The savior's life

di Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

Salve a tutti. Ho voluto provare a cimentarmi con una fanfic di questa serie che mi è davvero piaciuta moltissimo.

Spetta a voi dare un giudizio, positivo o negativo che sia. Quindi se ne avete voglia, recensite.

Ciao e buona lettura.

Neko

Capitolo 1

Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma, aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse.

Quel periodo di pace che era stata concessa a Storybrooke, dopo tanto tempo, poteva affermare che fosse il periodo più bello della sua vita. Possedeva tutto quello che aveva voluto da bambina: una famiglia e una casa. Certo una famiglia del tutto particolare, con genitori della stessa età, un fratellino che poteva benissimo essere suo figlio, una nonna acquisita che era anche madre di suo figlio e niente meno che il capitano Uncino come marito. Ma tutta quella stranezza che era entrata nella sua vita, le piaceva in fin dei conti, pericoli a parte, e non l’avrebbe sostituita con niente al mondo.

Il fatto di essere viva grazie al potere del vero amore e di avere tutto questo, le sembrava ancora inspiegabile, dato che la sua visione indicava solo una cosa. Doveva morire. Hyde era stato chiaro, tutti i salvatori che non rinunciavano al loro fato, erano destinati a morire. Era sollevata che in qualche modo fosse riuscita a scamparla, ma si domandava se questa sua condanna che pendeva sulla testa, fosse ancora lì, in attesa di compiersi, in quanto la solita visione, sembrava ancora tormentarla.

Anche quella sera si era svegliata nel suo letto, dopo essere stata infilzata da quella spada che era andata distrutta tempo addietro. Non capiva il perché continuava a esserne ossessionata. La fata nera era stata sconfitta e Gideon era tornato ad essere un bellissimo bambino, non ancora in grado di camminare e incapace di nuocere a qualcuno.

Si sentiva stanca. Erano un po’ di giorni che si sentiva cosi e quelle visioni non le davano pace. Si alzò per farsi una tisana rilassante. Fece il più piano possibile per non svegliare Killian e con la tazza fumante in mano, si avvicinò alla finestra per osservare fuori.

Era notte fonda e le strade erano deserte e il fatto che la sua abitazione non si trovasse proprio al centro della cittadina, la rendeva ancora più tranquilla. Prese un sorso della sua tisana, con la tazza che le copriva la visuale e quando la tirò giù, vide una figura nera in mezzo alla strada proprio davanti casa sua. La fissò qualche secondo prima di sentirsi cingere la vita. Quel gesto, attuato inaspettatamente dall’amore della sua vita, quasi le fece versare la bevanda calda addosso per lo spavento.

Killian!” disse in un sussurrò, mentre si portava una mano al cuore, sentendone i battiti accelerati “Non ti ho sentito scendere!”

“L’ho notato love!” rispose il pirata in un sorriso. La stanza era illuminata solo dai lampioni della strada, ma la luce era abbastanza forte da vedere la preoccupazione sul volto della salvatrice.

“Cosa succede tesoro?” chiese Killian guardando nella sua stessa direzione, non vedendo però niente di strano.

Emma scosse la testa e si girò a guardarlo “Niente…ho solo creduto…non importa.” Sospirò e si strofinò il volto con la mano.

“Hai ancora avuto quella visione?” chiese Killian, conoscendo già la risposta “Swan, non è normale che una visione ormai scampata, continui a perseguitarti!”

 Emma fece qualche passo indietro per allontanarsi dalle braccia dell’uomo e ritornare verso la cucina “Lo so anche io Killian, ma…non lo so, forse è solo il mio subconscio che non riesce a superare la cosa. Ho avuto davvero paura. Non è semplice dover accettare di dover morire giovane, anche se sei il salvatore!” disse mentre posò la tazza nel lavandino.

“Come non è facile sapere che la persona che ami sta per morire!” disse Killian, ricordandosi come si era sentito pietrificato al sentire quanto la visione raccontasse. Emma si avvicinò all’uomo e si fece stringere dalle sue braccia. Solo in quei momenti e insieme alla sua famiglia si sentiva davvero al sicuro.

La donna sbadigliò, ma non voleva staccarsi dal caldo abbraccio del marito. Killian le accarezzò i capelli e dopo un paio di minuti, la prese in braccio, sorprendendo Emma.

“Cosa stai facendo?” chiese la salvatrice, aggrappandosi a lui, avvolgendogli le braccia intorno al collo, e guardandolo  negli occhi azzurri.

“Semplice, ti porto su. Sei stanca e hai bisogno di riposare!” disse semplicemente Killian salendo su per le scale e recarsi verso la loro camera da letto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

La mattina seguente la routine di sempre riprese. Ognuno si recò sul proprio posto di lavoro e i bambini e ragazzi a scuola.

Killian si era recato nell’ufficio dello sceriffo per archiviare alcuni casi, rispondere al telefono in caso di emergenza e liberare un paio di prigionieri, che avevano dovuto passare la notte in cella a causa dei propri  atti vandalici la sera prima.

Emma invece si trovava sul luogo dove tutto era successo. Era la piazza della cittadina. Solitamente tranquilla e in ordine, ora era un caos per la rissa che si era verificata, a causa di un nano troppo sbronzo che, come spesso succedeva, aveva dato spettacolo, infastidendo le persone sbagliate. Vi erano macchine con vetri rotti, cassette delle lettere  danneggiate, bottiglie di vetro rotte a terra e della merce di negozi sparsi qua e là.

Emma mise le mani sui fianchi e sbuffò a vedere tutto quel macello. Aveva la tentazione di rimettere tutto in ordine con la magia, ma non voleva che i teppisti la prendessero come scusa per fare quello che volevano, dato che poi ci pensava la salvatrice a rimediare i loro pasticci.

“Emma!”

L’interpellata si girò verso colei che l’aveva chiamata e fu sorpresa di vederla lì.

“Regina, cosa ci fai qui? Henry sta bene?” chiese preoccupata.

Regina alzò le sopracciglia a quella domanda “Perché non dovrebbe? È andato a scuola come ogni mattina!”

Emma accennò a un sorriso e alzò le spalle “Scusa e che…non mi aspettavo di vederti qui e ho pensato…lasciamo stare!” disse scuotendo la testa e sbuffare.

“Sei un po’ nervosa o sbaglio?” chiese Regina curiosa.

“No, sto bene. Cioè stavo bene prima di vedere tutto questo! Sei qui per aiutarmi a stendere la lista dei danni?”  chiese Emma tirando fuori un taccuino e porgerglielo a Regina, la quale scosse la testa e aggiunse “No, quello non è un lavoro che spetta a me. Passavo di qui e ne ho approfittato per dare un’occhiata e fare mente locale di quanto costerà alle casse del comune riparare i danni che Leroy ha fatto insieme a quel vichingo!” disse sospirando.

“Direi che si sono divertiti parecchio. Dobbiamo ritenerci fortunati che nessuno si sia fatto male!” disse Emma.

“Fosse per me, avrei messo quel nano in carcere a vita. Non una notte soltanto. Così non imparerà mai la lezione e a noi poi tocca rimediare ai suoi casini!” disse Regina incrociando le braccia, anche lei d’accordo col non usare la magia.

“Direi che far ripulire tutto a Leroy e al suo amichetto di risse, sia una punizione abbastanza esemplare. La prossima volta ci ripenseranno due volte. Ci vorrà un’eternità!” disse per poi allontanare lo sguardo da Regina per guardarsi di nuovo intorno. Fu in quel momento che, voltandosi verso la sua destra, accanto a un lampione leggermente piegato, rivide la stessa figura che la notte passata le aveva messo i brividi. Rimase a fissarla per qualche istante e istintivamente si abbracciò, prima che la sua mente venne invasa nuovamente dalla solita visione.

“Emma!”

“Emma!”

“Emma, mi senti?” disse il sindaco vedendo che la donna si era irrigidita improvvisamente.

La salvatrice tornò in sé quando Regina le sfiorò il braccio e guardando nuovamente alla sua destra, vide che quella figura misteriosa era nuovamente scomparsa.

“Emma?” disse nuovamente Regina preoccupata.

L’interpellata guardò la donna con aria spaventata.

“Cosa diavolo ti sta succedendo?” chiese il sindaco della cittadina.

La salvatrice scosse la testa e  senza guardarla negli occhi le rispose “N-niente!”

Regina per niente convinta, le indicò la mano destra che tremava visibilmente “Non mi sembra che quello sia un niente Emma!”

“Ecco io…io sono solo stanca, ma davvero non è niente. Ora credo che sia meglio che mi metta al lavoro!” disse la salvatrice, abbassando la testa sul taccuino e cominciare a scrivere per chiudere lì l’argomento.

Regina la osservò per qualche secondo. Era evidente che Emma avesse qualcosa che non andava, ma sapeva bene che spingerla a parlare non l’avrebbe condotta a niente.

Decise così di andarsene e di lasciarla svolgere il suo lavoro.

Verso l’ora di pranzo i Charmings si diressero al locale di Granny e si sedettero al tavolo, in attesa che il resto della famiglia li raggiungesse. Neal cresceva a vista d’occhio e ormai riusciva a dire qualche parola in più rispetto a prima, in modo tale che quando si esprimeva, era abbastanza chiaro, se non per chi non conosceva il bambino, per coloro che gli erano intorno.

Killian fu il primo a raggiungere la famiglia e si sedette accanto a David. I tre cominciarono a chiacchierare e a ordinare qualcosa, quando videro che Emma sembrava ritardare. Avevano deciso un orario in cui incontrarsi da Granny nei giorni che avevano stabilito di pranzare insieme, ma l’orario veniva rispettato o meno a seconda degli impegni di ognuno.

Il campanello del locale suonò nuovamente e tutti si aspettarono di vedere Emma entrare da quella porta. Furono sorpresi di vedere Regina. Non perché non era sua abitudine di venire al locale, ma per la velocità e l’aria preoccupata con cui si stava dirigendo verso di loro.

“Regina, tutto bene?” chiese Neve mettendo giù la forchetta con cui stava imboccando il figlio.

“Questo lo stavo per chiedere io a voi. Cosa sta succedendo a Emma?” chiese con tono serio.

I Charmings si guardarono confusi, cosa che  indicò a Regina, che loro non sapessero niente di ciò che preoccupava la figlia. Cosa che non la stupì più di tanto, dato che Emma aveva il vizio di non far trasparire le sue emozioni, per non preoccupare nessuno.

I volti di tutti si spostarono su Killian, su cui volto si poteva leggere che sapeva qualcosa.

“Emma ha delle visioni…” cominciò senza che i suoceri gli consentissero di finire.

“Di nuovo? Perché non ce l’ha detto?” chiese David.

“Pensavo che avesse imparato la lezione dall’ultima volta!” disse Neve preoccupata.

“Non vi ha detto niente perché è sempre la stessa visione ed è convinta che sia il suo subconscio a farle dei  brutti scherzi. A causa di questo dorme poco, il che la rende un po’ nervosa!” disse Killian.

“Non sono nervosa, solo stanca!” disse Emma, la quale era giunta nel locale nel bel mezzo della loro conversazione, nella quale erano talmente concentrati, da non essersi accorti del suo arrivo.

Emma ordinò il  solito formaggio grigliato e anelli di cipolla, per poi sedersi accanto alla madre e salutare il fratellino che riusciva a pronunciare il suo nome in modo decente.

“Ritornando al discorso di prima. Dobbiamo preoccuparci di qualcosa Emma?” chiese Regina, guardando la donna dall’alto al basso, incrociando le braccia.

“No, come ha detto Killian ho ancora quelle visioni che mi fanno vedere la mia morte, ma colui che doveva uccidermi è un neonato, quindi il pericolo non  esiste. È solo seccante rivivere la mia morte ogni notte!” disse Emma alzando le spalle “Non mi sembra una cosa così preoccupante!”

“Non mi inganni così facilmente Emma, ti ho visto prima come tremavi e come ti guardavi in giro spaventata!” disse Regina con voce grave.

“Cosa?” chiese Killian guardando Emma con preoccupazione. I tremori erano un sintomo che non aveva mai notato in quel periodo.

Emma guardò Killian e poi di nuovo Regina e disse “Ho avuto di nuovo quella visione da sveglia e quello è stato il modo in cui il mio corpo ha reagito. Di notte a quanto pare non si manifestano perché il mio corpo è rilassato e…non  lo so Regina. Cosa vuoi sentirti dire? Non sto nascondendo niente. Non so nemmeno io che spiegazioni dare a tutto questo, quindi ora smettila con questo interrogatorio!” disse Emma infastidita, sentendosi tutti gli occhi addosso.

Regina sospirò e disse “Va bene Emma. Voglio crederti, ma se ci fosse qualcosa…”

“Sarai la prima a saperlo!”.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eccomi di nuovo qua. Ho diversi capitoli pronti, quindi dovrei aggiornare abbastanza frequentemente. Però mi piacerebbe sapere se la storia vi incuriosisce e se ci sono delle pecche nella trama. Per quanto stia cercando di rendere tutto plausibile, qualche cosa del telefilm posso non averla compresa o persa per strada e la storia potrebbe non reggere e dovrei cambiare dei particolari.

Oppure se avete qualche secondino fatemi sapere la vostra opinione.

A volte i capitoli saranno corti, altri più lunghi, perché avevo iniziato a scrivere la storia senza intenzione di pubblicarla, quindi non era prevista una divisione in capitoli e ho diviso il testo più o meno dove mi sembrava che potesse esserci uno stacco.

Bhe buona lettura.

Neko

 

 

Capitolo 3

Quel giorno Emma decise di fare una sorpresa al figlio e decise di andare a prenderlo a scuola. Amava passare il pomeriggio con Henry e sentire cosa aveva fatto durante la giornata e fare con lui qualcosa di speciale. Qualcosa anche di banale, l’importante era che fossero solo lui e lei.

Sentì dall’esterno la campanella della scuola, segno che da li a poco Henry sarebbe uscito.

“Mamma!” disse infatti Henry, che dopo aver salutato Violet, corse verso di lei “Non ti aspettavo!”

Emma alzò le spalle e avvolgendo un braccio intorno alle spalle del figlio disse “Avevo voglia di vederti e ho deciso di passare. Cosa ne dici di un bel gelato?”

“Dico che è una grande idea!” disse il ragazzo felice.

Dopo che entrambi erano fuori dalla gelateria e camminavano tranquillamente per le strade di Storybrooke, Henry domandò “Mamma, non che non sia contento di  vederti, ma c’è qualcosa che non va? Non lo so, mi sembri un po’ strana!”

“Sembra la frase del giorno!” disse Emma esasperata.

“Forse perché si vede lontano un miglio che qualcosa ti preoccupa. C’è un nuovo nemico?” chiese Henry curioso.

“No, ragazzino. Non che mi risulti!” disse Emma per poi tornare a guastare il suo gelato. Fecero soltanto pochi passi, prima che Emma si bloccò di scatto e guardò davanti a sé. Henry la guardò confuso, per poi guardare nella stessa direzione in cui guardava la madre.

“Chi è quello?” chiese Henry, vedendo in mezzo alla strada una figura nera incappucciata.

Emma sussultò “Lo vedi anche tu?” chiese spostando lo sguardo dalla figura al figlio e viceversa.

“C-certo!” disse Henry stranito dalla domanda della madre.

Emma si accorse che tutte le persone in giro in quella strada, lo vedevano e tra di loro parlavano cercando di capire chi fosse costui.

Emma, nonostante sentisse dei brividi percorrere lungo la schiena, decise di fare il suo mestiere da sceriffo e avvicinandosi alla figura, mantenendo comunque una certa distanza, gli domandò chi fosse e da dove venisse.

L’essere incappucciato, di cui non si riusciva nemmeno a intravvedere il volto, non disse niente. Ma una risata tetra si poté sentire. Una risata fredda e malvagia che scaturì nuovamente in Emma la solita visione.

Prese nuovamente a tremare e ora Henry poteva veramente affermare di essere preoccupato per la madre.

Emma al sentirsi chiamare dal figlio tornò in sé e istintivamente lo spinse dietro di sé per proteggerlo. Pose le mani in avanti come a mettere in guardia la figura, che bastava una mossa sbagliata e lei avrebbe reagito.

La figura però non si muoveva, ma con una voce dura e roca disse “Pensi davvero di poter proteggere tuo figlio da me, salvatrice!”

Quelle parole confermarono in Emma, quello che l’aspetto indicava, quell’essere era un nuovo nemico, probabilmente anche più insidioso della fata nera e di quelli precedenti.

“Non ti permetterò di fargli del male!” disse Emma cercando di nascondere il suo timore.

“E tu pensi di potermi fermare in quelle condizioni?” chiese la figura incappucciata, notando il tremore delle mani di Emma “Hai paura! Scelta saggia salvatrice, perché non ho nessuna intenzione di andarci leggera con te!”

“Henry!” disse una voce alle spalle del ragazzo. Regina aveva sentito qualche cosa nell’aria e usando il suo potere si era teletrasportata sul luogo dove aveva percepito la magia.

“Henry voglio che tu adesso vada da  Regina!” disse Emma, non staccando gli occhi dalla figura.

“Ma…”cercò di obbiettare il ragazzo.

“Ora!” ordinò Emma, dandogli una rapida occhiata che non ammetteva repliche.

Regina abbracciò il figlio, per poi tornare a guardare Emma e la figura incappucciata. Sembravano studiarsi, ma l’agitazione della salvatrice era palese, diversamente dalla figura incappucciata, che immobile sembrava solo aspettare una mossa dal suo avversario.

Emma cercò di calmarsi e di prendere dei respiri profondi. Non riuscì a cacciare via i brividi alla schiena che quell’essere le provocava, ma bastò tanto da riuscire a tenere le mani ferme e concentrando la propria magia, scaglio un’energia magica contro il proprio avversario.

Regina, Henry, Emma e tutte le persone intorno che si erano nascoste, ma che comunque lanciavano un occhio a quello che stava avvenendo, sussultarono quando videro che il potere della salvatrice non aveva avuto il minimo effetto.

“E questo è il modo in cui pensi di contrastarmi salvatrice? Mi deludi! Vuoi vedere il vero potere?” chiese la figura incappucciata prima che, con un gesto della mano, facesse volare Emma contro una macchina.

“Mamma!” La voce di Henry fu l’ultima cosa che la donna sentì prima di perdere i sensi.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Udì intorno a sé delle voci, ma non riusciva a identificarne i proprietari. Provò ad aprire gli occhi, ma li sentiva pesanti e dovette fare non poco sforzo per riuscire ad alzare le palpebre. Inizialmente la luce della stanza le diede fastidio, tanto che dovette nuovamente chiudere gli occhi, dandosi il tempo di abituarsi. Solo quando la visione fu chiara si accorse di essere in un letto di ospedale.

Aveva la mente annebbiata e non riusciva a ricordarsi cosa fosse successo, ma ad un tratto tutto tornò alla memoria e spaventata  dagli avvenimenti accaduti, si mise di scatto a sedere, facendo notare ai presenti nella stanza che era sveglia.

Gemette e si piegò in avanti non attenta alla flebo al braccio, quando sentì tutto il suo corpo indolenzito. Quell’essere l’aveva conciata proprio per le feste, ma aveva la netta sensazione, che il colpo preso, avrebbe dovuto recarle più danni di quelli che sentiva.

“Ehi, ehi, calma love. Hai preso una bella botta!” disse Killian avvicinandosi a lei e aiutandola con gentilezza a sdraiarsi nuovamente.

“Oh Emma, eravamo così preoccupati!” disse Neve raggiungendola dall’altra parte del letto rispetto a Killian e afferrandole la mano chiese “Come ti senti?”

“Come vuoi che si senta? Come una che è stata appena scaraventata su una macchina!” disse Regina nervosa.

Emma cercò di mettersi un po’ dritta “Dove è finito quell’essere!”

“Vedo che te lo ricordi!” disse Regina.

“Come si fa a dimenticarsi di qualcuno che ti ha appena schiacciato come una formica?” disse Emma, con un tono stanco. Qualunque cosa ci fosse nella flebo, la faceva sentire sonnolenta, come se non bastasse la stanchezza che sentiva lei di suo.

“Se n’è andato subito dopo aver usato i suoi poteri su di te!” disse Henry, che preoccupato guardava la madre biologica.

“ed è stato un bene. Ci avrebbe annientato tutti. Se ha sconfitto te Emma, io non so quante chance in più avrei avuto!” disse Regina sincera.

“Giuro che la prossima volta che quel verme si rifà vivo, lo uccido!” disse Killian arrabbiato. Nessuno doveva osare toccare la sua amata.

“Avete idea di chi possa essere?” chiese David.

Tutti scossero la testa, quando Henry chiese “Mamma, tu mi hai chiesto se riuscivo a vedere quell’essere. Lo avevi già visto prima?”

Emma si ritrovò gli occhi di tutti puntati contro e sospirò “Si, due volte  e per pochi secondi, pensavo fosse uno scherzo della mia immaginazione!”

Bhe purtroppo non è così. È qualcuno di estremamente potente che sembra avercela soprattutto con te!” disse Regina.

“Dobbiamo assolutamente scoprire chi sia e prepararci ad affrontarlo” disse Killian.

“Io credo…” cominciò Emma “Io credo a questo punto che sia lui la vera figura incappucciata della mia visione! Spiegherebbe perché continuano ad ossessionarmi!”

Henry sussultò “Come è possibile. Hai visto chiaramente Gideon usare quella spada contro di te!”

Emma scosse la testa “Io non ho mai visto il volto della figura incappucciata. Ho dato per scontato fosse Gideon perché era vestito con una mantella nera e perché a causa delle mie visioni mi sono messa alla ricerca di quella spada, facendo si che poi fosse proprio lui ad impossessarsene e ad usarla contro di me!”

“Quello che è successo quindi è stata una sorte di causa, effetto, che ha reso la tua visione quasi vera prima del tempo e con il nemico sbagliato!” disse David cercando di fare il punto della situazione.

Emma annuì.

“Ma se quella spada è andata distrutta dovresti essere al sicuro no?” chiese Henry speranzoso.

“Non lo so ragazzino, ma l’oracolo ha detto che le dinamiche della mia visione possono cambiare, ma non il fatto principale!” disse Emma per poi sbadigliare.

“La tua morte!” disse Regina.

Neve guardò preoccupata la figlia e vedendola che faceva fatica a tenere gli occhi aperti disse “Credo che ora Emma abbia bisogno di riposare! Ci vediamo domani tesoro!” Neve strinse la mano della figlia e la salutò con un bacio, gesto che fecero anche David ed Henry.

Quando tutti furono andati, ad eccezione di Killian intenzionato a stare con la sua amta, Emma gli disse “Per quanto tempo dovrò rimanere qui?”

Killian sorrise al volto seccato della moglie. Nessuno amava gli ospedali “Whale ti vuole tenere sotto controllo per qualche giorno, per controllare che le contusioni interne che la magia di Regina non è riuscita  a guarire con la magia, guariscano correttamente. Direi che è andata bene, visto che se Regina non fosse stata lì per curarti immediatamente, le tue condizioni sarebbero state peggiori. Ho visto come è ridotta la macchina Swan!” disse non nascondendo la sua preoccupazione.

Emma si passò una mano sul viso e poi chiudendo gli occhi disse “Ricordami di ringraziarla una volta fuori di qui!”

“Lo farò love. Ora riposa!” disse killian baciandole la mano “Io sarò qui accanto a te!”

Emma riuscì a dormire solo per poche ore, prima di essere svegliata dalla sua solita visione. Si mise di scatto a sedere spaventata e ci mise qualche secondo a realizzare dove fosse. Si voltò verso la sua destra dove vide Killian, dormire profondamente con la testa sul materasso, illuminato dalla luce che entrava dal corridoio dell’ospedale. Sorrise  e gli accarezzò i capelli dolcemente, per evitare che si svegliasse.

“Sono felice di vedere che non sei morta. A volte tendo un po’ a esagerare!” disse, una voce dura che congelò Emma all’istante. Si girò verso l’angolo buio della stanza dalla quale proveniva la voce e la figura incappucciata uscì mostrandosi a lei.

Il respiro di Emma morì in gola.

“Oh non aver paura salvatrice. Non sono qui per farti del male…” disse per poi alzare una mano per strangolare Emma da lontano “…o almeno non in modo definitivo!”

La donna cominciò ad agitarsi nel letto, portandosi le mani al collo, cercando di allentare la mano invisibile che le toglieva il respiro “K-Kil-lian!” provò a chiamare il marito, che stranamente non si era svegliato, ma sinceramente non sapeva quanto potesse aiutarla e si ritrovò a pensare che fosse meglio così, piuttosto che rischiare la vita per salvarla.

“Non si sveglierà salvatrice. Non volevo che interrompesse il nostro piacevole incontro!”

“Che…che c-cosa…” cercò di dire tra i respiri che tentava di  fare.

“Che cosa voglio? Non è ancora chiaro? Ucciderti!” disse l’uomo, ma appena terminata la frase, egli volò contro la parete dell’ospedale, mollando la presa su Emma, la quale annaspò per un po’ d’aria.

“Ti consiglio di andare via da qui, se non vuoi vedertela con me!” disse una voce a Emma famigliare.

L’essere incappucciato dopo che si fu rialzato guardò il nuovo arrivato e disse “Oh il signore oscuro, qualcuno che forse può tenermi testa, vero salvatrice? Ci rivedremo presto!” disse per poi sparire in una nuvola di fumo nera.

“Emma stai bene?” chiese Gold avvicinandosi alla donna e nel medesimo istante, le luci della stanza si accesero, svegliando Killian, non più sotto l’incantesimo di quell’essere. Si allarmò quando vide Whale, allarmato dal rumore, entrare e avvicinarsi a Emma e controllare le sue condizioni.

Emma era girata su un fianco in posizione quasi fetale, che si stringeva il collo dolorante e cercava di riprendere a respirare normalmente.

“cosa diavolo sta succedendo?” chiese Killian, alzandosi in piedi di fretta e spaventatp nel vedere la sua amata in quelle condizioni.

“Quell’essere l’ha attaccata mentre tu dormivi!” disse Gold.

Killian spalancò gli occhi e disse “Io…io non mi sono accorto di niente, come è possibile?”

“Voleva Emma e non seccatori in mezzo ai piedi. Ti ha fatto un incantesimo che si è interrotto con la sua sparizione. È una fortuna che io sia arrivato giusto in tempo pirata!” affermò Gold.

Whale fece stendere nuovamente Emma in una posizione più consona e le rimise la flebo nel braccio che nel trambusto le si era staccata e che aveva preso a sanguinare “Credo che farai un po’ fatica a parlare e avrai dei dolori al collo per qualche giorno, ma per fortuna non ci sono stati danni alle vie respiratorie!”

“Non è il caso di aspettare così a lungo. Permetti?” disse Gold, facendo spostare Whale e curando Emma con la sua magia.

Emma sospirò sollevata, quando non sentì più niente alla gola.

“Con te e Regina intorno, io posso pure cercarmi un altro lavoro!” disse Whale scuotendo la testa “Sei fortunata salvatrice, non tutti hanno amici che li guariscono con un tocco di magia!”

“Ma non tutti hanno alle calcagna pazzi che vogliono ucciderli!” disse Emma in risposta.

“Anche questo è vero. A parte la gola senti qualche altro dolore o fastidio?” chiese Whale.

“Ho dei crampi alla pancia, ma non sono molto forti, forse è dovuto al fatto che non ho cenato questa sera!” disse Emma.

Whale la guardò un po’ incerto e poi disse “Si può darsi, ma temo dovrai aspettare l’ora di colazione per mangiare! Ora scusate, ma devo terminare il mio giro!”

Quando Whale chiuse la porta della stanza, Emma domandò a Gold “Non che non sia felice di vederti Gold, perché credimi, lo sono, ma…”

“Cosa ci faccio qui?” chiese l’interpellato “Regina mi ha informato di quanto successo e sono venuto a controllare la situazione. Non è da tutti riuscire a sconfiggerti come se fossi un essere privo di difese salvatrice!”

Emma abbassò il volto e Killian prese la parola “Tu sai qualcosa su quell’essere coccodrillo?”

Gold scosse la testa “Non so chi possa essere pirata!”

“Questo è assurdo, nella tua lunga esistenza avrai pure incontrato qualcuno come quello!” disse Killian agitato. Il fatto che nemmeno Gold sapesse chi fosse, non era una cosa positiva.

“Dici un essere in grado di rialzarsi subito dopo un mio attacco? Non ci ho messo molta potenza, ma avrebbe almeno essere un po’ stordito. Quindi no. Un essere in grado di stendere un salvatore e resistere al signore oscuro, non l’ho mai incontrato! Ma farò delle ricerche!”

“Ha detto che non mi vuole morta, non ancora. Ma già due volte avrebbe potuto uccidermi come niente, perché non farlo?” chiese Emma confusa.

“Probabilmente perché gli servi viva per qualcosa!” disse Gold.

“Ma cosa potrebbe mai volere da lei? Questo puoi ipotizzarlo?” chiese Killian.

“Gli esseri magici solo una cosa possono volere da altri esseri magici. Il loro aiuto o i loro poteri!” disse Gold.

“I miei poteri? Cosa gli possono servire se possiede poteri più forti dei miei?” chiese Emma.

“Emma, se io ho potuto atterrarlo, avresti potuto anche tu. Abbiamo imparato che la tua magia è inutile se sei spaventata e mi sembra che questi continui attacchi servono proprio a incuterti paura. Per come la vedo io è una cosa positiva, vuol dire che ti teme. Inoltre hai detto che non ti vuole uccidere per ora, perché se lo facesse la tua magia andrebbe perduta. Gli serve uno strumento per raccogliere la tua magia e poi renderla sua. Prendi la spada che mi hai rubato dal negozio qualche mese fa e che hai distrutto. Quella era una spada in grado di sottrarre i poteri alle vittime che hanno la sfortuna di incontrarsi con la sua lama!”

Emma sussultò, così come Killian.

“Ma quella spada è distrutta quindi dovrebbe trovare qualcos’altro per ottenere i suoi poteri!” disse Killian.

“Ma per quanto ne so io strumenti del genere sono davvero rari, non mi risulta ce ne siano altri. Ci vuole un incantesimo molto potente e antico per creare oggetti con tali poteri. Nemmeno io lo conosco. Il mio pugnale fa parte di quegli oggetti, ma funziona solo sul signore oscuro!” disse Gold.

“Ma queste ipotesi sono in base alle tue conoscenze, quindi potrebbe anche esserci qualche altra arma che quell’essere potrebbe usare contro di me!” disse Emma preoccupata.

“Tutto può essere mia cara!” disse Gold infine.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Dopo un paio di giorni Emma venne dimessa dall’ospedale, ma la notizia di una nuova aggressione verso la sua persona, preoccupò decisamente tutti a Storybrooke, in quanto l’intera popolazione della cittadina ormai era venuta a conoscenza della comparsa di un nuovo e temibile nemico, che nemmeno la salvatrice riusciva  a fronteggiare.

Regina dalla sera stessa della prima aggressione si era messa all’opera, cercando informazioni sul misterioso individuo, con l’aiuto di Henry e Zelena. Anche Belle, informata da Gold di quanto stesse succedendo, decise di dare una mano. Inoltre Regina aveva cercato di inventare qualche nuovo incantesimo di protezione più potente rispetto a quelli del passato, i quali erano stati aggirati da streghe dalla potenza di sua sorella Zelena, quindi era certa che tali incantesimi, non avrebbero avuto effetto su essere insidioso come la figura incappucciata.

Emma era davvero grata ai suoi famigliari per l’impegno che ci mettevano, ma lei non voleva essere da meno e dato che era lei la diretta interessata della minaccia rappresentata da quell’essere, non perse tempo e si mise a fare ricerche.

Killian l’aiutava come poteva, ricoprendo anche il suo turno alla stazione dello sceriffo e anche David di tanto in tanto riprendeva il suo ruolo da sceriffo.

Tutti avevano notato come quella minaccia aveva drenato l’energia di Emma, soprattutto Killian che la trovava addormentata nei posti e momenti più strani. La sua amata era una donna in grado di non dormire per giorni quando vi era una minaccia e trovava strano questa sua stanchezza, ma legata anche allo stress a cui era sottoposta, Killian lo trovava comunque comprensibile.

Per fortuna di Emma non vi erano più stati attacchi, ma non vi erano stati passi avanti nello scoprire chi fosse veramente quel tipo.

Quella mattina Killian e la salvatrice decisero di unirsi a Regina in biblioteca, per dare un’occhiata ad alcuni libri che Gold aveva procurato loro dal suo negozio.

Belle avrebbe voluto aiutare, ma erano giorni che non passava del tempo con Gideon ed Emma non voleva che per causa sua, i suoi amici e parenti stravolgessero la loro vita.

Emma si sedette al tavolo e afferrò uno dei libri per cominciare a sfogliarlo quando Killian disse “Che informazioni abbiamo di questo tizio fino ad ora?”

“Che vuole Emma morta per assorbirne i poteri. Non ce l’ha detto chiaro e tondo, ma sono d’accordo con Gold su questa ipotesi. Sappiamo che proviene da un altro mondo. Se fosse della foresta incantata lo sapremmo! Non abbiamo fatto passi avanti con le ricerche” disse Regina sospirando “Sembra uscito dal nulla!”

“Sappiamo anche che è molto potente e che è in grado di schiacciarmi come un insetto!” disse Emma picchiettando nervosamente le dita sul tavolo. Se lei non poteva fermarlo, come poteva difendere la sua famiglia e i cittadini di Storybrooke. Era impensabile che quell’essere una volta assorbito i suoi poteri, semplicemente andasse in giro a farsi una vacanza e sparisse nel nulla. Aveva di sicuro intenzioni malvage.

“Questo solo perché sei spaventata, love!” disse Killian.

“Certo che sono spaventata, abbiamo visto quanto è potente quell’essere. Al momento non mi sento la salvatrice. Come posso proteggere tutti se mi paralizzo quando lo vedo? ” disse Emma esasperata.

Regina incrociò le braccia al petto e guardando Emma disse “Dobbiamo allenarci affinché tu riesca a dominare i tuoi poteri anche in condizioni di stress e paura!”

“Ho la netta sensazione che sia più facile a dirlo che a farlo. Non sono quasi mai riuscita a dominare il mio potere sotto stress!” disse Emma portandosi una mano sulla fronte. Non si sentiva bene. Era stanca e nervosa e aveva l’impressione che quella giornata sarebbe andata peggiorando.

“No, non sarà facile Emma, ma sappiamo che puoi farcela. Devi solo credere in te stessa!” disse Regina, prima che un telefono cellulare squillò. Emma riconobbe la sua suoneria, ma non il numero sul display. Sperava vivamente che non ci fosse nessuna emergenza da parte di qualche cittadino. Rimase sorpresa quando sentì la voce dall’altro capo del telefono e cosa volesse.

“Cosa succede love?” chiese Killian vedendo il volto stranito della moglie, mentre chiudeva il telefono.

“Era Whale, dice che vuole vedermi in ospedale, tra un’ora per parlarmi!” rispose la donna, guardando l’uomo e la donna di fronte a lei.

Emma sospirò e si alzò in piedi perché la sua agitazione non le permetteva di trovare pace e stare ferma le veniva difficile, ma una volta in piedi, sembrò che il suo corpo non era d’accordo con la sua idea di muoversi, perché un giramento di testa la costrinse ad aggrapparsi al tavolo  per impedire di cadere a terra.

Killian le fu subito accanto per sorreggerla “Emma, ti senti bene?”

Emma sbatte gli occhi per qualche secondo, aspettando che il mondo smettesse di girare e rispose “Si…si credo che…credo di essermi solo alzata un po’ troppo in fretta!”

Killian lo guardò scettico e disse “Forse Whale vuole parlarti di questo. Non sei stata bene negli ultimi giorni! Ma anche una pessima alimentazione a colazione può aver contribuito. Un caffè non è sufficiente per iniziare la giornata!”.

Emma sospirò e si sedette nuovamente, sentendo le gambe molli, mentre Regina fece un gesto con la mano e sul tavolo, davanti a Emma, comparve un succo di frutta e un dolce alle mele, che la donna aveva preparato la sera prima.

Emma sorrise riconoscente alla donna, ma non riuscì a trattenersi e chiese “è sicuro o c’è dell’incantesimo del sonno qui dentro?”

Regina alzò gli occhi al cielo e disse “Di cosa ti preoccupi, anche se ci fosse, con un bacio del tuo pirata ti risveglieresti all’istante!”

Killian sorrise e fu felice di vedere la sua amata mangiare qualcosa, ma mentre Emma aveva solo dato un paio di morsi, un’esplosione, scosse la biblioteca e mise in allarme le due donne, che poterono affermare che quanto successo era dovuto a uno scoppio di magia oscura avvenuto sopra le loro teste, più precisamente alla torre dell’orologio.

Regina, Killian ed Emma si recarono subito su per le scale per andare a vedere cosa fosse successo e si paralizzarono all’istante, quando videro l’uomo incappucciato. Egli sembrava aver creato un portale magico dentro il quale entrò e scomparve. I tre non ebbero nemmeno tempo di fare mentre locale di quanto si stesse verificando che con loro sorpresa, il portale divenne ad un tratto più potente e largo, risucchiando anche loro al suo interno.

L’atterraggio non fu uno dei più piacevoli, ma Regina, Killian ed Emma avevano altro a cui pensare, ad esempio capire dove fossero finiti.

Era una foresta apparentemente normale agli occhi di Emma, ma la vegetazione presente fecero capire subito a Regina e Killian di trovarsi nella foresta incantata.

“Odio questi viaggi da una terra all’altra!” disse Killian spolverandosi i pantaloni e aiutare Emma a rimettersi in piedi.

“Sarebbe bello sapere dove siamo finiti con precisione. La foresta incantata è un po’ troppo generico!” disse Regina guardandosi intorno nella speranza di trovare qualcosa che l’aiutasse a orientarsi. Aveva una brutta sensazione, ma per quanto ci pensasse non riusciva a identificare il motivo di quel sentimento.

Non si trovavano in una bella situazione, ma altri problemi non fecero fatica a trovarli. Infatti dopo che un sibilo nell’aria si fece sentire, Regina si congelò sul posto quando sentì una freccia passarle accanto e colpire di striscio la sua guancia.

“Regina!” urlò Emma, allarmata di quanto fosse andata vicino quell’arma a ferire seriamente la donna.

“Sto bene!” disse Regina un po’ scossa.

Killian si avvicinò all’albero dove la freccia si era conficcata ed estraendola ne annusò la freccia “Sei stata doppiamente fortunata. Non è avvelenata!” disse l’uomo per poi gettare la freccia a terra e spezzarla con le scarpe in modo tale da renderla inutilizzabile.

Tutti si misero allerta quando dei ramoscelli che si rompevano, rivelarono gli artefici dell’attacco a Regina.

“Vi conviene stare fermi dove siete se non volete che questa volta non sbagli la mira!” disse una voce femminile, che lasciò a bocca aperta tutti i presenti.

“Mamma, papà?” disse in un sussurro Emma, troppo sorpresa da quanto sua madre aveva fatto.

“Quelli non sono i tuoi genitori Emma. Temo che abbiamo viaggiato nel tempo!” disse Regina senza avere dubbi di quanto stesse accadendo.

“Di nuovo? Sicura che non siano stati anche loro risucchiati dal portale?” chiese Killian, il quale sarebbe stato più contento di quell’eventualità piuttosto di un'altra avventura nel passato.

Regina fu contrariata dal fatto che l’uomo avesse messo in dubbio quanto affermato, soprattutto su una questione ben evidente. Perché Neve aveva i capelli lunghi e indossava il suo solito abito di quando andava a caccia e come David, sembrava non riconoscere  Emma. In più dal suo ventre gonfio, si poteva comprendere che Neve era in dolce attesa, cosa che non risultava nel loro presente.

“Uncino, non ricordano chi siamo e Neve sembra abbia mangiato troppi dolci. Ti sembra plausibile che siano i nostri Neve e David?” chiese Regina.

Solo alle parole di Regina Emma fece caso allo stomaco di sua madre e cominciò col dire “Credi che quindi…”

“Esatto, ci troviamo qualche mese prima della tua nascita e del lancio del sortilegio oscuro!” rispose il sindaco di Storybrooke.

Neve e David, troppo lontani per sentire i discorsi dei tre, temendo che stessero architettando una via di fuga, ordinarono loro di stare zitti e per essere sicuri che l’ordine fosse attivato, Neve li minacciò tendendo maggiormente l’arco.

“Regina, ti ho dato la possibilità di redimerti e ho anche evitato che ti uccidessero, ma tu hai continuato a minacciare il mio regno e la mia famiglia. Dammi una sola ragione per non scoccare la freccia in questo istante!” chiese Neve determinata.

Regina alzò le mani, come a voler indicare che non aveva intenzione di combattere e disse “Ho solo una ragione. Non sono chi tu credi che io sia!”

“Oh davvero? Perché a me sembri davvero tu e non ti permetterò mai di fare del male a mia moglie e mio figlio!” disse David facendo un passo avanti con la spada sguainata.

Killian alzò le mani e sperando in un tregua disse “Va bene amico, sappiamo in che situazione vi trovate, ma credetemi se vi dico che potreste pentirvi se ci uccidete!”

“Non abbiamo niente contro di te Uncino, quindi tu e la tua amichetta potete andare!” disse Neve “Ma se ti posso dare un consiglio, fossi in te mi sceglierei meglio le amicizie da frequentare!” disse ancora rivolgendosi ad Emma.

Emma fece qualche passo avanti, lasciando sempre le mani bene in vista e disse “Non ce ne andremo senza Regina. Lo so cosa vi ha fatto e capisco la vostra rabbia, ma davvero non è chi voi pensiate che sia!”.

“Invece credo proprio di si!” disse Neve scoccando la freccia, la quale si fermò a pochi centimetri dal volto di Regina, grazie ad Emma che istintivamente fece uso dei suoi poteri per fermarla.

“Questo conta come usare i poteri sotto stress?” chiese la salvatrice a Regina, la quale annuì semplicemente, guardando ancora la freccia a pochi centimetri dal viso, che Emma provvide a togliere.

Neve sorpresa di quanto avvenuto, non aspettandosi che la donna bionda avesse anch’essa dei poteri, punto la freccia su di lei e chiese “Chi sei tu, una strega?”

Emma guardò Killian e Regina, indecisa sul da farsi, ma tentò il tutto per tutto, sperando di non prendere la decisione sbagliata “Sono vostra figlia!”

“Emma!” disse Regina, sorpresa dalla sua scelta di rivelare la verità.

Neve e David si scambiarono degli sguardi straniti e senza abbassare la guardia, la prima chiese “Puoi ripetere per favore?”.   

“So che può sembrare strano e che non risulti che i viaggi nel tempo siano possibili, ma sono vostra figlia e vengo dal futuro. Tutti noi veniamo dal futuro!” disse Emma indicando anche Regina e Killian.

“Non avresti dovuto dirglielo love!” disse Killian, scuotendo la testa “Ricordi cosa è successo l’ultima volta a causa della nostra intromissione negli eventi passati?”

Emma esasperata disse “Lo ricordo bene Killian, ma cosa dovevo fare? Permette loro di uccidere Regina? Sono i miei genitori e non possiamo combattere contro di loro. Ne andrebbe della mia vita e quella di…”

“Henry!” disse Regina in un sussurrò. “è rischioso, ma sono d’accordo con Emma. Inoltre credo che un po’ di aiuto ci possa tornare utile!”

“E vi aspettate seriamente che vi crediamo?” chiese David sospettoso.

Emma sospirò e disse “Se fossi al vostro posto probabilmente neanch’io crederei a questa storia, ma vi giuro che è la verità!”

“Dimostratecelo!” disse Neve ancora con l’arco ben teso.

“E come diavolo pensate che possiamo fare una cosa del genere? Mostrarvi un segno particolare di Emma? Vi ricordo che non avete ancora conosciuto vostra figlia!” disse Regina indicando il ventre di Neve.

“So io come!” disse Emma, sorprendendo Killian e Regina. Si portò la mano al collo, dove si trovava una catenina con appesi due anelli. Uno era quello che Killian le aveva dato a Camelot, mentre l’altro era l’unica cosa che poteva convincere i suoi genitori del passato che non stava mentendo “Lo riconosci?” chiese Emma, porgendo il secondo anello a David.

David l’osservò e sussultò quando lo riconobbe, tirò fuori lo stesso anello, che anche lui portava al collo, e li esaminò entrambi. Appurato che fossero uguali chiese “Dove lo hai preso?”

Emma sorrise e disse “Me lo hai tu qualche tempo fa. Hai detto che tua madre avrebbe voluto che lo possedessi io e volevi anche che avessi qualcosa di suo, dato che ha sacrificato la sua vita per permettere a me di nascere!” disse riferendosi al sacrificio di Ruth per permettere a Neve di concepire un figlio.

David sorrise e guardò la moglie al suo fianco. Neve abbassò la sia arma e toccandosi il ventre disse “Forse possiamo concederle il beneficio del dubbio. Non ne abbiamo ancora parlato, ma mi piacerebbe chiamare nostra figlia Emma!”

“Avremo una bambina!” disse David con le lacrime agli occhi, non essendo ancora venuto a conoscenza del sesso del bambino e Neve non poté fare a meno di sorridergli e annuire.

Anche Regina e Killian sorrisero a vedere la commozione nei loro occhi, ma la prima cancellò il suo sorriso dal volto e guardò a terra sapendo cosa avrebbe fatto, per cancellare la loro felicità.

“D’accordo, abbiamo deciso di crederti!” disse David restituendo l’anello ad Emma “Ma cosa mi dici di loro due?!” indicando con la spada Killian e Regina.

“Non è di me che dovete preoccuparvi, ma della mia me stessa di questo tempo!” disse Regina incrociando le braccia la petto.

“Anche io sono innocuo. Farò il bravo, promesso!” disse Killian alzando le mani.

Neve scosse la testa e disse “Passa per Uncino, ma non posso…e non voglio fidarmi di Regina, ho perso il conto di tutte le volte che ha cercato di uccidermi!”

“Non faremo mai entrare la Regina cattiva nel nostro castello!” disse David determinato.

Regina sospirò, aspettandosi quella reazione e Emma le passò una mano sulla schiena per confortarla.

Il sindaco di Storybrooke guardò la salvatrice con uno sguardo che ammetteva la sua colpa “Hanno tutte le ragioni di questo mondo per avercela con me Emma. Avrai letto qualche storia e sentito parlare di me dai tuoi genitori, ma non hai idea del male che ho fatto. Il sortilegio oscuro alla fine dei conti è stato il minimo!”

Emma le sorrise, poi rivolgendosi ai suoi genitori disse “Non importa quello che ha fatto e quello che farà in questo tempo. Regina non è più quella persona e lo ha dimostrato più volte. Ha la mia più totale fiducia. Siete voi che mi avete insegnato a dare alle persone un’altra possibilità e che tutti possono redimersi!”

“Emma capisco quello che dici ma…” cominciò Neve, ma venne interrotta dalla figlia.

“Ma cosa? Vi devo ricordare cosa avete fatto voi alla figlia di Malefica per evitare che io diventassi cattiva?” chiese Emma, sperando che quell’avvenimento fosse già accaduto e a giudicare dell’espressioni doveva essere successo da poco.

“Voi siete stati perdonati. Malefica avrebbe potuto uccidervi e vendicarsi, ma non l’ha fatto. Quindi se voi avete potuto avere un’altra chance, perché non dovrebbe Regina?” fece notare loro Emma.

Neve e David si guardano e con gli sguardi comunicarono tra di loro. “D’accordo. Vogliamo darti il beneficio del dubbio. Potrete venire tutti e tre al nostro castello, ma Regina…” disse Neve facendosi guardare dall’interpellata “… un passo falso e te la vedrai con me!”

Regina guardò Emma, la quale alzò le spalle in segno di accettare le loro condizioni.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Il castello era piuttosto lontano da raggiungere a piedi e Neve e David avevano con sé solo due cavalli.

Emma non sapendo dove si trovasse il castello, propose a Regina di usare la sua magia per teletrasportarsi direttamente sul posto, ma la donna dubitava che i due reali le dessero il permesso di utilizzare i suoi poteri e di fatto non venne minimamente presa in considerazione l’ipotesi, temendo quello che Regina avrebbe potuto realmente fare. Fu così che con un gesto della mano, il sindaco di Storybrooke, fece comparire due cavalli. Si cambiò anche d’abito essendo il suo tailleur e le sue scarpe con i tacchi, alquanto inadatti a cavalcare.

Bhe direi che anche così può andare!” disse Killian, avvicinandosi a uno dei cavalli fatti comparire magicamente.

“Manca un cavallo!” disse David confuso.

“Non è un problema amico, io e Emma andremo insieme!” disse Il pirata salendo a cavallo e allungando la mano per far salire la sua amata. David guardò il pirata non tanto felice della cosa e l’uomo si apprestò a giungere “Mi prenderò cura di tua figlia maestà, non sia mai che le accadesse qualcosa!” disse facendo poi l’occhiolino a Emma, la quale sorrise e afferrò la sua mano.

“Mi ricorda qualcosa!” disse Emma sorridendo, sedendosi dietro di lui e aggrappandosi a Killian , il quale rispose “Per fortuna però questa volta non c’è il coccodrillo ad infastidirti!”

La corsa a cavallo durò più di quanto Emma potesse immaginare. Era stato bello la prima volta a cavallo quando come Dark one cercava di scappare dalla voce di Tremotino che la incitava a compiere opere malvagie, ma il viaggio non era durato a lungo e la sua schiena non doleva così tanto.

Quando finalmente giunsero al castello, ringraziò il cielo di riuscire a stare ancora in piedi.

Killian sorrise “Chiunque saprebbe dire che non sei abituata andare a cavallo Swan!”

“Chi ha bisogno di un cavallo quando ho la mia macchina!” disse Emma accarezzandosi il basso ventre, sentendo nuovamente quei fastidiosi crampi.

“C’è una bella differenza Emma. Certo in auto puoi fare tragitti molto più lunghi seduta comodamente, ma niente a mio avviso ti fa sentire libera come una corsa a cavallo in mezzo alla foresta!” disse Regina che con un altro gesto della mano, restituì i cavalli dove li aveva presi.

Neve si avvicinò a Emma e disse “Mi sembra di capire che non sai andare a cavallo. Come è possibile?”

Emma sospirò “è una lunga storia mamma, cioè Neve…cioè…” cominciò la donna non sapendo come rivolgersi ai suoi genitori.

Neve sorrise e disse “Puoi chiamarmi mamma se vuoi…infondo lo sono, giusto?” disse accarezzandosi la pancia.

Emma sorrise e chiese “A quanti mesi sei?”

“Sei!” disse in un sorriso.

Emma la guardò un po’ preoccupata e chiese “Non è pericoloso andare a cavallo per una donna incinta?”

“Emma, mi pare che tu abbia tutto al posto giusto, quindi fossi in te non mi preoccuperei di cosa fa Neve mentre è in attesa di te, ma della figura incappucciata!” disse Regina.

“Cosa? Di chi?” chiese David curioso, dopo aver consegnato l’ultimo cavallo agli scudieri.

“Credo sia una conversazione da fare all’interno. Vi racconteremo quello che sappiamo su quell’essere!” disse Killian.

Neve e David fecero strada e, se Regina era abituata a quelle mura e al loro arredamento, Killian, ma soprattutto Emma, si guardarono attorno curiosi.

“wow è così…” cominciò Emma.

“Grande?” chiese Killian, sorridendo alla luce che la sua amata aveva negli occhi.

“Si, cioè…l’ultima volta che sono stata qui era tutto oscuro e distrutto e ora è…regale!” disse Emma, con un po’ di tristezza nella voce, che Regina notò.

“Sei già stata qui? Quando sei stata risucchiata dal cappello di Jefferson immagino!” disse Regina, che ottenne un cenno positivo.

“Io e mia madre cercavamo un modo per tornare indietro!” disse Emma.

“Per fortuna non lo avete trovato o non ci saremo mai conosciuti love!” disse Killian.

Neve e David cercavano di comprendere i loro discorsi, in quanto erano curiosi di scoprire qualcosa del futuro e soprattutto sulla loro bambina. Finalmente giunsero alla sala da pranzo, una stanza enorme che a Emma fece sembrare improvvisamente la sua abitazione stretta e insignificante. Vi era un lungo tavolo, utilizzato per i grandi ricevimenti e i balli che si tenevano a corte.  Tutto era molto elegante e Emma rimase senza parole. Le faceva uno strano effetto pensare che lei sarebbe dovuta crescere in un posto del genere e per quanto bello, le sembrava un po’ troppo eccessivo.

“Non mi ci immagino vivere qui!” disse Emma e Killian sussurrando disse “Eppure come principessa non sei niente male, principessa Leia!”

Bhe anche tu non saresti male come principe, principe Charles!”

Regina alzò gli occhi al cielo  e si accomodò al tavolo, seguita subito dopo dalle due coppie.

Venne fatto portare anche del cibo, essendo l’ora di pranzo passato da un po’ ed Emma sperò vivamente che non ci fosse della chimera in mezzo a quei vassoi di carne.

“Allora perché siete venuti qui dal futuro? Volete cambiare qualcosa o metterci al corrente di quello che lei ha intenzione di fare?” chiese David indicando Regina.

“Mettiamo in chiaro una cosa maestà, tutta questa faccenda non ha minimamente a che fare con me. Non sono io il nemico…cioè la regina cattiva lo è, ma non è il problema principale!” disse Regina determinata.

“Persi che quell’essere incappucciato voglia fare qualcosa ad Emma in questo tempo? Non è ancora nata!” disse Killian confuso.

“Lo avete nominato prima, chi sarebbe questo essere? E cosa vuole da nostra figlia?” chiese Neve preoccupata dalle parole del pirata.

“Non abbiamo ancora scoperto chi sia, ma…”cominciò Killian

“…sappiamo una cosa su quell’essere…” disse Regina.

“…che vuole uccidermi per impossessarsi dei miei poteri!” disse Emma.

“Perché?” chiese allarmato David.

“Per diventare forse l’essere più potente che la storia abbia mai visto. E l’unica ragione che mi fa spiegare la sua presenza qui, è che nel passato Emma possiede una magia pura al 100% non essendo mai stata usata per azioni poco onorevoli, anche se…” disse Regina riflettendo.

“Anche se che cosa?” chiese Emma di continuare.

“La faccenda non ha senso! Anche se pura inizialmente, la magia diventerebbe oscura appena la utilizzerebbe, quindi il risultato finale sarebbe lo stesso!” disse Regina, non vedendoci veramente chiaro.

“Cambia il fatto che è più facile rubarla a una bambina non ancora nata, con una madre non in grado di tenergli testa, piuttosto che da una Emma che i poteri li sa usare!” disse Killian pensando di aver trovato la risposta.

 “Anche ammesso fosse così, i poteri della bambina non sono  ancora sviluppati, non ci guadagnerebbe. I poteri si sviluppano e diventano più forti crescendo!” disse Regina pensierosa.

“Ma ci dovrà pur essere un motivo perché è venuto nel passato!” disse Killian.

Tutti tacquero per qualche istante, non sapendo cosa dire quando ad un tratto Emma disse “La spada!”

“Cosa?” chiese Regina confusa.

“Nella mia visione mi vedo uccidere sempre con la stessa spada che è stata distrutta nel mio scontro con Gideon!” disse Emma.

“Non può semplicemente usare un’altra spada?” chiese Neve.

Regina si alzò e cominciò a camminare “No, non funzionerebbe, cioè la ucciderebbe ma i suoi poteri si disperderebbero. Quella spada è una delle poche cose che può assorbire i poteri di Emma. Non ho mai sentito parlare di un trasferimento diretto di poteri tra due persone, c’è sempre stato un mezzo che permetteva il passaggio. Il signore Oscuro ad esempio, il suo potere passa da un uomo all’altro tramite il pugnale!” disse Regina.

“Quindi questa spada dovrebbe trovarsi qui nella foresta incantata!” disse David.

“Dato il luogo in cui abbiamo trovato quella nel nostro tempo, non può che giungere che dalla foresta incantata!” disse Killian, sapendo che tutto quello che si trovava nel negozio di Gold era stato trasportato dal sortilegio dalla foresta incantata a Storybrooke.

“Allora direi di metterci a cercare questa spada e il problema sarò risolto. La nasconderemo in un posto dove non potrà mai trovarla o…oppure  la distruggeremo. Non ci faremo fermare da un essere assetato di potere. Se possiamo affrontare la Regina cattiva, potremo affrontare anche questo essere!” disse sicura di sé Neve.

“Dimentica quello che ho fatto io o le minacce che incombono sulla tua testa.  Io sono una santa rispetto a quell’essere!” disse Regina guardando Neve mentre si appoggiava al tavolo “E tu Neve , ti conviene startene tranquilla e pensare alla salute di tua figlia, invece di essere sempre così ottimista e buttarti a capofitto in ogni battaglia. Avere paura ti farebbe bene ogni tanto!” il suo tono era duro e accusatorio, tanto che David, considerandola una minaccia, si pose davanti alla sua amata in segno di protezione.

“Regina!” la rimproverò Emma per il tono usato.

“No Emma, voglio che sia chiaro che questo non è un gioco. Non sono riusciti a fermare me, come pensi che possano fermare quell’essere? Io non ho la più pallida idea di come affrontarlo e tu…bhe sappiamo cosa dicono le tue visioni!” disse Regina.

“Non è pensare negativamente che potrà aiutarci!” disse Killian alzandosi anch’esso e fronteggiare Regina “posso capire quello che stai provando. Se succedesse qualcosa a Emma non so come reagirei, ma non possiamo arrenderci e…”

“Io non sto parlando di arrenderci Uncino. Sto parlando di essere cauti! Qualunque siano le intenzione di quell’essere, dubito che si  limiteranno all’uccisione di Emma. Molte più persone  saranno  messe in mezzo” disse Regina, spaventata all’idea che qualcosa potesse accadere a Henry, sua sorella, alla piccola Robin e…a tutti coloro che aveva imparato ad amare e che ormai considerava la sua famiglia.

“E lo saremo, Regina! Sono spaventata anche io da questa situazione e puoi stare certa che non agirò senza pensare! C’è troppo in ballo” disse Emma, avendo gli stessi pensieri di Regina.

“Il problema non sei tu Emma al momento, ma Neve!” disse Regina guardando la figliastra.

“Come sarebbe?” chiese Neve infastidita dall’accusa di Regina.

“Andiamo Neve, in questi mesi nonostante le tue condizioni, mi hai fronteggiato più e più volte. Non ti sei mai fermata davanti al pericolo. Se non ti conoscessi, penserei che non ti importi molto di tua figlia!” disse Regina.

“Come osi?” chiese David arrabbiato “Se Neve non si è fermata un attimo è proprio per proteggere nostra figlia da te!”

Regima sbuffò e senza pensare alle conseguenze disse “Con un pessimo risultato e sarei proprio curiosa di vedere come potrete arrestare un essere ben più potente di me! Perché sono certa che farete di tutto per proteggere vostra figlia, anche se di un altro tempo!”

“è pur sempre nostra figlia. Non possiamo voltarci dall’altra parte come se non fosse in pericolo. Ha bisogno di tutto l’aiuto possibile!” disse Neve determinata.

“Va bene, affronta questo essere, vediamo cosa servirà quando ti ucciderà e Emma sparirà  nel nulla perché effettivamente non è mai nata!” disse Regina arrabbiata e spaventando Neve.

“Vacci piano Regina o qui finisce che Neve partorirà prima del previsto!” disse Killian, afferrando il braccio della donna “Cosa ti sta succedendo? Non ti ho mai visto così agitata!”

Regina abbassò la testa e mordendosi il labbro disse “Non lo so. Ho solo questa brutta sensazione che mi dice di riflettere. Come se avessi capito qualcosa, ma che non riesco a mettere in chiaro nella mia testa!”

Emma si avvicinò a Regina e strofinandole la schiena le chiese “Da quando hai questa sensazione?”

Tutti guardarono Regina in attesa di una risposta.

La donna sembrò rifletterci un secondo e poi disse “Da quando abbiamo attraversato il portale temporale. Ho sentito chiaramente il potere di quell’essere e da allora ho i brividi al pensiero, ma la cosa strana è che mi sembra così famigliare!”

Emma la guardò stranita “Vuoi dire che hai già conosciuto quell’uomo?”

Regina scosse la testa “No, ma la sua magia è…è così simile alla…” non terminò la frase che la donna ebbe una folgorazione. Guardò Emma e i presenti nella stanza, prima di uscire velocemente  dalla stanza e sparire.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Chiedo scusa a chi segue la storia per questa attesa. Come ho già detto ho diversi capitoli pronti, ma quando ti lasciano senza internet e telefono per  due settimane…ahime non si può aggiornare.
Va bhe ora è tornato tutto alla normalità, quindi vi auguro buona lettura e fatemi sapere qualcosina, positiva o negativa che sia.
Ciau!!!

 

Capitolo 7

Emma chiamò il nome di Regina quando la vide scappare via dalla sala da pranzo. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo e come lei, anche tutti gli altri.

“Sapevo che non potevamo fidarci di lei!” disse David sfoderando la sua spada, nel tentativo di fermarla per qualsiasi cosa avesse in mente di fare, ma Emma con i suoi poteri lo bloccò.

“Perché lo hai fatto?” chiese David confuso, guardando la figlia.

“Perché per l’ennesima volta Regina non è un nemico. È cambiata ed fa parte della famiglia!”

Neve e David rimasero sorpresi da quelle parole e seguendo Emma e Killian, si misero alla ricerca di Regina, senza fare domande.

“Non  ho la più pallida idea di dove cercare in questo enorme castello!” disse Emma.

“Un incantesimo di locazione, love?”  disse Killian.

“Con cosa? Non ho niente di suo con me!” disse Emma guardando l’uomo, il quale le diede il suo uncino. La donna lo guardò stranita.

 “Ogni tanto chiedo a Regina di mettere della magia sul mio uncino in caso di ogni evenienza e…bhe magari è sufficiente dato che è lei a fare l’abracadabra!” spiegò Killian, leggendo confusione sul voto della salvatrice.

Emma sorrise e facendo l’incantesimo sull’arma che caratterizzava Killian, questo prese a volteggiare intorno all’uomo, prima di recarsi verso la zona nord del castello.

“Sembra che ci stia portando nella stanza di Regina!” disse Neve, riconoscendo il percorso, ma quando giunsero nella camera, non trovarono nessuno. Ma tutti notarono il risvolto casuale del tappeto a terra, che fece comprendere che la donna era effettivamente passata di lì.

L’uncino continuava a volteggiare, quando a un certo punto, cominciò a sbattere ripetutamente contro il muro.

“Perché fa così?” chiese David curioso.

“Deve esserci un passaggio segreto. Cercate una pietra che si può premere o un oggetto da spostare o…non lo so qualcosa che possa aprire un passaggio segreto!” disse Killian cominciando a toccare tutto quello che vedeva.

Gli altri seguirono il suo esempio e fu Emma a sbloccare accidentalmente l’ingranaggio che aprì loro la via.

Le mura si divisero e delle torce che illuminavano l’ambiente circostante, permisero a tutti di vedere una scala a chiocciola che scendeva diversi metri, fatta di cristallo nero. Neve si guardava intorno sorpresa, non immaginando che all’interno del proprio castello vi fosse un nascondiglio segreto di tale portata. Rimase ancora più affascinata quando vide la stanza vera e propria. Rappresentava un’enorme libreria con non solo libri di magia, ma anche ingredienti di vario genere. Fungeva anche da laboratorio per creare pozioni e se si faceva ben attenzione, era possibile udire anche un rumore di cuori che battevano, cosa che indicò ai presenti che in quel luogo venivano collezionati i cuori delle vittime di Regina. Killian stava quasi per prendere una boccetta per vederne il contenuto, ma Regina, apparsa da dietro a uno scaffale lo ammonì.

“Nessuno tocchi niente qui dentro. Ci sono pozioni molto pericolose di cui nemmeno io so il contenuto. Questo era in origine il laboratorio di mia madre. Chissà quali cose può nascondere questo posto!”.

“Come è possibile che ci sia un luogo del genere in questo castello senza che ne sapessi niente. Conosco ogni singola stanza del palazzo!” disse Neve ancora sorpresa.

“Magia cara! Questa stanza non si trova esattamente nel tuo castello, ma al castello dove vivevo da bambina e l’ho portato qui grazie a un incantesimo di collegamento. Era di mia madre e io l’ho usato di tanto in tanto quando mi serviva qualche ingrediente speciale per i miei incantesimi!” disse Regina.

“Questo vuol dire che la Regina cattiva potrebbe comparire da un momento all’altro?” chiese David preoccupato.

“è una eventualità, ma ce ne preoccuperemo solo se dovesse comparire, non ero solita frequentare questo posto, se non per occasioni speciali!” disse Regina, sfogliando alcuni libri, senza sapere bene dove cercare per dare chiarezza a quella sensazione.

“D’accordo, cosa stiamo cercando?” disse Emma.

“Non lo so! Sto andando a tentoni, ma sento che la risposta che cerco è dentro a questi libri. In qualcosa che ho letto tempo fa!” disse Regina.

Neve ne aprì uno e disse “Sono libri di magia oscura!”

Regina sospirò “Si, Neve. Pensavi di trovare libri di cucina o romanzi rosa?”

“Hai intenzione di leggere tutti i libri di questa stanza?” chiese killian, preoccupato dalla quantità di libri.

“No, tutti gli altri sono solo libri di incantesimi. Questi invece parlano di esseri oscuri.  Noi stiamo cercando informazioni su quell’essere e sono sicura che uno di questi libri può fare al caso nostro…me lo sento. Sono tutti libri che ho letto quando ero un allieva di Tremotino e al loro interno vengono descritti vari esseri oscuri, che possono essere reali o leggendari!” disse Regina sedendosi e afferrandone un paio da consultare.

Emma fece per seguire il suo esempio, ma quando toccò un libro, si sentì trascinare via. Le sue mani cominciarono a tremare e il libro che teneva cadde a terra, attirando l’attenzione degli altri su di sé.

“Emma!” disse Killian sorreggendola, quando la vide cercare  un sostegno su di lui aggrappandosi alla giacca. La chiamò più volte ma la donna era come se non fosse realmente lì.

Neve e David spaventati chiesero cosa succede.

“Sta avendo una visione!” disse Regina, fiancheggiando la coppia e raccogliendo il libro, che aveva scaturito la visione della salvatrice.

Quest’ultima tornò in sé piegandosi in avanti e tenendosi la mani sullo stomaco. Sentiva un forte dolore e sebbene aveva compreso che si era trattata da una visione, controllò di non essere trafitta veramente.

Aveva il respiro pesante e chiuse gli occhi per cercare di calmarsi e di calmare il dolore.

“Va tutto bene love. Fai respiri profondi!” disse Killian spostandole i capelli che le erano finiti sul volto “Sei al sicuro!”

Ci vollero un paio di minuti, ma finalmente Emma ritornò in sé.

“Cosa hai visto Swan. La stessa cosa di sempre?” chiese l’uomo, accarezzandole il viso.

Emma annuì “Si, solo che…solo che era tutto più vero e vivido. Quella spada…quando quella spada mi ha trafitto, ho sentito dolore…io non…” cominciò Emma, venendo interrotta da Regina, la quale stringendo il libro disse “Se è stato questo libro a scatenare la tua visione, allora quello che cercavamo è qua dentro!”

“Ma certo, come la spada. Quando sei stata vicina a quell’arma, la tua visione è stata più forte!” disse Killian, vedendo Regina annuire.

Ci fu silenzio per un lungo periodo durante il quali Killian, aveva fatto sedere su di sé Emma e le accarezzava i capelli, vedendola ancora piuttosto agitata per la visione avuta. Sapeva le piaceva quando giocava con i suoi capelli e sperava, con quel gesto, di farla rilassare. Non gli passarono inosservati però le occhiate di Neve e David, il secondo sembrava abbastanza infastidito dalle sue attenzioni per la figlia e dovette trattenere un sorriso.

Ad un certo punto le fiaccole della stanza cominciarono a spegnersi e riaccendersi tutte insieme e questo di certo non era un buon segno, perché era dovuto alla magia…la magia di Regina.

 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8

Si voltarono verso Regina, la quale era impallidita e sembrava quasi trattenere il respiro come se avesse paura a fare qualsiasi mossa.

“Regina, cosa succede?” chiese Emma in allarme, avvicinandosi alla donna, la quale abbassò lo sguardo dicendo “è peggio di quello che potessimo immaginare!”

Killian si allarmò “Cosa vuoi dire? Hai scoperto chi è quell’essere?”

Regina alzò lo sguardo e guardò le persone una ad una “Ricordate quando ho detto che quella magia mi ricordava qualcosa? Mi ricorda la magia di Emma o per essere più precisi la magia di un salvatore. Quell’essere è l’anti-salvatore!”

Nessuno disse niente, non avendo mai sentito parlare di un essere antagonista del salvatore.

“Credo che il nome vi faccia comprendere tutto. Quell’essere è l’esatto tuo opposto Emma. Originariamente era un salvatore con gli stessi  tuoi poteri, ma ad un certo punto ha cominciato ad usarli per andare contro il suo destino e si è trasformato in un essere malvagio e oscuro. Si pensava fosse solo una leggenda, ma a questo punto non la definirei così!”

“Ecco spiegato perché il coccodrillo non ne sapeva niente!” disse Killian.

“Quindi se non garantisce più la pace e il lieto fine a quante più persone possibili, l’anti-salvatore porta solo distruzione intorno a !” disse Emma preoccupata.

“Esatto ed è l’essere più malvagio che si sia mai visto. Quanto dice il libro, questo essere è stato imprigionato in un regno oscuro da un altro salvatore, per fermare la sua furia distruttiva che stava distruggendo la maggior parte dei regni conosciuti allora. Ma per non scomparire nel nulla, fece un incantesimo per far si che parte dei suoi poteri malvagi non venissero rinchiusi con lui, ma continuassero in qualche modo a creare dolore. Il salvatore allora in carica, comprendendo le sue intenzioni, sacrificando la sua vita, fece un incantesimo che trasformò quell’incantesimo oscuro in magia pura e la sigillò nel sacro Graal. Così facendo, chi beveva dalla coppa, oltre ad entrare in possesso di poteri magici, aveva la possibilità di scegliere per cosa usarli, se per il bene o per il male!” disse Regina per poi continuare “Deve essere così che Merlino e il primo signore oscuro hanno ottenuto quei poteri. Devono essere i poteri originari di quell’essere!”

“E ora vuole uccidere Emma per vendetta e per recuperare i poteri che ha perso!” disse Killian.

“Ok,  riesco ad afferrare il concetto della vendetta verso un salvatore, ma se rivuole i suoi poteri indietro, non dovrebbe riprenderseli dal signore oscuro?” disse Emma confusa.

“Questo però non toglie che cercherà comunque di ucciderti. Fossi in lui non vorrei correre il rischio di essere imprigionato di nuovo da un altro salvatore. Inoltre devi tenere conto che non basta eliminare te per sventare la minaccia che incombe su di lui. Ci sarà sempre un altro salvatore e se riesce ad ottenere anche i tuoi poteri diventerà talmente potente che nessun essere al mondo dotato di poteri sarà più un problema!” disse Regina.

“Ma se ora parte del suo potere è andato, allora Emma dovrebbe riuscire a sconfiggerlo!” disse Neve speranzosa.

“Temo che non sia così semplice!” disse Regina per poi continuare “Emma  è migliorata moltissimo nell’utilizzo della sua magia, ma non ha quella che definirei una buona padronanza. Ha trascurato molto le sue abilità. Quell’essere invece, usa la magia come se non facesse altro nella vita! E comunque anche se Emma sapesse usare alla perfezione i suoi poteri è sempre svantaggiata!”

“Perché la mia paura mi danneggia?” chiese Emma.

“Perché sei buona love!” disse Killian, comprendendo benissimo cosa Regina volesse dire.

“è da quando essere buoni è uno svantaggio. Si dice che il bene vince sempre sul male!” disse David.

“Si, ma a lungo andare, dopo tanti combattimenti, sofferenze e perdite. In poche parole il male vince la battaglia, ma non la guerra, ma quando il bene vince potrebbe essere tardi per diverse cose!” disse Regina per poi rivolgersi a Emma.

“Emma, tu sei un esempio vivente di quanto sto dicendo. Alla fine mi hai sconfitto e il bene ha avuto successo, ma quanto hai dovuto sopportare nella vita, quante cose ti sono state portate via? E questo sai perché?” disse e indicando Neve continuò “Perché tua madre non ha avuto il coraggio o codardia o qualsiasi nome volete dargli, di uccidermi quando ne ha avuto la possibilità! Avrebbe fatto una mossa che ritiene sbagliata, ma quanto dolore avrebbe evitato? A lei stessa in primis?”

“Mi stai dicendo di agire come farebbe un malvagio perché ci siano danni  minori?” chiese Emma.

Regina sospirò “No, Emma….io sinceramente non so cosa consigliarti. Non sappiamo cosa avrà intenzione di fare questo essere. Ma se ti metterà nella condizione di dover scegliere, sarai disposta a fare la cosa che dovrà essere fatta per vincere e creare il male minore o cercherai la via che reputi più giusta, andando incontro alle conseguenze che ci possono essere?”

Emma abbassò lo sguardo e sospirò. Le parole che Regina aveva appena pronunciato erano vere. “Ho ucciso Killian perché era quello che dovevo fare per salvare tutti e avrei preferito morire io stessa piuttosto che arrivare a tanto!” disse Emma, determinata.

“è vero love, ma avresti dovuto farmi morire prima e…bhe molte cose spiacevoli non sarebbero accadute. Non che mi lamenti di essere vivo!” disse Killian.

Emma si morse il labbro.

“Questo non è proprio un esempio calzante. In quella situazione hai salvato Killian per tuo egoismo, non perché era la cosa giusta e lo hai dovuto uccidere per rimediare all’errore commesso!” Regina alzò le mani “Non ti voglio giudicare perché anch’io avrei agito così, anzì ho agito così quando Robin è stato ferito a morte a Camelot, ma voglio solo farti capire che se fino ad ora le cose si sono più o meno sistemate, un altro errore di questo genere e tutti noi e i regni conosciuti, potrebbero cessare di esistere ora come li conosciamo. L’odio potrebbe prevalere e nessuno di noi vorrebbe essere vivo in un mondo senza amore. Questo essere non avrà freni Emma! Il signore oscuro avrà anche i suoi poteri, ma non ha niente a che fare con lui, perché ha sempre un cuore e se vuole può compiere del bene. Lui il cuore se l’è cavato dal cuore e lo ha pietrificato per non provare nessuna emozione, se non il piacere di infliggere il male” disse Regina leggendo altre righe del libro e poi guardare dispiaciuta l’interpellata, la quale la guardò con occhi spaventati e istintivamente la mano riprese a tremare.

Killian avrebbe voluto dire qualcosa, ma anche lui era d’accordo con Regina, sapeva solo che qualsiasi cosa sarebbe successa, sarebbe stata al fianco della sua amata.

“D’accordo, direi di non pensarci più per quest’oggi. Tanto non risolveremo niente. Direi di andarcene prima che la Regina cattiva decida di comparire!” disse Killian, spingendo leggermente Emma verso le scale e quando furono tutti nuovamente nella stanza di Regina, Neve notò che la donna aveva un sacchettino di pelle, riempito con qualcosa che non poteva scorgere.

“Cosa hai li dentro?” chiese infatti la donna sospettosa, facendo notare l’oggetto anche agli altri presenti nella stanza.

Regina diede il sacchetto alla figlioccia, la quale controllò il contenuto. Non sapeva molto sulla magia, ma Emma, riconobbe gli ingredienti e disse “Se non sbaglio servono per fare una pozione per cancellare i ricordi!”

Regina annuì “è rischioso che si ricordino di averci incontrato. Non devono conoscere il loro futuro, dovresti sapere cosa può comportare giocare con le linee temporali ormai!”

Emma annuì ricordandosi esattamente cosa aveva comportato la sua intromissione nel passato anni addietro. La quasi morte di sua madre, il non incontro tra i suoi genitori che avrebbe comportata alla sua non nascita e quella di Henry e la rovina della storia tra Regina e Robin a causa del salvataggio di Marian.

“Noi non berremmo niente preparato da te! Che tu sia cambiata o meno, non mi fido!” disse David.

“Vorrà dire che la preparerò io, ma Regina ha ragione. Conoscere il futuro è troppo pericoloso!” disse Emma, appropriandosi degli ingredienti e uscendo dalla stanza.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Dopo quanto era successo quella giornata, decisero tutti di rilassarsi. David riteneva che Neve dovesse riposarsi per il suo bene e quello della loro bambina. L’uomo si era allontanato per cambiarsi e mettersi qualcosa di più comodo, sebbene decise di tenere accanto a sé una spada per qualsiasi evenienza, mentre come era sua abitudine Neve, si recò nella nursery. Ci andava sempre per controllare che tutto fosse in ordine.

“è carino qui!” disse Emma, facendo sussultare Neve che si girò di scatto, tenendo in mano un peluche a forma di orsacchiotto.

“Emma, Regina!” disse sorpresa non essendosi accorta  di essere seguita.

“Scusa, non volevo spaventarti è che…bhe volevo vedere la cameretta. L’ho già vista, ma non era nelle condizioni migliori!” disse Emma facendo scorrere la sua mano sulla culla.

“Non è nei miei gusti. Preferisco le cose più sobrie, ma devo ammettere che è molto accogliente!” disse Regina guardandosi intorno.

Emma annuì, sebbene il suo sorriso fosse triste, cosa che sia Neve e Regina notarono, solo una delle due capendo il perché della sua reazione.

Neve osservò la figlia mentre esplorava la stanza e ebbe paura della sua tristezza e di come guardava la camera. Era come se non l’avesse mai vista, sebbene poteva essere cambiata crescendo e poteva non ricordarsela, come stanza neonatale. Ma niente nel suo sguardo le faceva intendere che qualcosa lì dentro le fosse famigliare. Si ritrovò a pensare che avessero traslocato per qualche ragione particolare o che la camera avesse preso fuoco e niente di quello che era li dentro si era salvato. Neve non sapeva cosa pensare.

“Vengo qui tutti i giorni e fantastico su come ti insegnerò a camminare, a parlare a…insomma a vivere! Inoltre controllo che la Regina cattiva non abbia portato via niente per farti chissà quale sortilegio!”

Emma guardò Regina, la quale aveva uno sguardo confuso “Io veramente non ho mai messo piede qua dentro. Non ho nessuna intenzione di fare qualche incantesimo ad Emma!”

“Non so cosa aspettarmi da questo sortilegio che hai minacciato, ho paura che tutto questo mi venga portato via e sento la necessità di controllare che tutto sia a posto!” disse Neve.

Regina abbassò lo sguardo e così anche Emma, che si abbracciò sentendosi a disagio.

“Hai detto che non avremo perso contro di te, cosa volevi dire?” chiese Neve.

“Io…io non so se…” cominciò Regina.

“Mi avete già detto parecchio del futuro, perché non potete dirmi in cosa consisterà il sortilegio?” disse Neve.

“Mamma, anche se te lo dicessimo, non ti ricorderai niente e tanto non potresti fare niente per cambiare le cose, ti agiteresti inutilmente!” disse Emma alzando le spalle.

“Perché sapendo che la Regina cattiva avrà la meglio senza sapere come, mi farà stare più tranquilla?” chiese Neve, per poi sospirare e domandare alla figlia “Tu non cambieresti niente della tua vita? Qualsiasi cosa il sortilegio abbia comportato, non vorresti cambiarlo?”

Emma guardò Regina e ci pensò per poi rispondere “Si, ci sono delle cose che vorrei cambiare, ma…se cambiassi quelle cose avrei tanto da perdere e non posso rischiare che questo accada. La mia vita non è mai stata rosa e fiori, ma adesso sono felice e a parte i casini portati da nemici che mi vogliono uccidere, non cambierei niente. Vorrei cambiare solo certe scelte che ho fatto che hanno portato le persone che amo a soffrire, ma facendolo non saprei cosa andrei a cambiare. Le cose potrebbero essere peggiori!” disse Emma prendendo le mani della madre, la quale sorrise leggermente in segno di comprensione.

“D’accordo, ma una cosa però me la devi dire!” disse guardandola di sottecchi.

Emma inarcò le sopracciglia curiosa “Cosa?”

“C’è del tenero tra te e Uncino?” chiese Neve sorridendo “ Ho notato come vi siete coccolati prima, quindi mi fa pensare che non siate solo amici, è vero?”

Emma sorrise e mostrando la mano sinistra disse “è mio marito in realtà, da qualche mese!”

Neve sorrise e afferrando la mano della figlia osservò l’anello di fidanzamento “Oh Emma, ma è bellissimo è…è…, cioè si vede che vi volete bene e sebbene non mi immaginavo mia figlia con un pirata, se sei felice lo sono anch’io. Ma non dirlo a tuo padre, anche se credo abbia intuito qualcosa anche lui. Insomma non è che siete stati proprio distaccati da non fare intendere niente!”

Emma sorrise “Si, ha fatto un po’ di storie anche nel mio presente, ma Killian gli ha dimostrato di essere degno di avere la sua fiducia!”

Neve incuriosita, si girò verso Regina  e le chiese “E tu? Hai qualche spasimante?”  ma solo dopo averlo chiesto si portò una mano alla bocca, ricordandosi che l’amore della sua vita era stato ucciso da Cora, a causa della sua incapacità di mantenere segreti “Scusa Regina!” disse vedendola abbassare lo sguardo.

Regina fece un lieve sorriso “No, nessun spasimante. Non credo di meritarmelo!” disse alzando le spalle.

“Regina…”Cominciò Emma, ma l’interpellata la interruppe “No Emma, va bene è andata così, forse era destino. L’ho accettato ormai!”

Neve guardava le due e comprese che c’era molto di più della sola morte di Daniel a cui Regina ed Emma si riferivano.

Regina tornò a guardarsi intorno e  notò su un comodino un ciondolo strano che non si abbinava con l’arredamento della camera e prendendolo in mano chiese “E questo?”.

Neve sorrise a avvicinandosi alla donna, afferrò la collana “Questo è un regalo che mi ha fatto la madre di David. È in grado di svelarti il sesso di tuo figlio ancora prima di concepirne uno!”

“è così che sei venuta a conoscenza del fatto che ero una femmina?” chiese Emma incuriosita.

Neve annuì, poi prendendo la mano della figlia glielo fece pendolare sulla sua mano.

“Ehi cosa…” cominciò Emma, sorpresa dal gesto della madre.

“Vediamo di che sesso sarà tuo figlio e quello di Killian. Avete pensato di avere dei figli immagino!” chiese Neve sorridendo.

“Veramente non ne abbiamo mai parlato!” disse Emma un po’ a disagio.

Neve sorrise quando vide oscillare il ciondolo “Bhe secondo questa collana, almeno uno ne avrete!”

Regina incrociò le braccia e curiosa domandò “E cosa sarà?”.

Neve sorrise, ma non disse niente, in quanto doveva essere Emma a volerlo sapere, ma quando guardò la figlia, Il suo sorriso si spense a vedere il turbamento sul volto della donna.

“Emma, cosa c’è?” chiese la madre preoccupata.

Emma scosse la testa “Io…io non so se…”

“Sarai un ottima madre Emma!” disse Regina, capendo un po’ quali erano le paure della donna.

“Come puoi dirlo? Non mi sono comportata come avrei dovuto con Henry, nonostante quello sapessi cosa rischiava!” disse la donna turbata.

“Le condizioni erano diverse e hai fatto quello che era meglio per lui!” disse Regina.

Emma si strofinò le braccia, ma non sembrava molto convinta delle parole di Regina.

“Chi è Henry?” chiese Neve curiosa.

“è nostro…nostro figlio!” disse Regina, guardando Emma che aveva lo sguardo a terra.

“Nostro? Io…io non capisco!” disse Neve confusa da quel nostro.

Regina sospirò “Anche questo è un effetto del mio sortilegio. Emma ha avuto un figlio, ma l’ho cresciuto io!”

Neve guardò le due donne confuse ed Emma aggiunse “L’ho abbandonato!” disse la donna timorosa di vedere la delusione negli occhi della madre, la quale la guardò sconvolta.

“Cosa? Come hai…perché hai fatto una cosa del  genere?” chiese Neve con voce grave.

“Non potevo occuparmi di lui io…io non vado fiera di quello che ho fatto, ma non avevo scelta!” disse Emma cercando di scusarsi.

“Come? Emma c’è sempre una scelta. Un bambino deve crescere con la propria madre. Non importa quali siano i proprio problemi e le proprie insicurezze. Bisogna affrontarle e l’abbandono non è mai una soluzione!” disse Neve con voce grave.

Emma cercò in tutti i modi di trattenere le lacrime. Sentirsi parlare in quel modo dalla donna che diceva c’era un’altra scelta eppure avrebbe compiuto la stessa azione, era come una pugnalata al cuore e infatti delle lacrime scapparono al suo controllo. Non volendosi fare vedere così, corse via dalla stanza, lasciando una Neve confusa e Regina che sospirò.

Regina si voltò arrabbiata verso di Neve e con voce dura la rimproverò “Non posso credere che tu abbia detto quelle cose Neve.

“Io non avevo intenzione di giudicarla…sono solo rimasta sorpresa che abbia fatto una cosa del genere. Perché non è venuta da noi,  l’avremmo aiutata e…” cominciò Neve, venendo interrotta bruscamente da Regina “Ma tu e David non c’eravate. Era sola ad affrontare le avversità della vita!” disse esasperata e lasciando perdere l’intento di non raccontare  cosa avesse comportato il sortilegio.

“Cosa?” chiese Neve sconvolta.

“Hai detto che c’è sempre un’altra possibilità, ma nemmeno tu la prenderai in considerazione. Avrai così paura di quello che il mio sortilegio potrà fare, che tu stessa abbandonerai Emma e la manderai in un mondo senza magia, dove non conoscerà mai l’amore di una famiglia e a 17 anni, finirà in prigione per un reato non commesso, dove darà alla luce nostro figlio. Era sola al mondo, senza casa, senza lavoro non avrebbe avuto i mezzi per crescere un bambino e nemmeno gli assistenti sociali glielo avrebbero lasciato. Ha fatto quello che riteneva giusto e destino ha voluto che il mio desiderio di diventare madre, mi portasse a mia insaputa da quel bambino, che ho amato e cresciuto come se  fosse mio. Emma ha conosciuto le sue origini solo qualche anno fa, quando ha spezzato il mio sortilegio che vi ha portato a perdere la memoria. Tu e David nemmeno sapevate di conoscervi, né tanto meno vi ricordavate di avere una figlia!” disse Regina.

 A quelle parole Neve rimase senza parole. I suoi occhi si velarono di dalle lacrime e scosse la testa ripetutamente mentre abbracciò il suo addome.

“No, non è vero. Non può essere!” disse con voce disperata.

Regina si morse il labbro comprendendo che forse aveva esagerato, ma le aveva fatto rabbia il modo in cui aveva parlato a Emma senza conoscere i fatti.

“Cosa succede?” chiese David entrando nella camera allarmato sentendo la voce spaventata della moglie.

Si guardò intorno e non vedendo Emma, subito sfoderò la spada e si avvento su Regina, la quale istintivamente alzò il  volto quando la lama fredda dell’arma si posò sul suo collo.

“Ehi, amico calmati!” disse Killian che era esattamente dietro David e temendo in una mossa avventata da parte del suocero, cercò di calmare gli animi, inutilmente.

“Che cosa le hai fatto?” chiese David minaccioso premendo la lama maggiormente.

Regina infastidita dal comportamento dell’uomo e non tollerando più il fatto che le si venissero date colpe che non aveva, fece ricorso al suo potere per disarmare il principe azzurro. Fece poi un passo avanti per fronteggiarlo e disse “ Ho insegnato a tua moglie che le parole possono ferire più di una spada e che quello che può uscire dalla sua bocca ha poi delle conseguenze. Visto che non lo ha capito la prima volta, quando ha fatto uccidere l’uomo che amavo, vediamo se ha imparato la lezione ora, che ha ferito Emma!”

“Dov’è adesso lei?” chiese Killian preoccupato. Con la minaccia in corso non amava che sua moglie fosse in giro da sola.

“Non lo so. È scappata dopo che Neve l’ha ripresa per il suo comportamento con Henry!” spiegò Regina.

“Chi è Henry?” chiese David senza che nessuno l’ascoltasse.

“Di cosa stai parlando? Emma è una madre fantastica di cosa dovrebbe…oh!” disse Killian comprendendo quale poteva essere quel comportamento di cui Regina parlava e poi voltandosi verso Neve irritato e disse “Tu dovresti essere l’ultima persona a giudicare le sue azioni!”

Neve con quelle parole ebbe la conferma che quanto Regina le aveva rivelato, era vero e non riuscendo più a trattenersi scoppiò a piangere.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Killian uscì dalla stanza per mettersi alla ricerca di Emma. Il palazzo era grosso e la donna avrebbe anche potuto finire chissà dove, non essendo pratica di quel luogo. Regina decise di aiutarlo e prendendo strade diverse si misero alla ricerca della salvatrice.

Killian aprì la centesima  porta di una stanza e sospirò frustrato quando di Emma non c’era nemmeno l’ombra, ma dovette addrizzare le orecchie quando dei gemiti attirarono la sua attenzione.

Si avvicinò all’uscio della camera accanto e aprendola lentamente, vide Emma piegata su di un secchio intenta a svuotare il suo stomaco.

Killian si precipitò accanto alla donna che amava e raccogliendole i capelli, cominciò a strofinarle cerchi sulla schiena, sperando che l’aiutasse. Ci volle ancora qualche secondo, prima che Emma ebbe finito. Si appoggiò stancamente al petto di Killian, il quale la cullò sperando di calmarla.

I singhiozzi scuotevano ancora il suo corpo e vederla in quello stato, toccò profondamente il cuore del pirata. Non aveva mai visto Emma rompersi in quel modo e si domandava cosa mai avesse potuto dire Neve per renderla così fragile.

“Va tutto bene love. Se senti il bisogno di piangere, fallo. Io sono qui accanto a te!” disse Killian dolcemente spazzandole i capelli. Passarono diversi minuti in cui nessuno dei due si mosse o disse niente. Erano li a terra e Emma era grata a Killian di esserle rimasta vicino. Anche lei era scioccata per essersi rotta in questo modo. Non era da lei, ma le lacrime e i singhiozzi scappavano facilmente al suo controllo, ma non era solo questo, anche la nausea che l’aveva perseguitata un po’ in quei giorni, era improvvisamente peggiorata e in assenza di gabinetti, aveva usato il primo secchio che aveva trovato.

Killian, non mi sento tanto bene!” disse Emma aggrappandosi alla sua giacca.

“Il tuo stomaco fa ancora capricci love?” chiese l’uomo.

La donna annuì e disse “Sono giorni che non mi sento in piena forma!”.

“L’avevo notato Swan. Pensavo fosse lo stress del nuovo nemico, ma forse ti sei presa qualche sorta di influenza che sei riuscita a contrastare piuttosto bene, fino ad ora almeno. Vieni, vediamo se riusciamo a trovare un letto dove metterti a riposare!” disse Killian, prendendola in braccio in stile sposa.

“Sarà difficile in un castello pieno di stanze!” disse Emma sorridendo stancamente e appoggiando la testa sul petto dell’uomo.

Killian camminò per diversi corridoi senza ricordarsi la strada presa all’inizio, ma quando cominciò a pensare di essersi perso, notò Regina venire incontro a loro.

“Emma, ti senti bene?” chiese la donna preoccupata.

La donna annuì, ma il sindaco non le credette un solo secondo.

“Volevo trovarle un letto per farla riposare!” disse Killian e Regina annuendo, li condusse in una stanza adiacente alla sua, quella appartenuta a lei e al padre di Neve quando erano sposati.

Una volta morto, non aveva più voluto rimanere in quella stanza, provando disgusto per le notti passate accanto a un uomo che non amava e che sua madre aveva costretto a sposare.

“Spero che a tua madre non dispiaccia se ti faccio utilizzare la stanza appartenuta a tuo nonno Emma!” disse Regina, affiancando il letto dove Killian l’adagiò gentilmente.

Emma sorrise e ringraziò la donna, ma il sorriso si spense quando vide i suoi genitori.

Entrambi i reali furono un po’ sopresi di trovarli in quella stanza, in quanto non era stata più utilizzata da nessuno, ma tralasciarono la questione quando videro Emma sdraiata sul letto.

“Emma, cosa succede?” chiese Neve avvicinandosi al letto a baldacchino, con Killian che si dovette spostare per farle spazio.

“Niente, sono solo un po’ stanca!” disse passandosi una mano sul viso.

Neve si morse il labbro cercando di trattenersi, ma altre lacrime presero a scivolare lungo le guance “Mi dispiace Emma. Non volevo che ti sentissi giudicata da me è solo…ho sbagliato. Ho parlato senza sapere…io…noi non…”

Emma si tirò un po’ in modo da mettersi seduta e guardando Regina preoccupata disse “Hai raccontato loro tutto?”

Regina alzò le spalle “Ero arrabbiata e ho agito di conseguenza!”

Emma sospirò e guardando la madre disse “Lo so che quello che farete, lo farete sperando  di salvare me e il regno dalla regina cattiva. Non ce l’ho con voi per questo, non più. Ho capito che era il mio destino essere la salvatrice e vi ho perdonato tanto tempo fa per avermi abbandonato, ma il fatto che tu mi abbia giudicato per aver fatto lo stesso con mio figlio...”

Neve afferrò le mani di Emma, ma quale aveva preso a guardare in basso “Mi dispiace Emma. Davvero…io non…non so cosa dire per…”

Emma scosse la testa “lascia stare. Capisco la situazione e la reazione che hai avuto. Davvero…è tutto apposto, non so nemmeno io perché ho agito così!”

Neve sorrise, ma David non era dello stesso avviso “Non direi che è tutto apposto Emma. Ora che sappiamo cosa succederà dobbiamo impedirlo. Dobbiamo fermare il sortilegio della Regina cattiva!”

“Oh e come pensate di fare?” disse Regina “Sapere cosa succederà non vi aiuterà a fermarlo!”

“Ma intanto possiamo già evitare di mandare via Emma e almeno su questo punto avremo un vantaggio su di te!” disse Neve.

“Non credo proprio cara. Se David non la metterà nella teca, con te debole per il parto e lui impegnato a combattere contro i miei soldati, non avrei fatto nessuna fatica a giungere ad Emma e a portartela via!”

“Non ci riuscirai!” disse David convinto.

Regina alzò gli occhi al cielo esasperata, ma non ribadì per l’ennesima volta che non avrebbero vinto.

“Se non l’avessero abbandonata, avresti ucciso Emma?” chiese Killian un po’ sorpreso, sebbene non sapesse nemmeno il perché, dato che aveva conosciuto Regina quando era malvagia.

Regina incrociò le braccia e sospirò “No, non l’avrai uccisa. Sono stata spietata, ma…non ho mai fatto male ad un bambino!”

“E cosa mi dici di tutti quei bambini che hai reso orfani?”  chiese David.

“Hai ragione, mi correggo. Non ho mai fatto male ad un bambino fisicamente!”

“Quindi che avresti fatto? L’avresti abbandonata o venduta a chissà chi?” chiese Neve.

Regina scosse la testa “Non so esattamente in quel periodo cosa avrei fatto, ma non escluderei il fatto che me la sarei potuta tenere e crescerla come mia figlia, crescendola con l’odio verso la sua vera madre!”

Emma sgranò gli occhi alquanto sorpresa.

“Non guardarmi così Emma. Ho tenuto Henry nonostante sapessi che fosse tuo figlio” disse Regina notando lo sguardo stralunato della salvatrice “Sapevo che un giorno avresti potuto apparire e rovinare tutto quello che avevo costruito. Il fatto è che avevo bisogno di riempire il vuoto del mio cuore. Un vuoto creato dalla morte di Daniel e da mia madre che mi ha fatto vivere la vita che lei ha voluto. Speravo che un figlio potesse colmare quel vuoto. Ecco perché ho deciso di adottare un bambino!” disse Regina commuovendosi leggermente.

“Questo però non cambia che vorrei evitare che una delle due opzioni si avveri!” disse David.

“Papà, so che l’unico modo per impedirti di fare qualcosa è usare la magia contro di te, cosa che non faremo. Ma non ti aspettare nessuno aiuto da noi. Ti dico solo che se farai qualcosa per impedire quanto sai che avverrà, io perderò mio figlio e…” Emma si interruppe cercando la mano di Killian, il quale non gliela negò “…e il mio vero amore. Quindi ti prego, non lasciare che le cose cambino!” disse Emma con voce tremante.

David abbassò il capo e guardando Neve, la quale disse “Dovrai farci bere quella pozione, perché sarà molto difficile prometterti che non faremo niente e poi effettivamente restare fermi!”

“Possiamo prometterti che non fermeremo la regina cattiva finchè non ve ne sarete andati. Poi una volta dimenticato tutto, le cose andranno come dovranno andare immagino!” disse David rattristandosi.

“Grazie mamma, grazie papà!” disse Emma, per poi allungarsi e abbracciare la madre che era ancora seduta al suo fianco.

Neve si alzò da letto e disse “è stata una lunga giornata. Direi che tutti quanti abbiamo bisogno di dormire!”

Tutti annuirono e mentre Regina e Neve si diressero verso l’uscita David rimase fermo a osservare Killian “Tu hai intenzione di dormire qui?”

Emma accennò un sorriso, mentre Killian alzò le sopracciglio, non sicuro di come rispondere.

“David, sono sposati!” disse Neve posando una mano sul braccio del marito.

“Si, purtroppo ho sentito anche quella parte della storia, ma non capisco come sia possibile! Insomma, davvero il mio me stesso del futuro era d’accordo che tu ti sposassi con un pirata? Il capitano uncino per giunta? Cos’è, ho preso una botta in testa  e ho dimenticato la tua reputazione?” chiese David rivolgendosi a Uncino.

“No, non sei stato molto felice della nostra relazione all’inizio amico, ma ho saputo riscattarmi!” disse Killian semplicemente “Ora ti sto addirittura simpatico!” disse l’uomo con uno dei suoi soliti sorrisi.

“Andiamo David, se Regina è veramente cambiata, perché non può lui?” disse Neve.

“Regina non dorme con nostra figlia!” disse David incrociando le braccia.

“Quindi il problema non è Uncino, ma chiunque possa avvicinarsi a nostra figlia!” disse Neve divertita “è adulta David e a me sembra felice con lui, quindi…andiamo e lasciali in pace!”

David guardò ancora i due prima di sospirare e seguire la moglie fuori dalla stanza.

 

Mi sto divertendo troppo a scrivere questa ff e pensare che quando l’ho iniziata, non avevo molte idee, ma per ora per fortuna non riesco a fermarmi. Spero che la storia piaccia anche a voi.

Fatemi sapere.

A presto!!!

Neko =^_^=

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Emma si sentiva a pezzi. Erano ormai giorni che sembrava non riuscire a recuperare le energie e in quel momento si ci metteva anche la difficoltà ad addormentarsi. Si sentiva sopraffare da tutto quello che stava succedendo. Il fatto di trovarsi nel passato con la paura di cambiare tutto, l’alta possibilità di fallire e perdere tutto quello che amava e che con la sua sconfitta avrebbe condannato tutti all’infelicità, era un peso troppo grande. Uno dei tanti che doveva portare in quanto salvatrice, ma in quel momento le sembrava insopportabile. Si ritrovò a piangere nuovamente, in silenzio per non svegliare Killian.  Si pulì gli occhi, non capendo perché si sentisse così vulnerabile. Non era da lei piangere in quel modo. Lei normalmente avrebbe avuto paura, ma avrebbe nascosto quello che sentiva ai suoi cari e avrebbe affrontato tutto. In quell’istante invece non si sentiva così. Avrebbe voluto solamente piangere e scappare. Voleva solo tornare a casa con Killian e la sua famiglia e vivere una vita tranquilla.

Sospirò e si avvicinò al petto di Killian e afferrandogli il braccio lo posò sulla sua vita. Killian riusciva a farla sentire al sicuro ed era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.

Regina fu svegliata dal suono degli uccelli. Doveva aspettarselo trovandosi nel castello di Biancaneve, ma doveva ammettere che alzarsi con i suoni della natura era più piacevole del suono di quelle infernali sveglie che si trovavano a Storybrooke. Si alzò dal letto e, come ormai aveva imparato a fare nel Maine senza la magia, mise in ordine la stanza, ma in un mondo dove il bagno non era dei migliori, dovette far ricorso alla sua magia  per farne comparire uno moderno. Una volta abituatasi alla modernità di Storybrooke, era difficile ritornare indietro, soprattutto dato che tenersi puliti era molto più complicato in un mondo senza acqua scorrevole e acqua calda.

Indosso un vestito rosso lungo e si pettinò i capelli per la maggior parte da un lato. Quando fu pronta decise di andare a svegliare Emma e Killian, poiché  non potevano perdere tempo a dormire. Sperava che Emma fosse più in forma rispetto al giorno successivo, ma le sue speranze andarono in fumo, quando sentì Emma rimettere dall’altra parte della porta.

La donna bussò e sebbene non ricevette il permesso di entrare, aprì la porta.

“Tutto bene?” chiese Regina, notando Emma che respirava pesantemente davanti a un secchio, che la notte prima si era messa vicino al letto per qualsiasi evenienza, e Killian che delicatamente le strofinava cerchi sulla schiena.

“A te cosa sembra altezza?” disse Killian, considerando la domanda inopportuna.

Regina fece un gesto con la mano e fece apparire un lavandino, in un punto della stanza abbastanza spoglio, in modo che Emma potesse ripulirsi a dovere.

“Hai scelto il momento sbagliato per ammalarti Emma!” disse Regina, mentre la donna si ripuliva il viso.

“Sto bene!” disse Emma, la quale ricevette una risposta sarcastica  “Lo vedo!”

Successivamente i tre si recarono nella sala da pranzo. Come si immaginavano al loro interno vi erano già Neve e David a fare colazione.

Emma storse il naso quando vide le varie pietanze sul tavolo, non avendo la minima voglia di mangiare. Più che una colazione, sembrava un pranzo nuziale per centinaia di persone. Ogni volta faceva fatica a ricordarsi che apparteneva a una famiglia reale e che quell’abbondanza era sicuramente routine.

Killian prese un bicchiere e verso un succo di arancia al suo interno e lo pose a Emma, la quale non sembrava tanto invogliata a bere, a causa di quella sensazione di nausea che non sembrava volerla lasciare.

“Hai bisogno di liquidi e vitamine Love, se ti vuoi rimettere presto!” disse Killian insistendo.

Neve guardò Emma e vide il pallore sul suo volto e i capelli, poco curati, cosa che le indicò che la figlia non era in forma. Le si avvicinò e le poggiò una mano sulla fronte “Non sembri febbrile Emma. Come ti senti questa mattina?”

“Sto bene mamma!” disse abbozzando un sorriso.

“Che tradotto sarebbe…mi sento uno schifo!” disse Regina prendendo una mela e cominciando a sbucciarla.

Emma sbuffò e rassegnata appoggiò la testa al tavolo, ma a un certo punto le porte della stanza si aprirono di scatto e vi entrarono i sette nani all’armati, che non preannunciavano niente di buono.

“Brontolo, cosa succede?” chiese Neve alzandosi dalla sedia e ponendosi allarmata di fronte a loro

“Il villaggio qui vicino è stato attaccato!” disse Dotto prendendo la parola.

Senza nemmeno chiedere maggiori informazioni Neve afferrò il suo arco e si diresse verso l’uscita, senza nemmeno ascoltare la voce di David che le chiedeva di aspettare.

“Ecco, parlavo proprio di questo quando dicevo che tua madre si buttava a capofitto in ogni battaglia, anche quando era in attesa di te!” disse Regina sospirando e scuotendo la testa.

Emma sospirò e successivamente la seguì, sperando che quella distrazione potesse aiutarla con il suo malessere. Killian provò a fermarla, ma quando vide la determinazione negli occhi della sua amata, annuì per dirle che lui era con lei.

Prendere i cavalli era una pessima idea. Il tempo di sellarli e arrivare a destinazione, il villaggio sarebbe andato perduto. Regina senza avvisare nessuno, prese l’iniziativa e con un gesto della mano, teletrasportò tutti ai confini del villaggio interessato.

Tutti si guardarono attorno confusi, ma non ci misero molto a comprendere cosa fosse caduto e i Charmings per una volta, non ebbero da ridire sull’utilizzo della magia da parte della loro nemica.

“Regina, sei sicura di non essere tu ad aver attaccato quel villaggio?” chiese Emma, preoccupata dalle conseguenze di un intervento dei proprio genitori.

La donna annuì e indicò il cielo dove si poteva vedere una nube nera innalzarsi in alto “Il fumo sta ad indicare fuoco, io non incendiavo i villaggi. Penso che l’artefice di questo attacco sia qualcun altro di nostra conoscenza. In questo villaggio c’è un fabbro che si occupa della fabbricazione di spade destinate ai cavalieri dei reami circostanti. Era qui che spesso facevo armare i miei soldati!”

“Pensi che l’anti salvatore possa essere qui alla ricerca della spada?” chiese Killian.

“è una eventualità. Non so niente su quella spada, non so dove trovarla e forse anche il nostro nemico brancola nel buio!” disse Regina.

Bhe lo scopriremo!” disse David uscendo allo scoperto e recarsi al villaggio. Neve fu la seconda a seguire il suo esempio. La gente correva a destra e a manca. C’erano bambini che piangevano e cercavano i genitori, gente riversa a terra apparentemente privi di sensi. Non sapevano dire se vi erano vittime, ma se ce n’erano state, potevano solo sperare che quelle morti non avrebbero danneggiato il futuro o almeno non il loro, dato che delle conseguenze ci sarebbero comunque state.

Neve si fermava a soccorrere la gente ferita, dando loro dell’acqua. Chi aveva la forza di parlare, le diceva di scappare e che quell’essere che li aveva attaccati era un mostro.

Ma lei non avrebbe abbandonato il suo popolo. Era determinata a fare del suo meglio per essere una buona regina, come sua madre desiderava.

Si girò di scatto quando sentì le urla di David e lo vide volare sopra a un banco di frutta con forza.

“David!” urlò Neve, avvicinandosi a lui e controllare che non fosse ferito.

“Credo di aver trovato il nostro uomo!” disse David tirandosi su,  ignorando la botta presa alla schiena.

I due guardarono all’interno della bottega del fabbro, dalla quale uscì la figura incappucciata di cui avevano sentito parlare. Entrambi ebbero i brividi. Nemmeno Tremotino incusse loro tanto timore. Riuscivano a percepire il potere oscuro che quell’essere emanava da tutti i pori. Entrambi si misero in guardia pronti ad affrontarlo, ma Regina ed Emma non avrebbero permesso loro di combatterlo e per questo si misero davanti a loro per proteggerli.

“Emma!” disse Neve preoccupata.

“Mamma, papà, state indietro!” disse la donna, guardando minacciosa la figura incappucciata.

“Questa si che è una sorpresa. Non mi aspettavo di trovarti qui salvatrice!” disse quell’essere con tono sorpreso. “Hai voluto risparmiarmi il viaggio di ritorno? O hai solo voglia di morire prima?”

“So perché sei venuto qua e so chi sei. Sei l’anti salvatore e sei nel passato per cercare la spada con cui vuoi assorbire i miei poteri!” Disse Emma alzando le mani pronta ad attaccare o difendersi.

“Devo riconoscere che non sei così sciocca come pensavo. Purtroppo per me e fortunatamente per te, qui la spada non c’è, quindi ti consiglierei di goderti la vita finchè puoi! Perché ho anche altri piani in mente!” disse la figura incappucciata divertito, mentre quell’ultima frase preoccupò non poco i nostri eroi.

David non apprezzò il modo un cui si rivolse alla figlia e alzando la spada provò ad attaccarlo. Fu Killian che, con la sua prontezza di riflessi, riuscì a sbarrargli la strada, impedendogli di fare qualche sciocchezza.

“Che stai facendo, togliti! Non gli permetterò di fare del male a mia figlia!” disse David arrabbiato.

“Si, pirata. Lascialo venire! Lascialo morire cercando di salvare la propria prole!” disse, per poi allontanare Killian con un gesto della mano e successivamente prendere il controllo del corpo  di Neve, la quale avendo l’arco pronto per scoccare la freccia, gli aveva dato un’idea. “Sarà divertente vederti morire a causa della tua stessa amata!” disse per poi far scoccare a Neve la freccia, che andò a conficcarsi nello stomaco di David.

“No!” dissero sia Neve che Emma all’unisono.

Era successo tutto così velocemente che nessuno era riuscito a fare qualcosa per impedirlo. Emma a quella scena sentì qualcosa scorrere nelle vene e le sue mani si illuminarono e in uno scatto di rabbia, nel vedere il padre venire ferito, lanciò la sua magia contro l’anti salvatore, il quale con un gemito di dolore, venne scaraventato a metri di distanza, andando a sbattere contro tutto quello che incontrava.

L’uomo si rialzò e si coprì la gamba, dalla quale Killian notò del sangue colare, e con la promessa di rifarsi vivo, sparì nuovamente.

Emma respirando affannosamente per come si era sentita, corse velocemente dal padre che stringeva gli occhi per il dolore, mentre Regina cercava di curarlo.

“Regina, come sta?” chiese Emma.

“Fortunato che ci sia qualcuno con i poteri a salvarlo. Non sarebbe uscito vivo dal villaggio altrimenti!” disse, per poi sospirare quando ebbe finito.

David non sentendo più dolore, per lo shock, si mise velocemente a sedere, ricevendo subito dopo l’abbraccio di Neve che piangeva copiosamente per il terrore che aveva appena provato. Solo il pensiero di perdere per sempre il suo amato, le aveva spezzato il cuore.

Emma sospirò in sollievo e cercò l’abbraccio di Killian, che come al solito la rassicurò.

David si rimise in piedi e vedendo Regina allontanarsi, questa volta dovette ammettere a stesso che la donna era davvero cambiata e, mettendo da parte il suo orgoglio, la ringraziò.

Regina lo guardò e accennò a un sorriso “Sarà meglio aiutare queste persone e poi tornare al castello. Emma, abbiamo appurato oggi che il tuo potere è in grado di affrontare quell’essere. Una volta a palazzo…io e te ci alleneremo sul controllo dei tuoi poteri!” disse Regina  allontanandosi e cercare di dare una mano come poteva.

Emma annuì e successivamente seguì l’esempio del sindaco.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Il ritorno al castello fu rapido come l’andata. Regina teletrasportò tutti al giardino reale, luogo dove aveva intenzione di addestrare Emma. Il parco era molto grande e vi era anche un punto privo di alberi e fiori. Vi era solo erba ed era il posto adatto dove allenarsi senza fare troppi danni, sebbene quel posto avesse solo pochi mesi di vita prima di venire distrutto dall’incantesimo oscuro.

Neve e David avrebbero voluto assistere all’allenamento, per farsi un’idea delle reali capacità della figlia, ma in quanto sovrani del reame, avevano altro a cui dedicarsi, come aiutare il villaggio appena attaccato con proviste e materiale di vario genere. Si fidarono a lasciare i tre del futuro da soli. Dopo che Regina aveva salvato la vita a David, senza che nessuno glielo avesse chiesto, sapevano di non dover temere. Ci impiegarono diverse ore a svolgere il loro compito, cosa che affaticò parecchio Neve, la quale sentì il bisogno di andare a riposare per un po’, mentre David, decise di unirsi agli altri in giardino.

“Emma mettici più potenza, non avere paura di farmi del male, altrimenti non servirà a niente questo allenamento!” disse Regina esasperata, vedendo che Emma si tratteneva. Vedeva inoltre che riusciva a usare la magia senza tremare e questo era un problema. La salvatrice doveva imparare a usare i poteri quando era spaventata, imparando a dominare le sue emozioni alla perfezione.

All’ennesimo tentativo fallimentare Regina sbuffò “è inutile continuare così!”

“Ce la può fare. Hai visto quello che ha fatto prima? Ha scaraventato via quell’essere e l’ha anche ferito!” disse Killian, ricordando il sangue che aveva visto colare dalla sua gamba.

“Lo so che ce la può fare, ma deve riuscire a usare la magia sotto stress come ha fatto prima e al momento non ci sono le condizioni ottimali.  Non possiamo limitarci a colpi di fortuna. A volte riesce a volte no. Basta che i suoi poteri non funzionino al momento sbagliato ed è la fine per tutti!” disse Regina.

A quelle parole Emma sentì l’ansia crescere e sentendo nuovamente il peso del mondo addosso, prese a tremare e si sentì come se la sua magia scivolasse via dal suo corpo.

Regina lo notò e approfittò del momento  per usare i suoi poteri contro di lei. Emma provò a proteggersi e a usare il medesimo attacco, ma quando non sentì la magia  fluire nelle sue mani, dovette scansarsi dalla traiettoria della magia del sindaco per non venire colpita.

Emma si morse il labbro. Non riusciva a capire come fare per controllare alla perfezione i suoi poteri.

“Forse state sbagliando qualcosa. Prima quando è riuscita ad usare i poteri, perché c’è riuscita?” urlò David, il quale aveva affiancato Killian, mettendosi in un posto non troppo vicino, né  troppo lontano da dove si stavano allenando le due donne.

Regina guardò Emma e le chiese “Cosa hai provato quando hai usato i tuoi poteri prima?”

Emma sospirò e disse “Rabbia e la necessità di difendere mio padre!”

“D’accordo allora…” disse Regina prima di far apparire una gabbia con un soffitto a spuntoni, tenuto in aria da una corda che veniva lentamente bruciata da una fiaccola.

Emma spalancò gli occhi quando vide che al suo interno vi era Killian.

“Regina cosa hai intenzione di fare?” chiese sorpresa Emma, già sapendo che non le sarebbe piaciuta la risposta.

“Vediamo se questo ti mette abbastanza sotto pressione. Se fallisci Killian muore!” disse Regina incrociando le braccia.

“ Cosa? Stai scherzando spero!” disse Killian, non tanto contento di finire infilzato. Si definiva un uomo in grado di sopravvivere, ma non aveva idea di come sarebbe uscito vivo da una situazione del genere.

“Non gli faresti del male!” disse Emma, preoccupata da come si stavano mettendo le cose.

“Personalmente no, per questo ho optato per uno strumento che funzionerà indipendentemente dalla mia volontà. Ora è compito tuo Emma. Ti ricordi la prima lezione che ti ho fatto? O impari a nuotare o annegherai!”

Emma guardò Killian e sussultò quando il soffitto con uno scossone cadde di qualche centimetro.

“Emma!” chiamò Killian, abbassandosi istintivamente quando si è visto quegli enormi aghi acuminati avvicinarsi a lui “Non permetterti fretta love, ma questo bell’uomo potrebbe non esserlo più dopo che…bhe sai…”

La donna si guardò le mani. Tremavano entrambe. Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi e si concentrò. Il tremore era persistente e non riusciva a sentire la magia che aveva percepito al villaggio.

Aprì gli occhi spaventata. Guardò Regina sperando che interrompesse quell’allenamento, ma la donna sembrava guardare la corda bruciare, come se temesse che lei non potesse farcela.

Avrebbe voluto dimostrarle che era così, ma si sentiva così impotente in quel momento. Di sicuro non si sentiva la salvatrice. Fece un altro tentativo e cercò di concentrarsi. Questa volta la magia si fece sentire, ma si limitò a qualche scoppiettio nelle mani. Intanto il tempo era agli sgoccioli e la corda infatti stava ormai per rompersi.

“Emma!” urlò di nuovo Killian quando vide che la corda stava per cedere e proprio quando si spezzò, tutto sembrò capitare in un attimo. Sentì il terrore assalirla, ma anche l’estremo desiderio di salvare l’amore della sua vita. Non dovette nemmeno concentrarsi, semplicemente stese le mani e il soffitto della gabbia venne sbalzato in aria e scaraventato via.

Tutti tirarono un sospiro di sollievo, Killian soprattutto.

Regina sorrise fiera della sua allieva, ma quando si girò verso di lei per dirle qualcosa, si paralizzò.

“Emma!” urlò dirigendosi verso di lei.

La donna respirava pesantemente e si portò le mani al basso ventre, dove aveva cominciato a sentire delle fitte dolorose.

 A quel punto anche David e Killian notarono il malessere della salvatrice e assaliti dal panico corsero verso di lei, chiamando il suo nome.

Intanto Emma cominciò a sentirsi stordita. Si accorse anche di sentirsi le gambe bagnate e guardando in giù  notò del sangue che copriva i suoi jeans.  A quel punto vide il mondo farsi oscuro, sentiva le orecchie fischiare e le voci diventarono sempre più offuscate finchè non fu più in grado di percepire niente.

Regina fu la prima ad arrivare al corpo inconscio di Emma. Provò a scuoterla e a chiamarla più volte, senza che ella però desse cenno di volersi riprendere.

Non era un medico, ma sapeva cosa poteva significare quel sangue in mezzo alle gambe e pensando ai malesseri che la salvatrice aveva avuto ultimamente, si diede della stupida per non esserci arrivata prima e di averla sottoposta a ulteriore stress, rispetto a quello che già il suo ruolo di salvatrice le dava.

Emma venne immediatamente condotta al castello e il trambusto che si era venuto a creare, svegliò Neve, la quale uscì dalla sua stanza per vedere Killian correre con Emma inconscia tra le braccia.

Subito pensò che qualcosa era andata male durante l’allenamento e che Emma fosse rimasta ferita. Il sangue che ricopriva i suoi abiti non le era passato inosservato.

 “David cosa succede?” chiese Neve allarmata al marito, il quale si era fermato alla sua porta per metterla al corrente di quanto fosse accaduto, ma le spiegazioni erano insufficienti, dato che tutti loro avevano semplicemente visto Emma sanguinare e svenire senza una vera e propria ragione.

Killian teneva la mano di una Emma pallida e che non sembrava dare segni di volersi svegliare. Provava a chiamare il suo nome, ma non sapeva nemmeno se fosse in grado di sentirlo.

Non riusciva a spiegarsi perché tutto quel sangue forse apparso all’improvviso. Lo scontro che si era verificato al villaggio non l’aveva lasciata ferita e neppure durante l’allenamento si era fatta male. Non sapeva proprio che spiegazione dare  a tutto questo. Poteva solo sperare che Regina fosse in grado di capire qualcosa grazie ai suoi poteri.

Non staccò mai gli occhi da Emma, ma dovette alzare lo sguardo verso il sindaco quando la sentì sospirare di sollievo.

“Allora?” chiesero i Charmings, che durante il trattamento si erano avvicinati al letto per vegliare la figlia.

“Neve chiamerei il tuo medico di corte per assicurarmi che i segnali vitali siano nella norma, ma quello che posso dirvi è che, sostanzialmente sta bene!” disse Regina.

Killian guardò Regina in modo confuso “Come puoi dire che sta bene? È svenuta e poi tutto quel sangue…” disse non capendo.

Regina sorrise tristemente. Sapeva che Uncino e David non potevano immaginare quale poteva essere la causa. Per quanti anni il pirata avesse vissuto a Storybrooke, dubitava seriamente che si fosse informato sulla scienza di quel mondo, e la gente della foresta incantata, anche quelli colti, non erano informati su tutto quello che poteva succedere alla donna, in particolari momenti della loro vita. Le persone in generale erano molto ignoranti su diversi aspetti, per il semplice fatto che rispetto al mondo senza magia, si era molto indietro, in scienza, medicina e tanto altro.

“No, di certo non sta bene, ma non è in pericolo di vita e non solo lei!” disse il sindaco.

“Cosa significa?” chiese David confuso, non sfuggendogli la seconda parte della frase.

“Emma ha avuto un principio di aborto che, non so come spiegarmi, si è fermato prima che fosse troppo tardi!” disse Regina, guardando la donna stesa sul letto e poi rivolgendosi a Killian disse “In poche parole pirata, ci sarà un nuovo membro nella tua ciurma. Diventerai padre!”

 

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

“In poche parole pirata, ci sarà un nuovo membro nella tua ciurma. Diventerai padre!”

Le parole di Regina ci misero  qualche secondo ad attecchire nella testa di Killian, il quale poco dopo riuscì a dire con voce incredula “Sarò padre? Emma è… Emma è…”

“incinta?” disse Neve con un sorriso sulle labbra e portandosi automaticamente le mani al ventre e accarezzarlo.

Regina sorrise e annuì  “I segnali c’erano tutti, ma sembra che nessuno di noi li abbia collegati a una gravidanza…nemmeno Emma!”

Killian non sapeva cosa dire o pensare. Aveva fantasticato più volte su come sarebbe stato avere un figlio con la donna della sua vita, ma non aveva mai tirato fuori il discorso con Emma. Voleva aspettare che fosse lei a parlarne, così da sapere che lei si sentiva pronta per un passo del genere e non costretta da un suo desiderio e ora che questo stava accadendo, si sentiva sopraffatto dalle emozioni, ma allo stesso tempo spaventato. Non solo perché non sapeva se sarebbe stato in grado di essere un buon padre, ma perchè la minaccia che incombeva ancora su di Emma, avrebbe potuto rovinare un momento della loro vita, altrimenti perfetto.

“Però Killian voglio essere sincera. Il bambino non è ancora fuori pericolo. Lo stress è un nemico insidioso per una donna in dolce attesa e i primi mesi il rischio di aborti spontanei è elevato. Con l’anti salvatore in giro che minaccia tutti noi, Emma in primis…” disse Regina dispiaciuta senza terminare la frase che si completava da sola.

 “Faremo in modo di proteggere lei e il bambino il più possibile!” disse Killian stringendo la mano della moglie.

Ma sapeva cosa intendesse Regina. Per quanto fosse alto il loro desiderio di proteggerla, alla fine Emma avrebbe dovuto vedersela con quell’essere da sola.

Passarono diverse ore nelle quali Emma continuava a dormire. Killian le si era sdraiato accanto e la osservava, parlando di tanto in tanto con quello che sarebbe stato suo figlio.

Sorrise, felice all’idea delle cose che avrebbe potuto insegnargli. Di certo gli avrebbe insegnato tutto quello che sapeva sulla navigazione. Lo stava facendo anche con Henry, che si era dimostrato più volte un bravo allievo, ma doveva ammettere che il ragazzo, probabilmente per l’età, sembrava preferire uscire con Violet, che stare con lui e sua madre sulla jolly Roger, rispetto a come faceva un tempo.

Non poteva biasimarlo. Era un adolescente ormai, ma doveva ammettere che gli mancavano quei week end tutti e tre insieme in giro per le onde dell’oceano.

Improvvisamente un bussare alla porta, lo distolse dai suoi pensieri e dopo aver dato il permesso di entrare, vide Regina entrare con un vassoio di cibo, che Neve aveva fatto preparare appositamente per Emma quando si sarebbe svegliata.

“Ci sono novità?” chiese la donna, posando il vassoio, sul comodino accanto al letto, dalla parte di Emma e sedersi ai piedi della donna.

Killian scosse la testa “Non ha dato il minimo cenno di volersi svegliare!”

“Probabilmente il suo corpo ha bisogno di recuperare. Però sembra che il colorito stia tornando, non mi sorprenderei se da un momento all’altro si svegliasse!” Regina fece appena in tempo a dire la frase, che un gemito uscì dalle labbra della salvatrice.

“Emma!” la chiamarono all’unisono.

La videro sbattere gli occhi cercando di orientarsi, dopo di chè si passò una mano sul volto e con voce debole disse “C-Cosa è s-successo questa volta?” chiese la donna con voce rauca a causa della gola secca,  facendo riferimento al fatto che ultimamente si ritrovava sempre a letto circondata dalle persone che amava.

“Non ti ricordi love?” chiese Killian, avvicinando un bicchiere d’acqua alle labbra della salvatrice, che bevve con foga.

“Uhm…no. Mi sento la testa annebbiata!” disse Emma sincera.

“Sei svenuta durante l’allenamento!” disse semplicemente Regina.

“Sono vivo da 300 anni e il tempo non mi ha invecchiato, ma tu Swan, mi hai fatto diventare i capelli bianchi in un attimo!” disse Killian, baciandole la mano.

Emma accennò a un sorriso, poi si fece seria mentre alcuni ricordi cominciarono a diventare più chiari, man mano, che si svegliava “Ricordo delle fitte al basso ventre, poi…del sangue” Emma si mise a sedere di scatto, ignorando la vertigine che la colse a causa della perdita di sangue, e si tolse le coperte dalle gambe per vedere se c’era ancora.

“Pensavi che ti avremmo lasciato in quelle condizioni?” Disse Regina scuotendo la testa, poi facendosi seria domandò “Emma, i sintomi che hai avuto ultimamente, non ti hanno fatto riflettere?”

Emma la guardò e cominciò a pensare. Si era sentita male  ultimamente, ma non le sembrava strano dopo tutto quello che stava succedendo. Le visioni, il poco dormire e la pressione che sentiva a causa del nemico, poteva benissimo averle abbassato le difese immunitarie e essersi presa qualcosa.

“Ho pensato ad un’influenza o un semplice sfogo del mio corpo che mi diceva di smetterla con tutto questo stress e...”

“e?” Chiese Regina.

“Ho pensato anche a una gravidanza, ma il mio ciclo è regolare e quando ci sono passata con Henry, non mi sono sentita così, quindi ho scartato l’idea”. disse Emma sinceramente.

“Emma le gravidanze non sono tutte uguali. Inoltre devi considerare che quando hai avuto Henry eri molto giovane e magari il tuo corpo ne ha risentito di meno! L’idea di essere incinta non era poi così sbagliata!” disse Regina.

Emma sentì il suo cuore perdere un battito. Si morse il labbro e pensando a quanto era successo, chiese con voce tremante “Il sangue…ho…ho avuto un aborto spontaneo?”

Regina scosse la testa “Hai rischiato di perdere il bambino, ma no Emma. Il bambino sta bene!”

Le lacrime velarono gli occhi di Emma, la quale cominciò a piangere, prima piano, poi più forte e cercò il conforto nel petto di Killian. Non sapeva nemmeno lei spiegarsi il vero motivo per cui piangeva, paura, sollievo, felicità o altro.

“Ed ecco spiegato la tua emotività degli ultimi giorni!” disse Regina sorridendo, facendo riferimento agli ormoni della gravidanza.

Killina strinse maggiormente Emma a sé e le bacio la testa “Ehi love, va tutto bene. Il bambino sta bene, è forte proprio come la sua mamma!”

“Come posso essere una buona madre, se ho già messo in pericolo la vita di nostro figlio, molto prima della sua nascita? Avrei dovuto capirlo e proteggerlo e invece…” disse tremante.

“In realtà io credo che tu l’abbia protetto Emma!” disse Regina sorprendendo i presenti. Ricordava che quando l’aveva vista tenersi la pancia, aveva notato la sua mano illuminarsi, ma in quel momento non aveva dato importanza al fenomeno.

“Forse a livello conscio non avevi realizzato di essere incinta, ma qualcosa dentro di te già lo sapeva, perché quando hai cominciato a sentirti male, ti sei curata da sola, guarendo il malessere del bambino e evitando così che venisse eliminato dal tuo corpo! Questa è l’unica spiegazione plausibile che mi viene in mente che spieghi come l’aborto si sia fermato.

Killian sorrise e ringraziò Regina per le sue parole di conforto e tornando a rivolgersi a Emma disse “Vedi? Stai già facendo un ottimo lavoro!”

Emma accennò un sorriso e preoccupata chiese all’uomo “Tu stai bene con questo? Non ne abbiamo mai parlato e…”

“Scherzi Swan? Io non potrei essere più elettrizzato e si…anche spaventato, ma credo sia normale no?” disse infine Killian, baciando la sua amata, la quale ricambiò il bacio, non tenendo conto della presenza di Regina, la quale dovette tossire per ricordare la sua presenza.

“Tutta questa faccenda mi ha fatto riflettere Emma!” disse il sindaco.

“Su cosa?” chiese la donna curiosa.

“Sui tuoi poteri! Da quando hai iniziato ad avere quelle visioni, hanno cominciato a funzionare o meno, in base al tuo stato d’animo, ma ho notato una cosa. Quando Neve ha scoccato la sua freccia verso di me, quando tuo padre è stato ferito, quando Killian ha rischiato di essere infilzato dalla gabbia che ho creato e quando hai rischiato di perdere il bambino, sei riuscita a tirare fuori una forza che raramente ho visto nei tuoi poteri. L’hai fatto anche con la fata nera quando ci aveva catturati e immobilizzati e con Gideon. È la tua volontà di proteggere gli altri che ti rende forte Emma. Quando ti senti sotto pressione e senti che la magia può non funzionare, pensa perché lo stai facendo, chi vuoi proteggere e non al fatto che puoi fallire. Ora hai anche una motivazione in più, forse anche la più forte…proteggere tuo figlio!” disse Regina “Quando in quei momenti hai usato la magia, non hai pensato, hai agito di istinto ed è questo che è la magia, istinto”.

“Regina ha ragione love. Quando usi i tuoi poteri per cose semplici, come far sparire il mio uncino non hai problemi. Lo fai e basta!” disse Killian, spostandole una ciocca di capelli dal volto e portandoglieli dietro l’orecchio.

“Ma se non riesco a farti sparire l’uncino non succede niente di grave, mentre se fallisco quando qualcuno è in pericolo, questo ci rimette la vita. Come faccio a non pensarci?” chiese Emma guardando Regina.

“Probabilmente è la cosa più difficile da imparare, ma sei già riuscita a farlo Emma. Devi solo pensare a come ti sei sentita in quei momenti e non farti dominare dalla paura, perché salvare le persone sempre all’ultimo momento può essere pericoloso!” disse Regina.

Killian guardava Emma preoccupata, la quale abbassò lo sguardo alle parole del sindaco.

Regina sospirò e disse “D’accordo, verremo a capo anche di questo!”  poi dando un sorriso rassicurante alla salvatrice aggiunse “Emma…ce la farai!” disse facendo intendere alla donna, quanta fiducia riponesse in lei.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Killian rimase diverso tempo a guardare Emma mentre riposava e nel frattempo il suo cervello era impegnato in profondi pensieri, fin quando non prese una decisione. Si alzò dal letto lentamente per non svegliare la sua amata e si recò a cercare David. Uncino era un bravo spadaccino e molti erano periti sotto la sua spada, ma con questo insidioso nemico, sentiva la necessità di allenarsi e di migliorare ulteriormente. Non sapeva quanto la spada poteva tornargli utile in uno scontro faccia a faccia con quell’essere, ma se mai gli fosse capitato di sorprenderlo alle spalle, sebbene anch’egli lo considerasse un comportamento da codardo, l’avrebbe colpito.

Indipendentemente da quante possibilità avesse, non poteva stare fermo. Doveva fare qualcosa.

Non sapeva però dove trovare David e vagò nel castello,  finchè non udì la sua voce attraverso la porta di una sala all’interno della quale non era ancora entrato.

Sentiva diverse voci e comprese che vi era una riunione in corso e decise di attendere che questa giungesse al termine, ma curioso ascoltò. Parlavano della teca che avrebbe condotto Emma nel mondo senza magia. Parlavano di come Neve avrebbe attraversato quel portale portando con loro la figlia in quanto, quella teca aveva posto per una sola persona.

Cercò di reprimere la tentazione di entrare all’interno e dire a tutti che in realtà la teca aveva spazio per due persone, ma che Geppetto aveva accettato di costruire quel portale magico, solo con l’accordo che anche Pinocchio l’avrebbe usata.

Avrebbe voluto dirlo per impedire che Emma venisse abbandonata, in modo tale che conoscesse l’amore di una famiglia, perché per quanto si poteva riuscire a trovare la felicità nella propria vita, quel vuoto rimaneva sempre. Lui lo sapeva bene, in quanto anche lui aveva provato cosa volesse dire essere abbandonato, solo che diversamente da Emma, aveva avuto suo fratello maggiore vicino, che non l’aveva mai lasciato. Ma cancellò in fretta questi pensieri sia perché avrebbero cancellato ai reali la memoria, sia perché  sapeva che avrebbe cambiato la vita della salvatrice drasticamente e anche la sua, in quanto, se non l’avesse conosciuta, lui sarebbe ancora l’uomo spietato di un tempo.

Si sedette quindi a terra e si appoggiò al muro di pietra freddo e attese quella che a lui sembrò un’eternità.

Si appisolò anche, perché sussultò quando le porte della stanza si aprirono per fare uscire vari personaggi delle fiabe, tra cui anche Blue e i nani.

“Vostra maestà!” disse Killian, entrando nella stanza una volta che tutti furono usciti.

“Uncino? C’è qualcosa che non va con Emma?” chiese Neve preoccupata, ancora seduta ad un tavolo circolare, che Killian, se non sapesse di non trovarsi al castello di Artù, l’avrebbe scambiata per la tavola rotonda di Camelot.

“Emma sta bene. Ora sta riposando. Io sono qui per chiedere un favore a David!” disse Killian.

L’interpellato alzò un sopracciglio e disse “Di cosa si tratta?”

“Vorrei che mi aiutassi ad allenarmi con la spada. Me la cavo piuttosto bene, ma è un po’ che non la uso e voglio tenermi pronto per difendere Emma e il nostro bambino!” disse Killian determinato.

David e Neve si guardarono e si scambiarono un sorriso.

“Direi che è un’ottima idea, ma voglio che tu sia pronto per domani mattina appena sorge il sole e sappi che non ci andrò leggero!” disse David sorridendo e incrociando le braccia.

 “Vedo che comincio a piacerti!” disse Killian

“Apprezzo il fatto che tu voglia proteggere mia figlia e mio nipote, nient’altro!” disse David cercando di fare il serio, con poco risultato.

Killian sorrise divertito, prima di tornare nella sua stanza e prendere il giusto riposo necessario per affrontare, con la giusta quantità di energia, l’indomani.

L’alba arrivò e Killian, facendo il meno rumore possibile, si preparò per l’allenamento.

David lo aspettava già nel cortile e fu confuso quando lo vide circondato da diverse guardie.

“Sei in ritardo Uncino!” disse David, con le braccia incrociate e battendo un piede a terra.

“Mi perdoni altezza, ma la mia sveglia si deve essere rotta!” rispose Killian d’istinto, dimenticandosi che David probabilmente non aveva la più pallida idea di cosa fosse una sveglia.

Infatti l’uomo, non comprendendo la battuta, decise di sorvolare dicendo “D’accordo. Prima ci batteremo io e te, sia per fare un po’ di allenamento, sia perché voglio capire la tua abilità. Poi voglio che tu affronti me e i miei migliori solati tutti insieme. Ti avverto, nessuno di loro ha l’ordine di ucciderti, ma ti possono ferire. Qui non stiamo giocando!” disse serio David.

“Sono d’accordo. Vogliamo iniziare?” chiese Killian sfoderando la spada.

Regina e Neve erano su di un balcone che affacciava direttamente sopra il cortile ad assistere all’allenamento.

Neve sembrava contenta di vedere l’impegno che Killian ci stava mettendo e non poteva che sentire il suo cuore colmo di gioia, nel sapere che la figlia che portava in grembo, avrebbe trovato un uomo che l’amasse tanto quanto David amava lei.

Si voltò a guardare un instante la donna accanto a lei e ne studiò le caratteristiche. Il uso volto era diverso rispetto a quella della regina cattiva, più rilassato e negli occhi non vedeva più quella sete di vendetta che l’avevano sempre caratterizzata quando era cattiva, ma in quel momento vedeva altro. Tristezza e turbamento.

 

“Qualcosa ti preoccupa Regina. Mi vuoi dire cose è?” chiese Neve posandole una mano sul braccio.

Regina chiuse gli occhi un secondo “Stavo pensando a Henry. Mi manca molto. Siamo qui già da un paio di giorni e lui non sa cosa ci è successo. Non voglio che si preoccupi per me o per Emma, pensando che ci sia successo qualcosa. È solo un ragazzo e ne ha già passate tante!”

“Non conosco mio nipote, ma lo hai cresciuto tu ed Emma è la madre biologica. Sono sicura che è un ragazzo forte!”

“Molto forte. Devi ringraziare lui se hai avuto la possibilità di conoscere Emma, l’ha condotta lui a casa a rompere il sortilegio ed è lui che mi ha spinto a cambiare. Senza di lui saremmo stati tutti perduti!” disse Regina con un sorriso sulle labbra.

“Si, è un ragazzo speciale!” disse una voce alle loro spalle.

“Emma, cosa ci fai qui?” chiese Regina.

“Dovresti riposare! Il medico è stato chiaro!” Disse Neve, avvicinandosi alla figlia, notando anche che la donna indossava un vestito azzurro pallido che più si addiceva a una principessa, piuttosto che quegli strani vestiti che le aveva visto addosso i giorni precedenti.

“Ho dormito per più di dodici ore, credo di aver riposato abbastanza. Inoltre  mi sento abbastanza bene, tralasciando nausee, spossatezza e altri sintomi della gravidanza!” disse sbuffando.

Neve sorrise “Anche tu mi hai dato parecchi problemi all’inizio!”

“Ti chiedo scusa mamma!” disse Emma scherzando, poi facendosi seria disse “Comunque  Regina ha centrato un punto. Nessuno sa cosa ci è successo e dovremmo trovare un modo per tornare a casa!” disse Emma.

Regina la guardò stranita “Senza cercare la spada?”

“Non abbiamo la più pallida idea di dove cercarla!” disse per poi rivolgersi a Neve “So che tu e papà avete dato l’ordine di cercare quell’arma in tutto il reame, ma fino ad ora non ci sono stati riscontri positivi. Regina, se hai qualche suggerimento, sarò felice di ascoltarti, altrimenti non so come possiamo fare per trovarla. Potrebbe trovarsi ovunque!” disse Emma.

“Possiamo chiedere a Tremotino!” disse Regina ricordandosi di un particolare di quel tempo.

“Vuoi chiedere l’aiuto di quel mostro?” chiese Neve sorpresa dalla sia affermazione, in quanto sapeva quanto losco poteva essere quell’individuo e quanti fossero pericolosi gli accordi fatti con lui per ottenere un suo aiuto.

“Potrebbe sapere qualcosa! Potremmo partire  per il suo castello e…” cominciò Emma, ma venne interrotta “Non credo sia al suo castello, giusto Neve? Lo avete già imprigionato nelle vostre segrete”. Disse Regina cercando conferma nella donna, la quale annuì titubante.

Neve non era contenta del piano, voleva averci avere il meno possibile con quell’essere , ma se poteva concedere loro delle risposte, non poteva tirarsi indietro.

Le tre donne si recarono nelle segrete, ma le guardie della prigione, appena videro Regina, le puntarono le spade al collo. Dovette pensaci Neve a far calmare le guardie e a convincerle ad aprire la porta che avrebbe condotto alla prigione del signore oscuro.

La risata di Tremotino era già udibile ancora prima che la cella fosse visibile e lui era già a conoscenza che presto avrebbe ricevuto visite perché disse “Forza venite avanti. Sono curioso di sapere cosa volete!”

“Ma come, uno che vede il futuro, non sa cosa vogliamo?” chiese Regina divertita “Eppure tu sai molto sugli eventi che accadranno. Non è per questo che sei qui senza tentare la fuga? Sei esattamente dove vuoi trovarti!”

“Tu non sei la regina cattiva!” disse Tremotino e rivolgendosi alla salvatrice disse “E tu chi sei? Ho la netta sensazione di averti già visto!”

Emma scambiò uno sguardo con Regina, poi alzando le spalle disse “Mi devi confondere con qualcun altro!” La donna pensò che probabilmente qualche vago ricordo del suo primo viaggio nel passato con Killian doveva essere rimasto in Tremotino.

“No, non credo proprio. Ecco… ti ho visto in una delle mie visioni. Tu sei…la salvatrice!” disse Tremotino elettrizzato “Sarai molto utile per i miei piani. È affascinante vedere che ora ti trovi qui…non so come sia possibile, ma è sorprendente!”

“Ehm…si, può darsi, ma non siamo qui per parlare di me!” disse la donna “Stiamo cercando una spada, una spada che forse tu sai dove si trova!”

Tremotino rise “Bhe salvatrice, non è così che funziona, io do qualcosa a te se tu la dai a me!”

“Non ho niente da darti!” disse Emma seria. Cercò di mantenere la calma e sperò vivamente che il signore oscuro non sapesse della sua gravidanza o avrebbe corso il rischio che le chiedesse il suo bambino.

“Oh io credo di si!” disse guardando la donna sorridendo.

“No Emma, qualsiasi cosa voglia potrebbe essere pericoloso!” dice Neve.

“Ascoltiamo solo cosa ha da dire, possiamo sempre mandarlo al diavolo!” disse Regina.

“Sebbene i miei poteri in questa prigione siano assopiti, riesco ancora a percepire altre creature magiche. Sono giorni che percepisco un  potere forte e oscuro e temo che qualcosa a me prezioso possa finire nelle mani sbagliate!” disse Tremotino.

“Il tuo pugnale…certo! Ora è nascosto in un luogo dove reputi sia al sicuro, perché pensi che non lo sia più?” chiese Regina.

“Oh bhe…magari non è interessato, ma…vorrei solo poter stare tranquillo e evitare che qualcuno metta le mani sul mio pugnale e mi controlli, soprattutto se è qualcuno più potente di me. Chiamiamola semplice precauzione. Tanto non credo che cambia qualcosa nel futuro, se il pugnale ce l’ho avuto sempre io!”

“Va bene, possiamo farlo, ma tu dicci dove possiamo trovare una spada come questa!” disse Emma, facendo ricorso ai suoi poteri per far apparire un disegno dettagliato della spada.

Tremotino osservò il disegno e sorridendo disse “Allora abbiamo un accordo. Portatemi il mio pugnale e io vi dirò tutto quello che so su quella spada!” disse Tremotino.

Emma guardò Regina. Nessuna delle due si era mai fidata di Gold, ma non videro molta scelta e decisero di accettare.

“Dove troviamo il pugnale?” chiese Regina seria.

“Nella foresta intorno al mio castello!” disse Tremotino, non precisando che la foresta intorno era ampia per chilometri e sarebbe stato più facile trovare un ago in un pagliaio.

“Con questa informazione non ci facciamo niente. Dovrai darci maggiori indizi!” disse Regina cominciando a essere spazientita, ma Tremotino non aveva intenzione di dar loro maggiori informazioni, per il semplice fatto che avrebbe potuto indicare un punto come un altro. Non si ricordava esattamente dove l’aveva messo, ma lui aveva il suo metodo per trovarlo.

“Posso dirti che è vicino alle radici di un albero centenario, ma…dato la quantità di alberi del genere dubito che ti possa essere d’aiuto. Al signore oscuro non serve fare una mappa di dove nasconde il pugnale, lui lo trova sempre!” disse Tremotino guardando Emma.

“Già peccato che l’unico che abbiamo a disposizione è rinchiuso dietro le sbarre!” disse Regina.

Tremotino rise, ma non staccò gli occhi da Emma, come a volerle comunicare qualcosa. “Abbiamo un accordo, ti porteremo quel pugnale!” disse la donna. Aveva capito cosa intendesse Tremotino e quindi non aveva bisogno di sapere l’esatto punto di dove si trovasse il pugnale.

 Emma diede le spalle al signore oscuro e prese ad allontanarsi dalla cella. Regina e Neve la seguirono confuse e a causa del passo spedito della donna, Regina dovette quasi correre per afferrarle un braccio e fermarla.

“Come diavolo pensi di riuscire a trovare il pugnale? Non abbiamo la più pallida idea di dove si trovi. Vuoi metterti a scavare sotto ogni albero della foresta?” chiese Regina confusa.

“So io come trovarlo. Non preoccuparti di questo!” disse Emma, cercando di riprendere il cammino, ma venne nuovamente fermata dal sindaco.

“Vuoi fare un incantesimo di locazione? Non funzioner…” cominciò Regina, ma Emma spazientita la fermò “No, Regina, non intendo usare un incantesimo di locazione. So che non funziona sugli oggetti. Fidati di me, so come trovarlo, Ora la questione è un’altra, hai intenzione di venire con me o no?” chiese Emma guardandola negli occhi.

Regina sbuffò “Non posso lasciarti andare da sola. Se ti succede qualcosa a chi lo sente al pirata!”

“A proposito mamma, dì a Killian di non preoccuparsi, torneremo presto!” disse Emma che con un gesto della mano teletrasportò lei e Regina al castello del signore oscuro.

“Come sapevi dove trovare il castello?” chiese il sindaco curiosa, in quanto per usare il potere di teletrasporto doveva almeno conoscere, qualcuno al suo interno e pensare a lui, o conoscere l’ambiente circostante.

“Ci sono stata al mio primo viaggio nel tempo. Abbiamo dovuto chiedere aiuto a  Tremotino!” disse semplicemente Emma, prima di iniziare a addentrarsi nella foresta.

Passarono diversi minuti durante i quali le due donne camminarono in mezzo alla boscaglia, stando attente a dove mettevano i piedi per evitare ulteriori problemi a causa di ragni o serpenti velenosi, ma la cosa che più preoccupava Regina era sapere come Emma avrebbe trovato il pugnale. Aveva la netta sensazione che non le sarebbe piaciuto scoprire questa verità. Emma infatti si muoveva sicura tra i boschi, come se sapesse l’esatta direzione. Solo qualche volta si fermava a pensare, ma poi sicura della strada scelta, continuava spedita.

“Emma, mi vuoi dire…”

SSSShhh!” disse Emma alzando una mano per azzittirla. Emma si concentrò e ascoltando  l’ambiente circostante disse “Ci siamo quasi!”.

Regina alzò gli occhi al cielo esasperata dal non trovare risposta, ma continuò a seguire la salvatrice fino a quando questa non si fermò ai piedi di un albero molto alto e con un tronco più grosso rispetto agli altri.

“Il pugnale e qui sotto!” disse Emma indicando il punto a Regina, prima usare la magia per portarlo alla luce.

Regina spalancò gli occhi quando effettivamente vide un cofanetto uscire dal terreno. Quando lo afferrò e lo aprì poté affermare che all’interno c’era veramente quello che cercavano.

Richiuse il coperchio con forza e determinata guardò Emma “Ok, ora basta. Voglio una spiegazione. Come sapevi dove trovarlo?”.

Emma esitò, ma quando Regina glielo richiese quasi urlando, la salvatrice disse “L’ho sentito Ok? Da quando sono diventata la signora oscura, riesco a sentire quel dannato pugnale. Non so come sia possibile, ma è così. Non percepisco solo il pugnale del nostro tempo perché Gold ci ha fatto un incantesimo, in modo tale che la voce degli altri signori oscuri non giungesse alle mie orecchie, ma questo pugnale non ha alcuna protezione e riesco a percepirlo quando non sono a una distanza troppo elevata!”

Regina la guardò seria e preoccupata “Emma, questa cosa è molto grave. Se riesci ancora a sentire i signori oscuri, significa che qualche abilità ti è rimasta. Te ne rendi conto? Avresti dovuto dirmelo!”

“Che io sappia ho solo questa abilità, che definirei una tortura. Sai quanto ti può dare alla testa sentire quel pugnale bisbigliare in continuazione? Anche adesso continua a parlare!” disse e vedendo poi lo sguardo di Regina disse “Se mi fosse rimasta qualche potere, tu sapresti togliermeli?”

Regina scosse la testa.

Bhe ne ho parlato con Gold e nemmeno lui sa come sia possibile che una cosa accada e se non lo sa lui che è esperto del potere oscuro, perché avrei dovuto dirlo a te o ai miei genitori? Vi avrei fatto preoccupare inutilmente per una cosa che non potete controllare. Io non mi sento diversa da prima che lo diventassi, non sento l’oscurità che percepivo quando ero la signora oscura, quindi effettivamente credo che non ci sia niente di cui preoccuparsi!” disse Emma.

“Spero che sia davvero così Emma!” disse Regina, poco felice nello scoprire quanto saputo, ma la preoccupazione verso la salvatrice svanì quando sentirono della magia nell’aria.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Ciao a tutti, eccomi tornata con un nuovo capitolo. Sono a metà, non della storia nella sua interezza, ma della storia scritta. Sono abbastanza soddisfatta fino a adesso della piega he ha preso la storia, ma sinceramente vorrei sapere qualcosa fa voi lettori. Vi piace o no? C’è qualcosa che non torna o la storia non regge? Fatemi sapere!!!

Buona lettura

Neko =^_^=

 

 

Capitolo 15

 

A Regina non piacque sapere che a Emma fosse rimasto qualche potere oscuro, ma non potè dare troppa importanza a questo fatto, perché qualcosa di molto più preoccupante e pericoloso attirò la sua attenzione e quella della salvatrice.

Le due spalancarono gli occhi a quanto percepirono. Due poteri oscuri si stavano scontrando. Bastò un solo sguardo per comprendere cosa avrebbero dovuto fare.

Regina avrebbe voluto tenere Emma fuori da quella storia, dato che quanto stava avvenendo era una cosa che riguardava maggiormente lei, ma non c’era tempo per preoccuparsi per la donna e il uso bambino. Il loro futuro era in pericolo…in grande pericolo.

Si recarono sul luogo dove sentivano percepire quei poteri e poterono assistere a quanto stava avvenendo. La figura incappucciata era ricomparsa e stava utilizzando i suoi poteri contro quella che, sia Regina che Emma, riconobbero come la regina cattiva.

 I suoi cavalieri erano a terra, senza dare segno di rialzarsi e la donna era rimasta da sola a fronteggiare quell’insidioso nemico di cui non sapeva niente. La regina cattiva stava tentando di difendersi come poteva, alzando una barriera protettiva, ma a giudicare dall’espressione sul volto della donna, si poteva comprendere come questa fosse in netto svantaggio. Infatti il suo scudo non sembrava in grado di reggere ancora per molto.

Di fatto il suo potere venne meno a causa del troppo utilizzo della magia e il potere oscuro del suo avversario la colpì con forza, scaraventandola contro la parete nera della carrozza che la portava a disseminare terrore in giro per il regno. Annaspò per l’aria, quando questa le venne strappata dai polmoni a causa del forte colpo subito alla schiena. Cercò di alzarsi come poteva, non volendo arrendersi a quell’essere, che si avvicinava sempre più verso di lei.

Si pulì il sangue dalla bocca e raccogliendo quel briciolo di magia che si sentiva ancora scorrere in corpo, preparò una sfera di fuoco da lanciare contro l’avversario. Rimase stupefatta nel vedere come egli aveva reso del tutto nullo il suo tentativo di difesa.

Regina, nonostante la sé stessa del passato continuasse a mantenere uno sguardo minaccioso e duro, poteva vedere dal linguaggio del corpo, come quell’essere la spaventava. Erano state veramente poche le persone a quell’epoca a tenerle testa, tra i quali sua madre e Tremotino.

L’anti salvatore si preparò ad attaccarla,  ma un’altra palla di fuoco, che egli non aveva visto arrivare, lo distrasse dal suo intento.

“Lasciala stare!” disse Regina uscendo allo scoperto, affiancata da una Emma, che comunque rimase qualche passo indietro.
La salvatrice cercava di mantenere la calma, ma le cose erano peggiorate secondo il suo punto di vista. La paura per quella piccola vita che le stava crescendo in grembo, che testimoniava l’amore che c’era fra lei e Killian, la portava a paralizzarsi ancora di più in presenza di quell’essere, soprattutto quando la sua potenza era percepibile nell’aria anche da chi non aveva niente a che fare con la magia. Continuava a ripetersi di trovare il coraggio dentro di sé, ma dal tremore della sua mano poteva vedere che non ci stava riuscendo. Cercava di non farsi prendere dalle sue emozioni e di non farsi dominare. C’era troppo in gioco e aveva tanto da difendere, ma più cercava la magia dentro di sé, meno l’avvertiva.

“Bene, bene, guarda chi si vede. La regina cattiva e la salvatrice!” disse l’essere incappucciato divertito nel leggere il timore negli occhi della sua avversaria preferita.
“Sapete? Voi eroi avete tutti lo stesso e fastidioso difetto. Comparire al momento meno opportuno!”

“E voi cattivi avete sempre il vizio di rovinare i momenti felici altrui!” disse Regina “Quindi come vedi, ci diamo fastidio a vicenda!”

Il nemico rise divertito “Oh ma non definirei voi due un fastidio, lo sareste se foste in grado di fermarmi e tu, Regina, hai perso quel fuoco che ti caratterizzava e ti rendeva magnificamente cattiva. Per quanto riguarda la salvatrice bhe…dovresti cambiare mestiere mia cara!” disse.

Regina guardò Emma dietro di sé che si teneva la mano tremante. Avrebbe voluto chiederle se stava bene, ma anche lei si rendeva conto che la sua domanda era stupida. Fece allora quello che considerava una pazzia, ma allo stesso tempo la cosa giusta. Si fece avanti e avrebbe lottato fino alla fine per difendere la sé stessa del passato ed Emma.

“Pensi di potermi affrontare? Davvero?” chiese scettico l’anti salvatore “Segui il mio consiglio, rimani ferma dove sei e goditi lo spettacolo… almeno finchè non sparirai!” disse facendo nuovamente qualche passo verso la regina cattiva, la quale era scombussolata da tutto quello che stava succedendo.

“Aspetta” disse Emma con voce tremante. Regina si girò confusa verso la donna, la quale continuò nella speranza di distrarre il nemico dalla sua preda “è me che vuoi no? Lascia stare la regina cattiva e…veditela con me!”

Emma cercava di essere il più determinata possibile, ma sperava vivamente che quell’essere si stufasse di giocare e se ne andasse senza combinare guai, perché continuava a non sentirsi la salvatrice che tutti si aspettavano. Cercò di pensare alle parole che Regina le aveva detto la sera prima, di pensare al perché stava combattendo e alle persone che voleva proteggere, ma appena sentiva un po’ di magia scorrerle nelle vene, si ritrovava a pensare che il suo potere avrebbe fallito e questo nuovamente scompariva.

La donna sospirò e chiuse gli occhi pensando alla sua famiglia e a Henry. Pensò anche al suo bambino non ancora nato e alla famiglia che si stava costruendo con Killian, che ancora non le sembrava reale. Si aggrappò al senso di nausea che provava da giorni e che rendeva la sua speranza di avere un lieto fine perfetto, reale, sebbene ancora a qualche mese di distanza. In quel momento sentì nuovamente la magia in sé e si preparò per sferrare il suo attacco.

“Regina, prendi la regina cattiva e andatevene!” disse la salvatrice cercando di concentrarsi. Regina andò dalla sua gemella, ma non aveva nessuna intenzione di abbandonare Emma. Non si sarebbe mai perdonata se fosse successo qualcosa alla persona che per prima aveva voluto esserle amica.

Emma si sentiva pronta e, allungando velocemente le mani davanti a sé, scaturì un’energia magica che si avventò sul nemico, ma che a metà strada si dissolse nel nulla.

L’anti salvatore rise e disse “Bella mossa salvatrice. Di certo tu devi essere il peggior salvatore che la storia abbia mai conosciuto. Di certo non hai niente a che fare con colui che mi imprigionò nel regno più oscuro che esista. Sei patetica!”

Regina guardò Emma e dovette trattenere il fiato. Non sapeva cosa aspettarsi in quel momento, ma sperava vivamente che la salvatrice tirasse fuori quella forza che sapeva essere in grado di tirare fuori, se solo avesse creduto maggiormente in stessa.

Il nemico guardò nuovamente le due Regina e stese dinnanzi a sé la mano, pronto a colpire.

“Fermo!” urlò Emma “Se le uccidi, cambierai il futuro, allora io non sarò la salvatrice e non potrai ottenere più i tuoi poteri!”

L’uomo non fece una piega, continuava a fissare le due donne davanti a sé, ma comunque si rivolse ad Emma per risponderle “Povera sciocca, davvero pensi che sia stata la tua vita a renderti ciò che sei? La salvatrice? Sei nata con i poteri, non li hai acquisiti successivamente, quindi che io impedisca o meno il sortilegio oscuro, tu sarai sempre quello che sei destinata a essere, solo che crescendo in una famiglia non avrai niente per cui combattere. Ti ho studiato Emma, so bene chi sei e come sei cresciuta e so anche come saresti se fossi la principessa Emma di questo reame!”

Emma lo guardò confuso, non capendo cosa ci guadagnasse a eliminare la regina cattiva, perché sembrava proprio quello il suo scopo in quel momento e non semplicemente quello di sterminare chiunque si trovasse davanti e seminare terrore. Il suo incontro con la regina cattiva non era stato casuale.

Tutto successe velocemente. L’anti salvatore caricò  il suo palmo della mano con della magia oscura concentrata e la sparò contro le due Regina, le quali chiusero gli occhi aspettando di essere spazzate via come moscerini. Ma il dolore non arrivò, al contrario sentirono sulla loro pelle un calore che le rassicurava e che persino la regina cattiva trovava piacevole.

Regina aprì gli occhi e rimase a bocca aperta quando vide la schiena di Emma, che si era messa in mezzo tra loro e il potere oscuro, proteggendole con un scudo magico bianco, di gran lunga più efficace di quello creato dalla regina cattiva. Emma era concentrata e non staccava gli occhi dall’avversario. Cercava di comprenderne le azioni per riuscire a contrastare qualsiasi sua mossa, ora che si sentiva potente. Era come diceva Regina, il suo potere si manifestava nella sua potenza, quando il suo desiderio di proteggere qualcuno era superiore al terrore di fallire. Avrebbe solo voluto capire come fare a mettere a tacere quella sua paura, senza che ogni volta ci fosse qualcuno a rischiare la vita.

Il nemico mise maggiore forza nel suo colpo e la potenza dell’attacco, una volta che andò a scontrarsi con la barriera, costrinse Emma a indietreggiare. Riuscì però a mantenere la concentrazione e a non far cedere l’unica cosa che difendeva tutte e tre da morte certa.

L’essere incappucciato era infastidito da questa sua resistenza, ma non volle darlo vedere alla salvatrice e smettendo di attaccare rise “Bhe vedo che la gatta ha tirato fuori le unghie, ma se pensi che uno scudo protettivo sia abbastanza per battermi, ti sbagli!”

Emma si sentiva affaticata e non reggendo più il suo peso a causa della stanchezza che le aveva provocato usare una tale quantità di magia, cadde sulle ginocchia.

Il nemico prese la palla al balzò e attaccò di nuovo, questa volta direttamente la salvatrice, ma la donna, ancora piena di adrenalina, che non le faceva sentire la paura, riuscì a contrastarlo di nuovo e questa volta provò con un attacco offensivo.

Regina sapeva che Emma non poteva reggere a lungo, non sapeva nemmeno gli effetti che poteva avere sul bambino un tale impiego di magia e decise di correre in aiuto della donna che le aveva appena salvato la vita. Anche lei attaccò con un attacco offensivo, unirono le forze come erano abituate a fare, sebbene in genere avevano a che fare con mostri di poco conto rispetto a quell’essere. Regina ci mise più potenza che poteva nel contrastare il nemico, il quale, sebbene preoccupato solo dalla magia della salvatrice, avere a che fare anche con i poteri di un secondo essere magico, lo stava mettendo in difficoltà, più che altro perché non potendo uccidere Emma, non poteva difendersi a dovere. Fece nuovamente la stessa cosa che aveva fatto precedentemente. Aggiunse un po’ di forza nei suoi poteri, in modo da scaraventare a terra Regina e far cedere Emma, la quale venne sbalzata indietro.

Libero dagli attacchi di entrambe le donne, decise di non correre il rischio attaccando di nuovo. La salvatrice era stanca, ma dopo l’incontro con il salvatore che lo aveva imprigionato, aveva imparato a non sottovalutarne mai il loro potere dormiente. Quindi senza dire niente, svanì.

Regina tirò un sospiro di sollievo, così come Emma, la quale perdendo tutta l’adrenalina che aveva in corpo, sentì gli effetti collaterali dell’uso di tutta quella magia. La testa cominciò a girarle e la nausea divenne improvvisamente forte che dovette svuotare lo stomaco proprio in quel momento.

La regina cattiva si alzò in piedi e guardando confusa le due donne, sé stessa in particolare disse “Chi diavolo siete voi due? E quell’essere?”

Regina che si era avvicinata a Emma per controllare che stesse bene, si alzò e si diresse verso la sua sé stessa del passato, che la guardava dall’alto al basso, e disse “Credo che  sia piuttosto evidente…sono te e no…non sono qualche strega che ha preso le tue sembianze, vengo dal futuro!”

La regina cattiva rimase a bocca aperta “Non è possibile, i viaggi nel tempo non sono possibili!”

Bhe mia cara, dovrai ricrederti!” disse Regina.

Emma cercò di mettersi in piedi, ma la testa le girava e non riusciva a trovare stabilità sui suoi piedi. Ci pensò Regina a darle un supporto, ma ora la donna si ritrovava a dover risolvere un grosso problema. Aveva una vaga idea del perché quell’essere volesse uccidere la sua sé stessa del passato e quindi, anche la regina cattiva diventava una vittima da proteggere dalle idee folli dell’anti salvatore.

Regina vide che qualche soldato della sua controparte stava riprendendo i sensi e le venne in mente l’unica soluzione che pensava possibile al momento.

“Che tu sia d’accordo o meno Regina, tu verrai con noi al castello di Biancaneve!” disse Regina, rivolgendosi alla sé stessa cattiva, la quale alla sua richiesta la guardò come se le fosse cresciuta una seconda testa.

“Tu sei pazza, io non vado…” cominciò la regina cattiva, ma il sindaco la mise a tacere “Non voglio sentire discussioni, la tua vita è in pericolo e con la tua, la mia e quella di molte persone. Quell’essere ti vuole morta e credo che ti abbia dimostrato pienamente che tu non sei lontanamente in grado di sconfiggerlo, quindi vedi tu. preferisci morire o sopravvivere per ottenere la tua vendetta?”

Alla regina cattiva non piacque come la donna davanti a lei le avesse fatto notare la sua debolezza, ma allo stesso tempo non poteva negare di come, senza l’intervento di quelle due donne, non sarebbe sopravvissuta.

“Cosa ti fa pensare che Biancaneve mi vorrà al castello o che io non la elimini appena ne ho la possibilità?” domandò la regina cattiva.

“Di Neve mi occupo io e tu…so che vuoi vedere Neve soffrire e quindi non la ucciderai, ma continuerai a cercare il modo per attuare il sortilegio oscuro!” disse Regina, poi guidando Emma verso la carrozza e aiutandola a salire. “Nessuna delle tre ha abbastanza forza per teletrasportarci tutte quante al castello, quindi spero non ti dispiaccia se usiamo la tua carrozza”.

Regina sorrise a vedere il volto seccato della regina cattiva e una volta che ella salì e prese posto, seguì il suo esempio, ma prima che la carrozza, guidata da un paio di soldati della regina cattiva, si mettesse in marcia, notò qualcosa al di fuori dalla finestra. Ordinò di aspettare e scendendo nuovamente dal mezzo di trasporto, si avvicinò a un ramoscello che spuntava dal terreno sul quale sventolava un pezzo di stoffa nera. La raccolse e la mise via, sperando che potesse tornare loro utile.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 

Killian era sdraiato sull’erba con le braccia spalancate a riprendere fiato.

L’allenamento propostogli da David non era stato semplice, ma nonostante si sentisse tutto ammaccato e aveva qualche taglio, a causa di qualche spada andata a segno di striscio, si sentiva soddisfatto. Non aveva  mai impugnato la spada contro il suo futuro suocero, ma doveva ammettere che era uno spadaccino molto abile e si era dimostrato proprio un buon avversario. Avevano deciso di prendere una pausa, con l’intento di continuare successivamente ed era grato a David per questo, sebbene anche l’uomo avesse una motivazione valida per allenarsi…la stessa: proteggere Emma.

David si avvicinò a Killian quando notò che il suo respiro era tornato pressoché  normale e allungandogli la mano, l’aiutò a rialzarsi, dopo di ché gli passò dell’acqua, che il pirata non disdegnò, al contrario bevve con avidità, come se non avrebbe mai più avuto l’occasione di bagnare le sue labbra con il prezioso liquido.

Fu durante la loro pausa che videro in lontananza una carrozza avvicinarsi al castello. David la riconobbe immediatamente e subito diede l’allarme alle sue guardie di circondarla.

David e Killian impugnarono le loro spade, sebbene il secondo non sapeva come comportarsi, nel caso fosse uscita fuori la regina cattiva. Era confuso. Non aveva letto nel minimo dettaglio la storia dei genitori di Emma, ma non ricordava che la regina cattiva avesse fatto una visita a domicilio alla sua figlioccia, escludendo quella fatta al loro matrimonio.

Ma la confusione fu ancora più grande quando all’apertura della portiera ne uscì Regina.

“Regina?” disse Killian “Ti credevo al castello con Emma e Biancaneve!”

“Vedo che Neve non ti ha avvertito della nostra gita!” disse Regina.

“Gita? Quale gita? Cosa sta succedendo e dove è Emma?” disse Killian cominciandosi a preoccupare.

Regina pose le mani davanti a sé e gli disse di stare tranquillo e gli rassicurò che presto gli avrebbe raccontato tutto, ma ora era più importante parlare con David e Neve e ringraziò il cielo quando vide la figlioccia avvicinarsi a loro a passo svelto, probabilmente intimorita dalla presenza della carrozza  della sua nemica a palazzo.

Infatti la donna tirò un sospiro di sollievo quando vide che vi era Regina e non la regina cattiva, ma la domanda venne spontanea anche a lei “Dov’è Emma?”

Regina sospirò e disse “Emma è dentro la carrozza e sta bene, si è semplicemente addormentata durante il viaggio! È esausta!”

 “Sarà meglio portarla in camera, allora!” disse Killian avvicinandosi alla porta della carrozza, ma Regina gli sbarrò la strada.

“Prima dobbiamo parlare. Io ed Emma siamo andate in missione e abbiamo incontrato...quell’essere!”

A quelle parole tutti spalancarono gli occhi e subito temettero il peggio nonostante Regina avesse rassicurato loro che Emma stava bene.

“Stiamo bene, il problema è un altro. Quell’essere ha attaccato la regina cattiva e c’è mancato poco che la uccidesse. Se ora mi trovo qui a parlare con voi lo devo a Emma!”

Killian fece un sorriso orgoglioso, ma comunque dentro tremava al pensiero che la sua amata, aveva dovuto affrontare nuovamente quell’essere, senza che lui potesse fare qualcosa per aiutare la moglie.

“Sembra che l’anti salvatore per uccidere Emma, non gli basta trovare la spada, ma vuole renderla più vulnerabile uccidendo me, così da non avere resistenza da parte della salvatrice” disse Regina, la quale venne interrogata da David.

“E cosa ha che fare con te? Cosa può venire di male a Emma se la regina cattiva muore? Avrà una famiglia e qualcuno che le vuole bene, cosa c’è di male in questo?” disse l’uomo incrociando le braccia.

“Grazie tante David, ma non dimostrare tutto questo dispiacere per le mie sorti! Sospirò per poi continuare “Tralasciando la questione che a nessuno importa un accidente di me, se Emma crescesse con voi sarebbe…bhe non la Emma che conosciamo!” disse Regina storcendo il naso.

Killian alzando le sopracciglia chiese “Cioè non sarebbe più la salvatrice?”

“Lei è nata come salvatrice, niente potrà cambiare questo, ma quello che la rende forte è il modo in cui è cresciuta. Certo ha anche molte insicurezze, ma Emma è una persona forte proprio per la vita dura che ha affrontato.” Disse Regina per poi rivolgersi maggiormente a Neve e David “In una nostra avventura, Emma è stata mandata in un’altra realtà dove non è stata separata da voi, ma era cresciuta tra pregi e lusso e senza mai faticare per ottenere qualcosa dalla vita e sapete che persona era? Debole e patetica, era la tipica principessa che cantava mentre raccoglieva i fiori!”

“Sul serio?” disse Killian sorpreso, non immaginando Emma in una veste del genere.

“Ma ha avuto l’amore di una famiglia!” chiese Neve speranzosa, scambiando poi uno sguardo con David.

“Si, ma fidati, non saresti stata orgogliosa di lei. Se tu faresti di tutto, anche rischiare la felicità di tua figlia per il bene del tuo regno, lei no. Nel tentativo di farle ricordare come era stata la sua vera vita, ho dovuto attaccare il regno e vi ho fatto prigionieri. Emma sapete cosa ha fatto? Purchè vi lasciassi liberi mi ha consegnato le chiavi del regno, cosa non ammissibile da parte di una regnante. Per salvare i suoi genitori ha condannato l’intero reame e io non credo che voi vogliate che vostra figlia si comporti da codarda. Inoltre quando vi ho ucciso… ovviamente per finta, lei ha semplicemente pianto, non mi ha affrontato, non aveva quella grinta che caratterizza la nostra Emma. Quindi una salvatrice che non combatte per il bene altrui, non è una vera salvatrice e immaginate quante speranze avrebbe di riuscire a difendersi contro quell’essere?”

“Nessuna!” disse Killian.

“Quindi cosa dovremmo fare? Sotterrare l’ascia di guerra contro la regina cattiva e darle protezione?” Chiese David, non piacendogli la piega che stava prendendo quella conversazione.

“Ci penseremo noi a proteggerla. Voi dovrete solo cercare di andarci d’accordo mentre rimarrà qui con noi!”. Disse Regina.

“Regina, questa situazione non mi piace per niente!”  disse Neve spaventata dall’idea di ospitare la sua matrigna cattiva.

“Lo so Neve, lo comprendo, ma devi farlo per il bene di tua figlia!” disse Regina.

David serrò la mandibola e annuì rassegnato, sebbene disprezzasse quell’idea con tutto sé stesso.

Regina si avvicinò alla carrozza e bussando disse “Puoi scendere adesso!”

La portiera della carrozza si aprì e ne uscì una regina cattiva, vestita con il suo solito vestito nero e con un ghigno sulle labbra “Guarda chi si rivede…Neve! Scontenta di vedere che stai bene!”

Regina alzò gli occhi al cielo “Non cominciare e ricordati della promessa fatta!”

La regina cattiva guardò storto sé stessa e aggiunse “Solo perché ho detto che non avrei alzato un dito contro di loro, non vuol dire che me ne starò zitta!”. Poi cominciò a squadrare la sé  stessa del futuro, sebbene non avesse fatto altro per tutto il tragitto al castello. Quel vestito colorato, quel sorriso che sulle labbra leggermente accennato e quella bontà che leggeva negli occhi, non erano cose che le appartenevano. Non riusciva a riconoscersi in quella donna “Cosa diavolo ti è successo per diventare così? Dov’è quella fiamma che ardeva di desiderio di vendetta, quella voglia di distruggere la felicità altrui? Insomma quando sei diventata così debole!”

Regina la fulminò con lo sguardo e fronteggiandole le disse “Se non fossi me, ti dimostrerei io quanto sono debole!”

La regina cattiva sogghigno e aggiunse “Potrebbe essere divertente. Uno scontro fra passato e futuro, chissà chi vincerebbe!”

“Regina senza dubbio!” disse Neve “Lei ha capito che l’amore non è una debolezza, al contrario ti rende forte, qualcosa che tu non riesci a capire!”.

La regina cattiva superò la sé stessa del futuro e si pose dinnanzi a Biancaneve, la quale per timore fece qualche passo indietro, mentre David si mise tra le due, ponendo un braccio davanti alla sua amata in segno di difesa. “Ti devo ricordare il perché considero l’amore una debolezza? Di chi è la colpa se non ho potuto sperimentare questo sentimento, chi è che ha fatto uccidere l’uomo che amavo?” disse la donna con rabbia.

“Avevo dieci anni!” disse Neve con voce dura.

“Non mi interessa, quello che m’importa è che Daniel è morto perché non hai saputo tenere chiusa quella tua dannata boccaccia!” disse infine la regina cattiva.

Killian alzò gli occhi al cielo al battibecco tra le due donna. Regina non interveniva, anzì si era messa da parte ad aspettare che finissero di litigare e intervenire se la regina cattiva volesse infrangere la promessa fatta. Lui così salì sulla carrozza per controllare Emma. Anche se le avevano detto che stava bene, lui voleva controllare di persona. Il fatto che la sua amata aveva nuovamente affrontato quell’essere, lo mandava fuori di testa. Voleva proteggere lei e il suo bambino, ma non avrebbe potuto se lui non era presente quando Emma veniva attaccato.

Killian scrollò delicatamente la spalla ad Emma, la quale era profondamente addormentata. Nemmeno le urla di Neve e Regina l’avevano destata, cosa piuttosto insolita, dato che sapeva che la sua amata aveva imparato a dormire sempre tenendo un occhio aperto, per non farsi mai trovare impreparata.

“Emma, love!” disse sussurrando.

Emma fece un lamento, ma all’ennesimo richiamo aprì gli occhi. Ci mise un paio di secondo a mettere a fuoco e a riconoscere Killian.

Si strofinò gli occhi, ma non riuscì a mandare via la stanchezza. Non sapeva dire se era a causa della gravidanza o del troppo uso di magia. Optava per entrambe le cose “Killian?…mi…mi devo essere addormentata durante il viaggio!” disse, chiudendo nuovamente gli occhi, per poi riaprirli cercando di non appisolarsi nuovamente.

“Vieni love, sarebbe meglio per te riposare in un luogo più comodo!” disse Killian aiutandola a scendere dalla carrozza. La donna non fece nemmeno caso al tentativo di Regina, che si era vista obbligata ad intervenire, per calmare le acque. La sé stessa del passato si stava riscaldando troppo e sapeva che non era mai una cosa positiva. Il sonno era talmente pronto ad afferrarla, che Killian la dovette sostenere per la vita per non farla cadere a terra, quando un colpo di sonno la colse. Nello stesso momento lo scrigno che Emma teneva in mano le cadde a terra e in quel momento riuscì a trovare la forza di trovare un po’ di energie dentro di sé. “No Killian, adesso non posso riposare. Devo portare questo a…” non terminò la frase che Killian, raccogliendo lo scrigno che si era aperto vide il suo contenuto. Lo raccolse e guardò confuso Emma.

“Cosa ci fai con il pugnale del signore oscuro, Swan?” chiese il pirata preoccupato.

Emma sospirò “Io e Regina abbiamo fatto un accordo con Tremotino. Se noi gli consegniamo il pugnale, lui ci dirà dove trovare la spada, così potremo tornare dalla nostra famiglia!”

Killian chiuse gli occhi e disse “Non mi piace che tu stia da sola con quel lurido coccodrillo. Ti accompagno!” disse l’uomo.

I due scesero nelle segrete e Uncino guardò il signore oscuro, come avvertirlo di non fare passi falsi e Tremotino guardò curioso il pirata dicendo “Oh anche tu vieni dal futuro immagino…come mai non ti ho ancora ucciso?”

“Non è facile farmi fuori coccodrillo e sei fortunato che non sia stato io a uccidere te e credimi…di occasioni ne ho avute!” disse Killian con aria di sfida.

“Ma davvero? È come pensi di uccidere un essere che non può essere ucciso, senza che tu diventi il  signore oscuro tu stesso?” chiese curioso Tremotino.

Killian sorrise divertito “Non hai idea di quante cose accadranno in futuro, il tuo potere non ti mostra così tanto e credimi…ci saranno momenti in cui sarai vulnerabile. Ti è andata solo bene che sono cambiato!”

Emma decise di intervenire e facendo vedere lo scrigno a Tremotino disse “Ti ho portato il pugnale come avevamo stabilito. Ora dimmi dove trovare la spada!”

“Prima dammi il pugnale, poi te lo dirò!” disse Tremotino allungando la mano “Sono un uomo di parola, non devi temere, ti dirò quello che so!”

Emma guardò Killian e sospirando gli diede lo scrigno.

“Grazie cara!” disse l’uomo afferrando il prezioso oggetto.

“Ora avanti dicci tutto!” disse Killian con voce seria.

Tremotino alzò le spalle e disse “Io non so cosa abbia di particolare quella spada, né dove si trova, mi dispiace!” rise.

“Avevamo un accordo, avevi detto che ci avresti aiutato e detto dove trovarla!” disse Emma, cominciando a irritarsi.

Il signore oscuro sorrise “Si mia cara, avevamo un accordo, il quale era che tu mi avresti portato il pugnale e io ti avrei detto tutto quello che sapevo su quella spada e così è stato. Io non so niente su quell’arma, non lo mai vista in vita mia!”

Emma arrabbiata fece un gesto con la mano che prese a strangolare Tremotino da lontano.

“Mi hai ingannata!” disse con voce dura.

Tremotino rideva “Cosa vuoi fare? Uccidermi?”

Emma annullò la magia, ma un giramento di testa la costrinse ad aggrapparsi a Killian.

Swan che succede?” chiese l’uomo preoccupato, il quale ricevette come risposta da Emma “Niente, sto bene!”

Tremotino sorrise nuovamente e disse “Che temperamento. Sei sempre così o sono gli ormoni? Bene mia cara, ti darò un consiglio e te lo darò solo per farmi perdonare il mio tiro mancino. Non è cosa molto saggia usare troppa magia nel tuo stato. Cioè finchè usi i tuoi poteri va ancora bene, ma quando arrivi al limite come sembra hai fatto oggi, rischi di usare i poteri del tuo bambino e…se esaurisci le sue energie bhe…puoi immaginare cosa può succedere!”

Emma spalancò gli occhi e un nuovo stato di terrore l’assalì. Strinse con forza la giacca di Killian e guardò terrorizzata Tremotino.

“Non ascoltarlo Emma, sta solo cercando di spaventarti!” disse Killian, sperando che la sua ipotesi fosse realmente così. Nessuno dei due aveva preso in considerazione il fatto che il loro bambino potesse possedere dei poteri magici, sebbene fosse anch’egli il prodotto del vero amore.

“Io  non ci guadagno niente, ma fare come volete, ma poi non venite a dare la colpa a me!” disse Tremotino “Ti auguro buona fortuna salvatrice”.

 

Salve, allora come vi è sembrato? Brutto, noioso, orribile.

Volevo solo avvisarvi che forse da oggi aggiornerò un po’ più raramente. È vero che ho diversi capitoli pronti, ma è anche vero che da oggi in poi avrò pochissimo tempo e per andare avanti e se pubblico tutto velocemente, poi le attese diventeranno lunghe, almeno così spero di rendere la storia abbastanza continua.

Come al solito, se avete tempo, fatemi sapere la vostra opinione.

Grazie

Byeee

Neko

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 

Killian raggiunse Neve, David e le due Regina in cortile dove i quattro stavano ancora discutendo sulla sistemazione della regina cattiva. C’era il dubbio se lasciarla libera nel castello, con Regina che le faceva costantemente da guardia, oppure rinchiuderla nelle prigioni. Il sindaco di Storybrooke non era tanto entusiasta dell'idea di imprigionarla, preoccupata di cosa lei e Tremorino avrebbero parlato. Sapeva che il signore oscuro non avrebbe messo in pericolo il loro futuro, ma non aveva idea se la presenza di loro tre avesse già innescato qualche sorta di cambiamento. Non voleva rischiare e per fortuna, con tanta pazienza, riuscì a convincere i Charmings a lasciarla libera. L'avrebbe tenuta costantemente sotto controllo e, se non c'era lei, le avrebbe applicato il bracciale che le avrebbe impedito di usare la magia. Il braccialetto però sarebbe stato uno strumento a cui avrebbe ricorso solo in caso di necessità, non essendo d'accordo con l'utilizzo di oggetti che bloccavano la propria natura. C'era anche da tenere conto che non avrebbe avuto nemmeno la minima possibilità di scappare se l'essere incappucciato si fosse fatto vivo.

"Cosa succede Uncino?" chiese David vedendo la faccia preoccupata dell'uomo.

"Emma sta riposando?" Chiese Neve assicurandosi che la propria bambina stesse bene, non vedendola accanto all'uomo.

Killian scosse la testa e disse loro cosa era successo nelle segrete.

"Emma si è ritirata nella nostra stanza, ma non mi ha detto nemmeno una parola. Si è allontanata, si è chiusa in sé stessa oltre che in camera. Lo so che non è una situazione facile, ma vorrei aiutarla e non so come fare!" disse il pirata abbattuto.

Regina sospirò e disse "se per te va bene, proverei a parlarle io. A volte si riesce a essere più aperti con gli amici.  Magari Emma ha qualche pensiero o paura di cui non vuole metterti al corrente per non preoccuparti. Sarebbe proprio da lei!”

Killian sospirò e annuì.

"Bene, io mi prendo cura di tua moglie e tu prenditi cura di...me!" disse Regina dandogli il bracciale magico, da usare solo in caso di necessità. La regina cattiva aveva tanto da guadagnare a creare un alleanza con loro, quindi sperava vivamente che non avrebbe fatto nessun passo falso.

Regina percorse quei corridoi per la millesima volta nella sua vita. A volte le sembrava di non essere mai andata via da quel luogo, nonostante gli anni passati. Ma si sentiva sollevata nel vedere che i tristi ricordi legati a quel castello non la turbassero più di tanto. Stava a indicare che finalmente aveva messo una pietra sul suo passato una volta per tutte.

Finalmente giunse davanti alla porta dietro la quale sapeva trovarsi Emma. Bussò un paio di volte, ma l'invito ad entrare non arrivò. Provò ad aprire la porta, ma dovette constatare che questa era stata chiusa dall'interno. Questo suo atteggiamento le fece comprendere che non voleva parlare con nessuno. Emma sapeva che lei non si sarebbe fermata davanti a una porta chiusa a chiave, ma sperava che recepisse il messaggio e se ne sarebbe andata, lasciandola sola. Regina però non volle rispettare questo suo desiderio e, scomparendo, riapparve all'interno della stanza in una nuvola viola. Trovò Emma voltata di spalle, seduta sul letto. Aveva il capo chino e giocava nervosamente con le mani. Regina era sicura che l'avesse sentita entrare, ma la donna non fece una piega. Non sapeva se questo suo non reagire, volesse dire che non era infastidita dalla sua presenza o se si era talmente rinchiusa in stessa da non fare una piega.

 "Emma!" la chiamò Regina, per studiare come ella avrebbe reagito. Non le rispose, né quella volta né quelle successive. Sospirò e andò a sedersi accanto a lei. Poteva vedere il suo volto bagnato dalle lacrime e gli occhi rossi e gonfi, per quel pianto che sembrava essersi già esaurito.

"Emma per favore, dì qualcosa!" chiese Regina poggiandole una mano sulla spalla, sorpresa dal vedere che a quel contatto la donna si scostò bruscamente.

"Va via!" disse la salvatrice con voce tremante, ma senza guadarla. Il suo capo ancora chino e il suo sguardo lontano. Regina sospirò e rimase indecisa sul da farsi. Non sapeva se era meglio lasciarla calmare un po’ o costringerla a parlare.

Guardò la donna e la vide tormentarsi le mani, ma solo facendo più attenzione si accorse che quello era solo un tentativo per nascondere il solito tremore che l'assaliva quando era spaventata per qualcosa e dopo il dialogo avuto poco prima con Killian, sapeva cosa potesse assillare la sua mente.

"Emma, Uncino ci ha detto cosa è successo con Tremotino, del suo inganno e...del suo avviso per quanto riguarda il bambino e..." Regina non sapeva esattamente cosa dirle. Avrebbe voluto tirarla su di morale, ma sapeva che sarebbe stata un'impresa consolare una donna in stato di gravidanza, emotiva e spaventata.

"Non ti voglio prendere in giro dicendoti che comprendo quello che stai passando, perché non possono nemmeno immaginare cosa voglia dire aspettare un bambino con tutto quello che sta succedendo, ma voglio solo esserne certa che tu sappia che noi siamo tutti con te. Non sarai sola ad affrontare questa situazione e questa gravidanza…non questa volta!" Regina disse osservando la donna, la quale era ancora ferma nella stessa posizione. L’unica differenza erano quelle lacrime che presero a scorrere nuovamente lungo le guance della salvatrice. La vide portarsi una mano al ventre e dopo averlo accarezzato per qualche secondo disse "Io non voglio questo bambino!". Fu quasi un sussurro, ma abbastanza forte perché Regina lo potesse sentire.

Regina rimase sorpresa a quella affermazione. "Emma cosa..." cominciò senza sapere cosa dire sentendosi spiazzata, ma la salvatrice continuò "io non posso farlo...io non...posso..." disse cominciando anche a singhiozzare, quando il pianto divenne più forte.

"Emma, ascoltami bene, so che sei spaventata. Con Henry sei fantastica e anche se non l’hai cresciuto da quando era in fasce, non significa che tu non possa essere una buona madre per questo bambino!"

Emma scosse la testa e Regina prendendole le mani, le ridisse quanto appena detto con più determinazione, sperando di dare un po’ di coraggio alla donna, ma Emma disse "No Regina…io voglio questo bambino, ma...non adesso...è tutto sbagliato! Non doveva essere così!" Regina sospirò, comprendendo finalmente cosa volesse realmente dire. Aveva temuto che la donna avrebbe ripercorso lo stesso cammino che aveva percorso la prima volta, quando era troppo giovane e senza niente per crescere un bambino e se capiva che allora non poteva fare altrimenti, sapeva che se avesse dato in adozione anche questo bambino, avrebbe fatto l'errore più grande della sua vita. "Io non mi sento pronta per essere madre, non so nemmeno da che parte partire, ma da quando ho scoperto che questo piccolino sta crescendo dentro di me...oltre al terrore di essere una pessima madre,  ho provato un senso di felicità e non voglio perdere questo momento. La gravidanza con Henry per me è stata un incubo. Sempre a pensare che non l'avrei visto crescere perché mi sentivo così inadeguata, codarda e il senso di colpa che provavo per la mia decisione di abbandonarlo non mi ha mai lasciato. Ho odiato tanto i miei genitori per avermi abbandona e io...ho fatto la stessa cosa. Non mi sono mai perdonata, anche se so che è stato la cosa migliore per lui. Speravo che con questo bambino le cose sarebbero state diverse, che avrei avuto la mia opportunità di avere una seconda chance e invece sto sbagliando tutto. La sua vita è in pericolo ancora prima di nascere. Non posso avere questo bambino adesso!".

"Purtroppo non hai molte alternative Emma. Lo so che sarà difficile, ma devi riuscite a state calma e non pensare alle cose negative e..." disse Regina, ma Emma alzandosi di scatto in piedi disse "Come posso stare calma e non pensare al peggio? Quell'essere mi vuole morta e minaccia il lieto fine di tutti. Mi sento un peso addosso che mi toglie il respiro, ho già quasi avuto un aborto e prima ho usato i poteri del bambino senza volerlo e mettendolo in pericolo. Come posso stare tranquilla quando so che mio figlio non vedrà mai la luce per colpa mia?" disse urlando e respirando affannosamente, ma il respiro le si mozzò in gola quando una fitta al basso ventre la fece piegare in due.

Regina si alzo immediatamente da letto per sorreggerla e condurla nuovamente sul morbido giaciglio. "Emma, fai dei respiri profondi e veramente cerca di rilassarti. Se continui in questo modo allora sì che rischi di perdere il bambino. I crampi non sono un buon segno e se fossimo a Storybrooke ti porterei immediatamente all'ospedale. Ora per favore sdraiati e cerca di dormire!" 

La donna però continuava a piangere violentemente e non sembrava riuscire a calmarsi. Regina non sopportava di vederla in quello stato. Emma era forte e coraggiosa, ma sapeva che era anche molto vulnerabile, ma questa parte di lei era sempre ben nascosta. Probabilmente aveva imparato a non mostrare le sue debolezze per poter sopravvivere in un mondo che si dall'infanzia sembrava avercela con lei. Ma in quel momento con tutto quello che stava vivendo, si era lasciata andare. Era troppo anche per la salvatrice. Provò a starle vicino e a strofinarle la schiena, sperando che potesse aiutarla a tranquillizzarsi, ma non sembrava funzionare, al contrario vide Emma stringere gli occhi e abbracciarsi la pancia mentre si metteva in posizione fetale. Comprese che le fitte non erano passate e a giudicare da suo modo di respirare stava rischiando di entrare in iperventilazione. Stava per avere un attacco di panico e se avesse continuato in quel modo, non ci sarebbe stato niente da fare per garantire il suo lieto fine e quello di Killian.
Regina si vide costretta a intervenire con la magia e le fece un incantesimo del sonno. Era una versione più blanda, una specie di sonnifero magico, senza bisogno del bacio del vero amore per svegliarsi e niente stanze infuocate che infestavano i sogni. L’unica sua funzione era garantire diverse ore di sonno. Lo sapeva perché aveva inventato quella magia per lei stessa per quelle lunghe notti passate insonne dopo la morte di Robin.

Fortunatamente l'incantesimo funzionò e Emma sembrò calmarsi fino ad addormentarsi.  Regina si preoccupò di coprirla a dovere, dopo di ché uscì dalla stanza a passo svelto.

Si diresse verso il cortile dove immaginava fossero David e Killian ad allenarsi nuovamente, ma a giudicare da come il pirata continuava a essere disarmato, la donna comprese che la sua testa era altrove.

"Uncino, ho visto che sai fare meglio di così, impegnati. Se è in questo modo che vuoi difendere mia figlia allora è perduta!" disse riuscendo a disarmarlo per l'ennesima volta e la spada, cadendo, andò a sbattere in malo modo su una pietra, scheggiandola.

Killian sbuffó e guardò il danno fatto.

"Mi dispiace Uncino. Mi farò perdonare regalandoti una spada del mio arsenale!" disse David invitando il pirata a seguirlo. Killian si girò verso la regina cattiva che era appoggiata ad un albero con uno sguardo infastidito. Mentre osservava la sua figlioccia, poco distante da lei, dialogare con i suoi uccellini e raccogliere fiori.

Il pirata le si avvicinò e le disse "Non ci pensare nemmeno!"

La regina cattiva con uno sguardo freddo chiese "a che cosa?"

"Ad architettare qualche sorta di vendetta contro Neve. Fin tanto che stai qui, dovrai fare la brava!" disse killian, guardandola in modo serio.

"Oh e come pensi di fermarmi se avessi intenzione di fare qualcosa? Sei solo un omuncolo patetico senza alcun potere!" disse la regina minacciosa.

"È vero, non ho poteri, ma ti ricordo che sono sopravvissuto centinaia di anni e ho avuto a che fare con esseri più temibili di te. Quindi non mi sottovaluterei cosi tanto fossi in te!" disse Killian, non facendosi spaventare dal tono minaccioso della donna "Ora tu vieni con me. Devo tenerti sotto controllo e non posso lasciarti qui fuori con Neve nei paraggi, quindi se mi fai la cortesia di seguirmi, eviteremo discussioni!"

"Killian!" disse la voce di Regina alle sue spalle.

L'Interpellato si girò velocemente verso la donna che lo aveva chiamato. Era insolito sentire Regina chiamarlo per nome, il che significava che era successo qualcosa di grave.

Si avvicinò a lei a passo spedito, temendo che qualcosa non andasse con Emma e vedendo la sua agitazione, anche David e Neve si avvicinarono.

"Regina, cosa succede?" domandò il pirata preoccupato.

"Dobbiamo trovare un modo per tornare al nostro tempo il prima possibile!"

"Cosa è successo? Cosa ha detto Emma?" chiese il pirata, comprendendo che quella richiesta era dovuta a qualcosa che aveva detto o fatto la sua amata. Non era contemplato un viaggio di ritorno senza la spada e soprattutto lasciando l'anti salvatore in quella dimensione con tutto quello che avrebbe potuto comportare, la morte della regina cattiva in primis, che avrebbe comportato un drastico cambiamento nella storia.

"Sarò sincera Killian, non potevate scegliere momento peggiore per mettere su famiglia, Emma è..." non riuscì a terminare la frase che Uncino chiese " Emma è che cosa?"
Non fece caso al fatto che non la lasciasse finire di parlare, dato la delicatezza della situazione, ma prendendo un respiro profondo continuò "Emma è spaventata per tutto quello che sta succedendo. Già diventare madre è una cosa che fa paura, soprattutto per una persona che non ha vissuto bene la prima gravidanza, in più si ci mette il suo ruolo di salvatrice che le mette sulle spalle un peso enorme e che potrebbe costare la vita a vostro figlio e...” fece un attimo di pausa, durante il quale guardò seriamente Uncino negli occhi “ Killian, Emma non sta bene, non riesce a stare calma e questo suo stato d'animo sta aggravando la sua salute. Ha quasi avuto un attacco di panico e altri crampi e ha bisogno di un'assistenza medica o il bambino non c'è la farà e un aborto può essere pericoloso anche per lei!"

Killian rimase paralizzato a sentire quelle parole. Si sentiva impotente. Avrebbe voluto aiutare la sua amata, ma sapeva che tutto quello che stava succedendo era al di fuori della sua portata. Se avesse avuto ancora a disposizione la lampada del genio avrebbe desiderato di farsi lui stesso carico del compito che spettava Emma, ma non c'era soluzione e per la frustrazione prese a pugni il tronco di un albero lì vicino, infischiandosene del danno che si sarebbe provocato alla mano.

Regina lo affiancò immediatamente e prendendo la sua mano la curò.

"Cerca di mantenere la calma. Ci manca solo che dia di matto pure tu!" lo rimproverò Regina.

"Come? Dimmi come posso stare calmo Regina...è di Emma che stiamo parlando e...del nostro bambino. Non potrò mai perdonarmi se mai dovesse succedere loro qualcosa."

"Devi stare calmo per il bene di Emma, devi riuscire a trasmetterle sicurezza e speranza. Lo so ti senti inutile di fronte un avversario come quell'essere, ma Killian non devi pensare di poter aiutare tua moglie fronteggiando questo pericolo, ma pensa a come realmente ti puoi rendere utile. Emma ha bisogno di quanto più sostegno possibile nelle sue condizioni e questo è l'aiuto più importante che puoi darle. Probabilmente dovrà affrontare diversi ostacoli, ma potrà farcela solo con il sostegno e la forza di chi le è accanto e non da sola. Tutti noi dobbiamo starle vicino!"

David pose una mano sulla spalla di Uncino il quale stringeva saldamente la mandibola per la frustrazione e disse "Regina ha ragione Uncino. Posso vedete quanto tu la ami e come le sei stato vicino in questi giorni e sebbene inizialmente pensavo a te come un pessimo partito, mi sono dovuto ricredere!"

Neve gli sorrise e aggiunse " inoltre noi ti daremo una mano. Non credo che i nostri futuri noi stessi si metteranno da parte, vi aiuteranno come potranno. In più avete tanti amici da quanto mi avete detto e  Regina è una valido aiuto, quindi sono sicura che andrà tutto bene!"

Killian annuì. Sapeva che avevano ragione e lui avrebbe fatto del suo meglio. Si scusò con i presenti e si recò verso il palazzo. Sentiva l'esigenza di state accanto alla moglie in quel momento, ma Regina lo avvertì dell'incantesimo fatto sulla donna in modo tale che non si spaventasse se la donna sembrava non volersi svegliare.

Killian non fece una piega a quanto disse, ma David e Neve la guardarono confusi e si apprestò a spiegare.

"Non è lo stesso incantesimo del sonno che ho fatto a Neve. Emma non subirà nessun effetto collaterale, tranquilli!"

"Ti sei proprio rammollita!" disse la regina cattiva nello scoprire come aiutava la figlia di Biancaneve, ma Regina non le diede soddisfazione nello rispondere, ma con un tono che non ammetteva repliche le disse che necessitava del suo aiuto. Con Emma KO, toccava a lei trovare un modo per tornare al futuro. Tornarono nuovamente nel laboratorio segreto di Cora, cercando di trovare una soluzione e sperava con l'aiuto della regina cattiva di fare più velocemente.

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

“All'ennesimo libro senza risposte su come ricreare un portale magico, che non comportasse il rapimento e forse morte di un neonato, la regina cattiva disse "Ricordami perché ti sto aiutando. A me non importa niente di quella Ella!

"Si chiama Emma e le sei debitrice. Mostra un po’ di riconoscimento ogni tanto!" disse Regina senza staccare gli occhi da ciò che stava facendo.

La regina cattiva si alzò e andò a curiosare. "Cosa stai facendo?" chiese la donna, notando in mezzo a tanti ingredienti sparsi per il tavolo un libro di magia oscura. Sorrise e disse "Lo sapevo che non eri cambiata, stai preparando un incantesimo oscuro per vendicarsi sui charmings vero?"

"Ti spaventa tanto la possibilità di essere buona?" disse Regina guardando sé stessa "Perché te lo chiedo? Sei me, quindi la risposta è si! È più facile essere malvagi. Tutti ti temono e non avendo affetti, nessuno può più feriti. È più facile non amare, che amare!"

"L'amore è una debolezza e dovresti saperlo!" disse la regina cattiva.

"No, non è così. Ora l’ho capito. È forza, è qualcosa che ti spinge a lottare e che ti scalda il cuore. Però lo ammetto fa anche soffrire. Ma è meglio avere amato e perso che non aver amato affatto!" disse Regina, per poi chiedere alla sua controparte di passarle qualche ingrediente per le pozioni che stava preparando.

"Io non capisco tutto questo buonismo che hai. Come hai potuto perdonare Biancaneve dopo quello che ti ha fatto?” domandò la regina cattiva.

"Non l'ho perdonata per molto tempo, anche dopo che avevo deciso di cambiare. Avevo preso la decisione di non vendicarmi più, ma dentro di me provavo ancora odio verso di lei. Ma quando Emma ha voluto essere mia amica, qualcosa è cambiato. Lei mi disse che per certe cose si sentiva capita solo da me e ho cominciato a pensare. Perché vuole essere mia amica nonostante tutto quello che ho provocato alla sua famiglia? Perché non mi odia per averla strappata in un certo senso alla sua famiglia? A volte questa domanda me la pongo ancora oggi. Lei mi ha perdonata e così anche David e Neve. Io al loro posto avrei fatto le peggiori cose, eppure ci sono riusciti e mi hanno accolto tra di loro. Ho deciso così di perdonare anch’ìo Neve. Ci è voluto del tempo, ma ora sono la mia famiglia. Ho riaperto il mio cuore e sai? Non me ne pento!"

"Non passerò mai sopra quello che mi ha fatto. Mai!" disse la regina cattiva con tono duro “Alcune notti rivivo l’uccisione di Daniel e questo mi tormenta e non troverò pace finchè non avrò il cuore di Neve che pulsa nelle mie mani!”

“Sbaglio o hai detto alcune notti. All’inizio rivivevamo quei momenti tutte le notti e ci siamo aggrappati così tanto a quella rabbia, che non potevamo sfogare verso nostra madre, che ci ha annebbiato la testa a tal punto da prendercela con una bambina che voleva in qualche modo aiutarci. Il fatto che non rivivi la morte di Daniel tutte le notti, significa che ci stai passando sopra, che quella ferita si sta rimarginando, solo che la rabbia che provi è così forte che non vuoi andare avanti e non ti rendi conto che ora che nostra madre non ci può più mettere i bastoni tra le ruote, puoi iniziare a vivere la vita come tu vuoi e innamorarti nuovamente! Ma non importa, prima o poi lo capirai anche tu!” disse Regina sorridendo alla sua passata sé stessa che la guardava con aria confusa e per tirarla su di morale le chiese “Sentì, devo modificare un incantesimo di protezione che ho già rivisto più di una volta, ma che deve avere una funzione specifica. Ti va di aiutarmi? Non so bene come procedere, una mano potrebbe tornarmi utile.”

Killian era sdraiato accanto a Emma e la fissava mentre dormiva. Sentiva il suo respiro lento e regolare, ma dal suo volto, ancora rigato dalle lacrime e rosso per il pianto, l’uomo poteva leggervi il dolore che la sua amata stava provando. Ella si trovava ancora in posizione fetale, un po’ più ripassata rispetto a come l’aveva lasciata Regina, girata verso il centro del letto matrimoniale con una mano sul ventre come a voler proteggere il frutto dell’amore tra lei e Killian. L’uomo posò la mano su quella di lei e con voce bassa, prese a parlare sia a Emma che al bambino. Sperava che inconsciamente lo sentisse e che le sue parole potessero darle quella serenità di cui aveva bisogno. Non seppe dire quanto tempo rimase li accanto a Emma. Poteva scommettere che si era anche addormentato per un po' dato la luce rossa che entrava dalla finestra e che stava a indicare il tramonto. Guardò nuovamente la sua amata e sebbene bon avesse ancora cambiato posizione, poteva vedere un volto più rilassato e non più rosso. Se non fosse ancora per il segno delle lacrime, la donna poteva benissimo sembrare semplicemente una principessa intenta a fare il suo sonnellino di bellezza prima di prepararsi per uno dei numerosi balli, che venivano preparati quasi ogni sera in quelle terre.

Killian sentì bussare alla porta. Si alzo per andare ad aprire e vide le due Regina davanti alla porta.

“Allora, come ti sembra?” chiese il sindaco entrando nella stanza per osservare la salvatrice.

Killian sospirò “non posso dire molto osservandola dormire, ma è un po' più rilassata rispetto a come l’ho trovata all’inizio. Sono preoccupato di vedere in che stato sarà quando si sveglierà!”

Regina stava per rispondergli, ma una guardia del palazzo li avvisò che la cena era pronta e che i reali li stavano aspettando.

Regina guardò Emma e poi rivolgendosi al pirata disse “Credo che ora lo vedremo!”

“Credevo che l'avremo lasciata riposare il più a lungo possibile! “ disse Killian confuso.

“Si, Emma ha bisogno di riposare, ma deve anche mangiare per mantenersi in forza e per la salute del bambino e oggi, non ha mangiato un granché. La sveglierò giusto in tempo per la cena, poi se sarà necessario, le farò nuovamente l’incantesimo, ma spero vivamente che riesca a dormire senza l’intervento magico. Tenerla costantemente “sedata” non è molto sicuro per lei. Nel caso venisse attaccata potrebbe non svegliarsi in tempo per difendersi!”

“Ci vogliamo muovere? Non ho voglia di passare la mia vita a vederci crogiolare per la salute di Ella. Inoltre ho fame!” disse la regina cattiva rimasta in disparte sull’uscio della porta. Regina alzò gli occhi al cielo e con un gesto della mano svegliò Emma dal suo sonno, ma la donna non sembrava volersi svegliare. Killian provò a scuoterla leggermente e la chiamò per nome. La donna emise un piccolo gemito e aprì leggermente gli occhi, ma non sembrava ancora del tutto con loro.

“Ehi love, ben svegliata! Cosa ne dici di in po' di cibo?” chiese Killian dolcemente spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Emma però non rispose, al contrario chiuse gli occhi. Quella giornata l’aveva completamente drenata delle proprie energie e il pianto isterico di quel pomeriggio le aveva succhiato quella poca forza che le era rimasta.

Killian poteva comprendere il suo bisogno di dormire, ma anche il bisogno che il suo corpo aveva di mangiare e fra nausee e casini vari, Emma non si era alimentata a dovere in quei giorni.

“Andiamo love, ti porto io!” le disse il pirata dolcemente, mentre la prendeva in braccio.

“Hai anche intenzione di masticare il suo cibo?” gli chiese la regina cattiva, la quale si beccò un’occhiataccia dal pirata, il quale successivamente si rivolse a Regina dicendole “Falla tacere o ci penserò io a farlo, ma sfortunatamente per te anche tu poi ti ritroveresti senza lingua!”  Regina sbuffò, poi seguì il pirata verso la sala da pranzo.

“Emma stai bene?” chiese Neve quando vide Killian entrare nella sala da pranzo con Emma in braccio. La donna che aveva ancora gli occhi chiusi, si girò leggermente verso la madre, ma era talmente stordita che non ebbe nemmeno la forza di risponderle.

Killian l’appoggiò su una sedia e dallo sguardo  della donna, che aveva storto il naso, sapeva che convincerla a mangiare sarebbe stata un’impresa, ma lui sapeva già cosa fare. Avrebbe puntato sul suo orgoglio. L’uomo prese la forchetta e, scegliendo un cibo che sapeva  Emma sarebbe stata più propensa a mangiare, l’avvicinò alla bocca per imboccarla. Sorrise quando vide che il suo piano funzionò. Infatti Emma gli strappò di mano la posata e iniziò a mangiare. Per niente al mondo si sarebbe fatta imboccare. La trovava una cosa imbarazzante, soprattutto davanti a Regina e ai suoi genitori.

Killian guardò i presenti e sorrise loro per quella piccola vittoria.

Durante la cena parlarono di quali opzioni avessero per tornare nel futuro. Purtroppo fu un discorso abbastanza inutile dato la poca conoscenza di tutti su questo argomento, ma Regina venne a scoprire un particolare che non conosceva.

“è stata Emma ad aprire il portale per il ritorno nel vostro ultimo viaggio nel passato?” chiese la donna sorpresa.

“Si, ma c’è riuscita con l’aiuto di una bacchetta che le ha dato il coccodrillo!” disse killian.

“Quindi se riuscissimo a recuperare quella bacchetta, potremmo riuscire a tornare nel nostro tempo!” disse Regina “Sembra più facile a dirsi che a farsi. Prima di tutti dobbiamo riuscire a convincere Tremotino a darci quella bacchetta e secondo, dobbiamo aspettare che Emma sia abbastanza in forma!” disse il sindaco dando un’occhiata alla salvatrice, la quale faticava a tenere gli occhi aperti. Neve guardò sua figlia dolcemente. Più la osservava più la sua bambina le sembrava perfetta. Era l’esatto miscuglio tra lei e David. “Forse è il caso che torni a riposare, non credete?” chiese la donna vedendo che Emma aveva cercato una posizione più comoda per dormire appoggiando la testa sulla spalla di Killian. L’uomo annuì. Ma prima che potesse fare il minimo movimento per alzarsi, Regina lo fermò, annunciando che aveva qualcosa su cui discutere con Emma e lui.

Appoggio sul tavolo una boccetta di vetro con al suo interno un liquido azzurro.

“Che cosa è?” chiese il pirata.

“è una pozione di protezione che ho adattato per far sì che la magia di Emma e del bambino siano separati!” disse Regina, sorridendo quando vide Emma raddrizzarsi, improvvisamente sveglia.

“Cosa significa?” chiese la salvatrice curiosa.

“Significa che non puoi ricorrere al potere del tuo marmocchio quando sei a secco. Nemmeno per sbaglio!” disse la regina cattiva annoiata da tutti quei discorsi “Diciamo che dovrebbe creare una sorta di barriera!”

Emma spostò lo sguardo dalla regina cattiva a Regina e chiese speranzosa “è vero quello che ha detto ?”

Regina annuì .

“Aspetta! Non puoi berla, non sai se quella pozione può avere degli effetti collaterali sul bambino!” disse David preoccupato. Non voleva che la magia  potesse creare ulteriori problemi, ma la mano di sua moglie poggiata sulla sua gli fece capire che Neve non era della stessa visione e infatti la donna disse “David, io credo che Regina abbia fatto in modo di non nuocere al bambino, vero Regina?”

“Ma certo, gli ingredienti non sono dannosi. Voglio che Emma possa stare tranquilla almeno su questo aspetto della gravidanza, non le darei qualcosa che possa darle ulteriori preoccupazioni!”

Emma sorrise e ringraziò la donna con tutto il cuore e senza farselo ripetere due volta, prese quella pozione che le diede un po’ di speranza.

Tutti si alzarono dal tavolo per recarsi nelle loro stanze, mentre alcuni domestici erano intenti a sparecchiare.

Regina mise il bracciale che toglieva i poteri alla stessa del passato. Non voleva rischiare che la donna, durante la notte, le giocasse un brutto scherzo, dato che sapeva che a quell’epoca non era molto affidabile.

Emma, invece, camminava accanto a Killian. Si sentiva più in forze dopo aver mangiato e la buona notizia ricevuta, ma la stanchezza era ancora presente e per sicurezza, si aggrappò al braccio dell’uomo.  Quest’ultimo, come anche la salvatrice, si votarono quando David chiese al pirata di aspettare “Uncino, dopo che hai portato Emma nella vostra stanza, potresti raggiungermi?”

Emma guardò Killian confusa, ma anche lui sembrava un po’ sorpreso dalla richiesta e David si apprestò a ricordargli “Ti devo una spada, ricordi? È il minimo dopo aver danneggiato la tua!”

Killian scosse la testa e disse “Non è necessario amico. Davvero non…” Non terminò la frase che David aggiunse “Lo faccio con piacere. Voglio che tu abbia una bella spada con cui proteggere mia figlia e mio nipote. Non si rifiuta mai un dono di un re!” disse sorridendo.

KIllian guardò Emma, la quale gli sorrise e annuì come a volergli indicare di accettate.

David, condusse il pirata la figlia in armeria. Emma volle andare con loro. Voleva distrarre un po’ la mente e conoscere quella che avrebbe dovuto essere la sua casa meglio che poteva, per averne un buon ricordo per quando sarebbe tornata a Storybrooke.

L’armeria era enorme con una quantità di armi spropositata, che avrebbe potuto armare centinaia di soldati. Penso che probabilmente tutte quelle armi erano cimeli che la sua famiglia, conservava già da parecchie generazioni e non si sarebbe sorpresa nello scoprire che una tale quantità di armi erano state usate in tempo di guerre in passato.

“Puoi scegliere quella che vuoi, Uncino!” Disse David, non rendendo a Killian, il compito facile di sceglierne una.

Killian si guardò intorno per qualche minuto studiando ogni spada che gli capitava sott’occhio e provando a impugnarle per vedere con quale si sentiva maggiormente a suo agio. Ma la sua scelta dovette aspettare quando lui e David sentirono un rumore di spada cadere a terra con un rumore metallico che in quella stanza, grazie all’eco, si intensificò.

Killian si girò e non vedendo più Emma, la chiamò preoccupato. Lui e David si recarono verso la zona da dove avevano percepito provenire il rumore e dietro a un muro che percorreva solo metà stanza, trovarono Emma leggermente piegata in avanti, pallida in volto, che si teneva la mano tremante.

“Emma!” la chiamò Killian, affiancandola e posandole una mano sulla schiena. Fu allora che notò la spada caduta a terra che David si apprestò a raccogliere.

“L’hai trovata love!” disse Killian sorridendo.

“Questa? Questa è la spada che stavate cercando? È sempre stata sotto i nostri nasi?” chiese incredulo David mentre osservava l’arma che secondo le visioni di sua figlia, avrebbe dovuto ucciderla.

“Ironico, non è vero?” disse Killian, per poi spostare lo sguardo su Emma che si era portata una mano sullo stomaco. Non sapeva dire se per accarezzare il bambino o se anche quella volta, nella visione che aveva avuto, aveva avvertito dolore. “Tutto bene love?”

La donna annuì, non staccando gli occhi dalla spada.

“Credo che sceglierò questa spada!” disse Killian, che afferrò l’arma quando David gliela passò, ma quest’ultimo, dopo essersi allontanato, disse “Uncino! Tieni, prendi anche questa. È una spada leggera e maneggevole, con una lama a doppio taglio!”
David gli donò una spada che secondo lui si adattava alla personalità di Uncino. “La spada della visione di Emma non conta. Con questa voglio che tu mi prometta che farai tutto il possibile per proteggere la mia bambina. Se non lo farai…bhe te la vedrai con il me stesso del futuro!

Killian sorrise all’uomo annuendo, per poi afferrare il dono appena ricevuto e ammirarlo.

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

 

Emma fu la prima a destarsi quella mattina. Si sentiva ancora stanca, ma la sua solita nausea mattutina la costrinse a scendere da letto. Non si era mai sentita così drenata delle proprie energie come quella volta.

Non seppe dire che ore erano. Ma a giudicare dal sole basso e ancora pallido, intuì che fossero più o meno le sette del mattino. Se si trovasse a Storybrooke adesso si starebbe preparando per andare al lavoro.

Le mancava quella assurda cittadina e tutta la sua famiglia. Era contenta di sentirne la mancanza, dopo 28 anni passati a non provare mai nostalgia di qualche posto e non sentirsi mai a casa da nessuna parte. Ora poteva dire di avere trovato finalmente il suo posto nel mondo, ma  aveva paura  che prima o poi si sarebbe svegliata da quel bel sogno, di tanto cosparso da qualche incubo che veniva a ostacolare la sua felicità. Ma quegli incubi anche se brutti, a confronto di quello che stava vivendo ora, non erano poi così oscuri. Certo i nemici del passato hanno sempre dato del filo da torcere a lei e ai suoi cari, e ha anche pensato di non farcela in determinati casi, ma ora quelle preoccupazioni sembravano niente se pensava alle paure e alle numerose ansie che l’affliggevano in quel momento e non sapeva se attribuire la colpa agli ormoni o solo dalla pericolosità del nemico. Optò per entrambe le soluzioni. Regina temeva questo nemico e lei stessa aveva potuto sentirne la potenza. Quel potere che sentiva provenire da quell’uomo le ricordava i suoi tempi come signore oscuro. Quella oscurità che cercava di soffocarla in tutti i modi e che la spingeva a pensare di fare cose orribili. Non aveva mai ceduto completamente a quella malvagità, ma come dicevano i libri di Regina, quei poteri oscuri erano una sola parte dell’intero potenziale dal nemico. Le veniva spontaneo domandarsi come avrebbe potuto affrontare un nemico di tale portata se a fatica era riuscirà a resistere ai poteri del signore oscuro. Non importava  se tecnicamente i suoi poteri erano superiori, perché la potenza spesso e volentieri non bastava, serviva astuzia ed esperienza e lei sapeva di non poter contare nemmeno sulla potenza se non in determinati momenti dove riusciva a trovare dentro di sé il potere e nonostante lo avesse fatto più volte, la volta successiva era sempre difficile riuscire a ritrovarla. Emma sospirò e chiuse gli occhi. Nemmeno la bellezza della natura che poteva ammirare dalla finestra, aiutavano la sua mente a non pensare a quelle cose che la faceva sentire senza speranze. Si giro verso il letto e osservò Killian. Sorrise vedendolo come dormiva tranquillamente, con la bocca socchiusa.

Emma si sdraiò nuovamente, ma non aveva alcuna intenzione di dormire, solo guardare il volto pacifico di Killian mentre riposava. Studiò il suo volto per diversi minuti, ripassando ogni dettaglio di quel viso che aveva ammirato più volte, ma come se il pirata si sentisse osservato, aprì gli occhi per vedere quelli verdi della moglie. Sbatté gli occhi un paio di volte per rendere nitida la visuale poi alzando leggermente la testa chiese “Cosa stai facendo?”

Emma gli accarezzò la guancia e rispose “Non posso semplicemente guardare mio marito?”

“è ancora presto, dovresti riposare!” disse Killian provando ad accarezzare a sua volta la moglie, ma Emma si scostò e si buttò sul cuscino guardando il soffitto dicendo “Sono stufa di riposare. Tu e Regina vi state dando da fare per tornare a casa, io invece che faccio? Niente!” disse seccata la donna.

“Non dire sciocchezze, non definirei non fare niente affrontare quel bastardo incappucciato. Inoltre sei incinta ed è normale che tu ti senta spossata più del solito. Lo so che non sei la tipica donna che rimane tutti i nove mesi ferma sul divano a mangiare quelle cose gommose e zuccherose che si attaccano ai denti, ma stare un po’  tranquilla non può che essere salutare. Hai quasi avuto un aborto e Regina ha detto che ieri ti sei sentita di nuovo male. Devi stare piú attenta e…” cominciò Killian, ma venne interrotto dalla donna che urlò “Devo stare più attenta a cosa? A come uso la magia per affrontare quell’essere? A come mi agito pensando a quanto questa a gravidanza abbia avuto un pessimo tempismo? Devo stare attenta allo stress che mi provoca questa situazione perché danneggia il bambino? Siete tutti bravi a dirmi cosa devo fare, come se io me ne infischiassi del bambino e lo facessi apposta a non fare quello che sarebbe meglio per lui!”

“Emma non era quello che intendevo e…love ascoltami per favore!” Disse Killian, ma la donna sembrava voler chiedere li la conversazione, infatti, si girò dall’altra parte, dando la schiena all’uomo.

L’uomo sospirò e si alzò dal letto per prepararsi. Non disse niente, ma di tanto intanto lanciava un’occhiata alla sua amata. Era ancora girata di schiena e continuava a mantenere il silenzio. Si era alzata con il piede sbagliato quella mattina e Killian non prevedeva niente di buono, perché sapeva che la salvatrice diventava molto suscettibile quando era nervosa.

“Love, vieni a fare colazione?” chiese Killian, il quale poté vedere la donna scuotere la testa.

Swan, devi mangiare qualcosa e…” Killian cominciò, ma vedendo Emma che si alzava e a passo veloce si recava verso la porta con uno sguardo adirato, decise di tacere.

La donna uscì dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé, non volendo sentire le solite raccomandazioni sul mangiare e dormire per le sue condizioni. Passò davanti alla porta di Regina e non la salutò nemmeno, nonostante si fosse accorta che stesse uscendo dalla camera, ma continuò imperterrita il suo viaggio verso la sala da pranzo.

“Cosa le è preso?” Chiese Regina a Killian, il quale alzò le spalle dicendo “si e svegliata con la luna storta!”

La donna sorrise “Abbi pazienza, il suo corpo si sta adattando per accogliere una nuova vita è normale che dia di matto ogni tanto, sono gli ormoni!”

“Vuoi dire che quella storia degli ormoni è vera? pensavo fosse una scusa!” disse Killian alzando un sopracciglio.

“Uncino, sei vivo da 300 anni, una volta eri un donnaiolo eppure di donne ne sai veramente poco!” disse Regina.

“in questi 300 anni non ho mai messo incinta nessuna. Quindi è vero, su questa tematica di donne ne so veramente poco!” disse Killian.

“Come puoi esserne così sicuro pirata? Non credo che tu ti sia mai preoccupato delle donne con cui sei andato a letto, quindi potresti avere  una decina di figli sparsi per il mondo, del tutto ignari che il loro paparino è il famoso capitano uncino!” disse la regina cattiva, divertita nel vedere il volto di Killian diventare pallido.

Regina alzò gli occhi al cielo e disse “Non starla a sentire! Fossi in te non mi preoccuperei più di tanto! Emma si calmerà, falla solo sbollire un po’!” disse Regina.

Emma sorrise leggermente quando  entrò nella sala da pranzo, voleva evitare commenti dai suoi genitori che in quel momento le avrebbero dato fastidio. Li salutò e si mise a tavola. Si portò una mano sul naso quando l’odore del cibo giunse alle sue narici.

Neve le sorrise e le passò del pane appiattito dicendole “Questi aiutano con le nausee. Io nei primi mesi ne ho mangiati a quintali!”

Emma la ringraziò e ne provò qualcuno. Era stufa di sentirsi uno schifo ogni momento della giornata.

Killian e le due Regina entrarono nella sala, ma Emma non si girò, ne degnò di uno sguardo il primo entrato. I Charmings notarono il freddo che c’era tra di loro, ma non dissero niente, non volendo intromettersi, ma David domandò “Adesso che avete trovato la spada, quando avete intenzione di partire?

Regina e Neve all’unisono chiesero “Avete trovato la spada?”

“Perché non ne sapevo niente?” chiese Regina, la quale venne tenuta all’oscuro per il semplice fatto che non volevano svegliarla. Volevano dirglielo quella mattina stessa, ma fino a quel momento non si era ancora mostrata l’occasione.

“Prima vengo a sapere che Emma ha ancora dei poteri del signore oscuro, ora la spada…vorrei che foste tutti un po’ più sinceri con me! O almeno è questo che si fa con le persone verso cui so dice di avere fiducia!” disse Regina seccata.

Ma Killian non diede retta alle sue lamentele, perché la prima frase della donna l’aveva lasciato interdetto. Cosi come i Charmings.

“Che diavolo significa che ti sono rimasti dei poteri del signore oscuro, Swan?” chiese Killian preoccupato guardando la donna seduta davanti a lui.

Emma alzò le spalle “Non è niente, non è il caso di farne una storia più grande di quella che è!” disse mangiando l’ultimo pezzo di frutta che si era preparata.

“Come puoi dire che non è niente Emma? Disse Killian alterandosi “Ti devo  forse ricordare cosa abbiamo passato come signori oscuri?”

Emma si alzò e sbattendo le mani sul tavolo, disse “ No, non mi devi ricordare un bel niente Killian. So bene cosa abbiamo passato più di chiun…” Emma si bloccò e dopo essersi portata una mano alla bocca, corse via, lasciando Killian preoccupato e senza risposte.

Emma ringraziò quel suo malessere che le aveva dato la possibilità di scappare da quella conversazione scomoda. Era nervosa e non aveva voglia di mettersi a discutere col marito, perché si sentiva come se potesse esplodere da un momento all’altro e voleva evitare di fare del male a qualcuno se per qualche ragione avesse perso il controllo dei suoi poteri.  Era intenta a sciacquarsi la bocca quando sentì il pugnale di Tremotino. Lo sentiva in continuazione per colpa della sua vicinanza, me era un sussurro leggero che riusciva a isolare, ma in quel momento il bisbiglio divenne più forte, quasi fastidioso. Sembrava come se le voci dei signori oscuri del passato gioissero.

Emma uscì dalla stanza e guardò verso sinistra dove sapeva che si trovavano le carceri. Aveva una brutta sensazione e divenne più forte quando le voci divennero ancora più forti, tanto che dovette coprirsi le orecchie.

Si incamminò a passo spedito verso le prigione, ma la voce di Killian la fece fermare.

“Love, stai bene?” le chiese, poggiando una mano sulla spalla, ma Emma non gli rispose, continuava ad ascoltare e strizzava gli occhi quando le voci sembravano voler superare i decibel che l’orecchio umano era in grado di sopportare.

Emma guardo tutti i presenti che l’avevano raggiunta e disse “il pugnale, sta…sta succedendo qualcosa!”

Riprese a correre seguita dagli altri, confusi dalle sue parole, e una volta giunti nelle prigioni reali, sentirono un gemito di dolore.

Tutti si paralizzarono quando videro l’essere incappucciato davanti alla prigione del signore oscuro e il terrore assalì soprattutto tre di loro quando videro l’uomo estrarre dal corpo di Tremotino il pugnale.

Il potere oscuro lasciò il corpo del mal capitato e venne risucchiato all’interno dell’essere incappucciato, che rise malignamente, mentre sentiva l’oscurità penetrare in lui.

“Questa è la fine!” disse Regina terrorizzata. La morte di Tremotino, avrebbe cambiato drasticamente il loro futuro.

Emma aveva gli occhi spalancati, non riuscendo a credere quanto stesse accadendo. Senza Tremotino, il sortilegio si sarebbe comunque compiuto, ma Regina, non sarebbe mai giunta ad Henry e Henry a lei. Lei non avrebbe mai scoperto le sue origini e non avrebbe mai conosciuto Killian. Probabilmente vivrebbe ancora a Boston da sola, facendo la garante di cauzione per sopravvivere. Prese a tremare, spaventata all’idea di perdere tutto quello che aveva costruito in quegli anni e il panico l’assalì ancora di più quando senti Neve e David chiedere loro cosa stesse succedendo e chi fossero tutti. In quel momento quello che appariva davanti agli occhi dei sovrani era il caos. Le guardie reali che tenevano d’occhio i prigionieri, erano a terra in una pozza di sangue e i presenti erano tutte persone sconosciute, tranne la regina cattiva, che avevano avuto la capacità di uccidere un essere immortale. David reagì subito e spingendo Neve le disse di mettersi al riparo. Lui la seguì subito dopo. L’uomo sapeva di non avere speranze e decise di non alzare la spada verso quelle persone. Ma dal suo sguardo era facile capire, che quella era una ritirata momentanea, che si sarebbe preparato per affrontare chiunque volesse nuocere alla sua famiglia e al suo reame.

Senza Tremotino tutto era cambiato. La salvatrice non sarebbe mai giunta  a Storybrooke per  fermare l’attuale minaccia e tutti loro non avrebbero mai compiuto il viaggio nel passato.

“Perché il cambiamento sta colpendo solo loro e noi ricordiamo ancora tutto?” chiese la regina cattiva.

“Perché sono senza poteri. La magia ci protegge, ma non lo farà a lungo. Prima o poi verremo colpiti anche noi!” disse Regina spaventata.

“Dovrà pure esserci un modo per rimediare…noi non possiamo…” inizio Killian, ma si interruppe a metà frase, poi dal suo sguardo confuso si potè comprendere che anche lui aveva subito il cambiamento temporale “che diavolo ci faccio qui?”

Killian!” disse Emma con voce tremante e due occhi spaventati, mentre guardava l’uomo della sua vita, che non si ricordava di lei.

L’Interpellato la guardò e le sorrise e disse “hey love, ci conosciamo? Un visino come il tuo me lo ricorderei…certo se non ero ubriaco, in quel caso ti chiedo di perdonami, ma possiamo rimediare” Le disse facendole l’occhiolino.

Le lacrime cominciarono a velare gli occhi della salvatrice, la quale si girò a guardare con odio l’anti salvatore, ma si sorprese quando non lo vide più vicino alla prigione di Tremotino. Si guardò intorno per cercarlo, ma un altro gemito di dolore costrinse lei e Regina  a voltarsi verso la regina cattiva. Ella si era irrigidita e le guardava con occhi spalancati, prima di abbassare il suo sguardo verso il ventre, dove le due donne poterono vedere una lama di una spada insanguinata, uscire dal suo stomaco.

Regina spalancò gli occhi a quella scena. Era tutto accaduto così in fretta che non si erano resi conto di tutto quello che stava avvenendo.

L’essere incappucciato rideva divertito, mentre estraeva la spada dal corpo della regina cattiva, la quale non avendo più un supporto cadde a terra.

“No!” disse Regina scioccata. Killian invece cercava ancora di capire cosa stesse succedendo. Ma quando vide il signore oscuro a terra in una pozza di sangue urlò “Tu hai osato uccidere il signore oscuro. La vendetta doveva essere mia!” disse il pirata sguainando una delle due spade che aveva al fianco, per affrontare quell’essere. Inutili furono le grida di Emma che gli chiedeva di fermarsi.   Uncino venne disarmato e la spada venne raccolta dal nemico il quale disse “ guarda guarda che bella spada. Assomiglia tanto a quella che userò per ucciderti salvatrice!” disse compiaciuto “Ma prima la testerò sul tuo patetico pirata!” disse per poi infilzare Killian dritto nel petto.

Emma sentì una fitta al cuore come se con Killian fosse stata infilzata anche lei. Era il suo cuore che si spezzava e sentendosi invadere da una rabbia che non aveva mai provato prima, sprigionò un onda di energia che scaraventò quell’essere duramente verso la parete e con lui anche Regina che si trovava sulla traiettoria di quella energia magica.

Gemette per il colpo, ma quando Emma le si avvicinò per assicurarsi se stava bene, vide che il corpo della sua amica aveva preso a scomparire a partire fai piedi.

“No, Regina…non puoi…”disse  Emma con voce tremante, era nel panico in meno di un minuto aveva perso tutto.

“Per me non c’è più niente da fare. Fra poco smetterò di esistere, ma tu devi promettenti che andrai avanti. Non ti ricorderai più di nessuno di noi, ma conserva nel tuo cuore la speranza!”

Emma la guardò con disperazione e con tono duro disse “No, io non perderò nessuno di voi!” di alzò in piedi e concentrando le sue energie, guidata dal desiderio di riunirsi con i suoi cari, riuscì a creare un portale. Regina spalancò gli occhi sorpresa, dopo di che sorrise. Forse non tutto era perduto.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Regina sorrise nel vedere cosa Emma, nel momento della disperazione era riuscita a fare. La donna infatti aveva trovato dentro di la forza di aprire un portale.

Emma si girò verso Regina e la guardò negli occhi. Il sindaco le donò un sorriso e annuì, come a volerle fare intendere che lei riponeva totalmente la sua fiducia in lei.

“Dove credi di andare!” chiese la voce arrabbiata dell’anti salvatore, che alzò la mano pronto ad attaccare, ma Regina, riuscendo a trovare la forza per alzarsi in piedi, gli si buttò contro, colpendo il nemico allo stomaco con il gomito. “A lui ci penso io, vai Emma!”

Emma  non se lo fece ripetere due volte e voltandosi, entrò nel portale, il quale si chiuse immediatamente. L’ultima cosa che sentì fu il no arrabbiato di quell’essere e l’urlo di dolore di Regina.  Pensò intensamente a quando voleva comparire, sperando di riuscire a compiere la missione, prima che il cambiamento temporale la colpisse e rendesse vane tutte le speranze che erano state poste in lei.

L’essere incappucciato si trovava davanti alla gabbia di Tremotino, il quale guardava il suo avversario con aria preoccupata, in quanto egli era riuscito a impossessarsi del suo pugnale e ora lo stava tenendo in pugno, ordinandogli di avvicinarsi alle sbarre della prigione. Quasi mai il signore oscuro aveva avuto paura. Sapeva che senza un miracolo non si sarebbe salvato.

Il nemico alzò il braccio pronto ad uccidere il signore oscuro, ma proprio quando Tremotino si vide passare l’intera vita davanti agli occhi e perdette la speranza di rincontrare il figlio Bealfire, un portale magico si aprì e da esso, poco prima che ne uscisse la salvatrice, un colpo di energia magica venne scaraventato contro l’essere incappucciato, che cadde a terra perdendo la presa sul pugnale.

Il suo avversario era parecchio arrabbiato per essere stato interrotto, nell’acquisizione di quei poteri che in origine erano suoi.

“Me la pagherai!” urlò l’uomo lanciando il suo potere oscuro verso Emma, la quale usò a sua volta la sua magia, per contrastare il suo avversario. I loro poteri cercavano di avere la meglio l’uno sull’altro. Sembrava come se i poteri giocassero a tiro alla fune, dove il bianco sembra avanzare suo nero e viceversa. Passarono un paio di minuti così, ma Emma cominciava a sentirsi stanca e il suo potere cominciava ad indebolirsi, mentre l’oscurità avanzava verso di lei. Sembrava la fine, ma Emma non volle arrendersi. Era l’unico modo per salvare Killian, Regina e la sua famiglia e questo la spronò a cercare ulteriore forza. Pensò a tutto i bei momenti passati con la sua figlia, con Henry e con Killian. Pensò alla loro casa e a quello che significava, vivere insieme e costruirsi un futuro insieme, un futuro che quell’essere aveva distrutto.

Sentì tutto l’amore che ella provava verso i suoi cari e l’amore incondizionato che loro aveva dimostrato di provare verso di lei. Questo sentimento andò a sostituire la rabbia e il dolore che provava per quanto successo, perché sentiva che poteva farcela. Poteva ancora salvare il loro futuro. La luce emanata dalla sua magia, aumentò di intensità, tanto che Tremotino dovette girarsi e coprirsi gli occhi per non rimanere accecato. L’anti salvatore non potendo proteggersi gli occhi,  sentì del bruciore dietro le palpebre, tanto che dovette proteggersi, perdendo il controllo sui suoi poteri, l’unica cosa che lo proteggeva dall’essere investito in pieno.

“Che diavolo sta succedendo?” disse una voce che Emma temette di non udire più. La luce si affievolì fino a spegnersi e la donna si girò subito verso la voce.

Davanti a sé si ritrovò tutti, Killian, le due Regina i suoi genitori e persino la stessa del passato di soli pochi minuti prima. Proprio come avevano fatto lei e gli altri, anche loro erano scesi nelle segrete, quando la salvatrice aveva sentito qualcosa che non andava grazie al pugnale del signore oscuro.

Guardò Killian sperando che non si trattasse solo di un’allucinazione. Era vivo. Era riuscita a cambiare il futuro triste e solitario a cui sarebbe andata incontro, ignara di chi fosse realmente.

Killian!” disse con voce tremante in un sussurro. La battaglia con l’essere incappucciato l’aveva stremata e il suo desiderio di abbracciare l’uomo andò a quel paese, quando una vertigine la colpì e le sue gambe cedettero.

Killian si apprestò ad afferrarla e la fece appoggiare la schiena alle sbarre della prigione di Tremotino.

L’uomo, come tutti, aveva visto quella luce forte e potente, come quella che Emma aveva sprigionato quando era stata uccisa da Gideon, ma si stupì quando vide una seconda Emma. Non era difficile per lui capire che c’era stato un altro salto temporale da parte della sua amata, ma non sapeva spiegarsi il perché.

Ma non fece nemmeno in tempo a porgere qualche domanda, che vide  la sua Emma, venire risucchiata all’interno della seconda Emma.

“Cosa è successo?” chiese David, confuso come tutti.

“Se si viaggia nel tempo a poco tempo di distanza, i due tempi tendono a sovrapporsi e unirsi!” disse Tremotino,  spiegando quell’ultima cosa, perché di tutta la storia anche lui ne sapeva poco.

Ma quella faccenda venne subito dimenticata quando videro qualcosa che non si sarebbero aspettati di vedere.

L’essere incappucciato era a terra privo di sensi e con il cappuccio scivolato dal capo, mostrando così ai presenti il suo vero aspetto. Aveva un volto sfigurato,  come se la pelle del viso avesse incontrato delle fiamme. Il naso era quasi assente, si potevano vedere infatti solo delle narici che gli permettevano di respirare e il suo cranio pelato era ricoperto da simboli elfici tatuati, simboli che Regina definì magici e che probabilmente usava per incantesimi specifici, dove la sola magia non bastava e non era difficile comprendere e che questi erano sinonimo di incantesimi estremamente potenti.

Regina vedendo quell’essere a terra svenuto, colse l’occasione per mettergli il braccialetto che blocca i poteri al polso, ma fu sorpresa quando il bracciale venne bruciato appena questo toccò la pelle del nemico.

La donna si allontanò immediatamente per evitare ripercussioni nel caso si svegliasse. Avrebbero dovuto fare qualcosa in quel momento dato che avevano il coltello dalla parte del manico, ma si rendeva conto che avrebbero dovuto imprigionare quell’essere in qualcosa di abbastanza potente che riuscisse a contenere il suo potere e lei non conosceva niente di così abbastanza potente.

“Emma cosa è successo, come hai viaggiato nel tempo?” chiese Regina cercando di capirci qualcosa.

Emma sospirò e disse a grandi linee cosa era successo e tutti rimasero sorpresi nel sentire il racconto.

“Quindi siamo tutti morti e tu hai aperto un portale da sola, senza aiuto di strumenti?” chiese Regina, per sapere se aveva capito bene.

La salvatrice annuì dopo di chè fece una smorfia e portandosi una mano al ventre, chiamò a sé la magia. “Emma, cosa c’è?” chiese Killian vedendo il suo volto sofferente. I crampi erano tornati e sembravano più forti rispetto a quelli dell’ultima volta. Le lacrime cominciarono a sfuggire dagli occhi della salvatrice, la quale cercò di mettere maggiore magia sulla sua mano.

Regina si morse il labbro per quello che stava per chiedere a Emma. Sapeva che era un azzardo, ma dato il loro vantaggio sull’essere incappucciato e le condizioni della salvatrice, non potevano più aspettare. Dovevano tornare a Storybrooke. “Emma, so di chiederti molto ma…pensi di riuscire a creare un altro portale adesso?”

Killian guardò Regina perplesso e alzandosi in piedi per fronteggiare la donna, disse arrabbiato “Stai scherzando spero? È esausta e in dolore e tu le chiedi di usare ancora una tale quantità di magia?”

Regina alzò le mani e disse “Lo so…lo so che quello che sto chiedendo è molto e nemmeno io voglio far affaticare Emma, ma guarda in che situazione siamo, non troveremo mai un momento più adatto per tornarcene a casa. Dobbiamo fare il viaggio di ritorno portandoci dietro quell’essere e sarà molto difficile se quest’individuo sarà ben lontano da noi. Se invece andiamo ora, eviteremo che faccia quello che Emma ha appena evitato!” disse Regina determinata.

“Anche lui ha la capacità di aprire portali, cosa ti assicura che non viaggerà nuovamente nel tempo per uccidere Tremotino e la regina cattiva?” chiese Killian confuso.

Regina aprì il borsellino che si portava sempre dietro e tirando fuori una boccetta con un contenuto rosso disse “Vedi questa? È una pozione che ho creato con un pezzo di mantello del nostro “amico”. Se lanciato nel portale durante il viaggio di ritorno, dovremmo riuscire a bloccare la sua capacità di viaggiare nel tempo almeno per un po’!”

“Credi che funzionerà?” chiese Neve che nel frattempo si era avvicinata alla figlia per darle il suo sostegno. Non voleva vedere Emma partire, ma vedendo le condizioni della ragazza, sapeva che era meglio per lei andare, dato che da quanto le avevano raccontato, nel mondo dal quale provenivano vi erano cure più efficaci di quelle che poteva dare il loro mondo.

“è la prima volta che si fa una cosa del genere, ma sono ottimista! Per essere sicura che un essere della sua potenza non possa trovare un modo per aggirare l’incantesimo ho usato un capello di Emma, che intensifica la difficoltà di sciogliere questo incantesimo.” disse Regina “Inoltre non è che abbiamo altre possibilità. Emma non può continuare così, dovrebbe tornare a casa il prima possibile e ricevere le cure necessarie e nel caso non funzionasse, anche restando  qui non abbiamo la garanzia che quell’essere non faccia altri viaggi nel tempo, quando noi non siamo nei paraggi. Anzi mi chiedo perché non l’abbia già fatto!”

Emma si aggrappò alle sbarre della prigione per alzarsi e disse “Regina ha ragione. Dobbiamo tentare!”

Killian la guardò incerto. Sapeva che avevano ragione, ma temeva per la salute della sua amata. Si era spinta troppo in quei giorni e sul volto erano visibili i segni di quello che stava passando.

“Dovremo anche lasciare la spada. Se il mio incantesimo funziona, sarebbe pericoloso portarla con noi, dato che in un modo o nell’altro il nostro nemico potrebbe impossessarsene. Qui invece sarebbe al sicuro e soprattutto non porterebbe cambiamenti al nostro futuro!” disse Regina.

Killian annuì, dando fiducia all’incantesimo di Regina e, prendendo la spada con la gemma rossa la consegnò a David.

Emma guardò Neve e David e accennò a un sorriso. Li avrebbe rivisti fra poco, ma le dispiaceva dire addio a quella versione dei suoi genitori. Li abbracciò entrambi e strinse forte a sé la madre, quando la sentì singhiozzare.

“Ci rivedremo, mamma!”  disse Emma accarezzandole la guancia.

Regina si avvicinò ai Charmings e alla regina cattiva  e diede loro le pozioni per dimenticare tutto e si raccomandò loro di bere, una volta che non erano tutti e tre insieme. Non sapeva cosa avrebbe potuto fare la sua parte cattiva, se dimenticando quanto successo, si trovasse ancora con i Charmings.

Emma guardò i suoi genitori ancora una volta poi chiudendo gli occhi si concentrò e allungando la mano, cercò dentro di sé la magia per aprire il portale.

Killian la vide cominciare a respirare pesantemente, mentre il portale cominciava ad aprirsi e farsi sempre più grande.

“Ce la puoi fare love!” disse il pirata cercando di darle forza.

Quando fu totalmente aperto, Regina usò la magia per spedire l’essere incappuciato dentro al portale, seguendolo subito dopo con Emma e Killian e lanciare la pozione che gli avrebbe impedito di viaggiare nel tempo.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 

Il tragitto nel tunnel temporale non sembrò mai così lungo come in quell’istante e come se ciò non bastasse il loro nemico stava riprendendo i sensi. Si alzò in piedi e li guardò con odio, prima di ricoprirsi il volto con il cappuccio.

Regina e Killian si misero davanti a Emma per proteggerla,  ma a quanto pare l’anti-salvatore, non aveva intenzione di combattere. Non sapevano dire se perché anch’egli era esausto dalla lotta appena avuta contro Emma o per il semplice fatto che per quanto sarebbe stato facile in quel momento, non avrebbe potuto ancora ucciderla senza che i suoi poteri da salvatrice venissero persi.

Ricomparvero nella piazza della cittadina di Storybrooke e subito dopo quell’essere svanì.

Regina e Killian tirarono un sospiro di sollievo quando se ne andò, ma un urlò di dolore di Emma li fece congelare di nuovo e voltare verso la donna che era rimasta leggermente indietro.

La donna si era piegata in due dalle fitte al ventre e Killian dovette sostenerla, temendo che, a causa della debolezza, le gambe le cedessero.

Regina vedeva il tentativo della donna di curarsi, ma la sua mano lampeggiava  come a voler indicare che ormai la salvatrice era al limite e che la sua magia non poteva più fare molto per curare il malessere del bambino.

Il sindaco di Storybrooke non perse tempo e teletrasportò tutti in ospedale, facendo sussultare le persone intorno a loro, quando comparvero nell’edificio.

“Qualcuno ci aiuti!” gridò Killian, attirando l’attenzione di alcuni infermieri e medici, tra cui Whale intento a parlare con alcuni pazienti. Egli sentendo le urla di Emma, corse immediatamente verso di loro.

Il dottor Whale sapeva dello stato di gravidanza di Emma. Ne era venuto a conoscenza grazie alle analisi del sangue che le erano state fatte, la prima volta che l’essere incappucciato l’aveva mandata all’ospedale. Voleva dirglielo, ma il giorno in cui le aveva chiesto di presentarsi in ospedale per parlarle, lei non si era fatta vedere.

Spalancò gli occhi e quando vide del sangue colare da sotto la gonna dell’abito della salvatrice, urlò in allarme “Portate subito una barella!” disse per poi affiancare Killian per sorreggere la donna  che era in procinto di perdere i sensi.

La barella non si fece attendere e Emma venne adagiata sopra e di corsa portata via. Killian la segui tenendole la mano. “Killian!” disse in un sussurro. “Sono qui love. Non ti preoccupare, andrà tutto bene, te lo prometto! Sono qui accanto a te!” le disse, cercando di rassicurarla, leggendo la paura nei suoi occhi. Ma il suo desiderio di restarle accanto venne infranto, quando degli infermieri lo bloccarono, dicendogli che non poteva andare oltre.

Cercò di ribellarsi, ma la sorveglianza di quel piano, intervenne per fermarlo, quando col gancio minacciò un infermiere che gli stava impedendo di stare con sua moglie.

Regina intervenne e cercò di calmare Killian “Non risolvi niente prendendotela con quegli infermieri e vigilanti. Stanno facendo il loro lavoro. So che sei preoccupato e per quanto non sopporti Whale, è un bravo medico. Adesso non possiamo fare altro che affidarci a lui!”

Killian la guardò con la disperazione negli occhi. Regina doveva ammettere che non aveva mai visto il pirata in quello stato. Ma non poteva dargli torto. Gli si avvicinò e gli poggiò le mani sulle spalle dicendogli “Perché non ti siedi e fai respiri profondi, mentre io informo i Charmings del nostro ritorno e di cosa sta succedendo?”

Killian annuì e fece come gli era stato chiesto. Si sedette e si piegò in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia, per tenersi la testa con le mani. Non riusciva a non pensare al peggio. Era già la terza volta che Emma stava male e temeva veramente per la vita di entrambi. Quante volte poteva andargli bene prima che la fortuna girasse a favore di qualcun altro?

Killian!” si sentì chiamare diverso tempo dopo e, alzando lo sguardo, vide Henry correre verso di lui.

“Dov’è mia madre?” chiese il ragazzo preoccupato “Sta bene vero? Cosa vi è successo? Dove siete stati e perché siete finiti in ospedale?”

Killian si alzò in piedi e guardò il ragazzo non sapendo come raccontargli. Non sapeva cosa Regina avesse detto a Neve e David e cosa loro avevano detto al ragazzo.

“Uncino, Emma sta bene?” chiese David, affiancando lui e il nipote, insieme a Neve che disse “Eravamo spaventati a morte. Non sapevamo dove foste finiti. Vi abbiamo cercato ovunque e  poi Regina ci chiama e ci dice di venire urgentemente in ospedale e…”.

“Siamo stati risucchiati da un portale temporale che quel bastardo ha creato. Voleva cambiare il passato per arrivare facilmente a Emma e ora lei e…” Killian non terminò la frase e strinse il pugno talmente forte fino a farsi male.

Neve vedendo il dolore sul volto dell’uomo, temette il peggio e gli chiese “Killian cosa è successo a Emma? Sta bene vero? Dimmi che siete qui per curare qualche ematoma o taglio insignificante!”

Henry guardò Regina e con voce supplichevole che chiedeva spiegazione disse “Mamma, ti prego!”

Regina cinse le spalle di Henry per abbracciarlo e disse “Emma ha avuto dei problemi e potrebbe non finire bene!” disse per poi guardare Killian che annuì. Non aveva il coraggio di dare loro una notizia che da lieta poteva diventare tragica.

“Emma è incinta!” disse Regina con il suo consenso.

Gli occhi di Neve si illuminarono, ma solo per pochi istanti, perché era ovvio che c’era un ma.

“Ma il momento non poteva essere peggiore. Con tutto quello che sta succedendo, Emma è stata sottoposta a molto stress e…ora rischia di perdere il bambino!” disse Regina dispiaciuta.

Neve si portò le mani alla bocca e non riuscì a trattenere le lacrime e cercò conforto in David, il quale aveva un’espressione perplessa e addolorata. Desiderava tanto un lieto fine per la figlia e un bambino sarebbe stato una benedizione, la ciliegina sulla torta. Aveva perso così tanto con Henry ed era giusto, che anche lei avesse la sua seconda possibilità.

“Ma non succederà vero? La mia mamma starà bene?” chiese Henry speranzoso.

Regina sospirò e disse “Non lo so Henry, davvero non lo so!”

Henry abbassò il capo sconvolto. Nella sua famiglia si parlava sempre di speranza e anche sua madre Regina aveva preso a crederci fortemente, ma ora sembrava che tutti si fossero dimenticati di cosa fosse. Si allontanò da Regina e guardando tutti arrabbiato per quella mancanza di fiducia in una cosa che aveva sempre salvato la sua famiglia disse “No, dobbiamo crederci. Lei ce la farà!” disse per poi scappare via, non ascoltando sua madre che gli diceva di aspettare.

Passò un’ora circa, ma per Killian e i Charmings sembrò molto di più. Uncino si sentiva a pezzi e con in nervi a fior di pelle, tanto che se non avesse ricevuto notizie di Emma entro pochi minuti, avrebbe fatto irruzione, oltre quelle porte che la separavano dalla sua amata.

Ma non dovette arrivare a tanto. Finalmente il dottor Whale uscì, seguito da una barella spinta da due infermiere. Killian riuscì a vedere Emma solo di sfuggita, mentre la portavano via. Era priva di sensi e pallida in volto. Quando la donna non fu più alla portata dei suoi occhi, diede la sua attenzione a Whale, il quale venne circondato anche dai Charmings e Regina.

“Come stanno Emma e il bambino?” chiese Killian con il cuore in gola, sperando che da li a poco quell’ansia che provava sarebbe andata via, sentendo che tutto era andato bene, ma l’espressione di Whale non fece ben a sperare.

Whale sospirò e disse loro che era meglio sedersi, ma Killian non l’ascoltò e alterato chiese nuovamente di Emma.

“Non farò giri di parole cercando di rendervi la notizia meno spiacevole di come è. Emma ha avuto delle forti contrazioni. Il suo corpo ha cercato di espellere il bambino, ma fino al momento prima di perdere i sensi la nostra salvatrice ha fatto di tutto per impedire che ciò accadesse e, grazie a questo siamo riusciti a fermare le contrazioni. Il bambino però sta soffrendo. Il suo cuore è debole e i suoi valori non sono nella norma. Le probabilità che sopravviva sono molto scarse. Emma è ora molto debole a causa della quantità di sangue persa e la sua pressione sanguigna è più elevata di quanto dovrebbe essere per assicurare una gravidanza tranquilla e senza pericoli.  Qui abbiamo due  scelte. Provare a portare avanti la gravidanza, ma nelle sue condizioni è pericoloso per la madre e dato le scarsissime possibilità che il bambino si riprenda…io non prenderei questa opzione in considerazione. Sarei più propenso a  interrompere la gravidanza, salvando Emma di sicuro!” disse Whale addolorato di dover dare loro quella notizia.

Neve riprese a piangere, mentre Killian si sentiva paralizzato dal terrore e improvvisamente il fatto di sedersi era diventato allettante.  Guardò scioccato a terra non sapendo cosa fare. Non voleva perdere Emma, ma  non sapeva se l’avrebbe mai perdonato per aver scelto lei al posto del loro bambino.

Whale, il bambino ha davvero così poche possibilità di sopravvivere?” Chiese Regina.

Il dottore sospirò e disse “Sinceramente signor sindaco, quando ho visto i valori del bambino mi sono sorpreso dal fatto che Emma non abbia già avuto un aborto spontaneo prima di adesso. Sembra che il bambino stia soffrendo già da parecchio!”

Killian alzò lo sguardo spaventato a quelle parole, mentre Regina comprese cosa stesse succedendo e del perché Emma, anche riposando non sembrava recuperare le energie.

“In realtà, ha avuto un inizio di aborto, ma è riuscita a fermarlo con la magia ed è stata male anche un’altra volta. Durante un attacco di panico Emma ha avvertito dei forti dolori all’addome!” disse Regina, spaventando David e Neve.

“Purtroppo la magia non sempre funziona e in questo caso sta solo peggiorando la situazione!” disse Whale.

Regina guardò Killian e i Charmings e disse loro “Credo di aver capito cosa sta succedendo. Emma ha causa dello stress che ha provato a causa di questa faccenda avrebbe dovuto perdere il bambino, ma lei con la magia l’ha salvato. La magia avviene sempre con un prezzo e ricordate cosa è successo quando a Camelot ho voluto salvare Robin a tutti i costi? Lui era ormai morto, ma salvandogli la vita, ho rischiato di toglierla a qualcun altro. Una vita per una vita!”

“Cosa vuoi dire con questo Regina?” Chiese Neve spaventata da dove stesse andando a parare la sua matrigna.

“Se il bambino avrebbe già dovuto essere morto, vuol dire che per tenerlo in vita bisogna togliere la vita a qualcun altro, in questo caso Emma, che si indebolisce sempre di più, ma essendo lei anche la madre, se dovesse morire lei…” disse Regina per essere interrotta da David che disse “…morirebbe anche il bambino!”

“Ma ci deve essere un modo per salvarli entrambi!” disse Neve non volendo arrendersi.

Regina scosse la testa “La magia è da escludere e la scienza medica non dà riscontri positivi!”

Killian, che era stato in silenzio per tutto il tempo a guardare a terra, si alzò di scatto facendo voltare tutti verso di lui e fronteggiando Whale disse “Salva Emma!”

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Regina lasciò l’ospedale dietro di sé con un’angoscia nel cuore. Si sentiva in colpa per quanto stesse succedendo. Non perché la situazione in cui si trovava Emma era colpa sua, ma perché per colpa sua aveva reso la vita di quella donna un inferno per molti anni e ora sembrava che il fato continuasse ad accanirsi lei. Se solo non fosse stata così accecata dall’odio verso Neve, Emma avrebbe avuto tutto quello che una persona avrebbe voluto fin dall’inizio e forse il fatto che non sarebbe diventata la salvatrice forte come era ora, non sarebbe stato poi così male. Forse il mondo creato dal desiderio della regina cattiva qualche anno prima, non mostrava esattamente come sarebbe stata la vita di Emma. Magari era tutto creato con il solo intento di sconfiggere la salvatrice. La sua vita sarebbe stata, si un po’ superficiale, come quella della maggior parte delle principesse, ma con una madre come Neve, le veniva difficile pensare che sarebbe cresciuta codarda e con nessun amore verso il suo popolo.

Sospirò. Era inutile avere quei pensieri. Ormai il passato era passato e ora le toccava il duro compito di dire quanto stesse succedendo a Henry.

Pensò a lui e comparve nella sua stanza, nell’abitazione di Killian ed Emma.

“Henry!” lo chiamò . Il ragazzo non rispose. Era intento a scrivere con fare veloce, come se fosse in trance.

Regina comprese che era sotto l’effetto dei suoi poteri e si sedette sul letto, dove egli si trovava e attese che il ragazzo finisse.

Henry tornò in sé e sussultò quando vide la madre davanti a lui, che lo osservava con un dolce sorriso.

“Mamma!”

“Vedo che hai scritto la storia di quello che ci è successo in questi giorni, fino a mezz’ora fa!” disse Regina, notando i disegni che corrispondevano a quanto successo nella foresta incantata del passato e leggendo la richiesta di Hook a Whale di salvare Emma.

Henry annuì “Non ero venuto qui per questo. Volevo…volevo  curare la mia mamma e il mio futuro fratellino o sorellina. Poi ho cominciato a scrivere la vostra storia e…ora che so come le loro condizioni sono peggiorate sono ancora più tentato di scrivere di una loro guarigione miracolosa!”

Regina prese le mani del ragazzo e gli chiese “Sei sicuro di quello che vuoi fare?”

Henry la guardò negli occhi e disse “Non l’ho fatto quando è diventata la signora oscura e so che non dovrei farlo nemmeno adesso. Non voglio diventare l’autore che era Isaac, ma voglio aiutare mia madre!”

Regina gli accarezzò il volto e disse “Lo so tesoro, lo so…ma non è questo il metodo giusto. Vuoi essere un eroe, ma gli eroi non usano i loro poteri a vantaggio proprio, non è così che funziona!”

“Ma io non lo faccio a mio vantaggio. Voglio solo che mia madre sia felice e se perderà il bambino…”cominciò Henry con le lacrime agli occhi.

Regina sorrise tristemente “Ascoltami Henry. Tu hai un cuore d’oro, ma come è successo a Isaac, anche tu verrai punito se utilizzi i tuoi poteri in modo sbagliato. Credi che Emma se lo potrà mai perdonare se dovesse accaderti qualcosa per colpa sua?”

“Ma non sarebbe colpa sua, sarebbe una mia scelta e lei avrebbe una famiglia felice con il bambino e…” disse Henry.

“Henry no. Non sarebbe felice allo stesso modo. Anche tu sei suoi figlio e vuole il tuo benessere prima di ogni cosa al mondo. Credimi, lo so. Lo capirai quando diventerai padre, un genitore non può scegliere un figlio piuttosto che un altro e il semplice fatto che non sia propriamente lei a scegliere, ma tu, non le può essere d’aiuto. Henry sei stato tu a farmi cambiare e a portarmi ad avere speranza e…lo so, non è facile adesso, ma dobbiamo continuare a crederci. In un modo o nell’altro le cose si sistemeranno! Forse non adesso, ma prima o poi le cose andranno meglio. Te lo prometto!”

“Non farmi promesse che non puoi mantenere!” disse Henry.

“Hai ragione Henry, ma tu promettimi di continuare a credere. Hai il cuore del vero credente, se smetti tu, come possiamo noi?”

Henry abbozzò a un sorriso e annuì.

Regina gli accarezzò i capelli, poi alzandosi disse “Vieni, immagino tu voglia vedere tua madre prima che vada in sala operatoria per dirle che le sei vicino!”

All’ospedale Killian e i Charmings entrarono nella stanza dove era stata destinata Emma. Era la stessa  della volta scorsa.

Killian si fermò alla soglia della porta. Sentendosi invadere dalla paura per quella scelta che si era visto costretto a fare. Aveva appena condannato a morte il loro bambino e non sapeva se aveva fatto la scelta giusta. Forse se c’era la minima probabilità che il bambino sopravvivesse doveva provare, ma il rischio di perdere entrambi era troppo elevato per poter rischiare. Aveva già perso Milah in passato e nonostante non fosse il suo vero amore, aveva sentito il suo cuore frantumarsi e il dolore per la perdita lo aveva ossessionato per anni, finchè non aveva incontrato lei: Emma. Era stata lei a cambiarlo e a darle la speranza di un lieto fine e la possibilità di perdere anche lei era…era un dolore troppo enorme da sopportare solo a pensarlo.

Rimase lì, lontano a osservare la sua figura immobile addormentata e pallida, circondata da macchinari collegati a lei e al suo ventre per monitorare il bambino. Collegata a una flebo, vi era una sacca di sangue, per andare a integrare quello che poco prima aveva perso.

Neve e David invece si avvicinarono al letto. Neve a malapena riusciva a vedere il viso della figlia a causa delle lacrime che le offuscavano la vista.

Le accarezzò i capelli e le disse che sarebbe andato tutto bene, poteva solo immaginare il dolore che avrebbe provato la donna quando avrebbe scoperto che il suo bambino era andato per sempre. Sapeva cosa voleva dire perdere un figlio e anche se non era ancora nato, non vi era differenza. L’amore di una madre iniziava dal concepimento. Ricordava il dolore che provò quando vide David allontanarsi con la piccola Emma per portarla alla teca e quando Neal venne rapito da Zelina. Avrebbe voluto morire. Era un dolore inimmaginabile e avrebbe fatto di tutto purchè sua figlia non provasse un tale dolore di nuovo, perché infondo quel dolore lo aveva già provato quando aveva deciso di separarsi da Henry per garantirgli una vita migliore.

Sembrava che nella loro famiglia erano tutti destinati a provare questo dolore, ma lei e David avevano avuto la loro seconda chance e trovava giusto che anche sua figlia potesse provare le gioie di crescere un figlio.

David strinse e baciò la mano di Emma. Gli si stringeva il cuore a vederla in quelle condizioni. Come padre voleva proteggerla e in quel momento si sentiva impotente. Avrebbe voluto una vita diversa per la figlia, una vita dove lei non era la salvatrice e dove poteva essere felice, come la  maggior parte dei personaggi delle fiabe.

Sentì i singhiozzi di Neve e avrebbe voluto anche consolare lei. Sapeva cosa stesse provando. Lo stava provando lui stesso. Aggirò il letto di Emma, per raggiungere la moglie e l’abbracciò e la lasciò piangere sulla sua spalla e mentre le strofinava la schiena, alzò lo sguardo su Killian che non si era ancora mosso.

David poteva vedere dal suo volto, che gli mancava poco per crollare. Inizialmente non sopportava quel pirata, lo considerava un furfante, inadatto alla figlia e fece poca fatica a non mettere i bastoni tra le ruote alla loro relazione, ma vedendo come era cambiato, come amava sua figlia e come lei amava lui, aveva preso a volergli bene, nonostante avesse ucciso suo padre.

Killian!” disse, sebbene nemmeno lui lo chiamasse spesso con il suo vero nome, ma in quel momento non gli sembrava il caso di chiamarlo con i suoi soliti appellativi. “Vieni avanti!”

Killian guardò il volto di David sul quale si disegnò un piccolo sorriso. Era un sorriso di incoraggiamento ad avvicinarsi a non rimanere imprigionato nella paura che lo stava divorando.

Il pirata deglutì la saliva in eccesso e si avvicinò.

David lasciò Neve e mise una mano sulla spalla dell’uomo, prima di uscire dalla stanza con la moglie.

Killian nonostante si fosse avvicinato al letto, era ancora distante. Ancora paralizzato. Non riusciva a trovare la forza, così come avevano fatto Neve e David e in quel momento stava facendo Henry, entrato nella stanza con Regina.

“Mamma, non so se puoi sentirmi, ma non devi perdere la speranza. Non devi smettere di credere! Ricordi? Quando ti ho portato qui, non credevi a niente, pensavi che quello che ti dicevo erano solo le fantasie di un bambino con una fervida immaginazione e poi…hai cominciato a credere. Hai visto più volte cosa può fare la speranza e devi continuare a sperare, non devi mollare proprio ora!” disse il ragazzo cercando di trattenere le lacrime. Regina non disse niente, appoggio le mani sulle spalle del figlio e osservò Emma. Non aveva bisogno di dire niente. Henry aveva detto quello che anche lei pensava.

In quel momento entrò Whale che annunciò il momento per Emma di entrare in sala operatoria.

Regina portò Henry fuori mentre Killian non si mosse “Potrei avere ancora un paio di minuti per favore?” chiese l’uomo con una voce triste e debole.

Whale annuì e lo lasciò da solo con il suo vero amore.

In quel momento Killian trovò la forza di avvicinarsi a Emma e le afferrò la mano, facendo caso a quanto fosse delicata. Era difficile immaginare Emma come una donna delicata e fragile, per la forza che la caratterizzava, ma sapeva anche che molte volte era solo una maschera. Infatti quando erano soli la donna mostrava anche il suo lato debole, cercando forza e conforto in lui e ora aveva paura che con la sua decisione, avrebbe rovinato tutto, che la donna avrebbe rimesso la sua armatura e questa volta per sempre.

Killian le accarezzò i capelli disordinati e le spostò una ciocca di capelli ribelli dal viso. Nonostante il pallore del suo volto, la trovava bellissima. Poi portò la mano al suo ventre ancora piatto. Non sapeva a quante settimane fosse e in quel momento non lo voleva sapere. Rendeva quel bambino, di cui non aveva ancora visto nemmeno un’ecografia ancora più reale.

Guardò il macchinario che indicava i valori del figlio che non avrebbe mai abbracciato e vide il valori del suo cuore. Non capiva niente di medicina e non sapeva quanto anomalo fosse il numero dei battiti del cuore del bambino, ma sapeva che le cose stavano peggiorando, perché vide quel valore calare sempre di più fino a diventare zero.

Il macchinario cominciò a emettere un fischio acuto e continuo e fu proprio in quel momento che Killian si ruppe e scoppiò a piangere.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

 

Il suono acuto della macchina che stava a indicare la morte del suo bambino, aveva fatto crollare il famigerato capitano uncino. Non ha più potuto trattenersi e calde lacrime sfuggirono al suo controllo. Appoggiò la testa sul letto mentre teneva saldamente la mano di Emma. L’unica cosa che sentiva era quel terribile suono e non si accorse dei medici che erano entrati nella stanza e che stavano cercando di allontanarlo dalla sua amata per portarla in sala operatoria. Non si poteva più aspettare, con il bambino morto, ogni minuto poteva essere pericoloso per la madre. Killian si ribellò alla presa degli infermieri. Sapeva che doveva lasciare andare Emma, ma non prima di dirle “Ti amo” e darle un bacio sulla fronte.

Quando le sue labbra si posarono su quelle della salvatrice, si sentì invadere da un forte calore al petto e poté sentire qualcosa scaturire da quel bacio.

Era il potere del vero amore. Un esplosione di magia partì da lui ed Emma, per diffondersi intorno a loro e investire chiunque fosse nei paraggi.

Il fischio ininterrotto della macchina cessò, lasciando spazio a un suono intermittente, costante e accelerato. Killian alzò la testa e guardò il macchinario che poco prima gli aveva annunciato la morte del figlio e osservò il valore del cuore che cresceva sempre più.

“Questo è incredibile!” disse Whale.

“Cosa succede?” chiese Killian spaventato.

Whale si girò per incontrare i suoi occhi e con un sorriso disse “Sono salvi. Madre e figlio stanno bene!”

Un gemito di gioia si poté percepire dall’uscio della porta. Avvertendo quel flusso magico, i charmings, riconobbero il potere che più volte avevano scaturito loro stessi e entrarono nella stanza giusto il tempo per sentire la buona notizia.

“Quindi la mia mamma e il mio fratellino staranno bene?” chiese Henry volendo la conferma.

Whale annuì e il ragazzo per la felicità abbraccio Regina, la quale fece un sospiro di sollievo.

Killian!” disse una voce impastata, che costrinse l’interpellato a voltarsi verso Emma e incontrare i suoi occhi verdi.

“Emma!” disse il pirata con un sorriso  raggiante, accarezzandole il viso.

“Emma!” dissero all’unisono David e Neve avvicinandosi al letto della figlia.

Vedendo i suoi veri genitori la donna si mise lentamente a sedere e allungò le braccia, per abbracciarli cosa che Neve non si fece ripetere due volte. “Ci hai fatto spaventare!”

Emma si staccò dall’abbraccio dei genitori e si portò le mani al ventre preoccupata.

“Tranquilla tesoro, il tuo bambino sta bene!” disse Neve, spostandole i capelli dietro le orecchie “ Oh Emma, sono così felice per te e Killian!”

Emma sorrise prima di sentirsi chiamare nuovamente. I suoi occhi si illuminarono alla vista del figlio “Henry!” disse ricambiando l’abbraccio del ragazzo “Mi sei mancato così tanto!”

“Anche tu mi sei mancata mamma!”

Regina si avvicinò e sorrise semplicemente alla donna. Non era necessario che dicesse qualcosa, sapeva che Emma era in grado di capirla.

Successivamente Whale chiese a tutti di uscire dalla stanza per controllare la sua paziente, chiese solo a Killian di rimanere, il quale affiancò la moglie afferrandole la mano. il dottore confermò che sia Emma che il bambino stessero bene, ma non era quella la motivazione per cui aveva chiesto a Killian di rimanere, infatti pochi minuti dopo, un’infermiera entro nella stanza portando un’apparecchiatura, che Emma riconobbe subito. L’aveva già vista 16 anni prima, quando era incinta di Henry. La donna sorrise e strinse maggiormente la mano di suo marito, il quale la guardò confuso, non sapendo a cosa servisse quell’apparecchiatura.

“Volete vedere il vostro bambino?” chiese Whale sorridendo, conoscendo già la risposta di Emma, solo guardandola negli occhi.

“Come può quell’affare farci vedere il nostro bambino?” chiese Killian ancora più confuso “è un’altra diavoleria di questo mondo? Davvero può fare una cosa del genere?” chiese curioso, strappando un sorriso ad Emma.

Whale accese l’apparecchiatura per l’ecografia e alzando la camicia ospedaliera di Emma per lasciarle scoperto la pancia, applicò lei il solito gel freddo, prima di passare la macchinetta sul basso ventre. Sullo schermo cominciò a formarsi un’immagine bianca e grigia confusa  che a occhi inesperti poteva sembrare quasi un canale della tv senza alcun programma, ma con l’aiuto di Whale, Emma riuscì a identificare quello che era il suo bambino e l’emozione che provò fu grande e diverse lacrime presero a scorrerle sulle guance. Non solo per la gioia di vedere il suo bambino, ma anche per la tristezza che provava nel ricordare che anni addietro, durante le visite di controllo, aveva sempre rifiutato di guardare lo schermo per vedere Henry. Non voleva affezionarcisi e in quel momento, conoscendo suo figlio anni dopo, si sentiva in colpa per quei sentimenti provati allora.

Killian sorrise ad Emma. Anche per lui fu una grande emozione, sebbene il suo bambino gli sembrava solo un piccolo fagiolo non tanto chiaro in quella massa bianca e grigia.

L’uomo uscì dalla stanza per incontrare i suoi famigliari e portò loro un paio di foto che Whale aveva provveduto a stampare e disse loro che il bambino aveva all’incirca 10 settimane. Ma dopo tutto quello passato e l’emozione di vedere il proprio figlio, Killian sentì tutta la tensione accumulata in quella giornata, lasciargli il corpo di botto e improvvisamente si sentì quasi mancare.

 “Ehi, ehi, amico?!” disse David che lo sostenne per evitargli una brutta caduta e portandolo su una delle sedie presenti in sala.

Neve gli porse un bicchiere d’acqua presa alla macchinetta, e gli domandò “Ti senti bene?”

Killian annuì e passandosi una mano sul volto “Vostra figlia sarà la morte mia!” disse strappando un sorriso ai Charmings.

“Regina!” disse la voce di una donna che si avvicinava al sindaco spingendo un passeggino, con una bambina su un anno.

Zelena!” disse Regina abbracciando la sorella.

“Cosa diavolo ti è successo? Ho fatto un milione di incantesimi di localizzazione e sembravi scomparsa nel nulla, fino a quando sei comparsa qui. Stai bene? State tutti bene?” chiese velocemente senza nemmeno respirare.

Regina sorrise alla sorella e la tranquillizzò, facendole un riassunto veloce ti tutto quello che era accaduto in quei giorni. Alla fine del racconto però i volti di Zelena e Regina si rabbuiarono.

“Cosa succede?” chiese Neve vedendo i loro volti.

Le due donne si alzarono e si recarono alla finestra. Sopra la foresta che circondava Storybrooke, si potevano vedere diversi fasci di luce arancioni, apparire e scomparire, quando ad un certo punto questi cessarono e una nube nera di tempesta cominciò ad espandersi e a diffondersi su tutta Storybrooke scagliando fulmini  ovunque. Per fortuna la città era disseminata di parafulmini, che impedirono a quell’evento atmosferico di creare troppi danni, ma la loro potenza fece saltare la luce in tutta la cittadina.

“Mamma, cosa è successo?” chiese Henry confuso.

Regina sorrise e disse “Quelli erano portali temporali. Scommetto che il nostro caro anti-salvatore, ha appena scoperto che per quanti portali possa creare, è imprigionato in questo tempo e in questa città!”

 

Passarono un paio di settimane da quel giorno e l’anti salvatore sembrava essere scomparso nel  nulla. Non che non fossero tutti contenti, ma temevano che quell’essere stesse architettando qualcosa. Ne erano certi, quella era solo la calma prima della tempesta.

Emma si trovava in ufficio ad archiviare alcune pratiche insieme a suo padre, mentre Killian era in pattugliamento per le strade, quando il telefono della stazione squillò.

La donna riagganciò e si alzò, indossando la sua giacca rossa.

“Dove stai andando?” chiese David guardando la figlia.

“C’è stata una rissa  vicino alla piazza e vado ad occuparmene!” disse Emma, cercando di uscire dalla stazione dello sceriffo prima che suo padre la trattenesse, ma non uscì abbastanza velocemente perché infatti, David le afferrò per un braccio.

“Emma, dovresti stare tranquilla e…” cominciò, ma la salvatrice lo interruppe.

“Papà, sono incinta,  non una malata terminale. Io e il bambino stiamo bene e sinceramente non ce la faccio più a stare qui seduta tutto il giorno a guardare quelle pratiche. Ho bisogno di muovermi un po’ e soprattutto di non essere rinchiusa in una campana di vetro!” disse riferendosi al fatto che tutti la trattavano con i guanti anche quando non ce n’era bisogno. A volte non la facevano alzare nemmeno per prendersi da bere e, poteva capire il fatto di volerla stressare il meno possibile, dato quanto rischiato, ma c’era anche un limite a tutto.

“Ma Emma…”

“Niente ma. Si tratta solo di Leroy. Non è la prima volta che devo tenerlo a bada!” disse, sperando che il padre la lasciasse andare.

Emma era sul luogo della rissa pochi minuti dopo. Scese dalla sua inseparabile auto e si guardò intorno, in cerca di testimoni o segni di lotta, ma non vi era niente di strano se non per un Leroy girato di schiena in mezzo alla strada.

La salvatrice alzò stranita un sopracciglio e chiamò il nano. Quando non ebbe risposta, né la minima reazione, gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione. Sussultò e istintivamente fece diversi passi indietro spaventata, quando il nano, si girò verso di lei.

Estrasse la pistola e la puntò contro il nano, quando vide i suoi occhi totalmente neri e dei segni elfici sull’intero volto. Gli stessi che aveva l’essere incappucciato. Non era difficile comprendere che fosse sotto il suo controllo e che la scusa della rissa era solo una trappola per lei. Emma ebbe un brutto presentimento, che si intensificò quando notò gli altri sei nani uscire dai loro nascondigli e circondarla. Ognuno di loro aveva il suo piccone e la salvatrice, sapeva che non doveva sottovalutare quello strumento, in quanto carico di magia. Erano potenti, tanto che quando era il signore Oscuro pensò che con esso potesse rompere la roccia che imprigionava Escalibur. I nani si muovevano all’unisono, come se fossero delle semplici marionette e nello stesso istante, i loro sette picconi colpirono l’asfalto della strada.

Delle crepe partirono dalla punta dei loro strumenti ed espandendosi, andarono a frantumare il terreno sotto i piedi di Emma, che si ritrovò a sprofondare in una voragine, profonda diversi metri.

Emma riuscì a evitare una brutta caduta grazie ai suoi poteri. Guardò in alto dove vide i nani guardarla dall’alto prima che l’asfalto della strada si  chiudesse magicamente sopra la sua testa, lasciandola al buio più completo. Non era una che temeva il buio, ma ritrovarsi sotto terra senza vedere niente non era una sensazione piacevole. Ricorse nuovamente ai suoi poteri lanciandoli contro il soffitto dalla quale lei era entrata per poter vedete dove si trovava e soprattutto per capire se ci era un modo per poter uscire. La cosa positiva di possedere la magia di luce e che quando se ne faceva uso, illuminava. Nonostante non potesse mantenerla attiva per lungo tempo, almeno poteva comprendere in che situazione si trovasse. Era stata praticamente sepolta viva. Era rinchiusa in uno spazio di pochi metri quadrati e senza alcuna possibilità di uscita, in quanto quella voragine era una sorta di prigione magica, che impediva di fa uscire la magia. Poteva entrare però perché era ovvio che quella voragine era già presente e se fosse stata completamente protetta dalla magia, i nani non avrebbero potuta aprirla per imprigionarla. Ma il fatto di non poter usare la magia per uscire, in quel preciso istante non era la sua preoccupazione maggiore. Poteva sperare che i suoi familiari, accorgendosi della sua scomparsa, la trovassero grazie a un incantesimo di locazione, ma avrebbe potuto richiedere tempo perché comprendessero cosa le fosse accaduto e in quello spazio stretto, l’aria sarebbe mancata presto. Il panico cominciò a impossessarsi di lei, ma dovette cercare di calmarsi, perché un attacco di panico voleva dire respirare più velocemente e consumare più ossigeno, mentre lei doveva cercare di fare l’esatto contrario. Si sedette a terra e cercò di regolarizzare il suo respiro e di rilassarsi, in modo tale che il suo corpo le richiedesse meno ossigeno.

Non seppe dire quanto tempo e era rimasta in quel luogo. Le sembrava un eternità. Qualche volta provò nuovamente a usare la mia per uscire o teletrasportarsi, ma come immaginava fu tutto inutile.  Il panico cominciava a diventare più difficile da controllare, soprattutto quando cominciò a sentire la mancanza di ossigeno. Non riusciva a comprendere perché quell’essere l’avesse rinchiusa lì. Forse perché sperava che se fosse morta in un luogo dalla quale la magia non poteva uscire, avrebbe imprigionato la sua magia i quel luogo. Non sapeva se fosse possibile una cosa del genere, ma sapeva che doveva cercare di stare sveglia, nonostante cominciasse a sentire le sue membra pesanti. Ad un certo punto sentì chiaramente della magia manifestarsi vicino a lei e purtroppo non poté nemmeno sperare che fosse qualcuno giunto a salvarla, perché il potere oscuro era palese. Sentì qualcosa muoversi intorno ai polsi, prima che questi venissero alzati contro la sua volontà e venisse legata alla parete, senza possibilità di muoversi. Provò a tirare per liberarsi, ma la mancanza di ossigeno l’avevano resa debole e la lotta fu presto persa.

“sono proprio curioso di vedere come te la caverai questa volta salvatrice!” disse l’essere incappucciato facendosi sentire, dato che Emma non era in grado di vederlo, ma fu egli stesso a provvedere a questo problema, facendo comparire delle sfere di fuoco volanti che illuminavano l’ambiente e di conseguenza consumavano il poco ossigeno rimasto.

“È questo il tuo piano? Farmi morire asfissiata in una gabbia dove la mia magia rimarrà imprigionata, in modo tale da impossessartene?” chiese Emma con affanno.

“No, mia cara. Se tu morissi qui sotto i tuoi poteri morirebbero con te. Ti ho rinchiusa qui dentro per poterti rendere debole, cosi da non ostacolarmi per l’ennesima volta!” rispose l’essere.

“Mi dispiace per te, ma il tuo piano fallirà. Senza la spada non puoi rubare i miei poteri e non puoi viaggiare nel tempo per recuperarla! “ disse la donna con un sorriso abbozzato.

“Si mi sono accorto del tiro mancino che mi avete tirato, ma si dia il caso che ho trovato un altro modo per ucciderti!”

“E quale sarebbe?” chiese la donna cercando di mantenere la sua compostezza, ma per niente tranquilla di come le cose si stessero mettendo.

L’essere incappucciato sorrise e mostrò lei l’arma che avrebbe posto fine alla sua vita.

La impugnava saldamente, con la lama ben in vista. Emma spalancò gli occhi quando riconobbe l’arma in mano. Era il pugnale del signore oscuro e in quell’istante, sopra vi era scritto il nome di Emma Swan.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

 

Killian finì il suo giro di perlustrazione diverse ore dopo. Storybrooke non era una città grande che richiedesse ore di girovagare, ma aggiungendoci il bosco, pause caffè, il pranzo e qualche battibecco fra cittadini, nel quale il vice sceriffo aveva dovuto fare da paciere, il tempo era volato.

Tornò in centrale, che il sole era già calato e si sorprese quando sentì la voce di David domandare al nulla “Perché non rispondi? Avanti Emma!”

A sentir il nome della moglie Killian entrò nell’ufficio senza nemmeno salutare il suocero “Cosa succede? Dov’è Emma?”.

David sussultò quando sentì la voce di Killian, ma non nascose la sua preoccupazione “è quello che sto cercando di scoprire. È uscita questa mattina per un’altra rissa  provocata da Leroy e non è ancora tornata. All’inizio ho solo pensato che fosse andata a pranzo e poi a farsi un giro, ma le ore sono passate e il suo cellulare è irraggiungibile!”

Killian senza aspettare un attimo corse fuori dall’ufficio, ma David lo trattenne “Dove stai andando?”

“Secondo te? A cercarla!” disse Killian girandosi nuovamente, ma David non fu da meno e decise di chiudere l’ufficio dello sceriffo con un’ora di anticipo. Sua figlia e suo nipote avevano la precedenza.

Andarono nei posti che Emma era solita frequentare. Da Granny, al loft, da Regina e al porto. Non era in nessun di questi luoghi e Killian dovette chiedere a Regina, che si era unita alle ricerche, di fare un incantesimo di locazione.

Neve avrebbe voluto essere d’aiuto, ma David le disse di rimanere a casa, nel caso Emma si fosse fatta vita, oltre al fatto che non c’era tempo per cercare una babysitter per Neal. Loro bastavano e promise alla moglie che sarebbero tornati presto con Emma e che probabilmente la donna voleva semplicemente starsene un po’ da sola, dato che negli ultimi giorni non era mai tranquilla, perché aveva sempre qualcuno intorno che faceva cose per lei, anche le più semplici. Sinceramente David si domandò come Emma non si fosse lamentata prima. Anche a lui sembrava un po’ un’esagerazione tutta quell’attenzione. Ci mancava solo che qualcuno stesse con lei in bagno.

 

“E se quell’essere l’avesse catturata?” domandò Killian spaventato all’idea.

“Non andare nel panico ancora prima di sapere cosa sia successo. Ora proviamo con questa!” disse Regina, tenendo in mano una delle giacche rosse di pelle di Emma, che prese a volare conducendoli verso la piazza.

Tutti rimasero sorpresi quando la giacca cadde a terra e si fermò. Regina provò a lanciare un altro incantesimo di locazione, ma nuovamente la giacca cadde a terra, nel medesimo punto.

“Perché non funziona?” chiese Killian preoccupato.

“Credo invece che funzioni. La giacca ci sta dicendo che Emma è qui sotto!” disse Regina.

“Come è possibile una cosa del genere? Ci sono cunicoli sotto la città?” chiese David, il quale ricevette una risposta negativa  dal sindaco, in quanto alla creazione della cittadina non aveva pensato a una galleria di vicoli sotterranei, ma ella era sicura di quanto affermava.

Emma fissava Il pugnale del signore oscuro con il suo nome inciso sopra.

L’essere incappucciato rise divertito allo sguardo della salvatrice. La donna infatti non poteva immaginare che quel briciolo di potere da signore oscuro che le era rimasto, sarebbe stato la sua condanna. L’origine della magia era una sola, dipendeva poi dal proprietario l’utilizzo che ne faceva, quindi se quella lama tecnicamente assorbiva i poteri del   oltre al respiro che le mancava per lo sforzo, la presa della corda che la teneva legata, si faceva sempre più salda.

Ormai l’uomo era davanti a lei e con la magia la fece alzare in piedi, per avere bene la visuale dei suoi occhi. Voleva vederli perdere quella luce che la caratterizzavano, voleva vederli spegnersi e diventare opachi, una volta che la lama del pugnale sarebbe penetrato nelle sue carni.

Gli occhi di Emma erano pieni di terrore e una lacrima prese a scenderle sulla guancia. Non vedeva via d’uscita da quella situazione e mentalmente chiese perdono alla sua famiglia e a Killian di essere stata debole e supplicò il suo bambino di non avercela con lei se da quando era stato concepito, non era riuscita a prendersi cura di lui.

L’essere incappucciato tirò indietro il braccio pronto a caricare il fendente. Emma chiuse gli occhi e si preparò a sentire lo stesso dolore straziante che aveva sentito nemmeno un anno prima a causa di Gideon.

Il dolore però non arrivò, perché qualcosa di strano, qualcosa che non riusciva a spiegarsi, la protesse. Il pugnale infatti stava per colpirla allo stomaco, ma prima che la lama raggiungesse le sue carni, esso si scontrò contro uno scudo bianco, che fece volare via il pugnale di mano al nemico.

Quest’ultimo cominciò a innervosirsi  nel vedere che il suo ennesimo piano stava fallendo e, raccogliendo il pugnale, cercò di colpire con più forza, sperando di rompere quella barriera. Lo scudo però fu ancora più forte , tanto che l’energia sprigionata fece indietreggiare quell’essere.

“Cosa diavolo sta succedendo? Perché non muori!” chiese gridando.

Emma stava boccheggiano sia per lo spavento preso, sia per l’assenza d’aria che ormai era davvero al limite. Ma proprio in quel momento sentì dei rumori provenienti dall’alto e presto il terreno sopra le loro teste si aprì.

“Emma!” gridò una voce maschile agitata, ma non fu l’unica a chiamarla. “Lurido bastardo, allontanati da lei!” Disse Killian, buttandosi nella voragine e mettendosi davanti alla sua amata, sguainando la spada che David gli aveva donato.

L’essere incappucciato non sembrava minimamente preoccupato dalla presenza del pirata, né tanto meno dalla presenza di tutta la combriccola. Era più intenzionato a fissare il pugnale per capire cosa fosse andato storto.

Se n’è andò, sebbene nessuno comportasse una vera e propria minaccia per lui, ma voleva studiare quel pugnale. Nonostante il suo piano si era rivelato momentaneamente fallimentare, era affascinato da quella magia misteriosa che si era manifestata davanti ai suoi occhi.

“Emma, stai bene?” chiese Killian, mentre con il suo uncino la liberava dalla sua prigionia. Le spostò i capelli dal volto e le afferrò il viso, mentre lei cercava di ispirare profondamente l’ossigeno che in quelle ore aveva cominciato a mancarle sempre di più. La donna lo abbracciò saldamente, spaventata dall’idea di non aver mai più potuto sentire quelle forti braccia intorno a lei.

“Accidenti Emma, quando la smetterai di farmi prendere questi accidenti!” disse Killian, baciando la donna sulla testa, infischiandosene della sporcizia che la ricopriva da capo a piedi.

Regina aiutò Killian ed Emma a uscire da quel luogo e subito dopo la donna, venne circondata dalle braccia del padre che guardandola in faccia disse “Emma, dovremmo portarti in ospedale a controllare le tue condizioni e…” cominciò l’uomo, ma la salvatrice non era della stessa idea. Infatti, liberandosi dalla sua presa, prese a camminare a passo veloce, ignorando Killian che la chiamava, mentre la vedeva allontanarsi.

Si recò al negozio di Gold, dove sul vetro della porta era esposto il cartello chiuso. Emma lo ignorò e aprendo la porta, chiamò il proprietario a gran voce. L’interpellato uscì fuori dal retro bottega e disse infastidito “Signora Swan, le devo forse ricordare che se c’è il cartello chiuso alla porta del mio negozio, significa che nessuno è il benvenuto?”.

Anche Belle si unì al gruppo per vedere cosa stesse succedendo e vedendo l’aspetto disastrato della salvatrice, con voce preoccupata chiese “Emma, stai bene? Cosa è successo?”

“No, non va tutto bene! Dove è il tuo pugnale Gold?” chiese la salvatrice severamente. Confondendo i presenti che non capivano il perché volesse l’arma del signore oscuro.

“Lo tengo in un posto sicuro, dove non è necessario che tu sappia la collocazione. Se ho fatto un incantesimo per impedirti di sentirlo, un motivo ci sarà, non credi mia cara?”

“Tiralo fuori!” ordinò Emma seccata.

“Emma cosa sta succedendo?” chiese David confuso.

“Adesso!” disse Emma ignorando la domanda del padre.

Killian afferrò un braccio della donna, dicendole di calmarsi, ma Emma si liberò dalla sua presa e tornò a guardare il signore oscuro.

Belle guardò prima Emma e poi il marito e vedendo che il secondo non era intenzionato ad accontentare la salvatrice, anche per il modo in cui glielo stava chiedendo, decise di intervenire.

Tremotino, se te lo chiede, deve avere un motivo valido!” disse Belle gentilmente.

Golf sospirò e fece un gesto con la mano, per fare apparire uno scrigno dentro il quale c’era l’arma richiesta.

“Ringrazia mia moglie, altrimenti per il modo e il tono con cui ti sei presentata qui, ti avrei già sbattuto fuori!” disse Golf scocciato.

“Che cosa ti serve da quest’arma?” chiese Regina, anche lei ignara delle intenzioni di Emma.

Tutti rimasero sorpresi quando la donna afferrò il pugnale e, impugnandolo strettamente, disse “Signore oscuro, io ti ordino di teletrasportarti fuori dal negozio!”

Tutti si sorpresero alla volontà di Emma di voler comandare il signore oscuro, ma furono ancora più sorpresi da quello che accadde dopo.

Gold uscì da dietro il bancone e fronteggiò la salvatrice con aria arrabbiata, dicendole “Come osi comandarmi? Tu…” Belle lo affiancò e appoggiandogli una mano sul braccio, gli fece notare un particolare “Tremotino, tu non hai obbedito!” solo allora il signore oscuro si rese conto di cosa stesse realmente facendo la salvatrice.

“Non è possibile!” disse l’uomo sorpreso, mentre Emma, con la magia rese quel pugnale un mucchietto di cenere.

“Non avevo intenzione di comandarti, volevo solo avere la conferma…questo pugnale è falso!” disse Emma per poi sospirare tristemente e passarsi una mano sul viso.

 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

“Non avevo intenzione di comandarti, volevo solo avere la conferma…questo pugnale è falso!” disse Emma per poi sospirare tristemente e passarsi una mano sul viso.

“Ma questo non è possibile. Come può quell’essere essere entrato in possesso del mio pugnale senza che me ne accorgessi?” chiese Gold più a sé stesso che agli altri. Non aveva parole e doveva ammettere che era spaventato.

“Emma, ci vuoi mettere al corrente di cosa sta succedendo una volta per tutta?” chiese Regina spazientita dalla donna che continuava a non rispondere alle sue domande.

“Quell’essere ha trovato un altro modo per impossessarsi dei miei poteri. Con il pugnale del signore oscuro!” rispose finalmente Emma.

“Ma non è possibile, non sei più un signore oscuro!” disse David.

“No, ma con una piccola abilità da signore oscuro che le è rimasta e cercando il suo nome fra i tanti che possono comparire sul pugnale,  questo sarebbe possibile. Dico bene?” chiese Regina.

La donna annuì e abbassò la testa.

Killian fece un passo avanti e chiese “Coccodrillo c’è qualcosa che possiamo fare per proteggere Emma da quella lama?”

Gold lo guardò piuttosto infastidito “Secondo te, se ci fosse un modo per proteggersi da quel pugnale, non lo avrei usato a mio vantaggio? No, certo che non c’è…a giudicare di come si stanno mettendo le cose, la tua cara mogliettina ha le ore contate!”

Tremotino!” lo rimproverò Belle, vedendo la preoccupazione sul volto della salvatrice.

“C’è un’altra cosa. Se ora sono qui a parlare con voi, non è perché siete venuti a soccorrermi in tempo. In realtà quell’essere aveva già provato a pugnalarmi, solo che qualcosa lo ha fermato!” disse Emma, guardando i presenti “Non so cosa sia successo, ma uno scudo magico mi ha protetto, tutte le volte in cui ha provato a colpirmi. Io non ho usato la magia e non so come sia possibile!”

Regina, incuriosita da questo fatto, provò a lanciare una sfera di fuoco ad Emma, senza dirle nulla, ma a pochi centimetri dalla donna, questa palla si dissolse nel nulla.

Killian, arrabbiato per il suo azzardo, le urlò contro “Cosa avevi intenzione di fare? Ti è dato di volta il cervello?”

“Volevo solo vedere questo scudo in azione e dare una spiegazione!” disse Regina “E comunque non avrei fatto del male ad Emma, come hai visto il mio potere è svanito prima che la colpisse!”

Emma sospirò di sollievo e disse “Regina, la prossima volta che vuoi fare un esperimento su di me, avvertimi!”

“Hai detto che non sei tu a usare quei poteri e dubito che il bambino possa essere così potente. Non sei curiosa di sapere cosa sia questo fenomeno?” chiese Regina.

“Certo, ma potrebbe essere solo capitato quella volta e non ho tanta voglia di rischiare la mia vita e quella del bambino, per soddisfare la tua curiosità!” disse Emma seccata.

“Ho già detto che quella sfera non ti avrebbe colpito!” si difese Regina.

“Avresti potuto sbagliare i calcoli o…” cominciò David infastidito anch’esso.

“Ti devo forse ricordare che non sono nuova alla magia?” disse Regina anch’essa infastidita dalle accuse.

“Smettetela!” urlò Gold piuttosto nervoso “A volte mi sembrate solo dei poveri idioti. Non è tanto difficile capire perché si è attivato quello scudo quando Emma è stata in pericolo!” disse Gold facendo la stessa cosa che aveva fatto Regina, con una sola differenza. Lui usò il suo bastone per colpire Emma, ma senza la minima intenzione di fermarsi. Voleva colpirla e di fatto questo scudo comparve di nuovo.

Tutti guardarono Gold confusi ed esso spiegò “Ho usato il  mio bastone con l’intento di ferire Emma, non ho fatto una finta come Regina. Ecco perché con me lo scudo ha funzionato!”

Emma lo guardò ancora confusa e chiese “Vuoi dire che questo scudo si attiva solo quando sono seriamente in pericolo?”

Gold scosse la testa “Non tu, ma il tuo bambino. È un potere che sprigioni tu stessa a tua insaputa per proteggere la tua prole. È l’amore materno o il vero amore che esiste tra madre e figlio…come preferite chiamarlo. In genere questo potere rende immuni da cose di uguale e inferiore potenza rispetto all’essere magico. Facendo un esempio se al tuo posto ci fosse stata Regina, il pugnale non si sarebbe nemmeno accorto dello scudo, in quanto i poteri del signore oscuro sono più potenti dei suoi, ma tu Emma…sei la salvatrice e l’essere più potente al mondo!”

“Non mi sembra di essere così potente. Tu sei sempre stato più potente di me!” disse Emma.

“Solo perché non ti sei mai impegnata. Dato che i miei poteri derivano da una parte dei poteri di un salvatore oscuro, è palese che una volta risvegliati i tuoi in modo definitivo, tu possa sconfiggermi. Tu non te ne accorgi, ma sono sicura che Regina, proprio come me è in grado di percepire una notevole aumento di potenza nei tuoi poteri!” disse Gold, che ricevette una conferma da Regina.

“Emma, aprire portali temporali è una cosa che si è sempre ritenuta impossibile, tu invece ci riesci come se fosse un gioco. Questo la dice lunga sulle tue capacità!” disse Regina.

Emma non era certa delle parole di Regina. Era vero che era riuscita a creare un portale temporale, ma era anche vero che non sapeva se sarebbe nuovamente riuscita in un impresa del genere e nonostante quello che Gold e Regina le dicessero, lei non si sentiva più potente, al contrario si sentiva esattamente come prima, insicura delle sue capacità. Il fatto che fosse protetta da uno scudo magico avrebbe dovuto tranquillizzarla, ma come quell’essere era riuscito a trovare un altro modo per ucciderla, avrebbe potuto benissimo trovare un metodo per raggirare quello scudo e quindi poteva benissimo non sopravvivere a un altro scontro con lui.

“Scusate ragazzi, ma…questo essere ha rubato il pugnale per uccidere Emma, ma potrebbe controllare Tremotino?” chiese Belle preoccupata dall’eventualità, dato che una cosa del genere era già successa.

Emma e Regina si guardarono e sospirarono prima di mettere al corrente tutti del tentativo di quell’essere di uccidere Tremotino del passato e il fatto che ora aveva a disposizione il pugnale, oltre a comandarlo, poteva farlo cadere sotto il suo possesso e ucciderlo facilmente rientrando nuovamente in possesso dei suoi poteri.

Detto questo Tremotino si recò con fare agitato nel suo retrobottega, dove cominciò a fare un gran baccano.

Tremotino, cosa stai facendo?” Chiese Belle preoccupata per il marito, in quanto si poteva ben vedere l’agitazione che in quel momento stava provando.

“Non ho nessuna intenzione di restare fermo mentre quell’essere decide di venire ad uccidermi per riprendersi i poteri. Non cederò senza a combattere!” disse Gold determinato.

“Sbaglio o avevi detto che quell’essere è più potente di te e che non c’è un modo per contrastare quel pugnale?” chiese Killian.

Gold lo guardò seccato “Cosa dovrei fare allora? Restare fermo senza fare niente? Non ho tutta sta voglia di morire, oltre al fatto che anche io ho una famiglia da proteggere e se quell’essere entrasse nuovamente in possesso dei suoi poteri, potrebbe diventare una minaccia difficile da contrastare, perché avrebbe gli stessi poteri di Emma, in quanto salvatore anch’egli, se non di più!” disse Gold, facendo sussultare i presenti a quelle parole.

“Cosa vuoi dire con se non di più. Quell’essere riacquistati i suoi poteri dovrebbe almeno avere la stessa potenza di Emma, non superiore!” disse David preoccupato.

“Ti ricordo che quando Emma ha ucciso Killian, quando erano entrambi signori oscuri, ho acquisito i poteri di tutti i signori oscuri, compresi i poteri di vostra figlia!” disse Gold.

“Allora andando a sommare i poteri oscuri di centinaia di persone, dovresti essere tu l’essere più potente esistente!” disse Regina “E tu stesso hai detto che Emma è più potente di te!”

“L’ho detto e lo ripeto. Con i poteri di tutti i signori oscuri, sono più potente del signore oscuro che ero una volta. In sostanza, ogni signore oscuro ha una potenza diversa dall’altra, in base a quanto si è predisposi alla magia, ma anche il più inutile essere al mondo che non ha alcuna affinità  con la magia, acquisendo i poteri del signore oscuro, diventa temibile di fronte alla maggior parte delle persone non dotate di poteri. Io rispetto al mio predecessore ero più potente, perché a quanto sembra, nonostante la mia codardia, se avessi praticato le arti magiche, qualcosa sarei stato in grado di fare. Emma se avesse ceduto al male, sarebbe stata la più potente signore oscura, in quanto possedeva già di suo dei poteri magici molto potenti. Tu Regina come signora oscura, saresti stata più potente di me, perché hai parecchie doti in fatto di magia. In pratica i poteri del signore oscuro ti danno dei poteri molto forti e questi vanno a risvegliare i poteri che il prescelto avrebbe avuto se avesse deciso di praticare le arti magiche come hai fatto tu Regina. Quindi io quando ho assorbito i poteri dei signori oscuri, ho semplicemente aggiunto ai miei solo il di più, quello che io ancora non avevo. Non ho sommato nella loro interezza tutti i poteri! Mettendola sui numeri, se io avevo il 50% della potenza e un altro signore oscuro il 60%, acquisendo i suoi poteri non avrei fatto 50 più 60, ma avrei acquisito quel 10% in più che non avevo!”

“Ma se hai assorbito anche i poteri di Emma allora…” cominciò Killian.

“Emma non ha mai ceduto all’oscurità, quindi solo una piccola parte dei suoi poteri è stata contaminata e quella parte mi ha reso più potente, ma non tanto quanto la salvatrice!” disse Gold.

“Ma se è così che funziona allora, l’anti salvatore non potrebbe aumentare i suoi poteri acquisendo nuovamente i tuoi, ne tanto meno i miei, avendo la stessa potenza!” disse Emma.

“Mi dispiace contraddirti salvatrice, ma la faccenda è più complessa. Entrambi potete accrescere i vostri poteri volendo, c’è pur sempre un limite, ma potete. Inoltre tu è lui avete la stessa potenza, ma la natura dei vostri poteri è diversa. La sua magia è oscura, la tua è di luce. Possedendole entrambe diventerebbe inarrestabile per il semplice fatto che possedendo le due magie più potenti conosciute, nessuno potrebbe contrastarlo. Perché tu puoi perdere contro di lui e lui contro di te? Perché i vostri poteri hanno nature diverse e una può prevalere sull’altra. Se fossero della stessa natura, vincerebbe il più potente, se invece aveste la stessa potenza e la stessa magia, diventerebbe una battaglia infinita, senza alcun vincitore. Per questo non ci sono mai due salvatori nello stesso periodo. Come si dice, morto un salvatore se ne fa un altro. Io, Aladin e te, siamo tutti salvatori, ma nessuno coetaneo all’altro!” disse Gold mettendo fine alla sua spiegazione.

 

“Ok, tutto questo è affascinante, ma dobbiamo trovare un modo per impedire che quell’essere diventi ancora più potente di quello che è. Allora  qualcuno ha suggerimenti?” chiese David preoccupato per l’intera situazione. Sua figlia anche con lo scudo, non era fuori pericolo.

“Purtroppo non saprei cosa inventarmi per proteggere Gold da una eventuale minaccia!” disse Regina.

“Dobbiamo limitarci allora a sperare che quell’essere non abbia voglia di impossessarsi dei suoi poteri?” chiese Killian.

“Un modo ci sarebbe!” disse Emma, attirando l’attenzione su di “Gold dovrebbe lasciare la città!”.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

 

“Un modo ci sarebbe!” disse Emma, facendo voltare tutti quanti verso di lei. “Tremotino Dovrebbe lasciare la città!”

Cosa?”chiese Belle confusa.

“Pensaci, nel mondo senza magia, tuo marito sarebbe al sicuro da quel pazzoide!” disse David appoggiando l’idea della figlia.

“Non ho intenzione di scappare se è questo che intendi, né di lasciare la mia famiglia!” disse Tremotino.

“Tua moglie e tuo figlio potrebbero venire con te!”disse David.

“Aspettate, io ho solo detto che sarebbe una soluzione, non ho detto loro di fare le valigie. Mi sembra la soluzione più ovvia, troppo perché il nostro nemico non ci abbia pensato. Come minimo avrà messo un blocco per impedirci di lasciare Storybrooke o uscire dai confini potrebbe comportare qualche rischio!” disse Emma “Perché come Gold, anche io sarei più al sicuro nel mondo esterno, dove non mi può nuocere!”

“Emma ha ragione. Lasciare la gabbia aperta e permetterci di scappare sarebbe un errore da sciocchi!” disse Regina incrociando le braccia.

“Io direi di controllare e poi decideremo il da farsi!” disse David.

“Non decideremo un bel niente. Non ho intenzione di andarmene!” disse Gold infastidito dal fatto che un’altra persona stesse decidendo del suo destino.

“Così  metteresti a repentaglio la vita di decine di regni, te ne rendi conto?” chiese David alzando la voce.

“Mi sembrava che ormai aveste imparato a conoscermi. Niente mi importa se non il mio tornaconto personale e la mia famiglia!” disse Gold.

“Mi dispiace deluderti Gold, ma se quell’essere ha la meglio, la tua famiglia non sarà al sicuro!” disse Regina.

“Ragazzi, mi sembra inutile questa conversazione al momento. Vediamo prima se c’è o meno questo blocco, poi si vedrà e comunque nessuno può costringere qualcuno a lasciare la città contro la sua volontà!” disse Emma, uscendo dal negozio. In un battito di ciglia, furono tutti al confine, tranne per Belle, che era dovuta rimanere con il figlioletto.

Regina ed Emma si avvicinarono al confine, ma appena stesero le mani per vedere se vi era una sorta di incantesimo per impedire il passaggio, una forte scossa elettrica le colpì. Emma non risentì della scossa, in quanto il suo scudo magico si attivò, venendo solo spinta indietro, con Killian che l’afferrò per impedirle di cadere malamente, mentre Regina percepì il colpo nella sua potenza.

 

“No, Regina!” disse David, correndo verso di lei per controllare le sue condizioni. Non c’era battito e subito tutti temettero il peggio. Il principe azzurro fece subito un massaggio cardiaco per far sì che il cuore di Regina riprendesse a battere.

“Forza dai, non puoi lasciarci così!” disse David spingendo ancora sulla cassa toracica della donna.

“Papà, lascia fare a me!” disse Emma, abbassandosi e poggiandogli una mano sul braccio, ma prima che David potesse lasciare il posto ad Emma, Regina innaspò per l’aria.

Tutti tirarono un respiro di sollievo ed Emma, con i suoi poteri controllò le condizioni di salute della donna .

Regina si sedette e si portò una mano alla testa “Cosa diavolo è successo?”

“Come temevamo siamo intrappolati qui e c’è mancato poco che diventassi pasto per i pesci. A mio avviso dovresti ringraziare David. Ti ha salvato la vita!” disse Killian.

Regina guardò l’uomo che l’aiutava a stare seduta tenendole una mano sulla schiena con aria sorpresa “Tu mi hai salvata?”

“Perché ti stupisci tanto? Abbiamo avuto i nostri alti e bassi in passato, ma ormai pensavo avessi capito che sei una di noi!” disse l’uomo sorridendo, che  venne ricambiato dalla donna, prima di ricevere i suoi ringraziamenti.

“Bene, direi che il problema su chi deve lasciare la città non si pone!” disse Gold.

Swan, non credi sia il caso di fare qualcosa per questa barriera, se qualcuno senza pensarci due volte prova a lasciare la città, rimarrebbe folgorato.!” Disse Killian preoccupato seriamente per l’eventualità.

Emma guardò Regina e quest’ultima, sebbene non si sentisse nel pieno delle sue forza, aiutò la salvatrice ad attuare un incantesimo di protezione, come quello che avevano attuato contro Zelena quando Neve stava partorendo. Non importava se non era molto potente come incantesimo, l’importante era che proteggesse gli abitanti di morire allo spiedo.

“Ora che abbiamo risolto uno dei tanti problemi…” cominciò Gold per poi fermarsi di colpo e sparire in una nuvola di fumo.

“Poteva anche finire la frase!” disse killian non tanto infastidito dalla sua sparizione. Per quanto tempo potesse passare e quante tregue potessero fare, quel coccodrillo non gli sarebbe mai piaciuto.

Tutti tornarono al loft dove sia Biancaneve che Henry stavano  aspettando notizie. Quando la porta dell’appartamento si aprì, Neve abbracciò subito la figlia ed Emma fece non poca fatica a convincere la madre che stesse bene, dato le sue condizioni disastrate, dovute al passare l’intera giornata sotto terra. Non passarono inosservate nemmeno le condizioni di Regina che aveva non solo i vestiti sgualciti, ma anche i capelli dritti per la scossa presa.

“Cosa vi è successo? Siamo stati così in pensiero!”  disse Neve, prima di venire informata degli eventi della giornata.

“Quindi ricapitolando, ci è mancato poco che diventassi orfano di entrambi le madri!” disse Henry seccato. Regina gli passò una mano sulla schiena e disse al ragazzo che le dispiaceva.

“No, non voglio sentire le vostre scuse!” disse Henry liberandosi dal tocco della madre “OK siete delle eroine, ma quanto vi costa non buttarvi a capofitto in qualsiasi problema capiti?” disse per poi rivolgersi a Emma “Tu sei pure incinta, ma sembra non importanti niente. Hai già rischiato di perdere il bambino e allora perché non te ne stai tranquilla? Hai tutta questa voglia di morire? Non pensi a cosa ne sarebbe di me, della nonna o del nonno se ti accedesse qualcosa? E killian? Non pensi nemmeno a lui? Di come ci sentiremmo se dovesse capitarti qualcosa?”

Emma si morse il labbro e provò a dire “Henry io…!”

“No, non voglio ascoltarti. Se non ti importa niente della tua vita fa pure, non mi interessa. Non mi sorprende nemmeno che non ti importi del bambino, dato che non ti è importato niente di me, ma almeno evita di trascinare con te le altre persone che amo!” di Henry urlando.

Ormai gli occhi di Emma erano annebbiati dalle lacrime. Queste presero a scorrere copiose sulle sue guance e non riuscendo a sopportare più la pressione che si era venuta a creare in quella stanza e l’idea che la vedessero in quello stato, svanì in una nuvola di fumo.

“Henry!” disse Regina scioccata dalla sfuriata fatta dal ragazzo “Come hai potuto dire quelle cose orribili a tua madre?” chiese, afferrando il ragazzo per le braccia, costringendolo a guardarla. Regina poteva vedere le lacrime non cadute sul volto del figlio e sapeva che quelle parole dette, erano solo dovute a un momento di rabbia e di paura del ragazzo di perdere le persone che amava di più, ma anche se dette in un momento di non lucidità, le parole potevano ferire più di una spada.

“Io…io voglio solo che stia più attenta mamma. Lo so che è la salvatrice e che sono stato io a renderla tale, ma perché deve sempre agire senza pensare? Perché? e perché tu fai la stessa cosa?” chiese Henry dispiaciuto.

Regina gli accarezzò il volto “Oh Henry, posso capire la paura che hai provato, ma quello che ci succede la maggior parte delle volte non è colpa nostra se ci accadono cose spiacevoli. Emma pensava di svolgere semplicemente il suo lavoro oggi, non si aspettava una trappola, ne tanto meno io mi aspettavo di rimanere fulminata cercando di capire se c’era il blocco alla città. È successo. Nessuno di noi si diverte a rischiare le proprie vite. Ne tanto meno Emma nel suo stato. Lei ti ama e ama questo bambino più di ogni altra cosa e farebbe di tutto per voi, come io farei di tutto per te. Quindi non pensare mai che non pensiamo alle conseguenze delle nostre azioni. Inoltre a volte dobbiamo rischiare per permettere al bene di vincere. Me lo hai insegnato tu!” 

Henry annuì. Sapeva che la madre aveva ragione, ma la paura si era impossessato di lui e non ci aveva visto più e dalla sua bocca gli erano uscite parole che non pensava realmente.

Killian sospirò e disse “è meglio che vada a controllate Emma, è stata una lunga giornata!” fece per uscire, ma la voce di Henry lo fermò “per favore, dille che mi dispiace…io…”

Killian annuì e accennò un sorriso prima di chiudere la porta dietro di sé.

Killian era davanti la sua casa. Era tutto spento, ma era certo che Emma si trovasse al suo interno. Di sicuro non se n’era andata in giro chissà dove senza dire niente a nessuno, dopo la giornata trascorsa. Aprì la porta d’entrata e subito il rumore del boiler acceso, gli fece intendere che Emma doveva essere sotto la doccia. Era sollevato di non trovarla disperata a piangere in un angolino. Sperava che le parole di Henry non l’avessero turbata troppo, dato la non intenzione di dire realmente quello che aveva detto, ma dovette ricredersi quando vide Emma uscire dal bagno. La donna sussultò quando lo vide seduto sul letto. Strinse a sé l’asciugamano bianco che la copriva e abbassò lo sguardo. Killian sospirò. Il suo tentativo di non incrociare il suo sguardo, non gli fecero passare  inosservati gli occhi rossi della donna.

Emma non disse niente. Si recò alla cassettiera per afferrare qualche capo per la notte, ma Killian, l’afferrò per il braccio, interrompendo la sua azione e, con dolcezza, la condusse al letto dove la fece sedere.

Emma si strofinò gli occhi con la mano destra per cancellare le lacrime che aveva versato fino a qualche momento prima, non volendosi mostrare sempre così vulnerabile sebbene avesse la scusa degli ormoni.

“Emma, lo sai che Henry non pensava davvero quelle cose?” chiese Killian.

Emma non disse niente, continuava a guardare le sue mani poggiate sulle sue ginocchia. I capelli bagnati le coprivano il volto e il pirata li dovette spostare dietro l’orecchio della donna per vedere se la stava ascoltando.

“Emma!” la chiamò.

“Henry dice sempre la verità e in fin dei conti, non ha tutti i torti. Per cercare di salvare me, ogni volta qualcuno rischia si rimetterci la pelle. Guarda cosa ti è successo a Camelot, cosa è successo a Robin e…”

Killian guardò la donna straniata e disse “Robin? Che centra Robin? Lui è morto per causa di Ade nel tentativo di salvare la figlia, tu non centri niente!”

“Davvero? Perché Ade si trovava a Storybrooke? Non era forse qui perché, io per riaverti con me, ho scombussolato l’Under world e lui ne ha approfittato per uscire dal regno che Zeus gli aveva imposto?” disse Emma mordendosi il labbro. Se avessi trovato un altro modo per salvarti, invece che donarti i poteri del signore oscuro, non avresti dovuto sacrificarti per un mio errore, non sarei mai scesa negli inferi per salvarti e di conseguenza Ade non potendo venire in superficie non avrebbe ucciso Robin. Quindi come vedi Henry ha ragione. Io trascino le persone in pericolo da cui non sempre riescono a uscirne sani e salvi ed è così difficile riuscire a convivere con questo senso di colpa e ha ragione anche sul fatto che sono una pessima madre. Non faccio altro che far soffrire i miei figli. Henry ha ragione ad odiarmi!” disse Emma con voce rotta.

“Love, ti rendi conto che quello che dici sono solo sciocchezze? Henry non ti odia, si è solo fatto prendere dal panico al pensiero di veder morire entrambe le sue madri in una notte sola. Lui ti adora e ti ammira più di qualunque altra persona al mondo. Per quanto riguarda Robin, lui ha fatto la sua scelta inseguendoti nell’Under world. Tu non hai nessuna responsabilità verso la sua morte. Capito Emma ?

“Ma…” cominciò la donna per replicare, ma Uncino le mise una mano sulla bocca per non farla parlare “No Emma, non ci sono ma che tengano. Tutto quello che è successo non è colpa tua, né di nessun altro, ma di una serie di eventi che hanno portato tutti noi a fare delle scelte, accettandone le conseguenze e Henry lo sa! A volte quando si è arrabbiati si dicono cose di cui ci si può pentire e credimi se ti dico che ora Henry si sente veramente in colpa per quanto successo questa sera. Mi ha chiesto anche di dirti che gli dispiaceva e Emma…guardami!” disse facendole voltare il capo verso di lui perché, lo guardasse negli occhi. “Henry ti ama, come tu ami lui e nostro figlio!” disse Killian accarezzandolo il ventre sul quale si poteva già sentire un leggero rigonfiamento “Tutta questa storia non sarebbe successa se quel ragazzo non stravedesse per te!”

Emma annuì e sorrise leggermente “Come fai sempre a sapere quale è la cosa giusta da dire?”

“è un dono di natura love, proprio come il mio bell’aspetto!” disse Killian con il sorriso sulle labbra.

Il mattino seguente Emma e Killian andarono da Granny's per fare colazione. La donna era un po’ nervosa di incontrare Henry e si fermò a pochi metri dall’entrata del locale. Prese un respiro profondo, ma prima che potesse fare un piccolo passò, la porta del locale si spalancò ed Henry le corde incontro, abbracciandola subito dopo.

Emma lo strinse a sé, e lo abbracciò con più forza quando il ragazzo si scusò con lei. Sentì un peso sollevarsi dal cuore, nel vedere che effettivamente il suo bambino non ce l’avesse veramente con lei “è tutto a posto ragazzino!” disse, per poi baciarlo sulla fronte. Entrarono poi a fare colazione, ma Emma, avendo ancora la nausea nonostante fosse praticamente alla fine del primo trimestre, non sembrava tanto invogliata a mangiare, ma qualcun altro decise per lei, quando un piatto di pancakes allo sciroppo d’acero, le comparve davanti.

Emma sussultò e guardò Killian, Henry e Regina, anch’essa presente, confusa.

“Sei stata tu?” chiese Emma a Regina, la quale scosse la testa, prima di sentire Granny chiedere chi avesse preso il piatto di pancskes che aveva appoggiato sul bancone, con voce irritata.

Emma alzò il piatto e si scusò con la donna, mentre la nonna di cappuccetto rosso riprendeva il piatto, ma appena questo fu di nuovo in mano sua, il piatto sparì e ricomparve nuovamente davanti a Emma, che si portò una mano sul viso sconsolata.

Killian sorrise divertito e disse “Sembra che qualcuno sia affamato Emma e anche tanto direi!”

“Se volevi un piatto di pancakes bastava chiederlo cara. Non te lo avrei mica negato!”  disse Granny confusa.

Emma provò a restituirglielo dicendo “No, in realtà non lo voglio, preferirei farmi un drink!” disse la donna, ma nuovamente il piatto tornò al suo posto sotto il suo naso.

“Rassegnati mamma, il mio fratellino o sorellina, vuole pancakes per colazione!” disse Henry sorridendo.

Emma sbuffò e si rassegnò all’idea di mangiare quella roba che solo a guardarla la nauseava e di fatto, poco dopo dovette correre in bagno.

“Tutto bene love?” chiese Killian, bussando alla porta.

“No, non va bene. Tuo figlio mi vuole morta!” disse Emma esasperata, uscendo dal bagno “Che senso ha farmi mangiare, se poi non ha intenzione di farmi tenere niente nello stomaco?” disse prima di sentire il campanellino della porta e vedere Belle, con Gideon in braccio, entrare  con fare agitato.

Emma l’affiancò subito e chiese cosa stesse succedendo.

“Per favore, ditemi che sapete dove è Tremotino. Quando siete andati via ieri, mi sono addormentata e stamattina, non l’ho trovato e non ci sono segni che sia rientrato. Ho provato a chiamarlo e a localizzarlo, ma non mi da alcuna traccia di dove egli possa essere. È come se non fosse a Storybrooke!”

Tutti si guardarono con aria spaventati, finchè Killian non prese parola dicendo “Se il coccodrillo non si trova, questo significa che…”

“Che quell’essere è arrivato a lui!” disse Regina finendo la frase con voce grave.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

Gold era sparito.

Quella notizia congelò l’intero locale. In altre occasioni Storybrooke sarebbe stata contenta nello scoprire che il signore oscuro se ne fosse andato, ma in quella circostanza, non potevano che temere il peggio.

Tutti guardarono Emma, era la salvatrice e si aspettavano che lei sapesse cosa fare. La donna sospirò e uscì dal locale di fretta, venendo inseguita dai suoi familiari.

“Emma, aspetta! Dove stai andando?” chiese Killian.

La donna scosse la testa “Da nessuna parte. Volevo solo che tutti la smettessero di fissarmi, come se dovessi subito risolvere la situazione. Salvatrice o meno, non so sempre cosa fare e non ho la più pallida idea di dove mettermi a cercare Gold, se gli incantesimi di localizzazione di Belle non hanno funzionato, allora…!”

“Tranquilla mamma, non sei da sola, ti aiuteremo noi!” disse Henry cercando di rassicurare la madre.

“Grazie ragazzino! Qualcuno ha qualche idea?” chiese Emma “Perchè sinceramente non si dove sbattere la testa. L’unico modo per trovarlo e stato camuffato proprio da Gold!” disse, facendo riferimento al fatto che non era più in grado di percepire il pugnale del signore oscuro di quel tempo.

“Non può essere andato lontano. Non può attraversare i portali, quindi anche quell’essere è bloccato in questa cittadina!” disse Regina.

“Ma se così fosse, gli incantesimi di localizzazione avrebbero funzionato!” disse Belle, cullando Gideon che aveva preso a piagnucolare.

“E se usassimo quella pozione per poteri affini che hai usato per trovare Aladdin? In fondo anche il nonno è stato un salvatore, anche se per poco!” disse Henry.

Emma guardò Regina e le domandò se potesse funzionare e non ricevette una risposta che la rassicurava sull’esito della riuscita, era tutto un forse. Decisero di provare. Si recarono così alla cripta di Regina, dove la donna mise insieme gli ingredienti per la pozione che Emma avrebbe dovuto bere. Qualcosa pero andò storto in quanto la salvatrice non sentì la stessa sensazione che aveva provato quando cercava Aladdin. Si sentiva normale come se invece di una pozione, avesse bevuto semplice acqua.

“Il coccodrillo è stato un salvatore per pochissimo tempo prima che la fata nera cambiasse il suo fato. Forse non era sufficiente, ma Emma e il coccodrillo hanno qualcos’altro in comune, il potere oscuro!” disse Killian.

“Stai optando per una pozione di localizzazione basata sui poteri oscuri, piuttosto che quelli del salvatore?” chiese Regina.

“Potrebbe funzionare?” chiese Belle speranzosa.

“Potrebbe funzionare tanto quanto l’altro!” disse Regina per quanto ne sapesse “In più non possiamo imbottire Emma di pozioni!”

“Aspettate!” disse Emma. Il suo volto era preoccupato e cercò di riordinare le idee prima di affermare quanto le era venuto in mente.

“Sappiamo che anche quell’essere non può lasciate Storybrooke, ma c’è un luogo che può raggiungere senza uscire dai confini!” disse Emma.

“Quale sarebbe questo luogo mamma?” chiese Henry.

“La cripta del signore oscuro!”

Quella rivelazione lasciò tuttI sorpresi.

“La cripta del signore oscuro si trova nella foresta incantata!” disse Regina.

“In realtà la cripta del signore oscuro, si trova dove il signore oscuro si stabilisce, è parte fondamentale del suo essere. Se cambia regno, il portale della cripta si trasferisce con lui. Nella foresta incantata si trova il portale originale da dove prende vita il nuovo signore oscuro. In quanto originario di quel regno, il potere oscuro tende a tornare nella foresta incantata quando si impossessa di qualcun altro. Quando ero la signora oscura accedevo spesso alla cripta e non dovevo andare nella foresta incantata. Era una sorta di casa, con tanti oggetti potenti collezionati negli anni dai signori oscuri, se Tremotino è ancora a Storybrooke, scommetto che lo possiamo trovare lì. È l’unico posto che mi viene in mente che non può essere rintracciato!” disse Emma convinta di quanto affermasse.

“Ok, ma come facciamo a andare in questa cripta? Dove si trova il portale?” chiese Belle.

“In realtà Belle, speravo che ce lo dicessi tu. Tecnicamente a Storybrooke dovrebbero esserci due portali funzionanti. Quello che utilizza Tremotino e quella che usa quell’essere!” disse Emma.

Belle alzò le spalle e disse “Io non sapevo niente di questa storia Emma!”

“Mamma, sei stata anche tu una signora oscura. Potrebbe funzionare il tuo? Infondo hai ancora qualche potere!”.

Emma guardò il figlio e si fece pensierosa. Si, poteva essere un’opzione, ma recarsi in un posto del genere poteva essere altamente pericoloso, ma allo stesso tempo anche lasciare che Tremotino venisse ucciso, era rischioso.

Belle chiese a Regina di tenergli un attimo Gideon, poi fronteggiando Emma, la supplicò di portarla al portale. Avrebbe fatto di tutto pur di salvare il marito. La salvatrice la guardò e sospirò “D’accordo, ma ci andrò da sola. È pericoloso e non voglio che nessuno rischi più di quanto deva!”

Henry abbassò il capo e chiese “Mamma, se è per quello che hai detto io…ho esagerato. So che svolgi solo il tuo compito, ma non devi andare da sola. Potremmo aiutarti e…”

“No, Henry. La cripta del signore oscuro è un luogo pericoloso. Non posso permettere che accada qualcosa a qualcuno di voi!” disse facendo un gesto con la mano per richiamare la magia, ma un secondo prima che potesse scomparire, Belle si aggrappò a lei e venne teletrasportata con la salvatrice, lasciando  Regine, Henry e Killian confusi sul da farsi.

Emma si materializzò a casa sua e rimase sorpresa di vedere Belle.

“Che diavolo pensi di fare?” la rimproverò.

Tremotino è mio marito e voglio aiutarlo. Ti prego!” disse Belle, sperando di convincere la donna.

“Belle, capisco quello che provi, ma…” cominciò, ma l’interpellata la interruppe dicendo “Allora sai che non mi fermerò davanti al tuo no. Io verrò con te, che tu lo voglia o meno!”

Emma sospirò. Non poteva negarle questo suo desiderio, ma sperava vivamente che non le accadesse niente di spiacevole, o avrebbe dovuto vedersela con il signore oscuro, ammesso che fosse ancora vivo. La salvatrice aprì la porta che conduceva nella stessa ala, dove quando era la signora oscura teneva Excalibur.

Belle si guardò intorno, ma non riuscì a vedere niente che sembrasse il portale del signore oscuro.

Belle si guardò in giro sebbene fosse ancora identificabile come la stanza sotterranea dove Emma teneva la spada, vi erano un sacco di cianfrusaglie e più che la tana della signora oscura, sembrava un ripostiglio.

“So cosa stai pensando, ma era uno spreco non utilizzare questo spazio dato che c’era. Poi volevo nascondere un po’ quello che sono stata. Non vado fiera del mio periodo come signora oscura e credo di doverti ancora delle scuse!”

Belle sorrise “Mio figlio ti voleva uccidere, direi che possiamo definirci pari!”

“La porta della cripta è li sotto! “ disse Emma, spostando la roccia dove era incastonata la leggendaria spada, con la magia. L’aveva nascosta in quanto saperla lì le metteva i brividi. Avere un collegamento diretto con la cripta del signore oscuro, non era qualcosa che ti permetteva di dormire sonni tranquilli. Sperava fosse bloccata e ad un tratto si rese conto che probabilmente non era sparita proprio per quella goccia di potere che le era rimasto.

“Serve la chiave per aprirla!” disse Belle vedendo la serratura sulla porta circolare a terra. Emma l’aveva tenuta nascosta dentro a una parete, in modo tale che nessuno mai la potesse trovare, solo lei grazie alla magia.

Appena la prese in mano però, Belle noto qualcosa di strano in Emma. La vide fermarsi e cominciare a respirare con affanno, mentre non staccava gli occhi dalla chiave. Belle la chiamò più volte senza risultato, solo quando le toccò la spalla ritornò in sé stessa.

“Cosa ti è successo?” chiese la donna preoccupata.

“io...Belle, voglio che mi prometta che non dirai a Killian che avevo ancora la chiave. Sa della cripta, ma è convinto che la chiave sia andata perduta e voglio che rimanga così!”

Belle la guardò confusa “Perché tenergli nascosta una cosa del genere?”

“Perché questa chiave ha un potere oscuro, che riesce a soggiogare le menti delle persone che hanno avuto o hanno tutt’ora un animo oscuro. Induce le persone ad aprire la cripta e una persona con intenzioni cattive, se entrasse in possesso anche solo di un oggetto la dentro, potrebbe diventare pericoloso!”

“Temi che Killian possa cedere a questo impulso?” chiese Belle preoccupata.

Emma annuì. “Killian quando è diventato il signore oscuro ha ceduto subito alla sua parte oscura, quindi questa chiave in mano sua o di Regina potrebbe diventare pericolosa. Anche io non sono immune, essendo stata la signora oscura. Hai visto prima la reazione che ho avuto. Il potere oscuro è affascinante e più lo si usa, più si sente il bisogno di utilizzarlo ancora. È una droga!”

“Ma tu adesso la stai tenendo in mano e riesci a resistere!” disse Belle.

“La mia teoria è che i miei poteri o il fatto che i miei mi hanno liberato dall’oscurità ancora prima di nascere, mi aiuta un po’. Ma se tu non fossi stata qui, chissà. Non sfiderei troppo la sorte. Sei pronta?” chiese avvicinando la chiave alla serratura e aprirla con un click, prima che magicamente il coperchio che la teneva chiusa si aprisse.

Emma e Belle vi entrarono cautamente. La cripta era qualcosa di architettonicamente affascinante e si sviluppava su diversi piani. Ovunque si girassero vi erano oggetti magici alcuni dei quali, grazie ai suoi studi, Belle conosceva e temeva.

Emma sapeva come muoversi all’interno di quel luogo e  presto giunsero in una zona dove vi era un muro spoglio, se non per delle catene che pendevano. Era li che si trovava Tremotino.

Belle ed Emma rimasero nascoste dietro a una colonna, nonostante il desiderio della prima di correre del marito. Egli era a petto nudo e ferito, mentre quell’essere si divertiva a scrivere con il pugnale sulla carne dell’uomo.

“Perché non mi uccidi e basta?” chiese Gold con voce tremante a causa del dolore.

“Non ti preoccupare, lo farò, ma te l’ho detto, voglio delle informazioni. I salvatori sono sempre stati una spina nel fianco. Ho passato secoli a coltivare la mia vendetta verso di loro e li ho studiati per quel poco che mi era concesso di studiare dalla mia prigionia, grazie al potere del signore oscuro. E molti dei salvatori che di sono susseguiti negli anni, non avevano niente di speciale, se paragonati a quello che è riuscito ad avere la meglio su di me e questa salvatrice sembrava la peggiore. So che ogni salvatore ha un potere dormiente e ho cercato di spaventarla per indebolirla ancora di più e se all’inizio ha funzionato, qualcosa è cambiato. Diventa più potente ogni volta che la incontro e voglio sapere il perché? E tu me lo dirai!” disse prendendo a tagliare nuovamente la carne dell’uomo.

“io…non…lo…so!”

“chissà perché non ti credo! “ disse il cattivo pronto a torturarlo di nuovo.

“Basta, ti prego! Hai vinto! Te lo dirò…te lo dirò!” disse Gold tra gli ansimi “è incinta!”

L’essere incappucciato indietreggiò incredulo “Nessun salvatore è mai sopravvissuto tanto a lungo da avere figli. Sono tutti morti o hanno rinunciato prima ai loro poteri!”

Emma sussulto a quella rivelazione.

“Ecco…perché ti sembra che Emma sia sempre più forte ogni volta che la incontri. Lei è già di per sé il salvatore più potente che ci sia mai stato, escludendo proprio quello che ti ha imprigionato. Hanno qualcosa in comune. Qualcosa che io non avrei avuto se fossi stato il salvatore! “

L’essere incappucciato strinse il pugnale con forza e disse “Sono stati generati dal vero amore!”

“Esatto! Ed scommetto che tu non sei uno dei tanti stolti che pensa che l’amore sia debolezza! L’amore è la potenza più grande che ci sia al mondo e l’amore di un genitore verso il proprio figlio è…” non terminò la frase che quell’essere urlò “sta zitto! Non devi rammentarmelo!”. Prese a fare avanti e indietro e disse “Avrei dovuto capirlo prima. Quello scudo che la protegge. Sono stato un vero idiota a non arrivarci prima. Ma troverò un modo per annientarla. Vedr…” prima che potesse terminare la frase l’uomo si sentì colpire alla spalle da una forte magia che cogliendolo di sorpresa lo mandò a sbattere contro il muro.

“Emma?” disse Gold sorpreso di trovarla in quel luogo “come fai a…”

“Non mi sembra il momento adatto per parlare ora!” disse la salvatrice cercando di liberarlo dalla sua prigionia, ma l’essere oscuro le si lanciò contro facendola cadere a terra e la sovrastò con il suo corpo. Il nemico la guardò dall’alto verso il basso e con un ghigno, che Emma poteva solo sentire e non vedere, disse “Bene, bene. Guarda chi abbiamo qui! Sei sempre piena di sorprese. Vediamo se il tuo amore verso il tuo mostriciattolo ti protegge anche da attacchi più diretti!” disse l’essere incappucciato portandole le mani al collo, dato che per quanti sforzi facesse non riusciva a liberarsi da un uomo che era tre volte più grosso di lei.

Prese a stringere e il nemico stava già per gioire, ma una forte energia di luce lo scagliò indietro con forza.

 Emma di tirò su e lanciò la sua magia contro il nemico, che provvide a contrattaccare.

“Belle, libera Gold! “ urlò Emma alla donna che sotto suo ordine era rimasta nascosta.

“Belle, è pericoloso, cosa ci fai qui?” chiese preoccupato Tremotino vedendola.

“Non ti avrei mai lasciato nelle grinfie di quel mostro!” disse mentre armeggiava con le catene che tenevano prigioniero il marito.

“è inutile Belle, sono catene incantate, non puoi aprirle. Vai via di qui prima che sia tardi. Pensa a nostro figlio!”

Ma Belle non sembrava ascoltarlo, piuttosto aveva preso a studiare la serratura della catena.

“Emma, dammi la chiave della cripta!”

La salvatrice fu sorpresa a quella richiesta, ma ne comprese il motivo. Tutto in quella cripta si apriva con la stessa chiave, proprio per un fatto di sicurezza. Se mai qualcuno di buono avrebbe voluto qualcosa da quella cripta, doveva tenere in mano quella chiave con alte possibilità che trasformasse il suo cuore e il male vincesse.

“Belle non posso…” urlò Emma cercando ancora di contrastare il nemico.

 “So quello che mi hai detto sulla chiave, ma…fidati di me!”

“Belle no!” disse Tremotino supplicandola, ma la donna non vedeva ragioni.

Emma cominciò a indietreggiare mente cercava di afferrare la chiave per consegnarla a Belle. Riuscire a contrastare il nemico con una mano sola era complicato e lei si trovava quasi con le spalle contro il muro. Riuscì a lanciargliela, dopodiché mettendo più energia, si concentrò verso il suo avversario.

Belle appena afferrò la chiave, la lasciò cadere per la brutta sensazione che aveva avuto. Prese a respirare pesantemente e cominciò a dubitare di sé stessa. Emma non scherzava quando parlava del potere oscuro di quell’oggetto, ma era anche l’unico modo per salvare l’uomo che amava. Si fece coraggio e la prese nuovamente. Cercava di rimanere concentrata su Tremotino mentre sentiva la testa annebbiarsi.

Appena il signore oscuro fu libero, afferrò Belle per le spalle e tolse di mano la chiave, facendola tornare in sé stessa, ma quello che accadde dopo lo sorprese. Sentì un forte dolore alla spalle e l’aria venirgli strappata dai polmoni. Si girò lentamente per vedere dietro di sé l’essere incappucciato che rideva. Era stato pugnalato al cuore.

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

Emma, nel momento in cui aveva perso la piena concentrazione per dare la chiave a Belle, non era più riuscita a recuperare lo svantaggio accumulato e improvvisamente, in un impeto di forza da parte dell’avversario, venne scaraventata contro il muro.

Quell’essere allora approfittò della momentanea sconfitta della salvatrice per riprendere quello che era suo. Il potere del signore oscuro.

Mise mano al pugnale e con forza lo conficcò nel cuore del mal capitato e sorrise divertito quando vide lo sguardo di terrore, non solo di Tremotino, ma anche di Belle.

Gold accarezzò il volto della sua amata, mentre piano piano, il potere oscuro lasciava il suo corpo e si accasciava al suolo.

Emma guardò con terrore il potere nero che veniva assorbito all’interno del nemico. Uscire da quel luogo, sarebbe stato ancora più complicato.

Belle chiamava Tremotino, non volendo lasciarlo andare. Non poteva accettare l’idea che l’uomo che amava fosse stato ucciso. In quel momento si rese conto, che anche se aveva i poteri oscuri, il fatto di essere immortale aveva dato lei una garanzia che nessun altro poteva contare di avere. Difficilmente avrebbe potuto perdere suo marito e invece ora si ritrovava ad abbracciare il guscio vuoto del corpo di Tremotino.

La risata macabra di quell’essere rimbombò all’interno della cripta e si avvicinò a Belle per uccidere anche lei. Emma tirandosi su, nonostante la botta presa e la debolezza per il troppo uso dei suoi poteri, con la magia riuscì a far comparire Belle affianco a sé, prima che potesse essere colpita a morte.

La salvatrice guardò con rabbia il suo nemico, ma dovette fare presa su Belle che voleva nuovamente correre verso Tremotino.

“Belle, dobbiamo andarcene!” disse Emma.

“No, non posso lasciarlo qui!” disse la donna, riuscendo a liberarsi dalla presa della salvatrice, la quale dovette nuovamente fare ricorso ai suoi poteri per tenere lontano quell’essere. I due poteri si scontrarono nuovamente ed Emma sentì immediatamente la differenza. Prima sentiva a tratti di potercela fare e a tratti si sentiva più debole, ma in quel  momento sentiva di non poter contrastare il suo potere. Non sapeva come fare per tirare fuori sé stessa e Belle da quel pasticcio, soprattutto con la seconda che non avrebbe mai rinunciato a portare il corpo di Gold con sé. Emma prese a respirare con affanno, avrebbe resistito ancora per poco.

“Belle, per favore, non riuscirò a resistere ancora a lungo. Dobbiamo andare!”

L’interpellata si girò verso di Emma e vide la donna in netta difficoltà.  Guardò il volto pallido del marito, poi si alzò e la salvatrice  perse la visuale della donna. Non riusciva più a individuarla per quel poco che le era concesso di muovere gli occhi, ma ad un certo punto sentì i poteri del suo avversario più deboli e lo senti urlare. Ci mise un po’ a comprendere cosa era successo. Vide quell’essere venire risucchiato all’interno di qualcosa e solo dopo comprese che si trattava del cappello dentro il quale l’apprendista aveva provato a rinchiudere l’oscurità.

“Conviene andarcene ora prima che si liberi di nuovo. Non abbiamo molto tempo!” disse Belle, lasciando il cappello nella cripta e affiancando Emma accanto al  corpo di Tremotino.

 

Una volta nuovamente nel suo scantinato. Emma sigillò il portale con la roccia di Excalibur. Quella pietra era magica, dato che era stata la prigionia di quella spada per anni e avendone assorbito un po’ di magia, sperava vivamente che potesse bastare per tenere quel portale chiuso.

Emma si sedette a terra e appoggiandosi al muro chiuse gli occhi. Si morse il labbro, soffrendo nel vedere il dolore di Belle per il marito.

Lanciò la chiave della cripta contro il  muro con violenza per la frustrazione. Non era solo morto Gold, ma ora la situazione si era complicata maggiormente e nonostante quanto stato detto nella cripta, lei non si sentiva così potente da poter affrontare quell’essere, nemmeno con l’amore che provava verso il figlio.

“Emma!” si sentì chiamare al piano di sopra. Riconobbe Killian, ma non aveva voglia di urlare. Aspettò che fosse lui a giungere a lei. Era in grado di trovarla anche in posti assurdi, trovarla al piano di sotto non avrebbe dovuto essere poi così complicato.

Quando Henry, Killian e Regina, con Gideon in braccio, giunsero nel seminterrato, si paralizzarono. Non era difficile capire cosa fosse successo.

“Nonno!” disse Henry avvicinandosi.

“Emma cosa è successo?” chiese Killian abbracciando la donna, che nascose la testa nel petto dell’uomo “è riuscito nel suo intento. Non ho…non ho potuto salvarlo. Mi dispiace!”

Killian perse un battito a quella rivelazione. Ora Emma e il suo bambino erano più in pericolo che mai. Quello scudo che poteva proteggerla verso quell’essere, avrebbe potuto non funzionare più contro di lui, se davvero aveva incrementato i suoi poteri.

Regina mise una mano sulle spalle di Henry. Non amava Gold, anzi lo trovava alquanto seccante,  ma comunque era un perdita pesante per Storybrooke, soprattutto pensando a quello che rappresentava. La sua uccisione era un passo avanti verso la fine.

“Mamma, ci deve essere qualcosa che possiamo fare. Già altre sono state riportate indietro delle persone!” disse Henry speranzoso.

“Non è cosi semplice Henry. Se si potesse, avremmo fatto tornare Robin e Killian senza problemi. Forse il cuore si può ancora risanarlo, ma tuo nonno è stato anche spogliato dai suoi poteri ormai diventati parte di lui e non si può rimediare a questo!” disse Regina accarezzando la schiena del figlio.

Emma alle parole di Regina alzò la testa e disse “Si, si può fare!”

“Cosa? Emma di cosa stai parlando?” chiese Killian sorreggendo la moglie quando la vide provare ad alzarsi.

“E come ha detto Regina. Possiamo curare il cuore e per quanto riguarda il potere oscuro… Beh… possiamo usare mio!” disse Emma guardando i presenti e ridando speranza a Belle.

“Emma di cosa stai parlando?” chiese Regina confusa, non comprendendo esattamente quello a cui la salvatrice faceva riferimento.

“Io ho ancora un po’ di potere oscuro e allora perché non liberarmene dandolo a Gold se può servire per aiutarlo?”

“Inoltre senza quel potere, non saresti più considerata un signore oscuro e il pugnale non avrebbe più effetto su di te. O almeno non in modo diverso da qualsiasi altro pugnale e quel bastardo sarebbe nuovamente al punto di partenza!” disse Killian piacendogli quella eventualità.

“Sei sicura?” chiese Regina, per vedere Emma annuire “D’accordo!” disse il sindaco, per poi inginocchiarsi a terra e strappare il cuore ferito di Gold dal petto. Riuscì a risanarlo, dopo di ché guardò Emma.

Avevano intenzione di procedere affiancando i due cuori, così che quella parte oscura nell’organo di Emma, potesse essere trasferito nel cuore di Tremotino.

Regina provò a togliere il cuore ad Emma, ma dovette ritirate la mano per il dolore, quando si scontrò contro la barriera che proteggeva Emma.

“Emma, dovresti abbassare lo scudo!” disse Regina ovvia.

“Non so nemmeno come faccio ad attivarlo, come posso abbassarlo?” chiese la donna.

Regina sospirò “Bhe un modo devi trovarlo o non se ne fa niente!”.

Emma sospirò e chiese alla donna di consegnarle il cuore. Volle provare in un’altra maniera.

La salvatrice strinse a sé quel cuore non pulsante e chiuse gli occhi per concentrarsi. Cercò dentro di sé quel piccolo potere oscuro che le era rimasto. Non fu difficile trovarlo, grazie all’aiuto della chiave, che le aveva fatto ricordare quello che si provava ad avere l’oscurità dentro si sé. Le sue mani si illuminarono, ma nonostante la luce, i presenti potevano vedere una sorta di liquido nero penetrare nel cuore pulito dell’uomo. Era solo una piccola goccia, ma era ben visibile circondato da quel colore bianco dato dalla magia di Emma.

La luce si spense ed Emma rimase ansimante con il cuore in mano.

“Mamma, tutto bene?” chiese Henry preoccupato, vedendo la donna impallidire.

Emma non rispose. Sbatte gli occhi per mandare via quel senso di stordimento che sentiva, dopo di che rimise il cuore, pulsante, di Tremotino nel petto.

L’uomo si risvegliò annaspando per l’aria. Si guardò attorno confuso e incrociò il suo sguardo con Belle, che gli sorrise felice, nonostante gli occhi rossi dal pianto “Belle!” disse Tremotino “Cosa…pensavo di essere morto!”

“Lo eri, Emma…Emma ti ha salvato donandoti quella parte di potere oscuro che era rimasta in lei!” disse Belle, passandosi una mano sugli occhi per asciugare le lacrime.

Gold si girò verso Emma e la guardò confuso dal suo gesto. D'altronde lei non gli doveva niente “Hai fatto questo per me?” chiese.

Emma abbozzò a un leggero sorriso, ma questo durò solo una frazione di secondo, perché tutto a un tratto perse i sensi.

 

Emma si risvegliò nel suo letto. Ci mise un po’ a mettere a fuoco tutto intorno a sé, ma potè tirare un sospiro di sollievo quando si rese conto di non essere nuovamente in ospedale.

Sentì delle voci al piano di sotto e mettendosi a sedere e infilandosi le ciabatte, si diresse verso la porta.

“Quindi Whale ti ha assicurato che sta bene?” sentì chiedere da suo padre.

“Perché non ha voluto tenerla in osservazione?” chiese invece sua madre.

“Ha detto che non era necessario. Lei e il bambino stanno bene. L’unica nota dolente che ha rivelato è la pressione di Emma. Dice che è un po’ elevata, ma a questo non può porre rimedio. Dice che Emma dovrebbe stare solo più tranquilla, ma non le viene concesso. Ora possiamo solo sperare che senza il pugnale per ucciderla, quell’essere ci metta tanto a trovare un altro modo per ucciderla o che noi in qualche modo riusciamo a sconfiggerlo. Se questi attacchi continuano così, ora che è anche più potente, sarà impossibile concederle del riposo!”

“Mamma, papà, cosa ci fate qui?” chiese Emma, facendosi finalmente vedere dopo aver sentito la conversazione.

“Eravamo preoccupati per te e per il nostro nipotino!” disse David, avvicinandosi alla figlia e dandole un bacio sulla fronte.

“Non dovevate. Sembra che stiamo bene, anche se non capisco quando sono stata in ospedale!” chiese la donna guardando confusa Killian.

“Non ti ricordi love? Eppure ti sei svegliata per qualche secondo!” disse il pirata.

Emma scosse la testa e disse “Avrò solo aperto gli occhi, ma la mia mente era altrove. Tutti gli altri stanno bene?”

“Benissimo. Il coccodrillo è stato subito in grado di darmi ai nervi!” disse Killian, strappando un sorriso a Emma.

Neve si avvicinò a Emma e le prese le mani “Emma, sono giorni che cerco una cosa che voglio farti vedere e…eccolo qua!” disse la donna, tirando fuori dalla tasca un oggetto che la salvatrice aveva già visto.

“è il ciondolo che ti fa sapere se avrai figli e di che sesso saranno!” disse Emma, facendo rimanere male Neve, che sperava di farle una sorpresa.

“Me l’hai mostrato nel passato e lo hai anche provato!” le spiegò Emma.

“Aspetta Swan. Vuoi dire che tu sai il sesso di nostro figlio e non me lo hai detto?” chiese Killian perplesso “Posso sorvolare sul fatto che mi hai nascosto la chiave della cripta e solo perché sia la chiave che il portale sono scomparsi e quindi non ha più importanza, ma che tu mi abbia nascosto…”

“Non ti ho nascosto niente. Quando la Neve del passato l’ha testato su di me, non sapevo nemmeno di essere incinta e la cosa mi terrorizzava alquanto, quindi credimi se non mi sono interessata a quali capacità ha quel medaglione!”

“Tesoro, non devi essere spaventata. Sta volta non sarai da sola e noi ti aiuteremo sempre!” disse Neve accarezzandole la guancia e ricevendo un sorriso dalla figlia “Ora…volete sapere se state aspettando un principe o una principessa?”

“Perché non un pirata o una piratessa?” chiese Killian.

“Mi dispiace deluderti Uncino, ma sposando nostra figlia sei tecnicamente un principe. Se mai tornerete nella foresta incantata, quando io e Neve non ci saremo più, ti ritroverai un regno da governare!” disse David.

“Dubito che tutto il rum di questo mondo, mi possa aiutare a sopportare una cosa del genere!” disse Killian, spaventato alla sola idea di diventare un re e rinunciare alla libertà che gli dava essere un pirata.

Emma sorrise, ma nella sua testa pensava esattamente la stessa cosa.

“Allora.0? Cosa ne dite? lo volete sapere?” chiese nuovamente  Neve, tornando al discorso principale.

Emma guardò Killian e gli chiese cosa ne pensasse “Diavolo, si. In altri sei mesi sarei morto dalla curiosità, ma decidi tu love!”

“D’accordo. Lo voglio sapere anch’io!”  disse Emma, affiancando Killian e stringendogli la mano destra. Era elettrizzata all’idea di saperlo in anticipo, sebbene presto avrebbe potuto saperlo comunque grazie all’ecografia.

Emma porse la mano a sua madre , la quale allungò il ciondolo e aspettarono che questo si muovesse.

“Allora? Cosa dice?” chiese Killian impaziente, vedendo il pendolo muoversi da est ad ovest.

Neve fece un sorriso smagliante  e rispose “Sarà una femmina!”

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29

 

Passarono un altro paio di mesi e il ventre di Emma era ormai visibile.

In questo periodo i problemi non mancarono. L’essere incappucciato era venuto a sapere che il pugnale non avrebbe più sortito alcun tipo di effetto sulla salvatrice e nel mentre cercava di trovare un’altra soluzione, mandava attacchi su attacchi verso la cittadina di Storybrooke per il semplice gusto di rendere difficile la vita alla salvatrice.

Aveva la sua famiglia ad aiutarla e un marito con la mano sempre sull’elsa della spada, pronto a sguainarla per difenderla, ma a volte doveva pensare lei a risolvere la situazione, soprattutto quando gli attacchi venivano sotto forma di cittadini sotto possessione di quell’essere. La sua magia era l’unica cosa che poteva farli tornare in sé, ma utilizzarli poteva essere rischioso per gli abitanti, in quanto si ci mettevano anche i suoi poteri a fare i capricci. Credeva ormai di preso maggiore controllo di essi, grazie anche a Regina che l’aiutava ad allenarsi, ma da quando era entrata nel quinto mese, anche le magie più banali  a volte le risultavano complicate. Voleva far comparire una mela e al suo posto compariva del cioccolato o qualsiasi altra cosa. Regina all’inizio  pensava che questo suo non controllo della magia, venuto a galla durante gli allenamenti, fosse dovuto alla scarsa concentrazione o all’ansia come all’inizio di tutta quella storia, ma quando semplicemente parlando e agitando una mano, succedeva qualcosa di strano o scoppiava una lampadina, senza che lei intendesse usare la magia, il sindaco dovette ammettere che c’era qualcosa di più problematico sotto.

Non avevano una spiegazione vera e propria, potevano solo fare delle ipotesi, in quanto non c’era documentazione su una salvatrice rimasta incinta  di una bambina anch’essa concepita dal vero amore e con poteri magici. La gravidanza e tutto lo scompenso ormonale poteva influenzare, ma Emma pensava seriamente che ogni tanto fosse proprio la bambina a metterci mano, in quanto quando le venivano le voglie, anche le più assurde, si ritrovava davanti quello che voleva. Ma i suoi poteri impazziti non si limitavano solo a far comparire cibo, ma a fare anche danni peggiori e Gold, in quei casi, si ritrovò a ipotizzare che, essendo il corpo di Emma contenitori di due magie differenti, esso necessitava di liberarsi da tutto quel potere quando questo diventava eccessivo, soprattutto dato che crescendo, la bimba diventata più potente. Questa sua teoria venne conferma una sera.

Killian era in bagno a prepararsi per la notte, quando improvvisamente l’impianto anti incendio si mise a suonare. L’uomo uscì di corsa dalla stanza, per raggiungere Emma nella loro camera da letto, ma quando vi entrò, trovò il letto in fiamme, con la poca acqua che cadeva dalle apparecchiature antincendio per spegnere quello che, più che un principio di incendio, era un vero e proprio falò. Killian prese immediatamente l’estintore per spegnerlo del tutto, dopo di chè aprì la finestra per fare uscire il fumo.

“Emma!” chiamò all’armato, sperando che la sua amata non fosse rimasta ferita nel trambusto.

Killian!” disse la sua voce tremante e scossa da alcuni colpi di tosse. L’interpellato trovò Emma seduta in un angolo della stanza in presa al panico e bagnata dall’acqua, mentre guardava le sue mani che ancora scintillavano di magia. Era come quando, anni addietro, aveva perso il controllo dei  suoi poteri per colpa di Ingrid.

“Love, tranquilla, sono qui. Non è successo niente. Fai respiri profondi e cerca di rilassarti!”

Emma provò a fare come gli diceva. Sapeva che doveva tornare a respirare normale. Stava per andare in iperventilazione, ma la sua magia non aiutava. Più cercava di rilassarsi e calmare i suoi poteri, più questi sembravano uscire dalla sue mani.

Una scintilla andò a colpire la maglia che indossava Killian e questa automaticamente prese fuoco.

Killian!” urlò Emma alzandosi in piedi spaventata. L’uomo però non si fece cogliere impreparato e si tolse immediatamente la maglia buttandola a terra e saltandoci sopra.

Emma ora era spaventata a morte. Aveva quasi dato fuoco al marito e avrebbe potuto ucciderlo. E non solo lui era in pericolo. Anche lei e il suo bambino. Il fumo tossico dell’incendio avrebbe potuto farle male e lei non voleva niente di tutto questo.

Killian non sapeva cosa fare per calmare la moglie, ma optò per una soluzione che non era per niente sicuro potesse funzionare, ma avrebbero almeno guadagnato del tempo.

Riempì la vasca da bagno con dell’acqua fredda e disse a Emma, dato che i suoi poteri in quel momento si divertivano ad incendiare le cose, di mettere le mani nell’acqua. Lui nel frattempo avrebbe chiamato Regina.

La donna, in vestaglia da notte, in quanto si era già messa sotto le coperte, comparve nella camera di Killian e Emma e rimase sorpresa nel vedere il caos. Non ci mise niente a capire che in quella casa era andato a fuoco qualcosa “Cos’è? vi siete divertiti ad accendere un fuoco nella vostra camera?” chiese sorpresa.

“Non mi sembra il caso di fare battute. I poteri di Emma sono peggiorati!” disse Killian, facendola entrare in bagno dove la salvatrice era ancora con le braccia dentro l’acqua. Emma la guardò con disperazione e solo con lo sguardo Regina comprese che le stesse chiedendo aiuto.

“Non so cosa sia cambiato, ma i suoi poteri hanno cominciato a incendiare casa nostra. Le ho detto di mettere le mani nell’acqua fredda per fermare il fuoco e…” Cominciò Killian, prima di sentire il gemito di dolore di Emma che tirava fuori di scatto le mani dall’acqua, che a contatto con l’aria presero nuovamente a scintillare.

Regina guardò dentro la vasca sorpresa “Hai detto acqua fredda? Sta fumando!”

“Questo ti fa comprendere in che situazione ci troviamo. Puoi fare qualcosa?” chiese Killian non sapendo più cosa fare.

Regina sospirò e fece comparire il bracciale che assopiva i poteri. Si inginocchiò vicino ad Emma, cautamente, non volendo essere colpita dalla sua magia, e glielo applicò.

I poteri della salvatrice si spensero immediatamente e ella potè tirare un respiro di sollievo.

Regina però non era soddisfatta di quel metodo. Non potevano lasciare Emma con quel bracciale. Non avrebbe potuto proteggersi in caso comparisse l’essere incappucciato, inoltre non sapevano se nel momento in cui glielo avrebbero tolto, ci sarebbe stato una esplosione di magia.

“Questa deve essere qualcosa di momentaneo.  Dobbiamo trovare un altro modo per liberarti da quella magia” disse il sindaco guardando Emma, la quale annuì per poi appoggiare la testa all’indietro e chiedere gli occhi e sospirare.

Per una maggiore sicurezza Regina invitò i due a passate la notte nella sua abitazione. Sebbene quell’essere non fosse più comparso personalmente a creare problemi, volle evitare in tutti i modi di trovarsi impreparata.

Henry era preoccupato per la madre biologica, ma non poteva nascondere che, nonostante la situazione, era felice di avere entrambe le madri nella stessa casa.

Emma era ancora scossa da quanto successo quella sera e il sonno fu difficile da raggiungere e quando riuscì ad addormentarsi, incubi invasero la sua mente. Si alzò nel cuore della notte facendo piano per non svegliare nessuno. Era stava più volte a casa di Regina, ma non poteva dire di conoscerla bene. Dovette appunto fare parecchia attenzione per evitare gli ostacoli in quella poca luce che entrava nelle finestre. Riuscì a giungere in cucina, dove si prese un bicchiere d’acqua. Poco ci mancò che una stoviglia cadesse a terra e facesse prendere un infarto a tutti. Se avesse rotto qualcosa e Killian si fosse svegliato senza trovarla al suo fianco, avrebbe dato di matto. Cominciò a fare avanti e indietro per la cucina per calmare i nervi. Si guardò le mani e vedendole normali le sembrava quasi assurdo che poco prima aveva rischiato di incendiare la propria casa e il marito.

Sembrava che in quell’ultimo periodo la sfortuna continuava a perseguitarla. Si domandava perché non potesse vivere come una persona normale e godersi la sua gravidanza senza temere che qualcosa o qualche suo stato d’animo potesse nuocere alla bambina. Posò il bicchiere d’acqua sul tavolo mentre si sedeva.  Incrociò le braccia sul mobile e sospirando ci appoggiò la testa.

Si prese un colpo quando di botto la luce della stanza si accese.

“Emma, cosa ci fai qui? Non riesci a dormire?” chiese Regina, chiudendosi meglio la vestaglia blu scuro, per ripararsi  dal fresco della temperatura invernale.

“Neanche tu a quanto pare!” disse Emma accennando un leggero sorriso.

Regina si diresse alla credenza da dove tirò fuori due tazze e, afferrando il bollitore, mise a scaldare l’acqua.

“ti chiedo scusa per il disturbo Regina. Di sicuro sarai stanca e ti devi sorbire anche i miei problemi!”

Regina la guardò sorpresa “Davvero ti stai scusando? Non mi hai chiesto tu di venire a dormire nella mia casa e se mi recavi disturbo non avrei avuto problemi ad andarmene subito dopo averti dato quel bracciale. Quindi non c’è problema!”

“Grazie!”

“Allora, cosa ti impedisce di dormire?” chiese Regina.

“Mi stai davvero ponendo questa domanda?” chiese Emma sorpresa.

“Posso immaginare che tutta questa faccenda fa schifo, ma nello specifico, ora cosa ti inquieta?”

“Diverse cose. La magia impazzita, la sensazione che mi da questo bracciale e la solita visione che continua a tormentare le mie notti!”

Regina alzò le sopracciglia all’ultima affermazione.

 “Pensavo che non avessi più le visioni da quando siamo tornati dalla foresta incantata del passato!”

“Ho semplicemente smesso di parlarne. Tanto ormai è chiaro cosa mi succederà nel prossimo futuro. Spero solo che almeno la bambina stia bene!” disse accarezzandosi il ventre.

“Emma, non dire così. Noi stiamo cercando di…” cominciò Regina, venendo però interrotta dalla salvatrice “Cercando di fare cosa? Cambiare il mio destino? Sappiamo che non si può e lo dimostra il fatto che nonostante la spada non sia a portata di mano e il pugnale del signore oscuro non possa più rubarmi i poteri, io continuo ad avere queste visioni. Deve essere un modo per dirmi che qualsiasi cosa provo a fare il mio fato è sempre lo stesso: morire!”

“Emma io non mi sono arresa e non dovresti farlo neanche tu!” disse Regina, mentre si alzava per spegnere il bollitore che aveva preso a fischiare.

“Regina io non so cosa fare. I miei poteri sono impazziti. Rischio di ferire le persone accanto a me e non ho la più pallida idea se fronteggiando quell’essere i miei poteri mi si ritorceranno contro. E siamo obbiettivi, non abbiamo niente per imprigionare quell’individuo e non sappiamo come abbia fatto quell’altro salvatore a imprigionarlo. Non possiamo contrastarlo all’infinito. Io non voglio che Henry e mia figlia crescano in un mondo dove ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza!”

 

“Non sarà così! Devi avere quelle cosa che tua madre mi ha ripetuto fino alla nausea. Speranza. Ce la siamo sempre cavata, perché questa volta dovrebbe essere diverso?” chiese Regina.

Perchè non sempre la fortuna girerà a nostro favore!” disse Emma.

Bhe mi sembra che a noi la sfortuna abbia perseguitato abbastanza. Ora è il nostro turno per essere felici. E tu non morirai. Darai alla luce quella bambina e ti godrai tutte le tappe della sua vita, come è giusto che sia!” Disse Regina determinata, mentre poggiava davanti alla donna una tazza calda di tisana, sperando che potesse conciliare il sonno ad entrambe “Poi non puoi sapere. Magari domani, accadrà qualcosa che darà una svolta a questa situazione e saremo a un passo avanti al nostro nemico! Intanto direi di risolvere il problema principale. Sistemare la tua magia!”

 

Il giorno seguente, Regina ed Emma si recarono da Gold. L’uomo non aveva più i suoi poteri, ma la conoscenza accumulata negli anni, poteva sempre tornare utile.

 

“Quindi mi state dicendo che i tuoi poteri sono peggiorati, dico bene?” chiese Tremotino ad Emma, la quale annuì.

 

“Potresti provare a dare libero sfogo ai tuoi poteri in un posto isolato. Tipo nel vecchio campo di fagioli e vedere cosa succede, anche per capire a che livelli la tua magia può arrivare!” disse Gold e Regina prese per buono il suo consiglio e teletrasportò tutti al campo di fagioli ormai arido.

 

Emma prese un respiro profondo mentre Regina era in procinto di toglierle il braccialetto e appena lo tolse, per sicurezza la donna affiancò Gold e attivò uno scudo in protezione nel caso la magia di Emma dovesse esplodere.

Appena tolto lo strumento che tratteneva la sua magia, Emma sentì immediatamente il potere crescere dentro di lei e per paura che ci fosse un’esplosione di energia, poggiò le mani  a terra.

Una potente scarica di energia si espanse al suolo e Emma spalancò gli occhi, quando vide cosa la sua magia aveva fatto. Il terreno arido aveva lasciato posto a una vegetazione varia e rigogliosa e improvvisamente la salvatrice si sentì meglio. Si rimise in piedi e guardando le sue mani, la magia in eccesso non si era ancora dissipata del tutto, sentiva ancora che doveva sfogarsi, ma era più controllabile rispetto a qualche secondo prima.

Bhe Emma, decisamente questo è meglio del fuoco!” disse Regina, meravigliata da quel potere.

“Davvero ammirevole, ma a giudicare dalle scintille, non ancora abbastanza da ritenerci fuori pericolo. Un’esplosione del genere  a Storybrooke e la cittadina potrebbe essere rasa al suolo!” disse, facendo spaventare Emma, che non voleva niente di tutto ciò “Allora come posso fare per calmare questo potere? Mi metto a far fiorire ogni campo che trovo?”

“C’è solo un modo per mettere fine a tutto questo e ritornare in possesso delle tue abilità!” disse Gold.

“E quale sarebbe?” chiese Regina seria, la quale sapeva che non le sarebbe piaciuta la soluzione.

“Accelerare la gravidanza!” disse Gold tranquillamente, come se avesse detto una cosa di poco conto.

Emma sentì il suo cuore perdere un battito e si sentì stringere il petto. Si portò una mano all’altezza del cuore e prese a respirare rapidamente. Regina le fu subito accanto comprendendo la sua agitazione.

“Sei forse impazzito? Come puoi chiederle una cosa del genere?” chiese Regina  arrabbiata.

“è l’unica soluzione! Se non vuole essere la causa della morte di tutta Storybrooke! Quindi salvatrice, spero sceglierai per il meglio!”

Emma lo guardò spaventata e nuovamente sentì la magia in eccesso agitarsi dentro di sé, ma questa volta invece di uscire con uno scoppiò di energia, di diffuse lentamente intorno a lei, ma la vegetazione che aveva creato poco prima, lasciò spazio nuovamente a terreno arido e secco, cosparso di qualche focolare qua e là.

“Tu! Hai detto chiaramente che non ti importa niente di Storybrooke e le tue azioni passate non smentiscono quello che sto dicendo. A te interessa avere solo salva la tua vita e della tua famiglia, tutti gli altri per te potrebbero anche crepare. Quindi evita di far passare me per la cattiva, io non ho alcuna intenzione di accelerare la mia gravidanza!” disse con occhi lucidi, per poi sparire.

Si materializzò a casa sua. Dove sapeva di trovare Killian che rimetteva in sesto la loro camera da letto. L’uomo non ebbe il tempo nemmeno di registrare il fatto che la moglie fosse rincasata, che la vide buttarsi nelle sue braccia.

“Come ha potuto quel bastardo chiederti una cosa del genere?” disse Killian venendo a sapere di quanto successo, camminando nervosamente avanti e indietro per la stanza. Guardò la donna e sospirò vedendola combattuta. Sapeva che non voleva accelerare la gravidanza, ma non voleva nemmeno mettere a repentaglio la vita di nessuno e quindi poteva vedere la sua battaglia interna, su quello che era giusto o quello che voleva. “Love, si sistemerà tutto. Troveremo un altro modo per  occuparci di questa faccenda e questa piccolina…” iniziò poggiando una mano sul ventre della moglie “…starà qui al sicuro ancora per un po’”.

Emma annuì, prima di sussultare e sorridere emozionata. Guardò Killian e vide la stessa emozione che provava lei in quel momento nel sentire il suo primo calcio “Sembra che la nostra bambina sia d’accordo!” disse il pirata per poi baciare Emma.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30

Il primo calcio della loro bambina avrebbe dovuto essere un momento speciale e così era stato anche se solo per pochi minuti. Infatti nei pensieri di Emma subito tornarono le parole di Gold sull’accelerare la gravidanza per evitare di mettere in pericolo l’intera cittadina di Storybrooke. Aveva visto poco prima cosa erano in grado di fare i suoi poteri uniti a quelli della bambina e un’esplosione di magia nella peggiore delle ipotesi, avrebbe potuto cancellare dalla cartina geografica quella città che per il mondo reale neanche esisteva. Nemmeno le braccia di Killian le diedero la giusta quantità di serenità necessaria per trovare la forza di andare avanti. Resistette quanto più poté, non volendosi mostrate debole, nonostante ne avesse tutti i diritti, e pianse calde lacrime e il suo corpo venne scosso da singhiozzi per un tempo che Killian  non seppe definire.  Non gli importava se i suoi muscoli si erano atrofizzati a furia di rimanere nella stessa pozione, se Emma necessitava di sfogarsi per tutto il giorno e tutta la notte, lui sarebbe rimasto li con lei.  Anche lui cominciò a vagare con la mente, tanto che non si accorse che la sua amata aveva cessato di piangere e che la stanchezza aveva avuto il sopravvento su di lei. Killian sorrise dolcemente, anche con il viso tutto arrossato e con le guance tutte bagnate, trovava sua moglie la creatura più bella che calpestasse la terra. Si spostò lentamente per non svegliarla e sistemandola meglio, la ricoprì con una coperta in modo tale che non prendesse freddo.  Si recò al piano di sotto, giusto in tempo per sentire il campanello suonare. Quando aprì la porrà si sorprese di vede con che furia Snow e David si fondarono in casa sua.

“Cosa è questa storia che Emma deve accelerare la gravidanza? Non può farlo!” disse Snow convinta.

“C-come lo avete saputo?” chiese Killian sorpreso, dato che non ne avevano ancora fatto parola con nessuno.

“Allora è vero? Sta pensando veramente di fare una cosa del genere?” chiese David confuso.

“No, aspettare! Lei non sta pensando di fare niente. Lei non vuole accelerare la gravidanza. È stato Gold a dirle di farlo perché se no, sarebbe stata la causa della distruzione di Storybrooke a causa dei suoi poteri!”

“Ora è tutto più chiaro!” disse David allungando ad Uncino il bracciale blocca poteri, che Regina gli aveva dato poco prima di dirigersi a casa della figlia. “Regina ha detto che poteva serviti!”

Killian fece per prenderlo, ma si fermò, volendo sapere dove fosse in quel momento la donna, dato che prima della geniale idea di Gold, Emma era con lei.

“Gold ha chiesto una riunione cittadina con estrema urgenza per discutere sull’accelerazione della gravidanza di Emma e Regina, come sindaco, deve presenziare alla riunione!” disse Snow cercando di mantenere a bada la voglia che aveva di far fuori l’ex signore oscuro per aver anche solo pensato di sottoporre Emma anche a quello.

Killian a quelle parole non ci vide più e dirigendosi verso la porta di uscita disse “Perfavore, occupatevi di Emma, io devo sistemare una faccenda!” disse per poi sbattere la porta.

Gold si trovava dietro al podio, sul palco all’interno della sala riunioni, dove la maggior parte dei cittadini di Storybrooke erano presenti. Tutti erano convinti che l’emergenza fosse dovuta al misterioso essere che ormai da mesi tormentava la cittadina e rimasero sorpresi nel sentire quale era l’ordine del giorno.

“Cari cittadini di Storybrooke, vi ho riuniti qui per discutere di una faccenda di estrema importanza. Siamo tutti a conoscenza della gravidanza della salvatrice e credo che tutti abbiamo notato che ultimamente ha problemi a controllare la sua magia. Questo è dovuto al fatto che i suoi poteri sono in contrasto con quelli della sua futura prole e questo è una combinazione micidiale. Se non fermata potrebbe causare estremi danni a chiunque di noi e nel peggiore dei casi potrebbe far saltare in aria l’intera città!” disse l’ex signore oscuro, scatenando un pandemonio all’interno della sala. Aveva ottenuto quello che voleva e cioè spaventare gli abitanti.

Regina, che era seduta sul palco a braccia conserte, non era contenta di quella riunione e vedendo gli animi scaldarsi si alzò e prese parola “Calmatevi tutti. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Emma sa bene quello che sta facendo, inoltre sia io che i Charming le stiamo dando una mano. Nessuno corre alcun pericolo!”

“Dov’eri un paio di ore fa quando Emma ha fatto esplodere la sua magia nel vecchio campo di fagioli? Hai visto bene di cosa è capace e ora vorresti nascondere il tutto solo per proteggere una donna che ti ha causato molta sofferenza?” disse Gold puntando sui sentimenti negativi che aveva caratterizzato Regina per lungo tempo, ma la donna non sembrò cadere nel suo piano.

“Non riuscirai a mettermi contro Emma per qualcosa che non ha voluto. Tutti gli eventi che si sono susseguiti negli anni, non sono colpa della salvatrice. Tutti noi dovremmo esserle debitrici, in quanto tutti saremmo ancora bloccati nella mia maledizione. Mi delude  molto vedervi qua a dare retta a qualsiasi cosa abbia in mente Gold, soprattutto dopo i vari tiri mancini che il signore oscuro ci ha tirato in questi anni. Quindi Gold, in quanto sindaco, posso oppormi a qualsiasi cosa tu abbia in mente “disse Regina.

“Ma non puoi opporti alla volontà dei cittadini, se non vuoi che venga eletto un nuovo sindaco!”

“è questo quello che vuoi vero? Non hai più un briciolo di magia e cerchi in un modo o nell’altro di accaparrarti qualche sorta di potere, sia anche questo solo politico!” disse Regine schifata dall’atteggiamento dell’uomo, ma il battibecco tra il sindaco e l’ex signore oscuro, venne interrotto dagli abitanti della città.

“Quanto afferma Gold è la verità? La salvatrice è davvero una minaccia per Storybrooke?” Chiese uno dei nani.

“Emma non farebbe mai del male ha nessuno, dovreste saperlo! Disse regina in difesa della salvatrice.

“Emma non lo farebbe di sua spontanea volontà forse, ma sappiamo che la sua presenza in questa cittadina mette comunque a repentaglio la nostra vita a causa dei numerosi nemici che attira. Guardate l’ultimo cosa sta combinando e non mi sembra che la salvatrice sia vicino a sconfiggerlo, nelle sue condizioni poi. Mi dispiace ammetterlo ma al momento Emma più che una risorsa per la città è più un problema e i suoi poteri fuori controllo…” cominciò Leroy, per essere interrotto da un altro cittadino.

“Leroy ha ragione, ma indipendentemente da questo, cosa possiamo fare noi per cambiare la situazione?”

“Non possiamo fare molto per quell’essere oscuro, ma possiamo far si che i poteri della salvatrice tornino sotto controllo!” disse Gold che ottenne l’attenzione di tutti “La salvatrice deve accelerare la gravidanza! Solo con questo sistema i suoi poteri torneranno normali. Per questo ho chiesto questa riunione, per mettere la questione ai voti. La salvatrice non potrà tirarsi indietro e nemmeno il sindaco!” Disse Gold, che ricevette un occhiataccia da parte di Regina, ma non fu l’unica contraria all’idea dell’uomo.

“Non puoi chiederci di votare una cosa del genere. Emma ha tutto il diritto di godersi la sua gravidanza!” disse Zelena alzandosi in piedi, poggiando sul fianco destro, la piccola Robin di un anno e mezzo che giocava con i suoi capelli.

“Non dovrebbe crearti problemi questa questione. Se non ricordo male Emma ha accellerato la tua di gravidanza!” le ricordò Gold.

“So cosa vuol dire non portar in grembo il proprio figlio fino alla fine e non sottoporrò Emma allo stesso mio destino e nemmeno tu dovresti dato che Belle  ha vissuto la stessa cosa. Anzi mi domando cosa ne pensi lei di questa questione. Perché non glielo chiediamo?” disse Zelena guardandosi intorno e poi dire “Ma guarda. Tua moglie non c’è? Paura che ti si ritorcesse contro?”

Regina sorrise alla sorella, contenta nel vedere che almeno lei fosse d’accordo con il suo punto di vista. Ma purtroppo i vari cittadini, escluso alcuni abitanti, tra cui  geppetto, Granny, Archie, Spugna e Leroy, sebbene quest’ultimo era un po’ indeciso, votarono per la proposta di Gold.

“I cittadini hanno espresso la loro opinione!”disse Gold prima di vedere la porta del salone spalancarsi e vedersi Killian catapultarglisi contro e dandogli un sonoro pugno sul viso.

“Tu brutto bastardo. Come osi decidere della vita di mia figlia e di mia moglie. Dammi una sola ragione per non ucciderti seduta stante!” disse il pirata, prima di sentirsi trascinare via da alcuni abitanti intervenuti per difendere Gold, che ormai privo di poteri, poteva farsi veramente male, se Killian non si fosse fermato.

Gold si tirò su, pulendosi il sangue che gli colava dal labbro disse “tutti gli abitanti di Storybrooke sono d’accordo con l’accelerare la gravidanza della salvatrice. In quanto vice sceriffo dovresti mettere al primo posto la sicurezza della cittadina e non  mi sembra che difendendo tua moglie fai il bene degli abitanti che ripongono la loro fiducia in te, pirata!”

Killian si rivolse ai cittadini dicendo “Come potete chiedere a Emma una cosa del genere. Vi ha difeso e rischiato la vita per voi un sacco di volte e per una volta che necessita del vostro appoggio voi le voltate le spalle?”

Il silenzio calò nella sala.

“Non mi importa quello che pensate. Emma non accelererà la sua gravidanza e chiunque provi ad avvicinarsi a lei, dovrà vedersela con me!” disse Killian prima di andarsene via arrabbiato.

Da quando l’intera cittadina le aveva voltato le spalle, Emma, per la sua sicurezza e quella della bambina, non era praticamente più uscita di casa. Qualcuno le restava sempre vicino e ogni cibo e bevanda veniva sempre controllata prima di essere consumata, nel caso qualcuno, in qualsiasi modo, fosse riuscita a metterci dentro l’incantesimo per accelerare la gravidanza.

La salvatrice era sempre più esasperata man mano che passavano i giorni e come se quella situazione non bastasse, i suoi poteri continuavano a dare del filo da torcere a lei e alla sua famiglia. L’incendio a casa sua di qualche tempo prima, si era rivelato il primo, ma non l’ultimo. Sebbene furono tutti comunque controllati e spenti prima che ci fossero troppi danni, la cosa era diventata disarmante. Regina e Zelena, unendo le loro conoscenze magiche, cercarono di creare ornamenti incanalassero la magia in maniera corretta, ma tutto quello che creavano, aveva poca, solo per un paio di ore.

Il bracciale originario, quello in grado di bloccare in modo definitivo i poteri della salvatrice, veniva usato solo in casi estremi e di notte, quando la guardia di Emma era al minimo. Non potevano permettere che la donna restasse priva di difese con l’essere incappucciato che minacciava di attaccare, quindi quello strumento non era mai preso in considerazione in modo definitivo. Sebbene esso non si fosse fatto vivo da un po’ di tempo, tutti sapevano che era solo questione di tempo prima che quell’essere trovasse un nuovo modo per impossessarsi dei poteri di Emma e attaccasse. Dovevano solo aspettare una sua mossa.

Quel giorno Emma era seduta sul divano con sua madre a guardare la televisione, ma ormai non trovava niente che riuscisse a intrattenerla a lungo e decise di fare una cosa che si era ripromessa di fare da qualche tempo: ripulire la soffitta.

“Cosa stai facendo?” chiese Killian, rientrato dopo la sua giornata di lavoro. Fu sorpresa di trovare Emma in quella parte della casa, seduta a terra.

Emma continuò a tirare fuori cianfrusaglie e senza guardarlo disse “Faccio quello che avrei già dovuto fare da tempo. Guardati intorno. Se è così dopo due anni che viviamo in questa casa, come sarà fra dieci o quindici anni?”

Killian si inginocchiò accanto alla donna e spostandole i capelli dietro la schiena disse “Dovresti riposare e non  stare qui a terra a lavorare!”

Emma non apprezzò molto quella frase e scostandosi dal tocco del marito, un po’ seccata rispose “Sono prigioniera in queste mura da un mese Killian. Mi sento soffocare e irrequieta, quindi permettimi di occupare la testa in qualche modo. Sono seduta e non sto guardando roba, non sto facendo niente che non dovrei fare!”

“Tecnicamente no, ma sei seduta scomodamente a terra in mezzo alla polvere, non fa bene né a te, né alla bambina!” disse Killian cercando di evitare qualche sorta di discussione, che sarebbe potuta nascere dal nervosismo di Emma e da una sua parola detta, sempre secondo Emma, nella maniera sbagliata.

Fortunatamente per lui la donna non disse niente, ma continuò a tirare fuori roba dallo scatolone che aveva davanti.

“Cosa contiene quel cofanetto love?” domandò l’uomo, vedendo nelle mani della sua amata, uno scrigno in legno con piccoli ghirigori rifiniti a mano. Gli sembrava di averlo già visto, ma solo quando Emma lo aprì mostrandogli il contenuto, l’uomo si ricordò da dove esso potesse provenire.

Emma tirò fuori uno acchiappasogni, un ornamento non particolarmente amato da Killian, in quanto erano stati spesso usati dalla sua amata durante il suo periodo come signora oscura. Tralasciando il fatto che proprio uno di quegli oggetti era il simbolo dell’amore che c’era stato tra lei e Neal e temette che fosse proprio quello lo’acchiappasogni incriminato, ma Emma smentì quando glielo domandò.

“è il tuo!””

Killian rimase stupito a quelle tre parole “C-cosa vuoi dire? Ci sono  dei miei ricordi lì dentro? Ricordi che non mi hai restituito?”

“No, ho restituito tutti i ricordi che ho rubato, ma questo acchiappasogni è quello che ha trattenuto i tuoi ricordi come signore oscuro. È stato quello che mi ha fatto sperare di avere ancora il mio Killian. Non ha più quelle memorie, ma mantiene ancora i sentimenti che ho provato quando ti ho perso per la magia oscura. Quando non ti importava più di me e il tuo solo pensiero era la vendetta!”

Killian non seppe cosa dire in quel frangente.

“Non sono stata in grado di distruggerlo. Avrei voluto, ma ho pensato che sarebbe potuto tornarmi utile!” disse Emma confondendo ancor di più il marito. Sospirò e continuò “Non so cosa ci riserverà il futuro, se saremo una coppia felice o se avremo momenti difficili e…nel caso dovesse succedere qualcosa che possa mettere il nostro rapporto a repentaglio, questo acchiappasogni, mi aiuterà a ricordare cosa ho provato in quei momenti bui, sperando che faccia passare i nostri problemi in secondo piano, che me li faccia sembrare sciocchi, in modo tale che tutto si possa sistemare.

“Emma, dopo tutto quello che abbiamo passato, dubito che possa succedere qualcosa di così grave da separarci. Abbiamo la conferma che tra noi c’è vero amore e guardano i tuoi genitori direi che possiamo stare tranquilli. A parte la morte, niente ci potrà separare e se sono i vari litigi che possono succedere a preoccuparti…bhe…è normale che in una coppia ci siano degli screzi. Ci è già successo in passato e tutto si è risolto!” disse Killian cercando di tranquillizzare Emma. “Da dove viene questa tua insicurezza love?”

La donna sospirò “è che…ci sta succedendo di tutto. Non riusciamo a stare tranquilli e questo ci mette molto pressione. In più se aggiungi il mio nervosismo e che scatto per ogni singola scemenza io…” disse prima che Killian la interrompesse “Emma, sei incinta, i tuoi ormoni sono impazziti e con una minaccia di morte sulle tue spalle… credimi se nessuno di noi ti da contro se qualche volta ci mandi a stendere per le cose più banali. Non sarà questo ad allontanare me e nessun altro da te!”

“Forse hai ragione, ma nella mia infanzia ho cambiato così tante famiglie per motivi di separazione, divorzi e problemi vari tra le coppie. Non ho mai conosciuto l’amore vero o almeno non nel mondo reale. Tutto sembrava finire per il peggio, ogni cosa con cui entravo in contatto!”

Bhe allora puoi rilassarti, quello che succede a Storybrooke ha poco a che fare con il mondo reale, love!” disse Killian, accarezzandole una guancia.
“lo so, me lo ripeto in continuazione. Continuo a sperare di aver trovato veramente il mio lieto fine, ma cancellare 28 anni della mia vita dove tutto mi si è rivoltato contro, mi viene ancora difficile. Non sei tu il problema Killian, sono io e…”

Killian abbassò lo sguardo e fece una faccia preoccupata “Swan, guarda!” disse, facendole guardare l’oggetto che aveva in mano “Cosa sta succedendo?” chiese, vedendo l’acchiappasogni illuminarsi.

Emma sorpresa da un tale fenomeno, d’istinto lasciò cadere l’ornamento a terra, il quale si spense immediatamente.

La salvatrice aveva provato una strana sensazione, una emozione che ormai conosceva. Si guardò le mani e vide che queste erano normali, nonostante ormai a quel punto il bracciale che le consentiva di calmare i poteri della bambina, aveva finito il suo effetto.

I suoi poteri avrebbero dovuto cominciare a dare segni di pazzia, ma niente di strano sembrava accadere.

“Emma, stai bene?” la chiamò Killian, quando l’uomo vide che la sua amata era persa nei suoi pensieri.

“Ha assorbito i miei poteri!”  disse l’interpellata sbalordita in un sussurro.

“Cosa?” chiese Killian stranito.

“Credo che abbiamo appena trovato un modo per scaricare i miei poteri in eccesso senza incendiare o far saltare in aria qualcos’altro!” rispose Emma, la quale in risposta si sentì dire “Bhe questa è una buona notizia, la scorta di lampadine è praticamente terminata!” Killian cercò di alleggerire la situazione, sebbene non gli piaceva come si stavano mettendo le cose. Aiutò Emma a mettersi in piedi, dato che ormai  il pancione di sei mesi, cominciava a renderle difficili gesti altrimenti semplici. La seguì nella camera da letto, dove la vide tirare fuori dal loro armadio, una scatola con all’interno del materiale a lui familiare.

“Hai intenzione di rimetterti a fabbricare gli acchiappasogni? Dopo tutto quello che  rappresentano e hanno rappresentato in passato?” chiese per niente contento della cosa, in quanto non erano solo oggetti per cancellare la memoria, ma erano ninnoli che potevano essere usati per la magia oscura  e quindi ritorcersi contro di loro.

Questo suo timore però venne meno, contro la necessità di controllo dei poteri di Emma e in poco tempo, casa Swan/Jones, venne invasa dagli acchiappasogni.

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31

Dopo che in Storybrooke si era sparsa la notizia che la salvatrice aveva trovato un modo per controllare i suoi poteri, i vari cittadini che erano d’accordo con l’idea di Gold sull'accelerare la gravidanza di Emma, avevano perso interesse non sentendosi più minacciati. Anzi alcuni di loro ragionando su quanto successo, si vergognarono sulla loro decisione di appoggiare l’ex signore oscuro. Nonostante il pericolo fosse in parte rientrato, Emma e i suoi parenti e amici, non si sentivano ancora così al sicuro, mancavano ormai due mesi alla nascita della bambina e volevano che niente potesse mettersi in mezzo con la natura, soprattutto dato che Gold sembrava ancora persistere con il suo intento. La natura però stava dando del filo da torcere alla salvatrice. Da quando era entrata nel settimo mese infatti, Emma provava diversi dolori in tutto il corpo, ma era il mal di schiena quello che le dava maggior problemi. Faticava a trovare una posizione comoda e meno sofferente e dormire era un impresa, non solo per lei, ma anche per Killian che, dormendole accanto, non riusciva a prendere sonno a causa del suo costante cambiare posizione. Lui cercava di massaggiarle la schiena e di coccolarla per alleviare il dolore, ma sebbene a volte questi mezzi avessero un effetto positivo, non sempre erano sufficienti e come se non bastasse il mal di schiena, anche delle dolorose contrazioni la coglievano di sorpresa dal nulla. La prima volta che le era successo erano corsi subito all’ospedale temendo che qualcosa non andasse con la bambina, per venire a scoprire che non erano vere contrazioni, ma contrazioni di Braxton hicks.

La settimana successiva alla sua corsa in ospedale per le false contrazioni, Emma e Killian avevano un appuntamento per un’altra ecografia per assicurarsi che la bambina stesse crescendo bene. Però all’ultimo momento, poco prima di uscire, Killian dovette infornare Emma che non poteva andare alla visita di controllo. Questo scatenò un litigio fra la coppia perché Killian doveva occuparsi di criminali che avevano appena derubato un locale e Emma non sembrava interessare se il dovere lo chiamasse e dovesse andare via, invece di restare con lei.

“Bene, vai e fai quello che devi fare. Tanto cosa vuoi che mi importi se ci sei o meno alla visita, non è che tu stia facendo molto per mettere al mondo nostra figlia. Anzi il tuo lavoro si è limitato a qualche minuto, tutto il resto lo sto facendo io!” disse prima di uscire e chiudergli la porta in faccia, senza nemmeno sentire quello che Killian aveva da dirle.

Emma percorse solo pochi metri prima di trovarsi davanti Zelena e Robin, con quest’ultima che le corse incontro.

Emma le accarezzò la testolina, poi guardando la donna disse “Zelena, cosa ci fai qui?”

“Il tuo maritino ha chiamato Regina per accompagnati al tuo appuntamento di controllo e dato che lei non può, mia sorella ha domandato a me se ero disponibile e…eccomi qua!”

Emma sbuffò “Senti sei gentile, ma sono in grado di recarmi da sola all’ospedale e il fatto che nell’ultimo periodo abbia sempre avuto qualcuno con me, non significa che non sia più capace di badare a me stessa!”.

Bhe ormai sono qui e non ho molto da fare, quindi se non ti do tutto questo fastidio come sembra, verrei con te!”

Emma sospirò “Scusa Zelena, sono nervosa e me la sto prendendo con te. Vieni pure se ti fa piacere!”

Le due si sedettero in sala di attesa e Robin annoiata cominciò a saltellare in giro e a fare  rumore. Zelena provava a distrarla per farla calmare, dato che aveva notato come il casino della bambina, stesse innervosendo le altre pazienti in attesa.

“Sembra che oggi le donne incinte siano piuttosto nervose!” disse Zelena, riferendosi soprattutto ad Emma, la quale rispose “Non sono nervosa!” Zelena la guardò scettica e la salvatrice si arrese “Ok, lo sono…volevo solo che Killian fosse qui con me e sono arrabbiata con lui per non esserci e sono ancora più arrabbiata per questo mio lato irrazionale che gli da la colpa di qualcosa di cui non ha colpa. So che doveva lavorare e che avrebbe preferito esserci, ma è più forte di me!”

Zelena sorrise, “In questo ultimo periodo siamo state piuttosto spesso insieme e sebbene ti abbia odiato a lungo per avermi negato la mia gravidanza con Robin, vedendo attraverso te i mille disagi che mi sono evitata, a volte credo di doverti ringraziare!”

Emma guardo la donna dispiaciuta, mentre prendeva una mano della piccola Robin che era in braccio alla madre “io invece è da secoli che ti volevo chiedere scusa, ma non ne ho mai avuto il coraggio. In fondo ti volevo usare per liberarmi del potere oscuro che imprigionava Killian!”

“Io al tuo posto avrei fatto la stessa cosa, probabilmente peggio!”  disse Zelena, riferendosi al fatto che prima era forse peggio della regina cattiva “Io hi ucciso Neal e quasi fatto fuori Henry e…”

“Quella donna non esiste più!” disse Emma e infatti era vero. Lei e Regina avevano fatto un cambiamento esemplare, degno di onore.

“Nemmeno la signora oscura. Quindi è tutto ok. Robin sta bene ed è questo l’importante!”

Emma le sorrise e improvvisamente il suo nervosismo scomparve. Ci fu silenzio per diversi minuti, durante il quale Emma sperò arrivasse il suo turno, ma l’infermiera chiamava sempre qualcun altro.

“Visto che credo che ci toccherà aspettare ancora un po’, mi daresti un consiglio?” Chiese Zelena, attirando l’attenzione di Emma “fra un paio di giorni è il compleanno di Regina e vorrei farle un regalo speciale, ma non so cosa. O meglio saprei cosa, ma è qualcosa a cui non posso porre rimedio!”

“cioè?” chiese Emma curiosa.

“Una cosa vorrebbe tanto, una famiglia tutta sua. Lo vedo quando sta con Robin e di come parla di tua figlia. È felice per te, ma allo stesso tempo, vorrebbe essere lei quella che aspetta un bambino. Henry ormai è grande e fra poco si costruirà una sua vita e lei rimarrà sola! Ma una famiglia io non gliela posso fare. Robin è morto a causa di Ade e sebbene non avrebbe potuto comunque avere figli suoi con lui, almeno avrebbe una persona che ama!”

Emma la guardò con un volto luminoso. Aveva avuto un idea, ma aveva bisogno dell’aiuto di Zelena.

Zelena, se uniamo le nostre forze potremmo forse risolvere questo problema!”

“Come?” domandò Zelena curiosa, poco prima che Emma cominciasse a spiegarle il suo piano.

“Ne sei sicura? Non è pericoloso?” chiese la strega del ovest.

“Se vado al momento giusto non dovrebbero esserci conseguenze. Allora, cosa ne dici?” domandò Emma, speranzosa che il suo piano potesse funzionare.

“ci sto!” disse Zelena.

 

La sera a cena Emma era persa nei suoi pensieri, tanto che killian pensò che ce l’avesse ancora con lui.

“Emma come diavolo ti devo fare capire che non è colpa mia se non ho potuto esserci alla visita oggi?” disse esasperato “Non puoi tenermi il muso, vado fuori di testa quando non mi parli!”

Emma, come scesa tra le nuvole, guardò Killian un attimo perplessa, poi sorrise e scosse la testa “Non sono più arrabbiata, stavo solo pensando!”

“La nostra bambina sta bene?” si affrettò a chiedere Killian, al quale venne mostrata la foto di una bambina ormai completamente formata, sebbene ancora un po’ piccina. “La bambina sta bene. Whale ha detto che dovrei mangiare in po’ di più e rilassarmi. La mia pressione è ancora troppo alta, inoltre ha detto che il mal di schiena peggiorerà andando avanti e questo ultimo punto mi preoccupa parecchio. Già dormo poco adesso. Altro che rilassarsi, tua figlia mi vuole morta!”

Perchè che ogni volta che ti fa impazzire improvvisamente nostra figlia diventa solo mia?”

“Perché è colpa tua se sono ridotta così!” disse Emma, per poi vedere Killian avvicinarsi con aria sornione e spostandole i capelli cominciò a baciarle il collo.

“Tu hai la colpa di essere così sexy!” disse l’uomo divertito.

“sexy? Ma mi hai visto? Sembro una mongolfiera, una balena, un pallone e non dirmi che sono bellissima o altre scemenze del genere perché non ti credo!” disse Emma incrociando le braccia, mettendo un falso broncio.

Killian alzò le mani in avanti in segno di resa e disse “ok, non te lo dirò, ma è vero, sei bellissima!”

Killian!” Emma sospirò esasperata, prima di ricordarsi di informarlo che il giorno dopo, lo avrebbe passato con Zelena.

“Quand’è che siete diventate grandi amiche?” chiese Killian curioso.

“Fra due giorni è il compleanno di Regina e volevamo farle un regalo speciale!”

“ Che tipo di regalo?” chiese Killian curioso.

“Lo vedrai!” rispose Emma sorridendo.

Il giorno dopo, come programmato, Emma e Zelena si videro a casa della prima. Zelena abitando con Regina, non poteva permettere che la sorella scoprisse il loro intento e quindi il luogo di azione si era spostato a casa della salvatrice, più esattamente dentro al garage, in quanto volevano evitare che Neve, arrivando di sorpresa, rovinasse tutto. Il loro piano andò a buon fine, fu solo difficile spiegare tutto a Killian, il quale a sapere cosa avessero combinato le due, si prese quasi un infarto.

Zelena però non si sorbì la ramanzina, perché riuscì a scappare giusto in tempo, prima che l’uomo tornasse a casa.

“Hai idea di quanto poteva essere pericoloso? Cosa avresti fatto se qualcosa fosse andato storto? Non hai imparato niente dalle scorse nostre avventure Swan?”

Killian lascia che ti…” cominciò Emma.

“No, non mi devi spiegare niente Emma. Sei stata avventata,  molto avventata e sinceramente mi aspettavo un po’ più di buon senso da parte tua nella tue condizioni!” disse Killian arrabbiato.

“Ehm…Emma e Zelena mi hanno spiegato cosa è successo e se posso dire la mia io…” disse una voce che si trovava in mezzo al loro discorso.

“Scusa amico, ma no! Felice di rivederti e tutto. Non voglio assolutamente che tu pensi che tutto questo sia causa tua o che tu centri qualcosa in questa storia. È colpa di mia moglie su tutti i fronti e voglio che le sia chiaro quale pericolo ha corso!” disse Killian arrabbiato.

“Non ho corso nessun pericolo. Zelena e io abbiamo studiato nel minimo dettaglio tutto, perché non ci fossero conseguenze  per nessuno e mi sembra che abbia funzionato. Allora perché ti agiti tanto? Io sto bene, la bambina sta bene e allora perché tutta questa scenata? A questo punto sembra che sia tu quello con gli ormoni impazziti!”

“No, Swan non ci provare. Non far passare per cattivo me. Hai rischiato grosso e sebbene per fortuna non sia successo niente,  almeno ammetti di aver fatto una gran scemenza. Ma cosa parlo a fare, tanto tu agisci e poi pensi!” disse Killian fuori di sé allontanandosi da Emma e il nuovo arrivato.

Emma provò a seguirlo, ma il loro ospite l’afferrò per impedirle di muoversi.

“Sono successe molte cose e ancora non mi è tutto chiaro, ma se conosco Killian è meglio che lo lasci sbollire un po’. Dopotutto sono d’accordo con lui. Cioè sono davvero grato a te e Zelena per questa seconda possibilità, ma non dovevate correre un tale rischio per me!”

 “Senza offesa, ma lo abbiamo fatto per Regina. Ha bisogno di te, ma la cosa assurda è che mi toccherà sentire pure la sua di ramanzina!” disse accennando a un sorriso, che si spense subito quando vide Killian tornare al piano di sotto con un cuscino e una coperta.

“Che intenzioni hai?” chiese Emma, avvicinandosi a lui confusa.

“Non è ovvio, dormirò sul divano!” disse il pirata sistemandosi le lenzuola “In genere è chi è arrabbiato che manda l’altro a dormire sul divano, ma non ho nessuna intenzione di lasciare mia moglie incinta a dormire su sto coso!”

Killian, ti prego!” disse Emma, dispiaciuta di come si era messa la situazione.

“Emma, per favore, chiudiamo qui il discorso!” disse Killian, non guardandola.

Emma si morse il labbro e senza dire niente si recò al piano di sopra.

Quando la sua amata non era più a portata di orecchio Killian disse “Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questa scena, amico. È che se fosse successo qualcosa a Emma e alla bambina io…” disse Killian sedendosi sul divano, per poi essere affiancato dall’uomo.

“Si comprendo Uncino. Comprendo anche la tua rabbia, avrei agito allo stesso modo, solo che…mi dispiace anche per Emma. Lei voleva fare solo contenta un’amica!”

“Lo so, ma è che in questo periodo sono successe così tante cose. Ho rischiato di perderla così tante volte che sono terrorizzato!” disse il pirata per poi vedere l’altro sorridere “Perché sorridi?” chiese Killian confuso.

“Stavo solo pensando a quante cose mi sarei perso se Emma e Zelena non avessero fatto questa pazzia. Sono successe così tante cose durante la mia assenza. Insomma, tu ed Emma vi siete sposati e state per avere un bambina. Mi sembra tutto così surreale, insomma l’ultima volta che ti ho visto eri morto!”

Killian ricambiò il sorriso, per poi lanciare un’occhiata alle scale con la coda dell’occhio.

Il giorno dopo arrivò non tanto in fretta per Emma, la quale non era riuscita a prendere praticamente mai sonno a causa, non solo del solito mal di schiena, ma anche a causa del litigio con Killian. Scese al piano di sotto dove sentiva provenire l’odore di cibo appena preparato e quando giunse in cucina trovò la sua porzione al suo posto abituale.

Emma prese posto accanto al loro ospite, ma non disse niente. Sia appoggiò al tavolo con una smorfia.

“Emma tutto bene?” chiese il loro ospite preoccupato.

“Si!” disse la donna poco convincente.

Killian la guardò con uno sguardo preoccupato e anche se non gli era ancora passata la rabbia della sera prima, disse “Dovresti mangiare un po’. Ti farà bene!”

La donna abbassò lo sguardo quando vide che Killian continuava a non incrociare i suoi occhi. Prese la forchetta e iniziò a mangiare, non tanto per fame, ma per quanto si era raccomandato Whale. La bambina doveva mettere su altro peso per far sì che al momento della nascita fosse di un peso ottimale.

Durante la colazione, Killian discuteva con l’amico, su come sorprendere Regina, ma Emma non intervenne nemmeno una volta. Anzì si alzò e si allontanò nuovamente dai due.

Passò circa mezz’ora durante i quali Killian risistemò la cucina. Successivamente si recò nella stanza da letto e vide Emma sdraiata sul letto. Le si avvicinò e vide il suo volto contorto in una smorfia. Killian sospirò e le si sedette accanto, iniziando a massaggiarle la schiena.

La smorfia della donna si alleggerì dopo qualche minuto e Killian disse “Forse non dovremo andare al compleanno di Regina!”

Emma aprì gli occhi e guardò l’uomo “Non posso non andare. Dobbiamo portarle il suo regalo e…”

“Il suo regalo ha le gambe e conosce bene la città!” disse Killian cercando di fare ragionare la donna.

“Voglio andarci. Sono rimasta chiusa qui dentro per troppo tempo. Voglio  tornare a vivere una vita normale…bhe per quanto mi è concesso!”

“D’accordo, ma appena il mal di schiena dovesse diventare insopportabile o dovessi avere qualsiasi altro fastidio, me lo fai sapere e torniamo a casa!”             

Tutti ormai erano presenti da Granny, dove Neve aveva organizzato la festa per Regina, aiutata da Zelena e Granny. Erano presenti solo gli ospiti più intimi, che negli ultimi tempi avevano legato con la ex Regina cattiva. Il locale era interamente addobbato, con decorazioni sobrie e non troppo colorate, sapendo che la festeggiata non amava troppo le cose vistose e sgargianti. Le tavole erano piene di ogni bontà. Tutto era perfetto, mancava solo Regina.

Henry che aveva dato una mano con gli addobbi, conoscendo molto bene i gusti della madre, si era preso il compito di tenere lontano la donna dal locale, con qualsiasi sorta di scusa, per permettere alla nonna di finire i preparativi.

“Sorpresa!” urlarono tutti quando Regina finalmente entrò. Sebbene avesse capito dal comportamento di Henry che qualcosa bolliva in pentola, fu sorpresa da quella festa. Gli anni precedenti, per un motivo o per un altro, il suo compleanno non era mai stato festeggiato così in grande, al massimo cenava insieme ai charmings e la sorella. Non che le dispiacesse, ma una festa a sorpresa era qualcosa che mai si sarebbe aspettata di ricevere, nemmeno dopo essere stata perdonata da tutti per i suoi crimini.

Regina venne accolta a braccia aperte e quando tutti la salutarono, Zelena le si avvicinò dicendole “In genere i regali si aprono alla fine della festa, ma c’è un regalo che vorrebbe unirsi ai festeggiamenti!” disse la donna, facendo voltare la sorella verso l’entrata.

Il campanello della porta suonò e tutti, Regina soprattutto, rimasero a bocca aperta quando lo videro.

Una parola uscì dalla bocca di Regina “Robin!”

 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32

“Robin!” disse Regina incredula, senza riuscire a pronunciare altro.

L’interpellato le sorrise e le si avvicinò e a quel punto Regina lo abbracciò e baciò ripetutamente.

“Come…come fai…non è possibile tu...sei…” cominciò a balbettare Regina accarezzando il viso dell’uomo, non capacitandosi che egli era lì davanti a lei.

Robin le sorrise, indicando Zelena ed Emma disse “Devi ringraziare loro due. Hanno impedito che Ade mi uccidesse e mi hanno portato qui…da te!”

Il volto di Regina si rabbuiò a quelle parole e si girò verso le due colpevoli del ritorno del suo amato “Cosa avete fatto?”

Zelena intervenne “Regina, so cosa stai pensando ma…”

“Ma cosa? Emma proprio tu che hai già fatto casini con i viaggi nel tempo, fai ancora stupidaggini del genere?” disse Regina rivolgendosi alla salvatrice.

“è quello che le ho detto anche io!” disse Killian.

Emma sbuffò e si appoggiò una mano sulla fronte esasperata “Killian per favore, non ricominciare!”

“Visto che a me non dai retta, magari a lei dai ascolto!” puntualizzò il pirata.

“Non prendetevela solo con Emma solo perché ha i poteri. Anche io sono colpevole quanto lei e si…conoscevamo il pericolo dell’interferire con il passato, ma siamo state attente. Molto attente. Siamo tornate nel passato a un minuto prima che Ade uccidesse Robin e proprio nel momento in cui, il dio degli inferi a scatenato la sua folgore contro di lui, Emma ha fatto un incantesimo, scambiando il vero Robin, con un ologramma. Quindi Regina ha visto quello che ha scambiato per l’anima di Robin dissiparsi nel nulla. Quindi per un paio di anni lo crederemo morto, come è quello che è effettivamente è successo. I nostri ricordi non sono cambiati, quindi ha funzionato!”

Zelena ha ragione. Non avremmo fatto una cosa del genere se non avessimo calcolato bene tutti i rischi!” disse Emma in sua difesa.

“La magia ha sempre un prezzo!” disse Regina, ricordandole cosa comportasse l’uso della magia in modo sconsiderato.

“Sorellina, perché per una volta non pensi che il prezzo di questa magia sia semplicemente la tua felicità? Te lo meriti!” disse Zelena.

Regina si arrese. Non poteva avercela con loro per averle ridonato l’amore della sua vita e infine ringraziò le due donne con tutto il cuore. Doveva sperare veramente che questo fosse il suo lieto fine, infondo Emma aveva promesso che non si sarebbe arresa finchè anche lei non avrebbe avuto quello che meritava e apparentemente sembrava che ci fosse riuscita.

La festa filo liscia per un’oretta circa. Tutti erano felici e sazi grazie ai manicaretti preparati da Granny. Robin era stato circondato dagli amici e messo al corrente di tutto quello che era successo da quando era sparito. Tutti erano sereni, ma Neve e David notarono la tranquillità che caratterizzava Emma. Infatti la donna era rimasta seduta e in disparte per tutta la durata della festa.

“Tesoro, tutto bene?” chiese Neve , prendendo posto accanto alla figlia e poggiandole una mano sulla schiena e cominciare a strofinarla, pensando che la causa fosse il suo solito malessere.

Emma guardò sua madre, voleva tranquillizzarla, ma la realtà era che non si sentiva affatto bene. Era poco in forma già dall’inizio, ma dopo aver preso una cioccolata calda, offertagli da Henry, nella speranza che la bevanda potesse aiutarla a stare meglio, aveva cominciato a sentire il suo malessere aumentare e si sentiva così stanca, da non avere la forza di fingere.

“Mamma, perfavore…chiama Killian!” disse con un filo di voce, mentre si portava una mano alla testa che aveva cominciato a girarle.

David accontentò immediatamente la richiesta della figlia e Killian, non si fece attendere un minuto.

“Love, cosa c’è? Ti senti male?” chiese il pirata preoccupato. Vedendo Killian correre e affiancare Emma con una certa urgenza, tutto il locale diede attenzione ai due coniugi. Regina soprattutto, che preoccupata per l’amica, le si avvicinò per poterle dare, in caso di bisogno, il suo aiuto.

“Per favore, portami a casa!” Neve e Killian aiutarono Emma a mettersi in piedi, notando la sua debolezza e il secondo, le cinse la vita per darle una sorta di supporto.

Appena venne rimessa in posizione eretta Emma cominciò a sentirsi ulteriormente strana. Non le sembravano i soliti malesseri dati dalla gravidanza, ma sentiva la testa annebbiarsi.  Faticava a connettere e a capire cosa la circondasse. Non si rendeva nemmeno conto che in quel momento Killian la stava sorreggendo, portandola fuori dal locale per farle prendere un po’ d’aria. Cominciò a vedere pallini neri che le oscurarono gradualmente la visione, finchè tutto divenne buio, perdendo infine i sensi.

Killian si dovette fermare di colpo e accompagnare il corpo inconscio di Emma a terra, non avendo una presa abbastanza salda su di lei.

La chiamò più volte con un tono di voce preoccupato, esattamente come quello di Neve e David. Vedendo che ai vari tentativi la figlia rimaneva priva di coscienza, David afferrò il suo cellulare per chiamare i soccorsi, ma non fece in tempo a comporre il numero, che davanti al locale, a pochi metri di distanza da loro, apparve una persona, che non credevano più di rivedere manifestarsi in quel modo.

“Gold?” disse Regina con gli occhi spalancati “Come diavolo hai fatto a rientrare in possesso dei tuoi poteri?”

L’uomo li guardava uno ad uno e sogghignava prima di fissare il suo sguardo sulla salvatrice e fu allora che Killian, notò qualcosa che lo smascherò. Il pirata si mise davanti a Emma per proteggerla.

“Quello non è il coccodrillo!” disse l’uomo, sicuro di quanto affermasse.

Robin guardò prima Gold poi Killian e domandò “Ne sei sicuro amico? È già successo in passato che trovasse un escamotage per rimpossessarsi dei poteri persi!”

Killian annuì e aggiunse “Ne sono sicuro. Ho dato la caccia al signore oscuro per secoli e lo conosco bene. Ho incrociato molte volte il suo sguardo e quello lì non gli appartiene. Il coccodrillo per quanto malvagio sia stato, dentro di sé nascondeva sempre una grande sofferenza, che solo chi fa molta attenzione può cogliere attraverso gli occhi. Non me n’è mai importato molto della sua sofferenza, anzi volevo infliggergliene altro, ma ciò non toglie che quel dolore non è visibile nei suoi occhi. Vi è solo pura malvagità. Chi delle nostre care conoscenze conoscete che non sappia cosa voglia dire amare?” domandò ai presenti.

“L’anti-salvatore!” disse David, affiancando Uncino per proteggere la figlia ancora inconscia e lascata alle cura della madre.

Gold sorrise divertito e disse “I miei complimenti pirata. Peccato solo che ve ne siate accorti solo ora!”

“Che cosa vuoi dire?” chiese Henry confuso “Da quanto hai preso l’aspetto di mio nonno?”

“Da un bel po’ di settimane ormai. Tremotino deve essere proprio stato un cattivaccio, se alla proposta della accelerazione della gravidanza non avete sospettato minimamente che fossi il falso. Anzì, da quanto ho capito una proposta del genere potrebbe benissimo uscire dalle sue labbra!” disse divertito, per poi continuare “Inoltre volevo farvi notare una vostra grave mancanza. Avevate talmente tanta paura che la mogliettina di Tremotino possa essere influenzata o manipolata da lui, che non vi siete nemmeno accorti della sua scomparsa e quella del figlio. In quanto amici mi vergognerei al vostro posto!” disse beffardo.

Tutti sussultarono a quelle parole. Di comune accordo avevano deciso di tenere Belle lontano dalla salvatrice per non correre nessun rischio e quindi nessuno aveva più visto la donna da tempo.

Improvvisamente tutti si sentivano  estremamente colpevoli verso Belle, lei si era sempre resa disponibile per loro ed era una persona dolce e gentile a cui era impossibile non voler bene. Aveva sempre dimostrato grande fiducia in loro, ma potevano ormai affermare di aver deluso le sue aspettative.

Avrebbero fatto ammenda un’altra volta, perché in quel momento qualcun altro aveva la priorità.

“Che cosa hai fatto ad Emma?” chiese Killian con voce minacciosa.

“Non temere. Sta solo dormendo. Ho drogato la sua cioccolata calda con del sonnifero!” rispose l’essere incappucciato.

Henry si sentì preso in causa a quelle parole “Io…è colpa mia! Io…io non sapevo…non credevo che fosse…” cominciò a balbettare il ragazzo e Regina subito lo abbracciò per fargli coraggio e dirgli “Lo sappiamo Henry. Quell’essere ci ha ingannato tutti. Non è assolutamente colpa tua!”

“Siete solo degli sciocchi, ma almeno ho potuto divertirmi un po’!” disse il nemico per poi continuare “Ora se non vi dispiace non ho tempo da perdere in chiacchiere e porterei a termine quello per cui sono venuto!”

L’anti-salvatore schioccò le dita e in un batter d’occhio fece comparire il corpo inerme di Emma tra le sue braccia. Killian si girò immediatamente verso Neve per assicurarsi che la donna apparsa tra grinfie di quell’essere fosse davvero sua moglie e che non fosse un altro inganno.

 Strinse i pugni  e chiamò con disperazione Emma, sperando che si svegliasse e si ribellasse e con lui anche gli altri presenti provarono a destarla.

“Lascia immediatamente andare Emma altrimenti…” cominciò Killian, venendo interrotto a metà frase “Altrimenti cosa insulso scarafaggio?” disse quell’essere, il quale con un gesto della mano, fece volare Killian contro David, in  modo tale che non gli dessero fastidio. Poi con un ultimo sguardo alla salvatrice…sparì.

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33

“Emma!” urlò Killian quando vide sua moglie sparire tra le grinfie dell’essere incappucciato.  Subito si rivolse a Regina, chiedendole di fare un incantesimo di locazione. Non aveva alcuna intenzione di lasciare la donna un minuto di più con quell’essere, soprattutto dato la sua intenzione di ucciderla.

“Non funziona!” disse il sindaco, che aveva subito pensato di effettuare l’incantesimo ancora prima che il pirata glielo chiedesse, ma qualcosa era andato storto perché il foulard che Emma stava indossando, iniziava a volteggiare per poi tornare tra le mani di Regina.

“Cosa significa?” chiese Neve spaventata.

“Significa che Emma o si trova in un altro reame, cosa che potremo escludere dato che non ha possibilità di lasciare Storybrooke o si trova in un posto protetto dalla magia!” disse Regina.

“E come la troviamo?” chiese Henry, ansioso di riavere sua madre con loro.

Regina non seppe cosa rispondere e Killian non potendo stare con le mani in mano, si avviò verso il cancello del locale, ma David inseguendolo, lo afferrò per un braccio.

“Dove stai andando? Non hai idea di dove trovarla!” gli disse l’uomo.

Killian con uno strattone si liberò dalla presa del suocero e disse “Cosa devo fare? Starmene seduto ad aspettare che mia moglie e mia figlia vengano uccise?”

“Ovviamente no, ma dobbiamo organizzarci e creare un piano!” disse Neve affiancando David.

“Il fatto è che se Emma è stata portata in un luogo protetto dalla magia di quell’essere, solo qualcuno dotato degli stessi poteri o stessa potenza potrà trovarla!” disse Regina.

“Ma non c’è nessuno così potente di Storybrooke. L’unico a riuscire a tenere a bada l’anti salvatore era è la mamma!”

“Forse c’è un modo!” tutti si girarono verso la proprietaria della voce. Ella in ritardo per la festa, ma era arrivata in tempo per sentire i loro discorsi.

Zelena!” disse Robin per avvicinarsi a lei e alla piccola Robin per prenderla in braccio. Era ancora incredulo di vedere la figlia così cresciuta.

“Avanti parla, quale sarebbe questo modo!” disse Killian, quasi aggredendola con la voce.

“Se solo Emma potrebbe trovare stessa, allora facciamoci aiutare da lei!” rispose la ex strega dell’ovest.

“Per favore Zelena, pochi giochi di parole!” disse Neve supplicandola.

“Per riuscire a recuperare Robin, Emma non ha voluto usare i suoi poteri o almeno non direttamente. Non voleva correre il rischio di stancarsi troppo, quindi ha utilizzato un’acchiappasogni!” spiegò Zelena.

“Un’acchiappasogni? Vuoi dire uno di quelli che sta fabbricando da un po’ di tempo?” chiese Henry confuso “E come ci aiuterebbero a trovarla?”

Zelena non è sulla pista sbagliata. Quegli oggetti sono molto potenti e se hanno trattenuto in sé la magia di Emma e della bambina, questi se usati nella maniera giusta, ci possono aiutare a trovarla!” disse Regina “Non ci resta di scoprire come!”

Emma si sentiva confusa. La sua testa batteva e il mal di schiena era tornato a farsi sentire. Ci mise qualche secondo a capire che qualcosa non andava. Non aveva ancora aperto gli occhi, ma si sentiva poggiata su qualcosa di morbido e irregolare.

Aprì gli occhi, per osservare l’ambiente circostante e nonostante l’annebbiamento dei sensi che percepiva, riuscì a farsi un’idea generale del posto in cui era.  Si trovava in una stanza grande diversi metri, con delle sbarre all’unica porta presente, con pareti scrostati e mattonelle del pavimento presenti solo per metà e quelle staccate erano rannicchiate in un angolo, con qualche pezzo ancora sparso qua e là per la stanza. Le sembrava un miscuglio tra  la prigione di Fenix, quando era stata rinchiusa per 11 mesi e il manicomio in cui la fata nera l’aveva imprigionata.

Non riusciva a comprendere come ci fosse finita li dentro. L’ultima cosa che ricordava era di aver chiesto a Killian di portarla a casa dalla festa in onore di Regina. Poi più niente.

Il suo respiro cominciò a farsi affannato. Poteva immaginare di chi c’era dietro a tutto quello e oltre alla sua vita e quella della bambina, temeva che i suoi cari, per essere catturata, fossero stati feriti, se non peggio.

Provò a tirarsi su e sebbene fosse riuscita a  mettersi seduta, appoggiandosi contro il muro freddo, si accorse di sentirsi molto debole.

“Cosa è successo?” Chiese al nulla cercando di ricordare qualcosa e sussultò quando sentì una voce risponderle.

“Sei stata rapita salvatrice e sei stata condotta in questa prigione, progettata apposta per te!”

Emma si girò di scatto verso il suo interlocutore, ma si pentì subito del gesto a causa di una fitta alla testa. Si portò le mani alle tempie e provò a massaggiarle nella speranza di avere un po’ di sollievo.

“Ti conviene stare tranquilla cara. Il sonnifero che hai ingerito è molto potente. Ti lascerà stordita ancora per un po’!”

“S-sonnifero? Cosa…chi sei tu?” chiese la donna, strizzando gli occhi per vedere la figura sfocata, distante da lei, ma comunque imprigionata anch’essa nella stessa cella. Sentiva delle catene, quindi Emma intuì che fosse incatenato in qualche modo.

“Quell’essere ti ha stordito parecchio salvatrice, se non riesci a riconoscere la mia voce! Sono Tremotino!” disse l’uomo, svelando la sua identità alla donna, che non sapeva come doveva sentirsi per la sua presenza in quella fredda prigione.

Emma sussultò a quella rivelazione “Gold? Come…” cominciò, ma l’uomo la interruppe.

“Non ora Emma. Ti dirò quello che so più tardi quando ti sentirai più te stessa. Ora ti conviene riposare per quanto dia possibile in queste e nelle tue condizioni.

Emma avrebbe voluto ribattere, ma la sua testa era troppo confusa e il suo corpo le stava implorando riposo. Si sdraiò nuovamente a terra e senza che dovesse aspettare troppo, le braccia di Morfeo, la strinsero a sé.

Killian aveva portato tutti nella sua abitazione. Era lì che si trovavano gli acchiappasogni. La sua amata, ne aveva fabbricati diversi e si erano rivelati più utili per controllare la sua magia. Il pirata si avvicinò al famoso ripostiglio, dove giaceva Excalibur e prese una scatola di cartone.

“Qui ci sono tutti quelli che ha fabbricato!” disse l’uomo, appoggiando la scatola sul tavolo della cucina.

Henry ne prese in mano uno “Ne ha fabbricati un bel po’!”

“Sono molti, ma non tutti possono tornarci utili per trovare Emma, solamente quelli più grossi!” disse Regina, che ricevette delle occhiate confuse dai presenti, tranne che da Zelena, la quale continuò “La magia se liberata, tende a tornare dentro al suo proprietario originale, se questo acchiappasogni è abbastanza vicino e ha magia sufficiente è più facile che questa cosa funzioni. Diciamo che Emma è una calamita e ogni singolo acchiappasogni è un altro magnete. Più forte è l’attrazione magnetica, più le due calamite tenderanno e riunirsi. La stessa cosa vale per la magia, ma se questa attrazione non è abbastanza potente, la magia si perderà nell’aria.

“Quindi liberiamo la magia e la seguiamo? Come un incantesimo di locazione?” chiese Henry.”

“Allora cosa stiamo aspettando?” chiese Killian precipitosamente “Come si libera la magia da questo affare?” domandò guardando lo acchiappasogni come a cercare una risposta nell’oggetto e cominciando a sventolarlo.

“Come Zelena ha appena detto se la magia ed Emma non sono abbastanza vicine, la prima si disperderà nell’aria. Il problema sta in questo. Dovremmo dividerci e aggirarci per la città e i boschi e sperare che ad un certo punto gli acchiappasogni vengano attirati verso Emma. Sarò più o meno come giocare ad acqua e fuoco e fuochino!” disse Regina.

“Ci potrebbero volere ore in questo modo!” disse Robin.

“Ma è l’unico mezzo che abbiamo!” rispose il sindaco.

Killian non era soddisfatto della soluzione. Voleva trovare Emma immediatamente e portarla in salvo, ma sapeva che Regina e Zelena stavano facendo del loro meglio e dovette arrendersi a quell’unico mezzo, non troppo veloce, per trovare la sua amata.

“D’accordo. Abbiamo solo uno acchiappasogni a testa. Ognuno tenga con sé il cellulare e appena qualcuno ha qualche novità, provvede a chiamare gli altri!” disse Killian, tutti annuirono e afferrando un amuleto, si diressero verso la porta, ma la voce del pirata li arrestò tutti.

“Ragazzi…mi raccomando, nessuno faccia colpi di testa. Ognuno aspetti l’arrivo degli altri. Emma non se lo perdonerebbe mai se qualcuno dovesse farsi male per causa sua!” disse Killian, che ricevette risposte affermative da tutti i presenti.

Emma non seppe dire quanto tempo aveva dormito. Nonostante il suo scomodo giaciglio, era riuscita a riposare, anche se doveva ammettere che la causa era il sonnifero che ancora si aggirava nel suo corpo. La sensazione di stordimento che quel farmaco gli aveva procurato era quasi svanito e potè finalmente rendersi conto veramente della situazione in cui si trovava. Si ricordò  anche del prigioniero con il quale divideva la stanza.

“Ben svegliata salvatrice! Hai dormito meno di quanto credessi!” disse Gold.

Emma non perse tempo in convenevoli  e gli chiese “Cosa ci fai qui? Cosa vuole quell’essere da te? Non hai più poteri che possano interessargli!”

“Usa il mio corpo per muoversi a Storybrooke senza dare nell’occhio! A quanto pare quell’essere non è esattamente chi credevamo chi fosse!” spiegò l’uomo.

“Sai, vorrei dire di essere dispiaciuta, ma dopo aver messo l’intera città contro di me e aver fatto di tutto per accelerare la mia gravidanza…” cominciò Emma portandosi le braccia al grembo come a volerlo proteggere, ma quando alzò il viso per guardare quello di Gold, lesse confusione sul suo volto e in quel momento comprese.

“Non eri tu!” disse Emma sorpresa.

“Non so di cosa stai parlando salvatrice. Il nostro nemico ha preso possesso del mio corpo da più di un mese ormai e quando non gli servo, mi rinchiude qui dentro. Una gabbia dentro la quale la magia non funziona, se non la sua ovviamente!”

“Ma…come…è stato tra di noi per più di un mese e nessuno si è accorto di niente? Neanche Belle?” disse Emma senza sapere di cosa pensare.

Gold fece un sorriso stirato “Belle…Belle e mio figlio sono qui!”

Emma si guardò confusa in quanto non vi era nessuno a parte loro.

“Vedi quel vaso ornamentale con quei simboli  su quella mensola? È li dentro che di trovano Belle e Gideon!” disse Tremotino, spostando lo sguardo a terra. “Mi ha ricattato, se non gli avessi dato il mio corpo, avrebbe ucciso mia moglie e mio figlio! Sono così vicino a me eppure non posso liberarli. Non ne ho più il potere!”

Emma si sentì estremamente in colpa, nonostante lei non avrebbe potuto accorgersi dell’assenza della moglie di Gold, non essendo praticamente mai uscita di casa durante il periodo di allerta “Mi dispiace Gold per quello che è successo e per la nostra cecità, ma…magari posso provare a liberarli io!” Disse Emma, dando un briciolo di speranza all’uomo, al quale vide illuminarsi gli occhi.

La salvatrice fece per alzarsi, ma improvvisamente una fitta al ventre la fece piegare in due e dovette nuovamente sedersi sul letto malridotto.

“Emma, tutto bene?” chiese Gold preoccupato.

Emma prese dei respiri profondi  e disse con voce tremante “Si, solo una falsa contrazione. Non preoccuparti, passerà pre…” la donna non riuscì a terminare la frase che un’altra fitta la colse.

Una risata risuono nell’ambiente, poco prima che l’essere incappucciato si manifestasse.

“Salve salvatrice. Spero che la tua sistemazione ti sia gradita!”

Emma lo fulminò con gli occhi e disse “Data la mia presenza qui, deduco che tu abbia trovato un modo per eliminarmi e assorbire i miei poteri!”

L’essere incappucciato sogghignò e disse “Si, l’ho trovato. O meglio, ho trovato un modo per assorbire i tuoi poteri. Ti sarai domandata come mai non mi sono più fatto vivo, anche solo per crearti problemi!” disse l’uomo, leggendo sul volto della salvatrice che in effetti questa domanda se l’era posta “Da quando ho scoperto che eri incinta, sapevo che potevi essere una minaccia, in quanto il tuo potere viene dal vero amore e niente è più forte dell’amore di una madre verso il proprio figlio, ma quando ho preso possesso del corpo di Gold, sono entrato in possesso anche della sua conoscenza e quindi ho compreso un altro particolare che ti riguarda alquanto pericoloso per me. Direi che sei una creatura più unica che rara e se fino a prima che Tremotino morisse, questa minaccia non era veramente presente, con la tua rinuncia completa ai tuoi poteri oscuri…bhe diciamo che non voglio rischiare e mettermi contro di te fin quando non è conveniente per me. Aspetterò che tu partorisca così sarai debole e un bersaglio facile e non avrai più il tuo scudo …quindi dovrò aspettare un po’!”

“Hai intenzione di tenermi qui rinchiusa per altri due mesi?” chiese la salvatrice, cercando di nascondere la sua ansia.

L’anti-salvatore sorrise divertito “Oh avanti, non sarai così ingenua. Mal di schiena, contrazione di Braxon hicks…non sai che questi sono sintomi di una preparazione al parto? Non so come la pensi tu, ma secondo me il tuo marmocchio non ha più tanta voglia di aspettare!”

“No, non può essere…ti stai sbagliando!” disse Emma agitata “Non è pronta… sette mesi è troppo presto…non può…lei non…”

“Oh è una lei! È un’informazione che mi è sfuggita, bhe congratulazioni, ma cosa ti fa pensare che una volta nata, la risparmierò? Quindi cosa importa se è pronta o meno. Meglio che nasca morta, almeno si evita il destino avverso di essere uccida dalle mie mani!” disse divertito l’uomo.

Emma invece si face prendere dal panico e cominciò a sentire l’aria che le mancava. Cominciò a tremare e non sembrava più avvertire chi aveva intorno o dove era.

Il nemico era divertito dalla scena, mentre Gold lo intimava a lasciarla stare e a liberare sua moglie e suo figlio.

Non ebbe risposta per quanto riguardava Belle e Gideon, ma venne liberato dalle sue catene.

“Vedi di occuparti di lei prima che le venga un infarto. Le voglio fare un regalo, avere la possibilità di vedere sua figlia…anche se solo per un istante!” disse prima sparire.

Gold si precipitò davanti a Emma e le poggiò le mani sulle spalle. La chiamò ripetutamente, ma sembrò non sentirlo. Continuava a respirare velocemente e a tremare, tanto che l’uomo temette che la donna entrasse in iperventilazione. Doveva fare qualcosa perché riprendesse controllo del suo corpo e delle sue emozioni e per questo le diede uno schiaffo.

“Emma, torna in te. Devi calmarti!” disse Gold.

La salvatrice sembrò sentirlo questa volta, ma non riusciva a calmarsi. Non voleva, non poteva accettare o permettere che la sua bambina venisse uccisa da quell’essere. Lei poteva morire, non importava…andava bene tutto, purché fosse capitato a lei, ma la sua bambina doveva stare bene, crescere e essere felice.

“Emma, cerca di respirare più lentamente. Prova a seguire il mio respiro!” le disse.

Emma provò quanto le era stato detto e quando sembrava che il suo respiro stesse tornando alla normalità, improvvisamente sentì una fitta più forte rispetto a quelle che aveva percepito precedentemente e nei giorni passati. Urlò e successivamente sentì una sensazione strana e guardò tra le gambe.

“Accidenti!” disse Gold notando la stessa cosa.

Emma guardò l’uomo terrorizzata. Quanto aveva affermato il suo avversario si stava avverando. Le si erano rotte le acque.

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Capitolo 34

Le acque di Emma si erano rotte. Quanto affermato dall’essere incappucciato si stava avverando. La bambina voleva nascere indipendentemente se fosse pronta o meno.

Emma si sentiva mancare l’aria dall’ansia che provava. Non poteva partorire. Non in quel momento e soprattutto non in quel luogo. Non voleva mettere al mondo un altro figlio in prigione, soprattutto in una dove non vi erano dottori e pulizia. Se per qualche ragione la bambina dovesse essere risparmiata, sarebbero state le infezioni o freddo prese nel nascere in quel posto freddo e umido, perché Emma non aveva niente con cui lavarla e coprirla. Inoltre avrebbe dovuto partorire da sola, senza nessuna assistenza, se  non quella che gli poteva fornire Gold, ma soprattutto avrebbe partorito senza Killian. Niente di quella gravidanza era stata normale e si domandava come aveva potuto illudersi che il parto lo sarebbe stato.

Un urlo le sfuggì quando una forte contrazione la colse.

“No, no, no, no, no. Questo non può succedere. Non ora per favore!” pianse Emma.

“Non so praticamente nulla di parti, ma una cosa è certa, quando le acque si rompono, non si può più aspettare. Il bambino deve nascere!” disse Gold per niente contento di come si stava mettendo la situazione e soprattutto del ruolo che avrebbe probabilmente ricoperto.

“Un bambino ci impiega ore a nascere. Dobbiamo trovare il modo di uscire e andare in ospedale!” disse Emma supplichevole.

“Non c’è modo di uscire da qui. Ho provato di tutto, credimi! Disse Gold.

“Non hai usato la magia. Forse con un qualche incantesimo possiamo riuscire!” disse Emma alzandosi con non poco sforzo e tenendosi il ventre.

“Non credo che sia cosi facile, salvatrice!” Emma provò, usando ogni sorta di incantesimo che le veniva in mente, ma la porta sembrava respingere qualsiasi sua magia.

Emma si lasciò cadere in ginocchio, battendo i pugni sulla porta disperatamente. Gold sospirò. Le dispiaceva per la salvatrice e avrebbe davvero voluto aiutarla. Le si avvicinò e afferrandola delicatamente cercò di sollevarla.

“Vieni cara. Rimettiti a letto. Devi cercare di stare il più calma possibile. Agitarsi ora potrebbe solo peggiorare le cose per te e per tua figlia!” Le disse, sebbene mentre pronunciava quelle parole, pensava che erano sciocche da dire. Come poteva la donna stare tranquilla in una situazione del genere. Infatti Emma lo guardò storto mentre si sdraiava sul letto. Gold prese il suo cuscino e glielo sistemò dietro la schiena.

“Fai respiri profondi Emma!”

Ma Emma invece di respirare in modo regolare, singhiozzava e accarezzava la pancia dicendo più volte che le dispiaceva, parlando alla sua bambina.

Le contrazioni erano lontane l’una dall’altra e Gold poté affermare che ci sarebbe voluto un po’ e sperò vivamente in un miracolo.

Non seppe dire quanto tempo era passato, ma sembrava un’eternità. Emma urlava per il dolore e per l’ennesima volta chiamando Killian, mentre stringeva fortemente la fodera del materasso.

L’essere incappucciato aprì la porta e vi entrò dentro. Emma cercò di farsi più piccola contro il muro. Aveva paura e il nemico non poteva essere deliziato dal terrore che leggeva negli occhi della donna.

“Le contrazioni stanno diventando sempre più ravvicinate. Credo che presto ti dovrai preparare a spingere salvatrice!” le disse sogghignando.

“No!” disse con voce tremante la donna. Strizzando gli occhi quando una fitta di dolore la colse.

“è la natura salvatrice, volente o nolente, il tuo corpo agirà in modo tale da far nascere tua figlia. Niente potrà tardare quello che voi chiamate lieto evento. Arrenditi al destino. Tra poco sarete entrambe morte e i tuoi poteri saranno miei. Ma non preoccuparti, non rimarrai sola a lungo. Una volta acquisita la tua magia, distruggerò questa città e tutti i suoi abitanti!” disse, per poi ridere a squarcia gola, ma il suo sorriso si bloccò quando un portale si aprì nel bel mezzo della stanza e due persone si manifestarono.

“Emma!”

Killian!” urlò la donna vedendolo, ma l'uomo, per quanto volesse correre da lei, vedendo l’essere incappucciato, estrasse la sua spada.

“Oh guarda chi c’è! La regina cattiva e capitano uncino!” a quanto pare volete morire prima del previsto!” disse e con un gesto della mano chiuse il portale dal quale erano arrivati, l’unico loro modo per uscire “Siete stati fortunati a trovarci. Nessuno avrebbe potuto entrare in questo luogo, nemmeno con quelli!” disse indicando l’acchiappasogni in mano a Regina “ci siete riusciti grazie a un attimo di distrazione. Ho lasciato la porta aperta e questo ha permesso alla magia di Emma di sentire la sua padrona! Vorrà dire che passerete gli ultimi istanti della vostra vita insieme. Anche in questo siete fortunati direi! Goditi la nascita di tua figlia pirata!” disse infine l’essere incappucciato, uscendo e chiudendo la porta dietro di sé.

“Emma!” disse nuovamente Killian, affiancando la moglie. Era tremendamente preoccupato vedendo l’aspetto della donna. Sudata e rossa in viso e spaventata a morte.

“Cosa ti ha fatto quel bastardo?” disse l’uomo accarezzando le la testa.

“Non le ha fatto niente fisicamente, ma questa situazione ha scatenato un parto prematuro!” disse Gold, prima che Emma lo coprì con la sua voce.

Regina fece un passo in avanti preoccupata “Cosa? È troppo presto!”

“Dobbiamo uscire da qui!” disse Killian agitato.

“Dubito che saremo in grado di farcela. Hai sentito quello che ha detto quell’essere? Se quella porta è chiusa la magia non funziona!” disse Regina.

“Dobbiamo tentare Regina!” disse Killian sentendo crescere l’ansia.

Killian!” chiamò Emma tra i respiri. L’uomo si abbassò alla sua altezza e le afferrò la mano “Regina ha ragione, non c’è modo!” disse, per poi stringere con forza la mano dell’uomo che cercò di resistere nel gemere, pensando a quanto dolore stesse provando la moglie.

“Le contrazioni sono vicinissime. Dovrà partorire qui!” disse Gold, scatenando un ulteriore pianto in Emma e terrore in Killian.

“Immagino che nessuno di noi abbia mai fatto nascere un bambino!” disse Regina.

“Tu sei una donna , dovresti sapere cosa fare!” disse Gold.

“Ti ricordo che non posso avere figli e quindi non ho la più pallida idea di cosa si faccia. E i film visti dubito che possano tornare utili!” disse la donna spaventata all’idea di sbagliare qualcosa e danneggiare la bambina. Guardò Emma che la guardava spaventata e quando la vide di nuovo gemere e tendersi in avanti, comprese che la donna sentisse la necessità di spingere e si arrese.

“D’accordo. Killian  tu mettiti dietro di Emma e falla appoggiare su di te in modo tale che sia in posizione più eretta. Gold…allontanati e passami la mia giacca appena mi vedi tirare fuori la bambina!” Ordinò la donna, togliendosi la giacchetta nera del suo tailleur.

Abbassò i pantaloni premaman di Emma e la posizionò in modo tale da poter agevolare il più possibile il parto.

“Bene Emma, sembra che ci siamo. Se senti la necessità di spingere, spingi!” disse Regina.

Emma alla successiva contrazione fece quello che Regina le aveva detto, riprendendo fiato tra una contrazione e l’altra.

“Stai andando alla grande amore!” disse Killian, baciando la testa della salvatrice.

“Ancora Emma, riesco a vedete la testa!” disse Regina.

Emma scosse la testa freneticamente dicendo “Non posso…io…non ce la faccio!”

“Si che puoi farcela love. Ancora poco e avremo la nostra bambina non noi!” disse Killian cercando di farle forza, ma Emma scosse la testa nuovamente.

“Lo so che fa male Emma, ma così prolungherai tutto!” disse Regina guardando la donna.

“La ucciderà. Quando sarà nata…lei…lei…” cominciò, ma all’ennesima contrazione urlò, cercando con tutta se stessa di non spingere.

“Emma, non potete stare così. La bambina deve nascere o morirà comunque. Una volta nata faremo l’impossibile per proteggerla, te lo prometto.” Disse Regina.

“Quel demone non farà assolutamente niente alla nostra piccola. Coraggio love!” disse Killian, incoraggiandola.

Emma li guardò entrambi. Sapeva che non avrebbero potuto contrastare quell’essere, ma era loro grata. Inoltre sapeva che avevano ragione. Non poteva più aspettare. Il suo corpo si stava ribellando.

“Sei pronta?” chiese Regina.

Emma annuì e all’ennesima contrazione si piegò in avanti con l’aiuto di Killian e spinse più che poteva. Il suo urlò fu più forte dei precedenti, dopo di chè si accasciò tra le braccia di Killian, respirando affannosamente.

“Eccola qui!” disse Regina, poggiando la bambina nella sua giacca, che Gold le avvicinò.

Qualcosa però non andava. La bambina non piangeva.

“Regina…perché…perché non piange?” chiese agitata Emma, mentre sentiva Killian che le stringeva la mani, la paura che provava lei in quel momento era la stessa che ora stava provando suo marito.

Regina non le rispose. Sapeva che a quel punto i medici avrebbero provveduto a liberarle le vie aeree e fatto qualsiasi cosa per permettere alla piccola di respirare, ma lei non aveva mezzi e cercò nei meandri della sua mente qualche ricordo  per rianimare i bambini, in quanto si era informata nel caso a Henry fosse andato qualcosa di traverso o si fosse sentito male. Non ricordava la procedura, ma si ricordava che doveva essere delicata per evitare di rompere le ossa al bambino. Allora la prese in modo tale che il petto della bimba poggiasse sul palmo della sua mano e strofinò dei cerchi sulla schiena e le diede dei leggeri colpetti per farle sputare il liquido amniotico nel caso le fosse finito nei polmoni o per il semplice fatto di farle capire che era nata e ora poteva e doveva respirare. Sta di fatto che quella piccola manovra fatta a caso, senza sapere bene come agire, funzionò e la sua vocina squillante si fece sentire.

Killian e Emma sorrisero al suono della sua voce e poterono tirare un sospiro di sollievo. Regina tagliò il cordone ombelicale con delle forbicine che aveva sempre dietro con sé nella sua borsetta. Dopodiché con un enorme sorriso, consegnò la bambina alla madre che stendeva le braccia verso di lei, impaziente di conoscere la sua piccola.

Emma la strinse a sé e spostò leggermente la giacca usata come coperta, per poterle vedere il viso. Si sorprese di quanto fosse piccina, suo fratello alla nascita era decisamente più grande, ma lui aveva avuto altri due mesi per crescere.

“Ciao piccolina!” disse, per poi rivolgersi a Killian “guarda chi abbiamo messo al mondo!”

“è perfetta love!” disse per poi rivolgersi alla figlia “ehi principessa, benvenuta al mondo!” disse con un tono di voce che esprimeva tutto il suo amore.

“Si, benvenuta e congratulazioni ai nostri neo genitori!” disse l’essere incappucciato, facendo nuovamente la sua comparsa in camera, questa volta ricordandosi di chiudere la porta, e teletrasportando la bambina tra le sue braccia.

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Capitolo 35

Emma si vide strappare dalle braccia la sua bambina appena nata.

“No” urlò disperata. Non aveva mai provato un dolore tanto grande. Era simile a quello che aveva provato quando non aveva guardato Henry, ma in quel frangente era stata una sua decisione quella di darlo via. Si era preparata e sapeva dentro di sé che era la cosa migliore per suo figlio. Quella volta le cose stavano diversamente. Lei voleva quella bambina, voleva la sua seconda possibilità e questa volta aveva la possibilità di dare a sua figlia quello che si meritava, ma tutto le stava per essere negato per la malvagità di un essere egoista dall’animo nero.

Nemmeno Killian poteva accettare una cosa del genere. Sentì il suo cuore frantumarsi nel vedere la sua bambina nelle mani si quell’essere. Doveva trovarsi tra le sue braccia e quelle di Emma e iniziare a conoscere l’amore di un genitore, imparare a riconoscere le loro voci e il loro odore. Doveva assolutamente riprenderla e senza un’ombra di paura, si lanciò contro quell’essere, cercando di afferrare la figlia, ma il nemico non si dimostrò minimamente intenzionato a lasciargliela prendere. Anzi giocava con lui, facendogli credere che era vicino a riprendersi la piccola, per poi togliergliela all’ultimo istante. Con quello che lui considerava un gioco, la bambina poteva farsi molto male o addirittura cadere, ma a quell’essere non interessava, lui voleva solo gioire della sofferenza altrui.

Emma non potendo assistite a quello scenario, e temendo per la figlia, cercò di alzarsi dal letto per intervenire, ma il dolore e la stanchezza la fecero cadere a terra.

Regina l’affiancò immediatamente e la fece nuovamente sedere sul letto “Emma hai appena partorito. Per quanta volontà tu abbia, il tuo corpo non risponde!”

“Devo…devo salvare la mia bambina!” disse, cercando di liberarsi dalla presa di Regina, la quale non demordeva, ma la donna al posto della salvatrice avrebbe fatto la medesima cosa.

Decise di intervenire in aiuto di Killian. La sua magia però non avrebbe funzionato e non aveva armi da poter usare contro il nemico. Vide un vaso su una mensola, ma Gold appena comprese che intenzione avesse, afferrò l’oggetto.

“Che diavolo stai facendo?” urlò Regina.

“Qui dentro c’è la mia famiglia non ti permetterò di romperlo. E non sarà un vaso spaccato sulla sua testa a fermare quel demone!” disse Gold ovvio.

Lo sapeva. Sapeva benissimo che tutti loro si trovavano in una situazione senza uscita, ma ingenuamente aveva sperato di trovare una soluzione.

Killian!” Regina spostò l’attenzione sul pirata quando sentì la voce di Emma chiamarlo, ma non fece in tempo a capire cosa fosse successo che si sentì afferrare da una forza invisibile e bloccata al muro ad un metro distanza da terra, con l’impossibilità di respirare. Gold era nella sua stessa situazione, continuando però a tenere forte il vaso con dentro Belle e suo figlio.

Killian non era messo meglio. Lui era stato addirittura appeso al soffitto, impossibilitato di muoversi e respirare.

Emma era l’unica lasciata libera. Non tanto per le sue condizioni fisiche, ma perché quell’essere voleva torturarla.

Il nemico sorrise divertito dallo sguardo di terrore di Emma e con un gesto della mano, fece comparire uno acchiappasogni che magicamente volteggiava. Era di legno con fili dorati e molto più grade di un acchiappasogni normale.

“Vi piace il mio acchiappasogni? Ho preso spunto da te cara salvatrice. Usare questi aggeggi per assorbire la tua magia in eccesso…che colpo di genio. Vedi questo? Fa esattamente la stessa cosa solo che può contenere tutto il tuo potere, grazie ai materiali e al processo di lavorazione. Bisogna aspettare che si manifestino certe condizioni, come l’eclissi di luna…cose del genere insomma. Ci è voluto un po’ di tempo, ma tanto dovevo aspettare. E ora posso finalmente mettere fine a questa storia!” disse facendo comparire nella sua mano la spada di Killian.

L’uomo, che faceva di tutto per non perdere i sensi a causa di mancanza d’aria, cercò di fare un ultimo tentativo x liberarsi, ma la sua lama si stava per scontrare con il corpicino della sua bambina. Da li a un secondo,  sarebbe stata uccisa.

Un urlò assordante, quasi ultraterreno, si alzò nell’aria e una luce abbagliante accecò tutti.

Quando la luce si diradò abbastanza da poter nuovamente guardare, Killian, Regina e Gold erano ormai liberi dalla morsa dell’essere incappucciato, ma quello che li lasciò immediatamente di stucco, fu il luogo dove si trovavano.

Era un luogo tutto bianco. Dove non si intravedeva né l’inizio , né la fine, né un sotto, né un sopra. Sembrava di appoggiare su di un pavimento, perché i presenti si potevano muovere normalmente, ma un pavimento non era visibile, come nemmeno l’ombra dei loro corpi.

L’essere incappucciato fu terrorizzato da quel luogo e guardò l’artefice di quella magia con occhi sbigottiti.

Emma era davanti a lui con un’aria arrabbiata e determinata. I suoi capelli prima sudati e appiccicosi, ora erano morbidi come seta e volteggiavano grazie a un’aria che non era veramente presente. Un lungo vestito bianco con una gonna lunghissima, che si estendeva intorno a lei la copriva. La sua pelle era candida e un alone costante di luce la circondava.

“Emma!” disse Killian incredulo a quello che vedevano i suoi occhi e terrorizzato per quello strano evento che si era manifestato.

“La luce!” disse l’anti-salvatore con voce tremante “No, non di nuovo!”

Emma non disse niente. Era concentrata sul suo avversario e con estrema tranquillità, alzò una mano e con una semplice rotazione del polso, fece sparire la bambina dalle braccia del suo avversario, facendola comparire tra le braccia del padre.

Killian si sentì immediatamente sollevato quando sentì quel dolce peso da tenere contro il petto, ma se era contento da una parte, non poteva abbassare la guardia finché anche Emma non era al sicuro.

La salvatrice non perse di vista nemmeno un secondo l’essere incappucciato. Sembrava calma, troppo calma tanto che quella tranquillità spaventava anche gli altri presenti, temendo che quella fosse solo la quiete prima che si scatenasse l’inferno.

“Gold, tu sai cosa le sta succedendo e dove siamo?” chiese Regina.

“Io posso accennarti quello che dicono le leggende. Credo che questo sia quello che viene definito il potere dormiente nei salvatori. Sembra che questo potere si manifesti solo nel momento di estrema necessità, quando niente e nessuno può fermare la parte oscura. Ci deve sempre essere un equilibrio e la luce, compare per ristabilire l’ordine, per poi tecnicamente sparire finchè non si necessiterà nuovamente di questo potere. Per rispondere invece alla sua seconda domanda Regina, questo posto che vedi credo sia quella che per il signore oscuro sia la cripta.

“Ma non c’è niente, come può essere considerato una sorta di riparo?” chiese Regina  per ricevere immediatamente la risposta di Gold “perché se il dark one è odio e oscurità, quello che Emma ora rappresenta è luce e amore e queste due cose sono le cose più potenti al mondo. Il buio scappa alla luce, il che spiega perché non vediamo le nostre ombre e dato che è la cosa più potente, non ha necessità di raccogliere oggetti magici per avere potere. Accumulare oggetti  magici è una caratteristica tipica dell’egoismo e sete di potere, un sentimento di per sé oscuro.”

Killian si avvicinò a loro per inserirsi nella conversazione. Doveva sapere cosa stesse succedendo a Emma, perché sentiva dentro di sé che qualcosa di sbagliato.

“Qualcosa non va, lo sento!” disse, non staccando gli occhi dal lei e da li a poco, la donna, sempre con il minimo gesto scagliò un fascio di luce contro quell’essere, che provvide a ripararsi.

Alzò uno scudo magico per proteggersi, ma sentiva distintamente la potenza della donna, tanto da fargli venire la pelle d’oca. Gli sembrò quasi di rivivere, il suo  primo imprigionamento per mano di un salvatore, ma sapeva che questo era ben peggiore, la prima volta non aveva avvertito questa potenza e sapeva quale era la causa…la colpa era di Emma o più precisamente di Biancaneve e il principe azzurro.

Emma continuava a fissarlo e ad avanzare verso di lui e quest’ultimo provvide ad attaccare, nella speranza di coglierla impreparata.  Sprigionò tutta la potenza che aveva e in un batter d’occhio, quel luogo bianco infinito, si colorò di nero. Un buio pesto circondò tutti, tanto che Regina, Killian e Gold non potevano vedersi  nonostante fossero a pochi centimetri di distanza.

L’unica cosa bene visibile era Emma, grazie all’alone che la circondava. La donna continuava a sembrare calma, come se quel potere non l’avesse scalfita. Eppure, anche Gold, che era abituato al potere oscuro, a quella quantità di cattiveria, si sentiva sopraffare.

La bambina prese a piangere immediatamente, nonostante non si fosse calmata che pochi istanti prima, appena si era sentita sicura tra le braccia di Killian.

L’uomo vide la donna che amava, girare la testa verso di loro. Non vide la sua Emma. La sua amata non aveva il suo stesso sguardo. Decisamente qualcosa non andava. La donna tornò a guardare davanti a sé e, allargando le mani, sprigionò la sua potenza, ripristinando, con un forte bagliore, il luogo come era originariamente.

Si sentirono in parte sollevati quando la luce tornò, ma spontaneamente domandò “Cosa sta succedendo a mia moglie, coccodrillo!”

L’interpellato strinse a sé il vaso con Belle al suo interno e sospirò “mi dispiace, quello che so ve lo detto…ma non so dire quanto sia vero o siano solo racconti!”

Emma si avvicinava ulteriormente al suo avversario, finchè a un metro da lui, si fermò per osservarlo.

“Come fai a essere così potente? Come può una persona con tali poteri essere vivo? Io sono l’oscuità e non può esserci un divario del genere tra me e te. Ci deve essere un equilibrio…sempre!” disse l’essere incappucciato.

“Un equilibrio che hai cercato in tutti i modi di distruggere, davvero pensavi che ti avrei lasciato fare? L’ultima volta ti ho fermato per le stesse ragioni. Volevi dominare su tutto e tutti. Non ti sarà mai concesso!”

“L’ultima volta  non eri così potente. Si, hai avuto la meglio, ma abbiamo combattuto per giorni e giorni, tanto che il corpo del salvatore che hai posseduto ha ceduto alla fine!” disse l’essere incappucciato.

“Si è sacrificato per una causa maggiore…ripristinare l’equilibrio  che avevi interrotto, diffondendo l’oscurità!” disse Emma.

“Non mi hai fermato del tutto. Sono riuscito a liberare parte del mio potere e a creare ancora scompiglio!” disse orgoglioso l’uomo, ma venne subito smentito.

“E chi ti dice che non te lo abbia lasciato fare? Ricorda…l’ordine delle cose, sempre prima di tutto. La luce e l’oscurità sono compagne, nessuna può esistere senza l’altra. Se ti avessi imprigionato completamente, l’oscurità sarebbe scomparsa. All’essere  umano è concesso il libero arbitrio, devono esserci quindi il bene e il male a contendersi il dominio su questa terra e  finché questo pianeta continuerà a esistere, sarà sempre così!” disse Emma.

“E con questo quindi dovrei arrendermi senza combattere e tornare alla mia prigionia? Non smetterò mai di provare. Prima o poi questa terra e tutti gli altri regni saranno in mano mia, dovessi aspettare altri numerosi secoli per riuscirci!” disse divertito, sebbene sapesse che per lui non c’era più niente da fare. Infatti, Emma, appena finì di parlare, fece quello che era suo compito fare.

Gold si vide strappare dalle mani il suo prezioso vaso e lo vide volteggiare verso la salvatrice.

Urlò lei di fermarsi qualsiasi fosse il suo obbiettivo, ma ella non era intenzionata a fermarsi. Quel vaso le serviva e presto tutti avrebbero capito per cosa.

Quando il vaso fu a portata di mano della salvatrice, con un segno della mano fece una magia per aprirlo e dal suo interno vi uscì un fumo bianco, che prese forma accanto a Tremotino.

“Belle!” disse l’uomo quando vide sua moglie e suo figlio finalmente liberi e li abbracciò come se non ci fosse stato un domani.

Killian e Regina non spostavano lo sguardo da Emma. Avevano ormai inteso, dai discorsi, che ella non era più lei. Il suo corpo era lì, ma la sua mente era posseduta da quell’entità che diceva di essere la luce. Osservarono ogni sua mossa e rimasero stupefatti dal gioco di magia che si scaturì da lì a poco.

Oscurità e luce volteggiavano insieme, come se fossero intenti a ballare, ma nel mentre di quello spettacolo, il vaso che aveva rinchiuso Belle, si trasformò, divenne nero, con scritte geroglifiche bianche e una volta aperto, con un grande urlò, l’anti-salvatore venne catturato al suo interno…o almeno gran parte di esso. Una parte di oscurità rimase e i presenti alla scena, compresero che era quella parte, che avrebbe continuato a vagare sulla terra diffondendo il male dove poteva. Un’altra cosa notarono, che oltre a quel potere oscuro lasciato libero, nella stessa quantità vi era anche potere di luce che lo accompagnava e insieme attraversarono un piccolo portale che la luce, con il corpo di Emma provvide ad aprire.

Ovunque quei due poteri fossero diretti, avrebbero potuto ricreare, come era successo in passato, un nuovo signore oscuro o Merlino, in base a quale scelta di utilizzo avrebbe fatto colui o colei fosse entrato in possesso di quei poteri.

La ruota girava e tutto era destinato a ripetersi.

Come tutto era iniziato, finì e la calma tornò in quell’ambiente infinito.

Killian diede la bambina a Regina, non fidandosi ancora della cosa che imprigionava sua moglie, e avvicinandosi chiamò “Emma!”

La donna si girò e lo guardò.

“O chiunque tu sia!” disse ancora Uncino.

La donna sorrise “ Sono la luce, il bene, l’amore…vengo chiamata in vari modi…ma potete chiamarmi semplicemente Luce!”

“Non mi interessa se ti chiami Susanna o Agata, lascia andare immediatamente mia moglie!” disse Killian, infastidito dalle troppe chiacchiere. Voleva accertarsi che la sua amata stesse bene e lo voleva sapere subito.

“Lo farei volentieri Killian, ma abbiamo un problema!” disse Luce seria.

Regina li raggiunse  e chiese “E quale sarebbe?”

“Emma deve morire!”

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Capitolo 36

 

“Emma deve morire!”

Killian sentì quella frase rimbombare nella testa più volte. Era rimasto talmente spiazzato che quasi non comprendeva il significato di quelle parole.

“Come scusami?” chiese Regina, sperando di aver capito male, Luce confermò che quanto avevano sentito le loro orecchie, era esatto. Vedendo la loro paura e confusione però, si apprestò anche a spiegare il perché di una tale affermazione.

“Uno dei miei compiti è ristabilire l’ordine e l’equilibrio naturale delle cose, come avrete già capito, ed Emma non risponde esattamente a questi criteri!”

“Cosa vuol dire? In che senso non corrisponde?” chiese Killian arrabbiato e spaventato allo stesso tempo.

“Emma non ha un lato oscuro. Tutti gli esseri viventi ce l’hanno. Ognuno nasce con una parte buona e una cattiva, poi spetta alla persona scegliere cosa seguire, ma lei è stata privata di una parte fondamentale dai suoi genitori prima che nascesse e questo non va bene. La può rendere pericolosa!” spiegò la donna.

“Come può essere pericolosa se è solo bene?” chiese Belle, stranita da questa affermazione.

Luce sorrise teneramente e disse “Il sole è luce, è vita per questo pianeta, è calore…grazie a lui questo pianeta è rigoglioso, ma provate a fermare la terra, cosa succederebbe a entrambe le parti, quella costantemente illuminata e quella costantemente al buio?” chiese la luce.

“Che la parte al sole, brucerebbe, quella al buio congelerebbe e la vita non sarebbe possibile!” disse Tremotino.

“Esatto. Questo spiega perché servono entrambe le cose. Non si può compiere il bene, se non esiste il male e viceversa!” disse la luce.

“Come dici tu Emma è nata senza oscurità, allora perché deve morire ora?” chiese Killian contrariato. Di certo non poteva accettare una cosa del genere.

“Perché Emma è cresciuta in un mondo senza magia che non la rendeva pericolosa dal punto di vista magico,  e nel sistema sociale per riuscire a sopravvivere, fin da piccola ha dovuto compiere dei gesti oscuri. Se fosse cresciuta con i suoi genitori, quei gesti non le sarebbero nemmeno venuti in mente!”

“Intendi dire rubare per sopravvivere!” disse Killian, cosa che spesso aveva fatto anche lui, anche se solo in giovane età provava colpa per le sue azioni.

La donna annuì all’affermazione del pirata e continuò “Quei piccoli  crimini di cui si è macchiata, anche solo rubare un pezzo di pane per mangiare, le hanno dato un po’ di quel lato oscuro di cui aveva bisogno, il che la rendeva abbastanza equilibrata per non essere  condannata. Inoltre tenete presente che è la salvatrice e il mondo non può restare senza salvatore e non essendo ancora previsto a breve la nascita di uno nuovo, era necessaria. Queste cose insieme mi hanno impedito a intervenire subito!” Luce poi spostò il suo sguardo su Regina, “Ora invece un nuovo salvatore è in arrivo…”

“Ha ucciso Crudelia ed è diventata la signora oscura, questo non è sufficiente per ripristinare l’equilibrio?” chiese speranzoso Killian, ma venne subito deluso.

“Quando ha donato il suo residuo di potere oscuro per salvare Tremotino, l’ha ripulita completamente dal suo essere una signora oscura e salvare una vita umana, ha cancellato il suo omicidio verso Crudelia. Se ci fosse anche solo un briciolo di oscurità in lei, non l’avrei condannata. Io non ci guadagno niente e non mi piace eliminare così le persone!” disse Luce mettendo in chiaro le cose. “Avete visto la mia potenza? L’oscurità non ha avuto scampo proprio perché Emma, che mi ha fatto da contenitore, non aveva parti oscure. Noi non ci possiamo manifestare se non attraverso dei contenitori, io in particolare uso i salvatori che hanno già affinità con la magia di luice. l’oscurità per settimane è passata da quello che voi chiamate l’anti-salvatore a Tremotino e per quanto fosse potente, non era ai miei livelli e questo perché tutti e due hanno sia il bene che il male dentro di loro. Sebbene nell’anti-salvatore la parte oscura, per sua scelta, era maggiore, l’oscurità nemmeno strappando il cuore del suo involucro ha potuto cancellare quella parte di bene che limitava i suoi poteri e d è solo per questa ragione che Emma, fino ad ora ha potuto contrastarlo, perché i suoi poteri sono limitati in un involucro e cerca di impossessarsi di quelli degli altri, per accumulare quella potenza che un corpo umano gli nega. Ma Emma non avrebbe potuto combattere questa battaglia da sola. Non senza il controllo pieno dei suoi poteri, dato sia da questo squilibrio, sia dai poteri della bambina, e non nelle sue attuali condizioni. Da tempo la osservavo e ho aspettato di vedere se riuscisse a risolvere la situazione senza il mio intervento, anche se poi sarei dovuta intervenire per eliminarla, ma colei che dovrebbe salvare tutti, aveva bisogno di un aiuto che le persone attorno a lei, non potevano darle e ho deciso di intervenire!” spiegò la luce.

“Ma ci deve essere un modo per salvarla…ti prego…non posso perderla. Nostra figlia ha bisogno di lei…io ho bisogno di lei!” disse Killian, che si sentiva sull’orlo del precipizio.

“In effetti un modo ci sarebbe. Emma dovrebbe compiere un altro omicidio, uno dei reati più gravi che ci possono essere. Privare un essere umano del suo diritto alla vita è una cosa gravissima e ti fa fare un grande passo verso il male!”

“Ma il suo essere salvatrice la porterà spesso a salvare delle vite e questo suo omicidio verrebbe cancellato come è successo per quello di Crudelia!” disse Regina confusa da tutta quella situazione.

“Legherei quella oscurità a lei, in modo tale che nessun atto di bene possa cancellarla!” rispose Luce.

“Emma non ucciderebbe mai nessuno. Con Crudelia è successo perché lei stava minacciando di uccidere Henry!” disse Killian.

“Ma ora ha una figlia pirata. Il suo desiderio di vederla crescere potrebbe anche farle mettere da parte questo suo buonismo!” disse Gold, che venne fulminato dallo sguardo di uncino.

“Emma non è subdola come te, coccodrillo!” disse Killian a denti stretti per trattenersi dal dire qualcosa di peggio contro la sua persona.

“Un modo dovete trovarlo e c’è di più, deve essere uno di voi!” disse la luce, cosa che lasciò tutti spiazzati e ammutoliti.

“Non posso permettere a Emma di tornare a casa in queste condizione. Quindi se volete salvarla, uno di voi dovrà morire e dovrà essere una scelta di Emma quella di togliervi la vita!”.

“Perché la sua vita varrebbe più delle nostre?” chiese Tremotino, facendo riemergere il suo lato egoistico, infondo aveva paura di morire e non voleva perdere nuovamente la sua famiglia.

“Bastardo, Emma ha messo a repentaglio la sua vita  e quella di nostra figlia per salvarti!” disse Killian, resistendo all’impulso di prenderlo a pugni.

“Appunto e vogliamo rendere quel suo sacrificio vano?” chiese Gold.

“Dovrà essere Tremotino o Killian! A voi la scelta!” disse Luce interrompendo i due uomini.

“Perché io? Mi sta bene che mio figlio e Belle siano al sicuro, ma perché io si e Regina no? Lei sarebbe di sicuro più disposta a morire per Emma di quanto lo sia io!” chiese spaventato.

“Ho scelto voi due perché i bambini non si toccato e i bambini hanno bisogno di un genitore e fra te e Belle, sarebbe meglio che tuo figlio crescesse con la madre, dato che il suo lato buono è nettamente superiore al tuo Tremotino e io prediligo quel lato!” disse Luce tranquillamente.

“Perché io sono stata esclusa? Non sono una santa, quindi? Quale è la ragione?” chiese Regina confusa e curiosa.

“Come ho detto prima, i bambini non si toccano e quelli destinati a diventare salvatori, devono essere protetti ulteriormente!” Rispose Luce.

Regina non comprese “Che ha a che fare questo con me?”

“Regina, non te ne renderai conto ancora per un paio di settimane, forse più, ma…sei in dolce attesa!” disse la donna sorridendole.

Regina si mise a ridere e scuotendo la testa disse “è impossibile. Senza offesa, ma anche se sembri conoscere tutto, ti è sfuggito un piccolo particolare. Io non posso avere figli!”

La donna, sorrise dolcemente, come Emma sapeva fare, e disse “Hai un’amica e una sorella che ti vogliono molto bene Regina. Restituirti Robin non è l’unica cosa che hanno fatto, quindi congratulazioni!”

“Ma…non è possibile. È solo successo ieri e…” cominciò Regina, incredula per poi spostare il suo sguardo verso il fagotto che teneva tra le braccia. Non poteva credere che da li a qualche mese avrebbe tenuto in braccio suo figlio e quello di Robin. Le sembrava una cosa irreale. Era praticamente sicura a questo punto di trovarsi in un sogno…che da incubo si stava trasformando in bel sogno e presto si sarebbe trasformato di nuovo in incubo.

“Direi che basta e avanza love. Piuttosto è di Robin?” chiese Killian.

Regina ancora incredula, si mise un po’ a recepire la domanda, ma poi infastidita disse “Certo che lo è!”

“Allora spiegami come è possibile. Ieri non sapevi che  Robin era tornato. Lo hai scoperto stamattina alla tua festa!” disse il pirata.

“Non è tanto difficile immaginarlo Uncino. Ieri sera sono passata a casa vostra e ho visto Robin dalla finestra. Secondo te con le mille domande che mi frullavano in testa, avrei potuto aspettare la mattina seguente? Mi sono materializzata accanto a lui e me ne sono andata subito dopo avermi spiegato cosa fosse successo e prima che tu ed Emma mi vedeste. Poi quando tutti eravate a dormire…puoi immaginare!”

Killian tralasciò il fatto che avevano provveduto a moltiplicarsi in casa sua dato la situazione in cui si trovavano. Voleva farla finita con quella storia e salvare sua moglie e con determinazione disse “Mi offro volontario, non c’è nemmeno da chiederlo. Farei di tutto per Emma!”

“Lo immaginavo!” disse Luce “Ma come pensi di farti uccidere di sua spontanea volontà?

 Ci fu silenzio per qualche minuto, dopo di chè Regina prese parola. “L’unico modo per costringerla sarebbe quella di metterla davanti a una scelta: Killian o sua figlia!”

 

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Capitolo 37

L’unico modo per costringerla sarebbe quella di metterla davanti a una scelta: Killian o sua figlia!”  disse Regina.

“E cosa vorresti fare? Strappi il cuore ad entrambi e minacci la salvatrice di scegliere un cuore o li stritolerai tutti e due?” chiese Tremotino con tono ironico e si sorprese nello scoprire che era esattamente quello che Regina voleva fare. Restituì La bambina a Killian e con un gesto della mano si trasformò nella regina cattiva “Dovrete solo reggermi il gioco!”

“Aspetta!” disse Luce avvicinandosi a Killian e alla piccola “Non è il caso che soffriate più del dovuto!”. Detto questo immerse una mano nel petto del pirata e due dita nel petto della bambina.

“Grazie!” disse Killian, quando si accorse di non aver percepito il ben che minimo dolore,  non tanto per sé stesso, ma per la sua bambina, che aveva già patito troppo per la sua giovanissima età.

“Ora libererò Emma dalla mia presenza. Buona fortuna!” disse, per poi sparire in un lampo di luce che costrinse tutti a coprirsi il volto. Appena se ne andò Emma, si accasciò a terra. Il suo corpo era stato sottoposto a troppo e aveva ceduto alla forza di gravità.

“Emma!” Killian subito l’affiancò e sollevandole la schiena da terra, guardò Regina per annuire. La donna fece una magia, creò un’illusione e la rese visibile anche agli occhi suoi e quelli di Killian. Tremotino, Belle, e Gideon erano a terra privi di vita, vicino ai loro corpi vi era della cenere, che doveva rappresentare i resti dei loro cuori e in più quel luogo bianco, venne fatto apparire più cupo e tenebroso, proprio per rendere più realistico quanto aveva ideato.

Emma si sentiva estremamente debole e dolorante. Sentiva un forte dolore alla parte bassa del ventre e si portò automaticamente una mano alla pancia e si ricordò immediatamente quello che era accaduto. Si mise di scatto a sedere e dovette mordersi la guancia per non gemere ad alta voce.

Sentì la voce di Killian chiamarla e voltò il capo verso di lui e successivamente sulla creaturina che teneva in mano. Sentì come se un grosso peso le fosse stato tolto dalle spalle, un peso ancora più grosso di quello di essere la salvatrice ... sua figlia stava bene.

“ è salva!” Disse Emma allungando la mano per toccare il volto di sua figlia, ma prima ancora che potesse sfiorarla, senti la voce di Regina dirle “Non per molto salvatrice!”

Emma si girò verso di lei e solo allora si accorse che qualcosa non andava. Il luogo era scuro, intonato all’abito che indossava Regina. Emma sussulto quando accanto alla regina cattiva vide i corpi di Gold e Belle, privi di vita.

“Cosa sta succedendo?” chiese la salvatrice spaventata. Tutto quello che aveva passato l’aveva talmente scombussolata, che non si accorse neanche che tutto era solo una recita. Emma guardò Killian e poi Regina.

“Mentre eri svenuta è comparsa una entità  luminosa e buona che ci ha salvati tutti quanti dall’oscurità,  ma prima che arrivasse abbiamo avuto a che fare con quell’essere,  e abbiamo provato a contrastarlo, ma ha avuto la meglio su di noi, su Regina soprattutto. Ha ceduto di nuovo al lato oscuro e... ha ucciso i nostri amici.

“No! Non può essere, Regina è… lei non…” cominciò Emma spostando il suo sguardo da Killian a Regina.

“La Regina che conoscevi non esiste più. E adesso se non vi dispiace ho un po’ di fretta e dato che in tutti questi anni non sono riuscita a vendicarmi su tua madre Emma, ho deciso che me la prenderò con te. Anzi vendicarsi sui figli è cosa di maggior sofferenza per un genitore, Neve rimpiangerà di avermi incontrato tanti anni fa!” disse Regina con una risata malvagia.

“Cosa hai intenzione di fare?” chiese la donna preoccupata. Non aveva la forza di combattere, né voleva contro quella che negli anni era diventata una sua cara amica.

“Ha preso i nostri cuori. Il mio è quello della bambina, quella carogna!” disse Killian cercando di essere il più convincente possibile. Si era detestato tantissime volte nella sua vita, ma mai così tanto come in quel momento. Vedere il dolore di Emma, lo stava uccidendo e avrebbe voluto mandare all’aria il loro piano, ma sapeva che se l’avesse fatto, avrebbe perso la sua amata per sempre.

Emma impallidì a quella rivelazione “no!”

“Sei pronta a dire addio ai tuoi cari, salvatrice?” disse Regina stringendo i cuori, o almeno è quello che fece credere alla donna. Non avrebbe mai stretto il cuoricino della piccola, ma con quelli di Killian una leggera pressione la dovette fare. Chiese scusa mentalmente al pirata, ma se lui non si fosse lamentato al momento giusto, tutto sarebbe saltato, inoltre sperava che sentendo gemere Killian, Emma non si sarebbe accorta che la bimba continua a dormire tranquillamente.

“Ti prego, ferma! “urlò Emma, quando vide Killian piegarsi e portarsi le mani al petto.

Regina lasciò la presa sul cuore di Killian e disse “Sai una cosa? Sarebbe troppo facile eliminare la tua cara famigliola e poi anche te. No mia cara, io voglio vedere soffrire Neve e voglio che tua madre si dia la colpa dalle sofferenza di sua figlia. Per questo ti permetterò di tornare a casa con un solo uno dei due, tuo marito o tua figlia. Sarai così afflitta dal rimorso di aver dovuto scegliere uno piuttosto che l’altro che arriverai ad odiare tua madre per quello che mi ha fatto e Neve sarà devastata per tutto!” disse il sindaco con un sogghigno convincente, tanto che Killian cominciò a pensare che quella recita, ad un certo punto, si fosse trasformata in qualcosa di estremamente reale. Si ritrovò a pensare che Regina in qualche modo era stata veramente infettata dalla magia oscura, magari da quella che Luce non aveva imprigionato.

“Allora per chi ecidi? Tua figlia o tuo marito?” chiese Regina.

Emma si congelò a quella domanda. Cercò di pensare velocemente a diverse soluzione per tirare tutti quanti fuori da quella situazione, ma non riusciva a pensare lucidamente e la paura ormai si era impossessata di lei.

Regina stava facendo una estrema fatica a impersonificare la sé stessa del passato. Non voleva vedere Emma soffrire in quel modo e soprattutto avere in mano quel piccolo cuoricino, sapendo che era di un’anima innocente, sebbene non avesse alcuna intenzione di sfiorarlo, per il solo fatto che non fosse al suo posto, ma invece nel suo palmo, le metteva i brividi. Nemmeno quando era perfida si sarebbe sognata di tenerne uno in mano. Aveva sempre amato i bambini e non avrebbe mai permesso né alla sua sete di vendetta, né ai suoi soldati durante le loro scorribande fatte per ordine suo nei villaggi, di torcere un capello a un bambino.

“La mia pazienza ha un limite salvatrice o ti decidi? O perderai entrambi!”

“No, aspetta! Uccidi  me!” disse Killian implorante.

Killian!” disse Emma con voce tremante.

L’uomo la guardò tristemente, ma poi le diede un leggero sorriso e accarezzandole il volto disse “Love, non possiamo sconfiggerla. Non con il cuore della nostra bambina in mano e tu…sei troppo debole anche solo per tentare qualcosa e non posso permettere che ti capiti qualcosa Swan. Non ho potuto aiutarti in questa battaglia, non ho potuto proteggere né te, né la nostra bambina da quell’essere…quindi ti prego…permettimi di salvare la vita ad entrambe. Permettimi di farle da padre, anche se solo per una volta!” disse Killian, questa volta con sincerità. Non era una recita perché sapeva che  doveva morire per salvare la sua Emma. Le stava dicendo addio.

Killian io…” cominciò Emma, ma Killian la interruppe passandole la loro figlia.

“Mi hai fatto il regalo più bello che potessi mai farmi, donandomi il frutto del nostro amore e non potrei vivere, sapendo che io sono vivo mentre lei no. Quindi ti prego Emma, scegli me!”

Dagli occhi di Emma cominciarono a sgorgare diverse lacrime di dolore e abbassò il suo sguardo verso la bambina solo per un attimo, perché Killian attirò nuovamente la sua attenzione.

“Uccidimi tu!” disse l’uomo, lasciandola senza fiato.

“Cosa?”

“Uccidimi tu. Se devo morire, voglio che sia tu a porre fine alla mia vita e non da Regina. Ho anche il mio onore da difendere. Quindi ti prego fallo tu. Lo so quello che ti sto chiedendo è difficile, è orrendo ma…ti supplico Emma.!”

Emma era senza parole e si ritrovò ad annuire, per poi dire “Come…come farò senza di te? Non so come crescere un bambino, non ho avuto esperienza con Henry e…dovevamo farlo insieme, imparare a essere genitori insieme. Come potrò io…”

“Ce la farai love, ne sono sicura!” disse Killian per poi baciarla passionalmente per l’ultima volta e successivamente dando un bacio alla loro bambina, per poi sussurrarle all’orecchio quanto il suo papà l’amasse.

“Avete finito?” chiese Regina, fingendosi spazientita e soprattutto cercando di trattenere il magone in gola che aveva, sentendo il discorso di Killian “La tua decisione?”

Emma non disse niente.

“Ora!” urlò Regina.

Killian, scelgo Killian, ma… devo essere io ad ucciderlo!” disse la salvatrice, cercando nuovamente di mettersi in piedi. Uncino la aiutò, ma appena fece un passo sentì nuovamente le gambe cedere e l’uomo dovette tenere lei e la bambina in modo tale che nessuno delle due si facesse male.

Regina fece una magia e davanti a Emma comparve un cuore.

“Quella è la copia esatta del cuore del pirata. Stritolando quello, stritolerai anche quello vero. Non posso correre il rischio che dandoti il cuore originale, tu riesca in qualche modo a scamparla!” disse la donna, facendo la finta sospettosa.

In realtà il cuore finto era in mano a Regina. Non esisteva una magia in cui stritolando una copia, si stritolava anche quello originale, ma doveva farlo credere a Emma, per farla sentire minacciosa. “Non mi fido di te Emma e nel caso ti tirerai indietro, provvederò direttamente io a eliminare il tuo caro amato e in quel caso anche la bambina!”

Emma guardò Regina con rabbia, poi Killian  con uno sguardo disperato. Killian prese il suo cuore e lo mise nella mano destra della donna e le chiuse le dita intorno, dandole un accenno con il capo, come a volerle dire che era pronto.

Emma prese a singhiozzare pesantemente e con voce rotta disse “Ti amo!”.

Killian sorrise e rispose “Ti amo anch’io!”

Emma fece pressione sul cuore di Killian il più veloce possibile, non volendo farlo soffrire, e insieme a quello dell’uomo, sentì anche il suo frantumarsi.

Con un forte gemito di dolore, Killian si accovacciò su se stesso portandosi le mani al petto, per poi non sentire improvvisamente più niente. Per lui era finita.

Killian Jones era morto.

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Capitolo 38

Emma non riusciva a credere a quello che era appena successo. Le sembrava come se stesse vivendo un incubo, che da li a poco sarebbe finito perché la sveglia avrebbe preso a suonare al solito orario stabilito e lei si sarebbe ritrovata nel suo letto con Killian accanto e la sua piccola ancora in grembo.

Fu il dolore che provava che le fece comprendere che l’eventualità che, da li a poco, si sarebbe ritrovata al sicuro tra le braccia del marito, era solo una speranza inutile. Il dolore fisico che sentiva fino a qualche minuto primo era niente se paragonato alla pena che provava in quel momento.  Sfiorò il volto di Killian che giaceva accanto a lei, pallido, ma ancora caldo, e provò a chiamarlo. Lo chiamò ripetutamente prima piano, poi sempre più forte, non volendo accettare la realtà.

Poi un urlo di disperazione si alzò nell’aria, seguito dal pianto della bambina, spaventata sia dalla voce e che dalle emozioni che sentiva provenire dalla madre.

Regina non era una che facilmente  si lasciava cogliere dalle lacrime, ma quella volta non potè che arrendersi. Sapeva bene cosa voleva dire perdere l’amore della propria vita. Aveva perso Daniel e poi Robin e il dolore provato era straziante, impossibile da sopportare, ma la differenza con Emma era che non era stata lei a dover porre fine alla vita di qualcuno, sebbene la salvatrice non aveva avuto scelta, per causa sua. Anche se era l’unico modo per salvarla, questo non alleviava la colpa che sentiva.

Regina a quel punto sciolse l’illusione che aveva creato e Belle e Gold erano nuovamente visibili a chi era sotto la magia della donna, ma Emma non fece caso a loro, nemmeno fece caso al cambio di scenario intorno a lei, così da non comprendere che c’era stato qualcosa sotto alla morte di Killian.

Lei non riusciva a vedere e percepire niente  di esterno. Era rinchiusa come in un guscio dove c’erano solo lei, Killian e la sua bambina, la quale continuava a piangere, ma che non avrebbe ricevuto consolazione dalla madre, perché in quel momento lei stessa era inconsolabile.

Regina si avvicinò ad Emma e le si inginocchiò accanto. Provò a prendere la piccola per calmarla e lasciare un attimo la donna alle prese con il suo lutto, ma appena provò a toccarla, Emma con un brusco movimento, scostò la bambina da lei e guardandola con occhi pieni di odio, la salvatrice le disse di non avvicinarsi più né a lei, né alla sua famiglia. La minacciò che la prossima volta che l’avrebbe incontrata, sarebbe stato il suo cuore a essere sgretolato nelle sue mani.

Regina sussultò a quelle parole e a quella voce. Nemmeno quando si detestavano al suo arrivo a Storybrooke, aveva mai sentito provenire dalla donna un tale sentimento, che lei stessa aveva provato per anni. Regina abbassò la testa, comprendendo che ormai aveva perso la più cara amica che aveva, perché, anche spiegandole come erano andate veramente le cose e il perché Killian aveva deciso di sacrificarsi, non l’avrebbe mai perdonata. Emma le avrebbe rimproverato il fatto di non aver lasciato le cose come stavano. Era lei quella che doveva morire e non Killian. Non l’uomo che amava e che nella sua vita aveva aspettato secoli per ottenere il suo lieto fine, strappato così prematuramente.

Poi accadde qualcosa che nessuno si sarebbe immaginato. Emma cambiò intonazione di voce e dolcemente chiese a Regina di prendere la bambina.

L’interpellata la guardò incredula, ma guardandola negli occhi comprese e afferrando la bambina disse “Luce? Sei tu?”

La donna annuì “Il mio compito non è ancora finito. Emma ha sacrificato molto per le varie battaglie contro l’oscurità e…merita anche lei il suo lieto fine. Emma doveva morire per i motivi che vi ho detto e l’unico modo per far si che sopravvivesse era farle commettere un grande reato, ma…tu Regina con il tuo piano hai permesso che oltre a quel crimine, provasse il sentimento più brutto che un essere umano possa conoscere e che tu conosci, dico bene?”

“L’odio!” rispose Regina.

“Esatto. Una volta che si prova l’odio nel proprio cuore si crea un’oscurità che si può assopire per  altri sentimenti positivi, ma quella macchia , quella oscurità rimarrà per sempre!” disse Luce.

“Questo significa che Emma non correrà mai più nessun pericolo?”  chiese Regina.

“Solo quelli che hanno a che fare con la vita normale e il suo essere salvatrice, ma la cosa importante e che, con questo avvenimento, il sacrificio di Killian, può essere cancellato. Non le serve più macchiarsi di un omicidio e io non devo fare in modo che questo non reato venga cancellato, con le sue successive opere buone!” disse Luce, confondendo i presenti.

“Vuoi dire che abbiamo la possibilità di farlo tornare in vita?” chiese Belle “Come?”

“Niente di più facile. Non dovete fare niente. Ci penserò io!” Disse Luce prima di stendere la mano di Emma sul petto di Killian e chiamare a sé la sua magia.

Il corpo del pirata si illuminò e quando la luce si spense, i suoi occhi si aprirono di scatto e si mise a sedere immediatamente guardandosi intorno.

Quando vide Emma, si tastò il corpo per vedere se effettivamente era tangibile e non una sorte di spirito, poi guardando la donna disse “Non dovrei essere morto?”

“Come dici sempre Killian, sei bravo a sopravvivere!” disse Luce per poi terminare “Ringrazia la tua buona stella e goditi la tua famiglia!”.

Killian era ancora confuso, non avendo capito niente di cosa stesse succedendo, ma dovette lasciare da parte le sue domande, in quanto un forte lampo avvolse tutti.

Quando riaprirono gli occhi, tutti, Emma compresa, si ritrovarono davanti all’ospedale di Storybrooke.

Killian!” disse in un sussurrò la salvatrice, prima di svenire, in quanto la sua mente e corpo erano stati eccessivamente stimolati quel giorno.

Passarono ore interminabili e Killian, i Charming, Henry, Regina e Robin  erano in sala d’attesa, aspettando che qualcuno venisse a informarli sulla salute sia di Emma che della bambina.

Whale finalmente si fece vedere e  subito disse loro quello che sapeva “La bambina sta bene. è nata prematura, quindi avrà bisogno di cure e di passare almeno un mese in incubatrice, ma è sana, sviluppata completamente e non sembra che la brutta avventura vissuta abbia avuto degli effetti negativi su di lei!”

“Emma?” chiese Killian, sollevato dal fatto che la propria bambina stesse bene, ma ancora preoccupato per le sorti della moglie.

“L’abbiamo messa sotto sedativi per farla riposare più possibile. Durante la visita si è svegliata ed era parecchio agitata. Il suo corpo è stato sottoposto a parecchio stress, oltre a quello del parto, quindi è consigliabile riposo assoluto per almeno una settimana, di più sarebbe meglio!” disse Whale “Ma si riprenderà, potete stare tranquilli!”

I presenti tirarono un sospiro di sollievo e Henry subito chiese “Possiamo vederle?”

Whale sorrise e li accompagnò alla nursery per vedere la figlia della salvatrice, in quanto quest’ultima era meglio lasciarla indisturbata.

Neve appena vide la sua nipotina per la prima volta, sentì il suo cuore inondarsi di amore. Era bellissima, uguale ad Emma quando era nata. Si potevano già intravvedere i capelli biondi, ma gli occhi erano chiusi e non poteva sapere di che colore erano. Ma di sicuro sarebbero stati bellissimi, perché la sua nipotina era perfetta.

Henry sorrise. Era un fratello maggiore e vedere la sua sorellina così piccola e indifesa, gli fece promettere che l’avrebbe protetta per sempre e che non avrebbe mai permesso a nessuno di farle del male.

Regina e Robin erano rimasti un po’ in disparte lasciando la famiglia a godersi il loro momento insieme. Era felice perché tutto sembrava essersi sistemato per il meglio e non solo per la salvatrice, ma anche per lei. Si portò una mano alla pancia e si domandò se quello che Luce aveva detto fosse vero. Fra nove mesi sarebbe stata lei davanti a quel vetro ad ammirare il suo bambino.  Non vedeva l’ora che passassero diverse settimane, in modo tale da poter avere la certezza assoluta. Quando aveva bevuto la pozione che l’aveva resa sterile, era sicura che non avrebbe mai avuto la grazia di stringere tra le braccia un figlio suo. Aveva avuto Henry ed era la cosa più bella che le era capitata, ma si era persa i primi momenti della sua vita, le prime tre settimane e la gravidanza, dove avrebbe sentito muoversi il bambino dentro di sé. Era un esperienza che voleva fare e voleva condividere quei momenti con l’uomo che amava.

Passarono un paio di giorni ed Emma non si era ancora svegliata. Whale era un po’ preoccupato. I sedativi erano stati ormai smaltiti dal suo corpo e non c’era spiegazione medica per cui la donna non poteva svegliarsi.

Per Regina la spiegazione era più semplice. La sua mente non voleva accettare la morte di Killian e dormire era l’unico modo che aveva la sua coscienza per non affrontare quella realtà che non esisteva. Doveva solo capirlo. 

Killian rimase con lei giorno e notte, le parlò, la accarezzò e la baciò per farle capire che era lì con lei. Emma lo aveva sentito, perché rispondeva agli stimoli stringendo gli occhi o le mani, ma non voleva svegliarsi. Killian era esausto dopo due giorni che non dormiva, ma nonostante la stanchezza, gli venne in mente un’idea.

La bambina necessitava di stare in incubatrice e quindi non poteva essere spostata, ma Emma anche se addormentata, poteva essere trasportata con una barella e chiese a Whale il permesso di portarla alla nursery, dove la bambina cominciava ad agitarsi e a muovere in aria i suoi pugnetti.

Emma necessitava di una dimostrazione che la voce di Killian che sentiva, non era frutto della sua fantasia, ma era realtà e l’uomo voleva farle sentire che la loro famiglia era ancora presente, che il male non l’aveva distrutta.

Sistemò la barella accanto all’incubatrice della piccola e successivamente, recandosi dall’altro lato, dove vi erano i buchi per far entrare le braccia, prese in braccio la bambina e iniziò a cullarla e a cantare una canzone da pirati, ma comunque abbastanza melodiosa da fungere come ninna nanna.

 La bambina inizialmente sembrò calmarsi, ma durò poco, perché prese nuovamente ad agitarsi e Killian, in base a quello che aveva letto in vari fascicoli che gli erano stati dati da Whale, mentre era al capezzale di Emma, aveva imparato che i neonati reagiscono  alle emozioni degli adulti. La bambina non si calmava per il semplice fatto che lui stesso era preoccupato per Emma “Mi dispiace principessa, non riesco a essere  molto consolatore al momento, vero? Vedi…è che mi manca la mamma. Vorrei farle capire che la nostra famiglia è salva e che possiamo vivere il nostro lieto fine, ma non so come…speravo che venendo qua, e sentire entrambe le nostre presenze, potesse aiutarla!” disse Killian cullandola fino a quando, non la posò nuovamente quando vide la piccola illuminarsi. L’uomo si spaventò. Sapeva che la bambina aveva ereditato i poteri dalla madre, ma non aveva idea di cosa aspettarsi dalla magia di una neonata, mai addestrata alle arti magiche. Sperava vivamente che qualsiasi cosa la piccola stesse facendo, non fosse qualcosa di pericoloso per la sua salute, in quanto non avrebbe potuto proteggerlo dalla magia, essendo un essere umano privo di poteri.

Il suo sguardo però dovette spostarsi su Emma, la quale prese a illuminarsi anch’essa. Entrambe non erano molto luminose.  Non era come la luce che aveva visto qualche giorno prima, né come quella sprigionata da Emma quando era stata trafitta da Gideon. Quindi comprese che la causa del bagliore emanato dalla sua amata era la piccola.

Quando questa lieve luce si spense, potè vedere quali effetti che la magia aveva avuto. Guardò immediatamente la bambina e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che stesse bene, ma quando osservò Emma, gli si fermò il respiro.

Gli era parso di vedere gli occhi della donna  strizzarsi, ma fu una cosa di un attimo, tanto che pensò di esserselo immaginato. Però dovette ricredersi quando Emma, dopo giorni, finalmente cominciò a muoversi e a scuotere la testa, proprio come faceva la mattina, quando era lui a doverla svegliare, perché la sveglia non era abbastanza forte.

“Emma!” la chiamò, avvicinandosi al suo letto. Le prese una mano e la strinse forte, chiamandola nuovamente, quando vide la confusione nei suoi occhi, non capendo dove si trovasse.

“K-killian!” disse la donna sorpresa di vederlo. Si alzò sui gomiti per poterlo vedere meglio e per assicurarsi che lui fosse veramente lì, gli accarezzò la guancia.

Delle lacrime presero a scorrere sulle sue guance. “E-eri morto…Regina ha voluto che…il tuo cuore…io...” disse Emma senza riuscire a fare una frase di senso compiuto.

“Va tutto bene love. Non è colpa di Regina, lei ha solo recitato una parte, eravamo d’accordo e… e…ti racconterò tutto più tardi con calma. Ora sembra che qualcuno voglia la sua mamma!” disse Killian, sentendo i versetti della loro bambina. Emma si mise a sedere e guardò verso la propria destra e vide sua figlia per la prima volta in una situazione di calma.

Si alzò e si diresse sul lato opposto per poterla toccare.

Provò una forte emozione quando la piccola strinse il pugnetto attorno al suo dito, ma nonostante la gioia che provava a vedere il frutto dell’amore tra lei e Killian, la preoccupazione prese possesso del suo cuore quando ripensò alle condizioni in cui ha partorito. Fu suo marito a rassicurarla e sentendo le condizioni di salute della piccola, finalmente Emma sentì un grande peso liberarsi dal suo cuore.

“Sai? L’ho vista!” disse Emma, confondendo Killian, non sapendo a cosa si riferisse. “La nostra bambina, l’ho vista poco fa. Non so se era un sogno, o una visione del futuro, ma…mi ha detto di svegliarmi, che tu eri vivo e che tutto sarebbe andato bene!” disse con un sorriso sulle labbra “Era bellissima. Aveva i tuoi stessi occhi e i miei capelli  o…avrà dato che aveva all’incirca sei anni. Sembrava felice e…dato che eravamo un po’ in disaccordo con il suo nome, me lo ha detto lei!”

Killian si fece curioso e le chiese “Quale sarebbe?”

Emma glielo disse e l’uomo era felice e incredulo. Non avevano pensato a un secondo nome, ma dato come erano andate le cose, non poteva opporsi, né avrebbe voluto e per quanto riguardava il primo nome disse “Sei sicura che ha detto di chiamarsi così? Quando te l’ho proposto mi hai guardato storto!”

“Come ti ho già detto non è il nome che non mi piace, ma quello che potrebbe significare!” disse Emma.

“Love, è figlia del capitano Uncino e della figlia di Biancaneve e il principe azzurro, non credo che sia il suo nome a renderla un personaggio delle fiabe!” le ricordò Killian.

Emma non volle staccarsi dalla bambina, nemmeno per far sapere ai suoi genitori che si era finalmente svegliata. Voleva starle vicina, non riuscendole a staccare gli occhi di dosso. Killian capiva quello che provava, era la stessa cosa che sentiva lui, ma ad un certo punto la dovettero lasciare, per permettere ai medici di fare il loro lavoro.

Emma, sebbene si sentisse in forma grazie alle varie giornate di riposo, fu praticamente costretta a letto, sia da Whale, che da Killian, i suoi genitori e Henry. Non fu  molto contenta di questa cosa, ma la sua mente non si soffermò sul pensiero della sua immobilità a letto, quando Killian raccontò a tutti i presenti come si erano svolti i fatti.

Emma prese a piangere nuovamente. Sperava che dopo il parto quel lato emotivo sparisse, ma sapeva che gli ormoni ci mettevano del tempo a tornare alla normalità, oltre al fatto che il ricordo di Killian morto era troppo vivido nella sua mente.

“Oh tesoro, avrei voluto essere lì con te!” disse Neve, rammaricata di non poter essere nuovamente accanto alla figlia in un momento particolare della sua vita. Aveva perso la nascita del primo nipote, inoltre si ci metteva il fatto che per colpa della sua decisione e quella di David di toglierle l’oscurità, aveva quasi ucciso Killian. Ringraziava il cielo che le cose si fossero sistemate. Non avrebbe mai potuto vivere con il rimorso di aver negato a sua figlia il vero amore per un loro errore.

“Quindi la visione della mia morte non cambiava perché ero destinata a morire qualsiasi cosa facessi?” chiese Emma.

“è possibile love!” disse Killian, prima di sentire un bussare alla porta. Era Robin, con un mazzolino di fiori per Emma, la quale sorrise a vedere l’uomo.

“Grazie Robin!” disse, stranita dal fatto di non vedere Regina. “Dov’è Regina?” chiese.

“è qui fuori, ma…non so cosa sia successo durante il tuo salvataggio, ma sembra che non voglia entrare!” disse Robin confuso.

Emma abbassò lo sguardo. Potè immaginare quale era la motivazione “Per favore, convincila ad entrare un attimo!” disse la donna.

Ci volle un po’ di tempo, ma finalmente Regina entrò nella stanza. Si fermò davanti alla porta e rimase li anche quando Emma chiese ai presenti in stanza di lasciarle da sole.

Le due donne si guardarono, ma Regina non riuscì a guardarla negli occhi troppo a lungo, ne si mosse quando sentì Emma alzarsi e avvicinarsi a lei. Non sapeva cosa aspettarsi e rimase stupita, quando sentì la donna abbracciarla.

“Mi dispiace Regina!” disse Emma “Killian mi ha raccontato tutto e…mi dispiace, non è vero che ti odio!”

Regina ricambiò l’abbraccio, ma disse “Lo hai fatto Emma. È mi ha fatto male!” Emma lasciò Regina per guardarla in viso e continuò ad ascoltare “Non ti biasimo Emma, per aver provato quel sentimento nei miei confronti. Ti ho chiesto di scegliere tra tua figlia e tuo marito, io al tuo posto avrei provato lo stesso. Avevo solo paura che, nonostante sia stato chiarito tutto, provassi ancora quei sentimenti perché, sapevo che Killian non sarebbe tornato in vita e sapevo che visto che la condannata eri tu, non avresti mai accettato il sacrificio di qualcun altro!”

Emma abbassò la testa “Hai ragione. Non lo avrei mai accettato. Probabilmente  ce l’avrei avuta con te e con Killian, per la vostra stupita idea di salvarmi, ma…sembra che anche per questa volta siamo riusciti a scamparla tutti e…anche se non sapevi come sarebbe andata a finire, è merito tuo. Inoltre  hai fatto nascere mia figlia e non potrò mai ringraziarti abbastanza!”

Regina sorrise “è bellissima Emma, però…non so ancora il suo nome!”

Emma sorrise, ma non disse niente.

Passò un intero mese, dopo il quale la bambina, venne dimessa dall’ospedale. Emma e Killian erano emozionati al pensiero che da li a poco avrebbero potuto portare a casa la loro piccola. Tutto era successo velocemente e il parto era avvenuto prematuramente ed Emma non aveva finito di sistemare la camera della bambina, Ci pensarono Killian ed Henry, finendo a tempo di record la cameretta, la quale era pronta ad accoglierla.

Finalmente erano una famiglia, mancava solo più una cosa, farla conoscere all’intera cittadina di Storybrooke. Emma non amava molto gli eventi regali o usanze di un  luogo che non conosceva, ma decise, anche per accontentare la madre, di far conoscere la piccola e il suo nome a tutti, nel locale di Granny.

Quando tutti furono presenti, Killian tossì per attirare l’attenzione su di e con orgoglio disse “ Signori e signore, io e Emma, siamo lieti di presentarvi nostra figlia…Alice Regina Jones!”

Tutti applaudirono e si congratularono, tranne Regina che era rimasta sorpresa e senza parole, fu Zelena a riportarla al presente.  Il sindaco si avvicinò alla coppia e chiese “Ne siete sicuri?”

“L’hai fatta nascere tu Regina, certo che ne siamo sicuri!” disse Killian “Voglio essere sincero, è stata un’idea di Emma e dato che ha fatto scegliere il primo nome a me, il secondo spettava a lei!”

Regina era commossa e salutò la piccola.

“Alice? Davvero?” chiese Henry stranito.

“Non potevo scegliere altrimenti, Alice significa creatura marina e…quale nome più adatto per una figlia di un pirata!” chiese Killian.

“Cercheremo di evitare di comprarle un coniglio bianco, mi consola sapere però che il cappellaio matto vive a Storybrooke e che la regina di cuori non esiste più!” disse Emma cullando la piccola, che nonostante il trambusto dormiva beatamente tra le braccia della madre. Poi la salvatrice tornò a guardare Regina e le disse “Perché ora non fai anche tu un annuncio?”

Regina la guardò confusa.

Emma sorrise “Non mi inganni Regina, ci sono passata da poco, riesco a vederlo sul tuo viso!”

Regina sorrise radiosa e prendendo Robin per mano, si sedette al tavolo della locanda, al  fianco di Neve e facendo spazio anche a Robin, mentre Emma e Killian erano seduti loro di fronte e Zelena, Henry e David in piedi attorno al tavolo.

Fece un respiro profondo e disse “Sono incinta!”. Ci fu un attimo di silenzio, poi Neve abbracciò la sua matrigna, felicissima per lei.  Robin ricevette pacche sulle spalle sia da David  che da Killian, sebbene quest’ultimo era già al corrente, in quanto era presenti al momento della scoperta.

“Sarò doppiamente fratello maggiore?” chiese Henry felice.

“No, sarai fratello maggiore per tre volte!” disse Regina.

“Aspetti dei gemelli?” chiese Zelena “Non è un po’ presto per dirlo?”

Regina rise “No, non aspetto gemelli, ma vogliamo andare nella foresta incantata a prendere Roland e portarlo di nuovo qui a Storybrooke!”

“Se avete bisogno di un portale, posso pensarci io!” disse Emma.

“Volevamo giusto chiedertelo Emma, grazie!” disse Robin.

“Ho un’altra cosa da dire e…Emma soprattutto tu, non devi temere quello che sto per dirti. Il motivo perché lo è, è perché tu saresti dovuta morire e…” cominciò Regina, ma Neve le disse di rallentare e chiese “Regina, di cosa stai parlando?”

“Il nostro bambino o bambina…sarà il nuovo salvatore!” rispose Regina.

Emma, David, Neve ed Henry sbiancarono. “Ma non ci sono mai stati due salvatori nello stesso momento…questo non vorrà mica dire…” disse Henry.

“No, no…Henry, come stavo appunto dicendo, sembra che mio figlio sia destinato a un tale ruolo perché Emma, doveva essere eliminata, ma ora che ciò si è potuto evitare, semplicemente ci saranno due salvatori. Poi  credo che quando lo diventerà lui, Emma, maledizioni permettendo, sarà andata in pensione!”

“La vedo dura combattere i nemici a 80 anni…anche con la magia!” disse, per poi sussultare quando vide apparire sul bancone  dei pancakes, accompagnati da dei versetti.

“Qualcuno si è svegliato!” disse Neve divertita “E credo che abbia fame!” disse sapendo che la nipotina andavaa pazza dei pancakes mentre era dentro Emma.

“Già, ma per i pancakes dovrà aspettare qualche annetto, vero Alice?” chiese Emma alla piccola.

“Sperò che tu ti riferisca ai pancakes da mangiare, perché per l’altro genere, bhe…si dovrà fare suora!” disse Killian serio, strappando un sorriso ad Emma e Neve, che avevano capito a cosa si riferisse l’uomo, a differenza degli altri, che non conoscendo la faccenda, si guardarono confusi.

Più tardi la sera, Emma mise a dormire la piccola nella sua culla e resto diverso tempo ad ammirarla con Killian che le cingeva la vita. Poi si diresse verso la stanza di Henry, che per quella sera soggiornava nella casa della sua madre naturale, per dargli il bacio della buona notte e lo trovò intento a scrivere sul libro delle fiabe.

“Cosa stai scrivendo?” chiese Emma, allungando un occhio.

“Sto scrivendo l’ultimo capitolo di questo libro. Ho praticamente finito!”  Emma lo baciò sulla testa, per poi lasciarlo terminare il suo lavoro. Henry tornò a guardare la pagina del libro e scrisse sull’ultima riga era ancora libera del libro:

 

è questo è un nuovo lieto inizio.

 

Fine

Bene, siamo giunti alla conclusione di questa fanfic.

Grazie a coloro che l’hanno seguita fino alla fine , sperando che sia anche piaciuta.

Alla prossima

Byeee

Neko

 

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