una meravigliosa ladra

di Shiro93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***



Capitolo 1
*** 1 prologo ***



~~Siamo nella Parigi medievale, la mattina il popolo si alzava presto, le donne si affacciavano dalle loro finestre per versare i pitali della notte lungo la strada.

L’igiene all’epoca era ben poco nota, quindi sudiciume ovunque ed un sacco di malattie, le quali venivano attribuite al demonio o più sinceramente si cercava un Caprio espiatorio  e quindi delle giovani ma anche donne sole erano arse al rogo con il nome di fattucchiere o streghe.

Che dirvi la criminalità come oggi anche all’ora era all’ordine del giorno, soldati ovunque ,ladri, tagliagole, borseggiatori, mercenari , stupratori ovunque uno si guardasse intorno , esistevano figure del genere, ma dove c’è il male ci sta anche il bene.

Il nostro paladino potremmo definirlo così era il giovane rampollo di una famiglia assai antica e ben vista dall’alta società, il ragazzo di 25 anni portav il nome del trisavolo ADRIAN AGRESTE III, nome con un certo peso oseremmo dire.

Bellissim giovane , alto e slanciato come il padre prima di lui, profondi occhi verdi smeraldo e biondi capelli simil all’oro di cui era fatta la pregiatissima corona che copriva il capo del loro re.

Giovane dedito al lavoro, stacanovista dove c’era bisogno della sua presenz, egli appariva, tutti vantavano le sue gesta un po’ di meno chi veniva arrestato, infatti tra le numerose segrete del castello i numerosi prigionieri meditavano vendetta prima o poi, ma c’è da dire che quasi mai nessun “ospite”, lasciava vivo la cella, ho detto quasi mai, tendo a precisare perché solo un fuori legge era riuscito per bene a gabbare il giovane sceriffo parigino.

Tutto il popolo ne raccontava la storia, su come un giovanissimo ladro sarebbe riuscito a scappare dalle segrete del castello, ancora in molti non capivano che genere di trucchetto questa persona avesse utilizzato, ma naturalmente solo il diretto interessato lo sapeva e non aveva nessun intenzione di dirlo apertamente.

Il giovane sceriffo ancora masticava amaro, sapeva il modus operandi del ladro ma ogni vola questi riusciva a scappare , fino a quando un giorno un piccolo ragazzetto, forse un giovane garzone di una qualche bottega li corse incontro consegnandoli un piccolo foglietto, dove con una calligrafia impeccabile vi era annotato un austero messaggio, ciò lo mandò in bestia ,ADRIEN non avrebbe permesso che il ladro toccasse minimamente la corona del re.

Consegnare messaggi fingendosi u  garzone era la sua specialità, era assurdo come quello sceriffo fosse così ingenuo, lei la ladra più furba che Parigi abbia mai avuto è stata sempre sotto i suoi occhi, ma lo sceriffo non la vedeva, ciò le dava potere e c’era anche da ammetterlo si divertiva un mondo.

La nostra ladra era una giovane ragazza di 23 anni, molto magra per lo standard di allora, Però a suo favore andava che deteneva una pelle molto bianca e ben curata, nonostante il lavoro che svolgesse, aveva una folta chioma corvina con piccoli riflessi blu notte che teneva abilmente legati in modo tale che non le dessero fastidio e un paio d’occhi blu come il cielo notturno, il tutto nascosto dietro una maschera bordò , per celare le sue sembianze femminili.Spesso era confusa per un ragazzo, non avendo il giusto spessore di rotondità che ci si aspetterebbe in una donna.

Ciò era dovuto ad una vita di stenti fin dalla nascita, sapeva solamente di essere data via poiché nella sua famiglia già c’erano troppe bocche da sfamare, le avevano detto che era l’ottava femmina e che il padre era convinto che ci fosse una qualche maledizione che gravava su di lui, quindi era ben felice di venderla a qualcuno.

La ragazza aveva passato l’infanzia nelle fogne del villaggio, era cresciuta come una randagia rachitica, era più paragonabile ad un animale , solo per puro caso quando era dovuta scappare a causa dei soldati aveva trovato un mentore.

Il mentore era maestro Fu, un uomo alto quanto un bambino, ma temutissimo assassino, aveva incontrato la bestiolina(Marinette sembrava quello), capì subito che aveva del potenziale, fu difficile all’inizio potersi avvicinare, la bimbetta era scaltra, tanto meno poterle dare un aspetto più umano, rifuggiva dal lavarsi come se avesse visto dei diavoli.

Gli anni passarono ed il mentore fece della bestiolina , un abile ladra, le diede anche un nome davvero delizioso MARINETTE, nel suo ambiente veniva chiamata anche ladra MAR, ma pochi erano quelli che ne parlavano se non volevano sparire nel nulla.

MARINETTE aveva appreso tutto dal maestro e quando questi se né andò via per sempre, non fu triste anzi si mise d’impegno per far saltare i nervi alla giustizia di ADRIEN AGRESTE, il suo gioco era appena iniziato.
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Le lunghi notti parigine erano illuminati da piccoli bracieri lungo le strade , le taverne sfornavano di continuo clienti,i comignoli sprigionavano invitanti odori e sui tetti quella sera passeggiava spensierata la ladra MAR, dato che la giornata era stata abbastanza fruttuosa ,poteva godersi un momento per se e per dare una mano ad una cara vecchi amica.

Con lo sguardo puntò una vecchia casupola , leggermente discostata dalle altre per un semplice motivo, quella era la casa del piacere della giovane Meistress AYLA, le donne puritane amavano starsene alla larga da quella casa e molto più diligentemente si riferivano a Madam AYLA come puttana.

Mar sapeva che ad ognuno toccava un lavoro e poteva essere piacevole o no, lei non aveva pregiudizi, tanto sapeva che la maggior parte degli uomini e anche il giustiziere ADRIEN erano assidui frequentatori della casa e si spettegolava anche che lo stesso re , sempre sotto mentite spoglie facesse le corna alla regina recandosi in codesti luoghi.

La ragazza spiccò un balzo atterrando su di un balcone in particolare, che sapeva essere aperto solo per lei, come entrò il suo naso catturò il tipico odore muschiato misto a spezie, AYLA  sicuramente stava intrattenendo qualche ospite , tanto lei era di casa, andò all’armadio recuperò gli abiti consueti e li indossò.

Amava vestirsi come un uomo, come detto prima era sempre scambiata per uno di loro, calcò sulla testa un piccolo cappello, con la fuliggine del caminetto si sporcò leggermente la faccia, mascherando il suo pallore , lasciò un ingombrante sacchetto ricolmo di denaro nell’armadio e si decise ad uscire, ma prima bussò leggermente per dire all’amica che era tornata.

Mar era di casa all’interno della struttura, scese ai piani inferiori tutti illuminati da candele di sego, le quali si illuminavano ma lasciavano dietro un odorino un po’ troppo pungente.

scusate se al momento i capitoli sono corti,  più in la si allungheranno di volta in volta, abbiate solo un pò di pazienza. sevolete lasciate dei commenti.

Ai piani inferiori ci stava una vecchia Puttana che aveva il compito di far attendere gli ospiti, nel vedere Mar si rallegrò , l’abbracciò e le diede un fugace bacio sulla guancia, a MAR non dispiaceva il contatto, voleva bene ad ogni ragazza presente la dentro e soprattutto amava i marmocchi bastardi .

Andò verso la cucina dove LILà, la cuoca/tutto fare stava preparando la cena ed era attorniata da molte testoline , tutti maschietti, in mezzo c’erano anche i figli della cuoca.

Come la videro entrare si fiondarono sulla giovane, lei uscì delle piccole caramelle le quali sparirono subito, lasciò i bimbi e con fare servizievole preese i piatti, ,ma prima LILà, l’avvertì che quella sera lo sceriffo sarebbe passato per il solito appuntamento , alla ladra gli si accesero gli occhi, sapeva benissimo che anche quella volta il povero ADRIEN  avrebbe perso tutto.

Ps, scusate per i brevi capitol per un pò sarà così, ma con l'andare avanti si allungheranno, se volete lasciate dei commenti.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Non credo che l’onorevole trisavolo del ragazzo ADRIEN AGRESTE III, avrebbe voluto che il nipote frequentasse un certo tipo di ambienti, ma non essendo in vita bhe poteva fare ben poco.

Nemmeno il padre si scandalizzava, c’era da dire che da quando la sua defunta moglie era venuta a mancare, ogni tanto poteva concedersi qualche peccato carnale , tanto il primo ministro del re GABRIEL AGRESTE II, non aveva problemi con la chiesa, dato che molti uomini della chiesa professavano castità ma erano i primi ad infrangerla e lui sapeva di avere il potere di decidere le loro sorti ed oserei dire anche quella del re.

Insomma inimicarsi il padre dello sceriffo non era una questione da poco.

Adrien quella sera , si era recato al puttanaio insieme al suo vice NINO e il soldato semplice NATHAENEL per i soliti appuntamenti, NINò per poter giacere con la padrona stessa della casa, amava alla follia quella ragazza, il giovane soldato che faceva da scorta, avevano scoperto essere ancora verginello e volevano regalargli un’esperienza di puro piacere, mentre lui doveva una volta per tutte battere lo smilzo che abitava insieme alle donne.

ADRIEN, non conosceva il nome del giovane che abitava in quella casa ,la padrona AYLA le aveva detto che era un trovatello il quale era muto dalla nascita e per questo molto utile e lo tenevano con loro, ma soprattutto era abile nel gioco d’azzardo, da quando era stato nominato sceriffo ripetutamente aveva perso  anche parecchio, ma mai fino ad indebitarsi.

Quella sera era sicuro che sarebbe riuscito a vincere,e se non lo fosse stato bhe pazienza avrebbe rinunciato.

Sulla porta i tre giovani uomini vennero accolti proprio dallo smilzo, la piccola lanterna già emanava poca luce, segno che era accesa da molto e come sempre non si riusciva a guardare in faccia il giovane, entrarono e subito un orda di donne venne loro incontro, fu Padrona AYLA  a dissemnarle, affidando ad ognuna un compito, quando nell’ingresso rimasero solo in 5 , AYLA chiamò LILà, la quale prese per mano il soldato semplice e con sguardo seducente, portò il ragazzo su ai piani superiori.
NINò ora mai era di casa e con un cenno si dileguò rincorrendo , la sua donna preferita, quado non si udirono più i gridolini e le risate dell’altro ADRIEN ,potè concentrarsi sullo smilzo che lo stava attendendo presso uno dei tavoli già preparato per il gioco.

Questa volta MAR si era superata, aveva messo in tavola il gioco più vecchio del mondo,< i tre bicchieri ed una noce>, quel gioco le fruttava sempre buoni guadagni.
Fece accomodare lo sceriffo poi lei si sedette di fronte sfoderò il più bel sorriso che potesse avere e fece drizzare i peli all’altro, il quale capì subito che non avrebbe vinto nemmeno una moneta.

Giocarono fino a tardi , ormai le candele erano consumate e l’odore di sego era orami saturo, quando il sacchetto di cuoio del biondo notò MAR era semi vuoto , decise che era il momento di smettere e così con uno zac prese i bicchieri e la noce lasciando lo sceriffo sorpreso, ma il quale capì subito la situazione e con un’alzata di spalle si arrese.

Nella casa si sentivano i rumori del piacere, ADRIEN era quasi tentato di prendere una giovane , ma sapeva anche di dover essere ligio al lavoro e ci ripensò, con lo sguardo seguì il ragazzetto muto, il quale stava ora portando un piatto colmo di cibo al tavolo di prima e teneva stretto in braccio un piccolo neonato e al suo seguito un piccolo codazzo di bambini.

Lo guardò interessato come con fare quasi materno dava da mangiare ai bambini i quali non emisero nemmeno un capriccio, solo il neonato smaniava un po’ , poi come smise di nutrirli lo vide alzarsi e cominciare a tirar fuori delle piccole scatole, intuendo che fossero i lettini dei bambini.

Aspettò ancora fino a quando il primo a scendere la scala fu il soldato semplice il quale sembrava ancora stare nel mondo dei sogni, per poco non si rompeva il collo, ADRIEN lesto lo riacciuffò, diede dei leggeri buffetti in faccia e lo vide rinsavire, poco più dietro ecco scendere LILà, con un inchino salutò i due uomini per andare poi dritto verso lo smilzo e recupere il neonato dormiente, ed infine il passo pesante di NINò il quale era stato appagato in tutto e per tutto, salutò anche lui e finalmente uscirono dalla casa.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Un nuovo giorno era cominciato ,nel quartiere nobile ,c’era già un via vai di camerieri, chi stava già pulendo l’ingresso, chi nelle cucine si affaccendavano a cucinare, chi nel resto del maniero correva a destra e manca.

Nelle camere da letto del signore, risuonavano gridolini di piacere, e quindi i domestici non osavano entrare, mentre nella stanza del giovin signore non c’era nessuno, i servi entravano tranquilli e potevano sistemare la stanza, il proprietario era già a fare la ronda nelle strade.

Quella mattina il cielo era plumbeo, la strada di per se era già fangosa ,bastava poco per cadere, con lo sguardo ADRIEN mandava i suoi ad acciuffare piccoli ladri, acciuffarono un piccolo ladruncolo accanto alla baracchetta di uno straccivendolo.

Per chi rubava le conseguenze variavano, in quel caso sarebbe stato sbattuto in cella per un breve periodo era anche vero che in quel periodo Parigi stessa non navigava nell’oro, ciò causato dalle ingenti tasse richieste dal loro sovrano.

Tutte quelle tasse permettevano alla famiglia AGRESTE e ha tutta la nobiltà di non patire la fame, ma ciò a lungo andare avrebbe costituito un problema ,ma fra i più al momento aveva quello di acciuffare il famoso ladro che voleva prendere possesso della corona del re.

Si chiedeva lo sceriffo come mai il ladro puntasse giusto alla corona , fra tanti oggetti di valore perché quella, aveva cercato numerose volte di calarsi nei panni di un ladro ma senza successo.

Il suo sguardo vagò ancora sulla strada, poi un movimento sospetto catturò la sua attenzione, una figuretta ammantata svicolava fra le persone, all’inizio niente di strano poi vide sbrilluccicare qualcosa di valore, era un ladro in azione.

MARINETTE era andata di nuovo a caccia, ammantata nel mantello si aggirava tranquilla fra la gente, la quale ignara veniva derubata ,con la coda dell’occhio si accorse che anche la scorta dello sceriffo era in strada e teneva fermo un ladroncello, fu allora che decise di stuzzicare la fortuna.

Si accorse subito di avere l’attenzione del giovane ADRIEN addosso e lei contenta di ciò , mostrò il suo bottino e quando l’altro si mosse per acciuffarla sparì, povero ADRIEN.
Seguirlo a cavallo non era una buona idea, ora mai le strade pullulavano di persone, si mise a rincorrerlo urlava a squarciagola di fermarsi, ma quello faceva orecchie da mercante e scivolava veloce.

Stava odiando l’armatura che rendeva pesante la sua corsa, avrebbe dovuto escogitare qualcosa di nuovo, non voleva mollare, il ladro che era sempre più avanti , più di una volta era li per acciuffarlo dalla cappa , ma alla fine stringeva l’aria.

Dietro a lui seguivano i soldati e quando arrivarono alla piazza centrale del villaggio, lo sceriffo diede ordine di dividersi ognuno indirizzato verso il lato opposto, se volevano prenderlo dovevano creare una gabbia.

La ladra MAR Intuì Il piano di quest’ ultimo, cambiò tattica anche lei e al primo vicolo cieco vi si infilò, subito ADRIEN pensò di averlo fermato e quando entrò rimase di sasso, del ladro non vi era traccia.

MAR rideva come non mai, saltellava allegra per i tetti , ogni tanto dava uno sguardo in strada solo per bearsi del suo operato, i soldati come tante formichine che non sapevano dove cercare, lei ancora non era soddisfatta voleva ancora stuzzicare il loro capo e così si accinse ad arrivare all’ultimo svincolo, discese senza far rumore e si accostò ad un muro.

Sapendo i gusti del giovane quando lo vide avvicinarsi lei si finse una puttanella desiderosa , ADRIEN fu catturato dalla giovane all’angolo, dentro di lui qualcosa era scattato, si avvicinò sfoderando tutto il suo charm, questa aveva il volto nascosto dal velo , con una mano lo trasse all interno del vicolo buio, era preda ormai della giovane e non si accorse che questa aveva estratto un piccolo coltello e che già era puntato alla sua giugulare.

Quando lo sceriffo se ne accorse era troppo tardi, la ragazza abile taglio la corda delle brache lasciandolo denudato, tagliò di netto il borsello delle monete e poi lo mandò giù a terra, ma prima all’orecchio disse qualcosa ed infatti sulla faccia dell’altro arrivò la tanto attesa reazione.

ADRIEN riconobbe il ladro, quel famoso ladro che gli era scappato dalle segrete e capì che non era un lui, bensì una donna molto abile nel suo lavoro e sapeva anche come si chiamava ,stava per dire qualcosa , quando MAR abile gli batté il capo a terra portandolo allo svenimento, per quella mattina si era più che divertita, ora poteva rientrare.

ps< avverto nei prossimi giorni dovrei mettere altri capitoli, non metto date precise pervhè so di non poterle rispettare. come vi sembra attualmente la storia?>

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Capitolo 5
*** 5 ***


Si fece pomeriggio, il giovane paladino era molto incaniato, aveva creduto ciecamente che il ladro fosse un uomo, non l’aveva sfiorato l’idea che potesse essere anche una donna.

L’averlo scoperto disteso e svenuto all’interno del vicolo cieco l’aveva sorpreso,quando il suo vice preoccupato non l’aveva visto tornare, aveva sguinzagliato i suoi uomini e solo NATHAENEL il giovane soldato l’aveva notato e con poca difficoltà l’aveva trascinato fuori dal vicolo.

Per quella giornata nessuna visita alla casa di madama AYLA, i pensieri degli uomini erano su altri fronti, nel maniero degli AGRESTE, finalmente il primo ministro era fuori uscito dalle sue stanze, sulla sua faccia albergava un sentimento di rilassatezza genuino, la ragazza che lo aveva intrattenuto venne pagata profumatamente.

Il signore del maniero si fermò nella sala da pranzo, la già due valletti attendevano con le braccia ricolme di fogli, ovviamente tutto ciò riguardava le numerose richieste da parte del re e dei nobili.

Quando il figlio del signore rientrò, come prima cosa andò a cercare il padre, il quale sicuramente avrebbe saputo su come consigliarlo, bhe forse!
Non fu difficile notare il malumore del figlio, ma indovinare cosa ne scaturisse la causa era ardua impresa.

Sapeva già del famoso ladro che aveva gabbato il giovane e sapeva quanto il suo erede ci tenesse a ripescarlo, ma quando seppe che il ladro non era un uomo, bhe le cose cambiarono radicalmente.

Chi era presene nella stanza giurò che in quel momento il respiro si potesse tagliare a fette, subito GABRIEL pensò ad uno scherzo e quando posò lo sguardo sul figlio capì che non potesse essere vero, ma la fermezza nello sguardo dell’altro non toglieva un singolo dubbio.

La reazione fu improvvisa, GABRIEL scoppiò iroso, se qualcuno veniva a sapere di quella situazione sarebbe passato per lo zimbello della situazione e non solo, la sua immagine si sarebbe rovinata, prima di tutto volle ogni minimo dettaglio,suo figlio raccontò tutto non omettendo niente, i due uomini parlarono fino a quando cadde il manto oscuro della sera.

ADRIEN ripetè tutto fino allo sfinimento, infine ecco accendersi una lampadina,se quindi per tutto questo tempo avevano creduto che il fuggitivo era un uomo equini da quella vicenda erano passati poco più di due anni, ora la ladra aveva avuto numerose occasioni di agire completamente indisturbata,senza che nessuno potesse sospettare della sua vera identità.

Ciò convinse il padre di una cosa, suo figlio era troppo zelante ma soprattutto troppo ingenuo,e capì anche perché il ladro aveva voluto rivelare la sua vera identità, tutto era stato fatto per far capire quanto fosse inefficiente il suo lavoro.

ADRIEN era perso in numerose congetture e non prestava attenzione al padre, il quale con un sonoro man rovescio lo lasciò basito e quando volle delle spiegazioni a causa del gesto, ADRIEN  comprese quanto fosse stato deficiente,ora capiva molte cose e la situazione doveva cambiare drasticamente, niente dove essere fatto più come prima.

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Capitolo 6
*** 6 ***


~~Non sapeva perché avesse voluto rivelare al giovane sceriffo la sua identità, ma in quel momento qualcosa nella sua mente era scattato, forse era stanca di non avere nessuno che la inseguisse fino allo sfinimento.

Bhe per molti che facevano il suo mestiere l’avrebbero definita pazza, perché sarebbero molto più felici di agire indisturbati senza saper di essere inseguiti, ma a lei ciò non dava più soddisfazione.

La cosa la divertiva un mondo e quando finalmente con la sua flemma tornò ad uno dei suoi tanti rifugi disseminati per tutta la città-
Alle prime luci dell’alba, una leggera foschia aleggiava sul villaggio, ancora gli abitanti dormivano , era un giorno di riposo, qualche ora in più di sonno se lo meritavano i lavoratori.

Nel maniero degli AGRESTE , Adrien dormiva placido, accanto a se dormiva acciambellato un magnifico persiano a pelo lungo nero,un gattone dolcissimo il quale si stiracchiò tutto aprendo due occhi verdi da mozzare il fiato.

Il gatto in questione ha un curioso nome PLUGG,era stato un regalo da parte del padre quando ancora era un bambino, l’animale era sempre insieme al suo padroncino, anche quella mattinata, voleva provare a svegliare il suo padrone ma un luccichio alla finestra lo distrasse.

Il bel micio di solito era un gran pigro e di camminare non ne aveva quasi mai voglia, ma quel luccichio insistente lo infastidì,la finestra era già aperta, basto’ arrampicarsi su per i tendaggi di broccato con le sue unghiette quado fu sul davanzale miagolò di piacere.

Sul davanzale sostava un bocconcino davvero prelibato, un pezzetto di camembert, il suo preferito, lui essendo animale non doveva sottostare alle regole della società umana anzi se ne infischiava, ma non se ne fregava della figura seduta sul tetto, le piaceva quella ragazza, aveva tatto con lui.

Il gatto quando era più cucciolo si era arrampicato sul tetto all’insaputa del padrone e quando doveva scendere per la pappa si era reso conto di essere in difficoltà, a voglia a miagolare nessuno sembrava sentirlo ,poi qualcosa accadde, una piccola umana correva veloce sui tetti , lui miagolò ancora e lei si fermò.

La bimba guadò meravigliata l’animale e capì che era in difficoltà, per esperienza sapeva che i gatti non si fidavano subito ecco perché portava con se dei piccoli bocconcini, per renderseli amici.
Il camembert era uno di questi, fu facile ingraziarselo e quando riuscì a salvarlo e farlo tornare sano e salvo, si accorse di essersi fatta un amico molto speciale.

scusate l'assenza,un pò di impegni,la tesi.......(non voglio fare la tesiiiiiiiiiiii), marinette:DAI FORZA NON è COSì MALE
CHAT:MIA BELLA AUTRICE SE FINISCI IO E TE POTREMMO......
AUTRICE:CHAT CHE CI FAI QUI, NON CI SEI NELLA STORIA, ESCI SE NON VUOI CHE.......
CHAT:NO NO, NON OSERESTI, MI LADY NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
AUTRICE: SI , SI ECCOME SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII.

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