lo sguardo e lo vidi sussurrare qualcosa all'auror. Poi, quest'ultimo, se ne andò dalla stanza. 
- Dove l'ha mandato? - chiesi confusa. 
- A chiamare altri auror per andare a controllare quella zona. - rispose il capitano. 
- E se dovessero scoprire che sono lì? - chiesi di nuovo. 
- Se i nostri sospetti venissero confermati tornerebbero qui e ci organizzeremo per un missione di salvataggio. - disse l'uomo ed io, un po' sconsolata, annuì. Lo capivo, dovevano stare attenti e dovevano prepararsi, ma infondo avrei preferito se avessero subito provato a salvare Draco. Era anche vero, però, che se ci avessero provato e non ci fossero riusciti Bellatrix e Rodolphus probabilmente avrebbero cambiato nascondiglio ed addio al lavoro fatto. 
- Va bene... - sussurrai tornando a guardare l'uomo. 
- Va bene, ora potete andare. Se scopriremmo qualcosa, qualsiasi cosa lo saprete. - disse Silente dietro all'uomo. Annuì lievemente e mi diressi verso la porta insieme a Blaise. Uscimmo da essa e ci incamminammo di nuovo verso i dormitori Serpeverde. 
- Aspetta! - dissi fermando Blaise per un braccio. Lui mi guardò stupito e con una muta domanda negli occhi. - Possiamo... non so andare a fare una passeggiata? Non mi va di tornare lì dentro. - dissi alludendo alla mia camera. 
- Certo. - disse con un sorriso e così uscimmo dal castello e camminammo un po' per il giardino. 
- Allora... come ti senti? - mi chiese dopo un po' di silenzio. 
- Bene. - risposi con un sospiro. - Sono felice di sapere che hanno qualcosa su cui lavorare, ma aspettare è terribile. - 
- Ti capisco. Draco è il mio migliore amico da sempre e capisco, più o meno, come ti senti. - disse lui con un sospiro e piombò di nuovo il silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Ci fermammo su una sponda e ci sedemmo lì. 
- E... come va tra te e Ginny? - chiesi cambiando argomento. 
- Bene. Insomma con tutto quello che sta succedendo non c'è molto tempo per stare insieme come vorremmo ma, per quel poco, stiamo bene. - rispose lui con un sorriso. 
- Mi dispiace. - sussurrai.
- Non è colpa tua. - disse lui. 
- L'hai detto ai tuoi genitori? - chiesi mentre mi tornavano in mente loro. 
- In realtà... no. - fece con tono esitante. Mi voltai di scatto verso di lui con gli occhi sgranati. 
- Cosa?! Come puoi non averglielo detto?! - 
- Non c'è stato il tempo. - provò a giustificarsi lui. 
- Non potevi mandargli una lettera? - 
- Certo - fece sarcastico. - te la immagini? Mamma, papà, sono felice di comunicarvi che mi sono innamorato di una meravigliosa ragazza della mia scuola. Ah! Non è una nobile e no, non è una Serpeverde. Anzi, sinceramente, è una Grifondoro e se ve lo state chiedendo si chiama Ginevra Weasley. Ci date la vostra benedizione? - 
- Ineffetti... - dissi sentendo quanto suonava male. Conoscevo i genitori di Blaise, li avevo conosciuti a un ricevimento dei Malfoy, e mi ero sembrati veramente freddi e severi. - Ma comunque, prima o poi, dovrai dirglielo. - dissi riscuotendomi dai miei pensieri. 
- Perché? Anche tu, quando stavi con Weasley non hai detto niente ai tuoi genitori. - disse lui tirandosi su a sedere, dato che durante il discorso si era steso sull'erba. 
- Ma perché vi paragonate sempre a me e a Draco? - chiesi esasperata. 
- Perché sempre? - chiese confuso. 
- Anche Ginny qualche tempo fa lo ha fatto. - dissi scuotendo la testa. 
- Ah... comunque l'ho fatto perché ci stava bene come esempio. - disse Blaise prima di rimettersi sdraiato. 
- È vero, non gliel'ho detto ma c'è un motivo. - dissi in un sussurro mentre un soffio di vento gelido mi scompigliava i capelli. 
- Qual'è? - chiese lui curioso. 
- Io... dentro di me ho sempre saputo che tra me e Ron sarebbe finita. Non sapevo né quando, né come, né chi dei due avrebbe lasciato l'altro, ma lo sapevo. Quando ci siamo lasciati, o meglio lui ha lasciato me, io già non lo amavo più da tempo, probabilmente non l'avevo mai amato. Per questo non ne ho mai parlato ai miei genitori. - raccontai guardando costantemente il Lago. 
- Quando l'hai capito? - 
- Non so, l'ho capito piano piano. - dissi scuotendo lievemente la testa. - Comunque prima o poi dovrai dirglielo. - 
- Lo so. - fece con un sospiro lui. - Per te è stato facile. - 
- Come?! - feci sconcertata voltandomi verso di lui. 
- Bè sì. All'inizio stavi con Weasley è vero, ma poi ti sei innamorata del ragazzo che i tuoi genitori avevano già scelto per te. Io, al contrario, ho scelto la ragazza che i miei genitori non avrebbero mai scelto per me. - 
- E dai! Sii ottimista. - dissi con un sorrisetto divertito e dandogli una spinta amichevole sul petto. 
- Certo, semplice esserlo con i miei genitori. - disse sarcastico. - Te la immagini mia madre che è tutta contenta per la mia unione con Ginny? - chiese e tentai di focalizzare l'immagine. Scoppiai a ridere un attimo dopo, seguita da lui. 
- Sono felice di vedere che ti sei ripresa. - disse Blaise appena le risate furono terminate. 
- Sì... non del tutto però... - dissi abbassando lo sguardo. 
- Lo farai. - disse lui posandomi una mano sulla spalla. 
- Quando lo rivedrò, ci riuscirò. - sussurrai con un mezzo sorriso amaro. 
- Già. - fece togliendo la mano e distendendosi di nuovo sull'erba. 
Un po' corto ( ormai mi conoscete lo sapete che lo dico sempre ) ma non è male. Che ne dite del momento di amicizia tra Blaise ed Hermione? E del tutto in generale? 
Non vedo l'ora di scrivere il prossimo che, spero, verrà molto lungo. Detto questo ci vediamo sabato prossimo! Ciao! 😘 
PS Ragazzi vi rendete conto che il prossimo capitolo lo pubblico nei giorni in cui ho l'esame?! Va bè, auguratemi buona fortuna! 

LIEVE SPERANZA


Pov Hermione 


Ero seduta come sempre davanti alla finestra quando sentì qualcuno bussare forte alla porta. Non risposi. Un attimo dopo sentì la porta aprirsi e dei passi venire verso di me. Sentì quella persona inginocchiarsi accanto a me e poi sentì la sua voce. 
- Hermione... Silente vuole vederci. - sussurrò Blaise con voce dolce. Come era cambiato Draco, anche lui era cambiato un po' da quando stava con Ginny. Era sempre stato molto dolce ma adesso lo era anche di più. 
- Herm... ti prego. - disse e abbassai lievemente lo sguardo puntandolo sul pavimento. 
- Herm... potremmo averlo trovato. - continuò e a quelle parole alzai immediatamente lo sguardo verso il ragazzo e lo guardai incredula. 
- Come? - chiesi sperando che la testa non mi stesse facendo dei brutti scherzi. 
- Potremmo averlo trovato. - ripeté mentre un sorriso si apriva sulle sue labbra. Sorrisi anch'io mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime, per la prima volta da giorni, di gioia. In uno slancio lo abbracciai e lo strinsi forte, lui mi strinse a sua volta e appena staccati mi aiutò a rimettermi in piedi. 
- Ehm... Mi devo cambiare un attimo. - dissi alludendo al pigiama che ancora indossavo. Blaise annuì lievemente. 
- Ti aspetto fuori. - disse e uscì dalla camera. Energica come non mai andai all'armadio e tirai fuori un paio di jeans ed una maglietta a maniche lunghe, li infilai in un attimo. Mi diedi una pettinata veloce ai capelli troppo scomposti e mi infilai un paio di scarpe. Appena finito uscì e trovai Blaise appoggiato al muro che mi aspettava come aveva detto. Mi sorrise e ci avviammo verso l'ufficio. Non uscivo dalla mia camera da giorni ed era strano ritrovarsi lì di nuovo dopo tutto quel tempo trascorso solo in quella stanza. Mi sentivo debole ma non ci pensai e continuai a camminare spedita al fianco di Blaise. 
- Sorbetto al limone. - pronunciò lui una volta arrivati davanti ai due gargoil che arrivano e chiudevano in passaggio per andare nell'ufficio del preside. Essi si spostarono subito rivelando un piccolo corridoio che portava poi alla porta vera e propria. 
- Sei stato qui tante volte da quando... - feci per dire ma mi bloccai. Era ancora troppo doloroso anche solo da dire. 
- Sì. - rispose capendo benissimo a cosa mi stavo riferendo. - Ho voluto dare una mano nelle ricerche, anche se ho potuto fare ben poco. - 
- Scusa... - sussurrai abbassando lo sguardo. 
- Hermione, eri sconvolta è normale che... - 
- No! Avrei dovuto reagire e non l'ho fatto. Avrei potuto fare qualcosa per aiutarvi ma non... - dissi velocemente ma Blaise mi interruppe. 
- Non dirlo nemmeno per scherzo. Non è colpa tua. Se Draco fosse qui... - 
- Ma lui non c'è. - 
- Vero, ma se ci fosse non ti permetterebbe neanche lontanamente di fare discorsi del genere. - disse sicuro. 
- Va bene, ma... - 
- Niente ma. - mi interruppe nuovamente fermandosi a fermando così anche me. - Non. È. Colpa. Tua. - 
- Va bene. - risposi in un sussurro abbassando lo sguardo. Sentì le sue dita andare sotto il mento ed rialzarmelo per guardarmi negli occhi. 
- Lo ritroveremo. - 
- Lo so. - risposi con un mezzo sorriso. Mi abbracciò un ultima volta prima di entrare nella grande stanza. Ci ero stata pochissime volte lì dentro e l'ultima è stata in compagnia di Draco, prima di... scacciai quel pensiero. Non era cambiato nulla. 
Nella stanza c'erano diverse persone e la maggior parte le conoscevo ma solo di vista. 
- Ragazzi! - esclamò Silente sorridendo lievemente. Erano tutti riuniti alla sua scrivania e sembrava stessero studiando delle pergamene. 
- Professor Silente. - rispose Blaise con un cenno. Mi accompagnò verso di loro e riuscì finalmente a vedere cosa stessero studiando di così importante. Erano effettivamente delle pergamene piuttosto fitte con alcuni dati e schemi riportati sopra. 
- Signorina Granger sarà felice nel sapere che forse possiamo aver trovato il Signor Malfoy. - disse una voce dietro di me. Mi voltai e incontrai lo sguardo di un uomo che avevo visto circa un anno fa ad un ricevimento organizzato dai miei genitori. 
- Me lo hanno detto. - risposi riportando lo sguardo sugli scritti. - Cosa sono? - 
- A lei cosa sembrano? - fece un'altro uomo ed a giudicare dalla divisi doveva essere un auror. 
- Non ho né tempo né voglia di fare questi giochetti. - dissi secca guardandolo. Al diavolo la buona educazione. - Cosa sono? - 
- In questi fogli c'è scritto tutto quello che dobbiamo sapere per ritrovare Draco. - disse un'altro uomo ancora. Questo sembrava più anziano degli altri, sulla cinquantina probabilmente. 
- Del tipo? - feci fredda. 
- Informazioni trovate in libri antichi della famiglia Malfoy e Black, una sintesi ben dettagliata di tutto quello che sta succedendo, la descrizione della storia sia di Bellatrix che di Rodolphus... - 
- E queste informazioni a cosa vi sono servite? - chiesi scettica. 
- Abbassi il tono Signorina. - intervenne l'auror. 
- No, è del tutto naturale il suo atteggiamento. - rispose al posto mio l'uomo più anziano. Anche lui era un auror, ma, a giudicare dall'età, deveva essere un auror in pensione e doveva essere stato, ai suoi tempi, anche un ufficiale dato la spilla che portava ancora al petto che lo dimostrava. - Quelle informazioni, signorina, ci sono servite per, almeno provare, a scoprire il loro piano, a scoprire dove potrebbero nascondersi in questo momento. - 
- E avete trovato qualcosa. - dissi retorica sapendo la risposta. 
- E abbiamo trovato qualcosa. - confermò l'uomo annuendo. - Abbiamo ipotizzato che possano nascondersi qui. - disse avvicinandosi al tavolo e indicando un punto su una mappa che non avevo notato. 
- Come avete fatto a ipotizzarlo? - chiesi guardando quel punto e tutto quello che c'era in mezzo. Conoscevo quel luogo, ne ero sicura. 
- In quella zona è stata rilevata una forte frequenza di magia oscura, come se venisse esercitata molto. Sa cosa potrebbe esserci? - chiese poi vedendo la mia espressione corrucciata. 
- Io... non mi... - dissi sforzandomi di ricordare. Diedi un'altra occhiata alla zona intorno a quel punto e i miei occhi andarono a fermarsi su un laghetto lì vicino. - Ma sì! Lì c'è uno dei Manor dei Malfoy. - esclamai alla fine. 
- Come pensavo. - sussurrò l'uomo. Alzai lo sguardo e lo vidi sussurrare qualcosa all'auror. Poi, quest'ultimo, se ne andò dalla stanza. 
- Dove l'ha mandato? - chiesi confusa. 
- A chiamare altri auror per andare a controllare quella zona. - rispose il capitano. 
- E se dovessero scoprire che sono lì? - chiesi di nuovo. 
- Se i nostri sospetti venissero confermati tornerebbero qui e ci organizzeremo per un missione di salvataggio. - disse l'uomo ed io, un po' sconsolata, annuì. Lo capivo, dovevano stare attenti e dovevano prepararsi, ma infondo avrei preferito se avessero subito provato a salvare Draco. Era anche vero, però, che se ci avessero provato e non ci fossero riusciti Bellatrix e Rodolphus probabilmente avrebbero cambiato nascondiglio ed addio al lavoro fatto. 
- Va bene... - sussurrai tornando a guardare l'uomo. 
- Va bene, ora potete andare. Se scopriremmo qualcosa, qualsiasi cosa lo saprete. - disse Silente dietro all'uomo. Annuì lievemente e mi diressi verso la porta insieme a Blaise. Uscimmo da essa e ci incamminammo di nuovo verso i dormitori Serpeverde. 
- Aspetta! - dissi fermando Blaise per un braccio. Lui mi guardò stupito e con una muta domanda negli occhi. - Possiamo... non so andare a fare una passeggiata? Non mi va di tornare lì dentro. - dissi alludendo alla mia camera. 
- Certo. - disse con un sorriso e così uscimmo dal castello e camminammo un po' per il giardino. 
- Allora... come ti senti? - mi chiese dopo un po' di silenzio. 
- Bene. - risposi con un sospiro. - Sono felice di sapere che hanno qualcosa su cui lavorare, ma aspettare è terribile. - 
- Ti capisco. Draco è il mio migliore amico da sempre e capisco, più o meno, come ti senti. - disse lui con un sospiro e piombò di nuovo il silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Ci fermammo su una sponda e ci sedemmo lì. 
- E... come va tra te e Ginny? - chiesi cambiando argomento. 
- Bene. Insomma con tutto quello che sta succedendo non c'è molto tempo per stare insieme come vorremmo ma, per quel poco, stiamo bene. - rispose lui con un sorriso. 
- Mi dispiace. - sussurrai.
- Non è colpa tua. - disse lui. 
- L'hai detto ai tuoi genitori? - chiesi mentre mi tornavano in mente loro. 
- In realtà... no. - fece con tono esitante. Mi voltai di scatto verso di lui con gli occhi sgranati. 
- Cosa?! Come puoi non averglielo detto?! - 
- Non c'è stato il tempo. - provò a giustificarsi lui. 
- Non potevi mandargli una lettera? - 
- Certo - fece sarcastico. - te la immagini? Mamma, papà, sono felice di comunicarvi che mi sono innamorato di una meravigliosa ragazza della mia scuola. Ah! Non è una nobile e no, non è una Serpeverde. Anzi, sinceramente, è una Grifondoro e se ve lo state chiedendo si chiama Ginevra Weasley. Ci date la vostra benedizione? - 
- Ineffetti... - dissi sentendo quanto suonava male. Conoscevo i genitori di Blaise, li avevo conosciuti a un ricevimento dei Malfoy, e mi ero sembrati veramente freddi e severi. - Ma comunque, prima o poi, dovrai dirglielo. - dissi riscuotendomi dai miei pensieri. 
- Perché? Anche tu, quando stavi con Weasley non hai detto niente ai tuoi genitori. - disse lui tirandosi su a sedere, dato che durante il discorso si era steso sull'erba. 
- Ma perché vi paragonate sempre a me e a Draco? - chiesi esasperata. 
- Perché sempre? - chiese confuso. 
- Anche Ginny qualche tempo fa lo ha fatto. - dissi scuotendo la testa. 
- Ah... comunque l'ho fatto perché ci stava bene come esempio. - disse Blaise prima di rimettersi sdraiato. 
- È vero, non gliel'ho detto ma c'è un motivo. - dissi in un sussurro mentre un soffio di vento gelido mi scompigliava i capelli. 
- Qual'è? - chiese lui curioso. 
- Io... dentro di me ho sempre saputo che tra me e Ron sarebbe finita. Non sapevo né quando, né come, né chi dei due avrebbe lasciato l'altro, ma lo sapevo. Quando ci siamo lasciati, o meglio lui ha lasciato me, io già non lo amavo più da tempo, probabilmente non l'avevo mai amato. Per questo non ne ho mai parlato ai miei genitori. - raccontai guardando costantemente il Lago. 
- Quando l'hai capito? - 
- Non so, l'ho capito piano piano. - dissi scuotendo lievemente la testa. - Comunque prima o poi dovrai dirglielo. - 
- Lo so. - fece con un sospiro lui. - Per te è stato facile. - 
- Come?! - feci sconcertata voltandomi verso di lui. 
- Bè sì. All'inizio stavi con Weasley è vero, ma poi ti sei innamorata del ragazzo che i tuoi genitori avevano già scelto per te. Io, al contrario, ho scelto la ragazza che i miei genitori non avrebbero mai scelto per me. - 
- E dai! Sii ottimista. - dissi con un sorrisetto divertito e dandogli una spinta amichevole sul petto. 
- Certo, semplice esserlo con i miei genitori. - disse sarcastico. - Te la immagini mia madre che è tutta contenta per la mia unione con Ginny? - chiese e tentai di focalizzare l'immagine. Scoppiai a ridere un attimo dopo, seguita da lui. 
- Sono felice di vedere che ti sei ripresa. - disse Blaise appena le risate furono terminate. 
- Sì... non del tutto però... - dissi abbassando lo sguardo. 
- Lo farai. - disse lui posandomi una mano sulla spalla. 
- Quando lo rivedrò, ci riuscirò. - sussurrai con un mezzo sorriso amaro. 
- Già. - fece togliendo la mano e distendendosi di nuovo sull'erba. 


Un po' corto ( ormai mi conoscete lo sapete che lo dico sempre ) ma non è male. Che ne dite del momento di amicizia tra Blaise ed Hermione? E del tutto in generale? 
Non vedo l'ora di scrivere il prossimo che, spero, verrà molto lungo. Detto questo ci vediamo sabato prossimo! Ciao! 😘 
PS Ragazzi vi rendete conto che il prossimo capitolo lo pubblico nei giorni in cui ho l'esame?! Va bè, auguratemi buona fortuna! 

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Capitolo 23
*** Viva ***


 

VIVA
Pov Hermione
Caos. Caos era l'unica parola che avrei usato per descrivere quella stanza, quell'ambiente. Non mi ero mai ritrovata in una guerra ed anche se quella non si poteva definire proprio una guerra era comunque spaventosa. Nessuno aveva ancora provato ad attaccarmi e questo, nonostante possa sembrare un controsenso, mi spaventava un po'. Perché non mi attaccavano? Insomma non voglio morire ma qualcosa mi diceva che qui c'era lo zampino di Bellatrix. Continuavo a guardarmi intorno, gli occhi che saettavano da una parte all'altra dell'ambiente. La battaglia, questo temine si addiceva di più, era concentrata solo nell'ingresso e nel soggiorno ed io continuavo a cercare Draco con lo sguardo. Inoltre nessun Auror sembrava stesse cercando il mio ragazzo, dato che tutti erano concentrati a combattere. Dovevo fare qualcosa. 
Senza pensarci due volte individuai una scala dall'altra parte del corridoio e mi ci tuffai. 
- Hermione! - sentì urlare dietro di me dalla voce di Blaise. Non ci feci caso e continuai a camminare. Non dovevo farlo ma... dovevo! Salì velocemente la scala e mi ritrovai di fronte ad un largo e lungo corridoio completamente in ombra. Il pavimento era ricoperto di mochette rossa sangue mentre le pareti erano completamente nere e spoglie, elementi che davano alla casa un aspetto ancora più spaventoso. Camminavo lentamente, la bacchetta impugnata forte. 
Non era stato facile convincere il Capitano a mandarmi con loro ma, grazie anche all'aiuto di Silente, ci ero riuscita. Erano stati dei giorni duri dato che ero stata sottoposta ad una serie di allenamenti per riuscire a combattere meglio. 
Arrivata alla fine del corridoio mi trovai davanti ad un'altra rampa di scale ed appena salita davanti  a un corridoio uguale al precedente. C'era solo una piccola differenza, c'erano tantissime porte. Camminai an ora più lentamente cercando di captare ogni più piccolo rumore. 
Dopo qualche secondo mi fermai guardando insistentemente una porta. Mi sentivo strana, come se essa mi stesse chiamando. 
Sapevo che dovevo stare attenta e probabilmente se ci avessi pensato un secondo di più sarei stata più attenta ma in quel momento non lo feci e mi buttai a capofitto su di essa. La aprì e mi trovai di fronte ad una stanza completamente vuota. Mi chiusi la porta alle spalle e, lentamente, cominciai a camminare ma arrivata al centro mi fermai. Sentivo una strana sensazione, come se fossi osservata da qualcuno. 
- Granger?! - mi sentì chiamare da una voce alle mie spalle. Mi voltai di scatto ed incontrai gli occhi della persona che avevo pregato di incontrare il prima possibile. Senza pensarci gli corsi incontro ma prima di poterlo toccare lui si allontanò di un passo. Mi bloccai e lo fissai sgomenta. - Che ci fai qui? - 
- Come cosa faccio qui? Sono... siamo qui per riportarti a casa. - 
- Ma io sono già a casa. - rispose lui. 
- Cosa... - 
- Questa è la mia casa. - mi interruppe allargando le braccia per indicare tutto quello che lo circondava. 
- Tu non vuoi tornare ad Hogwarts con me? - 
- Perché dovrei volerlo? - 
- Perché tu mi ami, noi ci amiamo. Cosa... ti succede, Draco? - 
- Oh! Cazzo ti credevo più intelligente, Granger. - disse e vedendo la mia espressione confusa parló di nuovo. - Era una finta! Una recita! La usavo per scoparti ed ovviamente tu hai abboccato ad ogni parola che usciva dalla mia bocca, facendomi entrare nel tuo letto in un nanosecondo. Poi tu, più continuavo, più diventavi assillante con le tue smanci da ragazza innamorata ma non volevo chiudere con te anche perché significava rinunciare al tuo corpo. L'azione di Bellatrix è stata una benedizione, davvero. Speravo di non doverti mai più rivedere prima della guerra ma quando mai i sogni si avverano. - 
Pov Draco
Quando mi avevano chiuso in quella stanza avevo subito provato ad uscire ma ovviamente quei due avevano pensato bene di sigillare l'unica entrata ed anche l'unica uscita. 
Poi mia zia era entrata e mi aveva guardato divertita mentre cercavo di aprire di nuovo la porta. 
- Scudus Incorpulus*. - la sentì sussurrare dietro di me. Mi voltai immediatamente e la vidi puntare la bacchetta alla stanza. 
- Che cosa hai fatto? - chiesi camminando allarmato per lo spazio. Non vedevo niente di insolito o diverso, anche perché era completamente vuoto. 
- Io non lo farei. - disse quando cercai di avanzare ancora di un passo dopo la metà della stanza. Ma non ci riuscì dato che andai a sbattere contro qualcosa di molto duro. Alzai lo sguardo confuso ma non c'era assolutamente niente! 
- Che cos'è? - chiesi senza voltarmi e mettendo le mani avanti, toccando una superficie che, da come si era mossa al mio tocco, sembrava fatta di acqua. 
- È uno scudo naturalmente. - rispose lei ed io mi voltai ma Bellatrix non stava guardando me, bensì qualcosa alle mie spalle. Mi voltai anch'io e sentì il mio cuore perdere come minimo tre battiti. 
- Hermione... - sussurrai mentre la vedevo avanzare a piccoli passi. Si stava avvicinando ma era ovvio che non mi vedesse. Arrivò a praticamente a un centimetro da me, ed anche se non mi vedeva, ci stavamo guardando negli occhi. Non avevamo idea di quanto avevo pregato perché non le fosse successo niente e quanto avevo sperato di rivederla. 
- Granger?! - sentì la mia voce chiamarla alle sue spalle. Seguì il suo sguardo e per poco non caddi a terra dallo shock. Ero io, cioè non io io ma... era il mio corpo. Era come se mi stessi guardando allo specchio. Un secondo dopo vidi la MIA Hermione correre verso quell'impostore. Quel Draco si allontanò quasi schifato da lei. - Che ci fai qui? - 
- Come cosa faccio qui? Sono... siamo qui per riportarti a casa. - 
- Ma io sono già a casa. - da quel punto smisi di ascoltare e mi voltai verso Bellatrix che guardava la scena divertita. 
- Che cosa hai fatto?! - quasi urlai verso quella stronza. 
- Te l'ho detto, Draco. Ho creato una barriera... - 
- Non quello! Chi diavolo è quello?! - dissi indicando con un dito quel Draco. 
- Sei tu. Bè, più o meno. - aggiunse e tornò a guardare. - Vediamo se il vostro amore è veramente più forte anche di questo. - disse con sorrisetto che non mi piacque per niente. Mi voltai a tornai a guardare anch'io. 
- Oh! Cazzo ti credevo più intelligente, Granger. Era una finta! Una recita! La usavo per scoparti ed ovviamente tu hai abboccato ad ogni parola che usciva dalla mia bocca, facendomi entrare nel tuo letto in un nanosecondo. Poi tu, più continuavo, più diventavi assillante con le tue smanci da ragazza innamorata ma non volevo chiudere con te anche perché significava rinunciare al tuo corpo. L'azione di Bellatrix è stata una benedizione, davvero. Speravo di non doverti mai più rivedere prima della guerra ma quando mai i sogni si avverano. - 
- No! Amore mio no! - urlai cominciando a battere violentemente contro il "vetro". 
- È inutile. Non ti può sentire. - disse lei e con la coda dell'occhio la vidi sogghignare ma non le prestai attenzione. Doveva capire quell'imbroglio. 
Pov Hermione
Appena mi disse quelle parole così cattive abbassai lo sguardo e lo puntai sul pavimento mentre gli occhi bruciavano tremendamente. Mi rifiutai di piangere. Non poteva essere vero. Come potevano essere finti tutti quei "Ti amo"? Come poteva aver recitato per tutti quei mesi? Qualcosa non quadrava. 
Alzai lo sguardo e lo puntai nel suo tremendamente freddo. Troppo freddo. L'avevo visto il suo sguardo arrabbiato e freddo ma non era mai stato così. Avevo visto nei suoi occhi ogni tipo di emozione ma adesso... era come se fossero spenti, morti. Abbassai di nuovo lo sguardo ed ebbi l'ultima conferma che quello non era lui. Puntai lo sguardo sulla sua mano. L'anello! Era impossibile che ce l'avesse! L'aveva dato a me quando Bellatrix l'aveva portato lì. 
- Io non ti ho mai amato. - sussurrò lui avvicinandosi a me. Infuriata lo allontanai con uno spintone. 
- Tu non sei Draco! - urlai. 
- So che sei sconvolta ma... - 
- Tu. Non. Sei. Draco. - dissi scandendo bene le parole. Puntai la bacchetta contro di lui e pronunciai un incantesimo. - Stupeficium! - un secondo dopo lui volò dall'altra parte della stanza andando a sbattere contro il muro. Un secondo dopo la sua pelle divenne grigia ed il suo corpo si sgretolò diventando polvere. Mi guardai intorno quasi spaventata finché non sentì un suono sordo alle mie spalle. Mi voltai di scatto e  fu come se un enorme vetro si stesse rompendo. Accadde esattamente quello e un secondo dopo rivelò quello che c'era dietro. E dietro c'era lui, il vero Draco, il MIO Draco. 
Senza pensarci mi tuffai verso di lui che, stavolta non si scansò. Mi prese al volo e mi sollevò da terra, tenendomi stretta a sé. 
- Draco... - sussurrai mente alcune lacrime lasciarono i miei occhi. 
- Hermione... - sussurrò a sua volta. Si staccò lievemente da me ed un secondo dopo mi baciò. Purtroppo il bacio non durò a lungo perché fummo interrotti da un'urlo raccapricciante. Ci staccammo e vidi Bellatrix urlare parole incomprensibili, forse in un'altra lingua, prima di cominciare a lanciare incantesimi da tutte le parti. 
- Dobbiamo andarcene. - mi sussurrò lui senza perdere d'occhio sua zia. Annuì e tirai fuori la bacchetta. 
- Protego. - sussurrai ereggendo uno schudo per proteggere entrambi. A passi veloci raggiungemmo la porta mentre la donna continuava a lanciare maledizioni e solo alcune colpivano noi, o meglio la barriera. 
Misi una mano dietro la schiena e aprì la porta uscendo e trascinando Draco con me. Ci chiudemmo la porta alle spalle mentre essa veniva colpita da alcuni incantesimi. 
- Okay, l'entrata principale è praticamente bloccata. C'è un'altra uscita? - chiesi in allarme. 
- Sì, ma è lontana. - 
- Non abbiamo scelta, fai strada. - dissi ed un secondo dopo lui si avviò verso le scale. Lo presi per un polso e lo feci voltare per poi stampargli un'altro bacio. 
- Ora possiamo andare. - sussurrai con un minuscolo sorriso. Lui sorrise a sua volta e mi diede un'altro bacio. Mano nella mano raggiungemmo la scala è velocemente la scendemmo per poi percorrere il corridoio e successivamente per la seconda rampa raggiungendo l'ingresso. Rimanendo nascosti agli altri sguardi. 
- Vedi quella porta? - mi chiese indicando una porta seminascosta dagli occhi degli Auror e degli scagnozzi di Bellatrix e Rodolphus. 
- Sì. - 
- Dobbiamo andare lì. Fuori da essa c'è il giardino, sono sicuro che tu sai cosa fare dopo. - disse accennando un sorriso. Annuì e mano nella mano, ancora più veloce si prima raggiungemmo quella via di uscita. 
- Ahlomora. - pronunciò lui ma ovviamente la porta rimase chiusa. - Cazzo. - sussurrò lui ma prima che gli potessi dire qualsiasi cosa vidi un'uomo venirci addosso. 
- Stupeficium! - urlai prima che lui potesse lasciarci un incantesimo. Questo fu seguito da altri tre uomini. - Draco... - 
- Sono con te. - disse tirando fuori la bacchetta. 
- Avada Kedavra! - urlò uno diretto a me. 
- Protego Maxima. - urlò Draco proteggendomi. 
- Expelliarmus. - pronunciai ed un attimo dopo l'uomo volò via, e la sua bacchetta mi arrivò in mano. Me la misi in tasca e cominciai a lottare contro gli altri due. 
- Sectumsempra! - urlò Draco mettendo KO uno. 
- Petricus Totalus! - urlai più o meno nello stesso momento puntando al terzo che si pietrificò. 
- Bel colpo. - commentò Draco prima di tornare ad occuparsi della porta mentre io vi proteggevo. Dopo qualche minuto mi venne un'idea e mi diedi mentalmente della stupida per non averci pensato prima. 
- Draco, spostati. - gli dissi e puntai la bacchetta contro la porta. - Bombarda! - urlai e la porta esplose rivelando il giardino. Uscimmo immediatamente e io mi rigirai verso la porta sotto lo sguardo sconcertato del mio ragazzo. 
- Hermione che stai facendo? - 
- Reparo. - dissi puntando alle macerie senza prestare attenzione al mio ragazzo. - Collocorpus**. - dissi e la porta si sigillò. - Engorgio. - pronunciai l'ultimo incantesimo ed essa aumentò il suo volume diventando molto più spessa. 
- Okay, non dubiteró mai più di te. - disse Draco sorridendo divertito. 
- Grazie, ora andiamo. - dissi e gli presi la mano smaterializzandoci entrambi. 
Buio. L'unica cosa che vedevo era il buio. Mi dimenavo come una matta ma era inutile, mi sembrava di essere nel nulla più totale. Oltre a questa sensazione, poi, sentivo anche un'altra cosa. Mi sentivo... bagnata. Non era possibile, a meno che... ma certo! Mi trovavo in acqua! Saperlo però non era di grande aiuto dato che comunque era troppo buio per capire da che parte andare per salvarmi. Per la prima volta ebbi veramente la sensazione che quella fosse la fine ma non poteva finire così. Non ora, non ora che avevo ritrovato Draco! Facendomi coraggio cominciai a scrutare ogni angolo di quel buio finché non vidi un piccolo luccichio sopra la mia testa. Speranzosa cominciai a nuotare verso di esso e più mi avvicinai più diventava grande. Tuttavia continuai a sentire la sensazione, e probabilmente era veramente così, che l'aria stesse abbandonando i miei polmoni. Ma non potevo mollare adesso, nom ora che ero così vicina! Continuai a nuotare finché, finalmente riemersi e nello stesso momento lo fece anche Draco. Mi aggrappai a lui che mi mise le braccia intorno alla vita in un gesto quasi automatico. 
( Da adesso ascoltate la canzone Wait degli M83. È un obbligo perché è meravigliosa e ci sta veramente  bene, da un tocco in più al momento. ) 
- Stai bene? - chiedemmo all'unisono. Annuì e lui fece lo stesso con un mezzo sorriso. 
- Dove siamo? - mi chiese ed io mi voltai trovandomi davanti il grande castello. 
- Ad Hogwarts. - risposi tornando a guardare Draco che mi stava fissando a sua volta. - Non hai idea di quanto tu mi sia mancato. Mi è mancata ogni cosa di te. Il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo essere arrogante con tutti e dolce con me, la tua voce e soprattutto la tua presenza accanto a me. - mi presi una piccola pausa per soffocare un singhiozzo mentre le lacrime scendevano copiose sulle guance. - In questi giorni mi sono stati accanto tutti, Draco. Tutti hanno cercato di tranquillizzarmi, tutti tranne la persona che veramente volevo che mi asciugasse le lacrime, le lacrime che versavo proprio per lei. 
Quando te ne sei andato, hai detto che lo facevi per salvarmi la vita... ma non l'hai fatto perché andandotene l'hai portata lo stesso via. Perché tu sei la mia vita, Draco. Senza di te, ero l'ombra di me stessa. Non potevo più fare niente ed anche dormire era diventata un'agonia. Non sai quante notti mi sono addormentata in lacrime perché sapevo che la mattina dopo non saresti stato lì con me. Ti amo, Draco, più di ogni altra cosa. - 
Stava piangendo anche lui, lo vedevo dal riflesso della luna. Un secondo dopo mi baciò come non faceva da tempo. Schiusi le labbra permettendo alla sua lingua di incontrare di nuovo la mia e ci perdemmo nella nostra danza finché la mancanza di ossigeno non ci costrinse a separarci. 
- Ti amo anch'io. - sussurrò prima di ribaciarmi. Sorrisi sulle sue labbra prima di rispondere al bacio. Mi strinse di più a sé prima di prendermi in collo. Gli strinsi le braccia intorno al collo e giocai con i suoi capelli bagnati, per poi stringere le gambe intorno alla sua vita. 
E per la prima volta dopo giorni mi risenti di nuovo, indubbiamente, viva. 
Capitolo bellissimo. Un po' più corto di quello che mi aspettavo ma bellissimo. Amo questa coppia e con questa dichiarazione mi sono superata. Tranquille ci sarà una dichiarazione anche da parte di Draco e già mi vedo a piangere come una fontana per scriverla. 
Piaciuto il capitolo? Scusate il ritardo imperdonabile ma ho avuto tantissimi contrattempi! La canzone che ho scelto stava bene, vero?
Un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo. 😘

VIVA

Pov Hermione


Caos. Caos era l'unica parola che avrei usato per descrivere quella stanza, quell'ambiente. Non mi ero mai ritrovata in una guerra ed anche se quella non si poteva definire proprio una guerra era comunque spaventosa. Nessuno aveva ancora provato ad attaccarmi e questo, nonostante possa sembrare un controsenso, mi spaventava un po'. Perché non mi attaccavano? Insomma non voglio morire ma qualcosa mi diceva che qui c'era lo zampino di Bellatrix. Continuavo a guardarmi intorno, gli occhi che saettavano da una parte all'altra dell'ambiente. La battaglia, questo temine si addiceva di più, era concentrata solo nell'ingresso e nel soggiorno ed io continuavo a cercare Draco con lo sguardo. Inoltre nessun Auror sembrava stesse cercando il mio ragazzo, dato che tutti erano concentrati a combattere. Dovevo fare qualcosa. 
Senza pensarci due volte individuai una scala dall'altra parte del corridoio e mi ci tuffai. 
- Hermione! - sentì urlare dietro di me dalla voce di Blaise. Non ci feci caso e continuai a camminare. Non dovevo farlo ma... dovevo! Salì velocemente la scala e mi ritrovai di fronte ad un largo e lungo corridoio completamente in ombra. Il pavimento era ricoperto di mochette rossa sangue mentre le pareti erano completamente nere e spoglie, elementi che davano alla casa un aspetto ancora più spaventoso. Camminavo lentamente, la bacchetta impugnata forte. 
Non era stato facile convincere il Capitano a mandarmi con loro ma, grazie anche all'aiuto di Silente, ci ero riuscita. Erano stati dei giorni duri dato che ero stata sottoposta ad una serie di allenamenti per riuscire a combattere meglio. 
Arrivata alla fine del corridoio mi trovai davanti ad un'altra rampa di scale ed appena salita davanti  a un corridoio uguale al precedente. C'era solo una piccola differenza, c'erano tantissime porte. Camminai an ora più lentamente cercando di captare ogni più piccolo rumore. 
Dopo qualche secondo mi fermai guardando insistentemente una porta. Mi sentivo strana, come se essa mi stesse chiamando. 
Sapevo che dovevo stare attenta e probabilmente se ci avessi pensato un secondo di più sarei stata più attenta ma in quel momento non lo feci e mi buttai a capofitto su di essa. La aprì e mi trovai di fronte ad una stanza completamente vuota. Mi chiusi la porta alle spalle e, lentamente, cominciai a camminare ma arrivata al centro mi fermai. Sentivo una strana sensazione, come se fossi osservata da qualcuno. 
- Granger?! - mi sentì chiamare da una voce alle mie spalle. Mi voltai di scatto ed incontrai gli occhi della persona che avevo pregato di incontrare il prima possibile. Senza pensarci gli corsi incontro ma prima di poterlo toccare lui si allontanò di un passo. Mi bloccai e lo fissai sgomenta. - Che ci fai qui? - 
- Come cosa faccio qui? Sono... siamo qui per riportarti a casa. - 
- Ma io sono già a casa. - rispose lui. 
- Cosa... - 
- Questa è la mia casa. - mi interruppe allargando le braccia per indicare tutto quello che lo circondava. 
- Tu non vuoi tornare ad Hogwarts con me? - 
- Perché dovrei volerlo? - 
- Perché tu mi ami, noi ci amiamo. Cosa... ti succede, Draco? - 
- Oh! Cazzo ti credevo più intelligente, Granger. - disse e vedendo la mia espressione confusa parló di nuovo. - Era una finta! Una recita! La usavo per scoparti ed ovviamente tu hai abboccato ad ogni parola che usciva dalla mia bocca, facendomi entrare nel tuo letto in un nanosecondo. Poi tu, più continuavo, più diventavi assillante con le tue smanci da ragazza innamorata ma non volevo chiudere con te anche perché significava rinunciare al tuo corpo. L'azione di Bellatrix è stata una benedizione, davvero. Speravo di non doverti mai più rivedere prima della guerra ma quando mai i sogni si avverano. - 


Pov Draco


Quando mi avevano chiuso in quella stanza avevo subito provato ad uscire ma ovviamente quei due avevano pensato bene di sigillare l'unica entrata ed anche l'unica uscita. 
Poi mia zia era entrata e mi aveva guardato divertita mentre cercavo di aprire di nuovo la porta. 
- Scudus Incorpulus*. - la sentì sussurrare dietro di me. Mi voltai immediatamente e la vidi puntare la bacchetta alla stanza. 
- Che cosa hai fatto? - chiesi camminando allarmato per lo spazio. Non vedevo niente di insolito o diverso, anche perché era completamente vuoto. 
- Io non lo farei. - disse quando cercai di avanzare ancora di un passo dopo la metà della stanza. Ma non ci riuscì dato che andai a sbattere contro qualcosa di molto duro. Alzai lo sguardo confuso ma non c'era assolutamente niente! 
- Che cos'è? - chiesi senza voltarmi e mettendo le mani avanti, toccando una superficie che, da come si era mossa al mio tocco, sembrava fatta di acqua. 
- È uno scudo naturalmente. - rispose lei ed io mi voltai ma Bellatrix non stava guardando me, bensì qualcosa alle mie spalle. Mi voltai anch'io e sentì il mio cuore perdere come minimo tre battiti. 
- Hermione... - sussurrai mentre la vedevo avanzare a piccoli passi. Si stava avvicinando ma era ovvio che non mi vedesse. Arrivò a praticamente a un centimetro da me, ed anche se non mi vedeva, ci stavamo guardando negli occhi. Non avevamo idea di quanto avevo pregato perché non le fosse successo niente e quanto avevo sperato di rivederla. 
- Granger?! - sentì la mia voce chiamarla alle sue spalle. Seguì il suo sguardo e per poco non caddi a terra dallo shock. Ero io, cioè non io io ma... era il mio corpo. Era come se mi stessi guardando allo specchio. Un secondo dopo vidi la MIA Hermione correre verso quell'impostore. Quel Draco si allontanò quasi schifato da lei. - Che ci fai qui? - 
- Come cosa faccio qui? Sono... siamo qui per riportarti a casa. - 
- Ma io sono già a casa. - da quel punto smisi di ascoltare e mi voltai verso Bellatrix che guardava la scena divertita. 
- Che cosa hai fatto?! - quasi urlai verso quella stronza. 
- Te l'ho detto, Draco. Ho creato una barriera... - 
- Non quello! Chi diavolo è quello?! - dissi indicando con un dito quel Draco. 
- Sei tu. Bè, più o meno. - aggiunse e tornò a guardare. - Vediamo se il vostro amore è veramente più forte anche di questo. - disse con sorrisetto che non mi piacque per niente. Mi voltai a tornai a guardare anch'io. 
- Oh! Cazzo ti credevo più intelligente, Granger. Era una finta! Una recita! La usavo per scoparti ed ovviamente tu hai abboccato ad ogni parola che usciva dalla mia bocca, facendomi entrare nel tuo letto in un nanosecondo. Poi tu, più continuavo, più diventavi assillante con le tue smanci da ragazza innamorata ma non volevo chiudere con te anche perché significava rinunciare al tuo corpo. L'azione di Bellatrix è stata una benedizione, davvero. Speravo di non doverti mai più rivedere prima della guerra ma quando mai i sogni si avverano. - 
- No! Amore mio no! - urlai cominciando a battere violentemente contro il "vetro". 
- È inutile. Non ti può sentire. - disse lei e con la coda dell'occhio la vidi sogghignare ma non le prestai attenzione. Doveva capire quell'imbroglio. 


Pov Hermione


Appena mi disse quelle parole così cattive abbassai lo sguardo e lo puntai sul pavimento mentre gli occhi bruciavano tremendamente. Mi rifiutai di piangere. Non poteva essere vero. Come potevano essere finti tutti quei "Ti amo"? Come poteva aver recitato per tutti quei mesi? Qualcosa non quadrava. 
Alzai lo sguardo e lo puntai nel suo tremendamente freddo. Troppo freddo. L'avevo visto il suo sguardo arrabbiato e freddo ma non era mai stato così. Avevo visto nei suoi occhi ogni tipo di emozione ma adesso... era come se fossero spenti, morti. Abbassai di nuovo lo sguardo ed ebbi l'ultima conferma che quello non era lui. Puntai lo sguardo sulla sua mano. L'anello! Era impossibile che ce l'avesse! L'aveva dato a me quando Bellatrix l'aveva portato lì. 
- Io non ti ho mai amato. - sussurrò lui avvicinandosi a me. Infuriata lo allontanai con uno spintone. 
- Tu non sei Draco! - urlai. 
- So che sei sconvolta ma... - 
- Tu. Non. Sei. Draco. - dissi scandendo bene le parole. Puntai la bacchetta contro di lui e pronunciai un incantesimo. - Stupeficium! - un secondo dopo lui volò dall'altra parte della stanza andando a sbattere contro il muro. Un secondo dopo la sua pelle divenne grigia ed il suo corpo si sgretolò diventando polvere. Mi guardai intorno quasi spaventata finché non sentì un suono sordo alle mie spalle. Mi voltai di scatto e  fu come se un enorme vetro si stesse rompendo. Accadde esattamente quello e un secondo dopo rivelò quello che c'era dietro. E dietro c'era lui, il vero Draco, il MIO Draco. 
Senza pensarci mi tuffai verso di lui che, stavolta non si scansò. Mi prese al volo e mi sollevò da terra, tenendomi stretta a sé. 
- Draco... - sussurrai mente alcune lacrime lasciarono i miei occhi. 
- Hermione... - sussurrò a sua volta. Si staccò lievemente da me ed un secondo dopo mi baciò. Purtroppo il bacio non durò a lungo perché fummo interrotti da un'urlo raccapricciante. Ci staccammo e vidi Bellatrix urlare parole incomprensibili, forse in un'altra lingua, prima di cominciare a lanciare incantesimi da tutte le parti. 
- Dobbiamo andarcene. - mi sussurrò lui senza perdere d'occhio sua zia. Annuì e tirai fuori la bacchetta. 
- Protego. - sussurrai ereggendo uno schudo per proteggere entrambi. A passi veloci raggiungemmo la porta mentre la donna continuava a lanciare maledizioni e solo alcune colpivano noi, o meglio la barriera. Misi una mano dietro la schiena e aprì la porta uscendo e trascinando Draco con me. Ci chiudemmo la porta alle spalle mentre essa veniva colpita da alcuni incantesimi. 
- Okay, l'entrata principale è praticamente bloccata. C'è un'altra uscita? - chiesi in allarme. 
- Sì, ma è lontana. - 
- Non abbiamo scelta, fai strada. - dissi ed un secondo dopo lui si avviò verso le scale. Lo presi per un polso e lo feci voltare per poi stampargli un'altro bacio. 
- Ora possiamo andare. - sussurrai con un minuscolo sorriso. Lui sorrise a sua volta e mi diede un'altro bacio. Mano nella mano raggiungemmo la scala è velocemente la scendemmo per poi percorrere il corridoio e successivamente per la seconda rampa raggiungendo l'ingresso. Rimanendo nascosti agli altri sguardi. 
- Vedi quella porta? - mi chiese indicando una porta seminascosta dagli occhi degli Auror e degli scagnozzi di Bellatrix e Rodolphus. 
- Sì. - 
- Dobbiamo andare lì. Fuori da essa c'è il giardino, sono sicuro che tu sai cosa fare dopo. - disse accennando un sorriso. Annuì e mano nella mano, ancora più veloce si prima raggiungemmo quella via di uscita. 
- Ahlomora. - pronunciò lui ma ovviamente la porta rimase chiusa. - Cazzo. - sussurrò lui ma prima che gli potessi dire qualsiasi cosa vidi un'uomo venirci addosso. 
- Stupeficium! - urlai prima che lui potesse lasciarci un incantesimo. Questo fu seguito da altri tre uomini. - Draco... - 
- Sono con te. - disse tirando fuori la bacchetta. 
- Avada Kedavra! - urlò uno diretto a me. 
- Protego Maxima. - urlò Draco proteggendomi. 
- Expelliarmus. - pronunciai ed un attimo dopo l'uomo volò via, e la sua bacchetta mi arrivò in mano. Me la misi in tasca e cominciai a lottare contro gli altri due. 
- Sectumsempra! - urlò Draco mettendo KO uno. 
- Petricus Totalus! - urlai più o meno nello stesso momento puntando al terzo che si pietrificò. 
- Bel colpo. - commentò Draco prima di tornare ad occuparsi della porta mentre io vi proteggevo. Dopo qualche minuto mi venne un'idea e mi diedi mentalmente della stupida per non averci pensato prima. 
- Draco, spostati. - gli dissi e puntai la bacchetta contro la porta. - Bombarda! - urlai e la porta esplose rivelando il giardino. Uscimmo immediatamente e io mi rigirai verso la porta sotto lo sguardo sconcertato del mio ragazzo. 
- Hermione che stai facendo? - 
- Reparo. - dissi puntando alle macerie senza prestare attenzione al mio ragazzo. - Collocorpus**. - dissi e la porta si sigillò. - Engorgio. - pronunciai l'ultimo incantesimo ed essa aumentò il suo volume diventando molto più spessa. 
- Okay, non dubiteró mai più di te. - disse Draco sorridendo divertito. 
- Grazie, ora andiamo. - dissi e gli presi la mano smaterializzandoci entrambi. 


Buio. L'unica cosa che vedevo era il buio. Mi dimenavo come una matta ma era inutile, mi sembrava di essere nel nulla più totale. Oltre a questa sensazione, poi, sentivo anche un'altra cosa. Mi sentivo... bagnata. Non era possibile, a meno che... ma certo! Mi trovavo in acqua! Saperlo però non era di grande aiuto dato che comunque era troppo buio per capire da che parte andare per salvarmi. Per la prima volta ebbi veramente la sensazione che quella fosse la fine ma non poteva finire così. Non ora, non ora che avevo ritrovato Draco! Facendomi coraggio cominciai a scrutare ogni angolo di quel buio finché non vidi un piccolo luccichio sopra la mia testa. Speranzosa cominciai a nuotare verso di esso e più mi avvicinai più diventava grande. Tuttavia continuai a sentire la sensazione, e probabilmente era veramente così, che l'aria stesse abbandonando i miei polmoni. Ma non potevo mollare adesso, nom ora che ero così vicina! Continuai a nuotare finché, finalmente riemersi e nello stesso momento lo fece anche Draco. Mi aggrappai a lui che mi mise le braccia intorno alla vita in un gesto quasi automatico. 


( Da adesso ascoltate la canzone Wait degli M83. È un obbligo perché è meravigliosa e ci sta veramente  bene, da un tocco in più al momento. ) 


- Stai bene? - chiedemmo all'unisono. Annuì e lui fece lo stesso con un mezzo sorriso. 
- Dove siamo? - mi chiese ed io mi voltai trovandomi davanti il grande castello. 
- Ad Hogwarts. - risposi tornando a guardare Draco che mi stava fissando a sua volta. - Non hai idea di quanto tu mi sia mancato. Mi è mancata ogni cosa di te. Il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo essere arrogante con tutti e dolce con me, la tua voce e soprattutto la tua presenza accanto a me. - mi presi una piccola pausa per soffocare un singhiozzo mentre le lacrime scendevano copiose sulle guance. - In questi giorni mi sono stati accanto tutti, Draco. Tutti hanno cercato di tranquillizzarmi, tutti tranne la persona che veramente volevo che mi asciugasse le lacrime, le lacrime che versavo proprio per lei. 
Quando te ne sei andato, hai detto che lo facevi per salvarmi la vita... ma non l'hai fatto perché andandotene l'hai portata lo stesso via. Perché tu sei la mia vita, Draco. Senza di te, ero l'ombra di me stessa. Non potevo più fare niente ed anche dormire era diventata un'agonia. Non sai quante notti mi sono addormentata in lacrime perché sapevo che la mattina dopo non saresti stato lì con me. Ti amo, Draco, più di ogni altra cosa. - 
Stava piangendo anche lui, lo vedevo dal riflesso della luna. Un secondo dopo mi baciò come non faceva da tempo. Schiusi le labbra permettendo alla sua lingua di incontrare di nuovo la mia e ci perdemmo nella nostra danza finché la mancanza di ossigeno non ci costrinse a separarci. 
- Ti amo anch'io. - sussurrò prima di ribaciarmi. Sorrisi sulle sue labbra prima di rispondere al bacio. Mi strinse di più a sé prima di prendermi in collo. Gli strinsi le braccia intorno al collo e giocai con i suoi capelli bagnati, per poi stringere le gambe intorno alla sua vita. 


E per la prima volta dopo giorni mi risenti di nuovo, indubbiamente, viva. 


Capitolo bellissimo. Un po' più corto di quello che mi aspettavo ma bellissimo. Amo questa coppia e con questa dichiarazione mi sono superata. Tranquille ci sarà una dichiarazione anche da parte di Draco e già mi vedo a piangere come una fontana per scriverla. 
Piaciuto il capitolo? Scusate il ritardo imperdonabile ma ho avuto tantissimi contrattempi! La canzone che ho scelto stava bene, vero?
Un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo. 😘

 

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Capitolo 24
*** Sempre ***


SEMPRE
Pov Silente
Ero nel mio ufficio seduto teso alla mia scrivania. Dall'altra parte Minerva continuava ad agitarsi sulla sedia mentre Severus era immobile ed osservava un punto indefinito della scrivania. La capivo, anch'io ero molto agitato. 
Era passata quasi un'ora da quando la squadra era partita e mi stavo veramente preoccupando.
All'interno dell'ambiente si era forma una strana calma. Come se fossi tutti sotto incantesimo. Nessuno aveva osato proferire parola durante tutto quel tempo. Poi, il silenzio che si era creato, fu spezzato improvvisamente dallo spalancarsi della porta. Vidi Minerva sobbalzare sulla sedia, mentre Severus rimase immobile, semplicemente si voltò verso la porta per vedere chi fosse. 
- Signore, sono arrivati. - disse ansimando, probabilmente a causa della corsa, la guardia che il capitano aveva lasciato qui per controllare i vari ritorni. 
Ci alzammo tutti e lo seguimmo fuori dall'ufficio. Camminammo molto velocemente verso l'uscita dal castello. 
- Dove sono atterrati? - chiesi all'uomo. 
- Nel Lago Nero. Per ora sono arrivate solo due persone, ossia la Signorina Granger ed il Signorino Malfoy. - disse l'uomo senza fermarsi. A quelle parole potei veramente lasciare un sospiro di sollievo anche se ancora un alunno non era tornato. 
- Albus? - mi sentì chiamare da un sussurro. Mi voltai ed incrociai gli occhi preoccupati di Minerva. 
- Sì? - 
- Lo so che ne abbiamo già parlato ma ho bisogno di ridirtelo. Non pensi di essere stato imprufente a mandarla lì? - 
- Hai ragione, ne abbiamo già parlato ed io, Minerva, ti ripeto la stessa cosa. Sì, sono sicuro. Ero sicuro che solo lei avrebbe potuto trovarlo e riportarlo a casa, al sicuro. - 
- Lo so, ma è pur sempre una ragazza... - 
- Lo so che è una ragazza. Ma anche Draco è solo un ragazzo ed è stato portato via da quei due pazzi e solo Merlino sa cosa gli hanno fatto. - finì sicuro ed un attimo dopo uscimmo dalla porta ed alla stessa velocità raggiungemmo il Lago. Dentro potei scorgere le loro due figure ed appena ci avvicinammo ci fu chiaro cosa stessero facendo. Si stavano baciando, piuttosto appassionatamente. 
Mi voltai diverto verso Minerva è vedevo che era notevolmente scandalizzata, lo sapevamo tutti della loro relazione, ovvio, ma comunque vederli così presi era... imbarazzante. Severus invece si era solo irrigidito. 
Un po' a disagio e più che altro divertito da tutta la situazione mi schiarì la voce, in modo forte, ed i due sentendo quel suono si staccarono subito. 
Pov Hermione
Non sapevo neanche più da quanto tempo ci stavamo baciando. Forse da minuti o forse da ore ma non mi importava. Non mi importava se avevo freddo e non mi importava di quello che avrebbe pensato o detto Silente o chiunque altro. Ora per me c'era solo ed esclusivamente lui, l'unica cosa che veramente mi importava. 
Purtroppo, però, arriva sempre il momento in cui dobbiamo riscontrarci con la realtà ed il nostro avvenne proprio in quel momento. Sentimmo un colpo di tosse parecchio forte, di quelli che si fanno per attirare l'attenzione di qualcuno, e ci staccammo di botto. Voltai lo sguardo e vidi, sulla spinta che ci fissavano quattro persone. Non le vedevo in viso, a causa del buio, ma dalle sagome potevo intuire chi fossero. Silente, la McGranitt, Piton e la guardi lasciata dalla squadra. 
- Dobbiamo parlarvi. - disse secco l'Auror. Annuì anche se immaginavo che lui non ci vedesse ed uscimmo dall'acqua. Immediatamente i vestiti mi si attaccarono al corpo e rabbrividì. Lanciai lo sguardo a Draco e vidi che anche lui aveva molto freddo. Mi lanciò un'occhiata a sua volta e vedendomi in quella condizione mi si avvicinò e mi abbracciò con un braccio per provare a riscaldarmi. Nonostante anche lui fosse bagnato fradicio mi strinsi a lui. 
Silente fece apparire una coperta e ce la mise sulle spalle. Lui la strinse addosso ai nostri due corpi e seguimmo il trio dentro il castello. Nonostante fossimo al chiuso la temperatura era molto bassa e questo comportava molto freddo. Sentivo alcune goccie d'acqua scendere giù dal corpo ed i capelli bagnati gocciolavano. 
Arrivammo nell'ufficio di Silente e grazie al cielo, lì, c'era molto più caldo. 
- Sedetevi, ragazzi. - disse il preside indicando le due poltroncine davanti alla sua scrivania. 
Mi avvicinai ad una ma prima che potessi staccarmi da Draco, lui mi afferrò per la vita e mi fece sedere sulle sue gambe. In un primo momento arrossí ma quando lo guardai ogni traccia di timidezza si dileguò e, senza esitare, gli portai un braccio intorno al collo per sistemarmi meglio. 
- Allora ragazzi, come state? - chiese l'uomo guardandoci con un sorriso dolce. 
- Bene, grazie. - risposi voltandomi verso di lui. 
- Ne sono contento. - disse ed un attimo dopo parló l'Auror. 
- Signorino Malfoy, dovrei farle alcune domande. - 
- Certo. - rispose Draco annuendo lievemente. 
- Allora, quando ti hanno portato via, dove siete andati? - 
- Siamo subito andati lì dove mi avete trovato. - 
- E sa perché siete andati lì? - 
- No, per me quella è sempre stata una casa come le altre. - 
- Okay. Cosa le hanno fatto? - chiese freddamente. Lo sentì irrigidirsi a quella domanda. Mi voltai verso di lui e dopo un attimo lui spostò lo sguardo nel mio. Potevo leggere dolore e tristezza. Non voleva rispondere a quella domanda ed io, sinceramente, non volevo sapere la risposta. Non ora, almeno. 
- Credo... sia meglio cambiare domanda. - intervenne Silente guardandoci. 
- Va bene, cosal le hanno fatto fare? - 
- Mi hanno fatto esercitare. Esercitare all'utilizzo della... magia oscura. - disse in un sussurro che però sentimmo tutti. Quasi senza pensarci gli presi una mano, quella che era posata sulle mie gambe, e la strinsi. Lui alzò lo sguardo e mi sorrise lievemente. 
- Va tutto bene. - sussurrai poggiando la fronte sulla sua. 
- Lo so. - sussurrò il mio ragazzo annuendo senza staccarsi. 
- Sono qui con te e ti amo. - sussurrai di nuovo. 
- Ti amo anch'io. - rispose e mi baciò dolcemente sulle labbra, senza approfondire il bacio. Non mi importava se eravamo davanti al preside ed ad un Auror. 
Appena staccati continuammo a guardarci incantati dallo sguardo l'uno dell'altra.  
- Va bene, potete andare. - disse dopo quel momento di silenzio interrotto solo dai nostri sussurri. 
- Ma... - fece per dire l'Auror ma Silente lo interruppe immediatamente. 
- Possono andare. Potranno rispondere alle sue domande in un altro momento. - disse e nel suo tono c'era una piccola nota brusca. 
Mi alzai e fui seguita da Draco che, tenendomi per mano, mi portò fuori dall'ufficio. Appena fuori mi buttai su di lui che mi prese al volo, sorridendo. Lo baciai immediatamente e lui affondò la lingua nella mia bocca. 
- Sai cosa mi andrebbe, adesso? - chiese sulle mie labbra. 
- Cosa? - 
- Un bel bagno. - rispose sorridendo maliziosamente. 
- Mmm bell'idea. - commentai con un altro sorriso. Così, tenendomi in braccio, cominciò a camminare. Percorremmo diversi corridoi e ci ritrovammo davanti alla porta che conduceva al bagno dei Prefetti. - Ma... non abbiamo neanche un cambio! - 
- Si può risolvere. - disse lui. - Accio divisa di Hermione. - un secondo dopo la mia divisa, composta dalla camicetta e dalla gonna, gli arrivò in mano. - Accio divisa di Draco. - disse poi ed una camicia da uomo ed un paio di pantaloni gli arrivano di nuovo in mano. - Ora siamo apposto. - disse con un sorriso. Entrammo nel bagno e mi rimise in piedi. Draco posò i vestiti su un appendiabiti lì vicino e cominciò a spogliarsi. Io feci lo stesso e, differentemente al giorno del suo compleanno, senza imbarazzo. 
Una volta che entrambi fummo nudi entrammo in acqua e lui mi passò un braccio intorno alle spalle, stringendomi a sé. 
- Draco? - lo chiamai dopo qualche minuto di silenzio. 
- Sì? - 
- Mi devi qualche spiegazione. - dissi sicura ma senza guardarlo. L'ultima volta che avevamo affrontato quell'argomento avevano litigato furiosamente e non volevo assolutamente che succedesse di nuovo, non ora che l'avevo ritrovato. 
- Lo so. - rispose con un sospiro. - Cosa vuoi sapere? - mi chiese in un sussurro. Io rimasi piuttosto sorpresa di quella risposta ma immediatamente scacciai quello stupore e pensai a quello che dovevo sapere. 
- Mi racconti il tuo rapporto con Bellatrix? - 
- Quando ero bambino passavo diverso tempo con lei. Era sempre stata una donna molto strana ma io ero piccolo e non me ne rendevo conto. Non mi aveva mai fatto del male e mi aveva sempre trattato molto bene. Poi mio zio fu arrestato e portato ad Azkaban, e lì fu come se dentro mia zia si fosse acceso qualcosa. Una specie di furia cieca. Distrusse praticamente tutto l'interno della loro casa, comprese foto, mobili e vestiti; ogni cosa distruttibile veniva distrutta. 
Mia madre e mio padre, spaventati da quel comportamento, mi proibirono di andare da lei. Dopo qualche giorno, però, lei mi mandò una lettera dove mi invitava ad andare da lei. Io le ho risposto che non potevo perché i miei non volevano ma lei mi rispose che i miei mi avevano mentito ed io, come un cretino, le credetti... 
FLASHBACK
Appena chiusi la lettera corsi al camino in camera mia e le diedi fuoco, non volevo che i miei genitori mi scoprissero. 
Per uscire utilizzai la solita scusa, ossia che Blaise, mio amico da già un paio di anni, mi aveva invitato a casa sua per giocare. Loro ci credettero e mi dissero di tornare presto a casa, però. 
Soddisfatto, uscì dal Manor ed immediatamente mi avviai a casa di mia zia. Il Manor dei Lestrange era molto vicino a casa mia e questo mi facilitava andarla a trovare, dato che ero un bambino. Ci arrivai in una decina di minuti ed entrai senza esitare. Rimasi piuttosto stranito da quello che trovai. L'ingresso era molto in disordine e mia zia era china cercando qualcosa dentro un cassetto. 
- Zia? - la chiamai e lei si voltò di scatto verso di me. Aveva uno sguardo strano ma non riuscivo a capirlo, a decifrarlo. 
- Oh! Draco! Ciao tesoro, mi aiuteresti? - chiese lei avvicinandosi a me ed inginocchiandosi davanti a me. 
- Certo. Che cosa? - chiesi io. Non sapevo perché ma qualcosa mi diceva che se gli avessi detto di no sarebbe finita piuttosto male. 
- Sai che Rodolphus è stato sbattuto ad Azkaban, vero? Ecco io devo trovare qualcosa che lo discolpi, tesoro. Sono sicura che tu mi aiuterai. - 
- Io... certo. - dissi in un sussurro. 
- Bravo bambino. - disse sempre sussurrando prendendomi una mano e portandomi nell'ufficio di suo marito. Non c'ero mai stato e rimasi stupefatto da quanto era buio e tenebroso. C'era una grossa scrivania in legno nero con una sedia messa dietro anch'essa nera. Diversi libri erano sparai a terra e tutto era posto in penombra, la stessa illuminazione che c'era all'interno della casa, simile alla mia di questi tempi. 
Insieme ci mettemmo a cercare anche se non avevo idea, esattamente, di quello che dovessi trovare. 
- Zia... non trovo niente qui. - dissi voltandomi annoiato verso di lei. Bellatrix si voltò e mi guardò malissimo. 
- Continua a cercare. - sibilò lei tornando a frugare nel cassetto. 
- Ma sono stanco. - 
- Non ha importanza! CONTINUA! - urlò lei avvicinandosi di un passo. Io mi allontanai di un passo e feci come mi aveva detto. Mi stavo definitivamente pentendo di aver disubbitido ai miei genitori e mia zia non mi aveva mai fatto più paura. 
Dopo qualche altro minuto mi voltai timoroso verso mia zia giocando la mia ultima carta per tornare a casa. 
- Zia... non pensi che forse non troveremo niente? - chiesi. 
- Cosa?! - fece voltandosi verso di me con lo sguardo che aveva una scintilla molto... particolare. Era spaventoso. Non sembrava neanche lei. 
- Forse... - 
- Secondo te lui si è meritato di finire ad Azkaban? - chiese prendendo ad avvicinarsi lentamente. 
- Io, non lo so. - sussurrai mentre cominciavo a sentire le lacrime bruciarmi gli occhi, lacrime di paura. 
- Chi ti ha messo in testa queste idee?! Tua madre?! Tuo padre?! Oppure le pensi veramente queste cose?! Ma certo che le pensi. Sei come tutti gli altri! Rodolphus non se lo meritava! Lui non doveva finire ad Azkaban! Quell'uomo si meritava di morire! - prese ad urlare. La vidi estrarre la bacchetta e puntarnela addosso. Non mi era mai capitato e sentì gelare il sangue dentro le vene. Non avevo mai avuto così tanta paura. 
- Così imparerai a parlare male di mio marito. Sinceramente disprezzo il fatto che molti genitori non usino anche la violenza per istruire i loro figli e penso che con i bambini come te sia l'unico modo. Quindi... Crucio! - urlò lei ed immediatamente un fitta atroce mi invase. 
FINE FLASHBACK
Quella fu la prima volta che mi inflissero un Cruciatus e grazie al cielo fu anche l'ultima. Quando tornai a casa dolorante, i miei genitori mi dissero che cosa mia zia aveva fatto e mi vietarono, di nuovo, di vederla. Questa volta, però, non disobbedí. - finì il racconto. Durante esso Hermione mi aveva stretto sempre di più e la sentivo tremare nonostante la temperatura del bagno. 
- Mi dispiace! - sussurrò e la sentì soffocare un singhiozzo. Mi riscossi dai miei pensieri e puntai lo sguardo su di lei. Delle lacrime le bagnavano il viso. 
- Ehi! Amore non è colpa tua. - dissi spostandola lievemente solo per prenderle il viso tra le mani. 
- Io ti ho costretto a parlarne. - 
- Non mi hai affatto costretto. Prima non ero pronto ma adesso sì e tu avevi ogni diritto di sapere la verità. - sussurrai ascugandole una lacrima che le era scesa sulla guancia con il pollice. Mi sporsi e le diedi un bacio a fior di labbra. Le sorrisi e ci rimettemmo nella stessa posizione di prima, ossia io appoggiato al muro della vasca e lei accocolata sul mio petto. - Sono stato uno stupido quel giorno. - 
- Eri solo un bambino. - 
- Ma non dovevo farlo. - 
- Era pazza Draco. Cruciare suo nipote, come si può anche solo pensarlo? - 
- Lo hai detto tu. Era pazza e lo è tutt'ora. - disse con un sospiro. Rimanemmo in silenzio per molto tempo. Mi immaginai un piccolo Draco dolorante dopo un Cruciatus. Purtroppo lo avevo provato e non era umanamente possibile che un bambino potesse sopportare un simile dolore. 
- Non le permetterò di farti di nuovo del male. - dissi in un sussurro. 
- Ed io non le permetterò di fare del male a te. - rispose lui stringendomi di più. 
- Ci proteggeremo a vicenda. - 
- Lo facciamo sempre. - replicò passandomi una mano tra i capelli umidi. - Ti proteggeró sempre. - sussurrò più piano come se non volesse che sentissi ma lo sentì lo stesso. 
- Per sempre. - sussurrai guardando la finestra. 
Capitolo corto ma vi giuro che sto per piangere. Quanto sono carini?! 
Immaginatevi tutto il dialogo fatto di sussurri perché rende il tutto molto più bello. 
Che ne dite della storia? Come sempre io vi invito a recensire. (Non vi mangio!) Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo. 😘
PS. Ho cominciato a scrivere una nuova Dramione che sarà un po' diversa da questa ma comunque meravigliosa. Si intitola Crazy in Love e se vi va andate a leggerla. Mi farebbe molto piacere. 
PS2. Ehi sono in ritardo solo di due giorni sto migliorando non trovate? 

SEMPRE


Pov Silente


Ero nel mio ufficio seduto teso alla mia scrivania. Dall'altra parte Minerva continuava ad agitarsi sulla sedia mentre Severus era immobile ed osservava un punto indefinito della scrivania. La capivo, anch'io ero molto agitato. 
Era passata quasi un'ora da quando la squadra era partita e mi stavo veramente preoccupando.
All'interno dell'ambiente si era forma una strana calma. Come se fossi tutti sotto incantesimo. Nessuno aveva osato proferire parola durante tutto quel tempo. Poi, il silenzio che si era creato, fu spezzato improvvisamente dallo spalancarsi della porta. Vidi Minerva sobbalzare sulla sedia, mentre Severus rimase immobile, semplicemente si voltò verso la porta per vedere chi fosse. 
- Signore, sono arrivati. - disse ansimando, probabilmente a causa della corsa, la guardia che il capitano aveva lasciato qui per controllare i vari ritorni. 
Ci alzammo tutti e lo seguimmo fuori dall'ufficio. Camminammo molto velocemente verso l'uscita dal castello. 
- Dove sono atterrati? - chiesi all'uomo. 
- Nel Lago Nero. Per ora sono arrivate solo due persone, ossia la Signorina Granger ed il Signorino Malfoy. - disse l'uomo senza fermarsi. A quelle parole potei veramente lasciare un sospiro di sollievo anche se ancora un alunno non era tornato. 
- Albus? - mi sentì chiamare da un sussurro. Mi voltai ed incrociai gli occhi preoccupati di Minerva. 
- Sì? - 
- Lo so che ne abbiamo già parlato ma ho bisogno di ridirtelo. Non pensi di essere stato imprufente a mandarla lì? - 
- Hai ragione, ne abbiamo già parlato ed io, Minerva, ti ripeto la stessa cosa. Sì, sono sicuro. Ero sicuro che solo lei avrebbe potuto trovarlo e riportarlo a casa, al sicuro. - 
- Lo so, ma è pur sempre una ragazza... - 
- Lo so che è una ragazza. Ma anche Draco è solo un ragazzo ed è stato portato via da quei due pazzi e solo Merlino sa cosa gli hanno fatto. - finì sicuro ed un attimo dopo uscimmo dalla porta ed alla stessa velocità raggiungemmo il Lago. Dentro potei scorgere le loro due figure ed appena ci avvicinammo ci fu chiaro cosa stessero facendo. Si stavano baciando, piuttosto appassionatamente. 
Mi voltai diverto verso Minerva è vedevo che era notevolmente scandalizzata, lo sapevamo tutti della loro relazione, ovvio, ma comunque vederli così presi era... imbarazzante. Severus invece si era solo irrigidito. 
Un po' a disagio e più che altro divertito da tutta la situazione mi schiarì la voce, in modo forte, ed i due sentendo quel suono si staccarono subito. 


Pov Hermione


Non sapevo neanche più da quanto tempo ci stavamo baciando. Forse da minuti o forse da ore ma non mi importava. Non mi importava se avevo freddo e non mi importava di quello che avrebbe pensato o detto Silente o chiunque altro. Ora per me c'era solo ed esclusivamente lui, l'unica cosa che veramente mi importava. 
Purtroppo, però, arriva sempre il momento in cui dobbiamo riscontrarci con la realtà ed il nostro avvenne proprio in quel momento. Sentimmo un colpo di tosse parecchio forte, di quelli che si fanno per attirare l'attenzione di qualcuno, e ci staccammo di botto. Voltai lo sguardo e vidi, sulla spinta che ci fissavano quattro persone. Non le vedevo in viso, a causa del buio, ma dalle sagome potevo intuire chi fossero. Silente, la McGranitt, Piton e la guardi lasciata dalla squadra. 
- Dobbiamo parlarvi. - disse secco l'Auror. Annuì anche se immaginavo che lui non ci vedesse ed uscimmo dall'acqua. Immediatamente i vestiti mi si attaccarono al corpo e rabbrividì. Lanciai lo sguardo a Draco e vidi che anche lui aveva molto freddo. Mi lanciò un'occhiata a sua volta e vedendomi in quella condizione mi si avvicinò e mi abbracciò con un braccio per provare a riscaldarmi. Nonostante anche lui fosse bagnato fradicio mi strinsi a lui. 
Silente fece apparire una coperta e ce la mise sulle spalle. Lui la strinse addosso ai nostri due corpi e seguimmo il trio dentro il castello. Nonostante fossimo al chiuso la temperatura era molto bassa e questo comportava molto freddo. Sentivo alcune goccie d'acqua scendere giù dal corpo ed i capelli bagnati gocciolavano. 
Arrivammo nell'ufficio di Silente e grazie al cielo, lì, c'era molto più caldo. 
- Sedetevi, ragazzi. - disse il preside indicando le due poltroncine davanti alla sua scrivania. 
Mi avvicinai ad una ma prima che potessi staccarmi da Draco, lui mi afferrò per la vita e mi fece sedere sulle sue gambe. In un primo momento arrossí ma quando lo guardai ogni traccia di timidezza si dileguò e, senza esitare, gli portai un braccio intorno al collo per sistemarmi meglio. 
- Allora ragazzi, come state? - chiese l'uomo guardandoci con un sorriso dolce. 
- Bene, grazie. - risposi voltandomi verso di lui. 
- Ne sono contento. - disse ed un attimo dopo parló l'Auror. 
- Signorino Malfoy, dovrei farle alcune domande. - 
- Certo. - rispose Draco annuendo lievemente. 
- Allora, quando ti hanno portato via, dove siete andati? - 
- Siamo subito andati lì dove mi avete trovato. - 
- E sa perché siete andati lì? - 
- No, per me quella è sempre stata una casa come le altre. - 
- Okay. Cosa le hanno fatto? - chiese freddamente. Lo sentì irrigidirsi a quella domanda. Mi voltai verso di lui e dopo un attimo lui spostò lo sguardo nel mio. Potevo leggere dolore e tristezza. Non voleva rispondere a quella domanda ed io, sinceramente, non volevo sapere la risposta. Non ora, almeno. 
- Credo... sia meglio cambiare domanda. - intervenne Silente guardandoci. 
- Va bene, cosal le hanno fatto fare? - 
- Mi hanno fatto esercitare. Esercitare all'utilizzo della... magia oscura. - disse in un sussurro che però sentimmo tutti. Quasi senza pensarci gli presi una mano, quella che era posata sulle mie gambe, e la strinsi. Lui alzò lo sguardo e mi sorrise lievemente. 
- Va tutto bene. - sussurrai poggiando la fronte sulla sua. 
- Lo so. - sussurrò il mio ragazzo annuendo senza staccarsi. 
- Sono qui con te e ti amo. - sussurrai di nuovo. 
- Ti amo anch'io. - rispose e mi baciò dolcemente sulle labbra, senza approfondire il bacio. Non mi importava se eravamo davanti al preside ed ad un Auror. 
Appena staccati continuammo a guardarci incantati dallo sguardo l'uno dell'altra.  
- Va bene, potete andare. - disse dopo quel momento di silenzio interrotto solo dai nostri sussurri. 
- Ma... - fece per dire l'Auror ma Silente lo interruppe immediatamente. 
- Possono andare. Potranno rispondere alle sue domande in un altro momento. - disse e nel suo tono c'era una piccola nota brusca. 
Mi alzai e fui seguita da Draco che, tenendomi per mano, mi portò fuori dall'ufficio. Appena fuori mi buttai su di lui che mi prese al volo, sorridendo. Lo baciai immediatamente e lui affondò la lingua nella mia bocca. 
- Sai cosa mi andrebbe, adesso? - chiese sulle mie labbra. 
- Cosa? - 
- Un bel bagno. - rispose sorridendo maliziosamente. 
- Mmm bell'idea. - commentai con un altro sorriso. Così, tenendomi in braccio, cominciò a camminare. Percorremmo diversi corridoi e ci ritrovammo davanti alla porta che conduceva al bagno dei Prefetti. - Ma... non abbiamo neanche un cambio! - 
- Si può risolvere. - disse lui. - Accio divisa di Hermione. - un secondo dopo la mia divisa, composta dalla camicetta e dalla gonna, gli arrivò in mano. - Accio divisa di Draco. - disse poi ed una camicia da uomo ed un paio di pantaloni gli arrivano di nuovo in mano. - Ora siamo apposto. - disse con un sorriso. Entrammo nel bagno e mi rimise in piedi. Draco posò i vestiti su un appendiabiti lì vicino e cominciò a spogliarsi. Io feci lo stesso e, differentemente al giorno del suo compleanno, senza imbarazzo. 
Una volta che entrambi fummo nudi entrammo in acqua e lui mi passò un braccio intorno alle spalle, stringendomi a sé. 
- Draco? - lo chiamai dopo qualche minuto di silenzio. 
- Sì? - 
- Mi devi qualche spiegazione. - dissi sicura ma senza guardarlo. L'ultima volta che avevamo affrontato quell'argomento avevano litigato furiosamente e non volevo assolutamente che succedesse di nuovo, non ora che l'avevo ritrovato. 
- Lo so. - rispose con un sospiro. - Cosa vuoi sapere? - mi chiese in un sussurro. Io rimasi piuttosto sorpresa di quella risposta ma immediatamente scacciai quello stupore e pensai a quello che dovevo sapere. 
- Mi racconti il tuo rapporto con Bellatrix? - 
- Quando ero bambino passavo diverso tempo con lei. Era sempre stata una donna molto strana ma io ero piccolo e non me ne rendevo conto. Non mi aveva mai fatto del male e mi aveva sempre trattato molto bene. Poi mio zio fu arrestato e portato ad Azkaban, e lì fu come se dentro mia zia si fosse acceso qualcosa. Una specie di furia cieca. Distrusse praticamente tutto l'interno della loro casa, comprese foto, mobili e vestiti; ogni cosa distruttibile veniva distrutta. 
Mia madre e mio padre, spaventati da quel comportamento, mi proibirono di andare da lei. Dopo qualche giorno, però, lei mi mandò una lettera dove mi invitava ad andare da lei. Io le ho risposto che non potevo perché i miei non volevano ma lei mi rispose che i miei mi avevano mentito ed io, come un cretino, le credetti... 


FLASHBACK


Appena chiusi la lettera corsi al camino in camera mia e le diedi fuoco, non volevo che i miei genitori mi scoprissero. 
Per uscire utilizzai la solita scusa, ossia che Blaise, mio amico da già un paio di anni, mi aveva invitato a casa sua per giocare. Loro ci credettero e mi dissero di tornare presto a casa, però. 
Soddisfatto, uscì dal Manor ed immediatamente mi avviai a casa di mia zia. Il Manor dei Lestrange era molto vicino a casa mia e questo mi facilitava andarla a trovare, dato che ero un bambino. Ci arrivai in una decina di minuti ed entrai senza esitare. Rimasi piuttosto stranito da quello che trovai. L'ingresso era molto in disordine e mia zia era china cercando qualcosa dentro un cassetto. 
- Zia? - la chiamai e lei si voltò di scatto verso di me. Aveva uno sguardo strano ma non riuscivo a capirlo, a decifrarlo. 
- Oh! Draco! Ciao tesoro, mi aiuteresti? - chiese lei avvicinandosi a me ed inginocchiandosi davanti a me. 
- Certo. Che cosa? - chiesi io. Non sapevo perché ma qualcosa mi diceva che se gli avessi detto di no sarebbe finita piuttosto male. 
- Sai che Rodolphus è stato sbattuto ad Azkaban, vero? Ecco io devo trovare qualcosa che lo discolpi, tesoro. Sono sicura che tu mi aiuterai. - 
- Io... certo. - dissi in un sussurro. 
- Bravo bambino. - disse sempre sussurrando prendendomi una mano e portandomi nell'ufficio di suo marito. Non c'ero mai stato e rimasi stupefatto da quanto era buio e tenebroso. C'era una grossa scrivania in legno nero con una sedia messa dietro anch'essa nera. Diversi libri erano sparai a terra e tutto era posto in penombra, la stessa illuminazione che c'era all'interno della casa, simile alla mia di questi tempi. 
Insieme ci mettemmo a cercare anche se non avevo idea, esattamente, di quello che dovessi trovare. 
- Zia... non trovo niente qui. - dissi voltandomi annoiato verso di lei. Bellatrix si voltò e mi guardò malissimo. 
- Continua a cercare. - sibilò lei tornando a frugare nel cassetto. 
- Ma sono stanco. - 
- Non ha importanza! CONTINUA! - urlò lei avvicinandosi di un passo. Io mi allontanai di un passo e feci come mi aveva detto. Mi stavo definitivamente pentendo di aver disubbitido ai miei genitori e mia zia non mi aveva mai fatto più paura. 
Dopo qualche altro minuto mi voltai timoroso verso mia zia giocando la mia ultima carta per tornare a casa. 
- Zia... non pensi che forse non troveremo niente? - chiesi. 
- Cosa?! - fece voltandosi verso di me con lo sguardo che aveva una scintilla molto... particolare. Era spaventoso. Non sembrava neanche lei. 
- Forse... - 
- Secondo te lui si è meritato di finire ad Azkaban? - chiese prendendo ad avvicinarsi lentamente. 
- Io, non lo so. - sussurrai mentre cominciavo a sentire le lacrime bruciarmi gli occhi, lacrime di paura. 
- Chi ti ha messo in testa queste idee?! Tua madre?! Tuo padre?! Oppure le pensi veramente queste cose?! Ma certo che le pensi. Sei come tutti gli altri! Rodolphus non se lo meritava! Lui non doveva finire ad Azkaban! Quell'uomo si meritava di morire! - prese ad urlare. La vidi estrarre la bacchetta e puntarnela addosso. Non mi era mai capitato e sentì gelare il sangue dentro le vene. Non avevo mai avuto così tanta paura. 
- Così imparerai a parlare male di mio marito. Sinceramente disprezzo il fatto che molti genitori non usino anche la violenza per istruire i loro figli e penso che con i bambini come te sia l'unico modo. Quindi... Crucio! - urlò lei ed immediatamente un fitta atroce mi invase. 


FINE FLASHBACK


Quella fu la prima volta che mi inflissero un Cruciatus e grazie al cielo fu anche l'ultima. Quando tornai a casa dolorante, i miei genitori mi dissero che cosa mia zia aveva fatto e mi vietarono, di nuovo, di vederla. Questa volta, però, non disobbedí. - finì il racconto. Durante esso Hermione mi aveva stretto sempre di più e la sentivo tremare nonostante la temperatura del bagno. 
- Mi dispiace! - sussurrò e la sentì soffocare un singhiozzo. Mi riscossi dai miei pensieri e puntai lo sguardo su di lei. Delle lacrime le bagnavano il viso. 
- Ehi! Amore non è colpa tua. - dissi spostandola lievemente solo per prenderle il viso tra le mani. 
- Io ti ho costretto a parlarne. - 
- Non mi hai affatto costretto. Prima non ero pronto ma adesso sì e tu avevi ogni diritto di sapere la verità. - sussurrai ascugandole una lacrima che le era scesa sulla guancia con il pollice. Mi sporsi e le diedi un bacio a fior di labbra. Le sorrisi e ci rimettemmo nella stessa posizione di prima, ossia io appoggiato al muro della vasca e lei accocolata sul mio petto. - Sono stato uno stupido quel giorno. - 
- Eri solo un bambino. - 
- Ma non dovevo farlo. - 
- Era pazza Draco. Cruciare suo nipote, come si può anche solo pensarlo? - 
- Lo hai detto tu. Era pazza e lo è tutt'ora. - disse con un sospiro. Rimanemmo in silenzio per molto tempo. Mi immaginai un piccolo Draco dolorante dopo un Cruciatus. Purtroppo lo avevo provato e non era umanamente possibile che un bambino potesse sopportare un simile dolore. 
- Non le permetterò di farti di nuovo del male. - dissi in un sussurro. 
- Ed io non le permetterò di fare del male a te. - rispose lui stringendomi di più. 
- Ci proteggeremo a vicenda. - 
- Lo facciamo sempre. - replicò passandomi una mano tra i capelli umidi. - Ti proteggeró sempre. - sussurrò più piano come se non volesse che sentissi ma lo sentì lo stesso. 
- Per sempre. - sussurrai guardando la finestra. 


Capitolo corto ma vi giuro che sto per piangere. Quanto sono carini?! 
Immaginatevi tutto il dialogo fatto di sussurri perché rende il tutto molto più bello. 
Che ne dite della storia? Come sempre io vi invito a recensire. (Non vi mangio!) Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo. 😘


PS. Ho cominciato a scrivere una nuova Dramione che sarà un po' diversa da questa ma comunque meravigliosa. Si intitola Crazy in Love e se vi va andate a leggerla. Mi farebbe molto piacere. 
PS2. Ehi sono in ritardo solo di due giorni sto migliorando non trovate? 

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Capitolo 25
*** Mordum ***


Pov Hermione
Quella notte, contrariamente alle altre, non ebbi incubi e per la prima volta dopo giorni non mi addormentai in lacrime. Appena aprì gli occhi li abbassai e puntai lo sguardo sul petto che si alzava ed abbassava sotto di me. Sorrisi e mi tirai su con un gomito per poter osservare il suo volto. Il volto di Draco. Dio quanto mi era mancato svegliarmi con lui al fianco. Continuando a sorridere feci scivolare la mano dal suo petto nudo al viso e cominciai ad accarezzargli la guancia prima di salire a spostare una ciocca di capelli biondi dalla fronte. Era così bello ed era quasi impossibile pensare che lui era veramente mio. Dopo un infinità di tempo lo vidi muoversi lievemente mentre un piccolo sorriso gli si apriva a sua volta sulle labbra. 
- Buongiorno amore. - sussurrai mentre lentamente apriva gli occhi. 
- Buongiorno principessa. - rispose avvicinandosi per darmi un bacio a fior di labbra. - Non hai idea di quanto mi sia mancato svegliarmi così, con te tra le mie braccia. - disse abbracciandomi. Gli strinsi le braccia al collo e avvicinai il mio corpo al suo. 
- Anche a me. - sussurrai con un sorriso. Poi il mio sguardo fu catturato da qualcosa oltre le sua spalle. C'era un biglietto sopra il suo comodino. - Che cos'è? - chiesi curiosa. Lui seguì il mio sguardo e lo puntò su fi esso. Lo prese e lo aprì mettendolo in modo tale che lo potessimo leggere entrambi. 
[ Caro Signor Malfoy e Signorina Granger, 
abbiamo bisogno di voi due. Raggiungerci appena possibile nello studio di Silente. 
Il Capitano Watherlook* ] 
- Bene... dobbiamo andare. - dissi con una sbuffo. Lui sbuffó a sua volta ed uscimmo dal letto. Andai all'armadio e tirai fuori i vari vestiti per quel giorno e me li portai in bagno. Mi feci una doccia veloce e mi infilai la biancheria e successivamente i vestiti che avevo portato. Ossia un paio di jeans ed un maglioncino verde scuro che mi lasciava una spalla scoperta.  Esco dal bagno e lo trovo ancora nudo che aspetta il suo turno. Appena esco mi da un bacio veloce sulle labbra ed entra portandosi dietro i vestiti. Appena sento l'acqua scorrere mi siedo ai piedi del letto ed osservo tutta quella camera. La camera che prima era stata il nostro nido d'amore; il luogo in cui, anche se lui non c'era, mi sentivo al sicuro; la mia seconda casa, seconda perché la mia vera casa erano le braccia di Draco. 
Successivamente era diventata il mio rifugio ma anche il luogo che mi infliggeva più dolore. 
Mi voltai verso la finestra e mi alzai raggiungendola per guardare fuori. Il cielo era coperto dalle nuvole ed il luogo era illuminato da una luce fredda. Lì, in quel punto, avevo osservato lo stesso paesaggio seduta allo stesso modo e per lo stesso tempo per giorni. 
Adesso? Adesso era ritornato il nostro nido d'amore. 
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che l'acqua si era spenta e che qualcuno era uscito dal bagno e si stava avvicinando a me finché non sentì le sue braccia avvolgermi la vita. 
- Sai, in questi giorni io sono stata qui. - dissi appoggiando la testa sulla sua spalla e continuando a guardare il paesaggio. - Seduta immobile che fissano questo paesaggio. Non so perché lo facevo, forse speravo che ti apparissi da un momento all'altro. - 
- Mi dispiace amore. - sussurrò lui dandomi un bacio sul collo. - Non volevo farti soffrire così tanto, non era assolutamente mia intenzione. In quel momento credevo fosse la cosa giusta da fare. - durante il suo piccolo discorso mi ero voltata tra le sue braccia e gli avevo circondato il collo con le mie. Lo zittì con un bacio che pian piano si fece più passionale utilizzando anche lingue finché la mancanza di ossigeno ci costrinse a separarci. 
- Lo so ed io non ti sto dando alcuna colpa. - sussurrai poggiando la mia fronte contro la sua. 
- Ma... - 
- Niente ma. Hai fatto la cosa giusta, anche se dolorosa per entrambi. Se non l'avessi seguita mi avrebbe ucciso. - dissi io sicura e quando fece per dire qualcos'altro io lo zittì con un ennesimo bacio dolce. - Andiamo amore? - 
- Certo, principessa. - rispose lasciandomi andare. Mi prese per mano ed intrecciai le dita mentre uscivamo dalla nostra stanza. Attraversammo la Sala Comune ed i corridoi dei sotterranei, ovviamente deserti, e vi dirigemmo verso l'ufficio del preside. Anche quel giorno avevano saltato le lezioni ma cazzo, quello era molto più importante. 
Entrammo nel suo ufficio e dentro trovammo il Capitano e Silente che stavano discutendo sonoramente ma appena entrammo si arrestarono di colpo. 
- Ragazzi. Sono felice di vedervi. - disse Silente con sorriso che ricambiai un po' a disagio. La tensione si poteva quasi toccare. - Accomodatevi. - 
Lo facemmo ed immediatamente il preside venne affiancato dal Capitano. Il vecchio si sedette mentre l'Auror rimase in piedi. 
- Allora, signorino Malfoy, ieri sera non ha voluto rispondere alle domande che uno dei miei Auror gli ha posto ma oggi dovrà rispondere a tutte. Chiaro? - chiese e quando il mio ragazzo annuì, lui continuò. - Allora, cosa le hanno fatto fare di preciso? - 
- L'ho già detto. Mi hanno fatto esercitare moltissimo con la magia oscura, tutti i giorni ma non so perché. - 
- E cosa le facevano se disubbidiva? - 
- Mi cruciavano. - a quelle parole mi irrigidì e lui sentendolo mi prese una mano, dato che ci eravamo lasciati per sederci, e la strinse forte. Gli lanciai uno sguardo di ringraziamento e lui me ne lanciò uno pieno di amore. Dio, quanto lo amavo. - Quello non solo però quando disubbidivo, anche quando dopo aver fallito un incantesimo e cadevo a terra stremato senza riuscire ad alzarmi lo facevano. - 
- Va bene. - disse e spostò lo sguardo severo su di me. - Signorina Granger, durante la guerra ha visto qualcosa di strano? - 
- Bè... sì. Ho notato che nel primo anrco di tempo nessuno ha provato ad attaccarmi. - dissi ricordando bene quel particolare. 
- Nel senso che era come se non la vedessero? - 
- No, nel senso che loro, intendo gli scagnozzi di loro due, mi vedevano, anzi alcune volte mi lanciavano anche degli sguardi veri e propri ma non mi attaccavano. - 
- Curioso... - fece Silente accarezzandosi la lunga barba. 
- Qualcos'altro? - chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai ed incrociai lo sguardo con quello freddo e calcolatore del Tenente. Ma quando era entrato? 
Immediatamente l'immagine di quel finto Draco mi tornò in mente ma qualcosa in lui mi spinse a tacere. 
- No. - sussurrai con la voce sicura. Il mio istinto non si sbagliò, infatti vidi una specie di ombra passare per gli occhi del Tenente che però fu subito mascherata. 
- Allora, se non avete altro da dirci, io ed il Tenente dobbiamo andare. - disse il Capitano allontanandosi dalla scrivania ed andando verso l' uomo. Prima però di uscire si bloccò e puntò lo sguardo su di me. - Sognorina Granger, potrebbe venire un attimo con me? Devo parlarle. - 
- Certo. - sussurrai lasciando la mano di Draco e seguendo il Capitano ed il Tenente fuori da quella stanza. 
- Rimanga qui. - disse Watherlook all'uomo che annuì freddamente. Mi portò in un luogo, lì vicino, un po' più appartato. 
- Di cosa voleva parlarmi? - chiesi educatamente ma avevo già il vago sospetto a proposito dell'argomento della conversazione. 
- Le volevo parlare a proposito del suo comportamento ieri sera nella battaglia. Il piano era molto semplice e lei non lo ha rispettato minimamente. - 
- Lo avrei rispettato se avessi visto anche solo uno dei suoi uomini cercare Draco. - 
- Questo comunque non le dava il diritto di prendersi così gioco di me. - 
- Io ho fatto solo la cosa giusta. Se non fossi intervenuta ora Draco sarebbe ancora con loro. - 
- Poteva morire. - 
- Avrei potuto morire anche combattendo senza andare a cercare lui. - replicai incrociando le braccia sul petto. 
- È lei che ha insistito tanto per venire. - 
- Ed ho fatto bene. Da quello che ho visto lei non aveva la minima intenzione di dare ordine ai suoi uomini di andare a cercarlo. - 
- Mi sta accusando di aver voluto sabotare la missione? - 
- Io mi attengo solo a quello che ho visto. Non ho mai detto che lei volesse sabotare la missione. Quello lo ha detto lei. - dissi con tono arrogante. Stavamo sussurrando per non farvi sentire da orecchie indiscrete. 
- Con questo cosa intende dire? - 
- Me lo dica lei. - feci io. 
- Io credo che lei, Signorina Granger, mi stia accusando di essere una spia per conto di Bellatrix e Rodolphus. - disse e sembrava parecchio arrabbiato. - Ed io le voglio dire che se continua con questo atteggiamento e con queste accuse infondate... - 
- Mi dispiace contraddirla - lo interruppi subito. - ma non sono del tutto infondate. - 
- Ah no? - 
- Come ho già detto io mi riferisco solo a quello che ho visto in battaglia. Ma forse mi sto solo sbagliando ed è lei a non essere bravo nel suo lavoro. - dissi e feci per andarmene ma lui mi bloccò prendendomi per il braccio. 
- Si ricordi con chi sta parlando. - disse lui. 
- Mi lasci, immediatamente. - dissi strattonando il braccio e liberandomi dalla sua presa. - Piccolo consiglio che le potrebbe servire, nelle missioni di salvataggio si presume che una parte della squadra combatta ma l'altra parte aiuti la persona che deve essere salvata. - detto questo mi allontanai e tornai nell'ufficio, dopo aver scoccato un'occhiata al Tenente. 
- Tutto bene? - chiese Draco guardando la mia espressione adirata. Come sempre, appena guardai i suoi occhi, mi calmai. Annuì lievemente e mi sedetti di nuovo sulla poltroncina. 
- Allora, c'è qualcos'altro che mi devi dire? - disse Silente con tono pacato. Io lo guardai negli occhi ed immediatamente capí che di lui potevo fidarmi. 
- Sì, c'è. Quando mi sono allontanata per cercare Draco sono entrata in una stanza completamente vuota. Dentro c'era solo Draco, o meglio una specie di... ehm... gemello? 
Comunque ha cominciato a dirmi delle cose bruttissime a proposito della nostra relazione. Tutto il contrario di quello che pensava veramente Draco. Quando me ne sono accorta l'ho allontanato e schiantato. Immediatamente si è trasformato in cenere. Era la sua copia perfetta. - raccontai io e nel perlarne mi venne in mente cosa potesse essere. L'avevo letto un po' di tempo fa in biblioteca ma non credevo assolutamente potesse esistere. Lì, avevo letto che era una potente magia oscura che solo grandissimi maghi oscuri potevano evocare e non credevo che Bellatrix e Rodolphus fossero così forti. 
- Sono sicuro che lei sa già di cosa si tratta. - disse vedendo il mio sguardo pensieroso che avevo rivolto al pavimento. 
- Sì, ma... non può essere. - dissi riportando lo sguardo su di me. 
- Invece ho paura che sia proprio quello dalla descrizione che mi ha fatto. - 
- Si può sapere di cosa state parlando? - chiese Draco spazientendosi di essere ignorato. 
- Avevo letto di questo tipo di magia un mese fa più o meno. - spiegai a Draco che puntò lo sguardo su di me mentre io facevo lo stesso, guardando lui. - È una magia molto potente ed oscura. Consiste nel creare la copia perfetta della persona che vogliamo, uguale in ogni minimo dettaglio. L'unica cosa per cui differiscono è il pensiero. Ossia l'originale ama una persona, la copia la detesta. Ed hanno anche caratteri completamente diversi. È il tuo alterego. - 
- Ma se è la copia perfetta, allora come hai fatto ad accorgerti che non ero io? - 
- Semplice. Quell'alterego è come un manichino. Non può provare nulla di concreto. Quando ti ho fatto quell'esmpio non intendevo che la odia veramente, più che altro è fatto per quel preciso scopo... è molto difficile da spiegare ed io stessa ho dovuto rileggere quella pagina più volte per capirla a fondo. Comunque sia, non ho letto niente nei tuoi occhi, erano come morti. Inoltre, quella copia aveva un dettaglio fuori posto ossia il tuo anello. L'anello ce l'avevo io quindi era impossibile che tu l'avessi. Sicuramente Bellatrix, quando lo aveva creato, non aveva notato che non lo avevi così lo ha creato pensando appunto che lo portassi al dito. - finì di spiegare. 
- Capito... e perché si è disintegrato così facilmente? - chiese molto interessato all'argomento. 
- Come ho già detto è una magia estremamente difficile da fare e per riuscire ad ottenere una copia "solida" come una persona vera c'è bisogno di molto allenamento e parecchie prove. Sicuramente, quando lo hanno fatto, non sospettavano di doverlo utilizzare ma si sono ritrovati costretti. Era molto debole per questo si è disintegrato subito. - 
- E quando diventerà più solido? - 
- Serviranno incantesimi molto più potenti. Sicuramente uno Stupeficium non basterà, avrà l'effetto di lanciarlo lontano ma ovviamente non lo farà svenire come succede a noi. Potrebbe funzionare un Sectumsempra o magie del genere. - 
- E come si chiama questa magia? - 
- Si chiama Mordum. - rispose al posto mio Silente. Vi voltammo entrambi verso di lui e mi resi conto in quel momento che lo avevamo completamente ignorato e quasi mi ero dimenticata che ci fosse anche lui. - Come ha già spiegato brillantemente Hermione è una magia difficilissima e molto pericolosa. - 
- Perché? - 
- Perché essendo così difficile è anche molto faticoso e se eseguito più volte nell'arco di poco tempo può portare alla morte. - risposi io al posto di Silente. Rimanemmo tutti in silenzio per diversi minuti, ognuno perso nei propri pensieri. - Quanto ci vuole per riuscire a creare un Mordum così perfetto? - 
- Tre settimane è il minimo. - rispose il preside guardando la sua scrivania. 
- Non è incoraggiante. - sussurrò Draco con la fronte corrugata. 
- No, infatti. Crearne uno in così poco tempo richiede un potere enorme. - dissi scuotendo la testa. 
- Avete altro da dirmi, ragazzi? - chiese il preside sospirando. 
- No. - rispondemmo all'unisono io e Draco. 
- Bene, allora potete andare. Riposatevi. Appena avremo delle notizie sarete i primi a cui lo dirò. - disse lui ed insieme vi alzammo. Il biondo mi prese per mano e ci avviammo verso l'uscita. Proprio sulla porta, però, mi bloccai e guardai il preside. 
- Preside? - lo chiamai con voce un po' incerta. Lui si voltò verso di me. - Il Mordum ha parlato di una guerra. Ci sarà davvero? - 
Lui mi guardò per un po' senza dire niente. Aveva uno sguardo strano, addolorato. - Hermione, sono molto vecchio e con gli anni ho imparato a non fidarmi di tutto quello che mi dicevano e soprattutto a vivere il presente così com'è. Ti consiglio di fare lo stesso, per ora. Non preoccuparti del futuro, pensa ad adesso ed a quello che hai. - 
Annuì lievemente ed uscì. Rimanemmo fermi lì per un po' prima che io alzassi lo sguardo su di lui ed incontrai i suoi occhi grigi. Mi tuffai tra le sue braccia e lo abbracciai forte mentre lui faceva lo stesso, stringendomi a sé. 
- Andrà tutto bene. - sussurrò lui accarezzandomi lentamente la testa. 
- Ti amo. - sussurrai sul suo petto. 
- Ti amo anch'io. - sussurrò a sua volta. Rimanemmo così ancora per qualche minuto prima di sciogliere l'abbraccio ed avviarci verso la sua Sala Comune. 
Ciao a tutti! Che ne pensate? Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolo e finalmente introdurre l'incantesimo Mordum. Non son sicura se è simile, per il nome, a quello usato da Voldemort per metter il marchio nero ma se lo fosse ( dato che in questo momento non me lo ricordo ) il riferimento è del tutto casuale. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e tranquilli perché tra poco arriverà anche la spiegazione ad una frase particolare detta da Bellatrix a Draco quando lui era ancora con loro. Qualcuno ha un'idea? Ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 
PS. StoM cercando delle nuove storie da leggere sulla Dramione quindi se, oltre a lettori ( si dice così? Bò, Okay ) siete anche autori e volete che legga qualcosa basta dirmelo ed a me mi farebbe molto piacere. 





Pov Hermione


Quella notte, contrariamente alle altre, non ebbi incubi e per la prima volta dopo giorni non mi addormentai in lacrime. Appena aprì gli occhi li abbassai e puntai lo sguardo sul petto che si alzava ed abbassava sotto di me. Sorrisi e mi tirai su con un gomito per poter osservare il suo volto. Il volto di Draco. Dio quanto mi era mancato svegliarmi con lui al fianco. Continuando a sorridere feci scivolare la mano dal suo petto nudo al viso e cominciai ad accarezzargli la guancia prima di salire a spostare una ciocca di capelli biondi dalla fronte. Era così bello ed era quasi impossibile pensare che lui era veramente mio. Dopo un infinità di tempo lo vidi muoversi lievemente mentre un piccolo sorriso gli si apriva a sua volta sulle labbra. 
- Buongiorno amore. - sussurrai mentre lentamente apriva gli occhi. 
- Buongiorno principessa. - rispose avvicinandosi per darmi un bacio a fior di labbra. - Non hai idea di quanto mi sia mancato svegliarmi così, con te tra le mie braccia. - disse abbracciandomi. Gli strinsi le braccia al collo e avvicinai il mio corpo al suo. 
- Anche a me. - sussurrai con un sorriso. Poi il mio sguardo fu catturato da qualcosa oltre le sua spalle. C'era un biglietto sopra il suo comodino. - Che cos'è? - chiesi curiosa. Lui seguì il mio sguardo e lo puntò su fi esso. Lo prese e lo aprì mettendolo in modo tale che lo potessimo leggere entrambi. 


[ Caro Signor Malfoy e Signorina Granger, 
abbiamo bisogno di voi due. Raggiungerci appena possibile nello studio di Silente. 
Il Capitano Watherlook* ] 


- Bene... dobbiamo andare. - dissi con una sbuffo. Lui sbuffó a sua volta ed uscimmo dal letto. Andai all'armadio e tirai fuori i vari vestiti per quel giorno e me li portai in bagno. Mi feci una doccia veloce e mi infilai la biancheria e successivamente i vestiti che avevo portato. Ossia un paio di jeans ed un maglioncino verde scuro che mi lasciava una spalla scoperta.  Esco dal bagno e lo trovo ancora nudo che aspetta il suo turno. Appena esco mi da un bacio veloce sulle labbra ed entra portandosi dietro i vestiti. Appena sento l'acqua scorrere mi siedo ai piedi del letto ed osservo tutta quella camera. La camera che prima era stata il nostro nido d'amore; il luogo in cui, anche se lui non c'era, mi sentivo al sicuro; la mia seconda casa, seconda perché la mia vera casa erano le braccia di Draco. 
Successivamente era diventata il mio rifugio ma anche il luogo che mi infliggeva più dolore. 
Mi voltai verso la finestra e mi alzai raggiungendola per guardare fuori. Il cielo era coperto dalle nuvole ed il luogo era illuminato da una luce fredda. Lì, in quel punto, avevo osservato lo stesso paesaggio seduta allo stesso modo e per lo stesso tempo per giorni. 
Adesso? Adesso era ritornato il nostro nido d'amore. 
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che l'acqua si era spenta e che qualcuno era uscito dal bagno e si stava avvicinando a me finché non sentì le sue braccia avvolgermi la vita. 
- Sai, in questi giorni io sono stata qui. - dissi appoggiando la testa sulla sua spalla e continuando a guardare il paesaggio. - Seduta immobile che fissano questo paesaggio. Non so perché lo facevo, forse speravo che ti apparissi da un momento all'altro. - 
- Mi dispiace amore. - sussurrò lui dandomi un bacio sul collo. - Non volevo farti soffrire così tanto, non era assolutamente mia intenzione. In quel momento credevo fosse la cosa giusta da fare. - durante il suo piccolo discorso mi ero voltata tra le sue braccia e gli avevo circondato il collo con le mie. Lo zittì con un bacio che pian piano si fece più passionale utilizzando anche lingue finché la mancanza di ossigeno ci costrinse a separarci. 
- Lo so ed io non ti sto dando alcuna colpa. - sussurrai poggiando la mia fronte contro la sua. 
- Ma... - 
- Niente ma. Hai fatto la cosa giusta, anche se dolorosa per entrambi. Se non l'avessi seguita mi avrebbe ucciso. - dissi io sicura e quando fece per dire qualcos'altro io lo zittì con un ennesimo bacio dolce. - Andiamo amore? - 
- Certo, principessa. - rispose lasciandomi andare. Mi prese per mano ed intrecciai le dita mentre uscivamo dalla nostra stanza. Attraversammo la Sala Comune ed i corridoi dei sotterranei, ovviamente deserti, e vi dirigemmo verso l'ufficio del preside. Anche quel giorno avevano saltato le lezioni ma cazzo, quello era molto più importante. 
Entrammo nel suo ufficio e dentro trovammo il Capitano e Silente che stavano discutendo sonoramente ma appena entrammo si arrestarono di colpo. 
- Ragazzi. Sono felice di vedervi. - disse Silente con sorriso che ricambiai un po' a disagio. La tensione si poteva quasi toccare. - Accomodatevi. - 
Lo facemmo ed immediatamente il preside venne affiancato dal Capitano. Il vecchio si sedette mentre l'Auror rimase in piedi. 
- Allora, signorino Malfoy, ieri sera non ha voluto rispondere alle domande che uno dei miei Auror gli ha posto ma oggi dovrà rispondere a tutte. Chiaro? - chiese e quando il mio ragazzo annuì, lui continuò. - Allora, cosa le hanno fatto fare di preciso? - 
- L'ho già detto. Mi hanno fatto esercitare moltissimo con la magia oscura, tutti i giorni ma non so perché. - 
- E cosa le facevano se disubbidiva? - 
- Mi cruciavano. - a quelle parole mi irrigidì e lui sentendolo mi prese una mano, dato che ci eravamo lasciati per sederci, e la strinse forte. Gli lanciai uno sguardo di ringraziamento e lui me ne lanciò uno pieno di amore. Dio, quanto lo amavo. - Quello non solo però quando disubbidivo, anche quando dopo aver fallito un incantesimo e cadevo a terra stremato senza riuscire ad alzarmi lo facevano. - 
- Va bene. - disse e spostò lo sguardo severo su di me. - Signorina Granger, durante la guerra ha visto qualcosa di strano? - 
- Bè... sì. Ho notato che nel primo anrco di tempo nessuno ha provato ad attaccarmi. - dissi ricordando bene quel particolare. 
- Nel senso che era come se non la vedessero? - 
- No, nel senso che loro, intendo gli scagnozzi di loro due, mi vedevano, anzi alcune volte mi lanciavano anche degli sguardi veri e propri ma non mi attaccavano. - 
- Curioso... - fece Silente accarezzandosi la lunga barba. 
- Qualcos'altro? - chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai ed incrociai lo sguardo con quello freddo e calcolatore del Tenente. Ma quando era entrato? 
Immediatamente l'immagine di quel finto Draco mi tornò in mente ma qualcosa in lui mi spinse a tacere. 
- No. - sussurrai con la voce sicura. Il mio istinto non si sbagliò, infatti vidi una specie di ombra passare per gli occhi del Tenente che però fu subito mascherata. 
- Allora, se non avete altro da dirci, io ed il Tenente dobbiamo andare. - disse il Capitano allontanandosi dalla scrivania ed andando verso l' uomo. Prima però di uscire si bloccò e puntò lo sguardo su di me. - Sognorina Granger, potrebbe venire un attimo con me? Devo parlarle. - 
- Certo. - sussurrai lasciando la mano di Draco e seguendo il Capitano ed il Tenente fuori da quella stanza. 
- Rimanga qui. - disse Watherlook all'uomo che annuì freddamente. Mi portò in un luogo, lì vicino, un po' più appartato. 
- Di cosa voleva parlarmi? - chiesi educatamente ma avevo già il vago sospetto a proposito dell'argomento della conversazione. 
- Le volevo parlare a proposito del suo comportamento ieri sera nella battaglia. Il piano era molto semplice e lei non lo ha rispettato minimamente. - 
- Lo avrei rispettato se avessi visto anche solo uno dei suoi uomini cercare Draco. - 
- Questo comunque non le dava il diritto di prendersi così gioco di me. - 
- Io ho fatto solo la cosa giusta. Se non fossi intervenuta ora Draco sarebbe ancora con loro. - 
- Poteva morire. - 
- Avrei potuto morire anche combattendo senza andare a cercare lui. - replicai incrociando le braccia sul petto. 
- È lei che ha insistito tanto per venire. - 
- Ed ho fatto bene. Da quello che ho visto lei non aveva la minima intenzione di dare ordine ai suoi uomini di andare a cercarlo. - 
- Mi sta accusando di aver voluto sabotare la missione? - 
- Io mi attengo solo a quello che ho visto. Non ho mai detto che lei volesse sabotare la missione. Quello lo ha detto lei. - dissi con tono arrogante. Stavamo sussurrando per non farvi sentire da orecchie indiscrete. 
- Con questo cosa intende dire? - 
- Me lo dica lei. - feci io. 
- Io credo che lei, Signorina Granger, mi stia accusando di essere una spia per conto di Bellatrix e Rodolphus. - disse e sembrava parecchio arrabbiato. - Ed io le voglio dire che se continua con questo atteggiamento e con queste accuse infondate... - 
- Mi dispiace contraddirla - lo interruppi subito. - ma non sono del tutto infondate. - 
- Ah no? - 
- Come ho già detto io mi riferisco solo a quello che ho visto in battaglia. Ma forse mi sto solo sbagliando ed è lei a non essere bravo nel suo lavoro. - dissi e feci per andarmene ma lui mi bloccò prendendomi per il braccio. 
- Si ricordi con chi sta parlando. - disse lui. 
- Mi lasci, immediatamente. - dissi strattonando il braccio e liberandomi dalla sua presa. - Piccolo consiglio che le potrebbe servire, nelle missioni di salvataggio si presume che una parte della squadra combatta ma l'altra parte aiuti la persona che deve essere salvata. - detto questo mi allontanai e tornai nell'ufficio, dopo aver scoccato un'occhiata al Tenente. 
- Tutto bene? - chiese Draco guardando la mia espressione adirata. Come sempre, appena guardai i suoi occhi, mi calmai. Annuì lievemente e mi sedetti di nuovo sulla poltroncina. 
- Allora, c'è qualcos'altro che mi devi dire? - disse Silente con tono pacato. Io lo guardai negli occhi ed immediatamente capí che di lui potevo fidarmi. 
- Sì, c'è. Quando mi sono allontanata per cercare Draco sono entrata in una stanza completamente vuota. Dentro c'era solo Draco, o meglio una specie di... ehm... gemello? 
Comunque ha cominciato a dirmi delle cose bruttissime a proposito della nostra relazione. Tutto il contrario di quello che pensava veramente Draco. Quando me ne sono accorta l'ho allontanato e schiantato. Immediatamente si è trasformato in cenere. Era la sua copia perfetta. - raccontai io e nel perlarne mi venne in mente cosa potesse essere. L'avevo letto un po' di tempo fa in biblioteca ma non credevo assolutamente potesse esistere. Lì, avevo letto che era una potente magia oscura che solo grandissimi maghi oscuri potevano evocare e non credevo che Bellatrix e Rodolphus fossero così forti. 
- Sono sicuro che lei sa già di cosa si tratta. - disse vedendo il mio sguardo pensieroso che avevo rivolto al pavimento. 
- Sì, ma... non può essere. - dissi riportando lo sguardo su di me. 
- Invece ho paura che sia proprio quello dalla descrizione che mi ha fatto. - 
- Si può sapere di cosa state parlando? - chiese Draco spazientendosi di essere ignorato. 
- Avevo letto di questo tipo di magia un mese fa più o meno. - spiegai a Draco che puntò lo sguardo su di me mentre io facevo lo stesso, guardando lui. - È una magia molto potente ed oscura. Consiste nel creare la copia perfetta della persona che vogliamo, uguale in ogni minimo dettaglio. L'unica cosa per cui differiscono è il pensiero. Ossia l'originale ama una persona, la copia la detesta. Ed hanno anche caratteri completamente diversi. È il tuo alterego. - 
- Ma se è la copia perfetta, allora come hai fatto ad accorgerti che non ero io? - 
- Semplice. Quell'alterego è come un manichino. Non può provare nulla di concreto. Quando ti ho fatto quell'esmpio non intendevo che la odia veramente, più che altro è fatto per quel preciso scopo... è molto difficile da spiegare ed io stessa ho dovuto rileggere quella pagina più volte per capirla a fondo. Comunque sia, non ho letto niente nei tuoi occhi, erano come morti. Inoltre, quella copia aveva un dettaglio fuori posto ossia il tuo anello. L'anello ce l'avevo io quindi era impossibile che tu l'avessi. Sicuramente Bellatrix, quando lo aveva creato, non aveva notato che non lo avevi così lo ha creato pensando appunto che lo portassi al dito. - finì di spiegare. 
- Capito... e perché si è disintegrato così facilmente? - chiese molto interessato all'argomento. 
- Come ho già detto è una magia estremamente difficile da fare e per riuscire ad ottenere una copia "solida" come una persona vera c'è bisogno di molto allenamento e parecchie prove. Sicuramente, quando lo hanno fatto, non sospettavano di doverlo utilizzare ma si sono ritrovati costretti. Era molto debole per questo si è disintegrato subito. - 
- E quando diventerà più solido? - 
- Serviranno incantesimi molto più potenti. Sicuramente uno Stupeficium non basterà, avrà l'effetto di lanciarlo lontano ma ovviamente non lo farà svenire come succede a noi. Potrebbe funzionare un Sectumsempra o magie del genere. - 
- E come si chiama questa magia? - 
- Si chiama Mordum. - rispose al posto mio Silente. Vi voltammo entrambi verso di lui e mi resi conto in quel momento che lo avevamo completamente ignorato e quasi mi ero dimenticata che ci fosse anche lui. - Come ha già spiegato brillantemente Hermione è una magia difficilissima e molto pericolosa. - 
- Perché? - 
- Perché essendo così difficile è anche molto faticoso e se eseguito più volte nell'arco di poco tempo può portare alla morte. - risposi io al posto di Silente. Rimanemmo tutti in silenzio per diversi minuti, ognuno perso nei propri pensieri. - Quanto ci vuole per riuscire a creare un Mordum così perfetto? - 
- Tre settimane è il minimo. - rispose il preside guardando la sua scrivania. 
- Non è incoraggiante. - sussurrò Draco con la fronte corrugata. 
- No, infatti. Crearne uno in così poco tempo richiede un potere enorme. - dissi scuotendo la testa. 
- Avete altro da dirmi, ragazzi? - chiese il preside sospirando. 
- No. - rispondemmo all'unisono io e Draco. 
- Bene, allora potete andare. Riposatevi. Appena avremo delle notizie sarete i primi a cui lo dirò. - disse lui ed insieme vi alzammo. Il biondo mi prese per mano e ci avviammo verso l'uscita. Proprio sulla porta, però, mi bloccai e guardai il preside. 
- Preside? - lo chiamai con voce un po' incerta. Lui si voltò verso di me. - Il Mordum ha parlato di una guerra. Ci sarà davvero? - 
Lui mi guardò per un po' senza dire niente. Aveva uno sguardo strano, addolorato. - Hermione, sono molto vecchio e con gli anni ho imparato a non fidarmi di tutto quello che mi dicevano e soprattutto a vivere il presente così com'è. Ti consiglio di fare lo stesso, per ora. Non preoccuparti del futuro, pensa ad adesso ed a quello che hai. - 
Annuì lievemente ed uscì. Rimanemmo fermi lì per un po' prima che io alzassi lo sguardo su di lui ed incontrai i suoi occhi grigi. Mi tuffai tra le sue braccia e lo abbracciai forte mentre lui faceva lo stesso, stringendomi a sé. 
- Andrà tutto bene. - sussurrò lui accarezzandomi lentamente la testa. 
- Ti amo. - sussurrai sul suo petto. 
- Ti amo anch'io. - sussurrò a sua volta. Rimanemmo così ancora per qualche minuto prima di sciogliere l'abbraccio ed avviarci verso la sua Sala Comune. 


Ciao a tutti! Che ne pensate? Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolo e finalmente introdurre l'incantesimo Mordum. Non son sicura se è simile, per il nome, a quello usato da Voldemort per metter il marchio nero ma se lo fosse ( dato che in questo momento non me lo ricordo ) il riferimento è del tutto casuale. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e tranquilli perché tra poco arriverà anche la spiegazione ad una frase particolare detta da Bellatrix a Draco quando lui era ancora con loro. Qualcuno ha un'idea? Ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 


PS. Sto cercando delle nuove storie da leggere sulla Dramione quindi se, oltre a lettori ( si dice così? Bò, Okay ) siete anche autori e volete che legga qualcosa basta dirmelo ed a me mi farebbe molto piacere. 

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Capitolo 26
*** Viviamo il presente ***


VIVIAMO IL PRESENTE
Pov Hermione
Appena eravamo usciti dall'ufficio del preside eravamo andati nella Sala Comune di Serpeverde e lì, seduti su un divanetto ad aspettarci, c'erano Blaise e Ginny. Appena entrammo entrambi si alzarono di scatto e ci vennero in contro. Io mi staccai da Draco e mi tuffai verso la mia migliore amica, che a sua volta, si staccò dal suo ragazzo e si avvicinò a sua volta a me. Ci abbracciammo forte e con la coda dell'occhio vidi i due maschi abbracciarsi a loro volta, il solito abbraccio ad un braccio. Appena staccate abbracciai anche Blaise che mi sollevò lievemente da terra. 
- Ora ti sei ripresa, del tutto. - mi sussurrò lui prima di lasciarmi andare. Gli sorrisi e sentì il braccio di Draco circondarmi la vita. 
- Dai, sediamoci. - fece Ginny prendendo Blaise per mano e portandolo verso io divano, dove erano seduti dall'inizio. Li seguimmo e ci sedemmo davanti a loro, uno accanto all'altra. 
- Allora, cosa vi ha detto il Preside? - chiese subito il moro guardando prima il mio ragazzo e poi me. 
- Ci a solo fatto delle domande a proposito della battaglia, ed a Draco a proposito del periodo in cui è stato con loro. - risposi io. 
- Che tipo di domande? - 
- Tipo che cosa mi hanno fatto fare lì o cosa mi hanno fatto. - rispose Draco. 
- E cosa ti hanno fatto fare? - chiese la rossa con voce un po' incerta. 
- Mi hanno fatto esercitare molto con la magia oscura e se sbagliavo o cose del genere mi torturavano. - 
- Cazzo... - sussurrò Blaise abbassando lo sguardo. 
- E come sei tornato qui? - chiesi riferendomi alla battaglia. 
- Bè io sono stata l'unico dei nostri che vi ha visto uscire così ho cercato di seguirvi, ed a proposito Hermione i tuoi incantesimi funzionano che è una meraviglia, mi sono quasi rotto il naso. - disse Blaise guardandomi in modo divertito. 
- Scusa! Non credevo che ci stessi seguendo. - feci coprendomi la bocca con una mano. 
- Tranquilla! Il mio era più o meno un complimento. Comunque, dopo aver sbattuto contro la tua meravigliosa porta, ho deciso di uscire dall'uscita principale. Ovviamente non è stato facile ma alla fine ci sono riuscito ed una volta fuori mi sono smaterializzato. Sono atterrato nei pressi della foresta oscura, così sono rientrato nella scuola e sono andato dal preside. Voi due non c'eravate già più. - raccontò lui per poi finire con una scrollata di spalle. 
- E cosa ti ha detto il Preside? - chiesi curiosa. 
- Niente di che, in realtà. Solo se stavo bene e cosa ho fatto e cose del genere. Il Capitano ha detto che mi parlerà oggi. - 
- E quando... - non feci in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta della Sala. Il moro si alzò ed andò ad aprire. Era il Capitano. Si scambiarono due parole prima che lui si voltasse verso di noi. 
- Arrivo subito, ragazzi. - ci disse prima di uscire con lui. Guardai la porta per un po', ricordandomi la discussione avuta poco prima con quell'uomo. Non mi fidavo di lui, né di lui né del suo vice. 
- Amore, tutto bene? - mi sentì chiedere dalla voce di Draco. Mi riscossi dai miei pensieri e puntai lo sguardo su di lui. Lo guardai un secondo prima di annuire sorridendogli dolcemente. 
Noi tre rimanemmo a parlare del più e del meno per un po' prima che tornasse Blaise ed aveva un'espressione lievemente... incazzata. 
- Hermione. - mi chiamò chiudendosi la porta alle spalle. Io mi voltai verso di lui e subito capí cosa mi stava per dire. - Tu hai un'innata capacità di far incazzare le persone ma perché, perché dico io, contraddire e fare l'arrogante proprio con il Capitano di una delle squadre più importanti tra gli Auror? - 
- Mi ha fatto incazzare, cosa ti aspettavi? - dissi seguendolo con lo sguardo mentre mi raggiungeva e restava in piedi accanto a me. 
- Oh! Non so, forse che ragionassi un po' di più?! Cazzo, Herm. Ti sei messa contro uno degli Auror più importanti e quindi anche contro il Capo di tutti gli Auror e di conseguenza contro il Ministro e quindi contro il Ministero stesso! Ti rendi conto?! - 
- Bè... sì. Ma comunque non ho detto niente di così grave. - 
- Niente di così grave? Gli hai detto, senza troppi giri di parole, che non sa fare il suo lavoro! - 
- Bè se è per questo gli ho detto anche che sta facendo il doppio gioco. - 
- Tu sei una completa pazza! Stiamo parlando di una delle persone più importanti nel mondo della Magia! - 
- Lo so, Blaise. Ma avevo i miei motivi! - replicai esasperata sotto lo sguardo incredulo di tutti i presenti. Blaise stava per replicare ma sentendo quell'ultima frase si bloccò ed andò a sedersi accanto alla sua ragazza, esattamente davanti a me. 
- Cosa intendi? - chiese con tono serio. Lo guardai un secondo prima di sospirare e scrollare le spalle. Era il momento di confidare i miei dubbi a proposito di quelle persone, di loro tre mi potevo fidare. 
- Sinceramente, io non mi fido per niente del Capitano e ancor di meno del Tenente. Hanno avuto dei comportamenti davvero troppo strani. - 
- Strani di che tipo? - chiese Draco stringendomi la mano. 
- Anche solo il fatto che il Capitano non ha dato, durante tutta la battaglia, il segnale di andare a cercarti a nessuno dei suoi Auror. Era come se non volesse riportarti a casa. Oppure, il fatto che non abbia fatto preparare i suoi soldati adeguatamente. - 
- Ma non hanno avuto il tempo per... - fece per dire Ginny ma la interruppi subito. 
- No, il tempo lo avrebbero avuto. Ho letto, sulla Gazzetta del Profeta, che una volta, un paio di anni fa, questa squadra si è preparata per una guerra in soli tre giorni ad hanno vinto. Questa volta ne hanno avuti cinque, quindi il problema sicuramente non era il tempo. - 
- Questo sì che è strano. - fece Blaise abbassando lo sguardo. 
- Perché non l'hai detto a Silente? Non penserai che anche lui c'entri. - disse Draco. Mi voltai verso di lui e lo guardai un secondo. 
- No, certo che non lo penso. Mi fido di Silente ma è anche vero che in questo periodo è a stretto contatto con il Capitano e non volevo rischiare che lui capisse i miei dubbi. Se per caso fosse vero che il Capitano lavora per Bellatrix e scoprisse che io ho dei dubbi sulla sua fedeltà per noi non so cosa potrebbe fare. Preferisco che, apperte voi ovviamente, nessuno lo sappia. - 
- Hai ragione, amore. Potrebbe fare di tutto. - 
- Cosa possiamo fare? - chiese Ginny stringendosi al suo ragazzo. 
- Se Silente non ci ha detto niente significa che lui non ha notato i suoi strani comportamenti. Questo significa che siamo solo noi in questo frangente. Sarà meglio tenerlo d'occhio il più possibile e, se dovesse diventare necessario, ne parleremo a Silente. - dissi sicura. 
- E se lui dovesse notare che lo stiamo seguendo o cose del genere? - chiese Blaise, io mi voltai verso di lui per rispondere. 
- Io non ho mai parlato di seguirlo. Sarebbe troppo rischioso, almeno all'interno della scuola. Qualcuno potrebbe accorgersene e dirlo a lui, oltre che,come hai detto tu, potrebbe accorgersene proprio lui. Per tenerlo d'occhio intendevo quando possiamo. Quando saremo a contatto con lui. - 
- Ma non è detto che... - 
- Sì, invece. È ovvio che dovremmo lavorare anche con lui, con la situazione che... stiamo passando in questo periodo. Silente vorrà prepararci ed è ovvio che verremo preparati da loro. - dissi sicura guardando uno a uno i miei amici. Rimanemmo tutti in silenzio per un po' prima che Blaise parlasse. 
- Bè, amico mio direi che hai fatto bingo. Ed io che pensavo che i professori dicevano che Hermione era la strada più intelligente della nostra generazione solo perché era un ottimo studentessa. - disse lui scuotendo la testa. Tutti ridemmo sonoramente prima di ritornare seri. 
- Ma... per cosa dobbiamo prepararci esattamente? - chiese la rossa con la fronte corrucciata. A quella domanda abbassai lo sguardo e lasciai che fosse Draco a rispondere. 
- Vedi, quando Hermione è venuta a prendermi Bellatrix ha sfoderato una sua nuova arma contro di lei. - 
- Ossia? - fece Blaise curioso. 
- Ossia il Mordum. - risposi io. - È una potente magia oscura che solo potenti maghi riescono a compiere. Consiste nella creazione di una specie di gemello malvagio, un alterego della persona che vogliamo. E loro ne hanno fatta una di Draco. - 
- E lui ha parlato di... - Draco si stoppó un attimo come se non trovasse le parole giuste e purtroppo solo una parola era adatta. La parola che nessuno vorrebbe mai sentire e soprattutto che nessuno vorrebbe mai affrontare. Perché quella parola portava con sé solo dolore e morte. - Ha parlato di guerra. - 
Dopo quelle parole calò un grosso e pesante silenzio nella stanza, interrotto ogni tanto solo dal vento che batteva sui vetri della Sala*. 
- Cosa ha detto Silente? - chiese dopo diversi minuti Blaise. 
- Che dobbiamo vivere come meglio possiamo il nostro presente senza pensare al futuro, per ora. - dissi tenendo lo sguardo fisso a terra. Calò di nuovo il silenzio tra di noi e nel mentre sentì Draco stringermi la mano e un suo braccio passare intorno alle mie spalle. Mi strinsi a lui senza neanche pensarci. 
- Ragazzi? - ci chiamò Ginny e tutti alzammo lo sguardo su di lei. - Vi rendete conto che con tutto quello che sta succedendo, ci stiamo perdendo il Natale? -  
- È vero! - feci prendendomi conto solo adesso della gravità della situazione. Io ero sempre stata la unica e sola organizzatrice del Natale ed era mio dovere tornare a casa a festeggiare ed a preparare tutto. Aveva ragione Silente. Dovevamo vivere il nostro presente al massimo ed io volevo farlo. - Quando ci sarà la festa di Natale? - 
- Sinceramente, e non andare in escandescenze, è domani. - rispose la rossa ed a quelle parole balzai in piedi. 
- Cosa?! Ma questo significa che a Natale manca appena una settimana! E che le vacanze di Natale cominceranno tra poco meno di due giorni! Oh! Sono così in ritardo! - dissi frustrata. Ginny si alzò e mi mise le mani sulle spalle. 
- Tesoro ascolta. Adesso usciremo ed andremo a comprarci un vestito pazzesco per la festa. Poi, tu e Draco, andrete a casa e tu potrai organizza la più bella festa di Natale della storia. Come ogni anno. - 
- Okay. Okay... posso farlo. Posso organizzare tutto in cinque giorni. Ho già fatto imprese del genere. - dissi tranquillizzando all'istante. 
- Questa è la mia migliore amica! Allora, adesso andiamo ad Hogsmeade. - disse lei prendendomi per mano e portandomi verso la porta della Sala. 
- Aspettate! E noi, che facciamo? - chiese Draco facendoci fermare. Entrambe ci voltammo e puntammo lo sguardo su di loro. 
- Ehm... voi due fate quello che volete. - rispose la rossa. 
**
Una volta usciti dal cassetto camminammo fino al villaggio che era già decorato per il Natale. Prima di uscire ci eravamo ben coperte, dato che essendo dicembre c'era molta neve. Le decorazioni Natalizie erano bellissime e cadevano tutt'ora alcuni fiocchi di neve, che rendevano quel posto ancora più magico. 
Andammo in uno dei nostri negozi preferiti per fare shopping quando c'era un ballo a scuola. Salutammo la commessa, che ormai ci conosceva bene, ed andammo subito a perlustrare i vari vestiti. 
- Ginny? - la chiamai dopo qualche minuto, quando mi venne in mente una cosa. 
- Sì? - fece sbucando con la testa da una pila di vestiti che probabilmente voleva provarsi. 
- Ecco... Mi farebbe molto piacere se tu e Blaise veniste alla festa di Natale a casa mia. - dissi tutto d'un fiato sperando in una sua risposta affermativa. Vidi i suoi occhi illuminarsi e un grosso sorriso spuntare sulle sue labbra. 
- Sì! Certo che verrò! - esclamò e per poco non fece cadere i vestiti che aveva in mano a causa dell' eccitazione. Sorrisi a mia volta prima di tornare a cercare. 
Alla fine ne presi un paio ed insieme raggiungemmo i camerini. Entrai in uno di essi, mentre Ginny entrava nell'altro, e mi spogliai per indossare il primo. Appena fatto uscì nel momento in cui usciva anche Ginny. 
Mi guardai allo specchio ed immediatamente mi dissi che quello non era proprio quello giusto. 
- No. - dicemmo all'unisono io e la mia migliore amica. Lei aveva un vestito blu elettrico lungo e con una scollatura poco profonda. Io invece un vestito corto, nero, anch'io con la scollatura poco profonda. Rientrammo nei camerini e ci provammo gli altri. Capendo che né l'uno né l'altro andavano bene tornai a cercare, mentre Ginny si provava tutti gli altri vestiti e dava un no dopo l'altro a tutti. 
Alla fine ne trovai uno davvero stupendo che sicuramente Draco sarebbe rimasto a bocca aperta quando me l'avrebbe visto addosso. Entrai nel mio camerino con quel capo in mano mentre la mia amica si fissava con addosso un ennesimo abito e dava un ennesimo no sonoro. 
Me lo provai ed appena fatto uscì ed andai allo specchio posyo lì vicino. Era straordinariamente semplice ma nella sua semplicità era anche bellissimo. Era un vestito corto verde smeraldo, mi arrivava a metà coscia, ed aveva una enorme scollatura sulla schiena, che la lasciava totalmente nuda e che arrivava fino alla base di essa; era a maniche lunghe e faceva, sul corpetto, una specie di effetto maglietta; ed era attillato, quindi risaltava le mie curve. Sapevo già che Draco avrebbe avuto qualcosa da ridire ma non mi importava perché mi piaceva da morire ed ero sicura che anche a lui sarebbe piaciuto. 
- Herm! Sei bellissima! - sentì esclamare dalla voce di Ginny dietro di me. Mi voltai e la vidi sulla soglia che mi fissava, ed aveva addosso un'altro vestito. 
- Grazie! Anche tu però sei bellissima. - dissi con un sorriso più che sincero. 
- Grazie! Credo di averlo trovato. - disse raggiungendomi per specchiarsi. 
- Anch'io. - dissi tornando a guardarmi sulla superficie dello specchio. 
- Lo sai vero che Draco non ti permetterà mai di indossare quel vestito. - 
- E tu lo sai vero che Blaise non permetterà a te di indossare quel vestito. - dissi con un sorriso divertito. 
- Sì, lo so. - fece convinta. 
- Bè anch'io. - feci a mia volta. 
- Allora, è fatta. Dai, compriamo questibe torniamo dai nostri bellissimi ragazzi. - disse la mia migliore amica con un sorriso avviandosi verso il camerino da cui era uscita. Io mi guardai un altro secondo prima di rientrare a mia volta nel mio. Mi tolsi quel vestito e mi misi i miei. 
Una volta uscite andammo a pagare ed uscimmo dal negozio più che soddisfatte. A braccietto ci dirigemmo verso il castello, sorridenti. 
Appena rientrata i nostri ragazzi ci raggiunsero e tornammo insieme nella loro Sala Comune, che praticamente era diventata anche la nostra. 
- Allora, ci fate vedere? - chiese Blaise cercando di sbirciare nei nostri sacchetti, ma noi fummo abbastanza veloci da nascondere il nostro acquisto ai suoi occhi curiosi. 
- No! È una sorpresa. - dissi sorridendo ai due. 
- Parole che mi fanno venire voglia di lanciarti un Imperio. - disse Draco sarcastico e lievemente amareggiato. 
- Perché? - chiesi divertita. 
- Perché?! Perché significa che sono dei vestiti che a noi non piaceranno per niente. Perché saranno o troppo corti o troppo scollati. - disse Blaise dando man forte all'amico. 
- Vestiti che voi dovreste indossare solo in nostra presenza. - aggiunse il biondo. 
- Ed infatti, ci sarete anche voi. - replicò Ginny con un sorriso ovvio. 
- Intendevo solo per noi. - disse sottolineando il "solo". A quelle parole sorrisi lievemente e mi sporsi per dargli un bacio sulla guancia. 
- Tranquillo, avrei tutto il tempo per ammirarmi da solo. - gli sussurrai all'orecchio. 
- Su questo non avevo dubbi. Ma ti giuro che se becco anche solo uno a fissarti in un modo che non mi piacerà non risponderò delle mie azioni. - mi sussurrò a sua volta facendo fare un risolino. 
- Okay, cercherò di essere il meno sexy possibile per non farti espellere da Hogwarts per aver mandato dei ragazzi in Infermeria. - 
- È questo il problema. Tu sei sexy anche in pigiama, come diavolo farai a non esserlo con indosso un vestiti fatto apposta per farti così, e tra parentesi non ce ne sarebbe neanche bisogno. - 
- Ci proverò. - finì dandogli un altro bacio sulla guancia. 
Ciao a tutti! Pubblico oggi perché domani non ne avrò il tempo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Allora, qui non è successo niente di nuovo, apparte il fatto che Hermione si è confidata a proposito dei suoi dubbi per il Capitano. Voi cosa ne pensate? 
Mi sto innamorando ogni giorno di più di questa storia e sinceramente sono veramente felice di scriverla. Ho già programmato tutto, nel senso che so già come far finire la storia e cose del genere. Come sempre vi invito a recensire. Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo. 😘
* So bene che la Sala Comune dei Serpeverde tecnicamente si trova sott'acqua, ossia sotto il Lago Nero, ma per motivi... tecnici ( chiamiamoli così ) riguardanti la storia ho preferito così. 

VIVIAMO IL PRESENTE


Pov Hermione


Appena eravamo usciti dall'ufficio del preside eravamo andati nella Sala Comune di Serpeverde e lì, seduti su un divanetto ad aspettarci, c'erano Blaise e Ginny. Appena entrammo entrambi si alzarono di scatto e ci vennero in contro. Io mi staccai da Draco e mi tuffai verso la mia migliore amica, che a sua volta, si staccò dal suo ragazzo e si avvicinò a sua volta a me. Ci abbracciammo forte e con la coda dell'occhio vidi i due maschi abbracciarsi a loro volta, il solito abbraccio ad un braccio. Appena staccate abbracciai anche Blaise che mi sollevò lievemente da terra. 
- Ora ti sei ripresa, del tutto. - mi sussurrò lui prima di lasciarmi andare. Gli sorrisi e sentì il braccio di Draco circondarmi la vita. 
- Dai, sediamoci. - fece Ginny prendendo Blaise per mano e portandolo verso io divano, dove erano seduti dall'inizio. Li seguimmo e ci sedemmo davanti a loro, uno accanto all'altra. 
- Allora, cosa vi ha detto il Preside? - chiese subito il moro guardando prima il mio ragazzo e poi me. 
- Ci a solo fatto delle domande a proposito della battaglia, ed a Draco a proposito del periodo in cui è stato con loro. - risposi io. 
- Che tipo di domande? - 
- Tipo che cosa mi hanno fatto fare lì o cosa mi hanno fatto. - rispose Draco. 
- E cosa ti hanno fatto fare? - chiese la rossa con voce un po' incerta. 
- Mi hanno fatto esercitare molto con la magia oscura e se sbagliavo o cose del genere mi torturavano. - 
- Cazzo... - sussurrò Blaise abbassando lo sguardo. 
- E come sei tornato qui? - chiesi riferendomi alla battaglia. 
- Bè io sono stata l'unico dei nostri che vi ha visto uscire così ho cercato di seguirvi, ed a proposito Hermione i tuoi incantesimi funzionano che è una meraviglia, mi sono quasi rotto il naso. - disse Blaise guardandomi in modo divertito. 
- Scusa! Non credevo che ci stessi seguendo. - feci coprendomi la bocca con una mano. 
- Tranquilla! Il mio era più o meno un complimento. Comunque, dopo aver sbattuto contro la tua meravigliosa porta, ho deciso di uscire dall'uscita principale. Ovviamente non è stato facile ma alla fine ci sono riuscito ed una volta fuori mi sono smaterializzato. Sono atterrato nei pressi della foresta oscura, così sono rientrato nella scuola e sono andato dal preside. Voi due non c'eravate già più. - raccontò lui per poi finire con una scrollata di spalle. 
- E cosa ti ha detto il Preside? - chiesi curiosa. 
- Niente di che, in realtà. Solo se stavo bene e cosa ho fatto e cose del genere. Il Capitano ha detto che mi parlerà oggi. - 
- E quando... - non feci in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta della Sala. Il moro si alzò ed andò ad aprire. Era il Capitano. Si scambiarono due parole prima che lui si voltasse verso di noi. 
- Arrivo subito, ragazzi. - ci disse prima di uscire con lui. Guardai la porta per un po', ricordandomi la discussione avuta poco prima con quell'uomo. Non mi fidavo di lui, né di lui né del suo vice. 
- Amore, tutto bene? - mi sentì chiedere dalla voce di Draco. Mi riscossi dai miei pensieri e puntai lo sguardo su di lui. Lo guardai un secondo prima di annuire sorridendogli dolcemente. 
Noi tre rimanemmo a parlare del più e del meno per un po' prima che tornasse Blaise ed aveva un'espressione lievemente... incazzata. 
- Hermione. - mi chiamò chiudendosi la porta alle spalle. Io mi voltai verso di lui e subito capí cosa mi stava per dire. - Tu hai un'innata capacità di far incazzare le persone ma perché, perché dico io, contraddire e fare l'arrogante proprio con il Capitano di una delle squadre più importanti tra gli Auror? - 
- Mi ha fatto incazzare, cosa ti aspettavi? - dissi seguendolo con lo sguardo mentre mi raggiungeva e restava in piedi accanto a me. 
- Oh! Non so, forse che ragionassi un po' di più?! Cazzo, Herm. Ti sei messa contro uno degli Auror più importanti e quindi anche contro il Capo di tutti gli Auror e di conseguenza contro il Ministro e quindi contro il Ministero stesso! Ti rendi conto?! - 
- Bè... sì. Ma comunque non ho detto niente di così grave. - 
- Niente di così grave? Gli hai detto, senza troppi giri di parole, che non sa fare il suo lavoro! - 
- Bè se è per questo gli ho detto anche che sta facendo il doppio gioco. - 
- Tu sei una completa pazza! Stiamo parlando di una delle persone più importanti nel mondo della Magia! - 
- Lo so, Blaise. Ma avevo i miei motivi! - replicai esasperata sotto lo sguardo incredulo di tutti i presenti. Blaise stava per replicare ma sentendo quell'ultima frase si bloccò ed andò a sedersi accanto alla sua ragazza, esattamente davanti a me. 
- Cosa intendi? - chiese con tono serio. Lo guardai un secondo prima di sospirare e scrollare le spalle. Era il momento di confidare i miei dubbi a proposito di quelle persone, di loro tre mi potevo fidare. 
- Sinceramente, io non mi fido per niente del Capitano e ancor di meno del Tenente. Hanno avuto dei comportamenti davvero troppo strani. - 
- Strani di che tipo? - chiese Draco stringendomi la mano. 
- Anche solo il fatto che il Capitano non ha dato, durante tutta la battaglia, il segnale di andare a cercarti a nessuno dei suoi Auror. Era come se non volesse riportarti a casa. Oppure, il fatto che non abbia fatto preparare i suoi soldati adeguatamente. - 
- Ma non hanno avuto il tempo per... - fece per dire Ginny ma la interruppi subito. 
- No, il tempo lo avrebbero avuto. Ho letto, sulla Gazzetta del Profeta, che una volta, un paio di anni fa, questa squadra si è preparata per una guerra in soli tre giorni ad hanno vinto. Questa volta ne hanno avuti cinque, quindi il problema sicuramente non era il tempo. - 
- Questo sì che è strano. - fece Blaise abbassando lo sguardo. 
- Perché non l'hai detto a Silente? Non penserai che anche lui c'entri. - disse Draco. Mi voltai verso di lui e lo guardai un secondo. 
- No, certo che non lo penso. Mi fido di Silente ma è anche vero che in questo periodo è a stretto contatto con il Capitano e non volevo rischiare che lui capisse i miei dubbi. Se per caso fosse vero che il Capitano lavora per Bellatrix e scoprisse che io ho dei dubbi sulla sua fedeltà per noi non so cosa potrebbe fare. Preferisco che, apperte voi ovviamente, nessuno lo sappia. - 
- Hai ragione, amore. Potrebbe fare di tutto. - 
- Cosa possiamo fare? - chiese Ginny stringendosi al suo ragazzo. 
- Se Silente non ci ha detto niente significa che lui non ha notato i suoi strani comportamenti. Questo significa che siamo solo noi in questo frangente. Sarà meglio tenerlo d'occhio il più possibile e, se dovesse diventare necessario, ne parleremo a Silente. - dissi sicura. 
- E se lui dovesse notare che lo stiamo seguendo o cose del genere? - chiese Blaise, io mi voltai verso di lui per rispondere. 
- Io non ho mai parlato di seguirlo. Sarebbe troppo rischioso, almeno all'interno della scuola. Qualcuno potrebbe accorgersene e dirlo a lui, oltre che,come hai detto tu, potrebbe accorgersene proprio lui. Per tenerlo d'occhio intendevo quando possiamo. Quando saremo a contatto con lui. - 
- Ma non è detto che... - 
- Sì, invece. È ovvio che dovremmo lavorare anche con lui, con la situazione che... stiamo passando in questo periodo. Silente vorrà prepararci ed è ovvio che verremo preparati da loro. - dissi sicura guardando uno a uno i miei amici. Rimanemmo tutti in silenzio per un po' prima che Blaise parlasse. 
- Bè, amico mio direi che hai fatto bingo. Ed io che pensavo che i professori dicevano che Hermione era la strada più intelligente della nostra generazione solo perché era un ottimo studentessa. - disse lui scuotendo la testa. Tutti ridemmo sonoramente prima di ritornare seri. 
- Ma... per cosa dobbiamo prepararci esattamente? - chiese la rossa con la fronte corrucciata. A quella domanda abbassai lo sguardo e lasciai che fosse Draco a rispondere. 
- Vedi, quando Hermione è venuta a prendermi Bellatrix ha sfoderato una sua nuova arma contro di lei. - 
- Ossia? - fece Blaise curioso. 
- Ossia il Mordum. - risposi io. - È una potente magia oscura che solo potenti maghi riescono a compiere. Consiste nella creazione di una specie di gemello malvagio, un alterego della persona che vogliamo. E loro ne hanno fatta una di Draco. - 
- E lui ha parlato di... - Draco si stoppó un attimo come se non trovasse le parole giuste e purtroppo solo una parola era adatta. La parola che nessuno vorrebbe mai sentire e soprattutto che nessuno vorrebbe mai affrontare. Perché quella parola portava con sé solo dolore e morte. - Ha parlato di guerra. - 
Dopo quelle parole calò un grosso e pesante silenzio nella stanza, interrotto ogni tanto solo dal vento che batteva sui vetri della Sala*. 
- Cosa ha detto Silente? - chiese dopo diversi minuti Blaise. 
- Che dobbiamo vivere come meglio possiamo il nostro presente senza pensare al futuro, per ora. - dissi tenendo lo sguardo fisso a terra. Calò di nuovo il silenzio tra di noi e nel mentre sentì Draco stringermi la mano e un suo braccio passare intorno alle mie spalle. Mi strinsi a lui senza neanche pensarci. 
- Ragazzi? - ci chiamò Ginny e tutti alzammo lo sguardo su di lei. - Vi rendete conto che con tutto quello che sta succedendo, ci stiamo perdendo il Natale? -  
- È vero! - feci prendendomi conto solo adesso della gravità della situazione. Io ero sempre stata la unica e sola organizzatrice del Natale ed era mio dovere tornare a casa a festeggiare ed a preparare tutto. Aveva ragione Silente. Dovevamo vivere il nostro presente al massimo ed io volevo farlo. - Quando ci sarà la festa di Natale? - 
- Sinceramente, e non andare in escandescenze, è domani. - rispose la rossa ed a quelle parole balzai in piedi. 
- Cosa?! Ma questo significa che a Natale manca appena una settimana! E che le vacanze di Natale cominceranno tra poco meno di due giorni! Oh! Sono così in ritardo! - dissi frustrata. Ginny si alzò e mi mise le mani sulle spalle. 
- Tesoro ascolta. Adesso usciremo ed andremo a comprarci un vestito pazzesco per la festa. Poi, tu e Draco, andrete a casa e tu potrai organizza la più bella festa di Natale della storia. Come ogni anno. - 
- Okay. Okay... posso farlo. Posso organizzare tutto in cinque giorni. Ho già fatto imprese del genere. - dissi tranquillizzando all'istante. 
- Questa è la mia migliore amica! Allora, adesso andiamo ad Hogsmeade. - disse lei prendendomi per mano e portandomi verso la porta della Sala. 
- Aspettate! E noi, che facciamo? - chiese Draco facendoci fermare. Entrambe ci voltammo e puntammo lo sguardo su di loro. 
- Ehm... voi due fate quello che volete. - rispose la rossa. 
**
Una volta usciti dal cassetto camminammo fino al villaggio che era già decorato per il Natale. Prima di uscire ci eravamo ben coperte, dato che essendo dicembre c'era molta neve. Le decorazioni Natalizie erano bellissime e cadevano tutt'ora alcuni fiocchi di neve, che rendevano quel posto ancora più magico. 
Andammo in uno dei nostri negozi preferiti per fare shopping quando c'era un ballo a scuola. Salutammo la commessa, che ormai ci conosceva bene, ed andammo subito a perlustrare i vari vestiti. 
- Ginny? - la chiamai dopo qualche minuto, quando mi venne in mente una cosa. 
- Sì? - fece sbucando con la testa da una pila di vestiti che probabilmente voleva provarsi. 
- Ecco... Mi farebbe molto piacere se tu e Blaise veniste alla festa di Natale a casa mia. - dissi tutto d'un fiato sperando in una sua risposta affermativa. Vidi i suoi occhi illuminarsi e un grosso sorriso spuntare sulle sue labbra. 
- Sì! Certo che verrò! - esclamò e per poco non fece cadere i vestiti che aveva in mano a causa dell' eccitazione. Sorrisi a mia volta prima di tornare a cercare. 
Alla fine ne presi un paio ed insieme raggiungemmo i camerini. Entrai in uno di essi, mentre Ginny entrava nell'altro, e mi spogliai per indossare il primo. Appena fatto uscì nel momento in cui usciva anche Ginny. 
Mi guardai allo specchio ed immediatamente mi dissi che quello non era proprio quello giusto. 
- No. - dicemmo all'unisono io e la mia migliore amica. Lei aveva un vestito blu elettrico lungo e con una scollatura poco profonda. Io invece un vestito corto, nero, anch'io con la scollatura poco profonda. Rientrammo nei camerini e ci provammo gli altri. Capendo che né l'uno né l'altro andavano bene tornai a cercare, mentre Ginny si provava tutti gli altri vestiti e dava un no dopo l'altro a tutti. 
Alla fine ne trovai uno davvero stupendo che sicuramente Draco sarebbe rimasto a bocca aperta quando me l'avrebbe visto addosso. Entrai nel mio camerino con quel capo in mano mentre la mia amica si fissava con addosso un ennesimo abito e dava un ennesimo no sonoro. 
Me lo provai ed appena fatto uscì ed andai allo specchio posyo lì vicino. Era straordinariamente semplice ma nella sua semplicità era anche bellissimo. Era un vestito corto verde smeraldo, mi arrivava a metà coscia, ed aveva una enorme scollatura sulla schiena, che la lasciava totalmente nuda e che arrivava fino alla base di essa; era a maniche lunghe e faceva, sul corpetto, una specie di effetto maglietta; ed era attillato, quindi risaltava le mie curve. Sapevo già che Draco avrebbe avuto qualcosa da ridire ma non mi importava perché mi piaceva da morire ed ero sicura che anche a lui sarebbe piaciuto. 
- Herm! Sei bellissima! - sentì esclamare dalla voce di Ginny dietro di me. Mi voltai e la vidi sulla soglia che mi fissava, ed aveva addosso un'altro vestito. 
- Grazie! Anche tu però sei bellissima. - dissi con un sorriso più che sincero. 
- Grazie! Credo di averlo trovato. - disse raggiungendomi per specchiarsi. 
- Anch'io. - dissi tornando a guardarmi sulla superficie dello specchio. 
- Lo sai vero che Draco non ti permetterà mai di indossare quel vestito. - 
- E tu lo sai vero che Blaise non permetterà a te di indossare quel vestito. - dissi con un sorriso divertito. 
- Sì, lo so. - fece convinta. 
- Bè anch'io. - feci a mia volta. 
- Allora, è fatta. Dai, compriamo questibe torniamo dai nostri bellissimi ragazzi. - disse la mia migliore amica con un sorriso avviandosi verso il camerino da cui era uscita. Io mi guardai un altro secondo prima di rientrare a mia volta nel mio. Mi tolsi quel vestito e mi misi i miei. 
Una volta uscite andammo a pagare ed uscimmo dal negozio più che soddisfatte. A braccietto ci dirigemmo verso il castello, sorridenti. 


Appena rientrata i nostri ragazzi ci raggiunsero e tornammo insieme nella loro Sala Comune, che praticamente era diventata anche la nostra. 
- Allora, ci fate vedere? - chiese Blaise cercando di sbirciare nei nostri sacchetti, ma noi fummo abbastanza veloci da nascondere il nostro acquisto ai suoi occhi curiosi. 
- No! È una sorpresa. - dissi sorridendo ai due. 
- Parole che mi fanno venire voglia di lanciarti un Imperio. - disse Draco sarcastico e lievemente amareggiato. 
- Perché? - chiesi divertita. 
- Perché?! Perché significa che sono dei vestiti che a noi non piaceranno per niente. Perché saranno o troppo corti o troppo scollati. - disse Blaise dando man forte all'amico. 
- Vestiti che voi dovreste indossare solo in nostra presenza. - aggiunse il biondo. 
- Ed infatti, ci sarete anche voi. - replicò Ginny con un sorriso ovvio. 
- Intendevo solo per noi. - disse sottolineando il "solo". A quelle parole sorrisi lievemente e mi sporsi per dargli un bacio sulla guancia. 
- Tranquillo, avrei tutto il tempo per ammirarmi da solo. - gli sussurrai all'orecchio. 
- Su questo non avevo dubbi. Ma ti giuro che se becco anche solo uno a fissarti in un modo che non mi piacerà non risponderò delle mie azioni. - mi sussurrò a sua volta facendo fare un risolino. 
- Okay, cercherò di essere il meno sexy possibile per non farti espellere da Hogwarts per aver mandato dei ragazzi in Infermeria. - 
- È questo il problema. Tu sei sexy anche in pigiama, come diavolo farai a non esserlo con indosso un vestiti fatto apposta per farti così, e tra parentesi non ce ne sarebbe neanche bisogno. - 
- Ci proverò. - finì dandogli un altro bacio sulla guancia. 


Ciao a tutti! Pubblico oggi perché domani non ne avrò il tempo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Allora, qui non è successo niente di nuovo, apparte il fatto che Hermione si è confidata a proposito dei suoi dubbi per il Capitano. Voi cosa ne pensate? 
Mi sto innamorando ogni giorno di più di questa storia e sinceramente sono veramente felice di scriverla. Ho già programmato tutto, nel senso che so già come far finire la storia e cose del genere. Come sempre vi invito a recensire. Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo. 😘


* So bene che la Sala Comune dei Serpeverde tecnicamente si trova sott'acqua, ossia sotto il Lago Nero, ma per motivi... tecnici ( chiamiamoli così ) riguardanti la storia ho preferito così. 

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Capitolo 27
*** Ordini di Hermione Granger! ***


ORDINI DI HERMIONE GRANGER!
Oramai mancava poco più di mezz'ora al ballo ed io e Ginny eravamo rinchiuse nella mia camera da più di due ore mentre i ragazzi si preparavano in quella di Blaise. Sì, a Draco non era piaciuta come cosa ma si è dovuto adattare. 
- Herm! Stai benissimo! - disse Ginny sorridendo. Io le lanciai un'occhiata attraverso lo specchio e le sorrisi per quel complimento. Mi ero raccolta i capelli in alto, in una specie di chignon con tantissimi riccioli bruni che fuoriuscivano andando a solleticarmi la nuca. 
- Grazie! Stai benissimo anche tu. - dissi con un sorriso dolce. Indossava un vestito celeste cobalto, corto con una grossa scollatura a cuore che le metteva in risalto il seno.
- Grazie! - fece guardandosi un'altra volta allo specchio. 
- Dai, andiamo. - dissi andando verso la porta. Lei mi seguì ed uscimmo. Con i ragazzi ci eravamo accordati che ci avrebbero aspettate davanti all'entrata della Sala Grande, come al ballo del ceppo. Camminammo lentamente ed ad ogni specchio mi ci specchiavo per controllare che fosse tutto apposto. 
- Ehi! Sei perfetta perché ti agiti così? - mi chiese Ginny notando il mio comportamento. 
- Ti sembrerà strano ma questo è il primo "evento scolastico" a cui partecipo con Draco e voglio essere perfetta. - le spiegai un po' imbarazzata. 
- Ti capisco. Anche per me e per Blaise sarà il primo ballo insieme. - disse specchiandosi a sua volta. Ci sistemiamo di nuovo, anche se in realtà non c'era niente da sistemare, e poi vi decidemmo finalmente di andare. Non ero mai stata così agitata ma sapevo anche che, appena avrei visto Draco, mi sarei calmata. Ero abituata a camminare sue tacchi alti ma adesso mi sembrava di avere le gambe molli, ed avevo rischiato di inciampare un paio di volte. 
Arrivate all'angolo, nascoste dalla vista dell'altri, entrambe prendemmo un grande respiro. Sbucai con la testa fuori e vidi immediatamente Draco e Blaise voltati di lato che parlavano. Rientrai con la testa e mi mi appoggiai al muro. 
- Okay, andiamo. - dissi ritrovando il mio coraggio da Grifondoro. Insieme uscimmo dal "nascondiglio" e ci mostrammo agli sguardi di tutti i presenti, ossia di tutta la scuola, che si posarono automaticamente su di noi. Vedendo gli sguardi degli altri, anche i nostri ragazzi e cavalieri voltarono lo sguardo e rimasero incantati. Iniziai a scendere la scalinata, accanto a Ginny, che improvvisamente era diventata inesistente per me. Tenevo lo sguardo fisso in quello celeste di Draco che si era fatto lievemente più scuro. Arrivai lentamente ai piedi della scala, esattamente davanti a Draco che mi sorrise dolcemente. Lui mi porse una mano ed io la presi sorridendo a mia volta. 
- Sei bellissima. - sussurrò lui sporgendosi. Mi avvicinai a mia volta e gli scoccaia un bacio sulle labbra. 
- Grazie, anche tu. - sussurrai sulle sue labbra per poi allontanarsi. - Allora... - feci per dire voltandomi verso i nostri amici ma mi bloccai quando vidi la scena che mi si presentava davanti. Ossia Ginny e Blaise che si stavano baciando appassionatamente. 
- Bè... direi che sono impegnati, andiamo da soli? - sussurrò Draco al mio orecchio. Annuì e tornai a dare la mia totale attenzione al mio ragazzo. 
Mi porse il braccio, che io accettai molto volentieri, ed entrammo nella Sala Grande, dove si svolgeva la festa. Tutti gli sguardi si puntarono automaticamente su di noi per qualche minuto, prima che tornassero a fare quello che stavano facendo. 
- Dopo quattro mesi finalmente non facciamo più scalpore. - dissi sorridendo. Lui sorrise a sua volta e mi portò verso il tavolo delle bibite. Prese due bicchieri e me ne porse uno; lo presi e ne bevvi un sorso. Immediatamente un piacevole bruciore mi scese per la gola e riconobbi subito il sapore della vodka. - Alcol ad una festa scolastica? - gli chiesi divertita. 
- Penso che ci sia lo zampino di Blaise. - 
- Come lo sai? - 
- Bè, lo ha già fatto. Non ti ricordi al primo ballo dell'anno? - 
- In quella occasione ero troppo impegnata a tenere a bada il mio cavaliere ed a guardare e la Parkinson per preoccuparmi di quello che stavo bevendo. - 
- Non me lo ricordare. Potrei andarlo a prenderlo a pugni anche adesso, anche se sono passati mesi. - disse serio facendomi ridere. 
- Ehi! - esclamò qualcuno alle mie spalle. Mi voltai e vidi Ginny e Blaise venire verso di noi, mano nella mano. 
- Ehi. - feci sorridendo ai miei migliori amici. 
- Ci avete lasciati lì! - 
- Bè, ci sembrava che foste abbastanza... presi. - commentò Draco mettendomi un braccio sulle spalle. 
- Hai ragione amico. Comunque, complimenti, sembri molto calmo. - disse Blaise al mio ragazzo. 
- Perché? - 
- Non ti sei guardato intorno? Tutti i ragazzi stanno fissando la tua ragazza! - a quelle parole sgranai gli occhi e sentì Draco irrigidirsi. Mi voltai e scrutai la folla ed in effetti aveva ragione. Tutti mi stavano fissando, rigorosamente solo ragazzi. - Oh! Non te n'eri accorto. - 
- No, infatti. - disse piccato Draco tornando a guardare il suo amico. 
- Il problema di avere delle ragazze bellissime come le vostre. - dissi sorridendo Ginny. 
- Ed anche poco vestite, purtroppo. - aggiunse il suo ragazzo piuttosto seccato. 
- Già. - fece Draco accanto a me. Mi voltai stupita, dato che non mi aveva detto niente fino ad allora. - Credevi che non me ne fossi accorto? - 
- Sei stato zitto, molto strano da parte tua. - 
- Ah! Da parte mia?! Sei tu la super chiacchierona! - 
- Grazie! Dote naturale. - 
- Comunque sia, anche se sono stato zitto me ne sono accorto e non sono affatto d'accordo. - 
- Ci avrei scommesso ma l'hai detto tu che sono bellissima. - 
- Ed anche modesta. È difficile un essere gelosi della propria ragazza. - 
- Ma l'hai detto tu, io sono tua. - sussurrai portandogli le braccia intorno al collo. 
- Solo ed esclusivamente mia. Ma mi da comunque noia che gli altri ti guardino così. - rispose passandomi ls braccia intorno alla vita ed andando ad accarezzare la pelle nuda della schiena. - Ma poi, a te non piaceva la mia gelosia? - mi sussurrò all'orecchio con voce sensuale facendomi fremere. 
- Non ho mai detto il contrario. - sussurrai a mia volta sorridendo. 
- Ehm, ragazzi? - ci sentimmo chiamare dalla voce divertita della mia migliore amica. Ci staccammo lievemente, rimanendo abbracciati, e puntammo lo sguardo su di lei contemporaneamente. 
- Che c'è? - chiese scocciato Draco. 
- Ci siano anche noi! Queste smancerie in camera da letto, per favore. - 
- Senti chi parla! - esclamai divertita. Scoppiammo a ridere insieme ed una volta finite le risate andammo a ballare. 
La serata fu molto tranquilla e divertente. Fu... genuina, dopo tutto quello noi quattro avevamo passato e fu un miracolo che non fosse successo niente di brutto. 
- Andiamo? - mi chiese Draco mentre stavamo ballando, uno attaccato all'altra. Oramai era mezzanotte passata. 
- Sì. - risposi annuendo. Mi prese per mano ed insieme uscimmo dalla Sala. Mi portò per diversi corridoi prima di raggiungere una porta che conoscevo molto bene. Il bagno dei Prefetti. 
La mattina dopo mi svegliai i buon ora, alle sette precise. Aprì gli occhi ed una grande energia si impossessò di me. Mi tirai su e vidi che Draco stava ancora dormendo profondamente. Scostai le coperte da me e scesi dal letto, per poi andare verso il bagno. Ci entrai e mi feci una doccia veloce per poi avvolgere il mio corpo nudo in un asciugamano bianco. Uscì dal bagno ed andai a vestirmi velocemente ed in modo comodo. Una volta pronta mi avvicinai al mio ragazzo che nel mentre continuava a dormire tranquillo. Sorridendo salì sul letto accanto lui e mi inginocchiai cominciando a scuoterlo.
- Draco! Svegliati! - sussurrai sorridendo quando lui cominciò a fare dei mugolii. 
- Lasciami dormire. - sussurrò voltandosi dall'altra parte e dandomi le spalle. 
- No! - esclamai con tono di voce normale. Lo voltai e mi misi a cavalcioni su di lui. - Svegliati, dobbiamo fare tantissime cose. - 
- Ossia? - chiese aprendo definitivamente gli occhi e puntandoli nei miei.
- Dobbiamo preparare le valige, andare a casa mia e dobbiamo metterci a preparare la festa di Natale! E prima che tu possa dire una parola, mi aiuterai dato che sei il mio ragazzo. - elencai avvicinando il viso al suo e di conseguenza anche il busto. 
- Ma hai già l'aiuto che ti serve! - 
- Qualche mano in più non fa mai male. - replicai scuotendo la testa e tirandomi su, mettendomi con la schiena dritta, guardandolo dall'alto. 
- Qualche? - fece stupito. 
- Bè è ovvio. Anche Blaise e Ginny ci aiuteranno. - 
- Non credo che... - 
- Sì, invece. Gli ho parlato ieri sera e loro erano daccordo, e soprattutto non hanno fatto tutte le storie che stai facendo tu. Quindi ora scendi dal letto, fatti una doccia e comincia a preparare la valigia. Partiamo alle 10. - dissi scendendo da lui. Al mio baule e lo aprì, mentre lui andò in bagno e fece come gli avevo ordinato. Andai all'armadio e tirai fuori la maggior parte dei vestiti che conteneva, per poi sistemare tutto nel baule. Dopo qualche minuto lo vidi uscire dal bagno e quando alzai lo sguardo rimasi, come sempre, incantata. I capelli erano ancora bagnati ed aveva solo un asciugamano bianco stretto in vita. 
- Tutto bene, amore? - chiese divertito. Scossi la testa ed annuì decisa tornando a fare quello che stavo facendo. Lo sentì camminare per la stanza. La tentazione di voltare lo sguardo era davvero tanta ma mi sforzai per non farlo. - Amore? - mi sentì chiamare dalla sua voce. Mi voltai e lo vidi completamente vestito. 
- Sì? - chiesi sorridendo lievemente. 
- Allora, come ci organizziamo? - chiese avvicinandosi. Andai a mia volta verso di lui e portai le braccia intorno al suo collo. 
- In che senso? - 
- Nel senso, come ci organizziamo per le vacanze. Non mi voglio separare da te! - 
- Neanche io voglio farlo. - dissi avvicinandomi e dandogli un bacio a fior di labbra. - Magari possiamo passare il Natale a casa mia, la fine dell'anno a casa tua e poi vediamo. - dissi scrollando le spalle. 
- Mi sembra un buon piano. - disse lui dandomi un'altro bacio. 
- Dai, adesso prepara il tuo baule, è tardi. - feci staccandomi da lui. 
- È appena un quarto alle otto. - disse lui andando però al suo baule, posto accanto al mio, e cominciando a sistemare le sue cose. 
- Lo so, ma tra preparare i bauli, andare da Blaise e Ginny e fare colazione le dieci si fanno in fretta. - dissi mettendomi un maglione dentro al baule.
- Sì hai ragione. - fece annuendo continuando a sistemare tutto. Mi tirai su ed andai all'armadio, prendendo altri vestiti e mettendoli in ordine dentro il baule. Una volta fatto, lo chiesi ed andai verso la mia scrivania. Feci apparire con un incantesimo una cartellina, un foglio ed una piuma con l'inchiostro. Mi sedetti e cominciai a stilare la lista di tutte le cose da fare per la festa. Riempì praticamente tutta la pagina! 
[ Cose da fare per la festa di Natale: 
- Scrivere la lista degli invitati 
- Scrivere ed inviare gli inviti 
- Recuperare i tavoli e sedie per la cena
- Pulire perfettamente la casa 
- Preparare le decorazioni
- Preparare l'albero di Natale 
- Sistemare le decorazioni per la casa 
- Sistemare i tavoli
- Ordinare le tovaglie e tutta l'argenteria per la cena
- Scegliere i piatti salati per la cena
- Scegliere il dolce! 
- Trovare la musica adatta ] 
Quasi mi sentì male quando vidi la lunghezza di quella lista. 
- Che cos'è? - chiese Draco. Mi voltai e lo vidi dietro di me che osservava il foglio. 
- La lista delle cose da fare per la festa! - dissi sconsolata buttando la testa sulle scrivania. Battei lievemente la fronte ma non ci feci quasi caso e rimasi così. 
- Dai amore! - mi sentì dire ma comunque non alzai la testa. Lo sentì fare pochi passi e poggiarmi una mano sulla spalla. - Andrà tutto bene e poi l'hai detto tu che ce la potevi fare. - 
- Lo so. Ma non mi ricordavo che c'era così tanto da fare. -
- Siamo insieme. Hai me, Blaise, Ginny e tutti gli elfi della tua casa e se hai bisogno di altri aiuti, posso chiamare anche alcuni elfi di casa mia. - disse con tono dolce. Voltai la testa, mantenendola appiccicata alla superficie di legno, e puntai lo sguardo nel suo. 
- Davvero? - 
- Certo! - esclamò con un sorriso dolce quanto la voce. Sorrisi a mia volta ed annuì alzando la testa. 
- Va bene. - sussurrai annuendo di nuovo. Lui annuì a sua volta.
- Dai, andiamo dai nostri amici e poi andiamo a fare colazione. - 
- Sì! Ho una fame da lupi. - dissi con un sorriso alzandomi. Mi prese per mano ed uscimmo dalla stanza, diretti a quella di Blaise. Ovviamente, come entrambi ci eravamo aspettati, ad aprirci arrivò Ginny. 
- Ciao! - ci salutò con un sorriso la mia amica. 
- Buongiorno! - risposi sorridendo a mia volta. Ci abbracciammo forte prima che arrivasse, dietro di lei e già pronto come la mia amica, Blaise. Gli sorrisi da sopra la sua spalla ed una volta che mi fui staccata da lei, abbracciai anche lui. Appena staccati diedi un'occhiata alla sua stanza. C'era un solo letto ed era molto simile a quella di Draco. Era la prima volta che ci venivo. 
- Blaise... com'è che tu hai una stanza singola? - gli chiesi voltandomi verso di lui. 
- Me l'ha data Silente una settimana fa, più o meno. - rispose lui passando un braccio intorno alla vita di Ginny. Annuì lievemente ed uscì, insieme ahli altri, dalla sua stanza, anche se avevo la netta sensazione che fosse diventata in qualche modo anche di Ginny. Draco mi prese per mano ed andammo verso la Sala Grande. La Sala era già mezza vuota, dafo che molte persone erano già partiti e quei pochi avevano già le valigie pronte accanto a loro. Noi avevamo lasciato le nostre in camera, saremmo andati a riprenderle dopo. Ci andammo a sedere al tavolo dei Serpeverde ed iniziammo a mangiare. 
- Allora, stipulato la lista? - chiese Ginny prendendo una fetta biscottata e spalmandoci sopra della marmellata.
- Sì. E non hai idea di quante cose dobbiamo fare in così poco tempo. - risposi bevendo un sorso di caffè. 
- Tranquilla, ce la puoi fare. - 
- Ce la possiamo fare. - precisai prendendo un croissant alla crema ed addentandolo. 
- Quindi non stavi scherzando quando dicevi che noi dovevamo aiutarti. - esclamò Blaise che quasi si era strozzato bevendo il suo caffè. 
- Assolutamente no. Draco e Ginny sono d'accordo ed anche tu lo sei. - dissi senza guardarlo. 
- Bè... - 
- Cosa? - chiesi secca alzando di scatto la testa per guardarlo. 
- Niente. Cioè, certo che sono d'accordo. - disse scuotendo la testa e tornando a mangiare. 
- Ah ecco. - dissi tornando a mia volta a mangiare. Sia Ginny che Draco avevano guardato la scena con un sorriso divertito sulle labbra. 
Una volta finito, andammo nelle nostre camere e prendendo i nostri bauli. Poi, andammo al treno la stazione non era particolarmente affollata, segno che molti erano già partiti. Appena le porte si aprirono entrammo nel treno ed in pochi minuti trovammo un vagone completamente libero. Ci sistemammo lì e dopo qualche minuto il treno partì. 
Arrivammo abbastanza in fretta alla stazione ed una volta scesi ci smaterializzammo immediatamente a casa mia. 
Appena atterrati ci ritrovammo davanti al mio Manor e mi avviai verso la porta seguita dai tre. Posai il mio baule accanto a me e presi le chiavi, aprendo la porta. Ripesi il baule ed entrai, invitando anche gli altri ad entrare. Era passato diverso tempo da quando ero venuta lì, insieme a Draco il giorno in cui eravamo andati da mia zia Caroline, e mi mancava davvero tanto casa mia. 
I passi provenienti dalla scala davanti a noi mi fece alzare lo sguardo, allontanandomi dai miei pensieri. 
- Tesoro! - sentì la voce di mia madre chiamarmi ed un attimo dopo la vidi scendere le scale. Lasciai la mia roba e mi tuffai su di lei, abbracciandola. Lei mi strinse a sua volta tra le sue braccia molto minute. 
- Mi sei mancata. - le sussurrai stringendola. 
- Anche tu. - sussurrò lei per poi staccarsi di poco da me. - Stai bene? - 
- Sì, certo. - risposi confusa. Possibile che sapessero che cosa fosse successo? 
- Tesoro, Silente ci ha comunicato cosa è successo. Io e tuo padre eravamo così preoccupati per voi due! - 
- Tranquilla mamma, sto bene. Stiamo bene. - dissi con un sorriso. 
- Va bene. - disse sorridendo a sua volta. - Andate pure a sistemarvi. - disse poi rivolta a tutti. Annuì lievemente e tornai a prendere tutta la mia roba. 
- Venite. - dissi rivolta agli altri andando verso le scale. Li sentì camminare e senza voltarmi cominciai a salire le scale. 
 - Bella casa, Herm. - commentò Blaise. Mi voltai lievemente e lo vidi guardarsi intorno. 
- Grazie! - esclamai con un sorriso riprendedo a camminare. Raggiunsi una porta e mi fermai. - Bene, Blaise e Ginny questa è la vostra camera. - dissi indicando con un cenno quall porta. Ovviamente quella era una delle nostre tantissime camere degli ospiti ma avevo scelto proprio quella perché era la più vicina alla mia, ossia quella che avrei diviso con Draco. Feci cenno al mio ragazzo di seguirmi e raggiunsi la mia camera. - E questa è la nostra. - dissi posando il baule ed aprendo la porta. Era da tantissimo tempo che non ci entravo, dato che l'estate l'avevamo passata a casa di Draco, e l'unica volta che ero venuta dopo non era venuta in questa camera. Entrai ed andai subito a posare il baule alla base del letto matrimoniale. Le pareti erano dipinte di un colore viola molto chiaro, lilla per essere precisi, diverse foto di me e della mia famiglia erano appese alle pareti oltre ad una miriade di disegni sempre fatti da me quando ero più piccola. Avevi affrontato un periodo, quando avevo cinque anni, in cui credevo di essere la migliore artista del mondo ed ovviamente i miei genitori erano costretti a dirmi che ero bravissima se non volevano che io facessi una scenata isterica. 
- È la tua camera? - mi chiese Draco posando il suo baule accanto al mio. 
- Sì. Era da tanto che non ci venivo. - risposi continuando a guardarmi intorno. - Okay, andiamo. - dissi poi riscuotendomi dai miei pensieri. 
- Dove? - 
- A prendere gli altri due. Dobbiamo cominciare. - dissi prendendolo per mano e trascinandolo fuori. 
- Ma hai cinque giorni per organizzare tutto! - 
- Lo so, ma di solito ho quasi due settimane per organizzare il tutto. Quindi niente storie. - dissi per poi bussare molto forte alla porta dei nostri amici. - Ragazzi! Forza! - urlai bussando ancora prima che loro aprissero. 
- Che succede? - chiese Blaise stupito. 
- Secondo te? Dobbiamo iniziare. - dissi avviandomi verso le scale. Già sapevo che mi avrebbero seguito quindi non mi voltai neanche per controllare. Come ogni anno, l'adrenalina stava salendo e non vedevo l'ora di iniziare a dare ordini a tutti. Mi fermai un secondo e con un incantesimo richiamai la lista che avevo preparato prima insieme ad altri fogli con una piuma incantata perché scrivesse senza doverlo intingere nell'inchiostro ogni volta. Raggiunsi la fine della scala ed andai dritta verso il soggiorno. 
- Mamma? - la chiamai appoggiandomi allo stipite della porta. Lei si voltò e mi guardò con le sopracciglia inarcate. Le feci vedere i fogli e sembrò ricordarsi perché sorrise e mi raggiunse. La guardai impaziente mentre lei mi porgeva una campanella. La presi in mano ed andai al centro del corridoio vuoto apparte per noi. 
- Cosa sta facendo? - sentì sussurrare a Blaise. 
- Sta richiamando tutti. - rispose mia madre sempre sussurrando. Presi un respiro e la suonai un paio di volte. Era anch'essa un oggetto magico, il suono di essa risuonò per tutta la casa. Era un oggetto che mia madre aveva trandato a me quando avevo compiuto otto anni e da quell'età avevo cominciato ad organizzare io da sola la festa. Era stano vedere una bambina che organizzava una festa per persone così importante e che trallaltro lo faceva anche bene! 
In pochi minuti il corridoio si riempì di elfi che mi guardarono impazionti di avere le mie istruzioni. Li guardai tutti per un secondo, mentre posavo la campanella a terra. 
- Due file! - dissi secca ed immediatamente gli elfi si disposero in due file. Una a destra ed una sinistra. Lo guardai ancora prima di cominciare a camminare tra le due. - Allora, quest'anno abbiamo solo cinque giorni per preparare tutto, per questo pretendo il massimo impegno da tutti voi! Organizzo questa festa da quando so parlare insieme  mia madre e da sola da quando ho otto anni; non ho mai fatto brutta figura con gli invitati e sicuramente non la farò quest'anno. Anche se il tempo sarà poco pretendo che, come bellezza ed organizzazione dell'evento, il livello sia esattamente come l'anno scorso. Come ho già detto, pretendo il massimo da tutti. 
Come sempre sarò io a dare tutti i compiti a tutti voi e pretendo siano svolti velocemente ed in ordine. Le uniche pause che potrete fare saranno tra un compito e l'altro, esse saranno di massimo venti minuti. Scottature o cose del genere, a meno che non siano gravi, non saranno contemplate come scuse per fermarsi. Ogni volta che finirete un compito, venite da me ed io ve ne darò un'altro. Avrete cinque compiti al giorno, ovviamente la maggior parte saranno in gruppo ed in coppia. Sapete già bene come funziona. Per ogni problema potrete rivolgervi a me ed io cercherò in ogni modo di risolverlo ed a aiutarvi. Tutto chiaro? - durante il mio lungo discorso avevo camminato avanti ed indietro per il corridoio creatosi tra le due file, ed adesso i ritrovavo nel punto da cui ero partita. 
- Sì, signorina! - urlarono in coro. 
- Bene, possiamo iniziare. - dissi mentre puntavo gli occhi sul foglio. Era ora di iniziare! 
Divisi gli elfi in quattro gruppi ed assegnai i compiti più importanti ed urgenti ad essi. Ad uno diedi il compito di scrivere ed inviare successivamente gli inviti, e gli diedi la lista degli invitati che avevo scritto sul treno. Agli altri tre, invece il compito di pulire per bene la casa. Il compito poi di mantenerla pulita durante gl altri giorni era del quarto gruppo che poi avrebbe avuto anvhe altri compiti.  
- Herm? - mi chiamò Blaise. Guardai un ultima volta gli elfi che stavano lasciando il corridoio per andare a svolgere i  compiti e lo puntai su Blaise. 
- Sì? - 
- Noi non dobbiamo lavorare così tanto vero? - chiese indicando con il mento la lista che avevo in mano. 
- Ascoltatemi attentamente. - dissi voltando anche il corpo verso di loro e combinando a camminare lentamente verso di loro. - Qui dobbiamo lavorare tutti, senza eccezioni, le regole che ho dato agli elfi valgono anche per voi. Se uno di voi si oppone giuro che finisce a dormire nel giardino, al freddo, senza neanche una coperta. Non mi importaa se siete miei amici e tu il mio ragazzo. Chiaro? - 
- Certo. Lavorerò al massimo. - disse quasi spaventato Blaise annuendo. Subito seguito anche da Draco e da Ginny. 
- Bene. - dissi soddisfatta. Era il momento di lavorare! 
Ciao a tutti! C'è un motivo se ho deciso di pubblicare oggi, ossia molto prima del solito. È perché in questi giorni cambio telefono e sì io scrivo sul telefono e quindi perderò il capitolo. Per questo pubblico oggi. Probabilmente poi ripubblicheró anche Sabato. Due capitolo in una settimana, sì! 
Comunque che ne dite di questo capitolo? Non vedevo l'ora di pubblicarlo e di far vedere questo lato di Hermione che avevo tenuto segreto. Come sempre vi invito  recensire ed a farmi sapere il vostro parere su un capitolo. Al prossimo capitolo! 😘

ORDINI DI HERMIONE GRANGER!




Oramai mancava poco più di mezz'ora al ballo ed io e Ginny eravamo rinchiuse nella mia camera da più di due ore mentre i ragazzi si preparavano in quella di Blaise. Sì, a Draco non era piaciuta come cosa ma si è dovuto adattare. 
- Herm! Stai benissimo! - disse Ginny sorridendo. Io le lanciai un'occhiata attraverso lo specchio e le sorrisi per quel complimento. Mi ero raccolta i capelli in alto, in una specie di chignon con tantissimi riccioli bruni che fuoriuscivano andando a solleticarmi la nuca. 
- Grazie! Stai benissimo anche tu. - dissi con un sorriso dolce. Indossava un vestito celeste cobalto, corto con una grossa scollatura a cuore che le metteva in risalto il seno.
- Grazie! - fece guardandosi un'altra volta allo specchio. 
- Dai, andiamo. - dissi andando verso la porta. Lei mi seguì ed uscimmo. Con i ragazzi ci eravamo accordati che ci avrebbero aspettate davanti all'entrata della Sala Grande, come al ballo del ceppo. Camminammo lentamente ed ad ogni specchio mi ci specchiavo per controllare che fosse tutto apposto. 
- Ehi! Sei perfetta perché ti agiti così? - mi chiese Ginny notando il mio comportamento. 
- Ti sembrerà strano ma questo è il primo "evento scolastico" a cui partecipo con Draco e voglio essere perfetta. - le spiegai un po' imbarazzata. 
- Ti capisco. Anche per me e per Blaise sarà il primo ballo insieme. - disse specchiandosi a sua volta. Ci sistemiamo di nuovo, anche se in realtà non c'era niente da sistemare, e poi vi decidemmo finalmente di andare. Non ero mai stata così agitata ma sapevo anche che, appena avrei visto Draco, mi sarei calmata. Ero abituata a camminare sue tacchi alti ma adesso mi sembrava di avere le gambe molli, ed avevo rischiato di inciampare un paio di volte. 
Arrivate all'angolo, nascoste dalla vista dell'altri, entrambe prendemmo un grande respiro. Sbucai con la testa fuori e vidi immediatamente Draco e Blaise voltati di lato che parlavano. Rientrai con la testa e mi mi appoggiai al muro. 
- Okay, andiamo. - dissi ritrovando il mio coraggio da Grifondoro. Insieme uscimmo dal "nascondiglio" e ci mostrammo agli sguardi di tutti i presenti, ossia di tutta la scuola, che si posarono automaticamente su di noi. Vedendo gli sguardi degli altri, anche i nostri ragazzi e cavalieri voltarono lo sguardo e rimasero incantati. Iniziai a scendere la scalinata, accanto a Ginny, che improvvisamente era diventata inesistente per me. Tenevo lo sguardo fisso in quello celeste di Draco che si era fatto lievemente più scuro. Arrivai lentamente ai piedi della scala, esattamente davanti a Draco che mi sorrise dolcemente. Lui mi porse una mano ed io la presi sorridendo a mia volta. 
- Sei bellissima. - sussurrò lui sporgendosi. Mi avvicinai a mia volta e gli scoccaia un bacio sulle labbra. 
- Grazie, anche tu. - sussurrai sulle sue labbra per poi allontanarsi. - Allora... - feci per dire voltandomi verso i nostri amici ma mi bloccai quando vidi la scena che mi si presentava davanti. Ossia Ginny e Blaise che si stavano baciando appassionatamente. 
- Bè... direi che sono impegnati, andiamo da soli? - sussurrò Draco al mio orecchio. Annuì e tornai a dare la mia totale attenzione al mio ragazzo. 
Mi porse il braccio, che io accettai molto volentieri, ed entrammo nella Sala Grande, dove si svolgeva la festa. Tutti gli sguardi si puntarono automaticamente su di noi per qualche minuto, prima che tornassero a fare quello che stavano facendo. 
- Dopo quattro mesi finalmente non facciamo più scalpore. - dissi sorridendo. Lui sorrise a sua volta e mi portò verso il tavolo delle bibite. Prese due bicchieri e me ne porse uno; lo presi e ne bevvi un sorso. Immediatamente un piacevole bruciore mi scese per la gola e riconobbi subito il sapore della vodka. - Alcol ad una festa scolastica? - gli chiesi divertita. 
- Penso che ci sia lo zampino di Blaise. - 
- Come lo sai? - 
- Bè, lo ha già fatto. Non ti ricordi al primo ballo dell'anno? - 
- In quella occasione ero troppo impegnata a tenere a bada il mio cavaliere ed a guardare e la Parkinson per preoccuparmi di quello che stavo bevendo. - 
- Non me lo ricordare. Potrei andarlo a prenderlo a pugni anche adesso, anche se sono passati mesi. - disse serio facendomi ridere. 
- Ehi! - esclamò qualcuno alle mie spalle. Mi voltai e vidi Ginny e Blaise venire verso di noi, mano nella mano. 
- Ehi. - feci sorridendo ai miei migliori amici. 
- Ci avete lasciati lì! - 
- Bè, ci sembrava che foste abbastanza... presi. - commentò Draco mettendomi un braccio sulle spalle. 
- Hai ragione amico. Comunque, complimenti, sembri molto calmo. - disse Blaise al mio ragazzo. 
- Perché? - 
- Non ti sei guardato intorno? Tutti i ragazzi stanno fissando la tua ragazza! - a quelle parole sgranai gli occhi e sentì Draco irrigidirsi. Mi voltai e scrutai la folla ed in effetti aveva ragione. Tutti mi stavano fissando, rigorosamente solo ragazzi. - Oh! Non te n'eri accorto. - 
- No, infatti. - disse piccato Draco tornando a guardare il suo amico. 
- Il problema di avere delle ragazze bellissime come le vostre. - dissi sorridendo Ginny. 
- Ed anche poco vestite, purtroppo. - aggiunse il suo ragazzo piuttosto seccato. 
- Già. - fece Draco accanto a me. Mi voltai stupita, dato che non mi aveva detto niente fino ad allora. - Credevi che non me ne fossi accorto? - 
- Sei stato zitto, molto strano da parte tua. - 
- Ah! Da parte mia?! Sei tu la super chiacchierona! - 
- Grazie! Dote naturale. - 
- Comunque sia, anche se sono stato zitto me ne sono accorto e non sono affatto d'accordo. - 
- Ci avrei scommesso ma l'hai detto tu che sono bellissima. - 
- Ed anche modesta. È difficile un essere gelosi della propria ragazza. - 
- Ma l'hai detto tu, io sono tua. - sussurrai portandogli le braccia intorno al collo. 
- Solo ed esclusivamente mia. Ma mi da comunque noia che gli altri ti guardino così. - rispose passandomi ls braccia intorno alla vita ed andando ad accarezzare la pelle nuda della schiena. - Ma poi, a te non piaceva la mia gelosia? - mi sussurrò all'orecchio con voce sensuale facendomi fremere. 
- Non ho mai detto il contrario. - sussurrai a mia volta sorridendo. 
- Ehm, ragazzi? - ci sentimmo chiamare dalla voce divertita della mia migliore amica. Ci staccammo lievemente, rimanendo abbracciati, e puntammo lo sguardo su di lei contemporaneamente. 
- Che c'è? - chiese scocciato Draco. 
- Ci siano anche noi! Queste smancerie in camera da letto, per favore. - 
- Senti chi parla! - esclamai divertita. Scoppiammo a ridere insieme ed una volta finite le risate andammo a ballare. 
La serata fu molto tranquilla e divertente. Fu... genuina, dopo tutto quello noi quattro avevamo passato e fu un miracolo che non fosse successo niente di brutto. 
- Andiamo? - mi chiese Draco mentre stavamo ballando, uno attaccato all'altra. Oramai era mezzanotte passata. 
- Sì. - risposi annuendo. Mi prese per mano ed insieme uscimmo dalla Sala. Mi portò per diversi corridoi prima di raggiungere una porta che conoscevo molto bene. Il bagno dei Prefetti. 


La mattina dopo mi svegliai i buon ora, alle sette precise. Aprì gli occhi ed una grande energia si impossessò di me. Mi tirai su e vidi che Draco stava ancora dormendo profondamente. Scostai le coperte da me e scesi dal letto, per poi andare verso il bagno. Ci entrai e mi feci una doccia veloce per poi avvolgere il mio corpo nudo in un asciugamano bianco. Uscì dal bagno ed andai a vestirmi velocemente ed in modo comodo. Una volta pronta mi avvicinai al mio ragazzo che nel mentre continuava a dormire tranquillo. Sorridendo salì sul letto accanto lui e mi inginocchiai cominciando a scuoterlo.
- Draco! Svegliati! - sussurrai sorridendo quando lui cominciò a fare dei mugolii. 
- Lasciami dormire. - sussurrò voltandosi dall'altra parte e dandomi le spalle. 
- No! - esclamai con tono di voce normale. Lo voltai e mi misi a cavalcioni su di lui. - Svegliati, dobbiamo fare tantissime cose. - 
- Ossia? - chiese aprendo definitivamente gli occhi e puntandoli nei miei.
- Dobbiamo preparare le valige, andare a casa mia e dobbiamo metterci a preparare la festa di Natale! E prima che tu possa dire una parola, mi aiuterai dato che sei il mio ragazzo. - elencai avvicinando il viso al suo e di conseguenza anche il busto. 
- Ma hai già l'aiuto che ti serve! - 
- Qualche mano in più non fa mai male. - replicai scuotendo la testa e tirandomi su, mettendomi con la schiena dritta, guardandolo dall'alto. 
- Qualche? - fece stupito. 
- Bè è ovvio. Anche Blaise e Ginny ci aiuteranno. - 
- Non credo che... - 
- Sì, invece. Gli ho parlato ieri sera e loro erano daccordo, e soprattutto non hanno fatto tutte le storie che stai facendo tu. Quindi ora scendi dal letto, fatti una doccia e comincia a preparare la valigia. Partiamo alle 10. - dissi scendendo da lui. Al mio baule e lo aprì, mentre lui andò in bagno e fece come gli avevo ordinato. Andai all'armadio e tirai fuori la maggior parte dei vestiti che conteneva, per poi sistemare tutto nel baule. Dopo qualche minuto lo vidi uscire dal bagno e quando alzai lo sguardo rimasi, come sempre, incantata. I capelli erano ancora bagnati ed aveva solo un asciugamano bianco stretto in vita. 
- Tutto bene, amore? - chiese divertito. Scossi la testa ed annuì decisa tornando a fare quello che stavo facendo. Lo sentì camminare per la stanza. La tentazione di voltare lo sguardo era davvero tanta ma mi sforzai per non farlo. - Amore? - mi sentì chiamare dalla sua voce. Mi voltai e lo vidi completamente vestito. 
- Sì? - chiesi sorridendo lievemente. 
- Allora, come ci organizziamo? - chiese avvicinandosi. Andai a mia volta verso di lui e portai le braccia intorno al suo collo. 
- In che senso? - 
- Nel senso, come ci organizziamo per le vacanze. Non mi voglio separare da te! - 
- Neanche io voglio farlo. - dissi avvicinandomi e dandogli un bacio a fior di labbra. - Magari possiamo passare il Natale a casa mia, la fine dell'anno a casa tua e poi vediamo. - dissi scrollando le spalle. 
- Mi sembra un buon piano. - disse lui dandomi un'altro bacio. 
- Dai, adesso prepara il tuo baule, è tardi. - feci staccandomi da lui. 
- È appena un quarto alle otto. - disse lui andando però al suo baule, posto accanto al mio, e cominciando a sistemare le sue cose. 
- Lo so, ma tra preparare i bauli, andare da Blaise e Ginny e fare colazione le dieci si fanno in fretta. - dissi mettendomi un maglione dentro al baule.
- Sì hai ragione. - fece annuendo continuando a sistemare tutto. Mi tirai su ed andai all'armadio, prendendo altri vestiti e mettendoli in ordine dentro il baule. Una volta fatto, lo chiesi ed andai verso la mia scrivania. Feci apparire con un incantesimo una cartellina, un foglio ed una piuma con l'inchiostro. Mi sedetti e cominciai a stilare la lista di tutte le cose da fare per la festa. Riempì praticamente tutta la pagina! 


[ Cose da fare per la festa di Natale: 


- Scrivere la lista degli invitati 
- Scrivere ed inviare gli inviti 
- Recuperare i tavoli e sedie per la cena
- Pulire perfettamente la casa 
- Preparare le decorazioni
- Preparare l'albero di Natale 
- Sistemare le decorazioni per la casa 
- Sistemare i tavoli
- Ordinare le tovaglie e tutta l'argenteria per la cena
- Scegliere i piatti salati per la cena
- Scegliere il dolce! 
- Trovare la musica adatta ] 


Quasi mi sentì male quando vidi la lunghezza di quella lista. 
- Che cos'è? - chiese Draco. Mi voltai e lo vidi dietro di me che osservava il foglio. 
- La lista delle cose da fare per la festa! - dissi sconsolata buttando la testa sulle scrivania. Battei lievemente la fronte ma non ci feci quasi caso e rimasi così. 
- Dai amore! - mi sentì dire ma comunque non alzai la testa. Lo sentì fare pochi passi e poggiarmi una mano sulla spalla. - Andrà tutto bene e poi l'hai detto tu che ce la potevi fare. - 
- Lo so. Ma non mi ricordavo che c'era così tanto da fare. -
- Siamo insieme. Hai me, Blaise, Ginny e tutti gli elfi della tua casa e se hai bisogno di altri aiuti, posso chiamare anche alcuni elfi di casa mia. - disse con tono dolce. Voltai la testa, mantenendola appiccicata alla superficie di legno, e puntai lo sguardo nel suo. 
- Davvero? - 
- Certo! - esclamò con un sorriso dolce quanto la voce. Sorrisi a mia volta ed annuì alzando la testa. 
- Va bene. - sussurrai annuendo di nuovo. Lui annuì a sua volta.
- Dai, andiamo dai nostri amici e poi andiamo a fare colazione. - 
- Sì! Ho una fame da lupi. - dissi con un sorriso alzandomi. Mi prese per mano ed uscimmo dalla stanza, diretti a quella di Blaise. Ovviamente, come entrambi ci eravamo aspettati, ad aprirci arrivò Ginny. 
- Ciao! - ci salutò con un sorriso la mia amica. 
- Buongiorno! - risposi sorridendo a mia volta. Ci abbracciammo forte prima che arrivasse, dietro di lei e già pronto come la mia amica, Blaise. Gli sorrisi da sopra la sua spalla ed una volta che mi fui staccata da lei, abbracciai anche lui. Appena staccati diedi un'occhiata alla sua stanza. C'era un solo letto ed era molto simile a quella di Draco. Era la prima volta che ci venivo. 
- Blaise... com'è che tu hai una stanza singola? - gli chiesi voltandomi verso di lui. 
- Me l'ha data Silente una settimana fa, più o meno. - rispose lui passando un braccio intorno alla vita di Ginny. Annuì lievemente ed uscì, insieme ahli altri, dalla sua stanza, anche se avevo la netta sensazione che fosse diventata in qualche modo anche di Ginny. Draco mi prese per mano ed andammo verso la Sala Grande. La Sala era già mezza vuota, dafo che molte persone erano già partiti e quei pochi avevano già le valigie pronte accanto a loro. Noi avevamo lasciato le nostre in camera, saremmo andati a riprenderle dopo. Ci andammo a sedere al tavolo dei Serpeverde ed iniziammo a mangiare. 
- Allora, stipulato la lista? - chiese Ginny prendendo una fetta biscottata e spalmandoci sopra della marmellata.
- Sì. E non hai idea di quante cose dobbiamo fare in così poco tempo. - risposi bevendo un sorso di caffè. 
- Tranquilla, ce la puoi fare. - 
- Ce la possiamo fare. - precisai prendendo un croissant alla crema ed addentandolo. 
- Quindi non stavi scherzando quando dicevi che noi dovevamo aiutarti. - esclamò Blaise che quasi si era strozzato bevendo il suo caffè. 
- Assolutamente no. Draco e Ginny sono d'accordo ed anche tu lo sei. - dissi senza guardarlo. 
- Bè... - 
- Cosa? - chiesi secca alzando di scatto la testa per guardarlo. 
- Niente. Cioè, certo che sono d'accordo. - disse scuotendo la testa e tornando a mangiare. 
- Ah ecco. - dissi tornando a mia volta a mangiare. Sia Ginny che Draco avevano guardato la scena con un sorriso divertito sulle labbra. 
Una volta finito, andammo nelle nostre camere e prendendo i nostri bauli. Poi, andammo al treno la stazione non era particolarmente affollata, segno che molti erano già partiti. Appena le porte si aprirono entrammo nel treno ed in pochi minuti trovammo un vagone completamente libero. Ci sistemammo lì e dopo qualche minuto il treno partì. 


Arrivammo abbastanza in fretta alla stazione ed una volta scesi ci smaterializzammo immediatamente a casa mia. 
Appena atterrati ci ritrovammo davanti al mio Manor e mi avviai verso la porta seguita dai tre. Posai il mio baule accanto a me e presi le chiavi, aprendo la porta. Ripesi il baule ed entrai, invitando anche gli altri ad entrare. Era passato diverso tempo da quando ero venuta lì, insieme a Draco il giorno in cui eravamo andati da mia zia Caroline, e mi mancava davvero tanto casa mia. 
I passi provenienti dalla scala davanti a noi mi fece alzare lo sguardo, allontanandomi dai miei pensieri. 
- Tesoro! - sentì la voce di mia madre chiamarmi ed un attimo dopo la vidi scendere le scale. Lasciai la mia roba e mi tuffai su di lei, abbracciandola. Lei mi strinse a sua volta tra le sue braccia molto minute. 
- Mi sei mancata. - le sussurrai stringendola. 
- Anche tu. - sussurrò lei per poi staccarsi di poco da me. - Stai bene? - 
- Sì, certo. - risposi confusa. Possibile che sapessero che cosa fosse successo? 
- Tesoro, Silente ci ha comunicato cosa è successo. Io e tuo padre eravamo così preoccupati per voi due! - 
- Tranquilla mamma, sto bene. Stiamo bene. - dissi con un sorriso. 
- Va bene. - disse sorridendo a sua volta. - Andate pure a sistemarvi. - disse poi rivolta a tutti. Annuì lievemente e tornai a prendere tutta la mia roba. 
- Venite. - dissi rivolta agli altri andando verso le scale. Li sentì camminare e senza voltarmi cominciai a salire le scale. 
 - Bella casa, Herm. - commentò Blaise. Mi voltai lievemente e lo vidi guardarsi intorno. 
- Grazie! - esclamai con un sorriso riprendedo a camminare. Raggiunsi una porta e mi fermai. - Bene, Blaise e Ginny questa è la vostra camera. - dissi indicando con un cenno quall porta. Ovviamente quella era una delle nostre tantissime camere degli ospiti ma avevo scelto proprio quella perché era la più vicina alla mia, ossia quella che avrei diviso con Draco. Feci cenno al mio ragazzo di seguirmi e raggiunsi la mia camera. - E questa è la nostra. - dissi posando il baule ed aprendo la porta. Era da tantissimo tempo che non ci entravo, dato che l'estate l'avevamo passata a casa di Draco, e l'unica volta che ero venuta dopo non era venuta in questa camera. Entrai ed andai subito a posare il baule alla base del letto matrimoniale. Le pareti erano dipinte di un colore viola molto chiaro, lilla per essere precisi, diverse foto di me e della mia famiglia erano appese alle pareti oltre ad una miriade di disegni sempre fatti da me quando ero più piccola. Avevi affrontato un periodo, quando avevo cinque anni, in cui credevo di essere la migliore artista del mondo ed ovviamente i miei genitori erano costretti a dirmi che ero bravissima se non volevano che io facessi una scenata isterica. 
- È la tua camera? - mi chiese Draco posando il suo baule accanto al mio. 
- Sì. Era da tanto che non ci venivo. - risposi continuando a guardarmi intorno. - Okay, andiamo. - dissi poi riscuotendomi dai miei pensieri. 
- Dove? - 
- A prendere gli altri due. Dobbiamo cominciare. - dissi prendendolo per mano e trascinandolo fuori. 
- Ma hai cinque giorni per organizzare tutto! - 
- Lo so, ma di solito ho quasi due settimane per organizzare il tutto. Quindi niente storie. - dissi per poi bussare molto forte alla porta dei nostri amici. - Ragazzi! Forza! - urlai bussando ancora prima che loro aprissero. 
- Che succede? - chiese Blaise stupito. 
- Secondo te? Dobbiamo iniziare. - dissi avviandomi verso le scale. Già sapevo che mi avrebbero seguito quindi non mi voltai neanche per controllare. Come ogni anno, l'adrenalina stava salendo e non vedevo l'ora di iniziare a dare ordini a tutti. Mi fermai un secondo e con un incantesimo richiamai la lista che avevo preparato prima insieme ad altri fogli con una piuma incantata perché scrivesse senza doverlo intingere nell'inchiostro ogni volta. Raggiunsi la fine della scala ed andai dritta verso il soggiorno. 
- Mamma? - la chiamai appoggiandomi allo stipite della porta. Lei si voltò e mi guardò con le sopracciglia inarcate. Le feci vedere i fogli e sembrò ricordarsi perché sorrise e mi raggiunse. La guardai impaziente mentre lei mi porgeva una campanella. La presi in mano ed andai al centro del corridoio vuoto apparte per noi. 
- Cosa sta facendo? - sentì sussurrare a Blaise. 
- Sta richiamando tutti. - rispose mia madre sempre sussurrando. Presi un respiro e la suonai un paio di volte. Era anch'essa un oggetto magico, il suono di essa risuonò per tutta la casa. Era un oggetto che mia madre aveva trandato a me quando avevo compiuto otto anni e da quell'età avevo cominciato ad organizzare io da sola la festa. Era stano vedere una bambina che organizzava una festa per persone così importante e che trallaltro lo faceva anche bene! 
In pochi minuti il corridoio si riempì di elfi che mi guardarono impazionti di avere le mie istruzioni. Li guardai tutti per un secondo, mentre posavo la campanella a terra. 
- Due file! - dissi secca ed immediatamente gli elfi si disposero in due file. Una a destra ed una sinistra. Lo guardai ancora prima di cominciare a camminare tra le due. - Allora, quest'anno abbiamo solo cinque giorni per preparare tutto, per questo pretendo il massimo impegno da tutti voi! Organizzo questa festa da quando so parlare insieme  mia madre e da sola da quando ho otto anni; non ho mai fatto brutta figura con gli invitati e sicuramente non la farò quest'anno. Anche se il tempo sarà poco pretendo che, come bellezza ed organizzazione dell'evento, il livello sia esattamente come l'anno scorso. Come ho già detto, pretendo il massimo da tutti. 
Come sempre sarò io a dare tutti i compiti a tutti voi e pretendo siano svolti velocemente ed in ordine. Le uniche pause che potrete fare saranno tra un compito e l'altro, esse saranno di massimo venti minuti. Scottature o cose del genere, a meno che non siano gravi, non saranno contemplate come scuse per fermarsi. Ogni volta che finirete un compito, venite da me ed io ve ne darò un'altro. Avrete cinque compiti al giorno, ovviamente la maggior parte saranno in gruppo ed in coppia. Sapete già bene come funziona. Per ogni problema potrete rivolgervi a me ed io cercherò in ogni modo di risolverlo ed a aiutarvi. Tutto chiaro? - durante il mio lungo discorso avevo camminato avanti ed indietro per il corridoio creatosi tra le due file, ed adesso i ritrovavo nel punto da cui ero partita. 
- Sì, signorina! - urlarono in coro. 
- Bene, possiamo iniziare. - dissi mentre puntavo gli occhi sul foglio. Era ora di iniziare! 


Divisi gli elfi in quattro gruppi ed assegnai i compiti più importanti ed urgenti ad essi. Ad uno diedi il compito di scrivere ed inviare successivamente gli inviti, e gli diedi la lista degli invitati che avevo scritto sul treno. Agli altri tre, invece il compito di pulire per bene la casa. Il compito poi di mantenerla pulita durante gl altri giorni era del quarto gruppo che poi avrebbe avuto anvhe altri compiti.  
- Herm? - mi chiamò Blaise. Guardai un ultima volta gli elfi che stavano lasciando il corridoio per andare a svolgere i  compiti e lo puntai su Blaise. 
- Sì? - 
- Noi non dobbiamo lavorare così tanto vero? - chiese indicando con il mento la lista che avevo in mano. 
- Ascoltatemi attentamente. - dissi voltando anche il corpo verso di loro e combinando a camminare lentamente verso di loro. - Qui dobbiamo lavorare tutti, senza eccezioni, le regole che ho dato agli elfi valgono anche per voi. Se uno di voi si oppone giuro che finisce a dormire nel giardino, al freddo, senza neanche una coperta. Non mi importaa se siete miei amici e tu il mio ragazzo. Chiaro? - 
- Certo. Lavorerò al massimo. - disse quasi spaventato Blaise annuendo. Subito seguito anche da Draco e da Ginny. 
- Bene. - dissi soddisfatta. Era il momento di lavorare! 




Ciao a tutti! C'è un motivo se ho deciso di pubblicare oggi, ossia molto prima del solito. È perché in questi giorni cambio telefono e sì io scrivo sul telefono e quindi perderò il capitolo. Per questo pubblico oggi. Probabilmente poi ripubblicheró anche Sabato. Due capitolo in una settimana, sì! 
Comunque che ne dite di questo capitolo? Non vedevo l'ora di pubblicarlo e di far vedere questo lato di Hermione che avevo tenuto segreto. Come sempre vi invito  recensire ed a farmi sapere il vostro parere su un capitolo. Al prossimo capitolo! 😘

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Capitolo 28
*** Buon Natale ***


 

Pov Hermione
Era tutto pronto. Finalmente, dopo cinque giorni di lavoro era tutto pronto. Avevamo tutti lavorato molto per questa serata e dovevo ammettere che, anche se è stato faticoso, ne era valsa la pena. Ora ero in camera mia per prepararmi e mancava più o meno mezz'ora all'arrivo degli ospiti. Draco si stava preparando in un'altra stanza e Ginny e Blaise stavano facendo la stessa cosa. Una volta finito andai allo specchio per controllare di essere pronta. Indossavo un vestito bordeaux corto che mi arrivava poco più su del ginocchio, ricoperto di pizzo dello stesso colore a maniche lunghe e con scollo a cuore. Mi ero lasciata i capelli sciolti e mossi sulle spalle mentre ai piedi indossavo un paio di decolté dello stesso colore dell'abito. Un trucco leggero mi andava ad illuminare il volto. Soddisfatta uscì dalla camera e scesi le scale, decisa a controllare un'ultima volta. Quando entrai in soggiorno, come sempre, rimasi incantata. Era uno spazio illuminato da una luce calda, l'albero di natale era molto alto e decorato perfettamente da milioni di candele e palline, decorato da me e dai miei amici quella mattina. Diverse candele erano sospese sul soffitto e dentro il camino era accesso un grande fuoco che riscaldava l'ambiente. Sorrisi contenta ed andai nella sala dove si sarebbe svolto il ricevimento. Il tavolo era stato notevolmente allungato per dare posto a tutti gli ospiti, ed apparecchiato. I vari piatti era messi perfettamente davanti ad ogni sedia ed ad intervalli regolari di quattro posti c'era un centrotavola a forma di candelabro con alcuni fiori natalizi. L'unica cosa che mancava era assegnare i vari posti ma quello sarebbe stato questione di un attimo. Vedevo gli elfi aggirarsi ancora per la casa ma sapevo che appena il campanello fosse suonato loro si sarebbero rinchiusi in cucina per poi uscire solo per potare le varie portate della cena. Solo una piccola parte degli elfi, scelti anno anno da me e da mia madre, potevano stare nella sala per potare i drink. Dopo un paio di secondi sentì delle braccia circondarmi la vita. Riconoscei subito il suo profumo e mi strinsi fra le sue braccia.
- Ciao. - sussurrai poggiando la testa sulla sua spalla per poterlo guardare. 
- Ciao. Sei bellissima. - disse avvicinandosi e dandomi un bacio a fior di labbra. 
- Grazie, anche tu. - sussurrai sulle sue labbra con un sorriso, prima di farle combaciare di nuovo. Gli passai la lingua sul labbro inferiore mentre lui di schiudeva le labbra e faceva incontrare le nostre lingue. Girai il corpo e gli passai le braccia intorno al collo mentre lui mi stringeva maggiorente la vita. 
- Ragazzi! Trovatevi una stanza! - disse divertito qualcuno. Ci staccammo e voltammo verso quella direzione, Blaise e Ginny mano nella mano che si avvicinavano a noi due. 
- Tranquillo lo faremo. - rispose Draco con un ghigno divertito. - Giuro che la prossima volta li interromperemo anche noi. - mi sussurrò all'orecchio facendomi ridacchiare. 
- Cavolo, Herm! È fantastico. - esclamò Ginny con un sorriso guardando la sala. La guardai anch'io sorridendo di nuovo. 
- Grazie. Merito anche vostro. - dissi spostando lo sguardo verso di loro mantenendo il sorriso. 
- Questo è sicuro. - fece Blaise aggiudicandosi una gomitata nel petto dalla  sua ragazza. Scoppiammo tutti a ridere ed una volta finite uscimmo da quella sala. - Dove andiamo? - 
- Andiamo nel soggiorno. - dissi con voce ovvia mentre camminavo mano nella mano con il mio ragazzo verso quella direzione. 
- Ma non avevi proibito a tutti noi di entrarci? - fece Blaise seguendoci. 
- Infatti. In quello principale. Ma adesso andiamo in un altro. - replicai aprendo una porta. Ci entrammo ed andammo subito a sederci su divani posti al centro della stanza; io e Draco su uno e Blaise e Ginny su l'altro, davanti a noi. 
- Sentite... lo so che ci eravamo ripromessi di non parlare di queste cose in questi giorni ma... sento di dovervelo dire. - disse Draco dopo un attimo di silenzio. Diventando improvvisamente tutti seri es io mi avvicinai ancora un po' a lui. 
- Che cosa? - chiesi guardando il suo profilo, dato che stava guardando il pavimento. A quella domanda alzò lo sguardo e lo puntò nel mio preoccupato, per spostarlo sui nostri amici. Sospirò e cominciò a raccontare. 
- Quando ero lì, più precisamente il giorno esatto in cui siete venuti a prendermi, Bellatrix e Rodolphus mi hanno mostrato una stanza segreta. All'interno c'erano alcune carte dove c'erano scritti i loro piani ma prima che me lo chiediate non sono riuscito a leggerle. L'unica cosa che so è che loro vogliono regnare sul mondo magico. La cosa più strana, però, è che hanno detto che vogliono farlo per l'eternità. - raccontò lui e tutti avevamo ascoltato attentamente. 
- Perché non l'hai detto a Silente?  - chiese Blaise dopo un po' di silenzio. 
- Per lo stesso motivo per cui Hermione non ha parlato dei suoi dubbi per il Capitano. Per ora preferisco che lo sappiate solo voi. - disse sicuro. Annuimmo tutti mentre le sue parole continuavano a rimbobbarmi nella testa. La parola "eternità" mi aveva acceso qualcosa dentro la mia testa, mi aveva ricordato tremendamente qualcosa ma proprio non riuscivo ad arrivarci. Sapevo solo che quel qualcosa era ad Hogwarts e che l'avrei ricordato appena fossi tornata. Per adesso, però, non potevo fare niente da lì quindi era meglio mettere da parte quella brutta notizia. 
A rompere quel silenzio fu un bussare alla porta. Voltammo tutti lo sguardo verso quella direzione ed io mi alzai andando ad aprire. Dietro c'era un elfo che quando mi vide si abbassò a fare un inchino. 
- Signorina, a Timmy dispiace molto disturbarla, ma sono arrivati i primi invitati. - disse lui alzandosi lentamente. 
- Va bene puoi andare. - dissi annuendo. Lui fece quello che gli avevo detto e mi voltai verso i miei amici. - Andiamo? - 
- Sì. - risposero all'unisono alzandosi in piedi e raggiungendomi. Uscimmo dalla stanza e raggiungemmo, mano nella mano con i rispettivi partner, l'ingresso. Vidi che stavano entrando diverse persone e che stavano tutti raggiungendo il soggiorno. Ogni anno invitavano più o meno le stesse persone, minuziosamente scelte da me e poi controllate da mia madre. Quella era una festa molto privata e tantissimi ambivano a parteciparvi. Quando vidi i Signori Malfoy varcare la soglia gli andai incontro insieme a Draco. 
- Buonasera madre. Buonasera padre. - li salutò il mio ragazzo. Loro si voltarono e quando ci videro camminarono verso di noi. 
- Draco! Hermione! -  fece Narcissa staccandosi dal marito ed abbracciando prima suo figlio e poi me. Pochi secondi dopo ci raggiunsero anche i miei genitori e, dopo averli salutati calorosamente, andammo insieme nel soggiorno dove parlavano e bevevano già diverse persone. Nel parlare mi venne in mente una cosa super urgente e mi guardai in giro un paio di volte per trovare Blaise. Alla fine lo vidi che beveva un bicchiere di champagne insieme alla mia migliore amica. 
- Amore che succede? - chiese Draco al mio orecchio. Mi voltai verso di lui e lo preso per mano. 
- Scusateci. - dissi ai nostri genitori che parlavano tranquillamente. Annuirono tutti e senza dire un'altra parola lo trascinai via verso i nostri amici. 
- Amore, cos'è successo? - mi chiese Draco camminando al mio fianco verso di loro.
- Ho fatto una grandissima cazzata e sono sicura che stavolta Blaise mi ucciderà. - 
- Perché? - 
- Adesso lo scopri. - dissi prima di raggiungerli. - Ciao ragazzi. - 
- Ehi! Eravate scomparsi! - fece Ginny con un sorriso. 
- Già... i nostri genitori, sai com'è. Ehm... Blaise... credo di aver fatto una grande cazzata. - dissi rivolgendomi a lui. 
- Cosa... - fece per dire ma una voce accanto a noi lo bloccò. 
- Blaise! - sentimmo esclamare. Ci voltammo ed io vidi la signora Zabini avvicinarsi a noi. Spostai lo sguardo sul mio amico e vidi che si era irrigidito notevolmente. 
- Mamma! - fece con voce lievemente stridula. Lei si avvicinò ulteriormente  ma quando vide che lui e la rossa erano mano nella mano si bloccò. 
- Uhm... perché tieni quella per mano? - chiese seria e fredda. 
- Ehm... io... - 
- Quindi è questa la cazzata che hai fatto. - mi sussurrò all'orecchio Draco. Distolsi la mia attenzione da quella scena e la diedi al mio ragazzo. 
- Già... in quel momento non avevo pensato a questo piccolo dettaglio. -
- Piccolo? - 
- Okay, grosso dettaglio. - dissi mortificata. - Ed ora? -
- Ora... noi sloggiamo e li lasciamo da soli. - disse il biondo prendendomi per mano e trascinandomi via. Camminammo un po' e nel mentre avevo preso un bicchiere di champagne da uno degli elfi, cosa che fece anche Draco. 
- Siamo stati degli stronzi. - 
- Infatti lo siamo. - 
- TU lo sei. - 
- Uhm.... lo sei anche tu. - disse lui con un ghigno divertito. A quelle parole rimasi zitta, ripensando a come mi ero comportata con il Capitano. 
- Solo quando serve. - aggiunsi dopo un po'. Ci fermammo in un punto relativamente libero della sala ed io osservati da lontano i nostri amici che parlavano con i genitori di Blaise, dato che nel mentre si era aggiunto anche suo padre. Blaise ed i suoi genitori sembrano notevolmente arrabbiati e Ginny sembrava un po' arrabbiata e un po' intimidita. 
- Tranquilla, si risolverà. - disse Draco vedendo chi stavo osservando. Spostati lo sguardo su di lui e sospirai. 
- Come fai a saperlo? - 
- Bè, perché Blaise è un tipo forte ed è veramente innamorato di Ginny quindi non la lascerà andare molto facilmente; anche se dovrà mettersi contro i suoi genitori. - 
- Dici? - 
- Io farei così con te. - disse spostando lo sguardo dal gruppo a me. Sorrisi e mi avvicinai a lui premendo le labbra contro le sue. Lui rispose al biacio ed io schiusi le labbra per far venire a contatto le nostre lingue che subito si intrecciarono. Mi passò le braccia intorno alla vita e mi avvicinò di più mentre io gli passavo le braccia intorno al collo. Ci staccammo diverso tempo dopo a causa della mancanza di ossigeno. Sorrisi e gli diedi un altro bacio a stampo. 
- Buonasera ragazzi! - sentimmo dire da una voce dietro di noi. Ci voltammo ed incontrammo lo sguardo di una donna che si avvicinava a noi. Era la nonna di Draco. 
- Nonna! - fece lui lasciandomi la mano ed andando ad abbracciare la donna. Da quello che sapevo loro due erano davvero molto legati ed io avevo avuto il piacere di conoscerla. Era assolutamente una donna meravigliosa. Per essere una Malfoy era molto dolce e premurosa. 
- Hermione, cara. - fece avvicinandosi a me. Io le sorrisi e la abbracciai calorosamente. Una volta staccate Draco mi passò un braccio intorno alla vita e mi avvicinò e sé. - Tesoro, questa festa è davvero fantastica, come sempre ovviamente. - 
- Grazie. - risposi con un sorriso enorme. Parlammo con lei per un bel po' finché non se ne andò ed a lei si sostituirono molte altre persone. 
Parlammo con quasi tutti gli ospiti, e molti dovevano ancora arrivare, prima di essere raggiunti da Blaise e Ginny. Avevano entrambi un'espressione molto tranquilla. 
- Ehi! - fece Draco con un ghigno. 
- Ciao. Herm grazie. - disse rivolgendosi a me. Sgranai gli occhi dalla sorpresa e rimasi a bocca aperta da quelle parole.
- Ehm... prego. - feci scuotendo la testa. 
- Allora, cos'è successo? - fece curioso il mio ragazzo. 
- Bè, inutile dire che i miei genitori si sono incazzati di brutto. Io mi sono incazzato, abbiamo litigato un po' ed alla fine li ho mandati a fanculo e ce ne siamo andati. - raccontò velocemente. 
- Hai mandato a fanculo i tuoi genitori?! - feci scandalizzata. 
- Bè sì, cosa ti aspettavi? - 
- Visto? Te l'avevo detto. - fece Draco rivolto a me. Annuì lievemente e sorrisi. Continuammo a parlare ed a scherzare per un po'. 
- Ehm... ragazzi? - ci chiamò Ginny interrompendo a metà il discorso di Blaise. Ci voltammo verso di lei e vidi che stava fissando stupita l'entrata. Seguì il suo sguardo e vidi entrare un paio di persone che non avrei mai creduto di vedere. Harry Potter e Pansy Parkinson a braccietto che entravano dall'entrata principale. 
- Ma che cazzo... - feci sconcerta. 
- Li avevi invitati? - chiese Blaise dietro di me insieme a Draco, Ginny invece era davanti a me. 
- No! Cioè io no, ma... mamma! - feci ricordandomi che in effetti era lei che doveva controllare la lista prima di mandare tutti gli inviti e che lei poteva aggiungere o rimuovere qualcuno. Senza dire niente raggiunse mia madre che parlava con una donna più o meno della sua età. - Mamma? Posso parlati? - chiesi cortesemente. Lei annuì e mi portò in un posto un po' più appartato. 
- Che succede? - 
- Mamma, hai invitato tu i Parkinson ed i Potter? - chiesi allarmata. 
- Sì, certo. Li invitiamo sempre e... - 
- Non pensavi che sarebbe stato meglio dirmelo?! - 
- Tesoro, te l'ho detto. - 
- Quando? - 
- La sera in cui siete arrivati. Ho dato uno sguardo alla lista ed ho visto che mancavano i loro nomi così li ho aggiunti poi sono venuta da te per dirtelo. - raccontò e nel mentre ebbi un piccolo flashback. Sì, in effetti me l'aveva detto ma diciamo che quella sera ero stata... piuttosto impegnata. Arrossí violentemente e cercai di ritrovare l'utilizzo della parola. - Tesoro, ricordi? - 
- O-oh! S-sí, ricordo. - balbettai scuotendo la testa. 
- Comunque perché non li avevi invitati? Cioè i Parkinson lo sapevo già che non li avresti invitati. So dei problemi con Pansy ma per quanto riguarda Harry? - 
- Ecco... ho avuto un po' di problemi con lui e con Ron. - dissi grattandomi la nuca a disagio. 
- Oh! Tesoro mi dispiace. - disse toccandomi il braccio. 
- Tranquilla. - feci scostandomi dal suo tocco. - Ora devo andare, ci vediamo dopo. - dissi con un sorriso tornando appunto dai miei amici. Nel tragitto presi e bevvi quattro bicchieri di champagne. 
[ Okay, dovevo darmi una regolata o prima della fine della festa sarei mi sarei ubriacata. ] 
Ma prima di tornare da loro una persona mi fermò. 
- Oh! Buonasera Hermione. - disse la voce della Parkinson dietro di me. Mi bloccai e voltai verso di lei. Era da sola; grazie al cielo. 
- Oh! Ehm... ciao. - 
- Sai sono rimasta molto sorpresa dal tuo invito. Non credevo che... - 
- Sì, è stata mia madre ad aggiungervi alla lista. - la interruppe annuendo lievemente. 
- Oh! Certo, me lo aspettavo. - disse annuendo a sua volta. 
- Già... io adesso devo andare. - dissi voltandomi e feci per andarmene ma lei mi fermò di nuovo. 
- Un attimo! Io volevo ringraziarti. - disse e di nuovo mi voltai verso di lei. 
- Ringraziarmi? Perché? - feci confusa e desiderosa di andarmene all'istante. 
- Bè... se non fosse successo quello che è successo io non avrei mai conosciuto Harry ed adesso non staremmo insieme. - disse con un grande sorriso. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Tossí un paio di volte mentre lei mi dava dei colpetti sulla schiena. Io afferrai un bicchiere di champagne e ne bevvi un sorso. - Stai bene? - annuì buttando un giù il sorso. 
- E... come è successo? - 
- Bè ci siamo conosciuti ad una festa, lui era un po' depresso dopo la vostra brutta litigata ed io ero arrabbiata per l'umiliazione che mi avevi dato in Sala Grande dopo che... lo sai. Abbiamo parlato un po', una cosa tira l'altra e bum! Stiamo insieme. Sai come funzionano queste cose. - 
- Sì, lo so. Bè... prego. Sono felice per voi. - dissi con un sorriso falso. 
- Oh! Grazie! - fece sorridendo come un avete. Annuì lievemente e mi voltai ricominciando a camminare. Svuotai il bicchiere in un solo sorso e ne acciuffai un altro ed un altro ancora, tutti finiti in un sorso. Alla fine quando tornai dal mio ragazzo e dai miei amici ne avevo bevuti sette e tenevo l'ultimo vuoto in mano. 
- Wow. Sembri sconvolta. - fece Blaise guardandomi.
- Oh! Lo sono. - feci poggiando il bicchiere vuoto su un vassoio che mi stava passando accanto e prendendone uno nuovo e pieno. 
- Allora, cos'è successo? - chiese Ginny osservandomi. 
- In poche parole. Mia madre mi ha ricordato che noi invitiamo tutti gli anni i Parkinson anche se io li detesto e fin qui tutto okay. Anche i Potter li invito sempre ma dopo la litigata con Harry ovviamente non l'ho fatto, la mia enorme intelligenza non mi ha ricordato che io non l'avevo detto a mia madre così lei li ha aggiunti. Ecco perché sono qui. - spiegai svuotando anche quello. 
- Eppure presumo che questo non sia quello che più ti ha sconvolto. - fece Draco. 
- Ed io presumo che centri con il fatto che loro due siano entrati a braccetto. - aggiunse Blaise. 
- Infatti. Ho incontrato la Parkinson nel tragitto mentre tornavo da voi e lei mi ha detto che... - 
- Che? -  fecero in coro curiosi. 
- Secondo voi? - feci bevendo in un sorso il bicchiere che avevo ancora in mano. - Che stanno insieme. - 
- Cosa?! - fecero loro tre. 
- Avete capito bene. Stanno insieme. Ed io ho bisogno di qualcosa da bere. - dissi guardandomi intorno. Appena vidi un elfo lo fermai. - Portami qual osa di più forte. - dissi scuotendo il mio bicchiere davanti a lui. L esserino annuì lievemente e scomparí. Mi voltai di nuovo verso i miei amici e vidi che Ginny e Blaise si erano più o meno rispresi mentre Draco sembrava sotto shock. Senza pensarci su due volte gli tirai uno schiaffo in pieno viso e lui si riprese. 
- Come insieme? Cioè insieme insieme? Nel senso come noi? - domandò a raffica sconvolto. 
- Sì, insieme insieme. E posso sapere perché sei il più sconvolto? Insomma lo ero anch'io ma non così tanto! - feci piuttosto irritata. 
- Amore! È solo perché la conosco e non la vedevo proprio come un tipo da relazione seria. - 
- Anche Blaise la conosce e non mi sembrava così. - 
- Oh! Non mi mettete in mezzo nelle vostre scenate di gelosia. - fece il diretto interessato. 
- Bè sei già in mezzo. - feci voltando lo sguardo verso di lui. 
- Dio Herm! Non ho reagito come Draco solo perché io non la conosco come lui. Cioè io con lei avrò scambiato un paio di parole. - 
- Tutto qui. Davvero, amore. - intervenne Draco a spostenere il suo amico. Improvvisamente, vedendo il suo sguardo quasi spaventato, mi sentì molto stupida. Probabilmente avevo bevuto un pochino troppo ed avevo esagerato. 
Sbuffai lievemente ed abbassai la testa prima di rialzarla ed incontrate di nuovo il suo sguardo celeste. 
- Scusa, amore! Sono... ho esagerato scusa. - dissi scuotendo la testa. Lui sorrise e si avvicinò, mi prese il volto tra le mani e mi baciò dolcemente. 
- Tranquilla. - fece sulle mie labbra sorridendo. Sorrisi a mia volta e gli diedi un altro bacio a stampo prima che lui mi lasciasse andare. Un attimo dopo arrivò l'elfo con il mio drink. 
- Il suo drink signorina. - disse lui. Lo presi in mano e lo guardai un secondo. Aveva un bel colore ambrato ed era servito in un bicchiere di vetro. 
- Che cos'è? - 
- Fire Whisky, signorina. - 
- Bella scelta, puoi andare. - dissi annuendo. Portai il bicchiere alle labbra e quando alzai lo sguardo vidi Pansy ed Harry che parlavano molto vicini poco distanti. Superai i miei amici e mi misi davanti a a loro per vedere meglio, intanto bevevo distrattamente. 
- Amore... non pensi di star esagerando? - chiese il mio ragazzo facendo per prendermi il bicchiere ma io fui più veloce e mi scansai. 
- No! Ho appena scoperto che il mio ex migliore amico si è messo con una delle ragazze che più odio! Avrò il diritto di bere, no? - feci bevendo un altro sorso. Lui, dopo averci pensato su qualche secondo, annuì e ne ordinò uno anche lui, cosa che fecero anche gli altri due, ad un altro elfo. Un attimo dopo lui tornò e porse i loro ordini. Tutti e quattro continuammo a bere ed ad osservare loro due per un bel po' prima che qualcuno dicesse qualcosa. 
- Ma quindi stanno insieme? - fece Ginny dietro di me. Con la coda dell'occhio vidi che Draco era dietro di lei e Blaise, sua volta, dietro di lui; tutti spostati un pochino per vederli meglio. 
- Sì, proprio insieme. - dissi scuotendo lievemente la testa. 
- Com'è successo? - chiese Blaise. 
- La Parkinson mi ha detto che si sono conosciuti ad una festa, hanno cominciato a parlare e bum! Si sono messi insieme. - 
- Sembrano stare bene. - commentò la rossa. 
- Sì bè sono strani. - fece Draco. 
- Come noi, dopotutto. - replicai senza togliere lo sguardo da loro, cosa che, ero sicura, stessero facendo anche loro. Quando però li vidi fare per guardarci io distolsi lo sguardo e lo puntai in punto imprecisato della sala. Von la coda dell'occhio vidi gli altri fare lo stesso. 
- Ci stanno ancora guardando? - chiese Ginny dopo po' di tempo. 
- Non lo so. - dissi non avendo il coraggio di guardarli. 
- Bè controlla! - 
- No! Fallo tu. - 
- No! - 
- Draco, controlla. - 
- No! Non voglio fare una figura di merda. - replicò lui. 
- Faccio io. - disse Blaise, seguirono alcuni secondi di silenzio, tra di noi ovviamente. - Okay, sono andati a ballare. - 
Tirai un sospiro di sollievo abbassando lo sguardo e puntandolo le punto in cui appunto c'erano loro due. 
- Cazzo... chi l'avrebbe mai detto? - disse il mio ragazzo scuotendo la testa. 
- Eh già. - feci scuotendo a mia volta la testa. 
- Ciao ragazzi! - ci sentimmo chiamare da qualcuno dietro di noi. Ci voltammo e vidi avanzare verso di noi Daphne, mano nella mano con Theo. 
- Ciao! - feci con un sorriso andandole incontro. La abbracciai forte mentre Blaise ed il mio ragazzo salutavano il loro amico. Mi staccati da lei e la vidi guardare qualcuno dietro di me. Mi voltai e vidi la mia rossa amica che ci guardava un po' a disagio. 
- Oh! Giusto! Daphne lei è Ginny. Ginny lei è Daphne. - le presentai e le due si strinsero la mano. Parlammo un po' anche con loro prima di allontanarci. Mi trovavo molto meglio con loro tre, nonostante stessi bene anche con Daphne. 
**
La serata proseguì molto bene ed alla fine, verso mezzanotte, noi quattro ci allontammo dalla festa e ci rifugiammo in una stanza da soli. 
- Finalmente! Non ne potevo più! - disse Ginny andando a sedersi sul divano. Era il solito soggiorno dove ci eravamo messi prima dell'inizio. 
- Neanch'io. - feci sedendomi davanti a lei seguite poco dopo dai nostri ragazzi. 
- Come fate a passare intere serate con quelle persone? Sono così noiosi. - fece la rossa. Lei non era abituata come noi a partecipare a feste e balli così e un  pochino la invidiavo per questo. 
- Semplice, non lo facciamo. Stiamo un po' con loro per far vedere che ci siamo e poi andiamo via. Come adesso. - rispose il biondo. 
- Già... - feci ed un attimo dopo sentì l'orologio scoccare la mezzanotte. Sorrisi e guardai i miei amici ed il mio ragazzo. - Buon natale ragazzi. - 
- Buon natale. - fecero in coro loro. Draco mi passò un braccio intorno alle spalle e mi avvicinò a se. Non mi opposi e mi accoccolai sul suo petto. 
- Buon natale amore. - sussurrai sorridendo. 
- Buon natale principessa. - sussurrò dandomi un bacio sulla testa. 
Dopo alcuni minuti in cui ognuno parlò con i propri partner decidemmo di scambiarci i regali. Eravamo tutti andati a fare le varie compere un paio di giorni fa, ovviamente separati dato che i regali erano per noi. Io regalai a Blaise ed a Draco un nuovo set per il Quidditch di cui rimasero entrambi super entusiasti ed a Ginny un braccialetto d'oro con una medaglietta a forma di chiave. Blaise e Ginny avevano invece fatto i regali insieme, ossia a me avevano regalato il nuovo libro del mio scrittore preferito ed a Draco una nuova sciarpa mooolto costosa, per quanto possa essere costosa una sciarpa. Blaise, invece, aveva regalato a Ginny una collana con il nome di lei come ciondolo mentre lei gli aveva regalato un braccialetto con la sua iniziale. Poi fu il turno di Draco che regalò a Ginny un braccialetto ed a Blaise qualcosa per il Quidditch che però non riuscì a riconoscere non essendo una grande patita, ma che sia Blaise che Ginny rimasero incantati da quello. Poi mentre loro due parlavano lui si rivolse a me. 
- Buon natale, di nuovo. - fece porgendomi una scatoletta. La presi sorridendo e la aprì lentamente. All'interno c'era una collana con un piccolo ciondolo a forma di cuore completamente ricoperto di diamanti. Rimasi incantato da  quel elegante e bellissimo gioiello. - Ti piace? - 
- Se mi piace? È stupendo! - feci voltandomi verso di lui e buttandogli le braccia al collo, e lui mi strinse a sua volta. - Grazie! - 
- Figurati. - disse ed avevo la netta sensazione che stesse sorridendo. Quando ci staccammo puntai di nuovo lo sguardo sul ciondolo. - Guarda. - disse prendendolo e voltandolo. Sul retro c'era una piccola scritta. 
" Ti amo. "
- Ti amo anch'io. - feci guardandolo. Lo baciai dolcemente e quando mi staccati lui prese il ciondolo per mettermelo. Io gli diedi le spalle e mi spostati i capelli mentre lui mi chiudeva la collana intorno al collo. Mi stava perfettamente. - È meraviglioso. - dissi continuando a sorridere come un ebete. Nel mentre il mio sguardo cadde sulla sua mano, posata sulla mia coscia, e che portava al dito l'anello della sua famiglia. Gliel'avevo ridato pochi giorni prima e non ero mai stata più felice di rivederglielo al dito. 
Mi ricordavo ancora molto bene la notte in cui se n'era andato con quella pazza per proteggermi ma pian piano la stavo superando, per quanto possa superarla. 
Rimanemmo lì dentro per un bel po' finché non venne il momento di andare a salutare gli ospiti. Uscimmo dalla sala e mi diressi all'ingresso, già molto affollato. Salutai pian piano ogni persona insieme ai miei genitori e gli ultimi ad andarsene furono proprio i genitori Draco. 
- Ci vediamo a capodanno. - disse Narcissa abbracciando prima me e poi suo figlio. - Ovviamente siete invitati anche voi. - aggiunse rivolta a Blaise ed alla mia amica. 
- Grazie mille. - fece il moro sorridendo. 
- Ci saremo. - fece la sua ragazza. Dopo gli ultimi saluti un elfo chiuse la porta ed a quel punto tutti tirammo un sospiro di sollievo. 
- Tesoro, è stato tutto fantastico. - fece mia madre abbracciandomi. Ricambiai l'abbraccio e poi feci lo stesso con mio padre. 
- E questo? - sussurrò lui una volta staccati, perché sentissi solo io. Capì subito che si stava riferendo alla mia collana.
- Il regalo di Draco. - risposi con un sorriso. Lui sorrise a sua volta e mi lasciò andare. Tornai dal mio ragazzo e lui mi passò un braccio intorno alla vita. - Noi andiamo a dormire, buonanotte. - 
- Va bene, buonanotte ragazzi e buon natale. - fece mio padre abbracciando mia madre. Sorrisi lievemente e mi avviai su per le scale con gli altri. 
- Buonanotte ragazzi. - fece il mio ragazzo quando arrivammo davanti alla loro camera. 
- Notte. - risposero in coro entrando nella loro camera. Andammo nella nostra ed una volta dentro andai subito all'armadio. Lo aprì e presi il pigiama che indossai un secondo dopo. Anche Draco si mise in pigiama, ossia solo in boxer, e ci infilammo dentro il letto. Mi passò un braccio intorno alla vita e mi avvicinò a se, mentre io mi accoccolavo sul suo petto. 
- Buonanotte  amore. - dissi chiudendo gli occhi. 
- Notte principessa. - rispose ed un attimo dopo mi addormentai. 
Ciao a tutti! Sì, sono in uno spaventoso ritardo ma sapete com'è d'estate. Comunque che ne dite del capitolo? Come va la vostra estate? 
Bè come sempre vi invito a recensire e detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. Ciao! 





Pov Hermione


Era tutto pronto. Finalmente, dopo cinque giorni di lavoro era tutto pronto. Avevamo tutti lavorato molto per questa serata e dovevo ammettere che, anche se è stato faticoso, ne era valsa la pena. Ora ero in camera mia per prepararmi e mancava più o meno mezz'ora all'arrivo degli ospiti. Draco si stava preparando in un'altra stanza e Ginny e Blaise stavano facendo la stessa cosa. Una volta finito andai allo specchio per controllare di essere pronta. Indossavo un vestito bordeaux corto che mi arrivava poco più su del ginocchio, ricoperto di pizzo dello stesso colore a maniche lunghe e con scollo a cuore. Mi ero lasciata i capelli sciolti e mossi sulle spalle mentre ai piedi indossavo un paio di decolté dello stesso colore dell'abito. Un trucco leggero mi andava ad illuminare il volto. Soddisfatta uscì dalla camera e scesi le scale, decisa a controllare un'ultima volta. Quando entrai in soggiorno, come sempre, rimasi incantata. Era uno spazio illuminato da una luce calda, l'albero di natale era molto alto e decorato perfettamente da milioni di candele e palline, decorato da me e dai miei amici quella mattina. Diverse candele erano sospese sul soffitto e dentro il camino era accesso un grande fuoco che riscaldava l'ambiente. Sorrisi contenta ed andai nella sala dove si sarebbe svolto il ricevimento. Il tavolo era stato notevolmente allungato per dare posto a tutti gli ospiti, ed apparecchiato. I vari piatti era messi perfettamente davanti ad ogni sedia ed ad intervalli regolari di quattro posti c'era un centrotavola a forma di candelabro con alcuni fiori natalizi. L'unica cosa che mancava era assegnare i vari posti ma quello sarebbe stato questione di un attimo. Vedevo gli elfi aggirarsi ancora per la casa ma sapevo che appena il campanello fosse suonato loro si sarebbero rinchiusi in cucina per poi uscire solo per potare le varie portate della cena. Solo una piccola parte degli elfi, scelti anno anno da me e da mia madre, potevano stare nella sala per potare i drink. Dopo un paio di secondi sentì delle braccia circondarmi la vita. Riconoscei subito il suo profumo e mi strinsi fra le sue braccia.
- Ciao. - sussurrai poggiando la testa sulla sua spalla per poterlo guardare. 
- Ciao. Sei bellissima. - disse avvicinandosi e dandomi un bacio a fior di labbra. 
- Grazie, anche tu. - sussurrai sulle sue labbra con un sorriso, prima di farle combaciare di nuovo. Gli passai la lingua sul labbro inferiore mentre lui di schiudeva le labbra e faceva incontrare le nostre lingue. Girai il corpo e gli passai le braccia intorno al collo mentre lui mi stringeva maggiorente la vita. 
- Ragazzi! Trovatevi una stanza! - disse divertito qualcuno. Ci staccammo e voltammo verso quella direzione, Blaise e Ginny mano nella mano che si avvicinavano a noi due. 
- Tranquillo lo faremo. - rispose Draco con un ghigno divertito. - Giuro che la prossima volta li interromperemo anche noi. - mi sussurrò all'orecchio facendomi ridacchiare. 
- Cavolo, Herm! È fantastico. - esclamò Ginny con un sorriso guardando la sala. La guardai anch'io sorridendo di nuovo. 
- Grazie. Merito anche vostro. - dissi spostando lo sguardo verso di loro mantenendo il sorriso. 
- Questo è sicuro. - fece Blaise aggiudicandosi una gomitata nel petto dalla  sua ragazza. Scoppiammo tutti a ridere ed una volta finite uscimmo da quella sala. - Dove andiamo? - 

- Andiamo nel soggiorno. - dissi con voce ovvia mentre camminavo mano nella mano con il mio ragazzo verso quella direzione. 
- Ma non avevi proibito a tutti noi di entrarci? - fece Blaise seguendoci. 
- Infatti. In quello principale. Ma adesso andiamo in un altro. - replicai aprendo una porta. Ci entrammo ed andammo subito a sederci su divani posti al centro della stanza; io e Draco su uno e Blaise e Ginny su l'altro, davanti a noi. 
- Sentite... lo so che ci eravamo ripromessi di non parlare di queste cose in questi giorni ma... sento di dovervelo dire. - disse Draco dopo un attimo di silenzio. Diventando improvvisamente tutti seri es io mi avvicinai ancora un po' a lui. 
- Che cosa? - chiesi guardando il suo profilo, dato che stava guardando il pavimento. A quella domanda alzò lo sguardo e lo puntò nel mio preoccupato, per spostarlo sui nostri amici. Sospirò e cominciò a raccontare. 
- Quando ero lì, più precisamente il giorno esatto in cui siete venuti a prendermi, Bellatrix e Rodolphus mi hanno mostrato una stanza segreta. All'interno c'erano alcune carte dove c'erano scritti i loro piani ma prima che me lo chiediate non sono riuscito a leggerle. L'unica cosa che so è che loro vogliono regnare sul mondo magico. La cosa più strana, però, è che hanno detto che vogliono farlo per l'eternità. - raccontò lui e tutti avevamo ascoltato attentamente. 
- Perché non l'hai detto a Silente?  - chiese Blaise dopo un po' di silenzio. 
- Per lo stesso motivo per cui Hermione non ha parlato dei suoi dubbi per il Capitano. Per ora preferisco che lo sappiate solo voi. - disse sicuro. Annuimmo tutti mentre le sue parole continuavano a rimbobbarmi nella testa. La parola "eternità" mi aveva acceso qualcosa dentro la mia testa, mi aveva ricordato tremendamente qualcosa ma proprio non riuscivo ad arrivarci. Sapevo solo che quel qualcosa era ad Hogwarts e che l'avrei ricordato appena fossi tornata. Per adesso, però, non potevo fare niente da lì quindi era meglio mettere da parte quella brutta notizia. 
A rompere quel silenzio fu un bussare alla porta. Voltammo tutti lo sguardo verso quella direzione ed io mi alzai andando ad aprire. Dietro c'era un elfo che quando mi vide si abbassò a fare un inchino. 
- Signorina, a Timmy dispiace molto disturbarla, ma sono arrivati i primi invitati. - disse lui alzandosi lentamente. 
- Va bene puoi andare. - dissi annuendo. Lui fece quello che gli avevo detto e mi voltai verso i miei amici. - Andiamo? - 
- Sì. - risposero all'unisono alzandosi in piedi e raggiungendomi. Uscimmo dalla stanza e raggiungemmo, mano nella mano con i rispettivi partner, l'ingresso. Vidi che stavano entrando diverse persone e che stavano tutti raggiungendo il soggiorno. Ogni anno invitavano più o meno le stesse persone, minuziosamente scelte da me e poi controllate da mia madre. Quella era una festa molto privata e tantissimi ambivano a parteciparvi. Quando vidi i Signori Malfoy varcare la soglia gli andai incontro insieme a Draco. 
- Buonasera madre. Buonasera padre. - li salutò il mio ragazzo. Loro si voltarono e quando ci videro camminarono verso di noi. 
- Draco! Hermione! -  fece Narcissa staccandosi dal marito ed abbracciando prima suo figlio e poi me. Pochi secondi dopo ci raggiunsero anche i miei genitori e, dopo averli salutati calorosamente, andammo insieme nel soggiorno dove parlavano e bevevano già diverse persone. Nel parlare mi venne in mente una cosa super urgente e mi guardai in giro un paio di volte per trovare Blaise. Alla fine lo vidi che beveva un bicchiere di champagne insieme alla mia migliore amica. 
- Amore che succede? - chiese Draco al mio orecchio. Mi voltai verso di lui e lo preso per mano. 
- Scusateci. - dissi ai nostri genitori che parlavano tranquillamente. Annuirono tutti e senza dire un'altra parola lo trascinai via verso i nostri amici. 
- Amore, cos'è successo? - mi chiese Draco camminando al mio fianco verso di loro.
- Ho fatto una grandissima cazzata e sono sicura che stavolta Blaise mi ucciderà. - 
- Perché? - 
- Adesso lo scopri. - dissi prima di raggiungerli. - Ciao ragazzi. - 
- Ehi! Eravate scomparsi! - fece Ginny con un sorriso. 
- Già... i nostri genitori, sai com'è. Ehm... Blaise... credo di aver fatto una grande cazzata. - dissi rivolgendomi a lui. 
- Cosa... - fece per dire ma una voce accanto a noi lo bloccò. 
- Blaise! - sentimmo esclamare. Ci voltammo ed io vidi la signora Zabini avvicinarsi a noi. Spostai lo sguardo sul mio amico e vidi che si era irrigidito notevolmente. 
- Mamma! - fece con voce lievemente stridula. Lei si avvicinò ulteriormente  ma quando vide che lui e la rossa erano mano nella mano si bloccò. 
- Uhm... perché tieni quella per mano? - chiese seria e fredda. 
- Ehm... io... - 
- Quindi è questa la cazzata che hai fatto. - mi sussurrò all'orecchio Draco. Distolsi la mia attenzione da quella scena e la diedi al mio ragazzo. 
- Già... in quel momento non avevo pensato a questo piccolo dettaglio. -
- Piccolo? - 
- Okay, grosso dettaglio. - dissi mortificata. - Ed ora? -
- Ora... noi sloggiamo e li lasciamo da soli. - disse il biondo prendendomi per mano e trascinandomi via. Camminammo un po' e nel mentre avevo preso un bicchiere di champagne da uno degli elfi, cosa che fece anche Draco. 
- Siamo stati degli stronzi. - 
- Infatti lo siamo. - 
- TU lo sei. - 
- Uhm.... lo sei anche tu. - disse lui con un ghigno divertito. A quelle parole rimasi zitta, ripensando a come mi ero comportata con il Capitano. 
- Solo quando serve. - aggiunsi dopo un po'. Ci fermammo in un punto relativamente libero della sala ed io osservati da lontano i nostri amici che parlavano con i genitori di Blaise, dato che nel mentre si era aggiunto anche suo padre. Blaise ed i suoi genitori sembrano notevolmente arrabbiati e Ginny sembrava un po' arrabbiata e un po' intimidita. 
- Tranquilla, si risolverà. - disse Draco vedendo chi stavo osservando. Spostati lo sguardo su di lui e sospirai. 
- Come fai a saperlo? - 
- Bè, perché Blaise è un tipo forte ed è veramente innamorato di Ginny quindi non la lascerà andare molto facilmente; anche se dovrà mettersi contro i suoi genitori. - 
- Dici? - 
- Io farei così con te. - disse spostando lo sguardo dal gruppo a me. Sorrisi e mi avvicinai a lui premendo le labbra contro le sue. Lui rispose al biacio ed io schiusi le labbra per far venire a contatto le nostre lingue che subito si intrecciarono. Mi passò le braccia intorno alla vita e mi avvicinò di più mentre io gli passavo le braccia intorno al collo. Ci staccammo diverso tempo dopo a causa della mancanza di ossigeno. Sorrisi e gli diedi un altro bacio a stampo. 
- Buonasera ragazzi! - sentimmo dire da una voce dietro di noi. Ci voltammo ed incontrammo lo sguardo di una donna che si avvicinava a noi. Era la nonna di Draco. 
- Nonna! - fece lui lasciandomi la mano ed andando ad abbracciare la donna. Da quello che sapevo loro due erano davvero molto legati ed io avevo avuto il piacere di conoscerla. Era assolutamente una donna meravigliosa. Per essere una Malfoy era molto dolce e premurosa. 
- Hermione, cara. - fece avvicinandosi a me. Io le sorrisi e la abbracciai calorosamente. Una volta staccate Draco mi passò un braccio intorno alla vita e mi avvicinò e sé. - Tesoro, questa festa è davvero fantastica, come sempre ovviamente. - 
- Grazie. - risposi con un sorriso enorme. Parlammo con lei per un bel po' finché non se ne andò ed a lei si sostituirono molte altre persone. 


Parlammo con quasi tutti gli ospiti, e molti dovevano ancora arrivare, prima di essere raggiunti da Blaise e Ginny. Avevano entrambi un'espressione molto tranquilla. 
- Ehi! - fece Draco con un ghigno. 
- Ciao. Herm grazie. - disse rivolgendosi a me. Sgranai gli occhi dalla sorpresa e rimasi a bocca aperta da quelle parole.
- Ehm... prego. - feci scuotendo la testa. 
- Allora, cos'è successo? - fece curioso il mio ragazzo. 
- Bè, inutile dire che i miei genitori si sono incazzati di brutto. Io mi sono incazzato, abbiamo litigato un po' ed alla fine li ho mandati a fanculo e ce ne siamo andati. - raccontò velocemente. 
- Hai mandato a fanculo i tuoi genitori?! - feci scandalizzata. 
- Bè sì, cosa ti aspettavi? - 
- Visto? Te l'avevo detto. - fece Draco rivolto a me. Annuì lievemente e sorrisi. Continuammo a parlare ed a scherzare per un po'. 
- Ehm... ragazzi? - ci chiamò Ginny interrompendo a metà il discorso di Blaise. Ci voltammo verso di lei e vidi che stava fissando stupita l'entrata. Seguì il suo sguardo e vidi entrare un paio di persone che non avrei mai creduto di vedere. Harry Potter e Pansy Parkinson a braccietto che entravano dall'entrata principale. 
- Ma che cazzo... - feci sconcerta. 
- Li avevi invitati? - chiese Blaise dietro di me insieme a Draco, Ginny invece era davanti a me. 
- No! Cioè io no, ma... mamma! - feci ricordandomi che in effetti era lei che doveva controllare la lista prima di mandare tutti gli inviti e che lei poteva aggiungere o rimuovere qualcuno. Senza dire niente raggiunse mia madre che parlava con una donna più o meno della sua età. - Mamma? Posso parlati? - chiesi cortesemente. Lei annuì e mi portò in un posto un po' più appartato. 
- Che succede? - 
- Mamma, hai invitato tu i Parkinson ed i Potter? - chiesi allarmata. 
- Sì, certo. Li invitiamo sempre e... - 
- Non pensavi che sarebbe stato meglio dirmelo?! - 
- Tesoro, te l'ho detto. - 
- Quando? - 
- La sera in cui siete arrivati. Ho dato uno sguardo alla lista ed ho visto che mancavano i loro nomi così li ho aggiunti poi sono venuta da te per dirtelo. - raccontò e nel mentre ebbi un piccolo flashback. Sì, in effetti me l'aveva detto ma diciamo che quella sera ero stata... piuttosto impegnata. Arrossí violentemente e cercai di ritrovare l'utilizzo della parola. - Tesoro, ricordi? - 
- O-oh! S-sí, ricordo. - balbettai scuotendo la testa. 
- Comunque perché non li avevi invitati? Cioè i Parkinson lo sapevo già che non li avresti invitati. So dei problemi con Pansy ma per quanto riguarda Harry? - 
- Ecco... ho avuto un po' di problemi con lui e con Ron. - dissi grattandomi la nuca a disagio. 
- Oh! Tesoro mi dispiace. - disse toccandomi il braccio. 
- Tranquilla. - feci scostandomi dal suo tocco. - Ora devo andare, ci vediamo dopo. - dissi con un sorriso tornando appunto dai miei amici. Nel tragitto presi e bevvi quattro bicchieri di champagne. 
[ Okay, dovevo darmi una regolata o prima della fine della festa sarei mi sarei ubriacata. ] 
Ma prima di tornare da loro una persona mi fermò. 
- Oh! Buonasera Hermione. - disse la voce della Parkinson dietro di me. Mi bloccai e voltai verso di lei. Era da sola; grazie al cielo. 
- Oh! Ehm... ciao. - 
- Sai sono rimasta molto sorpresa dal tuo invito. Non credevo che... - 
- Sì, è stata mia madre ad aggiungervi alla lista. - la interruppe annuendo lievemente. 
- Oh! Certo, me lo aspettavo. - disse annuendo a sua volta. 
- Già... io adesso devo andare. - dissi voltandomi e feci per andarmene ma lei mi fermò di nuovo. 
- Un attimo! Io volevo ringraziarti. - disse e di nuovo mi voltai verso di lei. 
- Ringraziarmi? Perché? - feci confusa e desiderosa di andarmene all'istante. 
- Bè... se non fosse successo quello che è successo io non avrei mai conosciuto Harry ed adesso non staremmo insieme. - disse con un grande sorriso. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Tossí un paio di volte mentre lei mi dava dei colpetti sulla schiena. Io afferrai un bicchiere di champagne e ne bevvi un sorso. - Stai bene? - annuì buttando un giù il sorso. 
- E... come è successo? - 
- Bè ci siamo conosciuti ad una festa, lui era un po' depresso dopo la vostra brutta litigata ed io ero arrabbiata per l'umiliazione che mi avevi dato in Sala Grande dopo che... lo sai. Abbiamo parlato un po', una cosa tira l'altra e bum! Stiamo insieme. Sai come funzionano queste cose. - 
- Sì, lo so. Bè... prego. Sono felice per voi. - dissi con un sorriso falso. 
- Oh! Grazie! - fece sorridendo come un avete. Annuì lievemente e mi voltai ricominciando a camminare. Svuotai il bicchiere in un solo sorso e ne acciuffai un altro ed un altro ancora, tutti finiti in un sorso. Alla fine quando tornai dal mio ragazzo e dai miei amici ne avevo bevuti sette e tenevo l'ultimo vuoto in mano. 
- Wow. Sembri sconvolta. - fece Blaise guardandomi.
- Oh! Lo sono. - feci poggiando il bicchiere vuoto su un vassoio che mi stava passando accanto e prendendone uno nuovo e pieno. 
- Allora, cos'è successo? - chiese Ginny osservandomi. 
- In poche parole. Mia madre mi ha ricordato che noi invitiamo tutti gli anni i Parkinson anche se io li detesto e fin qui tutto okay. Anche i Potter li invito sempre ma dopo la litigata con Harry ovviamente non l'ho fatto, la mia enorme intelligenza non mi ha ricordato che io non l'avevo detto a mia madre così lei li ha aggiunti. Ecco perché sono qui. - spiegai svuotando anche quello. 
- Eppure presumo che questo non sia quello che più ti ha sconvolto. - fece Draco. 
- Ed io presumo che centri con il fatto che loro due siano entrati a braccetto. - aggiunse Blaise. 
- Infatti. Ho incontrato la Parkinson nel tragitto mentre tornavo da voi e lei mi ha detto che... - 
- Che? -  fecero in coro curiosi. 
- Secondo voi? - feci bevendo in un sorso il bicchiere che avevo ancora in mano. - Che stanno insieme. - 
- Cosa?! - fecero loro tre. 
- Avete capito bene. Stanno insieme. Ed io ho bisogno di qualcosa da bere. - dissi guardandomi intorno. Appena vidi un elfo lo fermai. - Portami qual osa di più forte. - dissi scuotendo il mio bicchiere davanti a lui. L esserino annuì lievemente e scomparí. Mi voltai di nuovo verso i miei amici e vidi che Ginny e Blaise si erano più o meno rispresi mentre Draco sembrava sotto shock. Senza pensarci su due volte gli tirai uno schiaffo in pieno viso e lui si riprese. 
- Come insieme? Cioè insieme insieme? Nel senso come noi? - domandò a raffica sconvolto. 
- Sì, insieme insieme. E posso sapere perché sei il più sconvolto? Insomma lo ero anch'io ma non così tanto! - feci piuttosto irritata. 
- Amore! È solo perché la conosco e non la vedevo proprio come un tipo da relazione seria. - 
- Anche Blaise la conosce e non mi sembrava così. - 
- Oh! Non mi mettete in mezzo nelle vostre scenate di gelosia. - fece il diretto interessato. 
- Bè sei già in mezzo. - feci voltando lo sguardo verso di lui. 
- Dio Herm! Non ho reagito come Draco solo perché io non la conosco come lui. Cioè io con lei avrò scambiato un paio di parole. - 
- Tutto qui. Davvero, amore. - intervenne Draco a spostenere il suo amico. Improvvisamente, vedendo il suo sguardo quasi spaventato, mi sentì molto stupida. Probabilmente avevo bevuto un pochino troppo ed avevo esagerato. 
Sbuffai lievemente ed abbassai la testa prima di rialzarla ed incontrate di nuovo il suo sguardo celeste. 
- Scusa, amore! Sono... ho esagerato scusa. - dissi scuotendo la testa. Lui sorrise e si avvicinò, mi prese il volto tra le mani e mi baciò dolcemente. 
- Tranquilla. - fece sulle mie labbra sorridendo. Sorrisi a mia volta e gli diedi un altro bacio a stampo prima che lui mi lasciasse andare. Un attimo dopo arrivò l'elfo con il mio drink. 
- Il suo drink signorina. - disse lui. Lo presi in mano e lo guardai un secondo. Aveva un bel colore ambrato ed era servito in un bicchiere di vetro. 
- Che cos'è? - 
- Fire Whisky, signorina. - 
- Bella scelta, puoi andare. - dissi annuendo. Portai il bicchiere alle labbra e quando alzai lo sguardo vidi Pansy ed Harry che parlavano molto vicini poco distanti. Superai i miei amici e mi misi davanti a a loro per vedere meglio, intanto bevevo distrattamente. 
- Amore... non pensi di star esagerando? - chiese il mio ragazzo facendo per prendermi il bicchiere ma io fui più veloce e mi scansai. 
- No! Ho appena scoperto che il mio ex migliore amico si è messo con una delle ragazze che più odio! Avrò il diritto di bere, no? - feci bevendo un altro sorso. Lui, dopo averci pensato su qualche secondo, annuì e ne ordinò uno anche lui, cosa che fecero anche gli altri due, ad un altro elfo. Un attimo dopo lui tornò e porse i loro ordini. Tutti e quattro continuammo a bere ed ad osservare loro due per un bel po' prima che qualcuno dicesse qualcosa. 
- Ma quindi stanno insieme? - fece Ginny dietro di me. Con la coda dell'occhio vidi che Draco era dietro di lei e Blaise, sua volta, dietro di lui; tutti spostati un pochino per vederli meglio. 
- Sì, proprio insieme. - dissi scuotendo lievemente la testa. 
- Com'è successo? - chiese Blaise. 
- La Parkinson mi ha detto che si sono conosciuti ad una festa, hanno cominciato a parlare e bum! Si sono messi insieme. - 
- Sembrano stare bene. - commentò la rossa. 
- Sì bè sono strani. - fece Draco. 
- Come noi, dopotutto. - replicai senza togliere lo sguardo da loro, cosa che, ero sicura, stessero facendo anche loro. Quando però li vidi fare per guardarci io distolsi lo sguardo e lo puntai in punto imprecisato della sala. Von la coda dell'occhio vidi gli altri fare lo stesso. 
- Ci stanno ancora guardando? - chiese Ginny dopo po' di tempo. 
- Non lo so. - dissi non avendo il coraggio di guardarli. 
- Bè controlla! - 
- No! Fallo tu. - 
- No! - 
- Draco, controlla. - 
- No! Non voglio fare una figura di merda. - replicò lui. 
- Faccio io. - disse Blaise, seguirono alcuni secondi di silenzio, tra di noi ovviamente. - Okay, sono andati a ballare. - 
Tirai un sospiro di sollievo abbassando lo sguardo e puntandolo le punto in cui appunto c'erano loro due. 
- Cazzo... chi l'avrebbe mai detto? - disse il mio ragazzo scuotendo la testa. 
- Eh già. - feci scuotendo a mia volta la testa. 
- Ciao ragazzi! - ci sentimmo chiamare da qualcuno dietro di noi. Ci voltammo e vidi avanzare verso di noi Daphne, mano nella mano con Theo. 
- Ciao! - feci con un sorriso andandole incontro. La abbracciai forte mentre Blaise ed il mio ragazzo salutavano il loro amico. Mi staccati da lei e la vidi guardare qualcuno dietro di me. Mi voltai e vidi la mia rossa amica che ci guardava un po' a disagio. 
- Oh! Giusto! Daphne lei è Ginny. Ginny lei è Daphne. - le presentai e le due si strinsero la mano. Parlammo un po' anche con loro prima di allontanarci. Mi trovavo molto meglio con loro tre, nonostante stessi bene anche con Daphne. 


**


La serata proseguì molto bene ed alla fine, verso mezzanotte, noi quattro ci allontammo dalla festa e ci rifugiammo in una stanza da soli. 
- Finalmente! Non ne potevo più! - disse Ginny andando a sedersi sul divano. Era il solito soggiorno dove ci eravamo messi prima dell'inizio. 
- Neanch'io. - feci sedendomi davanti a lei seguite poco dopo dai nostri ragazzi. 
- Come fate a passare intere serate con quelle persone? Sono così noiosi. - fece la rossa. Lei non era abituata come noi a partecipare a feste e balli così e un  pochino la invidiavo per questo. 
- Semplice, non lo facciamo. Stiamo un po' con loro per far vedere che ci siamo e poi andiamo via. Come adesso. - rispose il biondo. 
- Già... - feci ed un attimo dopo sentì l'orologio scoccare la mezzanotte. Sorrisi e guardai i miei amici ed il mio ragazzo. - Buon natale ragazzi. - 
- Buon natale. - fecero in coro loro. Draco mi passò un braccio intorno alle spalle e mi avvicinò a se. Non mi opposi e mi accoccolai sul suo petto. 
- Buon natale amore. - sussurrai sorridendo. 
- Buon natale principessa. - sussurrò dandomi un bacio sulla testa. 


Dopo alcuni minuti in cui ognuno parlò con i propri partner decidemmo di scambiarci i regali. Eravamo tutti andati a fare le varie compere un paio di giorni fa, ovviamente separati dato che i regali erano per noi. Io regalai a Blaise ed a Draco un nuovo set per il Quidditch di cui rimasero entrambi super entusiasti ed a Ginny un braccialetto d'oro con una medaglietta a forma di chiave. Blaise e Ginny avevano invece fatto i regali insieme, ossia a me avevano regalato il nuovo libro del mio scrittore preferito ed a Draco una nuova sciarpa mooolto costosa, per quanto possa essere costosa una sciarpa. Blaise, invece, aveva regalato a Ginny una collana con il nome di lei come ciondolo mentre lei gli aveva regalato un braccialetto con la sua iniziale. Poi fu il turno di Draco che regalò a Ginny un braccialetto ed a Blaise qualcosa per il Quidditch che però non riuscì a riconoscere non essendo una grande patita, ma che sia Blaise che Ginny rimasero incantati da quello. Poi mentre loro due parlavano lui si rivolse a me. 
- Buon natale, di nuovo. - fece porgendomi una scatoletta. La presi sorridendo e la aprì lentamente. All'interno c'era una collana con un piccolo ciondolo a forma di cuore completamente ricoperto di diamanti. Rimasi incantato da  quel elegante e bellissimo gioiello. - Ti piace? - 
- Se mi piace? È stupendo! - feci voltandomi verso di lui e buttandogli le braccia al collo, e lui mi strinse a sua volta. - Grazie! - 
- Figurati. - disse ed avevo la netta sensazione che stesse sorridendo. Quando ci staccammo puntai di nuovo lo sguardo sul ciondolo. - Guarda. - disse prendendolo e voltandolo. Sul retro c'era una piccola scritta. 
" Ti amo. "
- Ti amo anch'io. - feci guardandolo. Lo baciai dolcemente e quando mi staccati lui prese il ciondolo per mettermelo. Io gli diedi le spalle e mi spostati i capelli mentre lui mi chiudeva la collana intorno al collo. Mi stava perfettamente. - È meraviglioso. - dissi continuando a sorridere come un ebete. Nel mentre il mio sguardo cadde sulla sua mano, posata sulla mia coscia, e che portava al dito l'anello della sua famiglia. Gliel'avevo ridato pochi giorni prima e non ero mai stata più felice di rivederglielo al dito. 
Mi ricordavo ancora molto bene la notte in cui se n'era andato con quella pazza per proteggermi ma pian piano la stavo superando, per quanto possa superarla. 
Rimanemmo lì dentro per un bel po' finché non venne il momento di andare a salutare gli ospiti. Uscimmo dalla sala e mi diressi all'ingresso, già molto affollato. Salutai pian piano ogni persona insieme ai miei genitori e gli ultimi ad andarsene furono proprio i genitori Draco. 
- Ci vediamo a capodanno. - disse Narcissa abbracciando prima me e poi suo figlio. - Ovviamente siete invitati anche voi. - aggiunse rivolta a Blaise ed alla mia amica. 
- Grazie mille. - fece il moro sorridendo. 
- Ci saremo. - fece la sua ragazza. Dopo gli ultimi saluti un elfo chiuse la porta ed a quel punto tutti tirammo un sospiro di sollievo. 
- Tesoro, è stato tutto fantastico. - fece mia madre abbracciandomi. Ricambiai l'abbraccio e poi feci lo stesso con mio padre. 
- E questo? - sussurrò lui una volta staccati, perché sentissi solo io. Capì subito che si stava riferendo alla mia collana.
- Il regalo di Draco. - risposi con un sorriso. Lui sorrise a sua volta e mi lasciò andare. Tornai dal mio ragazzo e lui mi passò un braccio intorno alla vita. - Noi andiamo a dormire, buonanotte. - 
- Va bene, buonanotte ragazzi e buon natale. - fece mio padre abbracciando mia madre. Sorrisi lievemente e mi avviai su per le scale con gli altri. 
- Buonanotte ragazzi. - fece il mio ragazzo quando arrivammo davanti alla loro camera. 
- Notte. - risposero in coro entrando nella loro camera. Andammo nella nostra ed una volta dentro andai subito all'armadio. Lo aprì e presi il pigiama che indossai un secondo dopo. Anche Draco si mise in pigiama, ossia solo in boxer, e ci infilammo dentro il letto. Mi passò un braccio intorno alla vita e mi avvicinò a se, mentre io mi accoccolavo sul suo petto. 
- Buonanotte  amore. - dissi chiudendo gli occhi. 
- Notte principessa. - rispose ed un attimo dopo mi addormentai. 




Ciao a tutti! Sì, sono in uno spaventoso ritardo ma sapete com'è d'estate. Comunque che ne dite del capitolo? Come va la vostra estate? 
Bè come sempre vi invito a recensire e detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. Ciao! .

 

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Capitolo 29
*** Tempo di crederci ***


 

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TEMPO DI CREDERCI
Pov Hermione
Ormai le feste erano finite e tutti gli studenti, compresi noi quattro, si affrettavano a finire di fare le valige per tornare ad Hogwarts. Eravamo già alla stazione ed aspettavamo solo di salire sul treno. Mi ricordavo bene com'era l'ultima volta che ero stata lì. Io e Draco che fingevamo di non amarci e Ginny che ancora stava con Harry. Era incredibile che fossero passati appena quattro mesi, era incredibile quante cose erano successe in appena quattro mesi! 
- Ragazzi! Ci credete che sono passati appena quattro mesi? - fece con un sorriso Ginny stringendosi al suo ragazzo che la strinse a sua volta. 
- Incredibile vero? - feci mentre Draco mi passava un braccio intorno alla vita. Mi strinsi a lui mettendogli una mano sulla schiena ed alzai lo sguardo, incontrando il suo celeste e bellissimo. Mi sporsi e gli diedi un lieve bacio sulle labbra e quando ci staccammo vidi che anche Blaise e Ginny avevano avuto la stessa idea solo che loro aveva anche approfondito.
- Oh! Trovatevi una stanza. - dicemmo all'unisono io ed il mio ragazzo ai due che si staccarono voltandosi verso di noi. 
- Ora vi sentite meglio? - fece il moro irritato. 
- Oh! Io sì. - fece Draco sorridendo soddisfatto. 
- Anch'io. Piccola rivincita personale. - aggiunsi soddisfatta allo stesso modo. Dopo di ché il treno fischiò e tutti salimmo. Dovettimo girare un po'  ma alla fine trovammo un vagone completamente libero. Ci sedemmo dentro di esso e ci rilassammo, ognuno abbracciato al proprio fidanzato. Erano state due settimane meravigliose, ci eravamo rilassati e ripresi da tutto quello che era successo, compresa la notizia bomba del fatto che Pansy ed Harry stessero insieme. Facevo ancora fatica a crederci perché stentavo a credere che quei due potessero stare insieme, mi sembravano davvero troppo diversi l'uno dall'altro ma in fondo chi ero io per giudicare? 
Oltre a questo, continuavo a pensare in continuazione a quello che ci aveva detto Draco alla festa di Natale e dentro di me non vedevo l'ora di tornare a scuola per trovare una risposta. 
- Tutto bene, Herm? - questa domanda mi distolse dai miei pensieri ed io alzai lo sguardo, fino a poco fa rivolto al finestrino, verso Ginny. 
- Sì, certo. Stavo solo pensando. - dissi annuendo per rassicurarla. Lei annuì a sua volta e tornò a rilassarsi contro il petto di Blaise. Il viaggio fu molto tranquillo e rilassante. Appena scesi dal treno andammo alle carrozze e raggiungemmo in pochi minuti il castello. Andammo tutti nelle nostre camere per sistemare le nostre cose; ci saremmo incontrati poi a cena. Recentemente, ossia qualche giorno prima della partenza per andar a casa, Blaise e Ginny avevano chiesto al preside se come noi potevano stare nella stessa camera e lui aveva acconsentito; dopo tutto quello che avevamo passato e avremmo passato questo era il minimo.
Entrammo nella nostra camera e solo adesso mi resi conto di quanto mi era mancato quel posto. Era stata la nostra casa per mesi e lo sarebbe stata ancora per un bel po'. 
- Mi è mancata questa camera. - sussurrai sentendo le sue braccia circondarmi la vita. 
- Anche a me. - sussurrò a sua volta dandomi un lieve bacio sul collo scoperto. Sorrisi e ci staccammo per poter sistemare tutto. Andai al mio baule e lo aprì, cosa che fece anche lui col suo, e cominciai piano piano a togliere i vari vestiti ed a metterli nell'armadio. - Tutto bene, Hermione? - mi chiese lui dopo un po' e da come mi aveva chiamata intuì che c'era qualcosa che non andava. Mi volta i verso di lui ed annuì lievemente. 
- Sì, certo. Perché me lo chiedi? - 
- Secondo te? Sei rimasta praticamente zitta per tutto il viaggio ed adesso romani muta. Che succede, me lo puoi spiegare? - 
- Niente! Draco va tutto bene, okay! Avrò pure il diritto di stare zitta se non ho niente da dire. - 
- Certo, ma... - 
- Ma cosa? Devo chiederti il permesso per non parlare? Non vedo quale sia il problema. - lo aggredì di nuovo. Sentendo quelle parole vidi qualcosa spezzarsi nei suoi occhi. 
- Bene, quando ti sarai data una calmata fammi un fischio. - disse un attimo dopo uscendo dalla camera. Sospirai pesantemente ed immediatamente mi diedi della stupida per averlo trattato così. Ero stressata in quel periodo a causa di quello che stava succedendo ma non potevo prendermela con lui. Presi un respiro e buttando l'indumento che avevo in mano dentro l'armadio mi catapultai alla porta. La aprì ed uscì fuori con l'intento di cercarlo e di trovarlo. Non ci volle molto. Mentre scesi le scale che portavano alla sala comune vidi una testa bionda spuntare dal divano davanti al caminetto acceso. Rimasi ferma un paio di minuti a guardardare la sua nuca prima di decidermi a raggiungerlo. Mi sedetti accanto a lui, senza guardarlo, tenevo lo sguardo fisso sul fuoco che illuminava i nostri volti. La sala era stranamente deserta ed il dubbio che tutti fossero già a cena mi arrivò in testa ma cacciati subito quel pensiero, avevo cose più importanti a cui pensare. Appoggiai la testa sulla sua spalla senza dire niente e lui, senza aprire bocca a sua volta, mi avvolse le spalle con un braccio. 
- Mi dispiace. - sussurrai accoccolandomi sul suo petto. 
- Tranquilla. - 
- Ho esagerato. Sono davvero stressata ma non dovevo prendermela con te. - 
- Lo so, amore. Ti capisco, anch'io sono molto preoccupato. - affermò accarezzandomi lentamente il braccio. - Scusa anche tu, non dovevo andarmene. - 
- Non dirlo, non è colpa tua. - sussurrai alzando la testa e puntando gli occhi nei suoi. Mi sporsi e gli lasciai un leggero bacio sulle labbra. 
- Neanche tua, credimi. - disse sulle mie labbra prima di riattaccarle. 
***
La mattina dopo mi svegliai abbracciata a Draco che ancora dorminva profondamente. Alzai la testa dal petto nudo di lui e diedi un'occhiata veloce alla sveglia e vidi che erano già le 8! Ecco, ed avevamo saltato di nuovo le lezioni, o almeno la prima. Voltai la testa e tornai a guardare il mio ragazzo. Gli accarezzai lentamente e dolcemente il viso, passando le dita sulla linea della mascella, lievemente ruvida a causa della barba che stava crescendo. Gli passai le dita, successivamente, sulle labbra e ne tracciai il contorno. 
- Uhm... che bel risveglio. - disse lui mentre passavo un dito sul suo labbro inferiore. Aveva lo sguardo assonnato ma si vedeva che era molto sveglio. Allungò la mano e prese quella con cui l'avevo accarezzato per un polso, cominciando a baciare una per una le mie dita, poi il palmo e per ultimo il dorso. Si allungò e ci baciammo un secondo sulle labbra. 
- Buongiorno. - dissi con un sorriso. 
- Buongiorno, amore. - rispose con un altro sorriso. 
- Abbiamo saltato la prima lezione della giornata. - lo informai con un sospiro. 
- Ed allora? Abbiamo saltato le lezioni per quasi due settimane prima di Natale. - 
- Lo so, ma non è giusto! Non possiamo continuare a saltare le lezioni. - dissi scuotendo la testa contrariata. Lui sbuffó sonoramente e seppellì la teta nel cuscino. 
- Perché? - chiese con la voce bloccata dal cuscino. 
- Secondo te? Perché se non partecipiamo alle lezioni non saremo preparati per i M.A.G.O. e questo significa che verremo bocciati e dovremo ripetere l'anno. Vuoi questo? - spiegai accarezzandogli lentamente la schiena. Lui, lentamente, alzò la testa e mi guardò. 
- Okay, da domani riprenderemo a partecipare alle lezioni regolarmente. - disse tirandosi su. 
- No! Da oggi! - 
- Domani. - fece lui con tono autoritario. 
- Oggi, vado a vestirmi e poi andiamo alla seconda ora. - dissi provando ad uscire dal letto ma lui mi prese per i fianchi e mi buttò giù, sul letto, salendo poi sopra di me. 
- Non ci provare. - disse ridendo. 
- E dai! Lasciami andare. - urlai ridendo a mia volta. 
- No! Domani andiamo a lezione ed oggi rimaniamo qui a riposarci. - 
- Ma... - feci per dire ma le sue labbra imprigionarono le mie in un bacio dolce che pian piano si fece più passionale. 
- Domani. - sussurrò sulle mie labbra. 
- Va bene. - acconsentì con uno sbuffo. Sorrise trionfante e mi baciò di nuovo. Appena staccati scendemmo dal letto e ci vestimmo. Indossai un paio di jeans scuri ed un maglioncino bianco. Lui un paio di pantaloni ed una camicia bianca. Uscimmo dalla nostra camera ed andammo nella Sala Comune; appena arrivati vidi subito due persone abbracciate su una delle poltrone. Le riconobbi subito. Blaise e Ginny. 
- Ehi ragazzi! - li salutò Draco alzando una mano a mò di saluto. I due si voltarono verso di noi e si alzarono sorridenti. 
- Buongiorno! - 
- Perché non siete a lezione? - chiesi curiosa e lievemente accusatoria. 
- Perché non sei a lezione? O meglio, Draco come diavolo hai fatto a convincerla a non andare a lezione oggi? - chiese divertita. 
- Non è stato difficile. È bastato qualche bacio. -  rispose lui scuotendo la testa. 
- Ma ci andiamo domani. - aggiunsi sicura. 
- Certo. - confermò lui avvolgendomi le spalle con un braccio. - Voi? - 
- Non ci andava. - rispose Blaise scrollando le spalle. - Ma tranquilla Herm, domani ci andiamo. - 
- Bene. Abbiamo perso già troppo. - dissi amareggiata. Non potevo neanche immaginarmi quante cose avevano fatto ed io non avevo studiato! Ero così indietro. 
- Che si fa? - chiese Draco dopo qualche secondo di silenzio. 
- Guardate! Sta nevicando! - esclamai eccitata guardando fuori dalla finestra. Amavo la neve ed il bello di vivere lì era anche quello! Da piccola mi piaceva tantissimo fare tantissimi pupazzi di neve in giro per il giardino, perché farne uno? Facciamone cento! 
- Palle di neve? - propose la rossa con un grande sorriso, come se fosse una bambina ed avevo la netta sensazione di avere la stessa espressione. 
- Perché no. - fece Blaise annuendo. 
- Va bene. - acconsentì Draco annuendo a sua volta. Andammo nelle nostre camere per metterci cappotti, guanti e sciarpe per poi uscire dal castello. Il paesaggio era davvero magico. Il prato che circondava il castello era completamente ricoperto dal manto bianco, gli alberi erano spogli e su alcuni rami spuntavano ghiaccioli e spruzzi di neve, cadeva ancora qualche fiocco di neve e quando alzai lo sguardo uno mi si posò leggero sulla guancia per poi sciogliersi un attimo dopo. Cominciammo ad avanzare lentamente nella neve ed ad ogni passo corrispondeva un:impronta dato che era neve molto fresca e soffice. 
Dopo qualche passo sentì un urletto dietro di me e quando mi volta i vidi Ginny seduta a terra, un'espressione contrariata. 
- Detesto la neve. - sussurrò lei sbuffando per togliersi un ciuffo di capelli rossi che le era caduto sugli occhi. Scoppiammo tutti a ridere, seguiti ben presto anche dalla rossa. Sorridendo la raggiunsi e le diedi una mano ad alzarsi. Ma, dopo averla rimessa in piedi, lei fece un altro passo e cadde di nuovo portandosi giù con lei.
- La neve non è proprio il tuo elemento. - constatò Blaise ridendo a crepa pelle con il mio ragazzo. Si stavano prendendo gioco di noi! Guardai la mia migliore amica che a sua volta spostò lo sguardo su di me, bastò quello e ci capimmo al volo. Riportai gli occhi sul mio ragazzo e presi una manciata di neve, la modellati a palla e contemporaneamente alla mia amica la lanciati addosso a lui, mentre lei la lanciava contro il suo ragazzo. Lo colpì sul braccio ed entrambi smisero immediatamente di ridere. - Questo non si fa! - 
- Davvero? - feci con un sorrisetto prendendo un altro po' di neve e tirandola addosso a Draco. Ginny fece lo stesso tirandola, di nuovo, contro il moro. 
- Questa è guerra! - disse il biondo. Da lì cominciò la vera battaglia, ragazze contro ragazzi. Io colpivo e miravo principalmente al biondo mentre la mia amica al moro, cosa che facevano anche loro mirando allo stesso modo. Alla fine, eravamo tutti bagnati a causa della neve che si era sciolta ed io avevo anche qualche fiocco tra i capelli. Ci buttammo a terra esausti e ridenti. 
- Direi che abbiamo vinto noi. - affermò Blaise guardando il suo amico che annuì. 
- Non se ne parla! Abbiamo vinto noi! - disse Ginny guardando prima i due e poi me che annuì decisa. 
- Voi siete state le prime a cadere a terra. - disse Draco tirandosi su a sedere, dato che si era sdraiato tenendosi sollevato con i gomiti. 
- L'abbiamo fatto contemporaneamente. - replicai scuotendo la testa. - Facciamo parità? - quelle parole furono seguite da qualche minuto di silenzio ed alla fine tutti si trovarono d'accordo. 
Giocammo a palle di neve ancora per un po' finché la temperatura non si abbassò ulteriormente e fummo costretti a rientrare nel castello, anche se lì la situazione non era migliore. 
- Non so voi ma io ho voglia di un bagno caldo. - dissi togliendomi il cappello di testa mentre camminavamo verso la Sala Comune. 
- Anch'io. - disse uno dopo l'altro gli altri. Camminammo velocemente ed appena entrammo nella sala il dolce tempore del fuoco ci avvolse. Mi tolsi il cappotto e mi catapultati davanti ad esso, buttando l'indumento sul divano. Uno ad uno ognuno andò nel proprio bagno a farsi un bagno ed io fui l'ultima, dato che mi ero voluta godere il dolce calore delle fiamme ma dopo un po' la sensazione dei capelli umidi ed appiccicati alla nuca divenne insopportabile ed appena Draco ci raggiunse io presi il suo posto. Entrai in camera e subito dopo nel bagno. Dentro regnava ancora l'odore di Draco e dopo aver inspirato quel meraviglioso profumo cominciai a spogiarmi. Rimasta in biancheria aprì il rubinetto della vasca ed aspetti che essa si riempisse. Non l'avevo ancora mai usata da quando ero lì ma adesso volevo rilassarmi e quello sembrava il modo migliore. Mentre si riempiva, lasciai cadere il mio bagnoschiuma dentro e ben presto si formò una soffice schiuma sull'orlo dell'acqua. Soddisfatta, mi tolsi anche gli ultimi indumenti e mi immersi nell'acqua. Mi lavai piano i capelli ed una volta finito appoggiai la testa sul bordo e chiusi gli occhi, beandomi di quella dolce sensazione. 
Tentai di svuotare la testa ma tempo cinque minuti che le parole di Draco mi tornarono in mente. 
- Eternità. - sussurrai aprendo gli occhi e puntandolo sul soffitto bianco panna. - Eternità. Eternità. - continuavo a ripetermi come se solo quella parola potesse darmi una risposta. - Eternità. Eterno. - pian piano, più pensavo a quella parola più mi si formava un pensiero nella testa, sentivo che ero vicinissima alla risposta ma per un soffio non riuscissi ad arrivarci. Ero sempre più vicina. - Eterno... - sussurrai chiudendo gli occhi. - Eterna giovinezza! - dissi aprendo gli occhi di scatto. Ma certo! Eterna giovinezza! Uscì dalla vasca ed avvolsi il mio corpo nudo in un asciugamano prima di uscire dal bagno. Andai velocemente alla libreria e cercai freneticamente il libro che stavo cercando. La setacciai completamente prima di trovare quello giusto. L'avevo comprato e letto quest'estate e me lo ero portato anche qui perché mi era piaciuto davvero tanto. Lo misi sul letto e con un colpo di bacchetta mi asciugai per poi vestirmi velocemente. Ripresi il libro in mano e lo sfogliai freneticamente cercando l'argento che mi serviva. Dopo qualche minuto di ricerca lo trovai e scorsi velocemente il testo per essere sicura di ricordarmi bene. Tenendo gli occhi fissi su di esso raggiunsi la porta ed uscì, per poi raggiungere velocemente anche la Sala Comune. Erano tutti lì, che perlavano seduti sui divani Draco su uno e Blaise e Ginny sull'altro. 
- Ragazzi! L'ho trovato! - esclamai scendendo gli ultimi gradini. 
- Che cosa? - chiese curioso il mio ragazzo. Lo raggiunsi e mi buttai accanto a lui. 
- Prima della festa, hai parlato dell'ultimo giorno in cui eri lì. Di quello che ti hanno detto, ricordi? - 
- Certo. - 
- Bene, quando ne hai parlato mi era venuta in mente qualcosa... ma non riuscivo a ricordare cosa. Sapevo solo che si trovava qui. Ed infatti eccolo. - dissi mostrando ai tre il libro che avevo in mano.
- Okay, ed esattamente cosa ti ha ricordato quel libro? - chiese Blaise sempre più confuso. 
- Uffa, ma non vi ricordate? Draco ha detto che Bellatrix ha parlato di eternità! Qualche tempo fa avevo letto qualcosa e credo di aver capito cosa vogliono fare, almeno per ora. -
- Cosa? - chiesero all'unisono. Lì mi bloccai. Sapevo che molte persone non credevano all'esistenza di questa fonte, anch'io prima di leggere quel libro avevo sempre creduto che essa fosse solo una leggenda... ma quella era l'unica cosa che potrebbe dare questa possibilità, vivere davvero per l'eternità come aveva lasciato  intendere lei. 
- Avete mai sentito parlare della.... Fonte dell'eterna giovinezza? - chiesi incerta. 
- Oh! Andiamo Herm! È solo una sciocca leggenda. - esclamò il moro come mi aspettavo che facesse. 
- No, invece. Anch'io lo credevo prima di leggere questo... - 
- L'unica cosa che può dare l'immortalità è la Pietra Filosofale, distrutta anni fa. La fonte è sola una fantasia. - 
- Sei proprio testardo! Ti dico che esiste e Bellatrix e Rodolphus la vogliono usare. - dissi esasperata. - E poi anche la Pietra Filosofale era considerata una leggenda prima di dimostrare che esisteva. Ricordi? - 
- Cosa ti fa credere che esista? - chiese con un sospiro lui. Per tutto quel tempo la rossa ed mio ragazzo erano rimasti zitti ad ascoltarci. 
- Non lo so, in realtà. Ma se essa dovesse esistere e loro due sanno dove si trova saremmo davvero in grave pericolo. Non possiamo permettere che loro ne usufruiscono! - 
- Su questo hai ragione, sarebbe una catastrofe se riuscissero a diventare immortali. - disse lui guardando a terra. Restammo tutti zitti per un po' finché Draco non parlò. 
- Cosa dice il libro? - 
Abbassati lo sguardo su di esso e cominciai a leggere il testo. - La Fonte dell'eterna giovinezza, considerata da molti solo una leggenda, è invece una realtà. Forgiata anni orsono è probabilmente il luogo più potente e nascosto del mondo magico. La leggenda dice che era stata creata da una strega che voleva essere immortale, si era innamorata di un essere immortale e voleva essere come lui. Le sue sorelle, vedendo quanto lei lo ammesse, la aiutarono a crearla. Quella notte, i due si incontrarono e lei gli fece vedere la fonte promettendogli che sarebbero stati insieme per sempre. La strega divenne immortale, ma mantenne anche i suoi grandi poteri. 
Poco tempo dopo, il suo amato si innamorò di un'altra. Una come lui, e cominciò a trattare male la strega fino a lasciarla, per poi mettersi con l'altra ragazza. Ferita tornò dalla sua famiglia e quando le sorelle seppero cosa era successo decisero di vendicare la sorella. Insieme, uccisero a sangue freddo il ragazzo e successivamente anche la ragazza di cui si era innamorato. Ma quando tornarono a casa, credendo che la sorella ne sarebbe stata contenta, e glielo comunicarono lei reagì malissimo. Nonostante lui l'avesse tradita in questo modo lei ne era ancora innamorata e cosí uccise le sue sorelle. La fonte distrusse quella famiglia e, invece di dare la felicità e la vita eterna, aveva invece solo dato dolore ed aveva spento tante vite. Decise di nascondere questa fonte per non averci più niente a che fare. 
La strega dopo anni ed anni, si innamorò di nuovo, ma questa volta di uno come lei, un mago. Da questa unione nascè una bambina; quando raggiunse la maggiore etá la madre le raccontò la storia dell fonte e lei, capendo che se fosse finita in mani sbagliate poteva diventare molto pericolosa, decise di diventarne la custode. Da quel giorno al diciottesimo compleanno ogni strega prendeva il posto della madre per custodire la fonte, per poi usarla e diventare immortale. 
Ovviamente ci sono ancora molti che credono che questa sia solo una leggenda ma ci sono delle prove dell'esistenza di questa fonte. Ci sono molti "documenti" che testimoniano l'esistenza delle sorelle ed in essi c'è anche scritto che erano la famiglia più potente. Vivevano una vita molto attiva per quei tempi, andavano ad ogni festa e qualsiasi tipo di ricevimento ma dopo il periodo della creazione hanno smesso di farsi vedere in giro, in modo talmente improvviso che molti pensarono che fossero addirittura decedute. Solo pochi, oltre alle custodi, hanno avuto la possibilità di vederla e di usufruarne. Queste persone non sapendo trattenersi ne parlarono in giro ma furono tutti presi per pazzi da molte persone. Altre crearono delle leggende, tutte ovviamente false e che non erano neanche simili alla realtà, su le storie che raccontavano. Ma i nuovi immortali, offesi da queste storie, decisero di raccontare la vera storia della fonte, ossia quella appena racconta. 
Nessuno sa, però, dove si trova questa misteriosa fonte dato che nessuno lo ha mai voluto raccontare. L'unica cosa che sappiamo è che per entrare c'è bisogno una chiave, anche essa nascosta. Ovviamente, tocca a voi credere o no. - finì di leggere ed alzai lo sguardo. Erano tutti molto seri ed allo stesso tempo curiosi. 
- Wow. - sussurrò la mia migliore amica guardando il pavimento. 
- Lo so. - sussurrati annuendo. Capivo come si sentiva, anch'io ci ero rimasta quando l'ho letto. In fondo, per quanto la fonte fosse un posto magico, la sua storia era comunque orribile. 
- Va bene... mettiamo che ci creda - cominciò Blaise riprendendosi dallo stato di trans in cui era caduto. Alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Capì immediatamente che era successa la stessa cosa che era successa a me. Adesso, stava cominciando a crederci. - Lì c'è scritto che nessuno sa dove si trova e che comunque per entrare ci vuole una chiave anch'essa nascosta chissà dove. Cosa hai intenzione di fare? - 
- Ho già in mente cosa fare. È molto complicato ma può funzionare. - risposi annuendo. - Ma prima devo fare alcune ricerche. - dissi alzandomi ed andando verso la porta ma non feci in tempo ad aprire la porta che una mano mi prese per il polso e mi fece fermare. Mi voltai ed incontrai lo sguardo del mio ragazzo. 
- Aspetta, non puoi andartene così. - disse lui aggrottando le sopracciglia. Sembrava quasi spaventato e lo capivo; anch'io lo ero. 
- Ti prometto che se scoprirò qualcosa in più sarai il primo a cui lo dirò. - dissi posando la mano libera sulla sua, che stringeva ancora il mio polso, e dolcemente allentai la stretta fino a liberarmi. Mi allungai e gli diedi un leggero e dolce bacio sulle labbra prima di uscire. Sapevo che ci avrei messo come minimo tutta la giornata, se ero fortunata, e provabilmente mi sarebbe servito anche di più; alla fine forse non avrei neanche trovato le informazioni che mi servivano. Sapevo dove dovevo andare, perché quella era la biblioteca più grande e fornita del mondo magico, ma adesso non potevo chiedere un permesso di uscita quindi per adesso mi sarei dovuta accontentare di cercare nella biblioteca della scuola. 
Scusate! Lo so che fa schifo come capitolo ma non avevo molto ispirazione. Ho paura di chiedervi cosa ne pensate perché mi dico da sola che è orribile e disordinato. L'unica parte che si salva è l'ultima, forse. 
Ci tengo a dire che la leggenda l'ho inventata tutta di sana pianta, senza ispirarmi a niente. Ogni similitudine è totalmente casuale. Detto questo grazie per la lettura e ci vediamo al prossimo capitolo che sarà molto meglio, promesso. Ciao! 

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TEMPO DI CREDERCI


Pov Hermione


Ormai le feste erano finite e tutti gli studenti, compresi noi quattro, si affrettavano a finire di fare le valige per tornare ad Hogwarts. Eravamo già alla stazione ed aspettavamo solo di salire sul treno. Mi ricordavo bene com'era l'ultima volta che ero stata lì. Io e Draco che fingevamo di non amarci e Ginny che ancora stava con Harry. Era incredibile che fossero passati appena quattro mesi, era incredibile quante cose erano successe in appena quattro mesi! 
- Ragazzi! Ci credete che sono passati appena quattro mesi? - fece con un sorriso Ginny stringendosi al suo ragazzo che la strinse a sua volta. 
- Incredibile vero? - feci mentre Draco mi passava un braccio intorno alla vita. Mi strinsi a lui mettendogli una mano sulla schiena ed alzai lo sguardo, incontrando il suo celeste e bellissimo. Mi sporsi e gli diedi un lieve bacio sulle labbra e quando ci staccammo vidi che anche Blaise e Ginny avevano avuto la stessa idea solo che loro aveva anche approfondito.
- Oh! Trovatevi una stanza. - dicemmo all'unisono io ed il mio ragazzo ai due che si staccarono voltandosi verso di noi. 
- Ora vi sentite meglio? - fece il moro irritato. 
- Oh! Io sì. - fece Draco sorridendo soddisfatto. 
- Anch'io. Piccola rivincita personale. - aggiunsi soddisfatta allo stesso modo. Dopo di ché il treno fischiò e tutti salimmo. Dovettimo girare un po'  ma alla fine trovammo un vagone completamente libero. Ci sedemmo dentro di esso e ci rilassammo, ognuno abbracciato al proprio fidanzato. Erano state due settimane meravigliose, ci eravamo rilassati e ripresi da tutto quello che era successo, compresa la notizia bomba del fatto che Pansy ed Harry stessero insieme. Facevo ancora fatica a crederci perché stentavo a credere che quei due potessero stare insieme, mi sembravano davvero troppo diversi l'uno dall'altro ma in fondo chi ero io per giudicare? 
Oltre a questo, continuavo a pensare in continuazione a quello che ci aveva detto Draco alla festa di Natale e dentro di me non vedevo l'ora di tornare a scuola per trovare una risposta. 
- Tutto bene, Herm? - questa domanda mi distolse dai miei pensieri ed io alzai lo sguardo, fino a poco fa rivolto al finestrino, verso Ginny. 
- Sì, certo. Stavo solo pensando. - dissi annuendo per rassicurarla. Lei annuì a sua volta e tornò a rilassarsi contro il petto di Blaise. Il viaggio fu molto tranquillo e rilassante. Appena scesi dal treno andammo alle carrozze e raggiungemmo in pochi minuti il castello. Andammo tutti nelle nostre camere per sistemare le nostre cose; ci saremmo incontrati poi a cena. Recentemente, ossia qualche giorno prima della partenza per andar a casa, Blaise e Ginny avevano chiesto al preside se come noi potevano stare nella stessa camera e lui aveva acconsentito; dopo tutto quello che avevamo passato e avremmo passato questo era il minimo.
Entrammo nella nostra camera e solo adesso mi resi conto di quanto mi era mancato quel posto. Era stata la nostra casa per mesi e lo sarebbe stata ancora per un bel po'. 
- Mi è mancata questa camera. - sussurrai sentendo le sue braccia circondarmi la vita. 
- Anche a me. - sussurrò a sua volta dandomi un lieve bacio sul collo scoperto. Sorrisi e ci staccammo per poter sistemare tutto. Andai al mio baule e lo aprì, cosa che fece anche lui col suo, e cominciai piano piano a togliere i vari vestiti ed a metterli nell'armadio. - Tutto bene, Hermione? - mi chiese lui dopo un po' e da come mi aveva chiamata intuì che c'era qualcosa che non andava. Mi volta i verso di lui ed annuì lievemente. 
- Sì, certo. Perché me lo chiedi? - 
- Secondo te? Sei rimasta praticamente zitta per tutto il viaggio ed adesso romani muta. Che succede, me lo puoi spiegare? - 
- Niente! Draco va tutto bene, okay! Avrò pure il diritto di stare zitta se non ho niente da dire. - 
- Certo, ma... - 
- Ma cosa? Devo chiederti il permesso per non parlare? Non vedo quale sia il problema. - lo aggredì di nuovo. Sentendo quelle parole vidi qualcosa spezzarsi nei suoi occhi. 
- Bene, quando ti sarai data una calmata fammi un fischio. - disse un attimo dopo uscendo dalla camera. Sospirai pesantemente ed immediatamente mi diedi della stupida per averlo trattato così. Ero stressata in quel periodo a causa di quello che stava succedendo ma non potevo prendermela con lui. Presi un respiro e buttando l'indumento che avevo in mano dentro l'armadio mi catapultai alla porta. La aprì ed uscì fuori con l'intento di cercarlo e di trovarlo. Non ci volle molto. Mentre scesi le scale che portavano alla sala comune vidi una testa bionda spuntare dal divano davanti al caminetto acceso. Rimasi ferma un paio di minuti a guardardare la sua nuca prima di decidermi a raggiungerlo. Mi sedetti accanto a lui, senza guardarlo, tenevo lo sguardo fisso sul fuoco che illuminava i nostri volti. La sala era stranamente deserta ed il dubbio che tutti fossero già a cena mi arrivò in testa ma cacciati subito quel pensiero, avevo cose più importanti a cui pensare. Appoggiai la testa sulla sua spalla senza dire niente e lui, senza aprire bocca a sua volta, mi avvolse le spalle con un braccio. 
- Mi dispiace. - sussurrai accoccolandomi sul suo petto. 
- Tranquilla. - 
- Ho esagerato. Sono davvero stressata ma non dovevo prendermela con te. - 
- Lo so, amore. Ti capisco, anch'io sono molto preoccupato. - affermò accarezzandomi lentamente il braccio. - Scusa anche tu, non dovevo andarmene. - 
- Non dirlo, non è colpa tua. - sussurrai alzando la testa e puntando gli occhi nei suoi. Mi sporsi e gli lasciai un leggero bacio sulle labbra. 
- Neanche tua, credimi. - disse sulle mie labbra prima di riattaccarle. 


***


La mattina dopo mi svegliai abbracciata a Draco che ancora dorminva profondamente. Alzai la testa dal petto nudo di lui e diedi un'occhiata veloce alla sveglia e vidi che erano già le 8! Ecco, ed avevamo saltato di nuovo le lezioni, o almeno la prima. Voltai la testa e tornai a guardare il mio ragazzo. Gli accarezzai lentamente e dolcemente il viso, passando le dita sulla linea della mascella, lievemente ruvida a causa della barba che stava crescendo. Gli passai le dita, successivamente, sulle labbra e ne tracciai il contorno. 
- Uhm... che bel risveglio. - disse lui mentre passavo un dito sul suo labbro inferiore. Aveva lo sguardo assonnato ma si vedeva che era molto sveglio. Allungò la mano e prese quella con cui l'avevo accarezzato per un polso, cominciando a baciare una per una le mie dita, poi il palmo e per ultimo il dorso. Si allungò e ci baciammo un secondo sulle labbra. 
- Buongiorno. - dissi con un sorriso. 
- Buongiorno, amore. - rispose con un altro sorriso. 
- Abbiamo saltato la prima lezione della giornata. - lo informai con un sospiro. 
- Ed allora? Abbiamo saltato le lezioni per quasi due settimane prima di Natale. - 
- Lo so, ma non è giusto! Non possiamo continuare a saltare le lezioni. - dissi scuotendo la testa contrariata. Lui sbuffó sonoramente e seppellì la teta nel cuscino. 
- Perché? - chiese con la voce bloccata dal cuscino. 
- Secondo te? Perché se non partecipiamo alle lezioni non saremo preparati per i M.A.G.O. e questo significa che verremo bocciati e dovremo ripetere l'anno. Vuoi questo? - spiegai accarezzandogli lentamente la schiena. Lui, lentamente, alzò la testa e mi guardò. 
- Okay, da domani riprenderemo a partecipare alle lezioni regolarmente. - disse tirandosi su. 
- No! Da oggi! - 
- Domani. - fece lui con tono autoritario. 
- Oggi, vado a vestirmi e poi andiamo alla seconda ora. - dissi provando ad uscire dal letto ma lui mi prese per i fianchi e mi buttò giù, sul letto, salendo poi sopra di me. 
- Non ci provare. - disse ridendo. 
- E dai! Lasciami andare. - urlai ridendo a mia volta. 
- No! Domani andiamo a lezione ed oggi rimaniamo qui a riposarci. - 
- Ma... - feci per dire ma le sue labbra imprigionarono le mie in un bacio dolce che pian piano si fece più passionale. 
- Domani. - sussurrò sulle mie labbra. 
- Va bene. - acconsentì con uno sbuffo. Sorrise trionfante e mi baciò di nuovo. Appena staccati scendemmo dal letto e ci vestimmo. Indossai un paio di jeans scuri ed un maglioncino bianco. Lui un paio di pantaloni ed una camicia bianca. Uscimmo dalla nostra camera ed andammo nella Sala Comune; appena arrivati vidi subito due persone abbracciate su una delle poltrone. Le riconobbi subito. Blaise e Ginny. 
- Ehi ragazzi! - li salutò Draco alzando una mano a mò di saluto. I due si voltarono verso di noi e si alzarono sorridenti. 
- Buongiorno! - 
- Perché non siete a lezione? - chiesi curiosa e lievemente accusatoria. 
- Perché non sei a lezione? O meglio, Draco come diavolo hai fatto a convincerla a non andare a lezione oggi? - chiese divertita. 
- Non è stato difficile. È bastato qualche bacio. -  rispose lui scuotendo la testa. 
- Ma ci andiamo domani. - aggiunsi sicura. 
- Certo. - confermò lui avvolgendomi le spalle con un braccio. - Voi? - 
- Non ci andava. - rispose Blaise scrollando le spalle. - Ma tranquilla Herm, domani ci andiamo. - 
- Bene. Abbiamo perso già troppo. - dissi amareggiata. Non potevo neanche immaginarmi quante cose avevano fatto ed io non avevo studiato! Ero così indietro. 
- Che si fa? - chiese Draco dopo qualche secondo di silenzio. 
- Guardate! Sta nevicando! - esclamai eccitata guardando fuori dalla finestra. Amavo la neve ed il bello di vivere lì era anche quello! Da piccola mi piaceva tantissimo fare tantissimi pupazzi di neve in giro per il giardino, perché farne uno? Facciamone cento! 
- Palle di neve? - propose la rossa con un grande sorriso, come se fosse una bambina ed avevo la netta sensazione di avere la stessa espressione. 
- Perché no. - fece Blaise annuendo. 
- Va bene. - acconsentì Draco annuendo a sua volta. Andammo nelle nostre camere per metterci cappotti, guanti e sciarpe per poi uscire dal castello. Il paesaggio era davvero magico. Il prato che circondava il castello era completamente ricoperto dal manto bianco, gli alberi erano spogli e su alcuni rami spuntavano ghiaccioli e spruzzi di neve, cadeva ancora qualche fiocco di neve e quando alzai lo sguardo uno mi si posò leggero sulla guancia per poi sciogliersi un attimo dopo. Cominciammo ad avanzare lentamente nella neve ed ad ogni passo corrispondeva un:impronta dato che era neve molto fresca e soffice. 
Dopo qualche passo sentì un urletto dietro di me e quando mi volta i vidi Ginny seduta a terra, un'espressione contrariata. 
- Detesto la neve. - sussurrò lei sbuffando per togliersi un ciuffo di capelli rossi che le era caduto sugli occhi. Scoppiammo tutti a ridere, seguiti ben presto anche dalla rossa. Sorridendo la raggiunsi e le diedi una mano ad alzarsi. Ma, dopo averla rimessa in piedi, lei fece un altro passo e cadde di nuovo portandosi giù con lei.
- La neve non è proprio il tuo elemento. - constatò Blaise ridendo a crepa pelle con il mio ragazzo. Si stavano prendendo gioco di noi! Guardai la mia migliore amica che a sua volta spostò lo sguardo su di me, bastò quello e ci capimmo al volo. Riportai gli occhi sul mio ragazzo e presi una manciata di neve, la modellati a palla e contemporaneamente alla mia amica la lanciati addosso a lui, mentre lei la lanciava contro il suo ragazzo. Lo colpì sul braccio ed entrambi smisero immediatamente di ridere. - Questo non si fa! - 
- Davvero? - feci con un sorrisetto prendendo un altro po' di neve e tirandola addosso a Draco. Ginny fece lo stesso tirandola, di nuovo, contro il moro. 
- Questa è guerra! - disse il biondo. Da lì cominciò la vera battaglia, ragazze contro ragazzi. Io colpivo e miravo principalmente al biondo mentre la mia amica al moro, cosa che facevano anche loro mirando allo stesso modo. Alla fine, eravamo tutti bagnati a causa della neve che si era sciolta ed io avevo anche qualche fiocco tra i capelli. Ci buttammo a terra esausti e ridenti. 
- Direi che abbiamo vinto noi. - affermò Blaise guardando il suo amico che annuì. 
- Non se ne parla! Abbiamo vinto noi! - disse Ginny guardando prima i due e poi me che annuì decisa. 
- Voi siete state le prime a cadere a terra. - disse Draco tirandosi su a sedere, dato che si era sdraiato tenendosi sollevato con i gomiti. 
- L'abbiamo fatto contemporaneamente. - replicai scuotendo la testa. - Facciamo parità? - quelle parole furono seguite da qualche minuto di silenzio ed alla fine tutti si trovarono d'accordo. 


Giocammo a palle di neve ancora per un po' finché la temperatura non si abbassò ulteriormente e fummo costretti a rientrare nel castello, anche se lì la situazione non era migliore. 
- Non so voi ma io ho voglia di un bagno caldo. - dissi togliendomi il cappello di testa mentre camminavamo verso la Sala Comune. 
- Anch'io. - disse uno dopo l'altro gli altri. Camminammo velocemente ed appena entrammo nella sala il dolce tempore del fuoco ci avvolse. Mi tolsi il cappotto e mi catapultati davanti ad esso, buttando l'indumento sul divano. Uno ad uno ognuno andò nel proprio bagno a farsi un bagno ed io fui l'ultima, dato che mi ero voluta godere il dolce calore delle fiamme ma dopo un po' la sensazione dei capelli umidi ed appiccicati alla nuca divenne insopportabile ed appena Draco ci raggiunse io presi il suo posto. Entrai in camera e subito dopo nel bagno. Dentro regnava ancora l'odore di Draco e dopo aver inspirato quel meraviglioso profumo cominciai a spogiarmi. Rimasta in biancheria aprì il rubinetto della vasca ed aspetti che essa si riempisse. Non l'avevo ancora mai usata da quando ero lì ma adesso volevo rilassarmi e quello sembrava il modo migliore. Mentre si riempiva, lasciai cadere il mio bagnoschiuma dentro e ben presto si formò una soffice schiuma sull'orlo dell'acqua. Soddisfatta, mi tolsi anche gli ultimi indumenti e mi immersi nell'acqua. Mi lavai piano i capelli ed una volta finito appoggiai la testa sul bordo e chiusi gli occhi, beandomi di quella dolce sensazione. 
Tentai di svuotare la testa ma tempo cinque minuti che le parole di Draco mi tornarono in mente. 
- Eternità. - sussurrai aprendo gli occhi e puntandolo sul soffitto bianco panna. - Eternità. Eternità. - continuavo a ripetermi come se solo quella parola potesse darmi una risposta. - Eternità. Eterno. - pian piano, più pensavo a quella parola più mi si formava un pensiero nella testa, sentivo che ero vicinissima alla risposta ma per un soffio non riuscissi ad arrivarci. Ero sempre più vicina. - Eterno... - sussurrai chiudendo gli occhi. - Eterna giovinezza! - dissi aprendo gli occhi di scatto. Ma certo! Eterna giovinezza! Uscì dalla vasca ed avvolsi il mio corpo nudo in un asciugamano prima di uscire dal bagno. Andai velocemente alla libreria e cercai freneticamente il libro che stavo cercando. La setacciai completamente prima di trovare quello giusto. L'avevo comprato e letto quest'estate e me lo ero portato anche qui perché mi era piaciuto davvero tanto. Lo misi sul letto e con un colpo di bacchetta mi asciugai per poi vestirmi velocemente. Ripresi il libro in mano e lo sfogliai freneticamente cercando l'argento che mi serviva. Dopo qualche minuto di ricerca lo trovai e scorsi velocemente il testo per essere sicura di ricordarmi bene. Tenendo gli occhi fissi su di esso raggiunsi la porta ed uscì, per poi raggiungere velocemente anche la Sala Comune. Erano tutti lì, che perlavano seduti sui divani Draco su uno e Blaise e Ginny sull'altro. 
- Ragazzi! L'ho trovato! - esclamai scendendo gli ultimi gradini. 
- Che cosa? - chiese curioso il mio ragazzo. Lo raggiunsi e mi buttai accanto a lui. 
- Prima della festa, hai parlato dell'ultimo giorno in cui eri lì. Di quello che ti hanno detto, ricordi? - 
- Certo. - 
- Bene, quando ne hai parlato mi era venuta in mente qualcosa... ma non riuscivo a ricordare cosa. Sapevo solo che si trovava qui. Ed infatti eccolo. - dissi mostrando ai tre il libro che avevo in mano.
- Okay, ed esattamente cosa ti ha ricordato quel libro? - chiese Blaise sempre più confuso. 
- Uffa, ma non vi ricordate? Draco ha detto che Bellatrix ha parlato di eternità! Qualche tempo fa avevo letto qualcosa e credo di aver capito cosa vogliono fare, almeno per ora. -
- Cosa? - chiesero all'unisono. Lì mi bloccai. Sapevo che molte persone non credevano all'esistenza di questa fonte, anch'io prima di leggere quel libro avevo sempre creduto che essa fosse solo una leggenda... ma quella era l'unica cosa che potrebbe dare questa possibilità, vivere davvero per l'eternità come aveva lasciato  intendere lei. 
- Avete mai sentito parlare della.... Fonte dell'eterna giovinezza? - chiesi incerta. 
- Oh! Andiamo Herm! È solo una sciocca leggenda. - esclamò il moro come mi aspettavo che facesse. 
- No, invece. Anch'io lo credevo prima di leggere questo... - 
- L'unica cosa che può dare l'immortalità è la Pietra Filosofale, distrutta anni fa. La fonte è sola una fantasia. - 
- Sei proprio testardo! Ti dico che esiste e Bellatrix e Rodolphus la vogliono usare. - dissi esasperata. - E poi anche la Pietra Filosofale era considerata una leggenda prima di dimostrare che esisteva. Ricordi? - 
- Cosa ti fa credere che esista? - chiese con un sospiro lui. Per tutto quel tempo la rossa ed mio ragazzo erano rimasti zitti ad ascoltarci. 
- Non lo so, in realtà. Ma se essa dovesse esistere e loro due sanno dove si trova saremmo davvero in grave pericolo. Non possiamo permettere che loro ne usufruiscono! - 
- Su questo hai ragione, sarebbe una catastrofe se riuscissero a diventare immortali. - disse lui guardando a terra. Restammo tutti zitti per un po' finché Draco non parlò. 
- Cosa dice il libro? - 
Abbassati lo sguardo su di esso e cominciai a leggere il testo. - La Fonte dell'eterna giovinezza, considerata da molti solo una leggenda, è invece una realtà. Forgiata anni orsono è probabilmente il luogo più potente e nascosto del mondo magico. La leggenda dice che era stata creata da una strega che voleva essere immortale, si era innamorata di un essere immortale e voleva essere come lui. Le sue sorelle, vedendo quanto lei lo ammesse, la aiutarono a crearla. Quella notte, i due si incontrarono e lei gli fece vedere la fonte promettendogli che sarebbero stati insieme per sempre. La strega divenne immortale, ma mantenne anche i suoi grandi poteri. 
Poco tempo dopo, il suo amato si innamorò di un'altra. Una come lui, e cominciò a trattare male la strega fino a lasciarla, per poi mettersi con l'altra ragazza. Ferita tornò dalla sua famiglia e quando le sorelle seppero cosa era successo decisero di vendicare la sorella. Insieme, uccisero a sangue freddo il ragazzo e successivamente anche la ragazza di cui si era innamorato. Ma quando tornarono a casa, credendo che la sorella ne sarebbe stata contenta, e glielo comunicarono lei reagì malissimo. Nonostante lui l'avesse tradita in questo modo lei ne era ancora innamorata e cosí uccise le sue sorelle. La fonte distrusse quella famiglia e, invece di dare la felicità e la vita eterna, aveva invece solo dato dolore ed aveva spento tante vite. Decise di nascondere questa fonte per non averci più niente a che fare. 
La strega dopo anni ed anni, si innamorò di nuovo, ma questa volta di uno come lei, un mago. Da questa unione nascè una bambina; quando raggiunse la maggiore etá la madre le raccontò la storia dell fonte e lei, capendo che se fosse finita in mani sbagliate poteva diventare molto pericolosa, decise di diventarne la custode. Da quel giorno al diciottesimo compleanno ogni strega prendeva il posto della madre per custodire la fonte, per poi usarla e diventare immortale. 
Ovviamente ci sono ancora molti che credono che questa sia solo una leggenda ma ci sono delle prove dell'esistenza di questa fonte. Ci sono molti "documenti" che testimoniano l'esistenza delle sorelle ed in essi c'è anche scritto che erano la famiglia più potente. Vivevano una vita molto attiva per quei tempi, andavano ad ogni festa e qualsiasi tipo di ricevimento ma dopo il periodo della creazione hanno smesso di farsi vedere in giro, in modo talmente improvviso che molti pensarono che fossero addirittura decedute. Solo pochi, oltre alle custodi, hanno avuto la possibilità di vederla e di usufruarne. Queste persone non sapendo trattenersi ne parlarono in giro ma furono tutti presi per pazzi da molte persone. Altre crearono delle leggende, tutte ovviamente false e che non erano neanche simili alla realtà, su le storie che raccontavano. Ma i nuovi immortali, offesi da queste storie, decisero di raccontare la vera storia della fonte, ossia quella appena racconta. 
Nessuno sa, però, dove si trova questa misteriosa fonte dato che nessuno lo ha mai voluto raccontare. L'unica cosa che sappiamo è che per entrare c'è bisogno una chiave, anche essa nascosta. Ovviamente, tocca a voi credere o no. - finì di leggere ed alzai lo sguardo. Erano tutti molto seri ed allo stesso tempo curiosi. 
- Wow. - sussurrò la mia migliore amica guardando il pavimento. 
- Lo so. - sussurrati annuendo. Capivo come si sentiva, anch'io ci ero rimasta quando l'ho letto. In fondo, per quanto la fonte fosse un posto magico, la sua storia era comunque orribile. 
- Va bene... mettiamo che ci creda - cominciò Blaise riprendendosi dallo stato di trans in cui era caduto. Alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Capì immediatamente che era successa la stessa cosa che era successa a me. Adesso, stava cominciando a crederci. - Lì c'è scritto che nessuno sa dove si trova e che comunque per entrare ci vuole una chiave anch'essa nascosta chissà dove. Cosa hai intenzione di fare? - 
- Ho già in mente cosa fare. È molto complicato ma può funzionare. - risposi annuendo. - Ma prima devo fare alcune ricerche. - dissi alzandomi ed andando verso la porta ma non feci in tempo ad aprire la porta che una mano mi prese per il polso e mi fece fermare. Mi voltai ed incontrai lo sguardo del mio ragazzo. 
- Aspetta, non puoi andartene così. - disse lui aggrottando le sopracciglia. Sembrava quasi spaventato e lo capivo; anch'io lo ero. 
- Ti prometto che se scoprirò qualcosa in più sarai il primo a cui lo dirò. - dissi posando la mano libera sulla sua, che stringeva ancora il mio polso, e dolcemente allentai la stretta fino a liberarmi. Mi allungai e gli diedi un leggero e dolce bacio sulle labbra prima di uscire. Sapevo che ci avrei messo come minimo tutta la giornata, se ero fortunata, e provabilmente mi sarebbe servito anche di più; alla fine forse non avrei neanche trovato le informazioni che mi servivano. Sapevo dove dovevo andare, perché quella era la biblioteca più grande e fornita del mondo magico, ma adesso non potevo chiedere un permesso di uscita quindi per adesso mi sarei dovuta accontentare di cercare nella biblioteca della scuola. 


Scusate! Lo so che fa schifo come capitolo ma non avevo molto ispirazione. Ho paura di chiedervi cosa ne pensate perché mi dico da sola che è orribile e disordinato. L'unica parte che si salva è l'ultima, forse. 
Ci tengo a dire che la leggenda l'ho inventata tutta di sana pianta, senza ispirarmi a niente. Ogni similitudine è totalmente casuale. Detto questo grazie per la lettura e ci vediamo al prossimo capitolo che sarà molto meglio, promesso. Ciao! .

 

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Capitolo 30
*** Magic Library ***


 

MAGIC LIBRARY
Pov Hermione
Come mi aspettavo, non avevo trovato assolutamente niente di interessante.  
Avevo cercato dappertutto, in ogni angolo di quella libreria, ma niente. Non c'era assolutamente niente. 
Erano passati due giorni, giornate però passate quasi completamente in biblioteca. Anche Draco aveva deciso di aiutarmi, ispezionando tutti i libri che gli passavo ed ogni volta che lui trovava qualcosa me lo mostrava ma purtroppo non era mai quello che effettivamente stavo cercando. Sotto mia protesta e richiesta eravamo tornati a frequentare le lezioni e la prima volta in cui eravamo entrati nell'aula tutti gli alunni ci avevano guardati stupiti, alcuni addirittura con la bocca aperta; ma li avevamo tutti ignorati. 
Adesso, ero in biblioteca, con Draco, ed eravamo ancora a lavoro nonostante l'ora. In biblioteca non c'era più nessuno ormai, ed anche la bibliotecaria se n'era andata. Intorno a noi si era formato un silenzio soprannaturale, interrotto solo dal nostro voltare le pagina. A metà libro, però, capendo che neanche lì c'era niente sbuffai e chiusi il libro con un botto. Vidi Draco sobbalzare ed alzò lo sguardo su di me. Scossi la testa e posai i gomiti sul tavolo, per poi poggiare le mani sui palmi. Lo sentì sospirare e poi la sua sedia strisciò sul pavimento; sentì i suoi passi avvicinarsi ma non aprì gli occhi per guardarlo. Un secondo dopo le sue mani andarono alle mie spalle e le cominciò a massaggiare lentamente. 
- Basta amore. - sussurrò lui e sapevo che non si stava riferendo solo a quella sera. Anche lui aveva capito che lì dentro non avrei trovato niente e come me voleva smettere. - Qui non c'è niente. - 
Annuì lievemente senza alzare la testa dalle mie mani, continuando a godermi il suo massaggio. - Andiamo? - chiese lui. 
- Un attimo... - sussurrai mentre un sorriso di godimento mi solcava le labbra. Lo sentì ridere lievemente e senza dire nulla continuò a massaggiare finché la stanchezza non vinse. Mi alzai dalla sedia e dopo aver rimesso i libri al loro posto uscimmo dalla biblioteca. Appena rientrammo in sala comune notai che era deserta e molto probabilmente i nostri amici erano già andati a dormire, dato che era quasi l'una del mattino. Entrammo in camera nostra e dopo esserci preparati ci infilammo dentro il letto ed io appoggiai la testa sul suo petto, mentre lui mi passò le braccia intorno alla vita. 
- Cosa vuoi fare, ora? - chiese Draco dopo qualche minuto di silenzio. Nonostante la stanchezza non riuscivo ad addormentarmi. 
- Domani andrò da Silente per chiedere un permesso per uscire. - dissi sospirando. Quello era l'unico modo per trovare le informazioni che cercavo. 
- Sai già dove andare? - 
- Sì, quello è l'unico posto dove posso andare. - 
- E dove... - 
- Nella Magic Library. La più fornita del mondo magico. - risposi soffocando uno sbadiglio. 
- Buona idea ma adesso dormi. - disse lui con voce divertita ed avevo la netta sensazione che stesse sorridendo. 
Sorrisi anch'io e chiusi gli occhi che già faticavo a tenere aperti. - Notte, amore. - 
- Notte, principessa. - sussurrò dandomi un bacio sulla testa. Sorrisi ancora una volta prima di addormentarmi. 
La mattina dopo ci svegliammo verso le sette e ci preparammo. Indossai un maglioncino bianco che mi lasciava una spalla scoperta ed un paio di jeans neri. Andammo a fare colazione e poi a lezione. Non ero riuscita a concentrarmi neanche ad una, i miei pensieri tornavano sempre a quello che dovevo cercare e dentro di me non vedevo l'ora che le lezioni finissero per poter andare da lui. Non ero certa che Silente mi avrebbe dato il permesso ma dovevo andare e se lui non mi avesse dato il permesso sarei andata senza. 
Quando suonò la campanella dell'ultima lezione, sistema i tutto e mi volta i verso Draco che stava sistemando a sua volta. 
- Io vado da Silente, ci vediamo dopo a pranzo. - dissi velocemente. 
- Certo, buona fortuna. - disse lui con un sorriso. 
- Grazie, amore. - replicai avvicinandomi e dandogli un leggero bacio sulle labbra. Uscì dall'aula ed a passo svelto mi diressi verso l'ufficio del preside. Appena arrivata pronunciai la parola d'ordine ed entrai, ritrovandomi davanti alla grande porta. Rimasi davanti ad essa per un po', non sapevo perché avevo paura infondo era solo Silente. Con questo pensiero mi decisi a bussare. 
- Avanti. - sentì dire dalla voce calda e dolce di Silente. Presi coraggio ed aprì la porta chiudendola poi dietro di me. Quando mi vide il vecchio preside mi fece un grande sorriso e mi invitò immediatamente a sedermi. L'ufficio era esattamente come me lo ricordavo, compreso il grande camino acceso che illuminava con il suo grande fuoco il luogo. Mi sedetti davanti alla sua scrivania e lo guardai. Aveva gli occhi molo stanchi, segno che il quel periodo di vacanza lui aveva avuto ben altro a cui pensare che riposarsi. - Buonasera Hermione. Come sono andare le vacanze? Ho sentito che la grande festa di Natale è andata molto bene, come ogni anno d'altronde. - 
- Grazie professore. Le vacanze sono andate molto bene e durante esse abbiamo tutti e quattro avuto il tempo per riposarci. - risposi annuendo un po' a disagio per quello che avrei dovuto chiedere di lì a poco e lui sembrò capirlo perché si fece subito serio. 
- Immagino che hai qualcosa da dirmi. Parla pure. - disse invitandomi appunto a parlare. 
- Sì, infatti. Ecco... mentre eravamo in vacanza Draco ci ha riferito una cosa che mi ha incuriosito molto. Lui ci ha detto che Bellatrix gli aveva parlato di regnare sul mondo magico per l'eternità. Ecco, qualche giorno fa, mentre ripensando alle sue parole mi è tornato in mente un libro che avevo letto tempo fa. Ecco... io penso che lei e Rodolphus vogliano usufruire della fonte dell'eterna giovinezza. - dissi le ultime parole con li stesso tono lievemente imbarazzato e poco sicuro. Lui non disse nulla per diversi minuti, tenendo lo sguardo a terra. - Lo so che è una cosa stupida ma... - 
- No, non lo è credimi. - mi interruppe lui scuotendo la testa. - Le leggende avvolte sono le storie più vere e spesso le risposte a molte domande. Cosa sai di questa leggenda? - 
- So tutta la storia. - risposi capendo però che parlare di questo non aveva senso. Dovevo parlargli subito. - Ma non sono venuta qui per parlarle di questo. Sono venuta per chiederle il permesso di uscire dalla scuola. - 
- Certo, ma per andare dove? - chiese lui curioso. 
- Devo avere più informazioni su questo piano e devo capire come hanno fatto a trovarla. Ho cercato nella biblioteca della scuola ma non ho trovato niente e vorrei provare a cercare alla Magic Library. - 
- Capisco. Va bene, puoi partire questi pomeriggio subito dopo pranzo. - disse l'uomo alzandosi in piedi. Soddisfatta e sollevata mi alzai a mia volta e mi avvisi verso l'uscita, accompagnata da Silente. 
- Grazie, professore. - dissi aprendo la porta. 
- Ma figurati, Hermione. Comunque da adesso in poi tu, Draco, Ginevra e Blaise potrete uscire da castello per cose di questo genere quando volete. Basta che mi avvertiate. - mi comunicò sorridendo. - Siete tutti e quattro una grande ed importante risorsa per poter vincere contro di loro. - 
- Grazie per credere in noi. Come vanno le ricerche? - chiesi poi. 
- Sicuramente meglio a te. È incredibilmente ironico che una ragazza di diciassette anni stia facendo un lavoro migliore di un gruppo di Auror esperti. - disse con un sospiro. Non sapevo perché ma in quel momento vidi un ombra passare per i suoi occhi e per un secondo mi immaginai che anche lui aveva dei sospetti a proposito di quella squadra. Sperai davvero tanto che anche lui avesse dei dubbi ma proprio non potevo parlargliene, non potevo rischiare. Così, finsi di non aver notato niente, e sorrisi. 
- Va bene, grazie ancora. - dissi annuendo ed uscendo dal suo ufficio. Appena chiusi la porta, tempo pochi passi, sentì il freddo invernale che mi premeva sulla pelle. Mi portai le braccia intorno al corpo, a mó di abbraccio e mi avvisi velocemente verso la Sala Grande. Aprì la porta ed immediatamente tutti gli sguardi si puntarono su di me, dato che ero probabilmente l'ultima ad entrare. Li ignorai e mi diressi al mio tavolo, quello Serpeverde, dove tutti e tre stavano mangiando. Da quando avevo litigato con Ron ed Harry ero praticamente diventata una Serpeverde apparte che per le lezioni e per la divisa, ed insieme a me lo era diventata anche Ginny da quando si era messa con Blaise. Mi sedetti accanto a Draco e gli diedi un bacio a stampo sulle labbra. 
- Allora? Com'è andata? - chiese lui curioso. 
- Bene, mi ha dato il permesso. Parto subito dopo pranzo. - risposi annuendo. 
- Di cosa parlate? - chiesero in coro i due davanti a noi. Mi voltai e capendo che in effetti loro non potevano capire di cosa stessimo  parlando mi affrettai a spiegare. 
- In questi giorni non abbiamo trovato niente in questa biblioteca così ho deciso di andare a cercare in un'altra. Ho chiesto a Silente se potevo uscire dal castello e lui mi ha detto di sì. Tra l'altro mi ha anche informato che, per motivazioni... di questo tipo - esitai un po' dato il luogo in cui eravamo ma loro capirono lo stesso a cosa mi stavo riferendo. - possiamo uscire senza problemi, basta che lo avvertiamo. - dissi velocemente e mantenendo un tono di voce abbastanza basso. 
- Grande. - fece Blaise con finto entusiasmo. Poter uscire dal castello solo per questioni riguardanti la guerra non era certo una grande cosa quindi capivo il suo tono. Mangiamo in silenzio ed una volta finito, tornai un attimo in camera per prendere la borsa e qualche soldo. Non di sapeva mai. Prima di uscire salutai prima i miei amici e poi il mio ragazzo. 
- Quando torni? - chiese mentre eravamo abbracciati. 
- Dovrei tornare per cena ma ti prometto che se tardo ti avverto. - 
- Va bene. Buona fortuna. - disse lui con un piccolo sorriso. Si sporse e posò per qualche istante le labbra sulle mie. 
- Grazie. Ti amo. - dissi sulle sue labbra. 
- Ti amo anch'io. - rispose sorridendo dandomi un altro bacio. Adoravo i suoi baci! Ci staccammo ed io mi avvisi verso l'uscita, percorsi i corridoi dei sotterranei e poi quelli della scuola trovandomi davanti al portone della scuola. Lo aprì con non poca difficoltà, dato che era davvero molto pesante, e cominciai a camminare per il giardino diretta a Hogsmeade dove mi sarei smaterializzata. Stranamente non ero molto entusiasta di andare lì. Da piccola, fin da quando ne ho memoria, il mio più grande sogno era di andare in quella biblioteca ma sicuramente non sognavo di doverci andare per questo motivo! Sognavo di andarci e perdermi tra la moltitudine di scaffali strapieni di libri, libri contenenti storie di tutti i tipi. Sognavo di prendere un libro a caso e cominciare a leggere senza neanche guardare la trama ed intraprendere un'altra viaggio... magari a bordo di un veliero pieno di pirati, o con una fatina che mi accompagnava nelle sue pazze e divertenti avventure, o ancora di seguirà una bravissima ragazza babbana in una turbolenta relazione con un cattivo ragazzo magari pieno di pearcing*. 
Sì, era quello il mio sogno ma che purtroppo non posso ancora avverare. Durante questi pensieri raggiunsi pian piano il piccolo paesino ed appena trovai un posto appartato mi smaterializzai ritrovandosi pochi secondi dopo a Londra. Era in una viuzza deserta e molto buia ma grazie al cielo vicino a me c'era la via d'uscita che mi portava nella via principale. Camminai velocemente e mi trovai ben presto in una via parecchio affollata di Londra. Conoscevo quella strada e sapevo anche da che parte andare per la biblioteca quindi non mi preoccupai e cominciai a camminare. Nel tragitto passai anche davanti al Big Bang e mi fermai un paio di secondi a contemplarlo prima di tornare a camminare. La biblioteca era nascosto agli occhi dei babbani ma per noi era molto facile arrivarci. Avevo visto appena qualche foto di quel posto e mi era sempre piaciuto ma quando me la ritrovai davanti rimasi a dir poco incantata. Era un palazzo di stile vittoriano, un grosso portone al centro di tutto che fungeva da entrerà e da uscita. C'erano diverse finestre sulla facciata principale. Salì i pochi scalini che separavano il marciapiede dal portone e lo aprì ritrovandomi in un grande atrio quasi completamente vuoto. C'ercaldaun paio di cartelli che indicavano dove andare come in una biblioteca babbana ed io li seguì senza esitare ritrovandolo ben presto davanti ad un'altra porta. Appena l'aprì rimasi di nuovo incantata. Era enorme! Tutto era fatto di legno, sul piano c'erano tantissimi tavoli dove diverse persone stavano lavorando o leggendo, le pareti erano sostituite con scaffali pieni di libri ed ai lati della porta c'erano due scalinate che portavano sulla stessa terrazza che si affacciava su quello spazio. Il tutto era illuminato da una luce calda che rendeva il posto ancora più rustico. Visto così appariva veramente una normale biblioteca babbana ma bastava avvicinarsi agli scaffali per vedere che era magica. Alcuni libri si muovevano, mentre altri brillavano come se fossero pieni di brillantini; per non parlare del fatto che ogni volta che qualcuno finiva con un libro esso tornava al suo posto da solo. Sorrisi lievemente a quella magica vista prima di tornare a farmi seria. Feci la stessa procedura che avevo fatto due giorni fa nella biblioteca della scuola. Passai intorno alla biblioteca per guardare i vari libri, dato che erano tutti riuniti in base al genere e memorizzai tutto. Una volta finito tornai al centro della stanza e guardando tutto selezionai ed eliminai i vari scaffali. Alla fine, dai 30 scaffali che c'erano ne rimasero appena quattro. Mi avvicinati ad essi e di nuovo procedetti allo stesso modo, studiai per bene ogni titolo prima di selezionare i volumi che piú potevano centrare con quello che stavo cercando. Ne rimasero cinque tra cui: Storia Mitologica, Leggende e Verità vol. 1 - 2,  Verità nascoste della storia vol. 1 - 2. Era molto strano in effetti. Il mio cervello funzionava quasi come... un computer babbano. Li conoscevo bene quegli aggeggi e personalmente erano una delle poche cose che invidiavo da morire a loro.
 Era molto strano ma mi era successo spesso, fin da quando ero piccola. Non erano poche le persone che mi avevano chiamata genio nella mia vita ma sinceramente non mi importava. Ero fortunata ad avere queste capacità ma non me vantavo mai. 
Portai i libri su un tavolo e cominciai a sfogliarli. Pian piano eliminai di nuovo i libri che non contenevano niente di interessante finché finalmente non trovai quello che stavo cercando. 
[ Uno dei primi ad aver usufruito dell fonte, o meglio uno dei pochi di cui sappiamo il nome, è Martin Freakzuis. Nessuno sa niente su di lui apparte che è nato nel 1845 e che ha lavorato al Ministero della Magia per anni. Non sappiamo con certezza se lui abbia usufruito di questa fonte, quello che sappiamo da diverse testimonianze è che è stato avvistato più volte in giro per il mondo e la cosa che più sconcerta è che il suo viso non era mai cambiato... ] 
Mi fermai perché avevo finalmente trovato quello che mi serviva. Presi un pezzo di pergamena e mi appuntai il suo nome e la sua data di nascita. Rilasciati che i libri tornassero al loro posto. Avevo finalmente trovato quello che mi serviva. Uscì dalla biblioteca e tirai fuori il mio telefono digitando e chiamando il numero di mio padre. 
- Papà? - dissi quando rispose alla mia telefonata. 
- Ciao tesoro. Che succede? Non sei a scuola? - 
- No, sono dovuta uscire un attimo. Ecco... ho bisogno di un favore. - dissi velocemente mentre camminavo per le vie in mezzo ai londinesi. 
- Va bene, tesoro. - 
- Sei a lavoro, vero? - 
- Sì. - rispose lui ed a quelle parole tirai un sospiro di sollievo. 
- Bene, devo passare un attimo lì. Puoi farmi entrare? - chiesi mentre prendevo la strada che portava al ministero. 
- Ehm... sì ma... - 
- Perfetto. Sono lì tra dieci minuti. - dissi chiudendo la telefonata ed aumentando il passo. Arrivai in breve tempo alla cabina telefonica che portava lì dentro. Usavo sempre quella per andare a trovare papà quando era a lavoro quindi sapevo che lui sapeva dove trovarmi. Mio padre lavorava al Ministero da sempre ed aveva una posizione molto buona, per questo sapevo che bastava una parola perché potessi accedere ad ogni posto lì dentro. 
Entrai nella cabina e la feci partire, scendendo poi e trovandomi all'entrata del ministero. Uscì e vidi mio padre venire verso di me. Lo abbracciati forte ed una volta staccati cominciammo a camminare senza una direzione precisa. 
- Allora perché sei qui? - chiese lui curioso. 
- Devo fare un paio di ricerche su una persona e ho saputo che ha lavorato qui quindi volevo dare un'occhiata ai documenti dei dipendenti. - spiegati speranzosa. 
- Uhm... non so se posso... - fece per dire ma lo interruppi. Gli misi una mano sul braccio e ci fermammo. 
- Papà ti prego. È davvero importante. - dissi supplicandolo con gli occhi. 
- Centra con... quello che sta succedendo? - chiese abbassando la voce per non farsi sentire da quelli che ci passavano accanto. 
- Sì. - sussurrai annuendo. Lui sospirò e mi guardò per un paio di secondi. 
- Va bene, andiamo. - disse lui avviandosi ed io lo seguì soddisfatta. Ci infilammo in un ascensore abbastanza affollato ma grazie al cielo scendemmo dopo solo due fermate. Non sapevo dove andare, dato che non ero mai stata in quella parte del ministero, quindi mi ero affidata completamente a mio padre che camminava senza esitare. Alla fine arrivammo davanti ad una porta nera chiusa. - Ecco, qui c'è tutto. - disse indicandola. 
- Grazie papà. - dissi dandogli un bacio sulla guancia. 
- Figurati ma non ti mettere nei guai! Mi raccomando. - disse con un sorriso. 
- Certo papà. - dissi annuendo prima di entrare. Mi chiusi la porta dietro di me e la solita atmosfera cupa di quel posto mi avvolse. Non era molto illuminato ma sfruttando quella poca mi tuffai in quel posto. Percorsi uno stretto corridoio i cui muri erano scaffali con diversi raccoglitori pieni di fogli, e mi ritrovai in un corridoio più largo che divideva i vari scaffali. Su ognuno c'era una targhetta con l'anno in ordine cronologico. Dovetti camminare un po' per trovare gli anni giusti. Non sapevo con esattezza quando aveva smesso di lavorare e quando aveva iniziato così calcolai più o meno l'età che doveva avere ed iniziai a cercare lì. Per fortuna i nomi erano racchiusi in ordine alfabetico ed in base al lavoro che svolgevano ma dato che non avevo idea di cosa facesse mi dovevo affidare solo al nome. 
Ci misi un po' a trovarlo ma alla fine, dopo quasi un'ora lo trovai. Lì dentro c'erano davvero tante informazioni, tutte quelle che mi servivano. Presi i fogli e li infilati in borsa, guardandomi intorno per essere sicura che nessuno mi avesse visto, poi rimisi a posto il contenitore. Uscì dal piccolo corridoio e successivamente da quel posto. Mio padre non c'era, probabilmente era tornato a lavoro. 
Camminai velocemente verso l'uscita, ricordandomi la strada fatta con papà ma prima di arrivare all'ascensore vidi qualcuno uscire da una porta. Il capitano! 
- Cazzo! - sussurrai nascondendomi dietro ad un muro. Lo vidi voltarsi e camminare verso la mia direzione ma grazie al cielo non mi vide e mi superò. Quando lui svoltò l'angolo di un altro corridoio io uscì dal mio nascondiglio e posai lo sguardo sulla porta del suo ufficio. Oh! Al diavolo. Presa un moto di pazzia camminai velocemente verso quella porta e quando fui sicura che nessuno mi vedesse sgattaiolai dentro. Era un posto molto grande, con una grande scrivania in mezzo ed alcuni mobili ai lati, una finestra dall'altra parte rispetto a me, proprio dietro alla scrivania. ( N.A. Come l'ufficio che si vede nei doni della morte parte. 1 ) 
Avevo poco tempo ed era davvero pericoloso ma finalmente avevo la possibilità di smascherarlo! 
Cominciai a frugare un po' da per tutto. Mi accovacciai davanti ad un baule e lo aprì rovistando fra i vari oggetti che conteneva, principalmente scartoffie. Voltai la testa e, appurato che lì dentro non c'era niente, mi dedicai alla scrivania. Aprì tutti i cassetti finché uno non attirò la mia attenzione. Era particolarmente pieno, rispetto agli altri, come se dovesse nascondere qualcosa sotto a tutti quelle cose. Tirai fuori tutti i fogli che c'erano dentro, mettendoli sulla scrivania, ed alla fine trovai un pacchetto. Lo tirai fuori e guardando meglio non era affatto una scatolina, bensì tante buste di lettere legate insieme da un laccio. 
- Bingo. - sussurrai ficcandomi anche quello in borsa. Rimisi velocemente la roba dentro il cassetto e mi avvisi velocemente verso la porta. Ne aprì uno spiraglio e vedendo che non c'era nessuno uscì e mi allontanai velocemente. Mi sentivo come se fossi una ladra ma in fondo ho fatto la cosa giusta! L'avevo fatto per proteggere tutti da due pazzi! 
Mi avvisi verso l'uscita e mi ritrovai di nuovo in città. Oramai di era fatto buio e quando guardai l'orologio notai che erano già le otto di sera! Cominciai a camminare ma prima che potessi allontanarmi troppo sentì una voce ben conosciuta chiamarmi. Mi voltai e vidi mio padre raggiungermi. 
- Stai tornando a scuola? - mi chiese lui guardandomi. 
- Sì. - risposi annuendo. 
- Dai, ti accompagno. - propose avviandosi e lo seguì. - Hai trovato tutto? - 
- Sì, tutto. Grazie ancora papà. - feci sorridendo un po' a disagio. Non mi piaceva mentire ai miei genitori su cose del genere, in realtà non mi piaceva mentire a loro e basta, ma non potevo parlargliene. Gli avrei messi solo in pericolo. 
- Bene... - rimanemmo in silenzio per un bel po', finché non raggiungemmo un posto totalmente vuoto. - Tesoro, sei sicura di avermi detto tutto? - 
- Certo. - mentì spudoratamente. 
- Piccola sei una donna oramai ma rimani mia figlia e se devi dirmi qualcosa... - 
- Lo so, papà. - lo bloccai abbracciandolo che lui ricambiò subito. Mi strinsi fra quelle sue braccia un po' robuste, le braccia che mi avevano coccolato fin da quando ero piccola. Una volta staccati lo salutai un'altra volta e mi smaterializzai a scuola. 
Ciao! Devo ammettere che questo capitolo mi piace davvero tanto! Che ne dite? Per quanto riguarda l'immagine scusate ma nell'ultimo periodo è diversi problemi con il sito da cui tropo il codice e non ne trovo un altro. Come sempre io vi invito a recensire e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ci vediamo al prossimo! 


MAGIC LIBRARY


Pov Hermione


Come mi aspettavo, non avevo trovato assolutamente niente di interessante.  
Avevo cercato dappertutto, in ogni angolo di quella libreria, ma niente. Non c'era assolutamente niente. 
Erano passati due giorni, giornate però passate quasi completamente in biblioteca. Anche Draco aveva deciso di aiutarmi, ispezionando tutti i libri che gli passavo ed ogni volta che lui trovava qualcosa me lo mostrava ma purtroppo non era mai quello che effettivamente stavo cercando. Sotto mia protesta e richiesta eravamo tornati a frequentare le lezioni e la prima volta in cui eravamo entrati nell'aula tutti gli alunni ci avevano guardati stupiti, alcuni addirittura con la bocca aperta; ma li avevamo tutti ignorati. 
Adesso, ero in biblioteca, con Draco, ed eravamo ancora a lavoro nonostante l'ora. In biblioteca non c'era più nessuno ormai, ed anche la bibliotecaria se n'era andata. Intorno a noi si era formato un silenzio soprannaturale, interrotto solo dal nostro voltare le pagina. A metà libro, però, capendo che neanche lì c'era niente sbuffai e chiusi il libro con un botto. Vidi Draco sobbalzare ed alzò lo sguardo su di me. Scossi la testa e posai i gomiti sul tavolo, per poi poggiare le mani sui palmi. Lo sentì sospirare e poi la sua sedia strisciò sul pavimento; sentì i suoi passi avvicinarsi ma non aprì gli occhi per guardarlo. Un secondo dopo le sue mani andarono alle mie spalle e le cominciò a massaggiare lentamente. 
- Basta amore. - sussurrò lui e sapevo che non si stava riferendo solo a quella sera. Anche lui aveva capito che lì dentro non avrei trovato niente e come me voleva smettere. - Qui non c'è niente. - 
Annuì lievemente senza alzare la testa dalle mie mani, continuando a godermi il suo massaggio. - Andiamo? - chiese lui. 
- Un attimo... - sussurrai mentre un sorriso di godimento mi solcava le labbra. Lo sentì ridere lievemente e senza dire nulla continuò a massaggiare finché la stanchezza non vinse. Mi alzai dalla sedia e dopo aver rimesso i libri al loro posto uscimmo dalla biblioteca. Appena rientrammo in sala comune notai che era deserta e molto probabilmente i nostri amici erano già andati a dormire, dato che era quasi l'una del mattino. Entrammo in camera nostra e dopo esserci preparati ci infilammo dentro il letto ed io appoggiai la testa sul suo petto, mentre lui mi passò le braccia intorno alla vita. 
- Cosa vuoi fare, ora? - chiese Draco dopo qualche minuto di silenzio. Nonostante la stanchezza non riuscivo ad addormentarmi. 
- Domani andrò da Silente per chiedere un permesso per uscire. - dissi sospirando. Quello era l'unico modo per trovare le informazioni che cercavo. 
- Sai già dove andare? - 
- Sì, quello è l'unico posto dove posso andare. - 
- E dove... - 
- Nella Magic Library. La più fornita del mondo magico. - risposi soffocando uno sbadiglio. 
- Buona idea ma adesso dormi. - disse lui con voce divertita ed avevo la netta sensazione che stesse sorridendo. 
Sorrisi anch'io e chiusi gli occhi che già faticavo a tenere aperti. - Notte, amore. - 
- Notte, principessa. - sussurrò dandomi un bacio sulla testa. Sorrisi ancora una volta prima di addormentarmi. 


La mattina dopo ci svegliammo verso le sette e ci preparammo. Indossai un maglioncino bianco che mi lasciava una spalla scoperta ed un paio di jeans neri. Andammo a fare colazione e poi a lezione. Non ero riuscita a concentrarmi neanche ad una, i miei pensieri tornavano sempre a quello che dovevo cercare e dentro di me non vedevo l'ora che le lezioni finissero per poter andare da lui. Non ero certa che Silente mi avrebbe dato il permesso ma dovevo andare e se lui non mi avesse dato il permesso sarei andata senza. 
Quando suonò la campanella dell'ultima lezione, sistema i tutto e mi volta i verso Draco che stava sistemando a sua volta. 
- Io vado da Silente, ci vediamo dopo a pranzo. - dissi velocemente. 
- Certo, buona fortuna. - disse lui con un sorriso. 
- Grazie, amore. - replicai avvicinandomi e dandogli un leggero bacio sulle labbra. Uscì dall'aula ed a passo svelto mi diressi verso l'ufficio del preside. Appena arrivata pronunciai la parola d'ordine ed entrai, ritrovandomi davanti alla grande porta. Rimasi davanti ad essa per un po', non sapevo perché avevo paura infondo era solo Silente. Con questo pensiero mi decisi a bussare. 
- Avanti. - sentì dire dalla voce calda e dolce di Silente. Presi coraggio ed aprì la porta chiudendola poi dietro di me. Quando mi vide il vecchio preside mi fece un grande sorriso e mi invitò immediatamente a sedermi. L'ufficio era esattamente come me lo ricordavo, compreso il grande camino acceso che illuminava con il suo grande fuoco il luogo. Mi sedetti davanti alla sua scrivania e lo guardai. Aveva gli occhi molo stanchi, segno che il quel periodo di vacanza lui aveva avuto ben altro a cui pensare che riposarsi. - Buonasera Hermione. Come sono andare le vacanze? Ho sentito che la grande festa di Natale è andata molto bene, come ogni anno d'altronde. - 
- Grazie professore. Le vacanze sono andate molto bene e durante esse abbiamo tutti e quattro avuto il tempo per riposarci. - risposi annuendo un po' a disagio per quello che avrei dovuto chiedere di lì a poco e lui sembrò capirlo perché si fece subito serio. 
- Immagino che hai qualcosa da dirmi. Parla pure. - disse invitandomi appunto a parlare. 
- Sì, infatti. Ecco... mentre eravamo in vacanza Draco ci ha riferito una cosa che mi ha incuriosito molto. Lui ci ha detto che Bellatrix gli aveva parlato di regnare sul mondo magico per l'eternità. Ecco, qualche giorno fa, mentre ripensando alle sue parole mi è tornato in mente un libro che avevo letto tempo fa. Ecco... io penso che lei e Rodolphus vogliano usufruire della fonte dell'eterna giovinezza. - dissi le ultime parole con li stesso tono lievemente imbarazzato e poco sicuro. Lui non disse nulla per diversi minuti, tenendo lo sguardo a terra. - Lo so che è una cosa stupida ma... - 
- No, non lo è credimi. - mi interruppe lui scuotendo la testa. - Le leggende avvolte sono le storie più vere e spesso le risposte a molte domande. Cosa sai di questa leggenda? - 
- So tutta la storia. - risposi capendo però che parlare di questo non aveva senso. Dovevo parlargli subito. - Ma non sono venuta qui per parlarle di questo. Sono venuta per chiederle il permesso di uscire dalla scuola. - 
- Certo, ma per andare dove? - chiese lui curioso. 
- Devo avere più informazioni su questo piano e devo capire come hanno fatto a trovarla. Ho cercato nella biblioteca della scuola ma non ho trovato niente e vorrei provare a cercare alla Magic Library. - 
- Capisco. Va bene, puoi partire questi pomeriggio subito dopo pranzo. - disse l'uomo alzandosi in piedi. Soddisfatta e sollevata mi alzai a mia volta e mi avvisi verso l'uscita, accompagnata da Silente. 
- Grazie, professore. - dissi aprendo la porta. 
- Ma figurati, Hermione. Comunque da adesso in poi tu, Draco, Ginevra e Blaise potrete uscire da castello per cose di questo genere quando volete. Basta che mi avvertiate. - mi comunicò sorridendo. - Siete tutti e quattro una grande ed importante risorsa per poter vincere contro di loro. - 
- Grazie per credere in noi. Come vanno le ricerche? - chiesi poi. 
- Sicuramente meglio a te. È incredibilmente ironico che una ragazza di diciassette anni stia facendo un lavoro migliore di un gruppo di Auror esperti. - disse con un sospiro. Non sapevo perché ma in quel momento vidi un ombra passare per i suoi occhi e per un secondo mi immaginai che anche lui aveva dei sospetti a proposito di quella squadra. Sperai davvero tanto che anche lui avesse dei dubbi ma proprio non potevo parlargliene, non potevo rischiare. Così, finsi di non aver notato niente, e sorrisi. 
- Va bene, grazie ancora. - dissi annuendo ed uscendo dal suo ufficio. Appena chiusi la porta, tempo pochi passi, sentì il freddo invernale che mi premeva sulla pelle. Mi portai le braccia intorno al corpo, a mó di abbraccio e mi avvisi velocemente verso la Sala Grande. Aprì la porta ed immediatamente tutti gli sguardi si puntarono su di me, dato che ero probabilmente l'ultima ad entrare. Li ignorai e mi diressi al mio tavolo, quello Serpeverde, dove tutti e tre stavano mangiando. Da quando avevo litigato con Ron ed Harry ero praticamente diventata una Serpeverde apparte che per le lezioni e per la divisa, ed insieme a me lo era diventata anche Ginny da quando si era messa con Blaise. Mi sedetti accanto a Draco e gli diedi un bacio a stampo sulle labbra. 
- Allora? Com'è andata? - chiese lui curioso. 
- Bene, mi ha dato il permesso. Parto subito dopo pranzo. - risposi annuendo. 
- Di cosa parlate? - chiesero in coro i due davanti a noi. Mi voltai e capendo che in effetti loro non potevano capire di cosa stessimo  parlando mi affrettai a spiegare. 
- In questi giorni non abbiamo trovato niente in questa biblioteca così ho deciso di andare a cercare in un'altra. Ho chiesto a Silente se potevo uscire dal castello e lui mi ha detto di sì. Tra l'altro mi ha anche informato che, per motivazioni... di questo tipo - esitai un po' dato il luogo in cui eravamo ma loro capirono lo stesso a cosa mi stavo riferendo. - possiamo uscire senza problemi, basta che lo avvertiamo. - dissi velocemente e mantenendo un tono di voce abbastanza basso. 
- Grande. - fece Blaise con finto entusiasmo. Poter uscire dal castello solo per questioni riguardanti la guerra non era certo una grande cosa quindi capivo il suo tono. Mangiamo in silenzio ed una volta finito, tornai un attimo in camera per prendere la borsa e qualche soldo. Non di sapeva mai. Prima di uscire salutai prima i miei amici e poi il mio ragazzo. 
- Quando torni? - chiese mentre eravamo abbracciati. 
- Dovrei tornare per cena ma ti prometto che se tardo ti avverto. - 
- Va bene. Buona fortuna. - disse lui con un piccolo sorriso. Si sporse e posò per qualche istante le labbra sulle mie. 
- Grazie. Ti amo. - dissi sulle sue labbra. 
- Ti amo anch'io. - rispose sorridendo dandomi un altro bacio. Adoravo i suoi baci! Ci staccammo ed io mi avvisi verso l'uscita, percorsi i corridoi dei sotterranei e poi quelli della scuola trovandomi davanti al portone della scuola. Lo aprì con non poca difficoltà, dato che era davvero molto pesante, e cominciai a camminare per il giardino diretta a Hogsmeade dove mi sarei smaterializzata. Stranamente non ero molto entusiasta di andare lì. Da piccola, fin da quando ne ho memoria, il mio più grande sogno era di andare in quella biblioteca ma sicuramente non sognavo di doverci andare per questo motivo! Sognavo di andarci e perdermi tra la moltitudine di scaffali strapieni di libri, libri contenenti storie di tutti i tipi. Sognavo di prendere un libro a caso e cominciare a leggere senza neanche guardare la trama ed intraprendere un'altra viaggio... magari a bordo di un veliero pieno di pirati, o con una fatina che mi accompagnava nelle sue pazze e divertenti avventure, o ancora di seguirà una bravissima ragazza babbana in una turbolenta relazione con un cattivo ragazzo magari pieno di pearcing*. 
Sì, era quello il mio sogno ma che purtroppo non posso ancora avverare. Durante questi pensieri raggiunsi pian piano il piccolo paesino ed appena trovai un posto appartato mi smaterializzai ritrovandosi pochi secondi dopo a Londra. Era in una viuzza deserta e molto buia ma grazie al cielo vicino a me c'era la via d'uscita che mi portava nella via principale. Camminai velocemente e mi trovai ben presto in una via parecchio affollata di Londra. Conoscevo quella strada e sapevo anche da che parte andare per la biblioteca quindi non mi preoccupai e cominciai a camminare. Nel tragitto passai anche davanti al Big Bang e mi fermai un paio di secondi a contemplarlo prima di tornare a camminare. La biblioteca era nascosto agli occhi dei babbani ma per noi era molto facile arrivarci. Avevo visto appena qualche foto di quel posto e mi era sempre piaciuto ma quando me la ritrovai davanti rimasi a dir poco incantata. Era un palazzo di stile vittoriano, un grosso portone al centro di tutto che fungeva da entrerà e da uscita. C'erano diverse finestre sulla facciata principale. Salì i pochi scalini che separavano il marciapiede dal portone e lo aprì ritrovandomi in un grande atrio quasi completamente vuoto. C'ercaldaun paio di cartelli che indicavano dove andare come in una biblioteca babbana ed io li seguì senza esitare ritrovandolo ben presto davanti ad un'altra porta. Appena l'aprì rimasi di nuovo incantata. Era enorme! Tutto era fatto di legno, sul piano c'erano tantissimi tavoli dove diverse persone stavano lavorando o leggendo, le pareti erano sostituite con scaffali pieni di libri ed ai lati della porta c'erano due scalinate che portavano sulla stessa terrazza che si affacciava su quello spazio. Il tutto era illuminato da una luce calda che rendeva il posto ancora più rustico. Visto così appariva veramente una normale biblioteca babbana ma bastava avvicinarsi agli scaffali per vedere che era magica. Alcuni libri si muovevano, mentre altri brillavano come se fossero pieni di brillantini; per non parlare del fatto che ogni volta che qualcuno finiva con un libro esso tornava al suo posto da solo. Sorrisi lievemente a quella magica vista prima di tornare a farmi seria. Feci la stessa procedura che avevo fatto due giorni fa nella biblioteca della scuola. Passai intorno alla biblioteca per guardare i vari libri, dato che erano tutti riuniti in base al genere e memorizzai tutto. Una volta finito tornai al centro della stanza e guardando tutto selezionai ed eliminai i vari scaffali. Alla fine, dai 30 scaffali che c'erano ne rimasero appena quattro. Mi avvicinati ad essi e di nuovo procedetti allo stesso modo, studiai per bene ogni titolo prima di selezionare i volumi che piú potevano centrare con quello che stavo cercando. Ne rimasero cinque tra cui: Storia Mitologica, Leggende e Verità vol. 1 - 2,  Verità nascoste della storia vol. 1 - 2. Era molto strano in effetti. Il mio cervello funzionava quasi come... un computer babbano. Li conoscevo bene quegli aggeggi e personalmente erano una delle poche cose che invidiavo da morire a loro.
 Era molto strano ma mi era successo spesso, fin da quando ero piccola. Non erano poche le persone che mi avevano chiamata genio nella mia vita ma sinceramente non mi importava. Ero fortunata ad avere queste capacità ma non me vantavo mai. 
Portai i libri su un tavolo e cominciai a sfogliarli. Pian piano eliminai di nuovo i libri che non contenevano niente di interessante finché finalmente non trovai quello che stavo cercando. 
[ Uno dei primi ad aver usufruito dell fonte, o meglio uno dei pochi di cui sappiamo il nome, è Martin Freakzuis. Nessuno sa niente su di lui apparte che è nato nel 1845 e che ha lavorato al Ministero della Magia per anni. Non sappiamo con certezza se lui abbia usufruito di questa fonte, quello che sappiamo da diverse testimonianze è che è stato avvistato più volte in giro per il mondo e la cosa che più sconcerta è che il suo viso non era mai cambiato... ] 
Mi fermai perché avevo finalmente trovato quello che mi serviva. Presi un pezzo di pergamena e mi appuntai il suo nome e la sua data di nascita. Rilasciati che i libri tornassero al loro posto. Avevo finalmente trovato quello che mi serviva. Uscì dalla biblioteca e tirai fuori il mio telefono digitando e chiamando il numero di mio padre. 
- Papà? - dissi quando rispose alla mia telefonata. 
- Ciao tesoro. Che succede? Non sei a scuola? - 
- No, sono dovuta uscire un attimo. Ecco... ho bisogno di un favore. - dissi velocemente mentre camminavo per le vie in mezzo ai londinesi. 
- Va bene, tesoro. - 
- Sei a lavoro, vero? - 
- Sì. - rispose lui ed a quelle parole tirai un sospiro di sollievo. 
- Bene, devo passare un attimo lì. Puoi farmi entrare? - chiesi mentre prendevo la strada che portava al ministero. 
- Ehm... sì ma... - 
- Perfetto. Sono lì tra dieci minuti. - dissi chiudendo la telefonata ed aumentando il passo. Arrivai in breve tempo alla cabina telefonica che portava lì dentro. Usavo sempre quella per andare a trovare papà quando era a lavoro quindi sapevo che lui sapeva dove trovarmi. Mio padre lavorava al Ministero da sempre ed aveva una posizione molto buona, per questo sapevo che bastava una parola perché potessi accedere ad ogni posto lì dentro. 
Entrai nella cabina e la feci partire, scendendo poi e trovandomi all'entrata del ministero. Uscì e vidi mio padre venire verso di me. Lo abbracciati forte ed una volta staccati cominciammo a camminare senza una direzione precisa. 
- Allora perché sei qui? - chiese lui curioso. 
- Devo fare un paio di ricerche su una persona e ho saputo che ha lavorato qui quindi volevo dare un'occhiata ai documenti dei dipendenti. - spiegati speranzosa. 
- Uhm... non so se posso... - fece per dire ma lo interruppi. Gli misi una mano sul braccio e ci fermammo. 
- Papà ti prego. È davvero importante. - dissi supplicandolo con gli occhi. 
- Centra con... quello che sta succedendo? - chiese abbassando la voce per non farsi sentire da quelli che ci passavano accanto. 
- Sì. - sussurrai annuendo. Lui sospirò e mi guardò per un paio di secondi. 
- Va bene, andiamo. - disse lui avviandosi ed io lo seguì soddisfatta. Ci infilammo in un ascensore abbastanza affollato ma grazie al cielo scendemmo dopo solo due fermate. Non sapevo dove andare, dato che non ero mai stata in quella parte del ministero, quindi mi ero affidata completamente a mio padre che camminava senza esitare. Alla fine arrivammo davanti ad una porta nera chiusa. - Ecco, qui c'è tutto. - disse indicandola. 
- Grazie papà. - dissi dandogli un bacio sulla guancia. 
- Figurati ma non ti mettere nei guai! Mi raccomando. - disse con un sorriso. 
- Certo papà. - dissi annuendo prima di entrare. Mi chiusi la porta dietro di me e la solita atmosfera cupa di quel posto mi avvolse. Non era molto illuminato ma sfruttando quella poca mi tuffai in quel posto. Percorsi uno stretto corridoio i cui muri erano scaffali con diversi raccoglitori pieni di fogli, e mi ritrovai in un corridoio più largo che divideva i vari scaffali. Su ognuno c'era una targhetta con l'anno in ordine cronologico. Dovetti camminare un po' per trovare gli anni giusti. Non sapevo con esattezza quando aveva smesso di lavorare e quando aveva iniziato così calcolai più o meno l'età che doveva avere ed iniziai a cercare lì. Per fortuna i nomi erano racchiusi in ordine alfabetico ed in base al lavoro che svolgevano ma dato che non avevo idea di cosa facesse mi dovevo affidare solo al nome. 
Ci misi un po' a trovarlo ma alla fine, dopo quasi un'ora lo trovai. Lì dentro c'erano davvero tante informazioni, tutte quelle che mi servivano. Presi i fogli e li infilati in borsa, guardandomi intorno per essere sicura che nessuno mi avesse visto, poi rimisi a posto il contenitore. Uscì dal piccolo corridoio e successivamente da quel posto. Mio padre non c'era, probabilmente era tornato a lavoro. 
Camminai velocemente verso l'uscita, ricordandomi la strada fatta con papà ma prima di arrivare all'ascensore vidi qualcuno uscire da una porta. Il capitano! 
- Cazzo! - sussurrai nascondendomi dietro ad un muro. Lo vidi voltarsi e camminare verso la mia direzione ma grazie al cielo non mi vide e mi superò. Quando lui svoltò l'angolo di un altro corridoio io uscì dal mio nascondiglio e posai lo sguardo sulla porta del suo ufficio. Oh! Al diavolo. Presa un moto di pazzia camminai velocemente verso quella porta e quando fui sicura che nessuno mi vedesse sgattaiolai dentro. Era un posto molto grande, con una grande scrivania in mezzo ed alcuni mobili ai lati, una finestra dall'altra parte rispetto a me, proprio dietro alla scrivania. ( N.A. Come l'ufficio che si vede nei doni della morte parte. 1 ) 
Avevo poco tempo ed era davvero pericoloso ma finalmente avevo la possibilità di smascherarlo! 
Cominciai a frugare un po' da per tutto. Mi accovacciai davanti ad un baule e lo aprì rovistando fra i vari oggetti che conteneva, principalmente scartoffie. Voltai la testa e, appurato che lì dentro non c'era niente, mi dedicai alla scrivania. Aprì tutti i cassetti finché uno non attirò la mia attenzione. Era particolarmente pieno, rispetto agli altri, come se dovesse nascondere qualcosa sotto a tutti quelle cose. Tirai fuori tutti i fogli che c'erano dentro, mettendoli sulla scrivania, ed alla fine trovai un pacchetto. Lo tirai fuori e guardando meglio non era affatto una scatolina, bensì tante buste di lettere legate insieme da un laccio. 
- Bingo. - sussurrai ficcandomi anche quello in borsa. Rimisi velocemente la roba dentro il cassetto e mi avvisi velocemente verso la porta. Ne aprì uno spiraglio e vedendo che non c'era nessuno uscì e mi allontanai velocemente. Mi sentivo come se fossi una ladra ma in fondo ho fatto la cosa giusta! L'avevo fatto per proteggere tutti da due pazzi! 
Mi avvisi verso l'uscita e mi ritrovai di nuovo in città. Oramai di era fatto buio e quando guardai l'orologio notai che erano già le otto di sera! Cominciai a camminare ma prima che potessi allontanarmi troppo sentì una voce ben conosciuta chiamarmi. Mi voltai e vidi mio padre raggiungermi. 
- Stai tornando a scuola? - mi chiese lui guardandomi. 
- Sì. - risposi annuendo. 
- Dai, ti accompagno. - propose avviandosi e lo seguì. - Hai trovato tutto? - 
- Sì, tutto. Grazie ancora papà. - feci sorridendo un po' a disagio. Non mi piaceva mentire ai miei genitori su cose del genere, in realtà non mi piaceva mentire a loro e basta, ma non potevo parlargliene. Gli avrei messi solo in pericolo. 
- Bene... - rimanemmo in silenzio per un bel po', finché non raggiungemmo un posto totalmente vuoto. - Tesoro, sei sicura di avermi detto tutto? - 
- Certo. - mentì spudoratamente. 
- Piccola sei una donna oramai ma rimani mia figlia e se devi dirmi qualcosa... - 
- Lo so, papà. - lo bloccai abbracciandolo che lui ricambiò subito. Mi strinsi fra quelle sue braccia un po' robuste, le braccia che mi avevano coccolato fin da quando ero piccola. Una volta staccati lo salutai un'altra volta e mi smaterializzai a scuola. 


Ciao! Devo ammettere che questo capitolo mi piace davvero tanto! Che ne dite? Per quanto riguarda l'immagine scusate ma nell'ultimo periodo è diversi problemi con il sito da cui tropo il codice e non ne trovo un altro. Come sempre io vi invito a recensire e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ci vediamo al prossimo! .

 

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Capitolo 31
*** Martin Freakzuis ***


 

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Titolo
Pov Hermione
Quando tornai al castello andai diretta alla Sala Comune. Lì, seduti sui divano ad aspettarmi c'erano Ginny, Blaise e Draco. Appena mi videro si alzarono in piedi ed il mio ragazzo si catapultò su di me.
- Stai bene? - mi chiese apprensivo. Gli sorrisi lievemente ed annuì. 
- Hai trovato qualcosa? - chiese poi Ginny facendomi così voltare verso di lei. 
- Sì, esattamente quello che stavo cercando. - risposi soddisfatta. 
- Bene! Adesso che intenzione hai? - chiese Blaise curioso. A quella domanda mi bloccai. Sapevo che se avessi detto a Draco cosa volevo fare adesso lui mi avrebbe fermato, quindi era meglio non dirglielo per ora. 
- Ehm... non lo so ancora. Ma voi andate a cena, non c'era bisogno di aspettarmi. - dissi staccandomi dal mio ragazzo che mi guardò tra il sorpreso ed il sospettoso. 
- Tu non vieni? - fece con lo stesso tono dello sguardo. 
- No, non ho fame. Ci vediamo dopo. - replicai sicura annuendo. Blaise annuì sicuro ed uscì dalla sala comune portandosi dietro Ginny. Lui ancora non mi conosceva abbastanza bene da sapere che stavo mentendo, il biondino invece mi conosceva molto bene da riconoscerlo. 
- Hermione. Cosa vuoi fare? - chiese quasi autoritario. 
- Niente! Sul serio amore, è solo che non ho fame. - dissi sicura. Detestavo mentirgli ma dovevo farlo. 
- Okay... sei sicura di non voler neanche venire con noi? - provò ancora. 
- No, grazie. Sono molto stanca e preferisco andare in camera. Ti aspetto lì, okay? - dissi sorridendo lievemente. 
- Okay, amore. Ci vediamo dopo. - disse dandomi un lieve bacio sulle labbra per poi uscire dalla sala. Appena la porta si chiuse tirai un sospiro di sollievo. Sapevo meglio di lui che non mi aveva creduto ma almeno era uscito e questo dimostrava che si fidava di me... più o meno. Mi avviai in camera ed appena entrata tirai fuori dalla borsa tutto il materiale che avevo preso. Il pacchetto di lettere lo nascosi nel mio armadio, mentre lo schedario su di lui lo depositati sul letto per lavorarci. 
Mi sedetti davanti ad esso e cominciai a sfogliare le varie schede. Nella prima c'erano solo i suoi dati personali; del tipo nome, data di nascita, indirizzo... tutto. Sull'indirizzo però notai una cosa strana, una specie di sfumatura nera sotto alla scritta, come se fosse stato cancellato e riscritto. Trall'altro era scritto in modo diverso, una scrittura diversa. Di nuovo, mi ritrovai a sorridere soddisfatta. Mi alzai ed andai a pretendere un foglietto di pergamena. 
[ Salve Signor Freakzuis, 
lei non mi conosce ed io conosco lei solo di nome. Mi dispiace molto disturbarla ma le devo parlare urgentemente ed il prima possibile. Mi dica lei quando e dove. 
Anonimo. ] 
Meglio essere prudenti e non mettere il proprio nome. Aprì la gabbia del gufo di Draco e gli diedi la lettera dicendogli dove andare. Non ero sicura che quello fosse l'indirizzo giusto ma dovevo provare. Speravo solo che rispondesse alla lettera. Tornai sul letto e ricominciai a sfogliare le carte, volevo sapere di più su quell'uomo. 
Dopo quei primi fogli c'erano scritte tante altre cose ma tutte a proposito del suo lavoro. C'erano i vari giudizi su di lui da parte dei suoi capi, e moltissimi erano quelli di persone che lavoravano con lui. Parole e testi mi scorrevano davanti agli occhi e mi soffermavo a leggerne solo alcuni. 
[ All'inizio era un uomo davvero dolce e simpatico ma poi a cominciato a diventare sempre più strano. Era sempre nervoso ed era ossessionato da una ricerca che stava svolgendo insieme ad un gruppo di amici. Ma... non ha mai divulgato niente a proposito, anzi, se gli facevi delle domande a proposito di questo argomento si irritava subito. ] 
Questo era uno degli ultimi. Era stato scritto nel periodo in cui lui era scomparso. La ricerca che stava facendo... sicuramente si riferiva alla fonte, ma quindi non era solo! C'era qualcun'altro con lui! 
Agli ultimi diedi un'occhiata veloce e ne stavo leggendo una quando sentì qualcosa picchiare contro la finestra. Rimisi tutto a posto e portai con me i fogli, andando ad aprirla. Il gufo portava nel becco una lettera che presi tutta eccitata e curiosa. Diedi un biscotto all'animale che lo prese e tornò nella sua gabbia, che io chiusi un attimo dopo. Posai le carte sulla scrivania lì vicino e mi accinsi ad aprirla. 
[ Salve anonimo, 
possiamo incontrarci domani sera alle 8, nel Silverato. Confido che lo conosca. Arrivederci ed a domani. ] 
Non feci in tempo a pensare una cosa che una porta chiudersi. Mi volta i di scatto e capendo che era quella della Sala Comune mi affrettai a nascondere tutto sotto ad alcuni vestiti nell'armadio. Feci appena in tempo a chiudere le ante che la porta si aprì ed entrò il mio ragazzo. Mi voltai verso di lui e ci guardammo un paio di secondi. 
- Tutto bene, amore? - mi chiese avvicinandosi. 
- Sì certo. - risposi annuendo. Lui annuì a sua volta prima di spostare lo sguardo su qualcosa che tenevo in mano. Abbassai lo sguardo anch'io e notai che stringevo ancora in mano la risposta alla mia lettera. Cazzo... 
- Che cos'è? - chiese avvicinandosi con la mano tesa. Mi allontanai scuotendo la testa. 
- No, niente. Una lettera che mi ha mandato mia madre a proposito... del rinnovo delle promesse. - mentì di nuovo facendo un sorrisetto nervoso. Lui abbassò il braccio e lo lasciò cadere al lato, mentre si fermava. 
- Okay. - disse sospirando. Sapevamo entrambi che gli stavo mentendo. 
- Andiamo a dormire? Sono molto stanca. - chiesi indicando il letto. Lui annuì ed andò in bagno per prepararsi. Appena uscì, presi il mio pigiama ed andai nel bagno. Non ci misi molto, dato che avevo paura che potesse trovare quelle carte. Sapevo che se avesse saputo cosa volevo fare mi avrebbe dissuaso e per quanto detestassi con tutta me stessa mentirgli dovevo farlo. Uscì dal bagno e lo trovai già disteso che mi aspettava. La lettera l'avevo nascosta insieme a tutto il resto quando lui era in bagno. Mi misi sotto le coperte e spensi la luce, mentre lui mi abbracciava da dietro. Chiusi gli occhi stringendomi a lui. 
- Che ti succede, amore mio? - chiese dopo qualche minuto di silenzio. 
- Niente. - sussurrai sospirando. Mi voltai verso di lui e lo vidi con la fronte corrucciata. 
- Mi menti in continuazione. - replicò tirandosi su con un gomito. Mi voltai di nuovo e puntai lo sguardo sulla parete davanti a me. 
- Mi dispiace. - sussurrai mentre sentivo le lacrime pungermi gli occhi. 
- Amore... non voglio farti la predica. Sono solo preoccupato per te. Non ho idea di che cosa fai ed ho paura che ti fiocchi in qualche guaio. - 
- Ehi! - feci voltandomi verso di lui. Gli presi il volto tra le mani e lo guardai prima di parlare. - Ti fidi di me? - 
Sospirò ma non rispose. Semplicemente mi scrutò e quasi potei vedere le rotelle del suo cervello girare per trovare una risposta. Capivo che esitasse, in fondo ero io quella che aveva mentito per un giorno intero. - Con tutto me stesso. - rispose alla fine. 
- Ed allora fallo. Ti prometto che ti dirò ogni cosa. - dissi con sorriso dolce e stavolta entrambi sapevamo che non stavo mentendo. Sorrise anche lui e mi baciò prima di distendersi di nuovo. 
**
Il giorno dopo passò molto lentamente. Andai a lezione ed ad ogni buco in ci riuscivo a stare sola rileggevo le carte ed il libro per formulare una specie di discorso che sicuramente non avrei detto. 
Alla fine, verso le sette e mezzo di sera, cominciai a prepararmi. Misi un tubino nero che mi arrivava poco più su del ginocchio ed un paio di decoltè nere, al collo la collana di Draco. Lasciai i capelli sciolti e morbidi sulle spalle e mi trucca i poco; infine infilai un giubbotto di velluto che mi copriva fino alle ginocchia. Uscì dalla camera e mi diressi verso l'ufficio del preside per informarlo che uscivo, come aveva detto lui. Nella Sala incontrai Draco che appena mi vide mi raggiunse subito. 
- Dove vai? - chiese confuso. 
- Ehm... devo vedermi con una persona. - riposi un po' a disagio. 
- Chi? - 
- Une persona che ci può aiutare contro loro due. - 
- Hermione, dimmi chi è. - 
- È una persona che ha usato la fonte, okay? - dissi esasperata. - Posso ricevere delle informazioni importanti da lui. -
- Vengo con te. - 
- No! Lo devo incontrare da sola. - dissi frettolosa bloccandolo per un braccio. 
- Perché?! - 
- Perché gli ho detto che saremmo stati solo io e lui. Rischio che se ne vada e sinceramente tu non sei la persona più cordiale del mondo. - dissi con un sorriso divertito. 
- Hai ragione ma... - si bloccò un attimo e rimase in silenzio, guardandomi e basta. - Stai attenta. - 
- Sempre. - sussurrai prima di dargli un bacio a fior di labbra. - Ti amo. - 
- Anch'io. - fece lasciandomi andare. Feci per uscire ma prima che mi chiudessi la porta dietro di me sentì di nuovo la sua voce. - Herm! - 
- Sì? - 
- Sei bellissima. - disse sorridendo. Sorrisi anch'io e mi chiusi la porta dietro le spalle. Andai velocemente nell'ufficio del preside e lo informai che stavo uscendo prima di andare verso la porta della scuola. Per i corridoi non c'erano tante persone ma quelle poche mi guardarono straniti; non cinfeci caso e continuai a camminare. Uscì dalla scuola ed appena raggiunto il punto giusto mi smaterializzai. 
Atterrai un secondo dopo davanti al Silverato. Il Silverato era un ristorante abbastanza di lusso, a giudicare dai prezzi e dal mobilio. Ci ero venuta un po' di tempo fa con i miei genitori per il compleanno della mamma. L'insegna era illuminata da alcune luci magiche calde ed appena entrai la stessa atmosfera mi circondò. Appena mi chiusi la porta dietro di me, un uomo vestito in smoking mi si avvicinò con una cartella in mano. 
- Salve. - fece lui con un sorriso. 
- Salve, ho appuntamento qui con il signor Freakzuis. - 
- Oh! Sì, venga con me. - disse voltandosi ed inoltrandosi dentro il ristorante, tra i vari tavoli. Le pareti erano tutte dipinte di grigio-argento ed anche i tavoli avevano le tovaglie dello stesso colore. Come centro tavola dei vasi con alcuni fiori bianchi e neri. Tutto molto bello ed elegante. Mi fece entrare in una specie di tenta dello stesso colore del resto e dentro c'erano più o meno quattro tavoli. Individuai subito Martin. Era l'unico uomo da solo e poi l'avevo riconosciuto dalla foto. Appena ci vide si alzò in piedi e congedò il cameriere. Freakzuis era un uomo che non dimostrava più di trent'anni, aveva la pelle molto scura e due occhi neri come la notte. Per l'occasione indossava un completo blu scuro che risaltava ancora di più con i suoi colori. 
- Il signor Freakzuis? - feci porgendogli la mano. 
- Anonimo presumo. - disse compiaciuto. 
- Mi chiami pure Hermione. - dissi con un minuscolo sorriso. Lui prese la mia mano con delicatezza e la avvicinò alle labbra. 
- Incantato. - fece baciando delicatamente il dorso. Imbarazzata ed un po' a disagio ritirai la mano e mi tolsi il giubbotto, dato che lì faceva caldo. Poi, feci per spostare la sedia ma lui mi precedette e la spostò al mio posto. - Prego. - disse sorridendo, io mi sedetti ed un attimo dopo lo fece anche lui, mettendosi davanti a me. 
- Incontra sempre qui le persone con cui deve parlare? - chiesi guardandomi in torno. 
- Sì, praticamente sempre. È più... comodo. - 
- E c'è molta più gente. - * 
- Bè sì. Spesso non so esattamente con chi ho a che fare ed il fatto di essere in pubblico è sicuro. - rispose lui annuendo lievemente. - Dunque, di cosa vuole parlare una bella ragazza come lei? - 
- Voglio parlare dei suoi... studi. - a quelle parole lo vidi irrigidirsi lievemente. - So che ha studiato, insieme a dei suoi amici, una cosa molto particolare e so anche  che ne ha fatto uso. - 
- Come fa ad esserne sicura? Non sa quando sono nato. - 
- Oh sì che lo so. È nato nel 1803. - dissi sicura. 
- Come... - 
- Mi sono informata su quello che stava studiando anche lei e mi sono imbattuta nel suo nome in un volume che stavo consultando. Ho letto che lavorava al ministero, così sono entrata nell'archivio di tutti i dipendenti e l'ho trovata. - spiegai velocemente. 
- Non mi aspettavo questa furbizia ed intelligenza da una semplice ragazza. - commentò evidentemente sorpreso ed allo stesso tempo compiaciuto. 
- Grazie, lo prendo come un complimento. - 
- Oh! Lo è. Il suo ragazzo deve essere un uomo molto fortunato. - 
- Non siamo qui per parlare della mia vita sentimentale. - 
- No di certo. - rispose annuendo. - Cosa vuole sapere dai miei studi? - 
- Prima di tutto, è vero? - 
- Certo che lo è. Sennò io non sarei qui, non pensa? - 
- Giusto. Devo sapere dov'è la fonte e come fare ad entrare. - dissi secca e fredda. 
- Perché le interessa? - chiese confuso ed un po' sospettoso lui. 
- Ci sono due persone che ne vogliono usufruire e... diciamo che li devo fermare. Ma ho paura che loro abbiano già diverse informazioni e sanno già dove andare, quindi devo saperlo anch'io. - esitai un po' a parlarne, in fondo non sapevo niente su di lui. 
- E se queste persone ne usufruissero? - 
- Sarebbe una catastrofe. - risposi con un po' di esitazione. L'uomo mi guardò per un bel po', pesando le mie parole e capendo se si poteva fidare oppure no. 
- Va bene. - disse alla fine posando gli avambracci sul tavolo. - Mi ci sono voluti anni per trovare tutto quello che mi serviva. Avevo letto di questa fonte in un libro e mi aveva incuriosito così avevo deciso di scoprire se era reale o no. Io ed alcuni amici abbiamo cercato dappertutto, in ogni libreria e parlato con tantissime persone prima di scoprire tutto. La fonte è nascosta in Romania, sui Carpazi, più precisamente sulla seconda montagna a partire da desta. Capirà quando sarà là. 
Sono sicuro che lei sappia anche che per entrare c'è bisogno di una chiave. - 
- Sì, l'avevo letto. - 
- Bene. Dopo che l'avevamo ritrovata siamo andati lì e ne abbiamo usufruito, poi l'abbiamo riportata dove l'avevamo trovata. Come ci aveva detto la custode. - finì di raccontare. 
- E dove l'avete nascosta? - 
- Non lo so. - rispose scuotendo la testa. Sgranai gli occhi ed aggrottai subito dopo le sopracciglia. 
- Ma come? Non l'avete nascosta insieme? - chiesi io, stupita e molto preoccupata. 
- Non esattamente. Lo hanno fatto due dei nostri. - precisò lui. - E non ci hanno mai detto dove. Ma posso darti i nomi. 
- Ehm... sì, va bene. Mi ci metterò in contatto io. - dissi annuendo sollevata da quella possibilità. Lui annuì a sua volta e tirò fuori un bigliettino e scrisse velocemente qualcosa prima di porgermelo. Io lo presi e lo ficcai nella tasca del giubbotto che avevo appeso alla sedia. 
- Hermione? - 
- Sì? - 
- State attenti. La fonte può... portare davvero alla pazzia. - disse ancora più serio. A quelle parole aggrottai le sopracciglia e lo guardai confusa, non capendo le sue parole. 
- In che senso? - chiesi alla fine. 
- Le ricerche mi avevano ossessionato. Quella fonte mi stava ossessionando, stavo impazzendo e neanche me ne rendevo conto.Ti chiedo solo questo, state attenti. - disse lui quasi preoccupato. 
- Va bene, grazie dell'avvertimento. - dissi annuendo e pensando alle sue parole. Ci poteva davvero succedere questo? No, non l'avrei permesso. - Un'altra cosa. Ha idea di come quei due possano aver avuto tante informazioni? - 
- Purtroppo sì. Sono ancora in contatto con una delle persone che hanno nascosto la chiave e più o meno un mese fa mi ha detto che l'altra persona era come sparita. Da quello che mi hai detto ho il sospetto che siano state loro a rapirla per avere le stesse informazioni che hai avuto tu. - questo era ancora più preoccupante. Se avevano già la persona che aveva nascosto la chiave erano molto più avanti di noi. 
- E come hanno fatto a scoprire che lui era uno dei vostri? - chiesi riportando lo sguardo scettico e bisognoso di risposte nel suo. 
- Diciamo che lui, dopo aver usufruito della fonte, non ha vissuto esattamente un'eternità... sobria. Andava e probabilmente va tutt'ora a spifferare in giro che lui sa dov'è la fonte e che l'ha usata ma per la maggior parte non gli credano. Sai cosa si pensa di essa. Probabilmente l'ha detto anche alla persona sbagliata e loro l'hanno saputo. - 
- È molto probabile. - dissi annuendo e capendo che il suo ragionamento non faceva una piega. - Okay, grazie di tutto. Ora devo andare. - dissi alzandomi in piedi. 
- Certo, l'accompagno. - disse alzandosi a sua volta. Annuì lievemente e mi misi la mia giacca. Uscimmo dalle tendine e successivamente da locale. - Se avrà bisogno di qualcosa in seguito non esiti a contattarmi. - disse lui mentre stavamo camminando.
- Certo, grazie mille. - risposi annuendo. 
- Ah! Ha per caso un numero di telefono? Sa ho vissuto molto anche tra i babbani ed ho imparato ad usarlo. - disse tirando fuori il suo. - Trallaltro lo trovo molto meglio delle lettere. - 
- Sì, certo. - dissi annuendo e tirando fuori il mio telefono. Ci scambiammo i numeri e poi io continuai da sola a camminare. 
- Buonanotte Hermione. - disse con un piccolo sorriso. 
- Buonanotte e grazie ancora. - risposi sorridendo lievemente. Cammina i ancora per un po', mentre pensavo alla serata. La via era illuminata ed abbastanza affollata, quindi non mi preoccupavo. 
Tutta la conversazione era stata abbastanza fredda ma in fondo mi era sembrato un tipo affidabile. Mi aveva dato molte informazioni importanti ed un aiuto ulteriore a quello che mi aspettavo senza fare troppe domande. Non sapevo perché ma sentivo che mi potevo fidare di lui. 
Camminai per tanto tempo, senza una meta precisa. Avevo solo bisogno di camminare e di schiarirmi le idee. 
Quando arrivai all'orologio, situato più o meno al centro di quella città magica, guardai in alto e notai che era davvero tardi! Sganai gli occhi e mi smaterializzai ritrovandosi davanti alla mia scuola. Già mi immaginavo l'espressione arrabbiata e preoccupata di Draco quando mi avrebbe visto. 
Ciao a tutti! Allora ho pubblicato oggi perché tanto avevo il capitolo pronto. Ehm... ho notato che le visualizzazioni dei vari capitolo stanno diminuendo ed è normale visto che siamo in estate e quindi la gente sta meno online, tranquilli non sto per dirvi che non sono sicura di finire la storia perché sono innamorata anch'io di questa, ma ne piacerebbe sapere cosa ne pensate dei capitoli. Mi bastano anche poche parole, credetemi. Il tal proposito, cosa ne pensate del capitolo? 
Ciao e ci vediamo al prossimo! 
* sì, prima che lo dite, è una frase di Twilight. 
** scusate per eventuali errori di battitura. Sto molto attenta quando scrivo e rileggo sempre tutto ma qualche volta non vedo un errore e lo lascio così. Abbiate pietà. 

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MARTIN FREAKZUIS


Pov Hermione


Quando tornai al castello andai diretta alla Sala Comune. Lì, seduti sui divano ad aspettarmi c'erano Ginny, Blaise e Draco. Appena mi videro si alzarono in piedi ed il mio ragazzo si catapultò su di me.
- Stai bene? - mi chiese apprensivo. Gli sorrisi lievemente ed annuì. 
- Hai trovato qualcosa? - chiese poi Ginny facendomi così voltare verso di lei. 
- Sì, esattamente quello che stavo cercando. - risposi soddisfatta. 
- Bene! Adesso che intenzione hai? - chiese Blaise curioso. A quella domanda mi bloccai. Sapevo che se avessi detto a Draco cosa volevo fare adesso lui mi avrebbe fermato, quindi era meglio non dirglielo per ora. 
- Ehm... non lo so ancora. Ma voi andate a cena, non c'era bisogno di aspettarmi. - dissi staccandomi dal mio ragazzo che mi guardò tra il sorpreso ed il sospettoso. 
- Tu non vieni? - fece con lo stesso tono dello sguardo. 
- No, non ho fame. Ci vediamo dopo. - replicai sicura annuendo. Blaise annuì sicuro ed uscì dalla sala comune portandosi dietro Ginny. Lui ancora non mi conosceva abbastanza bene da sapere che stavo mentendo, il biondino invece mi conosceva molto bene da riconoscerlo. 
- Hermione. Cosa vuoi fare? - chiese quasi autoritario. 
- Niente! Sul serio amore, è solo che non ho fame. - dissi sicura. Detestavo mentirgli ma dovevo farlo. 
- Okay... sei sicura di non voler neanche venire con noi? - provò ancora. 
- No, grazie. Sono molto stanca e preferisco andare in camera. Ti aspetto lì, okay? - dissi sorridendo lievemente. 
- Okay, amore. Ci vediamo dopo. - disse dandomi un lieve bacio sulle labbra per poi uscire dalla sala. Appena la porta si chiuse tirai un sospiro di sollievo. Sapevo meglio di lui che non mi aveva creduto ma almeno era uscito e questo dimostrava che si fidava di me... più o meno. Mi avviai in camera ed appena entrata tirai fuori dalla borsa tutto il materiale che avevo preso. Il pacchetto di lettere lo nascosi nel mio armadio, mentre lo schedario su di lui lo depositati sul letto per lavorarci. 
Mi sedetti davanti ad esso e cominciai a sfogliare le varie schede. Nella prima c'erano solo i suoi dati personali; del tipo nome, data di nascita, indirizzo... tutto. Sull'indirizzo però notai una cosa strana, una specie di sfumatura nera sotto alla scritta, come se fosse stato cancellato e riscritto. Trall'altro era scritto in modo diverso, una scrittura diversa. Di nuovo, mi ritrovai a sorridere soddisfatta. Mi alzai ed andai a pretendere un foglietto di pergamena. 


[ Salve Signor Freakzuis, 
lei non mi conosce ed io conosco lei solo di nome. Mi dispiace molto disturbarla ma le devo parlare urgentemente ed il prima possibile. Mi dica lei quando e dove. 
Anonimo. ] 
Meglio essere prudenti e non mettere il proprio nome. Aprì la gabbia del gufo di Draco e gli diedi la lettera dicendogli dove andare. Non ero sicura che quello fosse l'indirizzo giusto ma dovevo provare. Speravo solo che rispondesse alla lettera. Tornai sul letto e ricominciai a sfogliare le carte, volevo sapere di più su quell'uomo. 
Dopo quei primi fogli c'erano scritte tante altre cose ma tutte a proposito del suo lavoro. C'erano i vari giudizi su di lui da parte dei suoi capi, e moltissimi erano quelli di persone che lavoravano con lui. Parole e testi mi scorrevano davanti agli occhi e mi soffermavo a leggerne solo alcuni. 


[ All'inizio era un uomo davvero dolce e simpatico ma poi a cominciato a diventare sempre più strano. Era sempre nervoso ed era ossessionato da una ricerca che stava svolgendo insieme ad un gruppo di amici. Ma... non ha mai divulgato niente a proposito, anzi, se gli facevi delle domande a proposito di questo argomento si irritava subito. ] 


Questo era uno degli ultimi. Era stato scritto nel periodo in cui lui era scomparso. La ricerca che stava facendo... sicuramente si riferiva alla fonte, ma quindi non era solo! C'era qualcun'altro con lui! 
Agli ultimi diedi un'occhiata veloce e ne stavo leggendo una quando sentì qualcosa picchiare contro la finestra. Rimisi tutto a posto e portai con me i fogli, andando ad aprirla. Il gufo portava nel becco una lettera che presi tutta eccitata e curiosa. Diedi un biscotto all'animale che lo prese e tornò nella sua gabbia, che io chiusi un attimo dopo. Posai le carte sulla scrivania lì vicino e mi accinsi ad aprirla. 


[ Salve anonimo, 
possiamo incontrarci domani sera alle 8, nel Silverato. Confido che lo conosca. Arrivederci ed a domani. ] 


Non feci in tempo a pensare una cosa che una porta chiudersi. Mi volta i di scatto e capendo che era quella della Sala Comune mi affrettai a nascondere tutto sotto ad alcuni vestiti nell'armadio. Feci appena in tempo a chiudere le ante che la porta si aprì ed entrò il mio ragazzo. Mi voltai verso di lui e ci guardammo un paio di secondi. 
- Tutto bene, amore? - mi chiese avvicinandosi. 
- Sì certo. - risposi annuendo. Lui annuì a sua volta prima di spostare lo sguardo su qualcosa che tenevo in mano. Abbassai lo sguardo anch'io e notai che stringevo ancora in mano la risposta alla mia lettera. Cazzo... 
- Che cos'è? - chiese avvicinandosi con la mano tesa. Mi allontanai scuotendo la testa. 
- No, niente. Una lettera che mi ha mandato mia madre a proposito... del rinnovo delle promesse. - mentì di nuovo facendo un sorrisetto nervoso. Lui abbassò il braccio e lo lasciò cadere al lato, mentre si fermava. 
- Okay. - disse sospirando. Sapevamo entrambi che gli stavo mentendo. 
- Andiamo a dormire? Sono molto stanca. - chiesi indicando il letto. Lui annuì ed andò in bagno per prepararsi. Appena uscì, presi il mio pigiama ed andai nel bagno. Non ci misi molto, dato che avevo paura che potesse trovare quelle carte. Sapevo che se avesse saputo cosa volevo fare mi avrebbe dissuaso e per quanto detestassi con tutta me stessa mentirgli dovevo farlo. Uscì dal bagno e lo trovai già disteso che mi aspettava. La lettera l'avevo nascosta insieme a tutto il resto quando lui era in bagno. Mi misi sotto le coperte e spensi la luce, mentre lui mi abbracciava da dietro. Chiusi gli occhi stringendomi a lui. 
- Che ti succede, amore mio? - chiese dopo qualche minuto di silenzio. 
- Niente. - sussurrai sospirando. Mi voltai verso di lui e lo vidi con la fronte corrucciata. 
- Mi menti in continuazione. - replicò tirandosi su con un gomito. Mi voltai di nuovo e puntai lo sguardo sulla parete davanti a me. 
- Mi dispiace. - sussurrai mentre sentivo le lacrime pungermi gli occhi. 
- Amore... non voglio farti la predica. Sono solo preoccupato per te. Non ho idea di che cosa fai ed ho paura che ti fiocchi in qualche guaio. - 
- Ehi! - feci voltandomi verso di lui. Gli presi il volto tra le mani e lo guardai prima di parlare. - Ti fidi di me? - 
Sospirò ma non rispose. Semplicemente mi scrutò e quasi potei vedere le rotelle del suo cervello girare per trovare una risposta. Capivo che esitasse, in fondo ero io quella che aveva mentito per un giorno intero. - Con tutto me stesso. - rispose alla fine. 
- Ed allora fallo. Ti prometto che ti dirò ogni cosa. - dissi con sorriso dolce e stavolta entrambi sapevamo che non stavo mentendo. Sorrise anche lui e mi baciò prima di distendersi di nuovo. 


**


Il giorno dopo passò molto lentamente. Andai a lezione ed ad ogni buco in ci riuscivo a stare sola rileggevo le carte ed il libro per formulare una specie di discorso che sicuramente non avrei detto. 
Alla fine, verso le sette e mezzo di sera, cominciai a prepararmi. Misi un tubino nero che mi arrivava poco più su del ginocchio ed un paio di decoltè nere, al collo la collana di Draco. Lasciai i capelli sciolti e morbidi sulle spalle e mi trucca i poco; infine infilai un giubbotto di velluto che mi copriva fino alle ginocchia. Uscì dalla camera e mi diressi verso l'ufficio del preside per informarlo che uscivo, come aveva detto lui. Nella Sala incontrai Draco che appena mi vide mi raggiunse subito. 
- Dove vai? - chiese confuso. 
- Ehm... devo vedermi con una persona. - riposi un po' a disagio. 
- Chi? - 
- Une persona che ci può aiutare contro loro due. - 
- Hermione, dimmi chi è. - 
- È una persona che ha usato la fonte, okay? - dissi esasperata. - Posso ricevere delle informazioni importanti da lui. -
- Vengo con te. - 
- No! Lo devo incontrare da sola. - dissi frettolosa bloccandolo per un braccio. 
- Perché?! - 
- Perché gli ho detto che saremmo stati solo io e lui. Rischio che se ne vada e sinceramente tu non sei la persona più cordiale del mondo. - dissi con un sorriso divertito. 
- Hai ragione ma... - si bloccò un attimo e rimase in silenzio, guardandomi e basta. - Stai attenta. - 
- Sempre. - sussurrai prima di dargli un bacio a fior di labbra. - Ti amo. - 
- Anch'io. - fece lasciandomi andare. Feci per uscire ma prima che mi chiudessi la porta dietro di me sentì di nuovo la sua voce. - Herm! - 
- Sì? - 
- Sei bellissima. - disse sorridendo. Sorrisi anch'io e mi chiusi la porta dietro le spalle. Andai velocemente nell'ufficio del preside e lo informai che stavo uscendo prima di andare verso la porta della scuola. Per i corridoi non c'erano tante persone ma quelle poche mi guardarono straniti; non cinfeci caso e continuai a camminare. Uscì dalla scuola ed appena raggiunto il punto giusto mi smaterializzai. 
Atterrai un secondo dopo davanti al Silverato. Il Silverato era un ristorante abbastanza di lusso, a giudicare dai prezzi e dal mobilio. Ci ero venuta un po' di tempo fa con i miei genitori per il compleanno della mamma. L'insegna era illuminata da alcune luci magiche calde ed appena entrai la stessa atmosfera mi circondò. Appena mi chiusi la porta dietro di me, un uomo vestito in smoking mi si avvicinò con una cartella in mano. 
- Salve. - fece lui con un sorriso. 
- Salve, ho appuntamento qui con il signor Freakzuis. - 
- Oh! Sì, venga con me. - disse voltandosi ed inoltrandosi dentro il ristorante, tra i vari tavoli. Le pareti erano tutte dipinte di grigio-argento ed anche i tavoli avevano le tovaglie dello stesso colore. Come centro tavola dei vasi con alcuni fiori bianchi e neri. Tutto molto bello ed elegante. Mi fece entrare in una specie di tenta dello stesso colore del resto e dentro c'erano più o meno quattro tavoli. Individuai subito Martin. Era l'unico uomo da solo e poi l'avevo riconosciuto dalla foto. Appena ci vide si alzò in piedi e congedò il cameriere. Freakzuis era un uomo che non dimostrava più di trent'anni, aveva la pelle molto scura e due occhi neri come la notte. Per l'occasione indossava un completo blu scuro che risaltava ancora di più con i suoi colori. 
- Il signor Freakzuis? - feci porgendogli la mano. 
- Anonimo presumo. - disse compiaciuto. 
- Mi chiami pure Hermione. - dissi con un minuscolo sorriso. Lui prese la mia mano con delicatezza e la avvicinò alle labbra. 
- Incantato. - fece baciando delicatamente il dorso. Imbarazzata ed un po' a disagio ritirai la mano e mi tolsi il giubbotto, dato che lì faceva caldo. Poi, feci per spostare la sedia ma lui mi precedette e la spostò al mio posto. - Prego. - disse sorridendo, io mi sedetti ed un attimo dopo lo fece anche lui, mettendosi davanti a me. 
- Incontra sempre qui le persone con cui deve parlare? - chiesi guardandomi in torno. 
- Sì, praticamente sempre. È più... comodo. - 
- E c'è molta più gente. - * 
- Bè sì. Spesso non so esattamente con chi ho a che fare ed il fatto di essere in pubblico è sicuro. - rispose lui annuendo lievemente. - Dunque, di cosa vuole parlare una bella ragazza come lei? - 
- Voglio parlare dei suoi... studi. - a quelle parole lo vidi irrigidirsi lievemente. - So che ha studiato, insieme a dei suoi amici, una cosa molto particolare e so anche  che ne ha fatto uso. - 
- Come fa ad esserne sicura? Non sa quando sono nato. - 
- Oh sì che lo so. È nato nel 1803. - dissi sicura. 
- Come... - 
- Mi sono informata su quello che stava studiando anche lei e mi sono imbattuta nel suo nome in un volume che stavo consultando. Ho letto che lavorava al ministero, così sono entrata nell'archivio di tutti i dipendenti e l'ho trovata. - spiegai velocemente. 
- Non mi aspettavo questa furbizia ed intelligenza da una semplice ragazza. - commentò evidentemente sorpreso ed allo stesso tempo compiaciuto. 
- Grazie, lo prendo come un complimento. - 
- Oh! Lo è. Il suo ragazzo deve essere un uomo molto fortunato. - 
- Non siamo qui per parlare della mia vita sentimentale. - 
- No di certo. - rispose annuendo. - Cosa vuole sapere dai miei studi? - 
- Prima di tutto, è vero? - 
- Certo che lo è. Sennò io non sarei qui, non pensa? - 
- Giusto. Devo sapere dov'è la fonte e come fare ad entrare. - dissi secca e fredda. 
- Perché le interessa? - chiese confuso ed un po' sospettoso lui. 
- Ci sono due persone che ne vogliono usufruire e... diciamo che li devo fermare. Ma ho paura che loro abbiano già diverse informazioni e sanno già dove andare, quindi devo saperlo anch'io. - esitai un po' a parlarne, in fondo non sapevo niente su di lui. 
- E se queste persone ne usufruissero? - 
- Sarebbe una catastrofe. - risposi con un po' di esitazione. L'uomo mi guardò per un bel po', pesando le mie parole e capendo se si poteva fidare oppure no. 
- Va bene. - disse alla fine posando gli avambracci sul tavolo. - Mi ci sono voluti anni per trovare tutto quello che mi serviva. Avevo letto di questa fonte in un libro e mi aveva incuriosito così avevo deciso di scoprire se era reale o no. Io ed alcuni amici abbiamo cercato dappertutto, in ogni libreria e parlato con tantissime persone prima di scoprire tutto. La fonte è nascosta in Romania, sui Carpazi, più precisamente sulla seconda montagna a partire da desta. Capirà quando sarà là. 
Sono sicuro che lei sappia anche che per entrare c'è bisogno di una chiave. - 
- Sì, l'avevo letto. - 
- Bene. Dopo che l'avevamo ritrovata siamo andati lì e ne abbiamo usufruito, poi l'abbiamo riportata dove l'avevamo trovata. Come ci aveva detto la custode. - finì di raccontare. 
- E dove l'avete nascosta? - 
- Non lo so. - rispose scuotendo la testa. Sgranai gli occhi ed aggrottai subito dopo le sopracciglia. 
- Ma come? Non l'avete nascosta insieme? - chiesi io, stupita e molto preoccupata. 
- Non esattamente. Lo hanno fatto due dei nostri. - precisò lui. - E non ci hanno mai detto dove. Ma posso darti i nomi. 
- Ehm... sì, va bene. Mi ci metterò in contatto io. - dissi annuendo sollevata da quella possibilità. Lui annuì a sua volta e tirò fuori un bigliettino e scrisse velocemente qualcosa prima di porgermelo. Io lo presi e lo ficcai nella tasca del giubbotto che avevo appeso alla sedia. 
- Hermione? - 
- Sì? - 
- State attenti. La fonte può... portare davvero alla pazzia. - disse ancora più serio. A quelle parole aggrottai le sopracciglia e lo guardai confusa, non capendo le sue parole. 
- In che senso? - chiesi alla fine. 
- Le ricerche mi avevano ossessionato. Quella fonte mi stava ossessionando, stavo impazzendo e neanche me ne rendevo conto.Ti chiedo solo questo, state attenti. - disse lui quasi preoccupato. 
- Va bene, grazie dell'avvertimento. - dissi annuendo e pensando alle sue parole. Ci poteva davvero succedere questo? No, non l'avrei permesso. - Un'altra cosa. Ha idea di come quei due possano aver avuto tante informazioni? - 
- Purtroppo sì. Sono ancora in contatto con una delle persone che hanno nascosto la chiave e più o meno un mese fa mi ha detto che l'altra persona era come sparita. Da quello che mi hai detto ho il sospetto che siano state loro a rapirla per avere le stesse informazioni che hai avuto tu. - questo era ancora più preoccupante. Se avevano già la persona che aveva nascosto la chiave erano molto più avanti di noi. 
- E come hanno fatto a scoprire che lui era uno dei vostri? - chiesi riportando lo sguardo scettico e bisognoso di risposte nel suo. 
- Diciamo che lui, dopo aver usufruito della fonte, non ha vissuto esattamente un'eternità... sobria. Andava e probabilmente va tutt'ora a spifferare in giro che lui sa dov'è la fonte e che l'ha usata ma per la maggior parte non gli credano. Sai cosa si pensa di essa. Probabilmente l'ha detto anche alla persona sbagliata e loro l'hanno saputo. - 
- È molto probabile. - dissi annuendo e capendo che il suo ragionamento non faceva una piega. - Okay, grazie di tutto. Ora devo andare. - dissi alzandomi in piedi. 
- Certo, l'accompagno. - disse alzandosi a sua volta. Annuì lievemente e mi misi la mia giacca. Uscimmo dalle tendine e successivamente da locale. - Se avrà bisogno di qualcosa in seguito non esiti a contattarmi. - disse lui mentre stavamo camminando.
- Certo, grazie mille. - risposi annuendo. 
- Ah! Ha per caso un numero di telefono? Sa ho vissuto molto anche tra i babbani ed ho imparato ad usarlo. - disse tirando fuori il suo. - Trallaltro lo trovo molto meglio delle lettere. - 
- Sì, certo. - dissi annuendo e tirando fuori il mio telefono. Ci scambiammo i numeri e poi io continuai da sola a camminare. 
- Buonanotte Hermione. - disse con un piccolo sorriso. 
- Buonanotte e grazie ancora. - risposi sorridendo lievemente. Cammina i ancora per un po', mentre pensavo alla serata. La via era illuminata ed abbastanza affollata, quindi non mi preoccupavo. 
Tutta la conversazione era stata abbastanza fredda ma in fondo mi era sembrato un tipo affidabile. Mi aveva dato molte informazioni importanti ed un aiuto ulteriore a quello che mi aspettavo senza fare troppe domande. Non sapevo perché ma sentivo che mi potevo fidare di lui. Camminai per tanto tempo, senza una meta precisa. Avevo solo bisogno di camminare e di schiarirmi le idee. 
Quando arrivai all'orologio, situato più o meno al centro di quella città magica, guardai in alto e notai che era davvero tardi! Sganai gli occhi e mi smaterializzai ritrovandosi davanti alla mia scuola. Già mi immaginavo l'espressione arrabbiata e preoccupata di Draco quando mi avrebbe visto. 


Ciao a tutti! Allora ho pubblicato oggi perché tanto avevo il capitolo pronto. Ehm... ho notato che le visualizzazioni dei vari capitolo stanno diminuendo ed è normale visto che siamo in estate e quindi la gente sta meno online, tranquilli non sto per dirvi che non sono sicura di finire la storia perché sono innamorata anch'io di questa, ma ne piacerebbe sapere cosa ne pensate dei capitoli. Mi bastano anche poche parole, credetemi. Il tal proposito, cosa ne pensate del capitolo? 
Ciao e ci vediamo al prossimo! 
* sì, prima che lo dite, è una frase di Twilight. 
** scusate per eventuali errori di battitura. Sto molto attenta quando scrivo e rileggo sempre tutto ma qualche volta non vedo un errore e lo lascio così. Abbiate pietà. .

 

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Capitolo 32
*** Ultime informazioni ***


 

ULTIME INFORMAZIONI
Pov Hermione
- Quindi mi stai dicendo che in questi giorni hai trovato sia il nome di una persona che l'ha usata, il che è quasi incredibile, sia dove si trova? - chiese Silente incredulo dopo che gli ebbi raccontato tutto quello. Il giorno prima, quando ero tornata, avevo raccontato tutto ai miei amici ed a Draco. Insieme, avevamo deciso che il giorno dopo saremmo andati da lui per raccontargli quello che avevo fatto e quindi eccoci qui.
- Esattamente. - risposi annuendo. Nella stanza c'eravamo solo io, lui, Draco, Ginny e Blaise. Non sapevo dove fosse il Capitano e neanche mi importava, finché non ci dava fastidio. 
- Io... non posso dire di non essere impressionato. - ammise l'uomo scuotendo la testa. - Ed adesso? Presumo che voi non vi vogliate fermare qui, nella ricerca della fonte, o sbaglio? - 
- Non sbaglia professore. Martin mi ha dato tante informazioni importanti ma purtroppo non tutte. Lui non sapeva dove i suoi amici avevano nascosto la chiave e senza quella non si può entrare. Quindi supponendo che Bellatrix non l'abbia ancora presa... - lasciai la frase in sospeso perché sapevo che lui avrebbe capito, ed infatti fu così. 
- Quali sono le vostre intenzioni, al momento? - questa domanda la fece un po' a tutti. Io, esitante, mi volta verso gli altri che guardavano ed ascoltavano la conversazione impassibili. Ma l'unico sguardo che volevo e che incontrai era quello del mio ragazzo. Ci guardammo per diversi minuti e durante essi mi incoraggiò con lo sguardo. Sapeva cosa volevo fare ed adesso lui mi stava dicendo che era dalla mia parte e che era d'accordo. Così, carica e decisa, tornai a guardare il preside che aveva guardato attentamente il nostro scambio di sguardi. 
- Vorremmo partire. Vogliamo andare a parlare con una delle persone che ha nascosto la chiave. Poi la recupereremo. Così ostacoleremo, almeno in parte, il piano di Bellatrix. - 
- Bene, so che ne sarete capaci quindi vi affido la missione. E comunque avevo già l'idea di farvi partire. - 
- Per quale morivo? - chiese curioso Draco avvicinandosi a me. 
- Vede, signorino Malfoy, abbiamo ragione di pensare che Bellatrix voglia catturati di nuovo e qui saresti un bersaglio facile. Quindi avevo l'idea di mamdarti lontano da qui. Ma so anche che non accetterà mai di separsi dai suoi amici e benché minimo da Hermione. - spiegò Silente con sguardo serio. 
- Ed ha pensato bene. Non mi separeró di nuovo né dai miei amici né dalla mia ragazza. - replicò piccato lui stringendomi possessivamemte la vita. 
- Appunto. Io mi sono contattato con alcune persone vicine a voi, sapete è meglio non fidarsi degli estranei. Alla fine ho scelto di mandarvi da una zia del signorino Zabini, e dalla sua famiglia. Non credo che abbiate niente in contrario. - 
- No, ma quale zia? - chiese il diretto interessato lievemente allarmato. 
- La tua zia Merilin. - rispose l'uomo. - Partirete domani stesso, quindi preparate le valige. Tornerete qui appena avrete finito la missione. Mi fido di voi. - e con queste parole ci congedò. Uscimmo dal suo ufficio ed immediatamente ci fiondammo in camera per preparare le valige. 
- Non pensavo che saremmo partiti così presto. - sussurrai depositando anche l'ultimo indumento nel baule. Sotto a tutto avevo anche le lettere ed i documenti rubati al ministero, non mi fidavo a lasciarli lì. 
- Ne anch'io. - rispose Draco avvicinandosi e prendendomi per i fianchi. Gli circondai il collo con le braccia e gli depositati un lieve e dolce bacio sulle labbra. 
- Scusa se in questi giorni ti ho escluso così. - sussurrai abbassando la testa. 
- Non preoccuparti. - sussurrò a sua volta prendendomi il mento tra due dita e facendomelo alzare. - Ma ricordatelo, io sono qui. Sono qui con te e se hai bisogno di una mano o di qualsiasi altra cosa io ci sono. Okay? - 
- Okay, grazie. - risposi annuendo. Lui sorrise e mi baciò. Portai una mano sulla sua guancia e mi lasciai andare, rispondendo al bacio con passione. 
- Ci sarò sempre per te. - sussurrò una volta staccati per riprendere fiato. 
- Ed io per te. - risposi sorridendo lievemente. - Ti amo. - 
- Ti amo. - rispose dandomi un altro bacio. Non sapevo come avrei fatto senza di lui. Lo amavo davvero tanto.
Il giorno dopo, come previsto partimmo per la nostra nuova residenza. Ero molto agitata, non conoscevo bene quella famiglia, sapevo poco e nulla su di loro. Solo che erano molto ricchi, come tante famiglie Purosangue dopotutto, e che la famiglia era composta da lo zio e la zia di Blaise e tre figlie che avevano la nostra età. Non studiavano né ad Hogwarts né ad altre scuole, avevano un insegnate privato e studiavano a casa. 
La più agitata era sicuramente Ginny, però. Continuava a torturarsi le mani e guardava il vuoto, assorta nei suoi pensieri. Sapevo che era molto agitata a causa dell'imminente incontro con dei parenti di Blaise. Insomma i suoi genitori non avevano reagito per niente bene quindi mi potevo solo immaginare come si potesse sentire adesso. Mancava poco meno di un'ora al nostro arrivo. Viaggiavamo su una grande e spaziosa carrozza, nascosta da un incantesimo. 
Stanca di vederla così, feci cenno a Blaise di lasciarmi il posto per sedermi accanto a lei. Lui annuì lievemente e ci scambiammo di posto. 
- Ginny? - la chiamai voltandomi verso di lei. La rossa sobbalzó sentendo la mia voce. Si voltò e mi guardò confusa. 
- Sì? - fece lei con lo stesso tono confuso. 
- Va tutto bene? - 
- Ehm... certo. S-sì. - rispose esitando palesemente. La conoscevo troppo bene e sapevo che mi stava mentendo. 
- Ginevra dimmi immediatamente cosa succede. - dissi secca. 
- Va bene... - rispose con un sospiro. - Sono davvero agitata per questo incontro. Con i genitori è andata davvero male, certo lui mi ha difesa ma io comunque paura. Non voglio che si separi dalla sua famiglia per me. - 
La guardai negli occhi per un po'. Probabilmente avrei avuto le sue stesse paure se fossi stata al suo posto. - Sai cosa mi ha detto una volta Draco? -
- Cosa? - 
- Mi ha detto che Blaise non ti lascerà andare molto facilmente, perché è davvero innamorato di te, anche se dovesse andare contro i suoi genitori. Ed io gli do piena ragione. A Blaise non importa di avere la benedizione dei suoi genitori, combatterà sempre per te contro di loro. Purtroppo troverai sempre delle persone che non accetteranno la vostra relazione a causa del tuo cognome ma, te ne prego amica mia, non permettergli di separarvi. Vi amate e non puoi farti influenzare da loro. - finì io stringendole la mano. Sapevo che sarebbe stato così in futuro ma non volevo che entrambi soffrissero solo per dei pregiudizi. 
- Grazie Herm. Sai sempre dire la cosa giusta. - disse abbracciandomi. Ricambiai la stretta e lanciai un'occhiata veloce ai due ragazzi che ci guardavano, sembravano molto curiosi ma anche un po' intenerito. Sorrisi al mio ragazzo ed una volta staccate tornai al mio posto, accanto a lui. 
- Che vi siete dette? - mi chiese lui guardando la coppia che si stava scambiando un dolce bacio. La guardai anch'io prima di rispondere. 
- Niente di ché. Aveva solo bisogno di un incoraggiamento. - risposi appoggiandomi a lui che mi circondò le spalle con un braccio. 
Posai la testa sul suo petto e distolsi lo sguardo da loro per posarlo sul paesaggio che saettava fuori dal finestrino. Il cielo era grigio e nuvoloso quasi minaccioso. Le colline verdi, nonostante il clima rigido dell'Inghilterra, sfrecciavano veloci, i fili d'erba si muovevano seguendo il vento che soffiava forte. La carrozza procedeva veloce e sicura per la strada lievemente frastagliata. 
Arrivammo a destinazione poco dopo. La portiera venne aperta da un uomo di mezza età, indossava un mantello blu scuro che volava a causa del forte vento. Appena scendemmo il vento mi fece volare i capelli sul visoa con uno scatto deciso me li portai indietro, liberandomi il volto. L'aria gelida mi punse il viso ed i nostri mantelli volavano come quello dell'uomo. 
- Buongiorno ragazzi! - urlò lui per sovrastate il rumore forte. - Benvenuti. Seguitemi, gli elfi penseranno ai bagagli. - 
- Va bene. - urlò in risposta Blaise. Inizziammo a camminare, lentamente, verso su per una piccola stradina che si allungava per una piccola collina. I nostri passi risultavano incredibilmente lenti, ostacolati dal vento che non sembrava voler smettere di cessare. 
- Che è quello? - chiesi con voce molto alta all'orecchio di Draco. Lui si voltò verso l'uomo, prima di tornare a guardarmi. 
- Dovrebbe essere il contabile dello zio di Blaise. Sai lui è davvero molto ricco e durante gli anni ha capito di aver bisogno di una mano per tenerli e quindi ha assunto lui. Lavora per la loro famiglia da anni ormai. - mi spiegò lui serio. Eravamo quelli più indietro quindi potevamo parlare liberamente. 
Durante il tragitto mi ero stretta a Draco, dato il freddo che ad ogni passo aumentava e diventava più insopportabile. Pian piano vidi spuntare dalla punta della collina che stavamo salendo un piccola torretta che più ci si avvicinava più si allungava. Accanto ad essa ne spuntarono altre due ai lati. Più ci si avvicinava più vedevo la struttura crescere e quando arrivammo ai suoi piedi ero estasiata. Era più piccola della casa di Draco ma era comunque fantastico. I muri erano quasi neri e c'erano molte torrette e finestre che spuntavano un po' da tutte le parti, sembravano quasi messe in modo casuale ma sapevo che non era così. Un enorme portone di legno spiccava davanti a noi, che un attimo dopo venne aperto dall'uomo. Entrammo senza esitare e mi ritrovai in un grande ingresso, molto spazioso. La porta si chiuse alle nostre spalle ed il caldo presente in quella statura ci riscaldò. Mi tolsi il mantello e subito dopo lo fecero anche gli altri. 
- Dov'è mio zio? - chiese Blaise porgendo il suo mantello all'elfo che aveva accanto e che immediatamente lui prese. 
- È nel soggiorno, insieme al resto della famiglia. Vi stanno aspettando. - rispose facendoci cenno di seguirlo. Durante il tragitto gli altri elfi ci presero i mantelli dalle mani e lui ci disse che li avrebbero portati nelle loro camere. 
Attraversammo diversi corridoi, quel castello sembrava più un labirinto. Io, Draco e Blaise eravamo abituati a case di questo tipo, le nostre erano così. Ginny, invece, sembrava un pesce fuor d'acqua. Vedevo che si guardava intorno smarrita, come se non riuscisse ad orientarsi. Puntai lo sguardo da lei a Blaise e lo vidi camminare tranquillo accanto all'uomo, si stavano dicendo qualcosa. 
Per un minuscolo secondo mi sentì profondamente arrabbiata con lui perché non stava con la mia migliore amica. Sapeva che quello non era il suo ambiente... ma non feci in tempo a terminare il pensiero che lui si voltò e puntò lo sguardo su di lei. Si fermò e la raggiunse prendendola per mano. Sorrisi lievemente a quella scena e guardai di nuovo avanti, stringendo di più la mano di Draco, che lui strinse a sua volta. 
Ci fermammo appena arrivammo davanti ad una porta chiusa. L'uomo l'aprì e ci fece entrare in quella stanza, ossia il soggiorno. Seduti sui divani c'era tutta la famiglia, gli zii seduti su uno e le figlie sull'altro. 
- Oh! Benvenuti! - esclamò l'uomo di casa avvicinandosi. Abbracciò lievemente Blaise e strinse la mano a tutti, soffermandosi molto sulla mia amica. La stessa cosa fece sua moglie e le figlie. Di nuovo, Ginny sembrò letteralmente un agnellino indifeso circondato da lupi affammati. Così, presa da un moto di protezione, mi allontanati da Draco e la raggiunse, per portarla un po' più lontano da loro. Mentre gli altri conversavano. 
- Ehi! Stai andando bene. - dissi sorridendo. 
- No invece! Mi sento una totale idiota. - disse modificata. 
- Non lo sei. - risposi scuotendo la testa ma lei la scosse a sua volta, dicendomi che non mi credeva ed la abbassò. - Ginny! Sei la ragazza più forte che conosca e te l'ho già detto prima, non farti soggiogare dalle loro parole. Combatti per lui. - dissi sicura mattendole una mano sulla spalla. 
- Certo... ma adesso tocca a te. - disse guardando oltre le mie spalle. 
- Come? - feci seguendo il suo sguardo e voltandomi. Poco lontano da loro c'era Draco, ma non era solo. Bensì era circondato dalle tre ragazze che continuavano a parlargli, e lui parlava con loro a sua volta ma era molto rigido. Spalancai gli occhi a quella scena e mi irrigidì guardandoli. - Vai a riprenderti il tuo ragazzo. - 
- Oh! Ci puoi scommettere. - feci incazzata avviandomi a passo svelto verso di loro. Avevo una brutta sensazione alla base dello stomaco e un nodo all'altezza della gola. 
Gelosia...
- Ciao. - dissi interrompendo un discorso della ragazza in mezzo. Presi la mano di Draco e lui subito mi passò un braccio intorno alla vita stringendomi a sé. - Serve qualcosa dal MIO ragazzo? - chiesi marcando molto la parola mio. 
- No. Stavamo solo conversando. - rispose piccata la maggiore delle tre sorelle guardandomi infastidita. 
- Bé credo che la conversazione sia finita. - dissi secca facendo cenno di dileguarsi. 
- Noi stavamo solo... - fece per dire la solita ragazza. 
- Ho capito ma né io né Draco abbiamo tempo per queste cose. Se ci volete scusare. - dissi poi portandolo via. Uscì dalla stanza e lo trascinai via, nonostante non avessi la minima idea di dove stessimo andando. 
- Ehi calmati! - esclamò lui fermandosi e facendo fermare così anche me. Mi voltai e lo guardai negli occhi, pian piano la gelosia che mi aveva attanagliato lo stomaco si dileguarono lasciando posto solo all'amore che provavo per lui. 
- Scusa. È che vederti in loro compagnia mentre flirtavano con te... mi ha fatto andare fuori di testa. - ammisi senza imbarazzo. Alzai lo sguardo, che nel mentre avevo abbassato, e lo guardai di nuovo negli occhi. 
Senza pensarci due volte mi tuffai sulle sua labbra che risposero al bacio. Le dischiusi e feci entrare la sua lingua nella mia bocca, facendola poi incontrare con la mia. Mi spinse alla parete e continuò a baciarmi con sempre più passione da parte di entrambi. 
- Mi piace vederti gelosa. - sussurrò sulle mie labbra. Sorrisi e continuai a baciarlo finché non sentì, molto vicino a noi, una porta aprirsi. Ci staccammo appena in tempo per vedere Blaise uscire dalla stanza. 
- E dai ragazzi! Potete almeno aspettare di trovarvi in camera? - fece lui divertito. Sgranai gli occhi e sentì il sangue affluire tutto suo viso. Ci allontanammo, mentre Draco lanciava sguardi di fuoco al nostro amico. 
- Che vuoi Bla? - 
- Lo zio vuole parlarci. - rispose facendosi serio. Annuì e tornammo con lui dentro la sala. Le ragazze non c'erano, strano non le avevo viste uscire. 
Ci sedemmo accanto a Blaise e Ginny mentre l'uomo era seduto su una poltrona piccola e la donna sul divano. Non sembravano molto... uniti. Molto probabilmente si trattava di un matrimonio combinato; l'aveva detto lo stesso Draco al ricevimento dei suoi genitori un mese fa aveva detto a Marcus che non tutti avevano la stessa fortuna di innamorarsi. 
- Allora... Silente mi ha spiegato bene il motivo per cui siete qui. - cominciò l'uomo serio. - Mi ha detto di Bellatrix e della fonte, posso assicurarvi che potete fidarvi di me. - aggiunse guardando le nostre espressioni fredde. 
- Certo. - sussurrò Blaise annuendo. 
- Io non ostacolerò le vostre ricerche minimamente e se avrete mai bisogno di me o di mia moglie basta dircelo. - 
- Grazie zio. - disse ancora il nostro amico. 
- Va bene, adesso andate pure a riposarvi. - disse indicando la porta. Ci alzammo tutti contemporaneamente e, scortati da un elfo, andammo nelle nostre stanze. Come immaginavo io e Draco ne avevamo una nostra mentre Blaise e Ginny due separate. 
- Non se ne parla. Noi stiamo insieme. - esclamò immediatamente lui scocciato. La rossa sorrise lievemente a quella reazione e gli si avvicinò. Sorrisi anch'io prima andare nella nostra stanza insieme a Draco. 
- Forse è meglio non disfare i nostri bauli. Spero che non staremo molto qui. - dissi sedendomi sul letto e posando il telefono sul comodino. 
- Hai ragione. - rispose sedendosi accanto a me. Mi appoggiai sulla sua spalla e lui mi passò un braccio intorno alle spalle, dandomi un bacio sulla testa. Mi sentivo bene tra le sue braccia, mi sentivo protetta, come se niente di brutto poteva succedere mentre io ero lì. Lui era il mio scudo, il mio scudo da tutto e da tutti. Riusciva a calmarmi con uno sguardo. 
Nella stanza si era formato un grande silenzio ma non uno di quelli imbarazzanti. Era un silenzio tranquillo, ognuno perso nei propri pensieri. 
A spezzarlo ci pensò un suono lieve suono, come di carta che si stropiccia. Abbassai lo sguardo sulla tasca dei miei jeans e tirai fuori un foglietto. Non mi ricordavo di averlo messo lì. 
- Che cos'è? - mi chiese Draco guardando curioso quel pezzetto di carta. 
- È il biglietto che mi ha dato Martin. Non l'ho ancora aperto. - ammisi guardandolo. Era ripiegato e per quel che vedevo sembrava colorato. 
- Credo sia il momento di farlo. - sussurrò lui. Annuì e lo aprì velocemente. Rimasi piuttosto interdetta da quello che vidi. Era la locandina di un locale! 
 Confusa lo voltai e vidi sulla parte bianca una piccola scritta. "Buona Fortuna". 
- Che cosa?! - esclamò lui alzandosi in piedi. - Non è possibile! Q-quello stronzo! - tuonò cominciando a camminare per la stanza. Non poteva essere vero! Non poteva essere così! Dovevo riflettere... con uno scatto voltai il foglio e guardai la locandina. La risposta doveva essere lì. Pensai anche alle sue parole. 
 Non mi aspettavo questa furbizia ed intelligenza da una semplice ragazza. 
Guardai attentamente quel foglio. Sembrava un locandina normale. Con il nome del locale scritto sopra e sotto un sacco di colori e tutto quello che si poteva fare lì. Draco continuava ad imprecare ed a camminare per la stanza e questo non faceva che mettermi agitazione. 
Non mi aspettavo questa furbizia ed intelligenza da una semplice ragazza. 
Ma certo! 
- Draco? - lo chiamai e lui si bloccò di colpo. 
- Sì? - 
- Credo che dovremmo fare un salto in questo locale. - dissi facendogli vedere la locandina. 
E quindi eccoci qui. Davanti al locale che indicava il foglio che mi aveva dato Martin. Gli altri avevano insistito così tanto per venire, soprattutto Draco, che era stato impossibile dirgli di no. C'era una grande insegna che diceva il nome del locale, probabilmente la sera la scritta veniva illuminata da delle luci al neon. Era situato in una via babbana non molto affollata e non sembrava esattamente un locale che... andava bene. Salimmo i due gradini che ci separavano dall'entrata ed entrammo. Anche dentro il locale non era messo meglio. Il pavimento era fatto di legno, così come i tavolini, le sedie ed il bancone. C'era un forte odore acre misto all'alcol e tutto il posto era un po' in penombra. Non sembrava molto pulito ed igenico. 
- Qui un responsabile dell'igiene farebbe festa. - commentò Blaise divertito. 
- Già... - sussurrati guardandomi intorno. Seduti principalmente al bancone c'erano tantissimi uomini, tutti di mezza età che appena entrammo si voltarono verso di noi. Li ignorai ed andai verso il barista. I tacchi ticchettavano sulla parke consumato. Mi sedetti su una sedia e lui venne subito da me. 
- Ciao cosa posso portati? - 
- Posso offrirti qualcosa? - chiese un'uomo avvicinandosi a me con un sorriso malizioso. Prima che io potessi dire qualcosa arrivò Draco che si mise tra me e lui, guardandolo minaccioso. 
- Non penso. - rispose al mio posto con lo stesso tono. L'uomo lo guardò un paio di minuti prima di andarsene.  Lui mi guardò un attimo ed io gli sorrisi prima di rivolgermi di nuovo al barista. 
- Devo sapere chi è Sammy. - dissi sicura. 
- Sammy è il capo di questo posto, bambolina. - rispose appoggiandosi al bancone e sporgendosi su di me. Da quella distanza riuscivo a sentire che il suo alito puzzava terribilmente di alcol, probabilmente ero ubriaco come il resto dei clienti. Anche lui doveva avere all'incirca quarant'anni, i capelli erano abbastanza lunghi e unti. 
- Bene, devo parlargli. - dissi fredda ma sicura. Non ero agitata, avevo Draco accanto a me e non avevo paura. Grazie al cielo non ero stata troppo testarda. 
- Eh... credo che sarà un problema. Non posso farti parlare con lui, bambolina. - 
- Perché no? - 
- Ordini del capo. - rispose lanciando un'occhiata alla scolatura del mio maglioncino. Che porco.
- Bene... credo che prenderò una tekila all'ora. - dissi con un sorrisetto sotto solo sguardo infuriato di Draco e confuso di Blaise e Ginny. 
- Ma certo, piccola. - rispose voltandosi per prendere quello che gli avevo chiesto. 
- Copritemi. - sussurrai agli altri che, anche se riluttanti e confusi, lo fecero. Tirai fuori la bacchetta ed appena lui tornò a guardami gliela puntai alla testa. - Imperio. - sussurrai prima che lui potesse dirgli qualcosa. La sua espressione divenne incredibilmente vuota. - Bene... adesso fammi vedere Sammy. - dissi rimettendomi la bacchetta in tasca. Lui posò il bicchiere sul bancone e mi fece strada. L'ufficio, se così si poteva chiamare, di Sammy era... orribile. Una piccola scrivania nera era posta al centro di quello spazio grande come uno sgabuzzino, e dietro c'era lui. Aveva i capelli molto corti, quasi nulli, due occhi piccoli e spenti spiccavano sul volto magro. 
- Chi diavolo siete? - esclamò lui alzandosi in piedi allarmato. Estrasse la bacchetta ma prima che potesse scagliarci addosso un incantesimo. 
- Expelliarmus. - esclamò Blaise disarmando l'uomo. 
- Stia tranquillo! Non siamo qui per farle del male. - dissi alzando le mani in segno di resa. - Vogliamo solo parlarle. - 
- Di cosa? - chiese allarmato. 
- Della Fonte della Giovinezza. - risposi senza troppi giri di parole. A quella risposta lo vidi sbiancare. 
- Non so niente di quella. Andatevene. - disse secco indicando la porta. 
- No, questo non è vero. La prego abbiamo bisogno del suo aiuto. - replicai mentre il panico cominciava a farsi largo dentro di me. 
- Ho detto che non so niente. - disse di nuovo, secco. 
- La prego. - dissi di nuovo avvicinandomi. Lui rimase lì, non indietreggiò minimamente. Probabilmente non gli facevo molta paura. - I-io so cosa è successo a suo fratello. - sussurrai perché gli altri non sentissero. 
- Come? Cosa sa di lui? - chiese avvicinandosi e sussurrando a sua volta. 
- So che ha partecipato insieme a lei ed altre persone alla ricerca della fonte e pochi giorni fa è stato rapito. Sa da chi? - chiesi. 
- No, non lo so. - rispose scuotendo la testa. 
- Io sì e so anche il perché. L'hanno preso perché voi siete gli unici che sanno dove si trova la chiave per entrare. Loro vogliono trovarla ed usarla. - spiegai seria ma preoccupata. Per la prima volta dopo giorni mostravo le mie emozioni ad una di queste persone. 
- E voi cosa volete? - chiese lui sospettoso. 
- Vogliamo fermarli. La prego. Devo sapere dove si trova la chiave. - dissi seria ma comunque preoccupata. Preoccupato perché avevo paura che non mi desse le informazioni di cui avevo bisogno. 
- Come faccio a sapere che non mi state mentendo? - 
- Per il fatto che non l'abbiamo attaccata. Ma se vuole prova reali non c'è nessun modo. Si deve solo fidare di me... di noi. - risposi. Lui mi guardò attentamente negli occhi, come a voler scrutare la mia anima, prima di spostare lo sguardo sui ragazzi dietro di me. Alla fine lo riportò su di me. 
- Va bene. La chiave si trova in Cina, nella capitale, nel museo più grande della città. Non è una vera e propria chiave, bensì è una specie di grande diamante. Appena sarà lì capirai meglio. È quello più grande lì dentro ed è esposto da solo. - mi spiegò mentre mi figurano la scena. Annuì e mi allontanai da lui, tornando a parlare ad un tono di voce normale. 
- Va bene, grazie mille. Le prometto che riporteremo da lei suo fratello. - dissi con tono di voce dolce. Lui annuì lievemente ma deciso, si vedeva che gli voleva davvero bene ed il fatto che mi avesse dato le informazioni che volevo significava che era davvero disperato. Annuì di nuovo ed uscì insieme agli altri da quella stanza e successivamente dal locale, non prima che Blaise gli ridasse la bacchetta però. Mentre passano notai che il barista era tornato al suo posto e non sembrava ricordare niente. 
- Come diavolo ai fatto? - chiese Blaise mentre stavamo camminando per quella via. 
- Gli ho solo parlato. - risposi scrollando le spalle. 
- Lo sappiamo ma cosa gli ha detto? Quando siamo entrati non sembrava esattamente collaborativo. - 
 
Sospirai lievemente e mi fermai per guardarli tutti. - Vi avevo già detto che quei due avevano rapito un uomo per sapere quello che abbiamo appena saputo, vero? Ecco quell'uomo è sua fratello. Mi sono giocata quella carta. - dissi mentre mi tornavano in mente gli occhi di quel Sammy. 
- E come facevi a saperlo? - chiese Ginny stupita. 
- Me lo ha detto Martin questa mattina. Mi ha mandato un messaggio per comunicarlo, pensava fosse importante che lo sapessi ed infatti è stato così. - dissi io scrollando nuovamente le spalle. 
- E perché Martin ha il tuo numero? - fece Draco incrociando le braccia scocciato. Spostai lo sguardo su di lui e sorrisi lievemente. A lui piaceva vedermi gelosa ed a me piaceva vedere lui geloso. 
- Da quando ci siamo incontrati. Ci siamo scambiati i numeri in caso ci fosse stato bisogno. Non fare il paranoico ora. - dissi divertita. Mi voltai e riprendemmo a camminare. Adesso che avevo tutte le risposte che volevo e di cui avevo bisogno potevamo partire, dovevamo partire. 
Non mi potevo permettere che quei due arrivassero prima di me. 
Ma adesso che avevo tutto... ero preoccupata. Avevo paura di quello che sarebbe successo, quei due erano dei pazzi ed io avevo paura di non essere all'altezza dei loro poteri. Erano potenti, questo lo dovevo ammettere, ma ero potente anch'io e sapevo che finché avrei avuto i miei amici accanto potevo fare di tutto. 
Silente ci aveva affidato la missione ma ero davvero pronta? Ero davvero pronta ad entrare in guerra, perché sapevo che ostacolandoli così avremmo firmato un patto con la guerra. La responsabilità che sentivo sulle mie spalle era tanta, come se fossi sola in tutto quello. Come se la vita ogni persona nel mondo magico fosse nelle mie mani. Sapevo che se non fossimo riusciti a fermarli, loro sarebbero stati solo un passo avanti verso la vittoria e non potevo permetterlo. 
Ma sapevo anche che non ero sola, avevo i miei amici ed il mio ragazzo con me. Loro ci sarebbero stati, loro erano e ci saranno sempre. Di questo ne ero più che sicura. 
Bene... questo capitolo fa davvero schifo. Questa volta non ho messo nessuna immagine perché non ne ho trovata nessuna purtroppo. Scusate. Scusate anche per il ritardo e per il capitolo ma non avevo molta ispirazione ma volevo comunque pubblicare. Scusate anche per il ritardo imperdonabile. Non vi chiedo neanche cosa ne pensate perché non mi piace neanche a me ma vi prometto che con il prossimo mi rifaró. 
Grazie di aver letto questo capitolo e vi vediamo al prossimo. 

ULTIME INFORMAZIONI


Pov Hermione


- Quindi mi stai dicendo che in questi giorni hai trovato sia il nome di una persona che l'ha usata, il che è quasi incredibile, sia dove si trova? - chiese Silente incredulo dopo che gli ebbi raccontato tutto quello. Il giorno prima, quando ero tornata, avevo raccontato tutto ai miei amici ed a Draco. Insieme, avevamo deciso che il giorno dopo saremmo andati da lui per raccontargli quello che avevo fatto e quindi eccoci qui.
- Esattamente. - risposi annuendo. Nella stanza c'eravamo solo io, lui, Draco, Ginny e Blaise. Non sapevo dove fosse il Capitano e neanche mi importava, finché non ci dava fastidio. 
- Io... non posso dire di non essere impressionato. - ammise l'uomo scuotendo la testa. - Ed adesso? Presumo che voi non vi vogliate fermare qui, nella ricerca della fonte, o sbaglio? - 
- Non sbaglia professore. Martin mi ha dato tante informazioni importanti ma purtroppo non tutte. Lui non sapeva dove i suoi amici avevano nascosto la chiave e senza quella non si può entrare. Quindi supponendo che Bellatrix non l'abbia ancora presa... - lasciai la frase in sospeso perché sapevo che lui avrebbe capito, ed infatti fu così. 
- Quali sono le vostre intenzioni, al momento? - questa domanda la fece un po' a tutti. Io, esitante, mi volta verso gli altri che guardavano ed ascoltavano la conversazione impassibili. Ma l'unico sguardo che volevo e che incontrai era quello del mio ragazzo. Ci guardammo per diversi minuti e durante essi mi incoraggiò con lo sguardo. Sapeva cosa volevo fare ed adesso lui mi stava dicendo che era dalla mia parte e che era d'accordo. Così, carica e decisa, tornai a guardare il preside che aveva guardato attentamente il nostro scambio di sguardi. 
- Vorremmo partire. Vogliamo andare a parlare con una delle persone che ha nascosto la chiave. Poi la recupereremo. Così ostacoleremo, almeno in parte, il piano di Bellatrix. - 
- Bene, so che ne sarete capaci quindi vi affido la missione. E comunque avevo già l'idea di farvi partire. - 
- Per quale morivo? - chiese curioso Draco avvicinandosi a me. 
- Vede, signorino Malfoy, abbiamo ragione di pensare che Bellatrix voglia catturati di nuovo e qui saresti un bersaglio facile. Quindi avevo l'idea di mamdarti lontano da qui. Ma so anche che non accetterà mai di separsi dai suoi amici e benché minimo da Hermione. - spiegò Silente con sguardo serio. 
- Ed ha pensato bene. Non mi separeró di nuovo né dai miei amici né dalla mia ragazza. - replicò piccato lui stringendomi possessivamemte la vita. 
- Appunto. Io mi sono contattato con alcune persone vicine a voi, sapete è meglio non fidarsi degli estranei. Alla fine ho scelto di mandarvi da una zia del signorino Zabini, e dalla sua famiglia. Non credo che abbiate niente in contrario. - 
- No, ma quale zia? - chiese il diretto interessato lievemente allarmato. 
- La tua zia Merilin. - rispose l'uomo. - Partirete domani stesso, quindi preparate le valige. Tornerete qui appena avrete finito la missione. Mi fido di voi. - e con queste parole ci congedò. Uscimmo dal suo ufficio ed immediatamente ci fiondammo in camera per preparare le valige. 
- Non pensavo che saremmo partiti così presto. - sussurrai depositando anche l'ultimo indumento nel baule. Sotto a tutto avevo anche le lettere ed i documenti rubati al ministero, non mi fidavo a lasciarli lì. 
- Ne anch'io. - rispose Draco avvicinandosi e prendendomi per i fianchi. Gli circondai il collo con le braccia e gli depositati un lieve e dolce bacio sulle labbra. 
- Scusa se in questi giorni ti ho escluso così. - sussurrai abbassando la testa. 
- Non preoccuparti. - sussurrò a sua volta prendendomi il mento tra due dita e facendomelo alzare. - Ma ricordatelo, io sono qui. Sono qui con te e se hai bisogno di una mano o di qualsiasi altra cosa io ci sono. Okay? - 
- Okay, grazie. - risposi annuendo. Lui sorrise e mi baciò. Portai una mano sulla sua guancia e mi lasciai andare, rispondendo al bacio con passione. 
- Ci sarò sempre per te. - sussurrò una volta staccati per riprendere fiato. 
- Ed io per te. - risposi sorridendo lievemente. - Ti amo. - 
- Ti amo. - rispose dandomi un altro bacio. Non sapevo come avrei fatto senza di lui. Lo amavo davvero tanto.


Il giorno dopo, come previsto partimmo per la nostra nuova residenza. Ero molto agitata, non conoscevo bene quella famiglia, sapevo poco e nulla su di loro. Solo che erano molto ricchi, come tante famiglie Purosangue dopotutto, e che la famiglia era composta da lo zio e la zia di Blaise e tre figlie che avevano la nostra età. Non studiavano né ad Hogwarts né ad altre scuole, avevano un insegnate privato e studiavano a casa. 
La più agitata era sicuramente Ginny, però. Continuava a torturarsi le mani e guardava il vuoto, assorta nei suoi pensieri. Sapevo che era molto agitata a causa dell'imminente incontro con dei parenti di Blaise. Insomma i suoi genitori non avevano reagito per niente bene quindi mi potevo solo immaginare come si potesse sentire adesso. Mancava poco meno di un'ora al nostro arrivo. Viaggiavamo su una grande e spaziosa carrozza, nascosta da un incantesimo. 
Stanca di vederla così, feci cenno a Blaise di lasciarmi il posto per sedermi accanto a lei. Lui annuì lievemente e ci scambiammo di posto. 
- Ginny? - la chiamai voltandomi verso di lei. La rossa sobbalzó sentendo la mia voce. Si voltò e mi guardò confusa. 
- Sì? - fece lei con lo stesso tono confuso. 
- Va tutto bene? - 
- Ehm... certo. S-sì. - rispose esitando palesemente. La conoscevo troppo bene e sapevo che mi stava mentendo. 
- Ginevra dimmi immediatamente cosa succede. - dissi secca. 
- Va bene... - rispose con un sospiro. - Sono davvero agitata per questo incontro. Con i genitori è andata davvero male, certo lui mi ha difesa ma io comunque paura. Non voglio che si separi dalla sua famiglia per me. - 
La guardai negli occhi per un po'. Probabilmente avrei avuto le sue stesse paure se fossi stata al suo posto. - Sai cosa mi ha detto una volta Draco? -
- Cosa? - 
- Mi ha detto che Blaise non ti lascerà andare molto facilmente, perché è davvero innamorato di te, anche se dovesse andare contro i suoi genitori. Ed io gli do piena ragione. A Blaise non importa di avere la benedizione dei suoi genitori, combatterà sempre per te contro di loro. Purtroppo troverai sempre delle persone che non accetteranno la vostra relazione a causa del tuo cognome ma, te ne prego amica mia, non permettergli di separarvi. Vi amate e non puoi farti influenzare da loro. - finì io stringendole la mano. Sapevo che sarebbe stato così in futuro ma non volevo che entrambi soffrissero solo per dei pregiudizi. 
- Grazie Herm. Sai sempre dire la cosa giusta. - disse abbracciandomi. Ricambiai la stretta e lanciai un'occhiata veloce ai due ragazzi che ci guardavano, sembravano molto curiosi ma anche un po' intenerito. Sorrisi al mio ragazzo ed una volta staccate tornai al mio posto, accanto a lui. 
- Che vi siete dette? - mi chiese lui guardando la coppia che si stava scambiando un dolce bacio. La guardai anch'io prima di rispondere. 
- Niente di ché. Aveva solo bisogno di un incoraggiamento. - risposi appoggiandomi a lui che mi circondò le spalle con un braccio. 
Posai la testa sul suo petto e distolsi lo sguardo da loro per posarlo sul paesaggio che saettava fuori dal finestrino. Il cielo era grigio e nuvoloso quasi minaccioso. Le colline verdi, nonostante il clima rigido dell'Inghilterra, sfrecciavano veloci, i fili d'erba si muovevano seguendo il vento che soffiava forte. La carrozza procedeva veloce e sicura per la strada lievemente frastagliata. 
Arrivammo a destinazione poco dopo. La portiera venne aperta da un uomo di mezza età, indossava un mantello blu scuro che volava a causa del forte vento. Appena scendemmo il vento mi fece volare i capelli sul visoa con uno scatto deciso me li portai indietro, liberandomi il volto. L'aria gelida mi punse il viso ed i nostri mantelli volavano come quello dell'uomo. 
- Buongiorno ragazzi! - urlò lui per sovrastate il rumore forte. - Benvenuti. Seguitemi, gli elfi penseranno ai bagagli. - 
- Va bene. - urlò in risposta Blaise. Inizziammo a camminare, lentamente, verso su per una piccola stradina che si allungava per una piccola collina. I nostri passi risultavano incredibilmente lenti, ostacolati dal vento che non sembrava voler smettere di cessare. 
- Che è quello? - chiesi con voce molto alta all'orecchio di Draco. Lui si voltò verso l'uomo, prima di tornare a guardarmi. 
- Dovrebbe essere il contabile dello zio di Blaise. Sai lui è davvero molto ricco e durante gli anni ha capito di aver bisogno di una mano per tenerli e quindi ha assunto lui. Lavora per la loro famiglia da anni ormai. - mi spiegò lui serio. Eravamo quelli più indietro quindi potevamo parlare liberamente. 
Durante il tragitto mi ero stretta a Draco, dato il freddo che ad ogni passo aumentava e diventava più insopportabile. Pian piano vidi spuntare dalla punta della collina che stavamo salendo un piccola torretta che più ci si avvicinava più si allungava. Accanto ad essa ne spuntarono altre due ai lati. Più ci si avvicinava più vedevo la struttura crescere e quando arrivammo ai suoi piedi ero estasiata. Era più piccola della casa di Draco ma era comunque fantastico. I muri erano quasi neri e c'erano molte torrette e finestre che spuntavano un po' da tutte le parti, sembravano quasi messe in modo casuale ma sapevo che non era così. Un enorme portone di legno spiccava davanti a noi, che un attimo dopo venne aperto dall'uomo. Entrammo senza esitare e mi ritrovai in un grande ingresso, molto spazioso. La porta si chiuse alle nostre spalle ed il caldo presente in quella statura ci riscaldò. Mi tolsi il mantello e subito dopo lo fecero anche gli altri. 
- Dov'è mio zio? - chiese Blaise porgendo il suo mantello all'elfo che aveva accanto e che immediatamente lui prese. 
- È nel soggiorno, insieme al resto della famiglia. Vi stanno aspettando. - rispose facendoci cenno di seguirlo. Durante il tragitto gli altri elfi ci presero i mantelli dalle mani e lui ci disse che li avrebbero portati nelle loro camere. 
Attraversammo diversi corridoi, quel castello sembrava più un labirinto. Io, Draco e Blaise eravamo abituati a case di questo tipo, le nostre erano così. Ginny, invece, sembrava un pesce fuor d'acqua. Vedevo che si guardava intorno smarrita, come se non riuscisse ad orientarsi. Puntai lo sguardo da lei a Blaise e lo vidi camminare tranquillo accanto all'uomo, si stavano dicendo qualcosa. 
Per un minuscolo secondo mi sentì profondamente arrabbiata con lui perché non stava con la mia migliore amica. Sapeva che quello non era il suo ambiente... ma non feci in tempo a terminare il pensiero che lui si voltò e puntò lo sguardo su di lei. Si fermò e la raggiunse prendendola per mano. Sorrisi lievemente a quella scena e guardai di nuovo avanti, stringendo di più la mano di Draco, che lui strinse a sua volta. 
Ci fermammo appena arrivammo davanti ad una porta chiusa. L'uomo l'aprì e ci fece entrare in quella stanza, ossia il soggiorno. Seduti sui divani c'era tutta la famiglia, gli zii seduti su uno e le figlie sull'altro. 
- Oh! Benvenuti! - esclamò l'uomo di casa avvicinandosi. Abbracciò lievemente Blaise e strinse la mano a tutti, soffermandosi molto sulla mia amica. La stessa cosa fece sua moglie e le figlie. Di nuovo, Ginny sembrò letteralmente un agnellino indifeso circondato da lupi affammati. Così, presa da un moto di protezione, mi allontanati da Draco e la raggiunse, per portarla un po' più lontano da loro. Mentre gli altri conversavano. 
- Ehi! Stai andando bene. - dissi sorridendo. 
- No invece! Mi sento una totale idiota. - disse modificata. 
- Non lo sei. - risposi scuotendo la testa ma lei la scosse a sua volta, dicendomi che non mi credeva ed la abbassò. - Ginny! Sei la ragazza più forte che conosca e te l'ho già detto prima, non farti soggiogare dalle loro parole. Combatti per lui. - dissi sicura mattendole una mano sulla spalla. 
- Certo... ma adesso tocca a te. - disse guardando oltre le mie spalle. 
- Come? - feci seguendo il suo sguardo e voltandomi. Poco lontano da loro c'era Draco, ma non era solo. Bensì era circondato dalle tre ragazze che continuavano a parlargli, e lui parlava con loro a sua volta ma era molto rigido. Spalancai gli occhi a quella scena e mi irrigidì guardandoli. - Vai a riprenderti il tuo ragazzo. - 
- Oh! Ci puoi scommettere. - feci incazzata avviandomi a passo svelto verso di loro. Avevo una brutta sensazione alla base dello stomaco e un nodo all'altezza della gola. 
Gelosia...
- Ciao. - dissi interrompendo un discorso della ragazza in mezzo. Presi la mano di Draco e lui subito mi passò un braccio intorno alla vita stringendomi a sé. - Serve qualcosa dal MIO ragazzo? - chiesi marcando molto la parola mio. 
- No. Stavamo solo conversando. - rispose piccata la maggiore delle tre sorelle guardandomi infastidita. 
- Bé credo che la conversazione sia finita. - dissi secca facendo cenno di dileguarsi. 
- Noi stavamo solo... - fece per dire la solita ragazza. 
- Ho capito ma né io né Draco abbiamo tempo per queste cose. Se ci volete scusare. - dissi poi portandolo via. Uscì dalla stanza e lo trascinai via, nonostante non avessi la minima idea di dove stessimo andando. 
- Ehi calmati! - esclamò lui fermandosi e facendo fermare così anche me. Mi voltai e lo guardai negli occhi, pian piano la gelosia che mi aveva attanagliato lo stomaco si dileguarono lasciando posto solo all'amore che provavo per lui. 
- Scusa. È che vederti in loro compagnia mentre flirtavano con te... mi ha fatto andare fuori di testa. - ammisi senza imbarazzo. Alzai lo sguardo, che nel mentre avevo abbassato, e lo guardai di nuovo negli occhi. 
Senza pensarci due volte mi tuffai sulle sua labbra che risposero al bacio. Le dischiusi e feci entrare la sua lingua nella mia bocca, facendola poi incontrare con la mia. Mi spinse alla parete e continuò a baciarmi con sempre più passione da parte di entrambi. 
- Mi piace vederti gelosa. - sussurrò sulle mie labbra. Sorrisi e continuai a baciarlo finché non sentì, molto vicino a noi, una porta aprirsi. Ci staccammo appena in tempo per vedere Blaise uscire dalla stanza. 
- E dai ragazzi! Potete almeno aspettare di trovarvi in camera? - fece lui divertito. Sgranai gli occhi e sentì il sangue affluire tutto suo viso. Ci allontanammo, mentre Draco lanciava sguardi di fuoco al nostro amico. 
- Che vuoi Bla? - 
- Lo zio vuole parlarci. - rispose facendosi serio. Annuì e tornammo con lui dentro la sala. Le ragazze non c'erano, strano non le avevo viste uscire. 
Ci sedemmo accanto a Blaise e Ginny mentre l'uomo era seduto su una poltrona piccola e la donna sul divano. Non sembravano molto... uniti. Molto probabilmente si trattava di un matrimonio combinato; l'aveva detto lo stesso Draco al ricevimento dei suoi genitori un mese fa aveva detto a Marcus che non tutti avevano la stessa fortuna di innamorarsi. 
- Allora... Silente mi ha spiegato bene il motivo per cui siete qui. - cominciò l'uomo serio. - Mi ha detto di Bellatrix e della fonte, posso assicurarvi che potete fidarvi di me. - aggiunse guardando le nostre espressioni fredde. 
- Certo. - sussurrò Blaise annuendo. 
- Io non ostacolerò le vostre ricerche minimamente e se avrete mai bisogno di me o di mia moglie basta dircelo. - 
- Grazie zio. - disse ancora il nostro amico. 
- Va bene, adesso andate pure a riposarvi. - disse indicando la porta. Ci alzammo tutti contemporaneamente e, scortati da un elfo, andammo nelle nostre stanze. Come immaginavo io e Draco ne avevamo una nostra mentre Blaise e Ginny due separate. 
- Non se ne parla. Noi stiamo insieme. - esclamò immediatamente lui scocciato. La rossa sorrise lievemente a quella reazione e gli si avvicinò. Sorrisi anch'io prima andare nella nostra stanza insieme a Draco. 
- Forse è meglio non disfare i nostri bauli. Spero che non staremo molto qui. - dissi sedendomi sul letto e posando il telefono sul comodino. 
- Hai ragione. - rispose sedendosi accanto a me. Mi appoggiai sulla sua spalla e lui mi passò un braccio intorno alle spalle, dandomi un bacio sulla testa. Mi sentivo bene tra le sue braccia, mi sentivo protetta, come se niente di brutto poteva succedere mentre io ero lì. Lui era il mio scudo, il mio scudo da tutto e da tutti. Riusciva a calmarmi con uno sguardo. 
Nella stanza si era formato un grande silenzio ma non uno di quelli imbarazzanti. Era un silenzio tranquillo, ognuno perso nei propri pensieri. 
A spezzarlo ci pensò un suono lieve suono, come di carta che si stropiccia. Abbassai lo sguardo sulla tasca dei miei jeans e tirai fuori un foglietto. Non mi ricordavo di averlo messo lì. 
- Che cos'è? - mi chiese Draco guardando curioso quel pezzetto di carta. 
- È il biglietto che mi ha dato Martin. Non l'ho ancora aperto. - ammisi guardandolo. Era ripiegato e per quel che vedevo sembrava colorato. 
- Credo sia il momento di farlo. - sussurrò lui. Annuì e lo aprì velocemente. Rimasi piuttosto interdetta da quello che vidi. Era la locandina di un locale! 
 Confusa lo voltai e vidi sulla parte bianca una piccola scritta. "Buona Fortuna". 
- Che cosa?! - esclamò lui alzandosi in piedi. - Non è possibile! Q-quello stronzo! - tuonò cominciando a camminare per la stanza. Non poteva essere vero! Non poteva essere così! Dovevo riflettere... con uno scatto voltai il foglio e guardai la locandina. La risposta doveva essere lì. Pensai anche alle sue parole. 
 Non mi aspettavo questa furbizia ed intelligenza da una semplice ragazza. 
Guardai attentamente quel foglio. Sembrava un locandina normale. Con il nome del locale scritto sopra e sotto un sacco di colori e tutto quello che si poteva fare lì. Draco continuava ad imprecare ed a camminare per la stanza e questo non faceva che mettermi agitazione. 
Non mi aspettavo questa furbizia ed intelligenza da una semplice ragazza. 
Ma certo! 
- Draco? - lo chiamai e lui si bloccò di colpo. 
- Sì? - 
- Credo che dovremmo fare un salto in questo locale. - dissi facendogli vedere la locandina. 


E quindi eccoci qui. Davanti al locale che indicava il foglio che mi aveva dato Martin. Gli altri avevano insistito così tanto per venire, soprattutto Draco, che era stato impossibile dirgli di no. C'era una grande insegna che diceva il nome del locale, probabilmente la sera la scritta veniva illuminata da delle luci al neon. Era situato in una via babbana non molto affollata e non sembrava esattamente un locale che... andava bene. Salimmo i due gradini che ci separavano dall'entrata ed entrammo. Anche dentro il locale non era messo meglio. Il pavimento era fatto di legno, così come i tavolini, le sedie ed il bancone. C'era un forte odore acre misto all'alcol e tutto il posto era un po' in penombra. Non sembrava molto pulito ed igenico. 
- Qui un responsabile dell'igiene farebbe festa. - commentò Blaise divertito. 
- Già... - sussurrati guardandomi intorno. Seduti principalmente al bancone c'erano tantissimi uomini, tutti di mezza età che appena entrammo si voltarono verso di noi. Li ignorai ed andai verso il barista. I tacchi ticchettavano sulla parke consumato. Mi sedetti su una sedia e lui venne subito da me. 
- Ciao cosa posso portati? - 
- Posso offrirti qualcosa? - chiese un'uomo avvicinandosi a me con un sorriso malizioso. Prima che io potessi dire qualcosa arrivò Draco che si mise tra me e lui, guardandolo minaccioso. 
- Non penso. - rispose al mio posto con lo stesso tono. L'uomo lo guardò un paio di minuti prima di andarsene.  Lui mi guardò un attimo ed io gli sorrisi prima di rivolgermi di nuovo al barista. 
- Devo sapere chi è Sammy. - dissi sicura. 
- Sammy è il capo di questo posto, bambolina. - rispose appoggiandosi al bancone e sporgendosi su di me. Da quella distanza riuscivo a sentire che il suo alito puzzava terribilmente di alcol, probabilmente ero ubriaco come il resto dei clienti. Anche lui doveva avere all'incirca quarant'anni, i capelli erano abbastanza lunghi e unti. 
- Bene, devo parlargli. - dissi fredda ma sicura. Non ero agitata, avevo Draco accanto a me e non avevo paura. Grazie al cielo non ero stata troppo testarda. 
- Eh... credo che sarà un problema. Non posso farti parlare con lui, bambolina. - 
- Perché no? - 
- Ordini del capo. - rispose lanciando un'occhiata alla scolatura del mio maglioncino. Che porco.
- Bene... credo che prenderò una tekila all'ora. - dissi con un sorrisetto sotto solo sguardo infuriato di Draco e confuso di Blaise e Ginny. 
- Ma certo, piccola. - rispose voltandosi per prendere quello che gli avevo chiesto. 
- Copritemi. - sussurrai agli altri che, anche se riluttanti e confusi, lo fecero. Tirai fuori la bacchetta ed appena lui tornò a guardami gliela puntai alla testa. - Imperio. - sussurrai prima che lui potesse dirgli qualcosa. La sua espressione divenne incredibilmente vuota. - Bene... adesso fammi vedere Sammy. - dissi rimettendomi la bacchetta in tasca. Lui posò il bicchiere sul bancone e mi fece strada. L'ufficio, se così si poteva chiamare, di Sammy era... orribile. Una piccola scrivania nera era posta al centro di quello spazio grande come uno sgabuzzino, e dietro c'era lui. Aveva i capelli molto corti, quasi nulli, due occhi piccoli e spenti spiccavano sul volto magro. 
- Chi diavolo siete? - esclamò lui alzandosi in piedi allarmato. Estrasse la bacchetta ma prima che potesse scagliarci addosso un incantesimo. 
- Expelliarmus. - esclamò Blaise disarmando l'uomo. 
- Stia tranquillo! Non siamo qui per farle del male. - dissi alzando le mani in segno di resa. - Vogliamo solo parlarle. - 
- Di cosa? - chiese allarmato. 
- Della Fonte della Giovinezza. - risposi senza troppi giri di parole. A quella risposta lo vidi sbiancare. 
- Non so niente di quella. Andatevene. - disse secco indicando la porta. 
- No, questo non è vero. La prego abbiamo bisogno del suo aiuto. - replicai mentre il panico cominciava a farsi largo dentro di me. 
- Ho detto che non so niente. - disse di nuovo, secco. 
- La prego. - dissi di nuovo avvicinandomi. Lui rimase lì, non indietreggiò minimamente. Probabilmente non gli facevo molta paura. - I-io so cosa è successo a suo fratello. - sussurrai perché gli altri non sentissero. 
- Come? Cosa sa di lui? - chiese avvicinandosi e sussurrando a sua volta. 
- So che ha partecipato insieme a lei ed altre persone alla ricerca della fonte e pochi giorni fa è stato rapito. Sa da chi? - chiesi. 
- No, non lo so. - rispose scuotendo la testa. 
- Io sì e so anche il perché. L'hanno preso perché voi siete gli unici che sanno dove si trova la chiave per entrare. Loro vogliono trovarla ed usarla. - spiegai seria ma preoccupata. Per la prima volta dopo giorni mostravo le mie emozioni ad una di queste persone. 
- E voi cosa volete? - chiese lui sospettoso. 
- Vogliamo fermarli. La prego. Devo sapere dove si trova la chiave. - dissi seria ma comunque preoccupata. Preoccupato perché avevo paura che non mi desse le informazioni di cui avevo bisogno. 
- Come faccio a sapere che non mi state mentendo? - 
- Per il fatto che non l'abbiamo attaccata. Ma se vuole prova reali non c'è nessun modo. Si deve solo fidare di me... di noi. - risposi. Lui mi guardò attentamente negli occhi, come a voler scrutare la mia anima, prima di spostare lo sguardo sui ragazzi dietro di me. Alla fine lo riportò su di me. 
- Va bene. La chiave si trova in Cina, nella capitale, nel museo più grande della città. Non è una vera e propria chiave, bensì è una specie di grande diamante. Appena sarà lì capirai meglio. È quello più grande lì dentro ed è esposto da solo. - mi spiegò mentre mi figurano la scena. Annuì e mi allontanai da lui, tornando a parlare ad un tono di voce normale. 
- Va bene, grazie mille. Le prometto che riporteremo da lei suo fratello. - dissi con tono di voce dolce. Lui annuì lievemente ma deciso, si vedeva che gli voleva davvero bene ed il fatto che mi avesse dato le informazioni che volevo significava che era davvero disperato. Annuì di nuovo ed uscì insieme agli altri da quella stanza e successivamente dal locale, non prima che Blaise gli ridasse la bacchetta però. Mentre passano notai che il barista era tornato al suo posto e non sembrava ricordare niente. 
- Come diavolo ai fatto? - chiese Blaise mentre stavamo camminando per quella via. 
- Gli ho solo parlato. - risposi scrollando le spalle. 
- Lo sappiamo ma cosa gli ha detto? Quando siamo entrati non sembrava esattamente collaborativo. -  Sospirai lievemente e mi fermai per guardarli tutti. - Vi avevo già detto che quei due avevano rapito un uomo per sapere quello che abbiamo appena saputo, vero? Ecco quell'uomo è sua fratello. Mi sono giocata quella carta. - dissi mentre mi tornavano in mente gli occhi di quel Sammy. 
- E come facevi a saperlo? - chiese Ginny stupita. 
- Me lo ha detto Martin questa mattina. Mi ha mandato un messaggio per comunicarlo, pensava fosse importante che lo sapessi ed infatti è stato così. - dissi io scrollando nuovamente le spalle. 
- E perché Martin ha il tuo numero? - fece Draco incrociando le braccia scocciato. Spostai lo sguardo su di lui e sorrisi lievemente. A lui piaceva vedermi gelosa ed a me piaceva vedere lui geloso. 
- Da quando ci siamo incontrati. Ci siamo scambiati i numeri in caso ci fosse stato bisogno. Non fare il paranoico ora. - dissi divertita. Mi voltai e riprendemmo a camminare. Adesso che avevo tutte le risposte che volevo e di cui avevo bisogno potevamo partire, dovevamo partire. 
Non mi potevo permettere che quei due arrivassero prima di me. 
Ma adesso che avevo tutto... ero preoccupata. Avevo paura di quello che sarebbe successo, quei due erano dei pazzi ed io avevo paura di non essere all'altezza dei loro poteri. Erano potenti, questo lo dovevo ammettere, ma ero potente anch'io e sapevo che finché avrei avuto i miei amici accanto potevo fare di tutto. 
Silente ci aveva affidato la missione ma ero davvero pronta? Ero davvero pronta ad entrare in guerra, perché sapevo che ostacolandoli così avremmo firmato un patto con la guerra. La responsabilità che sentivo sulle mie spalle era tanta, come se fossi sola in tutto quello. Come se la vita ogni persona nel mondo magico fosse nelle mie mani. Sapevo che se non fossimo riusciti a fermarli, loro sarebbero stati solo un passo avanti verso la vittoria e non potevo permetterlo. 
Ma sapevo anche che non ero sola, avevo i miei amici ed il mio ragazzo con me. Loro ci sarebbero stati, loro erano e ci saranno sempre. Di questo ne ero più che sicura. 


Bene... questo capitolo fa davvero schifo. Questa volta non ho messo nessuna immagine perché non ne ho trovata nessuna purtroppo. Scusate. Scusate anche per il ritardo e per il capitolo ma non avevo molta ispirazione ma volevo comunque pubblicare. Scusate anche per il ritardo imperdonabile. Non vi chiedo neanche cosa ne pensate perché non mi piace neanche a me ma vi prometto che con il prossimo mi rifaró. 
Grazie di aver letto questo capitolo e vi vediamo al prossimo. 

 

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Capitolo 33
*** La chiave... ***


 

LA CHIAVE....
Pov Hermione
Con non poca fatica riuscimmo ad arrivare al museo dov'era custodita la chiave. Entrammo e subito vidi che non c'era poi tanta gente, nonostante fosse un museo importante e famoso tra i babbani. Incredibile ma vero non mi ero preparata nessun piano in particolare per recuperare la chiave. 
Nessuno di noi sapeva dove si trovava e dovettimo girare un po' per trovare il luogo giusto. Purtroppo non mi ero  potuta affidare neanche ai cartelli perché erano tutti scritti in cinese, e dovetti andare a caso. Appena arrivata notai che all'interno dello spazio c'erano tantissimi diamanti, ma seppi subito qual'era. C'era un unico piedistallo al centro della stanza, che spiccava molto più degli altri, illuminata da un'unica luce. Ci avvicinammo e rimanemmo incantati ad osservarlo. Era molto grande ed a causa della luce brillava molto più degli altri. I raggi andavano anche a toccare i diamanti del mio ciondolo che si illuminarono a loro volta. Era uno spettacolo. Un movimento all'estremità della mia visuale catturò la mia attenzione. 
Lentamente mi voltai e vidi, ad una delle entrate, un uomo che ci fissava. Il sangue mi si gelò nelle vene. Riconoscei subito quell'uomo, ci avevo combattuto durante la battaglia. Non mi aspettavo di incontrarli così presto. 
- Ragazzi? - li chiamai senza staccare lo sguardo da lui. Sentì i loro occhi puntarsi su di me e subito dopo su quell'uomo. 
- La fortuna è proprio dalla nostra parte. - fece sarcastico Blaise. 
- Ed ora? - chiese Draco con una leggera nota di panico nella voce. 
- Non lo so. Questo posto e disseminato di telecamere anche volendo non sarebbe semplice prendere quel diamante. In più ci sono dei babbani. - risposi allontanandomi da quel diamante e portandoli con me, ma senza uscire dalla stanza. Ci mettemmo a mó di cerchio per parlare meglio. 
- Herm sei tu il genio del gruppo. Se tu non sai cosa fare... - 
- Non è semplice come credete, ragazzi. Mi impegno ma non mi viene in mente niente adesso. Siamo troppo scoperti. - 
- E comunque ho paura che sia troppo tardi. - sentì dire dalla voce di Ginny accanto a me. Mi volta i verso di lei e seguì il suo sguardo. 
- Non ci credo. - sussurrai guardando l'uomo. Lui, senza badare al fatto che ci fossero babbani, sfilò la bacchetta da una tasca e la puntò al piedistallo che al minimo movimento di essa si distrusse, lasciando il diamante libero. Non feci in tempo a pensare che esso volò tra le mani di lui. Ci lanciò un occhiata prima di sparire fuori dal posto. 
- Cazzo! - esclamò il mio ragazzo guardando la porta da cui era sparito. Tantissime persone si avvicinavano stupiti e spaventati al piedistallo dove fino a qualche minuto prima c'era la chiave. 
Senza pensarci due volte uscì da quella stanza e feci il percorso inverso per poi uscire dal museo. Tempo un secondo e vidi l'uomo entrare in un furgone nero, nella parte posteriore che subito si chiuse ed esso partì a tutta velocità. 
- Cazzo! - urlai guardandomi intorno. - Venite. - dissi poi agli altri correndo verso un altro furgone da cui era appena uscito un uomo. - Stupeficium. - esclamai poi puntandogli la bacchetta contro. Lui volò via, lasciando il furgone aperto. Raccolsi le chiavi da terra e le lanciai a Draco che le prese al volo. 
- Hermione hai appena attaccato un babbano! - esclamò Ginny sconcertata. Sbuffai e salì su di esso, subito seguita dagli altri. Draco e Blaise davanti ed io e Ginny dietro, nella parte aperta. Il biondo mise in moto la macchina e subito partì a tutta velocità cercando di raggiungerli. 
- Come facciamo a prendere il diamante? - chiese Blaise tenendosi data la forte velocità. 
- Pensiamo prima a raggiungerli. - dissi con voce alta per sovrastare il vento. Per raggiungere quel furgone non rispettammo neanche un segnale stradale, che tanto non riuscivamo a capire. 
- Sento che stavolta morirò. - sussurrò Blaise chiudendo gli occhi. 
- Se hai paura della sua giuda dovresti vedere Hermione. - commentò Ginny con un sorrisetto. A sentire il mio nome alzai lo sguardo e prestai per un secondo attenzione alla loro conversazione. 
- Davvero? - 
- Certo, non ne usciresti vivo. - rispose la mia amica ridendo e facendo ridere anche lui. Scossi la testa e tornai a concentrarmi sulla strada ormai eravamo davvero vicini. 
- Bene, ed ora? - chiese Draco scuotendo la testa. 
- Ora... riesci a voltare il furgone e continuare in retro marcia? - chiesi mente un'idea mi faceva capolino nella mia mente. Questa era la prova che stavo davvero impazzendo. 
- Sì... - rispose titubante. Le sue mani sfrecciarono sul volante per fare una manovra davvero pericolosa e mi ritrovai a guardare il destro del furgone. 
- Amore che diavolo vuoi fare? - chiese preoccupato lui continuando però a giudare come gli avevo chiesto. 
- Ora lo vedrete. - risposi alzandomi in piedi e tenendomi al tettuccio. 
- Hermione, no! È un suicidio! - urlò Ginny capendo cosa volevo fare. Le lanciati un'occhiata veloce prima di prestare di nuovo attenzione al furgone. E se avessi sbagliato? Se non fossi riuscita a posizionarmi? Se cadessi molto probabilmente questa macchina mi investirebbe. 
- Oh! Al diavolo! - esclamai prima di buttarmi. Adesso non c'era più tempo per ripensamenti. Corsi il breve tratto ed arrivata alla fine della macchina mi tuffai verso il furgone. Fu una sensazione davvero strana, un misto di adrenalina e paura. Le immagini di cosa sarebbe potuto accadare mi passarono davanti come razzi facendomi esitare un nanosecondo ma mi ripresi subito. La sensazione di essere sospesa nel vuoto era davvero strana ma quando con le mani raggiunsi l'appoggio che puntavo dall'inizio l'adrenalina raggiunse le stelle. Mi tenni sollevata con quello e quando mi volta i vidi che il furgone era tornato al suo posto e che i miei amici mi guardavano tra il preoccupato ed il affascinato. L'unico che sembrava uno che stava per avere un attacco di cuore era Draco. Distolsi la mia attenzione da loro e, mentalmente, mi descrissi il percorso che dovevo fare. 
Puntai lo sguardo su di un ennesimo aggeggio che probabilmente serviva ad aprire quel coso e ci misi un piede sopra. Era molto spessa quindi feci bene quel movimento. Misi anche l'altro e con non poca fatica riuscì a sollevarmi. 
Facendomi coraggio lasciai l'appoggio su cui tenevo le mani ed afferrai il tetto del furgone. Mi tirai su usando le braccia e finalmente riuscì a salire sul furgone. L'avevo fatto veramente?! 
Mi sporsi ed riuscì ad arrivare al lucchetto che lo chiudeva e con un colpo di bacchetta lo aprì facendo poi cadere la superficie che cadde a terra, stridendo sull'asfalto. Feci un cenno a Ginny che annuì e si alzò in piedi puntando la bacchetta contro qualcuno o qualcosa che non riuscivo a vedere. Cominciò a lanciare ad a parare degli incantesimi e subito capì di aver fatto la cosa giusta. Da lì non potevo intervenire quindi mi aggrappai a qualcosa che non riuscivo a capire e mi tenni forte per non cadere. Noi due sfrecciavamo per le strade, grazie al cielo totalmente deserte. Lanciai un'altra occhiata al combattimento e vidi che si era unito anche Blaise. 
Volevo aiutarli ma se mi fossi sporsa avrei rischiato di cadere quindi rimasi lì finché non vidi un incantesimo di lui mancarli ed andare a colpire una parte della macchina che un attimo dopo si incendiò. 
- O-o.... - sussurrai aggrottando le sopracciglia. A quel punto il combattimento si fermò perché era chiaro che così non si poteva continuare. Ad ogni spostamento dei veicoli tutti rischiavano di cadere. Era inutile. Dopo diversi secondi li vidi farmi alcuni cenni frenetici al voltarmi. Spaventata mi voltai e vidi che ci stavamo avvicinando velocemente ad un tunnel, ma aveva il tetto troppo basso perché potessi passare anch'io! Mi sarei sfraciellata. 
Stupida, stupida, stupida! Ma perché l'avevo fatto! Perché?! 
Mi guardai intorno freneticamente finché non vidi che, proprio sopra la mia testa sfrecciavano veloci degli striscioni. Con uno slancio mi misi in piedi e, proprio un secondo prima di andare a sbattere contro il muro, saltai e riuscì ad aggrapparmi ad uno di essi. Il furgone mi superò a tutta velocità e poco dopo anche quello dei miei amici, ancora in fiamme. 
I muscoli delle braccia poco allenate tiravano, così come i tendini delle mano che cominciavano a fare male. Avevano perso. Non siamo riusciti a prendere la chiave ed adesso Bellatrix è ancora più vicina a diventare immortale con suo marito. Grandioso.
Silente si era fidato di noi e noi l'avevano deluso. Ma non era ancora finita. Non avrei mai permesso a quei due di vincere. Avevamo ancora una possibilità. Potevamo farlo! 
A distogliermi dai miei pensieri fu il suono di un esplosione. Alzai lo sguardo e lo puntai al tunnel buio. La macchina! Cos'era successo? Dov'erano loro?! Dov'era Draco?! 
Come se fosse evocato quei tre uscirono dal tunnel. Un po' ammaccati e sporchi di cenere ma vivi. Tirai un sospiro di sollievo che subito si tramutò di nuovo in panico quando sentì il rumore di qualcosa che si sta per staccare. Alzai lo sguardo e vidi un lembo del cartellone che si stava per staccare dal palo a cui era attaccato. 
- Ehm... ragazzi? - li chiamai con una nota di panico nella voce. Non staccati gli occhi da quel lembo ma sentivo che anche loro mi stavano guardando. Tempo un secondo che quel coso si staccò ed io caddi verso il basso. Chiusi gli occhi aspettandomi un impatto molto forte e doloroso, impatto che però non arrivò. Bensì mi sentì prendere al volo da due braccia che, incredibile ma vero, mi tennero sollevata. Aprì gli occhi e mi ritrovai davanti a quelli azzurri di Draco. - Ciao. - sussurrai imbarazzata con un sorriso. Già mi aspettavo la sua furia ed infatti....
- Ciao. COSA DIAVOLO TI È SALVATO IN MENTE?! ERA PROPRIO NECESSARIO BUTTARSI COSÌ SU QUEL CAMION?! AVRESTI POTUTO MORIRE! - urlò senza però lasciarmi andare. A quelle parole abbassai lo sguardo imbarazzata e mortificata allo stesso tempo. Quelle parole furono seguite da un pesante silenzio prima che lo sentissi fare un grosso sospiro. Mi mise a terra ed io non osai alzare lo sguardo, per quasi paura di vedere il suo sguardo così infuriato. Le sue dita andarono delicatamente sotto il mio mento e mi fece alzare la testa, facendomi poi alzare lo sguardo a incontrare il suo. Non era come me lo aspettavo. Non sembrava arrabbiato solo preoccupato. - Ma sei stata grande. - sussurrò facendo un minuscolo sorriso. Sorrisi anch'io e mi tuffai tra le sue braccia che mi strinsero senza esitare. - Non lo fare mai più. - 
- Ma non ero stata grande? - sussurrai sul suo petto. 
- Sì, ma mi hai comunque fatto prendere un infarto. Quindi non farlo più. Detesto vederti fare l'eroina. - 
A quelle parole risi lievemente. - Va bene. Poveró a non farti più preoccupare così tanto. - risposi scuotendo la testa divertita. 
- Ti amo. - sussurrò dandomi un lieve bacio sulla testa. In tutta risposta alzai la testa e lo guardai con un sorriso. 
- Ti amo anch'io. - risposi sporgendomi per dargli un bacio sulle labbra. 
- Ragazzi non so voi ma io ho voglia di bere qualcosa. - disse Blaise dopo qualche secondo di silenzio. L'adrenalina, pian piano stava svanendo lasciando posto alla stanchezza. 
- Anch'io. - risposi annuendo. Di comune accordo cominciammo a camminare finché non raggiungemmo un locale lì vicino. Entrammo dentro e subito l'odore dell'alcol. Ci andammo a sedere ad un tavolino dove c'era una carta con su scritto tutto quello che c'era. Le scritte erano tutte in cinese ma grazie al cielo sotto di esse c'erano anche le traduzioni in inglese. Dopo qualche minuto arrivò una cameriera che, almeno credo dato che non capivo, ci chiese cosa volevano. Ognuno di noi  rispose qualcosa di diverso. 
- Tequila. -  Blaise e Ginny. 
- Whisky. - Draco. 
- Vodka. - io. 
La cameriera scrisse tutto ed andò al bancone preparando i nostri ordini. Tornò poco dopo. Il locale era completamente vuoto, data probabilmente l'ora. 
- Che facciamo ragazzi? - chiese Ginny preoccupata. 
- Non lo so. - rispose Draco sospirando e bevendo un sorso del suo bicchiere. 
- Io sì. - risposi secca sospirando. Eravamo tutti molto amareggiati per quello che era successo. A quelle parole guardai uno ad uno i miei amici ma l'unico che sembrò capire fu Blaise. 
- Stai scherzando, vero? - 
- No. È l'unico modo! Non possiamo tornare ad Hogwarts adesso! - dissi abbassando la voce la voce alla parola Hogwarts. 
- Di cosa state parlando? - chiese Draco lievemente... infastidito (?) dal fatto che non capiva. 
- Hermione vorrebbe raggiungere quei due pazzi ed andare in Romania, alla fonte. - spiegò il mio amico senza distogliere lo sguardo dal mio. 
- Esattamente. Non possiamo permettere a quei due di vincere così. - dissi sicura continuando a guardarlo. Perché lui era sempre quello più difficile da convincere? 
- Voi cosa ne dite? - chiese lui rivolgendosi agli altri due. 
- Io dico che Herm ha ragione. - disse Ginny buttandosi indietro contro lo schienale della sedia. 
- Anche secondo me. - sussurrò Draco facendo più o meno lo stesso movimento. 
Sospirai lievemente prima di guardare di nuovo il mio amico che sorseggiava distratto il suo drink. 
- Balise ti prego. - dissi apprensiva. Lui alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Quando lo sentì sospirare, seppi che aveva ceduto. 
- Va bene. - fece finendo un solo sorso il suo ordine. A quel punto respirai e non mi ero neanche resa conto di aver trattenuto il respiro. 
Tutti noi finimmo i nostri ordini. Dovetti pagare io, dato che ero l'unica ad avere i soldi giusti, ed uscimmo dal locale. La strada era buia e tirava un lieve vento che mi scompiglió i capelli. 
Un solo pensiero era presente nella mia testa. 
Bellatrix e Rodolphus preparatevi. 
Scusate. Questo capito è davvero corto ma tralasciamo. Che ne dite? In questo capitolo ho creato una Hermione un po' diversa da come siamo abituati a vaderla. Qui la vediamo molto più spericolata ma per questa scena e questa storia la volevo così. Ovviamente, nonostante confido nel fatto che lo sappiate, non rifate assolutamente niente di quello che ho scritto. Essendo un capitolo particolare in cui loro fanno della cose molto pericolose preferisco dirlo. Non voglio avere problemi... sapete com'è. 
Un'altra cosa. Qualche giorno fa ho aggiunto, nel primo capitolo, la copertina della storia e spero che vi piaccia. Grazie mille per la lettura e ci vediamo al prossimo capitolo. 

LA CHIAVE....


Pov Hermione


Con non poca fatica riuscimmo ad arrivare al museo dov'era custodita la chiave. Entrammo e subito vidi che non c'era poi tanta gente, nonostante fosse un museo importante e famoso tra i babbani. Incredibile ma vero non mi ero preparata nessun piano in particolare per recuperare la chiave. 
Nessuno di noi sapeva dove si trovava e dovettimo girare un po' per trovare il luogo giusto. Purtroppo non mi ero  potuta affidare neanche ai cartelli perché erano tutti scritti in cinese, e dovetti andare a caso. Appena arrivata notai che all'interno dello spazio c'erano tantissimi diamanti, ma seppi subito qual'era. C'era un unico piedistallo al centro della stanza, che spiccava molto più degli altri, illuminata da un'unica luce. Ci avvicinammo e rimanemmo incantati ad osservarlo. Era molto grande ed a causa della luce brillava molto più degli altri. I raggi andavano anche a toccare i diamanti del mio ciondolo che si illuminarono a loro volta. Era uno spettacolo. Un movimento all'estremità della mia visuale catturò la mia attenzione. 
Lentamente mi voltai e vidi, ad una delle entrate, un uomo che ci fissava. Il sangue mi si gelò nelle vene. Riconoscei subito quell'uomo, ci avevo combattuto durante la battaglia. Non mi aspettavo di incontrarli così presto. 
- Ragazzi? - li chiamai senza staccare lo sguardo da lui. Sentì i loro occhi puntarsi su di me e subito dopo su quell'uomo. 
- La fortuna è proprio dalla nostra parte. - fece sarcastico Blaise. 
- Ed ora? - chiese Draco con una leggera nota di panico nella voce. 
- Non lo so. Questo posto e disseminato di telecamere anche volendo non sarebbe semplice prendere quel diamante. In più ci sono dei babbani. - risposi allontanandomi da quel diamante e portandoli con me, ma senza uscire dalla stanza. Ci mettemmo a mó di cerchio per parlare meglio. 
- Herm sei tu il genio del gruppo. Se tu non sai cosa fare... - 
- Non è semplice come credete, ragazzi. Mi impegno ma non mi viene in mente niente adesso. Siamo troppo scoperti. - 
- E comunque ho paura che sia troppo tardi. - sentì dire dalla voce di Ginny accanto a me. Mi volta i verso di lei e seguì il suo sguardo. 
- Non ci credo. - sussurrai guardando l'uomo. Lui, senza badare al fatto che ci fossero babbani, sfilò la bacchetta da una tasca e la puntò al piedistallo che al minimo movimento di essa si distrusse, lasciando il diamante libero. Non feci in tempo a pensare che esso volò tra le mani di lui. Ci lanciò un occhiata prima di sparire fuori dal posto. 
- Cazzo! - esclamò il mio ragazzo guardando la porta da cui era sparito. Tantissime persone si avvicinavano stupiti e spaventati al piedistallo dove fino a qualche minuto prima c'era la chiave. 
Senza pensarci due volte uscì da quella stanza e feci il percorso inverso per poi uscire dal museo. Tempo un secondo e vidi l'uomo entrare in un furgone nero, nella parte posteriore che subito si chiuse ed esso partì a tutta velocità. 
- Cazzo! - urlai guardandomi intorno. - Venite. - dissi poi agli altri correndo verso un altro furgone da cui era appena uscito un uomo. - Stupeficium. - esclamai poi puntandogli la bacchetta contro. Lui volò via, lasciando il furgone aperto. Raccolsi le chiavi da terra e le lanciai a Draco che le prese al volo. 
- Hermione hai appena attaccato un babbano! - esclamò Ginny sconcertata. Sbuffai e salì su di esso, subito seguita dagli altri. Draco e Blaise davanti ed io e Ginny dietro, nella parte aperta. Il biondo mise in moto la macchina e subito partì a tutta velocità cercando di raggiungerli. 
- Come facciamo a prendere il diamante? - chiese Blaise tenendosi data la forte velocità. 
- Pensiamo prima a raggiungerli. - dissi con voce alta per sovrastare il vento. Per raggiungere quel furgone non rispettammo neanche un segnale stradale, che tanto non riuscivamo a capire. 
- Sento che stavolta morirò. - sussurrò Blaise chiudendo gli occhi. 
- Se hai paura della sua giuda dovresti vedere Hermione. - commentò Ginny con un sorrisetto. A sentire il mio nome alzai lo sguardo e prestai per un secondo attenzione alla loro conversazione. 
- Davvero? - 
- Certo, non ne usciresti vivo. - rispose la mia amica ridendo e facendo ridere anche lui. Scossi la testa e tornai a concentrarmi sulla strada ormai eravamo davvero vicini. 
- Bene, ed ora? - chiese Draco scuotendo la testa. 
- Ora... riesci a voltare il furgone e continuare in retro marcia? - chiesi mente un'idea mi faceva capolino nella mia mente. Questa era la prova che stavo davvero impazzendo. 
- Sì... - rispose titubante. Le sue mani sfrecciarono sul volante per fare una manovra davvero pericolosa e mi ritrovai a guardare il destro del furgone. - Amore che diavolo vuoi fare? - chiese preoccupato lui continuando però a giudare come gli avevo chiesto. 
- Ora lo vedrete. - risposi alzandomi in piedi e tenendomi al tettuccio. 
- Hermione, no! È un suicidio! - urlò Ginny capendo cosa volevo fare. Le lanciati un'occhiata veloce prima di prestare di nuovo attenzione al furgone. E se avessi sbagliato? Se non fossi riuscita a posizionarmi? Se cadessi molto probabilmente questa macchina mi investirebbe. 
- Oh! Al diavolo! - esclamai prima di buttarmi. Adesso non c'era più tempo per ripensamenti. Corsi il breve tratto ed arrivata alla fine della macchina mi tuffai verso il furgone. Fu una sensazione davvero strana, un misto di adrenalina e paura. Le immagini di cosa sarebbe potuto accadare mi passarono davanti come razzi facendomi esitare un nanosecondo ma mi ripresi subito. La sensazione di essere sospesa nel vuoto era davvero strana ma quando con le mani raggiunsi l'appoggio che puntavo dall'inizio l'adrenalina raggiunse le stelle. Mi tenni sollevata con quello e quando mi volta i vidi che il furgone era tornato al suo posto e che i miei amici mi guardavano tra il preoccupato ed il affascinato. L'unico che sembrava uno che stava per avere un attacco di cuore era Draco. Distolsi la mia attenzione da loro e, mentalmente, mi descrissi il percorso che dovevo fare. 
Puntai lo sguardo su di un ennesimo aggeggio che probabilmente serviva ad aprire quel coso e ci misi un piede sopra. Era molto spessa quindi feci bene quel movimento. Misi anche l'altro e con non poca fatica riuscì a sollevarmi. 
Facendomi coraggio lasciai l'appoggio su cui tenevo le mani ed afferrai il tetto del furgone. Mi tirai su usando le braccia e finalmente riuscì a salire sul furgone. L'avevo fatto veramente?! 
Mi sporsi ed riuscì ad arrivare al lucchetto che lo chiudeva e con un colpo di bacchetta lo aprì facendo poi cadere la superficie che cadde a terra, stridendo sull'asfalto. Feci un cenno a Ginny che annuì e si alzò in piedi puntando la bacchetta contro qualcuno o qualcosa che non riuscivo a vedere. Cominciò a lanciare ad a parare degli incantesimi e subito capì di aver fatto la cosa giusta. Da lì non potevo intervenire quindi mi aggrappai a qualcosa che non riuscivo a capire e mi tenni forte per non cadere. Noi due sfrecciavamo per le strade, grazie al cielo totalmente deserte. Lanciai un'altra occhiata al combattimento e vidi che si era unito anche Blaise. 
Volevo aiutarli ma se mi fossi sporsa avrei rischiato di cadere quindi rimasi lì finché non vidi un incantesimo di lui mancarli ed andare a colpire una parte della macchina che un attimo dopo si incendiò. 
- O-o.... - sussurrai aggrottando le sopracciglia. A quel punto il combattimento si fermò perché era chiaro che così non si poteva continuare. Ad ogni spostamento dei veicoli tutti rischiavano di cadere. Era inutile. Dopo diversi secondi li vidi farmi alcuni cenni frenetici al voltarmi. Spaventata mi voltai e vidi che ci stavamo avvicinando velocemente ad un tunnel, ma aveva il tetto troppo basso perché potessi passare anch'io! Mi sarei sfraciellata. 
Stupida, stupida, stupida! Ma perché l'avevo fatto! Perché?! 
Mi guardai intorno freneticamente finché non vidi che, proprio sopra la mia testa sfrecciavano veloci degli striscioni. Con uno slancio mi misi in piedi e, proprio un secondo prima di andare a sbattere contro il muro, saltai e riuscì ad aggrapparmi ad uno di essi. Il furgone mi superò a tutta velocità e poco dopo anche quello dei miei amici, ancora in fiamme. 
I muscoli delle braccia poco allenate tiravano, così come i tendini delle mano che cominciavano a fare male. Avevano perso. Non siamo riusciti a prendere la chiave ed adesso Bellatrix è ancora più vicina a diventare immortale con suo marito. Grandioso.
Silente si era fidato di noi e noi l'avevano deluso. Ma non era ancora finita. Non avrei mai permesso a quei due di vincere. Avevamo ancora una possibilità. Potevamo farlo! 
A distogliermi dai miei pensieri fu il suono di un esplosione. Alzai lo sguardo e lo puntai al tunnel buio. La macchina! Cos'era successo? Dov'erano loro?! Dov'era Draco?! 
Come se fosse evocato quei tre uscirono dal tunnel. Un po' ammaccati e sporchi di cenere ma vivi. Tirai un sospiro di sollievo che subito si tramutò di nuovo in panico quando sentì il rumore di qualcosa che si sta per staccare. Alzai lo sguardo e vidi un lembo del cartellone che si stava per staccare dal palo a cui era attaccato. 
- Ehm... ragazzi? - li chiamai con una nota di panico nella voce. Non staccati gli occhi da quel lembo ma sentivo che anche loro mi stavano guardando. Tempo un secondo che quel coso si staccò ed io caddi verso il basso. Chiusi gli occhi aspettandomi un impatto molto forte e doloroso, impatto che però non arrivò. Bensì mi sentì prendere al volo da due braccia che, incredibile ma vero, mi tennero sollevata. Aprì gli occhi e mi ritrovai davanti a quelli azzurri di Draco. - Ciao. - sussurrai imbarazzata con un sorriso. Già mi aspettavo la sua furia ed infatti....
- Ciao. COSA DIAVOLO TI È SALVATO IN MENTE?! ERA PROPRIO NECESSARIO BUTTARSI COSÌ SU QUEL CAMION?! AVRESTI POTUTO MORIRE! - urlò senza però lasciarmi andare. A quelle parole abbassai lo sguardo imbarazzata e mortificata allo stesso tempo. Quelle parole furono seguite da un pesante silenzio prima che lo sentissi fare un grosso sospiro. Mi mise a terra ed io non osai alzare lo sguardo, per quasi paura di vedere il suo sguardo così infuriato. Le sue dita andarono delicatamente sotto il mio mento e mi fece alzare la testa, facendomi poi alzare lo sguardo a incontrare il suo. Non era come me lo aspettavo. Non sembrava arrabbiato solo preoccupato. - Ma sei stata grande. - sussurrò facendo un minuscolo sorriso. Sorrisi anch'io e mi tuffai tra le sue braccia che mi strinsero senza esitare. - Non lo fare mai più. - 
- Ma non ero stata grande? - sussurrai sul suo petto. 
- Sì, ma mi hai comunque fatto prendere un infarto. Quindi non farlo più. Detesto vederti fare l'eroina. - 
A quelle parole risi lievemente. - Va bene. Poveró a non farti più preoccupare così tanto. - risposi scuotendo la testa divertita. 
- Ti amo. - sussurrò dandomi un lieve bacio sulla testa. In tutta risposta alzai la testa e lo guardai con un sorriso. 
- Ti amo anch'io. - risposi sporgendomi per dargli un bacio sulle labbra. 
- Ragazzi non so voi ma io ho voglia di bere qualcosa. - disse Blaise dopo qualche secondo di silenzio. L'adrenalina, pian piano stava svanendo lasciando posto alla stanchezza. 
- Anch'io. - risposi annuendo. Di comune accordo cominciammo a camminare finché non raggiungemmo un locale lì vicino. Entrammo dentro e subito l'odore dell'alcol. Ci andammo a sedere ad un tavolino dove c'era una carta con su scritto tutto quello che c'era. Le scritte erano tutte in cinese ma grazie al cielo sotto di esse c'erano anche le traduzioni in inglese. Dopo qualche minuto arrivò una cameriera che, almeno credo dato che non capivo, ci chiese cosa volevano. Ognuno di noi  rispose qualcosa di diverso. 
- Tequila. -  Blaise e Ginny. 
- Whisky. - Draco. 
- Vodka. - io. 
La cameriera scrisse tutto ed andò al bancone preparando i nostri ordini. Tornò poco dopo. Il locale era completamente vuoto, data probabilmente l'ora. 
- Che facciamo ragazzi? - chiese Ginny preoccupata. 
- Non lo so. - rispose Draco sospirando e bevendo un sorso del suo bicchiere. 
- Io sì. - risposi secca sospirando. Eravamo tutti molto amareggiati per quello che era successo. A quelle parole guardai uno ad uno i miei amici ma l'unico che sembrò capire fu Blaise. 
- Stai scherzando, vero? - 
- No. È l'unico modo! Non possiamo tornare ad Hogwarts adesso! - dissi abbassando la voce la voce alla parola Hogwarts. 
- Di cosa state parlando? - chiese Draco lievemente... infastidito (?) dal fatto che non capiva. 
- Hermione vorrebbe raggiungere quei due pazzi ed andare in Romania, alla fonte. - spiegò il mio amico senza distogliere lo sguardo dal mio. 
- Esattamente. Non possiamo permettere a quei due di vincere così. - dissi sicura continuando a guardarlo. Perché lui era sempre quello più difficile da convincere? 
- Voi cosa ne dite? - chiese lui rivolgendosi agli altri due. 
- Io dico che Herm ha ragione. - disse Ginny buttandosi indietro contro lo schienale della sedia. 
- Anche secondo me. - sussurrò Draco facendo più o meno lo stesso movimento. 
Sospirai lievemente prima di guardare di nuovo il mio amico che sorseggiava distratto il suo drink. 
- Balise ti prego. - dissi apprensiva. Lui alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Quando lo sentì sospirare, seppi che aveva ceduto. 
- Va bene. - fece finendo un solo sorso il suo ordine. A quel punto respirai e non mi ero neanche resa conto di aver trattenuto il respiro. 
Tutti noi finimmo i nostri ordini. Dovetti pagare io, dato che ero l'unica ad avere i soldi giusti, ed uscimmo dal locale. La strada era buia e tirava un lieve vento che mi scompiglió i capelli. 
Un solo pensiero era presente nella mia testa. 
Bellatrix e Rodolphus preparatevi. 




Scusate. Questo capito è davvero corto ma tralasciamo. Che ne dite? In questo capitolo ho creato una Hermione un po' diversa da come siamo abituati a vaderla. Qui la vediamo molto più spericolata ma per questa scena e questa storia la volevo così. Ovviamente, nonostante confido nel fatto che lo sappiate, non rifate assolutamente niente di quello che ho scritto. Essendo un capitolo particolare in cui loro fanno della cose molto pericolose preferisco dirlo. Non voglio avere problemi... sapete com'è. 
Un'altra cosa. Qualche giorno fa ho aggiunto, nel primo capitolo, la copertina della storia e spero che vi piaccia. Grazie mille per la lettura e ci vediamo al prossimo capitolo. 

 

 

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Capitolo 34
*** Passato, presente e futuro ***


 

PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Pov Hermione
Stavamo camminando da più di un'ora quando ci fermammo e sedemmo a terra per fare una pausa. Eravamo arrivati in Romania da poche ore, atterrati nel paesino ai piedi dei Carpazi. Per quanto fosse bello, però, non eravamo potuti rimanere a lungo, dato il momento in cui eravamo. Il clima sulla montagna era davvero rigido. Aveva da poco finito di nevicare e la neve era soffice e fredda, anche troppo per camminarci sopra ma purtroppo eravamo costretti a farlo, per non parlare del vento forte e gelido che soffiava ininterrottamente. I mantelli ci coprivano ma non abbastanza da non tremare ad ogni folata più forte delle altre. 
Come ci aveva detto Martin, eravamo saliti sulla seconda montagna e come sospettava avevo capito esattamente a quale si stava riferendo solo quando eravamo arrivati. 
Ero davvero preoccupata. Non si vedeva ancora niente nei paraggi, ed eravamo davvero in alto. Non sapevo cosa avremmo trovato lassù, non sapevo cosa dovevo aspettarmi, non sapevo neppure se eravamo arrivati prima di Bellatrix. In cuor mio speravo di sì e purtroppo la speranza era l'unica cosa a cui potevo aggrapparmi. 
- Sarà meglio ripartire! - sentì urlare dalla voce di Blaise. Mi voltai verso di lui e lo vidi già in piedi che guardava il cielo. - Ho paura che tra poco ricominci a nevicare ed è meglio non trovarsi in una bufera qui. - continuò. Alzai lo sguardo a mia volta e vidi che non poco lontano da lì stavano avanzando delle nuvole bianche, nuvole portatrici di neve. 
Accanto a me Draco si alzò e mi tese la mano per aiutarmi. La afferrai e mi tirai su, una volta tutti pronti ricominciammo a camminare. 
Poi, i miei pensieri andarono alla mia famiglia. Non sapevo se mia madre e mio padre sapessero tutto quello che stavo facendo, ma sinceramente preferivo di no. Mia madre avrebbe dato di matto. Mi mancavano, mi mancavano davvero tanto anche se non li vedevo da poco tempo. La paura costante che Bellatrix possa far loro del male era terribile. Poi, senza che me ne accorgersi la mia mente passò ad un'altra persona. 
FLASHBACK
Ero distesa sul mio letto, una copertina sulle gambe ed un libro in mano. Avevo solo cinque anni ma i miei genitori avevano insistito per farmi imparare a leggere ed a scrivere fin dalla mia tenera età.
Improvvisamente sentì la porta della mia camera spalancarsi ed entrò lui. Non ci feci molto caso e continuai a leggere indifferente. Spesso lo faceva, di solito neanche mi parlava; entrava, prendeva quello per cui era venuto e se ne andava. Questa volta, però, non fu così. Si avvicinò a me e mi strappò il libro dalle mani, gettandolo dall'altra parte del letto. Scocciata feci per riprenderlo ma lui mi bloccò per un polso. Passai lo sguardo dal libro a lui e lo fulminai con lo sguardo. 
- Ma che fai? - chiesi scocciata dal suo comportamento. 
- Secondo te? Non hai visto? - chiese indicando con la testa la mia finestra. Posai lo sguardo su di essa ed immediatamente capì perché era venuto, un enorme sorriso mi si aprì sulle labbra. - Dai andiamo! - disse eccitato lasciandomi andare. Annuì e scesi dal letto, quasi correndo raggiungemmo il soggiorno dove c'erano mamma e papà. Il secondo stava seduto sul divano e leggeva il giornale, mentre la seconda stava decorando l'albero di Natale. Era dicembre pieno e lui era arrivato da Hogwarts per le vacanze appena due giorni fa. 
- Mamma! Papà! Possiamo uscire a giocare? - quasi urlai. I due si voltarono stupiti verso di noi, prima di sorridere quasi in contemporanea. 
- Certo, ma copritevi e state attenti! - urlò l'ultimo avvertimento dato che noi eravamo già andati via verso l'uscita. Ci infilammo i cappotti, guanti e sciarpe ed una volta pronti uscimmo dalla casa cominciando a correre verso il solito punto. Il terreno, di solito coperto d'erba, adesso era ricoperto da un magnifico manto bianco di neve. Il vento non era troppo forte quindi non li dava noia e su di noi scendevano solo un paio di fiocchi. Lui, ovviamente, era molto più avanti di me nella corsa e fu il primo ad arrivare. 
- Dai Mione! Sbrigati! - mi urlò. Adoravo quando mi chiamava Mione, era stato il primo soprannome che mi aveva dato, inoltre per una bambina era molto più facile pronunciare Mione che Hermione. - Ho vinto. - 
- Non è giusto! - feci indignata una volta che lo raggiunsi. - Tu hai le gambe molto più lunghe delle mie! - 
- Ed allora? Tu saresti lenta anche con gambe più lunghe. Arrenditi Mione, io sono molto più veloce di te. - 
- Ritira quello che hai detto Jonathan! - dissi incrociando le braccia. Lui scosse la testa ed io in tutta risposta presi un po' di neve e gliela lanciai addosso. E da lì partó la battaglia di palle di neve. Era una nostra tradizione da quando ero ancora più piccola. Ogni anno, appena nevicava, facevamo una piccola sfida che consisteva nel correre fino all'albero più vecchio e grande in mezzo al giardino. Sfida che si concludeva sempre con la vittoria di Jonathan ed una battaglia a suon di neve. Alla fine cademmo a terra, felici, stanchi e terribilmente infreddoliti. 
- Torniamo dentro. - dissi alzandomi in piedi con un sorriso. 
- Ci uccideranno quando vedranno come siamo ridotti. - replicò lui alzandosi a sua volta e guardandosi. Anch'io feci lo stesso movimento e vidi che eravamo entrambi completamente bagnati. 
Sospirando rientrammo in casa ed appena passammo davanti alla porta aperta del soggiorno ci fermarono. 
- Ma... come vi siete ridoti! Cosa avete fatto, insomma? Anzi non rispondete, lo so già. Possibile che ogni hanno la stessa storia? Andate subito a cambiarvi. - disse la mamma con le mani sui fianchi. Annuì lievemente, mentre vedevo mio padre sorridere divertito, ed andai verso le scale. Una volta arrivati davanti alla porta della camera di lui ci fermammo. 
- Jonathan? - lo chiamai quando vidi che stava per aprire la porta. Si bloccò e voltò verso di me con sguardo curioso. - Promettimi una cosa. - 
- Cosa? - 
- Promettimi che sarà così per sempre. - dissi con una nota di speranza alzando un mignolo. Lui mi guardò impassibile per un paio di secondi, come per studiare attentamente le mie parole, ed alla fine mi sorrise amorevolmente. 
- Te lo prometto. - rispose intrecciando il suo mignolo al mio. Sorrisi a mia volta e gli diedi le spalle tornando nella mia camera. 
FINE FLASHBACK
Non era andata affatto così. La promessa era stata infranta tempo fa. Avevo provato a dimenticarlo per tanto tempo... ci avevo provato e ci ero anche riuscita ma capitava qualche volta che il suo ricordo mi tornasse prepotente in mente. Ma in fondo, come potevo dimenticarlo? Come potevo anche solo sperare di farlo? Perché, per quanto volessi il contrario, lui era... 
- Raggazi! Guardate! - a distogliermi dai miei pensieri ci pensò la voce di Ginny. Alzai lo sguardo, tornando al presente, e vidi non distante da noi una piccola porta, seminascosta dalla neve. Prendemmo ad avvicinarmi velocemente ma io fui l'unica ad avvicinarsi ulteriormente. La porta era bianca come la neve che la ricopriva per metà, in mezzo un piccolo foro completamente rifinito d'oro. Era lì che andava la chiave. Allungai una mano e feci per toccare la superficie di legno ma prima che potessi sfiorarlo una voce mi fece sobbalzare ed allontanare di scatto. 
- No! - urlò una voce di donna. Alzai la testa e, adagiata su una collinetta di neve c'era, appunto, una donna. Con la coda dell'occhio vidi i miei amici estrarre la bacchetta e puntarla contro di lei che però, con una scatto della mano, li disarmò lanciando le bacchette lontano. - Moriresti prima che te ne accorga. - continuò la donna portando di nuovo lo sguardo su di me. Era bellissima. La carnagione era bianca latte, i capelli per quel che vedevo erano di un color platino davvero chiaro molto simile a quelli di Draco. Gli occhi, poi era tra l'incantevole e lo spaventoso. Erano azzurri come il cielo, e freddi quanto il ghiaccio; tanto che quando incrociò il mio sguardo mi sentì letteralmente il sangue gelare nelle vene. Indossava un vestito bianco che metteva ancora più in risalto la sua carnagione, sopra di esso una pelliccia altrettanto bianca col cappuccio che andava a coprire la testa. 
- Tu... sei la padrona di questo posto? - chiesi non distogliendo lo sguardo da lei. 
- Strano modo per definire la guardiana della fonte della giovinezza. - rispose fredda. - Voi conoscete chi sono io, ma io non so chi siete voi. Non vi ho mai visto in paese e questo significa che siete forestieri. - 
- Infatti. Il mio nome è Hermione Granger. - dissi indicandomi e poi dissi il nome anche degli altri, indicandoli poi. 
- E cosa volete? - chiese una volta finito riportando lo sguardo su di me. 
- Noi... siamo qui per aiutarla. - dissi insicura. A quelle parole, lei scoppiò a ridere. 
- E perché mai io avrei bisogno del vostro aiuto? - chiese divertita. - Proteggo la fonte da decenni oramai. - 
- Lo sappiamo. - dissi annuendo. Okay, ora basta con l'insicurezza. Ero Hermione Granger per la miseria! - Stanno arrivando due maghi oscuri che vogliono usufruire della fonte e noi dobbiamo impedirglielo. - 
- E perché mai? - 
- Gliel'ho già detto. Sono maghi oscuri, sono pericolosi. - risposi acida. Mi stavo arrabbiando. 
- E perché mai dovrei ascoltare dei semplici maghi come voi? Per di più non siete in possesso neanche della chiave e senza quella non potete neanche costringermi a farvi entrare. - disse decidendosi finalmente a scendere da quella collinetta. Si fermò davanti a me. - E suppongo che la chiave sia in mano loro, o sbaglio? - 
- No, non sbaglia. - dissi secca. Dietro di lei gli altri non avevano ancora aperto bocca. - Abbiamo tentato di fermarli ma... - 
- Ma non ci siete riusciti, questo è evidente. Cosa vi fa pensare che adesso ci riuscirete? - chiese con lo stesso tono composto. 
- Non ne siamo sicuri, ma dobbiamo provarci. - risposi sicura. Lei rimase impassibile. Non disse una parola, solo mi guardava con espressione fredda, ed io facevo lo stesso. 
- Non avete neppure la chiave. Come posso fidarmi di voi così tanto da farvi entrare? - chiese dopo minuti di silenzio. A quella domanda rimasi zitta. Non sapevo come diavolo rispondere, rimasi impassibile, ma dentro stavo esplodendo. Mi aspettavo che sarebbe stato difficile ma non così tanto. - Come immaginavo, non hai una risposta. - sussurrò dopo. Mi guardò per qualche secondo prima di posare lo sguardo sui miei amici, dietro di lei. - Venite com me. - finì secca voltandosi ed iniziando a camminare, verso la direzione da cui era spuntata. La seguì con un po' di esitazione, seguita da Draco e dagli altri. Camminammo per un po' di tempo, mentre la porta si allontanava sempre di più, sempre di più. Ad un certo punto ero anche tentata di dirle qualcosa quando lei si fermò di botto. 
- Dove siamo? - chiese il mio ragazzo guardando confuso il luogo in cui lei ci aveva portato. Era l'apertura di una grotta, completamente ricoperta di ghiaccio. La donna non rispose, solo entrò nella grotta. Noi la seguimmo dentro e dopo qualche passo ci ritrovammo nel buio totale. Sentivo solo i passi della strega davanti a me e sicura li seguì. Alla fine di quello che molto probabilmente era un tunnel vidi una luce fioca, che più ci si avvicinava più diventava grande, finché non la oltrepassammo, ritrovandovi in un altra stanza. Era completamente celeste, ricoperta di una spesso strato di ghiaccio, una specie di grande vasca anch'essa fatta di ghiaccio, piccoli fuochi celesti andavano ad illuminare il luogo. Sopra la vasca c'erano alcuni spuntoni e dentro di essa c'era molta acqua. 
- Avvicinati. - ordinò la donna mettendosi un po' da parte, ed indicando la vasca, dopo avermi lanciato un'occhiata. Guardai prima lei e poi la vasca prendendo ad avvicinarsi a piccoli passi. Appena arrivata davanti ad essa sfiorai l'acqua che dopo qualche secondo cominciò a raggrupparsi fino a prendere una forma umana. Ogni parte del suo corpo era fatta d'acqua, dagli occhi, alle labbra, ai capelli ed al resto del corpo, compresi i vestiti. 
- Tu chi sei? - chiese lei. Aveva una voce cristallina, acuta ma allo stesso tempo molto rauca. 
- Hermione Granger. - sussurrai incantata da quella figura che nasceva dall'acqua. Lei annuì lievemente prima di lanciare un'occhiata alla donna che mi aveva portato lì. Quando posò di nuovo lo sguardo su di me sentì che aveva capito tutto, nonostante non si fossero detto niente. Con uno scatto mi prese la mano destra e la strinse tra le sue, chiudendo successivamente gli occhi. Sentì una strana sensazione addosso, come se qualcosa o qualcuno mi stesse leggendo dentro, come se stesse setacciando ogni cosa di me. Il tutto durò pochi minuti, minuti molto intensi però. Alla fine lei mi lasciò la mano di scatto e dopo un paio di secondi aprì anche gli occhi. 
- Che cosa è stato? - chiesi allontanando la mano. 
- Ha guardato il tuo passato, il tuo presente ed una parte del tuo futuro. - rispose la strega dietro di me. Mi voltai e la vidi guardarci intensamente, o meglio guardare la donna fatta d'acqua dietro di me, sembrava come chiedere una risposta con gli occhi. Voltai anch'io lo sguardo verso di lei e la vidi annuire lievemente. - Va bene, puoi andare. - disse poi dietro di me l'altra e lei, dopo aver lanciato un'occhiata dietro di me si ritrasformò in acqua. 
- Perché? - chiesi senza distogliere lo sguardo dall'acqua. 
- Dovevo essere sicura che stessi dicendo la verità e l'unico modo che avevo era questo. Ora... venite con me. - rispose lei per poi voltarsi verso una delle pareti della grotta. Alzai lo sguardo su di lei e la vidi toccare una parete che vibrò lievemente sotto il suo tocco prima di aprirsi e rivelare un piccolo tunnel. Ci entrò senza esitare e noi la seguimmo lanciandoci delle occhiate. Strinsi la mano di Draco prima di entrare insieme a lui. 
Il pavimento era molto scivoloso e mi dovetti aggrappare con la mano libera all'altra parete. 
Camminammo al buio per un po', con lentezza, dato che quasi ad ogni passo c'era una svolta. Sembrava un labirinto. Verso la fine sentì sotto il piede una specie di gradino, poi un'altro ed un'alto ancora fino a scendere una lunga e tortuosa scala. Appena scesa tutta ci ritrovammo in un enorme spazio, illuminato da una luce calda e le pareti erano completamente fatte di roccia. Non c'era niente lì, solo un'enorme fontatana al centro del luogo. La donna si fece da parte facendoci ammirare quel luogo magico. Ci avvicinammo alla fontana ed una volta abbastanza vicini riuscì a vederla bene. Era molto alta, con una specie di colonna in mezzo e tutto intorno c'era l'acqua, cristallina. Dalla colonna spuntavano dei rami, ricoperti di fiori celesti e rosa che cascavano tutti intorno e dei petali di fiori erano adagiati sull'acqua. 
- Questa è... - feci per dire. 
- La fonte. Sì. - finì al posto mio la custode. Annuì lievemente e rimasi ad ammirare la fonte. Mi sentivo strana, come se qualcosa mi spingesse verso di essa, come una specie di canto che mi spingeva ad avvicinarmi. Solo in quel momento capì perché Martin mi aveva detto di stare attenti. Solo in quel momento capì perché la fonte era stata nascosta. Scossi la testa e chiusi gli occhi qualche secondo prima di fare un passo indietro, portando via anche Draco che sembrava essere messo nelle mie stesse condizioni. 
Mi voltai verso la strega e la vidi calarsi il cappuccio, rivelando i capelli biondi e quasi accecanti. Senza degnarci di un'occhiata andò verso la perete dove in mezzo si apriva una porta ed alzò le mani verso di essa. 
- Cosa sta facendo? - sussurrò Ginny confusa quanto noi guardandola. 
- Non lo so. - sussurrai scuotendo la testa. La sentì sussurrare qualche parola e poi il pavimento sotto i nostri piedi iniziò a vibrare violentemente, poi dal pavimento spuntarono dei rami che si andarono ad intrecciare davanti all'entrata, poi altri ed altri ancora. Fino a formare una vera e proprio scudo. Una volta fatto si voltò verso di noi, la sua espressione non era cambiata di una virgola. 
- Adesso non potranno entrare. - disse secca. 
- Bene. - sussurrò Draco annuendo lievemente. A quelle parole tirai un sospiro di sollievo. 
Aspettammo lì per un po'. Girai per quella grotta guardando ogni affresco che c'era dipinto. Quando arrivai davanti ad uno in particolare mi fermati ad ammirarlo. C'era dipinta una donna, con le mani in alto rivolte verso quello che doveva essere il centro della stanza, nel disegno non c'era ancora la fonte. Avanzai di un altro passo ed accanto ad esso c'era un altro disegno; rappresentava la stessa donna, messa nella stessa posizione dell'altra e, nel punto in cui adesso c'era la fontana, qui c'era una specie di striscia bianca, probabilmente di luce. Un altro passo, un altro disegno. A questo punto, dove c'era prima la striscia, adesso c'era il disegno della fontana. 
- Conosci la storia? - chiese una voce alle mie spalle. Sobbalzai lievemente e mi voltai di scatto verso la proprietaria della voce. Era la strega, ma non guardava me, stava guardando il disegno. Mi voltai anch'io e puntai di nuovo lo sguardo su di esso. 
- Sì, l'ho letta. - dissi annuendo. - Mi dispiace. - 
- L'ultima cosa che voglio è la pietà da parte di una maghetta di diciassette anni. - 
- Non l'ho detto per pietà. - replicai suotendo la testa. 
- Questa fonte ha distrutto la mia famiglia ed adesso sta distruggendo la mia vita, come distruggerà la vita di mia figlia. - disse seria. 
- Quella che... mi ha fatto quella cosa... - 
- Era lei. Quando userà la fonte diventerà come me. - mi spiegò velocemente. 
- E non vuoi? - 
- Non è che non voglio. È che... quando sono nata sapevo già cosa avrei dovuto fare una volta compiuti diciotto anni. Il mio destino era già stato scelto dai miei antenati. Abbiamo tutti pagato per un errore che ha commesso una mia antenata. - disse seria e per la prima volta sentì una, anche se piccola, emozione nella sua voce. Rabbia.
- Perché me ne stai parlando? - chiesi voltandomi verso di lei. 
- Perché so che anche per te è stato lo stesso. So che tu ed il tuo ragazzo eravate promessi sposi da quando eri molto piccola e so che, prima di innamorarvi, eravate nemici. Quindi questa situazione ti stava molto scomoda, per non parlare del fatto che stavi con un altro ragazzo. - 
- Come fai a... - feci per dire confusa ma lei mi precedette. 
- Quando mia figlia ha guardato la tua vita ha trasmesso quelle immagini anche a me. Così ho potuto vedere anch'io. - disse per poi spostare lo sguardo su di me. - Non possiamo cambiare la nostra vita, e non possiamo cambiare la nostra famiglia. Per quanto lo vogliamo non possiamo farlo. Non è facile dimenticare, quasi quanto non è facile perdonare. Le persone non perdonano spesso e non dimenticano mai, o almeno non del tutto. Io sono dell'idea che però è meglio così. Dimenticare è da codardi, perché è come voltare le spalle ad un problema, è come cercare la via più facile e corta. Dimenticare è da ipocriti, perché significa dimenticare sia le cose brutte sia quelle belle e questo non è giusto. Se la vita ci ha fatto questo significava che era il nostro destino, che doveva succedere e che forse è stato meglio perché è grazie a quello se siamo così adesso. Una persona non va mai completamente via dal tuo cuore. Può strapparlo, distruggerlo e poi calpestarlo ma non potrà mai uscirne completamente, ed è questo che qualche volta, ci porta al perdono. Perdonare è un dono ma può essere anche una maledizione. Quando accogli di nuovo una persona dentro il tuo cuore diventi vulnerabile, sai che potrà farti soffrire di nuovo ma in quel momento non ti importa perché speri che non lo farà. - finì il lungo discorso. Non mi ero perso una parola di quello che aveva detto e di nuovo l'immagine di Jonathan tornò prepotente nella mia mente ma tentai in tutti i modi di scacciarla. 
Dopo vari minuti un botto proveniente dalla porta della grotta ci fece sobbalzare tutti, tranne la strega che semplicemente si voltò verso di essa. 
- Stanno provando ad entrare. - disse calma. Un ennesimo botto, seguito dada altri ancora. Probabilmente stavano lanciando molti incantesimi. 
- Non entreranno vero? - chiese Draco raggiungendoci. Mi strinsi a lui, quasi senza pensarci, che mi mise un braccio intorno alla vita. 
- No, è impossibile. È indistruttibile. - rispose la strega guardando la barriera che continuava a bombardare. 
- E se trovassero la seconda entrata? - chiesi voltandomi verso di lei. 
- Posso aprirla solo io, con il mio tocco, ed appena siamo entrati essa si è chiusa. - spiegò lei. I bombardamenti durarono diversi minuti ma alla fine cessarono, ed un urlo frustato spezzò il silenzio. 
- MALEDETTI MOCCIOSI! MORIRETE TUTTI! È UNA PROMESSA! NON SAPETE CONTRO CHI VI SIETE MESSI! - urlò Bellatrix. Quelle parole furono seguite dal suono di diverse smaterializzazioni e solo in quel momento potei tirare un sospiro di sollievo. 
- Ce l'abbiamo fatta. - sussurrai voltandomi verso Draco che si voltò a sua volta verso di me. Gli sorrisi e mi sporsi per baciarlo dolcemente sulle labbra. 
- Ragazzi, non so voi, ma io non vedo l'ora di tornare a scuola. - disse Blaise stringendo la sua ragazza a sé. 
- Anch'io. - disse Draco annuendo. Annuì a mia volta e decidemmo di tornare subito. Salutammo e ringraziammo la strega per poi smaterializzarci a scuola. 
Quello che però non sapevamo era che una persona stava tramando alle nostre spalle, una persona che avrebbe fatto di tutto pur di vincere questa guerra. 
Scusate per l'enorme ritardo ma ho avuto tantissimo da fare in questi giorni. Che ne dite di questo capitolo? Finalmente il problema fontana è andato e personalmente non vedevo l'ora che succedesse. Voglio assolutamente continuare questa storia. Non so esattamente quanti capitoli ci saranno ancora, dato che la storia si sta rivelando più lunga del previsto. Posso solo dirvi che devono succedere ancora molte cose. Scusate se gli ultimi capitoli sono stata un po' noiosa ma questi capitoli erano necessari. Chi sarà il nuovo personaggio che ho introdotto? Qualche ipotesi? 
Devo ammettere che è stato un azzardo ma... infondo la scrittura è anche questo no? Tra qualche giorno torno a scuola quindi ho paura che non riuscirò più a pubblicare puntualmente. Preferisco pubblicare un capitolo ben fatto ma in ritardo, che uno puntuale ma scritto malissimo. Ci voglio anticipare che da adesso succederà qualcosa quasi ad ogni capitolo e spero che vi piacerà. Ciao! 

PASSATO, PRESENTE E FUTURO


Pov Hermione


Stavamo camminando da più di un'ora quando ci fermammo e sedemmo a terra per fare una pausa. Eravamo arrivati in Romania da poche ore, atterrati nel paesino ai piedi dei Carpazi. Per quanto fosse bello, però, non eravamo potuti rimanere a lungo, dato il momento in cui eravamo. Il clima sulla montagna era davvero rigido. Aveva da poco finito di nevicare e la neve era soffice e fredda, anche troppo per camminarci sopra ma purtroppo eravamo costretti a farlo, per non parlare del vento forte e gelido che soffiava ininterrottamente. I mantelli ci coprivano ma non abbastanza da non tremare ad ogni folata più forte delle altre. 
Come ci aveva detto Martin, eravamo saliti sulla seconda montagna e come sospettava avevo capito esattamente a quale si stava riferendo solo quando eravamo arrivati. 
Ero davvero preoccupata. Non si vedeva ancora niente nei paraggi, ed eravamo davvero in alto. Non sapevo cosa avremmo trovato lassù, non sapevo cosa dovevo aspettarmi, non sapevo neppure se eravamo arrivati prima di Bellatrix. In cuor mio speravo di sì e purtroppo la speranza era l'unica cosa a cui potevo aggrapparmi. 
- Sarà meglio ripartire! - sentì urlare dalla voce di Blaise. Mi voltai verso di lui e lo vidi già in piedi che guardava il cielo. - Ho paura che tra poco ricominci a nevicare ed è meglio non trovarsi in una bufera qui. - continuò. Alzai lo sguardo a mia volta e vidi che non poco lontano da lì stavano avanzando delle nuvole bianche, nuvole portatrici di neve. 
Accanto a me Draco si alzò e mi tese la mano per aiutarmi. La afferrai e mi tirai su, una volta tutti pronti ricominciammo a camminare. 
Poi, i miei pensieri andarono alla mia famiglia. Non sapevo se mia madre e mio padre sapessero tutto quello che stavo facendo, ma sinceramente preferivo di no. Mia madre avrebbe dato di matto. Mi mancavano, mi mancavano davvero tanto anche se non li vedevo da poco tempo. La paura costante che Bellatrix possa far loro del male era terribile. Poi, senza che me ne accorgersi la mia mente passò ad un'altra persona. 


FLASHBACK


Ero distesa sul mio letto, una copertina sulle gambe ed un libro in mano. Avevo solo cinque anni ma i miei genitori avevano insistito per farmi imparare a leggere ed a scrivere fin dalla mia tenera età.
Improvvisamente sentì la porta della mia camera spalancarsi ed entrò lui. Non ci feci molto caso e continuai a leggere indifferente. Spesso lo faceva, di solito neanche mi parlava; entrava, prendeva quello per cui era venuto e se ne andava. Questa volta, però, non fu così. Si avvicinò a me e mi strappò il libro dalle mani, gettandolo dall'altra parte del letto. Scocciata feci per riprenderlo ma lui mi bloccò per un polso. Passai lo sguardo dal libro a lui e lo fulminai con lo sguardo. 
- Ma che fai? - chiesi scocciata dal suo comportamento. 
- Secondo te? Non hai visto? - chiese indicando con la testa la mia finestra. Posai lo sguardo su di essa ed immediatamente capì perché era venuto, un enorme sorriso mi si aprì sulle labbra. - Dai andiamo! - disse eccitato lasciandomi andare. Annuì e scesi dal letto, quasi correndo raggiungemmo il soggiorno dove c'erano mamma e papà. Il secondo stava seduto sul divano e leggeva il giornale, mentre la seconda stava decorando l'albero di Natale. Era dicembre pieno e lui era arrivato da Hogwarts per le vacanze appena due giorni fa. 
- Mamma! Papà! Possiamo uscire a giocare? - quasi urlai. I due si voltarono stupiti verso di noi, prima di sorridere quasi in contemporanea. 
- Certo, ma copritevi e state attenti! - urlò l'ultimo avvertimento dato che noi eravamo già andati via verso l'uscita. Ci infilammo i cappotti, guanti e sciarpe ed una volta pronti uscimmo dalla casa cominciando a correre verso il solito punto. Il terreno, di solito coperto d'erba, adesso era ricoperto da un magnifico manto bianco di neve. Il vento non era troppo forte quindi non li dava noia e su di noi scendevano solo un paio di fiocchi. Lui, ovviamente, era molto più avanti di me nella corsa e fu il primo ad arrivare. 
- Dai Mione! Sbrigati! - mi urlò. Adoravo quando mi chiamava Mione, era stato il primo soprannome che mi aveva dato, inoltre per una bambina era molto più facile pronunciare Mione che Hermione. - Ho vinto. - 
- Non è giusto! - feci indignata una volta che lo raggiunsi. - Tu hai le gambe molto più lunghe delle mie! - 
- Ed allora? Tu saresti lenta anche con gambe più lunghe. Arrenditi Mione, io sono molto più veloce di te. - 
- Ritira quello che hai detto Jonathan! - dissi incrociando le braccia. Lui scosse la testa ed io in tutta risposta presi un po' di neve e gliela lanciai addosso. E da lì partó la battaglia di palle di neve. Era una nostra tradizione da quando ero ancora più piccola. Ogni anno, appena nevicava, facevamo una piccola sfida che consisteva nel correre fino all'albero più vecchio e grande in mezzo al giardino. Sfida che si concludeva sempre con la vittoria di Jonathan ed una battaglia a suon di neve. Alla fine cademmo a terra, felici, stanchi e terribilmente infreddoliti. 
- Torniamo dentro. - dissi alzandomi in piedi con un sorriso. 
- Ci uccideranno quando vedranno come siamo ridotti. - replicò lui alzandosi a sua volta e guardandosi. Anch'io feci lo stesso movimento e vidi che eravamo entrambi completamente bagnati. 
Sospirando rientrammo in casa ed appena passammo davanti alla porta aperta del soggiorno ci fermarono. 
- Ma... come vi siete ridoti! Cosa avete fatto, insomma? Anzi non rispondete, lo so già. Possibile che ogni hanno la stessa storia? Andate subito a cambiarvi. - disse la mamma con le mani sui fianchi. Annuì lievemente, mentre vedevo mio padre sorridere divertito, ed andai verso le scale. Una volta arrivati davanti alla porta della camera di lui ci fermammo. 
- Jonathan? - lo chiamai quando vidi che stava per aprire la porta. Si bloccò e voltò verso di me con sguardo curioso. - Promettimi una cosa. - 
- Cosa? - 
- Promettimi che sarà così per sempre. - dissi con una nota di speranza alzando un mignolo. Lui mi guardò impassibile per un paio di secondi, come per studiare attentamente le mie parole, ed alla fine mi sorrise amorevolmente. 
- Te lo prometto. - rispose intrecciando il suo mignolo al mio. Sorrisi a mia volta e gli diedi le spalle tornando nella mia camera. 


FINE FLASHBACK


Non era andata affatto così. La promessa era stata infranta tempo fa. Avevo provato a dimenticarlo per tanto tempo... ci avevo provato e ci ero anche riuscita ma capitava qualche volta che il suo ricordo mi tornasse prepotente in mente. Ma in fondo, come potevo dimenticarlo? Come potevo anche solo sperare di farlo? Perché, per quanto volessi il contrario, lui era... 
- Raggazi! Guardate! - a distogliermi dai miei pensieri ci pensò la voce di Ginny. Alzai lo sguardo, tornando al presente, e vidi non distante da noi una piccola porta, seminascosta dalla neve. Prendemmo ad avvicinarmi velocemente ma io fui l'unica ad avvicinarsi ulteriormente. La porta era bianca come la neve che la ricopriva per metà, in mezzo un piccolo foro completamente rifinito d'oro. Era lì che andava la chiave. Allungai una mano e feci per toccare la superficie di legno ma prima che potessi sfiorarlo una voce mi fece sobbalzare ed allontanare di scatto. 
- No! - urlò una voce di donna. Alzai la testa e, adagiata su una collinetta di neve c'era, appunto, una donna. Con la coda dell'occhio vidi i miei amici estrarre la bacchetta e puntarla contro di lei che però, con una scatto della mano, li disarmò lanciando le bacchette lontano. - Moriresti prima che te ne accorga. - continuò la donna portando di nuovo lo sguardo su di me. Era bellissima. La carnagione era bianca latte, i capelli per quel che vedevo erano di un color platino davvero chiaro molto simile a quelli di Draco. Gli occhi, poi era tra l'incantevole e lo spaventoso. Erano azzurri come il cielo, e freddi quanto il ghiaccio; tanto che quando incrociò il mio sguardo mi sentì letteralmente il sangue gelare nelle vene. Indossava un vestito bianco che metteva ancora più in risalto la sua carnagione, sopra di esso una pelliccia altrettanto bianca col cappuccio che andava a coprire la testa. 
- Tu... sei la padrona di questo posto? - chiesi non distogliendo lo sguardo da lei. 
- Strano modo per definire la guardiana della fonte della giovinezza. - rispose fredda. - Voi conoscete chi sono io, ma io non so chi siete voi. Non vi ho mai visto in paese e questo significa che siete forestieri. - 
- Infatti. Il mio nome è Hermione Granger. - dissi indicandomi e poi dissi il nome anche degli altri, indicandoli poi. 
- E cosa volete? - chiese una volta finito riportando lo sguardo su di me. 
- Noi... siamo qui per aiutarla. - dissi insicura. A quelle parole, lei scoppiò a ridere. 
- E perché mai io avrei bisogno del vostro aiuto? - chiese divertita. - Proteggo la fonte da decenni oramai. - 
- Lo sappiamo. - dissi annuendo. Okay, ora basta con l'insicurezza. Ero Hermione Granger per la miseria! - Stanno arrivando due maghi oscuri che vogliono usufruire della fonte e noi dobbiamo impedirglielo. - 
- E perché mai? - 
- Gliel'ho già detto. Sono maghi oscuri, sono pericolosi. - risposi acida. Mi stavo arrabbiando. 
- E perché mai dovrei ascoltare dei semplici maghi come voi? Per di più non siete in possesso neanche della chiave e senza quella non potete neanche costringermi a farvi entrare. - disse decidendosi finalmente a scendere da quella collinetta. Si fermò davanti a me. - E suppongo che la chiave sia in mano loro, o sbaglio? - 
- No, non sbaglia. - dissi secca. Dietro di lei gli altri non avevano ancora aperto bocca. - Abbiamo tentato di fermarli ma... - 
- Ma non ci siete riusciti, questo è evidente. Cosa vi fa pensare che adesso ci riuscirete? - chiese con lo stesso tono composto. 
- Non ne siamo sicuri, ma dobbiamo provarci. - risposi sicura. Lei rimase impassibile. Non disse una parola, solo mi guardava con espressione fredda, ed io facevo lo stesso. 
- Non avete neppure la chiave. Come posso fidarmi di voi così tanto da farvi entrare? - chiese dopo minuti di silenzio. A quella domanda rimasi zitta. Non sapevo come diavolo rispondere, rimasi impassibile, ma dentro stavo esplodendo. Mi aspettavo che sarebbe stato difficile ma non così tanto. - Come immaginavo, non hai una risposta. - sussurrò dopo. Mi guardò per qualche secondo prima di posare lo sguardo sui miei amici, dietro di lei. - Venite com me. - finì secca voltandosi ed iniziando a camminare, verso la direzione da cui era spuntata. La seguì con un po' di esitazione, seguita da Draco e dagli altri. Camminammo per un po' di tempo, mentre la porta si allontanava sempre di più, sempre di più. Ad un certo punto ero anche tentata di dirle qualcosa quando lei si fermò di botto. 
- Dove siamo? - chiese il mio ragazzo guardando confuso il luogo in cui lei ci aveva portato. Era l'apertura di una grotta, completamente ricoperta di ghiaccio. La donna non rispose, solo entrò nella grotta. Noi la seguimmo dentro e dopo qualche passo ci ritrovammo nel buio totale. Sentivo solo i passi della strega davanti a me e sicura li seguì. Alla fine di quello che molto probabilmente era un tunnel vidi una luce fioca, che più ci si avvicinava più diventava grande, finché non la oltrepassammo, ritrovandovi in un altra stanza. Era completamente celeste, ricoperta di una spesso strato di ghiaccio, una specie di grande vasca anch'essa fatta di ghiaccio, piccoli fuochi celesti andavano ad illuminare il luogo. Sopra la vasca c'erano alcuni spuntoni e dentro di essa c'era molta acqua. 
- Avvicinati. - ordinò la donna mettendosi un po' da parte, ed indicando la vasca, dopo avermi lanciato un'occhiata. Guardai prima lei e poi la vasca prendendo ad avvicinarsi a piccoli passi. Appena arrivata davanti ad essa sfiorai l'acqua che dopo qualche secondo cominciò a raggrupparsi fino a prendere una forma umana. Ogni parte del suo corpo era fatta d'acqua, dagli occhi, alle labbra, ai capelli ed al resto del corpo, compresi i vestiti. 
- Tu chi sei? - chiese lei. Aveva una voce cristallina, acuta ma allo stesso tempo molto rauca. 
- Hermione Granger. - sussurrai incantata da quella figura che nasceva dall'acqua. Lei annuì lievemente prima di lanciare un'occhiata alla donna che mi aveva portato lì. Quando posò di nuovo lo sguardo su di me sentì che aveva capito tutto, nonostante non si fossero detto niente. Con uno scatto mi prese la mano destra e la strinse tra le sue, chiudendo successivamente gli occhi. Sentì una strana sensazione addosso, come se qualcosa o qualcuno mi stesse leggendo dentro, come se stesse setacciando ogni cosa di me. Il tutto durò pochi minuti, minuti molto intensi però. Alla fine lei mi lasciò la mano di scatto e dopo un paio di secondi aprì anche gli occhi. 
- Che cosa è stato? - chiesi allontanando la mano. 
- Ha guardato il tuo passato, il tuo presente ed una parte del tuo futuro. - rispose la strega dietro di me. Mi voltai e la vidi guardarci intensamente, o meglio guardare la donna fatta d'acqua dietro di me, sembrava come chiedere una risposta con gli occhi. Voltai anch'io lo sguardo verso di lei e la vidi annuire lievemente. - Va bene, puoi andare. - disse poi dietro di me l'altra e lei, dopo aver lanciato un'occhiata dietro di me si ritrasformò in acqua. 
- Perché? - chiesi senza distogliere lo sguardo dall'acqua. 
- Dovevo essere sicura che stessi dicendo la verità e l'unico modo che avevo era questo. Ora... venite con me. - rispose lei per poi voltarsi verso una delle pareti della grotta. Alzai lo sguardo su di lei e la vidi toccare una parete che vibrò lievemente sotto il suo tocco prima di aprirsi e rivelare un piccolo tunnel. Ci entrò senza esitare e noi la seguimmo lanciandoci delle occhiate. Strinsi la mano di Draco prima di entrare insieme a lui. 
Il pavimento era molto scivoloso e mi dovetti aggrappare con la mano libera all'altra parete. 
Camminammo al buio per un po', con lentezza, dato che quasi ad ogni passo c'era una svolta. Sembrava un labirinto. Verso la fine sentì sotto il piede una specie di gradino, poi un'altro ed un'alto ancora fino a scendere una lunga e tortuosa scala. Appena scesa tutta ci ritrovammo in un enorme spazio, illuminato da una luce calda e le pareti erano completamente fatte di roccia. Non c'era niente lì, solo un'enorme fontatana al centro del luogo. La donna si fece da parte facendoci ammirare quel luogo magico. Ci avvicinammo alla fontana ed una volta abbastanza vicini riuscì a vederla bene. Era molto alta, con una specie di colonna in mezzo e tutto intorno c'era l'acqua, cristallina. Dalla colonna spuntavano dei rami, ricoperti di fiori celesti e rosa che cascavano tutti intorno e dei petali di fiori erano adagiati sull'acqua. 
- Questa è... - feci per dire. 
- La fonte. Sì. - finì al posto mio la custode. Annuì lievemente e rimasi ad ammirare la fonte. Mi sentivo strana, come se qualcosa mi spingesse verso di essa, come una specie di canto che mi spingeva ad avvicinarmi. Solo in quel momento capì perché Martin mi aveva detto di stare attenti. Solo in quel momento capì perché la fonte era stata nascosta. Scossi la testa e chiusi gli occhi qualche secondo prima di fare un passo indietro, portando via anche Draco che sembrava essere messo nelle mie stesse condizioni. 
Mi voltai verso la strega e la vidi calarsi il cappuccio, rivelando i capelli biondi e quasi accecanti. Senza degnarci di un'occhiata andò verso la perete dove in mezzo si apriva una porta ed alzò le mani verso di essa. 
- Cosa sta facendo? - sussurrò Ginny confusa quanto noi guardandola. 
- Non lo so. - sussurrai scuotendo la testa. La sentì sussurrare qualche parola e poi il pavimento sotto i nostri piedi iniziò a vibrare violentemente, poi dal pavimento spuntarono dei rami che si andarono ad intrecciare davanti all'entrata, poi altri ed altri ancora. Fino a formare una vera e proprio scudo. Una volta fatto si voltò verso di noi, la sua espressione non era cambiata di una virgola. 
- Adesso non potranno entrare. - disse secca. 
- Bene. - sussurrò Draco annuendo lievemente. A quelle parole tirai un sospiro di sollievo. 


Aspettammo lì per un po'. Girai per quella grotta guardando ogni affresco che c'era dipinto. Quando arrivai davanti ad uno in particolare mi fermati ad ammirarlo. C'era dipinta una donna, con le mani in alto rivolte verso quello che doveva essere il centro della stanza, nel disegno non c'era ancora la fonte. Avanzai di un altro passo ed accanto ad esso c'era un altro disegno; rappresentava la stessa donna, messa nella stessa posizione dell'altra e, nel punto in cui adesso c'era la fontana, qui c'era una specie di striscia bianca, probabilmente di luce. Un altro passo, un altro disegno. A questo punto, dove c'era prima la striscia, adesso c'era il disegno della fontana. 
- Conosci la storia? - chiese una voce alle mie spalle. Sobbalzai lievemente e mi voltai di scatto verso la proprietaria della voce. Era la strega, ma non guardava me, stava guardando il disegno. Mi voltai anch'io e puntai di nuovo lo sguardo su di esso. 
- Sì, l'ho letta. - dissi annuendo. - Mi dispiace. - 
- L'ultima cosa che voglio è la pietà da parte di una maghetta di diciassette anni. - 
- Non l'ho detto per pietà. - replicai suotendo la testa. 
- Questa fonte ha distrutto la mia famiglia ed adesso sta distruggendo la mia vita, come distruggerà la vita di mia figlia. - disse seria. 
- Quella che... mi ha fatto quella cosa... - 
- Era lei. Quando userà la fonte diventerà come me. - mi spiegò velocemente. 
- E non vuoi? - 
- Non è che non voglio. È che... quando sono nata sapevo già cosa avrei dovuto fare una volta compiuti diciotto anni. Il mio destino era già stato scelto dai miei antenati. Abbiamo tutti pagato per un errore che ha commesso una mia antenata. - disse seria e per la prima volta sentì una, anche se piccola, emozione nella sua voce. Rabbia.
- Perché me ne stai parlando? - chiesi voltandomi verso di lei. 
- Perché so che anche per te è stato lo stesso. So che tu ed il tuo ragazzo eravate promessi sposi da quando eri molto piccola e so che, prima di innamorarvi, eravate nemici. Quindi questa situazione ti stava molto scomoda, per non parlare del fatto che stavi con un altro ragazzo. - 
- Come fai a... - feci per dire confusa ma lei mi precedette. 
- Quando mia figlia ha guardato la tua vita ha trasmesso quelle immagini anche a me. Così ho potuto vedere anch'io. - disse per poi spostare lo sguardo su di me. - Non possiamo cambiare la nostra vita, e non possiamo cambiare la nostra famiglia. Per quanto lo vogliamo non possiamo farlo. Non è facile dimenticare, quasi quanto non è facile perdonare. Le persone non perdonano spesso e non dimenticano mai, o almeno non del tutto. Io sono dell'idea che però è meglio così. Dimenticare è da codardi, perché è come voltare le spalle ad un problema, è come cercare la via più facile e corta. Dimenticare è da ipocriti, perché significa dimenticare sia le cose brutte sia quelle belle e questo non è giusto. Se la vita ci ha fatto questo significava che era il nostro destino, che doveva succedere e che forse è stato meglio perché è grazie a quello se siamo così adesso. Una persona non va mai completamente via dal tuo cuore. Può strapparlo, distruggerlo e poi calpestarlo ma non potrà mai uscirne completamente, ed è questo che qualche volta, ci porta al perdono. Perdonare è un dono ma può essere anche una maledizione. Quando accogli di nuovo una persona dentro il tuo cuore diventi vulnerabile, sai che potrà farti soffrire di nuovo ma in quel momento non ti importa perché speri che non lo farà. - finì il lungo discorso. Non mi ero perso una parola di quello che aveva detto e di nuovo l'immagine di Jonathan tornò prepotente nella mia mente ma tentai in tutti i modi di scacciarla. 
Dopo vari minuti un botto proveniente dalla porta della grotta ci fece sobbalzare tutti, tranne la strega che semplicemente si voltò verso di essa. 
- Stanno provando ad entrare. - disse calma. Un ennesimo botto, seguito dada altri ancora. Probabilmente stavano lanciando molti incantesimi. 
- Non entreranno vero? - chiese Draco raggiungendoci. Mi strinsi a lui, quasi senza pensarci, che mi mise un braccio intorno alla vita. 
- No, è impossibile. È indistruttibile. - rispose la strega guardando la barriera che continuava a bombardare. 
- E se trovassero la seconda entrata? - chiesi voltandomi verso di lei. 
- Posso aprirla solo io, con il mio tocco, ed appena siamo entrati essa si è chiusa. - spiegò lei. I bombardamenti durarono diversi minuti ma alla fine cessarono, ed un urlo frustato spezzò il silenzio. 
- MALEDETTI MOCCIOSI! MORIRETE TUTTI! È UNA PROMESSA! NON SAPETE CONTRO CHI VI SIETE MESSI! - urlò Bellatrix. Quelle parole furono seguite dal suono di diverse smaterializzazioni e solo in quel momento potei tirare un sospiro di sollievo. 
- Ce l'abbiamo fatta. - sussurrai voltandomi verso Draco che si voltò a sua volta verso di me. Gli sorrisi e mi sporsi per baciarlo dolcemente sulle labbra. 
- Ragazzi, non so voi, ma io non vedo l'ora di tornare a scuola. - disse Blaise stringendo la sua ragazza a sé. 
- Anch'io. - disse Draco annuendo. Annuì a mia volta e decidemmo di tornare subito. Salutammo e ringraziammo la strega per poi smaterializzarci a scuola. 


Quello che però non sapevamo era che una persona stava tramando alle nostre spalle, una persona che avrebbe fatto di tutto pur di vincere questa guerra. 


Scusate per l'enorme ritardo ma ho avuto tantissimo da fare in questi giorni. Che ne dite di questo capitolo? Finalmente il problema fontana è andato e personalmente non vedevo l'ora che succedesse. Voglio assolutamente continuare questa storia. Non so esattamente quanti capitoli ci saranno ancora, dato che la storia si sta rivelando più lunga del previsto. Posso solo dirvi che devono succedere ancora molte cose. Scusate se gli ultimi capitoli sono stata un po' noiosa ma questi capitoli erano necessari. Chi sarà il nuovo personaggio che ho introdotto? Qualche ipotesi? 
Devo ammettere che è stato un azzardo ma... infondo la scrittura è anche questo no? Tra qualche giorno torno a scuola quindi ho paura che non riuscirò più a pubblicare puntualmente. Preferisco pubblicare un capitolo ben fatto ma in ritardo, che uno puntuale ma scritto malissimo. Ci voglio anticipare che da adesso succederà qualcosa quasi ad ogni capitolo e spero che vi piacerà. Ciao! 

 

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Capitolo 35
*** Torna da me ***


 

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TORNA DA ME
Pov Hermione
Appena atterrati davanti ai cancelli della scuola, li varcammo ed entrammo dentro la scuola. Tempo di fare un passo ed una squadra di Auror ci raggiunse. 
- Venite con noi. - disse uno per poi voltarsi e ripercorrere la strada che aveva fatto. Confusi li seguimmo e solo quando ci ritrovammo davanti al grande gargoil di pietra mi resi conto di dove ci stavano portando. La porta dell'ufficio del preside si aprirono e loro ci fecero entrare. La squadra se ne andò lasciandoci lì, con Silente ed il Capitano. 
- Ben tornati ragazzi. - disse il primo alzandosi in piedi e venendo verso di noi. - State bene, ne sono molto felice. - disse con un piccolo sorriso. 
- Avete portato a termine la missione velocemente. - disse il Capitano con tono freddo ed impassibile. 
- Mi sembra evidente. Altrimenti non saremmo qui. - rispose Blaise irritato. C'era molta tensione nell'aria, e potevo vedere dal comportamento di Silente che doveva dirci qualcosa di importante. 
- Perché siamo qui? - chiesi rompendo il silenzio che si era creato. 
- Perché il Signorino Malfoy ed il Signorino Zabini devono ripertire per un'altra missione. - rispose l'uomo. A quelle parole il sangue mi si gelò nelle vene e mi irrigidì, cosa che fece anche Draco al mio fianco. 
- Che significa? - chiese il biondo alzando un po' la voce. 
- Sedetevi ragazzi. - disse Silente indicando le sedie disposte davanti alla scrivania. Con un po' di esitazione ci andammo tutti a sedere sulle poltroncine mentre Silente andava a sedersi davanti a noi, ed il Capitano, come sempre, rimase in piedi dietro di lui. 
- Dunque. Adesso che il piano di diventare immortali è andato dobbiamo scoprire i loro programmi, per questo abbiamo deciso di mandarvi a perlustrare la zona intorno alla casa dove risiedono. Ovviamente non sarate da soli, con voi verranno anche diversi Auror. Ora, se permettete, io devo andare. Partirete domani sera. - finì uscendo dalla stanza e lasciando tutti a bocca aperta. Incredula mi alzai e feci per seguirlo ma una mano mi bloccò per il polso. Abbassai lo sguardo e lo puntai in quello azzurro di Draco. 
- Non farlo. - sussurrò con lo sguardo pieno di preoccupazione. Non voleva che mi ficcassi nei guai. 
- Devo farlo. - sussurrai abbassandomi per lasciargli un bacio sulle labbra. Con la mano libera, delicatamente, mi liberai dalla sua presa ed uscì dalla stanza. Poco lontano da me c'era la persona che stavo cercando e che in quel momento stava parlando con il Tenente. Li raggiunse velocemente ed interruppi a metà una frase di quest'ultimo. 
- Capitano? Devo parlarle. - dissi sicura appena gli arrivai accanto. 
- Adesso sono impegnato, come può vedere. - disse lui irritato. Non postali neanche lo sguardo sull'altro uomo, rimasi con gli occhi su di lui. 
- Lo so, ma è molto urgente. - replicai ferma e decisa. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo prima che lui sospirasse ed acconsentisse. Annuì lievemente e ci spostammo in un posto più appartato, con la coda dell'occhio vidi il Tenente andarsene. - Che cosa vuole, signorina Granger? - 
- Le devo parlare a proposito della missione che vuole dare a Draco ed a Blaise. È una pazzia. - 
- Forse per lei, ma per me e per il resto della squadra non lo è affatto. Non cambierò idea, quindi se mi voleva parlare solo di questo io ho cose più importanti da fare. - disse dandomi le spalle e tornando da dove era venuto. Indignata lo seguì e lo afferrati per il polso facendolo fermare. - Mi lasci subito. - disse liberandosi della mia stretta con uno strattone. 
- Senta, se vuole mandare la sua squadra a fare questo bene, faccia pure. Non sarò io a farmarla. Ma la prego, lasci stare il mio ragazzo e Blaise. - dissi scuotendo la testa. 
- Mi dispiace, ma ormai ho deciso. - rispose scuotendo la testa a sua volta la testa. Mi diede di nuovo le spalle e scomparve dietro ad un corridoio. Sentì gli occhi pizzicare ma tentai in tutti i modi di ricacciarle indietro. Dopo non so quanto sentì una mano sfiorare la mia, per poi intrecciare le dita. Mi voltai ed incontrai i suoi occhi azzurri, occhi che mi fecero cedere. Una lacrima mi scese giù per la guancia, seguita da un'altra ed un altra ancora. Mi tuffai tra le sua braccia cominciando a singhiozzare e lui mi strinse a sé, accarezzandomi i capelli per rassicurarmi. 
- Andrà tutto bene, amore. - disse stringendomi di più a sé. - Te lo prometto. - sussurrò dandomi un bacio sulla testa. Diceva quelle parole per rassicurarmi, lo sapevo, ma allora perché quelle parole mi facevano solo più male? 
La sera del giorno dopo arrivò troppo in fretta. Non ero pronta a dirgli un altra volta "ciao" o "stai attento". Non ero pronta a lasciarlo di nuovo. Non ero pronta a vederlo andare via di nuovo. E soprattutto non ero pronta a sapere che potrei perderlo. Ma purtroppo dovevo farlo. 
Adesso ci trovavamo tutti all'entrata della scuola, era già buio e tutti gli Auror compresi noi. Ginny e Blaise erano poco distanti da noi, abbracciati, come me e Draco. 
- Stai attento ti prego. - sussurrai scuotendo la testa. Lui poggiò la sua fronte contro la mia, tenendomi sollevata lievemente per essere alla stessa altezza. 
- Sempre, amore. - rispose annuendo lievemente. Annuì a mia volta mentre sentivo gli occhi diventare lucidi. Lui si sporse e fece toccare le nostre labbra, unendole in un bacio dolce. Un bacio che racchiudeva tutte le parole che in quel momento non riuscivamo a dire. 
Ci staccammo solo quando sentimmo la voce del capitano dire che era il momento di partire. Ci staccammo, rimanendo però abbracciati, e ci guardammo negli occhi. - Sempre? - fece lui. 
- E per sempre. - sussurrai io facendo un minuscolo sorriso. Sorrise anche lui prima di darmi un'altra bacio a stampo. - Ti amo. - 
- Ti amo anch'io. - sussurrò abbracciandomi. Buttai le braccia al suo collo e lo strinsi a me, con l'orribile consapevolezza che quello potrebbe essere l'ultimo abbraccio e l'ultimo ti amo da parte dell'uomo che amavo. Una  volta staccati mi lasciò andare ed andò verso la squadra insieme a Blaise. Poco dopo mi raggiunse Ginny che mi prese la mano. Prima di partire i due ci lanciarono un'occhiata piena d'amore per poi smaterializzarsi. Appena scomparvero dalla nostra vista non mi trattenni e scoppiai a piangere, immediatamente le braccia della rossa mi avvolsero e mi strinse in un caloroso abbraccio che ricambiai immediatamente. 
- Sta tranquilla Herm. Quei due sono forti, vedrai che ce la faranno. - disse lei. 
- Lo so, ma ho comunque paura. - sussurrai mentre sentivo i singhiozzi placarsi. Una volta calmata mi staccati da lei e la guardai negli occhi, vedendo che anche i suoi erano lucidi. 
- Anch'io ho paura Herm. Ma so che andrà tutto bene, dobbiamo crederlo. - disse lei sicura. Annuì lievemente e mi guardai intorno. Appena vidi la figura dietro le spalle di Ginny mi irrigidì notevolmente, talmente tanto che lo notò anche la mia amica. - Che succede? - 
- Guarda dietro di te. - dissi con tono freddo. Lei lo fece ed appena vide la persona che avevo visto io si irrigidì a sua volta. 
- Ma che diavolo ci fa qui? - chiese lei. - Non dovrebbe essere insieme al resto della squadra? - 
- Infatti. - sussurrai senza togliere lo sguardo da lui. Il Tenente era lì. Appoggiato svogliatamente contro il muro, oltre le colonne, e ci guardava freddo. - Ginny? - la chiamai facendola voltare verso di me. - Ascoltami, adesso vai in camera tua, chiuditi dentro e soprattutto non aprire a nessuno. Rimani lì finché non arrivo io, okay? - dissi prendendola per le spalle. 
- Io... okay ma perché? - 
- Tu fallo. Ti spiego dopo. - dissi lasciandola andare. Rientrammo nel castello ed andammo nei sotterranei, ognuno nella propria stanza. Chiusi anch'io la porta a chiave e la sigillai con diversi incantesimi. 
Non ci credevo che ancora non avevo controllato quelle carte. Tirai fuori le lettere e strappai il filo che le teneva insieme, sparpagliandole poi sul letto. Saranno state un centinaglio ma proprio non avevo il tempo per leggerle tutte quindi decisi di andare direttamente a quelle più recenti. Stranamente ogni lettera aveva sul retro la data in cui era stata scritta. Notai che le prime erano datate molti anni fa. Ne presi una, incuriosita e la aprì, tirando fuori una lunga lettera. Non riconoscevo la scrittura ma falle parole che c'erano scritte capì immediatamente a chi apparteneva. 
[ Sono molto felice di sapere che sei dalla nostra parte. Un seguace in più non fa male e mi servirà tanto aiuto per fare quello che ti ho detto. Il mio piano è chiaro ed efficace, lo sai anche tu. Non so quando esattamente lo potremo mettere in atto ma sicuramente accadrà. Spero nel suo sostegno. ] 
Questa era stata scritta tre anni fa. Quindi il Capitano era in contatto con lei da così tanto tempo? Com'era possibile? Come era riuscito a nascondersi per così tanto tempo? 
Non sapevo perché aveva lasciato lì il Tenente, l'unica cosa che sapevo era che lui lavorava per Bellatrix e se era così... o mio dio! Draco! 
Pov Draco
Appena atterrati ci ritrovammo tutti in una foresta scura e buia, molto fitta. Alzai lo sguardo ed i miei occhi incontrarono solo il buio. Mi guardai intorno e vidi che parecchie bacchette si erano illuminate, per illuminare il luogo intorno, così feci lo stesso con la mia. Accanto a me Blaise fece lo stesso ed iniziammo a camminare insieme al resto del gruppo. Non avevo una bella sensazione, anche perché come si fa ad avere una bella sensazione quando ti trovi in mezzo ad un bosco buio, vicino alla casa dove alloggiano un gruppo di pazzi che ti ha augurato la morte? 
Nessuno osava aprire bocca, nemmeno il Capitano per dare ordini. In effetti era molto strano il fatto che ci avessero mandato con loro. Eravamo solo dei ragazzi e soprattutto non eravamo affatto pronti ad una missione del genere. Non avevo la più pallida idea di cosa dovessi fare, e questo neanche Blaise ovviamente. 
Un'altra cosa strana che avevo notato un secondo prima di andare era l'assenza del Tenente. Mentre stavo andando avevo visto l'uomo appoggiato al muro lontano dal resto del gruppo che mi fissava. Non sapevo perché lo stesse facendo e personalmente neanche volevo saperlo. Non mi fidavo di lui, nonostante Hermione negli ultimi tempi avesse cominciato a dubitare molto di più sul Capitano che sul Tenente io sospettavo più sul secondo. Non sapevo perché, semplicemente non mi fidavo. 
Dopo un po' che camminavamo sentì una strana sensazione addosso, come degli occhi che seguirono ogni mio movimento. Alzai lo sguardo, puntandolo verso la chioma degli alberi, continuando a camminare. Non riuscivo a vedere bene con tutto quel l'oscurità e le bacchette di certo non erano molto d'aiuto. Ma alla fine lo vidi, uno scintillio. Non feci in tempo a formulare per bene questo pensiero che fummo attaccati. Gli scagnozzi di Bellatrix scesero dagli alberi e cominciarono a bombardarci di incantesimi. 
- Protego! - urlammo quasi in coro io e Blaise, proteggendoci da un incantesimo diretto a noi, e da lì la battaglia iniziò. Lanciavamo incantesimi a destra e manca, proteggendoci ed attaccando a nostra volta. Il buio della foresta era squarciato ad intervalli regolari dalla luce sprigionata dagli incantesimi ed il silenzio veniva rotto dai vari urli. Non sapevo chi stesse vincendo e sinceramente neanche mi importava in quel momento. I pensieri che mi passavano per la testa erano tanti, e tra questi c'era la consapevolezza che loro sapevano. Sapevano che saremmo arrivati e sapevano anche dove saremmo atterrati, quella era stata un'imboscata in piena regola. Hermione aveva ragione. Era stato il Capitano ad organizzare la missione e lui era l'unico che avrebbe potuto spifferare tutto. 
Poi, i miei pensieri andarono a lei. Hermione. La mia Hermione. Le avevo promesso che ci sarei stato per sempre per lei. Il " Ti amo " che le avevo detto prima di andare via non poteva essere l'ultimo. Il bacio che le avevo dato non poteva essere l'ultimo. Dovevo tornare da lei. 
- Draco! Dobbiamo andarcene! - sentì urlare da Blaise dietro di me che aveva appena battuto un nemico. Non sapevo da quando stava durando la battaglia l'unica cosa che sapevo era che aveva ragione. Che ci pensassero gli Auror, per la miseria! 
- Sono d'accordo. - risposi urlando proteggendomi e battendo a mia volta un nemico. Un attimo dopo sentì il suono di una smaterializzazione e quando voltai lo sguardo vidi che era sparito. Ma bastò quell'attimo di distrazione a permettere a qualcuno di attaccarmi. 
- AVADA KEDAVRA! - 
Pov Hermione
Lessi diverse lettere mentre la preoccupazione aumentava sempre di più ed il sospetto che il Capitano fosse uno scagnozzo di Bellatrix diventava una certezza. Dopo qualche altro minuto sentì qualcuno battere freneticamente alla mia porta. Allerta presi la bacchetta, stringendola forte tra le dita, e con un colpo di bacchetta aprì la porta. Fuori, con mia grande sorpresa, c'era Ginny. 
- Hermione! Finalmente! - esclamò prendendomi per mano e trascinandomi letteralmente fuori dalla stanza. Ebbi appena il tempo di chiudere la porta a chiave. 
- Ginny! Ma che succede? - chiesi allarmata seguendola. 
- Silente ci ha convocate nel suo ufficio. Dice che è molto urgente. - disse velocemente e potevo sentire davvero il panico nella sua voce, panico che quelle parole trasmisero anche a me. 
Arrivammo in breve tempo davanti alla porta del suo ufficio e senza bussare entrammo. Dentro c'era solo Silente con un foglietto in mano. Girava per la stanza rigirandoselo tra le mani, si vedevo che era molto nervoso. 
- Silente! - 
- Professore! - esclamammo all'unisono io e la mia amica. L'uomo si fermò e voltò di scatto verso di noi, guardandoci tra l'addolorato ed il preoccupato. 
- Ragazze, finalmente siete arrivate. - disse avvicinandosi a noi, mentre noi facevamo lo stesso. 
- Che cosa succede? - chiesi con la voce affannosa a causa della corsa per arrivare fin lì. 
- Pochi minuti fa ho ricevuto questo. - disse mostrandoci il foglietto che aveva in mano. Il mio panico aumentò. 
- C-che cosa dice? - chiesi con la voce tremante. Sentivo le gambe molli e le mani tremavano violentemente. Accanto a me Ginny era messa più o meno allo stesso modo. 
- Un Auror è riuscito a mandare questo biglietto per avvertirci... che sono stati attaccati. - disse abbassando lo sguardo. 
- Come attaccati? Ma dovevano solo perlustrare il territorio! - disse la rossa mentre io abbassavo lo sguardo a terra, mentre gli occhi tornavano a essere lucidi. Quella parola bombardava la mia testa. 
Attaccati. Attaccati. Attaccati... 
- Alcune persone sono già tornate. - la voce di Silente arrivò ovattata alle mia orecchie ma arrivò e questo mi bastò per alzare lo sguardo di scatto. Senza pensarci mi voltai e buttai verso la porta, correndo verso l'ingresso della scuola, da dove erano partiti. Ginny mi seguì a ruota. 
Durante la corsa solo una lacrima scese giù per la guancia ma il vento la asciugò da sola, e quando arrivai a destinazione mi fermai con l'affanno. Mi guardai intorno freneticamente, pregando disperatamente per vedere la chioma bionda di Draco. Ma lui non c'era. Quasi non riuscivo a respirare. Avevo paura. Non riuscivo più a ragionare ed avevo il terrore che gli fosse successo qualcosa. La vista mi si stava appannando e sentivo solo un grande vuoto alla bocca dello stomaco. Quasi non mi ero neanche accorta dell'apparizione di Blaise. Ginny, dietro di me, gli corse incontro abbracciandolo. Per quanto fossi felice che lui stesse bene la mia mente era ancora al mio ragazzo. Ormai le lacrime scendevano copiose giù per le guancie, bagnandomi anche un po' della camicietta che indossavo. 
Poi un ennesimo suono di una smaterializzazione mi voltai di scatto e come un lampo di salvezza lo vidi. Si stava portando una mano ai capelli e si stava guardando intorno, ma non mi aveva ancora visto. Mi tuffai verso di lui e solo in quel momento incontrai il suo sguardo che appena mi vide si illuminò e mosse anche lui qualche passo verso di me. Mi tuffai su di lui e gli buttai le braccia al collo, mentre lui mi prese per la vita per tenermi stretta a lui. 
Affondai la testa nell'incavo del suo collo continuando a piangere. 
- Sh... non piangere amore. Sono qui. - sussurrò lui al mio orecchio, dandomi piccoli baci sulla testa. 
- Ho avuto così tanta paura. - sussurrai affondando una mano tra i suoi capelli. Il cuore mi batteva fortissimo, talmente forte che ero sicura che lo sentisse anche lui. Continuavo a piangere, ma stavolta erano lacrime di gioia. Non riuscivo a credere che per due orribili minuti avevo creduto di averlo perso. Mi staccai lievemente da lui, quel poco che bastava per poterlo guardare negli occhi e fu un attimo. Mi buttai sulle sue labbra e lo baciai. Fu un bacio dolce, passionale e disperato; un bacio che esprimeva tutta la paura da parte di entrambi di aver rischiato di perderci. 
- Ti amo. - sussurrò quando ci staccammo per riprendere fiato. 
- Ti amo. - sussurrai annuendo lievemente. Il mio solo pensiero il quel momento era quello. Lui stava bene.  
- Siete tornati. - disse una voce alle mie spalle. Ci voltammo contemporaneamente verso il proprietario della voce e vidi che era il Tenente con a fianco il Capitano. Quando erano tornato? 
Draco mi allontanò lievemente e si parò velocemente davanti a me, come a proteggermi. Mi aggrappai al suo braccio e mi sporsi lievemente, quel tanto che bastava per vederli. 
- Già. - fece secco il mio ragazzo. 
- Grazie al cielo. - aggiunse Blaise arrivando al nostro fianco, tenendo Ginny per mano. 
- È stata una fortuna che siete tornati tutti e due sani e salvi. - disse Waterloo guardando prima uno e poi l'altro. - Potete venire con noi? - 
- No. - fece qualcuno dietro di noi. Ci voltammo e vidi Silente scendere le poche scale e raggiungerci velocemente. - Loro adesso vengono con me, devo parlare con loro. - 
- Certo. - rispose l'uomo secco ma evidentemente irritato. Senza dire una parola ci avviammo insieme a Silente verso l'entrata, e poi verso il suo ufficio. Appena entrati vidi la professoressa McGranitt e Piton dietro la sedia del preside che ci aspettavano. Lei, quando ci vide tutti vivi e vegeti, fece un sospiro di sollievo, mentre lui rimase impassibile.  
- Sedetevi pure. - disse sedendosi dietro la scrivania. Ci sedemmo sulle poltroncine davanti ad essa e puntai lo sguardo su di lui, in attesa che parlasse. - Potete raccontarmi esattamente cosa è successo questa notte? - 
A quelle parole nessuno parlò. Sia Blaise che Draco rimasero zitti a guardare il pavimento. - Bellatrix sapeva. - disse d'un tratto il secondo spezzando il silenzio che si era creato. 
- Come Draco? - chiese la McGranitt facendo un passo avanti. 
- Bellatrix sapeva. - ripeté alzando la voce e lo sguardo puntandolo sui presenti. - Ci avevano preparato un'imboscata. - 
- Mi scusi signorino Malfoy ma ne dubito fortemente. Questo è impossibile. - disse la donna scuotendo la testa. 
- Ma è quello che è successo. - replicò lui. 
- Cosa sta insinuando, esattamente? - 
- Mi sembra semplice da capire. Qualcuno, di quelli che sanno cosa sta succedendo, è una spia per conto di Bellatrix e le ha riferito la missione. È evidente. - affermò e dal tono di voce sentì che si stava arrabbiando, così gli presi una mano e la strinsi tra le mie. A quel tocco i muscoli tesi iniziarono a sciogliersi ed intrecciò le sue dita alle mie. 
- Le sue accuse sono molto gravi, ne è a conoscenza? - fece lei con tono di voce calmo. 
- Sì, lo so. - rispose annuendo. 
- Andate pure, ragazzi. Riposatevi. Questo è stato un... lungo giorno, per tutti noi. Ne riparleremo in futuro. - disse Silente alzandosi in piedi. Ci alzammo a nostra volta andando verso la porta. Uscimmo da essa ed in silenzio raggiungemmo la Sala Comune. Era deserta, data l'ora tarda. 
- Draco, tu pensi veramente che ci sia una spia? - chiese Ginny ad un certo punto. Lui alzò lo sguardo puntandolo sulla rossa. 
- Sì, ne sono certo. È l'unica soluzione plausibile. Perché, voi non lo credete? - fece guardandoci uno ad uno. 
- Certo che lo crediamo e siamo d'accordo con te. Ma la nostra parola non servirà a niente contro quella di un Auror esperto. - disse Blaise scuotendo la testa. 
- Blaise ha ragione. Se vogliamo smascherarlo abbiamo bisogno di prove concrete, non bastano le nostre supposizioni. - intervenni dando man forte al mio amico. 
- Avete ragione. - fece alla fine Draco abbassando la testa. 
- Dai, adesso andiamo a dormire. È molto tardi. - fece il moro indicando cpn un cenno della testa le scale. Annuì lievemente ed insieme a Draco raggiungemmo la nostra stanza, mentre Blaise e Ginny raggiungevano la loro. 
Appena entrati, Draco, notò le varie carte distese sul letto e mi guardò interrogativo. 
- Che cosa sono? - chiese indicandole con la testa. 
- Sono... lettere. - dissi abbassando lo sguardo, puntandolo sul pavimento. 
- E di chi sono? - chiese ancora avvicinandosi al letto e prendendone una in mano. - Ma che...? Dove diavolo le hai prese queste? - chiese alzando un po' la voce e voltandosi verso di me. 
- Io... le ho prese dall'ufficio di Waterloo. - dissi senza alzare lo sguardo su di lui. 
- Cosa?! Quando?! - 
- Il giorno in cui ero andata alla Magic Library. - rispose sospirando ed alzando la testa. 
- Perché non me l'hai detto? Hai la minima idea di quanto hai rischiato? Poteva vederti! - 
- Sono stata attenta. - risposi incrociando le braccia. - E comunque non c'è bisogno che mi fai la paternale ogni volta. Sei il mio ragazzo non mio padre. - 
- Appunto perché sono il tuo ragazzo ho tutto il diritto di farti la paternale. Ho tutto il diritto di preoccuparmi per te, no? - 
- Certo! Ma anche tu hai fatto cose pericolose in questo periodo, eppure io non ti ho mai fatto scenate del genere! - dissi avanzando di un passo arrabbiata. 
- È vero, ma le facevo perché ero costretto. Io... lo capisco. Sei fatta così. Tu sei molto più coraggiosa di me ma... - 
- Questo non è vero. - lo interruppi avanzando di un altro passo. 
- Sì che lo è. Ma non mi importa, ti amo anche per questo. Almeno permettimi di essere preoccupato. - 
- Ma certo! - sussurrai scuotendo la testa. Gli presi la lettera dalle mani e la buttai di nuovo sul letto, insieme a tutte le altre. - Fidati di me! So quello che faccio. - feci portando le braccia intorno al suo collo. 
- Ci provo ma non è facile. - disse lui portando le braccia intorno alla mia vita. 
- Lo so. Sono una tipa complicata. - 
- E faticosa. - aggiunse avvicinandosi un po' al mio viso. 
- Senti da che pulpito! Tu sei la persona più faticosa che ci sia al mondo. - un altro po'. 
- Ah io? Sei tu che ogni giorno mi fai dannare. - un altro po'. 
- Bé tu mi hai fatto dannare per anni, è equo. - ancora un po'. 
- Come no. - sussurrò sulle sue labbra. 
- È vero! - sussurrai sorridendo lievemente. Un attimo dopo le unì, baciandomi. - Promettimi che quando farai cose del genere me lo dirai subito. - 
- Te lo prometto... prima o dopo? - chiesi con un sorriso furbo. 
- Prima. - rispose lievemente irritato. 
- Uhm... va bene. Ma adesso baciami e basta parlare di queste cose. - dissi con un altro sorriso. 
- Come la mia principessa desidera. - rispose colmando di nuovo la distanza. 
Pov Silente 
I ragazzi erano appena usciti quando mi alzai ed iniziai a camminare per la stanza, ripensando alle parole di Draco. 
- Albus. Non crederai alle parole del signorino Malfoy, vero? - chiese Minerva avanzando di un passo verso di me. Mi fermai e volta i verso di lei, che mi guardava corrucciata. 
- Non lo so Minerva. - risposi con un sospiro. Non era tutta la verità. In realtà ero più che certo che ci fosse una spia, di conseguenza credevo alle parole di Draco. 
- Oh andiamo! Sono solo dei ragazzini! - esclamò alzando le braccia al cielo in segno di esasperazione. Quella situazione ci stava consumando, a tutti, eravamo stanchi di provare a fermarli ed a prevedere le loro mosse. 
- Ragazzini che però hanno visto cose ben peggiori di noi. - replicai io. 
- Perché tu glielo hai permesso, Albus. Loro... dovevano rimanere fuori da tutto questo. Tu dovevi lasciarli fuori. - 
- Anche volendo non avrei potuto. - 
- Certo che avresti potuto, Albus. Sarebbe bastato lasciarli qui ad Hogwarts, al sicuro, invece di mandarli a compiere missioni suicide! - 
- Ma ci sono riusciti. - 
- Lo so, ma hanno comunque rischiato la vita. - 
- Era necessario. - disse la voce di Severus dietro di lei. Entrambi ci voltammo verso di lui che non si era mosso di un millimetro. - Questa cosa va ben oltre le nostre capacità o età. Non possiamo fare molte distinzioni, in più si sono proposti loro di collaborare in tutti i modi possibili. Quando arriverà la guerra, perché sappiamo tutti che arriverà, credi davvero che loro si rifiuteranno di combattere? Oppure credi che Bellatrix, Rodolphus ed i loro scagnozzi si preoccuperanno delle età? No, loro uccideranno chiunque si metta sul loro cammino, che sia bambino o adulto. - 
- E cosa dovremmo fare? - 
- Non lo so, Minerva. - dissi scuotendo la testa. - Severus? - 
- Io dico di lasciare e vedere cosa succederà. - rispose scuotendo lievemente la testa ma mantenendo la stessa aria fredda e quasi indifferente. Annuì dandogli ragione. Adesso, non potevamo fare niente se non aspettare e vedere cosa succedeva. 
Dunque... cosa ne pensate? L'ho pubblicato qualche ora prima ma vabbé. Devo dire che mi è piaciuto molto scriverlo, è assolutamente uno dei miei preferiti. Detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 

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TORNA DA ME


Pov Hermione


Appena atterrati davanti ai cancelli della scuola, li varcammo ed entrammo dentro la scuola. Tempo di fare un passo ed una squadra di Auror ci raggiunse. 
- Venite con noi. - disse uno per poi voltarsi e ripercorrere la strada che aveva fatto. Confusi li seguimmo e solo quando ci ritrovammo davanti al grande gargoil di pietra mi resi conto di dove ci stavano portando. La porta dell'ufficio del preside si aprirono e loro ci fecero entrare. La squadra se ne andò lasciandoci lì, con Silente ed il Capitano. 
- Ben tornati ragazzi. - disse il primo alzandosi in piedi e venendo verso di noi. - State bene, ne sono molto felice. - disse con un piccolo sorriso. 
- Avete portato a termine la missione velocemente. - disse il Capitano con tono freddo ed impassibile. 
- Mi sembra evidente. Altrimenti non saremmo qui. - rispose Blaise irritato. C'era molta tensione nell'aria, e potevo vedere dal comportamento di Silente che doveva dirci qualcosa di importante. 
- Perché siamo qui? - chiesi rompendo il silenzio che si era creato. 
- Perché il Signorino Malfoy ed il Signorino Zabini devono ripertire per un'altra missione. - rispose l'uomo. A quelle parole il sangue mi si gelò nelle vene e mi irrigidì, cosa che fece anche Draco al mio fianco. 
- Che significa? - chiese il biondo alzando un po' la voce. 
- Sedetevi ragazzi. - disse Silente indicando le sedie disposte davanti alla scrivania. Con un po' di esitazione ci andammo tutti a sedere sulle poltroncine mentre Silente andava a sedersi davanti a noi, ed il Capitano, come sempre, rimase in piedi dietro di lui. 
- Dunque. Adesso che il piano di diventare immortali è andato dobbiamo scoprire i loro programmi, per questo abbiamo deciso di mandarvi a perlustrare la zona intorno alla casa dove risiedono. Ovviamente non sarate da soli, con voi verranno anche diversi Auror. Ora, se permettete, io devo andare. Partirete domani sera. - finì uscendo dalla stanza e lasciando tutti a bocca aperta. Incredula mi alzai e feci per seguirlo ma una mano mi bloccò per il polso. Abbassai lo sguardo e lo puntai in quello azzurro di Draco. 
- Non farlo. - sussurrò con lo sguardo pieno di preoccupazione. Non voleva che mi ficcassi nei guai. 
- Devo farlo. - sussurrai abbassandomi per lasciargli un bacio sulle labbra. Con la mano libera, delicatamente, mi liberai dalla sua presa ed uscì dalla stanza. Poco lontano da me c'era la persona che stavo cercando e che in quel momento stava parlando con il Tenente. Li raggiunse velocemente ed interruppi a metà una frase di quest'ultimo. 
- Capitano? Devo parlarle. - dissi sicura appena gli arrivai accanto. 
- Adesso sono impegnato, come può vedere. - disse lui irritato. Non postali neanche lo sguardo sull'altro uomo, rimasi con gli occhi su di lui. 
- Lo so, ma è molto urgente. - replicai ferma e decisa. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo prima che lui sospirasse ed acconsentisse. Annuì lievemente e ci spostammo in un posto più appartato, con la coda dell'occhio vidi il Tenente andarsene. - Che cosa vuole, signorina Granger? - 
- Le devo parlare a proposito della missione che vuole dare a Draco ed a Blaise. È una pazzia. - 
- Forse per lei, ma per me e per il resto della squadra non lo è affatto. Non cambierò idea, quindi se mi voleva parlare solo di questo io ho cose più importanti da fare. - disse dandomi le spalle e tornando da dove era venuto. Indignata lo seguì e lo afferrati per il polso facendolo fermare. - Mi lasci subito. - disse liberandosi della mia stretta con uno strattone. 
- Senta, se vuole mandare la sua squadra a fare questo bene, faccia pure. Non sarò io a farmarla. Ma la prego, lasci stare il mio ragazzo e Blaise. - dissi scuotendo la testa. 
- Mi dispiace, ma ormai ho deciso. - rispose scuotendo la testa a sua volta la testa. Mi diede di nuovo le spalle e scomparve dietro ad un corridoio. Sentì gli occhi pizzicare ma tentai in tutti i modi di ricacciarle indietro. Dopo non so quanto sentì una mano sfiorare la mia, per poi intrecciare le dita. Mi voltai ed incontrai i suoi occhi azzurri, occhi che mi fecero cedere. Una lacrima mi scese giù per la guancia, seguita da un'altra ed un altra ancora. Mi tuffai tra le sua braccia cominciando a singhiozzare e lui mi strinse a sé, accarezzandomi i capelli per rassicurarmi. 
- Andrà tutto bene, amore. - disse stringendomi di più a sé. - Te lo prometto. - sussurrò dandomi un bacio sulla testa. Diceva quelle parole per rassicurarmi, lo sapevo, ma allora perché quelle parole mi facevano solo più male? 


La sera del giorno dopo arrivò troppo in fretta. Non ero pronta a dirgli un altra volta "ciao" o "stai attento". Non ero pronta a lasciarlo di nuovo. Non ero pronta a vederlo andare via di nuovo. E soprattutto non ero pronta a sapere che potrei perderlo. Ma purtroppo dovevo farlo. 
Adesso ci trovavamo tutti all'entrata della scuola, era già buio e tutti gli Auror compresi noi. Ginny e Blaise erano poco distanti da noi, abbracciati, come me e Draco. 
- Stai attento ti prego. - sussurrai scuotendo la testa. Lui poggiò la sua fronte contro la mia, tenendomi sollevata lievemente per essere alla stessa altezza. 
- Sempre, amore. - rispose annuendo lievemente. Annuì a mia volta mentre sentivo gli occhi diventare lucidi. Lui si sporse e fece toccare le nostre labbra, unendole in un bacio dolce. Un bacio che racchiudeva tutte le parole che in quel momento non riuscivamo a dire. 
Ci staccammo solo quando sentimmo la voce del capitano dire che era il momento di partire. Ci staccammo, rimanendo però abbracciati, e ci guardammo negli occhi. - Sempre? - fece lui. 
- E per sempre. - sussurrai io facendo un minuscolo sorriso. Sorrise anche lui prima di darmi un'altra bacio a stampo. - Ti amo. - 
- Ti amo anch'io. - sussurrò abbracciandomi. Buttai le braccia al suo collo e lo strinsi a me, con l'orribile consapevolezza che quello potrebbe essere l'ultimo abbraccio e l'ultimo ti amo da parte dell'uomo che amavo. Una  volta staccati mi lasciò andare ed andò verso la squadra insieme a Blaise. Poco dopo mi raggiunse Ginny che mi prese la mano. Prima di partire i due ci lanciarono un'occhiata piena d'amore per poi smaterializzarsi. Appena scomparvero dalla nostra vista non mi trattenni e scoppiai a piangere, immediatamente le braccia della rossa mi avvolsero e mi strinse in un caloroso abbraccio che ricambiai immediatamente. 
- Sta tranquilla Herm. Quei due sono forti, vedrai che ce la faranno. - disse lei. 
- Lo so, ma ho comunque paura. - sussurrai mentre sentivo i singhiozzi placarsi. Una volta calmata mi staccati da lei e la guardai negli occhi, vedendo che anche i suoi erano lucidi. 
- Anch'io ho paura Herm. Ma so che andrà tutto bene, dobbiamo crederlo. - disse lei sicura. Annuì lievemente e mi guardai intorno. Appena vidi la figura dietro le spalle di Ginny mi irrigidì notevolmente, talmente tanto che lo notò anche la mia amica. - Che succede? - 
- Guarda dietro di te. - dissi con tono freddo. Lei lo fece ed appena vide la persona che avevo visto io si irrigidì a sua volta. 
- Ma che diavolo ci fa qui? - chiese lei. - Non dovrebbe essere insieme al resto della squadra? - 
- Infatti. - sussurrai senza togliere lo sguardo da lui. Il Tenente era lì. Appoggiato svogliatamente contro il muro, oltre le colonne, e ci guardava freddo. - Ginny? - la chiamai facendola voltare verso di me. - Ascoltami, adesso vai in camera tua, chiuditi dentro e soprattutto non aprire a nessuno. Rimani lì finché non arrivo io, okay? - dissi prendendola per le spalle. 
- Io... okay ma perché? - 
- Tu fallo. Ti spiego dopo. - dissi lasciandola andare. Rientrammo nel castello ed andammo nei sotterranei, ognuno nella propria stanza. Chiusi anch'io la porta a chiave e la sigillai con diversi incantesimi. 
Non ci credevo che ancora non avevo controllato quelle carte. Tirai fuori le lettere e strappai il filo che le teneva insieme, sparpagliandole poi sul letto. Saranno state un centinaglio ma proprio non avevo il tempo per leggerle tutte quindi decisi di andare direttamente a quelle più recenti. Stranamente ogni lettera aveva sul retro la data in cui era stata scritta. Notai che le prime erano datate molti anni fa. Ne presi una, incuriosita e la aprì, tirando fuori una lunga lettera. Non riconoscevo la scrittura ma falle parole che c'erano scritte capì immediatamente a chi apparteneva. 


[ Sono molto felice di sapere che sei dalla nostra parte. Un seguace in più non fa male e mi servirà tanto aiuto per fare quello che ti ho detto. Il mio piano è chiaro ed efficace, lo sai anche tu. Non so quando esattamente lo potremo mettere in atto ma sicuramente accadrà. Spero nel suo sostegno. ] 


Questa era stata scritta tre anni fa. Quindi il Capitano era in contatto con lei da così tanto tempo? Com'era possibile? Come era riuscito a nascondersi per così tanto tempo? 
Non sapevo perché aveva lasciato lì il Tenente, l'unica cosa che sapevo era che lui lavorava per Bellatrix e se era così... o mio dio! Draco! 


Pov Draco


Appena atterrati ci ritrovammo tutti in una foresta scura e buia, molto fitta. Alzai lo sguardo ed i miei occhi incontrarono solo il buio. Mi guardai intorno e vidi che parecchie bacchette si erano illuminate, per illuminare il luogo intorno, così feci lo stesso con la mia. Accanto a me Blaise fece lo stesso ed iniziammo a camminare insieme al resto del gruppo. Non avevo una bella sensazione, anche perché come si fa ad avere una bella sensazione quando ti trovi in mezzo ad un bosco buio, vicino alla casa dove alloggiano un gruppo di pazzi che ti ha augurato la morte? 
Nessuno osava aprire bocca, nemmeno il Capitano per dare ordini. In effetti era molto strano il fatto che ci avessero mandato con loro. Eravamo solo dei ragazzi e soprattutto non eravamo affatto pronti ad una missione del genere. Non avevo la più pallida idea di cosa dovessi fare, e questo neanche Blaise ovviamente. 
Un'altra cosa strana che avevo notato un secondo prima di andare era l'assenza del Tenente. Mentre stavo andando avevo visto l'uomo appoggiato al muro lontano dal resto del gruppo che mi fissava. Non sapevo perché lo stesse facendo e personalmente neanche volevo saperlo. Non mi fidavo di lui, nonostante Hermione negli ultimi tempi avesse cominciato a dubitare molto di più sul Capitano che sul Tenente io sospettavo più sul secondo. Non sapevo perché, semplicemente non mi fidavo. 
Dopo un po' che camminavamo sentì una strana sensazione addosso, come degli occhi che seguirono ogni mio movimento. Alzai lo sguardo, puntandolo verso la chioma degli alberi, continuando a camminare. Non riuscivo a vedere bene con tutto quel l'oscurità e le bacchette di certo non erano molto d'aiuto. Ma alla fine lo vidi, uno scintillio. Non feci in tempo a formulare per bene questo pensiero che fummo attaccati. Gli scagnozzi di Bellatrix scesero dagli alberi e cominciarono a bombardarci di incantesimi. 
- Protego! - urlammo quasi in coro io e Blaise, proteggendoci da un incantesimo diretto a noi, e da lì la battaglia iniziò. Lanciavamo incantesimi a destra e manca, proteggendoci ed attaccando a nostra volta. Il buio della foresta era squarciato ad intervalli regolari dalla luce sprigionata dagli incantesimi ed il silenzio veniva rotto dai vari urli. Non sapevo chi stesse vincendo e sinceramente neanche mi importava in quel momento. I pensieri che mi passavano per la testa erano tanti, e tra questi c'era la consapevolezza che loro sapevano. Sapevano che saremmo arrivati e sapevano anche dove saremmo atterrati, quella era stata un'imboscata in piena regola. Hermione aveva ragione. Era stato il Capitano ad organizzare la missione e lui era l'unico che avrebbe potuto spifferare tutto. 
Poi, i miei pensieri andarono a lei. Hermione. La mia Hermione. Le avevo promesso che ci sarei stato per sempre per lei. Il " Ti amo " che le avevo detto prima di andare via non poteva essere l'ultimo. Il bacio che le avevo dato non poteva essere l'ultimo. Dovevo tornare da lei. 
- Draco! Dobbiamo andarcene! - sentì urlare da Blaise dietro di me che aveva appena battuto un nemico. Non sapevo da quando stava durando la battaglia l'unica cosa che sapevo era che aveva ragione. Che ci pensassero gli Auror, per la miseria! 
- Sono d'accordo. - risposi urlando proteggendomi e battendo a mia volta un nemico. Un attimo dopo sentì il suono di una smaterializzazione e quando voltai lo sguardo vidi che era sparito. Ma bastò quell'attimo di distrazione a permettere a qualcuno di attaccarmi. 
- AVADA KEDAVRA! - 


Pov Hermione


Lessi diverse lettere mentre la preoccupazione aumentava sempre di più ed il sospetto che il Capitano fosse uno scagnozzo di Bellatrix diventava una certezza. Dopo qualche altro minuto sentì qualcuno battere freneticamente alla mia porta. Allerta presi la bacchetta, stringendola forte tra le dita, e con un colpo di bacchetta aprì la porta. Fuori, con mia grande sorpresa, c'era Ginny. 
- Hermione! Finalmente! - esclamò prendendomi per mano e trascinandomi letteralmente fuori dalla stanza. Ebbi appena il tempo di chiudere la porta a chiave. 
- Ginny! Ma che succede? - chiesi allarmata seguendola. 
- Silente ci ha convocate nel suo ufficio. Dice che è molto urgente. - disse velocemente e potevo sentire davvero il panico nella sua voce, panico che quelle parole trasmisero anche a me. 
Arrivammo in breve tempo davanti alla porta del suo ufficio e senza bussare entrammo. Dentro c'era solo Silente con un foglietto in mano. Girava per la stanza rigirandoselo tra le mani, si vedevo che era molto nervoso. 
- Silente! - 
- Professore! - esclamammo all'unisono io e la mia amica. L'uomo si fermò e voltò di scatto verso di noi, guardandoci tra l'addolorato ed il preoccupato. 
- Ragazze, finalmente siete arrivate. - disse avvicinandosi a noi, mentre noi facevamo lo stesso. 
- Che cosa succede? - chiesi con la voce affannosa a causa della corsa per arrivare fin lì. 
- Pochi minuti fa ho ricevuto questo. - disse mostrandoci il foglietto che aveva in mano. Il mio panico aumentò. 
- C-che cosa dice? - chiesi con la voce tremante. Sentivo le gambe molli e le mani tremavano violentemente. Accanto a me Ginny era messa più o meno allo stesso modo. 
- Un Auror è riuscito a mandare questo biglietto per avvertirci... che sono stati attaccati. - disse abbassando lo sguardo. 
- Come attaccati? Ma dovevano solo perlustrare il territorio! - disse la rossa mentre io abbassavo lo sguardo a terra, mentre gli occhi tornavano a essere lucidi. Quella parola bombardava la mia testa. 
Attaccati. Attaccati. Attaccati... 
- Alcune persone sono già tornate. - la voce di Silente arrivò ovattata alle mia orecchie ma arrivò e questo mi bastò per alzare lo sguardo di scatto. Senza pensarci mi voltai e buttai verso la porta, correndo verso l'ingresso della scuola, da dove erano partiti. Ginny mi seguì a ruota. 
Durante la corsa solo una lacrima scese giù per la guancia ma il vento la asciugò da sola, e quando arrivai a destinazione mi fermai con l'affanno. Mi guardai intorno freneticamente, pregando disperatamente per vedere la chioma bionda di Draco. Ma lui non c'era. Quasi non riuscivo a respirare. Avevo paura. Non riuscivo più a ragionare ed avevo il terrore che gli fosse successo qualcosa. La vista mi si stava appannando e sentivo solo un grande vuoto alla bocca dello stomaco. Quasi non mi ero neanche accorta dell'apparizione di Blaise. Ginny, dietro di me, gli corse incontro abbracciandolo. Per quanto fossi felice che lui stesse bene la mia mente era ancora al mio ragazzo. Ormai le lacrime scendevano copiose giù per le guancie, bagnandomi anche un po' della camicietta che indossavo. 
Poi un ennesimo suono di una smaterializzazione mi voltai di scatto e come un lampo di salvezza lo vidi. Si stava portando una mano ai capelli e si stava guardando intorno, ma non mi aveva ancora visto. Mi tuffai verso di lui e solo in quel momento incontrai il suo sguardo che appena mi vide si illuminò e mosse anche lui qualche passo verso di me. Mi tuffai su di lui e gli buttai le braccia al collo, mentre lui mi prese per la vita per tenermi stretta a lui. 
Affondai la testa nell'incavo del suo collo continuando a piangere. 
- Sh... non piangere amore. Sono qui. - sussurrò lui al mio orecchio, dandomi piccoli baci sulla testa. 
- Ho avuto così tanta paura. - sussurrai affondando una mano tra i suoi capelli. Il cuore mi batteva fortissimo, talmente forte che ero sicura che lo sentisse anche lui. Continuavo a piangere, ma stavolta erano lacrime di gioia. Non riuscivo a credere che per due orribili minuti avevo creduto di averlo perso. Mi staccai lievemente da lui, quel poco che bastava per poterlo guardare negli occhi e fu un attimo. Mi buttai sulle sue labbra e lo baciai. Fu un bacio dolce, passionale e disperato; un bacio che esprimeva tutta la paura da parte di entrambi di aver rischiato di perderci. 
- Ti amo. - sussurrò quando ci staccammo per riprendere fiato. 
- Ti amo. - sussurrai annuendo lievemente. Il mio solo pensiero il quel momento era quello. Lui stava bene.  
- Siete tornati. - disse una voce alle mie spalle. Ci voltammo contemporaneamente verso il proprietario della voce e vidi che era il Tenente con a fianco il Capitano. Quando erano tornato? 
Draco mi allontanò lievemente e si parò velocemente davanti a me, come a proteggermi. Mi aggrappai al suo braccio e mi sporsi lievemente, quel tanto che bastava per vederli. 
- Già. - fece secco il mio ragazzo. 
- Grazie al cielo. - aggiunse Blaise arrivando al nostro fianco, tenendo Ginny per mano. 
- È stata una fortuna che siete tornati tutti e due sani e salvi. - disse Waterloo guardando prima uno e poi l'altro. - Potete venire con noi? - 
- No. - fece qualcuno dietro di noi. Ci voltammo e vidi Silente scendere le poche scale e raggiungerci velocemente. - Loro adesso vengono con me, devo parlare con loro. - 
- Certo. - rispose l'uomo secco ma evidentemente irritato. Senza dire una parola ci avviammo insieme a Silente verso l'entrata, e poi verso il suo ufficio. Appena entrati vidi la professoressa McGranitt e Piton dietro la sedia del preside che ci aspettavano. Lei, quando ci vide tutti vivi e vegeti, fece un sospiro di sollievo, mentre lui rimase impassibile.  
- Sedetevi pure. - disse sedendosi dietro la scrivania. Ci sedemmo sulle poltroncine davanti ad essa e puntai lo sguardo su di lui, in attesa che parlasse. - Potete raccontarmi esattamente cosa è successo questa notte? - 
A quelle parole nessuno parlò. Sia Blaise che Draco rimasero zitti a guardare il pavimento. - Bellatrix sapeva. - disse d'un tratto il secondo spezzando il silenzio che si era creato. 
- Come Draco? - chiese la McGranitt facendo un passo avanti. 
- Bellatrix sapeva. - ripeté alzando la voce e lo sguardo puntandolo sui presenti. - Ci avevano preparato un'imboscata. - 
- Mi scusi signorino Malfoy ma ne dubito fortemente. Questo è impossibile. - disse la donna scuotendo la testa. 
- Ma è quello che è successo. - replicò lui. 
- Cosa sta insinuando, esattamente? - 
- Mi sembra semplice da capire. Qualcuno, di quelli che sanno cosa sta succedendo, è una spia per conto di Bellatrix e le ha riferito la missione. È evidente. - affermò e dal tono di voce sentì che si stava arrabbiando, così gli presi una mano e la strinsi tra le mie. A quel tocco i muscoli tesi iniziarono a sciogliersi ed intrecciò le sue dita alle mie. 
- Le sue accuse sono molto gravi, ne è a conoscenza? - fece lei con tono di voce calmo. 
- Sì, lo so. - rispose annuendo. 
- Andate pure, ragazzi. Riposatevi. Questo è stato un... lungo giorno, per tutti noi. Ne riparleremo in futuro. - disse Silente alzandosi in piedi. Ci alzammo a nostra volta andando verso la porta. Uscimmo da essa ed in silenzio raggiungemmo la Sala Comune. Era deserta, data l'ora tarda. 
- Draco, tu pensi veramente che ci sia una spia? - chiese Ginny ad un certo punto. Lui alzò lo sguardo puntandolo sulla rossa. 
- Sì, ne sono certo. È l'unica soluzione plausibile. Perché, voi non lo credete? - fece guardandoci uno ad uno. 
- Certo che lo crediamo e siamo d'accordo con te. Ma la nostra parola non servirà a niente contro quella di un Auror esperto. - disse Blaise scuotendo la testa. 
- Blaise ha ragione. Se vogliamo smascherarlo abbiamo bisogno di prove concrete, non bastano le nostre supposizioni. - intervenni dando man forte al mio amico. 
- Avete ragione. - fece alla fine Draco abbassando la testa. 
- Dai, adesso andiamo a dormire. È molto tardi. - fece il moro indicando cpn un cenno della testa le scale. Annuì lievemente ed insieme a Draco raggiungemmo la nostra stanza, mentre Blaise e Ginny raggiungevano la loro. 
Appena entrati, Draco, notò le varie carte distese sul letto e mi guardò interrogativo. 
- Che cosa sono? - chiese indicandole con la testa. 
- Sono... lettere. - dissi abbassando lo sguardo, puntandolo sul pavimento. 
- E di chi sono? - chiese ancora avvicinandosi al letto e prendendone una in mano. - Ma che...? Dove diavolo le hai prese queste? - chiese alzando un po' la voce e voltandosi verso di me. 
- Io... le ho prese dall'ufficio di Waterloo. - dissi senza alzare lo sguardo su di lui. 
- Cosa?! Quando?! - 
- Il giorno in cui ero andata alla Magic Library. - rispose sospirando ed alzando la testa. 
- Perché non me l'hai detto? Hai la minima idea di quanto hai rischiato? Poteva vederti! - 
- Sono stata attenta. - risposi incrociando le braccia. - E comunque non c'è bisogno che mi fai la paternale ogni volta. Sei il mio ragazzo non mio padre. - 
- Appunto perché sono il tuo ragazzo ho tutto il diritto di farti la paternale. Ho tutto il diritto di preoccuparmi per te, no? - 
- Certo! Ma anche tu hai fatto cose pericolose in questo periodo, eppure io non ti ho mai fatto scenate del genere! - dissi avanzando di un passo arrabbiata. 
- È vero, ma le facevo perché ero costretto. Io... lo capisco. Sei fatta così. Tu sei molto più coraggiosa di me ma... - 
- Questo non è vero. - lo interruppi avanzando di un altro passo. 
- Sì che lo è. Ma non mi importa, ti amo anche per questo. Almeno permettimi di essere preoccupato. - 
- Ma certo! - sussurrai scuotendo la testa. Gli presi la lettera dalle mani e la buttai di nuovo sul letto, insieme a tutte le altre. - Fidati di me! So quello che faccio. - feci portando le braccia intorno al suo collo. 
- Ci provo ma non è facile. - disse lui portando le braccia intorno alla mia vita. 
- Lo so. Sono una tipa complicata. - 
- E faticosa. - aggiunse avvicinandosi un po' al mio viso. 
- Senti da che pulpito! Tu sei la persona più faticosa che ci sia al mondo. - un altro po'. 
- Ah io? Sei tu che ogni giorno mi fai dannare. - un altro po'. 
- Bé tu mi hai fatto dannare per anni, è equo. - ancora un po'. 
- Come no. - sussurrò sulle sue labbra. 
- È vero! - sussurrai sorridendo lievemente. Un attimo dopo le unì, baciandomi. - Promettimi che quando farai cose del genere me lo dirai subito. - 
- Te lo prometto... prima o dopo? - chiesi con un sorriso furbo. 
- Prima. - rispose lievemente irritato. 
- Uhm... va bene. Ma adesso baciami e basta parlare di queste cose. - dissi con un altro sorriso. 
- Come la mia principessa desidera. - rispose colmando di nuovo la distanza. 


Pov Silente 


I ragazzi erano appena usciti quando mi alzai ed iniziai a camminare per la stanza, ripensando alle parole di Draco. 
- Albus. Non crederai alle parole del signorino Malfoy, vero? - chiese Minerva avanzando di un passo verso di me. Mi fermai e volta i verso di lei, che mi guardava corrucciata. 
- Non lo so Minerva. - risposi con un sospiro. Non era tutta la verità. In realtà ero più che certo che ci fosse una spia, di conseguenza credevo alle parole di Draco. 
- Oh andiamo! Sono solo dei ragazzini! - esclamò alzando le braccia al cielo in segno di esasperazione. Quella situazione ci stava consumando, a tutti, eravamo stanchi di provare a fermarli ed a prevedere le loro mosse. 
- Ragazzini che però hanno visto cose ben peggiori di noi. - replicai io. 
- Perché tu glielo hai permesso, Albus. Loro... dovevano rimanere fuori da tutto questo. Tu dovevi lasciarli fuori. - 
- Anche volendo non avrei potuto. - 
- Certo che avresti potuto, Albus. Sarebbe bastato lasciarli qui ad Hogwarts, al sicuro, invece di mandarli a compiere missioni suicide! - 
- Ma ci sono riusciti. - 
- Lo so, ma hanno comunque rischiato la vita. - 
- Era necessario. - disse la voce di Severus dietro di lei. Entrambi ci voltammo verso di lui che non si era mosso di un millimetro. - Questa cosa va ben oltre le nostre capacità o età. Non possiamo fare molte distinzioni, in più si sono proposti loro di collaborare in tutti i modi possibili. Quando arriverà la guerra, perché sappiamo tutti che arriverà, credi davvero che loro si rifiuteranno di combattere? Oppure credi che Bellatrix, Rodolphus ed i loro scagnozzi si preoccuperanno delle età? No, loro uccideranno chiunque si metta sul loro cammino, che sia bambino o adulto. - 
- E cosa dovremmo fare? - 
- Non lo so, Minerva. - dissi scuotendo la testa. - Severus? - 
- Io dico di lasciare e vedere cosa succederà. - rispose scuotendo lievemente la testa ma mantenendo la stessa aria fredda e quasi indifferente. Annuì dandogli ragione. Adesso, non potevamo fare niente se non aspettare e vedere cosa succedeva. 


Dunque... cosa ne pensate? L'ho pubblicato qualche ora prima ma vabbé. Devo dire che mi è piaciuto molto scriverlo, è assolutamente uno dei miei preferiti. Detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 

 

 

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Capitolo 36
*** Niente di nuovo... il solito Jonathan ***


 

NIENTE DI NUOVO... IL SOLITO JONATHAN
Pov Hermione
Appena sveglia notai un bigliettino posato sul mio comodino. Scostai dolcemente il braccio di Draco, per non svegliarlo, ed afferrati il pezzetto di carta. Lo aprì e riconoscei subito la scrittura di silente che mi invitava a raggiungerlo nel suo ufficio il prima possibile. Allarmata scesi dal letto e mi vestì per poi uscire dalla nostra stanza e raggiungere l'ufficio del preside. Bussai un paio di volte alla porta ed un secondo dopo sentì la voce di Silente che mi diceva di entrare, ma la sua voce era diversa dal solito, era più agitata. Aprì la porta e vidi immediatamente che, stranamente, il suo ufficio era deserto se non per lui. 
- Buongiorno signorina Granger. - mi salutò rimanendo seduto sulla sua sedia. 
- Buongiorno professore. - dissi preoccupata rimanendo in piedi di fronte a lui. 
- Sono certo che ti starai chiedendo perché ti ho chiamata così presto. - 
- È vero. - annuì lievemente scrutando attentamente i suoi occhi, sembrava molto agitato. 
- Vedi... ieri sera ho ricevuto una lettera di una persona che mi ha informato che sarebbe venuto qui questa mattina. - 
- Chi? - chiesi confusa. 
- Prima di tutto ricorda una cosa, è qui per il tuo bene... l'ho fatto venire qui per il tuo bene... - 
- Chi è professore? - lo interruppi. Mi stavo irritando. 
- Non lo vedi da anni e sicuramente sarà molto strano... non ti piacerà e... - stava divagando fin troppo per i miei gusti. 
- Chi è, professore! - dissi alzando la voce. 
- Buongiorno sorellina. - disse una voce dietro di me. Una voce che non sentivo da sette anni, una voce che se quando ero piccola la adoravo adesso, o meglio da sette anni, la odiavo. Mi voltai di scatto e lo vidi. In piedi sulla soglia della porta che mi fissava con un ghigno sprezzante. Non era cambiato di una virgola, gli stessi occhi color cioccolato, gli stessi capelli marroni, lo stesso corpo alto e muscoloso. 
- Cosa diavolo ci fai qui?! - quasi urlai scuotendo la testa e dando le spalle a Silente. 
- Non mi vedi da tempo e l'unica cosa che mi sai dire è questo? Dov'è finito tutto il tuo affetto? - chiese scuotendo la testa divertito. 
- È scomparso tempo fa. - dissi secca prima di tornare a guardare il preside. - Sarebbe questa la persona che mi deve aiutare? - 
- È qui per proteggerti. - 
- Oh! In questo caso se ne può anche andare perché io non ho bisogno di protezione, soprattutto da lui. - 
- Ti devo ricordare che io sono qui? - fece Jonathan che intanto era entrato completamente nella stanza. 
- Purtroppo. - commentai senza guardarlo. - Io non lo voglio qui. - dissi scandendo ogni parola. Senza aspettare la risposta di nessuno mi voltai ed uscì dal suo ufficio, poco dopo però sentì la porta aprirsi di nuovo e dei passi seguirmi velocemente. - Spero che stai percorrendo la strada per andare verso l'uscita. - 
- In realtà no. Sai ho intenzione di rimanere in questa scuola ancora per un bel po'. - disse senza la minima nota di esitazione. Lo ignorai, continuando a camminare verso la sala comune. - È tutto come me lo ricordavo. Sì, proprio tutto. Adesso...  dove stiamo andando, esattamente? - 
- Io nella mia sala comune, tu per quanto mi riguarda puoi andare all'inferno. - dissi secca senza voltarmi. 
- È così che si risponde a... - 
- Non dirlo! Tu per me non sei nulla! - esclamai alzando le braccia al cielo, esasperata. Aumentai il passo ed in poco tempo entrai nella Sala. Silente ci aveva esonerato dalle lezioni per quel giorno, per risposarci dato tutto quello che ci era successo, ma aveva anche specificato che il giorno dopo saremmo dovuti andare. I miei amici erano tutti seduti sui divani e quando mi videro entrare si alzarono ma si bloccarono un secondo dopo, vedendo Jonathan entrare dopo di me. 
- E tu chi diavolo sei?! - esclamò Draco cruciandolo con lo sguardo. 
- È il tuo fidanzato? - mi chiese lui, senza badare allo sguardo di lui. 
- Sì, ed adesso vattene. - dissi secca guardandolo. 
- Oh! Non sai quanto lo vorrei, credimi. Ma sai se lo facessi mamma e papà mi ucciderebbero. Lo so che a te non fregherebbe niente ma sai a me sì. - 
- E da quando fai quello che ti dicono mamma e papà? - 
- Da quando mi hanno minacciato? Te l'ho già detto, sei sorda? - 
- Sai com'è, non è facile seguire i tuoi discorsi. - 
- Ah i miei? E tu allora? Non chiudi mai quella bocca. - 
- Io almeno dico cose sensate, non posso dire lo stesso di te. - replicai incrociando le braccia al petto. 
- Ora basta! - esclamò Draco avvicinandosi a me. - Chi è?! - mi chiese poi. 
Non lo guardai neppure. Continuavo a tenere gli occhi fissi in quelli marroni di lui. - È Jonathan. Mio fratello. - 
- Tuo fratello?! - esclamarono in coro spostando freneticamente lo sguardo da me a lui. Li ignorai. 
- Senti, non so perché tu sia qui ma te ne devi andare e subito. - dissi secca prima di voltarmi ed andare verso camera mia. 
- Ma hai ascoltato una parola di quello che ho detto?! Non posso andarmene! - 
- Non mi importa! - dissi aprendo la porta della mia camera e chiudendola dietro di me, ma essa si aprì un secondo dopo facendo entrare Jonathan che la richiuse a sua volta. 
- Tu credevi veramente che i nostri genitori ti lasciassero fare la pazza salvatrice del mondo magico senza il minimo controllo?! - fece incredulo. Mi voltai verso di lui e lo vidi avvicinarsi. 
- E da quanto tu parli con i nostri genitori?! - 
- Un mese più o meno. - rispose scrollando le spalle. Lo guardai confusa prima di abbassare lo sguardo. 
- Non me l'hanno detto... - sussurrai scuotendo la testa incredula. 
- Avevano paura della tua reazione. - 
- Cosa?! Questa è la cosa più patetica che... - 
- No, invece?! Ti sentita prima, quando mi hai visto?! - 
- Bé fatti due domande! - dissi alzando un po' la voce. 
- Oh! Adesso sarebbe colpa mia?! - chiese alzando anche lui la voce. 
- Bé sicuramente non è colpa mia! - feci alzandola ancora un po'. - Sei tu che te ne sei andato, mi sembra! - 
- Avevo i miei motivi. -
- A davvero?! - 
- Anche se volessi dirteli tu non capiresti. Anzi probabilmente neanche mi ascolteresti! - urlò avvicinandosi di un passo. 
- Forse perché non voglio ascoltarli?! Non ci sono scuse per giustificare quello che hai fatto, quello che ci hai fatto! - 
- Lo so che mi odi ma, purtroppo per te, sono e rimarrò sempre tuo fratello maggiore! - 
- Oh adesso te lo ricordi?! Adesso ti ricordi di avere una famiglia?! - oramai stavamo urlando tutti e due. 
- Mi spiace che la mia sorellina pensi questo di suo fratello. - fece con finto dispiacere. 
- Io non sono tua sorella e tu non sei mio fratello. Non più. - 
- Sei ridicola. - sibiló scuotendo la testa. 
- Ah io lo sono?! No, tu lo sei. - dissi dandogli le spalle e camminando lentamente per la camera, mantenendomi lontana da lui. 
- Ed anche infantile. Cavolo, ti facevo più intelligente o comunque più matura. Ma dovevo immaginare che non lo eri dato quello che mi hanno raccontato i nostri genitori. - 
- Tu non sei nessuno per giudicarmi! - 
- Di nuovo?! Sono tuo fratello! - esclamò alzando le braccia al cielo. 
- E di nuovo: tu non sei mio fratello! Non ti voglio qui, vattene! Ho già delle persone che mi proteggono e tu non mi servi. - 
- Tu dici?! Mi sembra che le persone che ti "proteggono" non ti abbiano fermata nel rischiare la vita più volte. - 
- Tu non... non hai capito niente. - dissi scuotendo la testa. - Io non voglio il tuo aiuto. Non ti voglio qui e non mi importa se per una volta nella vita ti stai preoccupando per me! - 
- Cara sorella, sei davvero così stupida? Credi davvero che io mi stia preoccupando per te? Non mi importa se tu vuoi farti uccidere da una pazza, non mi importa avere il perdono perché personalmente non me ne faccio di niente. Non mi importa se non mi consideri tuo fratello perché neanche io ti considerò mia sorella, se non di sangue. Non mi importa se tu vuoi fare la puttanella di quel biondino. O più semplicemente non mi importa di te. - finì con un sorriso cattivo. Sentivo gli occhi bruciare da quelle parole cattive e desideravo con tutto il cuore togliergli quel sorrisetto dalla faccia. Alzai la mano e senza pensarci gli dieci uno schiaffo in pieno viso, talmente forte da fargli girare il viso. 
- Non ti azzardare mai più a parlarmi così. Sei solo uno stronzo che ci ha abbandonati senza pensarci due volte. Non venirmi a parlare come se tu fossi chissà chi perché sono molto meglio di te. Non puoi presentati dopo sette anni e credere di poter farmi da fratello maggiore, se volevi esserlo ti presentavi prima. So badare a me stessa benissimo, non mi importa di quello che pensano i nostri genitori, chiaro?! E te lo dico per l'ultima volta, vattene. - finì in un sussurro guardandolo negli occhi. 
- Bene. Me ne vado da questa camera, ma non dalla scuola. Non mi importa quello che vuoi. - disse freddo per poi darmi le spalle ed andare velocemente alla porta. 
Pov Draco
- Tuo fratello?! - esclamammo tutti in coro. Voltai lo sguardo verso Jonathan e solo in quel momento mi resi conto della grande somiglianza tra i due. Lo stesso colore di capelli, la forma degli occhi uguali, lo stesso naso e gli stessi lineamenti dolci. Senza dire una parola Hermione ci diede le spalle e si avviò a passo spedito verso, probabilmente, la nostra camera, subito seguita da lui. La tentazione di seguirla era forte ma avevo come l'impressione che avessero bisogno di parlare, quindi non lo feci. 
- Draco... tu lo sapevi? - chiese Blaise dietro di me, sentivo incredulità nella sua voce. 
- No, non me l'aveva mai detto. - risposi scuotendo la testa e passandomi una mano tra i capelli. - Ginny? Tu lo sapevi? - chiesi voltandomi verso di lei. Sembrava sconvolta quanto me. 
- No... io non... non me ne ha mai parlato. - rispose scuotendo la testa. - Perché non ce l'ha detto? - 
- Bé qualcosa mi dice che quei due non hanno proprio un bel rapporto. - commentò il moro. Senza dire una parola la rossa lasciò la mano di Blaise e si buttò verso le scale. 
- Ehi! Dove stai andando?! - chiese lui seguendola con me. 
- Secondo voi?! Voglio scoprire cosa sta succedendo! - rispose raggiungendo la porta della mia camera ed accostando l'orecchio ad essa. La guardai incredulo per qualche secondo e durante essi si aggiunse anche Blaise. 
- Ma... ragazzi! Non potete... - feci per dire ma il mio migliore amico mi bloccó. 
- Amico, si tratta della tua ragazza. Tecnicamente tu sei il primo che dovrebbe ascoltare. - lo guardai per un paio di secondi, pensando attentamente alle sue parole. Era vero, era la mia ragazza ma se lei ci avesse scoperto si sarebbe infuriata come non mai... 
Oh! Al diavolo. Mi avvicinai alla porta e feci come loro, ascoltando la conversazione. 
- Oh adesso te lo ricordi?! Adesso ti ricordi di avere una famiglia?! - era la sua voce. 
- Mi spiace che la mia sorellina pensi questo di suo fratello. - era la voce di lui. 
- Io non sono tua sorella e tu non sei mio fratello. Non più. - 
- Sei ridicola. -  
- Ah io lo sono?! No, tu lo sei. - 
- Ed anche infantile. Cavolo, ti facevo più intelligente o comunque più matura. Ma dovevo immaginare che non lo eri dato quello che mi hanno raccontato i nostri genitori. - 
- Tu non sei nessuno per giudicarmi! - non riuscivo a capire niente. 
- Di nuovo?! Sono tuo fratello! - 
- E di nuovo: tu non sei mio fratello! Non ti voglio qui, vattene! Ho già delle persone che mi proteggono e tu non mi servi. - 
- Tu dici?! Mi sembra che le persone che ti "proteggono" non ti abbiano fermata nel rischiare la vita più volte. - 
- Tu non... non hai capito niente. Io non voglio il tuo aiuto. Non ti voglio qui e non mi importa se per una volta nella vita ti stai preoccupando per me! - 
- Cara sorella, sei davvero così stupida? Credi davvero che io mi stia preoccupando per te? Non mi importa se tu vuoi farti uccidere da una pazza, non mi importa avere il perdono perché personalmente non me ne faccio di niente. Non mi importa se non mi consideri tuo fratello perché neanche io ti considerò mia sorella, se non di sangue. Non mi importa se tu vuoi fare la puttanella di quel biondino. O più semplicemente non mi importa di te. - a queste parole il sangue mi si gelò nelle vene. Ma come si permetteva di parlarle così?! Questo piccolo discorso fu seguito da un suono secco, il suono di una schiaffo. Abbassai lo sguardo e vidi la rossa guardare allarmata cosa stava succedendo. 
- Gli ha dato uno schiaffo. - sussurrò tornando a sentire il resto del discorso. A quelle parole mi sentì rassicurare lievemente. Ma ero comunque molto incazzato a causa delle parole le avevo detto. 
- Non ti azzardare mai più a parlarmi così. Sei solo uno stronzo che ci ha abbandonati senza pensarci due volte. Non venirmi a parlare come se tu fossi chissà chi perché sono molto meglio di te. Non puoi presentati dopo sette anni e credere di poter farmi da fratello maggiore, se volevi esserlo ti presentavi prima. So badare a me stessa benissimo, non mi importa di quello che pensano i nostri genitori, chiaro?! E te lo dico per l'ultima volta, vattene. - ascoltai attentamente le parole che gli aveva detto. Non l'avevo mai sentita così fredda, non l'avevo mai sentita così... priva di emozioni. Cosa era successo tra quei due? Dovevo scoprirlo. 
- Bene. Me ne vado da questa camera, ma non dalla scuola. Non mi importa quello che vuoi. - disse con lo stesso tono freddo di Hermione. A quelle parole mi allarmai molto ed insieme ci allontanammo appena in tempo per non farci vedere da lui. La porta si aprì violentemente e poi si richiuse con la stessa violenza. Percorse il corridoio e ci superò senza vederci. 
- Ed adesso? - fece Ginny uscendo dal nascondiglio insieme a noi. 
- Adesso io devo andare a parlare con la mia ragazza. - dissi secco voltandomi ed andando nella mia stanza. Aprì la porta e la chiusi immediatamente dietro le mie spalle. Lei ere lì, mi dava le spalle ed era appoggiata alla scrivania, le spalle scosse ad intervalli regolari. Stava piangendo. Mi avvicinai a piccoli passi prima di posare una mano sulla sua spalla. - Amore... - sussurrai dolcemente. Lei non si voltò, né rispose. Le passai una mano su e giù per la schiena. 
Dopo diversi minuti si voltò e mi strinse in un abbraccio quasi disperato, continuando a piangere. Rimasi zitto, facendola sfogare. - Mi dispiace. - sussurrai dandole un bacio sulla testa. Una volta calmata si staccò da me e si andò a sedere sul letto, la raggiunsi subito. 
- Cos'è successo? - le chiesi ed ero sicura che lei avesse capito che non mi stavo riferendo solo alla discussione. Tenne lo sguardo basso, continuando a stropicciarsi l'orlo del pullover che indossava. 
Alla fine sospirò pesantemente prima di cominciare a parlare. - È una storia molto lunga. Jonathan ha sette anni più di me, da piccoli eravamo molto uniti, giocavano insieme e mi mancava moltissimo quando doveva partire per Hogwarts. Eravamo quasi i fratelli perfetti. Ma... quando compié 13 anni lui cambiò. Era molto più ribelle nei confronti dei nostri genitori ed ogni volta che gli parlavo mi rispondeva male ma nonostante questo non avevo mai smesso di volergli bene. I miei non si preoccuparono più di tanto, pensavano che fosse una fase. Verso i 16 anni scappò di casa ma lo ritrovammo e riportammo a casa molto presto, continuò a scappare spesso nel corso degli anni ma tornava sempre a casa. Io ero piccola e dopo la quarto volta quasi non mi importava più perché sapevo che sarebbe tornato sempre. L'anno in cui entrammo ad Hogwarts lui aveva appena finito la scuola ma lui non... non era cambiato minimamente. Continuava a comportarsi male. Diceva che era stanco di questa famiglia, che lo pressavano troppo e cose del genere ma nonostante questo l'anno era stato molto tranquillo. Ma... quando tornai a casa alla fine dell'anno scolastico lui non c'era. Era scappato di nuovo ma anche stavolta non me ne preoccupai perché credevo anche stavolta sarebbe tornato a casa ma... non successe. Lui non tornò più e solo a quel punto capì cosa aveva fatto in quegli anni. Aveva solo aspettato di raggiungere la maggiore età per poter andarsene, aveva preparato tutto. Non lo sentì più, non inviò nemmeno una lettera né ci venne mai a trovare era come scomparso. Col tempo l'ho dimenticato... ogni ricordo bello che avevo su di lui provavo a dimenticarlo perché faceva troppo male. Non ti ho mai detto niente perché non ce la facevo. Preferivo che tutti pensassero che fossi figlia unica e anche i miei genitori cercarono di dimenticarlo per quanto possibile. - finì continuando a guardarsi le mani. Durante il discorso ero rimasto zitto ad ascoltarla ed alla fine non mi trattenni e la strinsi in un abbraccio, che lei accertò volentieri. Ora, che sapevo tutta la storia, capivo la discussione che avevano avuto. - Sai... è per questo che detesto quando mi chiamano Mione. - disse continuando a tenersi stretta a me. 
- Perché? - chiesi con tono di voce basso. 
- Quando ero piccola lui mi chiamava sempre così e... sentirlo me lo ricordava troppo così ho cominciato ad odiarlo. - rispose scuotendo la testa. 
- Mi dispiace amore. - non sapevo che altro dire perché non c'era altro da dire. 
- Non è colpa tua. - rispose staccandosi lentamente e prendendosi la testa tra le mani. - Hai sentito tutto, vero? - chiese riferendosi alla conversazione avuta con suo fratello. 
- Io... -
- Non mentirmi, ti prego. - disse scuotendo la testa. 
- Sì. - ammisi alla fine con un sospiro. 
- Non ci credo che i miei genitori mi abbiano mentito per tutto questo tempo. - 
- Forse avevano i loro motivi. - dissi passandole una mano su e giù per la schiena. 
- Non importa! Sono loro figlia e centro anch'io in questa storia. - disse scuotendo nuovamente la testa. - Non lo voglio qui. - 
- Lo capisco e se fossi in te ne anch'io lo vorrei ma ho paura che non se ne andrà molto facilmente. - 
- Lo so, rimane qui solo per farmi un torto. - disse lei. - Lo so che è strano... - 
- No che non è strano. - la interruppi scuotendo la testa. 
- Sì invece. È mio fratello e so che dovrei essere contenta di rivederlo ma non ce la faccio. Mi ha fatto troppo male, mi ha deluso. - a quelle parole rimasi zitto. Non avevo niente da dire, perché effettivamente non c'era niente da dire. A spezzare quel silenzio fu di nuovo lei che si tuffò di nuovo tra le mie braccia. - Dimmi che rimarrai con me. - sussurrò sul mio petto. La strinsi forte e poggiai il mento sulla sua testa. 
- Rimarrò con te, per sempre. Qualsiasi cosa succeda. - dissi sicuro tenendo lo sguardo fisso sul soffitto. - Te lo giuro. - sussurrai come se non volessi che lei sentisse. E l'avrei fatto, sarei rimasto con lei  qualsiasi cosa fosse accaduta. La amavo e avrei mantenuto la mia promessa, in tutti i modi possibili. 
Ho pubblicato un'ora prima perché il capitolo era già pronto. Che ne pensate? Io ne sono molto soddisfatta. È stato un grande azzardo introdurre Jonathan, il fratellone stronzo, ma secondo me funziona. Voi che ne pensate? Ci stiamo pian piano avvicinando alla fine della storia e giuro che vorrei che questo momento non arrivi mai, amo questa storia ma purtroppo non posso farla continuare per sempre. Detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 

NIENTE DI NUOVO... IL SOLITO JONATHAN


Pov Hermione

Appena sveglia notai un bigliettino posato sul mio comodino. Scostai dolcemente il braccio di Draco, per non svegliarlo, ed afferrati il pezzetto di carta. Lo aprì e riconoscei subito la scrittura di silente che mi invitava a raggiungerlo nel suo ufficio il prima possibile. Allarmata scesi dal letto e mi vestì per poi uscire dalla nostra stanza e raggiungere l'ufficio del preside. Bussai un paio di volte alla porta ed un secondo dopo sentì la voce di Silente che mi diceva di entrare, ma la sua voce era diversa dal solito, era più agitata. Aprì la porta e vidi immediatamente che, stranamente, il suo ufficio era deserto se non per lui. 
- Buongiorno signorina Granger. - mi salutò rimanendo seduto sulla sua sedia. 
- Buongiorno professore. - dissi preoccupata rimanendo in piedi di fronte a lui. 
- Sono certo che ti starai chiedendo perché ti ho chiamata così presto. - 
- È vero. - annuì lievemente scrutando attentamente i suoi occhi, sembrava molto agitato. 
- Vedi... ieri sera ho ricevuto una lettera di una persona che mi ha informato che sarebbe venuto qui questa mattina. - 
- Chi? - chiesi confusa. 
- Prima di tutto ricorda una cosa, è qui per il tuo bene... l'ho fatto venire qui per il tuo bene... - 
- Chi è professore? - lo interruppi. Mi stavo irritando. 
- Non lo vedi da anni e sicuramente sarà molto strano... non ti piacerà e... - stava divagando fin troppo per i miei gusti. 
- Chi è, professore! - dissi alzando la voce. 
- Buongiorno sorellina. - disse una voce dietro di me. Una voce che non sentivo da sette anni, una voce che se quando ero piccola la adoravo adesso, o meglio da sette anni, la odiavo. Mi voltai di scatto e lo vidi. In piedi sulla soglia della porta che mi fissava con un ghigno sprezzante. Non era cambiato di una virgola, gli stessi occhi color cioccolato, gli stessi capelli marroni, lo stesso corpo alto e muscoloso. 
- Cosa diavolo ci fai qui?! - quasi urlai scuotendo la testa e dando le spalle a Silente. 
- Non mi vedi da tempo e l'unica cosa che mi sai dire è questo? Dov'è finito tutto il tuo affetto? - chiese scuotendo la testa divertito. 
- È scomparso tempo fa. - dissi secca prima di tornare a guardare il preside. - Sarebbe questa la persona che mi deve aiutare? - 
- È qui per proteggerti. - 
- Oh! In questo caso se ne può anche andare perché io non ho bisogno di protezione, soprattutto da lui. - 
- Ti devo ricordare che io sono qui? - fece Jonathan che intanto era entrato completamente nella stanza. 
- Purtroppo. - commentai senza guardarlo. - Io non lo voglio qui. - dissi scandendo ogni parola. Senza aspettare la risposta di nessuno mi voltai ed uscì dal suo ufficio, poco dopo però sentì la porta aprirsi di nuovo e dei passi seguirmi velocemente. - Spero che stai percorrendo la strada per andare verso l'uscita. - 
- In realtà no. Sai ho intenzione di rimanere in questa scuola ancora per un bel po'. - disse senza la minima nota di esitazione. Lo ignorai, continuando a camminare verso la sala comune. - È tutto come me lo ricordavo. Sì, proprio tutto. Adesso...  dove stiamo andando, esattamente? - 
- Io nella mia sala comune, tu per quanto mi riguarda puoi andare all'inferno. - dissi secca senza voltarmi. 
- È così che si risponde a... - 
- Non dirlo! Tu per me non sei nulla! - esclamai alzando le braccia al cielo, esasperata. Aumentai il passo ed in poco tempo entrai nella Sala. Silente ci aveva esonerato dalle lezioni per quel giorno, per risposarci dato tutto quello che ci era successo, ma aveva anche specificato che il giorno dopo saremmo dovuti andare. I miei amici erano tutti seduti sui divani e quando mi videro entrare si alzarono ma si bloccarono un secondo dopo, vedendo Jonathan entrare dopo di me. 
- E tu chi diavolo sei?! - esclamò Draco cruciandolo con lo sguardo. 
- È il tuo fidanzato? - mi chiese lui, senza badare allo sguardo di lui. 
- Sì, ed adesso vattene. - dissi secca guardandolo. 
- Oh! Non sai quanto lo vorrei, credimi. Ma sai se lo facessi mamma e papà mi ucciderebbero. Lo so che a te non fregherebbe niente ma sai a me sì. - 
- E da quando fai quello che ti dicono mamma e papà? - 
- Da quando mi hanno minacciato? Te l'ho già detto, sei sorda? - 
- Sai com'è, non è facile seguire i tuoi discorsi. - 
- Ah i miei? E tu allora? Non chiudi mai quella bocca. - 
- Io almeno dico cose sensate, non posso dire lo stesso di te. - replicai incrociando le braccia al petto. 
- Ora basta! - esclamò Draco avvicinandosi a me. - Chi è?! - mi chiese poi. 
Non lo guardai neppure. Continuavo a tenere gli occhi fissi in quelli marroni di lui. - È Jonathan. Mio fratello. - 
- Tuo fratello?! - esclamarono in coro spostando freneticamente lo sguardo da me a lui. Li ignorai. 
- Senti, non so perché tu sia qui ma te ne devi andare e subito. - dissi secca prima di voltarmi ed andare verso camera mia. 
- Ma hai ascoltato una parola di quello che ho detto?! Non posso andarmene! - 
- Non mi importa! - dissi aprendo la porta della mia camera e chiudendola dietro di me, ma essa si aprì un secondo dopo facendo entrare Jonathan che la richiuse a sua volta. 
- Tu credevi veramente che i nostri genitori ti lasciassero fare la pazza salvatrice del mondo magico senza il minimo controllo?! - fece incredulo. Mi voltai verso di lui e lo vidi avvicinarsi. 
- E da quanto tu parli con i nostri genitori?! - 
- Un mese più o meno. - rispose scrollando le spalle. Lo guardai confusa prima di abbassare lo sguardo. 
- Non me l'hanno detto... - sussurrai scuotendo la testa incredula. 
- Avevano paura della tua reazione. - 
- Cosa?! Questa è la cosa più patetica che... - 
- No, invece?! Ti sentita prima, quando mi hai visto?! - 
- Bé fatti due domande! - dissi alzando un po' la voce. 
- Oh! Adesso sarebbe colpa mia?! - chiese alzando anche lui la voce. 
- Bé sicuramente non è colpa mia! - feci alzandola ancora un po'. - Sei tu che te ne sei andato, mi sembra! - 
- Avevo i miei motivi. -
- A davvero?! - 
- Anche se volessi dirteli tu non capiresti. Anzi probabilmente neanche mi ascolteresti! - urlò avvicinandosi di un passo. 
- Forse perché non voglio ascoltarli?! Non ci sono scuse per giustificare quello che hai fatto, quello che ci hai fatto! - 
- Lo so che mi odi ma, purtroppo per te, sono e rimarrò sempre tuo fratello maggiore! - 
- Oh adesso te lo ricordi?! Adesso ti ricordi di avere una famiglia?! - oramai stavamo urlando tutti e due. 
- Mi spiace che la mia sorellina pensi questo di suo fratello. - fece con finto dispiacere. 
- Io non sono tua sorella e tu non sei mio fratello. Non più. - 
- Sei ridicola. - sibiló scuotendo la testa. 
- Ah io lo sono?! No, tu lo sei. - dissi dandogli le spalle e camminando lentamente per la camera, mantenendomi lontana da lui. 
- Ed anche infantile. Cavolo, ti facevo più intelligente o comunque più matura. Ma dovevo immaginare che non lo eri dato quello che mi hanno raccontato i nostri genitori. - 
- Tu non sei nessuno per giudicarmi! - 
- Di nuovo?! Sono tuo fratello! - esclamò alzando le braccia al cielo. 
- E di nuovo: tu non sei mio fratello! Non ti voglio qui, vattene! Ho già delle persone che mi proteggono e tu non mi servi. - 
- Tu dici?! Mi sembra che le persone che ti "proteggono" non ti abbiano fermata nel rischiare la vita più volte. - 
- Tu non... non hai capito niente. - dissi scuotendo la testa. - Io non voglio il tuo aiuto. Non ti voglio qui e non mi importa se per una volta nella vita ti stai preoccupando per me! - 
- Cara sorella, sei davvero così stupida? Credi davvero che io mi stia preoccupando per te? Non mi importa se tu vuoi farti uccidere da una pazza, non mi importa avere il perdono perché personalmente non me ne faccio di niente. Non mi importa se non mi consideri tuo fratello perché neanche io ti considerò mia sorella, se non di sangue. Non mi importa se tu vuoi fare la puttanella di quel biondino. O più semplicemente non mi importa di te. - finì con un sorriso cattivo. Sentivo gli occhi bruciare da quelle parole cattive e desideravo con tutto il cuore togliergli quel sorrisetto dalla faccia. Alzai la mano e senza pensarci gli dieci uno schiaffo in pieno viso, talmente forte da fargli girare il viso. 
- Non ti azzardare mai più a parlarmi così. Sei solo uno stronzo che ci ha abbandonati senza pensarci due volte. Non venirmi a parlare come se tu fossi chissà chi perché sono molto meglio di te. Non puoi presentati dopo sette anni e credere di poter farmi da fratello maggiore, se volevi esserlo ti presentavi prima. So badare a me stessa benissimo, non mi importa di quello che pensano i nostri genitori, chiaro?! E te lo dico per l'ultima volta, vattene. - finì in un sussurro guardandolo negli occhi. 
- Bene. Me ne vado da questa camera, ma non dalla scuola. Non mi importa quello che vuoi. - disse freddo per poi darmi le spalle ed andare velocemente alla porta. 


Pov Draco


- Tuo fratello?! - esclamammo tutti in coro. Voltai lo sguardo verso Jonathan e solo in quel momento mi resi conto della grande somiglianza tra i due. Lo stesso colore di capelli, la forma degli occhi uguali, lo stesso naso e gli stessi lineamenti dolci. Senza dire una parola Hermione ci diede le spalle e si avviò a passo spedito verso, probabilmente, la nostra camera, subito seguita da lui. La tentazione di seguirla era forte ma avevo come l'impressione che avessero bisogno di parlare, quindi non lo feci. 
- Draco... tu lo sapevi? - chiese Blaise dietro di me, sentivo incredulità nella sua voce. 
- No, non me l'aveva mai detto. - risposi scuotendo la testa e passandomi una mano tra i capelli. - Ginny? Tu lo sapevi? - chiesi voltandomi verso di lei. Sembrava sconvolta quanto me. 
- No... io non... non me ne ha mai parlato. - rispose scuotendo la testa. - Perché non ce l'ha detto? - 
- Bé qualcosa mi dice che quei due non hanno proprio un bel rapporto. - commentò il moro. Senza dire una parola la rossa lasciò la mano di Blaise e si buttò verso le scale. 
- Ehi! Dove stai andando?! - chiese lui seguendola con me. 
- Secondo voi?! Voglio scoprire cosa sta succedendo! - rispose raggiungendo la porta della mia camera ed accostando l'orecchio ad essa. La guardai incredulo per qualche secondo e durante essi si aggiunse anche Blaise. 
- Ma... ragazzi! Non potete... - feci per dire ma il mio migliore amico mi bloccó. 
- Amico, si tratta della tua ragazza. Tecnicamente tu sei il primo che dovrebbe ascoltare. - lo guardai per un paio di secondi, pensando attentamente alle sue parole. Era vero, era la mia ragazza ma se lei ci avesse scoperto si sarebbe infuriata come non mai... 
Oh! Al diavolo. Mi avvicinai alla porta e feci come loro, ascoltando la conversazione. 
- Oh adesso te lo ricordi?! Adesso ti ricordi di avere una famiglia?! - era la sua voce. 
- Mi spiace che la mia sorellina pensi questo di suo fratello. - era la voce di lui. 
- Io non sono tua sorella e tu non sei mio fratello. Non più. - 
- Sei ridicola. -  
- Ah io lo sono?! No, tu lo sei. - 
- Ed anche infantile. Cavolo, ti facevo più intelligente o comunque più matura. Ma dovevo immaginare che non lo eri dato quello che mi hanno raccontato i nostri genitori. - 
- Tu non sei nessuno per giudicarmi! - non riuscivo a capire niente. 
- Di nuovo?! Sono tuo fratello! - 
- E di nuovo: tu non sei mio fratello! Non ti voglio qui, vattene! Ho già delle persone che mi proteggono e tu non mi servi. - 
- Tu dici?! Mi sembra che le persone che ti "proteggono" non ti abbiano fermata nel rischiare la vita più volte. - 
- Tu non... non hai capito niente. Io non voglio il tuo aiuto. Non ti voglio qui e non mi importa se per una volta nella vita ti stai preoccupando per me! - 
- Cara sorella, sei davvero così stupida? Credi davvero che io mi stia preoccupando per te? Non mi importa se tu vuoi farti uccidere da una pazza, non mi importa avere il perdono perché personalmente non me ne faccio di niente. Non mi importa se non mi consideri tuo fratello perché neanche io ti considerò mia sorella, se non di sangue. Non mi importa se tu vuoi fare la puttanella di quel biondino. O più semplicemente non mi importa di te. - a queste parole il sangue mi si gelò nelle vene. Ma come si permetteva di parlarle così?! Questo piccolo discorso fu seguito da un suono secco, il suono di una schiaffo. Abbassai lo sguardo e vidi la rossa guardare allarmata cosa stava succedendo. 
- Gli ha dato uno schiaffo. - sussurrò tornando a sentire il resto del discorso. A quelle parole mi sentì rassicurare lievemente. Ma ero comunque molto incazzato a causa delle parole le avevo detto. 
- Non ti azzardare mai più a parlarmi così. Sei solo uno stronzo che ci ha abbandonati senza pensarci due volte. Non venirmi a parlare come se tu fossi chissà chi perché sono molto meglio di te. Non puoi presentati dopo sette anni e credere di poter farmi da fratello maggiore, se volevi esserlo ti presentavi prima. So badare a me stessa benissimo, non mi importa di quello che pensano i nostri genitori, chiaro?! E te lo dico per l'ultima volta, vattene. - ascoltai attentamente le parole che gli aveva detto. Non l'avevo mai sentita così fredda, non l'avevo mai sentita così... priva di emozioni. Cosa era successo tra quei due? Dovevo scoprirlo. 
- Bene. Me ne vado da questa camera, ma non dalla scuola. Non mi importa quello che vuoi. - disse con lo stesso tono freddo di Hermione. A quelle parole mi allarmai molto ed insieme ci allontanammo appena in tempo per non farci vedere da lui. La porta si aprì violentemente e poi si richiuse con la stessa violenza. Percorse il corridoio e ci superò senza vederci. 
- Ed adesso? - fece Ginny uscendo dal nascondiglio insieme a noi. 
- Adesso io devo andare a parlare con la mia ragazza. - dissi secco voltandomi ed andando nella mia stanza. Aprì la porta e la chiusi immediatamente dietro le mie spalle. Lei ere lì, mi dava le spalle ed era appoggiata alla scrivania, le spalle scosse ad intervalli regolari. Stava piangendo. Mi avvicinai a piccoli passi prima di posare una mano sulla sua spalla. - Amore... - sussurrai dolcemente. Lei non si voltò, né rispose. Le passai una mano su e giù per la schiena. 
Dopo diversi minuti si voltò e mi strinse in un abbraccio quasi disperato, continuando a piangere. Rimasi zitto, facendola sfogare. - Mi dispiace. - sussurrai dandole un bacio sulla testa. Una volta calmata si staccò da me e si andò a sedere sul letto, la raggiunsi subito. 
- Cos'è successo? - le chiesi ed ero sicura che lei avesse capito che non mi stavo riferendo solo alla discussione. Tenne lo sguardo basso, continuando a stropicciarsi l'orlo del pullover che indossava. 
Alla fine sospirò pesantemente prima di cominciare a parlare. - È una storia molto lunga. Jonathan ha sette anni più di me, da piccoli eravamo molto uniti, giocavano insieme e mi mancava moltissimo quando doveva partire per Hogwarts. Eravamo quasi i fratelli perfetti. Ma... quando compié 13 anni lui cambiò. Era molto più ribelle nei confronti dei nostri genitori ed ogni volta che gli parlavo mi rispondeva male ma nonostante questo non avevo mai smesso di volergli bene. I miei non si preoccuparono più di tanto, pensavano che fosse una fase. Verso i 16 anni scappò di casa ma lo ritrovammo e riportammo a casa molto presto, continuò a scappare spesso nel corso degli anni ma tornava sempre a casa. Io ero piccola e dopo la quarto volta quasi non mi importava più perché sapevo che sarebbe tornato sempre. L'anno in cui entrammo ad Hogwarts lui aveva appena finito la scuola ma lui non... non era cambiato minimamente. Continuava a comportarsi male. Diceva che era stanco di questa famiglia, che lo pressavano troppo e cose del genere ma nonostante questo l'anno era stato molto tranquillo. Ma... quando tornai a casa alla fine dell'anno scolastico lui non c'era. Era scappato di nuovo ma anche stavolta non me ne preoccupai perché credevo anche stavolta sarebbe tornato a casa ma... non successe. Lui non tornò più e solo a quel punto capì cosa aveva fatto in quegli anni. Aveva solo aspettato di raggiungere la maggiore età per poter andarsene, aveva preparato tutto. Non lo sentì più, non inviò nemmeno una lettera né ci venne mai a trovare era come scomparso. Col tempo l'ho dimenticato... ogni ricordo bello che avevo su di lui provavo a dimenticarlo perché faceva troppo male. Non ti ho mai detto niente perché non ce la facevo. Preferivo che tutti pensassero che fossi figlia unica e anche i miei genitori cercarono di dimenticarlo per quanto possibile. - finì continuando a guardarsi le mani. Durante il discorso ero rimasto zitto ad ascoltarla ed alla fine non mi trattenni e la strinsi in un abbraccio, che lei accertò volentieri. Ora, che sapevo tutta la storia, capivo la discussione che avevano avuto. - Sai... è per questo che detesto quando mi chiamano Mione. - disse continuando a tenersi stretta a me. 
- Perché? - chiesi con tono di voce basso. 
- Quando ero piccola lui mi chiamava sempre così e... sentirlo me lo ricordava troppo così ho cominciato ad odiarlo. - rispose scuotendo la testa. 
- Mi dispiace amore. - non sapevo che altro dire perché non c'era altro da dire. 
- Non è colpa tua. - rispose staccandosi lentamente e prendendosi la testa tra le mani. - Hai sentito tutto, vero? - chiese riferendosi alla conversazione avuta con suo fratello. 
- Io... -
- Non mentirmi, ti prego. - disse scuotendo la testa. 
- Sì. - ammisi alla fine con un sospiro. 
- Non ci credo che i miei genitori mi abbiano mentito per tutto questo tempo. - 
- Forse avevano i loro motivi. - dissi passandole una mano su e giù per la schiena. 
- Non importa! Sono loro figlia e centro anch'io in questa storia. - disse scuotendo nuovamente la testa. - Non lo voglio qui. - 
- Lo capisco e se fossi in te ne anch'io lo vorrei ma ho paura che non se ne andrà molto facilmente. - 
- Lo so, rimane qui solo per farmi un torto. - disse lei. - Lo so che è strano... - 
- No che non è strano. - la interruppi scuotendo la testa. 
- Sì invece. È mio fratello e so che dovrei essere contenta di rivederlo ma non ce la faccio. Mi ha fatto troppo male, mi ha deluso. - a quelle parole rimasi zitto. Non avevo niente da dire, perché effettivamente non c'era niente da dire. A spezzare quel silenzio fu di nuovo lei che si tuffò di nuovo tra le mie braccia. - Dimmi che rimarrai con me. - sussurrò sul mio petto. La strinsi forte e poggiai il mento sulla sua testa. 
- Rimarrò con te, per sempre. Qualsiasi cosa succeda. - dissi sicuro tenendo lo sguardo fisso sul soffitto. - Te lo giuro. - sussurrai come se non volessi che lei sentisse. E l'avrei fatto, sarei rimasto con lei  qualsiasi cosa fosse accaduta. La amavo e avrei mantenuto la mia promessa, in tutti i modi possibili. 


Ho pubblicato un'ora prima perché il capitolo era già pronto. Che ne pensate? Io ne sono molto soddisfatta. È stato un grande azzardo introdurre Jonathan, il fratellone stronzo, ma secondo me funziona. Voi che ne pensate? Ci stiamo pian piano avvicinando alla fine della storia e giuro che vorrei che questo momento non arrivi mai, amo questa storia ma purtroppo non posso farla continuare per sempre. Detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 

 

 

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Capitolo 37
*** Allenamenti pericolosi ***


 

Pov Hermione
I giorni passarono e, stranamente, Jonathan stava dando fede alla sua promessa. Non se n'era andato. Silente gli aveva dato un alloggio lontano dal resto dei dormitori ma abbastanza vicino per raggiungere l'ufficio del preside in caso di necessità e la Sala degli Allenamenti. Avevamo allestito una sala apposta per allenarci, aiutati dagli Auror. Ci eravamo sottoposti ad ogni tipo di allenamento, sia fisico che mentale. Simile, solo meno duro, a quelle che faceva un Auror prima di diventare tale. Era dura ma ce la stavamo cavando abbastanza bene. Jonathan, si fece avanti dopo quasi una settimana. Semplicemente un giorno si presentò all'allenamento e cominciò ad allenarsi con noi,  tranquillo, come se fosse la cosa più normale del mondo. Metà del tempo, da quel giorno, durante gli allenamenti pensavo a lui ed a quanto lo odiassi. Puntualmente non c'era giorno in cui non litigassimo per qualcosa; che fosse prenderci in giro per un errore o anche un semplice ritardo ad un allenamento uno dei due provocava l'altro. Ma perché era venuto?! Cosa diavolo voleva da me?! Non poteva starsene... non sapevo neanche dove. Durante quei giorni, inoltre, avevo trovato anche il coraggio di chiamare i miei genitori e parlare con loro di mio fratello. Inutile dire che loro mi avevano parlato normalmente, cercando di calmarmi, mentre io continuavo ad urlargli contro sul fatto che se ne dovesse andare e tutto il resto. Alla fine mi avevano riattaccato in faccia. 
Entrammo nella sala pochi minuti prima che iniziasse l'allenamento e la prima cosa che vidi fu mio fratello, tranquillamente appoggiato al muro, che giocherellava con la sua bacchetta. Lo osservai per un paio di secondi prima che lui, probabilmente sentendosi osservato, alzò la testa ed incontrò il mio sguardo, che mi affrettai a distogliere. C'erano già tutti. 
- Bene, dato che siamo tutti direi di cominciare. - disse il capo dell'allenamento guardandoci e ponendo fine al chiacchiericcio che si era creato. - Oggi ci alleneremo nel combattimento, a coppie. Direi... Zabini e Malfoy e Wesley e Granger, mentre Jonathan può andare con Denny. - disse indicando un ragazzino da solo in fondo alla sala. Si allenava con noi da quando avevamo iniziato e da quello che ci avevano detto era un Auror alle prime armi, ma molto impacciato e goffo, talmente tanto che spesso mi chiedevo come aveva fatto a passare tutti quegli esami per diventare un Auror. 
Nessuno obbiettò e come sempre ci dividemmo, ognuno con il proprio compagno, sparpagliandoci per la Sala. Io e Ginny ci mettemmo l'una davanti all'altra, in posizione, le bacchette sguainate. 
- Pronti... via! - appena ci diede il via partirono i combattimenti. Le coppie erano tutte molto eque, tutte tranne quella Jonathan-Denny. I risultati erano bene o male sempre gli stessi, mio fratello lo batteva in un secondo. I nostri, invece, erano sempre diversi. Qualche volta vincevo io e qualche volta inceva Ginny; stessa storia per Draco e Blaise. Ma quel giorno ero troppo distratta. Appena era partito il primo incantesimo la mia mente mi aveva abbandonato, raggiungendo un'altra persona. Negli ultimi tempi Draco era davvero strano. Spesso spariva per ore e di solito tornava a scuola triste ed arrabbiato, altre volte invece era più euforico che mai. Insomma era... strano. Quando gli chiedevo dove andasse durante tutte quelle ore lui rimaneva sempre sul vago. Il tarlo del sospetto mi si era insediato nella mente da tempo e per quanto volessi non riuscivo proprio a scacciarlo. Si fosse trattato di un'altra persona probabilmente avrei anche potuto pensare che mi stesse tradendo ma ogni volta che questo pensiero si faceva largo nella mia mente un dolore acuto mi squarciava il petto. Pensarlo tra le braccia di un'altra era... insopportabile, orribile. Ma poi ripensavo al suo volto, ai suoi ti amo ed a tutto quello che avevamo passato e subito mi rendevo conto di quanto fosse stupida quell'idea. 
Bastò quell'attimo di distrazione a farmi svegliare e senza neanche accorgersene mi ritrovai dall'altra parte parte della stanza, colpita da un incantesimo di Ginny. 
- Bene. Wesley vince. - disse l'allenatore guardandoci prima di tornare a prestare la sua totale attenzione al mio ragazzo ed a Blaise. 
- Brava sorellina! - disse beffardo Jonathan avvicinandosi a piccoli e lenti passi, battendo le mani in segno di sfotto. 
- Oh ma pensa per te! - sbottai tirandomi su in piedi. 
- Ecco la litigata... - sentì sussurrare da uno degli Auror e non potei non dargli ragione. 
- Infatti, lo faccio. Ed infatti vinco sempre. - 
- Grazie tante! Combatti contro un pivello! - 
- E con questo cosa vorresti dire? - fece secco perdendo tutta la sua aria divertita ed avvicinandosi di un passo. 
- Intendo dire... - dissi avvicinandomi anch'io fino a ritrovarci molto vicini, occhi negli occhi. - Che se ti battessi con qualcuno al tuo livello, non ne usciresti vincitore tanto facilmente, anzi non usciresti vincitore punto. - 
- Ti piacerebbe. - 
- In effetti sì. Mi piacerebbe vederti finalmente col culo per terra. - 
- E chi sarebbe la persona che può battermi, eh? Sono curioso. - 
- Ce l'hai davanti. - dissi con chiaro tono di sfida. 
- Era ovvio che lo dicessi. Sai stai diventando prevedibile. Comunque molto divertente. - con quelle parole fece per andarsene ma avevo ancora l'ultima carta da giocare. 
- Cos'è? Hai paura, per caso? - quelle parole furono seguita un "Uh..." generale. Mai dare del fifone ad un Granger. E di fatti lui si voltò di scatto e tornò dov'era prima. 
- Affatto. - rispose secco ad un passo da me. 
- Bene! - disse una voce alle nostre spalle. Una voce che non sentivo da un po' e che non mi mancava per niente. Ci voltammo contemporaneamente e vidi sulla soglia che ci fissava con un sorrisetto. - Allora fatelo. Battetevi. - 
- Io non penso sia... - fece per dire l'allenatore ma lui lo interruppe. 
- Perché no?! Vogliono battersi, lasciamoglielo fare. Così magari si... sfogheranno. - 
- Ci sto. - esclamò mio fratello prima che l'altro uomo potesse rispondere. 
- Anch'io. - dissi annuendo vigorosamente. 
- Perfetto... - sussurrò il Tenente con un sorriso compiaciuto. 
Pochi secondi dopo ci trovavamo in posizione, l'uno davanti all'altro, lontani. Ci guardavamo negli occhi e nei suoi potevo leggere ben poco, era sempre stato molto bravo a nascondere le sue emozioni. Sfida e sicurezza. Sicurezza di vincere probabilmente. A quel pensiero mi venne da ridere ma mi trattenni mantenendo il volto impassibile. Povero illuso, ma avrebbe capito subito che non ero più la bambina capace solo di fare incantesimi primari che ricordava. Ero cresciuta, maturata e ero migliorata fino all'estremo con la magia. 
- Attenta a non farti troppo male. - disse tirando fuori la bacchetta. 
- Oh tranquillo! Non succederà. - dissi tirando fuori la mia. Ed un secondo dopo iniziò il combattimento. Non mi ricordai mai chi avesse cominciato esattamente né chi stesse vincendo ad un certo punto. 
- Stupeficium! - urlai puntando la bacchetta contro di lui. Schivò l'incantesimo con facilità. 
- È questo il meglio che sai fare, sorellina? Ti facevo più brava. Expelliarmus! - urlò lui. 
Con la bacchetta direzionai l'incantesimo verso il muro dove andò ad esplodere senza creare danni, ovviamente. - Volevo essere gentile ma se mi vuoi più cattiva okay. Everte Statim! - un fasciò di luce bianca uscì dalla bacchetta andando però a scontrarsi contro un scudo che protesse mio fratello, facendolo però barcollare indietro. 
- Ora cominciamo a ragionare. - commentò lui. - Impedimenta! - 
Schivato. - Sul serio?! Conosci solo questi incantesimi da studente del primo anno? Incarceramus! - 
Lo schivò. - Oh no tesoro ma ho paura che non riusciresti a schivarli molto facilmente, lo faccio per te. Petrificus Totalus! - 
- Protego! Ma che carino! Comunque tranquillo, sono abbastanza sicura che riuscirei a controllarli. Stupeficium! - 
Lo schivò. - Come vuoi. Aguamenti. - un getto d'acqua molto forte uscì dalla sua bacchetta ma riuscì a proteggermi, non senza difficoltà. .
- Incendia. - 
- Protego! Stiamo diventando pericolose sorellina? - 
- Oh! Posso diventarlo molto di più credimi, tu piuttosto? Cos'è? Giornata no? - feci con un sorrisetto. A quelle parole si irrigidì, avevo beccato il suo punto debole, il suo orgoglio. Come me, del resto. 
- Expulso! - una scarica elettrica uscì dalla sua bacchetta. 
- Protego! - a quel punto capì che il combattimento si stava evolvendo e diventando più pericoloso. Ormai più nessuno combatteva, tutti si stavano godendo il nostro. - Sectumsempra! - 
Schivato. - Dissendio! - 
Schivato per un soffio. - Expulso! - 
- Protego! Ci hai provato tesoro. Diffindo! - 
- Dobbiamo fermarli o si faranno male sul serio! - esclamò la voce di Ginny ma non ci prestai attenzione. Ero riuscita a schivare anche quel l'incantesimo. Il combattimento continuava e più continuava più gli incantesimi diventavano potenti e pericolosi, alimentati anche dalla nostra rabbia che pian piano cresceva. 
- Opugno! - io. 
- Incendia! - lui. 
- Dissendio! - io. Quella volta era stato troppo lento ed esso l'aveva colpito al polso, rompedoglielo. Se lo portò al petto ed accigliò lo sguardo ma niente di più. 
- Sectumsempra! - urlò e stavolta fu il mio turno di sbagliare. Mi allontanai con un secondo di ritardo e l'incantesimo mi colpì l'avambraccio sinistro provocandomi un taglio che iniziò a sanguinare subito. Strinsi gli occhi un secondo ma nonostante il dolore lencinante continuai a combattere, incurante degli urli dei miei amici che ci pregavano di farla finita e di calmarci. Non mi importava in quel momento, volevo solo batterlo. 
- STUPEFICIUM! - e quello fu l'ultimo incantesimo, pronunciato da entrambi. Lo urlammo in coro così gli incantesimi si scontrarono e dopo un secondo esplosero così violentemente che ci scaraventarono entrambi dalle parti opposte della sala. Battei violentemente contro la parete e caddi a terra un secondo dopo, esausta per i troppi incantesimi e stordita a causa della botta. In un secondo la voce allarmata di Draco mi arrivò alle orecchie e subito dopo le sue mani mi sorressero la testa. 
- Dobbiamo portarli in infermeria! - esclamò Blaise correndo la fianco del mio ragazzo. 
- Sì, portateli. - disse una voce che non riconossi subito. La voce arrivò ovattata alle mie orecchie e la testa mi girava terribilmente e quasi non sentì neanche le braccia che mi prendevano in braccio e mi portavano via da lì. Alzai lo sguardo e vidi il profilo di Draco, sembrava davvero preoccupato. 
Raggiungemmo l'infermeria in breve tempo. Draco spalancò le porte con una spallata ed entrò senza esitare. Essa era vuota se non per Madama Chips che appena ci vide venne verso di noi allarmata. 
- Cos'è successo? - chiese arrivando al mio fianco. 
- Ci stavamo allenando e durante un combattimento è stata ferita ed è stata scaraventata dall'altra parte della stanza... la può aiutare?! - disse velocemente Draco. Lei annuì vigorosamente ed indicò due letti. Draco si avvicinò velocemente e mi posò lì mentre mio fratello venne posapresu quello di fianco. Non lo avevo neanche visto. Solo a quel punto mi permisi di chiudere gli occhi ed a quel punto il buio mi avvolse completamente. 
Non seppi esattamente dopo quanto tempo mi svegliai, sapevo solo che la prima cosa che sentì fu il silenzio. Ma non era un silenzio pesante, uno di quelli che preannunciano qualcosa di brutto, era un silenzio piacevole. Poi, la seconda cosa che sentì fu calore. Calore alla mano destra ed una stretta leggera. A quel punto la curiosità era troppa e, anche se adoravo quel buio, mi costrinse ad aprire gli occhi. Appena essi si abituarono alla luce lieve che regnava nella stanza capì immediatamente dove mi trovavo, ero ancora in Infermeria. 
- Hermione... - un sussurro, alla mia destra. Voltai la testa ed incontrai le iridi celesti di Draco. - Come ti senti? - 
Feci una breve analisi del mio corpo e costatai che stavo abbastanza bene. - Bene. - sussurrai cercando di tirarmi su ma appena lo feci un forte capogiro mi colpì costringendomi a sdraiarmi di nuovo. 
- Non ti alzare. Sei ancora molto debole. - disse lui stringendo la presa sulla mia mano, era quello il calore che avevo sentito. 
- Va bene. - dissi annuendo lievemente. - Cos'è successo? - 
- Dopo lo scontro abbiamo portato te e tuo fratello qui per farvi visitare. Madama Chips ti ha medicato la ferita e dato un paio di pozioni per farti riprendere. Ai preso una gran botta ed in più hai perso molto sangue. - 
- Quanto ho dormito? - 
- Tre ore. - rispose sicuro, come se le avesse contate per tutto quel tempo. Ed ora che ci pensavo forse era davvero così. Lo guardai in viso e lo vidi ancora molto preoccupato, ma c'era anche un'altra luce nei suoi occhi. La riconossi dopo poco. Rabbia. Era arrabbiato e lo potevo capire, ma nonostante questo per la prima volta non riuscì a reggere quello sguardo ed abbassai il mio puntandolo sul lenzuolo che mi copriva fino a metà busto. 
- Mi dispiace. - sussurrai. - Sono stata una stupida. - 
- Sì, lo sei stata. Cosa ti preso? - 
- Io... non lo so. Mi sono fatta prendere e ho perso il controllo. - 
- Hai perso il controllo? È così che giustifichi il tuo comportamento? - disse lasciando improvvisamente la mia mano. A quel gesto mi sentì morire. Non l'aveva mai fatto, non in questo modo. 
- Io non mi sto giustificando. - 
- Ah no?! A me sembra di sì. - 
- Ti sbagli. - esclamai voltando la testa e guardandolo. Adesso la preoccupazione aveva dato posto alla rabbia. - Senti vuoi farmi la predica? Bene, fai pure. - 
- Io non... - 
- Tu non cosa? Non vuoi farmela? Sarebbe una novità! - 
- Avrò le mie motivazioni non pensi? - 
- Certo! Ma credimi anch'io avrei le mie buone motivazioni. - sbottai alla fine, liberando la frustrazione che avevo accumulato in quei giorni a causa del suo comportamento. 
- E quali sarebbero? - 
- Per esempio: dove vai ogni volta che esci dalla scuola? - chiesi secca guardandolo negli occhi. A quella domanda lo vidi irrigidirsi ed abbassò lo sguardo quasi subito. Non rispose. - Come immaginavo. - dissi voltando la testa verso la parete davanti a me. - Vattene. - 
- Cosa? - 
- Ho detto vattene. Vattene Draco, voglio stare sola. - dissi sicura senza guardarlo. Lui rimase seduto per qualche secondo prima di alzarsi in piedi e darmi le spalle. Lo guardai uscire dall'infermeria, le spalle lievemente ricurve ed il passo lento come se sperasse che da un momento all'altro lo fermassi. Ma io non lo feci, avevo bisogno di stare da sola. Quando la porta si chiuse dietro le sue spalle tirai un sospiro sfinito scuotendo la testa. Ripensai al combattimento di quel pomeriggio ed alle parole di Draco. Dio, ero stata davvero un idiota ad accettare quella sfida, ancora di più a reggere il suo gioco e cominciare ad utilizzare incantesimi potenti e pericolosi. Con quel pensiero abbassai lo sguardo e vidi una fasciatura che copriva tutto l'avambraccio. Solo in quel momento mi venne in mente una cosa. Jonathan! Mi ricordavo che lo avevano portato insieme a me qui ma... 
Voltai la testa e puntai lo sguardo sui letti accanto al mio, tutti vuoti. Bene, almeno lui non c'era. La testa mi doleva terribilmente e la schiena aveva cominciato a farmi male, probabilmente a causa della botta presa appena tre ore fa. 
- Oh Signorina Granger, si è svegliata finalmente. - disse una voce davanti a me. Alzai lo sguardo e lo puntai su Madama Chips che era appena uscita dal suo studio con molte fiale in mano. - Come si sente? Il signorino Malfoy è rimasto al suo fianco per tutto il tempo... ora che ci penso... dov'è andato? - a quelle parole mi rabbuiai. L'avevo cacciato io. L'avevo cacciato per non sentire le parole che mi avrebbe detto, per non sentire la verità alla fine. 
- Se n'è... dovuto andare. - sussurrai scuotendo la testa. 
- Oh! Che strano... vabbé, avrà avuto i suoi motivi. Dunque, adesso beva questo. - disse avvicinandosi e porgendomi una delle fiale. 
- Che cos'è? - chiesi avvicinando il naso per sentirne l'odore ma mi allontanati un secondo dopo, disgustata. 
- Servirà a rimetterla in forze ed a farle passare il mal di testa. - disse porgendomela nuovamente, con più fermezza. La presi con esitazione e me la portai alle labbra, ingurgitandola un secondo dopo, anche se il mio stomaco mi urlava di vomitarla. Non lo feci. - Bene. Avrà affetto tra qualche minuto. Appena si sentirà meglio deve andare nell'ufficio del preside. Ha detto che le deve parlare. - 
- Certo. - sussurrai annuendo lievemente mentre pian piano sentivo il dolore alla testa scemare. Immaginavo che Silente avrebbe voluto parlarmi. 
Madama Chips mi guardò qualche istante prima di darmi le spalle e tornare nel suo ufficio ma prima che potesse aprire la porta la mia voce la fermò. - Aspetti! Ha qualcosa per... il dolore alla schiena? - chiesi con una certa urgenza nella voce. 
- Certo. - disse lei scuotendo la testa, come se si fosse ricordata di questo solo adesso. Mi si avvicinò e prese una fiala tra quelle che aveva appoggiato su un mobiletto lì vicino e ma la porse. La presi e buttai giù senza sentirne, stavolta, l'odore. Era disgustosa. A quel punto lei se ne andò ed io non la fermai, rimanendo così sola. 
Aspettai qualche minuto prima di sollevarmi e provare a scendere dal letto. Nel momento stesso mi girò la testa ma poi passò subito, così, presi coraggio e mi misi in piedi, reggendomi al bordo del letto. Pian piano ripresi a camminare e quando fui abbastanza sicura mollai la presa e feci qualche passo. Il dolore alla testa era passato e con lui si stava attenuando anche quello alla schiena. 
Con un sospiro mi infililai le scarpe, posate a fianco del letto, e mi avvisi alla porta. All'ultimo mi voltai verso la porta del suo ufficio, indecisa se andare da lei per avvertirla che stavo uscendo oppure no; alla fine optai per il no. Uscì dall'infermeria e mi avviai lentamente verso l'ufficio del preside. Ero davvero molto nervosa e nonostante il passo lento raggiunsi l'ufficio in breve tempo. Bussai un paio di volte alla sua porta e la sua voce calda mi invitò subito ad entrare. Aprì la porta e la prima persona che vidi fu lui. Jonathan. Seduto su una delle tuo poltrone davanti alla sua scrivania. Sì, mi aspettavo anche quello. Dietro di lui, come sospettavo, c'era Silente, seduto dietro la scrivania ed accanto c'era la professoressa McGranitt. Decisi immediatamente di ignorare mio fratello e, come se non ci fosse, chiusi la porta ed andai a sedermi nella poltroncina libera. 
- Buonasera signorina Granger. - disse Silente guardandomi. 
- Buonasera. -   risposi esitante. Il preside era impassibile ma la McGranitt... si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata e di fatti...
- Sono disgustata dal vostro comportamento. - disse un secondo dopo, oltrepassò la scrivania e cominciò a camminare lentamente su e giù davanti a noi. - Vi siete comportati in modo indisciplinato ed immaturo. Sono a conoscenza delle divergenze che ci sono tra di voi ma questo non è assolutamente una buona motivazione per quello che è successo, anzi non c'è proprio una motivazione! Siete fratelli per l'amor di Dio! Insomma mi aspettavo un comportamento del genere da lei, signor Granger, in fondo è sempre stato indisciplinato; ma lei signorina Granger! Non me lo aspettavo da lei, mi ha molto deluso. - 
- Minerva. - la interruppe Silente prendendo così parola. - Devo dire che sono molto deluso da voi. È successo un episodio molto brutto e scomodo. Ho permesso a voi di allenarvi a causa della situazione in cui ci troviamo tutti, non per provare ad uccidervi a vicenda. E data la gravità dell'avvenimento mi vedo costretto a prendere dei provvedimenti, per tanto sarete esonerati dalle sessioni di allenamento per una settimana a partire da domani. - 
- Cosa?! - esclamai alzandomi di botto dalla sedia. - Lei non può farlo! - 
- Signorina Granger, si calmi. - disse la McGranitt. - Non ha assolutamente niente di cui lamentarsi, questa è la punizione più... piccola che poteva ottenere. Quello che avete fatto è molto grave e data la gravità della situazione lei poteva anche essere espulsa dalla scuola. Ma date le circostanza spiacevoli in cui ci troviamo un'espulsione non è proprio quello che ci serve. Quindi un esonero è più che ragionevole. - sentendo quelle parole non potei non trovarmi d'accordo. Così abbassai la testa e tornai a sedermi. 
- Bene, adesso potete andare e che non accada mai più. - disse Silente congedandoci. Mi alzai di nuovo e superai mio fratello, uscendo velocemente dall'ufficio. Chiusi la porta dietro di me ed iniziai a camminare velocemente verso la sala comune, dopo pochi passi sentì la porta riaprirsi e richiudersi un secondo dopo poi dei passi che mi seguivano. 
- Bel lavoro Hermione, davvero. - disse la sua voce molto vicina a me ma non mi voltai per controllare dove fosse. 
- Oh adesso è colpa mtardi- esclamai senza voltarmi e senza rallentare il passo. - Fino a prova contraria sei stato tu a cominciare. - 
- Potevi non rispondermi. - 
- Uno, avresti continuato lo stesso. Due, non ci provare a far ricadere la colpa su di me! Io... neanche ti volevo qui. - dissi di nuovo continuando a camminare. A quel punto nessuna risposta, così continuai a camminare. Svoltai un angolo e continuai a camminare indispettita, fino a non sentire niente se non i miei passi. 
Appena arrivata davanti alla porta della sala mi voltai leggermente e vidi subito che il corridoio era vuoto. Era molto tardi e sicuramente molti alunni stavano dormendo, infatti tutti i corridoi erano vuoti. Pronunciai la parola d'ordine ed entrai. La Sala era praticamente vuota se non per due teste, una rossa ed una mora. Ginny e Blaise. Erano seduti su una poltrona e mi davano le spalle ma quando sentirono la porta aprirsi si voltarono di scatto ed alzarono quasi contemporaneamente. 
- Hermione... - fece per dire la rossa ma la fermai scuotendo la testa. Non volevo parlare. Ero stanca e frustrata a causa della litigata con Draco e per quella con mio fratello e per tutto il resto. Lei si zittì ed io li superai andando diretta nella mia camera. Non ero sicura che avrei trovato Draco e se da una parte preferivo che non ci fosse, dall'altro pregavo di trovarlo. Se non ci fosse stato mi sarei chiesta per tutto il tempo, finché non fosse tornato, dov'era, mi sarei torturata per saperlo. 
Per questo quando lo vidi, appoggiato alla porta della nostra camera con le braccia incrociate, mi sentì molto sollevata ma non lo deidi a vedere. Mi fermai di botto e lui spostò lo sguardo su di me. Non riuscivo a leggere niente nei suoi occhi, avevo la sensazione che avesse ristabilito la maschera che aveva tenuto per così tanto tempo. Distolsi lo sguardo da suo e ripresi a camminare, appena fui abbastanza vicina lui si spostò e mi fece passare entrando dopo di me nella camera. 
Seguirono minuti interminabili di silenzio, in cui gli diedi le spalle tutto il tempo, fingendomi impegnata a sfogliare un libro che avevo trovato lì vicino. - Cos'ha detto? - chiese ad un certo punto Draco. 
- Chi? - chiesi fredda. 
- Silente. So che tu e Jonathan siete andati a parlargli. - disse freddo ed impassibile come il suo sguardo. 
- Ha detto che è molto deluso dal nostro comportamento e cose così. Oh! E ci ha esonerati dagli allenamenti per una settimana. - risposi con finta ironia. 
- Non ti aspetterai che ti difenda, vero? - chiese dopo qualche minuto di silenzio. A quelle parole scattai, di nuovo. Buttai il libro sul letto e mi voltai verso di lui, scontrandomi ancora una volta con quella freddezza. 
- No! Non sono così stupida. Lo so che non mi difenderesti mai da cose così perché tu la pensi esattamente come lui! - 
- Perché, ho torto? - fece scattando anche lui ed avvicinandosi di un passo. 
- No! E te l'ho già detto. Ma non c'è bisogno a stare lì a contare ogni mio errore per poi rinfacciarmelo e farmi la paternale! E lo fai sempre! - urlai esasperata. Non era vero, non lo faceva sempre e sicuramente non contava i miei errori come lo avevo accusato, ma in quel momento mi stavo facendo prendere dalle emozioni. 
- Io lo faccio solo quando serve! E stavolta serve eccome. Tu... potevi finire al San Mungo con ferite molto più gravi di quella che ti sei procurata e lo stesso tuo fratello. Si può sapere cosa vi spinge a sfidarvi sempre?! A voler fare del male all'altro?! - 
- Basta. - dissi abbassando lo sguardo. Non poteva dirmi quelle cose. Sapeva che Jonathan era un tasto dolente, glielo avevo confessato, ed adesso... mi stava facendo del male usando proprio quell'argomento. 
- No! Lui si sarà anche comportato da schifo ad andarsene di casa, a rispuntare così dal nulla ed accettare la sfida ma tu non sei migliore di lui! Perché se lo fossi stata non avresti accettato a tua volta la sfida, non avresti risposto ad ogni sua provocazione. - ogni parola di quel discorso era stata una pugnalata. E l'ultima frase era stata la peggiore. Sentivo gli occhi bruciare e la vista, pian piano, mi si fece un po' più opaca a causa delle lacrime. 
Pov Draco
- Io lo faccio solo quando serve! E stavolta serve eccome. Tu... potevi finire al San Mungo con ferite molto più gravi di quella che ti sei procurata e lo stesso tuo fratello. Si può sapere cosa vi spinge a sfidarvi sempre?! A voler fare del male all'altro?! - urlai io. Ero arrabbiato e tra poco non riuscivo più a capire neanche cosa stavo dicendo. La mia bocca parlava senza interpellare il cervello. 
- Basta. - 
- No! Lui si sarà anche comportato da schifo ad andarsene di casa, a rispuntare così dal nulla ed accettare la sfida ma tu non sei migliore di lui! Perché se lo fossi stata non avresti accettato a tua volta la sfida, non avresti risposto ad ogni sua provocazione. - purtroppo mi accorsi troppo tardi di quello che le avevo detto. Me ne accorsi quando le vidi. Vidi le sue lacrime, vidi le sue lacrime di dolore riempirle quei dolci occhi dorati. Lacrime che le avevo causato io con le mie parole, ed immediatamente mi pentì di tutto, di ogni dannata parola che le avevo detto. Non lo pensavo, dio se non lo pensavo, ma in quel momento non ci avevo davvero pensato. 
La vidi scuotere la testa lentamente, mentre provava a trattenere le lacrime, e velocemente mi superò andando verso la porta. Ma non le permise di fare un altro passo. Appena mi passo accanto la afferrai per un polso e la trattenni prima di stringerla tra le braccia. Lei, dopo un secondo di esitazione, mi strinse a sua volta e cominciò a piangere liberando quelle goccioline che aveva trattenuto. - Scusami amore... non penso una parola di quello che ho detto te lo giuro. - sussurrai cullando la dolcemente. Ogni singhiozzo era come una pugnalata. Perché era colpa mia se adesso stava piangendo, certo tra le mie braccia ma era comunque colpa mia. E sapevo anche quanto le costasse rimanere lì, a causa del suo orgoglio. 
Appena si fu calmata si staccò lentamente, asciugandosi con la manica i residui delle lacrime, e tenne lo sguardo basso. Non ce la facevo a vederla così. Portai una mano sotto al suo mento e glielo alzai lentamente, facendo così scontrare i suoi occhi con i miei. Erano rossi e gonfi e questo mi provocò altro dolore. - Scusami, ti prego. - dissi scuotendo la teste ed appoggiando la mia fronte alla sua, continuando a ripetere "scusa". 
Certo che era vero che l'amore ti cambiava. Prima di conoscerla, conoscerla davvero, non avrei mai chiesto scusa a nessuno mentre adesso ero qui che la stavo quasi implorando di perdonarmi. 
E non ci furono bisogno di parole. Semplicemente si alzò un po' sulle punte e fece combaciare le nostre bocche. Il bacio casto si fece sempre più esigente e le lingue si unirono poco dopo trasformando il bacio e facendolo diventare ancor più passionale. Ci staccammo solo quando fummo a corto di ossigeno. 
- Ti amo. - sussurrò lei con il fiato corto. 
- Ti amo. - sussurrai prima di baciarla di nuovo. Lentamente, e senza staccarci, la condussi sul letto e lì ci amammo come solo noi sapevamo fare. 
Dunque eccomi qua. Scusate se ho saltato la pubblicazione la scorsa settimana. Dunque... cosa ne dite? Ci ho messo il cuore e davvero tanto a scrivere questo capitolo ed un paio di recensioni non sarebbero male. 
Comunque, voglio dirvi che ho pensato ad una piccola sorpresa, all'interno della storia, che però vi svelerò nel prossimo capitolo. Fino ad allora... ciao! 

ALLENAMENTI PERICOLOSI



Pov Hermione


I giorni passarono e, stranamente, Jonathan stava dando fede alla sua promessa. Non se n'era andato. Silente gli aveva dato un alloggio lontano dal resto dei dormitori ma abbastanza vicino per raggiungere l'ufficio del preside in caso di necessità e la Sala degli Allenamenti. Avevamo allestito una sala apposta per allenarci, aiutati dagli Auror. Ci eravamo sottoposti ad ogni tipo di allenamento, sia fisico che mentale. Simile, solo meno duro, a quelle che faceva un Auror prima di diventare tale. Era dura ma ce la stavamo cavando abbastanza bene. Jonathan, si fece avanti dopo quasi una settimana. Semplicemente un giorno si presentò all'allenamento e cominciò ad allenarsi con noi,  tranquillo, come se fosse la cosa più normale del mondo. Metà del tempo, da quel giorno, durante gli allenamenti pensavo a lui ed a quanto lo odiassi. Puntualmente non c'era giorno in cui non litigassimo per qualcosa; che fosse prenderci in giro per un errore o anche un semplice ritardo ad un allenamento uno dei due provocava l'altro. Ma perché era venuto?! Cosa diavolo voleva da me?! Non poteva starsene... non sapevo neanche dove. Durante quei giorni, inoltre, avevo trovato anche il coraggio di chiamare i miei genitori e parlare con loro di mio fratello. Inutile dire che loro mi avevano parlato normalmente, cercando di calmarmi, mentre io continuavo ad urlargli contro sul fatto che se ne dovesse andare e tutto il resto. Alla fine mi avevano riattaccato in faccia. 


Entrammo nella sala pochi minuti prima che iniziasse l'allenamento e la prima cosa che vidi fu mio fratello, tranquillamente appoggiato al muro, che giocherellava con la sua bacchetta. Lo osservai per un paio di secondi prima che lui, probabilmente sentendosi osservato, alzò la testa ed incontrò il mio sguardo, che mi affrettai a distogliere. C'erano già tutti. 
- Bene, dato che siamo tutti direi di cominciare. - disse il capo dell'allenamento guardandoci e ponendo fine al chiacchiericcio che si era creato. - Oggi ci alleneremo nel combattimento, a coppie. Direi... Zabini e Malfoy e Wesley e Granger, mentre Jonathan può andare con Denny. - disse indicando un ragazzino da solo in fondo alla sala. Si allenava con noi da quando avevamo iniziato e da quello che ci avevano detto era un Auror alle prime armi, ma molto impacciato e goffo, talmente tanto che spesso mi chiedevo come aveva fatto a passare tutti quegli esami per diventare un Auror. 
Nessuno obbiettò e come sempre ci dividemmo, ognuno con il proprio compagno, sparpagliandoci per la Sala. Io e Ginny ci mettemmo l'una davanti all'altra, in posizione, le bacchette sguainate. 
- Pronti... via! - appena ci diede il via partirono i combattimenti. Le coppie erano tutte molto eque, tutte tranne quella Jonathan-Denny. I risultati erano bene o male sempre gli stessi, mio fratello lo batteva in un secondo. I nostri, invece, erano sempre diversi. Qualche volta vincevo io e qualche volta inceva Ginny; stessa storia per Draco e Blaise. Ma quel giorno ero troppo distratta. Appena era partito il primo incantesimo la mia mente mi aveva abbandonato, raggiungendo un'altra persona. Negli ultimi tempi Draco era davvero strano. Spesso spariva per ore e di solito tornava a scuola triste ed arrabbiato, altre volte invece era più euforico che mai. Insomma era... strano. Quando gli chiedevo dove andasse durante tutte quelle ore lui rimaneva sempre sul vago. Il tarlo del sospetto mi si era insediato nella mente da tempo e per quanto volessi non riuscivo proprio a scacciarlo. Si fosse trattato di un'altra persona probabilmente avrei anche potuto pensare che mi stesse tradendo ma ogni volta che questo pensiero si faceva largo nella mia mente un dolore acuto mi squarciava il petto. Pensarlo tra le braccia di un'altra era... insopportabile, orribile. Ma poi ripensavo al suo volto, ai suoi ti amo ed a tutto quello che avevamo passato e subito mi rendevo conto di quanto fosse stupida quell'idea. 
Bastò quell'attimo di distrazione a farmi svegliare e senza neanche accorgersene mi ritrovai dall'altra parte parte della stanza, colpita da un incantesimo di Ginny. 
- Bene. Wesley vince. - disse l'allenatore guardandoci prima di tornare a prestare la sua totale attenzione al mio ragazzo ed a Blaise. 
- Brava sorellina! - disse beffardo Jonathan avvicinandosi a piccoli e lenti passi, battendo le mani in segno di sfotto. 
- Oh ma pensa per te! - sbottai tirandomi su in piedi. 
- Ecco la litigata... - sentì sussurrare da uno degli Auror e non potei non dargli ragione. 
- Infatti, lo faccio. Ed infatti vinco sempre. - 
- Grazie tante! Combatti contro un pivello! - 
- E con questo cosa vorresti dire? - fece secco perdendo tutta la sua aria divertita ed avvicinandosi di un passo. 
- Intendo dire... - dissi avvicinandomi anch'io fino a ritrovarci molto vicini, occhi negli occhi. - Che se ti battessi con qualcuno al tuo livello, non ne usciresti vincitore tanto facilmente, anzi non usciresti vincitore punto. - 
- Ti piacerebbe. - 
- In effetti sì. Mi piacerebbe vederti finalmente col culo per terra. - 
- E chi sarebbe la persona che può battermi, eh? Sono curioso. - 
- Ce l'hai davanti. - dissi con chiaro tono di sfida. 
- Era ovvio che lo dicessi. Sai stai diventando prevedibile. Comunque molto divertente. - con quelle parole fece per andarsene ma avevo ancora l'ultima carta da giocare. 
- Cos'è? Hai paura, per caso? - quelle parole furono seguita un "Uh..." generale. Mai dare del fifone ad un Granger. E di fatti lui si voltò di scatto e tornò dov'era prima. 
- Affatto. - rispose secco ad un passo da me. 
- Bene! - disse una voce alle nostre spalle. Una voce che non sentivo da un po' e che non mi mancava per niente. Ci voltammo contemporaneamente e vidi sulla soglia che ci fissava con un sorrisetto. - Allora fatelo. Battetevi. - 
- Io non penso sia... - fece per dire l'allenatore ma lui lo interruppe. 
- Perché no?! Vogliono battersi, lasciamoglielo fare. Così magari si... sfogheranno. - 
- Ci sto. - esclamò mio fratello prima che l'altro uomo potesse rispondere. 
- Anch'io. - dissi annuendo vigorosamente. 
- Perfetto... - sussurrò il Tenente con un sorriso compiaciuto. 


Pochi secondi dopo ci trovavamo in posizione, l'uno davanti all'altro, lontani. Ci guardavamo negli occhi e nei suoi potevo leggere ben poco, era sempre stato molto bravo a nascondere le sue emozioni. Sfida e sicurezza. Sicurezza di vincere probabilmente. A quel pensiero mi venne da ridere ma mi trattenni mantenendo il volto impassibile. Povero illuso, ma avrebbe capito subito che non ero più la bambina capace solo di fare incantesimi primari che ricordava. Ero cresciuta, maturata e ero migliorata fino all'estremo con la magia. 
- Attenta a non farti troppo male. - disse tirando fuori la bacchetta. 
- Oh tranquillo! Non succederà. - dissi tirando fuori la mia. Ed un secondo dopo iniziò il combattimento. Non mi ricordai mai chi avesse cominciato esattamente né chi stesse vincendo ad un certo punto. 
- Stupeficium! - urlai puntando la bacchetta contro di lui. Schivò l'incantesimo con facilità. 
- È questo il meglio che sai fare, sorellina? Ti facevo più brava. Expelliarmus! - urlò lui. 
Con la bacchetta direzionai l'incantesimo verso il muro dove andò ad esplodere senza creare danni, ovviamente. - Volevo essere gentile ma se mi vuoi più cattiva okay. Everte Statim! - un fasciò di luce bianca uscì dalla bacchetta andando però a scontrarsi contro un scudo che protesse mio fratello, facendolo però barcollare indietro. 
- Ora cominciamo a ragionare. - commentò lui. - Impedimenta! - 
Schivato. - Sul serio?! Conosci solo questi incantesimi da studente del primo anno? Incarceramus! - 
Lo schivò. - Oh no tesoro ma ho paura che non riusciresti a schivarli molto facilmente, lo faccio per te. Petrificus Totalus! - 
- Protego! Ma che carino! Comunque tranquillo, sono abbastanza sicura che riuscirei a controllarli. Stupeficium! - 
Lo schivò. - Come vuoi. Aguamenti. - un getto d'acqua molto forte uscì dalla sua bacchetta ma riuscì a proteggermi, non senza difficoltà. .
- Incendia. - 
- Protego! Stiamo diventando pericolose sorellina? - 
- Oh! Posso diventarlo molto di più credimi, tu piuttosto? Cos'è? Giornata no? - feci con un sorrisetto. A quelle parole si irrigidì, avevo beccato il suo punto debole, il suo orgoglio. Come me, del resto. 
- Expulso! - una scarica elettrica uscì dalla sua bacchetta. 
- Protego! - a quel punto capì che il combattimento si stava evolvendo e diventando più pericoloso. Ormai più nessuno combatteva, tutti si stavano godendo il nostro. - Sectumsempra! - 
Schivato. - Dissendio! - 
Schivato per un soffio. - Expulso! - 
- Protego! Ci hai provato tesoro. Diffindo! - 
- Dobbiamo fermarli o si faranno male sul serio! - esclamò la voce di Ginny ma non ci prestai attenzione. Ero riuscita a schivare anche quel l'incantesimo. Il combattimento continuava e più continuava più gli incantesimi diventavano potenti e pericolosi, alimentati anche dalla nostra rabbia che pian piano cresceva. 
- Opugno! - io. 
- Incendia! - lui. 
- Dissendio! - io. Quella volta era stato troppo lento ed esso l'aveva colpito al polso, rompedoglielo. Se lo portò al petto ed accigliò lo sguardo ma niente di più. 
- Sectumsempra! - urlò e stavolta fu il mio turno di sbagliare. Mi allontanai con un secondo di ritardo e l'incantesimo mi colpì l'avambraccio sinistro provocandomi un taglio che iniziò a sanguinare subito. Strinsi gli occhi un secondo ma nonostante il dolore lencinante continuai a combattere, incurante degli urli dei miei amici che ci pregavano di farla finita e di calmarci. Non mi importava in quel momento, volevo solo batterlo. 
- STUPEFICIUM! - e quello fu l'ultimo incantesimo, pronunciato da entrambi. Lo urlammo in coro così gli incantesimi si scontrarono e dopo un secondo esplosero così violentemente che ci scaraventarono entrambi dalle parti opposte della sala. Battei violentemente contro la parete e caddi a terra un secondo dopo, esausta per i troppi incantesimi e stordita a causa della botta. In un secondo la voce allarmata di Draco mi arrivò alle orecchie e subito dopo le sue mani mi sorressero la testa. 
- Dobbiamo portarli in infermeria! - esclamò Blaise correndo la fianco del mio ragazzo. 
- Sì, portateli. - disse una voce che non riconossi subito. La voce arrivò ovattata alle mie orecchie e la testa mi girava terribilmente e quasi non sentì neanche le braccia che mi prendevano in braccio e mi portavano via da lì. Alzai lo sguardo e vidi il profilo di Draco, sembrava davvero preoccupato. 
Raggiungemmo l'infermeria in breve tempo. Draco spalancò le porte con una spallata ed entrò senza esitare. Essa era vuota se non per Madama Chips che appena ci vide venne verso di noi allarmata. 
- Cos'è successo? - chiese arrivando al mio fianco. 
- Ci stavamo allenando e durante un combattimento è stata ferita ed è stata scaraventata dall'altra parte della stanza... la può aiutare?! - disse velocemente Draco. Lei annuì vigorosamente ed indicò due letti. Draco si avvicinò velocemente e mi posò lì mentre mio fratello venne posapresu quello di fianco. Non lo avevo neanche visto. Solo a quel punto mi permisi di chiudere gli occhi ed a quel punto il buio mi avvolse completamente. 


Non seppi esattamente dopo quanto tempo mi svegliai, sapevo solo che la prima cosa che sentì fu il silenzio. Ma non era un silenzio pesante, uno di quelli che preannunciano qualcosa di brutto, era un silenzio piacevole. Poi, la seconda cosa che sentì fu calore. Calore alla mano destra ed una stretta leggera. A quel punto la curiosità era troppa e, anche se adoravo quel buio, mi costrinse ad aprire gli occhi. Appena essi si abituarono alla luce lieve che regnava nella stanza capì immediatamente dove mi trovavo, ero ancora in Infermeria. 
- Hermione... - un sussurro, alla mia destra. Voltai la testa ed incontrai le iridi celesti di Draco. - Come ti senti? - 
Feci una breve analisi del mio corpo e costatai che stavo abbastanza bene. - Bene. - sussurrai cercando di tirarmi su ma appena lo feci un forte capogiro mi colpì costringendomi a sdraiarmi di nuovo. 
- Non ti alzare. Sei ancora molto debole. - disse lui stringendo la presa sulla mia mano, era quello il calore che avevo sentito. 
- Va bene. - dissi annuendo lievemente. - Cos'è successo? - 
- Dopo lo scontro abbiamo portato te e tuo fratello qui per farvi visitare. Madama Chips ti ha medicato la ferita e dato un paio di pozioni per farti riprendere. Ai preso una gran botta ed in più hai perso molto sangue. - 
- Quanto ho dormito? - 
- Tre ore. - rispose sicuro, come se le avesse contate per tutto quel tempo. Ed ora che ci pensavo forse era davvero così. Lo guardai in viso e lo vidi ancora molto preoccupato, ma c'era anche un'altra luce nei suoi occhi. La riconossi dopo poco. Rabbia. Era arrabbiato e lo potevo capire, ma nonostante questo per la prima volta non riuscì a reggere quello sguardo ed abbassai il mio puntandolo sul lenzuolo che mi copriva fino a metà busto. 
- Mi dispiace. - sussurrai. - Sono stata una stupida. - 
- Sì, lo sei stata. Cosa ti preso? - 
- Io... non lo so. Mi sono fatta prendere e ho perso il controllo. - 
- Hai perso il controllo? È così che giustifichi il tuo comportamento? - disse lasciando improvvisamente la mia mano. A quel gesto mi sentì morire. Non l'aveva mai fatto, non in questo modo. 
- Io non mi sto giustificando. - 
- Ah no?! A me sembra di sì. - 
- Ti sbagli. - esclamai voltando la testa e guardandolo. Adesso la preoccupazione aveva dato posto alla rabbia. - Senti vuoi farmi la predica? Bene, fai pure. - 
- Io non... - 
- Tu non cosa? Non vuoi farmela? Sarebbe una novità! - 
- Avrò le mie motivazioni non pensi? - 
- Certo! Ma credimi anch'io avrei le mie buone motivazioni. - sbottai alla fine, liberando la frustrazione che avevo accumulato in quei giorni a causa del suo comportamento. 
- E quali sarebbero? - 
- Per esempio: dove vai ogni volta che esci dalla scuola? - chiesi secca guardandolo negli occhi. A quella domanda lo vidi irrigidirsi ed abbassò lo sguardo quasi subito. Non rispose. - Come immaginavo. - dissi voltando la testa verso la parete davanti a me. - Vattene. - 
- Cosa? - 
- Ho detto vattene. Vattene Draco, voglio stare sola. - dissi sicura senza guardarlo. Lui rimase seduto per qualche secondo prima di alzarsi in piedi e darmi le spalle. Lo guardai uscire dall'infermeria, le spalle lievemente ricurve ed il passo lento come se sperasse che da un momento all'altro lo fermassi. Ma io non lo feci, avevo bisogno di stare da sola. Quando la porta si chiuse dietro le sue spalle tirai un sospiro sfinito scuotendo la testa. Ripensai al combattimento di quel pomeriggio ed alle parole di Draco. Dio, ero stata davvero un idiota ad accettare quella sfida, ancora di più a reggere il suo gioco e cominciare ad utilizzare incantesimi potenti e pericolosi. Con quel pensiero abbassai lo sguardo e vidi una fasciatura che copriva tutto l'avambraccio. Solo in quel momento mi venne in mente una cosa. Jonathan! Mi ricordavo che lo avevano portato insieme a me qui ma... 
Voltai la testa e puntai lo sguardo sui letti accanto al mio, tutti vuoti. Bene, almeno lui non c'era. La testa mi doleva terribilmente e la schiena aveva cominciato a farmi male, probabilmente a causa della botta presa appena tre ore fa. 
- Oh Signorina Granger, si è svegliata finalmente. - disse una voce davanti a me. Alzai lo sguardo e lo puntai su Madama Chips che era appena uscita dal suo studio con molte fiale in mano. - Come si sente? Il signorino Malfoy è rimasto al suo fianco per tutto il tempo... ora che ci penso... dov'è andato? - a quelle parole mi rabbuiai. L'avevo cacciato io. L'avevo cacciato per non sentire le parole che mi avrebbe detto, per non sentire la verità alla fine. 
- Se n'è... dovuto andare. - sussurrai scuotendo la testa. 
- Oh! Che strano... vabbé, avrà avuto i suoi motivi. Dunque, adesso beva questo. - disse avvicinandosi e porgendomi una delle fiale. 
- Che cos'è? - chiesi avvicinando il naso per sentirne l'odore ma mi allontanati un secondo dopo, disgustata. 
- Servirà a rimetterla in forze ed a farle passare il mal di testa. - disse porgendomela nuovamente, con più fermezza. La presi con esitazione e me la portai alle labbra, ingurgitandola un secondo dopo, anche se il mio stomaco mi urlava di vomitarla. Non lo feci. - Bene. Avrà affetto tra qualche minuto. Appena si sentirà meglio deve andare nell'ufficio del preside. Ha detto che le deve parlare. - 
- Certo. - sussurrai annuendo lievemente mentre pian piano sentivo il dolore alla testa scemare. Immaginavo che Silente avrebbe voluto parlarmi. 
Madama Chips mi guardò qualche istante prima di darmi le spalle e tornare nel suo ufficio ma prima che potesse aprire la porta la mia voce la fermò. - Aspetti! Ha qualcosa per... il dolore alla schiena? - chiesi con una certa urgenza nella voce. 
- Certo. - disse lei scuotendo la testa, come se si fosse ricordata di questo solo adesso. Mi si avvicinò e prese una fiala tra quelle che aveva appoggiato su un mobiletto lì vicino e ma la porse. La presi e buttai giù senza sentirne, stavolta, l'odore. Era disgustosa. A quel punto lei se ne andò ed io non la fermai, rimanendo così sola. 
Aspettai qualche minuto prima di sollevarmi e provare a scendere dal letto. Nel momento stesso mi girò la testa ma poi passò subito, così, presi coraggio e mi misi in piedi, reggendomi al bordo del letto. Pian piano ripresi a camminare e quando fui abbastanza sicura mollai la presa e feci qualche passo. Il dolore alla testa era passato e con lui si stava attenuando anche quello alla schiena. 
Con un sospiro mi infililai le scarpe, posate a fianco del letto, e mi avvisi alla porta. All'ultimo mi voltai verso la porta del suo ufficio, indecisa se andare da lei per avvertirla che stavo uscendo oppure no; alla fine optai per il no. Uscì dall'infermeria e mi avviai lentamente verso l'ufficio del preside. Ero davvero molto nervosa e nonostante il passo lento raggiunsi l'ufficio in breve tempo. Bussai un paio di volte alla sua porta e la sua voce calda mi invitò subito ad entrare. Aprì la porta e la prima persona che vidi fu lui. Jonathan. Seduto su una delle tuo poltrone davanti alla sua scrivania. Sì, mi aspettavo anche quello. Dietro di lui, come sospettavo, c'era Silente, seduto dietro la scrivania ed accanto c'era la professoressa McGranitt. Decisi immediatamente di ignorare mio fratello e, come se non ci fosse, chiusi la porta ed andai a sedermi nella poltroncina libera. 
- Buonasera signorina Granger. - disse Silente guardandomi. 
- Buonasera. -   risposi esitante. Il preside era impassibile ma la McGranitt... si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata e di fatti...
- Sono disgustata dal vostro comportamento. - disse un secondo dopo, oltrepassò la scrivania e cominciò a camminare lentamente su e giù davanti a noi. - Vi siete comportati in modo indisciplinato ed immaturo. Sono a conoscenza delle divergenze che ci sono tra di voi ma questo non è assolutamente una buona motivazione per quello che è successo, anzi non c'è proprio una motivazione! Siete fratelli per l'amor di Dio! Insomma mi aspettavo un comportamento del genere da lei, signor Granger, in fondo è sempre stato indisciplinato; ma lei signorina Granger! Non me lo aspettavo da lei, mi ha molto deluso. - 
- Minerva. - la interruppe Silente prendendo così parola. - Devo dire che sono molto deluso da voi. È successo un episodio molto brutto e scomodo. Ho permesso a voi di allenarvi a causa della situazione in cui ci troviamo tutti, non per provare ad uccidervi a vicenda. E data la gravità dell'avvenimento mi vedo costretto a prendere dei provvedimenti, per tanto sarete esonerati dalle sessioni di allenamento per una settimana a partire da domani. - 
- Cosa?! - esclamai alzandomi di botto dalla sedia. - Lei non può farlo! - 
- Signorina Granger, si calmi. - disse la McGranitt. - Non ha assolutamente niente di cui lamentarsi, questa è la punizione più... piccola che poteva ottenere. Quello che avete fatto è molto grave e data la gravità della situazione lei poteva anche essere espulsa dalla scuola. Ma date le circostanza spiacevoli in cui ci troviamo un'espulsione non è proprio quello che ci serve. Quindi un esonero è più che ragionevole. - sentendo quelle parole non potei non trovarmi d'accordo. Così abbassai la testa e tornai a sedermi. 
- Bene, adesso potete andare e che non accada mai più. - disse Silente congedandoci. Mi alzai di nuovo e superai mio fratello, uscendo velocemente dall'ufficio. Chiusi la porta dietro di me ed iniziai a camminare velocemente verso la sala comune, dopo pochi passi sentì la porta riaprirsi e richiudersi un secondo dopo poi dei passi che mi seguivano. 
- Bel lavoro Hermione, davvero. - disse la sua voce molto vicina a me ma non mi voltai per controllare dove fosse. 
- Oh adesso è colpa mtardi- esclamai senza voltarmi e senza rallentare il passo. - Fino a prova contraria sei stato tu a cominciare. - 
- Potevi non rispondermi. - 
- Uno, avresti continuato lo stesso. Due, non ci provare a far ricadere la colpa su di me! Io... neanche ti volevo qui. - dissi di nuovo continuando a camminare. A quel punto nessuna risposta, così continuai a camminare. Svoltai un angolo e continuai a camminare indispettita, fino a non sentire niente se non i miei passi. 
Appena arrivata davanti alla porta della sala mi voltai leggermente e vidi subito che il corridoio era vuoto. Era molto tardi e sicuramente molti alunni stavano dormendo, infatti tutti i corridoi erano vuoti. Pronunciai la parola d'ordine ed entrai. La Sala era praticamente vuota se non per due teste, una rossa ed una mora. Ginny e Blaise. Erano seduti su una poltrona e mi davano le spalle ma quando sentirono la porta aprirsi si voltarono di scatto ed alzarono quasi contemporaneamente. 
- Hermione... - fece per dire la rossa ma la fermai scuotendo la testa. Non volevo parlare. Ero stanca e frustrata a causa della litigata con Draco e per quella con mio fratello e per tutto il resto. Lei si zittì ed io li superai andando diretta nella mia camera. Non ero sicura che avrei trovato Draco e se da una parte preferivo che non ci fosse, dall'altro pregavo di trovarlo. Se non ci fosse stato mi sarei chiesta per tutto il tempo, finché non fosse tornato, dov'era, mi sarei torturata per saperlo. 
Per questo quando lo vidi, appoggiato alla porta della nostra camera con le braccia incrociate, mi sentì molto sollevata ma non lo deidi a vedere. Mi fermai di botto e lui spostò lo sguardo su di me. Non riuscivo a leggere niente nei suoi occhi, avevo la sensazione che avesse ristabilito la maschera che aveva tenuto per così tanto tempo. Distolsi lo sguardo da suo e ripresi a camminare, appena fui abbastanza vicina lui si spostò e mi fece passare entrando dopo di me nella camera. 
Seguirono minuti interminabili di silenzio, in cui gli diedi le spalle tutto il tempo, fingendomi impegnata a sfogliare un libro che avevo trovato lì vicino. - Cos'ha detto? - chiese ad un certo punto Draco. 
- Chi? - chiesi fredda. 
- Silente. So che tu e Jonathan siete andati a parlargli. - disse freddo ed impassibile come il suo sguardo. 
- Ha detto che è molto deluso dal nostro comportamento e cose così. Oh! E ci ha esonerati dagli allenamenti per una settimana. - risposi con finta ironia. 
- Non ti aspetterai che ti difenda, vero? - chiese dopo qualche minuto di silenzio. A quelle parole scattai, di nuovo. Buttai il libro sul letto e mi voltai verso di lui, scontrandomi ancora una volta con quella freddezza. 
- No! Non sono così stupida. Lo so che non mi difenderesti mai da cose così perché tu la pensi esattamente come lui! - 
- Perché, ho torto? - fece scattando anche lui ed avvicinandosi di un passo. 
- No! E te l'ho già detto. Ma non c'è bisogno a stare lì a contare ogni mio errore per poi rinfacciarmelo e farmi la paternale! E lo fai sempre! - urlai esasperata. Non era vero, non lo faceva sempre e sicuramente non contava i miei errori come lo avevo accusato, ma in quel momento mi stavo facendo prendere dalle emozioni. 
- Io lo faccio solo quando serve! E stavolta serve eccome. Tu... potevi finire al San Mungo con ferite molto più gravi di quella che ti sei procurata e lo stesso tuo fratello. Si può sapere cosa vi spinge a sfidarvi sempre?! A voler fare del male all'altro?! - 
- Basta. - dissi abbassando lo sguardo. Non poteva dirmi quelle cose. Sapeva che Jonathan era un tasto dolente, glielo avevo confessato, ed adesso... mi stava facendo del male usando proprio quell'argomento. 
- No! Lui si sarà anche comportato da schifo ad andarsene di casa, a rispuntare così dal nulla ed accettare la sfida ma tu non sei migliore di lui! Perché se lo fossi stata non avresti accettato a tua volta la sfida, non avresti risposto ad ogni sua provocazione. - ogni parola di quel discorso era stata una pugnalata. E l'ultima frase era stata la peggiore. Sentivo gli occhi bruciare e la vista, pian piano, mi si fece un po' più opaca a causa delle lacrime. 


Pov Draco


- Io lo faccio solo quando serve! E stavolta serve eccome. Tu... potevi finire al San Mungo con ferite molto più gravi di quella che ti sei procurata e lo stesso tuo fratello. Si può sapere cosa vi spinge a sfidarvi sempre?! A voler fare del male all'altro?! - urlai io. Ero arrabbiato e tra poco non riuscivo più a capire neanche cosa stavo dicendo. La mia bocca parlava senza interpellare il cervello. 
- Basta. - 
- No! Lui si sarà anche comportato da schifo ad andarsene di casa, a rispuntare così dal nulla ed accettare la sfida ma tu non sei migliore di lui! Perché se lo fossi stata non avresti accettato a tua volta la sfida, non avresti risposto ad ogni sua provocazione. - purtroppo mi accorsi troppo tardi di quello che le avevo detto. Me ne accorsi quando le vidi. Vidi le sue lacrime, vidi le sue lacrime di dolore riempirle quei dolci occhi dorati. Lacrime che le avevo causato io con le mie parole, ed immediatamente mi pentì di tutto, di ogni dannata parola che le avevo detto. Non lo pensavo, dio se non lo pensavo, ma in quel momento non ci avevo davvero pensato. 
La vidi scuotere la testa lentamente, mentre provava a trattenere le lacrime, e velocemente mi superò andando verso la porta. Ma non le permise di fare un altro passo. Appena mi passo accanto la afferrai per un polso e la trattenni prima di stringerla tra le braccia. Lei, dopo un secondo di esitazione, mi strinse a sua volta e cominciò a piangere liberando quelle goccioline che aveva trattenuto. - Scusami amore... non penso una parola di quello che ho detto te lo giuro. - sussurrai cullando la dolcemente. Ogni singhiozzo era come una pugnalata. Perché era colpa mia se adesso stava piangendo, certo tra le mie braccia ma era comunque colpa mia. E sapevo anche quanto le costasse rimanere lì, a causa del suo orgoglio. 
Appena si fu calmata si staccò lentamente, asciugandosi con la manica i residui delle lacrime, e tenne lo sguardo basso. Non ce la facevo a vederla così. Portai una mano sotto al suo mento e glielo alzai lentamente, facendo così scontrare i suoi occhi con i miei. Erano rossi e gonfi e questo mi provocò altro dolore. - Scusami, ti prego. - dissi scuotendo la teste ed appoggiando la mia fronte alla sua, continuando a ripetere "scusa". 
Certo che era vero che l'amore ti cambiava. Prima di conoscerla, conoscerla davvero, non avrei mai chiesto scusa a nessuno mentre adesso ero qui che la stavo quasi implorando di perdonarmi. 
E non ci furono bisogno di parole. Semplicemente si alzò un po' sulle punte e fece combaciare le nostre bocche. Il bacio casto si fece sempre più esigente e le lingue si unirono poco dopo trasformando il bacio e facendolo diventare ancor più passionale. Ci staccammo solo quando fummo a corto di ossigeno. 
- Ti amo. - sussurrò lei con il fiato corto. 
- Ti amo. - sussurrai prima di baciarla di nuovo. Lentamente, e senza staccarci, la condussi sul letto e lì ci amammo come solo noi sapevamo fare. 


Dunque eccomi qua. Scusate se ho saltato la pubblicazione la scorsa settimana. Dunque... cosa ne dite? Ci ho messo il cuore e davvero tanto a scrivere questo capitolo ed un paio di recensioni non sarebbero male. 
Comunque, voglio dirvi che ho pensato ad una piccola sorpresa, all'interno della storia, che però vi svelerò nel prossimo capitolo. Fino ad allora... ciao! 

 

 

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Capitolo 38
*** Amore mio ***


 

Questo sarà un capitolo molto diverso dagli altri, dato che fino ad adesso ci sono sempre stati drammi e cose così. Sarà anche molto corto, sorry. E sarà interamente dedicato alla nostra coppia, ossia Draco ed Herm. Che novità! 😂 
Okay detto questo vi lascio al capitolo. 
AMORE MIO
Pov Hermione
Erano passati un paio di giorni da quel combattimento e da allora io e mio fratello non ci eravamo più parlati. Neanche per discutere, semplicemente ci ignoravamo. In quel periodo, però, era successa una cosa davvero strana. Bellatrix e Rodolphus ci avevano mandato una specie di lettera dove ci scrivevano quando ci avrebbero attaccati. Alcuni tirarono un sospiro di sollievo scoprendo che la data era a distanza di due mesi, mentre gli altri... non sapevano cosa pensare. Io, Draco, Ginny e Blaise facevamo parte del secondo gruppo. Perché scriverci? Perché annunciarci già quando avrebbero attaccato? Qualcosa non quadrava. Insomma... perché non coglierci di sorpresa? Perché dircelo? 
- Sono dei pazzi. Avranno pensato che, anche se lo sappiamo, non saremo abbastanza forti da batterli. - aveva commentato Jonathan con indifferenza. Ma lui non li conosceva, non come noi. Il suo ragionamento faceva acqua da tutte le parti eppure era anche la spiegazione più logica. Ma qualcosa dentro di me urlava di non fidarmi di quelle parole, mi urlava di stare attenta e di farmi trovare pronta sempre. E così avrei fatto. 
Adesso ero in camera mia insieme a Draco. Eravamo sdraiati sul nostro letto, abbracciati ed in silenzio. Nessuno dei due aveva parlato per tutto quel tempo. Era mattina presto, le sei del mattino all'incirca ma nessuno dei due aveva intenzione di dormire. 
- Non è giusto. - dissi all'improvviso disegnando dei cerchi invisibili sul suo petto nudo. 
- Cosa? - 
- Tutto questo! Non è giusto quello che ci sta succedendo. - risposi frustrata. 
- Sai... io non sono del tutto d'accordo. Insomma, sì è orribile ma pensaci, questo ci ha unito ancora di più e mi ha fatto capire davvero tante cose. - disse Draco disegnando anche lui dei cerchi sulla mia schiena. 
- Del tipo? - chiesi alzando la testa per guardarlo. Lui però non lo fece continuando a guardare il soffitto, in silenzio. Dopo qualche secondo mi scostò con delicatezza ed si alzò in piedi camminando fino alla finestra. Rimasi seduta a fissare la sua schiena, larga e perfetta, mentre mi chiedevo insistentemente cosa poteva frullare nella testa del mio ragazzo. 
- Quando Bellatrix mi ha portato nella loro casa il mio unico pensiero eri tu. Il tuo pensiero era l'unica cosa che mi ha dato forza in quei giorni così bui, non mi importava neanche di morire o almeno non mi importava del gesto in sé, mi importava solo che non avrei più rivisto il tuo volto, non ti avrei più stretto tra le braccia, non ti avrei più baciata e questo non potevo sopportarlo. Perciò sono andato avanti, in qualche modo. Poi ti ho rivisto ed è stato come se per tutto quel tempo fossi stato sott'acqua e tu eri la mia aria, l'unica mia salvezza. Abbiamo affrontato tanto ed hai ragione non è giusto. Non sai quante volta ho desiderato mollare tutto ed andare a nascondermi da qualche parte, aspettando che tutto questo finisca. E... l'unica cosa che mi frenava eri tu. Tu con il tuo coraggio, con la tua passione nel fare tutto, con la tua intelligenza e il tuo innato talento nel farmi arrabbiare. Io non sono così, e non mi vergogno ad ammetterlo. Io sono un grande codardo, uno stronzo la maggior parte delle volte. Io non avrei mai fatto la maggior parte delle cose che hai fatto tu e sicuramente non avrei scoperto tutto quello che hai scoperto tu leggendo semplicemente dei libri. Non prendere le mie parole come un segno di invidia perché non lo sono, credimi. Io ti amo, così come sei, e anche se spesso mi fai arrabbiare con i tuoi gesti incoscienti, non ti cambiarei mai. Tu mi hai reso quello che sono adesso, mi hai reso l'uomo che volevo essere. Hai saputo guardare oltre la maschera che portavo giorno e notte e sei riuscita a vedere Draco, mi hai... liberato. Non so cosa sarebbe successo sennò. - si interruppe voltandosi e venendo verso di me. Avevo gli occhi lucidi ma per ora non volevo piangere. Mi prese le mani e mi alzai in piedi guardandolo negli occhi. - Ti amo da morire Hermione e non so immaginare la mia vita senza di te, oppure, più semplicemente, non voglio immaginarla. Sei la mia vita, il mio mondo... e ti amo. Non mi stancherò mai di dirtelo. Voglio essere legato a te in tutti i modi umanamente possibili e... so che tecnicamente non ci sarebbe bisogno ma... voglio farlo lo stesso. Perciò... - lentamente mi lasciò le mani e si abbassò inginocchiandosi a miei piedi. Portai le mani alla bocca cercando di trattenere le lacrime. Portò una mano dietro alla schiena e da non so dove tirò fuori una scatolino di velluto blu scuro, e la aprì rivelando un meraviglioso anello. - Hermione Jean Granger vuoi sposarmi? - 
Non dovetti neanche pensarci. Annuì vigorosamente prima di riuscire a pronunciare una parola. - Sì! Sì, sì, sì. - risposi continuando ad annuire. Lui si alzò e mi abbracciò un attimo dopo, sollevandomi da terra mentre le lacrime mi scendevano copiose dalle guance. Mi lasciò andare solo per potermi infilare l'anello. Era molto semplice, con un diamante bianco al centro e due smeraldi ai lati. Semplice e bellissimo. Alzai lo sguardo incontrando il suo e senza esitare mi tuffai sulle sue labbra. 
Poche ore dopo uscimmo dalla nostra stanza, completamente vestiti ma non con le divise della scuola. Quel giorno saremmo andati dai nostri genitori per parlargli della nostra decisione. In sala comune, come previsto,  trovammo Ginny e Blaise ad aspettarci per andare a colazione. 
- Ciao! Perché non indossate le divise? - chiese immediatamente Ginny avvicinandosi. 
- Perché oggi andiamo a parlare con i nostri genitori. - risposi sorridendo e lanciando uno sguardo complice con Draco. 
- A proposito? - fece Blaise confuso quanto la mia migliore amica. Lasciai la mano di Draco e mostrai l'anello ad entrambi. Bastò quello come risposta. Ginny sgranò gli occhi prima di buttarsi letteralmente su di me, stritolandomi in un abbraccio. Con la coda dell'occhio vidi Blaise e Draco abbracciarsi a loro volta. Una volta staccati ci scambiammo, io abbracciai Blaise e Ginny Draco. 
- Cavolo ragazzi! Siamo felicissimi per voi! - esclamò la rossa con un enorme sorriso. Mi strinsi di nuovo al mio ragazzo e ci scambiammo un lieve bacio prima di prestare la nostra attenzione a loro. 
- Vogliamo sposarci prima... della guerra però. - disse lui  esitando lievemente sulla parola "guerra". Sentirla, però, non mi dava più fastidio. Cioè era strano ma oramai mi ero abituata a quella situazione ed avevo accettato che ci sarebbe stata. 
- Certo. - sussurrarono loro annuendo. - Bé allora vi lasciamo andare e auguri! - disse Blaise facendosi da parte insieme alla mia amica. Li salutammo ed uscimmo dalla sala, abbracciati, diretti all'ufficio del preside. Camminammo in silenzio ma più che felici.
Bussammo alla porta del suo ufficio e la sua voce ci invitò subito ad entrare. Notai con piacere che la stanza era vuota se non per lui. Silente ci guardò stupito, probabilmente non si aspettava una nostra visita. 
- Buongiorno ragazzi. Cosa posso fare per voi? - chiese lui senza alzarsi dalla sua sedia. 
- Dobbiamo andare a parlare con i nostri genitori. - disse senza troppi giri di parole Draco. 
- Va bene, buone notizie spero. - 
- Buonissime! Noi... abbiamo deciso di sposarci. - risposi con un enorme sorriso che passò immediatamente all'uomo che sorrise a sua volta. 
- Ma è meraviglioso! - disse alzandosi finalmente in piedi e venendo verso di noi. Abbracciò prima Draco e poi me, con lo stesso calore che può avere e trasmettere un nonno con i suoi nipoti. - E quando è la data? - 
- Non la sappiano ancora ma vogliamo sposarci prima della guerra. - dissi tutto d'un fiato, quasi avendo paura della sua reazione. Lui annuì lievemente mantenendo il sorriso grande e radioso, seminascosto dalla barba. 
- Va bene, allora potete andare e auguri. - disse indicando la porta. 
- Grazie. - parlammo all'unisono ed insieme andammo poi verso la porta. Appena usciti dall'ufficio andammo in un'aula ancora vuota ed utilizzando la metropolvere raggiungemmo la mia casa. Atterrammo nel mio soggiorno, vuoto. Il sole illuminava completamente la stanza, ma non ci prestai molta attenzione uscendo ed andando diretta alla sala da pranzo dove ero sicura avrei trovato i miei genitori. 
- Per noi va più che bene. - disse Narcissa con un sorriso. Appena avevamo trovato i miei genitori avevamo chiamato anche i genitori di Draco e gli avevamo detto le nostre intenzioni. 
- Infatti. Siamo molto felici per voi, in fondo volete solo anticipare di qualche mese. - disse mia madre dando man forte alla donna. - Non è decisamente la... situazione più confortevole ma capisco il perché della vostra decisione. - 
- Grazie mamma. - sussurrai con un sorriso. 
- Organizzeremo tutto noi, voi avete cose ben più importanti da fare. - continuò sicura lei. 
- Va bene. - sussurrò Draco annuendo. Non mi importava di chi avrebbe organizzato la cerimonia, volevo solo sposarlo. 
- Tesoro, posso parlarti un secondo? - mi chiese papà alzandosi in piedi. Annuì lievemente e mi anzai seguendolo fuori dalla stanza. 
- Qualche problema? - chiesi in allarme. 
- No, assolutamente nessun problema. Volevo solo sapere come va. - disse con un minuscolo sorriso. 
- Ehm... a scuola? Tutto bene. - risposi confusa da quella domanda. 
- No, io intendevo con Jonathan. L'ultima volta che ci siamo sentiti non eri esattamente felice della sua presenza e Silente ci ha riferito che avete avuto un brutto scontro durante un allenamento. - 
- È vero, ma adesso va un po' meglio. In realtà da quella volta non ci siamo più parlati. - ammisi senza la minima forma di rammarico nella voce. 
- So che non mi ascolterai ed il tempo in cui eri costretta a farlo è finito da un po' ma sono pur sempre tuo padre, anzi vostro padre e devo dirtelo. Capisco che a causa sua tu sia stata molto male, anche noi siamo stati male a causa della sua decisione, ma rimane tuo fratello. Non pensi che... dovresti dargli una seconda possibilità? - 
- No. - risposi senza esitare. - Non voglio ed hai ragione, non puoi costringermi. Sono stata troppo male ed almeno ora come ora non ce la faccio a perdonarlo. Se voi l'avete fatto bene, io non dirò niente, ma non potete costringere anche me a farlo. - 
- E noi non ti costringeremo, promesso. - disse con un minuscolo sorriso lui. Sorrisi ed annuì anch'io prima di abbracciarlo. - E per questa cosa del matrimonio... - 
- Non sei d'accordo?! Ti prego, papà! Noi... - dissi velocemente staccandomi per poterlo guardare ma lui mi bloccò a metà frase. 
- Fammi parlare, piccola peste! Sono più che d'accordo e sono felicissimo della vostra decisione. Solo... hai pensato a tutto, vero? Cioè ci hai riflettuto attentamente prima di rispondere? - 
- Certo papà, ma non ce n'è stato neanche bisogno. Lo amo da morire e l'unica cosa che voglio è passare il resto della mia vita con lui. - 
- Lo so. Lo vedo, anzi lo vediamo tutti. - disse con un sorriso abbracciandomi nuovamente. 
Rientrammo in soggiorno un secondo dopo e dopo poco io e Draco ce ne andammo diretti di nuovo a scuola. 
- Cosa vi siete detti? - mi chiese mentre stavamo camminando verso il camino. 
- Io e papà? Niente di che. Mi ha solo chiesto come vanno le cose con Jonathan ed abbiamo parlato un po' del matrimonio. - 
- E... di Jonathan cosa vi siete detti? - chiese incerto fermandosi e facendo fermare così anche me per potermi guardare negli occhi. 
- Noi... mi ha chiesto come andava con lui. Ed io ho risposto che non ci parliamo dallo scontro. - dissi abbassando lo sguardo. Sentì le sue dita andare sotto il mento e tirarmi su la testa prima di baciarmi dolcemente sulle labbra. Dopo quel bacio breve riprendemmo a camminare mentre il mio cervello, che finora era stato invaso solo da pensieri negativi e scenari di guerra, adesso veniva illuminato ed alleggerito da un nuovo pensiero ben più bello dei precedenti. Le mie nozze con Draco. 
Non so se avrei rimpianto di non aver organizzato io il matrimonio ma adesso non mi importava. L'importante era sposarlo e l'avrei fatto, personalmente non vedevo l'ora! 
Ed eccoci di nuovo. Dunque... come avevo già detto questa capitolo è davvero corto ma devo ammettere che mi piace. Qualcuno si ricorda della dichiarazione di Hermione quando tornano ad Hogwarts dopo la cattura di Draco? In caso, vi avevo promessa anche una dichiarazione di quest'ultimo e quindi eccola qui! Che ne dite? Io sono abbastanza soddisfatta. 
Detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 

Questo sarà un capitolo molto diverso dagli altri, dato che fino ad adesso ci sono sempre stati drammi e cose così. Sarà anche molto corto, sorry. E sarà interamente dedicato alla nostra coppia, ossia Draco ed Herm. Che novità! 😂 
Okay detto questo vi lascio al capitolo. 


AMORE MIO


Pov Hermione


Erano passati un paio di giorni da quel combattimento e da allora io e mio fratello non ci eravamo più parlati. Neanche per discutere, semplicemente ci ignoravamo. In quel periodo, però, era successa una cosa davvero strana. Bellatrix e Rodolphus ci avevano mandato una specie di lettera dove ci scrivevano quando ci avrebbero attaccati. Alcuni tirarono un sospiro di sollievo scoprendo che la data era a distanza di due mesi, mentre gli altri... non sapevano cosa pensare. Io, Draco, Ginny e Blaise facevamo parte del secondo gruppo. Perché scriverci? Perché annunciarci già quando avrebbero attaccato? Qualcosa non quadrava. Insomma... perché non coglierci di sorpresa? Perché dircelo? 
- Sono dei pazzi. Avranno pensato che, anche se lo sappiamo, non saremo abbastanza forti da batterli. - aveva commentato Jonathan con indifferenza. Ma lui non li conosceva, non come noi. Il suo ragionamento faceva acqua da tutte le parti eppure era anche la spiegazione più logica. Ma qualcosa dentro di me urlava di non fidarmi di quelle parole, mi urlava di stare attenta e di farmi trovare pronta sempre. E così avrei fatto. 


Adesso ero in camera mia insieme a Draco. Eravamo sdraiati sul nostro letto, abbracciati ed in silenzio. Nessuno dei due aveva parlato per tutto quel tempo. Era mattina presto, le sei del mattino all'incirca ma nessuno dei due aveva intenzione di dormire. 
- Non è giusto. - dissi all'improvviso disegnando dei cerchi invisibili sul suo petto nudo. 
- Cosa? - 
- Tutto questo! Non è giusto quello che ci sta succedendo. - risposi frustrata. 
- Sai... io non sono del tutto d'accordo. Insomma, sì è orribile ma pensaci, questo ci ha unito ancora di più e mi ha fatto capire davvero tante cose. - disse Draco disegnando anche lui dei cerchi sulla mia schiena. 
- Del tipo? - chiesi alzando la testa per guardarlo. Lui però non lo fece continuando a guardare il soffitto, in silenzio. Dopo qualche secondo mi scostò con delicatezza ed si alzò in piedi camminando fino alla finestra. Rimasi seduta a fissare la sua schiena, larga e perfetta, mentre mi chiedevo insistentemente cosa poteva frullare nella testa del mio ragazzo. 
- Quando Bellatrix mi ha portato nella loro casa il mio unico pensiero eri tu. Il tuo pensiero era l'unica cosa che mi ha dato forza in quei giorni così bui, non mi importava neanche di morire o almeno non mi importava del gesto in sé, mi importava solo che non avrei più rivisto il tuo volto, non ti avrei più stretto tra le braccia, non ti avrei più baciata e questo non potevo sopportarlo. Perciò sono andato avanti, in qualche modo. Poi ti ho rivisto ed è stato come se per tutto quel tempo fossi stato sott'acqua e tu eri la mia aria, l'unica mia salvezza. Abbiamo affrontato tanto ed hai ragione non è giusto. Non sai quante volta ho desiderato mollare tutto ed andare a nascondermi da qualche parte, aspettando che tutto questo finisca. E... l'unica cosa che mi frenava eri tu. Tu con il tuo coraggio, con la tua passione nel fare tutto, con la tua intelligenza e il tuo innato talento nel farmi arrabbiare. Io non sono così, e non mi vergogno ad ammetterlo. Io sono un grande codardo, uno stronzo la maggior parte delle volte. Io non avrei mai fatto la maggior parte delle cose che hai fatto tu e sicuramente non avrei scoperto tutto quello che hai scoperto tu leggendo semplicemente dei libri. Non prendere le mie parole come un segno di invidia perché non lo sono, credimi. Io ti amo, così come sei, e anche se spesso mi fai arrabbiare con i tuoi gesti incoscienti, non ti cambiarei mai. Tu mi hai reso quello che sono adesso, mi hai reso l'uomo che volevo essere. Hai saputo guardare oltre la maschera che portavo giorno e notte e sei riuscita a vedere Draco, mi hai... liberato. Non so cosa sarebbe successo sennò. - si interruppe voltandosi e venendo verso di me. Avevo gli occhi lucidi ma per ora non volevo piangere. Mi prese le mani e mi alzai in piedi guardandolo negli occhi. - Ti amo da morire Hermione e non so immaginare la mia vita senza di te, oppure, più semplicemente, non voglio immaginarla. Sei la mia vita, il mio mondo... e ti amo. Non mi stancherò mai di dirtelo. Voglio essere legato a te in tutti i modi umanamente possibili e... so che tecnicamente non ci sarebbe bisogno ma... voglio farlo lo stesso. Perciò... - lentamente mi lasciò le mani e si abbassò inginocchiandosi a miei piedi. Portai le mani alla bocca cercando di trattenere le lacrime. Portò una mano dietro alla schiena e da non so dove tirò fuori una scatolino di velluto blu scuro, e la aprì rivelando un meraviglioso anello. - Hermione Jean Granger vuoi sposarmi? - 
Non dovetti neanche pensarci. Annuì vigorosamente prima di riuscire a pronunciare una parola. - Sì! Sì, sì, sì. - risposi continuando ad annuire. Lui si alzò e mi abbracciò un attimo dopo, sollevandomi da terra mentre le lacrime mi scendevano copiose dalle guance. Mi lasciò andare solo per potermi infilare l'anello. Era molto semplice, con un diamante bianco al centro e due smeraldi ai lati. Semplice e bellissimo. Alzai lo sguardo incontrando il suo e senza esitare mi tuffai sulle sue labbra. 


Poche ore dopo uscimmo dalla nostra stanza, completamente vestiti ma non con le divise della scuola. Quel giorno saremmo andati dai nostri genitori per parlargli della nostra decisione. In sala comune, come previsto,  trovammo Ginny e Blaise ad aspettarci per andare a colazione. 
- Ciao! Perché non indossate le divise? - chiese immediatamente Ginny avvicinandosi. 
- Perché oggi andiamo a parlare con i nostri genitori. - risposi sorridendo e lanciando uno sguardo complice con Draco. 
- A proposito? - fece Blaise confuso quanto la mia migliore amica. Lasciai la mano di Draco e mostrai l'anello ad entrambi. Bastò quello come risposta. Ginny sgranò gli occhi prima di buttarsi letteralmente su di me, stritolandomi in un abbraccio. Con la coda dell'occhio vidi Blaise e Draco abbracciarsi a loro volta. Una volta staccati ci scambiammo, io abbracciai Blaise e Ginny Draco. 
- Cavolo ragazzi! Siamo felicissimi per voi! - esclamò la rossa con un enorme sorriso. Mi strinsi di nuovo al mio ragazzo e ci scambiammo un lieve bacio prima di prestare la nostra attenzione a loro. 
- Vogliamo sposarci prima... della guerra però. - disse lui  esitando lievemente sulla parola "guerra". Sentirla, però, non mi dava più fastidio. Cioè era strano ma oramai mi ero abituata a quella situazione ed avevo accettato che ci sarebbe stata. 
- Certo. - sussurrarono loro annuendo. - Bé allora vi lasciamo andare e auguri! - disse Blaise facendosi da parte insieme alla mia amica. Li salutammo ed uscimmo dalla sala, abbracciati, diretti all'ufficio del preside. Camminammo in silenzio ma più che felici.
Bussammo alla porta del suo ufficio e la sua voce ci invitò subito ad entrare. Notai con piacere che la stanza era vuota se non per lui. Silente ci guardò stupito, probabilmente non si aspettava una nostra visita. 
- Buongiorno ragazzi. Cosa posso fare per voi? - chiese lui senza alzarsi dalla sua sedia. 
- Dobbiamo andare a parlare con i nostri genitori. - disse senza troppi giri di parole Draco. 
- Va bene, buone notizie spero. - 
- Buonissime! Noi... abbiamo deciso di sposarci. - risposi con un enorme sorriso che passò immediatamente all'uomo che sorrise a sua volta. 
- Ma è meraviglioso! - disse alzandosi finalmente in piedi e venendo verso di noi. Abbracciò prima Draco e poi me, con lo stesso calore che può avere e trasmettere un nonno con i suoi nipoti. - E quando è la data? - 
- Non la sappiano ancora ma vogliamo sposarci prima della guerra. - dissi tutto d'un fiato, quasi avendo paura della sua reazione. Lui annuì lievemente mantenendo il sorriso grande e radioso, seminascosto dalla barba. 
- Va bene, allora potete andare e auguri. - disse indicando la porta. 
- Grazie. - parlammo all'unisono ed insieme andammo poi verso la porta. Appena usciti dall'ufficio andammo in un'aula ancora vuota ed utilizzando la metropolvere raggiungemmo la mia casa. Atterrammo nel mio soggiorno, vuoto. Il sole illuminava completamente la stanza, ma non ci prestai molta attenzione uscendo ed andando diretta alla sala da pranzo dove ero sicura avrei trovato i miei genitori. 


- Per noi va più che bene. - disse Narcissa con un sorriso. Appena avevamo trovato i miei genitori avevamo chiamato anche i genitori di Draco e gli avevamo detto le nostre intenzioni. 
- Infatti. Siamo molto felici per voi, in fondo volete solo anticipare di qualche mese. - disse mia madre dando man forte alla donna. - Non è decisamente la... situazione più confortevole ma capisco il perché della vostra decisione. - 
- Grazie mamma. - sussurrai con un sorriso. 
- Organizzeremo tutto noi, voi avete cose ben più importanti da fare. - continuò sicura lei. 
- Va bene. - sussurrò Draco annuendo. Non mi importava di chi avrebbe organizzato la cerimonia, volevo solo sposarlo. 
- Tesoro, posso parlarti un secondo? - mi chiese papà alzandosi in piedi. Annuì lievemente e mi anzai seguendolo fuori dalla stanza. 
- Qualche problema? - chiesi in allarme. 
- No, assolutamente nessun problema. Volevo solo sapere come va. - disse con un minuscolo sorriso. 
- Ehm... a scuola? Tutto bene. - risposi confusa da quella domanda. 
- No, io intendevo con Jonathan. L'ultima volta che ci siamo sentiti non eri esattamente felice della sua presenza e Silente ci ha riferito che avete avuto un brutto scontro durante un allenamento. - 
- È vero, ma adesso va un po' meglio. In realtà da quella volta non ci siamo più parlati. - ammisi senza la minima forma di rammarico nella voce. 
- So che non mi ascolterai ed il tempo in cui eri costretta a farlo è finito da un po' ma sono pur sempre tuo padre, anzi vostro padre e devo dirtelo. Capisco che a causa sua tu sia stata molto male, anche noi siamo stati male a causa della sua decisione, ma rimane tuo fratello. Non pensi che... dovresti dargli una seconda possibilità? - 
- No. - risposi senza esitare. - Non voglio ed hai ragione, non puoi costringermi. Sono stata troppo male ed almeno ora come ora non ce la faccio a perdonarlo. Se voi l'avete fatto bene, io non dirò niente, ma non potete costringere anche me a farlo. - 
- E noi non ti costringeremo, promesso. - disse con un minuscolo sorriso lui. Sorrisi ed annuì anch'io prima di abbracciarlo. - E per questa cosa del matrimonio... - 
- Non sei d'accordo?! Ti prego, papà! Noi... - dissi velocemente staccandomi per poterlo guardare ma lui mi bloccò a metà frase. 
- Fammi parlare, piccola peste! Sono più che d'accordo e sono felicissimo della vostra decisione. Solo... hai pensato a tutto, vero? Cioè ci hai riflettuto attentamente prima di rispondere? - 
- Certo papà, ma non ce n'è stato neanche bisogno. Lo amo da morire e l'unica cosa che voglio è passare il resto della mia vita con lui. - 
- Lo so. Lo vedo, anzi lo vediamo tutti. - disse con un sorriso abbracciandomi nuovamente. 
Rientrammo in soggiorno un secondo dopo e dopo poco io e Draco ce ne andammo diretti di nuovo a scuola. 
- Cosa vi siete detti? - mi chiese mentre stavamo camminando verso il camino. 
- Io e papà? Niente di che. Mi ha solo chiesto come vanno le cose con Jonathan ed abbiamo parlato un po' del matrimonio. - 
- E... di Jonathan cosa vi siete detti? - chiese incerto fermandosi e facendo fermare così anche me per potermi guardare negli occhi. 
- Noi... mi ha chiesto come andava con lui. Ed io ho risposto che non ci parliamo dallo scontro. - dissi abbassando lo sguardo. Sentì le sue dita andare sotto il mento e tirarmi su la testa prima di baciarmi dolcemente sulle labbra. Dopo quel bacio breve riprendemmo a camminare mentre il mio cervello, che finora era stato invaso solo da pensieri negativi e scenari di guerra, adesso veniva illuminato ed alleggerito da un nuovo pensiero ben più bello dei precedenti. Le mie nozze con Draco. 
Non so se avrei rimpianto di non aver organizzato io il matrimonio ma adesso non mi importava. L'importante era sposarlo e l'avrei fatto, personalmente non vedevo l'ora! 


Ed eccoci di nuovo. Dunque... come avevo già detto questa capitolo è davvero corto ma devo ammettere che mi piace. Qualcuno si ricorda della dichiarazione di Hermione quando tornano ad Hogwarts dopo la cattura di Draco? In caso, vi avevo promessa anche una dichiarazione di quest'ultimo e quindi eccola qui! Che ne dite? Io sono abbastanza soddisfatta. 
Detto questo ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 

 

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