Quando l'amore si fa letale

di Violetta_Keehl_2002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rapimento ***
Capitolo 2: *** Quando l'inferno si fa reale ***
Capitolo 3: *** Dopo lo stupro ***
Capitolo 4: *** Morte ***



Capitolo 1
*** Rapimento ***


Mi risvegliai, legata a una sedia, in una stanza che non conoscevo. Sembrava uno scantinato, ed era tutto buio.
"È solo un sogno" Pensai tra me e me "Solo un brutto sogno"
La notte prima ero andata a mangiare in un ristorante messicano e, mentre stavo tornando a casa, all'improvviso avevo sentito qualcuno che mi teneva ferma e mi aveva iniettato del sonnifero, o qualcosa del genere.
Tornando a noi, nonostante mi dimenassi, non riuscivo a liberarmi dalle corde che mi intrappolavano alla sedia su cui ero seduta, quando, improvvisamente, si aprì la porta dello scantinato e venne da me un ragazzo con i capelli lunghi e neri, con un sadico sorriso e un coltello in mano.
"Buongiorno, Ethel" Mi disse il ragazzo, il quale aveva una voce molto familiare.
"M-Max?" Chiesi spaventata "S-sei proprio tu?"
"Si, sono io!"
"Ma... Ma perché mi hai legata e tenuta in questo scantinato?"
A quella domanda Max si arrabbiò tanto, anzi tantissimo, e mi spiegò il motivo del suo gesto:"Io ho sempre avuto una cotta per te, ma a te importava solo di quel Richie e mi vedevi solo come un amico, così ho deciso di ucciderlo e prendere te, in modo che tu sia solo mia!"
Tentai di scusarmi, ma quel pazzo non voleva ascoltarmi, dicendomi che ormai era troppo tardi.
Ero veramente spacciata:Credevo che Max fosse un ragazzo dolce e sensibile, ma in realtà era solamente uno psicopatico.
Da quel giorno iniziai a diventare vittima di abusi e maltrattamenti, o almeno di quello che lui chiamava "amore".
Spazio autrice:Bene, eccoci qua con una nuova storia, questa volta con un pazzo con una strana idea di amore. Come andrà a finire? Ora vado, a presto!
 

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Capitolo 2
*** Quando l'inferno si fa reale ***


Max si avvicinò a me e iniziò a palparmi il seno, facendomi venire la pelle d'oca. All'inizio fece piano, per poi iniziare a strizzare, facendomi male.
"Ahia!" Gli urlai nelle orecchie "Basta, smettila, ti prego!"
A quel punto lui tolse la mano dal mio seno e la usò per tirarmi i capelli, facendomi male, e mi disse:"Ascoltami bene, Ethel, solo perché ti amo non significa che io ti lasci fare tutto quello che vuoi, al contrario, sono io che comando in questa casa, capito?"
"S-si..." Dissi, con un nodo alla gola, siccome ero sul punto di piangere dalla paura.
E quello era solo un esempio:Max mi teneva segregata in uno scantinato e addirittura legata a una sedia.
Ero magra come uno stecchino e questa era una caratteristica che Max amava, tanto che l'unica cosa che mi dava da mangiare erano avanzi di cibo, anche se non sempre, tanto da farmi rimanere magra.
Mangiavo nello scantinato:Max mi slegava i polsi e mi faceva mangiare.
Lui era anche un alcolizzato, e, quando beveva troppo, iniziava a malmenarmi e a insultarmi, infatti ci fu una volta in cui, mentre ero sotto la doccia, Max sfondò la porta, spaventandomi a morte; dopodiché aprí la tenda della doccia, chiuse il rubinetto dell'acqua e iniziò a picchiarmi e insultarmi, arrivando addirittura a violentarmi.
"Apri le gambe, Ethel" Mi ordinò Max, il quale me le aprí e me lo mise tutto dentro, facendomi piangere e urlare.
"Lasciami andare!" Urlai piangendo "Ti prego, smettila, non ce la faccio più!"
"Stai zitta!" Mi urlò lui dalla rabbia, così me lo tirò fuori e mi tirò diversi schiaffi in faccia.
Dopo quelli che sembravano secoli, Max mi riportò nello scantinato, dimenticandosi, però, di legarmi. Una volta fatto, lui andò a dormire, mentre nel frattempo mi raggomitolai in un angolo a piangere.
Spazio autrice:Ok, l'altro capitolo non era venuto un granché, ma spero che questo vi sia piaciuto, anche se ho paura di essere stata un po' troppo esplicita, soprattutto alla fine. Ora vado, a presto!

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Capitolo 3
*** Dopo lo stupro ***


"No..." Mi dicevo "Non può essere vero"
Non facevo altro che tremare dalla paura e piangere; i miei occhi erano rossi e gonfi di lacrime e la mia gola bruciava, siccome Max me lo aveva addirittura fatto assaggiare.
Il mio corpo nudo era pieno di ferite e il mio seno era come un limone spremuto fino all'ultima goccia.
Mi toccai la testa e i capelli:Non sembravano più biondi come al solito, ma erano completamente rossi per via del sangue e mi sentivo come se mi avessero fatto la ceretta ai capelli.
Le guance mi bruciavano per gli schiaffi e avevo nella mia testa il volto di Max, la sua voce, le sue botte, i suoi calci, i suoi insulti e tutte le violenze su di me.
 "Basta" Mi dissi a un certo punto "Basta tutto questo, voglio andarmene da qui!" 
Fu proprio allora che decisi di provare a scappare, così mi alzai, salí le scale, uscí dalla porta dello scantinato (Max non chiudeva la porta a chiave), camminai in punta di piedi fino al bagno, dove ripresi i miei vestiti e le mie scarpe e scappai dalla finestra del bagno.
Spazio autrice:Chissà se Ethel riuscirà a salvarsi o no, lo scopriremo più avanti! Ad ogni modo, scusate se ultimamente sono un po' lenta con i capitoli ma in questo periodo sono parecchio occupata e non sempre ho tempo per la storia. Ad ogni modo, ora vado, a presto! 

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Capitolo 4
*** Morte ***


 "Torna subito qui, Ethel!" Mi urlava Max dalla rabbia mentre mi inseguiva.
Non facevo altro che correre e, nel farlo, ripensavo a tutto quello che avevo passato:Gli abusi, soprattutto quelli sessuali, lo scantinato, Max, il rapimento e tutto il resto.
Correvo, correvo, correvo e correvo ma, nonostante ciò, Max riuscí a prendermi, afferrandomi per un braccio e a riportarmi nello scantinato.
"Ascoltami bene, piccola stronzetta che non sei altro" Disse Max, molto infuriato "Io ti ho nutrita, amata, lavata, curata e tu mi tratti così?"
Oddio, ricordo ancora quel momento.
"Basta, questo è troppo!" Urlò lui, così iniziò a spingermi, buttandomi a terra, dopodiché tirò fuori dalla tasca un flaconino di acido che mi versó negli occhi, facendomi perdere del tutto la vista e urlare dal dolore.
Ma questo non gli bastava, allora Max iniziò a farmi veramente male:Non potevo vedere niente, ma potevo sentirlo che mi commetteva un vero e proprio pestaggio che mi portò alla morte. Avevo cercato di reagire in tutti i modi, ma la cecità rendeva impossibile farmi fare qualunque cosa.
Tornando a noi, una volta morta, Max prese il mio corpo e lo legò alla stessa sedia in cui passai gran parte della mia prigionia, in modo da ricordarsi per sempre di me, mentre io me ne andai diretta in paradiso, dove rivedi il mio ragazzo Richie, morto per colpa di Max.
Spazio autrice:Bene, ho finito la storia, spero davvero vi sia piaciuta, nonostante i numerosi ritardi nel pubblicare i capitoli. Ora vado, a presto!

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