One Piece Halloween Special

di Vera_D_Winters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Everyone hail to the Pumpkin Song ***
Capitolo 2: *** Follow the White Monster ***
Capitolo 3: *** When the sunrise comes ***



Capitolo 1
*** Everyone hail to the Pumpkin Song ***


𝓘𝔫 𝔱𝔥𝔦𝔰 𝔱𝔬𝔴𝔫 𝔴𝔢 𝔠𝔞𝔩𝔩 𝔥𝔬𝔪𝔢
𝔈𝔳𝔢𝔯𝑦𝔬𝔫𝔢 𝔥𝔞𝔦𝔩 𝔱𝔬 𝔱𝔥𝔢 𝔭𝔲𝔪𝔭𝑘𝔦𝔫 𝔰𝔬𝔫𝔤

La locanda era addobbata per la notte di Halloween: zucche intagliate contenenti piccole candele illuminavano in maniera inquietante i tavoli e le sedie in legno intagliato, dalle travi pendevano ragnatele finte e ragnetti di gomma, l'odore di idromele saturava l'aria assieme alla fragranza di dolci appena sfornati e gli avventori cominciavano a prendere posto, mentre un Brook perfettamente adeguato all'atmosfera della notte intonava una melodia allegra con un il suo violino.
Nulla sembrava poter andare storto, ma non appena il sole calò sull'orizzonte nascondendosi definitivamente oltre le onde del mare, ed il crepuscolo cominciò ad avanzare implacabile, qualcosa scosse la piacevole serata assieme ai pirati che radunati al bancone stavano brindando. 
La prima ad essere colpita fu Ann, che si era appisolata a causa della sua stramba narcolessia e che stava placidamente riposando su una sedia un po' appartata. Il suo corpo cominciò a tremare come se fosse colpito da convulsioni, e la sua mente rimase improvvisamente intrappolata nel sogno che stava facendo, mare sconfinato e vento a gonfiare le vele del suo striker. Fu in quel mondo onirico che comparve il re di Halloween dinnanzi alla corvina: fisico asciutto coperto da vestiti simili a stracci, testa di zucca e due pomi rossi al posto degli occhi. Egli le si presentò come Jack O'Lantern, spirito errante, e le chiese in prestito il suo corpo per una durata di tempo che andava dal tramonto all'alba, ma Ann non ebbe nemmeno tempo di rispondere in realtà, nè tanto meno di capire cosa stesse accadendo.
- Il mio sogno è divenuto forse un incubo? - 
Questo pensò, mentre tutto si faceva cuore di tenebra e la sua mente smetteva di produrre pensieri coerenti e coscienti. 
Il manto di Jack calò su di lei, e vi fu solo un inquietante silenzio di tomba.

 

Nel frattempo attorno alla comandante si erano radunati i suoi compagni e il fratellino, i quali durante quella crisi fatta di tremiti incoscienti, erroneamente l'avevano sfiorata per impedirle di cadere dalla sedia e per sincerarsi delle sue condizioni. L'effetto fu come un domino che cade inarrestabile, le convulsioni si propagarono prima a Marco e a Rufy ovvero i più prossimi, e successivamente a Thatch che aveva afferrato la spalla del biondo compagno per non farlo cadere rovinosamente a terra.
Urla riecheggiarono per tutta la sala mentre i corpi dei quattro mutavano, le luci si facevano intermittenti e un tuono rimbombava chissà dove in lontananza, come se stesse per scoppiare un fragoroso temporale.
Molti abbandonarono la locanda terrorizzati da ciò che i loro occhi increduli stavano osservando, ma non chi aveva appena visto i propri amici trasformarsi in quegli esseri grotteschi.
La prima, o meglio il primo a fare un passo avanti dopo quel marasma fu colui che aveva preso il post di Ann, mentre i due mostri che avevano occupato i corpi di Rufy e Thatch erano corsi via assieme agli avventori spaventati.
Non sembrava possibile che quella creatura potesse parlare con quella bocca intagliata nella zucca e invece...
"Sono Jack O'Lantern."
Spiegò l'essere con una voce cavernosa, che sembrava grattare sulla schiena dei presenti mettendo letteralmente i brividi.
"Sono il re di Halloween  disceso tra voi per portare scompiglio e rubare le vostre anime. Dal tramonto appena nato e fino all'alba, questo sarà il mio regno, qui vigeranno le mie regole, qui i miei compagni vivranno e cammineranno tra voi, liberando la loro natura di mostri e spiriti vendicativi. Scappate e nascondetevi se lo desiderate, ma alla fine vi avremo tutti."
Pronunciate quelle parole con una risata gorgheggiante, la creatura presentatasi come Jack svanì in una nuvola oscura, e nella locanda rimase solo il mostro che aveva preso il corpo di Marco la Fenice.
"Noooo!"
Urlò Sabo facendo un passo in avanti come ad afferrare la testa di zucca evanescente, e subito Bibi gli fu alle spalle cercando di trascinarlo dietro il bancone al riparo, presagendo il pericolo rappresentato dall'alta figura rimasta alla locanda, ammantata in un lungo cappotto nero ed il cui volto era adombrato da un grande cappello a cilindro dello stesso colore degli abiti logori e impolverati.
La figura però non fece nulla, camminò con andatura claudicante verso una sedia, e lì si accomodò, battendo la punta del bastone sulla superficie lignea del pavimento.
Il biondo rivoluzionario gli fu subito addosso con impeto, sotto il grido atterrito di una Bibi quanto mai terrorizzata.
"Dov'è mia sorella? Dov'è?!"
La figura seduta tuttavia, non fece nemmeno una piega.
"Siedi ragazzo, raccontami di te, raccontami della tua ora più buia."
Sabo venne momentaneamente preso in contropiede da quella strana frase, ma una volta riscosso prese il mostro dal viso deforme per il bavero del cappotto e lo scosse.
"Ti ho detto di dirmi dov'è mia sorella! E Rufy? Parla maledetto, dove sono andati i tuoi compari mostri?! Hanno preso i miei fratelli!! Li hanno presi!!"
L'uomo ancora una volta rimase inamovibile, e non si fece intimidire nemmeno dalle fiamme che scaturirono dalle mani del ragazzo.
"Io sono uno spirito, non puoi ferirmi. Forse questo corpo recherà i segni dei tuoi colpi quando me ne sarò andato alle prime luci dell'alba, ma io sono già morto e le tue mani non posso arrecarmi alcun danno."
Atterrito da quella nuova rivelazione, il rivoluzionario fece un passo indietro boccheggiando, bianco in volto come un cencio o meglio ancora come un cadavere, mentre la principessa di Alabasta si portava una mano alla bocca inorridita.
"Dobbiamo trovare gli altri... prima che qualcuno per difendersi provi a ucciderli..."
Bisbigliò in un soffio di fiato. Il mostro però battè nuovamente il bastone a terra e parlò in tono più duro e perentorio di prima.
"Nessuno uscirà di qui fino a che non avrò udito la mia storia."
Un'aura pesante impregnò d'improvviso la stanza, come se l'aria fosse divenuta ora palpabile, ed entrambi i ragazzi si sentirono schiacciare a terra da un peso invisibile.
Perfino Karl, il papero di Bibi, piegò le zampe in avanti come se si stesse inchinando a quella forza sovrannaturale.
"Lasciali andare. Avrai da me la tua storia."
L'uomo dalle fattezze grottesche si distasse in quel momento,  si voltò verso la figura che con passo calmo era avanzata fino a loro, e percependo il peso della sua anima frastagliata, acconsentì alla richiesta.
"E sia."
Proferì semplicemente.
L'aria soffocante svanì, e Sabo senza pensarci minimamente due volte, colse l'occasione al volo.
"A buon rendere chirurgo!"
Promise a Law che si accomodava con calma, mentre il rivoluzionario scattava verso l'uscita seguito a ruota da Bibi e Karl verso una missione assolutamente suicida ma necessaria.
Se la sarebbe cavata il moro?
Di sicuro lui aveva più di un'ora buia di cui raccontare.

 

Intanto Jewerly Bonney osservava da dietro la scalinata tutta la scena attendendo il momento di entrare in scena.
Il piano cognato da lei e Law aveva troppe variabili, troppe cose che potevano andare storte a partire proprio dal potere della supernova che probabilmente non avrebbe funzionato come il chirurgo della morte aveva ipotizzato.
Voleva darsela a gambe la pirata dai capelli rosa, nascondersi fino all'alba, fino alla fine di quell'incubo. Non le importava se quei mostri avrebbero messo a ferro e fuoco la città, non le importava che cosa sarebbe stato di coloro che avevano prestato il proprio corpo all'arrivo di quegli spiriti.
E tuttavia non si mosse.
Non appena ebbe udito la storia di Law che veniva raccontata con fin troppa calma all'uomo col cilindro nero, non ebbe più cuore di lasciare l'altra supernova al proprio destino.
Sotto i calcoli, sotto la mente analitica e scaltra, esisteva un cuore tenero che provava compassione per chi come lei aveva subito i soprusi del governo e della marina. 
Provava una ribelle simpatia naturale. 
Perciò attese il momento concordato, chiedendo a se stessa di superare i suoi limiti, e riuscire in quell'impresa folle oltre ogni dire.
 

 

Ed anche Law dentro di sè era inquieto, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Il suo sguardo era rimasto impenetrabile per tutto il tempo, il suo tono di voce non era mai variato nonostante le emozioni straripanti che gli avevano stretto il cuore in una morsa in molti punti del suo racconto. Nulla era sfuggito al suo glaciale autocontrollo.
Il mostro intanto, dopo esseri presentato come Edward Mordrake, lo aveva ascoltato con altrettanta imparzialità fino alla fine.
"Questo è tutto?"
"Questo è tutto." 
Confermò il capitano dei pirati Heart.
Mordrake allora si alzò in piedi.
"Se udirò questa notte una storia più tormentata della tua sarai salvo. Altrimenti prima che il sole illumini queste lande, tu verrai via con me."
Asserì con voce piena e autorevole lo spirito, facendo un passo avanti per lasciare la locanda.
Law però non glielo permise.
"Mi dispiace, ma non ascolterai nessun'altra storia questa notte."
La room si estese in un secondo, ancor prima che le sue parole finissero di essere pronunciate, ed il mostro fu intrappolato momentaneamente da quello spazio racchiuso nella cupola di potere del moro.
"Questi trucchi non funzionano..."
Mordrake lo redarguì con calma impassibile, anzi sembrava persino annoiato da quella messa in scena: una nube nera aveva avvolto i suoi piedi e saliva verso l'alto facendolo scomparire piano piano.
"Bonney, presto!"
La rosata fece dunque il suo ingresso nella stanza e tendendo le mani in avanti provò a fare la sua folle magia, secondo il piano prestabilito.
Il potere della mangiona interferiva sull'età delle sue vittime, non sul tempo in sè, ma nella room era Law a dettare legge, e Law aveva stabilito che Bonney poteva fare tutto, compreso portare avanti il tempo attorno al corpo del mostro: per lui l'alba sarebbe giunta prima che per tutti gli altri, a discapito di quella luna ancora alta nel cielo.
La nebbia nera tornò indietro verso le faglie nel pavimento per poi scomparire definitivamente, mentre lo spirito sembrava scosso da quelle stesse convulsioni che avevano annunciato la sua venuta.
"Funziona..."
Esalò Bonney in un respiro sollevato e stupito, i segni della fatica sul suo corpo che cominciava a cedere come privato dell'energia che lo teneva in piedi. Stava andando oltre le sue possibilità, così come Law, che tuttavia subiva meno gli effetti della room.
Dopo un tempo che parve infinito la figura tremante dello spirito cadde a terra, scuotendosi in una crisi infinita che culminò con il ritorno del capitano degli ormai ex pirati di Barbabianca, madido di sudore e privo di conoscenza, rannicchiato nei suoi vestiti dai colori sgargianti, quasi più vividi del solito in quell'istante.
Bonney cadde con un tonfo a terra nello stesso istante, ansante ed esausta, e Law dissolse la room posando un ginocchio a terra mentre riprendeva fiato.
Il piano aveva funzionato, nella sua cupola l'alba era giunta e il maleficio sulla Fenice si era dissolto, scacciando lo spirito che lo aveva infestato. Tuttavia quell'operazione non sarebbe stata ripetibile anche per le altre tre creature, la supernova dai capelli rosa era allo stremo e Law con lei. Avevano fatto l'impossibile.
Dopo qualche minuto di riposo, il chirurgo si fece carico prima del corpo della compagna pirata, adagiandolo su un divanetto proprio mentre anche la donna perdeva definitivamente i sensi, dopodichè si trascinò il più corpulento Marco, coricandolo su una poltrona.
Un sospiro soddisfatto e stanco sfuggì alle sue labbra, seguito dall'ombra di un sorriso, prima che anche lui si lasciasse cadere su una sedia inspirando profondamente per poi espirare pesantemente.
"Vedi di fare un buon lavoro, Sabo-ya."
Bofonchiò socchiudendo gli occhi.
Voleva riposare, ma era l'unico ancora vigile, perciò sarebbe rimasto sveglio ancora un po' cercando di vegliare sugli altri due pirati.
Quella dopotutto era una sera particolare, e per una volta poteva essere una persona migliore, senza per questo ricevere qualcosa in cambio.
Fino al sorgere del sole, tutto era concesso.
Ed intanto il pendolo aveva appena rintoccato la mezzanotte...

 

-To be continued-
-Coming next: Follow the White Monster-

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Capitolo 2
*** Follow the White Monster ***


𝔑𝔬 𝔬𝔫𝔢'𝔰 𝔤𝔬𝔫𝔫𝔞 𝔰𝔞𝔳𝔢 𝑦𝔬𝔲
𝔉𝔯𝔬𝔪 𝔱𝔥𝔢 𝔟𝔢𝔞𝔰𝔱 𝔞𝔟𝔬𝔲𝔱 𝔱𝔬 𝔰𝔱𝔯𝔦𝑘𝔢

Il primo spirito era stato sconfitto, ma ancora ve ne erano tre a piede libero, i cui poteri e assi nella manica erano sconosciuti ai pirati e ai rivoluzionari di quel luogo.
A cavallo di Karl, Bibi e Sabo cavalcavano senza posa, cercando in qualche modo le figure grottesche che avevano visto uscire dalla locanda, o in alternativa qualche segno del loro passaggio.
Il biondo preoccupato aveva cercato di utilizzare le Vivre Card dei fratelli, ma esse sembravano come sospese: non indicavano nessun luogo, ma nemmeno stavano bruciando come se i due fossero in pericolo. Quale stregoneria era mai quella?
Ad interrompere tuttavia il flusso di coscienza del biondo, giunse la voce della principessa che stava indicando qualcosa con il braccio tremante.
"I bambini, Sabo! Guarda!"
Mentre Karl rallentava, il rivoluzionario sollevò il capo, ritrovandosi a spalancare la bocca, dandole la forma di una O, simbolo della sorpresa che lo aveva colto: una fila di bambini camminava a piedi scalzi, tutti perfettamente allineati nei loro pigiami colorati, tutti come ipnotizzati da una forza magnetica.
Sabo scese dal papero da combattimento e si avvicinò a loro cercando di fermarne l'avanzata, ma essi continuavano a proseguire senza degnarlo di uno sguardo, gli occhi vitrei che in realtà non vedevano nulla.
"Ma che diavolo..."
Le iridi del giovane allora si rivolsero verso il punto in cui i piccoli sembravano voler convergere, e fu allora che vide l'alta figura quasi scheletrica e dal volto bianco, privo di occhi, naso e bocca. Come faceva a respirare? Come faceva a vedere?E... un momento non aveva nemmeno le orecchie.
Più si avvicinava, più Sabo scopriva dettagli raccapriccianti.
"Bibi, tu resta qui."
Intimò alla principessa che nel frattempo era scesa dalla sua cavalcatura, proprio come aveva fatto lui poco prima.
"Non ci penso neanche. Quello è Rufy ed io... io voglio aiutare!"
Il rivoluzionario non aveva tempo da perdere a discutere, ma quella situazione gli piaceva sempre meno. Sbuffò infastidito e proseguì.
"E va bene, ma stai dietro di me."
Non poteva colpire quella creatura che sembrava star ammaliando i bambino o avrebbe fatto del male al fratellino... come lo avrebbero affrontato? E come avrebbe protetto tutti quanti? I bambini avanzavano come automi e non sembravano sentire ragione... dannazione. 
A peggiorare la situazione fu la vista di Zoro poco più avanti di loro, un ginocchio posato a terra e le spalle che tremavano come qualcuno che da di stomaco. 
Appena furono abbastanza vicini, il rivoluzionario capì che non era andato molto lontano con la sua supposizione, dato che i rumori che provenivano dallo spadaccino erano proprio quelli di conati. Subito Bibi corse verso di lui, ignorando l'avvertimento di Sabo che le aveva detto di non esporsi, ma la principessa non fece in tempo a raggiungere il ragazzo dai capelli verdi poichè il suo esile corpo venne colto da vertigini improvvise che la fecero barcollare pericolosamente all'indietro.
Nello stesso istante un'emicrania dolorosissima esplose tra le tempie del biondo, che come gli altri due si accasciò su se stesso, stringendo le dita tra i capelli e digrignando i denti con fastidio. Un dolore simile lo aveva provato solo quando la memoria perduta era ritornata prepotentemente a lui.
Che fossero gli effetti della vicinanza del mostro? I bambini non sembravano affetti da quei disturbi, ma d'altronde erano palesemente ipnotizzati, e questa faceva supporre che erano proprio loro il bersaglio della creatura, e che questa stava cercando di impedire ai tre adulti di avvicinarsi a rovinargli i piani.
"Nami... Nami è corsa da noi e ci ha avvisati su cosa è successo alla locanda."
Biascicò lo spadaccino mentre cercava di rialzarsi faticosamente, prima di ripiegarsi sullo stomaco in evidente stato di difficoltà.
"Poi è andata a cercare altri pirati a cui chiedere aiuto, mentre noi dovevamo venire a cercare Rufy."
Dunque la navigatrice era andata a cercare rinforzi... ma sarebbe servito realmente a qualcosa tutto quello spiegamento di alleati, vista la facilità con cui loro erano stati appena neutralizzati?
E Law come se la stava cavando invece?
Erano tutti divisi e combattevano contro esseri dalle capacità e dagli obiettivi sconosciuti, non era affatto facile. Se quel mal di testa fosse almeno passato avrebbe potuto inventarsi qualcosa diamine... ora anche a Sabo veniva da rimettere, e a stento si trattenne dal vomitare sulle proprie scarpe, portando la mano inguantata alla bocca per reprimere il conato.
"Dobbiamo fermare Rufy... cioè il mostro. Qualsiasi cosa voglia da questi bambini di sicuro non è nulla di buono."
Mormorò Bibi, che cercava di ritrovare l'equilibrio.
Sembrava però non esserci soluzione al momento, o almeno non una soluzione pacifica che non rischiasse di ferire il capitano dei Mugiwara. Inizialmente il rivoluzionario aveva pensato che avrebbero potuto semplicemente tenere i mostri impegnati affinchè non facessero del male agli abitanti dell'isola, ma così senza attacchi diretti sembrava impossibile anche solo pensare di frenarli.
In loro soccorso però, giunse il più inaspettato degli aiuti: dapprima le interferenze da parte del mostro diminuirono, come se qualcosa si fosse interposto tra le menti sotto attacco dei giovani e quella della creatura che continuava a sferrare i suoi strani attacchi psicofisici. Una sorta di campo che faceva interferenza. Un campo... magnetico? Possibile? 
Oh si che lo era. 
In un secondo momento infatti, travi di metallo giunsero da un punto imprecisato e formarono una prigione intorno all'alta figura bianca e spaventosa che con lentezza esasperata provò inutilmente a liberarsi.
Quel mostro non sembrava molto forte o veloce, probabilmente tutto il suo potere stava appunto nella capacità di manipolare la mente e il corpo altrui, ipnotizzando e creando malessere nelle sue vittime. Il magnetismo di Kidda però, proprio come avrebbe fatto con delle onde radio, aveva interrotto la comunicazione e deviato gli effetti di quegli attacchi mentali.
Ma dove diavolo era la pirata in questione?
Non appena fu libero dal dolore, Sabo alzò lo sguardo in cerca della figura massiccia della donna, senza però incontrarla. Passò in rassegna i tetti delle case intorno a loro e i vicoli più vicini, eppure di lei non vi era nemmeno l'ombra.
Che si tenesse a distanza per non subire l'influenza del mostro, oppure per non farsi vedere mentre aiutava qualcuno? La secondo era più probabile, anche se probabilmente Kidda non stava realmente aiutando loro. Il suo orgoglio semplicemente, le impediva di sconfiggere il suo avversario alla conquista di Raftel quando quest'ultimo era posseduto da una sottospecie di spirito malvagio.
Qualsiasi fossero le sue motivazioni comunque, il rivoluzionario le fu grato. Doveva un favore anche lei... quella notte non stava facendo altro che collezionare debiti verso pirati che mai avrebbe creduto capaci di aiutare il prossimo senza essere supplicati per farlo.
Ad ogni modo non era tempo di perdersi in quelle considerazioni, i bambini sembravano cominciare a riprendersi dall'ipnosi, e la creatura girava in tondo nella gabbia, inquieta ma apparentemente innocua.
"Bibi, tu e Karl occupatevi di questi ragazzini. Il mostro sembra sistemato e loro vorranno tornare a casa."
Il biondo accennò un sorriso e la principessa annuì compita.
"Lascia fare a me, tu e Zoro dovete trovare gli ultimi due, no?"
Questa volta fu il turno di Sabo di annuire, mentre lo spadaccino stava sistemando le katana legate in vita, pronto all'azione ora che nemmeno lui subiva più l'influenza della creatura degli incubi.
"Già... e questa notte infinita non sembra passare mai."
Tutti e tre alzarono istintivamente gli occhi al firmamento, dove la luna brillava ancora piuttosto alta nel cielo, sebbene sembrasse aver cominciato lievemente la sua discesa.
"Che ore saranno?"
Chiese la principessa di Alabasta.
"Forse le due...le tre se siamo fortunati."
Buttò lì Zoro, coadiuvato da un cenno del capo del biondo.
"Ce la farà Kidda a resistere fino all'alba? Sono quattro ore almeno, se i nostri calcoli sono esatti."
Bisbigliò ancora la giovane donna, come se non volesse farsi sentire dalla diretta interessata, dovunque ella fosse.
"Ce la farà. Kidda non sa fallire."
Asserì il rivoluzionario che un po' aveva imparato a conoscere la supernova.
"E poi prima sconfiggiamo gli altri due, prima possiamo tornare qui a dare una mano."
Aggiunse il ragazzo dai capelli verdi, stringendo il pugno con fare battagliero. Inutile dire che Sabo era d'accordissimo con lui.
"Allora andate! Qui ci penso io!"
Li incoraggiò Bibi prima di allontanarsi verso i bambini, così da rassicurarli e aiutarli a ritrovare la strada di casa per riabbracciare i propri genitori.
I due ragazzi si avviarono dunque dalla parte opposta, lasciandosi il mostro bianco alle spalle.
Sarebbe andata davvero bene?
"Grazie rossa..."
Borbottò Sabo accelerando e mettendosi leggermente più avanti rispetto a Zoro. Lo spadaccino infatti era conosciuto anche per il suo pessimo senso dell'orientamento, e quella sera non c'era tempo per perdersi e giocare.
Come aveva detto Bibi poco prima, ne restavano ancora due, e non avevano idea di dove questi si fossero andati a cacciare.
Il rivoluzionario gettò allora un'altra occhiata al cielo scuro sopra le loro teste.
Non aveva mai anelato tanto alla luce del sole come quella notte.
 

- To be Continued-
-Coming Next: When the sunrise comes-

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Capitolo 3
*** When the sunrise comes ***


𝔏𝔦𝔤𝔥𝔱 𝔲𝔭 𝔱𝔥𝔢 𝔑𝔦𝔤𝔥𝔱,
𝔖𝔱𝔞𝔯𝔡𝔲𝔰𝔱!

Era Sabo a fare l'andatura, ma fu Zoro a notare il lampo che squarciò il buio della notte, lampo che sembrava comparso dal nulla, dato che il cielo era terso e privo di nubi temporalesche.
Un secondo getto di luce squarciò la tenebra, e questa volta anche il rivoluzionario lo vide.
"Quella deve essere Nami!"
Asserì lo spadaccino, mentre entrambi deviavano dal loro percorso in linea retta per correre verso il punto in cui la scia di luce si era abbattuta .La navigatrice aveva ingaggiato uno scontro oppure cercava solo di attirare l'attenzione per essere aiutata? La seconda ipotesi sembrava molto più probabile, in primo luogo perchè la giovane non era una guerriera e se poteva evitare le battaglie lo faceva sempre più che volentieri, e secondariamente, lei sapeva che colpire i mostri significava far del male al corpo che li stava ospitando e non avrebbe mai deliberatamente colpito i suoi amici.
"Andiamo Nami... andiamo..."
"Starà bene, vedrai. La vostra navigatrice è una tosta e sa il fatto suo."
La rassicurazione di Sabo venne accompagnata da un terzo lampo di luce, questa volto seguito da un tuono.
"Siamo vicini!"
Esclamò Zoro accelerando e balzando su un tetto per fare prima, evitando vicoli e vicoletti che potevano fuorviarli. Il rivoluzionario comunque gli fu subito alle costole, era agile forse più dello spadaccino e sicuramente più veloce.
Quanto raggiunsero la giovane, questa era effettivamente ed inaspettatamente impegnata in un combattimento, e tuttavia il suo avversario non sembrava momentaneamente... bè, presente sul luogo dello scontro. I due ragazzi rimasero basiti, tanto che la loro corsa si arrestò di colpo.
"Ma..."
Facendo roteare il suo bastone blu, Nami lanciava scariche elettriche ad una testa di zucca senza corpo che scompariva ed appariva in vari punti della piazzetta, urtando il sistema nervoso della navigatrice che sembrava sull'orlo di una crisi di nervi. La zucca non seguiva uno schema preciso, semplicemente si spostava come una pallina da flipper impazzita, arrivando addirittura a sbucare davanti al volto della giovane, prima di sparire nuovamente in una risata divertita, evidentemente atta a prenderla in giro e a farla infuriare ancora di più.
"Grrrrrrr, ti odio maledetto, fermati!"
Sbraitò inviperita la ragazza, tanto intenta ad arrabbiarsi da non essersi accorta dell'arrivo dei suoi amici.
"Ann... quel mostro è Ann..."
Mormorò Sabo correndo subito in avanti per frapporsi tra la navigatrice e lo spirito zucca salterino, nel normale ed incondizionato riflesso di proteggere la persona a lui più cara. Ma come poteva proteggere qualcuno che in quel momento nemmeno c'era? Ann non era davvero lì con loro.
Alle spalle del rivoluzionario però, proprio mentre questi si gettava nel pericolo, comparve una seconda figura scura, materializzatasi da uno stormo di pipistrelli che scomparvero non appena lo spirito ebbe terminato di prendere forma.
A quegli esseri evidentemente piaceva il nero, perchè anche questo oltre ad essere alto quasi due metri era completamente vestito di scuro, stretto in un impermeabile che esaltava la sua possente figura.
Pochi attimi ci vollero prima che il biondo registrasse l'accaduto, poi venne scaraventato nel peggiore dei suoi incubi e non potè fare altro che cadere in ginocchio, mentre la sua mente veniva intrappolata da se stessa.


Nami urlò con tutte le sue forze alla comparsa dell'ennesima creatura da battere, ma nemmeno questo risvegliò il rivoluzionario crollato in una sorta di coma che lo aveva steso nel giro di un secondo. E non era finita.
Quando il mostro con l'impermeabile si voltò verso di lei, nella sua mente risuonarono improvvisamente le grida di Nojiko e il fragore dello sparo che si era portato via Bellmare per sempre, risvegliando dolorosi ricordi mai sopiti, e lacrime di sofferenza che cominciarono a solcarle il viso impallidito sotto il peso del passato.
In cerca d'aiuto si voltò verso lo spadaccino, ma anche lui aveva lo sguardo sbarrato di chi ha visto un fantasma: teneva gli occhi fissi in un punto davanti a sè, come se vedesse qualcosa di invisibile a chiunque altro, e con le labbra tremanti mimava una parola... o forse era un nome quello che stava boccheggiando? Nami non riusciva a capirlo da lontano...
Presto tuttavia non se ne sarebbe più dovuta preoccupare. Il buio scese definitivamente su di lei, e la fece crollare inesorabilmente a terra, scomposta e inquieta, anche lei bloccata come gli altri nei suoi sogni più oscuri.


"Boogeyman..."
Brontolò Jack infastidito, materializzandosi alle spalle del suo compagno, le mani scheletriche sui fianchi incavati e la bocca di zucca piegata all'ingiù, in una grottesca imitazione di un viso umano contrariato.
"Che c'è?"
Domandò l'altro con noncuranza, mentre sorpassava il primo corpo steso ai suoi piedi per poter proseguire con la sua scorpacciata di incubi.
"Mi stai rubando le anime."
Continuò il signore di Halloween stizzito.
"Eddie è stato già rispedito a casa, Slandy è stato bloccato... "
Si Jack O'lantern con il suo essere dispettoso e fastidioso dava soprannomi non graditi a tutti i mostri che come lui bazzicavano le terre oscure.
"E tu invece che aiutarmi a trovare l'anima da portare alla dannazione eterna con me mi intralci per ingozzarti dei brutti sogni!"
Ed era anche entrato in modalità zecca petulante.
"Puoi prenderti una di queste anime qualsiasi. Sono intrappolate, non opporranno resistenza, lo sai. Io rubo e mi nutro solo della parte riguardante i loro incubi, il resto è tutto tuo quindi non piagnucolare."
Lo sgrido' l'uomo nero, per nulla toccato da quel fare capriccioso. 
Ormai tutti avevano fatto l'abitudine ai modi di Jack, e lo sopportavano solo perchè sotto l'aria da bambino viziato si nascondeva l'unico essere capace di scagliare il maleficio della vigilia di ognissanti, che permetteva a tutti loro di camminare sul piano dei vivi. Se così non fosse stato, lo avrebbero già rinchiuso da un pezzo e buttato via la chiave pure.
"Si ma così mi togli il brivido della caccia!"
"E allora vai a cacciare."
Lo liquidò bellamente l'uomo nero, andando verso un agglomerato di casette per andare a disturbare qualche altre sonno ristoratore, trasformandolo in una tortura.
"Vorrei farlo... ma lei non me lo permette. Fa resistenza sin dall'inizio."
Questo attirò l'attenzione del compagno sovrannaturale, che tornò a voltarsi verso Jack mentre questi si stava chinando sul ragazzo biondo, caduto a terra per primo.
"Lei?"
"La mia ospite si. Lei sta resistendo, la sua fiamma mi ha impedito di spegnere del tutto la sua mente. E' solo una briciola la parte di lei che è rimasta vigile, ma è abbastanza da impedirmi di fare tutto ciò che voglio."
Le dita scheletriche della testa di zucca scivolarono tra le ciocche bionde, ma poi come se una forza invisibile lo stesse spingendo via, fu costretto ad alzarsi ed allontanarsi.
"Visto?"
L'irritazione era palese in quell'unica parola, e la cosa strappò una risata a Boogeyman.
"Tu sei il re di Halloween, il più potente tra di noi... e ti fai fermare da un'umana? AHAHAHAHAHAHAHAH LA RACCONTERO' PER SECOLI QUESTA!"
Una palla di fuoco venne lanciata all'indirizzo dell'uomo nero, che però si dissolse prima che questa potesse colpirlo.
Lo stormo di pipistrelli in cui si era trasformato volò via, e Jack rimase solo con il suo malumore e quel poco che rimaneva della coscienza di Ann.
"Stupida testarda pirata del diavolo."
Borbottò Jack picchiandosi da solo la testa di zucca.
Quella piccola rappresaglia fu però inutile, e il mostro sbuffando si sedette con il sedere tutto ossa sugli addominali del biondino ancora intrappolato nei suoi stessi incubi, incubi che il re delle zucche decise di sbirciare, giusto per passare il poco tempo che gli rimaneva sulla Terra quella notte.
Passò in rassegna le paura del giovane, poi si insinuò nella mente del tizio con le spade che era tanto deprimente da sognare una bambina morta chissà quanti anni prima, per terminare con la testolina arancione dell'unica donna presente, sbuffando per la milionesima volta alla vista di gente morta e bambine in lacrime.
"Ma che siete tutti sventurati in questo posto?"
Domandò al cielo con l'accento irlandese che spiccava più che mai, senza ovviamente ottenere risposta.
Oramai comunque, non aveva più importanza: l'alba cominciava timidamente a bussare alle porte del buio, e il suo tempo stava per terminare.
Proprio come era arrivato, Jack si mostrò davanti alla corvina, questa volta per congedarsi.
"Sei un osso duro."
Le disse il mostro, ed anche se erano di nuovo in una dimensione onirica e nulla accadeva davvero, Ann caricò il pugno e sferrò un diretto contro quella dura zucca arancione, le labbra a scoprire i denti candidi in quello che su un qualsiasi animale sarebbe stato un ringhio bellicoso.
"Lo sono."
Contro ogni aspettativa, Jack non se la prese a male, ma anzi scoppiò a ridere.
"Mi sarebbe piaciuto portare via la tua anima con me, ma la regola impone che io prenda un'anima diversa da quella del corpo che mi ospita perciò per questo anno ti sei salvata. A presto o a mai più rivederci amazzone dai capelli neri."
Ed ancora una volta, la comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca, non ebbe modo di replicare in alcun modo, esattamente come era successo al tramonto, all'inizio di quella stramba avventura. Jack scomparve in un fruscio di vento e foglie secche, proprio com'era arrivato, e lei lentamente si svegliò, finalmente di nuovo in possesso del suo corpo.


L'alba che quella mattina colorò i tetti delle case in legno che si stagliavano sul mare, fu stranamente delicata e si soffermò su ognuno di loro.
Sfiorò l'indomita Ann, che non si era piegata nemmeno al re di Halloween; portò la luce nei cuori di Sabo, Zoro e Nami, che nei loro incubi avevano ritrovato antiche paure che avrebbero lasciato nuovi segni su di loro; sciolse la tenebra che si era impadronita del cuore di Thatch, riportando l'uomo nero al suo mondo; risvegliò il giovane Rufy dall'incantesimo dello Slanderman, costringendo Kidda e Bibi a dare spiegazioni al rumoroso ragazzino di gomma, ed infine accarezzò coloro che erano rimasti alla locanda ridestando Marco e Bonney, e permettendo ad un Law esausto che aveva vegliato su di loro fino alla fine, di poter finalmente chiudere gli occhi e riposare.
Quella notte di magia e terrore era finita, e come promesso proprio dal fautore del maleficio, tutto era tornato alla normalità con il sorgere del sole.
E si era proprio bella la luce quella mattina. 
Sembrava quasi stesse sorridendo anche lei...proprio come tutti loro.


- The End -

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