Nuovo Mondo

di Cosmopolita
(/viewuser.php?uid=147757)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Boys meet evil ***
Capitolo 2: *** Awake ***



Capitolo 1
*** Boys meet evil ***


 

I ragazzi scoppiarono a ridere e nonostante non conoscesse il reale motivo di tutta quella improvvisa ilarità, sorrise anche lui. Mosse un passo verso di loro, la pianta del suo piede poggiò sul suolo senza emettere alcun suono. Vide avvicinarsi dal bancone del bar Taehyung con una ciotola di patatine; non aveva neanche fatto in tempo a fare il passo successivo che subito i loro sguardi si erano incontrati.
Un sorriso increspò il volto del suo amico– Sei arrivato finalmente! – Alzò un braccio in aria in segno di saluto, la sua voce era talmente alta che parecchie teste di estranei si voltarono verso di lui.
Non era cambiato affatto. Nonostante fossero passati cinque anni, agli occhi di Seokjin era rimasto lo stesso ragazzino con il sorriso sghembo e gli occhi divertiti. La cosa non gli dispiaceva affatto.
Altre cinque teste si voltarono verso la sua direzione.
-Jin! Temevo che non arrivassi più- risentire dopo anni la voce di Namjoon gli fece uno strano effetto. Fu come ritornare indietro in una realtà lontana.
Un’altra volta.
Seokjin aumentò la velocità dei passi. Ora era talmente vicino da poter poggiare una mano sulla spalla di Namjoon.
Scese il silenzio. Era come se in quel bar colmo di ricordi ci fossero solo loro.
Hoseok aveva un sorriso talmente largo che gli si intravedevano i denti, Namjoon lo stava squadrando, Jungkook stava passando in rassegna a tutti loro con il solo movimento degli occhi, Yoongi li guardava accigliato, come se avesse voluto dire qualcosa ma non sapeva esattamente cosa e Taehyung continuava a rosicchiare le patatine posate al centro del tavolino.
 Fu Jimin a spezzare la quiete.
-Mi siete mancati, ragazzi.


 

Capitolo 1: Boy meets evil

 

La luce del sole che filtrava dal finestrino era talmente forte che dovette richiudere subito gli occhi. Con una mano si stropicciò il volto, mentre a poco a poco cominciava a distinguere con nitidezza i suoni che lo circondavano.
-Capite cosa significa?- la voce di Namjoon, così vicina al suo orecchio, lo fece appena sobbalzare -Tutta la storia dei viaggi del tempo non è poi così importante, perchè non è di quello che il film parla. Fateci caso, la prossima volta che vi capita di rivederlo.
Non aveva la più pallida idea di che cosa stesse parlando, ma aveva tutta l'aria di essere una conversazione di vitale importanza, a giudicare dal suo tono solenne.
Seguì un attimo di silenzio: era come se il resto dei ragazzi stesse meditando su ciò che era appena stato rivelato.
-Ma quindi alla fine Donnie Darko muore o no?- intervenne Taehyung. Jin non riusciva a vederlo, ma la sua voce fu abbastanza per fargli capire che fosse completamente smarrito.
Namjoon sbuffò -Ma allora non mi stavi ascoltando proprio! Vedi...-
Fu interrotto da una specie di lamento rauco; Yoongi, seduto sul sedile davanti a loro, era voltato verso i posti di Namjoon e Seokjin – Non capirò mai queste inutili teorie fantascientifiche, perciò è inutile che continui a parlarne. O finirò per addormentarmi come Principessina.
-Io almeno il finale di Donnie Darko l’ho capito!- Jin fece uno sbadiglio e sollevò le palpebre in modo da mettere a fuoco la fronte corrugata di Yoongi e le sue mani arpionate allo schienale del suo sedile.
Quest’ultimo, non appena constatò che la “Principessina” in questione era sveglia da un bel pezzo, si limitò a inarcare ulteriormente un sopracciglio -Punto primo: da quanto tempo stavi origliando? E, cosa più importante, se il finale di Donnie Darko comprende teorie non meglio esplicate, non è certo un problema mio.
-E comunque,- intervenne Hoseok, la testa faceva capolino dalla spalla di Suga –rimango dell’idea che i viaggi nel tempo c’entrino qualcosa. Altrimenti perché menzionarli?
Namjoon fece appena in tempo ad aprire la bocca per ribattere qualcosa, quando da dietro un’altra voce emerse con prepotenza – Ma si può sapere quanto manca ancora?-
Seokjin si voltò verso il lato opposto dell'autobus. Teahyung aveva un’espressione insofferente impressa nel volto – Saranno secoli che stiamo seduti. Io ho fame!-
Scosse la testa leggermente divertito, senza badare alla risposta che diede il suo vicino di posto. Non si sarebbe affatto sorpreso se si fosse semplicemente limitato ad osservare che non era la prima volta che facevano viaggi così lunghi. In effetti, faceva parte del loro lavoro.
Guardò fuori dal finestrino; dall’altra parte della corsia scie di macchine gli scorrevano davanti agli occhi come tante macchie confuse, mentre la natura diventava sempre più rada per lasciare spazio alle prime abitazioni.
V poteva anche cominciare a gioire: erano quasi arrivati.
Ennesima città. Ennesimo viaggio. Ennesimo concerto.
-Neanche io vedo l’ora di arrivare.- sebbene si trovasse appena dietro di lui, Jungkook sembrava più lontano che mai – Ho decisamente bisogno di sgranchire le gambe, il mio sedere ha preso la forma di questo sedile.
-Sarebbe davvero un peccato se succedesse qualcosa al sedere di Jungkook!- diede manforte Taehyung
-Non appena arriviamo in albergo prenoto il servizio in camera e ordino tutto il menù.
-Giuro, non riesco a capire come sia possibile che tu abbia sempre fame…
Poggiò un dito sul vetro freddo e una gocciolina d’acqua attraversò tutta la superficie. D’improvviso osservare la condensa sembrava essere diventato molto più interessante di qualsiasi cosa. Più del viaggio, più del tour, più di qualsiasi altra conversazione.
-Ehi Jin, va tutto bene? – la mano di Namjoon poggiata sulla sua spalla lo riportò bruscamente alla realtà.
Per un attimo, nessuno dei suoi amici parlò più. Gli sguardi dì tutti convergevano verso di lui, in attesa di una sua risposta.
Si sforzò di sorridere -Qualcosa dovrebbe andare storto? –
-Beh…- l’altro assottigliò la bocca e si morse un labbro, come se si stesse sforzando di trovare le parole giuste -sai, questo tour è quasi finito e… Come dire…- sospirò e chiuse gli occhi – anche questa volta ti hanno fatto cantare poco.- buttò giù tutto d’un fiato, quasi a volersi liberare di un fardello troppo pesante.
D’altro canto, il macigno immaginario che portava sulle spalle Seokjin in quell’ultimo periodo divenne ancora più grave, così come il silenzio che aleggiava in tutto il veicolo.
Hoseok fece per aprire la bocca, ma Jin fu più veloce di lui -Ma no, figurati!- scoppiò a ridere sotto agli occhi ancora circospetti del suo amico – Siamo un gruppo noi. Funzioniamo perché ognuno di noi fa la propria parte e perciò siamo tutti importanti. E noi funzioniamo alla grande, giusto?
Rise di nuovo, ma quest’ultima risata fu, se possibile, ancora più nervosa e posticcia della precedente.
-Ben detto!- si voltò sull’altro fianco dell’autobus: il sorriso raggiante di Jimin avrebbe dovuto farlo sentire meglio, ma non era affatto così.
La verità era che a volte si chiedeva fino a che punto tutto quello lo gratificasse. Perché, era vero, stava facendo quello che gli piaceva fare, cantava in un gruppo, era famoso in tutta la Korea se non addirittura in tutto il Mondo e i ragazzi erano fantastici, però…
Per il resto? Valeva davvero la pena lavorare così tanto? E per cosa, poi, due secondi e mezzo di assolo in cui a malapena diceva “non mi arrenderò perché ti amo”?
A volte non avrebbe voluto essere considerato solamente un bel faccino. Perché, non era un mistero, ad essere bello Jin lo era davvero ed era consapevole di esserlo. Ma sapeva anche che non voleva essere ricordato solo per quello.
Namjoon gli diede un’ulteriore pacca sulla spalla – Giusto. – sembrava un bisbiglio più che un’affermazione convinta. Poi si voltò di nuovo verso Hoseok e Yoongi – Rivedetevelo appena potete e pensate a ciò che vi ho detto: vi saranno chiare un sacco di cose.-
Lentamente ognuno di loro sembrò dimenticarsi di quello scambio di battute. Un nuovo argomento, nuove risate, nuove battute.
Ma Seokjin non stava ascoltando. Ormai era concentrato su altro, perso in una conversazione che gli altri non avevano avuto il coraggio di continuare, tranne lui.
Si guardò intorno: se lui, Kim Seokjin, avesse scelto un altro destino per lui, se non avesse mai accettato di firmare un contratto discografico, quei ragazzi non li avrebbe mai conosciuti.
Non avrebbe mai saputo che Namjoon aveva adorato Donnie Darko e che il suo obiettivo della settimana era quello di far capire il finale a più persone possibili. Non avrebbe mai conosciuto Taehyung e il suo particolare modo di vedere le cose, Hobi e il suo dono di far sentire a proprio agio gli altri. Oppure Yoongi, che si era finalmente appisolato con la testa che sporgeva dal bracciolo del sedile, Jungkook che al contrario era più sveglio che mai o Jimin che in quel momento era tutto preso a canticchiare una canzone che non era ben sicuro di aver riconosciuto.
Si soffermò a guardare ognuno di loro. E sorrise
-Ragazzi...
Non fece in tempo a formulare più nient’altro. Udì solo lo stridio di un veicolo che tentava di frenare. Un’occhiata di sfuggita a Namjoon e poi il rumore, l’impatto, il muso di un camion che sfondava la fiancata del loro autobus. Una pioggia di schegge di vetro gli cadde addosso, istintivamente si portò le mani sul viso, ma non sapeva neanche cosa coprire. Sentiva bruciare dappertutto.
Era sicuro di essergli sfuggito un urlo. Tutti lo avevano fatto.
È infine si sentì sballottare, prima verso il tetto, poi direttamennte contro la superficie leggermente ruvida del pavimento. Qualcosa premette contro il suo braccio. Forse era il metallo del veicolo che si stava accartocciando su se stesso
Ma non c’era più tempo di pensare. Non c’era più nulla. Non riusciva a percepire più nulla.
A parte il buio.





NOTE AUTORE
Ehm, salve!
Non sapete quante cose ho da dirvi! Prima di tutto, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito. Come andrà avanti la storia? Avete teorie a tal proposito? Fatemi sapere ;)
Poi... dovete sapere che non scrivo su EFP da tanto tempo. Non sapete che emozione è ritornare a scrivere dopo tanti anni di "aridità" da un punto di vista dell'ispirazione. Va da sè che è la prima storia sui BTS che scrivo, perciò se avete critiche da muovermi fate pure :)
Dunque, spero infine che sarete disposti a seguirmi in questo mio nuovo esperimento.
A presto,
Cosmopolita
PS: So che questo primo capitolo può sembrare... poco incoraggiante, ecco. Vi basti sapere che in questa storia nulla è come sembra (o almeno ci prova ad essere così)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Awake ***


Awake

 

Il rossetto che Seoyeon stava indossando quella mattina metteva ancora più in risalto il pallore del suo volto. Lo stava guardando con le braccia incrociate al petto, aveva le sopracciglia aggrottate e le labbra strette in un broncio a dir poco teatrale -E quindi, come mai hai deciso di invitarmi qui?- la osservò mentre viaggiava con gli occhi dalla siepe accanto al loro tavolino fino all’ingresso.
Seokjin poggiò la tazza di cioccolata calda sulla superficie lucida e brillante del tavolo. Fece spallucce e diede la sua risposta senza stare a pensarci troppo -Perché sei sempre sola. Mi facevi pena, tutto qui.
Lei spalancò gli occhi. Sulle prime balbettò qualcosa che non capì molto bene, infine fu in grado di formulare una frase più sensata -Sei davvero maleducato!
Lo disse in un tono talmente lamentoso che a quel punto ridere di lei gli venne quasi naturale -Non sono maleducato. Sono realista.- Jin si alzò dal tavolino del bar, spostò appena la sedia e sgusciò via facendo scivolare gli occhiali da sole davanti agli occhi. Percepì il suono della telecamera che focalizzava la ripresa sul suo volto, ma non si girò per guardarla.
Diede un’ultima occhiata a Seoyeon e spostò lo sguardo altrove, laddove finiva la strada e cominciavano ad intravedersi le transenne.
-Stop! Buona!-
Rilassò le spalle e si tolse gli occhiali da sole. Dal buio delle quinte, il regista poggiò il megafono sulla sedia e si alzò per avvicinarsi a lui e a Seoyeon -Avete fatto entrambi un ottimo lavoro. Forse tu,-  rivolse il suo sguardo alla ragazza -dovresti essere un po’ più naturale. Ma tu Kim Seokjin, sei stato perfetto.
Lanciò un’occhiata alla sua partner. Stava guardando l’asfalto sotto i suoi piedi, ma sorrideva.
Lo fece anche lui – La ringrazio molto, signor Park.
Per tutta risposta, gli lanciò una pacca tra le spalle talmente forte che sulle prime gli venne quasi da tossire – Per oggi abbiamo finito, ragazzi.- si rivolse al resto della troupe -Ci vediamo domani mattina.
Quello era il segnale. A poco a poco, tutti quanti si avviarono verso l’uscita del set, a parte quei pochi che erano costretti a continuare con il lavoro.
Seokjin superò le transenne e le luci cominciano a farsi più soffuse. Ora non era più circondato da erba artificiale e asfalto colato in fretta e furia, ma da sedie disposte in un ordine casuale e telecamere, tutte puntate verso quel baretto ormai non più illuminato a giorno.
Seoyeon era già lì, intenta ad armeggiare chissà che cosa dentro la sua borsa -Sei stato veramente bravo oggi.- Jin dovette sporgersi verso di lei pur di riuscire a sentirla. Le sue guance si erano imporporate di un rosso simile a quello che coloravano le sue labbra.
-Anche tu hai fatto un ottimo lavoro. Non stare ad ascoltare Park, ti prego; lo sai che ha un modo tutto suo di vedere le cose.
Scosse la testa – Io? Un ottimo lavoro? Bah!- fece un gesto di sufficienza con la mano, come se avesse voluto scacciare qualcosa di molesto davanti a lei -Magari per continuare a lavorare per il piccolo schermo, forse. Ma sono consapevole di non poter ambire a più di tanto.
Non seppe più cosa rispondere. Lei invece indossò la borsa e si affrettò verso l’uscita.
Accelerò il passo pur di raggiungerla, con la spalla le sfiorò appena il braccio – Io penso che tu ti sottovaluti troppo.-
Lei scosse la testa con aria divertita -Non è che mi sottovaluto. È che sono realista!-
Scoppiarono entrambi a ridere e Seokjin dovette ammettere che tra tutte le partner che aveva avuto in tutta la sua carriera, Seoyeon era decisamente quella più simpatica.
Continuarono a camminare in silenzio fino a che l’odore dell’aria aperta e il cielo stellato non venne loro incontro.
Una brezza scompigliò i capelli di Seoyeon . Era rimasta ferma sull’uscio  a fissare il vuoto.
Seokjin inarcò le sopracciglia -Va tutto bene?
-Oh…- la ragazza scosse la testa, come se si fosse appena risvegliata da un lungo stato di quiete -Sì sì, scusami. È che stavo pensando… è domani che viene il membro dei "Super five"  a fare le riprese?
Per tutta risposta fece un verso di insofferenza -Ah, giusto, me ne ero dimenticato!- alzò due pugni e con voce monocorde aggiunse uno “yeah” sarcastico.
Seoyeon dal canto suo rise e riprese a camminare -Eddai, non essere così affrettato con le conclusioni. Magari è bravo.
Si strinse nelle sue spalle -Sì, come no. Ti ricordi com’è andata l’ultima volta con quell’altro idol?- arricciò il naso e, poteva giurarci, anche lei aveva assunto la sua stessa identica espressione.
-Io. Mi. Preoccupo. Per. Te.- la voce della ragazza si incupì improvvisamente e la sua fronte si corrugò talmente tanto che le sue sopracciglia sembravano contigue.
Nessuno dei due riuscì a rimanere serio. Ripresero a ridere con così tanta foga che furono costretti a fermarsi un’altra volta.
-Davvero…- Seokjin prese una boccata d’aria -Sembrava essersi…- trattenne a malapena un’altra risata – impossessato di te per un momento.
-Rideresti di meno se fossi stato costretto a girare la stessa scena con lui per cinquanta volte.
-Vedi…- il tono della sua voce riprese a farsi serio -È per questo motivo che non digerisco tutto questo: per carità, lavorano duro anche loro e li apprezzo moltissimo per questo, davvero, ma… No, ecco! Fatevi pubblicità in maniera diversa e lasciateci fare il nostro lavoro.
La sua spettatrice continuava a guardarlo con aria circospetta e la cosa lo stupì molto sulle prime
-Non… Non sei d’accordo con me?
Quella domanda parve coglierla in contropiede, perché la vide arrossire di colpo. Abbassò lo sguardo -Non è questo, è solo che penso che tu sia un po’ troppo severo. In fin dei conti alcuni di loro se la cavano bene.-
Si girò verso di lui, come se avesse voluto controllare la sua reazione a quella risposta. Seokijin la vide rilassarsi una volta appurato che, più che essere infastidito dal suo intervento, era piuttosto incuriosito -E il più delle volte hanno ruoli minori. Certo, noi lavoriamo il doppio del tempo, ma quel che conta è il risultato finale.
Forse Seoyeon aveva ragione ed era lui ad essere troppo prevenuto nei confronti di quel mondo a lui astruso come quello degli idol. Semplicemente non riusciva a comprendere come mai dessero un’opportunità come quella di recitare in uno sceneggiato a gente che, di base, non aveva mai studiato per farlo, mentre una folla intera di neodiplomati alla scuola di recitazione riusciva a malapena ad ottenere un ruolo da comparsa. Gente valida, magari, che aveva speso metà della sua vita dietro ad un sogno che probabilmente non si sarebbe mai realizzato. Non lo sentiva come giusto.
La ragazza lo salutò con la mano e si allontanò in direzione della sua auto. Sospirò non appena la vide sfrecciare via dal parcheggio: loro due, invece, ce l’avevano fatta. Erano stati tra quei pochi fortunati.


Ricordò di aver sognato quella notte. Era su un autobus, diretto chissà dove. Era circondato da facce sconosciute, ragazzi che parlavano tra di loro come se si conoscessero da anni.
Sentì le lacrime agli occhi e non riuscì a darsi un motivo. Uno di loro, alto e dai lineamenti affilati, stava ridendo con un tizio con gli zigomi alti. Assottigliò gli occhi e ripensò a tutte le occasioni in cui avrebbe potuto conoscerlo, ma non ne trovò neanche una. Eppure, in quel momento, sentiva quasi l'impulso di raggiungerlo ed abbracciarlo, di gridargli "Ehi, io sono qui!".
Solo uno gli era parso vagamente familiare: ricordava di averlo visto in qualche manifesto. O in qualche programma alla tv di sfuggita, non ricordava molto bene. Sapeva solo che quel ragazzo dai capelli biondi ossigenati e le labbra piene lo aveva già visto da qualche parte.
Rimase a fissarlo, fino a che l’altro non si accorse della sua presenza -Seokjin!- urlò il suo nome come se non lo vedesse da una vita. Un saluto di sollievo, un sorriso che sapeva di un passato troppo lontano.
Si alzò dal suo sedile e si precipitò verso il posto in cui era seduto Jin, qualche ciocca ossigenata gli andò a finire sugli occhi– Sono così felice di vederti. Come stai? Non vedo l’ora di iniziare le riprese con te!-
Ebbe appena il tempo di realizzare chi fosse. Un lampo d’illuminazione: quel ragazzo non era solo l’idol con cui avrebbe dovuto girare un Drama. Era molto di più. Il modo in cui lo stava abbracciando, il tono con cui gli aveva parlato: sembrava avessero condiviso un’intera vita assieme.
E quegli altri ragazzi… Loro erano…
Sentì un boato che gli lacerò le orecchie e il ragazzo scomparve.


Si svegliò di soprassalto e con un terribile mal di testa. Forse aveva anche urlato, ma non se ne era reso conto.
Si alzò dal letto e si massaggiò le tempie, mentre davanti a lui scorrevano le immagini confuse e frammentate del suo sogno: quei ragazzi, l’idol, il rumore assordante… Non sembrava semplicemente un sogno. Era come se tutto quello appartenesse ad una vita lontana, che però non aveva mai vissuto.
Dovette sdraiarsi di nuovo, tutta la stanza sembrava girare su se stessa: l’autobus, quei ragazzi… Quei ragazzi…
Ricordava solo di aver provato una sensazione strana appena li aveva visti. Nostalgia, voglia di piangere, di chiamare ad alta voce nomi che non conosceva, sorridere a dei volti che non ricordava. Ma ora quella sensazione era stata completamente dimenticata.
Uscì dal suo appartamento senza neanche aver fatto colazione e si infilò nel traffico grigio e caotico di Seul. Prendeva le strade automaticamente, senza neanche pensarci, mentre il sogno della sera precedente continuava a danzargli in testa in maniera ossessiva.
Quei ragazzi… Non capiva neanche lui perché ci stesse pensando così tanto. Era come se gli mancasse un pezzo fondamentale affinché il puzzle fosse completo; eppure, perfino lui non sapeva di che puzzle si trattasse.
Arrivò agli studios, ma sembrava essere passato un attimo da quando si era svegliato. Non riusciva a badare neanche a ciò che gli stava dicendo Seoyeon, che lo aveva affiancato praticamente da quando aveva messo piede lì dentro. I corridoi bianchi e asettici scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, ogni tanto qualche pianta di plastica o alcuni manifesti di Drama degli anni precedenti interrompevano quella monotonia cromatica, fino a che non si fermarono.
Davanti all’entrata del set, il signor Park stava parlando con un ragazzo.
Seokjin sapeva di averlo visto da qualche parte: i suoi capelli, di solito colorati delle sfumature più vistose, ora erano neri come la pece. Su di lui non sembravano affatto naturali, lo rendevano quasi anonimo. Tuttavia, quella bocca così piena, i lineamenti delicati, il fisico asciutto erano tutti elementi di lui che avrebbe potuto riconoscere ovunque andasse: nelle pubblicità alla tv, nei cartelloni sulla strada, sui megaschermi dei palazzi e ora perfino nei suoi sogni.
Con un gesto della mano, il signor Park richiamò la sua attenzione. Gli disse qualcosa che Jin non capì: la sua attenzione era tutta rivolta verso quel nuovo arrivato.
-Piacere di conoscerti, sono Kim Seokjin. Spero che ti troverai bene qui sul set.- lo disse in un modo talmente trafelato che sembrava lo avesse imparato a memoria.
D’altro canto, l’idol gli sorrise esattamente come aveva fatto nel suo sogno. E per un attimo, tornò quella strana sensazione di nostalgia che lo aveva accompagnato per tutta la mattinata.
Gli porse una mano -Park Jimin. Onorato di lavorare con te.


Salve a tutti!
Finalmente sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo. Diciamo che per certi versi non si è ancora capito dove la storia voglia andare a parare, ma sappiate che ne vedrete delle belle (?)
Vi ho incuriosito? Vi siete annoiati? Credete che questo capitolo sia scritto con i piedi? Fatemelo sapere, ahaha
Ringrazio tutti quelli che hanno letto :)
A presto con il terzo capitolo!
Cosmopolita

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3743374