I Diari del Kimono di miriel67 (/viewuser.php?uid=44395)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
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Marzo anno quarto
Caro Diario, il tempo della fioritura dei ciliegi sta arrivando e con
lui la bella stagione. Kagome-chan mi ha portato questo quaderno, e mi
sta insegnando una cosa che va molto di moda nella sua epoca: tenere un
diario.
Vuol dire scrivere pensieri che si hanno dentro e che non si riesce ad
esprimere con le parole. Kagome dice che sono una ragazzina timida e
che il diario mi aiuterà a far uscire il mio carattere e i miei
pensieri. Questo inverno ho compiuto dodici anni.
Sono quattro primavere che abito qui a Musashi. Ho imparato a leggere e
a scrivere e anche a fare di conto. Nonna Kaede dice che apprendo
presto e velocemente.
Fra un po’ lui arriverà, lo so. Non appena i boccioli si saranno schiusi e le notti si faranno più brevi.
Non si ferma mai, mi guarda e lascia giù un pacchetto con dentro
un kimono. L’anno scorso non sono riuscita ad abbracciarlo. Mi ha
guardata con un lampo negli occhi e ha detto “Rin”. Almeno
Jaken è stato gentile e mi ha fatto un sacco di complimenti per
la mia rinnovata buona educazione.
Non ho capito cosa volesse dire, ma pazienza.
Spero solo che il kimono non sia ancora rosa, perché francamente
è un colore che detesto. Forse non dovrei dirlo, ma il rosa
proprio non mi piace. E poi ne ho già tre
Adesso ti devo lasciare caro Diario, vado a fare una cosa che Kagome
chiama baby sitter. In pratica mi occupo io dei tre bambini di Sango e
Miroku, mentre loro se ne vanno in giro a zonzo con gli altri due a
scacciare demoni. Sono tre bambini carini ma vivaci ed ho il mio bel
daffare. Per non parlare di leggere e studiare.
Un po’ mi annoio a stare qui, ma tutti mi vogliono bene e quindi sono abbastanza contenta.
Aprile anno quarto
Non sono riuscita neanche a vederlo! È venuto, mentre ero al
fiume con i bambini a prendere l’acqua. Il kimono è molto
bello, ci sono ricamati dei fiori e l’obi è di un bel
colore rosso vivo.
E finalmente il kimono non è rosa, ma di un bel giallo sole. La
seta è ben filata, si vede che viene da lontano, "dalla Cina" ha
detto Kagome.
Ma io non l’ho neanche visto e neanche Jaken e Ah-Uhn!
Dovrò aspettare ancora un anno. Ancora un anno. Ancora.
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Capitolo 2 *** 2 ***
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Gennaio anno quinto
Caro diario,
E’ un po’ che non scrivo. Ho avuto veramente molto da fare.
Siccome non ne avevo abbastanza, Kagome- chan ha avuto un bambino. Beh,
adesso ha quasi un mese ed è anche un bel bambino simpatico e
paffuto. È stata insopportabile per tutta la gravidanza. Prima
le nausee, poi la stanchezza, e niente di crudo e solo cotto. Il povero
Inuyasha mi ha fatto pena. Sembrava pazzo, a correre di qui e di
lì a cercare cose assurde da mangiare fuori stagione.
Ma almeno ho rivisto Lui. È venuto a vedere il bambino. Inuyasha
temeva che fosse venuto per ucciderlo. Erano tutti un po’
spaventati. Il signor Sesshomaru non era mai venuto in pieno inverno a
Musashi.
Kagome è uscita sull’uscio con il bambino in braccio e ha
semplicemente detto “Onisan una tazza di the?”. Io ero al
suo fianco: indossavo il kimono della primavera e uno scialle, un
regalo di Kagome –chan. Inuyasha era davanti a noi con la mano su
Tessaiga.
Il signor Sesshomaru ha guardato il bambino e poi ha chiesto come
l’avessero chiamato. Inuyasha ha detto semplicemente “come
nostro padre.”.
Lui ha alzato gli occhi su di me, ma non ha detto nulla.
Allora è successa una cosa strana. Ah –Uhn ha fatto le
bizze ed io sono corsa ad accarezzarlo, per calmarlo. Mi ha guardato
ancora, ma non ha detto nulla prima di andarsene.
Marzo anno quinto
Caro diario, sono diventata grande.
“Una signorina”, ha detto nonna Kaede. Beh a me sembra una
grande scocciatura. Sango e Kagome mi hanno spiegato un sacco di cose.
Non che io abbia capito un gran ché, ma erano così serie
nel parlare che ho sempre annuito.
Io non mi sento diversa, è solo il mio corpo che sta cambiando.
Oggi ho guardato i ciliegi. Manca ancora alla fioritura. Il bambino di
Inuyasha e Kagome cresce e così i tre del Monaco e della
Sterminatrice.
Sto aspettando che arrivi. Non mi interessa il colore del kimono.
Intreccerò una collana di fiori e gliela porterò. Io non
sono cambiata. E fra poco i ciliegi saranno in fiore. Non so
perchè ma mi sento stupida.
Aprile anno quinto
Perchè? Ancora un terrificante kimono rosa! Insomma!
Ma cosa ho fatto di male? E non mi rivolge la parola! Ma chi si crede
di essere? Ho voglia di piangere. Questa volta addirittura l'ha
lasciato sulla porta. Come un ladro nella notte:
Kagome ha detto che è il mio "Babbo Natale". Ma che babbo e
babbo! Sono troppo arrabbiata! Quasi quasi lo brucio, il dannato kimono!
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Capitolo 3 *** 3 ***
dia3
Gennaio anno sesto
Caro diario, quest’anno l’inverno è particolarmente freddo.
Ho nostalgia dell’estate, del caldo e dei bagni al torrente. Mi
sento chiusa in gabbia; io, nonna Kaede e i bambini. Correre dietro a
quei quattro, mi sta facendo uscire pazza. E intanto quelli se ne vanno
sempre in giro e mi lasciano qui da sola. L’unica cosa che mi fa
compagnia sono i libri. Sì, ho imparato bene e so leggere anche
i libri che Kagome – chan ha portato dal mondo di là del
pozzo. Sto imparando leggendo, e ogni giorno vorrei che mi portasse
qualche libro nuovo da leggere. Quelli di Kagome li ho quasi finiti e
lei non sembra intenzionata ad attraversare il pozzo spesso. Ogni volta
che lo fa, mi porta sempre qualcosa da vestire.
Non voglio parlare di Lui.
L’anno scorso è stata una delusione tremenda. Non
l’ho nemmeno visto. Starà bene? Mi sento sciocca a fare
queste domande. È immortale, certo che sta bene! Nessuno
può fare del male a Sesshoma…
Ecco mi viene da piangere, tutte le volte che penso a lui, piango.
Nonna Kaede dice che sono innamorata. Per dire la verità, lo
pensano tutti. Ma io non penso di essere innamorata. Anche
perché non so cosa vuol dire. Ho solo quindici anni, uffa.
Marzo anno sesto
Caro diario, qui a Musashi la vita scorre sempre uguale.
Vorrei avere la capacità di attraversare il pozzo come fa
Kagome. Mi ha portato una cosa strana dal suo mondo. Anche lei ce li
ha. Si chiamano jeans: sono una specie di pantaloni ma non assomigliano
per niente agli hakama.
Ho deciso che sono comodi. Ho preso un kimono e l’ho accorciato
tanto da farne una giacchetta e mi sono messa i jeans. Mi sono anche
legata i capelli. Sono stufa di girare con un codino da una sola parte.
Quando sono entrata vestita così nella sala, Inuyasha ha
strabuzzato gli occhi e Kagome sorriso. Nonna Kaede ha commentato che
avevo rovinato un kimono e non ho capito perché Sango ha dato
una pacca a Miroku.
E Lui?
Ah non m’interessa; lui si è dimenticato di me ed io voglio dimenticarmi di lui e dei suoi kimoni rosa.
Aprile anno sesto
Non lo sto aspettando, non lo sto aspettando, non lo sto aspettando.
Maggio anno sesto
Non so da dove cominciare diario!
Beh cominciamo dal fatto che mi ha parlato. Ma andiamo in ordine. Tutti
si aspettavano il suo arrivo con la fioritura dei ciliegi, ma niente.
Tant’è che Inuyasha aveva commentato che forse qualcuno si
era preso la pellaccia del fratello, finalmente. Ma si vedeva che era proprio
preoccupato. E poi mancava il kimono. Sembrava impossibile che
quest’anno non portasse il suo dono.
Beh diario non ci crederai, ma una mattina mentre stavo lavando i panni
al torrente è arrivato. Io ero in acqua fino alle ginocchia che
sciacquavo i panni, quando ho alzato gli occhi e Lui era li, che mi
guardava. Ha come annusato l’aria e poi ha detto: “ Rin,
sotto il salice”.
Ero talmente sorpresa che ci ho messo del tempo a rispondergli. Ma poi non so com’è uscito
“Spero non sia ancora un kimono!”
Lui ha alzato le sopracciglia e non ci crederai ma sembrava ridesse.
Comunque se n’è andato subito dopo…e nel pacco,
indovina? Un bellissimo, ricamatissimo e odiosissimo kimono rosa pesca.
Un libro no eh?
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Capitolo 4 *** 4 ***
dia4
Dicembre anno sesto
Sedici anni! Che festa che abbiamo fatto, mio carissimo diario. Quante
cose da mangiare! Un dolce con una cosa buonissima che si chiama
cioccolato. Sedici anni! Kagome –chan mi ha fatto un sacco di
raccomandazioni, ma soprattutto mi ha detto di aspettare. Forse si
riferiva al fatto che lei e Inuyasha non hanno aspettato, boh non lo
so… ho ricevuto tantissimi regali. Molti libri, moltissimi libri
dal mondo di là del pozzo: romanzi e manuali, per sognare e per
imparare. Sango e Miroku mi hanno regalato un bel paio di hakama rossi
con dei ricami e un meraviglioso furisode in seta bianca! Beh devo dire
che questo qui, forse per la fioritura dei ciliegi lo metterò.
Soprattutto perché non è rosa.
Lui? Beh lui ovviamente non si è fatto vedere. Per un demone
l’età non deve contare un granché. Ed io ho solo
sedici anni e lui, boh? 200 credo. Ma non se li porta male!
Mi dicono che sono bella. Allo specchio vedo grandissimi occhi nocciola
e capelli neri neri. Amo i miei capelli lunghi e lisci. Li lascio
sciolti sulle spalle o li lego con un nastro, quando vado a cavallo.
Sì, diario, Inuyasha mi ha regalato un bellissimo cavallo, con
il manto nero come la notte. Adoro andare in giro, libera nei boschi e
nei prati. Adesso che i bambini sono un po’ cresciuti ho
più tempo. L’ho chiamato Bakusaiga, come la spada. Non so
perché.
Febbraio anno settimo
Nonna Kaede non c’è più.
Si è spenta serenamente. Ho pianto tantissimo. Si è
ammalata dopo le forti nevicate di gennaio, ma neanche le medicine del
mondo di Kagome sono servite a qualcosa. È stato davvero
terribile. Anche Miroku si è arreso, nonostante abbia pregato e
invocato i Kami per tutto il tempo.
Prima di andarsene Nonna Kaede mi ha chiamato in parte e mi ha
sussurrato: “Continua a leggere, mia piccola Rin. Studia e cerca
di essere libera e felice.”. Mi ha stretto forte la mano ed ha
chiuso gli occhi. Dopo poco se n’è andata. Inuyasha
è corso fuori dalla casa. Non voleva che lo vedessimo piangere.
Voleva bene a Kaede. Kagome e Sango l’hanno vestita con uno dei
bellissimi kimoni rosa che Lui mi ha regalato. Abbiamo usato legno di
sandalo e pesco, e mentre la pira funebre ardeva, abbiamo versato
sakè, latte di riso e granuli d'incenso.
Abbiamo messo le sue ceneri vicino a quelle della sorella Kikyo. Ora
abbiamo due sacerdotesse che ci proteggeranno per sempre. Io allora ho
preso Bakusaiga e ho cavalcato nel bosco, nella neve. Sono arrivata al
lago e mi sono fermata. Ho cominciato a piangere. Poi, Lui è
arrivato. Sembrava scivolare sull’acqua. L’ho guardato, e
lui ha guardato me.
“Perché piangi?”
“nonna Kaede è morta”
“ Ho sentito l’odore della morte e della carne bruciata.”
“ Tutto qui quello che hai da dire?”
Credo di avergli dato un’occhiataccia fra le lacrime, come quelle
che do ai bambini quando fanno o dicono qualcosa di sbagliato,
perché si è avvicinato ed ha allungato una mano sul mio
viso. Una specie di carezza, poi ha guardato i suoi lunghi artigli
bagnati delle mie lacrime.
“ Esseri umani.” Ha detto. E se n’è andato.
Marzo anno settimo
Finalmente sta arrivando la primavera.
Questo inverno è stato veramente difficile e lungo. I bambini si
sono ammalati anche loro, ma questa volta le medicine di Kagome
hanno funzionato e tutto si è risolto per il meglio. Con il
fatto che nonna Kaede non c’era più, Sango, Miroku,
Inuyasha e Kagome hanno dovuto aiutarmi con il riso e il pollaio. Sono
andati meno in giro ed io ho avuto più tempo per me. Ho studiato
come coltivare meglio le risaie e come proteggerle dai parassiti. In
più ho iniziato a produrre con il latte delle tre mucche, yogurt
e formaggi. Sto insegnando queste cose anche agli altri abitanti del
villaggio.
Mi chiamano “Maestra” ma a me la cosa fa ridere. Vorrei
insegnare ai bambini a leggere e scrivere però, e tutte le cose
che ho imparato in questi anni.
Lui? Ah, non l’ho più rivisto da quella volta, diario. Non so se verrà adesso.
Sicuro che se mi porta un altro kimono rosa glielo tiro in faccia.
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Capitolo 5 *** 5 ***
kimo2
Maggio anno settimo
Beh, non si è ancora fatto vedere, caro diario.
La cosa non mi stupisce, sai. Mi hanno parlato di battaglie e di
briganti e sicuramente sarà andato lì. Inuyasha non si
è mosso: Kagome è di nuovo in attesa e questa
novità ha portato un po’ di gioia dopo che Nonna Kaede se
n’è andata. Ieri sera, mentre guardavo le stelle, ho
pensato che forse Lui si sente più solo di me. Io mi sento sola.
Lo so che non dovrei dirlo, sono circondata da tantissime persone: i
bambini, Sango, Miroku, Inuyasha e Kagome ci sono sempre. E poi ci sono
i miei amati libri. Ma mi sento sola lo stesso.
Ieri ho cavalcato a lungo e sono arrivata in un villaggio distante
parecchio da Musashi. Ho venduto i formaggi che ho fatto e mi sono
fermata a dormire in una locanda.
Stamattina mi hanno preso d’assalto in quattro: che li ho fatti
preoccupare, e che non si fa così e che sono troppo piccola
perché vada in giro senza essere accompagnata.
Ho ricordato a Kagome che lei se ne andava in giro con Inuyasha, ben
prima di me. Allora Inuyasha si è messo ad urlare che non
è la stessa cosa, che lui ha sempre protetto Kagome e un sacco
di altre cose che non ho voluto ascoltare.
Me ne sono andata in camera mia. E ho pianto. Dalla mia finestra vedo
il giardino dei ciliegi in fiore. Sono bellissimi. Vorrei essere un
fiore di ciliegio e volare via con la prima brezza del mattino.
Luglio anno settimo
Un pacchetto, per me.
E dentro un libro, della seta azzurra e un fermaglio per i capelli. E
una sella per Bakusaiga. Niente di rosa, anzi no. Sopra il pacco
c’era una bellissima peonia di quel colore.
Lui non l’ho visto. Credo abbia lasciato il pacco stanotte. Io
dormivo e non ho sentito niente. Come se potessi accorgermi della sua
presenza.
Il libro è stato una sorpresa. Mi sorprende che Lui mi abbia
regalato un libro così. Un libro antico di un tal Carlo Linneo
che ha classificato e disegnato le piante e i loro usi. Dentro il libro
c’era un sacchettino con dei minuscoli semi. Li ho piantati. Non
ho la più pallida idea di che cosa crescerà.
Ottobre anno settimo
Una piantina minuscola.
E poi è arrivata anche una sua lettera. Ma gli youkai sanno anche scrivere?
“Proteggila dal freddo.”
Credo sia riferito alla piantina che è nata dai semi che mi ha
regalato. Se ha scritto Lui la lettera, scrive un gran male!
Secondo me l’ha scritta Jaken!
L’autunno è già arrivato, ma questo inverno non
avremo problemi. Con le culture a rotazione, il raccolto di riso
è stato abbondante e ne abbiamo anche venduto ai villaggi vicini.
Tutte le mattine faccio scuola ai bambini del villaggio. Poche cose: leggere, scrivere e fare di conto.
Faccio ricopiare i libri che ho, anche quelli in inglese che Kagome ha portato dal mondo di là del pozzo.
Ho trapiantato la pianta in un vaso e l’ho portata in casa.
Inuyasha continua a dire ridendo che sicuramente, trattandosi del
fratello, sarà una pianta velenosa.
Io sono curiosa di vederla crescere.
Ps: Grazie a tutte le ragazze che commentano questa piccola follia. |
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Capitolo 6 *** 6 ***
kim
Gennaio anno ottavo
Anche quest’anno fa un freddo cane!
Fortuna che nessuno ti legge, caro diario! A dire “freddo cane” qualcuno potrebbe offendersi!
Ho fatto una scoperta sconvolgente, anche Lui attraversa il pozzo!
Pensavo che solo Kagome avesse questo privilegio, perché
è una sacerdotessa. Adesso capisco tante cose. Come mai Lui si
veda sempre più di rado. L’ho scoperto per caso,
quest’autunno, poco dopo la nascita del nuovo bambino di Inuyasha
e Kagome. Una bambina per la precisione.
Lui è venuto a vedere com’era. E appena l’ha vista
in braccio a suo padre, ha fatto la stessa domanda dell’altra
volta: “Come l’hai chiamata?”. Inuyasha ha risposto:
” Come mia madre”. E la conversazione si è chiusa
là.
Io stavo arrivando proprio in quel momento. Volevo ringraziarlo per i
regali dell’ultima volta. Ma Lui mi ha dato un’occhiata e
come sempre ha preso il volo!
Mi sono arrabbiata!
“Signor Sesshomaru ! Aspettate!”
Ma niente, Lui non si è girato neanche. Allora sono montata a
cavallo e l’ho inseguito. Andava verso la foresta, dove
c’è il pozzo. L’ho inseguito, ma Lui niente, non si
fermava. Poi alla fine siamo arrivati alla radura, dove
c’è, la bocca del pozzo mangia - ossa. Beh
c’è saltato dentro. Ed io sono rimasta lì come una
deficiente, mentre spariva.
La piantina cresce nel suo vaso.
Ha strane foglie seghettate, e non ne ho mai viste in giro di così!
Aprile anno ottavo
Sono molto orgogliosa del mio lavoro di maestra. I bambini di Musashi
imparano e con le nuove legature e potature, gli alberi da frutto sono
carichi di fiori e promesse.
Mi sento però sempre più stretta qui. Cioè, non
che non mi trovi bene. Mi sento stretta. Il mondo non può essere
solo Musashi e dintorni!
Mi piacerebbe poter vedere altro.
Maggio anno ottavo
Beh, è successa una cosa che mi ha lasciato senza parole.
Tu sai che Lui è sempre vestito di bianco. Non l’avevo mai
visto vestito diversamente. Indossava kimono e hakama neri. Solo
l’obi era lo stesso. Aveva i capelli raccolti, cioè
legati. È arrivato di mattino, ma era atteso.
Inuyasha era sulla porta di casa, vestito anche lui di nero. Kagome
l’ha baciato sulla guancia e ha mormorato un”torna
presto”.
Poi se ne sono andati velocemente, sparendo alla nostra vista. Ero sbalordita e ho chiesto subito cosa fosse questa storia.
Kagome mi ha spiegato che Lui e Inuyasha andavano a non so quale
cerimonia d’investitura del Signore dell’Ovest. Una cosa
che riguarda il Grande Generale loro padre. Beh il signor Sesshomaru
diventerà una specie di grande capo degli Youkai.
Boh, alla fine della spiegazione mi sono detta, e anche chissene frega!
La piantina ha messo un bocciolo. Sono veramente curiosa di scoprire
che cosa sia. Evidentemente è una pianta da fiore.
Dimenticavo, mi ha lasciato un pacchetto…Diciamo che non si
è smentito nel colore. Una maglietta e un paio di pantaloni
rosa. Ma pantaloni come i jeans di Kagome. Vengono dal mondo di
là del pozzo.
Kagome dice che sono “fashion”…Vabbè sono comodi, ma sempre rosa sono!
Fine maggio anno ottavo
Beh devo dire che Lui è un fine umorista
La piantina è fiorita: ho guardato il libro che mi ha regalato per capire cosa fosse.
Una Rosa! È una rosa!
Ma si può una rosa…
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Capitolo 7 *** 7 ***
kimokimo
Gennaio anno nono
Ho diciotto anni! Beh per prima cosa mi sono tagliata i capelli!
Kagome e Sango sono inorridite, ma così appena sopra alle
spalle, dritti come i pali come sono, si lavano e asciugano in un
attimo. Uso un nastro per tenerli fermi quando lavoro e nulla
più. Basta kimono, basta! Mi sono veramente scocciata. Non si
può cavalcare vestiti così e questo inverno ho iniziato a
fare lezione anche nei villaggi vicini, era necessario cambiare
abbigliamento...Kagome l’ha capito e mi ha procurato, oltre a dei
bei libri nuovi, maglioni e pantaloni. E una bella cosa che si chiama
montgomery. Questa primavera ho deciso di mettere a posto una piccola
casa, vicino ai frutteti. Sono stanca di dormire con i bambini. Ogni
starnuto che fanno mi sveglio.
Non è che non gli voglio bene, ma sono stanca di fare da vice
mamma, che si alzino le loro mamme e non la “sorella
maggiore”!
Ti sembro cattiva, diario? Beh spero di no: devo molto ai miei
“fratelloni e sorellone”, ma ho bisogno di aria, non so se
mi spiego.
E Lui?
Boh, lui proprio non si vede. Sparito. Mi piacerebbe sapere cosa fa di
là dal pozzo. Inuyasha non parla mai di suo fratello, alle
domande grugnisce una specie di “non lo so” e la
conversazione termina.
Non è che mi importi più di tanto, questa primavera ho deciso di fargli la posta. Gli voglio parlare!
Mi voglio togliere questa soddisfazione. E poi chissenefrega.
Maggio anno nono
I ciliegi sono in fiore, ma di lui manco l’ombra. Ieri mi sono
messa sotto il suo albero preferito, almeno quello che io penso sia il
suo preferito a leggere. Ma niente. Il lavoro va bene, la mia casetta
è quasi pronta. Alla fine anche Inuyasha e Miroku mi hanno
aiutato. Mi trasferirò la prossima settimana.
Agosto anno nono
Che mi venga un colpo! Diario!
Stavo leggendo tranquilla, bevendo l’ultimo goccino di tè
della teiera, quando lo shoi si è aperto e Lui è entrato.
In casa mia.
-“Vivi qui, ora.”-
“-Che intuito-”,
credo di aver risposto, deglutendo. Ha guardato la casa, non so se fra
lo schifato e l’interessato, poi i suoi occhi si sono posati sui
libri che avevo sul tatami.
-“Continui a leggere”-
-“Senti, lo so che sei un fine
umorista, vedi la simpatica storiella della rosa, ma potresti anche
piantarla di esprimerti a monosillabi. E per inciso, a me, il colore
rosa, fa veramente schifo!”-
L’ho detto tutto in una volta, diario!
Lui ha alzato gli occhi, una specie di lampo, di scintillio, poi ha preso la porta ed è uscito.
Sono corsa dietro di lui, sentendomi una scema.
-“Signor Sesshomaru, signore!”-, ma lui non si girava. Poi alla fine credo di avergli urlato:
“Rin è stanca di stare qui!”
Allora si è fermato.
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Capitolo 8 *** 8 ***
kiki
Agosto anno nono.
Caro diario, sono tornata.
Dopo averlo rincorso, si è fermato e senza dirmi una parola, mi
ha afferrato, così come quando ero bambina. In un attimo
eravamo dentro il pozzo, per poi trovarci dall’altra parte.
Sono ancora senza fiato e con gli occhi pieni d’immagini. Il
mondo di là del pozzo è una cosa che non so se
riuscirò a descrivere. Ci provo. Ci sono case altissime, torri,
dove vivono le persone, una vicina all’altra. E c’è
un sacco di gente in giro, per strada e dentro scatole che si muovono
da sole che si chiamano con nomi diversi: auto, tram, bus…Siamo
usciti dal pozzo in una specie di capanna, vicino a quella che lui ha
detto essere la casa di Kagome- chan. Il signor Sesshomaru si è
cambiato d’abito, quando siamo arrivati. Con una specie di magia
ha nascosto le spade e ha indossato dei vestiti simili ai miei. Poi mi
ha detto “andiamo”
ed io l’ho seguito. Non sembrava neanche lui, con i jeans e un
maglione. Le orecchie le ha nascoste sciogliendosi i capelli. Non
sapevo cosa dire, l’ho seguito per un bel pezzo, poi mi sono
fermata e ho fatto una domanda. Ero spaventata.
“Perché mi avete portato qui?”
“Tu me l’hai chiesto.”
Non sapevo cosa rispondergli così ho allungato il passo per
affiancarlo.Siamo arrivati davanti ad una casa, anzi un palazzo. Lui ha
schiacciato una cosa e si è aperto un portone.
Sono entrata.
“Abitate qui?”
“Sì.”
C’era un signore piccolo e buffo ad aspettarlo, con il naso strano. Ci siamo guardati e poi ho detto:
“Jaken?!”
“Signorina Rin non sta per niente bene che vi siate tagliata i capelli”.
Non so come, mi sono trovata a stringere quel buffo ometto più basso di me, felice come non mai.
“E Ah-Uhn?C’ è anche lui qui?”
“Dietro alla casa c’è una stalla, vai a vedere.”
Jaken mi ha fatto cenno a una porta ed io l’ho presa. Beh la
sorpresa è stata grande, in questo mondo non c’è
Ah-Uhn, ma ci sono Ah e Uhn: sono due, divisi! Ma appena mi hanno
visto, si sono messe a nitrire e a scalpitare. Credo mi abbiano
riconosciuta.
Lui mi ha seguita.
“Signore questo mondo dove vivete è pieno di sorprese. Ma perché l’avete fatto vedere a Rin?”
Non mi ha risposto subito, come se volesse pesare bene le parole. Poi ha detto:
“Qui potresti imparare molte cose. Pensaci.”
Non sapevo cosa rispondere, così mi sono seduta su di un gradino stringendo le ginocchia, come facevo da bambina.
Sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi lui si è mosso e mi ha detto “ torniamo a Musashi” e siamo tornati indietro.
Dimenticavo. Mi ha regalato ancora un kimono. E' nel pacchetto. Non so se lo aprirò. Se fosse rosa?
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Capitolo 9 *** 9 ***
endki
Tokyo settembre 2011
Caro diario, è tantissimo che non scrivo.
Sono venuta ad abitare qui e studio. Ho fatto una fatica tremenda ad
adattarmi a questo tempo, a questa vita. Ma non ho smesso di andare a
Musashi. Ci vado ogni volta che sono libera dagli impegni universitari.
Studio Scienze naturali e ti assicuro che l’anno scorso sono
diventata pazza sui libri, per mettermi alla pari. Biologia, Fisica,
Chimica e Matematica. Da diventare matta.
È stato difficilissimo entrare
all’Università…ma sembra che Lui abbia degli
agganci anche là, non dico mi abbia aiutato, ma almeno non mi
hanno fatto troppe domande su chi ero, da dove venivo e che scuole
avevo frequentato.
Lui vive qui e nel Sengoku. Una specie di pendolare del tempo: nel
Sengoku è Sua Grazia il Principe dell’Ovest, qui in questo
tempo, è una specie di uomo d’affari…Non ho capito
cosa fa di preciso ma credo si occupi d’arte e di antiquariato.
Si diverte questo è poco ma sicuro. Non che lo abbia visto
sganasciarsi dalle risate davanti alla televisione. Come il solito,
alza un sopracciglio e basta. Non saprei da dove cominciare a
descriverti la vita che faccio qui, ma è molto impegnativa.
Sveglia alle sei e mezza (sveglia…ecco un oggetto che non avrei
voluto conoscere.), doccia, colazione e via al campus. A volte lui mi
raggiunge per pranzo. Ma non lo fa spesso. Dice che le mie compagne di
università sono troppo “umane” e secondo me gli da
un po’ fastidio come lo guardano. Una volta gli ho suggerito di
tingersi i capelli.
Non mi ha risposto.
Non viviamo insieme. Ho un piccolo appartamento all’ultimo piano
di un palazzo. Ha una bellissima terrazza. Ne ho fatto un piccolo
giardino e mi sto impratichendo nella difficile arte del bonsai.
Quando torno a Musashi è grandissima festa. Inuyasha non
l’ha presa molto bene. Neanche Kagome per dire la verità.
L’unica che sembra aver capito il mio desiderio di conoscere e di
studiare è stata Sango. Mi ha guardata e mi ha detto: “Fai
bene!”. Poi si è accarezzata il pancione, ha sorriso a
Miroku ed è scoppiata a ridere. Io scendo quasi tutti i weekend.
Non ho smesso di prendermi cura del villaggio e di quelli vicini.
Il mio cavallo Bakusaiga mi aspetta sempre con impazienza. Appena
sarà estate, mi fermerò di più. Non ho rinunciato
alla scuola, solo che la concentro nei mesi estivi e durante
l’inverno, controllo i progressi dei miei allievi. A volte
Musashi mi manca, i suoi ritmi lenti scanditi dalla natura e dal
passaggio delle stagioni, però non potevo più restare
là. Anche se mi sento divisa. Quando avrò finito forse
tornerò…
Ah, dimenticavo, una sera a cena mentre lui se ne stava tranquillo a
gambe incrociate sul tatami, guardando la luna fuori dalla finestra, mi
sono tolta un rospo che avevo sullo stomaco da un bel pezzo:
“Signor Sesshomaru, ehm, ma perché sempre il colore rosa?”
Non mi ha risposto subito, poi quando
non pensavo, mi avrebbe più detto niente, ho sentito alle spalle
la sua voce profonda.
“Volevo vedere quanto avresti resisto.”
Non gli ho risposto, ma credo di aver capito cosa intendesse. Ora vado,
domani mattina c’è lezione e poi scenderò a Musashi.
Buonanotte diario, alla prossima.
-Fine-
Grazie infinite di tutti i commenti!
alla prossima!
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