I'm a monster, don't you?

di Lilietta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ATTO 1 ***
Capitolo 2: *** ATTO 2 ***
Capitolo 3: *** ATTO 3 ***
Capitolo 4: *** ATTO 4 ***



Capitolo 1
*** ATTO 1 ***


I'M A MONSTER, DON'T YOU?



CAPITOLO 1.
Newt Pov:
Newt aprì gli occhi di scatto. Spaventato e sorpreso nel sentire un così grande odore di fumo nell'aria che respirava:
-T-Thomas...-
Provò ad alzarsi, ma un dolore insopportabile lo colpì al primo movimento:
- C-che diavolo?...-
Abbassò lo sguardò e soltanto in quel momento si accorse di avere un coltello infilato nel petto, per essere più precisi nella parte sinistra del petto:
- Cristo...-
Tentò di alzarsi ancora una volta ma il dolore era troppo forte, non riusciva a muoversi. L'unica cosa a cui pensò in quell'esatto momento, fu quella di provare ad estrarre quella maledetta lama dalla sua carne:
- Va bene. Coraggio, ce la possiamo fare. Coraggio...un bel respiro.-
Prese il manico del coltello e provò a tirarlo fuori. Urlò a squarciagola per quanto il dolore fosse insopportabile, ma continuò. Continuò perchè sapeva che se voleva alzarsi, se voleva sopravvivere, non poteva fare altro. Quando finalmente riuscì nel suo intento, uno sprizzo di felicità lo avvolse. Ce l'aveva fatta, ce l'aveva fatta ed era ancora vivo! Un piccolo sorriso gli comparve sul volto, era felice. Ma un attimo dopo una tosse improvvisa si impadronì di Lui ed il ragazzo cominciò a sputare uno strano fluido nero dalla sua bocca. Per fortuna tutto ciò non durò molto, solo qualche istante. Newt osservò con molta attenzione quella sostanza, non riuscendo però a capire cosa cavolo potesse essere:
-Che diavolo è questa roba?- Disse ad alta voce.
Aveva un tremendo mal di testa. Si alzò pian pian ed iniziò a guardarsi intorno:
-Dove cavolo sono?-
Subito dopo si guardò la ferita:
-Cazzo...-
Doveva fare qualcosa, doveva bloccare il sangue in qualche modo. Riuscì a strapparsi un pezzo della maglia che indossava e lo legò con attenzione lungo tutta la ferita. 
"Quanto potrà durare?" Pensò.
Guardò l'edificiò della W.i.c.k.e.d., era completamente raso al suolo. Che diavolo era successo? Lui non era lì dentro? Come era sopravvissutto ad un totale disastro? Vedendo ciò, il primo pensiero che gli attraversò la mente fu: "Thomas..."
Si agitò in men che non si dica ed accellerò il passo provando a cercarlo fra le macerie. Alzò la voce sperando che qualcuno rispondesse a quella chiamata:
-Thomas...Tommy!-
Guardò alla sua destra ed anche alla sua sinistra, avanti ed indietro:
-Tommy dove sei?! Thomas!- Lo disse più e più volte, ma nessuno rispose.
Pensò che forse erano sopravvissuti, che forse erano scappati. O meglio, voleva pensarla così. Sospirò mettendosi una mano fra i capelli completamente sudati, era spaventato e non sapeva cosa fare. Senza contare che il calore del sole era davvero forte e sapeva che se sarebbe rimasto lì soltanto un giorno in più, non ce l'avrebbe fatta. Probabilmente sarebbe morto disidratato o peggio. Non c'era neanche una persona nel raggio di chilometri, a chi avrebbe potuto chiedere qualcosa? Sospirò.
"Thomas, Minho, ragazzi...dove diavolo siete finiti?"
Mentre era sovrappensiero qualcosa attirò la sua attenzione, sembrava un oggetto. Notò subito che si trovava nell'esatto posto in cui si era risvegliato un attimo prima. Lo raggiunse e si abbassò per prenderlo:
-Ma questa è...-
Capì subito che si trattava di una fiala, una fiala contente il liquido blu che la W.i.c.k.e.d. usava per guarire le persone infette dall'Eruzione. Proprio così, proprio come lo era stato lui. Ricordava molto bene quello che aveva fatto prima che tutti lo credessero morto, quello che aveva fatto a Thomas. La strinse fra le mani vergognandosi di quanto era accaduto quella sera in cui era sotto l'effetto di quel dannato virus. Se soltanto Brenda fosse arrivata un pò prima, tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Lui non si sarebbe mai trovato in quel posto e soprattutto, non avrebbe mai perso Thomas.
"Devo trovarlo, devo trovare Tommy." Si rialzò mettendo la boccetta nella sua tasca.
Pensò che forse poteva ancora essergli utile e fu in quel momento che si meravigliò di non aver pensato ad una cosa fondamentale, la cosa più importante:
"Quindi Io...non ho preso la Cura?"
Sapeva molto bene di non essere immune, che altra spiegazione ci poteva essere? Come aveva fatto a sopravvivere?
"Devo scoprirlo. Devo andare via da questo posto. Devo spiegare a Thomas che in qualche modo sono sopravvissuto." Doveva andare a cercare qualche provvista. Così decise di esplorare quel posto, meglio di restarci e non fare nulla. Si guardò intorno ed iniziò a racimolare tutti gli oggetti che avrebbero potuto essergli utili durante il viaggio, anche se non erano granchè. Le unice due cose che non trovò furono del cibo e dell'acqua, ma del resto non se ne meravigliò. Dove avrebbe potuto trovare entrambe le cose in una situazione simile? Sospirò e decise che per il momento la cosa più importante era muoversi da lì.
Riuscì a reperire: degli occhiali rotti, una piccola felpa rovinata, una sciarpa quasi scucita ed un piccolo berretto blu. Quest'ultimo se lo poggiò in testa, come riparo dal sole. Mentre la sciarpa se la legò con attenzione lungo il collo per evitare che la sabbia potesse offuscargli la vista durante il cammino e non solo. Newt si ricordava molto bene di quelle terribili tempeste di sabbia che portavano quegli orrendi fulmini con essa. Si, proprio così. Per un attimo Newt sorrise ripensandoci. Aveva già affrontato una situazione del genere in passato, con Thomas. Era sempre stato con lui, non lo aveva mai abbandonato e non se ne pentiva. Anzi se avesse potuto rivivere anche solo un altra volta tutta la sua fuga da Ava Paige, probabilmente non avrebbe esitato a dire di Si. Non lo avrebbe fatto se ciò gli avesse dato la possibilità di rivedere Tommy, ma sapeva che questo non sarebbe mai stato possibile. Si strofinò gli occhi accorgendosi solo in quel momento che stava piangendo.
"Ma che mi prende?" Pensò tra se e se. Mise tutto il resto nello zainetto ed iniziò a camminare verso quella che sperava fosse la strada giusta per sopravvivere. "Arrivo Tommy, arrivo."

 
Thomas Pov:
Thomas non era riuscito a dormire nelle ultime settimane. Era esausto, troppo preso a salvare il mondo come ora mai la gente spesso gli ripeteva e lui stesso, aveva iniziato a crederci. Aveva iniziato a pensare che forse la ragione era proprio quella. Forse era il suo voler sempre fare l'eroe a causargli tutto quel dolore, tutto quello stress. Sbuffò e si alzò dal letto per andarsi a sciacquare il viso. Ripensò a quell'incubo, allo stesso identico incubo che tutte le sere lo tormentava. La morte di tutti gli amici che aveva perduto. In ogni momento in cui i suoi occhi si chiudevano, riusciva a vederli. Vedeva ognuno di loro: Chuck, Alby, Teresa e...
"Newt"
Deglutì stringendo i pugni per la rabbia. Ripetè quel nome con grande decisione nella sua mente. Non riusciva a perdonarselo, non riusciva a perdonarsi il fatto di non aver potuto fare niente. Teresa lo aveva salvato, lo aveva protetto. Chuck aveva impedito che un proiettile attraversasse il suo cuore mentre Alby, beh Alby si era sacrificato per permettere loro di scappare dal labirinto. Invece Newt? Newt perchè era morto? Non per proteggerlo, no. Non poteva continuare a ripetere a se stesso quella bugia. Era stata colpa sua, era stata tutta colpa sua. Era questo che Thomas continuava a ripetersi. Si poggiò le mani sul volto cercando di riprendersi. Non poteva farsi vedere in quello stato, doveva reagire. Doveva farlo per tutte quelle persone che si erano affidate a lui e che lo seguivano. Avrebbe trovato il modo di utilizzare il suo sangue per creare una cura. Non si sarebbe arreso, del resto non era da lui.
Toc, toc. Qualcuno bussò alla porta.
Quel rumore riuscì a discostarlo da quei pensieri e disse:
-Si?Chi è?-
-Thomas, sono Brenda. Potresti uscire un secondo?-  Sospirò.
Thomas non aveva un gran voglia di parlare al momento. Eppure sapeva che essendo un leader, essendo un capo, non poteva tirarsi indietro su certe cose. Anzì ciò che doveva fare era dare il buon esempio, per questo non tardò a rispondere e disse:
-Vengo subito Brenda. Vengo subito.-
-Bene, ti aspetto.-
Osservò il suo riflesso allo specchio e disse a se stesso:
"Coraggio Thomas. Loro vorrebbero questo da te, coraggio. Fa quello che devi e non voltarti indietro."
Annuì e, vestendosi in fretta e furia, uscì a grandi passi dalla stanza.

 
FINE PRIMO CAPITOLO.

Autrice: Grazie a te per essere arrivato a leggere sin qui! So di non essere un ottima scrittrice ho ancora molto da imparare, ma spero di averti incuriosito con questa storia e di non averti annoiato. Se ti è piaciuta, per favore lasciami un piccolo commento. Questo mi sarà di aiuto per capire se questa storia è piaciuta oppure no. Grazie ^_^! 

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Capitolo 2
*** ATTO 2 ***


I'M A MONSTER DON'T YOU?
CAPITOLO 2.



Thomas Pov:
Brenda salutò Thomas con un grande sorriso e gli disse:
-Hey! Come hai dormito?-
Quella domanda sembrò meravigliarlo e si accigliò per un secondo nel sentirla. Brenda fece altrettando notando la sua reazione e chiese:
-Che c'è?- Tuttò ciò sembrava un assurdo scherzo per Thomas, non poteva crederci. Adesso persino le persone gli ricordavano i suoi incubi, non bastava già lui stesso a farlo?:
-Thomas?- 
Brenda gli schioccò le dita davanti agli occhi, sperando così di attirare di più la sua attenzione:
-Ti senti bene?- 
Thomas scosse la testa e capì che doveva reagire. Non poteva farsi vedere in quello stato, era sbagliato. Cosa avrebbero pensato gli altri nel vederlo in quel modo? Di certo non belle cose:
-Sto bene. Non è niente.- Gli disse il bruno vagando con lo sguardo. Brenda non sembrò voler cedere e continuò dicendo:
-Thomas ascolta se hai bisogno di parlare di qualsiasi cosa sai che io sono...-
Il ragazzo la interruppe all'istante. Essere consolato era l'ultima cosa che voleva, così prese in mano la situazione:
-Non ho nulla Brenda. Non ho nulla.- Abbozzò un sorriso e la superò senza voltarsi indietro:
-Aspetta!- Esclamò Lei. 
Thomas alzò gli occhi al cielo. "Che altro c'è?... Che altro c'è?"
Si chiese tra se e se, sperando che lei non volesse portare avanti la questione ancora per le lunghe:
-Si?- Domandò Thomas senza girarsi a guardarla. 
Brenda emise un sospiro e gli andò incontro fino ad arrivare proprio davanti a lui:
-Sono qui per parlarti ricordi?-
La guardò sorpreso. Cavolo aveva ragione, si era proprio dimenticato che Brenda voleva parlargli. Che figuraccia!:
-Lo avevi per caso scordato?-
Thomas si schiarì la gola ed iniziò a guardarsi intorno.  Quanto era stato stupido. Come aveva fatto a dimenticarsi che era uscito per quel motivo? Dove aveva la testa? Subito assunse un espressione divertita per non far notare il suo disagio:
- Sei stata tu a chiamarmi poco fa.  Certo che no...-
Alla ragazza scappò una risata ed il bruno la rimproverò con lo sguardò:
-Che fai? Ridi di me?- Brenda sapeva che in realtà lo aveva dimenticato, ma fece finta di nulla.
Pensò che forse quello era il modo oppurtuno per farlo distrarre un pò da ciò che lo tormentava, anche se non sapeva cos'era:
-Ma no, come potrei Thomas? Piuttosto, devo parlarti davvero.-
-E di cosa?- Domandò lui ancora infastidito dalla sua reazione:
-Ho saputo che vuoi partire.- Disse lei incrociando le braccia.
Thomas alzò le sopracciglia e pensò:
"Le notizie volano davvero velocemente da queste parti." Del resto non se ne stupì. 
Considerando quante persone ascoltavano ciò che lui diceva, potevano benissimo averlo spifferato a qualcuno. Tra l'altro il primo a cui Thomas aveva parlato della sua partenza era proprio Minho e, come lui sapeva, un vizio che quel ragazzo aveva era quello di non saper tenere la bocca chiusa:
-Allora è vero?- Insistette Brenda.
Il ragazzò annui facendo spalluce:
-La cosa ti stupisce? Sai bene che sono io la cura. Devo trovare il modo di usare il mio sangue per sconfiggere L'eruzione. Di certo non potrò farlo restando qui quindi, tanto vale che mi muova in qualche modo.- 
Thomas riprese a camminare e Brenda lo seguì decisa a farsi dare altre spiegazioni:
-Ma Thomas, non puoi andare da solo.-
-E perchè no?- Domandò lui alzando la voce ed aumentando il passo. Voleva bene a Brenda, ma quando ci si metteva era davvero insistente:
-Perchè è da stupidi forse? Anche se sei tu la cura Thomas, questo non ti giustifica a voler fare sempre tutto da solo.-
-Non è questo il punto.- Rispose il ragazzo con tono scocciato e Brenda non faticò ad accorgersene.
Era rimasta indietro e tentava di raggiungerlo ma, ogni volta che ci provava, Thomas non glielo permetteva. Quasi come se non volesse starla a sentire e questo a lei non piaceva per niente. Sbuffò per quel suo atteggiamento. Perchè era sempre così testardo? :
-Vuoi fermarti per favore? E' così faticoso starti appresso.-
Disse la ragazza poggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo fiato:
-Sei come un fulmine dico davvero. Anche io me la cavo sai? Ma di certo non sono ai tuoi livelli.-
Il leader cessò di camminare e si girò a guardarla sospirando. Conosceva Brenda, aveva un carattere così spavaldo. Non si sarebbe arressa fino a quando non avesse ottenuto quello che voleva.
Thomas provava sempre a combattere quel suo essere così cocciuta, ma non ci riusciva mai:
-Cosa vuoi sapere?-
Brenda lo guardò compiaciuta e Thomas alzò lo sguardò infastidito. 
"Sei davvero incorreggibile Brenda."
Si disse Thomas tra i suoi pensieri. 
 
                                                                                                 Newt Pov:
"Ho una sete tremenda..."
Pensò Newt mentre camminava tra la sabbia che lo circondava.
Non c'era nulla, proprio nulla in vista. Faceva caldo, tanto caldo. Newt si portò una mano sulla fronte per levarsi il sudore di dosso, non ne poteva più. Camminava da ore ma non riusciva a scorgere niente di nuovo davanti a lui.
"Sono finito. Non ce la farò mai." Si disse sospirando e lasciandosi cadere a terra per la stanchezza. 
E quando sarebbero arrivate quelle tremende tempeste di sabbia, come avrebbe fatto a cavarsela? Tremendi pensieri cominciarono a ronzargli in testa. Mentre si guardava intorno rimuginando sul da farsi, notò finalmente qualcosa. Si rialzo' mettendosi una mano davanti agli occhi per scorgere meglio l'orizzonte. D'un tratto sorrise, erano rocce. Rocce imponenti in cui non batteva il sole, un posto perfetto in cui riposarsi. Sapeva che non era granchè, eppure non riusciva a trattenere la sua felicità. Certo In quel momento avrebbe desiderato una grande sorgente d'acqua in cui immergersi, ma sicuramente non poteva pretendere ciò nel bel mezzo del nulla. Raggiunse il posto e si mise finalmente seduto all'ombra. Sentì il contatto del suo corpo con la parete fredda della roccia e contemplò quel momento quasi come fosse l'ultimo che avesse mai vissuto. Finalmente un pò di pace. 
"Rimarrò così' solo per qualche minuto. Giusto il tempo di riprendermi..."
Pensò e , prima che se ne potesse accorgere, il sonno aveva già preso il sopravvento.

 
Thomas pov:
-Cosa vuoi sapere?-
Brenda lo guardò compiaciuta e Thomas alzò lo sguardò infastidito. 
"Sei davvero incorreggibile Brenda."
Si disse Thomas tra i suoi pensieri. 
-Vieni con me.-
Prima che Thomas potesse dire anche solo una parola, Brenda gli prese la mano e lo trascinò via con se:
-Che stai facendo?- Domandò Thomas confuso da quel gesto:
-Ti porto da Minho. Dobbiamo parlare noi tre, da soli. Senza sguardi indiscreti.- Il ragazzo obbiettò dicendo:
-Brenda, non era forse il sottoscritto a dare questi incontri privati?-
Gli disse con tono seccato e deciso, ma Brenda non rispose:
-Ei, mi stai a sentire o no?-
Quell'atteggiamento silenzioso incominciò a farlo innervosire sul serio. Non riusciva proprio a capire cosa Brenda avesse in mente. Ciò nonostante decise di seguirla ugualmente, era proprio deciso a saperne di più.
Arrivarono alla spiaggia dove vi era un grande capannone color panna. Ci entrarono dentro ed aspettarono che Minho arrivasse.
Brenda nel frattempo non aveva fatto altro che camminare in tondo e Thomas la aveva fissata per tutto il tempo senza riuscire a trovare una spiegazione a quel suo stranissimo comportamento. Stava iniziando davvero a perdere la pazienza:
-Brenda mi vuoi spiegare?-
Chiese il bruno guardandola in modo irritato. Brenda notò il suo disagio e subito dopo distolse lo sguardo. Non ce la faceva proprio a spiegarglielo:
-Minho te lo dirà, Io non credo di farcela.-
Si accigliò e , prima che potesse risponderle, Minho era già entrato:
-Però. Questo posto va in pezzi.-
Disse Minho mentre gironzolava con lo sguardo:
-Cosa sta succedendo Minho?Cosa significa?-
Il ragazzo orientale  si girò verso Brenda cercando un appoggio, ma lei gli diede le spalle. Thomas non sapeva davvero cosa pensare:
-Ci sono...- Riprese a guardare il leader e poi continuò dicendo:
-Dei problemi. Abbiamo dei problemi.-
Thomas lo guardò confuso e per un attimo osservò Brenda, ma poi tornò a fissare Minho:
-Di che state parlando...si può sapere che succede?-
L'altro ragazzo sbuffò e camminò verso l'unica sedia disponibile nel capanno. Si sedette e, senza guardare Thomas, riprese a parlare:
-Abbiamo altri tre infetti Thomas, sono bambini. Sai quanto questa città si sia estesa da circa qualche mese. Arrivano nuove persone da fuori, per cercare riparo. Probabilmente...devono aver portato l'eruzione con loro e non ce ne siamo accorti.-
Era come se un coltello avesse oltrepassato il suo petto in un istante. Ciò che Minho stava dicendo, non voleva sentirlo. Non voleva credere ad una sola parola. Non era possibile. Era stato attento nell'ultimo mese. Aveva detto espressamente di controllare ogni persona che varcasse la soglia della cittadina. Aveva parlato al vento, quelle erano state parole inutili e futili? A questo punto si chiese se era davvero lui a comandare, oppure se credeva di comandare:
-Thomas ascolta...Non è stata colpa tua, troveremo un modo modo per aiutarli te lo prometto. - Disse Minho con tono dispiaciuto. 
"Come potete aiutarli se nemmeno io riesco a farlo?"
Pensò Thomas in preda ad una forte agitazione. Sapeva che da qui a qualche istante sarebbe crollato, non ce la avrebbe fatta a reggere ancora quel discorso. Tentò una via di fuga, come una stupida scusa, ma non gli veniva in mente nulla. Nulla che potesse usare per andarsene via da quel posto. 
Brenda si girò per guardare Thomas e provò un dolore lancinate nel vedere quello sguardo perso nel vuoto. Avrebbe dato qualsiasi cosa in quel momento per regalargli anche solo un breve istante di felicità, eppure non poteva. Non c'era niente che lei potesse fare. Quella era la realta ed anche se era dura, loro dovevano affrontarla.
Mentre la ragazza era presa da questi pensieri, Minho era rimasto seduto sperando che il bruno dicesse qualcosa. Un solo ordine e lui avrebbe fatto qualunque cosa per migliorare la situazione, ma in quel momento era come se fosse il silenzio a farla da padrone:
-Thomas ascoltami. Dobbiamo fare qualcosa. Hai capito?-
Disse Brenda avvicinandosi a lui. 
Thomas non riusciva proprio a guardarla, era così confuso e spaventato. Non sapeva cosa dire, d'altronde con tutto quello che stava passando negli ultimi giorni era già tanto se riusciva ad assistere a certi discorsi:
-Thomas ti prego dì qualcosa. Noi salviamo chi possiamo. Qualunque cosa e noi ti seguiremo. Lo facciamo sempre no? -
Quelle parole fecero scattare in Thomas una forte emozione di nostalgia, come se già qualcun altro le avesse pronunciate e non tardò a ricordarsi chi era:
" Quando sei entrato nel labirinto ho capito che ti avrei seguito ovunque e l'ho fatto, lo abbiamo fatto tutti."
Il ragazzo iniziò ad essere pervaso da una forte rabbia e, prima che se ne potesse rendere effettivamente conto, le parole stavano già uscendo dalla sua bocca come un fiume in piena:
-Forse dovresti smetterla di seguirmi, tutti quanti dovreste.-
Brenda lo guardò confusa, così come anche Minho:
-Che?- Chiese lei:
-Non vedete che non salvo nessuno? Non vedete quanto per me sia difficile questa situazione? Cosa chiedete a fare un mio parere se poi fate sempre di testa vostra?Mh?-
I due ragazzi si guardarono sorpresi e per un attimo non seppero come controbbattere a tali affermazioni del loro leader:
-Noi salviamo chi possiamo? Chi abbiamo salvato da quando quella donna, Ava Paige, è morta? Coraggio!Perchè non mi proponi qualche nome? Ti ascolto.-
Brenda per un attimo ci riflettè sù, sapeva che aveva ragione. Ma come poteva sbatterglielo in faccia così?:
-Ora cerca di calmarti Thomas.- Ribattè Minho alzandosi in piedi:
-Noi facciamo quello che possiamo. Lo abbiamo sempre fatto. Brenda ha ragione, noi salviamo chi possiamo.-
Il bruno andò a grandi passi verso di lui fino ad essergli a pochi centrimetri di distanza. Non riusciva più a riflettere ne a controllarsi, in quel momento voleva tirare solo tutto fuori e nient'altro aaveva importanza:
-Abbiamo salvato Teresa? E Chuck, Alby...mh?Li abbiamo forse salvati?-
A quei nomi Minho abbassò lo sguardo in segno di resa. In parte era anche lui responsabile di quelle morti, per questo non riuscì a controbbattere:
-Non dici nulla vero? Certo che non dici nulla.-
La ragazza provò ad intervenire, ma Thomas la zittì alzando un mano verso di lei e continuò dicendo:
-Noi non abbiamo salvato nessuno Minho, nessuno dei nostri migliori amici. Neanche Newt. -
Faticò a dire quel nome ma continuò ugualmente, la rabbia era troppo forte:
-Newt è morto per causa mia, perchè non sono stato in grado di trovare una maledetta cura . Lo capisci?-
Minho sospirò alzando lo sguardo. Non era vero ciò che stava dicendo, si stava commiserando da solo e non poteva permetterglielo:
-Lui non è morto per causa tua, nessuno di loro è morto per causa tua Thomas. - 
Thomas faticò a trattenere le lacrime e al posto della rabbia subentrò la disperazione. Avrebbe voluto uscire, voltarsi velocemente e andarsene via, ma era come se fosse bloccato. Non riusciva a muoversi:
-Tu hai salvato me.- Il bruno si girò verso di lei:
-Sei stato tu a salvarmi Thomas, lo hai fatto. Hai usato il tuo sangue per farlo.- Provò ad andargli incontro camminando lentamente, voleva evitare che lui si arrabbiasse di nuovo:
-Quello che hai fatto per me Thomas, non conta?.-
Riuscì ad arrivare a toccargli la spalla e riprese a parlare dicendo:
- Sono sicura che anche i tuoi amici, che ora non ci sono più, ti direbbero lo stessa cosa. Ti direbbero che fai del tuo meglio. Ognuno di loro te lo direbbe.-
"Cosa ho fatto? Sono impazzito."
Pensò Thomas strizzandosi gli occhi per la sorpresa. Lui non non si faceva vedere debole, piuttosto reagiva. 
Lui era il ragazzo forte, sveglio, intraprendente...
Non era così? Ora mai neanche lui lo sapeva più.
"Si certo, come no." Pensò il bruno. 
Non stava davvero piangendo, ma i suoi occhi erano lucidi. Lucidi abbastanza da far capire che da lì a qualche secondo, le lacrime sarebbero scese e non sarebbe più riuscito a contenerle.
Guardò altrove e finalmente disse:
-Ho bisogno di stare solo. Non seguitemi.-
Fece per uscire, ma i due ragazzi esclamarono insieme:
-Thomas!-
Si fermò sospirando, esasperato dalla situazione. Riusciva a comprendere quanto erano preoccupati per la scenata che aveva appena fatto, ma cercò lo stesso di farli ragionare:
- Starò bene, solo datemi qualche minuto. Per favore...-
Uscì velocemente da lì e li lasciò a guardarsi con espressioni vuote.
"Perchè mi sono arrabbiato tanto?"
Pensò mentre si allontava da quel posto.

 
Newt pov:
Newt si svegliò sentendo un grande odore di stufato che gli riempiva le narici:
-Cosa...?-
Notò di essere steso su una branda e, guardandosi intorno, intuì che quel posto gli era davvero familiare:
-Questo posto...-
"La radura. Il labirinto. Non può essere." Si disse a se stesso completamente stupito da ciò che stava osservando:
"Tuttò ciò è andato distrutto, molto tempo fa. Questo è...un sogno?"
Si chiese strofinandosi gli occhi, ma nulla cambiava. Lo scenario era sempre lo stesso. Quella era la radura, stava guardando gli altri ragazzi alle prese con i loro soliti lavori. Lavori che lui, insieme ad Alby stesso, aveva dato e fatto rispettare per ben tre anni della sua vita.
-Come cavolo è possibile?-
Domandò a se stesso ancora confuso. Gli capitò sott'occhio la grande baracca in cui spesso tutti i radurai, incluso lui, si riunivano per discutere delle varie questioni da risolvere. Decise di andarci, forse poteva scoprire qualcosa di più:
"Questo è un sogno, soltanto un sogno e io non ho tempo per queste cose."
Superò la grande porta di legno, ma non c'era nessuno ad aspettarlo. Sbuffò:
"Cosa cavolo pensavi Newt?Lui non c'è qui. Thomas non è qui."
Si girò per voltarsi e gli prese un colpo nel ritrovarselo davanti tutt'un tratto:
-Thomas.-
Thomas lo guardava senza dire nulla, il suo sguardo era serio e deciso:
- Mi hai fatto prendere un colpo.-
Disse il biondo sorridendo e si mise una mano sul petto sospirando. Newt non faticò a notare quell'espressione sul volto del ragazzo e subitò si avvicinò a lui dicendo:
-Tommy, che succede? Tu stai bene?-
Thomas poggiò una mano sul collo del biondo e lo attirò a sè. Erano molto vicini, quasi le loro fronti si toccavano. Newt rabbrividì, di certo non se lo aspettava:
-Tommy, ma che ti prende?-
Il bruno iniziò a baciarlo con furore e con entrambe le mani gli afferrò il viso più che poteva, così da bloccarglielo contro il proprio. Newt gli sbattè una mano sul petto, quasi non respirava. Voleva Thomas, ma non in quel modo. Quello non era Thomas, Tommy non avrebbe mai fatto una cosa simile. Non lo avrebbe mai preso con la forza. Riuscì finalmente a scansarlo e con una mano si toccò le labbra:
-Ma che fai? Ti ha dato di volta il cervello?!- Gli urlò contro lui:
-Ti è piaciuto pivello?- Chiese il leader divertito nel vederlo in quel modo:
-Scusami?- Ribattè Newt quasi non credendo a ciò che sentiva:
-Dillo che è così. Mi hai lasciato solo...-
Si avvicinò separando ancora una volta la loro distanza e con un ditò sollevò il volto del ragazzo fino a costringerlo a guardarlo negli occhi:
- Facendomi credere che eri morto. Ed ora non vuoi accontentarmi? Non è molto carino da parte tua.-
Per un attimo Newt rimase sorpreso nel sentirlo parlare così, ma poi non ci pensò due volte.
Diede uno schiaffetto a quella mano e si allontanò subito da lui dicendo:
-Non so chi tu sia, ma di certo non assomigli per niente a Thomas.-
L'altro ragazzo sorrise e subito dopo, tutto attorno a lui divenne  nero:
"Come pensavo, era solo un sogno. O forse dovrei chiamarlo incubo?"
Provò a sbattere le ciglia ed ,automaticamente, si ritrovo ad aprire  di nuovo gli occhi. Solo che stavolta quello che si ritrovò davanti era reale, se ne accorse dal tremendo freddo che sentiva addosso. 
"Ho dormito fino ad ora?"
Chiese a se stesso confuso. Guardandosi intorno vide che si era fatto scuro da un pezzo:
-Cazzo...-
Voltandosi cercò lo zainetto e si tranquillizzò nel vedere che non che era al solito posto:
-Grazie al cielo.-
Volle comunque controllare, così lo prese per aprirlo. Non fece in tempo a sollevare la cerniera, che sentì un affare poggiarsi dietro la sua nuca. Pensò che probabilmente era una pistola, ma non era quella la domanda giusta. Piuttosto era: chi diavolo gliela stava puntando addosso?:
-Voltati, adesso.-
Era una voce maschile, questa fu l'unica cosa che riuscì a capire.
Sospirò. Anche quella situazione, gli era molto familiare. La aveva già vissuta in passato, quando i membri del porto sicuro si erano mostrati a Thomas, così come anche a lui.
Quindi in un certo senso se lo aspettava, anche se aveva sperato di non doverlo rivivere una seconda volta. Ma come si suol dire, mai dire mai. Si disse tra i suoi pensieri:
-Va bene. Va bene. Rilassati.-
Gli disse Newt mettendo le braccia all'aria ed alzandosi in piedi:
-Adesso girati, oppure ti faccio saltare il cervello.-
Disse l'altro con fare autoritario e deciso.
"Bene, già siamo a questo punto?" Si chiese Newt per nulla sorpreso:
-Okay. Lo faccio, lo faccio. Tranquillo.-
Il biondo si girò ritrovandosi davanti un ragazzo più o meno della sua età. Aveva dei linemanenti fisici davvero particolari, impossibili da non notare. I suoi capelli sembravano completamente bianchi e gli occhi erano di un colore azzuro molto intenso. Mai visto un tipo del genere. Fu quella la prima cosa che Newt pensò di lui.
 
 
Autrice: Eccoci alla fine del capitolo, che dire? Vorrei ringraziarvi per i vostri commenti, grazie mille. Ho continuato la storia per le vostre recensioni e continuerò a scriverla se vedrò ancora che la fanfiction vi interessa e vi attrae. Quindi per favore, continuate a commentare è solo grazie a voi se io continuo ;)!
 
 

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Capitolo 3
*** ATTO 3 ***


I'M A MONSTER DON'T YOU?
CAPITOLO 3.


Newt pov:

Adesso girati, oppure ti faccio saltare il cervello.-
Disse l'altro con fare autoritario e deciso.
"Bene, già siamo a questo punto?" Si chiese Newt per nulla sorpreso:
-Okay. Lo faccio, lo faccio. Tranquillo.-
Il biondo si girò ritrovandosi davanti un ragazzo più o meno della sua età. Aveva dei linemanenti fisici davvero particolari, impossibili da non notare. I suoi capelli sembravano completamente bianchi e gli occhi erano di un colore azzuro molto intenso. Mai visto un tipo del genere. Fu quella la prima cosa che Newt pensò di lui: 
-Ora tirami quell'aggeggio...-
Disse l'altro ragazzo indicando con l'arma il suo zainetto: 
"Aggeggio?"
Pensò lui quasi divertito nel sentire una parola del genere:
-Si chiama zaino.-  Rispose Newt con tono basso, voleva evitare di farlo arrabbiare ulteriormente:
-Qualunque cosa sia ora mai non ti riguarda più, appartiene a me.-
Lo straniero lo guardò dall'alto in basso, sembrava volesse prevedere ogni suo movimento. Il biondino alzò gli occhi all'aria. Come avrebbe fatto senza provviste?:
-Vuoi che lo prenda io? Posso farlo se ti arreca troppo disturbo. Oppure posso ucciderti seduta stante.-
Quel tizio iniziava  a farlo alterare. Non poteva davvero prendersi quel dannato zaino? Almeno in quel modo avrebbe proseguito, anche se la probabilità di sopravvivenza di certo sarebbe stata più bassa. Fece un segno di dissenso e disse:
-Va bene, prendilo pure. Ma lasciami andare.-
Disse lanciandogli lo zainetto che venne subito afferrato dall'altro ragazzo:
-Bene.- Rispose lui.
-Ora lasciami andare. Io non ho più nulla.-
Prese a dirgli Newt. A quel punto sperò davvero di essere lasciato in pace. D'altronde era stato attento a non far agitare quel tipo più di tanto. 
-Ora farai un bel sonnellino.-
Tale affermazione lo colse alla sprovvista e subito si accigliò:
-Cosa?-
Qualcosa lo colpì all'istante e subito dopo Newt si levò lo strano affarino rosso dal collo. Tentò di capire cosa fosse, ma la sua vista prese ad annebbiarsi sempre di più. 
Si accasciò a terra  e domandò:
- Chi mi ha sparato?-
Riuscì a capire che il suo tono era strano e confuso. Forse gli avevano somministrato qualche droga? Iniziò a farsi domande del genere in testa:
-Non ti hanno sparato. Dormirai per un pò. Verrai con noi. Ti sei dimostrato produttivo.-
Prese a dire l'altro girandogli intorno.
"Noi...produttivo?Ti uccido."
Pensò Newt provando ad afferrargli una gamba e ricevette un calcione in cambio:
-Non provare mai a toccarmi. Potresti essere infetto per quel che ne so. Prendetelo e caricatelo sul camion.-
Il biondino riuscì ad intravedere delle sagome che venivano verso di lui, poi la vista lo abbandonò. Sentì solo delle mani afferrarlo per le braccia e una voce dire:
-Mi chiamo Warner, comunque.-
Dopodichè, il vuoto.
 
 
Thomas pov:
-Ei,Thomas.-
Gally si accostò a lui circondandolo con un braccio. Da dove era sbucato? Si chiese. Stava tentando di rientrare in stanza, ma era proprio come se la sfortuna lo richiamasse a se ogni volta. Non riusciva proprio a trovare una attimo di pace, a quanto pare neanche quando era sveglio:
-Cosa c'è?-
Gli chiese lui con non molta contentezza:
-Mi chiedevo se sapessi della situazione. Per caso...-
Il ragazzo non proseguì. Sperò che Thomas continuasse il discorso.
Difatti il bruno sapeva già cosa Gally aveva intenzione di dire e, come aveva predetto, sembrava proprio non riuscire a trovare una via di fuga da quel problema.
"Che palle." Pensò fra se e se:
-Si Gally. Hanno finalmente reso partecipe anche me della situazione.-
L'amico si accorse del tono ironico che il leader aveva usato. Decise di non darci troppo peso e sorridendo gli disse:
-Ah bene, quindi cosa hai...-
Thomas gli parlò sopra. Non c'era bisogno che Gally gli facesse un altra ramanzina sul da farsi, oppure che gli proponesse altre idee. Non aveva intenzione di ascoltare più nessuno. Da ora in poi avrebbe fatto di testa sua. Dato che tutti facevano ciò che volevano, che senso aveva parlare?
-Quindi nulla. So già cosa devo fare. Ora se vuoi scusarmi, devo prepararmi. Sto partendo.-
Gally per un attimo balbetto e l'unica parola che gli uscì fu:
-Ma...-
-Ci vediamo Gally.-
Thomas gli diede una pacca sulla spalla sorridendo e lo oltrepassò.
Dentro di se era agitato, ma non lo dava a vedere. Del resto era sempre stato bravo a non far trapelare le sue emozioni. Apparte nell'ultimo periodo, che sembravano venir fuori abbastanza facilmente. Tentò di accellerare il passo sperando che nessun altro lo fermasse e, quando raggiunse la porta della sua stanza, si affrettò subito a richiudersela dietro. Si appoggiò alla porta lasciandosi scivolare verso il basso:
"Devo andarmene da qui."
Pensò mettendosi le mani nei capelli. D'un tratto udì una voce:
-Dove credi di andare?-
Thomas sgranò gli occhi e si guardò attorno:
-Non puoi da solo.-
Di nuovo, l'aveva sentita ancora.
Scattò in piedi impaurito. La camera era buia, pochissima luce la illuminava. Tutte le notti dormiva accedendo una semplice lampadina che teneva accanto al suo comodino e la spegneva ogni mattina. Pensava sempre fosse una cosa sciocca da fare. D'altronde anche se l'avesse lasciata accessa, cosa sarebbe successo? Il mondo in cui viveva non era più quello di una volta. 
Scosse la testa e per un attimo si sentì ridicolo nell'aver tirato fuori una riflessione simile. Insomma qualcuno gli stava parlando. Avrebbe dovuto concentrarsi solo su quello. Invece vari pensieri occupavano la sua mente e di questo Thomas non riusciva a capacitarsene.
"Ma che sto pensando?Dovrei cercare di capire cosa succede."
Chiese a se stesso ancora impaurito dalla situazione. Doveva aprire la porta, era quella l'unica soluzione. Non riusciva a vedere il comodino ne il letto, niente di niente. Non sarebbe potuto andare verso la lampadina, non con quel buio pesto.
Si girò lentamente ritornando verso la porta. Fece un bel respiro, quasi come se quel gesto lo rassicurasse, ed iniziò ad abbassare la maniglia. Improvvisamnete una luce si accesse e subito Thomas ebbe la pelle d'oca:
-Che stai facendo?Io sono proprio qui.-
Riconobbe quel tono e subito pensò a quanto era stato stupido nel non averlo riconosciuto. Deglutì e cominciò a sentire il sudore che gli scendeva dalla fronte. Non aveva il coraggio di girarsi, era come impietrito. Non poteva essere lui.
"Stai sognando Thomas. Stai sognado Thomas. Stai sognando Thomas. Stai sognando Thomas. Stai sognando Thomas."
Iniziò a ripetersi quelle parole nella testa ed erano come un treno in corsa, non si fermavano più:
-Non puoi partire da solo Tommy. Non fare il cretino. Minho e Brenda hanno ragione, devi portarteli dietro. Ascoltami una volta tanto.-
Gli venne da considerare che i motivi potevano essere solo due: allucinazioni o sogni. Sperò più nella seconda ipotesi, ma a quel punto doveva esserne sicuro. Per questo pensò che forse parlare con quella specie di "proiezione mentale" non era del tutto una cattiva idea. Almeno avrebbe capito con che cosa aveva a che fare:
-Tu non sei qui.-
Rispose Thomas ancora di spalle. Sentiva il cuore che gli batteva a mille e tentò di calmarsi. Doveva parlarci  se voleva scoprirne di più:
-Sei morto Newt e il tuo aiuto non mi serve più.-
-Hai ragione, sono morto.- Lo sentì avanzare verso di lui:
- Ma Tu hai ancora bisogno di me Tommy.-
Proprio come pensava. Ciò che quella "cosa" gli stava dicendo confermava ogni cosa, quella era solo un illusione. Generata per quale cavolo di motivo?Si chiese Thomas, ma non riuscì a darsi una risposta.
Il bruno chiuse gli occhi sperando che tutto finisse e continuò dicendo:
-Ti sbagli Newt. Non ho bisogno di te.-
Fece per riafferrare la maniglia ma il biondo riprese a parlare:
-Io non sono morto per colpa tua Tommy e tu lo sai. Perchè ti incolpi di qualcosa che sai?-
Sapeva che niente di ciò era reale, ma allora perchè lo sembrava così tanto ai suoi occhi?
"Vai via. Ti prego. Vai via."
Pensò Thomas senza dirlo a voce alta. Forse perchè alla fine, neanche lui sapeva cosa voleva davvero.
-Se continuerai ad incolpare te stesso io non andrò mai via da te. Ricordi che cosa ti dissi? Prenditi cura di te stesso. Te lo ricordi?-
Serrò la mascella. Era come se non accettase che il suo stesso cervello lo mettesse davanti a una tale evidenza. Sapeva molto bene che stava parlando da solo e non solo. Sapeva anche che, in casi del genere, non avrebbe dovuto rispondere. Piuttosto doveva evitare il problema e non assecondarlo. Eppure nonostante tutto non ce la fece. Si girò di scatto deciso a replicare ciò che gli stava dicendo, ma se lo ritrovò a pochi centimetri dal viso. Per un attimo provò un certo imbarazzo. Anche se quella non era davvero una persona, riusciva a percepirne il respiro e la presenza. Come fosse possibile, proprio non se lo spiegava.
"Che stai facendo Thomas? Che cavolo stai facendo Thomas?"
Chiese a se stesso.
Per qualche istante Thomas vagò con lo sguardo. Si sentiva proprio ridicolo:
-So già cosa vuoi dirmi Tommy.-
Gli rispose l'altro con espressione neutra. il leader cercò di riprendersi e ignorò quella frase. Poi gli disse:
-Stammi a sentire. Non so cosa cavolo sei o per quale motivo sei venuto fuori dalla mia testa ma non ho bisogno che tu mi dica cosa posso o non posso fare. Io so quello che dico, io so quello che penso. E chiaro?-
Il biondo alzò le sopracciglia, quasi meravigliato nel sentire tali parole:
-Davvero Tommy?-
-Certo N..-
Stava per dire Newt, ma si fermò. Non poteva commettere un tale errore. Quello non era davvero Newt:
-Certo che lo so.-
Rispose il bruno abbassando poi lo sguardo. Il biondino annuì e disse:
-Capisco. Allora dimmi.-
Newt incrociò le braccia poggiandosi alla parete, poi riprese a parlare:
-Te lo richiedo. Perchè ti ripeti di avermi ucciso?-
Thomas lo guardò meravigliato. Sentire quella domanda provenire da lui o meglio, da quella proiezione mentale, lo colse alla sprovvista. Per il bruno era come se quello fosse davvero Newt e non gli piaceva per niente. Lo odiava, odiava tutto di quella "cosa". Odiava il volerci parlare, il volerlo guardare. Persino lo starlo a sentire era fastidioso. Ma allora perchè gli stava rispondendo? 
Bella domanda. Prese a dirsi tra i suoi pensieri.
-Non rispondi?-
Domandò il biondino.
Il ragazzo lo osservò con attenzione. Stava iniziando ad essere stanco di ribellarsi. Alla fine quella allucinazione non poteva andarsene con un semplice schiocco di dita, di questo Thomas se ne rendeva perfettamente conto. Avrebbe dovuto ignorarla, si. Di certo avrebbe dovuto farlo. Ma in quel momento, guardandola ed avendola davanti ai suoi occhi, preferì pensare che forse la cosa giusta da fare era affrontarla e non metterla da parte. Così Thomas fece un bel respiro e gli domandò:
-Vuoi che te lo dica?-
L'amico annuì:
-Sono qui apposta per fartelo dire Tommy. Dillo.-
Il leader sospirò e, facendosi coraggio, disse:
-Avrei dovuto salvarti. Avrei dovuto salvare te, Teresa e tutti quelli che si sono sacrificati per permettere a me di vivere. E Tu invece sei morto e sei morto perchè non sono riuscito a portarti da lei. Lei ci avrebbe aiutati Newt. Quella donna, quella dannata Ava Paige ci avrebbe salvati. Ma era troppo tardi, tu eri impazzito ed io...-
Per un attimo si fermò. Tutto ciò per lui era così dannatamente difficile da ammettere:
-Non potevo fare niente. Non potevo aiutarti, anche se avrei voluto.-
Il ragazzo abbassò lo sguardo non riuscendo ancora a credere alle parole che aveva appena pronunciato. Era come se si fosse scrollato di dosso un grande peso. Ma Newt rispose:
-No Tommy. Una parte della storia non corrisponde alla verità.-
Thomas aggrottò la fronte. Proprio non capiva. Era stato sincero. Perchè continuava a dirgli di no?:
-Come sarebbe a dire? Ho detto la verità.-
Tutto d'un tratto Newt sparì proprio davanti a lui, tanto che sbattè le ciglia per la sorpresa:
-Ma che...-
Guardò la stanza, era di nuovo buia. Si era immaginato anche quello?
"Oddio..."
Pensò. Era devastato e stava per crollare, tanto che dovette appoggiare una mano alla parete per lo shock.
Aveva davvero perso la ragione.
 
 
Newt pov.:
-Sei sveglio?Ei mi senti?-
Sentì quelle parole un istante prima di riaprire gli occhi:
-Dove mi trovo?-
Domandò Newt tentando di alzarsi:
-Wo wo amico...aspetta.-
Gli disse il tipo che lo stava sorreggendo per le spalle:
-Quante dita vedi o meglio...mi vedi?-
Riuscì a mettere a fuoco e subito si ritrovò davanti un uomo adulto, forse era sulla quarantina. Aveva una barba davvero lunga. I suoi lunghi capelli rossi brillavano alla luce del sole al contrario degli occhi marroni, che risultavano essere in completo contrasto con la sua carnagione. Era davvero chiaro. Pensò Newt. Si mise seduto pian piano:
 -Chi diavolo sei tu?-
Chiese all'uomo cercando di riprendersi da quel terribile mal di testa:
-Mi chiamo L.-
Si accigliò non credendo a ciò che aveva sentito. Così lo richiese:
-Che hai detto?-
-E' il mio nome, mi chiamo L. O almeno, per quel che me ne ricordo. Sono chiuso qui da tre mesi ora mai.-
Il ragazzo lo guardò sorpreso, ma subito dopo la sua espressione divenne confusa e pensò:
"Chiuso qui, da tre mesi?"
-Sai ragazzo credo che tu...-
Fece muovere il dito avanti ed indietro e continuò dicendo:
-Ti debba guardare intorno. Sai siamo in una cella. Hai presente? Una prigione.-
-Cosa?- Prese a dirgli Newt alzandosi in piedi di scatto.
Osservò il luogo in cui si trovava. Era tutto così umido ma, proprio alla sua destra, c'era una grande finestra che li illuminava ed il sole entrava proprio da lì. Il resto era il nulla. Sentì lo squittire dei topi e, abbassando lo sguardo, se ne ritrovò uno proprio sotto i suoi piedi. Gli diede un calcetto e l'animale scappò via all'istante. L rise e disse:
-E' pieno di topi qui. Ti ci abituerai.-
Newt alzò gli occhi al cielo e, quando provò a muoversi, si accorse di avere una caviglia bloccata da qualcosa. La guardò meglio e capì subito che quelle erano di certo catene:
-Cosa cavolo significa?-
Fece per dire all'altro tipo. Lui gli rispose sorridendo:
-Significa che siamo bloccati ragazzo. Siamo loro prigionieri.-Newt non riusciva proprio a seguirlo. Si sentiva così scombussolato al momento:
-Non sei di queste parti vero?-
Prese a dirgli L socchiudendo gli occhi. Newt non fece caso a quella domanda: 
-Di che parli? Prigionieri di chi?-
Gli domandò lui con tono abbastanza irritato. Tutto di quello situazione lo faceva innervosire. Lui non doveva trovarsi lì, era tutto sbagliato. Come avrebbe fatto a ritrovare Thomas e tutti gli altri in quella situazione? Doveva scappare, doveva andarsene:
-Miei. Siete miei prigionieri.-
Una voce riecheggiò nell'aria. Newt si guardò intorno tranne L, che alzò semplicemente lo sguardò. Il ragazzo guardò nella stessa direzione dell'uomo e, oltre le sbarre della prigione, arrivò una persona. Una persona con cui Newt aveva avuto a che fare proprio poche ore prima. Ricordava bene il suo nome, era l'ultima cosa che aveva sentito prima di perdere completamente conoscenza:
-Warner.-
Disse il biondo a voce alta e abbastanza indispettita:
-Lieto che ti ricordi. Perchè non facciamo quattro chiacchiere?-

FINE TERZO CAPITOLO


Autrice: Rieccomi con un nuovo capitolo. Vi ringrazio per tutte le vostre recensioni, spero che la storia vi stia prendendo. Davvero, lo spero tanto. Per me non è facile scrivere, mi ruba molto tempo. Ma se la storia continuerà ad essere seguita come ora, mi piacerebbe molto continuarla. Come al solito se volete che io continui, voi continuate a commentare! E a presto :). 

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Capitolo 4
*** ATTO 4 ***


I'M A MONSTER DON'T YOU?
CAPITOLO 3.



Newt pov:
-Lieto che ti ricordi. Perchè non facciamo quattro chiacchiere?-
Domandò Warner assumendo un tono piuttosto scherzoso.
Newt digrignò i denti, non aveva intenzione di piegarsi. Se pensava di spaventarlo si sbagliava di grosso:
-Va all'inferno.-
Replicò il biondino.
L'altro fece un ghigno e disse:
-Tiratelo fuori da lì.-
Due uomini si precipitarono a fianco del loro capo e, l'istante dopo, aprirono la serrattura per poi entrare all'interno della cella. Si avvicinarono lentamente a Newt che, per nulla impaurito, continuò a guardare Warner come se nulla fosse:
"Non mi fai paura razza di idiota" Pensò tra se e se. Era deciso a dimostrargli che aveva trovato pane per i suoi denti:
-Perchè non te la prendi con un adulto invece?-
Domandò improvvisamente L, attirando così l'attenzione di tutti loro. Warner alzò un sopracciglio chiedendosi cosa l'altro prigioniero avesse in mente. Mentre Newt assunse un espressione abbastanza sorpresa, così come anche gli individui al suo fianco.
L'ultima cosa che si aspettava era una reazione da parte di quell'uomo. Perchè avrebbe dovuto difenderlo? Non era niente per lui. Proprio non se lo spiegava:
-Lascia perdere L. Non sono affaracci tuoi.-
Gli disse uno dei due ridendo. L si girò a guardarli e fece altrettanto. Entrambi si osservarono per qualche minuto, non capendo proprio la sua reazione. Newt prese a guardarlo in modo confuso, mentre l'altro ragazzo lo osservava dall'alto in basso chiedendosi se fosse davvero fuori di testa e prese a dirgli:
-Come pensavo. Vivere tutto questo tempo isolato dal resto del mondo ti ha dato alla pazzia, vero?-
Il prigioniero roteò gli occhi e rispose:
-Dovresti farti una risata anche tu Warner. Invece di essere così maledettamente incompetente.-
Tutti a quelle parole trattennero una risata, persino Newt non potè evitarlo e pensò che davvero quel tipo se lo meritava.  Warner li guardò malamente e subito loro si girarono ad osservare altro. Poi spostò di nuovo l'attenzione su L e disse:
-Dovresti cambiare il tuo atteggiamento. Dimentichi chi ha i tuoi figli. Vuoi che li faccia uccidere? Posso farlo.-
L sorrise, lo conosceva abbastanza da sapere che stava bleffando. Era tutto parole e pochi fatti, almeno per la maggior parte. Non che non facesse ciò che diceva, ma quasi sempre era così. Questo l'uomo non potè fare a meno di pensarlo:
-Andiamo Warner. I miei figli sono ancora tutti interi. Perchè non li hai uccisi? Avresti potuto, cosa te lo impedisce?-
Warner assunse un espressione piuttosto divertita, in realtà però provava un forte senso di rabbia. Soltanto perchè avevano combattutto fianco a fianco, credeva di conoscerlo?No, nessuno lo conosceva. Mai nessuno lo aveva conosciuto in tutta la sua vita, almeno non come lui avrebbe voluto. Era sempre stato bravo a mascherare le emozioni, forse fin troppo bravo e non sapeva più dire a se stesso se quello fosse un pregio o un difetto del suo carattere. Il ragazzo deglutì. Non potevano venirgli in mente certi pensieri, non in quel momento. Doveva restare con i piedi per terra, sempre con i piedi per terra. Lui era retto, vigile e pacato. 
"Io non sono debole. Io non sono un codardo. Io sono forte. Io non sono...la vergogna di questo mondo." Prese a dirsi nella mente.
Si riprese in un istante e disse:
- Sai che posso farlo quando voglio. Non ti conviene scherzare con me.-
In quel frangente, Newt non potè fare a meno di notare un dettaglio. Quel ragazzo aveva fissato L per tutto il tempo, senza battere ciglio. Eppure a lui sembrò di aver notato dell'indecisione nei suoi occhi. Forse si era sbagliato? Domande simili rieccheggiarono nella sua mente, ma nessuna di esse seppe trovare una vera risposta.
Il prigioniero iniziò a chiedersi se Warner dicesse sul serio oppure no. Non riusciva più a capirlo e sarebbe stato stupido continuare a fare domande. Non poteva rischiare di fare danni, nè a lui nè tanto meno alla sua famiglia:
-Cosa vuoi fargli?-
Gli domandò indicando il ragazzo che, ancora una volta, non potè fare a meno di chiedersi come mai quell'uomo avesse tanto interesse per lui:
-Lo marchierò è ovvio. Così come marchio ogni persona che lavora per me.-
Rispose l'altro ragazzo spostando lo sguardo sul biondo. 
Newt si spaventò nel sentirlo parlare a quel modo, ma continuò ad osservalo in modo impassibile. Anche se la paura lo stava divorando, non voleva cedere alle minacce di quel folle e non lo avrebbe fatto mai. Piuttosto preferiva morire:
-Fa quel che vuoi. Di certo non ho paura di te.-
Lo disse con decisione, tanto che Warner ne rimase piuttosto sorpreso. Ma non lo fece trapelar fuori. 
Non si aspettava una reazione simile, non da un mingherlino come quello. Sembrava essere un tipo così innocente, così indifeso e gli venne da pensare che probabilmente era solo apparenza. Perchè dentro sembrava emanare un grande sicurezza, un grande coraggio. Ciò provocò in lui una forte invidia. Si sentiva ridicolo nel provarla, infondo quel ragazzino non lo conosceva neanche. Eppure per un attimo, soltanto per un breve momento, aveva desiderato poter essere come lui. Cercò di reprimere quel sentimento ridicolo e di concentrarsi sul da farsi. Doveva farlo se non voleva apparire fragile e lui detestava che un tale termine gli venisse attribuito:
-Non hai paura di sentire il caloro del fuoco sulla tua pelle?-
Chiese a lui avvicinandosi di più alle sbarre. L rise per un momento. Pensò che quel ragazzino aveva davvero fegato per parlare così in una tale situazione.
Gli altri due individui, invece, erano rimasti lì fermi come delle belle statuine ad ascoltare la conversazione. Per un attimo gli venne da chiedersi cosa il loro capo stesse aspettando nel fargli fare qualcosa e si guardarono facendosi spalluce.
Newt era davvero disorientato, più che altro non capiva proprio quel ragazzo. Warner lo guardava continuando ad avere un espressione completamente neutra, per tutto il tempo era stato così e non  riusciva proprio a spiegarselo. Provava a squadrarlo meglio, ma sembrava essere del tutto inutile. Si chiese come mai ci stesse pensando tanto, in effetti non era proprio da lui. Mise da parte quella riflessione e gli rispose:
-Come ho detto. Fa quel che vuoi. -
L'altro ragazzo socchiuse gli occhi chiedendosi cosa avesse in mente, ma decise di non soffermarsi oltre su quell'intuizione. Del resto se era davvero così sicuro come appariva, lo avrebbe capito in seguito:
-Marchiatelo e portatelo nell'altro edifico. Scopriremo da dove vieni, ragazzino.-
Gli disse con tono abbastanza calmo e se ne andò per la sua strada.
I due uomini risero afferrandolo per le braccia e lo liberarono dalle catene portandolo all'esterno della cella. Newt non ebbe neanche il tempo di ribellarsi, soprattutto le forze. Quei ceffi era molto più grandi e forti di lui, non sarebbe riuscito a farcela. Non in quel momento almeno:
-Ei ragazzo.-
Prese a dirgli L.
Il biondino si girò ricordandosi solo in quell'istante della presenza di quell'uomo:
-Sta attento. Non cedere hai capito?-
Nel risentirlo parlare, ricordò ciò che aveva pensato di lui precedentemente e domandò:
-Perchè ti importa così tanto? Non mi conosci neanche.-
L rimase piuttosto sorpreso, ma rispose abbastanza subito:
-Perchè non voglio che tu faccia la mia stessa fine. Sei così giovane ragazzino. Non te lo meriti.-
Newt, nel sentire quelle parole, provò un senso di forte angoscia. Sapeva che le intenzioni di quel tizio era buone, eppure non potè far a meno di sentirsi agitato. Era finito in quel posto chissà come e chi poteva dire se ne sarebbe mai uscito. Dei brividi gli salirono lungo la schiena. Iniziò a chiedersi se ce la avrebbe mai fatta a scappare e la paura iniziò ad annebbiargli la mente. L sembrò notare qualcosa e gli chiese:
-Ei ragazzino. Tutto bene?-
L'individuo, alla destra di Newt, lo strattonò e prese a dire:
-Sta a sentire ragazzino non abbiamo tempo da perdere. Quindi ora tu ci seguirai. Con le buone o con le cattive.-
Newt non rispose. Era come se avesse un groppo in gola e le mani gli tremavano:
-Ragazzino. Ti senti male?-
-Sta zitto L! Se sta male pensa dopo che verrà marchiato.-
Disse uno dei due uomi ridendo malamente con l'altro
-Lo trovate divertente?-
Proseguì a dire L e subito dopo alzò la voce dicendo:
-E' solo un ragazzo maledizione!-
-Anche Warner è un ragazzo. Eppure lui sa comandare a differenza di te. Tu non sei mai stato bravo a fare nulla.-
Aggiuse l'uomo. L rimase abbastanza ferito da quelle parole ed abbassò lo sguardo sconfitto. Non gli piacevano quelle storie sul suo passato:
-Come pensavo. Sei daccordo con me. Quindi non intrometterti o peggioreresti le cose.-
Fece cenno al suo compagno di proseguire ed entrambi ripresero il ragazzo trascinandolo verso l'uscita. Newt avrebbe voluto dire qualcosa, ma era troppo preso dallo sconforto per farlo. L'unica cosa che riuscì a pensare fu:
"Mi dispiace Tommy. Mi dispiace."

 
Thomas pov: 
Ora mai il sole era calato e Thomas non aveva fatto altro che sedere sul letto rimuginando su quanto gli era accaduto:
"Devo riprendermi. Non posso restare qui, mi passerà. Passerò oltre. Starò bene. Partirò e andrà tutto bene."
Si chiese se era impazzito, non aveva mai smesso di chiederselo da quando aveva avuto quell'allucinazione. Portò le mani dietro al suo collo abbassando la testa. Non si era mai sentito così confuso in tutta la sua vita. Perchè proprio Newt doveva apparirgli? Perchè non Teresa o Chuck? Chi lo sapeva, di certo non lui. Sospirò decidendo di pensare ad altro. Forse se riusciva a distrarsi le cose sarebbero andate meglio. 
D'un tratto Gally entrò nella stanza senza bussare e Thomas tirò su la testa di scatto. Poi sospirò. Quasi gli era venuto un infarto:
-Gally...-
Disse alzandosi dal letto:
-Ascolta, ci ho ripensato per tutto il tempo Thomas. Non capisco. Non vuoi sapere come la penso io?-
Fece per dirgli camminando avanti e indietro per la stanza.
Il bruno si passò un mano sul viso, voleva morire. In quel momento voleva proprio morire, non ne poteva più. Sbuffò cercando di recuperare la poca pazienza che gli era rimasta e disse:
-Riguardo a?-
Gally lo guardò sbattendo più volte le sopracciglia, quasi come fosse sorpreso dalle parole di Thomas. Poi continuò dicendo:
-Riguardo a cosa ne penso. Sulla tua partenza. Insomma non dovrei venire anche io?-
Lui si accigliò non capendo proprio quella frase:
-Cosa?E perchè mai dovrei portarti con me? Ho già detto che non porto nessuno Gally.-
Rispose il bruno andando verso la porta per prendere il cappotto. Iniziava a fare abbastanza freddo lì dentro e sicuramente fuori sarebbe stato peggio:
-E perchè mai? Sono io la tua spalla destra.-
Il leader per un istante si fermò dal prendere il giaccone. Ci era rimasto. 
"Spalla destra."
Rise nel ripensarlo, suonava così stupido. Quando mai lui e Gally erano stati migliori amici?:
-Non dire schiocchezze e andiamo. E' ora di cena.-
Gli disse con il sorriso stampato in faccia. Gally alzò le braccia notando l'espressione del ragazzo. Per lui non era poi così strano pensarla a quel modo:
-Eddai Thomas. Me lo sono guadagnato dopo tutto. Vi ho aiutati a liberare Minho, ricordi?-
Thomas continuò a mantenere un espressione divertita. Sapeva quanto Gally volesse dimostrare la sua lealtà. Negli ultimi mesi aveva fatto di tutto per attirare la sua attenzione e come non accorgersene? Stava ad assillarlo dalla mattina alla sera:
-Andiamo a mangiare o non troveremo più nulla Gally. -
Rispose il ragazzo e, protendendo il braccio verso l'uscita, continuò dicendo:
-Dai muoviti.-
Gally alzò gli occhi al cielo ed uscì dalla stanza prima di Thomas.
Il leader stava per seguirlo quando gli capitò sott'occhio la lettera di Newt. Era nel cassetto, ma la metà ne fuoriusciva fuori. Provò una tristezza improvvisa nell'osservarla meglio. Non poteva farci nulla, quel ragazzo sembrava perseguitarlo ovunque andasse. 
"Perchè continui a cercarmi Newt?" Pensò tra se e se provando un terribile dolore.
Avrebbe voluto vederla diversamente. Ma era come se Newt volesse comunicargli qualcosa, quasi come fosse il suo fantasma a volerlo. Deglutì guardando altrove, doveva distogliere la sua attenzione da lui. Doveva farlo se non voleva diventare pazzo:
-Ei Thomas. Vieni o no?-
Sentì la voce di Gally chiamarlo. Thomas scosse la testa:
-Arrivo.-
Disse alzando la voce e, facendo un bel respiro, lo raggiunse.


FINE TERZO CAPITOLO

Autrice: Ciao ragazzi, so che il capitolo è corto ma purtroppo ho davvero pochissimo tempo per andare avanti. Spero possa piacervi ugualmente questa parte della storia e che possa incuriosirvi almeno un pò sui prossimi capitoli. Io continuo a ringraziarvi perchè siete pazienti e continuate a seguire la mia storia. Grazie di cuore, aspetto un vostro parere.

 

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