Torna da me.

di Regina_S14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Torna da me. ***
Capitolo 2: *** Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. ***



Capitolo 1
*** Torna da me. ***


Torna da me.
 

Non so con chi adesso sei 
non so che cosa fai 
ma so di certo a cosa stai pensando 
è troppo grande la città 
per due che come noi 
non sperano però si stan cercando cercando
(E penso a te, L.Battisti.) 


Io lavoro e penso a te.
Regina Mills era concentrata sulle scartoffie che aveva sulla propria scrivania quando l'occhio le cadde su una foto.
Henry.
Il ragazzino sorrideva felice e Regina ricordò perfettamente quando fu scattata quella foto.

''Henry, fatti scattare una foto!''
Regina finse un tono scocciato mentre suo figlio continuava a non stare fermo un secondo. Gli era stato regalato il suo primo Mp3 ed era entusiasta.
''Solo se poi ne facciamo una tutti e tre insieme!''
Regina si voltò per osservare la figura bionda seduta alle sue spalle.
Emma annuì con la testa mentre continuava a godersi il siparietto.
'
'Affare fatto, ma ora stai fermo.''
Il ragazzino ubbidì e sorrise.
''Ora tutti insieme!'' strillò.
''Ragazzino, calma.'' gli disse Emma mentre Regina si sedeva al suo fianco ''Promettimi che non brucerai quella foto e non la userai per dei riti malvagi'' continuò, stavolta sussurrando così che solo Regina potesse sentirla.
La mora si voltò e le fece lo sguardo più minaccioso che sapeva fare.
Ma Emma le sorrise.
Non funzionava più con lei.
Herny si gettò tra di loro interrompendole.
''Dite cheeeeeese!''

Regina aprì tremante un cassetto della scrivania.
Era lì che teneva quella foto.
Sembravano così felici.
Si alzò di scatto e prese le chiavi di casa, aveva lavorato anche troppo per quel giorno.

torno a casa e penso a te.

La casa, buia e solitaria, non era certo ciò che Regina aveva sempre desiderato, ma fu quella ad accoglierla al suo ritorno.
Quasi sospirando si tolse le scarpe che lasciò lungo il corridoio.
Da quando Henry ed Emma se ne erano andati era come se avesse perso la sua scintilla vitale.
Si limitava a vivere e lavorare.
Sarei dovuta andare con loro.
Prese il telefono, l'unico capace di distrarla in quel momento era Robin.

gli telefono e intanto penso a te.

Avrebbe dovuto telefonare ad Emma.
Ai suoi genitori continuava a dire che non aveva nessun contatto con lei, che era semplicemente sparita, ma dopo lunghe ricerche aveva trovato un numero e addirittura un indirizzo, ma Mary Margaret e David non meritavano questo.
Emma aveva deciso di andarsene e così doveva essere.
''Ciao Regina.'' la voce di Robin le risuonò nelle orecchie riportandola alla realtà.

Come stai? E penso a te.


Si misero a parlare del più e del meno, Regina lo ascoltava distrattamente.
Era come se una parte di lei non fosse più lì.


Dove andiamo? E penso a te.

Si dettero appuntamento da Granny, era sicuramente un'opzione migliore che restare a casa cercando di preparare la cena.
Uscì immediatamente, non perse neanche tempo per sistemarsi, indossò nuovamente le scarpe e si buttò il cappotto sulle spalle.


''Ciao Regina.''
La mora si sedette al tavolo.
''Ciao Robin.''
''Come stai?''
''Bene.''
Regina sorrise.

Gli sorrido abbasso gli occhi e penso a te.

''Non è vero.''

Regina fu stupita da come l'uomo fosse ancora in grado di capirla perfettamente.
Non sarà stato il suo vero amore, ma rimaneva un suo grande amico.
''Robin, mi conosci troppo bene...''
Lui le afferrò la mano che aveva posato sul tavolo e gliela strinse
''Lo so. Perché stai così? Per tuo figlio?''
''Mi manca.'' sospirò Regina.
''Ti manca anche la madre?''
Robin non aveva mai saputo il motivo per cui Regina avesse voluto rompere con lui, ma era troppo perspicace per non capire cosa agitava l'animo della donna che aveva davanti.
''Un po'. Per non parlare dei suoi genitori...ogni settimana organizziamo una cena insieme, per non stare soli, ma è sempre terribile.''
''Cenate insieme?''
L'uomo sembrava sorpreso e Regina le sorrise mestamente.
''Eravamo una famiglia, Robin. Henry, ci teneva uniti.''


Non so con chi adesso sei
non so che cosa fai
ma so di certo a cosa stai pensando
è troppo grande la città
per due che come noi
non sperano però si stan cercando


''Regina?''
''Mmh?''
La donna era rimasta per qualche secondo con la forchetta a mezz'aria.
''Se vuoi stare da sola puoi dirmelo.''
''No...scusami. Sono pensierosa. Lo sai che giorno è oggi...''
''Già un anno?''
''Esatto.''
Regina ingoiò a fatica il boccone che stava masticando.
''Lo sai che puoi dirmelo.''
''Cosa?''
Robin la guardò e Regina sentì tutte le sue difese cadere una ad una.
Se non fossero stati in un luogo pubblico si sarebbe messa a piangere.
''Sei innamorata?''
Regina sorrise amaramente e posò la forchetta sul tavolo.
''Lo sono, Robin. Ma cosa cambia? Lo sai meglio di me che non tornerà. Si è lasciata tutto alle spalle, si è lasciato tutti noi alle spalle, me inclusa...''


''Regina, io ed Henry lasciamo la città.'
Alla mora sfuggì il bicchiere di mano che andò a frantumarsi in terra.
''Cosa?'' si sforzò di dire restando calma.
''Non voglio mettere ancora a rischio nostro figlio...io voglio una vita normale.''
''E a me non pensi, Swan?''
''Penso al bene di tuo figlio.''
Regina si morse il labbro con rabbia. Sarebbe potuto esplodere.
''Mio figlio non si ricorda neanche chi sono ed io dovrei lasciarlo andare così? Come se nulla fosse?''
''Nostro figlio ha i ricordi che tu gli hai dato. E sono bellissimi. Non voglio vederlo soffrire ancora...''
''Pensi solo a te stessa.''
''Regina.''
''Va' via. Domani verrò a salutare Henry prima che voi partiate, sempre che tu me lo permetterai.''
Emma non aggiunse altro, si limitò solo a guardarla.
Regina sapeva che stava agendo solo per il bene di Henry, ma...
Una volta sola scoppiò a piangere e le sembrò di essere così tanto uguale ai resti del bicchiere sul pavimento.
In un giorno solo aveva perso suo figlio e l'amore della sua vita a cui non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi.


''Hai un contatto con lei?''
Regina si mosse infastidita sulla sedia, era da tanto che non parlava di Emma con qualcuno e la cosa la metteva a disagio.
''Ho un numero e un indirizzo. Ma non l'ho chiamata.''
''Mary Margaret e David lo sanno?''
''No.'' rispose sospirando ''e non lo sapranno. La chiamerebbero implorandole di tornare ed Emma non vuole questo.''
''Dovresti chiamarla tu.''
''Non mi vuole più sentire.''
''Te lo ha detto?''
La mora si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
''Non è stato necessario.''


Scusa è tardi e penso a te
ti accompagno e penso a te
non son stata divertente e penso a te


''Grazie per la serata, Robin. Mi ha fatto bene.''
''Cerca di stare meglio, Regina.''
''Ci proverò.''
I due si abbracciarono.
''E non perdere mai la speranza...'' le sussurrò all'orecchio.
Regina non riuscì più a trattenersi, scoppiò a piangere e cercò di soffocare i singhiozzi sulla spalla dell'uomo.
''Mi manca così tanto...'' mormorò mentre le lacrime continuavano a cadere.
''Chiamala. Lo sai che non aspetta altro.''
''Si sarà fatta un'altra vita...magari si sarà sposata.''
''Non vuoi neanche tentare?''
Regina lo guardò, forse aveva ragione, forse un tentativo avrebbe dovuto farlo.


sono al buio e penso a te


Regina Mills era sdraiata sul letto, ancora completamente vestita.
L'oscurità la confortava, sembrava quasi avvolgerla in un tenero abbraccio.
Forse aveva ragione Robin, forse valeva la pena tentare.
Poi il suo pensiero andò al loro ultimo incontro.


''Emma.''
Regina aveva appena salutato suo figlio che ancora si chiedeva perché il sindaco gli riservasse così tante attenzioni.
''Regina, non cercare di dissuadermi.''
''Ho capito perché lo fai e te ne sono grata...cerca di dare una vita migliore a nostro figlio.''
Emma rimase senza parole, non era quello che si era aspettata.
Poi notò gli occhi gonfi di Regina e si domandò quanto avesse pianto.
''Vieni con noi.'' mormorò.
Il cuore di Regina fece un balzo.
Andare con loro? Con lei?
''Lo sai che non posso abbandonare Storybrooke, Emma.''
La speranza che si era accesa negli occhi della Salvatrice morì subito.
''Hai ragione.''
''Dimmi che tornerai...''
''Dammi un motivo per restare, Regina.''
Regina avrebbe voluto gridare tutto ciò che sentiva dentro, ma fu come se avesse perso la voce.
Non riuscì a parlare e vide andare via dalla propria vita la donna che amava.


chiudo gli occhi e penso a te.


Ogni volta che Regina cercava di prendere sonno la vedeva.
Se la immaginava felice, chissà dove, con Henry.
Chissà quanto cibo spazzatura avevano mangiato insieme senza che lei potesse metterli in riga.
Chissà se aveva trovato qualcuno con cui stare...


io non dormo e penso a te.


Qualcosa scattò in Regina Mills.
Improvvisamente si alzò dal letto, accese la luce e cercò nel comodino fino a quando non trovò quel frammento di foglio che stava cercando.
Il suo indirizzo.

Partì la notte stessa da Storybrooke e arrivò a New York in giornata.
Una volta davanti al palazzo capì che stava facendo una cosa terribilmente stupida, magari Emma non si ricordava neanche più di lei.
Forse neanche pensava a lei.
Salì le scale del palazzo quasi di corsa e quando arrivò davanti alla porta ebbe la tentazione di scappare.
Forse non mi vuole più vedere.
Ma suonò il campanello e dopo qualche secondo la porta si aprì.
''Regina.''
''Emma.''
Le due si guardarono per un'eternità.
''Cosa ci fai qua?''
''Sono venuta a darti un motivo per tornare.''

Nota: Salve a tutti.
Data la mia grande passione per Battisti ho deciso di scrivere una piccola storia che facesse cardine su questa bellissima canzone.
Spero che vi sia piaciuta.
un saluto,
Sara.

 

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Capitolo 2
*** Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. ***


Come può uno scoglio
arginare il mare
(Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, L.Battisti.)




Dove vai quando poi resti sola?


Emma era seduta sul divano, il sole era ormai tramontato da un pezzo ed Henry era già andato a letto.
E lei era sola.
Come ogni volta.
Solo che quella sera era il giorno del suo compleanno, il giorno in cui sarebbe dovuta essere veramente felice.
Ma aveva perso il sorriso, forse da qualche giorno.
O qualche mese?
Durante il giorno cercava di tenere la mente il più occupata possibile: aveva ricominciato a lavorare, ma stavolta si era accontentata di un semplice lavoro da commessa in una libreria, era stufa dell'adrenalina e non voleva assolutamente sottoporre Henry agli orari stressanti che aveva un tempo.
Faceva sport, andava a correre ogni mattina.
Tutti i sabato andava al cinema insieme a suo figlio e poi al ritorno prendevano sempre un hot dog.
La vita che aveva sempre sognato, quella che aveva sempre desiderato, ma ora che l'aveva era come se le mancasse qualcosa.
O qualcuno.
Forse poteva permettersi di pensare a quello che si era lasciata alle spalle, per soli cinque minuti lo avrebbe potuto fare.
Ma anche se si opponeva con tutte le sue forze, era come se tutti i ricordi della sua vita passata confluissero in una sola persona.
Capelli corvini, labbra rosso sangue, occhi attenti.
Regina Mills.


Il ricordo come sai non consola.


Il ricordo della donna non la consolava, la logorava nel profondo, le smuoveva tutti i desideri repressi in quegli anni.
E forse ora l'aveva dimenticata...forse si era creata una nuova vita. Forse era veramente felice.
E io continuo a pensare a lei.


Quando lui se ne andò, per esempio
trasformai la mia casa in un tempio


Con grande sforzo Emma cercò di staccarsi dal ricordo di Regina, dalla sua casa, dal suo abbigliamento.
A Storybrooke aveva perso Neal, il padre di suo figlio, l'amore della sua vita.
Il mio lieto fine.
Sì, perché Emma aveva amato Neal, forse dal primo momento che lo aveva visto e la sua perdita era stata uno dei dolori più forti che avesse mai dovuto affrontare.
Lo aveva amato, si erano amati, ma lui non c'era più.
Lui l'aveva lasciata sola.
O forse no.


E da allora solo oggi non farnetico più
A guarirmi chi fu?
Ho paura a dirti che sei tu.


Regina.
Regina era stata l'unica a capirla, anche lei aveva perso l'amore della sua vita, anche lei aveva sopportato più di quanto fosse giusto.
Regina l'aveva guarita?
Probabilmente sì, ma Emma si disse tra sè e sè che non lo avrebbe mai confessato alla donna.
Tanto non la rivedrò più.
Con un dito seguì l'orlo della tazza che teneva in mano e pensò che molto probabilmente avrebbe dovuto esprimere un altro desiderio, dopotutto la prima volta era stato efficace, Herny si era presentato alla sua porta, perché non provare nuovamente e...
Al diavolo.
Era una sciocca. Aveva abbandonato quel mondo fatto di magia non per tornarci quando ne sentiva la necessità.
Sarebbe andata avanti come sempre.
Poi qualcosa la fece sobbalzare, qualcuno stava suonando al campanello.
Con un sbuffo si alzò, era certa che si sarebbe trovato davanti il suo vicino di casa che ci provava con lei da mesi. Inutilmente.
La mattina stessa le aveva addirittura fatto recapitare un mazzo di rose rosse.
Spalancò la porta pronta a rimproverarlo, ma le parole le morirono in bocca.


Ora noi siamo già più vicini.


''Regina.''
''Emma.''
''Cosa ci fai qua?''
''Sono venuta a darti un motivo per tornare.''
Emma era sicuro di sognare, forse la torta che lei e suo figlio si erano mangiati a cena non era poi così buona.
''Non puoi essere tu.''
''Sono io. Ho fatto ore di volo per essere qui...e ti sto chiedendo di tornare. Manchi, a tutti noi.''
Emma si scostò per farla entrare, ma Regina avanzò solo di qualche passo, giusto per esserle davanti.


Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi.


Emma studiò il volto della donna che aveva davanti e si sorprese di come fosse rimasta uguale a come lo ricordava, pur perdendo quella solarità che l'aveva sempre contraddistinta.
Regina sembrava...spenta.
Il cuore le balzò nel petto solo al pensiero, era così per lei? Era lei a farle questo effetto?
''Entra, ti preparo un tè'' mormorò non riuscendo a muoversi.
Era travolta da così tante emozioni che aveva perso anche la capacità di pensare, per questo aveva tirato fuori quella frase di cortesia tipica di sua madre.
''Accetto molto volentieri.''
Regina scandì all'inverosimile ogni parola, come era solita fare, e si allontanò da lei dirigendosi verso il salotto.


Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali, tu lo sai, non si vola


Mentre stava preparando il tè Emma non potè fare a meno di spiare la sua ospite.
Sì, Regina aveva perso qualcosa da un anno a questa parte.
Emma riusciva a capirlo anche solo dal modo in cui si era seduta sul divano.
Regina sembrava così stanca che al diavolo il tè, l'avrebbe baciata fino a farla ridere nuovamente.
Ma non poteva, non subito, aveva lottato così tanto per quella vita e non ci avrebbe rinunciato senza realmente sapere le intenzioni dell'altra donna.
Forse era stata mandata semplicemente dai suoi genitori.


Io quel dì mi trovai, per esempio
quasi spersa in quel letto così ampio
stalattiti sul soffitto i miei giorni con lui
io la morte abbracciai


Mentre fissava la teieria sul fuoco Emma si spinse fino a pensare ad Hook, una delle ragioni per cui aveva lasciato Storybrooke.
Perché Emma si vergognava terribilmente di essersi innamorata di lui, l'aveva rovinata e lei glielo aveva permesso.
Si era lasciata travolgere dalla passione, soprattutto dopo la morte di Neal era come se avesse bisogno di qualcuno, ma aveva scelto la persona sbagliata.
Come al solito.


Ho paura a dirti che per te
mi svegliai


''Emma, penso sia pronto.''
La bionda si riscosse dai suoi pensieri, non si era neanche accorta che Regina si era alzata dal divano e l'aveva raggiunta.
La teieria stava producendo un rumore terribile, ma che arrivava distratto alle orecchie di Emma che si era di nuovo persa negli occhi di Regina, perché diavolo avrebbe potuto guardarla per l'eternità.
La donna, non staccando lo sguardo dal suo, allungò una mano e elegantemente spense il gas, perché solo lei era in grado di fare una mossa così semplice in quel modo.


Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi


Senza neanche accorgersene si era avvicinata così tanto alla mora che i suoi capelli le sfioravano la fronte.
Emma la stava studiando, ogni più piccolo dettaglio del suo viso che fino a quel momento non aveva notato era esaminato.
Perché non erano mai state così vicine.
''Tè alle mele?'' sussurrò Regina.
Una delle classiche frasi da sindaco che usava per uscire dalle situazioni compromettenti, dalle situazioni in cui si sentiva a disagio.
Ma Emma non glielo permise, non quella volta.
Quasi tremando allungò una mano e le sfiorò la guancia rossa.
Per il caldo o per me, Regina?
L'altra non sembrò essere contraria a quel contatto, anzi, reclinò il capo appoggiandosi totalmente alla mano della bionda, prima di baciarne il palmo.
Emma chiuse gli occhi e il passato irruppe prepontemente nella sua mente.
Tutto quello che aveva cercato di stivare in quell'anno di lontananza uscì, ruppe tutti i lucchetti e come una corrente la investì.
Lei amava Regina Mills, l'aveva sempre amata.
Colmò quella piccola distanza che le separava e la baciò, finalmente, come aveva sempre pensato di fare dalla prima volta che l'aveva vista.
La mano, prima sulla guancia del sindaco, si spostò tra i capelli scuri attirandola ancora di più a lei.
''Perché non sei venuta prima?''
Ma Regina non la fece parlare, le passò un dito sulle labbra e la baciò nuovamente attingendo quasi alla sua anima come se ne valesse della propria vita.


Come può uno scoglio
arginare il mare


Perché se c'era una cosa che Emma amava in Regina era l'intensità che metteva in ogni cosa che faceva.
E al diavolo tutto, Regina valeva la pena di ritornare a Storybrooke, di far recuperare la memoria al loro figlio, di rischiare la vita.
Regina era per lei come il mare, dopo averlo visto per la prima volta non puoi fare altro che innamorartene e ricercarlo in ogni posto.
Ma di Regina ne esisteva solo una e in quel momento le sembrava quasi assurdo che fossero insieme e che, quasi perdendo l'equilibrio, fossero arrivate al divano senza staccare per un attimo le rispettive labbra.


Anche se non voglio
torno già a volare


Emma aveva provato a lasciarsi tutto alle spalle e per qualche tempo forse ci era riuscita.
Ma ora sapeva che aveva perso inutilmente un anno.
Un anno buttato via.
Ma allo stesso tempo era servito, quell'anno era servito a lei, a Regina, a loro rapporto.
E in un attimo tutte le insicurezze era sparite insieme ai loro vestiti e ora c'era solo il nuovo, quello che fino a quel momento nessuna delle due aveva avuto il coraggio di affrontare, quello che doveva accadere tempo prima.


Le distese azzurre
e le verdi terre


Regina era per lei un mondo completamente nuovo.
Perché sì, la conosceva da anni, ma ora era come riscoprirla.
Avrebbe voluto scrutare ogni singolo centimentro della sua pelle e, cavolo, lo avrebbe fatto in tutti i giorni che avrebbero passati insieme.
Perché la pelle di Regina sembrava solo aspettarla, come se in fondo solo lei avrebbe potuto capirla.
Toccarla.
Baciarla.
Leccarla.
Morderla.


Le discese ardite
e le risalite


Il loro rapporto era stato come una montagna russa, si erano odiate forse fino al midollo, ma poi avevano iniziato a scoprirsi.
Entrambe avevano preso dei picconi e avevano distrutto i rispettivi muri e, ora che finalmente ogni mattone era caduto a terra sgretolandosi, potevano conoscersi fino in fondo.
Poteva amarsi senza più pensare se fosse giusto o sbagliato.
Senza pensare al giudizio degli altri.
Senza pensare a nulla.
Solo a loro due.
Perché in quel momento il loro mondo si limitava a quel divano, ai loro corpi uno sull'altro, alle loro bocche che non facevano altro che cercarsi, alle loro mani che indugiavano ovunque.


Sul nel cielo aperto
e poi giù il deserto

 

Perché Regina Mills sarebbe stata la sua salvezza e la sua dannazione.
Sarebbe stata il suo dolce e il suo amaro.
Sarebbe stata la persona per cui valeva veramente la pena preoccuparsi, quella persona che vale la pena chiamare anche solo per sapere come sta.
Quella persona con cui mangiare ogni sera, litigare, fare l'amore fino ad addormentarsi.
Regina era semplicemente la sua persona ed Emma si stupì di come le fosse incredibilmente chiaro adesso.


Con un grande salto.


Ed Emma e Regina lo fecero quel salto.
Osarono insieme, legarono le anime tra di loro, intrecciandole fino a sentire male.
Perché se c'era una cosa che Emma aveva imparato era che il passato sarebbe sempre venuto a farle visita.
E ora il passato le aveva riportato Regina.
E non se la sarebbe fatta scappare, non questa volta.


Nota: Salve a tutti!
Inizialmente pensata come una oneshot ho deciso di allungarla di un altro capitolo.
Come nel precedente ho seguito una canzone, sempre di Battisti (che, personalmente, ritengo un capolavoro.)
Spero che la storia vi sia piaciuta, ho cercato di lavorare più sulle emozioni di Emma piuttosto che sui fatti veri e propri e, infatti, non è stato facile riportare il tutto sulla pagina.
Fatemi sapere, se volete, cosa ne pensate.
Buon fine serata e buon week-end!

Sara.

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