La Ragazza Drago - La Fine

di R3d_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il frutto di Thuban ***
Capitolo 3: *** Il Ritorno di Nidhoggr ***
Capitolo 4: *** Separati ***
Capitolo 5: *** Sofia e Nida ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Thuban sgranò gli occhi incredulo, mentre alle sue spalle Nidhoggr rideva. Lung era poco lontano e anche lui guardava la scena.
-KUMA!!- Fu tutto quello che il drago riuscì a dire mentre un uomo estraeva il suo tridente dal petto del suo compagno e lo guardava accasciarsi a terra con un’espressione soddisfatta stampata in faccia.
Nidhoggr osservò il fratello sconvolto e rise ancora più forte.
-Ottimo lavoro Ofnir! Per adesso possiamo andare!- Disse la viverna alzandosi in volo.
-Certo, mio Signore.- Fu la risposta di Ofnir, l’uomo che aveva ucciso Kuma, alzandosi anche lui in volo utilizzando le ali degli innesti che però gli lasciavano il libero arbitrio.
Nidhoggr si voltò verso Thuban e con uno sguardo soddisfatto e un tono tra il crudele e il soddisfatto disse.
-Ricorda fratello, tutto questo E’ COLPA TUA!- Dopo questo volò via, continuando a ridere come un pazzo.
Thuban strinse i denti, consapevole che suo fratello aveva ragione.
 
Ofnir sorrise ripensando a quel giorno di trentamila anni fa, l’uccisione di Kuma era stato il suo più grande successo sotto il comando di Nidhoggr. Molto presto però quell’impresa sarebbe passata al secondo posto, ancora un pò e avrebbe liberato il suo Signore dalla prigionia cui Thuban l’aveva costretto per millenni.
Al suo fianco camminava una specie di androide dall’aspetto di viverna, attualmente quello è il corpo in cui si trova l’anima di Nidhoggr, in attesa che il suo vero corpo venga liberato.
-Allora Ofnir, come ti senti ad essere tornato a servirmi dopo tutti questi anni?-
-Mi sento meravigliosamente mio Signore.-
-Molto bene.- Rispose Nidhoggr poi si fermò. L’uomo fece altrettanto e lo guardò con aria interrogativa.
-Qualcosa non va?- In risposta la viverna ridacchiò e disse. -Ci siamo. E’ qui vicino. Posso sentire la sua disgustosa essenza: il frutto di Thuban.

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Capitolo 2
*** Il frutto di Thuban ***


Sofia si svegliò di soprassalto. Si guardò attorno, constatando di essere nella propria stanza. Prese un profondo respiro per calmarsi poi sorrise, aveva trovato il frutto di Thuban.

La matttina dopo informò il professore, Karl e Lidja. Schlafen chiamò immediatamente Fabio e i MacAllister, i quali si erano trasferiti a Caltel Gandolfo dopo la loro ultima avventura ad Edimburgo, per farli venire li e decidere il da farsi mentre Karl cercava il luogo in cui il frutto si trovava secondo la visione di Sofia.
Poco dopo arrivò il resto dei Draconiani. Appena Fabio fu dentro a Sofia tornò in mente il momento in cui si erano lasciati ad Edimburgo, da allora non si erano più parlati se non per cose strettamente legate alla missione.
-Allora Karl? Hai scoperto dove si trova?- Chiese Lidja all’amico quando furono tutti riuniti attorno al tavolo della cucina.
-Si, non è stato facile ma credo di esserci riuscito.- Rispose lui con la solita aria da saputello.
-Credi?- Chiese Ewan un po' scettico beccandosi un’occhiataccia.
-Sono abbastanza sicuro. Da quello che mi ha detto Sofia credo che il frutto si trovi nelle grotte di Frasassi.-
-Perfetto, ci voleva proprio che si trovasse in un luogo sempre pieno di turisti, l’ideale per non attirare l’attenzione.- Rispose Fabio con tono sarcastico.
-Non importa, in qualche modo lo prenderemo.- Intervenne il professore. -Adesso prepariamoci e partiamo, al resto penseremo quando saremo l’ha.- Concluse alzandosi dal tavolo, il resto del gruppo segui il suo esempio e andarono a prepararsi.

Qualche ora dopo si trovavano sul treno che li avrebbe portati ad Ancona, poi avrebbero preso l’autobus e si sarebbero diretti alle grotte.
Sofia guardò il paesaggio scorrere dal finestrino, immersa nei propri pensieri. Si girò verso Fabio anche lui intento a osservare il paesaggio, come al solito stava ascoltando la musica con le cuffie. Distolse di nuovo lo sguardo con un sospiro rassegnato, più lo guardava più le tornava in mente quel momento ad Edimburgo.
-Ehi Sof cosa ti prende? Perché quel muso lungo?- Le chiese Lidja che molto probabilmente aveva notato il suo sospiro. -Stai ancora pensando a Fabio giusto?- Sofia arrossì a quella domanda, Lidja riusciva sempre a capirla come se fosse un libro aperto.
-Perché non ci parli? Le cose non si risolveranno da sole.-
-Hai ragione ma non penso che parlarci risolverà qualcosa. Quando ci siamo lasciati sembrava convinto di quello che diceva.-
-Per una volta nella vita la vuoi smettere di fare la pessimista?- La rimproverò l’amica guardandola dritta negli occhi. -Parlate e chiarite, non manca molto prima che Nidhoggr si liberi, potresti non averne più la possibilità.-
-Ci proverò.- Rispose ma dall’espressione che fece Lidja non sembrava tanto convinta. Sofia tornò a guardare fuori dal finestrino.

Verso l’ora di pranzo arrivarono ad Ancona, senza perdere tempo presero l’autobus per raggiungere le grotte.
Poco dopo arrivarono nella zona in cui si pagavano i biglietti per l’entrata, c’era anche un ristorante e decisero di pranzare prima di andare a prendere il frutto.
Mentre mangiavano il professore prese la parola. -Allora, il frutto si trova nella grotta quindi ho deciso sia meglio se ci entrino solo due di noi.-
-E come mai?- Chiese Chloe
-L’unico modo per entrare è l’ingresso per i visitatori, questo implica il fatto che dovremo separarci dal gruppo per cercare il frutto, se fossimo in troppi non potremo evitare di attirare l’attenzione, in due sarà più facile non dare nell’occhio.-
-Quindi chi andrà?-
-Sofia dovrà andare sicuramente. E’ il frutto di Thuban che cerchiamo, per lei sarà più facile individuarlo. Poi qualcuno dovrà accompagnarla. Fabio, ti dispiace andarci tu?- Sofia si girò verso il ragazzo in attesa di una risposta.
-Va bene.- Rispose semplicemente con un tono di voce un po' svogliato. In quel momento Sofia pensò alle parole che le aveva detto Lidja sul treno, aveva ragione. Dovevano parlare prima che fosse troppo tardi.
-Perfetto. Finiamo di pranzare poi andiamo a fare i biglietti.-
-Peccato. Mi sarebbe piaciuto visitare le grotte.- Affermò Chloe
-Don’t worry.- Rispose il fratello. -Quando questa storia sarà finita avremo tutto il tempo che vogliamo per fare i turisti.-

Dopo aver pranzato Fabio e Sofia si diressero subito alla biglietteria poi si misero ad aspettare l’autobus che li avrebbe portati all’entrata. Poco prima che partissero il professore fece le ultime raccomandazioni.
-State attenti a non farvi notare quando vi allontanate.- Fabio sospirò e rispose con un tono annoiato.
-Non preoccuparti Georg, non ci noterà nessuno.-
-Va bene, ma state comunque attenti.-

Appena entrati si sedettero sui primi posti disponibili e aspettarono che l’autobus partisse. Sofia, decisa a chiarire con Fabio il prima possibile, si girò verso di lui ma lo trovò con le cuffie già indosso. Si sentì scoraggiata da questo, era come se il ragazzo volesse ignorarla.

Alcuni minuti dopo arrivarono a destinazione, il gruppo venne accolto da una guida che li condusse all’interno mentre parlava delle grotte. Appena entrati Sofia rimase a bocca aperta, ovunque si girasse vi erano stalagmiti e stalattiti: sottili, spesse, affilate o tondeggianti, ce n’erano di molte forme. Per ogni stalattite che pendeva dal soffitto c’era una stalagmite che puntava in alto verso di essa. Le formazioni rocciose, a causa delle luci artificiali installate all’interno della grotta, gettavano delle ombre a tratti inquietanti sulle pareti che però in qualche modo aumentavano il fascino del posto. Intanto che procedevano con la visita la guida parlava, illustrando le peculiarità delle varie stanze che componevano le grotte. Sofia guardò Fabio, che era intento a osservare alcune formazioni in alto, sul soffitto della stanza in cui si trovavano. Anche lui era sicuramente stato colpito dalla bellezza del posto.
-E’ molto bello vero?- Chiese avvicinandosi.
-Si.- Rispose semplicemente lui. Le loro mani si sfiorarono leggermente ma nessuno dei due si ritrasse a quel contatto quindi Sofia prese un po' di coraggio e provò a prendergli la mano, se doveva riallacciare i rapporti con lui da qualche parte doveva pur cominciare no? Purtroppo Fabio si scansò proprio in quel momento e Sofia si ritrovò ad afferrare l’aria.
-Muoviamoci, dobbiamo trovare il frutto.- Continuarono sul percorso per alcuni minuti quando Sofia lo avvertì, riusciva a sentire chiaramente la presenza del frutto. I due iniziarono a rallentare, lasciando che le persone li superassero, si misero in disparte fingendo di osservare un formazione in fondo alla stanza.

Quando il resto del gruppo fu abbastanza lontano uscirono finalmente dal percorso e si diressero dove percepivano il frutto. Passarono in un’altra stanza dove però non c’erano luci, Fabio rimediò ricoprendo la sua mano di fuoco. Le fiamme rischiarano l’ambiente permettendo loro di vedere. Ad un certo punto da dietro una grossa stalagmite uscì fuori un uomo con una torcia in mano. Stava chiudendo una borsa che si teneva a tracolla e notarono, prima che finisse di chiuderla, che dentro si trovava un’oggetto che emanava un’intensa luce verde. L’uomo si accorse di loro.
-Ma guarda che coincidenza.- Era evidente il tono sarcastico nella sua voce. -Eltanin e Thuban, o quel che ne rimane.-
-Chi sei?-
-Non ti ricordi di me Thuban? Eppure ho ammazzato Kuma proprio davanti a te.- A quelle parole Sofia ebbe un flashback dei ricordi di Thuban, vide l’uomo che le stava di fronte trafiggere al petto Kuma con un tridente.
-Ofnir…- Disse la ragazza in un sussurro ma l’uomo sembrò sentirla lo stesso.
-Oh bene, allora ti ricordi.-
-Basta parlare, dacci il frutto.- Ordinò Fabio con il neo sulla fronte che brillava.
-Scordatelo, me lo prendo io.- A quello parole Fabio si avventò su di lui ma dovette scansarsi prima che una lama spuntata dal braccio dell’uomo lo colpisse. Delle ali metalliche spuntarono dalla sua schiena e prese il volo.
-Sei un assoggettato?-
-Non esattamente, il mio Signore mi ha permesso di mantenere la mia volontà visto che non ho mai osato tradirlo.-
Sofia evocò le sue ali e si gettò contro Ofnir ma questi evitò ogni tentativo di attacco della ragazza.
Fabio tornò ad attaccarlo lanciando fiamme e cercando di colpirlo con gli artigli. Ofnir strinse i denti, continuando così non sarebbe riuscito a evitarli a lungo ma sapeva già come uscirne. Quando Sofia tentò di colpirlo con un’artigliata si scansò appena e con la lama degli innesti la trafisse alla spalla sinistra poi le diede un calcio sullo stomaco, facendola precipitare a terra.
-Sofia!- Fabio lasciò perdere Ofnir e atterrò vicino a lei per controllare che stesse bene. Ofnir approfittò della cosa per dileguarsi.
-Io sto bene, pensa al frutto.- Disse lei tenendosi la spalla sanguinante.
-Non dire sciocchezze, non posso lasciarti così.- Le parole del ragazzo la fecero arrossire leggermente, per fortuna il buio della grotta nascose il rossore.
-Ok togliti il cappotto e la maglietta e fammi vedere la ferita.-
Sofia arrossì ancora più di prima al pensiero ma obbedì.
Fabio storse il naso vedendo la ferita, se avesse continuato a sanguinare non sarebbero riusciti ad uscire senza dare nell’occhio.
Infilò la mano nella tasca e tirò fuori un coltellino svizzero che si era portato proprio per un’evenienza del genere, lo aprì e iniziò a scaldare la lama con il fuoco.
-C-cosa vuoi fare?- Chiese Sofia guardando intimorita la lama che brillava incandescente.
-Devo cauterizzare la ferita altrimenti continuerà a sanguinare.- Avvicinò la lama alla spalla e premette sulla ferita.
La ragazza urlò di dolore. Bruciava, bruciava da morire, il contatto con la lama incandescente era insopportabile.
Fabio strinse i denti, non sopportava di vederla così e il fatto che fosse lui stesso a provocarle dolore rendeva il tutto ancora peggio.
Appena vide il sangue smettere di scorrere tolse immediatamente la lama.
Sofia tirò un sospiro di sollievo, era durato solo pochi secondi ma le era sembrato un’eternità.
-Scusami.- Le disse Fabio asciugandole delle lacrime che le erano sfuggite.
Sofia si rimise la maglietta e il cappotto ma erano sporchi di sangue quindi, per nasconderlo, Fabio si tolse il suo e lo diede alla ragazza, lei accettò mantenendo lo sguardo basso, Fabio capì subito che si sentiva in colpa per aver perso il frutto.

Circa mezz’ora dopo erano di nuovo fuori dalle grotte, salirono sull’autobus e presero i posti in fondo così da dare nell’occhio il meno possibile.
Sofia sospirò. -Scusami Fabio, per colpa mia abbiamo perso il frutto.-
-Non importa, riusciremo a recuperarlo.- Cercò di rassicurala, Sofia si sforzò di sorridere ma non sembrava tanto convincente.

Tornati nell’area della biglietteria si riunirono al resto del gruppo cosa era successo. Il professore ovviamente, era preoccupato, sia per il frutto perduto sia per Sofia, anche se la ragazza lo aveva rassicurato dicendogli che non era niente di troppo grave.
-Così non va bene, non va affatto bene. Dobbiamo tornare subito indietro o temo che entro questa sera Nidhoggr sarà libero.- Le parole del professore gelarono il sangue nelle vene dei draconiani.



Angolo dell'autore: Ciao a tutti, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Prima che qualcuno me lo dica me lo ricordo alla fine del quarto libro Nidhoggr aveva già il frutto ma ho preferito ignorare quel prticolare, vorrei sapere cosa pensate del luogo in cui si trova il frutto, sono ancora un pò dubbioso riguardo questa scelta. 
flyman

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Capitolo 3
*** Il Ritorno di Nidhoggr ***


-Professore, cosa significa che entro questa sera Nidhoggr potrebbe tornare?- Chiese Lidja, preoccupata dalle parole di Schlafen.
-Significa che dobbiamo tornare subito a casa.- Rispose lui. Il gruppo non perse tempo e poco dopo furono tutti sull'autobus che li avrebbe riportati ad Ancona, da lì avrebbero preso il treno di ritorno.
-Georg, potresti spiegarci cosa volevi dire prima? Veramente Nidhoggr…-
-Si Fabio. -Lo interruppe il professore. -Se non ci sbrighiamo useranno il frutto per rompere il sigillo di Thuban.- I draconian trasalirono.
“E’ colpa mia.” Pensò Sofia mentre le tornava in mente il momento in cui si era lasciata sfuggire Ofnir col frutto.
-Ma com’è possibile che il frutto possa liberare Nidhoggr?- Chiese Karl. Il professore non tardò a rispondere.
-Il sigillo ormai è debole e se esposto bruscamente ad un potere simile a quello che lo ha generato si spezzerebbe, il frutto che abbiamo perso appartiene a Thuban quindi è lo strumento perfetto per rompere il sigillo.- La spiegazione del professore lasciò i presenti senza parole. Il resto del viaggio di ritorno fu immerso nel totale silenzio.

Appena scesi dal treno il sole stava ormai tramontano, si diressero immediatamente verso la villa e scesero nel dangeon e in pochi minuti furono davanti al sottomarino. Poco dopo il mezzo fu in acqua, il professore spinse al massimo i motori e raggiunsero in poco tempo la bolla d’aria in cui si trovava il sigillo.
Schlafen lasciò la postazione di comando per decidere chi sarebbe andato, essendoci solo due scafandri non sarebbero potute andare più di due persone.
-Allora, andranno Lidja e…- Sofia non lo lasciò continuare.
-Io.- Disse con decisione. Il primo a risponderle fu Fabio.
-Neanche per sogno.-
-Sofia, sei ferita.- Fu la risposta del professore.
-Sto bene, non è niente di grave. Devo andarci, è colpa mia se abbiamo perso il frutto oggi.- Spiegò guardando il prof dritto negli occhi. Georg si ritrovò a pensare a quanto fosse cresciuta dal giorno in cui l’aveva presa con sé.
-Ve bene, ma stai attenta, mi raccomando.- Rispose alla fine, probabilmente non sarebbe riuscito a impedirle di andare là sotto.
Sofia sorrise e andò ad infilarsi lo scafandro. Mentre si preparava lanciò un’occhiata a Fabio, si vedeva lontano un kilometro che era ancora contrario a lasciarla andare. In pochi minuti Lidja e Sofia furono pronte e si avvicinarono al portello inferiore per immergersi.
Fabio guardò la rossa immergersi. “fa attenzione.” Si ritrovò a pensare.
La due ragazze, trascinate dal peso degli scafandri, arrivarono sul fondale in pochi secondi. Appena toccato il fondo si mossero verso la bolla d’aria, ne attraversarono il confine e furono dentro. La prima a parlare fu Lidja.
-Ok, togliamoci questi cosi è andiamo.- Si tolsero velocemente gli scafandri e si diressero verso il piccolo tempio costruito da Lung millenni fa. Sofia si sentiva nervosa quindi decise di conversare per rilassarsi un po'.
-Ti ricordi la prima volta che siamo venute qui?- Chiese all’amica.
-Già, quando ancora eri una fifona.- Rispose lei prendendola in giro. Sofia arrossì leggermente e Lidja ridacchiò.
-Beh neanche tu mi sei sembrata molto coraggiosa quando a Benevento sono spuntati fuori quei serpenti.-
Questa volta toccò a Lidja arrossire e il fatto che Sofia avesse la risposta pronta la sorprese. L’altra rise allo stupore dell’amica. Continuarono il tragitto verso il tempio, quando arrivarono non trovarono nessuno.
Decisero di aspettare in un punto riparato, passarono solo pochi minuti prima che un uomo accompagnato da un androide a forma di viverna si presentassero lì. Le due guardarono il robot e capirono subito che quel corpo metallico stava ospitando la coscienza di Nidhoggr, sentivano un’aura di malvagità e crudeltà che si diffondeva proprio da quell’essere. Lidja e Sofia uscirono subito dal loro nascondiglio. La rossa lanciò delle liane verso Ofnir, cercando di sottrargli il frutto, il tentativo non andò a buon fine. Le fauci della viverna si chiusero sulle piante, bloccando la loro corsa.
-Immaginavo che vi avrei trovato qui, ma non potete fare più niente per fermarmi.- Disse Nidhoggr sputando le liane.
-Invece si, basterà toglierti il frutto.- Rispose Lidja mentre faceva levitare alcune rocce. Le scagliò immediatamente contro Ofnir ma la viverna lo difese ancora, spiegò le ali e con gli artigli e i denti distrusse le rocce. Nidhoggr si rivolse al suo servitore.
-Muoviti e vai a liberarmi!- Ofnir non tardò a rispondere.
-Subito mio Signore.- L’uomo si diresse subito verso il tempio. Sofia lo seguì, decisa a impedirgli di liberare Nidhoggr. Quest’ultimo le si gettò addosso per bloccarla ma un’enorme roccia gli cadde sopra, schiacciandolo a terra.
-Tu va, lo tengo impegnato io!- Sofia fece un segno di ringraziamento a Lidja e riprese ad inseguire Ofnir. Dopo qualche secondo la roccia esplose e Nidhoggr ne uscì infuriato.
-RASTABAN! Vuoi che ti ammazzi un’altra volta?!- Urlò la viverna prima di lanciarsi contro la ragazza.
 
Ofnir entrò nel tempio e si diresse verso la roccia su cui era impresso il sigillo di Thuban, si inginocchiò davanti ad essa e prese il frutto. Guardò il sigillo e sorrise.
-La tua prigionia sta per finire mio Signore.- Sussurrò alzando il braccio. In quel momento Sofia entrò.
I due rimasero a guardarsi per alcuni secondi. Tutto accadde velocemente: la ragazza scattò verso di lui mentre abbassava il braccio per infrangere il frutto sulla roccia, si gettò in avanti mentre la sfera era sempre più vicina al sigillo. Finalmente riuscì a prenderla ma era troppo tardi, nello stesso istante in cui riuscì ad afferrarlo, il frutto impattò sulla roccia. Ci fu una luce accecante che costrinse Sofia a chiudere gli occhi, poi sentì una specie di liquido denso e viscido bagnarle il braccio, in fine il buio.
 
Fuori da tempio Nidhoggr continuava a gettarsi contro Lidja per azzannarla ma la ragazza si difendeva lanciandogli contro rocce con la telecinesi. Improvvisamente il tempio esplose e un Gayser di sangue nero eruttò da esso. L’esplosione creò un’onda d’urto che sbalzò via Lidja, facendola volare contro una roccia lì vicino. Intanto i resti del tempio vennero circondati da un anello di fiamme nere. Lidja si rialzò, tenedosi la testa dolorante.
Dalle fiamme si alzò l’imponente figura di una viverna, Lidja guardò la scena con gli occhi sbarrati mentre il terrore più totale la paralizzava completamente. Sentì le gambe deboli, tanta era paura che provava in quel momento. Cadde a terra, tremando come una foglia mentre osservava Nidhoggr ormai libero.
La viverna ruggì. Lidja si portò le mani sopra le orecchie, non volendo sentire quel verso terrificante.
In quel momento si accorse che mancava qualcuno.
-Sofia… Dov’è Sofia?!- Nidhoggr parve sentirla.
-Se cerchi Thuban non ho idea di dove sia ma spero vivamente che sia sopravvissuto, voglio essere io a porre fine alla sua vita.-
Abbassò lo sguardo verso il basso, vide il suo servo guardarlo, trattenendo a stento la gioia che provava nel vedere il suo padrone di nuovo libero.
-Ofnir.- Lo chiamò. -Devo ringraziarti, in tutti questi anni hai continuato a servirmi con devozione e adesso che sono libero sarai ricompensato per la tua lealtà. E’ un dono non ho mai concesso a nessun umano, non farmene pentire.- Detto questo abbassò un artiglio verso di lui e gli squarciò il petto. Il sangue della viverna si mescolò a quello dell’uomo mentre quest’ultimo urlava di dolore. Dalla ferita uscì una sostanza metallica che si espanse sul corpo di Ofnir, coprendolo con un'armatura. Sulla schiena spuntarono due grandi ali di viverna. Lidja guardò la scena inorridita. Si alzò e corse, cercando di allontanarsi da quel mostro.
Nidhoggr la guardò e rise. -Corri quanto vuoi Rastaban, presto non ci sarà nessun luogo al mondo in cui potrete nascondevi!- Affermò continuando a ridere.
Lidja saltò, assumendo l’aspetto di Rastaban, e uscì dalla bolla, con le dimensioni di un drago non fu un problema sopportare la pressione dell’acqua a quella profondità. Nel tragitto verso la superficie usò i suoi poteri per afferrare il sottomarino in cui si trovavano gli altri i quali dovettero aggrapparsi alla prima cosa che trovarono per non venire sbalzati da una parte all’altra della cabina.
Appena Lidja fu fuori dall'acqua volò a tutta velocità verso la villa. Appena varcata la soglia della barriera Lidja atterrò. Dopo aver posato il sottomarino a terra riassunse la sue sembianze da umana e cadde in ginocchio, ansimante.
Il portello si aprì e il primo a uscirne fu Ewan.
-What the hell is going on!?- Chiese.
-Si può sapere che diavolo ti è saltato in mente!? E poi dov’è Sofia? - Prima che Lidja potesse rispondere alla domanda di Fabio un rumore proveniente dal lago fece voltare lo sguardo a tutti. Sembrava che fosse esploso qualcosa in acqua visti gli schizzi altissimi che si vedevano ma da essi videro uscire Nidhoggr che ruggì fragorosamente poi prese il volo e si diresse, a giudicare dalla direzione che aveva preso, verso villa Mondragone. Rimasero a guardare la viverna volare via senza dire una parola. Nidhoggr era tornato.
 
-Maledizione.- Imprecò, seduta sul letto di un appartamento che aveva affittato. Era tornato, riusciva sentire chiaramente la sua presenza. Quanto tempo ci sarebbe voluto prima che la trovasse? Un mese? Una settimana? Già immaginava I modi crudeli e sadici in cui avrebbe potuto ucciderla. Venne riscossa dai suoi pensieri quando improvvisamente sentì un’altra presenza familiare, era molto vicina. Si alzò e uscì fuori, seguendo la presenza si ritrovò in vicolo stretto tra due palazzi e la vide, era accasciata a terra in un angolo. Una specie di sostanza simile a catrame le imbrattava il braccio destro, la sostanza ricopriva anche l’oggetto ancora stretto in mano. Capì subito che quella sostanza era sangue rappreso e non ci voleva certo un genio a capire di chi era.
La osservò per alcuni secondi e in un moto di rancore pensò di lasciarla lì ma poi si fermò un attimo a riflettere, non ci avrebbe guadagnato nulla a lasciarla morire, anzi…
Sospirò e si avvicinò alla draconiana svenuta, la sollevò e ritornò all’appartamento.



Angolo dell'autore: E questo è il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto. A presto.
flyman 
 
 

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Capitolo 4
*** Separati ***


-Come sarebbe dire non lo so?!-
-Non ho idea di dove sia finita, un attimo prima era entrata nel tempio poi quello è esploso e Nidhoggr ne uscito fuori ma di Sofia nemmeno l'ombra. Neanche lui sembrava sapere dove fosse.- Lidja chinò la testa sconsolata dopo aver risposto a Fabio, quest’ultimo Imprecò, frustrato.
Si trovavano ancora nel giardino della villa, il sottomarino era rovesciato su un fianco. Lidja si girò verso Schlafen.
-Cosa dovremo fare professore?- Lui alzò lo sguardo, era appoggiato al sottomarino, scosso dalla notizia che Lidja aveva riferito.
-Io… non ne ho idea. Con Sofia scomparsa, il frutto distrutto e i frammenti spariti chi sa dove, non so proprio cosa dovremo fare.- Rispose sconsolato. Questo gettò un ombra di sconforto sui draconiani, il professore era sempre stato una guida per loro e vederlo in quello stato era un duro colpo per tutti.
-Qualcosa dobbiamo fare, non possiamo rimanere così con le mani in mano, significherebbe fare un favore Nidhoggr. Dobbiamo trovare un modo per capire dove sia finita Sofia, poi cercheremo anche i frammenti del frutto.- Disse Fabio, cercando di tirare sul il morale ai compagni.
-Si ma anche se troviamo i frammenti pensi che potremo ricomporre il frutto? E poi, mi dispiace dirlo ma non sappiamo neanche se Sofia è viva.- Disse Chloe. Lidja le diede ragione.
-Mi duole ammetterlo, ma è una possibilità che non possiamo escludere.- Fabio strinse i denti, si rifiutava di credere che Sofia fosse morta così. Karl intervenne.
-Forse potremmo verificare se Sofia è ancora viva con il draconoscopio. Però dovremo trovare un modo per potenziare i suo raggio d’azione, per adesso potrebbe coprire a mala pena l’area di Roma.-
-Allora troviamo questo modo.- Rispose Fabio.
Deciso il da farsi, Lidja, mentre gli altri rientravano in casa, rimise il sottomarino in acqua, poi il professore pensò a riportarlo dentro il dangeon.
 
Sofia apri gli occhi lentamente, si sentiva molto stanca nonostante si fosse appena svegliata. Si alzò, mettendosi seduta e si guardò intorno. Si trovava in un piccolo appartamento, in un angolo c’era una piccola cucina con un tavolo poco distante mentre dalla parte opposta una televisione con una poltrona davanti. La TV era accesa e i canali continuavano a cambiare, segno che qualcuno era seduto sulla poltrona ma dalla posizione in cui era non riusciva a vederlo.
-Ehi…- Disse, cercando di attirare l’attenzione della persona. La televisione si spense e la diretta interessata si alzò.
-Era ora che ti svegliassi, ormai sono passate tre ore da quando ti ho trovata.- Sofia trasalì appena vide in faccia la donna.
-N-Nida?-
-Ciao Sofia, come te la passi?- Chiese la viverna come se si stesse rivolgendo ad una cara amica che non vedeva da tempo, cosa che infastidì Sofia. Nida si diresse verso la cucina, apri la credenza e ne tirò fuori due sacchetti di patatine poi si avvicinò alla ragazza e ne appoggiò uno accanto a lei, sul letto poi tornò indietro e si sedette sul tavolo.
Sofia non poté nascondere la sorpresa per quel gesto.
-Beh? Non hai fame?- Le chiese ma non seppe come rispondere, ancora incredula.
-Oh giusto. Immagino ti aspettassi che ti saltassi alla gola vero? Non credi che lo avrei già fatto se lo avessi voluto? Dai mangia prima che cambi idea e me le prenda io.- Disse Nida aprendo il suo sacchetto e iniziando a mangiare. Sofia, continuando a guardarla con uno sguardo a metà tra l’incredulo e il sospettoso, prese lentamente le patatine e le aprì.
-Perché mi hai aiutata?- Chiese iniziando a mangiare.
-Semplicemente non ci avrei guadagnato niente ad ucciderti.-
-No mi sembra che tu ti sia fatta molti problemi nel cercare di uccidere Fabio qualche mese fa.- Ribattè Sofia guardandola con astio.
-Ero accecata dalla rabbia, è pur sempre stato lui ad uccidere Ratatoskr.-
-Si è pentito di averlo fatto.-
-Questo di certo non lo riporterà in vita.- Sofia non seppe come rispondere.
-Comunque.- Disse Nida finendo le patatine e scendendo dal tavolo. -Credo che questo…- Cominciò mentre cercava in un cassetto. -…Sia tuo.- Dopo aver preso ciò che cercava si diresse verso il letto e lo porse alla ragazza. -Anche se non credo che possa più essere utile.- Sofia riuscì a sentire una nota di scherno nel tono di voce. Guardò l’oggetto con attenzione, una sostanza che le ricordava il catrame lo ricopriva completamente. Sembrava un frammento di qualcosa.
-Ancora non hai capito cos’è? Eppure dovresti aver provato a recuperarlo se sei qui.- Sofia continuò a guardarlo per qualche secondo poi ricordò e il terrore prese il sopravvento.
-Oh no… No no no no no no…- Continuò a ripetere, lasciando il frammento e prendendosi la testa tra le mani.
-Vedo che hai capito. Nidhoggr è libero.- Disse Nida, poi sospirò e con tono sarcastico disse. -Ormai abbiamo i giorni contati, è stato un piacere conoscerti.- Si fece un attimo più seria. -Spero solo che non avere una morte troppo dolorosa.-
-È colpa mia.- Sussurrò Sofia, sconsolata. Anche con la voce così bassa Nida la sentì comunque. L’emanazione di Nidhoggr si girò di scatto verso di lei.
-Come hai detto?-
-È colpa mia se Nidhoggr è libero. Mi sono lasciata sfuggire Ofnir col frutto e quando ho tentato di fermarlo non ci sono riuscita, sono solo stata capace di farmi spedire chi sa dove.- Affermò la rossa. Quelle parole fecero arrabbiare Nida.
-Bene, perfetto! Complimenti inetta! Grazie a te Nidhoggr è libero di fare quello che gli pare!-
Per Sofia sentire quelle parole fu come essere investita da un’auto. Nida aveva ragione, era un'inetta. Probabilmente sarebbero già riusciti ad evocare Draconia se non fosse stato per la sua incapacità. Sentì le lacrime iniziare a scendere e nonostante i suoi sforzi alcune le sfuggirono.
Nida si pentì di aver detto quelle parole appena vide le lacrime questo le diede parecchio fastidio, lei che si penti a di aver insultato qualcuno? Si allontanò un attimo e tornò con un pacchetto di fazzoletti.
-Tieni, asciugati quelle lacrime.- Disse senza guardarla. Si sentiva un po' di disagio a comportarsi così. Sofia prese il pacchetto e Nida si allontanò.
-Adesso torna a dormire che è notte fonda. Almeno eviti di fare altri danni.- Concluse.
-Nida.- La viverna si girò verso la ragazza che intanto si stava sdraiando. -Grazie per avermi aiutata.-
Nida fu sorpresa da quelle parole e per un attimo non seppe cosa rispondere.
-Di niente.-
 
Una risata maligna echeggiò per la stanza in rovina. Nidhoggr e Ofnir si trovavano nella parte abbandonata di Villa Mondragone, alle loro spalle una schiera di assoggettati e altre creature metalliche.
-Mio Signore, se posso chiedere, perché ci stiamo nascondendo? Non sarebbe più facile lanciare un incantesimo per assoggettare tutti gli umani?- Nidhoggr si prese alcuni secondi per rispondere.
-Si sarebbe più facile… Troppo facile. Per adesso voglio dare una speranza a i nostri nemici…- La sua espressione si contorse in un ghigno sadico che mise in mostra i denti affilatissimi. -…prima di distruggerla proprio davanti a loro, voglio vedere nient’altro che disperazione nei loro occhi.- Ridacchiò. -Il peso opprimente del loro misero fallimento sarà l’ultimo pensiero che avranno prima di morire.- La viverna scoppiò in una risata folle. Ofnir sorrise alla crudeltà del suo padrone.
-Comunque, c’è un piccolo conto in sospeso di cui vorrei che ti occupassi.- Continuò Nidhoggr
-Ditemi cosa devo fare mio Signore.- L’altra rispose con una sola parola.
-Nidafjoll.- Un’espressione di disgusto si diffuse sul volto del servitore.
-Trovala è portamela, viva o morta non ha importanza. Quella sporca traditrice ha commesso l’errore più grande della sua vita.-
 
La mattina dopo.
-Maledizione Karl, quanto ti ci vuole per potenziare quel coso?-
-Il tempo necessario, sto cercando di capire come posso fare!-
-Beh datti una mossa!-
-Smettila di mettermi fretta Fabio! Capisco che sei preoccupato per Sofia, lo sono anch’io. Ma se continui a starmi addosso così mi rallenti e basta.- Fabio strinse i denti e cercò di calmarsi. Ogni minuto che passava era sempre più nervoso, non sapere neanche se Sofia fosse viva o meno era una situazione insostenibile. Georg aveva detto che quando il frutto era stato infranto i frammenti erano stati trasportati in altri luoghi, probabilmente Sofia era stata coinvolta e quindi c’erano buone probabilità che fosse ancora viva. Questo aveva tranquillizzato almeno un pò i draconiani, tranne Fabio, voleva avere la certezza che non fosse morta.
Chiese scusa a Karl, uscì dal suo piccolo laboratorio nel dangeon e ritornò al piano di sopra. Si sedette sul divano del salotto, sbuffando.
-Posso dirti una cosa?- Fabio si girò verso la fonte della voce e trovò Lidja.
-Che vuoi?- Chiese con tono brusco.
-Certo che sei proprio incoerente lo sai?- Lui sembrò irritarsi per quell’affermazione.
-Io incoerente? E riguardo a cosa?- Chiese, non capendo a cosa si riferisse.
-Riguardo a Sofia. Prima dici che non vuoi più avere a che fare con lei all’infuori della missione mentre adesso sei talmente preoccupato da essere diventato intrattabile.- 
-E come fai a sapere…-
-Sofia è la mia migliore amica, siamo quasi come sorelle. Credi che non me le racconti certe cose?- Fabio, dopo un attimo di sorpresa, riassunse la sua solita espressione infastidita e disse.
-La mia preoccupazione è dovuta solo alla missione e a nient’altro.-
-Stai cercando di convincere me oppure te stesso?- Fabio non rispose. -Ammettilo, allontanarla ti ha fatto più male che bene.-
Sempre senza rispondere, Fabio si alzò e si diresse in un’altra stanza.
Lidja lo guardò. -Smettila di ignorare i tuoi sentimenti Fabio.- Dopo quelle parole ritornò in camera sua, sperando che Fabio abbia compreso quello che gli voleva dire.
 
 Sofia si sedette al tavolo mentre osservava Nida preparare la colazione.
-Che hai da fissare?- Chiese l’emanazione di Nidhoggr e Sofia arrossì.
-Niente è che…-
-Strano vedermi che mi comporto come una normale umana vero?- Domandò, capendo a cosa si riferisse l'altra mentre si sedeva al tavolo con due tazze di latte e dei biscotti. -Beh che ti aspettavi? Dopo aver tradito Nidhoggr mi sono ritrovata con parecchio tempo libero a disposizione.- Spiegò Nidafjoll con il solito sorrisetto sarcastico.
-Immagino.- Rispose Sofia, ma sembrava distratta. Nida se ne accorse.
-Che hai?- La ragazza parve tornare in se.
-È che mi sembra strano.-
-Cosa ti sembra strano?-
-Questa situazione: fino a qualche mese fa ci siamo fatte la guerra e ora siamo sedute a fare colazione allo stesso tavolo e chiacchieriamo come se fossimo amiche. Non è mi dispiaccia ma mi ci devo ancora abituare.- La viverna ridacchiò dopo aver sentito le parole dell’altra.
-In effetti hai ragione, ma che ci vuoi fare? La vita è piena di sorprese.-
-È vero.- Rispose Sofia, sorridendo. Gettò uno sguardo al frammento del frutto, che si trovava proprio vicino a loro. Nida lo aveva ripulito dal sangue di Nidhoggr. Aveva l’aspetto di un pezzo di granito verde.
-Sei proprio sicura che non abbia più alcun potere?-
-Guarda tu stessa.- Nida allungò la mano verso il frammento e lo prese. Non successe niente, la bionda poteva tenerlo in mano senza problemi.
-Immagino che abbiamo perso quindi.- Constatò, triste. Sofia alzò la mano e afferrò il frutto, come se potesse ridargli il suo potere toccandolo… e proprio quello accadde. Nel momento in cui la sua mano toccò la superficie del frammento esso si illuminò della stessa luce verde che lo caratterizzava quando ancora era integro. Qualche istante dopo si sentì un sibilo, come se della carne venisse bruciata e Nida ritirò la sua mano dal frutto con un verso di dolore. Le due rimase a bocca aperta. Sofia lo rimise sul tavolo e si spense appena ebbe tolto la mano.
-Ehm… Ok mi rimangio quello che ho detto.- Disse Nida tenendosi la mano, ancora dolorante.
-Sembra che reagisca alla mia presenza.- Affermò Sofia poi sorrise. -Nidhoggr non ha ancora vinto.-
-Frena un attimo, ti ricordo che il frutto vi serve integro e non credo che tu sappia dove sono gli altri pezzi.- L’affermazione di Nida, sempre accompagnata da quella nota di sarcasmo, fece perdere il sorriso a Sofia ma non si perse d’animo.
-Un modo lo troveremo, io non ho intenzione di arrendermi. E sicuramente neanche i miei amici ne hanno.-Disse con convinzione.
-Va bene eroina, allora facciamo i bagagli e domani partiamo.- Con quelle parole Nida si alzò dal tavolo per rimettere a posto le tazze ormai vuote.
-Come domani? Non posso perdere tempo così, chi sa cosa potrebbe fare Nidhoggr nel frattempo!-
-Sei stata trasportata dal lago di Albano fino a qui, a Napoli, e sei stata a contatto con il suo sangue per parecchio tempo. Tutto questo ti ha indebolita, sei stata a malapena capace di alzarti dal letto e fare due passi verso il tavolo.- Spiegò Nidafjoll, un sorrisetto di scherno stampato in faccia.
-No io sto bene.- Sofia tentò di alzarsi per dimostrarle che si era ripresa ma le gambe cedettero quasi subito e la ragazza si ritrovò in ginocchio, incapace di rimanere in piedi. Nida rise nel vederla tentare di rialzarsi.
-Oh si, lo vedo come stai bene.- La prese in giro mentre la aiutava ad alzarsi e a ritornare a letto.
-Oggi stai a riposo.-
-Va bene.- Rispose Sofia, sistemandosi sotto le coperte. A quanto pare oggi non sarebbe andata da nessuna parte.
 
I draconiani si sedettero a tavola mentre Gillian serviva loro I piatti, aiutata da Chloe e Thomas.
Rimase per alcuni minuti a mangiare in silenzio, poi il professore prese la parola.
-Allora Karl, hai trovato un modo per potenziare il draconoscopio?-
-Penso che l’unico modo sia collegarlo a qualcosa di abbastanza potente da coprire tutto il territorio Italiano, non credo ci sia altro modo. Un’antenna satellitare per esempio.- Spiegò tra un boccone e l’altro.
-Fantastic!- Esclamò Ewan. -Quindi cosa aspettiamo a cercare Sofia?-
-Il problema è che non abbiamo un’antenna del genere.- Rispose Lidja e Fabio le dette ragione.
-Già, non siamo mica un’emittente televisiva.- Disse, sarcastico. Rimasero di nuovo in silenzio per alcuni secondi. Karl si fermò un attimo a riflettere poi gli venne in mente un’idea che avrebbe potuto funzionare.
-Certo, non siamo un’emittente…- Gli altri si girarono verso di lui. Sorrise. -Ma ce ne sono molte proprio qui a Roma.- Anche gli altri sembrarono capire, forse le cose iniziavano a girare per il verso giusto. 



 

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Capitolo 5
*** Sofia e Nida ***


Karl sorrise mentre pronunciava quelle parole.
-Potremo usare le antenne televisive per potenziare il draconoscopio.- Affermò soddisfatto della sua intuizione.
-Potrebbe funzionare.- Disse il professore. Fabio intervenne.
-Si ma non possiamo certo andare la con quel coso e dire “salve, vi dispiace se colleghiamo questo aggeggio alle vostre antenne per cercare una nostra amica?”-
Le parole di Fabio non sembrano far vacillare la sicurezza di Karl.
-Basterà salire sul tetto dell’edificio, collegarlo direttamente all'antenna e il gioco è fatto.- Gli altri annuirono poi il professore parlò.
-Perfetto, hai avuto un’ottima idea Karl. Qualcuno dovrà venire con te per aiutarti.- Fece appena in tempo a pronunciare quelle parole che Fabio si propose.
-Andrò io.- Disse, guardandolo dritto negli occhi. Il professore lo guardò, il ragazzo voleva assolutamente sapere in che condizioni fosse Sofia, la sua preoccupazione per la ragazza gli si leggeva in faccia e ogni minuto che passava era sempre più evidente. Sapendo questo non poté fare altro se non acconsentire.
-Certo, allora è deciso. Per agire sarà meglio aspettare la notte, avrete meno probabilità di essere visti. Dovrete comunque stare attenti. Potrebbe esserci qualche guardia notturna.- I due annuirono. Passarono il resto del pranzo in silenzio. Finito di mangiare Karl tornò nel suo laboratorio per organizzare l’attrezzatura che gli sarebbe servita quella sera, il professore si ritirò nel suo studio, Gillian e Chloe rimasero in cucina e aiutarono Thomas a rimetterla a posto mentre Fabio, non sapendo che fare, si sedette sul divano in salotto a leggere un libro. Lidja decise di uscire fuori a prendere una boccata d’aria, sempre rimanendo nei confini della barriera. Si ritrovò a pensare a Sofia. Era preoccupata per la sua amica. Era certa che fosse ancora viva, se lo sentiva, ma non poteva fare a meno di chiedersi se stesse bene.
-Ehi, tutto a posto?- Si girò sentendo una voce chiamarla, si trovò davanti Ewan.
-Si, è tutto a posto, grazie?- Rispose lei, sorridendo.
-Che ci fai qui fuori?- Chiese avvicinandosi.
-Niente, volevo solo prendere una boccata d’aria.- Lidja girò la testa dalla parte opposta. Quando il ragazzo si era avvicinato era arrossita. La cotta che si era presa per lui non era passata, anzi, dopo il periodo passato insieme a nascondersi a St Margaret’s Chapel, per proteggerlo dal Nidhoggr, era peggiorata.
-Sei preoccupata per Sofia vero?-
-Si, molto.-
-Sono sicuro che sta bene, anzi, scommetto che già si sta muovendo per tornare.- Lidja sorrise, rincuorata dalle parole del ragazzo.
-Grazie, mi hai proprio tirato su il morale.- Ewan ricambiò il sorriso e a quel punto disse. -Lo sai che hai proprio un bel sorriso?- Lidja rimase spiazzata mentre il viso diventava più rosso dei capelli di Sofia.
-Ehm… G-grazie…- Balbettò, distogliendo lo sguardo imbarazzata. Il ragazzo le si avvicinò, le mise una mano sotto il mento e le sollevò il viso, in modo che potessero guardarsi negli occhi. Un'istante dopo le loro labbra si toccarono. Lidja, dopo un breve momento di incredulità, rispose al bacio di Ewan. Rimasero lì per alcuni secondi quando la porta si aprì improvvisamente. I due si staccarono immediatamente, la draconiana di Rastaban, se possibile, divenne ancora più rossa di prima mentre Gillian e Chloe si affacciavano dalla porta. Anche Ewan sembrava imbarazzato. La donna sembrava voler dire una cosa ma sia lei che la figlia si bloccarono. Chloe divenne rossa come un pomodoro e girò lo sguardo da un’altra parte, Gillian ridacchiò imbarazzata poi chiuse la porta mormorando uno “Scusate” appena udibile.
Ewan tornò a respirare appena la madre ebbe chiuso la porta, poi guardò Lidja. Era rimasta lì, immobile come una statua.
-Ehi Lid.- La chiamò sventolandole una mano davanti al viso. La ragazza sembrò tornare alla realtà, si portò le mani sulle guance, come per coprire il rossore.
-Accidenti, che figura.- Mormorò. -Beccati proprio da tua madre e tua sorella.-
-Ehi ehi, clam down. Non è niente di grave. Non abbiamo mica ucciso qualcuno.- Disse il ragazzo, cercando di calmarla. Lidja prese un profondo respiro, cercando di rallentare il cuore che le batteva nel petto come un tamburo.
-Hai ragione ma è comunque imbarazzante.-
-Allora.- Cominciò lui. -Vorresti continuare?- Chiese. Lidja lo guardò e sorrise, gli mise le braccia intorno al collo e disse. -Certo.- Entrambi ripresero da dove Gillian e Chloe li avevano interrotti. Lidja non poteva che essere grata al ragazzo che la aiutava a distrarsi dalla sua preoccupazione per Sofia.
 
Sofia si stiracchiò, alzandosi dal letto. Dopo un’intera giornata passata a letto era finalmente tornata in forze. Guardò Nida, si trovava sul balcone, appoggiata alla ringhiera ad osservare i palazzi intorno e le strade, che quella sera erano deserte. L’appartamento si trovava nella periferia di Napoli, quasi fuori dalla città, in lontananza si vedeva il Vesuvio. Volendo prendere una boccata d’aria uscì anche lei. Nida se ne accorse.
-Non dovresti riposare tu?- Chiese senza girarsi. Sofia non poté fare a meno di notare che la nota di sarcasmo sempre presente nella voce della bionda ora non c’era.
-Adesso mi sento meglio.- Rispose.  -Tu piuttosto, mi sembri… un pò giù di morale.- Nida si girò leggermente verso di lei e, vedendola meglio, Sofia poteva giurare che avesse gli occhi lucidi. Questo la sorprese.
-Stavo solo pensando.- Rispose la viverna.
-Posso sapere a cosa?- A quella domanda Nida si fece un pò diffidente.
-E a te cosa importa?- Sofia arrossì e distolse lo sguardo, imbarazzata.
-Ero solo curiosa.- Rispose. L’emanazione di Nidhoggr la guardò per alcuni secondi poi tornò con lo sguardo verso la città.
-Pensavo che in fin dei conti non siete tanto stupidi voi umani. Com’è che dite? Non ti accorgi di quello che hai finché non lo perdi. Giusto?- Sofia la guardò con aria interrogativa, non capendo cosa intendesse dire. Fece una breve pausa poi riprese a parlare. -Quando Ratatoskr morì fu come se una parte di me se ne fosse andata con lui, e non perché siamo entrambi parte dello stesso essere. Prima non facevamo altro che discutere e litigare, cercavamo di screditarci a vicenda agli occhi di Nidhoggr. Poi quando è morto ho realizzato cosa avevo perso. Escluso nostro padre, che era ancora confinato, Ratatoskr era l’unico mio simile ancora in vita, l’unico che potesse capirmi e con cui potessi condividere il peso della missione che ci era stata affidata.- Sorrise malinconica, un sorriso appena accennato. -Non hai idea di quanto mi prenderebbe in giro se potesse sentirmi adesso.- Nida si girò verso Sofia. -Non ti chiederò perdono, ma almeno capisci perché ho tentato di vendicarlo?- Sofia annuì ma la sua espressione sorpresa attirò l’attenzione della viverna che solo in quel momento sentì le guance bagnate e capì che stava piangendo.
-Accidenti!- Imprecò mentre si affrettava ad asciugare le lacrime. Quando ebbe finito sospirò. -Penserai che sono ridicola vero? Un’emanazione terrena del grande e potente Nidhoggr che piange come una…- Nida non poté finire la frase perché Sofia si era avvicinata a lei e la stava abbracciando. Rimase per alcuni secondi ferma come una statua, un’espressione a dir poco sorpresa stampata in faccia.
-C-che stai facendo?! Staccati, non voglio essere compatita!- Disse, ancora sorpresa dal gesto della ragazza.
-La mia non è compassione e non penso tu sia ridicola. È che noi umani di solito facciamo così quando vogliamo confortare qualcuno.-
-Beh io non ho bisogno di essere confortata.- Nonostante quelle parole Nida sentiva gli occhi bruciare per le lacrime che cercavano di uscire.
-Ti sbagli, tutti abbiamo bisogno di essere confortati ogni tanto. Se senti il bisogno di piangere fallo, ti sentirai meglio dopo.- Nida non ce la fece più, dopo un ultimo tentativo di fermare le lacrime, queste presero a scendere copiose, rigandole il viso. Strinse forte la ragazza, come fosse un salvagente in mezzo ad un mare in tempesta. Tutto il dolore che aveva ostinatamente tenuto dentro di se dalla morte del suo compagno fino a quel momento aveva finalmente rotto, come un fiume in piena, gli argini nei quali lo aveva confinato.
Era una scena surreale per entrambe, erano state nemiche per quasi due anni e ora si ritrovavano abbracciate mentre una di loro piangeva come una fontana. Rimasero lì per alcuni minuti poi, quando le lacrime si furono finalmente fermate, si staccarono.
-Hai ragione.- Disse, asciugandosi le lacrime rimanenti. -Mi sento meglio.- Si sentiva leggera, come se si fosse appena liberata di un peso enorme.
Sofia sorrise. Nida la guardò è in quel momento si rese conto di una cosa che la lasciò interdetta: guardandola non vedeva più quella ragazzina fastidiosa che le aveva messo i bastoni tra le ruote per molto tempo, adesso vedeva qualcos’altro, qualcosa che non credeva possibile. Si stava davvero affezionando a questa ragazza? Quel pensiero la spaventò leggermente, fin dai suoi primi istanti di vita le uniche emozioni che era stata capace di provare erano rabbia e odio, trasmessi direttamente da Nidhoggr. Per questo non sapeva come comportarsi ora che aveva a che fare con queste emozioni, completamente nuove per lei, che adesso Sofia le suscitava.
Si allontanò dalla ragazza e si appoggiò di nuovo alla ringhiera, doveva riflettere.
-Adesso vai a dormire, si sta facendo tardi…- Esitò un attimo. -Grazie.- Disse in fine.
-Tu non devi dormire?-
-Non preoccuparti, mi bastano poche ore di sonno e posso rimanere sveglia per giorni. Non è un problema se questa notte non dormo.-
-Ok, buonanotte allora.- Disse la ragazza ritornando dentro.
-Buonanotte.-
Di nuovo sola, la viverna ritornò alle sue riflessioni ma a sua insaputa anche Sofia aveva pensieri simili per la testa. Se qualche giorno fa qualcuno le avesse detto che avrebbe fatto amicizia con Nida lo avrebbe preso per pazzo e invece eccola li, a consolare l’emanazione di Nidhoggr come se fosse una sua amica. Fino a poco tempo fa credeva che Nidafjoll fosse un essere quasi privo di emozioni ma si è dovuta ricredere, già ai tempi di Edimburgo, quando li aveva cercati per chiedere loro protezione, le erano sorti dei dubbi. Ma adesso ne era certa, Nida può provare emozioni proprio come chiunque altro. Era strano, ma era certa che stesse cominciando a considerarla come un’amica. Questo la portava a farsi una domanda: I suoi compagni l’avrebbero accettata? È pur sempre stata una loro nemica e ha commesso atti veramente terribili, ma adesso che la vedeva sotto un’altra luce non se la sentiva di abbandonarla. Conoscendo Nidhoggr non avrebbe tardato a cercarla e una volta trovata non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderla. Doveva fare in modo che gli altri la accettassero. Sarà difficile, molto difficile, ma ci deve riuscire. Guardò un attimo la piccola borsa appoggiata sul tavolo, dentro di essa c’era il frammento del frutto. Sperava con tutto il cuore che riuscissero a trovare le altre parti e che potessero riattaccarle, altrimenti significava che la vittoria era già di Nidhoggr.
Sofia scosse la testa, scacciando quel pensiero. Si diresse verso il letto e si sedette su di esso ma prima che potesse sdraiarsi un rumore attirò la sua attenzione. Qualcosa aveva colpito forte la porta. Anche Nida doveva aver sentito quel rumore, perché rientrò quasi subito. Il battere sulla porta continuava, sempre più forte e questa tremava sotto i colpi. Le due si misero in posizione di combattimento, pronte a reagire. La porta venne sfondata e davanti a loro apparve un uomo, aveva gli inconfondibili occhi rossi, due teste di serpe metalliche al posto delle mani e un paio di ali dello stesso materiale sulla schiena: un assoggettato. Questo si buttò immediatamente su Sofia che si scansò per evitare l’attacco. Intanto dalla porta entrarono altri assoggettati che aggredirono le due ragazze, ne entrarono altri anche dalla finestra. Nida e Sofia si difesero. La Draconiana evocò gli artigli e rispose agli attacchi stando attenta a non ferirli troppo, erano pur sempre persone innocenti.
-Sofia, questi continuano ad arrivare, dobbiamo andarcene.- La disse Nida dopo che ebbe recuperato la borsa con il frutto, alcuni assoggettati approfittano di quella distrazione e la attaccarono alle spalle. Sofia se ne accorse.
-Nida abbassati!- Esclamò mentre generava una liana robusta dalla mano e caricava il colpo. L’altra capì al volo le intenzioni della ragazza e fece come le aveva detto. La liana le passò a pochi centimetri dalla testa mentre frustava i bersagli, scagliandoli via.
-Grazie.- Le disse prima di cambiare espressione. -Attenta!- Troppo tardi. Adesso era la sua distrazione quella di cui avevano approfittato. La lama di un assoggettato le trafiletto l’ala sinistra, che aveva già evocato per darsi alla fuga, facendola urlare di dolore. La lama proseguì è le trapassò anche la spalla riaprendo la ferita che le aveva inferto Ofnir. Si inginocchiò a terra tenendosi la spalla dolorante mentre l’ala le si afflosciava lungo la schiena. L’aggressore si preparò a colpire ancora ma Nida accorse in soccorso di Sofia, colpendolo e mandandolo contro il muro.
-Ehi tutto a posto?- Chiese la bionda, aiutandola a rialzarsi.
-Più o meno.- Rispose l’altra mentre ritirava le ali, ormai inutili. Un po' del dolore se ne andò con l’ala ma rimaneva comunque la spalla. Si guardarono intorno erano circondate e l’unica via di fuga era la finestra. Non sarebbe stato facile aprirsi un varco tra gli assoggettati con Sofia fuori uso, ma proprio in quel momento essi smisero di muoversi.
-Ma tu guarda che fortuna, due piccioni con una fava: la Draconiana di Thuban e la traditrice.- Tra gli assoggettati si fece strada un uomo che Sofia riconobbe subito: Ofnir. Ma era cambiato, indossava un'armatura fatta di un metallo scuro e aveva due ali da viverna che gli spuntavano dalla schiena. In più teneva in mano un tridente nero.
-Ofnir, che cosa ti è successo?- Chiese Sofia, ma fu Nida a rispondere alla sua domanda.
-Non posso crederci, io che sono carne della sua carne non ho ricevuto altro che rimproveri e punizioni da Lui e tu che sei un misero, stupido umano ha osato donare il suo sangue…- La viverna strinse i denti. -Che miserabile.-
-Come osi parlare di Lui così? L’unica miserabile qui sei tu, traditrice! E comunque che ti aspettavi, sei solo un’inetta che non saputo fare il suo lavoro, mentre io non ho mai deluso il mio Signore.- Rispose guardandola con superbia, poi ghignò. -Al contrario di te e di quell’altro incapace che si è pure fatto ammazzare come un’idiota.- Nida sentì la rabbia invaderla.
-Non osare parlare di Ratatoskr in quel modo!!!- Urlò infuriata, stava per saltargli addosso ma Sofia la fermò appena in tempo.
-Non farlo, ti sta provocando.- La bionda parve calmarsi almeno un pò.
-Va bene, basta chiacchierare. Adesso ti ammazzato poi porto la ragazzina da Nidhoggr. Già immagino quanto sarà contento quando finalmente gli avrò portato Thuban e la testa della stupida che ha osato votargli le spalle.- Affermò Ofnir puntando il tridente verso le due. Nida sogghigno. -Mi dispiace tanto ma ho altri impegni sta sera.- Disse con finto tono dispiaciuto. Alzò la mano e quando la riabbassò, un anello di fiamme nere si espanse intorno alle due, andando a formare una protezione. Ofnir indietreggiò, così come gli assoggettati, portandosi d’istinto la mano davanti al volto per proteggerlo.
-Pensi di tenermi fuori a lungo?- Chiese preparandosi a colpire. Ma Nida si era già preparata, si era sistemata Sofia sulle spalle, insieme alla borsa con il frammento, quindi aprì un varco tra le fiamme e si fiondò verso la finestra.
-Reggiti forte!- Disse alla ragazza mentre saltava dal balcone, fortunatamente in strada non c’era nessuno. Le ali esplosero dalla schiena e le braccia si fusero ad esse, il corpo assunse una forma serpentina mentre il volto si trasformava nel muso di un rettile e le gambe in zampe possenti e muscolose, infine la pelle si ricoprì di squame nere. Forzò al massimo le ali e si diresse fuori città mentre un Ofnir furibondo e gli assoggettati si gettavano inutilmente all’inseguimento.
 
Due figure alte volarono veloci e silenziose verso l’edificio. Sul tetto si trovava una struttura simile ad una torre di vedetta, circondata da varie antenne. Karl e Fabio atterrarono silenziosamente sul tetto.
-Ok, via libera.- Disse Fabio al compagno, salirono le scale della torre fino a trovarsi davanti alla porta. Aprirono con cautela e fortunatamente non trovarono nessuna guardia, probabilmente erano di ronda da un’altra parte dell’edificio. Karl sorrise mentre appoggiava a terra il draconoscopio e lo zaino con la sua attrezzatura.
-Perfetto, intanto che collego il draconoscopio alle antenne tu controlla che non arrivi nessuno.- Ordinò tirando fuori dei cavi e un portatile dallo zaino e iniziando a attaccarli alla console che dava accesso alle antenne.
-D’accordo ma sbrigati.- Fu la risposta di Fabio che sporse la testa oltre la porta per controllare la situazione.
Dopo alcuni minuti Karl finì il suo lavoro.
-Finito. Adesso dobbiamo solo accenderlo.- Karl premette il pulsante di accensione e lo schermo del portatile si accese, avviò un programma che mostrava una specie di mappa dell’Italia, anche se in realtà era solo una sagoma. Fabio chiuse la porta e si avvicinò per vedere. Il Draconiano di Aldibah azionò il draconoscopio. Sullo schermo del portatile, in corrispondenza della posizione di Roma, si accese due luci, una azzurra e una dorata. Subito dopo, poco distante se ne accesero altre tre, due viola e una rosa.
“Ti prego. Fa che sia viva.” Si ritrovò a pensare Fabio, fissando lo schermo. Passarono alcuni secondi che sembrarono durare un’eternità, poi un’altra luce, più a sud rispetto alle altre e di colore verde, si accese. Fabio tirò un sospiro di sollievo. Tutta la tensione accumulata dalla sera prima si sciolse.
-Si!- Esclamò Karl. -Sofia è viva. Dobbiamo informare gli altri.- Affermò spegnendo i suoi strumenti e staccando i cavi con coi aveva collegato tutto. Rimise tutto nello zaino e, insieme a Fabio, corse fuori ed entrambi spiccarono il volo dirigendosi a tutta velocità verso casa per riferire la buona notizia.
 




Angolo dell'autore: E anche questo capitolo è finito, spero che vi stia piacendo il rapporto che sto crendo tra Nida e Sofia. A presto.
flyman

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