Nirvana

di letitiamitchelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Abuse ***
Capitolo 2: *** Depression's Best Friends ***
Capitolo 3: *** Bitter Boy ***
Capitolo 4: *** Lie To Me ***
Capitolo 5: *** Baby Strip Yourself ***
Capitolo 6: *** Artificial Life ***
Capitolo 7: *** My Room ***
Capitolo 8: *** The Abuse II ***
Capitolo 9: *** Dissociation ***
Capitolo 10: *** Personality Disorder ***
Capitolo 12: *** Pastel Blood ***
Capitolo 12: *** Nirvana ***
Capitolo 13: *** Catfish ***



Capitolo 1
*** The Abuse ***


Sciroppo di vaniglia 
Lo versi sui vestiti 
Nelle tazze. 
Quella sera non dormivi, 
Stavi in bilico tra sanità 
E follia. 
Resta morta
Anche se esci la sera 
Anche se ci bevi su 
Anche se ti vesti da festa. 
Certo che c'era una persona. 
Profumo di vaniglia 
Quello che indossava quel giorno. 
E il suo matte 
Era liquido e permanente. 
Ti piaceva quel profumo 
Avevi deciso di portarlo con te
Lei non voleva 
Ma non importava tanto. 
Resta morta
Anche se prendi le pillole 
E ci ridi su. 
Anche se il suo profumo c'è
Di nuovo in quella stanza. 
E il suo nome 
Lo sapevi o no? 
La sua storia 
La sapevi o no? 
E cosa hanno pensato 
I suoi genitori 
Pensando alla fine di quel corpo
Sapevano di un uomo 
Quella sera. 
E dove hai bruciato 
Quei suoi vestiti profumati 
Li hai tenuti per te 
Ti ricordi del sangue 
E del suo sapore? 
Quanti anni aveva?
Quello lo sapevi, 
Ne aveva 19. 
L'aveva detto spaventata,
E le sembrava forse una buona scusa.
Lo aveva detto perchè non la portassi nel campo, 
Tra il grano. 
Lei, lei sapeva. 
Sapeva che sarebbe stata la sua ora. 
E chissà se anche lì è rimasto il suo profumo. 
Se la sua anima 
Esiste o no
E se lei è solo quel corpo 
Con pochi vestiti ancora addosso.

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Capitolo 2
*** Depression's Best Friends ***


X & M sono i miei migliori amici un po' strani, 
Mi lasciano affannato ma sembrano simpatici. 
X incolla i sorrisi a chi non sa sorridere. 
X non odia nessuno. 
X sta sempre in alto, molti dicono mi porterà sempre più su, fino al collasso. 
X non sopporta i lamenti, le giornate vuote piene di sospiri, i volti torbidi dei pazzi. 
《 Ehi, li vedi? 》gli domando.
Quei rami cercano di soffocarmi,
Che buffi il loro modo d'attorniarmi, 
Come se non ci fosse nulla da temere, 
Tanto si sa che ci ammazzano tutti quanti. 
Ci lasciano deperire in vite programmate da altri, 
Non sappiamo che cazzo ci aspetta dopo eppure ricordiamo a memoria tutti gli spot pubblicitari.
E che dire dei vermi che mangiano sotto la mia cute, ormai non sanno più impressionarmi.  
In questa specie di prigione ci sono molti che infilano tubi nel costato di tanti, rubano soldi ai loro parenti dicendo di potere salvarli quando in realtà sanno solo ammansirli, come si farebbe con una fiera infida. 
X mi prende a schiaffi se faccio discorsi bastardi, se nomino mai il suicidio, se ipotizzo di smettere di "farmi"; io punto soltanto agli sbalzi, alla calma. 
Ho già visto palazzi cadermi addosso e sentito pavimenti scrosciare e frantumarsi. 
X mi aiuta nelle notti d'ansia, mi fa realizzare che il mondo gira ma non attorno a me. 
E no, il soffitto è dritto e non curvo. 
Le luci sono sempre uguali, non cambiano ogni secondo. 
Eppure M sostiene il contrario. 
M a volte mi fa venire la nausea, mi fa venire i brividi di gelo. 
《 Li vedi anche tu quei due bambini nel lago? Che fanno? 》M domanda. 
Mi avvicino al centro della stanza ospedaliera, li osservo. 
Si sciacquano il volto, ma non ne hanno uno. 
Hanno una base vitrea, limpida, trasparente. 
Alcuna espressione orna i loro visi.
M: 《 Sei tu, lo sai? 》 
Cosa? 
M: 《 Sei tu, che non hai un volto. Sono solo lo Xanax e le crisi di astinenza come Me a darti una personalità. Non vali niente, tu. Non sei altro che vetro. Non sei altro che allucinazioni. 》

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Capitolo 3
*** Bitter Boy ***


Dolci pillole

Con un dolce ragazzo,

Stringo le mani allo sterzo

Mi faccio forza, 

E sono ancora al tuo fianco.

Dolci pillole

Sopra a dolci lividi, 

Lavo di dosso le tue ferite.

Ho un sorriso impeccabile

Quando mi sei vicino.

In fondo hai detto che non mi avresti più fatto del male, 

Di lasciare stare, 

Dovrei restare a guardare le stelle con te 

Invece che fuggire.

Dolci pillole

Mi danno il coraggio di vivere,

Ho detto alla mia psicanalista

Che il mio principe non mi ama più.

Dolci pillole

Immerse in un dolce pianto, 

Certo mi spaventano le tue minacce;

Non mi piace quando sfondi le porte, 

Quando dici che se non mi comporto a dovere

Mi verrai a prendere.

Dolci pillole

Nella borsa di una dolce ragazza,

Ho dubbi sulla religione 

Eppure ora ho mille preghiere

Da esprimere.

Dolci pillole 

Confezionate in un batuffolo di cotone, 

Lascio cadere alcune gocce del sangue

Che mi hai causato tu;

è un così amaro contrasto.

Bryan, 

Stanotte me ne vado, 

Affondo le mani nei tuoi soldi 

E poi andrò via da questo posto solo con me.

Dolci pillole

Le segnalerò alle autorità.

Immagino già,

Io che sfuggo su un treno in corsa

Tu che boccheggi dal finestrino

Imitando un omicidio.

Dolci pillole,

Ormai sono completamente rosse

Immagino saranno amare, 

Chiudo la porta

Me ne andrò davvero, 

Dalle dolci pillole

Di un'agrodolce tragedia.

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Capitolo 4
*** Lie To Me ***


Amo le bugie. 
Amo la credibilità di chi mente. 
Gli sguardi fermi. 
Le parole scandite. 
Amo le bugie. 
Chi ti mente ti fa sentire speciale. 
Unico al mondo. 
Amore, amicizia, simpatia, dolcezza. 
Non sono forse dei pretesti, 
Bugie, 
Per compensare una solitudine interiore? 
Servono a crearci una sensazione di affettodi calore temporaneoper sovrastare la realtà.
La poesia.
Non è forse una bugia più articolata? 
Una illusione. 
La poesia ci fa vedere con occhi diversi il mondo. 
Ci fa vivere allucinazioni. 
Tavolta storie. 
Cosa sono le bugie, 
Se non storie? 
O forse poesie stesse.

 

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Capitolo 5
*** Baby Strip Yourself ***


Bacia sulla giugulare, poi si abbassa sui sixpacks
I suoi balli vanno a ruba, non per questo è sad 
Sorride ai vecchi, si vede disposta al sex
Indossa solo occhiali trasparenti di Chanel
È una Barbie, shaped body
Vuole solo che la paghi
Se le chiedi più di farvi
Sayonara, niente piani
Da bambina era la prima
A scuola sempre in prima fila
A casa sempre in prima riga
Dolce, forse perfettina
Ora è dolce solo la sua amica
Eyeliner spesso, doppia riga
Non lo vedi quanto è fatta,
Non lo vedi quanto è bella
Fianchi tesi sotto un uomo,
Poi si piega e geme piano
Poi si leva dal divano
Afferra i soldi, parla piano 
Sono qualche centinaio
Verdi e arancio, profumo pakistano
Ora indossa roba Valentino, vale tanto
Vale la sua reputazione
Vale questo, tutto quanto
Vale ogni suo pianto
Ha venduto tutto quanto
Per avere un po' di grano

 

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Capitolo 6
*** Artificial Life ***


La prima volta è stata ad una serata,

Io mi rivolgevo al mio bicchiere di gazzosa ma lui non aiutava.

Ma poi ti ho vista.

Eri lì, un ragazzo ti reggeva tra banconote false di carta, ti ho guardata un attimo, e poi ho metabolizzato.

Lui arrotolò una delle banconote che aveva tra le mani, e incominciò ad inalare la tua essenza, proposta sottoforma di polvere.

Lo vidi contorcere il volto, estasiato.

Poi continuò ad inalare la sua striscia.

"Che schifo la droga, che schifo i drogati, che schifo." sentivo la mia coscienza ripetere questa frase di continuo, ma ero consapevole di esserne attratta.

Ero attratta dalla carica emotiva che poteva dare, quello schifo.

Il ragazzo si rese conto che lo stavo fissando.

"Vuoi fartene una vero?" mi riprese

"NO." esclamò la mia coscienza.

Mi avvicinai a lui.

Mi porse la banconota con cui aveva inalato precedentemente.

La fissai incerta.

 

"Tranquilla ragazzaio sono Elijah. E' il nome di un profeta, il concetto doveva essere che per questo ti dovresti fidare di me, ma aveva più senso quando lo stavo pensando che ora. Non lo so, magari sei atea quindi sto facendo discorsi a vuoto ma, sai, è lei a farmi parlare."

Era veramente troppo fatto, e io scoppiai ridere.

Mi chiamo Edithnon ragazza. " aggiunsi

" Allora sta tranquilla Ed. "

Ma  dai.

Dopotutto mi sto annoiando
Che male c'è?

Iniziai ad inalare la mia porzione.

Sentivo l'adrenalina salire, l'euforia urlarmi dentro.

Non vidi mai più Elijah, dopo quel giorno.

Ma tu, 

tu sei stata con me anche dopo.

Sono arrivata al punto di voler andare nei locali solo per sballarmi; 

poi, di uscire solo per sballarmi;

infine di vivere solo per sballarmi.

Se provi una volta dopo non ti diverti più senza
Ne hai bisogno 
perché sia tutto okay.

Nella mia mente non risiedeva altro, solo il dolce ricordo di un divertimento effimero e passeggero, che con il passare dei giorni si trasformava in incubi concreti ed in ansia pura.

Ero sulle montagne russe;

su, e giù, poi tornavo su, su, ma il giù c'era sempre.

 

Arrivi ad un punto in cui il divertimento non c'è più, diventa solo una abitudine. Così cerchi altre droghe, cerchi altre sostanze, altre vie di fuga, altri pusher.

" La K per quando ti stressi,
Coca per quando vuoi divertirti,
I sali per quando vuoi disintegrarti,
Le canne per quando vuoi rilassarti. "
per crearsi una vita artificiale. 

Ho conosciuto persone che parlavano tutte impastate, 
Il cui metabolismo stava morendo.

Ho visto gli istituti, gli infermieri ti urlano e tu ricambi perché vuoi un'ultima dose.

Ho capito che la mia via di fuga, la mia migliore amica, è quella che mi farà crepare dopo. 

 

È la macchina che mi permette di respirare ancora, ma mi sta soffocando.

 

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Capitolo 7
*** My Room ***


Vivo in una stanza. 
Non è una stanza colorata, 
ma non è nemmeno una stanza bianca. 
La mia stanza è piena di scarabocchi. 
Di scritte. 
Di piccoli appunti segnati in preda ai dejavu, 
Alla rabbia 
E alla delusione. 
Le sue pareti non sono uniformi, 
I muri non sono lisci né apparentemente uguali per via di carte da parati. 
Sono muri granulosi, cosparsi di venature e di crepe. 
La mia stanza una volta era blu. 
Era tutta blu, nessun altro colore la dominava. 
Era ordinata e pulita. 
Ora è piena di meandri imboscati, 
E alcuni scaffali non li spolvero mai,
Perché mi fanno paura. 
Ora c'è il nero, molte scritte, il bianco, e il blu riappare in alcuni tratti. 
Dove c'è il blu di solito è polveroso. 
È una stanza nascosta. 
Pochi hanno accesso,
perché le persone sbagliate potrebbero rovinarla
La stanza è difficile da comprendere. 
In essa ho nascosto ogni mia emozione. 
I rumori, stralci di parole, le sensazioni, le azioni, le date a me più care. 
La stanza è come un'ampolla, contiene ogni mia ansia e panico. 
Io, sono come la mia stanza.

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Capitolo 8
*** The Abuse II ***


Ascolta. 
Sento ancora il rumore dei tuoi passi furtivi in mezzo al campo,
La radura che si smaterializza dal mio piano visivo,
Che scompare dalla mia attenzione. 
Non hanno chiamato nessuno per me, 
Nessuno a curarmi le ferite o a raccogliere il mio cadavere.
Perché nessuno sa ancora del nostro piccolo segreto, come ti piace soprannominarlo. 
E forse mi si vedono ancora le guance rigate dalle lacrime,
Mi chiedo se quando mi troveranno avrò ancora dei brandelli di pelle addosso, a coprirmi. 
Se loro potranno cogliere le mie espressioni, la mia paura, se ci sarà ancora quel profumo nell'aria. 
Un profumo dolce, 
Che ricorda la mia infanzia,
E che ho scoperto diventare nauseabondo se mescolato con quello ferroso del sangue. 
Avevi una risata coinvolgente,
Charm nel porgermi complimenti,
Ma non hai accettato i miei no
Non hai ascoltato il primo no
Ma nemmeno il secondo
Nemmeno quando ho cominciato a scandirli urlandoin preda all'ansiaal fremoresfociando quasi in uno stillicidio.
Ormai la paura di morire sta scemandoè questione di qualche istante
Mi hai promesso che avresti ricoperto la tua stessa dimora del mio profumo,
I tuoi vestiti,
Che forse avresti addirittura consumato bevande che ti ricordassero la vaniglia
Hai privato me della vita,
Ma stai conservando ciò che hai amato di più
In me.

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Capitolo 9
*** Dissociation ***


Vedo una ragazza. 
Tutte le mattine. 
La vedo negli specchi. 
In alcune foto. 
Nelle vetrine dei negozi. 
È una bella ragazza. 
I suoi capelli sono setosi, morbidi. 
Biondo cenere. 
Ma le sue labbra sono livide, 
il volto è spento. 
Non l'ho mai vista sorridere. 
Ha un bel fisico, 
slanciato, 
seppure tavolta cianotico. 
Avrà circa vent'anni. 
Vorrei conoscerla, 
Se non fossi morta. 
Vorrei capire perché mi segue, 
Negli specchi di casa, 
Perché la vedo riflessa nelle finestre. 
Mamma dice che sono io. 
Che quella ragazza sono io, Lauren. 
Ma non è possibile. 
Io, 
sono morta. 
Sono morta perché quando mi toccano non lo sento. 
Non percepisco il tatto altrui sul mio corpo. 
Nessuno mi vedenessuno puó vedermi in teoria
Infatti non capisco come io possa parlare con mamma, e con il Dottor Davis. 
Come loro mi vedano, 
Mentre la ragazza non mi vede. 
Quella ragazza non si rende conto della mia presenza. 
Resta lì, 
Con un'espressione apatica.
Un giorno ho visto che si è girata, 
Quando l'hanno chiamata. 
Lauren, Lauren. 
Ho sentito gridare ad alta voce. 
E ho visto nel riflesso della finestra che si è voltata. 
Mi sono voltata anch'io, 
Ma lei,
si era già dissolta.

 

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Capitolo 10
*** Personality Disorder ***


Vivo dentro ad un sogno.
Troppi demoni mi parlano in notti di pioggia
Troppe parole scricchiolano nella mente e non ne resta alcun suono. 
Sono piena di difetti e ho mille macchie in testa, eppure
Questa casa è così vuota e sempre linda;
Spero che l'uomo nero non ci sia ora. 
Che non veda le scritte sulle mie braccia, 
Non senta la tachicardia 
E la mia frenesia. 
Sento che la mia mente si sta allontanando di nuovo,
È tornata in quel luogo. 
Da cosa sto scappando, da cosa sto correndo? 
Se il mio peggiore nemico è dentro di me non c'è molto da fare. 
L'uomo nero forse non mi lascerà mai più risvegliarmi, dalle allucinazioni notturne. 
Lui ignora lo sciroppo prescritto da Mr Parker. 
L'uomo nero ignora le sue caramelle. 
Cerco di chiudere gli occhi, di non ascoltare le anime parlarmi. 
Eppure sento le mie stesse mani asfissiarmi,
Uno strano piacere vaga nell'aria 
All'idea di finirla con me,
Certo non è dolce pensarci 
Eppure l'uomo nero forse è davvero in me.

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Capitolo 12
*** Pastel Blood ***


Avevo un problema.
Avevo il diritto di risolverlo no?
Perché, d'altronde, 
cos'era Jenna oramai se non un problema?
Jenna.
L'avevo conosciuta in aereo, 
eravamo entrambi partiti da Birmingham per andare a Madrid.
"Sto andando a divertirmi. E lei?" disse,
trascinando le sue labbra ricoperte di rossetto color pesca, totalmente in contrasto con la sua pelle scura.
"Dammi del tu." era stata la mia unica risposta.
Io e Jenna ci divertimmo sul serio,
in quei giorni a Madrid. 
E anche una volta tornati a Birmingham.
Mi divertiva quella sua personalità goffa,
Ma in parte ero affascinato dal potere magnetico 
che esercitava su di me quella donna.
Jenna era stupenda. 
Era stupenda anche quando si mordeva il labbro per il nervosismo,
Era stupenda anche quando i suoi occhi color bronzo mi evitavano. 
Tutto era perfetto,
Finché lei non scoprì del mio matrimonio. 
Di mia figlia. 
Così,
Jenna si trasformò nel mio peggior incubo.
Era mostruoso,
vedere come lei fosse cambiata. 
Come il suo sorriso fosse d'un tratto scomparso. 
Medicine,
Medicine per gestire lo stress, 
Medicine per il panico,
Medicine per l'isteria.
Dovevo risolvere quel problema. 
Ma no, 
Non volevo risolverlo di persona. 
Non volevo mandare a monte un matrimonio perfetto, una famiglia perfetta, ed un lavoro perfetto, 
per una storiella con una ventenne.
Il mio problema fu assegnato ad un professionista, 
E ricevetti una telefonata alle 18 precise per confermare che sì, 
il problema era stato definitivamente risolto. 
D'un tratto ricordai che in casa sua c'erano mie foto. 
Mie lettere. 
Nostri progetti. 
Mi avviai a passo svelto per cancellare tutte quelle prove che riconducevano a me. 
Aprii la porta. 
Jenna era stata colpita alla schiena. 
E il sangue, 
In forma viscosa tendente al marrone, 
Era colato sulle sue labbra morbide, 
Ricoprendo il tipico color pesca.
Jenna era morta nella stesso modo in cui l'avevo conosciuta. 
Con un sorriso sulle labbra,
Il rossetto ancora addosso. 
Presi le mie cose. 
E mi lasciai alle spalle 
quel problema. 
Jenna non era mai esistita.

 

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Capitolo 12
*** Nirvana ***


Come ti chiami?

Nirvana.

Come hai detto che ti chiami?

Nirvana.

Come si chiama la tua puttana?

Nirvana.

E quella tua amante un po' strana?

Nirvana.

Come sta Nirvana?

Nirvana sta male.

Nirvana non la capisce nessuno e dice di volersi ammazzare.

Nirvana passa le sue giornate a bucarsi le vene e aspettare di vederle scoppiare.

Lei vorrebbe scoppiare.

Nirvana si droga davanti alla caserma per farsi arrestare.

Nirvana gira le strade di un vicolo cieco tra persone amare.

Le hanno detto che la proteggeranno ma lei sa che la potrebbero ammazzare.

A Nirvana non interessa.

Nirvana collassa e spera nel decesso.

Nirvana vomita tutti i giorni nel cesso.

Nirvana vorrebbe sparire in un vuoto inemerso.

Nirvana fuma 2 grammi e si sente lo stesso.

Nirvana stacca i cardini e ci si strappa il petto.

Nirvana parla di amore, manda a fanculo tutto ciò che ha sempre letto.

Nirvana ha fatto sesso per ore e non si è mai tolta il suo corsetto.

Nirvana non ha mai fatto l'amore ed è passata dal grammo all'etto.

Nirvana si strappa le calze e vuole morire in un letto.

Nirvana entra nei negozi e si porta via ogni capo.

Nirvana non sa che significa ricominciare da capo.

Nirvana entra nelle banche e prende tutto quanto.

Nirvana ondeggia le anche e aspetta il suo conto stanco.

Nirvana si trucca pesante per coprire il suo viso bianco.

Nirvana non crede in dio e ha bruciato il testo sacro.

Nirvana non crede nell'io e ha bruciato il suo diario.

Nirvana non vive più, sta in un mondo diverso.

Nirvana, chi ti amerà adesso?

Nirvana, chi ti sposerà adesso?

Nirvana, sei la disgrazia di questa casa, chi ti vorrà mai più adesso?

Nirvana è morta sotto un ponte dismesso.

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Capitolo 13
*** Catfish ***


Lei ci pensa spesso. 
Pensa spesso a quella bugia che la tiene in bilico. 
Sopesa,
Tra i sogni e le sue volontà. 
Sospesa, 
Cammina su un filo di sguardi 
E pregiudizi.
Lei era innamorata. 
Era innamorata di quella sua allucinazione e di come essa suonasse perfetta. 
Era innamorata del suono della sua voce, e del fatto che tutto quadrasse nella sua testa. 
Tutto trascorreva senza interruzioni, 
senza delusioni, 
senza odio, 
prima di quel giorno. 
Era stato un giorno di attesa, e di accesa speranza. 
Lei aspettava una sua risposta, temeva che lui tradisse quelle sue convinzioni. 
E successe. 
Successe, 
Lei se lo aspettava ma si sorprese comunque. 
Si sorprese perché sperava in un finale da fiaba. 
Si sorprese, 
Per via della sua ingenuità e del suo essere così infantile. 
Del suo pensare che le persone siano sincere nonostante tutto. 
Lei credeva, 
Credeva che davvero dietro a quello schermo 
Ci fosse un ragazzo, 
Di quelli che l'avrebbero fatta sorridere come non mai. 
Pensava che vi fosse quel ragazzo, 
Quello di cui ormai sapevano le sue amiche 
Di cui parlava ridendo, 
Con cui stava sveglia la notte, 
Mentre messaggiavano. 
Ed amava quella situazione, 
Ma sapeva che era improbabile. 
Lei, 
Lei sapeva.

 

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