Reborn

di littlegiulyy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Settembre ***
Capitolo 2: *** Inaspettato ***
Capitolo 3: *** Impossibile liberarsene ***
Capitolo 4: *** Uno di loro ***
Capitolo 5: *** Routine ***
Capitolo 6: *** Natale alle porte ***
Capitolo 7: *** Feste clandestine ***
Capitolo 8: *** Decisioni e punizioni ***
Capitolo 9: *** Nuovi risvolti ***



Capitolo 1
*** 1 Settembre ***


Ciao a tutti! E' un po' di tempo che ho in mente di scrivere qualcosa su questa coppia di cui si è sempre parlato molto poco.
Questo primo capitolo è un capitolo di introduzione, nella quale cerco di evidenziare il tipo di rapporto che c'è tra ogni personaggio, dal prossimo capitolo inzierà ad esserci più azione sicuramente!
Fatemi sapere che ne pensate. Buona lettura :)

1 Settembre

Mi guardo allo specchio un’ultima volta, fai un bel respiro Pansy.
Fisso i jeans ricamati che ho deciso di indossare, ho decisamente fatto un bell’acquisto quel giorno in quel centro commerciale babbano.
In fatto di vestiti non si può dire niente, sono davvero geniali.
Sistemo la maglietta togliendo qualche piega e non posso non guardare un’altra volta i tatuaggi sulle mie braccia.
Ridacchio pensando alle facce che faranno Dap e Blaise quando li vedranno, probabilmente sconvolte quasi quanto quella di mia madre e mio padre quando sono tornata a casa dal Brasile.
Che esagerati tutti quanti, sono solo una scritta e un disegnino quasi nascosto.
“Signorina Parkinson mi dispiace disturbarla ma è ora di andare” la voce di Egard, il mio elfo, mi riporta alla realtà.
Guardo l’orologio, sono le 9.30, devo sbrigarmi se non voglio perdere il treno!
“Grazie Egard, arrivo subito” butto dentro la borsa le ultime cose e buttando un’ultima occhiata alla mia stanza chiudo la porta alle mie spalle dirigendomi al piano inferiore.
Scendo la scale velocemente, saluto i miei genitori tra lacrime di mia madre, come ogni anno, e raccomandazioni di mio padre, come ogni anno.
Gli ultimi abbracci e parole e nel giro di pochi minuti mi smaterializzo in stazione; non sopporto i saluti lunghi. Ogni anno la stessa storia, mia madre ne fa una tragedia ed io non sopporto i saluti!
Mi guardo attorno, pieno di gente che corre qua e là come sempre.
Sorrido incamminandomi verso il binario 9 e ¾  trascinando il mio baule pieno zeppo di roba, eccomi qui, sta per iniziare il sesto anno.
Se ripenso a tutte le cose che sono successe in questi cinque anni quasi non mi sembra reale, è successo di tutto e il tempo è passato quasi fin troppo velocemente oserei dire...a volte mi piacerebbe tornare indietro nel tempo,e sicuramente se Daphne mi sentisse adesso penserebbe che io sia impazzita; rifare tutti quegli esami e compiti? Mai.
Rido da sola senza rendermene conto, la gente penserà che io sia pazza.
O forse lo sono sul serio...
Attraverso il muro senza pensarci due volte ed eccolo qui. Davanti a me, ancora una volta, l’Hogwarts express fischia pronto per partire.
Guardo l’orologio e… com’è possibile?! Sono le 10.45 dannazione!
Mi guardo attorno e mi rendo conto di essere l'unica a non essere ancora salita sul treno. Famiglie intere salutano tutti sotto i finestrini mentre corro verso la carrozza dei serpeverde e, non appena appoggio entrambi i piedi sul treno, le porte si chiudono alle mie spalle.
Sospiro sconsolata, sempre a me succedono queste cose, partiamo bene…
“Ehi Pan! Puntuale come sempre!” alzo lo sguardo e... “Blaise!!!!!” gli salto addosso circondando il suo collo con le mie braccia
"Come stai? Mamma mia quanto tempo, dov’è Dap?”lo guardo meglio, lo vedo proprio bene, ha un sorriso raggiante.
“Tutto bene grazie, la mia ragazza non ho idea di dove sia finita” ridacchia ricambiando l’abbraccio “suppongo sia già andata a sedersi. Ti trovo da dio tesoro, sei bellissima! Vieni andiamo, raggiungiamo gli altri”
Il mio stomaco fa un balzo non appena realizzo che tra pochi minuti rivedrò Draco…
Improvvisamente Blaise si ferma e si volta guardandomi attentamente, come se avesse capito tutto. E non mi stupirei se fosse così.
“Tutto bene Pan?”
“Perchè non dovrebbe, si certo” rispondo poco convinta spostando lo sguardo altrove.
Sono una bugiarda nata, come tutti i serpeverde, possibile che non riesca a mentire quando si tratta di lui?
“Da quanto non senti Draco?”
“Da un po’” sposto lo sguardo nei suoi occhi e capisco che mi sta chiedendo delle spiegazioni. Sospiro rassegnata “non lo sento da quando siamo tornati a casa per l’estate Blaise. Dopo quello che è successo a suo padre alla fine dell’anno abbiamo discusso e mi ha detto che non avrebbe più avuto tempo per me e che quindi sarebbe stato meglio chiudere quello che c’era tra noi”
“e cosa c’era tra voi?”
“Non ne ho idea Blaise… non ne ho idea...lo sai che la cosa non è mai stata chiarita, o meglio, non ha mai voluto chiarirla
“Ha bisogno di noi adesso Pan, adesso più che mai. Ma sai che è orgoglioso e non ce lo chiederà mai”
“Si lo so… adesso è meglio andare… si staranno chiedendo dove siamo finiti” cerco di chiudere il discorso il prima possibile defilandomi velocemente.
Non ne voglio parlare e lui grazie a dio l’ha capito.
E’ vero, Draco avrà bisogno di noi quest’anno… ma non avrà mai il coraggio di dirlo...
"Ehi Parkinson tutto bene? Ti vedo un po' giù" mi volto riconoscedo immediatamente a chi appartiene questa voce.
Lo guardo sconvolta, con quale coraggio osa mettere piede nella carrozza di Serpeverde?
"Fossi in te sparirei all'istante Potter" rispondo gelida cercando di non tradire alcuna emozione di rabbia.
"Sono una persona libera, sto dove mi pare"risponde guardandomi con aria di sfida.
Forse non ha proprio capito con chi ha a che fare! Faccio un passo in avanti bloccandolo tra il muro e la punta della mia bacchetta "forse non mi sono spiegata, sparisci da questo posto Potter se non vuoi che succeda qualcosa a te e ai tuoi stupidi amichetti"
Ci guardiamo per un attimo negli occhi, e così com'è comparso finalmente scompare.
Tiro un sospiro di sollievo e metto via la bacchetta.
Mi volto accorgendomi improvvisamente che Blaise ha assistito a tutta la scena.
Non dice una parola, si limita a voltarsi e dirigersi verso la porta.
Questa situazione non è un bene per nessuno, quest'anno tra Serpeverde e Griffondoro non ci saranno esclusioni di colpi.
Lo seguo fino alla porta e trattengo il fiato quando la apre, mi guarda un’ultima volta prima di dirigersi verso un tavolino.
Il mio cuore fa un balzo non appena riconosco quei capelli biondi che non potrebbero non essere riconosciuti.
Mi faccio forza, quest’anno l’avevo giurato a me stessa sarebbe cambiato tutto.
Prendo un bel respiro ed entro stampandomi un sorriso in faccia.
“Pan! Tesoro sei stupenda” un uragano biondo mi travolge prima che io possa raggiungere il tavolo di Blaise e Draco.
Sorrido stringendo la mia migliore amica “Ciao Dap, sono proprio felice di vederti”
“anche io tesoro non sai quanto! Allora come va? Com’era il Brasile?”
“bellissimo” ridacchio imbarazzata “davvero stupendo”
“dai vieni sediamoci” mi fa l’occhiolino prendendo in un attimo posto affianco al suo ragazzo.
Guardo sconsolata l’unico posto rimasto libero, quello affianco a Draco, quello che ho sempre occupato io da tre anni a questa parte.
Mi avvicino lentamente e non appena raggiungo il tavolo il suo sguardo si poggia su di me.
Analizza la mia figura attentamente, dall'alto al basso come ogni volta che ci rivediamo dopo tanto tempo. 
Ci guardiamo per un attimo in silenzio, prima che io prenda posto vicino a lui evitando la sua analisi. Mi infastidisce.
Inutile dire che i questo momento preferirei sprofondare 20 metri sotto terra.
“Ciao Pan, tutto bene?”mi chiede avvicinandosi lentamente prima di darmi un bacio leggero sulla guancia.
Guardo i suoi occhi grigi, delle occhiaie violacee circondano gli occhi e segnano il suo viso. E’ dimagrito, non che ne avesse bisogno, è sempre stato uno stecchino.
“tutto bene, e tu Draco? Come stai?”
Ridacchia abbassando lo sguardo sulle sue mani appoggiate al tavolino “sopravvivo Pansy, sopravvivo”
Lo guardo per un attimo senza saper che dire, ma alla fine mi faccio coraggio fregandomene del fatto che tutti possano sentire “mi dispiace per tuo padre Draco, Potter e i suoi amichetti questa volta hanno davvero esagerato”
Un fuoco si accende nei suoi occhi “lo sfregiato, la mezzosangue, il poveraccio e tutta la loro compagnia di sfigati la pagheranno cara, parola mia”
“Ad Hogwarts i griffondoro non si toccano Draco, lo sai” dice Blaise guardandolo comprensivo.
“Hogwarts non sarà più un posto sicuro per loro Blaise. Ho grandi progetti” sospira compiaciuto.
Ci guardiamo tutti sospettosi, senza capire cosa intenda.
“Di che cosa stai parlando?” si intromette Daphne dando libero sfogo ai pensieri che nessuno ha osato esternare.
Lo guardo per un attimo e noto una luce diversa nei suoi occhi, involontariamente abbasso lo sguardo sul suo braccio sinistro… che sia… no impossibile. Ha solo 16 anni, il signore oscuro cosa se ne farebbe di un ragazzino.
“Con mio padre in carcere alcuni suoi doveri spetta a me compierli, mettiamola così...”conclude ridendo.

°°

Il treno si ferma e subito Draco solleva la sua testa dalle mie gambe.
Come ci siamo finiti in questa posizione poi non lo so, ma sono fiera di me.
Forte e distaccata, continuo a ripetermelo.
Sospiro sollevata non appena mi alzo dal mio posto, ricevendo un’occhiata strana dai miei migliori amici. Che hanno adesso?
Si dirigono verso l’uscita ed io dietro di loro.
Mi volto per vedere se Draco è con noi, ma noto che è ancora seduto.
Lo guardo sorpresa che sia ancora seduto “tu vai avanti, io vi raggiungo. Ci vediamo in sala grande a cena”.
Non rispondo neanche, esco dalla carrozza raggiungendo gli altri.

°°

Appoggio una mano sulla pancia, dio ho mangiato troppo.
“Era tanto che non mangiavo così Pan, Hogwarts mi fa ingrassare” ride Dap mentre scendiamo le scale per tornare in sala comune.
“Hai proprio ragione, non riesco neanche a camminare. Per smaltire tutto quello che ho mangiato dovrei come minimo salire e scendere le scale della torre di astronomia circa dieci volte” scoppiamo a ridere immaginando la scena. Probabilmente implorerei pietà dopo il primo piano di scale.
“Hai visto Tiger e Goyle come mangiavano? Quei due non cambieranno mai, prima o poi uno dei due esploderà, ne sono certa. Magari colpendo qualche Griffondoro” ride di gusto “sarebbe fantastico”
“Senti Dap ma tu… non hai notato degli sguardi strani tra la Granger e il poveraccio?”
“Oddio si! Anche tu? Pensi ci sia qualcosa?”
“Non lo so… ma la cosa mi puzza!Strano però, avrei puntato tutto sulla Granger e lo sfregiato”
Varchiamo al soglia della sala comune e troviamo tutti i ragazzi sui divani che si fumano un sigaro. I ragazzini del primo anno ci guardano terrorizzati mentre parlano sui dei divanetti un po’ più in là. Rido gustandomi la scena.
“Ehi state facendo una festa senza di noi?” chiede Dap sedendosi sul diavno occupando l’ultimo posto libero rimasto.
“scusate ragazze, ma eravate troppo impegnate a mangiare la torta al cioccolato che avete fatto sparire in due minuti. Per un momento ho avuto paura che poteste mangiare anche me” risponde Theo scatenando le risate collettive.
“Tranquillo Nott, non ci avvicineremmo a te neanche se tu fossi l’ultimo ragazzo sulla faccia della terra” rispondo acida facendogli l’occhiolino.
Che Theo fosse un bel ragazzo era risaputo, ma l’acidità non è mai troppa.
Per un attimo guardo Draco seduto sulla poltrona; se fosse stato l’anno scorso mi sarei seduta sulle sue gambe. Raccogliendo tutto il mio coraggio mi dirigo verso il poggiolo del divano, affianco a Nott, e sistemandomi lì sopra accavallo le gambe.
Le cose devono cambiare.
“Wow Pansy, il Brasile ti ha fatto bene” commenta Nott guardando le mie gambe lasciate scoperte dalla gonna forse un po’ troppo corta.
Rido al suo commento non muovendomi neanche di un millimetro “grazie lo so” rispondo guardando soddisfatta la mia migliore amica ed evitando appositamente uno sguardo gelido che so essersi spostato su di me. Lo sento, ma non ci faccio caso.
Improvvisamente un ragazzino del primo anno, molto titubante, si avvicina a noi imbarazzato. Lo guardiamo tutti insieme curiosi.
“Pansy, Draco, il signor Piton vorrebbe parlarvi nel suo studio dato che siete stati i prefetti dell’anno scorso” balbetta tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
“grazie puoi andare” risponde gelido Draco alzandosi dalla poltrona prima che io possa dire una parola.
Il ragazzino non se lo fa dire due volte, scappa via scomparendo in men che non si dica.
Mi alzo dal divano sistemandomi la gonna.
Per un attimo vedo lo sguardo di Theo fisso sulle mie gambe.
Sorrido compiaciuta, un po’ di attenzioni non fanno mai male a nessuno, specialmente se provengono da uno dei ragazzi più belli di Hogwarts.
Non ci penso due volte, mi incammino verso le scale per raggiungere l’ufficio di Piton.
Ok, sarà la prima volta dopo mesi che staremo da soli, ma devo stare calma.
Faccio un bel respiro iniziando a salire le scale.
Camminiamo uno affianco all’altro, in silenzio, imboccando subito il corridoio che porta all’ufficio di Piton.
Se ripenso a tutto quello che è successo l’anno scorso…
E poi quando ha scoperto di suo padre…me la ricordo come se fosse ieri quella notte, come sempre avevamo dormito insieme e la mattina un gufo dalla madre lo aveva avvisato di tutto. Non penso di aver mai visto Draco agitato o confuso, ma quella mattina era davvero fuori di sè.
“Pansy...” la sua voce mi riporta alla realtà.
Lo guardo senza dire niente, non ce n’è bisogno.
Il mio stomaco si blocca per un attimo realizzando il particolare tono della sua voce, tono che non promette niente di buono. Troppo sincero per provenire da Draco Malfoy.
Ci blocchiamo in mezzo al corridoio continuando a guardarci, improvvisamente le sue dita sottili circondano una mia ciocca di capelli spostandola dal mio collo.
Si avvicina a me pericolosamente ed io inizio a sentire caldo, troppo caldo.
Cosa vuole fare?
Trattengo il respiro quando le sue mani afferrano i miei fianchi per poi circondare tutto il mio corpo affondando la testa nell’incavo del mio collo.

Mi sta abbracciando.
Ci stiamo abbracciando.

Mi ci vuole qualche secondo per realizzare quello che sta accadendo, uno dei rari momenti di dolcezza di Draco che posso dire di aver visto solo due volte in tutta la mia vita. Ricambio l’abbraccio stringendolo a me.
“Dio quanto mi è mancato il tuo profumo” sussurra al mio orecchio.
Il mio cuore perde un battito.
Le sue labbra scivolano sul mio collo lasciando un bacio.
Rimango immobile senza saper che fare, mi manca il fiato.

Questo non lo avevo previsto.

“Dì a Piton che non stavo tanto bene quindi sono rimasto in camera, scusami” improvvisamente scioglie il nostro abbraccio scomparendo nel giro di pochi secondi, lasciandomi da sola con le mie mille domande.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Inaspettato ***


Buongiorno a tutti, ecco qui il secondo capitolo! 
Fatemi sapere che ne pensate!
Buona lettura :)

2 Settembre

Un rumore assordante mi sveglia improvvisamente.
Afferro la sveglia malamente e la getto per terra.
Dannata sveglia, lasciami dormire!
Mi sistemo sotto le coperte tirandomele su fino al naso, si sta così bene al caldo e questo materasso è così comodo... avevo dimenticato quanto mi mancasse il mio letto ad Hogwarts, devo dire ai miei genitori che me ne prendano uno uguale…
Senza alcun preavviso la sveglia riprende a suonare, ma com’è possibile?
In un attimo afferro la mia bacchetta sul comodino e scatto seduta nel letto
“BOMBARDA!”
Un piccolo botto, del fumo e dei piccoli pezzi di cenere svolazzano qua e là, della mia sveglia non c’è più alcuna traccia. Il peggior risveglio di sempre.
“Mamma mia Pansy, sei proprio nervosa oggi” commenta Daphne sulla soglia della porta.
La guardo attentamente, non mi ero neanche accorta che fosse qui. E’ perfetta, come sempre.
Alle 7.00 di mattina i suoi boccoli biondi le ricadono perfettamente ordinati sulle spalle, la divisa è perfetta senza una piega e un velo di trucco la fa sembrare una modella appena uscita da Vanityfair.
Inutile dire come la mia autostima sia caduta in basso già di prima mattina.
Ricado svogliatamente nel letto coprendomi gli occhi con le mani, quella volta dovevo diventare amica di Millicent, almeno non mi sarei sentita perennemente un bidone che cammina al suo fianco.
Rido tra me e me riflettendo su quello che ho appena pensato, mio dio, come sono caduta in basso.
Io amica della Bullstrode?
“pan sei diventata pazza? Mi stai facendo paura”
Riapro gli occhi guardando verso la porta, Daphne è ancora lì.
Perfettamente appoggiata allo stipite della porta che mi guarda sorpresa, continuo a sorridere non potendo farne a meno.
“Puoi rispondermi?” il suo tono è leggermente alterato. Daphne odia non ricevere risposta…
“Adesso mi alzo Dap, scendiamo a fare colazione insieme?”
Per un attimo vedo il suo sguardo sconvolto, ma non ci faccio troppo caso; con non so quale forza mi tiro su dal letto e mi dirigo verso la porta del bagno chiudendola alle mie spalle.
Mi guardo allo specchio, che schifo.
Dopo quello che è successo ieri sera non ho chiuso occhio e ovviamente, proprio quando sono riuscita a prendere sonno, la sveglia ha deciso di suonare.
Oh, vaffanculo Draco Malfoy, adesso dovrò anche comprarmi una sveglia nuova.
Sbuffo togliendomi tutto di dosso e mi lancio nella doccia.
In un attimo ho finito, con un incantesimo mi asciugo i capelli e indosso la mia divisa chiudendo ogni bottone della camicia.
Mi guardo allo specchio e stendo un velo di trucco per nascondere un po’ le occhiaie, per quanto possibile. Un po’ di fondotinta, una linea di eyeliner e un filo di mascara. Perfetto.
Con una mollettina blocco due ciuffi di capelli dietro la testa, non sono abituata ad avere i capelli così lunghi, ne così mossi, ma questa mattina non ho proprio tempo di stare qui a farmeli lisci.
Probabilmente Daphne me li strapperebbe tutti solo per quanto tempo ci ho messo, e il mio lavoro sarebbe stato tutto inutile.
Sbuffo nuovamente, apro la porta ed esco dal bagno.
“Eccoti finalmente! Si può sapere che ti prende oggi?”
Mi volto verso la mia migliore amica con una scarpa ancora in mano, sorrido.
“Buongiorno Dap” le dico rispondendo al suo sguardo sconvolto.
“Tu sei pazza, ma di cosa ti sei fatta?Hai distrutto la sveglia...” commenta raccogliendo uno dei pochi pezzettini che ne sono rimasti.
Alzo le spalle tranquillamente “mi dava fastidio” rispondo infilando anche l’altra scarpa “andiamo a fare colazione?”
“Si andiamo… stai bene con i capelli così Pansy, mi piaci”
“Grazie, ero di fretta”
“Oh puoi dirlo forte, altri dieci minuti e il tavolo sarà vuoto ci scommetto. Tiger e Goyle sono due pozzi senza fondo...”
Ridiamo varcando la porta della Sala Grande, ha proprio ragione. Quei due potrebbero mangiare una montagna di cioccolato bevendo dieci burrobirre e non sarebbero ancora soddisfatti.
Camminiamo verso i nostri soliti posti e subito il mio sguardo cade su di lui.
Distolgo subito lo sguardo non appena lo vedo voltarsi in nostra direzione.
Mi deve una sveglia.
“Buongiorno ragazze, alla buon’ora! Pensavamo non sareste più arrivate” ci saluta Blaise prima di baciare la sua ragazza. Li guardo teneramente, sono dolci.
Daphne prende posto vicino al suo ragazzo ed io mi siedo tra Draco e Theo.
Li saluto entrambi con un sorriso, come se nulla fosse.
Beh, in fin dei conti non è successo nulla no?
“Questa mattina Pansy ha distrutto una sveglia”
Guardo Daphne decisamente male, possibile che non possa tenersi per lei quello che succede nel nostro dormitorio?
“Il concetto di solidarietà femminile ti è sconosciuto a quanto pare Dap” commento sorridendo amaramente iniziando a sorseggiare il mio caffè.
“Come mai tutto questo odio di prima mattina Pan?” mi chiede Theo avvicinandosi decisamente troppo.
“Mi dava fastidio, ed è la fine che farai tu se non la smetti di infastidirmi” rispondo donandogli uno dei miei sorrisi più acidi. Mi sorride compiaciuto.
Se non si toglie quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia giuro lo prendo a pugni.
“Dopo che lezione abbiamo ragazzi? Erbologia?” guardo Daphne ringraziandola mentalmente per aver cambiato discorso prima che facessi nero Nott.
“Si che palle, materia più noiosa di quella non poteva capitarci per iniziare l’anno” commenta Theo finendo in un unico sorso tutto il latte che aveva nella tazza.
“Quando ti toglierai quell’anello dall’orecchio Nott?” gli chiedo guardandolo scettica.
Si volta verso di me sorridendomi “mai”.
In fin dei conti con un sorriso così, l’orecchino può anche passare...
Guardo Draco, è silenzioso.
Fissa il piatto davanti a lui svogliatamente, sta pensando ad altro, è palese. Ma a cosa?
“Tu che materie facoltative hai scelto quest’anno Draco?” gli chiedo riscuotendolo dai suoi pensieri.
Mi guarda spaesato per un attimo, i suoi occhi grigi sono spenti.
Qualcosa si muove nel mio stomaco ma non ci do retta.
“Aritmanzia e divinazione...”risponde tornando a guardare il piatto davanti a se “ma non le frequenterò molto… ho altro da fare, qualcosa di più importante” conclude lasciando intendere che il discorso è chiuso.
Ci guardiamo tutti per un attimo, l’abbiamo capito tutti che c’è qualcosa che non va, ma nessuno ha il coraggio di chiedergli se i nostri sospetti siano fondati.
Guardo l’orologio, sono le 7.50, ho ancora quaranta minuti prima dell’inizio delle lezioni.
Mi alzo in piedi e tutti gli sguardi si puntano subito su di me “ragazzi, io vado a farmi una passeggiata prima che inizino le lezioni, ci vediamo in aula” concludo sistemandomi i capelli.
“Vengo anche io, devo prendere una boccata d’aria”
Guardo sorpresa Draco mentre si alza dalla panca, si sistema la cravatta e si incammina velocemente verso l’uscita. Mi guardo per un momento intorno e mi rendo conto che tutti gli occhi sono puntati su di lui.
Non dev’essere facile.
“Allora Pansy? Vieni?” la sua voce richiama la mia attenzione e subito mi incammino verso di lui, rendendomi conto che ero lì ferma impala a guardarlo come una perfetta stupida. Come tutto il resto della sala.

 

Usciamo in giardino sul retro dell’entrata principale, subito una ventata fredda si scontra con la mia pelle. Mi stringo nel mio maglione di lana strofinandomi le braccia con le mani.
“Fa freddo per essere Settembre” commento sedendomi su un muretto.
Si siede affianco a me “si hai ragione”.
Lo guardo senza saper che dire per la prima volta da quando lo conosco.
“Mi dispiace Draco”
Il suo sguardo si sposta su di me “per cosa?”
Faccio un bel respiro “per tutta questa situazione. Mi rendo conto che non sia facile stare qui, tutti ti guardano, tua mamma a casa da sola che avrebbe bisogno di te. Io lo so, e lo capisco...”
“Come puoi capirlo?” riporta lo sguardo davanti a sé, abbassando la testa “nessuno può capirmi Pansy. Nessuno. Sono da solo. Ho un compito da portare a termine e sono da solo. Ma ce la farò, ce la devo fare. Per i miei genitori, per mio padre. Adesso tocca a me”
“hai ragione, non posso capirti, ma posso aiutarti Draco! Se tu mi spiegassi...”
“Non puoi aiutarmi, nessuno può. Tu devi stare fuori da questa storia Pansy, devi starne fuori hai capito? Non voglio che ti succeda qualcosa, non potrei mai perdonarmelo” conclude finalmente guardandomi negli occhi. I suoi occhi sono lucidi, mi si stringe il cuore a vederlo così.
“Non mi succederà niente, ma tu sai che puoi sempre contare su di me” lo abbraccio di slancio fregandomene che qualcuno ci possa vedere.
Al diavolo tutti.
Le sue braccia avvolgono il mio corpo, ricambiando il mio abbraccio.
E’ la prima volta che si lascia andare ad un gesto del genere dove tutti potrebbero vederci da un momento all’altro…
Chiudo gli occhi ed inspiro il suo profumo. E’ fresco, è buono, sa di lui.
Improvvisamente un suono ci riporta alla realtà e dopo esserci guardati per un attimo negli occhi, decidiamo di dirigerci verso l’aula.

 

Ore 22.00 sala comune Serpeverde

 

“tutto bene Pan? Ti vedo pensierosa questa sera”
Guardo Blaise e Daphne seduti davanti a me, illuminati solo dalla luce del fuoco sono ancora più belli insieme, ancora più romantici.
Guardo per un attimo il libro sulle mie gambe e lo richiudo sospirando.
Mi guardo intorno accertandomi di essere soli; la sala comune stranamente è deserta questa sera.
“Sono preoccupata ragazzi, per Draco” mi guardando e capisco che la pensano proprio come me quindi continuo “ho paura che possa fare qualche sciocchezza… non ne sono sicura ma penso che il Signore Oscuro gli abbia affidato qualche compito che doveva portare a termine Lucius. Ma adesso che è ad Azkaban il suo compito deve portarlo a termine Draco...”concludo sistemandomi sulla poltrona.
“Preoccupazione più che fondata Pansy, ho lo stesso timore anche io...”risponde Blaise scuotendo la testa “e Draco pur di avere l’approvazione di suo padre farebbe di tutto”
“Se il Signore Oscuro gli avesse ordinato qualcosa sarebbe costretto a farlo Blaise” si intromette Daphne “sappiamo tutti come ripaga chi si rifiuta di fare qualcosa! Non penso avrebbe molta scelta. Se il Signore Oscuro ha ordinato qualcosa a Draco deve portarla a termine, o pagherà con la vita”.

Il mio cuore fa un balzo.

Sentire tutti i miei pensieri a voce alta fanno decisamente un altro effetto.
Mi mordicchio l’unghia dell’indice nervosa, come possiamo aiutarlo se non sappiamo niente.
“A voi ha detto qualcosa?” chiedo ai miei migliori amici
“Niente Pan…speravamo avesse detto qualcosa a te oggi...”
“Non mi ha detto niente. Lui vuole proteggermi” commento a bassa voce riportando il mio sguardo sul fuoco.
“Dobbiamo scoprire cos...”Blaise si interrompe improvvisamente, fissando lo sguardo su qualcosa alle mie spalle. Mi sporgo dalla poltrona per vedere cosa ha catturato il suo interesse, o meglio, chi ha catturato il suo interesse.
Draco se ne sta in piedi sulla soglia della sala comune con il braccio attorno alla vita di Tracy Davis.
Li guardo meglio, dev’essere sicuramente una presa in giro.
Il suo sguardo si sposta per un attimo su di noi, ma subito lo sposta altrove.
Per un momento giurerei di averlo visto guardare proprio me.
Schifoso bastardo.
Mi rivolto tornando a guardare il fuoco decisamente innervosita.
“Ma cosa sta facendo?” dice sconvolto Blaise continuando a guardare come incantato la coppia appena entrata.
“Schifo” rispondo secca riaprendo il mio libro. Cerco di concentrarmi sulle frasi che sto leggendo, ma mi sembrano soltanto tante parole messe insieme a caso senza un senso logico.
Che Draco Malfoy abbia sempre avuto tante ragazze si sa, ma almeno poteva evitare di piantonarsi qui in sala comune con Tracy Davis, che odio dal primo anno, in mia presenza.
Avevo giurato a me stessa che tutto sarebbe cambiato quest’anno, e mentre lui era con Tracy Davis, io ero qui a farmi mille pippe mentali sul suo futuro.

Ma vaffanculo.

Richiudo di scatto il libro e mi alzo in piedi gettandolo sul tavolo.
Blaise e Daphne mi guardano per un attimo preoccupati.
Cosa pensano? Che andrei li a fare una scenata?
Neanche per sogno.
“vado a farmi un giro” dico risoluta incamminandomi verso l’uscita prima che possano dirmi qualcosa.
Prima di varcare la soglia il mio sguardo cade su una delle poltrone dall’altro lato della stanza, Tracy se ne sta fieramente seduta sulle gambe di Malfoy.
Che se ne vadano tutti a quel paese.
Prima di vedere altro, esco velocemente dalla stanza.

Voglio allontanarmi da qui il prima possibile!

°°

Giro per il castello senza una meta ben precisa, guardo l’orologio, sono le 23.00.
Se tra mezz’ora mi beccano in giro finisco nei casini, ma io lì non ci torno!
“Cosa ci fai tutta sola in giro per il castello a quest’ora Parkinson?”
Mi volto di scatto facendo un balzo dalla paura, guardo Potter in piedi davanti a me.
Una sfiga dietro l’altra questa sera.
“hai preso paura?” scoppia a ridere avvicinandosi, incrocio le braccia sbuffando.
“Sei ovunque Potter, che palle”
“Come mai non sei con malfoy?”
“Non sono affari che ti riguardano, come mai non sei con la Granger e Weasley?”
“Non sono affari che ti riguardano”
“Mi sa che quello che c’è tra loro non riguarda neanche te però” rido guardandolo spostare lo sguardo altrove. Colpito e affondato.
“Suvvia Potter, hai sempre la ragazzina rossa no?” ridacchio sedendomi su una panchina
“Cos’è? Cerchi di consolarmi Parkinson?” commenta prendendo posto vicino a me
“Neanche per sogno” concludo spostando lo sguardo altrove.
“Malfoy dov’è?”
Mi volto a guardarlo curiosa “perchè ti importa così tanto di dov’è Draco? Fatti gli affari tuoi e della tua casa!” rispondo acida balzando in piedi. Mi ha stufata.
“Mi sembra solo strano non trovarti con lui. C’è maretta tra di voi?”
Lo guardo sconvolta “ma con chi pensi di parlare? Con qualche tuo stupido amichetto di Griffondoro? Sparisci Potter prima che ti arrivi una Cruciatus”
“Lasciala stare Potter e sparisci” una voce conosciuta arriva dalle mie spalle, mi volto e lo guardo sorpresa, lui cosa ci fa qui?
“Nott… hai cambiato uomo Parkinson?” mi chiede ridendo.

Giuro che se non la pianta lo schianto.

“Hai dieci secondi per sparire Potter, e poi se finito” dice Theo tirando fuori la bacchetta.
“E va bene e va bene, me ne vado. Buonanotte” nel giro di pochi secondi Potter se ne va, grazie a dio, liberandoci della sua presenza.
Sospiro sconsolata. Questa sera vogliono proprio darmi fastidio tutti.
“Grazie, ma non avevo bisogno di te” dico mettendo via la bacchetta
Theo si avvicina sorridendomi “lo so principessa, ma vi ho incontrati e non potevo non difenderti” conclude riponendo la bacchetta.
“Che uomo d’onore” ridacchio riprendendo a camminare.
“Pan...” mi volto a guardarlo, e adesso cosa c’è? “mi chiedevo se… beh non so, se una volta avresti voglia di venire a berti qualcosa con me a Hogsmade” conclude imbarazzato continuando a guardarmi.
Lo guardo per un attimo, guardo i suoi capelli ricci e scuri, ma sempre ordinati. E’ alto, muscoloso e ben piazzato. Lui, che ha sempre la divisa perfetta, questa sera ha la camicia che esce dai pantaloni e la sua cravatta ha il nodo decisamente allentato. Guardo il suo orecchino ad anello su un orecchio, quel coso dovrebbe proprio toglierselo, sembra un evaso da Azkaban.
“Va bene” gli rispondo sorridendo leggermente.
Vedo il suo sguardo illuminarsi e subito si apre in un sorriso che, porca miseria quanto è bello questo ragazzo…
Si avvicina lentamente infilando le mani in tasca “allora...” si abbassa su di me dandomi un lieve bacio sulla guancia “buonanotte” conclude imbarazzando volatilizzandosi in pochi secondi.

Rimango impalata per qualche minuto.
Ho appena accettato di uscire con Theodore?
Seriamente?
Mi incammino verso la mia sala comune scuotendo la testa, questa si che è bella.
Oddio, oddio, oddio!
Devo dirlo subito a Daphne!

 

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Capitolo 3
*** Impossibile liberarsene ***


Ciao a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo. 
Diciamo che è un capitolo di transito per introdurre nuovi elementi che porteranno poi avanti la storia!
fatemi sapere che ne pensate e recensite.
Buona lettura :)

5 Settembre

Mi guardo allo specchio per l’ennesima volta, non troverò mai qualcosa che mi stia bene…
Sbuffo lanciando tutto sul letto e crollo disperata sulla poltrona, perché ho accettato di uscire con Theo?!
Guardo i numerosi vestiti di alta moda sul mio letto, uno più elegante e scomodo dell’altro.

Ma chi me lo fa fare?

Improvvisamente la porta si spalanca e la figura di Daphne appare come un angelo sulla soglia della mia camera.
Spalanco gli occhi per la sorpresa guardandola meglio, allora forse esiste qualcuno lassù!
“Cercavo proprio te!” dico alzandomi di scatto dalla poltrona e chiudendo la porta alle sue spalle
“Diavolo Pansy, cos’è successo qui dentro? Sembra sia passato un uragano” commenta guardandosi attorno.
Si avvicina al letto mollando tutti i libri tra le sue mani sulla scrivania, il suo sguardo è attratto da qualcosa sul letto che riesco ad identificare solo quando lo prende tra le mani.
“Oddio ma è bellissimo questo vestito Pan, è uno Chanel! Meraviglioso” commenta tirandolo su per guardarlo meglio.
Sbuffo annuendo “Me l'hanno regalato i miei quando siamo andati a Parigi quest'estate...si è bellissimo, ma anche scomodissimo” concludo avvicinandomi al letto.
“Sono disperata Dap, devo uscire con Theo e non so cosa mettermi”
“Ma guarda quanti vestiti hai! Come fai a non sapere cosa metterti, hai l’imbarazzo della scelta” mi dice quasi esaltata guardando anche il mio armadio.
“Si ma mi sono stancata di mettermi queste cose, devo andare a Hogsmeade, non ad una cena a casa Malfoy dannazione!” sbuffo sconsolata avvicinandomi alla finestra. Il cielo è grigio come al solito e dei grossi nuvoloni neri all'orizzonte non promettono niente di buono...
Mi alzo sulle punte per arrivare alla maniglia, la giro di scatto e spalanco tutto.
Un colpo di vento gelido raggiunge immediatamente il mio corpo, un brivido di freddo percorre tutta la mia schiena. E’ solo inizio Settembre, ma l’estate sembra già un ricordo lontano. Mi siedo sul balcone e sporgendomi appena mi accendo una sigaretta inspirando lentamente il fumo. Le foglie degli alberi sono già tutte gialle e arancioni, adoro l’autunno.
“A che ora dovete vedervi?” mi chiede Daphne avvicinandosi e porgendomi una felpa “fa davvero freddo in questi giorni” continua strofinandosi le braccia con le mani.
Prendo la felpa e me la metto subito addosso, se continuo così prima o poi mi ammalo.
“Alle 18.30 ai Tre manici di scopa”
“Sono le 17! Devi muoverti, non hai ancora deciso cosa metterti” ridacchia riportando lo sguardo sul mio letto.
Mi strofino gli occhi buttando fuori un po’ di fumo, oggi sono davvero stanca. Ieri sera sono stata sveglia fino alle 2 per finire un compito di trasfigurazione.
Sono convinta che la McGranitt lo faccia apposta a darceli con poco preavviso, non vede l'ora di fregare qualcuno di noi Serpeverde.
Sbuffo innervosita lanciando via il mozzicone della mia sigaretta finita.
Scendo dal balcone richiudendo subito le finestre, prendo la bacchetta e con un incantesimo tutta la puzza di fumo scompare in un attimo.
“Ti serve qualcosa?” chiedo a Daphne guardandola. Mi sono totalmente dimenticata che probabilmente era venuta qui per chiedermi qualcosa.
“Si volevo chiederti se hai finito il compito di trasfigurazione per lunedì e...”tentenna un attimo, la guardo “beh ieri sera stavo andando in camera di Blaise e ho visto Malfoy e Rose Madley salire nel dormitorio maschile ed entrare nella camera di Draco...”sputa tutto fuori ad una velocità allucinante e per un momento spero di aver sentito male.
La guardo senza tradire alcuna emozione.
Un enorme moto di rabbia mi sale facendomi ribollire “lo sapevo che sarebbe andata così, ma almeno poteva aspettare un po’ di tempo” sputo fuori decisamente arrabbiata. Chissene frega, tanto è Daphne. 
Non mi aspettavo chissà quale comportamento da Draco Malfoy, ma almeno un po’ di decenza.
“Hai perfettamente ragione Pan… non sapevo se dirtelo ma alla fine anche Bla mi ha detto che sarebbe stata la cosa migliore da fare”
“hai fatto benissimo Daphne, preferisco saperle le cose che rimanere all’oscuro di tutto. Draco Malfoy per quanto mi riguarda può andarsene a fanculo” concludo avvicinandomi all’armadio.
Tiro fuori un paio di jeans leggermente strappati sulle ginocchia, una maglietta di Moschino con le maniche a ¾ e le mie dr Martens.
“Cosa intendi fare?” mi chiede Daphne guardandomi attentamente. Segue ogni mio movimento, probabilmente aspettandosi una sfuriata da un momento all'altro.
Ma non arriverà, Malfoy non turberà più la mia vita.
“Adesso?Uscire con Nott e non pensare a quello che fa Malfoy… che si diverta pure” concludo secca chiudendomi in bagno.

 

°°

 

Entro ai Tre manici di scopa stringendomi nel mio cappotto, ma quanto freddo fa oggi?
Mi guardo attorno cercando Theo, è pienissimo come sempre.
Potter, la Granger e Weasley sono seduti in un tavolo all’angolo, fissano costantemente la sorella di Weasley, poveraccia non può neanche farsi la sua vita.
Incrocio per un attimo lo sguardo di Potter che mi sorride e alza il bicchiere in mia direzione senza farsi vedere dagli amici. Distolgo lo sguardo immediatamente, se pensa che io possa salutarlo si sbaglia di grosso.
“Ciao Pan” mi volto verso il tavolo da cui proviene questa voce. Nott mi guarda con un sorriso che scioglierebbe chiunque.
“Ciao Theo” mi avvicino al tavolo e mi tolgo il cappotto. Mi siedo subito strofinando le mani.
“Freddo oggi vero?” mi chiede sorridendomi gentile.
Ricambio il sorriso “si decisamente” lo guardo meglio, ha una camici bianca perfettamente stirata che gli sta davvero molto bene, il ciuffo di capelli che gli ricade perennemente sugli occhi è sempre lì e anche l’orecchino, ma devo dire che non mi dispiace più di tanto.
“Ho già ordinato una burrobirra anche per te, speravo non mi dessi buca” ridacchia incrociando le braccia sul tavolo.
“Grazie… non l’avrei fatto”gli sorrido mentre il cameriere mi appoggia davanti il boccale di burrobirra, lo ringrazio con un cenno.
Vedo degli sguardi su di noi, possibile che la gente non sappia mai farsi gli affari propri?
“Mi ha sorpreso che tu abbia accettato il mio invito sinceramente, non me lo aspettava” beve il primo sorso guardandomi con quel suo sorrisetto che oggi proprio sembra non voglia andarsene
“Togliti quel sorrisetto soddisfatto dalla faccia Nott, potrei sempre andarmene da un momento all’altro” ridacchio guardandolo negli occhi.

 

°°

 

Entriamo in sala comune ridendo, devo dire che oggi pomeriggio mi sono proprio divertita.
Guardo l’orologio, sono le 20.30 “appena in tempo per la cena” commento ridacchiando ancora per la battuta di Theo.
Non mi aspettavo fosse così simpatico, ne pensavo mi sarei mai trovata bene con qualcuno così diverso da Draco.
Già, perché Theo è totalmente diverso da Draco.
“Raggiungiamo gli altri e andiamo a mangiare?” mi chiede mettendomi un braccio intorno alle spalle. Annuisco sorridendo, per la prima volta dopo tanto tempo.
Ci avviciniamo agli altri, subito tutti gli sguardi si fissano subito sul braccio intorno alle mie spalle.
Me ne frego altamente, lui non c’è nemmeno.
Sarà con qualche ragazzina come al solito.
“Ciao ragazzi, aspettavamo proprio voi per andare a mangiare!” dice Daphne alzandosi in piedi seguita a ruota da tutti.
“Qualcuno sa dov’è Draco?” chiede Blaise guardandosi in giro
“Ha detto che aveva da fare e di non aspettarlo” dice Vincent scrollando le spalle con leggerezza.
Per un attimo sento gli sguardi di Blaise e Daphne su di me, ma non ci faccio caso e mi incammino affianco a Theo verso la sala Grande.
Varchiamo la soglia e prendiamo tutti posto al tavolo come ogni sera.
Mi siedo al mio solito posto, davanti a Blaise e Daphne, affianco a Theo. Guardo il posto vuoto alla mia destra, ma scuoto la testa decidendo di non pensarci più.
In fin dei conti Malfoy non è più un mio problema.
Iniziamo a mangiare parlando del più e del meno, uno strano clima rilassato regna sovrano tra il tavolo di Serpeverde.
“Sapete cos’ho scoperto oggi?” chiede Millicent alzando la voce perché più gente possibile possa sentirla “Weasley dopo la partita ha baciato Lavanda Brown e Moon di Corvonero ha giurato di aver visto la Granger scappare in lacrime” conclude ridendo e scatenando molte risate tra le serpi.
“E come mai Moon te l’avrebbe detto proprio a te Bullstrode?” chiede Vincent poco convinto.
Soffoco una risata capendo subito dove voglia andare a parare
“Beh” inizia Millicent sistemandosi i capelli “diciamo che io e Moon siamo buoni amici, ottimi amici” conclude soddisfatta guardando le ragazze intorno a lei
“Non ho dubbi Millicent” conclude ironico Vincent scatenando l’ilarità generale.
Le risate attirano l’attenzione degli studenti delle altre case, soprattutto quella dei Griffondoro ovviamente.
“Cosa avete da ridere tanto?” chiede Potter alzando il tono di voce per farsi sentire “ridete di noi?”
“Quando mai non ridiamo di voi Potter?” gli chiedo incrementando ancora di più le risate al tavolo di Serpevedere. Sorrido soddisfatta, incredibile quanta soddisfazione dia prendersela con Potter e i suoi amichetti.
“Oh stai zitta Parkinson” risponde stizzito. La mezzosangue gli da un colpetto sulla spalla facendogli intendere di smetterla, sorrido divertita.
“Di sicuro non prendo ordini da te” rispondo secca ritornando a guardare il mio piatto molto tranquillamente.
Incrocio lo sguardo di Daphne e Blaise che stanno ridendo senza nascondersi troppo.
“Prima o poi quel vecchiaccio di Silente o la mcGranitt troveranno sicuramente un pretesto per toglierci tutti i punti che avrebbero voluto toglierci in questi anni” sospira amaramente Theo sorridendo. Ha proprio ragione, ma me ne preoccuperò quando quel giorno arriverà!
Finiamo di mangiare e decidiamo di tornare in sala comune, oggi è sabato ma non c’è proprio niente da fare.
Sbuffo annoiata intorno “nessuna festa questa sera?” chiedo a Daphne, lei è sempre informata su queste cose.
Scuote la testa sospirando “niente di niente Pan, troveremo qualcosa da fare tra di noi” conclude facendomi l’occhiolino prima di prendere per mano il suo ragazzo e sparire da qualche parte nei sotterranei.
“Sisi come no, loro troveranno sicuramente qualcosa di divertente da fare” commenta Goyle ridendo. Lo guardo sorpresa, da quando Goyle è in grado di pensare?
“Vado a farmi un giro ragazzi, ci vediamo” taglio corto il discorso e me ne vado prima che qualcuno possa dirmi qualcosa.
Prima che Theo possa fermarmi…
Ho bisogno di stare un po' da sola, è tutto così diverso dagli altri anni.
Cammino, cammino e cammino… non so neanche dove mi stiano portando i piedi, ma continuo a vagare per i corridoio della scuola in religioso silenzio.
Ogni tanto è proprio quello che ci vuole.
Oggi con theo sono stata davvero bene, è così diverso da Draco.
Non devo continuamente cercare di capire a cosa stia pensando, ne ho mai dovuto riempire qualche silenzio di troppo. E’ un ragazzo fin troppo solare e buono per essere paragonato a Draco, mi sorprende anche che sia un Serpeverde in realtà!
Un rumore attira la mia attenzione, guardo la porta che ha fatto questo rumore e vedo una sagoma che conosco fin troppo bene uscire dalla stanza.
Quei capelli biondi possono appartenere solo ad una persona.
Dannazione!
Mi volto di scatto cercando di andare via il più velocemente possibile prima che mi veda.
“Vaffanculo lurido magono!” lo sento urlare mentre cammino veloce in direzione opposta, ti prego fa che non mi veda, aumento il passo per andarmene via da qui il prima possibile. Non ho proprio voglia di vederlo. 
“Pansy!”
Non appena pronuncia il mio nome mi blocco, è come se i miei piedi non volessero più proseguire.
Non fare la bambina Pansy Parkinson, muoviti e vattene da qui.
Nonostante andarmene sia l’unica cosa che voglio fare proprio non ci riesco.
Sono inchiodata qui.
Non mi volto neanche, sento i suoi passi che si avvicinano e improvvisamente l’unica cosa che vedo sono due labbra rosee e morbide.
Trattengo il respiro senza dire niente, alzo lo sguardo guardandolo negli occhi. Sono di un grigio che fa concorrenza al colore del cielo.
Grandissima cazzata Pansy!
“Cosa ci fai qui?” la sua voce dura si scontra con le mie orecchie riportandomi alla realtà.
E’ di malumore, decisamente.
“Cosa ci fai tu piuttosto” rispondo a tono senza tradire alcuna emozione.
Non posso mostrarmi debole, non con lui, non lo merita.
“Prima o poi sarai odiato da tutta la scuola Malfoy se continuerai a fartele tutte e poi scappare” ridacchio acidamente. Per un momento la sua espressione è sorpresa, espressione molto rara da vedere sulla faccia di un Malfoy.
“Ho cercato di imbucarmi alla festa di Lumacorno” dice solamente spostando lo sguardo altrove.
E’ spento.
“Sei ridotto così male da doverti imbucare alle feste?”
“E tu sei ridotta così male da uscire con Nott?” risponde acido facendo un passo verso di me. Lo guardo sorpreso che abbia tirato fuori questa storia, sul serio?
Tengo alta la testa, nonostante sia estremamente vicino al mio viso.
Se spera che io possa crollare adesso si sbaglia di grosso.
“Strano, era uno dei tuoi più cari amici fino a ieri”commento con sguardo di sfida
“La gente fa presto a cadermi in basso”
“Anche tu fai presto a cadere in basso Draco”
Mi guarda in silenzio, senza proferire parola.
Lo guardo soddisfatta “se vuoi posso prestarti un vocabolario, sai ne ho tanti, almeno impareresti parole nuove con cui rispondere... o magari puoi chiedere alla Granger di farti un corso di retorica” concludo regalandogli uno dei miei sorrisi più compiaciuti di sempre.
Il suo sguardo è gelido, come sempre.
Faccio per voltarmi e andarmene, ma improvvisamente afferrandomi per la vita mi blocca tra il muro e il suo corpo. Il suo viso è a pochi centimetri di distanza da me.
Trattengo il respiro, coraggio Pansy.
La sua mano sinistra inizia a risalire il mio corpo in una sorta di carezza mentre la destra rimane ancorata sulla mia vita. Giocherella con un ciuffo di capelli per qualche attimo, prima di incastrare il mio mento tra le sue mani. Lo guardo fisso negli occhi, per la prima volta vedo una luce strana.
“Non farmi incazzare Pansy, sai di cosa sono capace” sussurra fissandomi negli occhi come se fossero l’unica cosa presente. Un brivido percorre la mia schiena.
"Smettila di giocare o te ne pentirai” sussurra al mio orecchio spostando leggermente il braccio.
Sposto lo sguardo altrove continuando a trattenere il respiro, cosa diavolo sta cercando di fare?
Sposta lievemente il colletto della mia camicia appoggiando le sue labbra fredde come il marmo sul mio collo. Rimango immobile senza aver la forza di protestare.
O forse non voglio farlo, non lo so.
Come una piccola bambola indifesa tra le sue mani.
Dopo qualche istante riporta il suo sguardo nei miei occhi…
La sua mano imita una carezza dulla mia guancia, Draco non sa fare le carezze. 
Per la prima volta mi sento turbata dalla sua presenza e ne ho quasi paura, non è lui. 
“Te lo ripeto, non farmi incazzare Pansy, ho un compito da portare a termine e tu mi distrai troppo” sussurra prima di scomparire nell’oscurità del corridoio.
Butto fuori tutta l’aria trattenuta fino ad ora e senza che io lo voglia sento i miei occhi farsi sempre più bagnati.
Scoppio in un pianto liberatorio accasciandomi per terra.
Questo rende tutto ancora più difficile.
Per la prima volta dopo tanto tempo ero felice, e lui come sempre è riuscito a strapparmi anche la felicità di questa giornata.
Non so cosa fare, non so cosa pensare, non so cosa dire.
E’ uno stupido, dannazione quanto è stupido! Si sta buttando nelle mani del signore Oscuro solo per proteggere i suoi genitori e…
“Parkinson, tutta sola anche questa sera? Sta diventando un abitudine”
Sospiro rassegnata riconoscendo la voce del mio interlocutore.

Dannazione.
Mi asciugo le lacrime in fretta preparandomi allo scontro
“Fottiti Potter”

 

 

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Capitolo 4
*** Uno di loro ***



Ciao a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo, mi dispiace per il ritardo imperdonabile! 
Lasciate qualche recensione e fatemi sapere che ne pensate, ringrazio tutti in anticipo per la lettura.

Potter fece un passo verso di me ma si bloccò non appena i nostri sguardi si incrociarono.
“Stai piangendo Parkinson?”balbettò quasi incredulo
Puntai lo sguardo su un punto indefinito davanti a me, avrei preferito morire che trovarmi in questa situazione e dargli questa soddisfazione.
“No” risposi secca alzandomi in piedi cercando di mantenere il controllo; ma Potter non sembrò ascoltare la mia risposta e si avvicino lentamente a me.
Lo guardai curiosa, e adesso che voleva fare?
“Stavi piangendo” concluse infine riponendo la bacchetta.
Per un attimo presi in considerazione l’opzione di schiantarlo e andarmene lasciandolo lì, ma cosa ci avrei guadagnato alla fine?
Sospirai rassegnata, tutto questo doveva essere una qualche punizione divina per non so che cosa!
“Non ho voglia di parlare in questo momento Potter” dissi voltandomi e incamminandomi nel corridoio. Prima me ne sarei andata da lì, meglio sarebbe stato.
“E’ per malfoy?” non appena la sua domanda raggiunse le sue orecchie mi pietrificai bloccandomi.
Con dei passi svelti mi raggiunse e si piazzò davanti a me fissando i suoi occhi nei miei “dio, sembra che tu abbia appena guardato il basilisco negli occhi...”
“Non sono affari che ti riguardano”
“Sono affari che mi riguardano nel momento in cui il tuo ragazzo inizia a tramare qualcosa che potrebbe mettere in pericolo tutti quanti”
“Tu non sai niente di Draco! Quindi taci, non sai proprio niente” risposi alzando la voce e sorprendendomi della mia reazione “ e non è il mio ragazzo” conclusi con questa precisazione prima di voltarmi per tornare nel mio dormitorio.
"Chi ci fa soffrire non ci ama davvero" 
Le sue parole lontane raggiunsero appena le mie orecchie, ma le sentii, le sentii fin troppo bene.
Cosa diavolo voleva saperne lui di quello che stava facendo Draco?
Sospirai, in fin dei conti non aveva tutti i torti.
Con passi veloci, in pochi minuti varcai la soglia dei sotterranei e mi diressi velocemente verso camera mia ignorando tutte le persone in sala comune.
“Parkinson , stiamo per giocare a poker, ti fai una partita con noi?” guardai Jhon Mills del settimo anno non appena la sua proposta raggiunse le mie orecchie.
Guardai per un attimo tutto il gruppetto del settimo anno guardarmi, e per un attimo pensai a quanto sarei stata felice di quell’invito se solo non mi avessero rovinato la serata.
“Sarà per un’altra volta Mills” risposi in fretta incamminandomi verso il dormitorio maschile, sotto lo sguardo incuriosito di tutti.
Incrocia frettolosamente lo sguardo curioso di Daphne, sapevo che una volta tornata in stanza mi avrebbe uccisa per non aver accettato l'invito di Mills e dei suoi amici, i nostri sogni da quando eravamo delle sciocche ragazzine di undici anni. E tutto per colpa sua.
Questa volta non gliel’avrei fatta passare liscia.
Al diavolo Draco Malfoy che rovinava le mie giornate da quando avevo undici anni.
Spalancai quella porta che conoscevo fin troppo bene senza curarmi troppo delle buone maniere. Subito il mio sguardo fu attirato dalla figura sul letto; Blaise stava leggendo tranquillamente un libro su qualche strana cura medica babbana, ma lo richiuse non appena mi vide.
“Adesso basta” scoppiai richiudendo la porta dietro le mie spalle e alzando forse un po’ troppo la voce “Blaise. Comunica a Malfoy che se intende rovinarmi la vita non ce la farà, giuro su dio che prima o poi se ne pentirà se non la pianta subito”
“Ehi calma Pans, che succede?”
“Succede che il tuo amichetto non ha ancora capito che non è il re del mondo e non può permettersi di usare e trattare come cazzo gli pare chiunque gli capiti a tiro. Certi comportamenti se li risparmi per Potter e compagnia! E’ uno stupido narcisista, egoista, egocentrico sotuttoio peggio della Granger”
“Chi sarebbe peggio della Granger?” una voce gelida alle mie spalle mi costrinse a fermarmi.
Per un attimo lo sguardo di Blaise diventò davvero davvero preoccupato.
Mi voltai con una faccia che sono sicura avrebbe fatto scappare anche il peggiore dei disennatori.
“TU!” urlai con tutta la voce che avevo in corpo “stupido idiota pallone gonfiato” conclusi avvicinandomi sempre di più e puntandogli un dito sul petto.
Blaise scivolò fuori dalla stanza silenziosamente “e tu dove pensi di andare?” gli chiesi fulminandolo subito con lo sguardo interrompendo la sua fuga.
“E’ una questione tra di voi, io vado da Daphne” disse appiattendosi contro il muro e sgusciando via in un attimo.
Dopotutto si sapeva, il coraggio non è dote dei Serpeverde.
Al diavolo anche Blaise, potevo farcela da sola.
Riportai il mio sguardo furente su Draco Malfoy.
I suoi occhi grigi mi scrutarono per qualche attimo avvicinandosi a me, il suo profumo entrò prepotentemente nelle mie narici, ma non permettei a nessuna emozione di manifestarsi sul mio volto. Questa volta non mi sarei fatta zittire da lui, proprio no.
“Perchè fai così” sbuffò chiudendo la porta alle sue spalle.
“Perchè non ti sopporto più” dissi in totale sincerità.
Dopotutto non mi sarei sicuramente fatta problemi a parlare.
Come se non avessi mai parlato, si mosse verso il letto sfilandosi il maglione e gettandolo sul letto.
La sua camicia era così bianca e immacolata da darmi quasi fastidio.
Questa sua aria di perfezione, era insopportabile.
“Ti ho sopportata io tante volte Pansy” ridacchiò accendendosi una sigaretta babbana.
Tremando impercettibilmente dalla rabbia e dal nervosismo, andai verso la finestra spalancandola totalmente.
“chiudi quella finestra fa freddo” il suo tono risuonò come un ordine
“Non intendo morire soffocata perché sua maestà ha freddo”
“Rischiamo di ammalarci entrambi”
“Preferisco prendere freddo piuttosto che essere scoperta da quella megera della McGranitt” conclusi secca guardandolo con aria di sfida.
Si avvicinò fermandosi a pochi centimetri dalla mia faccia “perchè fai la bambina?”
Improvvisamente prendendomi per il braccio mi spinse sul letto chiudendo in un attimo la finestra.
“Ma sei pazzo? Non toccarmi” mi alzai di scatto dal letto, ma cosa pensava di fare?
Mi diressi subito verso la porta senza pensarci due volte, ma la chiave girò volando infine molto velocemente tra le mani di Draco.
“Malfoy cosa vuoi?”chiedi voltandomi e guardandolo quasi disperata ma con aria di sfida.
Non ne potevo più.
Perchè ero andata in quella stanza? Cosa volevo fare?
Si sa, con i Malfoy non si ottiene mai niente, hanno sempre ragione loro. E adesso mi ritrovavo in trappola in quella maledettissima stanza, con lui.
Improvvisamente facendo aderire il suo corpo al mio, mi bloccò. Trattenni il respiro sperando che non si sentisse il mio battito sempre più veloce.
Dietro le mie spalle c’era solo il muro, nessuna via di uscita.
Benissimo.
“Presa” ridacchiò gettando il mozzicone della sigaretta ormai finita. Lo guardai turbata, finché i suoi occhi grigi non si puntarono direttamente nei miei.
Trattenni il respiro senza sapere cosa fare, ovviamente.
“Voglio che tu mi chiami Draco, non Malfoy, prima di tutto” sentenziò quasi sottovoce avvicinandosi pericolosamente al mio viso simulando una carezza.
“Va bene, Draco. Adesso posso andare?” chiesi con voce ferma senza mostrare il minimo cambiamento.
Per un attimo i suoi occhi guizzarono sorpresi, tornando gelidi subito dopo.
Sapevo che al minimo cedimento avrebbe vinto lui, si sarebbe sentito vincitore di questo gioco; ed io non gli avrei mai dato questa soddisfazione.
Dovevo dimostrargli di essere forte, anche senza di lui.
“Pansy...”sussurrò spostando lo sguardo altrove “ti va di rimanere un po’ con me?” concluse ritornando a fissare i miei occhi come per leggerci una risposta.
Ero… stupita.
Mi stava chiedendo di restare sperando che andassi di nuovo a letto con lui?
Mai.
O lo stava facendo solo per prendersi gioco di me?
Per un attimo, tutte le sensazioni provate qualche mese prima, tornarono fuori prepotenti.

Dobbiamo parlare” la voce secca di Draco raggiunse le mie orecchie e trattenni il fiato.
Sapevo cosa voleva dirmi, erano mesi che aspettavo questo.
Mi incamminai dietro di lui salendo le scale del dormitorio maschile.
Solo qualche giorno prima suo padre era stato arrestato al Ministero, e Draco non era più lo stesso. Avevo dovuto trattenerlo quando il giorno dopo aveva rivisto Potter per i corridoi mentre si aggirava con aria di vittoria. Ma se avessi potuto lo avrei schiantato immediatamente io stessa.
Entrai in camera sua dopo di lui, chiudendo la porta alle mie spalle ma rimanendo lì, vicino alla prima via di fuga che avrei usato.
Pansy non possiamo più continuare...questa cosa...” disse con sguardo vuoto fissando il pavimento. Sorrisi, lo conoscevo meglio di quanto pensasse.
Perchè?”
Il suo sguardo guizzò sulla mia figura, studiandomi da testa a piedi, come sempre
Perchè non ha senso, perché non siamo niente, perché mi sono stancato e ho bisogno di stare da solo” concluse spostando nuovamente il suo sguardo altrove.
ok”
Mi voltai abbassando la maniglia della porta e uscii dalla stanza a testa alta.
Dopotutto sapevo che Draco Malfoy non si sarebbe mai potuto innamorare di me, mi rispettava certo, ma non si sarebbe mai innamorato di me.
Mi diressi verso la mia camera, pronta per rifare le valige.

“Parliamo un po’, ho bisogno di parlare con te”
La sua voce bassa mi riportò alla realtà, lasciandomi ancora una volta sorpresa.
Per la prima volta, nei suoi occhi grigi lessi qualcos’altro oltre al suo egoismo ed egocentrismo.
Per la prima volta vidi un ragazzo, un ragazzo come tanti, un ragazzo spaventato e triste.
Troppo triste per un ragazzo di sedici anni.
Non lo riconobbi, non riconobbi Draco.
Il suo solito cipiglio fiero e altezzoso non c'era, in questo momento il suo sguardo era basso e buio come non l'avevo mai visto.
Annuii chiudendo gli occhi e in un attimo sentii il mio corpo libero dalla sua pressione.
Li riaprii poco dopo, se ne stava in piedi davanti alla finestra, guardando le goccioline di pioggia che lentamente avevano iniziato a scontrarsi con il vetro della finestra.
Mi sedetti sul suo letto sospirando, perché era così incoerente?
Mi avrebbe fatta uscire fuori di testa da un giorno all’altro e sarei diventata peggio di sua zia bellatrix, ne ero certa.
“Cosa succede Draco?”
“Ho un compito Pansy… un compito più grande di me...” sospirò appoggiando la fronte al vetro.
Lo guardai e nuovamente non lo riconobbi, che fine aveva fatto Draco Malfoy? In quale oscurità si era perso?
“E in cosa consiste?”
“Questo non posso dirtelo”
“E allora che senso ha che tu me lo dica!” mi sistemai meglio sul letto, decisamente innervosita.
“Non te lo posso dire, metterei in pericolo anche te”
Improvvisamente si staccò dalla finestra prendendo posto affianco a me.
Guardavamo i nostri piedi, senza incontrare mai lo sguardo.
Lui voleva proteggermi?
“C’entra il Signore Oscuro?”
“Si…”
“Draco, non sei costretto a fare qualcosa che non vuoi fare”
“non essere sciocca Pansy, se non porterò a termine il mio compito lui ucciderà tutte le persone a me più care. Non posso permettere che questo accada e adesso che mio padre è ad Azkaban sono io a dover tirare avanti le redini della famiglia” concluse alzando lo sguardo su di me.
Feci lo stesso, incontrando i suoi occhi gelidi.
Lentamente mi avvicinai a lui, avvolgendo la sua mano nella mia.
Sapevo cosa avrei trovato, ma dovevo vederlo con i miei occhi. Finchè non l'avrei visto con i miei occhi non me ne sarei resa conto.
Sbottonai il bottone della manica della camicia e iniziai a sollevarla piano, un brivido percorse il suo corpo.
Ne ero sicura, era diventato uno di loro.
Un brivido percorse la mia schiena, e i suoi occhi si spostarono altrove quasi fosse imbarazzato.
Cercò di ritirare il braccio, ma lo tratteni e sollevai la manica lentamente.
Ero sicura di volerlo vedere?
Sollevai piano sfiorando la sua pelle fredda e vidi ciò che avevo sempre saputo ci sarebbe stato un giorno sul suo braccio, solo pensavo sarebbe stato un momento molto più lontano. Il simbolo di Lord Voldemort marchiava la sua pelle candida in mezzo all’avambraccio.
Lo fissai per qualche minuto senza dire una parola, in fin dei conti cosa c'era da dire?
Lasciai andare improvvisamente il suo braccio, quasi mi fossi scottata.
Draco era senza via d'uscita. Avrebbe dovuto portare a termine il suo compito o il Signore Oscuro avrebbe fatto fuori lui e tutta la sua famiglia.
“Sei uno di loro” riuscii solo a sussurrare
Mi guardò silenzioso, senza saper che dire. 
Mi alzai lentamente e dopo essermi guardata un attimo in giro capii che era il momento di farmi da parte. 
Era arrivato il suo momento, voleva giocare la partita da solo ed io non gliel'avrei impedito.
Mi diressi verso la porta senza dire altro "Pansy, sei l'unica che lo sa. Ti prego non dire niente a nessuno" mi voltai mentre disse queste parole.
Vidi paura, angoscia, timore nei suoi occhi. Ma d'altra parte riuscii a vedere anche una sorta di soddisfazione, dopotutto il Signore Oscuro aveva dato questo compito proprio a lui. In qualche modo si sentiva importante.
Quello che non capiva era quanto non fosse giusto tutto questo.
Annuii velocemente prima di andarmene definitivamente da quella stanza. 

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Capitolo 5
*** Routine ***


Ciao a tutti! Ringrazio tantissimo chi ha recensito i capitoli precedenti, mi fa sempr emolto piacere leggere i vostr pareri.
Buona lettura, fatemi sapere che ne pensate :)


L’aria natalizia iniziava a farsi sentire ad Hogwarts.
Alberi di natale, palline, fiocchi rossi e luci contornavano ogni arredo della scuola e il cortile era già totalmente innevato. Camminavo lentamente lungo il sentiero in direzione dei Tre manici di scopa, volevo godermi la neve. Mi aveva trasmesso un senso di calma e quiete, rendendo tutto così incredibilmente silenzioso, quasi surreale. Ed io, in questo momento, era proprio del silenzio che avevo bisogno.
Chiusi gli occhi e inspirai per un attimo l’aria fresca intorno a me, aveva smesso di nevicare da un’ora, ma il cielo non prometteva niente di buono, avrebbe ripreso a nevicare a breve, ne ero certa.
Giunta davanti all’ingresso del pub, entrai tamburellando i piedi sul pavimento.
I miei stivali erano già pieni zeppi di neve.
Cercai velocemente con gli occhi i miei amici e non ci misi molto a trovarli.
Ultimo tavolo nell’angolo a sinistra, il posto perfetto da cui vedere tutto il locale. Il tavolo era sempre lo stesso per noi Serpeverde.
Mi avvicinai al tavolo iniziando ad aprirmi la giacca, per fortuna qui dentro faceva caldo! Il freddo tagliente che c’era fuori era quasi insopportabile.
“Ciao ragazzi” li salutai prendendo posto affianco a Theo che mi sorrise di rimando
“Ciao Pan, nevica ancora?” chiese Vincent ingurgitando quella che ero certa fosse l’ennesima birra dato il suo colorito paonazzo in faccia.
“No ha smesso, ma penso rinizierà tra poco. Allora Dap che volevi dirci?”
Erano giorni che Daphne diceva di doverci raccontare qualcosa di così assurdo che non poteva essere raccontato per i corridoi, ne nella sala comune dove tutti avrebbero sentito.
Avevamo deciso quindi di trovarci ai Tre manici di scopa per poter parlare in tranquillità, anche se probabilmente c’era più gente qui dentro che nei sotterranei, notai guardandomi attorno.
“manca ancora Malfoy!” fece notare Goyle borbottando per tutto il cibo che era riuscito ad infilarsi in bocca.
Trattenni il respiro cercando di non tradire alcuna emozione, erano quasi due mesi che non ci parlavamo, se non per frasi di cortesia ovvio.
Non sapevo cosa fare, ma non avrei potuto parlarne con nessuno, neanche con Daphne. Questo avrebbe implicato una spiegazione completa, ed io non potevo rivelare niente.
Ultimamente Draco si era isolato ancora di più rispetto all’inizio dell’anno, parlava poco e lasciava addirittura passare Potter e amici per il corridoio senza dire niente. Spariva spesso, senza che nessuno sapesse dove andava. Non parlava, con nessuno.
Neanche con il suo migliore amico, Blaise, con cui aveva sempre parlato di tutto.
Non era più lui. E tutti l’avevamo capito.
Stava cercando di fare qualcosa, ma io non sapevo cosa, e non avrei potuto fare niente per aiutarlo.
“Draco non viene” la voce di Blaise mi riportò alla realtà “strano” borbottai sottovoce per non farmi sentire, ma lo sguardo di Daphne affianco a me mi fece intendere che lei aveva sentito perfettamente.
Scrollai le spalle senza preoccuparmene troppo “allora Dap, hai intenzione di parlare o un drago ti ha mangiato la lingua?”
“E va bene, va bene! Ma con calma! Allora l’altro giorno, dopo la partita contro Griffondoro, non sapevo che fare e me ne stavo andando in giro per i corridoi quando all’improvviso ho sentito dei singhiozzi provenire dal fondo di una scala. Sapendo di essere in territorio di Griffondoro non mi sono fatta vedere ovviamente e sono rimasta in cima alle scale, e indovinate cos’ho visto e sentito? La Granger che piangeva sulla spalla di Potter perché Weasley si è fatto al Brown e lei è persa di lui” concluse scoppiando in una fragorosa risata seguita da tutto il tavolo
“beh non che fosse un segreto che la Granger sia persa di Weasleyuccio” ridacchiò Theo bevendo un sorso di burrobirra “ma che lei si sia messa a piangere sulla spalla di Potter… dio avrei pagato per vedere la scena...” concluse con aria divertita.
“E cosa ancora migliore, Potter piagniucolava perché a lui piace la piccola Weasley, ma lei se la fa con Dean Thomas” concluse Daphne scoppiando a ridere nuovamente
“Beh, mal comune fa mezzo gaudio si dice, no?” chiesi sorridendo divertita da tutte queste chiacchere. Dio, che vita amara senza Potter e le loro storielle.
“Da quando conosci i proverbi babbani?” mi chiese all’orecchio Theo
“Da sempre, ma ho deciso di iniziare ad usarli, rendono perfettamente l’idea” risposi abbassando lo sguardo sulle sue labbra. Eravamo vicini, molto vicini come sempre dannazione.
E quel suo orecchino iniziava a non dispiacermi così troppo.
“Cosa ci facevi nella torre di Griffondoro?” chiese improvvisamente Blaise puntando il suo sguardo sulla sua ragazza. Il clima si fece all’improvviso troppo serio, come se ci fosse qualcosa sotto. Effettivamente qualcosa non tornava perché mai Daphne era andata fino alla torre di Griffondoro?
“Stavo… andando in giro a caso...” rispose Daphne abbassando lo sguardo sulla sua burrobirra e accennando un sorriso. Prese il bicchiere in mano e per un momento potrei giurare di aver visto le sue mani tremare impercettibilmente.
Cosa stava succedendo?
“Sarà andata lì perché sa che le risate migliori possiamo farcele sulle disgrazie di qualche Griffondoro” dissi ridacchiando seguita dagli altri cercando di chiudere il discorso, ma lo sguardo di Blaise non era assolutamente divertito.
Il pomeriggio passò tranquillo tra chiacchere, risate e pettegolezzi come sempre, tra serpi ci si divertiva così in fin dei conti. Ma non potei non notare l’aria strana che c’era tra Blaise e Daphne.
Cosa non mi avevano raccontato quei due?
Verso le 18.30 ci alzammo per tornare al castello, tra un’ora ci sarebbe stata la cena e dovevamo ancora tornare e cambiarci.
Misi la sciarpa e il cappello e seguii i miei amici fuori dai Tre manici di scopa.
“Tutto bene principessa?” mi chiese Theo facendo passare il suo braccio intorno alle mie spalle
Annuii sorridendo “si ma fa freddissimo, hai visto? L’avevo detto che avrebbe ripreso a nevicare” dissi guardando verso il cielo i piccoli fiocchi di neve che scendevano velocemente.
“tu hai sempre ragione principessa” ridacchio dandomi un bacio sulla guancia “e sei sempre più bella” disse tranquillamente giocherellando con un mio boccolo tra le sue dita.
Sorrisi felice, non ero sicuramente abituata a certi apprezzamenti. Il massimo che avessi mai ottenuto da Draco in tutti questi anni era stato qualche cenno di assenso, ma niente di più. In questi ultimi due mesi io e Theo ci eravamo avvicinati molto, avevamo continuato ad uscire trovandoci sempre benissimo come la prima volta. Non c’era ancora niente di ufficiale, ma tutti avevano capito che c’era qualcosa tra di noi.
Guardai il suo viso, le sue gote erano arrossate dal freddo e forse da qualche bicchiere di troppo.
Gli stampai un bacio velocemente e tornai a guardare disinvolta davanti a me.
Tutto stava andando come doveva andare, per una volta.
Proprio varcando l’entrata principale incrociammo la Granger, qualche battuta non gliel’avrebbe risparmiata nessuno, ne ero certa.
“Vuoi i fazzoletti Granger?” ridacchiò Daphne davanti a noi, per un attimo la guardò con occhi lucidi prima di scoppiare a piangere. La guardai imbarazzata per lei, solo i Griffondoro potevano fare certe scenate davanti a tutti senza rendersene conto.
“Mamma mia Granger, te ne regalo una fabbrica” commentai guardandola
“Parkinson stai zitta” spostai il mio sguardo e mi accorsi della presenza di Potter
“Oh Potter, non ti avevo neanche visto”
“Eri troppo impegnata a sbaciucchiarti la tua nuova conquista del momento?”
“No, è che sei talmente insignificante che neanche ti noto” risposi secca
“Fatti gli affari tuoi Potter” disse Theo al mio fianco, lo guardai sorpresa, perché mi difendeva sempre? Sapevo difendermi da sola decisamente… ma non potevo negare che questa sua protezione mi piaceva… decisamente.
“Oh hai trovato il ragazzo che ti difende finalmente? E Malfoy dove l’hai lasciato? Non fa altroc he aggirarsi per il castello loscamente, dovrebeb stare attento… prima o poi tutto viene a galla...”
“Sei ridicolo Potter” conclusi prima di andarmene trascinando con me Theo seguita da tutti gli altri.
“Mai quanto te Parkinson” sentii urlare alle mie spalle.
Vaffanculo Potter.
Camminai spedita verso la sala comune, che odioso quel ragazzo.
Si pavoneggiava per il castello come se fosse l’unica persona esistente sulla faccia della terra, per fortuna che i Griffondoro dovevano essere quelli coraggiosi e umili.
Andammo in camera a cambiarci e finalmente chiusi la porta della mia stanza alle mie spalle.
Mi lanciai sul letto decisamente stanca, era sabato sera, domani non avremmo avuto lezione per fortuna. Questo anno era decisamente più duro degli altri, nonostante avessimo fatto i GUFO l’anno scorso non ci lasciavano un attimo di pace.
Probabilmente avrei passato il mio weekend a scrivere otto rotoli di pergamena per Piton; sbuffai amareggiata, ogni tanto sembrava che il tempo non passasse mai.
Improvvisamente qualcuno bussò alla mia porta…guardai l’orologio, chi poteva essere a quest’ora?
“Avanti...” la porta si aprì lentamente, rivelando la figura di Daphne decisamente scossa.
“Dap che succede? Entra vieni”
Entrò richiudendo la porta alle sue spalle scoppiando a piangere.
La guardai sorpresa, e adesso cosa le prendeva? Fino ad un’ora fa rideva e scherzava tranquillamente!
“Dap ma che ti prende?” le chiesi cerando di guardarla in faccia, ma continuò a singhiozzare senza farsi vedere. Si sedette sul letto affianco a me, continuando a guardare in basso scossa dai singhiozzi “c’è una cosa che...che… non ti ho detto...” iniziò balbettando decisamente insicura.
Cosa diavolo stava succedendo?
“Sono uscita con Mclaggen” sputò fuori smettendo improvvisamente di piangere.
Sospirai felice che questa ondata di disperazione si fosse fermata, non sopportavo vedere la gente piangere, soprattutto in modo così disperato.
In un attimo metabolizzai quello che mi aveva appena detto e “CHE COSA?” la guardai sconvolta scattando su in piedi davanti a lei “Daphne ma cosa stai dicendo? Con McLaggen di Griffondoro? E perché mai saresti uscita con lui?” le chiesi allibita cercando di mettere insieme i pezzi, ecco perché Blaise era così cupo ai Tre manici di scopa, probabilmente aveva scoperto tutto!
“La sera della cena di Lumacorno non la smetteva di fissarmi, ci siamo guardati per un po’ e non appena Blaise è andato in bagno in un attimo me lo sono ritrovato lì. Mi ha chiesto semplicemente se mi andava di fare una passeggiata insieme nei prossimi giorni per conoscerci meglio ed io ho accettato. Avevo appena discusso con Blaise per una delle sue solite sciocchezze e… non so cosa mi sia preso” disse guardandomi finalmente in faccia.
La guardai sconvolta “e quindi per una sciocchezza di Blaise tu hai deciso di uscire con McLaggen? E Blaise l’ha scoperto?”
“certo che no Pansy dai, Blaise non sa niente!”
La guardai meglio, cercando di capire se la mia migliore amica fosse in realtà qualcun altro che aveva usato una Polisucco solo per farmi uno scherzo.
“Stai scherzando”
“no Pans, avevo bisogno di dirlo a qualcuno. Comunque non lo vedrò più, lo giuro! Non voglio più vederlo”
“Se Blaise lo venisse a sapere ti sogneresti per sempre anche lui Daphne… lo sai questo vero? Ma cosa ti è passato per il cervello? Con quello stupido viscido di McLaggen poi...”
Mi diressi verso l’armadio tirando fuori delle calze e un vestito piuttosto corto con le maniche a ¾ tutto nero, le maniche di questo vestito le avevo sempre amate. Erano strette all’inizio e man mano che scendevano si allargavano sempre di più, creando un effetto fantastico.
Guardai per un attimo il vestito indecisa, ma si, per la cena questo poteva andare.
“Pansy non dirlo a nessuno ti prego”
“A chi dovrei dirlo? Sei la mia migliore amica, ovvio che non lo direi a nessuno” dissi mentre mi cambiavo. A chi avrei potuto dirlo, a Millicent?
Risi senza farmi vedere per il pensiero che avevo fatto, dirlo a lei sarebbe stato come dirlo alla scuola.
“sarò muta come un pesce” conclusi infilandomi le scarpe “adesso andiamo a mangiare?” le chiesi tendendole la mano. La guardò per un attimo incerta ma, sistemandosi il trucco, afferrò la mia mano alzandosi in piedi
“Sei perfetta, come sempre” commentai strizzandole l’occhio, prima di dirigerci verso la sala Grande. 
Non appena varcammo la soglia della sala grande, subito notai gli sguardi di Miles Bletchley e Kain Montague del settimo anno posarsi su di noi.
Passandogli affianco mi salutarono con un cenno e Montague mi fece anche l’occhiolino. Ricambiai il saluto di entrambi senza fermarmi,più per educazione che per altro, e continuai in direzione dei nostri amici.
“Oddio Pansy ma sei seria? Bletchley e Montague ti hanno appena salutato e tu te ne vai via così? Sono il nostro sogno da quando abbiamo undici anni!”
Le tirai una gomitata nella speranza che la smettesse “e quindi? Non fare la stupida, mi hanno solo salutata!” le feci notare scuotendo la testa.
“Montague ti ha fatto l’occhiolino! Ti rendi conto che per anni Malfoy non ha permesso a nessuno di avvicinarsi a te?”
La guardai male per un attimo, e riconobbi subito il momento in cui si rese conto di quello che aveva appena detto, o meglio, chi aveva appena nominato.
Guardai verso il tavolo e lo vidi, lì seduto mentre parlava animatamente con Vincent al suo fianco.
Mi sedetti al mio solito posto, cioè tra lui e Nott e per un attimo sentii il suo sguardo fissarsi su di me in modo troppo insistente.
“Ciao” sussurrò quasi sotto voce riportando subito la sua attenzione sul piatto davanti a se in modo distratto.
Lo guardai senza ricambiare il saluto e concentrandomi anche io sul mio piatto, come eravamo arrivati a questo punto? Io e Draco ci eravamo sempre sostenuti, nonostante tutto.
Sospirai sottovoce, ma qualcuno sembrò accorgersene.
“tutto bene?”la voce di Theo risuonò nel mio orecchio dolcemente e non potei fare a meno di voltarmi per fissare quegli occhi verdi che mi stavano rendendo sempre più serena.
Annuii socchiudendo gli occhi, rivoltandomi verso il mio piatto.
Per tutta la cena non dissi niente, neanche una parola. Non riuscivo a fare altro se non rimuginare su tutta quella storia. Cosa avrei dovuto fare?
Niente era la risposta, ed io ne ero consapevole.


Ero seduta sul divano della sala comune, guardai l’orologio, segnava le 2.15.
Tutti erano già andati a letto o erano spariti, del resto pioveva e nessuno sapeva cosa fare.
Tiger e Goyle probabilmente erano a cercare cibo in giro, Blaise e dap si erano chiusi nella stanza di lui da ore a parlare e non erano ancora usciti, Vincent era sparito da qualche parte con Theo… ed io mi ero ritrovata qui seduta da sola in un attimo…
Sbuffai alzandomi in piedi, non avevo per niente sonno, ma del resto cosa potevo fare?
Presi in considerazione l’idea di una passeggiata notturna, ma poi mi resi conto che probabilmente se fossi stata scoperta sarei finita in guai grossi.
Stavo per salire le scale del mio dormitorio, ma improvvisamente mi venne in mente che forse Theo era tornato nella sua stanza.
Mi diressi velocemente verso le scale del dormitorio maschile e mi incamminai nel corridoio.
Passai davanti alla camera di Blaise e dai rumori capii che Dap di certo non sarebbe tornata nella sua stanza stanotte. Ridacchiai sotto voce cercando di non svegliare nessuno.
Che coppia fantastica, nonostante le paranoie di Daphne e le stranezze di Blaise.
Non appena arrivai davanti alla porta con la targhetta che recitava “Theodore Nott” bussai senza aspettare un attimo.
“Avanti”
Aprii la porta lentamente e richiudendola alle mie spalle facendo attenzione a non fare troppo rumore, non potevo rischiare di svegliare mezzo dormitorio.
Mi guardò sorpreso, come se fossi l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.
“Ciao” dissi semplicemente distendendomi accanto a lui nel letto e guardando attentamente il libro che stava leggendo.
“Non mi aspettavo che tu venissi” disse sorridendo dolcemente e chiudendo il libro tra le sue mani
“Non mi aspettavo che rimassi in camera a leggere” gli dissi sorridendogli di rimando e voltandomi a guardarlo.
I suoi occhi erano di un verde così intenso quella sera che non mi lasciavano libertà. Il mio sguardo era imprigionato nel suo.
Si passò una mano tra i capelli biondi cercando di sistemarseli, ma nonostante questo rimasero spettinati proprio come prima “se me l’avessi detto mi sarei fatto trovare più decentemente” ridacchiò passandomi il braccio intorno alle spalle e facendomi avvicinare a lui.
“Non avevo programmato di venire qui, ma non ti preoccupare, non mi dispiaci neanche così” risposi sincera girandomi per guardarlo meglio, la camicia bianca era leggermente stropicciata e i primi due bottoni slacciati lasciavano intravedere dei pettorali scolpiti.
“Mi hai fatto proprio una bella sorpresa” sussurrò avvicinando il suo viso al mio e stampandomi un bacio sulle labbra “cosa avevi a cena questa sera? Eri strana, è per Malfoy?”
Lo guardai sorpresa delle sue parole e improvvisamente mi resi conto che lui poteva benissimo pensare che io stessi facendo tutto questo solo per far ingelosire Draco, ma non era così.
Forse avrei dovuto mettere le cose in chiaro, ma soprattutto essere sincera.
“mi manca” constatai alzando lo sguardo “mi manca come amico” precisai riportando il mio sguardo nel suo per capire cosa ne pensasse, ma il suo sguardo non tradiva alcuna emozione.
“Non mi importa ciò che è successo tra voi due” disse seriamente senza distogliere lo sguardo.
Mi avvicinai alle sue labbra baciandolo nuovamente, mi strinse forte facendomi finire sopra di lui. Il suo profumo era qualcosa di stupendo.
Schiusi le labbra accogliendo la sua lingua dolcemente, continuando a baciarci per non so quanto tempo e in un attimo tutti i vestiti volarono per terra.
Mi ritrovai sotto il suo corpo muscoloso, tra le sue lenzuola candide e morbide e tra un bacio e l’altro entrò in me molto dolcemente.
Tratteni il respiro per un attimo, lasciandomi andare poi in un gemito di piacere.
Era incredibile come fosse tutto così spontaneo con lui.
Nessun giochetto, nessun trucco, nessuna sfida implicita.
Iniziò a muoversi dentro di me lentamente guardandomi negli occhi, non potei fare altro che attaccarmi alle sue labbra.
Chiusi gli occhi e iniziammo a muoverci insieme, sorrisi felice, finalmente qualcosa era andato per il verso giusto.

 

Cercai di coprirmi gli occhi con la mano, la sera prima dovevamo esserci dimenticati di chiudere i balconi e la luce mi aveva svegliata.
Guardai Theo al mio fianco che continuava a dormire tranquillamente, come se ci fosse buio pesto.
Sorrisi guardando i suoi lineamenti perfetti e per un attimo mi sentii veramente bene.
Guardai l’orologio sul comodino affianco al letto, erano le 6.15. Sarei dovuta tornare al più presto nel mio dormitorio se non avessi voluto farmi scoprire da Piton.
Mi alzai dal letto facendo attenzione a non far rumore e mi rivestii in fretta, mi legai i capelli in una coda alta e infilai le scarpe.
Improvvisamente un rumore di lenzuola attirò la mia attenzione, lo sguardo di Theo era fisso su di me “buongiorno” borbottò coprendosi gli occhi con una mano.
Gli sorrisi avvicinandomi a lui “buongiorno”, mi tirò per un braccio facendomi abbassare su di lui per darmi un altro bacio.
“Ci vediamo dopo Pans” concluse sorridendomi senza chiedermi alcuna spiegazione.
Aprii la porta e dopo un ultimo sguardo imbarazzato uscii dalla stanza richiudendo la porta alle mie spalle, facendo attenzione a non fare il minimo rumore. Se qualcuno mi avesse scoperta sarei andata nei guai seri. Ricordavo ancora quando avevano scoperto Jessica Mcliney uscire dalla stanza di Marcus Flitt alle 5 della mattina, rabbrividii ripensandoci.
“Cosa ci facevi nella stanza di Nott?” una voce gelida mi fece bloccare sul posto, mi voltai spalancando gli occhi per la sorpresa.
Cazzo.
“Ciao Draco” dissi con voce ferma cercando di non tradire alcuna emozione
Cosa diavolo ci faceva in giro alle 6 e mezza della mattina?
“Allora cosa stavi facendo?” mi chiese ancora avvicinandosi a me.
Per un attimo vidi il suo viso contratto in una smorfia di fastidio oserei dire “non sono affari che ti riguardano” conclusi voltandomi e incamminandomi verso la sala comune.
Scesi le scale velocemente e per fortuna la sala comune era vuota.
“spero tu ti sia divertita” la sua voce acida raggiunse le mie orecchie, facendomi totalmente sbiellare “Malfoy ma si può sapere cosa te ne frega? Non penso siano affari tuoi quello che faccio con theo, o sbaglio?” sbottai avvicinandomi a lui per guardarlo negli occhi.
Ma chi si credeva di essere?
Venni scaraventata con la schiena contro il muro, bloccata tra le sue braccia, il suo respiro accelerato soffiava sulle mie labbra
“Tutto quello che riguarda te è affar mio Pansy” urlò prima di liberarmi e sparire fuori dalla porta della sala comune. Ripresi a respirare guardando ancora il punto in cui era sparito, le sue parole mi rimbombavano in testa.
Gli occhi iniziarono a bruciarmi improvvisamente, e la mia vista si offuscò sempre di più.
“Pansy cos’è successo?” mi voltai verso la scalinata del dormitorio maschile.
Daphne scendeva le scale in fretta, venendomi incontro, ma io non sentii niente.

 

 

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Capitolo 6
*** Natale alle porte ***


Ciao! Eccomi qui con il nuovo capitolo, perdonatemi per il ritardo ma sono stata molto presa dalle lezioni.
spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate :)


Quella mattina di alzarmi dal letto non ne avevo proprio voluto sapere, per questo avevo chiesto a Daphne di dire a tutti i professori che ero ammalata.

Almeno avrei potuto evitare brutti incontri.
Avevo passato tutto il giorno rintanata nella mia stanza, non ne avevo voluto sapere di uscire da lì ne per colazione ne per pranzo. Nonostante le svariate visite che avevo ricevuto da parte di Daphne, l’avevo pregata di non disturbarmi ancora, avevo solo bisogno di stare da sola.
Avevo rimuginato per ore su quello che era successo con Theo, e altrettante ore su quello che era successo dopo.
Perché la felicità era così breve e in un attimo poteva sfuggire?
Forse dopotutto, ciò che c’era di sbagliato in tutto questo ero proprio io.
Entrai a grandi passi in sala grande, ma notando quella testa biondo platino così fastidiosa seduta al tavolo mi resi conto di quanto la mia idea fosse stata ancora una volta pessima. Mi voltai dirigendomi nuovamente verso la porta, dopotutto anche se non avessi cenato per una volta non sarebbe stato un grande problema, avrei mangiato qualcosa dalle scorte custodite con molta attenzione nella mia camera.
Feci inversione di marcia velocemente e girando incrociai lo sguardo curioso di Theo. Decisi di non darci troppo peso e corsi fuori dalla sala prima che qualcuno potesse bloccarmi, dopo lo avrei avvisato che non stavo tanto bene.
Non gli avevo parlato di ciò che era successo con Draco, non era il caso decisamente. Era già stato fin troppo comprensivo nei miei confronti e non volevo mettere a dura prova la sua pazienza ulteriormente, in fin dei conti carino e dolce si, ma pur sempre un Serpeverde e soprattutto un uomo. E in fin dei conti non so se stessi scappando di più da quel pazzo di Malfoy, o dall’imbarazzo che mi provocava vedere Theo.
Pansy Parkinson timida? A quanto pare si.
Mi vergognai da sola di me stessa, ma del resto si sa, Serpeverde non brilla per il suo coraggio. Ed io di coraggio ne avrei avuto fin troppo bisogno per affrontare tutta quella situazione.
Malfoy mi stava facendo sbiellare, e Theo ancora di più.
Evitavo Draco più di prima, se possibile, ma le cose non sarebbero potute andare avanti così ancora per molto, me ne rendevo conto. Ma cos’altro avrei potuto fare?
Una sorta di paura mi impediva di parlargli e chiedergli spiegazioni, sapevo bene che tanto non avrei mai ottenuto niente, se non un altro suo scatto di ira.
Strano per il suo comportamento sempre pacato e acido.
“Cosa ci fai in giro tutta sola Parkinson? Non mangi questa sera?” una voce mi raggiunse dalle spalle riportandomi alla realtà, sospirai rassegnata riconoscendola subito.
“Potter!” esclamai voltandomi e assicurandomi di avere la bacchetta a portata di mano. Fissò la mia mano muoversi verso la tasca per qualche istante “tranquilla, non ti farò sicuramente del male...”asserì avvicinandosi lentamente, indietreggiai istintivamente “ehi non pensavo di farti cosi paura Parkinson!” sorrise fermandosi a qualche passo da me. Lo guardai meglio, effettivamente non mi avrebbe mai fatto niente e ne ero pienamente consapevole.
Risistemai la bacchetta nella tasca continuando a fissarlo negli occhi “non sei in Sala Grande?” mi richiese sedendosi su una delle panchine di marmo presenti nel corridoio, guardandomi come se fossi un’amica con cui parlava tranquillamente tutti i giorni.
“No...” borbottai incerta “neanche tu a quanto pare” conclusi sedendomi di mala voglia affianco a lui. Se fosse passato qualcuno in questo momento avrei perso la mia reputazione in men che non si dica. Pregai affinché quel corridoio rimanesse deserto così com’era in questo momento.
“Non avevo voglia di vedere qualcuno” sorrise guardando davanti a se “e tu? Perchè non sei giù?”
“Non avevo voglia di vedere qualcuno...” dissi guardando a mia volta davanti a me rassegnata.
“Qualcuno tipo malfoy?”
Un moto di fastidio mi invase solo sentendo nominare il suo nome, per un attimo presi in considerazione l’idea di mandare a quel paese Potter e andarmene, del resto perché sarei dovuta rimanere lì ad ascoltare le sue inutili parole stupide?
“Non serve neanche che tu risponda, si vede lontano un miglio che è successo qualcosa tra di voi, e se lo abbiamo notato noi Griffondoro direi che la situazione è grave”
Mi voltai a guardarlo, inizialmente ero piuttosto arrabbiata e innervosita, ma non appena incrociai i suoi occhi mutai il mio sguardo in sorpresa. Allora si notava davvero un cambiamento?
Guardai i suoi occhi verdi per un attimo, erano belli, davvero belli. Ma questo non l’avrei mai detto e avrei voluto morire bruciata viva con un incantesimo Incendio solo per aver pensato una cosa del genere. Sperai che nessuno avrebbe mai fatto uso dell’occlumanzia con me in futuro.
“Si nota tanto eh?” chiesi riportando lo sguardo sulle mattonelle davanti a me
“Abbastanza… sai una volta giravate sempre insieme… banco insieme, colazione, pranzo, cena insieme, uscite insieme, senza contare tutti quegli sguardi provocanti che vi lanciavate… era palese a tutti che andaste a letto insieme, e adesso non appena vi incrociate per un corridoio scappate quasi aveste visto il diavolo in persona… pensavo fossi membro fondamentale della sua banda...” concluse ed io non potei non dargli ragione limitandomi al silenzio.
“Stavate insieme?” mi chiese improvvisamente costringendomi a riportare la mia attenzione su di lui. Era incredibile come in tutti questi anni non si fosse mai capito cosa ci fosse tra me e Draco, e la cosa più divertente probabilmente era il fatto che anche io, tutt’ora, non sapessi cosa ci fosse stato tra di noi. Divertente… o patetico… punti di vista.
“Draco non è una persona che può comprendere qualcun altro oltre a se stesso nel suo mondo” dissi semplicemente senza spingermi troppo oltre, dopotutto perché stavo raccontando queste cose proprio a Harry Potter?In un certo senso le parole con lui scivolavano fuori senza che lo volessi.
“Questo si vede, ma sembrava davvero che nel suo mondo fossi inclusa anche tu, ovviamente parlo da un punto di vista esterno”
“E’ strano, lui non ti fa mai capire cosa vuole, cosa pensa. Lui agisce e pretende che tu lo capisca, pretende che tutti stiano ai suoi 
comodi, ma con me era diverso, con me non era così. Sapevo che non si sarebbe mai innamorato di me, ma ci ho sempre sperato, fino alla fine”
“La vita è troppo corta per elemosinare amore” disse guardandomi dritta negli occhi.
Lo guardai e per un attimo mi chiesi cosa avessero visto in tutta la loro vita quegli occhi verdi. Come dargli torto in quello che diceva?
“Per la prima ed unica volta Potter, penso che tu abbia ragione”
“Questo giorno me lo segno sul calendario” rise. Sorrisi anche io, maledizione a Potter.
“E allora perché continui a starci male?” lo guardai sorpresa, io non stavo male.
“io non sto male”
“Oh andiamo, si vede lontano un miglio che stai male per questa situazione, non puoi vivere senza di lui”
“Qui ti sbagli, io potrei vivere senza di lui, ma non voglio” vidi il suo sguardo sorpreso guardarmi a lungo, quasi non si spiegasse le parole che avevo appena pronunciato.
“E Nott?”
Risi alla sua domanda “Theo è Theo, mi fa stare bene, mi piace, è il ragazzo che tutte sognano...Draco è acido, cattivo, freddo ma è anche mio amico”
“Anche voi Serpeverde avete degli amici?” ridacchiò sistemandosi sulla panchina
Lo guardai male “Smettila Potter”
“Scusa scusa” disse alzando le mani in segno di scuse
“Mi riesce difficile fare un discorso del genere sapendo che il soggetto principale è Malfoy. Qualsiasi parola riguardi l’amicizia e Draco Malfoy nella stessa frase fanno a pugni”
Risi di gusto, aveva proprio ragione.
Le parole amore, amicizia e Malfoy nella stessa frase facevano proprio a pugni, decisamente.
Lo guardai sorpresa, ero riuscita a sfogarmi di più con lui che con Daphne, dovevo ammetterlo, questa chiaccherata mi era piaciuta molto, ma sarebbe stato meglio tornare nei sotterranei prima che qualcuno finisse di cenare e ci vedesse.
Decisi di seppellire la voglia di continuare quella conversazione con lui.
Sarebbe stato meglio così.
Mi alzai in piedi “E’ stato un piacere parlare con te Potter, stranamente, ma adesso è meglio che vada” dissi accennando un sorriso, si alzo esattamente di fronte a me.
“E’ stato un piacere per me. E’ bello sapere che sotto questo visino perfetto ci sia anche una mente pensante, buona serata e lascia perdere chi ti fa soffrire” concluse sorridendomi compiaciuto.
Sorrisi nuovamente e scuotendo la testa divertita mi allontanai in fretta da quel posto che aveva assistito a quell’assurda conversazione.
Assurdo era il termine giusto.
“Quando hai voglia di fare quattro chiacchere mi trovi in giro Parkinson!”sentii la sua voce lontana e sorrisi, per fortuna ero di spalle e non se ne sarebbe mai accorto.

 

Qualcuno bussò alla mia porta, mi rigirai nel letto cercando di aprire gli occhi.
L’oscurità nella stanza non mi permetteva di vedere niente, ma che ore erano?
Accesi la lampadina sul comodino affianco al letto, tirandomi su a sedere con molta difficoltà, guardai l’orologio. Erano le 2 passate.
Chi cavolo poteva essere a quest’ora della notte?
Bussarono nuovamente alla porta “avanti” dissi sotto voce sbuffando.
Raramente riuscivo a dormire così bene, e questa era proprio una di quelle notti.
La porta si apri lentamente, guardai la figura di Theo entrare nella mia stanza e richiudere la porta lentamente alle sue spalle.
Gli sorrisi “se qualcuno ti becca qui finirai nei guai” gli dissi continuando a guardarlo.
Si avvicinò al letto sorridendomi di rimando “hai rischiato anche tu l’altra sera no?” si sedette sul letto vicino a me e mi avvicinai circondandolo con le mie braccia da dietro.
Appoggiai la testa nell’incavo della sua spalla e inspirai il suo profumo, dio quanto lo amavo.
Si girò dandomi un lieve bacio sulla tempia “allora dove sei sparita oggi?”
“Non avevo voglia di vedere nessuno” ammisi nascondendomi dai suoi occhi.
Si voltò verso di me prendendomi il mento tra le sue dita e obbligandomi a guardarlo “non hai mangiato niente” disse soltanto.
“Ti preoccupi per me?”
“Certo” rispose come se fosse la cosa più scontata del mondo.
Sorrisi e mi liberai dalla sua stretta lasciandomi cadere nuovamente nel letto. Sospirai e chiusi gli occhi. Cercai la sua mano e non appena la trovai la strinsi forte tirandolo verso di me.
“Domani a lezione ci verrai?”
“Si… non posso perdere altre ore...”
“Allora dovresti dormire Pans”
“Guarda che fino a prova contraria sei stato tu a venire qui svegliandomi” risi seguita subito da lui.
Lo guardai.
Lascia perdere chi ti fa soffrire” le parole di Potter mi risuonarono nella testa guardando Theo.
Perchè avevo perso così tanti anni dietro ad una persona che mi faceva solo del male e che per me non aveva mai avuto alcun riguardo? Cosa ci può spingere ad amare una persona nonostante questa non ricambi e ci disprezzi ogni giorno con piccoli gesti?
La verità era che Pansy Parkinson è sempre stata una autolesionista.
Nonostante tutte le porte sbattute in faccia non avevo mai avuto il coraggio di mandare tutto a quel paese e guardare oltre, in un posto dove avrei potuto trovare la felicità.
E adesso me ne stavo qui, alle due di notte sul mio letto con Theodore Nott, quel ragazzo che ocnoscevo da una vita e nonostante i continui apprezzamenti che avevo sentito negli anni su di lui non ci avevo mai fatto caso. E in questo momento, mentre lui mi guardava sorridendo, ero felice.
“Theo...”indecisa decisi di vuotare il sacco, glielo dovevo “l’altra sera quando sono uscita dalla tua stanza ho incontrato Malfoy...” lo guardai mordicchiandomi l’unghia del pollice nervosa.
“E?”
“E niente, mi ha fatto un tiro strano, andandosene via arrabbiato” conclusi continuando a torturarmi quel dito come se potesse tranquillizzarmi davvero.
“Immaginavo”
Lo guardai sorpresa, tra tutte le reazioni che mi sarei potuta aspettare, questa era proprio l’ultima. Lo guardai meglio, era tranquillo mentre mi guardava, il suo volto non tradiva alcuna emozione.
“Pansy” disse quasi leggendomi nel pensiero “Draco non mi parla da quasi due mesi, cioè da quando abbiamo iniziato ad uscire insieme. Ed è uno dei miei migliori amici. Lo conosco, so che quando si tocca qualcosa che è suo lui va fuori di testa, ma adesso siamo diventati abbastanza grandi per smetterla di prenderci in giro e trattarlo come un re solo perché è un Malfoy. Guarda come ti ha trattata, è quello che pensi di meritare? Io non penso, e dovrebbe capirlo anche lui e lasciarti andare. Se ci tenesse lo farebbe, per te e per me” concluse lasciandomi a bocca aperta.
Riflettei sulle parole di Theo, aveva proprio ragione.
Perchè doveva essere così egoista da voler tutto per lui? Perchè non poteva semplicemente essere felice per me? Dopotutto poteva andare a letto con una ragazza qualsiasi di Hogwarts, tutte sarebbero cadute ai suoi piedi e non aspettavano altro.
“Ora è meglio che io vada, si è fatto tardi e tu devi proprio dormire” mi disse dandomi un bacio sulla fronte, lo guardai, mentre si allontanava lo presi per la caravatta e lo tirai verso di me baciandolo dolcemente. Mi inginocchiai sul letto mentre le sue mani avvolgevano la mia vita tirandomi a lui. Ci staccammo lentamente guardandoci negli occhi
“Ti aspetto domani mattina in sala grande, cerca di esserci” sussurrò sulle mie labbra prima di risfiorarle piano “a domani, buonanotte” concluse allontanandosi definitivamente da me.
“Buonanotte Theo”

 

Qualche giorno dopo

L’aria natalizia si sentiva ogni giorno di più.
Tra dieci giorni sarebbe stato Natale e ovviamente quello strampalato di Silente aveva deciso di organizzare un ballo natalizio prima delle vacanze e del ritorno a casa degli studenti.
Perchè ogni anno dovevano inventarsi nuove tradizioni mai esistite?
Sbuffai sonoramente cadendo sul divanetto affianco a Daphne. Il calore del fuoco acceso nella sala comune raggiunse subito i miei piedi, che bello, qui sotto faceva sempre freddissimo, senza considerare questa umidità fastidiosissima.
“Tu hai già trovato cosa metterti al ballo?” mi chiese Daphne chiudendo il libro che aveva tra le mani e buttandolo non so dove. Sospirai rassegnata, a lei piacevano tanto queste cose.
Scossi la testa strofinandomi gli occhi con una mano “non ancora, tu?”
“Sono indecisa, ho un vestito rosso bellissimo ma con i miei capelli non sta tanto bene e un altro azzurro bellissimo anche quello… mi dovrai aiutare… dopo passa nella mia stanza quando hai tempo che te li mostro” la sua voce squillante ed entusiasta mi fece aprire gli occhi per guardarla meglio, era davvero così felice all’idea di doversi agghindare?
Almeno quest’anno avremmo avuto la fortuna di saltare la magnifica e imperdibile festa di Capodanno a Malfoy Manor, con il signor Malfoy in prigione nessuno aveva certamente voglia di festeggiare, e per me sarebbe stato solo meglio.
“Vai con Theo?”
“Non lo so, dobbiamo ancora parlarne”
“Sarà il primo ballo a cui andrai non accompagnata da Malfoy Pans, dobbiamo festeggiare” mi fece notare Daphne. Spostai la mia attenzione sulle scintille del fuoco nel caminetto davanti a noi… aveva ragione, non ero mai andata ad un ballo senza Draco, questa sarebbe stata la prima volta, ma in fin dei conti ero certa che non sarebbe andata male.
Gli avrei fatto vedere cosa si era perso.
“Devi aiutarmi a trovare un vestito”
“Assolutamente, quando vuoi” sorrise Dap dandomi il cinque “hai intenzione di tornare a casa per le vacanze?”
“Non lo so ancora, avevo pensato di rimanere qui a fare compagnia a Theo… dopotutto anche suo padre è in carcere e non dev’esserci un bel clima a casa. Solo che mi dovrei sciroppare anche Draco per due settimane buone, e non ne ho assolutamente voglia” conclusi guardandomi intorno accertandomi che nessuno potesse sentire “ma non penso tornerò a casa, anche da me è tutto in subbuglio con il suo ritorno” conclusi abbassando la voce in modo tale che sentisse solo Daphne.
Annuì alle mie parole ma vidi il suo sguardo concentrarsi su qualcosa alle mie spalle, mi voltai per vedere cosa stesse osservando
“ciao ragazze” Kain Montague si sedette sulla poltrona vicino a noi, già pronto nella sua divisa da capitano, nonostante la partita tra Griffonodoro e Serpeverde sarebbe iniziata tra qualche ora.
“Ciao kain” lo salutai sicura guardandolo negli occhi e accavallando le gambe.
“Montague” disse Daphne sistemandosi meglio sul divanetto affianco a me.
Il suo sguardo si spostò prima sulle mie gambe e poi u quelle di Daphne, facendo un analisi di entrambe le nostre figure.
“Dopo la partita facciamo una festa nella stanza delle necessità” iniziò con un sorrisetto compiaciuto “se vi va di passare la parola d’ordine è: burrobirra. Venite, farebbe molto piacere a tutti ne sono certo” concluse con un sorriso decisamente provocante.
Presi i miei capelli mossi raccogliendoli in una coda altra molto lentamente, vidi il suo sguardo seguire ogni mio movimento con attenzione “ci saremo Kain. Buona fortuna per la partita” conclusi alzandomi in piedi e allontanandomi seguita da Daphne.
“Prendiamo mantello e sciarpa e andiamo nello spogliatoio dei ragazzi” dissi ridendo a dap trascinandola su per le scale
Rise seguendomi quasi di corsa “Wow Pansy, cosa stavi cercando di fare con Montague prima?”
“Lo stavo solo provocando un po’” risi di gusto incamminandomi nel corridoio verso la mia porta
“E lui ci è cascato tutto, se ci scoprono negli spogliatoi siamo finite”
“Oh andiamo, Piton non lo permetterebbe! E poi un po’ di muscoli non fanno mai male” risi prima di entrare nella mia stanza e chiudere la porta alle mie spalle.
Sarebbe stata una bella partita, me lo sentivo!

 

Qualche ora dopo eravamo pronte, davanti alla porta della stanza delle necessità.
Serpeverde aveva vinto e si doveva assolutamente festeggiare!
Avevo deciso di mettermi dei pantaloni neri a vita alta attillati e un po’ larghi alla fine e un top nero di pizzo, per l’occasione avevo deciso di rimettere il mio adorato anellino sul naso, tolto obbligatoriamente mentre si frequenta Hogwarts.
Avevo lasciato i capelli sciolti, e i boccoli neri ricadevano sulle mie spalle bianche.
Mi strinsi tra le mie braccia, quanto faceva freddo nei corridoi di quel castello!
Guardai Daphne, quel vestitino rosa che si era messa le stava da dio!
Bussammo e qualcuno venne ad aprirci
“Parola d’ordine”
“Burrobirra” dissi sottovoce per evitare che qualcuno sentisse
La porta si spalancò e si aprì su un piccolo e strettissimo corridoio buio, dopo qualche metro, un arco si apriva su un salone enorme dove un sacco di gente stava già ballando e bevendo da un bel po’ a quanto pare.
Io e Daphne ci guardammo, era tanto che non veniva oragnizzata una festa così.
Il primo tavolo sulla destra, vicino all’entrata era pieno di Griffondoro che bevevano per dimenticare la partita terribile. Weasley era caduto dalla scopa rompendosi un braccio, Blaise e Theo avevano fatto cadere accidentalmente la Weasley dalla scopa e Malfoy aveva trovato il boccino prima di Potter per la prima volta in sei anni.
Questa era una partita che andava assolutamente festeggiata!
Tra i griffondoro, sommersi dalla burrobirra e altre bottiglie di nonsochecosa notai Potter, il suo sguardo era fisso su di me e non si staccò per qualche minuto, tralasciando tutto il resto.
Distolsi lo sguardo non appena alzò il bicchiere in mia direzione accennando un saluto che ricambiai con un occhiolino. Sperando che nessuno lo notasse.
Quella strana intesa che si era creata tra noi mi turbava, ma decisi di non darci troppo peso.
“Cerchiamo gli altri” disse Daphne riportandomi alla realtà. Partì come un fulmine e la seguii in mezzo alla folla cercando il nostro gruppo, ma ci volle poco per trovarli. Guardai per un attimo la situazione, Vincent ballava in pista avvinghiato a Millicent che senza farsi troppi problemi si lasciava palpeggiare in pubblico; Draco era in un angolo a farsi non so quale delle tante rosse che gli piacevano, probabilmente per festeggiare la vittoria se la sarebbe portata anche in camera sua per tutta la notte; Blaise parlava animatamente con Marcus Flitt, ma non appena ci vide venne verso di noi.
Mi salutò con un bacio sulla guancia “sei bellissima questa sera Pan!” gli sorrisi
Un braccio avvolse la mia vita e riconobbi subito le sue labbra appoggiarsi sul mio collo in modo piuttosto provocante “ha ragione sai, sei stupenda” sussurrò al mio orecchio. Mi voltai circondando con le braccia il suo collo e lo guardai meglio, la camicia bianca era leggermente sbottonata e i suoi capelli erano tutti spettinati. Nonostante tutto, come sempre, Theodore era incredibilmente sexy.
“Vuoi da bere?” mi chiese a pochi centimetri dalle mie labbra
“Whiskey incendiario, grazie” sussurrai continuando a fissarlo negli occhi, lasciando poi la presa e avvicinandomi al tavolo dove si erano seduti Blaise e Daphne.
Mi sedetti e lo seguii con gli occhi finché possibile, notai che la maggior parte delle ragazze non gli staccavano gli occhi di dosso. Come biasimarle?
Malfoy e Nott se l’erano sempre giocata in fatto di ragazze.
Spostai il mio sguardo su Draco, doveva essere ubriaco fradicio osservando i suoi movimenti decisamente poco coordinati. Guardai la ragazza che attualmente era l’oggetto della sua completa attenzione. Riconobbi quella che doveva essere Susan Bones, se non sbaglio, bloccata tra il suo corpo e il muro, in una posizione decisamente poco casta.
Risi spostando lo sguardo altrove.
Dalle stelle alle stalle.
Mi accesi una sigaretta babbana fregata dal pacchetto di Blaise, dannazione se erano buone!
“Potrebbero andare in camera...”commentò Blaise guardando Draco e la sua nuova preda della serata, risi tranquillamente aspirando un po’ di fumo “sai com’è fatto, vuole che tutti vedano”
“Egocentrico” commentò Daphne sorseggiando la burrobirra di Blaise.
“Ecco a lei, principessa” disse Theo porgendomi il mio bicchiere e prendendo posto affianco a me.
“Grazie” presi il bicchiere dalle sue mani, osservando per un attimo l’anello con lo stemma della sua famiglia. Anche Theo non stava passando un bel periodo, con il padre ad Azkaban casa sua non doveva essere il posto più felice in cui tornare.
Cosa avrei dovuto fare? Rimanere ad Hogwarts e stare con lui ma subirmi anche Malfoy, o tornare a casa e staccare da tutto?
Non avevo voglia di pensarci in questo momento, bevvi in un solo sorso tutto il Weasky incendiario che avevo nel bicchiere e me lo riempii di nuovo.
“Wow Pan, ci vai giù pesante” rise Vincent avvicinandosi a noi e trascinandosi dietro Millicent che non si reggeva in piedi.
“E’ una festa, festeggio” dissi semplicemente guardandolo compiaciuta
“Io e Millicent ce ne andiamo” disse guardando Milli con uno sguardo ben poco casto “in camera mia. Quindi, che nessuno ci disturbi” sorrise prima di prendersela e trascinarla via in pochi secondi.
Scoppiammo a ridere non appena se ne andarono, dio che persone quei due!
Erano passati già due anni dall’inizio della loro “storia”, se così si poteva definire, ma nessuno dei due aveva mai voluto mettere in chiaro le cose. Oltretutto dovevo ammettere che quest’anno erano diventati tutti decisamente più strani; Draco era diventato un Mangiamorte, Vincent lo seguiva ovunque e iniziai a sospettare seriamente che anche lui fosse diventato un Mangiamorte, ma lo esclusi quando lo trovai a letto con Millicent non trovando alcun marchio sul suo braccio, Theo era inaspettatamente dolce con me nonostante avesse sempre mille ragazze e Blaise e Daphne mi nascondevano sicuramente qualcosa.
Sospirai rassegnata, che razza di amici mi ero scelta? Buttai giù un bicchiere di qualcosa di molto forte riempendolo nuovamente. Forse il primo anno sarei dovuta capitare a Tassorosso e Corvonero, magari avrei avuto degli amici più normali. Mi scolai l’ennesimo bicchiere per cancellare i miei pensieri orribili. Ancora una volta sperai che nessuno in futuro facesse uso dell’occlumanzia su di me. Sarebbe stata la mia fine.
“Andiamo a ballare” dissi alzandomi in piedi e lanciandomi nella mischia senza pesarci due volte.
Sentii subito due braccia forti stringere i miei fianchi da dietro e sorrisi lasciandomi andare tra le braccia di Theo, contro il suo petto, ero decisamente ubriaca e questo non aiutava il mio equilibrio.
“Questa notte potrei anche ringraziarti in qualche modo” dissi sorridendo, due labbra fredde si appoggiarono sul mio collo e rabbrividii all’istante riconoscendo quella sensazione che avevo tanto desiderato dimenticare per sempre “lo spero Pansy, nessuna è come te, perché non vieni da me questa notte ho bisogno di staccare per un po’” la sua voce mi arrivò come un sussurro alle orecchie da quanto ero stordita. Mi voltai perdendomi nel gelido grigio dei suoi occhi.
“Draco” risucii solo a dire prima che le sue labbra si avventassero sulle mie.

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Capitolo 7
*** Feste clandestine ***


Ciao a tutti! Sono tornatt con un nuovo capitolo, chiedo scusa per il ritardo ma sono stata molto impegnata! Un grazie speciale a chi continua a recensire e continuate a farmi sapere che ne pensate :) Buona lettura!

Maledissi con tutto il mio cuore e in tutte le lingue Draco.
Le sue mani non mi permettevano il movimento, tenendomi stretta per i fianchi. La sua stretta ferrea mi teneva saldamente ancorata al suo corpo mentre il suo respiro caldo si scontrava con la mia guancia. Le sue labbra gelide si appoggiarono nuovamente sul mio collo, abbandonai la testa all’indietro poggiandola sulla sua spalla.
Solo in quel momento mi resi conto di quando dovevo aver bevuto, la testa mi girava, troppo, e le sue mani fredde mi provocavano brividi lungo la schiena. Cercai appoggio in lui.
Ricordai quando si intrufolò di nascosto nella mia stanza per l’ennesima discussione alla fine sfociata in ben altro.
Eccitazione.
Ricordai i suoi movimenti profondi e controllati dell’ultima volta che eravamo stati insieme.
Piacere.
Ricordai la sensazione della sua pelle a contatto con la mia, mentre il suo cuore pulsava sotto il mio orecchio mentre riposavo tranquillamente sul suo petto.
Appagamento.
Cancellai immediatamente questi pensieri dalla mia testa riprendendo il controllo per un attimo e cercando di staccarmi dal suo corpo, ma la sua presa divenne ancora più forte e con uno strattone gli ci volle poco per voltarmi verso di lui.
Il suo profumo mi entrò nelle narici e subito una sensazione strana si impossessò di me. Casa.
Mi ritrovai a pochi centimetri dalle sue labbra, i suoi occhi grigi fissi nei miei.
“Cosa vuoi Draco” sussurrai senza spostare lo sguardo
Per un attimo i suoi occhi si abbassarono sulle mie labbra, me ne accorsi, ma subito tornarono nei miei “io voglio te”.
In un attimo le sue labbra furono sulle mie senza che io potessi rendermene conto.
Un brivido mi attraversò la schiena.
Tutto durò pochi attimi, le sue labbra si staccarono violentemente da me.
Non mi resi conto immediatamente di cosa stava succedendo, ma appena aprii gli occhi e lo capii andai nel panico più totale.
Mi lanciai verso Theo per fermarlo, Draco era per terra sotto di lui, probabilmente con il naso rotto, e sperai fosse solo quello.
“theo ti prego fermati” urlai cercando di fermarlo, ma non ne voleva sapere e continuò a riempirlo di pugni senza che io potessi far niente spingendomi lontana.
Guardai Blaise disperata, si lanciò su Theo spostandolo di peso lontano da Draco, mentre Vincent e Montague tirarono su Draco.
La sua sempre immacolata camicia bianca era tutta sporca di sangue, il suo viso anche e le sue mani anche. Guardai Theo quasi spaventata.
Dannazione ma cosa gli passava per la testa?
Tutto questo era successo a causa mia.
Incrociai per un attimo lo sguardo di Theo, nei suoi occhi lessi tutta la rabbia e la delusione che aveva in quel momento. Si voltò e si diresse a grandi passi verso l’uscita, le sue mani piene di sangue.
“Ci penso io pan” disse Blaise prima di darmi un bacio sulla guancia e seguirlo velocemente fuori dalla sala prima che potessi dire qualcosa.
Gli occhi di tutti erano puntati su di noi.
Abbassai lo sguardo desiderando di sparire per sempre in quel momento e immaginai quanto dovesse essere bello avere un mantello dell’invisibilità. La prossima volta lo avrei chiesto a Potter, probabilmente in tutti questi anni lo aveva usato più volte di quanto pensassi.
“Oh andiamo ragazzi, che festa sarebbe senza una rissa? Su forza andate a ballare!” disse Daphne con nonchalace avvicinandosi a me e scolandosi un bicchiere di nonsochecosa come fosse acqua.
La ringraziai mentalmente quando vidi tutte le persone tornare a ballare come se niente fosse e le sue braccia avvolsero le mie spalle.
Gurardai Draco cercando di trattenere le lacrime, era pieno di sangue.
Era la prima volta che lo vedevo così.
Cercava di tamponarsi il sangue che gli usciva dal naso con la manica della camicia, ma l’emorragia non accennava a smettere. Il suo volto era ancora più pallido del solito e il suo labbro superiore era rotto. Mi coprii il viso con le mani, non potevo sopportare tutto questo.
“Faccio sempre e solo casini Daphne, devo andarmene da qui” dissi soltanto prima di scappare fuori prima che tutti mi vedessero piangere come un stupida.
Crollai contro un muro in uno dei corridoi vicino alla mia sala comune, mi sedetti per terra affondando la testa tra le ginocchia e scoppiando a piangere.
Come avevo potuto fare questo a theo dopo tutto quello che aveva fatto per me? E lui come aveva fatto a perdere la testa e a ridurre così Draco?
Non appena ripensai all’immagine di Draco pieno di sangue una stretta allo stomaco mi fece venire nausea. Non ho mai sopportato vederlo ferito, questo era decisamente troppo.
Tutto era successo a causa mia.
Sentii improvvisamente una mano calda sulla mia spalla e qualcuno che si sedeva affianco a me.
Alzai appena la testa e mi asciugai le lacrime cercando di riassumere un po’ di contegno, ma tutto era inutile. Le lacrime continuavano a scendere anche contro il mio volere.
Ero nei casini, avevo combinato un casino.
“Pansy non è colpa tua quello che è successo”
Gli occhi verdi di Harry Potter erano fissi nei miei.
Asciugai ancora una volta le lacrime e presi fiato per parlare “Certo che lo è, mi sono messa io in questa situazione”
“Può succedere che due uomini facciano a pugni per una ragazza” sorrise
“Si ma Theo e Draco sono migliori amici da sei anni e… mio dio… come l’ha ridotto. Non riesco a rimuovere dalla mia testa l’immagine di Draco pieno di sangue” mi coprii nuovamente il viso con le mani facendo scendere lacrime.
Il suo braccio mi avvolse le spalle e mi appoggiai a lui.
Assurdo.
Tutto questo era assurdo.
“Sai se mi avessero detto tipo tre mesi fa che ci saremmo ritrovati in un corridoio dei sotterranei con te che piangi tra le mie braccia ed io che ti consolo non ci avrei mai creduto” rise accarezzandomi con la mano la spalla. Sorrisi “neanche io Potter”
“Sono migliori amici da anni si, ma anche io al quarto anno ho litigato con Ron e non ci siamo parlati per mesi. Vedi, gli amici spesso litigano e discutono… può succedere… e se di mezzo c’è una ragazza speciale è ovvio che nessuno dei due voglia rinunciarci”
Lo guardai sorpresa, mi aveva appena detto che sono speciale?
“Malfoy mi ha sorpreso molto, non pensavo si sarebbe lanciato così tanto davanti a Nott. Deve tenerci proprio tanto a te Parkinson, se no non si sarebbe esposto così tanto”
“Ho tradito la fiducia di Theo”
“Malfoy ti ha baciata senza il tuo permesso, Nott non può prendersela con te. Cerca di far chiarezza nel tuo cuore Pansy, sarà meglio per tutti” sospirò abbandonando la testa contro il muro.
Lo guardai pensierosa, dovevo guardare nel mio cuore?
Nel mio cuore c’era solo tanta, troppa confusione.
Mi alzai in piedi sciogliendo quell’abbraccio improbabile e lo guardai “grazie Harry” gli dissi sinceramente.
“E’ la prima volta che mi chiami per nome” disse guardandomi.
“Te lo sei meritato” sorrisi prima di voltarmi e scomparire nel corridoio sapendo perfettamente dove dovevo andare.


Mi diressi a grandi passi verso la camera di Draco, dovevo assolutamente sapere come stava.
Aprii la porta senza neanche bussare e la richiusi alle mie spalle.
Lo guardai, era seduto sul letto, ancora pieno zeppo di sangue.
Il cuore mi batteva troppo forte, e lo stomaco mi si strinse.
Mi avvicinai a lui inginocchiandomi e prendendogli il viso tra le mani per guardarlo negli occhi.
Sentii il suo sangue sulle mie mani ma non appena puntai i miei occhi nei suoi ci lessi tanta confusione, almeno quanto me.
Guardai le sue labbra perfette, adesso tagliate.
Il sangue era ancora fresco.
“Mi dispiace” sussurrai con le lacrime agli occhi continuando a guardarlo.
Non rispose, le sue braccia erano abbandonate sul letto quasi fosse senza forze. L’odore del sangue entrò nelle mie narici, abbassai lo sguardo rendendomi conto di quanto sangue avesse sulla camicia.
Una lacrima sfuggì alo mio controllo.
Maledizione, era insopportabile vederlo in quello stato.
Afferrandomi il mento mi costrinse a riportare lo sguardo nei suoi occhi.
Lo guardai, trattenni il respiro.
“Lo rifarei altre mille volte se è il prezzo da pagare per poterti baciare, Pansy” sussurrò continuando a guardarmi negli occhi.
Mi sentii morire.
“Perchè adesso Draco” balbettai sotto voce con il cuore a mille.
Dopo tutto quello che era successo, dopo tutti questi anni che avevo passato con lui, adesso mi diceva questo? Adesso che io avevo riniziato tutto da zero?
“Perchè prima non capivo quanto tu fossi speciale per me, ho bisogno di te al mio fianco e me ne sono reso conto solo quando te ne sei andata veramente. Probabilmente troppo tardi”
Guardai i suoi occhi farsi lucidi e per la prima volta guardai Draco Malfoy con le lacrime agli occhi.
Si alzò in piedi tirandomi su per le braccia senza il minimo sforzo.
Solo in quel momento, in piedi, davanti a lui, mi resi conto di quanto effettivamente tremassero le mie gambe in quel momento.
Guardai ancora una volta le sue labbra perfette.
Le nostre labbra si scontrarono come se non ci vedessimo da anni.
Lo tirai verso di me prendendolo per la camicia mentre avvolgevo il suo collo con le mie braccia. Le sue mani strette sui miei fianchi avvolsero il mio corpo mentre le nostre lingue si intrecciavano disperatamente e sentii in bocca il sapore del suo sangue.
Iniziai a sbottonargli la camicia sfilandogliela frettolosamente, sentii le sue mani per un attimo tremare impercettibilmente. Mi staccai e lo guardai “dobbiamo pulire tutto questo sangue” dissi sottovoce con il fiato corto.
Mi sorrise.
Uno di quei sorrisi che Draco Malfoy donava raramente, a poche persone.
Il mio stomaco si attorciglio ancora di più, le sue mani intorno al mio viso e le sue labbra di nuovo sulle mie, più dolcemente questa volta. Trattenni il respiro.
Se questo era l’inferno ci sarei rimasta per sempre.
Lo staccai nuovamente con molta forza di volontà e mi diressi verso il bagno per prendere l’asciugamano. Lo bagnai sotto l’acqua e ritornai verso di lui.
Il mio sguardo cadde sul suo avambraccio sinistro, il marchio di Lord Voldemord macchiava la sua pelle candida con inchiostro nero maledetto.
“Pansy io...” disse, alzai lo sguardo su di lui e mi resi conto che aveva capito a cosa stavo pensando “io ho dovuto farlo...” concluse abbassando lo sguardo per terra.
Sospirai e mi avvicinai a lui.
“Lo so” dissi sedendomi affianco lui sul letto “ma sono preoccupata per te e per la tua vita” conclusi sincera iniziando a pulirgli il sangue dal viso con delicatezza.
“Non posso più tornare indietro adesso. Se non l’avessi fatto se la sarebbe presa con mia madre, non potevo permetterglielo” lo guardai, nei suoi occhi c’era tanta rabbia e allo stesso tempo preoccupazione “se non fossi entrato nella sua cerchia se la sarebbe presa con tutta la mia famiglia e con tutte le persone a cui tengo… compresa te Pansy… non posso permettere che ti succeda qualcosa a causa mia, non me lo perdonerei mai”
“Ma non mi succederà niente” dissi sicura voltandogli dolcemente il viso per poterlo pulire meglio.
Il naso aveva smesso di sanguinare, ma il labbro decisamente no.
“Forse dovremmo andare da Madama Chips, lei saprà sicuramente come aiutarti”
“No Pan, mi chiederebbe com’è successo e non voglio far andare nei casini Theo… che tu ci creda o no gli voglio bene, è il mio migliore amico...” lo guardai sorpresa, mai aveva parlato con così tanta sincerità e allo stesso tempo tranquillità.
“Non stupirti della mia sincerità, probabilmente devo aver preso una bella botta in testa” disse sorridendomi quasi mi avesse letta nel pensiero, risi insieme a lui pulendogli l’ultima traccia di sangue che aveva.
“Avresti bisogno di ghiaccio” dissi guardandomi intorno, non avevo con me la mia bacchetta, quindi sfilai la sua dai suoi pantaloni puntandola verso l’asciugamano sul comodino “Glacius!”
Gli porsi la bacchetta, mi guardò sorridendo compiaciuto.
Si diresse verso la scrivania sfilando due sigarette babbane dal pacchetto, guardai il suo fisico scolpito e trattenni il respiro.
A volte in sua presenza mi sembrava di tornare ad essere una dodicenne.
Mi infilò la sigaretta in bocca puntando la sua bacchetta contro di me “Falagramus” aspirai il primo tiro e buttai fuori un po’ di fumo guardandolo negli occhi “Grazie” dissi allontanandomi da lui.
Lanciò la sua bacchetta sul comodino senza prestarci troppa attenzione dopo essersi acceso anche la sua sigaretta.
“Saresti una brava medimaga” disse improvvisamente cogliendomi di sorpresa
“Il sogno di diventare un medimago è di Blaise” dissi sedendomi per terra a gambe incrociate, lui si sedette affianco a me “Si, ma saresti brava”
Guardai davanti a me, non che non mi avesse mai sfiorato l’idea, ma l’idea di buttarmi in qualcosa di così grande mi spaventava. Ero confusa.
“Mancano ancora due anni, poi deciderò”
“Uno e mezzo, potresti uscire da qui e diplomarti e poi fare qualche scuola importante in cui sono sicuro entreresti...”
Aspirai un’altra boccata di fumo, sarebbe stata una bella idea.
“E tu cosa farai dopo?” gli chiesi voltandomi a guardarlo. Si girò anche lui e i nostri occhi si incatenarono “non lo so ancora neanche io” disse avvicinandosi sempre di più alle mie labbra.
Mi alzai in piedi di scatto prima che ci potessimo anche solo sfiorare.
Mi guardò curioso alzandosi in piedi davanti a me.
“Puoi metterti una maglietta per favore?” gli chiesi stizzita guardando altrove.
Odiavo essere così.
Rise divertito prendendo la prima maglietta sulla sedia che gli capitò sotto le mani.
“Pans, vuoi venire al ballo con me?”
Lo guardai senza saper che dire ne che fare, erano giorni che davo per scontato di andarci con Theo, e probabilmente anche lui dava per scontato di andarci con me.
On potevo rimangiarmi tutto adesso.
Non potevo fare dieci passi indietro dopo averne fatti due.
“Non credo sia il caso Draco” dissi abbassando lo sguardo, i suoi occhi grigi erano così taglienti dannazione “adesso è meglio che io vada, ero venuta per vedere come  stavi”
Mi sorrise “sei sempre troppo gentile con me”
Alzai lo sguardo ancora una volta sorpresa, ma cosa si era bevuto questa sera?
“Beh… buona… buonanotte” dissi in fretta scivolando fuori dalla stanza prima che succedesse qualcos’altro di strano.

Camminai confusa verso la stanza di Theo ed aprii la porta senza neanche rendermene conto.
“Come sta?” la voce di Theo mi riportò alla realtà.
Lo guardai mentre fumava qualcosa che di sicuro non era una sigaretta “bene… un po’ ammaccato...” risposi senza riuscire ad interpretare il suo tono.
Annuì espirando un po’ di fumo “non sono arrabbiato con te, ne con lui in realtà” disse alzando finalmente lo sguardo “ho sempre saputo che sarebbe stato difficile… qualsiasi cosa ci sia tra voi… beh tutti lo sanno. Ed io, come migliore amico di Draco, l’ho tradito. Ho preso ciò che era suo. Questa sera ho perso la testa, non avrei mai voluto prenderlo a pugni. Mi dispiace, perdonami se puoi farlo Pansy” concluse a bassa voce.
Lo guardai sorpresa, tra tutti i discorsi che mi aspettavo, di sicuro questo no!
Che razza di serata era mai questa?
Mi avvicinai a lui abbracciandolo “Perdonato”
Ricambiò l’abbraccio. Rimanemmo stretti l’uno all’altra per svariati minuti, finché non si staccò da me per guardarmi negli occhi. Lo guardai curiosa, e adesso cosa c’era?
“E’ diventato uno di loro, vero?” mi chiese conoscendo già la risposta.
Annuii abbassando la testa e lasciandomi cadere sul suo letto.
“Pensa ti poter risollevare il nome della sua famiglia… ma non è così… si farà ammazzare, Il Signore Oscuro lo userà finché ne ha bisogno e poi lo ucciderà”
Il mio stomaco sobbalzò e improvvisamente un senso di nausea mi pervase.
Lo sapevo fin dal giorno in cui mi aveva mostrato il marchio quali erano i rischi, solo non avevo mai voluto pensarci, e adesso Theo aveva detto tutto a voce alta rendendo tutto così dannatamente reale. Come avremmo potuto aiutarlo?
“Sai qual è il suo compito?”
“No… non mi ha detto niente...” sospirai incontrando gli occhi verdi di Theo.
Si erano appena presi a pugni, ma nonostante tutto lui si preoccupava per Draco. Sorrisi impercettibilmente senza rendermene conto.
“Non si lascerà mai aiutare da no Pansy. Ho provato più volte a parlargli, ma da quando… beh… si insomma, da quando io e te… non mi parla più”
“Theo ascolta, mi dispiace tanto per questa sera” sputai fuori
“non scusarti Pans, sono io che ho dato di matto”
“Si, ma lui mi ha baciata”
“Malfoy è geloso” disse voltandosi a guardarmi “e questo non è un mio problema. Io e te non stiamo insieme quindi sei libera di fare ciò che vuoi”
Lo guardai sorpresa “beh la tua reazione lasciava intendere ben altro” risposi stizzita alzandomi dal letto. Perchè diavolo mi ero scusata con lui?
In fin dei conti non stavamo insieme, proprio come aveva appena detto lui, quindi perché fari tanti problemi?
“buonanotte” dissi secca prima di scivolare fuori frettolosamente dalla sua stanza
“Parkinson, aspetta io...” non lo asciai concludere, chiusi la porta dietro le mie spalle e me ne andai.
Camminai veloce, dritta verso la festa.
Al diavolo quei due.
Al diavolo tutti.
Ero libera, nessuno mi avrebbe detto cosa fare o no.
Entrai nuovamente nella stanza della festa, la musica era ancora più alta e quasi tutti erano belli avanti. Mi avvicinai al tavolo con gli altri, mi guardarono curiosi e un po’ preoccupati.
“Tutto bene?” balbettò incerta Daphne guardandomi.
Le sorrisi “Alla grande”
Afferrai la bottiglia di quella che doveva essere decisamente Tequila a giudicare dal sapore e iniziai a bere senza alcun controllo.
Mi ero fatta tanti problemi fino ad ora che avrei potuto benissimo non farmi, quindi perché continuare così?
Mi lanciai in pista e iniziai a ballare svuotando la mente.
Basta, non avevo più voglia di pensare.
Due braccia forti mi trascinarono via, di nuovo.
Non capivo più niente, mi lasciai guidare da lui senza porre alcuna resistenza.
Risi poco prima di entrare nella sua stanza, poi tutto diventò nero.

 

Mi coprii gli occhi immediatamente, questa dannata luce mi stava accecando e avevo la sensazione che la mia testa sarebbe esplosa da un momento all’altro.
Lentamente i miei occhi si abituarono alla luce e cercai di mettere a fuoco dove mi trovavo.
Per un attimo il cuore mi balzò in gola, afferrai sotto le mie mani le coperte rosse e oro che mi coprivano e balzai a sedere nel letto.
“Ma cos’è successo?” dissi a voce alta prendendomi la testa tra le mani.
Perchè non ero nel mio letto?
Non ricordavo niente della notte passata, ne come ci ero finita qui, nel dormitorio di Griffondoro.
E soprattutto cosa cazzo era successo?
Il panico mi assalì per un attimo.
“Buongiorno Pansy” mi voltai verso la porta e sentii morire le parole in gola.
Cazzo.
“Harry”

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Decisioni e punizioni ***


Ciao a tutti! eccomi qui con un nuovo capitolo! Capitolo un po' di passaggio in realtà; Pansy sta cambiando e sta prendendo delle decisioni. Fatemi sapere che ne pensate e grazie mille a chi continua a recensire :)

Gli occhi verdi di Harry erano puntati su di me e non potevo fare altro che chiedergli tacitamente spiegazioni. Cosa diavolo era successo e perché mi trovavo in camera sua?

Mi resi conto di essere vestita esattamente come la sera prima, e subito tirai un sospiro di sollievo inconsapevolmente.
L’idea di aver combinato un altro casino mi terrorizzava.
“Stai meglio?” la sua voce raggiunse le mie orecchie forse un po’ in ritardo.
Lo guardai, alzai le spalle ricadendo nel letto.
Avrei solo voluto sparire per non dover affrontare tutto quello che era successo. Ma sapevo bene che sparire non sarebbe stata la cosa più giusta da fare questa volta.
Avrei affrontato tutto, avevo deciso.
In fin dei conti era tutta colpa di Nott e Malfoy.
“Forse è meglio se vai a fare colazione Pansy, è stata una serata difficile”
Improvvisamente, quasi mi avesse ricordato con le sue parole che la sera prima ci avevo dato dentro alla grande, un forte mal di testa mi assalì senza che me ne rendessi conto.
Maledissi con tutta me stessa il momento in cui avevo deciso di iniziare a scolarmi qualsiasi cosa la sera prima. Tutto per colpa di Notte e Malfoy.
“Intendi dirmi qualcosa prima o poi?”
Mi voltai verso Harry, quasi mi fossi risvegliata da una sorta di trans “Oh si scusa..” dissi guardandolo “si adesso vado, ma prima devo andare in dormitorio a farmi una doccia… come posso uscire da qui senza che nessuno mi veda?”
“Sono tutti a far colazione, non ti preoccupare, il dormitorio è vuoto”
“Grazie… cos’è successo ieri sera?”chiesi guardandomi intorno. Trovarmi nel dormitorio di Griffondoro non mi tranquillizzava sicuramente, tanto meno essermi risvegliata nel letto di Potter.
Cercai di allontanare qualsiasi pensiero strano mi venisse in mente.
“Hai iniziato a bere tanto… troppo. Sei scappata via dicendo non so che cosa contro i tuoi amici e hai cercato di entrare nella foresta proibita. Ti ho fermata, e ti ho riportata qui dato che se ti avessero vista con me a Serpeverde non avresti più amici”
Sorrisi quando lui mi sorrise “dannazione Potter, allora anche tu hai qualche intuizione geniale a volte!” risi alzandomi dal letto e stiracchiandomi le gambe dolenti.
Mi resi conto di avere qualche strappo sui pantaloni.
“Sei caduta mentre correvi” disse semplicemente guardandomi
“Grazie Harry” dissi prima di scivolare fuori dalla sua stanza cercando di non farmi vedere da nessuno. Il corridoio sembrava libero, la sala comune anche.
Corsi giù dalle scale e dritta verso la porta di uscita prima che qualcuno potesse vedermi.
Camminai svelta verso i sotterranei e non appena scesi le scale sentii finalmente il freddo e l’umidità della mia sala comune entrarmi dentro nelle ossa.
Casa.
Non potei fare a meno di notare la differenza tra le sale comuni di Serpeverde e Griffondoro.
Una sprizzava gioia e calore da tutte le parti, l’altra nobiltà e freddezza.
Per un attimo mi chiesi se tutto ciò che avevo sempre avuto fosse effettivamente ciò che volevo.
Non sarebbe stato tutto più facile se fossi nata in una famiglia magica normale?
Senza balli, abiti, gioielli, cene, nobiltà e galateo da seguire.
Mi diressi verso la mia camera rallentando il passo. Non avevo più motivo di fuggire da niente.
Forse sarebbe stato tutto migliore, o forse no.
Aprii svogliatamente la porta della mia stanza, avevo dannatamente bisogno di un’aspirina e di una bella doccia prima di andare a fare colazione.
Mi resi conto improvvisamente di un bigliettino per terra, probabilmente era stato infilato sotto la fessura della porta.
“Pansy dove sei? Sono preoccupata, ti abbiamo cercato in ogni posto di questa scuola. Fatti vedere, stiamo andando in sala Ggrande.
Daphne “
Buttai il biglietto nel cestino accartocciandolo.
Ovviamente non mi avevano trovata, ero nel posto meno probabile della storia.
Sospirai spogliandomi e buttandomi sotto la doccia.
Avrei dovuto pensare a come agire, in fretta.


Entrai in sala grande dirigendomi subito verso Daphne.
Dovevo assolutamente inventarmi qualcosa, non avrei potuto sicuramente dirle che ero da Potter.
“Pansy! Ma che fine avevi fatto?” mi chiese alzandosi subito non appena mi vide.
Le diedi un bacio sulla guancia sedendomi come se niente fosse mai successo “Di cosa stai parlando Dap? Sono sempre stata in camera mia”
“Ma ti ho bussato mille volte questa notte, e anche questa mattina! E non mi hai mai aperto!”
Evitai accuratamente di guardarla negli occhi, avrebbe sicuramente capito che le stavo mentendo, per cui afferrai una fetta biscottata e iniziai a spalmarci sopra il burro con molta nonchalance.
“Questa notte sono andata a farmi una passeggiata dopo la festa, per smaltire la sbronza, e questa mattina evidentemente stavo dormendo così profondamente da non sentirti” dissi tranquillamente versandomi un po’ di caffè.
Alzai lo sguardo e notai subito lo sguardo di Draco, seduto di fronte a me, fisso su di me. Non potei fare a meno di notare il sangue secco sul suo labbro e il taglio che ancora doveva guarire, inoltre il suo zigomo sinistro era leggermente violaceo.
Spostai lo sguardo cercando di non tradire alcuna emozione.
Sorseggiai il mio caffè guardandomi attorno per un attimo, notai con piacere che Theo non era presente. Dopo quello che mi aveva detto ieri sera poteva anche scordarsi di me e di noi e di tutto il resto. Di sicuro non sarei rimasta lì da lui come una stupida.
Sei libera di fare ciò che vuoi”
Le sue parole mi risuonarono in testa e appoggiai la tazza decisamente innervosita.
Di sicuro non mi aspettavo una cosa del genere da parte sua, ma l’avrebbe pagata, molto cara.
Improvvisamente una gomitata di Daphen mi riportò alla realtà, spostai lo sguardo nella direzione in cui mi aveva indicato e sbiancai.
Piton e la McGranitt si dirigevano verso di noi a passo svelto.
Sospirai rendendomi conto che probabilmente sarebbe stata la nostra fine.
Questa giornata non poteva iniziare peggio.
Quando la McGranitt si fermò davanti a me ne ebbi la conferma.
“Signor Malfoy, come mai ha un occhio nero e un labbro sanguinante?”
La guardai sorpresa, non ce l’aveva con me? Spostai lo sguardo su Draco che continuò a sorseggiare il suo succo tranquillamente.
“Non ha intenzione di rispondermi?”
“Sono caduto” rispose secco alzando per un attimo il suo sguardo ma riportandolo subito dopo sul suo piatto. Sospirai sapendo già come sarebbe andata a finire.
“Dato che lei e il suo amico Nott non siete in grado di discutere come delle persone adulte, toglierò 50 punti a Serpeverde” disse sorridendo compiaciuta.
“Ma non può penalizzare tutti per loro!” sbottò Vincent senza riuscire a trattenersi.
“Posso eccome invece signor Tiger, ma a questo punto adesso che mi ci fa pensare ne toglierò 100 dato che è stato avvistato nei corridoi del castello ubriaco ieri sera”
“Professoressa sono sicura che Vincent non fosse ubriaco, non stava molto bene ieri sera”
“Signorina Parkinson, meno 150 punti a Serpeverde allora visto che adesso che mi ci fa pensare anche lei è stata avvistata decisamente alticcia per i corridoi del castello. E adesso non mi rimane che concordare una giusta punizione per voi con gli altri professrori” decretò guardandoci severamente. Sospirai rassegnata, cosa avevo fatto di male per meritare tutto questo?
Non sarebbe potuta andare peggio di così.
“Posso proporre io una giusta punizione adeguata per i miei studenti professoressa...” si intromise Piton “… direi che delle ronde prima di andare a letto di questi tempi non sarebbero neanche inadeguate, non pensa? Gli studenti di Serpeverde potrebbero rendersi utili e fare dei turni i ronda come punizione, invece che girovagare per il castello ubriachi” concluse guardandoci attentamente.
L’idea di fare delle ronde notturne non mi entusiasmava, significava rinunciare ad una sera a settimana e fare i comodi di quel pazzo di Silente per una sera intera. Ma tutto sarebbe stato meglio della punizione della McGranitt, ne ero certa.
“E va bene. Questa sera inizieranno il signor Malfoy e la signorina Parkinson, dalle 21 alle 23.45 farete il giro del castello senza fermarvi e perdere tempo. Vi terrò sotto controllo. Domani sera sarà il turno del signor Nott e del signor Tiger. Vincent , lo comunichi lei al suo compagno” concluse andandosene seguita da Piton.
Ok mi sbagliavo, le cose potevano andare peggio, ed erano appena cadute nel baratro.
Avrei dovuto passare tutta la sera con Draco.
Scossi la testa sorreggendomela con una mano.
Che vita di merda.
Malfoy si alzò di scatto dirigendosi verso l’uscita senza dire niente, lo guardai sorpresa.
“Mi dispiace Pansy” sussurrò Daphne al mio orecchio, alzai le spalle menefreghista.
Una punizione in più o una in meno non avrebbe fatto la differenza, ma passare una serata intera con Malfoy purtroppo si. Ero in ansia e non potevo negarlo.
“Fa niente” dissi mangiando l’ultimo moroso della mia fetta biscottata.
“Tra due giorni ci sarà il ballo, tu con chi ci andrai Pan?” mi voltai verso Blaise guardandolo stupita
“Da quando ti interessano questi gossip da donna Blaise?”
“Da quando la tua vita amorosa è così movimentata tesoro”
“Sei dolce a preoccuparti, ma non mi serve la tua attenzione”
“Non mi preoccupo, voglio solo divertirmi un po’” rise seguito da me.
Dannazione. Ero davvero in una situazione di merda.
“il vestito l’hai trovato?”
“ma figurati Dap, non so neanche se ci verrò a questo dannato ballo”
“ho un vestito che sarebbe perfetto per te, e sarei molto felice di prestartelo!oppure, perché non andiamo a Hogsmade oggi pomeriggio? Ci facciamo un giro nei negozi e cerchiamo qualcosa”
Ci pensai su un attimo, forse allontanarmi dal castello per un pomeriggio mi avrebbe aiutata
“Ok, andiamo verso le 15.30?” chiesi alzandomi dalla panca
“Si perfetto, dove vai?”
“Devo sbrigare delle cose, ci vediamo dopo” salutai velocemente tutti quanti e mi fiondai fuori dalla sala grande.
Avevo deciso, avrei aiutato Draco. In un modo, o nell’altro.
Ma prima di decidere come agire avrei dovuto informarmi sulla situazione fuori da Hogwarts per fare il punto della situazione e attuare un piano.
Mi diressi verso la torre di astronomia.
Corsi su per gli scalini velocemente arrivando in cima in un attimo, presi un pezzo di carta e scrissi sopra poche parole. Se anche fosse stata intercettata o controllata questa lettera non ci sarebbero state conseguenze.
“Ciao mamma, qui tutto va alla grande come sempre.
Lì a casa come procedono le cose?
Devo assolutamente parlarti, il prima possibile. Necessito del tuo aiuto.
Pansy”

Consegnai la lettera ripiegata al mio gufo che subito spiccò il volo verso Parkinson Manor.
Mi appoggiai alla ringhiera, un soffio di vento gelido mi attraversò e mi fece rabbrividire.
Probabilmente non mi rendevo conto di cosa stavo facendo, un gioco troppo grande rispetto a me.
Chiusi gli occhi e sospirai.
Una volta conosciuta la reale situazione, avrei preso una decisione.
“Cosa ci fai qui?” la voce di harry Potter raggiunse le mie orecchie, ma non apri gli occhi.
“Avevo bisogno di riflettere”
“Su cosa?”
“Affari miei”
“Ok scusa” sentii le sue mani appoggiarsi affianco a me sulla ringhiera e finalmente aprii gli occhi contemplando il paesaggio meraviglioso che si stagliava davanti a noi.
“Sei mai stato indeciso nel compiere un’azione?”
Rise guardandomi “lo sono sempre”
"M
a alla fine fai sempre la cosa giusta, qual è il tuo segreto?” constatai guardando sempre davanti a me.
“Seguo il mio cuore Pansy” disse semplicemente come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Sospirai, forse aveva ragione lui. Forse il mondo aveva davvero bisogno solo di amore, coraggio, lealtà per andare avanti.
Tutte qualità che io, in quanto Serpeverde, non avrei mai avuto.
“Allora con chi andrai al ballo martedì? Con Malfoy o con Nott?”
“Non lo so ancora”
“Hai parlato con loro questa mattina?”
“No”
Improvvisamente lo vidi diventare nervoso, iniziò a torturarsi le dita delle mani abbassando lo sguardo “Cosa c’è? Sputa il rospo”“Pansy io… io penso che Malfoy stia tramando qualcosa, tu ne sai qualcosa?” sputò fuori tutto molto velocemente.
Lo guardai negli occhi, indossando la mia maschera migliore.
“mi dispiace, non so niente”
“Immaginavo, anche se sapessi qualcosa di sicuro non lo verresti a dire a me, ma almeno ci ho provato”
“Draco non parla più neanche con me. Dopo quello che è successo suo padre alla fine dell’anno scorso qualcosa è cambiato in lui”
“Lucius Malfoy meritava di finire ad Azkaban, è un mangiamorte Pansy! Non avrei potuto fare altrimenti. Voldemort mi ha quasi ucciso quella sera se non fosse stato per Silente, e Malfoy di sicuro non aveva buone intenzioni!”
“Non dire il suo nome!”
“Non chiamarlo con il suo nome non renderà le cose migliori, ne cambierà qualcosa”
“Non è questione di nascondere la testa sotto la sabbia!”
“Nel mio mondo lo si chiama con il suo nome, il nome di un assassino”
Lo guardai per un attimo stringere i pugni, e per un attimo un dubbio atroce mi assalì.
Se mai fosse scoppiata una guerra, da che parte sarei stata?
“Nel mio mondo no” dissi risoluta allontanandomi dalla balaustra.
“Non so niente Harry, non posso aiutarti”
Si avvicinò a me, prendendomi la mano tra le sue. Lo guardai sorpresa da questo gesto. Non capivo cosa volesse fare ne dove volesse arrivare.
“Segui sempre il tuo cuore Pansy, e fai ciò che ritieni più giusto, sempre” sussurrò prima di lasciarmi nuovamente la mano.
“Ci vediamo in giro” disse prima di sparire verso il castello.
Ripensai alla sera in cui Draco aveva saputo che suo padre era stato arrestato e imprigionato ad Azkaban. Avevamo dormito insieme quella sera.
Nella notte qualcuno aveva quasi tirato giù la mia porta a forza di bussare, svegliandomi mi ero resa conto che Draco, ancora una volta, non c’era e non avrebbe dormito con me neanche quella volta.
Mai infatti si era fermato a dormire dopo una serata passata con me.
Mi ero alzata in fretta e una volta aperta la porta avevo appreso la notizia da Daphne.
Avevamo corso fino alla stanza di Draco, nella quale erano chiusi dentro lui, Theo e Blaise.
Avevamo aspettato ore sedute per terra davanti a quella porta e, quando finalmente si era aperta, ero entrata convinta di potergli stare accanto.
Ma l’unica cosa che mi aveva detto era stata la sua volontà di chiudere quello che c’era tra noi, qualsiasi cosa fosse.
Decisi di tornare al castello e non pensarci più, proprio come mi ero ripromessa tanti mesi prima.

 

Entrammo nella bottega di Madame Boutxan, uno dei pochi negozi di abiti da ballo che c’era ad Hogsmade. Costosi, ma bellissimi.
Iniziammo a girare tra i vari abiti, ce n’erano fin troppi, mi girava la testa.
“guarda questo Pan, che bello!” guardai il vestito che mi stava mostrando Daphne, era tutto viola di seta lungo fino ai piedi e senza spalline.
“Bello, senza alcun dubbio, ma forse un po’ troppo semplice”
“E questo? Lo vedrei da dio per te!”
Era un vestito in seta verde smeraldo, lungo fino ai piedi leggermente stretto in vita. Aveva uno scollo a v abbastanza profondo e delle sottili spalline in raso verde. Era decisamente splendido!
“Bellissimo, lo provo! Guarda questo per te Dap” le mostrai un vestito azzurro chiaro con il corpetto in pizzo e uno scollo a cuore.
“E’ bellissimo Pan! Voglio provarlo. Aspetta, vado a vedere lì in fondo se c’è qualcos’altro di carino” disse prima di sparire in mezzo a tutti i mille vestiti presenti in questo negozio.
Sentii la campanellina della porta tintinnare, un vestito argento davanti ai miei occhi aveva sicuramente conquistato la mia totale attenzione.
Aveva un corpetto fatto di brillantini argentati con uno scollo a cuore e la gonna di tulle bianca si allargava fino ai piedi, aprendosi lateralmente con uno spacco.
Lo presi in mano, era stupendo.
Improvvisamente uno strattone sul braccio mi fece voltare, un uomo avvolto da un mantello nero e il cappuccio se ne stava davanti a me.
Non lo riconobbi.
“Ha bisogno di qualcosa?” chiesi cortesemente guardandolo.
“Sua madre le manda questo” disse mettendomi in mano un biglietto e sparendo in fretta uscendo dal negozio. Non ebbi neanche il tempo di dire una parola, guardai la busta tra le mie mani e la aprii subito controllando che non ci fosse Daphne.
“Ciao figlia mia, che bello ricevere tue notizie. Di solito non ti fai mai sentire, quindi presumo sia una questione importante ciò di cui mi vuoi parlare. Mercoledì mattina, dopo il ballo, torna a casa fino a Capodanno. Siamo stati invitati ad un gala a Zabini Manor per festeggiare il Capodanno. Durante la tua permanenza a casa parleremo di ciò che vuoi e subito dolo il gala sarai libera di tornare ad Hogwarts.
Ci manchi molto.
Un bacio, Mamma e Papà”

Infilai subito la lettera nel mantello.
Sarei tornata a casa per qualche giorno e avrei parlato con mia madre.
Ma la cosa che mi lasciava più perplessa era decisamente il ballo a casa Zabini per Capodanno.
C’era di sicuro qualcosa sotto, e avrei dovuto scoprire cosa.
“Pansy guarda questo!” guardai il vestito che mi mostrava daphne. Era bellissimo.
“Bellissimo Dap, prendilo”
Ci dirigemmo alla cassa, decisi di acquistare entrambi i vestiti.
Avrei messo quello verde al ballo e quello argento a Zabini manor.
Ma ciò che mi premeva adesso era capire cosa stesse succedendo a Londra.

 

Tornammo in fretta al castello e dopo aver cenato mi rifugiai nella mia stanza.
Decisi di farmi una doccia prima della ronda, di sicuro mi avrebbe aiutata a calmarmi.
Questa sera non potevo permettere che i sentimenti prendessero il sopravvento e avrei cercato di estorcere qualche informazione a Draco.
Mi abbandonai sotto il getto di acqua calda.
Dovevo assolutamente sapere di cosa si trattava, quale fosse il suo reale compito all’interno del castello. A giudicare dal discorso che Draco aveva fatto mesi prima sul treno, non sarebbe mai tornato a scuola se non avesse avuto un buon motivo per farlo.
E sicuramente l’amore per l’istruzione di Narcissa Malfoy non era tra questi.
Uscii dal bagno asciugandomi i capelli con un incantesimo per far prima.
L’aiuto della mia bacchetta spesso risultava davvero utile.
Aprii l’armadio davanti ai miei occhi, cercando una divisa pulita. Guardai tutte le mie gonne, ovviamente accorciate insieme a Daphne nel corso degli anni.
Sorrisi ripensando alla frivolezza dei primi anni ad Hogwarts, quando ci facevamo belle per scendere a cena in sala Grande o quando sapevamo che Blaise e Draco erano comodamente seduti nei divanetti della sala Comune. Bei tempi quelli.
Improvvisamente sentii la presa ferrea di due mani sulla mia vita.
Sobbalzai per un attimo, ma non mi girai.
Dopo un momento iniziale di sorpresa riconobbi subito la sua presa.
“Che ci fai qui Draco? E come sei entrato?”
Le sue mani slegarono velocemente la cintura del mio accappatoio intrufolandosi all’interno e avvolgendo totalmente con le sue braccia la mia vita.
Appoggiò il mento sulla mia spalla, il suo respiro caldo sul mio collo.
Trattenni il respiro, sperando di non tradirmi proprio in questo momento.
“Devi farmi un favore Pansy”

 

 

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Capitolo 9
*** Nuovi risvolti ***


Ciao! Perdonatemi il ritardo ma sono stata molto occupata in questi giorni.
Eccomi qui con un nuovo capitolo, spero vi piaccia e come sempre aspetto le vostre recensioni per sapere che ne pensate!
Buona lettura :)



Cercai di scostarmi dal suo abbraccio, ma non ci riuscii.

L’unica opzione che avevo era assecondarlo e cercare di capire quale fosse il suo progetto, senza farmi scoprire.
Sospirai cercando di ristabilire il controllo.
“Cosa ti serve?”
Sentii la sua presa farsi più leggera sui miei fianchi, ora aveva la certezza che non l’avrei sbattuto fuori dalla mia stanza a calci nel culo.
“Non posso dirti a cosa mi serve, ne che intenzioni ho. Ma ti prego di fidarti di me. Riesci a scoprire se qui ad Hogwarts c’è un armadio svanitore?”
Mi voltai verso di lui per guardarlo negli occhi, lasciò la presa delicatamente mentre i suoi occhi caddero sulla mia pelle nuda per un attimo. Richiusi velocemente la cintura dell’accappatoio e guardai i suoi occhi grigi. Oggi avevano una particolare sfumatura di azzurro, come ogni giorno in cui c’era il sole.
“Un armadio svanitore?” gli chiesi sorpresa dalla richiesta piuttosto strana.
Ne avevo già sentito parlare, avevo visto dei disegni nei libri della biblioteca di Parkinson Manor, ma non ne avevo mai visto uno con i miei occhi.
Sapevo che era un oggetto associato alla magia oscura, ma in quel momento non riuscii proprio a collegare a cosa potesse servirgli un armadio svanitore qui ad Hogwarts.
“Si esatto. Come ti ho già detto non posso dirti cosa ci devo fare, ne perché mi serve, ma ho bisogno del tuo aiuto. Non devi dirlo a nessuno Pansy, ne farti scoprire da nessuno. Sono settimane che cerco di scoprire se ce n’è uno da qualche parte qui a scuola. E’ importante”
Lessi nei suoi occhi un misto di ansia e paura.
Era raro vedere Draco Malfoy in questo stato.
“Ok ti aiuterò, se scoprirò qualcosa te lo farò sapere” conclusi dirigendomi verso l’armadio e aprendone le ante.
Da dove avrei potuto iniziare?
Forse avrei potuto cercare qualcosa tra i libri della mia famiglia tra qualche giorno, una volta tornata a casa. Ero sicura avrei trovato qualcosa lì!
Sentii uno spostamento d’aria alle mie spalle, capii che era dietro di me, molto vicino.
Le sue mani avvolsero dolcemente le mie spalle “grazie, a dopo” sussurrò al mio orecchio prima di stamparmi un bacio sulla guancia.
Non dissi niente, rimasi in silenzio senza riuscire a dire niente.
Avrei pagato oro per avere queste attenzioni e questa fiducia da parte sua fino a qualche mese fa, ed ora?
Sentii la porta chiudersi alle mie spalle ed intuii che doveva essersene andato.
Presi la divisa dal mio armadio.
Tolsi l’accappatoio e indossai delle parigine fin sopra il ginocchio e la mia gonna. Sistemai la camicia e infilai il maglione sistemando il colletto della camicia.
Mi guardai un attimo allo specchio, decisi di non truccarmi e di lasciare i capelli sciolti.
Qualcuno bussò alla mia porta.
Le sorprese a quanto pare non erano ancora finite.

“Avanti” dissi infilando le scarpe.
“Ciao” non appena riconobbi la voce mi voltai di scatto.
“Alla buon’ora Theodoro”
“Mi chiami Theodoro adesso? La situazione dev’essere piuttosto grave”
“Considerando che non mi parli ne ti fai vedere da un giorno intero e che l’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che sono libera di fare ciò che mi pare, direi di sì”
“Ma è vero” chiuse la porta alle sue spalle “non posso obbligarti a fare ciò che voglio io Pansy. Se tu vuoi baciare Malfoy, bacialo! Non posso di sicuro proibirtelo. Poi che lo prenderei a pugni e lo ammazzerei di botte è un altro discorso! Devi essere tu a dirmi cosa vuoi”
Lo guardai per un attimo, l suo ragionamento non era così malvagio dopotutto.
“Ha fatto tutto lui… Draco… ieri sera. Non so cosa diavolo gli sia preso, te l’ho già detto”
“Ed io ti credo” disse avvicinandosi e sfiorandomi la guancia.
“Dove sei stato tutto il giorno?”
“In giro”
“Theo.”
“In camera, sono andato a farmi una passeggiata per schiarirmi le idee, allenamento di Quiddich…ho fatto un po’ di cose… ma di venire a mangiare per vedere te e Malfoy che vi mandate occhiatine non mi andava”
Alzai gli occhi al cielo “ma di quali occhiatine stai parlando scusa?” dissi piuttosto scocciata.
Perchè diavolo faceva così adesso?
“Dai si vede lontano un miglio che c’è qualcosa tra di voi”
Non ressi più “quando avrai voglia di smetterla di fare il bambino e dire stronzate fammi un fischio, adesso è tardi io vado”
“Da Malfoy”
Ignorai beatamente la sua precisazione inutile e chiusi la porta alle mie spalle dirigendomi verso la sala comune.
Dannazione ma stava scherzando? Venire in camera mia per continuare le sue idiozie da gelosia.
Scesi le scale della sala comune velocemente, prima sarebbe iniziata la tortura prima sarebbe finita.
Vidi Draco vicino alla porta principale che mi aspettava, mi avvicinai a lui lentamente “andiamo?” mi chiese non appena mi trovai abbastanza vicino a lui da sentire la sua voce.
Annuii abbassando la testa rassegnata, sarebbe stata una lunga serata.

 

Camminavamo per i corridoi di Hogwarts da più di un’ora in silenzio. Nessuno dei due osò dire una parola, quando all’improvviso fu proprio lui a rompere il silenzio.
“Ci sarai al ballo di Capodanno?”
“Si”
“I tuoi ti hanno già scritto?”
Annuii continuando a camminare guardando davanti a me, per un attimo mi ricordai che le lettere dei genitori sarebbero arrivate tra qualche giorno e pregai con tutta me stessa che non lo ricordasse.
Se avesse capito che avevo sentito mia madre prima di tutti gli altri, avrebbe sicuramente capito che c’era qualcosa sotto dato che non ero solita scrivere spesso alla mia famiglia.
“Anche mia madre mi ha scritto… quando tornerò a casa andrò anche a trovare io padre in quel postaccio” avvertii la sua voce incrinarsi al termine della frase e finalmente mi voltai ad guardarlo.
“Non dev’essere facile… sei sicuro di volerci andare?”
Mi guardò sorpreso “Certo, perché non dovrei? Mio padre non vorrebbe che lo vedessimo lì, ne tanto meno che io e mia madre ci facessimo vedere ad Azkabam, ma mia madre ci tiene particolarmente e non le si può dire di no, sai com’è fatta”
Sorrisi pensando alla testardaggine di Narcissa Malfoy, una delle donne più forti che avessi mai conosciuto probabilmente “si, lo so bene”
“E poi fa piacere anche a me vederlo” concluse spostando lo sguardo altrove.
Conoscevo Draco da molti anni, e sapeva benissimo che riuscivo a leggergli dentro come nessun altro; proprio per questo spesso era così sfuggente nei miei confronti, ma non avevo sicuramente problemi a riconoscere quei momenti.
Decisi di non inferire oltre.
“Per quella cosa che ti ho chiesto prima...” mi voltai a guardarlo nuovamente interessata, stava parlando decisamente troppo per i suoi standard e questo mi insospettì non poco.
“Non sei tenuta a farlo Pansy…”
“Lo farò non ti preoccupare, e sarò discreta, come sempre”
"Si ma stai attenta, non me lo perdonarei mai se ti succedesse qualcosa"
Mi voltai verso di lui curiosa "perchè dovrebbe succedermi qualcosa scusa?"
Per un attimo mi diede l'impressione di essere spiazzato, ma si ricompose subito "dicevo così per dire. In questi anni Hogwarts non è stato un posto sicuro"
"Non lo è stato per gli altri, non per noi"
"Vero"

Iniziammo a scendere le scale per allontanarci dalla torre di Griffondoro ma improvvisamente misi male un piede e per un attimo mi convinsi che quello sarebbe stato il mio ultimo momento di vita.
Chiusi gli occhi preparandomi al dolore dell’impatto, ma una presa forte e sicura mi fermò afferrandomi per i fianchi.
Rimasi con gli occhi chiusi per qualche secondo, ancora con il fiatone per lo spavento preso.
“Quando inizierai ad essere meno maldestra?” lo sentii ridere e aprii gli occhi rimanendo totalmente abbagliata da uno dei suoi rari sorrisi.
La sua bocca era a pochi centimetri dalla mia, e potevo sentire il suo respiro caldo soffiare sulla mia pelle. Guardai i suoi occhi grigi, erano così diversi da come li ricordavo.
Sempre sicuri e fieri, ma adesso quello che potevo leggerci era solo un ragazzo spaventato e terribilmente solo.
Rilassai la schiena totalmente rigida e mi appoggiai delicatamente alla parete in muratura dietro di me. Queste scale erano sempre state così dannatamente strette, due persone vicine ci passavano a malapena.
Mi resi conto solo dopo un po’ di avere una mano stretta sul suo braccio e l’altra sulla sua spalla, per assicurarmi una presa.
Cercai di divincolarmi dalla sua presa per togliermi da questa situazione imbarazzante, ma mi ritrovai in pochi attimi imprigionata tra le sue braccia ed il muro dietro le mie spalle.
Sapevo che se mi fossi trovata in una situazione del genere sarebbe stato difficile mantenere il mio autocontrollo, ma non potevo dargli questa soddisfazione, ne potevo complicare ulteriormente le cose, visto il periodo.
“Dovresti smetterla di cercare di scappare da me” sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
“E tu dovresti cercare di smetterla di bloccarmi”
“Non posso farne a meno” rise e dio, avrei voluto sprofondare lì, in quel momento.
Si avvicinò sempre di più a me e trattenni i respiro, incapace di pensare razionalmente in quel momento. Le sue dita iniziarono ad accarezzare il mio fianco dolcemente, intrufolandosi sotto la camicia. Rabbrividii sentendo le sue dita fredde scorrere sulla mia pelle.
Il suo respiro sempre più vicino.
Il suo profumo invase le mie narici.
Proprio quando chiusi gli occhi e le sue labbra sfiorarono le mie, una voce ci riportò alla realtà facendoci allontanare immediatamente alla velocità della luce.
“Malfoy, Parkinson!”
Guardai il trio dei miracoli al completo in cima alle scale, mi soffermai per un attimo con lo sguardo su Harry, ma lui non diede assolutamente segno di intesa.
“Cosa ci fate in giro a quest’ora? Dovreste essere nei vostri dormitori, Piton sarà felice di sapere che girovagate per il castello a vuoto contro le regole” disse subito Draco facendo un passo avanti.
“E noi potremmo riferirgli che usate le sue punizioni per sbaciucchiarvi nei corridoi” rispose immediatamente compiaciuto di averci colti sul fatto Weasley.
Avrei potuto controbattere, era il mio momento, lo era sempre stato.
Dopo un insulto di Draco arrivava puntualmente il mio.
Ma stranamente quella sera, in quel momento non mi uscì niente.
Mi ricordai delle chiaccherate con Potter, e improvvisamente mi sembrò sbagliato insultare qualcuno che in fin dei conti mi aveva aiutata.
Mi resi conto che tutti gli sguardi erano puntati su di me, in attesa di una mia risposta, che però non arrivò. Niente di niente.
Draco prese in mano la situazione “almeno io ho qualcuno con cui divertirmi Weasley, tu e la mezzosangue andate in giro per i corridoi lanciandovi occhiatine ma non avete il coraggio di concludere a quanto pare” li canzonò Draco.
“Solo perché Ron e Hermione hanno più pudore di voi non vuol dire che siate superiori Malfoy, tuo padre non te le ha insegnate le buone maniere? A quanto pare l’ho sbattuto ad Azkabam prima che potesse farlo”
Harry non fece in tempo a finire la frase che Draco si lanciò su di lui pronto a prenderlo a pugni.
Lo tirai per il mantello cercando di fermalo e fortunatamente ce la feci.
Lo trattenni per il braccio cercando di distrarlo “lascia stare Draco, andiamo via, se faiq ualcosa finiamo nei casini con Piton”
Come aveva potuto essere così cattivo Harry?
Mi sentii offesa.
Sorvolai sul fatto che aveva indirettamente offeso anche me con la sua frase, ma proprio non capii come poteva essere stato così cattivo con Draco.
Mi sorpresi dei miei stessi pensieri, in fin dei conti perché adesso mi interessava tanto l’opinione di Potter? Per anni ci eravamo insultati e presi in giro, ma non potevo fare a meno di sentirmi offesa e in un certo senso anche arrabbiata.
Con uno strattone Draco si liberò dalla mia presa e voltandosi scomparve velocemente giù dalle scale. Guardai un’ultima volta il trio sopra di me, e non trattenni di certo uno sguardo di disprezzo.
Mi voltai e me ne andai, scendendo le scale piuttosto velocemente ed ignorando l'ultimo guardo di Potter.
Avevo sbagliato a fidarmi di lui evidentemente.

Dovevo trovare Draco.
Lo cercai in tutti i corridoi vicini, ma niente, non riuscivo a trovarlo.
Questa volta non sarebbe stato facile.
Poche cose toccavano Malfoy, la famiglia era certamente una di queste.
Lucius Malfoy specialmente.
Continuai a girare per tutti i corridoi senza farmi notare, se Piton ci avesse scoperti saremmo finiti in punizione doppiamente per non aver portato a termine la punizione che ci aveva assegnato.
Dannazione.
Improvvisamente un lampo di genio mi attraversò la mente. Avevo cercato per tutto il castello, mancavano solo i sotterranei di Serpeverde; luogo che escludevo a priori perché di sicuro in questo momento voleva solo stare da solo e non di certo vedere tutti i nostri compagni, e fuori dal castello.
Senza pensarci troppo mi fiondai giù dalle scale, e con qualche trucchetto imparato l’anno scorso inseguendo Potter e compagnia quando facevo parte della squadra di inquisizione della Umbridge, riuscii ad uscire dal castello senza troppi problemi.
Iniziai a camminare lungo il sentiero che portava sulla riva del lago Nero.
Il vento gelido entrava sempre di più dentro di me, mi strinsi dentro al mio leggero mantello. Chi avrebbe mai pensato di dover uscire a quest’ora?
Continuai a camminare stando attenta a dove mettevo i piedi, se fossi caduta adesso nessuno mi avrebbe aiutata ne tanto meno trovata probabilmente.
Finalmente riuscii a scorgere la riva del lago e, grazie a dio, riconobbi i capelli biondissimi di Draco. Tirai un sospiro di sollievo per averlo trovato, era una mina vagante in questo momento.
Stavo per chiamarlo quando all’improvviso notai un’altra persona a qualche metro da lui.
Mi bloccai d’istinto e cercai di nascondermi dietro un albero senza farmi vedere.
E adesso chi diavolo era?
La persona misteriosa si avvicinò a Draco e iniziarono a parlare, tesi l’orecchio cercando di sentire cosa si stessero dicendo ma essendo troppo lontana non sentivo niente.
Dannazione.
Cercai di riconoscere chi si stesse nascondendo sotto quel mantello nero ma nell’oscurità la sua identità era ben nascosta.
Parlavano animatamente, come se stessero discutendo di qualcosa.
Cercai di concentrarmi il più possibile sulle parole e tesi ancora di più l’orecchio.
“Se non ti sbrighi a portare a termine la tua missione Draco non sarai più al sicuro” non riconobbi la voce, ma la voce era sicuramente quella di un uomo.
“Lo so ma è difficile”
“A lui non importa che sia difficile, sta solo aspettando che tu fallisca!”
“Non fallirò”
“Lei ha quello che ci serve, ricordatelo. Porta a termine la missione e cerca di ottenere ciò che ci serve. La ragazza non lo sa ma ha una parte integrante nella storia”
La ragazza? Di che cosa stavano parlando?
Cercai di collegare tutte le cose sconnesse che avevo appena sentito ma non riuscii proprio a capirci niente.
“Lo so, ma anche questo è difficile. Ci sto lavorando, quando tornerò a casa per capodanno lavorerò su questa cosa, da qui mi è difficile. Gli darò ciò che vuole, ma lei deve essere al sicuro, non le deve succedere niente. Sono stato chiaro?”
“Questa è una decisione del signore oscuro Draco, lo sai. Ma lui non fa del male a chi lo aiuta. Adesso devo andare, si è fatto tardi. Mi farò vivo io”
In un attimo l’uomo scomparve come se non ci fosse mai stato nessun altro oltre a Draco lì.
Crollai seduta per terra oberata di informazioni.
Informazioni a cui non riuscivo a trovare un senso logico.
Draco doveva portare a termine una missione, ma quale?
Cosa c’entrava l’armadio svanitore con tutto questo?
E la ragazza di cui stavano parlando chi era? E cosa doveva dargli di così importante che avrebbe potuto aiutare il signore oscuro?
Non ci capivo più niente, l’unica cosa certa era che tutto questo era più grande di me.
Mi rialzai in piedi e corsi verso il castello prima che Draco potesse vedermi.
Continuavo a pensare e ripensare a ciò che avevo sentito ma niente aveva senso.
Cosa mi stava nascondendo oltre alla sua missione?

 

 

 

 

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