Half Blood's Revenge

di Naomi Haruna Chan
(/viewuser.php?uid=884843)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Capitolo uno 





–Un altro paio di giri?– chiese una ragazza dai lunghi capelli castani alla persona che correva insieme a lei in quella mattinata di fine Marzo.
–Sì, dai! Facciamo presto e poi un bel bagno rilassante!– disse la ragazza corvina tutta sorridente.
E così fu, infatti dopo essersi lavate si ritrovarono sedute a tavola per la ricca colazione preparata dalla madre delle due ragazze. Beh, in realtà era la madre della corvina, Kagome, e matrigna della castana, Sango. I genitori delle due si erano sposati dieci anni prima, ed entrambi trattavano i figli l'uno dell'altro/a come se fossero stati i propri.
–Allora, Kagome, esami quest'anno, eh?– a proferir parola fu un uomo tra i quaranta e i cinquant'anni, ma si poteva dire che li portava proprio bene: quasi non si vedevano le rughe caratteristiche della sua età e i capelli erano ancora quasi del tutto neri come la pece.
–Beh, è ancora presto. Domani sarà solo il primo giorno.– disse l'interpellata, era sempre stata brava a scuola e non aveva certo di che preoccuparsi, se non di matematica, materia che odiava profondamente, con tutti quei orripilanti numeri e quelle formule matematiche incomprensibili, insomma il suo incubo.
–Mai sottovalutare un esame, Kagome– intervenne nel discorso Sango –L'anno scorso! ho dovuto sudare per prendere solamente novantatre.– continuò non particolarmente contenta del voto ottenuto, come se voti simili cadessero come pioggia dal cielo.
–Su, non pensarci troppo. È stato solo perché ti è andata male a mate– anche la castana aveva problemi in questa terrificante materia –non è la fine del mondo, poteva andarti peggio! Comunque, se ne avrò bisogno andrò a ripetizioni.–
–Ehm... se lo dici tu...– Sango aveva qualche dubbio sul fatto che qualche lezione di ripasso potesse servire alla ragazza in quanto lei ha la discalculia, ma preferì far tacere questo suo pensiero e credere in lei o meglio sperare che abbia fortuna.
–Mamoru, fai presto che sono le 7:45. Devi andare al lavoro. – lo avertì Junko, la madre di Kagome, dopo aver guardato l'orologio.
–Uh, quant'è tardi!–esclamò per poi alzarsi da tavola e andare fuori salutando –Allora a stasera!–
Dopo dieci minuti anche le ragazze avevavo finito i propri pasti, si alzarono da tavola e uscirono dicendo che avevano dato appuntamento alle amiche al centro commerciale per l'acquisto della cancelleria.

–Eri, Yuki, Ayumi.– le aveva chiamate Kagome quando le vide sedute fuori al bar lì vicino –Ah, ho portato con me anche Sango, dopotutto anche ha bisogno di fare compere per il nuovo anno scolastico.– spiegò, vedendo gli sguardi rivolti alla sorella, la quale salutò sentendosi appellata.
–Allora andiamo!– sentenziò Eri alzandosi dala sedia aiutandosi appoggiando le mani sul tavolo davanti a lei –Che oltre alla cancelleria devo anche acquistare qualche snack.–
Così le cinque ragazze girarono per tutta la mattinata nel centro commerciale, inutile dire che come al solito Eri, la golosa, prese un mucchio di patatine, croccantini e robe varie e Ayumi, la studiosa (non le piace il termine secchiona), acquistò alcuni libri scolastici non richiesti mentre Yuka e Kagome non poterono far a meno di scuotere la testa e pensare mentalmente "Siamo alle solite, non cambieranno mai." Kagome avrebbe capito Ayumi se fossero romanzi, ma libri di scuola?! E per giunta un paio di matematica!
–Ragazze, vi spiace accompagnarmi da Japan Art? Devo comprare qualche tela, della tempera e i pennelli– disse a un certo punto Sango.
–Tele, tempere, pennelli... Fai un corso di pittura su tela?!– esclamò Ayumi.
–Beh, penso che sia normale alle superiori...– a parlare non fu Sango, bensì Yuka, la quale si fermò vedendo che la ragazza non la stava nemmeno ascoltando, aveva gli occhi fissi su Sango come una bambina piccola a cui avevano detto che si andava a Disneyland; a questa scena lei non potè che scuotere la testa per l'ennesima volta. Mentre Sango si sentiva alquanto a disagio per la situazione e chiese aiuto con lo sguardo alla sorella, la quale capì subito e le venne in soccorso.
–Ayumi, pensa che l'anno prossimo potrai frequentre anche tu un corso simile.–incominciò mettendo una mano sulla spalla destra della ragazza arrivandole da dietro, per attirare la sua attenzione distrarla da Sango.
–Già, non vedo l'ora!

Le ragazze entrarono nel negozio, non era molto grande, giusto giusto perché entrasse il neccessario: era pieno di tele, pennelli, tempere, acquerelli, oli per pittura eccetera. C'era tutto il neccessario per un pittore, infatti era considerato il negozio più fornito di Tokyo per la pittura. Sango si diresse subito nella sezione in cui erano depositate le tele e alzò tese il baraccio per prendere una di esse proprio nel momento in cui lo anche fece qualcun altro, infatti vide una mano di uomo sulla stessa tela che lei voleva. Lei alzò lo sguardo e vide un ragazzo alto, con i capelli un po' lunghi per un uomo legati un piccolo codino dall'aspetto abbastanza bello a opinione della castana e pareva avere qualche anno in più di lei.
–Oh!– esclamò lui notandola a sua volta–Credo che prenderò quest'altro lasciando questo a te, dolce ragazza– continuò spostando la mano su una tela lì accanto che prese e le sorrise con un meraviglioso sorriso che incanterebbe la maggior parte delle ragazze, ma peccato per lui che Sango non era tra quelle, così rigraziò senza farci troppo caso.
Non ottenendo, la reazione che s'immaginava, s'incuriosì e tedendo la mano libera verso di lei per poi presentarsi –Piacere, Miroku– la castana fece lo stesso e disse –Sango, piacere mio–
–Ti piace la pittura?– chiese il ragazzo per incominciare un discorso.
–Sì, l'arte è affascinante–
–Sono perfettamente daccordo con te, adoro sopratutto i dipinti di Leonardo–
–Davvero?!– esclamò Sango –Anche io!–
–Wow, che coincidenza! E se non sono indiscreto potrei sapere qual è il tuo dipinto preferito? No, aspetta fammi indovinare la Gioconda, giusto?–fino a quel momento tutte le ragazze che aveva conosciuto e che sostenevano di "amare" la pittura dicevano che il loro dipinto preferito era la Gioconda, ma quando chiedeva "e potrei sapere cosa della Monna Lisa ti piace?" non erano mai riuscite a rispondere e c'era una che addiritttura non capiva a cosa si stesse rifferendo.
–Ehm... non proprio, il ritratto di Monna Lisa e senz'altro bellissimo, ma con so, non m'ispira. Io preferisco ammirare più paesaggio in un dipinto, in modo da immergermici, non so se mi spiego– disse sbalordendo Miroku, non pensava che avrebbe mai conosciuto una ragazza tanto giovane a cui piaceva veramente l'arte come lui, ma non era finita ciò che lei disse di seguito lo sorprese ancor di più –Il mio dipinto preferito, anzi no, i miei dipinti preferiti sono l'Annunciazione di Leonardo e Viandante sul mare di nebbia di Friedrich– erano esattamente anche i suoi due dipinti preferiti.

Intanto Ayumi accompagnata da Eri e Yuka stavano girando per tutto il negozio mentre Kagome, parlando con il proprietario, aveva scoperto che nel negozio c'era anche una parte dedicata ai manga che lei adorava, per cui Kagome si ritrovò a guardare quel scaffale, ripieno di manga leggermenti consumati per il tempo ai suoi occhi, ne prese uno delicatamente e incominciò a sfogliarlo lentamente, per paura di rovinarlo. Per lei ogni libro o manga doveva essere trattato con estrema cura, infatti odiava le orecchie ai libri, le piegature, per non parlare di chi spesso gettava così a caso in aria i libri e li rovinava, per lei era un ortraggio. Come si poteva non amare quei libri portatori di saggezza e con la capacità di farti entrare in un mondo tutto nuovo e di farti provare le emozioni che i protagonisti provavano, lei non lo concepiva. Kagome stava leggendo un fumetto che parlava di una ragazza con una cicatrice di ustione sul volto che voleva diventare attrice tornava a casa da lavoro la sera tardi venne travolta da una ragazza che si era buttata giù dal tetto da un condominio e venne il demonietto della morte per portare via la ragazza che si era suicidata, ma capì che qualcosa non va vedendo la protagonista, che non doveva morire, così le propose di entrare nel corpo della ragazza che si era gettata giù, in quanto la sua anima non poteva più tornare nel suo corpo. Così la ragazza si ritrovò ad essere qualcun altro, esattamente una attrice debuttante che non era per niente famosa ed ebbe così inizio la sua scalata per la fama.

Kagome era talmente concentrata nella lettura che non si era accorta che qualcuno era arrivato lì e aveva preso a sua volta un manga. Solo quando alzò la testa lo notò, era a poco meno di un metro da lei, si trattava di un ragazzo molto alto, con i capelli neri un po' in disordine, ma che risaltavano il suo bellissimo volto. Poi il suo sguardo cadde sul manga che stava leggendo: Fairy Tail, il manga che anche lei aveva incominciato a leggere qualche giorno prima e doveva dirlo, le piaceva molto; così pensò che doveva passare in una fumetteria uno di questi giorni per andare a prendere qualche volume.
Lui sentendosi lo sguardo addosso sollevò la testa e vide la ragazza fissarla –Che hai da guardare!– sbuffò, l'aveva presa per una di quelle tipiche ragazze che sbavavano dietro al primo carino che vedevano.
–Il manga– rispose senza pensare e senza aver ben inteso che le parole del ragazzo non erano affatto una domanda, ma inutile dire che lei era troppo presa dai suoi pensieri e senza dire altro se ne andò lasciando il ragazzo da prima accigliato a perplesso per la reazione della ragazza e pensò "Questa è strana."







Angolo dell'Autrice:
Hey, ciao e grazie per aver letto fin qui!
Allora è da tanto che non scrivo una fanfic, spero che per adesso piaccia nonostante ci siano tanti errori grammaticali (i quali ci saranno sicuramente e che io non riesco a individuare... T_T). Comunque, sorvoliamo l'argomento precedente, i personaggi non ehmm... un po', anzi no, MOLTO OOC, purtroppo... credo... che appunto vivono nell'età moderna e non nell'era Sengoku, l'idea mi è venuta leggendo l'intro di una fanfic su Wattpad che non inrealtà non c'entra un bel niente, perché l'idea iniziale era completamente diversa, ma poi è venuta fuori così╮(︶﹏︶)╭ Che ci posso fare?! Con me è sempre così: mi viene un'idea e dopo un po' un'altra. Peccato che non sia così con i titoli, lo lascio così finché non ne troverò uno che vada bene
EDIT: ho cambiato uno dei dipinti che piacciono a Sango. XD 【#elemosinarecensionitime】 hahaha, se vi va e se avete tempo lasciate una recensione? Grazie ٩(๛ ˘ ³˘)۶❤

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Capitolo due 





Kagome si avviò verso l'uscita, dove vide le sue tre amiche che stavano ancora guardando qua e là, ma senza comprare niente. Le raggiunse dicendo:–Che ne dite di fare un salto anche in fumetteria?–
–Sì, perché no?–a parlare fu Sango che era appena spuntata da dietro uno degli scaffali.
–Sì, sì. Andiamo.– disse Ayumi trascinado la ragazza più vicina, ovvero Yuka, fuori con se; ma lei per tutta risposta disse –Ehi, guarda che cammino anche da sola– l'espressione che la ragazza aveva quando si accigliava era troppo buffa, infatti le altre si trattennero astento dal scopiar a ridere.
Così, dopo cinque minuti, le ragazze arrivarano in libreria alla ricerca di un bel manga da comprare.

Mentre da un'altra parte Miroku trovò l'amico in un angolo del negozio con in volto un'espressione indeducibile.
–Ehi, che ti succede?– chiese per attirare l'attenzione.
–Niente, solo che oggi ho visto qualcosa d'interessante– rispose riponendo il manga al suo posto e fece segno di andar via.
"Se lo dici tu. Ma io preferisco i dipinti ai manga." commentò mentalmente credendo che si riferisse al fumetto, per poi seguirlo fuori.

Il giorno dopo, ovvero il primo giorno di scuola, Kagome e Sango si alzarono alle sei per fare una "breve" corsa mattutina di quaranta minuti, era una loro abitudine lo facevano tutti i giorni, anche se non tutti i giorni si svegliavano a quell'ora, durante i giorni feriali scuole si alzavano un po' più tardi. Dopo la corsa una veloce doccia prima di far colazione, questa era la loro routine.
Alle 7:45 le due ragazze presero gli zaini e dopo aver salutato i genitori si avviarono a scuola, le due scuole che frequentavano erano molto vicine, praticamante la scuola media era di fronte alla nuova scuola superiore che è stata trasferita lì, perché la vecchia struttura fu stata distrutta dopo un presunto terremoto. "Sì certo un terremoto che distrugge solo un edificio? Come no! Se questo è la verità allora io sono la regina Elisabetta I d'Inghilterra" questo fu il commento di Kagome quando qualche mese prima lesse la notizia sul giornale Tokyo information; lei sospettava infatti che dietro a tutto ciò ci fossero i demoni.
Arrivati a scuola videro le tre amiche di Kagome che le vennero incontro.
–Ehi, eccovi.– a parlare fu Yuka.
–Ci stavamo appunto chiedendo quando sareste arrivate– aggiunse sorridendo Eri.
–Beh, eccoci qua. Ci cercavate?– –Sì e no, direi che è più corretto dire che cercavamo Sango–
–Io?– domandò confusa la castana.
–Sì, proprio tu– disse Ayumi fissandola con gli occhi spalancati –ci chiedevamo se volessi, che so, prendere un gelato dopo la scuola così ci racconti come è studiare alle superiori.–
–Okay– accettò un po' perplessa.
–Ragazze, siete strane– commentò Kagome guardandole sollevando un sopracciglio, mentre quelle rendendosene conto scoppiarono a ridere.

In classe Kagome si sedette nella penultima fila nel banco accanto alla finestra. Le piaceva quel posto, perché da lì si vedeva il parco su cui venne costruito la scuola che frequenvava Sango da quel giorno in poi e che lei presto frequenterà. La corvina pensò a ciò che era successo prima, era anche lei curiosa di sapere come cambierà la scuola alle superiori, sarà veramente così spaventosa come dicevano alcuni insegnati? No, lei non ci credeva. "Che mai sarà? Non potrà essere tanto peggiore" la stava paragonando alle medie. Si perse nei suoi pensieri finché la professoressa non entrò seguita da una ragazza con i capelli neri a caschetto che portava una fascia rossa con un fiocco in mezzo, aveva una carnagione molto chiara, talmente che si poteva paragonarla al colore delle pareti. Quando l'insegnante raggiunse la cattedra tutti si alzarono in segno di saluto per poi risedersi e lei disse:–Allora, quest'anno avrete una nuova compagna di classe– e poi passò la parola alla ragazza, la quale aveva appena scritto il proprio nome alla lavagna.
–Ciao a tutti, io sono Yura.– solo questo aveva detto e dopo un inchino si diresse verso l'unico banco libero in ultima fila dalla parte opposta a quella di Kagome. Quest'ultima sentiva che c'era qualcosa di strano in lei, ma non sapeva cosa, così continuò a fissarla quando Ayumi le sventolò una mano davanti.
–Ehi, Kagome, tutto ok?–
–S-sì, solo che mi sembra d'averla già vista da qualche parte ecco tutto.– rispose rifferendosi a Yura.
–Ehm... Magari ti sei sbagliata, la prof. ha detto che è arrivata in città da solo un giorno.–
Kagome sembrava rifletterci un po' per dire poi:–Forse hai ragione– da come lo diceva non ne sembrava molto convinta, ma non aveva neanche il tempo di pensarci ultriolmente, perché la professoressa aveva iniziato la lezione di matematica e lei doveva fare attenzione se voleva capire per bene e due ore passarono con lei che prendeva appunti dimenticandosi delle sue preoccupazioni.
Al suono della campanella per la ricreazione la ragazza nuova si alzò dal proprio posto e si diresse verso Kagome e le tese una mano:–Yura, piacere–
La corvina un po' perplessa le prese la mano presentandosi –Kagome, piacere mio– forse aggiunse mentalmente e spiccicando un sorriso, di nuovo quella sensazione. Questa ragazza non era normale, c'era qualcosa che non andava, ma cosa? Prima di poter dare una risposta al proprio quesito, Yura la prese per un braccio e la trascinò con sè dicendo:–Dai, fammi da cicerone che sono appena arrivata.– e prima che Kagome o una delle altre ragazze potessero dire qualcosa erano già arrivate sulla soglia della porta. Yura uscì e, tenendo sotto braccio Kagome, si diresse verso destra, scese le scale, poi a sinistra fino ai bagni per poi svoltare e arrivare alla porta che portava al coltile dietro la scuola. Non aveva affatto bisogno che Kagome le facesse da guida, il che la rese ancor di più sospettosa, cosa voleva questa ragazza da lei? Ma soprattutto chi era? Ma ancora una volta i suoi pensieri furono interrotti, perché Yura la trascinò dietro nella parte in cui c'erano molti alberi. In coltile solitamente non ci andava quasi nessuno e quello era uno di quelli in cui non ne vedevi manco l'ombra e nella testa di Kagome suonò un campanello d'allarme simile al "senso di ragno" che aveva Spiderman.
"Oh, no!" pensò mentalamente e subito dopo vide Yura tirare fuori dai suoi stivali neri un pugnale e si scagliò contro Kagome, la quale la schivò per un pelo. –T-tu, s-sei una d-demone.– riuscì a dire Kagome balbettando, non per lo spavento, ma piuttosto perché non se lo aspettava, solitamente i demoni sono si camuffano per venire a frequentare una scuola di umani, qualcosa non andava in tutto ciò, ma di una cosa però ne era certa: era qualcosa che centrava con lei, altrimenti non si sarebbe presa la briga di trascinarla fuori così e lasciare che scoprisse la sua identità.
–Sì, esatto– rispose lei estraendo la lama dalla corteccia dell'albero in cui si era inficcata quando aveva agredito la corvina.
"Meno male che sono riuscita a schivarla, altrimenti..." pensò Kagome per poi scuotere la testa mentalmente "Non è il momento di pensare a questo. Devo trovare il modo si fuggire."
–Complimenti per l'averlo capito, ma ora è tardi ormai.– continuò la demone e si scagliò una seconda volta sulla ragazza che prontamente cercò di scansarsi, ma questa volta l'agressore aveva aumentato la velocità e le ferì il braccio sinistro da cui scorse il suo sangue di un rosso intenso e cadde seduta per terra. Kagome mise subito una mano sulla ferira e contorse le labbra per il dolore, cominciava ad avere paura, non s'immaginava che fosse tanto veloce. La sua velocità, grazie a tutte le corse mattutine, era nettamente superiore a una normale ragazza e contava su quello per poter scappare via, per questo non si era spaventata, era certa di riuscire a scappare. Non aveva immaginato che aveva sottovalutato la velocità di quel demone, cosa doveva fare adesso? Cominciava ad avere paura, ma si disse che doveva calmarsi, perché il panico peggiorava solo la situazione, così le aveva insegnato il patrigno, lui diceva che quando si era in difficolta contro un demone si doveva assolutamente mantenere la calma o altrimenti non saprai nemmeno come moristi. Così si rialzò in piedi, prese fiato e chiese determinata:–Cosa vuoi da me?–
–Ehm... devo dire che sei veloce, sei riuscita a schivare ben due miei colpi, complimenti, nessun umana ci era riuscito prima d'ora.– incominciò ignorando volutamente la domanda che l'era stata fatta e con un tono di voce molto calmo, come se si stesse prendendo un tè con le amiche –Però questo non ti salverà, ma potrei anche pensare di darti una risposta, tanto oggi perirai per mano mia.– fece un sorriso gentile, se non fossero in quella situasione, si potrebbe dire che lei era una demone amichevole.
–Ebbene vuoi sapere il perché? Allora ti accontenterò, ma prima– e con un gesto della mano libera, apparvero dei fili neri, che se guardati bene si poteva capire che erano in realtà dei capelli, con essi la demone creò una trappola di fili, da ciò Kagome ipotizzò che fosso una demone dei capelli –così dovrebbe andare– disse tra sè e sè e poi rivolgendosi alla sua preda –Sai com'è? Voglio assicurarmi che tu non fugga.–un altro sorriso come quello di prima, ma l'umana non potè far a meno di rabbrividire.
"Adesso come faccio?" si chiese mentre scrutava attorno a sè per trovare una via di fuga. La vide alla destra di Yura un buco tra i capelli grande abbastanza perché lei evadesse da lì "Trovata! Lì è perfetto, adesso devo solo aspettare che si distragga un attimo. Devo prendere tempo."
–Dunque mi chiedevi cosa voglia da te.– iniziò a parlare mentre camminava verso una pietra alla sua sinistra per poi sederci sopra, era a tre metri da Kagome, mentre l'uscita era a un metro e mezzo, poteva farcela, doveva solo aspettare un momento di distrazione della demone e sarebbe stata fuori da lì. –Beh, io voglio la sfera dei quattro spiriti.–disse con nonchalance.
Cosa? La sfera dei quattro spiriti? Ma non era quella di cui mi parlava il nonno? La ragazza si annotò mentalmente che non appena sarebbero finite le lezioni sarebbe andare a fare una visitina al tempio.
–Ma non è solo una favoletta per bambini?– domandò poi Kagome con falso interesse.
–No no no, non lo è affatto. La sfera esiste da secoli e secoli.– iniziò a spiegare –Ma dopo La Grande Guerra scomparve e adesso è ricomparsa e qui entri in gioco tu, mia cara, in quanto detentrice di essa.– e la indicò con un dito.
"Cosa? Io?Comunque sia non è il momento di essere curiosi! Chiederò tutto più tardi al nonno. Adesso devo ruscire a scappare da qui."
–Uh, che unghie!– le guardò –Dovrei andare fare la manicure.–
"Adesso!" corse verso sinistra, attraversò quei fili.
–Dove credi di andare!– accortasi della fuga si alzò e con un gesto delle mani le mandò i capelli contro, l'aveva presa per una caviglia, la corvina perdendo l'equilibrio cadde a terra. Era stata presa e non riusciva a liberarsi, non ne aveva il tempo. Da lì a poco la demone l'avrebbe uccisa. La sentiva, quella sensazione sgradevole che non sentiva da tanto: percepiva il suo cuore battere più forte e con essa aumentava anche la pressione del sangue, dal braccio ferito colava più sangua, aveva tutta la manica destra e la mano sinistra pieni di sangue, quei secondi erano lunghi, tanto che parevano anni, ma lei sapeva che non era così, lo sapeva perché l'aveva già vissuta un'esperienza simile. Chiuse gli occhi rassegnandosi al destino, questa volta era davvero finita, perché questa volta non verrà papà a salvarla...
"Non devo aver paura" si disse "dopottutto La morte non è altro che l'inizio di una nuova avventura."
Così con gli occhi chiusi aspettò la lama che l'avrebbe trafitta dando fine alla sua vita, ma quella non arrivò e anche la stretta alla caviglia si rallentò. Piano piano riaprì gli occhi per vedere cosa era successo. Yura era pallida, il suo volto era più bianco di pochi secondi prima e senza lasciare che Kagome potesse capire cosa fosse successo, lei corse via.
Cercò di alzarsi da terra, faceva fatica, era ancora scossa per l'accaduto e si accorse solo in quel momento che stava tremando, per cui non riuscì nel suo intento, ma subito dopo si sentì afferrare da dietro –Ce la fai?– quella voce: dolce e rassicurante. L'aveva salvata Lui. Erano anni che non sentiva la sua voce. 《Oni-chan!》 la ragazza scoppiò in lacrime gettandosi addosso al fratello maggiore, il quale le avvolse le proprio braccia attorno a lei come per proteggerla e le accarezzo i lunghi capelli neri e lisci rassicurandola –Vattutto bene, ora ci sono io–.










Angolo dell'Autrice:
Oni-chan dovrebbe significare fratello maggiore, semprr se si scrive così. Quindi ecco qua il fratellone di Kagome! E arrivati fin qui è il caso che vi dica che ho modificato l'età di alcuni personaggi per "essigenze di trama".
Inuyasha: Sì, come se non la decidi tu la trama!
Haruna: shshsh, zitto! Non farti sentire!
Inuyasha: beh, direi troppo tardi.
Haruna: Ah, va beh. Comunque è veramente per esigenze di trama, per la mia trama.
Allora, vi è piaciuto questo capitolo, beh io spero di sì, so anche che con le descrizioni so na frana, quindi abbiate pietà di me!!! ahaha.
E visto che ci sono qualcuno è disposto/a a farmi da beta? (sul Forum non sono riuscita a trovarr nessuno T.T)
Detto ciò, vi saluto e spero trascorriate delle bella vacanza.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3728899