La prima pagina della nostra storia.

di Regina_S14
(/viewuser.php?uid=1042695)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Insegnami a vedere. ***
Capitolo 2: *** 2. Imparo a scegliere. ***



Capitolo 1
*** 1. Insegnami a vedere. ***


La prima pagina della nostra storia.
 

Con il gelo nella mente
sto correndo verso te
siamo nella stessa sorte
che tagliente ci cambiera'
aspettiamo solo un segno
un destino, un'eternita'
e dimmi come posso fare
per raggiungerti adesso
(Gocce di memoria, Giorgia.)

 

 

Emma quella sera non riusciva a dormire.
Il pensiero andava completamente a quello che era successo il giorno stesso, a quando aveva permesso che Crudelia, Ursula e Malefica entrassero in città, a come lei e Regina fossero riuscite a sconfiggere insieme quel dannato mostro...
...a come Regina mi ha guardata.
Sì, perché Regina aveva voluto fare di testa sua rischiando la vita.
Ma cavolo, per lo sguardo e quel sorriso Emma avrebbe rischiato la propria vita anche mille volte.
Era come se fosse scattato qualcosa, qualcosa di già esistente, ma non ben funzionante.
E nella mente continuava a rivivere quel momento, non dando tregua al materasso che continuava a cigolare ad ogni suo movimento.
Servirebbe un letto nuovo.
Il suo pensiero vagò nuovamente immaginando come dovesse essere il letto di Regina.
Sicuramente migliore del suo e già immaginava la donna avvolta il lenzuoli di stoffa preziosa.
Stop Emma.
Non doveva lasciare troppo spazio alla sua fantasia.

 

Ma se Emma immaginava Regina addormentata beatamente nella sua lussuosa casa, sarebbe rimasta delusa dallo scoprire come in realtà stavano le cose.
Gli occhi di Regina erano spalancati nel buio e il suo corpo completamente abbandonato sul materasso come se non avesse vita.
Perché aveva guardato Emma in quel modo?
Le sembrava di tradire Robin, non che lei provasse qualcosa per lo sceriffo, quello era più che certo, ma si sentiva in colpa per l'uomo che diceva di aver amato.
Al diavolo.
Si alzò a sedere e afferrò la vestaglia.
A piedi scalzi scese al piano di sotto, aveva bisogno di una tisana o di un drink perché in quel momento era certa che neanche l'incantesimo del sonno le avrebbe fatto effetto.
Optò per il drink, dopotutto Henry non era in casa.
Era da Emma.
La mano le tremò lievemente mentre si versava da bere ma subito si illuminò.
Ma certo! Non riesco a dormire per via delle tre che sono entrate in città quest'oggi.
Fu come se si fosse liberata di un peso, era riuscita a trovare una spiegazione logica che non prevedesse una ragazza con lunghi capelli biondi.
Totalmente rilassata si sedette sul divano godendosi il drink, quando all'improvviso il telefono vibrò.
Un messaggio.
Emma.
Regina sentì improvvisamente una morsa allo stomaco.

 

Emma aveva preso il telefono quasi di impulso.
Non riesco a dormire.
Premette invio e guardò il messaggio più volte cercandosi di convincere di non aver fatto una cosa stupida, ma più passavano i minuti e più Emma si tormentava.
Molto probabilmente Regina già dormiva e avrebbe letto il messaggio l'indomani per poi prenderla in giro per tutta la giornata.
Ma all'improvviso sentì il suono di una notifica e trattenne il fiato.
Neanche io, Swan. Ti devo ricordare che abbiamo fatto entrare tre streghe in città?
Regina.

Emma rimase quasi delusa dal messaggio, ma trovò come sempre adorabile che Regina si firmasse ogni volta che scriveva.
Non sapendo che scrivere lasciò il telefono sul letto e si sdraiò nuovamente.
Forse aveva ragione, forse l'insonnia era solo per le tre streghe.


Regina fissò il telefono in attesa di una risposta.
Dopo dieci minuti capì che Emma non le avrebbe risposto e scocciata si alzò dal divano per farsi un altro bicchiere.
Ragazzina arrogante.
Il fatto che Emma avesse letto il suo messaggio senza degnarla di una parola la faceva bollire di rabbia e quasi furiosa si risedette per digitare un nuovo messaggio.
Noto con piacere che si è addormentata, Miss Swan.
A quanto pare i suoi problemi di insonnia non erano così gravi.
Regina.

E, fissando il fuoco del camino, bevve un altro sorso dal suo bicchiere.


Emma stava ancora cercando di prendere sonno quando il telefono suonò nuovamente.
Fu tentata di non guardare, non avrebbe retto messaggi di Hook alle tre di notte.
Ma, alla fine, cedendo alla tentazione lesse con sorpresa ciò che le aveva scritto Regina Mills e dovette fare un grande sforzo per trattenersi dal ridere.
E fu con il sorriso sulle labbra che le rispose a tono.
Non dormo ancora signorina Mills. Ma non credevo che la turbasse essere ignorata da una ragazzina.
Quando premette invio si rese conto che stava giocando a un gioco pericoloso.
Perché con Regina non si può far altro che perdere.
Ma Emma adorava provocarla.


Per capire bene cosa Emma Swan le avesse scritto, Regina dovette leggere più e più volte il messaggio.
Ma come si permette!
Fossero state nella Foresta Incantata non avrebbe esitato a torturarla come si vede.
Ma non sarebbero esistiti i cellulari.
Regina si complimentò da sola per la sua osservazione, ma sapeva che pur senza cellulare Emma avrebbe trovato comunque il modo di starle sempre intorno.
Troppo, intorno.
Mentre pensava a una risposta terribile, ma intelligente allo stesso tempo, il telefono si illuminò nuovamente.
Perché mi hai guardata in quel modo oggi?
A Regina sembrò che il mondo franasse sotto i piedi.
Non tanto per cosa l'altra avesse scritto, quanto per il fatto che i suoi pensieri avessero trovato una conferma.
Non sapeva spiegarlo, ma nel vedere uscire dalla macchina sana e salva quella ragazzina arrogante aveva provato una sensazione molto simile alla felicità.
Felicità perché erano rimaste vive?
Sì, sicuramente per quello.
E con quella convinzione rispose.

 

Eravamo entrambe vive dopo che quella cosa ci aveva attaccato.
Ero sollevata.
Regina.

Non era decisamente ciò che Emma aveva visto nello sguardo di Regina.
Una volta uscita di macchina gli occhi della donna l'avevano colpita con tale intensità da lasciarla quasi frastornata.
Sembrava le gridassero che era felice di quello che erano riuscite a fare, di averlo fatto insieme, e forse...
Emma scacciò quei pensieri e decise di rispondere.
Quindi tieni alla mia vita?


Regina fissò lo schermo per qualche minuto.
In un primo momento aveva pensato di risponderle in modo secco e deciso dicendole che teneva a lei in quanto madre biologica di Henry.
Ma avrebbe mentito.
Lei teneva ad Emma in un altro modo.
Quasi confusa dai suoi pensieri cercò di spiegarsi e rivisse tutto quello che lei ed Emma avevano passato insieme.
Le mancò il fiato.
Oh no.
Posò il bicchiere sul tavolino basso e si prese la testa tra le mani.
No.
Velocemente si alzò e andò verso la sua scrivania dove, freneticamente, iniziò a cercare quella pagina. Aveva una sensazione strana e sapeva di dover trovare quel maledetto foglio.
Sì, la pagina del libro che raffigurava lei e Robin mentre si baciavano davanti alla locanda.
Lei e il suo Vero Amore...
Un gemito strozzato le uscì dalla bocca quando la trovò.
All'uomo si era sostituita una figura più snella e con lunghi capelli.
Biondi.
E sulla pagina era comparsa una scritta.
Consapevolezza.
Devo parlare con Emma Swan.

 

Emma era sul punto di addormentarsi quando...
''Swan.''
Per poco non urlò.
''Regina?'' chiese impaurita prima di accendere la luce.
Le due si guardarono come se non si vedessero da secoli mentre i loro sguardi indugiavano sulle loro tenute da notte.
''Regina, cosa ci fai qua?'' insistette la bionda.
Era la prima volta che Regina faceva una cosa del genere con lei.
''Perché mi hai chiesto di quello sguardo?''
''Sei venuta qua per questo, Regina? Non volevo certo scomodarti alle 4 di notte.''
''Ho bisogno di sapere.''
Regina perentoria come sempre.
Impossibile dirle di no.
''Mi hai guardato come mi guardava Neal...quando stavamo insieme.''
Regina tremò e solo in quel momento Emma si accorse che teneva in mano un foglio.
''Che cos'è quello?''
''Nulla.''
La bionda si alzò e le andò davanti. In quel momento la sovrastava per altezza.
''Fammi vedere.''
Regina sospirò e le mostrò il foglio.
Emma fu travolta da un'ondata di sentimenti che mai avrebbe pensato di poter provare.


Regina continuò a fissare Emma per tutto il tempo.
Si sarebbe aspettata tutte le reazioni possibile, che avesse cominciato ad urlare, che l'avesse cacciata o che avesse chiamato Hook.
Non ci fu niente di tutto quello.
Ci fu solo un sorriso da parte della Salvatrice e il cuore di Regina si gonfiò di speranza.
Forse il suo lieto fine non era così lontano.
Forse era proprio davanti a lei, in canottiera e mutande.
Regina avvampò rendendosi conto di aver troppo indugiato su come la bionda fosse vestita.
O meglio, svestita.
''Siamo noi?''
Regina tornò alla realtà.
''Sì. Prima c'era Robin, ma ora...ed è apparsa questa scritta.''
''Cosa stavi facendo per farla apparire?''
Emma alzò gli occhi dalla pagina e la osservò.
''Stavo pensando...''
''A cosa?''
''A quello che abbiamo passato da quando ci siamo conosciute.''
A quello che provo per te.
''Ed è apparso questo.''
''Esatto.''
''Sembra quasi che questo sia il nostro lieto fine...''
''Sembra.''
Le due si guardarono, ancora, occhi scuri che si fondevano in occhi verdi, anime che sembravano conoscersi per la prima volta.
''Sembra quasi che ci sia qualcosa tra noi...''
''Forse c'è.'' sfuggì a Regina.
Emma diventò rossa ed abbassò gli occhi, ma Regina le posò un dito sotto il mento facendole rialzare lo sguardo.
''Non ti vergognare.''
''Non mi vergogno...è che io ho sempre provato qualcosa per te.''
''Sempre?''
''Sempre.''
''Ma io...''
Emma continuò a fissarla senza parlare.
''Forse sono stata solo cieca fino a questo momento...''
''Quindi?''
''Quindi mi apra gli occhi, Miss Swan.''
Regina la baciò, di scatto e subito capì che doveva essere così.
Era sempre stato così.
Solo che non aveva mai visto ciò che era stato sempre davanti ai suoi occhi.

Nota: ideata inizialmente come una oneshot, ho deciso di dividerla in due capitoli.
A presto il seguito.
Buon fine serata :) 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Imparo a scegliere. ***


2. Imparo a scegliere.
 

 

Men at some time are masters of their fates...
(Giulio Cesare, W.Shakespeare.)


''Emma.''
Regina si staccò dalle labbra tentatrici della bionda.
''Scusami...'' continuò indietreggiando.
''Cosa ho fatto? Ho fatto qualcosa di sbagliato?''
Regina chiuse gli occhi toccandosi le labbra con le dita, come se si domandasse se quello che era appena successo fosse stato reale o meno.
''No, Emma. Ma non doveva succedere, tu ami Hook.''
''Non ho mai detto questo.''
''Ma lo ami. E forse è il momento che io smetta di essere la sfasciafamiglie di turno, prima Robin e ora tu...''
''Si può sapere che ti prende? Sei piombata in camera mia con questa diavolo di pagina in mano a dirmi che il tuo lieto fine prevedeva la mia presenza, Regina.''
''Il libro può sbagliarsi, prima c'era Robin e ora tu. Non mi stupirei domani di non trovarci più nessuno.''
''Sei veramente un'idiota.''
''Swan.''
''Regina.''
Oh sì, Emma era veramente infuriata con lei.
''Non voglio rovinare quello che già hai.''
''Chi ti dice che quello che ho mi rende felice, sindaco?''
Regina rimase senza parole, Emma sembrava così felice con Hook, non avrebbe mai pensato che qualcosa andasse storto tra loro.
''Non è così?''
''Ti interessa saperlo?''
''Sì, Emma mi interessa.'' rispose d'impeto riavvicinandosi nuovamente a lei, come se chissà quale forza la attirasse al corpo dell'altra.
''Emma? Emma con chi parli?''
Dannazione Hook.
Il pirata entrò dopo qualche secondo, ma quello che vide non fu altro che la sua fidanzata in piedi in mezzo alla stanza.
''Emma?''
''Killian?'' la bionda fece finta di essere confusa.
''Non dirmi che stavi parlando nel sonno.''
''Può essere, non ricordo nulla...''
''Cerca di stare più tranquilla.'' le disse abbracciandola come se volesse darle conforto.
''Cosa ci fai qui?''
''Non riuscivo a dormire, quindi ho pensato di dormire da te per stanotte, che ne dici?''
Emma annuì leggermente mentre nell'aria continuava a sentire, come se fosse una maledizione, il profumo di Regina.
Dannazione.


Regina non riusciva a prendere sonno e ormai era veramente troppo tardi.
Domani avrò un aspetto orribile.
Si guardò allo specchio.
I capelli scompigliati, il rossetto appena sbavato.
Oh Emma.
Era quasi sicura che sulle labbra dell'altra fosse rimasto un po' di trucco.
Un po' di lei.
Si versò un po' di sidro, forse era veramente il caso di brindare alla sua solita fortuna in amore.

 


A svegliare Regina Mills, il giorno dopo, fu una vibrazione strana.
Il telefono.
Borbottando nel sonno allungò una mano alla ricerca del cellulare continuando, però, a tenere gli occhi chiusi nel vano tentativo di afferrarlo.
Guardò il display.
Emma.
Che diavolo poteva volere lo sceriffo a quell'ora?!
Poi ad un tratto, come un lampo, le ritornò a mente tutto quello che era successo la sera prima.
''Pronto?'' disse quasi esitando.
''Regina! Che diavolo!! Ci hai fatto preoccupare!!''
''Cosa?! Perché?!''
''Perché ti stiamo cercando da stamattina.''
''Cosa?''
''Regina, sono le 14 e ti stavamo cercando ovunque. Lo sai che da quando quelle streghe sono entrate in città l'allerta è massima. Henry non ti ha visto stamani e mi ha chiamato.''
Le 14?!
Si tastò la fronte, le doleva terribilmente la testa.
''S-sto bene. Sono a casa.''
''E perché non mi hai aperto quando sono venuta?!''
''Miss Swan si calmi. Stavo dormendo.''
''Ah. Solo dormendo?''
I sensi di Regina potevano essere annebbiati più del dovuto, ma il tono che usò Emma fu decisamente esplicito.
''Cosa avrei dovuto fare, Sceriffo?''
''Me lo dica lei.''
Regina alzò gli occhi al cielo.
''Nessuno è venuto a farmi visita, se è questo che intendi. Neanche Malefica.''
''Non ho detto questo.''
Ma lo hai pensato.
''Penso che mi prenderò un giorno di ferie, ci vediamo domani.''
''Regina...''
''E già che ci sei controlla sotto il tuo letto. La pagina del libro deve essere rimasta a casa tua. Se la trovi bruciala.''
Il sindaco non si diede il tempo di sentire la risposta della ragazza e buttò giù.
Una fitta alla testa.
Il sidro della sera prima.
Dannazione, non ho più l'età per queste cose.


Emma sbatté il telefono sulla scrivania e completamente rossa in viso si voltò verso Hook che continuava a fissarla senza dire una parola.
''Che c'è?''
''Swan, non te la prendere con me.'' poi continuò ''Non capisco neanche perché sprechi il tuo tempo con quella donna.''
''Henry.''
''Cosa?''
''Henry. È la madre di mio figlio e io mi preoccupo delle persone a cui Henry vuole bene.''
L'uomo si sedette appoggiando i piedi sul tavolo e il gesto non sfuggì ad Emma che si dovette mordere le labbra per non rimproverarlo.
Odiava quegli atteggiamenti.
''Sciocchezze. È una stronza.''
''Killian.''
''Non provare a difenderla nuovamente. È un'irresponsabile. Si sarà divertita tutta la notte con qualcuno dei suoi amanti per poi dimenticarsi di suo figlio. La consideri una madre?''
Emma si sentiva andare a fuoco. Letteralmente.
''Ha cresciuto Henry quando io non ero in grado di farlo. Quindi, sì, la considero una madre. Un'eccellente madre.''
Il pirata sbuffò e tamburellò il suo uncino contro il tavolo.
''Sarà.''
''Ti devo ricordare cosa le hai fatto?''
''Swan, non ci provare. Ho fatto delle cose di cui mi pento, ma non giustificarla. Sai quante persone ha ucciso?''
''E tu, Capitano? Tu che la giudichi così tanto, quante ne hai uccise?''
Killian si alzò quasi di scatto.
''Ma cosa diavolo ti prende?!''
''Cosa mi prende?! Non fai altro che offenderla. Dio, Killian.''
''Offenderla? Quello che dico non è nulla in confronto a quello...''
Il pirata non riuscì a finire la frase che Emma lo aveva già afferrato per la camicia.
''Ti conviene finirla qua.'' sibilò.
Se Emma aveva un motivo per odiare Hook era proprio per quello che aveva fatto a Regina.
''Mi piace quando fai la violenta.''
''Hook.''
Oh no, la bionda stava tutt'altro che scherzando ora.
''Non ti capisco.''
''Esatto. Tu non sai niente di me e tu non conosci Regina quanto la conosco io.''
''A quanto pare vi conoscete solo a vicenda.''
Verità.
Emma lo lasciò spingendolo indietro.
''Vai via, Killian.''
''Emma.''
Stavolta a pronunciare il suo nome fu una voce femminile, la stessa voce che lo Sceriffo avrebbe ascoltato per ore.
''Ciao Regina, stavamo giusto parlando di te!'' sbottò il pirata infastidito.
Emma si girò in tempo per vedere lo sguardo di fuoco che partì dagli occhi del sindaco.
Dio, come era bella.


Regina rimase interdetta quando sentì la voce di Emma risuonare fin dai corridoi.
Stava discutendo? E con chi?
Killian.
Oh, quel maledetto pirata.
Quando entrò ebbe conferma, Emma era completamente rossa in viso con il pirata che la guardava completamente scioccato.
''Emma.''
Non riuscì a dire altro, ma capì di averlo detto in un modo troppo dolce.
Non aveva usato il tono di un sindaco, di una regina.
''Ciao Regina, stavamo giusto parlando di te!''
La mora storse il naso, la sua sopportazione nei confronti di Hook era al limite da settimane e quel terribile odore di rum si sentiva per tutta la stanza.
''Di me?''
''Certo. Stavo illustrando ad Emma quanto tu possa essere irresponsabile con suo figlio.''
Regina strinse i pugni cercando di trattenere l'impulso di incenerirlo.
''Nostro figlio.'' rispose calma.
''Vostro figlio?'' il pirata scoppiò in una risata ''vostro figlio? Non sarà mai tuo figlio. Piuttosto diventerà mio figlio una volta che io ed Emma ci saremmo sposati.'' esordì afferrando la mano di Emma.
Regina sentì il pavimento crollarle sotto i piedi.
''V-vi sposerete?''
Ma la risposta la ebbe quando Emma si divincolò dalla stretta del pirata.
''Emma.''
''Sei un completo idiota.'' iniziò ''Henry sarà sempre figlio mio e di Regina. Perché Regina è la migliore madre che un ragazzino potrebbe avere ed è l'esempio di come l'amore possa trasformare una persona rendendola migliore.''
''Amore? Credi davvero che questa donna possa provare dell'amore?''
Regina continuava a restare in silenzio, con il cuore in gola, a osservare la scena.
''Certo. E me lo ha dimostrato più e più volte.''
''Non ti riconosco più, Swan.''
''Non mi hai mai conosciuta.''
Hook fece per andarsene ma Regina gli andò davanti, fermandolo.
Aveva ripreso nuovamente controllo di sé.
''La prossima volta che tenti di dire che non sono una vera madre, pirata, ti ridurrò in cenere.''
I due si guardarono con odio per qualche secondo, sembrava che i loro occhi stessero combattendo una guerra a sé.
Ma alla fine vinse e Hook fu costretto ad abbassare gli occhi.
''Fammi passare.''
Regina credette che potesse bastare, almeno per quel giorno, e lo lasciò andare.
Ma quando la sua attenzione tornò su Emma notò che stava tirando fuori dalla tasca della giacca un foglio.
''Certo che il tuo fidanzato è piuttosto irascibile.''
Poi vide cosa la ragazza teneva in mano e le vennero le lacrime agli occhi.
''Non l'hai bruciata?''
''Avrei dovuto, Regina?''
I loro occhi si posarono nello stesso tempo sulla pagina, la figura era la stessa della sera prima.
Non era cambiata.
''Emma...''
''Non mi sposerò con Hook.''
''Ti ama, in fondo.''
''Ma io no.''
Emma le sorrise e d'impulso Regina fece un passo indietro.
''No?''
''No. Il mio cuore è troppo stretto per un'altra persona, due possono essere abbastanza.''
Due?
Regina pensò che si riferisse ad Henry e Neal, logico. Neal era il padre di Henry e molto probabilmente l'unica persona che la ragazza avesse mai amato.
''A cosa pensi?''
Emma la riportò alla realtà e all'improvviso era veramente troppo vicina.
''Niente...''
Fece per allontanarsi nuovamente, ma la bionda la afferrò per un polso.
''Rimani.''
'Devo andare in ufficio. Ho degli appuntamenti.''
Emma la lasciò e Regina si avviò velocemente verso l'uscita, riusciva a malapena a respirare.
''Sei sempre così frenetica anche nel mio cuore.''
Regina si fermò, continuando a darle le spalle.
''C'è abbastanza spazio anche per me?''
La domanda lasciò completamente spiazzata Emma, possibile che Regina non avesse capito la sua allusione precedente?
''Direi che lo occupi da anni.''
Solo in quel momento la mora si voltò, lentamente, come se non volesse credere a quello che aveva appena sentito.
''Quindi...io ed Henry...''
Emma annuì.
''Oh.''
La consapevolezza illuminò il volto di Regina, come se finalmente avesse capito ogni cosa.


Regina avanzò velocemente verso la ragazza lasciando cadere il cappotto che teneva in mano in terra.
Finalmente sapeva.
La baciò, forse con troppo impeto, facendo passare le mani tra i lunghi capelli biondi dello Sceriffo.
Adorava quei capelli.
''Hai raggiunto il tuo obiettivo, Emma.'' le sussurrò mentre continuava a baciarla ''mi hai dato il mio lieto fine.''
''E sarei io?''
Regina si staccò da lei.
''Sì, sei tu.''
E non era stato il libro a farle capire quale fosse il suo lieto fine.
Non era stato un dannato autore a deciderlo.
Era stata lei.

Nota: Salve a tutti, finalmente ho dato una conclusione a questa storia.
Diciamo che mi è piaciuto terminare con il fatto che in fondo gli artefici del loro destino non sono altro che le persone stesse.
Spero che vi sia piaciuta.
A presto,
Sara.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3716471