Il Babbo Natale segreto

di flower_of_moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0. Quando arriva l'idea! ***
Capitolo 2: *** 1. Il Serpente di Neve! ***
Capitolo 3: *** 2. La carrozza deve essere rossa! ***
Capitolo 4: *** 3. L'angelo di neve è un'arte! ***
Capitolo 5: *** 4. È il loro ma anche il nostro albero di Natale. ***
Capitolo 6: *** 5. Lo slittino verde! ***



Capitolo 1
*** 0. Quando arriva l'idea! ***


0. Quando arriva l'idea!
 

Draco sospirò ancora alzando lo sguardo al cielo bianco, se in quel momento Catherine lo avesse visto si sarebbe arrabbiata, ne era certo, ma non poteva fare altrimenti. Aveva mandato tutto a puttane, non voleva tornare a casa per le vacanze di Natale, avrebbe preferito di gran lunga rimanere lì con Catherine, Camille e... Harry. Invece quello zuccone di Potter non lo aveva ascoltato! Costringendolo ad accettare la richiesta di suo padre.

Un altro sospiro pesante gli lasciò le labbra screpolate dal freddo. Aveva litigato con Harry e non sapeva come rimettere le cose a posto, era tutto troppo difficile.

 

"Ricorda che a Natale si deve sempre essere felici! Per questo ti farò sorridere Draco."

 

Ridacchiò, proprio ora gli doveva tornare alla mente quel ricordo? Ritornò tutto in testa:

la bufera, il passaggio di Harry e il regalo che gli aveva fatto, lo aveva reso felice quella notte, gli aveva donato un Natale bellissimo, forse l'unico degno di essere ricordato.

Ridacchiò poggiando la testa contro il muro freddo, quanti giorni mancavano ancora a Natale? Dodici.

Forse un modo per fare pace con Harry ce lo aveva.

Prese un bel respiro.

"Cosa non farei per te Zuccone." Si disse ridendo, gli servivano alcune cose e l'aiuto di Camille, forse avrebbe chiesto anche a Catherine, ma prima doveva arrivare all'edicola del paese.

 

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Mosse la torre di tre caselle e mangiò l'alfiere bianco.

"Scacco matto sorellona."

Il sorriso gentile di Camille la irritò, perché doveva giocare a scacchi?!

Ah già, aveva perso quella stupida gara a morra cinese e ora le toccava il supplizio di quel gioco inutile, a parer suo.

"Se tanto sai che mi batti potresti giocare con Draco! Lo sai che lui è più bravo di me!"

"Sì, ma al momento si sta disperando per il suo ragazzo."

Camille alzò gli occhi al cielo cominciando a rimettere a posto le pedine.

"Si sono messi insieme finalmente?" Catherine sbatté con forza il cavallo nero sul tavolo, gli occhi marroni sgranati di felicità.

"No, ma si vede lontano un miglio che si piacciono."

Camille si sistemò gli occhiali sul naso chiudendo con delicatezza la scatola in legno. "E che palle! Sono due idioti!" Esordì la più grande. "Diversamente intelligenti, sorellona." La corresse la più piccola.

Cath stava per ribattere quando la porta del suo appartamento si spalancò sbattendo. Alzò un sopracciglio scettico quando la zazzera bionda del Malfoy le si presentò davanti.

"Biondino dov'é il tuo ragazzo?" Accavallò le gambe appoggiando il gomito sulla spalliera della sedia. "Cath lo sai che non è il mio ragazzo!" Draco arrossì indignato.

"Però gli piace." Cath volse lo sguardo verso la sorella minore.

"Non ha mai detto il contrario." Precisò quest'ultima.

"E ad Harry piace lui." Continuò lei imperterrita.

"Anche lui non ha mai detto il contrario." Concordò Camille.

"La smettete?!" La voce indignata del biondino fece ridacchiare le due. "Cosa vuoi stronzetto?" Il ghigno divertito di Catherine sparì quando la sorella le dette uno scapellotto.

"Modera il linguaggio!" 

"Ho litigato con Harry, ed ho un piano per fare pace!" Chiuse la porta, ancora aperta, posando sul tavolo la busta bianca.

"E noi ti serviamo perché...?"

Il sopracciglio di Catherine si alzò confuso.

"Perché ho bisogno della vostra bravura con le rime!" Lo sguardo deciso del Malfoy si puntò negli occhi della ventenne.

"Ok, qual è il piano?"

Camille sorrise prendendo la sua preziosa scatola degli scacchi e sistemandola in cima alla libreria.

"I dodici regali di Natale." 

"I che?" Catherine era confusa, perché dodici regali di Natale?

"Sorellona, Draco sta parlando di Twelve days of Christmas." 

"Ahhh la canzoncina per i mocciosi! -lo sguardo di Cath passò dal confuso al divertito in poco tempo, per diventare sbalordita all'improvviso- quella del vero amore?"

"Sì sorellona, proprio quella."

Un ghigno malizioso le si formò sulle labbra, si voltò verso Draco. "Non è come pensi! Harry mi ha tartassato con quella canzone e mi è venuta un'idea!" Spiegò Draco tirando fuori dalla busta l'occorrente.

"Se preferisci dirlo così..." Cath posò il mento sulla mano.

"È così, punto." Rispose Draco, facendo finta di niente.

"Allora qual'è il primo regalo?" Chiese Camille sistemando la roba sul tavolo.

Draco si perse un attimo in un ricordo di qualche anno prima.

 

"Cosa?! Non hai mai fatto un pupazzo di neve?! Rimediamo subito! A me la carota!"

 

 

Alzò lo sguardo su Camille, sorrise. "Un pupazzo di neve."


 

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Capitolo 2
*** 1. Il Serpente di Neve! ***



1. Il Serpente di Neve!

Hermione sistemò il volume in pelle sullo scaffale, stando attenta che fosse dritto. Sorrise soddisfatta, era appena scesa dalla scala quando lo sentì.

"Hermione! Hermioneeeeeee!" Si voltò di scatto incrociando lo sguardo di Harry. "Perché berci come un forsennato?" Gli occhi della ragazza si fecero da confusi a dolci quando Harry abbassò lo sguardo imbarazzato.

Mise le mani sui fianchi e sorrise. "Avete litigato?" Il ragazzo annuì alzando lo sguardo sull'amica. "È da ieri che non mi parla e mi evita, e oggi all'ora di pranzo è andato da Cath e Camille! Certo, capisco che siano più sue amiche che mie però quando ho provato ad avvicinarmi Cath mi ha ringhiato contro!"

Si mise le mani nei capelli scompigliandoli ancora di più. "Harry, stai tranquillo, sai come è fatta Cath, forse in quel momento stava parlando con sua sorella e Draco di qualcosa che non dovevi sentire." Lo rassicurò posandogli una mano sulla spalla. "Non è questo, Draco mi sta evitando! E io non so come scusarmi." Posò la fronte sulla spalla della ragazza, Hermione era diventata molto importante per lui, soprattutto dopo la morte del padre, era come una sorella, era la sua confidente segreta.

"Credimi, si risolverà tutto, sta certo che manchi anche a lui,-gli alzò il viso posandogli le mani sulle guance.- ora va, sennò fai tardi a chimica."

Il ragazzo sorrise ed abbraccio l'amica. "Cosa farei senza di te?!" Hermione ridacchiò ricambiando la stretta. "Probabilmente prenderesti quattro in matematica." Rispose.

 

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Al suono della campanella fu il primo ad alzarsi, subito dopo le lezioni aveva gli allenamenti di calcio ed essendo il capitano non voleva fare tardi. Aprì l'armadietto per rimettere a posto i libri, appena lo sportello fu spalancato un pacchetto marrone cadde all'indietro scivolando fuori, quasi fosse appoggiato dall'interno allo sportello.

Si chinò a terra per raccoglierlo, la carta che avvolgeva la scatola era marrone ed un nastro rosso con su scritto 'buon natale' lo avvolgeva. Si guardò intorno quasi fosse alla ricerca di chi aveva lasciato il pacco, ma, come era ovvio, fallì. Alzò le sopracciglia incuriosito, un regalo di Natale?

"Hey amico andiamo o facciamo tardi!" La voce di Ron lo distrasse, scosse la testa infilando il pacco nello zaino e chiudendo lo sportello.

"Che cos'era quello?" Chiese Ron

"Quello cosa?" Harry lo guardò confuso.

"Il pacco che hai messo nello zaino." Rispose il rosso indicando la sua cartella.

"Ah quello, non lo so, ho aperto l'armadietto ed è caduto." Spiegò Harry recuperando il pacco in questione.

"Oooooh! Amico ma non capisci?" Gli chiese Ron emozionato.

"Ehm veramente no."

Alzò un sopracciglio confuso.

"Cosa dovrei capire? Che qualcuno sa la combinazione del mio armadietto?"

Ron sospirò. "Okay che è Hermione l'intelligente del gruppo, ma comunque è chiaro quello che voglio dire." Disse Ron divertito.

"Credimi Ron, non è affatto chiaro." Chiarì Harry rigirandosi il pacco tra le mani.

"Sveglia! Hai un'ammiratrice o ammiratore." Gli spiegò l'amico battendo un dito sul pacchetto incriminato.

"Chi io?" Harry era incredulo, lui un ammiratore? Okay, era il capitano della squadra di calcio ma non era così popolare.

"No, sto parlando di mago merlino.- scherzò Ron ridacchiando-

Dai Harry aprilo!" Lo spronò mettendoglisi di fianco.

"Va bene."

Tirò via il nastro rigirando il pacchetto e staccando lo scotch che univa i due lembi di carta.

Tolse anche quella ritrovandosi tra le mani una scatola rossa con uno strano disegno sul coperchio. Con dei pezzetti di cartoncino vi era stato disegnato un pupazzo di neve sorridente con un bel cilindro in testa ed una carota al posto del naso.

"Beh... originale come regalo, non credi?" Disse Ron, anche lui confuso.

Harry non rispose aprendo la scatola, la prima cosa che vide fu un cartoncino decorato con il disegno di alcuni fiocchi di neve, lo prese in mano e spostò la carta che vi era sotto trovandoci due bottoni neri.

"Questo è strano." Sussurrò Harry.

"Più strano di quella volta in cui Fred fece esplodere la torta di compleanno sbagliata e Ginny si ritrovò con un rospo come regalo." Concordò l'altro.

Harry rimise a posto i bottoni e lesse ad alta voce il biglietto.

 

"Il primo giorno di Natale il mio Babbo Natale segreto mi regalò...

Il primo regalo è bianco

e rimarrà solo a Natale al tuo fianco.

Ha per naso una carota

e nella mano una scopa.

Buon Natale dal tuo Babbo Natale segreto." 

 

Aggrottò le sopracciglia confuso, un Babbo Natale segreto? 

"Un pupazzo di neve." Sbatté le palpebre confuso, posò lo sguardo su Ron

"Cosa?" 

Il rosso ridacchiò prendendogli il cartoncino dalla mano.

"Vuole che tu costruisca un pupazzo di neve." Disse sventolandoglielo in faccia.

Harry rise riprendendo il cartoncino.

"Ok, peccato che non sia ancora nevicato!" Fece notare.

"Il meteo ha previsto una bufera di neve per oggi." Gli spiegò l'altro. Harry sorrise chiudendo la scatola e infilando tutto nella cartella.

"Perché non lo facciamo insieme? Sarebbe divertente!" Propose Ron con gli occhi emozionati, lui adorava la neve.

"Vedremo cosa fare, per ora andiamo o arriveremo tardi, poi chi lo sente il Coach." Gli rispose Harry con un sorriso.

 

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Infilò l'asciugamano bagnato nel borsone tirando fuori una maglietta.

"Amico io scappo o faccio tardi da Hermione." Disse Ron mettendosi il piumone e prendendo al volo il borsone e lo zaino.

"Appena la vedi salutala per me!" Gli urlò dietro Harry, appena l'amico sparì fuori dalla porta. Durante gli allenamenti non era riuscito ad avvicinarsi a Draco per parlargli, sospirò, gli mancavano le battutine acide del biondo o il modo in cui gli rispondeva, in quei due anni erano diventati parte della sua vita, Draco era diventato parte della sua vita.

"Harry Potter che pensa? Ti prego di non uccidere l'unico neurone che ti è rimasto." Sorrise voltandosi. Draco lo stava guardando con il borsone a tracolla ed un ghigno divertito sulle labbra.

"Molto divertente Malfoy." Rispose con i sopraccigli sollevati. Si mise la maglia e prese il giubbotto appoggiato sulla cartella, nel farlo fece cadere la cartella dalla quale uscì la scatola rossa con la busta marrone. Draco la prese da terra rigirandosela tra le mani. "Cos'é?"

Non alzò lo sguardo, rimase a guardare la scatola quasi fosse rapito.

"Qualcuno si è proclamato il mio Babbo Natale segreto e vuole che faccia un pupazzo di neve." Harry si inginocchiò davanti a Draco prendendogli la scatola dalle mani. "Facciamolo!" Esordì il biondo. "Facciamolo? Draco non è anc-" "ti sbagli Harry sta nevicando proprio ora." Lo bloccò l'altro con uno strano ghigno sulle labbra.

"Ma non abbiamo la carota per il naso!" Ribatté il moro. "E che importa? Lo sai Potter, io faccio solo Serpenti di neve!"

Harry rise, il ricordo di quella lontana vigilia di Natale gli tornò alla mente, si ricordò di come a Draco non importasse arrivare tardi a casa, si ricordò di quando gli disse che non gli piaceva il Natale e di come lo aveva fatto ricredere.

"Allora facciamo questo serpente di neve!" Accettò Harry. Si alzò mettendosi il giubbotto e prendendo la sua roba.

"Sai Harry, una volta verrai da me a Natale." Esordì il biondo mentre Harry aprì la porta ed uscirono.

 

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"Potter ti ho detto di farlo ad esse non a sei!"

"Ma sarà uguale no?"

Rispose Harry con la neve tra i capelli, Draco si voltò e guardandolo scoppiò a ridere. Aveva le sopracciglia e i capelli imbiancati, il naso rosso ed un'espressione confusa sul volto.

"Che hai? Per caso Cath ti ha fatto mangiare degli strani biscotti verdi?" Chiese preoccupato. Draco si calmò prendendo un bel respiro, gli mise una mano tra i capelli e glieli scompigliò. "No, ma la tua testa piena di neve è esilarante." Rispose il biondo. Harry ridacchiò recuperando i due bottoni del Babbo Natale. "Vuoi fare te gli onori?" Chiese a Draco. "Ovvio che sì! Se lo faccio fare a te rovinerai il mio serpente!" I due sorrisero e Draco mise i due bottoni al serpente.

"E ora facciamo una foto!"

Esordì Harry con il telefono in mano.

"Come vuoi." Acconsentì Malfoy. Si misero vicini al serpente sorridendo, Harry guardò per un attimo, con la coda dell'occhio, il biondo e mentre faceva la foto sorrise, davvero divertito, era bello passare il tempo con Draco. 

"Ora una solo noi due!" Propose Harry avvicinando l'altro e mettendogli un braccio intorno alle spalle.

Era piacevole sentire il calore di Draco e poter dire che lo aveva stretto a sé.

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Capitolo 3
*** 2. La carrozza deve essere rossa! ***


 


2. La carrozza deve essere rossa!

Ron adorava la neve, l'adorava da quando era bambino e le scuole chiudevano per le strade  intrafficabili, l'adorava quando giocando a palle di neve Fred e George lo riempivano di neve e gli si scioglieva addosso, gli piaceva davvero la neve, ma quella mattina, mentre aspettava l'autobus e il vento gelido gli sferzava in faccia buttandogli negli occhi, ancora assonnati, la neve fredda, non la sopportava, si chiedeva come facesse il mondo ad andare avanti con quella tortura, un'altra cosa che gli rovinò la mattinata fu quando vide il post della sera prima di Harry. 

Ron adorava il suo migliore amico, forse non capiva come fosse diventato amico di Malfoy, ma lo adorava, erano amici da quando avevano undici anni, cioè avevano passato otto anni nella stessa classe, erano inseparabili dalla prima media, ma quando vide la sua foto con Malfoy e un... serpente di neve, qualcosa scattò non seppe cos'era finché non lesse il commento di Harry.

-Il primo giorno di Natale con il mio personale Spirito Natalizio!-

 

Ron si ripeteva sempre di non preoccuparsi, che qualunque cosa fosse successa Harry gliene avrebbe parlato, erano migliori amici dopotutto, no?

No! Harry doveva essere stato posseduto da un demone e non sapeva quello che stava facendo! Sapeva che era da bambini arrabbiarsi per una cosa del genere ma lui, che era il suo miglio amico, glielo aveva proposto per primo ed Harry l'aveva palesemente rifiutato, poi arrivava Malfoy a chiederglielo e lo faceva subito! Peggio di un cagnolino!

Si sistemò la cartella sulla spalla e salì sull'autobus appena arrivato, doveva assolutamente capirci qualcosa, quindi la sua prima tappa quella mattina era il lavoro Par-Time di Hermione.

Trovò gli ultimi due posti liberi e si sedette, chi era il coglione che si lasciava sfuggire il posto in fondo? Si disse contento tra sé.

Poi il suo sorriso interno svanì, miseriaccia a lui e quando non guardava l'orario! Sapeva che Malfoy prendeva il diciassette delle sette e mezza perché Harry per una settimana lo aveva accompagnato quando il biondino si era rotto il braccio, allora... perché non aveva connesso il cervello?! Quello che si stava avvicinando a lui con le cuffie alle orecchie, un cappello dello stesso verde smeraldo della sciarpa e lo zaino in spalla era proprio Malfoy, lo fissò un attimo con un sopracciglio alzato, era confuso di vederlo lì, poi alzò le spalle e lo salutò con un cenno del capo sedendosi accanto a lui, prendendo in mano il suo telefono.

Ron rimase fermò nella stessa posizione per una ventina di minuti buoni, lo sguardo fisso davanti a sé ed una strana sensazione nel petto. Prese il suo telefono e cercò la sua Playlist, si mise le cuffie e fece parte una canzone.

Rimase a fissare fuori dal finestrino finché il bus non si fermò davanti alla stazione, Malfoy si alzò insieme a molte altre persone ed uscì, Malfoy andava alla stazione? Avrebbe fatto tardi a lezione no? Lo guardò allontanarsi dalla fermata e raggiungere una Volvo nera, aprì lo sportello e... l'autobus partì.

Quanto avrebbe voluto imprecare, finalmente poteva scoprire qualcosa di 'compromettente' su Malfoy e per colpa di uno stupido bus non ce l'aveva fatta!

Sospirò togliendo la mano dal seggiolino, dove prima era seduto Malfoy, con il quale si era sorretto quando si era sporto in avanti. 

Sentì qualcosa di appiccicoso sulla mano e se la guarda, dei brillantini misti a colla vinilica gli si erano appiccicati, si pulì la mano e si preparò per scendere, era arrivata la sua fermata.

 

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Harry posò lo zaino rosso vicino alle macchinette, tirò fuori il telefono e vide di avere due messaggi da Ginny.

Aprì il telefono ed andò nella chat della piccola Weasly.

 

-Harry, HO.VISTO.LA.FOTO.-

-e ho deciso di farci un'articolo.-

 

Harry ridacchiò, Ginny voleva diventare una giornalista ed aveva preso sul serio il suo impegno con il giornalino scolastico.

 

-'Hai deciso' nel senso che non posso rifiutarmi?-

 

Rispose, sorridendo nel mentre che scriveva.

 

- è OVVIO che non ti puoi rifiutare.

Oggi, io e te, pizza e patatine alle sei.-

 

Gli vibrò il telefono mentre stava digitando il numero del Kinder-Bueno che mangiava come colazione, nonostante Sirius gli continuasse a dire di smetterla.

 

- SISSIGNORA!-

 

Gli scrisse ridendo, a quanto pare il suo Babbo Natale segreto era diventato un'articolo di Ginny. Prese il Kinder e lesse l'ultimo messaggio dell'amica.

 

-Bravo il mio soldato!😂🙃-

 

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"Ciao Camille, tutto bene?"

La mora si voltò verso Harry, uno strano sorriso le era spuntato in faccia da qualche giorno.

"Sì, tutto bene Harry, te invece?" Harry annuì lasciando lo zaino vicino alla gamba del banco e sedendocisi sopra.

"Anche a me tutto bene, ieri ho finito di leggere il libro che ci ha dato la prof, non mi sarei mai aspettato di scoprire che la madre era viva."

Gesticolò un po' mentre spiegava il libro dato appena una settimana prima dalla Professoressa McGonogall, gli era piaciuto davvero parecchio.

"Secondo me era prevedibile." Gli disse Camille. "Da cosa lo avevi capito?" Harry si sporse in avanti dondolando le gambe.

"Sopratutto perché il padre era molto vago al riguardo e anche perché non ha mai portato il figlio a vederla."

Il sorriso di Camille divenne per un momento amaro.

Harry la guardò negli occhi blu e capì, aveva fatto un bel disastro, parlare con lei di una cosa del genere!

"Hey ragazzi avete fatto la relazione di chimica per oggi?"

Harry s'irrigidì alla domanda di Draco.

"Harry non dirmi che l'hai dimenticata!" Disse il biondo sconvolto.

"Fare l'ho fatta, ma non sapevo andasse portata oggi." rispose lui mentre l'altro ragazzo si sedeva nel banco accanto.

"Beh... chimica l'abbiamo dopo pranzo, forse Sirius riesce a portatela in tempo." Draco si voltò verso di lui, poi ghignò. "Sempre che tu l'abbia stampata."

"Questa volta non me la fai! Perché ricordo benissimo di averlo fatto!" A quel punto Camille e Draco risero di gusto, quasi Harry avesse fatto una battuta.

"Ragazzi dico sul serio!" Disse sorridendo.

 

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"Oggi Ron non c'è." Constatò Harry raggiungendo il suo armadietto.

"Non c'è? Ma se l'ho incontrato sull'autobus stamani!" Ribatté il biondo appoggiandosi con una spalla all'armadietto adiacente. "Di solito le sue lezioni di recupero iniziano un'ora prima e lo trovò qui che rovista nell'armadietto." Gli spiegò girando la manovella della combinazione. "Mi sa che oggi Lenticchia è più strano del solito." Disse Draco puntando lo sguardo su una figura innevata che sembra essere appena arrivata dal Polo Nord.

Harry riconobbe che era Ron solo da una cosa, i guanti fatti da Mamma Weasly spiccavano sotto tutta la neve che aveva addosso.

"Hey amico tutto bene?" Ron si tolse il cappello congelato e imbiancato dalla neve annuendo a Harry. "Sono andato da Hermione e sono rimasto più del previsto, quando sono uscito al posto di un po' di neve fresca mi sono ritrovato in mezzo ad una bufera!" Appoggiò lo zaino, prima rosso ed ora di un bel bianco per terra.

"È aumentata? Se continua così non potremo prendere l'autobus per il ritorno." Disse Harry.

"E Sirius non ti potrà portare il compito del Professor Snape." Gli ricordo Draco.

"Grazie per l'ottimismo." Rispose il corvino sbattendo la fronte sullo sportello in metallo.

"Ma se sei stato tu a incominciare!" Ribatté indignato l'altro.

"Ehm ehm" si schiarì la gola Ron attirando l'attenzione dei due.

"Se ieri foste stati attenti, cosa che io non faccio quasi mai, sapreste che oggi non c'è il Professor Snape."

Disse aprendo il suo armadietto e mettendoci dentro i guanti e il cappello.

I due ragazzi si guardarono un attimo, ricordandosi cosa avevano fatto la lezione precedente, avevano parlato delle strane tinte di Luna.

"Oh beh meglio per me!" Concluse Harry aprendo l'armadietto, dal quale cascò un pacco marrone.

"Un altro?" Chiese confuso a qualcuno.

"Penso propio di sì Potter." Rispose alla sua domanda Draco.

"Dai aprilo Harry!"

Lo spronò Ron emozionato.

Harry lo guardò divertito recuperando il pacco e scartandolo.

Questa volta sul coperchio vi era una carrozza trainata da un bel cavallo e contornata da fiocchetti di neve. L'aprì e prese il cartoncino, poi lesse.

 

"Il secondo giorno di Natale il mio Babbo Natale segreto mi regalò...

Con gli amici va fatto

qualcosa che faccia divertire anche il gatto.

Sorridi oggi con loro, 

che ti servon campane d'oro 

Buon Natale dal tuo Babbo Natale Segreto."

 

Harry ridacchiò spostando la carta verde della scatola, al suo interno trovò un paio di campanelle dorate.

"Un giro in carrozza? Davvero?" Guardò verso Draco che ricambiò il suo sguardo con uno confuso.

"Che hai in mente Potter?"

Chiese impaurito.

Harry sorrise e voltò lo sguardo verso Ron.

"Ragazzi che ne dite se domani mattina facciamo un giro in carrozza?"

"Ma Harry domani è Domenica! La Domenica mattina è sacra! SACRA!" Gli rispose Ron.

"Dai sarà divertente! Invitiamo anche le ragazze!"

"Però la carrozza deve essere rossa!" Ordinò Ron, quasi avesse il controllo su quella decisione.

Draco abbassò lo sguardo pensieroso, poi uno strano sorriso gli si dipinse sulle labbra.

"Allora vada per domani!" Accettò salutando Harry e correndo in mensa.

 

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"Sta funzionando!" Disse sbattendo la mano sul tavolino. Cath alzò lo sguardo grugnendo una risposta.

"Domani faremo tutti un giro in carrozza!"

 Disse emozionato sedendosi in mezzo alle due.

"E noi due cosa c'entriamo?" Chiese Cath portandosi alla bocca il suo succo al mirtillo.

"Voi due siete le mie complici, dovete esserci!"

Le rispose Draco.

"Sì, ma l'idea è tua, ripeto."

Ribatté l'altra.

"Dai Cath sarà divertente!" Le disse Camille con un sorriso.

"Noi due da sole con due coppie di piccioncini? Ma almeno pensi a quello che dici?! Ci sentiremo solo di troppo!" Disse lei.

"Ufficialmente Draco e Harry non stanno insieme sorellona." Le spiegò Camille mentre sistemava le posate di plastica.

"Ecco infatti! Quindi non dire mai più una cosa del genere!" Concordò il biondo.

"Forse non starete insieme, ma qualcosa la provi no stronzetto?" Chiese la ragazza ghignando e portandosi un chupa-chups alle labbra.

"Non esattamente direi." Rispose Draco spostando lo sguardo da Catherine a Camille.

"Quindi sì!" Esordì la maggiore.

"Non ho detto questo!" Controbatté il biondo rimettendosi apposto lo zaino.

"Ma l'hai sottinteso!" Ghigno vincitrice Cath

"Ci vediamo domani alle sette a casa mia!" Rispose Draco andandosene velocemente.

Uscì dalla mensa e si diresse verso il suo armadietto, visto che non c'erano più le due ore di chimica sarebbe tornato prima a casa, doveva dare da mangiare a Cuper oppure si sarebbe ritrovato l'appartamento distrutto!

Prese il giacchetto, la sciarpa e il cappello, si sistemò e uscì, la neve cadeva velocissima ed il cielo si era rabbuiato particolarmente da quella mattina.

 

"Forse non starete insieme, ma qualcosa la provi no stronzetto?"

 

Risentì la domanda di Cath impossessarsi nuovamente della sua mente,

non sapeva nemmeno lui cosa provasse, come poteva rispondere alle sue domande? Gli piaceva passare il tempo con Harry e sì, durante gli allenamenti lo guardava e sì, si incantava a fissarlo durante chimica e sì... 

Okay, Harry gli piaceva, ma non sapeva se lui provasse lo stesso.

 

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"Dai Draco, quanto c'avete ancora?"

La voce agitata di Harry lo fece sospirare. "Ti ho detto che siamo per strada, tra poco siamo arrivati." Disse fissando il paesaggio fuori dal finestrino.

"Ho capito, ma i cavalli sono appena arrivati e sono sicuro che quello a destra mi sta guardando male! Se ci fossi tu non oserebbe!"

Sicuramente mentre parlava aveva fatto una smorfia verso il povero animale, Draco ne era sicuro.

"Come 'se ci fossi io' ? Mica hai cinque anni!" Rispose il biondo sorridendo.

"Invece sí, ho cinque anni problemi?" Chiese ridendo Harry.

"Stiamo parcheggiando ora chiudo." Disse prima di attaccare, Cath frenò di botto poco prima di andare addossò alla macchina posteggiata davanti.

"Non sai frenare più gentilmente?" Chiese retorico il ragazzo.

"Guarda che non è colpa mia, mi avete dato il mal di stomaco, una chiamata di un'ora, un'ora!" Disse aprendo la portiera esasperata. "Allora avete capito cosa fare?"

Chiese appena furono tutti e tre fuori dalla macchina.

"Nope." Esordì Cath sospirando. "Niente, divertitevi, ma non fate niente, ok?" Camille sorrise annuendo invece la sorella lo guardò di striscio superandolo. "Non ho sentito un cazzo. Io vado."

Draco la guardò andare via, che problemi aveva quella?

"Lasciala stare, ieri ha dovuto badare a Tom ed è più antipatica del solito." Disse Camille posando una mano sulla sua spalla.

"Tom è in città? Quindi c'è anche vostro padre?" Chiese voltandosi verso l'altra. "Già, è Natale, i miracoli posso accadere!" Disse la ragazza dagli occhi blu sorridendo. 

"Andiamo?"

Chiese lui.

"Andiamo."

Rispose lei.

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Capitolo 4
*** 3. L'angelo di neve è un'arte! ***


3. L'angelo di neve è un'arte!
Tirò su col naso e lasciò andare la penna quando uno strillo provenne dalla camera degli ospiti, si alzò. Suo padre russava sul divano, indisturbato dal rumore, una smorfia di disgusto le si formò sul viso.

Sospirò aprendo la porta della camera. Il piccolo Tom piangeva sbattendo i pugnini. "Hey marmocchio sono qui." Posò la mano sulla guancia del piccolo che immediatamente smise di piangere stringendole il dito. "Non ti meriti tutto questo fratellino, vorrei davvero che qui ci fosse la mamma." Posò lo sguardo vacuo sul viso del piccolo, lo prese in braccio come le aveva insegnato sua madre quando sua sorella era appena nata. Lo strinse a sé e tornò in salotto, lo depositò, con una gentilezza inaudita per lei, nel passeggino e lasciò che stingesse il suo indice.

Tornò a scrivere quel pezzo di cartoncino, per il terzo regalo, voleva davvero che Draco capisse, continuava a rifiutarsi per paura di suo padre, lo conosceva troppo bene, ma a lei non fotteva un cazzo di cosa pensasse quel vecchio, Draco doveva essere felice e lei avrebbe distrutto anche i muri di quella villa per vederlo felice con Harry.

Sentì uno sbadiglio provenire dal divano e poco dopo i capelli biondi di suo padre furono la prima cosa che vide quando si alzò.

L'uomo sbadigliò grattandosi la guancia.

" 'Giorno Cam." le posò una carezza sulla testa e si avvicinò al frigo. Sospirò nervosa. "Sono Catherine." La voce le uscì dura ed arrabbiata. "Che ore sono?" Aprì il frigo tirando fuori il latte.

"Le nove di sera." Rispose continuando a scrivere.

L'uomo prese una tazza versandoci il liquido bianco.

"Tom ha mangiato?"

"Sì, glielo ha dato Camille." Sospirò e buttò il latte nel lavello lasciandoci anche la tazza.

"Ok ora io e lui andiamo a letto." Disse prendendo il bambino in collo.

Catherine strinse un labbro tra i denti lasciando la penna sul tavolo.

"Quando te ne vai?" Chiese senza guardarlo in faccia.

"Cosa?" Chiese l'uomo stupito voltandosi verso la figlia maggiore.

"Sturati le orecchie, ti ho chiesto quando te ne vai." Posò il gomito sullo schienale guardandolo divertita.

"Perché dovrei andarmene?" Chiese lui irrigidendo la mascella.

Cath esplose, il sorriso che le fece dopo la fece impazzire, sbatté la mano sul tavolo irata.

"Perché ti caccio fuori di casa!" Esordì con gli occhi fissi in quelli blu del padre.

"Come osi? Sono tuo padre e questa è casa mia!" Disse l'uomo avvicinandosi alla figlia, il piccolo Tom ancora in braccio che dormiva beato.

"Non è vero! Questa è la cosa della mamma che ha lasciato a me! È casa mia!"

Protestò la ragazza continuando a sfidarlo con lo sguardo.

Catherine non sarebbe mai riuscita a dire se quello che successe l'avesse previsto o no, però successe in fretta, sentì solo il rumore dello schiaffo e il suo fratellino cominciare a piangere.

"E non ti rivolgere mai più a me in quel modo!" Le urlò contro il padre andando nella camera degli ospiti con passi veloci e pesanti.

"Stronzo!" urlò Cath, la mano sulla guancia rossa e le gambe le cedettero. Sua madre le aveva fatto promettere di proteggere Camille e Tom, nonostante quest'ultimo non fosse suo figlio. Ricordava benissimo la stretta debole della donna e la sua convinzione nelle parole dette. Nonostante stesse morendo le aveva impartito una nuova regola, con il suo sorriso gentile.

 

"Ama Cath, perché l'amore porta solo cose belle, come Tom."

 

Strinse la mascella e non fece scendere le lacrime, avrebbe salvato Tom come aveva salvato Catherine, a costo di uccidersi studiando.

 

-----------------------------

 

"Davvero? Avete fatto un giro in carrozza?"

La rossa lo guardò sgranando gli occhi e lasciando cadere la penna, si portò sognante le mani sotto il mento.

"Che cosa romantica!"

"Guarda che c'erano anche gli altri." Chiarì il ragazzo.

"Sì, ma tu eri seduto accanto a Draco e fino a quel momento avete parlato al telefono!"

Finse di aver avuto un mancamento sdraiandosi teatralmente sul pavimento.

"Vorrei avere io un ragazzo così dolce!" Disse rialzandosi di scatto.

"Ma noi non-"

"Stiamo insieme e bla bla bla,-gli fece il verso tirando fuori la lingua.- non ti sei ancora stancato?"

"Stancato di cosa?" Chiese il corvino.

"Di non poter dire che è il tuo ragazzo! Si vede lontano un miglio che ti piace!" Affermò posando le mani sui fianchi.

"Ho deciso, andrete insieme al Ballo d'Inverno!" Asserì puntandogli un dito in faccia. "Cosa?! Ginny aspetta che stai facendo?!"

La ragazza prese il telefono di Harry e lo sbloccò.

"Davvero?! Il nome del suo gatto?" Alzò un sopracciglio divertita.

"Cuper non è solo suo! Lo abbiamo trovato insieme! E sta da lui perché Sirius odia i gatti!" Chiarì lui.

"Sì, come ti pare."

Rispose sbrigativa accedendo alla Chat di WhatsApp del biondino, premette il microfono e parlò.

"Draco, Harry ha perso una scommessa con me, quindi te e lui dovrete andare insieme al Ballo d'Inverno, niente se e niente ma!"

Esordì velocemente.

"Ginny aspetta!" Disse provando a prendere il telefono ma la ragazza lasciò andare la registrazione che fu inviata all'istante. 

"Lo sai che ti odio vero?"

"Poi mi ringrazierai!" Disse convinta. Lui la guardò sconvolto.

"Ma lo sai cosa hai appena fatto?!" Le chiese... sconvolto.

"Sì, ti ho assicurato il ragazzo!" Rispose sicura.

Harry non riuscì a risponderle che il telefono gli vibrò due volte.

 

-Harry di nuovo?!-

 

-Okay, e Ginny, non te la prendere con Cuper! Mi ricordo dell'altra volta!-

 

Fu la risposta di Malfoy, il punto era, aveva accettato perché costretto o perché lo voleva anche lui? Harry spense il telefono buttandosi sul letto e sprofondando il viso nel cuscino.

"Cosa staresti facendo per l'esattezza?" Chiese la rossa confusa.

"Mi deprimo prima di incontrare Draco domani."

Rispose da dentro il cuscino.

"Domani? Intendi a scuola o dopo scuola?" Chiese lei speranzosa.

"Dopo scuola, dobbiamo...-Harry rimase un attimo in silenzio, voltando la testa di lato e sorridendo dolcemente. - fare una cosa."

"Ma domai è il quattordici." Disse lei non capendo.

"Ginny, il quattordici dicembre ti ricorda qualcosa, no?" La guardò serio, quasi da quella risposta dipendesse la vita della ragazza.

"Il quattordici è... oh, oooh, ooooooooooh." Aumentò il numero di 'oh' comprendendo sempre di più.

"È carino il fatto che lo passiate insieme ogni anno."

Rispose con un sorriso.

"Ma è ovvio che lo facciamo, è un giorno importante!" Esordì Harry con gli occhi felici.

"Sì, ma quanti amici ricordano il giorno in cui si sono incontrati per colpa di una cioccolata sbagliata?"

Chiese lei retorica.

"Noi! Qualche problema?" Rispose il moro con il cuscino stretto addosso,

"No, ma a me sembra più un anniversario di matrimonio!" Disse lei cominciando a ridere a bocca aperta, le arrivò poco dopo il cuscino rosso dell'amico.

"E chiudi quella bocca che sei oscena!" Le urlò contro Harry.

 

------------------------

 

Posò lo zaino sul banco tirando fuori l'astuccio e la ricerca di chimica.

"Buongiorno Draco." La voce gentile di Camille lo attirò, era meno solare del solito e appena la guardò sgranò gli occhi, delle enormi occhiaie si erano create sotto i suoi bellissimi occhi blu.

"Cami, che è successo?" 

Vide gli occhi della ragazza appannarsi e poco dopo due lacrime scendere dalle guance.

"Papà ha detto che mi porterà via da Cath, io non voglio tornare nella sua casa." Abbracciò di scatto Draco e cominciò a piangere.

"Ma non può farlo! Cath è più che maggiorenne, ha un lavoro e studia e anche tu il prossim'anno sarai maggiorenne."

Lei strofinò il viso sulla sua spalla e quando Draco le accarezzò con gentilezza la testa i suoi singhiozzi cessarono.

"Credimi non ti succederà niente, rimarrai a casa di Cath e in breve vi raggiungerà anche Tom, andrà tutto bene."

Le ripeté all'orecchio stringendola a sé.

"Grazie." Sussurrò lei staccandosi ed asciugandosi gli occhi.

"Sei un vero amico." Sorrise gentile sorprendendo il ragazzo. Che fu salvato-se si può dire così- dall'arrivo del Prof in classe.

Camille le si sedette accanto e prese la sua ricerca.

"Harry oggi non c'è?" Chiese lei.

"Forse è in ritardo, non è una novità." Replicò lui con un sorriso dolce sulle labbra.

"Il pacco ce l'ha Cath, ha detto che ci pensa lei oggi."

Disse sistemando il giubbotto sulla sedia.

Draco abbassò lo sguardo sul foglio stampato.

"Secondo te dovremmo continuare?" Chiese senza guardarla.

"Perché, vuoi smettere?"

Il biondino la guardò negli occhi e poi li riabbassò

"Non so, mi sembra di star prendendo in giro Harry."

Affermò poggiando la fronte sul banco.

"E questo non ti piace, ma credimi, secondo me anche lui ne è felice." Rispose Camille portando la mano sotto al mento.

Draco sospirò ancora non convinto, era divertente tutta quella storia e, per quanto ne sapeva, Harry non stava cercando il suo Babbo Natale segreto, anche perché, ne era certo, non ci aveva neanche pensato. 

 

"Potter, ci degna della sua presenza?" Alzò lo sguardo sulla porta dove, un Harry stremato e imbiancato dalla neve era appena apparso.

"Mi dispiace per il ritardo, ma c'era traffico."

Disse riprendendo fiato.

"Si sieda e chiuda la bocca Potter." All'ordine del Prof Harry si mosse agilmente tra i banchi e quando vide che Camille gli aveva preso il posto, sospirò sedendosi dietro ai due.

 

La lezione sarebbe stata anche interessante, se non fosse stato per tutti i messaggi che gli mandava Harry, ed erano anche messaggi inutili, perché era scontata la loro risposta.

In uno gli chiedeva di pranzare insieme e nel secondo gli chiedeva se gli erano riusciti gli esercizi di matematica. 

Ad un certo puntò si stancò, spense il telefono e scrisse su un bigliettino lanciandoglielo. In breve gli arrivò lo stesso bigliettino con una risposta indesiderata.

Lo aprì stando attendo che Snape non lo vedesse.

Senza volerlo rilesse ciò che aveva scritto e poi la sua risposta, non voluta.

 

~Harry smettila di tartassarmi!~

 

~Non mi dirai che vuoi seguire la lezione? Tanto sei bravissimo in chimica!~

 

Sospirò e scrisse velocemente un:

~Giuro che se continui scateno Cath oggi a

pranzo!~

 

Rilanciando indietro il biglietto e cominciando a scrivere la nuova formula che il professore aveva scritto alla lavagna.

Era nel bel mezzo del suo ragionamento per risolvere il problema che un pezzo di carta accartocciato gli arrivò sul banco. Si trattenne dall'urlare esasperato e aprì il biglietto leggendo.

 

~Non pensare di avermi sconfitto così! Tanto oggi ci vediamo al MilkChock e mi vendico!~

 

Sospirò scrivendo, nonostante volesse seguire la lezione, una sottospecie di risposta, che non c'entrava niente.

 

~Ieri ho portato Cuper dal veterinario, perché non eri al tuo lavoro Par-Time?~

 

Aspettò che il prof si voltasse e lanciò il biglietto indietro, poi con una strana felicità, riprese a prendere appunti. Arrivò subito la risposta di Harry, solamente il pezzo di carta era nuovo, lo aprì e lesse.

 

~Ieri il capo mi ha dato un pomeriggio libero, dovevo incontrare Ginny, che aveva Cuper?~

 

Una smorfia indefinita gli spuntò sul volto e scrisse sul biglietto un:

~Ha un anno idiota! Lo devo castrare!~

 

Poi rilanciò il biglietto a Harry e questa volta aspettò la risposta, anche perché aveva risolto da poco il problema e stava aspettando che il prof finisse di spiegare come si risolveva. Un pezzo di carta gli colpì la testa e rotolo sul banco, che mira di merda aveva Harry?

Aprì il foglietto e lesse.

 

~Ma no! Povero Cuper! Io sono contro questa cosa!~ 

 

Un sorrisetto divertito gli increspò leggermente le labbra mentre leggeva, alle volte Harry sembrava davvero un bambino. Scrisse un:

~Non sei te quello che si trova in giro per casa pisciate sui mobili perché fa territorio~

e lanciò il biglietto.

 

"Potter, Malfoy volete degnarvi di seguire la lezione si o no?"

Chiese ad un certo punto il professore. I due scattarono sulle sedie puntando lo sguardo sul prof e risposero all'unisono.

"Sissignore!"

Tutta la Classe scoppiò a ridere, nemmeno avessero fatto uno scatch comico.

La campanella suonò ed il professore raddrizzò la schiena e disse:

"Voglio che lasciate la ricerca sulla cattedra, e la prossima volta la dovrete esporre."

 

Draco sistemò la cartella prendendo la ricerca e aspettando Harry.

"Comunque è una cosa orribile! Povero Cuper!"

Il biondo alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.

"A proposito, per le vacanze lo porto con me o lo prendi te?" Chiese Draco, marcando sul lo porto con me, quasi a voler far notare  ad Harry qualcosa.

"Sei ancora arrabbiato per quella cosa?! Ma lo sai come si festeggia il Natale?!"

Chiese Harry retorico.

"Certo che lo so!- rispose lui posando la ricerca sulla cattedra.- Si festeggia con le persone a cui vuoi bene e non con un padre antipatico che-" non riuscì a finire che Harry gli parlò sopra.

"No, con la famiglia." Il corvino lasciò il suo plico di fogli ed uscì con l'amico.

"Ma se tanto lui non c'è!" Esordì contrariato Draco.

"Ma almeno tu ci hai provato, è questo che conta, il voler stare con la propria famiglia e festeggiare con essa, è questo il Natale." Sorrise lui scompigliandogli i capelli.

"E smettila!" Urlò contrariato il biondo sistemandosi i capelli.

Il corvino ridacchiò fermandosi davanti al suo armadietto, lo zaino su una spalla. Aprì la cartella e cominciò a cercare qualcosa al suo interno.

"Non riesco a trovarlo!" Una strana smorfia confusa si formò sul viso di Harry.

"Cosa? Il tuo cervello?" Chiese Draco con sguardo curioso.

"Divertente come al solito, ma no, c'era una cosa importante, ma non ricordo dove l'ho messa."  Disse lasciando cadere a terra la cartella.

"Se era importante dovresti sapere dov'è." Esordì il biondo incrociando le braccia al petto.

"Infatti se non è in cartella deve essere nell'armadietto." Ribatté lui con un sorrisetto strafottente.

Aprì l'armadietto e...

un pacco marrone cadde per terra, Harry non se ne curò, quasi fosse una cosa normalissima per lui, e il suo viso si illuminò quando tirò fuori dall'armadio una scatoletta quadrata con un fiocco verde al centro, la carta che la ricopriva era piena di impronte nere.

"Mi raccomando aprilo la mattina di Natale! Non prima." Lo ammonì consegnando la scatola tra le mani di Draco.

"Cosa?" Chiese lui confuso.

"È il mio regalo di Natale." Rispose prendendo il pacco marrone e chiudendo l'armadietto.

"Potevi benissimo darmelo quando sarei tornato." Disse lui alzando un sopracciglio biondo.

"Questo è un regalo speciale, mi raccomando aprilo la mattina del venticinque!" Raccomandò di nuovo, Draco annuì confuso e infilò il pacco in cartella.

Guardò Harry e poi chiese:

"Che fai non lo apri?"

Lui spostò lo sguardo prima sull'amico e poi sul pacco.

"Okay, apriamolo!"

Strappò la carta e la scatolina rossa che si ritrovò in mano questa volta aveva disegnato sul coperchio un piccolo angelo.

"Dai aprilo!" Disse emozionato Draco. Non vedeva l'ora di sentire la voce di Harry leggere il biglietto, l'altro annuì e prese il piccolo biglietto, poi lesse a voce alta.

 

"Il terzo giorno di Natale il mio Babbo Natale segreto mi regalò...

Sotto il morbido mantello

dorme nudo l'alberello,

Sulla neve sentirai 

come sdraiarsi dia piacere,

basta poco e sorriderai,

Fallo ancora, basta poco!

Buon Natale dal tuo Babbo Natale segreto."

 

Harry scostò la carta verde e trovò al suo interno un fiocco di neve in cartoncino.

"Un Angelo di neve?" Chiese confuso. "A quanto pare." Rispose il biondo.

Harry mise il tutto è in cartella e sorridendo prese Draco per un braccio.

"Harry che fai?!" Chiese lui quando fu trascinato di corsa fuori dalla scuola.

"Ora facciamo un angelo di neve!" 

Ordinò lui convinto.

"Tu sei tutto andato, ci prenderemo un malanno senza il giacchetto." Rispose l'altro mentre si voltava per rientrare nell'edificio.

Ma Harry gli prese un braccio e si buttò con lui sulla neve. Draco si alzò di scatto. "È gelata deficiente!" Urlò e Harry rise iniziando a muovere gambe e braccia.

"Dai vieni è divertente!"

Disse prendendogli le gambe e facendolo cadere di nuovo.

"Facciamo alla svelta che mi congelo." Disse nascondendo un mezzo sorriso felice.

 

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Aprì la porta del negozio ridendo.

"Sei uno stupido! Ora se ci ammaliamo addio vacanze di Natale!" Disse Draco con le braccia incrociate al petto.

"Però è stato diverte ammettilo!" Esordì con un sorriso mentre faceva entrare il biondo.

"Sì, anche se il tuo angelo era accettabile." Disse il biondo con una finta smorfia schifata sul volto mentre raggiungevano il loro tavolo.

"Come accettabile? È un angelo di neve!" Rise il corvino togliendosi il giubbotto e sedendosi davanti al biondo.

"L'angelo di neve è un'arte! Non lo sapevi Potter?" Esordì lui guardandolo mentre si sedeva.

"No, questa mi mancava." Rispose ridendo.

Draco sorrise guardando fuori, la neve aveva ripreso a scendere lenta, i bambini giocavano con i padri a palle di neve e le madri si assicuravano che non si facessero male.

"Sono di già passati quattro anni?" Chiese retorico il corvino ed il biondo annuì voltandosi verso Harry.

"E i tuoi gusti in fatto di cioccolate fanno ancora schifo."

Disse prendendo il menù.

"So già cosa prenderai."

Disse con un ghigno beffardo. "A si?" Chiese retorico il corvino. "Sì, prenderai un ChockoExplosion alla fragola."

Disse convinto il biondo.

"Chissà come facevi a saperlo! Di certo non è il quarto anno di fila che succede!" Rise Harry.

 

"Volete ordinare?" Chiese una cameriera dagli occhiali spessi. "Sì, un ChockoExplosion alla fragola e una cioccolata classica con caramello." Ordinò Draco, la ragazza scrisse sul tablet l'ordine e se ne andò.

"Hai postato anche il selfie dell'angelo?" Chiese il biondo lasciandosi scivolare sui cuscini del divanetto.

"Sì, non so chi stia facendo tutto questo, però è divertente."

Chiarì con un leggero sorriso.

"Non ti piacerebbe scoprirlo?" Chiese Draco curioso.

"No." Rispose l'altro

"No?" Ripeté stranito il biondo.

"No. Perché è un Babbo Natale segreto, si mostrerà  solo quando lo riterrà opportuno." Rispose con un sorriso.

"E se i regali smettessero di arrivare?" Draco si rabbuiò, lo sguardo rivolto verso la finestra e la voce aveva qualcosa di strano.

"Mi dispiacerebbe, grazie a quei regali mi sto divertendo con i miei amici e noi ci parliamo di nuovo." Rispose leggermente rattristato all'idea Harry.

"Già." Concordò secco Draco.

"Ecco a voi ragazzi." La cameriera di poco prima tornò con le ordinazioni, lasciò il vassoio sul tavolo e se ne andò.

"Al nostro incontro!"

Esordì Harry con la cioccolata in mano.

"Che tutto questo possa continuare per sempre."

Finì Draco prendendo la sua.

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Capitolo 5
*** 4. È il loro ma anche il nostro albero di Natale. ***


Avviso: ho cambiato la storia di Harry (e ovviamente anche il loro anno di nascita) per esigenze della storia, spero comunque che vi piaccia!
Buona Lettura!



4. È il loro ma anche il nostro albero di Natale.


Draco starnutì portandosi le mani a coprirsi il naso e la bocca. Borbottò qualcosa contro Harry e la sua idiozia ed aprì l'armadietto, ci mise dentro il libro di matematica prendendo quello di storia. Sentì il telefono vibrare e lo prese in mano. Sua madre lo stava chiamando.

Accettò la chiamata e portò il telefono all'orecchio.

"Pronto mamma."

Rispose chiudendo l'armadietto.

"Draco tesoro, ti ho chiamato per la vigilia di Natale, sei sicuro di voler venire da solo? Non hai un'amico che ti possa accompagnare?" Alzò un sopracciglio confuso e si mise la cartella in spalla.

"Perché?" Chiese fermandosi davanti alla porta del Club di giornalismo, il giornale della mattina aveva una prima pagina troppo particolare.

"Perché al meteo hanno detto che ci sarà una bufera di neve la mattina del 24 e forse rimarrai bloccato in treno." Prese il giornale e l'enorme titolo in rosso diceva: 

~UN BABBO NATALE SEGRETO A SCUOLA!~

"Mamma non ti preoccupare andrà tutto bene, ora devo andare ho lezione." Disse sbrigativo posando il giornale.

"Va bene ciao tesoro." Lo salutò sua madre preoccupata.

"Ciao Mamma." Rispose a sua madre. Chiuse la chiamata e si lasciò scivolare lungo il muro.

Era sul giornalino della scuola, era sul fottuto giornalino della scuola! 

Appena Harry avesse scoperto che era lui casa sarebbe successo?

Ricapitolando:

era un semplice regalo fatto ad un suo amico, nonché il ragazzo che gli piaceva e il capitano della squadra di calcio, ovvero il suo capitano, e il suo accompagnatore per il ballo, non era un disastro giusto? Giusto?!

"Hey stronzetto, che ci fai qui?" Sentì la punta di una scarpa punzecchiargli la gamba, alzò il volto incrociando lo sguardo di Catherine. "Credo... di essermi messo in un bel guaio."

L'altra alzò un sopracciglio confusa e si sedette accanto al biondo.

"Quale sarebbe?" Chiese prendendo una gomma alla menta.

"Hai visto il giornalino scolastico?" Chiese Draco fissando il soffitto.

"Si." Rispose Cath.

"Bene." Disse l'altro.

"Bene." Rellicò lei masticando la gomma, poi voltò lo sguardo verso l'amico.

"Quale sarebbe il problema?" Chiese confusa.

Draco prese un respiro profondo e parlò.

"Io sono il Babbo Natale segreto di Harry, sono suo amico e lui è il ragazzo che mi piace nonché il mio capitano e accompagnatore per il ballo, non suona strano?"

Cath fece scoppiare la bolla appena fatta e rispose.

"No, forse è troppo stile film romantico, ma per il resto non mi pare strano." Si alzò porgendo una mano al biondo.

"A me sembra un disastro." Disse con tono disperato prendendo la sua mano e tirandosi su.

"Te e i tuoi stupidi ragionamenti!" Disse lei dandogli uno scapellotto.

"Ora scappo, ho chimica con il morto di-" non finì la frase che Draco la spinse via.

"Ho capito Cath, vai." Disse esasperato.

"A dopo stronzetto."

Salutò lei.

"A dopo."

Rispose lui.

 

-------------------------------

 

"Ron oggi andiamo da Hermione." Ordinò Harry appena lo vide. "Che è successo?" Chiese il rosso poco convinto. "È questo regalo! Non riesco a capire cosa devo fare!" Disse il corvino mostrando all'amico la scatola rossa il cui coperchio era decorato con un'albero di Natale.

Ron aprì la scatola e prese il cartoncino scritto leggendolo ad alta voce.

 

"Il quarto giorno di Natale il mio Babbo Natale segreto mi regalò...

È bello ricevere regali

ma è anche bello farli.

Per mettere la stella sali

su un'albero, ma fai si che

sia per qualcun'altro,

che tu possa dare loro

gioia in questo momento

duro.

Buon Natale dal tuo Babbo Natale segreto."

Guardò in mezzo alla carta verde e vide una pallina rossa decorata con i brillantini.

"Ho capito che devi fare un'albero di Natale ma per il resto non so." Ron chiuse la scatola riconsegnandola ad Harry. Il ragazzo guardò gli orari dei bus scorrere e ripresa la scatola affermò.

 "Dobbiamo prendere il diciassette perché il tre è bloccato dalla neve."

"Dobbiamo aspettare ancora mezz'ora?!" Chiese sconvolto Ron portandosi le mani nei capelli.

"Sì Lenticchia."

Rispose atona una voce dietro di loro. I due ragazzi si voltarono e mentre uno sorrideva contento l'altro sospirava esasperato.

"È vero, anche Malfoy prende il diciassette." Disse Ron guardando l'orario e sperando che fosse passato più di un minuto ma non fu così. "È un altro regalo del Babbo Natale segreto?" Chiese Draco fissando la scatola rossa nella mano di Harry. "Sì, però non ho ancora capito cosa devo fare." Disse il corvino guardando il coperchio disegnato.

"Ci credo, secondo me al posto del cervello in testa hai una palla da calcio." Rispose Draco divertito.

"Simpatico, scommetto che non riesci a decifrarlo neanche te." Ghignò convinto Harry.

"Davvero Potter? Dammi e vediamo." Rispose convinto Draco. Harry allora gli diede la scatola. Il biondo osservò la scatola con attenzione.

"Harry." La voce di Ron lo fece voltare. Guardò il rosso negli occhi ed aspettò.

"Ginny mi ha detto che andrai al ballo con Malfoy, non è che devi dirmi qualcosa?" Chiese retorico l'amico.

Harry guardò prima Ron poi Draco e capì. "Ron non è come pensi, o almeno non è come credo che tu stia pensando!" Rispose lui agitato.

Ron stava per fare una domanda quando Draco mise la scatola davanti alla faccia del corvino, i due ragazzi si voltarono a guardarlo. "Vuole che tu faccia l'albero di Natale per i bambini ricoverati all'ospedale."

Disse secco. "Ci credo che hai perso la scommessa con Ginny." Continuò prima di salire sull'autobus appena arrivato.

 

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"Ti ha invitato al ballo?!" Strillò Camille saltando giù dal divano.

"No, ha perso una scommessa con Ginny e-"

Cercò di chiarire il biondo ma Camille lo interruppe.

"ANDRETE INSIEME AL BALLO!!" Urlò lei seguita dal miagolio felice di Cuper tra le sue braccia.

"Non urlare cretina!" La rimproverò Draco lanciandole un cuscino verde addosso.

La ragazza lo schivò andando a sedersi nella poltrona accanto al divano e prendendo a coccolare il gatto bianco.

"Povero Cuper che ti deve sopportare ogni giorno.- cominciò guardando Draco sprofondare la faccia nell'altro cuscino argenteo- Io non ti capisco, andrai al ballo con il ragazzo che ti piace e ti deprimi? Sei peggio di Cath con il ciclo!" Dichiarò Camille mentre il gatto emetteva fuse sonore.

"Non mi sto deprimendo, sto cercando di... capire."

Chiarì lui stringendosi al petto il cuscino morbido.

"Capire cosa? Mica ti si è dichiarato!" Ribatté Cath a testa all'ingiù sul divano, i capelli legati in una treccia sfatta che ciondolavano.

"È tuo padre?" Chiese Camille mettendo le gambe su un bracciolo della poltrona e dondolandole. Draco negò.

"È che non capisco, c'è qualcosa che non riesco a capire!"

Disse attutendo l'urlo d'esasperazione dentro il cuscino. "Cos'è la cosa che non capisci?" Chiese Cath togliendosi il bastoncino di zucchero dalla bocca.

"C'è come un macigno che continua a non farmi respirare ogni volta che gli mento." Sussurrò e Cuper alzò il capo osservando il suo padrone saltando dalla poltrona al divano, miagolando e strofinando il capo contro il suo fianco.

"È una sensazione di merda il senso di colpa." Affermò Cath sospirando.

"Però te non hai niente di cui sentirti in colpa, dopotutto quei regali sono per farlo felice no?" Proseguì la ragazza.

"Si...no... non lo so! Non so se lo faccio per lui o perché sono uno stupido con idee stupide, molto probabilmente la seconda." Sospirò prendendo in collo Cuper.

"O forse..." Iniziò Camille con un finto tono vago.

"Sei uno stupido inn-" Continuò Cath ma fu bloccata dal suono del campanello.

"Deve essere lui." Disse Draco alzandosi con in collo Cuper.

"Parli del diavolo e spuntano le corna!" Urlò Cath divertita rimettendosi in bocca il bastoncino di zucchero.

"Hey siete pronte?" Chiese Harry appena spuntato nel salotto.

"Io non vengo, non ho voglia di passare il mio pomeriggio libero con dei marmocchi urlanti." Esordì Cath nella stessa posizione di prima.

"Dai alza le chiappe, che qui sei l'unica con la patente." Le disse con un sorriso stampato in faccia.

"Che palle!" Sbraitò tirandosi su. "E non sorridere a quel modo che fai incazzare!" Urlò contro Harry il quale sospirò.

"Vi muovete o no?!" La voce di Hermione provenne arrabbiata dalla porta.

"Arriviamo!" Disse tra i denti Catherine.

 

---------------------------

 

"Le luci devono essere verdi Weasley!"

"Invece devono essere rosse Malfoy!"

I due si guardarono in cagnesco.

"Perché non mettiamo queste?" Chiese Camille mostrando una scatola di luci ancora chiusa.

"Sono luci con diversi colori, ovvero verde, rosso, blu e giallo." Spiegò.

"Va bene." Accettò Draco alzando gli occhi al cielo mentre Ron annuì più o meno contento.

Il biondino si guardò attorno cercando la figura di Harry senza trovarla.

"Dov'è finito Harry?" Chiese ad Hermione lì vicino.

"Credo sia al piano di sopra." Rispose lei prendendo una pallina blu.

"Come al piano di sopra?" Chiese Draco confuso attaccando la spina delle lucine nella presa.

"Sì, vedi... è una lunga storia ed io non credo di essere la più adatta per raccontartela." Spiegò Hermione guardandolo negli occhi con estrema serietà.

"Ho capito, lo vado a cercare." Disse deciso alzandosi.

Superò la porta del salone dove i bambini giocavano e si diresse verso un'ascensore premette il pulsante rosso ed aspettò. Appena le porte si aprirono Draco vide, davanti a sé, la figura di Harry, la testa inclinata verso il basso ed i capelli che gettavano sul suo viso strane ombre, quasi stesse pensando.

"Harry? Tutto... bene?" Chiese cauto toccandogli il braccio.

Il corvino alzò lo sguardo ed un sorriso gli increspò le labbra. "Sì, tutto bene, -prese il polso del ragazzo e lo tirò dentro l'ascensore.- vieni ti devo far conoscere una persona." Esclamò entusiasta cliccando il numero tredici.

"Una persona? E chi è?"

Chiese curioso il ragazzo.

"Lo scoprirai." Rispose con un sorriso dolce Harry mentre faceva scivolare le sue dita tra quelle di Draco in una stretta salda. Le porte si aprirono e Harry uscì dall'ascensore tirandosi dietro Draco. Percorsero in silenzio il corridoio salutando con cenni del capo le infermiere di turno. Harry si fermò davanti ad una porta bianca con il numero trent'uno che spiccava nel suo colore nero. Abbassò lentamente la maniglia aprendo la porta con calma. La prima cosa che Draco vide furono i capelli rossi a contrasto con il cuscino bianco e la carnagione troppo pallida, poi fu il turno delle palpebre leggermente chiuse contornate da dolci rughe d'età e del tubo che spariva dentro le labbra secche, alla fine il suo sguardo finì sull'enorme macchinario accanto al letto che emetteva a tempo un suono fastidioso.

"Draco lei è mia madre, - spostò lo sguardo dalla donna a lui con un sorriso lieve.- mamma lui è Draco... un'amico." Harry si avvicinò alla donna con delicatezza non lasciando la mano del biondo, si sforzò di sorridere e con la mano le accarezzò la fronte.

Draco non parlò, aveva un nodo in gola che non lo faceva parlare, all'inizio indugiò con lo sguardo sulla figura della donna poi i suoi occhi furono rapiti dalle delicate carezze che la mano di Harry le lasciava sul viso.

"Sei anni fa- iniziò posando la mano sul capo della donna.- nella notte del 31 Ottobre i miei genitori stavano tornando da una cena di beneficienza di Halloween, -prese un bel respiro stringendo di più la mano del biondo.- era notte fonda ma nonostante tutto si erano messi in viaggio perché io gli avevo chiesto di tornare il prima possibile,- si morse il labbro pensieroso poi si voltò verso Draco.- mentre viaggiavano una macchina della corsia opposta gli venne addosso, -abbassò leggermente lo sguardo sulla mano della donna.- mio padre morì sul colpo e mia madre dopo una lunga operazione finì in coma..." Harry non pianse, quasi sentisse inutile quel bisogno perché aveva pianto troppe volte. Semplicemente sorrise alla madre e le lasciò un bacio sulla guancia.

"A presto mamma."

Draco si sentì uno stupido. Da quando, anni addietro, Harry lo aveva riportano a casa per Natale, non si era mai chiesto come mai ci tenesse tanto che passasse il Natale con i suoi genitori, l'aveva data per una cosa da... Harry, un lato del suo carattere che andava scoperto un po' alla volta, quante volte gli aveva detto di non voler passare anche un solo secondo con suo padre? Quando lui un padre non ce lo aveva più.

Quante volte lo aveva fatto soffrire inconsapevolmente? Strinse la mano di Harry. Non avrebbe mai voluto lasciarla.

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Capitolo 6
*** 5. Lo slittino verde! ***


5. Lo slittino verde!

"Ti ricordo che il ballo è dopo domani." Disse Camille alzando tutte e due le sopracciglia e infilzando un broccolo con la forchetta.
"Vi prego uccidetemi." Disse Draco sbattendo la fronte contro il tavolo.
"Camille uccidi anche me." Concordò Cath sbattendo anche lei la testa sul tavolo.
La ragazza aggrottò le sopracciglia irritata.
"Non ucciderò proprio nessuno, Cath te non salterai la scuola per un po' di raffreddore e te Draco non ti perderai il ballo per qualsiasi problema tu abbia!" Decretò lei portandosi il broccolo in bocca. "Te sei il vero mostro, non Cath!" Disse il biondo posando il mento sul tavolo.
Catherine alzò la testa di scatto cercando di dire qualcosa ma starnutì.
"Oggi dobbiamo comprare i vestiti per il ballo, e tu verrai con noi!" Esordì Camille posando la forchetta.
"Voglio morire!" Piagnucolò il biondo battendo di nuovo la fronte contro il tavolo.
"Mi spieghi che acciderbolina hai?" Chiese la minore posando la guancia sul palmo della mano.
"Non voglio andare al ballo." Rispose sospirando.
"Perché?" Chiese la mora alzando un sopracciglio.
"Dovrò ballare con lui!" Spiegò il biondo raddrizzandosi di scatto.
"E allora? Non sai ballare?" Chiese Cath con una patatina in mano.
"Sì, ballare so ballare,- spiegò.-è che devo ballare con lui." Ripeté sottolineando il lui.
"Ho capitò cos'hai!- si illuminò Camille.-Hai l'A.P.A.!" Finì con le mani sui fianchi.
"La che?" Chiese Draco confuso.
"L'A.P.A., Ansia del Primo Amore." Spiegò Cath starnutendo subito dopo.
"Non voglio saperne nient'altro! Non sono in ansia!" Ribatté alzandosi di scatto.
"Ma..." Tentò Camille.
"Okay io vado!" Disse Draco prima che lei continuasse mettendosi lo zaino in spalla.

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Aveva appena preso il libro di matematica e svoltato per andare in classe che lo vide.
Harry stava fissando intensamente il suo armadietto come lo volesse aprire con il pensiero.
"E qui potete ammirare una specie molto rara di Harry Potter allo stato brado mentre cerca di capire il senso della sua esistenza." 
Disse incrociando le braccia al petto. "Potter che diavolo stai facendo?" Chiese alzando aggrottando le sopracciglia.
"Sto pensando."
Rispose lui stringendo gli occhi.
"Ti do un'avvertimento, pensare troppo potrebbe uccidere il tuo unico neurone." Commentò Draco appoggiandosi all'armadietto adiacente.
"Sempre molto divertente devo dire." Ribatté Harry spostando lo sguardo su di lui.
"A cosa pensavi?" Chiese l'altro ignorando la risposta del corvino.
"Se apro l'armadietto troverò un'altro pacco, no?"
Chiese Harry guardando di nuovo l'armadietto.
"Molto probabilmente sì." Rispose il biondo atono.
Il corvino prese un bel respiro e con un sorriso esordì.
"Bene, aprilo te!"
Draco sgranò gli occhi sorpreso.
"Io?" Chiese.
"Si te!" Rispose Harry ampliando il suo sorriso.
"Ma è il tuo armadietto!" Chiarì Draco sottolineando con una certa enfasi "tuo".
"Daiii Draco fallo per me!" Chiese l'altro unendo le mani come se stesse pregano.
"Lo faccio quindi smettila di piagnucolare!" Sbuffò il biondo con un piccolo sorriso appena nato sulle labbra.
"Il codice è 9 7 40?"
Chiese prendendo in mano il lucchetto.
"No, l'ho cambiato, è 5."
Iniziò a dettare il corvino mentre Draco girava la manovella a destra.
"6." Continuò e gli occhi del biondo si fecero un'attimo confusi.
"99." Finì Harry mentre Malfoy sgranava gli occhi stupito.
5 6 99. Si ripeté.
5 6 99. Sentì rispondere il suo cervello.
5.
6.
99.

Inghiottì a vuoto ed aprì lo sapertelo in metallo, questa volta il pacchetto non cadde per terra, anzi era placidamente appoggiato sul fondo dell'armadietto, Draco infilò la mano e lo tirò fuori. "A te Harry." Sussurrò con uno strano nodo allo stomaco.
Il corvino pre se il pacco con un lieve sorriso sulle labbra e lo aprì. Sul coperchio c'erano disegnati due bambini su uno slittino. Tolse il coperchio e lesse il cartoncino.

"Il quinto giorno di Natale il mio Babbo Natale segreto
mi regalò...
La neve cade giù
copre tutta la città 
mandando gelo in quantità.
In montagna i bambini andranno
e con lo slittino giocheranno!
Buon Natale dal tuo Babbo Natale segreto."
Spostò la carta verde e dentro vi trovò un paio di guanti rossi.
"Sembra che oggi ci divertiremo con lo slittino." Esordì Harry stringendo nella mano i guanti.
"Oggi non posso." Disse il biondo osservando l'amico negli occhi.
"Perché?" Chiese il corvino.
"Dopo domani ci sarà il ballo e le ragazze mi hanno obbligato ad andare con loro a fare compere." Rispose Draco con una smorfia annoiata.
"Ah... comunque non rinuncio! Appena hai fatto ti passo a prendere, mi è appena tornato il motorino." Ribatté Harry con un sorriso.
"Va bene! -sbuffò il biondo.-Ora vado sennò faccio tardi a Matematica Avanzata." Finì voltandosi.
"A questa sera!" Lo salutò Harry voltandosi dall'altra parte
"A... 'sta sera." Rispose Draco con uno strano sorriso sulle labbra.

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Camille chiuse la porta lasciando le buste di carta sul divano e quelle in plastica sulla tavola.
"Cath prima di andare a letto prendi la tachipirina!" Disse tirando fuori la verdura da una busta di plastica.
"Siete tornate." Suo padre spuntò dalla porta della camera degli ospiti, i capelli biondi chiusi in una piccola coda e gli occhi blu nascosti dietro un paio d'occhiali rettangolari.
"Sì, siamo tornate un po' prima perché Cath sta male e Draco doveva vedersi con Harry quindi abbiamo solo comprato i vestiti." Spiegò lei con un leggero sorriso sulle labbra. 
"Ti vanno i broccoli per cena? O faccio l'insalata?" Chiese accendendo un fornello.
"È uguale." Rispose l'uomo prendendo una padella che mise sul fuoco.
"Dov'è la carne?" Chiese guardando la figlia che, riposti i broccoli, si era messa a lavare l'insalata.
"Nell'ultimo ripiano del frigo." Lo informò mentre avvolgeva la verdura in un panno.
"Okay." rispose l'uomo aprendo il frigo.
"Qui non c'è niente." Disse poco dopo voltandosi verso la figlia minore.
"Come?" Chiese lei confusa. "Erano dei petti di pollo che ho comprato ieri!" Disse confusa, poi si zittì un'attimo e prese un profondo respiro.
"Catherine!" Sussurrò stringendo i pugni.
Sbuffò."Fa niente farò le polpette." Disse alzando gli occhi al cielo. L'uomo accanto a lei scoppiò a ridere stringendo la maniglia del frigo.
"Che c'è di divertente?" Chiese lei con le mani sui fianchi.
"Niente." Disse calmandosi.
"Anche tua madre risolveva tutte le faccende con le polpette." Sorrise l'uomo scompigliandole i capelli.
"Non perdere mai questo suo tratto."
Sorrise chiudendo il frigo.
"Papà." Lo chiamò Camille.
"Si?" Rispose lui voltandosi verso di lei.
"Te amavi davvero la mamma?" Chiese mordendosi un labbro e guardandolo negli occhi.
"Sì, sì l'amavo, l'ho amata dal momento in cui ci siamo conosciuti, l'ho amata davvero credimi." Rispose lui, con le mani sulle spalle della figlia e i suoi occhi blu, così identici a quelli di Camille, fissi nei suoi.
"Ti credo... -l'abbracciò stringendolo a sé mentre delle piccole lacrime scesero gentili.- perché anche mamma non ha mai smesso di amarti, nonostante quello che è successo, mi ha detto che ti ha perdonato proprio perché non riusciva a smettere di amarti." Svelò stringendolo di più sentendo le mani del padre accarezzarla sulla schiena.
"Tua madre era una brava persona e sono stato felice di essere suo marito." Ammise con un sorriso l'uomo stringendo la figlia.
"Anche lei papà, anche lei." Sussurrò Camille mentre il padre l'abbracciava.

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"Te sei pazzo!" Esordì Draco guardando male lo slittino.
"Pazzo io?" Chiese ridendo Harry.
"Sì! Io non scendo da questa collina su quel coso!" Affermò con una certa enfasi incrociando le braccia al petto, il biondo.
"Ma è verde!" Ribatté l'altro indicando lo slittino dipinto del colore preferito di Draco.
"Sarà pure verde ma non ci regge in due!" Esclamò lui indicando l'oggetto posato sulla neve.
"Ha paura?" Chiese divertito Harry alzando le sopracciglia.
"Non è quello che ho detto!" Ribatté Draco con le braccia lungo i fianchi.
"Allora sali con me sullo slittino!" Esclamò Harry con un sorriso.
"Lo faccio solo per farti vedere che non ho paura di uno stupido slittino, anche se è verde!" Affermò Draco sedendosi davanti. "Però ti piace." Disse l'altro sedendoglisi dietro.
"Sì Potter, questo slittino verde mi piace!" Rise Draco prima che Harry facesse muovere lo slittino e i due scivolassero velocemente giù dalla collina.

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