Panem et circenses

di Ms Mary Santiago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Avviso 2.0 ***
Capitolo 3: *** Possa la sorte essere sempre a vostro favore ***
Capitolo 4: *** Possa la sorte essere sempre a vostro favore II parte ***
Capitolo 5: *** Possa la sorte essere sempre a vostro favore (III parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

 

 

 

Salem Balcoin – 17 anni, Distretto 1. Eterosessuale.


 

 

 

 

Salem incrociò le braccia sul libro di storia, poggiandovi sopra la testa, e osservò il resto della classe.

Come sempre era seduta in ultima fila, dal lato della finestra, lontana di una manciata di posti dai normali.

Dall’età di otto anni, quando aveva capito che non era affatto da tutti parlare con la prozia Millie deceduta quarant’anni prima né tantomeno affermare di riuscire a capire quando qualcuno stava per trapassare, era sempre stata abituata a passare la maggior parte delle lezioni isolata dal resto dei suoi compagni.

Comunicare con i morti era qualcosa che la genetica le aveva donato, un po’ come gli occhi verde smeraldo e le lunghe ciocche color rubino, solo per il fatto di avere come padre Ade.

Inutile dire quanto non sopportasse la cosa.

Salem sarebbe stata oggettivamente considerata una delle più carine del Distretto, ma nessuno l’aveva mai degnata di un minimo d’attenzione.

Nessuno dei normali invitava una delle streghe del Distretto, non importava quanto bella potesse essere; gli unici che la frequentavano erano i suoi fratellastri e le sue sorellastre da parte di padre.

Che non erano poi nemmeno chissà quanti.

Insomma, l’adolescenza faceva già schifo di per sé ma a lei era toccata anche quella condizione a dir poco particolare … e la spiacevole conseguenza di rischiare di essere Mietuta ogni anno, da quando ne aveva dodici, per finire nell’Arena in mezzo ad altri semidei e massacrarsi a vicenda.

 - Salem! Ti spiacerebbe molto prestare attenzione alla lezione e non pensare ai fatti tuoi? –

Riportò lo sguardo sulla signorina Andrews, una donna sulla quarantina che non aveva mai fatto mistero di tollerarla poco e nulla.

- Starà guardando una di quelle sue ombre che la seguono ovunque vada - intervenne Mallory Abrahams, suscitando le risate del resto dei suoi compagni.

Qualcuno un paio di posti più avanti fece finta di tossire, ma le parole che pronunciò furono chiare “razza di stramboide”.

Imbecilli.

Sapeva che stavano cercando di provocarla, ma questa volta non ci sarebbe cascata.

Se veniva sospesa per l’ennesima volta sua madre l’avrebbe messa in croce.

- Naturalmente, signorina Andrews, stava parlando della rivolta della Ghiandaia Imitatrice … domani è il centenario della terza edizione della memoria. –

La professoressa serrò le labbra sottili come se fosse stata costretta a ingoiare qualcosa di aspro e assolutamente disgustoso.

- Molto bene, mi stavi ascoltando, ma siedi ugualmente in modo composto! –

Tipico, in un modo o nell’altro doveva sempre trovare il modo di darle il tormento.

Si raddrizzò, appoggiando la schiena contro la sedia in rigido legno, e fissò dritta davanti a sé imponendosi di mantenere la calma.

Se non altro mancava solo un’ora alla fine di quella giornata scolastica.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Warren “War” Spear – 18 anni, Distretto 2. Eterosessuale.


 

 

 

 

 

- War! War, aspettami! –

Attese prima d’inforcare la moto, alzando la visiera del casco e osservando la ragazza che correva a perdifiato lungo il cortile.

- Ash, vuoi un passaggio? – tirò a indovinare.

- Magari. Doveva passare papà, ma non si è fatto vedere. –

- Sai che sorpresa. –

Keith era troppo impegnato con il suo lavoro di preparatore dell’aeronautica del Distretto per prendersi la briga di passare del tempo con sua figlia.

Porse il casco di riserva alla sorellastra, attendendo pazientemente che lo infilasse e sedesse dietro di lui.

- Papà non è poi così male, War. –

Certo, con lei che era sua figlia biologica … con lui non aveva mostrato mai il minimo interesse.

Se Warren c’era o non c’era per Keith McAdams non faceva alcuna differenza.

- Sì, come dici tu, Ash – tagliò corto.

Se si escludeva sua madre, Ashley era l’unico altro membro della sua famiglia con cui Warren andasse d’accordo.

Fece scattare la moto in avanti, sentendo la presa della ragazza rinserrarsi al di sopra del suo giubbotto di pelle.

Il viaggio verso casa finì prima del previsto e quando spense il motore Ashley saltò giù e corse lungo il vialetto in ghiaia fino alla porta aperta davanti al quale c’era la madre.

Arianne alzò lo sguardo verso il figlio maggiore, osservandolo con un velo di preoccupazione nelle iridi grigie.

- Come stai, War? –

- Bene, esattamente come le tre volte in cui me lo hai chiesto questa mattina. –

Sapeva il perché di quell’apprensione.

L’indomani ci sarebbe stata la Mietitura.

Warren aveva evitato ben sei Mietiture, ma quella settima ed ultima era ancora un’incognita.

Era vero che i figli di Ares sparsi per il Distretto erano molti, ma ogni anno sua madre sembrava sempre partire dal presupposto che lui fosse il candidato più a rischio.

- Starò bene, mamma -, addolcì leggemente il tono della voce prima di abbracciarla e stringerla per qualche secondo forte a sé, - Non devi preoccuparti di nulla. –

Ed era la verità.

In un modo o nell’altro se la sarebbe cavata, dopotutto sapeva badare a se stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Okay, io non dovrei proprio farlo, ma ultimamente sono tornata in piena fissa con Hunger Games e non riesco a non farmi venire duemila idee in merito. Non so se sia mai stato fatto un crossover con Percy Jackson, ma spero comunque che l’idea vi incuriosisca e vi spinga a partecipare. Come ho accennato nell’introduzione si tratta di un futuro in cui i Giochi sono stati ripristinati per contenere il numero di semidei e semidee; le regole sono essenzialmente le stesse di una classica edizione dei Giochi per cui le uniche modifiche saranno le “abilità particolari” che in questo caso saranno i poteri che possiede il vostro OC.

Qui sotto trovate le regole per partecipare, la scheda e i posti disponibili.

- massimo 3 OC a testa purchè di sesso e Distretto diversi;

- l’età minima è 12 anni, la massima 18;

- non esagerate con i poteri del vostro OC;

- accetto tutti gli orientamenti sessuali;

- la scheda andrà inviata entro il 28 febbraio solo ed esclusivamente tramite messaggio privato;

- le morti, le alleanze e le sponsorizzazioni saranno in mano vostra e nei prossimi capitoli vi spiegherò come ho intenzione di gestire la cosa.

 

 

Scheda

 

Nome e Cognome:

Età:

Distretto:

Orientamento sessuale:

Estratto o volontario (se volontario specificare il perché):

Aspetto fisico:

Prestavolto:

Carattere (dettagliato):

Famiglia e rapporto con essa:

Rapporto con il compagno di Distretto:

Amicizie (tipo di persona):

Inimicizie (tipo di persona):

Amore (tipo di persona):

Arma:

Abilità particolari:

Come si comporterà alla Mietitura?

Come si comporterà durante l’intervista?

Che abito indosserà durante l’intervista?

Cosa farà nella sessione con gli Strateghi?

Che tipo di persona vorrebbe come alleato e che tipo eviterebbe?

A che punteggio aspira durante la sessione con gli Strateghi?

Hobby/Passioni:

Paure/Fobie:

Altro:

 

 

 

Posti disponibili

 

Distretto 1 – figli di Ade (solo il ragazzo)

Distretto 2 – figli di Ares (solo la ragazza)

Distretto 3 – figli di Atena

Distretto 4 – figli di Poseidone

Distretto 5 – figli di Zeus

Distretto 6 – figli di Ermes

Distretto 7 – figli di Apollo

Distretto 8 – figli di Afrodite

Distretto 9 – figli di Demetra

Distretto 10 – figli di Dioniso

Distretto 11 – figli di Persefone

Distretto 12 – figli di Efesto

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Avviso 2.0 ***


Avviso 2.0

 

 

 

 

Salve!

Come vi avevo anticipato nel precedente avviso, mi mancano ancora diverse schede perciò ho deciso di riaprire le iscrizioni.

I posti disponibili sono i seguenti:

Distretto 3 (figli di Atena) – sia la ragazza che il ragazzo

Distretto 6 (figli di Ermes) – sia la ragazza che il ragazzo

Distretto 9 (figli di Demetra) – sia la ragazza che il ragazzo

Distretto 10 (figli di Dioniso) – solo il ragazzo

Distretto 11 (figli di Persefone) – solo il ragazzo

 

Trovate la scheda nel Prologo e il termine per l’invio delle schede è l’11 marzo.

Se anche per allora non dovessi aver ricevuto tutte le schede ridurrò il numero di Tributi; in ogni caso la storia avrà un seguito perciò non preoccupatevi :)

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Capitolo 3
*** Possa la sorte essere sempre a vostro favore ***


Possa la sorte essere sempre a vostro favore

(I parte)

 

 

 

Distretto 1

 

 

 

Salem Balcoin – 17 anni.


 

 

 

 

 

- Salem, almeno per oggi non potresti provare a essere un po’ meno … appariscente? -

Sua madre tentennò sul finire della frase come se non fosse certa che quello fosse l’aggettivo più adatto, ma lei non ci fece minimamente caso.

Quella mattina era nervosa esattamente come lo era stata nei cinque anni precedenti e il truccarsi la costringeva a mettere attenzione in quello che faceva permettendole di estraniarsi da ciò che la circondava e al contempo di rilassarsi.

- Non credo che un po’ di eyeliner determini se verrò o meno estratta. –

- Forse no, ma … -

- Ma se dovessi essere estratta perlomeno avrò un aspetto decente – concluse, ironizzando un filino più del dovuto.

Se ne pentì non appena ebbe terminato la frase e si voltò verso sua madre, trovandola con gli occhi gonfi di lacrime represse a stento.

Annullò la distanza che le separava e la strinse a sé.

Solitamente non era il tipo di ragazza a cui piacevano gli abbracci, ma quella mattina poteva decisamente fare un’eccezione.

- Scusami, non volevo risponderti male. –

- Lo so, sei sempre beffarda quando hai paura di qualcosa. –

- È vero, ho paura -, ammise, - ma più che altro per te. Se verrò estratta chi si prenderà cura di te? –

Susan le rivolse un’occhiata di rimprovero. – Fino a prova contraria sono io la mamma, dovrei essere io a prendermi cura di te e non viceversa. –

- E lo hai fatto per molti anni, ma adesso che stai male lascia che sia io a farlo. –

La donna annuì, rimanendo in silenzio e lasciando che la figlia continuasse a stringerla a sé.

Da quando si era ammalata era diventata tremendamente magra, sembrava quasi che fosse solo ossa, e anche il minimo sforzo la spossava.

Sperava solo che la loro vicina di casa mantenesse la promessa che le aveva fatto anni prima: se lei fosse stata Mietuta la signora Dawson si sarebbe occupata di sua madre.

- Devo andare, tu torna a letto, d’accordo? –

- D’accordo -, cedette, - e Sal …? –

- Sì? –

- Pregherò qualsiasi cosa in cielo e in terra perché ti veda tornare a casa per il pranzo. –

- So che lo farai – replicò, costringendosi a sorriderle prima di uscire di casa.

Il punto era che ormai non credeva più nell’eventualità che qualcuno esaudisse le sue preghiere, tantomeno suo padre.

 

 

 

 

 

Achille Pelide – 18 anni.


 

 

 

 

 

Achille osservò la piazza antistante il Campidoglio; quell’anno c’erano circa dieci semidei tra ragazzi e ragazze che erano in età di Giochi e lui era uno dei più grandi.

Il resto del Distretto era in disparte, intenti a osservare l’inizio della Mietitura con pacato interesse; da quando la Mietitura era stata ristretta solo ai semidei la gente sembrava aver preso bene la cosa un po’ in tutti i Distretti.

Prese posto in silenzio, unendosi ai suoi fratellastri, in seconda fila.

Davanti a lui c’era la chioma di una delle sue sorellastre, la seconda in quanto ad anzianità, che sventolava al vento ricordando il movimento delle fiamme che crepitavano nel camino.

- Come tutti gli anni, prima le signore … -, la Capitolina rovistò nell’urna contenente i nomi delle semidee ed estrasse il primo foglietto di quell’edizione, - la fortunata giovane è Salem Balcoin! –

Achille la vide trasalire impercettibilmente prima di dirigersi verso il palco a testa alta.

Si sistemò accanto alla Capitolina e fissò dritta davanti a sé.

Il volto sembrava imperscrutabile, ma c’era una certa rigidità nel modo in cui teneva le braccia lungo i fianchi.

- E il baldo giovane che accompagnerà la nostra Salem sarà … Achille Pelide! –

Impiegò qualche istante a rendersi conto che si trattava proprio di lui e storse il naso quando sentì le risatine che provenivano dagli spalti dove assistevano i suoi compagni di scuola.

Salì sul palco, sistemandosi accanto a Salem, e strinse i pugni con rabbia.

Quello sarebbe stato il suo ultimo anno eppure il destino sembrava essere deciso a farsi beffe di lui.

 

 

 

 

 

Distretto 2

 

 

 

 

 

Minerva Pallade – 16 anni.


 

 

 

 

Minerva raccolse le ciocche corvine in una treccia laterale, scoprendo il volto e mettendo ancora più in evidenza il delicato naso alla francese e i grandi occhi azzurri contornati da lunghe ciglia scure.

Osservò l’abito che indossava e sorrise compiaciuta davanti alla visione d’insieme che le rimandava lo specchio.

Sarebbe stata la più bella di quell’edizione, se lo sentiva.

Scese i gradini in fretta, decisa ad appropriarsi del posto più vicino al palco, e richiuse la porta dietro di sé.

Mancava ancora quasi mezz’ora all’inizio della Mietitura, ma i figli di Ares erano tra i semidei più numerosi nei vari Distretti e se voleva essere certa di essere abbastanza davanti per offrirsi volontaria e salire per prima sul palco doveva essere lì con largo anticipo.

Raggiunse la piazza in tempo per unirsi alla prima fila e attese pazientemente che il resto dei suoi fratellastri e delle sorellastre arrivasse.

Dopodichè la Capitolina cominciò con il suo consueto discorso, facendola fremere d’impazienza.

Ma quanto ci metteva a estrarre il foglietto?

Finalmente, dopo quelle che le parvero ore più che minuti, la Capitolina lesse il nome dell’estratta.

- Minerva Pallade! –

Fece scattare la mano in alto. – Mi offro Volontaria. –

Sentì qualche risata e constatò che il suo finto tentativo impacciato le era valso l’attenzione generale.

- Ops, scusate -, ridacchiò, - ero talmente pronta a offrirmi che non mi sono resa conto di essere stata Estratta. –

La Capitolina rise insieme a lei e altrettanto fece qualche altro membro del Distretto.

Sorridendo candidamente, Minerva salì sul palco e si sistemò in modo tale da permettere agevolmente alle telecamere d’inquadrare il suo lato migliore.

Doveva assolutamente attirare l’attenzione di Capitol fin dal principio.

 

 

 

 

 

Warren Spear – 18 anni.


 

 

 

 

 

Warren scosse il capo davanti all’esibizione di Minerva.

Sebbene la ragazza fosse due anni più giovane di lui il suo nome era noto praticamente in tutto il Distretto; del resto non capitava spesso che una figlia di Ares si comportasse come una di Afrodite.

D’altro canto le andava riconosciuta una certa dimestichezza e abilità nell’attirare l’attenzione e il favore dei Capitolini, cosa che di certo all’interno dell’Arena le sarebbe stata d’aiuto.

- Vediamo chi sarà il giovanotto che accompagnerà la bellissima Minerva nell’Arena … Warren Spear! –

Si costrinse a sorridere mentre avanzava verso i tre gradoni che lo separavano dal palco, sopprimendo la voglia di imprecare sottovoce contro Capitol, gli Dei e praticamente mezzo mondo.

- Credo di non aver mai visto una coppia di Tributi più bella di questa – trillò Metis, la loro storica Capitolina.

- Già, proprio quello che un figlio di Ares vuole sentirsi dire … che è bello. Forse ti sei confusa con quelli dell’Otto –, ironizzò, - noi siamo guerrieri non dei bei bambolotti. –

I suoi fratelli e le sue sorelle scoppiarono a ridere a quel paragone e poi diedero voce al loro assenso a quella dichiarazione con fischi d’approvazione.

Visto che oramai era in ballo tanto valeva ballare.

 

 

Distretto 3

 

 

 

 

 

Tomoya Caney – 18 anni.


 

 

 

 

 

Tomoya osservò i ragazzi attorno a lui e individuò all’istante il profilo del fratello di Amily, la ragazza figlia di Astrea che aveva stregato il suo cuore.

Kyle si voltò appena verso di lui, sorridendo lievemente, ma la sua ansia era più che palese.

Il fatto che l’ultima figlia di Atena in età di Giochi fosse morta nell’edizione precedente aveva reso impossibile sorteggiare un Tributo femminile per il Distretto così la Mietitura avrebbe riguardato esclusivamente i ragazzi perciò se non altro si sarebbero risparmiati l’attesa dell’estrazione femminile.

La Capitolina raggiunse il palco e tossicchiò battendo sul microfono per verificare che fosse perfettamente funzionante e al contempo attirare l’attenzione generale.

- Come tutti voi saprete, purtroppo non abbiamo ragazze in età dei Giochi perciò quest’anno il Distretto Tre proporrà un unico Tributo. Senza indulgere ulteriormente, veniamo subito all’estrazione del prode ragazzo. –

Le lunghe unghie smaltate di arancione rovistarono tra i foglietti, estraendone uno.

- Kyle Young! –

Tomoya vide Amily, seduta sugli spalti insieme al resto dei membri del Distretto, trasalire e coprirsi il volto in preda alla disperazione.

Probabilmente fu la consapevolezza che la ragazza che amava non sarebbe mai più stata la stessa se suo fratello fosse morto che lo spinse ad agire.

Alzò la mano e si fece avanti.

- Un momento, mi offro volontario! –

Il silenzio cadde tra gli abitanti.

Sebbene i figli di Atena fossero brillanti e a tratti geniali, c’era da dire che praticamente nessuno si offriva volontario.

Ignorò la curiosità collettiva e salì sul palco.

- Fantastico, abbiamo un Volontario! Il tuo nome, mio caro? –

- Tomoya Caney – asserì con decisione.

 

 

 

 

 

Distretto 4

 

 

 

 

 

Harriet Waves – 17 anni, Distretto 4


 

 

 

 

 

- Harriet, ho paura. –

Accarezzò il capo della sorellina, affondando le dita affusolate tra le ciocche rosso pallido di Emily.

- Non devi averne, non permetterò che ti succeda nulla di male. –

- Non ho paura solo per me, ma anche per te – confessò allora Emily.

- Sono io la sorella maggiore, perciò lascia che sia io a preoccuparmi, okay? –

- D’accordo – mormorò, prendendola per mano e lasciandosi guidare verso la piazza.

- Io mi sistemo qui, ti rimarrò vicina per tutta la Mietitura, perciò non piangere. –

Annuì, tirando su con il naso e asciugandosi le lacrime.

- Va bene, sarò coraggiosa come te. –

Le sorrise intenerita. – So che lo sarai. –

Le tenne la mano mentre la Capitolina saliva sul palco e si avvicinava al microfono per il consueto discorso e rinserrò la presa quando, ultimato il suo monologo, puntò verso l’urna dei nomi delle ragazze.

- Il Tributo femminile per quest’edizione è … Emily Waves! –

Emily cominciò a urlare, continuando a tenerla per mano.

- No, Harriet, è il mio nome! È il mio nome … no, no! –

Il volto paffuto della tredicenne era rigato dalle lacrime e il poco trucco che l’aveva aiutata ad applicare le stava colando lungo il volto.

La sua sorellina era troppo dolce e indifesa per sopravvivere all’interno dell’Arena, sarebbe stata puntata fin dal bagno di sangue, ne era perfettamente consapevole.

Non poteva permetterle di andare incontro a morte certa.

Si divincolò dalla presa di Emily e si fece avanti.

- Mi offro Volontaria! –

Vagamente consapevole delle urla di Emily, che le gridava di non andare, salì sul palco e cercò di scacciare la sensazione di magone che l’assalì.

Veniva da un Distretto di Favoriti, doveva mostrarsi come una minaccia e non come la prima della lista da far saltare.

- Harriet Waves, volontaria per il Distretto Quattro! –

 

 

 

 

 

Raphael North – 17 anni.


 

 

 

 

 

- Vediamo ora chi sarà ad accompagnare la coraggiosa Harriet … Raphael North! –

Era praticamente certo che sarebbe toccato a lui, insomma non è che fosse mai stato il più fortunato o il più apprezzato della sua famiglia perciò era fin troppo scontato che la sfortuna si sarebbe accanita ulteriormente su di lui, pensò ironico mentre si faceva avanti e saliva i gradoni del palco.

Prese posto accanto alla Capitolina, che continuava a sorridere in modo strano.

Si chiese distrattamente se per caso quella donna dall’orripilante gusto in fatto di abbigliamento fosse affetta da una qualche paralisi facciale o se fosse la sua consueta espressione.

- I vostri Tributi sono fantastici, Distretto Quattro, siate fieri di loro! –

- Sì, proprio fantastici – bofonchiò tra sé e sé.

- Come dici, caro? –

- Dico che è tutto fantastico – ribattè, con un sorriso tutto denti.

- Certo che lo è, porterete molto onore al vostro Distretto durante questi Giochi. –

Sempre se non ci ammazzano prima, in quel caso porteremo solo un paio di cadaveri da seppellire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Volevo solo fare qualche piccola precisazione:

- il numero di Tributi sarà di 22 e non di 24 perché la persona che aveva prenotato la ragazza del 3 e il ragazzo del 9 è scomparsa nel nulla e non ho ritenuto di attendere oltre;

- i Favoriti di questa edizione dei giochi non saranno quelli dei classici Distretti bensì i figli dei Tre Pezzi Grossi e ovviamente i figli di Ares (quindi i Tributi dell’Uno, del Due, del Quattro e del Cinque);

- visto che la persona che aveva chiesto il maschietto del Distretto 6 non ha potuto inviare la scheda, il Tributo maschile l’ho creato io;

- la Mietitura verrà divisa in tre parti anziché come nella mia altra interattiva perciò per la Mietitura dei Distretti dal 5 all’8 dovrete aspettare il prossimo aggiornamento e quello ancora successivo per i Distretti dal 9 al 12.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 4
*** Possa la sorte essere sempre a vostro favore II parte ***


Possa la sorte essere sempre a vostro favore (II parte)

 

 

 

 

 

 

Distretto 5

 

 

 

 

 

Annie Cruise – 15 anni.


 

 

 

 

 

- Annie, sbrigati, manchi solo tu. –

Uscì dalla stanza a passo veloce, abbandonando il copri spalle in cotone leggero che aveva pensato di indossare sopra l’abito a mezzamanica.

Non importava come fosse vestita quel giorno, non sarebbe stato l’abbigliamento a influenzare l’esito dell’estrazione.

Dopotutto lei era l’unica figlia di Zeus del Distretto, tutti sapevano già che sarebbe stata automaticamente la ragazza prescelta per quell’edizione dei Giochi.

Sperava solo che suo fratello non fosse sorteggiato per entrare nell’Arena insieme a lei.

- Sto arrivando. –

Saltò l’ultimo gradino, atterrando con precisione davanti alla sua famiglia radunata sulla soglia della porta.

Sua madre la trasse a sé, stringendola forte, con gli occhi lucidi.

- Vorrei poter fare qualcosa per impedirgli di prenderti. –

Ricambiò la stretta, sforzandosi di non scoppiare a piangere a sua volta.

- Andrà tutto bene, mamma. –

Era una menzogna, ma non aveva cuore di dirle che ci sarebbe voluta della vera fortuna per essere certa di uscire dall’Arena sana e salva.

Erick le si avvicinò, prendendola per mano mentre s’incamminavano verso la piazza antistante il Campidoglio.

- Se dovessi essere sorteggiato potrei proteggerti – asserì quando ebbero finito di registrarsi e furono in procinto di sistemarsi sulle rispettive file.

- Non ho bisogno che tu mi protegga -, ribattè, - e non dovresti pensarci affatto. La cosa migliore è che io sia l’unica di questa famiglia ad entrare nell’Arena. Minnie e la mamma hanno bisogno di te – concluse, accennando con il capo alla donna che teneva stretta a sé l’unica dei suoi figli che era ancora troppo giovane per i Giochi.

 

 

 

 

 

Jackson “Jax” Morrow – 18 anni.


 

 

 

 

 

Jackson lanciò un’occhiata all’indirizzo del suo fratellastro mentre Annie saliva sul palco e si sistemava al fianco della Capitolina.

Erick era teso, evidentemente combattuto tra l’idea di offrirsi Volontario per stare accanto alla sorellina e al contempo la paura di essere Estratto e dover abbandonare a sua volta la famiglia costringendoli a perdere obbligatoriamente uno dei due.

Emozioni contrastanti, ma ugualmente intense, era chiaro a chiunque lo guardasse.

Sapeva che qualsiasi cosa gli avesse detto non sarebbe servita a tirargli su il morale così lasciò perdere e spostò lo sguardo sul ragazzino dall’altro lato.

Gavin aveva dodici anni e una gamba fuori uso a causa della poliomielite che l’aveva colpito da piccolo; era la sua prima Mietitura e i suoi occhioni blu come il cielo notturno erano sgranati mentre fissava la Capitolina dirigersi verso l’urna contenente i tre foglietti con i loro nomi.

Gli mise una mano sulla spalla, stringendo piano.

- Rilassati, andrà bene. –

Lo vide annuire, tormentandosi nervosamente le mani ma cercando di mostrarsi più calmo; tra tutti i figli di Zeus Jackson era sempre stato il punto di riferimento.

Aveva insegnato loro a combattere, a mascherare la paura, a prendersi cura a vicenda l’uno dell’altro.

Anche se avevano madri diverse avevano pur sempre un padre in comune … doveva pur voler dire qualcosa.

- Il Tributo maschile sarà Gavin Lantern. –

Vide Gavin tremare come una foglia ed Erick voltarsi come di riflesso verso Jackson.

Solo lui poteva evitare a quel ragazzino una morte praticamente certa.

Alzò la mano, facendo un passo avanti.

- Jackson Morrow, mi offro Volontario. –

 

 

 

 

 

Distretto 6

 

 

 

 

 

Eveline Gloria Cook – 17 anni.


 

 

 

 

 

- Hai saputo la novità? –

Scosse il capo, voltandosi verso Sam che camminava al suo fianco.

Si erano conosciuti durante le gare illegali nelle quali partecipava ogni notte e Sam aveva vinto la sua iniziale resistenza all’idea di stringere amicizia con un suo avversario con la sua indole spontanea.

- No, non seguo molto i gossip del Distretto, dovresti saperlo. –

- Oh, ma questo non è mica un gossip. Anzi è praticamente dato per certo. –

Eveline aggrottò la fronte, suo malgrado incuriosita.

- D’accordo, lo vedo che muori dalla voglia di parlarmene. Di che si tratta? –

- Callum Hightower. –

Storse il naso.

Se c’era una persona con la quale lei non andava assolutamente d’accordo in quel Distretto allora quello era Callum.

Strafottente, convinto di essere praticamente un Dio sceso in terra, consapevole del suo bell’aspetto e tremendamente narcisista.

In una parola: insopportabile.

 – Ho cambiato idea, non lo voglio più sapere. –

Sam ridacchiò.

- E io te lo dico lo stesso. Sembra che sia deciso a offrirsi Volontario. –

- L’ennesima spacconata delle sue – bofonchiò per tutta risposta, mentre si mettevano in fila per la registrazione.

- Forse, ma c’è già chi ha cominciato a scommettere pesantemente su di lui. –

Tipico, di sicuro tutto il giro delle corse e dei combattimenti clandestini.

- Ma non mi dire … che novità. –

Si separarono quando la donna al bancone delle ragazze le fece cenno di avvicinarsi, per poi prendere posto nelle rispettive file tra le decine di figli di Hermes.

Non si poteva di certo dire che il loro padre non si fosse dato un gran bel da fare.

Attese pazientemente che la Capitolina ultimasse il suo discorso e si dirigesse verso l’urna dei nomi femminili.

Incrociò le dita, pregando silenziosamente affinchè non fosse estratta.

- Eveline Cook! –

Si guardò attorno, scrutando le sue sorellastre.

Doveva esserci un’altra Eveline … Doveva esserci per forza … Andiamo, altra Eveline Cook, fatti avanti.

Quando fu però evidente che si trattasse proprio di lei, mosse i primi passi verso il palco e s’inerpicò lì sopra in attesa di essere affiancata dal suo compagno.

 

 

 

 

 

Callum Hightower – 18 anni.


 

 

 

 

 

Callum osservò Eveline prendere posto accanto alla Capitolina con aria vagamente interessata.

Ovviamente la conosceva già, impossibile non notarla nel giro di corse clandestine visto che con il suo bell’aspetto e il suo caratterino infuocato attirava decisamente l’attenzione.

- E ora passiamo al nostro baldo giovane … -

Sorrise, consapevole dell’attenzione concentrata su di lui.

Quella mattina erano state decine le persone che l’avevano fermato chiedendo se fosse vero che voleva offrirsi e altrettante erano state le ragazze che l’avevano praticamente implorato di non farlo.

Al contrario della maggior parte dei semidei, lui piaceva alle normali del Distretto.

Incarnava troppo il prototipo del cattivo ragazzo perché non fosse così.

- Il tributo per quest’edizione sarà … -

- Callum Hightower – concluse per lei, alzando la voce per essere certo di essere udito da tutti i presenti.

La donna parve riprendersi in fretta dalla sorpresa e annuì sorridendo solare.

- Naturalmente, mio caro … raggiungici sul palco. –

Si fece largo tra gli altri semidei, continuando a sorridere baldanzoso mentre prendeva posto.

Fece l’occhiolino alla sua sorellastra, sicuro che l’avrebbe spazientita.

- Buongiorno, dolcezza. –

Eveline alzò gli occhi al cielo, bofonchiando qualcosa che somigliava molto a un “maledetto imbecille”.

Farle perdere la calma era troppo divertente.

 

 

 

 

 

Distretto 7

 

 

 

 

 

Nives Sundale – 17 anni.


 

 

 

 

 

Roteò gli occhi davanti all’ennesima raccomandazione di suo fratello.

Le stava spiegando come fare per accattivarsi fin dal principio le simpatie di eventuali sponsor e intimorire i suoi avversari.

- Roger, piantala, ho capito quello che stai dicendo. –

- Voglio solo essere sicuro che darai il meglio. Ci servono quei soldi e se potessi farlo andrei io al tuo posto, ma non sono io l’erede del Dio – concluse aspramente.

Sapeva da sempre che Roger l’invidiava per la sua natura semidivina, ma non riusciva a credere che potesse essere tanto idiota da sperare di entrare nell’Arena. Lei stessa, che si accingeva ad offrirsi Volontaria, avrebbe di gran lunga preferito essere dall’altra parte del mondo piuttosto che lì.

Tuttavia comprendeva perché sua madre le avesse chiesto di farlo.

Da quando il suo patrigno era morto le condizioni economiche della famiglia erano precipitate nel caos più totale e, malgrado i turni spaccaossa della madre e il fatto che sia lei che Roger lavorassero, l’unico modo per poter provare ad andare avanti era fare il colpo grosso vincendo i Giochi.   

- Non dare l’assillo a tua sorella, sa quello che deve fare – intervenne a sua volta la madre, lasciando la presa sulle mani della piccola Melody e dei gemelli, Ian e Seth, mentre si accingeva ad abbracciarla. – Non avrei mai voluto chiederti una cosa del genere, ma … -

- Lo so, quei soldi ci servono – concluse per lei.

- Già. –

La donna chinò il capo, mortificata, ma Nives le scoccò un bacio sulla guancia.

- Non è colpa tua, mamma. –

 

 

 

 

 

Tristan Sirius Rivers – 18 anni.


 

 

 

 

Tristan osservò la ragazza appena offertasi Volontaria.

Non aveva un gran rapporto con le sue sorellastre semidivine, perché la sua patologica timidezza con le ragazze e la sua indole tendenzialmente solitaria lo aveva sempre portato a frequentarle poco e a bofonchiare cose che il più delle volte erano incomprensibili quando si trovava in loro presenza.

Tuttavia di lei sapeva per certo che era un anno più piccola di lui, perché frequentava la classe accanto alla sua, e che la sua famiglia aveva grossi problemi economici.

Questo non glielo aveva detto nessuno, ma era evidente dall’abito che indossava e dalle scarpe dalla suola logorata.

Ah, sì.

C’era un’altra cosa che sapeva e che gli era appena stata detta dalla Capitolina che l’aveva presentata.

Si chiamava Nives … Nives Sundale.

Un bel nome, che richiamava il biondo chiarissimo dei suoi capelli e la carnagione nivea.

Ed era coraggiosa, lo si capiva dalla scelta che aveva fatto e dal modo in cui guardava dritta verso la telecamera.

- Tristan Rivers! –

Trasalì.

Concentrato com’era non si era accorto che la Capitolina era passata ai nomi maschili.

Sentì un’ondata di paura assalirlo.

Prese un respiro profondo e si sforzò di cacciarla via, incamminandosi verso il palco.

Poteva essere coraggioso come Nives, doveva essere coraggioso.

 

 

 

 

 

Distretto 8

 

 

 

 

 

Calliope Melissa Anderson – 16 anni.


 

 

 

 

 

Thomas e Theodore le presero una mano ciascuno, cercando di impedirle di uscire di casa.

- Ragazzi, devo andare. –

- No, non andare – protestò Thomas.

- Già, possiamo sempre nasconderti così non andrai alla Mietitura – convenne Theodore, mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto per quella che secondo lui doveva essere un’idea grandiosa.

- E dove mi nasconderesti? –

- Sotto il mio letto. –

- Credo che questa casa sarebbe il primo posto in cui mi andrebbero a cercare, ma ti ringrazio per il tentativo, piccolo – replicò, scompigliandogli affettuosamente i capelli.

- Allora potremmo nasconderti … -

- Ragazzi, nascondere vostra sorella non è un’opzione praticabile -, intervenne la loro madre, - malgrado io e vostro padre non desideriamo vederla andare alla Mietitura non c’è altro che possiamo fare – concluse, un’ombra malinconica nelle iridi verdi mentre osservava quella che aveva cresciuto come se fosse figlia sua.

- Prometti che tornerai a casa dopo la Mietitura – insistè allora Thomas, cambiando tattica.

- Non dipende da me ... –

- Promettilo! –

- D’accordo, lo prometto – cedette, decisa a farlo stare perlomeno un po’ più tranquillo.

Poi si richiuse la porta di casa alle spalle e s’apprestò a raggiungere i suoi fratellastri e le sue sorellastre nella piazza del Campidoglio.

 

 

 

 

 

Dor Ambrois Sokolov – 18 anni.


 

 

 

 

 

- Calliope Anderson! –

La voce della Capitolina annunciò il nome del Tributo femminile e Dor fece vagare gli occhi azzurri sulle file dove si erano sistemate le sue sorellastre per individuare poco dopo la prescelta.

Bionda, dalle guance rosee e i dolci occhi azzurri, portava i capelli legati in uno chignon e le lacrime le rigavano il bel volto.

Continuò a piangere sommessamente anche quando si sistemò sul palco e la Capitolina si diresse verso l’urna contenente i nomi dei ragazzi.

- Suvvia, mia cara, sono certa che il tuo accompagnatore saprà prendersi cura di te … Dor Sokolov! –

Non riusciva a crederci.

C’erano poco più di dieci ragazzi figli di Afrodite e di sicuro le probabilità di essere Estratto non potevano essere davvero così alte dal momento che lui aveva sempre tenuto al minimo il suo numero di tessere.

Tuttavia recuperò il suo sangue freddo e si dipinse un sorriso cordiale sul volto, deciso a fare una buona prima impressione.

C’era quasi riuscito quando sentì sua sorella, Viraha piangere disperata e sgattaiolare via dalla presa di Hanna, la maggiore delle loro sorelle.

La bambina corse con le lacrime agli occhi verso di lui e Dor fece per voltarsi e andarle incontro quando si trovarono la strada sbarrata dai Pacificatori che li allontanarono immediatamente l’una dall’altro.

Rassegnato, Dor si lasciò scortare verso i gradini del palco mentre sentiva un’unica lacrima sfuggire al suo controllo e bagnargli la guancia destra. L’asciugò in fretta e si costrinse a sorridere di nuovo mentre si voltava verso la telecamera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Spazio autrice:

Salve!

Eccoci qui anche con la seconda parte della Mietitura.

Come sempre spero di aver reso bene i vostri OC.

Ci sentiamo in settimana con la terza e ultima parte della Mietitura.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 5
*** Possa la sorte essere sempre a vostro favore (III parte) ***


Possa la sorte essere sempre a vostro favore (III parte)

 

 

 

 

 

Distretto 9

 

 

 

 

 

Rose Evergarden – 17 anni.


 

 

 

 

 

Abbracciò suo padre un attimo prima di incamminarsi verso il banchetto delle registrazioni, consapevole del suo sguardo che la seguiva senza sosta sia mentre veniva punta con l’ago che mentre si univa al resto delle figlie di Demetra.

Erano rimaste solo ragazze lì al Distretto, appena una manciata tra l’altro, e la maggior parte di quelle che erano già state selezionate per i Giochi non avevano fatto una bella fine.

Demetra era una Dea pacifica, non rappresentava certo una minaccia per la maggior parte dei semidei, così i suoi figli tendevano a essere fatti fuori fin dal bagno di sangue.

Era logico che suo padre fosse preoccupato per lei, come in tutti gli anni precedenti, ma Rose aveva una ferrea determinazione ed era più che mai decisa a dimostrare al mondo che chiunque considerasse i figli di Demetra come inutili si sbagliava di grosso.

Anche loro potevano essere dei combattenti, potevano essere letali proprio come qualsiasi semidio.

E quell’anno l’avrebbe provato.

Così, quando la Capitolina si diresse verso l’urna e vi inserì una mano dalle lunghe unghie smaltate di verde acido, si fece avanti.

- Rose Evergarden, Volontaria per il Distretto Nove. –

Sentì i mormorii sorpresi degli spettatori del Distretto, ma li ignorò e altrettanto si sforzò di fare con suo padre che certamente la fissava colmo di disperazione.

Salì sul palco e si sistemò accanto alla Capitolina, fissando con sicurezza dritto verso la telecamera che zummava sul suo volto.

Che Capitol si preparasse, perché lei era pronta a dare battaglia.

 

 

 

 

 

 

Distretto 10

 

 

 

 

 

Deianira Morrison – 17 anni.

 

 

 

 

 

Accarezzò i capelli di Gia e Gaia, osservando le due sorelline di tre anni con aria nostalgica. Poi lasciò che il suo sguardo si posasse sul suo patrigno e su sua madre.

Tim allargò le braccia, spingendola a rifugiarsi tra di esse in un ultimo abbraccio prima di lasciare l’abitazione.

- Se dovessi essere Estratta -, sussurrò stando attenta a non farsi udire dalla madre, - Tu … -

- Mi assicurerò che tua madre non precipiti di nuovo nel vortice dell’alcol - l’anticipò con sguardo serio.

Era tutto quello che voleva sentirgli dire.

Sua madre era stata un’alcolizzata per molti anni dopo che Dioniso, il suo padre biologico, l’aveva lasciata e le ci erano voluti anni per rialzarsi.

Non avrebbe sopportato di essere lei la causa della sua ricaduta.

Sciolto l’abbraccio con il patrigno, strinse a sé sua madre.

Poi, controvoglia e preoccupata, sciolse quel contatto e imboccò l’uscita dell’abitazione.

Ogni anno quella maledetta Mietitura l’angosciava con tutta se stessa e non solo per l’eventualità di essere spedita nell’Arena, ma anche per il fatto che in un modo o nell’altro quell’ignobile sorte sarebbe toccata a una delle sue sorellastre e a uno dei suoi fratellastri … e non c’era alcun modo di impedirlo.

Camminò lungo la breve strada che la separava dalla piazza antistante il Campidoglio, incontrando Scout poco prima del banchetto.

Era uno dei suoi fratellastri all’ultimo anno di Giochi e malgrado fosse un anno più grande di lei, Deianira si era sempre sentita molto protettiva nei suoi confronti vista l’indole impulsiva e spensierata di lui.

Gli si affiancò, sorridendo in risposta al suo saluto allegro.

- Sei già andato a bruciare un’offerta a nostro padre e a Tyche? –

- Come tutti gli anni -, confermò, - E tu sei pronta? –

- Come tutti gli anni – replicò di rimando.

Non era né un sì né un no, perché neppure lei sapeva bene come si sentiva, ma Scout annuì come se la cosa avesse perfettamente senso.

E forse ce l’aveva davvero.

- Andrà tutto bene – le assicurò quando arrivarono alle rispettive file.

Deianira annuì.

Lo sperava davvero.

 



 

 

Scout North – 18 anni.


 

 

 

 

 

Come di consueto durante quella fase della Mietitura, Scout ricorse ai suoi poteri per ottenebrarsi la mente ed estraniarsi da quello che stava succedendo.

Non voleva assistere alle reazioni di chi sarebbe stato estratto.

Fissò un punto in lontananza, rimanendo concentrato su quello finchè non sentì qualcuno che lo scuoteva con decisione.

Fu allora che allontanò la coltre di ottenebramento e rivolse un’occhiata incuriosita al fratellastro al suo fianco.

- Scout … hanno chiamato te. –

Puntò lo sguardo sul palco, lì dove la Capitolina appariva decisamente innervosita da quell’annuncio ripetuto più volte.

Poi lo sguardo cadde sulla ragazza al suo fianco.

A quanto pareva Tyche non aveva ascoltato le sue preghiere quell’anno … né quelle di Deianira.

Salì sul palco, sforzandosi d’ostentare una sicurezza che in realtà non possedeva, consapevole che quella registrazione sarebbe stata guardata da tutti i suoi avversari.

Doveva mostrarsi forte, doveva riuscirci, anche se in quel momento non voleva fare altro che abbracciare Deianira e tenerla stretta a sé.

 

 

 

 

Distretto 11





Korina Hofer – 17 anni.


 

 

 

 

 

Korina abbracciò suo padre prima di uscire di casa.

- Andrà tutto bene, non preoccuparti – lo rassicurò.

Eppure era ben consapevole di star mentendo.

La progenie di Persefone era così rara che le probabilità di essere estratta aumentavano di anno in anno.

Se non fosse stato quell’anno probabilmente sarebbe stato il seguente, era venuta a patti con quella realtà già da anni.

Eppure non per questo viveva la Mietitura con una serenità maggiore.

Raggiunse la piazza del Campidoglio tormentandosi le lunghe ciocche scure mano a mano che si avvicinava il momento dell’annuncio della Capitolina.

Vide la donna, che indossava un abito coperto di fiori di campo, salire sul palco con un ticchettio di tacchi altissimi e pronunciare il consueto discorso di benvenuto.

Dopodichè si avvicinò all’urna contenente una manciata di nomi femminili.

- Vediamo chi sarà la fortuna ragazza che entrerà nell’Arena … Korina Hofer! –

Il cuore perse un battito, facendola trasalire e lasciandola momentaneamente senza fiato.

Tuttavia si riprese in fretta e si diresse verso il palco.

Dopotutto sapeva che prima o poi sarebbe toccato a lei, era solo questione di tempo.

 

 

 

 

 

Pan Hyun-jun – 14 anni.


 

 

 

 


Non sapeva neanche lui perché l’aveva fatto.

Semplicemente quando aveva visto il ragazzino di dodici anni accanto a lui rischiare quasi lo svenimento dopo essere stato estratto aveva mosso i piedi uno dietro l’altro e si era incamminato verso il palco al posto suo.

Vi era salito sopra, consapevole del silenzio che aveva accompagnato la sua avanzata, e si era sistemato accanto alla Capitolina che lo guardava con moderata curiosità.

- Il tuo nome, mio caro? –

- Pan Hyun-jun – replicò pacatamente, sorprendendosi di quanto si sentisse meglio ora che non era più immerso in quel marasma di gente e che non aveva più nessuno che invadeva il suo spazio personale.

Era quasi allegramente sollevato e profondamente consapevole che la cosa aveva del ridicolo.

Insomma, come poteva sentirsi sollevato all’idea di essersi offerto Volontario per un vero e proprio massacro legalizzato?

Non ne aveva idea nemmeno lui, così come non sapeva cosa accidenti l’avesse spinto a compiere quell’azione.

Non l’aveva fatto né per bontà né per solidarietà nei confronti dell’estratto … semplicemente era stata una reazione istintiva.

Sperava solo di non finire con il pentirsene amaramente.

 

 

 

 

 

Distretto 12






Britney Edwarts – 16 anni.

 

 

 

 

 

Britney attese pazientemente che la Capitolina finisse il discorso e si dirigesse verso l’urna dei nomi femminili.

Trattenne il respiro quando la vide inserirvi dentro una mano ed afferrare il cartoncino con il nome.

- Britney Edwarts! –

Le ginocchia le tremarono e sentì il cuore in gola mentre si discostava dal gruppo delle sue sorellastre e si dirigeva verso il palco.

Doveva mostrarsi sicura e tranquilla, come se tutto stesse andando nel modo pianificato e non stesse invece pregando silenziosamente affinchè qualcun altro si offrisse al suo posto.

Ovviamente nessuno si fece avanti, al Dodici non capitava mai di avere Volontari.

Prese posto sul palco e decise di concentrarsi sull’inspirare ed espirare per non rischiare di svenire lì di fronte a tutti.

Non poteva certo permettersi di essere considerata la prima da far fuori una volta dentro l’Arena.

 

 

 

 

 

Aiden Joseph McCartney – 18 anni.


 

 

 

 

 

Nel momento stesso in cui Aiden sentì il nome di suo fratello seppe quello che era giusto fare; alzò la mano attirando l’attenzione generale e prese la parola: - Mi offro Volontario! –

Consapevole di essere il primo Volontario in quel Distretto da decine di anni, sentì gli sguardi su di sé mentre abbracciava il fratellino e poi si dirigeva verso il palco.

Vi salì sopra, sistemandosi accanto a Britney, e fissò la telecamera in silenzio finchè la Capitolina non prese la parola.

- Il tuo nome, mio caro? –

- Aiden MacCartney. –

- Oh, immagino che il piccolo Marcus fosse tuo fratello. –

- Già. –

- Bene, Distretto Dodici, ecco a voi i vostri due giovani e coraggiosi Tributi! –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Chiedo infinitamente scusa per il ritardo, ma questi ultimi mesi saranno una trottola di impegni perciò ci sarà un rallentamento un po’ generale perlomeno fino a luglio, ma cercherò comunque di aggiornare almeno ogni 14 giorni perciò non preoccupatevi perché la storia verrà portata avanti a tutti i costi.

Detto ciò, ci sentiamo orientativamente tra una decina di giorni con il prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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