Cioccolato e Caffè di Grimilde Deveraux (/viewuser.php?uid=847303)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Alice non sa dire di no ***
Capitolo 2: *** 2 - Possibilità e scelte ***
Capitolo 3: *** 3 - Scambi, favori e grandi impiccioni ***
Capitolo 4: *** 4 - Alice in Sweetland ***
Capitolo 5: *** 5 - Tutto purché non sia birra ***
Capitolo 6: *** 6 - Scuse più che convincenti ***
Capitolo 7: *** 7 - Verso Jackson... ***
Capitolo 1 *** 1 - Alice non sa dire di no ***
Capitolo 1
New Orleans,
settembre 2015
Una
porticina laccata di rosso si aprì piano facendo tintinnare
un campanello in
argento ma la musica era decisamente troppo alta perché lei
potesse sentire
qualcosa…
Il
visitatore avanzò all’interno del locale ancora
chiuso a quell’ora del mattino
e scosse la testa cercando di non ridere vedendo quello scricciolo di
un metro
e sessanta vestito di bianco con i capelli neri che le arrivavano
appena sopra
le spalle, le cuffie color ciliegia nelle orecchie e il suo corpo che
si muove
a tempo di musica.
<<
Alice >> sapeva fine troppo bene che non lo avrebbe
sentito ma era sempre
meglio chiamarla invece che avvicinarsi ancora e farle prendere un
colpo, lei
non glielo avrebbe perdonato!
<<
Alice >> provò di nuovo e ancora nessuna
risposta; ok, non aveva altra
scelta visto che aveva bisogno di lei il prima
possibile:<< Alice
>> e avvicinandosi ancora le sfiorò una spalla
con due dita cercando di
attirare la sua attenzione nel modo meno minaccioso possibile.
Stava
disegnando l’ennesimo ricamo sulla torta quando
sentì qualcosa sfiorarle la
spalla:<< Ah! >> e voltandosi si
scattò cercò di capire che cosa
stava succedendo…
Si
calmò quasi all’istante quando i suoi occhi
incrociarono quelli dorati di suo
fratello poi, chinando lo sguardo sulla camicia di lui,
scoppiò irrimediabilmente
a ridere:<< Certo ridi pure delle mie disgrazie!
>> brontolò acido
passandosi una mano prima nei riccioli color rame e poi attorno alla
macchina
di glassa rosa acceso che campeggiava sul suo petto:<< Mi
devi una
camicia nuova nanetta
>> sentendosi chiamare con il vecchio soprannome
delle medie la bocca di Alice si trasformò in una
smorfia:<< Chiamami
ancora così e completerò il capolavoro sulla tua
camicia Edward >>
alzando gli occhi al cielo lui brontolò di
nuovo:<< Se non avessi quelle
dannate cose sempre nelle orecchie magari mi avresti sentito entrare
>>
scuotendo la testa come a minimizzare la cosa Alice tornò a
guardare la sua
creazione ancora sul tavolo:<< Sto lavorando e il
Café è chiuso, non
aspettavo nessuno e tu potevi chiamare >> Edward
incrociò le braccia sul
petto cercando di fare la faccia più seria che
poteva:<< Avevi lasciato
la porta aperta, poteva entrare chiunque >> sorridendo e
tornando a
decorare la torta lei fece spallucce:<< Siamo nel
quartiere francese e
poi ci sono Jacob e Seth dall’altra parte della strada che
tengono d’occhio il
locale >> << Ah certo…due
baristi spiantati…che bella sicurezza
sorella >> Alice sbuffò facendo muovere un
ciuffetto ribelle che le era
scivolato sulla fronte:<< Allora, vuoi dirmi che ci fai
qui? Suppongo che
sia importante visto che mi hai fatto quasi venire un infarto
>> di nuovo
la mano di Edward salì nei suoi capelli, Alice lo conosceva
bene e vedere il
suo caro fratellone così nervoso la divertiva non poco, ma
sapeva anche che c’era
una sola cosa, anzi persona, capace di tenerlo così sulle
spine:<< Beh
ecco sì, io… >> ma il resto della
sua frase fu interrotto dal tintinnio
del campanello alla porta e da una voce fastidiosa e squillante che
chiama il
nome di Alice.
I
due fratelli si guardarono per un istante prima che le porte del retro
si
aprissero è una procace rossa entrasse come se fosse la
padrona del
mondo:<< Alice! Proprio la ragazza che stavo cercando!
>> esordì allegra
mentre l’uomo dietro di lei cercava di mantenere un po' di
contegno e di
scusarsi in qualche modo:<< Ciao Victoria
>> poi alzando gli occhi
sull’uomo Alice cercò di trattenere una
smorfia:<< James >> lui
abbozzò un piccolo sorriso:<< Liz
>> ma la rossa li interruppe di
nuovo:<< Fortuna che ti ho trovato! Ho decisamente
bisogno di te!
>> poi avvicinandosi e sfoggiando il grosso anello che
aveva all’anulare
aggiunse:<< James e io ci sposiamo tra sei settimane
>> << Sì,
lo so e… >> cominciò Alice che non
voleva essere coinvolta nel matrimonio
del suo ex fidanzato e della sua più che esuberante
compagna:<< E vorrei
che tu realizzassi la nostra torta nuziale! James dice che sei la
migliore di
New Orleans, anzi di tutta la Louisiana! >> cosa? Quella
era pazza? Come
poteva chiederle di…
Poi
alzò gli occhi e il suo sguardo incontrò quello
mortificato di James, dio era
davvero troppo buona a volte:<< Dobbiamo parlarne
Victoria, ho molti
impegni nelle prossime settimane e… >>
<< Oh sono sicura che
troverai uno spazio per noi, in fondo tu e il mio Jam siete vecchi
amici e per
un amico si fanno certe cose! >> poi dando per scontato
di aver ottenuto
quello che voleva si voltò guadagnando l’uscita
seguita a ruota dal fidanzato
lasciando i due fratelli a bocca aperta e senza parole.
<<
Oh andiamo non avrai davvero detto di sì a quella strega
>> e bevendo un
sorso del suo cocktail Bella, la migliore amica di Alice, la
guardò stralunata
mentre lei e Edward stavano raccontando al gruppo di amici la visita di
quella
mattina:<< Sai sorellina che possiamo dare una lezione a
quel pallone
gonfiato, non
l’abbiamo fatto quando
avete rotto ma possiamo sempre farlo adesso >> ed Emmett,
l’altro
fratello e il maggiore della famiglia, guardò Alice con un
sorrisetto maligno
facendosi scrocchiate le nocche delle mani:<< Em! Non si
può risolvere
tutto con i pugni >> commentò di nuovo Bella
ma alla sua voce si aggiunse
anche quella di Rosalie:<< Senza contare amore che
James
è un soldato dell’esercito, ti metterebbe a terra
in poche mosse >>
davanti all’evidenza Emmett fece una mezza smorfia
borbottando qualcosa per poi
allungare una mano e ficcarsi in bocca una manciata di
patatine:<< Gliela
farei vedere comunque a quel pallone gonfiato >> Rosalie
scosse il capo
lasciandolo parlare poi tornò a guardare
Alice:<< Ad ogni modo Alice,
Bella ha ragione, sei troppo buona, puoi dire di no a quella smorfiosa
se non
ti va, ci sono altri pasticceri a New Orleans >> la
piccola Cullen annuì mesta:<<
Avete ragione, so che l’avete e che lo dite per aiutarmi, ma
quando ci siamo
lasciati io e James abbiamo detto che saremmo rimasti amici e che amica
sarei
se non realizzassi la sua torta di nozze? >>
<< Una che è piena di
impegni e non ha tempo per stare dietro ai capricci di quella ruba
fidanzati
>> rincarò la dose Isabella acida bevendo
ancora poi Edward stanco del
dibattito premette play facendo ufficialmente cominciare la loro serata
film.
Grimilde's
Allora...cosa
dire...beh questa storia si è formata nella mia mente piano
piano e poi stamattina mentre preparavo una delle ricette che ci
saranno nel corso della storia (sì, ci saranno delle ricette
o per lo meno saranno citate) mi è venuta la folgorazione ed
è uscito questo incipit...
Solamente
due cose: i protagonisti principali saranno Alice e Jasper (che sono la
mia coppia preferita sia nei libri che nei film), ma attorno a loro
graviteranno anche altri personaggi più o meno importanti,
alcuni personaggi per esigenze di trama saranno più o meno
OOC, spero comunque che questa storia vi piaccia, essendo solamente
l'inizio mancano ancora alcuni personaggi ma che compariranno presto...
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Capitolo 2 *** 2 - Possibilità e scelte ***
Capitolo 2
Base militare Little Creek, Virginia
Stava
giusto per stendersi sul letto quando qualcuno bussò alla
sua porta,
maledizione era appena tornato da una missione potenzialmente
pericolosa in
Colombia e già lo cercavano, sperava tanto che non si
trattasse di Peter o
Ryley perché stavolta non l’avrebbero passata
liscia:<< Ha bisogno di
qualcosa tenente? >> domandò poi aprendo la
porta e trovandosi davanti
Sam Uley il segretario del viceammiraglio a capo della
base:<< Tenente
comandante Whitlock, scusi l'orario ma il viceammiraglio ha chiesto di
vederla >> Jasper
annuì passandosi una mano sul viso per cercare di cancellare
un po' di
stanchezza:<< Dica al viceammiraglio che andrò
da lui più… >>
<< È urgente signore >>
continuò Uley e Jasper sapeva bene quanto
quel giovane marinaio fosse zelante nel portare a termine i compiti che
gli
venivano affidati, non lo avrebbe lasciato in pace finché
lui non si fosse
recato dall’ammiraglio:<< Dieci minuti Uley, mi
cambio e sarò nell’ufficio
dell’ammiraglio Swan >> fiero del suo compito
Sam si mise sull’attenti
facendo poi dietrofront e ripercorrendo il corridoio.
Rimasto
solo Jasper chiuse la porta appoggiandovisi per un attimo:
probabilmente Swan
voleva sapere gli esiti della loro ultima missione e niente di
più, si chiedeva
solo se anche Peter e Riley fossero stati convocati dato che avevano
lavorato insieme; stava per andare sotto la
doccia quando un invito attaccato sulla lavagna magnetica
attirò la sua
attenzione: era l’invito per il matrimonio di sua cugina
Victoria programmato di lì a due mesi, aveva chiesto un
periodo di licenza per
andarci visto che le nozze si sarebbero svolte a New Orleans,
città natale del
futuro sposo: un marine che Jasper conosceva solo di nome, un certo
James…non
lo aveva mai visto ma Victoria era pazza di lui e dal momento che Vic e
i suoi
genitori erano stati la sua unica famiglia doveva essere felice per lei
e
presentarsi all’evento.
<<
Whitlock entri, entri pure >> mosse un paio di passi
dentro l’ufficio
accorgendosi di essere il solo convocato:<< Signore se
è per la missione
a Bogotà volevo spiegarle che… >> e
cercò di intavolare la discussione
nel modo più diplomatico possibile, non che qualcosa fosse
andato storto ma
trattare con probabili terroristi e narcotrafficanti era una questione
delicata
e le cose stavano andando molto per le lunghe, avevano dovuto lasciare
la
Colombia per non attirare troppi sospetti ma c’erano ancora
molte cose da fare
laggiù:<< Non si tratta della Colombia tenente
>> lo rincuorò il
viceammiraglio poi allungandogli un foglio dall’aria
ufficiale
aggiunse:<< È arrivato questo ieri poco prima
del vostro ritorno, deve
aver fatto buona impressione ai piani alti Whitlock, hanno fatto il suo
nome
per il Team Six >> a quelle parole Jasper si
avvicinò incredulo prendendo
tra le mani il foglio e scorrendolo velocemente; l’ammiraglio
non scherzava:
era stato scelto per entrare nel Team 6, era tutta la vita che
aspettava un’occasione
simile e ora, dopo tanto impegno e lavoro, finalmente ce
l’aveva fatta.
<<
Il trasferimento diventerà effettivo dopo la sua licenza
tenente, visto che si
troverà già in Louisiana le sarà
facile raggiungere il centro di addestramento
in Mississippi >> poi incrociando le mani e appoggiandole
sulla scrivania
Swan aggiunse serio:<< Sempre che lei abbia intenzione di
accettare
Whitlock, non le nascondo che sarebbe una grave perdita per il nostro
plotone
>> ripensando a tutti gli anni che aveva passato
lì e agli amici che
ormai si era fatto Jasper annuì ma in fondo aveva quasi
trent'anni e il DEVGRU
era sempre stato il suo obiettivo fin da quando aveva messo piede ad
Annapolis
quasi dodici anni prima.
Quartiere francese, New Orleans
<<
Ciao Liz >> Alice alzò la testa di scatto
mentre stava sistemando alcuni
dolci nella vetrina, c’era una sola persona al mondo che si
ostinava a chiamarla
Liz:<< Che ci fai qui James? >> lui si
avvicinò allungando una mano
verso il vassoio dei brownies afferrandone uno:<< Amo i
tuoi brownies, ne
mangiavo a decine quando andavamo a scuola >> spostando
il piatto
bruscamente Alice lo guardò di traverso:<< Che
cosa ci fai qui James?
>> gli ripeté di nuovo cercando di restare
seria davanti a quel viso
mascolino, quei capelli biondissimi e quel sorriso che prometteva
guai:<<
Volevo scusarmi con te per il comportamento di Victoria, so che a volte
può essere
un po' - cercò la parola giusta - prepotente ma le ho
parlato così tanto di te
e dei tuoi fantastici dolci che non ha voluto sentire ragioni
>> poi,
forse cercando di salvare un po' le apparenze,
aggiunse:<< Ma non
preoccuparti, se sei troppo impegnata troveremo qualcun altro, le
parlerò io
>> per un attimo lei fu tentata di seguire il consiglio
di Rose e Bella e
rifilargli un bel due di picche e ad essere onesti James se lo meritava
eccome,
tuttavia quel matrimonio era una specie di evento mondano: James era un
militare abbastanza di rilievo e Victoria una giornalista in carriera,
fare una
torta per quei due per quanto le facessero venire la nausea, sarebbe
stato
davvero un bel colpo per i suoi affari e la sua popolarità
anche fuori da New
Orleans, era un’occasione troppo ghiotta per
rifiutarla:<< Non ti
preoccupare, ho qualche impegno ma niente di ingestibile
>> il sorriso di
lui si allargò e i suoi occhi brillarono tronfi di vittoria
e in uno slancio di
gratitudine afferrò un braccio di Alice stritolandola in un
abbraccio quasi
soffocante; era così attaccata a lui da poter sentire ad uno
ad uno i suoi
muscoli tonici sotto la maglietta scura e l'intenso profumo della sua
acqua di colonia.
<<
James… >> cercò di chiamarlo lei
per liberarsi e, per sua fortuna, la
porta si aprì di nuovo facendo entrare Rose e Bella che
erano passate per il
loro caffè mattutino prima del lavoro:<< Ehi
lasciala respirare! >>
sentendo quella voce James si voltò mollando la presa su
Alice e guardando
Bella:<< Oh ciao Swan >> poi facendo un
cenno verso
Rosalie:<< Hale >> la bionda mosse la testa
nello stesso modo ma
Isabella non accennò a ricambiare il saluto:<<
Che ci fai qui? Alice non
ha tempo per… >> inaspettatamente James si
voltò di nuovo verso
Alice:<< Liz ha appena accettato di fare la torta per il
mio matrimonio
>> e chinando la testa sfiorò con le labbra
una guancia della piccola
Cullen:<< Sapevo che non mi avresti detto di no
>> poi poco prima
di uscire si voltò a guardare le tre ragazze sorridendo
allegro e facendo l’occhiolino.
<<
E poi mi chiedi perché lo odio? Alice, è un
idiota >> cominciò ad inveire
Bella e avvicinandosi all’amica aggiunse:<< E
perché hai accettato di
preparare la loro stupida torta? Credevo non volessi essere coinvolta
>>
Alice si spostò dietro al bancone cominciando a preparare i
caffè per sé e le
amiche:<< Sì, so quello che ho detto ma James
si è presentato qui è in
fondo ho pensato che a quel matrimonio ci saranno un sacco di persone e
anche
molto influenti, sarebbe un bel colpo per me e il Café se
riuscissi a fare
bella figura non credete? >> Rose e Bella si guardarono
per un attimo con
le loro tazze di caffè in mano poi fu Rosalie a
parlare:<< Sicura che lo
fai solo per la pubblicità? >> Alice la guardo
strana:<< Per quale
altro motivo dovrei farlo? >> Bella
sbuffò:<< Perché nonostante
quello che ti ha fatto non sai dire di no a James >>
<< Non è così,
davvero >> protestò Alice:<<
James non mi fa più alcun effetto,
davvero. È finita e l’ho ampiamente dimenticato
>> le altre due non
commentarono continuando a sorseggiare i loro caffè.
Quel
loro rito mattutino era ormai una tradizione da quando Alice aveva
aperto il
caffè, Rose era stata assunta alla boutique su Bourbon St. e
Bella aveva
iniziato a collaborare con sua madre per mandare avanti il loro piccolo
B&B
poco fuori città, si vedevano sempre più
raramente e così avevano deciso di
ritrovarsi lì quasi ogni mattina prima del lavoro per
chiacchierare e fare
colazione insieme:<< Io vado, sono in ritardo e la mia
capa ha un
appuntamento importante a cui mi ha chiesto di non mancare, ci
vediamo sabato
a cena dai tuoi Alice >> e sorridendo Rose raccolse la
propria borsa
correndo, solo lei poteva farlo, con i suoi tacchi dodici verso la
boutique.
<<
Vado anche io, mamma ha bisogno di una mano, a quanto pare il
matrimonio dell’anno ha fatto riempire le camere e
mamma vuole fare buona
impressione come sempre >> Alice sorrise cominciando a
preparare tutto
per l’apertura:<< Renèe si preoccupa
troppo, il B&B è fantastico e
quegli spocchiosi cittadini di Washington lo adoreranno oppure avremo
la
conferma che non capiscono niente >> entrambe risero e
salutando Bella
uscì mentre Alice la guardava con un piccolo sorriso sul
viso, chissà se il suo
fratellone aveva messo in atto qualcosa…
Grimilde's
E anche
Jasper ha fatto la sua piccola comparsa; per ora non ho aggiunto molto
su di lui ma il motivo verrà spiegato in seguito
(praticamnete quando lui e Alice si conosceranno meglio...)
Beh che Alice avrebbe
preparato la tanto famigerata torta era quasi scontato
bisognerà vedere che cos'ha in mente la capricciosa
Victoria, la vedo molto male la situazione ma non si sa mai.
L'unica cosa che posso
dire al momento è: per fortuna che Alice ha amiche come Rose
e Bella che tengono molto a lei.
A presto visto che sto
già andando avanti con il seguito; so che questo capitono
non è lunghissimo ma era una sorta di prologo anche per
Jasper visto che non c'era nell'incipit...
|
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Capitolo 3 *** 3 - Scambi, favori e grandi impiccioni ***
Capitolo 3
<<
Mamma sono qui! >> e sorridendo Bella entrò
nell’atrio della villa che Renèe aveva trasformato
in bed and breakfast qualche
anno prima dopo il divorzio dal marito e dopo il loro arrivo a New
Orleans:<< Sono in cucina tesoro! >> la
chiamò la voce allegra di
sua madre ma prima che potesse aprire la porta sentì
Renèe scoppiare in una
fragorosa risata:<< Oh non così Edward!
>> Edward? Che ci faceva il
suo amico lì?
Appoggiando
la mano sulla porta Bella l’aprì piano
sbirciando all’interno, la scena che le si
presentò davanti tuttavia era un po'
diversa da quella che si era immaginata: il rampante avvocato Edward
Cullen con
uno dei grembiuli di sua madre intento a pulire i gamberi per il
Gumbo:<<
Ehi che sta succedendo qui? >> domandò
entrando e guardandosi intorno,
sentendo la sua voce Ed alzò gli occhi e per un istante, un
brevissimo istante
Bella vide l’imbarazzo passare sul suo volto, ma poi il suo
viso tornò serio e
lui prese uno straccio per pulirsi le mani:<< Ciao Bella
>>
<< Ciao straniero >> lui alzò il
labbro in quel sorrisetto sghembo
che l’aveva fatta arrossire già dal loro primo
incontro:<< Oh andiamo
sono sempre io >> lei incrociò le braccia sul
petto:<< Tu? Davvero?
L’Edward Cullen che conosco io non se ne va in giro con
grembiuli a fiori
preparando Gumbo >> lui di nuovo le fece quel suo piccolo
irresistibile
sorriso:<< Appunto per questo sono venuto a chiedere
aiuto a tua madre,
voglio fare colpo su una ragazza e vorrei prepararle qualcosa di
speciale
>> Bella fece spallucce:<< Portala a cena
in un bel ristorante, a
chi non piacerebbe >> Ed fece per aprire bocca ma
Renée si mise in mezzo
con un sorriso:<< Tutti sono capaci di spendere soldi e
fare bella figura
Bella, pochi invece hanno la voglia e la tenacia di preparare qualcosa
con le
proprie mani per la persona a cui tengono >> Isabella
restò immobile
davanti a quelle parole così accorate ed Edward si
sentì un po’ in imbarazzo,
non era mai stato molto a suo agio con certi complimenti
così gratuiti anche se
sapeva che Renée aveva ragione.
<<
Beh sì, ognuno fa quello che può signora Swan
>> Renèe gli tirò
un’affettuosa pacca sul braccio:<< Edward
chiamami Renèe quante volte te lo devo ripetere?!
>> << Mi scusi
signora…Renèe >> si corresse alla
fine continuando a tenere lo sguardo su
Bella, stava per dire qualcosa quando il suo cellulare prese a
squillare e lui
si allontanò per rispondere:<< Sì,
sì ho capito Leah, vengo subito in
ufficio, non fate niente finché non arrivo>>
poi chiudendo il telefono si
voltò verso le due donne:<< Scusate devo
scappare, hanno bisogno di me in
studio >> Bella annuì e Renèe fece
altrettanto facendo promettere ad
Edward che sarebbe tornato un’altra volta per
cena:<< Su Bella accompagna
Edward alla porta intanto che io finisco di preparare qui
>> la ragazza
annuì accompagnandolo fino alla porta della locanda dove
entrambi si fermarono
sotto al portico senza sapere bene cosa dirsi:<< Beh buon
lavoro allora
>> commentò lei con un sorriso
timido:<< Sì, credo che sarà una
giornata lunga, stiamo lavorando ad un caso difficile >>
Bella
annuì:<< Spero vada tutto bene
>> fu il turno di Edward di
annuire:<< È solo burocrazia, ma niente di
troppo complicato >>
<< Perché vuoi imparare a cucinare il Gumbo?
>> era più forte di
lei, voleva sapere quale misteriosa ragazza avesse spinto Edward Cullen
a fare
una cosa del genere, lui che con il suo lavoro e i soldi della sua
famiglia
poteva permettersi più di una cena di lusso:<<
Perché come ha detto tua
madre tutti sono capaci di portare una ragazza fuori a cena in un bel
ristorante, ma solo chi ci tiene davvero si prende la briga di
preparare
qualcosa con le proprie mani >> << Devi
tenerci proprio a questa
ragazza >> Edward sorrise passandosi una mano nei
capelli:<< Sì, in
effetti ci tengo molto >> per un istante a quelle parole
Bella si sentì
morire, non lo aveva mai visto così determinato e invidiava
non poco la
fortunata in questione:<< Beh in bocca al lupo allora
>> lui la
guardo immobile per un attimo, avrebbe tanto voluto dirle qualcosa,
cancellare
quell’espressione delusa dal suo viso, consumare quelle
labbra a suon di baci
oppure… il suo telefono squillò di nuovo e
interruppe il momento:<< Sì
Leah sono per strada, dammi 10 minuti >> poi scostandosi
il telefono
dall’orecchio avvicinò le labbra al viso di
Isabella sfiorandole la
guancia:<< Ti chiamo dopo >>
mimò con le labbra mentre la sua
collega continuava a sbraitare dall’altra parte del telefono.
Bella
lo guardò andare via chiedendosi che cosa stava
succedendo ma poi uno stupido sorriso le sbucò sulle labbra
ripensando al bacio
di Edward…dio era proprio cotta!
<<
Alice cara! >> sentendo quella voce stridula
la piccola Cullen ringraziò di avere in mano solamente il
coltello di plastica
che usava per scolpire la pasta di zucchero perché se fosse
stata davvero
armata la sua ospite avrebbe fatto decisamente una brutta
fine:<< Ciao
Victoria >> salutò poi cercando di sembrare
calma e rilassata:<<
Non ti ho disturbato vero cara? Perché mi sono venute in
mente un sacco di idee
fantastiche per la torta e volevo parlartene visto che avevo un buco in
agenda
>> Alice capì che per il momento non avrebbe
potuto continuare quel
delizioso capolavoro a cui stava lavorando e, rassegnata, si
voltò a guardare la
sua ospite indesiderata/cliente:<< Dimmi pure
Victoria… >> poi
avvicinandosi ad un vecchio comò aprì un cassetto
prendendo un quaderno dalla
copertina a fiori e una matita:<< Ma non dovrebbe esserci
anche James per
decidere? >> la rossa agitò una mano con
noncuranza:<< Oh Jam si
fida ciecamente di me, sa che ho un gusto
impeccabile...l’organizzazione del
matrimonio è tutta in mano mia >>
ah bene, siamo a posto!
Pensò Alice sforzandosi più che poteva per non
alzare gli occhi al cielo,
doveva ricordarsi che per quanto fosse odiosa e lei morisse dalla
voglia di
vederla sparire Victoria era una cliente e come tale doveva trattarla,
in fondo
non era la prima cliente difficile che aveva, poteva cavarsela.
<<
Bene, allora che ne dici di cominciare dal gusto, che
cosa avevi in mente per il ripieno? >> domandò
cercando di concentrarsi
sul lavoro, era più facile se si parlava di argomenti del
genere, poteva
evitare di commettere un omicidio:<< Oh il ripieno non
è importante,
quello che voglio è che sia enorme, gigantesca
>> e mentre parlava
Victoria cominciò a gesticolare quasi fosse su un
palcoscenico di
Broadway:<< Sì certo, sarà grande
quanto vuoi, di quanti invitati stiamo
parlando? >> << Duecento o giù
di lì, non mi hanno ancora
confermato tutti la loro presenza >> poi tornando a
concentrarsi riprese
il suo monologo:<< Dicevo: enorme con almeno tre o
quattro piani, direi
qualcosa di rosa cipria in modo che si intoni al mio vestito, poi
magari ci
metterei dell’oro o dei glitter, sai per dare quel tocco di
luce in più
>> glitter? Rosa e oro? Dio ma cos’era una
festa di liceali o un
matrimonio? Tuttavia come lei sapeva bene non era la pasticcera, vale a
dire
lei, a decidere ma gli sposi, in questo caso semplicemente Victoria con
il suo eccellente gusto visto che
James
sembrava non aver voce in capitolo.
<<
Dunque vediamo se ho capito bene: tre piani, rosa
cipria e oro, glitter c’è altro che vuoi metterci?
>> << No, non
direi…per il momento è tutto ma se mi venisse in
mente altro te lo farò sapere
>> Victoria stava quasi per andarsene quando Alice la
fermò, non voleva
farlo ma era il suo lavoro, l’aveva sempre fatto al meglio e
stavolta non
sarebbe stato diverso:<< Se sei ancora indecisa sul
ripieno posso farti
un piccolo assaggio di prova delle mie torte da matrimonio
così mi dirai quella
che preferisci >> gli occhi della rossa
brillarono:<< Oh sì sarebbe
squisito cara! >> ok se la chiamava cara
un’altra volta Victoria sarebbe morta soffocata dalla prima
cosa che lei avesse
trovato:<< Lo dirò a Jam, lui va matto per i
tuoi dolci, me ne parla
continuamente >> poi avvicinandosi alla porta che dava
sul davanti del
negozio rientrò in sala muovendosi come se fosse la
padrona:<< Ho
lasciato la mia agenda in ufficio, ti farò sapere quando
possiamo organizzare
l’assaggio >> Alice
annuì:<< Sì, ti lascio il numero
della
pasticceria e… >> Victoria si passò
una mano nei ricci smuovendo i
capelli:<< Oh non ti preoccupare cara chiederò
il numero a Jam, ce l’ha
ancora sai…dice che può sempre tornargli utile
>> stava quasi per
andarsene quando i suoi occhi si focalizzarono sulla vetrina dove Alice
aveva
esposto alcuni dolci tra cui i famosi brownies al cioccolato che James
amava
tanto:<< Ora che ci penso…passerò
da Jam per pranzo, mi prepareresti una
scatola con qualcuno di quei cosi?
Lui li adora e sono sicura che apprezzerà, sai sa sempre
come essere
riconoscente…non so se mi spiego >> per un
attimo Alice dovette
trattenersi dal vomitare, non le interessava la vita privata, anzi
intima, di
quei due! Faceva decisamente a meno di certi dettagli!
Preparando
velocemente il pacchetto con i dolci lo porse a
Victoria che stava per mettere mano al portafoglio:<<
Lascia stare, offro
io >> avrebbe fatto qualsiasi cosa per levarsela di torno
il prima
possibile:<< Sei un tesoro cara! Davvero!
>> poi ancheggiando verso
la porta aggiunse poco prima di uscire:<< A presto!
>> possibilmente no
pensò l’altra ma sapeva
bene che non sarebbe stato così.
Virginia, dintorni di Little Creek
<<
Ehi ma che fine avevi fatto amico? >> e Ryley
lo accolse con un gran sorriso non appena lui entrò nel
pub:<< Già, ci
stavamo preoccupando di doverti venire a recuperare >>
gli diede man
forte Peter facendo segno al barista per un altro giro:<<
Ragazzi sono
appena le undici, quanto avete già bevuto? >>
domandò Jasper scuotendo la
testa poco prima di sedersi al tavolo:<< Oh stai zitto
Jaz. Siamo in
licenza fino a domani e ho intenzione di godermela appieno!
>> replicò
Peter mandando giù il bicchierino del liquido scuro,
probabilmente scotch, che
aveva davanti:<< Sarete anche il licenza ma se Swan o il
comandante vi
beccano conciati così niente vi salverà da un bel
richiamo ufficiale e un
doppio turno in lavanderia >> Ryley fece una
smorfia:<< Ehi Jaz sei
un amico terribile! >> << Già,
tu si che sai come rovinare una
bella bevuta! >> rincarò la dose
l’altro allontanando l’ennesimo
bicchierino da sé e guardandolo come se fosse il
diavolo:<< Sapete che lo
faccio per voi, ora però andiamo, dovete aiutarmi
>> i due drizzarono le
orecchie come due cani da caccia: Jasper Whitlock era la perfezione
personificata, non aveva mai bisogno dell’aiuto di nessuno e
le volte in cui lo
aveva chiesto Peter e Ryley le contavano sulle dita di una mano quindi,
da
bravi “amici”, non si sarebbero persi
quell’occasione per niente al mondo!
<<
E in cosa dobbiamo aiutarti Mr Perfection? >>
Jaz fece una smorfia sentendo il vecchio soprannome che il loro
istruttore gli
aveva affibbiato ai tempi di West Point:<< Tra due mesi
c’è il matrimonio
di mia cugina >> << Ah sì, la
bellissima Victoria >> commentò
Ryley che, anche se non l’avrebbe mai ammesso, aveva avuto
una cotta per la
rossa in questione:<< Sì Ryley, conosciamo
già i tuoi monologhi su quanto
il mondo sia ingiusto per averti tolto la donna della tua vita
>> commentò
Peter acido per poi tornare a guardare Jasper:<< Ora
andiamo avanti; a
che ti serviamo noi? >> << Dovete venire
con me, io sono un
disastro in certe occasioni, non so come comportarmi, come vestirmi,
cosa dire…non
posso andare laggiù da solo con amici e parenti che vorranno
sapere che cosa
faccio per vivere, perché non mi sono ancora sposato e via
dicendo, non mi va
>> gli altri due si guardarono in silenzio per un attimo
poi Peter fece
un sorriso:<< Insomma ti serve una spalla, potevi dirlo
subito amico mio
>> Jasper fece un piccolo sorriso di gratitudine,
conosceva Peter dal
loro primo giorno insieme a West Point e lui era l’unico che
conoscesse tutta
la sua storia e quanto per lui fosse difficile relazionarsi con il
resto del
mondo da quando era rimasto orfano e si era trasferito a Washington
dagli zii;
in fondo Jasper aveva scelto la carriera militare proprio per quello:
usare il
cervello e tenere sotto controllo tutto ciò che poteva, meno
aveva a che fare
con le emozioni e gli sbalzi d’umore delle persone e meglio
era.
<<
Uhm…una licenza a New Orleans…sicuro che il
comandante non avrà niente in contrario? >>
domandò Ryley pensandoci
su:<< Io ho una settimana ma voi potreste chiedere
solamente un giorno o
due per il matrimonio >> stava quasi implorando e per
certi versi la cosa
era quasi comica, ma loro erano amici, commilitoni, fratelli, insomma
erano
troppo legati per fargli pesare una cosa del genere:<<
Faremo domanda
appena torneremo alla base così non ci saranno problemi
>> commentò Peter
poi alzandosi in piedi aggiunse:<< Ma visto che abbiamo
ancora un paio d’ore
direi che è il caso di pensare ad una cosa molto importante
amico mio >>
poi sogghignando divertito aggiunse:<< Che diavolo ti
metterai a quel
matrimonio? >> Ryley alzò gli occhi al cielo e
Jasper stava per fare
altrettanto ma il terzo borbottò:<< Oh non
fare quella faccia, mi ringrazierai
quando tutte le invitate non riusciranno a toglierti gli occhi di dosso
e ti
troverai una bella della Louisiana con cui passare la notte
>> inutile
andare avanti su quel discorso, l’ossessione di Peter per la
moda e i bei
vestiti era una cosa nota in tutta la base e che gli aveva fatto
guadagnare il
soprannome di Dummy (manichino) per quanto se la tirava quando non
indossava la
divisa della US Navy.
<<
Non avrai carta bianca, sono stato chiaro? Niente di
quelle tue strampalate camice colorate o quei due dannati cravattini
>>
lo ammonì Jasper mentre lui e Ryley si alzavano dal
tavolo:<< Oh stai
tranquillo amico mio, solamente pochi hanno la classe per indossare
certe cose,
tu sei più un tipo – ci pensò un attimo
passandosi una mano sul mento –
classico se così vogliamo dire, troveremo sicuramente
qualcosa non ti
preoccupare >> Jaz voltò la testa verso
Ryley:<< Ti prego sparagli
se continua così >>
l’amicò sorrise e annuì pagando il
conto e uscendo
dal bar.
Due giorni dopo…
<<
Jasper! Ciao! >> e la faccia allegra e
sorridente, forse troppo sorridente per i suoi gusti, di Victoria
comparve
sullo schermo:<< Ciao Vic, allora come procedono i
preparativi? >>
il viso di lei si illuminò, amava essere al centro
dell’attenzione e il suo
matrimonio era solo l’ennesimo modo per
farlo:<< A meraviglia, ho trovato
dei centro tavola dorati davvero unici e poi…
>> << Vic…Vic…
>> non aveva voglia di sorbirsi il resoconto dei
preparativi, soprattutto
se si trattava di centro tavola e bouquet:<< Vic ti ho
chiamato per
chiederti un favore >> la ragazza tornò
immediatamente seria, se c’era
una cosa che adorava più dell’essere al centro
dell’attenzione era dispensare
favori, non che amasse farlo ma era bello che le persone fossero in
debito con
lei:<< Dimmi, se posso fare qualcosa per il mio cugino
preferito >>
Jaz cercò di non fare smorfie, odiava tutte quelle smancerie
da quattro
soldi:<< Sì, in effetti
c’è una cosa >> poi sapendo bene
quali
corde toccare continuò:<< Potrei portare due
amici con me al matrimonio? So
di chiederti molto ma sei la persona più organizzata che
conosco e sono certo
che troverai una soluzione >> Victoria parve pensarci
su:<< Due amici?
>> lui annuì guardando la
webcam:<< Sì, Peter e Ryley >>
sul
viso di Victoria passò un’ombra fugace ma poi la
ragazza si illuminò come un
albero di natale:<< Altri due SEAL…oh
sarà emozionante, Jessica e Lauren
impazziranno all’idea e sono giusto senza
cavaliere… >> <<
Vic…non
li porto per… >> << Oh andiamo
Jasper me lo devi! E anche tu farai
da accompagnatore, non voglio single il giorno del mio matrimonio!
>> sapeva
bene che c’era uno scotto da pagare, sapeva che gli sarebbe
costato caro ma per
nessun motivo al mondo si sarebbe presentato là senza i suoi
amici a fargli da
ancora di salvezza:<< D’accordo come vuoi, ci
vediamo al matrimonio
>> << Certo! Ah chiama il B&B per
chiedergli altre due camere
per i tuoi amici, io non ho il tempo di farlo, ti mando il numero
più tardi
>> poi salutandolo velocemente chiuse la chiamata e il
logo di Skype
tornò sullo schermo mentre lui si chiedeva se davvero la sua
salute mentale
valesse tutto quello sforzo.
<<
Moon River B&B, sono Bella in cosa posso
aiutarla? >> << Salve, mi chiamo Jasper
Whitlock, dovreste avere
una prenotazione a mio nome per l’ultima settimana di ottobre
>> Bella
fece scorrere velocemente le pagine dell’agenda che sua madre
si ostinava a
tenere invece di digitalizzare il tutto:<< Mi scusi
può ripetermi il
cognome? >> non riusciva a trovarlo ma era anche vero che
Renée aveva una
grafia terribile:<< Whitlock, Jasper Whitlock
>> le ripeté la voce
dall’altra parte con calma:<< Ah sì
ecco qui…Whitlock… >> poi
decifrando i geroglifici di sua madre aggiunse:<< Una
singola con vista
sul fiume per una settimana, in cosa posso aiutarla signor Whitlock?
>>
Jasper prese un piccolo respiro:<< Mi chiedevo se aveste
a disposizione
altre due camere per il weekend, due amici mi raggiungeranno e hanno
bisogno di
un posto dove stare >> due singole? Cavolo con la scusa
del matrimonio di
Barbie e Ken il Moon River era quasi al completo:<<
Ehm…mi spiace ma la
sola camera disponibile è una matrimoniale, se ai suoi amici
può andare bene…
>> Jasper sorrise guardando il suo riflesso allo
specchio: Ryley e Peter
in una matrimoniale anche se solamente per una notte sarebbe stato a
dir poco
comico:<< Se la faranno andare bene >>
commentò poi
asciutto:<< Mi spiace ma non abbiamo altre
possibilità al momento
>> << Non si preoccupi non avremo problemi
>> in fondo i suoi
amici erano soldati, si sarebbero adatti:<< Metta pure la
camera a mio
nome >> << Perfetto, ci vediamo ad ottobre
signor Whitlock,
arrivederci e buona giornata >> <<
Arrivederci >> Bella
riattaccò prendendo nota della prenotazione per poi chiudere
l’agenda e tornare
ad occuparsi della lista della spesa, doveva andare al mercato prima
che fosse
tardi e ordinare ciò che serviva per le ricette di sua madre.
<<
Bella! >> lei si voltò a quella voce
baritonale che la chiamava:<< Emmett! >> e
sorrise vedendo l’uomo
avvicinarsi cercando di tenere in equilibrio la tracolla di pelle che
aveva
sulla spalla e le cartellette colorate strette sotto il
braccio:<< Ciao! Ma
che ci fai da queste parti? Credevo fossi a scuola >> lui
sorrise
indicando una bancarella a pochi passi da loro:<< Insegno
mia cara, oggi
lezione interattiva: visita al mercato cittadino >>
osservando più
attentamente la bancarella Bella si accorse del nutrito gruppetto di
bambini
che era intento ad ascoltare le spiegazioni del venditore mentre la
collega di
Emmett li controllava:<< Un giorno proporrò a
tua madre una giornata al
Moon River con i miei piccoli allievi >> Bella
sorrise:<< Mamma lo
adorerebbe! Ama i bambini >> << Beh forse
aspetta solo che gliene
dia uno tu con cui divertirsi >> le guance della ragazza
divennero due
pomodori a quelle parole, possibile che Emmett non conoscesse un minimo
di
pudore? Forse era per quello che era l’insegnante
più amato del suo asilo: in
fondo in fondo era solamente un bambino un po’ cresciuto!
<<
Ma che cosa dici? Io non…ho solo ventiquattro anni!
>> lui fece spallucce:<< Infatti, hai
già ventiquattro anni
>> la prese in giro ridendo:<< Idiota
>> lo insultò facendogli
la linguaccia:<< Sempre a disposizione >>
poi tornando
incredibilmente serio la guardò fisso negli
occhi:<< Senti Bella…c’è
un
favore che devo chiederti… >> tornò
seria anche lei:<< Dimmi pure
>> << Sabato ci sarà la cena a
casa dei nostri genitori >>
<< Sì, Rose e Alice mi hanno accennato
qualcosa >> << Mi
piacerebbe che ci fossi anche tu >>
Bella rimase perplessa:<< Cosa? E
perché? >> << Non
vuoi venire? Andiamo conosci mamma e papà, gli
farà piacere rivederti >>
Isabella cercò di capirci qualcosa, c’era qualcosa
che Emmett
nascondeva:<< Certo, lo so…quello che non
capisco è perché tu vuoi che
venga anche io >> << Perché sono
tuo amico e ti sto chiedendo un
favore >> non le avrebbe detto altro e lo sapevano
entrambi, ma li
sembrava tenerci molto e quindi non vedeva perché
rifiutare:<< D’accordo,
verrò. A che ora? >> Emmett fece per
rispondere quando la sua collega lo
chiamò per far spostare la classe alla bancarella
successiva:<< Chiama
Ed, ti darà lui tutti i dettagli >>
<< Come? Oh andiamo Em!
>> << Chiama lui, anzi magari venite
insieme così una volta tanto
lui sarà puntuale >> poi salutandola
velocemente tornò ai suoi marmocchi.
<<
Cioè fammi capire bene: rosa cipria, oro e
lustrini? D’accordo che siamo a New Orleans, ma questo
è davvero pacchiano
>> e facendo una smorfia Rose arricciò il naso
mentre Alice stava
raccontando alle amiche del suo incontro con Victoria di due giorni
prima:<<
Bella? Bella stai bene? >> domandò poi la
piccola Cullen guardando l’amica
che non aveva quasi aperto bocca da quando si erano sedute al
bancone:<<
Cosa? >> << Stai bene? Sembri su un altro
pianeta >> commentò
Rosalie allungando una mano per stringere la sua:<<
Sì, sì tutto bene,
stavo solo pensando all’invito di Emmett >>
sentendo nominare il suo
ragazzo Rosalie sorrise:<< Che cos’ha fatto
stavolta quell’orso? >>
Bella sorrise appena:<< Niente di che, mi ha invitato
alla cena di sabato
a casa loro >> poi sbuffando nervosa
aggiunse:<< Oh andiamo che
cosa centro io in una cena di famiglia dai Cullen? >> le
altre due si
guardarono per un attimo poi Alice si avvicinò
all’amica sorridendo:<<
Bella tu sei mia amica, anzi fai parte della famiglia…tutti
noi saremmo molto
felici di averti a cena con noi >> <<
Sì, ma sono le vostre cene di
famiglia, sono private che… >> Rose non la
lasciò finire:<< Alice
ha ragione, fai parte della famiglia e se te lo dice una che
è stata accolta
dai Cullen nonostante sia una perfetta rompiscatole credici!
>> in un attimo
le tre scoppiarono a ridere e fu proprio così che le
trovò Edward quando entrò
nella pasticceria alla ricerca della sorella.
<<
Ehi ho interrotto qualcosa? >> domandò poi
avvicinandosi e sentendosi leggermente osservato:<< No Ed
assolutamente!
>> commentò Rose con un gran sorriso che le si
allargava sul
viso:<< Stavamo solo parlando dell’invito che
Emmett ha fatto a Bella per
la cena di dopo domani >> il ragazzo
annuì:<< Sì, mi ha mandato un
messaggio prima per ricordarmelo >> poi guardando
Isabella aggiunse:<<
La cena è alle otto, ti va se ti passo a prendere io
così andiamo insieme?
>> << Non devi disturbarti, non serve
che… >> << Sono
di strada, davvero nessun disturbo >> le
ricordò allegro e, messa alle
strette dagli sguardi delle sue amiche, Bella
annuì:<< D’accordo allora,
ci vediamo sabato >> Edward annuì a sua
volta:<< Ora però scusatemi
ma devo parlare un attimo con la mia sorellina preferita
>> immaginando
che ci fosse qualcosa sotto Alice lo
fulminò:<< Che ti serve fratellino
caro? >> tanto valeva rendergli le cose
difficili:<< Possiamo
parlarne in privato? >> << Uuhhhh in
privato…allora è una cosa
seria >> commentò Rose ridendo per poi
guardare Isabella:<< Andiamo
visto che non siamo ben accette >> poi afferrandole la
mano la tirò giù
dallo sgabello trascinandola fuori dal locale.
Rimasti soli Alice
guardò il fratello:<< Allora? Che cosa
c’è? >> << Mi serve il
tuo aiuto >> << Per fare cosa?
>> << Emmett ha invitato Bella alla cena di
sabato >>
<< Sì questo lo so >>
<< Ma io volevo saltare la cena di
mamma per invitarla fuori, volevo chiederle di uscire ma
quell’impiccione non è
mai capace di farsi gli affari suoi >> inaspettatamente
Alice, incapace
di trattenersi oltre, scoppiò a ridere di
gusto:<< Oh Eddy! >> era
raro che qualcuno della sua famiglia lo chiamasse ancora
così da quando aveva
finito le elementari:<< Cosa? >> cercando
di riprendere il
controllo di sé la ragazza si passò le mani sul
viso smettendo di
ridere:<< Quanti anni ci hai messo ad arrivarci?
>> << Non
sei divertente, avevo chiesto a Renée di insegnarmi a
cucinare il piatto
preferito di Bella e volevo chiedere a te di prepararmi quella tua
fantastica
creme brulée... >> Alice gli si
avvicinò poggiandogli una mano sul
braccio:<< Calmati campione, forse possiamo trovare una
soluzione…
>> << Vale a dire? >> lei
sorrise malefica e per un istante
lui si chiese dove fosse la sua dolce e adorabile
sorellina:<< Sabato
prenditi la giornata libera, forse possiamo ancora organizzare qualcosa
>>
Grimilde's
Povero Edward! Sembro
un po' cattiva ma mi sto divertendo troppo con questa sua versione un
po' sfortunata...In fondo credo che se non ci fossero Emmett ed Alice
quel poveraccio ci metterebbe una vita a dichiararsi! Chissà
magari la cena di famiglia farà il miracolo...
E così Jasper non verrà da solo al
matrimonio...anche se Victoria lo ha già accoppiato con
qualcuna delle sue amiche ciò non toglie che avrà
un piacevole incontro appena arrivato in città, in fondo è ora di
far incontrare i nostri piccioncini ma tutto questo nel prossimo
capitolo!
A presto.
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Capitolo 4 *** 4 - Alice in Sweetland ***
Capitolo 4
L’idea
di sua sorella gli era sembrata folle fin dall’inizio,
ma ora che si stava preparando per andare a prendere Isabella era anche
peggio!
Aveva
passato tutta la mattina in giro per il mercato con
Alice alla ricerca degli ingredienti per il Gumbo per poi rinchiudersi
nella
cucina di sua madre sotto la supervisione della sorella e del padre
mentre
preparava da mangiare per quella sera.
Era
straordinario quanto le abili mani da chirurgo di
Carlisle Cullen, primario del pronto soccorso di New Orleans, fossero
utili
anche in cucina; suo padre affettava verdure come se non avesse mai
fatto altro
nella vita e, i suoi figli lo sapevano bene, per certi versi era
così.
Si
stava giusto stringendo il nodo della cravatta quando il
suo cellulare prese a squillare, lo prese rispondendo senza quasi
controllare
chi fosse:<< Cullen >> << Ed!
Dio come sei serio fratello!
>> sentendo la voce di Emmett alzò gli occhi
al cielo:<< La colpa è
tutta tua pettegolo! Che cosa ti è venuto in mente?
Perché hai invitato Bella?
Avevo dei progetti >> dall’altro lato del
telefono Emmett rise di
gusto:<< Sì certo…progetti che
avresti attuato tra vent’anni fratellino!
>> poi tornando serio aggiunse:<< Ad ogni
modo ho un annuncio da
fare e vorrei che foste tutti presenti >>
<< Un annuncio? >>
anche se non poteva vederlo immaginava la faccia sorridente e
soddisfatta di
Emmett:<< Già, anzi a questo proposito ho
bisogno delle tue consulenze
legali fratellino >> << Consulenze legali?
In che guai ti stai
cacciando Emmett? >> << Nessun guaio,
davvero >> Edward
scosse la testa:<< Perché non ti credo?
>> Em rise di
nuovo:<< Perché sei un maledetto avvoltoio e
in quella specie di università
ti hanno insegnato a pensare sempre il peggio della gente
>> <<
Ehi! Harvard è un rispettabilissimo college >>
<< Dove vi insegnano
a vivere delle disgrazie degli altri e a diffidare di chiunque
>> Edward
sapeva bene che Emmett odiava gli avvocati e tutto ciò che
riguardava la sua
professione, aveva le sue ragioni e lo capiva, ma continuavano comunque
a
volersi bene.
<<
Bella! È arrivato Edward! >> la voce di sua
madre la riscosse mentre era ferma davanti allo specchio ad ammirare il
vestito
che Rose le aveva prestato: quasi non si riconosceva…lei non
portava mai cose
del genere ma per una cena a casa Cullen era davvero necessario.
<<
Scendo subito! >> urlò ben sapendo che
Renée
l’avrebbe di certo chiamata di nuovo, poi tornò a
guardarsi: aveva lasciato i
capelli sciolti nella speranza di coprire un po’ le spalle
che il vestito,
rigorosamente senza spalline, lasciava scoperte; Rosalie aveva un gusto
fantastico e quell’abitino a tulipano con la gonna di tulle e
seta color
vinaccia risaltava come una gemma sulla sua pelle chiara, tuttavia lei
continuava a sentirsi a disagio…o almeno finché
non arrivò all’ingresso e vide
lo sguardo del suo cavaliere…
<<
Ciao >> << Ciao >> lo
salutò a
sua volta:<< Il vestito me lo ha prestato Rose
>> commentò poi non
sapendo esattamente cosa dire:<< Ricordami di
ringraziarla >> poi
aprendole la porta le fece segno di uscire mentre lui salutava
Renée:<<
La riporterò finita la cena, buona serata Renée
>> la donna
sorrise:<< Oh per me puoi anche riportarmela domani
mattina, so che mia
figlia è in buone mani >> aggiunse strizzando
l’occhio a Bella facendola
arrossire:<< Vedrò cosa posso fare
>> scherzò Edward prima di
seguire la sua dama fino alla sua auto aprendole galantemente la
portiera.
Quando
raggiunsero l’abitazione dei Cullen, meglio nota come
Villa Trastevere in onore del luogo
dove i genitori di Edward si erano conosciuti, Bella si
sentì come sempre un
po’ in soggezione; se da un lato era vero che i Cullen erano
una famiglia come
tante dall’altro erano anche una delle più
abbienti e note della città; con un
figlio insegnante, uno avvocato e una giovane imprenditrice che
dirigeva da
sola la sua pasticceria, il dottore e la dottoressa Cullen erano
praticamente
la coppia perfetta e, secondo le voci che giravano in città,
una delle più
invidiate.
<<
Emmett e Rose devono essere già arrivati >>
commentò Ed indicando con la testa la berlina nera di suo
fratello:<<
Alice? >> domandò invece Bella non vedendo il
maggiolino color ciliegia
dell’amica:<< L’ho lasciata oggi
pomeriggio in pasticceria e mi ha detto
che ci saremmo visti qui >> commentò lui
mentre scendeva dalla macchina
per avvicinarsi all’ingresso:<< Magari sta
preparando un dolce e si è
persa a decorarlo, provo a chiamarla >> <<
Sono qui! Sono qui!
>> e una voce un po’ affannata li fece voltare
verso la ragazza che
scendeva dalla macchina sorridendo con addosso un completo pantaloni
nero dal
taglio classico:<< Ehi! Come mai in ritardo?
>> domandò Ed vedendo
lo sguardo della sorella:<< Chiedilo a Jacob Black, sono
sempre felice di
aiutare un amico ma quel ragazzo a volte è
davvero… >> << Jacob? Il
tuo vicino? >> domandò Bella che conosceva di
vista il gestore del bar
pizzeria di fronte alla pasticceria di Alice:<<
Sì, a quanto pare suo
padre viene in città e lui mi ha implorato di preparargli
qualcosa di speciale
per il suo arrivo tra un paio di giorni, non ho potuto rifiutare
>>
Edward scosse il capo:<< Tu sei troppo buona sorellina,
dovresti imparare
a dire di no >> Alice annuì:<<
Lo so, ma è un amico e vuole solo
fare bella impressione su suo padre >> mentre i tre
entravano in casa
Alice guardò Ed:<< Hai idea di cosa ci deve
dire Emmett? Sembrava fin
troppo su di giri ieri >> << Non ne ho
idea, mi ha solo detto che
sono notizie importanti e che avrà bisogno delle mie
consulenze legali >>
<< Emmett che ha bisogno di un avvocato? >>
domandò Bella
perplessa:<< In che cosa cavolo si è cacciato?
>> domandò Alice
mentre entravano nel soggiorno dove il resto della famiglia era
già comodamente
seduto a sorseggiare un aperitivo:<< In niente di
preoccupante sorellina
adorata… >> commentò il diretto
interessato sorridendo come se avesse
appena toccato il cielo con un dito:<< Sorellina
adorata? Che ti serve Emmett Cullen? >>
domandò
Alice guardinga:<< Oh andiamo deve per forza esserci un
motivo per
dimostrare a mio fratello e mia sorella che gli voglio bene?
>> Ed e
Alice si guardarono per un istante poi Edward tornò a
guardare il fratello
maggiore:<< Detto da te? Sì, ovviamente
c’è un motivo >> l’altro
alzò gli occhi al cielo poi si avvicinò al mobile
bar di suo padre:<< Che
vi preparo? >> domandò poi distrattamente
mentre dalla cucina uscivano
Rosalie e la signora Cullen chiacchierando allegramente.
<<
Oh Isabella! Che piacere vederti! >> e la
padrona di casa, magnifica con un paio di pantaloni crema e un
maglioncino
grigio fumo si avvicinò per abbracciarla:<<
Grazie a voi per l’invito
signora Cullen >> la donna scosse la testa facendo
ondeggiare i lunghi
capelli scuri:<< Chiamami Esme tesoro, sei di famiglia
ormai >>
Bella annuì cercando di rilassarsi, nonostante conoscesse
Alice ed Edward dai
tempi della scuola e la piccola Cullen fosse la sua migliore amica,
aveva
passato ben poco tempo in quella casa e un po’ si sentiva
ancora a disagio.
<<
Allora Emmett? Qual è questa grande notizia?
>> e continuando a sorseggiare il suo drink Carlisle
guardò il
figlio:<< Beh volevo aspettare dopo cena per
parlarne… >> cominciò
Emmett:<< Ma visto che siete tutti qui…
>> << Non ha detto
nemmeno a me che cosa sta succedendo >>
commentò Rose in un bisbiglio
comparendo accanto a Bella e Alice:<< Sapete che la
scuola dove lavoro è
privata >> continuò Em:<< A
quanto pare la preside, la signora
Newton, vuole andare in pensione, è anziana e non se la
sente più di avere una
responsabilità del genere >> erano tutti fermi
ad aspettare la grande
notizia, Emmett ci metteva sempre una vita a raccontare le cose ma ci
erano
tutti abituati.
<<
C’è stata una riunione degli insegnanti e del
consiglio dei genitori settimana scorsa, hanno avanzato delle proposte
ma dal
momento che non si è fatto avanti nessuno pensavano di
chiudere la scuola
>> << Ora ditemi dov’è
la bella notizia >> commentò Ed a bassa
voce, forse non troppo bassa visto l’occhiataccia che gli
tirò Emmett:<<
Ho detto pensavano, fratellino impaziente, fammi finire
>> Ed fece un
piccolo inchino per incitarlo scherzosamente a
continuare:<< Ho parlato
con alcuni colleghi e mettendo insieme i nostri risparmi abbiamo deciso
di
acquistare noi la scuola >> guardando i suoi famigliari
Emmett non seppe
dire chi di loro fosse più sorpreso, forse Alice o Rose
visto le loro
espressioni:<< Cioè fammi capire
bene… >> e la sua fidanzata gli si
avvicinò piano:<< Vuoi comprare la Newton
Primary School? >> lui
annuì:<< Sì, lasceremo il nome in
onore della signora Newton ma gestiremo
noi la scuola, sarà strano in effetti fare il preside
ma… >> <<
Preside? >> domandò Alice guardandolo
incredula, Emmett scoppiò a ridere
passandosi una mano nei capelli:<< Beh abbiamo votato, ha
scelto la
maggioranza >> Esme e Carlisle si avvicinarono al figlio
abbracciandolo a
turno fieri del suo successo:<< Allora? Che mi dici? Ti
piace l’idea?
>> domandò il giovane guardando
Rose:<< Mi piace? >> domandò
lei sorridendogli orgogliosa:<< La adoro!
>> poi stringendogli la
mano e baciandogli una guancia aggiunse in un soffio:<< E
quando torniamo
a casa ti farò vedere anche quando signor preside
>> << Bene, direi
che è il momento di mettersi a tavola e di festeggiare
allora >> e
indicando la porta della sala da pranzo Esme fece per tornare in cucina
quando:<< Edward, vieni a darmi una mano tesoro
>>
<<
Credevo aiutassi tu tua madre >> commentò
Bella sedendosi accanto ad Alice:<< Conosci le regole di
casa Cullen, chi
cucina serve anche a tavola >> <<
Sì, infatti >> poi
rendendosi conto di quello che l’amica aveva appena detto
spalancò gli occhi
stupita:<< Aspetta…ma quindi Edward
ha… >> Emmett scoppiò a
ridere:<< Oh sì Bella! Non hai idea di quanto
era spassoso! Ti sei persa
uno spettacolo, è stato tutto il giorno chiuso là
dentro, ha quasi fatto
impazzire la povera Alice >> << Oh smettila
Em! Era la sua prima
volta, tutti sono ansiosi la prima volta che si mettono ai fornelli
>>
<< Tu non lo eri, ti è sempre venuto naturale
>> commentò Bella e
l’amica si voltò guardando suo padre seduto a
capotavola:<< Il merito è
tutto di papà, mi ha regalato il mio primo Dolce Forno a tre
anni, non potevo
finire che con la mia pasticceria >> il resto della
conversazione fu
interrotto da Esme ed Edward che rientravano con la cena.
<<
Gumbo...wow…è il mio piatto preferito
>>
commentò Bella quando Ed le servì la sua
porzione:<< Sì, lo sappiamo
>> replicò Emmett e il fratello lo
fulminò sul posto ma….:<<
È
delizioso, potrebbe competere con quello di mamma! >>
alle parole di
Isabella per poco la zuppiera non sfuggì dalle mani di Ed
che si affrettò a
sedersi cercando di non diventare imbarazzato come un bambino alla
prima
interrogazione.
Dopo
la deliziosa crème brûlée di Alice si
spostarono tutti
sotto al patio sul retro della casa, era ancora una bella serata
nonostante
fosse autunno e quindi ci si poteva godere un po’ di pace e
tranquillità
all’aperto.
<<
Bella… >> la ragazza si voltò
sentendosi
chiamare e trovandosi Edward a pochi passi che, senza la giacca del
completo
sembrava molto più accessibile del solito:<<
Sì? >> << Ti va
di fare due passi? >> le domandò indicandole
il grande giardino:<<
Agli altri non dispiacerà se ci allontaniamo?
>> Ed lanciò un’occhiata al
resto del gruppo impegnato a fare finta di non
ascoltarli:<< No, non
credo che gli dispiacerà >> replicò
poi sperando di sembrare naturale e
poco dopo scesero i gradini per incamminarsi nel prato.
<<
Sono davvero una bella coppia >> sospirò Esme
guardandoli passeggiare:<< Non sono ancora una coppia
mamma, prima Ed
deve decidersi a fare il grande passo >> <<
Emmett! >> lo
rimproverò la donna ma lui non si scompose
nemmeno:<< Oh andiamo mamma lo
sai che ho ragione! >> Esme scosse il capo sorridendo,
voleva troppo bene
ai suoi ragazzi per arrabbiarsi davvero:<< Ad ogni modo
hai ragione mia
cara >> commentò Carlisle baciando una guancia
della moglie:<< Sono
davvero una bella coppia >>
Mentre
loro spettegolavano, a metà del giardino, i due piccioncini
stavano chiacchierando delle più futili banalità
che potessero esistere,
entrambi indecisi su cosa dire o cosa fare per non rovinare quel loro
strano
rapporto.
<<
Sai non credevo fossi così bravo in cucina…dici
sempre che vai avanti a cibi precotti >> lui fece
spallucce:<< Ed è
vero! Non avevo mai cucinato niente in vita mia, salvo i biscotti
quando mi
costringeva Alice ma ho sempre bruciato anche quelli >>
scoppiarono
entrambi a ridere nello stesso momento ma, maledetta goffaggine, mentre
camminavano Bella non si accorse di dove stava mettendo i piedi e perse
irrimediabilmente l’equilibrio.
Chiuse
gli occhi aspettando di sentire l’impatto con il suolo,
il vestito si sarebbe sporcato d’erba e Rose
l’avrebbe uccisa, dio era un vero
disastro!
Tuttavia
il tempo passava ma non succedeva niente:<<
Bella…puoi anche aprire gli occhi >>
spalancandoli di colpo si trovò a
specchiarsi nelle iridi chiare di Edward a pochi centimetri dalle
sue:<<
Mi hai preso >> constatò poi quasi avesse
appena scoperto chissà quale
sconcertante verità:<< Certo che
l’ho fatto! Non ti farei mai cadere
>> le ricordò con un caldo
sorriso:<< Sei un vero gentiluomo
>> l’aveva detto solamente per prenderlo in
giro ma Ed sorrise
malizioso:<< Posso fare anche di meglio sai?
>> << Davvero? >>
lui annuì aiutandola a rimettersi dritta:<<
Sì >> la sua voce era
così calma, così decisa:<< Tipo
cosa? >> << Questo >> e
preso anche lui da chissà quale coraggio colmò la
distanza tra le loro bocche
stringendo a sé quel piccolo corpo delicato.
<<
Visto! Ti avevo detto che dovevamo solo lasciarlo
fare >> e sbriciando dal portico Alice sorrise fiera
della sua opera
guardando poi Emmett che scuoteva la testa:<<
Sé! Lasciarlo fare! Ci ha
messo sei anni! Sei anni Alice! >> << Beh
ma ora sono entrambi
esattamente dove devono essere >> replicò Rose
e la piccola Cullen
concluse sognante:<< Insieme >> poi non
dando voce ai propri
pensieri Alice rifletté che le sarebbe piaciuto davvero
tanto trovare qualcuno
che la guardasse nel modo in cui Edward guardava Bella, in cui Emmett
guardava
Rose o anche in cui suo padre guardava sua madre…quello era
amore vero; aveva
creduto anche lei di averlo trovato con James molti anni prima, poi lui
era
partito per una missione e quando era tornato c’era Victoria
con lui e il suo
sogno si era infranto.
Victoria…proprio
il suo primo appuntamento
dell’indomani…avrebbe dato qualsiasi cosa per
evitarlo, ma era lavoro e lei
faceva bene il suo lavoro, sempre chiunque si trovasse davanti!
New Orleans, 29 ottobre 2015
Quattro giorni al matrimonio
<<
Così è qui che si è trasferita Vicky
>> e
guardandosi intorno mentre Peter stava parcheggiando Riley
cominciò a scrutare
ogni singolo angolo di quel posto del tutto nuovo.
<<
A dire il vero questo è il B&B che ha prenotato
per noi, lei vive dall’altra parte della città a
casa di quel James >>
borbottò Jasper che poco tollerava quello spaccone di
marine:<< Non lo
digerisci proprio vero? >> domandò Riley
sempre sorridendo:<< Non è
quello, non lo conosco neanche, diciamo solo che non mi ha fatto tutta
questa
bell’impressione quando l’ho visto dagli zii un
paio di anni fa >>
replicò l’altro aprendo la portiera e scendendo
dalla macchina:<< Moon
River, che posticino accogliente >> poi aprendo il baule
e prendendo la
propria sacca Riley continuò acido:<< Sembra
di stare nella casa nella
prateria >> Peter si avvicinò
ridendo:<< Oh andiamo brontolone, non
hai imparato niente quando eravamo a Bogotà? Mai
giudicare un libro dalla copertina >>
<< Beh qui
non c’è molto da dire mi sembra, dico bene Jaz?
>> domandò Riley sempre
più convinto ma il biondo aveva già recuperato la
sua sacca e si stava
avvicinando all’ingresso.
<<
Bene, direi che questo era tutto, passerò domani
per le torte che mi ha ordinato tua madre >>
commentò Alice
sorridendo:<< Tranquilla Alice, non devi impazzire, so
che hai abbastanza
da fare ultimamente >> la ragazza scosse la
testa:<< Preferisco
preparare crostate e biscotti per il B&B che
quell’orribile ammasso di rosa
e glitter >> << Allora è proprio
determinata >> sorrise Bella
che da settimane sentiva l’amica lamentarsi per i gusti,
molto discutibili,
della futura sposa:<< Sì, per lo meno sono
riuscita a fare qualcosa di
elegante, ma non è proprio il mio genere >>
<< Sì, posso
immaginarlo >> commentò Isabella avvicinandosi
alla porta per aprirla e
accompagnare fuori l’amica.
<<
Ci vediamo da Emmett e Rose stasera per decidere i
costumi o tu e Ed sparirete anche oggi? >> Jasper si
fermò giusto in
tempo per non finire addosso alle due ragazze che stavano uscendo dalla
porta
principale:<< Mi scusi >>
commentò poi la più bassa delle due
sorpassandolo e scendendo velocemente le scale, quasi inconsapevolmente
la
seguì con lo sguardo vedendola salire su un maggiolino rosso
accesso.
<<
Buongiorno, desidera? >> si voltò sentendo
l’altra ragazza che si rivolgeva a lui tornando sé
stesso:<< Jasper
Whitlock, ho una prenotazione >> la ragazza
annuì rientrando e
dirigendosi dietro un piccolo bancone di legno finemente
lavorato:<< Mi
faccia controllare >> poi scorrendo velocemente una
grossa agenda sorrise:<<
Ah sì ecco qui, Whitlock, due camere >> poi
girandosi prese le chiavi
dalla rastrelliera:<< Ha bisogno di una mano con i
bagagli? >>
<< Ehi Jaz! Potevi aspettarci! >> lo
rimbeccò Riley entrando nella
piccola hall come se si trovasse al mercato:<< Ma quanto
la fai lunga,
fattela passare o giuro che ti uccido Riley! >> lo
rimbeccò Peter
entrando poco dietro di lui e in quel momento Jasper sorrise malefico
guardando
le due chiavi che aveva in mano e ricordando che i suoi insopportabili
amici
dovevano condividere una camera per i prossimi tre
giorni:<< No, grazie
facciamo da soli >> poi voltandosi verso gli amici
lanciò la chiave a
Peter che la prese al volo:<< Avanti smettetela e andiamo
>> la
receptionist sorrise:<< In cima alle scale a sinistra,
ultime due camere
in fondo >> << Grazie, signorina?
>> la ragazza
sorrise:<< Bella Swan, mia madre è la
proprietaria >> Jaz annuì poi
facendo segno agli amici iniziò a salire le scale.
<<
Dimmi che è uno scherzo! Ti prego dimmi che non
dovrò… >> e Peter lo
guardò supplicante mentre guardava la camera con il
letto matrimoniale incazzato all’idea di doverla dividere con
quel rompiscatole
di Riley:<< Oh andiamo Pete, è solo per due
giorni, non avevano altre
camere >> << Dovevi dirgli di no, sarei
venuto solamente io e ci
saremmo disfatti del peso morto qui >> <<
Mi hai dato del peso
morto Pete? >> domandò Riley guardandolo
male:<< Sei un peso morto,
hai ancora una cotta per la cugina di Jaz e mi ammorberai per tutto il
tempo
con questa lagna >> << Io non ho una cotta
per… >> ma Peter
non lo lasciò finire entrando in camera e buttando il
proprio borsone sul
letto:<< Oh sì che ce l’hai ma non
ho intenzione di restare a sentire le
tue lagne >> poi guardando Jasper
aggiunse:<< Mi devi un favore tenente,
un grosso favore >> poi tornando a Riley gli mise un
braccio attorno alle
spalle:<< Tranquillo sergente penserò io a
farti passare il mal d’amore
>> poi chiudendo la porta della stanza lasciò
Jasper di nuovo solo.
Una
volta nella sua camera Whitlock poggiò la sacca ai piedi
del letto e rimase immobile per un attimo guardandosi introno: un
po’ Riley
aveva ragione a definire quel posto “casa nella
prateria” non perché fosse
stucchevole o dallo stile country,
tutt’altro…tuttavia c’era ovunque
quell’inconfondibile
tocco femminile che aleggiava in giro rendendo l’atmosfera
molto più calda e
accogliente.
Avvicinandosi
al piccolo scrittoio posto strategicamente
sotto la finestra Jaz notò un piccolo sacchetto trasparente
contenente dei
biscotti tondi, il biglietto di fianco diceva: “ Per una buona permanenza, cordialmente lo staff del
Moon River ”,
ecco esattamente quello che intendeva: nessuno in nessun hotel del
mondo
avrebbe mai messo un sacchetto di biscotti appena sfornati come
benvenuto per
gli ospiti, al massimo qualche caramella o cioccolatino sul cuscino e,
negli
hotel di lusso magari, un cesto di frutta ma niente del genere.
Avendo
passato molto tempo in macchina e senza quasi
fermarsi vista la guida a dir poco spericolata di Pete sciolse il
piccolo
cordino che chiudeva il sacchetto e allungò la mano tirando
fuori un biscotto
mettendoselo in bocca.
Ci
mise un attimo per assimilare tutti i sapori, era diverso
da come se lo aspettava: sapeva
di…caffè…caffè e cioccolato
per la precisione, era
un mix molto deciso ma anche molto piacevole; guardò di
nuovo il sacchetto e
notò un piccolo cartoncino rosso scuro attaccato al nastro
con la scritta “ Alice in Sweetland
”, probabilmente
venivano da qualche negozio del posto, eppure sembravano fatti in casa,
fatti
al momento…
Deciso
a non soffermarsi troppo su questioni di poca
importanza lasciò i biscotti sul tavolo tornando a disfare
la propria valigia,
quella sera aveva una cena con Victoria e non voleva assolutamente fare
tardi.
<<
Superman e Wonder Woman? >> e quella sera
Alice guardò Rose che stava mostrando al gruppo i costumi
che lei ed Emmett
avrebbero indossato alla festa di Halloween che si sarebbe tenuta al
locale di
Jacob e Seth:<< Chissà perché non
mi aspettavo niente di diverso da voi
due >> commentò Ed con un sorrisetto divertito
ma il fratello lo
ammonì:<< Oh proprio tu vieni a farmi lezioni?
Mary Poppins e Bert? Sei sdolcinato
da fare schifo fratello! >> Edward sorrise accarezzando
una mano di Bella
con la sua:<< E allora? Tu hai fatto di peggio i primi
tempi che ti sei
messo con Rosalie, ora è il mio turno >> Alice
sorrise, quei due erano
davvero due testoni ma si volevano un gran bene:<< E tu
Alice? >>
la voce di Bella la riscosse:<< Io cosa? >>
<< Cosa ti
metterai alla festa? Abbiamo trovato tutti qualcosa
nell’armadio delle
meraviglie di Rose, ma tu hai deciso qualcosa? >> la
piccola Cullen ci
pensò un attimo, negli ultimi anni da quando era finita c0on
James si era
sempre mascherata da cuoca zombie e cose così, niente di
eclatante e niente che
potesse attirare l’attenzione su di lei:<<
Potrei usare lo stesso costume
dell’anno scorso, in fondo è ancora in ottimo
stato e… >> << Oh non
se ne parla signorina! >> la voce di Rose era imperiosa,
vale a dire che
non ammetteva repliche:<< Dovrei avere qualcosa della tua
taglia da
qualche parte, è perfetto per te >>
<< Rose non serve…davvero non…
>> ma l’altra si era già alzata e si
era messa a frugare nell’armadio.
Ne
riemerse cinque minuti dopo con una custodia per abiti
scura:<< Ecco! Trovato! >> e porse il tutto
ad Alice che lo aprì
piano mostrando un delicato strato di tulle color panna impreziosito da
piccoli
ricami dorati:<< Rose…ma io…
>> << È un costume da regina
delle fate, è l’unico che ho della tua taglia,
dentro ci sono anche una
maschera e le ali, dovresti metterci i sandali dorati che ti abbiamo
regalato
per il compleanno, ci staranno benissimo >>
<< Regina delle fate? Andiamo
Rosalie io non… >> << Non ti
farò vestire da zombie per la
milionesima volta! Quel costume è orribile! >>
Alice stava per rispondere
poi accorgendosi dell’ora scattò in piedi come una
molla:<< Scusate devo
scappare! Domattina ho un paio di commissioni e un sacco di ordini da
finire
>> << Alice dovresti assumere qualcuno che
ti dia una mano, non
puoi fare tutto da sola >> << Ce la faccio
Emmett, se avrò bisogno
di una mano chiamerò Bree >> poi sorridendo e
salutando velocemente il
gruppo Alice scappò in strada, fortuna che la casa di Rose
ed Em era a pochi
passi dal quartiere francese, così non avrebbe fatto troppa
strada da sola di
sera.
Aveva
deciso di fare due passi prima di tornare al b&b
per chiarirsi un po’ le idee: durante la cena Victoria lo
aveva informato che
avrebbe dovuto fare da accompagnatore ad una certa Jane che, a quanto
diceva
sua cugina, era sì una sua collega, ma anche la figlia del
suo capo. << Voglio
che tu la faccia divertire, è una VIP e non posso che
affidarle il mio miglior
accompagnatore >> si era trattenuto dal rispondere a
Victoria solamente perché
era sua cugina, ma l’avrebbe volentieri mandata al diavolo:
chi cavolo si
credeva di essere? Lui era suo cugino ed era un invitato, non un
bambolotto di
cui lei poteva disporre…certo Peter e Riley avrebbero fatto
i salti di gioia
con le due damigelle che la rossa aveva scelto per loro, ma lui? Lui
non aveva
una ragazza da così tanto tempo che quasi non si ricordava
più com’era…non che
non ne avesse avuto occasione intendiamoci, era solo stato assorbito
dall’accademia,
dal JAG e poi dall’entrata nei SEAL e ora c’era il
Team Six; aveva deciso molti
anni prima di concentrarsi unicamente sulla sua carriera e non avrebbe
cambiato
idea, non certo ora che era ad un passo dalla sua meta.
<<
Mi scusi, non l’avevo vista >> Alice si
sentì
immensamente stupida, troppo presa dalla fretta di arrivare a casa non
aveva
fatto attenzione e per schivare un gruppo di ragazzini che si era
piazzato
davanti al locale jazz all’angolo della sua via era andata a
sbattere contro qualcun
altro.
<<
Non stavo guardando dove andavo, mi scusi se…
>> ma le parole le morirono in gola quando
alzò gli occhi sul biondo dal
fisico statuario che aveva davanti:<< Non si preoccupi,
non è successo
niente >> << Meno male, mi scusi
ancora… >> non la smetteva
di scusarsi ma quegli occhi scuri la mettevano un po’ in
soggezione anche se
non nel senso che uno poteva immaginare:<< Stia
tranquilla, può capitare
con tutta questa gente in giro >> lei annuì
raccogliendo in fretta la
propria borsa che era caduta a terra poi sorridendo di nuovo
deglutì per non
dire ancora la parola scusa e
girando
intorno all’uomo fece qualche passo per arrivare a casa.
In
parte divertito dall’imbarazzo della ragazza e in parte
affascinato da quegli occhi scuri quasi quanto i suoi Jasper la
guardò
raccogliere in fretta il contenuto della sua borsetta, avrebbe voluto
chinarsi
per aiutarla visto anche la grossa custodia per abiti che lei aveva in
mano, ma
era come paralizzato, era come se un fulmine lo avesse colpito
paralizzandolo
lì sul posto.
<<
Arrivederci, buonanotte >> sentì la sua voce
che si allontanava mentre lo salutava e si sentì un idiota
per non aver detto
niente che avesse senso, non sapeva nemmeno come si
chiamasse…
La
guardò attraversare la strada ed entrare nella porticina
laterale di un edificio, spostò gli occhi sul resto del
palazzo nella speranza
di vedere una luce accendersi al piano superiore ma i suoi occhi
incontrarono
solamente un’insegna illuminata da qualche faretto che
diceva: “ Alice in Sweetland
”.
Grimilde's
Ed finalmente Edward si
è dato una mossa! (Era ora! Anche se la cosa non finisce qui
vi avviso!)
Cosa ancora
più importante il primo incontro dei piccioncini...diciamo
più scontro...manca poco al matrimonio di Barbie e Ken ma
prima ci sarà una molto coinvolgente festa di Halloween a
cui nessuno può mancare...
A presto...
|
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Capitolo 5 *** 5 - Tutto purché non sia birra ***
Capitolo 5
La
musica in quel posto era davvero troppo alta, non che non
gli piacessero le discoteche o cose del genere, ma prese sempre a
piccole dosi:
un locale di sei metri per sei stracolmo di gente mascherata per
Halloween e
con la musica ad un volume che definire alto era un eufemismo era
troppo anche
per lui!
Si
guardò intorno alla ricerca di Victoria e James che erano
spariti poco dopo essere arrivati, cercò Pete e Riley: come
si aspettava erano
appoggiati al bancone del bar a flirtare con qualsiasi donna girasse
nei
paraggi, ma possibile che non la finissero mai quei due?
Erano
come due falene con la luce, non riuscivano a stare
lontano da una donna nemmeno volendo…e lui? Lui quando aveva
pensato di
riprendere ad uscire con il gentil sesso? Quando aveva avuto
l’ultimo
rapporto…si disgustò da solo per ciò
che stava pensando, dio stare con quei due
gli faceva davvero venire strani pensieri.
Deciso
a non morire soffocato in quella calca Jasper
individuò una porta finestra che dava sul giardino sul retro
del locale, non
era esattamente vuoto ma per lo meno avrebbe respirato aria pulita;
facendosi
largo tra le gente quasi si trovasse in uno dei percorsi ad ostacoli
dell’accademia, riuscì a raggiungere la sua meta.
Appoggiata
alla balconata di legno del portico Alice stava
cercando di calmare i nervi: non si aspettava di vedere James e
Victoria alla
festa di Jacob…non che provasse ancora qualcosa per
quell’imbecille,
assolutamente no, le dava solo fastidio vederlo perché le
tornava in mente
quanto fosse stata sciocca a quel tempo a fidarsi così
ciecamente di lui e
delle sue false promesse.
Em
e Eddy avevano ragione: era troppo buona e non riusciva
mai ad imporsi con niente e nessuno, persa nell’illusione del
suo amore per
James e convinta che lui la ricambiasse con lo stesso ardore, aveva
passato
buona parte della sua adolescenza e delle scuola di cucina dietro a
quel
provetto marine che era partito per l’accademia militare
prima e per svariate
missioni poi lasciandola sempre sola a New Orleans
nell’assurda speranza che un
giorno i suoi sogni sarebbero diventati realtà.
Alla
fine poi James si era davvero sistemato, il problema
era che non l’aveva fatto con lei!
Certo
Alice capiva che cosa avesse spinto il biondo verso
una affascinante, rossa, provocante e sensuale giornalista come
Victoria,
tuttavia lei non poteva fare a meno di chiedersi che
cos’avesse di sbagliato
per non riuscire a trovare un uomo adatto a lei…
<<
Vino? >> si voltò sentendo una voce alle
proprie spalle:<< Come? >>
domandò poi guardando l’uomo che aveva
davanti e che era mascherato come una specie di lupo mannaro, o almeno
era
quello che sembrava visto le orecchie che aveva in testa e la finta
coda pelosa
che usciva da un buco nel didietro dei suoi pantaloni:<<
No, grazie
>> commentò poi cercando di allontanarsi, non
aveva voglia di cascamorti
per quella sera:<< Oh andiamo, siamo ad una festa e tu
sembri aver
bisogno di scioglierti un po’, io sono Vladimir, io e mio
fratello Stefan siamo
qui in vacanza >> la ragazza alzò gli occhi al
cielo dietro la maschera,
ci mancava il vacanziero con la voglia di spassarsela!
<<
Grazie ma no grazie, non sono interessata >>
il lupo parve restarci un po’ male, sotto tutto quel trucco
scuro e quel finto
pelo non sembrava così male, probabilmente non era abituato
a sentirsi
rifiutato:<< Sicura tesorino? Non sai cosa ti stai
perdendo, il vecchio
Vlad è molto ricercato >> dio parlava di lui
anche in terza persona!
Ma
chi si credeva di essere?
Davvero,
per caso era finita in un brutto film di serie B?
<<
Sì, probabilmente mi perderò qualcosa di epico ma
passo >> poi facendo per girarsi
aggiunse:<< Ora scusami ma devo
andare a cercare… >> tuttavia non fece in
tempo a finire la frase perché
nel girarsi urtò qualcuno a pochi passi da lei.
Jasper
alzò gli occhi al cielo e si trattenne
dall’imprecare: se pensava che quella festa non potesse
andare peggio si
sbagliava di grosso!
Stava
per uscire in giardino quando una piccola fata in
abito bianco si era girata urtandolo e facendogli rovesciare addosso il
bicchiere di birra che aveva in mano, fortuna che indossava il costume
che gli
aveva prestato suo zio perché ora doveva assolutamente
andare a cambiarsi o
avrebbe puzzato di birra per tutta la sera!
Bastò
il ricordo di quell’odore penetrante per farlo
rabbrividire.
Era
così concentrato che quasi non si accorse delle proprie
parole:<< Stai attenta! Maledizione! >>
vide gli occhi di lei
spalancarsi attraverso la maschera di pizzo e oro:<<
Scusi io non…non
volevo… >> si sentì misero
all’istante vedendo quelle guance d’avorio
arrossire, lui non era il genere di uomo che perdeva la calma, non lo
era mai
stato e non voleva certo cominciare adesso.
<<
Non fa niente >> commentò poi
piatto:<<
Le ho rovinato il costume, lasci che faccia qualcosa per rimediare
>>
quella voce aveva qualcosa di familiare, come se l’avesse
già sentita:<<
Non credo possa fare molto a meno che non abbia un costume di ricambio
nascosto
da qualche parte >> stava cercando di alleggerire
l’atmosfera e di
trovare il modo di lasciare quella festa:<< No,
però abito qui di fronte,
se vuole posso mettere a lavare la camicia e in un’ora
sarà a posto, ho paura
che la macchia non se ne andrà più altrimenti
>> ok, forse non era la
cosa più sensata che poteva fare ma d’altronde
stava cercando una scusa per
lasciare quell’assurda festa quindi perché no?
<<
Qui di fronte ha detto? >> lei annuì con un
piccolo sorriso:<< Dall’altra parte della
strada >> poggiando il
bicchiere ormai vuoto su uno dei davanzali delle finestre Jasper le
fece segno
di precederlo:<< Prego, faccia strada >>
poi la seguì attraverso la
folla che ballava e festeggiava senza perderla di vista un solo istante.
Sentiva
il suo sguardo addosso.
Nonostante
la maschera da scheletro che lo sconosciuto
portava sul viso Alice poteva sentire quei due occhi scuri che non la
perdevano
di vista anche in mezzo a quella ressa.
Quasi
avessero una loro volontà le sue gambe si mossero
lungo il ristorante e poi in strada fino alla porta rossa della
pasticceria; si
fermò solamente quando poggiò la mano sulla
maniglia e cercò le chiavi di casa
nella piccola pochette di perline che si era portata dietro: ma che
stava
facendo? Stava portando un perfetto sconosciuto a casa sua? Era forse
impazzita?
Certo
gli aveva rovesciato addosso una birra e gli aveva
rovinato il costume ma poteva semplicemente offrirsi di pagare la
tintoria
l’indomani, invece l’aveva invitato a casa sua e
ora era lì davanti alla porta
di casa, senza sapere esattamente cosa fare e con la
possibilità di passare per
una pazza o per lo meno per stupida.
<<
Non mordo >> si girò a guardarlo
sorpresa:<< Come? >> lui fece un passo
avvicinandosi:<< Non
sono un criminale o cose del genere, sono innocuo e, a dirla tutta,
stavo
cercando una scusa valida per lasciare quella festa >>
inaspettatamente a
quelle parole ad Alice scappò una risata:<< Ho
detto qualcosa di
divertente? >> lei scosse piano la testa:<<
No, ma anche io cercavo
una scusa per svignarmela senza sembrare maleducata >>
lui fece
spallucce:<< Non credo che se ne sarebbe accorto qualcuno
>> oh
sicuramente i suoi fratelli e quei due pettegoli di Jacob e Seth se ne
erano di
sicuro già accorti, ma era un problema a cui avrebbe pensato
l’indomani.
<<
Venga prima che quella macchia diventi davvero
irrecuperabile >> e presa da un inaspettato moto di
follia mista a
coraggio girò la chiave nella serratura aprendo la porta.
Jasper
si guardò intorno per un attimo: il locale era
immerso nella penombra ma si vedeva chiaramente che era una caffetteria
o roba
del genere: aveva uno stile molto semplice a giudicare dalle ombre e
dalle
stampe alle pareti, tuttavia non riusciva a vederle bene a causa del
buio:<< Da questa parte >> e girando verso
una piccola scala laterale
la sua fata lo precedette su per le scale.
<<
Beh…benvenuto a casa mia >>
commentò lei
entrando nel piccolo soggiorno e accendendo una piantana accanto al
divano che
diffondeva una luce soffusa illuminando il piccolo salotto arredato con
i caldi
colori dell’autunno:<< Si accomodi, vado a
cercarle qualcosa da mettere
mentre preparo la lavatrice >> continuò lei
avvicinandosi a quello che
Jasper pensò fosse il bagno:<< Faccio in un
attimo >> la sentì dire
mentre trafficava e così lui si sedette sul divano color
amaranto allungando
una mano dietro la testa per slegarsi la maschera che cominciava a
dargli
fastidio.
Stava
per togliersi anche la giacca del costume quando lei
tornò da lui:<< Sono decisamente maleducata:
vuole qualcosa da bere?
>> << Tutto purché non sia birra
>> commentò mentre alzava
gli occhi sulla sua ospite restando poi paralizzato.
Anche
lei si era tolta la maschera e, ora che le vedeva il
volto, si sentiva di nuovo come la prima volta in cui si erano
scontrati per la
strada, quello che lo consolò fu vedere la stessa confusione
anche negli occhi
di lei:<< Oh mio dio…non
può…due volte in… >> lui
sorrise a sua
volta passandosi le mani nei capelli:<< Dovremmo
smetterla di incontrarci
così >> scoppiarono entrambi a ridere poi lei
attraversò il soggiorno
allungandogli una mano:<< Alice >>
<< Jaz >> le rispose
stringendole la mano:<< E direi che ormai ci siamo
scontrati abbastanza
volte per lasciar perdere le formalità e darci del tu
>> lei
annuì:<< Sì, direi di sì
>> poi indicandogli la porta in fondo al
corridoio aggiunse:<< Il bagno è
lì, ti ho lasciato un cambio sulla
lavatrice >> lui annuì
alzandosi:<< Hai qualcosa della mia taglia?
>> poi guardandola con finta aria preoccupata
aggiunse:<< Qualche
fidanzato che può arrivare all’improvviso di cui
dovrei preoccuparmi? >>
lei cercò di restare seria e scosse il capo:<<
No, è roba di mio
fratello, l’ha lasciata qui un sacco di tempo fa
>> << Capito
>> poi guardandola mentre accostava la porta
aggiunse:<< E per
rispondere alla tua domanda di prima: un bicchiere di vino andrebbe
benissimo
>> Alice annuì e mentre lui andava a cambiarsi
si recò in camera per
mettersi qualcosa di più comodo.
Qualche
minuto dopo, con addosso dei jeans e una vecchia
maglietta della squadra di football del liceo, Alice uscì
dalla camera per
andare a stappare il vino; passando davanti al bagno non
riuscì a trattenersi
dal girare lo sguardo, era più forte di lei ma quel Jaz era
davvero una
bellezza per gli occhi e in fondo non faceva niente di male no?
Un
secondo dopo dovette tapparsi la bocca con le mani
vedendo quella specie di statua greca a petto nudo che si stava
infilando la
vecchia maglietta di Emmett; dio allora i suoi muscoli erano davvero
così
scolpiti come li aveva immaginati…sembrava uno di quegli
attori dei film
d’azione che guardava suo fratello: addominali a tartaruga,
bicipiti gonfi e
spalle larghe…doveva allenarsi un sacco per mantenersi in
quello stato e forse
faceva anche un lavoro pericoloso a giudicare da alcune cicatrici che
lei
riusciva ad intravedere sparse qua e là.
Si
spostò di lato poco prima di venire scoperta arrossendo
come una bambina e scappando in cucina per non fare la figura della
guardona!
<<
Bianco o rosso? >> domandò poi quando
sentì i
suoi passi dietro di sé:<< Rosso
>> rispose lui entrando nella
stanza:<< Ottima scelta >> poi facendo
saltare il tappo versò una
generosa dose di liquido in due bicchieri porgendone uno al suo ospite
notturno.
<<
Brindiamo? >> lo guardò
spaesata:<< A
cosa? >> Jas fece tintinnare i loro
bicchieri:<< Ai nuovi incontri
>> << Ai nuovi incontri >>
ripeté lei bevendo ma non
staccando gli occhi da lui.
<<
Dimmi qualcosa di te >> non sapeva nemmeno
lui da dove gli usciva quella curiosità morbosa, sapeva solo
che doveva
conoscere più cose possibile di quella piccola meravigliosa
bambola dagli occhi
scuri e i capelli neri:<< Qualcosa di me? Non
c’è molto da dire >>
rispose Alice nascondendo un’espressione delusa dietro un
sorso di
vino:<< Oh andiamo non ci credo…tutti hanno
una storia, tutti hanno
qualcosa da dire di sé >> lei scosse il
capo:<< Io no, sono una
persona normale e noiosa, con una vita normale e noiosa
>> Jasper scosse
la testa sorridendo e poggiando il bicchiere sul tavolo davanti a
loro:<<
Beh dobbiamo pur ingannare il tempo mentre è in funzione la
lavatrice o vuoi
passare il tempo in silenzio? >> poggiando a sua volta il
bicchiere sul
tavolo Alice si alzò di scatto:<< Mi stavo
dimenticando di accendere la
lavatrice! Scusami! >> e mentre lei correva in bagno
Jasper notò che era
a piedi nudi e che la tuta larga che indossava non riusciva a
nascondere del
tutto le delicate forme di quel piccolo corpo perfetto.
Si
passò una mano sul viso cercando di calmarsi, ma che cosa
andava a pensare? Se gli bastava una ragazza qualsiasi per fare certi
pensieri
allora Pete e Riley avevano ragione e gli serviva una donna.
No!
Non era per una ragazza, non era per una qualsiasi…era
lei. Alice.
Già
la sera prima quando si erano scontrati era rimasto
folgorato da lei e ora si erano incontrati di nuovo, ad una
festa…quante
probabilità c’erano?
Non
era il tipo da credere alle coincidenze ma stavolta
anche lui era stato messo a dura prova.
<<
Fatto, un paio d’ore e sarà tutto a posto
>>
commentò lei rientrando in cucina:<< Non ho
fretta >> le rispose
studiandola di sottecchi e Alice cercò di sedersi di nuovo
al suo posto
mascherando l’ansia che le serrava lo
stomaco:<< Sto ancora aspettando
una risposta >> << A cosa? >>
immaginava cosa lui volesse
sapere ma davvero non sapeva che dirgli:<< Davvero non
c’è niente di
interessante da sapere su di me >> spostando il proprio
bicchiere di
qualche centimetro da sé Jasper la guardò
sorridendo e dannatamente sicuro di sé:
dio quanto era affascinante quel sorriso:<< Ok, allora
facciamo un patto
>> << Cioè? >>
temeva le sue parole ma era un’inguaribile
curiosa:<< Più uno scambio a dire il vero:
un’informazione per un’informazione
>> poi appoggiando i gomiti sul tavolo di formica e
intrecciando le
lunghe dita delle mani aggiunse:<< Tu dici una cosa a me
e io ne dirò una
a te >> << Sembra un gioco di spie
>> commentò sovrappensiero
e, Jasper non era ancora pronto per rivelarglielo, ma era proprio da
una
vecchia spia, il suo istruttore all’accademia, che lo aveva
imparato.
<<
Bene allora cominciamo >> continuò lui poi
alzando gli occhi per incatenarli a quelli di Alice
aggiunse:<< Quanti
anni hai? >> << 24 >> rispose
lei timidamente:<< Tu?
>> << 27 >> aveva la stessa
età di Eddy, accidenti sembrava
più grande, era così diverso da suo fratello e da
tutti quelli che lei
conosceva…era così…:<<
Nome completo? >> << Alice Mary Cullen
>> stavolta lui rispose prima che lei glielo
domandasse:<< Jasper
Ronald Whitlock >> poi scuotendo la testa
continuò:<< Lo so, Ronald
è un nome terribile >> << No, no
è bello… >> poi arrossendo
vistosamente Alice aggiunse:<< Cioè ti sta
bene >> << I miei
nonni materni erano di origine inglese, da lì il nome
>> << Capisco
>> poi iniziando a disegnare immaginari ghirigori sul
pian0 del tavolo
aggiunse:<< I miei sono di New Orleans da generazioni,
per quanto ricordi
siamo sempre vissuti qui, i miei genitori vivono ancora nel terreno del
mio
trisnonno, anche se la nostra casa è molto più
grande di com’era allora
>> << Figlia unica? >> lei
scosse il capo:<< Ho due
fratelli maggiori, Emmett è un insegnante, Edward un
avvocato >> <<
Figlio unico >> commentò lui e non avrebbe
aggiunto altro sulla sua
famiglia, per quanto morisse dalla voglia di raccontare a qualcuno
tutta la sua
vita per togliersi quel peso dal cuore almeno per un
po’:<< Che lavoro
fai? >> eccoci arrivati alla domanda cruciale, che
risposta poteva darle?
Non era una cosa che gli piaceva sbandierare in giro e per certi versi
non
poteva nemmeno farlo così liberamente:<< Sono
nell’esercito >> gli
occhi di Alice si sbarrarono a quelle parole: dio non era possibile,
non di
nuovo!
<<
Sei un marine? >> la risata di Jasper la
lasciò di stucco:<< Per amor di dio no! Sono
in marina >> la bocca
di Alice si aprì in una piccola O stupita e per un attimo
lui desiderò di
coprirla con la propria e di stringere a sé quella deliziosa
visione ma si
trattenne, lei non lo conosceva nemmeno e di sicuro l’avrebbe
preso per pazzo
se ci avesse solo provato!
<<
Parliamo di cose più piacevoli: film preferito?
>> doveva cercare di concentrarsi su altro e voleva
restare seduto al suo
posto e, soprattutto, lucido:<< Altra domanda?
>> la guardò
spaesato:<< Come? Andiamo non può essere
così terribile >> <<
Credimi può esserlo >> << Se ti
dicessi che posso batterti >>
Alice scosse la testa facendo ondeggiare i corti boccoli neri che si
era
arricciata per la festa:<< Non penso, ma se vuoi provarci
>> Jasper
sorrise accettando la sfida:<< Star Trek II
l’ira di Khan >> Alice
restò in silenzio a guardarlo:<<
Visto…ti ho detto che potevo batterti
>> << Onestamente preferisco Alla ricerca
di Spok, ma anche l’ira
di Khan non era male >> a quell’affermazione
anche lui restò basito:
quante probabilità c’erano di trovare qualcuno che
condividesse la sua assurda
passione per Star Trek? E che quel qualcuno fosse la ragazza
più bella ed affascinante
che avesse mai conosciuto in vita sua poi?
Fu
il suono persistente del suo cellulare a farle aprire gli
occhi mentre si stirava le braccia, ma chi era che la chiamava a
quell’ora del
mattino?
Allungando
la mano per afferrare il proprio cellulare che di
solito riponeva sul comodino Alice toccò qualcosa di caldo e
morbido,
spaventata spalancò gli occhi incrociando la sagoma di
Jasper che, sdraiato con
lei sul divano, si stava svegliando:<< Ma che
ore… >> borbottò lui
a sua volta stropicciandosi gli occhi:<< Ciao
>> lui sbatté le
palpebre mettendo a fuoco Alice:<< Ciao >>
poi guardando il tv con
l’effetto neve sullo schermo aggiunse:<< Ci
siamo addormentati >>
lei annuì:<< Probabilmente
è stato
il vino >> lui sorrise e spostandosi si mise
seduto:<< Il vino e
una maratona di Star Trek vorrai dire >> si sorrisero
entrambi ricordando
come si era conclusa la sera precedente: alla fine per ingannare il
tempo
mentre aspettavano che il costume fosse pronto avevano iniziato a
guardare alcuni
episodi della famosa saga finendo poi per guardarne almeno una stagione
intera
addormentandosi quasi abbracciati sul divano.
<<
È il tuo cellulare che suona? >>
domandò Jasper
quando il telefono riprese a suonare:<< Oh sì!
Accidenti! >> e
Alice si alzò andando alla ricerca della borsetta dove lo
aveva lasciato la
sera prima.
Si
bloccò un attimo quando lo trovò vedendo il nome
di
Rosalie sullo schermo:<< Ciao Rose >>
rispose poi cercando di
sembrare rilassata, cosa che non era con quell’adone di
marinaio sul
divano:<< Alice! Ma dove sei finita ieri sera? Ti abbiamo
cercata
dappertutto >> lei si girò a guardare Jasper
con la coda dell’occhio:<<
Sì, mi è venuto mal di testa e sono venuta a
casa, non volevo disturbarvi, vi
avrei chiamato stamattina >> << Ok, lo
dirò ad Em, ha dato di matto
quando non ti ha trovato ieri, credeva che qualcuno di quegli idioti
che erano
alla festa ti avesse sedotta e portata chissà dove, senza
contare che quando ha
visto James alla festa Jacob ed Edward hanno dovuto trattenerlo o lo
avrebbe
ucciso >> Alice scoppiò in una risata
nervosa:<< Io sedotta? Andiamo
Rose! >> già, una serata finita a guardare
Star Trek non si poteva certo
definire seduzione, anche se il suo compagno di cinema non era per
niente male…salutando
poi velocemente l’amica riagganciò, aveva troppe
cose da fare quel giorno e una
distrazione bastava e avanzava.
<<
Sarà meglio che vada, la camicia è asciutta e i
miei amici si staranno chiedendo che fine ho fatto >> la
voce di Jasper
la riportò alla realtà:<<
Sì, vado a prendertela >> commentò
poi senza
quasi guardarlo:<< Alice >> lei lo
fissò da sopra la
spalla:<< Sì? >>
<< Mi fermerò ancora qualche giorno,
potremmo vederci e prendere un caffè insieme
>> << Sarò abbastanza
impegnata in questi giorni ma sì, si potrebbe fare
>> lui allungò una
mano prendendo il telefono di lei e inserendoci il proprio numero di
telefono:<< Chiamami quando avrai un attimo libero
>> lei annuì
distrattamente per poi andare a prendergli la camicia.
Quando
lo vide uscire da casa sua mezz’ora dopo la piccola
Cullen cercò di non farsi troppe strane idee: aveva passato
una serata più che
piacevole con un ragazzo bello come un dio che aveva la sua stessa
passione per
Star Trek e un sorriso da sciogliere la calotta polare, era quasi
troppo bello
per essere vero!
Prima
di lasciarsi andare a stupide fantasticherie ripensò
ad una delle cose più importanti: Jasper era in
marina…poco cambiava se non era
un marine come James, la sostanza restava la stessa e lei aveva
già perso molti
anni della sua vita dietro ad un uomo che spariva per mesi e mesi in
missioni a
rischio della vita dall’altra parte del mondo, non voleva
ricaderci di nuovo perché
stavolta probabilmente non ne sarebbe uscita indenne!
Due
giorni dopo il tanto atteso matrimonio era arrivato.
Aiutata da Bree e da Seth, Alice aveva portato la
mastodontica torta-Barbie, soprannominata così da Rose e
Bella, alla villa
fuori città dove si sarebbe tenuto il ricevimento.
<<
Salve, solo Alice Cullen, devo consegnare la torta
per il matrimonio >> un uomo della sicurezza scorse
velocemente la lista
che aveva in mano:<< Sì, la stavamo
aspettando, la torta va nella sala in
fondo, gli sposi arriveranno a momenti per il pranzo, dovete andarvene
prima
del loro arrivo >> Alice annuì con un piccolo
sorriso:<< Sì, non si
preoccupi faremo in un lampo >> l’uomo
tornò immobile indicando con la
testa la direzione che dovevano prendere.
<<
Sei davvero una maestra Alice lo sai >>
<< Come? >> domandò girandosi
verso Bree:<< Beh questa torta
è splendida, nonostante i colori e gli abbinamenti siano
discutibili sei
riuscita a creare qualcosa di molto elegante e delicato, quella Barbie
non se
lo merita >> l’altra scosse il capo mentre
controllava che i fiori di
pasta di zucchero fossero ben fissati alla torta:<< Oh
non mi interessa
molto che cosa si meriti o meno Victoria Bree, voglio solo fare il mio
lavoro e
andarmene da qui il prima possibile, senza contare che James mi ha
già pagato e
dopo il matrimonio si trasferiranno a Washington, quindi non
dovrò vederlo mai
più >> << Mi sembra un ottimo
piano, la prima cosa sensata che fa
quell’imbecille >> commentò Seth che
aveva assistito di persona al
fatidico momento in cui James si era presentato nel locale di Alice con
Victoria al fianco baciandola davanti alla sua ex ragazza e rischiando
di
prendersi un pugno da Emmett ed Edward:<< È
storia vecchia Seth, abbiamo
finito, ora andiamo prima che arrivino >> e concludendo
il discorso Alice
si avvicinò alla porta con la sua tracolla sulla spalla.
Avevano
percorso quasi tutto il corridoio quando la guardia
di prima si avvicinò:<< Dovete aspettare un
attimo signori, la cerimonia
è finita prima e stanno arrivando gli sposi, il tempo di far
entrare tutti al
ricevimento e potrete andarvene >> Seth stava per
borbottare qualcosa ma
Alice lo precedette:<< Possiamo uscire dal retro se non
è di troppo…
>> ma le sue parole si bloccarono quando gli invitati
cominciarono ad
entrare nell’edificio e tra tutta quella gente lei riconobbe
una chioma bionda e
due occhi scuri che da due giorni non riusciva a dimenticare; la cosa
che la
bloccò non fu vedere Jasper tra gli invitati del matrimonio
ma la minuta
biondina che gli stava arpionata al braccio e che lo guardava adorante.
Ecco che si era fatta prendere in giro per l’ennesima volta!
Senza preoccuparsi di
quello che diceva la guardia della sicurezza si voltò
andando verso l’uscita
sul retro dell’edificio, aveva bisogno di stare sola e di
pensare; se solo si
fosse voltata di nuovo avrebbe visto che anche Jasper si era girato e
l’aveva
notata.
Grimilde's
Lo
so sono stata un po' cattiva...cioè dopo la serata quasi
perfetta l'ennesima delusione...ma tutto si risolverà
presto,
molto presto!
|
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Capitolo 6 *** 6 - Scuse più che convincenti ***
Capitolo 6
<<
Viva gli sposi! >> << Auguri e figli
maschi! >> << Bacio! Bacio!
>> ancora cinque minuti di quelle
grida in stile Super Bowl e Jasper avrebbe davvero dato di matto;
quella
giornata era stata davvero terribile sotto ogni punto di vista!
La
damigella che sua cugina gli aveva appioppato si era
rivelata una specie di ricca viziata e superficiale il cui unico
problema era
come abbinare smalto e scarpe con il resto del suo look, gli amici e
commilitoni dello sposo erano, come lui già sospettava, un
ammasso di muscoli
con ben poca materia grigia e non facevano altro che brindare, gridare
e dare
vigorose pacche sulle spalle dello sposo ogni volta che capitava nei
paraggi.
Come
ciliegina sulla torta poi, quando era arrivato al
ricevimento con quella specie di mini-Barbie al braccio, aveva
intravisto Alice
che lo guardava e poi si voltava andandosene.
Si
sentiva così male all’idea che lei avesse
frainteso il
tutto: aveva pensato a lei da quando l’aveva lasciata la
mattina dopo la festa
di Halloween e avrebbe voluto presentarsi a casa sua quello stesso
pomeriggio
per invitarla fuori, ma le aveva lasciato il suo numero e doveva essere
lei a
chiamarlo, voleva che facesse un passo verso di lui, solamente
uno…
<<
Ah al diavolo >> e spostando nervoso il
proprio bicchiere di vino guardò la festa con aria
disgustata: che cosa ci
faceva lì quando moriva dalla voglia di essere altrove? Che
cosa ci faceva lì quando
la sola persona che aveva suscitato il suo interesse da anni a quella
parte era
probabilmente delusa e incazzata con lui?
<<
Jasper dove… >> << Ehi amico
cosa?
>> e sia Jane, la mini-Barbie, che Peter lo guardarono
sorpresi quando
lui si alzò di scatto dal tavolo allargandosi il nodo della
cravatta che quasi
lo faceva soffocare:<< Scusatemi, devo andare
>> Peter sorrise,
aveva visto poche volte quello sguardo nel suo amico e avrebbe fatto di
tutto
perché Jaz lo mantenesse:<< Ma
dove…sei il mio cavaliere non… >>
cercò di protestare Jane ma ci pensò di nuovo il
caro vecchio Pete a risolvere
la situazione allungando a Jasper le chiavi della
macchina:<< Tranquilla
cara, troveremo un bel marine disposto a sostituire Jaz nel giro di un
attimo,
in fondo chi può resistere ad uno zuccherino come te?
>> con un ultimo
sorriso al suo amico, il tenente comandante Whitlock, lasciò
la sala diretto
alla macchina, aveva già perso troppo tempo in chiacchiere.
<<
Ehi capo va tutto bene? >> e Bree guardò Alice
che, dietro al bancone, stava preparando un paio di ordinazioni ma a
cui
tremavano terribilmente le mani:<< Come? Sì,
sto bene Bree >>
commentò la piccola Cullen con un debole
sorriso:<< Ok, ma se porto al
signor Amun quel muffin alle mandorle me lo tirerà dietro
>> abbassando
gli occhi e notando il dolce Alice imprecò mentalmente, maledetti
marinai
con la passione di Star Trek, doveva fare attenzione o
avrebbe finito per
combinare qualche disastro prima della fine della
giornata…far venire uno shock
anafilattico al signor Amun grazie alle mandorle era uno di quelli!
<<
Sì, hai ragione Bree, ero sovrappensiero >>
la ragazza sorrise scuotendo la piccola coda di capelli
castani:<< Sicura
che va tutto bene? Sei strana da quando siamo tornati dal matrimonio,
non è che
per caso stai pensando ancora a James e… >>
Alice scosse il capo ma
quando fece per rispondere il tintinnare della campanella appesa sopra
la porta
attirò la sua attenzione e rimase immobile vedendo chi
c’era sull’uscio.
<<
Alice >> ma non appena Jasper fece per
avvicinarsi lei prese in mano un vassoio di bignè alla crema
girandosi per
tornare in laboratorio:<< Che cosa ci fai qui? Non
dovresti essere ad un
matrimonio? >> lui si passò una mano nei
capelli smuovendo quegli
splendidi riccioli dorati:<< Quello che hai
visto…quella ragazza non era…
>> Alice arricciò il naso in quella smorfia
arrabbiata che lui trovò comunque
adorabile:<< Non mi interessa, noi non abbiamo nessun
tipo di rapporto e
tu puoi uscire con chi ti pare >> Jasper
arrivò fino al bancone poggiando
le mani sul piano laccato di rosso scuro:<< Io non esco
con quella
ragazza >> c’era un che di rabbioso nella sua
voce quando pronunciò quelle
parole e per un attimo Alice ne fu colpita:<< Te lo
ripeto, non mi
interessa quello che fai e comunque io adesso ho dei dolci da farcire
>>
<< Alice ti prego, dammi il tempo di spiegare, non
è come… >>
guardandosi rapidamente intorno e notando un paio di occhi ed orecchie
che
puntavano nella sua direzione la giovane Cullen scosse la
testa:<< Non è né
il luogo né il momento per parlare >>
cogliendo al volo l’occasione un
piccolo sorriso comparve sul viso di Jasper:<< Stasera
allora, a cena
magari >> << Scordatelo >> e
girandosi con in mano il vassoio
lei aprì la porta del laboratorio facendo per sparirvi
dentro, ma Jaz più deciso
di lei probabilmente, non ci pensò troppo a scivolare dietro
al bancone e a
mettersi tra lei e la porta.
<<
Spostati >> lui scosse il capo:<< Prima
ascoltami >> << Ho da fare Jasper
>> << Allora quando
hai finito, un caffè non ti chiedo altro >>
sentendosi addosso gli occhi
di tutti i clienti e della sua cameriera Alice si arrese buttando fuori
una
boccata d’aria:<< Alle 6, quando chiudo il
Café, ma non aspettarti chissà
cosa >> lui annuì con un piccolo
sorriso:<< Ci vediamo dopo
>> poi spostandosi per lasciarla passare si
avvicinò alla porta d’ingresso.
Incapace
di fare diversamente Alice si voltò a guardarlo
mentre usciva e quando i loro sguardi si incrociarono un brivido le
percorse la
spina dorsale…che le stava succedendo?
Incredibilmente
le 6 arrivarono in un lampo e dopo aver
salutato l’ultimo cliente e aver mandato a casa Bree, Alice,
si ritrovò a
guardare la lancetta dei secondi dell’orologio a parete con
disegnato lo
Stregatto del Paese delle meraviglie, perché aveva tutta
quell’ansia? Tanto lui
non si sarebbe presentato, erano solo parole, probabilmente Jasper era
tornato
dalla sua perfetta bambolina bionda e non…poi
alzò gli occhi quando il
campanellino all’ingresso tintinnò e rimase
impalata davanti al biondo che
aveva ossessionato i suoi pensieri da quella mattina.
<<
Ciao >> lo salutò non sapendo esattamente che
cosa dire, si era cambiato e ora al posto dello smoking indossava una
camicia
bianca con un paio di jeans scuri, aveva tenuto le scarpe e il
giubbotto di
pelle nero che teneva in mano completava il tutto, era da mangiare per
quanto
era spietatamente affascinante:<< Sei venuto
>> commentò poi
girando attorno al bancone per avvicinarsi mentre Jasper faceva lo
stesso:<< Sono un uomo di parola >> poi
bloccandosi in mezzo al
locale visto che ormai erano uno davanti all’altra
aggiunse:<< E poi ci
tenevo a chiarire le cose con te >> e mentre pronunciava
quella frase alzò
una mano facendo scivolare un dito sulla guancia di
Alice:<< Hai un po’ di
crema su… >> ma prima di finire la frase si
portò alla bocca il pollice
sporco di crema che probabilmente prima era sul viso della
ragazza:<<
Limone…buona >> commentò poi con un
sorriso mentre lei diventata della
colorazione di un pomodoro maturo:<< Accomodati
>> borbottò poi
girandosi per non fargli vedere che quasi le mancava
l’aria:<< Vuoi
qualcosa da bere? Caffè? Cioccolata, tè?
>> << Un caffè nero va
benissimo >> la guardò annuire di spalle
mentre spariva di nuovo dietro
al bancone ma, prima che Alice potesse obiettare si sedette su uno
degli
sgabelli esattamente davanti a lei.
<<
Le poltroncine dei tavoli sono più comode >>
commentò lei quando se lo trovò a pochi
centimetri, divisi solo dal piano
laccato rosso:<< Sto bene dove sto >> le
rispose con quel perenne
sorriso sulle labbra e per un attimo lei pensò che non le
sarebbe dispiaciuto
passare tutta la vita così, con lui che la guardava con
quell’aria felice e
sorrideva:<< Allora? Che cosa volevi dirmi?
>> domandò poi cercando
di sembrare seria e decisa ma in realtà doveva ammettere di
adorare il fatto
che lui fosse andato a cercarla per spiegarle e che ora fosse
lì davanti a lei
e non con quella biondina.
<<
Che quello che hai visto stamattina non era niente,
tra me e lei non c’è nulla e…
>> << Non c’è niente
ma ci vai
insieme ad un matrimonio? >> lui poggiò le
mani sul bancone e prese
fiato:<< Non l’ho deciso io, sono stato
obbligato a fare da cavaliere a
Jane visto che era una delle damigelle della sposa >> la
bocca di Alice
si aprì stupita:<< Obbligato? >>
<< Sì, non avevo mai visto
Jane prima di stamattina fuori dalla chiesa e non ho alcuna intenzione
di
vederla di nuovo >> poi alzando gli occhi su Alice
aggiunse:<< Ho
altro per la testa al momento >> << Altro?
>> gli chiese con
un sorriso speranzoso:<< Un’altra a dire il
vero >> << Uhm…capisco
>> lui scosse la testa stando al gioco:<<
No, non penso che tu
possa capire >> poi allungando una mano per prendere la
tazza con il caffè
aggiunse:<< L’ho incontrata un paio di volte e
ci siamo sempre scontrati,
poi abbiamo passato insieme la notte migliore che abbia passato con una
donna
da molto, molto tempo e ora non riesco a pensare ad altro, non riesco a
togliermela dalla testa >> Alice era senza parole,
nemmeno James nei suoi
momenti migliori le aveva detto cose del genere e il suo piccolo cuore
prese a
battere impazzito:<< Jasper… >>
<< Non ti sto chiedendo
niente Alice, davvero…so che il mio lavoro non renderebbe
facili le cose e non
voglio che tu sconvolga la tua vita per me ma…
>> fece un sospiro
cercando le parole giuste per spiegarle come si
sentiva:<< Ma è la prima
volta che ho davvero voglia di provare a far funzionare le cose
>> lei
annuì poi stringendosi le braccia attorno al corpo lo
guardò dando voce ai
timori che l’avevano assalita da quando lui aveva lasciato la
sua casa la
mattina dopo la festa:<< Sì, ti
capisco…davvero >> poi sorrise
innocentemente:<< Mentirei se ti dicessi che non lo
voglio anche io, c’è qualcosa
che mi attira verso di te ma ci sono già passata, ho avuto
una relazione con un
marine ed è finita male, molto male e non voglio
più ridurmi così, non ne avrei
la forza >> Jasper sentì nitidamente il suo
cuore che si spezzava ma
incassò il colpo con il suo imperturbabile
autocontrollo:<< Sei sicura?
Non ti voglio obbligare a fare qualcosa che ti faccia stare male,
è l’ultima
cosa che desidero ma voglio saperlo: sei sicura? >> Alice
fece per dire
di sì, era sicura di non voler passare di nuovo tutto quello
che aveva passato
con James: i fusi orari con telefonate ad orari impossibili, i
collegamenti
skype malfunzionanti e lettere che mai arrivavano, era stato un
calvario per
quasi due anni e lei non ci sarebbe passata una seconda volta.
<<
No, non lo sono >> come diavolo le erano
uscite quelle parole? Era pazza? Poi appoggiandosi al muro e cercando
di
trattenere le lacrime che le premevano sugli occhi
continuò:<< Non voglio
stare di nuovo male ma allo stesso tempo non voglio vederti uscire da
quella
porta per non vederti più, so che è stupido e
senza senso, so che sto
esagerando e che è tutto nella mia testa ma merito anche io
di essere felice e
c’è una parte di me, una piccola parte di me, che
pensa che insieme potremmo
esserlo, che varrebbe la pena di fare un altro tentativo e che stavolta
non
andrà male >> poi ricomponendosi un
po’ si avvicinò a lui allungando una
mano sul piano:<< Non ti mentirò, ho paura
Jasper, ho paura che stavolta
non riuscirò a rimettere insieme i pezzi se dovesse andare
male >> la
mano calda di lui strinse la sua:<< Se
dovesse andare male
>> le fece notare con un sorriso:<< Dipende
tutto da noi Alice e ti
giuro che farò qualsiasi cosa perché
ciò non succeda >> poi intrecciando
le loro dita la guardò come si guarda la prima stella che
compare di notte nel
cielo:<< Facciamo così: andiamoci piano,
resterò qui ancora per sei
giorni, possiamo passare del tempo insieme e vedere come va, quando poi
ripartirò decideremo che cosa fare >>
<< Sei giorni? >> lui
annuì:<< Ho un addestramento in una base in
Mississippi, ma fino ad
allora starò qui >> un piccolo sorriso distese
le labbra della piccola di
casa Cullen:<< Sei giorni da passare insieme
>> poi guardandolo
come una bambina il giorno di Natale aggiunse:<<
D’accordo, va bene
proviamoci >> facendo il giro del bancone Jasper le si
avvicinò felice:<<
A questo proposito posso avere l’onore di invitarti a cena
con me? >>
scuotendo la testa e ridendo Alice lo guardò prendendogli la
mano:<< Oh
non stasera Jasper, stasera non ho alcuna voglia di dividerti con il
resto del
mondo >> lusingato da quelle parole lui la
guardò sfidandola:<< Hai
un’alternativa in mente? >> Alice gli
allungò la mano facendogli poi
segno di seguirla al piano di sopra:<< Lasciami fare e
vedrai che non te
ne pentirai >> e lui lo fece, salì le scale
dietro di lei lasciandola
fare mentre, seduto nella piccola cucina dell’appartamento,
la guardava
preparare la loro cena.
<<
Ehi ma Alice dov’è? >> e Emmett
guardò il
resto del gruppo mentre Edward stava sfornando la pizza dal
forno:<< Mi
ha mandato un messaggio dieci minuti fa dicendo che stasera aveva un
impegno
>> commentò Bella piano:<< Un
impegno? Eravamo d’accordo per
vederci qui e brindare al fatto che ci siamo finalmente liberati di Ken
e
Barbie >> continuò Em
preoccupato:<< Adesso la chiamo e…
>>
<< Em! Lasciala in pace! Probabilmente ha voglia di
restare un po’ da
sola stasera, non deve essere facile vedere il tuo ex che sposa
un’altra dopo
che ti aveva promesso mari e monti, falla respirare >> e
con sguardo duro
Rose mise a tacere ogni possibile replica del
fidanzato:<< Dite che starà
bene? >> domandò Edward poggiando le pizze in
tavola:<< È Alice
>> commentò Bella fiduciosa:<<
Non lo dà a vedere ma è più forte di
quello che sembra, se la caverà alla grande >>
il fidanzato annuì versando
da bere a tutti scambiando poi un’occhiata con Emmett,
nessuno dei due avrebbe
mai smesso di preoccuparsi per la loro adorata sorellina!
<<
E se continuassimo il gioco dell’altra sera?
>> Jasper bloccò a mezz’aria la mano
che reggeva la forchetta e la pasta
all’amatriciana che Alice aveva preparato:<< Il
gioco? >> lei annuì
sorridendo:<< Io dico una cosa a te e tu ne dici una a
me, so che c’è qualcosa
tra di noi ma quasi non ci conosciamo e quindi…
>> lui poggiò la
forchetta nel piatto e annuì:<< Non devi
cercare scuse, hai ragione
>> poi bevendo un sorso di vino aggiunse:<<
D’accordo, chiedi pure
>> felice di aver raggiunto il suo scopo Alice sorrise e
una piccola luce
di curiosità brillò nei suoi
occhi:<< Dove sei nato? >> <<
Boston, tu? >> << New Orleans
>> poi facendo spallucce
aggiunse:<< Ti ho detto che non me ne sono mai andata da
qui >>
capendo che lei voleva cambiare discorso Jasper bevve un po’
di vino:<<
Colore preferito? >> le domandò poi ma,
guardando la sua cucina e,
soprattutto il Café, poteva immaginarlo:<<
Rosso >> << Data
di nascita? >> << 12 aprile,
ma…ehi >> e lo guardò alzando un
sopracciglio:<< Cos’è un
interrogatorio? >> << Puoi fare lo
stesso se vuoi >> le rispose tranquillo anche se doveva
ammettere che un
po’ temeva domande a cui non voleva ancora dare una
risposta:<< Bene,
quando sei nato? >> << 4 luglio
>> << Cosa? Il giorno
del… >> << Sì, sono
nato il giorno dell’Indipendenza >>
<< E sei nell’esercito, esiste qualcosa di
più patriottico?! >>
<< Ehi…modera i termini signorina
>> la stava prendendo in giro ed
entrambi lo sapevano, ma per la prima volta Alice si sentiva
così felice ed in
pace con qualcuno che non voleva che la cosa finisse:<<
Oh andiamo non ti
ho mica chiesto l’elenco delle tue ex, era solo una
constatazione >> Jaz
la guardò fingendosi preoccupato:<< Arriverai
anche a quello, lo so
>> << Bene, se proprio vuoi…le
tue ex? >> << Mi avvalgo
della facoltà di non… >>
<< Niente immunità mio caro, non ci
sperare >> << Non c’era nessuna
regola a riguardo >> <<
Ora c’è, niente immunità
>> commentò Alice soddisfatta ma ben presto
quella cosa si sarebbe ritorta contro di lei:<<
D’accordo, ha vinto signorina
Cullen: due ex ragazze più un flirt durato due mesi durante
l’estate prima che
entrassi in accademia >> << Due
ex…quanti anni avevi? >> il
sorriso di Jaz le disse che ora era lui a tenere il coltello dalla
parte del
manico:<< 13 la prima volta, 17 la seconda
>> << Non
prendermi in giro, andiamo Jasper! >> lui
mangiò un po’ di pasta cercando
di restare serio:<< Non sto scherzando: Franny McLion
è stata la mia
prima fidanzata, viveva nell’appartamento davanti al mio e
frequentavamo la
stessa scuola, abbiamo passato anni meravigliosi insieme
>> lo sguardo di
lei gli diceva che aveva vinto quella battaglia:<< E poi
al liceo c’è stata
Julia Manning, era una cheerleader e aveva un anno in più di
me, era davvero… >>
Alice alzò le mani tappandosi le orecchie:<<
Sì, sì ho capito, basta per
favore, basta >> si sorrisero entrambi:<< E
tu invece? Ex
fidanzati? Visto che non sei mai stata troppo lontano da New Orleans
c’è qualche
poveraccio col cuore infranto di cui debba preoccuparmi?
>> tornando
immediatamente seria Alice scosse la testa:<< No, nessuno
>>
<< Pensi che ci creda? Andiamo…
>> lei bevve una generosa sorsata
di vino:<< Ho avuto un solo ragazzo Jasper, dal primo
anno di liceo fino
ad un anno fa, ma non sono io ad avergli spezzato il cuore, lui ha
spezzato il
mio, contento? >> capendo di aver toccato un tasto
dolente e non
riuscendo a sopportare quello sguardo triste sul viso di lei le prese
una mano
stringendola con affetto:<< No, non sono contento
perché è qualcosa che
ti fa stare male e mi dispiace >> lei scosse la
testa:<< Non mi fa
stare male, mi fa arrabbiare perché ha buttato al vento
tutto quello che
avevamo senza nemmeno preoccuparsi di avvisarmi, è tornato
qui sbandierando la
sua nuova fidanzata senza preoccuparsi di come l’avrei presa
o altro >>
<< Un vero signore, non c’è che dire
>> Alice cercò di non farsi
prendere dal malumore:<< Ormai è passata, lui
è felice e io voglio andare
avanti, non resterò tutta la vita a farmi condizionare da
lui >> Jasper
fece una smorfia:<< Mi piacerebbe davvero conoscerlo
questo coglione
>> una piccola risata sfuggì dalle labbra di
Alice e lui la guardò perplesso:<<
Cosa c’è? >> <<
Beh…eri al suo matrimonio >> immobile quasi
lo avesse colpito un fulmine Jasper la guardò
incredulo:<< Aspetta,
intendi James? >> lei annuì:<<
Sì, due anni fa è partito per una
missione di pace e quando è tornato qui era insieme alla sua
bella rossa, le ha
chiesto di sposarlo nel mio Café >> ok, adesso
davvero voleva spaccare la
faccia a James, ma si poteva essere più idioti di
così? Senza contare che, per
quanto potesse voler bene a sua cugina, Victoria non avrebbe mai potuto
reggere
il confronto con Alice, mai nemmeno in un milione di anni.
<<
Jasper stai bene? >> lui si riscosse dai suoi
pensieri, in fondo doveva essere grato a James per essere un tale
idiota o
Alice sarebbe stata sua moglie e lui non l’avrebbe mai
conosciuta:<< Sì,
mai stato meglio >> poi stringendole ancora la mano se la
portò alle
labbra sfiorandola con un piccolo bacio:<< Adesso
però parliamo d’altro,
certi gentiluomini non meritano un secondo in più della tua
attenzione >>
La
mattina dopo fu un bussare alla porta a farle aprire gli
occhi, si girò per prendere il cellulare e controllare
l’orario: le 7.00, era
lunedì e il Café era chiuso, chi diavolo poteva
venire a romperle le scatole a
quell’ora?
<<
Alice sono Emmett! Apri! >> sentendo che la
voce di suo fratello proveniva dalla porta dell’appartamento
e non dalla strada
dove c’era l’ingresso del locale Alice maledisse il
fatto di aver dato ai suoi
fratelli le chiavi di scorta del Café in caso di emergenza,
fortuna che si era
tenuta per lei quelle di casa o si sarebbe ritrovata Emmett in camera!
<<
Che cavolo ci fai qui a quest’ora? >>
domandò
poi quando gli aprì la porta con addosso la maglia e gli
shorts che usava come
pigiama:<< Volevo vedere come stavi, ieri sera non sei
venuta a cena e
pensavo avessi bisogno di parlare con qualcuno visto che…
>> ma mentre
lui parlava Alice alzò una mano per fermare le sue
parole:<< Emmett sto
bene, ieri sera avevo solo voglia di stare un po’ per conto
mio, ma non c’è nulla
di cui tu ti debba preoccupare, James è sposato e per me
è un capitolo chiuso
già da molto tempo, sto bene fratellone davvero
>> lui la guardò ancora
per un attimo preoccupato:<< Sicura? >>
Alice annuì:<< Sì, sono
sicura >> poi ben sapendo che il fratello non si sarebbe
arreso tanto
facilmente aggiunse:<< Senti perché non
pranziamo insieme oggi? Vengo io
a scuola da te e ti porto un po’ di quella torta alle pesche
che ti piace tanto
>> davanti a quella proposta Em si
sciolse:<< Sei sleale, sai che
non resisto alla tua torta alle pesche >> Alice sorrise
furba:<< Sì
lo so, quindi ora fila al lavoro così io posso preparartela
>> un po’ deluso
di non aver cavato nulla alla sua sorellina ma fiducioso di riprovarci
a pranzo
Emmett annuì girandosi per scendere di nuovo le
scale:<< D’accordo, ci
vediamo per pranzo, ti accontenterai del cibo della mensa sorellina?
>>
<< Farò questo sacrificio signor preside
>> lo prese in giro lei
poi salutandolo di nuovo chiuse la porta avviandosi in cucina, aveva
una torta
da preparare per l’ora di pranzo.
<< Ehi ma dove
sei sparito ieri? La tua Jane era
disperata dopo la tua fuga, per fortuna ci ha pensato il testimone
dello sposo
a farla felice >> ignorando la battuta di Riley e
guardando i due amici
Jasper si sedette al loro tavolo nella piccola sala da pranzo del
B&B:<< Avevo di meglio da fare Riley
>> Peter sorrise:<<
Sì possiamo immaginare >> << No,
non credo proprio amico mi spiace
>> stava per aggiungere altro quando il cellulare nella
sua tasca vibrò
segnalandogli l’arrivo di un messaggio.
Buongiorno. <3 dormito
bene?
Sorrise vedendo il mittente e
digitò in fretta una piccola
risposta.
Dormo meglio su un divano con
Star Trek in sottofondo; buongiorno anche a te, hai impegni per stasera?
La risposta di Alice non si
fece attendere
Vuoi
replicare?
Voglio portarti fuori a cena
come
si deve signorina Cullen.
Leggendo quella risposta un
sorriso si aprì sulle labbra di
Alice e dovette ringraziare il fatto che aveva in mano un sacchetto di
farina perché
altrimenti si sarebbe messa a saltare dalla gioia; per una volta
sembrava che
le cose stessero andando per il verso giusto…
Grimilde's
Ed
ecco finalmente il tanto atteso primo appuntamento (più una
cenetta romantica a casa direi) ma la sostanza non cambia...finalmente
quei due cominciano a far funzionare le cose o almeno ci proveranno
finché non arriverà il momento della partenza...
Nel prossimo capitolo
ci
sarà un salto in avanti di un po' di tempo e anche uno
"scontro"
con qualche vecchia conoscenza...
In conclusione solo
una postilla: ma Emmett non si fa mai gli affari suoi?
Scherzi a parte a
presto.
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Capitolo 7 *** 7 - Verso Jackson... ***
Capitolo 7
New
Orleans, 19 dicembre
Il
suono del cellulare che le segnalava l’arrivo di una mail
fece sorridere immancabilmente Alice e, vedendo quell’aria
contenta, Bella e
Rose si avvicinarono:<< Fammi indovinare:
un’altra mail del tenente
Whitlock >> e ridendo Rosalie fece per avvicinarsi al
telefono ma Alice
se lo strinse al petto come se fosse un prezioso tesoro che nessuno
poteva
vedere:<< Cosa c’è? >>
domandò infatti la bionda guardandola
dubbiosa:<< Niente, perché? >>
domandò a sua volta Alice cercando
di mantenere un’aria normale ma l’idea che qualcuno
della sua famiglia avesse a
che fare con quella storia la agitava un po’, finora le cose
con Jasper erano
andate molto bene e continuavano anche ora che lui si trovava a Jackson
per
l’addestramento, ma raccontare tutta quella storia ad alta
voce, parlarne con Rose
e Bella, sentire le paranoie di Edward ed Emmett…beh quello
avrebbe reso tutto
più reale e l’ultima volta che i suoi sogni si
erano scontrati con la dura
realtà il suo bel principe azzurro aveva finito per sposare
un’altra quindi no!
Non era il caso di mettere i manifesti in giro, non ancora…
<<
Oh andiamo come puoi essere così acida? >> e
Rose la guardò mettendo su quel broncio che aveva dai tempi
del liceo e a cui
Emmett immancabilmente non sapeva resistere:<< Quel viso
da cucciolo
attaccherà con mio fratello Rosalie Hale, ma non con me
>> la ragazza per
tutta risposta fece la linguaccia all’amica ma Bella si
intromise nel
discorso:<< Aspetta un attimo…Jasper
Whitlock… >> Alice si voltò
preoccupata:<< Cosa? >> anche Rosalie si
girò:<< Sappiamo
come si chiama Bella >> la ragazza scosse il capo bevendo
poi un po’ del
suo caffè-latte:<< Non avevo collegato la cosa
prima: era ospite al Moon
River, era qui per il matrimonio >> a
quell’affermazione Alice trattenne
il respiro e Rose si illuminò come un albero di Natale:
quella notizia era
troppo succosa e lei era troppo curiosa per non volerne sapere di
più.
<<
E me lo dici solo ora? >> poi girandosi verso
la Cullen aggiunse:<< E tu lo sapevi ma hai fatto finta
di niente,
traditrice >> << Sono una traditrice
perché voglio che la mia vita
privata resti tale Rose? >> la bionda fece spallucce
morsicando il suo
cornetto alla gianduia:<< Non esistono segreti tra di
noi, non ci sono
mai stati >> poi girandosi verso Bella si
portò le mani giunte davanti al
viso guardandola fisso:<< Adesso mi devi dire tutto:
com’era questo
tenente Whitlock? Alto, muscoloso, affascinante, bel ribelle tenebroso?
>> Alice scosse la testa lasciando perdere la
conversazione e andando
dietro al bancone per poter leggere in pace la mail mentre le sue
amiche
spettegolavano.
Mentre
apriva la mail per leggere la lettera di Jasper il
ricordo dei loro primi giorni insieme le tornò alla mente.
Dopo
la prima cena insieme Jaz aveva insistito
per portarla fuori e, ancora stentava a crederci, l’aveva
portata in un piccolo
ma pittoresco ristorante vicino al porto; di solito quella zona non era
molto
frequentata, contrariamente al quartiere francese, ma alla fine Alice
aveva
dovuto ricredersi…
Forse
anche per il fatto che passeggiare sotto
la luna con accanto quella specie di dio sceso in terra non era per
niente
male.
Quando
poi l’aveva riaccompagnata a casa e le
aveva semplicemente accarezzato una guancia per darle la buonanotte lei
era
rimasta un po’ delusa; non che si aspettasse la musica di
sottofondo o le
campane a festa, ma per tutta la durata della cena, mentre
chiacchieravano, si
era chiesta come sarebbe stato baciare quelle labbra.
<<
A domani allora >> gli aveva
mormorato dopo che Jaz le aveva strappato la promessa di un giro sul
battello
che navigava lungo il Mississippi, stava quasi per rientrare quando lui
l’aveva
chiamata:<< Alice >> si era voltata con gli
occhi che brillavano
solamente per trovarsi Jasper più vicino di quanto si
aspettasse e, quasi
sicuramente, avrebbe perso l’equilibrio se lui non avesse
avuto i riflessi
pronti:<< Le piace farsi salvare signorina Cullen?
>> lei era
arrossita cercando di guardare altrove:<< Non mi
aspettavo di averti così
vicino >> la piccola risata di Jasper la portò
a guardarlo negli
occhi:<< Devo essere vicino per quello che voglio fare
>> lei
schiuse leggermente le labbra:<< E sarebbe?
>> la risposta di
Jasper furono le sue labbra su quelle di Alice in quello che lei
avrebbe
ricordato come il bacio perfetto; il migliore che avesse mai ricevuto
nella sua
vita.
Quando
poi si erano staccati il campanile della
piccola chiesa in fondo al quartiere aveva suonato la mezzanotte e
Alice aveva
sorriso sognante: aveva avuto anche le sue campane…
<<
Ehi stai bene? >> la voce di Bella la fece
tornare alla realtà e al locale:<< Cosa?
>> << Avevi l’aria
persa, a che pensavi? >> cercando nella sua mente
qualcosa da dire Alice
abbassò gli occhi sul proprio telefono e la sua attenzione
fu catturata dalle
ultime righe della mail di Jasper
Non credo di riuscire ad
avere una licenza per Natale, ma mi farebbe molto piacere se tu potessi
venire
a trovarmi, c’è un piccolo motel accanto alla
base, so che è avventata come
proposta ma almeno pensaci...
Il
suo cuore perse un battito: l’aveva davvero invitata a
passare il Natale con lui a Jackson? Le aveva davvero chiesto di andare
lì per
stare insieme?
<<
Alice…ehi…Alice >> di nuovo lei
dovette
riscuotersi dai suoi pensieri:<< Sì?
>> Rose alzò gli occhi al
cielo:<< Deve piacerti proprio tanto quel ragazzo, sei
anche peggio di
quando stavi con il Ken idiota >> la discussione tuttavia
fu interrotta
dall’arrivo nel bar di Edward che, con l’aria
più cupa che sua sorella gli
avesse mai visto, si sedette vicino a Bella baciando di sfuggita la
guancia
della ragazza e salutando loro:<< Ciao Ed, che ti
succede? >> e
sorridendo Rosalie si avvicinò scrutando l’amico
che aveva l’aria a dir poco
sconvolta:<< Niente, è solo il lavoro
>> << Problemi con
qualche caso? >> domandò Bella immediatamente
preoccupata:<< Troppi
casi a dire il vero, il capo è in luna di miele con la sua
seconda moglie e ha
lasciato la direzione dello studio in mano a Tanya e Kate, adoro quelle
ragazze
ma in quattro siamo davvero pochi per gestire tutti quei casi, senza
contare
che sotto natale la gente trova ogni genere di pretesto per attacar
briga
>> in silenzio Bella strinse la mano del
fidanzato:<< Leah non può
darti una mano? >> il ragazzo
annuì:<< Lo sta già facendo, stiamo
seguendo un paio di casi insieme e credo che anche stasera
farò tardi >>
poi alzando gli occhi verso Alice aggiunse:<< Posso
passare da te a cena
sorellina? Casa tua è più vicina al mio ufficio e
non credo di avere la forza
di preparare qualcosa una volta a casa >> Alice
sorrise:<< Puoi
fermarti tutte le volte che vuoi o magari posso portarti io qualcosa di
pronto
a casa se ti va >> il sorriso di Edward le fece capire
quanto adorava
quell’ipotesi:<< Lo faresti davvero?
>> << Certo che lo
farei, sei mio fratello stupido >> poi facendogli la
linguaccia si avviò
verso il laboratorio:<< Ora andate, devo finire alcune
ordinazioni per
Jacob e Seth, pare che questo mese gli affari stiano andando a gonfie
vele
>> << Ci cacci così?
>> domandò Edward che si era appena
messo comodo:<< Non eri tu quello che aveva del lavoro da
fare? >>
il ragazzo annuì alzandosi:<< Sorella perfida
>>
<<
Alice… >> cinque minuti dopo la ragazza si
girò trovando Bella sulla porta del
laboratorio:<< Bella…che cosa
c’è?
>> l’altra avanzò stropicciandosi
con le mani il bordo del maglione che
aveva addosso, sembrava quasi nervosa:<< Tu hai le chiavi
di scorta di Ed
vero? >> Alice annuì non capendo il
perché di quella domanda:<< Sì,
perché? Che volevi fare? >> Bella fece un
piccolo sorriso:<< È un
problema se stasera gli preparo io la cena? Vado a fare la spesa e se
mi lasci
le chiavi andrò a casa sua e gli farò
trovare… >> sorridendo Alice scosse
il capo:<< Non credo ci siano problemi, anzi credo che
Eddy ne sarà
felice >> poi vedendo che la sua amica non faceva
esattamente i salti di
gioia aggiunse:<< C’è qualcosa che
non va Bella? Mi sembri strana
>> l’altra scosse il capo:<< No,
niente…solo che ultimamente Edward
è sempre impegnato con il lavoro e ci siamo visti poco, mi
piacerebbe passare
un po’ di tempo noi due da soli, tutto qui >>
avendo Jasper a migliaia di
chilometri di distanza e capendo i sentimenti della sua amica Alice
sorrise:<< Ci vediamo nel pomeriggio quando ho finito con
quest’ordine
così ti lascio le chiavi, vai a fare la spesa nel frattempo
>> Bella
annuì poi poco prima di lasciare il locale si
voltò di nuovo a guardare
l’amica:<< Sai Alice…era da tanto
che non ti vedevo così felice >>
la piccola Cullen non rispose continuando ad impastare ma sorrise anche
lei:
sì, era davvero felice.
Erano
quasi le nove e mezza quando finalmente Edward riuscì
a lasciare lo studio, aveva mandato un messaggio ad Alice un paio
d’ore prima
dicendole che prima di quell’ora non si sarebbe potuto
liberare e lei lo aveva
rassicurato dicendo che una volta a casa avrebbe trovato tutto
pronto…
Stava
giusto per aprire la macchina quando:<<
Cullen…Edward
Cullen >> sentendosi chiamare si girò verso i
portici dove c’era il suo
ufficio trovandosi davanti una giovane donna dai capelli biondi
raccolti in
un’elaborata acconciatura e un tailleur scuro molto elegante
ma che enfatizzava
il suo corpo in maniera inequivocabile:<< Irina Denali?
>> e lui
guardò la ragazza cercando di capire che cosa ci facesse la
sua ex compagna di
Harvard e associata in uno degli studi più prestigiosi di
Washington lì.
<<
Che ci fai qui? >> le domandò poi mentre lei
si avvicinava sorridente:<< Ciao anche a te Cullen
>> lo salutò
avvicinandosi e facendo scorrere lo sguardo sul completo che lui aveva
indossato quella mattina e che dopo quella giornata infinta
probabilmente aveva
un aspetto peggiore di lui:<< Ti trovo bene, non pensavo
New Orleans ti
avrebbe fatto questo effetto ma sei in forma >> Ed non
parve colpito da
quelle parole:<< Che cosa c’è Irina?
Che ci fai qui? >> di nuovo
lei sorrise e si passò una mano nei lunghi capelli
biondi:<< Sto
lavorando un caso importante, Newton contro Barton >>
riconoscendo il
nome del cliente che Leah e Kate stavano seguendo Edward
sbatté le palpebre
incredulo di quanto fosse strano il destino:<< Sei
l’avvocato di
Colin Barton? >> la bionda annuì con
un sorriso a trentadue denti:<< Sì, il signor
Barton ha voluto il miglior
studio di Washington e il miglior avvocato dello studio
>> Ed non
replicò, già ai tempi del college Irina aveva un
ego grande come una casa e ciò
aveva fatto di lei un ottimo avvocato ma anche una persona decisamente
poco
sopportabile.
<<
Allora dimmi… >> e lei si avvicinò
sorridendo
ed infilandogli una mano sotto al braccio:<< Come ti
vanno le cose qui?
>> poi guardandolo con i suoi grandi occhi color
caramello
aggiunse:<< Perché non ci facciamo una di
quelle belle chiacchierate come
ai tempi del college? Sai quando facevamo le ore piccole a…
>>
scansandosi leggermente cercando di non dimostrarsi scocciato Ed fece
un
piccolo sorriso:<< Scusami ma ho avuto una giornata dura
e non vedo l’ora
di andare a casa a cenare e… >>
<< Oh ma è fantastico, che ne dici
di una cenetta tra amici? Andiamo non puoi dirmi di no >>
Edward non
voleva essere maleducato, sua madre gli aveva insegnato ad essere un
gentiluomo
ma voleva davvero liberarsi di Irina e mettersi comodo sul divano,
magari
avrebbe chiamato Bella prima di andare a letto, voleva sentire la sua
voce,
voleva vederla anche ma non ne avrebbe avuto il tempo e Irina non gli
stava
certo facilitando le cose.
<<
Irina davvero io non… >> ormai era quasi
arrivato a casa e se non si disfava in fretta di lei gli sarebbe
toccato
davvero invitarla a cena, fortuna che Alice gli aveva già
preparato qualcosa
perché in quel momento non aveva nemmeno la forza di
prendere una pizza dal
congelatore e infilarla nel forno.
<<
Edward? >> fu quella voce a farlo voltare
verso la porta d’ingresso del suo villino:<<
Bella? >> e guadò la
fidanzata cercando di capire se era la sua mente che gli stava giocando
un
brutto scherzo o se davvero lei era lì davanti alla porta
con in mano un mazzo
di chiavi e quelle che avevano tutta l’aria di essere borse
della
spesa:<< Che cosa ci fai qui? >>
domandò poi avvicinandosi e
dimentico di Irina accanto a lui:<< Volevo prepararti la
cena, stamattina
quando lo hai chiesto ad Alice le ho detto che l’avrei fatto
io, mi ha dato la
sua copia delle chiavi di casa e… >>
<< Oh hai anche una cameriera
che ti prepara la cena, direi che non te la cavi per niente male Eddy
>>
sentendo la bionda chiamare lei cameriera
ma, soprattutto, il suo fidanzato Eddy
con quella voce civettuola Bella si girò pronta a dirgliene
quattro ma ci pensò
Edward a risolvere la cosa:<< Bella non è la
mia cameriera Irina, è la
mia fidanzata >> poi avvicinandosi ad Isabella sorrise
guardando la
vecchia compagna di scuola:<< E per quanto mi avrebbe
fatto piacere
rivangare gli anni del college >> si voltò a
guardare Bella con sorriso
di trionfo:<< Credo di avere di meglio da fare stasera
>> poi
sollevando un braccio per poggiarlo sulle spalle di Bella
infilò la chiave nella
serratura entrando in casa.
Una
volta di nuovo soli Bella poggiò le buste che aveva
portato sul piano della cucina di Edward cominciando in silenzio a
tirarne
fuori il contenuto:<< Ehm…Bella…
>> ed Ed si avvicinò alla
ragazza:<< Sì? >>
domandò lei continuando a restare
voltata:<< Tesoro che cosa c’è?
Sembri strana… >> Bella non cambiò
minimamente posizione o quello che stava facendo poi aprendo
un’antina per
prendere una pentola per la pasta aggiunse:<< Chi era
quella Eddy?
>> sentendo quel nomignolo che tanto odiava
l’avvocato di casa Cullen
capì che grazie ad Irina si era appena cacciato in un bel
guaio e che ci
sarebbe voluta tutta la sua abilità oratoria e il suo amore
per Isabella per
uscirne illeso o per lo meno per uscirne!
<<
Quella era Irina Denali, una mia vecchia compagna
del college, te ne avevo parlato >> meglio cominciare da
lì, meglio
prendere la cosa con calma e…:<< Mi avevi
anche detto che viveva a
Washington o avevo capito male? >> lui annuì
avvicinandosi e passandosi
una mano tra i capelli:<< No, non hai capito male,
è qui per seguire un
caso a cui stanno lavorando Leah e Kate, lei è la parte
avversa >> ancora
nessuna risposta, così provò di
nuovo:<< Bella… Bella ti prego…
>> << Se lavora per la
controparte che cosa ci facevate insieme? Non c’è
un qualche divieto dell’etica
professionale o roba simile? >> Edward alzò
gli occhi al cielo e stufo di
quel tira e molla si avvicinò abbracciandola da dietro e
affondando la testa
nei suoi capelli scuri:<< Non è successo
niente d’accordo? >> poi
baciandole la testa aggiunse:<< Me la sono trovata
davanti sulla Main
Street e ha iniziato a parlare dei vecchi tempi e così via,
stavo cercando un
modo per liberarmi di lei quando ci hai visti >> poi
facendo girare la
fidanzata tra le braccia aggiunse:<< La sola donna che mi
interessa avere
nella mia vita sei tu Swan, dovresti saperlo ormai >>
immobile come
sempre davanti alle romantiche dichiarazioni di Edward Cullen, Bella,
abbassò
gli occhi cercando di nascondere un sorriso:<< Sei troppo
bravo con le
parole avvocato, non vale >> sorridendole a sua volta Ed
le prese le mani
nelle proprie:<< Credo che dovrò convincerti
con i fatti allora >>
e con lo sguardo più felice e serio che Bella gli avesse mai
visto lo guardò
mentre si metteva in ginocchio davanti a lei.
Cinque
giorni dopo Alice era a bordo di un autobus che
l’avrebbe portata a Jackson.
Sapeva
che ci sarebbero volute ore ma se da una parte non
vedeva l’ora di riabbracciare Jasper, dall’altra
voleva un po’ di tempo da sola
per riflettere su tutta quella storia: non aveva detto niente di
preciso a
nessuno circa il loro rapporto perché Ed avrebbe espresso la
sua opinione come
al solito non richiesta ed Emmett…beh Em era fin troppo
iperprotettivo e
avrebbe dato di matto immaginando che la sua dolce e adorata sorellina
aveva un
rapporto che andava oltre l’amicizia con un soldato della US
Navy conosciuto ad
un party di Halloween meno di due mesi prima!
Tuttavia
ora che era da sola su quel sedile accanto al
finestrino non poteva fare a meno di chiedersi che cosa provasse
davvero lei
per Jasper Whitlock…
Attrazione?
Affetto? Amore?
Sorrise
da sola quando l’ultima parola le passò per la
mente…amore…credeva
che quello che la legava a James fosse amore, credeva che sarebbe
durata e che
anche lui provasse lo stesso, invece si era ritrovata con un cuore a
pezzi e
troppi fazzoletti usati, adesso non avrebbe commesso lo stesso
errore…sì certo
Jasper Roland Whitlock era decisamente diverso da James, lei si sentiva
diversa
quando era con lui, ma non per questo voleva dire che tutto sarebbe
andato
bene.
Non
tutti avevano la fortuna di trovare la loro anima
gemella e viverci insieme per tutta la vita…cioè
era successo ai suoi genitori,
a Rose ed Emmett e perfino a Edward e Bella se non si contavano gli
anni che ci
aveva messo suo fratello a dichiararsi, lei sembrava la sola della
famiglia
destinata a restare sola…o almeno prima di incontrare
Jasper…
Scosse
la testa cercando di tornare lucida, si era appena
ripromessa di non lavorare troppo di fantasia, di andarci piano e
invece si
metteva a fantasticare come un’adolescente alla sua prima
cotta! Fece una piccola
smorfia cercando di convincersi a stare calma ma poi abbassò
gli occhi sulla
piccola scatola di cartone dorato che teneva in grembo: il suo lato
romantico
non aveva resistito e prima di partire la sera prima aveva preparato un
pacco
per Jasper con tutti i suoi dolci migliori, era un pensiero stupido
forse ma
lei sperava tanto che gli facesse piacere!
<<
In libera uscita Whitlock? >> e sorridendo
bonariamente la sentinella all’ingresso guardò
Jasper in borghese che stava
lasciando la base:<< Sì, una specie
>> commentò Jasper mentre si
infilava le mani nelle tasche per dirigersi alla macchina che aveva
noleggiato
quella mattina: aveva detto una piccola bugia ad Alice parlandole del
motel
accanto alla base, ma in fondo nessuno poteva condannarlo se voleva
fare una
sorpresa alla ragazza che gli faceva battere il cuore giusto?
Quando
raggiunse il capolinea degli autobus parcheggiò poco
distante spegnendo il motore e scendendo dalla macchina avviandosi
verso la
pensilina con gli orari, non aveva fatto che pochi passi quando una
voce dolce
come il miele lo fece voltare alla sua sinistra:<< Ciao
tenente >>
<< Alice >> e il solo pronunciare il suo
nome lo fece sorridere
mentre allargava le braccia per accoglierla:<< Mi stai
aspettando da
molto? >> le domandò stupito di trovarsela
già lì davanti:<< No,
siamo arrivati cinque minuti fa, giusto il tempo di recuperare la mia
valigia
>> guardando il piccolo trolley che Alice si era portata
dietro per un
istante a Jasper si strinse il cuore: non si sarebbe fermata a lungo e
lo
sapevano entrambi ma lui avrebbe tanto voluto di
sì…
<<
Bene, allora visto che siamo qui, direi che è il
momento di andare signorina Cullen >> e stringendole la
mano intrecciando
le loro dita insieme Jasper tirò fuori dalla giacca a vento
le chiavi di un’auto:<<
Quando devi rientrare alla base? >> gli
domandò lei mentre caricava la
sua valigia:<< Non immediatamente >>
mentì lui poi aprendole
galantemente la portiera lasciò che Alice gli passasse
accanto ma poco prima
che lei salisse in auto le afferrò la vita stringendola a
sé chiudendole le
labbra con un bacio che aveva atteso dal giorno in cui era partito da
New
Orleans.
<<
Era da quando sono partito che aspettavo di farlo
>> le guance di Alice arrossirono dolcemente a quelle
parole poi
mettendogli le braccia al collo e sollevandosi sulla punta dei piedi
per
arrivare quasi alla sua stessa altezza gli sorrise:<< Lo
aspettavo anch’io
>> poi anche lei lo baciò a sua volta e prima
che uno dei due potesse
accorgersene le mani di Jasper scivolarono sui bottoni del cappotto
bianco di
lei slacciandoli ad uno ad uno e facendogli accarezzare quel corpicino
da fata
avvolto in un abitino di lana e leggins invernali.
<<
Ci stanno guardando >> commentò Alice quando
si staccarono alcuni minuti dopo accorgendosi degli sguardi che qualche
passeggero
lanciava loro:<< Sono solo invidiosi, scommetto che
vorrebbero essere al
mio posto >> le sussurrò Jasper con un sorriso
per poi
aggiungere:<< Ma sarà meglio andare, prima che
la situazione mi sfugga di
mano >> e con quella frase sulle labbra la fece salire
chiudendo la
portiera e facendo il giro dell’auto per mettersi alla guida.
Alice
lo guardò sorridendo per un istante e quando Jasper
mise in moto si voltò a guardare la città fuori
dal finestrino inconsapevole di
quello che in realtà l’aspettava poco fuori dalla
città…
Grimilde's
Sono ancora viva!
Sì, so che probabilmente mi davate per dispersa ma invece
sono ancora qui...
Questo capitolo
è un po' di passaggio visto che non succede
granché ma il prossimo sarà tutto incentrato
sulla mini-vacanza dei nostri piccioncini quindi preparatevi per un bel
po' di zucchero e molto, molto fluff...(forse anche qualche piccola
lacrimuccia se riesco a farcela entrare nel capitolo chi lo sa...)
In ultimo una piccola
precisazione: Edward NON ha chiesto a Bella di sposarlo, so che
può sembrare così ma la risposta ci
sarà nel porssimo capitolo...
A presto....e se non
ci sentiamo prima del 25 AUGURONI di BUON NATALE.....
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