Il signore delle spade - La compagnia di Erendryl

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo dello stregone ***
Capitolo 2: *** Una guerra infinita ***
Capitolo 3: *** L'attacco ***
Capitolo 4: *** L'addestramento ***
Capitolo 5: *** Partenza per Airda ***
Capitolo 6: *** Il ricordo di Fanvor ***
Capitolo 7: *** Il consiglio di Erendryl ***
Capitolo 8: *** La spada elfica ***
Capitolo 9: *** La leggenda delle cinque spade di Airda ***
Capitolo 10: *** La ninfa misteriosa ***
Capitolo 11: *** La compagnia ***
Capitolo 12: *** I cavalieri della morte minacciano Erendryl ***
Capitolo 13: *** Misteri e stranezze ad Adimir ***
Capitolo 14: *** Un nuovo nemico ***
Capitolo 15: *** il cambiamento di Dunvor ***
Capitolo 16: *** La tomba di Inri ***
Capitolo 17: *** Gli akromirti ***
Capitolo 18: *** La prova di Erin ***
Capitolo 19: *** Magia nuova contro magia antica ***
Capitolo 20: *** Il drago di Arnor ***
Capitolo 21: *** La sfida ***
Capitolo 22: *** Il piano ***
Capitolo 23: *** Una nuova minaccia incombe su Havrom ***
Capitolo 24: *** La compagnia si divide ***
Capitolo 25: *** Sulle rive di Erendryl ***
Capitolo 26: *** I Rughinim ***
Capitolo 27: *** L'assalto dei Rughinim ***
Capitolo 28: *** La città di marmo ***
Capitolo 29: *** Il nemico alle porte ***
Capitolo 30: *** La spada di Havrom ***
Capitolo 31: *** I Malvasiri ***
Capitolo 32: *** Un popolo sopravvissuto ***
Capitolo 33: *** I Manticori e la conquista della spada dei nani ***
Capitolo 34: *** Un popolo sterminato ***
Capitolo 35: *** Uniti contro il nemico ***
Capitolo 36: *** Epilogo di una storia raccontata per generazioni ***



Capitolo 1
*** L'arrivo dello stregone ***


Era una giornata calda e soleggiata nell’Isola di Adimir.
Le creature che la popolavano erano fuori da qualsiasi mondo conosciuto.
La disgraziata Terra di Airda non aveva fatto altro che portare dolore e distruzione al loro popolo.
I figli dei contadini che abitavano su quell’isola vivevano in completa felicità.
Di giorno andavano a lavorare nei campi con le loro rispettive famiglie.
Nel pomeriggio avevano alcune ore di libertà.
Ma quando calava la sera, essi dovevano imparare a leggere e scrivere.
Questa era la vita che spettava ad ognuno di loro.
Ma sarebbe durata così per sempre?
 
 
Niall, una creatura molto bassa e molto magra, vagava per le distese dei campi della sua famiglia.
Al contrario dei suoi coetanei, era un pigro, un perdigiorno.
Sua madre e suo padre vennero a mancare quando lui era molto piccolo, quindi l’unica sua famiglia era un suo zio.
Lo zio del piccoletto odiava badare ai bambini, dicendo che erano una totale perdita di tempo.
Ma finché suo zio portava il pane e il vino sulla tavola, tutto andava bene.
«Zio, secondo te cosa c’è oltre l’Isola di Adimir?» gli domandò un giorno il piccoletto.
«Un bel niente, ecco cosa c’è! Solo paura e distruzione.»
«Allora non è proprio che non succeda niente, mio caro zietto.»
«Non usare quel tono con me, hai capito?! Adesso vattene e lasciami in pace.»
«Molti dei miei amici, una volta partiti per la Terra di Airda, non hanno fatto più ritorno…»
«Perché sono degli sciocchi sconsiderati. Proprio come te… Quella Terra è molto pericolosa. E una volta messo piede lì, il tuo destino è segnato.»
«Tu sai cosa nasconde ma non vuoi rivelarmelo… è così?»
«E anche se fosse?»
«Anche se fosse? Zio, non posso rimanere ignorante tutta la vita, anche se vivo su un’isola dove non succede mai nulla.»
«Tanto anche se tu ti mettessi a studiare e a leggere qualche libro, rimarresti ignorante lo stesso.»
«Perché dici così?» gli domandò Niall con tono triste.
«Perché ti conosco, ragazzo mio. E se sei davvero figlio dei tuoi genitori, allora ho pienamente ragione. Anche loro erano degli zucconi come te. Deve essere un difetto di famiglia… Al contrario della mia…»
«Lasciamo perdere, è meglio… Anche la parte della tua famiglia ha i suoi difetti.»
«Sarà, ma non come la tua… Adesso basta parlare. Voglio riposarmi. È stata una giornata molto dura per me. Svegliami tra qualche ora quando ceniamo, ok?»
«Va bene…»
Detto questo, il piccoletto uscì di casa, lasciando definitivamente solo suo zio.
Niall, era sì un ragazzo svogliato, ma era avido di curiosità.
Voleva sapere tutto di tutti.
Degli altri popoli e della Terre sconosciute.
Ma chi poteva dargli queste informazioni?
 
 
Dovette camminare un bel po’ prima di mettersi alla ricerca di alcune risposte.
La sua casa distava molto dal villaggio centrale.
Non amava andarci spesso perché aveva paura di incontrare brutte compagnie.
Cosa che, ahimè, successe anche quel giorno.
«Ehi nanerottolo, dove stai andando?» gli domandò un suo coetaneo.
«Non sono affari tuoi» gli rispose Niall per le rime.
«Oh oh oh… Vedo che oggi abbiamo la lingua biforcuta, eh?»
«Jasper, cos’è che vuoi?»
«Voglio che tu te ne vada immediatamente da qui. Questo non è il tuo posto.»
«E chi lo decide? Tu? Non sei mica il capo del villaggio!»
Jasper, irritato, andò incontro al piccoletto.
«Sentimi bene: o fai quello che ti dico, o ne pagherai le conseguenze.»
«Hai finito di minacciarmi, Jasper. Adesso posso difendermi da solo!»
«Vediamo…»
Un momento dopo, Jasper fu raggiunto da alcuni suoi amici.
«Bene Niall, sei pronto? L’hai voluto tu questo!»
In pochi secondi, tutti gli amici di Jasper andarono addosso al malcapitato Niall.
Il piccoletto non aveva speranze.
Era solo contro tutti.
Ma la speranza era l’ultima a morire.
Infatti, qualcuno si frappose tra lui e i bulli.
«E tu chi sei?!» tuonò Jasper.
«Colui che ti sistemerà a dovere se non lasci in pace questo ragazzo.»
La voce profonda dell’uomo misterioso fece rabbrividire non poco il bullo.
«Come ti permetti?! Tu! Con quegli stracci che hai addosso! Fai vedere la tua faccia se hai il coraggio!»
«Coraggio… Parli a me di coraggio? Tu, che senza i tuoi amici non sei nulla… Prova a sfidare me. Solo tu ed io. Te la senti? O hai paura?»
«Io paura? Ma con chi pensi di avere a che fare?» lo canzonò Jasper.
«Con uno stolto senza cervello.»
La rabbia del ragazzo continuava ad aumentare.
«Adesso basta! Hai finito di offendermi. Preparati al peggio.»
Jasper, con tutta la rabbia che aveva in corpo, si diresse contro l’uomo misterioso.
Ma costui, senza nemmeno muoversi, teneva sotto scacco il povero Jasper.
«Cosa mi stai facendo? Perché non riesco a muovermi?!»
«Sei un vero illuso… Cosa credi di fare contro di me?»
«Lasciami! Ti prego!»
L’uomo misterioso scaraventò il malcapitato Jasper contro un albero, ferendolo lievemente.
«Sei un mostro!»
«No… Sono solo uno stregone… Uno stregone che ti ha dato una bella lezione.»
«Maledetto! Vedrai quando lo sapranno i miei genitori… A quel punto finirai di esistere.»
L’uomo lo fissava con sguardo truce.
«Ed è qui che ti sbagli, caro mio.»
Gli occhi di Jasper e dei suoi amici si fecero piccoli piccoli.
Qualcosa li aveva cambiati.
Non sembravano quelli di prima.
«Ma… dove siamo? Cosa stavamo facendo?» domandò Jasper ai suoi amici.
«Non ne ho la minima idea… Forse stavamo facendo merenda…»
«Sì, forse hai ragione. Infatti è molto tardi… Andiamo.»
Jasper e i suoi scagnozzi corsero via come se niente fosse.
«Come stai, ragazzo?» fece l’uomo sorridendo a Niall.
«Ma che diavolo…»
«Vieni. Ti aiuto ad alzarti.»
Ma Niall non voleva essere aiutato.
«Non toccarmi! Sei uno stregone!»
«E con questo? Ti crea così disturbo?» gli domandò l’uomo vedendo la faccia terrorizzata del piccoletto.
«Lasciami in pace! Vattene!»
«Capisco… Hai paura che ti faccia del male, giusto?»
«Sì… può darsi…»
A Niall non piaceva mostrarsi così pauroso.
Ma dinanzi a quell’uomo era inutile nasconderlo.
Tremava da capo a piedi.
«Quindi non vuoi sapere cosa ho fatto agli altri ragazzi, vero?»
«Veramente…»
Niall non sapeva cosa rispondere.
Da un lato era molto curioso.
Dall’altro però aveva paura delle possibili conseguenze.
«Gli ho solo cancellato la memoria… per precauzione…»
«Precauzione?»
«Esatto… Essendo uno straniero, non voglio che la gente sappia che in questa isola c’è uno straniero.»
«Ma io ne sono a conoscenza… Cancellerai la memoria pure a me?»
«No… Dai tuoi occhi capisco che mi posso fidare…»
«Da cosa lo capisci?»
«Sono o non sono uno stregone?»
«Quindi pensi che io non ti tradirò mai?»
«Il tuo istinto dice che non ti converrebbe farlo… altrimenti…»
«Oh no! Mi ucciderai!»
Lo stregone era divertito dall’ingenuità del ragazzo.
«Ahahah certo che no. Non ho mai ucciso per così poco.»
«Quindi vorresti dire che…»
«Ho combattuto molte battaglie nel corso dei secoli.»
Niall lo guardava con sguardo sbalordito.
«Nel corso dei secoli? Ma quanti anni hai?»
«Molti… E te lo dico sinceramente… non lo ricordo nemmeno io.»
Il piccoletto lo guardava con sguardo perplesso.
«Secondo me stai mentendo… Insomma, anche se sei uno stregone, io non credo che puoi vivere tanto a lungo.»
«Infatti, molto presto, il mio compito su questa terra sarà concluso.»
«E dove andrai?»
«È molto difficile da spiegare… Non sei ancora pronto per capirlo…»
«Sì, va bene» ribatté il ragazzo facendo finta di nulla.
Il sole stava calando molto velocemente.
Si stava facendo buio.
«Accidenti! Devo tornare a casa.»
«Sì, anch’io devo trovarmi una sistemazione. Avete qualche locanda o qualcosa del genere per mangiare e dormire?»
«L’avevamo... Ma è crollata qualche mese fa durante una forte tempesta.»
«Capisco. Vabbé, saprò arrangiarmi… Grazie per la tua compagnia. Domani ti posso rivedere? Mi stai molto simpatico.»
«Ecco…sì...insomma credo che non ci siano grandi problemi.»
«Bene, allora buonanotte.»
«Buonanotte a te.»
«Chiamami Liam. È questo il mio nome.»
«Liam hai detto? Piacere, il mio nome è Niall.»
«Piacere mio» fece lo stregone stringendogli la mano.
«Allora a domani… Liam.»
«Sì, a domani Niall.»
Mentre il piccoletto si stava allontanando, vide il suo nuovo amico che rimaneva seduto su una roccia ruvida intento a fissare l’orizzonte.
Non poteva lasciarlo lì da solo.
Doveva aiutarlo.
«Senti, che ne dici se per stanotte rimani a cena e a dormire da me? Mi farebbe piacere la tua compagnia.»
«Sei sicuro? I tuoi genitori saranno d’accordo?»
«I miei genitori sono morti. Vivo con mio zio…»
«Mi dispiace…»
«Grazie, ma ho superato il dramma. Bisogna andar avanti. Nel bene e nel male.»
Liam lo fissava con ammirazione.
«Sei un ragazzo molto coraggioso, sai?»
«Beh, appena mi hai visto, non credo che tu l'abbia pensato» replicò Niall con un sorrisetto.
«Invece l’ho sempre pensato… Allora, cosa aspettiamo? Andiamo.»
«Ti avverto che è molto lontano da qui. Ce la fai a camminare?»
«Ragazzo, avrò molti anni, ma sono  ancora in grado di fare una camminata.»
«Scusa, non volevo offenderti…»
«Ma non l’hai fatto! Tranquillo.»
«Bene…»

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Capitolo 2
*** Una guerra infinita ***


Ci misero circa un’ora prima di arrivare a casa di Niall.
Era buio inoltrato, ma era una piacevolissima serata fresca e serena.
Quando suo zio lo vide, la sua irritabilità aumentò.
«Ma dove diavolo eri finito?! Sei in ritardo per la cena!»
«Scusa zio, ma ho parlato per molto tempo con il mio nuovo amico.»
«Il tuo nuovo amico? Questo vecchio?» fece indicando Liam.
«Sì. Mi ha salvato la vita dai bulli del villaggio.»
«Addirittura la vita? Come sei melodrammatico.»
«Ma zio…»
«Niente ma! Liberati di questo sconosciuto e vieni a mangiare.»
 «Anche lui mangerà con noi…» fece Niall con tono timido.
«Cosa?! Non ci pensare neanche! Non accetto sconosciuti nella mia casa!»
«Niall, se è un problema…»
«Non lo è!» fece il piccoletto furibondo «La tua casa?! Se ti trovi sotto questo tetto, è grazie a mia madre e mio padre! Se non fosse stato per loro, saresti morto come un disgraziato. E tu sai meglio di me quale fine fanno i disgraziati nell’Isola di Adimir.»
«Ma come osi rivangare il mio passato!»
Lo zio di Niall stava per picchiare suo nipote, ma lo stregone lo fermò in tempo.
«Non toccarlo, vile mascalzone.»
«Lasciami andare! Lui è mio nipote! E ci faccio quello che voglio!»
«Ora non più…»
Gli occhi dello stregone si erano fatti brillanti.
Anche stavolta aveva fatto un incantesimo, placando la rabbia dello zio di Niall.
«Prego, si accomodi pure.»
«La ringrazio, buon uomo. Dopo di te, Niall.»
I due furono fatti accomodare in cucina.
Avevano una gran fame.
Avrebbero mangiato anche un bue intero.
«Ma... cosa gli hai fatto?» fece Niall sorridente.
«Non posso svelarti i miei trucchetti, mio caro Niall.»
«Perché?»
«Perché non sei uno stregone. Mi dispiace.»
«Uffa! Non è giusto!»
«Non fare il bimbo capriccioso e inizia a mangiare… Dopo cena ti racconterò una storia… una storia che devi conoscere…»
Il velo di mistero che ricopriva lo stregone Liam, rendeva il piccolo Niall ancora più curioso.
«E va bene. Ma deve essere una storia sensazionale, altrimenti…»
«Tranquillo ragazzo, lo sarà… Buon appetito.»
 
 
La cena era stata squisita e abbondante.
«Accidenti! Erano più di cento anni che non mangiavo della carne così buona. Che cos’era?»
«Credo che sia stato del puro e semplice manzo» rispose semplicemente il ragazzo.
«Davvero? Avete un modo tutto vostro di cucinarlo da queste parti?»
«Veramente no…»
«Capisco… Ora che la cena è finita cosa succede?»
«Ecco, di norma si lavano i piatti… Perché tu che faresti?»
«Un bel niente, ecco. Io li farei lavare a tuo zio. Che ne dici?»
«Direi che è una bella idea» replicò Niall con un sorriso.
«Benissimo… Dov’è che possiamo parlare in privato?»
«Perché?»
«Perché devo parlarti di quella cosa… Non ti ricordi?»
«Oh sì certo! Andiamo in camera mia. Lì non ci disturberà nessuno.»
 
 
Liam fissava l’orizzonte dell’Isola di Adimir.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
A cosa pensava di così intenso?
«Stregone Liam, non mi hai ancora detto da dove vieni…»
«Caro Niall, devi sapere che non ho mai avuto una dimora fissa. Sono stato sempre un nomade. Ho viaggiato in tutto il mondo conosciuto, studiando e raffinando le mie arti magiche.»
«Addirittura? Il mondo è un posto molto pericoloso da quello che so… Sei sempre riuscito a cavartela?»
«Certo! Altrimenti non sarei qui con te, giusto?»
«Sì… giusto… Ma dove sei nato?»
«Nella Terra di Airda, ragazzo.»
«Quello lo so bene, ma in che punto preciso?»
«In un posto nascosto dietro la catena di Erin.»
«La catena di Erin? Ovvero quel posto inospitale dove è inverno tutto l’anno?»
«Esatto, proprio quel posto… Devo dire che sei molto preparato sulla mia terra per non esserci mai stato…»
«A differenza di quello che sostiene l’ignorante di mio zio, ho studiato molto nel corso della mia breve vita.»
«Lo immagino… Comunque è in mezzo a quelle montagne che ho imparato a sopravvivere.»
«Ti ammiro sai? Provenire da quel postaccio… Senza offesa, s’intende.»
«Tranquillo ragazzo. Non mi offendo mai» ribatté lo stregone sorridente.
«Allora, tornando a noi, di cosa mi volevi parlare?»
Lo sguardo dello stregone cambiò radicalmente.
«Liam, cosa ti succede? Perché ti sei rattristato di colpo?»
«Caro Niall, devo confessarti le mie reali intenzioni…»
«E cioè?»
«Se sono qui, è perché ti devo convincere a partire con me per un viaggio molto pericoloso… Io, come altro essere diverso da te, abbiamo una missione delicata da compiere: riportare la pace nella Terra di Airda.»
Per poco Niall non scoppiò dal ridere.
Gli sembrava tutto assurdo.
«Io, un piccoletto insignificante, dovrei partire per una missione più grande di me? E per di più nella Terra di Airda?»
«Esatto…»
«Tu sei tutto matto! Mi hanno sempre detto che chi mette piede su quella terra maledetta, non tornerà mai più indietro.»
«Questo è solo un detto privo di significato… Ti prometto che non ti succederà niente se io e te rimarremo uniti.»
«L’unica cosa che vorrei sapere in questo momento è perché proprio io? Che cosa hai visto tu in me?»
«Quel coraggio nascosto che ti contraddistingue.»
«Ma quale coraggio nascosto! Io sono un ingenuo fallito!»
«No che non lo sei! E smettila di sottovalutarti. La tua gente è più intelligente di quanto tu possa pensare.»
«Secondo me ti sbagli con altri esseri di Airda…»
«Fidati… Non mi sbaglio.»
«Certo...»
«Comunque, cosa ti costa iniziare una nuova avventura con il sottoscritto?»
«Cosa mi costa? La mia vita!»
«Non riuscirò a convincerti in nessun modo?»
«Credo di no…»
«Nemmeno la storia che sto per raccontarti?»
«Vedremo… Intanto, illuminami…»
Liam si mise seduto su una sedia che si trovava nella stanza del piccoletto e iniziò a parlare.
Fece un respiro profondo.
«È così dura raccontarla?»
«No. È solo che ti sto mettendo al corrente di un segreto che cambierà per sempre la tua vita…»
Niall lo fissava con occhi pieni d’attenzione.
Era profondamente serio.
Le parole dello stregone riuscivano magicamente a farlo turbare.
«La Terra di Airda nasce come una terra prosperosa e ricca di animali e di vegetazione.
Sembrava di essere in un paradiso terrestre. Un paradiso rovinato dagli Urum – Rei e dal suo signore oscuro.
A causa loro, Airda è stata ridotta in miseria dalla furia della guerra e dalla distruzione che ne è conseguita.
Hanno reso i popoli deboli e inoffensivi, dividendoli nel corso dei secoli.
Ma la speranza non è mai morta… definitivamente.
Il Re di Havrom, una regione di Airda circondata dalle montagne, sta preparando un’offensiva che potrebbe liberare questa terra dalle grinfie di quei mostri.
Esso ha bisogno di un qualsiasi aiuto.
Io compreso gli ho promesso che potrà contare su di me.
E dopo avergli dato la mia parola, mi ha chiesto di venire fin qui e di cercare un prescelto che possa combattere insieme a noi. Ed io ho visto in te quel genere di creatura…»
Niall distolse lo sguardo dallo stregone.
«Una storia davvero interessante… Ma il mio popolo non vuole avere niente a che fare con gli altri popoli della Terra di Airda. Siamo solo un’isola… Un’isola distaccata dal mondo conosciuto. Ed è così che dovremmo rimanere…»
«Senza di voi, non riusciremo mai a vincere una guerra. La terra di Airda ha bisogno di qualsiasi creatura per far sì che ritrovi la pace di un tempo! Perché non riesci a capirlo?»
«Capisco soltanto che la tua è stata un'inutile perdita di tempo… Io e i miei simili non faremo mai parte del vostro esercito. Mettetevi l’animo in pace.»
Lo sguardo dello stregone si fece minaccioso.
«Sei uno sciocco! Non puoi darla vinta a quei mostri! È solo questione di tempo e alla fine, raggiungeranno anche l’Isola di Adimir. E tu e i tuoi simili, cadrete sotto la loro volontà. E Airda, sarà persa per sempre.»
«Adesso smettila di fare il pessimista. L’isola possiede una difesa superiore a qualsiasi cosa. Non riusciranno ad entrare qui molto facilmente.»
«Ed io che credevo di aver trovato un guerriero all’altezza… Ma la tua testardaggine non farà altro che rovinare te e tutto il mondo…»
Liam si alzò d’impeto scaraventando per terra la sedia.
«Adesso dove stai andando?»
«Non posso rimanere nella solita stanza di uno che non rispecchi le mie giuste idee… Mi dispiace… È stato bello conoscerti. Ma adesso devo andare.»
«Aspetta un attimo! Non puoi andartene così come se nulla fosse. Hai scordato la nostra amicizia?»
«Noi due non potremmo essere amici neanche se lo volessimo… Siamo troppo diversi…»
Quella frase lo fece irritare non poco.
«Ah sì? È così che la pensi? Allora vattene! Vattene e non farti più vedere! Sei solo uno stupido vigliacco. Credevo di aver trovato in te un amico valido, ma purtroppo mi sbagliavo. Tu vuoi solo salvare Airda, la magnifica terra.»
«E anche se fosse? Come ti ho raccontato, è un mio preciso compito. Ma questo non mi impediva di rimanere tuo amico… Ma lasciamo stare. Facciamo finta di non esserci mai visti. È per il nostro bene…»
«Se è così che vuoi…»
«Bene. Addio.»
Lo stregone se n’andò e scomparve nell’oscurità della notte che aveva avvolto l’isola di Adimir.
Era profondamente rammaricato.
Non era riuscito a trovare quell’alleanza di cui aveva bisogno.
Non aveva altro motivo per rimanere su quell’isola sperduta.
Se non fosse…

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Capitolo 3
*** L'attacco ***


Urla e grida in lontananza riecheggiarono nelle vecchie orecchie dello stregone.
Qualcosa si stava avvicinando.
Forse una minaccia?
«Questa non ci voleva…» disse parlottando tra sé.
Corse più veloce che poté verso la casa del piccolo Niall.
Nessuno rispondeva.
«Niall, sono Liam! Apri subito questa porta! È urgente!»
Ma il piccoletto continuava a non rispondere.
L’unico modo era buttare giù la porta.
Ma non sarebbe stato molto convenzionale.
Doveva trovare un’altra soluzione.
Al più presto.
Stava per recitare una formula nella sua lingua sconosciuta.
Se non fosse che…
«Allora sei rimasto…» fece Niall sorpreso.
«Finalmente sei qui! Andiamo, dobbiamo organizzare le difese all’isola.»
«Le difese? Quali difese? Io sono molto stanco. Domani sarà l’ennesima giornata faticosa per me. Non posso continuare a perdere le ore di sonno.»
«Non passerai la notte se non ti decidi a venire con me!»
Liam prese Niall per un braccio e lo trascinò contro la sua volontà.
«Ma cosa stai facendo?! Lasciami!»
Esasperato, Liam diede uno schiaffo al giovane.
«Perché l’hai fatto?!»
«Ascoltami bene! Gli Urum – Rei tra poco raggiungeranno le coste dell’isola. Ricordi chi sono gli Urum – Rei?»
«Sì… Quelle creature che vogliono conquistare la Terra di Airda.»
«E riusciranno a conquistare anche questa isola se non ci muoviamo il prima possibile! Mi sono spiegato?»
Nial fissava intensamente lo stregone.
Capì che non stava assolutamente mentendo.
Non poteva mai farlo.
Lo stregone non era quel tipo di creatura che poteva mentire, soprattutto non in una situazione del genere.
«Va bene… Andiamo.»
 
 
Gli Urum – Rei si stavano avvicinando sempre di più.
Dovevano essere circa un centinaio.
«Dannazione! Dobbiamo cercare assolutamente aiuto. Sai chi potrebbe darci una mano?»
«Credo nessuno… Penseranno che siamo solo dei pazzi e ci chiuderanno in manicomio. A meno che…»
«A meno che cosa?»
«Dobbiamo dirigersi verso il castello che sta in cima all’isola. Forse il Re ci darà udienza. Anche se, a quest’ora, sarà molto restio. Dovremmo aspettare domani mattina.»
«Domani mattina questa isola sarà rasa al suolo. E con lei i suoi abitanti.»
«Lo so bene.»
«Allora dobbiamo almeno provarci. Fammi strada Niall.»
 
 
Il castello era guardato a vista da una decina di guardie.
Avvicinarsi sarebbe stato pericoloso per chiunque.
«Eccoci arrivati. Questo è il castello di Urbaz, Signore di Adimir.»
«Perfetto. Andiamo!»
Niall lo guardò allibito.
«Ma cosa stai facendo? Vuoi farti uccidere?» gli disse il ragazzo fermandolo sul nascere.
«No, voglio solo parlare con un essere più inferiore di me.»
«Cos’è tutta questa tua superiorità?»
«Niente… È solo che odio chiedere aiuto a chi considero inutile. Ma senza di lui e i suoi abitanti, noi due siamo in pochi per respingere un attacco simile.»
«Lo so, purtroppo… E se non ci vorranno ascoltare? Cosa faremo?»
«Dovranno ascoltarci. Per la loro incolumità.»
«Hai per caso intenzione di accettare un suo favore con la forza?» fece Niall con tono rabbioso.
«Non vorrei arrivare a tanto…»
«Non dire sciocchezze, Liam. Non possiamo fare ciò!»
«Ci penseremo se succederà. Altrimenti…»
Liam e Niall si fecero coraggio e si mostrarono alle guardie che tenevano d’occhio il portone.
«Chi siete voi due?»
«Ci scusiamo per la tarda ora, guardie di Urbaz. Ma dobbiamo avere udienza con il Re. È urgente.»
«Niente è più urgente del riposo del Re. Andatevene immediatamente o saremo costretti a usare la forza.»
«Bene, allora fatevi avanti. Vi aspetto.»
«Che cosa credi di fare, vecchiaccio senza cervello?» lo derise una guardia.
«Bene, fatti avanti. Ti farò vedere io chi è il vecchiaccio senza cervello.»
«Bene l’hai voluto tu!»
La guardia che l’aveva presa in giro si scagliò contro di lui.
Ma Liam non si fece intimorire per così poco.
Pronunciò delle parole incomprensibili.
Il suo bastone iniziò ad emanare luce propria, facendo spaventare tutte le guardie.
«Ma che razza di stregoneria è questa?!» gridò uno di loro.
«O ci fate parlare con il re, oppure saremmo costretti a farvi del male.»
«No Liam! Non era questo il nostro piano!»
«Taci Niall! È per il nostro bene.»
Il piccoletto non riusciva più a riconoscere il suo amico stregone.
Sembrava cambiato.
Cosa poteva renderlo così cattivo?
«Va bene va bene, ci arrendiamo!» fece la guardia sotto l’incantesimo dello stregone «Ma ora lasciatemi andare. Vi prego.»
«Bene, vedo che ora ragionate.»
La guardia fu scaraventata a terra molto duramente.
«Andate a chiamare immediatamente il re.»
Ma non ce ne fu bisogno.
Il re fu svegliato dalle forte grida delle sue guardie.
«Cos’è questo baccano?!»
«Vostra altezza, due stranieri vorrebbero parlare con voi.»
«Stranieri? Mai io sono di questa terra» protestò Niall.
«Che cosa diavolo volete?!»
«Vostra altezza, gli Urmu – Rei stanno per invadere questa isola. Dobbiamo essere pronti per respingerli. Radunate tutti gli abitanti e le guardie che disponete. Dobbiamo prepararci per attaccarli.»
«Gli Urum che? Vattene, stupido vecchio. Non mi costringere a ucciderti.»
«Uccidere me? Credo che sarà impossibile.»
«Smettila di sfidare la mia pazienza o sarà peggio per te.»
«Maestà, vi consiglio vivamente di non sottovalutarlo. Potrebbe essere pericoloso.»
«Taci, inutile guardia! Cosa potrebbe farmi un vecchio con un bastone di legno?»
«Perché, voi creature di Adimir, siete così restie a dare retta agli stregoni di Erin?»
Il re Urbaz impallidì improvvisamente.
«Cosa? Tu vieni da Erin?»
«Sì. Ho fatto un lungo viaggio prima di approdare su questa isola.»
«Che cosa vuoi dal mio popolo?»
«Proteggere questa isola. Nient’altro.»
«Maestà! Qualcuno si sta avvicinando!»
Le grida della guardie riecheggiarono in tutto il perimetro del castello.
Ormai i nemici erano quasi arrivati alla spiaggia dell’isola, e gli abitanti di Adimir non erano ancora pronti per difendersi a dovere.
Il re Urbaz mise da parte il suo orgoglio per dare ascolto allo stregone.
«Che cosa dovremmo fare secondo voi?»
«Radunate tutte le creature di cui disponete. Ci vediamo sotto le mura della città.»
 
 
Le creature radunate erano davvero poche.
Sembravano dei piccoletti insignificanti.
Non erano pronti per sostenere una battaglia del genere.
Lo si vedeva dai loro occhi.
«Re Urbaz, cosa credete di fare con loro?»
«Mi dispiace stregone Liam, ma sono le uniche creature che sono riuscito a radunare. Altri stanno per prepararsi.»
«Va bene, non c’è più tempo. Gli Urum – Rei si stanno avvicinando.»
«Toglietemi una curiosità, stregone Liam. Ma chi sono questi Urum – Rei? E cosa vogliono dalla mia gente?»
«Conquistare tutta la Terra di Airda. E se dovessero conquistare anche questa isola, non avremmo più speranze di liberarla.»
«Allora la profezia si sta per avverare…»
«Quale profezia?»
Urbaz fissava lo stregone con sguardo perso nel vuoto.
«Parlate, Re di Adimir. A quale profezia vi state riferendo?»
«Soccomberemo sotto le forze di creature mostruose… E credo che esse portino proprio questo nome.»
«Ne siete sicuro?»
«Non abbiamo speranze, stregone Liam… È finita.»
«La battaglia non è ancora cominciata! Non possiamo avere paura proprio adesso!»
«Mi dispiace stregone Liam, ma non posso rischiare che la mia gente muoia così. Devo ritirare le mie truppe.»
«Cosa? Non se ne parla nemmeno!»
«Devo farlo! L’isola ormai è perduta.»
«Non dica sciocchezze e si prepari alla battaglia.»
Gli Urum – Rei erano in posizione.
Essi si trovavano ai piedi delle mura che circondavano l’intera città.
«Prepararsi ad attaccare Adimir! Cavalieri! Sfondate la cinta muraria!»
Il generale delle truppe degli Urum – Rei era una creatura mostruosa e viscida.
Il suo sguardo glaciale faceva provare una paura immensa.
Paura che poteva essere fatale per gli abitanti dell’isola.
«Re Urbaz, cosa dobbiamo fare?»
Ma il re non rispose.
Era troppo impaurito per la sorte della sua gente.
«Io… non so…»
«Prepararsi a respingere i nemici!» gridò Liam al posto del re. «Forza! Tutti sulle mura!»
Gli abitanti di Adimir non sapevano cosa fare.
Dare ascolto ad uno stregone di cui ignoravano ancora il nome e i suoi scopi, oppure dare ascolto ad un re codardo?
«Stregone, vi ordino di fermare questa battaglia!» gridò inviperito Urbaz.
«Mai! Se voi non volete essermi d’aiuto, sarò io a guidare questa gente verso la salvezza!»
«Non dite sciocchezze! Li guiderete verso una morte certa!»
«Questo lo vedremo… Andiamo, abitanti di Adimir! Difendete la vostra città!»
Gli abitanti di Adimir erano certi che non ce l’avrebbero fatta contro quelle creature mostruose.
Ma a loro non importava.
Avrebbero preferito morire da eroi che da codardi.
«Stregone Liam, come possiamo respingerli?»
«Scagliate le vostre frecce contro coloro che stanno cercando di sfondare il portone! Presto!»
Gli Urum – Rei stavano per riuscire nel loro intento.
Il portone della città stava per subire un colpo irreparabile.
Riusciva a rimanere in piedi solo per grazia di Dio.
Se non avessero fatto più in fretta, gli Urum – Rei sarebbero riusciti ad entrare nella città.
«Forza! Scagliate!»
Decine e decine di frecce colpirono i nemici, uccidendone molti.
Ma questo non riuscì a fermare la loro furia.
Altri Urum – Rei, presero il posto di coloro che erano morti, continuando a cercare di sfondare il portone.
Alla fine il portone cedette sotto i loro colpi.
«Oh no! Sono entrati!»
In centinaia si riversarono nella città, uccidendo tutti gli abitanti che gli capitavano a tiro.
«Dirigiamoci in città! Difendiamo i nostri abitanti!»
Alla guida degli abitanti di Adimir, Liam si sentiva quasi uno di loro.
Li avrebbe protetti tutti, anche a costo della sua vita.
Lo stregone corse più veloce che poté.
Raggiunse l’entrata della città.
Gli Urum – Rei stavano mietendo vittime a ripetizione.
«Lasciateli! Ora!»
Lo stregone combatteva valorosamente.
Gli Urum – Rei non avevano speranze contro di lui.
Ma non poteva resistere in eterno.
I nemici erano molti.
Ma Liam non era solo.
Niall corse in suo aiuto.
«Avanti! Fatevi sotto!»
Niall combatteva con la forza della disperazione.
Aveva in dotazione una spada di un Urum – Rei sconfitto.
Non aveva mai maneggiato un’arma prima d’ora.
Ma per essere la prima volta, non se la cavava poi tanto male.
«Niall, ma cosa stai facendo? Mettiti al riparo finché sei in tempo!»
«Neanche morto! Devo aiutarti. Per il bene di Adimir!»
«Sì, ma così rischierai la vita! Sono in troppi!»
Mentre Liam e Niall continuavano a combattere valorosamente, gli adimiri continuavano a cadere a decine.
Non erano preparati ad affrontare un nemico simile.
Gli Urum – Rei erano troppo superiori a loro.
«Ritirata! Rifugiamoci al castello!»
Gli adimiri sopravvissuti dovettero fronteggiare la continua minaccia dei loro invasori senza un attimo di sosta.
Combatterono tutta la notte.
Quando spuntò l’alba, su circa mille abitanti ne rimasero in vita all’incirca cinquecento.
«Quanto potremmo essere al sicuro?» domandò una guardia del castello.
«Non lo so. Finché gli Urum – Rei non sfondano il portone del castello… Cosa che, se non facciamo qualcosa, avverrà molto presto…»
Gli adimiri avevano bisogno di un aiuto insperato.
Ma chi poteva aiutarli in quel frangente?
L’oscurità si stava facendo avanti con insistenza.
Gli Urum – Rei erano ad un passo dalla vittoria.
Finchè…
«Liam, è davvero finita?»
Ma lo stregone non rispose.
Era troppo concentrato sui suoi pensieri.
«No, questa non è la fine… È solo l’inizio della nostra avventura…»
Niall non riusciva a credere alle sue parole.
Credeva che lo stregone fosse completamente impazzito.
«Ma… Cosa stai dicendo?»
«Adesso lo vedrai…»
Un bagliore di luce bianca inondò l’intera Isola di Adimir.
«Eccoli arrivati.»
Delle creature, somiglianti a Liam, arrivarono in soccorso degli adimiri.»
«Pronti? Avanti, attacchiamoli!»
Gli Urum – Rei furono spazzati via con la forza della magia.
Non ne era sopravvissuto neanche uno.
«Gli Urum – Rei… sono stati sconfitti…» fece Niall non credendo ai suoi occhi «Quindi questo significa…»
«Gli adimiri sono liberi.»
Un urlo di gioia si levò in tutta l’isola.
Gli stregoni li avevano salvati.
«Liam, quanto tempo…»
«Mastro Granz, siete voi?»
«In carne ed ossa.»
«Questo è un vero miracolo» fece Liam abbracciando lo stregone.
«Gli astri avevano predetto che tu e gli adimiri avreste avuto bisogno d’aiuto… E così è stato… Non potevamo lasciarvi soli…»
«A nome mio e di tutto il popolo di Adimir, io vi ringrazio. Non avremmo superato il giorno senza di voi.»
«La tua missione deve continuare, stregone Liam. Ricordi?»
«Sì, Mastro Granz. Non posso dimenticarlo mai...»
Mastro Granz e i suoi servitori se n’andarono proprio come erano arrivati: improvvisamente.
Niall non ebbe nemmeno il tempo di ringraziare i suoi salvatori.
«Ma come? Se ne sono già andati?»
«Gli stregoni non hanno tempo da perdere, piccolo Niall.»
«Nemmeno il tempo di brindare insieme a noi?»
«Purtroppo no… Anche perché non c’è nulla da festeggiare… Le perdite tra i tuoi simili sono state molte. Dobbiamo trovargli una sepoltura degna di loro.»
Il viso di Niall si rattristò.
Lo stregone aveva ragione.
Non poteva festeggiare in una simile circostanza.
Non ora.
«Avanti, organizziamo il loro funerale. Hanno combattuto valorosamente. Oltre ogni previsione.»
«Già… Anch’io sono rimasto sorpreso dal loro coraggioso…»
«Visto? Te l’avevo detto che la tua razza non è così inutile come sembra…» lo canzonò lo stregone.
«Sì… Anche stavolta avevi ragione.»

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Capitolo 4
*** L'addestramento ***


Gli abitanti di Adimir commemorarono i loro defunti con un funerale solenne.
L’intera isola si era completamente fermata quel giorno.
La pace e la tristezza regnavano sovrane.
Avevano vinto la guerra grazie all’aiuto degli stregoni di Erin.
Ma ad un prezzo altissimo.
«Questo è il giorno più triste della mia vita…» fece Niall con tono sconsolato rimanendo lontano dalla cerimonia.
«Più triste della morte dei… ehm..»
«Dei miei genitori? Sì, esatto.»
«Scusa, non volevo dirtelo per ferirti ancora di più» si giustificò Liam.
«Ti ho già detto che ormai il trauma l'ho superato… Ripensare a loro non mi fa stare male…»
Liam fissò Niall con sguardo triste
«Meglio che me ne vada… Questa funzione religiosa mi fa inquietare ancora di più.»
Niall si alzò di scatto per andare il più lontano possibile da quella visione.
«Ma dove stai andando? Niall!»
Ma il piccoletto non rispose.
Ormai era già spartito dietro l’orizzonte.
 
 
Il tramonto rosso fuoco sull’Isola di Adimir era a dir poco magnifico.
Il cielo si colorava di un sacco di colori.
Era così ogni giorno.
Ma continuare a guardarlo faceva sempre un certo effetto.
«Eccoti!» esclamò lo stregone osservando il suo amico seduto su una scogliera «Ti ho cercato dappertutto.»
Ma Niall non rispose.
Era completamente assorto nei suoi pensieri.
«È questo il mio destino?»
«Cosa?»
«È destino che io me ne debba andare da qui?»
«Sai Niall, non sei tenuto a seguirmi se non vuoi…»
«Devo proteggere la mia terra da quei mostri…»
«Sì, ma prima devi imparare a combattere… Devi imparare a difenderti.»
«Ma io…»
«Non dirmi che sai badare a te stesso perché non è vero. E tu lo sai bene.»
«Ma hai visto come li affrontavo e mi destreggiavo!»
«La fortuna aiuta gli audaci. Ma non sempre la fortuna è dalla tua parte…»
«Odio quando fai il saggio» replicò Niall con il broncio.
«Ahahah non sei il primo che me lo dice, sai?»
«Non avevo dubbi…»
«Se vuoi imparare a combattere, posso insegnarti.»
«Infatti ho notato che, oltre ad essere uno stregone, sei anche un abile spadaccino.»
«Viaggiando per il mondo, impari a fare molte cose.»
«Posso immaginare…»
«Quindi, vuoi che sia io ad insegnarti?»
«Perché no? Sarebbe una bella idea.»
«Perfetto! E così sia» fece lo stregone entusiasta.
«Quando inizio?»
Liam gli lanciò la spada che aveva in dotazione.
«Cominci adesso.»
«E tu come ti difenderai?»
«Ho i miei metodi… Avanti, attaccami!»
«Come? No! Ho paura di farti del male!»
«Smettila di fare la femminuccia!»
«Non sono una femminuccia!» brontolò Niall.
«Allora dimostrami il contrario. Ed io ti dimostrerò di che pasta sono fatto.»
«Adesso basta! Mi hai stancato!»
Niall si precipitò verso il suo maestro per colpirlo con tutta la forza di cui disponeva.
Ma fu inutile.
All’ultimo momento, Liam scansò il colpo di Niall, colpendolo con il suo bastone.
«Ahi! Ma sei impazzito? Mi hai fatto male!»
«Sei proprio un frignone. Non dureresti un minuto contro i guerrieri più forti degli Urum – Rei.»
«Guerrieri più forti? Ma non sono tutti uguali?»
«Ne hai di cose da imparare, mio caro Niall.»
«Smettila di fare il saccente con me! Sto cominciando a non sopportarlo.»
«Questo è un problema tuo… Avanti, attaccami di nuovo.»
«L’hai voluto tu!»
I ripetuti attacchi del piccoletto erano inutili contro lo stregone.
Esso continuava a schivarli con maestria.
«Accidenti! Come fai a schivare ogni mio singolo attacco?»
«Regola numero uno: mai attaccare per rabbia.»
«Ma io non sono arrabbiato!»
«Ne sei sicuro? Il tuo umore dice il contrario…»
«Tu non mi conosci a dovere…»
«Non ho bisogno di conoscerti a dovere. Mi basta guardare il tuo sguardo e anticipare le tue mosse.»
«Ah sì? Bene. Fatti sotto!»
 
 
Ormai l’addestramento si stava prolungando da un sacco di tempo.
Erano passate circa tre ore.
Niall era sfinito.
Riusciva a malapena a reggersi in piedi.
«Sono stanco morto. Possiamo fare una pausa?»
«Nemmeno per idea.»
«Ma sono più di tre ore che stiamo combattendo!»
«Smettila di protestare! Il tuo addestramento finirà quando riuscirai a colpirmi.»
Liam era irremovibile.
Non sentiva ragioni.
Intanto, il sole del giorno stava per fare spazio alle nubi.
La pioggia stava per incombere minacciosa sull’isola.
«Ecco fatto. Ci mancava la pioggia.»
«Almeno ci rinfrescheremo un po’…»
La pioggia battente, trasportata dai nuvoloni neri, non tardò ad arrivare.
Liam e Niall erano bagnati fradici.
«L’acqua ricostituirà le tue energie… Vedrai, tra poco ti sentirai meglio.»
Niall chiuse gli occhi.
Voleva isolarsi dal mondo.
Dal rumore della pioggia e del vento.
Dalle parole del suo maestro.
«Bravo. Concentrati.»
«A cosa devo pensare?» domandò l’allievo.
«A niente… Pensa solo al tuo obiettivo… E centralo con tutta la tua energia.»
Le parole di Liam furono molto importanti per il suo allievo, il quale scattò con un impeto tale da non aprire nemmeno gli occhi.
Si stava dirigendo a tutta velocità contro il suo maestro.
Anche stavolta Liam cercò di schivarlo, ma con un colpo repentino Niall riuscì a colpirlo alla schiena, facendolo catapultare per terra.
«Ce l’ho fatta! Ti ho colpito!» gridò pieno di felicità Niall.
«Bravissimo. I miei complimenti.»
«Grazie maestro.»
«Sei riuscito nel tuo intento, ma questo non vuol dire che sei diventato un abile combattente. Il tuo percorso è soltanto all’inizio.»
«Sì, ma almeno ho iniziato con il piede giusto, no?»
«Sei stato bravo. Solo quello… Adesso andiamo. È stata una giornata molto dura. Dobbiamo rifocillarci e riposarci.»
«Lo sai? È il primo commento sensato che hai fatto in questa giornata» fece Niall divertito.
«Ah davvero? E le mie parole mentre ti concentravi?»
«Ah giusto… Me ne ero dimenticato.»
«Cosa?!»
«Ahahah scherzavo. Andiamo. Ci siamo bagnati abbastanza.»

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Capitolo 5
*** Partenza per Airda ***


«Adesso sì che sto bene!» esclamò Niall tirando un sospiro di sollievo.
«Per forza! Hai praticamente mangiato per un reggimento.»
«Avevo una gran fame. L’addestramento mi ha praticamente prosciugato le energie.»
«Vedo…»
«Bene, adesso ho bisogno di un po’ di riposo.»
Mentre Niall si alzava da tavola, la voce dello stregone Liam riecheggiò alle sue spalle.
«Avrai tutto il tempo per riposarti, Niall, prima devi fare i bagagli.»
«Come? I bagagli?»
«Non ricordi? Hai una missione importante da compiere.»
«Ma come?… Non posso partire così presto.»
«Non c’è tempo da perdere. E tu lo sai bene.»
«Sì ma…»
«Niente ma. Partiremo domani all’alba. È deciso.»
Il piccoletto avrebbe volentieri detto la sua.
Non voleva partire.
Allontanarsi dalla sua terra gli dava un senso di profondo rammarico.
Liam questo lo comprendeva, anche se era stato molto duro con lui.
«So come ti senti, ma prima partiamo meglio è…»
«Sì… capisco. Vado a prepararmi.»
Niall si diresse verso la sua camera.
Aprì il piccolo zaino di cui disponeva.
Non poteva portare molta roba con sé.
«Che cosa ti prende?» gli domandò lo stregone intento a fissare il ragazzo.
«Devo mettere la mia vita in questo zaino… Cosa posso portare?»
«Vestiti necessari e un po’ di cibo.»
«Sì, ma sarà lo stesso poca roba…»
«Meglio che nulla.»
«Se non ti dispiace, vorrei rimanere un po’ da solo.»
«Certo. Tutto il tempo che vuoi.»
Niall era rimasto definitivamente solo.
Aveva mille pensieri per la testa.
Voleva rimanere per sempre su questa terra.
Ma non era possibile.
Per il bene suo e per quello dei suoi abitanti.
 
 
Era ancora buio quando lo stregone Liam lo svegliò.
«È ora di alzarsi, Niall.»
«Ma come… mi sono appena addormentato.»
«Ti riposerai durante la traversata in mare. Non dobbiamo farci vedere da nessuno.»
«Ma cosa dobbiamo nascondere?»
«Niente. Ma meno persone vedranno che salpiamo, meglio è. Hai preparato la roba necessaria per il viaggio?»
«Ecco io…»
«Come immaginavo… Meno male che l’ho preparata io per te. Adesso andiamo.»
«Ma non facciamo nemmeno colazione?»
«Non c’è tempo, ragazzo. Mangeremo con calma quando raggiungeremo la Terra di Airda.»
Sebbene riluttante, Niall accettò una volta per tutte i voleri del suo maestro.
 
 
Mentre erano in cammino per raggiungere la spiaggia dell’isola, di fronte a sé, Niall non vide altro che i disastri che gli Urum – Rei avevano lasciato sull’intera città.
Case distrutte che prendevano ancora fuoco, manieri crollati e molto altro.
La città aveva un aspetto desolante.
«Niall, cosa ti ferma adesso?»
«Abbandonare l’isola in un momento simile… Sembra quasi da vigliacchi.»
«Tu non la stai abbandonando… La stai solo lasciando per un certo periodo.»
«Liam! Guardati intorno! Vedi quello che vedo io?!»
«Abbassa la voce, ragazzo. Vuoi svegliare tutti gli abitanti?»
«Quanti abitanti possono essere rimasti vivi, eh? Pochissimi! Non possono continuare a vivere in questa distruzione. È disumano.»
«Il Re Urbaz saprà cosa fare. Questo non è un problema tuo.»
«Ma Liam…»
«Adesso basta Niall! Stai cercando qualsiasi espediente per rimanere qui. Ma ti avverto che non ti servirà a nulla. Mettiti l’animo in pace, ragazzo. Questo è il tuo destino. E non puoi sottrarti ad una simile cosa. Mi sono spiegato?»
Le parole forti e decise dello stregone fecero riflettere l’adimiriano.
Purtroppo aveva ragione.
Non poteva tornare indietro.
Non ora.
«Sì… Perfettamente.»
 
 
La barca ormeggiata sulla spiaggia li stava aspettando.
Era l’ora.
L’ora di lasciare quella magnifica isola.
L’ora di iniziare una nuova avventura.
«Adimiriano, siamo pronti per partire.»
«Benissimo, stregone Liam. Avanti, salpate.»
«Quanto ci metteremo per raggiungere la terra ferma?»
«Due giorni, ragazzo.»
«Due giorni?»
«Sì… Se non ci sono degli Urum – Rei che ci stanno alle calcagna… Altrimenti potremmo metterci di più.»
«Cosa?»
«Non ti devi preoccupare, Niall. Ricordati che finché ci sarò io…»
«… non mi accadrà nulla. Lo so.»
«Bene. Salta su, ragazzo. Stiamo per partire.»
Dopo aver dato alcune monete d’oro all’adimiriano che aveva sistemato la barca, anche Liam fu pronto per salpare.
«Se remiamo insieme, faremo molto prima a raggiungere Airda.»
«Quindi non ho nemmeno tempo di riposarmi?»
«Fa pure quello che vuoi… Io ti ho avvertito sulle tempistiche del tempo…»
«Va bene… Dammi i remi. Non c’è tempo da perdere.»

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Capitolo 6
*** Il ricordo di Fanvor ***


Il sole spuntava in alto sopra le loro teste.
Era una giornata magnifica.
Peccato sprecarla in mezzo al mare.
«Accidenti. Sono sfinito» dissi Niall che stava facendo una fatica immane a mantenere gli occhi aperti.
«Riposati ragazzo.»
«E tu?»
«Quando ti sarai riposato un po’, toccherà a me. Va bene?»
«Come vuoi.»
Ma nessuno dei due si poté riposare.
Qualcosa si stava avvicinando a loro.
Una nave dalle grandi dimensioni.
«Ma che diavolo…»
«Non ho mai visto nulla di così tetro…»
«Stregone Liam, credi che siano gli Urum – Rei?»
«Credo proprio di sì. Presto! Dobbiamo allontanarci da qui.»
Liam e Niall agguantarono i remi.
Remarono più veloci che poterono, girando al largo della nave.
«Eccoli lì…»
«Dove sono, Liam? Non riesco a vedere nessuno.»
«Si camuffano molto abilmente. Non vogliono essere visti. Quei maledetti!»
«Ma dove si staranno dirigendo?»
«Stanno puntando verso il nord… Credo che si stiano dirigendo verso la Foresta di Fanvor.»
«La Foresta di Fanvor? Quella in cui si dice…»
«Chi entra in quella foresta con un cuore ingrato e pieno di cattiveria, non tornerà mai più indietro.»
«Ma questa è solo una leggenda, vero?»
Lo stregone non gli rispose.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
«Maestro, cosa stai pensando?»
«Sono passati più di cento anni da quando sono entrato in quella foresta…»
«Come? Cento anni?»
«Vagavo come una creatura solitaria… Senza sapere dove andare… Senza sapere cosa fare…
Era una notte molto buia.
Il vento sferzava il mio viso.
Ma non m’importava.
Ero abituato al freddo della mia Terra.
Ma dovevo cercare assolutamente un riparo per riposarmi un po’…»
«Quindi hai deciso di entrare in quella foresta lugubre?»
«Sì.»
«E dopo cos’è successo?»
«Dopo…»
 
 
Inizio flashback
 
«Questa mappa è inutile! Non ci è segnata nessuna foresta! Accidenti!»
Liam buttò via quel pezzo di carta che l’aveva guidato fin lì.
Cosa poteva fare?
Non sapeva dove andare.
Quella foresta era tetra e buia.
Non si vedeva niente.
«Ho bisogno di un po’ di luce… Luce di Erin! Vieni a me!»
Con un movimento di braccia, il suo bastone si illuminò di una luce accecante.
Adesso riusciva a vedere benissimo.
Cespugli e alberi altissimi facevano contorno ad un sentiero di cui non si vedeva la fine.
«Chissà dove porta…»
Avanzò verso l’ignoto.
Liam non aveva paura di niente.
Ma non capiva che la sua luce stava attirando qualcosa di mostruoso.
Dei passi sconosciuti rimbombarono nelle orecchie dello stregone.
Quando fece per girarsi, egli non vide nessuno.
«Credo di aver sognato…»
Continuò a camminare come se niente fosse.
I rumori e i passi dietro di lui continuarono a farsi sentire con insistenza.
«Chi è là?!»
Le grida di Liam non servirono a nulla.
Non vedeva nessuno.
Sentiva solo il rumore del vento che gli sferzava il viso.
«Non puoi nasconderti per sempre! Fatti vedere se hai il coraggio!»
Niente.
Le parole dello stregone non sortirono nessun effetto neanche quella volta.
Continuò a camminare imperterrito.
Finché…
‘Che cosa vuoi tu da me?’
Una voce cupa e sorda rimbombò nella foresta.
«Come?»
‘Che cosa vuoi tu da me?’
«Chi è che parla?! Sto cominciando a perdere la pazienza! Vieni fuori!»
‘Non sarai l’unica cosa che perderai… tranquillo…’
Alla fine, la figura misteriosa si mostrò allo stregone.
Brillava di una luce verde.
Volteggiava come un fantasma.
Ma Liam non riusciva a vederlo negli occhi perché era incappucciato.
«Chi sei tu?»
‘Colui che riuscirà a ucciderti… Come hai osato invadere il mio territorio e quello dei miei avi? Sei uno stregone irrispettoso.’
La sua voce flebile e piatta fece accapponare la pelle del povero Liam.
«Mi dispiace aver varcato un territorio di cui tu sei il re indiscusso, ma non sapevo dove andare.»
‘Ti sei perso, eh? Non ti preoccupare…  Ti guiderò sulla via giusta… Dov’è che stai andando?’
«Basta, vi ho già detto abbastanza. I miei compiti sono segreti. Non posso spifferarli ad una creatura di cui ignoro ancora il nome…»
‘Il mio nome è Dunvor e sono il protettore di questa foresta.’
«Bene Dunvor, visto che sono molto restio a fare conoscenza con le creature diverse da me, che ne dici di farmi passare e di non farmi perdere altro tempo?»
‘Come osi? La tua insolenza non ha limiti. La pagherai molto cara!’
Improvvisamente, il vento si alzò con impeto.
L’aura e l’energia di Dunvor era molto grande.
E questo Liam lo sapeva bene.
‘Preparati stregone di Erin! Stai per assaggiare la mia forza.’
«Come fai a sapere da dove arrivo?»
‘I miei poteri illimitati mi permettono di identificare i miei nemici… Ma questo adesso non ha importanza… Tra poco soccomberai sotto la mia forza. Argh!’
Ma Liam non era per niente spaventato. Anzi…
«Luce di Erin, protettore della luce e delle montagne, vieni a me!»
Lo stregone fu letteralmente inondato da una luce sempre più forte.
Una luce talmente accecante che Dunvor non poté niente per contrastarla.
Fu letteralmente sommerso da quell’aura magica, senza riuscire a difendersi a dovere.
‘No! Non è possibile!’
«Muori, creatura della foresta! Lascia continuare il mio corso e soccombi sotto la mia forza!»
L’energia dello stregone era arrivata al massimo livello.
L’intera luce che emanava fu addirittura vista in tutta la regione, richiamando e mettendo in allerta i nemici.
Quando il colpo fu portato a termine, il fantasma della foresta era completamente scomparso.
Liam, incredulo, non credeva a quello che aveva fatto.
«Talvolta mi stupisco della mia forza» disse tra sé e sé.
Ma mentre stava per avanzare per quel sentiero che gli sembrava interminabile, lo stregone cadde a terra svenuto.
Era letteralmente stremato e senza energie.
Non riusciva a rimanere in piedi.
Fu l’unica volta che usò tutta quella energia.
L’unica volta in cui fu davvero in pericolo di vita.
 
Fine flashback
 
«E dopo cos’è successo?»
«Cos’è successo? Sei davvero molto curioso, ragazzo. Lo sai che la curiosità uccide?»
«Devo o no scoprire il mondo in cui vivo?»
«Certo. Devi essere preparato in ogni occasione.»
«Allora perché non volete raccontarmi il resto della storia?»
«Non è successo niente d’importante… Sono riuscito a trovare una via d’uscita in quella foresta fitta e ho continuato il mio viaggio nella Terra di Airda.»
«E scommetto che non mi dirai dove sei andato, giusto?»
«Ogni storia a suo tempo, ragazzo.»
Mentre Liam era assorto nel racconto di una parte della sua vita, non si rese conto che stavano toccando terra.
«Finalmente ce l’abbiamo fatta, Niall!» fece entusiasta lo stregone.
«Quindi siamo definitivamente arrivati nella terra maledetta?»
«Gradirei non sentirtelo più dire… Per una questione di rispetto, capisci?»
«Va bene. Nessun problema… Adesso cosa facciamo?»
«Vieni. Le creature di Airda ci stanno aspettando..»
«Aspettando dove?»
«Tra poco lo scoprirai.»

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Capitolo 7
*** Il consiglio di Erendryl ***


«Che cos’è questa costruzione così imponente che si trova dinanzi alla riva del mare?»
«È il posto dove stiamo andando. Benvenuto a Erendryl.»
«Non ho mai sentito questo nome…»
«È qui che si riuniscono tutte le creature di Airda… Per millenni le decisioni si sono prese in questo luogo. Questo portale ha dovuto sopportare guerre e attacchi di ogni tipo. Ma è una costruzione forte e, fino ad adesso, è rimasto sempre in piedi.»
«Allora deve essere un luogo importante…»
«Il più importante!»
Lo stregone e il suo allievo si ritrovarono dinanzi ad un cancello.
«È chiuso. Come faremo ad entrare?»
«Tranquillo… Ah, eccoli!»
Delle creature con gli occhi azzurri e con i capelli biondi lunghi si diressero verso di noi.
«Chi sono loro?»
«Sono elfi. Sono i guardiani di Erendryl.»
«Chi siete voi, viaggiatori che venite da lontano?»
«Mi presento, il mio nome è Liam, stregone di Erin. Mentre qui accanto c’è il mio allievo Niall, proveniente dall’Isola di Adimir.»
«L’isola di Adimir? Credevo che gli Urum – Rei l’avessero totalmente conquistata eliminando tutta la gente di quel posto» fece un elfo alquanto sorpreso.
«Allora hai pensato male, cara creatura dagli occhi a punta» rispose risoluto Niall «Siamo stati io e il mio maestro a scacciarli e a difendere la cinta muraria dai loro assalti.»
«Capisco… Eppure gli astri non avevano predetto la vostra vittoria. Tutto il contrario…»
«Allora vi consiglio di lasciare perdere i vostri astri e di concentrarvi sui fatti.»
«Niall, smettila di fare l’insolente» fece Liam con tono severo.
«Sto solo dicendo come si sono svolti i fatti. Tutto qui…»
«L’adimiriano ha ragione, stregone di Erin… Comunque non vi aspettavamo… Ed è per questo che il 250° consiglio di Erendryl è già cominciato.»
«Come? E chi è il rappresentante delle nostre rispettive terre?»
«Nessuno… Avanti, venite con noi.»
 
 
Liam e Niall furono condotti in un lungo salone tappezzato da quadri raffiguranti elfi e la natura.
Era un luogo davvero tranquillo e pieno di pace, oltre ad essere affascinante.
«Se mai dovessi passare i miei ultimi anni di vecchiaia, li trascorrerei qui.»
«Questo è un palazzo per soli elfi, non un centro anziani. Se le creature diverse da noi si trovano qui, è perché il nostro capo supremo ha voluto così.»
«Vabbe’, fa lo stesso… Anche L’Isola di Adimir è un luogo abbastanza tranquillo.»
Niall fissava il suo maestro con sguardo interrogativo.
Dopo che era venuto a sapere dell’inizio del consiglio, non aveva detto neanche una parola.
Se ne stava in profondo silenzio.
«Stregone Liam, a cosa pensi?»
«A quello che potrebbe accadere alla Terra di Airda… Ci aspettano giorni molto difficili.»
«Ma noi non saremo soli finché rimarremo accanto l’un l’altro, giusto?»
Ma lo stregone non rispose.
«L’hai detto tu…»
«Non so se da soli potremmo fare grandi cose…»
«Perché adesso stai pensando questo? Hai avuto delle premonizioni?»
«Nessuna premonizione… Per ora…»
Niall non comprendeva lo sguardo misterioso del suo maestro.
A cosa stava pensando?
Cosa lo rendeva così triste e serio?
«Eccoci qua, creature di Airda. Siamo arrivati.»
Il salone, dove le varie creature di Airda stavano conversando, si ergeva sopra una cascata.
C’era vegetazione ovunque, contornata da vari volatili colorati.
«È un posto davvero stupendo. Sembra di essere in un sogno…» fece Niall rimanendo a bocca aperta.
«Un sogno reale di cui non ti dimenticherai mai. Te lo assicuro.»
«Lo so, Liam… Lo so.»
 
 
Quando le varie razze di Airda li videro avvicinarsi, sulle loro facce apparve un'espressione inorridita.
«Chi è che interrompe il consiglio?! Se ne vada immediatamente! Altrimenti ci penserò io!»
«Stai calmo, mastro nano… Eppure questo non è un tuo territorio. Perché ti scaldi tanto?»
«Ma voi siete…»
«Stregone di Erin! Allora siete vivo!»
«In carne ed ossa, nano Lugrin.»
«Pensavamo che tu fossi morto nella battaglia di Adimir…»
«Ci vuole ben altro per eliminare uno come me… Non ricordi Lugrin? Ho la pelle dura. Proprio come le tue creature.»
«Pelle dura? Direi più che altro, che la vostra è stata fortuna» replicò un altro nano.
«Fortuna un corno!»
«Chi è che ha parlato?!» tuonò il nano.
«Colui che ha combattuto insieme allo stregone più forte di tutti i tempi» replicò Niall con tono superbo.
«E tu chi sei? A giudicare dalla tua altezza, credo che tu sia… un adimiriano.»
«Senti da che pulpito… Nemmeno voi siete così alto…»
«Osi deridermi della mia altezza? A noi nani non piacciono questi generi di discorsi!»
«Nemmeno a noi adimiriani.»
«La vostra è solo una razza inferiore.»
«Come avete detto?! Rimangiatevi tutto!»
«Altrimenti cosa mi fai? Mi bacchetti con il tuo bastone? Voglio ricordarti qual è la mia arma…»
Il nano tirò fuori da dietro di sé, un’ ascia quasi più grande di lui.
«Non mi fai paura, nanetto da quattro soldi» ribatté indignato Niall.
«Adesso basta! Hai finito di offendere me e la mia razza.»
Il nano in questione si alzò d’impeto, ma il suo superiore lo bloccò immediatamente.
«Adesso finiscila Zayn. Hai già dato fin troppi problemi.»
«Mastro Lugrin, il piccoletto…»
«Ho detto di smetterla! Dobbiamo parlare di ben altre cose e il tempo scarseggia.»
«Mastro Lugrin ha ragione, Niall. Finiscila immediatamente anche tu.»
«Stregone Niall…»
«Siediti vicino a me e taci. Il consiglio deve continuare…»
«Bene… Chi è che stava parlando?» domandò il signore degli elfi.
«Io, grande elfo» fece una creatura che aveva le sembianze umane.
«Bene. Continua pure.»
«Dicevo soltanto che dobbiamo cercare assolutamente un compromesso se vogliamo fermare una volta per tutte l’avanzata degli Urum – Rei.»
«E sentiamo, cosa avresti in mente, umanoide?»
«Caro nano, l’unico modo per sconfiggerli, secondo me, è rimanere uniti. Solo così avremmo una minima possibilità.»
«Cosa? I nani alleati degli uomini e degli elfi? Non esiste proprio!»
«Taci Zayn, figlio di Ermold.»
«Ma maestà…»
«Se non sei interpellato, ti prego di rimanere in silenzio. Non ti hanno insegnato le buone maniere?»
Zayn il nano bofonchiò sottovoce qualcosa di incomprensibile.
«Quindi, secondo voi, dovremmo cercare un’alleanza solida per il bene di Airda?»
«Precisamente, Re Lugrin…»
«Vi confesso che non è una cattiva idea… Voi cosa ne pensate, elfo Louis?»
«L’idea è molto allettante. Non possiamo permetterci che gli Urum – Rei continuino a mietere vittime e distruzione. Dobbiamo fermarli ad ogni costo! Però anche il nano Zayn non ha tutti i torti…»
«Che cosa vorreste dire?»
«Elfi e nani non possono combattere assieme. È impossibile. Non potremmo andare mai d’accordo.»
«Oooh! Meno male che tra di noi c’è un elfo intelligente. È il primo, sapete?»
«Adesso basta Zayn! Se non la smetti di mancare di rispetto al popolo che ci sta ospitando, verrai frustato a sangue. E non sto scherzando… Anche se sei il guerriero più forte che abbiamo, possiamo benissimo fare a meno di te e della tua insolenza. Sono stato abbastanza chiaro?»
«Sì, vostra maestà» replicò il nano con tono sconfitto.
«Comunque dovremmo cercare ogni espediente per andare d’accordo… Rimanere disuniti non farebbe altro che avvantaggiare i nostri nemici e questo non possiamo permettercelo» fece l’umano con tono saggio.
«Io e il mio fidato guerriero vorremo un giorno di tempo per pensarci…»
«Cosa?»
«Domani mattina vi daremo la nostra risposta.»
E come se niente fosse, Re Lugrin si alzò dalla sua postazione per ritirarsi insieme al suo guerriero Zayn, nei suoi alloggi.
«Ma cos’hanno i nani che non vanno?» fece Niall con tono burbero.
«Taci Niall. Non essere impertinente» replicò lo stregone.
«Il piccoletto ha ragione. Sono una razza che non vuole allearsi con nessuno… Il loro egoismo li porteranno alla rovina.»
«Sì però, fino ad ora sono sempre stati tra noi, guerriero Harry.»
«Sì, ma per quanto, elfo Louis?»
«Non lo so…»
«Comunque è meglio se ci pensiamo anche noi… La notte porta consiglio.»
«Non c’è più tempo per pensare. Bisogna agire! Al più presto! Ogni giorno muoiono decine di creature per colpa degli Urum – Rei.»
«Non avere fretta, guerriero Harry. Come i nani, prenderemo la nostra decisione nel momento opportuno.»
Dopo i nani, anche gli elfi si ritirarono nelle loro stanze.
«Queste creature sono davvero strane…»
«Hanno solo un pensiero e un linguaggio diverso dal nostro, Niall.»
«Sì, però…»
«Su avanti, andiamo a riposarci anche noi. Oggi è stata una giornata molto movimentata.»
«Sai? Mi hai letto nel pensiero… Venite con noi, guerriero Harry?» gli chiese gentilmente Niall.
«Con piacere» fece l’uomo con sorriso sincero prima di scomparire dietro le arcate del salone.

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Capitolo 8
*** La spada elfica ***


Niall era completamente estasiato dalla bellezza architettonica che lo circondava.
«Continuo a ribadire che non ho mai visto niente di più bello prima d'ora» fece l'adimiriano con un sorriso a trentadue denti «sono veramente fortunati gli elfi a vivere in un lusso del genere.»
«Diciamo che gli piace vivere nel modo migliore...»
«A differenza del mio popolo, sì.»
«Il tuo popolo è gente molto semplice. Proprio come il mio» fece lo stregone Liam.
L'adimiriano vagava per le sale con aria trasognata, seguito da Liam.
«Niall, si può sapere dove stai andando? Non hai il permesso di vagare come se tu fossi a casa tua.»
«Lo so. Ma per una volta, gli elfi non potrebbero chiudere un occhio? In fondo non sto facendo niente di male.»
«Il tuo maestro ha ragione. Sei davvero un tipo curioso e impertinente.»
Il Re degli elfi li aveva raggiunti.
«Vostra maestà, non è colpa mia se sono fatto così.»
«Certe volte però ti potresti trattenere, non ti pare?»
Il piccoletto non sapeva cosa rispondere.
Era come se fosse stato beccato inflagrante come un bimbo dispettoso.
«Non è che per caso, con il vostro permesso, posso fare un giro per questo magnifico posto?»
«E a te non pare che me lo potevi dire prima? In fondo c'ero anch'io al consiglio» lo rimbeccò il Re degli elfi.
«Avete ragione. Sono stato un vero maleducato. Mi perdonate?»
«Va bene. Ma solo perchè sei un bravo ragazzo.»
«Lo sapete che siete il primo che me lo dice?»
«Perché? Il tuo maestro non te l'ha mai detto?»
«Ha detto che sono un ragazzo coraggioso. Non un bravo ragazzo.»
«Credevo che fosse sottinteso, Niall» fece lo stregone con tono divertito.
«Beh, non lo è... Allora, cosa mi dite, maestà? Posso fare un giro insieme a voi?»
«Permesso concesso.»
«Vi ringrazio infinitamente.»
«Però ad una condizione...»
«E sarebbe?»
«Ti porterò solo in un luogo.»
«Perchè solo uno?»
«In tutti gli altri custodiamo i nostri segreti e non permettiamo a nessuno di venirne a conoscenza.»
«Va bene... Rispetterò il vostro volere.»
«Ti ringrazio, Niall.»
«Allora, dove mi porterete?»
«Prego, da questa parte» fece l'elfo indicandogli l'immenso corridoio che si perdeva nel nulla.
«Andate pure. Io vi aspetterò qui.»
«Forse è meglio se venite anche voi, stregone Liam. C'è una cosa che dovete vedere...»
«Allora verrò. Avete attirato la mia attenzione.»
«Non avevo dubbi.»
 
 
Il corridoio del palazzo che il Re degli elfi, Niall e lo stregone Liam stavano percorrendo, sembrava davvero non finire mai.
«Mi tolga una curiosità, vostra altezza.»
«Dimmi pure.»
«Quante stanze abbiamo passato finora?»
«Precisamente, 67 stanze.»
«Accipicchia! E vi servono tutte?»
«Sì, ragazzo...»
«Ma allora questo non è un portale. È un palazzo in piena regola!»
«Infatti il portale serve a racchiudere tutto il nostro regno, compreso questo immenso palazzo.»
«È davvero grandioso» ribatté soddisfatto Niall «ma quante stanze ha questo palazzo?»
«All'incirca 100.»
«Non è che magari mi potrei trasferire qui quando la guerra sarà finita?»
«Volentieri... Ma ti avverto di una cosa: ti annoieresti.»
«In un posto come questo? Mai.»
«E invece sì. Chi non è un elfo, non riesce a vivere più del dovuto qui dentro. Ognuno di noi, ha bisogno di vivere con la sua gente.»
«Ma ne siete sicuro?»
«Fidati. E poi non ti sarebbe permesso fare certe cose che nella tua isola fai regolarmente... Come ad esempio, mangiare carne di cinghiale e bere fiumi di birra.»
«Ne potrei fare anche a meno, sapete?»
«Io ho i miei dubbi» fece Liam mettendo bocca nella loro conversazione.
«E tu cosa ne vuoi sapere?» domandò Niall divertito.
«Ormai sto imparando a conoscerti, allievo Niall.»
«Sì certo, come no...»
«Bene, eccoci finalmente arrivati.»
Il Re degli elfi aveva condotto i suoi ospiti in fondo ad un lunghissimo corridoio.
Dinanzi a loro, c'era un portone blindato contornato da svariate pietre preziose.
«Che stanza sarebbe questa?»
«Tra poco lo vedrai...»
Il Re degli elfi pronunciò alcune parole in una lingua sconosciuta, aprendo magicamente il portone.
Al di là di esso, l'intera stanza sarebbe stata completamente al buio, se non fosse stato per un oggetto misterioso che si trovava al centro di essa.
«E questo cos'è?» fece Niall mentre stava per toccare l'oggetto.
«Non toccarlo ragazzo! Potrebbe essere pericoloso...»
«Ma è solo... una spada.»
«Non è una semplice spada... È la spada degli elfi.»
«Quella famosa spada che vi è stata donata dal Signore di Airda?» chiese Liam. «Precisamente.»
La spada in questione aveva l'impugnatura con filamenti d'oro e di zaffiro, mentre la punta era costituita da acciaio inossidabile.
«È davvero stupenda!» fece Niall allibito «Ma perchè non posso toccarla?»
«La leggenda dice che solo chi è un elfo purosangue può permettersi d'impugnarla.»
«Ma questa è solo una leggenda, no? Chi ce lo garantisce che sia una cosa vera?»
«Non sfidare la sorte, ragazzo. Come ha detto sua santità, potrebbe essere molto pericoloso» rispose lo stregone difendendo le parole del Re.
«Perché ce l'avete voluta mostrare?»
«Non so se siete a conoscenza del perchè gli Urum - Rei stanno devastando queste terre...»
«Forse potrei avere un'idea...»
«Le vostre premonizioni non dicono nulla al riguardo, stregone Liam?»
«Purtroppo no... Il loro potere oscuro mi impedisce di vedere i loro scopi maligni» rispose lo stregone affranto.
«Capisco... Il ragazzo sa il perchè della loro devastazione?»
«Purtroppo no.»
«Allora mettetevi comodi nel terrazzo del palazzo. Devo raccontarvi una storia che si tramanda da milenni e millenni.»

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Capitolo 9
*** La leggenda delle cinque spade di Airda ***


Dal terrazzo del Palazzo di Erendryl si godeva di una vista stupenda.
Il tramonto stava facendo da sfondo ad una notte che sarebbe stata stellata.
«È davvero eccezionale tutto questo... panorama.»
«Lascia senza fiato, vero? E dire che ne abbiamo uno al giorno.»
«Ogni cosa che scopro qua dentro, mi fa venire voglia di rimanerci... Anche se voi dite che mi pentirei...»
«Fidatevi, io non sbaglio mai...»
«Vostra maestà, perdonatemi se sono impaziente, ma il ragazzo deve sapere...»
«Avete ragione... Quando questa Terra è nata, essa era libera e disabitata.
Gli animali e la folta vegetazione facevano da sfondo ad un territorio davvero straordinario.
La prima che ci mise piede fu una creatura di cui tutti noi ignoriamo ancora il nome...
Il suo nome, ma non le sue gesta...
Egli portava con sé cinque spade.
Cinque spade misteriose.
Cinque spade magiche.
Cinque spade che furono donate a cinque diverse razze: gli uomini, gli elfi, i nani, gli stregoni e gli... adimiriani.»
«Cosa?»
«Hai capito bene, ragazzo... Nella tua Isola è nascosta una delle cinque spade magiche. Una spada bellissima... Ma allo stesso tempo devastante.»
«Devastante?»
«Sì, ha il potere di richiamare tutte le creature che abitano in questo mondo.»
«Ed è per questo che gli Urum - Rei...»
«E non solo loro... Altre creature mostruose, di cui ignoro il nome, stanno per attraversare la Terra di Airda. È solo questione di tempo...»
Un silenzio surreale riempì l'intera terrazza del palazzo.
Niall non credeva alle sue parole.
Una spada di innata potenza era nascosta nella sua isola?
«Devo tornare subito sull'Isola di Adimir. E alla svelta!»
«Fermati Niall!» gli gridò il suo maestro.
«Stregone Liam, perchè mi hai fermato?»
«Perchè non puoi farcela da solo. Hai bisogno d'aiuto...»
«Sì, del tuo... Avanti, andiamo.»
«Mi dispiace, ma nemmeno da soli potremmo fare molto.»
«Ci saranno i miei simili. Grazie a loro potremmo riuscire a scovarla.»
«No! Non devono sapere della sua esistenza. Sarebbe troppo pericoloso.»
«Che cosa c'è di pericoloso?»
«Caro ragazzo, tu non capisci che presto si scatenerà una guerra dalle proporzioni gigantesche...»
«Quanto gigantesche?»
Il Re degli elfi si avvicinò a lui con fare circospetto.
Vedeva in Niall uno sguardo spaventato.
Ma vedeva anche del coraggio da vendere.
«Caro ragazzo, il tuo coraggio non potrà salvarti da ogni situazione... Bisogna avere intelligenza e spirito d'osservazione... Stai molto attento. I nemici sono sempre dietro le tue spalle e attaccheranno quando meno te l'aspetti...»
«Perchè mi state dicendo questo? Volete spaventarmi ancora più del dovuto?»
«Voglio solo farti capire che sarai sempre in pericolo di vita... Tu e tutti gli altri... Finchè questa guerra non avrà fine, e ahimè, non riesco a vederne una conclusione.»
«Stregone Liam, voi cosa dite? Riuscite a vedere una fine?»
«Purtroppo no, ragazzo... È ancora tutto da decidere. Noi dobbiamo solo aspettare il peggio e tenerci pronti.»
«Accidenti a questi Urum - Rei! Non vedo l'ora di trovarmeli di nuovo faccia a faccia! Vedranno... vedranno quello di cui sono capace.»
«Tu non farai un bel niente, caro il mio adimiriano.»
«Ma, stregone Liam...»
«Non sei ancora pronto, ecco.»
«Ma il nostro addestramento...»
«È stata solo una prova... Tutto qui. Devi allenarti degli anni se vuoi diventare un guerriero esperto. Tempo che, purtroppo, noi non abbiamo.»
«Quindi cosa dovrei fare?» domandò il piccoletto con tono afflitto.
«Rimanere al sicuro e pregare per i tuoi compagni.»
«Compagni? Quali compagni?»
«Lo scoprirai domani... Bene, vostra altezza, che ne dite se andiamo a riempire le nostre pance?»
«Immaginavo che eravate molto affamati... Andiamo. Seguitemi.»
Il Re degli elfi e lo stregone stavano facendo il percorso inverso, fino a quando non notarono che Niall era rimasto sul terrazzo del palazzo, ammutolito.
«So che ti senti spossato, Niall. Ma questa è la realtà...»
«Sarò solo un peso per te?»
«Certo che no! Tu sarai sempre importante per me e non solo...»
«Cosa potrei fare di così importante?»
«Domani sera lo scoprirai... Non sei affamato?»
«Beh, dopo tutte queste rivelazioni, direi di no.»
«Vedrai che l'appetito ti verrà mangiando.»
«Sai? Credo che cosa più giusta tu non la potevi dire, stregone Liam.»

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Capitolo 10
*** La ninfa misteriosa ***


La notte era calata definitivamente sul Palazzo di Erendryl.
Il silenzio aveva fatto spazio ai mugolii degli animali della foresta.
Tutti gli ospiti e gli elfi stavano dormendo nelle loro stanze.
Tranne…
Alcuni rumori di passi riecheggiavano nel palazzo.
Chi poteva essere?
Non riusciva a dormire.
Aveva troppe cose da fare.
Troppe cose da vedere.
Si stava avventurando nel salone dove fino a qualche ora prima il consiglio delle cinque creature si era riunito.
«È bello vagare da soli…» fece Niall tranquillo «Devo saperne di più… Sapere i nascondigli del palazzo. Solo così un giorno potrò essere davvero pronto…»
Purtroppo però non sapeva cosa lo aspettava.
Non sapeva che vagare da solo in un posto come il palazzo di Erendryl, potesse comportare dei gravi pericoli.
Niall lasciò la sala del consiglio per dirigersi verso il lungo corridoio che era formato da tutte quelle stanze misteriose.
Se non fosse stato che…
Una voce riecheggiò nelle sue orecchie.
Qualcuno lo stava chiamando.
Ma chi?
Dinanzi a lui non c’era nessuno.
Ma allora chi è che stava parlando?
«Niall… Niall…»
Era una voce profonda e indecifrabile.
Sembrava quasi che fosse un fantasma a parlare.
Niall non poteva gridare.
Non poteva farsi scoprire proprio ora.
«Fermati.»
«Ma chi diavolo sta parlando?»
«Questo non ha importanza… Fermati ancora un po’ qui. Rimani insieme a me…»
«Insieme a chi?»
Fu in quel momento che una figura nitida che levitava come per magia, si presentò dinanzi a lui.
«Chi diavolo sei? O meglio, cosa sei?»
«Il mio nome è Akis, mio coraggioso guerriero. E sono una ninfa.»
«Una cosa?»
«Sono la protettrice di questo posto. Ogni notte mi ritrovo qui a vagare per il palazzo in cerca di un po’ di compagnia. E finalmente l’ho trovata in te, Niall di Adimir.»
«Ma come fai a conoscere il mio nome?»
«La mia conoscenza è al di là di ogni previsione.»
«Sei per caso una veggente?»
«In un certo senso, sì.»
Niall la fissava con sguardo ammaliato.
Sembrava che la ninfa gli avesse fatto un incantesimo.
Sembrava totalmente preso da lei.
«Perché vuoi che rimanga qui con te?»
«Odio starmene da sola… Lo sono sempre… giorno e notte.»
«Perché le ninfe sono così… trasparenti?»
«Oh, io sono una ninfa molto speciale…»
«Speciale hai detto?»
«Vieni qui, Niall di Adimir… Non avere paura… Non ti mordo mica» fece la ninfa Akis divertita.
Anche se Niall aveva lo sguardo ammaliato dalla sua bellezza, era ancora molto titubante.
Non riusciva a fidarsi pienamente di quella creatura.
Qualcosa in lei lo stava frenando.
«Ma io… devo sapere… devo conoscere i segreti degli elfi…»
«Te li rivelerò se tu verrai qui dinanzi a me. Avanti, non ti preoccupare.»
Akis lo stava aspettando a braccia aperte.
Lo voleva assolutamente.
Lo voleva solo per sé.
Ma perché?
Cosa gli voleva fare?
Niall sembrava essersi convinto delle sue parole.
Si stava dirigendo definitivamente verso di lei.
Ma un’altra voce lo fermò sul più bello.
«Fermati Niall!»
Una voce conosciuta riecheggiò nel salone e nel buio della notte.
«Vostra altezza…»
«Re Errond!»
«Akis, finalmente ci incontriamo…»
«Lasciaci in pace! Non vedi che sono impegnata con questo adimiriano?»
«Tu non toccherai mai questo adimiriano, mi ha capito?»
«Non ti permetto di parlarmi così!»
«E io non ti permetto tutta questa libertà nel mio palazzo… Avevamo un accordo, ricordi?»
«Quell’accordo di non attaccare nessuna creatura nel tuo palazzo ormai non esiste più… Io sono libera! Lo devo essere!»
«Allora dovrò prendere una decisione drastica…»
«Vostra altezza, ma cosa sta dicendo questa ninfa?»
«Adimiriano, vieni con me. Avanti, non c’è tempo!»
«Tempo per cosa? Non capisco…»
«Stupida! Non lascerò che un mio ospite cada nelle tue mani!»
«Allora dovrai combattere contro di me! Tu ed io! Da soli. Ora.»
«Se è questo che vuoi, avrai la guerra.»
Akis si apprestava ad andare contro Errond.
Ma l’elfo non era uno sprovveduto.
«Fermati, arpia maledetta!» gridò l’elfo mentre sguainava la misteriosa spada elfica.
«Che cosa…»
«Se solo ti avvicini a me…»
«Sei un vigliacco se pensi di usare quella spada…»
«E tu sei una vigliacca se pensi di usare un adimiriano indifeso come Niall per i tuoi loschi scopi.»
«Tu non sai niente di me!»
«Ah davvero? È qui che ti sbagli. So tutto dei tuoi incantesimi che ogni notte prepari.»
«Cosa?...»
«Non pensare che nelle notti passate io non ti abbia spiato.»
«Ma come hai osato? Maledetto! La pagherai!»
«Spada elfica di Erendryl, proteggi il tuo padrone e uccidi questa ninfa!»
La spada s’illuminò di una luce propria.
Era talmente forte che quasi accecò la ninfa e Niall.
«No!»
La lama brillante della spada si andò a conficcare nel cuore dello spirito della ninfa, suscitandole un dolore lancinante.
«No! Maledetto!»
«È questo quello che ti meriti, ninfa Akis…»
Dopo essere stata colpito, lo spirito della ninfa sparì improvvisamente.
Niall, che era rimasto a guardare tutta la scena, fissò il re Errond con sguardo diverso.
Sembrava non essere più sotto il potere di Akis.
«Maestà, io…»
«Tacete, adimiriano. La vostra insolenza non ha limiti.»
«Io non volevo…»
Re Errond, spazientito, lo prese per il colletto del suo vestito, trascinandolo in aria.
«Se solo tu mi avessi ascoltato, tutto questo non sarebbe successo. Sei stato un irresponsabile!»
«Maestà, cosa sta succedendo?»
Anche lo stregone Liam aveva raggiunto il Re degli elfi e il suo allievo.
«Ormai non ha più importanza tutto questo… Rientrate nelle vostre stanze e fate in modo di rimanerci…»
Detto questo, il Re Errond tornò nei suoi alloggi, lasciando lo stregone Liam e l’adimiriano Niall in preda a molti interrogativi che non avrebbero mai avuto risposta.

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Capitolo 11
*** La compagnia ***


Niall non parlava.
Era ancora scosso da quello che gli era accaduto la sera prima.
“Chi era quella creatura… Cosa voleva realmente da me?”
Stava per alzarsi dal tavolo della colazione.
Ma lo stregone Liam non era del suo stesso avviso.
«Dove stai andando, Niall?»
«A prendere una boccata d’aria.»
«Non ti sembra che, dopo ieri sera, tu debba rimanere nelle aree assegnateci?»
«Sto solo andando a prendere una boccata d’aria… Non credo di fare nulla di male…»
«È qui che ti sbagli!» gridò lo stregone battendo il pugno sul tavolo.
«Cosa?»
«Tu non uscirai da questa stanza finché non mi avrai detto cosa ci facevi stanotte in giro per il palazzo!»
«Niente… non riuscivo a dormire.»
«Menti! Quando la smetterai di dirmi bugie? Io sono il tuo maestro e ti ho promesso di proteggerti in ogni situazione. Perché rendi il mio compito così difficile?»
«Io non te l’ho mai chiesto! So benissimo badare a me stesso!» rispose Niall di rimando.
«Ah davvero? Infatti se non fosse arrivato Re Errond tu ce l’avresti fatta a combattere quella creatura misteriosa, vero?»
«Forse sì…»
«Smettila di fare lo sciocco orgoglioso e raccontami cosa ti è successo, altrimenti giuro che ti riporterò sull’Isola di Adimir e continuerò il viaggio senza di te. Mi sono spiegato?»
«Benissimo! Fa pure! Sai cosa ti dico? Ne ho abbastanza di questa avventura! Riportami pure sulla mia isola. Voglio trascorrere il resto dei miei giorni in totale solitudine. È questa la mia vita.»
«Ma cosa diavolo dici? Sai benissimo che il tuo destino è un altro…»
«No! Sei tu che mi hai imposto d’intraprendere questa avventura! Per il bene di tutte le razze di questa benedetta Terra! Ma adesso sono stanco! Anzi, stanchissimo!»
«Sei già stanco prima di partire, adimiriano?»
Re Errond interruppe la discussione tra lo stregone e Niall.
«Vostra altezza, scusate se abbiamo alzato la voce. Non volevamo…»
«Comprendo la vostra rabbia, stregone Liam… Però non capisco questo cambiamento repentino di Niall… Me lo vuoi  spiegare tu, ragazzo?»
Ma l’adimiriano non rispose, si alzò con talmente tanto impeto che fece cadere la sedia per terra e uscì dalla stanza arrabbiato.
«Niall! Torna subito qui!»
«Lasciatelo andare, stregone Liam. Bisogna rispettare i suoi desideri…»
«Come?»
«Deve essere lasciato in pace… Quando la rabbia gli sarà passata, tornerà da voi.»
«Capisco… Cambiando discorso, quando inizierà il consiglio?»
«Proprio ora. Venite, vi accompagno.»
 
 
Ormai il momento era arrivato.
Presto si sarebbero sapute le sorti della Terra di Airda.
«Allora Re Lugrin, che cosa mi dite?»
«Io e il mio fedele guerriero ci abbiamo pensato tutta la notte e…»
Lugrin si interruppe improvvisamente.
«Che cosa vi prende, Re dei nani?»
«La decisione è stata molto difficile… Ma di comune accordo, abbiamo deciso di non fare parte di questa compagnia. Mi dispiace.»
Detto questo, Re Lugrin e il suo fedele guerriero Zayn, si alzarono per lasciare il consiglio.
«Pensateci bene. Volete lasciare la Terra di Airda nelle grinfie di quei mostri?»
«A noi non interessa niente di Airda… Ci interessa solo la nostra terra ai piedi della montagna.»
«Siete dei vili egoisti!»
«Chi ha osato offenderci?!»
«Sono stato io.»
Ancora una volta, il piccolo adimiriano si era messo di mezzo.
«Rimangiati subito quello che hai detto, specie di insetto fastidioso» lo minacciò Zayn.
«Nemmeno per idea! Non potete andarvene in questo modo…»
«Quello che facciamo noi non sono affari tuoi, ragazzo… Adesso levati dalla nostra strada, o assaggerai la potenza dei nani.»
«Allora fatevi avanti. Non ho paura!»
«Niall, smettila di fare lo sconsiderato e lascia andare i nostri amici» fece lo stregone cercando di proteggere il suo allievo.
«Maestro, come potete considerare costui nostri amici? Sono solo dei vigliacchi…»
«Adesso basta! Ti farò rimpiangere di essere nato!»
Zayn stava per sfoderare la sua arma.
Ma il saggio Re Lugrin lo fece ragionare ancora una volta.
«Rinfodera la tua arma, Zayn. Non è il momento di combattere.»
«Maestà, ma questa creatura insignificante ci ha offesi. Non possiamo fargliela passare liscia.»
«Ragazzo, saresti così stupido di frapporti tra la nostra volontà e la nostra forza?»
«Esatto. Fosse l’ultima cosa che faccio.»
«Bene. Allora questo significa che ti dovrai scontrare con me.»
«Accomodatevi. Io non ho paura.»
«Niall! Smettila di fare lo sciocco! Non hai nessuna speranza contro il Re dei Nani!»
Ma le parole di Liam non servirono a nulla.
Non fecero ragionare Niall.
Ormai voleva combattere con lui a qualsiasi costo.
Per il bene della compagnia.
Per il bene di Airda.
«Non hai nemmeno la spada per combattere… Lascia perdere. Sei ancora in tempo.»
«Ma lui non è solo…»
«Come?»
«Ci sono io. Io e la mia spada difenderemo l’adimiriano con le unghie e con i denti. E il destino farà il suo corso…»
«Harry di Havrom, che cosa state facendo? È una questione tra me e l’adimiriano.»
«Non m’importa. Non posso permettere che un adimiriano indifeso rischi di morire sotto la vostra spada. Quindi, se volete combattere contro di lui, dovrete passare sul mio corpo.»
«E dovrete vedervela anche con il mio arco…»
Oltre a Harry di Havrom, anche l’elfo Louis era venuto in soccorso del ragazzo.
Niall, commosso, non poté trattenere le lacrime.
Era onorato che due creature tanto superiori quanto importanti, lo proteggessero da una fine certa.
«Se è la guerra che volete, la guerra avrete! Aaah!»
«Fermati, guerriero Zayn!»
«Maestà…»
«Noi non combatteremo contro di loro.»
«Ma perché?»
«Osi discutere i miei ordini?!» tuonò Re Lugrin al suo guerriero.
«No, certo che no.»
«Benissimo… Andiamocene. Non abbiamo più motivo di rimanere qui.»
«Dove state andando? Io…»
«Taci Niall! O ti rispedisco alla tua isola a suon di calci!» fece lo stregone Liam chiudendogli la bocca.
I Nani avevano abbandonato il consiglio.
La compagnia non si sarebbe più fatta.
 
 
«Stregone Liam, adesso cosa ne sarà di Airda?»
«Non lo so, Niall.»
«Se solo tu non mi avessi fermato! Magari potevo convincerli a tornare sui loro passi!»
«Sarebbe stato inutile. E saresti morto come uno sciocco!»
«Ma Harry di Havrom e l'elfo Louis…»
«Anche loro sono degli sciocchi! Proprio come te! Se i Nani non vogliono che la compagnia esista, allora non esisterà.»
«Allora vorrà dire che i membri saremo noi quattro, no?»
«Non sarebbe la stessa cosa…»
«E questo cosa c'entra?»
«Adesso basta con le domande. Fai i bagagli. Ce ne andiamo.»
«Cosa? Così presto?»
«Non abbiamo nessun altro motivo per rimanere qua, non ti pare?»
«E dove andremo?»
«Ti riporterò ad Adimir, mentre io me ne tornerò ad Erin.»
«Quindi questo significa che la mia avventura volge al termine?»
«Purtroppo sì.»
Niall fissò lo stregone con uno sguardo pieno di odio e di rancore.
«No! Non permetterò che finisca così! Non ora che la Terra di Airda è in pericolo!»
Dopo aver sfogato parzialmente la sua rabbia, il piccoletto lasciò la sua stanza, mentre Liam cercava in tutte le maniere di riportarlo indietro.
 
 
Niall, dopo aver corso per un paio di minuti, si ritrovò dinanzi all’enorme mare di Airda.
La luce del tramonto si rifletteva contro quelle stupende acque.
“Non può finire così… Ci deve essere un modo…”
Girando lo sguardo, vide Re Lugrin e il suo guerriero caricare i bagagli sulla loro nave.
«Maestà, volete salpare ora?»
«Sì, Zayn. Il nostro compito si è concluso.»
Ma mentre il Re dei nani stava salendo a bordo, incrociò lo sguardo pieno di rabbia del piccolo Niall.
«Che cosa vi prende, maestà? Perché vi siete bloccato?»
«Un momento… Torno subito.»
Re Lugrin scese dalla nave per dirigersi verso Niall, che lo fissava con sguardo interrogativo.
«Allora… Ve ne andate?»
«Mi dispiace se i pensieri del mio popolo non sono uguali ai tuoi, ragazzo. Ma abbiamo altri programmi… Non possiamo unirci ad una compagnia diversa dalla nostra. Noi nani amiamo essere solitari.»
«E vi difenderete da soli dall’assalto del nemico?»
«Sì, esatto.»
«E credete di riuscirci?»
«Non lo so. Se soccomberemo, sarà per un bene superiore a noi.»
«Tutte stupidaggini. Se morirete, è perché siete delle creature testarde. Se rimarremo uniti, invece, avremo più possibilità di vittoria. Anche se saremo solo in sei.»
Re Lugrin pensò intensamente alle parole dell’adimiriano.
Aveva davvero ragione?
Poteva una piccola compagnia far fronte alla potenza del nemico?
«Io… Non so cosa pensare…»
«Accetti le condizioni dell’adimiriano. Gli dia retta.»
«Accettate, Re Lugrin. Vedrete che non ve ne pentirete.»
Harry di Havrom e l’elfo Louis li avevano raggiunti.
«Maestà, cosa…»
«Va bene. Mi avete convinto.»
«Convinto in cosa?»
«Zayn, io e te faremo parte della compagnia.»
«Ma… Ne siete sicuro?»
«Mai stato più sicuro prima d’ora. E tutto grazie a questo adimiriano che mi ha convinto.»
«Vi ringrazio, maestà. Devo dire che non vi facevo così ragionevole, sapete?»
«Ahahah. Bene, allora vuol dire che avrete un nuovo parere su di me.»
«Senz’altro.»
«Finalmente la compagnia è nata, fedeli guerrieri.»
«Sì, Re Errond. Ce l’abbiamo fatta» fece Louis con tono fiero.
«Voi ne siete felice, stregone Liam?»
Liam fissò intensamente il suo allievo.
«Se il mio allievo è felice, anch’io lo sono.»
«E sia. Da oggi sarete la Compagnia Di Erendryl. Possa il fato proteggervi da ogni male.»
«Grande! E adesso cosa facciamo?» domandò Niall impazientemente.
«Che domande! Andiamo a festeggiare! Venite, il salone delle feste ci aspetta.»
Una nuova alleanza si era creata nella Terra di Airda.
Un’alleanza per combattere i nemici.
Un’alleanza per riunire l’intera Airda e costruire una pace come non si era mai vista.

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Capitolo 12
*** I cavalieri della morte minacciano Erendryl ***


Il sole era tramontato.
Quella sera, sembrava che la luna e le stelle brillassero di più.
Più la compagnia fissava il cielo, più si convincevano di questo.
«Amici miei, sono sicuro che faremo grandi cose» disse Niall con tono deciso.
«Sei molto ottimista, piccolo adimiriano» rispose Louis facendogli un sorriso.
«Perché? Non dovrei?»
«No. Certo che no…»
«Io credo che dobbiamo muoverci il prima possibile… Airda sta continuando a soffrire. E con lei anche tutti i popoli che la abitano.»
«Domani partiremo per la volta delle montagne, stregone Liam.»
«Per le Montagne, Harry di Havrom? Non sarebbe meglio dirigersi verso l’Isola di Adimir e prendere la spada che il Signore di Airda ha donato a quel popolo?»
«Sì. Potremmo fare anche così…»
«Evviva! Si torna a casa!»
«Niall, ti ricordo che questa non è una gita di piacere, bensì una missione più importante di noi. Più importante di tutto l’universo conosciuto.»
«Lo so bene, maestro… Tranquillo, non me lo scorderò mai.»
«Molto bene… Dopo aver brindato e mangiato come si deve, consiglierei di preparare i bagagli. Partiremo domani all’alba.»
«I nostri bagagli sono già pronti. Possiamo partire pure ora» fece Re Lugrin.
«Molto bene. È già un buon inizio.»
«Però prima consiglierei un buon riposo. Che ne dite?» suggerì Niall.
«Tu però devi ancora preparare le tue cose, non è vero Niall?»
«Ma maestro…»
«Niente ma. Odio quando sei disubbidiente, sai? Dormiremo sì. Ma dopo aver adempiuto ai nostri doveri.»
«E va bene. Mi avete convinto» rispose Niall arrendevole.
«Molto bene… Signori, non mi resta altro che darvi la buonanotte.»
«Buonanotte a voi» rispose Harry prima che tutti coloro lo gridassero insieme.
 
 
L’oscurità era assoluta.
Le nuvole si stavano avvicinando minacciose.
«Credi che stasera pioverà, maestro Liam?»
«Credo proprio di sì. Si stanno avvicinando nuvole minacciose.»
«Uffa! Ed io che pensavo che fosse una bella nottata.»
Ma non poteva essere una bella nottata.
Qualcosa di brutto e oscuro si stava avvicinando ad Erendryl.
Liam si fermò di colpo.
Qualcosa lo stava turbando.
«Cosa ti succede, Liam?»
«Sento qualcosa… Un qualcosa di malvagio si sta avvicinando a noi… Dobbiamo stare all’erta.»
All’improvviso, prese a correre per il corridoio del palazzo, mentre Niall faticava a rimanergli dietro.
Una volta arrivati nella sua stanza, Liam si affacciò alla finestra e Niall fece lo stesso.
Quello che temeva, si stava realizzando.
«Maestro, qualcuno si sta avvicinando.»
«Lo vedo, Niall…»
«Ma cosa potrebbe essere?»
«I Cavalieri della Morte… I Lagrìn.»
«I Lagrìn? E chi sono?»
«Non ho tempo per spiegartelo, figliolo. Dobbiamo avvertire gli altri. E alla svelta!»
«Bene… Credo che stanotte non dormiremo, vero?»
«Direi proprio di no.»
 
 
La compagnia di Erednryl era pronta per far fronte all’ennesimo attacco degli Urum – Rei.
Ma questa volta sarebbe stato diverso.
«Che cosa credono di fare quei quattro cavalieri da strapazzo?»
«Non ti conviene offenderli, amico adimiriano. Loro sono i quattro generali che controllano le truppe degli Urum – Rei.»
«Ma noi siamo di più, loro sono solo in quattro. Sarà molto facile tenergli testa.»
«Che cosa stanno facendo?» domandò il nano.
«Sono ai piedi del portale di Erendryl. Perché non ci attaccano?»
«Forse hanno capito che siamo i più forti?»
«Smettila di usare frasi senza senso, Niall» lo redarguì lo stregone.
«Che ho detto di male?»
«Ho detto di tacere.»
«E va bene… Credo che stiano cercando un pretesto per attirare la nostra attenzione.»
«Come sovrano di questo palazzo, starà a me parlare con loro.»
«Re Errond, non vorrete dire sul serio!» fece Louis con una nota di disappunto.
«Caro fratello. Devo prendermi le mie responsabilità. E finché sarete qua dentro, è mio compito proteggervi in tutto e per tutto.»
«Sire Errond, lasciate che ce ne occupiamo noi.»
«Harry di Havrom, rinfodera la tua spada. Adesso non è il momento…»
Quando re Errond si metteva in testa una cosa, non c’era niente che gli facesse cambiare idea.
Era un elfo pieno di saggezza e di coraggio.
Non aveva paura di nulla.
Ma gli sarebbe servito tutto questo contro i cavalieri oscuri?
Una volta aperto il portale, il suo cuore mancò un battito.
Era la prima volta che cercava un colloquio con un nemico del genere.
«Cavalieri di Lagrìn, che cosa siete venuti a fare nelle mie terre?»
«Siamo giunti fin qui per cercare un compromesso…»
Re Errond era visibilmente attento alle parole del nemico.
«Spiegati meglio.»
«Se tu e i tuoi simili vi arrenderete sotto il nostro volere, verrete risparmiati, e avrete la possibilità di unirvi al nostro nuovo esercito per la conquista di Airda.»
«E se ci rifiutiamo?»
«Verrete sconfitti senza pietà, e la vostra gente e il vostro palazzo soccomberanno sotto la nostra forza.»
Re Errond fissava con sguardo truce i Lagrìn.
«Avete tempo solo un minuto per pensarci…»
«Non ce ne sarà bisogno… Non accetteremo mai la vostra richiesta. Adesso andatevene o sarete voi ad assaggiare la nostra forza.»
«Bene… Come volete…»
I quattro cavalieri, inspiegabilmente, se n’andarono riprendendo il cammino verso l’orizzonte.
Ma Errond sapeva bene che sarebbero tornati con i rinforzi.
«Disponete tutti i soldati che riuscite a trovare. Ci prepariamo per la battaglia.»
 
 
Tutti erano pronti per combattere.
Ma stranamente, il nemico tardava ad arrivare.
«E se avessero tagliato la corda?»
«Impossibile, amico Niall. I Lugrìn non sono così codardi…»
Ad un certo punto, mentre Niall stava conversando con il Re degli elfi, sentì un rumore di tamburi in lontananza.
«Che cos’è questo rumore?»
All’inizio, Re Errond non rispose.
«Stanno arrivando…»
In lontananza, alcune torce di fuoco riempivano la vallata.
Gli Urum – Rei erano pronti per invadere il Palazzo di Erendryl.
Erano guidati dai quattro cavalieri neri ed erano in moltissimi.
Ma la compagnia e gli altri soldati non si sarebbero spaventati per così poco.
Dopo essersi organizzati come un vero esercito, gli Urum – Rei si avvicinavano minacciosamente.
Ormai erano dinanzi al portale.
«È ora! Fuoco!» diede il segnale Re Errond.
Decine e decine di frecce partirono contro i nemici.
Ma questo non fu sufficiente per fermarli.
Stavano cercando un modo per entrare dentro il Palazzo.
Ma esso era salvaguardato in modo eccezionale.
 «Venite! Scendiamo!»
«Re Lugrin, cosa state facendo? Tornate qui!» gli gridò Re Errond.
«Se gli andiamo incontro, avremo più possibilità di farli fuori.»
«Non possiamo mettere in pericolo così la nostra vita. Continuiamo a proteggerci dietro le mura.»
Ma la testardaggine e il cuore di Lugrin dicevano l’opposto.
Lui voleva affrontarli a viso aperto.
Era la sua natura che lo contraddistingueva.
«Aspettate maestà. Vengo con voi» disse il nano Zayn mentre andava dietro al suo sovrano.
Loro due da soli, stavano combattendo coraggiosamente contro centinaia di Urum – Rei.
Quando Re Lugrin era ormai allo stremo delle forze, un cavaliere nero lo colpì a tradimento dietro le spalle, trafiggendolo in mezzo alla schiena.
Re Lugrin cadde a terra a causa del colpo.
Appena Zayn se ne accorse, corse verso il suo sovrano per aiutarlo, ma ormai era troppo tardi.
Re Lugrin giaceva a terra con il corpo esangue.
«Maestà! Maestà! Rispondete!»
«Zayn… Sei tu?» domandò con un filo di voce.
«Non mollate! Non potete morire così!»
«Zayn… promettimi una cosa…»
«Che cosa?»
«Che porterai avanti la nostra tradizione… Che porterai la compagnia di Erendryl alla vittoria sui nostri nemici. Ti prego, promettimelo.»
«Maestà, perché dite così? Noi continueremo a combattere insieme.»
«Mi dispiace, Zayn… Ma non succederà mai più…»
Queste furono le ultime parole del Re dei nani.
Esalò l’ultimo respiro, mentre il combattimento infuriava sempre di più e Zayn piangeva per la grande perdita subita.
«Guerriero Zayn, che cosa vi è successo?» gli domandò Louis mentre stava combattendo.
Ma quando vide il corpo di Re Lugrin, capì il perché.
«Vieni, devo portarti via di qui.»
«No! Io non abbandono il mio sovrano, nonché maestro!»
«Porteremo anche il suo corpo via da qui. Tu non puoi rimanere in queste condizioni. Ti farai uccidere.»
«Orma a cosa serve vivere… Re Lugrin non c’è più…»
«Sono sicuro che il tuo sovrano voleva che tu continuassi a vivere e a combattere. Ma per stasera non sei in grado… Quindi è meglio portarti al sicuro.»
Zayn, dopo essere rimasto alcuni secondi in silenzio, accettò l’offerta dell’elfo, venendo scortato dentro le mura di Erendryl che continuavano a resistere agli assalti dei nemici.
 
 
«I nostri nemici stanno perdendo un sacco di uomini» fece l’elfo Louis ad Harry.
«Molto bene. Facciamoli battere in ritirata»
Gli Urum – Rei non facevano altro che perdere soldati su soldati.
Gli elfi e la compagnia di Erendryl erano di gran lunga superiori.
Alla fine, i cavalieri neri decisero di battere in ritirata.
I nemici si rifugiarono oltre il fiume verso la foresta di Fanvor.
«Che cosa credono di fare rifugiandosi in quella foresta? Sopravvivere?»
«Non è un problema nostro, Harry di Havrom» gli rispose lo stregone Liam.
«Quella foresta nasconde oscuri segreti. Secondo me sono andati incontro alla morte.»
«Peggio per loro» ribadì l’adimiriano Niall  «Avete visto il nano Zayn?»
«Re Lugrin è morto?»
«Purtroppo sì…»
«Deve essere un duro colpo per il suo fedele guerriero.»
«Posso capire che ha perso una figura importante, ma noi della compagnia dobbiamo iniziare il nostro viaggio se vogliamo sconfiggere una volta per tutte quegli Urum – Rei.»
«Per Zayn, il lutto finirà domani, dopo che avremo fatto una veglia funebre per il suo sovrano.»
«Ma come seppelliscono i loro morti? E come li vegliano?»
«Proprio come voi essere umani, Harry di Havrom» rispose Liam.
«Capisco… Allora forse è meglio andarci a preparare, no?»
«Sì. Andiamo.»

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Capitolo 13
*** Misteri e stranezze ad Adimir ***


La veglia funebre per Re Lugrin si svolse in totale silenzio.
Partecipò solo la compagnia, visto che gli elfi avevano preferito non prendervi parte.
Il guerriero Zayn non aveva mai smesso di piangere perché era profondamente addolorato.
La perdita del suo sovrano l’aveva segnato definitivamente.
«Re Lugrin, come farò senza di voi?» fece Zayn rivolto alla sua tomba.
«Stai tranquillo, amico mio. Ci siamo qua noi» rispose Louis cercando di consolare il suo compagno.
«Grazie per quello che stai facendo, elfo. Ma non sarà mai la stessa cosa senza il mio maestro e Re… Lui mi ha insegnato tutto. Mi ha insegnato a combattere e a vivere. Dentro di me, è come se il mio cuore si fosse fermato per sempre.»
«Non dire così. Non puoi gettarti nello sconforto più totale. La vita va avanti…»
«Dici così perché la tua razza è immortale, al contrario di noi nani… E poi non hai perso nessuno d’importante… Ma adesso ti prego, lasciami in pace.»
«Ti chiedo scusa. Non volevo…» rispose dispiaciuto l'elfo. Zayn non disse più nulla.
Era completamente perso nei suoi pensieri.
«Sarebbe meglio dirgli della nostra partenza?»
«Ogni cosa a suo tempo, Harry di Havrom. Lasciamolo sfogare. Gli farà bene.»
«Louis ha ragione. Partiremo al momento opportuno.» concordò Liam.  
 
L’atteso giorno era arrivato.
La compagnia di Erednryl non poteva indugiare oltre.
La loro missione aveva tardato fin troppo.
«Zayn, come stai?»
«Se ti dicessi bene ti direi una bugia, elfo… Cerco di andare avanti con questa vita ingiusta.»
«Tranquillo, Zayn. Ci siamo qui noi a sollevarti il morale.» gli disse Niall. «Voglio proprio vedere come farete, adimiriano. Comunque lasciamo perdere, abbiamo una missione da compiere : raggruppare tutte le spade del Signore di Airda e distruggerle in qualche modo… Da dove iniziamo?»
«Potremmo iniziare dalla mia… Visto che l’ho qui con me…»
La spada elfica di Louis emanava un’energia davvero straordinaria e misteriosa, si illuminava di luce propria, come per magia.
«Questa spada… Non so se è  giusto distruggerla ora…»
«Perché? Cosa te lo fa pensare, Harry?»
«Il guerriero di Havrom ha ragione. La leggenda dice che le cinque spade devono essere distrutte tutte assieme, altrimenti il loro incantesimo non si può spezzare.»
«Stregone Liam, come fate a sapere tutte queste cose?»
«Sono uno stregone che ha viaggiato per mari e per monti. È difficile cogliermi impreparato su qualcosa che riguarda la magia e la Terra di Airda… Allora, salpiamo?»
La compagnia di Erendryl aveva caricato tutto su di una nave.
Si sarebbero diretti verso l’Isola di Adimir.
«Non vedo l’ora di riabbracciare mio zio e i miei amici. Ah dimenticavo, io non ho amici.»
«Niall, ricordati perché ritorniamo nella tua Isola.»
«Sì, lo so Liam. Lo so…»
 
 
Era una bellissima giornata d’estate.
Il sole splendeva alto sul castello che sovrastava l’isola.
Si sentivano i profumi della frutta e della verdura fresca nell’aria.
«Che inebriante profumo!» esclamò Louis «credevo che gli adimiriani fossero un popolo carnivoro. Non pensavo che gli piacessero questo genere di cose.»
«Sì vede che non ci conosci a fondo, elfo Louis. In estate il nostro istinto da carnivori si placa, trasformandoci in perfetti erbivori.» gli spiegò Niall. «Davvero molto strano, voi non trovate?»
«E’ un popolo diverso da noi, nano Zayn. Ognuno di noi ha qualcosa che lo contraddistingue.»
«Bene. Adesso dobbiamo cercare la spada… Chissà dove la possiamo trovare…»
«Perché non controlliamo al palazzo di Re Urbaiz? Molto probabilmente si nasconde là…»
«Cosa te lo fa pensare, Niall?»
«I maggiori tesori dell’isola si trovano nel suo palazzo. Quindi è molto probabile che anche la spada si trovi lì.»
«Molto bene. Allora dirigiamoci lì» ordinò lo stregone Liam.
 
 
La compagnia camminava da ormai un sacco di ore.
«Accidenti! Ho una gran fame. Fermiamoci a mangiare qualcosa.»
«Non abbiamo tempo, Zayn.»
«Caro elfo, l’ultima volta che abbiamo mangiato è stato prima di partire per Adimir. È da un po’ di tempo che non facciamo un pasto come si deve. Quindi propongo di fermarci in qualche locanda.»
«Io per esempio, non ho tutto questo appetito come dici tu.»
«Questo sta a significare che non siamo uguali, per fortuna» lo rimbeccò Zayn.
«Devo forse prenderlo come un complimento?» scherzò Louis. «Comunque Zayn ha ragione. Anch’io ho molta fame. Fermiamoci un momento.»
«Oooh questa non me l’aspettavo. Credo che io e l’adimiriano andremo molto d’accordo.»
«Niall, non possiamo fermarci molto> ribadì Liam serio.
«Beh, che sarà mai un pranzo? Faremo in fretta, te lo prometto.»
Alla fine, Liam si convinse.
«Va bene. Fermiamoci pure.»
 
 
Mentre Zayn e tutti gli altri membri della compagnia gustavano le pietanze di Adimir, Niall non mangiava.
Sembrava che qualcosa lo preoccupasse.
«Niall, che cosa ti prende?»
«Niente, Harry. Sono solo molto pensieroso.»
«Questo lo vedo anch’io. Cos’è che ti preoccupa da non toccare cibo? Avevi fame no?»
«Si ma... Non avete notato qualcosa di strano negli adimiriani?»
«Sinceramente no…»
«Si comportano in modo molto strano…»
Harry si guardò attorno, ma più guardava e più si convinceva che non c’era niente di anormale.
«Vedo tutte le creature che lavorano in questa locanda… C’è il mastro birraio che nel mentre non serve birra ai clienti, pulisce i bicchieri. Vedo i camerieri che vanno a passo svelto per esaudire ogni singola richiesta dei clienti. Vedo la maggior parte degli adimiriani mangiare come belve e bere come tracannati. Cosa ci dovrebbe essere di così strano?»
«Vedo che non guardate con la stessa attenzione con cui io guardo i miei simili… I loro movimenti… I loro sguardi… Sembrano… come posso dire… diversi. Sembrano quasi ipnotizzati.»
«Credo che la mancanza di cibo ti abbia annebbiato completamente il cervello, piccoletto.»
«Siete libero di non credermi, Harry. Ma io arriverò in fondo a questa storia! Oh, eccome se ci arriverò!»
Con uno scatto Niall si alzò e uscì dalla locanda.
«Niall! Dove stai andando?» gli gridò dietro Harry.
Ma lui non rispose, ormai era già lontano.
«Harry di Havrom, si può sapere cosa è successo?»
«Perdonate se non sono riuscito a fermarlo, stregone Liam… Ma da quando siamo arrivati in questo luogo, Niall si comporta in modo strano…»
«Deve essere la nostalgia di casa. Secondo me, non ci dovremmo preoccupare» ribadì Zayn mentre puliva uno stinco di cervo.
«No, non è questo… Fissava gli abitanti di Adimir e diceva che c’era qualcosa che non andava.»
«E poi? Ti ha detto altro?»
«Diceva che erano come ipnotizzati… Io non volevo credergli… Forse è per quello che è fuggito…»
«Dobbiamo subito trovarlo. Immediatamente!»
«Ma stregone Liam… Il pranzo…»
«Non c’è tempo per mangiare! Niall potrebbe essere in pericolo ed è nostro dovere salvarlo! Andiamo.»
 
 
Niall aveva corso a gran velocità, arrivando ai piedi del castello di Re Urbaz.
“Sono sicuro che il male proviene da qui…”
Avrebbe corso tutti i pericoli da solo.
Voleva arrivare in fondo alla faccenda e scoprire la verità di questa storia che sembrava inverosimile.
Mentre cercava di entrare senza farsi vedere da nessuno, intravide una figura incappucciata alquanto sospetta.
Essa era accompagnata da altre due figure misteriose che stavano entrando nel retro del castello.
«Siamo venuti ad incontrare Re Urbaz» disse la figura centrale ad una guardia.
«Avete un appuntamento?»
«Certo. Ditegli che è arrivato Aramenzis.»
Niall non aveva mai udito quel nome prima d’ora.
Che fosse una creatura minacciosa?
«Molto bene. Entrate pure.»
Le tre figure entrarono dentro il castello, mentre Niall era sempre più perplesso.
“Aramenzis… è da una vita che abito qui, e questo nome mi giunge nuovo… Deve essere uno straniero di cui ignoravo l’esistenza.”
Per non farselo scappare, Niall decise di seguirlo, incappucciandosi come lui.
Ma prima doveva fare i conti con le guardie del castello.
«Chi siete voi?»
«Scusate, caro adimiriano. Faccio parte della spedizione di Aramenzis. Soltanto che sono rimasto molto indietro, ed ora sto cercando di raggiungere il mio padrone.»
Niall cambiò addirittura tono di voce per impedire di essere riconosciuto come abitante del luogo.
«E va bene. Passa pure. Ma muoviti. Il tuo padrone tra poco sarà al cospetto di Re Urnaz.»
«Vado subito. Grazie infinite.»
 
 
Per non farsi vedere da nessuno, Niall dovette prendere la via delle segrete del castello.
Quelle vie non erano controllate da nessuno e inoltre il passaggio segreto che portava ai piani superiori era in disuso.
Dopo aver risalito alcuni piani del castello, Niall raggiunse le tre figure misteriose che stavano per entrare nella sala del trono.
A quel punto, la sua corsa si interruppe perché doveva trovare un modo per entrare.
Provò a far allontanare le guardie.
«Vostra altezza mi ha riferito che non vuole nessun soldato a guardia della porta. Il colloquio con quegli stranieri deve rimanere segreto.»
«Chi sei tu?»
«Questo non ha importanza.»
«Il re ci ha detto l’esatto contrario. Dobbiamo rimanere qui e vigilare che nessun malintenzionato possa entrare qua dentro.»
«Ad esempio uno come te…» aggiunse la seconda guardia presente. Niall sbiancò di colpo.
Era stato scoperto.
«Ti rispediremo da dove sei venuto!»
«Provateci!»
Dopo aver abbandonato il suo travestimento, Niall sfoderò la spada per fronteggiare le due guardie.
Fortunatamente, l’addestramento avuto con Liam diede i suoi frutti, e con solo un paio di colpi, riuscì a metterli fuori combattimento.
«Adesso andatevene, e non dite a nessuno del nostro incontro se non volete avere la testa mozzata.»
Le due guardie, spaventate, scapparono a gambe levate.
Ora non c’era niente e nessuno che poteva impedirgli di ascoltare la conversazione.

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Capitolo 14
*** Un nuovo nemico ***


Gli invitati alla corte di Re Urbaz stavano parlando fitto fitto tra di loro.
Sicuramente, stavano nascondendo qualcosa.
Un qualcosa di estremamente pericoloso.
Un qualcosa che ne andava del futuro di Airda.
«Questa è la mia offerta, vostra altezza. Se accetterete, diventerete l’adimiriano più ricco e potente di Airda.»
«E se dovessi rifiutare?»
«Allora saremmo arrivati ad un nulla di fatto…»
«Scusate se sono scortese, ma non vengo a patti con gli sconosciuti.»
«Come?»
«Scusate se vi ho fatto perdere tempo.»
«Volete conoscermi meglio? Fate pure. Io sono qui per rispondere a tutte le vostre domande ed esaudire ogni vostro singolo desiderio.»
«Non importa, Aramenzis. Non ho intenzione di accettare la vostra offerta.»
«Posso sapere il perché di questo repentino cambiamento, vostra altezza?»
«La spada che custodisce tutta la ricchezza, la storia e il potere di Adimir, è troppo importante. Non posso privarmi di una cosa simile.»
La figura misteriosa non osò ribattere.
«Molto bene. Se è così che la pensate… Non mi lasciate altra scelta…»
Niall non riusciva a capire cosa stava succedendo.
«Credete di darmela con le buone o con le cattive?»
«Ma cosa…»
Aramenzis, grazie ai suoi poteri oscuri, scatenò la sua forza contro il Re Urbaz, il quale non poteva nulla contro la magia oscura.
Era in pericolo.
Chi l’avrebbe salvato?
«No! Non riuscirete nel vostro intento!»
«Scommettiamo?»
Niall, per paura che potesse accadere il peggio, entrò nella sala del trono per sfidare Aramenzis.
Quando Urbaz lo vide, non voleva credere ai suoi occhi.
«Niall! Voi qui?»
«Sono venuto a portarvi in salvo, maestà.»
«Che cosa crede di fare un piccoletto insignificante come te?» gli domandò Aramenzis. «Battervi in un duello. Spada contro spada. Senza trucchi di magia.»
Aramenzis non aveva niente da perdere.
Era convinto che battere Niall sarebbe stato un gioco da ragazzi. Anche senza magia.
«Va bene, come vuoi tu adimiriano. Io e te. Sarà una sfida entusiasmante.»
 
 
«Non avrai nessuna speranza contro di me> fece Aramenzis con un ghigno malevolo stampato in faccia.
«Lo vedremo. In guardia!»
Le spade furono sguainate.
Il combattimento all’ultimo sangue iniziò.
Aramenzis si destreggiava magnificamente, ma Niall non era da meno : parava tutte le mosse del suo avversario, riuscendo a metterlo talvolta al muro; Aramenzis però riusciva sempre a farsi largo tra i suoi colpi.
«Per essere un adimiriano sei molto bravo a combattere. Non avrei mai creduto che una razza inutile come la vostra potesse essere brava con la spada.»
«Io sono molto diverso rispetto ai miei simili… Ah!»
Mentre Niall stava per colpirlo in pieno petto, Aramenzis creò una protezione intorno a sé.
«Non vale! Avevate detto niente magia!> gridò indignato Niall.
«Ho mentito…»
«La nostra sfida è finita! Andatevene subito da qui!»
«Tu non mi dai ordini, stupido!»
Aramenzis concentrò gran parte delle sue energie per colpire il malcapitato adimiriano.
«Muori! Debole!»
Per Niall non ci sarebbero state possibilità.
La magia oscura era troppo potente.
«Non puoi nasconderti per sempre. Io ti troverò!»
Niall continuava a schivare i suoi colpi e a ripararsi dietro i pilastri della sala del trono.
Ma non avrebbe retto per molto.
«Re Urbaz, andatevene finché siete in tempo.»
«No. Non me ne andrò come un vile codardo!»
«Cosa volete rimanere a fare? Volete rischiare la vostra vita così scioccamente?»
«La mia vita ormai non ha più senso. Non sono riuscito a proteggere il mio popolo.»
«Non dite stupidaggini! Andate! Ora!»
Ma Re Urbaz era molto testardo.
Non voleva sentire ragioni.
Sarebbe stato accanto a Niall rischiando il tutto per tutto.
«Dopo aver reso gli abitanti di Adimir miei servitori, toccherà a voi due.!»
Mentre scagliava colpo dopo colpo, ecco che la compagnia irruppe nella sala del trono.
Quando Liam vide chi era il nemico con cui Niall si stava faticosamente fronteggiando, rimase visibilmente allibito.
«Aramenzis…»
«Liam! Quanto tempo! Ti unisci anche tu alla festa»
«Lascia andare gli adimiriani! Ora!»
«Non prendo ordini da nessuno, Liam! Se vuoi salvarli, dovrai fronteggiare la mia magia.»
Con le sue doti da stregone, Liam cercò di togliere di mezzo il nemico.
Ma non era affatto semplice.
«Vedo che sei migliorato dal nostro ultimo addestramento> fece Aramenzis.
«Anche tu lo sei… Ma non riuscirai a sconfiggermi! Potere del freddo e del gelo! Vieni a me!»
La mossa di Liam fu una vera sorpresa per Aramenzis.
«No!»
Lo stregone oscuro non riuscì a fronteggiarlo in nessun modo.
«Aramenzis! Arrenditi!»
«Mai! Preferisco fuggire!»
«Non andrai da nessuna parte!»
Ma ormai era troppo tardi.
Aramenzis e le altre due creature misteriose, scomparvero.
«No! Questa non ci voleva! È fuggito! L’avevo in pungo…»
Mentre Liam si disperava del suo fallimento, Harry, Louis e Zayn soccorsero Niall e Re Urbaz.
«Voi due ci dovete raccontare un sacco di cose…»
«Io non c'entro niente, Harry.»
«Ha ragione. Sono solo io quello che deve dirvi delle reali intenzioni di quel mago oscuro.»
«Molto bene. Siamo tutt'orecchie. Iniziate.»

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Capitolo 15
*** il cambiamento di Dunvor ***


Re Urbaz ci raccontò dall’inizio alla fine tutto quello che era successo.
«Vorreste dirmi che Aramenzis è venuto qui da voi per pretendere la spada di Adimir?»
«Esatto. E io non ho voluto accettare.»
«Avete fatto bene> replicò Harry.
«Ditemi, secondo voi ci riproverà?»
Liam lo guardava in modo serio.
«Voglio essere franco con voi, maestà… Potrebbe tornare. Soprattutto sapendo che, con tutto il rispetto, non siete un avversario alla sua portata. Potrebbe uccidervi in qualsiasi momento.»
«Capisco. Quindi sarebbe meglio se qualcuno di voi cinque mi proteggesse?»
«Io avrei un’altra idea migliore…»
«E sarebbe?»
«La spada di Adimir deve venire con noi.»
«Cosa? State scherzando, vero?»
«Mai stato più serio in vita mia. È per il vostro bene, maestà. Vostro e di tutti gli abitanti.»
«Ah proposito, Liam… Ma gli abitanti? Come stanno?»
«Sono tornati alla normalità, Niall. Avevi ragione tu. Erano sotto l’effetto di una potente ipnosi.»
«Immaginavo…»
«Tornando a noi, maestà…»
«No! Non accetterò mai!»
«Siate comprensivo e ascoltatemi…»
«Nessuna razza di Airda può impugnare la spada di Adimir, a meno che un adimiriano coraggioso dal cuore puro non la prenda con sé.»
«Maestà, credo proprio che qui ne abbiamo uno…»
Harry naturalmente si riferiva a Niall.
«Anche se Niall è un guerriero forte e coraggioso, non può portarsi un simile fardello sulle spalle.»
«E perché no? Credete che io non sia in grado?»
«Non lo so… è solo che…»
«Maestà, decidete subito: o la vostra vita, o la spada lascerà questo posto.»
«Come potete dare a Niall una simile responsabilità? E se non se la sentisse?»
«Non preoccupatevi, maestà. Sono cosciente delle mie azioni. Riuscirò a portare con me la spada di Adimir.»
Re Urbaz non sapeva cosa fare.
La sua spada sarebbe andata ad un coraggioso adimiriano, ma che cosa ne sarebbe stato di Adimir? Sarebbe stata libera come diceva lo stregone Liam?
«E sia. Prendetela pure. Io non ne voglio più sapere.»
Re Urbaz aveva lo sguardo sconsolato.
Gli veniva sottratto il suo più grande tesoro.
Un tesoro che aveva custodito per tutta la vita.
«Non rendeteci le cose ancora più difficili, maestà.»
«Promettetemi che mi proteggerete. Anche se sarete lontani da qui.»
«Vi prometto, a nome di tutti, che godrà della migliore protezione che qualunque essere vivente abbia mai ricevuto.»
 
 
Liam era stato di parola.
Aveva fatto su tutto il territorio dell’Isola di Adimir un incantesimo scaccia invasori.
«Siamo sicuri che il vostro incantesimo funzionerà?»
«Guerriero Zayn, io non ho mai messo in dubbio la vostra forza e la vostra tenacia. Perché mettete in dubbio il mio sapere magico?»
«Mi dispiace stregone Liam, non volevo. È solo che…»
«Da quando in qua ti stanno a cuore le sorti degli adimiriani?»
«Da quando ho fatto amicizia con il nostro guerriero prediletto.»
«Già. Niall fa a tutti questo effetto, non trovate?»
«Sì esatto.»
«Stregone Liam, dove ci stiamo dirigendo?»
«Stiamo tornando verso Airda, e precisamente, verso le montagne di Erin.»
«Cosa? Torniamo a casa vostra?»
«Esatto, Louis. Devo fare visita ai miei avi. Devo parlargli del cambiamento di Aramenzis.»
 
 
Il tragitto in mare della compagnia fu abbastanza movimentato.
Raffiche di vento rendevano il mare burrascoso e la navigazione molto complicata.»
«Che cosa facciamo?! È come se le onde ci volessero impedire di proseguire oltre!» gridò Niall per farsi sentire da tutti.
«Continuate a remare! Remate! Dobbiamo raggiungere le montagne!»
Ma questo fu impossibile.
Almeno per via mare.
Ad un certo punto, la forza del vento causò una grandissima onda anomala che fece rovesciare la nave della compagnia.
I cinque guerrieri si dispersero tutti in mare, mentre le loro grida di aiuto venivano soffocate dalla tempesta incessante.
Quando la tempesta finì, i cinque naufraghi si ritrovarono su una piccola spiaggia.
Ma non era la spiaggia dell’Isola di Adimir.
E non erano nemmeno arrivati alla Catena montuosa di Erin.
«Maestro, ma dove siamo?»
Liam si guardò intorno.
Non gli sembrava vero.
Era già stato in quel posto.
Un posto che gli rievocava brutti ricordi.
«Siamo dinanzi alla foresta di Fanvrom…»
«Alla foresta di Fanvrom?»
«Sì, Niall. Hai capito bene.»
«Dobbiamo tornare immediatamente indietro.»
«E come faremo, scusa? La nave è completamente distrutta. E non credo che tu voglia attraversare il fiume nuotando, vero?»
«Quella foresta… Non ha fatto altro che portarti problemi.»
«Ti ringrazio della tua preoccupazione, giovane Niall… Ormai sono passati molti anni. So come fronteggiarla. E se rimarremo uniti, non ci capiterà niente di male.»
«Ne sei sicuro?»
«È l’unica via che possiamo prendere. Purtroppo non ce ne sono altre.»
«E sia, allora.»
«Che cosa state confabulando, voi due?» domandò Louis.
«Possiamo proseguire? O ci fermiamo per uno spuntino?» domandò invece Zayn.
«No, è meglio proseguire immediatamente. Questo posto non mi piace per niente.»
Tutti notarono il cambiamento d’umore repentino di Liam e Niall.
Di sicuro nascondevano qualcosa, ma non l’avrebbero mai detto ai loro compagni.
«Sei preoccupato, Niall?»
«Un pochino. Questo posto mi mette i brividi, Harry.»
«La vuoi sapere una cosa, ragazzo? Non sei l’unico… E adesso, in marcia!»
 
 
La foresta era come Liam se la ricordava: buia, misteriosa e fitta.
I versi degli animali facevano cornice a quella tetra atmosfera.
Quali insidie avrebbero incontrato?
«Quanto è grande questa foresta, stregone Liam?»
«Non so dirvelo con certezza. Posso solo dirvi che sbucheremo nella valle di Halandryr.»
«La valle di Halandryr? La valle maledetta dove gli Urum – Rei si riproducono?»
«Esatto. Proprio quella.»
«Come possiamo aggirarla?» domandò Niall.
«Non possiamo ragazzo. La valle di Halandryl è la più grande distesa di tutta Airda. Dobbiamo per forza passarci in mezzo. Spero che il signore ce la mandi buona.»
La compagnia non aveva mai visto Liam così preoccupato.
Passare per quelle terre gli incuteva un certo timore che Niall, Zayn, Louis e Harry non riuscivano neanche ad immaginarsi.
I rumori strani e misteriosi non facevano altro che aumentare ogni volta che i guerrieri si inoltravano sempre di più nella foresta.
«Stregone Liam, credi che gli altri debbano sapere…»
«Credo che non sia il momento, Niall. Aspetterò un po’. Ma spero vivamente di non incontrarlo.»
«È da quando siamo entrati qua dentro che parlate fitto fitto. Ci spiegate cosa vi state dicendo?»
All’improvviso, un boato scosse completamente tutta la foresta.
«Che cosa è stato?!»
Alla fine, Liam dovette arrendersi all’idea che avrebbe rivisto Dunvor.
«Lui è qui…»
Lo spirito della foresta si mostrò alla compagnia.
«E questo fantasma cosa vuole da noi?»
«Tranquilli. Se vi comportate bene, non vi farà nulla di male.»
«Cosa? Voi lo conoscete?» domandò Zayn con tono risoluto.
«È una lunga storia…»
«Stregone Liam. Quanto tempo…»
«Già sono passati precisamente novantaquattro anni.»
«Un bel lasso di tempo, non trovi? Da quando te ne sei andato, nessuno è più riuscito a tenermi testa.»
«Facci passare, Dunvor. Non abbiamo tempo da perdere.»
«Non capisci che non sei nel luogo adatto per dare ordini? Vuoi commettere l’errore come quegli stupidi degli Urum – Rei?»
«Che cosa gli è accaduto?»
«Non credevo che ti interessasse saperlo, visto che sono tuoi nemici. Hai paura di fare la stessa fine? Tranquillo, non sono così cattivo come pensi…»
Liam lo fissava con sguardo torvo e pieno di collera.
«Dov’è che state andando di bello?»
«Perché vuoi saperlo?»
«Per fare quattro chiacchere amichevoli, mio caro stregone.»
«Di amichevole in te non c’è proprio niente, Dunvor.»
«Accidenti! Come sei cattivo. Io sto cercando di rimediare al nostro ultimo incontro e tu mi tratti così?»
«Scusa. Non so trattare con riguardo chi ha quasi tentato di farmi fuori.»
«Cambiando discorso, ho saputo che vuoi salvare la terra di Airda…»
«E con questo? Vuoi fare parte della nostra compagnia?»
«No grazie, non ci tengo… Comunque sei il primo in assoluto che si preoccupa di risanare la vita di questa Terra e riunire tutte le popolazioni divise.»
«Dobbiamo combattere contro gli Urum- Rei. E ho bisogno di più alleati possibili per poterli sconfiggere.»
«Sono sicuro che uno stregone forte come te riesca a fronteggiarli da solo.»
Liam lo guardava con sguardo allibito.
«Ma cosa hai mangiato stamattina a colazione? Pane e complimenti?»
«Anche se sono uno spirito solo che vaga per tutta la foresta, anch’io ho un cuore. E soprattutto so riconoscere chi sono i guerrieri che valgono e quelli che invece no… Prendiamo ad esempio gli Urum – Rei… Loro sono le creature più mostruose che io abbia mai incontrato. E ti assicuro che ne ho incontrate molte…»
«Mi vuoi dire che fine hanno fatto senza perdere altro tempo?»
«Sono stati presi in “custodia” dalla foresta. E non usciranno mai più vivi di qui, te l’assicuro… Credo che questa cosa ti potrebbe rallegrare se solo tu ti fidassi…»
«Spero solo che tu non mi menta…»
«Perché dovrei farlo?»
«Non saprei proprio…»
«Comunque vai pure senza problemi. Non vorrei che tu perdessi altro tempo per colpa mia…»
«Ti ringrazio, Dunvor.»
Mentre la compagnia riprendeva il cammino, Liam si fermò accanto allo spirito di Dunvor per chiedergli un favore.
«Magari se da questa foresta passassero altri Urum – Rei…»
«Tranquillo. Farò in modo che non accada.»
«Molto bene. Ti ringrazio, Dunvor.»
«Dovere, stregone Liam.»
E detto questo, la compagnia di Erendryl lasciò definitivamente la foresta per immergersi nella vastissima Valle di Halandryr.

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Capitolo 16
*** La tomba di Inri ***


La valle di Halandryr era una distesa di sterpaglie e di campi incolti.
«Che spettacolo orribile devono vedere i miei occhi» fece Zayn disgustato.
«Qualche anno fa’, in questa terra, scoppiò un vasto incendio che bruciò gran parte della vallata. Da allora la desolazione fa da cornice a questa parte di terra.»
«Scommetto che dietro a tutto questo ci sono stati gli Urum – Rei.»
«Hai vinto la scommessa» replicò Liam.
Camminarono per giorni e giorni in quella vallata, senza riuscire a trovare niente e nessuno.
«Che sia del tutto disabitata? Io ho i miei dubbi.»
«Anche per me è molto strano, Harry di Havrom. Teniamo gli occhi aperti.»
Liam non riusciva a sentirsi tranquillo.
Che stesse per avere una premonizione?
«Tra quanto tempo arriveremo alla Catena di Erin?»
«Ancora un giorno di cammino, Niall. A meno che non incontriamo degli ospiti indesiderati, visto che siamo nel loro territorio.»
«Pensavo infatti che questo territorio fosse guardato a vista da loro…»
«Una volta conquistato un territorio, gli Urum – Rei non ci rimangono più del dovuto perché credono che controllare un territorio ormai disabitato sia una gran perdita di tempo. E in effetti, non hanno tutti i torti… Cambiando discorso, come ti senti nel portare la spada di Adimir?»
«Per ora non mi fa’ nessuno effetto.»
«Perché non l’hai ancora usata. Quando combatterai, sarà tutta un’altra cosa…»
«Perché? Io combatterò?» domandò Niall sprigionando felicità da tutti i porri.
«Ti sei comportato molto bene contro Aramenzis. E per premiarti, voglio concederti di combattere insieme a noi.»
«Che bello! Stregone Liam, non mi potevi fare regalo migliore… Ragazzi, avete sentito?! Combatterò insieme a voi!»
«Sì, ma adesso piano con l'entusiasmo. Vedremo in quel momento se ci sarà un'occasione anche per te.»
«Non vorrai darmi false speranze, vero?»
«Come ho detto, vedremo…»
Intanto, gli occhi elfici di Louis, avevano adocchiato una costruzione alquanto strana.
«Sembra una costruzione abbandonata… Potrebbe contenere qualcosa dentro.»
«Meglio se entriamo…» fece subito Niall.
«E se è un’imboscata?»
«Avranno pane per i loro denti. Andiamo!»
La compagnia si avvicinò di soppiatto alla costruzione.
«Fermi. Entro io per primo» fece Harry sfoderando la sua spada.
«E chi l’ha deciso?»
«Smettila, Zayn. Non è il momento» fece Louis.
Con tutta la forza che aveva in corpo, Harry buttò giù la porta.
Dopo una rapida occhiata, constatò che non c’era nessun nemico ad attenderli.
«Via libera.»
La porta della costruzione misteriosa conduceva verso un percorso ignoto fatto di scale.
«Dove potrebbero portare, secondo voi?» domandò Niall.
«Non ne ho la minima idea…»
«Non sarebbe meglio tornare indietro?»
Mentre la compagnia stava per uscire, ecco che passarono alcuni Urum – Rei.
«Ecco. Li volevi?»
«Forse è meglio se proseguiamo di qua…» fece Louis.
«Ma non sappiamo dove conduce! E se arrivassimo in un luogo oscuro dove non c’è via d’uscita?»
«No Niall. Riconosco questo posto… Passa di sotto alla vallata e spunta dinanzi ad un villaggio che conosco molto bene.»
«Allora questo villaggio è stato spacciato… Insomma, gli Urum – Rei non devono aver perso molto tempo prima di conquistarlo e uccidere tutti gli abitanti, non trovate?»
«Visto che il villaggio in questione si trova in montagna, non credo che gli Urum – Rei siano arrivati a circa 2000 metri d’altitudine.» spiegò Liam. «Ma noi non possiamo saperlo…» borbottò Niall. «Tentare non costa nulla, Niall.»
«Ma rischieremo la pelle!»
«La rischiamo a rimanere anche qua sotto» ribadì Zayn.
Alla fine l’adimiriano si convinse.
La compagnia avrebbe proseguito per quel passaggio oscuro e misterioso, andando incontro a sorprese poco piacevoli.
 
 
«Non ho mai visto un luogo così oscuro prima d’ora» fece Niall con ribrezzo, «non è che incontreremo qualche ragno gigante o qualche creatura disgustosa che potrebbe ucciderci?»
«Da quando in qua hai paura dei ragni?» domandò Harry divertito.
«Da sempre! Sono degli animali disgustosi. Ogni volta che ci penso, mi chiedo a cosa possano servire…»
«A mettere paura ad uno come te» ribatté invece Zayn.
«Non siete per nulla simpatici. Sappiatelo. Aaah!» gridò tutt'ad un tratto. «Che succede, Niall?»
«Non lo so. Qualcosa ha toccato la mia spalla.»
«Ma non hai niente addosso.»
«Che ti devo dire, Liam?»
«Secondo me sei troppo nervoso. Rilassati.»
«Tanto è facile a dirlo… Tra quanto usciremo da qui?»
«Non siamo nemmeno arrivati a metà percorso…»
«Bene. Mi fa piacere.»
«Questo potrebbe essere un ottimo nascondiglio degli Urum – Rei.»
«Molto tempo fa’, una popolazione che abitava sulle montagne, gli akromirti, usava questo passaggio proprio per nascondersi da loro.»
«E dopo cos’è successo?» domandò Harry curioso.
«Sono scomparsi misteriosamente…»
«Che cosa potrebbe essergli successo?»
«Le possibilità possono essere numerose, Louis... Potrebbero esseri stati rapiti o sterminati dagli Urum – Rei… O potrebbero aver cambiato posto, trasferendosi in un nuovo territorio. Chi lo sa…»
Dopo aver camminato per molti chilometri sottoterra, la compagnia arrivò in un misterioso salone.
«Che posto è questo?»
«Non so… Non ho ricordi di questo posto…»
«Cosa?! Stai scherzando, vero Liam?»
Liam si guardò intorno.
Sui muri del salone erano incise delle parole.
«Non riesco a capire che lingua possa essere questa…»
Anche Louis e Harry si avvicinarono, ma nemmeno loro riuscirono a trovare una risposta.
«È davvero molto strano…»
«Invece di vedere quei geroglifici, che ne dite di avvicinarvi qui?»
Liam, Harry e Louis si avvicinarono incuriositi a Niall, mentre Zayn aveva l’occhio vigile per controllare che nessuno li cogliesse di sorpresa.
«Sembrerebbe una tomba…» fece Harry perplesso.
«Cosa? Una tomba?»
«Questa scrittura sembra più nitida e leggibile. Vediamo un po’…»
«Qui giace Inri, protettore di Halandryr, signore di Akrom…»
«Cosa? Signore di Akrom? Quindi questo significa…»
«Che gli akromirti potrebbero aver subito un attacco, Niall.»
«Sono stati sconfitti… L’ultimo popolo che viveva in queste terre è stato eliminato brutalmente…»
Mentre la compagnia era intenta a capire cosa fosse successo agli akromirti, tutti quanti udirono rumori di passi che si stavano avvicinando.
«Qualcuno sta arrivando…» fece Zayn preoccupato.
Decisero di nascondersi dietro la tomba quando i passi si fecero sempre più vicini.
La compagnia era in trappola…

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Capitolo 17
*** Gli akromirti ***


«Mi è sembrato di sentire delle voci…»
«Secondo me ti sei sognato, Wer… Qui non c’è nessuno.»
«Eppure ero sicuro…»
«Guardate… Che cos’è quella figura che spunta dietro la tomba?»
«All’attacco!» gridò Harry uscendo allo scoperto.
La compagnia di Erendryl piombò addosso al nemico con una velocità impressionante, ma non avrebbero mai creduto che i loro nemici fossero in netta maggioranza.
Ad un certo punto, si ritrovarono tutti circondati.
Non potevano più muovere un muscolo.
Erano in trappola.
«Arrendetevi. Non avete via di scampo.»
«Ragazzi, cosa facciamo?»
«Non possiamo fare molto, Niall. Ci dobbiamo arrendere al loro volere…»
 
 
Dopo essere stati legati con le mani dietro la schiena, furono condotti fuori dalla Tomba di Inri.
«Dove ci staranno portando?»
«Non lo so… So soltanto che siamo vivi» ribadì Zayn mentre sentiva la lancia del suo nemico piantata dietro la schiena.
«Ehi! Stai più attento tu!»
«E tu cerca di tacere, o non arriverai vivo al nostro rifugio.»
«Rifugio, vuoi dire…»
«Che cosa ti ho appena detto?!»
«Va bene va bene. Taccio.»
La compagnia fu condotta in una tenda grande quasi come una vera casa.
Era dotata di tutti i confort.
Un fuoco che riscaldava la stanza, letti, mobili, sedie, cibo e acqua in abbondanza.
«Mi sembra di vivere un sogno… Non vedevo tutte queste leccornie da quando ci siamo fermati a mangiare ad Adimir.»
«Parla per te. Tu e gli altri almeno avete mangiato.»
«Questo non è un mio problema, piccolo adimiriano.»
«Chissà dove siamo…» fece Louis confuso «Ci hanno abbandonati qui come se niente fosse.»
«Almeno siamo al sicuro, no?»
Ma fu in quel momento che un uomo dal petto nudo, abbronzato e dalla faccia completamente tinta, entrò dentro la tenda.
«Buonasera, stranieri.»
«Buonasera?»
«Taci, Niall.»
«Non ho detto niente di male, Liam.»
«Che cosa ci facevate nel nostro nascondiglio segreto?»
«Nascondiglio segreto? Quindi voi fate parte del popolo di Akrom.»
«E voi come fate a saperlo?»
«Il mio nome è Liam, stregone di Erin. Figlio di Uredor. Vi ricordate di me?»
«Non ricordo nessuno con questo nome…»
«Mi avete salvato quando stavo precipitando sulla vostra montagna durante una tempesta…»
«Mi dispiace, ma il vostro nome continua a non dirmi nulla.»
«Liam, smettila di insistere. Vuoi forse farlo arrabbiare?»
«Arrabbiare? Non è nel nostro sangue arrabbiarci per così poco. Siamo un popolo pacifico, noi.»
«Meno male. Forse la fortuna ci assiste più di quanto crediamo» disse Niall tirando un sospiro di sollievo.
«Ma questo non vuol dire che vi lasceremo andare. Rimarrete qui con noi a fare gli schiavi. Fino a quando lo deciderò io.»
«Ecco, come non detto…»
«Ascoltate, creatura di Akrom. Noi non possiamo rimanere qui con voi. Abbiamo una missione da compiere> fece Harry in modo calmo e diplomatico.
«Che genere di missione?»
«Dobbiamo liberare la Terra di Airda»
«La Terra di Airda è perduta da molti millenni, ormai… e voi cinque credete di liberarla con solo la vostra forza? Non fatemi ridere! Se non riuscite a fronteggiare la nostra forza, non avete nessuna speranza di unificare questa Terra.»
«Ma se cerchiamo degli alleati validi come voi, allora avremmo qualche possibilità di unificarla… Che ne dite? Vi andrebbe di unirvi a noi?»
«Non se ne parla nemmeno. Il mio popolo non si allea con nessuno. E voi non concluderete mai la vostra missione. È deciso.»
La compagnia rimase tutta ammutolita.
Non credevano alle loro orecchie.
Che fosse davvero finita?
«No! Non ci terrete prigionieri per tutto il resto della nostra vita!» gridò Niall come se fosse fuori di sé.
«Calmati ragazzo. Agitarti non ti servirà a nulla.»
«Scommettiamo? Io sfido il più forte guerriero akromirta. E se vincerò io, la mia compagnia sarà libera di continuare il suo viaggio.»
«Non ci saranno scontri e guerre qui da noi.»
«Avete per caso paura di fare una brutta fine?» lo sfidò il piccoletto. Spazientito, l’akromirta si avvicinò a Niall incutendogli timore.
«La paura non esiste da noi. Sappilo… A più tardi, servi di Akrom.»
«Servi di Akrom? Non sia mai! Fateci uscire! Liberateci!»
«Quando deciderai a calmarti? Urlare a squarcia gola non servirà a niente. Quand’è che lo capirai?» fece Zayn con tutta la calma del mondo
«Non ho assolutamente intenzione di marcire in questo luogo freddo e desolato. Voglio tornare nella mia Isola!»
«Non hai più intenzione di salvare Airda?»
«Io… Non lo so… So soltanto che non voglio marcire in questo luogo!... Liam, come possiamo far ragionare questa tribù di mentecatti?»
«Bisogna solo aspettare, ragazzo.»
«Aspettare? Mentre gli Urum – Rei continueranno a conquistare territori su territori e a sterminare chiunque gli sbarri la strada?»
«Tutto questo non succederà. Almeno non in questi tre giorni…»
«Perché? Avete avuto una premonizione?»
«Una specie…»
«Che vuol dire una specie? Parlate!»
«Se non chiudi quella boccaccia, userò tutta la forza di cui sono capace per tappartela definitivamente! Mi hai sentito?»
«Io non vi capisco… Tutti voi… Volete rimanere qui per sempre?»
«Non ci rimarremo, se è questo quello che vuoi sentirti dire…»
«Non voglio sentirmelo dire, voglio solo agire!»
«Allora imparerai ad avere pazienza… Una volta per tutte.»
«Ma io…»
«Fine della discussione. Adesso attendiamo gli akromirti e scopriamo cosa hanno realmente in mente, va bene?»
Anche se a Niall non andava giù l’idea, si dovette arrendere all’evidenza, e aspettare il volere degli altri invece che il suo.
 
 
«Vi ho portato un po’ da mangiare. In caso aveste fame…» fece l’uomo dal dorso nudo con tono gentile.
«Avrei appetito se solo potessi andarmene da qui> ribatté Niall risoluto.
Ma l’akromirta era irremovibile.
Non l’avrebbe lasciati andare per nessuna ragione.
«Buon appetito> disse infine l’uomo prima di uscire dalla tenda.
«Mi dite come faremo a mangiare se siamo legati come delle salsicce?»
«Credo che il nostro amico ci voglia mettere alla prova> disse Harry serio.
«Metterci alla prova? Per quale motivo?»
«Harry ha ragione. Molto probabilmente l’akromirta vuole che pensiamo ad un espediente per riuscire a mangiare con i polsi legati.»
«Ma che razza di prova è questa? Non capisco!»
«Se solo avessi in dotazione la mia ascia, gli farei vedere io a quello là!»
«Ah proposito dell’ascia, qualcuno sa che fine hanno fatto le nostre armi?»
«Molto probabilmente se le saranno accaparrate loro, Niall.»
«Bene. Ci mancava pure questa.»
«Cerchiamo intanto un modo per mangiare… Con lo stomaco pieno, riusciremo a pensare lucidamente»
«Liam, voi sapete cosa ci ha portato il nostro “amico”? A vederlo da qui, sembra una carcassa di ossa.»
«Louis ha ragione, maestro. Questo è uno scarto per cani. Non per noi!»
«Smettila di lamentarti. Nei miei viaggi, non si aveva che di mangiare. E queste ossa, per me, sono già un premio.»
Liam cercava in tutte le maniere di liberarsi delle corde che gli cingevano i polsi.
Ma non ci riusciva in nessun modo.
I nodi erano troppo stretti.
Ma Liam non era uno sprovveduto.
Con un gioco di mani e con l’aiuto di qualche formula magica, riuscì a liberarsi dalla presa.
Dopo di che’, liberò anche il resto della compagnia.
«Sapevi di questa tua dote fin dall’inizio. Perché non ci hai liberati subito?»
«Ogni cosa a suo tempo, Niall. Quando lo capirai?»
«Credo mai…»
«Vedo che nella tua zucca la pazienza non vuole proprio entrarci, vero?»
«Beh, ecco…»
Mentre Niall e Liam erano intenti a parlarsi tra di loro, ecco che furono interrotti dall’akromirta.
«Bene, guerrieri. Vedo che siete riusciti a liberarvi dalla presa» fece con tono soddisfatto.
«Non è stato molto difficile, Erort.»
«Liam! Da quanto tempo!»
«Anche troppo, caro vecchio amico…»
Lo stregone e il guerriero si abbracciarono, lasciando la compagnia alquanto sorpresa e interdetta.
«Cosa? Voi vi conoscete?»
«Sì, Harry. Siamo compagni di guerre da una vita, ormai.»
«Non avrei mai creduto che tu fossi al corrente di tutta questa farsa!»
«Caro Niall, vorrei ricordarti che se non fosse per me, saresti ancora legato come una salsiccia.»
«Questo è vero… Perché ci hai fatto tutto questo?»
«Per vedere se riuscivate a cavarvela anche senza di me. Ma purtroppo non è stato così…»
«Certe volte io non ti capisco, maestro.»
«Perché sei un ragazzo ancora giovane. Tu come tutti gli altri…»
«Comunque, lasciando stare questa prova fallimentare, potremmo riprendere il viaggio?»
«Molto volentieri, Zayn. E questa volta, non viaggeremo da soli…»

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Capitolo 18
*** La prova di Erin ***


«Cosa? Vorreste forse dirci che queste specie di bitorsoli abbronzati verranno con noi?»
«Sì, Louis. E fidati, ci faranno molto comodo.»
«Non ne ho dubbi…»
«Stregone Liam, possiamo fidarci di loro?»
«Certo. Non vedo perché no… Essi sono immuni a qualsiasi effetto magico.»
«E voi come fate a saperlo?»
«Sono o non sono un mago?»
L’intera compagnia non osò ribattere, rimanendo in silenzio e in attesa di sapere cosa fare.
 
 
«Ecco. Queste sono le vostre armi» fece Erort porgendo le spade e tutto il resto alla compagnia.
«Stregone Liam, dove ci dirigiamo adesso?»
«Vorrei fare una capatina verso la mia “casa”. Ricordate della nostra missione, vero?»
«Sì. Dobbiamo spiegare ai vostri avi e ai vostri superiori della situazione di Aramenzis.»
«Molto bene, Niall. Vedo che la memoria non ti manca» rispose fiero lo stregone «comunque partiremo domattina dopo l'alba, così avremo la possibilità di viaggiare con il sole alto. Anche se, una volta arrivati ai piedi della catena di Erin, il tempo diventerà molto variabile…»
«Allora anche gli akromirti verranno con noi?»
«Ti dispiace, Niall?»
«No. È solo che non riesco a fidarmi di loro. E non so perché…»
«Devi stare tranquillo, mio caro. E non devi avere paura.»
«Ci seguiranno verso Erin?»
«No. Loro rimarranno qui nel loro villaggio. E una volta completata la nostra missione, partiranno con noi per esplorare l’intera Valle di Halandryr. È tutto chiaro?»
«Chiarissimo» fece Louis rispondendo per tutti.
«Molto bene. Preparate i bagagli. Tra poco si parte.»
 
 
Il sole era già alto nel cielo.
L’alba ormai era passata e i guerrieri erano pronti per partire.
«Buona fortuna, compagna di Erendryl» disse Erort abbracciando lo stregone Liam.
«Grazie, Erort. Zaino in spalla, guerrieri!»
Detto ciò, la compagnia partì per la volta di Erin.
Fin da subito il percorso montano si rivelò molto pericoloso.
La strada che portava in alto era tutta sconnessa e ricoperta dalla neve.
«Attenti a dove mettete i piedi. Potreste cadere» gridò Liam facendosi sentire sopra il vento.
I membri della compagnia avanzavano con difficoltà.
Soprattutto i piccoletti Zayn e Niall.
«Mi sento… mancare… l’aria…» fece Niall con tono affannato «quando… ci potremmo… fermare?»
«Non siamo nemmeno a metà strada, ragazzo. Devi resistere ancora un po’» ribadì Liam.
«Tanto è… facile a… dirsi… Non mi… sento… più… le gambe…»
«Se devo portarti in groppa, Niall di Adimir, non devi far altro che dirmelo…»
«No. Ce la devo… fare… da solo…»
«Molto bene. Allora devi muoverti» disse Harry.
«Ma che cosa… avete… al posto… delle… gambe?»
«Abbiamo solo più muscoli di te. Sei fuori forma, adimiriano. Una volta tornati a terra, faremo un corso d’addestramento e di sopravvivenza.»
“Se ritorneremo a terra…” pensò Niall.
Il tempo cambiò molto rapidamente.
Il cielo era passato da completamente sereno a nuvoloso in pochi minuti.
«Credete che pioverà, stregone Liam?»
«Molto probabilmente sì, Louis. Dobbiamo cercare subito un riparo!»
Quella che cadde dalle nuvole non fu pioggia, ma una sferzante tempesta di neve : i venti correvano ad una velocità fuori dal normale e la neve cadeva a fiocchi grandissimi.
«Questa neve… Ci impedisce di vedere!»
«State calmi. È solo una prova di Erin.»
«Un’altra prova?!» sbraitò Niall «Ne ho davvero abbastanza! Voglio tornare indietro!»
«Se tornerai indietro in questo momento, non sopravvivrai, te lo garantisco.»
«Perché siamo venuti proprio qui?! Perché?!»
Il respiro affannoso era passato tutto d'un tratto al povero Niall : cercava di dimenarsi il più possibile per riuscire a vedere cosa stava succedendo attorno a lui.
«Ci sono grotte qui vicino?!» gridò Zayn.
«Non lo so… Questo posto è cambiato molto dall’ultima volta che ci sono stato.»
«Che cosa vorreste dire?»
«Che molto probabilmente stiamo sbagliando strada.»
«Cosa?!»
All'improvviso un pezzo di valanga si staccò dalla montagna.
«Una valanga! Al riparo!»
Fortunatamente, la slavina non andò a colpire la compagnia.
«Dobbiamo cercare un rifugio il prima possibile se non vogliamo essere seppelliti da metri di neve!>
«Non ci sono rifugi qui nei dintorni!»
Ma l’occhio acuto dell’elfo non era dello stesso parere dello stregone.
«C’è una piccola grotta tra un paio di metri da noi. Dobbiamo sbrigarci!»
«Fateci strada, elfo Louis.»
 
 
La grotta in questione era davvero molto piccola.
Ma almeno permetteva che l’intera compagnia si proteggesse dal vento pungente e dalla tempesta.
«E adesso cosa facciamo? Come faremo a riscaldarci?»
«Dobbiamo attendere che la tempesta passi, Zayn.»
«Perché? Questa tempesta si placherà?» domandò Niall a Louis.
«Louis ha ragione. Il potere di Erin non è eterno… Quindi la tempesta potrebbe finire improvvisamente…»
«Spero il prima possibile. Sto congelando.»
«Avviciniamoci. Magari ci scalderemo con i nostri corpi.»
«Cosa? Neanche morto!»
«Smettila guerriero di Adimir, e fai come ho detto. È così che noi nani siamo sopravvissuti nei territori in cui faceva un gran freddo.»
«Pensavo che i nani avessero la pelle dura…»
«Con questo freddo, avere la palle dura è inutile.»
«Mentre aspettiamo che la tempesta si plachi, potremmo anche riposarci un po’.»
«A meno che non moriamo di freddo, Liam.»
«Non succederà. La mia luce ci terrà tutti in vita.»
Il bastone di Liam si illuminò all'improvviso.
«Accidenti! Senti che tepore che emana.»
«Contento adesso, Niall? Ora puoi dormire sogni tranquilli.»
«Lo spero tanto.»
 
 
La tempesta era passata.
Il sole stava facendo cornice ad uno spettacolo mozzafiato.
Il primo a svegliarsi fu Liam, seguito poi da tutti gli altri.
«Guardate che meraviglia. Siamo vicino alla vetta di Erin.»
Dalla grotta in cui si erano rifugiati riuscivano a vedere le nuvole che ricoprivano tutta la catena montuosa, mentre l’alba illuminava con i suoi colori l’area circostante.
«È davvero bellissimo!» esclamò Harry «non ho mai visto niente di simile.»
«Non sei il solo, Harry di Havrom.»
«Avanti. In marcia prima che si scateni un’altra tempesta di neve.»
 
 
Dopo alcune ore di cammino, la Compagnia di Erendryl arrivò in cima alla montagna più alta.
«Finalmente siamo arrivati… Tra poco saremo al cospetto del sovrano della montagna.»
Anche se erano arrivati in cima ad una montagna alta più di 4000 metri, l’aria stranamente non era né pesante né irrespirabile.
«Questa aria… è così strana…»
«E’ l’aria che ci permette di sopravvivere qui… Possiamo fare a meno di mangiare. L’acqua limpida della montagna e l’aria fresca e pulita ci permette di vivere in totale comodità.»
«Davvero stupefacente.»
«Eccoci. Ci siamo.»
Una nube chiara iniziò a soffiare con insistenza sulla cima della montagna.
Era talmente forte che per poco non portò via il povero Niall.
Ma una volta che la figura in questione fece il suo ingresso dinanzi alla compagnia, il tempo tornò ad essere sereno.
«Uredor! Quanto tempo!» esclamò Liam felice di vederlo.
«Figlio mio. Qual buon vento ti porta qui nella tua casa?»
«Figlio mio?» domandò Niall senza farsi sentire dagli altri.
«Porto buone e cattive notizie dalla Terra di Airda… Quale volete sapere per prima?»
«La buona notizia.»
«Vi presento la Compagnia di cui anch’io faccio parte: la Compagnia di Erendryl.»
«La famosa compagnia che libererà gli Urum – Rei da Airda?»
«Esatto.»
«Capisco…»
Il sovrano della montagna sembrò essere scettico dai guerrieri scelti per una simile missione.
«E la cattiva notizia?»
«Il noto mago Aramenzis ha donato i suoi poteri alle forze del male, alleandosi con il nemico.»
Ma Uredor non sembrò sorpreso dalle parole di Liam.
«Perché parli di tuo fratello come se fosse uno sconosciuto?»
«Perché per me, lui è uno sconosciuto.»
«Dobbiamo prendere le cose come stanno, Liam. E farcene una ragione…»
«Come posso farmene una ragione? Il mio unico fratello si è unito alle forze del male. Ed io devo toglierlo di mezzo.»
«Morire fa parte della natura… Di noi stregoni e delle altre creature…»
«Non c’è nessun modo per farlo tornare tra noi?»
«Se lui ha voluto unirsi al nemico, per ragioni che noi non riusciamo ancora a comprendere, allora vuol dire che non c’è nessuna possibilità che torni tra di noi…»
Liam non rispose.
Era profondamente scosso dalla notizia.
Ma alla fine doveva farsene una ragione.
Un giorno si sarebbe ritrovato faccia a faccia con lui.
E sarebbe stato quel giorno in cui la magia avrebbe deciso chi avrebbe continuato a vivere e chi no.
«Qual è il vero motivo per cui tu sei qui?»
«Lo sapete benissimo…»
«Tu e la tua compagnia avete già superato la prova della montagna… Ma adesso tocca a te.»
«Che cosa devo fare, padre?»
«Dovrai misurarti con la mia forza.»
«Misurarvi con voi? Ma io…»
«Non pensare di non avere nessuna possibilità, ragazzo mio. Sei molto migliorato dall’ultima volta che ti ho visto. E sono convinto che hai qualche possibilità…»
«Va bene. Accetto la sfida. Ma prima vorrei rimanere un giorno da solo. Voglio riunire il mio spirito con la montagna. Me lo concedete?»
«Certo. Ti concedo tutto il tempo che vuoi.»
«Vi ringrazio… Potete sistemare i miei compagni in modo che non gli manchi niente?»
«Va bene. Farò anche questo.»
«A domani, padre.»
Liam se ne stava andando, ma qualcosa o meglio qualcuno lo fermò.
«Che cosa c’è Niall?»
«Cosa c’è? Non credi che ci devi spiegare un sacco di cose?»
«Magari un'altra volta, ragazzo. Devo prepararmi per l’incontro.»
«Liam! Torna qui!»
Ma lo stregone aveva in mente solo il combattimento.
Avrebbe parlato solo se avesse conquistato la spada di Erin.
«Lasciatelo andare» disse Uredor rivolgendosi alla compagnia.
«Devo parlargli di suo fratello e…»
«Non è il momento. Parlerà solo se avrà la meglio su di me.»
«E se dovesse fallire?»
«Allora dovrete continuare senza di lui… Perché il suo destino sarà rimanere qui per altri cento anni per raffinare le sue arti magiche.»
A quelle dichiarazioni, tutta la compagnia sbiancò di colpo.
«Rimanere intrappolato qui per altri cento anni? Questo vorrebbe dire…»
«… Che la nostra missione sarebbe fallita… Per sempre» concluse Harry al posto di Niall.
«C’è un modo per impedire tutto ciò, Harry di Havrom?»
«Purtroppo no. Siamo nelle mani di Liam. Solo lui è l’artefice del nostro destino.»

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Capitolo 19
*** Magia nuova contro magia antica ***


Liam se ne stava sul cucuzzolo di una roccia che dava ui di uno strapiombo.
Aveva gli occhi chiusi e il suo bastone magico.
Era come se fosse profondamente concentrato.
Ma la sua concentrazione non sarebbe durata a lungo.
«Finalmente ti ho trovato.»
«Niall! Che cosa ci fai qui?»
«Dobbiamo parlare.»
«Non è il momento. Perché non mi dai mai retta?»
«Perché sono fatto così.»
«Allora vedi di cambiare… E ora lasciami in pace.»
«Lasciarti in pace? Dopo che sono salito su per questa altura? Non se ne parla proprio.»
«Sei davvero stressante, sai?»
«Lo so. Grazie.»
«Non devi ringraziarmi… Piuttosto, visto che sei qui, perché non mi aiuti ad allenarmi?»
«E cosa dovrei fare? Tu sei un mago, mentre io sono solo un guerriero che sa a malapena tenere la spada in mano.»
«Non c’entra niente se io sono un mago e tu un guerriero… E poi non dire sciocchezze. Sei abbastanza capace di tenere testa ad un guerriero forte ed esperto… Però adesso basta parlare. Impugna la spada di Adimir e iniziamo a combattere.»
Niall sfoderò la spada con mano tremante.
«Non è che mi farai del male, vero? Insomma, contro di me userai la magia.»
«Tranquillo. Sarà tutto rapido e indolore… Adesso, attaccami!»
«Perché non attacchi tu per primo?»
«Come vuoi tu…»
Liam concentrò tutta la sua energia magica nel palmo della sua mano destra, sfoderandola contro il malcapitato Niall.
«Oddio! Sono morto!» gridò Niall fuori di sé.
«Ma che morto! Ti ho solo colpito con una bolla d’aria.»
«Una bolla d’aria davvero potente.»
«E’ stato solo il mio colpo più debole.»
«Cosa? Allora non voglio immaginarmi quello più potente!»
«Bene, stai a vedere.»
Liam pronunciò parole incomprensibili nella sua lingua natia.
Improvvisamente, il suo bastone iniziò a brillare.
«Luce di Erin! Vieni a me!»
Il suo colpo stava per colpirlo alla massima potenza.
«Liam! Fermati!»
Ma lo stregone non lo stava ascoltando.
Era profondamente concentrato.
«Vai!!!»
Il potente colpo di Liam si stava dirigendo a tutta velocità contro Niall.
Ma all’ultimo momento, lo stregone deviò il suo attacco, ed il colpo finì sulla cima della montagna, causando una piccola valanga.
«Che diavolo era quello?!»
«Un colpo speciale…»
«Cavolo! Se usi quello, spazzerai via immediatamente il tuo avversario.»
«Una volta usato questo attacco, il mio potere si azzera per alcuni minuti. E non posso permettere che accada.»
«Quindi per usarlo, devi essere abbastanza sicuro che il tuo avversario non ti possa più attaccare, giusto?»
«Esatto… Il nostro incontro è finito. Grazie per avermi aiutato, Niall.»
«Figurati. È stato un piacere» ribatté l’adimiriano con le gambe che gli tremavano ancora per lo spavento preso.
 
 
Liam e Uredor si fissavano a vicenda.
Il momento era arrivato.
Chi avrebbe prevalso?
«Nei tuoi occhi vedo la luce di un guerriero giovane e forte, caro figlio.»
«Giovane non lo sono da molti secoli ormai… E se sono forte dovrete deciderlo voi, padre.»
«Lo sei, ragazzo. Hai la vittoria in tasca.»
«Non potete dirlo. Non abbiamo ancora iniziato.»
«Ho già previsto tutto: io ti attaccherò con i miei poteri e tu li schiverai con maestria. Dopo che il nostro combattimento si sarà protratto abbastanza, lancerai il tuo colpo finale che hai mostrato al piccolo adimiriano.»
«Quindi cosa volete fare? Abbandonare la sfida?»
«Ti mostrerò il mio colpo migliore e tu farai lo stesso. E sarà il destino a decidere quale sarà il colpo perfetto.»
«Va bene. Accetto la vostra richiesta. Iniziate voi.»
«Come vuoi tu, figliolo.»
Uredor era pronto a colpirlo.
Non pronunciò nemmeno le parole nella sua lingua.
Scagliò direttamente il suo colpo verso Liam.
«E questo che attacco era?»
«Ho pronunciato la formula nella mia mente, figliolo. Piaciuta la sorpresa?»
«Padre, questa non è la tua mossa migliore, giusto?»
«E chi l’ha detto?»
«L’ho detto io. So benissimo quando misurate la vostra potenza. E in questo caso, avete usato la minima.»
«Molto arguto, figliolo. L’ultima volta che abbiamo fatto questa prova, tu non riuscivi a farlo, ricordi?»
«Ero solo un ragazzo, padre.»
«Ma adesso sei uno stregone a tutti gli effetti. Ed io sono fiero di te.»
Uredor buttò a terra il suo bastone e il mantello che stava ricoprendo le sue fragili spalle.
«Padre, cosa state facendo? Non combattiamo?»
«Certo che combattiamo! Aspetto ancora la tua mossa.»
«Ma voi… non vi difenderete?»
«Caro ragazzo, ho più di trecento anni… Trecento anni spesi a proteggere questa terra e a far capire ai miei figli come funziona la magia… Quindi so come difendermi dal tuo attacco. Tu non ti devi preoccupare.»
Intanto, l’intera compagnia stava assistendo a tutta la discussione tra Liam e Uredor in profondo silenzio.
«Va bene. Come volete voi.»
Liam era pronto.
Concentrò tutte le sue energie nel suo bastone.
«Luce di Erin! Vai!»
Il colpo partì a tutta velocità andando contro Uredor.
L’attacco fu talmente potente da rimbombare in tutta la catena montuosa, causando una fitta nebbia.
E quando la nebbia si dissipò, Uredor era rimasto in piedi come se niente fosse.
«Un attacco degno di nota Liam, non c’è che dire. La mia magia antica non avrebbe fatto molto contro questo genere di attacco.»
« Mi fa piacere che avete assorbito il mio colpo così magistralmente.»
«Caro figliolo, devi imparare a fidarti del tuo vecchio, sai?... E adesso che il nostro combattimento è finito, devo darti una cosa.»
Liam si immaginava già cosa fosse.
«Eccola qui! La spada di Erin. Colei che ci ha protetto dagli invasori più feroci. Ora la dono a te, figliolo. Fanne buon uso.»
Quando Liam la toccò per la prima volta, un brivido lo riscosse completamente.
«Padre, non voglio tenervi all’oscuro di niente… Ma sapete che questa spada non tornerà mai più qui, vero? Insomma, il compito mio e di tutta la compagnia è trovare il punto esatto dove questa spada e le altre spade di Airda sono state costruite per poi distruggerle.»
«Sì. Questo lo immaginavo…»
«Come?»
«Ormai una simile arma non può servirmi a niente. Sono molto vecchio, Liam. Voglio vivere gli ultimi anni che mi restano in assoluta tranquillità, senza pensare alle guerre che questa spada può scatenare. Quindi ti do il mio appoggio, Liam. Fai di quella spada ciò che vuoi. Distruggila. Ormai non mi interessa più…»
L’intera compagnia fu colpita dalle parole dell’anziano stregone.
«Padre, io non credevo…»
Uredor era molto debole : aveva un bisogno assoluto di riposo; a stento si reggeva in piedi.
«Padre, che cosa avete?»
«Sono solo molto stanco… Riprendi il tuo viaggio con i tuoi amici, figliolo. Spero solo che un giorno ci rivedremo…»
«Lo spero tanto, padre.»
E con grande devozione, Liam baciò la mano del padre, congedandosi da lui e da tutti i suoi simili.
«Stregone Liam, adesso che abbiamo anche la vostra spada, dove andremo?»
«Ci attende la prova più difficile adesso, Harry di Havrom… Combatteremo un nemico molto superiore a noi. Dobbiamo dirigerci verso la parte est della Valle di Halandryr.»
«Ma perché? È così pericolosa?»
«Lo scoprirai con i tuoi occhi, Niall di Adimir.»

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Capitolo 20
*** Il drago di Arnor ***


La compagnia, dopo aver lasciato la Catena di Erin, si era ricongiunta con gli akromirti.
«Stregone Liam, vedo che ce l’avete fatta.»
«E’ stato molto difficile, Erort. Ma alla fine l’abbiamo spuntata» replicò lo stregone con un sorriso tirato.
«Quindi dobbiamo affrontare quella strada?...»
Liam si guardò in giro perché non voleva che qualcuno sentisse e quando si fu assicurato che i suoi compagni di viaggio fossero a debita distanza, rispose. «Dobbiamo farlo. Non c’è alternativa.»
«Potremmo attraversare il fiume di Nùtrir e dirigergi verso la regione di Havrom.»
«Prima di arrivare ad Havrom devo assicurarmi che gli aubrimi accettino la nostra causa.»
«Ma sono necessarie tutte queste alleanze? Insomma, non bastiamo noi?»
«Erort, ti prego di non prenderla a male… Ma più siamo per combattere il nemico, meglio è. E poi… Credo che non affronteremo solo gli Urum – Rei…»
«Che cosa vuoi dire?»
«Nuovi nemici ci stanno aspettando. Nemici ancora più potenti…»
«Hai avuto una premonizione?»
«Sì. Vicino al Ponte di Lorin. È lì che si consumerà una battaglia all’ultimo sangue.»
«E i tuoi compagni lo sanno?»
«Lo sapranno a tempo debito… Come i tuoi, del resto. Non voglio scatenare il panico prima del tempo. Mi sono spiegato?»
«Perfettamente. Anche se non sono del tutto d’accordo. Secondo me dovrebbero saperlo adesso di questa tua premonizione.»
«Fidati, è meglio che lo sappiano il più tardi possibile… Adesso andiamo. Abbiamo un popolo da convincere.»
 
 
«Accidenti. Non pensavo che in questa valle facesse così caldo» fece Zayn sbuffando.
«Non credevo che i nani soffrissero tutto questo caldo…»
«Lo soffriamo come tutte le creature normali, adimiriano.»
«L’aria diventa sempre più irrespirabile… Dove ci stiamo dirigendo?»
«Verso il nido di una creatura davvero potente, Harry.»
«E sarebbe?»
Ad quel punto, Harry notò che qualcosa dinanzi a lui stava fumando.
«Ma che diavolo…»
«E’ uno dei draghi più forti della Terra di Airda. Dobbiamo stare attenti.»
«Cosa? Passeremo dinanzi alla tana di un drago?!» gridò Niall impaurito.
«Sì. La zona sicura è terminata…» fece Liam sospirando.
«Ma io credevo…»
«Se siamo venuti qui, è per un motivo preciso.»
«Vorrei davvero saperlo, questo motivo.»
«Tu non ti devi preoccupare, ragazzo. Cerca solo di non fare troppo rumore.»
«E’ più facile a dirsi che a farsi…»
Nell’aria regnava la pace più totale.
Non si sentiva volare nemmeno una mosca.
«Il silenzio contraddistingue queste terre. Non roviniamolo, va bene?»
Purtroppo però non poterono evitare il peggio : quello sconsiderato di Niall aveva dimenticato di posizionare la sua roba in maniera decente nello zaino, facendo cadere gran parte delle sue cose per terra.
Quando Liam lo sentì, si irritò non poco.
«Idiota di un adimiriano! La prossima volta perché non cerchi di fare più rumore?!»
Quello che lo stregone temeva, ormai si era realizzato: il drago che stava riposando comodamente nella sua tana, alla fine si era svegliato.
«Tutti al riparo!»
La sua furia era incontenibile.
Il suo fuoco riempì immediatamente l’intera vallata circostante.
Gli akromirti cercavano di fronteggiarlo al meglio delle loro forze.
Ma un drago lungo all’incirca 20 metri e pesante centinaia e centinaia di chili, non era affatto facile da combattere.
«Venite! Cerchiamo riparo!» gridò Liam per farsi sentire da tutti i soldati.
Il drago continuava a infuriare contro di loro.
Non faceva altro che sputare fuoco e fiamme sui poveri akromirti.
«Liam, come facciamo a fermarlo?»
«Se uniamo le nostre forze, potremmo riuscire ad ucciderlo.»
«No Zayn! Il drago di Arnor deve continuare a vivere. Sta solo proteggendo il suo territorio» rispose Liam.
«E allora cosa dovremmo fare? Metterci tutti in fila indiana e aspettare che ci arrostisca a dovere?»
«Smettila di fare lo spiritoso, Niall. Non è il momento!»
«Allora cerchiamo di trovare immediatamente una via d’uscita, perché gli akromirti stanno morendo.»
«Stregone Liam, i miei uomini non resisteranno a lungo! Il drago è troppo forte!» gridò Erort.
Ma gli akromirti e la compagnia di Erendryl fortunatamente ricevettero un aiuto : altri coraggiosi guerrieri vennero in loro soccorso, fronteggiando maestosamente il drago.
«E questi chi sono?» domandò Niall
Avevano il volto e il corpo nascosto da un’armatura resistente ed erano all’incirca un centinaio.
«Guardate! Stanno mettendo il drago alle strette!» fece notare Louis.
Il drago, senza una via d’uscita, volò in alto per scappare dagli attacchi continui dei guerrieri misteriosi.
Una volta tratti in salvo, essi si avventarono contro gli akromirti e contro la compagnia.
«Chi siete voi? Che cosa ci fate nel territorio del drago?»
«Siamo guerrieri come voi. E veniamo in pace» rispose Harry a nome di tutti.
«Che cosa ci fate in queste terre proibite?»
«Dobbiamo dirigergi verso ovest.»
«Non potete passare in queste terre. È molto pericoloso.»
«Grazie. L’abbiamo notato» rispose Niall sarcastico.
«Tornate indietro. È meglio per voi.»
«Diteci prima chi siete. Vogliamo sapere il nome dei nostri salvatori» fece Liam con gentilezza.
«A cosa serve? Vi abbiamo salvato la vita e basta. Ora andatevene.»
«Magari potreste allearvi con noi per combattere gli Urum – Rei. Che ne dite?»
«La guerra con gli Urum – Rei non è affar nostro!»
«E’ affare di tutti, caro guerriero. Anche voi abitate in questa terra!»
«Niall, smettila di mancare di rispetto a tutti coloro che incontri» fece Liam spazientito.
Il guerriero a cavallo, che aveva guidato i suoi uomini contro il drago, scese dall’animale per dirigersi verso l’adimiriano.
«Noi combattiamo per  noi stessi» fece a muso duro contro Niall «Gli altri non ci interessano. Ti è chiaro il concetto?»
«Perché non volete allearvi con noi? Siamo dei bravi guerrieri. E soprattutto, potete fidarvi.»
«E’ questo il nostro problema: non ci fidiamo di nessuno… E poi non vogliamo allearci con guerrieri che non riescono a fronteggiare nemmeno un drago.»
«Allora facciamo una sfida caro "guerriero so combattere solo io"…»
«Come mi hai chiamato?»
«Se vinco io, vi alleerete con noi. E se vincete voi, sarà come se non ci fossimo mai incontrati. Vi sta bene?»
Niall non era mai stato più determinato prima d’ora.
Non aveva timore di rispondere a tono a nessuno.
Ma gli sarebbe andata sempre bene?
«E sia, piccolo insolente. Accetto la tua sfida» rispose il guerriero con tono rude.
«Bene… Però prima voglio vedere chi dovrò affrontare. Mostrami la tua faccia.»
Il guerriero, con sguardo indemoniato, si tolse l’elmo dell’armatura, mostrando a tutti il suo sguardo crudele e carico d’odio.
«Ora sai con chi ti batti.»

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Capitolo 21
*** La sfida ***


Niall non si fece intimorire in nessun modo, nemmeno dopo aver visto in faccia il suo avversario. L'adimiriano infatti si stava preparando lo stesso a combattere, anche se Liam e Harry stavano cercando di fargli cambiare idea.
«Fermati immediatamente, Niall. Non sai con chi ti stai mettendo contro!» gridò Liam.
«Certo che lo so. Con uno sbruffone che si crede di essere il padrone del mondo. »
«Non hai capito ragazzo. Quello è il capo tribù degli aubrimi. Il più forte guerriero di tutta Halandryr.»
«Nemmeno io sono da meno, maestro.»
«Ascolta ragazzo, non fare il coraggioso in questo momento. Potrebbe costarti la vita.»
«Liam, so combattere abbastanza bene per tenere testa ad uno come lui. »
«Il guerriero in questione ha ragione… Se non siamo riusciti a tenere testa al drago di Arnor, nessuno di noi avrà speranza contro di lui!»
«Le cose cambiano, stregone Liam. Ed io sto per riscrivere la storia…»
«Io e lo stregone non ti permetteremo di affrontarlo! » fece Harry parandosi dinanzi a lui.
«Lasciatemi passare, Harry di Havrom! O la mia spada si scontrerà con la vostra!>
«Lasciatelo andare!» gridò il guerriero di aubrimi «Se volete, vi affronterò uno alla volta. Ma il mio primo sfidante sara il piccoletto.»
«Avete sentito? Levatevi di mezzo.»
Harry e Liam avrebbero voluto essere più convincenti, ma con Niall era tutto inutile e quando prendeva una decisione, era difficile fargli cambiare idea, soprattutto se si trattava di un combattimento.
Ora non c’era più niente ad impedire al piccolo adimiriano di affrontare il guerriero che poco prima aveva salvato lui e tutti gli altri.
«Ditemi quale è il vostro nome.»
«Agorir, signore dei draghi e capo della tribù degli aubrimi. »
«Io invece sono…»
«Non mi interessa il nome di uno sconfitto in partenza… Oggi piccoletto capirai cosa significa combattere contro qualcuno che è più forte di te. Sei pronto?»
«Sono nato pronto.»
Niall e Agorir sfoderarono le loro spade.
Il guerriero di aubrimi non perse tempo a scagliarsi contro Niall, che con grande maestria, riuscì ad evitare il colpo.
Gli spettatori circostanti stavano in religioso silenzio.
Non osavano né avvicinarsi né aiutare i due sfidanti.
Sarebbe stata una lotta senza esclusioni di colpi.
Agorir non faceva altro che provare a colpire Niall, ma quest’ultimo riusciva sempre a schivare i suoi colpi.
«Non te la caverai contro di me schivando solo i miei colpi. »
«Questo lo vedremo! »
Quando Niall si decise a colpirlo, Agorir per poco non veniva infilzato ad un braccio.
«Che cosa credevi di fare, eh? Pazzo che non sei altro! Ti faccio vedere io cosa succede a chi prova a colpirmi! »
La furia e la rabbia di Agorir non faceva altro che aumentare ad ogni secondo che passava, mentre Niall cercava, con le unghie e con i denti, di colpirlo.
«Stupido! Che cosa credi di fare? Credi di riuscire a colpirmi con tanta facilità? Allora non hai ancora capito con chi hai a che fare! »
Ma la troppa superbia di Agorir lo portò ad un momento di difficoltà.
Mentre schivava i pochi attacchi di Niall, cadde a terra inciampando su di un sasso.
«Fermati lì! Non osare muoverti » lo minacciò Niall.
«Che cosa vuoi fare? Uccidermi? »
«Da morto non mi serviresti a nulla, non trovi? »
«Io non mi alleerò mai con delle creature inferiori a me! Mai!»
Con un impeto di rabbia, riuscì a rimettersi in piedi senza subire nemmeno un attacco di un Niall distratto.
«Finora abbiamo giocato… Ma il vero combattimento inizia ora. »
Ma Niall non notò nulla di diverso nei movimenti e nei colpi che il suo avversario sferzava : erano gli stessi dell'inizio. Stava facendo solo lo sbruffone.
Ad un certo punto, però, in cui gli sfidanti stavano dando tutti loro stessi, fu Niall a trovarsi in difficoltà : fu costretto a gettarsi a terra per paura di venire colpito a morte da Agorir.
«In piedi adimiriano! Che cosa ti prende? Sei già stanco di combattere? Siamo solo all’inizio! »
Anche se il guerriero aubrimio gli aveva dato la possibilità di rimettersi in piedi, Niall rimase a terra dov’era.
«Sapete una cosa? Non credevo che foste così forte... »
«Sono felice che dopo alcune peripezie, tu lo riconosca. »
Niall aveva la spada del suo sfidante puntata alla fronte.
Ma questo non riusciva a spaventarlo, anzi era sicuro della sua vittoria.
E questa convinzione non faceva altro che dargli la forza di andare avanti.
«Credete di avermi messo in trappola, non è vero? Ma io non sono uno sprovveduto come credete voi…»
Niall stava per riafferrare la sua spada quando Agorir lo fermò sul più bello.
«Fermo! Non muovere un solo muscolo! »
«Io non mi muovo… E’ la spada che si muove per me…»
Come per magia, la spada adimiriana di Niall prese vita, fronteggiando un sorpreso Agorir.
«Ma che stregoneria è questa? »
«Non è stregoneria… Sei tu che stai sognando…»
«Mi prendi in giro forse?! »
Agorir non riusciva a metterla fuori combattimento.
«Visto? Senza mani.»
Dopo alcuni minuti che combatteva contro l'arma, Agorir perse la sua spada, rimanendo disarmato.
«Piaciuta la sorpresa, eh? Questa si chiama telepatia, caro Agorir… Io e la mia spada siamo una cosa sola, sapete? »
«Non credere di avere vinto! Ahhh…»
Agorir aveva la spada di Niall puntata alla gola.
«Ti consiglio di non fare movimenti bruschi se non vuoi essere infilzato. »
«Maledetto! »
«Allora, ti arrendi? »
Agorir non poteva fare altrimenti.
Ormai era in trappola.
«Va bene… Hai vinto, giovane guerriero. »
Agorir aveva la voce afflitta, mentre Niall non faceva altro che gongolare e gioire.
«Ma sappi una cosa: non mi unirò mai a te. Che sia ben chiaro! »
«Cosa? Noi due avevamo un patto! »
«Un patto che io rompo in questo momento. Non mi piace che si usi contro di me trucchetti stupidi come hai fatto tu. È inaudito. »
«Dici così perché la sconfitta ti brucia. »
«L’unica cosa che brucia è il mio desiderio di vendetta che alberga dentro di me. Ci rivedremo presto, piccolo guerriero. È una promessa. »
Detto questo, Agorir e la sua tribù se n’andarono consapevoli di non essere tanto invincibili come credevano, mentre Niall rimase alquanto sorpreso e soprattutto furioso per non essere riuscito nel suo intento di siglare un’alleanza con gli Aubrimi.

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Capitolo 22
*** Il piano ***


Niall aveva lo sguardo triste e rabbioso.
«Come ti senti, ragazzo? »gli domandò Liam.
«Ho fallito… Ho fallito miseramente, maestro…»
Aveva le lacrime agli occhi.
Non poteva sopportare che il destino della Terra di Airda sarebbe stato così diverso senza avere un buon alleato come gli Aubrimi.
«Non piangere, Niall. Hai fatto tutto il possibile e hai combattuto magnificamente» lo rincuorò lo stregone cercando di rialzargli il morale.
«Semmai è grazie alla spada di Adimir se ho potuto combattere ad armi pari contro Agorir. »
«Ma è il tuo cuore che ha guidato quella spada, non scordarlo. »
«Adesso non è questa la nostra principale preoccupazione… Come faremo a combattere contro gli Urum – Rei? »
«Di questo non ti devi preoccupare, ragazzo. Abbiamo gli akromirti dalla nostra parte. Sono un popolo fortissimo e ci daranno una gran mano contro i nemici. »
Ma nelle parole di Liam, Niall non riusciva a intravedere nessun spiraglio di speranza e di verità.
«Mi stai mentendo per non farmi preoccupare più del dovuto? Perché se è così, preferisco di gran lunga la verità. »
«Sai cosa devi fare adesso dopo un duro combattimento come quello che hai affrontato? Andare qualche ora a riposare… Dopo di che riprenderemo il cammino verso l’estremità della Valle di Halandryr. »
«No. Non c’è tempo di riposarsi. Dobbiamo combattere! »
«Tu non devi fare un bel niente. Te l’ho appena detto. Perché non mi dai retta almeno una volta? »
«Dobbiamo tenerci pronti e organizzare piani d’attacco efficaci se vogliamo combattere il nemico. »
«Di questo ci occuperemo io e Harry. »
«Perché solo voi due? Ti ricordo che la compagnia è formata da cinque guerrieri, non due. »
«Adesso basta, Niall> fece lo stregone Liam per sviare il discorso «Vai a riposarti. È un ordine. »
«Non ci penso nemmeno! Non ho neppure sonno. »
«Il riposo non è fatto solo per dormire, ma anche per ritemprare le energie mentali. »
«Non ho bisogno né di questo e né di dormire. Devo organizzarmi per battere il nemico. »
Ma questa volta Liam fu molto più testardo del suo compagno.
«Che cosa significa questo? »domandò Niall vedendo alcuni akromirti armati venire verso di loro.
«O vai a riposarti con le buone, o questi guerrieri ti ci manderanno con la forza. Mi hai capito? »
«Non se ho la mia spada con me. »
Sfortunatamente, Niall l’aveva dimenticata sul campo di battaglia, facendo di Liam il nuovo possessore.
«L’avevi lasciata sul campo dove ti sei scontrato con Agorir. Ed io l’ho recuperata. »
«Ridammela immediatamente. »
«La riavrai a tempo debito, ragazzo. »
Niall non si voleva dare per vinto in nessun modo.
«Anche se sei un ottimo guerriero, non puoi difenderti in nessun modo. Mi spiace. »
Alla fine, l’adimiriano si dovette arrendere.
«Questa volta hai vinto tu, stregone Liam. Ma non finisce qui» fece Niall rabbioso.
«Ah, Niall? »
«Cosa c’è adesso? »
«Ecco. Questa ti servirà» disse Liam lanciandogli una coperta.
 
 
Niall lasciò il campo di battaglia che gli akromirti si apprestavano a trasformare in un accampamento.
Mentre i guerrieri montavano le tende, Liam raccolse Harry, Louis, Zayn e l’akromirta Erort in una tenda in disparte, alla larga dagli occhi curiosi.
«Guerrieri, vi ho convocato qui per decidere le prossime mosse da mettere in atto una volta per tutte contro gli Urum – Rei. Come ben sapete, ci stiamo dirigendo verso la loro base ufficiale. Ed essendo loro in gran lunga superiori come numero di guerrieri, non vorrei farmi cogliere impreparato.>
«Che cosa avete pensato»? domandò Louis.
«Essendo una terra che conosco molto bene, la cosa giusta da fare è coglierli di sorpresa dietro le loro mura. »
«Cosa? Gli Urum – Rei hanno una base fortificata? »
«Sì, Zayn. Costruita per lo più da pietre, cemento e… resti di corpi scomposti di creature che avevano tentato invano di ribellarsi. »
«Davvero disgustoso. »
«Lo credo bene, Erort… Ma non ci dobbiamo spaventare. Dobbiamo essere forti e attaccarli il prima possibile. »
«E dobbiamo agire immediatamente, visto che nelle ultime battaglie hanno perso molti dei loro uomini. »
«Questo è solo un dato relativo, Harry. Dietro le loro mura sono invincibili. E dobbiamo sfruttare ogni singolo punto debole se vogliamo riuscire nell’impresa. »
«Punti deboli che purtroppo non sappiamo, stregone Liam. »
«Nel corso dei miei viaggi e nei combattimenti che ho intrapreso contro di loro, ho notato una debolezza non indifferente: odiano la luce del sole. Quindi il nostro obiettivo, è colpirli durante le ore del giorno. »
«Peccato che la loro base è protetta da un sortilegio che impedisce al sole di toccare quelle terre. Infatti, se avete notato, da quando abbiamo superato la tana del drago, l’oscurità si è fatta sempre più fitta. È ormai da alcuni giorni che non vediamo la luce del sole. »
Le parole di Erort avevano smontato completamente la teoria di Liam.
«Avete ragione, Erort. Non ci avevo pensato. »
Lo stregone si toccò la fronte e si portò le mani sugli occhi per riuscire a pensare lucidamente se c’era una possibilità di un loro punto debole.
«Accidenti. Non riesco a trovare una soluzione che ci permetta di sconfiggerli definitivamente. »
«Secondo me dobbiamo allontanarci dai loro territori se non vogliamo che accada il peggio. »
«Non possiamo ritirarci, Zayn. Ne va del futuro di Airda. »
«Allora l’unico modo è attrarre in una trappola la maggior parte degli Urum – Rei fuori dalle loro mura. Forse così riusciremo ad avere qualche possibilità. »
«A meno che non siano attirati dalle cose che più desiderano…
«A cosa vi riferite, Liam? »
«Alle spade, Harry! Le cinque spade di Airda che loro vogliono a tutti i costi! Saranno quelle che li condurranno fuori dalle mura! »
«Ma noi non siamo ancora provvisti delle cinque spade di Airda. Manca quella di Zayn e la mia. »
«Anche se non le abbiamo tutte, ci basterà averne alcune per attirarli. »
«Dove li possiamo condurre? »
«Questo territorio è perfetto. »
«Bene. Che cosa stiamo aspettando? »
«Un attimo, Zayn… Ora quello che ci serve è chiamarli…»
«Credo che non ce ne sia bisogno, stregone Liam. Guardate là. »
Erort fu attirato da una coltre di fumo e fiamme che si stavano espandendo non molto lontano dall’accampamento.
«Credo che si stiano avvicinando. »
«Molto bene. È proprio quello che volevo. Preparate tutte le armi che abbiamo a disposizione. Tra un giorno esatto questa valle sarà ricoperta della peggior specie di Urum –Rei che potremmo mai incontrare» disse infine Liam prima di organizzare un nuovo piano di difesa.

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Capitolo 23
*** Una nuova minaccia incombe su Havrom ***


Ormai era tutto pronto.
Il piano di difesa attuato da Liam sembrava che non lasciasse scampo al nemico.
«Se attireremo una gran parte di loro verso la tana di Arnor, gli Urum – Rei non avranno scampo.»
«Però dobbiamo stare attenti pure noi a quel drago.»
«Ho visto come gli Aubrimi hanno fatto per tenerlo a bada… Basterà ripetere lo stesso procedimento ed il gioco è fatto.»
«Come hanno fatto, stregone Liam?» domandò Louis curioso.
«Con una semplice ninna nanna.»
«Cosa? State scherzando, vero?»
«Anche a me sembrava alquanto strano. Ma vi giuro che è proprio così. Quel drago è davvero un dormiglione.»
«Spero tanto che non lo notino i nostri nemici.»
«Stai tranquillo, Zayn. Saranno troppo indaffarati a combattere prima di capire come fermarlo… Qualcuno può andare a chiamare Niall? Dobbiamo dirgli tutti i nostri movimenti.»
«Vado io, stregone Liam» disse Harry prima di uscire dalla tenda.
 
 
Harry non trovava Niall da nessuna parte.
Lo aveva cercato in tutte le tende, ma di lui non c'era nemmeno l’ombra.
“Dove diavolo può essersi cacciato?”
Alla fine, lo trovò in cima ad una rupe intento ad allenarsi con la spada.
«Finalmente, Niall. Non riuscivo a trovarvi.»
«Adesso ci sei riuscito. Che cosa vuoi?»
«Vieni. Liam deve dirvi alcune cose sulle prossime mosse contro gli Urum – Rei.»
«Non mi serve sapere le sue mosse. So cosa devo fare.»
«Sono cose di vitale importanza> fece Harry cercando di convincere l’adimiriano.
«Non mi interessa. Non ora che sono intento ad allenarmi con la spada.»
Harry si adirò un po' per l’atteggiamento del suo compagno.
«Va bene. Se la metti così… Vorrà dire che dovrò sfidarti in un duello. Se vincerò io, verrai con me. Invece se vinci tu, ti lascerò in pace.»
«Non molli mai, vero Harry?»
«Ho preso dal migliore> rispose il guerriero riferendosi al suo compagno.
«Molto bene. Allora in guardia!»
«La sfida si conclude quando uno di noi perde la sua spada o si arrende. Non si accettano colpi bassi.»
«Cosa che non ho mai fatto, Harry.»
«Non si sa mai.»
«Vorrei avvertirti che non hai nessuna chance contro di me. Io ho la spada di Adimir mentre tu sei sprovvisto della spada della tua terra.
«Non m’importa. Non sarà questo che mi fermerà.»
«Come vuoi tu. Iniziamo!»
Ma prima che le due spade potessero incontrarsi, Harry vide avvicinarsi un uomo a cavallo.
La sua divisa lo lasciò alquanto allibito : aveva il simbolo di Havrom.
«Che cosa ti succede, Harry? Perché non combatti?»
«Aspetta un momento…»
Harry corse incontro all’uomo che sembrava stremato.
«Harry di Havrom, porto notizie dalla nostra terra.»
«Che cosa succede, messaggero?»
«Dovete tornare immediatamente a palazzo per organizzare le difese del nostro territorio.»
«Per quale motivo?»
«Dei nemici hanno invaso i nostri confini.»
«Che tipi di nemici? Erano per caso Urum – Rei?»
«No. Erano diverse da quelle creature mostruose… Purtroppo non so dirvi altro. Vi posso solo dire che tra alcuni giorni arriveranno fino a noi. E senza il vostro prezioso aiuto, ci distruggeranno.»
«Quanto dista Havrom da qui?»
«Tre giorni. Ma dovremmo fare in tempo ad arrivare prima di loro. Le nostre difese, al momento, reggono bene.»
«Al momento?»
«Da quando ho lasciato Havrom era tutto sotto controllo. Ora non so…»
Harry era molto combattuto.
Non sapeva cosa fare.
Doveva aiutare la sua gente, ma non poteva abbandonare la compagnia all’inizio della guerra.
«Un momento solo. Devo parlare con i miei compagni.»
«Va bene, ma fate in fretta. Prima partiamo meglio è.»
Harry andò verso Niall che subito notò il suo sguardo preoccupato.
«Harry, cosa succede?»
«Qualcuno ha invaso la mia terra. Devo parlare con Liam.»
«Vengo con te.»
 
Liam era ancora intento a dare gli ultimi ordini a Erort e a i suoi soldati.
«Molto bene. Avete capito tutto?»
«Sì, stregone Liam. Siamo pronti per riceverli.»
«Benissimo…»
L’attenzione dello stregone fu ridestata dall’arrivo di Harry e Niall.
«Finalmente. Ma dove vi eravate cacciato, Harry? Niall! Devo dirti alcune cose…»
«Non c’è tempo, stregone Liam. Harry deve dirti qualcosa…»
«Che cosa succede, Harry?»
Harry aveva lo sguardo atterrito.
Liam non l’aveva mai visto in quelle condizioni.
«Alcune creature hanno invaso la mia terra… Purtroppo mi duole tantissimo lasciarvi all’inizio della guerra, ma devo tornare ad Havrom il prima possibile.»
«Capisco…»
«Non so cosa fare, stregone Liam.»
«L’avete appena detto voi. Andate a salvare la vostra gente.»
«Davvero? Non ce l’avete con me?»
«Perché dovrei avercela con voi? Andate! E non perdete altro tempo.»
«Vi ringrazio, stregone Liam. Buona fortuna» fece Harry stringendogli la mano.
«Aspetta un attimo, Harry di Havrom…»
La voce tonante di Erort rimbombò nelle orecchie del guerriero.
«Cosa c’è, Erort?»
«Liam, perché tu e gli altri della compagnia non andate con lui?»
«Cosa?»
«Penseremo noi ad affrontare gli Urum – Rei. Ci avete detto come fare, e i miei uomini sono capaci di difendersi da un nemico simile.»
«Erort… Io…»
«Datemi retta. Qui è tutto sotto controllo.»
Liam aveva lo sguardo combattuto : aiutare il suo compagno o lasciarlo nel momento del bisogno?
«Non so cosa fare…»
«Non preoccupatemi per me. Saprò cavarmela anche da solo.»
«No, Harry. Voi avete più bisogno di aiuto.»
«Ma così vi mancheranno i guerrieri più forti.»
Lo sguardo di Erort si fece più serio.
«Voi mi offendete, guerriero di Havrom… Come ti ho appena detto…»
«Questo nemico è molto diverso.»
«Ha una spada, uno scudo, arco e frecce come tutti gli altri guerrieri. Niente che noi non possiamo affrontare.»
Alla fine, Liam fu convinto dalle parole di Erort.
«Molto bene. Mi fido di voi.»
«Ma Liam…»
«Verremo con voi, Harry. Niall, raduna tutti gli altri. Digli che partiamo verso sud.»
«Subito maestro.»
«Ma siete sicuro…»
«Sì. Erort è un ottimo guerriero. Saprà fronteggiare il nemico facendo uso della sua abilità e dei miei insegnamenti.»
«Vi ringrazio, Liam. Mi fa piacere sapere che vi fidate di me» disse Erort mentre abbracciava Liam non come guerriero e compagno di battaglia, ma come amico.
«Adesso andate. Havrom è molto lontana.»
«Buona fortuna, Erort.»
«Buona fortuna tutti voi.»
Dopo il momento degli addii, il messaggero e la compagnia erano pronti per intraprendere il viaggio verso Havrom correndo contro il tempo che trascorreva inesorabile.

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Capitolo 24
*** La compagnia si divide ***


Sembrava che da un momento all’altro i loro rispettivi cavalli potessero prendere il volo, visto la velocità sostenuta dai quadrupedi.
In un solo giorno erano arrivati nel punto più a sud della Valle di Halandryr.
Ma ad un certo punto dovettero fermarsi : vagare nella notte in quelle terre era molto pericoloso e soprattutto la stanchezza cominciava a farsi sentire.
«Secondo voi come si stanno comportando gli akromirti?»
«Non lo possiamo sapere. Comunque la guerra deve essere iniziata da poco, Niall.»
«Spero vivamente di non aver fatto la scelta sbagliata…» disse Liam tra sé.
«Una volta superato il ponte di Lorin, saremmo molto vicini alla catena di montagne che protegge Havrom.»
«Quando arriveremo al ponte?»
«Domani mattina verso mezzogiorno. Se partiremo all’alba, s’intende.»
«Possiamo partire anche prima, se vogliamo… Non abbiamo tempo da perdere.»
Liam aveva lo sguardo serio.
Voleva arrivare il prima possibile nella terra di Harry.
Ma sapeva anche che il viaggio era molto lungo e pericoloso.
«È meglio se andiamo a dormire. La sveglia è tra un paio d’ore, va bene?»
«Non avremmo nemmeno il tempo di fare colazione?»
Lo stregone scrutò Niall con fare minaccioso.
«Ti assicuro che no, non avrai nemmeno il tempo di fare colazione. Dovrai avere gli occhi bene aperti, se vorrai sopravvivere.»
Niall fu quasi spaventato nell’udire le parole del suo maestro.
«Che cosa ti sta accadendo, Liam?»
«Niente. Sono solo nervoso e stanco. Buonanotte.»
Da quando la compagnia aveva lasciato l’accampamento degli akromirti, Liam era diventato più scontroso e scorbutico.
Rimuginava sempre tra sé e sé, pensando continuamente se aveva fatto la scelta giusta oppure no.
«Credete che dobbiamo aiutarlo in qualche modo?» domandò Zayn.
«Sì, se conosci una bevanda per farlo rilassare… Lo conosco molto bene. Finchè non tornerà dagli akromirti, Liam non sarà tranquillo.»
«Lo sapevo… Sapevo che dovevo andare da solo. È tutta colpa mia.»
«No, Harry. Voi non avete colpe.»
«Invece sì. Accidenti a me!»
«Adesso smettiamola, va bene? Dormiamoci sopra e aspettiamo l’alba. Vedrete che domani ragioneremo molto più lucidamente» fece Niall saggiamente.
«Sì. Forse è meglio se ci riposiamo un po’.»
«Chi inizia a fare la guardia?»
«Inizio io. I miei occhi e le mie orecchie da elfo riescono a vedere e ad udire a chilometri di distanza. Riposate pure tranquilli.»
«Bene, Louis. Vi darò il cambio tra un’ora.»
«Non serve, Niall. Posso rimanere sveglio tutta la notte.»
«Ma ne siete sicuro?»
«Mai stato sicuro prima d’ora. Buonanotte.»
Detto ciò, Louis si diresse verso una piccola altura, per rimanere in totale solitudine e guardare a vista il bellissimo cielo stellato.
 
 
Il momento era arrivato.
Le prime luci dell’alba stavano illuminando il sud di Halandryr e Liam era sveglio da un sacco di tempo : lo si vedeva dalla sua grinta e dalla sua sveltezza.
«Bene, compagnia di Elendryl. È ora.»
Ma non tutti si erano svegliati al suo richiamo.
Niall stava ancora dormendo sommessamente.
«Niall! In piedi!» gridò Liam.
L’adimiriano fu svegliato di soprassalto.
«Cosa c’è?! Che succede?!»
«Sei sempre il solito dormiglione. Muoviti, altrimenti ti lascio qui.»
Dopo aver assorbito la solita ramanzina, prese il suo zaino caricandoselo in spalla.
“Bene. Anche oggi ci aspetta una giornata molto divertente” pensò Niall sarcastico.
 
 
Dopo alcune ore di cavalcata, la compagnia accompagnata dal messaggero di Havrom, arrivarono al ponte di Lorin.
«Finalmente siamo giunti al ponte. Quanto manca per Havrom?»
«Dovremmo fronteggiare tutte le montagne che ricoprono il territorio, passando dove i nemici hanno aperto il varco.»
«In poche parole, quanto altro dovremmo proseguire?»,chiese Liam.
«Altri tre giorni.»
«Tre giorni?! State scherzando, vero?»
«Purtroppo il messaggero ha ragione. Non possiamo oltrepassare la regione passando da nord. Ci vorrebbe troppo tempo» rispose Harry.
«Perché non me l’avete detto prima?! Magari potevamo passare da un’altra parte!»
«E da dove, per esempio?»
«Magari potevamo prendere una nave per superare il fiume, invece che allungare la strada per oltrepassare il ponte.»
«Sarebbe stato inutile, Liam.»
«Sentitemi bene, caro il mio re non convenuto. Conosco la Terra di Airda meglio delle mie tasche. Se dico che se avessimo tagliato per il fiume avremmo fatto prima, vi dico che è così. Punto e basta!»
«Adesso ne ho abbastanza di voi! La dovete smettere di sgridarci tutti come se fossimo i vostri schiavi. Ne abbiamo fin sopra i capelli delle vostre urla!»
«Molto bene. Se è così che la pensate, forse è meglio dividerci.»
Nell’udire quelle parole, Harry, Louis, Zayn e Niall rimasero visibilmente sconcertati.
«Cosa? Non dirai sul serio, maestro.»
«Lasciatemi in pace.»
E detto questo, Liam lasciò la compagnia per rimanere un po’ da solo e cercare di calmarsi almeno un po’.
 
 
«Dove diavolo è finito? Ci sta solo facendo perdere tempo!» fece Louis esasperato.
«Tranquillizzatevi, elfo. Liam tornerà. Ne sono convinto.»
«Con o senza di lui, io e il messaggero dobbiamo proseguire.»
«E io vengo con voi» fece Zayn con fermezza.
«Molto bene. Allora, in marcia.»
«Cosa? Non possiamo abbandonarlo qui!»
«È stato lui a lasciarci. Non viceversa. Mi dispiace, Niall.»
Harry, Zayn e il messaggero stavano per proseguire il percorso verso Havrom, ma qualcuno tese un’imboscata alla compagnia, uccidendo il messaggero.
«Gli Urum – Rei!»
I mostruosi guerrieri di Airda piombarono addosso ai malcapitati guerrieri.
«Dobbiamo subito trovare Liam! Alla svelta!» gridò Niall destreggiandosi tra i nemici
«Prima però dobbiamo restare in vita!» ribatté invece Harry.
«Vado a cercarlo!»
«No Niall. Fermati!»
Ma ormai Niall era partito.
Correva con tutta la velocità di cui disponeva, purtroppo però non si accorse di essere seguito da un cavaliere oscuro.
«Liam! Dove sei?» continuava a gridare il ragazzo.
«Maestro! Dove sei?!»
Niente.
Liam non rispondeva.
Mentre stava percorrendo la riva del fiume, Niall fu assalito dal guerriero oscuro che lo stava inseguendo.
«Maledetto!»
«Sei pronto a morire, giovane adimiriano? Devo ancora vendicarmi di te e dei tuoi compagni per lo sgarbo che ci avete inflitto a Erendryl.»
«Rancoroso, eh? Ti avverto. Non riuscirai a rimanere in vita» lo avvertì coraggiosamente Niall.
«Vedremo.»
Il Lagrin iniziò a colpirlo con i suoi colpi poderosi e veloci, Niall però li schivò con grande maestria.
«Non riuscirai a resistermi ancora per molto.»
Mentre il Lagrin stava per colpire l’adimiriano con uno dei suoi attacchi migliori, ecco che Liam corse in suo aiuto.
«Il tuo compagno non riuscirà a proteggerti!»
Liam richiamò a sé tutto il suo sapere magico : per il Lagrin non ci fu più niente da fare.
«Andiamo Niall. Raggiungiamo i nostri compagni.»
Non poterono però andare molto lontano : gli Urum – Rei continuavano ad aumentare, circondando sempre di più i due guerrieri.
«Adesso che cosa facciamo?!»
L’unica via d’uscita per lo stregone e l’adimiriano era gettarsi nel fiume di Nùtrir, cosa che fecero.
Essendo un abile nuotatore, Liam strinse a sé Niall per non farlo affogare.
Gli Urum – Rei odiavano l’acqua.
«Maledetti! Vi riprenderemo!» gridò il Lagrin ancora in vita.
Ma questo non importava a Liam e Niall.
I due della compagnia erano salvi.
Anche se dovettero pagare un prezzo molto alto: la divisione della compagnia.

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Capitolo 25
*** Sulle rive di Erendryl ***


Liam e Niall navigarono ancora per decine di chilometri prima di uscire dall’acqua.
«Maestro… Maestro…»
«Sono qui, Niall. Tranquillo. È tutto apposto.»
Niall, durante la traversata nel fiume, aveva rischiato più volte di rimanere affogato.
«Dove siamo?»
«Non lo so, ragazzo.»
«E dove sono gli altri?»
Liam gli avrebbe detto una bugia per tranquillizzarlo ma mentirgli in quel momento, non gli sembrò una buona idea.
Lo stregone non amava dare false speranze.
«Ci siamo divisi a causa degli Urum – Rei, ricordi?»
«Io…» non riuscì a finire la frase che perse i sensi : il suo polso e il suo cuore erano molto deboli.
Fortunatamente però la salvezza era vicina.
Quando Liam alzò lo sguardo fu come se fosse stato colpito da una visione.
Una visione reale e paradisiaca : erano giunti a Erendryl.
 
 
Niall si risvegliò dopo alcune ore ancora indolenzito.
Ci mise qualche minuto per ricordare cosa fosse successo e per capire dove si trovasse.
“Liam… dove sarà?”
Con tutte le forze che riuscì ad accumulare, Niall si alzò dal letto, lasciando così la sua stanza.
Quando girò l’angolo del grande corridoio del palazzo, andò a scontrarsi con Re Errond.
«Niall! Cosa ci fai già in piedi?»
«Perdonate se vi sono venuto addosso, ma non riesco a trovare il mio maestro.»
«Il tuo maestro è in riunione con gli altri elfi. Tu piuttosto, non dovevi riposarti?»
«Mi sono riposato abbastanza.»
«Ne sei sicuro? Io non ci giurerei.»
Per non essere il solito scortese, Niall decise di non controbattere.
«Potrei parlare con il mio maestro?»
«Se proprio insisti… Ti accompagno da lui.»
Ma non ce ne fu bisogno perché Liam stava percorrendo il corridoio per raggiungere proprio Re Errond.
«E tu cosa ci fai già in piedi?»
«Non siete il primo che glielo dice, stregone Liam.»
«Potrei farti la stessa domanda, maestro.»
«Io ero a confabulare con gli elfi per un nuovo piano d’attacco. Mentre tu non avevi nessun diritto di rialzarti dal tuo letto così presto.»
«Mi sono riposato abbastanza! Vedete? Sono in forma>, i suoi movimenti però erano limitati a causa di alcune ferite nascoste sul braccio.»
«Vieni, piccolo screanzato. Ti medicheremo» fece Errond con tono irremovibile.
 
 
«Liam, secondo te come se la staranno cavando gli altri?»
Lo stregone chiuse gli occhi alcuni secondi, facendo finta di non udire le parole del suo allievo.
«Maestro, mi hai sentito?»
«I nostri compagni stanno molto bene… Ma per i nostri alleati non so se posso dire lo stesso.»
«Avete avuto una premonizione sugli akromirti?»
«Purtroppo no. Niente premonizioni…»
«Harry, Louis e Zayn saranno arrivati nella regione di Havrom?»
«Credo di sì. A quest’ora, se tutto è andato bene come penso, dovrebbero aver oltrepassato la catena montuosa che protegge il territorio.»
«Bene. Quindi cosa aspettiamo a raggiungerli?» domando Niall impaziente.
«Non così in fretta, piccolo adimiriano. Adesso il nostro compito è un altro…»
«E sarebbe?»
«Dobbiamo raggiungere il profondo sud di Airda. Voglio capire chi sono questi nuovi nemici di cui parlava il messaggero di Havrom…»
«Ma noi non sappiamo da dove vengono!»
«Se sono chi penso io, allora ho un’idea su dove trovare il loro nascondiglio segreto… E dobbiamo partire immediatamente per non perdere altro tempo.»
«Secondo me stiamo sbagliando tutto. Dobbiamo aiutare i nostri compagni, non andare verso sud senza una meta prefissata.»
«Harry e gli altri potranno resistere contro il nemico per altri giorni, non preoccuparti. Noi partiamo verso sud… Al completamento della missione, ci dirigeremo verso Havrom con nuovi alleati.»
«Alleati? Chi?»
«Lo scoprirai a tempo debito. Adesso andiamo.»
«Ma maestro…»

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Capitolo 26
*** I Rughinim ***


«Ci rivedremo molto presto, stregone Liam» fece Re Errond dandogli un caloroso saluto.
«Dobbiamo raggiungere il Fosso dei Flagelliri, poi torneremo qui.»
«State molto attenti. I nuovi nemici sono molto più spietati degli Urum – Rei.»
«Spero soltanto che gli abitanti di quel luogo abbiano resistito più del dovuto.»
«Allora andate. Non avete tempo da perdere.»
Liam e Niall erano pronti per una nuova avventura.
Lo stregone non pensava più ai suoi compagni, aveva una nuova missione da compiere.
«Se non ricordo male, il Fosso dei Fragelliri è all’estremo sud di Airda, vero?»
«Esatto, ragazzo mio. Ed è per questo che dobbiamo partire immediatamente.»
Liam montò in groppa al suo cavallo insieme a Niall.
L’animale iniziò a correre ad una velocità impressionante.
«Non possiamo andare più piano? Mi sta venendo da vomitare.»
«Cerca di trattenerti Niall. Non possiamo fermarci per tutto il giorno.»
«Come?!»
«Reggiti!»
Niall dovette fare una fatica immane per evitare di cadere da cavallo.
Non poteva rischiare la vita in quel frangente.
Non era ancora il momento…
 
 
Dopo un paio d’ore di cavalcata forsennata, Liam e Niall arrivarono dinanzi ad una distesa di terra bruciata e desolata.
«Che cos’è tutto questo disastro?» domandò Niall sorpreso.
«I Rughinim sono già stati qui…»
«Come?»
«Forse però riusciamo ad anticiparli se corriamo ancora più del dovuto.»
«Cosa?! Non stavamo andando abbastanza veloci?»
«La velocità di questo cavallo non ha limiti. E tra poco lo scoprirai…»
In effetti, Liam aveva ragione.
Per quanto potesse sembrare una creatura normale, il suo cavallo continuava a correre sempre più velocemente, anche se le sue energie non erano infinite.
«Mi sa tanto che ci dobbiamo fermare…»
«Lo credo bene. Oggi non abbiamo ancora mangiato.»
«Ma come fai a pensare al cibo in un momento simile?»
«Forse perché riesco a distrarmi con qualcosa, a differenza tua…»
«Va bene. Forse è veramente giusto staccare momentaneamente la spina.»
«Adesso sì che parli la mia stessa lingua!... Ce l’abbiamo ancora quella ottima carne del mio territorio?»
«Eccola qua» fece Liam porgendogliela.
«Ti ringrazio.»
Mentre Niall stava mangiando come un maiale, Liam stava lì a fissarlo con uno sguardo inespressivo.
«Qualcosa non va?»
«Sono preoccupato per le sorti di questa terra… Il nemico è alle porte e ogni giorno che passa, diventa sempre più forte. Se non lo fermiamo in qualche modo ci distruggerà completamente e tutte le razze di Airda spariranno per sempre.»
Nel sentire quelle parole a Niall passò completamente l’appetito : non riuscì più a mangiare con i dispiaceri e i brutti pensieri che gli giravano per la testa.
«Va bene, ci siamo riposati abbastanza. Forse è meglio ripartire.»
«Ormai è notte fonda, ragazzo. Ripartiremo domattina alla prima luce dell’alba.»
«Ne sei sicuro?»
«Cavalcare queste terre di notte, è molto pericoloso. Le creature che qui vi abitano potrebbero coglierci di sorpresa.»
«Quindi siamo in pericolo anche se rimaniamo qui fermi senza fare nulla.»
«Se non diamo noia a nessuno e non disturbiamo la quiete del posto, possiamo stare tranquilli. Di questo non ti devi preoccupare» fece Liam per rassicurarlo.
«Va bene. Cercherò di stare calmo.»
 
 
Mentre Niall cercava in tutti i modi di dormire, Liam rimase sempre vigile.
«Cosa c’è ragazzo? Perché sei sempre sveglio?» domandò lo stregone appena lo vide con gli occhi aperti.
«Non riesco a dormire… Questo posto non mi fa riposare come vorrei…»
«Forse non dovevo farti preoccupare con le creature pericolose che abitano in questa zona.»
«Non sarebbe servito a niente. Questi Rughinim non mi fanno stare tranquillo… Tu sai qualcosa di loro?»
«So solo che sono le creature più spietate che io conosca. Fortunatamente però, non sono mai riuscito a incontrarle di persona.»
«Però non dovrai attendere molto, vero?»
«Esatto. Presto ci dovremmo scontrare anche con loro.»
«Ma da dove possono nascere queste creature mostruose?»
«Dal male di questa terra… Non conosciamo ancora l’oscuro signore che manovra questi due eserciti… Ma qualcosa mi dice che non dovremmo attendere a lungo… Se veramente gli interessano le spade di Airda, allora si farà vivo molto presto.»
«Io sinceramente preferirei non incontrarlo…»
«Ma dobbiamo farlo se vogliamo sconfiggerlo, capisci?»
«Purtroppo sì…»
Liam fissò lo sguardo preoccupato del suo allievo.
«Lo sai che finché sono qua io…»
«… Non mi accadrà nulla… Ma purtroppo non riesco a stare tranquillo lo stesso. È più forte di me.»
«Quando sarai consapevole delle tue capacità, sarà tutta un’altra cosa…»
«Che significa questo?»
«Stai crescendo, Niall. E non è grazie alla tua spada. Stai crescendo come adimiriano e come guerriero. E quando verrà il momento giusto, lo capirai anche tu.»
Niall rimase molto scettico per le parole del suo maestro, ma non osò contraddirlo.
«Se lo dici tu…»
«Fidati. Su queste cose, non mi sono mai sbagliato.»
«Lo spero bene.»
 
 
Liam e Niall parlarono tra di loro per tutta la notte.
Nonostante la stanchezza non erano riusciti a riposare a dovere e ormai era ora di ripartire.
«Manca ancora molto per il Fosso dei Fragelliri?»
«No. Solo alcune ore di cavalcata.»
Ma quando Liam vide una grossa truppa di soldati avvicinarsi a loro, capì che non sarebbero arrivati al Fosso quello stesso giorno.
«Liam, cosa sta succedendo?»
«Stanno arrivando…»
«Chi sta arrivando?»
«I Rughinim… Sono qui.»

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Capitolo 27
*** L'assalto dei Rughinim ***


 
«Si stanno dirigendo verso di noi. Dobbiamo nasconderci!» fece Niall spaventato.
«Aspetta un momento…»
Liam riusciva a mantenere la calma in ogni situazione.
Anche di fronte a guerrieri possenti e armati fino ai denti come quelli.
«Che cosa stai aspettando? Andiamo!»
Ma Liam era inamovibile : voleva ascoltare i discorsi dei suoi nemici.
«Ora che il Fosso dei Fragelliri è caduto, dobbiamo dirigerci verso Havrom per conquistare l’ultimo regno degli uomini liberi» fece un guerriero Rughinim
«E dare man forte anche ai nostri uomini. Da soli non potranno mai farcela.»
«A quest’ora dovrebbero essere arrivati alla città.»
«Speriamo. Le nostre conquiste non possono fermarsi proprio ora. Soprattutto sapendo che gli Urum – Rei hanno conquistato tutto il fronte nord – est di Airda.»
«Aramenzis e i suoi uomini sono veramente temibili… Ma noi non possiamo avere paura di nulla.»
«Allora cosa stiamo aspettando? In marcia!»
I Rughinim si stavano muovendo a gran velocità.
Erano una massa infinita, sembrava davvero non finire mai.
«Che cosa si sono detti, maestro?»
«Il Fosso dei Fragelliri è perduto…»
«Non è possibile. Un fortino come quello non può cadere così!»
«Tu non puoi nemmeno immaginare la forza di quelle creature… Con il loro esercito, possono essere invincibili.»
«Allora come faremo a sconfiggerli?»
«Ancora non lo so… Dobbiamo tornare immediatamente indietro.»
«Dobbiamo tornare ad Erendryl?»
«Non esattamente… Dobbiamo dirigersi ad Havrom per aiutare la nostra compagnia. Da soli, non hanno nessuna possibilità contro di loro.»
«E noi due da soli cosa potremmo fare mai?»
«I nostri nuovi alleati ci daranno man forte, non preoccuparti.»
«Ancora non riesco a capire chi potrebbero mai essere…»
«Sono gli elfi, razza di ingenuo! Sono loro che ci aiuteranno a sconfiggere e a rimandare indietro questi mostri.»
«Ora finalmente è tutto chiaro.»
«Ma dobbiamo sbrigarci. I Rughinim si muovono a gran velocità. Non possiamo indugiare oltre.»
«Sì Liam. Hai ragione.»

Mentre stavano percorrendo il sentiero opposto, Niall e Liam intravidero un volatile che gli sembrava familiare.
«Drago verde e sfumature di squame azzurre… Ma quello è il Drago di Arnor!»
«Che cosa ci fa qui nel profondo sud?»
«Non lo so. Di sicuro, non è un buon segno. I draghi di Airda non sono animali nomadi. Una volta che nascono in un determinato territorio, è quasi impossibile che cambino posto.»
«Allora cosa può essere successo?»
«Non ne ho idea. Non riesco ad avere premonizioni chiare… Vedo tutto molto sfuocato…»
Niall aveva già capito che il suo maestro stava piano piano perdendo le forze : aveva un assoluto bisogno di riposo. «Sembra strano, ma credo che dopo tutti questi anni, avrei bisogno di fermarmi un po’.»
«Credo proprio che dovresti riposarti e dormire un po’ di più la notte.»
«Può darsi…»
«Ma tornando al drago, forse è molto meglio seguirlo.»
«No. Lasciamolo andare. Credo che qualcuno l’abbia cacciato dalle sue terre.»
«Credi che siano stati gli aubrimi?»
«No, loro non caccerebbero mai un drago così sacro. Deve esserci qualcosa sotto…»
«Se solo ci portasse fino ad Havrom… Risparmieremo la fatica di cavalcare. Sono molto esausto.»
«Nemmeno fossi tu quello che cammina così a gran velocità.»
«Lo so però…»
Mentre il Drago di Arnor stava volando tranquillamente nei cieli di Airda, qualcuno lo colpì malamente a suon di lance e frecce.
«Ma cosa…»
«Prendete quel drago!»
Centinaia e centinaia di guerrieri si riversarono contro il malcapitato animale per cercare di buttarlo a terra.
«Ma cosa vogliono da lui?»
«Vogliono provare a domarlo… Se solo gli Aubrimi fossero qui…»
«Gli farebbero vedere loro di che pasta sono fatti!»
Liam stava pensando ad un espediente per agire, ma contro un esercito infernale come quello dei Rughinim non era affatto facile.
«Non possiamo indugiare oltre… Dobbiamo fermarli!»
«E come? Noi siamo solo in due.»
«Non ti facevo così arrendevole, Niall.»
«Non sono arrendevole… È che non voglio essere squamato vivo da quegli esseri là.»
«Tranquillo, non accadrà…»
Liam, con un impeto di coraggio, corse più veloce che poté contro il nemico : da solo contro tutti, si fece largo sguainando la spada e uccidendo chi gli capitava a tiro.
«Maestro! Cosa fai?!»
Ma Liam non l’ascoltava, era troppo preso ad uccidere il nemico.
Niall non poteva lasciarlo in quella situazione da solo, non poteva rischiare di perdere colui che aveva sempre amato come amico e come insegnante.
«Maestro!»
E alla fine, anche Niall decise di buttarsi nella mischia.
Anche se i due della compagnia erano soli, si destreggiavano molto bene contro il nemico.
«Lasciate quel drago!» tuonò Liam.
«Maledetto! Non riuscirai a sconfiggerci!»
Un gigante possente e con una corporatura immensa si levò dinanzi allo stregone, minacciandolo con la sua clava.
«Moscerino! Chi ti credi di essere?»
«Colui che fermerà i tuoi piani, gigante senza cervello.»
«L’hai voluto tu!»
Liam non ci mise molto a metterlo K. O.
Grazie alla sua magia, riuscì a sconfiggerlo in un solo colpo.
I Rughinim, spaventati, se la diedero a gambe, lasciando il drago legato e con molte ferite alle zampe.
«Che razza di vigliacchi» fece Niall indignato.
«Smettila di pensare a loro e aiutami a curare il drago.»
«Curare il drago? E come?»
Il bastone di Liam toccò la zona ferita dell’animale.
Il Drago di Arnor si contorse dal dolore : non riusciva a reprimere la sua sofferenza.
«Gli attacchi di quei mostri l’hanno ferito gravemente. Ma non è in pericolo di vita… Ha bisogno di alcune erbe medicinali.»
«E dove le trovo in questa zona isolata?»
«Hai ragione… Con questa sterpaglia, qui non cresce niente. Dobbiamo portarlo in un luogo sicuro.»
«E dove? Mica possiamo trasportarlo.»
«Fortunatamente non è stato ferito alle ali. Questo significa che può portarci alla città principale di Havrom dove verrà curato.»
«Cosa? Nella città di Harry sono specializzati nel curare draghi?»
«Curano ogni genere di creatura. Gli uomini si sono molto evoluti nel corso dei millenni.»
«Questa cosa non la sapevo proprio» rispose Niall sorpreso.
Il Drago di Arnor non faceva altro che chiedere aiuto disperatamente e non riusciva a rimanere fermo.
«Avanti, vuole che gli montiamo in groppa.»
«Ne sei sicuro? Da quando parli la lingua dei draghi?»
«Essere uno stregone ha diversi vantaggi, sai?»
«Se lo dici tu...»

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Capitolo 28
*** La città di marmo ***


Sebbene stesse soffrendo in maniera quasi insopportabile, il Drago di Arnor volò con estrema naturalezza.
«Avevi ragione, Liam. Questo drago non ha problemi a volare.»
«Penso che potresti credermi in tutte le circostanze, non credi Niall?»
«Sì. Hai ragione.»
«Comunque stiamo sorvolando la regione di Havrom.»
«Buono a sapersi… Chissà come stanno i nostri compagni.»
«Non so se stanno bene visto l’enorme esercito che si trova dinanzi alla muraglia della città di marmo.»
«La città di marmo?»
«È lì che troveremo i nostri compagni e un sacco di Rughinim.»
L’esercito immenso dei Rughinim si trovava di fronte alle alte e resistenti mura, intenzionato a sbriciolarli al suolo.
 
 
Il cielo era cambiato rapidamente.
L’oscurità si era fatta improvvisa nei cieli di Airda.
«Le forze del male… Sono qui…»
Ma più Liam e Niall si avvicinavano, più non trovavano nessun segno del nemico.
«Tutti questi corpi morti… Deve essersi consumata una battaglia davvero brutale.»
«Sì, Niall. Ma non vedo nessuna traccia del nemico… Che siano stati tutti sconfitti?»
«Sarebbe una grande fortuna.»
Di fronte a loro, un’immensa città bianca e possente come il marmo si ergeva proprio al di sotto delle montagne che contornavano la regione di Havrom.
«Benvenuto a Miranis, Niall. La possente città di marmo.»
Era davvero stupenda.
Qualsiasi cosa che Niall e Liam intravedevano era fatta di puro marmo della regione di Havrom : dalle case ai comuni oggetti che contadini e altri lavoratori usavano ogni giorno.
«Fortunatamente la città sembra non aver subito troppi danni.»
«Lo vedo, stregone Liam.»
«Avanti. Entriamo.»
 
 
Quando si presentarono dinanzi al portone della città, le guardie allarmate stavano per colpire i malcapitati guerrieri.
«Non uccideteci. Veniamo in pace» fece Liam con tutta la calma del mondo.
«Chi siete?»
«Dite al vostro comandante di Havrom, che lo stregone e l’adimiriano sono arrivati nella città di marmo.»
La guardia, un po’ confusa, sembrava non voler dar retta a Liam, purtroppo lo vedeva come una creatura mai vista prima quindi come un nemico.
«Fidatevi. Noi non vogliamo farvi del male.»
La guardia che controllava il portone della città, alla fine li lasciò entrare.
«Venite. Gli altri guerrieri vi stanno aspettando.»
 
 
Dopo aver risalito la città per centinaia di metri, Liam e Niall arrivarono al palazzo, il quale sovrastava l’intera città di marmo, con le sue alti e possenti torri.
Appena i due guerrieri entrarono, videro i loro compagni intenti ad organizzare un nuovo piano d’attacco.
«Harry! Louis! Zayn! Siete voi!» esclamò Niall al culmine della gioia.
«Niall! Sei vivo!» ribatté il nano andandogli incontro per abbracciarlo.
«Come stai, ragazzo? Eri scomparso chissà dove.»
«Grazie al mio maestro, non mi è accaduto nulla» rispose Niall fiero.
«Stregone Liam. È un vero piacere rivedervi» disse Louis stringendogli la mano.
«Dopo che gli Urum – Rei ci hanno divisi, non ho mai smesso di credere che voi e tutti gli altri ce l’avreste fatta a respingere il nemico anche senza la mia magia.»
«Non è stato molto facile… Siamo riusciti a fronteggiare gli Urum – Rei sul ponte di Lorin, ma davanti alle mura di questa città, è stata tutt’altra cosa…»
«Non erano molti, ma è stato difficile lo stesso» fece Harry avvicinandosi ai due «come state, stregone Liam?»
«Adesso molto bene. Vedo che stai organizzando un piano per il prossimo attacco.»
«Sì. Io, la compagnia e Re Iranis, prevediamo che i Rughinim ci attacchino con forza ancora maggiore rispetto a qualche giorno fa’.»
«Sì. Io e Niall li abbiamo visti che partivano dal Fosso dei Fragelliri…»
«Come? Il Fosso dei Fragelliri?»
Zayn, allarmato, si avvicinò ai suoi compagni.
«Stregone Liam, che cosa avete visto al Fosso?»
«Solo il nemico, Zayn… Sono riusciti a conquistarlo, facendolo diventare una nuova base per loro.»
«La leggenda vuole che le spade di Airda siano state forgiate in quel posto, vero?»
«Purtroppo sì, Louis. Ma non ne abbiamo la certezza…»
Mentre gli altri parlavano, Zayn aveva lo sguardo perso nel vuoto.
«I miei compagni nani… I miei simili… Spazzati via dalla crudeltà dei Rughinim…»
«Come spazzati via? Che cosa c'entrano i nani con il Fosso dei Fragelliri?»
«Devi sapere Niall, che da alcuni secoli a questa parte, il fortino dei Fragelliri apparteneva ai nani, come rifugio di guerra… Ma non dobbiamo disperarci, Zayn… Potrebbero essere sopravvissuti nel Castello di Maridim.»
«Ma non ne abbiamo la certezza!» rispose Zayn furioso «Dobbiamo correre in loro aiuto! Alla svelta!»
«Ormai è troppo tardi, Zayn. Il nemico sta arrivando qui» fece Niall.
«Non mi interessa! Non posso abbandonare i miei compagni ad un destino simile!»
«Purtroppo dovrai rimanere qui con noi, Zayn. Andare da solo al Castello di Maridim, non servirà a nulla. Ti trucideranno e ti ridurranno a carne da macello.»
«Non ho paura di loro, stregone Liam. So benissimo badare a me stesso!»
«Zayn, ragionate un po’… Non potete rischiare la vita così miseramente. Sarebbe da stupidi!»
«Liam ha ragione, Zayn. L’unica maniera è rimanere qui per fronteggiare il nemico e farlo battere in ritirata nelle sue terre.»
«Ma io…»
Alla fine Zayn si convinse.
Non poteva aiutare il suo popolo.
Aveva una guerra da combattere insieme ai suoi fedeli compagni.
«Va bene… Rimarrò qui.»
«Molto bene, Zayn…»
«Ma appena avremmo vinto questa guerra, promettetemi che andremo al Fosso dei Fragelliri.»
«Te lo prometto, Zayn. Hai la mia parola.»
«Ok.. E sia.»
«Re Iranis, tornando a noi, che piano avete congeniato voi e Harry?»
«Dobbiamo respingerli sulle mura per evitare che vadano in città. È l’unica maniera per fermarli» rispose Re Iranis.
«Benissimo. Prepariamo tutti i soldati disponibili.»
«Purtroppo è questo il problema…»
«E cioè?»
«Molti uomini sono morti in battaglia. Quelli sopravvissuti hanno recuperato tutti i corpi ieri.»
«Di quanti uomini disponiamo, Re Iranis?»
«Mille uomini. Non di più.»
Liam si fece più teso e preoccupato.
«Questo non ci voleva… Come faremo a fronteggiare un esercito di 10.000 Rughinim con solo un migliaio di uomini?»
«Non lo so… Ma non ci possiamo arrendere.»
«Liam, questa città non è mai caduta. Non può essere conquistata proprio ora.»
Liam si girò verso il compagno Harry, guardandolo visibilmente storto.
«C’è sempre una prima volta, purtroppo.»

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Capitolo 29
*** Il nemico alle porte ***


Harry era molto preoccupato e teso.
L’ora della guerra si stava avvicinando.
I Rughinim si stavano avvicinando.
«Non saremo soli…» fece Liam riscuotendo Harry dai suoi pensieri.
«Come?»
«Gli elfi stanno arrivando.»
«Ma voi… non ce l’avevate detto…»
«Mi sono permesso di usare un vostro messaggero… Dovrebbe essere qua a momenti…»
Harry non credeva alla sue orecchie.
«Vado ad allenarmi. Non possono trovarmi impreparato.»
«Gli elfi proteggeranno la cinta muraria, mentre i guerrieri di Havrom li fronteggeranno una volta se entreranno dentro le mura.»
«Come? Ma allora questo non accadrà mai!»
«Cosa vi ho detto qualche ora fa’? C’è sempre una prima volta.»
«Non permetterò a quelle creature di invadere la mia città! Dovranno passare sul mio cadavere!»
«E sul cadavere della nostra compagnia»
Niall, Zayn e Louis entrarono nella terrazza del palazzo.
Era una splendida serata illuminata dalle stelle.
«Stanotte non riusciremo a dormire… Mille pensieri… Mille compiti…»
«Parla per te, elfo» fece Niall con tono scherzoso.
«Siete veramente un tipo singolare, adimiriano.»
«Lo so. È questo che ci contraddistingue.»
All’improvviso, il cielo dinanzi a loro iniziò a scurirsi.
La pioggia battente stava per abbattersi sulla città di marmo.
«Meglio andare dentro. Sta iniziando a piovere.»
«Fermatevi!» gridò Louis interrompendo i passi dei suoi compagni.
«Che cosa succede, Louis?»
«Qualcuno si sta avvicinando…»
In lontananza, figure incappucciate stavano avanzando a passo svelto.
«Ma quelli… Sono gli elfi!»
L’intero esercito di Erendryl era arrivato.
Re Errond aveva portato con sé i migliori guerrieri.
«Maestà, è un vero piacere avervi qui» fece Liam inchinandosi.
«Una volta esisteva un’alleanza tra gli uomini e gli elfi… Ed è venuto il momento di rinsaldare questa alleanza assopita da tempo.»
Le parole sagge di re Errond risuonarono nel cuore del comandante Harry.
«Harry di Havrom, sarete voi a guidare questo esercito con l’aiuto dei miei uomini?»
«Esatto. Sarà un vero onore per me guidarli verso la sopravvivenza> rispose fiero il guerriero.
«Sono sicuro che farete del vostro meglio> ribatté il re dandogli una pacca sulla spalla.
«Tenetevi pronto, Re Errond… Presto il nemico sarà qui.»
«Allora Harry di Havrom guidami. Siamo pronti per la battaglia.»
 
 
Ormai tutti gli eserciti erano pronti.
Gli elfi a proteggere la cinta muraria.
Gli uomini a proteggere le famiglie, le donne e i bambini.
Continuava a piovere incessantemente.
Il silenzio veniva solo rotto dai ruggiti del Drago di Arnor che era stato ristabilito dalle cure magiche di Liam.
«Ma tra quanto arriveranno? Non ho più voglia di bagnarmi!> brontolò Niall.
«Allora aspetta dentro. Quando saranno alle porte della città, ti verremo a chiamare.»
«Non importa, maestro. Al massimo mi prenderò un brutto raffreddore.»
«Le mie cure magiche eviteranno tutto questo, non preoccuparti.»
Un sonoro ruggito echeggiò in lontananza.
«Che cos’era quello?»
«Sicuramente non il drago…»
Il suono misterioso si ripeté varie volte, mentre figure oscure si stavano avvicinando alla città.
«Loro sono qui…»
I Rughinim stavano marciando a passo molto lento.
Ma questo non preoccupò l’impazienza di Niall, voleva assolutamente combattere, ma aveva anche paura di non passare la notte.
I Rughinim erano pronti per sferrare l’attacco alla città.
Ma stranamente rimasero immobili.
Chi avrebbe fatto la prima mossa?
«Umani… State per assaggiare la nostra forza…» disse un guerriero con tono cupo e provocatorio. «Preparate le catapulte.»
I Rughinim, come gli umani, erano organizzati alla perfezione.
Erano pronti per sferragliare le loro catapulte.
«Siete pronti? Lanciate!»
Massi di elevato peso si levarono nel cielo piovoso di Miranis, andando a colpire numerose case della città.
«La guerra è iniziata. Scagliate le vostre frecce, guerrieri!» ordinò Harry.
Ma non servirono a niente : i Rughinim erano troppo lontani dalle mura.
«Non riusciamo a colpirli!»
«E adesso che cosa facciamo, Harry?»
«Questa non ci voleva… Riorganizzate le truppe! Li sorprenderemo all’ultimo livello della città.»
 
 
Sebbene le mura fossero protette, la compagnia non aveva considerato l’eventualità delle catapulte da parte dei Rughinim.
«Ma se noi siamo qua, non so per quanto tempo può rimanere scoperta la muraglia.»
«Non rimarrà scoperto niente, Zayn. I miei uomini sono in grado di fronteggiare un nemico simile» rispose Re Errond risoluto.
«Lo spero bene.»
«Secondo me è meglio proteggere gli abitanti trasferendoli dove siamo noi.»
«Sì Liam, avete ragione…»
«Ora però dobbiamo cercare di salvare tutti quelli che possiamo.»
«Accidenti! Non posso credere che stanotte ne moriranno tanti!»
«Non ci pensate, Harry. Non potevamo fare altrimenti» disse Louis per rassicurarlo.
«Secondo me stiamo sbagliando tutto. Dobbiamo andare fuori dalla città e affrontarli a viso aperto.»
«Così facendo, ci elimineranno completamente. Dobbiamo trovare un'altra soluzione…»
Le idee erano poche e i problemi erano molti.
Dovevano agire al più presto, altrimenti sarebbero morti tutti.
«Forse c’è un modo…»
«E quale sarebbe, stregone Liam?»
«Aspettatemi qui dentro. Torno tra poco.»

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Capitolo 30
*** La spada di Havrom ***


Liam corse fuori mentre la pioggia continuava a venire giù incessantemente e con il suo bastone alla mano, pronunciò alcune parole nella lingua di Erin.
«Ma che cosa sta facendo?» domandò Harry.
«Secondo me, sta chiamando a raccolta qualcuno o qualcosa… Ma non so chi…»
Intanto l’esercito dei Rughinim era pronto a sfondare il portone della città, anche se gli elfi arcieri stavano facendo di tutto per contenerli.
«Presto! Dobbiamo tornare al primo livello!» gridò Harry.
Tutti gli altri guerrieri, riprese le loro armi, scesero a gran velocità in città.
Ma Niall non se n’andò : voleva aspettare il suo maestro che non accennava a muoversi.
«Maestro! Venite! Dobbiamo andare in città!»
«Voi andate. Io vi raggiungerò dopo.»
«Ma cosa state facendo?»
«Sto chiamando le creature magiche più potenti di Airda! Tra poco vedrai…»
«Ma… Maestro…»
«Tu vai! Non stare a perdere tempo qui con me!»
Niall non voleva andarsene, non voleva lasciarlo lì, ma sapeva anche che, rimanendo lì con lui, non avrebbe potuto fare nulla.
«Va bene, me ne vado… Ma fai in fretta! Abbiamo bisogno anche di te!»
Ma Liam non rispose.
Era troppo impegnato a chiamare quelle misteriose creature.
 
 
Il portone della città di Marmo era quasi a pezzi : l’ariete che stavano usando i Rughinim era davvero indistruttibile.
«Prepariamoci! I Rughinim entreranno tra poco> fece Harry.
«Comandante Harry, potete venire un attimo qui da me?»
«Maestà, cosa succede?»
«Devo parlarvi in privato.»
«Adesso?»
«Sì. È molto importante…»
«Va bene… Louis, sostituitemi per qualche momento.»
«Ma Harry, dove state andando?»
«Re Iradis deve parlarmi in privato. Tornerò tra poco.»
Re Iradis condusse Harry in una chiesetta nascosta dietro alcune case.
Era una chiesetta tutta rifinita in oro e marmo.
«Che posto è questo? Non l’ho mai visto prima d’ora…»
«Solo i discendenti di Havrom conoscono questo posto segreto…»
«Perché mi avete portato qua?»
«Venite, devo darvi una cosa.»
Nascosta dietro la tomba del padre fondatore della città di Miranis, il Re tirò fuori una spada tutta polverosa.
Su di essa, erano incise le iniziali della città e di Airda.
«Ma questa…»
«L’avete riconosciuta? Questa è la spada di Havrom. Ed io la dono a voi, comandante Harry.»
«Perché?»
«So che la cercavate con insistenza… Ed ora eccola qua. Tenete, è vostra.»
«Ma perché me la state donando proprio ora?»
«Vedete, non credo di riuscire a superare la notte… I Rughinim sono troppo forti. Ma credo proprio che voi della compagnia insieme agli elfi, riuscirete a sconfiggerli e a rimandarli indietro.»
«Ma perché dite questo?»
«Liam mi ha fatto una premonizione sul mio futuro e mi ha detto questo… Io mi fido ciecamente del tuo compagno. Non si è mai sbagliato.»
Harry era sconcertato dalle parole del suo sovrano.
«Ma voi non potete pensare questo…»
«Ormai il mio tempo è finito, Harry… Ora tocca a te guidare la città.»
«Ma io non so…»
«Avete tutte le carte in regola per farlo. Siete un ottimo condottiero.»
«Ma io non voglio!»
«E’ un vostro dovere… E sono sicuro che non lo rifiuterete mai… Non ho forse ragione?»
«Io… Accidenti, non so cosa pensare.»
«Non dovete pensare a niente... Tranne che al fatto di portare il nostro esercito alla vittoria… Ma adesso andiamo… Abbiamo indugiato fin troppo.»
«Maestà, aspettate.»
«Vi ho detto tutto quello che potevo… Adesso tocca a voi…»
E detto ciò, Re Iranis uscì dalla chiesetta segreta, mentre Harry rimase ancora per un momento a pensare al suo imminente futuro.

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Capitolo 31
*** I Malvasiri ***


I Rughinim erano entrati in città.
Tutta la rabbia e la voglia di distruzione si riversò contro chi gli capitava a tiro.
A farne di più le spese erano coloro che combattevano coraggiosamente.
La compagnia di Erendryl cercava di mettere in salvo più civili possibili.
«Non riusciamo a fermarli! Sono troppi!» esclamò il nano.
«Combatti, Zayn. Pensa alla tua gente e a tutto quello che hanno dovuto subire> gli rispose Louis per incoraggiarlo.
«Hai ragione elfo… Per la mia gente!» gridò Zayn inviperito.
Re Iradis condusse una parte di soldati contro gli Urum – Rei armati di lance che si stavano riversando nelle case della gente.
«Proteggete le persone!» gridava con tutto il fiato che aveva in gola.
Harry, vedendo tutto quel macabro spettacolo di uccisioni e di feriti, stava pensando ad un modo per cercare di evitare il peggio.
Mentre combatteva il nemico, con lo sguardo cercò il suo Re, ma era scomparso nelle case delle persone.
Le orecchie del comandante di Havrom risuonavano di grida e di lance sguainate.
«Maledetti! Andatevene dalla mia città!» gridò il guerriero mentre uccideva alcuni nemici.
«Comandante, gli Urum – Rei stanno saccheggiando e uccidendo tutti coloro che incontrano.»
«Me ne sono accorto, soldato. Cercami il Re!»
«Il Re si sta dirigendo con un gruppo di soldati al secondo livello della città!»
«Molto bene. Louis!»
«Ditemi, comandante.»
«Voi, Zayn e Niall cercate di fronteggiarli e di rispedirli fuori dalla città. Io vado a cercare il Re.»
Detto questo, Harry sparì dietro i corpi scomposti e mutilati che incontrava sul suo cammino.
Il Re non poteva essere andato lontano.
Dopo alcuni minuti di ricerca, riuscì a vederlo mentre era intento a salvare alcune vite umane.
«Maestà!» gridò Harry facendosi sentire.
Il Re alzò gli occhi verso di lui.
«Che cosa ci fate voi qui? Dovete rimanere unito con i vostri compagni.»
«Devo restare anche con voi e i soldati di Havrom! Combattiamo la stessa guerra! Non vi lascerò solo. Nemmeno per un secondo.»
Mentre un guerriero nemico stava per colpire Harry dietro le spalle, Re Iradis lo uccise prima che potesse accadere il peggio.
«Sapete qual è il mio destino, comandante…»
«Non mi importa. Rimarrò con voi fino alla fine. E non c’è niente che mi farà cambiare idea.»
Re Iradis, s’eppur contrariato, accettò l’aiuto del suo fedele comandante.
«Molto bene… Venite con me.»
Nascondendosi nei sotterranei della città, molti abitanti di Miranis riuscirono a salvarsi; ma le perdite umane stavano aumentando in modo esponenziale.
Gli Urum – Rei erano tantissimi.
E per di più, non erano minimamente stanchi.
I soldati di Havrom, dopo ore estenuanti passate a combattere, stavano piano piano perdendo le forze.
«I guerrieri non ce la fanno più a continuare.»
«Non possiamo interrompere questa battaglia, comandante» fece Re Iranis risoluto «dobbiamo andare avanti finché le forze ce lo consentono.»
L’instancabile Re Iradis però, non riuscì a difendersi dal colpo di un soldato Rughinim che gli si era fiondato contro.
«Re Iradis!»
Colpito all’altezza della spina dorsale, il Re di Havrom morì accasciandosi a terra, mentre il nemico uccideva anche gli ultimi superstiti del secondo livello della città.
Harry, disperato, gli andò incontro per cercare di aiutarlo, ma fu tutto inutile.
Re Iradis si era spento per sempre.
Ora toccava ad Harry salvare la città.
Ci sarebbe riuscito?
 
Il mattino seguente, i Rughinim riuscirono ad essere vicini al livello più alto della città.
«Dateci quello che ci serve e non vi succederà niente di male» aveva detto uno di loro.
Ma i soldati di Havrom non volevano arrendersi.
Avrebbero continuato a combattere fino alla fine delle loro forze.
Per il bene degli abitanti e della città.
Per il loro onore.
L’insperato aiuto di cui avevano assolutamente bisogno non tardò ad arrivare.
Lo stregone Liam era riuscito a chiamare a sé creature alate e possenti.
«E questi chi sono?» domandò Niall.
«Malvasiri. Creature che proteggono i cieli di Airda. E sono pronti per darci una mano» rispose Liam con sguardo fiero.
I Malvasiri avevano becchi lunghi e ali dorati.
«Sono davvero enormi!» esclamò Zayn.
Oltre ad essere enormi, erano anche molto forti e veloci.
Riuscivano ad uccidere più di un guerriero alla volta.
I Rughinim, non sapendo come fronteggiarli, si ritirarono fino fuori dalle mura.
Nemmeno le loro catapulte potevano fare molto.
In fretta e furia, i Rughinim cercarono di riorganizzarsi, ma erano arrivati ad un punto che non sapevano cosa fare, così dove dovettero ritirarsi.
«Andiamocene di qui!» gridò uno di loro.
L’intera città e l’infuori delle mura si svuotò in pochi minuti.
Havrom e i guerrieri elfi esultarono per la vittoria appena conquistata; anche se capirono che per ora avevano vinto solo una battaglia.
La vittoria della guerra per la liberazione di Airda era ancora molto lontana.

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Capitolo 32
*** Un popolo sopravvissuto ***


«Accidenti! Non avrei mai creduto di riuscire a vincere contro i Rughinim in un giorno solo!» fece Niall al settimo cielo.
«E tutto grazie alle creature alate di Liam» rispose invece Louis «A proposito, dove sono finite?»
«Sono tornate ad Erin.»
Dopo la battaglia, anche il popolo degli elfi se ne era andato ed era ritornato ad Erendryl; non avevano tempo per festeggiare, dovevano ritornare immediatamente nel loro territorio per proteggerlo e per prepararsi per un eventuale nuovo attacco.
Tutti gli abitanti e i guerrieri di Havrom sopravvissuti esultavano e festeggiavano per la vittoria conseguita.
Tutti tranne Harry che se ne stava tutto solo nell’immensa sala del trono a ripensare al suo sovrano.
«Harry, mi dispiace per Re Iradis» disse lo stregone avvicinandosi a lui.
«Era un grande uomo… onesto e leale… Non è giusto che sia morto in questo modo.»
«Non so se te la detto, ma…»
«Voi avevate predetto la sua morte, vero?»
«Esatto.»
«Forse era meglio se non l’aveste fatto…»
«Mi dispiace. So di aver commesso un grave errore…»
«Di sicuro la predizione ha pregiudicato i suoi ultimi istanti di vita.»
«Ma almeno ha fatto in tempo a darti questa» replicò Liam indicando la spada.
«La spada di Havrom… Solo un abile condottiero può impugnare questa arma. Cosa che io non sono…»
«Non dite sciocchezze, Harry. Sappiamo tutti che voi siete il guerriero più forte di tutta la regione di Havrom, se non addirittura, di tutta Airda. È grazie a te se abbiamo ancora una speranza di sopravvivere.»
«Non è solo grazie a me… E’ grazie a tutti…»
«Comunque sia, non potete rimanere qui in questa sala a deprimervi… Dovete continuare a combattere. Dovete guidare un popolo. Dovete guidare noi.»
«Non so se sono in grado di occuparmi di tutto questo…»
«Non sarai solo, Harry di Havrom. Ci siamo qua noi» disse Louis avvicinandosi a lui.
«L’elfo ha ragione. Ti aiuteremo in questa impresa. Dopotutto, ho imparato dal defunto Re Lugrin come si guida un popolo. E ti posso assicurare che lui era il più bravo guerriero e condottiero che voi potevate immaginare.»
«Lo credo… L’avevo capito dalla sua saggezza.»
«Davvero un grande uomo…» fece Zayn con gli occhi lucidi.
«Allora Compagnia di Erendryl, quale sarà la nostra prossima missione?» domandò Niall come se fosse divertito.
«Non credevo che uno come te potesse essere così impaziente di intraprendere una nuova avventura» notò Liam sorridendo.
«Non posso rimanere tranquillo sapendo che sia gli Urum – Rei che i Rughinim minacciano ancora questa Terra.»
«Hanno le ore contate, non preoccupatevi» fece Zayn risoluto.
«Non ne sarei così sicuro…»
Lo sguardo di Liam si fece buio improvvisamente.
Fissava gli abitanti di Havrom festeggiare nell’enorme piazza della città.
«Il nemico è ancora forte… In questo momento si sta riorganizzando e sta uccidendo i pochi sopravvissuti del nord…»
«Allora dobbiamo partire immediatamente!» esclamò Niall impaziente.
«Non così in fretta, ragazzo… Prima dobbiamo tornare a sud e raggiungere il Fosso dei Fragelliri.»
A causa della battaglia appena conclusa, Zayn si era momentaneamente dimenticato del suo popolo.
«I miei amici… La mia famiglia… Non ho più notizie di loro» disse affranto.
Non riusciva a pensare a niente di positivo.
«Tranquillo, Zayn. Vedrai che saranno riusciti a sopravvivere» fece Liam per incoraggiarlo.
«Purtroppo non ne sono così sicuro, Liam. I Rughinim sono dei guerrieri spietati. L’abbiamo visti all’opera con la gente di Havrom. E sappiamo quanti ne sono sopravvissuti all’incirca…»
«Direi più del previsto. Poteva andare peggio, no?»
«Può darsi… Ma ancora una volta, voi avete risolto la situazione.»
«Non sono stato io, ma i Malvasiri. Creature fantastiche quelle. Con la loro magia bianca sono riusciti a rigettare i Rughinim nella più totale oscurità.»
«Ovvero il nord di Airda, vero?»
«Quando ci incammineremo verso nord per dargli il colpo di grazia, dovremmo essere muniti di tutte le spade di Airda.»
«Chissà se il nemico è riuscito a rubare la spada del mio popolo…»
«Non ci resta altro che partire immediatamente e scoprirlo, Zayn. Siete tutti pronti?»
«Siamo nati pronti, stregone LIam» rispose l’elfo.
«Molto bene. Questa è la missione più importante della nostra vita. Quindi, occhi bene aperti.»
 
 
La strada che portava verso il Fosso dei Fragelliri era completamente deserta.
I corpi di un popolo delle vicinanze giacevano morti e in stato di decomposizione.
«E’ davvero terribile… Come si può arrivare a così tanto?»
«La furia e la malvagità non conoscono limiti, nano Zayn. I Rughinim sono venuti in questa terra per portare distruzione. La loro sete di potere non avrà mai fine... Almeno finché non riusciremo a fermarli una volta per tutte. Proprio come dovrebbe accadere per gli Urum – Rei.»
«Quanto manca per il Fosso, stregone Liam?»
«Eccoci. Siamo appena arrivati» ribatté lo stregone indicando la cinta muraria ancora integra.
«Da fuori sembra tutto apposto… E se avessero resistito?»
«Non ci resta altro che dare un’occhiata, Niall. Ma occhi bene aperti, mi raccomando. Qualche Rughinim potrebbe attaccarci di sorpresa.»
Nelle vicinanze e dentro la cinta muraria, però non c’era anima viva.
«Ma dove sono finiti gli abitanti?» domandò Zayn esterrefatto.
Sembrava una città abbandonata.
Il silenzio era surreale.
«Che i nani siano riusciti a scappare in tempo?»
«Mi sembra alquanto strano… Noi nani non scappiamo di fronte al pericolo. Lo affrontiamo a viso aperto.»
Le case e le stalle della città erano in perfette condizioni.
«Avete per caso un nascondiglio segreto, nano Zayn?»
«Che io sappia no…»
«Sicuro? Magari che usate in situazioni d’emergenza?»
Pensandoci intensamente, a Zayn venne in mente un vicolo sotterraneo dove secoli fa’ i nani ci rinchiudevano le creature che tentavano di invadere il loro territorio e che venivano sconfitte.
«Ci sarebbero le segrete della città… Ma ricordo che sono state chiuse o distrutte non molto tempo fa’.»
«Perché avreste fatto una cosa del genere?» domandò Niall.
«Perché una volta catturato il nemico, abbiamo deciso di non rinchiuderlo più in prigione, bensì ucciderlo direttamente.»
«Non mi sembra un’idea alquanto giusta.»
«Idea giusta o no, è molto efficace. Almeno viviamo in una città sicura, senza il rischio che qualche prigioniero possa scappare.»
Dopo aver controllato ogni singola casa, la compagnia trovò un passaggio segreto chiuso da una porta di legno rinforzata.
«Come possiamo aprirla?»
«Non si può, stregone Liam. È chiusa dall’interno.»
«Allora non ci resta che provare a sfondarla.»
Dopo averla colpita moltissime volte, la porta si aprì.
«Non si vede niente!»
Liam allora accese il suo bastone che emise luce propria.
«Ora va meglio?»
«Direi di sì. Almeno vediamo dove mettiamo i piedi» rispose Niall.
Dinanzi a loro, si aprì una visione di puro degrado e desolazione : le celle erano in uno stato di completo abbandono; sporco e un'umidità insopportabile rendevano le celle ancora più degradanti.
«Nemmeno la peggio creatura di Airda sopravvivrebbe un solo giorno qua dentro.»
«Dove conducono le segrete, Zayn? Insomma, c’è un’altra via d’uscita oltre la porta che abbiamo appena sfondato?»
«Conduce ad un salone sotterraneo… Dovremmo essere vicini.»
Mentre stavano giungendo a destinazione qualcuno attaccò il povero nano alle spalle : sembrava non volerlo mollare, voleva ucciderlo a tutti i costi.
La forza prorompente di Zayn, però riuscì a salvarlo ancora una volta.
«Chi siete voi?» tuonò l’aggressore.
«Semmai chi sei tu?»
Dopo essersi guardati in viso, Zayn capì che era un suo simile.
«Malidor, siete voi?»
«In carne ed ossa, guerriero Zayn.»
I due nani si abbracciarono dopo tanto tempo che non si vedevano.
«Credevo che… credevo che foste tutti morti…»
«La furia dei Rughinim non ci ha minimamente sfiorato… Sapevano che la spada dei nani non si trovava qui. E per non perdere ulteriormente tempo, hanno deciso di dirigersi verso est.»
«Verso il castello di Maridim?»
«Esatto.»
«In quanti siete rimasti qui?»
«In pochi… Giusto io e alcuni civili. Tutti i guerrieri e i soldati si sono diretti là, a proteggere il castello dall’assedio del nemico.»
«Accidenti! E come stanno?»
«Non lo so… Ormai è circa un mese che sono partiti. Non ho più avuto notizie di loro.»
«Se è così, dobbiamo dirigerci immediatamente verso il castello di Maridim. Al più presto!» disse Harry.
«Se è come penso io, non credo che i nani da soli siano riusciti a fronteggiare un nemico simile…»
«Non ditelo nemmeno per scherzo, Liam! Il mio popolo è forte e resistente, non si farebbe mai sottomettere da delle creature viscide e mostruose come i Rughinim! Di questo posso esserne certo.»
«Scusatemi, Zayn. Non volevo mancarvi di rispetto.»
«So che non volevate farlo, stregone.»
«Andiamocene subito. Non c’è tempo da perdere.»
«Se usciamo di qua, ci ritroveremo fuori dalla città.»
«Molto bene… Ma voi Malidor, rimarrete qui insieme agli altri.»
«E perché? Io voglio aiutare a salvare il mio popolo!»
«Preferirei saperti qui al sicuro, insieme agli altri! Sei il mio amico più fedele...Saresti in pericolo di vita.»
«Ma io so combattere!»
Vedendo lo sguardo del suo amico, Malidor decise di non controbattere e di dare retta a Zayn.
«Va bene, come vuoi tu. Ma fai molta attenzione, va bene?»
«Anche tu, Malidor. Se qualcosa dovesse andare storto, promettimi che rimarrai qua sotto. Finché le acque non si saranno calmate.»
«Come ho sempre fatto da un mese a questa parte. Tranquillo.»
«Bene… Ti prometto che ci rivedremo, amico mio.»
«Tu sei l’unico che mantiene le promesse, Zayn. Ed è per questo che mi fido di te» replicò il nano sorridente.
Detto questo, la compagnia percorse la fine del passaggio indicatogli da Malidor, e in poco tempo, si ritrovarono sulla strada per Maridim.

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Capitolo 33
*** I Manticori e la conquista della spada dei nani ***


All’uscita del Fosso dei Fragelliri, il cielo si era fatto più buio.
Il giorno stava per far spazio alla sera.
«Non sarebbe meglio fermarci un po’? Non si vede niente.»
«Non possiamo perdere altro tempo, Harry. Il mio popolo è in pericolo» replicò il nano.
«E non possiamo continuare se mettiamo in rischio anche la nostra vita.»
«Non stiamo mettendo a rischio proprio niente. Siamo ancora vivi, non vedi?»
Zayn era diventato improvvisamente nervoso; non sopportava l’idea di rimanere lontano dal suo popolo senza riuscire a proteggerlo in nessun modo.
«Adesso calmatevi, nano Zayn. Non siamo qui per farci la guerra.»
«E chi ha detto questo, stregone Liam? Io?»
«I vostri modi bruschi turbano la tranquillità della compagnia. Dobbiamo rimanere calmi.»
«Ma io sono calmo!»
«Non si direbbe…»
«Adesso smettetela. Tutti voi!» fece Harry troncando la conversazione «Stregone Liam, quanto manca per arrivare?»
«Non molto, Harry.»
Alcuni passi veloci arrivarono alle orecchie dell’elfo, mettendo in allerta i suoi compagni.
«Che cosa hai sentito, Louis?»
«Guerrieri a cavallo… Vengono verso di noi…»
Non avevano nessun posto per nascondersi, chiunque fosse dovevano affrontarlo a viso aperto.
«Non saranno Rughinim, vero?»
«No. È un popolo che non ho mai visto… Hanno degli strani indumenti colorati e la loro faccia è nascosta da una maschera…»
«Saranno per caso gli Aubrimi?»
«No, Niall. Gli Aubrimi non girano per queste terre. Il clima è insopportabile per loro che amano molto il freddo.»
«E allora chi potrebbero essere?»
Nessuno rispose alla domanda dell’adimiriano.
Ormai il nemico era vicino a loro.
Dovevano stare attenti.
Attenti a non morire.
Attenti a non fare passi falsi.
«Chi siete?» domandò uno di loro.
«La Compagnia di Erendryl» replicò coraggiosamente Niall «anche se credo che non ne abbiate mai sentito parlare…»
«La compagnia che si occupa di cacciare il nemico da Airda?»
«Dipende chi considerate nemico…» fece Harry.
«Mi riferisco a quei mostri maledetti dei Rughinim e degli Urum – Rei. Siamo diventati un popolo nomade per sfuggire alla loro furia.»
«Quindi siamo sulla stessa barca!»
«Non così in fretta, adimiriano.»
«Ma come sapete voi…»
«Sono stato su quell’isola… Più di un secolo fa’ ormai, comunque non posso scordarmi i piccoli abitanti mangioni e tracannoni come voi.»
«Devo prenderlo come un complimento?»
«Fate come volete. A me non cambia nulla… Comunque non credo che stiate mentendo… Le voci di Airda su una compagnia con creature diverse tra loro sembrano essere vere allora… Non mi sarei mai aspettato d’incontrarvi.»
«Ci dite cortesemente chi siete?»
«Faccio parte del popolo dei Manticori. Il mio nome è Tyrus. E sono il comandante. Chi di voi invece è il capo?»
«Nella nostra compagnia non ci sono capi. Siamo ugualmente importanti» rispose l’elfo.
«Capisco… Forse è per questo che siete un gruppo molto affiatato… I miei complimenti. Dove vi stavate dirigendo, se non sono troppo indiscreto?»
«Scusatemi amico, ma non credo che siano affari vostri. Insomma, ci siamo appena presentati.»
«Adimiriano, pensi che sia una spia di quei mostri, vero? Allora ti devo dare una buona notizia. Preferisco vendere la mia anima al diavolo che allearmi con quei mostri. È abbastanza chiaro il concetto?»
«Non saprei…»
«Calmati Niall. Di lui ci possiamo fidare…» replicò lo stregone «ci stavamo dirigendo verso il Castello di Maridim.»
«Verso quel posto? Allora vi consiglio vivamente di tornare indietro. A quest’ora ormai dovrebbe essere caduto nelle mani di quei Rughinim.»
Nel sentire quelle parole, Zayn, sbiancò in volto.
«Non è possibile! Il mio popolo!»
«Calmati Zayn! Non ne abbiamo la certezza!» fece l’elfo.
«Dobbiamo cercare di mantenere la calma. È l’unica possibilità» disse invece Harry.
«Mantenere la calma? Vi vorrei vedere se foste al mio posto!»
«Comunque se fate in tempo, riuscite a salvarne qualcuno… Ma dovete sbrigarvi.»
 
 
Maridim sembrava una città fantasma come il Fosso dei Fragelliri.
Non si vedeva un’anima.
Nessun Rughinim e nessun nano in vista.
«Quelle subdole creature si potrebbero essere nascoste da qualche parte e magari ci stanno aspettando per tenderci un’imboscata» fece Zayn serio e preoccupato.
La piazza del castello sembrava abbandonata; carcasse di frutta e di altri generi alimentari erano sparse per tutta la strada.
«Sicuramente, qui c’è stato uno sterminio. Ma non vedo i corpi…»
In effetti, non c’erano segni di sangue o di armi abbandonate.
Ero tutto stranamente tranquillo.
«In questo castello ci dovrebbero essere alcuni passaggi nascosti… Me lo ricordo perché sono stato qui un paio di volte durante i miei numerosi viaggi» disse Liam ripensando al suo passato.
«Secondo me dobbiamo recarci alla sala del trono. È lì che potremmo trovare la spada dei nani.»
Mentre stavano percorrendo i numerosi saloni del castello, la compagnia fu attaccata dai Rughinim, proprio come aveva predetto Zayn.
«Maledetti! Avete sterminato il mio popolo!» gridò mentre infliggeva un colpo d’ascia ai suoi nemici.
I Rughinim, s’eppur in larga maggioranza, stavano perdendo guerrieri su guerrieri.
La compagnia era troppo forte per loro.
«Cacciamoli da questo posto!» gridò ancora furente Zayn.
L’intera compagnia combatteva con classe e dignità, purtroppo, però non tutto andava sempre nel verso giusto.
Mentre era intento a fronteggiare un Rughinim, Niall venne colpito all’altezza di una gamba : ferito, cadde a terra malamente.
Liam, vedendo tutta la scena, andò in soccorso dell’adimiriano, salvandolo da una morte certa.
«Come stai, Niall? Sei ferito gravemente?»
«Non credo… Mi fa tantissimo male la gamba» ribatté Niall con il dolore che sembrava aumentare ogni secondo che passava.
Liam lo osservò con cura.
«Hai una ferita profonda. Va immediatamente curata prima che si infetti.»
«Non ho tempo di curarmi le ferite. Devo combattere! Ah!»
«Tu non farai un bel niente, Niall. Rimarrai qui fermo e al sicuro.»
«Mentre i miei compagni rischiano la vita? Non ci penso nemmeno!»
«Saresti una distrazione per noi, sapendo che combatti con una gamba sola, sciocco di un adimiriano.»
Niall non disse nulla.
«Lo capisci adesso? Capisci che devi rimanere qui?»
«Va bene. Ma fate in fretta. Odio diventare impaziente.»
«Caro Niall da Adimir. Lo sei già.»
 
 
I Rughinim furono cacciati dal territorio dopo poche ore di combattimento.
Ora nel castello regnava un silenzio surreale.
Ma dov’erano finiti i nani?
«Cerchiamo accuratamente in tutte le stanze. Vedrete che riusciremo a trovarli.»
Prima della scalinata che portava alla torre più alta, il castello era costituito da un salone illuminato da lampade di cristallo e costituito da quadri e dipinti di ogni genere.
«Non credevo che esistesse una sala simile» fece Zayn sorpreso «che siano nascosti qua?»
Mettendo a soqquadro tutta la sala per cercare i sopravvissuti, Louis intravide una porta dietro un enorme quadro.
«Venite a vedere qua!»
«Che cosa avete trovato, Louis?» domandò Niall.
«Questa porta… Purtroppo però non si apre» ribatté l’elfo dopo aver fatto un tentativo.
«Fate provare a me.»
Ma nemmeno Harry ci riuscì.
Non fu nemmeno utile la magia dello stregone.
«Accidenti! Questa non ci voleva! Come faremo ad entrare?»
Rimaneva solo Zayn per provare.
«Zayn, perché non provate pure voi?»
«Io? E cosa dovrei fare?»
«Essendo un castello del vostro popolo, magari conoscete segreti che noi non comprendiamo.»
«Veramente non ho ricordi di questo posto… Sembra che io sia giunto in un posto mai visto prima. Questa sala… Questi quadri… Mi sembra tutto diverso.»
«Eppure sono sicuro che questo posto non è nuovo per voi… Prendete il mio bastone» fece Liam porgendoglielo.
«E cosa dovrei farci?»
«Perché non cominciate a parlare nella lingua dei nani? Può darsi che così la porta si apra.»
«Parlare con la lingua dei nani? Ma se non l’ho mai imparata!»
«Un nano che non sa parlare la propria lingua? Questo è impossibile» ribatté Niall divertito.
«Invece, purtroppo è così… Non so da dove cominciare…»
«Perché non provate a pensare a come parlava il vostro sovrano?»
«Re Lugrin?»
«Pensateci… Vedrete che riuscirete ad aprire questa porta.»
Concentrandosi profondamente sui consigli dello stregone, Zayn cominciò a pronunciare parole incomprensibili a tutti.
«Ma questa è davvero la lingua dei nani?»
«Precisamente, Niall» ribatté Liam sorridente.
Anche stavolta, Liam aveva ragione.
La lingua dei nani riuscì a sbloccare la porta misteriosa.
«Ma come diavolo ho fatto?»
«I tuoi ricordi sulla tua lingua natia erano soltanto assopiti… Ma grazie ad un po’ di magia, sei riuscito a ricordarla e a far aprire la porta.»
«Ma si può sapere cosa ha detto?»
«Niall. Sei sempre il solito curioso» rispose Harry divertito.
«Già… Mi piacerebbe saperlo anche a me.»
Zayn fissava gli occhi curiosi dei suoi compagni.
«Non lo so… E’ come se il mio istinto mi avesse fatto desiderare di ritrovare il mio popolo.»
«Quindi hai espresso un desiderio?»
«Sembra proprio di sì…» rispose Zayn felice.
«Molto bene. E di fatti… Eccolo qui il tuo popolo.»
Tutta la tribù dei nani che si era nascosta dietro quella porta, uscì allo scoperto.
Nessuno della compagnia aveva mai visto Zayn così fiero, prima d’ora.
Sembrava al settimo cielo.
«Guerriero Zayn! Ma allora siete vivo!»
«In carne ed ossa!»
Zayn non aveva riconosciuto il nano che gli stava facendo le feste.
Il nano della compagnia ne conosceva davvero pochi della sua tribù visto tutti gli anni trascorsi a viaggiare insieme a Re Lugrin.
Per loro, invece, Zayn era una celebrità; quasi una divinità da venerare.
«Diteci guerriero Zayn, dove si trova sua maestà? Sta bene, vero?»
Zayn odiava il fatto di dover dare loro una notizia simile, ma non poteva tacere, doveva raccontare ai suoi simili appena ritrovati cosa era successo al loro re.
«Purtroppo è morto mentre cercava di fronteggiare gli Urum – Rei…»
«Come? Questa è una vera disgrazia! Come faremo a ricominciare senza il nostro re? Senza la nostra guida?»
«Non lo so, caro amico… Ma di sicuro non possiamo piangerci addosso per sempre. La vita continua.»
«Lo sappiamo tutti. Ma senza di lui…»
«Ascoltate» fece Zayn innervosito «ho visto morire sua maestà con i miei stessi occhi. Non è stato un bel momento. C’è voluto un pò prima che potessi rendermi conto di dover andare avanti. Ho sofferto molto e lo sto facendo tutt'ora anche se non sembra. Quindi vi prego di comprendermi e di non pensare che io sia un insensibile.»
«Mai pensato, guerriero Zayn… Però, ora mi avete fatto ricordare una cosa che Re Lugrin mi ha detto quando voi eravate ancora impegnato nella foresta di Fanvor per una lotta alla sopravvivenza.»
«Brutti ricordi, non c’è che dire. Ma almeno mi sono serviti a qualcosa… Comunque tornando a noi, di cosa si tratta? Anche se non vorrei essere troppo indiscreto, s’intende.»
«Mi ha parlato di un oggetto appuntito molto diverso dall’ascia che usano quelli come noi per combattere… Si tratta di una cosa con rifinimenti d'oro e di legno, ma allo stesso tempo indistruttibile. Re Lugrin ha provato numerose volte a toglierla dal suo regno perché sembrava maledetta, ma non c’è mai riuscito… Una cosa che, dopo la vostra partenza, ho custodito come il bene più prezioso.»
Dietro alle sue spalle, il nano tirò fuori un oggetto molto singolare per loro, ma molto comune per tutto il resto delle tribù di Airda. Se non fosse per il colore nero che aveva l’acciaio…
«Ma questa è… La Spada dei nani» disse meravigliato Zayn. «Come fate a conoscerla?»
«È una lunga storia, caro nano…»
«Volete raccontarmela?» chiese incuriosito.
«Non servirebbe a nulla… Vi dico solo che devo distruggerla insieme alle altre, per evitare che Airda cadi definitivamente in disgrazia.»
«Distruggerla? Airda in disgrazia? Ma cosa state farfugliando, Zayn?»
«Il tuo compare ha ragione» disse Liam interrompendo la conversazione «Dobbiamo distruggerla per evitare che cada in mani sbagliate.»
«Allora ho fatto molto male a mostrarvela e a volerla dare a voi… Nelle mie mani sarebbe al sicuro» fece il nano risentito.
«Purtroppo non è così… Siete stato fin troppo bravo a proteggerla fino ad ora e a non far capire al nemico che l’avevate voi… Ma adesso è venuto il nostro momento…»
«No! Non posso permettere che…»
«Indietro!» gridò Zayn al suo amico «non osate avvicinarvi con quell’arma.»
«Guerriero Zayn…»
«Dovete capirlo, amico mio… È per il vostro bene.»
Il nano, con aria triste e afflitta, decise di abbandonare la conversazione e di conseguenza la spada.
La Compagnia di Erendryl era riuscita nel suo intento.
Ora veniva il momento più difficile: distruggere le spade del creatore di Airda.

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Capitolo 34
*** Un popolo sterminato ***


Zayn era perplesso : non riusciva a capire il perché dell’atteggiamento del suo compare.
«È colpa del potere della spada… Ti fa fare cose che non oseresti e non immagineresti mai di fare.»
«Ma con le altre spade non è successo come poco fa’…»
«Questo è giusto, Niall. Ma solo per il semplice motivo che prima non erano tutte raggruppate tra di loro… Adesso invece è un’altra storia. Una volta che una spada sente che le altre quattro simili sono insieme, essa emana un’energia davvero negativa.»
«Quell’energia…»
«Dobbiamo stare molto attenti. E distruggerle il prima possibile… Peccato che non so dove distruggerle. Il luogo della loro creazione è sconosciuto anche a me.»
«Questo è davvero un problema» disse Niall toccandosi la fronte «come ne usciremo?»
«Ancora non lo so, ragazzo… Ma la pazienza è la virtù dei forti. Vedrai che ci sarà una soluzione anche per questo problema. E porteremo a termine quest'avventura.»
«Lo spero tanto.»
 
 
Sembrava che l’avventura fosse quasi alla fine, ma non era così.
E Liam fu il primo a capirlo.
«Perché state fissando l’orizzonte? Cos’è che vi preoccupa?»
«Sento degli strani rumori… Come se ci fosse qualcuno che urla… che sta disperatamente chiedendo aiuto.»
«Chi mai potrebbe chiederci aiuto così disperatamente?» domandò Harry fissando lo stregone.
Ma il cavaliere di Havrom non dovette aspettare molto per la risposta.
«Gli akromirti! Me ne ero completamente dimenticato!»
«Coloro che ci hanno protetto dandoci la possibilità di iniziare il nostro viaggio…»
«Dobbiamo tornare subito a nord… Immediatamente.»
«Non servirà a molto… Ormai quello che doveva accadere, è accaduto…»
«Che cosa intendete dire?»
«Il nemico è stato troppo forte… Lo vedo dalle molte visioni che ho…»
«Quindi vorreste dirmi…»
«Il popolo di Akrom ha trovato la sua morte nella Valle di Halandryr.»
Harry non credeva alle sue orecchie, anzi voleva quasi credere che Liam si sbagliasse, ma non era uno stregone che commetteva errori.
«Non posso crederci… Se solo lo avessi saputo prima…»
«Non potevamo prevederlo, Harry… Potevamo solo immaginarlo…»
«Perché non l’abbiamo fatto?»
«Eravamo troppo concentrati a pensare ai nostri scopi… Per questo non l’abbiamo fatto.»
«Se solo potessi tornare indietro…»
«Quello che è successo è successo, Harry… Non possiamo cambiare il corso della storia.»
«Accidenti!»
«Smettila di prendertela con te stesso. Tanto è inutile.»
«I nostri alleati… Completamente sterminati… Non riuscirò a pensare a nient’altro per il momento…»
«E invece ci riuscirai, Harry di Havrom. Hai una missione da compiere… Come tutti, devi distruggere le spade di Airda. Solo così libererai questa Terra per sempre. E fatto ciò, gli akromirti ti ringrazieranno, vegliando su di te.»
«Ma Liam…»
«Non prendermi per pazzo, Harry. Le mie sono parole giuste.»
«Non ho mai pensato il contrario» ribatté il guerriero di Havrom.
«Ci recheremo a nord per vegliare sui nostri ex compagni. Dobbiamo molto a loro… Ma gli abbiamo dato una nuova speranza che non dimenticheranno mai, nemmeno quando i loro spiriti riposeranno per sempre.»
Harry, impressionato dalle sue parole, avrebbe ascoltato lo stregone Liam per l’eternità.
«Che cosa state facendo qui da soli su questa terrazza?» domandò Niall interrompendoli.
«Niente di che… Guardavamo le stelle» ribadì Harry dicendo mezza verità.
«Davvero una splendida serata, non c’è che dire.»
«Una serata che si sta concludendo… Mi ritiro a vegliare sotto questo cielo illuminato. Buonanotte.»
«Di già, maestro? Ma è molto presto.»
«Caro ragazzo… Quando arriverai alla mia età, ti accorgerai di tutta la stanchezza che si può provare… Buonanotte.»
Detto questo, Liam lasciò soli l’adimiriano e il cavaliere, che continuarono a fissare l’orizzonte in attesa che una nuova alba illuminasse la terra dei nani.
 
 
Quando Liam avvertì l’intera compagnia del loro ritorno verso la Valle di Halandryr, nessuno fu molto sorpreso.
«Credete che sia lì il posto dove distruggeremo le spade di Airda?» domandò Zayn.
«Ancora non lo so, Zayn. Ma con il passare del tempo, riusciremo a scoprirlo.»
Solo Harry era a conoscenza delle intenzioni dello stregone.
Lui e nessun altro.
Il cammino verso la Valle maledetta non fu tanto pericoloso come qualche mese prima.
I boschi e le strade erano praticamente sgombre dal nemico; sembrava che gli Urum – Rei e i Rughinim avessero abbandonato Airda per sempre.
Purtroppo però non era ancora così.
Liam sapeva che stavano prendendo tempo per riorganizzarsi.
Per ritornare ad essere più forti.
Per ritornare a schiacciare tutte le tribù che gli capitavano a tiro.
Ad aprire la strada della compagnia per ritornare verso Halandryr, c’era il drago di Arnor.
«Credo che dopo qualche giorno si sia completamente ristabilito… Non credi anche tu, maestro?»
«Sicuramente, ragazzo. Sicuramente…»
«Cos’è che ti preoccupa?» domandò l’adimiriano fissando intensamente gli occhi del suo maestro.
«La consapevolezza di non riuscire a vincere questa guerra…»
«Perché tartassate la vostra mente in questo modo?»
«Non lo so… Forse voglio farmi del male…»
«Allora ti prego, maestro… Non farlo.»
Lo stregone non replicò.
Niall cercò in tutti i modi di tirarlo su di morale; non capiva le intenzioni e i pensieri del suo maestro.
Quando vide lo spettacolo raccapricciante di corpi sbudellati e in stato di decomposizione, allora gli fu tutto tremendamente chiaro.
«Non posso crederci… Questi corpi… Sono degli…»
«Gli akromirti sono stati sterminati… Hanno combattuto valorosamente, ma la loro forza non è bastata per fronteggiare un nemico simile.»
«Lo sapevo! Sapevo che non potevamo abbandonarli! Abbiamo sbagliato tutto!» gridò Niall fuori di sé.
«Calmati ragazzo. Nessuno di noi ne ha colpa.»
«Non è vero! Non dovevamo abbandonarli così! Non è stato giusto!»
«Che cosa avresti fatto, eh?! Sentiamo!»
«Io da solo niente… Ma tu e gli altri…»
«Sarebbe stato quasi inutile anche se c’eravamo noi con le spade di Airda…»
«Non credo che saremmo stati inferiori… Insomma, ce la siamo sempre cavata, no?»
«Cos’è questo atteggiamento di superbia? Credevo che tu fossi un ragazzo umile.»
«E lo sono, maestro.»
«Allora non pensare mai più una cosa del genere. Se gli akromirti sono morti in battaglia, è stato solo per farci guadagnare tempo.»
«Quindi hai sempre saputo che Harry doveva tornare ad Havrom per liberarla, vero?»
«Sono o non sono un veggente?»
Niall cominciò a piangere dalla rabbia.
«Perché non abbiamo fatto niente per evitare tutto questo?!»
«Perché non c’era altro da fare. Il destino infame era questo.»
Niall però si rifiutava di crederlo e voleva almeno chiedere perdono all’anima degli akromirti.
Ma come avrebbe potuto fare?
«Perché gli Aubrimi non li hanno aiutati? Se non ricordo male, loro sono di questa terra.»
«Gli Aubrimi pensano solo ed esclusivamente a loro stessi. Era impossibile che aiutassero gli akromirti.»
«Maldetti infami egoisti! Se solo un giorno li rincontrerò, scatenerò tutta la mia furia contro di loro.»
«Adesso calmati, va bene? Sei già fin troppo nervoso. Hai bisogno di riposo.»
«Non ho bisogno di niente! Ho bisogno solo di vendicare questo popolo che ci ha coperto le spalle.»
«Hanno combattuto con onore e per una giusta causa, Niall.»
«Causa? Quale giusta causa? La nostra!»
«Ora basta! Se l’hanno fatto è perché avevano preso questa decisione! Non sono stati spinti da nessuno… Nemmeno da me. Quando lo capirai, sciocco che non sei altro?»
Offeso dalle parole del suo maestro, Niall scese da cavallo fuggendo verso le terre del nemico.
Ma non andò molto lontano : una nube oscura contornata da vaste fiamme, interruppe il cammino del piccoletto.
«Le fiamme del male stanno ribollendo nella terra del nemico… Dobbiamo affrontare il peggio… Il peggio dell’ultima battaglia.»

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Capitolo 35
*** Uniti contro il nemico ***


Niall non smetteva di essere nervoso.
Quelle fiamme l’avevano completamente rabbuiato.
«Se solo fossimo stati tutti qui ad aiutarli… Avremmo potuto cambiare il corso del destino, no?»
«Può darsi… Ma non potremmo mai saperlo…» ribatté Liam senza averlo mai abbandonato un minuto.
«Che cosa state confabulando, voi due?»
«Stavamo pensando ad un passato alternativo, Zayn.»
«Dobbiamo smetterla di pensare al passato…»
«Non ci riesco… Gli akromirti sono stati una tribù che mi è sempre piaciuta… Anche se quando l’abbiamo incontrati, non ci ho avuto un buon rapporto d’amicizia.»
«Gli akromirti vivranno per sempre nei nostri cuori» disse Zayn dandogli una pacca sulla spalla.
«Secondo voi è conveniente oltrepassare il confine conosciuto di Airda?»
«Per andare nella terra del nemico? Credo che prima o poi dobbiamo farlo» rispose Liam sbuffando.
«Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo» disse impaziente Harry.
«Harry, siete consapevoli che una volta entrati là dentro, forse non riusciremo ad uscirne vivi?»
«Liam abbiamo acconsentito ad una missione più grande di noi… Quindi è giusto anche prendersi le proprie responsabilità, non trovate?»
«Più che giusto, guerriero di Havrom.»
«Me ne farò una ragione se non riuscirò mai più a tornare nella mia Terra… Voglio salvare Airda. E credo che lo vogliamo tutti.»
«Di questo puoi starne certo» rispose sorridente lo stregone.
Il sole non accennava mai a sorgere in quella valle desolata.
L’oscurità era padrona di tutto.
Padrona anche dei cuori e delle paure della compagnia.
«Siete pronti per varcare questo confine?» domandò Liam.
«Noi cinque da soli… E nessun altro…»
Ma prima che potessero intraprendere la strada del non ritorno, ecco che un gruppo di creature a cavallo si avvicinò ai cinque guerrieri.
«Gli Aubrimi…» disse sottovoce Zayn.
«Felice di constatare che siete ancora vivi» fece il capo degli Aubrimi, Agorir.
«Dov’eri finito tu con la tua tribù quando gli akromirti avevano bisogno di voi?!» tuonò Niall
Ma Agorir non rispose.
«Rispondi!»
«Vi ho già avvertiti una volta: la vostra guerra contro le forze del male non è affar nostro. Non l’avete ancora capito?»
«Anche il drago di Arnor si è unito a noi! Possibile che voi siate cosi cinici da non fidarvi?»
«Noi siamo fatti così. È la regola…»
«Stupide regole!» gridò ancora l’adimiriano.
«Calmati, Niall» fece lo stregone.
«Voi dovreste avere buon senso! Cosa che purtroppo…»
«Che cosa vorresti dire?»
«Semplice: a parer mio, siete dei vigliacchi! Vigliacchi perché avete paura di affrontare un popolo inferiore a voi!»
«È meglio che vi rimangiate subito quello che avete detto, altrimenti…»
«Altrimenti cosa? Ti ho già sconfitto una volta in combattimento, Agorir. Non pensare che non possa farlo di nuovo.»
«È stata solo fortuna!» gridò inviperito Agorir.
«Allora vediamo… Fatti sotto!»
«Smettetela voi due! O vi farò pentire di avervi fatto incontrare!»
Ci voleva lo stregone LIam per placare gli animi dei due guerrieri.
«Meglio che me ne vada… Ho perso già fin troppo tempo» fece Agorir rigirando il suo cavallo.
«Sì, vattene! E non farti più vedere!»
«Niall! Se non chiudi immediatamente la bocca, ti rispedisco sulla tua isola a calci nel sedere. Mi sono spiegato?!»
«Va bene… Taccio.»
«Molto bene. Non voglio guastarmi questa ultima giornata insieme nella terra conosciuta…»
«Comunque non riuscirò mai a capirli, maestro…»
«Noi non dobbiamo capirli. Sono fatti così. Quando ti entrerà in quella zucca dura?»
«Credo mai.»
«Ma adesso non è questo il problema, non trovate?»
«Louis ha ragione. Avanti… L’inferno ci aspetta.»
Erano arrivati alla conclusione.
Erano decisi ormai.
Una strada piene d'insidie che difficilmente avrebbero percorso al ritorno.
Cosa sarebbe stato premiato?
Il loro coraggio o la loro stupidità?
Solo il tempo avrebbe dato loro una risposta.
Non sapevano che a pochi metri da loro, mentre Agorir guardava tutta la scena, aveva sussurrato tra sé e sé : «Buona fortuna, compagnia di Erendryl.»
 
 
La terra degli Urum – Rei e dei Rughinim era completamente desolata.
L’aria era quasi irrespirabile.
La vita in quel territorio era invivibile.
«Raggiungiamo il punto più a nord. È lì che incontreremo i nostri nemici.»
Anche se Liam non c’era mai stato, sapeva sempre dove andare.
Era una guida per tutti.
Per se stesso e per gli altri.
«Sembra l’inferno in terra. Davvero un posto desolante.»
Ma la compagnia non rimase sola per molto.
Gli Urum –Rei, seguiti dai Rughinim, vennero giù a gran velocità dalla collina.
Erano in tantissimi.
Forse un migliaio.
Nemmeno la magia di Liam e la maestria di tutta la compagnia avrebbe fermato la furia del nemico.
«Non possiamo combatterli tutti. È impossibile!» gridò l’adimiriano.
«Non finché saremo insieme…»
Liam non si voleva dare per vinto.
Vincere quella battaglia comportava la fine di un incubo e l’inizio di una nuova vita.
«Liam! Cosa fate!»
Ma lo stregone non sentì : ormai si era buttato nella folla.
Harry, Louis, Zayn e Niall non tardarono a seguirlo.
«Per Airda! E per tutto il bene che questa Terra può continuare a darci.»
La Compagnia di Erendryl era sola.
Sola contro tutti quei nemici.
Fino a quando non unirono le cinque spade di Airda, compiendo il miracolo.
La luce della speranza inondò il buio che li circondava.
Gli Urum – Rei e i Rughinim furono inondati da questa luce speciale.
La sua potenza li sterminò tutti.
Sembrava davvero tutto finito.
Il nemico era stato sconfitto.
L’oscurità si era dissolta per sempre.
Il primo a non volerci credere era, nientepopodimeno che Niall.
«Ma il nemico… È scomparso! Non è possibile… È stato più facile del previsto.»
«Che cosa potete dirci al riguardo, stregone Liam?»
«La potenza mistica di queste spade speciali… Non arriveremo mai a capire il loro potere segreto… Ma sta di fatto che unite, sono diventate l’arma più temuta al mondo.»
«Quindi dobbiamo distruggerla per forza?» domandò il nano Zayn.
«Per il bene della nostra sopravvivenza, è meglio che il loro potere venga cessato per sempre.»
«Ma il nemico potrebbe ritornare in un futuro prossimo?»
«Questo non so dirvelo con certezza… Ma finché su questa Terra ci sarà un adimiriano che sa maneggiare la spada, allora Airda sarà sempre in buone mani.»
il complimento di Liam fece davvero piacere al suo allievo.
Ormai i due erano diventati qualcosa di speciale.
Una cosa sola.
Una cosa che sarebbe vissuta per altri centinaia d’anni.

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Capitolo 36
*** Epilogo di una storia raccontata per generazioni ***


Dopo una decisione unanime, le spade di Airda furono distrutte nel fuoco incandescente delle profondità della Valle di Halandryr.
Da quel momento, Airda perse quel tocco di antica magia che l’aveva contraddistinta fin dal giorno della sua creazione.
Almeno però non sarebbero sorte nuove guerre che avrebbero minato una pace conquistata con fatica dopo millenni.
I popoli di Airda tornarono ad essere una grande famiglia.
I Manticori e gli Aubrimi divennero due tribù aperte e molto popolose.
Re Agorir divenne ambasciatore e comandante delle truppe del nord – ovest, accettando l’alleanza delle tribù del sud.
Dopo che la Valle di Halandryr perse tutto il suo lato oscuro, Re Agorir inaugurò un cimitero per l’intera tribù degli Akromirti, evitando così di dimenticarli.
La Foresta di Fanvor non fu più un luogo oscuro e maledetto, bensì un posto rigoglioso dove le creature magiche come i Malvasiri, vi soggiornarono alla ricerca della pace magica interiore.
Dopo la guerra, Zayn e il suo popolo ricostruirono il Fosso dei Fragelliri, abbandonando il nascondiglio del Castello di Maridim.
Louis, invece, dopo aver adempiuto con successo alla sua missione, partì per le terre elfiche per un viaggio mistico, da cui non avrebbe mai fatto ritorno.
Harry divenne Re dell’ultimo reame libero degli uomini, facendo di Havrom il simbolo della rinascita e della libertà.
Niall, invece, non tornò mai più nella sua isola natale, abbandonandola per sempre.
Il suo viaggio era appena all’inizio e non poteva perdere tempo stando dalla mattina alla sera a non fare niente : doveva continuare ad allenarsi per diventare il guerriero perfetto, il guerriero più forte che la Terra di Airda avesse mai visto.
E sotto la guida del suo maestro Liam, sarebbe riuscito nel suo scopo.
«Abbandonare la mia isola, all'inizio, è stato un duro colpo da digerire... Adesso invece sono molto felice… Felice di essere nella Terra dove la magia incontra la saggezza dei maghi di Erin.»
«Dopo che Aramenzis ha perduto la guerra, è stato imprigionato e abbandonato tra queste montagne. Dovrà scontare una pena millenaria.
«Personalmente, non so se avrei deciso di lasciarlo in vita, maestro.»
«Mio padre Uredor, per amore del suo primogenito, ha deciso di lasciarlo in vita. Non poteva sopportare di perderlo per sempre. Ha creduto di averlo perso già una volta…»
«Quell’uomo non si redimerà mai, secondo me…»
«Ci vuole pazienza, ragazzo… La pazienza ti porterà molto lontano. Non scordarlo mai… Tornando al nostro addestramento, sei pronto per ricominciare?»
«Di già? Sarei alquanto affamato… Potremmo riprendere domani?»
«Sei sempre il solito» rispose lo stregone sorridendogli.
«Ahahah lo so.»
«L’addestramento si conclude qui, ma ad una condizione…»
«Sarebbe?»
«Cucinerai per me e per tutto il consiglio dei maghi di Erin piatti della tua isola.»
«Ma io non so fare a cucinare! Insomma, non credo di essere molto portato...» gli confidò alquanto imbarazzato il giovane admiriano.
«Ma come? Un golosone come te che non sa cucinare? Allora sarai costretto a continuare per altre otto ore con l’addestramento.»
«Cosa?! Vuoi farmi crepare?!»
«Decidi tu…»
Dopo averci pensato alcuni minuti, Niall accettò la richiesta del suo maestro.
«Vedrai, sono sicuro che sei un cuoco bravissimo. Però, non avvelenarci ok?» sghignazzò lo stregone.
«Smettila di fare il sarcastico e il simpaticone. Non ti sopporto quando fai così.»
«Beh mi dispiace per te perché dovrai sopportarmi per chissà quanto tempo, sai?»
«Farò questo sacrificio, maestro.»
«Un sacrificio che verrà ripagato, vedrai… Allora, cosa hai in mente di cucinare?» domandò Liam mentre stavano scendendo la vallata della catena di Erin.
«Sarà una bella… sorpresa…»
 
FINE

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