Pokémon Ideale e Verità

di pikychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA LEGGENDA ***
Capitolo 2: *** IL TEAM PLASMA ***
Capitolo 3: *** IL LUNA PARK (1° PARTE) ***
Capitolo 4: *** IL LUNA PARK (2° PARTE) ***
Capitolo 5: *** LA GELOSIA ***
Capitolo 6: *** IL POKÉMON MUSICAL ***
Capitolo 7: *** LA DICHIARAZIONE ***
Capitolo 8: *** LA TORRE DRAGOSPIRA ***
Capitolo 9: *** LA CHIAROLITE ***
Capitolo 10: *** IL CUORE ***



Capitolo 1
*** LA LEGGENDA ***


LA LEGGENDA
 

La regione di Unima, un’altro luogo incantevole dove vi abitano Pokémon di ogni genere. È proprio su questa regione che oggi comincerà il suo viaggio un Allenatore di nostra conoscenza. Il suo nome è Ash Ketchum e viene da Biancavilla. Insieme al suo fidato amico Pikachu ha intrapreso un lungo viaggio per arrivare fin qui. Chissà quali emozionanti avventure lo attendono.
 

Ash è appena sceso dall’aereo.

Osserva il mare dal molo pensando ai luoghi incredibili che visiterà.

Pikachu, come sempre, è sulla sua spalla e osserva la vasta distesa d’acqua a sua volta.

«Pikaa...» emette il Pokémon con stupore.

«Hai visto Pikachu? Questo panorama è mozzafiato.» commenta l’Allenatore.

«Pika pika!».

«Sono impaziente di scoprire quante avventure emozionanti ci attendono.».

«Pi pika!» esclama saltando giù dalla sua spalla e cominciando a correre.

«Aspetta Pikachu!» lo chiama Ash seguendolo.

Quando si ferma rimane impietrito. Il cielo ora è scuro, coperto da una nuvola nera che si ingrandisce a vista d’occhio.

A un certo punto sprigiona un’energia elettrica di una potenza mai vista.

Proprio in quel momento una struttura metallica si allunga dietro Pikachu imprigionandolo all’interno dei suoi confini robusti.

«Pikaa!» emette il Pokémon spaventato.

«Pikachu!».

Ash corre immediatamente verso di lui, ma la gabbia si alza in volo costringendolo a fermarsi alla fine del molo.

La gabbia è legata con una semplice corda che appartiene niente di meno che al Team Rocket.

«Piacere di rivederti, bamboccio!» esclama Meowth.

«Unima ci porta fortuna.» commenta Jessie. «Abbiamo catturato Pikachu a tempo record!».

«Pikachu, usa Fulmine!» gli ordina.

Il Pokémon topo esegue il comando, ma è tutto inutile.

«Mi stupisce che dopo tutti questi anni continuiate a fare questi errori.» commenta James.

Dalla nube esce una fortissima scossa elettrica che manda in orbita il Team Rocket e scaraventa a terra gli altri due.

Oltre le nuvole comincia ad intravedersi l’ombra di un Pokémon. Si tratta del Pokémon Leggendario Zekrom che con un altro fulmine colpisce Pikachu liberandolo dalla gabbia.

«Pikachu!» esclama Ash correndo a soccorrerlo.

Lo tira fuori dalla gabbia e comincia a correre all’impazzata.

Sa che il Laboratorio Pokémon si trova in quel paese, così senza perdere tempo lo raggiunge per poi entrarvi.

«Professore!» grida non smettendo mai di correre. «La prego, mi aiuti!».

«Chi sei ragazzo?» chiede un assistente sbucando da un’altra stanza.

Il ragazzo si ferma sorpreso di aver trovato prima un assistente piuttosto che il professore.

«La prego!» esclama. «Mi lasci parlare con il professore, è importante!».

L’assistente rimane sconcertato.

«Lascialo passare Bob.» arriva una donna alle sue spalle.

L’assistente si gira e fa un cenno affermativa per poi andarsene.

Quella donna non avrà più di venticinque anni, strano che l’assistente le abbia dato retta, pensa Ash, forse è una tirocinante.

«Come posso aiutarti?» gli domanda avvicinandosi.

«Sto cercando il professore di questo laboratorio.» risponde. «Se non sbaglio si chiama Aralia.».

«Sono io la Professoressa Aralia, di cosa hai bisogno?».

Ash rimane di sasso per la seconda volta nell’arco di cinque minuti.

In tutte le regioni in cui aveva viaggiato non gli era mai capitato di incontrare una Professoressa donna.

Decide però di accantonare il suo stupore e guarda Pikachu per poi tornare a guardare lei.

«Allora la prego di aiutarmi.» dice serio. «Uno strano fulmine proveniente dal cielo ha colpito il mio Pikachu!».

«Non c’è un attimo da perdere!» esclama lei. «Vieni con me.» aggiunge dirigendosi a passo svelto verso una stanza.

 

Dopo che la professoressa ha messo Pikachu su un lettino e lo ha collegato a dei tubi, si mette dietro un computer enorme. Digita velocemente diversi tasti.

La sua espressione è così seria che fa quasi accapponare la pelle.

Ash cerca invano di capire qualcosa dalle scritte che appaiono sullo schermo, ma sembrano un insieme di simboli senza un vero significato.

A un certo punto smette di digitare e si volta sulla sedia girevole. Guarda l’Allenatore seria, ma dopo pochi secondi la sua espressione si ammorbidisce fino a diventare un sorriso.

«Ho il piacere di comunicarti che il tuo Pikachu è in perfetta forma.».

«Questa è una splendida notizia!» esclama entusiasta.

«Tuttavia, mi piacerebbe effettuare altri test su di lui con il tuo permesso.».

«Certo.» annuisce. «Se questo servirà ad accertarsi maggiormente del suo stato di salute.».

Pikachu si è addormentato, così, su consiglio della Professoressa Aralia, lei e Ash sono usciti. La professoressa ha anche spiegato ad Ash che tra poco sarebbe arrivato un Allenatore alle prime armi e che lei avrebbe dovuto riceverlo.

La Professoressa Aralia attende al computer dietro al bancone della reception e comincia a scrivere qualcosa, mentre Ash si siede su una sedia della sala d’attesa e sfoglia una rivista.

«Chiedo scusa.» attira l’attenzione un ragazzo affacciandosi al bancone. «È questo il Laboratorio Pokémon della Professoressa Aralia?».

«Proprio così.» sorride la professoressa alzandosi. «Piacere, la Professoressa Aralia sono io.» dice tendendogli la mano.

«Piacere.» mormora per poi stringerla.

«Immagino che tu sia l’Allenatore che oggi doveva passare a prendere il suo primo Pokémon.» commenta la Professoressa Aralia sorridendo.

Sentendo la parola Pokémon, Ash fa le orecchie da elefante. Mette giù la rivista e si alza intenzionato a raggiungerli.

«Ciao!» lo saluta sorridendo. «Piacere di conoscerti, mi chiamo Ash Ketchum e vengo da Biancavilla, so cosa si prova ad iniziare il proprio viaggio, vedrai che sarà un’esperienza unica.».

«Biancavilla?» ripete interrogativo. «E dove sarebbe?» aggiunge con un certo scetticismo.

«Ash viene dalla regione di Kanto.» prende la parola la professoressa. «Il mio collega, il Professor. Oak, mi aveva detto che sarebbe arrivato oggi.».

«Sul serio le ha parlato di me?» domanda incredulo.

«Proprio così.» conferma lei.

Il nuovo Allenatore guarda male Ash, ma distoglie subito lo sguardo quando lui se ne accorge.

«Allora Diapo, andiamo a scegliere il tuo primo Pokèmon.» dice la professoressa uscendo da dietro il bancone.

I due la seguono e passando una porta automatica arrivano davanti al tavolo su cui si trovano i tre starter.

«Ti sei fatto un’idea su che Pokémon scegliere?» chiede la professoressa a Diapo. «Abbiamo: il tipo Fuoco, Tepig, il tipo Acqua, Oshawott e il tipo Erba, Snivy.».

Diapo li osserva per qualche secondo, poi prende in mano la fotocamera che ha al collo e scatta una foto ai Pokémon.

«Ho deciso.» dice riabbassando l’oggetto. «La mia scelta è Snivy.».

La scelta di Diapo lascia scioccato Oshawott e infastidito Tepig.

«Bene, un’ultima cosa prima che tu vada, voglio darti anche il tuo PokéDex e cinque PokéBall.».

Arriva l’assistente dall’altra stanza portando un vassoio su cui sono appoggiati gli oggetti che la Professoressa Aralia ha citato.  

Diapo fa rientrare Snivy nella sua PokéBall.

«Grazie di tutto.» ringrazia mettendo via la Sfera Poké e cominciando ad andare.

«Figurati e buona fortuna!» sorride la professoressa.

Ash lo segue solo con lo sguardo pensando che quel tipo sia proprio strano.

«Ash, che ne dici di tornare da Pikachu?» attira l’attenzione la Professoressa Aralia. «Sicuramente ora si sarà svegliato.».

L’Allenatore annuisce di sì e subito dopo si dirigono nella stanza che prima hanno lasciato.

Quando arrivano notano subito che, come previsto dalla professoressa, Pikachu si è svegliato.

«Pikachu!» esclama Ash felice correndo da lui.

Il Pokémon dalla felicità gli salta addosso atterrandolo.

«Come previsto sembra stia bene.» commenta la professoressa.

«Pikachu, la professoressa vuole effettuare altri controlli.» lo informa prendendolo in braccio e alzandosi. «Te la senti?».

«Pika...» emette non troppo convinto.

«Non devi preoccuparti Pikachu.» lo rassicura lei. «Non sentirai alcun tipo di dolore, in oltre ci metterò solo un paio di minuti.».

Il Pokémon annuisce dopo aver guardato Ash.

La Professoressa Aralia collega di nuovo Pikachu ai tubi e si mette a digitare sui tasti della tastiera del computer.

«È molto strano...» mormora fermandosi confusa.

«Che cosa è strano, professoressa!?» esclama l’Allenatore già preoccupato.

«Dalle analisi precedenti non è risultato, ma sembra che Pikachu sia andato in sovraccarico a causa di tutta l’elettricità ricevuta.».

«E questo che significa!?» dice sempre più in ansia.

Improvvisamente le luci si spengono e un fulmine colpisce il parafulmine del laboratorio percorrendo il tubi collegati a Pikachu.

Le luci si riaccendono subito dopo, così Ash corre a scollegare il Pokémon dai tubi.

«Sono sicura che dietro a tutto questo c’è Zekrom.» mormora la professoressa pensosa.

«Chi è Zekrom?» chiede Ash avvicinandosi con Pikachu in braccio.

«Uno dei Pokémon Leggendari protettori di Unima.» risponde.

«Se è così allora perché ci sta attaccando?» chiede ancora. «Cosa vuole?».

«C’è una leggenda che lo riguarda, una leggenda secondo la quale questi fulmini rappresenterebbero il giudizio.» spiega.

«La prego, mi parli di questa leggenda.» la supplica. «Voglio vederci chiaro, cosa intende per “giudizio”?».

«D’accordo, ma prima devo fare una premessa.» dice. «Per parlare di Zekrom, Pokémon Nero Ideale, dovrò parlare di Reshiram, Pokémon Bianco Verità.».

Ash non dice niente e aspetta che continui.

«Secondo la leggenda in origine questi due Pokémon erano un unico potere utilizzato da due fratelli al fine di creare la regione di Unima.» continua. «Tuttavia non andavano affatto d’accordo, il fratello maggiore voleva un mondo dominato dalla Verità, mentre il minore regolato da forti Ideali.» dice ancora per poi fare una breve pausa. «Reshiram decise di appoggiare il fratello maggiore, mentre Zekrom si associò al minore.» fece un’altra piccola pausa. «I due Pokémon erano potenti in ugual modo e al termine della lotta i fratelli decisero che non c’era modo di stabilire chi avesse ragione. I Pokémon però ricominciarono a lottare distruggendo Unima con i poteri di tuono e fuoco, scomparendo subito dopo.» conclude.

«Come va a finire la storia?» domanda Ash vedendo che la professoressa non sembra intenzionata ad aggiungere altro.

La professoressa distoglie lo sguardo dal suo e guarda fuori.

«Nessuno lo sa.» risponde tornando a guardarlo. «Molti pensano che una leggenda del genere non possa essere che fittizia, voglio dire, se Unima fosse davvero stata distrutta come ha fatto a rigenerarsi? E in ogni caso, perché Zekrom e Reshiram sono scomparsi di nuovo?».

Ash non sa cosa dire, ma proprio in quel momento apre gli occhi e lui lo stringe felice.

«Penso di averti annoiato con tutti questi giri di parole.» dice la professoressa mortificata.

«Si figuri, sono stato io a pregarla di farlo.» sorride lui.

«Immagino tu abbia intenzione di andare a Levantopoli.».

«Sì, voglio sfidare il Capopalestra di quella città e aggiudicarmi la mia prima medaglia!».

«Ricordati di registrarti alla Lega Di Unima quando arrivi a Quattroventi.».

«Ci può contare!» esclama entusiasta.

 

Intanto fuori sul percorso adiacente al Laboratorio Pokémon una ragazza sta camminando a passo svelto. Ha i capelli castano scuro e gli occhi azzurri.

A un certo punto si ferma voltandosi per guardare indietro.

«Ehy Oshawott!» chiama il suo Pokémon. «Se non ti sbrighi ti rimetto nella PokéBall!».

Il Pokémon nel sentirla corre agitato da lei finendo per sbattere contro le sue gambe.

Lei sorride intenerita nel vederlo e lo prende in braccio per poi guardare il laboratorio. Ha lo sguardo di chi sa di essere destinato a compiere grandi imprese. Il suo viaggio è cominciato da poco, ma non vede l’ora di scoprire quante avventure la attendono.




Angoletto dell'autrice:

Buon buon natale a tutti! <3
Non vedevo l'ora di arrivare al mio spazio in fondo per augurarvelo ^^
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ci tengo molto a questa fanfiction perché ho sviluppato un'idea partita da alcuni messaggi che ho scambiato con mia cugina a proposito di Pokémon Bianco eNero (a dirla tutta ho l'idea di scrivere una fanfiction del genere già da tempo, ma mi mancava un po' di motivazione credo...)
Comunque colgo l'occasione per dire che la dedico proprio a lei, questo è il mio piccolo regalo di natale ^^
Passiamo ai retroscena(?) (non so come chiamarli ^^"):
Questo è solo il primo capitolo e già dalla fine avete intuito che dal prossimo ci sarà anche Touko. Non dimenticatevi che presto arriveranno anche Brock e N, non sto più nella pelle per voi!
Cercerò di aggiornare prestissimo,
ancora buon natale e buone feste!<3 ^^

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Capitolo 2
*** IL TEAM PLASMA ***


IL TEAM PLASMA


Non so da dove vengo, non so quello che sono.

Ho sempre desiderato la pace e l’armonia, non importava tra chi fosse.

Penso che quando si cresce in un luogo meraviglioso come la foresta i Pokémon sono i tuoi unici amici. Gli unici su cui puoi contare. Adoro la loro spensieratezza, il loro vagare liberi nel mondo… per questo non posso tollerare gli Allenatori, coloro che li schiavizzano. Li obbligano a lottare l’uno con l’altro contro la loro volontà! È una vera ingiustizia, nel mondo che vorrei nessuno è obbligato a fare quello che non vuole…


Ash arriva di corsa al Centro Pokémon di Quattroventi e appoggia rumorosamente il PokéDex sul bancone.

«Voglio iscrivermi alla Lega Di Unima!».

Dietro il bancone c’è un ragazzo voltato di spalle al posto dell’Infermiera Joy. In un altro momento all’Allenatore non sarebbe sfuggita la stranezza della situazione, ma è troppo euforico per accorgersene.

«Ash?» dice sorpreso il ragazzo voltandosi.

«Brock?!» esclama l’altro sorpreso almeno quanto lui.

I due si dirigono fuori per parlare e si siedono su una panchina all’entrata del centro.

«Che ci fai qui?» domanda Ash. «Credevo fossi a Kanto.».

«Sto seguendo un tirocinio speciale sponsorizzato dal Professor. Oak.» risponde.

«Fantastico!» esclama l’amico sorpreso. «E vieni pagato?».

«Da quando ti interessi a queste cose?» chiede l’altro stranito con un gocciolone dietro la testa.

All’improvviso si accorgono che davanti al Centro Pokémon si è creata una folla enorme di persone.

«Hai visto quanta gente?» gli domanda Ash non riuscendo a staccare gli occhi da quell’enorme massa di persone.

«Già.» conviene Brock non staccando a sua volta gli occhi. «Ma i tizi che stanno parlando non mi ispirano per niente fiducia.».

«Dici che dovremmo chiamare l’Agente Jenny?» gli chiede guardandolo per vedere la sua espressione.

La folla si dissolve così come si era creata, lasciando intravedere chiaramente in Oshawott sdraiato a terra.

«Hai visto?» chiede Brock allarmato all’amico.

Ash non risponde, ma continua a guardare il Pokémon scioccato.

La ragazza dai capelli castani scuro proveniente da Soffiolieve arriva di corsa a soccorrerlo.

«Oshawott?» chiama preoccupata. «Mi senti?!».

A quel punto i due ragazzi decidono di raggiungerla.

«Tutto bene?» le chiede Ash fermandosi.

Brock si abbassa a controllare lo stato di salute di Oshawott.

La ragazza li guarda perplessa. Nella sua mente non può fare a meno di chiedersi chi sono quei due… si può davvero fidare?

«Voi chi siete?» dà voce ai suoi pensieri.

Brock ha preso dal suo zaino uno spray e ora lo spruzza su Oshawott facendogli pian piano riprendere i sensi.

«Il mio nome è Ash Ketchum, vengo da Biancavilla.» si presenta.

«Piacere, io sono Brock e lavoro in quel Centro Pokémon laggiù.».

«Mi chiamo Touko.» dice ormai convinta di potersi fidare. «Sono un’Allenatrice alle prime armi.».

«Scommetto che vieni da Soffiolieve.» commenta Ash.

«Biancavilla invece è…?» dice lei lasciando in sospeso la frase in modo che sia lui a completarla.

«Nella regione di Kanto.» dice lui.

«Così lontano?!» sgrana gli occhi.

«Salve.» dice una voce misteriosa.

I tre guardano davanti a loro curiosi di sapere chi ha parlato. Vedono che è un ragazzo. Ha i capelli verdi e gli occhi azzurri.

Si sta avvicinando a loro a passo deciso. Non sembra un tipo poco raccomandabile, ma non capiscono perché stia venendo proprio da loro.

«Il mio nome è N.» si presenta. «Cosa pensate di ciò che avete appena ascoltato?».

«Si riferisce al discorso di poco fa?» chiede Ash rivolgendosi a Brock.

«E-ehm.» balbetta Touko alzandosi in piedi. «Qui nessuno ha ascoltato niente… noi siamo Allenatori di passaggio...».

«Allenatori...» ripete mentre in faccia gli si forma uno strano sorriso.

I ragazzi, in particolare Touko, rimangono di sasso. Non sanno cosa dire. Perché quello strano ragazzo li ha fermati?

«Allora mi sa tanto che il discorso di poco fa era rivolto proprio a voi.» sorride. «Ma non preoccupatevi per esservelo perso, sono qui apposta.».

Nessuno ha il coraggio di proferir parola. L’atmosfera comincia a farsi sempre più pesante.

«Per rendere questo argomento in maniera più gradevole vi propongo un patto.».

«U-un patto?» chiedo Touko spaventata.

«Sì.» risponde guardandola. «Voi mi ascoltate fino alla fine e poi mi dite quello che ne pensate, siamo d’accordo?».

N passa lo sguardo su ognuno di loro. Tuttavia, solo Ash annuisce, ma decide comunque di parlare.

«Non pensate che i Pokémon debbano essere liberi di andare dove vogliono quando vogliono?» chiede. «Voi siete Allenatori e vi sarà certamente capitato di vedere i vostri Pokémon infelici o malinconici per qualcosa, converrete con me che questa è schiavizzazione...».

«È assurdo!» tuona Touko. «Qui nessuno schiavizza i Pokémon! C’è un legame che lega Pokémon e Allenatori!».

N guarda Touko sgranando un po’ gli occhi, ma subito dopo non può fare a meno di sorridere.

«Avevo detto di aspettare che finissi.» dice. «Però è ammirevole l’energia che ci metti nel perseguire i tuoi ideali.».

Touko non sa cosa dire e in più si ritrova con le guance in fiamme… possibile che le piaccia quel tipo? No, un ragazzo che dice cose del genere non le può piacere…

«Sarei proprio curioso di vedere il legame tra te e il tuo Pokémon.» dice. «Perchè non me lo mostri con una lotta?».

«Certo, ci sto!» dice lei ignorando il rossore che si è impossessato del suo viso.

La lotta si svolge tra Oshawott di Touko e Purrloin di N.

Alla fine la vittoria è di Touko che abbraccia il suo Pokèmon felice di aver dato una lezione a quel tipo.

Alza lo sguardo subito dopo, ma si accorge che N è già sparito. Un po’ le dispiace, deve ammetterlo… però non capisce cosa le prende! Possibile che si sia veramente persa una cotta per lui?

Ash e Brock si avvicinano a lei che avvertendo la loro presenza si gira.

«Complimenti per la vittoria.» dice Ash. «Sei diretta a Levantopoli?».

«Certo.» annuisce lei. «Devo sfidare il Capopalesta per ottenere la mia prima medaglia.».

«Allora abbiamo un obiettivo in comune!» esclama l’Allenatore raggiante. «Ti auguro di riuscire a vincere.».

«Faccio lo stesso augurio io a te.» sorride.

«Ho un’idea, perché non andate insieme?» si intromette Brock.

Touko e Ash si guardano stupiti per poi tornare a guardare lui.

«Potreste darvi una mano a vicenda nei momenti di difficoltà.» dice. «È bello viaggiare in compagnia quando si è tanto lontano da casa.».

«Tu cosa ne dici?» chiede Ash a Touko.

«Va bene.» fa cenno di sì con la testa. «In viaggio più si è più ci si diverte!».

«È quello che dico sempre anch’io!».

«Vesto? Avete molte cose in comune, sono sicuro che andrete d’accordo.» dice Brock. «Ora torno al lavoro.» dice per poi voltarsi e cominciare ad andare.

«Ciao Brock!» saluta Ash sorridendo e alzando la mano.

In quel momento si sente il suono della sirena dell’Agente Jenny e il centro viene circondato da macchine della polizia.

Brock si ferma di colpo non capendoci più niente.

«Che succede?» mormora Ash altrettanto scioccato.

Anche Touko è rimasta molto sorpresa nel vedere tutte quelle macchine della polizia.

L’Agente Jenny apre la portiera e si sporge con un megafono.

«A tutte le unità!» dice. «Protocollo di sicurezza immediato! Ripeto: protocollo di sicurezza immediato!».

I poliziotti scendono dalle loro macchine ed entrano nel Centro Pokémon. Saranno più di una trentina.

«Che sta succedendo?!» chiede Ash sempre più preoccupato.

Intanto Brock si riavvicina ai due scoraggiato da tutte quelle forze dell’ordine.

«Qualcuno deve aver segnalato all’Agente Jenny un’inflazione.» ipotizza Touko.

Una volta evacuato il centro cominciano a mettere i sigilli e a questo punto i tre decidono di avvicinarsi per chiedere spiegazioni.

«Agente Jenny, mi può spiegare cosa sta succedendo?» chiede Ash.

«Non potete stare qui.» dice seria voltandosi. «È pericoloso.».

«Pericoloso?» ripete istintivamente Ash non capendo.

«Agente Jenny, io lavoro il questo centro come tirocinante.» spiega Brock. «Deve lasciarmi entrare.».

«Come dici?» chiede lei non avendo ascoltato bene. «No, nessuno può entrare.».

I ragazzi sgranano gli occhi. Cosa mai può essere successo di tanto grave da non poter permettere neanche a un tirocinante di entrare a riprendere le sue cose?

«Non è la prima volta che ci segnalano un gruppo di tipi poco raccomandabili che tengono una specie di comizio davanti a questo Centro Pokémon.» spiega. «Dicono sempre le stesse cose, parlano di ridare piena libertà ai Pokémon e condannare gli Allenatori incolpandoli di schiavizzazione, la nostra paura è che possano attaccare questo Centro.» aggiunge. «Si fanno chiamare Team Plasma.».

«Quindi nessuno può più entrare in questo centro?» domanda Ash.

«No, almeno fin quando non capiamo le loro intenzioni.».

«Che sfortuna...» mormora Brock atterrito.

«Non demoralizzarti Brock.» gli dice Ash. «Perché non viaggi con noi? Fa sempre comodo un Allevatore di Pokémon nel gruppo.».

«D’accordo.» accetta con piacere.

«State attenti mentre raggiungete Levantopoli.» intima l’Agente Jenny.

«Come sa che dobbiamo andare a Levantopoli?» chiede Ash sorpreso.

«Tutti gli Allenatori che vengono a Quattroventi si dirigono lì.» risponde sorridendo. «In bocca al lupo per tutto.».

«La ringrazio!» esclama Ash.

E così si è formato un nuovo gruppo: Ash, Touko e Brock.

Chissà quante avventure ancora li attendono. Oggi sono venuti a conoscenza di una strana organizzazione chiamata Team Plasma. Questo incontro segnerà per sempre le sorti del loro viaggio? Per scoprirlo, restate con noi.


 

Angoletto dell'autrice:

Ciao a tutti, buon Santo Stefano! <3 ^^
Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto.
Mi sono scordata di dirvi una cosa nel mio spazio nel primo: per scrivere il primo capitoli mi sono ispirata al primo episodio di Pokémon Bianco & Nero, ma alcune parti sono un po' diverse.
Tornando a questo, finalmente anche Touko e Brock si uniscono al viaggio di Ash! Ve lo dico già, nel prossimo arriverà Lucinda, personaggio che io adoro e che spero piaccia anche a voi ^^
Ci vediamo al prossimo capitolo,
ciao!

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Capitolo 3
*** IL LUNA PARK (1° PARTE) ***


IL LUNA PARK (1° PARTE)
 

Ash, Brock e Touko sono appena arrivati a Sciroccopoli pronti a dirigersi verso il Centro Pokémon.

«Sciroccopoli è famosa per il suo Luna Park, vero?» domanda Ash guardando Touko.

«Proprio così.» annuisce. «Ricordo che da piccola ci andavo spesso con i miei genitori.» aggiunge ricordando con emozione i tempi passati.

«Che ne dite di farci un salto?» propone Brock. «Vi meritate una piccola pausa, sono giorni che siamo in viaggio.».

«È un’ottima idea!» esclama Ash.

«Anch’io sono d’accordo!» si associa Touko. «Andiamoci!».
 

I nostri eroi sono arrivati a Sciroccopoli.

Su consiglio di Brock, hanno deciso di prendersi una pausa e andare al famoso Luna Park situato nei pressi della città.

Chissà se anche oggi gli capiterà qualcosa che li stupirà.
 

Una volta arrivati al Luna Park Touko decide di andare sulle montagne russe con Oshawott lasciando indietro Ash e Brock.

«Perché non vai a divertirti anche tu, Ash?» gli chiede Brock.

In tutto in Luna Park non si sente che Touko gridare dall’entusiasmo, mentre al contrario suo Oshawott è terrorizzato ed è diventato verde dalla nausea.

«Sto pensando in quale giostra salire per prima.» risponde. «A te invece non piacciono le giostre?».

«Ormai sono grande, non mi attraggono per niente.» dice, ma poi gli cade l’occhio sul tiro a segno. «Ma tu guarda, c’è anche il tiro a segno...».

Dietro al bancone del tiro a segno ci sono tre ragazzi… o meglio due ragazzi e un Pokémon, solo che è vestito da umano.

Sorridono e salutano con aria pacifica, ma noi sappiamo bene chi sono in realtà. Solo Ash e Brock sembrano non capirlo…

Ash lo guarda incredulo con una gocciolona di sudore dietro la testa.

«Non hai appena detto che non ti interessano le giostre?».

«Ma quella non si può considerare una giostra, dai...» dice consapevole di essersi tradito.

Ash è sempre più incredulo…

«Comunque… io vado là… se mi cercate... mi trovate là...» farfuglia insicuro andandosene cercando di passare inosservato.

Ad Ash cresce nuovamente una gocciolona. Avrebbe potuto dirlo che il Luna Park gli piace anche se ormai è grande.

Proprio in quel momento gli cade l’occhio su una ragazza voltata di spalle. È davanti al camioncino dei gelati e anche se è girata la riconosce subito.

«Lucinda?» emette confuso.

La ragazza sentendosi chiamare si volta confusa rivelando di avere in mano due gelati alla vaniglia.

«Ciao Ash!» esclama felice vedendolo.

L’Allenatore la raggiunge.

«Che sorpresa incontrarti qui.» dice lei. «Aspetta, non dirmelo, stai viaggiando per vincere tutte le medaglie e partecipare alla Lega Di Unima, non è così?».

«Hai indovinato.» sorride accorgendosi solo ora dei due gelati che ha in mano. «Non ti sembra di esagerare?».

«Che intendi?» domanda lei non capendo a cosa si riferisce.

Il quel momento un altro ragazzo fa il suo ingresso raggiungendo Lucinda.

Ash riconosce subito quel tipo: è Diapo. L’Allenatore che era passato al Laboratorio Pokémon il giorno in cui Pikachu era stato colpito dal fulmine lanciato da Zekrom.

«Eccomi Lucinda.» dice. «Scusami se ti ho fatto aspettare.».

Tuttavia Ash non si spiega cosa ci facciano quei due insieme… se non altro l’idea di Lucinda non era di mangiarsi quei due gelati da sola.

«Ash, ti presento Diapo.» dice tradendo nel tono di voce di essere un po’ a disagio. «È un Allenatore di Pokémon come te.».

Diapo lo guarda con la stessa aria di sufficienza con cui lo aveva guardato quella volta al laboratorio.

«Ci siamo già conosciuti al laboratorio della Professoressa Aralia il giorno in cui sono arrivato a Unima.» spiega Ash non riuscendo a fare a meno di risultare fin troppo serio.

«Davvero?» emette quasi inconsapevolmente guardando Diapo. «Questa sì che è una sorpresa...» aggiunge.

Deve avere intuito una strana rivalità tra i due, perché si sente persino mortificata di aver fatto le presentazioni.

Diapo distoglie lo sguardo da Ash per posarlo su Lucinda.

«Puoi scusarmi?» dice Diapo. «Credo di aver dimenticato una cosa.» aggiunge per poi allontanarsi.

«Ok...» mormora poco sorpresa.

«Mi stupisce vederti con un tipo del genere.» commenta Ash.

«Perché?» chiede. «Riconosco che a volte sembra scostante, ma è un ragazzo con la testa sulle spalle.».

L’Allenatore non commenta, tuttavia non fa niente per sforzarsi di capirla. Continua a chiedersi come fa Lucinda a trovare interesse in un tipo del genere.

«E ora cosa faccio con questi gelati?» si chiede guardandoli preoccupata.

Probabilmente teme che si sciolgano prima che Diapo torni.

«Se vuoi uno puoi darlo a me, mi piace il gelato alla vaniglia.» torna a sorridere come se niente fosse.

«Scordatelo.» dice seccata dalla proposta.

«Era per dire!» esclama offeso.

«Infatti sto scherzando.» sorride. «Qualcuno deve pur mangiarli e per me due sono decisamente troppi.» dice dandogli uno dei due coni.

Iniziano a camminare e intanto scambiano quattro chiacchere.

«Allora?» chiede Ash. «Tu che ci fai qui?».

«Sono arrivata la settimana scorsa, dopo essere andata a Hoenn volevo assolutamente vedere Unima.».

«Sei stata a Hoenn?!» sgrana gli occhi. «Sul serio?!».

«Sì.» annuisce. «Sono andata a trovare Vera e ne ho approfittato anche per prendere parte ad alcune Gare Pokémon… ah, sono stata per un po’ anche a Johto e Kanto.».

«Perché non sei passata a trovare anche me!?».

«Tu sei sempre in viaggio!» esclama. «Sapevo che con buone probabilità non ti avrei trovato, così mi sono risparmiata il viaggio!».

«Se non ricordo male non sono il solo che non può stare fermo in un posto per più di un paio di minuti...».

«Non cambiare discorso!» esclama per poi tornare calma. «Volevo passare a trovare anche Brock, ma non l’ho trovato... forse ero andata all’indirizzo sbagliato...».

«Probabilmente era già partito per Quattroventi.».

«Che cosa?!» sgrana gli occhi fermandosi. «Anche Brock si trova in questa regione!?».

«Sì, sta viaggiando con me e Touko dopo che il Centro Pokémon presso il quale faceva tirocinio è stato sequestrato dalla polizia.» spiega sorridendo ingenuamente.

«Sta viaggiando con te?» chiede sorpresa. «Chi è Touko? … aspetta, perché è stato messo sotto sequestro il Centro Pokémon di Quattroventi?! Spiegami bene tutto!».

Ash le racconta tutto mentre riprendono a camminare e intanto poco più lontano Touko scende dalle montagne russe con espressione allegra.

«È stato troppo divertente!» esclama alzando le braccia al cielo.

Il povero Oshawott scende dalla giostra e dopo aver barcollato un po’ cade a terra privo di sensi.

«Oh, Oshawott...» emette mortificata guardandolo. «Credo che sia meglio farti rientrare nella PokéBall.» aggiunge prendendola dalla tasca e facendolo rientrare.

La ragazza alza lo sguardo e si accorge di essere molto vicina alla ruota panoramica.

Immersa completamente nei ricordi decide di avvicinarsi, seppur consapevole di non poterci salire. Bisogna essere per forza in due. Da piccola ci andava sempre con suo padre. Di solito venivano al Luna Park: lei, mamma e papà, ma la mamma spesso e volentieri restava giù a guardarli.

Touko, ormai più vicina, osserva la ruota panoramica. Ha sempre pensato che sia bello vederla in movimento anche quando non c’è praticamente nessuno sopra.

«Ciao Touko, ti va di fare un giro?».

Quando Touko abbassa lo sguardo e lo vede non ci può credere. Lui… N… dal tono sembra che sapesse già che sarebbe venuta lì.

Da quel giorno a Quattroventi, quando ha cominciato a viaggiare con Ash e Brock, l’ha incontrato spesso. Tutte le volte è finita con una lotta, ma Touko non ha alcun interesse a lottare con lui. Lo sa che non è cattivo. Non capisce cosa lo spinga a lottare per degli Ideali insensati.

In cuor suo spera sempre di riuscire a fargli cambiare idea, ma quando sembra esserci finalmente riuscita ecco che lui scompare di nuovo.

Anche questa volta è destinata a finire con una lotta? Quel suo sorriso la inganna e allo stesso tempo la fa rimanere senza difese, ma resiste, perché tanto sa che dietro a un sorriso così luminoso non può esserci che una profonda tristezza. E vorrebbe eliminare quella tristezza. Vorrebbe aiutarlo con tutte le sue forze…

Dopo che Touko ha accettato l’invito di N sono saliti sulla ruota.

Tra i due che un silenzio quasi imbarazzante, ma in realtà l’unica imbarazzata è Touko.

«Il panorama è incantevole, non credi?» commenta N a un certo punto guardando fuori.

«G-già...» balbetta lei.

All’improvviso la ruota si ferma e sono proprio nel punto più altro…

«Sembra ci sia un problema tecnico.» dice N.

Touko non dice niente, ma stranamente si sente tranquilla. Strano, pensa, e dir che lei aveva sempre pensato di aver le vertigini…

«Approfittiamone per conoscerci meglio.» dice girandosi a guardarla. «Come vanno gli incontri in palestra?».

«T-tutto bene...» bofonchia. «A te come va…? Hai pensato a quello che ti ho detto l’ultima volta che abbiamo lottato insieme!?».

« “Io e i miei Pokémon siamo una cosa sola, se loro soffrono io soffro con loro”?» ripete la frase che Touko gli aveva detto l’ultima volta che si erano visti. «Sì, ci ho pensato allungo e devo dire che ti ammiro ancora di più.».

«C-come…?» emette totalmente rossa in volto.

«Magari fossero tutti come te, Touko...».

L’ultima frase di N è talmente malinconica che le spezza il cuore. Sa di avere ragione quando dice che N è tanto gentile e brillante quanto triste e solo…




Angoletto dell'autrice:

Ciao a tutti ^^
Purtroppo le feste sono finite in poco tempo T^T (ora aspettiamo solo l'ultimo e il primo dell'anno).
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, lo dico solo a titolo informativo: questa è la prima parte perché essendo un capitolo molto lungo ho preferito dividerlo in due parti.
Da parte mia comunque mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo, perché c'è Lucinda (in assoluto il mio personaggio preferito <3) e perché Touko e N ce li vedo molto bene insieme anche se non li ho mai shippati più di tanto (è la storia che hanno creato nel videogioco a renderli carinissimi insieme <3).
Ora vado, alla prossima.
Ciao!

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Capitolo 4
*** IL LUNA PARK (2° PARTE) ***


IL LUNA PARK (2° PARTE)
 

Ash guarda la ruota panoramica con espressione contrariata. Lucinda che è accanto a lui non capisce e gli chiede spiegazioni.

«Cosa stai guardando?» gli chiede guardando a sua volta.

«C’è Touko sulla ruota panoramica.» spiega non distogliendo lo sguardo. «È con N, non mi fido molto di quel tipo.».

«N?» ripete il nome guardando Ash incredula. «Vuoi dire come il simbolo che indica il numero degli atomi?».

Ash distoglie lo sguardo dalla ruota solo perché fino a quel momento ignorava l’esistenza della parola atomi.

«Insomma Ash!» esclama irritata. «Questa è cultura generale!».

«Non ti arrabbiare!» esclama lui a sua volta arrabbiato. «Per me N è solo una lettera dell’alfabeto!».

«Beh, anche… comunque non mi sembra abbia cattive intenzioni.» dice tornando calma.

«Avresti dovuto esserci.» dice. «Da quando lo ha sconfitto a Quattroventi sembra seguirci ovunque andiamo.».

«Forse non gli va giù aver perso.» ipotizza lei. «Oppure Touko gli piace.» aggiunge prendendo colore al posto della diretta interessata.

«Cosa?!» emette Ash quasi inconsapevolmente.

«Qualche problema?» chiede sospettosa incrociando le braccia.

«Non credo sia come pensi.».

«Come fai ad esserne sicuro?» mette le mani sui fianchi con aria orgogliosa. «Cosa ne sai tu di questioni di cuore?».   

«Ne so molto di più di quello che pensi!».

«Certo, come no.».

Intanto sulla ruota N ha deciso di raccontare a Touko alcune cose che gli sono accadute in passato.

«Mio padre, Ghecis, mi ha adottato quando ero ancora molto piccolo.».

«Non sai chi sono i tuoi veri genitori?» domanda lei.

«No, ma non mi interessa.» risponde. «I Pokémon mi hanno accudito, la foresta è la mia vera casa.».

Touko sta per dire qualcosa, ma in quel momento la ruota riprende a girare e lei perde il coraggio.

«Sembra che abbiano risolto il problema.» commenta N guardando fuori.

Quando scendono a terra Ash corre immediatamente da Touko.

«Ehy Touko!?».

Lei lo nota e vede anche che alle sue spalle c’è una ragazza che non ha mai visto.

«Io vado, grazie della chiacchierata.» dice N andandosene via.

Touko rimane lì. Lo osserva andare via senza dire una parola. Non un ciao o un ci vediamo, semplicemente resta ferma lì e per l’ennesima volta si ritrova a pensare che come al solito alla fine sparisce come se niente fosse.

«N è già andato via?» chiede Ash quando la raggiunge.

«Peccato.» dice Lucinda arrivando poco dopo l’amico. «Mi sarebbe piaciuto conoscerlo...».

«Ciao, tu sei…?» le chiede Touko.

«Lei è una mia amica che viene da Sinnoh.» completa la frase Ash.

«Piacere.» dice a questo punto Lucinda tendendole la mano. «Sono Lucinda.».

«Sei un’Allenatrice?» domanda stringendogliela.

«No, sono una Coordinatrice.».

In quel momento Diapo arriva e si ferma a qualche metro da loro.

«Lucinda, io torno al Centro Pokémon, vieni?».

«Arrivo!» esclama per poi guardare gli altri. «Ci vediamo ragazzi, salutatemi Brock.» conclude per poi raggiungere Diapo.

«Non capisco cosa ci trova in un tipo del genere...» mormora Ash a denti stretti.

«Qualche problema Ash?» gli chiede Touko perplessa.

«In passato non si sarebbe mai lasciata incantare...» dice ancora inconsapevolmente.

«Comincio a pensare che tu sia geloso...» commenta sospettosa.

«Pensa per te!» sbotta. «Quell’N, o numero degli atomi in una molecola, ti fa la corte nel caso non te ne fossi accorta!».

Touko arrossisce di botto dallo stupore di sentire una cosa del genere uscire dalla bocca di Ash.

«Cosa dici!?».

Brock arriva da loro con due peluche in mano, inoltre altri peluche che ha vinto vengono portati dal Team Rocket ancora camuffato. I soggetti dei peluche sono per lo più Pikachu e Cleffa.

«Ehy ragazzi!» esclama avvicinandosi. «Si sta facendo buio, che ne dite di andare al Centro Pokémon per la notte?».

«Ma quanti peluche hai vinto?» chiede Touko esterrefatta quando si ferma.

«Mi sono fatto prendere la mano...» mormora in imbarazzo.

«È stato da noi tutto il giorno!» esclama Meowth.

«Ci ha praticamente sbancato...» commenta James.

«Praticamente ci ha costretto a chiudere l’attività!» strilla Jessie.

«Sentite ragazzi.» dice Brock andando verso di loro. «Mi dispiace davvero e per farmi perdonare vi cedo tutti i miei premi.».

«Sul serio!?» esclamano loro sbalorditi.

«Certo.» sorride guardando i due peluche che ha in mano. «Anzi, tenete anche questi.» dice dando i due peluche a James.

«Ti siamo infinitamente riconoscenti!» esclama Meowth commosso.

Il Team Rocket mette i peluche nei sacchi e ognuno di loro se li carica dietro la schiena sorridenti.

«Ci vediamo bambocci!» salutano.

«Bambocci?» ripete Ash incredulo.

In quel momento si verifica una leggera scossa di terremoto al termine della quale il Team Rocket si ritrova sulla sua solito molgonfiera.

«Ripartiamo alla velocità della luce!» esclamano prima di sparire in una stella.

I tre rimangono increduli ad osservare il cielo.

«Quindi quello era il Team Rocket?» chiede Ash scioccato. «Brock, ce li hai avuti sotto il naso tutto il giorno e non ti sei accorto di niente?» aggiunge guardandolo.

«Sono sconvolto quanto te...» dice lui in tutta risposta. «Allora, ditemi, come è andata oggi?».

«Molto bene!» esclama Touko sorridendo. «Avevi ragione, questa giornata al Luna Park ci ha fatto bene.».

Ash non risponde e incrocia le braccia con aria imbronciata.

«Cos’ha Ash?» sussurra Brock all’orecchio di Touko.

«Niente, è solo geloso.» risponde lei con leggerezza.

«Smettila!» tuona. «Non lo sono!».

«Lo sei invece.» dice incrociando le braccia.

«Ti dico di no!».

«Mi spiegate di cosa state parlando?» chiede Brock.

Così gli spiegano tutto, per la verità è più Touko a parlare.

«Cosa?» emette alla fine. «Lucinda è a Unima?».

«Quindi la conosci anche tu, Brock?» chiede Touko più sorpresa di lui.

«Sì, viaggiavamo insieme a Sinnoh.» spiega. «Ma Ash, non gliel’hai detto?» chiede rivolgendosi all’amico.

Ash si ostina a non parlare facendo perdere la pazienza a Touko.

«Senti Ash, ma perché non glielo dici?».

«Non c’è niente da dire.» dice come se fosse totalmente disinteressato. «Se le piace passare il suo tempo con Diapo ben venga...».

«Sai bene che in realtà questa faccenda ti interessa molto...» commenta lui scocciata dal suo comportamento.

«Dai.» prende la parola Brock. «Andiamo al Centro Pokémon.».


Angoletto dell'autrice:

Ciao a tutti ^^
Spero che anche la seconda parte vi sia piaciuta.
Spero vi sia piaciuto anche la parte del Team Rocket XD (mi sono impegnata nello scriverla, mi è sempre piaciuto improvvisare scene buffe per il Team Rocket)
Alla prossima,
ciao!

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Capitolo 5
*** LA GELOSIA ***


LA GELOSIA
 

«Ecco i tuoi Pokémon, Lucinda.» le sorride l’Infermiera Joy.

«La ringrazio.» sorride Lucinda a sua volta prendendo la PokéBall.

Subito dopo comincia a correre verso le scale che portano alle camere.

Proprio in quel momento Ash, Brock e Touko sono arrivati al Centro Pokémon, così li vede, o meglio, vede Ash, perché in quel momento si sente troppo in colpa nei suoi confronti per vedere altro.

«Ash!».

Mentre Touko e Brock si dirigono al bancole dell’Infermiera Joy, l’Allenatore si ferma, ma solo perché Lucinda gli si para davanti.

«Scusa per essere andata via così prima.» dice cercando di mantenere un sorriso abbastanza sincero.

«Non fa niente.» dice lui secco oltrepassandola.

Lucinda si gira solo confusa guardandolo andare via.

«Aspetta!» esclama Lucinda.

Ash si ferma e si volta chiedendosi cosa voglia ancora.

«Vorrei salutare Brock, posso venire anch’io?» chiede con un certo timore nella voce.

«Certo.» dice solo con aria impassibile per poi voltarsi e proseguire.

Brock e Touko sono ancora davanti al bancone dell’Infermiera Joy che sta dando loro le chiavi delle due camere.

«Ecco le chiavi delle camere che avete prenotato.» dice con un sorriso.

«La ringrazio.» sorride cortesemente Touko.

L’Infermiera Joy se ne va subito dopo e sparisce in un’altra stanza.

«Ehy Brock!» lo saluta Lucinda.

«Lucinda!» esclama lui. «Ash mi aveva detto che eri qui, come stai?».

«Tutto apposto, grazie.» sorride. «E tu? Mi dispiace che il Centro Pokémon presso il quale lavoravi sia stato messo sotto sequestro.».

«Non preoccuparti, avrò tempo di specializzarmi nel Centro Pokémon di Plumbeopoli quando tornerò a casa.».

«Quindi stai viaggiando con Ash?» chiede cambiando discorso.

«Esatto.».

«Scusatemi.» si intromette Touko. «Ciao Lucinda, alla fine non mi sono presentata come si deve, sono Touko e vengo da Soffiolieve.».

«Sono passata per Soffiolieve, anche se ero in pullman.» dice Lucinda. «È un paesino molto carino, mi ricorda tanto Duefoglie.» sorride ricordando casa sua.

«Quindi vieni da Duefoglie?» domanda sorpresa. «Ne ho sentito parlare, un giorno mi piacerebbe andarci.».

«Io vado in camera.» annuncia Ash prendendo una chiave. «Prendo io la chiave Brock.» conclude andandosene.

«Aspetta Ash!» esclama Lucinda raggiungendolo. «Vi fermate in città per qualche giorno?».

«Sì.» risponde fermandosi. «Io e Touko dobbiamo sfidare la Capopalestra di questa città.».

«Posso venire al vostro incontro se vi fa piacere.» dice sorridendo.

«Dimmi una cosa.» dice invece lui mantenendo l’espressione seria. «Diapo ha già sfidato la Capopalestra di questa città?».

«Sì.» risponde. «Ma ha vinto per un soffio, Camelia è proprio un’ottima stratega, anche se non dovrei dirlo, chissà quanto si arrabbierebbe se sapesse che l’ho detto.» aggiunge ridendo debolmente.

Quando smette di ridere si accorge che l’amico non la sta neanche guardando. Si chiede cos’è quell’atteggiamento e a dirla tutta comincia proprio ad arrabbiarsi.

«Si può sapere che ti prende?» gli chiede irritata. «Ah, ho capito, centra ancora N… non posso credere che tu sia così testardo!».

«Sono stanco, vado a dormire.» conclude andandosene.

Lucinda rimane semplicemente esterefatta. Se non avesse ancora un briciolo di amor proprio sicuramente lo seguirebbe per chiedergli spiegazioni, ma fortunatamente ce l’ha, quindi lo lascia andare via.

Mentre Ash sale le scale Pikachu gli sorride con fare beffardo.

«Non ti ci mettere anche tu Pikachu, ok?».

Nel corridoio vede Diapo intento a immortalare il paesaggio dalla finestra, ma decide di non darci peso. Va verso la porta della sua camera, però si ferma e torna sui suoi passi.

«Ehy Diapo?!».

Lui si volta confuso, ma quando vede Ash la sua espressione diventa più annoiata che altro.

«Ah, sei solo tu.» dice rivoltandosi.

Proprio quando sta per scattare una foto Ash torna a parlare.

«Da quanto tempo tu e Lucinda vi frequentate?!».

Allontana l’obiettivo e si volta guardandolo incredulo.

«Cosa stai dicendo?» chiede. «Guarda che hai frainteso, le sto solo dando una mano ad ambientarsi, perché onestamente mi fa un po’ pena.».

Ash non vuole dargli la soddisfazione di farsi vedere sorpreso, eppure è innegabile. Una risposta così non se l’aspettava minimamente.

«Sembra così disorientata, vorrei proprio sapere che razza di madre lascia una ragazzina viaggiare tutta sola in una regione sconosciuta.».

Dal suo tono si potrebbe fraintendere, ma come gli aveva detto Lucinda, Diapo sembra solo scostante. Il fatto che si preoccupi così tanto è indice di interesse… questo Ash non vuole ammetterlo… non vuole che Lucinda scelga Diapo… accidenti, pensa, Touko aveva ragione.

«Magari una che si fida di lei...».

È solo geloso!

Diapo nel vedere Ash così serio rimane sconvolto. Non immaginava minimamente che un volto solare ed esuberante come quello di Ash potesse trasformarsi in uno carico di odio e risentimento.

«Vado a dormire.» dice Ash andandosene.

Il giorno dopo Brock posiziona la sua cucina portatile nel cortile del Centro Pokémon.

«Buongiorno Brock!» lo saluta Touko sedendosi al tavolo. «Cosa c’è di buono per colazione?».

«Pancakes e fragole.» risponde.

«Buonissimi!» esclama. «Ash si è svegliato?».

«Sì, è laggiù.».

«Peccato.» dice. «Se stesse ancora dormendo significherebbe più pancakes per noi...» aggiunge sprofondando con la testa sul tavolo.

«Oggi proverai a sfidare la Capopalestra della città?» chiede cambiando discorso.

«Certamente!» alza la testa dal tavolo entusiasta. «Dopo la colazione ci vado subito!».

«Questo è parlare!» esclama contagiato dal suo entusiasmo. «E poi con i miei pancakes della vittoria vincerai di sicuro!».

«Sai Brock? Parli proprio come una mamma.» commenta Touko.

«Dici?» emette Brock in imbarazzo.

Ash e Lucinda sono seduti su una panchina l’uno affianco all’altra.

«Grandioso!» commenta Lucinda con gli occhi brillanti. «Quindi Pikachu ha imparato a usare Energisfera!?».

«Già, è stata una lotta epica.» annuisce. «Dovevi vedere le facce del Team Rocket.».

«Mi stupisci sempre Ash, sei l’Allenatore più in gamba che io conosca!».

«Beh, ti ringrazio, anche tu non sei male.».

«Ehy!» gli tira una leggera gomitata.

«Sto scherzando!» ride. «Sei una brava Coordinatrice.» aggiunge sorridendo.

Lucinda a causa del complimento finisce per arrossire, ma fa di tutto per non darlo a vedere.

«Grazie Ash.» ringrazia sorridendo a sua volta.

«Lucinda?» la chiama Diapo in lontananza. «Io sto andando, vieni?».

«Arrivo!» esclama. «Ci vediamo dopo, ora devo andare.» dice rivolgendosi ad Ash prima di alzarsi e correre via.

Tornando da Touko e Brock, quest’ultimo sta raccontando diversi aneddoti dei suoi viaggi con Ash. Touko ascolta in silenzio estremamente interessata a ogni racconto.

«Caspita!» esclama alla fine. «Dovete averne passate molto insieme!».

«Proprio così, chi l’avrebbe detto che anche stavolta ci saremo ritrovati a viaggiare insieme.».

Ash arriva da loro con aria abbattuta.

«Ah, Ash! Brock mi stava giusto raccontando di quando…!» quando vede la sua espressione non se la sente di continuare.

L’Allenatore si siede nel posto di fianco a Touko senza dire una parola.

«Qualcosa non va, Ash?» gli chiede Brock.

«Cosa?» emette Ash come se si fosse collegato solo ora con la realtà.

«Con Lucinda non va.» commenta Touko.

«Smettila!» esclama Ash. «È che sono preoccupato, ieri sera ho parlato con Diapo e mi ha assicurato che non c’è nulla tra lui e Lucinda, però non so se credergli...».

«Se non ti fini è inutile fare domande.» dice Touko bevendo un sorso dalla tazza.

«Questo lo so anch’io!» esclama. «Ma non so proprio che fare.» aggiunge abbassando lo sguardo.

«Ash?» lo richiama Brock. «Ti ricordi quando ti ho spiegato che i Pokémon possono provare attrazione tra di loro?».

«Brock, non mi sembra proprio il caso di parlare di queste cose adesso!» esclama Touko rossa per la vergogna.

«È il momento più adatto invece.» conviene Brock.

«Ti ascolto Brock.» dice Ash.

«Bene.» dice lui. «Cosa succede quando due Pokémon maschi si contendono una femmina?».

«Allora io andrei...» dice Touko facendo finta di andarsene per convincere gli amici a smettere di parlare di certe cose.

«Aspetta.» dice a Brock decisamente con troppa leggerezza. «La risposta è ovvia, cercano di sbarazzarsi della concorrenza e di essere scelti.».

«Sì, ma ci può essere un solo vincitore.» commenta Touko risedendosi più interessata.

«Devi cercare di farle capire i tuoi sentimenti indipendentemente da quello che prova Diapo o chiunque altro.» spiega Brock.

Ash fissa il tavolo poco convinto.

«Questo è ridicolo, io non sono un Pokémon...».

«Quanto si vede che non ci capisci niente in amore.» commenta l’Allenatrice.

«È un principio universale.» dice l’Allevatore. «Vale sia per Pokémon che per umani.».

«Lascia perdere Brock, mi sa che è senza speranza.».

«La vuoi piantare!» esclama l’Allenatore per poi guardare l’amico. «Però come faccio ad essere sicuro che non sto commettendo uno sbaglio? E se poi finisco per rovinare la nostra amicizia?!».

«Ash, hai visto quando siete empatici tu e Lucinda?» chiede. «Sul serio pensi che un legame del genere si spezzi dalla sera alla mattina?».

«E se poi io non le piaccio in quel senso?» mormora abbassando ancora lo sguardo.

«Secondo me tu a Lucinda piaci.» commenta Touko addentando un pancake.




Angoletto dell'autrice:

Ciao a tutti ^^
Volevo pubblicare questo capitolo ieri per augurarvi buon primo dell'anno, ma ho avuto un po' da fare quindi lo pubblico oggi.
Buon anno a tutti! <3
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, in realtà non succedono grandi cose, ma non preoccupatevi, presto arriverà la parte avventurosa ^^
Per ora è tutto, al prossimo aggiornamento!
Ciao! ^^

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Capitolo 6
*** IL POKÉMON MUSICAL ***


IL POKÉMON MUSICAL


Subito dopo colazione Touko ha guidato Ash e Brock al teatro della città dove si tiene il Pokémon Musical.

«In questo edificio si tiene il Pokémon Musical.» spiega mettendo le braccia sui fianchi. «Se mi trovassi a Sciroccopoli con il mio ragazzo sceglierei questo posto.».

«Vuoi dire N?» lancia la provocazione Ash.

Touko diventa rossa come un peperone.

«Ritira subito quello che hai detto!» esclama non riuscendo a riacquistare il suo colore normale.

«Troppo tardi.» dice Ash.

«Ash.» dice Brock posandogli le mani sulle spalle. «Ricordati i miei insegnamenti su come conquistare una ragazza e se ha bisogno per qualsiasi cosa io ci sono, ricorda che il tuo amico qui presente ha conquistato i cuori di moltissime ragazze in tutto il mondo!» conclude commosso.

«Ma se ti davano sempre il due di picche...» mormora stranito.

Touko prende Brock per un orecchio.

«Ok, è tutto molto commovente, ma ora io devo andare alla palestra di Sciroccopoli e Brock deve farsi una vita.» dice trascinarlo. «Buona fortuna Ash!».

L’Allenatore li guarda andare via, poi posa gli occhi sul teatro. Subito esita, ma dopo un paio di secondi stringe i pugni con decisione per poi entrare.

Accede alla sala e subito si blocca nel sentire le urla entusiaste del pubblico. Non riesce a non guardare rapito lo spettacolo, un sacco di Pokémon che ha incontrato durante il suo viaggio e anche che non ha ancora avuto modo di conoscere si stanno esibendo.

«Ehy Ash!» esclama Lucinda vedendolo. «Cosa ci fai qui?».

Lucinda è seduta in una delle ultime file sorridente come sempre, ma la prima cosa che Ash nota è il posto vuoto di fianco a lei.

«Dov’è Diapo?» chiede l’Allenatore confuso.

«È andato via pochi minuti fa.» risponde sorpresa dalla domanda. «Avevi bisogno di lui?».

«Per la verità devo parlare con te.» dice. «Hai cinque minuti dopo lo spettacolo?».

La Coordinatrice in tutta risposta lo guarda sgranando gli occhi. Di cosa le vuole parlare Ash? Non crede di poter continuare a vedere lo spettacolo come se niente fosse dopo che lui le ha detto così…

Al termine dello spettacolo tutti escono quasi subito, Ash e Lucinda invece aspettano che la folla si sia diradata prima di uscire, quindi quando mettono piede fuori sono praticamente soli.

«Dai, non è stato affatto male, pensavo peggio.» commenta Lucinda sorridendo.

«Pensavi peggio?».

«Voglio dire che ha rispettato le mie aspettative.».

«Ti eri fatta delle aspettative…?» chiede stranito con un gocciolone dietro la testa.

Lucinda non gli dà retta e continua a camminare come se niente fosse.

«Lucinda?» la richiama fermandosi.

Lei si ferma a sua volta girandosi a guardarlo stupita.

I due si siedono su una panchina fuori dal teatro.

«Cosa volevi dirmi?» chiede Lucinda sempre più confusa.

Ash prende coraggio e la guarda.

«Perché Diapo se n’è andato?» domanda non riuscendo a dire quello che davvero pensava.

«Ah, per quello...» mormora distogliendo lo sguardo. «Ha detto che si annoiava...».

«Tutto qui?» chiede lui incredulo.

«Sì...».

Lucinda, per la verità la cosa che voglio dirti è un’altra.

Ash continua a pensare a questo, ma non trovava il coraggio sufficiente per dirlo. Deve essere più diretto di così, si è convinto che solo in questo modo può farcela.

«Sono davvero una stupida...» dice lei a testa bassa.

Il ragazzo la guarda stupito, perché all’improvviso dice una cosa del genere?

«Mi prendo sempre una cotta per i ragazzi sbagliati… sono così stanca...» dice per poi alzare lo sguardo sull’Allenatore. «Ash, ora voglio dirtelo, una volta avevo una cotta anche per te.».

Lui sgrana gli occhi non sapendo più che dire. Quella conversazione sta prendendo una piega decisamente imprevista.

«Ma quando te ne sei andato ho capito che non eri interessato a me.» continua a dire Lucinda. «O almeno, non in quel senso.».

L’Allenatore non sa cosa dire. In effetti non ha scusanti, avrebbe dovuto accorgersi prima di provare qualcosa per lei.

«Grazie per non avermi spezzato il cuore.» dice abbozzando un sorriso. «Probabilmente non siamo fatti per stare insieme.».

Ash sa bene che il sorriso di Lucinda è amaro. Ha ragione Brock, pensa, loro due hanno un’empatia che supera qualsiasi immaginazione. Fin da quando ancora non si erano mai visti lei ha fatto di tutto per incontrarlo. Come dimenticare quando gli ha riportato Pikachu sano e salvo? E quando ha chiesto a lui e Brock se poteva continuare il viaggio con loro? In quel momento era stupito dalla sua intraprendenza, certo, ma dal canto suo la reputava la cosa più normale del mondo.

Lucinda ha appena detto che loro due non sono fatti per stare insieme, ma non ci crede neanche lei.

«Non mi paragonare a Diapo...».

Di tutte le cose che poteva dire probabilmente ha scelto la più stupida. Ha appena deviato la conversazione sull’orgoglio… si maledisce da solo, sa bene di non essere migliore di lui. Anche lui l’ha sempre data per scontata. Solo quando perdi una persona ti rendi davvero conto di quanto sia importante per te.

«Io non sono come lui, chiaro?!» esclama. «Io non ti ho mai lasciato da sola!».

Si pente di nuovo di quello che ha detto, ma non può farci niente.

Infondo non si può dire non abbia le sue ragioni. È vero, fintanto che viaggiavano insieme non l’ha mai lasciata sola. Non ha mai cercato scuse sciocche per allontanarsi. Anzi, se poteva la coinvolgeva sempre nelle sue avventure.

Però, quella non è una scusa per giustificare il suo comportamento. Lui è fatto così. Non la merita. Neanche Diapo. Lucinda merita un ragazzo gentile e sempre sorridente. Molto diverso da lui. Una volta pensava di esserlo. Quello giusto, ma con il tempo è cambiato. Non sa neanche perché se la prende tanto per la storia di Diapo… è lui che ha perso Lucinda…

La Coordinatrice ora ha gli occhi lucidi. È solo questione di minuti prima che scoppi a piangere, tuttavia non vuole assolutamente farsi vedere da lui così.

«Hai fatto di peggio.» dice alzandosi e cercando di mantenere la voce ferma. «Te ne sei andato.» aggiunge velocemente per poi correre via.

Ash la guarda andare via. Si chiede come fa ad essere tanto stupido… dovrebbe seguirla! Forse se riesce a spiegarsi c’è una minima probabilità che non continui a considerarlo uno Stronzo Egoista. Però è innegabile lo sia. Per questo decide di non correrle dietro.

Forse ha ragione lei, non sono fatti per stare insieme.

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Capitolo 7
*** LA DICHIARAZIONE ***


LA DICHIARAZIONE
 

Tornati al Centro Pokémon, precisamente nel cortile, Brock sta preparando il pranzo, mentre Touko è seduta al tavolo con espressione imbronciata e braccia incrociate.

«Non è vero!» esclama sprofondando la testa sul tavolo. «Non posso aver perso davvero!».

«Dai, non è così terribile.» commenta Brock mentre mescola la pasta.

«La mia combo di vittorie rovinata!».

In quel momento Lucinda passa di lì e Touko si sorprende molto nel vederla.

«Ciao Lucinda!» esclama felice di vederla. «Pranzi con noi?».

Lucinda non dice niente e corre via, ma all’occhio attento di Touko non sfugge che aveva gli occhi lucidi.

«Io Ash lo ammazzo!» esclama arrabbiata. «Che le ha fatto!?».

«Calma, non saltiamo a conclusioni affrettate.» cerca di tranquillizzarla Brock.

Ash arriva in quel momento, ma non fa in tempo a fermarsi che viene aggredito da Touko.

«Dimmi subito cos’è successo! Abbiamo visto Lucinda scappare e piangeva!».

«Piangeva?» chiede sorpreso sentendosi terribilmente in colpa.

«Sì, Mister Testone Insensibile!» esclama ancora Touko. «Che le hai fatto!?».

«Touko, calmati...» mormora Brock intimorito.

«No, Touko ha ragione...» dice Ash abbassando il capo. «Sono un Testone...».

«Almeno lo ammetti, ma…?» dice Touko sorpresa dalla sua reazione.

«Cos’è successo?» domanda Brock.

I tre si siedono e Ash racconta tutto quello che è successo.

«Non capisco perché tu non gliel’abbia detto anziché divagare in discorsi stupidi.» commenta l’Allenatrice alla fine.

«Allora non mi senti! Ti ho detto che aveva una cotta per me, ora le piace Diapo… e comunque siamo due stupidi, nessuno di noi due la merita!» dice tornando a guardare basso alla fine della frase.

«Non capisci che a Lucinda piaci ancora tu?» chiede retorica. «Ti ha detto che le piacevi, ma non è vero, quando ti ha visto deve essersi resa conto di provare ancora qualcosa per te, altrimenti perché te lo avrebbe detto arrivati a questo punto?».

«Per togliersi un peso dalla coscienza?».

«No Ash.» dice incrociando le braccia. «Se fai così lascia perdere, guarda che con i sentimenti non si scherza.».

L’Allenatore la guarda brevemente per poi riabbassare gli occhi sul tavolo.

«Se le parli a cuore aperto di sicuro capirà.» consiglia l’Allenatrice.

«Dici che funzionerebbe?» chiede poco convinto.

«Ok, pausa.» attira l’attenzione su di sé Brock. «È il momento di cambiare strategia!».

I due lo sgranano gli occhi.

«Caspita Brock, non ti ho mai visto così preso da qualcosa.» commenta Touko.

«È da tutta la vita che sogno di poter parlare ad Ash delle mie tecniche di conquista.» dice commosso quasi alle lacrime. «Però qua mi sembra che la “conquista” non centri molto.» aggiunge riacquistando una certa serietà. «Devi solo essere sincero con lei, se vuoi saperlo ho sempre saputo aveste un debole l’uno per l’altra.».

«Vai e torna vittorioso!» esclama Touko.

«Grazie a tutti e due.» li ringrazia per poi alzarsi e correre via.

«Crescono così in fretta.» commenta Brock ancora commosso guardandolo andare via.

«Tipico comportamento da madre apprensiva.» commenta Touko esterefatta con un gocciolone dietro la testa.

In lontananza ad Ash pare di vedere Lucinda, ma non la chiama subito e quando arriva più vicino nota che sta abbracciando Diapo. Si nasconde dietro a un albero per non farsi vedere, ma accidentalmente pesta un ramo che si spezza.

Lucinda e Diapo sciolgono l’abbraccio confusi.

«A-Ash?» balbetta Lucinda.

«Ci stavi forse spiando?» domanda Diapo con aria di sufficienza.

«Non devo dare spiegazioni a te!» esclama Ash in tutta risposta.

«Ash?» lo richiama la Coordinatrice. «Va tutto bene…?».

Lui guarda a terra non sapendo che dire. Lucinda ha già capito tutto, non le può proprio nascondere niente…

«Diapo, puoi lasciarci soli un momento?» gli chiede Lucinda.

Ash si stupisce di sentire Lucinda fare una richiesta del cenere. Finora ha sempre seguito Diapo come un cagnolino mettendo spesso da parte la sua volontà… possibile che sia come dicono Touko e Brock?

«Sicura?» le chiede Diapo.

Lucinda fa cenno con la testa di sì, così lui se ne va.

Ash torna a guardarla deciso più che mai ad essere sincero. Pensa che a questo punto non importi cosa succederà, deve dirle una volta per tutte quello che sente per lei.

«Mi dispiace! Io…!».

«Va tutto bene Ash.» lo interrompe sorridendo. «Non preoccuparti.».

«Mi preoccupo invece!» esclama. «Tua madre diceva che quando dici così la fai preoccupare di più!».

«Ti paragoni a mia madre adesso?» domanda retoricamente lei esterrefatta.

«Quello che volevo dire è che sono un idiota!» esclama ancora lui. «Non ho capito quali erano i tuoi sentimenti per me… e io… sì, sono stato pessimo!».

«Adesso non esagerare...» sorride a disagio per la situazione.

Ash riconosce di aver ancora sbagliato modo di agire. Deve essere semplicemente diretto e sincero, ma chissà perché non riesce ad esternare quello che prova.

«Ash?» dice confusa. «C’è per caso qualcos’altro che vorresti dirmi?».

«Sì, io...» dice esitante. «Cioè… insomma… mi piaci!».

Finalmente è riuscito a dirlo e si sente subito molto meglio, tuttavia Lucinda sembra ancora più confusa. Ci rimane un po’ male, non si aspettava una reazione del genere.

«Ma intendi…?» emette quasi inconsapevolmente. «E da quando?!» esclama agitata prendendo subito colore.

Ash si sente lusingato dal comportamento di Lucinda che sembra avere aspettato da una vita quel momento. Deve riconoscere che Touko e Brock hanno fatto proprio bene a spronarlo.

«Da sempre.» dice prendendole le mani e guardandola negli occhi. «Lucinda, sono stato immaturo e cieco, mi perdoni?».

Lucinda in tutta risposta arrossisce ancora di più non sapendo che dire dall’emozione.

«Ecco…! Io...» farfuglia.

«Lucinda.» arriva Diapo. «Volevo solo avvisarti che tra poco parto, vieni con me?».

«Arrivo...» mormora lasciando le mani di Ash per poi rivoltarsi verso di lui ancora rossa in volto. «Ci vediamo Ash...» gli dice prima di correre via.

Poco dopo Ash ritorna da Touko e Brock a testa bassa.

«Allora rubacuori?!» esclama Touko già entusiasta.

«Andata...» mormora sedendosi macchinosamente.

«Come dici?» incalza Touko non avendo capito bene.

«Se n’è andata...» dice. «Con Diapo...».

«Ma come?!» esclama l’Allenatrice scioccata.

«Sei riuscito a dirle quello che provi per lei?» domanda Brock.

«Sì...».

«E lei cos’ha detto?!» esclama ancora la ragazza ansiosa di sapere la risposta.

«Siamo stati interrotti...».

«Quel Diapo inizio ad odiarlo!» tuona Touko.

«Ash, come ti senti?» gli chiede l’amico.

«Quando gliel’ho detto mi sono sentito bene, come se mi fossi tolto un grosso peso di dosso.» risponde. «Ma ora non ne sono certo, mi manca già...».

«Perso che questo sia amore...» commenta Touko sbalordita dalle sue stesse parole.

In realtà Touko sa bene perché. Capisce così bene i sentimenti di Ash perché lei stessa li prova, anche se non lo ammetterebbe mai.

In cuor suo non desidera altro che rivederlo. Rivedere N. Non può dirlo con nessuno, tantomeno ad Ash che la prenderebbe ancora in giro. Può sono tentare di fargli capire, attraverso le sue esperienze, cosa vuol dire. Amare è difficile. Non c’è niente di più impossibile che il vero amore.

«Ash.» lo richiama Touko. «Posso capire che adesso tu ti senta a terra, però devi tenere presente che hai fatto tutto quello che hai potuto.».

«È vero.» concorda Brock. «Ti sei tolto un grosso peso dal cuore, ora sei libero di continuare con la tua vita.».

«Avete ragione.» dice Ash. «Ma il senso di colpa per non aver capito prima quali fossero i suoi sentimenti mi rimarrà per sempre...».

«Ora basta deprimerti!» esclama Touko. «Ricordati che dopo pranzo dobbiamo tornare alla palestra e non avendo altre distrazioni mi aspetto che tu vinca!».

«A proposito, com’è andato il tuo incontro?» domanda Ash.

«Ora mangiamo, abbiamo anche parlato troppo!» esclama lei.

 

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Capitolo 8
*** LA TORRE DRAGOSPIRA ***


LA TORRE DRAGOSPIRA
 

Eccoci giunti a Mistrapoli, o per meglio dire, noi siamo arrivati solo ora, ma i nostri eroi sono qui già da un po’. Ash ha conquistato la medaglia Stalattite ieri, mentre oggi è toccato a Touko sostenere la sfida. Proprio in questo momento stanno uscendo dalla palestra e non hanno idea di cosa li attende…
 

«Mai visto un Pokémon d’Acqua che sconfigge così velocemente un tipo Ghiaccio!» commenta Ash mentre escono.

«Beh, ora lo hai visto.» dice Touko orgogliosa.

«Questa di oggi è stata la conferma che a volte per vincere non è necessario il vantaggio del tipo.» si intromette Brock.

All’entrata della palestra trovano un ragazzo con gli occhiali e una ragazza bionda con un cappello buffo. Si fermano, ma Touko dopo pochi secondi corre da loro.

«Komor! Belle!» esclama fermandosi di fronte a loro. «Che ci fate qui?!».

«Che fortuna incontrarti Touko!» esclama Belle agitata.

«La Professoressa Aralia è assieme al Campione della Lega Pokémon, Nardo.» dice Komor mantenendo la calma. «Ci aspettano alla Torre Dragospira.».

«D’accordo, vengo con voi.» dice l’Allenatrice decisa.

«Ehm...» emette Ash. «Ciao?».

Lui e Brock nel frattempo si sono avvicinati, ma hanno preferito non dire niente fino a quel momento.

«Oh già!» esclama voltandosi verso i compagni di viaggio. «Questi sono i miei amici Belle e Komor.».

«Piacere, io sono Ash.» si presenta l’Allenatore.

«E io sono Brock.» dice l’amico.

«Andiamo, non c’è un solo minuto da perdere.» spiega Komor.

«Si tratta del Team Plasma!» esclama Belle sempre più in ansia.

«Il Team Plasma!?» esclamano terrorizzati Ash, Touko e Brock.

«Belle.» la richiama Komor sistemandosi gli occhiali con la mano. «Come eravamo rimasti d’accordo?».

«Che… che tu parlavi e io mantenevo la calma...» risponde mortificata.

«Cosa vuole il Team Plasma?» chiede Touko seria.

«Questo non lo sappiamo.» risponde Komor. «La professoressa ci ha mandato in città a cercare rinforzi.» poi posa lo sguardo su Belle. «Belle, vai a chiamare il Capopalestra.».

«Subito!» esclama correndo dentro alla palestra.

«Voi intanto dirigetevi alla torre.» continua a dire Komor tornando a guardarli. «Troverete la Professoressa Aralia e gli altri appena arrivati lì.».

«Certo.» annuisce Touko. «Grazie Komor!» aggiunge correndo seguita da Ash e Brock.

Quando arrivano nei pressi della torre si nascondono dietro un albero e controllano la situazione. Mentre lasciavano la palestra il cielo era diventato scuro e ora cominciano a sentirsi i primi tuoni.

«Proprio adesso doveva scoppiare il temporale?» si chiede retorico Ash.

Touko sta cercando di localizzare la posizione della Professoressa Aralia, ma ci mette meno tempo del previsto perché si trova proprio dietro al cespuglio a qualche metro da loro.

«Professoressa!» esclama per poi cominciare a correre.

«Touko!» esclama lei sorpresa. «Sapevi dove eravamo?».

Touko si ferma di fronte a lei.

«Sì, me lo ha detto Komor.» spiega.

«E sei volata fin qui?».

«No, ho incontrato lui e Belle quando sono uscita dalla palestra.».

Nel frattempo anche Ash e Brock sono arrivati.

«Salve.» salutamo contemporaneamente.

«State giù!» ordina la professoressa.

Ash, Brock e Touko fanno all’istante come dice.

Una recluta del Team Plasma che sembrava aver intuito che qualcuno fosse nascosto lì vicino torna sui suoi passi e si ferma all’ingresso della torre.

La Professoressa Aralia tira un sospiro di sollievo e si volta verso gli ultimi arrivati.

«Ash, ci sei anche tu?» domanda sorpresa di vederlo.

«Sì, deve sapere che sto viaggiando con Touko da quando ci siamo conosciuti a Quattroventi.» risponde sorridendo.

«Ash…?» dice stupita l’irriconoscibile voce di Lucinda.

A quel richiamo incerto Ash sgrana gli occhi e guarda il punto nel quale è sicuro di aver sentito provenire la voce. Quando vede che ci sono anche Lucinda e Diapo non può credere ai suoi occhi.  

«Professoressa?» la richiama Touko. «Cosa sta succedendo qui?».

«Non lo sappiamo esattamente, ma temo il peggio.» risponde. «Dobbiamo entrare a tutti i costi nella fortezza e sconfiggere Ghecis.».

Nel sentire quel nome Touko sgrana gli occhi e non riesce quasi più a ragionare.

Ghecis, vale a dire il padre adottivo di N… era stato proprio lui a rivelarglielo quando si trovavano sulla ruota panoramica al Luna Park di Sciroccopoli.

«Chi è Ghecis?» chiede Ash.

«Uno dei sette saggi del Team Plasma.» risponde la Professoressa Aralia. «Il più tiranno e spietato.».

«Touko, va tutto bene?» le chiede Brock un po’ preoccupato.

«Eh?» emette lei riprendendosi. «Sì, scusate, stavo solo pensando a una cosa.» aggiunge mortificata.

«Bene.» attira l’attenzione di tutti la professoressa. «Al mio segnale entriamo.».

«Non aspettiamo che arrivino altri rinforzi?» chiede Diapo.

«Per ora va bene così.» dice. «Gli altri ci raggiungeranno dopo, se restiamo qui rischiamo di farci scoprire.».

La recluta di prima guarda un’ultima volta che non ci sia nessuno nei paraggi per poi entrare nella torre.

«Ora!» esclama la professoressa uscendo dal nascondiglio.

Tutti gli altri seguono il suo esempio e iniziano a correre.

Intanto il Team Rocket è nascosto dietro un altro cespuglio.

«Avete sentito?» chiede ai compagni Jessie. «Pare che qui, tra poco, ci sarà un bel po’ di movimento.».

«Conosco quel tono...» commenta James demoralizzato. «Scommetto che vuoi sfruttare questa situazione a tuo vantaggio.».

«In certe faccende sarebbe meglio non metterci mai il becco.» dice Meowth.

«Quanto siete noiosi...» commenta la ragazza del trio. «Dobbiamo solo trovare il momento giusto per fare la nostra entrata ad effetto.».

«Con “entrata ad effetto” cosa intendi esattamente?» chiede Meowth spaventato.

«Uhm...» emette portandosi un dito alla bocca. «Entreremo dal tetto!» esclama vittoriosa alzandosi in piedi.

«Coosa!?» esclama il Pokémon incredulo.

«Jessie, ti rendi conto di quello che hai detto?» le chiede James altrettanto stranito.

«Sei pazza se pensi che mi limerò le unghie per scalare la torre!» esclama Meowth furioso.

«Scaleremo quella torre che vi piaccia o no!!» strilla Jessie spaventando a morte i due che finiscono per abbracciarsi.

Intanto la professoressa e gli altri sono riusciti ad entrare senza essere scoperti.

«Ragazzi, mi raccomando.» dice la Professoressa Aralia. «Restate sempre in gruppo e non separatevi per nessun motivo.».

Touko nota delle impronte di fango per terra e le ricollega subito alla foresta. Se pensa alla foresta le viene in mente proprio lui: N e non perché lui è il suo unico pensiero da oltre una ventina di minuti, ma perché le ha parlato della foresta. Lui è cresciuto nella foresta. La foresta è come una casa per lui… se quelle non sono le sue impronte dubita che le reclute del Team Plasma possano lasciare una scia tanto evidente nella torre che proteggono gelosamente.

«Che ti succede Touko?» le domanda Ash. «La professoressa ha detto di non separarsi dal resto del gruppo...».

«Ash, ho bisogno che mi copri.» dice spostando lo sguardo dalle impronte a lui.

«Coprirti?!» esclama lui sorpreso dalla richiesta.

«Sì, le vedi quelle impronte?» gli chiede retoricamente indicandole. «Forse so a chi appartengono, ma per saperlo con certezza devo vedere dove portano.» aggiunge con decisione guardandolo fisso.

«È una pazzia! La professoressa...».

«La Professoressa Aralia sa come sono fatta.» dice irremovibile. «Sta a te decidere se aiutarmi o meno, ma sappi che la tua decisione non cambierà la mia.».

«Sei davvero convinta di quello che vuoi fare, vero?».

La ragazza in tutta risposta lo guarda ancora con decisione.

«In questo ci somigliamo.» ridacchia per sdrammatizzare. «Vai tranquilla, ci penso io a fare in modo che non se ne accorga!».

«Ti ringrazio.» mormora per poi correre via.

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Capitolo 9
*** LA CHIAROLITE ***


LA CHIAROLITE
 

Touko sale le scale e si stupisce di ritrovarsi in un corridoio pieno di porte. Anche se avrebbe dovuto immaginare ci fossero molte stanze in una fortezza del genere, rimane completamente spiazzata. Si chiede se vengano effettivamente utilizzate tutte…

Una porta in particolare attira la sua attenzione. Una che sembra chiamare il suo nome. Se non sapesse che il suo cuore le gioca brutti scherzi da quando ha sentito la Professoressa Aralia menzionare Ghecis, giurerebbe che sia proprio N a chiamarla.

«N!?» esclama spalancando la porta.

La prima cosa che vede sono due ragazze. Indossano dei vestiti molto particolari, inoltre una ha i capelli rosa, mentre l’altra biondi.

Touko comincia ad agitarsi, ma quando si rende conto che loro non sembrano intenzionate ad attaccarla in nessun modo si tranquillizza.

«Finalmente sei arrivata.» dice quella con i capelli rosa.

«Immagino sia tu l’eroina di cui parla la leggenda.» commenta quella dai capelli biondi.

«Voi… chi siete?» chiede Touko sempre più confusa.

«Siamo le due Muse ispiratrici del signorino N.» risponde quella dai capelli rosa.

«Io sono la Musa Della Pace, Concordia, mentre lei è la Musa Dell’Amore, Antea.» spiega l’altra.

«I-io sono Touko...».

«Sappiamo bene chi sei.» dice Antea.

«Ma la domanda è: tu lo sai?» chiede Concordia.

Touko non ci capisce più niente, non capisce neanche se le due ragazze stanno mentendo o dicono la verità… ci pensa per un bel po’, ma non trova un solo motivo per il quale quelle due dovrebbero mentirle, per non parlare del fatto che non sembrano avere cattive intenzioni…

«S-sono Touko e vengo da Soffiolieve...» dice. «Sono un’Allenatrice...».

«Un’Allenatrice!» esclama entusiasta la Musa Dell’Amore.

«Ha detto che è un’Allenatrice!» le fa eco l’altra.

Touko non capisce se la stanno prendendo in giro o meno, comunque sia decide di non dire o domandare niente e aspettare che siano loro a spiegarle cosa intendono.

«Ascoltami bene Touko.» dice Antea avvicinandosi a lei. «Tu non sei un’Allenatrice, ma l’Allenatrice che salverà il Unima.» aggiunge fermandosi.

Lei la guarda incredula. Come può essere così?! È semplicemente ridicolo, in passato ha sentito spesso parlare della leggenda sulla creazione di Unima, ma non ha mai creduto fosse vera.

«Devi credere in te stessa e nella forza dei tuoi Pokémon.» continua mettendole in mano una piccola sfera bianca.

«Cos’è?» chiede Touko guardandola fissa.

«La Chiarolite.» risponde sorridendo.

Touko distoglie lo sguardo dall’oggetto aspettando che aggiunga altro, ma la Musa continua solo a sorriderle.

«Solo così puoi risvegliare Reshiram.» spiega l’altra Musa.

In quel momento la Chiarolite inizia a brillare sprigionando una luce quasi accecante.

 

«Pikachu, usa Energisfera!» ordina Ash.

Pikachu esegue l’ordine e riesce a mettere KO tutti gli Scrafty e Watchog contro cui sta combattendo.

«Grande Pikachu!» esclama felice. «Li abbiamo sconfitti in un solo colpo!».

L’Allenatore, però, smette di sorridere quando vede Lucinda in lontananza. Lei e Piplup stanno cercando di sconfiggere un Garbodor. Sembrano in difficoltà, così decide di aiutarli.

«Forza Pikachu, usa ancora una volta Energisfera!».

L’attacco colpisce e mette KO il Pokémon.

Lucinda da subito rimane confusa, ma poi si volta e vede Ash.

«Forte!» esclama. «Quello era Energisfera!?» aggiunge con gli occhi brillanti dall’emozione.

«Ti è piaciuto?» chiede retorico ridendo. «Quella mossa è quasi devastante quanto Fulmine, sai?».

All’improvviso si ricorda dell’ultima volta che si sono visti e decide di distogliere lo sguardo.

«Comunque non avevo bisogno del tuo aiuto.» dice incrociando le braccia. «Me la cavavo benissimo da sola.» aggiunge arrossendo visibilmente.

«A me sembrava il contrario.» commenta lui.

La ragazza torna a guardarlo e decide di sciogliere le braccia.

«Senti Ash, in merito alla volta scorsa volevo dirti...».

«Tranquilla.» la interrompe lui. «So che adesso ci piace Diapo, quindi ti auguro di essere felice.» continua sorridendo anche se quel sorriso è assolutamente falso.

«Ash...» mormora Lucinda esterrefatta davanti al suo comportamento.

«Quindi non c’è bisogno che tu dica niente.».

Nonostante gli faccia male ciò che sente uscire dalla propria bocca continua a sorridere. L’unica cosa a cui riesce a pensare è che non vuole che Lucinda debba rifiutarlo a parole. Gli spezzerebbe il cuore ancora di più.

«Ash!» esclama lei arrabbiata. «Ti rendi conto di dove ci troviamo!?».

«Sei stata tu a tirare in ballo la questione!».

«Sì, ma ti volevo appunto dire che è meglio parlarne in un altro momento!».

«Davvero?».

«Davvero!».

«Vuoi smetterla di urlare o preferisci che il Team Plasma ti senta?».

«Sei sempre così sarcastico...» commenta. «Ovvio che non voglio ci scoprano.».

Sentono dei passi avvicinarsi, così si accucciano dietro una pila di scatoloni abbandonata vicino a una parete.

«Molto bene.» sentono. «Assicurati che la ragazzina arrivi in cima alla torre.».

«Sarà fatto.» dice qualcun’altro.

Quando sentono i passi allontanarsi si rialzano in piedi.

«Hai sentito?» chiede Lucinda ad Ash.

«Non possiamo permettere facciano del male a Touko!».

«Come?» emette sorpresa. «Stavano parlando di Touko?!».

«Di chi se no?».

«Ho l’impressione che la scomparsa di Touko non sia un incidente...» commenta sospettosa. «Ash! Tu la stai coprendo!».

«Sei pazza?! Cosa ti viene in mente?!».

Lucinda lo guarda per un po’ senza dire niente.

«Oddio...» emette quasi inconsciamente. «Ho ragione...».

«Cosa?! In base a cosa lo hai capito!?».

«Hai reagito male e ti sei calmato troppo velocemente, non può essersi trattato di una reazione spontanea.».

«Sarebbero queste le tue prove?».

«Andiamo Ash.» dice stremata. «Lo sai di non potermi dire le bugie con tanta leggerezza, dimmi piuttosto perché il Team Plasma ce l’ha tanto con Touko?».

«Perché se la prendano con lei non lo so.» risponde. «Ma mi ha chiesto di coprirla per seguire delle impronte che lei pensava essere famigliari.».

«Capisco, perfetto, anziché tentare di fermarla tu l’hai lasciata andare...».

«Cosa potevo fare, scusa!?» esclama. «Era così determinata! E poi io al suo posto avrei fatto esattamente la stessa cosa!».

«Ovvio.» dice Lucinda. «Non ho dubbi, quando si parla di mettersi nei guai tu sei il primo della fila!».

«Guarda che tu non sei proprio la persona giusta per dirmi una cosa del genere!».

In quel momento sentono altri passi, così si tappano la bocca a vicenda e si nascondono di nuovo dietro gli scatoloni.

«Dove saranno finiti?» dice la Professoressa Aralia preoccupata. «È solo colpa mia se sono spariti...».

«Non si preoccupi, li ritroveremo.» dice Brock.

Quando sentono i passi allontanarsi si tolgono le mani delle bocce e tirano un sospiro di sollievo.

«La stiamo facendo preoccupare...» mormora Lucinda atterrita.

Ash ora la guarda più comprensivo. Dopotutto lei è solo preoccupata che gli altri pensino al peggio.

«Andiamo a cercare Touko.» dice Ash. «Dopo ti prometto che torneremo dalla Professoressa Aralia e gli altri.».

La Coordinatrice lo guarda perplessa dal suo cambio improvviso di umore, ma poi decide di lasciar perdere e annuisce con la testa.

 

Intanto il Team Rocket sta scalando la torre ed è arrivato a più di metà. Il primo della fila è James, seguito da Jessie e poi da Meowth.

«Dopo di questo pretendo l’aumento!» esclama Meowth.

All’improvviso un’enorme Pokémon Volante li urta facendoli quasi cadere.

Jessie prende Meowth in tempo, poi i tre si fermano a guardare meravigliati il Pokémon distruggere la fiancata superiore della torre.

«Beh, in effetti potevamo arrivarci in volo.» commenta Jessie non distogliendo gli occhi.

«Tutta fatica sprecata.» le fa eco il Pokémon.

«È assurdo che nessuno ci abbia pensato!» strilla guardando male i compagni.

Estrae, poi, una PokéBall dalla tasca, ma le cade distraendola al punto da lasciare la presa.

«Jessie!» esclama James lasciandosi e trascinando con se Meowth.

 

«Dove sono?» chiede Touko mentre la luce diventa sempre più debole.

Ora non si trova più nella stanza di poco prima. Si trova nella camera di un bambino.

Si guarda intorno e la prima cosa che nota è una pista da skateboard al centro della stanza. Alla sua destra trova un trenino giocattolo e dei lego, mentre alla sua sinistra un mini campo da basket e un aereoplanino giocattolo.

«Dove sono…?» domanda a se stessa cominciando a camminare per la stanza.

Non smette di guardarsi intorno meravigliata, ma non smette di camminare fino a quando non arriva a uno dei quadri appesi alla parete. Si ferma e lo osserva. Ritrae un bambino circondato da dei Pokémon. Non c’è dubbio. È N…

In quel momento tre tizi dai capelli bianchi appaiono dal nulla circondando Touko.

«Chi siete!?» esclama nel panico non sapendo da che parte guardare.

I tre non le rispondono, ma un bagliore di luce compare di nuovo e si intensifica a vista d’occhio.

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Capitolo 10
*** IL CUORE ***


IL CUORE
 

Ash e Lucinda stanno correndo su per la torre da più di una decina di minuti. Gli scalini sono davvero tanti e non ce la fanno quasi più a proseguire.

L’Allenatore è il primo, mentre la ragazza è quasi a due metri da lui.

«Presto Lucinda!» esclama Ash.

«Tranquillo, sono dietro di te.» dice Lucinda.

Fuori il tempo è peggiorato notevolmente, non ci sono che nuvoloni scuri, accompagnati naturalmente da tuoni e lampi.

Arrivati in cima Lucinda inciampa sull’ultimo gradino e Ash si precipita ad aiutarla.

«Bene bene.» dice N avanzando. «Ci incontriamo di nuovo, cara Touko.».

I due non ci possono credere, l’unica cosa che fanno è sgranare gli occhi.

N è lì davanti a loro con una specie di ghigno malvagio che non gli riesce per niente bene. Alle sue spalle la parete è crollata. Deve essere stato quell’enorme Pokémon Drago, pensano, ma chi è quel Pokémon Nero? Che sia il famoso Zekrom di cui parlava la Professoressa Aralia? Può essere, in effetti Ash ricorda che l’immagine del Pokémon che ha visto emergere dalle nubi era identica.

Quando N si ferma e vede i due sgrana gli occhi dando loro la prova inconfutabile che sta solo recitando la parte di un cattivo che non gli si addice.

«Sono qui N!» esclama Touko dall’altra parte della sala.

«Felice di rivederti.» si gira verso di lei sorridendo. «Spero tu sia pronta a lottare.».

«Non voglio lottare contro di te, N!».

«Ma devi farlo, questo è il tuo destino.».

«Il mio destino lo decido io!» esclama. «N, tu non sei cattivo, io lo so!».

«Chi può dire quale sia la differenza tra bene e male?» domanda lui. «Il confine è così sottile e fragile...».

«Devi capire una volta per tutte che il Team Plasma è malvagio!» esclama ancora lei. «Vieni via con noi e metti un punto definitivo a questa storia!».

«No Touko.» dice fermo. «Non capisci che questo è il mio unico posto? Non mi voleva nessuno prima che Ghecis mi prendesse sotto la sua ala.».

«Quando eravamo bloccati sulla ruota panoramica mi hai detto che i Pokémon sono la tua vera famiglia!».

«Sì, ma un bambino non può essere cresciuto solo da Pokémon.» dice. «Per quanto Pokémon e umani si amino e si rispettino l’ago della bilancia favorisce sempre una delle due parti, è l’innegabile corso del destino.».

«Non capisci che così fai solo il loro gioco!?» esclama ancora con le lacrime agli occhi. «E va bene, allora… combatterò affinché tu possa cambiare idea!».

La Chiarolite si libra in aria e inizia a brillare di luce propria.

L’oggetto si trasforma nel Pokémon Bianco Verità, ovvero Reshiram.

N rimane sorpreso nel vedere il processo di trasformazione, ma una volta finito sorride.

«Ti dimostrerò che sono gli Ideali a generare il vero potere!».

Ti sbagli N, non c’è Ideale che superi la Verità…

Zekrom e Reshiram cominciano una battaglia da prima esclusivamente corpo a corpo, ma poi passano ad utilizzare i propri attacchi colpendo per sbaglio anche le pareti.

«Dobbiamo trovare il modo di aiutare Touko!» esclama Lucinda guardando Ash.

Il ragazzo la guarda per poi distogliere lo guardo con fare pensoso. Mentre i due Pokémon continuano a lottare, causando sempre più danni, comincia a formarsi nella sua mente l’idea che il suo primo incontro con Zekrom deve essere collegato con quello che sta succedendo oggi. Forse lui può fare qualcosa… deve fare qualcosa!

«Ehy!?» esclama Ash con voce tuonante.

I Pokémon interrompono momentaneamente la battaglia per girarsi verso di lui, in un momento tutto tace ed è riempito solo dagli sguardi carichi di perplessità dei presenti. Ash però ha l’aria decisa. Sembra sapere bene cosa fare.

«Zekrom, ti ricordi di me?» chiede rivolto al Pokémon. «Ci siamo visti a Soffiolieve, grazie per avere aiutato me e Pikachu in quell’occasione.» continua. «Però vorrei capire di più, quali sono le tue intenzioni? Vuoi veramente questo? Lottare per un ideale assurdo che causerà solo dolore e sofferenza?».

I due Pokémon Drago in tutta risposta ricominciano a lottare, lasciando Ash completamente spiazzato.

«Cosa speravi di ottenere?!» gli chiede Lucinda leggermente alterata.

«N!» esclama Touko per richiamare la sua attenzione. «Ritira Zekrom, questa lotta non ha un vincitore! Conosci la leggenda.» aggiunge. «Vuoi veramente mettere in pericolo l’intera regione di Unima!?».

«Mai, distruggerò Unima con le mie mani se servirà a rendere liberi i miei amati Pokémon.» dice lui irremovibile, ma calmo come sempre.

All’improvviso il soffitto comincia a crollare mattone dopo mattone. Ash e Lucinda si coprono la testa con le mani per evitare di essere colpiti, ma Touko non fa lo stesso e in un momento di distrazione un mattone le finisce dritto in testa facendola cadere a terra.

«Touko!».
 

Nel mio sogno ero su un Pokémon Drago volante.

Non avevo molti ricordi di quello che era successo prima, ma non mi importava.

Una voce soave continuava a chiamarmi con dolcezza.

Era un bellissimo ragazzo dai lunghi capelli verdi.

Non rammento esattamente cosa mi disse, ma ricordo chiaramente che a un certo punto ha appoggiato le sue labbra sulle mie.

Ero così felice in quel momento, lui mi piaceva da sempre.

È stato un tipico caso di colpo di fulmine, ma sapevo che c’era di più.

Io e quel ragazzo condividevamo un sogno. Il sogno di conciliare la Verità con gli Ideali, un sogno così nobile… e allo stesso tempo così impossibile da sembrare sciocco. Come lui mi sentivo invincibile e pronta a fare qualsiasi cosa… o almeno, finché non mi sono svegliata.


Ospedale di Mistralopoli, anche il Team Rocket, dopo essere precipitato dalla Torre Dragospira, è ricoverato qui. Alloggiano tutti e tre al primo piano, nella camera 133. Invece al secondo piano, primo corridoio a destra, la camera 222 ospita proprio la nostra Touko. Ormai è qui da diversi giorni e in molti sono venuti a trovarla.

La Professoressa Aralia non le ha risparmiato una bella ramanzina per averle disubbidito. A Touko comunque non è importato. Sapeva cosa doveva fare e l’ha fatto per il bene di Unima.

Quelli che sembrano aver fatto l’abbonamento per venirla a trovare sono Ash e Lucinda. Praticamente sono sempre lì. Dopo cera. Dopo pranzo. Non vogliono che si senta sola… e si sentono anche in colpa. Prima che il tetto crollasse del tutto sono corsi giù dalle scale.

Lucinda è scoppiata a piangere quando, una volta scesi, ha visto che il piano superiore era completamente distrutto.

Quando sono arrivati la Professoressa Aralia e gli altri non potevano credere ai loro occhi.

Lucinda si è gettata tra le braccia di Diapo e Ash combatteva contro tutti i muscoli del suo corpo per non piangere a sua volta. Continuava a guardare la parte di torre distrutta. Aveva gli occhi lucidi. Si sentiva un vero idiota per non aver provato a fare di più oltre che ha parlare di quella volta a Soffiolieve.

Belle era agitatissima e Komor ha dovuto trattenerla affinché non corresse su per le scale. Alla fine anche lei era scoppiata a piangere e l’amico l’aveva abbracciata per consolarla. Anche lui, però, era sull’orlo delle lacrime. Si sforzava di restare risoluto, ma era innegabile si sentisse a pezzi. E per forza, lui, Belle e Touko erano amici da una vita. Il giorno che avevano scelto il loro primo Pokémon erano insieme. Tutti e tre a casa di Touko. Erano sicuri che niente al mondo li avrebbe separati. Certo, il loro viaggio li avrebbe portati ad allontanarsi, ma l’amicizia che li legava era troppo forte per soccombere a questo.

Poi, è arrivata la notizia che Touko era stata ritrovata nel pressi dei mulini a vento della città. Le lacrime hanno lasciato subito il posto all’incredulità, poi subito dopo alla gioia.

Touko era svenuta, ma dalle prime analisi il dottore ha constatato subito stesse bene.

«Come ti senti oggi, Touko?» le domanda l’infermiera entrando nella camera.

«Sto molto meglio, grazie.» risponde lei seduta contro lo schienale del letto. «Quando pensa che potrò lasciare la stanza?».

«Tra un paio di giorni al massimo.».

«Che cosa!?» esclama incredula. «Ancora un paio di giorni!?».

«Dovevi pensarci prima di disubbidire alla Professoressa Aralia.» dice cambiando l’acqua alle piante. «Anzi, sei fortunata a non aver riscontrato danni nonostante il crollo della torre.».

Touko non dice niente. Anche se non ricorda bene è sicura non si sia trattato di fortuna. Sarebbe sicuramente morta se non fosse stato per N. Lo sa, è stato lui a portarla in salvo e lasciarla ai piedi del mulino a vento più grande della città.

L’infermiera esce senza che la ragazza neanche se ne accorga, ma passano meno di dieci secondi che sente bussare alla sua porta.

«Avanti!» esclama Touko.

Entrano Ash e Lucinda tutti sorridenti. Lucinda è un mano un bouquet di fiori coloratissimo che attira immediatamente l’attenzione di Touko.

«Altri fiori?!» esclama incredula. «Stavolta chi li manda?».

«Non c’è il mittente.» dice Lucinda mortificata.

«Sarà un ammiratore segreto.» commenta Ash incrociando le braccia.

«Ma va!» esclama Touko tutta rossa in volto. «Come mai siete venuti a quest’ora?».

«Io tra un po’ parto per Boreduopoli e volevo salutarti.» spiega la Coordinatrice.

«Ah, capisco...» bofonchia l’Allenatrice. «Ti piace così tanto viaggiare con quello?».

Lucinda sorride a disagio non sapendo cosa dire davanti a tanta schiettezza.

«Ora è meglio andare.» si intromette Ash.

Lucinda appoggia i fiori di Touko sul tavolino dove c’è anche il vaso di fiori che le avevano portato lei e Ash all’inizio del ricovero.

«Ciao Touko, spero di rivederti un giorno!».

«Ciao e buona fortuna!».

 

Mentre i due camminano lungo il corridoio non parlano molto, ma a un certo punto Ash guarda con la coda dell’occhio Lucinda.

«Sai?» dice per attirare l’attenzione. «In effetti ha ragione Touko, ti piace tanto viaggiare con Diapo?».

Lei ormai si è fermata e lo guarda perplessa.

«Che cosa ti viene in mente così all’improvviso?».

«Rispondimi!» perde la pazienza. «È una domanda!».

«Che domanda è?» le sfugge esterrefatta.

«Senti, perché invece non viaggi con me, Brock e Touko?» domanda Ash. «Ci divertiremo di sicuro!» aggiunge sorridendo.

«Mi piacerebbe, ma non posso.» dice lei. «Non sarebbe carino abbandonare una persona così.».

«Allora Diapo ti piace davvero...» mormora l’Allenatore abbassando gli occhi.

«Ragazzi, grandi novità!» esclama Brock entusiasta arrivando davanti a loro.

I due lo guardano increduli. È sbucato all’improvviso e in più ha con sé una valigia roller che neppure Ash ha mai visto prima.

«Brock!» esclama Lucinda istintivamente. «Che succede?».

«Perché hai quella valigia?» chiede Ash.

«Torno a Quattroventi.» spiega finalmente l’Allevatore. «Dopo l’arresto del Team Plasma il Centro Pokémon di Quattroventi è stato riaperto.» aggiunge. «Il Professor. Oak mi ha appena chiamato per dirmi che il mio tirocinio è stato riconfermato.».

«È fantastico Brock!» esclama la Coordinatrice. «Sono felice per te!».

«Quando parti?» chiede Ash.

«Proprio adesso.» risponde. «Dovrebbe passare un taxi a prendermi.».

«Allora in bocca al lupo.» sorride Ash. «Sembra che le nostre strade siano destinate a separarsi di nuovo.».

«Lo so, ma non preoccuparti, sono sicuro che ci rivedremo.» dice Brock. «E poi ora c’è anche Lucinda, immagino che continuerete il viaggio quando Touko sarà dimessa.».

«Per la verità anch’io parto tra poco...» dice Lucinda mortificata.

«Sì, sono io che aspetterò Touko per andare insieme a Boreduopoli.».

«Davvero?» emette guardandoli con perplessità. «Allora in bocca al lupo anche a voi.».

«Ciao Brock!» salutano i due mentre si allontana.

Quando Brock ormai è lontano Lucinda è la prima a riabbassare la mano.

«Non mi piace Diapo.» dice guardando Ash.

Lui si volta confuso non essendo sicuro di aver sentito bene.

«Come dici?».

«Non mi piace Diapo.».

L’Allenatore la guarda sempre più confuso.

«Perché mi dici questo all’improvviso?».

«Ne stavamo parlando prima, ricordi?» gli chiede lei. «È che vedendo Brock così sorpreso mi sono detta: sono proprio una cretina.».

«Wow...» emette Ash sempre più confuso. «Complimenti per la sincerità...».

«Non mi piace Diapo, perché mi piaci ancora tu.» dice arrossendo lievemente.

Ash arrossisce doppiamente, sia per la sorpresa che per la dichiarazione così diretta.

Lucinda gli stampa un rapido bacio sulle labbra per poi allontanarsi e sorridere imbarazzata.

«Lucinda, io sto per andare a Boreduopoli, vieni con me?» chiede Diapo arrivando.

Segue un lungo momento di silenzio e Ash si gira verso Lucinda per cercare di capire dalla sua espressione quello che intende rispondere.

«Grazie di tutto Diapo.» sorride lei. «Ma ora credo di cavarmela, buona fortuna.».

L’espressione di Diapo sembra per la prima volta turbata, anche se lui mantiene sempre un rigoroso contegno.

«Capisco, buona fortuna anche a te allora.» dice guardando per un attimo anche Ash.

Poi si allontana e in poco tempo sparisce.

Ash e Lucinda riprendono a camminare troppo in imbarazzo per parlare.

«Quindi… adesso stiamo insieme?» chiede Ash a un certo punto non guardandola a causa delle guance ancora troppo rosse.

«Non saprei cosa risponderti...» dice Lucinda in tutta risposta visibilmente a disagio per l’intera situazione.

L’Allenatore si ferma appena sente la sua voce. Che cosa sto facendo? Si chiede. In questo momento non dovrebbe dimostrarsi così insicuro. Non è da lui. Certo, certe situazione non sa bene come gestirle, ma sa bene come affrontarle.

La Coordinatrice si ferma a sua volta non capendo.

«Sai che ti dico?» le chiede Ash retoricamente. «Noi siamo sempre stati insieme, solo che non lo sapevamo.» conclude sorridendo.

Lucinda arrossisce, ma si riprende quasi subito e risponde.

«La sai una cosa?» dice. «Sono pienamente d’accordo con te.» aggiunge sorridendo.


Per quanto nascosto trova sempre il modo di esprimersi.

Solo perché non lo vedi non significa che non ci sia.

È il cuore. È l’amore.

Un concetto molto semplice… eppure tutti ignorano.

Sai della sua esistenza solo quando ti sorprende.

Non pensate che servano parole.

Potreste non accorgervene o rinnegarlo, ma lui ritorna sempre.

Sempre.
 

Touko si è alzata in piedi e dopo aver osservato i fiori per un po’ è andata verso il comodino. Ha aperto il primo cassetto e vi estrae un bigliettino di carta verde ripiegato su se stesso. Torna a prendere i fiori ancora posati sul tavolo e si avvicina alla finestra.

Guarda fuori, poi torna a guardare i fiori e subito dopo il bigliettino. Lo apre.

 Grazie.
                   
- N

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