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di __zeroshiro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New Life ***
Capitolo 2: *** An unexpected meeting ***



Capitolo 1
*** New Life ***


Erano passati due anni dal diploma.
Oikawa aveva lasciato improvvisamente, dopo la cerimonia del diploma, la prefettura di Miyagi per trasferirsi in una delle più grandi metropoli del Giappone: Tokyo.
Tuttavia questa non era stata proprio una sua scelta, ma la sua unica opzione.

Io non lo accetto !Non voglio più vederti, non sei più mio figlio !Sei solo un fallito, l’ unica cosa in cui eri bravo era la pallavolo, ma ora, a causa della tua stupidità, hai perso l’unica cosa che possedevi.

 Queste parole erano state urlatogli da sua madre dopo che l’alzatore aveva provato a parlarle, inutilmente, dei sentimenti provati verso il suo amico di infanzia. Era stato proprio uno scemo.
Com’era vivere a Tokyo ?La vita era molto frenetica, ma questo non dispiaceva affatto al castano, anzi, lo aiutava a riempire le sue giornate, rese ormai vuote dalla sua mancata presenza.
Cosa preferiva di quella città ?Le sue infinite possibilità.
Trasferirsi era stato doloroso, aveva dovuto abbandonare il paese in cui era cresciuto, il luogo in cui erano custoditi i suoi migliori ricordi, e soprattutto, dove aveva avuto la fortuna di incontrare Lui.
La cosa più bella che gli era mai capitata.
Ed eccolo lì, sulla metropolitana a pensare per l’ennesima volta a lui.
Osservava con aria malinconica il paesaggio scorrere, il mento appoggiato sul palmo della mano, e proprio accanto a lui, era seduta la sua guardia del corpo, che squadrava chiunque osava posare gli occhi sul castano, forse fin troppo previdente.
Oikawa era diventato un cantante, la cui fama era conosciuta in tutta Asia.
“Chissà se Iwa-chan ascolta le mie canzoni …”
Altro pensiero ricorrente nell’ex-capitano.
< < Siamo arrivati. > > la voce grave del body-guard lo risvegliò dalle sue riflessioni.
< < Mh ?Ah ! > > sorrise ed afferrò lo zaino da terra, portandoselo poi su una sola spalla.
Ed ecco, come tutte le volte, la guardia del corpo lottare per crearsi un varco tra la folla, composta per lo più dalle fan dell’ex-alzatore.
Era sempre stato popolare tra le ragazze, sin dai tempi del liceo, e ciò che preferiva Tooru di quella situazione, era poter vedere la reazione di lieve gelosia che scatenava in Hajime.
Anche quella volta, come tante altre, avrebbe preferito avere Iwa-chan accanto, avrebbe voluto camminare con lui mano nella mano …
< < Ma tanto avrebbe detto che è colpa mia, colpa mia se ci sono tutte queste ragazze. > > borbottò e gonfiò le guance scatenando un generale < < AAAAHHHHHH !E’ BELLISSIMO ! > > da parte delle sue fan sfegatate.
Dopo una buona mezz’ora riuscirono a raggiungere lo studio radiofonico in cui lavorava e componeva i suoi brani.
< < Questa volta prova a scrivere dei testi un po’ più allegri ! > > sbottò un suo collega lasciando sulla scrivania del moro carta e penna.
< < Ci provo … > > sussurrò afferrando la biro.
< < Come ? > > finse di non aver sentito portandosi una mano dietro all’orecchio.
< < Ho detto che ci provo ! > > quasi urlò.
< < Con chi ? > > lo prese in giro avviandosi verso l’uscita.
<< Va’ fuori ! >> gli fece la linguaccia e lanciò contro la porta, ormai chiusa, un pacchetto di fazzoletti. Era sempre stato una seccatura quel senpai.
<< Tsk. > > osservò indispettito il foglio bianco, vi tamburellò sopra dei puntini blu indeciso su osa scrivere, in realtà non sapeva nemmeno da dove cominciare. Non era poi così bravo a comporre.
Non si era mai impegnato tanto nella musica, o almeno, non in modo particolarmente diligente, come aveva fatto per la pallavolo, ma ormai appariva come un sogno lontano e irraggiungibile.
“Vorrei vederlo almeno un’ultima volta …”pensò abbandonando la scrivania per spostarsi successivamente verso la grande finestra. Il bus della nazionale di pallavolo si fermò proprio dall’altra parte della strada, osservò i membri scendere dal mezzo, indossavano le uniformi tanto desiderate da Oikawa.
< < Ma quello è- > > incollò il viso alla superficie fredda per guardare meglio colui che aveva catturato la sua attenzione: aveva la pelle leggermente più scura del “normale”, i capelli neri e lievemente scomposti, impossibili da domare.
Conosceva benissimo quel portamento, quell’espressione era inconfondibile per lui.
Si precipitò fuori dalla stanza e iniziò a correre per raggiungere, il più in fretta possibile, l’uscita di quel maledetto edificio che lo stava intrappolando.
< < Oikawa-san si fermi !Non si è ancora ripreso del tutto ! > > esclamò una voce femminile.
Era vero, non si era ancora ripreso completamente. Il dolore al ginocchio lo tormentava in ogni sua azione quotidiana, anche nelle più semplici.
Ma non poteva fermarsi, non voleva. E, soprattutto, non voleva che fosse proprio quel ginocchio mal ridotto ad ostacolarlo ulteriormente
< < Oikawa-san, non le è permesso uscire senza la guardia del corpo ! > >
Un’altra voce fastidiosa.
< < Oikawa-san !Si fermi !Nevica, prenda almeno il cappotto ! > >
L’ennesima voce assillante.
Era vero anche quello, nevicava. E allora ?Non sarebbe certo stata un po’ di acqua ghiacciata ad arrestare la sua corsa.
Ormai era riuscito a lasciare lo studio radiofonico, l’aria fredda e pungente lo colpì in pieno viso facendolo rabbrividire.
“Finalmente dopo tanto, troppo, tempo lo potrò rivedere.”
Avanzava con passo svelto non curante del dolore provato e ignorando completamente i gridolini che suscitava nelle ragazze.
Avrebbe dovuto raggiungerlo prima che entrasse nell'albergo dove, molto probabilmente, avrebbe alloggiato con l'intera squadra. Forse sarebbe stato un poco più piacevole recarsi al lavoro.
Eccolo, a pochi metri da lui, camminava lentamente, le mani nascoste nelle tasche per proteggerle dal freddo, gli rivolgeva le spalle, ma era comunque perfetto.
Decise di ridurre a zero la distanza che li separava, riprese una debole corsa. Riuscì a sfiorare, con la punta delle dita, la sua schiena.
Quel contatto durò pochi secondi. 
Oikawa si accasciò a terra esausto, la sua mano era scivolata fino al polpaccio e stringeva dolorante la stoffa che lo ricopriva. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui.
"La verità è che sono solo un patetico."
Tooru teneva la testa bassa, l'ultima cosa che avrebbe voluto vedere era l'espressione di Hajime, quest'ultimo si era voltato confuso.
< < Oikawa-san, ma cosa combina ! > > i rimproveri da parte di un collega non tardarono ad arrivare.
< < Oikawa ... > > il moro sgranò gli occhi, dalle sue labbra uscì solo un flebile sussurro.
< < Iwaizumi-kun !Dobbiamo andare ! > > un suo compagno lo richiamò, ma lui non si mosse minimamente.
< < Alzati, forza ! > > il collega afferrò per un braccio l'ex-alzatore.
"Molto probabilmente proverà solo odio verso di me..." dgrignò i denti.
< < Aiutami per favore ... > > trattenne a stento le lacrime e, con l'aiuto dell'uomo, riuscì a rimettersi in piedi.
Iwaizumi osservò quasi spaventato quella scena. Come aveva potuto ridursi così ?
Spostò poi il suo sguardo sul ginocchio dell'altro, il pantalone era bucato e poteva scorgere perfettamente una benda insanguinata.
Che cavolo aveva combinato ?Questo pensiero infestava ormai la mente dell'asso.
< < Scusi per i disturbi arrecatogli. > > lo schiacciatore fu riporrtato alla realtà dalla voce roca del signore che aveva di fronte, e che, dopo un lungo e profondo inchino, tornò alla posizione iniziale.
< < N-Nessun problema, non si preccupi. > > rispose con voce ferma mantenendo lo sguardo sul suo ex-compagno di squadra.
< < Iwaizumi-kun ! > > quella voce lo richiamò nuovamente.
< < Tenga, me la riporti quando è libero. > > si sfilò la felpa e la porse all'uomo, che a sua volta la posò sulle spalle di Oikawa.
Solo lui sapeva quanto gli era mancato il suo profumo, ma soprattutto, la sua voce.
Lo schiacciatore entrò così nell'albergo, seguito dall'altro membro, e fu proprio lui a rompere il silenzio.
< < Conosci quel tipo ? > > 
< < Prima, ora non lo riconosco più. > > sospirò sonoramente.
< < Come spiegherai al coach la scomparsa della tua felpa ? > > domandò cercando di sviare la conversazione.
< < Semplice, non glielo spiergherò. > > alzò le spalle.
< < Mmmmhhh, non penso sia una buona idea ... > > nel suo tono si poteva cogliere una nota di incerttezza.
Iwaizumi prese posto su una poltrona rossa presente nella hall dell'hotel, afferrò dal tavolino di fronte una rivista e ne sfogliò velocemente alcune pagine, completamente disinteressato al contenuto. Ne prese un'altra e la copertina attirò sin da subito la sua attenzione, su di essa vi era una foto di Tooru, lesse le scritte in grassetto. 

"Fan-meeting con Oikawa Tooru il 13 Dicembre !Non mancate !"

Nascose così la rivista nel borsone, chiuse la cerniera ed osservò il ciondolino a forma di alieno che gli era stato regalato dall'alzatore.
"Ho sempre pensato che fosse brutto, e lo penso tutt'ora, ma non potrei mai separarmene."
Prese l'oggetto tra le mani. Era proprio brutto. Sorrise d'impulso, ricordava perfettamente il giorno in cui gli era stato donato.


Era un caldo giorno d'estate, il sole era particolarmente forte quel pomeriggio, ma quello scemo d'Oikawa era voluto comunque andare nel boschetto dietro casa, dove da piccoli si divertivano a cattuare i coleotteri, o meglio, che Iwaizumi catturava, perchè Tooru era veramente imbranato.
< < Ta-daaaaan ! > > l'alzatore estrasse due oggettini tutti verdi. < < Per te ! > > gielo porse.
< < Cos'è sto coso ? > >domandò l'altro confuso.
< < E' un alieno !E' così car- > >
< < E' proprio brutto ! > > osservò il ciondolino.
< > fnse un pianto e nascose il viso tra le mani.
Era proprio un bambino. Hajime si sedette accanto a lui e riflettè su quanto piacessero e su quanto fossero importanti gli alieni per Oikawa. In fondo in fondo apprezzava quel gesto, ma non lo avrebbre mai ammesso.
< < Eddai, scherzo. > > gli diede un pugnetto sulla spalla.
L'altro tirò su con il naso, era un attore pessimo.
< < Allora ti piace ? > > inclinò leggermente la testa.
< < Sì, mi piace. > > voltò il viso imbarazzato.
Oikawa sorrise e si diressero verso il sentiero che li avrebbe riportati a casa, l'alzatore ruppe il silenzio.
< < Ma allora ti piace davvero ? > > sbattè più volte le palpebre.
< < Non proprio. > > mascgerò un sorriso. < < E non fare così, sei inquietante ! > > appoggiò una mano sulla sua guancia e lo allontanò.
< < Rude Iwa-chan ! > > gli fece la linguaccia.


< < Bene ragazzi, ora andate a posare i bagagli nelle vostre stanze ! > > la voce roca dell'allenatore impartiva ordini. Le stanze dei giocatori si trovavano tutte al quinto piano dell'albergo, quest'ultimo si presentava molto raffinato e confortevole, e avrebbe risposto appieno alle richieste dei ragazzi.
Hajime inserì la chiave nella porta numero 357, girò l'oggetto nella serratura e vi entrò; disfò con tutta calma la valigia e ripose i vestiti maldestramente nella cassettiera, situata di fronte al letto.
Prese posto su una poltroncina in pelle, estrasse il giornalino dal borsone e lo aprì nella pagina riguardante l'articolo di Oikawa: gli erano state dedicate ben sei facciate. Lesse velocemente alcuni paragrafi e ne saltò altrettanti, fino a quando il suo occhio non fu attirato dalla scritta "fan-meeting".
Si concentroò nella lettura di quella sezione e scoprì con piacere che l'incontro si sarebbe tenuto in una prestigiosa caffetteria nei pressi della stazione, alle ore 17:30.
"Ho bisogno di sapere di più su di lui ..."
Applicò una leggera pressione sulla carta.
"Ho deciso, ci andrò."

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Capitolo 2
*** An unexpected meeting ***


< < Iwaizumi-kun ! Noi andamo, sicuro di non voler venire ? > > il suo compagno di stanza lo richiamò.
< < No scusate. Ho da fare. > > un sorriso tirato prese posto sul suo viso.
< < Come preferisci ! Se hai bisogno chiama ! > > esclamò l'altro poco prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Fece un cenno con il capo ed osservò piuttosto spazientito l'orologio legato al suo polso, segnava le 17:07. Sarebbe arrivato in tempo ? Lo sperava.
Il cafè non era molto distante dall'hotel ma i traffico e le condizioni climatiche lo avrebbero sicuramente rallentato; la temperatura sarebbe scesa ulteriormente, o almeno, questi era ciò che aveva affermato la radio.
Si precipitò fuori dalla struttura e prese al volo un taxi. L'aria gelida lo fece rabbrividire, si strinse nel suo cappotto in cerca di calore.
< < Dove ti porto ? > > domandò l'autista osservando la figura del ragazzo nello specchietto.
Hajime scandì con lentezza e chiarezza l'indirizzo, poi nascose il viso nello scalda-collo.
< < Sei anche tu un suo fan ? > > rise mantenendo lo sguardo sul traffico.
< < Non proprio, siamo amici di infanzia. > > farfugliò con un filo di voce.
Ma potevano ancora definirsi tali ?
Oikawa lo aveva abbandonato senza fornirgli nemmeno una spiegazione, niente. Lo aveva lasciato. Solo. Non un messaggio, non una chiamata, non una mail.
Aveva provato innumerevoli volte a contattarlo ma l'unica voce che aveva udito era quella della segreteria telefonica, una voce così irritante e al tempo stesso, così diversa da quella di Tooru.
Aveva anche tentato di parlare con sua mamma, ma si era trasferita chissà dove subito dopo l'improvvisa scomparsa del suo amico d'infanzia, un'unica cosa lo poteva consolare : sapere che Oikawa era con lei.
Ma quel giorno di freddo inverno, aveva potuto constatare il contrario.
Dove aveva vissuto in quei tre anni ? Questa era una delle innumerevoli domande a cui voleva dare una risposta. Voleva sapere tutto su Oikawa, quello che aveva passato ma soprattutto, il motivo per cui si era allontanato da lui.
< < Hey bello, siamo arrivati ! > > la voce del tassista lo distrasse.
Iwaizumi pagò il servizio e subito dopo abbandonò la vettura sbattendo la portiera. Si guardò in giro disorientato, era la prima volta che si trovava a Tokyo, e l'aveva sempre trovata una città troppo caotica e affollata per i suoi gusti.
Entrò a passi svelti nella caffetteria, una calca di persone gli impedivano il passaggio, erano per la maggioranza ragazze e adolescenti, il moro quasi si vergognò di trovarsi lì.
Un'improvviso vociare si alzò nella sala, lo schiacciatore riuscì a distinguere perfettamente un "maledizione" e un "dove cavolo è andato" tra tutte quelle voci.
< < Hey ... > > diede un colpetto alla spalla di una ragazza, ella si girò. < < Che cosa sta succedendo ? > >
< < S-sembra che Oikawa-san sia sparito ... > > disse lei stringendo un quadernetto bianco.
" Che cazzo combina ?!"
Hajime lasciò il locale e iniziò a correre per le vie di Tokyo, senza una meta precisa.
Non sapeva dove andare, non conosceva la città, ma voleva fidarsi del suo istinto.
Svoltò in una viuzza secondaria e fermò un'anziano.
< < Mi scusi, ha visto questo ragazzo ? > > gli mostrò una loro foto, era del giorno del diploma, quando ancora Oikawa sorrideva.
Il vecchio sbattè più volte gli occhi, si avvicinò un poco per vederla meglio, e rimase così per qualche istante. Silenzio.
< < Sai ragazzo, la mia vista è calata parecchio con l'avanzare dell'età. > > spostò gli occhi dall'immagine e riprese a parlare. < < Ma ho visto un giovanotto che si somigliava parecchio, se ricordo bene è andato in quella direzione. > > e gli indicò la strada.
Il vecchio non sembrava essere molto convinto, ma lo schiacciatore volle credergli, era la sua unica speranza.
< < Grazie mille ! > >alzò la voce e fece un profondo inchino, per poi riprendere la sua corsa.
Seguì le indicazioni datogli dall'uomo e, in lontananza, scorse una figura alta, era vicino ad un ponte, e l'acqua scorreva veloce sotto di esso. La neve iniziò a cadere con una maggiore intensità.
Iwaizumi sbarrò gli occhi, era troppo vicino alla balaustra, troppo.
Il moro avanzò qualche passo incerto e si soffermò ad osservare meglio quella figura: era particolarmente slanciata, i capelli castani, e parte del viso era coperta in parte da una mascherina.
Notò che stringeva nella mano sinistra una busta, conteneva qualcosa.
Ne era certo, era Oikawa. Lo vide sporgersi un poco.
In quel preciso istante si ricordò che non sapeva nuotare e di quanto odiava l'acqua. E allora cosa aveva intenzione di fare ? Perchè si trovava lì ?
Oikawa sentì chiamare il suo nome, quella voce era incondibile, e in pochi secondi fu raggiunto dal suo amico, stremato per la corsa.
Sgranò gli occhi e lasciò cadere a terra la borsa. Era proprio Iwa-chan. 
< < Iwa-chan ... > > l'ex alzatore sibilò qualcosa.
< < Si può sapere che cazzo combini ? > > lo afferrò per il colletto e lo allontanò violentemente dal para-petto.
Il tono di Hajime era freddo, distante.
< < Iwa-chan io ... > > cercò di formulare una frase sensata ma fu interrotto bruscamente.
< < Tu cosa ?! Volevi farla finita ?! > > digrignò i denti e lo strattonò nuovamente.
< < Io non ... > > sentiva gli occhi gonfi, cercò di trattenere le lacrime.
< < Rispondimi ! > > alzò ulteriormente la voce, e la sua mano colpì il viso dell'altro.
La sua mano si mosse da sola, lui stesso, infatti, rimase incredulo per quella sua azione. 
Oikawa sussultò a quel violento contatto, una lacrima rigò il suo viso.
< < Io non volevo farlo ! Non l'ho mai nemmeno pensato ! > > il suo tono era incerto, aveva paura.
Hajime spostò lo sguardo sulla guancia bagnata dell'ex capitano, oggi era completamente differente da quel pomeriggio d'estate, oggi non era un pianto finto, oggi lo aveva fatto piangere per davvero.
< < N-Non l'ho mai pensato ... > > riprese a parlare nonostante i singhiozzi. < < Non credi sia già abbastanza dolorosa la tua lontananza ? > > cercò di evitare il contatto visivo.
Il moro non sopportava vederlo in quello stato, e cosa ancora peggiore, era stato proprio lui a ridurlo così.
< < M-Ma tu odi l'acqua, perchè allora eri così vicino ? > > nel frattempo il moro si era calmato.
< < P-Perchè devo affrontare le mie paure, così come devo accettare il fatto che tu mi odi ... > > la sua vista era ormai offuscata a causa delle lacrime, strinse un pugno. L'ultima cosa che voleva era che Iwa-chan lo vedesse così, così debole.
< < Come potrei odiarti ? Sei il mio migliore amico, dopotutto ... > > avanzò di qualche passo insicuro.
< < N-Non mi odi ...?  > > temeva che gli stesse mentendo
< < No scemo ... > > arrossì lievemente.
Oikawa sorrise quasi di impulso, sentire quelle parole lo aveva reso davvero felice.
< < Ah ecco ! Qui c'è la tua felpa ! > >raccolse la busta da terra e gliela porse, ma l'altro non l'afferrò.
< < Mh ? Che succede Iwa-chan ? > >domandò preoccupato notando il capo chino del moro.
< < Scusa per lo schiaffo ... > > la voce era bassa.
< < E' tutto ok Iwa-chan ! > > emanò una risatina e portò una mano alla bocca, come per reprimerla.
< < C-Che cavolo ridi ? > > gli diede un leggero colpo sul petto.
Oikawa appoggiò la fronte sulla spalla dello schiacciatore.
Finalmente, dopo tanto tempo, poteva riassaporare il suo odore, gli era mancato anche quello.
< < Stai bene ? > > Hajime spezzò il silenzio.
< < Ora sì. > > chiuse gli occhi per godersi quel momento. < < Hai freddo Iwa-chan ? > > domandò sentendolo rabbrividire.
Dopo due anni poteva pronunciare quel nome che tanto adorava.
< < Perchè tu no ? > > farfugliò Iwaizumi appoggiando le mani sui suoi fianchi.
Tooru a quel tocco sussultò, cos' inatteso quanto aspettato.
< < Un po'. > > ammise sorridendo.
< < Vieni qui. > >
Queste parole scossero entrambi. Oikawa avanzò con piccoli passi, ora i loro corpi si sfioravano, poteva percepire il respiro di Iwaizumi su di sè, e questo gli piaceva molto.
Non erano mai stati così vicini. L'ex alzatore portò una mano sulla nuca dellìaltro, sfiorò con le dita i suoi capelli mori e corti, poteva sentirne perfettamente il profumo, pareva quasi una droga.
Decise di annullare la distanza tra i loro corpi, e con un passo fecero combaciare perfettamente le loro figure, avvicinò pericolosamente le labbra al suo lobo.
"Smettila Oikawa, non puoi rovinare di nuovo tutto." 
Questi pensieri lo torturavano.
No, non poteva rovinare ancora una volta tutto, non se lo sarebbe perdonato.
Abbandonò le sue intenzioni e rimase a fissare lo scorrere dell'acqua.
< < Andiamo ? > > l'asso prese parola.
< < Dove ? > > si raddrizzò indietreggiando di poco.
< < Hai un fan-meeting che ti aspetta, ricordi ? > > abbozzò un sorriso.
< < Me ne ero completamente scordato. > > si massaggiò la nuca. < < Andiamo allora. > >
< < Aspetta. > > Iwaizumi lo afferrò per la manica.
< < Mh ? > > l'altro si voltò curioso. < < Che c'è Iwa-chan ? > >
< < Mi devi delle spiegazioni. > > distolse lo sguardo.
< < Certo, hai ragione. Te le darò, promesso. > > gli porse il mignolino e l'altro lo strinse.
Giunsero alla caffetteria con ben un'ora e mezza di ritardo, Oikawa si guadagnò un' occhiataccia dal suo manager non appena ebbe messo piede nel locale. Si scusò inutilmente e, subito dopo, iniziò la sessione di autografi, che sarebbe durata tre lunghe ore.
Fuori era già buio, la neve aveva cessato la sua caduta, ma il freddo persisteva, e quell'oscurità fu presto illuminata dalla luce emanata dai lampioni.
Dopo quell'incontro con il suo amico di infanzia, Tooru aveva deciso che quel ponte sarebbe diventato il suo luogo preferito, il luogo in cui tutto avrebbe ripreso vita, o almeno sperava.
L'incontro coi fan terminò alle dieci passate, solo allora Oikawa si accorse della mancanza di Hajime, non conosceva con precisione l'ora in cui aveva abbandonato il cafè, ma sospettava molto presto, sapeva bene quanto odiasse le ragazze starnazzanti.
"Mi sono illuso che mi aspettasse, che scemo." 
< < Hey, vedi di cambiare atteggiamento, il tuo bell'aspetto non ti salverà sempre il culo. > > lo rimproverò un suo superiore.
< < Ho capito, ho sbagliato. Non succederà più. > > fece un profondo inchino.
< < Lo spero. > > sorrise per poi far scivolare una mano sulla sua schiena.
< < Io ora vado. Con permesso. > > Tooru fece per andarsene ma fu bloccato dalla presa dell'altro.
< < No, aspetta ancora un po'. > >lo tirò verso di sè.
L'ex alzatore lo fissava dal basso verso l'alto, era decisamente più alto e robusto di lui, e la cosa non lo rassicurava affatto. Tentò di liberarsi da quella presa ma fu invano.
< < Hai bevuto, faresti meglio a tornartene a casa. > > voltò il viso dalla parte opposta.
< < Perchè non mi ci porti tu ? > > l'alito puzzava decisamente di alcool.
< < Mi stai facendo male, lasciami ... > > provò a muovere il polso ma la presa si fece più forte.
< < Così è più eccitante, non credi ? > > lo costrinse con la forza a guardarlo negli occhi.
< < Eh ? Ma di che stai parlando ? > > la voce di Oikawa tremava.
< < Lo vedrai. > > mostrò un sorriso beffardo e lo obbligò a sedersi sulla scrivania, facendo cadere a terra le numerose cataste di fogli, tra cui la nuova canzone a cui stava lavorando l'ex alzatore.
< < C-Che diavolo stai facendo ? > > l'atteggiamento assunto dal collega lo fece raccapricciare.
< < Non osare urlare. > > lo minacciò portando una mano sulla sua bocca.
< < Bastardo. > >
< < Che cazzo hai detto ? > > il suo tono di era fatto più aggressivo, con' un azione violenta lo costrinse ad aprire le gambe, facendosi strada con il suo busto, mentre con la mano libera prese a sbottonargli la camicia.
< < Tsk. > > chiuse gli occhi rassegnato.
Non aveva la minima idea di come comportarsi. di come reagire, era completamente sottomesso.
Ribellarsi lo avrebbe fatto arrabbiare ancora di più, e non era sicuro di riuscire a scampare alla sua presa ferrea.
In quel momento esatto si aprì la porta, era la sua segretaria. Quest'ultima irruppe nella stanza e sbarrò gli occhi a quella visione, poco dopo prese parola.
< < C-Che sta succedendo qui ? > > si avvicinò ai due.
Il superiore di Oikawa si allontanò dal suo corpo e prima di lasciare il locale visibilmente irritato, lanciò un'occhiataccia alla segretaria, era una sorta di avvertimento, di sicuro non l'avrebbe passata liscia.
< < State bene Oikawa-san ? > > lo osservò preoccupata.
Tooru sapeva benissimo che la segretaria era innamorata persa di lui, ma aveva preferito ignorare quei sentimenti, aveva preferito non illuderla, non ingannarla come aveva fatto con sè stesso.
Era davvero un illuso a pensare che Iwa-chan potesse provare qualcosa per lui ?
Forse, ma non ne aveva ancora la certezza.
< < Credo di sì, grazie. > > le strinse la mano, la salutò ed uscì a sua vota dalla caffetteria.
Tirò un sospiro di sollievo, l'aria fredda lo tranquillizzò un poco, si sedette su una panchina poco distante ed osservò lo schermo del cellulare, segnava le 23 e qualcosa.
"Sarà ancora sveglio Iwa-chan ?", scrisse sulla rubrica il nome dell'amico.
In quel momento avrebbe tanto voluto sentire la sua voce, lo avrebbe sicuramente rassicurato. Dopo attimi di esitazione premette il pulsante "chiama" e rimase in attesa, alzò il volto ed osservò la luna coperta in alcuni tratti da leggere nuvole.
Quell'attesa era snervante.
Il piede prese a tamburellare sulla neve soffice. Finalmente aveva risposto.
< < Iwa-chan ? Ti ho svegliato ? > > si portò una mano in tasca per il troppo freddo.
< < Chi è ? > > 
Quella voce apparteneva ad una donna.
 

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