Saint Seiya - The New Generation

di EragonForever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Cavalieri di Athena ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - La Nuova Guerra Sacra ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Si entra in azione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Fiamme all'orizzonte ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - A ogni azione una conseguenza ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Nuove Consapevolezze ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Troia dalle belle mura ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - La Caduta di Troia ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Una dura punizione ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Attacco al Santuario ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Per le vie di Rodorio ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Una Missione Particolare ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - Delfi la Città dei Templi ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - La Sibilla ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - Nuovi Legami ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Una Scoperta Importante ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Corinto ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Il Risveglio ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 - Fiamme Bianche e Nere ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 - Una Sconvolgente Verità ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 - Partenza per Nisyros ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 - Un Addestramento Particolare ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 - Verso la Sacra Armatura ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 - Il Tempio di Pan ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 - La Sacra Armatura ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 - Le Fiamme Migliori ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 - Missione Compiuta ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 - Tempo di Riposo ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 - Strani Pensieri ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 - Promesse e Decisioni ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 - Le Terre del Nord ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 - Nella Selva Oscura ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 - Riscatto ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 - Atlantide ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 - Situazione Disperata ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 - Vittoria Sofferta ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 - Profondo Dolore ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 - Una Visita Inaspettata ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 - L'Isola di Kanon ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 - La Tecnica di Gemini ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 - Soluzione Trovata ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 - Un nuovo traguardo ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 - Fiamme nella notte ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 - Occhi Cremisi nell'Oscurità ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 - Salvataggio ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 - Il Percorso della Vita ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 - Rinascita ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 - La Notte prima della Battaglia ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 - L'Inizio della Battaglia Finale ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 - Verso la Vittoria ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 - L'Alba di una nuova Era ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Cavalieri di Athena ***


Capitolo 1: Cavalieri di Athena

 Era l'alba nella magnifica città di Atene e il sole stava sorgendo all'orizzonte colorando il cielo con le sue sfumature rosate, per poi illuminare poco a poco il paesaggio circostante con la sua natura incontaminata. Atene, situata in una regione dell’Ellade normalmente conosciuta col nome di Attica, era situata a ridosso del mare e all’interno di un territorio dalla conformazione prevalentemente rocciosa. Le aride colline perennemente colpite dal sole erano solo occasionalmente punteggiate di verde dalle coltivazioni d’olivo e dai vigneti, oltre che da innumerevoli piantagioni di limoni e aranci, mentre per il resto l’ambiente era composto quasi totalmente da lande ingiallite dal sole e rupi rocciose a strapiombo sul mare. Un paesaggio decisamente esotico e il cui odore salmastro si mischiava a quello deciso della sabbia portata dal vento e dei limoni in fiore.

La città si presentava con case in muratura ben disposte con i tetti a terrazza e non mancava di nulla. Al centro vi era la piazza del mercato con una magnifica fontana, dove su un piedistallo stava la statua della dea Athena, protettrice della città. Attorno alla piazza stavano le varie botteghe come il panettiere, il fabbro, il ciabattino, lo scultore, il fruttivendolo e così via. Ma il vero vanto della città era il porto: si trattava di un’immensa struttura sulla quale potevano rimanere ancorate oltre trecento navi da guerra, oltre che ovviamente tutti i vari mercantili provenienti da ogni angolo della regione. Atene dopotutto era una potenza prevalentemente navale e, osservando la schiera di navi da commercio presenti nel porto, era chiaro quanto fosse importante la sua posizione per l’economia del posto.

Quella mattina c'era grande fermento poichè quel giorno ci sarebbe stata l'investitura dei nuovi Cavalieri. Tutte le reclute erano molto eccitate e si stavano dirigendo all'arena … o almeno quasi tutte. Al Tempio del Leone la figura di Hector nella sua lucente armatura dorata e con la folta chioma color dell'oro, guardava con le sue limpide iridi celesti la scala che portava al suo tempio, con l'aria alquanto impaziente. Stava aspettando battendo irritato il piede per terra la sua giovane allieva assieme ad Asterius, migliore amico sia suo che di quest’ultima.

“Ah … dannazione, si può sapere dov'è Pyras? Eppure ieri le avevo detto di essere puntuale.”, esordì il Cavaliere di Leo, alquanto seccato.

“Conoscendola molto probabilmente sarà ancora a letto a ronfare come se non avesse un domani.”, rispose l'altro, sghignazzando appena.

A quelle parole Leo sospirò, alzando gli occhi al cielo esasperato.

“Mh … chissà perché non mi sorprende, corri subito a chiamarla prima che inizi la cerimonia.”, ordinò.

Asterius non se lo fece ripetere due volte, quindi corse a tutta velocità a casa dell'amica.

 

Nel frattempo nella suddetta casa, in una camera piuttosto disordinata, Pyras dormiva placidamente nel suo letto, ignara del fatto che fosse in ritardo. La stanza di per sé era quella che si poteva definire di una ragazza adolescente, ovvero un luogo in cui non c'era nulla che fosse al suo posto. Effettivamente sembrava che un’orda di satiri fosse appena passata a far baldoria, tanto era il caos presente nella stanza. I vestiti erano sparpagliati ovunque, così come i libri sopra la scrivania accanto alla finestra o sotto il letto. L'armadio era sottosopra mentre in un angolo stava una tinozza per lavarsi. Si stava godendo il suo morbido cuscino quando all'improvviso la porta della stanza si spalancò senza troppe cerimonie e la figura di Asterius apparve affannata sulla porta.

“Sveglia bell'addormentata! Sai che giorno è oggi?!?”, esclamò, buttandola letteralmente giù dal letto.

La ragazza furiosa si alzò di scatto, guardandolo con sguardo di fuoco e ponderando seriamente l’idea di tirargli un bel calcio in mezzo ai gioielli.

“Ma sei scemo per caso?!? Ti pare il modo di svegliarmi questo?”, gridò, lanciandogli addosso il cuscino e colpendolo in pieno.

In risposta Asterius la guardò con sguardo serio.

“Beh si, visto che sei in ritardo.”

A quelle parole Pyras inarcò un sopracciglio.

“In ritardo per cosa?”, chiese, sbadigliando sonoramente.

Il giovane allora si schiaffò la fronte, esasperato.

“Come per cosa?!? La cerimonia di investitura ricordi?”, esclamò.

La ragazza in risposta si fece pensierosa, grattandosi appena dietro il capo prima di sbiancare di botto.

"Oh, per le mutande di Poseidone!”, all’esterno si sentì il mare rombare lievemente, ma non parve farci troppo caso, “Mi era passato di mente! Questa è la volta buona che Leo mi costringerà a diventare vegetariana a forza.”, realizzò, schizzando dietro il paravento e indossando in fretta e furia la sua divisa da recluta.

Quando poi fu pronta andò allo specchio, che le rimandò l'immagine di una giovane di circa 18anni dalla delicata carnagione ambrata, caldi occhi color cioccolato e una cascata di lucenti capelli corvini lunghi fino a metà schiena, mossi come onde delicate, tutti scompigliati che si legò in una coda di cavallo. Sotto la divisa si poteva indovinare un fisico atletico e ben allenato, oltre che slanciato. Dopo un po' però Asterius richiamò la sua attenzione.

“Se hai finito di rimirarti nello specchio ti ricordo che siamo in ritardo.”, esordì, guardandola con rimprovero.

Pyras allora annuì e poco dopo entrambi i due amici corsero a tutta velocità verso il Grande Tempio. Esso si trovava subito sopra l’Acropoli della città, su una collina, splendente come non mai con i suoi colonnati di candida muratura e imponente. Sul retro stava un piccolo giardino pensile colmo di ogni genere di albero in fiore con la statua di Athena, scolpita in oro massiccio. Sotto di esso si ergevano poi i 12 templi dei Cavalieri d'Oro, ognuno con i suoi tratti distintivi, e una lunga scalinata che portava al Santuario. Tutto il complesso era come una mistica visione. Persino Pyras e Asterius ne rimasero abbagliati, anche se non era di certo la prima volta che lo vedevano bisognava ammettere lasciava sempre a bocca aperta. Non appena arrivarono Leo guardò la sua giovane allieva piuttosto spazientito.

“Dì un po', ti sei per caso dimenticata che giorno è oggi? Eppure ieri te l'ho detto di essere puntuale.”, la rimproverò.

Pyras in risposta abbassò lo sguardo.

“Si … mi dispiace, non accadrà più …”, mormorò, mortificata.

“Lo spero sinceramente, visto e considerato che saresti tu a rimetterci l’armatura. E io la reputazione. Ora però andiamo, ci stanno aspettando.”

I due ragazzi annuirono per poi incamminarsi verso l'arena. Essa era un'enorme struttura in muratura e si trovava vicino al Grande Tempio. La sua grandezza era pressoché simile a quella del Colosseo, solo leggermente più piccola. Al suo interno si respirava un'atmosfera di festa, gli spalti erano già gremiti di spettatori in attesa della cerimonia. Il terreno era coperto da semplice sabbia giallastra, l’ideale per i combattimenti, mentre ai lati stavano dei porta armi e innumerevoli statue in marmo. Per l’occasione, gli spalti erano stati decorati col vessillo della città e di Athena stessa, raffigurante una civetta dorata in campo bianco, mentre dei bracieri illuminavano i lati dell’arena.

Non appena il gruppo arrivò nella zona riservata alle reclute Leo augurò loro buona fortuna per poi raggiungere gli altri Cavalieri d'Oro. Vista l’importanza del loro ruolo, essi possedevano uno spalto a parte, rialzato e protetto dai raggi cocenti del sole da un ampio tendone. Ognuno possedeva uno scranno personale, mentre nel mezzo svettava quello del Gran Sacerdote e, subito dietro e su una scalinata rialzata, quello dorato di Athena stessa. Rimasti soli vennero affiancati da Talia, una delle reclute più promettenti, che li guardò con sguardo critico.

“Era ora che arrivaste, si può sapere dove eravate finiti? Non siamo qui per un’esibizione circense, ma per diventare Cavalieri, sapete?”, domandò ironica, le braccia incrociate sotto il morbido seno e la lucente chioma color dell'ebano al vento.

Pyras allora si grattò la nuca con fare nervoso.

“Ecco … colpa mia, mi sono svegliata tardi …”, borbottò.

“E ti pareva …”, rispose l'altra, guardandola con le sue gelide iridi di un intenso acquamarina, suscitando il nervosismo della compagna.

La ragazza fece per rispondere quando Kyros si intromise.

“Andiamo ragazze, calmatevi adesso, non c'è bisogno di litigare per certe cose.”, esordì, nel tentativo di calmare le acque.

Loro fecero per replicare quando l'arena esplose in delirio, segno che Athena era arrivata. Con un gesto della mano zittì il pubblico per poi parlare.

“Che entrino le reclute!”, annunciò.

Subito allora fecero il loro ingresso i Cavalieri d'Oro, seguiti dalle reclute, per poi disporsi di fronte alla dea. I Dodici Custodi delle Case erano disposti in tre file da quattro e ognuno reggeva tra le mani lo stendardo della propria casa, mentre dietro di essi stavano le reclute.

“Molto bene, la cerimonia di investitura si svolgerà in questo modo, coloro che negli scontri si faranno valere di più verranno scelti come nuovi Cavalieri. Questo, ovviamente, significa che la vittoria non segnerà necessariamente il vostro successo: dovrete mostrare ciò che avete imparato nel vostro addestramento, assieme alla determinazione e al coraggio dei vostri cuori. Solo alla fine vi annunceremo chi è stato realmente degno di ottenere la propria armatura. In conclusione non posso che augurarvi buona fortuna.”, esordì per poi spalancare le braccia, “Che la cerimonia di investitura abbia inizio!”

Il pubblico esultò euforico all'entrata delle reclute selezionate e poco dopo ebbero inizio gli scontri per la contesa delle armature di Pegasus, che si trovava già al Santuario, e quelle di Phoenix, Dragone, Andromeda, Cigno, Unicorno e Lupo, fatte portare dai diversi luoghi di provenienza apposta per l'occasione. I combattimenti furono molto avvincenti e le reclute mostrarono le loro abilità e capacità. Anche se erano poco più che maggiorenni si poteva ben vedere come il loro addestramento le aveva formate, e il pubblico non poteva che essere entusiasta. Gli scontri durarono fino a pomeriggio inoltrato e non appena terminarono si riunirono nuovamente al cospetto di Athena, che, dopo aver preso un profondo respiro iniziò con l'annuncio.

“Vi devo fare le mie più sincere congratulazioni giovani guerrieri, ognuno di voi si è dimostrato capace e all'altezza delle proprie capacità, ma solo sette verranno selezionati come Cavalieri.”, spiegò.

Pyras a quelle parole si fece assai tesa, aveva aspettato quel momento da tutta una vita, impegnandosi con tutta se stessa per dare il meglio di se. Aveva sacrificato persino notti di sonno per giungere sin li, spendendo tempo e fatiche pur di raggiungere quel sogno che era parte di lei. Diventare Cavaliere significava raggiungere lo scopo per la quale era stata addestrata. Certo … a volte la sua costanza aveva dato parecchio a desiderare per via della pigrizia iniziale, poi man mano si era fatta più seria, ma anche meno irresponsabile. Però Leo non si era dato per vinto con la sua giovane allieva e questo per Pyras significava una sola cosa: non doveva deluderlo. Non appena le armature di Pegasus, Unicorno e Dragone furono consegnate ad Asterius, Kyros e Talia, iniziò a farsi i primi pensieri.

Sarò riuscita a dimostrare il mio valore? Insomma, se Ast e Kyo ce l'hanno fatta … perchè io non dovrei? pensò tra se e se, mentre le altre armature del Cigno, Andromeda e Lupo venivano consegnate ai legittimi proprietari.

“E infine per l'armatura di Phoenix … Pyras, alzati e vieni. D’ora in avanti l’Armatura di Phoenix, fonte di luce e coraggio, sarà la tua compagna e tu la sua sola e unica custode.”, concluse Athena, chiamandola.

La giovane spalancò gli occhi, incredula.

“Ce … ce l'ho fatta …”, mormorò, facendosi quindi avanti, ricevendo così la propria armatura, che indossò con orgoglio.

Poco dopo la dea riprese.

“Mio popolo, è con sommo piacere che proclamo Asterius, Kyros, Talia, Constantine, Calipso, Zenais e Pyras nuovi Cavalieri di Bronzo!”

A quelle parole l'arena acclamò i sette ragazzi con entusiasmo. Alla fine ognuno di loro era riuscito a raggiungere il tanto agognato obbiettivo. Il cammino era stato lungo e difficile da quando avevano messo piede al Grande Tempio che erano solo dei bambini, ma dopo tanti sacrifici ognuno di loro aveva portato a termine il proprio addestramento, e quelle armature ne erano l'esatta prova. A cerimonia finita andarono a festeggiare per celebrare il lieto evento, chi con il suo maestro, chi in compagnia. Pyras, Asterius e Kyros erano amici d'infanzia e compagni di addestramento e il loro legame si era formato poco a poco fino a diventare inseparabili per cui decisero di rimanere assieme.

“Sapete, ancora stento a crederci di essere riuscita ad ottenere l'Armatura Phoenix, mi sembra un sogno!”, esclamò Pyras, entusiasta.

“Beh, tra noi tre chi altro avrebbe potuto ottenerla? Sei sempre stata la più focosa del gruppo dopotutto. E Phoenix è il potere del fuoco fatto persona.”, replicò Pegasus, le iridi color tramonto che sprizzavano vitalità e i capelli castani leggermente al vento.

“Oh … suvvia Ast, anche tu e Kyros non siete mai stati da meno in quanto a forza.”, fece lei di rimando.

“Beh, non ha tutti i torti in fondo sai?”, replicò l'Unicorno, passandosi una mano sulla sua chioma caramellata e gli occhi smeraldini scintillanti di sfida.

“E con questo che vorresti insinuare? Che i tuoi calci sono più potenti dei miei pugni?”, ribatté Pegasus, piuttosto irritato e osservandolo cinico.

Kyros a quelle parole si grattò la chioma color caramello con fare nervoso.

“Beh ecco … in parte quello, perché ovviamente è vero che i miei calci sono mille volte meglio, e in parte che ha ragione su entrambi … altrimenti perchè avremmo ottenuto le armature?”

“Giusto, hai ragione Kyo.”

“Su questo concordo appieno.”, esordì la voce di Leo, che li aveva raggiunti, “Comunque sono venuto per farvi le mie congratulazioni, ve lo siete meritato.”

Pyras allora gli saltò al collo, euforica. Non c'erano parole migliori che il suo maestro potesse dire e per lei renderlo orgoglioso era qualcosa di molto significativo, poichè a lui doveva tutto. L'aveva praticamente cresciuta come una figlia e amata come tale, e ottenere l'armatura di Phoenix era stato merito anche della sua fiducia. Hector per lei si era dimostrato un ottimo maestro, gentile e comprensivo ma anche severo quando serviva oltre che molto paziente e degno di rispetto. Leo quindi ricambiò la stretta della sua giovane allieva, il suo cosmo era qualcosa di caldo e accogliente, un rifugio sicuro dove trovare riparo, splendente come quello di mille soli. Dopotutto c'era un motivo se era uno dei Cavalieri d'Oro più forti. Dopo qualche secondo sciolsero la stretta e il gruppo si diresse verso il Tempio del Leone per festeggiare.

 

Intanto al Santuario Athena era sulla terrazza, gli occhi turchesi che guardavano l'orizzonte con fare assorto, vestita del suo lungo abito bianco e con i capelli viola al vento e lo scettro dorato in mano. Si poteva sentire l'armonia che il suo cosmo emanava, puro come un diamante, tale da far trasparire una pace e una tranquillità quasi surreali. Essa, dopotutto, era si la Dea della Guerra, ma era anche e soprattutto la custode del creato in tutto il suo splendore … suo era il compito di mantenere l’equilibrio del mondo e proteggere l’umanità, un incarico si onorevole ma anche incredibilmente gravoso. Eppure, il suo cosmo era sempre una ventata d’aria fresca per i suoi sottoposti, così immenso da oscurare il cielo eppure altrettanto solare e gentile.

In quell'attimo però il sole si adombrò, diventando nero, mentre un'inquietante sensazione di morte impregnava l'aria. Athena spalancò gli occhi, indietreggiando di qualche passo e lasciando cadere a terra lo scettro, incredula mentre un presentimento incredibilmente cupo e minaccioso le invadeva l’animo. Il tonfo attirò Aries, che accorse con fare preoccupato.

“Tutto bene divina Athena?”

La donna allora lo guardò con gli occhi velati di preoccupazione.

“Presto, raduna tutti i Cavalieri all'arena immediatamente.”, ordinò.

“Vado subito … ma posso sapere il motivo?”

“Hades … Hades si è risvegliato.”

 

Intanto al Tempio del Leone erano intenti a festeggiare l'investitura parlando del più e del meno quando la porta si spalancò, mostrando la figura ansimante di Cancer.

“Perdonate il disturbo ragazzi, come sapete odio interrompere le feste, specialmente quando c’è del buon alcool che gira, ma la divina Athena ha radunato tutti all'arena. Deve fare un annuncio importante.”, esordì.

I quattro allora annuirono, lanciandosi solamente un’occhiata preoccupata prima di seguire il Cavaliere fino all'arena, dove si stavano già radunando tutti gli altri. Quando essa fu gremita, Athena rifece la sua comparsa, volgendo uno sguardo serio ai presenti. Al suo fianco stava Saggitter con la sua lucente armatura dorata e le grandi ali che sembravano avvolgere il mondo come uno scudo, i capelli castani leggermente al vento con la consueta fascia rossa attorno alla fronte e il fedele arco in mano. I minuti che seguirono furono tesi, finchè la dea, dopo un profondo respiro non parlò.

“Miei Cavalieri, vi ho radunati per farvi un annuncio assai sconcertante.”, esordì per poi fare una pausa e riprendere poco dopo “Prima al Santuario il sole si è oscurato e ho percepito il cosmo di Hades … non si sa ancora chi sia, ma deve essere trovato prima del suo risveglio e prima che venga trovato dai suoi seguaci … altrimenti sarà la fine. Per noi, come per tutta l’umanità.”

Nel sentire quella rivelazione tutti i presenti spalancarono gli occhi, increduli.

“Ne è proprio sicura divina Athena?”, chiese Acquarius, incerto.

“Si, lo sono … nessuno emana una tale aura di morte e questo significa che molto presto inizierà una nuova Guerra Sacra, ma prima di allora sarà meglio trovarlo al più presto, quindi conto su di voi miei Cavalieri … poichè se si dovesse risvegliare … l'intera umanità sarà in pericolo”, rispose, per poi sciogliere la riunione.

Pyras aveva ancora gli occhi spalancati, così come i suoi amici. Erano appena diventati Cavalieri dopo tanti sacrifici e anche se avevano passato gran parte della loro esistenza a prepararsi appositamente per situazioni come quelle esservi catapultati dentro con così poco preavviso non poteva sconcertarli. Improvvisamente, si resero conto che per quanto avessero potuto immaginare non sarebbero mai stati all’altezza di una Guerra Sacra: avevano sognato gli onori e la gloria della nomina a Cavalieri, ma essere Cavalieri significava anche e soprattutto mettere continuamente a repentaglio la propria vita per il prossimo.

Quindi, che lo volessero o meno, se desideravano realmente evitare decine di morti dovevano trovare il Signore della Morte prima che fosse troppo tardi per evitare la catastrofe.

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ebbene si, eccomi qua di nuovo con una nuovissima fanfiction tutta su Saint Seiya, uno dei miei anime preferiti! Si … ne avevo fatta una in precedenza ma se devo essere sincera era venuta abbastanza mediocre … e questo mi ha spinto a ritentare nuovamente in questo ambito! Allora, ecco a voi il primo capitolo dove la nostra giovane Pyras, neo Cavaliere di Phoenix, assieme ai suoi amici si ritrova in una probabile Guerra Sacra … riusciranno i nostri giovani Cavalieri ad impedire il risveglio di Hades? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! Ringrazio calorosamente TotalEclipseOfTheHeart, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - La Nuova Guerra Sacra ***


Capitolo 2 : La Nuova Guerra Sacra

La notizia della comparsa del cosmo di Hades aveva scosso non poco i neo Cavalieri che avevano da poco ricevuto le loro Armature. Tornarono ai loro alloggi ancora con gli occhi spalancati, increduli a quello che avevano appena sentito e totalmente incapaci di credere che a così poco tempo della loro investitura le cose fossero già precipitate in quel modo. Erano ancora giovani certo, ma sapevano quanto una Guerra Sacra fosse terribile, anche perché i racconti tramandati di generazione in generazione erano ben chiari in proposito, anche se non l'avevano ancora vissuta sulla loro pelle. Per ora tuttavia l'unica cosa certa era che se avesse avuto inizio … non avrebbero potuto tirarsi indietro. Pyras questo lo sapeva bene, così come gli altri. Quando ognuno aveva deciso di diventare Cavaliere era stato messo al corrente dei rischi che avrebbe corso, ma comunque nessuno aveva gettato la spugna. Poco più tardi tutti i presenti si congedarono e Pyras andò al Tempio di Leo assieme ai suoi amici per parlare della nuova situazione appena creatasi.

“Cavolo … chi si sarebbe aspettato una cosa del genere?”, esordì Kyros, preoccupato.

“Nessuno di noi ovviamente, solo la divina Athena poteva prevedere tutto questo … anche se speravo non accadesse adesso.”, replicò Pyras, anche lei sconcertata.

“Beh … presumo che tutti noi lo speravamo in fondo, no? D’ora in avanti, nulla sarà più come prima.”, fece Asterius di rimando.

Hector nel sentirli sospirò, appoggiandosi a una delle colonne del suo tempio.

“Anche se Hades si reincarna ogni 150 anni circa, una Guerra Sacra non è mai un evento facile da prevedere con certezza … ma comunque in ogni caso sarà meglio tenersi pronti per qualsiasi evenienza. Siamo solo all’inizio.”

I tre ragazzi annuirono per poi congedarsi. Fecero per uscire quando …

“Pyras tu resta, devo parlarti.”, intervenne Leo, facendo invece cenno ai suoi compagni di congedarsi pure e tornare ai loro alloggi.

La giovane allora salutò i suoi amici e ritornò dal suo maestro, che la invitò a sedersi sul letto per poi guardarla con sguardo serio. Nelle sue iridi poteva vedere la paura all'idea di poter essere catapultata in qualcosa più grande di lei. Si inginocchiò quindi alla sua altezza, posandole le mani sulle spalle.

“So quello che stai provando, anch'io come te ci sono passato quando avevo la tua età e ricordo bene cosa si prova. Hai appena ottenuto la tua Armatura, dopotutto, e già sei costretta ad affrontare quella che sarà una guerra in piena regola.”

In risposta la corvina sospirò.

“Si ma … diventare Cavaliere d'Oro non è come ritrovarsi a combattere in una probabile Guerra Sacra quando hai appena ottenuto la tua armatura …”, mormorò, afflitta.

“Beh … questo è vero ma anche essere un Cavaliere d'Oro non è cosa da poco, poiché richiede una grande responsabiltà … ascoltami, so che hai paura, però non posso dirti che andrà tutto bene. Comunque non sarai sola ok? Ci sarò io ad aiutarti, e come me potrai far conto anche sui tuoi amici … i Cavalieri si aiutano sempre a vicenda. È parte del nostro modo di vivere, senza i compagni nessuno può vincere una guerra da solo. E tu non sarai mai sola.”

“Ok …”, mormorò.

Leo allora sorrise per poi stringerla al petto in un caldo abbraccio, nel quale la ragazza si perse. Sapeva che avrebbe sempre potuto contare su di lui quando ne aveva bisogno. Hector la comprendeva meglio di chiunque altro e sapeva come si sentiva in quel momento, ma in cuor suo era certo di una cosa: non si sarebbe mai arresa. Dopotutto l’aveva cresciuta lui stesso e col tempo aveva imparato a conoscere bene l’indole spesso testarda della sua allieva. Poco più tardi sciolsero la stretta e Pyras quindi si congedò con la sua armatura di Phoenix in spalla.

 

Nel frattempo nel Regno degli Inferi, un luogo che trasudava morte da ogni angolo, dove le urla delle anime in pena riecheggiavano nell'aria, anche donna Pandora aveva percepito il cosmo del suo signore e quindi si era messa subito all'opera.

Fece radunare tutte le sue truppe nell’ampia sala del trono, il cui scranno nero era ancora vuoto, in attesa del suo signore. Si trattava di un’immensa stanza rettangolare col pavimento in lucido marmo nero, mentre ai lati era sorretta da ampie colonne doriche in onice scura. All’interno potevano radunarsi senza problemi tutte le truppe degli inferi, diligentemente disposte in file perfettamente ordinate di fronte a lei e in ginocchio in attesa di ordini. Prese un sospiro, prima di aprire le braccia in un gesto teatrale e dire, con voce afona: “Vi ho convocato in questa riunione per comunicarvi che ho percepito il cosmo del Divino Hades, il vostro compito d’ora in avanti sarà quello di mettere a ferro e fuoco tutte le città della Grecia e i suoi villaggi finchè non lo avrete trovato. Esso è il solo a poter guidare le truppe infernali, e voi non vi fermerete fino a quando non lo avrete trovato e, quindi, condotto da me.”

“Consideratelo già fatto donna Pandora.”, rispose Radamanthys, il capo chino in segno di sottomissione e rispetto.

“Bene, ora andate … e non abbiate pietà.”, concluse quella in risposta, congedandoli.

 

Mentre negli Inferi avveniva tutto ciò, l'atmosfera al Grande Tempio si era fatta molto tesa da quando la divina Athena aveva annunciato il risveglio di Hades. Tra tutti, i neo Cavalieri appena investiti erano quelli più preoccupati, comprese le altre reclute non ancora diventate tali. Nessuno aveva ancora digerito la cosa, o almeno non del tutto. La notizia di una nuova e probabile Guerra Sacra non era cosa che si sentiva tutti i giorni dopotutto, anche se era tutt'altro che una novità, dato che sembrava un ciclo continuo destinato a ripetersi nel corso dei secoli avvenire. Athena più di tutti lo sapeva ma finora non si era mai tirata indietro, poiché era anche compito suo preservare la pace e la giustizia. Ma in ogni caso non era sola, aveva i Cavalieri al suo fianco sempre pronti a combattere per lei in qualsiasi momento. Però non poteva di certo nascondere di essere preoccupata, specialmente per i neo Cavalieri appena investiti, e la cosa non passò inosservata. Una sera se ne stava fuori sulla terrazza ad ammirare il cielo stellato, quando la figura di Leo l'affiancò.

“Qualcosa la turba divina Athena? È tutto il giorno che io e gli altri Cavalieri d'Oro la vediamo preoccupata.”, esordì.

In risposta la dea sospirò.

“Beh … immagino che la notizia di una probabile Guerra Sacra abbia sconvolto tutti.”, mormorò, suscitando lo stupore di Hector.

“Mh … in tutta sincerità noi Cavalieri d'Oro eravamo preparati a una cosa così, sono i neo Cavalieri ad essere più scossi.”, spiegò.

“Ne sono consapevole, ho visto la paura nei loro occhi … una Guerra Sacra comporta non pochi pericoli, soprattutto per loro che non hanno mai visto un campo di battaglia. Allenarsi all’interno di queste mura sicure non è lo stesso che trovarsi immersi nel sangue dei nemici e dei compagni, sul campo di battaglia. Il terrore e il dolore che saranno costretti ad affrontare andrà ben oltre la loro immaginazione e per questo avranno bisogno di tutto il loro coraggio per sopravvivere.”

“Sono d'accordo … ma in ogni caso ho fiducia. Conosco Pyras e i suoi amici e so bene di che pasta sono fatti, ce la faranno vedrete.”

A quelle parole Athena sorrise.

“Si … hai ragione …”

Era più che normale che avesse i suoi timori, ma la fiducia che riponeva nei suoi Cavalieri era pressoché incrollabile e in cuor suo sapeva che non avrebbero mai smesso di combattere per una giusta causa.

 

Al di fuori del Grande Tempio però la situazione non era affatto delle migliori. Gli uomini di Pandora avevano iniziato ad attaccare i villaggi vicini e mettere a ferro e fuoco tutte le città alla ricerca di Hades. Nessuno veniva risparmiato, nemmeno i bambini, sembrava un massacro di massa e tutto per trovare una singola persona che avrebbe portato qualcosa di molto più terribile se risvegliata. Ma a Pandora questo non importava, per lei l'unica cosa davvero importante era trovare il suo divino signore, nient'altro.

Però una situazione così disperata non poté non giungere anche alle orecchie di Athena che, allarmata, convocò nuovamente tutti i Cavalieri al suo cospetto per comunicare la cosa.

“Vi ho convocato per darvi una brutta notizia.”, esordì.

A quelle parole i presenti si allarmarono non poco, specialmente i neo Cavalieri che si osservarono allarmati. La dea allora prese un profondo respiro per poi riprendere.

“Mi è giunta voce che Pandora si è messa all'opera per cercare la reincarnazione di Hades e sta mettendo a ferro e fuoco i villaggi vicini e molte città sono a rischio. Il vostro compito sarà quello di proteggerle prima che vengano attaccate.”

“Quindi questo significa che …”, chiese Pyras, dando voce al dubbio che anche i suoi compagni provavano.

“Si Pyras, questo è l'inizio di una nuova Guerra Sacra.”

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP … perdonate l'attesa ma ora eccomi qui con un nuovo capitolo di questa nuova e fantastica fanfiction su Saint Seiya! Ebbene si, le acque iniziano subito a muoversi e non nel migliore dei modi … riuscirà Pyras assieme ai suoi amici a sventare questa nuova minaccia? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! Ringrazio TotalEclipseOfThHeart, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni! Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Si entra in azione ***


Capitolo 3 : Si entra in azione

Quelle ultime parole colpirono profondamente la giovane Saint, così come tutti gli altri neo Cavalieri e le reclute che si erano rapidamente radunati all’interno dell’Arena non appena la loro dea li aveva mandati a chiamare. Infine i loro timori erano venuti alla luce: la Guerra Sacra aveva avuto nuovamente inizio come era destino che accadesse e non nel modo più piacevole.

Non appena la riunione ebbe termine ognuno ritornò alle proprie stanze.

 

Il giorno seguente, tutti gli abitanti del Grande Tempio, dai Cavalieri d’Oro all’inserviente e all’ancella più banale, si misero in movimento per obbedire agli ordini della dea. Mentre i Cavalieri più esperti, guidati dai Saint d’Argento e d’Oro, si occuparono di partire per dare protezione ai villaggi vicini, i neo investiti e i cadetti rimasero al Grande Tempio.

Passarono alcuni giorni, decisamente frenetici, quando una sera Leo ricevette una comunicazione alquanto importante e stava quindi attendendo la sua giovane allieva, che arrivò con l'armatura di Phoenix già addosso. Ormai, da quando l’aveva ricevuta e la guerra era stata annunciata, aveva preso l’abitudine di non togliersela quasi mai, se non quando doveva andare a dormire o lavarsi. Il clima, d’altronde, si era fatto decisamente più pesante e l’ultima cosa che voleva era trovarsi nel bel mezzo di un attacco senza la propria fedele Cloth a proteggerla. E poi … ormai iniziava quasi a sentirla come parte di sé, come se fosse una creatura viva e senziente, e starle lontana le dava un implacabile senso di vuoto che non riusciva a spiegarsi.

“Volevate vedermi maestro?”, chiese, cupa, Pyras.

Sentendo quella formalità decisamente insolita nel tono dell’allieva Hector ridacchiò.

“O andiamo Pyras, non c'è bisogno di essere così formale, anche tu sei un Cavaliere adesso.”

La giovane arrossì.

“Perdonami … sai, l'abitudine …”, fece spallucce, tornando quindi a osservarlo con  sguardo interrogativo.

“Lo immaginavo … comunque ti ho convocata per dirti che domani avrai la tua prima missione assieme agli altri neo Cavalieri.”, proseguì, mentre la sua voce tornava improvvisamente seria.

Sentendo quelle parole Pyras spalancò gli occhi, non poco sorpresa dalla notizia. Per la verità, non si sarebbe aspettata di dover scendere in azione così presto … dopotutto, erano appena stati investiti e per quanto la situazione fosse drastica quella realtà le sembrava ancora troppo strana per accettarla come reale. Tuttavia, in fondo avrebbe dovuto abituarsi presto a quella situazione: ormai era un Cavaliere a tutti gli effetti e di conseguenza i suoi doveri verso il Grande Tempio erano come quelli di tutti i suoi compagni.

“Come, di già?”, domandò, con una nota di incertezza nella voce.

Hector annuì appena, sospirando silenziosamente. Osservò per un istante la sua allieva. Erano passati così tanti anni ormai da quando l’aveva presa con sé, e per quanto si fidasse ciecamente della sua forza e del suo valore non poteva non chiedersi come avrebbe reagito quando si fosse trovata faccia a faccia con il mondo orribile e cruento della guerra. Dopotutto, conosceva molto bene il cuore puro e sincero della sua allieva e proprio per questo temeva che la brutalità di ciò che avrebbe dovuto affrontare avrebbe potuto essere troppo per uno spirito ancora innocente e ingenuo come il suo.

“Si, ho ricevuto l'ordine direttamente dalla divina Athena. Ora che la Guerra Sacra è iniziata tutti i Cavalieri devono fare la loro parte, compresi i neo investiti.”, spiegò, scuotendosi dai propri pensieri, “D’altronde, ormai siete in tutto e per tutto dei difensori della pace. Siete dei guerrieri a tutti gli effetti e per quanto appena investiti dovete contribuire alla nostra causa, e poi … ogni uomo sarà essenziale in questa guerra. Non possiamo permetterci sprechi e, decisamente, voi sarete più utili sul fronte che tra queste mura. Il tempo degli addestramenti è finito: è ora di dimostrare ciò che sapete fare ed entrare in azione.”

“Questo lo so ma … pensavo che avrei dovuto aspettare ancora un po' …” , mormorò lei, lasciandosi sedere di peso sull’ampio divano che adornava la zona giorno della Casa del Leone in cui il suo mentore l’aveva convocata. Abbassò lo sguardo, in silenzio.

Vedendola così a Leo si strinse il cuore, capendo perfettamente come si sentiva, poiché anche lui era passato attraverso quella fase quando era ancora una giovane recluta. Dopotutto, aveva provato le sue stesse emozioni e sperimentato quelle stesse paure, quando si era trovato a dover affrontare la sua prima battaglia. C’era anche da dire, però, che lui aveva avuto la fortuna di non trovarsi subito sbattuto in una Guerra Sacra come invece era accaduto alla sua giovane allieva. Pyras avrebbe necessitato di tutto il suo incoraggiamento e del proprio coraggio per superare quella situazione. Quindi con un sospiro si sedette accanto alla sua allieva, cingendole silenziosamente le spalle con un braccio.

“Ascolta, sapevi che prima o poi saresti dovuta partire. Certo, magari non subito e, magari, non per una Guerra Sacra, ma comunque ne eri consapevole.”, disse con tono pacato, massaggiandole silenziosamente la spalla e cercando di incoraggiarla attraverso la propria presenza tranquilla e pacata.

Lei sospirò.

“Si … ne ero consapevole. Tuttavia … come hai detto tu non pensavo sarebbe accaduto così presto. Con una Guerra Sacra, poi …”

Hector allora la prese per le spalle, alzandole delicatamente il mento e spingendola a guardarlo direttamente negli occhi.

“Senti, capisco che tu abbia paura, è una cosa del tutto normale. Tutti hanno paura, persino noi Cavalieri d’Oro, perché è nella natura umana averne di fronte al pericolo. Tuttavia ora sei un Cavaliere ed è tuo dovere proteggere coloro che non possono difendersi da soli. Sei un pilastro essenziale per la pace, ognuno di noi ha il suo ruolo, unico e insostituibile, nel proteggere questo mondo e non possiamo tirarci indietro di fronte a questa realtà. Sarà dura, potremmo non tornare indietro e forse saremo costretti a vedere molti nostri compagni cadere, ma siamo Cavalieri e, quando abbiamo preso le nostre Armature, eravamo consapevoli del peso che avrebbero comportato. E poi, finché resteremo uniti nessuno potrà mai spezzarci e mai, nemmeno per un istante sarai sola, capito?”, disse lui, osservandola seriamente.

La giovane allora annuì appena e Leo quindi sorrise.

“Bene, puoi andare, ma mi raccomando, stai attenta ok?”, concluse lui, posandole una mano sulla spalla.

“Sempre … ma posso sapere almeno di che cosa si tratta? La nostra missione … intendo.”, chiese lei, rendendosi conto che ancora non le aveva detto nulla sul motivo per cui erano stati chiamati in azione.

Il Cavaliere però a quella richiesta scosse la testa, sorridendo lievemente.

“Mi dispiace, ma non spetta a me dirtelo, saprai tutto domani.”, rispose.

“Oh, capisco …” mormorò lei per poi abbracciare il suo maestro con forza affondando il volto nella sua chioma color dell’oro, “Stai attento anche tu però, ok? Te lo chiedo per favore …”, riprese subito dopo.

Vedendola preoccupata Hector ridacchiò, accarezzandole la testa con affetto.

“Non temere, starò attento, te lo prometto. Va bene?”

“Va bene …”, rispose la ragazza per poi sciogliere lentamente la stretta e alzarsi.

Dopo un ultimo sguardo di intesa lasciò il Tempio del Leone, tornando al suo alloggio con la testa ricolma di pensieri.

Rimasto solo Leo si tolse l'armatura per poi stendersi sul letto con lo sguardo pensieroso sul soffitto e le braccia incrociate dietro la testa. Era perso nei suoi pensieri quando …

“Ah, caro Hector, promessa alquanto tosta da mantenere.”, esordì la voce allegra di Libra, appoggiato a una delle colonne.

Leo sussultò, colto di sorpresa, per poi volgere lo sguardo verso l'altro Cavaliere. Alzò gli occhi al cielo … se c’era una cosa per cui quel tipo era noto, era la sua straordinaria capacità di azzerare quasi totalmente il proprio cosmo. Cosa che, solitamente, gli permetteva di comparire come nulla fosse alle spalle dei suoi compagni facendo spesso e volentieri prendere loro un gran bel colpo. Athena trovava la cosa decisamente divertente, ma Leo sapeva solo che, con un’abilità del genere, non avrebbe mai voluto avere Libra come nemico in combattimento.

“Sei sempre il solito, la prossima volta bussa prima di apparire all'improvviso. Guarda che ho quasi quarant’anni … preferirei che non mi facessi venire un ictus prima del tempo”, borbottò Leo, sospirando appena e mettendosi a sedere.

Libra allora ridacchiò.

“Beh … in verità ero qui già da un po' e ho ascoltato ogni cosa ed è evidente di quanto sia preoccupata per te come tu lo sei per lei.”, osservò, abbandonando l’aria divertita per farsi improvvisamente serio e silenzioso.

Hector sospirò: “Lo so e se devo essere sincero anch'io speravo che non l’avrebbero chiamata in missione così presto. È ancora abbastanza sconvolta per tutta questa storia della guerra. Buffo che sia iniziato tutto proprio così presto visto e considerato che avevo promesso a suo fratello di proteggerla a qualunque costo …”

Leo alzò lo sguardo, osservando in silenzio il cielo che, fuori dalla sua casa, iniziava lentamente a tingersi dei colori caldi e soffusi del tramonto. Anche quel giorno era giunto al termine, come molti prima di esso e come molti a venire. A dispetto di tutto, che lo avessero vinto o perso il sole avrebbe continuato a sorgere e a tramontare, incurante dei problemi del mondo. Era ironica come cosa, ma al tempo stesso la consapevolezza di poter sempre ricominciare d’accapo a ogni alba consolava il Cavaliere e gli faceva pensare che, alla fin fine, ogni cosa poteva sempre cambiare per il meglio.

“Lo so, me lo ricordo, c'ero anch'io quella notte e si, anch'io temo per Asterius, dopotutto è il mio allievo. Ma ho fiducia in lui e immagino che anche per te sia lo stesso, no?”, fece Libra, sospirando appena.

Leo annuì con sicurezza.

“Certamente, se non l'avessi che razza di maestro sarei? È come una figlia per me, preoccuparmi per lei … è del tutto naturale. Eppure devo anche cercare di mantenere il mio contegno: sono il suo maestro e per questo non posso mostrarmi debole, devo darle il buon esempio e farle da guida. Ora più che mai.”, disse, lo sguardo basso.

Hilarion nel vederlo così sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.

“Ben detto amico mio e comunque non preoccuparti troppo, ok? Se ti strapazzi eccessivamente ti verranno le rughe.”, gli fece un occhiolino.

“Va bene, va bene … farò come mi hai detto.”, ridacchiò l'altro, divertito e alzando appena gli occhi al cielo.

“Bene, ora vado e ricordati di mantenere la promessa. Conoscendola, se ti dovesse succedere qualcosa quella piccoletta sarebbe capace di scendere negli inferi solo per prenderti a calci nel sedere.”, osservò Hilarion, uscendo.

Hector allora rise, salutandolo in silenzio con la mano, poi rimase di nuovo solo e si ristese sul letto chiudendo gli occhi e lasciandosi finalmente andare tra le braccia di Morfeo.

 

Il giorno seguente Pyras si svegliò di buon ora e dopo essersi lavata il viso e aver fatto una buona colazione indossò l'armatura di Phoenix per poi avviarsi verso il Grande Tempio dove di li a poco sarebbe partita per la sua prima missione. Non sapeva se essere felice o meno, ma di una cosa era certa: aveva una paura del diavolo poiché non solo quello sarebbe stato il suo primo incontro col vero e proprio mondo della guerra, ma non aveva nemmeno la minima idea di quale missione fosse stata affidata loro. A riscuoterla dai suoi pensieri ci pensarono i suoi amici, che la raggiunsero di corsa.

“Ehilà, pronta per la prima missione?”, la salutò allegramente Asterius.

“In tutta sincerità? Per niente, non ci ho nemmeno dormito la notte.” borbottò lei cupa, sbadigliando sonoramente per poi guardarli con occhi interrogativi, “Piuttosto … perchè voi non sembrate minimamente preoccupati?”, chiese poco dopo, le braccia conserte.

A quella domanda arrossirono, colti alla sprovvista.

“Beh, ecco … a dire la verità lo siamo anche noi. Solo che cerchiamo di essere ottimisti. Dopotutto assillarci troppo non potrà che portare pessimi risultati, per cui … tanto vale non pensarci più del dovuto.”, rispose Kyros, grattandosi la nuca e facendo spallucce.

“Oh, beh … questo spiega tutto.”, borbottò lei, in risposta, “Magari fosse così facile anche per me …”

Pegasus allora le diede una pacca sulla spalla, sorridendo incoraggiante.

“Suvvia, dov'è finita la nostra Pyras piena di energie? Cerca di avere un minimo di entusiasmo, se non per noi fallo almeno per Leo.”, osservò.

Sentendo il nome del proprio maestro la giovane sospirò, annuendo appena.

“Si, avete ragione: devo smetterla di preoccuparmi troppo. E poi non siamo nemmeno usciti dal Grande Tempio! È troppo presto per porsi problemi inutili.”

“Brava ben detto!”, esclamò Kyros, alzando un pugno al cielo.

Pyras annuì con un sorriso, poi il gruppo corse verso il Grande Tempio. Quando arrivarono videro che c'erano anche gli altri neo Cavalieri in attesa, ognuno con già addosso la propria armatura e con le bisacce pronte per la partenza. Raggiunsero quindi Talia che li guardò con fare critico, alzando appena un sopracciglio e sbuffando in silenzio.

“Sempre gli ultimi, eh? Maaa … ve lo ricordate o no che siamo in guerra?”, borbottò, dando un'occhiata fugace a Pyras e aggrottando le sopracciglia.

“Ehi, guarda che stavolta non c'entro.”, replicò lei con una nota di irritazione nella voce.

“Ci crederei … se non fossi sempre tu a far tardare tutti, qui.”

Pyras fece per rispondere quando dei passi pesanti non attirarono la loro attenzione. Poco dopo ecco che la figura possente di Taurus, il Cavaliere d’Oro della Seconda Casa, fece la sua comparsa, vestito della sua imponente armatura dorata.

Doveva avere si e no una quarantina d'anni e possedeva un corpo taurino tanto possente da permettergli di guardare dall’alto in basso senza problema alcuno i giovani neo investiti. Sembrava quasi un orso, tanto la sua stazza era imponente. La carnagione era abbronzata mentre lunghi capelli purpurei gli ricadevano lungo i fianchi raccolti in una semplice treccia. Era alto e ben piantato, il volto duro e serio con una barbetta a punta e gli occhi di un intenso color cioccolato fondente. Incuteva timore solo a guardarlo ed era chiaro quanto non fosse affatto il tipo da perdere tempo: tutto di lui lasciava trasparire intransigenza e severità, quasi fosse stato intagliato da un blocco di roccia. I neo Cavalieri non appena videro il suo sguardo sovrastarli rabbrividirono ma quello non parve farci troppo caso, quindi iniziò a parlare con voce profonda e inflessibile.

“Buongiorno, Cavalieri. Io sono Taurus … ma immagino che questo lo sappiate. Quello che non sapete, è che per questa missione sarete sotto la mia diretta supervisione e, quindi, che ogni vostra azione ricadrà direttamente su di me. Sarete sotto la mia responsabilità: mio sarà il compito di riportarvi qui sani e salvi, il che significa che dovrete obbedirmi se non volete trovarvi con qualche arto staccato dal resto del corpo … o peggio.”, fece scorrere silenziosamente lo sguardo su di loro, le mani dietro la schiena, impassibile, quindi proseguì, "Io ho cinque regole, memorizzatele."

Iniziò a camminare avanti e indietro, prima di alzare un dito: “Regola numero uno. Non perdete tempo a fare i ruffiani, non è con le belle parole che salverete le persone e dimostrerete il vostro valore. E poi odio i leccapiedi.”, li osservò in silenzio, prima di proseguire, “Regola numero due. Quando vi chiamo, correte, quando vi dico attaccate, attaccate, quando vi dico ballate la danza del ventre, voi ballate la danza del ventre. Chiaro?”, i presenti deglutirono appena, “Terza regola. Quando sono impegnato non disturbatemi, a meno che il mondo non stia per cadere. Quarta, se quando mi chiamate il mondo sarà già caduto non solo avrete causato un cataclisma, ma mi avrete anche interrotto inutilmente.”

Annuì, osservandoli in silenzio e con le braccia incrociate sul petto.

I giovani si guardarono, mentre Asterius, seppur riluttante, alzava una mano: “Ehm … e la quinta regola?”

Quello sorrise appena, per la prima volta da quando l’avevano conosciuto: “Quando io mi muovo, voi mi seguite.”

Il gruppo annuì senza dire nulla. Solo Pyras si fece pensierosa al riguardo, rimanendo colpita da quella nuova situazione appena creatasi. Di norma si sarebbe aspettata di finire sotto lo stesso Leo, essendo abituata ai suoi dolci e gentili allenamenti. Quello invece era un ambiente del tutto diverso poiché aveva subito capito che Taurus aveva l'aria di un vero e proprio generale ligio al dovere e certamente non avrebbe potuto fare come le pare.

 

Sarà davvero dura, me lo sento.

 

Con quel pensiero in testa infine partì per la missione assieme agli altri neo Cavalieri.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il terzo capitoletto di questa nuova fanfiction su Saint Seiya! Allora, che dire, le acque iniziano finalmente a muoversi e la nostra Pyras affroterà la sua prima missione sotto le direttive del possente Taurus, ce la farà? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio calorosamente Teoth, Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro bellissime recensioni e i loro consigli e ovviamente i lettori silenziosi!

Saluti la vostra EragonForever!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Fiamme all'orizzonte ***


Capitolo 4 : Fiamme all'orizzonte

I neo Cavalieri erano ormai partiti per la loro prima missione al di fuori delle mura sicure del Grande Tempio. Si lasciarono alle spalle la loro casa senza guardarsi indietro, con gli animi avvolti da una tempesta di emozioni contraddittorie, che ricordavano loro come, adesso, fossero dei veri e propri Cavalieri e presto avrebbero dovuto confrontarsi con la dura realtà della battaglia.

Si poteva percepire chiaramente una grande tensione poiché quella era la prima esperienza al di fuori del Santuario. Quel luogo era stata la loro casa, un rifugio sicuro e tranquillo in cui si sentivano protetti dalle insidie del mondo, un luogo sacro che fino ad allora era parso loro come un angolo di pace intoccabile ma che, alla fine, era stato travolto dalla guerra.

E ora che il dovere li chiamava non sapevano nemmeno come comportarsi, specialmente con un comandante del calibro di Taurus che camminava di fronte a loro come un vero e proprio generale. Gli sguardi sui visi di quei giovani erano un miscuglio confuso e incerto di paura, timore, ma allo stesso tempo rispetto e ammirazione. Per quanto infatti avessero presto compreso come fosse complicata l’indole del loro capitano, non potevano non sentirsi attratti e, forse, anche in parte invidiosi della fermezza che dimostrava nello svolgere il proprio compito. Sebbene purtroppo i suoi metodi autoritari tendessero a intimorirli non poco.

L'unica che non batteva ciglio era Talia, la cui espressione era seria e impassibile, quasi distaccata e incurante di quegli eventi che sembrano averli travolti. Era difficile dire se la sua fosse semplice freddezza, o un’insolita forma di strafottenza e superbia … fatto stava che era la sola a non sembrare troppo intimorita dalla situazione. La cosa ovviamente fece innervosire non poco Pyras, che però non disse nulla.

Il silenzio si era fatto non poco teso e quando Taurus iniziò a parlare, tutti sussultarono, colti alla sprovvista. Gli sguardi, decisamente tesi, dei giovani si spostarono sull’uomo che incrociò le braccia sul petto, osservandoli silenziosamente prima di esordire: “Allora, matricole. La missione è relativamente semplice: secondo i nostri informatori un grosso manipolo di truppe infernali si sta dirigendo a Cnosso.”, il silenzio cadde nel gruppo, di fronte alla consapevolezza che avrebbero dovuto proteggere una città ben nota e non certo di secondo piano. Si osservarono, nervosi, mentre quello proseguiva, imperterrito: “La città si trova su un’isola e rappresenta uno scalo fondamentale per i commerci della regione, questo significa che è essenziale precedere le truppe infernali e organizzare una valida protezione. Organizzeremo marce serrate, ogni cinque ore, potrete fermarvi per una decina di minuti, così da mangiare e via dicendo … niente soste. Il viaggio sarà lungo, ma non possiamo concederci il lusso di perdere tempo, quella città è essenziale per la regione ed è nostro dovere proteggerne i cittadini.”

I giovani si osservarono, incerti, quindi annuirono rigidamente.

Pyras assottigliò appena lo sguardo, osservandosi quindi attorno prima di alzare una mano.

Talia e gli altri la osservarono, interrogativi, mentre Taurus le fece cenno di parlare.

La ragazza prese un sospiro, esordendo: “Quindi, noi dobbiamo proteggere Cnosso. Tuttavia, se le truppe infernali arrivano dalla nostra stessa direzione probabilmente potremmo imbatterci anche in villaggi e …”

“Nessuna fermata.”, intervenne lui, anticipando le sue parole. Pyras si bloccò, osservando perplessa il generale mentre quello riprendeva, impassibile: “Gli abitanti di Cnosso ammontano a circa 10.000 unità, senza contare coloro che risiedono all’esterno delle sue mura o nelle zone periferiche. Non possiamo permetterci di perdere tempo con dei villaggi che, al massimo, conteranno si e no un millesimo degli abitanti della città. Dobbiamo essere veloci, e per farlo non permetterò distrazioni.”

Pyras strinse le labbra, in silenzio.

Le parole del comandante, per quanto sensate, erano comunque ben lontane dal suo modo di vedere e, almeno dal suo punto di vista, se si fossero imbattuti in villaggi sotto attacco i cittadini avrebbero avuto lo stesso diritto di essere protetti così come lo avevano quelli della città. Tuttavia, preferì non dire nulla e sebbene con titubanza abbassò il capo, riprendendo le proprie cose e proseguendo la marcia coi compagni.

Li osservò silenziosamente.

Non erano facce nuove. Li aveva visti spesso al Grande Tempio, allenandosi in singolo, con gli altri allievi o col proprio maestro. Tuttavia, a parte Pegasus e Unicorno, degli altri non sapeva moltissimo e nel breve tempo passato dalla loro investitura non era riuscita a legare molto. Certo, Talia sembrava provare una naturale antipatia nei suoi confronti, tendendo a disprezzare la sua indole passionale ed esuberante e non perdendo mai l’occasione per rimproverarle i suoi metodi. Per quanto riguardava gli altri invece non sapeva quasi nulla sul loro conto.

Avrebbe voluto provare a legare, ma con Taurus era meglio evitare di perdere la concentrazione e distaccarsi dalla missione, quindi preferì stare in silenzio. Avrebbe parlato con loro quando sarebbero tornati al Santuario.

Per il resto il tempo che seguì fu incredibilmente teso e solo la presenza dei suoi amici riuscì ad alleviare l'agitazione che le avvolgeva l'animo. Poi però ripensò alle parole di Leo della sera precedente, parole piene di comprensione che le scaldarono il cuore. Aveva ragione, non sarebbe mai stata sola finché avrebbe avuto lui e i suoi amici al suo fianco, e questo bastò per tranquillizzarla, permettendole di concentrarsi sulla missione senza pensare troppo alla complicata situazione che era venuta a crearsi nel gruppo. Infatti, fatta eccezione per lei e i suoi amici, gli altri tendevano a starsene per lo più per i fatti loro evitando di rivolgersi troppo la parola a meno che non fosse strattamente necessario. Non era che si odiassero, semplicemente nessuno pareva intenzionato a fare il primo passo … e poi la missione era ancora all’inizio e avevano tutti ben altro a cui pensare.

Camminarono spediti per cinque giorni abbondanti, con soste brevi unicamente per mangiare e concedendosi poche e sporadiche ore di sonno per poi riprendere la traversata via mare con altre due settimane cariche di tensione. Quando giunsero a Cnosso ripresero la marcia via terra. Tutto sembrava tranquillo finché verso pomeriggio inoltrato non si imbatterono in un villaggio poco distante che era appena stato attaccato.

I suoi compagni si osservarono, nervosi.

Le fiamme lambivano gli edifici, ancora abbastanza lontani, mentre nubi di fumo denso e scuro si innalzavano nel cielo. Sebbene fossero ancora ad alcune leghe di distanza, Pyras avrebbe potuto giurare di sentire le grida e i pianti dei cittadini innocenti che venivano brutalmente uccisi.

Si fermarono, spostando lo sguardo verso il loro capitano che, d’altro canto, non aveva accennato a rallentare: “Muovetevi, abbiamo ancora tre ore al tramonto e dobbiamo arrivare a Cnosso prima di domani mattina.”, si voltò, assottigliando le sopracciglia prima di dire, con un sospiro, “Non pensateci. I nostri nemici sono astuti, sanno qual è il nostro dovere e contano di sfruttarlo per rallentarci … tuttavia la missione è chiara. Muovetevi.”

I giovani annuirono, riprendendo a camminare. Tuttavia Pyras, a quel punto, non poté più starsene a guardare.

“Comandante, in quel villaggio ci vivono delle persone innocenti. Siamo stati investiti come Cavalieri per proteggere coloro che non possono farlo da soli, e quelle persone hanno lo stesso diritto di vivere di qualsiasi altro cittadino.”, replicò.

Taurus scosse la testa, sbuffando appena: “Spiacente ragazzina, ma la missione ha la priorità, e poi che vorresti fare scusa? Sei, anzi, siete, matricole fresche di promozione. Non avete uno straccio di idea su come sia un vero combattimento, di conseguenza nessuno di voi entrerà in battaglia senza il mio permesso chiaro? Non sono intenzionato a dover raccogliere i vostri resti da un campo di combattimento, non finché siete ancora giovani e con una vita intera davanti.” esordì per poi volgere lo sguardo alla ragazza, “Senti, ragazzina, sei il Cavaliere di Phoenix è vero. E che i Cavalieri delle fiamme siano delle teste calde non è un fatto nuovo, tuttavia … qui sono io a decidere cosa si può o non si può fare. Chiaro?”

“Si, si … ci siamo capiti.”, borbottò la giovane, sbuffando, prima di osservare con aria di rimprovero i suoi compagni. Asterius e Kyros fecero spallucce, mentre gli altri, semplicemente, si limitarono a distogliere lo sguardo o a riprendere la marcia.

Strinse i denti, furiosa.

Possibile che nessuno la pensasse come lei?

Veramente erano disposti a lasciar correre e far morire quelle persone?

Osservò in silenzio Taurus che, chiuso il discorso, aveva fatto loro cenno di muoversi e riprendere la marcia verso Cnosso, il loro unico e vero obiettivo.

Si può sapere che razza di Cavaliere è uno che lascia delle persone innocenti al loro destino? Certo, la missione è essenziale ma … non fare nulla? Proseguire come se niente fosse? Che tipo di persona è una che non si cura nemmeno delle vite altrui … siamo dei Cavalieri! Abbiamo fatto un giuramento e … non posso credere che tra le file dei migliori guerrieri del tempio possa realmente esserci qualcuno di così crudele e disposto a lasciare persino morire degli innocenti pensò, osservando ostile e assorta la schiena del comandante che, indifferente, li precedeva lungo il sentiero.

Superarono in un silenzio quasi tangibile il boschetto che costeggiava il villaggio. Ormai, il fumo invadeva la foresta e le grida di quelle persone potevano giungere alle loro orecchie chiare e semplici. Mute richieste di aiuto che, se non avesse fatto qualcosa al più presto, avrebbero trovato la loro fine nel silenzio eterno della loro morte.

E mentre camminava Pyras capì che, volente o nolente, se non fosse intervenuta avrebbe finito con l’essere perseguitata dal senso di colpa per il resto dei suoi giorni. Si era arruolata per difendere i più deboli, era cresciuta seguendo dei valori, nel rispetto della vita e del dovere e non poteva abbandonare tutti quei precetti in cui aveva sempre creduto proprio in un momento come quello.

Non le importava cosa sarebbe successo, lei avrebbe fatto qualcosa.

Mi dispiace, ma io non ci sto pensò, alzando lo sguardo e osservando con occhi di fuoco i propri compagni e il generale che, dal canto loro, continuavano a camminare in silenzio.

Sapeva che se avesse fatto di testa sua sarebbe stata una grave insubordinazione, forse avrebbe persino rischiato di perdere la sua armatura … ma non poteva starsene con le mani in mano. Pensò al suo maestro, convincendosi che, al suo posto, anche lui l’avrebbe appoggiata. Non avrebbe lasciato quegli innocenti al loro destino. Certo, era una matricola, ma questo non significava che non fosse brava a combattere e poi non aveva trascorso tutto quel tempo a spaccarsi la schiena negli allenamenti per farsi uccidere facilmente.

Quando il sole calò, all’orizzonte, il gruppo si concesse finalmente di prendersi una sosta. Prepararono le tende, raccogliendo la legna e occupandosi di prendere delle provviste per la cena … nessuno spiccava parola, quasi che un vento di lutto fosse sceso su di loro. Taurus, silenzioso, si era messo da una parte, arrampicandosi sulla cima di un pino e osservando con aria cupa l’orizzonte. Pyras si chiese come facesse, a essere così calmo a dispetto del massacro che si stava compiendo a solo pochissima distanza dalla loro posizione.

Mentre mangiavano, Pyras osservò i suoi compagni. Non voleva coinvolgere Asterius e Kyros nelle sue intenzioni, e d’altra parte dubitava seriamente che le avrebbero permesso di andare. Per quel che riguardava gli altri, non aveva preso in considerazione nemmeno per un istante l’idea di parlare loro. Aveva il sospetto che difficilmente avrebbero appoggiato il suo piano.

Quindi, non le restava che andare da sola.

Terminato il pasto si prepararono, andando ognuno nella propria tenda per dormire.

Pyras però rimase sveglia e a notte fonda, silenziosa come un gatto, uscì dalla tenda, pronta all'azione.


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un nuovo capitoletto di questa fantastica SaintSeiyafanfiction che sto amando con tutta me stessa. Qui la nostra Pyras si troverà faccia a faccia con un vero e proprio generale che non vuole perdere tempo a salvare delle vite innocenti, ma lei non ci sta … riuscirà nel suo disperato intento di soccorso nonostante il divieto? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Ringrazio calorosamente TotalEclipseOfTheHeart per il suo grande aiuto, Stellareika, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni! Alla prossima avventura gente!

Saluti la vostra EragonForever!

(Capitolo revisionato)


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - A ogni azione una conseguenza ***


Capitolo 5 : A ogni azione una conseguenza

Devo muovermi … sarà pure una follia, e probabilmente il comandante andrà su tutte le furie, ma non posso permettermi di lasciarli morire. Come Cavaliere, e come persona, è mio dovere salvarli.

Questi erano i pensieri di Pyras mentre avanzava silenziosamente verso il villaggio che era stato attaccato nel pomeriggio. Man mano che si avvicinava l'odore di carne bruciata e sangue impregnava l'aria rendendola non poco nauseante, tale da farle venire il voltastomaco, ma si sforzò di non stare male. Non sapeva cosa l'avrebbe aspettata una volta arrivata, sapeva solo che doveva andare, nient'altro. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto per la tensione che poco a poco le avvolgeva le membra mentre procedeva, ma nonostante ciò, continuava a camminare, più che decisa a salvare quelle povere anime da una morte altrimenti certa. Non appena giunse vicino al villaggio, si nascose dietro un albero li vicino per esaminare la situazione.

Quello che vide l'atterrì non poco: lo spettacolo era a dir poco inquietante, del villaggio non rimaneva altro che case ridotte in macerie, o almeno la maggior parte di esse. Il silenzio era tombale, il che la scoraggiò abbastanza: che fosse ormai troppo tardi?

Fuori però non c'erano guardie e questo la fece sorridere, mormorando tra sé e sé: “Tanto meglio, che si credano pure onnipotenti. Così potrò introdurmi nel villaggio più facilmente … sciocchi, impareranno a sottovalutare i Cavalieri di Athena. Proteggerò quelle persone.”

Così, silenziosa come un gatto, avanzò all'interno del villaggio, dove poté vedere da vicino l'orrido spettacolo di morte che le si presentò davanti: a terra erano riversati cadaveri immersi laghi di sangue ancora fresco e scuro, altri erano ormai inceneriti dalle fiamme o bruciavano ancora gridando aiuto e correndo come disperati. In quell'attimo un senso di nausea le attanagliò nuovamente lo stomaco, ma stavolta non riuscì a trattenersi. Le ci volle qualche minuto per riprendersi e quando stette meglio riprese a camminare con passi incerti mentre si guardava attorno con sguardo vigile, pronta a qualsiasi evenienza.

Mh … a quanto pare non è sopravvissuto nessuno … sono arrivata troppo tardi … pensò con amarezza mentre continuava ad avanzare, osservando con una morsa nel cuore una famiglia, ancora abbracciata, ormai incenerita dalle fiamme. Poco lontano, un fienile era ancora immerso dal fuoco, e al suo ingresso spiccava una macabra scena: un cumulo di corpi morti erano ammassati li di fronte. Ovunque, ai lati delle strade come nella piazza, vi erano cadaveri coperti di sangue e ormai pallidi.

“Aiuto!!! Vi prego, aiutatemi!!!”, gridò improvvisamente una voce dal tono decisamente femminile e giovane, riscuotendola dai suoi pensieri.

Dannazione! pensò. Devo fare qualcosa.

Con quel pensiero si mise a correre imperterrita verso il luogo da dove proveniva il richiamo con il cuore che batteva all'impazzata e il fiato rotto dall’ansia.

La voce la condusse di fronte a una casupola in fiamme che, un tempo, doveva essere stata anche un bel negozio. Ora, tuttavia, era immersa dal fuoco e nubi scure fuoriuscivano dalla porta e dalle finestre. Senza alcuna esitazione, si precipitò nella struttura ritrovandosi catapultata in un inferno di fiamme e fumo … macerie e scintille bollenti piovevano dal soffitto, mentre il fumo si addensava. Immerse un pezzo di stoffa in un bacile d’acqua, mettendoselo sul volto così da facilitare la respirazione. Il calore era alle stelle, sapeva, o meglio sentiva, che se fosse rimasta in quell’inferno troppo a lungo avrebbe finito col morire. Avanzò con decisione, i sensi all’erta nel tentativo di evitare i punti in cui il terreno cedeva e di non farsi travolgere dai crolli. Infine, trovò la ragazza in un angolo della cucina e non esitò un secondo avvicinandosi e prendendola da sotto una spalla. Si guardò intorno, e comprendendo che ormai non mancava molto prima che quel posto crollasse si precipitò, sebbene a rilento, verso l’uscita. La ragazza tossiva, era pallida e coperta di cenere, ma la seguì in silenzio.

Si fermò non molto distante e allora poggiò la giovane contro il tronco di un albero, poi la esaminò. Doveva avere si e no la sua età, i lunghi capelli castani le ricadevano lungo la schiena ed erano scompigliati e coperti di cenere scura. A decorare il viso di un tenue color pesca sporco di fuliggine, vi erano due iridi turchesi colme di paura e grondanti di lacrime. Pyras allora la guardò con apprensione.

“Va tutto bene. Tranquilla, ora sei al sicuro.", la rassicurò, sorridendo lievemente e appoggiandole una mano sulla spalla, prima di chiedere, preoccupata, “C’era qualcun altro con te? Sai se è sopravvissuto qualcuno?”

La fanciulla cercò di rispondere ma era ormai stravolta e, infine, si accasciò tra le sue braccia, svenuta.

Pyras sospirò, esaminando il suo corpo esile vestito di una semplice veste bianca sporca di cenere in cerca di eventuali ferite, che fortunatamente non c'erano. Attorno a loro c'era un silenzio a di poco innaturale, cosa che fece insospettire non poco Pyras, che si osservò attorno apprensivamente.

Erano praticamente allo scoperto, se fosse sopraggiunto qualcuno non avrebbe nemmeno potuto contare sulla copertura del bosco per proteggersi.

“Dannazione, siamo in una pessima posizione. E questo silenzio non mi piace per niente.”, si disse tra sé e sé.

Improvvisamente, quattro figure ammantate di nero e dai cosmi decisamente ostili fecero la loro comparsa, emergendo dall’ammasso di fumo e cenere che impregnava l’aria del villaggio ormai distrutto.

Erano degli Spectre.

Fu il più piccolo a farsi avanti per primo sebbene, comunque, dovesse essere anche il più forte dei quattro: il suo corpo emanava un inquietante odore di sangue, che colpì le narici della giovane con un forza che le fece venire la nausea.

“Ohohoh … guarda un po’ chi è giunto a soccorrere questa feccia. Una prode Cavaliere di Athena! Quale onore …”, fece, mentre Pyras lo osservava ostile, aggrottando le sopracciglia, “… comunque sia, meglio per noi. Faremo fuori un seguace del nostro nemico e un rifiuto umano in una volta sola!”

Sentendo quelle parole Pyras li guardò con astio a stento contenuto, frapponendosi dunque tra loro e la fanciulla che aveva appena salvato e osservandoli con sguardo di fuoco. “Provate solo a toccarla, e ve la vedrete con me, chiaro? Vi ridurrò così male da farvi pentire amaramente di aver tolto delle vite innocenti in questo villaggio!”, gridò.

Quelli si guardarono per un istante, prima di scoppiare a ridere fragorosamente.

“Wow, abbiamo una testa calda ragazzi!”, fece l’unico, dei tre, a indossare un ampio mantello che ne copriva quasi totalmente le spalle.

“Speri davvero di spaventarci? Emani puzza di matricola fresca di promozione da tutti i pori, gli sfigati come te nemmeno sanno cosa significhi combattere!”, un altro, dalla mole decisamente imponente e le spalle larghe e possenti.

“Tu non hai la minima idea di chi siamo, vero?”, fece infine il terzo, la cui armatura sembrava un macabro puzzle di ossa scure e contorte.

“Si, so bene chi siete, siete dei dannati bastardi al servizio del male. Gente come voi, che non possiede il minimo rispetto per le vite altrui, non merita certo di rimanersene in vita!!!”, urlò Pyras in risposta, preparandosi a combattere e lasciando che le fiamme bollenti del suo cosmo la circondassero.

I quattro d'altro canto la guardarono, visibilmente divertiti.

“Sciocca, pagherai cara la tua testardaggine. Se proprio ci tieni a morire, ti accontenteremo … qui e ora”, gridò il capo del gruppo, mentre un’aura scura e ostile incendiava il suo cosmo.

Con quelle parole, senza esitare oltre, ebbe inizio lo scontro.

Purtroppo, lo svantaggio dovuto sia alla mancanza di copertura degli alberi che alla minoranza numerica era stato chiaro sin dall’inizio per Pyras. Tuttavia, questo non le impedì di fronteggiare i suoi nemici, determinata a giocarsela fino alla morte pur di proteggere quella fanciulla.

Contava, infatti, di sfruttare le fiamme presenti in quel posto per potenziare le proprie abilità. Sebbene fosse fresca di promozione, era consapevole delle sue abilità nel corpo a corpo e contava di basarsi sugli allenamenti fatti col suo maestro per sopraffare i suoi nemici.

Quello di cui, però, non aveva fatto conto era la maggiore esperienza degli Spectre.

I colpi della giovane erano potenti e incredibilmente precisi, una danza della morte apparentemente impeccabile ma che non poteva, comunque, tenere testa agli assalti perfettamente coordinati dei quattro. Gli Spectre non si facevano problemi a colpirla anche contemporaneamente, utilizzando metodi sporchi per costringerla a tenere loro testa senza che ferissero la fanciulla. Messa alle strette, si rese presto conto che di fronte alla ferocia dei suoi nemici non avrebbe retto.

Lo scontro fu relativamente breve.

Infine, il più piccolo, e decisamente veloce, dei quattro utilizzò una tecnica molto simile a una pioggia di fulmini neri che le perforò il fianco. Uno scroscio di sangue scarlatto cadde a terra, mentre un secondo puntava al suo torace e il terzo la spediva direttamente a sbattere di schiena contro il tronco di un albero vicino.

La sovrastarono, osservandola divertiti nel notare la gravità delle sue ferite e l’impotenza in cui ora si trovava.

“Davvero pensavi, con delle capacità del genere, di poter salvare qualcuno?”, chiese il capogruppo, osservandola derisorio, “Sciocca! Ora ti farò vedere cosa hai guadagnato, nella tua impudenza.”, detto ciò afferrò la fanciulla per il collo, lo sguardo che osservava divertito l’espressione atterrita che si era dipinta sul volto di Pyras.

Cercò invano di alzarsi, ma il più grosso la spedì nuovamente a terra colpendola con un calcio dritto nello stomaco. “Guarda! Guarda i tuoi sforzi che vanno in fumo!”, fece, costringendola per i capelli a osservare la scena.

Il capogruppo sorrise, spezzando quindi, con un colpo secco, il collo della giovane.

“Nooooo!”, gridò Pyras, in lacrime, accasciandosi a terra impotente e maledicendosi per la propria incompetenza. Alla fine, non era riuscita a concludere nulla.

“Povera illusa, eri davvero convinta che il tuo gesto misericordioso verso questa ragazza sarebbe bastato a salvarle la vita?!? Spiacente … ma adesso dovrai morire!”, fece quello col mantello, apprestandosi a colpirla direttamente al cuore.

Fecero per darle il colpo di grazia quando all'improvviso la figura imponente di Taurus si frappose tra loro e la giovane Saint, lo sguardo di brace.

“Spiacente, prima dovrete vedervela con me, Aegon del Toro!”, esclamò con voce tonante.

La mole imponente del Cavaliere d’Oro torreggiò letale sui quattro Spectre, che impallidirono di botto mentre il cosmo dorato di Tauros si ampliava in tutto il suo magnifico bagliore illuminando quella parte del villaggio.

I quattro tremarono, perfettamente consapevoli di chi fosse l’uomo di fronte a loro, quindi fecero per indietreggiare. Gli occhi di Taurus si assottigliarono, mentre al suo fianco comparivano anche i suoi compagni.

“Imparate questa lezione, ragazzi. È una delle regole essenziali in combattimento.”, alzò la mano, mentre quelli iniziavano a fuggire, “Quando avete un bersaglio sicuro, colpite e non smettete di farlo fino a quando non smette di muoversi.”, una sfera di luce dorata travolse i quattro, causando un’esplosione che fece saltare completamente in aria quel poco che rimaneva del villaggio.

Sospirò scuotendo la testa, per poi volgere uno sguardo impassibile verso Pyras che non fece altro che deglutire, troppo debole per dire o fare qualcosa, ma capendo comunque di averla fatta grossa.

Taurus sbuffò, facendo un rapido cenno ai suoi compagni, affinché si occupassero delle sue ferite.

Asterius la osservò, posandole una mano sulla spalla e dicendo: “Tranquilla, quello che conta è che tu stia bene.”

Kyros scosse il capo: “Dannazione, ci hai fatto quasi prendere un colpo!”

Tuttavia, alla fine le tolsero l’Armatura, osservando preoccupati le sue ferite e iniziando a disinfettarle. Furono Asterius e Kyros a occuparsene, gli altri preferirono rimanersene in un angolo, osservando silenziosamente la scena mentre la ripulivano dal sangue e si assicuravano di bendarla.

Pyras non rispose, mentre lo sguardo si spostava di riflesso verso il corpo esanime della fanciulla.

Si morse il labbro, evitando lo sguardo dei compagni mentre un dolore terribile le si faceva strada nel petto. Alla fine, non aveva ottenuto nulla. Aveva cercato di proteggere qualcuno e come unico risultato ne aveva causato la morte ingiustificata.

Ripensò al sorriso soddisfatto dello Spectre, mentre spezzava il collo della giovane, e un motto di rabbia e odio le invase il cuore deluso.

Quando ebbero finito Kyros se la caricò su una spalla per poi fare ritorno all'accampamento. La strada del ritorno fu tesa e immersa in un silenzio tombale, finché non giunsero alle tende e la giovane fu messa su una branda.

Immersa nella semioscurità della propria tenda, Pyras ascoltò in silenzio la marea di voci che si erano scatenate all’esterno mentre i suoi compagni discutevano animatamente riguardo l’accaduto. Improvvisamente, un silenzio cadde nella radura mentre Taurus faceva il proprio ingresso nella tenda, appoggiandosi al palo di sostegno e incrociando le braccia.

Infine, esordì, la voce cupa ma allo stesso tempo terribilmente calma che tuonava nella tenda: “Ero sicuro che, dopo la nostra ultima discussione, le regole della missione fossero più che chiare. NIENTE INTERVENTI SENZA IL MIO PERMESSO.”, osservò, mentre lo sguardo di Pyras si assottigliava, la rabbia che iniziava già a montarle nel petto, “Tuttavia, tu hai preferito fare di testa tua. Ti sei buttata da sola in una missione suicida, per una semplice matricola, e per poco hai rischiato di rimetterci le penne. Hai messo a repentaglio non solo la missione, ma anche la sicurezza dei tuoi compagni. Nella tua arroganza, ti sei comportata in modo imprudente e per tutta risposta cosa ci hai guadagnato?”, fece, indicando con un tremito alla mano le sue ferite.

Pyras lo guardò, senza abbassare gli occhi e, anzi, affrontandolo in silenzio prima di rispondergli.

“Beh … è piuttosto semplice. Sono, anzi, siamo, Cavalieri di Athena. Il nostro dovere è proteggere le persone. Con che coraggio potevamo rimanere a guardare?!?”, replicò, suscitando, infine, l’ira di Taurus.

Il cosmo del Cavaliere arse, mentre si abbassava su di lei fremendo di rabbia: “Quindi è così? Continui, nonostante tutto, a perorare le tue azioni? Anche se, alla fine, non hai ottenuto nulla?”, fece, furioso, “Con questo tuo folle gesto, hai disobbedito a un ordine diretto impartitoti da un tuo superiore senza pensare alle conseguenze. Almeno, rispondi: hai pensato prima di agire?”, gridò.

Pyras sospirò, rispondendo: “Si … si, ci ho pensato. Però … il nostro dovere è proteggere le persone. Io non ho fatto altro che seguirlo. È questo che fanno i Cavalieri.”

Taurus allora batté un pugno sul tavolo, sbottando: “Razza d’idiota. Non capisci che, nel MONDO REALE, non si può salvare sempre tutti? Dovevamo scegliere il male minore, ma tu hai deciso di fare di testa tua. E il TUO DOVERE, come Cavaliere, è startene al tuo posto quando ti viene dato un ordine e obbedire senza protestare!”

Detto ciò, senza darle nemmeno tempo di dire altro, fece dietro front e uscì dalla tenda.

Passarono solo pochi istanti, prima che Aterius e Kyros facessero capolino, osservandola preoccupati e accomodandosi quindi al suo fianco.

“So a cosa state pensando, ma non potevo restare a guardare.”, disse, semplicemente.

Asterius sospirò a quelle parole.

“Questo lo sappiamo, ti conosciamo bene ormai, ma almeno avresti potuto parlarcene no? Se non a Taurus, almeno a noi. Siamo qui per aiutarti, Pyras. Siamo i tuoi amici”, replicò con rammarico.

Pyras allora si fece pensierosa, ponderando le parole dell'amico per cercare le parole giuste per quella situazione. Infine sospirò, guardandoli intensamente.

"Si è vero, avrei dovuto ma … non volevo coinvolgervi mettendovi così nei guai. L'ho fatto solo per proteggervi. Tengo troppo a voi per vedervi morire a causa di un mio errore, non lo sopporterei …", mormorò, abbassando lo sguardo.

I due si guardarono, scuotendo quindi il capo e avvolgendola in un caldo abbraccio.

“Apprezziamo molto le tue parole e sappi che lo stesso vale per noi: se tu ora morissi sarebbe inaccettabile. Ma oggi ti sei quasi fatta ammazzare, quindi ti prego, non fare più una cosa del genere, ok?”, mormorò Kyros, la voce tremula.

La Saint allora ricambiò il loro abbraccio senza sforzarsi troppo.

"Non posso prometterlo ma … voglio essere sincera con voi d’ora in avanti. Quindi ci proverò.”, fece, con un sorriso.

In risposta loro annuirono, rimanendo abbracciati per un tempo che parve un'eternità. Più tardi mangiarono qualcosa assieme e, per quella notte, decisero di fare compagnia all'amica, evitando così di lasciarla sola nelle sue condizioni.

Il giorno seguente partirono all'alba e sia Kyros che Asterius si offrirono di portare la barella dove Pyras era stata adagiata. La traversata verso la città si fece più lenta e carica di tensione dato che l'umore di Taurus non era dei migliori e avevano bisogno di fare molte più soste per permettere ai due Saint di riposarsi e curare Pyras pulendo le ferite e cambiando le fasciature. In questo modo però fu rallentata non poco e nei loro cuori speravano di arrivare in tempo.

Purtroppo però quello che trovarono li lasciò impietriti: la città era già stata messa completamente a ferro e fuoco, gli abitanti erano ammassati per le strade nel loro sangue mentre l'odore di morte nell'aria era nauseabondo. I neo Cavalieri rimasero atterriti di fronte a quel macabro spettacolo.

Osservarono lo spettacolo sotto di loro da una rupe, da cui si poteva osservare tutta la zona circostante. Nubi di fumo si innalzavano verso il cielo, mentre le macerie ormai annerite delle case dominavano la radura.

“C-cosa … che cos’è questo?”, fece Pyras, sconvolta.

Taurus, di spalle, osservava a braccia conserte la scena. Ci fu un attimo di silenzio, quindi risposte, tetro: “Questa cosa, ragazzina, è la conseguenza delle tue azioni.”, il silenzio cadde nel gruppo, mentre la pesantezza di quelle parole perforavano il cuore della giovane, “Ogni azione ha una conseguenza. Questo è il risultato di ciò che hai fatto. E per chi, come te, non pensa prima di agire non c’è spazio tra i Cavalieri di Athena.”, fece, lugubre, prima di girare i tacchi.

“Muovetevi.”, disse, impassibile, mentre quelli continuavano a osservare il macabro spettacolo sotto di loro, “Dobbiamo rientrare per fare rapporto. Ormai … qui non abbiamo più nulla da fare.”, disse, precedendoli.

Quelle parole pesarono come un macigno nel cuore di Pyras … aveva ragione, dannatamente ragione. In quell'attimo un terribile senso di colpa l'avvolse nelle sue spire mentre guardava la città di fronte a loro e capì che se non fosse stato per lei quelle povere anime sarebbero state ancora vive. Aveva sbagliato e ora con quel suo errore ne pagava le conseguenze nel modo più terribile.

Pyras era consapevole, dannatamente consapevole, dell’errore che aveva commesso. Tuttavia, mentre osservava il volto di pietra di Taurus nel fare dietro front sulla via del ritorno, non poté non chiedersi come facesse a restare così impassibile. Erano morte delle persone, eppure non ne sembrava minimamente toccato. E la sola idea di essere sotto gli ordini di qualcuno nemmeno capace di provare emozioni fu, per lei, una consapevolezza orribile come poche.

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un altro capitoletto di questa fantastica fanfiction che sto amando con tutto il cuore essendo Saint Seiya uno dei miei anime preferiti. Che dire, a quanto pare la nostra Pyras l'ha fatta grossa e ora a causa sua la missione principale è fallita … cosa accadrà al suo ritorno al Santuario? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Ringrazio Stellareika, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni! Detto questo alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!

(Capitolo revisionato)


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Nuove Consapevolezze ***


Capitolo 6 : Nuove Consapevolezze

Il viaggio di ritorno verso il Santuario fu silenzioso e carico di tensione.

Nessuno dei neo Cavalieri osava proferire parola, camminavano con lo sguardo basso mentre Taurus stava davanti a loro camminando imperterrito con un'espressione impassibile sul volto di pietra. Era impossibile capire cosa pensasse e, anzi, continuava a procedere come nulla fosse accaduto, sebbene dal modo in cui la sua aura si agitava era chiaro quanto fosse furioso. Pyras d'altro canto era ancora sulla barella, non potendo ancora camminare, anche se le sue condizioni si erano fortunatamente stabilizzate nonostante la gravità delle ferite che grazie alle premure di Asterius e Kyros non si erano infettate. Da quando erano ripartiti da Cnosso lei e il generale non si erano più rivolti la parola, dato che lui era ancora furioso per il suo atteggiamento irresponsabile e il fallimento della missione, sempre sull'idea che una come lei non fosse adatta a essere un Cavaliere. Anche se, ovviamente, da allora si erano ben guardati dal toccare l’argomento: semplicemente, si ignoravano a vicenda, ognuno incatenato alla propria convinzione di aver ragione.

Pyras infatti continuava a vederlo come qualcuno totalmente incapace di pensare alle vite e ai destini altrui e il fatto che, almeno dal suo punto di vista, non sembrasse minimamente toccato dalla morte di quelle povere anime ne era la prova. Mai si sarebbe immaginata che il Grande Tempio disponesse di umini come lui. Ma nel suo cuore sapeva fin troppo bene che aveva ragione. Le immagini di Cnosso rasa al suolo e la morte di quella povera fanciulla per mano di quello Spectre erano ancora vivide nella sua mente, e questo le aveva scavato una profonda voragine nel petto, lasciandole un senso di colpa che mai l'avrebbe abbandonata.

Giunsero al Santuario sei giorni dopo la loro partenza da Cnosso e la notizia del loro arrivo giunse anche alle orecchie della divina Athena, che convocò subito Taurus per fare rapporto. Il Cavaliere allora lasciò i ragazzi dicendo, sbrigativamente e con tono abbastanza seccato, di tornarsene ai loro alloggi, mentre lui si diresse verso il Santuario per il resoconto.

L'ingresso era una lunga sala con ai lati dei colonnati corinzi e delle statue che raffiguravano gli eroi del passato, mentre delle finestre dalle vetrate colorate riversavano nella stanza i raggi del sole, distorti in magnifici giochi di luce. Invece dalla soglia partiva un tappeto rosso che portava al trono dorato sulla quale stava seduta la divina Athena, vestita del suo solito abito bianco con un corpetto che le avvolgeva la vita, mentre in mano teneva lo scettro e i lunghi capelli viola le ricadevano lungo le spalle. Dietro di lei troneggiava una meravigliosa statua in marmo bianco e oro, raffigurante la dea stessa con in mano Nike, la Personificazione della Vittoria. Al suo fianco stava come sempre Sagitter, vestito dell’imponente armatura alata.

Non appena Taurus fece il suo ingresso, la dea lo convocò al suo cospetto e allora il Cavaliere avanzò per poi inginocchiarsi, togliendosi l’elmo dorato e chinando rispettosamente il capo.

“Divina Athena, sono qui per fare rapporto.”, esordì.

“Parla, ti ascolto.”, rispose la dea, osservandolo in silenzio.

Aegon allora prese un profondo respiro e poi iniziò a raccontare.

“Mia signora, purtroppo la missione è fallita miseramente.”, riprese, facendo una pausa. Aveva riflettuto parecchio su come avrebbe dovuto, infine, riferire l’accaduto ed era giunto alla conclusione che girarci attorno non sarebbe servito a nulla. Per questo aveva deciso di andare direttamente al punto.

I presenti e la stessa Athena spalancarono gli occhi a quella notizia, dato che, conoscendo Taurus, era ben noto a tutti che lui non avesse mai fallito una missione, e perciò rimasero non poco sconcertati.

“Fallita? E perché?”, chiese Athena, preoccupata.

Il Cavaliere sospirò, per poi riprendere.

“Lungo la strada per Cnosso ci siamo imbattuti in un villaggio che era appena stato attaccato. Io ovviamente avevo ordinato chiaramente di non intervenire senza il mio permesso, specificando che molto probabilmente si trattava di un diversivo, ma il Cavaliere della Fenice ha deciso di intervenire ugualmente alle nostre spalle. Immagino fosse convinta di poter tenere testa a degli Spectre e per questo è uscita dall’accampamento e si è diretta da sola al villaggio … ma è stata sconfitta e ferita gravemente. Sfortunatamente, a causa delle condizione in cui verteva siamo stati costretti a rallentare la marcia e infine … siamo arrivati quando ormai era già troppo tardi.”, spiegò, abbassando il capo contrito.

A quel racconto Leo, che aveva appena fatto il proprio ingresso, sentendo quindi il rapporto, sussultò. Osservò tristemente la dea che aveva ascoltato silenziosamente il rapporto, per poi sospirare avvilito. Lo sguardo di Athena si fece quindi serio.

“Ho capito”, iniziò, per poi guardare Hector, “Va a chiamare Pyras e dille che l'aspetto nelle mie stanze assieme al Gran Sacerdote. So che è ferita, ma è assolutamente necessario discutere di questa situazione e l’ultima cosa che voglio è causare ancora più scompiglio parlandole di fronte ai suoi compagni.”

“Si divina Athena.”, rispose quello, chinando il capo per poi congedarsi.

Quando se ne fu andato la dea sospirò, tornando a guardare Taurus.

“Grazie per il rapporto, puoi andare.”, concluse, concedendogli un ultimo, e triste, sorriso prima di sospirare.

Aegon annuì per poi alzarsi e uscire dal Santuario, così come gli altri Cavalieri. Solo Sagitter rimase al fianco della dea, così come il Gran Sacerdote.

“Come intendete procedere divina Athena?”, chiese Helladios, serio.

“Non lo so Sagittario, ma escludo la pena capitale, sarebbe crudele privare della vita una così giovane fanciulla. Inoltre ormai siamo in guerra, e l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è privarci dei nostri guerrieri. E poi … non è nel nostro modus operandi ricorrere a pene simili. Tuttavia, le sue azioni sono state ingiustificabili e, di conseguenza, dovrò mettere da parte il buon cuore e decidere la pena più adeguata per ciò che ha causato.”, rispose la dea, alzandosi e andando verso le sue stanze seguita dal Gran Sacerdote, in attesa.

 

Leo nel frattempo era giunto nella dimora dell’allieva, camminando speditamente e chiedendosi tra sé e sé cosa sarebbe accaduto una volta che lei si sarebbe presentata di fronte alla dea. Era perfettamente consapevole dell’errore commesso da Pyras e, per quanto le volesse immensamente bene, sapeva anche altrettanto bene quanto una punizione fosse necessaria. Tuttavia, non poteva non sentirsi il cuore pesante al pensiero che, se lo avesse voluto, la dea avrebbe anche potuto destituirla dal suo ruolo come Cavaliere di Bronzo. Entrò senza nemmeno bussare, lo sguardo impassibile.Pyras era stesa sul letto e i suoi amici avevano appena finito di curarla, assicurandosi di cambiarle le bende e controllando che le ferite non si fossero infettate.

Sospirò, per poi guardare la giovane Saint, serio.

“La dea Athena vuole vederti, mi ha chiesto di portarti da lei.”, disse semplicemente.

Pyras alzò lo sguardo deglutendo appena. Tuttavia non disse nulla, si limitò ad annuire alzandosi, sebbene a fatica, per essere subito presa sottobraccio dal suo maestro e dopo aver guardato i suoi amici infine si diressero al Santuario. La strada fu silenziosa, nessuno dei due proferì parola, era più che evidente il fatto che il suo maestro sapesse bene quello che era successo, ma non era quello il momento dei rimproveri. Già Athena la attendeva, in silenzio, nelle proprie stanze in attesa del giudizio e quindi rincarare ulteriormente la dose senza nemmeno sapere come sarebbero andate le cose non avrebbe avuto senso. Giunti alla scalinata il Cavaliere la salì senza il minimo sforzo, finché non giunsero al Santuario dove si fecero annunciare da un'ancella che avvisò Athena del loro arrivo.

“Mia signora, la ragazza è arrivata.”, disse, semplicemente.

“Molto bene, falla entrare.”, rispose la dea.

L'ancella allora tornò alla sala del trono dove nel frattempo Leo aveva posato l'allieva a terra, quindi prese per mano Pyras per poi condurla al cospetto della dea e congedarsi. La giovane Saint si guardò attorno con aria spaurita, poiché era la prima volta che lei entrava in un luogo simile.

La stanza si presentava in modo abbastanza semplice, era spaziosa con un letto a baldacchino accanto alla finestra, il quale era celato da un drappo di tessuto color porpora a nasconderlo. Al fianco del letto stava un armadio mentre poco distante, nella zona giorno, stavano due poltrone con un tavolino, su una delle quali stava seduta la divina Athena, affiancata dalla figura del Gran Sacerdote. Aveva il volto nascosto da una maschera dorata, ma, sotto le pesanti e ricche vesti del suo ruolo, si potevano chiaramente intravvedere le fattezze di un fisico femminile. Vestiva di una tonaca blu notte con bordi dorati e una fascia del suddetto colore le cingeva la vita. Sotto di essa si poteva individuare un fisico imponente ma slanciato mentre lungo la schiena le ricadevano i lunghi capelli bianco latte con una frangia che ricopriva la sommità della maschera. Anche se non l'aveva mai vista in volto, essendo sua abitudine indossare sempre la maschera, doveva essere una donna molto bella e a giudicare dalle mani in grembo, di una carnagione perfettamente rosea, anche giovane.

Pyras deglutì per poi fare qualche passo incerto finché la dea non la invitò a sedersi. Nel vedere il suo sguardo serio le fu subito chiaro che era venuta al corrente del fallimento della missione, quindi sospirò, rimanendo in silenzio finché Athena non prese parola.

“Oggi Taurus mi ha fatto rapporto, immagino che tu sia consapevole della gravità delle tue azioni.”, esordì sospirando appena con voce seria, senza smettere di guardarla negli occhi nemmeno per un istante.

Sotto lo sguardo impassibile di quella divinità in carne e ossa, per poco la giovane non sentì le proprie forze già esigue venirle meno. Tuttavia alla fine trovò il coraggio di annuire, seppure debolmente, e rispondere: “Si … me ne rendo conto divina Athena … ma non ho potuto fare altrimenti. Se non avessi agito molto probabilmente quel senso di colpa me lo sarei portata nella tomba e …”

“Le tue giustificazioni non serviranno a niente, Cavaliere di Phoenix.”, la interruppe il Gran Sacerdote con freddezza, facendola sussultare, presa alla sprovvista. Il tono della donna era profondo, impassibile e autoritario. Forse in alcuni momenti avrebbe anche potuto risultare gentile, ma in quella situazione la fece solo sentire incredibilmente sottomessa: “Sta di fatto che le tue azioni hanno portato al fallimento di una missione estremamente importante. Avresti dovuto pensarci bene prima di agire ma invece a causa della tua testardaggine, e forse anche della tua totale inesperienza come combattente, abbiamo perso un'importante risorsa per il commercio. E se fosse tutto qui potremmo anche accettarlo. Fatto sta che, e forse non te ne sei resa conto, anche nella città che dovevate difendere c’erano VITE e PERSONE innocenti. Persone che a causa delle tue azioni ora sono morte. E come se non bastasse, hai disobbedito agli ordini di un tuo superiore e per questo meriteresti quantomeno la tua totale destituzione come Cavaliere e l’Esilio dal Santuario.”, riprese con voce dura e impassibile, le mani conserte dietro la schiena mentre, da sotto la maschera, lo sguardo di fuoco degli occhi color ghiaccio della donna la costrinse ad abbassare il capo.

Pyras spalancò gli occhi, incredula, poiché sapeva a cosa si riferiva. Deglutì, facendosi coraggio.

“C-capisco … quindi dovrò andarmene?”, chiese con voce tremula e lo sguardo basso.

Era perfettamente consapevole di cosa ne sarebbe stato di lei se avessero preso un provvedimento simile. Non solo si sarebbe macchiata di un disonore senza uguali, tramite il ritiro della sua armatura, ma sarebbe anche stata costretta ad abbandonare per sempre la sua casa e il suo paese. Avrebbe perso tutto, a nessuno sarebbe più stato permesso di avere contatti con lei. Una pena peggiore della morte.

Athena allora si inginocchiò alla sua altezza posandole le mani sulle spalle con un lieve, seppure triste, sorriso.

“No giovane guerriera, non abbiamo intenzione di fare nulla del genere. È vero, quello che hai fatto è molto grave, ma dai propri errori si impara sempre qualcosa … perciò non ti punirò, ma dovrai comunque riflettere su quello che hai fatto e recuperare le forze ok? Ciò che mi aspetterò, una volta che ti sarai rimessa, sarà che tu dia prova a me così come a tutti noi di essere fermamente determinata a rimediare all’errore commesso, con la dedizione e l’obbedienza. Solo così potrai espiare ciò che hai fatto e riottenere la stima mia e dei tuoi compagni.”

La ragazza annuì in risposta, senza trovare il coraggio di dire o fare qualcosa. Aveva quasi le lacrime agli occhi, perché era perfettamente consapevole che se non fosse stato per il buon cuore della dea avrebbe rischiato un destino terribile. Le era estremamente grata per la sua scelta, ma si trattenne in quanto non poteva permettersi di piangere in una situazione del genere. Athena quindi le sorrise per poi congedarla.

Quando Pyras fu uscita tornò a sedersi sulla poltrona con un sospiro, venendo affiancata dal Gran Sacerdote.

“E' stata fin troppo clemente divina Athena, spero vivamente che sia la scelta migliore. Perché se commetterà altri errori simili saremo noi a pagarne le conseguenze.”, osservò, impassibile, l’ex Cavaliere dell’Altare.

“Lo so, ma al momento riflettere sulle proprie azioni sarà la cosa più giusta. Anche se ha commesso un terribile errore, ciò è stato dovuto solamente al suo cuore ancor troppo ingenuo e giovane: non si è ancora resa conto che a volte è necessario scegliere il male minore. Se avesse agito col preciso intento di condannare la città, allora sarebbe stato un’altra questione. Tuttavia penso che nemmeno lei si aspettasse una conseguenza simile e, pertanto, possiamo solo sperare che abbia imparato la lezione.”, fece, con un sospiro.

“Già … ha ragione …”

Intanto la giovane Saint era tornata nella sala principale dove l'aspettava il suo maestro, che non le fece domande, semplicemente si limitò a prenderla in spalla e scendere la gradinata fino al suo tempio dove la fece sedere su una poltrona della zona giorno.

La Casa del Leone era, come prevedibile, la più luminosa tra i Templi dello Zodiaco. La zona giorno era un ampio salone rettangolare dai pavimenti in candido marmo, le pareti erano sostenute da delle colonne e decorate con bassorilievi anch’essi in marmo. Proprio al centro, vi era un tappeto in oro con dei divanetti e alcuni vasi in ceramica, al centro infine un tavolino in cristallo su cui si trovava un vassoio con del vino e alcuni cesti di frutta. Una delle pareti era costituita da una vetrata dalla quale di poteva godere di una magnifica vista sulla valle sotto tostante al tempio.

Il silenzio era tombale e teso finché la ragazza con un sospiro non prese parola.

“Senti … so che ho sbagliato e anche il Gran Sacerdote lo pensa, ma ho agito nel giusto in fondo no? I Cavalieri non lasciano chi non può proteggersi da solo, me lo hai insegnato tu …”, mormorò a fil di voce.

Hector abbassò lo sguardo, osservando la sua allieva in un silenzio di chiaro rimprovero, quasi come se fosse sbalordito da quelle sue stesse parole, che lei non riuscì a sostenere. Infine, con un sospiro, lui le alzò delicatamente il mento, costringendola a portare l'attenzione su di lui. Sospirò per poi prendere parola.

“Ascolta Pyras, tu sei fermamente convinta di aver ragione, anche quando Taurus, il Gran Sacerdote e Athena stessa ti hanno detto il contrario. Tutti, qui, ti hanno ripetuto che le tue azioni non erano affatto giustificate e francamente mi sorprende che tu sia ancora ferma nelle tue convinzioni. Ma se proprio tieni al mio parere, ebbene sappi che anch’io la penso come loro: ossia che hai commesso un errore.”, esordì, posandole le mani sulle spalle, “Senti … è vero che era dura abbandonare quelle persone al proprio destino, ma la città in questo caso aveva la priorità, lo capisci vero?"

Pyras annuì.

“Si, lo capisco ma … non potevo rimanere ferma a guardare. Io … io pensavo di fare la cosa giusta …”, rispose, la voce che le tremava.

“Lo so, ti capisco … tutti a volte pensano di fare la cosa giusta, e se fossi stata consapevole del tuo errore di certo non ti saresti mossa in quel modo. Purtroppo però in questo caso tu invece hai fatto la cosa sbagliata, non si potevano difendere entrambe le persone. E intestardendoti nel difendere quel villaggio, e per lo più da sola, ha rallentato la missione, fallita per l'appunto a causa della tua testardaggine dato che non sei riuscita nel tuo intento.”

A quelle parole gli occhi di Pyras si velarono, ma cercò di reprimere le lacrime.

“Lo so ma … ma … pensavo di essere abbastanza forte per riuscire a tenere testa a quelli Spectre. Io … non mi sono resa conto di non essere ancora pronta.”

“Ti capisco, tutti all'inizio pensano la stessa cosa … ma hai rischiato sul serio di morire. Se Taurus non fosse intervenuto a quest'ora non saresti nemmeno qui …”, replicò Leo, estremamente serio.

In quel momento la giovane Saint non poté più trattenersi e scoppiò in lacrime.

“Si e mi dispiace ma … non potevo permettere che facessero del male a quella ragazza. Aveva già perso la sua famiglia, e il suo villaggio. Io … io volevo salvarla ma … ma non sono riuscita a fare niente. Ero a terra, impotente. L’ho vista morire di fronte ai miei occhi e non ho potuto nemmeno … nemmeno …”

Il calore del petto del suo maestro interruppe il suo sfogo, permettendole di versare tutte le lacrime che fino ad allora si era tenuta dentro e lasciandola sfogare in un pianto carico di dolore, frustrazione, ma soprattutto consapevolezza: consapevolezza della gravità del suo gesto, consapevolezza di aver sbagliato e di aver causato la morte di persone innocenti senza nemmeno rendersene conto.

Leo non disse nulla, semplicemente la tenne stretta a se, mentre nella sua mente la rivide quando era ancora bambina, agli inizi del suo percorso per diventare Cavaliere e piangeva quando non riusciva a fare una determinata cosa e lui allora la incoraggiava. Ma in quel momento non aveva parole di conforto, si limitò a farle sentire la sua presenza, che c'era. Pyras pianse senza ritegno per una ventina di minuti buoni, finché non si calmò, con il petto che le doleva e gli occhi rossi per il pianto e il corpo tremante.

“Va meglio adesso?”, chiese lui, asciugandole silenziosamente le lacrime.

“Si, perdonami. Non volevo farmi vedere così …”, rispose la giovane, in un sussurro.

“Ehi, ehi, è tutto a posto.”, la rassicurò Hector con dolcezza.

Pyras sorrise lievemente, perdendosi in quell'abbraccio. Più tardi tornò dai suoi amici dove raccontò loro ogni cosa di quello che era successo. Essendo i suoi amici era chiaro che parteggiassero per lei, sebbene, comunque, fossero consapevoli dell’errore che aveva commesso.

Quel pomeriggio per distrarla dagli avvenimenti della mattinata, anche se era ferita, decisero di portarla a fare un giro. Purtroppo però mentre camminavano, videro non molto distante gli altri neo Cavalieri che parlavano tra loro riguardo alla missione appena conclusa.

“Secondo voi come vi sembra questa Pyras?”, esordì Constantine del Cigno, passandosi una mano sui capelli bianchi dalle sfumature argentee.

“Non lo so, a me è sembrata una vera e propria irresponsabile, ha fatto una cosa del tutto sbagliata, per forza la missione è fallita.”, replicò Calipso di Andromeda, accarezzandosi nervosamente una ciocca dorata della sua chioma.

“Sono d'accordo.”, replicò Talia, secca.

“Anche secondo me.”, commentò Zenais del Lupo, gli occhi dorati illuminati di serietà.

Nel sentirli Pyras sospirò, per poi tornare indietro con i suoi amici senza dire nulla, consapevole che avrebbe dovuto affrontare anche il biasimo di coloro che non la conoscevano davvero.

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il sesto capitoletto della mia SaintSeiyafanfiction! Scusate l'attesa ma fino al 14 sarò impegnata ogni pomeriggio con un corso di cucina che mi terrà purtroppo impegnata tutti i pomeriggi. Ebbene si, la nostra Pyras si trova davvero in una brutta situazione dopo il fallimento della missione. Riuscirà a superare questo difficile momento? Lo scoprirete presto!

Ringrazio calorosamente la mia beta reader TotalEclipseOfTheHeart e i miei fedeli recensori Stellareika, Franky93 e reign_00evil! Alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Troia dalle belle mura ***


Capitolo 7 : Troia dalle belle mura

I giorni che seguirono il giudizio della dea furono molto difficili sia per i suoi amici quanto per Pyras, che dovette trovarsi ad affrontare le dure conseguenze dei suoi errori.

Sebbene infatti avesse il sostegno di Asterius, Kyros e Leo, di contro la maggior parte degli altri suoi compagni, oltre che ovviamente Taurus e molteplici Cavalieri d’Oro, si guardavano bene dal nascondere il proprio disprezzo per le sue azioni. Come se non bastasse poi ciò che era successo era ormai sulla bocca di tutti all’interno del Santuario e la giovane Saint non usciva quasi mai di casa, ancora troppo sconvolta per affrontare la cosa, dato che quel terribile senso di colpa continuava ancora ad oprrimerla. Le parole di Athena erano ancora vivide come non mai nella sua mente e dal giorno della convocazione non aveva mai smesso di esserle grata, anche perché, se non fosse stato per la sua clemenza, ora molto probabilmente si sarebbe trovata in chissà quale luogo dimenticato da Dio, sola e abbandonata da tutti, marchiata con il più grande disonore di un Cavaliere. Rabbrividì al solo pensiero, mentre quella mattina se ne stava al Tempio di Leo a guardare fuori dalla finestra. Grazie alle premurose cure dei suoi amici si era quasi del tutto ripresa, anche se non poteva fare sforzi eccessivi, così era stata momentaneamente esonerata dalle numerose attività del Santuario. Fuori pioveva, così come nel suo animo inquieto, poiché nemmeno quella notte era riuscita a chiudere occhio. I suoi occhi color cioccolato erano incorniciati da profonde occhiaie e i capelli spettinati, lo sguardo perso nel vuoto. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno della mano calda di Leo posarsi sulla sua spalla, facendola sussultare.

“Tutto bene?”, esordì Hector, sedendosi di fianco a lei.

Pyras sospirò, osservando tetra il cielo coperto da una fitta coltre di nubi scure. Forse, lassù, il sole vi era ancora, ma la pioggia non lo rendeva visibile oscurando anche l’animo della giovane e rendendolo incredibilmente pesante.

“Magari, mi sembra di vivere in un incubo da cui mi è impossibile svegliarmi …”, mormorò, la voce che era appena un sussurro.

Leo in risposta le avvolse un braccio attorno alla vita per poi guardarla intensamente negli occhi.

“Ascolta, so bene quanto questi ultimi giorni siano stati difficili per te ma devi cercare di reagire, continuando in questo modo non farai altro che autodistruggerti. Athena ti ha dato una possibilità, cerca di non sprecarla …”

Gli occhi della giovane si velarono, mentre un sottile strato di lacrime iniziava a premere per uscire. Deglutì a forza, cercando di nascondere la tempesta che le stava travolgendo l’animo abbassando silenziosamente il capo.

“Lo so e gliene sono infinitamente grata ma per me è difficile riuscire a vivere con questo terribile senso di colpa, per non parlare che gli altri neo Cavalieri così come tutto il Santuario mi vedono come quella che ha sbagliato e che non dovrebbe nemmeno essere un Cavaliere. E io … io non so più che cosa fare …”, ribatté, cercando di reprimere le lacrime.

Sentendo quelle parole Leo l'attirò contro il suo petto, stringendola in un caldo abbraccio.

“Sbagli a pensare una cosa simile, non è vero che tutti ti vedono in quel modo. Senti, se Athena ti ha dato una possibilità è perché crede in te, così come i tuoi amici e io, che ti conosco meglio di chiunque altro e so bene quale sia il tuo potenziale. Tu pensi di non sapere più cosa fare quando invece è piuttosto ovvio …”

“Ossia?”, chiese Pyras con un filo di voce.

Leo allora sciolse la stretta per poi prenderle il volto tra le mani e posare la fronte contro la sua. La pelle di lui era fresca, come uno scroscio di acqua nell’aridità del deserto, e le permise di schiarirsi le idee facendola sorridere appena.

“Devi dimostrare che si sbagliano, far capire loro che meriti di essere un Cavaliere di Athena, solo così potrai conquistare la loro fiducia.”

La giovane spalancò gli occhi, stupita, per poi abbassare lo sguardo.

“E in che modo?”

Hector allora le sorrise caldamente.

“Dimostra quanto vali e che sei degna di fiducia, il tipo di persona che non si arrende per nessuna ragione, nemmeno di fronte alle difficoltà, una ragazza forte e determinata, ma soprattutto … una guerriera.”

A quelle parole Pyras non poté fare altro che saltargli al collo in lacrime, grata. Non riuscì a dire nulla, poiché quel gesto valeva più di mille parole, Hector sorrise e ricambiò la stretta a sua volta. Rimasero così per un tempo indeterminato e solo dopo qualche minuto sciolsero il contatto.

Fuori intanto aveva smesso di piovere, così maestro e allieva uscirono a guardare l'arcobaleno, uno spettacolo che alla ragazza piaceva molto, poiché sapeva ridarle speranza. Sorrise per la prima volta dopo settimane e Leo non poté che esserne felice.


 

Passò un altro po' di tempo e la giovane Saint si riprese più che bene dalle ferite subite, grazie alle continue cure e al costante supporto dei suoi amici, che per tutto quel tempo le erano stati vicino. Durante la sua convalescenza le voci sul suo conto non erano cambiate, ma le parole di Hector le avevano dato una spinta in più per non arrendersi e alla fine aveva smesso di darci peso, limitandosi a ignorarle.

La Guerra Sacra era entrata ormai nel vivo e le voci che giungevano al Santuario si erano fatte non poco preoccupanti. Così per i neo Cavalieri giunse nuovamente il momento di entrare in azione. Tra tutti Pyras era quella più agitata, dato che gli altri la vedevano ancora come quella che aveva sbagliato e non erano in pochi ad aspettarsi un suo errore da un momento all’altro. Kyros e Asterius però le erano vicino e la loro presenza bastò per rassicurarla. Quella mattina erano nello stesso luogo dove avevano conosciuto Taurus la prima volta e la ragazza se ne stava in disparte, quando Talia l'affiancò.

“Sai … se avessi commesso io un errore in grado di causare migliaia e migliaia di morti innocenti come minimo avrei avuto la decenza di ritirarmi e non farmi più rivedere in giro per il resto della mia vita. Hai proprio una bella faccia tosta, sai?”, disse, osservandola con un sopracciglio inarcato e le braccia incrociate.

Pyras in risposta sbuffò.

“Beh … a quanto pare invece Athena la pensa diversamente, visto che è stata lei a permettermi di restare. Hai qualche problema?”, ribatté, stizzita.

Il Dragone d'altro canto fu stupita da quelle parole.

“Nasconditi pure dietro a queste scuse ridicole, resta il fatto che la missione è fallita a causa tua. E nemmeno le speranze di Athena possono cancellare quello che hai fatto.”, disse, facendo una smorfia disgustata.

Il Cavaliere di Phoenix fece per ribattere quando Kyros le mise una mano sulla spalla.

“Non ne vale la pena, sarebbe solo una discussione inutile.”

Talia allora sbuffò, stizzita, per poi tornare dagli altri in attesa di colui che avrebbe dovuto guidarli nella loro nuova missione, che non tardò a farsi vedere.

Il suo aspetto poteva lasciare intendere benissimo di che Cavaliere si trattasse. Possedeva una carnagione decisamente insolita, color cioccolato, che faceva risaltare le iridi rosso sangue così come i tatuaggi neri a forma di scorpione che ne decoravano il cranio completamente calvo. Sotto la sua armatura dorata si poteva indovinare un fisico robusto e scolpito, mentre dal braccio sinistro si potevano vedere delle bianche cicatrici a forma di graffio. Il braccio destro invece era coperto da una cappa nera, cosa che suscitò subito curiosità, ma nessuno fece domande. Il suo aspetto di per sé incuteva un certo timore, ma solo Zenais pareva tranquillo. Dopo aver squadrato i presenti sbuffò, iniziando quindi a parlare.

“Buongiorno, io sono Scorpio, ma penso che uno di voi lo sappia già.”, esordì, guardando il Cavaliere del Lupo con un sorriso sornione, che salutò, suscitando la curiosità degli altri neo Cavalieri.

“Lo conosci?”, bisbigliò Constantine, perplesso.

“Certamente, lui è il mio Maestro, Dioskuros dello Scorpione.”, fece l'altro di rimando, una punta di orgoglio nella voce.

Sentendo quella rivelazione spalancarono gli occhi.

“Ehhh?!? Seriamente?”, esclamarono in coro.

“Già, proprio così!”, disse, facendo spallucce tranquillo.

Scorpio sospirò.

“Zenais, tu parli troppo …”, borbottò, infastidito.

Il Cavaliere del Lupo di per se fece un piccolo inchino in segno di scuse, senza tuttavia smettere di sorridere. Pyras alzò un sopracciglio, notando come forse, sotto certi aspetti, quei due si assomigliassero parecchio nel modo di atteggiarsi. Non c’era da sorprendersi che fossero maestro e allievo.

“Si … scusatemi …”

Il Cavaliere d'Oro in risposta sospirò con fare seccato per poi riprendere.

“Comunque, la missione che farete con me consisterà nell’impedire che la città di Troia, un importantissimo scalo commerciale, venga attaccata. La mia regola, quando vado in missione, è la seguente: la vostra vita vale più di qualsiasi altra, un Cavaliere morto non serve a niente, di conseguenza se sarete in pericolo dovrete scappare, senza se e senza ma. Intesi?”, riprese con voce dura.

Sentendo quelle parole i neo Cavalieri, compreso Zenais, lo guardarono con gli occhi sgranati, quasi incerti se credere che stesse dicendo sul serio o meno, poiché quello che stava dicendo era semplicemente senza senso. Andava contro a qualsiasi precetto fosse stato trasmesso loro sin da quando avevano iniziato l’addestramento, distruggendo la base stessa dell’ideale dell’essere Cavalieri di Athena e l’idea che un Cavaliere, per di più del suo calibro, potesse pensarla in quel modo aveva un che di assurdo. Zenais dal canto suo non disse nulla, ma dal suo sguardo si intuì fin troppo bene che non la pensava come lui. Stavolta però fu Asterius a parlare.

“Ma … signore, questa regola non ha affatto senso … come maestro sarebbe assurdo trasmettere ai suoi sottoposti un ideale del genere non crede? Questo va contro il nostro credo di Cavalieri di Athena.”

Sentendo quelle parole Scorpio gli lanciò un'occhiata tale da farlo rabbrividire: era chiaro che quell’osservazione, totalmente inopportuna vista la differenza di posizioni, lo avesse infastidito.

“OSI per caso discutere i MIEI metodi razza di moccioso?!?”, tuonò, avvicinandosi fino a piantarsi a nemmeno un millimetro dal suo volto e sollevandolo quindi per la collottola.

Asterius lo osservava terrorizzato, del tutto incapace di spiccare parola, fino a quando quello non lo lasciò cadere a terra sbuffando con disprezzo e voltando il capo per tornare al suo posto.

“Bene, ci siamo capiti, e ora … in marcia.”, replicò, seguito a ruota dagli altri neo Cavalieri, dei quali nessun altro osò proferire parola.

Anche se erano stati investiti da poco avevano sentito diverse voci sul Cavaliere dello Scorpione nel corso del loro addestramento e nessuna di quelle era stata rassicurante, dato che il suddetto interessato era famoso soprattutto per la sua follia in battaglia poiché quando combatteva non si risparmiava nell'utilizzare Antares. Sembrava trovare un certo piacere nel far soffrire i suoi nemici fino a ridurli in fin di vita e questo bastava per provare terrore nei suoi confronti, specialmente tenendo conto che come atteggiamento era quanto mai insolito da parte di un Cavaliere di Athena. Tra loro solo Zenais sembrava tranquillo, dato che era quello che lo conosceva meglio di chiunque altro e col tempo aveva finito con l’abituarsi ai suoi modi singolari. Tuttavia alla fine nessuno fece domande.

Lungo la strada che li avrebbe condotti verso il porto, e da li fino alla loro meta, poterono notare senza problemi l’espressione perennemente impassibile e annoiata della loro guida: sembrava quasi che nulla potesse realmente essere degno di attirare la sua attenzione. Nemmeno quando raggiunsero il porto parve cambiare atteggiamento, limitandosi a guidarli verso il mercantile che li avrebbe condotti a destinazione e a farli salire dopo aver parlato col capitano senza dire nulla. Così, non appena presero la nave che li avrebbe condotti a destinazione, preferirono stargli alla larga sull'altro lato del ponte, dove si misero a guardare il mare: Pyras e i suoi amici da un lato e gli atri neo Cavalieri dall'altro lato della nave

E se inizialmente le tensioni erano state più che evidenti, ora sembrava quasi come se un muro di ghiaccio si fosse eretto tra di loro: ogni gruppo sembrava semplicemente deciso a ignorare l’altro, limitandosi a farsi i fatti propri e a evitare di spiccare parola.

Tra tutti, Zenais era quello più in disparte e se ne stava a guardare l'orizzonte silenzioso quando Pyras, decisa a fare il primo passo, non lo affiancò. Non appena lui la vide alzò gli occhi al cielo, esasperato, prima di sbuffare.

“Che cosa vuoi?”, disse, osservandola con aria palesemente annoiata.

La Saint in risposta alzò un sopracciglio, per poi rispondere.

“Niente di che, volevo solo parlare un po', tutto qui.”, fece, appoggiandosi al suo fianco e osservando a sua volta il tramonto ormai alle porte.

“Non abbiamo nulla da dirci.”, sbottò l'altro di rimando, facendo per avviarsi a passo svelto sottocoperta.

Pyras però non cedette e lo rincorse, fino a raggiungerlo per osservarlo quindi con sguardo serio.

“Senti, lo so che la mia prima impressione è stata pessima, come so anche di aver commesso un errore imperdonabile e credimi, non passa giorno in cui non mi senta in colpa per ciò che è successo a Cnosso. Ora probabilmente tutti voi mi vedete come quella che ha sbagliato, e non tanto perché non sapeva quello che stava facendo quanto piuttosto perché incapace di seguire gli ordini, ma vorrei cercare di rimediare. Perciò … che ne dici di darmi un'altra possibilità? Non dico di perdonarmi, o di dimenticare quello che è successo, ma almeno di impegnarci un po’. Perché non è continuando a ignorarci in questo modo che riusciremo a risolvere le cose, e se vogliamo essere in grado di appoggiarci a vicenda in battaglia forse dovremmo almeno provare a legare.”

Sentendo tali parole Zenais la guardò con fare impassibile, per poi sospirare appena.

“E va bene … di che cosa vuoi parlare?”, concesse infine tornando ad appoggiarsi al bordo della nave.

“Beh ecco … ad esempio vorrei sapere come hai conosciuto Scorpio. È il tuo maestro, giusto?”, chiese, inclinando appena il capo per osservarlo meglio

Sentendo richiesta lui inarcò appena un sopracciglio per poi guardare l'orizzonte.

“Io vengo dai ghetti malfamati di Sparta, vivevo in mezzo a malattie e miseria, tiravo avanti solo grazie al mercato nero e hai furti. Sai, nella mia patria non c’è mai stato posto per i deboli … a Sparta la debolezza non è ammessa, e quindi per sopravvivere si è costretti a farsi strada con le unghie e con i denti. Quelli come me erano costretti a soffrire a causa della nobiltà e la odio tutt'ora. La mia famiglia morì a causa di un'epidemia e pur di proteggere la mia unica sorella rimasta mi unii a un gruppo di briganti capitanati da un Cavaliere reietto e notoriamente malvagio: non mi importava di cosa avrei dovuto fare, per mia sorella sarei stato disposto a fare qualsiasi cosa. Così venni sfruttato per rubare, e per uccidere.”, esordì per poi fare una breve pausa e riprendere, “Un giorno mentre quel mostro mi picchiava per un mio fallimento sprigionai il mio potere e lo uccisi senza volerlo. Quell’esplosione di energia venne subito notata da Scorpio che passava di lì, quindi decise di prendermi con se assieme a mia sorella Agnes. E ora eccomi qui.”

A quel racconto Pyras lo guardò con fare sorpreso.

“Wow, però, una storia davvero molto interessante, immagino che essere suo allievo non sia affatto facile.”, constatò.

“Mh … non è poi una tragedia. Certo, a volte faccio ancora fatica a capire il suo modo di pensare, ma gli devo la vita: ora mia sorella è viva e questo mi basta per dargli tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.”, fece l'altro di rimando.

Lei allora si grattò la nuca con fare nervoso.

“Capisco … comunque adesso non sei più tanto scontroso. Almeno abbiamo parlato un po’ … questo silenzio iniziava a essere veramente estenuante.”, disse.

Zenais sospirò.

“Non fraintendermi, di norma sarei uno socievole … solo che non mi sembrava giusto non concederti un'altra possibilità. Dopotutto, ognuno può commettere i suoi errori, e non penso che tu lo abbia fatto con l’intento di causare quelle morti. Quindi …”, fece spallucce, sorridendo appena.

“Ok … ora vieni, così ti faccio conoscere i miei amici.”, lo invitò la ragazza.

Zenais annuì e la seguì dai suoi compagni, cogliendo così l'occasione per fare nuove amicizie, scoprendo che in fondo non erano poi così male.

Per il resto il viaggio verso Troia continuò tranquillo e senza intoppi.

Giunsero a destinazione dopo due settimane di viaggio, rimanendo stupiti dallo spettacolo che si trovarono davanti: l’intera struttura era saldamente protetta da un’imponente cinta di mura bianche come il latte, quasi lucenti sotto i raggi del sole. Troia era uno spettacolo mozzafiato, vi erano templi un po' ovunque e le case in muratura sembrano essere disposte in perfetto ordine mentre piazze erano decorate con innumerevoli statue raffiguranti il dio Apollo, suo principale protettore. Vi erano poi le bancarelle, le botteghe e persino un ampio spazio aperto in cui si tenevano le lezioni scolastiche.

I suoi abitanti invece vestivano di ricchi chitoni e ognuno sembrava vivere la propria giornata in perfetta spensieratezza, come se la notizia della Guerra Sacra non li sfiorasse nemmeno, cosa che infastidì non poco Scorpio, che iniziò a lanciare occhiate omicide a tutti quelli che gli si avvicinavano. Qualcuno lanciava su di loro sguardi curiosi e si fermava a osservarli, ma nessuno fece domande anche perché la sola presenza della loro guida era più che sufficiente a smorzare gli entusiasmi.

Dopo un po’ però vennero affiancati da un uomo vestito di una vistosa armatura bianca come il latte, ornata da un lungo mantello che sembrava essere stato intessuto direttamente dai raggi del sole. Aveva la carnagione rosea, limpide iridi celesti e una folta chioma dorata con un ciuffo sulla fronte. Sotto la sua armatura si poteva indovinare un fisico atletico e ben allenato, con un arco a tracolla e una faretra.

“Salve, io sono Aurus, Generale Supremo dei Seguaci di Apollo, i protettori di questa città. Voi dovete essere i Cavalieri di Athena suppongo.”, salutò, osservandoli in silenzio. Scorpio osservò in risposta la sua armatura, quasi a chiedersi come facesse a non essere infastidito da tutta la luce che sembrava sprigionare, tra mantello in oro e tutto il resto.

“Si, siamo stati inviati a difesa della città, gli Spectre si sono messi all'opera e, a quanto pare, si stanno dirigendo proprio qui.”, rispose Scorpio, osservandolo impassibile. Sembrava quasi che ne stesse calibrando l’atteggiamento, e dal modo in cui squadrava la sua armatura non sembrava molto contento.

“Capisco … seguitemi, vi condurrò al Tempio di Apollo.”, fece l'altro di rimando.

“Perché il Tempio?”, chiese Talia, scettica.

“Lo scoprirete.”, rispose quello, sorridendo lievemente e guadagnandosi uno sbuffo da parte di Scorpio, alle sue spalle.

Il gruppo allora lo seguì senza fare altre domande. Il generale li condusse sulla sommità della città dove era stato eretto il tempio. Si trattava di una costruzione non molto grande ma in grado di compensare le modeste dimensioni con uno sfarzo decisamente notevole: la struttura era infatti di pregiato marmo bianco che sembrava quasi riflettere la luce del sole. L'interno di per sé non era troppo sfarzoso, almeno se paragonato alla linea di statue dorate poste all’ingresso. L’entrata consisteva in una sala circolare con dei colonnati, anch’essi in marmo, mentre in fondo stava un altarino con dei tendaggi bianchi. Quando infine Aurus scostò le tende, i presenti si trovarono di fronte a una modesta statuetta finemente lavorata, interamente in oro, raffigurante Nike, la Vittoria Alata.

“Immagino che ai vostri occhi questa possa sembrare una statua come le altre ma … non è esattamente così.”, esordì, osservandoli con fierezza.

“E perché?”, chiese Constantine.

Aurus allora si schiarì nuovamente la voce, accennando all’oggetto prima di proseguire.

“Questa statua protegge le mura di Troia da secoli rendendole impenetrabili, per questo in migliaia di anni la città non è mai caduta: è protetta sia dal Possente Apollo che da Nike, la Dea della Vittoria. E fintanto che rimarrà qui dentro le cose non cambieranno. Per questo se dovesse accaderle qualcosa sarebbe una catastrofe.”, spiegò infine.

Sentendo quella spiegazione Scorpio scoppiò a ridere clamorosamente, battendosi le mani sulle ginocchia mentre per poco non gli uscivano le lacrime dagli occhi. I neo Cavalieri lo guardarono perplessi, incerti su cosa dire anche se persino Zenais sembrava essere abbastanza divertito dalla situazione.

E in tutta risposta sia Aurus, che gli altri Seguaci appena sopraggiunti, osservarono il cavaliere con sguardi chiaramente sconvolti.

“Che c'è di tanto divertente?”, fece il generale, con una smorfia di disprezzo appena trattenuta.

Il Cavaliere d'Oro allora placò la sua risata, schiarendosi la voce prima di rispondere.

“Cioè, fatemi capire bene, al di fuori di queste mura sta incombendo la Guerra Sacra e voi ve ne state qui tutti belli tranquilli, credendovi addirittura intoccabili, solo per una dannatissima statuetta?!? Ma non fatemi ridere! Si da il caso che ci siano anche altre persone la fuori, e che se mai il mondo dovesse cadere anche voi finireste nella merda. Quindi … invece di stare qui a lucidare un pezzo di metallo perché non provate a prendere il vostro dovere sul serio e … che so … non rafforzate le vostre difese? Perché diciamocelo, se vi serve una statuetta per pararvi il culo siete messi decisamente male!”, esclamò, gli occhi carichi di un'ira a stento repressa e un ghigno di palese strafottenza stampato in viso.

Aurus però non si scompose.

“Queste mura sono in piedi sa secoli, nessuno è mai riuscito ad entrare e …”, rispose, con aria di chiara superiorità.

In quel momento il suono di un corno lo interruppe e poco dopo giunse trafelato un altro Seguace, vestito però di un'armatura dorata.

“Signore … la … la città …”

“La città cosa?”, lo incitò Aurus, con aria decisamente scocciata.

L'uomo allora prese un profondo respiro.

“Troia sta per essere attaccata.”

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, per prima cosa perdonate l'attesa ma sono stata impegnata … spero possiate perdonarmi. Allora, qui succedono un bel po' di cose, ma quella più importante è la nuova missione dei nostri neo Cavalieri guidati stavolta da Scorpio. Riusciranno a proteggere la mitica città di Troia? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Curiosità, che ve ne pare del passato di Zenais? Interessante vero? Passiamo ora ai ringraziamenti, ringrazio Stellareika, Franky93 e reign_00evil per la loro pazienza e le loro recensioni e la mia beta reader che non mi delude mai! Detto ciò al prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - La Caduta di Troia ***


Capitolo 8 : La Caduta di Troia

Il silenzio, calato come un manto cupo sui presenti, venne infine interrotto dal sorriso di Aurus. Il cavaliere sventolò, sotto lo sguardo palesemente sorpreso dei presenti, la mano come se nulla fosse prima di dire: “State tranquilli, finché ci sarà questa statua niente e nessuno potrà varcare le nostre mura. Siamo tutti perfettamente al sicuro e non c’è nulla di cui preoccuparsi.”

Scorpio allora lo guardò, con un tic nervoso all’occhio che fece indietreggiare palesemente intimoriti i neo cavalieri.

“Stammi bene a sentire bel damerino, noi siamo venuti sin qui per difendere Troia e non per fare la guardia del corpo a una dannatissima statuetta dorata!”, esclamò, furioso.

Aurus in risposta roteò stancamente gli occhi.

“Santo cielo quanto sei noioso. Siete tutti così voi Cavalieri di Athena?”, borbottò, per poi avviarsi verso l'uscita del tempio, “Del nemico ce ne occuperemo noi, voi fate la guardia alla statua. Finché sarà dentro le mura … niente potrà prendere la nostra splendida città.”, concluse, per poi uscire senza dare a Scorpio il tempo di replicare.

Quando se ne fu andato il Cavaliere diede un calcio a una delle colonne dal nervoso: inutile dire che quella andò letteralmente in frantumi, crollando in pezzi mentre i giovani osservavano preoccupati il loro mentore.

Gliela faccio vedere io la città impenetrabile … pensò tra sé e sé il Cavaliere.

 

Intanto, sulla spiaggia, gli invasori stavano per iniziare la loro marcia contro Troia: erano centinaia, tutti fieri nelle loro Surplici color inchiostro, che sembravano quasi assorbire e divorare i raggi del sole. E non solo: ad accompagnarli vi erano anche innumerevoli catapulte e torri d’assedio, arieti e balestre creati appositamente per aprirsi un varco tra le candide mura della città.

Tuttavia … dopo soli pochi minuti di assedio una cruda realtà colpì che le schiere nemiche: nulla sembrava essere in grado di scalfire quelle imponenti mura.

I Seguaci invece, prima di scendere in campo, avevano provveduto nel mettere al sicuro gli abitanti in caso di evenienza.

Anche loro disponevano di un esercito consistente, circa 600 uomini armati d'arco e frecce, e dalla cima delle mura aveva posizionato catapulte e pentole d’olio bollente per respingere i nemici alle loro porte.

Inizialmente, si limitarono a osservare: i fiumi di olio bollente si riversavano sui nemici, ustionandoli e costringendoli ad arretrare, mentre i dardi delle catapulte coperti di pece infiammabile disperdevano le truppe. Solo quando questi iniziarono a tentennare, infine, i Seguaci scesero direttamente nel campo di battaglia.

Pronti a tutto pur di difendere la loro città dall'invasore, senza alcuna paura, i troiani si fiondarono contro le linee nemiche. Forti della loro convinzione, convinti che nulla avrebbe mai potuto superare le loro mura impenetrabili, dovettero comunque ricredersi presto sulla potenza nemica.

Certo, inizialmente l’olio e le catapulte avevano colto di sorpresa gli avversari: tuttavia non ci volle molto prima che gli Spectre riuscissero a ripristinare le righe.

Nuovamente carichi, dimostrarono presto quanto la maggiore potenza dei loro cosmi potesse risultare letale, spazzando via i nemici con facilità devastante.

Persino al tempio dove stava la statua i neo cavalieri poterono percepire tale potere.

Passarono tre lunghi, interminabili giorni: la determinazione dei Seguaci si scontrava con la potenza degli Spectre. E se questi potevano vantare un potere superiore era altrettanto vero che non potendo superare le mura lo scontro avrebbe finito presto col trasformarsi in una guerra di corrosione.

Scorpio allora guardò con sguardo deciso il gruppetto.

“Sentite, io vado a dare un mano ai damerini: non reggeranno ancora per molto, e forse la presenza di qualcuno di serio potrebbe salvare loro le dorate chiappettine. Voi rimanete qui, proteggete la statua: siete Cavalieri di Bronzo, freschi di promozione, in poche parole siete il futuro del Grande Tempio. Quindi non potete crepare, Athena ha bisogno di voi. Ci siamo capiti?”, esordì, il tono di voce che non ammetteva repliche, osservandoli uno ad uno.

“Ma …”, fece per dire l’allievo.

“Niente ma Zenais, lo dico per voi, perciò vedete di non fare qualche cazzata.”, replicò l'altro per poi avvicinarsi al suo allievo e mettergli una mano sulla testa, “Tornerò, non preoccuparti.”, mormorò per poi avviarsi fuori dal tempio, lasciando i ragazzi da soli a guardia della statua.

Zenais d'altro canto tenne gli occhi puntati sul suo maestro finché non lo vide sparire oltre l’ingresso, per poi crollare seduto contro una delle colonne. Quel fatto voleva dire una sola cosa, ovvero che la situazione sul campo non era affatto delle migliori.

E in effetti era proprio così: ormai i Seguaci di Apollo erano allo stremo.

Anni e anni di pacifico e beato isolamento dalle guerre li avevano resi molto meno esperti degli altri cavalieri: si erano così abituati alla propria intoccabilità da diventare molto meno forti della maggior parte dei cavalieri. Il cosmo c’era, certo, ma la loro capacità di controllarlo era di molto inferiore a quella dei nemici, che non faticavano a metterli alle strette e già al terzo giorno di battaglia erano quasi allo stremo.

Stavano ormai per perdere le speranze quando all'improvviso la figura di Scorpio apparve in mezzo alla battaglia avvolta dal suo fulgido cosmo dorato, armato della Cuspide Scarlatta che subito scatenò contro i nemici senza mostrare alcuna pietà. Dietro di lui lasciava solo una distesa di Spectre agonizzanti, sotto gli occhi sconcertati dei Seguaci ancora in piedi. Quando ebbe finito il suo “massacro”, Aurus lo affiancò, scettico.

"Tu non sei uno che segue gli ordini vero? Ti avevo detto di stare con la tua squadra a sorvegliare la statua! E poi …”, il cavaliere osservò palesemente disgustato la macabra opera compiuta dalle cuspidi di Scorpio, “… si può sapere che diamine è questo?!? Sei forse impazzito?!? Dovremmo servire la luce, se vuoi utilizzare metodi del genere chiedi pure ad Hades di prenderti nel tuo esercito!”, sbottò.

Scorpio lo osservò in silenzio, le braccia conserte.

“Ehi, bel visino, mettiamo in chiaro alcune cose. Primo: io prendo ordini solo da Athena e dal Gran Sacerdote, loro mi hanno mandato qui, altrimenti vi avrei già mandati a fare in culo da tempo. Secondo: ti ho salvato il culo, quindi zitto e impara un po’ di umiltà. Terzo: i miei allievi non sono certo come i tuoi damerini, sanno cavarsela anche da soli. Quindi zitto e lasciami lavorare!”, esclamò irritato, per poi andare in prima linea in aiuto dei Seguaci.

Presto la battaglia prese tutt’altra piega: Scorpio, da solo e in quanto Cavaliere d’Oro, era più che sufficiente a tenere testa a orde e orde di nemici anche allo stesso tempo. Le sue capacità di comando, sebbene spesso dittatoriali, spingevano i Seguaci a vittorie sempre più significative e chi si lamentava finiva con l’essere “accidentalmente” colpito da qualche suo pugno. Scorpio però non ci badava, ben sapendo che il suo intervento avrebbe cambiato le sorti della battaglia.

 

L'emanazione del cosmo di Dioskorus si udì fino al tempio sulla sommità della città, dove i neo Cavalieri stavano facendo la guardia alla statua del Divino Apollo. Erano passate si e no due ore da quando Scorpio era sceso sul campo di battaglia, e ognuno cercava di ammazzare il tempo come poteva, un'espressione annoiata in volto. Pyras più di tutti era quella che fremeva per non starsene lì con le mani in mano, tanto che alla fine l'istinto di entrare in azione prese il sopravvento, quindi scattò in piedi con decisione.

“Ok, sentite, che cosa stiamo qui a fare? A sorvegliare questa statua finché la battaglia non finisce? Tanto qui non possono entrare e quindi non può essere rubata. La fuori però c'è gente che sta morendo e io francamente di stare qua a fare la guardia del corpo a un cavolo di pezzo d'oro non me ne può importare un fico secco.”

Sentendo quelle parole Talia la fronteggiò, incrociando le braccia e osservandola gelidamente.

“Sei seria? E cosa vorresti fare? Andare la e farti ammazzare? Non credo di sbagliare se dico che, forse, la lezione di Cnosso non ti è bastata.”, replicò.

Pyras fremette, cercando di contenersi.

“Stavolta andrà diversamente.”, disse a denti stretti.

“Si certo come no … ti ricordo che se non fosse stato per la clemenza di Athena a quest'ora tu non saresti nemmeno qui, vuoi per caso essere esiliata per sempre dal Santuario? Non dico che mi dispiacerebbe, ma un Cavaliere in meno è sempre un Cavaliere in meno e se tu fai cavolate ci rimettiamo anche noi.”, disse, freddamente.

La Saint a quelle parole non rispose e si limitò a sedersi contro una delle colonne. Talia aveva ragione … tremendamente ragione, se avesse fatto un altro errore come quello di Cnosso stavolta sarebbe stata esiliata per davvero e avrebbe dovuto lasciare per sempre coloro che amava senza poterli mai più rivedere e quel solo pensiero bastava per farla tremare. Ma c'era anche da dire che la fuori c'erano persone innocenti che stavano morendo e non poteva permetterlo, non dopo aver visto quella povera ragazza morire di fronte ai suoi occhi, non poteva. In ogni caso avrebbe agito comunque.

Talia osservò silenziosamente la giovane, corrugando le sopracciglia. Non si fidava minimamente del Saint di Phoenix, motivo per cui decise di radunare gli altri neo cavalieri, eccetto ovviamente i due amici della ragazza.

“Sentite, dobbiamo tenerla d'occhio, è fin troppo prevedibile e se farà un'altra cavolata come a Cnosso finiremo tutti nei guai.”, esordì a bassa voce.

Gli altri la guardarono con fare perplesso.

I presenti annuirono concordi, eccetto Zenais che parve oscurarsi appena, incrociando le braccia: “Sei sicura che sia proprio necessario? Anche lei sa cosa accadrebbe se dovesse disobbedire nuovamente agli ordini.”, disse.

“Credimi, sono più che sicura, la cosa più logica sarà decidere dei turni durante la notte: non è totalmente scema, se lo farà lo farà mentre pensa che stiamo dormendo. E poi diciamocelo: nessuno qui vuole che succeda di nuovo come a Cnosso.”

Quell'ultima frase bastò a convincere gli altri neo Cavalieri che aveva ragione. Quello che era successo nella loro prima missione li aveva scossi profondamente e per evitare che accadesse di nuovo quella era l'unica soluzione, così annuirono.

“D'accordo, faremo come dici, è la cosa migliore se vogliamo evitare il peggio.”, disse infine Constantine.

Talia sorrise appena: “Perfetto. Allora Costantine, tu farai il primo turno, Zenais il secondo, Calipso il terzo e io l’ultimo. Ok?”, chiese.

Annuirono, per poi sciogliersi e tornare ognuno al proprio posto.


 

Non ci volle molto prima che, infine, anche il sole decidesse di congedarsi tramontando oltre l’orizzonte, mentre i giovani Cavalieri si apprestavano ad andare a letto.

Pyras osservò silenziosamente i suoi compagni, prima di abbassare lo sguardo assorta sul fuoco.

Cosa avrebbero pensato i suoi amici? L’ultima volta che se ne era andata in quel modo aveva rischiato di rimetterci la pelle e probabilmente, se gliene avesse parlato, si sarebbero opposti fermamente. Forse avrebbero persino insistito per andare con lei, cosa che non poteva assolutamente permettersi.

Sospirò, massaggiandosi le tempie, prima di seguire gli altri e stendersi sul proprio giaciglio dove finse di addormentarsi.

Attese per un tempo che le pareva quasi infinito, e quando finalmente sentì il respiro dei compagni farsi poco a poco più basso e regolare si decise ad alzarsi. Sgattaiolò silenziosamente fuori dal proprio giaciglio, prendendosi un istante affinché la sua vista si abituasse alla penombra del tempio.

Tese le orecchie, quindi procedette silenziosamente verso l’ingresso.

Aveva quasi raggiunto l’uscita del tempio quando percepì un movimento al limitare del suo campo visivo.

Imprecò in silenzio, voltandosi di scatto, mentre il suo pugno andava a bloccarsi a pochissimi centimetri dal volto di Talia. La giovane alzò un sopracciglio, osservandola ostile prima di chiedere: “Dove credi di andare a quest'ora?”

“Vado a fare il mio dovere di Cavaliere, che forse voi avete scordato … Talia”, disse, tra i denti.

L’altra sorrise appena, prima di spingerla indietro e posizionarsi a braccia conserte di fronte all’ingresso: “Mi spiace, ma non ti permetterò di compiere un’altra sciocchezza … magari che costi la vita a migliaia di persone. Forse non avrai imparato, ma noi si e quindi non ti permetterò di uscire di qui … inoltre nel caso te lo fossi scordata, il nostro dovere è obbedire agli ordini. Non fare di testa nostra. Quindi no … vuoi passare? Bene, ma prima dovrai affrontarmi.”

Pyras alzò gli occhi al cielo, esasperata.

Avrebbe dovuto aspettarsi che un momento del genere sarebbe arrivato: erano state su due linee d’onda completamente differenti sin dall’inizio, era inevitabile che prima o poi si sarebbero scontrate. E certo, Talia sapeva anche essere incredibilmente saccente e frustrante quando ci si metteva, ma comunque Pyras avrebbe di gran lunga preferito posticipare quel momento. Un po’ perché, così facendo, le avrebbe fatto comunque perdere tempo, e un po’ perché per quanto le fosse antipatica l’idea di dover combattere con lei per passare non le piaceva particolarmente.

Erano pur sempre compagne, dopotutto.

Sospirò appena, prima di mettersi in posizione di combattimento: “D'accordo … l'hai voluto tu …”

Scattarono in avanti praticamente nello stesso momento, iniziando a scambiarsi una rapidissima serie di colpi volti a concludere lo scontro il prima possibile. Tra le due, il Dragone era senza dubbio quella in maggiore vantaggio: la potenza titanica dei suoi colpi, addizionata all’impenetrabilità del suo scudo, rendeva i suoi assalti incredibilmente potenti e pericolosi. Pyras tuttavia poteva far affidamento su una velocità maggiore, oltre che su dei riflessi maggiormente pronti, che alla fine le permisero di utilizzare le ombre per comparirle alle spalle e stordirla in un unico colpo netto e deciso.

“Scusa … ma era necessario.”, mormorò per poi correre verso il campo di battaglia.

Corse a perdifiato per le vie della città. Era ancora presto e, sebbene il popolo troiano non sembrasse temere l’esercito nemico ormai alle porte, le strade erano ancora deserte.

Dovette procedere con attenzione, per non farsi scoprire dalle guardie poste all’interno delle mura, e una volta sopra di esse si trovò di fronte a una realtà che mai si sarebbe sognata di vedere: quella del campo di battaglia.

Si sporse appena, impallidendo improvvisamente nel vedere lo spettacolo che si stava svolgendo sotto le mura candide della città: orde e orde di uomini si affrontavano in campo aperto, armature scure e nere come la notte più buia contro quelle fulgide e splendenti dei Seguaci. Le grida giungevano sin li, sebbene si trovasse a metri e metri di altezza, mescolate all’odore metallico del sangue e a quello più secco della sabbia e del sudore. Corpi ormai morti giacevano in pozze di sangue fresco e rosso come il tramonto, mentre gli avvoltoi già iniziavano ad addensare il cielo in attesa del tanto ambito pasto.

Certo, aveva già visto una città venire attaccata. Aveva visto i corpi ammassati ai lati delle strade di Cnosso, aveva percepito l’odore di zolfo e morte nell’aria e aveva già assistito al macabro spettacolo della distruzione perpetrata dei seguaci di Hades. Tuttavia quella era la prima volta che si trovava ad assistere a un inferno simile.

Grazie alla sua posizione privilegiata, poté osservare tranquillamente il procedere dello scontro e fu con un groppo al cuore che si rese conto dello stato sempre più drastico in cui vertevano le forze alleate. Ormai il numero di Seguaci rimanenti si era ridotto a una misera linea dorata che, col supporto dell’esercito cittadino, cercava invano di fermare la sempre più inarrestabile avanzata nei nemici.

Senza esitare oltre scese dalle mura, prima di uscire all’esterno e fiondarsi direttamente a supporto dei compagni.

Alcuni seguaci la guardarono sorpresi, ma non appena videro la furia con cui scatenò le proprie fiamme e il modo in cui esse si abbatterono contro un gruppo di nemici, incenerendoli sul posto, annuirono appena in sua direzione e proseguirono a combattere lasciandola stare.

Pyras si guardò ansiosa attorno.

Il clangore delle armi era così forte da darle alla testa, sentiva il cuore battere all’impazzata e l’adrenalina rendeva i suoi sensi incredibilmente più acuti.

Parò alcuni colpi con successo, contrattaccando e riuscendo a stendere un paio di avversari, quando improvvisamente una mano guantata d’oro non la costrinse a girarsi.

Venne voltata, trovandosi faccia a faccia con gli occhi cremisi di Scorpio: la corazza un tempo dorata del Cavaliere d’Oro era completamente sporca di sangue, la maggior parte incrostato da tempo, e presentava screzi e ammaccature in più punti.

Sembrava un vero e proprio demone sputato dall’inferno per punire i mortali.

“Che diavolo ci fai qui?!? Ti avevo ordinato di rimanere al tempio con gli altri.”, tuonò, furibondo.

"Lo so ma … non ho saputo …", cercò di spiegare, quando non percepì un movimento alle proprie spalle. Cercò di voltarsi, comprendendo solo troppo tardi che non avrebbe fatto il tempo a bloccarlo.

“Attenta!!”, esclamò Dioskorus, spingendola prontamente a terra. Il colpo lo centrò nell’occhio, ma sfortunatamente per il malcapitato che lo aveva sferrato il cavaliere riuscì a bloccarlo, prima di torcergli il braccio dietro la schiena e spezzarlo in uno schiocco secco.

Pyras, a terra, osservò in silenzio il Cavaliere subire quel colpo per difenderla e quando si voltò, con l’occhio coperto di sangue, non poté non ricredersi. Lo aveva considerato un pazzo, e un inetto, eppure ora lui era li ed era stato disposto a subire un attacco non di poco conto per proteggerla.

Scorpio la guardò in silenzio, prima di afferrarla e issarsela su una spalla.

Cercò inutilmente di protestare.

Poteva restare, poteva aiutare, poteva ancora combattere e ne era consapevole.

“Andiamo, hai già fatto troppo per oggi. Ti riporto al tempio …”, disse Scorpio, prima di avviarsi verso la città.

E privati della fatidica presenza del Cavaliere, lentamente le truppe troiane incontrarono la loro disfatta.


 

Tornarono al tempio in silenzio.

Pyras non smetteva di voltarsi verso le mura, chiedendosi come stesse procedendo lo scontro in loro assenza, mentre dal canto suo Scorpio avanzava di fronte a lei marciando in silenzio e a capo chino.

Era furioso, e dal modo in cui i tacchi della sua armatura battevano contro l’acciottolato della strada era più che chiaro.

Giunsero al tempio stanchi, spossati da quella serie apparentemente interminabile di emozioni.

Scorpio fece per andarsene, dicendo: “Io torno sul campo, tu ora vedi di stare qui … chiaro? Perché giuro che se mi disubbidisci ancora una volta farò in modo che quella tua fottuta armatura venga gettata nel primo vulcano attivo che incontriamo e che tu finisca in una nave per l’esilio il prima possibile. Capito?”

“Aspettate!”, i due si voltarono, mentre Zenais li raggiungeva trafelato.

“E adesso che c’è?”, chiese Scorpio, palesemente irritato.

Il giovane si bloccò, mentre gli altri facevano la loro comparsa. Talia, ancora debilitata a causa dello scontro, osservò in silenzio Pyras prima di dire, in tono afono: “La statua … è stata rubata.”

“Cosaaa?!?”, Scorpio li osservò, mentre quelli abbassavano silenziosamente il capo.

Fu Zenais, infine, a trovare la forza per farsi avanti e dare delle spiegazioni: "Non sappiamo come sia successo, quando ci siamo svegliati abbiamo visto Talia priva di sensi e ci siamo affrettati a soccorrerla, senza fare caso alla statua. Quando ce ne siamo accorti era ormai troppo tardi.", fece.

Dioskorus sospirò, quando un boato in lontananza non li costrinse a voltarsi.

Uscirono dal tempio, e fu allora che videro una colonna di fumo nero alzarsi dalle mura, mentre un’orda nera come l’inchiostro si riversava a macchia d’olio all’interno della città.

“Andiamo … non abbiamo più nulla da fare qui.”, disse.

I giovani sospirarono, annuendo appena prima di seguirlo fuori dalla città. Riuscirono a ritirarsi appena in tempo, salendo su una rupe per osservare quindi in silenzio la città che poco a poco veniva conquistata e, infine, rasa al suolo.

Poco lontano, un cittadino osservava con sguardo spento lo stesso spettacolo, la città … tra le mani reggeva la statua dorata.


 

La figura in nero sorrise appena.

Aveva osservato per tutto il tempo il magnifico operato dell’uomo che, tratto in inganno dall’insidioso potere dei suoi sogni, si era introdotto nel tempio per prendere quindi la statua.

Sorrise, mentre una figura praticamente identica a lui, ma dalla chioma color argento invece che dorata, gli si avvicinava silenziosamente alle spalle.

“E’ andata bene … direi.”, disse, freddamente.

L’altro sorrise appena: “Fratello, i miei piani non falliscono mai. Lo sai.”, disse, prima di osservare la scacchiera bianca posta di fianco a loro e accarezzarne silenziosamente la superficie, “E un’altra battaglia … magnificamente conclusa.”


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Sono tornata … tremendamente in ritardo … vi prego di perdonarmi, ma ero al mare e sono tornata sabato, ma comunque eccomi qui! Ebbene si, per farmi perdonare la seconda parte sulla seconda missione della nostra Pyras sotto la guida di Scorpio ... purtroppo fallita nuovamente a causa sua … che cosa l'aspetterà una volta tornata al Santuario? Verrà esilita o la Divina Athena avrà nuovamente clemenza? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio calorosamente la mia beta reader TotalEclipseOfTheHeart per il suo ottimo lavoro e i miei cari prodi recensori Stellareika, Franky93 e reign_00evil per il loro sostegno e supporto e anche i lettori silenziosi. Detto ciò non posso che dirvi … alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Una dura punizione ***


Capitolo 9: Una dura punizione

Il viaggio di ritorno ad Atene fu, se possibile, persino peggiore del precedente: anche i suoi amici, questa volta, si limitarono a solo poche parole di conforto, rimanendo per il resto del tempo in silenzio.

Pyras percepì chiaramente la loro delusione, e anche se non fecero come gli altri, isolandosi, poteva sentire quanto quel suo ultimo gesto li avesse delusi. E non tanto per il fatto in sé, quanto piuttosto per lo spavento che avevano provato quando si erano resi conto che avrebbe potuto morire.

E questa volta, inutile dirlo, anche Pyras sapeva di aver fatto il passo decisamente più lungo della gamba. Era perfettamente consapevole di aver commesso un errore imperdonabile, specialmente dopo ciò che era successo in precedenza: avrebbe dovuto concentrarsi nell’ottenere il proprio riscatto, eseguendo gli ordini e dato prova della propria perseveranza e dedizione. Invece, alla fine non era riuscita a mettere da parte la propria testa calda, portando infine al fallimento della missione.

Era convinta che, dopo l’esperienza della sua prima missione, fosse finalmente cresciuta: che sarebbe stata in grado di riscattarsi e far comprendere agli altri quanto si sbagliassero sul suo conto. E la consapevolezza di aver fallito nuovamente non le dava pace, specialmente nel terrore di quali sarebbero state le conseguenze.

“Eddai, cerca di stare calma, sono più che sicuro che non verrai bandita, specialmente nel bel mezzo di una Guerra Sacra.”, esordì Asterius, cercando di essere il più rassicurante possibile.

“Sono perfettamente d'accordo. Sia Athena che il Gran Sacerdote sanno quanto sia difficile reclutare dei Cavalieri, non credo potrebbero mai esiliarti.”, aggiunse Kyros.

Pyras sospirò, esasperata.

Erano ormai al terzo giorno di viaggio e si erano da poco accampati per la notte. Lo sguardo della Saint percorse la radura: Dioskorus se ne stava, assorto, su un albero a guardare il cielo mentre degli altri chi non se ne era già andato a letto preferiva di gran lunga rimanersene per i fatti propri.

“Non capite. Già la prima volta mi è andata di lusso: se fosse dipeso dal Gran Sacerdote a quest’ora sarei chissà dove, e di sicuro non qui. È stata Athena a intercedere affinché potessi ricevere una seconda possibilità: mi ha dato fiducia, e io l’ho buttata.”, si morse il labbro, abbassando lo sguardo, “Insomma … questa missione non era qualcosa di piccolo: non dovevamo proteggere qualche carovana di rifornimenti, o raccogliere informazioni sui nemici. Ci era stata affidata la sicurezza di una città … e migliaia di cittadini innocenti sono morti a causa mia. Taurus aveva ragione: non sono degna di essere un Cavaliere di Athena.”, terminò, sospirando.

I due abbassarono silenziosamente lo sguardo.

Amavano moltissimo la loro amica, e sicuramente l’avrebbero spalleggiata sempre: eppure, di fronte a quelle argomentazioni, nemmeno loro potevano dire molto.

Asterius scosse il capo, avvolgendole un braccio sulle spalle: “Ehi … senti, lo sai che noi saremo sempre qui, no? Athena non ti scaccerà dal Santuario, forse ci vorrà un po’ di tempo, e molte fatiche, ma sicuramente riuscirai a riscattarti.”

Kyros annuì: “Pyras, tutti sappiamo che non sei una cattiva persona: ti sei impegnata a lungo per raggiungere l’investitura, hai dimostrato di possedere doti eccezionali e sicuramente un giorno saprai dimostrare il tuo valore.”

Pyras si morse il labbro, prima di dire: “Lo so ma … quanto ci vorrà? E chi vi dice che, alla fine, non fallirò nuovamente? Non è nemmeno detto che Athena mi permetta di rimanere e se dovessi perdervi io …”, scosse il capo.

“Ehi, non dire così, tu non perderai nessuno di noi, te lo posso assicurare.”, disse Asterius.

“Non permetteremo che questa Guerra Sacra ci divida, hai la nostra parola.”, aggiunse Kyros con decisione.

Pyras annuì.

Tre giorni dopo la nave che avevano preso per rientrare approdò finalmente ad Atene e, non appena sbarcarono, Scorpio venne immediatamente convocato da una delle nuove reclute del tempio per fare rapporto alla dea.

Scorpio sospirò appena, lanciando una silenziosa occhiata a Pyras prima di avviarsi verso il Santuario.

Raggiunse la propria destinazione in meno di pochi minuti: aveva dato fondo a tutte le sue capacità di Cavaliere per giungere infine al cospetto di Athena. Si inchinò in silenzio di fronte a lei, prima di iniziare a fare il proprio rapporto: man mano che la storia proseguiva, lo sguardo della dea si faceva sempre più cupo mentre dal canto suo il Gran Sacerdote, visibilmente scioccato, ascoltava in silenzio quel racconto decisamente preoccupante.

Quando Scorpio ebbe finito il suo rapporto, Athena sospirò, osservando silenziosamente il Gran Sacerdote che disse, in tono amaro: “Meglio che non dica nulla, ma questa giovane … Divina Athena, dobbiamo prendere provvedimenti sul suo conto. E in fretta.”

Athena annuì con un sospiro, prima di tornare a rivolgersi a Scorpio: “Va a chiamare il Cavaliere di Phoenix e dille che l'aspetto nelle mie stanze”

“Si, Divina Athena.”, fece quello in risposta, per poi congedarsi.

 

I passi di Pyras divoravano famelici il salotto della Casa del Leone, mentre continuava a muoversi come una fiera in gabbia facendo avanti e indietro senza interruzioni. Non riusciva a stare ferma un attimo, mentre l’ansia per ciò che sarebbe potuto accaderle di li a poco la divorava dall’interno senza darle possibilità di scampo facendo cadere il suo animo in uno stato di preoccupazione sempre più profonda e totale.

Gli sguardi silenziosi di Leo e dei suoi amici la seguivano.

Erano tornati da poco ormai. Leo aveva osservato sconvolto la reazione di lei, che si era precipitata nel tempio per chiudersi nelle proprie stanze senza spiccare parola: erano stati i suoi compagni a raccontare al maestro l’accaduto.

Il Cavaliere non aveva detto nulla, quella volta, si era limitato a sospirare appena e ora osservava silenziosamente la propria allieva.

Era il suo maestro: lui l’aveva cresciuta, lui l’aveva educata e addestrata secondo i precetti del Grande Tempio. Le aveva insegnato tutto ciò che sapeva e l’amava incondizionatamente perché era come un figlia per lui.

Ma ormai era un’adulta, e pertanto il tempo delle consolazioni era finito. Un errore era comprensibile, tutti commettono degli errori … ma ciò che aveva fatto aveva costretto degli innocenti a pagare un caro prezzo, un prezzo terribile. Aveva tradito la fiducia della dea, che aveva deciso di concederle una seconda possibilità, e aveva tradito la fiducia di coloro che le volevano bene.

Lei era la sua famiglia, ma anche la sua allieva.

E pertanto non poteva indulgere su ciò che aveva fatto. Doveva farle capire la gravità delle sue azioni: quindi no, non l’avrebbe consolata. Forse dopo, se tutto fosse andato bene, ma non ora: ora doveva percorrere la strada della redenzione, e doveva farlo con le proprie gambe.

Altrimenti non sarebbe mai maturata abbastanza.

Fu nel mezzo di quelle riflessioni che Scorpio fece il proprio ingresso del tempio, raggiungendo a passi veloci la giovane e osservandola in silenzio prima di dire, semplicemente: “Vuole vederti.”

Pyras e i suoi amici si osservarono, in silenzio, visibilmente preoccupato, quindi lei annuì appena abbassando il capo. Si sentiva come un condannato: un condannato che si avviava verso il patibolo, consapevole che la sua fine era prossima.

“Arrivo.”, disse in un soffio.

Asterius le afferrò il braccio, cercando di dire: “A-aspetta …”, ma lei lo scostò, cercando di sorridere. Si sentiva un peso terribile sul petto, eppure doveva essere forte: per lei, per loro … per tutti coloro che avevano fiducia in lei e che l’amavano.

“Va tutto bene … posso farcela.”, disse, mentre Dioskuros la osservava impassibile.

Leo annuì appena, mentre lei si voltava e, infine, seguiva il Cavaliere d’Oro verso il Santuario.

La salita fino al Santuario fu comunque carica di tensione e nessuno dei due proferì parola, persino quando arrivarono a destinazione e la fecero accomodare nell’ampio salotto di attesa. I minuti parevano eterni, finché un'ancella non la venne a chiamare e la condusse verso le stanze della dea.

Pyras la seguì in silenzio e col capo chino, fino a quando non si trovarono di fronte a un imponente portone a doppia anta, in legno scuro e massiccio. L’ancella la lasciò sulla soglia, limitandosi a fare un breve inchino per poi congedarsi e lasciarla sola ... di fronte al proprio destino.

La Saint osservò nervosamente la porta, incerta sul da farsi, fino a quando la voce insolitamente afona della dea non la riscosse dai suoi pensieri invitandola a entrare.

“Vieni avanti.”

La giovane si morse il labbro, consapevole che quel tono, così terribilmente duro e inflessibile, non significava nulla di buono. Tuttavia alla fine si fece forza, deglutendo in silenzio ed entrando nella stanza, per andare quindi a inchinarsi di fronte alle figure del Gran Sacerdote e della Dea.

Ci fu qualche secondo di silenzio, durante il quale la Saint poteva persino sentire il battito martellante del proprio cuore nel petto, poi con un sospiro Athena iniziò a parlare.

“Scorpio mi ha detto quello che è successo. Immagino che tu ti renda conto della gravità della situazione …”, esordì la dea, osservandola inflessibile.

Pyras abbassò il capo, annuendo appena: “Si … ne sono consapevole. Però, se potesse ascoltare …”

Lo sguardo insolitamente triste della dea la trapassò da parte a parte, costringendola a bloccarsi di colpo mentre il Gran Sacerdote interveniva, fermo: “Spiegare? Cavaliere di Phoenix … sappiamo molto bene come sono andate le cose: Scorpio ci ha fornito un quadro ben strutturato e decisamente completo dello svolgimento dei fatti. Quindi no … non c’è assolutamente nulla che tu possa dire, che sia per giustificarti o meno: hai tradito la fiducia di coloro che credevano in te, ma soprattutto della dea che, gentilmente, ti aveva concesso una seconda possibilità di riscatto. Saint della Fenice, ci sono molti tipi di errori che un Cavaliere può compiere durante la sua carriera ma quelli che TU ti sei dimostrata in grado di fare …”, il Gran Sacerdote scosse il capo, “… hai causato la morte di persone innocenti, Cavaliere. E per coloro che non sanno stare al loro posto non c’è futuro, non qui al Grande Tempio. Ti rendi minimamente conto della gravità di ciò che hai fatto?”

Pyras si morse il labbro, mentre quelle parole la schiacciavano come una pioggia di massi appuntiti. E a ferirla, più che le parole visibilmente sprezzanti del Gran Sacerdote, era lo sguardo immensamente triste della dea, della SUA dea: Athena non aveva detto altro da quando era entrata, limitandosi a osservarla con uno sguardo di triste rassegnazione che la stava letteralmente distruggendo.

Strinse i pugni, inspirando profondamente prima di dire: “Mi spiace … io non …”

Si bloccò, mentre la risata divertita del Gran Sacerdote la bloccava nuovamente, beffarda: “Tu non cosa? Non VOLEVI? O non POTEVI? Cavaliere di Phoenix, sei consapevole che a causa delle tue azioni UN INTERO POPOLO si è estinto per sempre? Credi seriamente che delle scuse li riporteranno in vita?”

“Adesso basta”, la interruppe Athena, suscitando lo stupore della donna, “Credo che la giovane guerriera abbia capito il concetto, non serve rigirare il coltello nella piaga.”, riprese.

Il Gran Sacerdote annuì, riprendendo il suo contegno.

“Perdonatemi Divina.”, rispose quella, prima di tornare a osservare gelidamente la giovane.

La dea in risposta sospirò, massaggiandosi stancamente le tempie, per poi volgere lo sguardo sulla figura silenziosamente distrutta di Pyras.

“Cavaliere di Phoenix.”

Pyras alzò lo sguardo, solo per incontrare gli occhi improvvisamente fermi della dea.

Deglutì con forza, cercando di controllare il turbine di emozioni che le stavano sconvolgendo l’anima di fronte alla vista di quelle iridi solitamente così espressive ora piene solo di rimprovero e delusione. Persino l’aura della dea sembrava emanare sdegno per ciò che aveva fatto, costringendola, a dispetto del fortissimo istinto di fuggire il più lontano possibile, a rimanere immobile in attesa del suo verdetto.

“E’ evidente che infierire oltre non porterà a nulla: penso sia chiaro come, a dispetto dei sensi di colpa, tu non ti sia ancora resa completamente conto della gravità dell’accaduto. Inoltre, giunti a questo punto penso sia chiaro quanto questo atteggiamento non possa rimanere impunito, sono già stata clemente una volta ma evidentemente non è questo l’approccio adatto affinché tu impari dai tuoi errori.”, disse, duramente, senza smettere di guardarla negli occhi.

Il panico si impossessò del cuore della giovane, dilagando nel suo animo fino a farle tremare le gambe e luccicare gli occhi mentre la paura di ciò che potevano significare quelle parole la distruggeva dentro.

“Mia Signora, la supplico non … non mi esili. Questa è la mia casa.”, disse, in un soffio di voce.

Athena la osservò per un istante, prima di alzarsi.

Pyras si morse il labbro, mentre la figura possente della dea la sovrastava costringendola ad abbassare umilmente il capo: “No … fortunatamente per te, questa guerra rende tale opzione impossibile da considerare.”, rispose, dandole tempo per ponderare tali parole, prima di proseguire, “Tuttavia, è necessario che tu rifletta sui tuoi errori: verrai privata della tua Armatura e passerai due settimane nelle segrete così che tu possa riflettere sui tuoi errori. Non potrai ricevere più di una visita al giorno, così che tu possa utilizzare il tempo per meditare su ciò che hai fatto e comprendere la gravità dell’accaduto.”, la mano della dea sfiorò silenziosamente la spalla della giovane, mentre le sue vestigia venivano avvolte da un alone lucente.

Pyras sentì il fiato bloccarsi, mentre la sua armatura, quella parte di sé così legata al suo essere da rappresentare quasi un frammento della sua anima, la abbandonava per poi ricomporsi nella consueta cassa in bronzo al suo fianco, lasciandola quindi solamente con le vesti da recluta.

Osservò incredula la propria cloth brillare, silenziosa, al proprio fianco: era la prima volta che era costretta a separarsene in quel modo e sapeva bene quanto fosse grave. Per un Cavaliere, la privazione dell’Armatura, anche se per un breve periodo, era la peggiore delle punizioni.

Il Gran Sacerdote sospirò appena, superando quindi la dea e costringendola a seguirla verso le segrete.

Pyras non poté fare altro che assecondarla, lasciando le stanze della dea in silenzio, mentre la donna la guidava verso le prigioni per poi spingerla silenziosamente all’interno di una delle celle, chiudendola alle sue spalle.

“Due settimane qui ti rinfrescheranno la mente.”, disse poi il Gran Sacerdote, lasciandola da sola con i suoi pensieri.

Non appena se ne fu andata Pyras si guardò attorno, esaminando la sua dimora temporanea. Era piuttosto angusta, con una branda composta da semplici pelli dall’aria decisamente ruvida e scomoda e un tavolino con una sedia. L'unica fonte di luce erano delle torce alle pareti.

Fu li che, infine, la tensione tanto a lungo accumulata la spinse a lasciarsi andare a terra, sfogando tutto il suo dolore e la sua umiliazione in un pianto silenzioso. Un pianto per le vite che erano state spezzate a causa del suo errore, un pianto per la delusione che aveva letto negli occhi del suo maestro e della dea, un pianto per la consapevolezza di ciò che aveva fatto.

Rimase li per dei minuti che le parvero ore, fino a quando le lacrime non finirono con l’esaurirsi lasciando il suo animo solo e vuoto. Si appoggiò alle pareti della cella, osservando silenziosamente il soffitto, sola con sé stessa.


 

I suoi amici d'altro canto quando seppero della reclusione dell'amica non persero tempo a far presente a chi di dovere come, forse, quel provvedimento fosse troppo duro specialmente per una recluta ancora alle primissime armi. Athena, tuttavia, non volle sentire ragioni e nonostante comprendesse bene il loro dolore in quanto suoi compagni fece loro presente come, dopo ciò che era successo, quella fosse la sola strada percorribile per permettere alla giovane di riflettere sui propri errori.

Ci vollero alcuni giorni per ottenere i permessi per farle visita, in quanto sia il Gran Sacerdote che la Dea Athena erano convinti della necessità di lasciarla in isolamento affinché riflettesse sui propri errori, tuttavia infine riuscirono a ottenere il permesso di vederla.

Non appena la videro rimasero non poco sconcertati dall'aspetto della loro amica: aveva il viso stanco e provato, gli occhi rossi dal pianto contornati da profonde occhiaie, come se non dormisse da giorni, i capelli spettinati e le vesti sporche e lacere. Quando li vide le sue iridi color cioccolato parvero riaccendersi, seppure di poco, e sorrise. La guardia che li aveva condotti li aprì la porta, dando così il permesso ai tre amici di riabbracciarsi.

“Sono davvero contenta di vedervi …”, esordì Pyras, la voce sommessa mentre si abbracciavano.

I due la squadrarono per un istante. Sembrava insolitamente mogia, come se quei pochi giorni avessero notevolmente placato il suo spirito vivace e allegro … quasi che quelle ore trascorse, sola, a ripensare a ciò che era accaduto l’avessero fiaccata profondamente.

Non sapevano se fosse un bene o meno, ma quella che si trovava di fronte a loro non aveva nulla che vedere con l’amica che conoscevano.

“Beh, che amici saremo altrimenti?”, ribatté Asterius, teso, osservandola in silenzio.

“Questa cosa delle visite limitate non ha un cavolo di senso … comunque ora siamo qui, no?”, fece Kyros.

Rimasero abbracciati ancora per qualche minuto per poi sedersi sulla branda.

“Quindi … cosa si aspetterebbe la dea da questo isolamento con esattezza?”, osservò Pegasus dopo un po'. Gli occhi del giovane di soffermarono sulla compagna, che osservava silenziosamente il soffitto accomodata sulla branda.

La giovane parve riscuotersi, scuotendo appena il capo.

“Non … non lo so con certezza. Athena ha detto che mi servirà a riflettere, e in effetti non c’è molto che possa fare: non è che mi trattino male ma … è difficile. Ho tre pasti e un giaciglio tutto sommato buono, ma è il silenzio a mettermi i brividi ... dopo un po’, si ha come l’impressione di trovarsi fuori dal tempo. Soli con sé stessi. E non so se è una buona cosa … non dopo quello che ho fatto, almeno.”, abbassò lo sguardo, mentre gli occhi le si oscurarono nel rivivere gli attimi terribili in cui aveva visto la città cadere e i civili venire brutalmente uccisi.

I due abbassarono lo sguardo.

Effettivamente, il silenzio e la quiete di quel posto mettevano quasi i brividi. Restare li, senza alcuna possibilità di svago, per ore e ore … come doveva essere? C’era di diventare matti.

Lo sguardo di Asterius venne attirato dalle nocche della compagna, arrossate, e da alcune crepe nelle pareti. A quanto pareva, li dentro solo l’allenamento e la meditazione duri e puri poteva distogliere i prigionieri dalle loro sofferenze.

Non c’era da sorprendersi che fosse così mogia.

“Ehi, ehi, tranquilla … calmati, andrà tutto bene ok? Devi solo cercare di resistere un altro po'.”, fece, avvolgendole un braccio attorno alle spalle, “Noi verremo a farti visita il più possibile, una volta al giorno non sarà molto, ma almeno potrai sfogarti un po’ e smettere di pensare.”

“Io … voi non capite. Due settimane qui … come potrò sopravvivere? C’è da diventarci matti, sul serio, e poi quando sarò fuori … vi rendete conto? Mi hanno tolto l’armatura, non c’è disonore peggiore e non oso nemmeno immaginare cosa penseranno le persone di questo.”, disse, amareggiata.

Kyros allora la guardò negli occhi con fare rassicurante: “Si che ce la farai, sei una ragazza forte e niente finora è mai riuscito a fermarti, perciò non permettere a quattro mura di spezzarti.”

A quelle parole la giovane Saint li guardò con gratitudine e sorrise, rassicurata, per poi abbracciarli a sua volta.

“Siete fantastici …”, sussurrò.

“Anche tu …”, risposero entrambi.

Rimasero li per poco più di un quarto d’ora, cercando di sfruttare quel tempo al meglio per darle tutta la forza di cui avrebbe avuto bisogno per andare avanti. Infine, tuttavia, la guardia ritornò: il tempo dato loro per la visita giornaliera era terminato, e per tanto dovevano congedarsi.


 

I giorni seguenti trascorsero con una lentezza tale che, ormai, la giovane sembrava quasi vivere in attesa di quei pochi minuti concessi ai suoi compagni per visitarla.

Cercava di tenersi impegnata, certo: se glielo avessero chiesto, avrebbe saputo dire con certezza il numero delle crepe sul soffitto della sua cella. E ogni giorno era la stessa solfa: sveglia alle sette, colazione, allenamento, pranzo, meditazione, cena e a letto. Tempo per addestrarsi e per pensare non ne mancava di certo, ma la giovane sentiva di star raggiungendo rapidamente il proprio limite: cercava di farsi forza, ma sentiva le energie diminuire di giorno in giorno.

Una mattina, infine, fu con un sussulto che si rese conto di non essere sola: Scorpio la osservava, in silenzio, seduto su uno sgabello di fronte a lei.

“Oh mi scusi, io …”, disse, alzandosi di scatto e cercando di ricomporsi.

“Tranquilla, non sono qui da molto.”, la interruppe l'altro, sventolando la mano.

“Oh … ok … a cosa devo la vostra visita?”, chiese.

“Volevo parlarti …”, disse, prima di togliersi la cappa nera. Era la prima volta che lo vedeva senza, e ora poteva finalmente comprenderne il motivo: sotto di essa, al posto dei muscoli allenati dell’uomo, vi era un braccio in bronzo perfettamente funzionante a sostituire l’arto mancato.

Spalancò gli occhi a quella vista.

“Cosa vi è successo?”, chiese, osservando il braccio.

Scorpio sospirò, per poi iniziare a raccontare: “Questo me lo guadagnai a causa di un’inutile follia alla fine della quale, comunque, non riuscii a salvarle chi avrei voluto.”, esordì, per poi fare una pausa e riprendere, “Io crescetti per le strade assieme a un gruppo di teppistelli, non fu una vita facile. Quando divenni Cavaliere il quartiere fu attaccato da alcuni disertori che decisero di trasformare i bambini in meri oggetti di scambio per il mercato nero. Io ovviamente, che li sentivo vicini, feci di tutto per salvarli, ma nel tentativo un colpo di spada mi tranciò di netto il braccio. Purtroppo non riuscii a fare nulla essendo gravemente ferito. Fu Taurus a salvarmi, ma i bambini morirono. Successivamente mi misero questo braccio, ma ora non posso più usare il mio potere come prima. Per una follia, ora non posso più proteggere chi voglio come invece dovrei.”

La giovane a quel racconto spalancò gli occhi, capendo dove voleva andare a parare. Tutti potevano commettere errori, persino uno dei più temibili Gold Saint, e ogni errore aveva una conseguenza: lui aveva rischiato tutto e in compenso ora si ritrovava senza un braccio, incapacitato a dare il massimo se il fato lo avesse chiesto. Fu in quel momento che capì la portata di ciò che aveva fatto, non obbedendo agli ordini che le erano stati dati. Come aveva potuto essere così stupida? Scorpio sorrise compiaciuto nel vedere come avesse colto nel segno.

“Comprendi ora?”, chiese.

Pyras annuì appena, facendolo sorridere in silenzio.

Si alzò, posandole la mano in bronzo sul capo: “Meglio così … quando sarai uscita di qui, mi aspetto che tu sappia riscattarti. Per ora … cerca di resistere, ok?”

La osservò in silenzio, prima di andarsene.

Pyras sospirò, osservandosi silenziosamente le mani e riflettendo su ciò che aveva appena scoperto.

Inizialmente, quando aveva incontrato Scorpio per la prima volta lo aveva considerato un folle e un inetto: come poteva un Cavaliere d’Oro dire loro che la loro vita aveva più valore di ogni altra? Ora però capiva: a causa della sua incoscienza ora, se fossero stati attaccati, lui non avrebbe potuto usare il suo potenziale al meglio.

Anche lei aveva fatto lo stesso errore e ora se ne rendeva conto. Salvare vita era un loro dovere, ma non se ciò comportava il gettarsi nella mischia senza pensare alle conseguenze.

Sospirò appena, fissando il soffitto.

Mancavano ancora dieci giorni alla fine di quella prigionia: era solo all’inizio.

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il nono capitolo … e scusatemi per il ritardo. Ebbene si, stavolta la nostra Pyras è stata duramente punita come meritava … ma almeno non è stata bandita. Ed ecco che si scopre il passato di Dioskorus, mica male eh? Riuscirà a resistere nonostante la dura punizione? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio la mia fantastica beta reader TotalEclipseOfTheHeart per il suo ottimo lavoro, Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Attacco al Santuario ***


Capitolo 10: Attacco al Santuario

Passarono altri tre giorni.

Il colloquio con Scorpio aveva contribuito non poco a schiarirle le idee, e per quanto ciò non avesse modificato minimamente l’atmosfera a dir poco stressante della sua reclusione, quantomeno era riuscito a darle la forza necessaria per affrontarla.

Ogni mattino si alzava presto, faceva colazione e poi si metteva al centro della stanza a gambe incrociate … e meditava. Meditava fino all’ora di pranzo, cercando di focalizzarsi sulla sensazione dirompente del Cosmo che cresceva. Poi il pranzo, e per finire nel pomeriggio si allenava, senza sosta, fino a calare del sole e al momento di coricarsi.


 

Era l’alba e la giovane si era appena alzata.

Si stiracchiò pigramente, osservando in silenzio il sottilissimo raggio rosato che a malapena riusciva a penetrare nella cella dalle inferriate poste direttamente sopra di lei. Sospirò appena, affrettandosi a vestirsi.

Il sole stava appena sorgendo, per cui il silenzio regnava sovrano sia nelle segrete che fuori. O almeno così fu fino a quando, improvvisamente, la giovane non rimase come pietrificata nel sentire in lontananza il chiaro e tonante rintocco delle campane dall’allarme poste presso il Santuario.

Scattò immediatamente in piedi, scagliandosi contro la massiccia porta in legno di quercia che fungeva da entrata della sua cella, per poi prenderla a pugni disperatamente nel tentativo di attirare qualche guardia e farsi dire cosa stesse accadendo.

“Ehi! Si può sapere che sta succedendo?”, gridò, visibilmente preoccupata, prima di digrignare i denti furiosa e lasciarsi cadere sconfitta sulla propria branda.

Niente, da li non avrebbe potuto fare proprio nulla.

Sospirò appena, cercando di calmarsi per permettersi di pensare lucidamente.

Le Campane di Pallade sono rimaste intoccate per secoli, se ora stanno suonando può significare solamente che il Santuario è sotto attacco. Fortunatamente Hades deve ancora risvegliarsi, ma questo non toglie che i suoi seguaci possano prendere di mira Athena … dannazione!

"Pyras! Pyras, sei sveglia?”, alzò lo sguardo, mentre la voce di Leo la riscuoteva dalle proprie riflessioni spingendola ad alzare il capo allarmata e avvicinarsi alla porta.

Sentì Leo avvicinarsi e sospirò, sollevata: “Ho sentito le campane … devono essere qui per Athena, è il solo motivo che potrebbe condurli al Santuario.”

“Lo so, per questo sono qui: sono venuto a liberarti. Siamo gli unici nel raggio di metri che possano proteggerla, la maggior parte degli altri Cavalieri o è in missione o sta ancora dormendo. Ora spostati.”, fece l’altro frettolosamente.

Pyras annuì, indietreggiando quel che bastava per permettere a Hector di sfondare la possente porta in legno massiccio, riducendola in una miriade di schegge grazie alla forza a dir poco titanica di cui era fornito in quanto Cavaliere d’Oro. L’allieva sorrise appena, nel vedere la potenza a lei ben nota del mentore, per poi avvicinarsi e abbracciarlo silenziosamente.

“Mi sei mancato …”, mormorò, contro la sua spalla strappandogli un sorriso.

“Anche tu …”, esordì Leo per poi sciogliere il contatto e guardarla negli occhi, “Ora ascoltami bene. Non sappiamo ancora in quanti sono, se si tratta di qualcuno di potente o meno … quindi dobbiamo agire con cautela. Io mi occuperò di tenerli a bada, tu invece dovrai andare da Athena e proteggerla.”

Pyras lo osservò perplessa.

“A-aspetta … e se si trattasse di un Giudice Demoniaco o … o di un Dio Minore?”, chiese, visibilmente preoccupata, prima di stringere i pugni, “Non puoi combatterli da solo. È un rischio troppo grande e … e se dovesse accaderti qualcosa …”

Leo sorrise appena, accarezzandole gentilmente il viso, prima di rispondere: “Ehi, calmati va bene? So che hai paura, questo è il Grande Tempio e sicuramente nessuno avrebbe mai immaginato che potessero azzardarsi ad attaccarci in casa. Tuttavia non devi preoccuparti per me, non è la prima battaglia in cui mi trovo e posso assicurarti che andrà tutto bene. Te lo prometto ... ora però dobbiamo muoverci, capisci?”, mormorò lui, osservandola seriamente.

Pyras annuì, avviandosi con lui fuori dalle segrete. Prima di dividersi si scambiarono un ultimo sguardo, nel quale la giovane cercò di imprimere tutto l’affetto e l’amore che provava nei confronti di quell’uomo che per lei era come un padre, quindi si separarono. Mentre correva verso la propria destinazione, Pyras sentiva il proprio animo sempre più pesante, in cuor suo sapeva che Leo se la sarebbe cavata senza problemi, ma temeva ugualmente per la sua vita. Per lei lui era tutto e l'idea di perderlo le risultava a dir poco inconcepibile: sarebbe stato come perdere una parte di sé stessa, e non era sicura di voler sapere cosa avrebbe provato. Corse senza concedersi nemmeno un attimo di pausa, divorando metri su metri e cercando di ignorare come meglio poteva il dolore al fianco e la paura che le divorava l’animo.

Giunse nelle Stanze di Athena affannata, precipitandosi all’interno della dimora della dea col fiato corto e le gambe che le tremavano. Athena si voltò, osservandola chiaramente sorpresa di vederla fuori dalla cella.

“Phoenix, cosa ci fai qui?”, chiese la dea, osservandola.

“Si, lo so … non dovrei trovarmi qui ma anche se ho disonorato lei e il Grande Tempio questo non toglie che il mio unico e solo dovere è quello di proteggerla. Leo ha sentito l’allarme e mi ha liberata, se qualcuno si è introdotto nel tempio sarà sicuramente per farle del male e quindi ha ritenuto opportuno agire in questo modo.” spiegò la Saint, con decisione.

“Capisco …”, la dea osservò silenziosamente fuori dalla finestra, dove il sole stava ancora sorgendo, prima di proseguire, “E lui dove si trova ora?”

Pyras si morse il labbro.

“Ci siamo separati prima di venire qui. Non sapendo chi potesse essersi o meno introdotto all’interno delle nostre difese ha deciso di andare ad affrontarlo. Tuttavia … se riusciranno arrivare fin qui non esiterò ad affrontarli.”, disse, mentre la dea annuiva. Pyras sorrise appena, prima di mettersi in guardia.

Athena la osservò silenziosamente, lo sguardo che percorreva inflessibile la schiena della giovane che dandole le spalle osservava la porta pronta all’azione. Sorrise appena, percependo, a dispetto dei motivi che l’avevano condotta fin li, una grande forza e una determinazione a illuminare il suo animo di giovane guerriera. Non le era difficile comprendere le sue ragioni, il suo desiderio di proteggerla e di riscattarsi, così forte da spingerla a separarsi dal suo maestro a dispetto del rischio di perderlo per sempre.

Pyras d’altro canto osservava con gelida determinazione di fronte a sé: anche se avrebbe voluto essere col suo mentore, non poteva permettersi distrazioni … era stata costretta a fare forza contro il suo cuore, seguendo gli ordini del maestro invece di rimanere al suo fianco, e ora non poteva permettersi di deluderlo. Le parole di Taurus, e successivamente di Scorpio, e i loro insegnamenti le rimbombavano nella mente facendole comprendere quanto tutto ciò fosse necessario.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa sarebbe stata necessaria, perché se la dea fosse caduta, per loro sarebbe finita.

Non ci volle molto, prima di sentire un clangore di passi di corsa provenire dall’esterno della stanza seguiti da dei cosmi chiaramente ostili.

La giovane non esitò un istante, richiamando il proprio cosmo e avvolgendosi di fiamme scarlatte: anche senza la sua armatura, avrebbe venduto cara la pelle pur di compiere il suo dovere a sconfiggerli.

Gli Spectre fecero irruzione nella stanza, distruggendo il portone in legno scuro per poi piantarsi di fronte a lei in posizione di guardia. Il primo era decisamente possente, il corpo massiccio era protetto da una spessa surplice dalle sfumature marrone scuro il cui elmo era decorato da possenti corna, il secondo, invece, che portava un pugnale in mano, era decisamente più minuto e la sua surplice andava a formare una specie di fiore alle sue spalle, di un colore viola decisamente scuro.

La giovane digrignò i denti, sentendo i loro cosmi gonfiarsi e capendo all’istante che quelli sarebbero stati senza ombra di dubbio degli ossi veramente duri di abbattere.

Il primo sorrise, materializzando tra le proprie mani una possente ascia da guerra a due mani e dicendo: “Il mio nome è Cresus del Minotauro, Stella del Cielo Prigioniero, e il mio compagno è Licaon di Alraune, Stella del Cielo Demoniaco. Siamo venuti qui per la tua dea.”

Il secondo sbuffò: “Posso presentarmi anche da solo, Cresus, comunque sia fossi in te, piccoletta, mi fare da parte. Ci sei solo d’intralcio.”

Il Minotauro scoppiò a ridere sonoramente, mulinando l’ascia sopra la propria testa e generando una serie di potenti folate di vento: “Già, specialmente se credi di poterci affrontare senza armatura. Sei pazza!”

In risposta Pyras li osservò, senza accennare ad abbandonare la posizione di guardia e, anzi, facendo divampare ancora di più le proprie fiamme, che si gonfiarono minacciose alle parole dei due. “Non m’importa chi siete o perché siete qui, vi sbagliate di grosso se pensate che mi tirerò indietro solo perché sono senza armatura! Provate ad avvicinarvi, e di voi non rimarrà che un mucchietto di cenere!!!”, disse, furiosa.

“Questo lo vedremo!”, gridarono entrambi, per poi lanciarsi all'attacco.

La Saint fece lo stesso, avvolgendo il proprio corpo in un’armatura di fiamme scarlatte e avventandosi sui due, dando quindi inizio a uno scontro senza esclusione di colpi.

I suoi avversari erano indubbiamente potenti, a dispetto dei loro modi sembrava che fossero ben abituati a combattere l’uno a fianco dell’altro e riuscivano a bilanciare i reciproci difetti alla perfezione. La potenza titanica del Minotauro, combinata con la velocità di Alraune, rendevano lo scontro una battaglia sempre più violenta.

Nemmeno Pyras però era da meno. Quella volta la posta in gioco era ben diversa da quando era stata costretta ad affrontare gli Spectre al villaggio, o ancora quando era scesa sul campo di battaglia a Troia: se avesse fallito, questa volta, sarebbero stati persi per sempre. La consapevolezza di tale compito le infiammava l’animo, dandole la forza necessaria ad affrontare entrambi gli avversari e permettendo alle sue fiamme di raggiungere un calore mai conosciuto.

Lo scontro si spostò verso l’ingresso del tempio, mentre i tre continuavano a scambiarsi colpi sempre più letali, che finirono ben presto con coinvolgere la struttura: le fiamme di Pyras incenerivano tutto ciò che incontravano sul loro cammino, mentre i colpi degli Spectre riducevano in pezzi ciò che si metteva in mezzo alla loro strada.

Tuttavia, ben presto le forze spese cercando di tenere testa a ben due avversari e allontanarli dalla dea finirono col sfiancarla, facendole capire come, a causa della maggiore esperienza dei suoi avversari, i due le fossero chiaramente superiori. Era solo questione di tempo prima che il suo cosmo finisse con l’esaurirsi, e se ciò fosse accaduto il risultato dello scontro sarebbe stato certo.

Alraune, che diversamente dal compagno combatteva facendo affidamento non tanto sulla forza bruta, quanto sull’intelletto e la strategia, non ci mise molto ad accorgersene e decise quindi serrare la giovane in un attacco combinato che, col compagno, non le dava vie di scampo.

Senza armatura a proteggerla e con le forze che diminuivano di secondo in secondo, Pyras non poteva fare nulla per difendersi se non cercare disperatamente di indietreggiare.

Sentiva le proprie membra bruciare, i muscoli tesi spasmodicamente a causa dello sforzo e il sapore del sangue nella propria bocca. Il corpo era ormai coperto da ferite di ogni genere, graffi più o meno profondi che le impedivano di muoversi come avrebbe voluto e che la rallentavano.

Infine, un possente pugno del Minotauro, diretto proprio alla bocca dello stomaco, la spedì contro il muro, facendola cadere a terra sputando sangue.

Il colosso rise, avvicinandosi a lei e guardandola dall’alto verso il basso con un ghigno palesemente divertito: “Allora … tutto qui quello che sai fare, piccoletta?”

Pyras si morse il labbro, cercando di alzarsi, per poi crollare a terra sfinita e dire, furiosa: “B-bastardi … io … io vi ammazzo, giuro che vi ammazzo!”

Alraune la osservò, freddo: “Diamoci un taglio, Cresus. Abbiamo un compito da portare a termine, ricordi?”

L’altro sbuffò, per poi colpire la giovane con un calcio, stordendola.

“Peccato, mi stavo divertendo.”, fece l’altro, prima di dirigersi col compagno verso le Stanze di Athena.

La Stella del Cielo Demoniaco fu la prima a fare il proprio ingresso al cospetto della dea, osservandola freddamente: “Siamo spiacenti, Athena, ma per i piani del nostro signore è assolutamente necessario che lei rimanga fuori dai giochi.”, disse, prima di scagliare il pugnale.

L’oggetto, avvolto da un alone oscuro che la dea riconobbe come il cosmo del dio del sonno, penetrò nel suo cuore facendola crollare a terra.

Sia il Minotauro che Alraune avrebbero voluto terminare il loro compito, uccidendola, ma improvvisamente il cosmo di un Cavaliere d’Oro li costrinse a battere in ritirata la sciando la dea, addormentata, nelle sue stanze.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP … perdonate l'enorme ritardo, ma in questo periodo sono abbastanza impegnata tra tirocini pomerdiani e mattutini, quindi spero capirete. Ebbene si, gli Spectre, nonostante i tentativi di Pyras, alla fine sono riusciti ad addormentare Athena, un classico insomma, dato che anche nella serie originale era successa una cosa simile. Riusciranno a risvegliarla dal suo sonno? Lo scoprirete nel corso della storia!

Ringrazio la mia beta reader TotalEclipseOfTheHeart per il suo ottimo lavoro, Stellareika, Franky93, reign_00evil e la nuova arrivata DarkIris26 per le loro recensioni!

Detto ciò alla prossima gente!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Per le vie di Rodorio ***


Capitolo 11 : Per le vie di Rodorio

La prima cosa che comparve nella sua visuale furono le azzurre iridi di Hector che la guardavano colme di preoccupazione.

“Oh Pyras meno male … temevo non ti svegliassi più …”, mormorò Leo, sollevato.

Lei in risposta mugolò, portandosi una mano alla nuca.

“Mhhhh … che è successo?”

A quella domanda Hector sospirò.

“Quando ci siamo divisi ho quasi subito avuto a che fare con i nemici … purtroppo nella confusione non mi sono accorto che due di loro erano diretti al Santuario. Non appena ho percepito il tuo cosmo però ho capito subito quello che stava succedendo, così quando ho sbaragliato i nemici sono subito accorso. Ti ho vista priva di sensi e mi sono preoccupato, poi invece ho trovato Athena addormentata e …”

“Athena?!? Oddio!”, esclamò la giovane, alzandosi di scatto nonostante i muscoli indolenziti e correndo nelle stanze della dea.

Il suo cuore perse un battito non appena la vide sul pavimento priva di sensi. Si avvicinò quindi con cautela per poi crollare in ginocchio e versò calde lacrime brucianti che iniziarono a rigarle le guance, il corpo scosso dai singhiozzi. Leo allora si avvicinò alla sua giovane allieva per poi inginocchiarsi e stringerla in un abbraccio, avvolgendola nel tepore del suo cosmo. La giovane allora si aggrappò con forza al suo petto, disperata.

“Perdonami … ti ho deluso un'altra volta … non sono riuscita a proteggerla … ho fallito … non sono nient'altro che una delusione … prima Cnosso, poi Troia e ora questo … hanno ragione, non sono degna di essere un Cavaliere di Athena … e non lo sarò mai …”

A quelle parole Hector la strinse con più vigore.

“Ti sbagli, non mi hai deluso, hai combattuto con coraggio dando tutta se stessa … certo, ora la nostra dea è addormentata, ma non è morta ed è questo quello che conta veramente” esordì, prendendole il volto tra le mani e guardandola intensamente “E poi smettila di dire di essere una delusione, poiché per me non lo sei mai stata hai capito? E non pensare più di non essere degna, perché qui ti sbagli di grosso a ostinarti del contrario.”, replicò, serio, senza distogliere lo sguardo.

Pyras d'altro canto a quelle parole sospirò con fare afflitto.

“Perché dovrei considerarmi degna dopo tutto quello che ho fatto? Solo perché lo dici tu non significa che dovrei … perché non merito …”, mormorò con un filo di voce.

Nel sentire quelle parole Leo la guardò con fare malinconico.

“Hai ragione, non dovresti … ma sappi che commetteresti l'errore più grande della tua vita a non considerarti tale. Possibile che tu non voglia capire? È vero, hai commesso errori imperdonabili, ma questo non significa che la tua vita finisca. Scorpio mi ha detto della vostra conversazione, mi ha detto che avevi capito i tuoi errori e perché li hai commessi … dimostralo anche a me … dimostrami che hai capito …”

La giovane sgranò gli occhi a quelle parole così piene di verità. Era vero, aveva capito, ma il profondo senso di colpa le attnagliava il cuore in una morsa che solo lei avrebbe potuto allentare. Sospirò, puntando le sue iridi color cioccolato in quelle azzurre e limpide del suo maestro.

“Si … è vero, ho capito dove ho sbagliato, ma … ma anche se stavolta ti ho obbedito ho ottenuto comunque un altro fallimento, non sono riuscita a proteggere Athena e ora lei è in questo stato per colpa mia. Anche se non è morta il nemico è comunque riuscito a privarci della sua guida e …”

In quel momento la figura del Gran Sacerdote apparve sulla porta avendo avvertito il cosmo della Dea affievolirsi all'improvviso. Sgranò gli occhi e sotto la maschera la bocca era spalancata nel vedere Athena addormentata.

“Che cosa è successo qui?”, esordì, scossa.

Leo fece per intervenire ma Pyras lo anticipò, inchinandosi al suo cospetto.

“Vostra Eminenza, immagino che abbiate sentito anche voi l'allarme giusti? Dei seguaci di Hades sono piombati al Santuario per attentare alla vita di Athena. Io e Leo eravamo gli unici nell'area che potevamo proteggerla, così mi ha liberata chiedendomi di andare da Athena per avvertirla. Purtroppo però sono sopraggiunti due Spectre con i quali ho combattuto, ma alla fine mi hanno sopraffatta e sono riusciti ad addormentarla, ma vi giuro che ho fatto tutto il possibile.”, raccontò con voce tremante.

Gli occhi di ghiaccio del Gran Sacerdote si soffermarono per qualche secondo sulla figura della giovane per poi guardare Hector con fare interrogativo.

“E' vero quello che dice?”

In risposta il Gold Saint annuì con decisione. Lei d'altro canto sospirò, avvicinandosi poi a Pyras.

“Vieni con me”

La giovane Saint deglutì per poi alzarsi e seguirla fuori dalla stanza sotto lo sguardo preoccupato di Leo, che, per non pensarci, si occupò di accomodare Athena sul suo letto.


 

Pyras intanto camminava dietro il Gran Sacerdote lungo il corridoio che portava alla sala principale, dove la donna prese posto sullo scranno dorato della Divina Athena e la ragazza rimase in piedi di fronte alla sua figura. La sua mente era tutto un turbine di domande.

E adesso? Avrà creduto alle mie parole? Avrò un'altra possibilità? O sarò esiliata per sempre? Sarò riuscita a riscattarmi?

Questo e altro attanagliava la mente di Pyras mentre il silenzio che aleggiava rendeva l'atmosfera ancora più tesa e pesante di quanto non fosse già. Dopo un tempo che parve un'eternità il Gran Sacerdote sospirò, gli occhi fissi sulla giovane al suo cospetto.

“Cavaliere di Phoenix” esordì, per poi far portare la cassa di bronzo della sua armatura da una guardia, suscitando lo stupore della giovane “Devo riconoscere che stavolta hai agito con coraggio, hai rischiato la vita per una giusta causa, non inutilmente ma in modo adeguato.”, continuò.

Pyras a quelle parole abbassò lo sguardo.

“Ma Athena …”

“Non è stata colpa tua, è vero, ora è avvolta in un sonno incatato, ma resta comunque il fatto che hai combattuto per lei, pur sapendo di non avere molte possibilità contro due avversari di quel calibro, perciò è giusto che tale gesto non vada ignorato, quindi …” tese una mano verso la cassa di bronzo e quella si aprì e i pezzi dell'armatura si illuminarono di un tenue bagliore “Ti concederò un'altra possibilità, nella speranza che da oggi in poi tu rifletta bene prima di agire”

A tali parole l'Armatura di Phoenix ritornò addosso alla sua custode in un turbine di fiamme. Non appena ne fu rivestita si sentì nuovamente completa e la sua anima spezzata di nuovo integra. Fu una sensazione a dir poco indescrivibile, le vennero persino le lacrime agli occhi da quanto era emozionata. La guardò quindi con gratitudine.

“Vi ringrazio mia signora, vi prometto che non vi deluderò”

Da sotto la mascera il Gran Sacerdote sorrise.

“Spero che tu abbia imparato la lezione”

“Si, e ve lo dimostrerò”

“Bene, vai ora”

Pyras annuì, quindi si alzò venendo poi raggiunta da Hector e insieme lasciarono il Santuario per tornare al Tempio del Leone, dove i suoi amici non appena la videro le balzarono addosso, felici di vedere che stava bene.

“Grazie al cielo! Eravamo davvero preoccupati!”, esclamò Asterius.

“Quando abbiamo sentito l'allarme abbiamo sul serio temuto il peggio …”, aggiunse Kyros.

“Tranquilli, sto bene ... più o meno … però mi state soffocando.”, gemette lei in risposta.

“Oh … scusa …”, risposero entrambi, alzandosi e aiutarla a loro volta.

Poco dopo la guardarono meglio e spalancarono gli occhi nel vederla con la sua armatura.

“Wow, a quanto pare te l'hanno ridata, questo significa che Athena ti ha dato nuovamente la sua fiducia.”, constatò Pegasus.

Pyras però sospirò, abbassando lo sguardo e sedendosi sulla poltrona della zona giorno.

“In verità è stato il Gran Sacerdote a ridarmela" iniziò, per poi fare una pausa e riprendere "Due Spectre erano riusciti ad entrare al Santuario, Leo mi aveva chiesto di andare ad avvertire Athena. Subito dopo però sopraggiunsero i due nemici, intenti ad addormentarla e io allora li affrontai per proteggerla … ma nonostante mi impegnai con tutta me stessa alla fine mi sconfissero e ruscirono ad addormentare la nostra dea. Poco dopo arrivò il Gran Sacerdote e raccontai quello che era successo. Lei allora riconobbe il fatto che stavolta avevo rischiato la vita per una giusta causa e per questo motivo mi ridiede l'armatura e un'altra possibilità.”, raccontò infine.

I suoi compagni la guardarono perplessi per poi sorridere caldamente.

“Almeno hai avuto un'altra occasione, dovresti essere contenta no?”, rispose Kyros.

La giovane però sospirò.

“Infatti lo sono … ma ora il vero problema sarà quello di convincere gli altri che ho capito il mio errore. Graizie a Scorpio ci sono arrivata ma … sarà davvero dura vista l'idea che si sono fatti su di me …”, mormorò.

Loro allora le misero le mani sulle spalle.

"Non temere, vedrai che presto se ne renderanno conto, fidati di noi.", la rassicurò Asterius con un sorriso.

“Voi dite?”

“Certamente, abbi solo un po' di pazienza”

Rassicurata la Saint sorrise. Erano davvero degli amici fantastici. Quella notte Leo li ospitò nel suo tempio per stare più al sicuro.

Il giorno seguente le voci su quello che era successo la notte precedente si erano già diffuse per tutto il Santuario e ovviamente tutti stentavano a crederci che una come Pyras fosse stata capace di tanto, specialmente gli altri neo Cavalieri, che ancora pensavano che la loro amica fosse solo buona a commettere errori e basta. Pyras questo lo sapeva fin troppo bene, ma per il momento preferì rimanere nella Casa del Leone, poiché preferiva non farsi vedere in giro. Era spenta, e ancora non riusciva a capacitarsi di non essere riuscita a proteggere la Divina Athena che ora giaceva addormentata, sorvegliata constantemente dal Gran Sacerdote. I giorni che seguirono poi furono sempre uguali, se ne stava sempre a guardare fuori dalla finestra sotto gli sguardi preoccupati dei suoi amici e di Leo. Avevano provato qualunque metodo per farla sorridere, persino farle ogni giorno il suo piatto preferito, ma niente, il suo sguardo rimaneva triste e malinconico. Così un pomeriggio Hector prese da parte i suoi amici, deciso a rompere il guscio di malinconia che avvolgeva la sua allieva.

“Immagino che anche voi non ce la facciate più a vederla in quello stato vero?”, esordì con un sospiro.

I due giovani annuirono con fare afflitto, senza dire niente. Leo allora mise loro le mani sulle spalle.

“Bene, nemmeno io … perciò ho un'idea”

“Ossia?”, chiese Pegasus, facendosi attento.

Hector a quella domanda sospirò per poi spiegare il suo piano.

“Portatela alla cittadina di Rodorio, cercata di distrarla in qualche modo. A lei piaceva quel posto, sono sicuro che cambiare un po' d'aria le farà bene”

Kyros a quella spiegazione lo guardò con fare perplesso.

“Ne siete sicuro?”

In risposta il Gold Saint del Leone annuì, fiducioso.

“Si, ne sono più che sicuro. Io ora come ora non posso allontanarmi dal Santuario vista la situazione, ma Pyras si … ha davvero bisogno di distrarsi …”

I due ragazzi allora si fecero pensierosi. In fondo Hector non aveva tutti i torti. La loro amica doveva tornare quella di sempre e quale modo migliore per distrarla un po' dalla tensione all'interno del Santuario? Poteva essere l'unica opzione, così annuirono.

"D'accordo, lo faremo … speriamo solo che basti …”, mormorò Kyros, preoccupato.

“Lo spero anch'io.”, mormorò Leo in risposta.


 

La sera era ormai prossima sulla città di Rodorio e le sue luci colorate iniziarono ad accendersi poco a poco mentre iniziava a riempirsi della consueta vita notturna, alla quale ormai il Santuario era abituato visto il casino che ne usciva. Ma non potevano di certo lamentarsi dato che era l'unico sprazzo di vita che sapeva distogliere dalla quotidianità del Santuario, un luogo dove i soldati potevano divertirsi tra bordelli e osterie, dove a volte anche qualche Gold Saint si rifugiava.

Era li che quella sera i due ragazzi, sotto consiglio di Leo, avevano portato Pyras nella speranza di distrarla dagli ultimi avvenimenti. Non era stato affatto facile convincerla a uscire dalla Casa del Leone, ma alla fine, dopo tanto penare, erano riusciti a convincerla. Attraversarono le vie illuminate della città, senza le loro armature addosso, ma ovviamente vennero vennero comunque riconosciuti come Saint di Athena, dato che li avevano visti alla Cerimonia di Investitura, ma non ci diedero peso, dato che erano più che altro concentrati a trovare un posticino tranquillo dove andare non essendo abituati al casino. Cercarono ovunque e infine optarono per una piccola osteria dall'aria tranquilla e accogliente. All'interno non c'erano molti clienti e aveva tutto ciò che poteva definirla un'osteria, con il bancone e tavoli ben disposti.

L'oste, un uomo sulla trentina, non appena li riconbbe non poté non accoglierli calorosamente.

“Oh, quale onore, dei giovani Cavalieri di Athena, a cosa devo la vostra visita nella mia umile osteria?”

I tre si guardarono con fare imbarazzato, cercando le parole giuste, finché, dopo un po', Asterius non si fece avanti.

“Ecco … nulla di particolare, siamo qui solo per staccare un po' dalla quotidianità del Santuario.”, spiegò.

“Capisco … comunque se volevate divertirvi potevate andare all'osteria principale della città.”, constatò l'oste.

Pegasus allora si grattò la nuca con fare nervoso.

“Beh … noi non siamo amanti del casino e volendo un posto tranquillo … eccoci qui”

L'uomo allora sfoggiò un'enorme sorriso.

“Magnifico! Prego, accomodatevi dove volete. Cosa vi servo?”

I tre allora si accomodarono a un tavolo e fecero le ordinazioni.

“Per me una birra.”, rispose Asterius.

“Anche per me”

“Bene, e per te signorina?”

Pyras sospirò a quella domanda.

“Lo stesso …”, mormorò.

L'uomo annuì per poi dileguarsi dietro al bancone a preparare. Quando se ne fu andato i due amici guardarono l'amica con fare perplesso.

"Strano che tu abbia preso una birra, non sei una che bevi, preferisci sempre l'acqua.", osservò l'Unicorno.

“Lo so ma … l'avete detto voi che dovevo distrarmi un po' giusto?”, fece lei di rimando.

“Giusto …”, aggiunse Pegasus.

Poco dopo l'oste arrivò con il vassoio e posò le birre sul tavolo. I tre allora fecero un brindisi per poi iniziare a bere. Pyras rispetto ai suoi compagni si soffermò per qualche secondo sullo strano liquido schiumoso di fronte a lei. Non aveva mai bevuto una birra e quella era l'occasione giusta per provarla, così avvicinò il boccale alle labbra, lasciando che il suo odore acre le pungesse le narici, per poi bere qualche piccolo sorso. Subito il gusto amarognolo le bruciò la gola, facendola tossire. I suoi amici risero divertiti.

“Allora? Com'è?”, chiese Kyros con fare gioviale.

“E' … è buona …”, rispose lei, accennando a un lieve sorriso.

Nel vederla sorridere i suoi compagni si guardarono con fare soddisfatto. A quanto pare Leo ci aveva visto giusto. Così continuarono a bere la loro birra con rinnovata allegria. Passarono il resto della serata parlando del più e del meno e Pyras si ravvivò, tornando poco a poco quella di prima, e i due ragazzi non poterono essere più felici.

Più tardi, dopo aver pagato l'oste, si avviarono verso il Santuario. Si stavano godendo il rientro quando le figure di Talia e gli altri neo Cavalieri sbarrarono loro la strada.

“Ma guarda un po' chi si vede, Pyras, non pensavo di rivederti in giro così presto dopo quello che è successo.”, esordì il Dragone con voce tagliente.

Kyros allora si fece fece avanti, piuttosto arrabbiato.

“Smettila Talia, ora stai davvero oltrepassando il limte di sopportazione.”, ringhiò.

“Sto semplicemente dicendo la verità.”, fece lei di rimando con nonchalance.

Asterius fece per ribattere ma Pyras lo fermò, facendosi avanti con sguardo di fuoco. Il Dragone allora la guardò con fare di scherno.

“Ohohoh, a quanto pare la reclusione ha temprato il tuo spirito”

L'altra però non rispose, anzi, si avvicinò ancora di più per poi darle un sonoro schiaffo, facendo ammutolire i presenti.

“Ha ragione … hai superato il limite. Ti consiglio di smetterla, perché d'ora in poi ti dimostrerò che avevi torto nel giudicarmi. Grazie a Scorpio ho compreso i miei errori … e ve lo dimosterò, costi quel che costi.”, ringhiò, per poi passare davanti al gruppo con i suoi amici al seguito.

Talia d'altro canto la fulminò con lo sguardo, ma Zenais la fermò prima che potesse accanirsi sulla rivale, poiché non ne sarebbe valsa la pena.

Intanto Pyras e i suoi amici continuavano a camminare, entusiasti di quello che era appena successo.

“Sei stata grande, se lo meritava!”, esultò Asterius.

“Concordo pienamente”

“Sono d'accordo … ma ci vorrà comunque molto tempo prima di conquistare la loro fiducia”

“Fa niente, l'importante è che sei riuscita a farglielo capire.”, la rassicurò l'Unicorno.

La giovane annuì per poi guardare il cielo stellato con fare determinato. Avevano ragione, era riuscita più o meno nel suo intento, ma la strada per ottenere la loro fiducia sarebbe stata ancora molto lunga e impervia.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi di nuovo qui con un altro capitolo e … perdonate l'enorme ritardo … davvero, scusatemi.

Allora, da quello che leggerete Pyras ha riconquistato la fiducia da parte del Gran Sacerdote per aver combattuto per salvare la vita di Athena e non per una cavolata come è successo finora. Ma c'è chi ancora non la pensa così e per conquistare anche la fuducia dei neo Cavalieri dovrà faticare molto.

Passando ai ringraziamenti ringrazio calorosamente Stellareika per avermi permesso di utilizzare la città di Rodorio nella mia storia e Franky93 e reign­_00evil per le loro recensioni!

Detto ciò alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 - Una Missione Particolare ***


Capitolo 12 : Una Missione Particolare

Passò poi una settimana dall'infausto evento che aveva fatto addormentare la Divina Athena e ancora nessuno era riuscito a trovare una soluzione per risvegliarla dal suo sonno. Il Santuario era in continuo fermento, poiché il Gran Sacerdote aveva preso momentaneamente le redini e stava mandando i Saint di missione in missione per contrastare l'avanzata dei Seguaci di Hades per dimostrare al nemico che anche senza la guida di Athena il loro spirito era ancora ardente e vivo e che ci voleva ben altro per spegnerlo. Tuttavia però la situazione era comunque preoccupante. Gli Spectre sotto la spietata guida di Donna Pandora continuavano senza sosta la ricerca della reincarnazione di Hades seminando il caos ovunque e mettendo a ferro e fuoco ogni villaggio che incontravano senza farsi il minimo scrupolo. Le voci giungevano a fiotti al Santuario, bisognava prendere provvedimenti il prima possibile, così una mattina, mentre i neo Cavalieri si stavano allenando, sopraggiunse la figura di Sagitter nella sua splendida armatura alata, uno sguardo serio in viso. Non appena Kyros lo vide gli corse incontro trafelato.

"Maestro, come mai qui?", esordì il giovane per poi essere raggiunto dagli altri.

L'uomo in risposta sospirò per poi guardarli uno a uno.

"Il Gran Sacerdote mi ha mandato a chiamarvi, vi vuole vedere"

A quelle parole i ragazzi rimasero non poco sorpresi, dato che di solito erano sempre i Gold o i Silver Saint ad essere convocati al Santuario. Il tragitto fu silenzioso e carico di tensione, nessuno osò proferire parola, troppo concentrato a pensare di cosa si trattava. Sagitter camminava davanti a loro, Kyros dietro di lui, gli occhi fissi sul suo maestro, cercando di carpire qualche indizio, non riuscendo però a ottenere nulla.

Quando giunsero al Santuario notarono con sommo stupore che erano presenti anche gli altri Gold Saint, mentre sul trono della Divina Athena sedeva il Gran Sacerdote, l'aria seria celata sotto la maschera di cobalto. I giovani allora si inchinarono al suo cospetto, in attesa. Astrea allora fece un profondo respiro per poi parlare.

"Immagino che vi stiate chiedendo il perché di questa convocazione improvvisa non è vero?", esordì.

Il gruppo in risposta annuì.

"Si, Vostra Eccellenza ...", mormorò Asterius con fare incerto.

"Bene ... il motivo per cui vi ho convocato personalmente al Santuario è molto importante" esordì per poi fare una pausa e riprendere "Come ben sapete la nostra dea è in preda a un sonno incantato. Sul pugnale che l'ha colpita abbiamo potuto percepire il cosmo del Dio del Sonno.", continuò.

A quella rivelazione spalancarono gli occhi, increduli.

"Intendete ... Hypnos?", domandò Calipso, perplessa.

Il Gran Sacerdote annuì.

"Proprio così. Purtroppo la magia che ha usato è molto potente e noi ne sappiamo molto poco. Trovare una soluzione tra queste mura sarebbe come cercare un ago in un pagliaio. Ma fortunatamente c'è una speranza.", spiegò.

"Ossia?", domandò Pyras, speranzosa.

Ci fu qualche minuto di silenzio, nel quale la tensione divenne non poco palpabile mentre attendevano una risposta, che non tardò ad arrivare.

"L'unica che può trovare una soluzione ai nostri problemi è l'indovina Sibilla, e voi siete stati nuovamente scelti. È una missione molto importante, quindi cercate di non deludermi ... soprattutto tu Phoenix, hai appena riottenuto la tua armatura, dimostrami che hai imparato la lezione.", disse infine, volgendo lo sguardo su Pyras, che annuì silenziosamente, ponderando le sue ultime parole.

Aveva ragione ... totalmente. Quella missione poteva essere quella più importante a cui avrebbe partecipato e non poteva permettersi di commettere altri errori ... non ora che il Gram Sacerdote aveva cominciato a fidarsi di lei. Astrea li guardò ancora per qualche secondo e infine sospirò.

"Bene, potete andare, partirete domani mattina all'alba.", disse infine.

Il gruppo annuì per poi congedarsi. Mentre scendevano le scale nessuno parlò, ognuno se ne stette immerso nei propri pensieri. Verso la fine della scalinata Pyras e i suoi amici andarono nel Tempio di Leo, mentre gli altri per i fatti loro. I tre si diressero quindi nella zona giorno, sedendosi poi sulle poltrone, i pensieri ancora rivolti a quello che era appena successo poco fa al cospetto del Gran Sacerdote.

"Ah, più ci penso più ancora stento a crederci ... insomma, praticamente è qualcosa che va oltre le nostre capacità alla fine di tutto ...", esordì Asterius, preoccupato.

"Sono d'accordo ... e poi è strano che riponga in noi la sua fiducia dopo le utime due missioni ...", aggiunse Kyros, sospirando.

Pyras a quelle parole sospirò, per poi guardarli, seria in volto.

"Le ultime due missioni sono fallite per colpa mia ... e tutto per la mia stupidità e testardaggine ma ... grazie a Scorpio ho capito dove sbagliavo e questo lei lo ha percepito. Ha affidato a noi la missione per mettermi di nuovo alla prova ... per vedere se sono ancora degna di fiducia dopo quello che è successo con Athena ... e direi una bugia se dicessi di non avere paura perché in verità ... ne ho quanto voi.", disse infine, sospirando nuovamente.

A quelle parole i suoi amici la guardarono con apprensione, poiché sapevano troppo bene come si sentiva in quel momento: aveva tremendamente paura di sbagliare un'altra volta e non potevano di certo biasimarla dopo quello che era successo nelle precedenti missioni. Stavolta però non si trattava di difendere una città, no, poiché c'era qualcosa di molto più alto in gioco, ovvero l'esistenza di Athena e non potevano permettersi di sbagliare, non ora che la vita della loro dea era in pericolo.

Fuori dal tempio nel frattempo si erano riuniti i loro maestri, un'aria preoccupata in volto ma seria allo stesso tempo.

"Secondo voi il Gran Sacerdote ha fatto bene ad affidare questa missione nelle loro mani?", esordì Hilarion, le braccia conserte.

A quella domanda Hector sospirò.

"Io credo di si, ma non posso comunque nascondere la mia preoccupazione nonostante sia giusto che ormai imparino ad affrontare cose più grandi di loro pur essendo ancora dei ragazzi"

"Lo penso anch'io ma credetemi, essere un po' preoccupati è del tutto normale, sono pur sempre in nostri allievi in fondo, l'unica cosa che possiamo fare ora è avere fiducia.", disse Sagitter, le braccia conserte.

"Anche se saranno ... con lui?", domandò Hector, scettico.

Helladios sospirò pesantemente a quella domanda.

"Si, anche se saranno con lui"

"Allora non ci resta che pregare"


 

Il mattino successivo i neo Cavalieri si erano svegliati di buon ora, anche se quella notte nessuno aveva dormito bene per via della missione che li aspettava. Si erano riuniti al solito posto, in attesa di colui che li avrebbe accompagnati, che però ancora non si era fatto vedere nonostante il sole fosse sorto da poco, cosa alquanto insolita visto che normalmente i Gold Saint che li avevano accompagnati erano stati entrambi puntuali. I loro sguardi puntavano nervosamente nel punto in cui sarebbe dovuto arrivare la loro guida, già ormai da una 20ina di minuti buoni, con scarso risultato.

"Ah dannazione, si può sapere dove accidenti è? Un Cavaliere d'Oro che si rispetti non dovrebbe essere in ritardo.", borbottò Talia dopo un po', visibilmente irritata.

"Sono pienamente d'accordo.", le fece eco Calipso, accarezzando nervosamente una ciocca dorata.

Era ormai passata una buona mezz'ora e la loro guida non si era ancora fatta viva, cosa che li rese via via più nervosi. La mezz'ora divenne poi un'ora che di conseguenza si trasformò in due ore, ma ancora nulla. Il nervosismo era ormai alle stelle.

"Maledizione, sono STUFA di aspettare! È inaccettabile!", si lamentò nuovamente il Dragone, sul punto di esplodere.

Gli altri d'altro canto non seppero cosa dire dato che erano del suo stesso umore. Stavano addirittura per andarsene quando in quel momento una figura iniziò a correre trafelata verso di loro.

"Aspettate!", esclamò, facendoli fermare all'improvviso.

Il gruppo allora si voltò verso la direzione da cui proveniva, in attesa che la figura li raggiungesse e non appena li ebbe raggiunti per poco non fecero un infarto. Davanti a loro si ergeva un tizio sulla 30ina letteralmente avvolto da un asciugamano, esponendo il corpo muscoloso e ben allenato, di una bella carnagione abbronzata ... o almeno così sarebbe stata se tutto, tranne il viso, era ricoperto da tatuaggi di ogni tipo, colorati e non. Gli occhi erano due iridi indaco da cui traspariva la sua intera essenza mentre i capelli blu cobalto erano rasati da un lato e sparati dall'altro, dandogli un'aria decisamente punk, così come i piercing alle orecchie e l'anello al naso. Tutto sommato però era decisamente attraente.

Il tizio li guardò uno a uno, scrutando le loro facce cariche di stupore misto a imbarazzo. L'unica cosa che fece dedurre che fosse la loro guida era il cubo dorato che si portava sulla schiena. Talia allora, dopo essersi ripresa, lo guardò con sguardo critico.

"E' in ritardo lo sa? Saremo dovuti partire due ore fa"

Il Cavaliere in risposta ridacchiò divertito.

"Scusate il ritardo ma sono appena tornato dalle terme del bordello più favoloso di Rodorio, dovreste provarlo ... anzi, quasi quasi finita la missione vi ci porto, ormai siete adulti no?"

A quelle parole Talia si schiaffò la fronte con fare decisamente esasperato.

"Dica un po' ma chi si crede di essere lei per farci una proposta simile?!? Un Cavaliere d'Oro che si rispetti dovrebbe solo svolgere il suo dovere e non ... frequentare bordelli!", esclamò.

Nel sentire quelle parole il Gold Saint non potè trattenersi nello scoppiare a ridere, cosa che suscitò lo stupore generale dei presenti. Pyras d'altro canto sorrise lievemente, quel tipo le piaceva.

"Ops, scusate, ma non ho saputo trattenermi, devo dire che sei tale e quale al tuo maestro. Ma comunque lasciate che mi presenti", esordì, per poi posare il cubo a terra e spalancare le braccia con un gesto teatrale. In quel momento esso si spalancò, investendolo di un bagliore a dir poco accecante che illuminò ogni cosa, costringendo però i presenti a schermarsi il viso con un braccio. Quando la luce si attenuò se lo videro davanti rivestito della sua Cloth con un sorriso stampato in volto "Diomedes di Cancer al vostro servizio.", disse infine facendo un piccolo inchino.

Nel sentire tale rivelazione i neo Cavalieri strabuzzarono gli occhi, stupiti. Quel tizio strambo sarebbe stato la loro guida in una missione del genere?

"E' uno scherzo per caso?", ribattè Calipso, scettica.

Il Cavaliere d'Oro ridacchiò.

"No, nessuno scherzo ... credetemi, anch'io sono rimasto stupito quando il Gran Sacerdote mi ha incaricato di guidarvi, ma visto che la maggior parte di noi è in missione alla fine eccomi qui ... e ora se non vi dispiace abbiamo perso abbastanza tempo. Delfi ci aspetta.", disse infine, per poi incamminarsi seguito a ruota dai neo Cavalieri.

"Delfi?", domandò Constantine, perplesso.

"Si, è lì che si trova l'indovina Sibilla, lei saprà darci le risposte che cerchiamo. Spero che vi siate ben equipaggiati, sarà un bel viaggetto"

Il gruppetto a quelle parole fece un grosso sospiro di esasperazione. Solo Pyras a differenza dei suoi compagni piaceva la loro guida. Dentro di lei era come se percepisse una certa affinità, soprattutto nel carattere, e questo anche Cancer dovette notarlo, poiché era stata l'unica a non essersi lamentata e in un certo senso ne era stato rassicurato, dato che per lui era difficile essere sopportato da tutti. Ma nonostante tutto dentro di lei sentiva che il viaggio sarebbe stato più piacevole del previsto.

Delfi distava a un giorno di cammino da Atene, ma visto la partenza ritardata ci avrebbero messo due giorni e mezzo, se non di più. Cancer era energia allo stato puro e ben presto contagiò tutti quanti. Lungo il tragitto però non mancò di certo la devastazione degli Spectre e molto spesso si imbatterono in piccoli villaggi ridotti in cenere, cosa che li scosse profondamente, specialmente Pyras, poiché le fecero venire in mente gli eventi di Cnosso. La cosa ovviamente non passò inosservata e quella sera, mentre stavano mangiando accanto al fuoco, venne affiancata da Cancer.

"Sai, oggi non ho potuto fare a meno di vederti turbata nel vedere quei villaggi in macerie ... si, ho saputo quello che è successo nelle ultime missioni che hai fatto ... ma tranquilla, non ti giudicherò, tutti commettiamo errori, siamo pur sempre esseri umani"

A quelle parole la giovane sospirò.

"Immagino che anche voi ne abbiate commessi ... giusto?"

Cancer ridacchiò a quella domanda.

"Certamente ... vedi, da dove vengo io mi hanno sempre visto come l'ira di Dio per tutte quelle volte che ne facevo una delle mie. A Sparta la vita non era facile e crescendo in orfanotrofio per forza si diventa indisciplinati, col tempo magari si cambia, ma io sono rimasto sempre lo stesso, anche dopo aver dimostrato la mia maturità.", raccontò.

"Davvero? E in che modo?", domandò la Saint, curiosa.

"Semplice, venivamo mandati per un mese in una foresta molto pericolosa chiamata Selva Oscura, un mese senza cibo ne acqua in cui ce la dovevamo cavare da soli. Non fu affatto facile ma alla fine superai la prova"

Pyras a quel racconto sospirò, abbassando lo sguardo.

"Anch'io vorrei dimostrare che ho imparato la lezione, il Gran Sacerdote conta su di me ma ... questa missione è la più importante che abbia mai fatto e ..."

"Hai paura di sbagliare non è vero? Lo capisco, ma è piuttosto normale, specialmente per una ragazza così giovane, ma lascia che ti dica una cosa piccoletta ... non vergognarti di avere paura, poiché essa farà sempre parte di noi.", la incoraggiò Cancer, per poi lasciarla con i suoi pensieri.

Pyras sussultò a quelle parole così talmente vere e sincere, poiché già altre volte le erano state dette, ma da uno come Cancer non se lo sarebbe mai aspettato. Sorrise, rincuorata, e per quella notte poté fare sonni tranquilli.

All'alba del giorno seguente il viaggio riprese e, finalmente, dopo mezza giornata, raggiunsero la loro meta, Delfi.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qua con un altro capitolo di questa SaintSeiyafanfiction! Ebbene si, ecco che fa la sua comparsa Diomedes di Cancer, il Cavaliere più attaccabrighe del Grande Tempio. Riuscirà a guidare Pyras e i suoi amici in questa importante missione nella città di Delfi? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni! Questa, come quella del capitolo precedente è la mia versione e non appena la mia beta-reader mi invierà la sua la pubblicherò. Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 - Delfi la Città dei Templi ***


Capitolo 13 : Delfi la Città dei Templi

La città di Delfi era quella che si poteva definire un'acropoli dorata ricca di templi ovunque si guardasse. Al centro di essa si stagliava l'immenso Tempio di Apollo con le sue imponenti colonne ioniche che reggevano il tetto spiovente mentre in mezzo ad ognuna stava una statua bronzea. Il portone d'ingresso era di legno massiccio e si potevano notare dei bassorilievi anche sul triangolo frontale del tetto. Più in basso, dopo la scalinata sulla murata di lato, stava un tempio più piccolo con degli scudi e di fronte a esso stava un altarino con tre statue. Ma il vero spettacolo stava nel giardino illuminato dal sole con degli alberi qua e la, si poterono notare anche dei fedeli andare presso il tempio.

Più in basso stava quello dedicato ad Athena. Era più piccolo, ma decisamente spettacolare, anch'esso con colonne ioniche e a reggere il tetto sempre spiovente e statue bronzee in mezzo a ognuna. All'ingresso, sopra il portone, stava una civetta che con occhi vigili faceva la guardia. Oltre a essi c'erano altri templi sparsi in giro, ognuno con la propria bellezza.

I neo Cavalieri rimasero a bocca aperta di fronte a tale meraviglia, certo, l'acropoli di Atene con il Santuario e le Dodici Case aveva il suo fascino, ma Delfi la superava in ogni modo possibile, poiché era la prima volta che vedevano una cosa di tale imponenza.

“E' … è stupenda …”, balbettò Pyras, gli occhi colmi di emozione.

“Sono d'accordo, non ho mai visto nulla di simile fino a oggi … è spettacolare!”, le fece eco Kyros.

“Lo stesso vale per me!”, esclamò Asterius, estasiato.

Gli altri neo Cavalieri non dissero nulla, semplicemente rimasero in silenzio, intenti a godersi a loro modo il paesaggio, e questo mise non poca tensione. Era fin troppo evidente che ancora non si fidavano completamente di Pyras e i suoi amici, persino tra loro non erano molto aperti al dialogo. Anche Cancer notò quell'atmosfera, quindi decise di animare un po' la cosa.

“Oh andiamo giovani, come mai tutta questa tensione? Siete un gruppo per la miseria, dovreste cercare di aprirvi tra di voi.”, disse con fare gioviale.

A quelle parole Talia lo guardò male.

“Con tutto il rispetto noi non siamo affatto un gruppo, è Athena che ci ha messi insieme essendo stati investiti da poco, ma questo non fa di noi un team … specialmente a causa di qualcuno troppo testardo che non sa stare al suo posto.”, replicò, guardando in direzione di Pyras, che fremette.

“Ehi, guarda che siete voi a non voler avere nulla a che fare con noi, io ho provato a farmi avanti ma tu … mi metti sempre tutti contro!”, esclamò.

“Ah e sarebbe colpa mia? Tesoro, guarda che sei stata tu la causa di tutti i nostri problemi!”, esclamò.

Nel sentire ciò la Saint di Phoenix fece per saltarle addosso quando Cancer si mise in mezzo ad entrambe.

“Santo cielo, calmatevi adesso, e tu, drago troppo cresciuto, non dare colpe a caso. Phoenix è consapevole di aver commesso errori imperdonabili ma sta cercando di rimediare, quindi non rigirare il coltello nella piaga … altrimenti ti farò correre nuda per tutto il Santuario hai capito?”

Talia ammutolì a quelle parole, avrebbe volentieri imprecato, ma preferì rimanere in silenzio. Diomedes allora la guardò con fare soddisfatto.

“Bene … e ora che avete finito continuiamo, la Sibilla si trova in una grotta nei pressi di quella montagna.”, disse infine, indicando il suddetto luogo.

I neo Cavalieri annuirono, per poi procedere in silenzio verso la loro destinazione. Mentre camminavano Pyras affiancò la loro guida, guardando Cancer con gratitudine.

“Grazie … per avermi difesa …”, mormorò.

“Di nulla ragazza … però promettimi che una volta tornati al Santuario cercherete di migliorare i vostri rapporti ok?”

“Va bene, ve lo prometto”

Il Gold Saint allora le diede una carezza sulla testa, scompigliandole i capelli, cosa che le fece venire in mente Leo, e i suoi pensieri volarono al suo maestro, poiché comunque sentiva la sua mancanza.

“Sta tranquilla, sono certo che sta bene, è un osso duro il caro Hector”

Pyras a quelle parole sorrise, rassicurata. Aveva ragione, non c'era alcun motivo di cui preoccuparsi, Leo era forte e dentro di se sentiva che stava bene, ma ora ciò che contava davvero era portare a termine quella missione. Mentre avanzavano verso la grotta della Sibilla all'improvviso un cosmo decisamente ostile impregnò l'aria, inondandola di un'odore acre simile al sangue, cosa che costrinse il gruppo a mettersi sulla difensiva.

“Toh, ma guarda un po' chi si vede, i nuovi cuccioli di quella dea da strapazzo e uno dei suoi fidati cagnolini d'oro, questa si che è una vera fortuna.”, esordì una voce nell'aria.

Cancer ringhiò nel riconoscerla.

“Eaco …”, ribattè, fremente.

Il suddetto interessato esplose in un'allegra ma anche sadica risata.

“Granchietto, quanto tempo, spero che le tue chele non si siano arrugginite dall'ultima volta”

“Fatti sotto e scopriamolo”

“Con molto piacere … granchietto”

In quell'attimo di fronte al gruppo apparve un uomo sulla trentina vestito di una Surplice violacea con due ali d'aquila dietro la schiena, la carnagione era pallida, gli occhi di ossidiana e una cascata di capelli corvini gli ricadevano lungo la schiena. Portava un elmo con ali ai lati, mentre sotto l'armatura si poteva indovinare un fisico incredibilmente vigoroso e ben allenato, frutto di tanti allenamenti, pronto come non mai per lo scontro. Cancer sapeva di non potersi tirare più indietro, quindi guardò i neo Cavalieri con rassegnazione.

“Voi andate dalla Sibilla, mi occupo io di lui”

Spalancarono gli occhi a quelle parole.

“Ma …”

“Niente ma Phoenix, la missione è più importante di me … ora andate …”

Il gruppo, capendo di non avere altra scelta se non quella di obbedire, con la morte nel cuore indietreggiarono di qualche passo, ma prima di correre via Pyras non poté non trattenersi nell'abbracciarlo per dimostrargli anche solo per un momento tutta la sua gratitudine. Cancer rimase non poco sorpreso da quel gesto da parte della ragazza, ma lo ricambiò ugualmente. Rimasero così per qualche secondo per poi separarsi a malincuore, poiché in quell'abbraccio c'erano state più di mille parole.

“Vai adesso, la Sibilla vi aspetta”

Pyras annuì e con gli occhi velati tornò dai suoi compagni e dopo un ultimo sguardo il gruppo si voltò, correndo senza voltarsi verso la loro destinazione.

“Era ora finalmente, tutto questo sentimentalismo mi stava dando la nausea.”, sbuffò Eaco quando si furono allontanati.

“E ora a noi due.”, ringhiò Cancer, in posizione d'attacco.

“Preparati a morire granchietto”

E con quelle parole ecco che iniziò il loro fatidico scontro senza nessuna esclusione di colpi, bruciando i cosmi a ogni attacco che sferravano in modo tale da far tremare la terra stessa. Persino l'intera Delfi poté percepire l'intensità dello scontro tra i due Cavalieri, il primo devoto ad Athena e al senso di giustizia, il secondo invece fedele a Hades e pronto a tutto pur di avere la gloria che meritava il suo rango di Giudice Infernale. Si guardavano entrambi con aria di sfida, spingendo il proprio avversario a fare di meglio e nessuno pareva deciso di arrendersi. Ma tra i due era chiaro come il sole che Eaco aveva attacchi offensivi molto più avvantaggiati nonostante Cancer avrebbe potuto mandarlo all'altro mondo in qualsiasi momento, con le sue Ali di Garuda più e più volte lo aveva fatto sfracellare al suolo e ogni volta l'avversario si rialzava pronto a combattere di nuovo.

“Però, certo che voi cagnolini di Athena siete proprio ostinati, nessuno di voi non sa mai quando è l'ora di arrendersi e accettare la morte.”, lo schernì Eaco, divertito.

“Ah … sta zitto uccellino troppo cresciuto e combatti piuttosto che parlare e poi … dovresti conoscermi ormai no?”, fece l'altro di rimando.

“Eccome, come ora so che sta per arrivare la tua fine!”

E detto ciò si preparò a lanciare l'Illusione Galattica ma Cancer, seppur stremato lo anticipò lanciando l'Onda della Sepoltura Spirituale che assorbì una parte dello spirito di Eaco che servì a potenziare gli Strati di Spirito con una forza più maggiore. Purtroppo però tale attacco lo sfinì ma almeno riuscì a stancare l'avversario prima di interromperlo. Anche Eaco di per sé era stanco, ma il suo cosmo era pur sempre alimentato dal potere degli Inferi, quindi non ci mise molto ad atterrare Cancer con un violento colpo al petto.

“Lo vedi? Questo dimostra che il potere delle tenebre è ben più forte della luce e te lo dimostrerò!” esordì, per poi prepararsi a dargli il colpo di grazia “Fredde Lance del Loto Bianco!!!”, gridò, espandendo il suo cosmo a dismisura.


 

I neo Cavalieri nel frattempo stavano continuando ad avanzare quando il cosmo di Eaco arrivò fino a loro. Fecero appena in tempo a voltarsi solo per vedere delle lance di ghiaccio cadere sul corpo già esanime di Cancer, spegnendo il suo cosmo in pochissimo tempo. Spalancarono gli occhi, increduli nel vedere tale scena … davvero Eaco era stato in grado di sconfiggerlo? Pyras, disperata, fece per tornare indietro in suo aiuto, ma i suoi amici la bloccarono, trattenendola con la forza.

“Fermati! Non puoi più fare niente per lui! Dobbiamo andare avanti! La missione ha la priorità!”, esclamò Kyros, tenendola ferma.

Inizialmente Pyras provò nuovamente a ribellarsi ma alla fine capì che avevano ragione, quindi smise di combattere, riprendendo l'avanzata verso la Sibilla. In quel momento però avvertirono altri cosmi ostili e davanti a loro si pararono sette Spectre vestiti delle loro Surplici, evidentemente seguaci di Eaco, mandati dallo stesso Giudice per fermarli. Non ci fu bisogno di alcuna parola, semplicemente iniziarono lo scontro, durante il quale Pyras si intestardì per non far morire i suoi compagni, determinata a non perdere nessun altro. Più e più volte mise in gioco le sue fiamme con le sue tecniche più potenti come il Fantasma Diabolico e le Ali della Fenice pur di proteggerli. La cosa ovviamente stupì tutti, compresa Talia, che la guardò sconcertata dopo che l'ebbe salvata da un seguace che stava per colpirla alle spalle.

“Perché fai tutto questo? Io e gli altri siamo stati cattivi … io sono stata cattiva … non … non merito il tuo aiuto …”

Pyras allora la guardò con uno sguardo carico di determinazione.

“Non lo capisci proprio vero?!? Anche se sei stata cattiva con me … ti ho sempre considerata … una mia compagna!!! Tutti voi lo siete!!!” esordì, per poi espandere il suo cosmo quasi al limite “Ali … della Fenice!!!”

In quell'attimo nell'aria si liberò un vento talmente forte che investì gli Spectre in un colpo solo per poi colpirli a incredibile velocità con pugni potentissimi, poi, prendendo le sembianze di una fenice di fuoco, li travolse nuovamente, facendoli cadere a terra uno a uno, privi di sensi. I suoi compagni, specialmente Asterius e Kyros, rimasero senza parole di fronte a tale potenza … così giovane poi. Pyras allora, ansimante e ferita, li guardò con un sorriso.

“Avete visto? Alla fine … ce l'ho fatta a non farvi morire …”, mormorò, per poi crollare in ginocchio, sfinita.

Kyros allora le venne in soccorso, caricandosela in groppa nonostante anche lui fosse sfiancato.

“Accidenti a te … possibile che devi sempre strafare tu?”, borbottò, preoccupato.

La Saint ridacchiò, divertita.

“Oh andiamo … sono viva no?”, lo rassicurò.

“Questo si … ma sei stata comunque un'imprudente, si può sapere dove diavolo hai imparato?”, chiese Asterius a sua volta, facendola sorridere.

“Mi sono allenata durante la mia reclusione … e devo dire che mi è stato utile …”

“Beh ma … in ogni caso non essere più così avventata la prossima volta hai capito?”, replicò Kyros, serio.

La ragazza in risposta sbuffò.

“E va bene, va bene … accidenti, sembri Leo quando fai così …”, borbottò.

Poco dopo vennero affiancati dagli altri neo Cavalieri, che la guardarono con incertezza, indecisi su cosa dire o fare, quindi alla fine fu Calipso, con sorpresa dei tre, a prendere parola.

“Ecco … volevo dirti che … a nome di tutti noi, ti ringraziamo per averci salvato la vita nonostante i nostri trascorsi. All'inizio pensavamo che, dopo quello che era successo a Cnosso e Troia, non fosti degna di essere un Cavaliere di Athena … ma oggi ci hai dimostrato il contrario con il tuo coraggio e la tua lealtà, quindi … grazie, ora siamo in debito con te”

Nel sentire tali parole Pyras sussultò, alquanto sorpresa da tutto ciò. Davvero era finalmente riuscita nel suo intento di conquistare la loro fiducia? Li guardò uno a uno, cercando una risposta, ma annuirono semplicemente. Avrebbe voluto scoppiare in lacrime di felicità, ma quello non era il momento più adatto. Avevano una missione da portare a termine, Cancer si era sacrificato per farli andare avanti e non potevano permettersi di rendere vano il suo gesto. Quindi ripresero l'avanzata verso la loro meta, nella speranza di ottenere delle risposte.

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui … in ritardo … con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyafanfiction! Scusate se vi ho fatto aspettare …

Comunque inizio col dirvi che d'ora in poi quelle che pubblicherò saranno solo le mie versioni … spero con il cuore che vi piacciano ugualmente …

Per Delfi l'ho descritta tutta di mia invenzione ispirandomi ad alcune immagini di fortuna, lo stesso vale per i due templi che ho descritto … internet non mi è stato molto d'aiuto quindi ho dovuto arrangiarmi … spero lo stesso che sia riuscita nel mio intento …

Per gli scontri invece essendo due non gli ho descritti nei minimi dettagli, altrimenti sarebbe venuto un capitolo chilometrico … per gli attacchi di Cancer, Eaco e Pyras ho preso le descrizioni da Wikipedia per essere fedele … spero di non essere stata troppo confusionale nel descrivere entrambi gli scontri … se c'è qualcosa che non vi convince siete liberissimi di dirmelo.

Passando ai ringraziamenti … ringrazio come sempre Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni! Detto ciò buon Natale e felice anno nuovo!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - La Sibilla ***


Capitolo 14 : La Sibilla

Nel mentre continuavano verso la loro destinazione nessuno disse nulla, ma almeno la tensione era quasi del tutto sparita. Il morale però non era decisamente dei migliori: l'immagine di Cancer che veniva ucciso in quel modo era ancora vivida nelle loro menti, specialmente in quella di Pyras, poiché tra tutti era stata quella più segnata dalla cosa.

Anche se aveva avuto modo di conoscerlo per poco tempo, nel brevissimo periodo che erano stati assieme tra loro si era creato ugualmente un forte legame, poiché entrambi i caratteri li avevano fatti entrare in sintonia e nonostante lui non fosse mai stato sopportato dagli altri Cavalieri d'Oro, a lei era piaciuto subito, avendo trovato nella sua figura qualcuno che le somigliasse, un punto di riferimento, mentre Diomedes invece in lei aveva rivisto se stesso quando era ancora un giovane Cavaliere che mostrava già il suo carattere esuberante e impetuoso e questo fatto l'aveva spinto a prenderla sotto la sua ala.

Ma ora niente di tutto ciò sarebbe stato più possibile, poiché ora era morto, sconfitto dalla forza di Eaco nonostante avesse dato tutto se stesso. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma si trattene, dato che quello non era di certo il momento opportuno vista la missione che dovevano compiere, essendo essa decisamente più importante. Così, annuendo a se stessa, il suo sguardo si fece più determinato, cosa che fece sorridere i suoi due amici, poiché ai loro occhi sapevano che non si sarebbe mai arresa, nemmeno stavolta, avrebbe continuato ad andare avanti. Dopotutto in lei c'era lo stesso ardore di Leo e la sua forza di volontà quindi non sarebbe crollata, non ora.

Giunsero infine a destinazione e notarono che l'entrata della grotta era nascosto da una cascata di rami di salice. Rimasero per qualche minuto guardandosi attorno con fare circospetto, indugiando se entrare o meno, ma alla fine misero da parte i loro timori ed entrarono nella grotta della Sibilla, stando vicini per farsi forza l'un l'altro. L'ingresso si presentò come come un tunnel lungo una decina di metri, il quale aveva come fonte di luce delle torce alle pareti umide. Procedettero quindi senza nessun intoppo e non appena giunsero alla fine, si trovarono di fronte a una vera e propria casa sotterranea illuminata da un falò in un angolo che faceva da caminetto. Alle pareti erano appese piante di ogni genere mai viste prima, tutte variopinte, il mobilio invece comprendeva un tavolino con una sedia, una scrivania ben ordinata, un armadio, la dispensa e per finire un catino con un paravento affiancato da un letto improvvisato. Rimasero alquanto perplessi a quella vista.

“Ma siamo sicuri che sia questo il posto? Non sembra la casa di un indovina …”, osservò Asterius, perplesso.

“Perché? Come te la immagini una dimora del genere?”, domandò Calipso con fare interrogativo.

“Beh ecco … un po' più sfarzosa suppongo …”

“A me non dispiace … sarebbe perfetta come la vostra tomba.”, ridacchiò una voce familiare alle loro spalle che li fece voltare.

Fremettero non appena riconobbero la figura di Eaco che li guardava con aria di sfida.

“Bene, bene, bene, vedo con piacere che alla fine ce l'avete fatta a superare i miei Seguaci, davvero eccellente … peccato solo che quel granchietto da strapazzo non sia qui per poterlo vedere …” esordì, per poi sogghignare “Povero illuso, era davvero convinto di potermi battere, pensava sul serio di sconfiggere me, me, uno dei tre Giudici Infernali, ma … ops … alla fine se l'è cercata e devo ammettere che mi sono divertito a infilzarlo come un baccalà, sul serio, è stato il massimo.”, concluse infine, esplodendo in una sadica risata.

Il gruppo ringhiò a quelle parole e lo guardarono con sguardo di fuoco, facendolo divertire ancora di più.

“Oh suvvia, non fate quelle facce, dovreste rallegrarvi invece … perché a breve lo raggiungerete!”, esclamò.

Detto ciò fece per lanciare loro lo stesso attacco che aveva ucciso Cancer quando …

“Fermo!!!”, intimò una voce di donna dietro di lui.

Eaco allora, stupito, si voltò, e, assieme ai neo Cavalieri, cercò la fonte di quella voce, che non tardò a farsi vedere.

Poco a poco dalla penombra entrò nella loro visuale la figura di una donna di fulgida bellezza, il quale volto non mostrava nemmeno la sua età. Vestiva di un bel chitone bianco con i bordi dorati che fasciava le morbide curve del suo corpo in modo aggraziato e al collo portava un pendente d'oro a forma di sole, mentre sulle braccia portava dei bracciali. La lunga gonna del vestito scendeva a campana ed era lunga fino ai piedi. Per quanto riguardava la carnagione essa era di un bell'incarnato che dava un tocco regale alla sua persona, gli occhi erano due pozze celesti che sembravano voler scrutare fin dentro l'anima da quanto fossero profondi e penetranti, le labbra sottili e delicate. I capelli invece erano una cascata color inchiostro raccolti in una raffinata acconciatura con qualche ciocca che le ricadeva sul morbido seno. Era davvero incantevole ma nonostante la sua età imprecisata, emanava ugualmente una profonda saggezza.

Poco dopo la sua comparsa emise un sospiro, mentre lo sguardo severo posava ancora su Eaco.

“Qua dentro non voglio morti è chiaro? Qui si fanno solo domande” esordì con tono gelido per poi guardare i neo Cavalieri “Seguitemi”

Il gruppo allora, con fare titubante, seguì la Sibilla in un lato della grotta, che al suo tocco si aprì, mostrando un'altra stanza con un tavolo dove sopra di esso stava una sfera di cristallo e una sedia. Quindi entrarono e la porta si richiuse alle loro spalle. L'indovina allora si accomodò sulla sedia, guardando con sguardo penetrante i giovani di fronte a lei. Sospirò nuovamente.

“Immagino che siete qui per trovare un modo che risvegli Athena, dico bene?”, domandò.

“Si … è esatto, ma lei come lo sa?”, chiese Asterius, perplesso.

“Io so molte cose Cavaliere di Pegasus … e poi mi sembra ovvio che se dei Saint vengono da me è di sicuro per qualcosa di importante non credi?”, fece la Sibilla di rimando.

“Si … giusto, avete ragione, perdoni la mia domanda inopportuna …”, si scusò l'altro con fare mortificato.

“Fa nulla … ma comunque fortunatamente ho la risposta che cercate”

A quelle parole gli occhi dei neo Cavalieri si illuminarono, speranzosi.

“E di cosa si tratta?”, domandò Pyras, la voce tremante di emozione.

La Sibilla allora rimase in silenzio per qualche secondo ed infine diede la sua risposta.

“Ebbene, per risvegliare la Divina Athena è fondamentale che troviate la sua Sacra Armatura poiché essa fungerà da cura”

“Sapete anche dove si trova?”, domandò Constantine a sua volta.

“Si, essa è custodita dai satiri al Tempio di Pan … ma prima di trovarla è necessario sopprimere Hades prima che si risvegli … altrimenti sarà tutto perduto.”, li avvertì.

Il gruppo annuì.

“Sarà fatto.”, rispose Zenais.

La Sibilla quindi annuì.

“Bene, e ora andate, buona fortuna giovani Cavalieri”

“Grazie, anche a voi.”, risposero.

La donna allora si alzò per poi aprire la porta e congedarli. Loro uscirono, lanciando uno sguardo di fuoco a Eaco poco prima che lui entrasse per fare la sua domanda, quindi lasciarono la grotta della Sibilla alle spalle. Andarono poi a recuperare il corpo senza vita di Cancer e, con la morte nel cuore, iniziarono il viaggio di ritorno al Santuario.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Innanzitutto buon anno! Eccomi qui con un altro capitolo della mia SaintSeiyafanfiction! Vi chiedo umilmente scusa se è un po' cortino e se avete qualche perplessità siete liberissimi di dirmelo.

Ebbene, ecco che compare l'indovina Sibilla che risponde alla domanda dei nostri neo Cavalieri. Riusciranno i nostri giovani eroi a farcela? Lo scoprirete nei prossimi capitoli.

Passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni! Detto ciò ancora buon anno e alla prossima! Vi avviso che dalla settimana prossima mi dedicherò alla revisione di una mia storia, quindi pubblicherò solo la Fairyfanfiction finché non finirò la revisione, ma andrò comunque avanti a scrivere.

Buon 2019 dalla vostra EragonForever!


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 - Nuovi Legami ***


Capitolo 15 : Nuovi Legami

Il viaggio di ritorno verso il Santuario fu cupo e silenzioso, tutt'altro di quello d'andata. L'atmosfera era grigia e spenta, l'unico suono che si poteva udire oltre ai loro passi era quello del trascinamento della barella improvvisata su cui stava adagiato, ormai senza vita, il corpo di Cancer. I ragazzi si davano il cambio ogni tre ore, mentre le ragazze davano il loro supporto. Il morale era a terra ma nessuno lasciò spazio alle lacrime, non finché non sarebbero tornati al Grande Tempio. Nonostante la breve distanza di un giorno di cammino decisero di accamparsi per la notte, essendo tutti stanchi, specialmente Pyras, dato che lo scontro con i Seguaci di Eaco l'aveva sfiancata non poco. Così quella sera i suoi amici si occuparono delle sue ferite riportate durante la battaglia, fortunatamente non gravi e per tutta la durata delle cure rimase in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto in chissà quali pensieri. Avrebbero voluto fare qualsiasi cosa per tirarla su di morale, ma preferirono rispettare il suo silenzio. Dopo che l'ebbero medicata si radunarono attorno al fuoco per consumare una magra cena a base di carne secca, ma nemmeno in quel frangente nessuno proferì parola. Finito il magro pasto ognuno se ne stette per i fatti suoi. Pyras fu quella più distaccata e si mise a vegliare il corpo di Cancer ma poco dopo venne affiancata da Calipso che le si sedette vicino.

“Sai, credo di averti giudicata male da quando siamo diventati una squadra.”, esordì, facendola sussultare.

“Eh? Tu dici?”

Andromeda annuì.

“Si, dovresti già averlo capito no? Quando ci hai salvati ricordi?”

“Oh … giusto … ma, pensavo di non essere ancora completamente riuscita ad avere la tua fiducia …”, fece l'altra di rimando.

“Questo è vero, ma quello che hai fatto per salvarci ha dimostrato la tua lealtà di Cavaliere e vederti combattere in quel modo mi ha fatto pensare”

Pyras a quelle parole la guardò con fare perplesso.

“Sicura che non lo stai facendo solo per farmi sentire meglio?”

In risposta Calipso scosse la testa.

“Ehi, per chi mi hai presa? Non sono mica Talia … insomma, ti ho pure ringraziato a nome di tutti quando ci hai salvato.”, puntualizzò.

“Giusto … hai ragione …” mormorò l'altra per poi guardarla con curiosità “Comunque … come mai qui?”, chiese poco dopo.

Calipso a quelle parole sorrise lievemente.

“Volevo parlare un po' con te.”, disse semplicemente.

“Parlare? E di cosa?”, domandò Pyras, inarcando un sopracciglio.

La Saint di Andromeda ridacchiò.

“Tranquilla, non sono qui per litigare” esordì, per poi guardare assorta il cielo stellato sopra di loro “Sai, il tuo modo di combattere contro i Seguaci di Eaco mi ha fatto molto riflettere riguardo a una cosa”

“Ossia?”

Calipso allora tornò a guardarla con un sospiro.

“Mi ha fatto capire quanto sia forte il tuo senso del dovere verso la causa di Athena.”, rivelò.

Pyras a quelle parole la guardò con fare perplesso.

“E perché il tuo dovrebbe essere da meno? Ogni Cavaliere combatte per la Divina Athena, come me anche tu dovresti.”, replicò.

La bionda sospirò nuovamente nel sentire ciò.

“Non è così semplice, ma vedrò di darti una spiegazione” iniziò, per poi fare una pausa e riprendere “Sai, io a differenza tua e degli altri non avrei voluto diventare Cavaliere di Athena, vivevo in una nobile famiglia ateniese e sognavo una vita felice, sposarmi con un buon partito … insomma, tutto quello che una ragazza nobile vorrebbe”

“E poi cos'è successo?”, domandò Pyras, curiosa.

Calipso sospirò nuovamente, riprendendo quindi il racconto.

“Tuttavia però anche i sogni prima o poi hanno una fine … un brutto giorno la mia famiglia mentre era in viaggio per lavoro, venne sterminata dai Seguaci di Hades e io rimasi sola. A quel tempo ero solo una bambina e non avendo più nessuno decisi di rivolgermi al mio maestro di meditazione, Lucerys della Vergine, che mi prese con se. Da quel momento venni addestrata come Cavaliere ma lo sono diventata solo per senso del dovere, non per Athena, ma solo in questo modo potrò vendicare la mia famiglia e tutti coloro che hanno sofferto come me.”, concluse infine.

La Saint di Phoenix rimase alquanto colpita da quel racconto e le ci volle un po' per cercare le parole giuste, ma alla fine le trovò.

“Mi dispiace molto per quello che hai passato … e anche se io la penso diversamente riguardo ad Athena … ti comprendo e lo accetto. Dopotutto siamo entrambe suoi Cavalieri e tra di noi ci si aiuta no?”

Calipso sorrise a quelle parole.

“Si, hai ragione … Leo ti ha insegnato bene”

“Grazie …”, esordì per poi tenderle la mano.

La bionda spalancò gli occhi a quel gesto.

“Ehi … e questo che significa?”, domandò.

La corvina allora sorrise.

“Ora siamo amiche no?”

Nel sentire ciò l'altra sussultò.

“A … amiche? Ma finora …”

“Non importa e poi non sarebbe affatto male avere un'amica femmina”

Calipso allora guardò la mano tesa e, dopo qualche perplessità glie la strinse.

“Ok … amiche …”, accettò infine.

Pyras nel sentire ciò sorrise, soddisfatta, ora aveva qualcun altro su cui poter contare.

Il resto del viaggio di ritorno ad Atene, grazie a questo fatto, poté continuare in modo un po' più sereno, ma nei loro cuori gravava il peso del dolore, non della consapevolezza di essere riusciti nella missione, solo dolore, poiché il sacrificio di Cancer aveva portato i sensi di colpa anche se non era stato vano.

Giunsero infatti al Santuario a pomeriggio inoltrato, stanchi e provati, specialmente Pyras essendo ferita. Vennero accolti dalle sentinelle di guardia alla porta e una di loro andò subito al Santuario per informare il Gran Sacerdote del loro arrivo.

“Vostra Eccellenza, i Cavalieri che avete mandato in missione per la Sibilla sono tornati”

“Molto bene, vada a chiamare Cancer per il rapporto.”, rispose la donna.

A quelle parole la sentinella abbassò lo sguardo.

“Mi spiace ma purtroppo il nobile Cancer … è morto, i ragazzi hanno riportato il suo corpo da Delfi …”, mormorò.

Nel sentire quella rivelazione il Gran Sacerdote si rattristò.

“Oh … capisco, una grave perdita per tutti noi, era un uomo d'onore nonostante tutto” mormorò per poi ricomporsi “In questo caso andate a chiamare i neo Cavalieri e voi ancelle seguitelo per prendervi cura del corpo del nostro compagno caduto per prepararlo alla cerimonia di sepoltura”

Le ancelle presenti nella sala principale annuirono e fecero come era stato loro ordinato, seguendo la sentinella dai sei giovani, che, quando li raggiunse, diede loro il messaggio.

“Il Gran Sacerdote vuole il rapporto, le ancelle invece si occuperanno del corpo. Seguitemi2

I neo Cavalieri d'altro canto non poterono obbiettare, quindi affidarono Cancer alle ancelle per poi andare dietro alla sentinella. Durante la salita vennero affiancati anche da Leo, che si offrì di portare la sua allieva in spalla. La traversata fu silenziosa e cupa, nessuno proferì parola e nemmeno Hector fece domande.

Arrivarono alla Tredicesima Casa che il cielo si stava facendo scuro, essendo la sera ormai prossima e giunti al cospetto del Gran Sacerdote i sei ragazzi, Pyras compresa essendo stata fatta scendere, si inginocchiarono in segno di rispetto. Il silenzio che ne seguì fu molto teso ma fortunatamente non durò a lungo.

“Vostra Eccellenza, siamo qui per il rapporto della missione.”, esordì Calipso.

“Molto bene, continua pure allora”

La Saint di Andromeda prese quindi un respiro profondo per poi iniziare il racconto.

“La missione è stata portata a termine con successo” esordì, facendo una breve pausa per riprendere poco dopo “Ma purtroppo mentre stavamo per giungere alla meta siamo stati attaccati da Eaco di Garuda e dai suoi sottoposti. Cancer si è scontrato con il Generale per permetterci di proseguire … morendo però nel tentativo. Noi invece ce la siamo vista con i Seguaci di Eaco ma Phoenix ha dimostrato il suo valore salvandoci da morte certa. Le dobbiamo la vita …”

Nel sentire quella prima parte del racconto il Gran Sacerdote guardò Pyras con sorpresa.

“E' vero giovane Saint?”, domandò.

La ragazza in risposta annuì.

“Si, Vostra Eccellenza … non volendo perdere nessun altro ho dato tutta me stessa per non farli morire …”, mormorò.

A quelle parole la donna sorrise da sotto la maschera.

“Sono lieta di sapere che stavolta hai agito bene e non di testa tua, questo tuo gesto vuol dire che stai maturando nell'eseguire gli ordini e di questo non posso che esserne felice. Anche la Divina Athena lo apprezzerebbe.”, disse con voce solenne.

Nell'udire tali parole il cuore di Pyras si riempì di grande gioia, mai si sarebbe immaginata di sentirsi dire certe cose. Avrebbe voluto saltarle al collo ma essendo ferita non poteva fare sforzi, quindi si limitò a guardarla con un lieve sorriso.

“Vi ringrazio, queste parole significano davvero molto per me.”, disse con voce tremante di emozione.

Il Gran Sacerdote annuì per poi riportare l'attenzione sulla Saint di Andromeda.

“E per quanto riguarda la Sibilla? Vi ha dato delle risposte su come salvare la nostra dea?”

Calipso a quella domanda annuì prontamente.

“Si Vostra Eccellenza, ha detto che bisogna recuperare la sua Sacra Armatura che è custodita al Tempio di Pan dai Satiri. Ma prima di recuperarla ci ha espressamente chiesto di sopprimere Hades prima che si risvegli”

Astrea a quella risposta si fece pensierosa per qualche secondo per decidere il da farsi. Erano entrambe due questioni di vitale importanza, ma eliminare Hades aveva decisamente la priorità. Quindi sospirò.

“Beh, la Sibilla non ha avuto tutti i torti, poiché se il Signore degli Inferi si risvegliasse mentre Athena è in queste condizioni sarebbe una catastrofe. I miei più sinceri complimenti, avete portato a termine una missione molto importante nonostante gli ostacoli che avete dovuto affrontare”

“Grazie Vostra Eccellenza, è un'onore.”, ringraziò Asterius.

La donna annuì per poi alzarsi.

“Ora andate a riposarvi, ne avete bisogno, domani celebreremo i funerali del nostro compagno Cancer con tutti gli onori”

Loro allora si alzarono, fecero un inchino e poi, scortati da Leo e la sentinella, lasciarono la sala principale scendendo nuovamente le scale, ma si separarono durante il tragitto poiché ognuno preferì stare con il proprio maestro, persino Asterius e Kyros ma Pyras non poté biasimarli, li capiva, quindi lei e Hector furono soli, dato che la sentinella tornò alla sua postazione. Così, non appena varcarono la soglia del Tempio e si furono seduti sul letto prima ancora che Leo potesse aprire bocca, Pyras, nonostante le ferite, si fiondò contro il suo caldo petto, sfogando finalmente tutto il suo dolore per la morte di Cancer e il senso di colpa pesava come un macigno sulle spalle sfumò in quelle lacrime. Hector allora con un gesto si tolse l'armatura per poi stringerla a se in modo che potesse sentirselo più vicino, capendo fin troppo bene come si sentiva in quel momento. Aveva visto morire qualcuno a cui teneva e ora il terrore di perdere anche lui era forte come non mai. Avrebbe voluto prometterle che non sarebbe morto, che sarebbe sopravvissuto, ma nel suo cuore sapeva che non sarebbe servito a nulla, quindi si limitò a tenersela stretta a se, accarezzandole la schiena con fare rassicurante. Il suo cosmo si fece caldo e accogliente in modo da farle sentire ancora di più la sua presenza e, avvolta da quel tepore, pianse a lungo, fino a crollare addormentata tra le sue braccia forti e sicure. Così, per quella notte, dormì accanto al suo maestro come quando era bambina e aveva paura del temporale, e lui le stette vicino per non lasciarla sola.

Il giorno seguente nel pomeriggio, si celebrarono i funerali solenni di Cancer. Le ancelle avevano dedicato tutta la notte a occuparsi del suo corpo martoriato, gli avevano tolto l'armatura e lavato con unguenti profumati ed infine era stato rivestito di una bianca veste. Come ultima cosa avevano preparato su un trasportino, un giaciglio di fiori, dove poi era stato adagiato il corpo. Prima delle esequie c'era stata la camera ardente per l'ultimo saluto da parte dei suoi compagni e dei cittadini di Rodorio. Pyras e gli altri neo Cavalieri furono gli ultimi ad andare a fargli visita in modo da non attirare troppa attenzione, dato che le voci sulla riuscita dell'ultima missione si erano già sparse. Una volta entrati rimasero a lungo ad ammirarlo: steso su quel giaciglio con un'espressione serena pareva addirittura che dormisse, ma sapevano troppo bene che non era così, poiché l'immagine della sua morte era ancora vivida nella loro mente. Tra tutti Pyras fu l'unica a non riuscire a trattenere le lacrime e si permise di piangere tra le braccia di Kyros, mentre Asterius le accarezzava la testa. Con sorpresa però anche gli altri si strinsero attorno a lei per rassicurarla, segno che condividevano il suo stesso dolore.

Dopo la camera ardente ebbero luogo i funerali, presieduti dal Gran Sacerdote nella piazza principale dell'acropoli. Non mancava nessuno, tutti erano presenti. Il corteo funebre era partito dal Tempio del Cancro, per poi giungere nella piazza. Il trasportino dove stava il corpo era tenuto da quattro Gold Saint, Leo, Libra, Virgo e Sagitter, che si erano offerti di portarlo. La cerimonia di conseguenza fu molto commovente, specialmente nelle dediche e anche Pyras volle dire la sua per trasmettergli tutto il suo affetto.

“Ciao Cancer … so che non ti conosco da molto ma … nel breve periodo che abbiamo trascorso durante la missione siamo riusciti a instaurare un legame molto forte. Grazie a te ho capito che non devo vergognarmi di avere paura ma … ora come ora non so se ci riuscirò. Durante la missione abbiamo capito di essere simili, in te ho rivisto me stessa e tu hai rivisto te stesso in me e non appena l'ho capito mi sono sentita felice. Avrei voluto passare più tempo con te … ma ora non sarà più possibile e questo fa male … ti porterò sempre nel cuore, non ti dimenticherò mai …”, aveva detto con il cuore colmo di dolore.

Tutti avevano applaudito per il suo coraggio nel dire tali parole, poi la cerimonia era ripresa. Come ultimo atto il corpo di Cancer venne bruciato come nei funerali degli antichi re e imperatori. Tra gli spettatori Pyras e gli altri neo Cavalieri furono gli unici che rimasero fino alla fine, quando della pira non rimase più niente. La Saint aveva gli occhi rossi e gonfi per il lungo pianto di quella notte, il volto provato di chi era rimasto maggiormente segnato da quella perdita che ancora non riusciva ad accettare, piena di sensi di colpa. I suoi amici le erano vicino per darle forza e coraggio, ma non solo Asterius e Kyros, anche gli altri, a parte Talia che preferì starsene per conto suo, nonostante anche lei provasse lo stesso dolore, ma nessuno disse nulla, non potendo biasimarla.

I giorni che seguirono dopo i funerali di Cancer furono grigi e cupi, specialmente per Pyras. Aveva obbedito agli ordini certo, sapeva che la missione aveva avuto la priorità, ma c'era da dire che quella era stata la prima volta che aveva visto morire qualcuno a cui teneva davanti ai suoi occhi e non le era ancora ben chiaro cosa significasse giocarsi la vita in guerra nonostante avesse vissuto l'esperienza a Troia, essendo stata la prima battaglia a cui aveva preso parte. E poi il senso di colpa era troppo grande, ogni notte rivedeva Cancer morire e lei che guardava impotente per poi svegliarsi di soprassalto in preda al panico e ogni volta Leo le era vicino per rassicurarla. Sembrava aver perso di nuovo il sorriso i suoi amici, che erano abituati a vederla allegra, stavano iniziando a preoccuparsi, così un pomeriggio decisero di parlarle. La trovarono come al solito davanti alla tomba di Cancer persa nei suoi pensieri, ma si accorse del loro arrivo. C'erano tutti, non mancava nessuno.

“Immagino che siate qui per parlarmi vero?”, esordì con un sospiro.

“Si, in questo ultimo periodo da quando Diomedes è morto … non sei più tu e questo ci ha fatto preoccupare … è vero, Cancer non c'è più ma non devi sentirti in colpa, non è morto invano e tu lo sai.”, esordì Asterius.

“Lo so che non è morto invano … è solo che … finalmente avevo trovato qualcuno come me e nonostante il poco tempo passato insieme in lui avevo rivisto me stessa e l'idea che sia morto per me … per noi … non mi da pace …”, si giustificò lei, abbassando lo sguardo.

Calipso allora le mise una mano sulla spalla.

“Sai che non è morto del tutto … ascolta, anch'io ho perso la mia famiglia ma ora vive nei ricordi e lo stesso Cancer … se continui a crogiolarti nel dolore non risolverai un bel niente”

“Ha ragione, non dimenticare che ora hai noi.”, aggiunse Zenais.

“Si ma … prima nemmeno tu e gli altri mi vedevate di buon occhio …”, puntualizzò Pyras.

Nel sentire ciò, con somma sorpresa della ragazza, Talia la fronteggiò, severa.

“Si è vero ok? Ti ritenevamo una vera irresponsabile, non degna della tua armatura, soprattutto io, ma quando hai rischiato il tutto per tutto contro i Seguaci di Eaco … il nostro punto di vista è cambiato di colpo, ci sei stata d'esempio e abbiamo capito di averti giudicata male e … lo ammetto, anch'io in questi giorni mi sono preoccupata per te”

A quelle parole spalancò gli occhi, incredula.

“Davvero?”

Talia annuì con un sospiro.

“Si … davvero e so che è strano detto da me visto come mi sono comportata nei tuoi confronti ma … c'è un perché” iniziò per poi fare una pausa e riprendere “Vedi, io sono l'unica erede di una famiglia che da generazioni si tramanda l'arte del combattimento. Sono cresciuta con Hayato, mio fratello maggiore e futuro capo clan, ma purtroppo divenne cieco e io dovetti rimpiazzarlo. Per compiacerlo ma soprattutto, per non deludere la mia famiglia, decisi di puntare a diventare il miglior Cavaliere al mondo e per tutta la vita sono stata addestrata per raggiungere il mio obbiettivo da Capricorn, anziano del mio clan. Sono sempre stata molto ligia al dovere ed è per questo che all'inizio non ti sopportavo …”, concluse infine.

A quel racconto tutti i presenti rimasero senza parole. Davvero si era aperta a tal punto? Nel vedere i loro sguardi increduli arrossì.

“Che … che c'è? Perché mi guardate in quel modo?”

A quel punto fu Pyras a rispondere.

“Semplice, perché non è da te questo comportamento, di solito sei insopportabile” esordì, per poi tenderle una mano “Ma comunque … ti perdono per tutto quanto e ti vorrei come amica, sempre se lo vuoi …”

Talia a quel gesto spalancò gli occhi, sorpresa. Davvero era disposta a perdonarla nonostante tutto quello che le aveva fatto passare? Era sconcertata nel vedere un'espressione così convinta sul suo viso. Alla fine, seppur titubante, le strinse quindi la mano.

“Ok … amiche …”

Pyras allora sorrise, felice, e da quel momento nei giorni seguenti fu di nuovo serena, poiché sapeva che quel dolore nel cuore non era solo suo, ma anche dei suoi amici e grazie al loro sostegno avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa, anche il dolore. Ma soprattutto aveva mantenuto la promessa fatta a Cancer prima che lui morisse: era riuscita a creare nuovi legami.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Innanzitutto perdonate la lunga assenza ma sono stata impegnata a revisionare la mia fanfiction su Naruto sotto consiglio di due amiche, quindi ho dovuto sospendere la pubblicazione per un po' … ma ora sono tornata con questo nuovo capitolo! Sono felicissima!

Bene, qui come potrete leggere, la nostra Pyras è riuscita a mantenere la promessa fatta a Cancer prima di morire, creando nuovi legami. Come vi sembrano i passati di Calipso e Talia? Originali eh? Devo tutto a Teoth poiché mi è stata affianco fino alla fine per costruire questa fanfiction!

Ora passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio Franky93, reign_00evil, Stellareika e DarkIris26 per la loro pazienza di aver saputo aspettare e per le loro recensioni! Detto ciò alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 - Una Scoperta Importante ***


Capitolo 16 : Una Scoperta Importante

Il fatto di essere riuscita a instaurare finalmente nuovi legami, aveva giovato non poco all'animo di Pyras, poiché ora poteva vivere molto più serenamente rispetto a prima. Talia e gli altri neo Cavalieri si erano fatti molto più amichevoli dopo che l'avevano vista praticamente rischiare il tutto per tutto per salvarli dai seguaci di Eaco e, grazie al loro contributo si era ripresa abbastanza in fretta dalle ferite subite. Certo, era ancora un po' ammaccata, ma niente le impediva di fare il suo dovere di Cavaliere di Athena. Hector aveva provato in tutti i modi a dirle di stare a riposo ma lei, testarda com'era, non aveva voluto sentire ragioni. Alla mattina si allenava mentre il pomeriggio leggeva, ma soprattutto dedicava molto tempo alla meditazione per acuire meglio i sensi, allenando così la mente.

Al di fuori del Grande Tempio però la situazione non era affatto delle migliori, poiché gli Spectre continuavano a seminare morte e distruzione in cerca della reincarnazione di Hades, dato che la Sibilla aveva detto a Eaco dove trovarlo, ossia nella cittadella greca di Corinto.

Fortunatamente anche il Gran Sacerdote non aveva perso tempo, mandando esploratori ovunque in cerca di ogni possibile informazione su dove si trovasse Hades e, finalmente, dopo due settimane di ricerche, gli esploratori tornarono al Santuario con ottime notizie.

“Vostra Eccellenza, abbiamo scoperto dove si trova l'incarnazione di Hades.”, esordì uno del gruppo esplorativo.

“Parla allora.”, rispose la donna con voce autoritaria.

L'esploratore in risposta annuì, e, con un sospiro, iniziò.

“Ecco, qualche giorno fa io e la mia squadra siamo giunti nei pressi di Corinto e abbiamo sentito un gruppo di Spectre che i seguaci di Eaco avevano appreso che Hades, secondo la Sibilla, si troverebbe lì, ma non sappiamo ancora chi sia.”, spiegò.

“Non importa, quello che conta è che ora anche noi sappiamo dove si trova, ora andate, organizzerò una spedizione immediatamente”

Il gruppo esplorativo annuì per poi congedarsi e, subito dopo, Astrea si rivolse a un'ancella.

“Va a chiamare il gruppo di Phoenix e convoca Leo, Sagitter e Capricorn.”, esordì.

L'ancella annuì per poi uscire dal Santuario e eseguire gli ordini.


 

Pyras e i suoi amici nel frattempo si stavano allenando come al solito, ma stavolta tra loro non c'era più alcuna tensione avendo instaurato nuovi legami … certo, Talia tra tutti era quella più diffidente ma nei confronti di Pyras era molto migliorata. Di questo lei ne era davvero felice, poiché aveva mantenuto la promessa fatta a Cancer prima che lui morisse. Questo pensiero la fece distrarre e Talia ne approfittò per mandarla a terra, guardandola con disappunto.

“Ehi, ma che ti ha preso? Stavi andando alla grande fino a qualche secondo fa.”, la rimproverò, tendendole la mano.

“Ah lo so … scusami, mi ero distratta …”, si giustificò Pyras, prendendo la mano dell'amica e alzandosi.

“Ultimamente lo sei abbastanza spesso, si può sapere che hai?”

Pyras in risposta sospirò.

“Ecco … ultimamente non faccio altro che pensare a Diomedes … prima che morisse gli avevo promesso di cercare di instaurare nuovi legami vista la tensione tra noi e … a quanto pare ci sono riuscita …”, spiegò.

“Beh, questa è una bella cosa in fondo no?”, commentò Zenais con un lieve sorriso.

“Si infatti e …”

In quel momento venne interrotta dall'arrivo dell'ancella.

“Siete richiesti al Santuario, il Gran Sacerdote mi ha mandato a chiamarvi”

I neo Cavalieri d'altro canto, senza fare domande, la seguirono fino al suddetto luogo, le Cloth addosso e, quando vi giunsero, notarono Leo, Sagitter e Capricorn ad aspettarli vicino al trono dove stava il Gran Sacerdote. Dopo che l'ancella se ne fu andata i ragazzi si inginocchiarono al cospetto della donna.

“Vostra Eccellenza, a cosa dobbiamo questa nuova convocazione?”, esordì Calipso con fare incerto.

Astrea allora li guardò uno a uno come la volta precedente per poi parlare.

“Semplice, oggi il gruppo esplorativo mi ha informata su dove si trova Hades.”, esordì.

A quelle parole i neo Cavalieri sussultarono.

“Eh? Davvero?”, domandò Asterius, stupito.

Il Gran Sacerdote annuì.

“Si, sappiamo che si trova a Corinto e voi, sotto la guida dei tre Cavalieri d'Oro qui presenti, siete incaricati di stanarlo prima del suo risveglio. Partirete subito, non c'è un minuto da perdere”

I Saint nel sentire ciò non poterono fare altro che annuire.

“Si, Vostra Eccellenza.”, risposero.

“Bene, andate ora”

I ragazzi allora si alzarono per poi lasciare la stanza assieme ai Gold Saint. Durante la discesa della scalinata nessuno proferì parola, ma si poteva percepire la tensione sui volti dei neo Cavalieri, su Pyras più di tutti. Sapeva che quella missione avrebbe potuto essere di sola andata vista la sua importanza, ma nel suo cuore non era ancora pronta a perdere qualcun altro a cui teneva, soprattutto se si fosse trattato di Leo. Non si era ancora preparata psicologicamente a immaginare una vita senza di lui, poiché per lei era tutto, non era solo il suo maestro, ma colui che vedeva più vicino a un padre. L'aveva cresciuta da quando era ancora in fasce con amore e dedizione, era il suo mondo e se fosse morto niente per lei avrebbe avuto più senso. Hector questo lo sapeva molto bene, poiché per lui era come un libro aperto, ma ora come ora non poteva semplicemente prometterle che non sarebbe morto, no, il minimo che poteva fare era starle vicino, nient'altro che quello.

Non appena finirono la discesa della scalinata andarono a preparare il necessario e, quando ebbero finito, si ritrovarono fuori dal Santuario, pronti per per iniziare quella nuova missione, ma, poco prima dell'uscita, si fermarono e Sagitter guardò i neo Cavalieri uno per uno, specialmente Kyros, per poi parlare.

“Dunque, come ha detto il Gran Sacerdote, questa è una missione molto importante, quindi mi raccomando, niente sciocchezze avete capito?”

I giovani Saint in risposta si limitarono ad annuire, poi il Gold Saint si rivolse a Pyras.

“Questo vale specialmente per te Cavaliere di Phoenix, so che nell'ultimo periodo sei molto migliorata, anche se all'inizio molti di noi non ti ritenevano degna di essere al servizio di Athena, ma io non l'ho mai pensato, quindi vedi di non deludere le mie aspettative hai capito?”

A quelle parole la ragazza sussultò, davvero non aveva mai pensato male di lei dopo tutto quello che era successo a causa sua? Si sentì il cuore colmo di gioia ma si trattenne, quindi lo guardò nei suoi occhi celesti e annuì, per poi soffermarsi per qualche secondo sulla sua figura.

Anche se andava verso la sessantina il suo volto non mostrava affatto l'età avanzata, certo, aveva qualche ruga di espressione attorno agli occhi e sugli zigomi, mentre i capelli, sempre raccolti con la fascia attorno alla fronte, anche se andavano ormai verso il grigio, erano lo stesso vigorosi, così come il suo corpo scolpito sotto l'armatura dorata e i muscoli ancora scattanti e pronti all'azione. Quel primo impatto le fece subito provare un forte senso di ammirazione nei suoi confronti. Helladios allora sorrise e poi il gruppo riprese il cammino, durante il quale Pyras venne affiancata da Kyros.

“A quanto pare hai l'ammirazione del mio maestro eh?”, esordì.

“Già e questo mi rende molto felice … insomma, avere la fiducia di uno dei più forti Cavalieri d'Oro non è cosa da tutti i giorni, almeno questo vale per me visto che non sono una sua allieva”

“Che ti posso dire, Helladios è un grande uomo e per essere in età avanzata ha una saggezza degna di lui, mi ritengo molto fortunato ad averlo come maestro”

“Sono pienamente d'accordo.”, fece lei di rimando.

Kyros d'altro canto ridacchiò.

“Beh, ma guarda che anche tu sei fortunata, dopotutto hai suo figlio Hector come sensei”

A quella rivelazione Pyras avvampò.

“A … aspetta che?!? Sono padre e figlio?!?”, esclamò, spalancando le braccia.

L'Unicorno scoppiò a ridere, divertito.

“Non mi dire che non lo sapevi, eppure la somiglianza è evidente.”, disse tra le risate.

L'amica in risposta mise su un broncio infantile e incrociò le braccia, ancora visibilmente rossa dall'imbarazzo, ma poco dopo anche lei scoppiò a ridere. Leo e Sagitter, i primi del gruppo, avevano sentito ogni cosa e ridacchiarono leggermente, alquanto divertiti da ciò, così come il resto del gruppo.

Solo Capricorn rimase impassibile e continuò imperterrito superando i due a grandi passi, in silenzio, suscitando un sospiro da parte di entrambi. Certo, aveva un'enorme senso di giustizia ma una risata in più non avrebbe di certo guastato.

Il resto del tragitto verso Corinto continuò comunque in modo spensierato e i neo Cavalieri cercarono di allentare la tensione parlando del più e del meno. Quella sera si accamparono in una radura attorno al fuoco e, durante la cena, Pyras poté notare che Capricorn le lanciava continue occhiate di disappunto, quindi, senza alcun timore, decise di affrontare la questione e, dopo cena, mentre era di guardia, lo affiancò, fronteggiandolo e guadagnandosi uno sguardo gelido.

“Che vuoi ragazzina?”, chiese con tono brusco.

Lei in risposta non si scompose.

“Non ho potuto fare a meno di notare il modo in cui mi guardava poco fa, c'è per caso qualche problema?”, domandò, le braccia conserte.

Il Gold Saint a quella domanda sbuffò, per poi alzarsi e fronteggiandola a sua volta, scrutandola con le sue iridi color pece.

“Si, sei tu il mio problema.”, esordì senza troppe cerimonie.

A quella frase Pyras corrugò le sopracciglia.

“Io? E perché?”

Capricorn in risposta portò il volto a un nulla dal suo.

“Il perché è piuttosto semplice, tu non sei adatta a combattere spalla a spalla con Talia, sei troppo impulsiva e questo dato di fatto ha causato non troppi problemi. Potrai anche avere la stima di Sagitter ma non la mia, e ora smamma”

Nel sentire ciò la ragazza abbassò lo sguardo e, senza dire nulla, se ne andò a dormire. Ma quella notte non riuscì a chiudere occhio, così uscì a prendere una boccata d'aria davanti al fuoco.

“Non riesci a dormire piccoletta?”, esordì la voce di Sagitter all'improvviso, facendola sussultare.

Il Gold Saint ridacchiò per poi sedersi al suo fianco.

“Perdonami, non volevo spaventarti ma vedendoti qui tutta sola ho intuito che c'è qualcosa che ti turba. Riguarda per caso la parentela tra me e Hector?”

Pyras avvampò a quelle ultime parole.

“No, no … non è quello … è … è qualcos'altro.”, balbettò.

“Ti va di parlarne con me?”, propose Helladios con un sorriso benevolo, tale e quale a quello di Leo, cosa che le scaldò il cuore.

A tale proposta la Saint annuì e, dopo un profondo respiro, parlò.

“Ecco … riguarda Capricorn …”, mormorò.

“Horios? Perché? Ti ha detto qualcosa di poco piacevole?”, chiese a sua volta Sagitter, inarcando un sopracciglio.

Pyras annuì.

“Si … mi ha detto chiaro e tondo che non sono adatta a combattere al fianco di Talia perché sono troppo impulsiva e che questo è un problema. Ha detto anche che posso pure avere la tua stima ma non la sua …”, raccontò.

A quel racconto Helladios ridacchiò, scompigliandole i capelli corvini.

“Ah, il solito Horios, non cambierà mai, ma comunque non darci troppo peso, devi concentrarti su quello che sei ora, non prima”

Nel sentire ciò Pyras sospirò tristemente.

“Questo lo so … è solo che … da quando Cancer è morto ho il serio terrore di perdere coloro a cui tengo … soprattutto Leo …”, rispose, mormorando l'ultima parte.

A quelle parole Sagitter sorrise lievemente.

“So come ti senti, lui per te è tutto, così come per me e se dovesse morire entrambi staremo molto male … ma non devi temere, Hector è uno tosto e, come il sottoscritto, è duro a morire … non c'è alcun motivo di avere paura”

“E allora cosa dovrei fare?”, chiese, afflitta.

Helladios allora le avvolse le spalle con un braccio.

“Semplice, devi solo avere fiducia, nient'altro che quello.”, rispose con un sorriso.

A quelle parole la Saint sussultò per poi abbassare lo sguardo e annuire.

“Lo farò …”, mormorò.

“Bene, ora però sarebbe meglio andare a dormire non credi?”

Pyras in risposta annuì nuovamente per poi alzarsi e ritornare nella propria tenda assieme ai suoi amici, confortata dalle parole di Sagitter. Aveva ragione, doveva avere fiducia.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui di ritorno da Salisburgo, almeno, sono tornata ieri sera ma mica potevo mettermi a scrivere di notte no? Tornando a noi, ecco qui un nuovo capitolo di questa SaintSeiyaFanfiction che sto amando con tutta me stessa. Qui Pyras e i suoi amici partono per una missione molto importante, ossia stanare la reincarnazione di Hades prima del suo risveglio. Ci riusciranno? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! Ora passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil, Stellareika e DarkIris26 per le loro recensioni e il loro sostegno.

Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Corinto ***


Capitolo 17 : Corinto

Il giorno seguente si svegliarono qualche ora prima dell'alba per riprendere il viaggio verso Corinto. Certo, all'inizio fu non poco dura svegliare i neo Cavalieri, o almeno alcuni di loro non ancora completamente abituati alle alzatacce, ma fortunatamente i Gold Saint riuscirono nell'impresa con una doccetta fredda sul viso. E ora eccoli dietro alle loro guide, ovviamente chi più assonnato e chi meno. Erano consapevoli che dovevano raggiungere Corinto, ma non che avrebbero anche dovuto alzarsi anche prima dell'alba, però nessuno protestò più di tanto. Tra tutti Pyras era quella che sbadigliava più frequentemente, segno che aveva passato la maggior parte della notte a riflettere sulle parole di Sagitter riguardo all'avere fiducia in Leo, cosa che aveva nonostante la paura di perderlo fosse enorme, ma doveva comunque provarci poiché solo così avrebbe potuto continuare più serenamente il suo percorso di Cavaliere di Athena e questo lo sapeva fin troppo bene. I suoi amici le erano affianco e anche loro di tanto in tanto sbadigliavano, suscitando qualche risatina divertita da parte di Hector e Helladios mentre Horios rimase impassibile. Non era mai stato un tipo molto espansivo, ma sempre serio e dedito alla giustizia e all'onore, a volte si poteva quasi paragonare ad Acquarius, anche se l'unica cosa che li differenziava era il fatto che quest'ultimo vedesse le emozioni come senso di debolezza. Solo Talia essendo sua allieva riusciva a capirlo, poiché per gli altri era difficile capire cosa pensasse vista la sua espressione immutabile, ma era un Cavaliere di tutto rispetto e questo era risaputo in tutto il Santuario. Durante il tragitto lui e Pyras non si guardarono nemmeno e questo Talia dovette notarlo, quindi affiancò l'amica.

“Che è successo tra te e il mio maestro?”, le sussurrò.

La Saint di Phoenix in risposta sospirò.

“Ieri sera mi ha detto chiaro e tondo che non sono degna di combattere spalla a spalla con te …”, mormorò.

“Cosa? E perché scusa?”

“Perché sono troppo impulsiva …”

A quelle parole la Saint del Dragone le mise una mano sulla spalla.

“Non preoccuparti, si ricrederà, io l'ho fatto e sono certa che anche lui cambierà idea.”, la rassicurò.

“Tu dici?”, domandò Pyras, speranzosa.

“Fidati di me, lo farà”

“Oh beh … se lo dici tu … mi fido …”

Talia allora annuì con un sorriso. Capricorn invece, che le aveva sentite, sbuffò.

Questo sarà tutto da vedere pensò tra se e se.

Per il resto il tragitto continuò in modo tranquillo e non riscontrò nessun ostacolo.

Giunsero nei pressi di Corinto nel primo pomeriggio e rimasero atterriti dallo spettacolo che si ritrovarono davanti: la città era appena stata attaccata dagli Spectre, giunti li per ritrovare la reincarnazione di Hades, molte case erano già in fiamme e i civili correvano a destra e a manca in preda al panico. A terra si contarono numerose vittime riverse in pozze di sangue tra cui molti bambini e il suo odore acre arrivò anche alle loro narici. Era talmente nauseante che i neo Cavalieri dovettero trattenere il senso di nausea che attanagliava lo stomaco. Per loro non era la prima volta che si trovavano davanti a uno scenario simile viste le esperienze di Cnosso e Troia, ma non si erano ancora abituati alla crudeltà della guerra ed era qualcosa senza pari. Pyras fu quella più colpita da tutto ciò e quasi cadde in ginocchio dallo shock, cosa che non accadde poiché Kyros la sorresse. Leo la guardò con fare rammaricato, capiva come si sentiva, c'era passato anche lui in fondo per quella fase, ma in cuor suo sapeva che avrebbe affrontato anche questa sfida, essendosi sempre rialzata ogni volta.

Montarono l'accampamento nelle vicinanze in modo che, se Corinto fosse stata nuovamente attaccata, sarebbero stati pronti a intervenire. Dopo di ciò si addentrarono nella cittadella per portare i primi soccorsi e quando furono all'ingresso Sagitter diede l'ordine di separarsi e esplorare ogni anfratto in cerca di possibili superstiti e feriti. I neo Cavalieri all'inizio furono un po' restii all'idea, ma in fondo non c'era altra scelta che quella. Gli abitanti quando li videro furono non poco sollevati, e il governatore li raggiunse con gli occhi ancora colmi di terrore.

“Miei Cavalieri … meno male che siete qui …”, esordì con voce tremante.

“Si figuri, in fondo è il nostro dovere aiutare chi ha bisogno d'aiuto.”, rispose Sagitter con fare cordiale.

“Sono stati gli Spectre ad attaccarvi?”, domandò invece Leo.

Il governatore annuì, scoppiando in lacrime.

“Si … sono comparsi dal nulla come fantasmi e … e hanno messo a ferro e fuoco … da quello che ho sentito sono alla ricerca di Hades e temo che questo sarà solo l'inizio …”, rispose.

Asterius allora gli mise una mano sulla spalla.

“Stia tranquillo, adesso ci siamo qui noi faremo tutto il possibile per aiutarvi.”, lo rassicurò.

“Vi … vi ringrazio di cuore …” disse tra le lacrime, per poi calmarsi un poco “Se c'è qualcosa che posso fare per aiutarvi ditemi pure e sarà fatto£”

Helladios annuì.

“Allestisca un campo base dove portare i feriti e le vittime e poi mandi eventuali medici a supportarci nella ricerca.”, rispose.

Il governatore annuì per poi andare a eseguire la richiesta. Dopo di ciò, seguendo gli ordini di Sagitter dati appena dentro le mura, si separarono per incominciare la ricerca.

Pyras era quella più inquieta ma non si lasciò dominare dalla paura e corse per le vie della zona est della cittadella nella speranza di trovare i sopravvissuti, ma ovunque guardasse vedeva solo cadaveri riversi nel proprio sangue. Il suo odore mischiato a quello di carne bruciata era a dir poco nauseante e dovette cercare di resistere alla nausea, cosa non facile e infatti stette male diverse volte.

Rimase a dir poco colpita nel vedere così tanti morti, anche se Hades non era ancora stato trovato e infatti sentì una stretta al cuore.

È davvero così crudele la guerra?

Quel pensiero la travolse come un fiume in piena, ma non ebbe nemmeno il tempo di riflettere che udì delle delle grida provenienti da una casa in fiamme.

“Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”

Dalla voce doveva essere una bambina e per un attimo la sua mente volò alla sua prima missione, quando in quel villaggio aveva cercato di salvare quella ragazza ma nonostante il suo tentativo se la era vista morire davanti agli occhi. Iniziò a tremare ma si riscosse subito.

Non accadrà una seconda volta

E con quel pensiero corse verso la casa da cui provenivano le grida e vi entrò senza esitare. Le fiamme l'avevano avvolta quasi e l'aria era irrespirabile, quindi si portò una mano alle labbra.

“Aiuto!”, chiamò nuovamente la vocina.

Proveniva dal piano di sopra da quello che aveva potuto capire, quindi senza perdere tempo salì le scale e raggiunse quella parte di casa non ancora in fiamme. Li, con gli occhi di smeraldo colmi di paura, stava una bambina di 8 anni, la lunga chioma castana e l'abitino bianco sporco di cenere, così come il viso color pesca. Pyras allora la raggiunse, prendendola in braccio.

“Tranquilla, ci sono qua io.”, la rassicurò, tenendosela stretta al petto.

La piccola d'altro canto si strinse a lei, spaventata e Pyras allora ripercorse la strada dell'andata, ma le fiamme ormai erano giunte anche li. Disperata si guardò attorno in cerca di una via di fuga, quando in quel momento si sentì chiamare da un buco del tetto.

“Presto di qua!”

La Saint allora guardò verso la voce e vide che apparteneva a un ragazzo verso la trentina d'anni, con limpidi occhi azzurri e una zazzera nera e sbarazzina mentre la carnagione era diafana. Vestiva di un camice bianco, segno che era un medico. Senza perdere tempo allora Pyras gli diede la bambina, poi saltò, prendendo la mano tesa del giovane. Dopo il miracoloso salvataggio scesero dal tetto e si allontanarono dalla casa. Quando furono al sicuro si fermarono a riprendere fiato.

“Però … c'è mancato davvero poco eh?”, esordì il ragazzo.

“Già … se non fosse stato per te … ora saremo arrosto … ma come hai fatto a capire che eravamo li?”

“Semplice … anch'io ho sentito le grida, quindi sono corso fino alla casa. Ti avevo vista entrare, ma vedendo che il fuoco non era arrivato sul tetto mi sono arrampicato … e ora eccomi qui …”, spiegò il ragazzo, sistemandosi la bambina tra le braccia, ora priva di sensi.

“Oh … beh … allora grazie infinite …”

“Figurati, per me è stato un'onore aiutare una Saint di Athena … ma a proposito, sono Gerrit e tu?”

“Pyras”

“Bene Pyras, ora sarà meglio andare al campo base, la bambina ha bisogno d'aiuto, ha respirato fumo”

La ragazza in risposta annuì, quindi, affiancata dal medico, si diressero verso il campo base. Una volta arrivata rimase alquanto sconcertata nel vedere tante persone ferite ma la visione più dolorosa fu quella di vedere le madri che piangevano sui corpi dei loro figli e altra gente i loro cari. Nel vedere quelle povere anime innocenti le si strinse il cuore, specialmente nel vedere giovani vite troncate così presto. Era qualcosa di a dir poco inconcepibile, poiché quei poveri fanciulli non avrebbero più potuto realizzare i loro sogni e nemmeno diventare grandi o di creare il loro futuro. Fremette, ma poi si ricompose, dato che quello non era il momento di lasciarsi travolgere dalle emozioni, quella bambina che aveva salvato richiedeva cure immediate, così assieme a Gerrit, la portarono da alcune infermiere che si presero subito cura di lei, quindi la Saint ringraziò ancora il ragazzo per il prezioso aiuto.

“Dovere … senti, ora vado alla ricerca di altri feriti, tu resta qui con la piccola ok?”

Pyras però scosse la testa.

“Vengo con te, è anche il mio dovere aiutare gli altri.”, rispose.

Gerrit d'altro canto sorrise, rassegnato, quindi annuì e, insieme, tornarono per le vie della città alla ricerca di altre vite da salvare.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il nuovo capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction! A quanto pare la situazione a Corinto non è affatto delle migliori per i nostri Cavalieri, riusciranno a trovare in tempo la reincarnazione di Hades prima che si risvegli? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

E ora passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil, Stellareika e DarkIris26 per le loro recensioni! Detto ciò alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Il Risveglio ***


Capitolo 18 : Il Risveglio

La ricerca dei sopravvissuti proseguì fino al tramonto e fortunatamente fu molto proficua per Pyras e Gerrit e in quel frangente ebbero modo di parlare un po'.

“Come mai hai scelto la strada di Cavaliere di Athena?”, esordì Gerrit mentre stavano imboccando l'ennesima via.

A quella domanda Pyras sorrise lievemente.

“L'ho fatto per due buone ragioni … la prima è per segno di gratitudine, vedi, Leo mi ha presa con se quando ero ancora in fasce e mi ha cresciuta come figlia sua e ovviamente addestrata, gli devo tutto” iniziò, per poi fare una pausa e riprendere “E la seconda è per il senso del dovere, sia verso Athena che verso l'umanità, chi ha bisogno d'aiuto insomma, proteggere i più deboli mi fa stare bene con me stessa.”, concluse.

Gerrit sorrise a quella spiegazione.

“Due nobili ragioni non c'è che dire, il Santuario è fortunato ad avere una Saint come te”

Rimase sorpresa nel sentirselo dire da uno che conosceva appena, a tal punto che gli occhi le si velarono.

“Sai … è strano che tu me lo dica … insomma, mi conosci appena …”, mormorò poco dopo.

Ridacchiò nel sentire ciò.

“Beh ma, in fondo è vero, hai la stoffa per essere quello che sei …”

Nel sentire ciò abbassò lo sguardo.

“Apprezzo molto che tu me lo dica ma … al Santuario molti la pensano diversamente … per loro non sono degna di questa armatura.”, rivelò.

Gerrit la guardò basito.

“Che cosa? E perché scusa?”, domandò, scettico.

Sospirò tristemente a quella domanda.

“Vedi … il mio percorso come Cavaliere non è iniziato affatto nel migliore dei modi … a causa della mia impulsività due missioni sono fallite e due città, Cnosso e Troia, sono andate perdute, ho centinaia di vite sulla coscienza e tutto perché non ho eseguito gli ordini. Ero una sciocca e un'ingenua, sono stata pure nelle segrete per i miei errori … ma fortunatamente ne sono uscita più forte e sono cambiata in meglio, però … mi è difficile pensare di essere fortunata a servire il Santuario” fece una pausa e riprese “Per questo per me è strano che tu pensi a certe cose se appena mi conosci …”, concluse.

A quel racconto Gerrit si fece pensieroso per qualche secondo, ponderando bene cosa dire, trovando poi le parole giuste.

“Capisco che per te sia strano e … ti chiedo scusa per averti messa a disagio ma vedi … per me è facile riuscire a capire le persone, anche se le conosco appena, sono molto empatico e per questo riesco a svolgere meglio il mio lavoro. Posso immaginare quanto sia dura per te nel sentiti discriminata per il tuo carattere e di sicuro te lo avranno già detto ma te lo ridico, non conta quello che eri ma quello che sei ora.”, rispose.

Quelle parole le scaldarono il cuore, a tal punto che le prime lacrime di emozione le rigarono le guance, fatto sta che Gerrit la guardò con fare perplesso.

“Perché piangi? Ho detto per caso qualcosa che non va?”

Pyras in risposta scosse la testa, asciugandosi poi le lacrime con un sorriso.

“No, no … è che, quello che hai detto è stato … molto bello, specialmente detto da uno che a malapena conosco …”, rispose.

“Oh … capisco …”

La Saint d'altro canto sorrise più ampiamente, calmandosi.

“Comunque basta parlare di me, piuttosto raccontami di te, come mai hai deciso di prodigarti per gli altri?”, chiese.

Stavolta fu Gerrit a sorridere a tale domanda.

“La verità è che ho sempre avuto questo desiderio sin da bambino, ma mio padre non mi ha mai appoggiato, voleva che seguissi le sue orme di fabbro, poiché era il migliore di Corinto e molti clienti erano molto soddisfatti dei suoi lavori. Così mi costrinse nella sua fucina contro la mia volontà. Ma non era uno da cui prendere il buon esempio.”, esordì.

“E perché?”, domandò Pyras, curiosa.

Gerrit sospirò per poi continuare.

“Spendeva tutto alla taverna e questo fu la sua rovina, poiché si caricò di debiti di gioco e una sera, mentre tornava a casa, fu ucciso da alcuni tizi con cui doveva il debito da tre mesi. Io allora mi diedi da fare per ripagarli tutti lavorando giorno e notte e fortunatamente ci riuscii. Tutto andava bene, finché un giorno mia madre si ammalò gravemente, cercai in tutti i modi di provvedere a lei ma … purtroppo morì quando avevo 12 anni. Da quel momento decisi di prodigarmi per gli altri, lasciando il lavoro di fabbro per andare come apprendista da un rinomato medico e da lui imparai tutto quello che so.”, concluse.

A quel racconto Pyras gli mise una mano sulla spalla, apprensiva.

“Quindi è per questo … se non sei riuscito a salvare tua madre … allora salverai altre vite …”, mormorò.

“Si, è esatto.”, fece l'altro di rimando.

“Beh … anche questo è molto nobile, per entrambi è stata dura ma non ci siamo mai arresi.”, rispose Pyras con un caldo sorriso.

“Già, hai proprio ragione ed è bello sapere di avere qualcosa in comune con una Saint in gamba come te”

La ragazza arrossì a quelle parole.

“Devo dire che ci ammiri molto eh?”, domandò.

Gerrit annuì con un sorriso.

“Si, vi ho sempre ammirato sin da bambino e non mi sarebbe dispiaciuto diventare un Cavaliere, ma non potevo lasciare la mia famiglia, quindi ci ho rinunciato a malincuore per obbedire a mio padre … ma almeno ora posso comunque prodigarmi per gli altri ed è questo quello che conta”

A quelle parole la Saint lo guardò con profonda ammirazione e in un certo senso gli ricordò molto Leo per il suo animo nobile e gentile. Si sentì molto felice ad aver conosciuto una persona così in gamba, pronta a tutto per aiutare gli altri, proprio come lei e, anche se non era un Cavaliere, svolgeva il suo dovere alla perfezione, grazie al quale molte vite quel giorno furono salvate.

Nei giorni che seguirono i due divennero molto amici e passavano il tempo libero assieme agli altri neo Cavalieri, a cui Gerrit piacque subito. Il lavoro era tanto ma insieme lo affrontavano senza paura e con dedizione. Gli abitanti di Corinto davano il loro piccolo contributo per aiutarli, o almeno chi non era ferito. Tutto stava andando bene finché una notte …

“Ci attaccano! Gli Spectre ci attaccano!”, gridò una sentinella.

La notizia sconcertò non poco e fu il panico ma Helladios riuscì a riportare momentaneamente la calma.

“Ascoltatemi, così peggiorerete solo le cose! Abbiamo poco tempo, quindi ascoltatemi, noi Cavalieri d'Oro ci occuperemo del nemico, mentre i neo Cavalieri si occuperanno dei civili per portarli fuori dalla città in un luogo sicuro, è tutto chiaro?!?”, esclamò.

Pyras e i suoi amici annuirono, quindi, con l'aiuto di Gerrit e gli altri medici, aiutarono i feriti come meglio poterono con la preziosa collaborazione degli altri cittadini, a portarli al sicuro fuori da Corinto prima che accadesse l'irreparabile.

Nel mentre alle porte della cittadella si era scatenato lo scontro tra i tre Gold Saint e gli Spectre che, sebbene fossero più numerosi, non potevano nulla contro la forza combattiva di Leo, Sagitter e Capricorn, che, con la sua micidiale Excalibur fendeva i nemici senza alcuna pietà. Pyras e i suoi amici mentre si allontanavano potevano sentire i loro cosmi bruciare mentre combattevano per impedire agli Spectre di entrare a Corinto. Purtroppo però si accorsero troppo tardi del pericolo in arrivo, poiché percepirono poco fuori dalla cittadella dei cosmi ostili che conoscevano molto bene, ossia quelli dei Seguaci di Eaco, quindi senza perdere tempo si prepararono ad agire. Pyras per prima cosa guardò il capo villaggio.

“Ci sono nemici in arrivo, voi procedete pure mentre noi vi copriremo”

L'uomo annuì e fece come ordinato dalla Saint di Phoenix, che annuì.

“Bene, e questa è fatta, ora ci …”

“Pyras!”, esclamò la voce di Gerrit, interrompendola.

Accadde tutto in un attimo, e senza rendersi conto di quello che stava succedendo la ragazza vide il corpo dell'amico pararsi di fronte a lei e venire colpito in pieno da un attacco fulminante e scaraventato contro un albero poco distante. I sette Saint spalancarono gli occhi davanti a quella scena ma non poterono neanche correre in suo aiuto che vennero attaccati dai Seguaci di Eaco, qualcuno ancora con le fasciature e desideroso di vendetta per il trattamento subito. Pyras però non si perse d'animo e, insieme ai suoi amici, iniziò lo scontro, che ovviamente li vide quasi subito svantaggiati, poiché i Seguaci di Eaco avevano ben più esperienza. Stavolta nemmeno Pyras stessa riusciva a tenere loro testa come la volta precedente. Ma nessuno si diede per vinto e ognuno dette tutto se stesso per avere la meglio contro il proprio avversario.

Ma la situazione sin da subito non fu delle migliori quindi Pyras ebbe un'idea per avere vantaggio. Espanse il suo cosmo fin quasi al limite ed evocò il Fantasma Diabolico sui nemici in modo da causare loro violente allucinazioni,cosa che fortunatamente funzionò. In questo modo riuscì a disorientare i nemici, poi guardò i suoi compagni.

“Approfittate dell'occasione, io vado da Gerrit”

Loro annuirono e, grazie alla tecnica di Pyras, riuscirono ad avere il vantaggio che serviva. Nel mentre, la Saint di Phoenix, corse in aiuto dell'amico, rimanendo sconvolta: lo trovò esanime contro il tronco dell'albero con una profonda ferita all'addome e respirava appena. Scioccata gli si inginocchiò vicino, prendendolo tra le braccia.

“Gerrit? Gerrit? Rispondimi, ti prego, di qualcosa! Gerrit!”, lo chiamò, gli occhi velati.

Nel sentirsi chiamare il ragazzo tossì, sputando sangue.

“P … Pyras …”, gemette.

La corvina nel sentire la sua voce iniziò a piangere dall'emozione.

“Si … sono qui … sono qui …” mormorò per poi guardarlo con disperazione, gli occhi fissi nei suoi “Dannazione! Si può sapere perché diavolo l'hai fatto?!? Sei stato un'idiota lo sai?!? Perché ti sei messo in mezzo, perché?!?”, esclamò, le lacrime agli occhi.

In risposta Gerrit sorrise lievemente.

“L'ho … l'ho fatto perché … sarebbe u … una tragedia se tu morissi … il … il Santuario merita di … di averti tra le sue fila … tu … tu sei una persona davvero speciale … Pyras …”, rispose tra un ansimo e l'altro.

A quelle parole lo guardò sconvolta, piangendo più forte.

“Stupido, stupido e ancora stupido! Non dovevi rischiare a tal punto per me! Corinto ha bisogno di persone come te dannazione! Tu sei la persona più incredibile che abbia mai conosciuto dopo Leo e i miei amici, se tu morissi sarebbe una grave perdita sia per me che per la tua gente! Non dovevi farlo, non dovevi!”

Nel sentire ciò Gerrit portò una mano al suo volto, sorridendo caldamente.

“Non … non mi pento di quello che ho … ho fatto … poiché aiutare gli alti … significa anche dare la propria vita … per … per loro. Certo … mi dispiacerebbe andarmene così … così presto ma … ma almeno so che il mio sacrificio non è … è stato vano e … e questo mi basta per … per andarmene senza alcun rimpianto …”

Pyras lo guardò basita e gli diede un piccolo ma sonoro schiaffo.

“Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere hai capito?!? Tu non morirai ne qui ne oggi chiaro?!? Non è ancora il tuo momento perché Corinto ha ancora bisogno di te e non ti permetterò di morire adesso, non lo farò!!!”, gridò, preparandosi a cauterizzare la ferita con una punta della sua “coda”.

Gerrit ridacchiò nel vederla così.

“S … sei proprio determinata eh?”

“Quando si tratta di aiutare chi ha bisogno farei l'impossibile.”, fece l'altra di rimando, iniziando a scaldare la lama.

Lui però la fermò.

“Fe … ferma … è inutile, la ferita è troppo grave per … per essere cauterizzata …”, gemette.

La ragazza allora diede un'occhiata e, a malincuore, capì che aveva ragione, non c'era niente che potesse fare per salvarlo, ma non riuscì a concepire il fatto di rassegnarsi.

“Deve esserci qualcosa che posso fare, non … non voglio che tu muoia … non voglio!”, esclamò, in lacrime di dolore.

“Ti … ti capisco … anch'io non … non vorrei …”

Un improvviso dolore al petto lo interruppe, facendogli spalancare gli occhi mentre il suo corpo veniva attraversato da altre fitte. Iniziò a gridare convulsamente sotto gli occhi di Pyras.

“Gerrit, che cos'hai?!? Stai male?!? Dannazione!”, esclamò, scossa.

L'amico provò a dire qualcosa ma dalle sue labbra uscirono solo altre grida strazianti e fu in quel momento che accadde. Il suo corpo venne avvolto da un'aura oscura che lo sollevò da terra e, all'interno della sfera, iniziò a mutare: il fisico si fece più muscoloso, strappando gli abiti, poi sul corpo nudo, in scie nere come la pece, iniziò a materializzarsi un'oscura armatura del colore della notte con fregi violacei sul pettorale e i gambali, oltre che i suoi bracciali. Sulla schiena invece comparvero quattro ali angeliche, due più piccole e due più grandi con sfumature cremisi. Pyras guardò con orrore la scena mentre vide anche il viso mutare: quei lineamenti leggermente infantili si fecero di colpo affilati e gli occhi,da gentili che erano, si fecero gelidi con due iridi di ghiaccio mentre i capelli divennero lunghi fino alla vita. In quel momento ci fu un'esplosione violacea di energia che scaraventò Pyras poco distante e, non appena alzò la testa, sgranò gli occhi nel sentire un cosmo talmente oscuro e schiacciante avvolgerla in una terribile sensazione di impotenza e disagio. Guardò nella direzione da cui proveniva e il suo cuore perse un battito. Al posto della gentile figura di Gerrit stava tutt'altra persona, colui che aveva pregato di non incontrare mai, l'eterno nemico della stessa Athena che suo malgrado si era risvegliato: il Signore degli Inferi, Hades.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui come ogni mercoledì con un nuovo capitolo stavolta della mia SaintSeiyaFanfiction! Ebbene si gente, alla fine è accaduto ciò che non sarebbe mai dovuto accadere … riuscirà Pyras ad affrontare l'immortale Hades? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Detto ciò passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Frank93, reign_00evil, DarkIris26 e Stellareika per le loro recensioni! In conclusione … alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 - Fiamme Bianche e Nere ***


Capitolo 19 : Fiamme Bianche e Nere

Il suo cuore batteva all'impazzata mentre con il corpo tremante e gli occhi sgranati guardava la figura del Signore degli Inferi in tutta la sua potenza. Non riusciva a crederci e non voleva farlo, non poteva accettarlo: Gerrit, colui che tanto si era prodigato per gli altri e che aveva ammirato in realtà era il loro mortale nemico. Era qualcosa di impossibile da accettare … eppure era vero e ora lui se ne stava li, impassibile mentre scrutava il paesaggio circostante. Poi inspirò l'aria della sera con un sorriso compiaciuto.

“Finalmente, dopo un secolo sono ritornato.”, si disse tra se e se.

Pyras allora si riscosse, guardandolo con odio.

“Maledetto! Ridammi Gerrit bastardo!”, esclamò.

Hades d'altro canto la guardò, inarcando un sopracciglio.

“Gerrit? Ah si, il mio nauseante ospite, pronto a tutto per aiutare chi aveva bisogno … che patetico mortale. Mi spiace, ma non lo rivedrai mai più.”, sibilò.

Ciò suscitò ancora di più la rabbia di Pyras che, senza pensarci due volte, si lanciò contro di lui, avvolta dalle sue fiamme.

“Maledetto!!!”, gridò con foga, adirata.

Hades inarcò nuovamente il sopracciglio per poi tendere la mano verso di lei. In quel momento la Saint sentì come una morsa di ferro stringerle la gola e sollevarla di qualche centimetro verso di lui.

“Povera sciocca, pensi davvero di potermi battere? Tu, una comune mortale? Cerca di rassegnarti, il tuo amico è morto, ora è arrivato il mio momento.”, disse con sguardo gelido.

Pyras in risposta lo guardò con tutto l'odio possibile, senza però avere il fiato per dire o fare qualcosa, poiché quella morsa la stava lentamente prosciugando di ogni forza e il suo volto iniziò a farsi rassegnato.

È davvero questa la mia fine? Che morte patetica

Stava per perdere ogni speranza quando all'improvviso avvertì una strana energia crescere dentro di lei, poco a poco, fino a bruciare completamente. In quell'attimo il suo cosmo divenne bianco, così come le sue fiamme e uno strano potere impregnò l'aria, suscitando l'attenzione dei presenti. Persino la stessa Pyras fu sorpresa e lo stesso Hades. Il calore crebbe a tal punto che fu costretto la lasciare la morsa in cui la teneva per non venire bruciato. Pyras d'altro canto si guardò, stranita.

Ma … ma … che cos'è questo potere? È … è enorme … lo sento in ogni fibra del mio corpo, mi scorre letteralmente nelle vene, come se fosse parte di me da sempre … è strano … troppo strano … pensò, estremamente sorpresa.

Attorno a lei tutto si era come fermato, tutti gli occhi erano puntati sulla strana energia che emanava. Persino Leo fu sorpreso per qualche secondo ma poi si riscosse, ricordando le parole del fratello di lei quando, 18 anni prima, l'aveva presa con se.

Proteggetela ad ogni costo, poiché dentro di lei alberga un grande potere, un potere in grado di uccidere persino un dio, lei è la prescelta che metterà per sempre fine alla Guerra Sacra. Vi supplico, proteggetela, altrimenti verrà uccisa.”, aveva detto il ragazzo.

Lo farò, te lo prometto, avrò cura di lei.”, aveva risposto Leo.

Vi ringrazio, ora andate, vi farò guadagnare tempo.”, disse a sua volta il ragazzo, per poi correre via.

Da quella notte aveva mantenuto la parola, poiché, facendola diventare Cavaliere, il suo cosmo era riuscito a celare il suo reale potere. Ma ora quella forza dentro di lei si era risvegliata, aumentando ogni secondo di più, facendo addirittura tremare la terra.

Un grido di attacco lo riscosse e il tempo tornò a scorrere violentemente.

Hades li per li rimase qualche secondo sulle sue, indeciso se attaccare o meno, ma alla fine si lanciò nuovamente all'attacco, cercando di evitare le fiamme. Pyras ovviamente fece lo stesso, ma ora era diventata improvvisamente più forte, a tal punto da tenergli testa, cosa che sorprese non poco Hades, ma ciò non lo fermò, determinato a eliminarla, ma fu in quel momento che accadde un fatto imprevisto. Le bianche fiamme di Pyras lo colpirono al fianco, causandogli un dolore immane, e, cosa ancora più sconvolgente, la ferita lasciata da esse non si rimarginava.

Merda, non va affatto bene … pensò il Signore degli Inferi, visibilmente scioccato.

Tale fatto ovviamente fece peggiorare la situazione, poiché i Seguaci di Eaco e gli altri Spectre si fecero molto più aggressivi per finire in fretta gli scontri e correre in aiuto del loro Signore.

Tuttavia però i Cavalieri d'Oro ebbero comunque il sopravvento sui loro avversari e ciò permise loro di correre in aiuto di Pyras e gli altri neo Cavalieri. Ma accadde nuovamente qualcosa: lo shock iniziale di Hades era svanito e al suo posto era emersa una furia cieca.

“Maledetta ragazzina, pagherai caro quello che hai fatto!!!”, urlò, pronto a colpire a morte Pyras con la sua spada.

Fu un attimo, Capricorn d'istinto corse in aiuto della ragazza e la spada lo trafisse mortalmente all'addome facendogli sputare sangue e cadere a terra esanime sotto gli occhi sgranati di Pyras e di Talia, cosa che causò la sua distrazione venendo ferita al fianco. Ma non solo lei, anche gli altri erano in seria difficoltà e ciò fece arrabbiare non poco Pyras, a tal punto che perse letteralmente il controllo. Le sue fiamme di colpo divennero nere e si espansero a a tal punto da invadere mezza Corinto, bruciandola all'istante. I suoi compagni rimasero non poco scioccati a tale vista … davvero quel potere era così distruttivo?

Rimasero a guardare impotenti, mentre il nemico si ritirava portando Hades ferito con se, poiché era chiaro che combattere sarebbe stata pura follia con un potere del genere che faceva tremare ogni cosa. Quando si furono ritirati fecero per fermare Pyras ma Leo li fermò.

“No, mi occuperò io di lei, per voi sarebbe troppo rischioso.”, esordì.

Loro d'altro canto annuirono, facendosi da parte, poiché solo lui avrebbe potuto fermarla. Hector allora corse verso la sua allieva, evitando le fiamme di quest'ultima, ma venne comunque ferito a un braccio che si ustionò leggermente, ma nonostante ciò, non si fermò finché non la raggiunse, stringendola a se con forza.

“Pyras ti prego … fermati … non andare oltre, fermati ti supplico … torna in te, è tutto finito … tutto finito …”, mormorò con voce supplichevole.

Il primo tentativo ovviamente fu vano, quindi la strinse più forte, avvolgendola poco a poco nel suo caldo cosmo, sperando che in questo modo placasse la sua ira.

Inizialmente sembrò non funzionare ma poi, lentamente, le fiamme nere iniziarono a placarsi, finché non si estinsero del tutto. Non appena Pyras tornò normale sentì le forze venirle improvvisamente meno e si afflosciò tra le sue braccia priva di ogni energia ma sveglia. Leo la guardò sollevato, felice che stesse bene, poi, con lei in braccio, raggiunse gli altri che si erano raccolti attorno alla figura morente di Horios. Talia, in lacrime, lo teneva tra le braccia, sconvolta e, nel vedere ciò, Pyras si ricordò di quello che era successo, quindi chiese di essere messa vicino a lui. Hector annuì e allora si inginocchiò accanto al compagno mentre gli occhi di Pyras si posavano su Horios, colmi di dolore.

“Perché … perché l'avete fatto? Perché?”, chiese con un filo di voce.

Capricorn in risposta tossì sangue per poi rispondere.

“L'ho fatto … perché vedendoti affrontare Hades da … da sola ho … ho cambiato idea su … su di te … ho sbagliato a … a giudicarti prima del tempo …” esordì, tossendo nuovamente e riprendendo poco dopo “Perciò … ora ti … ti ritengo degna di combattere al fianco di Talia, quindi …” guardò la sua allieva “Ti … ti chiedo di stare sempre al suo fianco … pro … proteggila anche per me …”

“Maestro …”, mormorò quest'ultima, la voce rotta dal pianto.

A quella richiesta Pyras annuì

“Lo … lo farò, ve lo prometto.”, disse con determinazione.

Horios sorrise debolmente per poi alzare una mano verso Talia, accarezzandole il volto con affetto.

“E tu … promettimi di essere forte e … e di non arrenderti hai capito? Continua il tuo cammino con … con dedizione come ti … ti ho insegnato …”

Il Dragone d'altro canto pianse più forte a quelle parole.

“Ve lo prometto mastro … con tutto il cuore.”, rispose, il corpo scosso dai singhiozzi.

Horios annuì debolmente, ormai giunto al limite, ma prima di esalare l'ultimo respiro …

“Sii forte Talia … sii forte …”

Poi la sua mano ormai gelida cadde a terra, segno che ormai non c'era più. La Saint del Dragone allora si lasciò andare in un pianto disperato contro il suo petto, incapace di credere che il suo maestro fosse morto. I suoi amici allora si strinsero attorno a lei per darle forza, lo stesso Pyras che, sempre in braccio a Leo, aveva teso una mano, stringendo quella dell'amica per farle sentire che c'era e che ci sarebbe sempre stata, lo stesso gli altri neo Cavalieri. I due Gold Saint rimasero in un muto silenzio, rispettando il dolore della ragazza, ma senza manifestare il loro, poiché ormai erano abituati a tutto ciò, consapevoli che in una Guerra Sacra la morte di un compagno era una cosa del tutto normale. Nonostante ciò, Sagitter l'affiancò, stringendo la sua figura tremante contro il suo petto, consolandola, dato che nessuno dei due era insensibile. Tra le sue braccia Talia sfogò tutto il suo dolore, fino a crollare priva di sensi, esausta. Anche se Capricorn era morto, purtroppo la missione era fallita. Ora non restava che tornare al Santuario.


 


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qua come ogni mercoledì con un nuovo capitolo! Ed ecco che un nuovo misterioso potere emerge dalla nostra Saint, un potere capace di uccidere persino una divinità, ma nel prossimo capitolo ne saprete di più … spero che non sia stato azzardato far scontrare Pyras contro Hades, ma era l'unico modo per far emergere tale potere.

E alla fine un altro Gold Saint se ne è andato … pace all'anima sua. Ora passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil, Stellareika e DarkIris26 per le loro recensioni e la loro presenza! Detto ciò alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo leggermente corretto)

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 - Una Sconvolgente Verità ***


Capitolo 20 : Una Sconvolgente Verità

Il viaggio di ritorno anche stavolta fu cupo e silenzioso e, come quella precedente, su una barella stavolta veniva trasportato il corpo di Capricorn, ormai senza vita e pallido come la morte stessa. Tra tutti Talia era quella più a pezzi poiché ora il suo maestro non sarebbe mai più stato al suo fianco. I ricordi vissuti con lui erano come una pugnalata al cuore ogni volta che ci pensava. Pyras, anche se era ancora provata per quello che era successo contro Hades, era al suo fianco, un braccio attorno alle sue spalle per darle coraggio, facendole sentire la sua presenza. Non c'erano parole per descrivere il suo immenso dolore poiché il suo silenzio valeva più di mille parole. Anche gli altri neo Cavalieri le erano vicino e, come Pyras, cercavano di darle forza. Erano ancora scossi per quello che era successo, specialmente Phoenix, poiché la scoperta di quel misterioso potere l'aveva non poco sconvolta e il solo pensiero di aver ferito Leo involontariamente la faceva stare male. Aveva bisogno di spiegazioni ma sapeva che quello non era il momento adatto per quanto avesse troppe domande di cui bramava la risposta. Anche Hector come lei era preoccupato, poiché temeva il fatto di come l'avrebbe presa, di incrinare il loro splendido legame, ma sapeva che ormai non poteva più nasconderle la verità ora che il suo reale potere era emerso. In cuor suo aveva sempre sperato che emergesse mai … ma ovviamente non aveva potuto prevedere una cosa del genere. Nel vederlo preoccupato suo padre Helladios lo affiancò, mettendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo.

“Non temere figlio mio, andrà bene vedrai”

Hector in risposta sospirò.

“Lo spero … lo spero davvero …”


 

Giunsero al Santuario all'alba del giorno dopo, poiché si erano accampati per la notte, durante la quale Pyras e gli altri erano stati vicini a Talia per rassicurarla dato che era devastata per la perdita del suo maestro.

Quando poi erano arrivati a destinazione Leo e Sagitter vennero subito convocati dal Gran Sacerdote per fare rapporto, mentre i ragazzi rimasero con il corpo di Horios nell'attesa che le ancelle venissero ad occuparsene. Ovviamente quando i due Gold Saint giunsero al cospetto di Astrea, la donna intuì subito la triste verità.

“Quindi … anche il nobile Capricorn ci ha lasciati …”, mormorò.

“Purtroppo si Vostra Eccellenza, è morto nel tentativo di salvare Phoenix da un attacco altrimenti per lei fatale.”, spiegò Hector.

“Capisco … almeno non è morto invano …” esordì per poi ricomporsi “E per quanto riguarda Hades?”, chiese subito dopo.

I due Gold Saint a quella domanda sussultarono, ma era chiaro che dovevano dirglielo. Stavolta fu Helladios a farsi avanti.

“Purtroppo è successo quello che temevamo, il Signore degli Inferi si è risvegliato, si era reincarnato sotto forma di un giovane medico, ovviamente il ragazzo non ne era consapevole finché non si è messo in mezzo per salvare Phoenix la prima volta. Siamo stati colti letteralmente alla sprovvista.”, raccontò.

Nel sentire ciò Astrea sussultò a sua volta per poi sospirare.

“Deduco quindi che la missione sia fallita”

“Purtroppo si Vostra Eccellenza e ci rincresce molto.”, rispose Hector, mortificato.

Astrea però scosse la testa.

“No, la colpa è mia invece, avrei dovuto approfondire le ricerche più a fondo, ma stavolta il nemico ha saputo sottrarsi piuttosto bene. Quando ho sentito quel cosmo speravo di sbagliarmi, ma ora ne ho avuto la certa conferma.”, replicò.

“Ora come ora la nostra unica speranza è salvare Athena dal suo sonno.”, rispose Helladios, rassegnato.

La donna annuì.

“Certamente … ma ora c'è dell'altro che desidero sapere”

“Altro Vostra Eccellenza?”, domandò Hector, inarcando un sopracciglio.

“Si, oltre al cosmo di Hades … ho percepito un altro cosmo, anzi, era un'insolita energia che ha fatto tremare la terra fin qui. Sapete dirmi di che si tratta?”

I due Saint d'altro canto si guardarono perplessi, ma alla fine annuirono.

“Si, ma sarebbe meglio parlarne in privato.”, rispose Hector.

A quella richiesta Astrea non fece domande, capendo che era una cosa riservata, quindi annuì, ma prima diede l'ordine alle ancelle di andare ad occuparsi del corpo di Capricorn per le esequie. Dopo di ciò, seguita dai due Gold Saint, andò nelle sue stanze, dove le venne raccontato ogni cosa. Astrea ovviamente rimase non poco sorpresa da tutto ciò, ma rimase in silenzio per tutto il racconto e, alla fine della quale …

“Quindi … la profezia è vera: “Verrà un giorno un guerriero, un guerriero il cui potere metterà per sempre fine alla Guerra Sacra”. Se quello che mi avete detto corrisponde al vero allora …”

“Si Vostra Eccellenza, è così.”, disse nuovamente Hector.

“Capisco … grazie per avermi messa al corrente, potete andare”

I due Gold Saint allora fecero un piccolo cenno di assenso per poi congedarsi.

Quel pomeriggio ebbero luogo i funerali di Capricorn che si svolsero come quelli di Cancer non molto tempo prima. Talia pianse per tutta la durata della cerimonia tra le braccia di Pyras che cercò di consolarla come meglio poteva con parole di conforto, mentre gli altri neo Cavalieri si erano stretti attorno alle due per far sentire anche la loro presenza. Come la volta precedente rimasero fino alla fine del falò e, fino a pomeriggio inoltrato stettero sempre insieme al fianco di Talia, durante il quale parlarono del più e del meno. Ovviamente Pyras sapeva che come lei, anche i suoi amici volevano delle risposte riguardo al suo misterioso potere, ma era chiaro come il sole che prima doveva saperlo lei, quindi quella sera, prima di congedarsi …

“So che come me avete delle domande … ma prima è necessario che io abbia le risposte che mi servono. Mi raccomando, state con Talia”

I suoi compagni d'altro canto annuirono, quindi la ragazza, a passo spedito, si diresse verso il tempio di Leo, dove trovò il suddetto interessato nella zona giorno seduto su una delle poltrone e, non appena la vide, sospirò.

“Vieni, ti stavo aspettando”

La Saint di Phoenix allora si sedette sull'altra poltrona, le iridi di cioccolato fisse sul suo maestro, che sospirò nuovamente.

“E' arrivato il momento, come già avrai intuito, che tu sappia ogni cosa, ma dal principio.”, esordì.

Pyras d'altro canto inarcò un sopracciglio.

“Dal principio? In … in che senso?”

A quella domanda Hector prese un profondo respiro per poi rispondere.

“Tutto è iniziato con un'antica profezia.”, esordì.

“Una … profezia?”, domandò nuovamente Pyras, sconcertata.

Leo annuì.

“Si … una profezia che racconta della venuta di un guerriero … un guerriero il quale potere metterà la parola fine alla Guerra Sacra”

“Addirittura la parola fine?”, chiese la ragazza, sempre più confusa.

“E' esatto … ovviamente per secoli si pensò che fosse una diceria, una cosa del tutto senza senso dato che per cicli e cicli era sempre Athena che trionfava … ma ora qualcosa è cambiato”

Nel sentire ciò Pyras sussultò.

“Aspettate … non pensate mica che …”, esordì, non riuscendo a finire la frase.

Hector allora la guardò con sguardo grave.

“Si … sei tu quella di cui parla la profezia … l'ho sempre saputo da quando ti presi con me 18anni fa. Quella fatidica notte io e Libra eravamo in missione, quando all'improvviso ci venne incontro un giovane sporco di fuliggine e qualche ustione. Proveniva da un villaggio in fiamme non molto distante, potevamo vedere il fumo, e aveva un fagottino tra le braccia che piangeva” iniziò per poi fare una pausa e riprendere “Ci spiegò che gli Spectre avevano attaccato il villaggio alla ricerca della Prescelta, poiché Donna Pandora aveva avuto una visione riguardante la piccola. Lo seppe dagli stessi Spectre prima di scappare. Ci disse che era quella bambina colei di cui parlava la profezia, poiché dal primo momento in cui era nata, aveva percepito quel potere”

Si fermò nuovamente, guardando la sua allieva che lo fissava con incredulità, ma continuò.

“Alla fine ti mise tra le mie braccia, supplicandomi di proteggerti a qualunque costo, poi tornò indietro dicendoci che ci avrebbe fatto guadagnare tempo. Da quella notte la mia vita cambiò in meglio e quando iniziò a manifestarsi il tuo cosmo, ti addestrai nella speranza che esso celasse il tuo reale potere e così è stato … almeno fino a ieri sera. Esso porta il nome di Fuoco della Vita ed è capace di uccidere un dio, poiché se esso viene colpito non si potrà più reincarnare in forma umana e sarà quindi costretto a rimanere in forma divina senza più manifestarsi nel mondo mortale.”, concluse infine.

Non appena ebbe finito Pyras si fece improvvisamente cupa e pensierosa, ponderò ogni singola parola cercando di trovare la risposta giusta da dire, ma alla fine …

“Perché non me l'avete detto prima?”, chiese con voce dura.

“L'ho fatto per proteggerti, per il tuo bene.”, cercò di spiegare Hector.

Lei però scattò in piedi, irata.

“Il mio bene?!? Il mio bene?!? Avreste dovuto dirmelo prima dannazione! Se solo lo avessi saputo avrei … avrei potuto evitare quel disastro e … e di ferirti! Se solo … se solo …”, le lacrime interruppero il suo sfogo, quindi crollò in ginocchio, disperata e la rabbia sfumò mentre le sue braccia forti e sicure la stringevano contro il suo petto dove sfogò un dolore carico di mille pensieri, un dolore per coloro che non aveva mai conosciuto e che mai avrebbe potuto conoscere, un dolore per ciò che era successo a Corinto, aveva dimostrato il suo valore, ma quella scoperta l'aveva sconvolta non poco, specialmente perché Leo era rimasto ferito e mezza città era andata persa per colpa del suo stesso potere e ciò era una cosa inaccettabile.

Nemmeno stavolta Hector trovò le parole, ma si limitò come sempre a farle sentire la sua presenza rassicurante, così per l'intera notte.


 

I giorni che seguirono però furono tutt'altro che tranquilli, poiché al di fuori del Grande Tempio, la situazione da quando si era risvegliato Hades non era affatto delle migliori. Gli Spectre continuavano ad attaccare città su città causando non poche perdite tra i Cavalieri, così Astrea dovette riunire i Gold Saint per una riunione straordinaria.

“Come di certo sapete al di fuori di queste mura la situazione è più grave di quanto pensassimo, gli Spectre stanno seminando morte e distruzione nelle città causando enormi perdite tra le nostre fila, quindi è arrivato il momento di prendere provvedimenti per evitare che la situazione degeneri.”, esordì con decisione.

“Che genere di provvedimenti Vostra Eccellenza?”, domandò Libra, inarcando un sopracciglio.

“Semplice, è necessario che i neo Cavalieri diventino più forti, non dobbiamo subire altre perdite, altrimenti saremo in guai seri”

“Sarà fatto Vostra Eccellenza e per quanto riguarda il Dragone la prenderò con me.”, disse a sua volta Hilarion.

“Molto bene, potete andare ora, non c'è un minuto da perdere”

I Gold Saint allora annuirono per poi lasciare la Tredicesima Casa per eseguire gli ordini del Gran Sacerdote. Aveva ragione, non c'era tempo da perdere.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction! Ed ecco che finalmente una nuova verità è stata rivelata e Astrea ha preso provvedimenti. Riuscirà Pyras ad accettare questo suo nuovo lato di se? Lo scoprire nei prossimi capitoli!

Ora passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93 per tutto, reign_00evil, Stellareika e DarkIris26 per le loro recensioni e la loro presenza! Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 - Partenza per Nisyros ***


Capitolo 21 : Partenza per Nisyros

“Allora? Cosa farai con Pyras?”, esordì Helladios dopo un po' mentre scendevano la scalinata che portava al Santuario.

A quella domanda Hector sussultò, colto alla sprovvista, per poi sospirare.

“Penso che la manderò da Scorpio, lui ha un potere simile al suo, sarà sicuramente più adatto di me in questo compito …”, rispose.

“Capisco … in fondo sarà la cosa più saggia da fare” iniziò, per poi guardare il braccio ancora fasciato del figlio “Come va la ferita?”

“Bene, sta migliorando, le cure delle ancelle sono davvero portentose” esordì, per poi abbassare lo sguardo “Tuttavia Pyras è ancora a pezzi, da quando le ho detto la verità non è più la stessa … passa quasi tutto il tempo ad allenarsi pur di non pensarci e di notte a malapena dorme e il bello è che stavolta non so cosa fare …”, continuò, abbattuto.

Nel vederlo così Helladios sospirò, per poi posare le mani sulle sue spalle.

“Ascolta … so che è molto difficile, ti capisco … ma in questo momento la cosa migliore da fare è darle tempo, sono certo che mandarla da Scorpio l'aiuterà, ma devi avere fiducia ok? Nient'altro che questo.”, lo rassicurò.

Nel sentire ciò Hector sorrise, rassicurato, per poi abbracciarlo, cosa che il padre ricambiò.

“Ho un favore da chiederti …”, esordì Leo mentre lo abbracciava.

“Quale favore?”

Hector allora lo strinse leggermente di più.

“Se mai dovessi morire … promettimi che avrai tu cura di Pyras … promettimelo …”

A quella richiesta Helladios sussultò per poi sciogliere delicatamente il contatto e guardare il figlio con sguardo determinato.

“Te lo prometto.”, disse con decisione.

“Grazie”

Dopo di ciò percorsero la scalinata in silenzio fino a raggiungere per prima l'Ottava Casa dove si separarono, poi Leo raggiunse la Quinta Casa. Prima di entrare sospirò, prendendosi qualche secondo … sapeva che Pyras era li dentro, come sapeva che era giunto il momento di affrontarla, quindi, dopo un profondo respiro entrò, chiudendosi poi la porta alle spalle. Percorse l'ingresso, giungendo infine alla zona giorno. Lei era lì, seduta accanto a una delle grandi finestre che davano sul bellissimo paesaggio, lo sguardo perso nel vuoto, come se non ci fosse ma allo stesso tempo no. Vedendola in quello stato sospirò, avvicinandosi poi silenziosamente e sedendosi di fronte a lei, scrutandola per qualche secondo: aveva occhiaie profonde, come se non dormisse da giorni, il volto provato e i capelli spettinati. Gli si strinse il cuore e nel vedere che non proferiva parola si fece avanti.

“Senti … capisco che tu sia ancora sconvolta e credimi … mi dispiace di non averti detto tutto prima, davvero, ma adesso è arrivato il momento di agire” esordì, per poi fare una pausa e riprendere “Con il risveglio di Hades la situazione fuori da qui è peggiorata drasticamente, ci sono attacchi e battaglie di continuo nelle città e stiamo avendo innumerevoli perdite, perciò il Gran Sacerdote ha deciso che voi neo Cavalieri dovrete diventare più forte per essere più preparati.”, spiegò.

Nel sentire ciò Pyras si riscosse, alzando appena lo sguardo.

“Quindi … che cosa dovrei fare?”, domandò con fare incerto.

A quella domanda Hector sospirò, mettendogli le mani sulle spalle.

“Ti manderò da Scorpio, lui sarà molto più adatto di me ad aiutarti con il tuo potere, io anche se sono il tuo maestro potrò fare ben poco per aiutarti e poi … dopo i recenti avvenimenti penso che ti faccia bene cambiare aria.”, spiegò.

Nel sentire ciò Pyras sospirò.

“Non ce l'ho con voi maestro … in fondo lo avete fatto per proteggermi e lo capisco, davvero e … mi dispiace per come mi sono comportata ma … ero sconvolta …”, si giustificò.

“Ehi, non devi dispiacerti, anch'io mi sarei comportato allo stesso modo se fossi stato nei tuoi panni, è normale dopotutto.”, la rassicurò.

La ragazza d'altro canto fece per dire qualcosa ma poi lo abbracciò semplicemente in un gesto che valeva più di mille parole. Hector allora ricambiò la stretta, stringendola a se con vigore, segno che si erano riconciliati. Rimasero così per un tempo che parve eterno, poi Leo sciolse delicatamente la stretta e mentre lo faceva lo sguardo di Pyras si posò sul braccio ancora fasciato del suo maestro. Hector allora le sorrise con fare rassicurante.

“Tranquilla, sto guarendo molto in fretta grazie agli unguenti delle ancelle”

“Si ma … è stata colpa mia …”, mormorò la Saint, mortificata.

La mano calda del suo maestro si posò sulla sua guancia mentre le sue iridi di cielo la guardavano intensamente.

“No, non è stata colpa tua, non l'ho mai pensato … senti, capisco che tu sia dispiaciuta, è normale ma come ti ho già detto, non darti colpe che non hai ok?”

In risposta Pyras sospirò, annuendo lievemente.

“Oh andiamo, me lo fai un sorriso?”, la incitò Hector poco dopo.

A quella richiesta la ragazza li per li fu un po' perplessa, ma poi sfoggiò un lieve sorriso.

“Bene, e ora andiamo da Scorpio, prima inizierai meglio sarà.”, disse Leo poco dopo, alzandosi, seguito a ruota dalla sua allieva.

Poi i due uscirono dalla Quinta Casa per poi dirigersi verso l'Ottava, dove Scorpio gli stava aspettando con le braccia conserte e Pyras notò che solo ora che al posto dell'occhio mancante stava una benda. Fu tentata di scusarsi ma preferì rimanere in silenzio. Scorpio allora prese parola.

“Il Gran Sacerdote mi ha detto tutto, con me sarà in buone mani.”, disse semplicemente.

“Grazie per aver accettato allora.”, rispose Hector.

“Ah che vuoi che sia, e poi tra Cavalieri ci si aiuta no? Come te, anch'io tengo a questa ragazzina, nonostante quello che è successo a Troia ora è cambiata parecchio, quindi non ho potuto dire di no.”, spiegò.

Hector annuì per poi volgere lo sguardo verso la sua allieva.

“Io ora vado, mi raccomando, niente imprudenze e ascolta Scorpio ok?”

“Si maestro, non preoccuparti” esordì lei abbracciandolo velocemente “E tu sta attento.”, mormorò, sciogliendo la stretta.

Hector d'altro canto annuì, quindi se ne andò, lasciando Pyras con il Gold Saint. Rimasti soli Dioskorus guardò la sua allieva acquisita e sospirò.

“Prima di iniziare sappi questo, io non ho un potere come il tuo, ma ha comunque una lama a doppio taglio, ossia questa” esordì, per poi mostrare la sua Cuspide Scarlatta e riprendere “Se uso troppo il veleno delle mie cuspidi rischio di ferire anche chi mi sta attorno senza volerlo, ed è una cosa che dovrai imparare anche tu se non vuoi ferire qualcun altro senza rendertene conto.”, concluse.

“E … e in che modo?”, domandò la ragazza con fare incerto.

“Semplice, ti insegnerò a tenere a freno il tuo potere in modo che non esploda rischiando di ammazzare qualcuno, imparerai ad accettarla anche dal punto di vista psicologico. Ma ovviamente andremo in un luogo più isolato, in modo da non bruciare niente.”, disse infine.

Nel sentire l'ultima frase Pyras sussultò.

“Aspettate … ma partiamo subito? Non potrei salutare i miei amici prima?”

A quella richiesta Scorpio sospirò.

“Va bene, ma non metterci troppo”

La Saint annuì, quindi andò ai campi di addestramento, dove sapeva che gli avrebbe trovati e in effetti erano lì, evidentemente per salutarsi e, non appena la videro, la salutarono.

“Ciao Pyras, come va? Anche tu in partenza?”, la salutò Kyros con fare gioviale.

“Si … Leo mi ha affidata a Scorpio, lui mi aiuterà con il mio potere, o meglio, a tenerlo a freno e ad accettarlo psicologicamente.”, rispose la suddetta interessata.

“Oh giusto, a proposito, non ci hai più detto nulla al riguardo.”, osservò Asterius.

La Saint a quella proposta sospirò per poi raccontare ciò che aveva detto Leo per filo e per segno senza tralasciare nulla e, non appena concluse i suoi amici la guardarono con fare sconcertato.

“Aspetta, quindi il tuo potere può addirittura mettere fine alla Guerra Sacra?!?”, esclamò Pegasus, sorpreso.

Pyras annuì.

“In poche parole si da quello che Hector mi ha detto … e non nego che la cosa mi spaventa non poco … insomma, un potere del genere non è una cosa che capita tutti i giorni …”, mormorò.

“Lo immaginiamo, ma sono certa che con Scorpio sarai in buone mani.”, la rassicurò Calypso.

“Mh … lo spero” esordì, per poi guardarli uno a uno “Comunque è strano, vi avrei fatti più spaventati dopo avermi visto con un potere del genere …”, disse infine.

Nel sentire ciò Zenais sospirò.

“Ma che diamine vai a pensare? Sei nostra amica, abbiamo fiducia in te, quindi non c'è alcun motivo di avere paura.”, replicò.

“Siamo pienamente d'accordo.”, aggiunse Kyros a sua volta.

Nel sentire ciò Pyras sorrise, grata.

“Sono contenta che lo pensiate … davvero, mi solleva sapere che non avete paura di me nonostante tutto”

“E' il minimo dopotutto.”, fece Constantine di rimando.

La Saint di Phoenix ampliò il suo sorriso per poi volgere lo sguardo a Talia e il cuore le si strinse in una morsa: aveva il volto provato, gli occhi segnati da profonde occhiaie rossi e gonfi, sembrava persino più magra mentre i lunghi capelli corvini erano scompigliati. Lo sguardo era spento, vuoto, come se avesse perso completamente la voglia di vivere. D'istinto si avvicinò per poi stringerla silenziosamente contro il suo petto. All'inizio rimase rigida per poi abbandonarsi alla sua stretta, rimanendo in quel contatto per un tempo che parve un'eternità.

“Ti prometto che manterrò la promessa fatta al tuo maestro.”, sussurrò Pyras dopo un po'.

“So che lo farai …”, mormorò Talia con voce roca.

Pyras annuì per poi sciogliere il contatto.

“Comunque ora sarà meglio andare, ci aspetta un duro lavoro”

Gli altri d'altro canto annuirono, poi, dopo un ultimo abbraccio di gruppo, si separarono e ognuno andò dal proprio maestro. Prima di tornare da Scorpio la ragazza passò dal Tempio di Leo a prendere uno zaino dove mise lo stretto necessario, salutò nuovamente Hector e poi fece ritorno da Dioskorus, che l'aspettava impaziente.

“Era ora, certo che ce ne hai messo di tempo!”, esclamò.

“Perdonatemi … volevo salutarli come si deve e mi sono preparata uno zaino” esordì la Saint per poi ricomporsi “Ma comunque dove andremo?”

Scorpio in risposta sospirò per poi rispondere.

“Andremo sull'isola di Nisyros, a 460 Km da Atene, mentre tu eri a salutare i tuoi amici ho fatto un salto al porto dove ho noleggiato una barca, il capitano ha accettato volentieri e si è offerto anche di prepararci le provviste per il mese che staremo sull'isola.”, spiegò.

A quell'ultima frase Pyras lo guardò con fare perplesso.

“Un mese? Siete proprio sicuro che sia sufficiente?”

Dioskorus annuì.

“Fidati, lo sarà.”, disse semplicemente.

La ragazza d'altro canto non disse niente, preferendo fidarsi, poi i due si incamminarono verso il porto passando per l'allegra Rodorio, giungendo poi a destinazione. Il porto di Atene si mostrava come un luogo pieno di vita con un continuo via vai di pescherecci, mercantili, navi da trasporto e passeggeri. Era un luogo frenetico, ma nonostante ciò i due Saint riuscirono a trovare il mercantile che li avrebbe portati a Nisyros: a guardarlo era molto ben attrezzato, sembrava nuovo, anche se il colore era un po' arrugginito. Dall'albero maestro sfoggiavano le vele bianche, mentre il complesso era color verde selva con fregi dorati. Non era molto grande, ma non mancava nulla. Il capitano, un tizio vestito alla marinara con capelli brizzolati e vivaci occhi azzurri sorrise calorosamente non appena li vide.

“Ben arrivati! Sarà un vero onore per me trasportare due Cavalieri di Athena!”, esclamò.

“Grazie a te per aver accettato … comunque, per quando è previsto l'arrivo a Nisyros?”, domandò Scorpio, salendo sulla barca, seguito a ruota da Pyras.

“Saremo li per domani mattina, il mio equipaggio sta finendo con le provviste.”, rispose l'uomo, indicando una decina di uomini che stavano arrivando con le suddette provviste.

Scorpio annuì, quindi i due aspettarono pazientemente che finissero di allestire il mercantile e finalmente, dopo una buona mezz'ora, partirono alla volta di Nisyros. Per Pyras era la seconda volta che viaggiava per mare assieme a Scorpio e, rispetto alla prima volta, non c'era minimamente tensione tra i due nonostante quello che era successo a Troia.

Di questo la Saint non poteva che esserne felice, poiché era stato anche merito di Dioskorus se era riuscita a sopravvivere nelle segrete e a comprendere i suoi errori commessi, quindi lo affiancò sul ponte mentre guardava l'orizzonte.

“Sa … mi sono resa conto che non l'ho nemmeno ringraziata a dovere per quello che ha fatto per me quando è venuto a trovarmi nelle segrete.”, esordì dopo un po'.

Nel sentire ciò Scorpio sorrise appena

“Figurati, è stato un piacere per me darti quella spintarella in più che ti serviva … e poi ora hai compreso appieno quello che ti dissi, trovando quindi il modo di migliorare e questo mi rende orgoglioso”

“Sono contenta che lo pensiate” esordì per poi guardarsi attorno “A proposito, Zenais da chi andrà visto che voi siete qui con me?”, chiese poco dopo.

“Hector si è offerto di allenarlo, sarà in buone mani”

Pyras in risposta annuì con un sorriso per poi tornare a guardare l'orizzonte, pronta come non mai per quella nuova sfida.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Innanzitutto vi avviso che questo per il momento è l'ultimo capitolo di Pyras perché il 29 parto per il mare e sto via due settimane.

Detto ciò … la situazione inizia a muoversi per i nostri neo Cavalieri. Riuscirà la nostra Saint a sopravvivere a un mese di addestramento con Scorpio? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil, Stellareika e DarkIris26 per le loro recensioni e coloro che mi seguono silenziosi! Detto ciò ci vediamo il mese prossimo!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 - Un Addestramento Particolare ***


Capitolo 22 : Un Addestramento Particolare

Il breve viaggio verso l'isola di Nisyros fu tutto sommato tranquillo e non incontrarono problemi di sorta. Giunsero a destinazione come previsto, ossia il giorno dopo la loro partenza da Atene. Non appena arrivarono l'isola si presentò loro come una pendenza rocciosa dall'aria brulla e il forte odore di zolfo fece intuire che si trattava di un vulcano ormai totalmente inattivo.

Non appena approdarono si offrirono di aiutare l'equipaggio a scaricare le provviste che erano state messe in diverse sacche di iuta, cosa che impiegò una buona mezz'ora visto che erano pesanti. Quando finalmente terminarono salutarono il capitano, ringraziandolo ancora per il passaggio.

“E' stato un piacere per me, tornerò a prendervi tra un mese esatto.”, aveva risposto l'uomo per poi ripartire con il suo mercantile verso Atene.

Rimasti soli i due si caricarono le provviste sulle spalle e salirono la pendenza, arrivando quindi in cima. Pyras rimase non poco stupita davanti al paesaggio: l'interno di Nisyros si presentava come un'arena naturale abbastanza grande per allenarsi e, per arrivarci, bisognava scendere una discesa ma per i due Saint non fu affatto un problema. Dopo di ciò misero su il loro accampamento, costituito da una tenda che Scorpio si era portato dietro, poi, dopo mangiato e un breve riposo, iniziarono finalmente l'addestramento.

“Allora, come ti ho già anticipato prima della partenza, qui ti insegnerò a tenere a freno la tua abilità, in modo che quando torneremo al Santuario saprai controllarla e poi ad accettarla psicologicamente, poiché sarà un lato di te che dovrai imparare ad accettare. Ma ti avverto … non ci andrò piano.”, esordì Dioskorus, serio.

Pyras in risposta lo guardò con un sorriso furbetto.

“Sono abituata al lavoro duro, neanche Hector ci andava piano con me”

“Bene, ma comunque preparati, poiché il metodo che userò sarà doloroso”

A quelle parole la Saint lo guardò con fare preoccupato.

“Aspetti … in che senso *doloroso*?”, chiese, scettica.

Dioskorus sospirò per poi puntare le sue iridi cremisi in quelle di lei.

“Prima di tutto è necessario che tu sappia alcune cose” esordì, per poi fare una pausa e riprendere “Io soffro di una disfunzione cardiaca, ossia che il mio cuore non fornisce il sangue in quantità adeguata. Ora ti chiederai come ho fatto a sopravvivere fino ad ora immagino”

Pyras in risposta annuì semplicemente, quindi Scorpio continuò.

“Bene, in poche parole il mio maestro mi ha insegnato una tecnica particolare, ossia di sfruttare la mia patologia per creare un calore maggiore che aumenta man mano i miei colpi. Di norma il cosmo di un Cavaliere aumenta quando lui è in fin di vita.”, spiegò.

“Quindi … cosa avete in mente di fare?”, domandò Pyras, preoccupata.

“Semplice” esordì Dioskorus, senza staccare lo sguardo dal suo “Userò la mia Cuspide Scarlatta su di te, non ti ucciderò, ma servirà per lo scopo dell'allenamento che ho in mente. Funziona solo con chi ha il cosmo più debole del mio, ma prima di ciò voglio che tu bruci il tuo fino a dove riesci.”, continuò.

La Saint d'altro canto lo guardò non poco contrariata all'idea di subire una delle sue punture, dato che a Troia aveva potuto ben vedere quanto esse fossero dolorose, figuriamoci su di lei che era una ragazza, per lo più appena maggiorenne. Sarebbe stato un vero e proprio inferno. Ovviamente Scorpio notò il suo disappunto ma non disse nulla, quindi Pyras dovette rassegnarsi con un sospiro esasperato ed eseguì la sua richiesta del Gold Saint. Chiuse gli occhi e poco dopo il suo cosmo di fiamme scarlatte iniziò a bruciare attorno a lei e a crescere man mano che lo espandeva e ogni volta aumentava sempre più. Era risaputo che il cosmo della Fenice il più forte tra tutti quelli degli altri Cavalieri di Bronzo, dato che poteva rinascere dalle sue ceneri e aveva poteri di tutto rispetto, Scorpio ne era consapevole.

Rimase difatti stupito fin dove riuscì a spingersi, e, per una neo Cavaliere come lei, era qualcosa di stupefacente, dato che durante il periodo nelle segrete aveva trovato il tempo per allenarsi. Sorrise soddisfatto e, quando Pyras terminò, le diede una pacca sulla spalla.

“Ottimo lavoro, ora passiamo al passo successivo. Dovrai fare la stessa cosa e io regolerò il mio cosmo con il tuo in modo da colpirti con la mia Cuspide, ma prima, tramite la tecnica dello tsubo che ho imparato, bloccherò i punti di pressione sia del tuo cosmo, sia del Fuoco della Vita in modo da aiutarti a gestire le fiamme nere.”, spiegò.

A quella spiegazione Pyras tremò.

“E' proprio l'unico modo?”

Dioskorus annuì.

“Si … credimi, non piace neanche a me, ma è necessario, poiché in questo modo potrai riuscire a gestire quelle fiamme, oltre che attingervi quando sarà necessario in modo da non sbroccare.”, spiegò nuovamente.

A quel punto la Saint capì che non c'erano vie di fuga, poiché poteva essere l'unico modo, quindi annuì con un sospiro. Scorpio allora procedette usando per prima la tecnica dello tsubo, bloccando i due circuiti benigni, poi regolò il proprio cosmo con quello di Pyras. Dopo aver fatto ciò procedette con la seconda parte, sfoderando la Cuspide Scarlatta e colpendo Pyras in un punto ovviamente non vitale, ossia ad un fianco. Una puntura bastò. Il dolore fu indicibile e la povera ragazza cadde in ginocchio, premendosi la ferita con forza cercando di attenuare il dolore. Iniziò a sudare mentre il veleno le entrava poco a poco in circolo. Gli occhi erano spalancati dal terrore e il respiro affannoso, come se stesse per soffocare da un momento all'altro, quindi si portò una mano sul petto, cercando di resistere.

Era stata solo una puntura, ma il suo effetto era stato comunque devastante. Annaspava in cerca d'aria, in preda a un terrore sena nome e mai come in quel momento temette la morte. Dioskorus la guardava, ugualmente preoccupato, ma in cuor suo sapeva che era l'unico modo, poiché solo in uno stato di morte perenne avrebbe potuto compiere il suo addestramento. Sapeva che non sarebbe stato facile per Pyras, ma lei doveva accettare quel suo lato di sé se voleva diventare più forte e questo in cuor suo lo sapeva anche lei. Difatti poco dopo quelle stesse fiamme nere l'avvolsero, ma la loro forza era nulla a confronto di quando le aveva risvegliate in preda alla rabbia a Corinto, il che fu comunque un bene.

Ma nonostante ciò Pyras ne ebbe comunque paura, e i ricordi di Corinto si rifecero vivi, soprattutto quando quelle stesse fiamme avevano ferito il suo maestro e quel solo pensiero le straziò il cuore a tal punto che cominciò pure a piangere. Ma in ogni caso se voleva sopravvivere avrebbe dovuto fare uno sforzo, altrimenti essere lì non avrebbe avuto senso. Doveva preparare la sua mente ad accettare quel potere, che le sarebbe piaciuto oppure no.


 

Nel frattempo al Santuario anche gli altri neo Cavalieri avevano cominciato il loro addestramento per diventare più forti, sia con i rispettivi maestri che con quelli provvisori, come nel caso di Zenais che era sotto la tutela di Hector mentre Pyras era via con Scorpio. Talia invece era passata a Hilarion, poiché si era offerto di prenderla con se. Quella nuova fase era iniziata in contemporanea con quella di Pyras, e, nonostante fossero ancora giovani, i loro maestri avevano deciso di allenarli verso la strada del Settimo Senso con l'aiuto di Alypios, il Gold Saint dell'Ariete. Certo, il gruppo era rimasto non poco sorpreso da ciò, ma in ogni caso sarebbe stata comunque una scelta molto saggia se dovevano diventare più forti. Alypios li guidava passo per passo tramite la meditazione assieme a Virgo ogni giorno e i neo Cavalieri davano anima e corpo per non deludere le loro aspettative. Oltre il Settimo Senso ovviamente sfruttavano il loro tempo libero per potenziare il loro cosmo, a volte da soli o in compagnia, sfidandosi anche tra di loro.

Tra tutti Talia era quella più motivata, poiché era più determinata a mantenere la promessa fatta al suo maestro prima che lui morisse. Il dolore per la perdita subita delle volte riemergeva, nonostante i suoi sforzi di nasconderlo, ma era chiaro come il sole che gli mancava, pur sapendo che non avrebbe mai smesso di vivere nei suoi ricordi. In quei momenti di sconforto Asterius gli stava vicino, cercando di darle nuova forza e di questo Talia ne era felice, anche se all'inizio stava sulle sue, ma alla fine si era sciolta un poco, lo stesso con gli altri. Difatti un pomeriggio, dopo l'allenamento …

“Sapete, credo di dovervi delle scuse per come mi sono comportata … ammetto di non essere stata tutto questo granché sin dall'inizio e mi dispiace …”

Asterius e Kyros, sapendo che erano rivolte specialmente a loro due, sorrisero.

“Ah tranquilla, nessun rancore, quello che conta è che ora siamo finalmente amici.”, la rassicurò Pegasus, dandole una pacca sulla spalla.

Talia in risposta sorrise, sollevata.

“Meno male … temevo il contrario …”

“Beh, meno tardi che mai, anche se ce ne hai messo di tempo.”, scherzò Kyros.

“Già …” esordì, per poi abbassare lo sguardo “E mi dispiace anche per come ho trattato Pyras …”, soffiò.

“Questo glie lo dirai quando tornerà, o meglio … se tornerà tutta intera … spero che il mio maestro non ci stia andando troppo pesante …”, replicò Zenais, preoccupato.

Kyros allora gli fece l'occhiolino.

“Ah, non preoccuparti, la nostra Pyras è sempre stata una vera tosta sin da bambina, tornerà sana e salva”

“Lo spero …”


 

Nel frattempo a Nisyros la povera Phoenix era da quasi due settimane in preda a quell'agonia, poiché ancora non riusciva ad accettare quel potere. Ogni giorno che era passato lo elevava di poco e Dioskorus stava cominciando davvero a perdere la pazienza.

“Stammi bene a sentire ragazzina, so quello che stai provando in questo momento, anch'io agli inizi avevo paura, ma se continui così non andrai da nessuna parte?!? Non capisci che in questo modo finirai solo per stare più male?!? Sei qui per diventare più forte dannazione, quindi dimostramelo! Metti da parte le tue paure e tira fuori la fenice che è in te!”, l'aveva rimproverata l'ultima sera della seconda settimana.

Pyras in risposta era rimasta in silenzio, ma sapeva che Dioskorus aveva ragione, non poteva continuare così, altrimenti non avrebbe fatto nessun passo avanti. Così, già dal giorno dopo iniziò a metterci molto più impegno … certo, ebbe ancora qualche difficoltà, ma alla fine ottenne il risultato sperato, riuscendo addirittura a contrastare l'effetto della Cuspide Scarlatta. Ciò avvenne durante la terza settimana e Scorpio fu davvero molto soddisfatto dei suoi progressi.

“I miei complimenti, alla fine sei riuscita ad accettare questo tuo lato di te, hai imparato bene o male a controllarla, non in modo definitivo, ma hai fatto passi da gigante.”, esordì Dioskorus l'ultima sera della terza settimana.

Pyras in risposta sfoggiò un'enorme sorriso.

“Sono davvero contenta che lo pensiate … ma non rifacciamolo …”

Scorpio d'altro canto sospirò.

“Mi spiace ma sarà nuovamente necessario per il tuo cosmo attuale, ma con quello sarà più facile”

Nel sentire ciò la Saint sospirò, rassegnata, senza dire nulla, poiché, anche se quel metodo era estremamente doloroso, oltre che rischioso, funzionava.

Così il giorno seguente misero in atto la seconda fase dell'addestramento. Dioskorus eseguì lo stesso procedimento della volta precedente, con la sola differenza che stavolta chiuse il circuito bianco e quello nero in modo che lei si concentrasse solo sul suo cosmo. Dopo di ciò usò nuovamente la sua Cuspide Scarlatta, sul fianco stavolta sinistro. Il dolore fu come sempre immane ma fu comunque molto più facile e ci mise decisamente meno tempo a evolverlo.

Ma la cosa più incredibile fu che riuscì persino a raggiungere il Settimo Senso, cosa che stupì non poco Scorpio, il quale fu davvero molto soddisfatto di quel grande progresso, anche perché in quel modo era riuscita a contrastare la Cuspide Scarlatta, oltre ad avere anche una percezione maggiore del cosmo.

Hector sarà molto fiero di lei pensò tra se e se.

Infine l'intenso mese di addestramento ebbe termine. Pyras aveva ottenuto davvero ottimi risultati, crescendo soprattutto nel carattere. Dioskorus si era mostrato davvero un ottimo maestro … un po' fuori dalle righe … ma era stato perfettamente all'altezza. Ora non restava che ritornare al Santuario.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ed eccomi di ritorno dopo due settimane di mare nelle belle spiagge di Bibione! Come avevo anticipato sarei ripartita con Pyras e … ecco qui! Spero con il cuore che questo capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative. Ammetto che il metodo di Scorpio è stato un po' … sadico … ma alla fine la nostra Pyras ha finalmente ottenuto i risultati sperati.

Detto ciò ringrazio calorosamente i miei seguaci per aver portato pazienza dopo due settimane di ferie.

Quindi al prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 - Verso la Sacra Armatura ***


Capitolo 23 : Verso la Sacra Armatura

Il viaggio di ritorno verso Atene fu, anche se di breve durata, tranquillo e molto più sereno di quello di andata, specialmente per l'entusiasmo di Pyras per la riuscita del suo addestramento con Scorpio, durante il quale era maturata molto.

Aveva imparato qualcosa che all'inizio avrebbe ritenuto impossibile, ma che alla fine era riuscita tutto sommato a controllare. Sapeva che quel lato di lei non sarebbe mai riuscita a sopprimerlo, ma il fatto di essere stata capace di controllarlo la sollevava non poco.

Ora, dal ponte del mercantile, guardava con ansia l'orizzonte, non vedendo l'ora di tornare ad Atene e riabbracciare i suoi compagni. Dioskorus la guardava poco distante con sguardo fiero, poiché anche lui aveva visto il suo grande cambiamento e, nel vederla con quel sorriso sereno sulle labbra, poté percepire quanta forza di volontà ci fosse nel suo animo, un animo temprato da tutto il suo percorso fatto finora. Cominciò persino a comprendere il perché Leo fosse fiero di lei e il motivo era chiaro come il sole sopra le loro teste: aveva sempre trovato la forza di rialzarsi in ogni situazione e questo la rendeva più che degna di essere un Cavaliere di Athena.

Certo, non era sua allieva, ma si era comunque mostrata all'altezza delle sue aspettative. Le sue iridi color cioccolato esprimevano tutto il suo entusiasmo, segno che era stata davvero contenta di quell'esperienza.

Erano partiti quella mattina di buon'ora e nonostante l'alzataccia, aveva ancora tanta energia e Scorpio ne fu ben felice, specialmente quando Atene apparve all'orizzonte nel primo pomeriggio. Il cuore di Pyras iniziò a batterle all'impazzata nel petto e più si avvicinavano più aumentava.

Quando finalmente giunsero al porto Dioskorus pagò il capitano per il servizio fatto, poi, con Pyras affianco, fecero ritorno al Santuario. Una volta giunti a destinazione la Saint salutò Scorpio con i dovuti ringraziamenti e poi corse al campo di addestramento tutta trafelata dove trovò, con sua somma gioia, i suoi amici e corse loro incontro. Asterius e Kyros non appena la videro furono i primi a balzarle letteralmente addosso, travolgendola con il loro entusiasmo.

“Pyras!”, esclamarono mentre i tre cadevano a terra con un sonoro tonfo.

La Saint, colta di sorpresa, sobbalzò per poi riprendersi poco dopo.

“Si … si, anch'io sono felice di … di rivedervi però … pesate …”, gemette.

I due allora si tolsero da sopra l'amica e l'aiutarono ad alzarsi per poi abbracciarla come si deve e lei fece lo stesso.

“Ci sei mancata moltissimo …”, mormorò Kyros.

“Già, hai idea di stare un mese senza di te? È da pazzi.”, aggiunse Asterius.

Pyras in risposta ridacchiò.

“Anche voi mi siete mancati …”

Rimasero abbracciati per un tempo che parve un'eternità, finché Constantine non si schiarì la voce.

“Ci siamo anche noi …”

La Saint allora sciolse il contatto per poi salutare anche gli altri e, notando che Talia era in disparte, l'affiancò.

“Ehi, tutto bene?”, esordì.

Il Dragone annuì lievemente per poi sospirare.

“Senti … volevo dirti che … mi dispiace se sono stata cattiva con te e so che mi dirai che non ce né bisogno ma … ne sento il dovere … insomma, tu sei stata gentile con me mentre io …”

L'abbraccio di Pyras interruppe le sue parole, facendola sussultare, poi lo ricambiò, e in quella stretta capì che l'aveva già perdonata. Quando poi sciolsero il contatto la scrutò per bene: il volto era ancora un po' provato per la perdita del suo maestro, ma nonostante ciò poteva vedere le sue iridi acquamarina di nuovo limpide e serene e il fisico era rinvigorito. Sorrise nel vederla in forma.

“Sono contenta che tu ti stia riprendendo dopo quello che è successo …”

“Anch'io e devo tutto sia a te che ad Ast, lui mi è stato molto vicino mentre non c'eri”

“Ne sono felice …” esordì Pyras per poi guardare l'amico “Grazie per esserti occupato di Talia”

“Figurati, l'ho fatto con piacere e lo farò ancora se sarà necessario” iniziò lui per poi cambiare argomento “Ma ora … raccontaci tutto, com'è andata?”

Pyras allora si sedette e loro fecero altrettanto, quindi iniziò a raccontare del suo addestramento con Dioskorus per filo e per segno, senza tralasciare nulla, nemmeno il fatto che avesse usato la Cuspide Scarlatta su di lei, affrettandosi a spiegare che era stato per il suo addestramento. Spiegò anche in cosa era consistito con grande entusiasmo, specialmente che era riuscita a raggiungere il Settimo Senso e lì i suoi amici espressero i loro complimenti, a tal punto di farla imbarazzare.

“Suvvia ragazzi, così mi fate arrossire … è vero che ho raggiunto il Settimo Senso, però state esagerando”

“Beh, ma siamo contenti per te visto che anche noi ci siamo addestrati nel suo utilizzo con Alypios dell'Ariete.”, spiegò Kyros.

“Eh? Davvero?”, chiese Pyras, stupita.

“Si certamente!”, esclamò Asterius, entusiasta.

“Ne sono felice!”

“Anche noi lo siamo” esordì Zenais per poi darle una pacca sulla spalla “E comunque ottimo lavoro per essere riuscita a sopravvivere un mese con il mio maestro”

Pyras ridacchiò divertita.

“Ah non è stato poi così difficile, è stato un bravo mentore” replicò, per poi alzarsi “Comunque vado da Leo, a dopo.”, salutò, correndo via.

Raggiunse il Tempio del Leone tutta ansimante per la corsa, quindi entrò. Lui era lì che l'aspettava e gli si fiondò letteralmente addosso, presa dal troppo entusiasmo. Hector d'altro canto l'abbracciò con calore senza sbilanciarsi, felice di rivederla.

“Mi siete mancato tantissimo …”

“Anche tu mi sei mancata …”

La Saint allora si perse nella sua stretta per qualche minuto, poi sciolse il contatto, fece quindi per raccontargli ma Hector la fermò con un dito sulle labbra.

“So già tutto, Scorpio mi ha raccontato ogni cosa e non posso che essere fiero di te”

Pyras allora lo abbracciò di nuovo, felice di sentirsi dire tali parole.

Trascorse poi qualche giorno di quiete, finché il Gran Sacerdote non convocò ancora il gruppetto al suo cospetto. I sette ragazzi ovviamente non furono più tanto sorpresi, dato che poteva trattarsi solo di una cosa: partire per una nuova missione.

Così, una volta giunti alla Tredicesima Casa si inginocchiarono come le volte precedenti in attesa. Prima di parlare Astrea li scrutò uno a uno con fare compiaciuto: le loro armature si erano evolute grazie al sangue del Gold Saint dell'Ariete ed era stato un bene visto che le altre erano state ridotte a passi estremi con tutti i combattimenti affrontati. Ormai non avevano più l'aria da matricole, ma di Cavalieri a tutti gli effetti e di questo non poteva che esserne orgogliosa. Nell'aria non c'era la minima tensione e i ragazzi apparivano tranquilli e al loro agio, quindi poté prendere parola.

“Dunque, innanzitutto vorrei complimentarmi con tutti voi per i risultati raggiunti durante il vostro addestramento. Sapervi più forti mi solleva molto”

“Grazie Vostra Eccellenza.”, ringraziò Constantine, parlando per tutti.

Astrea sorrise da sotto la maschera per poi tornare seria.

“Dunque, come avrete già immaginato, vi ho convocati per una missione di estrema importanza, ossia recuperare la Sacra Armatura di Athena in modo da risvegliarla. Ora che Hades ha fatto la sua comparsa avremo bisogno dell'aiuto della nostra dea se vogliamo sconfiggerlo una volta per tutte.”, spiegò.

I neo Cavalieri si guardarono l'un l'altro con sguardo d'intesa. Sapevano che sarebbe stato molto pericoloso, ma se era l'unico modo per svegliare Athena dal suo sonno incantato non potevano esitare. Quindi annuirono con decisione.

“Dove si trova l'Armatura?”, chiese Kyros.

“Mi sono giunte delle voci al riguardo e più che fondate” esordì Astrea per poi fare una pausa e riprendere “Essa si trova al Tempio di Pan, il Dio delle Selve, nell'Arcadia. Verrete accompagnati da Libra, Toro e Leo, vi darò questa giornata per prepararvi, partirete domani mattina all'alba. Potete andare”

I neo Cavalieri allora si alzarono, ma Pyras prima di andare si avvicinò di più agli scalini che portavano al trono dorato.

“Vostra Eccellenza … avrei una richiesta.”, esordì timidamente.

Astrea la guardò con fare sorpreso.

“Dimmi pure Saint di Phoenix”

La ragazza allora si armò di coraggio per poi esprimersi.

“Ecco … se è possibile vorrei fare visita al capezzale della nostra dea … da sola”

A quella richiesta i presenti intuirono cosa volesse fare e lo stesso Astrea, quindi, con sguardo apprensivo, annuì.

“Certamente, va pure”

“Vi ringrazio Vostra Eccellenza”

Detto ciò la Saint si alzò per poi andare verso le stanze della dea, mentre i suoi amici decisero di aspettarla.

Pyras camminò lungo il corridoio che portava alle sue stanze, il cuore che batteva forte forte dall'emozione, i suoi passi erano calmi e sicuri. Quando giunse di fronte alla porta della sua camera prese un profondo respiro ed entrò.

Lei era lì, stesa sul suo letto, vestita di un candido abito bianco e il volto sereno. I suoi lunghi capelli viola le ricadevano morbidi lungo i fianchi e delle ciocche posavano sul suo seno mentre le mani erano intrecciate in grembo. Pyras rimase per qualche secondo a rimirare la sua eterea figura illuminata dal suo, ora lieve, cosmo, quindi si inginocchiò.

“Non so se possiate sentirmi mia signora, ma sono qui per dirle che … molto presto la salveremo … domani partirò con la mia squadra per recuperare la vostra Sacra Armatura …” esordì, facendo una pausa e riprendendo poco dopo con un sospiro “Sarà una missione molto pericolosa perciò … vi supplico … proteggete i miei compagni e Leo … soprattutto Leo … ve lo chiedo per favore …”, riprese, lo sguardo ora supplichevole, come in attesa di un segno.

In quel momento accadde qualcosa di inaspettato: il cosmo della dea l'avvolse nella sua aura e lei poté percepire il suo calore scaldarle il cuore come per darle forza.

Non temere giovane guerriera, esaudirò la tua richiesta, avrete la mia protezione aleggiò la voce melodiosa della dea nella sua testa.

Pyras in risposta abbassò il capo.

“Vi ringrazio mia signora …”, mormorò, una nota tremante nella voce.

Per i miei Cavalieri questo e altro giovane guerriera esordì Athena per poi fare una pausa e riprendere E comunque non sentirti in colpa per quello che mi è successo poiché io non ti ho mai giudicata responsabile, hai saputo svolgere bene il tuo compito e il fatto che sia ancora viva ne è la prova. Non darti colpe che non hai

A quelle parole Pyras annuì con gli occhi velati di emozione. Sentì come una mano calda posarsi sulla sua guancia e le parve di vedere il volto etereo di Athena sorriderle.

Ora va giovane guerriera, io sarò con voi nella vostra missione, non temere e abbi fede perché non vi abbandonerò

Detto ciò le diede un lieve bacio sulla fronte e sparì. Rimasta sola Pyras, di nuovo piena di coraggio, si alzò, guardando la dea con una nuova determinazione negli occhi.

“Vi salveremo, è una promessa”

E con quelle parole lasciò la stanza con nuova sicurezza per poi tornare dagli altri e prepararsi per la nuova missione.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! E dopo una lunga attesa eccomi di nuovo qui con un altro capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction! Scusate se vi ho fatto attendere ma ho preferito terminare prima la mia Fairyfanfiction dato che mancava poco.

Dunque, in questo capitolo i nostri Cavalieri dovranno partire per recuperare la Sacra Armatura della Divina Athena. Riusciranno a farcela? Che tipo sarà il Dio delle Selve?

Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil, Stellareika e Sarah Shirabuki per aver aspettato con pazienza e per le loro recensioni!

Detto ciò alla prossima! Ci vediamo mercoledì prossimo con il secondo capitolo della mia nuova fanfiction sul mondo di Eragon!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 - Il Tempio di Pan ***


Capitolo 24 : Il Tempio di Pan

Dopo che ebbero lasciato la Tredicesima Casa, Pyras aveva uno sguardo sereno mentre scendeva e i suoi amici non poterono fare a meno di notarlo, specialmente Hector, che, incuriosito, l'affiancò.

“Come mai sei così serena? Sai che questa missione sarà molto rischiosa vero?”

Pyras in risposta annuì.

“Si lo ma … ecco, quando sono stata al capezzale … Athena mi ha parlato … le ho chiesto la sua protezione e lei ha detto che ci proteggerà” lo guardò negli occhi e, con la punta dei piedi si avvicinò al suo orecchio “Soprattutto tu …”, sussurrò.

Nel sentire ciò Leo sussultò, ma rimase in silenzio a guardarla per qualche secondo per poi sospirare.

“Pyras … apprezzo molto il tuo gesto ma non era necessario che chiedessi maggior protezione nei miei confronti … sono pur sempre un Cavaliere d'Oro in fondo …”, replicò.

“Lo so ma … sotto quell'armatura siete pur sempre un uomo fatto di carne e sangue … non dimenticatelo.”, replicò lei, per poi velocizzare il passo, lasciandolo senza parole.

“Ha ragione” esordì Talia, affiancandolo a sua volta “Dopo quello che è successo con il mio maestro e Cancer, ha paura di perdervi …”

Hector sospirò.

“Lo so …”

“Quindi non ha fatto male nel chiedere la protezione di Athena … quando torneremo e lei sarà ancora vivo dovrà ringraziarla.”, fece l'altra di rimando, per poi affiancare l'amica.

Di nuovo il Gold Saint rimase senza parole. In cuor suo sapeva fin troppo bene delle preoccupazioni della sua allieva, come sapeva che lei aveva fiducia in lui … ma in ogni caso il terrore di perderlo era comunque forte e ciò non sarebbe mai cambiato.

Lungo la scalinata il gruppo si divise per andare nei rispettivi Templi a prepararsi. Pyras tuttavia scelse di andare a casa sua a fare i preparativi, non volendo affrontare di nuovo il discorso con Hector. Ormai era abituata, quindi non ci mise molto tempo per preparare il tutto per il giorno dopo. Dopo di ciò ne approfittò per pulire un po' la casa e sistemarla, in modo da mettere in ordine. In fondo non era più un Cavaliere alle prime armi, era maturata molto nel corso del suo cammino, quindi sarebbe stato poco appropriato non avere almeno la casa in ordine e pulita. Dopo le pulizie si rilassò con una bella doccia, poi mangiò e infine andò a letto. Quella notte fortunatamente ebbe un sonno tranquillo nonostante l'agitazione, e ciò la rese più serena.

Hector invece non ebbe un sonno ristoratore e riscontrò qualche difficoltà ad addormentarsi. Non faceva altro che pensare alla conversazione avuta con Pyras qualche ora prima.

Sotto quell'armatura siete pur sempre un uomo fatto di carne e sangue … non dimenticatelo

Quelle parole risuonavano come un mantra nella sua mente e non riusciva a togliersele dalla testa … certo, era fin troppo consapevole che era vero, ma tali parole dette dalla sua allieva lo avevano lasciato sconcertato. Davvero aveva paura a tal punto per lui? Sospirò … in fondo non la poteva biasimare dopo tutto quello che era successo nell'ultimo periodo con la morte di Cancer e Capricorn, era chiaro come il sole che aveva iniziato a provare paura per lui. In fondo per lei era padre e madre insieme prima che suo maestro, la sua unica famiglia e questo era inevitabile.

“Non riesci a dormire?”

La voce di Libra quasi lo fece cadere giù dal letto per lo spavento.

“Ah dannazione Hil, possibile che devi fare sempre così? Ti ho già detto …”

“Si, si, si, *ho quasi quarant'anni e non vorrei avere un ictus prima del tempo*” scherzò l'altro, suscitando un sospiro da parte di Hector, poi tornò serio e gli si sedette accanto “Qualcosa ti turba non è vero?”

Leo in risposta sospirò nuovamente per poi annuire silenziosamente, quindi Libra riprese.

“Riguarda Pyras giusto? Al suo preoccuparsi per te …” esordì, per poi fare una pausa e riprendere “Senti … capisco che il fatto che abbia chiesto la protezione di Athena nei tuoi confronti ti abbia turbato … ma non puoi biasimarla …”

“Non la biasimo … anzi, in un certo senso la capisco … in fondo anch'io ho paura per lei, ma ho comunque fiducia nelle sue capacità … però chiedere addirittura aiuto ad Athena mi è sembrato azzardato …”

Stavolta fu Hilarion a sospirare.

“L'ha fatto … ma ha comunque fiducia in te e questo lo sai anche tu … ma sai che non se lo perdonerebbe mai se tu morissi … questa guerra le ha già tolto molto, ha già visto cosa si prova nel perdere qualcuno, per questo ha paura. È vero che siamo Cavalieri d'Oro, ma prima di tutto siamo umani e possiamo morire … quindi, come ho già detto, per forza ha paura”

“E allora cosa dovrei fare? Andare in pensione anticipata?”, replicò Leo con fare seccato.

Libra ridacchiò.

“Oh suvvia, non essere così drastico … cerca solo di non farti ammazzare ok?”

“Ok …”, fece l'altro di rimando.

“Ecco bravo.”, ridacchiò, per poi dargli una pacca sulla spalla e andarsene.

Rimasto solo tornò a ristendersi sul letto e poco dopo, finalmente, giunse il sonno ristoratore.

Il giorno seguente si svegliarono tutti di buon ora per poi ritrovarsi al punto di ritrovo, ognuno con i propri preparativi. Nel gruppo spiccò come sempre la figura di Aegon del Toro, ma stavolta nel suo sguardo non c'era più l'astio per Pyras provato tempo prima, bensì ammirazione. La ragazza ovviamente lo notò, ma si limitò a sorridere, poi il Gold Saint parlò.

“Bene, come sapete questa sarà una missione molto importante, saremo in Arcadia tra due giorni, quindi non battete la fiacca”

Detto ciò avanzò per primo, poi gli altri gli andarono dietro.

I due giorni di viaggio verso l'Arcadia furono comunque tranquilli, anche se Pyras e Leo non si rivolsero la parola e i suoi amici notarono la sottile tensione tra i due, ma non dissero nulla. Giunsero a destinazione all'alba del terzo giorno: l'Arcadia si presentava come un luogo pianeggiante, con alberi sparsi ovunque, essendo la vegetazione molto fertile. Il paesaggio era davvero incantevole, in fondo c'era un motivo se Pan era il Dio delle Selve, quindi si addentrarono in essa per raggiungere il Tempio. Lungo la strada vennero loro incontro dei satiri in armatura e delle lance, ognuno con zampe caprine di un manto marrone scuro.

“Qual buon vento porta dei Cavalieri di Athena qui in Arcadia?”, chiese uno di loro.

Libra allora si fece avanti.

“Siamo qui per vedere Pan, il vostro signore, è piuttosto urgente”

Il satiro inizialmente rimase sulle sue ma poi annuì.

“Seguiteci”

I Gold Saint e i neo Cavalieri li seguirono all'interno della foresta e intanto si guardarono attorno. Ogni sprazzo sprizzava di vita e l'aria emanava come un'energia benefica, calda e accogliente e gli animaletti vivevano tranquillamente la loro vita senza alcun timore. Rimasero davvero molto affascinati da tutta quella bellezza, ma la cosa che li lasciò più a bocca aperta fu la struttura del Tempio: tutto il complesso era di puro marmo bianco e brillava dei riflessi del sole, davanti a loro si stagliava una scalinata che portava ad una piazzetta con delle torrette di guardia e una statua di Pan al centro di una splendida fontana.

Il Tempio invece era una costruzione simile al Santuario, ma molto più antico, tuttavia ancora in tutto il suo splendore con dei rampicanti sulle candide mura e il tetto era una magnifica cupola di vetro. I portoni, sorvegliati da due sentinelle, erano finemente elaborati e in avorio.

Giunti davanti a essi, quelli si aprirono, rivelando un interno ancora più strabiliante: sembrava un bosco in miniatura, il tutto vibrante di linfa vitale. Anche gli animaletti girellavano indisturbati e ne rimasero affascinati, ma non dissero una parola, limitandosi a seguire i due satiri. Poterono notare che qua e la erano sparse incantevoli statue da giardino e che il percorso arrivava fino a un altro portone sempre d'avorio e, quando si aprì, rivelò la sala del trono.

Il pavimento era erba pura, di un verde brillante e pieno di fiori con farfalle che svolazzavano e sia il soffitto che le pareti erano decorati da rampicanti. In mezzo stava un magnifico albero con venature dorate e delle scale lavorate che portavano al trono anch'esso levigato nel legno. Sopra di esso stava seduto il Dio Pan, la cui pelliccia era color del grano, così come la folta capigliatura e la barba curata, le corna d'avorio. Gli occhi erano di un azzurro limpido e il corpo leggermente muscoloso, più degli altri. In grembo teneva un tenero coniglietto che stava accarezzando, mentre lo scettro stava di lato allo scranno. Le due guardie allora fecero cenno ai Cavalieri di fermarsi per poi andare verso l'albero e inchinarsi.

“Vostra Maestà, i Cavalieri di Athena sono giunti dal Santuario, desiderano parlare con voi.”, esordì una delle due guardie.

Pan allora alzò lo sguardo, scrutando i nuovi arrivati con fare indagatore, poi si alzò, lasciando andare il coniglietto e li raggiunse.

“Benvenuti Cavalieri, cosa vi porta qui nel mio regno?”, domandò.

Leo allora si fece avanti.

“Divino Pan, siamo qui per la Sacra Armatura di Athena … vedete, diversi mesi fa la nostra dea è stata addormentata da un incantesimo del sonno e ora che Hades si è risvegliato abbiamo bisogno di lei e l'unico modo per risvegliarla è la Sacra Armatura.”, spiegò.

A quel racconto Pan rimase in silenzio per qualche secondo, ponderando le parole dette dal Cavaliere, infine sospirò.

“Lo immaginavo … ma prima di consegnarvela dovrete avere il mio permesso per entrare nel luogo in cui è custodita, quindi vi metterò prima alla prova”

“Va bene, e in che cosa consisterà?”, domandò Libra.

Pan sorrise.

“Semplice … dovrete affrontare i miei satiri”
 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con Pyras!

Dunque, il nostro gruppo è arrivato nel Regno di Pan, Signore delle Selve per ottenere la Sacra Armatura di Athena … riusciranno a farcela? E Pyras e Leo riusciranno a chiarirsi? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio calorosamente Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni!

Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 - La Sacra Armatura ***


Capitolo 25 : La Sacra Armatura

A quella frase i Cavalieri di Athena guardarono Pan con fare alquanto sconcertato.

“Ne è proprio sicuro? Insomma … sono pur sempre le vostre guardie in fondo …”, esordì Libra.

“Che c'è? Pensate che non sappiano combattere solo perché siamo neutrali?”, replicò il Dio delle Selve, scettico.

Hilarion d'altro canto agitò nervosamente le braccia.

“Assolutamente no! È solo che mi sembra uno scontro un po' impari … noi abbiamo i nostri cosmi e siamo addestrati da una vita a combattere per Athena …”

Nel sentire ciò Pan ghignò.

“Allora sarà uno scontro interessante”

A quel punto il Gold Saint sospirò con fare rassegnato, scuotendo la testa … se quello era l'unico modo per ottenere la Sacra Armatura non c'era altra scelta che fare come diceva. Quindi annuì.

“E sia allora”

Pan annuì a sua volta e a un suo cenno le due fazioni si schierarono per poi dare inizio al breve scontro. Sin da subito Libra si dovette ricredere, dato che i Satiri, nonostante la statura, sapevano il fatto loro e si mostrarono molto agguerriti.

I Cavalieri di Athena d'altro canto ebbero il loro gran bel daffare per tenere loro testa e ognuno dimostrò il proprio valore. Pan rimase molto colpito da ciò, specialmente dall'enorme potere che dimorava all'interno di Pyras, poteva percepirlo chiaramente vibrare nel suo cosmo come una parte estesa di esso, anche se ora stava usando le sue fiamme normali, ma poteva sentirlo.

Infine, dopo una buona mezz'ora mise fine allo scontro, soddisfatto.

“Molto bene Cavalieri di Athena, avete tutti superato brillantemente la prova, ognuno ha dimostrato appieno il proprio valore, quindi vi concederò di andare a prendere la Sacra Armatura, si trova nei sotterranei”

“Grazie infinite Divino Pan.”, rispose Leo, facendo un piccolo inchino.

“E' il minimo che posso fare per aiutarvi come servo fedele di Athena”

“Per noi significa comunque molto”

“Ne sono lieto … comunque ora andate”

Il gruppo allora si incamminò, quando in quel momento …

“Cavaliere di Phoenix.”, chiamò.

Nel sentirsi interpellata Pyras si immobilizzò, per poi voltarsi.

“Si … Vostra Maestà?”, balbettò.

Pan allora le si avvicinò facendogli cenno di seguirlo.

“Vieni con me, dovrei parlarti”

La Saint d'altro canto non poté obbiettare, quindi seguì il Dio delle Selve in un luogo appartato, quindi si contorce le dita per la tensione.

“Ho … ho per caso fatto qualcosa di … di sbagliato?”, chiese all'improvviso.

Pan in risposta la guardò intensamente a tal punto da sentirsi completamente spoglia davanti a quello sguardo. Sospirò.

“Al contrario ragazza mia, come i tuoi compagni hai dimostrato appieno il tuo valore ma il motivo per cui volevo parlarti riguarda qualcos'altro … ossia il tuo enorme potere …”, disse infine.

Pyras sussultò a quelle parole.

“Il … il mio potere? Ma … ma non l'ho usato …”, balbettò.

“Questo lo so, ma l'ho percepito, l'ho visto vibrare nel tuo cosmo come una sua estensione”

La ragazza deglutì.

“E … e quindi?”

Pan allora la guardò con sguardo grave, prendendola per le spalle.

“E quindi … spero che tu sappia come usarlo perché a volte un potere così grande può dare alla testa …”, mormorò.

Pyras d'altro canto lo guardò con fare determinato.

“Non avrete nulla da temere Vostra Altezza, saprò usarlo a fin di bene come Cavaliere di Athena quale sono”

Nel sentire ciò il Satiro sorrise con fare compiaciuto.

“Me lo auguro ragazza mia” esordì, per poi tornare serio “Comunque c'è un'altra cosa che vorrei rivelarti, ossia dove si trova il divino Poseidon”

A quel nome Pyras sussultò.

“Po … Poseidon? Intende il Signore dei Mari?”, domandò.

“Esattamente, esso regna nella città sommersa di Atlantide, dovrete portarlo dalla vostra parte, sarà un valido alleato contro le forze di Hades”

La Saint di Phoenix nel sentire ciò fece un piccolo inchino.

“Vi ringrazio per queste preziose informazioni divino Pan”

“Questo e altro per i Cavalieri di Athena … comunque ora va, la Sacra Armatura vi aspetta”

La ragazza annuì quindi tornò dai suoi compagni che la stavano aspettando, venendo affiancata da Kyros che la guardò con fare interrogativo.

“Allora? Che ti ha detto?”, domandò.

Pyras in risposta sospirò.

“Ve lo dirò dopo, la Sacra Armatura ci sta aspettando”

L'Unicorno annuì, capendo che aveva ragione, quindi ripresero a camminare verso i sotterranei, guidati da due sentinelle che li condussero verso una porta nascosta ben mimetizzata e, una volta aperta, li lasciarono procedere rimanendo sulla soglia.

All'ingresso Leo e Libra presero due torce che Pyras accese in modo da illuminare essendo buio e, una volta fatto ciò, si trovarono davanti a una scala che scendeva a spirale a chiocciola. Essendo stretta scesero in fila indiana con i Gold Saint per primi e, quando l'ebbero discesa, percorsero un breve corridoio per poi trovarsi di fronte a una porta dorata con lo stemma della civetta da cui all'interno proveniva una luce.

Si aprì con un semplice tocco, rivelando una stanza con un altarino, sopra il quale brillava fulgida la statuetta dorata della Sacra Armatura di Athena. Nel vederla i loro cuori batterono dall'emozione … l'avevano trovata. Leo allora la prese per poi metterla nella sua bisaccia ed infine ripercorsero la strada del ritorno ma, mentre salivano le scale, avvertirono una strana sensazione di disagio e affrettarono quindi il passo.

Una volta però tornati in superficie spalancarono gli occhi, scioccati davanti a quello che videro: tutti i Satiri erano sparsi qua e la brutalmente uccisi e riversi in pozze del loro stesso sangue. L'odore acre impregnava l'aria e i neo Cavalieri si misero una mano sulle labbra, poi, trafelati, corsero in cerca di Pan e lo trovarono in fin di vita sugli scalini che portavano al trono. Aveva una profonda ferita all'addome e il sangue caldo impregnava il suo manto dorato. Aegon allora lo sollevò delicatamente.

“Che cosa è successo?”, domandò.

Pan in risposta tossì, sputando sangue.

“Gli … gli Spectre …”, rispose con voce flebile, senza riuscire ad aggiungere altro ed esalando l'ultimo respiro.

A quelle parole il gruppo si allarmò … a quanto pare il nemico era arrivato anche lì ed era più che determinato ad ostacolarli.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction!

Bene, i nostri eroi sono riusciti a prendere la Sacra Armatura, ma il nemico è pericolosamente in agguato … riusciranno a farcela? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio Stellareika, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 - Le Fiamme Migliori ***


Capitolo 26 : Le Fiamme Migliori

Improvvisamente si poterono percepire due cosmi decisamente ostili, dei quali uno venne riconosciuto all'istante dai neo Cavalieri, a tal punto che Pyras fremette, poiché era fin troppo chiaro che colui che lo portava aveva ucciso il povero Cancer davanti ai suoi occhi.

“Eaco …”, sibilò, mentre entrambe le due figure facevano la loro comparsa vestiti delle loro Surplici.

Il suddetto interessato in risposta sogghignò.

“A quanto pare ci rincontriamo mocciosetti, e vedo che avete delle nuove vestigia … peccato che non serviranno a proteggervi”

Nel sentire ciò Pyras si trattenne a stento.

“Bada a come parli Garuda, non siamo più quelli che hai incontrato a Delfi … e sono pronta a dimostrartelo qui e ora!”, esclamò.

A quella sfida Eaco scoppiò in una grassa risata.

“Aspetta un attimo … tu … tu vorresti sfidarmi?!? Questa si che è bella, una mocciosa che muore dalla voglia di scavarsi la fossa! Non ti hanno insegnato a non essere troppo avventata?!?”, la schernì tra le risate.

Pyras fece per rispondere ma Leo le mise una mano sulla spalla, guardandola con sguardo severo.

“Non fare pazzie, non sei ancora pronta per uno scontro del genere.”, replicò.

“L'hai sentito? Faresti meglio ad ascoltarlo … le tue fiamme non sono all'altezza delle mie”

Quella provocazione bastò per farla esplodere.

“Questo è tutto da vedere maledetto! Ti sfido qui e ora, poi vediamo se avrai il coraggio di schernirmi bastardo! Ti farò pagare per quello che hai fatto!”

Eaco d'altro canto si fece pensieroso per qualche secondo, poi la indicò.

“Sai che ti dico? Ci sto mocciosetta, se vinci ve ne potrete andare con la Sacra Armatura, se perdi … la consegnerai a noi … ci stai?”

Pyras d'altro canto guardò i suoi amici, che scossero la testa, sperando che non accettasse, ma era troppo arrabbiata per ascoltarli.

“Ci sto … e te ne farò pentire.”, sibilò.

A quel punto i suoi compagni non poterono fare altro che farsi da parte, dato che ormai sarebbe stato inutile farla desistere. Dopo di ciò uscirono dal Tempio, di conseguenza anche dalla foresta, poi i due contendenti si schierarono sotto gli sguardi preoccupati dei compagni di Pyras. La ragazza però non era minimamente preoccupata, anzi, era più che decisa a fargliela pagare per la morte di Cancer, l'unico davvero simile a lei, l'unico che l'avesse capita assieme a Leo e che ora non c'era più.

Poco dopo il suo cosmo infuocato la pervase della sua aura fiammeggiante ed Eaco fece lo stesso, circondandosi delle sue fiamme nere, gli sguardi di sfida.

“Preparati a perdere mocciosetta.”, la schernì.

“Fatti sotto maledetto!”

E con quelle parole lo scontro fatidico ebbe inizio. Sin dal primo momento Pyras poté vedere il divario di forza che li separava, ma ciò non la preoccupò più di tanto, voleva solo fargli pentire di averla sottovalutata. Il suo cosmo cresceva a dismisura, donandogli molta più forza e agilità nello schivare gli attacchi del nemico e poi c'era da dire che la sua nuova armatura le dava più libertà di movimento, oltre a proteggerla in più punti. Ma oltre alla vendetta c'era anche il desiderio di proteggere i suoi amici, poiché dopo Corinto si era ripromessa di non perdere più nessuno.

Tuttavia Eaco vantava di più forza bruta e continuava ad attaccarla selvaggiamente con il suo fuoco nero, senza riuscire a colpirla, al massimo di striscio, anche se però le ferite erano molto dolorose, pur essendo piccole. Ciò ovviamente rallentò Pyras, ma non abbastanza da farla desistere, anche se però stava iniziando lentamente a stancarsi per via del dolore.

I suoi compagni, specialmente Hector, la guardavano con preoccupazione, gli occhi spalancati. Kyros volle addirittura intervenire ma Asterius lo fermò, evitando che commettesse una cavolata, anche se pure a lui faceva rabbia vedere la sua amica in quello stato. Difatti a stento si reggeva in piedi, i tagli e le piccole ustioni inferte bruciavano da morire ed era solo questione di tempo prima che crollasse sotto gli attacchi di Eaco, nemmeno scalfito. Al contrario di Pyras era ancora perfettamente in grado di combattere, non era minimamente sfiancato, a tal punto che Minosse lo guardò compiaciuto.

Ciò fece arrabbiare non poco la Saint, doveva fare qualcosa per rimontare, era ferita in più punti e a stento si reggeva in piedi, a tal punto che crollò in ginocchio ansimante. Non fece neanche in tempo a scansarsi che una fiammata la colpì in pieno. Urlò di dolore mentre il fuoco la ghermiva. Crollò poi a terra senza più forze davanti alla figura trionfante di Eaco, che stava per andare ad accaparrarsi il trofeo.

Ma fu in quel momento che accadde qualcosa di inaspettato: il corpo di Pyras si riaccese di una nuova energia e, nel mentre si rialzava faticosamente in piedi, le sue vestigia divennero dorate, esattamente come le armature dei Gold Saint. Il suo cosmo divenne splendente come quello di Leo. Aveva raggiunto il Settimo Senso.

Davanti a quella manifestazione di potere persino Eaco e Minosse rimasero abbagliati, dato che nessuno dei due se lo sarebbe mai aspettato da una Saint di Bronzo appena maggiorenne. Persino Aegon rimase senza parole di fronte a tale potere.

“I … impossibile … ha già ottenuto il Settimo Senso …”

Questo fu il suo unico commento mentre guardava Pyras. Rivestita di quelle dorate vestigia guardò Eaco con sguardo glaciale, più che decisa nel suo intento.

“E ora … preparati a espiare le tue colpe maledetto!”, gridò.

Fu un attimo. Il suo cosmo da dorato si tinse di fiamme nere che con furia travolsero Garuda facendolo urlare di dolore per poi essere via a qualche metro di distanza, sotto gli sguardi allibiti dei suoi compagni e dello stesso Minosse. Infine, così come erano apparse, si estinsero e il cosmo di Pyras tornò normale, così come la sua armatura e guardò Eaco a pochi metri da lei, ferito in più punti con la Surplice danneggiata.

“Hai visto? Alla fine sono le mie fiamme quelle migliori.”, disse con freddezza.

Improvvisamente però sentì le forze venirle meno e Leo la prese prima che cadesse a terra picchiando la testa mentre poco più in la Minosse aiutava Eaco, che con odio guardò la ragazza.

“Questa volta hai vinto … ma alla prossima sarai tu a perdere …”, sibilò, per poi dileguarsi assieme a Minosse.

Quando se ne furono andati gli altri neo Cavalieri affiancarono Hector che teneva la sua allieva tra le braccia: era ferita in più punti ma per fortuna non era grave e ciò li sollevò non poco. Pyras allora li guardò con un sorriso.

“Avete visto? Glie … glie l'ho fatta vedere …”, disse tra un ansimo e l'altro.

In risposta Kyros ridacchiò.

“Tu non cambierai mai eh? È la terza volta che ti fai quasi ammazzare per proteggerci …”

“Vero … ma sono comunque un osso duro da buttare giù …”, ridacchiò lei a sua volta.

A quel punto intervenne Talia.

“Sarai anche un osso duro, ma sei stata lo stesso un'imprudente … potevi morire …”, la rimproverò.

“Ma sono ancora qui no? Questo è già qualcosa … e la Sacra Armatura è ancora nelle nostre mani, quindi abbiamo vinto”

Il Dragone fece per replicare ma poi preferì rimanere in silenzio. In fondo Pyras non aveva tutti i torti: era ancora viva e avevano ancora la Sacra Armatura della Divina Athena. Certo … era stata un'imprudente ma almeno era riuscita a dimostrare di avere le fiamme migliori.


 

Nella sala del trono il Signore degli Inferi se ne stava seduto sul suo regale scranno, affiancato dalla bella Donna Pandora, che, da quando si era risvegliato, non lo aveva mai lasciato solo. Lo guardava con fare a dir poco reverenziale, piena di devozione … ma anche con un velo di preoccupazione. Quando l'aveva visto ferito si era subito affrettata a curarlo, ma quella ferita non era mai sparita, al contrario, era sempre lì. A volte lo faceva persino stare male, provocandogli dolori atroci, specialmente di notte, era qualcosa di invivibile. Ogni rimedio era stato inutile.

Il silenzio era quasi surreale, finché non venne interrotto dall'arrivo di Eaco e Minosse, il primo piuttosto malconcio, cosa che stupì non poco Hades, che però si limitò a guardare, lasciando che fosse Pandora a prendere parola.

“Dal tuo aspetto deduco che abbiate fallito … Giudice Eaco.”, disse con freddezza.

Il suddetto interessato in risposta sospirò.

“Perdonatemi Lady Pandora … ma è accaduto qualcosa di inaspettato”

L'altra allora inarcò un sopracciglio.

“Qualcosa di inaspettato? E che cosa sentiamo”

Garuda d'altro canto si prese qualche secondo per poi parlare.

“Sono stato sfidato dalla Saint di Phoenix, credevo di avere la vittoria in pugno ma lei improvvisamente ha risvegliato il Settimo Senso. Il suo cosmo è cresciuto a dismisura, poi di colpo le sue fiamme sono diventate nere, ma non erano normali, no, erano qualcosa di spaventoso … è riuscita a ferire persino me.”, raccontò.

“Fiamme nere hai detto?”, domandò Pandora, sconcertata.

“Si mia signora e un cosmo impressionante.”, rispose Minosse a sua volta.

La donna allora iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro, mentre con la mente rifletteva, tornando alla ferita di Hades. Ricordò che le aveva detto che era stato un Cavaliere a infliggergliela, ma poi era svenuto prima di dirgli chi. La mente galoppò fino alla visione che aveva avuto sulla bambina, colei che avrebbe sconfitto Hades una volta per tutte.

Fu in quell'attimo che capì ogni cosa.

 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction! Che dite? Impressionante eh? La nostra Pyras si è fatta davvero valere contro Eaco … spero di non averla fatta troppo op … ma in fondo è lei la Prescelta, quindi mi sembra giusto far vedere un po' di cosa è capace.

Nonostante la sua imprudenza ne sono usciti vincitori e la Sacra Armatura è nelle loro mani.

Ma il pericolo è in agguato …

Riusciranno i nostri paladini a svegliare la Divina Athena? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio come sempre Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e i miei lettori silenziosi. Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 - Missione Compiuta ***


Capitolo 27 : Missione Compiuta

Il gruppo di Pyras, dopo aver dato una degna sepoltura a Pan e i suoi Satiri, aveva iniziato il viaggio di ritorno al Santuario con la Sacra Armatura di Athena. La Saint di Phoenix se ne stava placidamente in groppa a Leo, dato che, essendo ferita pur non gravemente, non aveva le forze per camminare. I suoi amici le erano vicino e la guardavano con aria preoccupata, nonostante lei li avesse comunque rassicurati. Tuttavia però l'aveva lo stesso rischiata grossa contro Eaco, anche se erano ancora tutti vivi e questo voleva dire che Athena aveva vegliato su di loro.

Tra tutti Leo era quello più colpito da ciò e iniziò a pensare che fosse davvero merito delle preghiere della sua allieva se erano più o meno indenni.

Alla fine dovrò davvero ringraziarla pensò tra se e se mentre portava Pyras in groppa, che intanto si era appisolata, essendo molto stanca, oltre che provata.

Kyros, intenerito, le accarezzò la schiena con un lieve sorriso, cosa che la ragazza apprezzò. Per il resto il viaggio di ritorno fu comunque tranquillo e sereno, specialmente per il fatto che avevano portato a termine una missione di vitale importanza ed erano ancora tutti vivi. Ora Athena poteva finalmente essere risvegliata dal suo sonno incantato per aiutare i suoi paladini in quella Guerra Sacra.

Giunsero ad Atene il pomeriggio del secondo giorno e, non appena misero piede al Santuario, vennero subito convocati da Astrea per il rapporto. Spettò a Hector tale compito e raccontò praticamente tutti i dettagli senza tralasciare nulla e il Gran Sacerdote ascoltò ogni cosa con molta attenzione. Rimase poi letteralmente sorpresa nello sapere che Pyras era riuscita a sconfiggere Eaco da sola permettendo così la riuscita della missione.

“E' vero ciò che dice Cavaliere di Phoenix?”, domandò infine Astrea, rivolgendo la sua attenzione alla ragazza.

Pyras in risposta si fece avanti, affiancando quindi il suo maestro.

“Si Vostra Eccellenza” esordì, per poi sospirare “Ammetto che è stato molto imprudente da parte mia … ma se l'ho fatto ho avuto le mie buone ragioni.”, spiegò infine, guardando la donna.

Astrea rimase in silenzio per qualche secondo, poi si alzò, avvicinandosi alla ragazza.

“Si è vero, è stata un'imprudenza, ma con il tuo gesto hai non solo fatto riuscire la missione, ma hai anche dimostrato il tuo valore e per questo … avrai l'onore di risvegliare Athena dal suo sonno”

Pyras spalancò gli occhi a quelle parole.

“D … dite davvero Vostra Eccellenza?”, domandò, il cuore che batteva a mille.

Astrea annuì.

“Si, giovane guerriera, poiché grazie a te la missione si è compiuta, ma non solo, hai protetto coloro che ami e impedito altre perdite, quindi mi sembra un'ottima ricompensa”

La ragazza allora non poté fare altro che alzarsi e volgere lo sguardo verso i suoi amici, rimanendo alquanto sorpresa di vedere pura ammirazione nei loro sguardi.

“Davvero siete d'accordo?”, chiese con fare incerto.

Kyros in risposta si fece avanti.

“Si, lo siamo … dopotutto è stato merito tuo se abbiamo trionfato e siamo ancora tutti vivi, quindi è più che giusto che lo faccia tu”

“Ha ragione Pyras e noi siamo d'accordo, te lo meriti.”, aggiunse Asterius con un sorriso.

Gli altri neo Cavalieri d'altro canto annuirono e Pyras allora li guardò con gratitudine, quindi prese la Sacra Armatura e andò nelle stanze della dea Athena. Lei era ancora lì, stesa sul suo letto avvolta dal suo flebile cosmo.

La ragazza allora deglutì per poi avvicinarsi con passo incerto e quando le fu vicina deglutì nuovamente, mentre con mano tremante posava la Sacra Armatura accanto alla dea. Infine si allontanò di qualche passo, in attesa.

Speriamo che funzioni … pensò, preoccupata.

Aspettò diversi e interminabili secondi, ma quando stette per perdere la speranza, la Sacra Armatura iniziò a brillare fulgidamente, accecandola, tanto che dovette schermarsi con un braccio. Poi all'improvviso tale luce avvolse il corpo della dea e il suo cosmo esplose, vibrando in tutta la Valle Sacra.

Fu un attimo: la sua eterea figura si sollevò di poco, venendo poi avvolta dalle sue dorate vestigia, generando un bagliore abbacinante. Pyras dovette chiudere gli occhi per evitare di rimanere accecata, cosa che durò qualche secondo e, quando esso si attenuò, li riaprì poco a poco per poi spalancarli davanti a quello che vide. La dea Athena aveva miracolosamente riaperto gli occhi e la stava guardando con un lieve sorriso. Davanti a quella visione Pyras non riuscì a trattenere le lacrime di gioia.

“M … mia signora …”, mormorò, la voce tremante di emozione, cadendo in ginocchio per la tensione.

In risposta Athena sorrise nuovamente, per poi mettersi pian piano seduta ed infine si alzò in tutta la sua bellezza, avvicinandosi con qualche passo incerto alla Saint. Con un gesto quasi materno le mise una mano sulla testa, inginocchiandosi alla sua altezza e asciugarle le lacrime.

“Non c'è bisogno di piangere giovane Fenice, alla fine hai mantenuto la tua promessa ed è questo l'importante.”, le disse con dolcezza, per poi alzarsi e tenderle la mano.

Pyras la prese senza esitazione e insieme tornarono dagli altri nella sala del trono. Non appena videro la loro dea di nuovo sveglia rivestita della sua Sacra Armatura, furono pervasi da una grande gioia, perché il miracolo si era compiuto.

Non appena infatti riprese il posto sul trono si inchinarono al suo cospetto e Athena li guardò uno a uno, brandendo poi lo scettro di Nike e alzandosi.

“Miei Cavalieri, ancora una volta avete dimostrato il vostro valore e recuperando la Sacra Armatura mi avete salvata dal mio sonno. Quindi è mio dovere ricompensarvi con un periodo di riposo. Avete fatto molto, specialmente voi giovani guerrieri, ora però è giunto il momento di riposarvi e riprendervi dalle fatiche, ve lo siete meritato”

Il gruppetto d'altro canto la guardò con gratitudine.

“Vi ringraziamo Divina, sfrutteremo questo periodo per recuperare le forze in modo da tornare a combattere al vostro fianco.”, rispose Constantine, parlando per tutti.

Loro allora si alzarono per poi fare un piccolo inchino e ritirarsi, scendendo quindi la scalinata, mentre i tre Gold Saint rimasero al cospetto della dea, che fu aggiornata sugli avvenimenti successi in sua assenza. Leo ovviamente le parlò anche del potere di Pyras, cosa che lasciò non poco stupita.

“Quindi lei è la Prescelta? Ma n siete proprio sicuro Leone?”

“Si mia signora” esordì Hector, annuendo, per poi sospirare “Però ora anche il nemico lo sa visto che ha affrontato Eaco e temo che ciò sia giunto anche alle orecchie di Hades …”, disse infine.

“Quindi potrebbe essere in pericolo giusto?”, domandò Astrea, preoccupata.

Stavolta fu Libra a rispondere.

“Si Vostra Eccellenza … ma in ogni caso sarebbe meglio non allarmarla, deve riposare e recuperare le forze”

“Sono d'accordo con voi, ma mi raccomando, tenetela d'occhio con discrezione”

“Sarà fatto Divina.”, rispose Aegon.

“Bene, potete andare ora.”, li congedò Athena.

I tre Gold Saint in risposta annuirono per poi alzarsi e lasciare a loro volta la Tredicesima Casa.


 

Nel frattempo i neo Cavalieri si erano tolti momentaneamente le loro armature in modo da sentirsi più liberi durante il periodo di congedo. Ora, dopo una bella ripulita, si stavano dirigendo a Rodorio per potersi rilassare un po' e decidere il da farsi per godersi appieno quel periodo di riposo a loro concesso.

La notizia del risveglio di Athena e del successo della missione si era già sparsa per tutto il Santuario e Pyras non tardò ad avere i primi riconoscimenti. In fondo era stato merito suo e il fatto di riuscire a mettere Eaco all'angolo era una cosa che non capitava tutti i giorni.

Pyras ovviamente fu più imbarazzata che lusingata, e fortunatamente ci pensò Kyros a soccorrerla, cosa che le fece molto piacere, così poterono raggiungere Rodorio indisturbati. Una volta arrivati andarono all'osteria della volta precedente, dove festeggiarono con un bicchiere di birra la riuscita della missione e nel mentre parlarono su come organizzarsi.

“Allora? Che vi va di fare durante questo periodo di congedo?”, esordì allegramente Asterius-

“Beh … potremmo passare del tempo assieme come persone normali, da quando siamo diventati una squadra non siamo mai stati assieme come amici, ma solo per il nostro dovere.”, propose Calypso.

Gli altri in risposta annuirono, dato che aveva ragione.

“In effetti non sarebbe affatto male come cosa, siamo si Cavalieri di Athena, ma prima di tutto siamo esseri umani con una vita.”, concordò Zenais.

“Ben detto, quindi sarà meglio goderci appieno questo periodo di riposo al più presto!”, esclamò Kyros.

“Si!”, dissero in coro gli altri.

Detto ciò il gruppetto iniziò subito a festeggiare, parlando del più e del meno come persone normali e non come Cavalieri di Athena, tra un bicchiere e l'altro e risate a non finire. Il loro periodo di congedo era finalmente iniziato.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! E finalmente sono tornata! Perdonate l'assenza, ma come alcuni già sapevano, avevo il carica del PC guasto, ma ora tutto apposto per fortuna! Sono felicissima!

Vi sono mancata eh? Ma ora rieccomi qui con questo nuovo capitolo in cui la missione dei nostri paladini è andata a buon fine! Come si godranno il meritato riposo? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Detto ciò ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni e la pazienza. Ovviamente ringrazio anche i miei lettori silenziosi.

Detto ciò alla prossima! E Buone Feste!

Saluti EF!

P.S.: mercoledì prossimo è Natale, quindi x Shana pubblicherò la settimana quella dopo ancora.


 


 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 - Tempo di Riposo ***


Capitolo 28 : Tempo di Riposo

Dopo l'osteria i ragazzi andarono a fare un giro per Rodorio, come sempre accesa di vita nelle ore serali, piena di gioia e risate oltre che spensieratezza. Le vie brulicavano di gente, specialmente di soldati che, esausti dopo il loro turno di lavoro, cercavano conforto tra le lenzuola dei bordelli o con la loro dolce metà, oppure a ubriacarsi nelle osterie sparse ovunque.

Nel vedere ciò a Pyras venne in mente Cancer, il giorno della loro missione con lui e se lo rivide davanti con addosso solo l'asciugamano stretto in vita, tutto affannato per la corsa. E fu in quel momento che le venne una fantastica idea per completare la loro serata.

“Ehi, che ne dite di andare alle terme?”, propose, suscitando l'interesse dei suoi amici, che la guardarono con entusiasmo.

“Mi sembra proprio un'ottima idea! E visto che siamo in pausa non ci vedo niente di male!”, esclamò Asterius, eccitato.

“Concordo pienamente! E poi ci vuole un vero e proprio relax!”, aggiunse Kyros, alzando un pugno al cielo.

Nel vederli così gasati Talia li guardò con fare critico.

“Dite un po' voi due, non è che state già pianificando un modo per vederci senza vestiti vero? No perché altrimenti dovrete affrontare la nostra ira”

Nel sentire ciò i due ragazzi avvamparono, per poi agitare freneticamente le braccia.

“No, ma … ma che diavolo ti viene in mente Talia! Non ci avrai mica preso per dei pervertiti!”, esclamò Asterius, sdegnato.

“Appunto, siamo Cavalieri di Athena per la miseria, con onore, non dei guardoni!”, ribatté Kyros a sua volta.

Il Dragone d'altro canto si mise sulla difensiva, roteando gli occhi.

“Va bene, va bene, non c'è motivo di andare in escandescenza … ma sapete com'è, non si può mai sapere cosa passi per la mente di un uomo, specialmente alla vostra età, quindi non si sa mai.”, si difese.

Kyros fece per ribattere ma Pyras lo anticipò.

“Tranquilla Talia, sono apposto … certo, ammetto che una volta ci hanno provato a spiarmi mentre mi lavavo dopo l'addestramento” volse quindi lo sguardo ai suddetti interessati “Ma quella volta è stata anche l'ultima perché gli ho fatti pentire di averci provato”

Il Dragone allora li guardò a sua volta.

“E' vero?”, domandò con tono sospetto.

I due Cavalieri annuirono all'unisono.

“Eccome se è vero, portiamo ancora i segni della sua furia, vuoi controllare?”, fece Pegasus di rimando, facendola avvampare visibilmente.

“Cosa?!? Non se ne parla, mi fido!”, ribatté, incrociando le braccia.

Pyras ridacchiò, divertita.

“Bene, e ora che ci siamo chiariti … che ne dite di andare?”

Il gruppo annuì, quindi si incamminarono verso la loro ambita destinazione. Non ci misero molto ad arrivare e quindi, una volta giunti, entrarono.

L'edificio si presentava quasi come un centro benessere moderno, solo più antico, e si respirava un'aria accogliente. Rimasero alquanto estasiati davanti a quella bellezza, specialmente di fronte all'armonia delle statue che decoravano l'ingresso. Al soffitto erano appesi dei magnifici lampadari e qualche torcia appesa alle colonne. Erano talmente assorti che non si accorsero della figura di un'ancella che li aveva affiancati.

“Benvenuti Cavalieri, siete qui per le nostre terme?”, esordì, facendoli sussultare.

La ragazza ridacchiò divertita.

“Perdonatemi, non volevo spaventarvi …”

Il gruppo dopo qualche attimo si riprese e Pyras si fece avanti.

“Tranquilla … comunque si, siamo qui per le terme, essendo in congedo vorremmo proprio rilassarci”

L'ancella in risposta sorrise.

“Certamente, prego, da questa parte.”, rispose, per poi guidarli verso la zona termale.

Nel mentre, continuavano a guardarsi attorno, dato che quel posto era una vera meraviglia essendo la prima volta che vi entravano. L'ancella ogni tanto lanciava occhiatine divertite senza farsi notare. Giunti infine nella zona delle vasche, si divisero per gli spogliatoi, dove si spogliarono dei vestiti per avvolgersi in candidi asciugamani e, una volta pronti, si diressero alle rispettive vasche, ovviamente separate.

Esse si presentavano come le tipiche terme orientali ed erano si e no cinque, alimentate da una fonte naturale, ed erano al coperto, ma comunque calde e accoglienti, specialmente quando vi entrarono. Per tutto il tempo si rilassarono a dovere e i ragazzi non tentarono nemmeno una sbirciatina. Nel mentre parlarono del più e del meno, specialmente le ragazze e l'argomento principale furono proprio i ragazzi, cercando di capire se qualcuna avesse una cotta o meno, ma ovviamente non approfondirono più di tanto.

Rimasero due buone orette e dopo una tappa al centro benessere per dei buoni massaggi, tornarono al Santuario, dove si riunirono al campo di allenamento per parlare ancora un po'.

“Voi che cosa farete quando tutta questa faccenda della Guerra Sacra sarà finita?”, esordì improvvisamente Pyras.

I suoi amici la guardarono con fare perplesso, poi Kyros si fece avanti.

“Ecco … se devo essere sincero non lo so con certezza ma … vorrei vivere una vita tranquilla in campagna, sarebbe il massimo”

“Sono d'accordo, non sarebbe male, anche se io vorrei continuare ad aiutare le persone, non solo come Cavaliere, ma anche come persona io stesso.”, disse Asterius.

“Io non so ancora, ma penso che continuerò a servire il Santuario, essere un Cavaliere, così almeno … la mia famiglia può continuare a sopravvivere.”, fece Constantine di rimando.

Nel sentire ciò gli altri lo guardarono con curiosità.

“In effetti ora che ci pensiamo bene non sappiamo praticamente niente di te.”, rifletté Calypso.

Il giovane in risposta sospirò.

“No infatti … ma mi sembra giusto rimediare …” esordì, per poi fare una pausa e riprendere poco dopo “Vedete, io provengo dal nord, più precisamente dalle terre dei Normanni e vivevo in un clan. Ero il primo di sette fratelli e la mia famiglia molto povera. Un giorno violai una regola del clan e mi inoltrai da solo in una tempesta di neve per salvare il mio fratellino”

Si fermò per qualche secondo sotto gli sguardi sempre più incuriositi dei suoi amici, poi riprese con un sospiro.

“Rischiai la morte, ma venni soccorso da Neilon dell'Acquario che salvò sia me che il mio fratellino. Un giorno, mentre ero a caccia, mi scontrai a mani nude con un orso polare e lo uccisi. Neilon vide la mia forza e mi prese come suo allievo. Subito fui un po' titubante, ma quando mi fu offerta una buona paga, accettai senza esitare e ora … eccomi qui.”, concluse.

Non appena ebbe finito il racconto i suoi compagni rimasero letteralmente a bocca aperta, alquanto stupiti da ciò.

“Però … una storia davvero emozionante, complimenti, il motivo per cui combatti ti fa onore.”, commentò Asterius, colpito.

“Sono d'accordo, la tua famiglia sarà molto fiera di te per tutto quello che stai facendo per loro.”, aggiunse Kyros, colpito pure lui.

Constantine sorrise lievemente.

“Si … di tanto in tanto ci scriviamo, ma … vorrei moltissimo andare a trovarli … però non credo sia possibile, anche se siamo in congedo è in corso una Guerra Sacra …”, mormorò.

Pyras allora gli posò una mano sulla spalla.

“Io penso che tu debba andare finché puoi, altrimenti potresti pentirtene … sono certa che saranno felicissimi di rivederti.”, lo rassicurò, sorridendo caldamente.

“Tu dici?”, chiese il Cigno, stupito.

“Si, certamente …” esordì, per poi sospirare “Io non so cosa significhi avere dei genitori biologici o una vera famiglia … ma se l'avessi so che me ne pentirei se non andassi a trovarli.

A quelle parole così comprensive Constantine annuì con decisione.

“D'accordo, allora vado a prepararmi, grazie Pyras.”, rispose, per poi alzarsi e salutare gli amici con una stretta di mano, mentre a Phoenix diede un veloce bacio sulla guancia, facendola arrossire. Poi se ne andò, lasciando Pyras sorpresa e solo quando si riscosse vide che anche Kyros era sparito.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction! I nostri eroi si stanno finalmente godendo il meritato riposo dopo estenuanti missioni. So che le terme sono un cliché … ma è il miglior modo di rilassarsi a parer mio (anche se ci sono andata solo una volta purtroppo …)

Preparatevi gente … perché sta per arrivare qualche nota rosa, no spoiler XD. I prossimi capitolo saranno tranquilli, ma non temete, l'azione tornerà presto.

Detto ciò passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio come sempre Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e i lettori silenziosi. Ora non mi resta che dire … alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 


 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 - Strani Pensieri ***


Capitolo 29 : Strani Pensieri

Accidenti, che cosa mi ha preso? Perché a quel bacio mi sono sentito … geloso? È davvero strano … che mi stia per caso … innamorando di lei? O forse lo ero già da tempo e me ne sono accorto solo ora?

Questi erano i pensieri che vagavano nella mente dell'Unicorno mentre correva verso un luogo imprecisato senza fermarsi. Era come se le sue gambe avessero avuto una volontà propria, come se fosse dipeso da loro quando si sarebbe fermato.

Era successo tutto all'improvviso, non appena aveva visto Constantine dare quel bacio sulla guancia a Pyras, si era sentito fremere, ma non di rabbia … bensì di gelosia. Le sue gambe si erano mosse da sole, e a quel punto aveva iniziato a correre. E ora eccolo lì, dritto verso qualsiasi meta.

Doveva ammetterlo, non gli era mai capitata una cosa simile nei confronti di una ragazza e quel suo atteggiamento l'aveva a dir poco confuso.

Per lui Pyras era sempre stata la sua più cara amica, avevano fatto praticamente tutto insieme, avevano condiviso ogni cosa, c'erano sempre stati l'uno per l'altra sin dall'infanzia. Poi era iniziato il loro percorso al Santuario e da lì il loro legame si era rafforzato ogni giorno di più … ma non si sarebbe mai immaginato di arrivare a provare qualcosa per lei, sempre se era vero quello che sentiva nel petto.

E in quella corsa cercò di riordinarsi le idee, finché si arrestò improvvisamente. Senza rendersene conto era giunto nei pressi di una sporgenza, con sotto un fiumiciattolo che, scendendo più a valle, diventava più scrosciante e impetuoso. Il cuore iniziò a battergli forte nel petto nello riconoscere il luogo: era dove, tanti anni fa, era nata la loro amicizia. In quell'attimo tale ricordo riaffiorò nella sua mente.


 

Era un tiepido pomeriggio primaverile e lui e Asterius, il suo migliore amico, stavano tornando al Santuario dopo una mattinata passata a giocare, non avendo ancora iniziato il loro addestramento. Percorsero il fiume, parlando del più e del meno, quando all'improvviso sentirono un urlo. Preoccupati si diressero verso la direzione da cui proveniva e in poco tempo raggiunsero una sporgenza e, non appena si sporsero, videro una bambina che si teneva disperatamente a una liana. Piangeva, in preda al panico.

Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”, gridava.

I due amici allora, senza esitazione, la guardarono con sguardo determinato.

Resisti, ora ti tiriamo su! Cerca di arrampicarti!”, esclamò Asterius.

La bambina allora provò a fare come aveva detto, cercando di risalire aggrappandosi alla liana, ma si fermò dopo qualche passo.

Non … non ce la faccio, ho … ho paura!”, esclamò, in lacrime.

Kyros allora si stese sulla sporgenza, tendendogli la mano.

No, no, no, non fare così, concentrati su di me, guarda me e andrà tutto bene, ce la puoi fare, non avere paura.”, la rassicurò.

Ci siamo noi qui.”, aggiunse Asterius, affiancando l'amico e tendendo la mano a sua volta.

Nel sentire ciò la piccola rimase per qualche attimo sulle sue, guardando giù e deglutendo, poiché se sarebbe caduta in quelle acquee impetuose molto probabilmente non sarebbe sopravvissuta. Deglutì ancora una volta, per poi tornare a guardare i due ragazzini, quindi annuì e riprese la salita sotto i loro incoraggiamenti. Stava quasi per raggiungerli ma all'improvviso la liana si ruppe e la piccola si ritrovò a cadere di sotto e senza nemmeno rendersene conto cadde nelle acque impetuose del fiume. Disperata tornò a guardare i due ragazzini, cercando di restare a galla, ma non sapeva nuotare e la corrente implacabile la stava trascinando via.

Aiuto! Aiutatemi!”, gridava.

I due amici, disperati, si lanciarono a loro volta in acqua, e, sapendo nuotare, riuscirono a stare a galla in modo da poterla salvare. Anche se avevano solo 10 anni entrambi si erano sempre dimostrati più forti e in gamba degli altri ragazzi dell'orfanotrofio ed era stato questo a suscitare l'interesse dei loro maestri e tale risorsa si era rilevata preziosa. Non era da molto che avevano scoperto il loro cosmo e fortuna volle che fu proprio quell'energia di permettere loro di raggiungere la bambina e di salvarla prima di cadere nella cascata.

Arrivati a riva si accasciarono a terra, esausti e con il fiatone, mentre la bambina era svenuta per lo spavento. Kyros allora l'affiancò, iniziando a darle dei colpetti sul viso per rianimarla, cosa che avvenne quasi subito, e non appena riaprì gli occhi si girò su un fianco, tossendo e vomitando acqua. I due allora la guardarono con sollievo, per poi aiutarla e massaggiarle la schiena e, quando ebbe finito, si mise lentamente seduta, guardando i suoi salvatori con gratitudine. Avrebbe voluto dire qualsiasi cosa, ma improvvisamente scoppiò a piangere, ancora spaventata per quello che era successo. Loro allora l'abbracciarono per tranquillizzarla.

Su, su, va tutto bene, è finita, sei al sicuro adesso.”, mormorò Kyros, accarezzandole la schiena, seguito da Asterius.

La piccola d'altro canto non rispose, semplicemente si lasciò andare, cercando di sciogliere la tensione mentre i due le sussurravano parole di conforto. Pianse per diversi minuti, per poi calmarsi poco a poco. Kyros allora le sorrise.

Va meglio adesso?”, domandò.

Lei annuì.

S … si, g … grazie per … per avermi salvata …”, mormorò.

Figurati, era il minimo che potessimo fare … ma com'è successo? Hai rischiato grosso lo sai?”

Mh … lo so … stavo rincorrendo una farfalla e non mi sono accorta del dirupo … sono stata una vera imprudente. Ah, Leo mi aveva detto di stare attenta, se lo scoprirà si arrabbierà moltissimo”

Nel sentire ciò i due inarcarono un sopracciglio.

Leo?” esordì Kyros, sorpreso, per poi essere colto da un'illuminazione “Aspetta, intendi per caso il Cavaliere della Quarta Casa?”

Si, proprio lui, lo conoscete?”

Kyros annuì.

Beh si, è amico dei nostri futuri maestri, Libra e Sagitter.”, rispose.

Maestri? Quindi anche voi volete diventare Cavalieri di Athena?”, domandò, stupita.

Si, certamente, io aspiro a diventare Cavaliere di Pegasus”

Io invece Unicorno, abbiamo scoperto i nostri cosmi da poco”

La ragazzina batté le mani, eccitata.

Forte, io invece quello della Fenice, ma non so ancora utilizzarlo bene” iniziò, per poi tornare seria “Ah, comunque non so ancora i vostri nomi.”, constatò.

I due allora si batterono una mano sulla fronte.

Accidenti che sbadati, comunque tanto piacere, io sono Asterius”

Io invece sono Kyros e tu?”

Lei sorrise in risposta.

Piacere mio, io sono Pyras”


 

“Kyo? Kyo?”

La voce dell'amica lo riscosse dai suoi pensieri, facendolo sussultare oltre che arrossire, poiché era stato talmente assorto che non si era nemmeno accorto della sua presenza. La corvina d'altro canto ridacchiò, divertita.

“A che pensavi per non esserti accorto di me?”, chiese, curiosa.

“Oh beh … a niente di particolare …”, fece l'altro di rimando.

Pyras d'altro canto lo guardò con sguardo interrogativo.

“Sicuro? Non è da te sparire così all'improvviso, c'è per caso qualcosa che non va?”

A quella domanda l'amico sussultò, colto alla sprovvista, ma poi sospirò … sapeva che a Pyras non poteva nascondere nulla, quindi si fece coraggio.

“La verità è che … quando Cost ti ha dato quel bacio mi sono sentito improvvisamente molto strano … geloso ecco …”

Nel sentire ciò l'amica lo guardò con fare perplesso e inarcò un sopracciglio.

“Ge … geloso? Sul serio? Non è da te essere geloso di queste cose …”

“Lo so ma … è successo e basta … e forse credo di sapere il perché.”, constatò.

Pyras allora agitò le mani.

“A … aspetta, se pensi che tra noi ci sia qualcosa hai frainteso tutto … non c'è motivo di …”

Si bloccò all'istante non appena avvertì qualcosa di caldo sulle sue labbra, come una leggera pressione su di esse. Spalancò gli occhi quando si rese conto di quello che stava succedendo: Kyros, l'amico di una vita con cui aveva condiviso praticamente ogni cosa, la stava baciando, lì, in quel preciso istante.

Il cuore iniziò a batterle stranamente all'impazzata nel petto in un misto di emozioni contrastanti, poiché mai si sarebbe aspettata una cosa del genere, almeno non da colui che per lei era alla pari di un fratello. Ma qualcosa le impedì di scostarsi, la fece rimanere lì, immobile per tutto il tempo, mentre il petto si inondava poco a poco di un lieve tepore mai sentito prima, come uno strano sentimento finora ignoto.

Il bacio sembrò durare un'eternità, ma quei pochi secondi bastarono per scombussolarla del tutto, e non appena Kyros lo sciolse, lo guardò con gli occhi ancora spalancati e il corpo che tremava, sia dall'emozione che per lo stupore. Riuscì solo a dire una frase.

“P … perché l'hai … l'hai fatto?”, chiese con voce tremante.

Kyros allora prese un profondo respiro, poi parlò.

“Semplice, l'ho fatto perché … mi sono innamorato di te Pyras”


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyaFanfiction!

Ebbene si gente, ecco finalmente un capitolo rivelatorio! Kyros si è dichiarato alla sua migliore amica … come reagirà? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Passando ai ringraziamenti ringrazio come sempre Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni e anche i miei lettori silenziosi!

Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 - Promesse e Decisioni ***


Capitolo 30 : Promesse e Decisioni

Mi sono innamorato di te, Pyras

Quelle parole risuonarono più volte nella sua mente prima che riuscisse a metabolizzarle completamente del tutto e, non appena lo ebbe fatto, spalancò nuovamente gli occhi e poi si ritrovò a pensare al bacio appena avvenuto. Stranamente iniziò a tremare.

“Kyo … sei … sei proprio sicuro di quello che hai appena detto?”, domandò incredula.

L'Unicorno in risposta annuì con decisione.

“Si, lo sono” esordì, per poi sospirare, prendendosi qualche secondo, ponderando per bene ciò che stava pensando di dire, e, quando fu il momento, prese un profondo respiro, piantando le iridi smeraldine in quelle color cioccolato di lei “Senti … so che tutto questo ti potrà sembrare del tutto assurdo considerando il fatto che sei sempre stata la mia migliore amica ma … da un po' di tempo per me qualcosa è cambiato, in meglio ovviamente …”

Lo sguardo di Pyras si fece ancora più confuso, ma ebbe bisogno di fare una domanda.

“E … che cosa è cambiato?”

Kyros allora le prese le mani senza staccare lo sguardo.

“Vedi … sin da quando è nata la nostra amicizia ti ho sempre vista come la mia migliore amica e nient'altro. Ma dalla nostra missione a Delfi quando hai fatto l'impossibile per salvarci dai Seguaci di Eaco … dentro di me ho iniziato lentamente a vederti in modo diverso, ossia per quello che sei realmente” fece una pausa, riprendendo poco dopo “Una giovane guerriera pronta a tutto pur di proteggere coloro che ama, una giovane donna forte e coraggiosa che non si è mai arresa una volta, superando tutte le avversità senza mai crollare, e anche se cadeva … poi si rialzava con il sorriso. Tutto questo ha reso questa persona la più fantastica e incredibile che abbia mai conosciuto … e sei tu Pyras”

A quelle parole la ragazza sussultò e i suoi occhi divennero lucidi, mentre il cuore le batteva sempre più forte nel petto. In quell'attimo avvertì una nuova consapevolezza, qualcosa a cui mai prima d'ora aveva dato peso. Si rivide tutto il loro rapporto davanti, ogni momento vissuto assieme ai suoi migliori amici, dal primo incontro fino a quel preciso istante, tutto, ogni cosa. Lentamente si rese conto che anche lei aveva iniziato a nutrire dei sentimenti verso di lui, ma che finora non aveva realizzato appieno e non sapeva nemmeno da quanto. Però ne stava avendo finalmente la certezza. Avrebbe voluto dire qualsiasi cosa le passasse per la mente, ma preferì agire d'istinto: gli prese il volto tra le mani e, molto lentamente, avvicinò le labbra a quelle di lui, percependo il suo caldo respiro, e, infine, lo baciò.

Kyros ovviamente fu colto alla sprovvista, ma dopo un attimo di smarrimento, si riprese, dischiudendo le labbra a sua volta mentre le mani si posavano sui suoi fianchi, percependo così le curve perfette del suo corpo sotto la veste da recluta. Pyras allora gli cinse le braccia attorno al collo, assaporando meglio il contatto.

Il tempo parve rallentare, mentre il vento scompigliava le loro chiome, era come se ci fossero stati solo loro, trasportati in un luogo senza più guerre ne sofferenza, un luogo magico dove c'erano solo pace e armonia. Tale bacio parve durare un'eternità, ma poi sciolsero il contatto per bisogno d'aria e i loro sguardi si incrociarono. Kyros aveva un'espressione alquanto stupita da ciò che era appena successo, ma poi tornò presente a se stesso e sorrise.

“Wow … è stato …”

“Bellissimo …”, terminò lei per lui.

Rimase sorpreso nel sentirglielo dire, poiché aveva temuto per un secondo che lei non avrebbe ricambiato i suoi sentimenti, ma a quanto pare si era sbagliato. La guardò, sorridendo lievemente.

“Quindi anche tu … provavi qualcosa per me?”, domandò infine con fare speranzoso.

A quella domanda Pyras sospirò, per poi annuire.

“Si … e se devo essere sincera anche per me è successo più o meno allo stesso modo. Certo … ammetto che non me lo sarei mai aspettata, ma alla fine è successo.”, rispose.

“E … sei felice?”

La corvina sorrise in risposta.

“Si, lo sono, e tanto anche” esordì, per poi abbassare lo sguardo e stringersi nelle spalle “Ma … ho paura, non … non voglio perdere anche te … questa guerra ha già fatto fin troppe vittime e … e …”

Le sue parole furono interrotte dall'incontro con il suo petto, mentre le sue braccia la stringevano con fare protettivo.

“Ehi, ehi, calmati … non succederà, te lo prometto, non mi perderai tranquilla.”, la rassicurò.

Pyras allora ricambiò l'abbraccio, stringendolo con vigore.

“Vedi di mantenerla allora, hai capito? Perché se solo ti azzarderai a morire … sarò pronta ad attraversare le fiamme dell'Inferno per riportarti indietro da me, capito?”

In risposta Kyros ridacchiò, stringendola più forte e baciandole il capo.

“Ricevuto il messaggio …”

“Ecco bravo.”, fece lei di rimando, senza lasciarlo.

Rimasero stretti l'uno all'altra per un tempo che parve un'eternità, mentre l'aria tiepida accarezzava le loro teste, in pace. Infine, a pomeriggio inoltrato, fecero ritorno al Santuario.


 

Nei giorni che seguirono ci furono altri sviluppi interessanti, come ad esempio Asterius e la sua relazione con Talia. C'era voluto un po', ma alla fine anche loro si erano dichiarati i propri sentimenti. Ma non solo, anche Calypso e Zenais iniziarono a sviluppare tale sentimento.

Questi lieti eventi resero il loro congedo ancora più sereno. Tuttavia però Pyras sentiva dentro di se il bisogno di riflettere su se stessa, quindi una sera ne parlò con i suoi amici, eccetto Constantine, dato che lui era in viaggio verso casa.

“Sapete, ho deciso di partire per un pellegrinaggio.”, esordì, suscitando lo stupore generale.

“Un pellegrinaggio? E dove?”, chiese Kyros, perplesso.

La ragazza allora si fece pensierosa per qualche secondo, mentre le parole di Cancer le riecheggiarono nella mente:“Venivamo mandati per un mese in una foresta molto pericolosa chiamata Selva Oscura, un mese senza cibo ne acqua in cui ce la dovevamo cavare da soli”

Alla riaprì gli occhi che aveva chiuso, per poi rispondere.

“Vedete … da quando siamo diventati Cavalieri sono successe tante cose e non ho mai avuto il tempo di riflettere completamente su me stessa, quindi ho deciso di partire per la Selva Oscura. Cancer tempo addietro mi aveva detto che in quel luogo venivano mandati i giovani Spartani per affrontare la loro prova di maturità per diventare adulti. Il tutto durava un mese, in cui dovevano cavarsela da soli … è un posto molto pericoloso ma sono più che decisa a fare questo viaggio.”, disse infine.

A quelle parole i suoi amici la guardarono con sguardi colmi di stupore, che la fecero arrossire.

“Perché mi guardate così?”

In risposta Kyros sorrise, per poi abbracciarla.

“Hai preso una decisione molto da te e io la rispetto … ma ti prego, stai attenta ok?

Pyras ricambiò l'abbraccio.

“Non temere, tornerò e sarò molto più forte per proteggervi … te lo prometto”

“Sappiamo che lo farai … saremo qui ad aspettarti.”, rispose Asterius, unendosi all'abbraccio, seguito da Talia e Calypso.

Pyras sorrise, felice di avere il loro appoggio.

Più tardi ne parlò anche con Leo, e pure lui gli diede il suo sostegno, anche se all'inizio fu alquanto preoccupato della cosa, ma la sua allieva era riuscita a convincerlo.

Così, già il giorno seguente, Pyras partì … partì verso un viaggio che l'avrebbe aiutata a comprendere più cose di se stessa.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Ebbene si! Pyras ha dato la risposta sperata … penso da molti di voi XD. Ora però l'aspetterà un viaggio per maturare ancora di più. Ce la farà? Lo scoprirete presto! Vi anticipo già che il prossimo capitolo sarà una bella sorpresa, ma no spoiler.

Ringrazio come sempre Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e i miei lettori silenziosi.

Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 - Le Terre del Nord ***


Capitolo 31 : Le Terre del Nord

Le Terre dei Normanni si presentavano come uno dei luoghi più freddi del nord, considerate inospitali proprio per il clima rigido.

Era in quei freddi luoghi che si trovava la casa di Constantine del Cigno. Si presentava come un'immensa landa ghiacciata, dominata da grossi ghiacciai e il suo villaggio si trovava dietro ad uno di essi, più precisamente diviso in due, in modo da avere un'entrata.

Stava nei pressi del Mare del Nord e consisteva in tante capanne di diverse misure, delle quali la più grande era la dimora del capo villaggio. Erano disposte in modo ordinato, di arredo molto semplice e i suoi abitanti vivevano di caccia e di pesca, ognuno contribuiva come meglio poteva, anche se andava a stento avanti.

Constantine difatti era diventato Cavaliere per aiutare il suo popolo ed era una cosa di cui andava molto fiero, e il fatto che vi aveva fatto ritorno proprio per quello lo rallegrava.

Il viaggio verso casa era stato lungo e un po' turbolento, ma alla fine era arrivato sano e salvo. Non appena toccò terra il cuore gli batté all'impazzata dall'emozione: era a casa. Salutò quindi l'equipaggio della nave che lo aveva portato sin li e poi si mise a correre verso il suo villaggio, mentre quelli ormeggiarono la nave. Essendo allenato non aveva difficoltà a correre in quel clima così rigido e il fisico non ne risentì. Era troppo emozionato per camminare soltanto dato che era da parecchio che mancava. Il cuore continuava a battergli forte nel petto e non si fermò neanche per riprender fiato, poiché non vedeva l'ora di riabbracciare la sua famiglia, specialmente i suoi fratelli. Grazie alla sua visita sarebbero stati apposto per un bel po' vista la paga ricevuta finora come Cavaliere di Athena.

Difatti non appena vide i due ghiacciai dove dietro i quali stava il suo villaggio, corse più velocemente che poté e, quando lo ebbe raggiunto i suoi occhi divennero lucidi per l'emozione nel vedere che era ancora in piedi. Era esattamente come lo ricordava quando lo aveva lasciato per intraprendere il suo cammino di Cavaliere, ma poté subito notare i grandi miglioramenti, segno che le paghe ricevute finora tramite il suo maestro erano servite. Sorrise compiaciuto nel vedere tali risultati e rimase qualche secondo in contemplazione, quando la sua attenzione fu attirata da delle risate giocose e, seguendone la direzione arrivò all'area gioco dove i bambini giocavano di solito per non intralciare le attività degli adulti. Il suo viso si illuminò di gioia non appena riconobbe in quegli scriccioli tre dei suoi fratelli che giocavano a palle di neve, quindi li chiamò a gran voce.

“Fergus, Ygritte, Crysthal!”

I tre ragazzini, sentendosi chiamare, riconobbero all'istante la sua voce e, non appena lo videro, gli corsero incontro.

“Fratellone!!”, esclamarono, per poi fiondarsi tutti e tre su di lui, facendolo cadere.

Il giovane d'altro canto li abbracciò con gioia.

“Ciao ragazzi, che bello rivedervi … mi siete mancati …”, mormorò, emozionato.

“Anche tu ci sei mancato moltissimo.”, rispose la piccola Crysthal, la penultima della famiglia.

Rimasero così per qualche secondo, abbracciati, poi si alzarono, prendendo il maggiore per mano e andare verso casa.

“Mamma sarà felicissima di rivederti!”, trillò Fergus, il quarto fratello.

“E ovviamente anche gli altri, soprattutto il piccolo Sapphire, non fa altro che chiedere di te.”, aggiunse Ygritte, la quinta, con fare allegro.

“Lo immagino.”, ridacchiò Cygnus, immaginando il fratellino a cui aveva salvato la vita tempo addietro.

Da quel giorno Sapphire si era affezionato sempre di più a lui, arrivando a considerarlo il suo eroe. In poche parole lo adorava. Difatti quando arrivarono in vista della loro casa il più picclo, che stava giocando con la neve, lo vide arrivare e subito gli corse incontro chiamandolo a gran voce.

“Cost! Cost! Cost!”, gridò, raggiungendolo e fiondandosi tra le sue braccia, che lo strinsero con traspoto.

“Ciao fratellino …”, sussurrò il più grande con dolcezza.

“Mi sei mancato moltissimo …”, fece l'altro di rimando, iniziando a piangere, felice di rivederlo.

“Anche tu Saphy … anche tu …”, sussurrò il maggiore, cullandolo dolcemente.

Rimasero abbracciati per quasi un minuto buono, quando sentirono qualcuno avvicinarsi e, non appena Constantine alzò lo sguardo, sorrise caldamente, per poi alzarsi.

“Ciao mamma”

La donna d'altro canto non poté trattenere le lacrime di gioia e lo abbracciò con forza, senza dire nulla, poiché quel gesto valeva più di mille parole. Anche lui non riuscì a trattenersi e pianse di felicità, esprimendo tutta la gratitudine possibile per essere tornato a casa ancora vivo. Il tutto durò diversi minuti, finché entrambi non si calmarono e, dopo di ciò, rientrarono in casa, dove Constantine ricevette un'altra calorosa accoglienza da parte di Freya e Astrid, le due gemelle nate dopo di lui, che quasi lo stritolarono.

“Fratellone! Che gioia rivederti!”, trillò la prima, euforica.

“Sono pienamente d'accordo! Ci sei mancato un sacco!”, fece la seconda.

“Anche voi mi siete mancate na … mi state strozzando …”, fece il suddetto interessato.

Le due gemelle allora sciolsero la loro morsa, facendolo respirare, poi Astrid lo guardò con fare perplesso.

“Perché non ci hai avvisato del tuo ritorno? Se lo avessimo saputo prima ti avremo organizzato una festa”

Cygnus in risposta ridacchiò, mettendo a terra il cubo che conteneva la sua Cloth.

“Volevo farvi una sorpresa, Athena ha concesso a me e ai miei amici un periodo di riposo visto che da quando è iniziata la Guerra Sacra non abbiamo avuto un attimo di respiro. Così ho deciso di venirvi a trovare.”, spiegò.

“Capisco … beh, se le cose stanno così allora starai con noi per un po' immagino”

“Esattamente, e comunque anche se sarà per un breve periodo va benissimo, così ho l'opportunità di godermi tutti voi”

Nel sentire ciò i più piccoli fecero salti di gioia e sua madre lo abbracciò di nuovo.

“Allora … bentornato a casa figlio mio”

“Grazie manna, è bello essere di nuovo a casa”

Poco dopo sciolse la stretta per poi tirare fuori dal tascapane un bel sacco di monete.

“Il mio maestro mi ha dato queste per il villaggio … solo che stavolta li ho portati di persona”

“Che gli dei lo benedicano, con questi andremo avanti per un bel po'.”, fece sua madre.

Constantine sorrise con fare incoraggiante, poiché era vero, grazie a quel denaro il suo villaggio avrebbe continuato a prosperare.

Più tardi il giovane andò a riposare, esausto per il viaggio, nella sua stanza. Venne però svegliato dal piccolo Sapphire a ora di cena e lo trascinò nella piazzetta, dove, con sommo stupore del più grande, era stata organizzata una festa in suo onore con un grande falò.

“SORPRESA!!!”, esclamarono tutti gli abitanti in coro.

Constantine d'altro canto non poté fare a meno di ridere, felice di ciò e ringraziò di tutto cuore i suoi fratelli, poiché aveva intuito che c'erano stati loro dietro a tutto e ovviamente anche sua madre.

Così quella notte, tra canti e balli, risate, gare di bevute e abbuffate, si festeggiò il suo ritorno a casa e il Cavaliere non poté che essere il più felice del mondo.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con questo nuovo capitolo tutto dedicato a Constantine e al suo ritorno a casa. Vi avevo detto che sarebbe stata una sopresa e infatti eccola qui! Ho avuto proprio una bella idea che dite? Insomma, lui è il Cavaliere di cui ho scritto poco e quindi mi sembrava giusto dedicarci un capitolo.

Spero con tutto il cuore che vi piaccia!

Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni e i lettori silenziosi!

Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 - Nella Selva Oscura ***


Capitolo 32 : Nella Selva Oscura

La Selva Oscura era ciò che si poteva definire il luogo più selvaggio e pericoloso di tutta la Grecia Antica. Il solo sentirla nominare incuteva paura e timore, ma gli Spartani, guerrieri quali erano, la usavano ancora per il loro rito di passaggio.

Si presentava come una foresta intricata e dall'aria spettrale, dalla fitta vegetazione e con una palude al centro. L'aria non era tra le più respirabili e più ci si avvicinava al cuore più diventava rarefatta.

Di notte sembrava ancora più terrificante, come se prendesse vita, poiché da essa provenivano strani rumori inquietanti, si diceva persino che fosse infestata. Era totalmente avvolta nel mistero, poiché nessuno sapeva la sua storia, nemmeno da quanto tempo ci fosse.

Ma questo a Pyras poco importava, era venuta lì per un obbiettivo e non per indagare sui misteri della Selva. Gli Spartani ovviamente quando avevano saputo che voleva farci un pellegrinaggio l'avevano addirittura schernita, dicendole che era meglio se lasciava perdere.

“Quello non è un posto per femmine, non dureresti nemmeno cinque minuti ragazzina, tornatene da mammina”

“Già, meglio che smammi poppante, torna da dove sei venuta”

Pyras d'altro canto non diede retta a quei giovani da strapazzo pieni d'arie che si credevano intoccabili, ma, per zittirli, si circondò per qualche secondo del suo cosmo infuocato. Nel vedere poi il suo sguardo minaccioso se la diedero a gambe. Era pur sempre una Saint di Athena ben addestrata e non sarebbe stata una foresta o qualche stupida presa in giro a fermarla.

Non si era portata ne cibo ne acqua e nemmeno l'armatura, ma non sarebbe stato un problema, in questo modo avrebbe avuto tutto il tempo di riflettere su se stessa come si era prefissata di fare. Era partita da Atene con quello scopo e per i due giorni di cammino era rimasta di quell'idea, e ora che vi era giunta era ancora più determinata.

Difatti, una volta arrivata nel suddetto luogo, vi entrò senza alcun indugio, guardandosi attorno con aria vigile dato che non si poteva mai sapere.

“Dunque è questa la Selva Oscura” esordì, per poi sospirare “Mah … non sarà un granché ma almeno non sarò disturbata”

Detto ciò si mise a cercare un luogo sicuro dove potersi stabilizzare dato che vi sarebbe rimasta per un mese. Tuttavia le ci volle una buona oretta visto che nessun posto sembrava sicuro, ma alla fine venne ripagata. Trovò infatti una collinetta con un albero morto e lì vi costruì il suo campo con una tenda improvvisata che stette miracolosamente in piedi dopo il secondo tentativo e vi sistemò il sacco a pelo. Essendo pomeriggio inoltrato decise che avrebbe iniziato il giorno seguente e difatti, dopo una notte abbastanza tranquilla, il mattino dopo si svegliò di buon'ora e diede inizio al suo obbiettivo. Si stese quindi a terra con lo sguardo verso il cielo e le mani dietro la testa ed infine chiuse gli occhi, iniziando così la sua riflessione. Attorno a lei, nonostante il luogo in cui si trovava, c'era comunque una calma alquanto insolita, ma questo la giovò in ogni caso.

Infatti, poco a poco, quella tranquillità la portò a pensare, a riflettere sulla sua vita, da quando era venuta al mondo e l'inizio del suo percorso al Santuario, e si chiese se sin da subito era stato quello il suo destino, se fosse stata davvero destinata a diventare Cavaliere di Athena.

Certo, da bambina non si sarebbe mai aspettata di essere speciale, aveva vissuto un'infanzia felice e spensierata tra un gioco e l'altro, finché, a 10 anni, non aveva scoperto il suo cosmo, il cosmo dell'Araba Fenice. Era successo per puro caso, per difendersi da dei lupi che l'avevano inseguita quando si era persa nella foresta. Da quel momento la sua vita aveva preso una nuova svolta, specialmente quando conobbe Asterius e Kyros.

Con loro al suo fianco tutto era divenuto più leggero e aveva compiuto il suo addestramento con la giusta grinta, una grinta che la portò ad essere scelta come Cavaliere. Da quando lo era diventata erano successe davvero tante cose, forse troppe e la maggior parte erano state molto dolorose. Si ritrovò a pensare agli inizi e si rese conto che non aveva iniziato nel migliore dei modi, anzi, era stato il peggiore.

All'inizio tutti l'avevano giudicata indegna della sua armatura e più volte aveva voluto buttare tutto all'aria, ma poi, con qualche spinta, si era decisa a mostrare a tutti il suo valore … a dimostrare quanto si erano sbagliati, ma per farlo si era giocata letteralmente il tutto per tutto, mettendo persino a rischio la sua stessa vita pur di proteggere coloro che amava, coloro che erano diventati la sua famiglia. Aveva lottato con le unghie e con i denti, ma alla fine era riuscita a riscattarsi, facendo portare a termine con successo la missione per recuperare la Sacra Armatura, salvando così Athena dal suo sonno. Tale fatto l'aveva portata ad essere più apprezzata, ma non solo, l'aveva fatta sentire finalmente degna di indossare la sua armatura senza più vergognarsi, senza più sentirsi inadeguata al suo ruolo.

Poi però improvvisamente si ritrovò a pensare al suo misterioso potere, capace addirittura di mettere fine alla Guerra Sacra una volta per tutte. Ripensò all'addestramento con Scorpio, a come era riuscita bene o male ad accettarlo, anche se ne aveva ancora timore. D'altronde era un potere che poteva persino fermare Hades per sempre. Certo, allenarsi con Scorpio l'aveva aiutata molto, ma non sarebbe mai riuscita a sopprimerlo. Avrebbe sempre fatto parte di lei.

Ma nonostante ciò il rapporto coi suoi amici non era cambiato, anzi, si era rafforzato … e aveva scoperto l'amore, qualcosa che mai si sarebbe aspettata. L'amore verso qualcuno che aveva scoperto di amare anche se lo aveva considerato alla pari di un fratello. Si chiese se tale sentimento avrebbe cambiato nuovamente la sua vita in meglio, ma sicuramente avrebbe avuto tutto il tempo per capirlo.


 

I giorni che seguirono la portarono a comprendere molte più cose di se stessa, specialmente il fatto che fosse molto più maturata. Aveva imparato a modo suo a diventare un Cavaliere a tutti gli efetti, ma nel suo cuore sentiva che avrebbe potuto crescere ancora di più. Sentiva che poteva ancora migliorare e sbocciare definitivamente per quello che era: una giovane donna, una giovane guerriera al servizio della giustizia.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo … stavolta tutto è incentrato sulle riflessioni di Pyras nella selvaggia Selva Oscura … spero con il cuore di essere riuscita a fare un buon lavoro …

Con il prossimo capitolo entreremo nel secondo arco narrativo della nostra storia.

Detto ciò ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e i miei lettori silenziosi.

Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 - Riscatto ***


Capitolo 33 : Riscatto

Passò infine un mese, durante il quale Pyras era riuscita nel suo intento di riflessione e ora, mentre stava ritornando al Santuario per riprendere servizio, era molto più serena. Non vedeva l'ora di riabbracciare i suoi amici, soprattutto Kyros, il cui dolce ricordo l'aveva accompagnata durante le notti quasi del tutto insonni. Ma non solo lui, anche Leo, il suo adorato maestro che considerava come un padre, colui che sapeva leggere fin nel profondo della sua anima, l'unico che la capiva meglio di chiunque altro. Sentì una grande gioia nel petto quando vide finalmente la sua meta dopo due giorni di viaggio e iniziò quindi a correre per fare più in fretta e, non appena raggiunse il luogo di ritrovo, iniziò a piangere di felicità nel vedere i suoi amici. Li chiamò a gran voce e loro, nel vederla arrivare, le corsero incontro travolgendola letteralmente pieni di entusiasmo. Caddero tutti a terra e la povera Pyras gemette dal dolore.

“Mhhh … ragazzi, comprendo il vostro entusiasmo … ma avete esagerato … ora sono tutta ammaccata …”

Loro allora si rimisero in piedi e Kyros, mortificato, l'aiutò ad alzarsi.

“Scusaci … ci siamo lasciati trasportare …” esordì, per poi abbracciarla con vigore “Mi sei mancata molto …”, sussurrò poco dopo.

Pyras d'altro canto ricambiò la stretta.

“Anche tu … moltissimo …”

Rimasero abbracciati per un tempo che parve un'eternità, godendosi l'uno la presenza dell'altra, felici di essere di nuovo insieme, dopo un lungo periodo di lontananza. Infine, dopo un tenero bacio, sciolsero la stretta e Pyras fece una proposta.

“Andiamo da Leo, così vi racconto”

“Ottima idea.”, rispose allegramente Asterius, stringendo a se Talia.

Il gruppo allora si incamminò verso la scalinata che portava al Santuario per poter raggiungere la Quarta Casa e, nel mentre salivano …

“Allora Cost, com'è andato il tuo soggiorno a casa?”, domandò improvvisamente Calypso.

L'albino in risposta sorrise.

“E' andato oltre ogni mia aspettativa, il mio villaggio sta cambiando in meglio grazie al mio contributo. La mia famiglia è stata molto felice di rivedermi, specialmente il piccolo Sapphire, da quando gli ho salvato la vita sono diventato quasi un idolo per lui. Mia madre Ingrid poi ha pianto di gioia, riabbracciarla è stato … bellissimo …” fece una pausa, riprendendo poco dopo “Hanno pure organizzato una festa a sopresa per il mio ritorno. È stato fantastico e devo ammettere che mi erano mancati quei festeggiamenti e quella vita così tranquilla.”, raccontò infine.

“E com'è stato tornare?”, domandò stavolta Talia, mano nella mano con Asterius.

A quella domanda Constantine sospirò.

“Ammetto che è stata molto dura, ma ho promesso che tornerò a trovarli quando questa Guerra Sacra sarà finita, così almeno saranno più sereni.”, rispose.

“Una promessa degna di te Cost.”, gli fece eco Asterius.

“Sono d'accordo.”, aggiunse Kyros.

Nel sentire ciò Pyras si fermò, guardando i suoi amici con un caldo sorriso.

“Allora dovremmo farci una promessa solenne.”, esordì con decisione, suscitando l'interesse di tutti.

“Che promessa?”, chiese Talia, perplessa.

La Saint della Fenice allora tese un braccio in avanti, il palmo verso il terreno.

“Da questo momento fino alla fine della Guerra prometteremo solennemente di restare vivi, senza se e senza ma”

A quelle parole i suoi amici si guardarono l'un l'altro in segno d'intesa, posando poi i palmi a loro volta in un cerchio, ripetendo quello che aveva detto l'amica. Infine ripresero la salita verso la Quarta Casa.

Poi, non appena la raggiunsero, a Pyras brillarono gli occhi e, dopo qualche attimo di contemplazione, entrarono, dirigendosi verso la zona giorno. Quando vi giunsero il cuore della ragazza si riempì di gioia: lui era lì e guardava fuori dalla finestra, ma poi, accorgendosi di loro, si voltò, incontrando lo sguardo illuminato della sua amata allieva. Pyras rimase immobile per qualche momento, ma infine gli corse incontro, fiondandosi letteralmente tra le sue braccia salde e forti che si avvolsero subito attorno alla sua schiena. Entrambi avevano gli occhi lucidi dall'emozione … certo, erano stati separati solo un mese, ma c'era da dire che, visto il periodo turbolento, sarebbe potuto succedere praticamente di tutto e ritrovarsi ancora vivi era un grande sollievo per entrambi.

“Mi sei mancata …”, mormorò Hector dopo un po'.

“Anche tu …”, fece lei di rimando.

Rimasero abbracciati ancora per qualche minuto, poi sciolsero l'abbraccio e Leo invitò tutti ad accomodarsi, e, quando furono seduti, Pyras iniziò a raccontare la sua esperienza nella Selva Oscura per filo e per segno, senza tralasciare nulla, con grande entusiasmo.

“Ammetto che è stata davvero dura, ma alla fine ho ottenuto i risultati sperati. Sono riuscita a comprendere al meglio me stessa e mi sono resa conto che ho fatto davvero molta strada da quando sono diventata Cavaliere” iniziò, facendo una pausa per poi riprendere “Ma soprattutto ho compreso che posso crescere ancora e migliorare, diventare più forte insomma, andare oltre le mie capacità per potermi riscattare completamente.”, disse infine.

A quelle parole i presenti la guardarono pieni di stupore e allo stesso tempo ammirazione, poiché tale obbiettivo era qualcosa di onorevole. Poi Kyros le diede una pacca sulla spalla con un sorriso.

“Una cosa degna di te e sono sicuro che ci riuscirai”

“Tutti noi lo siamo.”, aggiunse Asterius.

Gli alti, Leo compreso, annuirono fiduciosi e la Saint sorrise caldamente.

“Grazie di cuore”


 

Passò poi un'altra settimana, durante la quale Pyras ebbe modo di recuperare l'appetito di un mese, e il periodo di congedo concesso loro da Athena ebbe termine e, a due giorni dalla scadenza, vennero convocati nuovamente dalla Dea per una missione alquanto particolare.

“Dunque, innazitutto ben tornati, spero che abbiate ben sfruttato il periodo di congedo che vi ho concesso”

“Si, grazie per il pensiero Divina, ci voleva proprio.”, rispose Talia.

“Ne sono lieta” esordì la donna, per poi tornare seria “Ma ora torniamo a noi. Vi ho convocato per affidarvi un incarico: verrete mandati a perlustrare i villaggi che ultimamente sono stati distrutti dal cammino degli Spectre … senza un supervisore”

A quelle ultime parole i neo Cavalieri la guardarono con fare alquanto perplesso.

“Ne è proprio sicura Divina?”, domandò Calypso, preoccupata.

Athena in risposta annuì.

“Si, lo sono … finora avete dimostrato il vostro valore nelle imprese che vi ho affidato, specialmente nelle ultime missioni, perciò vi ritengo pronti a cavarvela anche senza un Cavaliere d'Oro al vostro fianco. Consideratela una prova di fiducia.”, spiegò infine.

Il gruppo a quelle parole si sentì alquanto confuso … davvero voleva metterli alla prova in quel modo? Si guardarono l'un l'altro cercando una risposta davanti a tale domanda, ma dopo qualche secondo capirono che non ce ne era bisogno. Se li riteneva pronti voleva dire che si erano saputi distinguere e avere quella fiducia da parte della loro Dea li rincuorò. Così Pyras si fece avanti, seguita dai suoi compagni.

“Apprezziamo molto tale fiducia Divina, e per questo … accettiamo la missione”

Athena annuì, per poi alzarsi.

“Molto bene, andate a prepararvi … partirete tra un'ora”

Il gruppo annuì e, dopo essersi congedati, andarono subito a fare i preparativi, in silenzio. Era palese quanto fossero preoccupati per la cosa, ma c'era da dire che finora avevano affrontato insidie ben peggiori e visto cose ben più terribili come il risveglio di Hades. Quella missione al confronto poteva essere quasi una passeggiata, ma ovviamente non era comunque da sottovalutare.

I loro maestri furono alquanto orgogliosi da tale prova di fiducia da parte di Athena nei loro confronti e difatti li incoraggiarono, anche perché potevano coglierla come un'opportunità. Il che era vero.

Così, dopo i preparativi con tutto l'occorrente per la missione, partirono con ottimismo alla volta delle loro mete. Tuttavia però bastò arrivare al primo villaggio per capire che non sarebbe stato affatto facile vista la devastazione e il numero di cadaveri e feriti. Certo, una parte di loro se lo era aspettato, ma era la prima volta che si trovavano da soli in mezzo a una cosa del genere e subito iniziarono a farsi prendere dal panico, non sapendo cosa fare. Ma poi accadde qualcosa di incredibile: Pyras, che per tutto il tempo della perlustrazione era rimasta insolitamente calma, si fece avanti, prendendo in mano le redini della situazione.

“Amici, per favore, cercate di mantenere la calma, farsi prendere dal panico non è di certo la cosa migliore, specialmente in un momento del genere. Quindi statemi bene a sentire, ho un piano” esordì, guadagnandosi la completa attenzione, poi riprese “Dunque, faremo in questo modo … ora io vi affiderò dei compiti da svolgere in modo che possiate essere efficienti”

I suoi compagni allora si misero in ascolto e lei riprese.

“Asterius e Talia raduneranno i feriti in un punto specifico, ossia la piazza. Lì Calypso e Zenais presteranno le cure necessarie. Poi Kyros e Constantine andranno a cercare possibili vittime che verranno deposte su giacigli che creerò in modo che possano ricevere gli ultimi saluti, poi le brucerò. Ma nel frattempo vi dirigerò, è tutto chiaro?”, concluse infine.

Il gruppetto annuì, poi si misero subito all'opera seguendo le direttive dell'amica, rimanendo sorpresi dal suo incredibile salto di qualità. Aveva saputo prendere in mano la situazione in modo magistrale oltre che efficace e responsabile.

Grazie alla sua guida riuscirono a svolgere le mansioni in maniera efficiente senza alcuna tensione, e Pyras fu molto soddisfatta. Tale pratica venne messa in atto anche negli altri villaggi che perlustrarono e questo permise la completa riuscita della missione dopo neanche tre settimane dalla partenza.

Una volta tornati al Santuario i suoi compagni fecero rapporto ai piani alti davanti ai restanti Cavalieri d'Oro e la stessa Athena, raccontando per filo e per segno tutti i particolari. Alla fine del racconto i presenti rimasero non poco stupiti, e finalmente, anche chi come Taurus e il Gran Sacerdote la pensava diversamente, si resero conto di quanto Pyras fosse effettivamente cambiata. Non era più la ragazzina turbolenta appena investita, no, ora per tutti loro era diventata veramente un Cavaliere … un Cavaliere a tutti gli effetti.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il nuovo capitolo di questa SaintSeiyafanfiction che sto adorando.

Allora, con questo capitolo si apre il secondo arco narrativo della storia. Ebbene si gente, con questa prova di fiducia Pyras si è finalmente riscattata completamente e ora tutti la vedono come un Cavaliere a tutti gli effetti.

Ma non è ancora finita, ci saranno ancora molti ostacoli da superare.

Passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio calorosamente Franky93 per le sue recensioni e i miei lettori silenziosi.

Detto ciò alla prossima con Shana!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 - Atlantide ***


Capitolo 34 : Atlantide

I giorni che seguirono da quella missione per Pyras furono davvero molto particolari. La notizia di ciò che aveva fatto durante l'impresa si era sparsa letteralmente per tutto il Santuario e ora la ragazza era diventata abbastanza popolare, specialmente tra i suoi ranghi. Ora anche chi non la conosceva le faceva i complimenti e ciò la rallegrava moltissimo, poiché finalmente era riuscita a riscattarsi venendo riconosciuta come un vero Cavaliere e ciò l'aveva fatta sentire molto più leggera. E l'amore verso Kyros contribuiva parecchio alla cosa.

Da quando stavano insieme era diventato tutto molto più luminoso e vedeva con molta più chiarezza le cose attorno a lei, ma soprattutto era molto più felice e sorridente. I suoi amici e lo stesso Leo erano molto più contenti di vederla con il sorriso sulle labbra e ciò li sollevava. Kyros poi era un compagno davvero fantastico, sapeva rendere una giornata no in una si e portare la luce in ogni parte del suo animo, sapeva farla ridere e stare bene.

Tuttavia però quella piccola pausa dopo la missione nei villaggi ebbe il suo termine. Una settimana dopo il gruppo di Pyras venne nuovamente convocato dalla Dea al Santuario, segno che una nuova missione era in arrivo. Infatti, quando quando furono al suo cospetto …

“Miei Cavalieri, vi ho convocato per affidarvi una missione di vitale importanza per la battaglia contro Hades” esordì Athena, facendo una pausa e riprendendo poco dopo “Dovrete andare ad Atlantide e convicere Poseidon ad allearsi con noi, averlo dalla nostra parte sarebbe un grande vantaggio” fece un'altra pausa e poi riprese “So che molto probabilmente la considererete come qualcosa di troppo grande per quelli del vostro rango ma …”

“Accettiamo.”, proruppe la voce determinata di Pyras, facendo sussultare i presenti.

Athena, alquanto sorpresa, guardò la ragazza con ammirazione, ma non solo lei, anche i suoi compagni vibravano della sua stessa determinazione. Non vi era paura nei loro occhi, ma solo la voglia di rimettersi in gioco. Annuì.

“Molto bene, partirete immediatamente, con voi verranno Leo, Toro e Acquario. Prima agiamo e meglio sarà, anche Hades reclamerà Poseidon dalla sua parte e ciò non dovrà assolutamente accadere”

Il gruppo annuì, deciso.

“Sarà fatto Divina.”, rispose Aegon del Toro, convocato poco prima assieme ai due compagni.

“Bene, ora andate, e buona fortuna”

Così, dopo essersi congedati, lasciarono il Santuario, pronti a partire, ma prima di scendere le scale …

“Pyras, aspetta, ti devo parlare.”, esordì Aegon, facendo sussultare la Saint, che lo raggiunse.

Gli altri d'altro canto continuarono la discesa e, quando furono abbastanza distanti, i due scesero lentamente e la corvina rimase in attesa. Dopo qualche secondo Aegon proferì nuovamente parola.

“Senti, so che ti sembrerà strano ciò che sto per dirti visto i precedenti trascorsi ma … sento il dovere di dirtelo.”, esordì, suscitando qualche timore nella ragazza.

“E … che cosa dovreste dirmi?”, chiese quest'ultima, preoccupata.

Taurus allora si fermò, posandole le mani sulle spalle.

“Dati i recenti avvenimenti e il successo dell'ultima missione e il recupero della Sacra Armatura devo sinceramente riconoscere che sei davvero cresciuta. Non sei più la ragazzina imprudente di quando hai iniziato e sappi che sono molto fiero di questo tuo cambiamento e di te”

A quelle parole Pyras spalancò gli occhi, alquanto stupita da tale atteggiamento nei suoi confronti. Davvero era fiero di lei? Dopo i loro precedenti trascorsi mai si sarebbe aspettata di riuscire a conquistarsi la sua stima. Ma a quanto pare si era sbagliata. Si sentì pervasa da una grande felicità e la tentazione di abbracciarlo fu molto forte, ma si contenne, quindi sorrise.

“Vi ringrazio molto signore, le vostre parole mi lusingano”

“Lieto che abbiano avuto il loro effetto … ma ora sarebbe meglio raggiungere gli altri, abbiamo una missione da compiere.”, fece Aegon di rimando, riprendendo a scendere le scale, seguito a sua volta dalla ragazza.

Infine, una volta raggiunti gli altri membri del gruoppo, fecero i preparativi necessari per la missione, dato che sarebbe stato un viaggio lungo fino all'oceano Atlantico. Il tutto richiese un'ora buona, ma alla fine ebbero il necessario e poterono finalmente partire per la loro meta.


 

L'Oceano Atlantico apparve dinanzi a loro dopo diverse settimane di viaggio per mare e per terra. Era stato molto lungo e sfiancante, ma erano comunque riusciti a raggiungerlo sani e salvi.

“Bene, eccoci arrivati, l'ingresso per Atlantide è laggiù.”, esordì Leo, indicando un gorgo non molto distante da dove si trovavano.

“E come lo attravversiamo? Verremo sfracellati.”, replicò Asterius, preoccupato.

“Non preoccuparti, ci inventeremo qualcosa.”, lo rassicurò Talia con un sorriso.

Ma aveva appena finito di parlare che, improvvisamente, l'acqua si alzò dinanzi a loro, formando poco a poco una sagoma umana alta due metri che li guardò con sguardo penetrante. Il cosmo che la permeava pulsava come una tempesta pronta a scatenarsi con tutta la sua potenza. Bastò percepirlo per capire a chi appartenesse.

“Chi osa entrare nei miei domini? Parlate in fretta.”, esordì con voce dura.

Acquarius allora si fece avanti.

“Siamo Cavalieri di Athena, nobile Poseidon”

La sagoma d'acqua d'altro canto li guardò con fare perplesso.

“E che cosa ci fanno dei Cavalieri di Athena alle porte di Atlantide?”

Stavolta fu Leo a rispondere.

“Possiamo assicurarti che le nostre intenzioni sono pacifiche nobile Poseidon, la nostra Dea ci ha mandati qui per conferire con voi su una questione della massima importanza”so

“Mh, capisco … e immagino di sapere di cosa si tratta” esordì, facendo una pausa e riprendendo poco dopo “Comunque … avete il mio permesso per entrare”

Detto ciò li avvolse con il suo cosmo, dando loro così la possibilità di entrare ad Atlantide senza alcun danno. La leggendaria città sommersa si presentò poco dopo in tutta la sua bellezza dentro la sua cupola protettiva. Le abitazioni erano delle forme più svariate e i suoi abitanti erano per lo più sirene e tritoni, oltre che i pesci. Ma il vero gioiello era il Palazzo Reale, fatto di madreperla pura sulla parte superiore della città, in mezzo alle sette colonne che sorreggevano la volta del regno marino. Ogni colonna era riferita a un oceano ed era custodita da un Generale degli Abissi. Rimasero abbagliati da tale bellezza, poiché era veramente qualcosa di spettacolare.

Mentre camminavano per raggiungere le scale che avrebbero portato al Palazzo, ricevettero sguardi alquanto perplessi dagli abitanti, poiché nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere dei Cavalieri di Athena ad Atlantide, ma nessuno ci diede peso.

Salirono quindi le scale una volta raggiunte, ma, poco prima di arrivare sulla sommità, percepirono tre cosmi ostili pervadere l'aria e ciò bastò a metterli in guardia, poiché le tre figure apparvero di fronte a loro, sbarrando la strada e uno del gruppo si fece avanti, facendo fremere Pyras di rabbia.

“Eaco …”

Il suddetto interessato la guardò con odio.

“A quanto pare ci rincontriamo di nuovo dannata ragazzina” esordì, per poi spalancare le braccia “Comunque mi spiace, ma non siete gli unici a volere Poseidon come alleato”

Le due figure dietro di lui si fecero avanti, vestite delle loro Surplici alate, una con fregi dorate, in mano portava una catena e l'altra con fregi argentei e in mano teneva una cetra. Dagli elmi si vedevano due chiome del medesimo colore, una bionda e l'altra d'argento e sulla fronte di entrambi stava disegnata una stella. Bastò sentire i loro cosmi per capire chi fossero. L'argenteo li guardò con sguardo gelido.

“Se volete arrivare alla meta … dovrete prima combattere”


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi con un giorno di ritardo con il nuoco capitolo! Piccola premessa, non ho descritto il viaggio verso Atlantide per non essere troppo ripetitiva.

Ebbene si, ecco il gruppo di Pyras imbarcato in una nuova missione importante: portare il Signore dei Mari Poseidon dalla loro parte. Ma un temibile ostacolo sbarra loro la strada. Ce la faranno? Lo scoprirete nei prossimi capitoli. E per farmi perdonare del ritardo la prossima settimana arriverà un altro capitolo!

Ringrazio come sempre Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 - Situazione Disperata ***


Capitolo 35 : Situazione Disperata

Se volete arrivare alla meta … dovrete combattere

Tali parole bastarono per metterli subito sulla difensiva … certo, da un lato se lo erano aspettato che anche Hades voleva Poseidon come alleato, ma c'era da dire che in cuor loro avevano sperato di non scontrarsi vista l'importanza della missione. Ora però sarebbe stato inevitabile, poiché era l'unico modo se volevano passare, e anche se avevano il vantaggio del numero erano ben consapevoli che non potevano permettersi di abbassare la guardia. E Pyras lo sapeva bene visti i suoi trascorsi con Eaco, e anche se aveva una gran voglia di dargli un'altra lezione doveva restare lucida. Non poteva permettersi di lasciarsi prendere dalle emozioni, anche se temeva per i suoi amici e Leo, ma sapeva che quello non era il momento. Fece quindi ardere il suo cosmo e così i suoi compagni, come anche i tre Gold Saint. I tre Spectre fecero lo stesso, circondandosi delle loro aure oscure, poi … ebbe inizio il fatidico scontro.

Sin dai primi colpi si mostrò subito molto ostico, specialmente per i giovani Cavalieri, anche perché quei tre cosmi erano qualcosa di schiacciante, quasi alla pari di quelli dei tre Gold Saint, oltre che temibili avversari, specialmente i due gemelli. Tra i due Thanatos era quello più pericoloso essendo quello più spietato, ma anche Hypnos non era da meno per quanto riguardava il corpo a corpo. Ma nonostante ciò erano più che determinati a combattere nonostante la differenza di abilità, anche se c'era da dire che, grazie al loro ultimo addestramento, erano comunque diventati più forti. E tale miglioramento fu notato in modo particolare da Eaco.

“Vedo che siete molto migliorati dall'ultima volta a Delfi, ma posso assicurarvi che ciò non basterà a salvarvi!”, esclamò.

“Questo lo vedremo maledetto bastardo!”, esclamò Pyras a sua volta, facendo ardere ancora di più il suo cosmo per aumentare la potenza.

Quando lo scontro era iniziato si era lanciata quasi subito su Eaco, affiancata da Kyros, dato che aveva un conto in sospeso, ma poi si era data da fare come una matta per supportare anche gli altri come meglio poteva. Ovviamente anche i suoi amici non erano da meno vista la loro determinazione, si battevano al meglio delle capacità, sfoderando i loro attacchi più potenti come il Fulmine di Pegasus o il Colpo del Drago Nascente o la Catena di Andromeda e la Polvere di Diamanti o l'Ululato Mortale assieme all'Unicorn Gallop. I Gold Saint d'altro canto splendevano come mille soli, avvolti dai loro cosmi dorati e pronti a tutto per dare man forte, sfoggiando il meglio della forza con le loro tecniche caratteristiche oltre che con le grandi doti combattive. A guardarlo poteva essere anche uno scontro impari vista la differenza numerica e la vittoria già scontata, ma nessuno finora aveva abbassato la guardia.

Tuttavia però la stanchezza stava iniziando a farsi sentire nelle membra dei più giovani, anche se tutti non cedevano nell'arrendersi. I tre Spectre avrebbero potuto finirli in un colpo solo, specialmente i gemelli, ma stavano provando molto piacere ad alimentare l'intera battaglia, facendoli stancare poco a poco.

Ciò non era sfuggito al gruppo, ma nessuno voleva concedere tale piacere. Difatti, anche se avevano le membra dolenti sia per le ferite che per la stanchezza, oltre al fiato corto, continuavano a combattere senza la minima esitazione. Nessuno era intenzionato a mollare, anche se i colpi erano tremendi dovevano continuare a lottare.

Ma la situazione stava iniziando a farsi disperata poco a poco, lentamente e di li a breve sarebbe sicuramente precipitata, poiché anche i Gold Saint ne stavano risentendo, e il tutto si sarebbe concluso con la loro sconfitta.

Fu in quel momento che Pyras capì di non avere scelta, doveva usare il suo potere se voleva ribaltare la situazione. Bruciò ancora di più il suo cosmo e, grazie all'addestramento con Scorpio, riuscì ad attingervi in modo naturale e le sue fiamme stavano per diventare bianche, ma all'improvviso qualcosa accadde. Eaco, che aveva sentito parlare del suo potere dopo il risveglio di Hades, ordinò ai gemelli di eliminarla prima che fosse stato troppo tardi per farlo. I due allora si fecero avanti, Thanatos stava per lanciare la sua Terrible Providence su di lei quando …

“Pyras attenta!”

Il corpo di Leo spinse via quello della sua allieva poco prima che l'attacco venisse lanciato, prendendosi poi il colpo in pieno. Accadde tutto così in fretta che la ragazza non capì finché non vide Leo sbalzato in aria e la sua splendida armatura dorata andare in pezzi e il suo corpo cadere a qualche metro da lei. Spalancò gli occhi, scioccata, mentre il cuore perse un battito. Le ci volle qualche secondo per riscuotersi dal torpore, quindi corse ad affiancare il suo amato maestro che giaceva a terra inerme, il corpo martoriato. Ma miracolosamente era ancora vivo, e vedere le sue iridi di cielo guardarla la riempì di gioia. Debolmente alzò una mano, portandola alla sua guancia e a quel tocco lei la strinse tra le sue, in lacrime. Lui sorrise, il sangue che le usciva dalle labbra.

“P … promettimi di essere forte hai capito?”, disse con un filo di voce.

Pyras annuì, disperata, poiché sapeva che non poteva fare nulla, quindi lo prese tra le sue braccia, stringendolo a se.

“Lo prometto maestro … lo prometto …”, disse tra i singhiozzi.

“So che … che lo farai … ho fiducia in te …” tossì, sputando sangue “P … perdonami figlia mia … a quanto pare dovrò lasciarti prima del tempo … p … perdonami se puoi … sii forte … ti vorrò sempre bene … sii forte … sii forte …”

E con quelle ultime parole esalò l'ultimo respiro sotto lo sguardo affranto della sua amata allieva, tra le sue braccia. La ragazza rimase per qualche secondo immobile, gli occhi spalancati e il respiro affannato, incapace di dire o fare qualsiasi cosa. Ma poi, in preda al dolore, lanciò un grido straziato facendo esplodere il suo cosmo in una colonna di fiamme nere, talmente potenti che la terra tremò. Persino i due gemelli ne rimasero addirittura spaventati e si dileguarono, mentre Eaco rimase. Tale avvenimento durò circa un minuto, poi le fiamme si acquietarono e lei strinse a se il corpo ormai senza vita del suo amato maestro, gli diede un bacio sulla fronte ormai gelida e poi lo posò delicatamente a terra. Infine si alzò, ma senza voltarsi, e pronunciò una frase.

“Andate avanti … io mi occuperò di Eaco”

Nel sentire tali parole tutti i presenti, compresi i due Gold Saint rimasti, spalancarono gli occhi, increduli davanti a quello che avevano appena sentito. Fu Kyros però ad avanzare.

“Ne … ne sei proprio sicura?”, domandò, preoccupato.

Pyras annuì, risoluta.

“Si, lo sono … è una cosa tra me e lui, ed è giunto il momento di farla finita.”, rispose.

L'Unicorno però le mise le mani sulle spalle, cercando di dissuaderla.

“No, è una pazzia, non sei nelle condizioni di affrontarlo di nuovo … non …”

Le labbra di lei interruppero le sue parole in un bacio disperato, poi sciolse il contatto e posò la fronte su quella di lui.

“Vincerò … te lo prometto … ora andate …”

Furono tali parole a fargli capire che non c'era modo di farle cambiare idea, così la baciò a fior di labbra, per poi tornare dagli altri, che non poterono fare altro che fare come richiesto. Persino i due Gold Saint non trovarono modo di convincerla. Avano pur sempre una missione da compiere, così avanzarono verso la loro destinazione.

Quando si furono allontanati Pyras volse uno sguardo di fuoco verso Eaco, che sogghignò.

“A quanto pare hai fretta di morire dannata ragazzina”

La Saint della Fenice fremette.

“Solo uno di noi morirà … e sarai tu.”, sibilò, facendo nuovamente ardere il suo cosmo.

“Questo sarà tutto da vedere.”, fece l'altro di rimando.

E con quelle parole il loro scontro ebbe inizio, uno scontro fatidico che avrebbe determinato il vero padrone delle fiamme.


 

Nel frattempo gli altri erano giunti al palazzo di Poseidon ed erano arrivati nella magnifica sala del trono correndo a perdifiato e il sovrano li guardò con fare perplesso.

“Dovevate avere molta fretta” esordì, per poi tornare serio “Comunque, ho sentito diversi cosmi scontrarsi la fuori, che è successo?”

L'Acquario allora si fece avanti.

“Siamo stati intercettati dagli Spectre Vostra Maestà, a quanto pare anche Hades vi vuole dalla sua parte”

Il sovrano allora si alzò dal suo scranno per poi scendere la scalinata, rendendo così più visibile la sua figura. Era un giovane uomo, vestito della sua regale armatura dorata con il mantello bianco che volteggiava. La carnagione era ambrata mentre le iridi di acquamarina e, lungo la schiena, ricadeva fluida una chioma corvina. In mano teneva il suo tridente, poi con sguardo penetrante li guardò uno a uno.

“Mancano due membri al vostro gruppo.”, osservò.

Il gruppo in risposta annuì.

“Si Vostra Altezza … purtroppo il Cavaliere di Leo è caduto in battaglia, mentre la Fenice sta combattendo contro Garuda per darci tempo.”, rispose Taurus.

“Capisco … sento infatti i loro cosmi ardere” esordì, per poi farsi più serio “Comunuque, immagino che siate qui per convincermi ad allearmi con Athena nella guerra contro Hades”

“E' esatto”

Poseidon allora si fece pensieroso, per poi sfoggiare un lieve sorriso.

“Molto bene, ma prima di dare la mia risposta dovrete dimostrare il vostro valore superando una prova”

A quelle parole il gruppo sussultò, alquanto stupito da tale richiesta, ma se volevano una risposta non c'era molta scelta, così Asterius si fece avanti.

“Che genere di prova?”, domandò.

Poseidon allora schioccò le dita e venne affiancato dai suoi sette Generali degli Abissi.

“Dovrete affrontare loro”


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il nuovo capitolo!

Ora … non odiatemi … ma la morte di Leo è stata necessaria e non sapete quanto mi sia dispiaciuto … davvero. Non avrei mai voluto farlo morire, Stellareika perdonami.

Bene, ora i nostri Saint si trovano di fronte a una prova … riusciranno a superarla? E Pyras ce la farà contro Eaco? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio come sempre Stellareika, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 - Vittoria Sofferta ***


Capitolo 36 : Vittoria Sofferta

Dovrete affrontare loro

Il gruppo spalancò gli occhi, incredulo … davvero avrebbero dovuto affrontare i Sette Generali degli Abissi?

Guardarono Poseidon sperando che scherzasse, ma il suo sguardo era fin troppo serio … non avevano altra scelta se non quella di accettare. Così annuirono.

“D'accordo, faremo come dite.”, esordì Acquarius.

“Molto bene, inziate”

I contendenti allora si schierarono facendo vibrare i loro cosmi ed infine iniziarono. Sin dai primi scambi i neo Cavalieri si resero conto che i Generali avevano una potenza quasi alla pari di un Gold Saint e in quanto abilità erano a dir poco straordinarie, degne da difendere le Colonne, e fu molto difficile tener loro testa. I due Gold Saint d'altro canto erano tutt'altra cosa dato che avevano molta più esperienza, anche se comunque gli avversari si mostrarono ostici persino per loro.

Tuttavia però, nonostante fossero comunque provati dallo scontro con gli Spectre, non si arresero e mostrarono il loro pieno valore. Ciò venne percepito dallo stesso Poseidon e, dopo una buona mezz'ora, fece terminare il tutto.

“Molto bene, avete soddisfatto appieno le mie aspettative, mi avete dato prova del vostro valore e per questo …” fece una pausa, riprendendo poco dopo “Ho deciso di schierarmi dalla vostra parte, poiché quando ero ancora umano gli Spectre di Hades sterminarono la mia famiglia, quindi non ho motivo di allearmi con il nemico”

A tali parole il gruppo lo guardò con gratitudine.

“Vi ringraziamo nobile Poseidon, la vostra decisione ci rallegra.”, rispose Taurus.

“Sarà un'onore affiancarvi in questa Guerra Sacra”


 

Pyras nel frattempo stava ancora combattendo contro Eaco, animata dal desiderio di fargliela pagare una volta per tutte. Il suo cosmo nonostante le numerose ferite continuava a bruciare, inestinguibile. Certo, le ferite bruciavano non poco ma non dava alcun segno di arrendersi. Tuttavia anche Eaco era ugualmente provato per via dei colpi subiti, ma nemmeno lui era intenzionato a mollare, troppo desideroso di eliminarla. Anche il suo cosmo bruciava senza il minimo cedimento, guardava Pyras con odio e lo stesso lei. Continuavano a lottare senza esclusione di colpi, ancora, ancora e ancora, senza fermarsi e trasformando lo scontro in una battaglia di logoramento.

“Arrenditi ragazzina, non puoi battermi!”, la schernì Eaco.

“Scordatelo, finché avrò … ancora fiato in corpo non … non mi arrenderò mai …”, replicò la Saint.

“Bene … allora peggio per te!”

E sfoderando ancora le Ali di Garuda la fece sfracellare nuovamente al suolo. Il contraccolpo fu talmente forte da farle sputare sangue e mozzare il respiro, crepando ulteriormente l'armatura. Rimase supina per qualche secondo, per poi cercare di rimettersi in piedi, inutilmente, priva di forze. Eaco allora la sovrastò con la sua ombra.

“E' inutile che ti rialzi dannata mocciosa, è giunto il momento di accettare la realtà dei fatti … hai perso e ciò dimostra di quanto siate patetici voi Cavalieri di Athena, ma soprattutto … che le fiamme migliori sono … le mie” Pyras lo guardò con sguardo di fuoco, mentre lui le premette un piede sullo sterno “Oh … a quanto pare non vuoi rassegnarti all'evidenza eh? Ah, patetica come il tuo maestro che voleva salvarti ma ora … morirai per mano mia!”

Detto ciò si preparò a darle il colpo di grazia con l'Illusione Galattica. La mente di Pyras andò a mille pensieri al secondo, mentre con sguardo rassegnato guardava il cielo. Poi chiuse gli occhi, in attesa della sua imminente fine.

Dunque è questo il mio destino … morirò qui … peccato, avrei voluto fare tante altre cose prima di morire …

Delle lacrime iniziarono a rigarle le guance.

Mi dispiace maestro … a quanto pare non potrò mantenere la promessa … perdonami … perdonami …

In quel momento però accadde qualcosa …

Si rivide davanti la figura del suo amato maestro che la guardava con un sorriso sereno in volto, uno sfondo arancio-dorato che li circondava. Sussultò, per poi iniziare a singhiozzare.

Mi … mi dispiace maetro … vi ho deluso … ho fallito …”, mormorò con un filo di voce.

Lui però scosse la testa, per poi tenderle la mano facendola quindi alzare e posando poi le mani sulle sue spalle.

No Pyras, non hai fallito e nemmeno mi hai deluso, non è ancora finita.”, le disse con tono pacato.

Lei però abbassò lo sguardo.

Si invece … ho perso e voi … voi siete morto per nulla … ho reso vano il vostro sacrificio … perdonatemi …”

Sentì una mano alzarle delicatamente il mento.

Ti sbagli … non hai ancora perso … hai ancora la forza per combattere dentro di te …”

Non è vero … vi sbagliate, ho perso e fra poco vi raggiungerò, questa è la realtà … ho fallito e non potrò più mantenere la …”

L'incontro con il petto di Leo interruppe il suo sfogo.

No, puoi ancora mantenerla invece quindi ora alzati e combatti. Ricorda quello per cui stai combattendo. Alzati, alzati, alzati!”


 

Riaprì gli occhi di scatto, per poi mettersi in ginocchio e infine rialzarsi poco a poco a fatica.

Ha ragione, posso ancora combattere

Poi puntò contro Eaco uno sguardo carico di determinazione che fece arrestare il suo attacco.

“Mi dispiace per te Eaco … ma la mia morte può attendere … non posso permettermi di morire adesso, ho tutta una vita davanti e degli amici che contano su di me … ma soprattutto … ho una promessa da mantenere … e ho tutta l'intenzione di mantenerla! Quindi non posso ancora … morire!” esclamò per poi far esplodere il suo cosmo “Brucia fino al limite estremo!”

In quell'attimo la sua armatura divenne dorata e le fiamme si tinsero di nero, cariche di tutta la sua rabbia. Infine le scagliò inesorabili contro Eaco, che non fece nemmeno in tempo a spostarsi per evitarle. Ne venne travolto senza pietà mentre le sue urla di dolore rieccheggiarono immani nel sentirsi poco a poco divorato da quel potere. Neanche la sua Surplice riuscì a proteggerlo poiché divenne rovente, imprigionandolo in una trappola mortale, e, nonostante i suoi sforzi, capì di non poter fare nulla per salvarsi.

Nel mentre bruciava in preda a dolori atroci, Pyras lo guardava con il volto stravolto in una smorfia di rabbia mista a piacere. Avvolta in quelle fiamme sembrava un demone dell'inferno, poiché il suo sguardo non aveva niente di umano, era carico solo di un odio smisurato. La guardò, ormai rassegnato.

Alla fine le fiamme migliori erano proprio … le tue …

Questo fu il suo ultimo pensiero mentre la vita lo abbandonava del tutto. Infine, quando il suo cosmo scomparve, la furia di Pyras si arrestò di colpo e, poco a poco, tornò normale, facendo sfumare la sua rabbia. Guardò il suo operato: di Eaco non rimaneva altro che una carcassa carbonizzata. Aveva vinto, vendicando Cancer una volta per tutte.

Ma fu proprio in quel momento che realizzò un'altra terribile verità: aveva ucciso, aveva ucciso per la prima vota nella sua vita … ma la cosa più scioccante era che aveva ucciso con il suo potere provando addirittura piacere nel farlo. Tale verità la fece crollare in ginocchio con un urlo straziato, in preda a un dolore sordo. Subito dopo si sentì stringere con forza e incontrò il petto di Kyros al quale si aggrappò disperatamente sfogandosi in un pianto straziante e il corpo scosso dai singulti, mentre Kyros la teneva stretta a se, sussurrandole parole di conforto. Pianse fino a crollare, esausta, tra le sue braccia e in quel frangente Kyros e Asterius curarono le sue ferite e gli altri stettero loro vicino, mentre i Gold Saint si occuparono del corpo di Leo, avvolgendolo in un telo bianco.

Infine, dopo due giorni di soggiorno ad Atlantide per riprendersi, fecero ritorno al Santuario con un nuovo e potente alleato: Poseidon, Signore del Mare.


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyafanfiction! E qui vi do una buona notizia, siccome non mi manca molto alla fine della storia ho deciso di mandare avanti momentaneamente questa e, successivamente manderò avanti quella su ERAGON e inizierò la mia fanfiction su Yu-Gi-Oh.

Passando al capitolo … ebbene si, alla fine sono riusciti a compiere la loro missione … pagando comunque un caro prezzo. Ce la farà Pyras a superare la morte di Leo? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio calorosamente Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 - Profondo Dolore ***


Capitolo 37 : Profondo Dolore

Il viaggio di ritorno verso il Santuario fu tutt'altro che trionfante per la riuscita della missione ad Atlantide. Gli animi erano grigi e cupi, specialmente per i neo Cavalieri per via della perdita subita, ma non c'era dubbio che, tra tutti loro, Pyras fosse quella più devastata. Se ne stava in costante veglia sul corpo del suo amato maestro, ormai senza vita e nemmeno la notte lo lasciava, persino per mangiare i suoi amici dovevano portargliene. Di rado usciva dalla sua stanza che fungeva da camera ardente, la lasciava solo per essere curata o quando cedeva alle insistenze per prendere un po' d'aria. Era totalmente devastata, spezzata sia dentro che fuori e il ritorno al Santuario fu come una pugnalata nel petto, poiché era troppo pieno di ricordi, ricordi che non avrebbe mai più potuto rivivere. Difatti, quando il Tempio del Leone fu allestito come nuova camera ardente, si stabilì nella zona giorno, tornando alla sua veglia.

Il funerale si celebrò una settimana dopo il loro ritorno al Santuario e nemmeno durante i preparativi della salma Pyras se ne andò, rimase lì per tutto il tempo. Su quel letto di fiori, vestito di bianco e le mani sul petto, sembrava che dormisse, proprio com'era successo con Cancer, ma invece era pervaso dal gelo della morte.

Il rito funebre venne svolto al cimitero poco fuori il Santuario e fu presieduto come sempre dalla stessa Athena. Per tutta la durata Pyras pianse affranta tra le braccia di Kyros, dal quale si separò per dare l'ultimo saluto.

“Non avrei mai pensato di arrivare a questo momento così presto … avevo immaginato di vivere una vita più lunga con … con te, perché … perché 18 anni sono troppo … troppo pochi. Ma il destino ha voluto diversamente e … e adesso non … non potremo più stare insieme e questo è inaccettabile. Eri tutto per me, un maestro, un amico, un confidente, ma soprattutto un padre, il padre che non ho mai avuto. F … forse avrei dovuto comportarmi più come una figlia che come allieva ma ora …” pianse più forte “Ora non sarà più possibile e … e fa male, troppo … ma sappi che non … non ti dimenticherò mai. Grazie di tutto maestro … grazie per avermi reso la persona che sono … grazie … grazie di cuore”

Tali parole commossero tutti e la stessa Athena che, prima che la ragazza tornasse da Kyros, l'abbracciò in segno di conforto per mostarle che ci sarebbe sempre stata in caso di bisogno. Dopo Pyras, anche Helladios, il padre di Hector, diede il suo ultimo saluto all'amato figlio, rinnovando poi sottovoce la promessa di proteggere Pyras. Il rito proseguì e alla fine ci fu la cremazione del corpo sulla pira funebre e l'aggiunta della lapide con una scritta della ragazza.

Grazie per tutto quello che

avete fatto per me, non vi dimenticherò mai.

Grazie di cuore e arrivederci … maestro.

Con amore

Pyras

La Saint, come con Cancer, rimase fino a che le ultime fiamme non si estinsero, affiancata dai suoi amici e lo stesso Sagittario, che tenne una mano sulla spalla della ragazza per tutto il tempo, poiché condividevano lo stesso dolore.


 

I giorni che seguirono furono a dir poco devastanti per la povera Pyras, che, entrata nuovamente in crisi, si era completamente barricata nel Tempio del Leone la sera stessa dopo il funerale, senza più uscire, sola, senza nessuno intorno. Passava il tempo a fissare l'armatura del Leone, ora vuota, nella sua forma originale, gli occhi spenti e vuoti. Non mangiava, non dormiva, a stento beveva. Sembrava un involucro vuoto privo di emozioni, la cui unica era solo un profondo dolore, un dolore che nessuno, neanche Kyros, riusciva a lenire. In lei c'era come una profonda voragine incolmabile, un vuoto inesorabile che ogni volta la faceva stare sempre peggio. Aveva perso l'unica persona in grado di capirla veramente, l'unica persona che sapeva leggerle fin nel profondo dell'anima … l'unica persona che aveva considerato come un padre e questo era qualcosa di inaccettabile, di inconcepibile. Stava intere giornate immersa nel vuoto e a piangere sul letto del suo defunto maestro, oltre che a stare davanti alle finestre, chiusa nel dolore più totale. Usciva solo alla domenica per andare alla tomba di Leo e poi tornava nella sua reclusione. I suoi amici d'altro canto non sapevano più che fare per farla stare meglio, solo Kyros riusciva in qualche modo a lenire il suo dolore, anche se di poco. Ma per il resto non riuscivano a farla reagire, neanche se le proponevano di cambiare aria e andare con loro a Rodorio. Ma tuttavia non cedevano.

“Ascolta Pyras … sappiamo come ti senti … ma non puoi continuare così. Devi reagire … ti prego … non precipitare nel baratro, reagisci. Leo non vorrebbe vederti così … reagisci …”, le diceva Kyros, il tono della voce supplichevole.

La ragazza inizialmente lo guardava, ma poi tornava con lo sguardo perso nel vuoto e quando l'abbracciava piangeva fino a crollare, esausta. Poi Kyros usciva dal Tempio e gli altri gli chiedevano come stava ma lui rispondeva …

“Nessun miglioramento”

Perché era vero, non riusciva a reagire, era totalmente chiusa nel suo dolore. Non sapevano più come comportarsi, a parte Talia, poiché anche lei aveva subito la sua stessa perdita con Capricorn e cercava di supportarla meglio che poteva, di farle capire che non era sola … ma purtroppo il risultato era sempre lo stesso. Era letteralmente distrutta.

In loro aiuto dovette venire lo stesso Sagitter nella speranza di farla reagire in qualche modo, così una sera …

“Ascoltami bene piccoletta, questo tuo compotamento ci sta facendo penare e i tuoi amici non ce la fanno più a vederti così. Sono dovuto intervenire io in loro vece, quindi apri bene le orecchie.”, esordì Helladios, posandole le mani sulle spalle.

La corvina d'altro canto lo guardò con lo sguardo vuoto e Sagitter, con un sospiro, riprese.

“Senti … comprendo perfettamente ciò che provi, poiché condividiamo lo stesso dolore. Io ho preso il mio unico figlio e tu hai perso l'unica figura più vicina ad un padre che non hai mai avuto. Perché Hector era questo per te: un padre e anche un maestro eccezionale. Ed è così che dovresti ricordarlo, non chiuderti nel dolore.”, concluse infine.

Pyras in risposta non seppe cosa dire, ma poi, dopo qualche secondo, le uscì qualcosa.

“Se … se davvero condividiamo lo stesso dolore … allora perché non state male?”

A quella domanda Helladios si inginocchiò alla sua altezza, puntandogli in viso le sue iridi limpide, così simili a quelle di Leo che Pyras sussultò.

“Davvero pensi questo? Credi che io non stia male per la perdita del mio unico figlio?” esordì con tono severo, per poi riprendere “Credimi, ci sono momenti in cui vorrei buttare tutto all'aria o addirittura morire e altre ancora in cui farei cascare il mondo. Ma se mi lasciassi andare alla disperazione non risolverei nulla e come Cavaliere di Athena non posso permettermi di vacillare. Quindi non parlare come se sapessi tutto.”, concluse infine.

Gli occhi di Pyras divennero lucidi e abbassò lo sguardo, mortificata, senza trovare le giuste parole, semplicemente rimase in silenzio, consapevole che aveva ragione, dannatamente ragione. Aveva parlato a sproposito, senza capire come si sentisse davvero, era stata un ipocrita. Sagitter ovviamente notò il suo sguardo, e capii che aveva compreso il suo errore, quindi con un sospiro l'abbracciò.

“Ascoltami … Leo ha chiesto di prendermi cura di te e di proteggerti ed è quello che intendo fare. Era consapevole che prima o poi sarebbe morto anche lui … e quando il momento è arrivato ha fatto il modo di non renderlo vano salvandoti la vita, quindi cerca di non renderlo tale, ti prego …”

In risposta la giovane non riuscì a trattenere le lacrime e Helladios la lasciò fare, unendosi a lei in quel momento di dolore, poiché era lo stesso.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Eh già, qui la nostra Pyras è completamente devastata per la morte del suo amato maestro. Riuscirà ad uscire dall'abisso e a tornare quella di prima? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio calorosamente Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro recensioni!

Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 - Una Visita Inaspettata ***


Capitolo 38 : Una Visita Inaspettata.

Le settimane passarono e il periodo di crisi di Pyras divenne infine un mese e la preoccupazione nei suoi confronti cominciò a crescere a livelli esponenziali. I suoi compagni le avevano provate tutte per farla stare meglio, ma inutilmente, non erano riusciti a farla reagire. Nemmeno le parole di Sagitter erano servite a molto. Athena, avendo sentito la situazione dallo stesso Helladios a cui aveva chiesto di aggiornarla, era molto preoccupata per la piega che stava prendendo. Inizialmente aveva preferito non intervenire, dato che, come anche Dea della Saggezza, aveva ritenuto poco opportuno intromettersi. Era consapevole del profondo legame che c'era stato tra Leo e Pyras, e per questo motivo non comprendeva pienamente cosa significava perdere qualcuno a cui si teneva particolarmente.

Ma, dopo l'ultimo aggiornamento di Sagitter, aveva capito che avrebbe dovuto intervenire personalmente per cercare di risollevare Pyras dal baratro di dolore in cui era precipitata. Ovviamente non lo avrebbe fatto perché la considerava una risorsa preziosa, ma perché aveva bisogno d'aiuto e, d'altro canto, si era anche affezionata a lei. Dopotutto era ancora una ragazza, una ragazza con cui aveva un profondo debito di gratitudine e non poteva permettere che precipitasse ancora di più nell'oblio del dolore.

Così un pomeriggio decise di farle visita al Tempio del Leone, dove sapeva che l'avrebbe trovata. Quando Pyras se la trovò davanti per poco non ebbe un colpo, dato che non si sarebbe mai aspettata di ricevere una sua visita in certe circostanze. Era pur sempre una Dea, oltre che l'autorità massima del Santuario, e, vista la recente alleanza con Poseidon, non pensava che avrebbe avuto tempo per lei. Athena nel vedere la sua espressione sorrise.

“Immagino che tu sia sorpresa di vedermi”

Pyras, dopo qualche secondo di smarrimento, si riscosse.

“Perdonatemi Divina … è che non mi aspettavo una vostra visita …”, mormorò, facendola entrare.

La Dea, appena entrata, si guardò intorno, notando che, nonostante la reclusione della ragazza, il Tempio era sempre splendido. Si accomodarono nella zona giorno e, una volta sedute, ci fu qualche secondo di teso silenzio, finché Pyras non proferì parola.

“A cosa devo la vostra visita Divina?”, chiese con un filo di voce.

Prima di rispondere Athena la osservò: aveva il volto provato e stanco, guance scavate, occhi rossi e gonfi circondati da profonde occhiaie, corpo più magro e esile, mentre la chioma era tutta scompigliata e sporca, così come le vesti. Sospirò, per poi darle una risposta.

“Come forse avrai intuito, avevo chiesto a Sagitter di aggiornarmi sulla tua situazione e, da quanto ho sentito, è molto peggiorata, oltre che preoccupante. Così, dopo attente riflessioni, ho deciso di intervenire io stessa per cercare di farti rinsavire” esordì, facendo una pausa e riprendendo poco dopo “E' passato un mese da quando è successo e per un mese sei rimasta chiusa qui senza teovare la forza di reagire all'immenso dolore. I tuoi compagni sono disperati e non sanno più cosa fare, nemmeno Helladios. Quindi anch'io sono qui per aiutarti essendo anche in debito, e voglio saldarlo.”, concluse.

A quelle parole Pyras rimase non poco stupita. Davvero era venuta lì per salvarla? Era davvero in grado di aiutarla a superare quel tragico momento? Comprendeva il suo dolore e quello che stava provando?

Queste e altre domande si aggiravano nella mente di Pyras. Ponderò bene la risposta da dare e infine …

“E … in che modo potreste aiutarmi?”

A quella domanda la Dea sospirò, per poi rispondere.

“Ho in mente di mandarti da Gemini ad addestrarti, lui in passato aveva un potere simile al tuo. Saprà aiutarti a controllarlo come si deve.”, spiegò.

Nel sentire ciò Pyras spalancò gli occhi, incredula a ciò che aveva appena sentito.

“Cos … davvero pensate che sia una buona idea? Insomma … non mi pare il caso di fare un addestramento adesso …”, replicò.

Athena allora si alzò per poi inginocchiarsi alla sua altezza.

“Ascolta … so che potrà sembrare una cosa azzardata e forse anche assurda ma … è per il tuo bene.”, cercò di spiegare.

A quel gesto Pyras rimase alquanto sorpresa, dato che non si sarebbe di certo aspettata un comportamento simile nei suoi confronti. Eppure sembrava davvero molto preoccupata per lei e la sua preoccupazione era alquanto sincera. Sospirò.

“Come mai tanto riguardo per la mia situazione pietosa? Come nostra Dea non avete altro a cui pensare? Ad esempio l'alleanza con Poseidon?”, chiese infine.

Athena in risposta sospirò a sua volta, per poi prenderla per le spalle.

“La verità è che per una volta vorrei essere io a fare qualcosa per voi. A causa mia state vivendo l'inferno in terra, state sacrificando le vostre stesse vite per me … mi avete salvata innumerevoli volte nelle mie precedenti esistenze e non sono mai riuscita a ricambiare a dovere. Ma questa volta vorrei cercare di fare la differenza … saldando il nostro debito, e se mi darai questa possibilità ne sarò molto onorata.”, rispose, le iridi turchesi che la guardavano con sincera apprensione.

La Saint di Phoenix abbassò lo sguardo, ponderando le parole della sua Dea con attenzione, talmente veritiere che non seppe trovare una risposta per replicare. Non aveva mai visto Athena atteggiarsi in quel modo nei confronti di qualcuno, al di fuori della Tredicesima Casa l'aveva sempre vista da lontano nei suoi giardini e, quando lei e i suoi compagni erano stati convocati era sempre stata composta, attendente ai suoi doveri.

Ora lì davanti a lei con il suo sguardo apprensivo nelle sue iridi di cioccolato sembrava una persona totalmente diversa, quasi umana, come le sue emozioni che aveva provato nel dirle tali parole. Parole piene di verità. Sospirò, mentre dal profondo del suo cuore saliva una risposta.

“E … e va bene … accetto …”, mormorò infine con un filo di voce, nonostante fosse alquanto restia.

A quella risposta Athena guardò la giovane con un lieve sorriso.

“Sono lieta che alla fine tu abbia accettato nonostante tutto …”

“Ho accettato per voi, non per me … poiché io sono ancora molto riluttante all'idea di partire per un addestramento adesso … ma le vostre parole mi hanno colpita nel profondo, spingendomi ad accettare, ma, come ho già detto, ho accettato per voi.”, rispose Pyras, seria.

“Lo capisco giovane guerriera, davvero … credimi, all'inizio ero intenzionata a non intervenire ma … la tua situazione era troppo grave per restare ferma a guardare …”, fece la Dea di rimando.

Pyras sospirò per poi parlare.

“Beh … dovrete aspettare il mio ritorno per ricevere i miei ringraziamenti Divina …”, mormorò.

Athena annuì, avviandosi quindi alla porta del Tempio.

“Bene, vado da Gemini allora, in questi giorni ho parlato con lui della situazione e ha deciso di addestrarti”

Detto ciò se ne andò e Pyras, rimasta sola, si fece pensierosa, chiedendosi se davvero Gemini potesse aiutarla con il suo potere. Insomma, sapeva quello che si diceva sui Cavalieri di quel segno e la maledizione che li affliggeva … ma se ci pensava bene anche lei aveva un lato oscuro per via del suo potere. Ma comunque lo avrebbe saputo molto presto, poiché dopo due settimane utilizzate per rimettersi un po' in sesto, lo stesso Gemini si presentò davanti alla porta del Tempio del Leone.

“Preparati, l'isola di Kanon ci aspetta”


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con questo nuovo capitolo!

A quanto pare anche Athena stessa è intervenuta per aiutare la nostra Pyras. Riuscirà la nostra paladina a superare il lutto e a sopravvivere a una nuova sfida?

Lo scoprirete nei prossimi capitoli. La storia è ormai agli sgoccioli e spero di riuscire ad emozionarvi fino alla fine.

Ringrazio calorosamente Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 - L'Isola di Kanon ***


Capitolo 39 : L'Isola di Kanon

L'isola di Kanon si presentò loro dopo qualche settimana di viaggio in barca, la quale l'avevano noleggiata al porto proprio come quando Pyras era andata a Nisyros con Scorpio.

Stavolta l'isola si presentava decisamente più ospitale visto che era abitata, ma l'unica dfferenza da Nisyros era che il vulcano era attivo, dato che dal cratere saliva del fumo. L'atmosfera che si respirava era tutto sommato tranquilla e la vita scorreva pacificamente. Quando misero piede al villaggio ricevettero comunque sguardi curiosi, segno che non si vedevano molti Cavalieri di Athena da queste parti, ma i due non ci diedero bado. Continuarono a camminare fino a raggiungere una radura abbastanza distante dal centro abitato ma nei pressi del vulcano. Prepararono quindi il campo senza proferire parola, fino a quando Gemini non si decise a rompere il silenzio, richiamando l'attenzione della ragazza. Sospirò.

“Prima di tutto è giusto che mi presenti visto che sarai mia allieva per un po'” esordì, riprendendo subito dopo “Il mio nome è Akerion di Gemini e prima che tu me lo chieda, si, avevo un gemello, Akuryu, ma sfortunatamente è morto di malattia prima dell'investitura. No, non l'ho ucciso se ti stai chiedendo anche questo. Immagino che tu sappia della maledizione dei Gemelli vero? Beh, credimi, non è stato il nostro caso, almeno non nella nostra era.”, concluse.

Pyras d'altro canto lo guardò con aria leggermente perplessa, per poi studiare la sua figura. A guardarlo doveva essere verso la 30ina, anche se il volto maturo tradiva l'età. La carnagione era rosea e sul volto brillavano due iridi dorate ed una chioma argentea incorniciava il tutto. Sotto la fulgida armatura dorata si intravedeva un fisico asciutto, frutto di anni di allenamento, mentre dietro la schiena volteggiava il consueto mantello. Nel vedere ciò il Gold Saint inarcò un sopracciglio.

“Beh che c'è? Non dovresti essere così perplessa.

Pyras allora si riscosse dal torpore.

“Perdonatemi … ero distratta …”, mormorò.

Gemini allora si inginocchiò alla sua altezza con un sospiro, prendendola per le spalle, uno sguardo serio in volto.

“Ascolta, so che non ti sei ancora ripresa dalla morte di Leo e credimi, so benissimo cosa significa perdere qualcuno che si ama, ma, come ti avranno già detto, devi rialzarti e andare avanti. Si, lo so che sarà dura, per me lo è stato, ma devi farlo. Athena mi ha chiesto di aiutarti ed è ciò che intendo fare, ma tu dovrai impegnarti al massimo hai capito?”

A quelle parole la corvina si fece pensierosa per qualche secondo, ma poi annuì lievemente.

“Va bene … lo farò …”, mormorò con un filo di voce.

“Bene, comunque inizieremo domani, il viaggio è stato stancante e tu devi riposare, dovrai essere in forze”

Pyras annuì nuovamente, quindi, dopo una cena in silenzio, andò direttamente dormire. Il giorno successivo si svegliò di buon'ora e, dopo una magra colazione, Gemini la portò non molto lontano dal campo per iniziare l'addestramento.

“Dunque, Athena mi ha parlato del tuo potere e so anche del tuo addestramento con Scorpio. Con me invece imparerai a controllare a tutti gli effetti la tua abilità, a usarla come un estensione di te. In questo modo riuscirai ad accettare il propiro io, capito fin qui?”

La corvina in risposta annuì silenziosamente, poi Akerion riprese.

“Tuttavia per fare ciò dovrai prima potenziare il tuo cosmo, poiché sarà assai fondamentale, quindi seguimi.”, concluse, per poi incamminarsi verso il vulcano.

Pyras d'altro canto lo seguì senza fare domande, lo sguardo perso in chissà quali pensieri, non sapendo cosa provare in quel momento. Certo, Athena aveva fatto tutto ciò per il suo bene, eppure dentro di se non ne era ancora del tutto convinta, ma c'era da dire che non avrebbe potuto starsene chiusa nel suo dolore in eterno. Era talmente assorta che non si accorse nemmeno della salita verso il cratere del vulcano. Fu Gemini stesso a riscuoterla una volta arrivati in cima e, quando Pyras riportò l'attenzione su di lui, il Gold Saint indicò l'interno del vulcano, più precisamente un'isoletta in mezzo alla lava. Bastò guardarla per capire cos'aveva in mente.

“A … aspetti, non vorrete mica che io mediti lì mi auguro …”, replicò.

Akerion invece annuì.

“Ebbene si, mediterai proprio lì, hai bisogno di rendere più ardente il tuo cosmo no? Quindi quello è il luogo più adatto per fare ciò, e adesso vai.”, disse infine, il tono che non ammetteva repliche.

Pyras a quel punto capì di non avere altra scelta se non quella di fare come diceva, quindi entrò dentro il cratere per poi scendere fino a raggiungere la suddetta isoletta dove si sedette a gambe incrociate. Chiuse poi gli occhi, dando inizio alla meditazione. Certo, l'armatura di Phoenix era stata pensata per resistere alle alte temperature, ma lì dentro il calore era qualcosa di insopportabile, cosa che se non avesse avuto la sua fedele Cloth nuovamente evoluta a proteggerla, molto probabilmente si sarebbe sciolta come neve al sole. Tuttavia meditare in mezzo a quel caldo infernale non era la cosa più piacevole del mondo, e difatti più volte perse la concentrazione. Dopo neanche due ore anche la sua pazienza venne meno e uscì stizzita dal vulcano sotto lo sguardo perplesso di Gemini.

“Beh, come mai sei già qui? Forza, ritorna alla tua postazione”

“No, per oggi basta così, il calore è insopportabile e non ce la faccio a concentrarmi, è impossibile.”, replicò Pyras, alquanto irritata.

“Questa non è una buona scusa per smettere quindi adesso torni la dentro senza fiatare chiaro?”, ribatté Gemini, autoritario.

“Voi non siete il mio maestro, non avete il diritto di dirmi cosa fare!”

A quel punto Gemini perse la pazienza e con uno scatto repentino la immobilizzò a terra in una presa di sottommissione e facendo leva sul braccio destro.

“Stammi bene a sentire ragazzina, vedi di abbassare la cresta perché altrimenti non andremo da nessuna parte! È vero, non sono Leo e non potrei mai permettermi di sostituirlo, ma comunque Athena mi ha chiesto di aiutarti ed è quello che intendo fare! Quindi adesso piantala di frignare e torna ad allenarti sono stato chiaro?!?”, esclamò con durezza.

Li per li Pyras fu sul punto di ribattere ma rimase in silenzio, ammutolita, senza sapere cosa dire e, improvvisamente, si rese conto di quanto fosse stata ipocrita in quella scenata. Per tutta la sua vita non aveva mai mollato una volta, aveva sempre affrontato ogni sfida senza mai tirarsi indietro. Perché avrebbe dovuto farlo ora? Gemini la stava aiutando per farla rinsavire dopo un mese nella disperazione, per di più sotto richiesta di Athena stessa, non poteva comportarsi in quel modo. Guardò allora il Gold Saint con sguardo rassegnato.

“Liberatemi, riprenderò l'addestramento.”, mormorò.

Akerion allora la lasciò libera e la ragazza tornò alla sua postazione, riprendendo da dove aveva lasciato.

I primi giorni furono davvero molto duri da sopportare visto il luogo e ciò la fece fallire numerose volte nell'arco delle giornate. Ma poi, poco a poco, comiciò a sentire un cambiamento e il suo corpo riuscì lentamente ad arrivare a sopportare tale temperatura e più si abituava, più il suo cosmo si elevava, diventando via via più ardente fino ad essere completamente in sintonia con l'atmosfera circostante.

Tale avvenimento avvenne dopo un mese di costante concentrazione poiché era arrivata ad annullare anche i suoi sensi per raggiungere quel traguardo. Ma alla fine dopo tante peripezie era riuscita nel suo intento e Gemini non poté che esserne compiaciuto.

“Molto bene, ora che il tuo cosmo è pronto, avrà inizio … la seconda fase”


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Perdonatemi per la settimana di assenza, ma ho avuto il classico e frustrante blocco dello scrittore. Ma ora ecco il nuovo capitolo fresco fresco per voi.

Ebbene si, la nostra Pyras è giunta all'isola di Kanon per il suo addestramento con Gemini. Riuscirà a superare anche la seconda fase? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio come sempre Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 - La Tecnica di Gemini ***


Capitolo 40 : La Tecnica di Gemini

Tali parole bastarono per metterla in agitazione, poiché non si sarebbe aspettata di passare subito alla seconda parte dell'addestramento, dato che la prima l'aveva abbastanza sfiancata. Ma in cuor suo sapeva di non potersi tirare indietro, quindi annuì nonostante l'incertezza.

“Di che cosa si tratterà?”

A quella domanda Gemini la guardò con sguardo serio per qualche secondo, poi parlò.

“Consisterà, come ti ho già detto al nostro arrivo, nell'insegnarti a controllare a tutti gli effetti il tuo potere e alla fine ad accettare definitivamente il proprio io. Tutti abbiamo un lato oscuro con cui fare i conti e credimi, lo so bene vista la maledizione che grava sul mio segno. Ma alla fine bisogna accettarlo per essere completi ed è ciò che tu dovrai fare, tutto chiaro?”

Pyras in risposta annuì lievemente, quindi Akerion riprese.

“Molto bene, ora seguimi, meglio andare in un luogo più appartato”

Detto ciò i due si incamminarono fino a raggiungere una radura abbastanza distante sia dai centri abitati che dal vulcano e una volta arrivati si fermarono l'uno davanti all'altra, il primo con uno sguardo serio in volto.

“Bene, ora cerca di ricorrere alle tue fiamme tramite tutte quelle emozioni contrastanti che stai provando, ripensa alla morte di Leo e alla rabbia che hai provato in quel momento. Concentrati solo su quello e non pensare ad altro”

Pyras allora annuì con fare titubante per poi fare come chiesto, quindi chiuse gli occhi e si concentò. Si rivide ogni istante della morte del suo maestro davanti, a come aveva rischiato la vita per proteggerla, al dolore che ancora l'avvolgeva nelle sue spire. Rivide poi ogni attimo del suo scontro con Eaco e si risentì ribollire il sangue nelle vene ripensando a ciò. Ricordò il modo brutale in cui aveva messo fine alla sua vita senza alcuna pietà. Sentì il corpo fremere e inizialmente parve funzionare, ma poi si bloccò di colpo, riaprendo gli occhi madida di sudore e ansimante. Gemini d'altro canto la incitò.

“Riprova, è normale fallire al primo colpo”

Pyras allora si prese qualche secondo per poi riprovare più e più volte, ma ogni tentativo si rivelò vano e così fu per i giorni seguenti.

Passò quindi una settimana senza alcun risultato nonostante le incitazioni di Gemini, così una sera, mentre la ragazza dormiva, decise di guardare nella sua mente proiettandosi al suo interno tramite un illusione e, grazie ad essa, riuscì a capire dove stava il problema di tutti quei fallimenti. Quindi il giorno seguente …

“Ieri sera sono riuscito a capire il tuo problema, tramite un illusione mi sono proiettato nella tua mente e ho compreso il perché dei tuoi continui fallimenti, ossia … che hai un blocco mentale che ti impedisce di usare le fiamme nere. Ne sei talmente terrorizzata a tal punto … perché le hai già utilizzate dico bene?”

A quella domanda Pyras sussultò per poi iniziare a tremare visibilmente, mentre le immagini di quegli avvenimenti si facevano vivide nella sua mente con violenza, a tal punto che non riuscì a trattenere un conato. Difatti corse dietro un albero, rigurgitando qualsiasi cosa come se non ci fosse un domani. Gemini d'altro canto sospirò, lasciandola fare.

A quanto pare ho fatto centro … pensò tra se e se.

La Saint d'altro canto stette non poco male e, quando ebbe finito, era verdognola in volto, quindi si sciaquò con l'acqua di un ruscello li vicino. Infine tornò da Gemini, gli occhi lucidi.

“Va meglio?”, chiese il Gold Saint non appena la vide.

Pyras in risposta annuì lievemente, rimanendo però in silenzio con lo sguardo basso. Akerion allora le diede una pacca sulla testa.

“Oh suvvia, capita a tutti di stare male per certe cose, non devi vergognarti.”, la rassicurò.

“Se lo dite voi …”, borbottò la ragazza, arrossendo.

“Lo dico eccome, tutti ci siamo passati” esordì Gemini per poi sospirare “Comunque non potrai rimanere bloccata in eterno, prima o poi lo dovrai superare.”, disse infine.

A quelle parole Pyras abbassò lo sguardo, afflitta.

“Allora … la vedo molto dura …”, mormorò, afflitta.

Nel vederla così Akerion capì che per quel giorno non sarebbero riusciti a fare nulla, dato che la Saint al momento non era nelle giuste condizioni per iniziare a tutti gli effetti la seconda fase.

I giorni che seguirono trascorsero lenti tra normale addestramento e meditazione, giorni in cui l'animo della ragazza si fece sempre più cupo e inquieto. Le sue notti erano insonni, popolate dagli incubi e il rischio che precipitasse di nuovo fu molto alto, ma fortunatamente Gemini riuscì a gestirla.

Infine, dopo quasi due settimane di immobilità, arrivò il giorno della svolta, poiché il Gold Saint aveva trovato un modo per aitare Pyras a superare il blocco mentale.

“Dunque, durante questo periodo fermo ho avuto modo di riflettere sulla tua situazione e alla fine ho trovato un modo per darti una mano.”, esordì una mattina.

“Ossia?”, chiese la corvina con fare titubante.

In risposta Gemini si prese qualche secondo per poi rispondere.

“Ti aiuterò tramite le mie illusioni, ossia facendoti usare il tuo potere come se fossero le tue fiamme normali, darti l'idea che sia meno distruttivo in pratica. Credimi, non vorrei farlo, ma è l'unico modo che ho trovato …”, spiegò infine.

A quella proposta Pyras abbassò lo sguardo, facendosi pensierosa per qualche secondo.

Davvero Gemini era disposto a fare tutto questo per lei? Lei che non era nemmeno sua allieva ufficiale? Era davvero così importante per essere aiutata in questo modo? Sarebbe bastato per rompere il blocco mentale definitivamente?

Queste e altre domande vagavano nella sua mente già turbata. Ma in cuor suo sapeva di non potersi tirare indietro per sempre, doveva superare il suo blocco … altrimenti non sarebbe andata da nessuna parte.

Infine, poco a poco, il suo sguardo si fece leggermente più serio, quindi tornò a guardare Akerion e annuì lievemente.

“D'accordo … facciamolo … se è l'unico modo vale la pena tentare. Leo mi ha sempre insegnato a non arrendermi e non voglio deluderlo …”

Nel sentire quelle parole Gemini la guardò con fare compiaciuto.

L'hai addestrata proprio bene Leo …

Poi si fece serio.

“Ora ascoltami bene, sto per usare la mia Genro Ken su di te, è una tecnica illusoria molto potente quindi diminuirò la sua potenza per evitare danni celebrali irreparabili. Tutto chiaro?”

Pyras in risposta annuì, quindi Gemini, dopo un profondo respiro, si circondò del suo cosmo dorato e, riducendone la potenza, lanciò la sua tecnica sulla ragazza. Inizialmente avvertì come un capogiro e un mancamento, ma rimase barcollante in piedi. Poi, quando si fu ripresa si vide il paesaggio ondeggiante e il cielo terso di nubi, tutto aveva un'aria alquanto surrreale, quasi astratta. Sembrava tutto calmo ma poi si ritrovò circondata da nemici illusori, quindi accese il suo cosmo che si fece nero di colpo e iniziò a combattere, rendendosi conto quasi subito che la potenza delle sue fiamme nere era decisamente molto meno distruttiva della loro attuale forza.

Ciò però non bastò subito a farle superare il blocco visto che era il primo tentativo, ma almeno non erano devastanti e questo in un certo senso servì a qualcosa. Ma nonostante l'illusione tratteneva ugualmente il suo potere per paura che esplodesse e questo si ripeté nei giorni che seguirono.

Gemini ovviamente ne usciva comunque sfinito, poiché il suo blocco mentale era davvero duro da buttare giù e mantenere la tecnica attiva intere giornate era stancante.

Ogni mattina e pomeriggio la lanciava sulla Saint, facendo solo una pausa per mangiare, cosa che non bastava per farli recuperare le energie. Così facevano due o tre giorni di pausa e poi riprendevano.

Tale addestramento andò avanti per quasi un altro mese, ma alla fine Gemini riuscì a rompere il blocco mentale della ragazza, dato che in quel lasso di tempo quest'ultima aveva imparato poco a poco a convivere con il suo potere.

Ciò accadde un pomeriggio in cui la ragazza era ormai al limite dato che Akerion aveva aumentato la potenza della sua tecnica. Era sfinita e circondata da una ventina di nemici illusori, a stento si reggeva in piedi, ma poi improvvisamente qualcosa dentro di lei scattò e si circondò nuovamente delle sue fiamme nere nonostante fosse al limite. Infine con nuovo impeto travolse gli ultimi nemici rimasti senza la minima esitazione. Poi l'illusione cessò ed entrambi caddero a terra, esausti, e Gemini guardò Pyras con fare soddisfatto.

“Complimenti … hai superato anche la seconda fase …”


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyafanfiction! Dunque, ebbene si, la nostra Pyras dopo tante peripezie supera anche la seconda fase. Ho reso bene la tecnica di Gemini? Spero che il tutto non sia stato troppo confusionario …

Ma non è finita qui … ora arriverà la parte più difficile … non vi dico altro.

Ringrazio calorosamente Franky93, Stellareika e reign_00evil per le loro recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 - Soluzione Trovata ***


Capitolo 41 : Soluzione Trovata

Complimenti … hai superato anche la seconda fase …”

Era passata una settimana da quando Gemini aveva pronunciato quelle parole e Pyras ancora non riusciva a crederci di esserci riuscita. Aveva affrontato non poche peripezie per arrivare a quel traguardo e ora che finalmente il blocco mentale era stato superato non le sembrava vero. Gemini dovette ripeterglielo un paio di volte ma alla fine ne divenne consapevole. Tale consapevolezza la fece sentire come libera da un grosso peso, molto più leggera … certo, non ancora del tutto in pace con sé stessa ma comunque più sollevata. Sapeva bene che il dolore per la morte di Leo l'avrebbe accompagnata per tutta la vita, ma sapeva anche che lui sarebbe per sempre vissuto nel suo cuore e nei ricordi. Le ci era voluto molto per capirlo, ma grazie a Gemini era riuscita finalmente a comprenderlo.

Akerion d'altro canto era molto soddisfatto del risultato ottenuto, anche se era stato assai difficile all'inizio, ma alla fine Pyras si era dimostrata all'altezza delle sue aspettative, superando entrambe le due fasi.

Ora l'attendeva la terza, ma per essa ripartirono per il Santuario. Così, durante il viaggio di ritorno …

“In cosa consisterà la terza parte? Perché c'è una terza fase … giusto?”, esordì Pyras un pomeriggio mentre erano sul ponte.

Gemini in risposta sospirò per poi annuire.

“Si c'è, ossia che dovrai trovare un modo per utilizzare le tue fiamme nere senza la mia presenza, oltre che ad accettare del tutto il tuo io.”, spiegò.

“Oh … capisco …” mormorò la ragazza con un sospiro “Immagino che … sarà la più difficile …”, disse infine.

Il Gold Saint allora le diede una pacca sulla testa.

“Suvvia non scoraggiarti, sono più che sicuro che ci riuscirai anche stavolta, e poi tu non ti arrendi mai giusto? Quindi ho fiducia nelle tue capacità.”, la rassicurò.

Nel sentire ciò Pyras sorrise lievemente.

Ha ragione, io sono una che non molla tanto facilmente … supererò anche questa, te lo prometto … Maestro …

E con quel pensiero determinato poté continuare il viaggio di ritorno molto più rilassata, dato che ne aveva bisogno.


 

Arrivarono in vista del porto di Atene all'alba della terza settimana di traversata e non appena lo vide, il cuore di Pyras iniziò a batterle forte nel petto. Finalmente era tornata a casa dopo un altro lungo periodo di lontananza. Non sapeva quanto tempo fosse passato, forse due mesi, forse tre, era stata troppo impegnata con il suo addestramento per pensare alla condizione del tempo. Ma ora quello che contava era essere di nuovo a casa e non vedeva l'ora di riabbracciare i suoi amici, soprattutto Kyros.

Certo, avrebbe dovuto affrontare la terza fase del suo addestramento, ma almeno non sarebbe stata sola.

Una volta giunta a destinazione Pyras si catapultò fuori dalla barca dopo aver preso congedo e corse imperterrita verso il Santuario, il cuore che batteva a mille per l'emozione di rivedere i suoi amici. Gemini d'altro canto l'aveva lasciata andare, tanto sarebbe bastato lui per fare rapporto ad Athena. Sorrise mentre la guardava correre con lo sguardo allegro sul volto.

E' proprio come te … Leo …

Con quel pensiero scese anche lui dalla barca e, dopo aver dato il compenso all'equipaggio, si diresse verso il Santuario per fare rapporto.


 

Pyras nel frattempo era giunta a destinazione e, una volta arrivata, corse verso i campi di allenamento dove, con somma gioia, trovò i suoi amici. Il primo a correrle incontro fu proprio Kyros che la strinse in un forte abbraccio, baciandola poi con passione.

“Mi sei mancata …”, mormorò.

“Anche tu … non sai quanto …”

Dopo di lui fu il turno degli altri darle il ben tornato con tanto di strizzate, dopo di ciò vollero subito sapere le novità e Pyras raccontò ogni cosa per filo e per segno, lasciandoli tutti a bocca aperta.

“Davvero hai imprato tutto questo?!?”, esclamò Asterius, sorpreso.

“Si, ma come vi ho già detto, non è ancora finita, ora dovrò trovare un modo per superare la terza fase.”, spiegò l'amica di rimando.

“Sono certo che ci riuscirai, e non lo dico solo perché sei la mia ragazza, ma perché ho fiducia in te.”, la incoraggiò Kyros.

Pyras sorrise e lo guardò con gratitudine.

“Comunque … ti sei ripresa?”, chise Talia poco dopo, facendola sussultare.

Era stata colta alla sprovvista dato che non si sarebbe aspettata subito una domanda del genere ma, dopo qualche secondo, annuì.

“Si … non completamente … ma grazie a Gemini mi sono risollevata un po' …”, mormorò.

“Ne sono felice … temevo il contrario …”

L'altra d'altro canto l'abbracciò.

“Non temere Talia … sono più forte di quanto pensi …”, la rassicurò, staccandosi poco dopo.

“Questo lo sappiamo ma … ci hai fatti davvero preoccupare, temevamo che non ti saresti più ripresa …”, mormorò Kyros con un filo di voce.

Pyras allora sciolse la stretta da Talia per abbracciare colui che amava, accarezzandogli dolcemente la testa.

“Ora sono qui, avete la mia parola che non vi farò più preoccupare … promesso …”

Nel sentire ciò anche gli altri si unirono all'abbraccio.

“Ricordati, l'hai promesso.”, mormorò Asterius.

L'amica annuì per poi iniziare a piangere di gioia, felice di essere finalmente tornata a casa.


 

Nel frattempo Gemini aveva appena finito di fare rapporto ad Athena.

“E questo è tutto.”, concluse, dopo aver raccontato ogni cosa per filo e per segno.

“Molto bene, sono contenta che questo addestramento abbia avuto i risultati sperati” esordì la donna, riprendendo subito dopo “E lei come sta?”

In risposta Gemini sospirò.

“Fortunatamente si è ripresa, ma non del tutto … la morte di Leo rimarrà ancora una ferita aperta, ma psicologicamente è abbastanza stabile.”, spiegò.

“Capisco … comunque ti sono grata per l'aiuto che le hai dato”

“Era il minimo Divina … anche se ora come ora manca ancora la terza fase del nostro addestramento …”, fece Akerion di di rimando.

Athena in risposta sorrise con fare rassicurante.

“Sono certa che troverà una soluzione più che valida”


 

Tali parole si rivelarono presto veritiere, dato che, nei giorni seguenti dal suo ritorno, Pyras si era messa d'impegno per trovare una soluzione al problema. Si era trasferita nel Tempio di Sagitter, poiché, quando le era stato proposto da Kyros, aveva subito accettato e dal quel momento si era gettata a capofitto nelle sue riflessioni.

Infine, dopo quasi due settimane, trovò finalmente la soluzione tanto attesa, così, una mattina di buon'ora, corse al Tempio di Gemini.

“Ho trovato un'idea!”, esclamò una volta spalancate le porte.

Il Gold Saint, che in quel momento era in dormiveglia, quasi cadde dal letto, per poi guardare l'ospite inaspettata con sguardo poco contento.

“Spero per te che sia buona …”, borbottò.

Pyras in risposta annu', sospirando poco dopo.

“Lo è” esordì, facendo una pausa per poi riprendere “Ci ho pensato con molta attenzione da quando siamo tornati e alla fine, dopo attente riflessioni, ho trovato il modo”

“Ossia?”

La Saint sospirò nuovamente, facendosi seria.

“Ammetto che sarà azzardato ma è l'unica scelta …” prese un profondo respiro e continuò “Dovrò usare il Fantasma Diabolico su di me”


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ebbene si, sono tornata dopo un periodo di pausa, ma alla fine la stesura cartacea è completa, quindi ogni mercoledì sfornerò un nuovo capitolo che vi farà impazzire, parola mia!

E come cominciare se non con Pyras che ha trovato una soluzione … alquanto azzardata … per affrontare la terza fase del suo addestramento? Spero di esservi riuscita a lasciarvi con il fiato sospeso XD!

Detto ciò vi anticipo che accadranno due colpi di scena che vi faranno dire “Wow!” ve lo posso garantire!

Dunque, appena finirò con questa pubblicazione tornerò anche con la mia storia di SHANA e un'altra sorpresa che vi verrà rivelata a tempo debito.

Detto ciò ringrazio calorosamente i miei seguaci che mi hanno atteso con tanta pazienza: Franky93, reign_00evil e Stellareika e i miei lettori silenziosi!

Concludo dicendo … alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 - Un nuovo traguardo ***


Capitolo 42 : Un nuovo traguardo

Tra tutte le reazioni che si sarebbe aspettata, quella che avvenne fu quella più ovvia.

“CHE COSA?!? Sei impazzita per caso?!?”

A quella esclamazione Pyras scosse la testa.

“No, non lo sono, anzi, sono serissima”

Gemini d'altro canto la guardò con fare scettico.

“Sei proprio sicura di averci pensato bene? Perché a me non mi sembra …”

“Ci ho pensato più che bene e alla fine è l'unica soluzione. Pensateci, anche voi avete usato la vostra tecnica su di me per aiutarmi a superare il mio blocco mentale, e visto che si tratta di qualcosa di psitico, il Fantasma Diabolico è la tecnica perfetta. Sarà anche un modo per diventare finalmente un Cavaliere della Fenice completo.”, spiegò infine.

Nel sentire ciò il Gold Saint si fece pensieroso, ponderando per bene le parole della ragazza con attenzione.

In fondo non ha tutti i torti, potrebbe essere una soluzione … pensò tra se e se.

Infine, dopo qualche secondo, annuì con un sorriso.

“Sei caparbia oltre che testarda, proprio come Leo” esordì, continuando subito dopo “Ebbene, credo che la tua sia un'idea più che valida … e si, anche azzardata … ma comunque una soluzione. Quindi approvo, ma mi raccomando, stai attenta e non sforzarti troppo”

Pyras annuì per poi congedarsi e tornare al Tempio di Saggitter, dove trovò sia Helladios che Kyros svegli che la guardavano con sollievo.

“Perché quelle facce?”, domandò la corvina con fare perplesso.

“Beh … stamattina sei uscita presto senza avvisarci, quindi non vedendoti ci siamo preoccupati …”, si giustificò Kyros.

In risposta Pyras sospirò.

“Oh suvvia, non c'era bisogno che vi preoccupaste e poi non serve che vi dica certe cose come “esco”, non sono più una bambina …”, borbottò.

“Questo lo sappiamo figliola ma vedi … Leo mi ha chiesto di proteggerti e voglio rispettare il volere del mio amato figlio …”, replicò Saigitter, prendendola per le spalle e guardandola negli occhi con sguardo serio, così identico a quello di Leo che la ragazza abbassò lo sguardo.

“Va bene … la prossima volta non vi farò preoccupare …”

I due annuirono poi Kyros la guardò con fare interrogativo.

“Comunque, dove sei stata?”

“Sono andata da Gemini, ho trovato la soluzione per completare definitivamente il nostro addestramento, quindi glie l'ho comunicata … ed è d'accordo … nonostante l'abbia quasi buttato giù dal letto …”

“Ah si? E quale sarebbe?”

“Ve la dirò non appena avrò chiamato gli altri.”, rispose la Saint, uscendo quindi di nuovo per radunare i suoi compagni.

Non le ci volle molto e, dopo neanche mezz'ora, erano tutti radunati al Tempio di Sagitter nella zona giorno, quindi Pyras poté comunicare la sua idea.

“Dunque, inizio col dirvi che ci ho pensato a lungo ponderando per bene i rischi, ma è l'unica scelta possibile. Ho deciso di usare il Fantasma Diabolico su di me”

A quelle parole inizialmente pensavano che stesse scherzando, ma nel vedere il suo sguardo serio capirono che non era affatto così.

“Eh?!? Sei per caso diventata matta?!? Sarebbe un rischio bello e buono!”, esclamò Asterius, contrariato.

“Sono d'accordo e, per quanto abbia fiducia in te, è comunque troppo rischioso.”, aggiunse Kyros, preoccupato.

“Sei proprio sicura che sia l'unico modo?”, chiese Talia, preoccupata pure lei.

Pyras in risposta annuì.

“Si lo è … Gemini ha fatto lo stesso utilizzando la sua tecnica illusoria per aiutarmi a superare il mio blocco mentale causato dalla paura verso il mio potere. Poi anche Scorpio ha utilizzato su di me la sua Cuspide Scarlatta e se sono riuscita a sopportare ben due tecniche di questo calibro, utilizzare la mia tecnica su di me non sarà niente.”, cercò di rassicurarli.

Tuttavia però tali parole non ebbero comunque l'effetto sperato e i loro sguardi si fecero ancora più preoccupati, specialmente quello di Kyros.

Sospirò nuovamente.

“Sentite, comprendo la vostra preoccupazione e, visto che non mi sono ancora del tutto ripresa, temete che la mia mente non riesca a reggere. Ma non dovete” esordì, facendo una pausa e riprendendo poco dopo “Da quando sono diventata Cavaliere ho passato praticamente di tutto e questo Ast e Kyo lo sanno molto bene, ma mi sono sempre rialzata ogni volta. Si è vero … soffro ancora per la morte di Leo, ma grazie a Gemini e a voi lo sto superando. Tutti voi sapete quanto io sia forte, dato che ho rischiato più volte la vita per proteggervi, ma ogni volta ne sono uscita viva …” fece un'altra pausa, continuando subito dopo “Quello che praticamente sto cercando di dirvi è che comprendo benissimo il rischio da correre, ma è l'unica scelta che ho. E no, non vi sto chiedendo il vostro consenso … ma di avere fiducia in me … nient'altro …”, concluse.

I suoi amici erano rimasti in silenzio per tutto il tempo del suo discorso e ora stavano ponderando per bene le sue parole, rendendosi conto poco a poco che aveva perfettamente ragione. Era vero, dalla sua investitura a Cavaliere ne aveva passate davvero di tutti i colori, ma anche quando tutto le era sembrato perduto, si era sempre rialzata. Aveva messo addirittura a rischio la vita per proteggerli, persino da Hades e Eaco. Era persino sopravvissuta a Scorpio e ora a Gemini, quindi possedeva tutti i requisiti per farcela. La loro fiducia in lei non era mai venuta meno e questo era sempre stato la sua forza, una forza incrollabile.

Così, dopo quella riflessione, la guardarono con sguardi del tutto diversi e bastò per capire che avrebbe avuto il loro sostegno. Sorrise caldamente.

“Grazie ragazzi …”

Helladios, che per tutto quel tempo era rimasto in silenzio, la prese per le spalle.

“Mi avevano detto che eri testarda … ma in ogni caso, stai attenta mi raccomando”

“Non si preoccupi, ce la farò, parola mia”


 

Cos' il giorno seguente diede finalmente inizio alla terza fase del suo addestramento con l'immancabile sostegno dei suoi amici. Quella notte si era fatta un sonno rilassante e ora era perfettamente riposata. Si era svegliata di buon'ora e, dopo colazione, si era diretta in un luogo non molto distante dal Santuario per essere sicura di non fare danni assieme ai suoi amici. Una volta giunti a destinazione gli altri si misero a distanza di sicurezza, poi Pyras si mise in posizione, prendendosi qualche minuto.

Sapeva che non sarebbe stato facile, ma era l'unica scelta possibile e non poteva permettersi di esitare, quindi chiuse gli occhi per poi concentrarsi ed espandere il suo cosmo quel tanto che bastava. Infine … lanciò il Fantasma Diabolico su di lei.

Inizialmente fu come una stilettata di dolore, poi la testa iniziò a girare vorticosamente, a tal punto da fare andare tutto sottosopra e ogni cosa sembrò ondeggiare.

Ma poi, poco a poco, riuscì a stabilizzare il tutto, seppur con fatica dato che la testa stava iniziando a pulsare. Dopo di ciò creò le sue illusioni, immaginandosi in uno scontro e sfoderò le sue fiamme nere, iniziando quindi a combattere. Tuttavia dovette fermarsi quasi subito per l'enorme sforzo e ne uscì con un forte mal di testa.

Ciò però non la fece scoraggiare e nei giorni seguenti continuò a provare e riprovare senza arrendersi. Sapeva che qualche settimana non sarebbe bastata, le ci sarebbe voluto tempo e pazienza oltre che grande concentrazione.

Passò difatti un mese, in cui però non ottenne molti risultati e ciò inizialmente la scoraggiò, ma sapeva di poter fare di meglio grazie al periodo sull'isola di Nisyros con Scorpio. Così ci mise molto più impegno e alla fine, dopo quasi due mesi, ottenne il risultato sperato grazie ad una gigantesca conoscenza di se stessa. Tramite quell'addestramento aveva capito i suoi limiti e fin dove poteva spingersi e ciò le permise di creare l'illusione perfetta per poi usare il suo potere quasi al massimo della sua forza, riuscendo a dosarlo in modo corretto durante il combattimento illusorio.

Infine, quando terminò, sciolse la tecnica per poi guardare i suoi amici con sguardo trionfante. Ce l'aveva fatta. In quel periodo aveva imparato a controllare la sua tecnica in modo da riuscire a mantenerla per un lungo lasso di tempo senza troppi sforzi, cosa che non si era mai aspettata di riuscire a fare. Ma la sua forza di volontà e la fiducia dei suoi amici le avevano dato il giusto stimolo per non abbattersi.

Era riuscita in qualcosa di forse mai tentato prima e ciò l'aveva resa … una Fenice finalmente completa.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il nuovo capitolo! Si, oggi pubblico prima del solito perché dopo non posso dato che sarò impegnata.

Ebbene si, la nostra Pyras alla fine è riuscita a raggiungere il suo obbiettivo e ora potrà finalmente definirsi un Cavaliere di Phoenix completa a tutti gli effetti!

Spero di essere riuscita a lasciarvi a bocca aperta anche stavolta XD.

Preparatevi perché nei prossimi capitoli ne accadranno di tutti i colori per i nostri Paladini di Athena e posso assicurarvi che rimarrete col fiato sospeso.

Ringraziamenti! Ringazio calorosamente Franky93 per le sue recensioni, Stellareika e reign_00evil per il loro sostegno e pazienza. Ovviamente un ringraziamento speciale va ai miei lettori silenziosi!

Detto ciò alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 - Fiamme nella notte ***


Capitolo 43: Fiamme nella notte

Tale traguardo venne festeggiato con una bella festa a Rodorio e grigliata per la gioia di Pyras. Si erano trovati tutti nella taverna dove erano stati la volta precedente e il locandiere fu molto contento di rivederli. La serata trascore in modo tranquillo e piacevole, tra scherzi e risate, con l'aggiunta di una gara di bevute. Si divertirono un mondo e, dopo la festa, fecero un giro per la cittadina con una tappa alle terme. Infine, sulla strasa del ritorno …

“Ah, proprio una bellissima serata, mi sono proprio divertita, grazie ragazzi!”, trillò Pyras, entusiasta.

“Figurati, e poi te lo meritavi, hai raggiunto un traguardo a dir poco incredibile!”, fece Asterius di rimando.

“Sono pienamente d'accordo, Leo sarebbe davvero molto fiero.”, aggiunse Kyros, circondandole le spalle con un braccio.

A quelle parole la ragazza sorrise lievemente.

“Lo so … grazie del pensiero Kyo …”

“E' il minimo …”

Anche gli altri sorrisero a ciò. Erano proprio una bellissima coppia.

Rientrati infine al Santuario dopo aver parlato del più e del meno sulla strada del ritorno, si congedarono, andando poi a dormire.

Tuttavia, se per quella serata si erano potuti rilassare, tornarono i giorni frenetici a ricordare loro che la Guerra Sacra non era ancora finita.

Difatti, due giorni dopo quei festeggiamenti, Athena convocò tutti i suoi Cavalieri nella Tredicesima Casa per una comunicazione alquanto importante.

“Miei Cavalieri, come forse tutti sapete, grazie all'ultima missione, abbiamo ottenuto un potente alleato ossia il Signore di Atlantide, Poseidon. Con lui dalla nostra parte avremo una possibilità in più contro il nostro nemico Hades. In quest'ultimo periodo sia io che Poseidon abbiamo conferito a lungo per discutere i piani di battaglia e siamo giunti alla conclusione che il tempo è finalmente giunto” esordì con voce solenne, riprendendo subito dopo “Passeremo questa settimana a prepararci, la prossima partiremo. Andate ora.”, concluse infine.

Detto ciò tutti si congedarono, per poi dare subito inizio ai preparativi, poiché non si poteva più aspettare. Nei giorni successivi non ci fu un attimo di tregua e persino Pyras e i suoi amici non ebbero respiro tra i preparativi e gli allenamenti. Ciascuno doveva essere al massimo della forma e nessuno fu da meno. Tutti i preparativi procedettero come previsto secondo i tempi, fino a che non furono ultimati.

La partenza era ormai prossima.


 

Un forte boato scosse la tranquillità della notte, poi un altro e un altro ancora e una moltitudine di cosmi ostili impregnò l'aria, quattro in particolare spiccavano tra tutti gli altri, e tra quelli uno era a dir poco devastante. In poco tempo dalla bella Rodorio si levarono grida strazianti e disperate mentre il fuoco generato dalle esplosioni bruciava ogni cosa senza pietà. Poi, da quelle stesse fiamme emerse una figura con una lucente armatura cremisi e iridi vermiglie, sembrava un demone dell'Inferno con la sua spada infuocata. In volto aveva un ghigno sadico, carico di piacere nel vedere tutta quella devastazione.

Al suo fianco fecero poi la loro comparsa altre tre figure incappucciate, una delle quali affiancata da una decina di incappucciati. Poco dopo la figura in rosso volse lo sguardo alle altre.

“Voi andate al Santuario, io mi occuperò di fare pulizia”

Le tre figure annuirono per poi fare come chiesto mentre la figura cremisi iniziava la sua carneficina.


 

Nel frattempo al suddetto luogo era scattato l'allarme generale e Athena aveva disposto le truppe in modo da essere operative su più fronti, affiancata da Poseidon. Infatti le due Divinità avevano mandato i loro guerrieri a Rodorio in modo da provare a salvare la situazione, mentre tre dei Sette Generali sarebbero andati in difesa delle tre Case rimaste senza un guardiano. In loro aiuto Athena aveva schierato i Cavalieri d'Argento con i loro commilitoni, o almeno una parte, mentre l'altra, assieme ai Gold Saint e ai Bronzini, avrebbe contrastato gli Spectre in avvicinamento. Anche se l'attacco era stato improvviso, Athena aveva saputo comunque gestire la situazione, sfoderando le sue abilità strategiche di Dea, non solo della Giustizia, ma anche della Guerra.

In breve tempo il Santuario si trasformò in un campo di battaglia, scoprendo ben presto il nemico: Radamantys con il suo seguito, Thanatos e Morfeo, tre avversari temibili molto ostici, ma che nessuno temette di affrontare. Pyras e i suoi amici, assieme ad altri loro pari, ebbero il loro bel da fare per cercare di supportare i Gold Saint rimasti in difesa del Santuario. La Fenice tra l'altro aveva percepito la presenza di Thanatos e inizialmente avrebbe voluto scatenare la sua ira su di lui, ma poi, riflettendo, decise di lasciar perdere per il momento, poiché i suoi amici avevano bisogno di lei. Grazie al suo addestramento da poco ultimato utilizzava le sue fiamme nere con maestria tramite il Fantasma Diabolico, e si rivelò alquanto efficace.

Ma se al Santuario la situazione era gestibile, a Rodorio era disperata, poiché la figura cremisi si rivelò essere il terribile Ares, il Signore della Guerra. Nemmeno i cosmi dorati di Taurus, Acquarius e Scorpio riuscivano a frenare la sua furia e anche i Quattro Generali con loro si trovarono in difficoltà. Le sue fiamme parevano inarrestabili e Rodorio ne era ormai avvolta. Per le strade si sentivano ancora le grida strazianti di disperazione. Athena aveva anche mandato dei soldati in soccorso dei cittadini ma purtroppo le fiamme di Ares li avevano travolti.

Tuttavia però anche al Santuario la situazione stava man mano degenerando, la Viverna e Thanatos mietevano vittime su vittime e Morfeo non era da meno poiché gli bastava un niente per far entrare i poveri malcapitati in sonni eterni tramite sogni mortali. I sottoposti della Viverna poi si rivelarono una vera seccatura e i Cavalieri ebbero il loro bel da fare per contrastarli ed evitare che arrivassero al Santuario. La scalinata e il piazzale di fronte alla Casa dell'Ariete si erano trasformati in un feroce campo di battaglia senza esclusione di colpi e i Bronzini, affiancati anche dai Silver Saint e le Amazzoni del Gineceo dovettero dare fondo a tutta la loro energia.

Ben presto però la situazione degenerò quando i cosmi di Taurus, Scorpio e Acquarius si spensero immprovvisamente, mentre quelli dei tre Generali degli Abissi erano estremamente deboli. Tale evento bastò per far capire quanto la situazione fosse disperata su entrambi i fronti, poiché le perdite stavano diventando troppo ingenti, specialmente tra i Bronzini nonostante resistevano a stento. Ciò aveva portato Pyras e i suoi compagni a fare ancora di più per evitare il peggio, ma c'era da dire che erano comunque stremati, feriti in più punti e le loro armature erano crepate qua e la, i corpi che tremavano per gli sforzi. Tra tutti Pyras era quella messa peggio essendo anche sfiancata dal continuo uso del Fantasma Diabolico per utilizzare la sua tecnica. Era rimasta ferita in più punti e a stento si reggeva in piedi.

Attorno a loro la battaglia degenerava ma fortuna volesse che avevano i Generali a dare man forte, e, grazie al loro supporto, il nemico non riuscì a raggiungere il Santuario e i sottoposti di Radamantys non ebbero molte speranze, ma tuttavia ciò non bastò a rallentare le perdite che aumentavano a vista d'occhio.

Improvvisamente però, quando tutto sembrava perduto, accadde qualcosa di inaspettato: il nemico si ritirò a un ordine della Viverna e scomparve così come era arrivato e tornò la quiete.

Era stata una battaglia feroce e molto probabilmente con l'obbiettivo di dimezzare le loro forze, cosa in effetti riuscita, poiché le vittime tra i Bronzini e i Silver Saint, nonostante la potenza maggiore, erano state enormi. Ma la cosa più sconcertante era stata la perdita di ben tre Gold Saint molto validi, due dei quali maestri di Zenais e Constantine ed entrambi ne erano rimasti sconvolti. Pyras e Talia li affiancarono per dare loro conforto, poiché capivano perfettamente come si sentivano, essendoci passate entrambe e i due ne furono molto grati.

Nei giorni che seguirono si celebrarono i riti funebri sia dei Gold Saint che delle vittime e, nonostante il dolore, cercarono comunque di andare avanti per riorganizzare poco a poco le forze. Ognuno stava cercando di riprendersi come meglio poteva, inclusa Pyras.

Tuttavia un altro fatto scosse il Santuario: due settimane dopo Phoenix e i suoi amici, nonostante non fossero ancora del tutto in forma, si offrirono di andare a perlustrare l'aria attorno al Santuario per vedere se c'era ancora qualche nemico che volesse aproffittare della loro situazione. Tutto stava procedendo senza intoppi quando all'improvvisp si trovarono in mezzo a una scia di esplosioni che li costrinse a separarsi.

Fu in quell'attimo che accadde. In tutta quella confusione Pyras … sparì tra le fiamme.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un altro aggiornamento! Di norma leggerei Manga al giovedì ma per un po', finché non finisco, ho deciso di dedicarli alla pubblicazione.

Eeeee si ragazzi miei, ecco che arriva l'attacco col botto! Lo so, sono sadica eh? A parte gli scherzi era necessario … e poi sono cose che succedono di continuo in Saint Seiya XD.

Riusciranno i Cavalieri di Athena a risollevarsi? E cos'è successo alla nostra Fenice preferita? Tutto questo e altro nei prossimi capitoli!

Ringrazio calorosamente Franky93 per le sue recensioni, reign_00evil e Stellareika che continuano a seguirmi e i miei lettori silemziosi!

Detto ciò alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 - Occhi Cremisi nell'Oscurità ***


Capitolo 44: Occhi cremisi nell'oscurità

I suoni giunsero ovattati alle orecchie di Kyros, poiché l'ultima esplosione lo aveva quasi travolto in pieno, ma, grazie ai suoi riflessi pronti, era riuscito ad evitare il peggio. Si rialzò a fatica, il corpo che tremava dal dolore per la violenta caduta, tossendo e sputando sangue. Aveva la testa che pulsava e le orecchie che fischiavano, mentre l'armatura era crepata in più punti, l'elmo frantumato e il volto una maschera di sangue. Si guardò attorno, gli occhi che bruciavano al contatto con la sua linfa vitale e il fumo era micidiale per i suoi polmoni, doveva andarsene di lì al più presto o sarebbe morto asfissiato. Così, circondandosi della sua aura cosmica argentata, si fece coraggio e iniziò a correre, chiamando i suoi amici a gran voce sperando che lo sentissero nonostante la poca potenza nelle corde vocali. I primi tentativi furono vani, ma non si arrese, continuò a chiamare per diversi minuti … senza ottenere risposta. Improvvisamente però, quando le speranze sembrarono vane, avvertì dei flebili cosmi avvicinarsi da direzioni diverse e, poco dopo, comparvero le figure malconce dei suoi amici. Anche loro non avevano un bell'aspetto, riportavano ferite un po' dappertutto e le armature erano danneggiate in più punti. Fu molto sollevato di vedere che, tutto sommato, stavano bene e difatti gli vennero gli occhi lucidi, poiché per un attimo aveva temuto il peggio. Ovviamente la cosa fu notata, quindi Asterius gli diede una pacca sulla spalla per rassicurarlo.

“Suvvia Kyo, non fare quella faccia, ora siamo tutti qui ed è questo l'importante”

Lui allora si asciugò gli occhi.

“Si hai ragione Ast, questo è …”, si bloccò, all'istante, facendosi improvvisamente allarmato.

“Ehi Kyo? Che hai?”, chiese Pegasus, preoccupato.

Prima di rispondere l'Unicorno si guardò attorno con fare quasi febbrile, poi fece la fatidica domanda.

“Dov'è Pyras?”

I suoi amici d'altro canto si fecero inizialmente perplessi, ma poi anche loro realizzarono che l'amica non c'era, quindi, preoccupati, iniziarono le ricerche. Dopo un po' vennero raggiunti da Virgo, Libra e Sagitter che, avendo sentito le esplosioni, erano stati mandati da Athena a controllare. Una volta raggiunti furono anche loro sollevati e chiesero di raccontare l'accaduto per filo e per segno, quindi Kyros si fece avanti.

“Ci eravamo offerti di perlustrare l'area attorno al Santuario, quando all'improvviso siamo stati colti letteralmente di sorpresa non avendo percepito nessun cosmo e le esplosioni ci hanno fatti separare. Poi, quando ci siamo ritrovati, abbiamo visto che Pyras non c'era, quindi ci siamo messi a cercarla ma …”, si fermò, abbassando lo sguardo.

“Ma?”, lo incitò Sagitter.

Kyros deglutì, mandando giù un groppo, poi riprese.

“Ecco … l'abbiamo cercata ovunque ma … non siamo riusciti a trovarla, persino il suo cosmo sembra scomparso …”, dise infine.

A quelle parole i tre Gold Saint, specialmente Libra e Sagitter, rimasero alquanto sconcertati.

“Scomparso? In che senso … scomparso? Non ci starete dicendo che …”

“No Helladios, la costellazione della Fenice brilla ancora, seppur debolmente, è scomparsa questo è vero, ma non perché è morta, bensì perché è stata rapita. Ho avuto una visione poco fa al riguardo”

A quella rivelazione i presenti spalancarono gli occhi, alquanto sconcertati e i loro cuori persero un battito, specialmente quello di Kyros.

“Rapita? Come può essere … rapita? E da chi?”, chiese con voce tremante.

“Molto probabilmente dallo stesso nemico che ci ha attaccati due settimane fa, ma non lo so per certo.”, rispose Lucerys di Virgo.

A quella nuova rivelazione Calypso intervenne.

“Ma ne è proprio sicuro Maestro?”, chiese con voce titubante.

“Non con certezza, ma finora è l'unica risposta che ho avuto. Ma ora è meglio tornare indietro.”, fece l'altro di rimando.

Dopo quell'affermazione fecero ritorno al Santuario, dove dettero la pessima notizia ad Athena e anche lei ne rimase sconvolta. Ma mantenne la calma senza entrare nel panico, facendosi poi pensierosa per qualche secondo, riscuotendosi poco dopo.

“Ciò che mi avete detto è un infausto evento, a quanto pare il nemico ha voluto coglierci nuovamente di sorpresa perché ci ha visti vulnerabili.”, esordì.

“Quindi cosa intendete fare Divina?”, chiese Kyros, una nota speranzosa nella voce.

A quella domanda Athena lo guardò con fare risoluto.

“Non temere giovane guerriero, con un buon piano la salveremo. Colui che l'ha rapita non è affatto da sottovalutare visti i numerosi danni che ci ha provocato in quell'attacco”

“Quindi … sapete chi c'è dietro?”

La Dea in risposta annuì.

“Si Unicorno, all'inizio speravo di sbagliarmi ma il suo cosmo non mentiva … appartiene ad Ares, il Dio della Guerra”

Nel sentire ciò il gruppetto di Bronzini iniziò a tremare, mentre i tre Gold Saint rimasero sconcertati da ciò, e questo bastò per rendere la situazione … ancora più infausta.


 

La prima cosa che videro le sue iridi di cioccolato fu il buio più totale che la circondava e la prima sensazione fu il gelido freddo del pavimento. Poté constatare di essere stesa di fianco ed era alquanto scomoda, così provò a mettersi seduta ma ogni fibra del corpo le lanciò fitte di dolore e fu costretta a rimanere distesa. Preoccupata provò a fare luce con il suo cosmo che scoprì debolissimo, ma bastò per vedere le sue condizioni.

Con orrore vide che era stata privata dell'armatura e le sue vesti da recluta erano logore e macchiate di sangue in più punti, mentre mani e piedi erano incatenati al muro di quella che poteva essere una cella. La ferita più grave partiva dal torace e arrivava al fianco attraversandola diagonalmente. Iniziò a tremare, spaventata, chiedendosi che cosa fosse successo. Provò a fare mente locale cercando di ricordare qualcosa, ma una stilettata di dolore la fece desistere. Tuttavia all'improvviso la situazione le fu chiara … qualcuno l'aveva rapita. Ciò la fece tremare ancora di più e il corpo le lanciò ferite di dolore che la fecero gemere.

“Vedo che alla fine ci sei arrivata … Cavaliere della Fenice.”, esordì una voce nell'oscurità.

Pyras allora si guardò attorno, alzando di poco il capo nonostante il dolore, cercando di capire a chi appartenesse, ma non riuscì a vedere nulla. Improvvisamente però due iridi cremisi si accesero nel buio e un cosmo schiacciante iniziò a permeare l'area. Fu in quel momento che Pyras lo riconobbe e spalancò gli occhi, sconvolta.

“S … sei stato tu … non è vero? Tu hai sferrato l'attacco improvviso …”, mormorò con voce roca e fremente di rabbia.

La figura tacque per qualche secondo ed infine rispose.

“Si, sono stato io a sferrare quell'attacco e devo dedurre che sono riuscito perfettamente nella missione”

“Se allora ci sei riuscito … perché mi hai rapita? Chi sei?”

L'uomo misterioso ghignò nell'ombra.

“Sono Ares, il Signore della Guerra e il motivo per cui ti ho rapita … è il tuo potere e se vuoi vivere … ti conviene collaborare, altrimenti soccomberai qui e ora”


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia SaintSeiyafanfiction!

Ebbene si gente, la situazione si è fatta ancora più infausta di prima. La nostra Pyras è nelle mani di Ares, il Dio della Guerra per eccellenza. Riuscirà l'Araba Fenice a sopravvivere? Lo scoprirete nei prossimi capitoli, di cui uno domani.

Ringrazio calorosamente Franky93 per le sue immancabili recensioni, reign_00evil e Stellareika per il loro supporto e i miei lettori silenziosi. Ringrazio particolarmente tutti perché il primo capitolo ha superato le 1098 recensioni!

Detto ciò a domani gente!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 - Salvataggio ***


Capitolo 45: Salvataggio

Nel frattempo al Santuario, Athena si era messa all'opera per organizzare la missione di salvataggio, con lo scopo di liberare Pyras dalla sua prigionia. Dal giorno stesso del suo rapimento non aveva sprecato nemmeno un minuto di tempo, spendendo anima e corpo per trovare il giusto piano per liberarla.

Infine, a distanza di tre giorni, riuscì fortunatamente ad organizzare la missione nonostante le ingenti perdite subite. Quella mattina aveva quindi convocato Gemini al suo cospetto e, quando il Gold Saint arrivò, trovò la Dea affiancata da Poseidon, che appena lo vide non perse tempo.

“Dunque, il motivo per cui ti ho convocato è il seguente. Verrai affiancato da Poseidon e i suoi Generali degli Abissi per andare a liberare Pyras. Ares l'avrà portata probabilmente in uno dei suoi templi a Sparta, quindi partirete immediatamente, non c'è un minuto da perdere. Tutto chiaro?”

Gemini d'altro canto annuì.

“Sarà fatto mia Divina.”, rispose prontamente.

“Molto bene, vi auguro buona fortuna”

Dopo quelle parole il gruppo selezionato per la missione di soccorso partì alla volta di Sparta.

Nei giorni precedenti Athena aveva ricevuto diverse suppliche da parte degli amici di Pyras per farli partire anche loro, ma la Dea era stata contraria.

“So bene come vi sentite giovani paladini e comprendo ciò che volete fare, ma non avrete il permesso. Troppi di voi sono morti in quell'attacco, Ares è al di fuori della vostra portata, non è un semplice Spectre ma il Signore della Guerra. Quindi rimarrete qui, non cambierò idea. Pyras avrà bisogno di tutti voi al suo ritorno, se morirete non lo sopporterebbe. Ora andate.”, aveva detto loro il giorno prima della convocazione.

A quel punto i suoi amici dovettero solo rassegnarsi e aspettare che la missione si compisse.


 

Un'altra notte insonne attendeva la povera Pyras, prigioniera da quasi una settimana del terribile Ares. Da quando le aveva chiesto del suo potere e lei si era rifiutata, l'aveva torturata in ogni modo possibile per farla cedere. Ma niente era servito. Ora, dopo l'ennesima violenza, se ne stava a terra rannicchiata per il dolore, le vesti quasi del tutto strappate. Il corpo era pieno di ferite e il pavimento sporco del suo sangue, mentre i polsi, assieme alle caviglie, erano gonfi per lo stringimento delle catene. Il volto rigato dalle lacrime era stanco e provato, gli occhi rossi e gonfi circondati da profonde occhiaie, scavato e pallido. Tremava, ridotta ormai allo stremo delle forze, il suo cosmo era una flebile fiamma, come bloccato. Attorno a lei … silenzio di tomba.


 

Il gruppo partito da Atene per la missione di soccorso, dopo due giorni di viaggio, era finalmente giunto a Sparta e, una volta arrivato, si era messo subito all'opera per cercare Pyras. Sapendo che erano in territorio rivale si erano tolti le loro vestigia per mimetizzarsi al popolo celando il loro cosmo per non farsi trovare. Ora, vestiti di abiti che avevano rimediato, giravano senza dare nell'occhio. Gli Spartani erano il popolo guerriero per eccellenza, rivale indiscusso di Atene, così come le loro divinità protettrici. Ma nonostante i rischi, quella notte riuscirono a trovare il luogo dove Pyras era rinchiusa … sentendo le sue urla. Videro che il Tempio era sorvegliato da alcune sentinelle, a guardarle si vedeva che erano semplici guardie, quindi escogitarono il piano per infiltrarsi facendone sparire alcune senza farsi notare e prendendo il loro posto.

Una volta dentro si guardarono attorno: l'interno, come si addiceva, era spartano, non aveva nulla a che vedere con lo splendore dei Templi ateniesi. Al centro si ergeva la statua del terribile Ares e sotto di essa vi era un'altare per le offerte dei suoi fedeli. Ma se lo utilizzava come base era plausibile che ci fosse una zona nascosta e fortunatamente non ci misero molto a trovarla, poiché Gemini riuscì a percepire, anche se flebilmente, il cosmo di Pyras. Ma di quello di Ares nessuna traccia, però rimasero comunque in guardia, anche perché c'erano altre guardie che eliminarono senza nessuna difficoltà.

Grazie alla debole scia di Pyras trovarono una porta nascosta che aprirono, rimanendo stupiti da quello che si videro davanti: una casa, o meglio, l'ingresso di una casa. A guardarla sembrava davvero degna del Signore della Guerra viste le numerose armi e armature esposte. Si addentrarono silenziosamente, frutto del loro addestramento. Sembrava deserta a vederla, ma dovettero ricredersi quando sentirono delle guardie in quella che doveva essere la cucina, molto probabilmente addetti. A guardarli erano intenzionati a preparare la cena e il capo stava dando gli ordini.

“Forza, quando tornerà il Sommo Ares dovrà essere tutto pronto, sgambettare!”

Il gruppo allora si appostò in un'altra stanza dove escogitarono un piano.

“Allora, faremo così, Gemini si occuperà di trovare Pyras, mentre voi miei Generali degli addetti alla cucina, mentre io farò da palo, intesi?”, esordì Poseidon a bassa voce.

Gli altri annuirono, quindi fecero come programmato.

Akerion si separò per eseguire il suo compito e, seguendo la traccia, arrivò a una porta che portava ai sotterranei e, non appena fu disceso, rimase disgustato: era proprio un luogo delle torture.

Continuando poi a seguire il flebile cosmo giunse davanti a una cella, forzò la porta e l'aprì. Pyras era lì, priva di sensi, in condizioni disumane. La liberò dalle catene, prendendola in braccio e, dopo di ciò, cercò la sua armatura che trovò in una stanza a parte. Infine, recuperate entrambe, uscì dai sotterranei e si ricongiunse agli altri.

La loro missione era compiuta e tutto era filato, fortunatamente, liscio come l'olio, quindi poterono incamminarsi per sparire il prima possibile.

Quando Ares tornò, schiumante di rabbia, fece addirittura esplodere il Tempio a lui dedicato, umiliato in piena regola.


 

Il Santuario apparve dopo altri due giorni di viaggio e, non appena arrivarono, Pyras venne subito affidata alle cure delle ancelle, mentre Gemini e Poseidon andarono subito a fare rapporto ad Athena. La Dea fu molto sollevata nel sapere che la missione di recupero fosse andata bene, ma nel sentire delle condizioni di Pyras si allarmò non poco. Così decise di andare a trovarla in infermeria, dove le ancelle si erano prese cura di lei fino a poco prima. Era priva di sensi, fasciata in tutto il corpo, pallida e con il cosmo tremendamente debole. Un'ancella, notando la presenza della sua Dea, le si avvicinò.

“Come sta?”, chiese Athena per prima.

La ragazza in risposta sospirò.

“Non voglio mentirvi Divina, è molto grave, l'abbiamo curata come potevamo ma … potrebbe non farcela …”, spiegò con tono grave.

Nel sentire quelle parole Athena si preoccupò non poco, ma cercò di mantenere il contegno, quindi si avvicinò di più e si sedette sul letto per poi posare una mano sulla sua fronte e si si concentrò.

Il suo cosmo caldo e accogliente l'avvolse, confluendo con quello flebile della ragazza, anche se ciò servì a poco. Era come se fosse bloccato da qualcosa di ignoto, come se avesse perso la sua fiamma inestinguibile. Tuttavia la cosa più preoccupante era la sua anima, era cupa e spenta, come se avesse perso completamente la voglia di vivere, era … spezzata, così come il suo spirito. Dopo qualche minuto Athena si ridestò, rialzandosi, poi volse lo sguardo all'ancella.

“Tenetemi aggionata e fatela visitare da Virgo, forse lui ne saprà qualcosa di più”

“Si mia signora.”, annuì la donna.

La Dea ricambiò il cenno e poi si congedò.

Dopo di lei giunsero anche i suoi amici a farle visita, rimanendo ovviamente sconvolti nel vederla in quelle condizioni, soprattutto Kyros, che non si trattenne nello versare qualche lacrima. Aveva passato dei giorni in preda all'angoscia e vederla in quello stato fu la goccia che fece traboccare il vaso. Asterius dovette fare del suo meglio per consolarlo, nonostante anche lui fosse a pezzi per le condizioni dell'amica.

Tuttavia però c'era da dire che per Kyros era diventata qualcosa di molto di più e il terrore di perderla per sempre era fin troppo vivo dentro di lui. Restarono per circa due ore al suo cappezzale e, dopo di loro, giunsero Libra e Sagitter assieme a Virgo, nella speranza che capisse che cosa avesse. Il giovane fece come aveva fatto prima Athena: posò la mano sulla sua fronte, avvolgendola con il suo cosmo dorato e ciò che percepì lo allarmò non poco, quindi andò subito dalla Dea per darle la notizia. Una volta giunto al Santuario lei lo ricevette privatamente nelle sue stanze assieme al Gran Sacerdote.

“Ebbene?”, esordì Athena, seduta sulla sua poltrona.

Virgo in risposta si prese qualche secondo ed infine espose la sua scoperta.

“Purtroppo le sue condizioni sono più gravi del previsto, le ancelle hanno fatto il possibile per curarla ma … sfortunatamente è finita in coma, la sua anima è sospesa tra la vita e la morte e sta galleggiando in un limbo senza fine. Tuttavia però vi è un modo per farla tornare.”, spiegò.

“Ossia?”, chiese Athena, speranzosa.

Il Gold Saint allora si prese nuovamente qualche secondo, poi rispose.

“Dovrà rinascere affrontando una sfida chiamata Percorso della Vita, ma per farlo dovrà essere guidata nel Regno dei Morti e questo la manderà in uno stato di morte apparente”

A quella spiegazione le due donne si fecero pensierose per qualche secondo, consapevoli del rischio, ma se era l'unica soluzione per salvarla non c'era altra scelta che correrlo. Annuirono.

“Molto bene … non ci resta che tentare …”


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui di nuovo! Ci siamo, mancano ancora 6 capitoli alla fine quindi da qui in poi i nostri eroi si giocheranno il tutto e per tutto!

Riuscirà la nostra Pyras a rinascere come l'Araba Fenice quale lei è? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Spero che il capitolo sia comunque di vostro gradimento nonostante la missione sia filata liscia.

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni, reign_00evil e Stellareika per il loro supporto! Ma soprattutto i miei lettori silenziosi!

Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 - Il Percorso della Vita ***


Capitolo 46: Il Percorso della Vita

Il giorno seguente a quella decisione, spiegarono la situazione agli amici di Pyras in modo da non allarmarli, anche se, tuttavia, si preoccuparono non poco.

“Siete sicuri che questa sia la cosa migliore?”, esordì Kyros quando ebbero finito di spiegare.

“Si, è l'unico modo che ha per salvarsi.”, rispose Athena, seria.

“Ma è comunque rischioso, e se non tornasse mai più? Ci avete pensato?”, domandò nuovamente il ragazzo.

Stavolta fu Lucerys di Virgo a rispondere.

“Comprendo perfettamente le tue preoccupazioni giovane Unicorno, e per rispondere alla tua domanda posso dirti che ieri notte abbiamo valutato tutti i rischi che ciò comporterà. È vero, lei potrebbe non tornare, ma Phoenix è una ragazza forte, non si arrenderà tanto facilmente”

“Questo lo sappiamo tutti ma …” esordì Talia, per poi abbassare lo sguardo “Non vogliamo perderla …”, riprese poco dopo.

Nel sentire ciò Athena le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.

“Comprendiamo le vostre paure giovani guerrieri, ma non temete, risorgerà come l'Araba Fenice quale lei è.”, li rassicurò.

Tali parole fortunatamente ebbero qualche effetto sui giovani, anche se tuttavia erano comunque preoccupati, ma, infine, annuirono.

“Bene … possiamo procedere.”, disse Virgo, per poi andare verso l'infermeria seguito dagli altri.


 

Buio, solo buio, questo vedevano gli occhi di Pyras mentre galleggiava in esso. Sentiva freddo e aveva paura, tremava e si cinse le braccia attorno al petto per scaldarsi. Si guardò attorno più volte, cercando di capire dove fosse, chiamò addirittura i suoi amici, senza però ottenere nessuna risposta. In preda al panico crollò in ginocchio, la testa tra le mani e il corpo tremante. Stava per cedere alla disperazione quando, improvvisamente, si sentì chiamare.

Pyras, Pyras”

Era una voce pacata oltre che calda e rassicurante, quindi alzò lo sguardo, cercando la sua fonte. Fu in quel momento che vide un bagliore dorato di fronte a lei, era lieve, ma divenne via via sempre più intenso e fu costretta a chiudere gli occhi per proteggersi. Quando li riaprì fu alquanto sorpresa di trovarsi in un luogo diverso, ossia un'immensa distesa dorata sotto un limpido cielo azzurro. Era talmente assorta che non si accorse della figura in armatura dorata a pochi passi da lei che la guardava, i lunghi capelli biondi leggermente al vento come il mantello bianco. Difatti, quando la richiamò la fece sussultare per lo spavento e le ci volle qualche secondo per capire chi avesse davanti.

V-Virgo?”, domandò, stupita.

Il Gold Saint in risposta annuì per poi parlare.

Se te lo stai chiedendo siamo nella tua mente e sono qui perché ti devo parlare di una cosa molto importante”

Di che si tratta?”

A quella domanda Lucerys si prese qualche secondo, ponderando per bene cosa dire e, infine, trovò le parole giuste. Quindi la guardò con i suoi limpidi occhi azzurri fisse in quelli di cioccolato di lei.

Ora ascolta con attenzione ciò che ho da dirti” esordì, riprendendo subito dopo “Purtroppo la tua situazione è molto più grave del previsto. Quando Gemini e Poseidon ti hanno salvata da Ares le tue condizioni erano disperate, le ancelle hanno fatto il possibile ma sei finita in coma. La tua anima è sospesa in un limbo tra la vita e la morte e purtroppo sia la tua volontà che il tuo spirito sono troppo deboli. Tuttavia però vi è un modo per farti tornare indietro”

Ossia?”, domandò la ragazza, ora spaventata.

Virgo allora riprese.

Si chiama Percorso della Vita, un percorso per l'appunto che la tua anima dovrà affrontare per poter rinascere. Dovrai superare tre prove molto specifiche che ti metteranno a dura prova. In questo percorso avrai una guida, ma il resto dipenderà da te, chiaro?”

Pyras in risposta annuì con fare titubante. Virgo allora annuì a sua volta, poi lo sfondo cambiò, trasformandosi nelle Porte dell'Elisio e, poco dopo, da esse uscì una figura che la corvina riconobbe come Diomedes di Cancer. Virgo quindi lo indicò.

Sarà lui a guidarti in questo percorso, più di così non posso fare, buona fortuna”

Detto ciò il Gold Saint scomparve, lasciando Pyras sola con Cancer. La ragazza dopo qualche secondo di smarrimento, gli corse incontro, abbracciandolo felice. Lui d'altro canto ridacchiò, ricambiando la stretta.

A quanto pare siamo in una brutta situazione eh? Ma non temere, con il mio aiuto ne uscirai in un baleno” esordì, per poi farsi serio “Io ti guiderò in questo percorso ma tu … sei pronta per rinascere?”

Pyras d'altro canto annuì e Cancer allora la prese per mano.

Molto bene, che il viaggio nei ricordi abbia inizio”

A quelle parole lo sfondo cambiò nuovamente e i due si ritrovarono a Delfi, o più precisamente, nel periodo della missione in quel luogo. Dopo di ciò il Cavaliere di Cancer diede la sua spiegazione.

Dunque, la prima è questa: si dovrà verificare la tua capacità nello superare la morte delle persone più importanti, andando avanti nonostante tutto, hai capito?”

La ragazza in rispsosta deglutì un groppo per poi annuire con fare incerto, dando quindi inizio alla prova.

Si rivide davanti la morte sia di Cancer che di Leo, durante le quali non riuscì a trattenere qualche lacrima, specialmente in quella del suo amato maestro. Rivide i momenti passati con entrambi e il suo cuore fu invaso da una profonda tristezza nel vedere quante cose avesse vissuto assieme a Leo. La sua morte era ancora una ferita aperta che non si era ancora del tutto rimarginata e di questo ne era perfettamente consapevole, ma sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto guardare avanti, anche se sarebbe stato molto doloroso. Aveva fatto una promessa e doveva mantenerla a qualunque costo, così si asciugò le lacrime sulle guance per ricomporsi, assumendo uno sguardo determinato. Sospirò.

Prima che morisse gli avevo promesso di essere forte e ho tutta l'intenzione di mantenerla. È vero, la sua morte fa ancora male, ha sacrificato la sua vita per permettermi di vivere e non posso rendere vano il suo sacrificio. Perciò … è giunto il momento di guardare avanti e di ricordarlo per l'uomo che è stato con il sorriso e non con le lacrime, poiché vivrà per sempre nei miei ricordi” esordì, continuando subito dopo “Tu invece mi hai fatto promettere di creare nuovi legami e così è stato e il tuo ricordo vivrà nei tuoi insegnamenti”

Nel sentire ciò Cancer la guardò per qualche secondo, poi ridacchiò con un sorriso.

Devo farti i miei complimenti, hai superato appieno la prova e le tue parole lo dimostrano. Hai compreso che, anche se il dolore è grande, si deve comunque andare avanti nonostante tutto” esordì, riprendendo subito dopo “Ora … ti attende la seconda prova”


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ebbene sì, eccomi qui con il nuovo capitolo! Qui la nostra Pyras ha iniziato il Percorso della Vita per rinascere come la Fenice che rappresenta … ce la farà? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! Visto che oggi sono ispirata vi regalo un doppio capitolo!

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e reign_00evil con Stellareika per il loro sostegno e soprattutto i miei lettori silenziosi!

Detto ciò alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 - Rinascita ***


Capitolo 47: Rinascita

Lo sfondo cambiò nuovamente e stavolta si ritrovarono in un villaggio in fiamme, lo stesso che Pyras aveva cercato di salvare durante la prima missione a Cnosso. I ricordi si rifecero vivi ma non si lasciò sopraffare, quindi si rivolse a Cancer.

In che cosa consisterà la seconda prova?”

In risposta Diomedes sospirò, parlando poco dopo.

Questa prova verificherà il dovere verso te stessa ma soprattutto quanto ti ami davvero”

Poco dopo nella visione comparve la figura della ragazza che aveva cercato di salvare, solo che stavolta non c'erano gli Spectre, ma una lama sospesa a mezz'aria che stava per calare su di lei. Il suo corpo si mosse da solo, corse verso la fanciulla riuscendo a spingerla via nell'attimo in cui la lama stava scendendo. Essa infatti calò funesta sul suo braccio, tranciandolo di netto e facendola gridare di dolore. La stessa situazione si ripeté subito dopo ma stavolta ci rimise la vita salvando nuovamente la ragazza. Tuttavia però non l'aveva guardata con odio, bensì con un sorriso, come per dire “Vivi”. La figura in entrambe le volte l'aveva guardata con gratitudine, per poi scomparire. Poco dopo Cancer l'affiancò.

Dimmi, che cosa hai compreso da entrambe le situazioni?”

Pyras allora si fece pensierosa per qualche secondo, ponderando per bene la sua risposta e, quando la trovò, annuì con decisione.

Dalla prima situazione ho compreso che, se ho perso un braccio per salvare la ragazza non sarei più in grado di servire al meglio il Santuario come Cavaliere, ma sarei comunque fiera di averlo perduto perché la ragazza sarebbe viva grazie a me e questo mi basterebbe” esordì, facendo una pausa e riprendendo poco dopo “Mentre dalla seconda invece ho compreso che, anche se io morissi, la vita che ho salvato vivrebbe ugualmente grazie al mio sacrificio”

A quelle risposte Cancer annuì.

Quindi saresti disposta a sacrificare una parte di te o la tua stessa vita per salvarne un'altra?”

La corvina in risposta annuì.

Si, lo farei senza pensarci due volte, consapevole che non sarà stato invano.”, disse con decisione.

Nel sentire quelle parole Diomedes annuì nuovamente con un sorriso.

Sempre fedele agli insegnamenti di Leo a quanto vedo” esordì, continuando subito dopo “I miei complimenti, hai superato anche la seconda prova, dimostrando che per te non conta l'amore verso te stessa, ma verso gli altri, comprendendo che, anche se perdi un braccio o muori, quella vita che hai salvato potrà vivere”

Già, avete ragione” rispose Pyras con un lieve sorriso “Secondo voi lui sarebbe fiero di me?”, chiese poco dopo.

Cancer allora le mise una mano sulla spalla.

Certamente e lo è anche tutt'ora, dall'Elisio ti osserva ogni giorno” iniziò “E ora vorrebbe che tu sia salva”

Allora … sono pronta per l'ultima prova”

Bene”

Ad un cenno di Cancer il panorama cambiò e si ritrovarono nuovamente alle porte dell'Elisio, ancora spalancate e stavolta uscì un'altra figura. Nel vederla Pyras ebbe un tuffo al cuore, poiché davanti a lei si ergeva maestosa l'anima del suo maestro che le sorrideva.

Ora guardalo bene e chiediti, che cosa vorrebbe lui da te? Pensaci con attenzione, senza fretta”

Pyras in risposta annuì, volgendo poi lo sguardo verso la figura del suo amato Maestro con un groppo alla gola. Avrebbe voluto versare un mare di lacrime ma, nel vedere il suo sguardo, capì che non era quello che lui voleva. Era un po' come nella prima prova, solo con la differenza che stavolta non avrebbe dovuto superare la sua morte. Lo guardò a lungo, specchiandosi nelle sue limpide iridi color del cielo.

Guarda dentro te stessa, solo così troverai la risposta che cerchi.”, disse la sua voce calda e profonda.

La ragazza allora chiuse gli occhi, facendo come chiesto. Infine, dopo diversi minuti, trovò la risposta alla sua domanda.

Leo vorrebbe vedermi combattere per ciò in cui credo, ma per fare ciò a volte è necessario lasciarsi il passato alle spalle, onorandolo non con le lacrime, ma con i fatti. Questo lui vorrebbe da me”

A quella risposta Cancer annuì, soddisfatto.

Ben detto e con ciò hai superato tutte e tre le prove del Percorso della Vita, ma prima di andare …”

La ragazza capì cosa intendeva, quindi corse incontro al suo Maestro e lo abbracciò con forza. Hector d'altro canto ricambiò la stretta.

Complimenti figlia mia, sono fiero di te”

Vi ringrazio Maestro …” mormorò, stringendolo di più “Mi siete mancato tanto …”

Lui allora la strinse maggiormente.

Anche tu Pyras, non c'è giorno in cui non pensi a te” esordì, riprendendo subito dopo “Ma ricorda, anche se non ci sono più … vivrò per sempre nel tuo cuore. E adesso vai, rinasci come la Fenice che sei”

Pyras annuì e, improvvisamente, una luce accecante avvolse ogni cosa.


 

Mancavano quasi due ore all'alba e, per tutta la notte, gli amici di Pyras erano rimasti al suo cappezzale nella speranza che si svegliasse.

Improvvisamente però accadde qualcosa che ebbe dell'incredibile: il suo corpo si illuminò di un alone dorato, sollevandosi di poco per poi divenire fiamme aranciate e, come una cometa, volò fuori dall'infermeria sotto lo sguardo incredulo dei suoi amici. Come in una scia infuocata, attraversò il cielo notturno, volando verso una direzione precisa, ossia l'isola di Kanon, o meglio, il suo vulcano.

Una volta dentro il cratere la cometa prese la forma del suo corpo nudo sospeso sopra la lava e, all'improvviso, delle scie infuocate provenienti da essa, avvolsero le sue membra, trasformandosi poco a poco nella sua Armatura della Fenice. Dopo di ciò, quando fu completamente rivestita delle sue vestigia, riprese forma di cometa, ma stavolta era circondata da una fenice di fuoco. Volò nuovamente nel cielo che ora si stava schiarendo poco a poco, verso il Santuario e, una volta giunta a destinazione, si posò a terra, espandendo la sua aura cosmica.

I suoi amici, percependola, corsero alle porte del Grande Tempio e, come il sole che stava sorgendo, videro avanzare la figura di Pyras avvolta dal suo cosmo infuocato a forma di Fenice, i capelli raccolti che volteggiavano e uno sguardo solenne in volto.

Era finalmente rinata dalle ceneri, rinata come l'Araba Fenice quale lei era.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ed ecco qui un altro capitolo!

Ebbene sì, la nostra Pyras è rinata in tutto il suo splendore come la costellazione che rappresenta. Ha superato il Percorso della Vita e ora è pronta per la battaglia finale!

Detto ciò ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e reign_00evil con Stellareika per il loro supporto, così come i miei lettori silenziosi!

Quindi … a domani con un altro aggiornamento! Ho intenzione di finire prima di tornare in vacanza una settimana XD.

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 - La Notte prima della Battaglia ***


Capitolo 48: La Notte prima della Battaglia

Quando l'avevano vista avanzare avvolta dal suo cosmo i loro sguardi si erano riaccesi di emozione. All'inizio non l'avevano subito riconosciuta visto la sagoma in controluce, ma poi, quando era diventata più visibile, non avevano più avuto dubbi: era lei.

Kyros allora le corse incontro per primo, chiamandola per nome e, nel sentirlo, Pyras si riscosse improvvisamente, correndogli incontro a sua volta per poi ritrovarsi stretta tra le sue braccia. Lui allora la strinse forte al suo petto, il corpo tremante mentre le sue guance erano rigate da lacrime gioiose.

“Oh amore mio … grazie al cielo … non sai quanto ero preoccupato … non ti svegliavi più … ho avuto … ho avuto tanta …”, non riuscì a continuare, troppo emozionato per dire altro, quindi lasciò parlare le lacrime.

Lei d'altro canto lo strinse a sua volta, gli occhi velati. Finirono per crollare in ginocchio, stretti in quell'abbraccio tanto atteso, poi si baciarono con passione, segno che il loro amore era ancora vivo. Dopo un po' si unirono anche gli altri, felici che la loro amica fosse ritornata.

“Oh Pyras, accidenti a te, quando la smetterai di farci preoccupare eh?”, disse scherzosamente Asterius.

“Forse mai …”, scherzò l'altra in risposta.

“Beh, ti conviene smettere, il tuo fidanzatino qui ha passato l'inferno, non ti ha mai lasciata un attimo.”, fece Talia di rimando.

Nel sentire ciò i due interessati avvamparono per poi scoppiare tutti a ridere allegramente. Dopo un po' però Pyras calmò la sua risata, guardando ognuno con sguardo serio.

“Mi dispiace avervi fatto preoccupare, ma non temete, ora dovrà essere il nemico a preoccuparsi”

I suoi compagni in risposta annuirono, poi, insieme, fecero ritorno all'interno del Santuario.


 

La notizia della rinascita di Phoenix e del suo ritorno si era già sparsa per il Grande Tempio in una giornata, poiché il suo cosmo, ormai da tempo immemore, era sempre stato una fonte di speranza, capace di stupire sia la stessa Athena che i Cavalieri d'Oro. Ma soprattutto … era capace di fare tremare i nemici e Hades stesso.

Difatti, due giorni dopo il ritorno di Pyras completamente rinata sia nell'anima che nel corpo, Athena aveva iniziato nuovamente i preparativi per l'attacco finale agli Inferi, cercando di riorganizzare le truppe meglio che poté nonostante le ingenti perdite subite dall'attacco di Ares. All'inizio sembrò quasi impossibile, ma, fortunatamente, grazie alle sue abilità strategiche, riuscì nel suo intento e le forze furono quasi del tutto ripristinate.

Infine giunse la notte della vigilia prima della battaglia che, nonostante tutto, era quieta e con uno splendido cielo stellato. Regnava il silenzio, ma, tuttavia, qualcuno non riusciva a dormire. Seduta fuori dal Tempio del Leone, Pyras guardava il panorama con sguardo assorto, immersa in chissà quali pensieri. Era talmente assorta che non si accorse nemmeno della figura di Kyros che si stava avvicinando e, difatti, sussultò quando, sedutosi accanto a lei, proferì parola chiedendole a cosa pensasse. Inizialmente Pyras era avvampata dopo quella reazione, ma poi aveva dato la sua risposta.

“A molte cose se devo essere sincera” esordì, per poi sospirare “Ma più che altro … pensavo a domani …”

A quelle parole anche Kyros sospirò.

“Si, anch'io, domani si decideranno le sorti dell'umanità, sarà la battaglia decisiva e …” abbassò lo sguardo “Se devo essere sincero … ho paura … questa potrebbe essere la nostra ultima notte e …”

Le labbra di lei interruppero il filo delle sue parole, facendolo inizialmente sussultare, colto alla sprovvista. Poco dopo la ragazza sciolse il contatto e le sue iridi si specchiarono in quelle di lui. Non ci fu bisogno di parole, quindi si alzarono per poi entrare nel Tempio del Leone, dove lei fu presa in braccio e condotta al letto e, una volta lì, fu stesa delicatamente su di esso con lui sopra. Iniziarono quindi a baciarsi con teneri baci che si fecero via via più ardenti con una nota di dolcezza in ogni gesto, per poi togliersi uno a uno i vestiti. Infine, ormai privi di ogni indumento, dettero il via ad una lenta e passionale danza, lei con le mani sulla schiena di lui, percependo i muscoli tendersi sotto le dita. Lui invece con le mani percorreva le forme del suo corpo con ardenti carezze, mentre le loro labbra si cercavano a vicenda. I loro cuori battevano all'unisono mentre emettevano piccoli gemiti.

Infine, con le stelle e la luna come testimoni, si unirono l'uno all'altra in un gesto simbolico, sancendo per sempre il loro amore. Raggiunto poi l'apice del piacere emisero un profondo respiro, scivolando poi addormentati tra le braccia di Morfeo. Quella notte non solo il loro amore fu sancito, ma anche altri amori ebbero la loro evoluzione, in modo che, se quella fosse stata forse l'ultima notte, nessuno avrebbe avuto rimpianti.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un altro capitolo!

Ebbene si cari lettori, la notte prima della battaglia finale è arrivata e i nostri giovani Paladini sanciscono i loro amori in modo da non avere rimpianti.

Preparatevi perché manca davvero molto poco!

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e ovviamente i miei lettori silenziosi!

Detto ciò … arriva un altro capitolo!

Saluti la vostra EragonForever!

(Ah, cambierò nickname in questi giorni)

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 - L'Inizio della Battaglia Finale ***


Capitolo 49: L'Inizio della Battaglia Finale

(Una settimana prima dell'ultimazione dei preparativi)


Quella mattina Pyras era statta convocata di buon'ora alla Tredicesima Casa, poiché le era stato comunicato da Sagitter che Athena voleva vederla. Così, vestita della sua armatura completamente rinata, aveva corso sulla scalinata fino ad arrivare a destinazione. Ora era lì, inginocchiata al cospetto della sua Dea, lo sguardo solenne.

“Mi avete fatta chiamare Divina?”, esordì.

Athena annuì in risposta.

“Si Phoenix, ti ho convocata per comunicarti una cosa molto importante”

“Di che si tratta?”, domandò prontamente la ragazza.

La Dea a quella domanda si prese qualche secondo per poi rispondere.

“In questi giorni ho avuto modo di riflettere su una decisione molto particolare, mossa anche dai recenti fatti. In questo ultimo periodo hai avuto modo di dimostrare appieno il tuo valore di Cavaliere, sciogliendo tutti i dubbi avuti dalla tua investitura” iniziò, riprendendo subito dopo “E a dimostranza di ciò, dopo un'accurata riflessione, sia io che il Gran Sacerdote abbiamo deciso di metterti a capo di un team, formato sia dai tuoi compagni che da altri Bronze Saint.”, concluse infine.

A quelle parole Pyras sussultò, colta letteralmente alla sprovvista, poiché mai si sarebbe aspettata una cosa del genere. Infatti la sua risposta fu molto incerta.

“Ecco … se permettete Divina, sono molto lusingata di ricevere tale incarico ma … avrei bisogno di qualche giorno per pensarci. Se mi darete due giorni … avrete la mia risposta …”

Athena a quella richiesta annuì.

“Molto bene, avrai due giorni al massimo, non di più”

“Vi ringrazio Divina”

“Bene, puoi andare ora”

Pyras allora si alzò e, dopo un leggero inchino, si congedò.

Quello stesso pomeriggio al campo di allenamento, ebbe modo di di comunicare ai suoi amici la decisione della Dea nei suoi confronti e loro ne rimasero alquanto entusiasti.

“Ma è una cosa fantastica! Questo significa che ora hai la completa fiducia di Athena e del Gran Sacerdote!”, esclamò Asterius, entusiasta.

“Sono pienamente d'accordo, e poi un occasione così non capita mica tutti i giorni! Dovresti accettare!”, la incoraggiò Kyros.

“Anche noi concordiamo e poi se ci pensi quello che ti ha detto Athena è vero, all'inizio noi quattro non avremmo mai voluto seguirti, ma lungo il percorso ci hai più volte dimostrato il tuo valore facendoci cambiare completamente opinione sul tuo conto. Adesso poi hai la fiducia totale dei piani alti, quindi anche noi la pensiamo come loro.”, disse Talia, seguita da un cenno di Calypso, Zenais e Constantine.

Nel sentire ciò Pyras sospirò, facendo per rispondere, ma, in quel momento, subentrò anche Gemini, che aveva ascoltato tutto.

“Anch'io sono pienamente d'accordo con i tuoi amici, poiché anche a me hai avuto modo di dimostrarmi il tuo valore sull'isola di Kanon. Se anche Athena e il Gran Sacerdote hanno riconosciuto ciò vuol dire che ora sei un Cavaliere finalmente degno della fiducia che meriti”

La ragazza era rimasta molto sorpresa del supporto del Gold Saint in quella decisione e difatti nel tempo che le fu concesso, grazie al loro sostegno, ebbe modo di riflettere attentamente. All'inizio si era mostrata molto tentennante ma, con la profonda fiducia dei suoi amici verso di lei, ebbe modo di arrivare a una conclusione. Così la mattina dopo …

“Ho deciso di accettare”


(Adesso)


Le porte color pece degli Inferi si palesarono di fronte all'esercito nuovamente riorganizzato di Athena, bellissima nella sua Sacra Armatura. Sembrava proprio la Dea Guerriera quale lei era, pronta a tutto pur di vincere quella difficile battaglia. Al suo fianco stava Poseidon assieme ai suoi Generali, mentre la Dea era affiancata dal Gran Sacerdote e i Gold Saint rimasti.

Dietro di loro c'era l'esercito completamente a nuovo. I Cavalieri erano supportati dall'esercito di Atlantide che Poseidon aveva gentilmente concesso durante i nuovi preparativi viste le ingenti perdite.

La tensione era palpabile, certo, non era la prima battaglia, ma si trattava comunque dello scontro definitivo per la salvezza dell'umanità, quindi era una cosa del tutto normale. Dei Bronze Saint, Pyras era quella più tesa vista la responsabilità che le era toccata e che alla fine aveva accettato. Oltre ai suoi compagni di sempre Athena aveva messo al suo comando altri quattro Bronzini: Grifone, Orsa Maggiore, Orsa Minore e Corvo. I nuovi membri avevano accettato di buon grado la cosa e si erano mostrati subito ben proposti e ciò aveva sollevato non poco la Fenice.

Oltre al suo erano stati formati altri team formati sia da Bronze che Silver Saint, in modo da suddividere al meglio le forze. Athena aveva fatto un lavoro sublime, degno della sua mente strategica.


 

Al di la del cancello anche Hades aveva organizzato il suo esercito di Spectre, composto anche da membri di spicco come i due Giudici Infernali rimasti, ossia Minosse e Radamantys, assieme ai loro sottoposti. Oltre alle due figure maggiori stavano anche Hypnos, Thanatos, Morfeo, Bennu, Violate e tanti altri. C'era persino Ares, desideroso di vendetta. Solo una figura mancava all'appello: Hades stesso.

Difatti il Signore degli Inferi se ne stava seduto sul suo trono, affiancato dalla fedele Lady Pandora. Ma era tutt'altro che in forma: il volto era pallido e provato, oltre che scavato, gli occhi erano circondati da profonde occhiaie, gonfi e stanchi. I lunghi capelli sembravano sbiaditi e il corpo quasi sciupato, anche se, sotto l'armatura, non si dava a vedere.

La ferita che Pyras gli aveva inferto con le fiamme bianche del Fuoco della Vita, lo aveva debilitato giorno dopo giorno. Donna Pandora aveva dovuto agire spesso in sua vece, poiché non voleva che si affaticasse, e anche in quel fatidico momento avrebbe dovuto farlo. Tuttavia però stavolta era stata molto restia sul fatto di lasciare Hades da solo, ma lui era stato irremovibile. Ora, abbigliata della sua armatura, guardava il suo Signore con sguardo preoccupato.

“Nobile Hades, siete proprio sicuro di rimanere da solo nelle vostre condizioni?”, aveva chiesto con apprensione.

“Sei seconda solo a me per il fatto di comandare le mie truppe, ora va e compi il tuo dovere, non ho sempre bisogno di una balia.”, fu la fredda risposta di Hades.

A quel punto Pandora aveva emesso un sospiro per poi annuire e congedarsi.

Ora era lì, a capo dell'esercito infernale, pronta a dare battaglia ai Cavalieri di Athena. A un suo ordine le porte si aprirono e poi ebbe inizio … lo scontro finale.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui di nuovo!

Ebbene si, ora è arrivato il momento di giocarsi il tutto per tutto per i nostri giovani eroi.

Ce la farà Pyras a eseguire il suo incarico di comandante di un team? Riuscirà il bene a brillare contro il male?

Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e i miei lettori silenziosi!

Alla prossima con gli ultimi due!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 - Verso la Vittoria ***


Capitolo 50: Verso la Vittoria

In poco tempo l'area circostante iniziò ad accendersi di cosmi, sia benigni che ostili, tra i quali spiccavano quelli dei Gold Saint assieme a quelli dei Giudici Infernali rimasti e Ares. Lo scontro corpo a corpo non tardò ad arrivare e, fortunatamente, in mezzo a tutta quella confusione, Pyras riuscì a mettere su un piano da seguire.

“Dunque, faremo così” esordì, riprendendo subito dopo “Ci divideremo in due gruppi: io, Unicorno, Pegasus, Dragone, Cigno e Corvo ci occuperemo di Hypnos e Thanatos” fece un'altra pausa, volgendo poi lo sguardo agli altri membri “Mentre voi invece avrete il compito di sistemare i due Giudici Infernali rimasti facendovi fiancheggiare dai Gold Saint. Tutto chiaro?”

Il gruppo annuì senza nessuna obiezione, nemmeno i nuovi membri ebbero da ridire, anzi, rimasero stupiti dalla sua calma nonostante la battaglia infuriasse attorno a loro. Così, dopo aver ricevuto le istruzioni, si divisero nei gruppi predisposti formati da sei membri ciascuno e, dopo uno sguardo di intesa, si separarono per andare a svolgere i rispettivi compiti.

Il gruppo di Pyras correva in mezzo alla battaglia, mentre attorno a loro si disputavano intensi scontri corpo a corpo, a terra iniziavano a cadere i primi cadaveri di entrambi gli eserciti. Tuttavia gli Spectre, essendo sotto la protezione di Hades, resuscitavano e bisognava faticare non poco per ucciderli definitivamente. Ciò però non li distolse dai loro obbiettivi. I due gemelli difatti erano non molto distanti e stavano facendo strage con le loro tecniche principali: l'Eternal Drowsiness di Hypnos e la Terrible Providence. La prima era in grado di far cadere l'avversario in un sonno eterno sconfiggendolo e impedirgli una eventuale rinascita. La seconda invece consisteva nello creare una sfera di energia dalla immane potenza distruttiva.

Era con quella tecnica che Leo era morto e nel vederla in azione Pyras fremette non poco, ora era arrivato il momento della resa dei conti. I due fratelli nel vedere il gruppo rimase fintamente perplesso, consapevoli che avrebbero avuto una vittoria facile. Pyras però percepì qualcos'altro nei loro sguardi e sogghignò.

“Vedo timore nei vostri occhi, devo dire che il mio potere vi ha alquanto impressionati l'ultima volta.”, li schernì.

“Quella volta eravamo stati colti alla sprovvista ma possiamo assicurarti che stavolta non sarai così fortunata … Phoenix.”, replicò Thanatos.

“Questo sarà tutto da vedere” esordì Pyras, fulminandoli poi con lo sguardo “Mi avete portato via il mio Maestro e ora … la pagherete molto cara …”

E con quelle fatidiche parole, lo scontro ebbe inizio.


 

Nel frattempo il gruppo di Zenais e Calypso aveva già ingaggiato battaglia con i due Giudici Infernali ed erano stati affiancati da Virgo e Ariete assieme a Libra. In questo modo avrebbero avuto maggiore supporto visto il calibro dei loro nemici, entrambi da non sottovalutare viste le tecniche che possedevano. Lo scontro, per via della differenza numerica era partito con vantaggio, ma poi erano subentrati pure i sottoposti dei due Giudici e ciò aveva iniziato a dare dei problemi. Fortuna volesse che avessero Virgo dalla loro e questo permise maggior sicurezza, anche se, tuttavia, era non poco stancante. Le tecniche di Radamantys e il Dominio Cosmico di Minosse erano qualcosa di davvero devastante, specialmente per i Bronze Saint, che dovettero faticare non poco per tenere loro testa.

Ma non si potevano arrendere, avevano un compito da portare a termine … a qualunque costo e anche se erano provati, non potevano permettersi di perdere.


 

Intanto il gruppo di Pyras aveva iniziato lo scontro da diverso minuti contro i due gemelli e tra tutti Phoenix era quella più motivata, animata dal desiderio di giustizia. Non aveva perso un attimo, era partita subito ad attivare il Fantasma Diabolico per utilizzare il suo potere e ciò aveva dato non poco vantaggio ai suoi amici per sfruttare l'occasione a loro favore. Difatti i due avversari, troppo concentrati per evitare le fiamme nere, di rado facevano attenzione agli altri e così Asterius poteva sferrare il suo Fulmine di Pegasus per colpirli assieme alla Polvere di Diamanti di Constantine e al Colpo dei Dieci Draghi Nascenti di Talia. Anche Kyros e Raven del Corvo non erano da meno con i loro attacchi e, in questo modo, riuscirono ad attaccare a raffica i due fratelli.

Hypnos e Thanato infatti si ritrovarono non poco in difficoltà, subendo ingenti danni e finirono rovinosamente a terra con le armature crepate in diversi punti e il sangue colava copioso, gli sguardi increduli per ciò che era appena successo, poiché mai si sarebbero aspettati di essere messi all'angolo con così tanta facilità da coloro che consideravano dei mocciosi.

“A quanto pare vi abbiamo un … un po' troppo sottovalutati Bronzini …” esordì Thanatos, rimettendosi in piedi a fatica “Ma adesso … rimpiangerete di essere nati!” si circondò del suo cosmo, lo sguardo infuocato di rabbia “Terrible Providence!”

Fu un attimo. In poco tempo si ritrovarono investiti da quell'assurda potenza e, dopo un bel volo, caddero rovinosamente a terra tra grida di dolore e cocci di armatura. Il colpo era stato talmente violento da mozzare loro il fiato e ora boccheggiavano in cerca d'aria, feriti in più punti. Nel vederli così sofferenti Thanatos rise sguaiatamente.

“Patetici! Pensavate davvero di essere riusciti a metterci con le spalle al muro?!? Beh mi spiace per voi ma avete fatto male i vostri conti!”, esclamò, schernendoli.

Tuttavia però accadde qualcosa di inaspettato: Pyras, nonostante fosse debilitata per l'attacco appena subito, ebbe la forza di rialzarsi, il corpo tremante di dolore e uno sguardo determinato.

“Se … se pensi di averla vinta … ti sbagli di grosso … potrai farci cadere quanto vuoi ma … ma noi ci rialzeremo sempre … Thanatos …”

Lui la guardò con finto stupore.

“A quanto pare la mia lezione non ti è bastata Araba Fenice … ma stavolta non ti rialzerai più!”, esclamò.

Detto ciò sferrò un'altra Terrible Providence contro la ragazza. Il dolore fu immane e, mentre volava via, volse uno sguardo ai suoi compagni, un lieve sorriso sulle labbra. Con quel gesto aveva messo in pratica ciò che era successo nella Seconda Prova del Percorso della Vita.

Cadde a terra, l'armatura distrutta in più punti e ferita nuovamente, supina e senza più forze per rialzarsi. Volse tristemente lo sguardo al cielo, gli occhi velati.

A quanto pare sono arrivata al capolinea per davvero stavolta … è quindi giunta la mia fine … ma almeno i miei amici saranno salvi …” pensò tra sé e sé.


 

Una scia dorata attraversò il cielo del Santuario per poi scomparire all'orizzonte.


 

Il corpo di Pyras era ancora riverso a terra, mentre una pozza di sangue stava iniziando ad allargarsi sotto di lei. Aveva provato a rialzarsi di nuovo, inutilmente e ora nemmeno il suo cosmo sembrava rinvigorirla. Thanatos la guardava con fare sprezzante, affiancato da Hypnos che era pronto a darle il colpo di grazia.

In quel momento però accadde un fatto che ebbe dell'incredibile: il corpo di Pyras venne avvolto da un aura cosmica dorata e, poco a poco, si sollevò da terra. Poi, improvvisamente, ci fu un bagliore accecante e al suo fianco apparve l'Armatura Dorata del Leone che, sotto gli occhi stupiti dei due fratelli, si scompose e, in scie dorate, andò a posarsi sulle membra della ragazza, rivestendola di una nuova potenza. Poi ridiscese a terra, vestita delle nobili vestigia e lo sguardo riacceso di nuovo fervore, un'unica frase uscì dalle sue labbra.

“Per voi è finita!”

In quell'attimo lo spirito del suo Maestro le apparve affianco, facendola sorridere.

“Insieme?”, domandò Hector, protendendo la mano in avanti.

“Insieme.”, rispose la sua allieve, facendo lo stesso.

La sua aura cosmica crebbe a dismisura, splendente come il sole.

“E ora … ascoltate il nostro ruggito! PER IL SACRO LEO!”, esclamarono all'unisono.

In una frazione di secondo si formò un reticolo di fulmini unito alle fiamme di Pyras e, in poco tempo, una valanga di pugni travolse inesorabilmente i due nemici senza alcuna pietà, come una pioggia di meteore infuocate con tanto di fulmini. In mezzo a tale potenza i due fratelli non poterono nulla se non gridare dal dolore mentre le loro armature esplosero in mille pezzi. Ciò durò diversi secondi e quando finì il risultato era stato deciso: Hypnos e Thanatos giacevano a terra esanimi, i corpi devastati. Ora mancava l'ultimo atto. Il cosmo di Pyras divenne bianco, ma rimase tale, non si tinse di nero e, con quelle fiamme e lo sguardo impassibile, dette fuoco ai loro corpi in modo che non potessero più tornare in vita. A differenza di quelle nere erano più benigne, poiché non recavano morte e devastazione e davano una fine men atroce.

Così trapassarono Hypnos e Thanatos e giustizia fu finalmente fatta.


 

Nel frattempo anche l'altro gruppo aveva avuto il suo trionfo contro i due Giudici. Avevano fatto non poca fatica, ma alla fine erano riusciti ad avere la meglio.

Ma era presto per tirare un sospiro di sollievo, poiché attorno a loro la battaglia stava ancora infuriando inesorabilmente, mietendo vittime su vittime. Tuttavia però qualcosa di strano stava accadendo: il potere di Hades sul suo dominio stava poco a poco allentando la presa e diversi Spectre rimasero a terra privi di vita.

Ciò allarmò non poco Lady Pandora, poiché stava a significare solo una cosa: il Sommo Hades stava lentamente morendo. Avrebbe voluto andare da lui ma non poteva lasciare sole le sue truppe e dare il comando ad Ares era sconsigliato.

Ora lui se la stava vedendo con la sua nemesi, ossia la stessa Athena, che aveva lasciato posto al suo animo battagliero. A differenza di Ares aveva una grazia innata nei suoi movimenti e più fluidità, ma soprattutto … tattiche di gran lunga superiori. Non fu uno scontro facile viste le numerose batoste, ma alla fine riuscì a prevalere.

Ora rimaneva solo Hades.


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il penultimo capitolo! Ebbene sì, la battaglia finale è entrata subito nel vivo e qui la nostra Pyras dimostra ancora il suo valore come capo di un team.

Ed ecco che arriva la scena più epica di tutta l'intera Fanfiction! Ci ho messo tutta l'anima per farla come volevo e, almeno io, posso ritenermi molto soddisfatta! In fondo accade persino a Pegasus con l'Armatura di Sagitter e ho pensato: “Perché non fare lo stesso?” … ed ecco il risultato! Sono super felice!

Ringrazio calorosamente Franky93 per le sue recensioni e tutti i miei lettori silenziosi!

Ora passo all'ultimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 - L'Alba di una nuova Era ***


Capitolo 51: L'Alba di una Nuova Era

Il Signore degli Inferi se ne stava seduto sul trono, devastato dopo un'altra crisi dovuta alla ferita infertagli quella notte dalla Fenice. Era come se stesse morendo internamente, poiché ad ogni crisi il suo corpo sembrava bruciare. Poteva percepire le sue forze svanire poco a poco, inesorabilmente. Ciò voleva significare che la sua fine era prossima ad arrivare. Sussultò mentre avvertiva il cosmo di Athena avvicinarsi, ma non era solo il suo. L'Araba Fenice era riuscita a farsi strada nella battaglia dopo aver affidato i suoi compagni alle cure di Sagitter e Libra che, dopo aver portato a termine il loro compito assieme a Aries, Virgo e gli altri Bronze Saint, sotto richiesta di Calypso, erano giunti dal gruppo di Pyras per supportarli.

Ora la Fenice, rivestita delle vestigia di Leo, affiancava la sua Dea, pronta per l'atto finale: uccidere Hades una volta per tutte. Una volta dentro il palazzo avevano spianato la strada e ora nulla impediva loro di raggiungere il nemico.

Arrivate di fronte alla porta della Sala del Trono la spalancarono senza troppe cerimonie. Lui era lì, che le guardava con un sorriso beffardo e sogghignava.

“Alla fine sei giunta a prendere la mia testa eh … Athena? Ma non disturbarti … la mia fine è ormai prossima … sto morendo già da tempo …” tossì, sputando sangue, per poi volgere lo sguardo a Pyras “Vedo che stavolta non c'è Pegasus al tuo fianco … ma una mocciosa a cui è passato il ruolo di Deicida … come siamo caduti in basso …”

Nel sentire ciò Pyras fremette, ma contenne la sua rabbia.

“Non sono fiera del ruolo che mi è capitato Hades, ma se dovrò essere io ad ucciderti … così sia. Questa sarà l'ultima Guerra Sacra per te …”

E con quelle parole accese il suo cosmo di fiamme bianche … bastò … il corpo di Hades iniziò a bruciare dall'interno e poco dopo ci fu un esplosione di luce e il suo cosmo si spense. Quando poi tutto si attenuò, al suo posto vi era il corpo privo di sensi di Gerrit nei suoi abiti da medico. La gioia di Pyras fu immensa, alla fine era riuscito a salvarlo, poiché l'anima di Hades aveva lasciato il suo ospite miracolosamente illeso. Quando poi si svegliò si ritrovò tra le braccia di Pyras e, senza dire nulla, la strinse a sua volta.

“Mi hai salvato alla fine …”, mormorò dopo un po'.

“Dovere …”, rispose lei.

Fuori la battaglia era finita e, con la morte di Hades, la Giustizia aveva nuovamente trionfato, l'universo era salvo.


 

Era passata qualche settimana dalla fine della battaglia contro il Signore degli Inferi. Dopo la vittoria erano tornati al Santuario per riprendersi dalle fatiche. Lady Pandora dopo la comparsa del suo Signore, aveva deciso di togliersi la vita piuttosto che vivere sotto Athena. Ma, prima che l'atto venisse compiuto, era sopraggiunto Gerrit che l'aveva fermata, spiegandole che una parte di lui, nonostante Hades fosse stato padrone del suo corpo, aveva continuato ad esistere. Poi era accaduto un altro fatto: l'aveva baciata, poiché per tutto quel tempo imprigionato nei meandri più profondi del Sommo Hades, si era innamorato di lei. Pandora inizialmente era stata abbastanza riluttante ai sentimenti del ragazzo, ma, poco a poco, in lei qualcosa si trasformò e nei giorni che seguirono iniziò ad accettare l'amore nei suoi confronti. Oltre a ciò al Santuario ci fu un'altra novità: Gerrit fu fatto Cavaliere dell'Ofiuco e il suo sogno venne finalmente realizzato.


 

Una mattina Pyras si alzò prima del solito, non era ancora l'alba. Giunse alla tomba di Leo che il cielo si stava schiarendo poco a poco, accarezzando poi la lapide con fare reverenziale. Sorrise lievemente.

“Alla fine abbiamo vinto eh? Sono riuscita a combattere anche per te … con un tuo aiuto … ma ce l'ho fatta” qualche lacrima le solcò il viso “Ora … ora avete avuto finalmente la giustizia che meritavate …” fece una pausa, riprendendo subito dopo “Mi mancate tantissimo … Maestro …”

Poco dopo sentì delle braccia stringerla da dietro.

“Sarà fiero di te amore mio …”, sussurrò la dolce voce di Kyros.

La compagna sorrise, girandosi verso di lui.

“Lo so …”

Avvicinò poi il volto al suo e sussurrando un “Ti amo”, lo baciò castamente sulle sue labbra. Poco dopo vennero affiancati anche dagli altri e tutti volsero lo sguardo all'orizzonte mentre il sole stava sorgendo. Era l'alba di una nuova era di pace e armonia.


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ebbene si, siamo giunti alla fine di questa lunga e allo stesso tempo, avvincente avventura! Mi sembra ieri quando ho iniziato, eppure sono passati ben tre anni, tre anni in cui ho dedicato anima e corpo a una storia diventata poi il mio orgoglio. Sono felice, ma allo stesso tempo rattristata nel mettere finalmente la parola FINE a questa avventura.

Passando ai ringraziamenti … ringrazio specialmente Franky93 per le sue recensioni e i suoi preziosi consigli e poi un ringraziamento speciale va a tutti i miei lettori silenziosi.

Detto ciò non mi resta che salutarvi! Ma non preoccupatevi, domani tornerò con una nuovissima fanfiction sul fandom di YU-GI-OH! Spero possa piacervi! Quindi alla prossima gente!

Saluti la vostra EragonForever!

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