Tartarughe Ninja 2003- Prima serie

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non uscite da quel tombino ***
Capitolo 2: *** Trappola per topi ***
Capitolo 3: *** L'attacco degli acchiappa topi ***
Capitolo 4: *** Arriva Casey Jones ***
Capitolo 5: *** La minaccia dei nanoton ***
Capitolo 6: *** La spada di Tengu ***
Capitolo 7: *** L'attacco di Shredder prima parte ***
Capitolo 8: *** L'attacco di Shredder seconda parte ***
Capitolo 9: *** Avventure nel sottosuolo prima parte ***
Capitolo 10: *** Avventure nel sottosuolo seconda parte ***
Capitolo 11: *** Avventure nel sottosuolo terza parte ***
Capitolo 12: *** Il ritorno di Shredder prima parte ***
Capitolo 13: *** Il ritorno di Shredder seconda parte ***
Capitolo 14: *** Leo, torna tra noi!! ***
Capitolo 15: *** L'abominevole uomo verde prima parte ***
Capitolo 16: *** L'abominevole uomo verde seconda parte ***
Capitolo 17: *** Attacco a sorpresa prima parte ***
Capitolo 18: *** Attacco a sopresa seconda parte ***
Capitolo 19: *** Attacco a sorpresa terza parte ***
Capitolo 20: *** Due teste calde ***
Capitolo 21: *** Alla ricerca di Splinter prima parte ***
Capitolo 22: *** Alla ricerca di Splinter seconda parte ***



Capitolo 1
*** Non uscite da quel tombino ***


Prima di iniziare questa serie, ci tengo a dire una cosa. Forse non otterrò molte recensioni, anzi forse nemmeno una, pubblicarla è una pazzia ma... ci tengo molto a condividere questo sclero con voi.
Le TMNT sono state il cartone della mia infanzia. Da piccola tutti mi prendevano in giro, e ciò mi ha portato ad isolarmi, anche da adulta. E quando tutto sembrava andare male, trovavo conforto nell'immaginare di essere un membro della loro '' pazza ma allegra famiglia''. Anche oggi, non posso fare a meno di loro.
Detto questo, buon divertimento e spero che vi piaccia.

Autunno 2003, New York
La città di New York era definita la città più bella del mondo. Il sogno di ogni europeo era di poterla visitare. Caotica, luminosa, ma era conosciuta anche come una città in cui tutti pensavano ai fatti proprio senza curarsi  di cosa succedeva al prossimo, a meno che non fossero i loro interessi ad essere minacciati.
Ma per alcune persone quella ''dote'' dei newyorchesi era quasi un pregio.
Diversi metri sotto terra, in un angolo sperduto delle fogne, viveva una famiglia della quale tutti ignoravano l'esistenza, con loro somma gioia.
- Ricordate.- fece la voce di un anziano roditore che teneva in mano una candela accesa l'unica fonte di luce in un'oscurità quasi totale - per essere un ninja occorre aver confidenza con luce ed ombra.
E' l'oscurità che dona il potere al ninja... mentre la luce rivela la sua presenza.-
L'esercizio era molto semplice: il topo mutante teneva in mano una candela, ed i suoi cinque allievi avrebbero dovuto spegnerla... senza farsi notare.
Cosa non facile per i primi quattro.
Donatello, la tartaruga dalla benda viola, era troppo rumoroso per i gusti del maestro.
Michelangelo, la tartaruga dalla benda arancione, troppo maldestro.
Raffaello, dalla benda rossa, troppo impulsivo e scoordinato.
La quarta figura poteva vantare di essere tanto più agile di tutti e tre messi assieme... ma era stata tradita dal respiro affannoso.
- Troppo agitata, mia cara.- fece il topo mettendola al tappeto con una sola mossa come aveva fatto con i primi tre aspiranti ninja.
Approfittando della distrazione e della totale oscurità, la quinta ed ultima figura, Leonardo, la tartaruga dalla benda azzurra nonchè leader del gruppo dei giovani ninja, che apparve quasi all'improvviso senza tradire in alcun modo la sua presenza a portare a termine il compito.
- Ottimo lavoro Leonardo.- si congratulò Splinter riaccendendo la luce.
- Sei un buffone.- sbottò Raffaello.
- Controllate se è spenta.- fece Leonardo con nochalance.
- Se fossi in te, non mi provocherei, spadaccino!!!
- Su, fate i bravi ragazzi...- a parlare era stata non solo l'unica femmina del gruppo, ma era anche l'unica umana a sapere dell'esistenza delle quattro tartarughe e del topo gigante.
Era una ragazza sui quindici anni dalla carnagione olivastra, occhi color cioccolato, corti capelli marroni fermati da una fascia per capelli nera, abbigliata con un maglione arancione ed un paio di jeans chiari.
Si chiamava Sarah Huntington. Ma la famiglia di mutanti la chiamava '' figlia'' e '' sorella'', a seconda di chi la chiamava. Erano dieci anni che faceva parte di quella famiglia.
Dieci anni, da quando il mastro Splinter e Leonardo, impegnati nella loro quotidina ricerca di cibo ed attrezzi, avevano trovato una bambina che dormiva su di un cumolo di immondizia abbracciata ad una peluche a forma di coniglio e l'avevano portata a casa.
Quando si svegliò, la piccola raccontò in stato confusionale che era scampata ( per pura fortuna e nulla di più) al massacro in cui avevano perso la vita i suoi genitori. Il topo, preoccupato che l'assassino potesse essere sulle tracce della bambina e temendo, proprio per il fatto che era una bambina, che la piccola potesse dire a qualcuno della loro esistenza, seppur senza pensare e senza intenzione di far loro del male, decise di tenerla con sè, e di coinvolgerla negli allenamenti dei suoi figli e di far di lei una kunoichi.
Con il tempo si era poi venuto a creare un ottimo rapporto tra lei e i mutanti ed ormai era considerata da tutti loro, parte della famiglia e a poco a poco, parve dimenticare gli orrori del suo passato e che era stata strappata a quello che tutti loro definivano '' Il mondo di sopra'', confortata dal loro affetto e dal calore familiare che le avevano costruito attorno.
Ma presto sarebbe cambiato tutto. Di nuovo. Quella sera sarebbe cominciata una grande storia, in cui tutti loro avrebbero avuto una parte.
Iniziò tutto con una scossa.
- Ma... cos'è questo rumore?- fece Splinter notando le pareti e le colonne che iniziavano a tremare.
- MONDOPIZZA!!!- strillò la tartaruga più giovane - E' un  terremoto!!!-
- A New York?- fece la tartaruga dalla benda viola con aria scettica e pensierosa - Sì, è possibile, ma è assolutamente...ehy!- fece quando due mani o tirarono via dal posto in cui si trovava. E per fortuna, visto che impegnato com'era ad elaborare possibili teorie ed ipotesi su cosa potesse essere quel fenomeno, non si era minimamente accorto del masso che stava per prenderlo in pieno.
-... assolutamente probabile che tu faccia la stessa fine di Archimede se non stai attento.- fece Sarah.
Nemmeno due minuti dopo, i muri di quella che era la loro casa vennero sfondati da degli strani robot.
- Ehm...- fece Leonardo sguainando le spade pronto a combattere imitato da tutti i suoi fratelli - secondo voi che cosa sono questi affari?-
- Ah non saprei...- fece Michelangelo - Galline di latta?-
- Bene, un ottimo motivo per liberarsene quanto prima!!!- fece la ragazza afferrando il suo tessen. Se c'era un animale che detestava, morto o vivo, in carne o in metallo, beh quella era proprio la gallina.
- Ben detto sorella!!!- fece Raffaello lanciandosi sui robot che parevano averci preso un gran gusto a demolire la loro casa... mangiandosela!!!
Le tartarughe, l'umana ed il topo non si risparmiarono in alcun modo nell'affrontarli, ma ne arrivavano a frotte. Tanti ne distruggevano e tanti ne arrivavano sia a tenerli impegnati che a divorare le colonne portanti del rifugio, facendo crollare il tetto.
'' Maestro Splinter!!!''- fece Leonardo correndo verso le macerie tentando di spostarle, ma era tutto inutile. Troppo pesanti anche per loro.
- Papà!!!- urlò Sarah cercando di smuovere parte dei detriti - Rispondici, papà!!!-
- Sarah, sta calma...- fece Donatello accostandosi il cellulare all'orecchio - lo sto chiamando, e se ha il tarta-cellulare mi risponderà. Almeno spero.-
- Speriamo...- fece Sarah.
- Certo, prima deve capire come funziona... AHIO!- fece Mik beccandosi un scapellotto in testa da Raffaello.
Un piccolo momento d'ilarità che contribuì a smorzare un po' la  tensione.
'' Come diavolo funziona quest'aggeggio...''- fece la voce di Splinter dall'altro capo del telefono.
- E' ufficiale.- fece Sarah sorridendo - Sta bene.-
- Dai, passamelo...- fece Leo prendendo il telefono dalle mani di Don - Maestro Splinter? Va tutto bene? Non devi schiacciare nessun tasto. Ti sentiamo forte e chiaro.- nel dir così mise l'apparecchio in vivavoce in modo che tutti potessero sentire.
'' Ah bene. Leonardo, ascoltami bene: non so cosa fossero quegli aggeggi meccanici, ma sono stati usati per distruggere la nostra casa. Non è più prudente restare qui, quindi dobbiamo andarcene subito. Incontriamoci al raccordo della fondazione, da lì decideremo il da farsi.''
- E prendendo la galleria che va verso sud... saremo sul posto tra circa un quarto d'ora.- fece Don dopo aver consultato una cartina.
- D'accordo Maestro... ci vediamo là.- fece Leo - coraggio ragazzi... andiamo.- per fortuna, molte cose si erano salvate, ma non potevano portare via tutto se non avevano la certezza che avrebbero avuto un posto in cui potersi rifugiare. Solo poche cose. Un oggetto molto caro a tutti loro: un libro di scienza applicata per Donatello, un almanacco di fumetti per Mik, '' L'arte della guerra'' di Sun Tzu il libro preferito di Leonardo,  i guanti da allenamento di Raffaello ed il coniglio di peluche di Sarah.
- Accidenti...- fece Leo uscendo da quello che ormai rimaneva della loro casa - quei gallinacci di latta sono piccoli ma hanno fatto un bel disastro.-
- Le odio quelle bestiacce, le odio, le odio, le odio...-  borbottava Sarah camminando.
- Giuro, da oggi non ti prenderò più in giro per questo, sorellina...- fece Raffaello. Altrochè se non la'vrebbe più fatto. Ora sapeva perchè la sorella odiava tanto quei volatili.... un minuto prima davi loro il magime, e quello dopo ti staccavano braccia e gambe a morsi.
- Guardate che disastro...- fece Donatello - I muri portanti delle gallerie sono danneggiati. Ringraziando il cielo il tetto ha retto...-
Le ultime parole famose. Una buona parte del tetto non solo era crollata ostruendo il passaggio, ma i detriti erano troppi e troppo pesanti per poterli smuovere e come se bastasse ancora, non c'era un'altra strada per continuare a camminare e recarsi all'appuntamento.
- Fantastico, prigionieri in mezzo al nulla.-
- Oh, non vedo come fratellone...- fece Raffaello - Dimentichi che esistono dei tombini nel mondo di sopra.-
- Ehm... salire in strada mi pare una pessima idea, Raph.- fece Leo.
- Beh, conosci un'altra via d'uscita Leonardo?- fece Donatello. Anche lui era restio ad avvenutarsi nel mondo di sopra, e non solo per le raccomandazioni che il maestro Splinter aveva fatto loro anche poco prima dell'attacco... erano abbastanza preoccupati per Sarah. Che effetto le avrebbe fatto rivedere, dopo molti anni, un mondo che l'aveva vista sparire dieci anni prima e che per lei ormai era diventata quasi una favola e che a poco a poco, aveva persino iniziato a dubitare che esistesse veramente.
Ma adesso sarebbero stati costretti a salire in superificie. Lei avrebbe rivisto il mondo. Per pochissimi attimi, ma l'avrebbe rivisto.
E dopo cosa sarebbe successo? Sarebbe cambiato tutto. Avrebbe iniziato a desiderare un'altra vita, forse quella che aveva non le sarebbe più bastata, forse loro non le sarebbero più bastati, le piccole cose che la rendevano felice, avrebbe cominciato a sentire la loro vita nel sottosuolo come una sorta di prigionia...
Purtroppo dovevano rischiare.
- E sia.- fece il leader - ma solo fino al prossimo tombino.
Restiamoci il meno possibile. Saliamo in strada, troviamo un tombino e scendiamo.-
- Sì, abbiamo capito, non c'è bisogno di ripetere le cose due volte sai?- fece Raffaello iniziando a salire.
Sarah fu l'ultima a salire. Quando fu di nuovo sotto il cielo di New York si guardò attorno: i palazzi grigi, il cielo, la luna, le stelle, i rumori, le insegne luminose dei locali, il chiacchiericcio delle persone. Era tutto nuovo, si sentiva quasi stordita.
- Sarah...?- fece Michelangelo vedendo che la sorella sembrava strafatta, mettendole una mano sulla spalla, tanto da non accorgersi di quello che era appena successo - Sei con noi?-
- Eh?- fece la ragazza come svegliatasi da un incantesimo - si... si... ci sono... che è successo...?-
- Raffaello si è chiuso in un furgone.- fece Michelangelo.
Sarah storse il naso- Prego?-
- Stava cercando di spostare il furgone per entrare nel tombino, i proprietari sono tornati e per non farsi vedere ci si è nascosto...- spiegò il fratello più giovane sforzandosi di non ridere - cioè, te l'immagini che faccia faranno quando apriranno le porte del furgone?-
Oh, altrochè se l'aveva. E riusciva anche ad immaginare le conseguenze. Assai poco piacevoli tra l'altro.
- Ecco. E' esattamente di questo che parlava il maestro Splinter. - fece Leonardo - Dobbiamo liberare Raffaello.-
- L'ULTIMO CHE ARRIVA SUL TETTO E' USCITO DA UN UOVO MARCIO!!!- fece Donatello saltando sul tetto aiutandosi con il suo Bo, seguito a ruota dai tre fratelli e dalla sorella.
Da lì avevano un ottima visuale del furgone in cui Raffaello aveva '' trovato rifugio'', finendo però per restarne prigioniero ed erano anche riusciti a tracciare l'itinerario che avrebbe seguito.
- Dunque... possiamo intercettarli fra la terza e la prima strada.- fece Leonardo.
- Sì, ma dobbiamo correre come lepri... Sarah, credi di farcela? Possiamo portarti a spalla se vuoi.- l'espressione della sorella che diceva Guarda che non sono una poppante e lo sguardo omicida della ragazza lo convinse ad arretrare - come non detto...-
- Fate come me se ci riuscite!!!- fece Michelangelo iniziando a correre e saltare, seguito a ruota dai suoi fratelli.
Un vantaggio che durò molto poco.
Grave errore perdersi in uno slancio auto- celebrativo. Fu più che sufficente per permettere ai due fratelli maggiori e alla sorella di guadagnare terreno.
- Ti muovi o no pelandrone?- lo prese in giro Sarah saltando sul tetto di un altro palazzo.
- GERONIMO!!!-  fece l'arancione raggiungendoli con un balzo.
Finalmente il furgone si era fermato, ed aveva parcheggiato nel piazzale di un vecchio magazzino abbandonato... e c'era un energumeno armato di mazza che girava avanti e indietro.
E tanto bastava loro per capire che andare da loro e dire '' Ci scusi, nostro fratello è accidentalmente rimasto chiuso nel furgone dove probabilmente nascondete la refurtiva di qualche ruberia, sarebbe così gentile da aprire il furgone così ce ne torniamo tutti a casa? A proposito, buonasera signore''- non era la mossa più furba che avrebbero mai potuto fare.
- Come facciamo a distrarre la guardia e liberare Raffaello?- chiese Sarah.
- Il maestro Splinter dice sempre che nel Giappone Feudale, una kunoichi destava molti meno sospetti rispetto ad un uomo e che non avevano difficoltà nell'ingannare il nemico.- fece Leo all'indirizzo della sorella.
- Va bene... ci penso io.- fece la giovane preparandosi a scendere. Il leader lanciò uno sguardo ai suoi fratelli che diceva -'' Se le cose si mettono male, interveniamo''.
- Ehm... scusi, buon uomo...- fece la ragazza avvicinandosi al piazzale in cui era parcheggiato il furgone che imprigionava il fratello maggiore, cercando di sembrare ammaliante e seducente come le kunoichi del passato. Cosa assai difficile visto che gli abiti che indossava, pur non avendo esperienza sulle modo del momento, sarebbero stati definiti da tutti '' gli abiti della nonna''.
- Buona serata, bellezza.... c'è qualcosa che posso fare per una bella ragazza come lei, signorina?- fece lui con un sorriso falsamente cordiale e che non prometteva niente di buono.
- Lo spero davvero...- continuò lei civettando - mi sono persa, e mi domandavo se lei non potesse essere così gentile da indicarmi la strada...-
L'uomo sorrise con la steffa affabilità di un lupo che non mangiava da giorni e che stava per ingoiarsi un tenero e candido agnello tutto intero - Ma certo mia cara... certo, le informazioni costano... sai, tu dai una cosa a me, ed io ne darò una a te.-
- Ma certo...- fece lei. Senza il minimo preavviso gli sferrò un pugno alla gola, misurando la forza, in modo da stordirlo ma non da ucciderlo - un bel sonnellino. Ecco tutto quello che ti do.-
- Ottimo lavoro, Sarah.- fece Leo raggiungendola.
- Oh, è stata una cosuccia da niente.- fece lei con falsa modestia.
- Adesso cerchiamo di far uscire Raffaello.- continuò il fratello maggiore additando il rosso, che dai finestrini sulle porte del furgone stava dando segni di iniziare a spazientirsi, battendo i pugni sulle porte, strillando seppur la sua voce risultasse piuttosto ovattata -'' Che aspettate si può sapere?!?''
Farlo uscire non sarebbe stato così semplice però, dato che il furgone aveva un' apertura a combinazione.
- Lasciate fare a me, signori e signora.- fece Donatello iniziando ad armeggiare con i cavi elettrici della serratura, mentre Mik si divertiva un mondo a prendere in giro il fratello conscio del fatto che per ora non rischiava di essere preso a pugni.
- Mik... vacci piano, lo sai cosa succede quando Raffaello perde le staffe..- gli consigliò la sorella.
Altro che se lo sapeva. Donatello non fece in tempo a liberare il fratello che questi subito uscì dal furgone come un razzo fiondandosi sul fratellino. Anche se non esattamente per un abbraccio fraterno molto vigoroso.
- E sì che lo avevo avvisato...- fece Sarah massaggiandosi la fronte.
- Che testa calda...- si associò Leonardo.
Ma non era il momento di giocare o lasciarsi andare ad effusioni troppo energetiche.
I proprietari del furgone parevano non essere troppo entusiasti della loro '' violazione di proprietà privata''.
- Ma che bei mostriciattoli!-
- Perchè vi siete messi in costume? Non è mica Halloween.-
- E' evidente che non vi siete mai visti allo specchio!- commentò la ragazza recuperando il suo ventaglio.
- Si può sapere...- tuonò quello che sembrava il capo - chi è stato a darvi il permesso di aprire il furgone? Nessuno può fare fessi i Dragoni Purpurei. Specialmente se indossa un costume da tartaruga.-
- In tal caso mi sa che abbiamo un problema...- fece Leonardo - Oggi non è proprio giornata.-
- Ben detto!!!- si associò Raffaello.
Non ci volle molto per far capire a quella banda di teppisti che non mazze tubi d'acciaio per quanto armi temibili erano del tutto inutili se maneggiati da mani non allenate. Puro polistirolo in una lotta contro cinque ragazzi che si allenavano alle arti marziali ormai da moltissimi anni.
- Presto ragazzi, andiamo via, questi non scherzano!!!- fece il loro capo iniziando a scappare, seguito a ruota da tutti i suoi '' accoliti''.
- Beh... è stato piuttosto facile, vero?- fece Donatello.
- Sarebbe bello se ne arrivassero degli altri... ho appena iniziato a scaldarmi. - fece Raph euforico come un bambino.
Nemmeno a farlo apposta, in preve si ritrovarono circondati da un numero indefinito di ninja, tutti abbigliati di nero dalla testa ai piedi. L'unica nota di colore forse era lo stemma di una fiamma a tre punte sul petto.
- Consegna speciale per Raffaello, signori miei.- fece la giovane mettendosi in posizione d'attacco con il suo tessen.
- Che vengano pure, noi siamo pronti!!!- fece Leonardo.
- Diamo inizio alle danze, fratelli.- concluse Raffaello. Purtroppo, lo scontro non ebbe lo stesso finale di quello che si era concluso pochi minuti prima.
I ninja non erano solo più numerosi, ma anche più preparati, e malgrado le tartarughe fossero in grado di tener loro testa, non avevano speranze di poter uscire vincenti per la seconda volta.
Se il maestro Splinter fosse stato lì avrebbe detto loro '' Solo uno stolto si rifiuta di vedere il pericolo quando questo si presenta'' e di certo non li avrebbe biasimati se avessero deciso di riportare a casa la pelle tutta intera.
Ragion per cui, dopo che il genio del gruppo fu riuscito a mettere in moto, saltarono tutti sul furgone per dirigersi all'appuntamento con il padre.
Non prima di aver restituito i soldi rubati alla polizia però.
Mentre in superficie, era accaduto tutto questo, anche il Maestro Splinter aveva avuto il suo bel da fare nell'affrontare altri Robot Killer, ma grazie a loro era precipitato in un condotto al termine del quale vi era una costruzione immensa, molto più grande della loro vecchia casa. Polverosa, sporca e disordinata questo sì, ma niente che non si sarebbe potuto sistemare con un po' di olio di gomito.
Quella sera, la famiglia cenò con una pizza formato famiglia alla salsiccia e doppio formaggio, attorno alla quale i cinque giovani raccontarono al loro padre tutto quello che era successo in superfice.
- E tu Sarah?- fece Splinter rivolgendosi alla figlia femmina, l'unica che non aveva ancora proferito parola. Era lei a preoccuparlo più di tutti.
- E io cosa?- fece la ragazza bevendo un sorso d'acqua.
- Lo sai... come è stato tornare nel mondo di sopra, dopo tanti anni che sei qui con noi?-  non si era arrabbiato per il fatto che i figli fossero saliti in superfice, d'altro canto non c'era nessun'altra possibilità, ma a preoccuparlo era Sarah, che dopo tanti anni aveva rivisto il mondo che tanti anni prima l'aveva vista sparire. Non aveva potuto vedere molto, ma la sua unica figlia femmina era stata fin da piccola una bambina intelligente e curiosa.
Ricordava ancora che passava delle ore intere assieme a Donatello, il quale si era auto-incaricato di insegnarle a leggere, scrivere, la matematica, scienze, ed un sacco di altre cose. E molto spesso, la bimba andava avanti nello sfogliare i libri domandando -'' E questo? E questo?''- e Donatello era felice quando la sorellina lo riempiva di domande, felice che qualcuno s'interessasse alle sue stesse passioni e di avere qualcuno con cui parlarne.
- Volete proprio la verità?- fece Sarah - un po' troppo caotico. Se le persone di sopra sono abituate a prendersela con i più deboli e a fare i forti con i deboli e i deboli con i forti, preferisco di gran lunga restare qui con voi.-
- E per forza!!!- fece Mik mettendole un braccio attorno alla vita attirandola a sè - Dove li trovi degli altri fighi come noi, nanetta?-
- Ha parlato lo spilungone siccome!!!- lo rimbeccò Sarah suscitando l'ilarità generale.
Splinter sospirò sollevato, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa verso quella ragazza che aveva cresciuto e tirato su come una figlia assieme agli altri. Si era fatta una bellissima ragazza, dolce e buona, ma allo stesso tempo intelligente, coraggiosa e forte.
E doveva dirlo, anche se aveva ancora molta strada di fronte, aveva tutte le cifre per essere una brava kunoichi.
Ma ciò non cambiava le carte in tavola: lei era un essere umano. Scomparso, disperso, smarrito agli occhi della società e probabilmente deceduto... ma era una ragazza umana.
Come padre voleva sempre il massimo per i suoi figli... ma Sarah non avrebbe mai avuto delle amichette con cui andare a prendere un gelato, non sarebbe mai andata a scuola, non avrebbe mai potuto sognare di andare al college e non si sarebbe mai innamorata.
- Bambina mia...- pensò - potrai mai perdonarmi di essermi arrogato il diritto di privarti della tua vita?- le voleva bene, la amava come una figlia, ma certe volte gli sembrava di essere il suo carceriere.

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Capitolo 2
*** Trappola per topi ***


Erano passati pochi giorni dall'attacco di robot che aveva costretto le tartarughe a lasciare il posto che li aveva visti crescere e diventare bravi ninja, e traslocare in quella che sembrava una vecchia stazione metropolitana in disuso.
Era molto più grande e più spaziosa, e questo aveva permesso loro di avere un dojo più grande, una camera da letto per ognuno di loro ( l'unica nota stonata della loro vecchia casa era che dovevano dormire su dei mataressi per terra, l'uno vicino all'altro) e di poter soddisfare qualche piccola '' necessità''.
Michelangelo aveva dotato la stanza più grande di un '' multivisore'' nel quale poteva vedere più film in contemporanea e giocare ai videogiochi.
Raph aveva organizzato un angolo- palestra in cui allenarsi e prendere a calci e pugni il sacco quando sentiva di doversi sfogare prima di fare del male a qualcuno o a sè stesso.
Donatello aveva trasformato una stanza nel suo laboratorio dove poteva lavorare indisturbato e custodire i suoi calcoli, progetti, teorie, resoconti di esperimenti, senza che questi svolazzassero per ogni angolo del rifugio rischiando di essere incautamente usati come tovaglioli... o strofinacci.
Sarah era riuscita a recuperare due scatole porta oggetti da una discarica e tirarle perfettamente a lucido. Il suo intento era di usarle per sistemare i libri che in quegli anni era riuscita a trovare i discariche e condutture.
Sperando che il crollo della loro casa li avesse risparmiati. Lo avrebbe saputo presto. Leonardo e Raffaello avevano preso il nuovo mezzo di trasporto ideato da Don per andare a prendere ciò che era rimasto delle loro cose nel vecchio nascondiglio.
I fari degli abbaglianti annunciarono il loro rientro.
- Ottime notizie Mik.- fece Leo porgendo al minore una scatola - La tua collezione di DVD è intatta.-
- E non solo.- aggiunse Raffaello - Sarah? Vieni, c'è una sorpresa per te.- la bruna non se lo fece ripetere due volte.
Il rosso le mostrò due scatoloni con un sorriso.
La ragazza li aprì e vide i '' tesori'' che in quegli anni aveva custodito con amore ed affetto. I suoi libri.
C'erano tutti, non ne mancava nemmeno uno.
- Non è stato facile recuperarli, ma come vedi ce l'abbiamo fatta.- fece Leo. La ragazza li abbracciò entrambi, quasi minacciando di strangolarli.
- Grazie ragazzi, grazie grazie!!!-
- Ehy, ragazzi!!!- fece Donatello costringendo la sorellina a mollare la presa - venite.-
I tre raggiunsero i due fratelli ed il padre davanti al multivisore messo insieme da Michelangelo. Il telegiornale si stava occupando di un servizio su una delle più brillanti menti della città e forse del mondo, il dottor Baxter Stockman, scienziato nonchè direttore generale della Stocktroncis, l'azienda leader delle nuove tecnologie.
'' E' con grande onore che vi presento la soluzione per il problema più grande di questa città: l'aumento inarrestabile dei topi.''- aveva detto il direttore generale, un uomo di mezz'età, di colore, occhialuto e con un camice -'' da oggi non sarà più un problema grazie alla mia ultima invenzione. Vi presento... l'acchiappatopi Stocktronics.''- nel dir così aveva sollevato un telo.
Le tartarughe, Sarah e Splinter impallidirono a quella vista. Si trattava proprio di uno di quegli aggeggi che avevano distrutto la loro casa.
- Beh...- fece Donatello - Adesso almeno, sappiamo che cosa sono.-
Magra consolazione.
- E secondo lui quei cosi...- fece Sarah storcendo il naso indicando la testa dell'acchiappa-topi che Donatello teneva in mano - sarebbe qualcosa di utile all'umanità?- a parte il fatto che a lei sembravano ancora dei polli di latta, non riusciva a capire come si faceva a spacciare dei robot in grado di divorarsi una casa in meno di pochi minuti per qualcosa di utile alla comunità.
- Certo, chi non ha mai scritto a Babbo Natale chiedendo un acchiappa-topi mangia tutto come animaletto da compagnia?- fece Michelangelo - cani e gatti sono superati, gente...-
Nel frattempo, Raffaello colto da un attacco di rabbia dopo essere riuscito a dare un nome ed una faccia all'individuo reo di aver distrutto la loro casa, aveva estratto un sai conficcandolo nel televisore puntanto alla faccia di Stockman.
- Al diavolo cosa ne pensa lui!!!- urlò il rosso - Andiamo e prendiamolo a calci nel sedere, e già che ci siamo distruggiamogli casa...-
- Dai, Raffaello, adesso calmati.- fece Sarah circondadogli un braccio con le sue-
Il rosso la guardò male - Sciocchezze!!! Quel tizio ci ha fatto crollare la casa sulla testa e tu lo difendi pure?!?-
- Pronto?- lo rimbeccò la ragazza - Di sicuro ha costruito quei cosi per un motivo diverso da quello che dice in giro, ma ti faccio notare che è uno scienziato affermato e rispettato da tutti. Ed è probabile che se vede quattro tartarughe alte un metro e cinquanta, che parlano e combattono, parecchi gli crederanno e si aprirà la stagione di caccia alla tartaruga e al topo.-
- Tua sorella ha perfettamente ragione, Raffaello.- fece Splinter ammonendo il figlio più ribelle con un colpo di bastone sulla testa, pur attento a non fargli troppo male - La tua ultima avventura in superficie è stata un fallimento totale. Non puoi rischiare di farti vedere da altri umani.
Soprattutto da quelli che vantano una certa influenza.-
Nel frattempo, il professor Stockman aveva deciso di dare una dimostrazione pratica sull'efficienza dei suoi sofisticatissimi Robot. Aveva ordinato alla sua assistente, una bellissima ragazza di circa ventiquattro anni, dagli occhi verdi e splendidi capelli rossi di liberare alcuni topolini in un piccolo labirinto. Poi aveva attivato l'acchiappatopi.
Quello che successe dopo lasciò sconvolti i cinque ninja ed il loro maestro: il robot aveva catturato una di quelle bestiole e l'aveva praticamente divorato vivo.
- Oh Santi Numi...- fece Sarah - Povera bestiolina...-
- Sapete? Oggi come oggi, non mi piacerebbe affatto essere un topo in questa città!!!- fece Mik beccandosi delle occhiatacce volte a ricordargli che tra loro c'era un topo, e che poteva non essere troppo felice di sentir dire che qualcuno avrebbe preferito essere qualsiasi cosa all'infuori di un roditore - Ops... scusa Maestro Splinter.- dopo di chè, il tg passò alle notizie sportive e Donatello spense il televisore.
- Voi che ne pensate?- chiese Michelangelo. Non ebbe bisogno di specificare a cosa si riferisse.
- Che Baxter li ha creati per tutt'altro motivo.- fece Donatello - Ok. Diciamo che ha detto la verità e che vuole eliminare il problema dei roditori... senza offesa per i presenti... perchè allora ne ha sguinzagliato una parte nelle fogne? E soprattutto, perchè li ha fatti così aggressivi? Sono pur sempre delle macchine che non possono pensare con la loro testa e che possono anche guastarsi.-
- E quindi possono anche rivoltarsi contro l'uomo.- fece Leonardo - E se i suoi acchiappatopi si rivoltassero contro chi li ha comprati, si beccherebbe decine di denunce per danni.-
- Ok, e allora a che gli servono dei robot che mangiano qualsiasi cosa, esseri umani compresi?- fece Sarah.
- Non lo so.- fece Don preoccupato- Trama qualcosa. Ha un progetto non troppo pulito in mente... e voglio scoprire cos'è.-
Donatello non si sbagliava. Dopo la conferenza di quel pomeriggio, aveva ricevuto una video-chiamata da parte di quello che lui aveva definito '' un finanziatore molto importante'', il quale si era detto molto deluso dal primo collaudo degli acchiappa-topi e di quanto fosse intollerante riguardo ai fallimenti. Baxter lo aveva rassicurato dicendo che aveva già provveduto ad eliminare i difetti di fabbricazione che il test aveva messo in evidenza, ma quello che non sapeva era che April O'Neil, la sua assistente, non era solo una ragazza bella e con un'ottima preparazione, ma era anche sveglia e dotata di saldi principi morali, la quale non era rimasta affatto convinta dalla scarsa preoccupazione e superficialità con la quale il suo capo aveva trattato la misteriosa scomparsa di buona parte dei robot acchiappa-topi, e che aveva ascoltato buona parte della conversazione tra lui ed il '' finanziatore''.
Ed anche se non aveva ben chiaro di cosa stessero parlando, una cosa l'aveva capita: con tutta probabilità, il genio della scienza che idolatrava ed ammirava, era coinvolto in qualche affare poco pulito. Ragion per cui, aveva deciso di andare a fondo della faccenda. Giusto per essere sicura di non essere alle dipendenze di un criminale.
- ... e con questo...- fece Donatello mettendo a posto l'ultimo pezzo del robot - gli mettiamo fuori uso la mandibola.-
- Bene.- fece Sarah. Dopo la fine degli allenamenti, Michelangelo si era piazzato sul divano di fronte al nuovo multivisore a fare indigestione di DVD, Raffaello pareva aver '' miracolosamente'' e con una certa ritrosia nel crederci da parte di Leo, messo da parte gli istinti omicidi verso Stockman ed era andato a coricarsi, e Donatello si era rinchiuso nel laboratorio per rimettere insieme uno degli acchiappa-topi nella speranza di scoprire qual'era il suo vero utilizzo, con l'aiuto di Sarah - Non sia mai che decida di papparsi anche la nostra nuova casa.... questa specie di gallinaccio metallizzato. Eh si, brutta bestiaccia... ce l'ho proprio con te.-
Donatello rise sommessamente - Stai tranquilla, piccola... stavolta non c'è pericolo. A proposito... ma è vero?-
- Vero cosa?- fece la ragazza.
- Quello che hai detto l'altro ieri... il mondo di sopra non ti manca nemmeno un po'? Non vorresti vedere, vivere quello che c'è là fuori?- ormai aveva quindici anni. E nel linguaggio degli umani, quel periodo significava '' insofferenza e ribellione, saltatemi addosso''. Mano a mano che gli anni passavano, e più quel periodo si avvicinava èiù loro iniziavano a temere ed aspettarsi che la sorellina iniziasse a disobbedire, chiedere i permessi per uscire, invece niente. Era rimasto tutto immutato.
- Per fare cosa e andare dove? Il mondo mi ha lasciato alle spalle, ed io mi sono lasciata la mia vecchia vita alle spalle. L'unica cosa che mi rimane di quel breve periodo...- nel dir così infiò una mano sotto il maglione per mettere in mostra un ciondolo - è questo qui.-
Un ciondolo d'argendo a forma di rombo con al centro una pietra viola, forse un'ametista. Sarah lo portava al collo quando l'avevano trovata e successivamente avrebbe riferito loro di averlo ricevuto dalla sua mamma, prima di morire. Forse sperava di salvarsi in qualche modo e di ritrovare la figlioletta proprio grazie a quel gingillo, ma il destino era stato molto crudele con i coniugi Huntington.
E con la loro figlia.
- Non te ne separi proprio mai, vero?- fece il fratello.
- Come potrei? E' l'ultimo regalo di mia madre, l'unica prova che mi da la certezza che avevo qualcosa di importante nel mondo di sopra, è il mio portafortuna.- fece la ragazza rigirandoselo tra le dita. Vero, a volte le mancava e rimpiangeva la sua vita precedente, ma durava sempre quasi una frazione di secondo. In fondo, tutto questo l'aveva vissuto per pochissimo tempo, prima che potesse avere dei veri ricordi o di instaurare qualsiasi rapporto.
Inoltre, si diceva che la famiglia erano quelle persone che ti insegnavano a volare... e non era forse quello che Splinter, Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo avevano fatto? Splinter sapeva essere un padre comprensivo, a tratti severo, ma premuroso e le aveva insegnato le arti marziali, l'uso del tessen e molte arti che solo le Kunoichi del passato conoscevano.
Leonardo, le aveva insegnato a prendere tutto con calma e riflessività, a pensare prima di agire per evitare situazione spiacevoli.
Raffaello, a non piegare la testa davanti alle ingiustizie e di fare sempre ciò che le sembrava giusto, anche se con mezzi poco '' ortodossi''.
Donatello le aveva dato la conoscenza: le aveva insegnato a leggere, a scrivere ed un sacco di altre cose. Ed aveva rimesso a nuovo un computer solo per lei, donandole così una finestra sul mondo esterno.
E per ultimo, ma non per importanza, Michelangelo che le aveva insegnato che la vita, senza una risata, non era vera vita.
Erano loro la sua famiglia. Tutto quello che aveva e mai avrebbe permesso a qualcuno di strapparla da loro. O di strappare loro a lei.
- Ma la mia famiglia siete e sarete sempre voi.- fece Sarah con un sorriso.
Donatello le sorrise, ed in quel momento vennero distratti da un rumore. L'acchiappa-topi si era messo in piedi.
- Oddio è vivo!!! E' vivo!!!- fece Donatello - Oddio, mi sento tanto il Dottor Frankestein in questo momento...-
'' E allora io sarei Igor?''- pensò Sarah strabuzzando gli occhi.
- Dai, seguiamolo!!!- fece Donatello - Mik, sveglia!!! L'acchiappatopi sta scappando!!!-
L'arancione scattò subito. Fuori dalla tana trovarono Leo e Raph che si stavano azzuffando, che però sospesero la loro discussione nel vedere uno di quei cosi infernali che si muoveva come e quando voleva.
- Ce l'ho fatta, sono riuscito a farlo funzionare!!!-
- Muovetevi, è più veloce di quanto non sembri!!!- li incitò Michelangelo.
- Tra le altre cose.- concluse Sarah.
Dopo una breve discussione, anche Leonardo e Raffaello si unirono alla '' spedizione di ricerca''.
Quel robot non era solo molto veloce, ma aveva anche una passione smoderata per le acrobazie estreme. Non poteva essere diversamente, dato che tra tutte le possibili strade per tornare alla sua casa base, aveva scelto proprio quella che passava sopra un mulinello gigante.
Roba che se cadevano in quel vortice sarebbero finiti come i panni in lavatrice, ma senza mai più tornare indietro.
- Attenti a dove mettete i piedi ragazzi.- si raccomandò Leo. Problema non destinato ad esistere visto che il mostriciattolo aveva iniziato ad arrampicarsi sul muro per infilarsi in uno dei tubi di scarico.
- E' pieno di risorse il topastro!!!- sbottò Donatello.
- Che facciamo adesso, Splinter Junior?- fece Raph con tono di sfottò all'indirizzo dell'azzurro. Sarah pregò che non iniziassero a discutere, perchè non aveva la minima intenzione di mettersi a fare la mediatrice di pace su un tubo situato sopra un mulinello gigante.
- Primo, non chiamarmi così.- si difese il maggiore - Secondo, avete tutti le punte ashiko?- fece il leader estraendo le sue dalla cintura. Si trattava di artigli in acciaio da arrampicata da applicare sulle mani, dall'indice al mignolo.
I fratelli e la sorella annuirono, ed una volta preparatisi iniziarono a scalare la parete per raggiungere il robot e continuare l'inseguimento.
- Dite un po'...- fece l'arancione mentre correva - Come avete fatto a bloccare le mandibole turbo di quel coso? E soprattutto... siamo sicuri che funzionerà?- domandò memore di come avevano ridotto la loro casa e per la fine atroce che avevano riservato a quel povero topolino durante la '' prova pratica''.
- Ah, è assolutamente innocuo.
Quell'esemplare non sarebbe in grado di masticare nemmeno una gomma americana.-
Donatello aveva parlato troppo presto. Il robottino aveva iniziato a mordere e masticare senza il minimo problema alcuni tubi.
- Dicevi, scusa?- fece Raffaello sfottendo il fratellino.
- Ma com'è possibile... lo avevo bloccato, ne sono certo...- fece Don che non si capacitava di aver sbagliato in quel modo.
- Non te la prendere, dai.- fece Sarah mettendogli una mano sulla spalla per confortarlo - forse ha un dispositivo di sicurezza che gli permette di...- ma Donatello non la stava ascoltando. Avevano un problema ben più grave.
- Ragazzi, presto, torniamo indietro...- fece il viola.
- Ma non volevate scoprire chi li ha mandati e perchè?- fece Raph.
- Sì... ma prima che quel coso facesse danni... vedete la conduttura sopra le nostre teste? Bene, v'informo che si tratta di una delle più imponenti e contiene acque sporche.- spiegò Donatello.
- E con questo?- fece Raph.
- Semplice... il nostro simpatico piccolo amico ha tappato gli scarichi ed il tubo grosso sta per scoppiare.-
I suoi fratelli iniziarono a preoccuparsi.
- Quanto tempo abbiamo...?- chiese Leo.
La tubatura aveva iniziato ad incrinarsi e a zampillare spruzzi di acqua marrone maleodorante. Il minore dei mali, vivevano nelle fogne e al cattivo odore ormai erano abituati.
- Non molto!!!- fece Sarah un attimo prima che la tubatura scoppiasse del tutto. Furono travolti da un'ondata d'acqua sporca che li trascinò dalla parte dalla quale provenivano. L'acqua uscì dal tubo da cui erano entrati andando a rigettarsi nel vortice sotto i loro piedi.
- Spero che abbiate una soluzione rapida, o rischiamo davvero di finire su tutti i quotidiani: nella sezione necrologi!!!- fece Sarah con il vortice che si faceva pericolosamente vicino ad ogni secondo che passava.
Fu Donatello ad offrire loro una scappatoia. Riuscì ad agganciare il bastone ad un tubo metallico e vi si aggrappò saldamente.
- Attaccatevi tutti a me!!!- urlò il viola. Non se lo fecero ripetere due volte: a poco a poco si aggrapparono l'uno alle caviglie dell'altro formando una catena.
- Sbaglio...- fece  Raph gemendo di dolore rivolgendosi al fratello minore - o qualcuno non ha tolto le punte ashiko che abbiamo usato per arrampicarci?-
- Sì, e se non lavete fatto anche voi è la nostra salvezza, Raph...- fece Mik iniziando a dondolarsi - seguitemi!!!- e nel dir così si lanciò contro la parete più vicina alla quale aderiva perfettamente proprio grazie agli artigli che aveva ancora alle mani.
Seppur con riluttanza, i fratelli e la sorella lo seguirono, uno dopo l'altra... facendo anche una doccia fuori programma.
- Visto? Non è andata tanto male... dico bene?- fece Mik sorridendo.
- Già... per il momento quel piccolo mostro ci ha solo fatto crollare la casa sulla testa con l'aiuto dei suoi amichetti, e da solo è quasi riuscito a farci fare un lavaggio a 360°... e che sarà mai.- fece Sarah risalendo la parete assieme ai fratelli.
- Giusto. Scherzetti da niente... e quando gli avrò messo le mani addosso, giusto che lo trasformerò in una scatola per sardine!!!- fece Raph guardandosi attorno, smanioso di ritrovare quell'aggeggio.
- Calma... trattieni gli istinti omicidi, Raffaello... ci serve ancora tutto intero.- fece Donatello.
- E voi pensate veramente di riuscire a trovare quel piccolo tritatutto? Chissà dove si sarà cacciato a quest'ora...- fece Mik.
La sorella gli indicò delle tubature prese a morsi.
- Seguiamo le molliche di pane.- suggerì la giovane saltando dall'altra parte.
Non fu facile ritrovare il robot, ma grazie alle numerose '' molliche di pane'' come le aveva definite la più giovane del gruppo, vi riuscirono.
Solo che quando riuscirono a rimettergli gli occhi addosso, i cinque ninja trovarono una sorpresa assai poco gradita: i suoi amici lo avevano raggiunto. Ed erano molto più resistenti agli attacchi rispetto al gruppo che aveva reso impraticabile la loro dimora.
- E sono anche più numerosi... l'avevate notato?- fece il rosso mettendosi in posizione di attacco.
- Posso chiedervi chi vi manda?- fece Michelangelo.
- O almeno perchè al genio del male che vi ha messo insieme, è saltato il ticchio di fare a pezzi la rete fognaria della città di New York?-  aggiunse Sarah.
Diedero inizio alla battaglia e non fu difficile liberarsi di loro una volta capito che per evitare di farsi azzannare se non peggio era sufficente togliere loro la testa. Come il cervello umano era la centrale di comando di ogni corpo vivente, anche il chip di controllo nella loro testa dava loro istruzioni, quindi era sufficente fare in modo che rimanessero senza istruzioni.
Dura vita quella del robot.
Purtroppo vi misero troppo foga in quell'azione difensiva e finirono per distruggere anche l'esemplare che stavano seguendo.
- Bene, la gita finisce qui.- fece Donatello - Andiamocene. Qui ormai non abbiamo più nulla da fare.-
Furono tutti d'accordo con lui.
- E torniamocene a casa con una certa fretta. Se il maestro Splinter se ne accorge, saranno guai sei per tutti.-
Intanto, poco lontano da loro, anche l'assistente di Stockman, April O'Neil aveva i suoi problemi. Come programmato, si era fermata in ufficio con la scusa degli straordinari e magari facendo credere al capo di essere una ragazza affidabile e laboriosa, cosa che le aveva offerto l'occasione di ficcanasare nell'ufficio di questi alla ricerca di prove ed indizi che testimoniassero che era tutto in regola e che il professore non stava commettendo niente di illecito... e nella sua ricerca aveva scoperto un laboratorio sotterraneo dove vi era una sorta di fabbrica di robot Acchiappa-topi.
E tanto era bastato per farle capire che una produzione simile mirava a tutt'altro obiettivo da quello dichiarato. Era stata abbastanza brava da arrivare a tale conclusione, ma non così brava da non farsi scoprire.
Il suo capo l'aveva colta in flagrante e le aveva scatenato contro i robot a cui lei stessa aveva dato il suo contributo.
Era riuscita a fuggire nelle fogne, ma senza sapere dove trovare almeno un tombino per risalire in superficie e con gli acchiappa-topi al suo inseguimento non aveva speranza di salvezza.
- AHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!- l'urlo di April ormai braccata in un vicolo senza uscita spezzò il silenzio.
- Ehy!!!- fece Don- sbaglio o quello era un grido di donna?-
- No, non ti sbagli...- fece Raph - solo che non capisco che ci faccia una donna a passeggio nelle fogne.-
- Proveniva da quel vicolo.- fece Sarah correndo verso il punto da cui provenivano le urla. seguita a ruota dai fratelli.
Arrivarono giusto in tempo per salvare la povera assistente da una fine assai poco dignitosa, oltre ad essere lenta e dolorosa.
- Pure villani quelle bestiacce!!!- sbottò Sarah dando un colpo di ventaglio sulla testa di uno di quei robot - Non sta bene insistere con una signora che non gradisce la vostra compagnia.-
- Bisogna proprio insegnarvi tutto a voi ammassi di farraglia eh?- si associò Raffello distruggendone un altro.
In breve, anche di quel gruppo di robot rimase solo ferraglia. La ragazza, che aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo tentando di non pensare all'atroce destino che le veniva promesso, finalmente li riaprì e vide davanti a sè cinque figure in penombra.
- Oddio...- fece la poverina ancora provata dall'esperienza appena vissuta - oddio, è... è il cielo che vi manda... non so davvero come ringraziarvi... mi avete appena salvato la....-
- Salve!!! Che si dice, tutto bene?- fece Michelangelo mostrandosi alla giovane.
La donna vedendo la tartaruga gigante e soprattutto parlante, svenne.
- Santo Cielo, è svenuta!!!- fece Mik.
- Dalle torto...- fece Sarah avvicinandosi alla ragazza per assicurarsi che non fosse ferita o per lo meno che non lo fosse in maniera grave. Per fortuna, non trovò contusioni, ossa rotte o tagli. Era solo svenuta per la paura - Prima gli acchiappatopi che cercano di ridurla in un macinato di carne, poi vede noi... pure io sverrei al posto suo.-
- Davvero?- fece Raph con il tono di chi stava per fare una battuta - Ed io che pensavo che fosse svenuta per il profumo di Michelangelo... Eau De Merluzzò.-
- Ah. Ah. Ah.- lo rimbeccò Mik - Divertente. Davvero divertente.-
- Ed ora che cosa facciamo?- fece Leo.
- E che vuoi fare...- rispose Donatello - Non vorrai abbandonarla qui. Quasi certamente non conosce le fognature come noi che possiamo ritrovare la strada di casa in qualunque momento.-
- Mi viene anche un altro motivo per cui dovremmo portarla a casa.- fece Sarah - La riconosco. E' l'assistente di laboratorio di Stockman. Secondo me, ci può dire delle cose piuttosto interessanti.- soprattutto considerato che il suo capo aveva tentato di darla in pasto a quelle care (?), e tenere (?) bestiole.
E non certo perchè aveva chiesto un aumento di stipendio o le ferie anticipate.
- E sia... portiamola a casa.- fece Leo. Non sapeva perchè ma aveva come l'impressione che al Maestro Splinter quella storia non sarebbe piaciuta, e mano a mano che si aggiungevano particolari, gli sarebbe piaciuta sempre meno.
- Definiremo il concetto di '' Non voglio che abbandoniate il rifugio e prendiate iniziative senza avermi consultato'', più tardi...- Leonardo non si sbagliava. Il loro maestro/ padre putativo era rimasto molto contrariato di aver trovato il rifugio completamente vuoto, ma si era irritato tanto di più nel vederli tornare con una giovane donna svenuta in braccio a Michelangelo.
- Quello che ora mi piacerebbe sapere è chi è questa sconosciuta e come vi è saltato in mente di portare un umano nel nostro rifugio segreto e che deve restare nascosto al resto del mondo.-
- Non avevamo scelta...- fece Leonardo toccandosi nervosamente la nuca - E' stata aggredita da un gruppo di acchiappa-topi, non potevamo lasciarla in balia di quei mostri...-
- E nemmeno lasciarla dove l'abbiamo trovata.- aggiunse Sarah - che volevi fare, lasciarla vagare nelle fogne per giorni, senza una goccia d'acqua o un' oncia di cibo?-
- No, certo che no... - fece il topo - ma avete pensato a cosa succederà quando aprirà gli occhi e si accorgerà che ha veramente visto delle tartarughe giganti e che non era uno scherzo della paura?- ricordava che Sarah non si era spaventata dieci anni prima. Ma si trattava di una bimba e come molti bambini non aveva paura di ciò che poteva effettivamente costituire un pericolo, ed era più spaventata da cose innocue o che non esistevano, il buio, le streghe, i fantasmi...
Ma la giovane donna  che dormiva sul loro divano era adulta e si sarebbe accorta di non essere finita ad un veglione mascherato. E non avrebbero potuto tenerla con loro, di certo in superficie aveva una famiglia e degli amici che avrebbero sporto denuncia sulla sua scomparsa e prima o poi... anche lasciarla andare una volta ripresasi era un rischio. In fondo, era l'assistente di Stockman, un genio della scienza e della tecnologia, chi e cosa assicurava loro che quella ragazza che sembrava tanto dolce ed ingenua non fosse in realtà un' arrivista pronta a tutto pur di arrivare in alto?
- Intanto, cerchiamo di scoprire cosa sa a riguardo degli acchiappa-topi... al resto penseremo dopo.- fece Donatello.
- Lasciate fare a me, fratelli.- fece Michelangelo - o meglio... a me e al mio invidiabile savoir faire. Le donne non resistono.-
- Wowwowwow, tira il freno a mano e spegni il motore.- fece Raffaello - prima di tutto... di quali donne stiamo parlando?-
- In secondo luogo... e non che io metta in dubbio le tue doti...- fece Sarah - non sarebbe meglio se ci parlassi io? Sono donna e sono umana, è più facile che parli con me che non con voi.-
- No, tranquilla, me la sbrigo da solo.- fece Mik scompigliandole i capelli - stai lì ed ammira il maestro all'opera.-
- Ehm...- fece Sarah scrollandosi di dosso la mano del fratello dalla testa - mi permetto d'insistere... credo di avere più possibilità.-
Mmik finse di pensarci un attimo e poi disse - E va bene. Allora perchè non facciamo una scommessa io e te?-
- Scommessa?- fece Sarah.
- Oh no... oh no...- borbottò Donatello - Fermiamoli, prima che qualcuno rischi di rimetterci seriamente...-
- Sì.
Ti propongo un patto, sorella: la interroghiamo a turno. Chi ottiene il risultato peggiore, offre una pizza all'altro.-  fece Mik tenendo una mano.
La ragazzina non ci pensò due volte ad accettare il guanto di sfida - Affare fatto.-
...
...
...
- Dico io, sei diventata matta, l'odore delle fogne ti ha dato al cervello o cosa?- fece Donatello raggiungendo la sorella in cucina, con gli occhi fuori dalle orbite.
- Già.
Nessuno scommette con Michelangelo, mettendo in palio una pizza, e poi ne esce indenne.- le ricordò Raffaello. Ok, il loro fratello era '' irritante fino all'inverosimile e non sembrava particolarmente sveglio o intelligente... ma se c'era di mezzo la pizza, diventava un esperto in tutto.
- Beh, c'è sempre una prima volta per tutto.- fece Sarah mettendo su la teiera. In fin dei conti, avevano sempre detto e ridetto che mai sarebbero saliti in superifice e pochi giorni prima non solo c'erano saliti ma avevano avuto modo di incontrare alcuni umani particolarmente '' dolci ed espansivi'', quindi perchè lei non avrebbe potuto spuntarla contro Michelangelo, pizza o non pizza? - non preoccupatevi per me ragazzi, non c'è n'è bisogno.- li rassicurò con un sorriso.
...
...
...
- Voi che ne dite?- fece Leonardo - sembra molto sicuro di sè... magari ci preoccupiamo inutilmente.-
- Sì... come io che mi illudevo di poterlo tranquillamente battere in una gara di roller, e Donatello che credeva di fargli le scarpe a scarabeo, vero?- fece Raph - guardiamo in faccia la verità: la nanerottola è spacciata.-
Non avevano che una soluzione: dovevano mettersi in mezzo in quella specie di '' scommessa'' e porre loro le domande alla ragazza al posto dei due contendenti. In tal modo avrebbero fatto perdere una pizza a Michelangelo, ma allo stesso tempo avrebbero evitato un' umilazione alla sorella.
Tutti felici.
Più o meno.

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Capitolo 3
*** L'attacco degli acchiappa topi ***


- Sarah... - fece Leo tentando per l'ennesima volta di convincere la sorella a desistere da quell'impresa. Accettare una sfida da parte di Michelangelo e mettere un pizza in palio equivaleva a dire '' Oggi ho voglia di umiliarmi alla grande''. Lui non si era mai trovato nella situazione di dover accettare un simile guanto, ma da quello che aveva visto chi aveva la malsana idea di raccoglierlo o peggio ancora di lanciarlo, andava incontro ad un destino assai poco piacevole.
Ricordava ancora che quando Mik aveva stracciato Raph in una piccola sfida di roller, quest'ultimo oltre a pagargli la pizza, aveva tenuto la bocca chiusa per una settimana e quasi non alzava lo sguardo. Ed era tutto un dire per una tartaruga con una lingua tagliente ed affilata quanto la lama di una spada.
- Pensaci bene. Il coraggio è una virtù preziosa. Non va sciupato... meglio lasciarlo da parte per quando serve.-
- Ora non buttiamola sul drammatico, va bene?- fece Sarah - E' solo una scommessa tra fratelli. Un gioco. Nè più nè meno.-
- Tu la vedi così.- si aggregò Raph - Ma se cosa assolutamente probabile... non ti offendere, ma se metti in mezzo una pizza, quello diventa un tuttologo che Pico de Paperis può solo accompagnare.... che la vinca, te lo ricorderà per giorni, settimane, forse mesi!!!-
- Sei sicura di voler sopportare tutto questo?- fece Donatello.
- Ragazzi, state tranquilli.- fece la ragazza - andrà tutto bene.-  disse strizzando loro l'occhio.
...
...
...
April si svegliò dal suo lunghissimo sonno borbottando qualcosa su quanto fosse controproducente addormentarsi davanti al televisore. Ma ebbe modo di ricredersi quando vide che le quattro tartarughe giganti del suo sogno erano lì, davanti a lei, anche ora che era sveglia.
- Ciao bellezza!!!- la salutò Michelangelo - che ne diresti di fare due chiacchiere?!?-
- AHHHHHHHHHHHHHHH!!!!- fu la risposta della rossa procurando al mutante un infarto.
'' Cominciamo bene...''- fu il pensiero univoco dei presenti.
- SANTO DIO!!! TU PARLI?!?- strillò  la ragazza.
- Sì...- confermò Raffaello - è a farlo stare zitto che viene il difficile.-
- E hai... tre... dita...- fece April cacciando la faccia nel cuscino ripetendo '' Sono sveglia''- a ripetizione.
- Non mi sembra che l'abbia presa molto bene sapete?- gli fece notare Donatello.
- E cosa vi aspettavate? Non abbiamo molta esperienza con gli esseri umani.... ci vorrà un po' di tempo, no?- fece Mik.
- Sì, e nel frattempo chissà cosa combina Stockman...- Raffaello si era già spazientito ed aveva deciso di risolvere la faccenda a modo suo - Ehy, dolcezza!!!-
- Sì, che cosa c'è?- fece la rossa ancora piuttosto provata.
- Cosa sai di quei robot acchiappa-topi?-
- Beh.... all'inizio credevo che servissero per risolvere il problema dei topi in città, ma poi ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di strano quando...- la giovane si stoppò. Stava parlando realmente con quattro tartarughe giganti con tre dita per mano? No, non poteva essere... ok, doveva esserci una spiegazione. La logica insegnava che c'era sempre una spiegazione razionale per tutto, bastava volerla cercare.
E la spiegazione era semplice in questo caso: stava sognando. Sì, insomma, il suo capo si era rivelato un pazzo che aveva cercato di eliminarla, lei aveva trovato rifugio nelle fogne, che pullulavano di topi, ragni e stando a qualcuno pure serpenti e coccodrilli, quindi perchè stupirsi?
- Ok, April... stai sognando, non c'è nessun'altra spiegazione possibile... quindi sta calma e salutali.... salve, come va?-
- Buongiorno a te April, come ti senti oggi, va un po' meglio?- fece Leo. Forse stando al gioco sarebbero riusciti a cavare qualcosa dal buco.
- Divinamente grazie, mai stata meglio in vita mia, è bello essere qui... AH!!!- strillò di nuovo nel vedere Splinter.
- In tal caso, spero che non ti dispiaccia rispondere a qualche domanda.- fece il sensei.
- Ma... tu... sei un... un...- e svenne di nuovo.
- Tutti maschi alpha qui dentro eh?- fece Sarah.
- Brutto affare gente... mi spiegate come facciamo a chiederle informazioni se questa sviene ad ogni parola che diciamo?- chiese Raffaello.
- E a tal punto, io ribadisco...- fece Sarah - Meglio farla parlare con un suo simile.-
- Non ha torto.- fece Leo - E' tutta tua, Sarah, te la lasciamo volentieri.- insomma... non tutti erano troppo felici di lasciare a Sarah il compito di interrogare la loro ospite. Soprattutto Michelangelo, che aveva appena toccato con mano che la sorella gli avrebbe fatto mangiare polvere. Altro che pizza....
....
....
....
La giovane donna rimase priva di sensi per almeno un paio d'ore prima di riuscire a svegliarsi per la seconda volta, e la prima cosa che vide fu una ragazzina di circa quindici anni che le offriva una tazza di tè, sorridendo.
- E tu chi sei?- fece la rossa riaprendo gli occhi - una salamandra vestita da umana?-
- No...- fece la ragazza versando il tè in una tazzina - Mi chiamo Sarah. Sarah Huntington. E sono umana quanto te.-
- Oh... d'accordo. Quindi, Sarah... sai per caso che posto è questo? Dove ci troviamo? E tu che fai qui? Sei prigioniera dei...-
- No.- la stoppò - Vediamo di darti una risposta in ordine cronologico. Primo, è una vecchia stazione della metropolitana abbandonata. Almeno credo.
Secondo, sei a casa mia.
Terzo, vivo qui con mio padre e i miei fratelli.
Quarto, qui non ci sono prigionieri. Ammetto che, possano esserti sembrati un po' strani, ma la storia finisce lì. Sono le persone migliori che incontrerai mai. Infatti sono stati loro a salvarti dagli acchiappa-topi e poi a portarti qui. Se avessimo avuto cattive intenzioni le avremmo già messe in pratica mentre eri nel mondo dei sogni.
E' abbastanza logica questa spiegazione per te?-
April aveva ascoltato tutto in religioso silenzio. E su una cosa doveva dar ragione alla ragazzina dai capelli bruni. Se davvero fossero stati malvagi, perchè darsi la briga di affrontare gli acchiappa-topi per salvare lei e portarla in un posto asciutto?
- Direi proprio di sì... quindi è a voi che devo la mia vita... come potrò mai ringraziarvi per quello che avete fatto per me?- fece la rossa bevendo un sorso di tè.
- Per carità... non è stato nulla. Però forse qualcosa puoi fare. Vorremmo sapere cosa sai di quei mostriciattoli di latta e a cosa servono.- nel dir così si rivolse in direzione della cucina - Ragazzi? Papà? E' tutto a posto, venite.-
I mutanti non se lo fecero ripetere due volte.
- Innazi tutto...- fece April - vi rinnovo la mia gratitudine per quanto avete fatto per me. Ma temo di non esservi di grande aiuto... sono stata scoperta ancor prima di riuscire a capirci qualcosa...-
- Abbiamo qualcosa di più importante di cui discutere al momento.- fece Splinter - Vedi, noi non ci siamo mai fatti vedere in superficie. Ma il fatto che tu sappia di noi, adesso ci mette in serio pericolo.
Ma come ha detto la mia cara figlia... qui nessuno è prigioniero.- beh, più o meno. Lui aveva imprigionato Sarah, quella dolce e tenera bambina che dieci anni prima avevano trovato abbandonata a sè stessa, senza nessuno al mondo e senza nessuna sicurezza di poter sopravvivere in superficie.
Le aveva dato una casa, l'amore di un padre affettuoso, l'affetto di quattro fratelli maggiori, e le aveva insegnato il ninjitsu. E lei ricambiava il loro sentimento d'affetto, ma certe volte si domandava se ciò bastasse davvero a renderla felice. In fondo, rimaneva il fatto che nemmeno lei avrebbe dovuto essere lì e sapere di loro.
-Perciò, temo che non ci rimanga scelta se non quella di fidarci di te... e sperare che tu non ci tradisca.-
- Di questo non dovete preoccuparvi. Non lo dirò ad anima viva, ve l'assicuro. Non sono una spia e comunque non potrei mai fare una cosa del genere a chi mi ha salvato la vita.- li rassicurò April - Nessuno lo saprà mai, ve lo prometto.-
Il maestro Splinter la fissò a lungo nei suoi occhi verdi come scheggie di giada e poi disse - E va bene. Ti credo.-
- E' un'altra delle tue lezioni maestro Splinter?- chiese Leo - Leggere la verità nello sguardo?-
- No.- fece il sensei - E' credere in quello che senti.-
- C'è solo una cosa che non riesco a spiegarmi...- fece April - com'è possibile che voi... beh siate voi, e che lei...- aggiunse indicando Sarah - sia... vostra sorella?-
Splinter allora le raccontò di come quindici anni prima, aveva assistito ad un incidente stradale nel quale un ragazzino aveva accidentalmente perduto le sue tartarughe e di come, sempre a causa dell'incidente, da un camion fosse sbalzato un contenitore che conteneva un liquido verde ed oleoso che rotolò nelle fognature, rompendosi e ricoprendo i corpi delle tartarughine.
Impietosito da quegli esserini che quasi certamente non avevano speranza di sopravvivere da soli, senza che qualcuno si occupasse di dar loro almeno da mangiare, li prese con sè e li portò nella sua tana. La mattina dopo, con sua grande sorpresa, le tartarughe erano cresciute. E il contatto con quella strana sostanza aveva influenzato anche la sua crescità e aumentato le sue abilità cognitive.
A poco a poco, anche le tartarughe divennero in grado di parlare e pensare. A quel punto fu chiaro che mai avrebbero potuto salire in superficie senza che qualcuno non urlasse al mostro e non chiamasse qualche scienziato e facesse finire loro la vita sotto vetro. Così decise di tenerli con sè, di insegnar loro le arti marziali e tutto ciò che conosceva del mondo. E diede loro dei nomi ispirandosi ai grandi artisti dell'Italia rinascimentale.
-... alcuni anni dopo, cinque per l'esattezza, mentre eravamo alla ricerca di cibo e di attrezzi utili per il rifugio, trovammo una bimba addormentata sulla spazzatura. Aveva una ferita alla testa e quando si riprese, rimase per giorni in un angolino della tana abbracciata al peluche che aveva con sè, senza  proferire nemmeno una parola. Poi, finalmente, riuscì a parlare... era ancora in stato confusionale, ma riuscì a dirci come si chiamava, che i suoi genitori erano stati uccisi, e che la madre l'aveva nascosta nel tombino più vicino a casa dicendole che sarebbe tornata a prenderla appena sarebbe finito tutto...-
Sarah abbassò gli occhi. Si diceva che quando una persona era soto shock finiva per perdere la memoria, tendeva a confodere realtà e fantasia, non si rendeva ben conto di cosa accadeva attorno a lei... tutte frottole. Lei ricordava tutto, nei minimi dettagli.
Ricordava sua madre che la stringeva forte mentre tremava dalla paura, mentre il marito cadeva sotto le lame del loro assassino, ricordava di quando erano sgattaiolate fuori da casa per la porta sul retro, e ricordava sua madre che le dava il suo ciondolo come portafortuna dicendole -'' Rimani nascosta qui sotto per un po' tesoro... la mamma... la mamma ed il papà adesso devono fare una cosa importante... rimani qui per un pochino e poi ti vengo a prendere.''
'' Va bene mamma. C'è Rabby che mi protegge qui!!!''- aveva detto lei. Per un po' aveva creduto davvero che la mamma sarebbe venuta a riprenderla, ed l'aveva aspettata anche se non avrebbe saputo dire per quanto. Poi, a forza di stare ferma aveva iniziato ad intorpidirsi, così aveva iniziato a camminare, finchè la fame e la stanchezza non l'avevano fatta crollare.
Il resto era storia.
Leonardo, intuito cosa la ragazzina stava pensando, le andò vicino e le strinse la mano sorridendole.
Ricordava anche lui quei giorni... Sarah non aveva emesso un grido nel vederli, ma per tre o quattro giorni, aveva rifiutato di parlare o di fare qualsiasi cosa che testimoniasse che era ancora viva. Allora si era avvicinato dicendo -'' Vuoi giocare con noi?''- da allora le cose erano migliorate visibilmente.
- E da allora vive con noi.- concluse Splinter.
April aveva ascoltato tutto in religioso silenzio, provando pena e compassione per quella creatura che così piccola aveva già sofferto tanto.
- Mi dispiace molto...- fece la rossa - Vorrei potervi aiutare, ma temo di non sapere molto o comunque nulla di rilevante... tutto ciò che so è che il dottor Stockman ha un laboratorio sotterraneo in cui ha avviato una sorta di produzione industriale.-
- E a che gli servono così tante macchine?- chiese Leo più a sè stesso che a chiunque altro. Ok, quelle macchine erano paurosamente potenti e solo loro erano al corrente che quei robot erano stati spacciati per  trappole per topi, ed anche ammettendo che ce ne fosse qualcuno che fosse andato in corto e fosse sfuggito di conseguenza al controllo del suo creatore questo non giustificava certo una simile produzione in scala.
E poi l'aggressione e il tentato omicidio di April...
La risposta venne consegnata loro direttamente sul televisore di casa. La banca di New York  era stata ripulita. Le autorità non avevano indizi o elementi per formulare una qualsiasi ipotesi, stava di fatto che i ladri avevano dato prova di un'audacia e di una maestria senza eguali.
'' Chiunque avesse informazioni, non esiti a contattare la linea diretta della polizia''- aveva detto laa speaker del telegiornale.
- Dunque...- fece Sarah mettendo bene in mostra l'impronta molto familiare di uno di quei robot infernali - scommettiamo una pizzeria su chi ha messo a segno il colpo?-
Michelangelo la guardò male - Non voglio sentir parlare di scommesse per almeno un mese, va bene?- supplicò quasi tra le risate sommesse dei fratelli maggiori.
La sorella sorrise compiaciuta di sè stessa.
- Ecco cosa aveva in mente di fare il dottor Stockman...- fece April guardando il servizio - Usare gli acchiappa-topi per svaligiare la banca.-
- La prima di una lunga serie.- fece Sarah - Se è vero che ne ha costruiti così tanti, dubito che sia finita qui.-
- Quindi...- fece Raffaello - che cosa sappiamo di questo tizio?-
- Che è un genio e allo stesso tempo un pazzo furioso.- disse April - Io lavoravo per lui, e quando ho iniziato a sospettare... beh lo sapete. Per fortuna che c'eravate voi.-
- Inizio a capire...- fece Donatello - Si è procurato una pianta dell'impianto fognario, ha indirizzato gli acchiappa-topi verso una zona ormai in disuso che anche se distrutta non avrebbe provocato conseguenze in superficie, e ha dato loro ordine di distruggere per testare le sue macchine.-
- Un modo perfetto per procedere con i suoi piani senza far del male a nessuno.- fece Mik.
- Non è una giustificazione.- fece Sarah -Si spaccia per un benefattore, uno scienziato interessato al benessere comune e invece è un criminale. Uno della peggiore specie.-
- Allora cosa aspettiamo?- fece Raffaello che non ne poteva più di quell'attesa snervante - Io dico di fargliela pagare una volta per tutte.-
- Uhm.- fece Mik - sai anche come faremo, testone?-
- Se non ricordo male, alla conferenza stampa il dottor Stockman ha detto che le funzioni di ricerca e recupero degli acchiappatopi sono controllate dal computer madre telecomandato. Basterebbe metterlo fuori uso per metterli al tappeto tutti in una volta sola.- fece Donatello.
- Si può fare.- si associò April - Il difficile sarà entrare. La Stocktronics dispone di un sistema d'allarme all'avanguardia.-
- E scommetto che tu lo conosci benissimo e sai anche come fare per non farlo scattare.- fece Sarah.
- Giusto.- sorrise Leo - coraggio ragazzi. Qualcosa mi dice che organizzeremo un'invasione da manuale.-
- Finalmente, era ora!!!- esultò il rosso.
Non fu facile entrare nella sede della Stocktronics ma grazie alla complicità di April, le abilità ingegneristiche di Donatello e le abilità ninja dovute ad anni ed anni di duro addestramento, fu meno complicato di quanto non sembrava.
I problemi cominciarono quando riuscirono ad arrivare alla '' fabbrica'' di acchiappa-topi. Stockman non si era fatto prendere in contropiede.
Probabilmente avevano fatto scattare qualche allarme silenzioso e si era premunito. La sua sopresa però fu immensa nello scoprire che dei misteriosi intrusi, solo una era umana, ed aveva lanciato loro un offensiva tutto campo.
Che però ebbe vita breve appena Donatello riuscì a capire cosa fare per mettere fuori uso le macchine.
E la mossa finale fu quella con cui arrivarono a salutare il loro caro (?) amico (?) professore.
- Ciao bello, ti ricordi di noi?- fece Sarah puntandogli contro il suo tessen - Siamo quelli a cui hai distrutto la casa.-
- Infatti.- fece Raph - e adesso siamo qui per fartela pagare.-
- Io... io non capisco...- fece Stockman - si può sapere cosa diavolo siete?-
Una voce alle sue spalle gli rispose.
- Sono miei amici.- fece April spavalda.
- April?!?- fece Baxter sbigottito come non mai di vedere la sua ex assistente ancora in quel mondo - Com'è possibile che tu sia ancora...-
- Oh, credimi... lo è.- fece April avanzando verso di lui - e ho abbastanza prove per mandarti in galera.- il professore premette un pulsante sulla consolle di comando, per poi essere afferrato da Raffaello.
- Che pensavi di fare?!?- lo minaccò il rosso.
- Troppo tardi. Già fatto. Ho appena richiamato il mio esercito di acchiappa-topi. Saranno qui in pochi secondi... e quando arriveranno vi ridurranno a pezzettini.- fece Stockman sorridendo compiaciuto.
April e Donatello non persero tempo nel mettersi al lavoro per disinnescare il sistema di comando, ma inutilmente. I robot erano già arrivati e in breve li circondarono.
- April...- fece Leo iniziado ad inquietarsi - Non vorrei mai mettere fretta ad una signora ma... quanto tempo ti ci vuole?-
- Il sistema non risponde!!!- fece la rossa.
- Continua a provare!!!- la incoraggiò Don. Approfittando del momento di panico, Baxter Stockman ne approfittò per fuggire.
- Maledizione, ci è sfuggito.- fece Mik.
- Non è il nostro problema principale... ma questi mostri che ci hanno chiuso a sandwich lo sono eccome!!!- fece la ragazza dai capelli bruni puntando loro il ventaglio. Anche i suoi fratelli fecero la stessa cosa, ma la verità era che questa volta non avevano modo di tirarsene fuori. Erano nella tana del lupo, e stavolta non avrebbero avuto a che fare con dei piccoli gruppi di robot.
Dopo l'ennesimo tentativo per bloccarli andato a vuoto, April giocò la loro ultima carta: attivare il loro sistema di autodistruzione. Avrebbe quasi sicuramente causato un' esplosione e a meno di non allontanarsi in tempo record, la struttura sarebbe caduta sopra di loro, seppellendoli vivi... ma era sempre meglio che farsi divorare vivi.
E così venne fatto ed in un modo che la rossa non sarebbe mai riuscita a spiegarsi, riuscirono a mettersi in salvo prima che le fiamme e i detriti dell'esplosione li raggiungessero.
...
...
...
Sulla distruzione della Stocktronics e della misteriosa scomparsa del suo fondatore venne avviata un'indagine. Si pensò anche ad un'azione operata dalla concorrenza e a mille altre teorie fantasione, ma nessuno eccetto un gruppo ristretto avrebbe mai saputo cosa era accaduto quel giorno.
- Cosa conta di fare signorina O'Neil, ora che è rimasta senza un lavoro?- le domandò Splinter quella sera al brindisi che avevano roganizzato per festeggiare.
- Onestamente? Non lo so ancora.- rispose April.
- Ti aiuteremo noi a trovarne un altro. - fece Don.
- Ragazzi... devo dire che siete stati fantastici.- disse April - e con ragazzi intendo quattro grosse tartarughe super in gamba, una ragazzina coraggiosa come un leone ed un enorme e saggio roditore.-
- Anche tu non sei stato affatto male.- fece Leo - Propongo di fare un brindisi.-
Sarah sorrise - Benvenuta nella nostra famiglia.- e la serata si chiuse con grandi risate ed allegria.
...
...
...
Scioccamente però, le tartarughe ritennero che la faccenda degli acchiappa-topi fosse ormai da considerarsi appartenente al passato. La verità era che quell'avventura era stata la tessera del domino che avrebbe dato il via ad una lunga serie di eventi concatenanti tra loro.
L'uomo che aveva commissionato gli acchiappa-topi a Stockman, non era quel che si diceva un uomo comprensivo e disposto a dare la possibilità di riscattarsi a chi non riusciva a '' finire i compiti'', ma non era nemmeno il tipo di persona che puniva un solo responsabile e accettava di lasciare impunita la causa diretta dell'insuccesso.
I robot acchiappa-topi tra le loro ampie nonchè discutibili risorse, avevano anche quella di registrare tutto ciò che era composto da tessuti viventi. Ne aveva registrati cinque.
- Sono loro la causa del nostro fallimento...- fece l'uomo dai tipici tratti giapponesi prima di accanirsi su quell'immagine con uno strano bracciale da cui spuntavano lame affilate - ed il prezzo che dovranno pagare sarà alto. Molto alto.-
Negli ultimi anni, le tartarughe e la loro sorella avevano conosciuto un mondo nascosto da tutto e da tutti, vivendo in isolamento totale e quello che conoscevano del '' Mondo di Sopra'', come lo chiamava Sarah lo conoscevano grazie alla radio, il computer e la tv che Donatello riusicva a reperire e riparare.
Piccolo ma sicuro, dove il momento più sgradevole che avevano conosciuto erano le piccole scaramucce tra fratelli.
Da quel giorno avrebbero avuto a che fare con un nemico ben più pericoloso di quanto potessero immaginare.

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Capitolo 4
*** Arriva Casey Jones ***


Una cosa che aveva ed avrebbe sempre colpito le tartarughe ed il topo riguardo alla loro protetta, era la sua eccessiva calma e tranquillità. Sarah era diversa da tutte le sue coetanee: nella quotidianeità, quando non era impegnata a combattere o allenarsi ed era libera di dedicarsi a ciò che voleva e quel tempo lo passava quasi sempre sdraiata a pancia in giù su di un tappeto, sorseggiando distrattamente acqua o in alcuni casi del tè al limone, viaggiando assieme ai personaggi del libro che stava leggendo o dei pdf che trovava in rete. Non amava ballare o ascoltare la musica con il volume a palla.
Ed era proprio nel suo angolino a godersi la compagnia dei tigrotti della Malesia quando la sua mente lasciò il Borneo per tornare alla New York del suo tempo... attirata dal rumore di qualcuno che cadeva rovinosamente.
Subito si affacciò per vedere cosa fosse accaduto e si tranquillizzò vedendo che Michelangelo e Raffaello erano nel bel mezzo di un allenamento/ scaramuccia tra fratelli, a cui stavano assistendo anche il padre, Leo e Don.
Raffaello attaccava e Michelangelo si difendeva... più a forza di prese in giro che con mosse e tecniche di ninjitsu.
In fondo era quello il punto debole di Raph: farlo arrabbiare. In fondo era quello il male della collera, esserne accecati fino al punto da perdere di vista il resto.
Bastava un colpetto nel posto giusto ed il gioco era fatto e senza faticare troppo.
- Questa storia non mi piace nemmeno un po'.- fece Leo iniziando ad inquietarsi.
Anche Splinter pareva non essere troppo tranquillo. Raffaello dimenticava spesso e volentieri che la rabbia era la peggior nemica se mal controllata, ma Michelangelo dimenticava con la stessa frequenza che prendere in giro per troppo tempo una persona assai poco incline allo stare allo scherzo e di natura impulsiva era altrettanto pericoloso.
- Io non credo niente...- fece Mik prima di metterlo definitivamente al tappeto - ma tu ti dai troppe arie per i miei gusti.
Signori e signora, vince e si riconferma campione.... Michelangelo!!!-
- Oddio...- fece Don.
Raph si stava arrabbiando.
- Tu... creatura inferiore... COME OSI INSULTARMI!?!- afferrato un tubo di metallo, il rosso, furente di rabbia si scagliò contro il fratello immobilizzandolo a terra.
Sarah, che era la più vicina dei quattro, si avvicinò subito in soccorso del fratello bloccando il tubo metallico con le mani - Raffaello, calmati, stava scherzando, non è niente...-
- LEVATI DI MEZZO, DONNA!!!- il rosso, talmente accecato dalla rabbia, diede una spinta alla sorella per costringerla a mollare la presa per poi tentare di colpire il fratello in piena faccia con il suddetto tubo.
Mik, visibilmente impaurito e consapevole di aver esagerato, cercò di proteggersi come poteva dal colpo in arrivo.
Che però non arrivò mai.
- RAFFAELLO!!!- lo redarguì Leo bloccandogli il braccio - Ma ti sei bevuto il cervello o cosa?!?-
- Mik, tutto a posto?- fece Donatello trascinando il fratello minore al sicuro dalla rabbia distruttiva del fratello maggiore - cosa diavolo t'era balenato in testa di fare, si può sapere?-
Solo quando fu certo che la rabbia si era ormai stemperata e che Raph non poteva più fare del male a nessuno ( soprattutto a sè stesso), Leo si premurò di aiutare la sorella a rimettersi in piedi.
- Ti sei fatta male?- chiese Leo.
Sarah scosse la testa - No, sto bene, grazie...-
Ora che il fuoco si era spento, Raph iniziò a rendersi conto di cosa stava per succedere: stava seriamente per spaccare la testa al fratellino ed aveva quasi rischiato di ferire in maniera irreparabile la piccola di casa... per cosa? Uno scherzo? Che a ben vedere, se fosse stato lui ad essere in vantaggio, nessuno gli impediva di mettere in atto?
- Leo... Mik... Sarah... io...- fece Raph cercando di respirare normalmente lasciando cadere il tubo di ferro.
Splinter si avvicinò con espressione addolorata e preoccupata al secondogenito.
- Quanta rabbia... quanto astio in te figlio mio.- fece il topo - ma la rabbia è un mostro pronto a divorarti, figliolo.
Un buon guerriero ninja deve essere in grado  di trovare l'equilibrio perfetto in tutto ciò che fa.-
Raph borbottò qualche parola, ancora sotto shock per quanto era accaduto, e corse via dal rifugio intenzionato a salire in superficie e prendere un po' d'aria fresca. Nessuno tentò di fermarlo, Maestro Splinter incluso. Eccetto Michelangelo che riconosciuta la sua parte di responsabilità in quel '' diverbio'' voleva assicurarsi che il fratello stesse bene, ma il padre lo bloccò.
Quando il figlio più impulsivo era in quello stato, la cosa migliore da fare era lasciarlo solo per un po'.
...
...
...
Per un'ora nessuno disse niente. Cercarono di tornare alle loro occupazioni, ma senza troppo successo. La scena a cui avevano appena assistito continuava a ripresentarsi davanti ai loro occhi e non c'era modo di mandarla via.
Non era la prima volta che Raffaello perdeva le staffe, anzi succedeva abbastanza frequentemente, ma di solito si sfogava sugli oggetti o faceva lunghe passeggiate nelle condutture finchè non gli passava. Non era mai arrivato a minacciare seriamente qualcuno con cui aveva appena litigato.
E questa volta la sua rabbia poteva costargli cara. In genere quando si calmava, era poi costretto ad ammettere che aveva esagerato che Leo e Splinter avevano ragione... ma se avesse seriamente fatto del male a qualcuno, dopo non sarebbe bastata una ramanzina ed un esame di coscienza per far pace con il mondo. E con sè stesso.
Non era cattivo... era il suo carattere. Lui era quello impulsivo, Leo quello calmo e riflessivo, Splinter era il saggio, Donatello aveva un'indole mite e dolce, Michelangelo non riusciva a perdere l'ottimismo e il buonumore nemmeno nei momenti più bui e Sarah poteva essere duttile come un cerbiatto per poi rispondere per le rime quando c'è n'era bisogno.
Erano una famiglia. Avevano tutti un carattere differente, ma nelle famiglie si imparava a volersi bene proprio per questo, perdonarsi a vicenda... Sarah ebbe non poche difficoltà a recuperare la calma che le serviva per leggere un libro. Ogni qualvolta che provava a tornare nella giungla del Borneo rivedeva gli occhi infuocati di Raffaello che si accaniva contro il fratello più piccolo.
Splinter si era accorto che la più piccola dei suoi figli era ancora piuttosto sconvolta da quello che era successo.
- Una tazza di tè caldo?- fece il topo entrando nell'angolino che la figlia aveva sistemato come proprio.
La ragazza annuì e prese la tazza che il padre le offriva girandosela tra le mani. Era sempre una bella sensazione bere una bevanda calda da un contenitore in ceramica e tenerlo a lungo tra le mani prima di poggiarvi sopra le labbra. Il calore s'irradiava lentamente in tutto il corpo, una sensazione che dava un senso di pace e di sicurezza senza eguali.
- Ti sei spaventata?- fece Splinter. Nessuno dei due aveva bisgno di specificare a cosa si stesse riferendo il topo.
La ragazzina bevve un sorso di tè e poi annuì leggermente.
- E' stato così...- come poteva dire? Brutto? Strano? Insolito? - Surreale.- all'inizio sembrava una delle solite scaramucce, ma poi aveva rischiato di trasformarsi veramente in una tragedia. Tramite i mezzi di comunicazione che avevano a loro disposizione, era conscia che in quella che veniva chiamata '' società civile'' vi erano persone pronte ad ammazzarsi a vicenda, anche se condividevano lo stesso sangue, magari per vile denaro, odio o uno sguardo storto... ma mai avrebbe pensato di vedere una scena del genere in diretta.
E per giunta in casa sua.
- Lo so che ne sei rimasta impressionata...- e doveva ammetterlo, pure lui era ancora abbastanza sconvolto - e non posso che darti ragione su come sarebbe bello un mondo dove non esiste traccia di sentimenti o emozioni negative. Purtroppo le leggi della natura impongono che il bene sia inesistente senza che si scontri con il male. Siamo fatti della stessa sostanza delle stelle e del fango, ma sta a noi tenere questi due nostri aspetti in equilibrio.
L'odio non può pesare più dell'amore. Altrimenti si rompe l'armonia.-
- E non si può fare niente per aiutare Raffaello a saper equilibrare le sue emozioni?-
- Posso insegnargli degli esercizi di meditazione per tenere sotto controllo la collera... ma anche la meditazione ha i suoi limiti, lo sai...- fece Splinter - ma di una cosa puoi essere certa. Tutte le creature dotate di intelligenza e libero arbitrio sono pressocchè incapaci di riconoscere un loro difetto. Ma quando lo vedono in qualcun altro allora è più forte di loro, devono farlo notare e correggerlo in tutti i modi.-
- Quindi... se ho ben capito...- fece Sarah finendo il suo tè - L'unico modo con cui Raph potrebbe darsi un equilibrio sarebbe... convincere qualcuno con il suo stesso carattere ad essere meno impulsivo?- sì, e dove lo andavano a prendere un tipo del genere, che fosse disposto a farsi dare lezioni di vita da una tartaruga alta un metro e cinquantasei, oltre tutto?
- Senza offesa sensei... ma l'ultima volta che ho letto il giornale non c'era nessun annuncio che diceva '' Cercasi Tatartaruga parlante che risolva conflitti interiori''....- la loro conversazione venne interrotta dalle grida di Mik, che cercava di richiamare l'attenzione di tutti gli abitanti della casa.
'' E ora che succede...''- pensò la ragazza alzandosi.
Leo, Don e Mik si trovavano di fronte a quello che aveva tutta l'aria di essere un portone con delle strane decorazioni. Dall'aspetto sembravano i segni distintivi di una qualche civiltà antica.
- E questo coso da dove sbuca?- chiese Sarah.
- Non lo so.- rispose Michelangelo - Stavo appendendo questa...- fece indicando una targa con su scritto '' Fogna, dolce fogna''- ed il muro è crollato...-
- Probabilmente c'era solo una mano d'intonaco. Quello che non riesco a capire è chi ha avuto l'idea di mettere una porta nelle fogne.-  fece Donatello. Ma chiunque fosse stato aveva anche intenzione di non farlo sapere ad anima viva altrimenti non si sarebbe mai preso la briga di mascherare l'entrata con una mano d'intonaco. Istintivamente, vi appoggiò una mano. E subito le porte si aprirono. Probabilmente per la prima volta dopo secoli, a giudicare dall'odore.
Dall'aspetto sembrava un ascensore.
- Wow...- fece Sarah - chissà dove porterà?-
- Un momento solo... mica vorrete entrare là dentro?- fece Mik - Di solito nei film dell'orrore, quando si entra in una stanza segreta si finisce quasi sempre in bocca al mostro.-
- Sapremo come accoglierlo, in quel caso. Coraggio: potremmo anche trovare qualcosa di bello.- insistè la ragazza.
- Oh, si certo...- fece l'arancione scettico - Un ascensore nascosto per anni, non sappiamo dove porta, ma entriamoci lo stesso ha un aspetto davvero invitante...-
- Più che altro...- fece il viola entrando seguito da tutti gli altri - Mi piacerebbe sapere come fa ad esserci elettricità in questo posto... non ci sono nè pannelli della corrente nè cavi elettrici... o almeno, io non li noto. -
- Forse è alimentato da quello...- fece Michelangelo indicando un grosso cristallo appeso al soffitto - ora che ci penso, l'altro giorno, mentre mettevo in ordine ne ho trovati alcuni molto simili, ma erano molto più...- non fece in tempo a finire la frase che le porte dell'ascensore si chiusero, e questi iniziò la sua corsa verso l'alto.
Nel frattempo, anche Raffaello aveva il suo bel da fare. Mentre correva per i tetti cercando di smaltire il senso di colpa per quello che avrebbe potuto fare ai suoi familiari, si era imbattuto nei Purple Dragons, una banda criminale specializzata in furti, pestaggi ed estorsione che avevano preso di mira una donna. Ma prima ancora che potesse farsi venire i cinque minuti, ci aveva già pensato qualcun altro. Un ragazzo di circa trent'anni, dai lunghi capelli neri con una sacca di mazze da Hockey e da baseball, e con il volto coperto da una maschera da Hockey, che per un attimo, poco ci mancava che arrivasse ad uccidere uno dei teppisti.
Fu allora che il rosso decise di intervenire per fermarlo e per fargli capire che non era con i pugni e le bastonate che si insegnava il rispetto per la legge, ma il ragazzo pareva non volerne sapere di ascoltarlo sostenendo di avere ottimi motivi per comportarsi così e dopo averlo messo definitivamente al tappeto fuggì in motocicletta dandogli però l'opportunità di rifarsi.
Venerdì sera, in Central Park.
...
...
...
Nel frattempo, Sarah e le tartarughe avevano fatto una scoperta piuttosto interessante: tramite quello strano ascensore avevano libero accesso ad un garage dal quale accedevano direttamente sulla strada.
Un garage che era abbandonato da anni.
Ed era tutto per loro adesso.
- Non so ancora come mai e chi abbia messo un'ascensore in casa nostra...- fece Leonardo una volta tornati di sotto - ma credo che sia opportuno organizzare un sistema di sicurezza in magazzino.-
- E che sarà mai?- fece Donatello - ci penso io.-
- Avete già deciso come impiegarlo?- chiese il mastro Splinter.
- Io un' idea ce l'avrei...- fece Sarah - Donatello potrebbe sistemarci un laboratorio per le invenzioni... esplosive.-
- Oppure una bella officina. E saprei anche suggerire come inaugurarla al meglio, e...- Mik si stoppò vedendo che Raffaello aveva finalmente fatto ritorno a casa.
Con il muso più lungo di quello di un cavallo. Segno che aveva trovato qualcuno che gliele aveva suonate di santa ragione.
- Ehilà fratello!!!- lo salutò allegramente Mik - che ti è successo? Hai la faccia di uno che si aspettava una bistecca e invece gli hanno rifilato il minestrone di verdure.-
Raph stette in silenzio per pochi attimi prima di proferir parola - Ragazzi io... credo... di dovervi delle scuse per il mio comportamento. Soprattutto a te Michelangelo.
Sarah, mi dispiace per lo spintone... vi assicuro che non era mia intenzione nè spaventarvi nè farvi del male.-
Michelangelo gli diede una pacca sulla spalla - Vai tranqui, Raph... non ci pensare più. Adesso è tutto passato.-
- Mik ha ragione.- si associò Sarah - è stato un incidente. Nè meno nè più.-
- Detto questo...- fece Leo poco abituato a vedere il fratello così docile e remissivo - Chi sei tu e che ne hai fatto di nostro fratello?-
- Beh... è lunga da spiegare... ma vi racconterò tutto a tavola, promesso.- fece Raph.
- Questa si che è una grande idea!!!- fece Mik.
Sarah sorrise - Tolgo le lasagne dal forno. Tra poco si mangia.-
...
....
...
- Quindi...- fece Sarah mettendo nei piatti dei fratelli una porzione di lasagne al ragù ( uno dei vantaggi della loro nuova casa era una cucina più spaziosa nella quale riuscivano a preparare qualcosa di più oltre alla pizza surgelata e cibi precotti) - questo ragazzo ha dato battaglia a quei delinquenti e si è messo in testa di sgominarli da solo?-
Raffaello annuì - Si, ho cercato di fargli capire che prenderli a randellate come se non ci fosse un domani non servirà a far cambiare loro idea e che con la violenza non si risolve niente...-
I tre fratelli, il padre e la sorella lo guardarono con occhi sgranati.
- Oh mamma... sono arrivati gli extra terrestri, l'hanno catturato e ci hanno lasciato un replicante... non c'è altra spiegazione plausibile.- fece Sarah dopo aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Raffaello.
- Lasciandoci un altro Leonardo... sai che affare.- concluse Mik.
- EHY!!!- si risentì l'interpellato.
- Comunque, sono abbastanza preoccupato per lui. Avete visto no, cos'è successo oggi. E se un giorno capitasse anche a lui di perdere le staffe per una bazzecola e se la prendesse con una persona innocente? Non è detto che pure lui sia così fortunato da avere intorno delle persone pronte a fermarlo prima che succeda l'irreparabile.- fece Raph inforcando la sua porzione di lasagne.
- Più che altro...- fece Splinter - Cosa si nasconde dietro a tanta determinazione e furia distruttiva?
A nessuno piace subire un'ingiustizia o vedere qualcun'altro subirle.-  ok, forse stava esagerando - ma non tutti, prendono mazze e bastoni e diventano vigilantes.
Se questo Casey Jones ha deciso di occuparsi personalmente del problema e con questi mezzi, significa che quei criminali gli hanno tolto qualcosa d'importante, che non potrà mai più riavere. Per questo è così arrabbiato.-
- Ed è appunto per questo che dobbiamo fermarlo.- insistè il rosso - Quella gente sarà pure feccia, ma lui è uno e loro sono in tanti. Cosa pensate che accadrà quando un giorno si metteranno tutti d'accordo per fargliela pagare?-
Altro chè se lo sapevano. Ossa rotte, se tutto andava bene. Per il giustiziere.
- Quindi... vorreste presentarvi tutti da lui, venerdì sera, per farlo ragionare...?- chiese Splinter - Sapete bene come la penso in merito. Il mondo di sopra non sarà un posto accogliente per voi, siete troppo diversi e non vi capirebbero mai...- quel discorso sembrava tanto un preludio a un NO stratofonico. Ma Raffaello aveva già deciso. Sarebbe andato ed avrebbe trovato il modo di farlo ragionare. Con le buone o con le cattive.
-... ma immagino che non ci sia niente da ridire se arrivate dove dovete, guidando.- concluse il topo.
Raph lo guardò confuso.
- Guidare che cosa?-
Michelangelo cantilenò rivolto a Donatello - A tal proposito...-
A quel punto il genio cedette - Sì, va bene, hai vinto... ma abbi pietà adesso, ti prego.-
- EVVAI!!!- strepitò Mik battendo i pugni sul tavolo.
- Ma che avete voi due?- chiese Raffaello.
'' Bisogno di cambiare psichiatra''- pensò Sarah iniziando a mangiare.
...
...
...
I giorni che seguirono furono molto impegnati, non solo con i loro allenamenti quotidiani, ma anche per rimettere a posto il furgone blindato che avevano trovato durante la loro prima avventura in superficie.
Sotto la guida di Donatello riuscirono a renderlo più veloce, dotato di armi ed apparecchiature  per lo spionaggio che si sarebbero rivelate utilissime per un ninja in pieno ventunesimo secolo.
Anche l'esterno era venuto bene: Michelangelo e Sarah lo avevano spruzzato di vernice verde fino a farlo diventare navy green, il colore verde delle tute mimetiche.
Non restava che collaudarlo.
- Ook, gente... tutti a bordo.- fece Donatello. Era arrivato il giorno della rivincita.
Per un bel pezzo avevano fatto la strada assieme, poi Raph aveva adocchiato il giustiziere che correva in moto verso il posto dell'appuntamento, ed aveva incitato il genio perchè accellerasse.
- Pensaci tu Raffaello. Guarda nel retro. C'è una sopresa per te.- si trattava di una motocicletta rossa con tanto di casco.
Regalo di cui il rosso fu entusiasta.
Donatello e Michelangelo si lanciarono uno sguardo d'intesa. Era stata di Mik l'idea di rimettere a posto quella moto. Se c'era una cosa che poteva stroncare sul nascere una collera distruttiva era una bella corsa.
Il brivido e l'adrenalina della corsa, il vento in faccia, riuscivano a rendere tutto migliore.
Idea semplice ma efficace.
Poi il viola fece partire la conversazione. Aveva messo un piccolo microfono sulla moto del fratello. Sapevano che questa era una battaglia tra teste calde, ma erano troppo curiosi di sapere chi avrebbe vinto questo round e sopratutto per tenersi pronti in caso uno dei due, o entrambi, avessero rischiato di farsi male seriamente.
Per fortuna questa volta a vincere era stato Raffaello, che come '' premio'' aveva chiesto ed ottenuto che il rivale gli rivelasse il motivo di tanto odio nei confronti dei dragoni.
Come aveva ipotizzato il maestro Splinter, dietro a quella determinazione distruttiva, vi era un movente molto personale. Ed un dolore molto profondo. Molti anni prima, i Purple Dragons avevano preso di mira il padre di quel ragazzo, affinchè versasse loro una cospicua tangente, in cambio di protezione.
Ma il padre di Casey era un uomo integro, tosto, che non aveva paura di niente e rifiutava di chinare la testa davanti a dei delinquenti. Non ricevendo denaro, quei criminali diedero fuoco al negozio di famiglia.
Non erano in grado di dire al momento se i genitori di quel ragazzo erano deceduti durante o dopo la tragedia... ma era un movente abbastanza valido per desiderare di picchiarli fino a farli implorare pietà.
'' Devi stare attento.
La rabbia è distruttiva. Da vittima a carnefice il passo è breve. Mio padre una volta mi ha detto... il vero guerriero trova equilibrio in quello che fa.''
- Chissà perchè quando però tocca a lui, non ci riesce.- fece Mik.
- Esiste un detto... è più facile vedere la pagliuzza nell'occhio di chi ci sta di fronte che la trave nel nostro.- rispose Leo.
- A quanto pare Splinter aveva ragione.- disse Sarah - ci voleva un altro come Raffaello per aiutarlo a capire i suoi errori. Non che dubitassi delle parole di papà, ovvio.-
'' Ma che scenetta romantica!!!''- fece una voce a loro sconosciuta. E rumori. Di passi, catene, tubi di ferro trascinati.
- Uhoh... questo rumore non mi piace. Neanche un po'.- disse Donatello.
- Ragazzi... mi sa che il giorno del Paga Pegno per il giustiziere ipotizzato da Raph è già arrivato.- fece Sarah.
- Già, anche secondo me.- si associò Leo- Don...-
- Non serve che tu lo dica, fratello. Reggetevi, dobbiamo volare!!!- fece spingendo sull'acceleratore alla massima velocità.
In breve furono sul posto, dove i due '' Testa Calda'' erano circondati da almeno una dozzina di delinquenti.
- Amici tuoi?- fece Casey vedendo altre tre tartarughe e una ragazza umana scendere da un furgone corazzato e con delle armi in mano.
- No.- fece Raph con orgoglio - Sono miei fratelli.-
- Sì... in effetti noto una certa somiglianza.- fece Casey.
- Sì, ma il più bello sono io.- si vantò Mik.
- Ehm, possiamo parlarne più tardi?- suggerì Sarah armandosi di tessen per difendersi dai teppisti.
Fu uno scontro tanto intenso quanto breve, perchè contro cinque ninja allenati da anni e l'unico uomo in città capace di tener testa alla gang criminale che aveva avuto l'insana idea di attaccarli, non ci poteva essere partita.
- Forse mi pentirò di averlo detto ma... sono felice di averti conosciuto, Casey.- disse Raph una volta che anche l'utimo teppista era a terra, svenuto.
- Anch'io Gringo- confermò il ragazzo - anzi, comincio a capire che tipo di persona sei.-
- Una persona equilibrata con un grande auto-controllo?- fece Raph ridendo.
- No.
Sei un mutante ricoperto di squame verdi. Ma sei anche simpatico.
Piuttosto...- fece Casey all'indirizzo di Sarah - chi è questa bella signorina? Perchè non me la presenti?-
- Perchè è mia sorella.-  fece Raffaello frapponendosi fra i due umani - e quindi... giù le zampe!-
- Accidenti bellezza ...- fece Casey  con fare melodrammatico- Tuo fratello ci ha beccato, non possiamo più scappare insieme. Senza rancore eh?- disse rivolto a Sarah.
La ragazza incrociò le braccia guardandolo scetticamente - Tranquillo. Non sei il mio tipo, in ogni caso.-
Da quella sera potevano dire di avere un nuovo alleato: il giustiziere mascherato Casey Jones.

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Capitolo 5
*** La minaccia dei nanoton ***


- Mi ridite cosa diavolo andiamo a fare?- fece Raffaello mentre il tartacorazzato si dirigeva verso la casa di April.
La loro amica umana aveva telefonato quella mattina per chiedere ai suoi nuovi e bizzarri amici di raggiungerla a casa sua per aiutarla in un '' certo lavoretto''.
Erano passate circa due settimane da quando la ragazza si era ritrovata senza lavoro a causa del fatto che il suo capo si era rivelato un genio del crimine ( senza voler esagerare) ed un potenziale assassino, e la giovane si era messa alla disperata ricerca di un lavoro. Purtroppo nessuno pareva aver bisogno di una laureata in matematica. Servivano lavapiatti, dog-sitter, baby sitter, cuoche, cameriere, insegnati private... aveva tentato quest'ultimo lavoro di ripiego per poter mettere a frutto le sue competenze ed i suoi anni di studio, ma dopo che il '' pargolo'' che le era stato affidato e i suoi genitori le avevano dato ad intendere che avrebbe dovuto fare lei tutto il lavoro e dare al '' piccolo genio incompreso'' i meriti del suo lavoro, aveva chiuso anche con la carriera di insegnante privata.
Per fortuna aveva un asso nella manica.
- Le diamo una mano a sistemare il negozio che ha deciso di rilevare.- spiegò Sarah - Consideriamoci tutti arruolati per le pulizie e come facchini.-
La giovane aveva infatti deciso di riaprire il negozio di antiquariato che appartenva a suo padre. Vendere oggetti d'arte o che erano comunque abbastanza preziosi ed antichi, non era proprio quello che pensava quando finito il liceo aveva deciso di intraprendere una carriera  nel mondo della scienza, ma in quel momento, il mondo le chiedeva di adattarsi fino a nuovo ordine e lei ce l'avrebbe messa tutta. Con un piccolo aiuto, almeno per rendere il negozio di nuovo agibile, s'intendeva.
- Ehm, Sarah... forse ti sfugge il significato della parola ninja...- fece Raffaello.
- Spie, mercenari del Giappone feudale, specializzati in sabotaggio, infiltrazione, tortura, omicidio mirato, ritenuti inferiori dai samurai...- fece Sarah.
- Oh, brava. C'è forse qualche sinonimo di '' Facchino'' o '' Addetto alle pulizie'' in quello che hai detto?- insistè Raph.
- Andiamo su...- fece Leo dandogli una pacca sulla spalla - Prendilo come un allenamento. Fingi che lo sporco e le cose da mettere a posto siano nemici.-
- Nemici da trattare con i guanti bianchi però.- si raccomandò Sarah - C'è roba molto fragile e costosa. Non credo che ad April farebbe piacere raccogliere più cocci di quanti non siano necessari.-
Appena arrivati all'indirizzo indicato dalla loro amica umana, Donatello parcheggiò il furgone sul retro e sempre dalla porta sul retro entrarono.
- Grazie di essere qui ragazzi...- fece la rossa accogliendoli - da sola non so come farei... Mik, comincia con lo spostare quegli scatoloni laggiù per cortesia.-
- Speriamo che il mio povero guscio regga...- fece Mik avviandosi per eseguire gli ordini.
- Fai meno lo spiritoso e lavora... Donatello, per favore potresti occuparti dell'impianto elettrico? E poi c'è un calorifero che non scalda.-
- Subito.- fece il viola.
- E voi due...- fece la rossa rivolgendosi a Leo e Raph - spostate quegli oggetti antichi vicino al muro e mi raccomando. Cautela.-
-  D'accordo, ma ti ricordo che sono un guerriero ninja, non un...- Leo lo stoppò.
- I tuoi desideri per noi sono ordini, dolce fanciulla.- fece il maggiore.
- Sarah, tesoro - fece April - Tu potresti lucidare le porcellane di Capodimonte, dare una spolverata ai mobili e pulire per bene il pavimento?-
- Certo, mi metto subito al lavoro.- fece Sarah - Oh, a proposito...- disse notando l'arrivo di Casey - April, ti presento Casey Jones. Sapeva che venivamo a darti una mano e si è offerto di accompagnarci.
Casey, lei è April O'Neil. Una nostra carissima amica.- all'inizio sembrava che April fosse quasi ammaliata da quel ragazzo con il quale avrebbe potuto condividere il segreto dei suoi amici speciali, ma poi le cose avevano iniziato a mettersi male specie quando Casey definì il lavoro che aveva trovato April la mossa di una '' furbetta che in attesa di trovare un vero lavoro si faceva mantenere dal papà in un magazzino da rigattiere'' per poi uccidere una collezione di porcellane cinesi.
- Prima mi definisce il negozio, magazzino da rigattiere. Poi mi fa fuori un intero servizio da tè cinese...- borbottò April avvicinandosi a Sarah. Aveva urgente bisogno di parlare con qualcuno con cui poteva dividersi la carta della complicità femminile. E che possibilmente fosse umana.
- Sì, ha il tatto di un pachiderma e certe volte è come un elefante in cristalleria... ma è anche un gran bravo ragazzo. - fece Sarah lucidando un vaso di porcellana - dagli tempo.-
- Se lo dici tu...- fece April per poi darsi uno schiaffo in fronte - Ma dove ho la testa... vieni con me, ho un regalo per te.- disse la rossa facendole segno di seguirla nel suo appartamento. Fece accomodare la ragazzina in salotto e dopo pochi minuti tornò con due buste con il logo di un negozio di abbigliamento - Qui ci sono un po' di cose che potrebbero esserti utili... spero ti piacciano.-
Sarah frugò nelle buste e ne osservò il contenuto: qualche paio di jeans, delle magliette, dei pullovers colorati, calze, gonne, ed anche una trousse piena di trucchi.
- April non dovevi...- fece Sarah ammirando i vestiti - Chissà quanto hai speso...-
- Oh.- fece la rossa sorridendole e scompigliandole i capelli - Te l'ho detto, è un regalo. Qualcosa mi dice che non è facile essere l'unica donna in casa...-
CRASH!!!
Un rumore di qualcosa che andava in frantumi richiamò la loro attenzione.
- Orrendo sospetto!!!- fece la rossa correndo giù per le scale seguita a ruota dall'amica.
I suoi sospetti purtroppo non erano infondati.
Nel negozio, Casey stava impugnando una delle sue mazze da baseball e Raffaello aveva in mano qualcosa che somigliava tanto ad una tazzina... probabilmente di un servizio da dodici molto costoso, e i fratelli di quest'ultimo che lo supplicavano di metterla giù.
- Oddio che succede...?- fece la rossa con lo sguardo terrorizzato.
- Niente, tranquilla.- fece Casey - il viscido mutante dice che non parerei una delle palle che mi tira nemmeno se fosse una palla di cannone, gli sto solo riordinando le idee.-
- E dovete proprio farla in una casa questa scommessa?- chiese Sarah scioccata.
- E soprattutto... dovete proprio usare delle porcellane Ming?- fece April iniziando a disperarsi seriamente - Sono pezzi unici, sapete...-
Raph lanciò la tazzina che andò a sbriciolarsi contro il muro.
- E ora i pezzi sono tanti. Valgono molto di più vero?- fece Mik.
April emise un rantolo spezzato prima di allontanarsi.
Sarebbe stata una lunghissimaaaaa giornata...
...
...
...
Giorni dopo, in città non si parlava d'altro di una strana invasione di furti: banche, gioiellerie, qualunque posto che riuscisse a produrre denarto. I ladri riuscivano a manomettere persino i sistemi d'allarme all'avanguardia, entravano e ripulivano tutto ciò che c'era da ripulire.
- Purple Dragons?- fece Mik.
- No, quelli vanno solo dove sono certi di poter trovare qualcuno da pestare.- lo smontò subito Raffaello.
- Mentre questi sono degli esperti di elettronica.- concluse Donatello - Mi sa che c'è una nuova banda in città.-
- E non è tutto ragazzi...- fece Sarah mostrando loro una piantina della città sulla quale aveva fatto dei segni con un pennarello - i negozi e la banca che sono state prese di mira si trovano tutte nello stesso quartiere di April.-
- Quindi è probabile che presto o tardi i ladri faranno incursione anche nel suo negozio..- fece Leo per venire interrotto dal suo cellulare - Toh...  lupus... anzi, puella in fabula.
Ehy, April... non ci crederai, ma stavamo proprio parlando di te... come? Stasera? Non dirlo nemmeno... ci saremo. Ragazzi, spero che non abbiate impegni per la serata. Siamo in servizio.-
- Ti prego, dimmi che non dobbiamo passare un'altra serata a fare i facchini...- supplicò Raph.
- No, credo che l'invasione di Attila Jones della scorsa settimana le sia bastata... stasera tocca al servizio di sorovegliaza.- spiegò Leo.
...
...
...
- Sono in pensiero per tutti questi furti...- fece April - La gioielleria che hanno rapinato è a poco distanza da qui. Per questo vi ho chiesto di fermarvi a dormire da me stanotte.-
- Tranquilla bellezza.- la tranquillizzò Raph - la situazione è sotto controllo.-
- Raph ha ragione.- lo appoggiò Sarah - Per quanto ne sappiamo potrebbero anche non farsi vedere, ma in quel caso... ci sono guardie sia dentro che fuori.- fece la giovane indicando Casey Jones che pattugliava la strada appostato sul tetto della casa di fronte alla loro - Se hanno l'ardire di farsi vedere...-
- Riceveranno una bella sopresa.- concluse Mik.
...
...
...
La serata procedeva tranquilla. Nessun ladro si era ancora fatto vedere, e a poco a poco, i cinque ninja si addormentarono tranquillamente.
I problemi iniziarono verso mezzanotte, quando Leonardo venne svegliato da dei rumori che provenivano dalla strada. Svegliò i fratelli e si precipitarono nel vicolo dove c'erano rispettivamente, Casey ( a terra e piuttosto malandato), uno sconosciuto ed un robot composto per lo più da rottami... e la faccia era composta per lo più da maschere che indicavano quale fosse il suo attuale stato d'animo. Arrabbiato. Molto arrabbiato.
Ma c'era da dire che la sua rabbia ed i suoi attacchi ( piuttosto violenti e dolorosi, dovevano ammetterlo) sembravano volti a proteggere l'uomo che lo chiamava '' Piccolo''.
Alla fine fu Donatello a metterlo in fuga con l'ausilio di una fiamma ossidrica.
- Ma cos'era quella...- chiese April correndo in strada una volta che tutto fu finito per correre da Casey una volta che si fu resa conto che il ragazzo si era fatto male per davvero.
- Vi prego ditemi che abbiamo vinto...- fece l'umano sofferente.
Nel frattempo, Don aveva trovato un pezzo che apparteneva al robot. La cosa strana era che pareva essere vivo.
Insolito per un pezzo di materia inanimata.
...
...
...
- Qualche sospetto su cosa potesse essere quell'affare?- chiese Leo.
Dopo aver osservato ciò che quel mostro si era perso al microscopio, Don annuì - Sì. Penso proprio che quella macchina fosse costituita per la maggiore dai nanorobot.-
- Nanoche?- fece Mik.
- Sono degli organismi robotici che riescono a smontare gli oggetti molecola per molecola.- spiegò Sarah - adesso mi spiego come mai gli allarmi sono stati messi fuori uso in così poco tempo... quel robot li ha smontati, e quel delinquente ha effettuato le rapine.-
- In effetti mi sembrava che andasse nel pallone troppo facilmente per essere un genio dell'elettronica votato al crimine.- fece Raffaello - a proposito di impressioni... sono solo io o quel robot  era un po' troppo emotivo e spaesato per essere una macchina?-
- Sì.... a me ha dato l'impressione di essere smarrito come un bambino...- si associò Mik.
- Quindi in realtà... non è colpa sua.-  fece Sarah - Sta solo ubbidendo a quello che crede il suo papà. Vuole renderlo felice e che lui gli voglia bene.-
- Purtroppo abbiamo un problema da risolvere con priorità assoluta.- disse Donatello - I nanobot si stanno riproducendo troppo in fretta. In genere, i nanobot sono organismi studiati per funzionare assieme. Ma se si separano si smarriscono. Vanno in confusione. E data la velocità con cui si riproducono...-
- C'è il rischio che diventino molto pericolosi.- concluse Leo - C'è un modo per fermarli?-
- Quello non è un problema, anzi, i nanobot sono sensibili alle alte temperature.- spiegò Donatello - E per ritrovarli... sul tartafurgone abbiamo un dispositivo per rilevare la frequenza su cui i nanobot trasmettono.-
- Forza allora, al lavoro.- fece Raph correndo verso il loro mezzo seguito da tutti gli altri.
- April, tu pensa a Casey, noi torniamo il prima possibile.- fece Sarah.
- Ma no, sto benissimo, prendo le mie mazze e... ah!!!- fece Casey tentando di alzarsi dal divano per poi ricaderci sopra.
- Tu invece non ti muovi da qui Mister. Anzi, resta sul divano. Io prendo altre bende.-  fece April.
Ok, forse il riposo forzato non era cos male come si presentava.
...
...
- Sarah, tutto a posto?- s'informò Leo. La sorella non aveva emesso più una parola da quando avevano lasciato il negozio e per tutto il tragitto era stata taciturna, pensierosa, quasi malinconica.
- Si... tutto bene.- no, che non andava tutto bene. Quei nanobot avevano formato un robot che aveva l'età mentale ed il modo di pensare di un bambino piccolo che aveva avuto la sfortuna di andare a scegliersi un malfattore come genitore. E siccome lo considerava il suo papà, avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderlo felice e farsi voler bene da lui. Anche fare cose cattive.
Per dirla in termini brevi, stavano per liquidare un bambino.
'' Non è giusto''- aveva pensato per tutto il tragitto. La vita non era giusta certe volte. Toglieva un figlio a chi aveva tutte le carte in regola per renderlo felice, e faceva incontrare a qualcuno che non chiedeva altro di essere amato senza condizioni la persona più sbagliata dell'universo. Lei da quel punto di vista, era stata fortunata nella sua sfortuna.
La loro ricerca li portò ad una discarica.
- Ma questa è tutta merce rubata.- fece Leo - ci sono tracce di quel robot?-
- Non lo so.- fece Don - il segnale è molto vicino...-
- Ragazzi... so che è una battuta scontata... ma ho un brutto presentimento.
Presentimento destinato a diventare puro terrore quando il robot arrivò alle loro spalle. E la cosa peggiore era che trovandosi in una discarica, i mezzi per riformarsi non mancavano.
Pur ingaggiando battaglia, gli sforzi dei cinque ninja per avere la meglio sul robot si rivelarono vani.
- Ma cosa bisogna fare per fermare questo mostro?- fece Mik. Sarah però aveva un altro obiettivo.
Vide il ladruncolo che quella creatura innocente aveva identificato come il suo papà seduto su una poltrona nemmeno fosse una specie di re e lo raggiunse con quattro balzi.
- E tu chi sei? Cosa vuoi da me?- fece il ladro.
Sarah gli lanciò uno sguardo di fuoco per poi quasi sputargli addosso - Nessuno... voglio solo farti vedere che far credere ad un bimbo indifeso di provare affetto per lui ed approfittarti di lui per i tuoi loschi piani... beh, non puoi passarla liscia.-
- Piccolo... aiuto...- supplicò il ladro. Il robot vedendo il genitore in pericolo afferrò la ragazzina con una delle sue enormi mani di metallo.
- Piccolo, ascoltami.- fece la ragazza cercando al contempo di non farsi stritolare - lo so che ti senti triste e solo, ma ti assicuro che lui non è tuo amico. Ti sta solo usando.- nel sentire quelle parole il robot si arrabbiò ancora di più ed inizò a farla girare.
- E' inutile, quell'accozzaglia di ferro non ti da retta!- fece Raph.
- Perchè non mi dici qualcosa che ancora non so?!?- urlò Sarah. Sentiva di star per vomitare. Per fortuna il robot decise di lasciarla andare.
- Mi sei caduta tra le braccia.- fece Leonardo prendendola al volo, impedendole di rompersi almeno una ventina di ossa.
- Sì, ma non ti ci abituare.- fece Sarah scendendo dalle braccia di Leo.
- Ok, quindi...?- fece Mik - come lo liquidiamo quel mostriciattolo? Smontarlo o romperlo è una perdita di tempo, con la diplomazia rischiarmo solo di diventare un' omelette...-
-... e quindi purtroppo non ci rimane che usare le alte temperature.- fece Donatello - Raph, ce la fai ad attirarlo verso l'inceneritore? Al resto ci penso io.-
- Roger comandante.- fece il rosso correndo alla sua moto, mentre Don corse alla gru.
Il piano era di catturare il robot con la calamita e farlo cadere nell'inceneritore e funzionò anche se non come si aspettavano. Il '' padre'' del robot, cercando di salvare il robot, tolse la corrente e disattivò la calamita condannando lui stesso a morte quella creatura innocente.
..
..
..
Come al solito, nessuno tranne loro avrebbe mai saputo chi, cosa e perchè era accaduto quella notte.
E malgrado continuasse a ripetersi che erano solo robot, Sarah non poteva fare a meno di dispiacersi per quel robottino che aveva avuto la sfortuna di affezionarsi al padre sbagliato, e che a causa di quell'amore che agognava e che dava senza riserve era scomparso in un pozzo di lava.
E a proposito di lava, in casa di April vi erano ben due vulcani in eruzione.
- Tu ti prendi cura di me?!? Posso farti notare che se mi sono fatto male è stato per salvare te?- urlò Casey nel momento in cui Sarah e le tartarughe fecero ritorno al negozio.
- Oh, quindi avrei bisogno di essere salvata secondo te?- ribattè April.
- Ma che sta succedendo, si può sapere?- s'informò Raph.
- Succede che io apro bocca e questa qua fraintende ogni parola che dico... è proprio... una donna.-
- Comecomecome?!?- fece Sarah visibilmente tentata di andare da Casey e dirgliene quattro, tempestivamente bloccata da Donatello.
- E lui è un maschilista, un misogino e un orco!!!- strillò ancora April.
- Ok, capito... - fece Leo - Ragazzi, suggerirei di tornarcene a casa e lasciare i piccioncini alle loro questioni...- ed anche con una certa fretta, prima che la loro cara ed adorabile sorella riuscisse a liberarsi dalla presa di Donatello. Cosa che sarebbe successa molto, molto presto.
- Sì, concordo...- fece Mik guadagnando l'uscita - Raph, tu che ormai sei in confidenza con lui, quando si calma, potresti spiegargli che non è una buona idea dire cose poco carine su una donna? Specie davanti ad una che se volesse potrebbe farlo secco come se nulla fosse?-
- Ma dico l'avete sentito?!?- strepitò Sarah mettendo a dura prova la resistenza delle braccia di Donatello - Fraintendi tutto, sei proprio una donna?!? Ma dove vive, nella preistoria?-
'' Ti prego, non farmi rispondere, cara...''- pensò Donatello. Un paio di volte ci aveva pensato a quell'ipotesi. Anzi, tutti loro ci avevano pensato.
- Su adesso calmati...- fece Leo dandole una pacca sulla spalla, sorridendo affabilmente - E lascia fare ad April.
Conosci il detto no... tra moglie e marito, non mettere il dito.-
- Ma quali moglie e marito?!?- fece Mik guardando il fratello come se gli avesse detto che il cielo era verde smeraldo - In due volte che si sono visti, due volte si sono messi a bisticciare... quando ha preso a mazzate quelle tazzine poi, sembrava se lo volesse pappare anche così, a crudo!-
Vero, pareva che quei due non avessero niente in comune, tranne il sapere che nelle fogne di NY vivevano dei mutanti ninja ed una ragazzina, e che April avesse diversi motivi per non sopportare il loro amico vigilante, ma era anche vero che era stata lei stessa ad invitarlo a casa sua per fare la guardia.
Se era vero che non gradiva la sua presenza e che non lo sopportava perchè lo credeva uno scimmione con il tatto di un elefante, misogino e maschilista, non lo avrebbe mai invitato.
- Chi disprezza compra, caro amico mio.- fece il blu salendo sul furgone prima che questo sfrecciasse in direzione del loro magazzino.

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Capitolo 6
*** La spada di Tengu ***


Era strano vedere New York immersa nell'oscurità. Non avevano avuto modo di uscire prima che cause di forza maggiore li inducessero a lasciare il loro nascondiglio e vedere cosa c'era fuori dal loro piccolo mondo perfetto, ma da quanto sapevano New York era una città che anche quando era immersa nel buio della notte era sempre piena di luci e di vita.
Quella sera invece era completamente al buio. Sarah e i suoi fratelli, si stavano divertendo nel loro rifugio con biciclette, pattini, monopattini e skate quando si ritrovarono completamente al buio.
Fu la prima volta che Splinter chiese ai figli di salire in superficie per dare un'occhiata a cos'era successo.
- Quando c'è di mezzo il suo programma preferito, anche papà diventa una persona come tutte le altre.- fece Sarah avviandosi fuori dalla tana assieme ai fratelli maggiori.
Non c'era storia. Splinter era un '' uomo'' paziente, gentile, comprensivo, allo stesso tempo sapeva essere anche severo e saggio, e come tutti i genitori di rado s'interessava alle frivolezze... ma quando trasmettevano '' Gilmore Girls'', New York poteva subire un attacco alieno, o qualunque altro cataclisma, ma non poteva assolutamente perdersi il suo programma preferito.
Per lo meno, aveva dato loro la scusa per una piccola '' gita'' in superficie. Ormai capitava sempre più spesso che uscissero dal rifugio per fare delle scorribande sui tetti di New York. Finivano quasi sempre per incontrare qualche Dragone o dei teppisti che credevano di fare i furbi e i grossi... almeno fino a quando non incontravano cinque ragazzi sui sedici anni, esperti di ninjitsu.
- Questa parte della città è completamente al buio.- disse Don vedendo New York spenta -E' probabile che sia saltata una centralina.- in poche parole, niente a cui loro potessero ovviare. Era un compito di cui poteva e doveva benissimo occuparsi la società elettrica.
- Però è strano... non dovrebbero esserci almeno delle luci di emergenza?- fece notare Leo.
- Invece è buio pesto laggiù.- sottolineò Raph.
- A questo punto... ci resta solo una cosa da fare ragazzi.- disse Mik.
...
...
...
- BANZAI!!!- gridò Mik percorrendo una ringhiera con il suo skate. La proposta dell'arancione venne accolta immediatamente. Approfittare della situazione per divertirsi un po' in superficie con i loro '' giocattoli''.
- Ragazzi...- fece Leo anche se non era troppo convinto - Forse non è il caso di comportarsi così... e se qualcuno ci dovesse vedere?-
- Su, adesso rilassati un po', Grande Capo...- lo prese in giro Raffaello - E' buio pesto, persino io non vedo ad un palmo dal naso, figurati qualcun'altro.-
- E poi...- fece Sarah - siamo nei pressi di un museo. E' già difficile vederci qualcuno in pieno giorno, figuriamoci di notte.-
Donatello li raggiunse in bici - Mi sa che hai parlato troppo presto. Date un po' un'occhiata.- fece il genio indicando l'edificio in questione.
Vi erano due individui armati di rampino che stavano scalando la parete del museo. Riconobbero subito l'abbigliamento. Erano i ninja che avevano affrontato e che li avevano praticamente costretti a battere in ritirata in occasione della loro prima uscita in superficie.
- Una volta abbiamo già incontrato quei pagliacci.- fece Mik.
- Sì, e per poco non ci hanno fatto neri.- confermò Don.
- Bene... chi ha voglia di una bella rivincita?!?- fece Raph seguendoli a ruota.
'' Immagino che quello che pensino gli altri interessati sia superfluo a tal punto...''- pensò Sarah correndo nel museo  insieme agli altri.
I ninja erano entrati nella sala dedicata ai manufatti del Giappone Feudale. Vi erano molti pezzi di incredibile bellezza oltre che di incalcolabile valore, ma l'attenzione dei ladri pareva essere tutta per una spada, tra l'altro molto bella e che aveva una decorazione d'oro che raffigurava un leone sull'elsa.
- E' giorno di chiusura, sapete?- fece Sarah lanciando contro la teca una stella ninja come per avvertirli della loro presenza.
- E comunque alla cassa non sono teneri con chi vuole fare il furbo...- fece Leo - e nemmeno noi.-
- Ma oggi ci sentiamo particolarmente generosi- fece Raph - quindi, facciamo così: voi guardate ma non toccate... e tornate a casa, almeno con una doppia cifra di ossa intere.-
Nel dir così, dal tetto dei museo scesero altri ninja. Due dozzine almeno.
- Ehm...- fece Mik - mi sa che adesso le ossa le rompono a noi.-
- Questo lo vedremo...- fece Leo - Sarah, tu stai indietro. Ci pensiamo noi.-
La ragazza lo fissò accigliata.
- Neanche a parlarne!!! Voglio divertirmi anch'io!!!- fece la giovane lanciando il suo tessen contro un ninja.
Nel reparto antichità del Giappone, in breve si era scatenato un terribile scontro, che malgrado l'evidente inferiorità numerica i cinque ninja parevano controllare... almeno fino a quando uno dei ninja non riuscì ad impossessarsi della spada. Come il ninja l'ebbe impugnata e puntata contro di loro, dall'arma di era sprigionato un lampo di luce azzurra che li aveva scaraventati contro il muro.
Approfittando dello stordimento dei mutanti e della loro giovane sorella, i soldati ne approfittarono per fuggire.
...
...
...
Da quel giorno, ne erano già passati sette. Una settimana durante la quale tutto pareva essere tornato alla normalità in città.
Ma in casa '' Tartarughe Ninja'' le cose erano notevolmente cambiate anche se nessuno lo avrebbe mai detto. In fin dei conti, i mutanti e la loro sorella umana adottiva continuavano ad allenarsi e dedicarsi alle loro attività libere quando non erano impegnati nei loro doveri... ma era il clima ad essere completamente diverso.
Da quando i cinque ninja avevano mostrato il simbolo che quei ninja avevano sulla divisa, Splinter si era incupito. Una volta terminate le sessioni si ritirava per ore ed ore nella sua camera a leggere e meditare, chiedendo esplicitamente di non essere disturbato per alcun motivo ed aveva chiesto ( anzi, ordinato) ai suoi discepoli di non dare la caccia a quei ninja.
Non sapevanao perchè, ma il loro maestro era rimasto molto turbato. Quasi come se un fantasma misterioso fosse tornato a bussare alla porta del sensei.
Un fantasma che però a quanto pareva doveva restare nascosto ancora per un bel pezzo. Ogni qualvolta che i suoi figli facevano domande al riguardo, il topo lanciava loro un'occhiataccia o si chiudeva in un silenzio molto chiaro: non dovevano fare domande al riguardo.
Confinati in casa, i ragazzi non potevano fare altro che dedicarsi alle loro '' attività libere'': Mik mangiava patatine leggendo fumetti, Donatello smanettava con il PC, Leo approfittava come al solito del tempo libero per perfezionare i suoi katà, Raph sfogava la rabbia di non sapere e di non poter sapere prendendo a pugni il pupazzo per gli allenamenti, mentre Sarah se ne stava appesa a testa in giù alla sbarra ascoltando '' Bring Me to Life'' degli Evanescence con l'MP3.
- Sapete che vi dico?- fece Raph ad un certo punto - io sono stufo di aspettare. Usciamo, troviamo quei ninja, pestiamoli per bene e facciamo sputare loro tutta quanta la storia!!!-
- Ah no.- fece Leo parandosi davanti all'ingresso - Nessuno andrà da nessuna parte.-
- Gente, forse ho trovato qualcosa.- fece Donatello - Sono entrato nel sistema informatico della compagnia elettrica. C'è stato un altro black out. Stavolta è la zona del porto ad essere al buio.-
- Due black out nel giro di pochi giorni?- fece Leonardo - ed ogni volta mezza città resta a luci spente?-
- Sento odore di ratto.- fece Raph - E non sto parlando di Splinter.-
- Ragazzi... qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?- fece Mik.
- Non ne ho idea... - fece Sarah - Però quasi certamente hanno fatto saltare la luce per non essere visti o far scattare l'allarme al museo per rubare quella spada.
Quindi immagino che anche a questo giro abbiano brutte intenzioni.-
- In tal caso che aspettiamo?- fece Raph - Fermiamoli.-
- Ehm... un momento ragazzi.- ricordò Leo - Non ricordate? Splinter ci ha vietato di dare la caccia a quei ninja.-
- Vero.- fece Raph con un sorriso - Ma noi stiamo cercando di capire cosa c'è dietro a queste misteriose interruzioni di corrente, se poi quei ninja dovessero... casualmente... incrociare la nostra ricerca, non si potrà dire che abbiamo disobbedito agli ordini.-
- Beh... il ragionamento non fa una grinza...- dovette ammettere Sarah - E quindi?-
- E quindi si fa!!!-
...
...
...
Poco più tardi, sul ponte di Brooklyn, i cinque ragazzi poterono toccare con mano che la situazione della notte del primo black-out si era ripetuta.
Buio totale.
- Come la notte scorsa.- fece Raph.
- Ma stavolta non mi faccio cogliere impreparato.- fece Don mostrando ai fratelli una specie di visore per la realtà virtuale - con questi possiamo vedere anche al buio.-
- Il vero problema non è vedere, è come facciamo a pattugliare una zona così vasta?- fece Leo - Vi faccio notare che siamo solo in cinque.-
- Laisse faire à mois, Lèonardo.- fece Don azionando un pulsante del suo zaino per rivelare un deltaplano - a questo ci penso io. Ci terremo in contatto radio e al primo movimento sospetto vi darò le coordinate.-
- Don, stai attento...- fece Sarah. Non dubitava che il fratello sapesse quello che stava facendo, ma l'idea che si buttasse dal ponte di Brooklyn con un ''gingillo'' che non era nemmeno stato collaudato le dava da pensare.
D'altronde sarebbe stato impossibile collaudare una macchina volante nelle fognature.
- Stai tranquilla sorella...- fece il genio prendento la riconrsa - ho studiato i principi teorici dell'aereo-dinamica... è a prova di tutto.- e nel dir così saltò.
- Sperando che abbia tenuto in considerazione che tra pratica e teoria c'è una certa differenza.- fece Raph a braccia conserte.
- Lo scopriremo presto...- fece Leo - Don? Va tutto bene?''
'' E' tutto a posto, state tranquilli.... sono sul fiume. Sembra che stiano cercando qualcosa nel fiume.''
- Chi sta cercando che cosa?- chiese Leo.
'' Che cosa non lo so... però una cosa posso dirvela. Sono i nostri ninja: hanno inserito la spada in una specie di cannone a vibrazione. Sono sul molo sedici.''
- Arriviamo.- fece Leo. E tutti lo seguirono in soccorso del fratello.
E ne aveva un gran bisogno visto che la tartaruga stava perdendo il controllo del deltaplano finendo in acqua.
- Donatello?- fece Leo preoccupato - Riesci a sentirmi? Ti prego, di qualcosa.-
'' Ok, sono vivo, state tranquilli.''
I fratelli sospirarono di sollievo.
- Niente di rotto vero?- si premurò Sarah.
'' No... ma ti assicuro che starò molto meglio quando sarò uscito da quest'acqua puzzolente.''
Sarah storse il naso - Viviamo nelle fogne e adesso ti da fastidio l'acqua inquinata?-
'' Pure il mio naso ha i suoi limiti''.
- Ti raggiungiamo subito.- fece Leo dando cenno ai suoi fratelli di seguirlo - Ok, vedo il cannone. Ma ci sono solo due ninja... ciò vuol dire che gli altri sono nascosti.- come se li avesse chiamati, ninja a frotte li raggiunsero e li circondarono.
- Coraggio gente... diamo un senso alla serata. - fece Raffaello. Lo scontro fu inevitabile.
I soldati ninja avevano preso di mira in particolar modo la ragazza, certi di poter avere la meglio su una ragazzina. Tanti ne tenevano a bada e tanti ne arrivavano in rimpiazzo.
- Ehy ragazzi, Sarah ha bisogno di aiuto!!!- fece Mik tenendo a bada un ninja.
- Nessun problema, ci penso io!!!- fece Leo mollando un calcio volante ad un altro ninja - Resisti bimba, sto arrivando!-
Peccato che la ragazza non avesse la minima intenzione di  fare la parte della Damsell in Distress.
-  Scusa Leo... ma non è il ruolo che mi riesce meglio... state lontani da me, selvaggi!!!- fece Sarah pestando un piede ad un ninja  che le stava davanti e dando un colpo di tessen in testa ad un soldato ninja nel tentativo di aggredirla alle spalle - e buttate la calzamaglia, non va più di moda da secoli!!!-
Leo a pochi passi da lei sorrise - Non ve la prendete... sapete come sono le donne no?- fece Leo liquidando un paio di soldati ninja - Il minuto prima ti adorano, quello dopo se potessero, ti butterebbero ai pesci.- e nel dir così ne fece cadere due in acqua - Beh, signori miei... per questo lavoretto di squadra, un bel dieci e lode ce lo meritiamo.-
- Ragazzi, guardate!!!- fece Don indicando loro un elicottero che stava recuperando dal fiume una specie di armatura.
- E quello che diavolo era?- chiese Mik.
- Non lo so... chiediamoglielo.- fece Raph indicando la piattaforma su cui c'erano sia il cannone con la spada che due ninja.
...
...
...
- Salve gente...- fece Leo - ci sarebbe una cosetta in sospeso di cui dovremmo discutere... sapete, quel furtarello al museo?-
- Non si usano certi giocattoli, troppo pericolosi.- si aggregò Don.
Dopo un piccolo scontro, durante il quale furono gli stessi soldati ninja a mandare in corto circuito le loro attrezzature per poi fuggire a bordo dell'elicottero.
Il cannone ormai privo di controllo inizò piano piano a distruggere la zona del porto. Poi sarebbe toccato al resto della città-
- Dobbiamo fermare questo coso a tutti i costi prima che riduca New York in una poltiglia.- fece Raph.
- Voi cercate di guadagnare tempo, io provo a scollegare la spada dal cannone.- fece Don saltando sopra il cannone.
- Guadagnare tempo dice lui...- fece Mik - E come?!?-
- Spingiamo!!!- fece Raph appoggiandosi con forza sul cannone seguito da tutti gli altri.
- Coraggio, tenete duro...- fece Leo - Manca poco...-
- E' una parola...- fece Sarah continuando a spingere - è troppo pesante, non riusciamo a spostarlo di un millimetro...-
- Tenete duro ragazzi, ho quasi finito...- fece Don collegando due fili. Il cannone andò del tutto in corto circuito, girando su sè stesso come se fosse una trottola.
Leo, compreso che presto ci sarebbero stati danni irrimediabili a meno di non trovare una soluzione immediata, afferò una sbarra e la conficcò nel cannone, riuscendo a fermarlo e dando modo a Donatello di recuperare la spada.
Poco dopo, la piattaforma ed il cannone finirono sul fondo dell'East River. E mentre la polizia arrivava sul molo per cercare di capire che cos'era successo e per colpa di chi, i cinque ninja sparirono nella notte.
...
...
...
Tornati a casa, i cinque fratelli raccontarono al loro maestro cosa era accaduto e mostrarono loro la spada rubata al museo, manifestando l'intenzione di riportarla come avevano fatto in occasione della loro prima uscita in superficie restituendo il bottino di una ruberia.
Il mastro Splinter però, soprattutto dopo aver ascoltato cosa quella spada era in grado di fare glielo sconsigliò: quell'arma era troppo pericolosa per essere nuovamente messa in luogo pubblico a portata di ladro.
- Meglio tenerla al sicuro, lontano da mani sbagliate.-
...
...
...
La mente dietro a tutti gli strani avvenimenti degli ultimi giorni era il miliardario e filantropo Oroku Saki che approfittando dell'immagine che si era costruito, riusciva a gestire indisturbato, un impero criminale con i fiocchi.
Erano stai i suoi ninja a far saltare la corrente per inibire i sistemi di sicurezza del museo, come era stato lui ad ordinare di usare la spada per recuperare l'armatura dal fiume... così come sarebbe stato lui ad affidare al suo sgagnozzo più fedele la punizione per coloro che erano fuggiti lasciando che la spada di Tengu finisse chissà dove.
Ma una cosa era certa: se di recente i suoi piani stavano andando a rotoli, la colpa era delle stesse '' persone'' che avevano mandato all'aria il suo progetto degli acchiappa-topi.
E nessuno si metteva contro di lui, pensando poi di vivere abbastanza a lungo per poterlo raccontare in giro.

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Capitolo 7
*** L'attacco di Shredder prima parte ***


La vita scorreva serena per le tartarughe, Splinter e Sarah. Erano passati almeno un paio di mesi dalla loro prima avventura in superficie e da allora era cambiato molto. Anzi, era cambiato tutto.
Avevano stretto amicizia con molti umani. Prima April e Casey, poi avevano conosciuto ed aiutato Angel, una ragazzina considerata dal giustiziere come una sorella minore, a tornare sulla retta via e guardarsi dai Purple Dragons, ed avevano anche fatto amicizia con i senzatetto della City.
C'erano state anche diverse scaramucce con i Dragons e i soliti ninja, ma per il resto potevano dire che vivevano la loro vita come dei normali adolescenti: scuola di ninjitsu, svaghi consoni alla loro età e personalità, incontri con gli amici...
Ma tutto stava per cambiare, un'altra volta.
...
...
...
Quella sera, i cinque ninja si allenavano con le armi, ed ognuno di loro era particolarmente competitivo ansioso come non mai di dimostrare agli altri quattro che era lui/ lei ad avere l'arma migliore.
- Ok ragazzi, ma ora vediamo di mettere via quei giocattoli. L'unica vera arma è la doppia katana!- fece Leo avventandosi sui fratelli con le sue spade, sbaragliandoli in quattro e quattr'otto.
- Che vi dicevo? Non è un vero gioiello?-
- Ehy, vacci piano, amico...- fece Sarah andandogli praticamente addosso - Ci sono anch'io.- disse la ragazza piccata. Leo aveva sì sbaragliato Raph, Don e Mik in meno di dieci secondi. Ma lei non era stata neanche toccata. Volutamente.
- Ehm, Sarah, non per dire... ma considerati fortunata!!!- fece Mik - Ancora un po' e mi rompevo la testa.-
- Mik ha ragione, sorella.- fece il leader - E poi sono un gentiluomo, lungi da me il pensiero di colpire una signora.-
- Signora?!?- fece Sarah diventando dello stesso colore della maschera di Raph - Sono un ninja anch'io!!!-
- Dai non essere sciocca... io ho due spade e tu un ventaglio. Non c'è partita.-
- Senti...- fece Sarah iniziando ad arrabbiarsi sul serio.
'' Io punto tutto sulla femmina infuriata, ragazzi.''- fece Michelangelo all'orecchio dei fratelli maggiori.
Fu Splinter a mettere pace tra i due figli litigiosi.
- Calma, ragazzi, calma.- fece Splinter - Leonardo, tua sorella non ha tutti i torti. Ha un'arma ed un ninja. Coraggio. Combattete.-
- Maestro Splinter, io...- fece Leo poco convinto da quell'ordino. Mai avrebbe voluto combattere contro una donna. Vero, Sarah era una kunoichi e doveva dirlo nelle '' missioni'' che avevano affrontato aveva dato ampia prova di non aver bisogno del ''cavaliere dalla scintillante armatura'' che si prendesse cura di lei... ma lui non l'avrebbe mai vista così.
Era la sua sorellastra, compagna di giochi e meditazione, e per quanti anni potessero passare, lui avrebbe continuato a vederla come quell'animaletto spaventato che arrivata nelle loro vite, aveva passato quasi due giorni, raggomitolata in un angolo, attendendo una sua parola per riprendere i ritmi vitali.
Sentiva di doverla proteggere più di tutti gli altri, soprattutto per un motivo molto particolare...
- Andiamo, grand'uomo, cominciamo!- fece la ragazza armandosi di tessen e mettendosi in posizione d'attacco.
Leo la attaccò con la sua spada, ma la giovane riuscì a parare il colpo con una una guardia alta e senza nemmeno fare troppa fatica.
 Lo stesso accadde per gli attacchi seguenti.
- E questa sarebbe la grande arma che hai decantato? Inutile contro un ventaglio ed una dolce ed innocua ragazza.-
- Una ragazza dolce ed innocua?- fece Mik - abbiamo un'altra sorella di cui non sappiamo nulla?- fece l'arancione strappando un sorriso a Don e Raph.
- Ricordate. Ciò che conta non è l'arma. Potete avere tra le mani persino excalibur per quel che mi riguarda... e sarebbe inutile, se non è tra le mani di un ninja allenato.- fece Splinter infilzando il sacco da allenamento con il suo bastone - finchè non avrete imparato questa semplice nozione di base, non avrete imparato niente.-
...
...
...
Il giorno dopo, si iniziarono a vedere le conseguenze della '' lezione'' della sera prima. Leonardo, era rimasto molto male da quella critica del suo maestro che gli aveva praticamente detto che non aveva imparato le nozioni di base per essere un ninja.
Si era allenato per tutto il giorno senza dire una parola. E sempre senza dire una parola, alla sera era uscito per fare un supplemento di allenamento.
Sarah sospirò triste.
- Ehy, Sarah...- fece Raffaello avvicinandosi a lei, preoccupato. La sorella di solito era solita rifugiarsi nel suo piccolo angolo della lettura dopo l'allenamento e di solito, tanto vi rimaneva, che la mattina dopo la trovavano lì addormentata con un libro come cuscino.
Questa volta invece era entrata ed uscita dal suo mondo in meno di cinque minuti.
- Tutto a posto?-
- No. Hai visto com'è stato oggi no?- fece Sarah appoggiandosi sul piccolo ponte specchiandosi nell'acqua.
- Eddai, non prendertela...- fece il rosso - Non è mica colpa tua se hai un fratello permaloso.-
- A chi ti stai riferendo?- fece la ragazza con un'espressione furbetta sul volto - Comunque non è del tutto vero. Se fossi stata zitta e non avessi insistito... è solo che mi ha fatto arrabbiare.-
- Sarah. Non è colpa tua.- si aggregò Don - Splinter non è ceco, viviamo nelle fogne, al buio, ma ti assicuro che non è ceco. E che Leo aveva bisogno di una piccola inquadrata, lo avrebbe visto in ogni caso ed avrebbe agito di conseguenza.-
- E poi lo sai... basta lasciarlo da solo a sfogarsi per un po' e poi torna tutto a posto.- concluse Mik.
- Capito, scimmietta?- fece Raph scompigliandole i capelli - smettila di darti la colpa per qualcosa che non hai fatto. Però se ci tieni, senti che possiamo fare. Gli arriviamo alle spalle, lo prendiamo di sorpresa... e sistemiamo tutto con una scazzottata di gruppo.-
Sarah sorrise ed annuì.
Senza saperlo, sarebbero arrivati in tempo per evitare di ritrovarsi un fratello come nemico.
...
...
...
Leonardo si era rifugiato sul tetto di un palazzo dove per sfogarsi si esercitava con le spade. Non era tanto il fatto che una ragazza, che tra l'altro era la persona verso la quale sentiva di avere più obblighi su quella terra, fosse riuscita perfettamente a parare i suoi attacchi, quanto le parole del suo maestro.
Da quando Splinter aveva iniziato ad insegnar loro l'arte del combattimento e l'aveva fatto capo, non si era risparmiato neanche un giorno. Allenamenti, meditazione, responsabilità, bushido. Queste quattro parole, erano state la sua guida ogni santo giorno della sua vita. Le poteva contare sulle dita di una mano ( la sua) le volte in cui si era concesso degli strappi.
Ed ora saltava fuori che non aveva imparato niente. Era arrabbiato, frustrato, non sapeva nemmeno lui come si sentiva.
Il destino aveva però in serbo una sopresa per lui: una missiva, scritta da un misterioso uomo, lo invitava a raggiungerlo quanto prima in un magazzino abbandonato, poco lontano da dove si trovava lui.
Non ci pensò due volte ad accettare.
I suoi fratelli e la sorella, non fecero in tempo ad aggredirlo con la '' scazzottata della pace'' perchè lui era già partito.
- Dove sta andando?- fece Raph.
- Ovunque stia andando,  meglio seguirlo.- fece Donatello.
 Furono tutti d'accordo con lui e stando attenti a non farsi vedere dal fratello maggiore lo seguirono sino alla sua misteriosa destinazione. Si trattava di un edificio abbandonato.
Il leader entrò da una porticina, mentre i suoi fratelli erano rimasti fuori, non capendo bene cosa stava succedendo.
Riuscirono ad arrivare sino al tetto e spiare la situazione con il lucernario.
Il loro fratello era al centro di un cerchio di ninja.
E sul pavimento c'era stampato uno stemma. Una fiamma a tre punte.
Lo stemma dei ninja che da mesi davano loro la caccia.
- Tredici contro uno?!?- fece Donatello.
- Non mi pare uno scontro equo... quei poveretti sono solo tredici.-
- Non è il momento di scherzare!!!- fece Sarah mettendo la mano sul tessen. Certo, Leonardo era un combattente incredibile, forse il migliore di tutti loro, ma rimaneva il fatto che lui al momento era uno solo, e quei ninja erano pronti a tutto. Li avevano conosciuto ormai. Capaci persino di prendere degli ostaggi inermi per ottenere ciò che volevano.
O di attaccare la stessa persona in quattro o cinque.
Poteva vincere con degli avversari leali, in uno scontro equo, ma non avevano le stesse certezze che potesse uscire da quello scontro vivo, o come minimo, intero.
- Sono troppi, lo faranno a pezzi...- fece Sarah scattando per correre il suo soccorso. La presa ferrea di Raph sul suo braccio la bloccò.
- Se Leo ha bisono di aiuto, stai certa che non saremo noi a negarglielo. Per ora stiamo a vedere cosa succede.-
Sarah annuì nervosamente. Quella storia le piaceva sempre di meno e l'idea di stare ferma a guardare, mentre una delle persone che per lei contavano di più al mondo veniva massacrata era sufficente a farla rabbrividire e a farle contorcere lo stomaco.
Per fortuna, forse i ninja erano più stanchi di loro dopo una delle sessioni di Splinter o erano nuove leve, ma Leonardo riuscì comunque a sbaragliarli. Da solo.
Solo allora la kunoichi riprese a respirare.
'' Grazie al cielo..''- pensò tra sè e sè, riponendo il tessen nella custodia che portava attaccata alla cintura.
- Visto?- fece Mik - Poveretti. Erano solo in tredici.-
Pochi secondi più tardi, i tre mutanti e la loro sorella assistettero ad una conversazione tra il loro fratello ed un uomo dai capelli nei ed un tipico abbigliamento orientale. Dalla loro posizione ed impossibilitati ad aprire un qualsiasi varco senza farsi scoprire, non riuscirono a capire di cosa trattasse la conversazione.
Lo capirono alla fine, quando Leonardo cercò di congedarsi dall'uomo. Questi gli regalò una spada.
Ed anche se non erano riusciti ad udire che pochi stralci di parole che potevano avere a che fare con la vita di chiunque, il succo l'avevano ricevuto. Un'offerta di unirsi a loro. E stava pure cercando di comprare la fiducia di Leonardo con un regalo.
Questo diceva tutto.
Solo una persona arida, incapace di nutrire dei sentimenti, poteva pensare che qualcuno fosse così superficiale a prescindere e credere che la lealtà si potesse comprare.
- E' ufficiale. Quel tizio non mi piace nemmeno un po'.- fece Mik.
- Strano a dirsi, ma sono d'accordo con te.- si associò Raph - in che razza di guaio sta andando a cacciarsi quell'idiota?-
- Scopriamolo.- propose Sarah - e soprattuto, impediamoglielo.-
- E' surreale ragazzi.- fece Mik - Se ne va in giro da solo di notte, prende iniziative sul momento e senza rifletterci troppo... di solito le parti sono inverse.-
Michelangelo non aveva torto nel suo stupore. Leonardo di solito era sempre così cauto, certe volte Raph lo sfotteva chiedendogli come mai non pensava anche quando doveva mettere un piede di fronte all'altro, riflessivo, metodico... Raffaello invece era l'esatto contrario. Faceva tutto quello che gli passava per la testa, senza pensarci due volte, se era convinto che fosse la cosa migliore da fare.
Poi saltava fuori che '' forse'' poteva fare di meglio e Leonardo glielo faceva notare.
Questa volta invece era l'esatto contrario.
E c'era una spiegazione molto semplice a riguardo. La critica di Splinter lo aveva sconvolto più di quanto riuscissero ad intuire, si era sentito sottovalutato dal suo maestro nel quale riponeva fiducia assoluta, il rischio di accettare proposte ''capestro'' da individui poco raccomandabili...
Sarah in quel momento non potè fare a meno di pensare ad un libro e ad un film che sin da piccola, e lo faceva tutt'ora, non faceva altro che terrorizzarla: Pinocchio. La scena che riguardava il paese dei balocchi per lei era peggio di un incubo... e la cosa si stava realizzando.
Quell'uomo era il postiglione che tanto la terrorizzava. Leonardo era i ragazzi che venivano rapiti.  Doveva avergli detto qualcosa tipo '' vieni con noi, non te ne pentirai, ti sentirai felice ed appagato''.... solo per prepararsi a farlo finire in catene.
La ragazza iniziò a correre e saltare per raggiungere il fratello, pallida come un cencio.
...
...
...
- NON ACCETTARE!!!- fece la ragazza quando finalmente riuscirono a raggiungerlo. Gli si era aggrappata alle braccia, e quel tono sapeva tanto di supplica - Non accettare, qualsiasi cosa ti abbia promesso... ti prego.-
- Sarah...- fece Leo confuso - che stai...?-
- Ti prego, non chiedermi il perchè o il per come, ma quel tizio non mi piace per niente. E' malvagio.-
- No, Sarah, no...- fece il leader cercando di calmarla - E' stato tutto un brutto malinteso. Non sono loro i nemici.
Il maestro Saki mi ha detto....-
- IL MAESTRO SAKI?!?-  lo aggredì Raffaello - CHE COSA VORRESTI DIRE CON QUESTO?!?-
- Credevo che noi avessimo già un maestro. Si chiama Splinter.- rincarò Don con sguardo severo.
- Ti ricordi di lui vero Leo? Pieno di pelo, bastone, alto così, leggermente brontolone, scarso senso dell'umorismo...- aggiunse Mik - non mi pare giusto abbandonarlo per un piccolo disaccordo.-
- E poi...- riprese Sarah - Pensaci bene, Leo. Sono... mesi che quei tizi cercano di farci la pelle. Se Splinter sapesse che sono alleati, ce lo avrebbe detto fin da subito, ti pare? E poi qui stiamo parlando di ninja che saltano fuori, nello stesso posto e nello stesso momento, in cui prima c'erano i Dragoni Purpurei...  è troppo strano.-
- Per prima cosa, io non ho mai parlato di abbandonare nessuno. Dico solo che forse, è arrivato il momento di mettere a frutto l'allenamento di questi anni, unirci tutti insieme contro un male comune. Non è quello che insegna il bushido, mettersi al servizio di una buona causa?- fece Leonardo.
- Sì, ma Splinter...- insistè Sarah.
- Anche un maestro ninja può sbagliare nel giudicare, no?- fece il leader credendo di tranquillizzarla.
Ma fu solo capace di far agitare i presenti più di quanto già non fossero.
- Ok, ora ho la prova che mi serve.- fece Raph andando contro di lui, strappandogli la spada dalle mani. Fino ad un certo punto, era anche disposto a credere che il fratello avesse delle buone ragioni per decidere di allearsi con quei tizi, ma quando sentì suo fratello, la persona che sembrava essere geneticamente programmata per obbedire agli ordini di suo padre senza battere ciglio, mettere in dubbio la parola del sensei capì che doveva aver perso il senno. E a costo di usare metodi poco ortodossi, gliel'avrebbe fatto recuperare.
- Di che prova parli?- fece il blu.
- Che non ragioni più lucidamente.- fece il rosso - e bada c'è più di un testimone che potrebbe confermare quello che ho detto!-
A quel punto, Leonardo perse le staffe e si azzuffò con il fratello per recuperare la spada, sotto gli occhi annoiati dei fratelli, chiedendosi come fosse possibile che quelli che avrebbero dovuto dar loro un certo esempio si azzuffassero come due bambini per un giocattolo nuovo.
Le cose presero un brutta piega quando il maggiore riuscì a buttare di sotto Raffello.
- NO!!!- gridò Mik.
- Raffaello!!!- fece Leo quando si accorse di quello che aveva fatto. Aveva appena scaraventato suo fratello giù dal tetto... per una spada? Ma che diavolo gli era balenato in testa?
Era impazzito sul serio.
- Raph!!!- strillò Sarah - Va tutto bene?!? -
- Tutto a posto, angelo.- fece Raph attaccato ad uno dei suoi sai, prima che i fratello lo tirassero su - non avrò una katana, ma ti assicuro che anche i miei sai sanno fare bene il mio lavoro. E comunque lo sai, sono una specie di mezzo selvaggio, non crepo facilmente.-
- Allora?- fece Donatello rivolto al maggiore - Che facciamo adesso?-
Leo rispose con ritrovata lucidità -Quello che avrei dovuto fare fin da quando ho ricevuto quella missiva. Parlarne subito con Splinter.-
- Bentornato tra noi.- fece Sarah sorridendo.
...
...
...
Le notizie riportate da Splinter non furono confortanti.
Oroku Saki, aveva un altro nome. Molto rispettato in certi ambienti, ma anche molto temuto. Shredder. Il distruttore.
Splinter aveva raccontato molte volte ai figli della sua vita precedente, del suo maestro Hamato Yoshi, e di come insieme formassero una famiglia felice, che aveva appreso l'arte del combattere imitando le sue mosse, ma fino ad allora non aveva mai raccontato loro perchè quella vita era finita.
Adesso sapevano tutto: Hamato Yoshi, lavorava per delle persone che erano a conoscenza del fatto che Oroku Saki aveva costruito la sua fortuna con attività criminali. Per sfortuna di Yoshi, anche Shredder sapeva di lui.
Un giorno, lo fece attaccare a tradimento dai suoi uomini, torturandolo in maniera indicibile per costringerlo a tradire i suoi capi.
Ma Hamato Yoshi era un uomo tutto d'un pezzo, convinto che lo spirito fosse più forte della sua carne.
'' Chi vive senza onore, morirà senza onore''- questo fu l'unica cosa che Yoshi disse prima che Shredder lo facesse cadere sotto le sue lame.
Per molti anni, Splinter si era consumato l'anima al pensiero di cosa avrebbe potuto fare per sottrarre il maestro a quella morte tanto atroce quanto prematura, molte volte aveva pensato alla vendetta... poi erano arrivati i suoi figli.
Cinque creature che non avevano nessuno al mondo, nessuna mano da stringere, nessuna luce che potesse indicare loro il cammino.
E per loro aveva messo da parte tutto. Odio, rancore, vendetta... ed aveva deciso di crescerli con tutto l'amore che gli rimaneva nel cuore, deciso a proteggerli anche dal suo stesso odio per la persona che gli aveva strappato la persona che aveva più cara al mondo.
Ma ora non aveva più potuto tacere, quando quell'essere insegno di vivere aveva cercato di portargli via anche loro.
- Stategli lontani il più possibile.- fece Splinter - almeno fino a nuovo ordine.- disse il topo prima di ritirarsi nelle sue stanze.
...
...
...
Quella sera Leonardo non riusciva a prendere sonno, impegnato com'era a maledirsi ed insultarsi per essere stato così ceco davanti all'evidenza e tanto stupido da dare credito a quelle parole.
Poco ci mancava che si alleasse e convincesse anche Sarah, Raph, Don e Mik a fare altrettanto, con l'uomo che aveva rovinato l'esistenza del loro padre.
Adesso sapeva a quali voci prestare ascolto, ma la sua coscienza gli diceva che quello era troppo per essere semplicemente ignorato.
Quello che aveva fatto a Splinter, quello che aveva cercato di fare a lui... doveva pagare.
Con tanto d'interessi.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da una figura umana che era apparsa sull'uscio della sua stanza.
Una maglietta nera senza maniche, jeans chiari... ed uno sguardo tormentato.
- Leo...- fece Sarah avvicinandosi al fratello con cautela.
Lui l'accolse immediatamente - Ehy, scimmietta... che c'è?-
- Volevo chiederti scusa...- fece la ragazza. Davvero, non riusciva a perdonarsi l'accaduto. Leonardo, il suo adorato fratellone, il suo miglior confidente, stava per passare al lato oscuro della forza. Per cosa poi? Perchè lei l'aveva praticamente sfidato a battersi, sentendo che lui non la considerava qualcuno contro cui combattere perchè era una ragazza e che quindi le avrebbe riservato un trattamento speciale.
Era nato tutto da quel bisticcio. Uno stupido bisticcio che aveva portato all'inizio di una battaglia.
- Hai... hai fatto qualcosa per cui devi scusarti?- chiese Leonardo senza capire.
- Per quello che è successo ieri agli allenamenti... se non mi fossi impuntata per combattere, forse...- fece la ragazza tenendo gli occhi bassi - Leo, credimi, l'ultima cosa che avrei voluto è che tu ti sentissi poco considerato o deriso in casa tua.-
Leonardo la prese sottobraccio sorridendo - No. Non hai colpa di quello che è successo. La colpa è mia. Senza accorgermene mi sono comportato come uno di quei boriosi palloni gonfiati che cedono alle lusinghe del primo che passa ... uno di quelli che vengono chiamati comunemente stupidi egogentrici.
E poi... erano mesi che quei ninja ci tenevano sotto controllo. Era questione di tempo.-
Ne era certo. Forse se non ci fosse stato lui, in quel giorno, sarebbe successo comunque prima o poi. Quella era la loro battaglia. La loro guerra. Ed era praticamente scritto nel libro del destino che prima o poi le loro strade si sarebbero incrociate. Da nemici.
E così era stato.
- E adesso quindi che si fa?- fece Sarah - Sei tu il capo. Aspettiamo solo una tua parola.-
- Quello che è giusto. Facciamo capire a Shredder, che  nel nostro codice d'onore  non c'è posto per ciarlatani che parlano di grandi cause ma che intendono solo reclutare un esercito di morte e devastazione.-
- Quindi, in parole povere... si combatte.-
- Se vuoi... puoi restare qui, al sicuro.- prima ancora che Sarah potesse dire qualsiasi cosa e magari prendersela a male, il fratello fece - So di cosa sei capace. Che sei perfettamente capace di difenderti e che probabilmente io sono l'ultima persona di cui avrai bisogno nella tua vita... ma non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa.
- Shredder ha ucciso il padre di nostro padre. Ha cercato di metterti contro di noi. Voglio fargliela pagare anche io.-
Leo sorrise. Non si aspettava niente di meno da quella ragazza.
E di una cosa era assolutamente certo. Non le sarebbe successo niente.
Non l'avrebbe permesso.
...
...
...
La sera dopo, quando il cielo minacciava di cadere sulle loro teste, Leonardo andò a dare la risposta che Saki voleva. Peccato che non sarebbe stata quella che si aspettava di ricevere.
Ed il capo delle tartarughe non sarebbe stato da solo. La sua famiglia l'avrebbe accompagnato.
Il drappello di ninja spedito da Saki capì immediatamente prima ancora che l'azzurro potesse aprire bocca.
- Di al tuo capo che la risposta è no. E che da lui non voglio proprio niente!!!- e nel dir così lanciò la spada che Saki gli aveva donato come gesto di buona volontà. Un'arma stupenda, quasi perfetta, la chimera di ogni appassionato d'armi... ma sporca di sangue innocente.
- Ed ora si balla, signori miei.- fece Leonardo sguainando le spade.
- Tango o un bel foxtrott?- chiese Sarah facendo la stessa cosa con il ventaglio.
- Io propongo una quadriglia.- fece Mik.
- Accordato.- fece Raph.
Liquidare i ninja non fu particolarmente difficile. Il grosso ( in senso letterale) arrivò subito dopo.
Un bestione enorme, che avevano già conosciuto assieme ai Dragoni Purpurei, una specie di armadio a tre ante che si abbattè su di loro come una furia, riuscendo a metterli al tappeto con un pugno solo.
- Bene...- fece Hun puntando un pugno a Sarah - Come si suol dire, prima le signore, giusto?- e nel dir così la sollevò di peso tirandole un braccio.
La ragazza afferrò il tessen con la mano rimasta libera e cominciò a colpirlo con tutta la forza che aveva, sulla testa.
Dalla sua posizione non poteva fare di meglio.
- LEVALE LE MANI DI DOSSO!!!- strillò Leo andandogli contro per costringere il bestione a mollare la presa sulla ragazza. I due ingaggiarono una lotta senza esclusione di colpi, e per un brevissimo istante Leo rischiò davvero di essere fatto a pezzi... ma riuscì a trovare abbastanza forza per reagire e dargli così tanti calci da farlo cadere all'interno del'edificio dove solo il giorno prima stava per passare dalla parte di un omicida.
- Bene...- fece Leo ansimando, sorretto da Mik e Don - e questa è andata.-
- Già... che ne dite di andare a casa adesso?- fece Don.
- Ottima idea...- si associò Leo.
Purtroppo non era ancora finita.
Erano arrivati altri ninja.
E con loro, anche il loro capo. Con un'armatura che lo faceva sembrare ancora più temibile di quanto non fosse di già per se.
- Quelli che non sono con me, sono contro di me.- fece Saki alzando il suo guanto artigliato contro le tartarughe - Ed io schiaccio tutti coloro che sono contro di me.-
Sarah e le tartarughe si prepararono a combattere.
Il loro ultimo giorno di vita normale, era arrivato.

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Capitolo 8
*** L'attacco di Shredder seconda parte ***


La battaglia era ricominciata. Saki aveva fatto la sua apparazione, nella sua armatura. Sotto l'elmo, i suoi occhi scintillavano, di una luce rossa, cattiva che avrebbe fatto fuggire chiunque il più lontano possibile.
Aveva mostrato il suo volto '' umano'' per un secondo prima di mostrare la sua vera natura: quella del serpente.
Un mostro che ingoiava le sue vittime senza pietà prima di divorarle.
Peccato che i bocconi su cui aveva posato gli occhi sapevano bene come essere indigesti.
Malgrado fossero solo in cinque, ed avessero solo quindici anni a testa, e davanti avessero un esercito di ninja senza scrupoli riuscivano a tenere loro testa senza troppa fatica.
Fino allo scoppiare dell'incendio.
Ci fu un momento, in cui Donatello rischiò seriamente di farsi male, se non fosse intervenuto Raffaello a difenderlo. Parò con il suo sai la spada che mirava alla testa del fratello minore, ma nella foga del movimento la katana venne lanciata contro un contatore dell'elettricità. I fili scoperti, a contatto con l'acqua piovana, causarono un corto circuito.
Le fiamme, nutrite dall'aria fresca ed umida, si alzavano sempre più fino a costruire un muro di fuoco.
'' Gesù...''- pensò Sarah vedendo quello spettacolo terrificante iniziando a tossire a causa della mancanza d'ossigeno.
- LEO!!! RAPH!!! DON!!! MIK!!! DOVE SIETE?!?- urlò a squarciagola la ragazzina, continuando a tossire - RISPONDETE PER FAVORE!!!-
Riuscì ad arrivare sino al cornicione. L'unica possibilità per sfuggire a quel terribile rogo era saltare giù.
Più facile a dirsi che farsi... non era così certa che spiaccicarsi sul marciapiede fosse meglio che morire della morte riservata ai sospetti di stregoneria e agli eretici. Certo, c'era da dire che la prima causa del decesso sarebbe stata più rapida ed indolore che agonizzare per ore tra le fiamme.
- Sarah!!!- fece Leo correndole incontro.
- Meno male.... gli altri...?- chiese Sarah.
- Ci pensiamo tra un secondo... ora cerchiamo di non finire arrosto.- fece il leader tendendole una mano - Dammi la mano.-
La ragazza gliela strinse senza pensarci due volte - Ti seguirò ovunque.-
Dopo pochi secondi saltarono per atterrare sul tetto di una macchina.
- Su, dentro.- fece Leo aprendo la portiera della macchina facendola entrare nella macchina. Lui prese posto sul sedile del guidatore.
- Ecco... stiamo qui per un po'.-
- Ahia!- fece Sarah sibilando tra i denti reggendosi il braccio destro.
- Tutto bene?- s'informò Leo preoccupato.
- No... credo che quello stupido bestione mi abbia fatto uscire la spalla...- fece la ragazza reggendosi l'arto con la mano sana.
- Fa vedere.- fece Leo obbligandola a spostare la mano. Purtroppo la ragazza aveva ragione: l'articolazione era gonfia ed era in una posizione innaturale.
In quel momento, Leo desiderò come non mai che Don fosse lì: era lui a conoscere le tecniche di pronto soccorso ed avrebbe certamente saputo cosa fare e come comportarsi. Ne aveva insegnata qualcuna a Sarah, ma dubitava che le avesse insegnato anche come eseguire una riduzione della frattura su sè stessa.
- Ho visto di peggio.- fece Leo ridendo nervosamente - Ho decisamente visto di peggio.-
- Non ne dubito.-
- Non puoi camminare in queste condizioni.- però non poteva nemmeno lasciarla da qualche parte con la promessa di tornare presto a prenderla. I ninja stavano battendo ogni strada della città braccando le loro prede. Se stavano fermi troppo a lungo nello stesso posto, li avrebbero trovati e catturati. La sorella era una brava combattente, ma non si sarebbe potuta difendere al meglio con un braccio ferito, e quei ninja non avrebbero avuto pietà anche se era una donna, e per di più ferita.
- Allora lasciami qui.- fece la ragazza - Tornerai a prendermi più tardi.-
- Levatelo dalla testa.- fece Leo - se quelli riescono a trovarti ti faranno a pezzi... spiegami come sistemarti la spalla. Non sono un dottore,ma credo di potercela fare tranquillamente se mi dai le istruzioni.-
- Non è niente di complicato.- fece Sarah - Devi stringermi forte la mano e tirare più forte che puoi.-
Leo annuì ed inghiottì nervosamente. Intrecciò le dita con quelle della sorella, e questa si aggrappò con la mano libera alla spalla del fratello, mordendosi il labbro inferiore.
Un urlo le morì in gola, poco prima di sentire un rumore sinistro.
- Ok... meglio adesso...- fece Sarah ancora pallida per la scarica di dolore ricevuta - Molto meglio...-
- Sei sicura?- chiese ancora.
Sarah annuì.
- Andiamo... dobbiamo andare a cercare i ragazzi e tornare a casa...- fece Sarah.
- Non sarà così semplice...- fece Leo vedendo i ninja che ancora non smettevano di cercarli. Erano troppo lontani per vedere le loro facce, ma non ci avrebbero messo molto a fare due più due. E se fossero usciti dalla macchina in quel momento, per quanto veloci potessero essere tutti e due, se ne sarebbero accorti e li avrebbero presi in meno di un secondo prima di consegnarli al loro macellaio.
Urgeva trovare una soluzione per guadagnare tempo. Ed anche alla svelta.
- Vieni qui, dai...- fece Leo prendendola per la vita, stringendola a sè, baciandola sulle labbra. Accadde tutto talmente in fretta che la ragazza non ebbe tempo nè modo di reagire in maniera intelligente.
- TSK!!!- fece uno dei ninja fuori dalla macchina - Due innamorati.... pattugliamo un'altra zona, qui non c'è niente.-
Appena si allontanarono, il leader si staccò dalla sorella.
- Oddio...- fece il mutante una volta che si fu reso conto di cosa aveva fatto - scusa, scusa... mi dispiace davvero...-
- No... - fece la ragazza - Non fa niente... dai, andiamo...- fece Sarah uscendo dall'auto.
- Sei sicura di riuscire a camminare...?- fece Leo andandole accanto.
Sarah si limitò ad annuire.
Camminarono con la furtività che solo un ninja poteva avere per circa quattro isolati, senza essere del tutto certi di dove stessero andando. Appena intravedevano un soldato ninja cambiavano strada o si nascondevano.
Non sarebbero stati di grande aiuto ai loro fratelli se fossero stati trovati ed uccisi.
Per ridurre al minimo i rischi avevano fatto il tacito accordo di non proferir parola. E forse questo era un bene per entrambi. Quella sera erano successe molte cose, troppe.
Leo in particolare aveva visto qualcosa che gli aveva fatto raggelare il sangue nelle vene. I soldati ninja erano riusciti a metterlo con le spalle al muro, e mentre lo tenevano fermo, Shredder gli si era avvicinato minaccioso... non che la cosa lo avesse sopreso o spaventato, sapeva che essendosi rifiutato di diventare una marionetta nelle sue mani, sarebbe stato il primo a subire la sua vendetta, e doveva dirlo era quasi sollevato dal fatto che le fiamme fossero così alte... avrebbe evitato ai suoi fratelli di assistere impotenti alla sua morte.
A spaventarlo però era stato il vedere che Shredder, aveva attraversato quel muro di fuoco, senza battere ciglio, qualunque essere umano seppure protetto da un'armatura si saremme sciolto come neve al sole... lui invece aveva attraversato quell'inferno come se fosse un muro di nebbia.
Quando erano piccoli, per Natale, davano sempre lo spettacolo di David Copperfield in tv e si divertivano un mondo a vedere quell'uomo che sembrava capace di fare cose incredibili... ma vedere che esisteva qualcuno che ne era capace, senza trucchi o finzione, oltre ad essere in grado di farli a pezzi senza pensarci troppo era stato raccapricciante.
- Va tutto bene...?- chiese Leo notando che la sorella si proteggeva la spalla che le aveva sistemato alla meglio - ti fa molto male...?-
Sarah fece cenno di no con il capo - No... basta che ci eserciti una pressione costante... secondo te i ragazzi avranno trovato un posto sicuro?-
- Non lo so... davvero non lo so...- fece Leo fissando con  tristezza il cellullare - Non possiamo nemmeno chiamarli...
La suoneria paleserebbe la loro presenza, basterebbe questo per condannarli.-
- Ma che altruista!!!- fece una voce alle loro spalle.
Soldati ninja. Una decina almeno.
- Presto, per di qua!!!- fece Leo indicando un vicolo. Che per loro sfortuna era ceco.
- Però se io fossi in te... invece di preoccuparmi della sicurezza di altri, mi preoccuperei della tua e della signora.- fece un altro ninja.
- Se siete a caccia di guai...- fece Sarah armandosi la mano con il suo tessen. Ok, pure Leo un paio di giorni prima aveva insinuato che era una ragazza e quindi non era il caso che combattesse, ed aveva avuto pure il modo di prendersi una rivincita, ma non gli avrebbe fatto seriamente del male con l'affetto che provava per lui.... peccato che quei ninja non godessero degli stessi privilegi.
'' Stai dietro di me...''- le sussurrò Leo parandosi davanti a lei con le spade sguainate, pronto a combattere.
Lo scontro però non ebbe modo di cominciare che tra i ninja, il mutante e la ragazza si era frapposto un uomo dai lunghi capelli scuri, raccolti in un codino dietro la nuca, occhiali da sole e cappotto lungo, con al collo uno strano medaglione... ed una spada la cui lama s'illuminava.
'' Andiamo... fatti sotto.''- pensò Leo mettendosi in posizione d'attacco pronto a riceverlo, certo che fosse uno dei soldati scelti di Shredder, uno di quei sicari su commissione che intervenivano quando '' l'esercito ufficiale'' falliva nelle missioni affidate loro.
Ma si sbagliava di grosso: il bersagio di quel misterioso uomo non erano lui e la ragazza... ma i ninja.
Li sbaragliò in meno di un minuto.
- State bene?- s'informò l'uomo.
- Si...grazie.- fece Sarah - ma chi è lei?-
- E' molto semplice.- fece lui - Io sono il Custode. Questa è la mia identità.-
- Sì... informazione molto utile ed esaustiva, grazie.- fece Leo sarcastico.
- Mi dispiace. So cosa stai pensando, e ti capisco, ma per ora questo è tutto ciò che posso dirvi, per la vostra sicurezza.- fece il Custode - Sappiate solo che siete stati coinvolti in uno scontro molto più grande di quanto possiate anche solo provare ad immaginare.-
- Ma davvero?- fece Leo scetticamente - Mi dispiace dirtelo, ma Shredder è arrivato prima di te a raccontare queste storielle.-
'' Sei stato coinvolto in uno scontro molto più grande di quello che immagini''- gli aveva detto la sera precedente, prima di infarcirgli la testa di bugie che parlavano di un cancro che mirava a distruggere il mondo e che lui assieme a valienti e coraggiosi ninja erano gli unici che vi si opponevano con veemenza, tentando di comprarselo con regali e belle parole, e intanto era lui l'unica persona da cui quel mondo doveva guardarsi seriamente.
Non avrebbe commesso lo stesso errore a poche ore di distanza.
- Lo so. E questa è stata l'unica cosa vera che ti ha raccontato. Ma una cosa posso dirvela.- fece il Custode tendendogli una mano - Rifiutando Shredder e la sua malvagità.... vi siete fatti un nuovo alleato.
Leo si tranquillizzò a quelle parole e gli strinse la mano. Sarah fece altrettanto.
Pochi secondi più tardi il vicolo in cui si erano rifugiati venne illuminato dalla luce degli abbaglianti li investì.
- Ehy ragazzi!!!- fece la voce allegra di Donatello - Serve un passaggio?-
- Sarebbe magnifico.- fece Sarah.
Cercarono di presentare il loro nuovo alleato, ma questi era già scomparso. Come in una nuvola di vapore.
- Ragazzi....- fece Sarah vedendo i fratelli maggiori sul tartafurgone - grazie al cielo state tutti bene.-
- Don, Sarah ha una spalla lussata... gliel'ho rimessa a posto ma forse è meglio se le dai un'occhiata anche tu...- fece Leo salendo a bordo del loro mezzo.
- Sicuro...- fece Don obbligando la sorella a mettersi seduta, studiando attentamente l'articolazione - L'osso si è ricollocato, ma per almeno due settimane dovrai ridurre lo sforzo al minimo.-
- Meraviglioso...- fece la ragazza scocciata. Quello stupido bestione doveva metterle fuori combattimento proprio il braccio con cui combatteva meglio.
- Il club degli infortunati...- scherzò Mik riferendosi alla caviglia che si era slogato cadendo dal tetto e sotto una maceria - ma almeno adesso siamo al sicuro.-
- Non contateci troppo.- fece Splinter con aria severa - Siete in un mare di guai, miei cari ragazzi!!!-
SCIAFF! SCIAFF! SCIAFF! SCIAFF! SCIAFF!
- Ah.... Manolesta è un poppante al confronto...- fece Sarah massaggiandosi la guancia su cui si era abbattuto il ceffone del padre.
- Si può sapere cosa vi eravate messi in testa di fare?!?- urlò il topo - Andare a sfidare un assassino sanguinario da soli. Poteva ammazzarvi con un solo colpo. Ve ne sarete resi conto voglio sperare.-
- E lo dice a me?- fece Don - Ho dei bozzi che a loro volta hanno altri bozzi...-
- Vorrei  che non foste mai stati costretti a conoscere questo lato del mio passato...- fece Splinter - Ma ormai il problema c'è, e quindi dobbiamo affrontarlo. O vi posso assicurare, Shredder non si darà pace fino a quando non saremo tutti morti.-
- Che possiamo fare dunque?- fece Leo.
- Niente.- rispose Splinter dopo un breve silenzio.
...
...
...
L'idea di Splinter era semplice ed efficace. L'unico modo per debellare quella minaccia era lasciare che si avverasse. Si sarebbero fatti trovare. Non dovevano scappare o giocare a nascondino. Dovevano lasciare che i loro aguzzini li trovassero per affrontarli.
Il posto scelto era il tetto del palazzo attiguo al vicolo dove si erano ricongiunti. Prima o poi avrebbero notato il tartafurgone e capito dov'erano. E loro li avrebbero accolti come meritavano.
 A calci sulle gengive.
Non dovettero aspettare molto. Shredder li trovò in meno di un'ora e diede ordine al suo esercito di attaccarli.
E per parecchio tempo, i cinque, guidati dai consigli del maestro Splinter riuscirono a tenere degnamente testa ai soldati... ma Shredder doveva essere un estimatore del detto '' Se vuoi che una cosa riesca bene, è sempre meglio pensarci da solo''.
A poco a poco, uno alla volta, vennero messi al tappeto e mandati a sbattere contro un muro.
L'ultimo a cadere fu Leo.
E la sua sconfitta, fece scoccare l'ora della loro esecuzione. Shredder si avvicinò minacciosamente ai ragazzi ed alzò il suo guanto a due lame.
- Nessuno di voi andrà via da qui.- fece Shredder.
Leo ingoiò per ricacciare le lacrime che minacciavano di uscire, per non dare a Shredder anche quella soddisfazione. Ma quelle non erano lacrime di paura o di un uomo troppo spaventato persino per chiedere pietà al suo nemico.
- Mi dispiace tanto ragazzi....- fece Leo - E' stata tutta colpa mia.-
- No...- fece Sarah cercando la mano di uno dei fratelli con la sua cercando di avere meno paura - abbiamo preso assieme questa decisione.... che razza di famiglia avresti avuto, se ti avessimo lasciato da solo?-
- Una famiglia furba.- rispose Shredder - Se ve ne foste rimasti chiusi nella sordida fogna da cui siete usciti, mentre questo idiota andava a farsi ammazzare dalla sua stessa stupidità, avreste avuto salva la vita.... forse.-
- Dev'essere triste...- fece Sarah con ritrovato coraggio - Sapere che le persone che ti stanno vicino, non lo fanno per fedeltà incondizionata o affetto, ma solo perchè hanno paura di essere barbaramente uccise e che se ne avessero l'occasione se la filerebbero. Non hai capito nulla del bushido. Ti compiango.-
- CI TENEVI PROPRIO AD ESSERE LA PRIMA DELLA LISTA VERO?!?- urlò Shredder - BENE TI ESAUDISCO SUBITO!!!-
E nel dir così abbassò il guanto sulla ragazza.
...
...
...
- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!- fece Splinter parandosi davanti ai figli per proteggerli. Le lame di quello che sarebbe potuto essere il loro carnefice finirono sul bastone da passeggio.
- Cosa?!?- fece Shredder che non riusciva a capire.
- Papà!!!- fece Sarah.
- Mettetevi al sicuro e restateci finchè non ve lo dico io!!!- ordinò il topo rivolto ai figli - Tu....- sibilò Splinter con odio verso il suo nemico - Tu... mi hai portato via la mia famiglia una volta... ma ti assicuro che non accadrà un'altra volta.-
Tra i due si scatenò una lotta furiosa.
Shredder aveva un punto debole: era talmente accecato dall'odio e dalla convinzione di essere invincibile. Bastava saperlo sfruttare a proprio vantaggio.
Splinter gli fece togliere il sostegno al serbatoio dell'acqua senza che questi se ne rendesse conto.
- Per il mio maestro Yoshi.... assassino.- e tolto l'ultimo pezzo che assicurava a quel serbatoi un briciolo di stabilità.  L'acqua, prima lo travolse facendolo volare giù dal palazzo, e poi il serbatoio gli cadde addosso.
Giustizia era fatta.
...
...
...
Finalmente tornarono a casa. Splinter si sentiva in pace con sè stesso dopo quasi sedici anni. Non avrebbe riportato in vita il suo amato maestro, ma almeno adesso poteva essere certo che stesse riposando in pace.
Non si poteva dire la stessa cosa della famiglia Hamato. Erano tutti stanchi, Mik aveva la caviglia dolorante, e tutto quello che volevano fare era buttarsi a letto e dormire per una settimana di fila... ma con tutta l'adrenalina che avevano in corpo, non sarebbe stato così facile.
Sarah dunque andò in cucina e preparò del latte caldo con il miele e ne portò una tazza a tutti.
L'ultimo a riceverla fu Leo.
- Ehy...- fece Sarah sulla porta della stanza di Leo con una tazza fumante tra le mani.
- Non dovresti tenerla a riposo quella spalla?- fece Leo accogliendola con un sorriso.
- Sta già meglio... non era poi così grave.- fece la ragazza porgendogli la tazza - serata rocambolesca...-
- Puoi dirlo...- fece Leo soffiando sul latte - Per un attimo, ho avuto davvero paura.-
- A chi lo dici... stavo già recitando il Padre Nostro...- scherzi a parte, aveva davvero avuto paura. Un terrore così grande da desiderare di essere già morta prima ancora che le lame si abbattessero su di loro.
- Ascolta...- fece Leo - credo che dovremmo parlare...-
Sarah s'irrigidì. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare la questione del bacio che le aveva dato in quel taxi, dopo averle sistemato la spalla.
- Mi dispiace.- fece il leader - Davvero, non dovevo. E' stato l'unico modo che mi è venuto in mente per depistarli, il giusto per farli allontanare...-
- No, hai fatto bene...- fece Sarah abbassando lo sguardo - c'era in gioco la nostra vita... sono i rischi del mestiere... siamo ninja, quindi se c'è da lavorare sotto copertura ci lavoriamo...-
- Hai ragione...- fece Leo abbozzando un sorriso - Ora però vai a dormire... è stata una giornata faticosa per tutti...-
Sarah annuì prima di sparire dalla sua visuale - Buonanotte.-
- Anche a te.-
...
...
...
- Bravo Leo, complimenti...- fece il leader sarcastico - Sei davvero un campione... non riesci nemmeno a dire  quello che provi alla ragazza che ami.- Sì, l'aveva baciata per '' copertura'', perchè non gli era venuto in mente altro... ma la verità era che aveva sempre voluto farlo.
Sarah per lui era più di un'amica, di una sorella, di una fidata alleata nelle loro battaglie... lei era tutto. Era la persona con cui poteva parlare di tutto quello che gli passava per la testa senza che dicesse '' Mamma mia che pizza'', con cui poteva parlare di qualche libro e dire come si sentiva certe volte con la certezza che l'avrebbe tenuto solo per sè.
A poco a poco, se n'era innamorato. Si era innamorato di quel viso di bambina che era rimasto uguale, malgrado avesse visto l'inferno, della sua vitalità, della sua energia... e lo sguardo che aveva quando la chiamava, mentre era immersa nel suo mondo, sembrava che fosse appena tornata da mondi e paesi lontani con chissà quali incredibili storie da raccontare... era quasi ipnotico.
Sì, l'amava. Veramente. Di quell'amore che gliela faceva avere sempre in testa,che teneva a lei più che a chiunque altro, sè stesso compreso, che lo faceva andare nel panico totale anche al solo pensare che le potesse accadere qualcosa di male... ma aveva fatto finta di niente, per tantissimo tempo. Meglio fingere di provare semplice amore fraterno che ammettere quei sentimenti, sapendo che non avevano ragione d'esistere.
Appartenevano a due mondi opposti, non avrebbero mai dovuto nemmeno incontrarsi, figuriamoci innamorarsi. Non metteva in dubbio che Sarah gli volesse bene, ma dubitava fortemente di interessarle.
Se lo sarebbe fatto bastare. In fin dei conti, non aveva altra scelta.
...
...
...
Sarah se ne stava sotto le coperte, in camera sua, con le cuffie dell'MP3 che Donatello le aveva regalato per l'anniversario della sua adozione, non sapendo quando era effettivamente il suo compleanno, con '' A shot in the dark'' dei Within Temptation nelle orecchie.
Le piaceva starsene sotto le coperte ad ascoltare la musica, specialmente quando si sentiva frastornata dal corso degli eventi: Shredder, il fatto che quella notte erano quasi stati uccisi, Leo...  Leo che la baciava. Aveva ancora il sapore delle sue labbra addosso.
Fosse stato un altro, probabilmente gli avrebbe rivoltato la faccia con un sonoro ceffone per essersi preso una simile libertà e senza nemmeno chiedere il permesso.
Invece non aveva detto ne ah ne bah, e per un semplice motivo: se mai il destino avesse deciso di rendere possibile  anche lei, come tutte le adolescenti normali, destinata ad innamorarsi di qualcuno... non aveva dubbi. Quel qualcuno sarebbe stato proprio Leonardo.
Non era riuscita ad evitarlo. Il suo coraggio, il suo senso della giustizia cristallino, quel dannato vizio di sentirsi responsabile di tutto e tutti che gli dava un lato imperfetto, la sua capacità di ascoltare sempre tutti senza mai perdere la calma... era l'unico accanto al quale sarebbe mai riuscita ad immaginarsi.
Ma non sarebbe mai successo. E quella sera ne aveva avuto le prove.
Non tanto perchè lei era umana, lui no, erano cresciuti assieme come fratelli... tutti fattori che complicavano la situazione, ma che con un po' di buona volontà potevano anche essere superati o ignorati.
Il punto era che se fossero stati entrambi umani, sarebbero stati rispettivamente la ragazza imbranata ed il figo della scuola. Succedeva solo nei film ambientati nei licei che il ragazzo più ambito della scuola preferisse una ragazza '' vera, senza maschere'' alla classica reginetta della scuola.
Ergo, non avrebbe avuto nessuna speranza.
Anzi, quella sera, con quel bacio, anche se finto... aveva avuto molto più di quanto avrebbe mai osato sperare. Meglio farsi bastare quel che aveva. Era già fortunata così.

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Capitolo 9
*** Avventure nel sottosuolo prima parte ***


Sarah adorava passare il tempo con i suoi fratelli. Forse perchè era l'unica cosa ''normale'' che poteva dire di fare se qualcuno glielo chiedeva. Donatello aveva raccolto alcuni cristalli che avevano trovato nella loro nuova casa quando Stockman li aveva costretti a traslocare per forza di cose... incuriosito da quelle strane pietre, aveva deciso di classificarle e la sorella era stata ben lieta di dargli una mano.
Seppur avesse un debole ( senza sapere  di essere ricambiata) per Leonardo, era molto legata a Donatello, complice il fatto che le aveva dato una possibilità non indifferente. Vivere sotto terra con una famiglia che la amava, era quanto di più bello le fosse capitato dopo l'inferno vissuto sotto la luce del sole, ma il tipo di famiglia ed il fatto che l'assassino dei suoi poteva essere ancora sulle sue tracce, le avevano precluso la possibilità di andare a scuola e di imparare.
Donatello aveva deciso però che la sorellina adottiva non avrebbe vissuto la sua vita nell'ignoranza e le aveva insegnato  tutto quello che sapeva: a leggere, a scrivere, a fare i conti, e poi le aveva insegnato anche altre materie come scienze, fisica e l'aveva invogliata a conoscere anche le discipline umanistiche. Quelle non erano proprio il suo settore, ma era riuscito a rimettere in sesto un vecchio portatile e glielo aveva regalato in modo che potesse usarlo per conoscere tutto quello che le veniva voglia di imparare.
Quei cristalli, dunque, incuriosivano anche lei e dopo un allenamento che aveva fatto crollare anche Leonardo, si era seduta con il fratello ingegnere a consultare libri su libri per dare una collocazione a quelle pietre.
- Per ora non ho trovato nulla...- fece Sarah chiudendo un libro e scrivendo qualcosa.
- Idem per me. Posso solo dire che queste strutture cellulari sono legate tra loro come se fossero... cellule cerebrali mutate.-
- E allora forse è il caso che vi troviate qualcos'altro da fare, coppia di secchioni che non siete altro.- fece Mik raggiungendoli in laboratorio.
- Ah davvero?- fece Sarah scettica - e sentiamo come mai?-
- Lo dicono sempre, nei film di mostri. Forse ci sono cose con cui l'uomo non dovrebbe mai interferire...- fece Mik ridendo ed afferrando due cristalli - ma la cosa non vale per noi, giusto....- senza nemmeno accorgersene, l'arancione li incrociò tra loro.
Subito i due cristalli s'illuminarono ed emisero un rumore simile ad una qualche specie di ultrasuoni.
Abbastanza forte da attirare il resto degli abitanti della casa.
- Si può sapere cos'è questo rumore?- chiese Raph.
- Io... ecco, non lo so.- fece Donatello.
Quando Mik li posò e li separò, il rumore passò.
- Beh... di sicuro non sono sassi normali, credo che siamo tutti d'accordo...- fece Sarah.
- Sì, ma come mai hanno iniziato a suonare?- chiese Leo.
- Beh... forse il suono armonico del potenziale energetico della struttura cristallina...- tentò Donatello senza sapere nemmeno lui dove andare a parare.
In quel momento suonò l'allarme di una delle vecchie gallerie del metrò.
Sarah si mise al computer per individuare l'area in cui era avvenuta l'effrazione, e sullo schermo apparve una figura che non aveva niete di umano e così come era apparsa era sparita.
- Uh. Quello che diavolo era?- chiese Leo.
- Di sicuro non un topo...- fece la ragazza - Galleria sotto la banca di New York.-
- C'è solo un modo per scoprirlo.... andiamo.- fece Leo guidando il gruppo in direzione del Fogna- Scivolo, il mezzo più adatto che avevano per spostarsi nelle fogne e velocemente.
Quando arrivarono sul posto, sembrava tutto in ordine... eccezion fatta per alcune impronte che non appartenevano ad alcun animale catalogato nella classifica ''esseri viventi del pianeta Terra'', praticamente impresse nei muri, e che aveva scavato un buco enorme della roccia.
- Invasione di talpe giganti?- fece Raph tenendo la torcia.
- No... a meno che la talpa non fosse in possesso di un catalizzatore o un acido  per separare le molecole.- fece Donatello.
- Brutta storia.- commentò Sarah.
- Puoi dirlo forte sorella!!!- strillò Mik quasi in preda ad una crisi isterica - Sai cosa succede di solito nei film di mostri a questo punto? Scatta l'attacco a sorpresa. E il primo tizio va a finire male,  devo aggiungere altro?!?-
- Calmati... è necessario scoprire di che si tratta. Donatello?- fece Leo.
- Così a occhio? Ti direi che non ho mai visto niente di simile prima d'ora.-
- Tipica frase da film dell'orrore un minuto prima che arrivi il mostro. Ok, io me la batto!- fece Mik saltando sul loro mezzo di trasporto sotto gli occhi sconcertati e divertiti dei fratelli e della sorella.
- Ok, cosa otteniamo dall'incrocio di una tartaruga e un coniglio?- chiese Raffello - Michelangelo.-
- Comunque non ha tutti i torti.- fece Donatello mettendo a posto i campioni di roccia che era riuscito a prelevare - A casa potrò analizzare questa pietra con tutta calma, chissà che non ci dica qualcosa d'interessante.-
...
...
...
- Gli acidi convenzionali non le hanno fatto nemmeno il solletico.- fece Sarah togliendosi il visore che usava quando lavorava in laboratorio con il fratello ed era necessario proteggere gli occhi.
- Quindi?- fece Raph.
- Ve lo dico io.- anticipò Mik - se gli acidi esistenti in natura non hanno fatto nemmeno un graffio l'unica soluzione è che sia qualcosa  che non dovrebbe esistere. In poche parole, è opera di un mostro, e se fossi in voi inzierei a perdere meno tempo a studiare i suoi punti di forza e cercare un punto debole, a meno che non stiate morendo dalla voglia di salutare per sempre questo mondo.... è pericolosissimo sottovalutare un mostro!!!-
- Sì, ma ora rilassati.- fece Sarah - Prima cosa non sappiamo nemmeno cosa vuole quella creatura, mi pare un po' prematuro giudicarlo un nemico solo perchè non è umano.-
- L'unica cosa che sappiamo con certezza, è che quella creatura è in grado di fondere qualsiasi cosa abbia una struttura molecolare.- fece Donatello raggiungendo il resto della famiglia - dote ideale per qualunque forma di vita  sotterranea.-
Il che voleva dire poco o nulla.
- Le tue risposte sono tali da generare altre domande.- fece Splinter - Il saggio stratega aspetta di aver raccolto molte informazioni prima di decidere quale azione intraprendere.-
- Risposte che però non cadranno dal soffitto mentre noi ce ne stiamo qui seduti....chi viene con me a svolgere qualche indagine?- chiese Leo.
- Se c'è qualcuno che tenta di farci qualche scherzo, io sono per il rovinargli la sorpresa.- si aggregò Raffaello.
- Andiamo a caccia di mostri allora.- fece Sarah.
- Ehm.... e se invece facessimo una bella caccia al tesoro?- propose Mik.
Inutile dire che la proposta fu bocciata immediatamente.
...
...
...
- Scusate....- fece Mik entrando senza troppa convinzione nel buco scavato dalla creatura, dopo che tutta la famiglia aveva raccolto quanto gli serviva: rampini, cibo in scatola, apriscatole, torce elettriche, pile, sacco a pelo e qualche effetto personale - ma dobbiamo proprio...?-
- Credo che sia doveroso accertarci che non ci siano mostri o creature poco simpatiche appostate intorno a casa nostra, no?- fece Don - Non essere  così spaventato.-
- Non ho paura, lo dicevo per Sarah.... potrebbe prendere un attacco di paura qua sotto....- ma era una scusa poco credibile, in fin dei conti Sarah viveva con loro, sottoterra, nella semi-oscurità per quasi dieci anni, era improbabile che si spaventasse per un posto leggermente più buio.
- Eddai Mik...- fece Sarah - prova a vederla così... sarà come fare un campeggio tutti insieme.-
- Già...- fece Mik sarcastico - Se non fosse per il fatto, che nei campeggi, massimo massimo rischi di farti divorare vivo dalle zanzare ed altre bestioline fastidiose... non da orridi mostri!!!-
- Tranquillo...- fece Raph - Uno come te non lo digerisce nessuno. Se il mostro ha l'ardire di darti un morso, puoi scommettere che morirà subito avvelenato.-
- Ah, Ah, Ah... molto divertente, ma non riderai più quando il mostro ti userà per arrotarsi i denti.-
Don sbuffò esasperato.
- Fate un po' di silenzio per favore... sentite questo scricchiolio?- fece il genio facendo notare il rumore inquietante e l'aspetto malandato delle travi - E' un miracolo che le travi ancora resistano...  per questo sarebbe bene, ridurre i rumori al minimo. Al massimo, respirate e se dovete parlare... a voce bassa.-
Per molto tempo, si limitarono a camminare, senza proferire nemmeno una parola o emettere un respiro.
Fino a quando tutto non iniziò a tremare, sembrava quasi un terremoto. Qualcuno o qualcosa aveva fatto un po' di rumore, pochissimo ma sufficiente per iniziare a far crollare tutto intorno.
- Nessuno muova un muscolo.- fece Leo.
Purtroppo era impossibile controllare anche gli starnuti.
Infatti.
- Etciu!!!- fece Mik cercando di coprirsi la bocca facendo tremare ancor di più le pareti.
Raffaello lo aggredì subito.
- Hai la mozzarella al posto del cervello?!?- fece il rosso - La prossima volta portati un antistaminico!!!-
- Ehy ma come faccio a bloccare un...- e qui l'arancione cambiò tono - UN TERRIBILE E TERRIFICANTE MOSTRO DAL'ASPETTO VERAMENTE SPAVENTOSO?!?-
I presenti lo guardarono straniti prima di voltarsi. Dietro di loro c'era davvero un mostro fatto di roccia, molto più grande dello scagnozzo preferito di Shredder che urlava e sbraitava. Non erano spaventati tanto dal mostro, ma furono ugualmente costretti a scappare dato che la creatura con il suo solo grido stava riuscendo a far crollare tutto il soffitto del tunnel.
Iniziarono a correre, alla disperata ricerca di un posto in ui non rischiassero di essere sommersi dai detriti e dalle macerie.
Finalmente la frana si placò.
- Mamma mia...- fece Mik una volta che furono al sicuro - e poi dicono che le tartarughe sono lente...-
- Beh...- fece Raph  ansimando - Sai com'è avere una galleria che ti piove addosso, metterebbe le ali ai piedi a chiunque.-
- Ad ogni modo, almeno per un po' qui saremo al sicuro...- fece Leo - accampiamoci qui e riposiamoci qualche ora prima di rimetterci in marcia...-
Furono tutti d'accordo con lui ed iniziarono a sistemarsi per mangiare qualcosa e dormire un po'.
- Pensate che sia morto....?- fece Raph.
- Forse.- fece Sarah tirando fuori delle scatolette di spaghetti in scatola dentro alle quali versò  dell'acqua calda contenuta in un thermos.
- Come forse....- fece Leo - scusa, ma non avevate detto che la creatura era in grado di fondere la roccia...?-
- Sì, in effetti dalle analisi che abbiamo condotto si deduce questo... - fece Sarah sedendosi per terra - però.... secondo me il mostro da cui siamo appena scappati, e quello che ha fatto suonare l'allarme vicino a casa, non sono la stessa creatura.-
Mik si strozzò quasi con il boccone che aveva in bocca - Come prego?-
- Ora che ci penso hai ragione...- fece Leo riflettendo - Ho potuto vedere quel qualunque cosa sia per poco, ma per quel poco... era una figura atletica, alta, slanciata...-
- Non somiglia affatto al mostro che ci ha appena fatto cadere un tunnel della metropolitana in testa...- aggiunse Raph - quindi significa che ci sono due mostri a spasso per il sottosuolo.-
- Se abbiamo fortuna.- aggiunse Sarah. Per ora c'è n'erano solo due, ma non potevano sapere se c'erano solo due mostri o un intero esercito.
Mik deglutì nervosamente.
...
...
...
Malgrado il luogo fosse spaventoso, le emozioni di quel giorno erano distrutti e si addormentarono quasi subito. Raph si offrì di iniziare il primo turno di guardia, e gli altri ne approfittarono per riposare un po'.
Ma non tutti fecero sonni tranquilli.
Mik, forse era il più influenzato dal posto o forse era semplicemente un sogno premonitore, ma il suo non fu certo un sonno tranquillo.
Un minuto prima era nella sua casa, al sicuro, quando si era diretto verso la porta segreta che li portava di solito al loro garage personale, ma stavolta lo aveva portato in una città sotterranea. Sugli edifici c'erano le stesse incisioni che erano nella loro dimora, ed al centro della città un obelisco nero.... e all'improvviso un mostro di nebbia nera che cercava di ingoiarlo.
- RAGAZZI SVEGLIATEVI!!! TUTTI IN PIEDI PRESTO, CI STANNO ATTACCANDO!!!- fece Raph.
- Che succede?!!?- chiese Leo.
- IL NOSTRO NEMICO E' TORNATO!!!-
- Insommma... conviene darsela a gambe, giusto?- fece Mik.
- Ed anche piuttosto alla svelta....- fece Sarah indicando i mostri che dall'altura stavano per far cadere loro addosso un enorme masso - Questi ci hanno scambiato per Indiana Jones!!!-
- SCAPPIAMO, PRESTO!!!- fece Leo.
Iniziarono a correre senza nemmeno guardare dove stavano andando, fino ad arrivare ad un ponte che però era distruttto.
- E ora che si fa?- fece Mik.
- Lasciate fare a me...- fece Raph agganciando una roccia che stava dall'altra parte con il suo rampino - attaccatevi alla corda, svelti!!!-
- COWABONGA!!!- urlò Mik prima di saltare.
Il masso finì dritto nel crepaccio sottostante.
- Mik... te l'ho già detto. Non voglio più sentire Cowabonga.-
- IL RAMPINO NON TIENE!!!-
- RESTATE TUTTI CALMI!!!- ordinò Leo.
- PROVIAMO A SALTARE!!! PRONTI AL MIO SEGNALE... UNO... DUE.... TRE!!!- saltarono e si trovarono con i piedi per terra all'ultimo secondo.
- Ah, mi piacciono le emozioni forti la mattina presto.- commentò Mik - altro che caffè.-
- E ora come ci torniamo a casa con quei mostri che ci hanno scambiato per birilli?- domandò Raph.
- Per ora... mi sa che abbiamo altro di cui preoccuparci.- fece Don indicando l'ingresso di una stanza. Le porte erano in acciaio, eppure erano quasi accartocciate su loro stesse nemmeno fossero di carta da forno - non per far sembrare le cose peggiori di quanto non siano... ma questa porta è stata scardinata dall'interno. Insomma, qualcosa... o qualcuno era prigioniero al suo interno, e l'ha forzata per uscire.-
- Questo non rende le cose più brutte... no, le rende solo ORRIBILANTI!!!- urlò Mik.
Leo gli fece cenno di stare zitto e poi lo spinse perchè entrasse in quella stanza assieme a tutti loro.
- Cos'è questo posto....?- fece Sarah guardandosi attorno.Aveva l'aria di essere un laboratorio genetico, c'erano persino dei tavoli su cui di solito nei film venivano legati dei poveracci solo per essere torturati con orribili strumenti.
E per quanto si ripetesse che i film spesso erano frutto dell'immaginario, purtroppo quella era l'ipotesi più probabile. Solo che nella realtà non sempre il protagonista sfiorava la morte per mano del suo nemico per venire salvato in extremis dai suoi alleati che avevano avuto un'intuizione geniale.
Chiunque fosse stato trascinato lì, avrebbe potuto urlare e sbraitare per tutta la vita che gli restava... chi l'avrebbe mai sentito?
- Beh, ci sono strumentazioni adatte per gli studi di fisiologia, biologia ed analisi del genoma. Probabilmente un laboratorio genetico... qui avranno condotto esperimenti di mutazione.-
Mik fece un passo indietro e tutto iniziò a suonare.
Le porte si chiusero e dal cristallo che alimentava il macchinario al centro della stanza si stava sprigionando un campo di forza azzurrino che veniva contro di loro. Risucchiava al suo interno tutto quello che c'era per terra, incluso il sai che Raffaello aveva usato per cercare di fermarlo.
Tutto quello che aveva una struttura molecolare ma che non fosse fatto di tessuti viventi.
- Peccato che sia esattamente di questo che siamo fatti!!!- fece Raph.
Oramai il loro spazio vitale era finito. Avevano davanti un campo energetico, e alla spalle delle pareti rocciosi. Ormai era come essere chiusi in una pressa.
- Don, che facciamo adesso!?!?- chiese Leo.
- Sto pensando, sto pensando...-
- Beh, pensa alla svelta allora, o richiamo di essere ridotti ad una frittatina!!!- fece Mik.
- Forse ci sono... il cristallo!!!- fece Don - E' da lì che è partito tutto.... Raph, il tuo sai può penetrare nel campo energetico, mira al cristallo!!!-
Raph obbedì, e dopo poco tempo, il campo energetico si disattivò e le porte di aprirono.
- Meno male...- fece Don.
- E con questo abbiamo concluso.- fece Raph - Solo che mi domando chi sia tanto imbecille da mettere una simile trappola nel sottosuolo.-
- Credo di saperlo... guardate.- fece Sarah mostrando  il retro una cartellina per appunti - è il simbolo dei soldati ninja.-
- Tutte le volte che ci capita qualche guaio, ci sono sempre loro in mezzo.- fece Raph mettendo le braccia sui fianchi - che hanno combinato questa volta?-
Don si mise ad armeggiare con la tastiera del computer centrale - Forse possiamo scoprirlo... qui c'è un ricco arichivio di materiale video... se riesco ad aprirlo...-
Quando lo schermo del computer si aprì, mostrando le registrazioni, si aprì uno spettacolo orribile davanti ai loro occhi. Il laboratorio era stato messo in piedi da un equipe di scienziati pagati da Shredder. Era convinto che alcuni dei suoi nemici avessero trovato rifugio e asilo sotto terra, ma i soldati ninja '' umani'', non erano fisicamente portati per vivere a lungo sotto terra, perciò aveva incaricato la divisione scientifica di mutare alcuni umani per dar loro quelle capacità che avrebbero permesso loro di sopravvivere e trovare chi avrebbero dovuto.
Avevano rapito e torturato decine di innocenti, che avevano supplicato pietà, di essere risparmiati, un Dio che evidentemente aveva troppo da fare anche quel giorno per impedire una simile barbarie.... tutto per dare a Shredder una sorta di esercito personale sotto terra.
Quelle atrocità erano andate avanti per circa due anni, fino a quando Shredder decretò che il progetto era stato un fallimento totale: gli insediamenti sotterranei trovati nel sottosuolo non erano ciò che il loro capo voleva ed aveva ordinato di eliminare le creature che lui stesso aveva ordinato di creare.
Niente prove, niente testimoni.
Ma pensare che le creature fossero dotate di scarsa intelligenza, fu certamente il più grande sbaglio degli scienziati.
'' Ci hanno manipolato senza che ce ne rendessimo conto. ASPETTAVANO SOLO IL MOMENTO DI FUGGIRE!!! NO, FERMI NON VI AVVICINATE.... AAAAAAARRRRGHHHHH!!!''
- Oh mio Dio...- fece Sarah pallida come un cencio e portandosi la mano destra alla bocca per un gridare.
- Ok... a questo punto, nei film di mostri, c'è sempre un tizio che va fuori di testa perchè non sa reggere lo stress... adesso cerco di farvene un'imitazione.... ecco fa più o meno così...- fece Mik iniziando a correre verso l'uscita - AIUTO, VOGLIO ANDARMENE VIA!!!-
- Non sempre sono d'accordo con lui...- fece Raph - Ma stavolta si.-
- Va bene, basta così: si torna a casa.- fece Leo.
Recuperaono gli zaini e iniziarono a prendere a ritroso la strada, ma non fecero molti passi che vennero attaccati da tre mostri orrendi.
Uno era il mutante roccioso incontrato poco prima di scappare da una galleria che pioveva sulle loro teste, uno era il mostro blu che avevano visto avvicinarsi alla loro tana e l'ultimo sembrava un enorme crostaceo rosso.
E sembravano molto, molto arrabbiati.
Non avevano altra scelta che difendersi.
- Ragazzi... questa non è la fine del film... voglio sperare.- fece Mik armandosi di nunchako.
- Se lo è...- fece Sarah prendendo il suo tessen - Speriamo che ci sia un sequel.-

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Capitolo 10
*** Avventure nel sottosuolo seconda parte ***


I mostri avevano iniziato ad attaccarli. E le cose non si mettevano bene: seppur i mostri fossero solo tre, e loro cinque, le creature avevano dalla loro forza sovrumana e capacità di sputare acido oltre che di sparire e riapparire quando meno se lo aspettavano.
Potevano combattere contro un'esercito di umani, le gang di New York, ma contro di loro non avevano delle vere possibilità.
Sarah però non li vedeva come quei mostri selvaggi che sembravano. In fondo, erano solo delle povere anime che avevano avuto la sfortuna di incontrare Shredder sul loro cammino.
Il mostro blu tentò di attaccarla ma la giovane, come gesto di buona volontà ripose il suo tessen.
In fin dei conti, non c'era ragione per la quale avrebbe dovuto difendersi da un suo simile, più sfortunato di lei, tra l'altro.
- Ma cosa fai?- fece il mostro stupendosi di tal comportamento - Difenditi, assassina.-
- Non vogliamo farvi del male.- fece Sarah.
- Non mentire!!!- fece il mostro blu andandole sempre più vicino - Siete qui per portare via qualcun'altro di noi, ma non ci riuscirete.-
- Ma di che parli?!?- fece Sarah che davvero non capiva nulla - Ascolta... io non so di chi tu stia parlando. Mi rendo conto che ti sembriamo molto strani, ma non abbiamo cattive intenzioni... ci stiamo solo difendendo.-
- E allora perchè avere con voi i cristalli?- continuò il mostro.
- E' semplice... li abbiamo trovati nella caverna dove abitiamo.- rispose la ragazza con occhi limpidi, grandi e sinceri - Per caso si sono illuminati, e siamo scesi qua sotto per capire cosa sono, cosa servono... è stato solo un caso se siamo arrivati fin quaggiù.-
Il mostro parve iniziare a convincersi.
- Mi pare evidente che c'è stato un malinteso. Dì ai tuoi amici di smettere di attaccare i miei, e lo chiariremo.-
Il mostro si convinse. In fin dei conti, c'era del vero nelle parole della ragazza umana. Le tartarughe si erano sempre limitate a difendersi dai loro attacchi. Anche prima di iniziare la battaglia, avevano agito sempre e solo per difendersi.
- Smettetela.- ordinò il mostro blu. Gli altri due e le tartarughe lo guardarono straniti. I primi perchè quello che reputevano il loro capo ordinava loro di non attaccare i loro nemici, i secondi per il fatto che il mostro era in grado di parlare e capire la loro lingua.
- La donna umana ha parlato con saggezza: queste persone non ci hanno fatto nessun male. Smettete subito di combattere.-
I due mostri lo ascoltarono e cessarono l'attacco.
- Abbiamo una sorella che ci sa fare con le parole, eh?- fece Raph rivolto a Leo.
- Già... davvero.- fece il blu.
- Allora...- fece Sarah rivolgendosi al mostro blu - Adessi ci direte perchè ci avete attaccato ed avete tentato di eliminarci lungo la strada?-
- Sì.- fece il mostro - Ma parlo solo con te. Non so come mai... ma sento che con te mi intendo meglio.-
'' Gente, facciamo qualcosa o mi sa che qui ci ritroviamo uno di questi mostri per cognato...''- fece Mik parlando sottovoce, solo per prendersi uno scapellotto in testa da Raffaello - AHIO!!!-
- Siamo saliti al vostro livello quando abbiamo sentito le vibrazioni dei cristalli.- spiegò il mostro blu.
- Caspita...- fece Don sarcastico guardando male il fratello minore - Chissà chi li avrà attivati.-
Mik fece le spallucce in tutta risposta.
- Le vibrazioni di quei cristalli sono un segnale di pericolo. Quindi anche voi eravate una minaccia.- spiegò il mostro blu - anche se di solito, la loro energia scaturisce dagli abissi. Dal profondo.-
- Dal profondo?- fece eco Don -  Vuoi dire che ci sono altri cristalli? A noi interessa sapere solo da dove vengono, davvero, e magari anche...-
- NO!- fece il mostro alterandosi all'improvviso - Quello è un luogo proibito. Qualcosa di innominabile e sinistro, vive nella città dei cristalli. Esistono cose con cui l'uomo non dovrebbe mai interferire.-
Mik fece per dire qualcosa a riguardo, ma Don gli tappò tempestivamente la bocca.
- E' davvero svitato.- fece il mostro blu per poi rivolgersi a Sarah - Dico davvero. Esistono cose con cui l'uomo non dovrebbe mai interferire. Spero che almeno tu mi darai ascolto.-
- Ti riferisci a Shredder e ai suoi?- fece Sarah. Anche lo scienziato a capo del progetto in quella specie di video-diario degli orrori aveva detto -'' Siamo stati troppo ambiziosi nello sviluppare questa forma di vita innaturale? E' così. Forse ci sono cose con cui gli uomini non dovrebbero interferire.''
Peccato che non fosse stato in grado di ascoltare il suo stesso consiglio.  E ne aveva pagato il prezzo.
- E' davvero terribile che vi abbia trasformato in mutanti solo per dare la caccia ai suoi nemici.- fece Leo.
- Esatto.- fece il mostro blu tremando da capo a piedi e con la voce piena di risentimento - E non ha avuto il benchè minimo rimorso. Ci hanno costretto con la forza ad obbedire ai suoi ordini.-
- Perchè è toccato proprio a voi questo destino infame?- fece Sarah.
- Non lo so. Ho pochi ricordi della mia vita precedente ma... nessuno di noi si conosceva prima di allora... e nessuno aveva doti o competenze particolari.- fece il mostro blu.
- Insomma vi ha catturati a caso.- fece Leo - dove?-
- Per strada. Nelle nostre case. In ufficio. Ovunque ci fosse un soldato ninja appostato... noi non sappiamo perchè ci hanno scelti.-
- Come vi chiamate?- fece Leo.
- Io sono Quarry, della prima squadra tunnel. Loro sono Stonebiter...- fece Quarry indicando il mutante roccioso - e Razorfist.- concluse indicando il mostro rosso.
- No....- fece Leo - non i nomi che vi hanno dato... quelli veri.-
- Mi dispiace.- fece Quarry - Nessuno di noi ha dei ricordi della sua vita precedente. Un effetto collaterale della mutazione genetica.-
- Sì...- fece Sarah - Sappiamo cosa vi è successo e ci dispiace. So che non è una consolazione, ma quel bastardo sta bruciando all'inferno.-
- Già.- fece Mik con spavalderia - ha commesso il grave errore di incrociare le lame con le tartarughe ninja. E' una lezione che conviene imparare.-
In quel momento suonò l'allarme e Quarry iniziò ad agitarsi.
- Oh no... sono gli altri. Hanno fatto scattare l'allarme della galleria del test... vengono qui.- fece Quarry diregendosi verso la consolle di comando - dobbiamo attivare lo scudo energetico.- armeggiò con i pulsanti per cercare di mettere in funzione il campo energetico per tenere alla larga gli intrusi, ma non c'era modo di farlo partire. Forse la mossa di Raffaello l'aveva compromesso o il cristallo non funzionava più, ma era come se fosse morto.
Cosa che non si poteva dire delle creature che stavano per arrivare.
- Ma... cosa c'è là fuori?- chiese Leo.
- Sei proprio sicuro di volerlo sapere, fratello?- sottolineò Sarah.
- Sono gli altri.- fece Quarry.
- Quando dici gli altri... vuoi dire altri umani geneticamente modificati?- fece Sarah.
- Sì, esatto.-
- E perchè siete così spaventati?- rincarò la ragazza - sono come voi. Hanno patito il vostro identico destino, siete dalla stessa parte... perchè dovete tenerli lontani?-
- Perchè ci attaccano continuamente.- spiegò Quarry - Sono violenti, incontrollabili, uccidono qualunque cosa incontrino sul loro cammino, che esso sia vivo o meno... la loro mente ormai è deteriorata.-
- Per la mutazione genetica?- fece Leo. Quarry annuì.
- Però voi...- fece Sarah. Anche se li avevano attaccati in tutti i modi possibili, con loro era possibile ragionare, instaurare un rapporto e far comprendere un discorso di senso compiuto.
- E' solo questione di tempo, e poi saremo come loro: dei pazzi.- fece Quarry - Perciò lasciate che vi dia un consiglio: quando questo scontro sarà finito... se potrete... tornate a casa vostra. Non tornate mai più. Dimenticate quello che avete visto oggi. Ne va della vostra vita.-
- Senti...- fece Mik risentito - Ho già la tremarella galoppante. Ma ti diverti a fare il mostro del malaugurio?-
- Il cristallo è completamente esaurito.- fece Quarry - E' tutto inutile.-
- E allora combatteremo.- fece Leonardo sguainando le katata. Tutti gli altri lo imitarono.
- Lasciate perdere.... le armi non servono a nulla. Senza il campo energetico non abbiamo speranze contro di loro...- fece Quarry - Non fate pazzie: morireste senza scopo.-
- Ci deve pur essere qualcosa che si può fare!!!- fece Sarah.
- Ve l'ho detto. - fece Quarry - La nostra unica speranza di salvezza è il campo energetico. Ma senza il cristallo non funziona.-
- Quindi, in poche parole... i cristalli producono energia.- fece Donatello.
- Esatto. Ma era l'unico che avevamo... e per recuperarlo nella città antica, abbiamo pagato un caro prezzo.- fece Quarry.
- Forse possiamo usare uno dei nostri.- fece Leonardo prendendo un cristallo dal borsone di Donatello.
- E' troppo piccolo. Non durerà a lungo.- obiettò Quarry.
- Deve durare solo finchè non si stufano e non se ne vanno.- fece Donatello inserendolo al centro del macchinario. Per qualche strano motivo però lo scudo non si attivava ancora.
Stonebiter, Razorfist e Raffaello corsero alle porte per chiuderle. Non sarebbe stato abbastanza per fermare quei mostri, ma avrebbero guadagnato tempo.
- Inutile.- fece Quarry armeggiando con la tastiera - non da segni di vita.-
- Forse sono saltati i collegamenti con i nodi di contatto.- ipotizzò Don.
- O forse, senza fare troppi paroloni, l'ha inserito al contrario.- fece Mik. Incredibile ma vero, l'arancione ci aveva visto giusto. Dopo aver provato ad inserire il cristallo dall'altra parte, il campo energetico si attivò giusto in tempo per respingere l'attacco dei mostri.
Poco dopo il cristallo si spense, per sempre. Era troppo piccolo per alimentare un impianto così grande e si bruciò per lo sforzo.
- Domani saranno di nuovo qui. Non ci libereremo mai di loro.- fece Quarry.
- Allora vi occorre un cristallo nuovo.- sentenziò Leo.
- Non sopravviveremmo ad un altro viaggio nella zona proibita.- fece Quarry.
-  Ma come mai quel posto è così proibito?- chiese Mik.
- Le grandi gallerie si espandono per molte miglia. Fummo costretti ad esplorarle. Molti di noi non hanno più fatto ritorno.- spiegò il capo dei mostri.
- Magari si sono solo persi...- fece Mik senza troppa convinzione.
- Catturati da un'entità fantasma. Non abbiamo mai trovato segni di lotta, sono solo... svaniti.- fece Quarry.
- Comprendo che in quel posto tu non ci voglia tornare, ma purtroppo la scelta è limitata: o vi procurate un altro cristallo o quei mostri vi faranno a pezzi.- fece Sarah.
- E visto che... in parte è colpa nostra se il vostro sistema di sicurezza non funziona, vi accompagneremo.- fece Raffaello. La sua proposta venne accolta immediatamente con entusiamo.
Michelangelo un po' meno. L'idea di avventurarsi in una città perduta dove risiedeva un fantasma che risucchiava tutto quello che si avventurava fin laggiù lo attraeva quanto una sessione di meditazione con Splinter.
...
...
...
- Scusa Sarah...- fece Mik subito dopo essere stato buttato giù da un tunnel ( ancora si domandava quale fosse il concetto di scorciatoia, per quei mostri) ed aver attraversato un fiume di acqua sulfurea da cui uscivano degli orridi mostriciattoli di cui Quarry e compagnia si cibavano - illuminami. Cosa significa per te, andare in campeggio? Sai, quando penso al campeggio penso ad un cielo stellato, canzoni intorno al fuoco, arrostire salsicce e mashmellows, pesca e passeggiate nel bosco... non andare a farsi catturare da un fantasma assassino.-
- Mik...- fece Don - Desolato di deluderti, ma l'esistenza dei fantasmi è empiricamente impossibile.-
- La soglia dell'incredibile è piuttosto alta in queso momento, sai cervellone?- ribattè Mik.
- Vediamola così. Più in fretta ci entriamo, tanto più in fretta ne usciamo.- fece Sarah.
- Appunto.- fece Quarry - e vi consiglio di fare meno rumore possibile. Gli altri possono essere ovunque. Siamo nel loro territorio.-
La strada disseminata di pericoli giunse sino ad uno spuntone di roccia orizzontale abbastanza largo su cui poter camminare situato sopra un enorme vortice d'acqua.
L'ingresso per la città proibita. Dopo un attimo di esitazione, si tuffarono uno dietro l'altro.
Mik fu l'ultimo ad arrivare.
- Te la sei presa comoda eh?- lo stuzzicò Raffaello.
- Ah, ah... vorrei vedere te al mio posto.-
Leo mise fine alla discussione chiedendo - Quanto manca per arrivare ai cristalli?-
- La città antica è qui vicino. Ma da questo momento... dovrete mantenere il più assolto silenzio.- fece Quarry riprendendo la marcia.
Durante il tragitto, non poterono fare a meno di notare che le iscrizioni sulle colonne ed i resti della città avevano un'aria molto familiare. Il motivo infatti, era identico a quello che decorava la caverna in cui le tartarughe avevano sistemato la loro dimora di recente.
- Sarà lo stesso arichetetto.- ipotizzò Raph.
Non passò molto tempo che riuscirono a trovare un cristallo adatto al generatore, e tutto sembrava concluso, fino al momento in cui dei mostri iniziarono ad attaccarli. Malgrado Quarry fosse restio ad avventurarsi verso l'ingresso della città, non vi era scelta. Erano nel territorio nemico e non avevano un generatore che potesse proteggerli.
L'unica speranza di salvezza era una porta, ma gli sforzi dei mostri per aprirla risultarono vani.
Non c'era altra scelta che combattere.
Don notò una fessura simile a quella da cui avevano prelevato il cristallo appena trovato, ed ebbe un'intuizione.
Inserì il cristallo e la porta si aprì.
- Presto venite...- fece il genio. Non si accorse che qualcosa di molto simile a delle bolas arrivava verso di lui... lo circondarono e la tartaruga sparì, sotto gli occhi inorriditi dei fratelli.
- DONATELLO!!!- urlò Sarah - Don, dove sei?!?-
- Don, rispondi!!!- fece Raph.
- E' sparito...- borbottò Mik terrorizzato sia da quanto era appena accaduto che dai mostri che avanzavano sempre più minacciosi - e tra poco... toccherà a noi.-
- Questa è davvero la fine.- fece Quarry mestamente.

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Capitolo 11
*** Avventure nel sottosuolo terza parte ***


Non ebbero tempo di farsi prendere dal dolore e dalla rabbia per l'improvvisa scomparsa di Donatello.
I mostri avevano iniziato ad attaccarli e se non volevano rischiare la morte, o qualcosa di molto doloroso, dovevano combattere.
Le bolas che avevano fatto sparire Donatello tornarono indietro, e stavolta presero Razorfist ed uno dei mostri nemici.
Stesso destino toccò a Stonebiter poco dopo.
Non sapevano cosa li avrebbe aspettati dall'altra parte, ma di certo non sarebeb stao peggio che farsi sminizzare vivi da due mostri violenti ed incontrollabili.
Leo fece andare prima tutti gli altri, poi scappò e chiuse la porta togliendo il cristallo. Anche se l'avessero presa a pugni con tutta la forza che avevano in corpo, non sarebbe servito a niente.
Alla fine del tunnel, vi era un mare di lava incandescente. E al centro, su una specie di isolotto, era costruita una città con al centro una torre nera... e appeso al soffitto un enorme cristallo.
- Che posto è questo?- chiese Sarah.
- A me ricorda l'incubo dell'altra notte...- fece Mik.
- L'ultimo posto in cui dovremmo essere... è una necropoli.- fece Quarry terrorizzato.
- Una città dei morti, in poche parole...- fece Sarah.
- E me lo dici così?!?- fece Sarah - è l'unica cosa che mi fa più paura di un film di mostri.-
- Beh, noi non ce ne andiamo.- fece Leo determinato - Chiunque sia il nostro nemico, ha commesso l'errore di catturare Donatello.-
- Scopriremo dov'è a costo di radere al suo la città!!!- fece Raph tagliando una roccia.
Nel frattempo, Leo aveva trovato il modo di scendere in città. Una funivia.
Sopra un mare di lava, e non sembrava nemmeno in condizioni ottimali. O almeno questa era l'impressione che dava.
- Ehm... io cercherei qualcos'altro...- fece Raph.
- Non aver paura è solida...- fece Leo mettendo un piede sulla passerella della navetta facendola traballare in modo sinistro - Va bene... forse scricchiola un po'.-
- Sì, certo...- fece Sarah sarcastica icnrociando le braccia - Pure il capitano del Titanic lo diceva... ma no, è solo un rumorino da niente... e due ore dopo erano tutti a mollo nelle gelide acque dell'Atlantico.-
- Ook, ora mi sono convinto...- fece Mik - Io lì non ci salgo nemmeno morto. Di gelide acque costellate da iceberg giganti se ne può parlare... ma qui c'è un mare di lava incandescente se abbiamo la sfortuna di inabbissarci!-
- Reggerà, vedrete.- fece Leo entrando all'ingresso della navetta - e sicuramente funziona con i cristalli...-
Delle urla inquietanti spinsero Quarry, Sarah, Mik e Raph a raggiungerlo.
- Che aspetti?!? Metti in moto!!!- fece Raph.
- Daidai, parti!-
Una volta che furono tutti a bordo, il leader non si fece ripetere quell'ordine due volte ed iniziarono a scendere verso la città.
Ma i mostri erano saltati sulla funivia ed avevano iniziato a colpire la navicella con violenza inaudita.
Ci fu un attimo in cui gli occupanti temettero sul serio per la loro vita, quando all'improvviso... tutto tacque. Niente più mostri, colpi feroci o urla disumane.
Ma la corda che reggeva la navicella non era resistente abbastanza per sopportare così tanto peso tutto assieme e all'improvviso e si spezzò.
- Saltate presto!!!- ordinò Leo.
La navicella, nella sua caduta venne infilzata da un' enorme stalagmite e da lì il gruppo saltò per atterrare su un terreno solido.
- Mamma mia... c'è mancato un pelo...- fece Sarah ricominciando a respirare.
- Davvero.... alla prossima gita in certi postacci, non contante su di me, chiaro?- fece Mik.
...
...
...
Passato il pericolo, iniziarono ad esplorare la città che sembrava essere stata costruita dalle stesse persone che avevano costruito la loro nuova casa, cercando di capire come trovare Donatello, Stonebiter e Razorfist.
In giro non c'era un'anima e non vi era un solo edificio che poteva definirsi integro, segno che quella città aveva parecchi millenni sulle spalle.
Avevano trovato degli scooter adatti per spostarsi, ma ve n'erano solo tre. Quarry salì dunque con Mik, mentre Sarah salì con Leo.
- Chiunque abbia edificato questa città, quasi certamente ha edificato anche la nostra tana.- fece Leo durante l'esplorazione.
- Chi se ne importa!- sbottò Raph - come prima coa vediamo di ritrovare Don, faremo i turisti più tardi.-
L'attenzione di Leo venne attirata da una figura su di un tetto.
- Aspettate... credo di aver visto qualcosa.- nel dir così, entrò nel suddetto edificio  tirandosi dietro Sarah.
Vennero aggrediti quasi subito da un fascio di luce.
Un momento dopo si ritrovarono in un posto molto diverso da dove erano entrati.
- Ahia, che botta...- fece Leo tirandosi su per poi aiutare la sorella ad alzarsi - Sarah, va tutto bene?-
- Sì... tutto a posto. Ma... dove... dove siamo finiti?-
- In un museo forse... guarda.- fece Leo indicando le '' statue'' presenti nella stanza. Sia i mostri che li avevano aggrediti  che i loro amici, erano i piedi su dei basamenti ed erano imprigionati da uno strato di ghiaccio.
Su ogni basamento era incastonato un cristallo. Alcuni erano spenti, mentre altri suonavano e brillavano proprio come quello che metteva in funzione il campo energetico di Quarry, Stonebiter e Razorfist.
- Mio Dio...- fece Sarah - credi che... anche Don sia in queste condizioni...?-
- No, a meno che tu non voglia che torni ad essere una normale tartaruga da appartamento.- fece la voce di Donatello.
I due si voltarono e videro la tartaruga dalla benda viola, sorridente e con le braccia spalancate.
Sarah corse ad abbracciarlo, raggiante come una bambina.
- DON!!! SEI SALVO!!!- fece Sarah abbracciandolo. Leo si unì a loro.
- Ci hai spaventato a morte fratello...- fece Leo - ma che succede, e cosa vuole quel...?-
- So che la cosa vi stupirà, ma sta cercando di fare un'opera buona.- spiegò Donatello.
I due lo guardarono come per chiedergli se per caso non avesse preso una botta in testa più forte di quanto non sembrasse durante l'impatto.
- Sì, aspettiamo che gli altri ci raggiungano e poi saprete tutto, ok?-
...
...
...
Quando anche Raph, Mik e Quarry ( Seppur messo sotto ghiaccio) raggiunsero il resto del gruppo, l'Entità Fantasma raccontò loro di come avesse assistito alle atrocità commesse contro Quarry e gli altri e di come avesse trovato il modo di riportarli alla normalità.  Le crisalidi in cui erano stati rinchiusi stavano ricostruendo geneticamente i loro corpi e a fine processo, avrebbero ripreso sembianze umane.
Detto ciò, anche se Michelangelo faticava a dargli fiducia, raccontò di come la città fosse stata costruita dal suo popolo, una razza pacifica, di cui era rimasto solo lui in vita. Erano legati spiritualmente alla terra e ciò li aveva sostenuti per molti millenni. Non potevano vivere in un mondo pieno di rischi e pericoli come quello sotto il sole, ma a poco a poco si erano resi conto che sopra le loro teste esistevano molte forme di vita che si eranno evolute ne corso dei secoli.
Incuriositi, avevano costruito una speciale postazione ( la loro nuova casa) per osservare da vicino tali civiltà e tali cambiamenti e studiarle.
A poco a poco però la terra, da cui dipendevano, li rinnegò e lentamente si estinsero. Tutti. Tranne uno.
- E' per questo che ho bisogno di quelle persone e che tornino alla normalità... solo loro possono aiutarmi a ripopolare la città.-
- Ma ti rendi conto di quello che gli chiedi?- fece Leo sopreso da quella piega degli eventi - Hanno la loro vita che li aspetta in superficie... una famiglia, degli amici...-
- NO!- fece l'entità - Resteranno qui. Me lo devono.-
- Ascolta, non c'è dubbio che ti saranno eternamente riconoscenti per quello che hai fatto per loro, ma...- continuò Leo cercando di farlo ragionare.
- Non intendo lasciar perire la mia città! La grande civiltà del mio popolo. E' deciso: rimarranno qui. E lo stesso farete voi.-
- Ma chi ti credi di essere....- fece Sarah quasi sibilando, disgustata da quello che sembrava un atto di grande umanità e generosità, che si era rivelato solo un atto di mero egoismo - Chi ti credi di essere si può sapere, un Dio, per disporre della vita degli altri?
Mi dispiace per quello che ti è successo, ma non puoi chiedere a queste persone di chiudersi per sempre qua sotto.-
- Io ho restituito loro la loro umanità!!!- fece il sopravvissuto - Mi devono qualcosa.-
- Sì. Hai ragione.- fece Sarah - ma c'è modo e modo di pagare un debito. Ridare qualcosa a qualcuno e chiedergli in cambio di rinunciare alla propria vita, non è un bel gesto. Non è bontà d'animo o qualcosa da imputare ad una razza pacifica... è solo una forma di egoismo.-
- Detto in modo più civile...- s'intromise Raffaello - Nessuno di noi ha intenzione di stabilirsi a vita in questo lugubre postaccio, è chiaro?!? E il discorso è chiuso.-
- Venite.- fece Donatello - Andiamo a liberare gli altri e andiamocene via.-
- Ciao ciao.- fece Mik dirigendosi verso la porta assieme ai fratelli.
L'ultimo sopravvissuto non prese bene la risposta dei mutanti e della giovane ed usò il suo amuleto per comandare il potere della terra. Dalle pareti si liberarono dei tentacoli che imprigionarono Donatello, Leonardo e Sarah impedendo loro qualsiasi movimento.
Raph fu quasi ingoiato dal pavimento.
Solo Mik aveva libertà di movimento, cosa che si rivelava molto utile, dato che tra i tanti poteri di cui disponeva quell'amuleto vi era anche quello di spostare delle lance per giocare con la tartaruga al tiro al bersaglio.
- Ragazzi... un aiutino?- fece Mik continuando a correre.
- Prendigli l'amuleto!!!- fece Don - La sua forza è in quello!!! Portaglielo via!!!-
- Prima o dopo che mi abbia infilzato con le lance?!?-
- Possibilmente prima!!!- fece Leo.
Dopo una breve lotta, Mik riuscì a disarmare il loro nemico e lo intrappolò in una delle crisalidi di ghiaccio.
Subito dopo liberò i fratelli e la sorella.
Don si avvicinò a Quarry e girò delicatamente il cristallo. La crisalide iniziò a rompersi e con essa l'aspetto da mostro di Quarry.
- Quarry ma...- fece Leo stupido.
- Sei una ragazza!!!- fece Mik.
- E con questo?!?- fece Sarah stizzita per poi dare alla nuova amica la sua giacca affinchè potesse coprirsi un po'.
- Io... sono... sono di nuovo come ero prima...- fece la giovane ancora faticando a crederci.
Sarah sorrise - Sì... venire fin qui a rischiare la vita è servito a qualcosa.-
- Adesso capisco perchè con Sarah si è subito intesa... erano tutte e due donne, ci credo!- fece Mik mentre liberava altri mostri assieme ai fratelli.
Una volta che tutti ebbero ripreso le loro sembianze, iniziarono ad uscire per tornare alla vita e festeggiare la fine di quel lungo ed interminabile incubo durato anni.
Tutto sembrava essere giunto alla fine e per il meglio... ma si sbagliavano.
Quarry ed i loro amici iniziarono a gridare terrorizzati.
Uno di loro si stava ritrasformando in un'orrida creatura.
- Cos'è successo?!?- fece Sarah mentre i fratelli riportavano indietro l'umano che si stava ritrasformando in Stonebiter. Appena tornato nella cavarna, aveva riassunto sembianze umana.
- Lui... è tornato un mostro non appena ha messo piede fuori dalla caverna.- fece Quarry - Ma come mai?-
- Io credo di saperlo...- fece Donatello incitando gli altri a seguirlo in modo da poter vedere la luna di cristallo - Ha detto... '' già da adesso mentre parliamo, il potere della luna di cristallo infonde in essi la sua energia rigenerante''. Purtroppo, i raggi della luna riescono a coprire un'area molto limitata. Di conseguenza, se qualcuno si allontana troppo, l'effetto svanisce e torna esattamente come prima.-
- Ma allora...- fece Quarry sconsolata - Non possiamo andarcene dalla città. Non riesco a crederci... alla fine ha ottenuto ciò che voleva...-
- Evidentemente, aveva previsto sin dal principio che non sareste mai rimasti qua sotto di vostra volontà... una specie di contratto capestro.- fece Sarah stringendo i pugni per evitare di andare a liberarlo dalla crisalide di ghiaccio e massacrarlo di botte.
- Troveremo una soluzione, vedrete. Don è molto bravo.- fece Leo cercando di tranquillizzarli.
Quarry però dissenti.
- No. Non possiamo chiedervi di restare. Chissà quanto tempo ci vorrebbe...- e tutti furono d'accordo con lei.
Quelle strane creature e quella ragazza, aveva già fatto molto per loro, e più di quanto fossero tenuti a fare, senza che nessuno li obbligasse, non potevano chiedere loro di '' seppellirsi vivi'' in quel posto orribile.
- E' escluso, noi non lasciamo mai le cose a metà.- fece Mik. Ok, quel posto non gli piaceva per niente ma non fino al punto di lavarsi le mani della sofferenza di quella persone come se non lo riguardasse.
- Per favore.- supplicò Quarry - Non sarebbe giusto che vi rinchiudeste qui. Credetemi. Se la soluzione è qui, noi la troveremo.-
- Io continuerò a studiare i cristalli, e scoprirò qualcosa.- giurò Donatello.
- A quel punto torneremo da voi.- aggiunse Leo.
- E' una promessa.- assicurò Raph.
...
...
...
Non era la prima volta che erano costretti a combattere, ma dalle loro battaglie erano sempre usciti vincitori. Questa volta invece avevano dovuto ingoiare il boccone amaro della sconfitta. Quelle persone erano state rapite, torturate, trasformate in bestie selvagge per colpa di un essere spregevole che aveva saputo fare solo male nella sua vita... e qualcuno ne aveva approfittato. E loro non avevano potuto fare niente per aiutarle. Pechè non sapevano come fare.
Se il tragitto per tornare a casa poteva essere visto come una veglia funebre, il rientro non fu certo gradevole. Le fogne pullulavano di soldati ninja armati di torce. Non ci voleva certo un genio per capire chi stavano cercando.
Splinter era uscito per cercare i suoi figli, ormai erano tre giorni che non aveva più loro notizie, ed iniziava a preoccuparsi. Era stato costretto a nascondersi quando aveva visto tutti quei ninja.
Una volta che la famiglia si fu riunita, fu evidente che tornare alla tana era troppo pericoloso. Dovevano uscire dalle fogne e trovare un altro posto in cui andare a nascondersi. Giusto fino a quando i ninja non si fossero stufati di cercarli e se ne fossero tornati a casa.
Non era semplice però trovare su due piedi un altro posto in cui nascondersi per qualche giorno. Perciò...
- Ciao April!!!- fece Mik dopo aver bussato sulla porta del retro bottega. La donna stava facendo una maschera di bellezza - sei molto carina così, assomigli a Raph.-
- Ti dispiace se ci fermiamo qui per qualche giorno?- fece Leo entrando nel negozio dopo Mik.
- Che si mangia per cena?- fece Raph.
- Il satellite ce l'hai vero?- concluse Don.
- Signorina O' Neil... non s'immagina neanche quanto appreziamo la sua ospitalità.- fece Splinter.
...
...
...
Poco dopo, quando la proprietaria del negozio fu informata del fatto che nelle fogne c'erano troppo ninja determinati a far loro la pelle, e vedendo l'occasione di sdebitarsi con gli amici per averla salvata quando era lei ad essere in pericolo, non si fece pregare per la richiesta di ospitarli in casa propria per qualche giorno.
- Sei mia ospite...- fece April trovando Sarah in cucina mentre metteva gli spaghetti in una padella di sugo di pomodoro con uova e tonno, le uniche cose che aveva trovato nella dispensa che non fossero scadute - non dovresti lavorare.-
- Sì, invece. Ti siamo piombati in casa senza preavviso, il minimo che posso fare è dare una mano come posso...-
- Posso assaggiare?- fece April indicando il sugo.
Sarah annuì. April usò un cucchiaino da caffè per assaggiare la creazione della ragazza - E' buonissimo, complimenti... cucini quasi meglio di me.-
- Grazie.- fece Sarah mettendosi una ciocca di capelli, sorridendo con innocente vanità.
- Sei proprio brava... non so come fai.-
- Beh, non è stato difficile... riscaldi il sugo di pomodoro, prendi le uova, le fai sode, le sgusci, prendi il tuorlo, lo schiacci assieme al tonno...-
- Non mi riferisco alla cena.- fece April - Dieci anni nel sottosuolo. Hai solo quindici anni... al tuo posto chiunque andrebbe fuori di testa, inizierebbe a scalpitare per uscire e vedere il mondo... tu invece non fai una piega. Come fai?-
- E' semplice.- fece Sarah saltando gli spaghetti - Quando non hai niente, non hai niente da perdere. Ed io non avevo niente: non ho più genitori, non ho memoria di un familiare o di un amico di famiglia che ci abbia mai fatto una visita, c'era solo l'assassino della mia famiglia che magari mi stava cercando... Leo e gli altri sono stati la mia benedizione. Con loro ho una casa, ho una famiglia, ora ho anche degi amici... tutto sommato poteva andarmi peggio. Potrebbe andare peggio. Non ho diritto di lamentarmi.-
- Che vuoi dire?-
- Per colpa di Shredder...- fece Sarah con gli occhi che tremavano - Ci sono delle povere anime prigioniere nelle viscere di New York.
E per colpa di un mezzo matto, non possono fare più di cento passi senza trasformarsi in orridi mostri privi di controllo. A me è andata bene: ho la mia umanità, posso uscire di tanto in tanto ed avere quel che si dice una vita normale, e non ho timore di trasformarmi in una creatura ripugnante da un momento all'altro mentre cammino per strada... come vedi, c'è di peggio a questo mondo. Non vale la pena lamentarsi di qualcosa, sapendo che sei già fortunata ad avere quello che hai.-
April sorrise.
Aveva solo quindici anni, ma parlava con una saggezza che andava al di là della sua età.
..
..
..
April aveva insistito perchè almeno lei dormisse in una stanza propria. C'era una stanza che teneva sempre pulita ed in ordine nel caso sua sorella minore Robin venisse a farle una sorpresa dalla California per una semplice visita di cortesia o per '' nascondersi'' da lei quando litigava con i loro genitori.
Il caso voleva che Robin e Sarah avessero più o meno la stessa taglia, quindi vi erano anche dei vestiti di ricambio nell'armadio e un pigiama.
La ragazza se ne stava sdraiata sul letto già da un po', a pensare alle persone che avevano lasciato nel sottosuolo, facendo voto di tornare appena trovata una soluzione al loro problema.
Quarry le aveva lanciato un'occhiata piena di speranza, ma anche piena di malinconia... lo sguardo di una persona che aveva assaggiato per un attimo l'illusione di poter tornare alla vita, per poi venire delusa.
'' Tornerai da me, non è vero?''- i suoi occhi dicevano questo mentre si allontanavano definitivamente dalla città antica per tornare alla loro casa.
- Ritornerò.- fece Sarah alzandosi per guardare fuori dalla finestra - Te lo prometto, amica mia. Tornerò.-
In quel momento, sentì bussare alla sua porta.
- Avanti...- fece Sarah. Sulla soglia apparve suo padre.
- I tuoi fratelli mi hanno raccontato tutto quello che è successo nel sottosuolo.- fece Splinter - Mi dispiace molto per quelle persone... costrette a rimanere là sotto... da qualcuno che sembrava un salvatore, un benefattore e che invece si è trasformato nel loro carceriere...-
- Sì... è una cosa davvero orribile. Non ti dico la sensazione di rabbia e di sconfitta che abbiamo in corpo, per non poter fare niente per aiutarli.- fece Sarah sedendosi sul letto.
- Sarah... io credo di doverti chiedere perdono.-
La ragazza lo guardò senza capire - Per cosa?-
- Lo sai. Io e i tuoi fratelli non siamo la norma in questo mondo, quindi per molti, moltissimi anni non ho fatto altro che ripetere di non farsi mai vedere in superficie.- fece Splinter - Tu invece sei umana e non corri pericolo rispetto a noi... ma ti ho costretta alla prigionia, malgrado tutto.-
- Padre...-
- Mi dispiace per questo. Credimi quando dico, che chiedo perdono a Dio, ai tuoi poveri genitori, e a tutti i santi che conosco per averti condannata a questo orribile destino, ogni giorno... ma cercavo solo di essere un padre equo.-
- Non devi dire così... tu mi hai allevata. Mi hai insegnato tante cose, a distinguere il bene dal male, a pensare con la mia testa... tutto quello che ho lo devo solo a te.-  fece Sarah stringendo una mano al topo - Io sono felice con voi e non oserei davvero chiedere di più.-
- Adesso ti basta, adesso sei felice tesoro...- fece Splinter - Ma cosa penserai, quando fra tre anni... le tue coetanee andranno al college, e tu non avrai nemmeno iniziato il liceo, perchè non potrai iscriverti a nessuna università senza dei documenti o una licenza superiore? Tremo all'idea di vedere il rancore e il risentimento nei tuoi occhi per tutte le possibilità che ti ho...-
- Non succederà mai.- fece Sarah sgranando gli occhi - Un grande saggio una volta ha detto di non cercare la felicità al di fuori di sè stessi, perchè questa ricerca è la causa stessa dell'infelicità.-
Splinter l'abbracciò. Non era certo che tra tre anni tutto sarebbe rimasto com'era in quel momento, ma i tre anni successivi erano ancora molto lunghi e molte cose sarebbero potute cambiare.
- I tuoi fratelli mi hanno anche detto che sei riuscita ad impedire uno scontro con solo la forza della parola.-
- Erano delle povere vittime...- fece Sarah - Ed avevamo in comune un nemico. Non mi sembrava giusto.- E poi lo dice anche il precetto Rei: Gentile cortesia.-
Splinter le sorrise orgoglioso. Quel precetto, sembrava rispecchiare il dono che aveva appena scoperto la figlia avere. Il Rei, diceva che un buon soldato si faceva rispettare non per la sua forza, ma per come interagiva con gli altri, fossero essi amici o nemici. E che il miglior combattimento era quello che si poteva evitare.
- E' il tuo dono migliore. Ricorda. Tu sei un' abilissima kunoichi, ma non perchè riesci ad imparare molte cose senza faticare, perchè sei la più agile della tua squadra o perchè sai usare bene le armi. La tua forza è nel tuo cuore gentile. Non dimenticare mai di evitare i combattimenti quando puoi, e sarai felice.-
Ma dal giorno seguente, sarebbe stato quasi impossibile seguire quel precetto come sarebbe stato impossibile non cedere ai propositi di vendetta e all'odio sanguinario.

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Capitolo 12
*** Il ritorno di Shredder prima parte ***


Leonardo aprì gli occhi che era ancora buio. Gli capitava molto spesso, di svegliarsi nel cuore della notte e di non riuscire più a riaddormentarsi.
Solo che spesso era costretto a rimanere a letto, ancora troppo presto per allenarsi senza turbare il sonno di qualcuno.
Era quasi l'alba.
Quando fu chiaro che non sarebbe più riuscito a riprendere sonno, decise di uscire per allenarsi. La città era ancora addormentata in quel momento, non c'era momento migliore per uscire per una sessione di allenamento sui tetti.
Prima di uscire passò nella stanza nella quale dormiva Sarah. La porta era aperta.
La ragazza era ancora immersa nel mondo dei sogni, abbracciata al cuscino. Le rimboccò la coperta che era scivolata via, e si fermò un attimo a guardarla.
Persino con i capelli in disordine, gli sbuffi che le uscivano dalla bocca che le spostavano una ciocca ribelle, e di tanto in tanto le usciva anche una bolla quando le labbra erano oscchiuse...
- Come sei bella, amore mio...- fece Leo scostandole una ciocca di capelli.  Era dalla sera che si erano nascosti in quella macchina e l'aveva baciata che non riusciva a smettere di pensarci... l'amava, l'amava da sempre, e probabilmente non avrebbe mai smesso... ma erano settimane che non riusciva più a smettere di pensare a quel bacio.
Per molto tempo, era riuscito a tenere lontano quel sentimento dicendo che era sua sorella, la sua sorellastra, e non ci si poteva innamorare della propria sorella... ma la realtà era che non si poteva scegliere nè di non innamorarsi e nemmeno di chi innamorarsi.
Ma sapere tutte queste cose, non leniva quello che sentiva dentro: non ci sarebbe mai potuto essere nulla tra loro, oltre un grande e sincero affetto fraterno. Anche ammettendo l'ipotesi che lei ricambiasse quel suo sentimento e che Splinter non minacciasse di avere un infarto per causa di due dei suoi figli che si amavano e volevano stare assieme, anzi che li benediva gioisamente... cosa avrebbe mai potuto offrirle? Niente. O comunque non molto. E non sarebbe stato poi diverso da quello che già facevano... lotte con i criminali, magari costretti a nascondersi come topi nel formaggio.
Questa era la loro vita. E quello che sarebbe stato.
Un giorno, magari Sarah, se ne sarebbe andata dalla loro famiglia ed avrebbe cercato di ricostruire un'esistenza normale, che avrebbe dovuto dirgli? '' No Sarah, non te ne puoi andare, perchè sono innamorato di te, e voglio che tu resti per sempre al mio fianco''?
Purtroppo il destino aveva riservato loro un avvenire in cui non c'era un finale che li vedeva felici assieme. In nessun caso.
Odiava quella situazione.
Ma la cosa che odiava di più in quel momento, era che lui e la sua famiglia fossero costretti a vivere da esuli, costretti a giocare a nascondino come se fossero loro i codardi.
Aveva troppa rabbia in corpo.
Doveva sfogarla.
E non c'era niente di meglio di una bella sessione di allenamento come diceva lui per sfogarla.
Andò in soggiorno e vide che il padre e i fratelli erano ancora immersi nel mondo dei sogni... o così credeva.
- Riprendi l'allenamento, figliolo?- chiese Splinter.
- Sì, maestro. Mentre la città dorme.-
- La tua disciplina è ammirevole, Leonardo. Alla lunga ti aiuterà... ma spero vivamente che tu non abbia in programma di tornare al rifugio da solo.-
- Noooo.... perchè mai dovrei? Solo perchè è pieno di ninja che ci costringono a nasconderci da April come se fossimo dei codardi?- fece Leo con voce piena di risentimento. Non poteva negare di aver pensato di andare a controllare di persona la situazione... ma non la si poteva fare al proprio padre.
- Figliolo...- fece Splinter cercando di calmarlo - Mi poni una domanda la cui risposta ti è già nota. Se vogliamo sconfiggere i nostri nemici, dobbiamo agire come una squadra. Tutti insieme. E non come individui irrazionali.-
- Questo è chiaro, maestro Splinter.- fece Leo - Però c'è una cosa che mi sfugge. Shredder non c'è più, giusto? Quindi, perchè i soldati ninja non se ne vanno?-
- Pazienza figliolo. Ho paura che scopriremo la risposta molto, molto presto.- poco dopo, Leonardo era già sparito.
Splinter tornò sulla poltrona, cercando di dormire ancora un po'.
Ancora non lo sapeva... ma la risposta che cercava sarebbe arrivata molto presto. Prima di quanto credesse. E per essere consegnata loro, qualcuno avrebbe pagato un terribile prezzo.
...
...
...
Quando Sarah aprì gli occhi erano le cinque e mezza del mattino. Il sole stava iniziando a tingere di rosso il cielo. La casa era immersa nel silenzio.
Adorava quel momento di silenzio che precedeva il risveglio di tutti. Era come la vita, il mondo, si fosse fermato anche  se solo per poco e le desse modo di pensare senza che nessuno le mettesse fretta.
E di solito le piaceva starsene sotto le coperte, a godersi quel momento fino alla fine, ma quella mattina non ci riusciva proprio.
Forse dipendeva dal fatto che per la prima volta dopo anni aveva passato tutta la notte a dormire, in una casa vera, senza il rumore della metropolitana che sfrecciava sopra la sua  testa, ma non riusciva a starsene sotto le coperte, malgrado il tempo quel giorno sembrava descrive una giornata fatto di plaid, divano, cioccolata calda e televisione a tutto spiano.
Uscì dalla sua stanza e s'infilò nel bagno. Tutti stavano ancora dormendo, aveva tutto il tempo di fare una doccia e sistemarsi i capelli senza che nessuno le mettesse fretta.
Entrò nella doccia e lasciò che l'acqua calda le pungesse la pelle, mentre si insaponava e si lavava i capelli.
Ci passò circa venti minuti, e quando stava per uscire dalla doccia...
- Chi arriva primo usa il bagno!!!- fece Mik spalancando la porta - AHHHH!!!-
La ragazza fece appena in tempo a proteggersi con la tenda della doccia - Vattene!!! Non si usa più bussare prima di entrare?!?- gli urlò contro arrossendo, stizzita.
- Nonhovistoniente, nonhovistoniente, giuro non ho visto niente!!!- fece Mik correndo coprendosi il viso con le mani, in direzione della porta. Ma era chiusa e senza poter vedere davanti a sè, andò a sbattervi contro.
Si rialzò subito e uscì dalla stanza, scivolando sull'uscio.
- Mi spieghi...- fece Raph - Che accidenti stai facendo...?-
- Nostra sorella mi ha appena infilzato con lo sguardo e buttato fuori dal bagno.- spiegò l'arancione.
Raph sorrise dentro di sè per poi pensare -'' Ottimo lavoro, piccoletta''
...
...
...
Dopo aver buttato fuori il fratello dal bagno, essersi asciugata e acconciato i capelli in una treccia, Sarah mise un vestito azzurro a fiori, dei pantaloni fusò e delle ballerine, dei vestiti che April le aveva gentilmente prestato ed andò in cucina dove Mik stava tostando il pane e preparando la sua specialità: uova strapazzate.
Prese un grembiule, mise della farina  in una ciotola, spaccò delle uova ed iniziò a sbattere il tutto con la frusta da cucina, per preparare i pancake.
- Buongiorno April.- fece Sarah quando la rossa entrò nel soggiorno.
- Buongiorno tesoro...- fece April pensando -'' Ci sono davvero quattro tartarughe, un topo e un' adolescente che dormono in casa mia... ed io che pensavo che fosse stato un incubo...''- per poi arricciare il naso - Ehy, cos'è che brucia?-
- Chiedi a Michelangelo.- fece Raph.
Sarah si precipiò a togliere il pane tostato prima che si carbonizzasse del tutto.
- Ehy...- fece Mik dopo aver fatto scoppiare l'uovo. Sperava di poterle fare almeno una volta all'occhio di bue - Le uova vi vanno bene strapazzate vero?-
- Ancora?!?- urlarono tutti.
- Scusate ragazzi, dov'è Leo?- chiese Mik - E' da quando ci siamo alzati che non lo vedo.-
- Tuo fratello si è alzato prima di tutti ed è uscito molto presto per il suo allenamento mattutino.- spiegò Splinter prendendo il giornale.
- Finirà per bagnarsi, se non si decide a tornare.- fece Don vedendo i nuvoloni minacciosi coprire il cielo di New York - il tempo non promette nulla di buono.-
- Don ha ragione...- fece April - Dovrebbe rientrare o rischierà di ammalarsi.-
- Come se il tempo metereologico fosse un ostacolo insormontabile...- fece Sarah sbattendo le uova e la farina in una ciotola con la frusta - Uscirebbe per allenarsi anche se fuori ci fossero tre metri di neve... è fatto così.-  gli avrebbe tenuto in caldo i pancake e le uova strapazzate fino al suo ritorno.
Che ci fosse il sole, il vento, la pioggia, Leo si allenava fino a quando sentiva di essere quasi senza fiato. Solo che il limite di spostava sempre più avanti mano a mano che l'allenamento procedeva, quindi dare un orario per il suo ritorno era prematuro.
...
Nel frattempo, a diversi quartieri di distanza, Leonardo di tutto poteva lamentarsi tranne del fatto che stesse venendo a piovere.
La pioggia in quel momento, era proprio l'ultimo dei suoi problemi. Stava faccendo jogging e saltando sui tetti della città quando alcuni soldati ninja che stavano pattugliando le strade lo avevano intercettato.  Aveva promesso di non prendere iniziative di quel genere e di non andare a mettersi in situazioni pericolose, ma erano le situazioni pericolose ad averlo cercato ed averlo trovato.
'' Scommetto che il mio oroscopo mi suggeriva di non alzarmi dal letto questa mattina!!!''- aveva pensato quando un altro drappello di ninja lo aveva raggiunto.
Per un attimo aveva avuto la tentazione di prendere il cellulare, avvertire gli altri e magari chiedere aiuto, era certo che non glielo avrebbero negato... ma sapeva bene che nello stesso momento in cui avesse chiesto il loro aiuto, li avrebbe messi in una situazione molto spiacevole.
Per non parlare di April. Lui, Splinter, Sarah e i suoi fratelli potevano difendersi egregiamente, ma non era certo che potessero farcela e nel contempo assicurarsi che April fosse al sicuro.
No, doveva sbrigarsela lui. Da solo.
Che ci voleva in fondo? Li metteva al tappeto e via, schizzava verso l'appartamento di April veloce come una saetta.
Semplice no?
..
..
..
Mentre Leonardo si preparava ad una specie di crociata suicida, i suoi fratelli e suo padre, ignari del pericolo che correva aveva appena iniziato a fare colazione ed apparecchiare la tavola... ovviamente in stile ninja... a spese dei piatti di April.
- Bambini...- li redarguì Splinter quando ci fu la prima '' vittima di guerra''.
- Scusa tanto April.- fece Mik.
- Sì April, scusaci...- si associò Raph - hai un po' di colla?-
- Lascia perdere...- fece April finendo di legarsi i capelli - Mi rendo conto che è dura per sette... persone, dividere l'appartemento di una sola.-
- Appena sarà possibile, ti lasceremo il campo libero.- fece Don mettendole una mano sulla spalla.
- No, non mi fraintendere... io vi voglio bene, dico davvero... è solo che il mio appartamento è troppo piccolo.-
- Appena i soldati ninja avranno lasciato i sotterranei, ce ne andremo.- fece Splinter sedendosi a tavola mentre Mik e Sarah portavano la colazione.
Avevano appena iniziato a mangiare ( chi civilmente e chi meno, con disappunto di April e Splinter) quando Mik si chiese - Sapete come mai Leo non ha ancora fatto ritorno?- pensò Mik vedendo il posto vuoto riservato al fratello maggiore.
- Avrà perso il senso del tempo, come suo solito.- ipotizzò Raph bevendo il succo d'arancia.
- Non credete sia il caso di chiamarlo?- fece April.
- Sarebbe inutile... quando ci sono gli allenamenti non vuole distrazioni, quindi il cellulare o l'ha lasciato qui o è spento.- spiegò Raph.
- State tranquilli... di tutti e cinque, e di tutte le persone che conosco, lui mi sembra l'unico ad avere la testa sulle spalle.
...
...
Quello che Donatello non poteva sapere era che il fratello stava seriamente rischiando di non averla più attaccata al collo quella testa che tanto gli invidiavano.
Aveva affrontato orde di ninja, persino i soldati ninja invisibili, ma evidentemente per il destino quell'accanimento non era ancora abbastanza.
Tant'era che adesso era stato intercettato da Hun.
- Ti strapperò il cuore, tartaruga.- fece Hun andandogli contro con fare minaccioso.
Leo rise sommessamente.
- Ehy, tu, si può sapere cosa ci trovi di tanto divertente?- fece lo scagnozzo di Shredder.
- Rido della vuotezza della tua minaccia, ammasso di lardo.- fece Leo portandosi una mano su lato sinistro del petto - Desolato,il mio cuore appartiene già ad una donna meravigliosa.-
Hun rise divertito -Glielo farò avere.- nel dir così gli andò contro deciso a colpirlo, ma non aveva fatto i conti con l'agilità della tartaruga che lo schivò abilmente. Fu presto chiaro che non aveva possibilità di batterlo sferrando pugni a caso, rischiava solo di prendere a botte l'aria e di sfiancarsi inutilmente.
Riuscì a staccare la cappa di un camino ed iniziò a colpirlo. Leo parava i colpi con la katana che era costretto a tenere con entrambe le mani per parare i colpi.
- Ah!!- fece Leo andando a sbattere contro un abbaino. Hun lo aveva colpito al busto facendo cadere.
- Addio tartauruga!!!- fece alzando la sua arma per finirlo.
Leo però fu più svelto e sfruttando il fatto che Hun era forte, ma pesante, riuscì a farlo finire a sbattere contro un camino, che gli crollò a testa.
I ninja, vedendo che il loro capo era fuori combattimento se la diedero a gambe. Leo iniziò a correre verso casa, sperando che quelli fossero gli ultimi ninja in giro. Doveva avvertire subito gli altri.
...
...
...
La situazione all'appartamento era relativamente tranquilla. Don e Raph stavano guardando il football in tv, Sarah, April e Splinter stavano studiando una mappa per scoprire se ci fosse un condotto segreto che li avrebbe portati a casa senza farsi vedere da nessuno... l'unica strada era il loro magazzino e tornare a casa con la porta segreta, ma era già stato un miracolo che cinque mutanti passassero inosservati da un tombino sino al negozio di April. Il magazzino era troppo lontano, sarebbe servito almeno un furgone per arrivare sino a lì senza farsi vedere.
La routine venne spezzata da Mik.
- Posso avere la vostra attenzione per cortesia?-
Tutti si voltarono verso l'arancione, credendo che avesse qualcosa di importante da dir loro.
Michelangelo fece un rutto da guinness dei primati.
- Forte!!!- esultarono Don e Raph applaudendo, tra lo sbigottimento di Splinter e il disgusto di April.
- Michelangelo...- fece Sarah fingendo disgusto, ma anche a lei veniva di ridere sotto i baffi.
- Che c'è? Si tratta di una normalissima funzione fisiologica.
- Non riesco a credere di aver applaudito per una cosa del genere.- fece Don.
- Basta, io sono stufo.- fece Raph alzandosi dal divano - Io vado a cercare Leo, così finalmente ci daremo una mossa. Senza offesa, April, il tuo appartamento è molto carino, ma abbiamo bisogno di tornare al nostro rifugio, qui dentro io divento matto!!!-
- Tu non ti muovi da qui finchè Leonardo non torna.- fece Splinter perentorio - Siediti.-
Raph sbuffò - Uffa che noia... noi siamo qui, costretti a poltrire sul divano, mentre Leo è fuori a spassarsela!-
- A  proposito... il tempo continua a peggiorare.- fece Sarah vedendo i lampi che squarciavano il cielo.
- Vorrà dire che si affretterà a tornare.- fece April cerando di tranquillizzarla.
Sarah però non pareva convinta, anche se aveva annuito. Riuscì a stare seduta ancora per una ventina di minuti, a raccontarsi delle storie per giustificare quel mostruoso ritardo.
Che si stava allenando e che aveva perso il senso del tempo, che era stato sopreso dalla pioggia e che la visibilità era ridotta, che non poteva tornare a casa, che aveva trovato riparo in attesa che il tempo migliorasse... ma non ci credeva nemmeno lei.
Dopo un po' decise che se fosse stata ancora in quell'appartamento senza far niente sarebbe diventata pazza.
- Vado a buttare la spazzatura...- fece alzandosi.
- Non metterci troppo. Fuori diluvia.- fece Donatello - e se ti ammali, dopo avrò anche te da curare. Leo tornerà sicuramente bagnato come un pulcino... allenarsi con il diluvio universale, poteva venire in mente solo a lui.-
- Lo sai com'è fatto...- fece Raph - si allena sempre. Non lo ferma nessuno.-
Sarah intanto era arrivata sino al cassonetto sul retro del negozio di April ed aveva gettato i rifiuti, sbuffando. Quel diversivo aveva avuto vita breve. Urgeva trovare qualcos'altro.
Intanto, dei rumori di battaglia avevano attirato la sua attenzione. Si sporse leggermente e vide che sul tetto del palazzo di fronte, vi era una rissa. Sembrava che più persone stessero massacrando di botte un povero diavolo.
Questo le fece pensare a Leo. Fuori, da solo.
- No!- urlò correndo come una pazza sull'asfalto bagnato, schivando per miracolo un tassista che la stava mandando al diavolo... non le importò.
Salì sulla scala anti-incendio correndo verso di loro pregando in tutte le lingue del mondo che non fosse Leo. E invece era lui... era a terra, accovacciato su sè stesso, in posizione fetale, cercando di proteggere almeno gli organi vitali, mentre i quattro guerrieri lo riempivano di calci, pugni e lo colpivano con le armi.
- FERMATEVI, LASCIATELO IN PACE!!!- gridò la ragazza mentre un lampo squarciava il cielo.
Quando i guerrieri la videro si dissolsero in una nuvola di fumo.
- SPERO CHE LA BOCCA DELL'INFERNO SI SPALANCHI SOTTO DI VOI E VI PORTI VIA, MALEDETTI!!!- urlò disperata per poi stringere a sè il mutante - Leo... Leo... ti prego, rispondimi... guardami... dimmi che sei vivo... Leo!!!-
- Non serve che urli.... ci sento benissimo...- fece Leo con una voce che era poco più di un rantolo.
Sarah sorrise debolmente - Oddio, sia ringraziato il cielo.... ma come ti hanno ridotto... - lo aiutò ad alzarsi costringendolo ad appoggiarsi a lei - Ti porto da Donatello...-
- Ti devo dire una cosa importate...-
- Dopo. Adesso risparmia le forze.-
- No... non... non ci sarà un dopo...-
Sarah sbarrò gli occhi per la paura - Non dirlo neanche per scherzo....certo che ci sarà. Te lo prometto...-
- Non fare promesse che non puoi mantenere, ti prego... ascolta, dovete fuggire subito...- fece Leo a fatica - E' tornato... lui è tornato...-
- Lui chi?-
- Shredder!- fece la tartaruga svenendo addosso alla giovane. Sarah dovette fare appello a tutto l'autocontrollo che aveva per non svenire a sua volta.
Shreddere era ancora vivo. I soldati ninja avevano attaccato Leonardo, massacrandolo arrivando quasi ad ucciderlo, su suo ordine... e tra poco sicuramente li avrebbe presi in trappola.
E lei che ingenuamente, quando aveva visto quella cisterna d'acqua cadergli addosso aveva creduto che fosse tutto finito ed aveva detto '' giustizia è fatta''. Era solo il principio.
A fatica riuscirono ad arrivare all'appartamento.
- Don, aiuto...- supplicò Sarah.
- LEONARDO!!!- urlò l'interpellato dando voce all'orrore generale.
- Ma che è successo.... chi è stato a ridurlo così...- fece Raph pallido come un lenzuolo. April e Donatello riuscirono a farlo sdraiare sul divano, e la tartaruga dalla benda viola iniziò a visitarlo.
- E' pieno di graffi e lividi, ma per la maggiore sono superficiali...- fece Don - Ha una spalla lussata, e qualche costola rotta. Credo che una abbia perforato un polmone... ha anche un leggero trauma cranico. Purtroppo è molto grave.-
Sarah si portò una mano alla bocca per l'orrore.
- Maledetti...- fece Raph estraendo i suoi Sai dirigendosi verso l'uscita - Ma troverò chi gli ha fatto questo... gli renderò giustizia.-  si voltò verso la sorella - Tu ha visto chi gli ha fatto questo? Chi sono, dove sono, quanti erano...?-
- Leo... prima di svenire... ha parlato... ha detto che...- fece Sarah con la voce che tremava - Ha detto che... ha detto che Shredder è tornato... quelli che lo hanno aggredito erano dei ninja.-
I presenti sbiancarono come se avessero potuto vedere con precisione la data ed il giorno in cui avrebbero lasciato il mondo dei vivi.
- Cosa?!?- fece Raph - No... sicuramente stava delirando. Shredder è morto.Noi abbiamo...- si stoppò.
Non poteva dire che tutti avevano visto il corpo. Loro avevano visto solo la cisterna dell'acqua che gli cadeva addosso ed avevano dato per scontato che fosse rimasto là sotto... ma non avevano visto il suo corpo privo di vita.
- E' assurdo...- fece Mik - Io non ci credo...-
- E' assurdo... o è la spiegazione a questa storia?- fece Don - Questo spiega perchè i soldati ninja hanno pattugliato le fogne intorno al nostro rifugio. Ricordate quello che ha detto Sarah l'ultima volta? Che Shredder aveva solo sottoposti che se facevano ciò che facevano per lui era per paura di essere giustiziati e non per affetto o lealtà. Perchè avrebbero dovuto passare giorni e giorni nella fogna, alla ceca, se non c'era più nessuno a cui obbedire e da temere?-
Avevano abbassato la guardia.
Ed ora qualcuno aveva pagato un terribile prezzo.
Sarah fissò i viso pieno di lividi della persona a cui teneva di più in quella vita con le lacrime che scalpitavano per uscire e vide gli occhi rossi di Shredder che scintillavano sotto l'armatura.
Non aveva mai odiato nessuno.
Nemmeno quando erano morti i suoi genitori e Splinter con il passare degli anni l'aveva invitata a non farsi prendere da un sentimento tanto potente e distruttivo... ma non riusciva a non odiare in quel momento.
'' Quant'è vero Iddio... ti punirò, maledetto.''
L'incubo iniziava.

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Capitolo 13
*** Il ritorno di Shredder seconda parte ***


Shredder era tornato. E la sua sete di sangue aveva già colpito. Aveva colpito Leonardo che era stato restituito loro ferito e martoriato solo per riferire il terribile messaggio. Stupidamente, avevano creduto che il momento più buio della loro esistenza fosse passato e che sarebbero tornati ai comuni delinquenti da strada... invece il peggio non era ancora iniziato.
- Io non posso credere che sia ancora vivo...- fece Sarah - Nessun essere umano può essere sopravvissuto ad un impatto simile.-
- Qui non ci sono di mezzo esseri umani.- le fece notare Raph - C'è di mezzo Shredder.-
- Se ogni tanto leggeste i fumetti lo sapreste.- fece Mik - Il cattivo torna sempre assetato di vendetta. Torna sempre.-
- Ad ogni modo qui non possiamo più restare.- fece Sarah -  Dobbiamo scappre. April, anche tu.-
- Sarah ha ragione.- fece Splinter - dobbiamo andarcene immediatamente da qui.-
- Ragazzi...?- fece Mik allarmato - Mi sa che non sarà così semplice...- sui tetti circostanti infatti si erano radunati ninja a frotte e ne stavano arrivando molti altri - qual'è il piano? Di solito è Leo l'uomo dei piani... come faremo stavolta a cavarcela senza un piano di Leo?-
- Non c'è tempo, per pensarci.- fece Raph.
- Perchè no?- fece Mik.
- Ok. Vuoi un piano?- fece Raph stizzito - bene, eccoti il piano. Sarah, tu, Splinter ed April prendete Leo e trovate un riparo. Io e gli altri vi copriremo le spalle.-
- E credi che funzionerà?- fece Mik.
Non ebbe tempo di ricevere uan risposta. I ninja iniziarono ad entrare dalla finestre del salotto, della cucina, persino del bagno. Non vi era una sola direzione in cui potevano voltarsi e vedere campo libero.
- Attenetevi alle disposizione di Raph.- fece Donatello - ci pensiamo noi.-
Purtroppo non fu così semplice come sembrava: i ninja erano tanti, troppi, non facevano in tempo a levarne uno di mezzo che dieci prendevano il suo posto. Per un po' di tempo, le due ragazze furono costrette a nascondersi dietro al divano usato come barriera difensiva assieme a Leonardo, ancora privo di conoscenza.
Splinter era sceso in battaglia per permettere loro di avere una possibilità in più.
- Leo...?- fece Sarah vedendo che il leader dava segno di riprendersi.
- Le mie spade..- fece la tartaruga con la voce impastata dalla debolezza e dal dolore che era costretto a sopportare - dove sono finite le mie spade....?-
- Shhh...- fece Sarah poggiandogli l'indice sulle labbra - Non parlare e non preoccuparti di niente.... ti tireremo fuori da qui, a qualunque costo.- poi si rivolse ad April - Non stanno badando a noi. Andiamo.-
April annuì e tirò su la tartaruga.
- Ce la faccio da solo...- fece Leo staccandosi dall'amica umana, per poi cadere.
La sua caduta venne bloccata dalla sorella che con l'aiuto di April riuscì a rimetterlo in piedi.
- Sciocchezze... Leo, appoggiati a noi.- fece April.
- Scappate... lasciatemi qui, andatevene... potete ancora salvarvi...- continuò la tartaruga.
- Neanche a parlarne.- fece Sara mettendosi alla testa del gruppetto. Leonardo non era in condizioni di combattere, ed April non conosceva nemmeno le basi più elementari dell'autodifesa. L'unica in grado di aprire loro un varco in caso ce ne fosse bisogno era lei.
Aprì la porta dell'appartamento e con orrore scoprirono un altro drappello di ninja.
- April... state indietro. Penso io a loro.- fece Sarah mettendosi in posizione d'attacco. Erano tanti e lei era una sola, questo era vero... ma se c'era una cosa che aveva imparato era che bastava togliere una pietra e tutto il castello era destinato a crollare miseramente.
Roteò su sè stessa per sferrare un calcio volante e riuscì a colpirne due, facendo rotolare giù per le scale tutti i ninja che c'erano.
- Sarah, tutto a posto?- chiese Mik affacciandosi sulla porta.
Sarah annuì - E andrà ancora meglio quando saremo riusciti ad andar via da qui.-
- Raph ci coprirà le spalle per quanto basta.- fece Don.
- Potrebbe non essere sufficente...- fece Splinter - Il negozio è l'unica via di fuga. E loro lo sanno.-
- Mik...- fece Don.
L'arancione non gli fece nemmeno finire la frase - Vado. Non c'è problema.-
L'arancione scese le scale ed aprì con cautela la porta del negozio, immerso nell'oscurità.
- Tutto tranquillo. Tutto troppo tranquillo... ho sempre desiderato dirlo!- si affacciò di poco e vide quattro guerrieri dall'aria minacciosa e con dei cappelli a tesa larga che li aspettavano. Chiuse immediatamente la porta.
- Allora?- chiese Donatello - tutto tranquillo?-
- Sì, e nell'armadio di nostra sorella vive un cucciolo di unicorno con la coda arcobaleno... tutto tranquillo un corno!
Da lì non si passa! Ci aspettano a braccia aperte!-
- Purtroppo non abbiamo altra scelta.- fece Don - di sopra entrano a frotte dalle finestre.-
- Allora?!?- urlò Raph tenendo a bada dei ninja - che succede la sotto?!?-
- Ci sono quattro loschi figuri nel negozio!- rispose Mik.
- Loschi figuri?- fece Don sarcastico scostando il fratello per liberare il passo. L'arancione gli fu subito dietro per aiutarlo.
- Ma chi è quella gente...?- chiese Sarah.
- Sono le guardie personali di Shredder.-spiegò Splinter - I più agguerriti del suo esercito. E sono spietati.-
'' Sono stati loro... maledetti...''- pensò Sarah ricordando la scena ignobile che le si era presentata pochi attimi prima.
Splinter spedì Raph ad aiutare Don e Mik contro le guardie. Avrebbe pensato lui a proteggere il figlio ferito.
Ma sempre tre contro quattro diavoli assatanati.
April guardò Sarah: stringeva forte Leonardo, quasi temesse che bastasse che si separassero per pochi attimi per decretarne la morte, ma allo stesso tempo pareva scalpitare dalla voglia di scendere in battaglia.
- Va da loro, presto.- fece April.
- Ma...- obiettò Sarah guardando Leo.
- Splinter ci sta coprendo le spalle, credo di essere in grado di occuparmi di lui per un po'. Tu vai dai tuoi fratelli.- ribadì la rossa.
Sarah annuì. Schioccò un bacio sulla guancia di Leo e raggiunse i fratelli maggiori nel negozio, trovandosi di fronte a quattro guerrieri dagli occhi infuocati ed armati con asce, lance, e alabarde.
- Ma guarda un po'....- fece Sarah estraendo il suo tessen - Funghi giganti.-
-  Li saltiamo in padella o li mettiamo sopra la tagliata di manzo?- propose Raph.
- Beh, intanto affettiamoli, poi ci pensiamo!- fece Sarah lanciandosi contro di loro con gli occhi che stavano per prendere fuoco a causa dell'odio che la consumava. Li aveva riconosciuti. Erano loro i quattro guerrieri che avevano massacrato Leo, il suo Leo... erano loro ad averlo ridotto così. Non le importava niente del fatto che stessero solo eseguendo degli ordini, ordini infami, ma pur sempre degli ordini. Suo padre le aveva sempre insegnato che vi era un'unico padrone a cui doveva lealtà: sè stessa. Anche loro avevano avuto il libero arbitrio, ma avevano deciso di non usarlo ed ora la persona che amava era in fin di vita. Non li avrebbe perdonati. Nè loro, nè Shredder, nè i soldati ninja.
Era questo che pensava mentre attaccava e mentre parava i colpi di uno delle guardie d'Elite di Shredder.
- Ti ricordi di me?- fece Sarah colpendo la guardia su cui aveva concentrato le sue energie, poco sotto lo zigomo destro con la lama del suo ventaglio - andiamo fai uno sforzo... allora ti rinfresco la memoria... sono la sorella di quel poveraccio che hai massacrato!- e lo colpì al torace, mettendolo al tappeto.
Era talmente concentrata che non si accorse minimamente della guardia che l'aveva presa alle spalle, circondandole il collo con un braccio, deciso a soffocarla, certo che fosse troppo stanca per reagire.
Ma si sbagliava di grosso.
La ragazza aveva accumulato tanta rabbia, troppa, e tutto ciò che chiedeva era di sfogarla.
Iniziò a colpire il suo aggressore con il gomito destro costringendolo a mollare la presa. Una volta, due volte, dopo un po' smise di contare i colpi che aveva dato, ed una volta che l'uomo la mollò definitivamente gli mollò un calcio ben assestato nel sedere.
- Non riuscirai a sederti per un bel po' amico... ed ogni volta che ci proverai, penserai a me.- disse sorridendo per quella piccola vittoria.
Una gioia che però durò poco: il tempo di vedere Leonardo scaraventato nel negozio. Andò a sbattere contro una delle colonne di ferro. Un impatto così forte da far piegare la colonna.
- LEO!!!- urlò Sarah andadogli vicino. Vedendo che una delle guardie di Shredder stava per accanirsi su di lui, Raph si parò davanti al fratello ferito, mentre la ragazza lo trascinava al sicuro.
E la mossa finale del rosso, fu quella con cui salvò April dalle minacce di Hun. April chiuse la porta a chiave per impedire allo scagnozzo di Shredder di entrare, anche se non sapeva fino a quanto sarebbe servito.
Un momento dopo, nel negozio fece il suo ingresso lui... Oroku Saki, detto Shredder. Il loro peggior incubo si era fatto realtà. Per un attimo avevano sperato che Leo avesse riferito del suo ritorno a causa del delirio... ma era tutto vero.
- Sono anni che siete una spina nel fianco, tartarughe muntanti.
Nessuno, osa opporsi a Shredder. Ma ora si consumerà la mia terribile vendetta. Ditevi addio, finchè siete in tempo.-
- Ah sì mister Muso-di- Latta?- lo sfidò Mik - Beh, invece io ti dico che sei tu quello che dovrebbe... dire addio... a te stesso!!!-
Raph si diede uno schiaffo in fronte - L'hai proprio terrorizzato, eh Mik?-
- Posso farti notare che sono sotto pressione?- ribadì Mik.
Shredder, infastidito da quello scambio di battute urlò - SILENZIO!!!-
- Con questo agguato non fai altro che dimostraci la tua vigliaccheria.- fece Splinter per niente intimorito dalle minacce del suo rivale - Sai che il tuo unico modo per batterci è metterci in inferiorità numerica. Non è questo il comportamente di un vero guerriero.-
-Sarah, tu occupati di Leo.- fece Raph - Ragazzi.... facciamogliela pagare una volta per tutte. Per Leonardo! Siete con me?-
- Fino alla fine.- si aggregò Don.
- E ci auguriamo che non arrivi troppo presto. Giusto?- concluse Mik. Nel negozio si scatenò nuovamente un terribile scontro. Raph, Mik e Don attaccarono Shredder pieni di rabbia e voglia di vendetta per quanto era accaduto al loro fratello, ed approfittando del fatto che la rabbia li accecava riuscì a metterli al tappeto senza troppa fatica.
Poi toccò a Splinter, il quale però riusciva a dargli un certo filo da torcere, malgrado lui stesso non desiderasse altro che vederlo morto per tutto quello che aveva fatto al figlio.
E mentre tra i due infuriava quella terribile battaglia, le guardie d'Elite tentarono di finire le tartarughe ancora semi-incoscenti. Sembrava giunta la fine.
...
...
...
All'improvviso, una motocicletta, sfondò la vetrina del negozio e sgommando per il locale, il misterioso motociclista, riuscì a mettere fuori combattimento i guerrieri dagli occhi di fuoco.
Misterioso si faceva per dire. Vi era una sola persona tanto pazza da irrompere in un negozio con la moto e che andava in giro con una maschera da hockey ed una sacca di mazze da baseball sulle spalle.
- Spero di essere bene accetto, anche senza invito.- fece la voce di Casey.
- Figurati...- fece Raph con gioiosa incredulità - sei il benvenuto.-
- Per quanto la festa, mi sembri un po' fiacca.- fece Casey stendendo due soldati ninja con una mazza da baseball - La banda dov'è? Tutto bene pupa?- fece rivolgendosi ad April.
- Non chiamarmi pupa.- lo redarguì la rossa.
- Annientatelo!- ordinò Shredder infastidito. Iniziavano ad esserci troppi pagliacci in quella casa, per i suoi gusti.
- Ah, sono quelli i musicisti?- fece Casey additando i soldati ninja - Perchè io voglio sentire del buon rock. E mi sono portato le bacchette da casa. Coraggio... chi ci mette la batteria? All'attacco ragazzi!!!-
Mentre la guerra ricominciava, Sarah ed April tentavano di occuparsi di Leo come potevano. Purtroppo, le condizioni del leader delle tartarughe ninja si aggravavano sempre di più. Avrebbero avuto bisogno di una cassetta del pronto soccorso, o anche solo di un po' d'acqua per dargli sollievo... ma erano impossibilitate persino a muoversi, figurarsi andare a prendere quello di cui avevano bisogno nell'appartamento.
- Resisti Leo, resisti...- lo supplicò la mora a voce bassa - Manca poco ormai...-
- Certo.- fece la voce minacciosa di Hun alle sue spalle - e se lasci che lo visiti io... finirà ancora più in fretta.-
Sarah si voltò e con orrore vide lo scagnozzo prediletto di Shredder. Un tipo che avrebbe potuto ucciderli solo sferrando un pugno.
- Prima di poterlo toccare devi passare sul mio cadavere!- fece Sarah abbracciando il fratello.
Hun sogghignò- Speravo che lo dicessi. Sai, mi annoio terribilmente quando quelli che devo uccidere non alzano un dito per difendersi... così è molto più divertente.-
April si parò davanti a loro, minacciosa - Non te lo permetterò!!!-
- Bene, di bene in meglio!- fece Hun mirandole un pugno.
Una mazza da Casey lo bloccò.
- Hun! Mai! Mai minacciarla! Capito?!? Mai!- fece Casey colpendolo con le sue mazze fino a farlo rotolare via.
- Grazie Casey...- fece Sarah.
- Già... io... io...- fece April sorridendo.
- Ah, non c'è di che belle signore...- fece Casey ringraziando il cielo di avere la maschera in modo da nascondere il rossore sulle guance - che giornata eh? Scappo. Ho del lavoro da fare.- fece il ragazzo ributtandosi nella mischia.
Poco più tardi, Leo cercò di tirarsi in piedi. Non ne poteva più di starsene sdraiato in un angolo, al sicuro, mentre i suoi fratelli, il suo maestro, i suoi amici rischiavano la vita per lui.
- Leo non fare sciocchezze, t'imploro...- fece Sarah.
- Ha ragione.- si aggregò April - Sei troppo debole, non ce la farai mai.-
- Devo!- fece Leo con tutta la forza che aveva - Hanno bisogno di aiuto...-
Leo cadde in ginocchio, in preda ad un capogiro. Shredder subito gli si avvicinò minaccioso ed alzò il guanto con le lame per sferrargli il colpo di grazia, senza alcuna considerazione per il fatto che fosse a terra, debole, ferito, incapace di lottare per la sua vita.
Anzi, gli piaceva. Quando le sue vittime erano impotenti davanti a lui.
- NOOOOO!!!- urlò Sarah parandosi davanti a lui, decisa a fargli da scudo.
- Sarah, no, va via!- supplicò Leo prendole una mano - Scappa, corri e non fermarti.-
- Dagli retta.- fece Shredder - Vattene. Vattene e forse ti risparmierò la vita.-
- Shredder....- fece Sarah con voce bassa, lanciandogli un'occhiata di fuoco, per poi sputargli in corrispondenza degli occhi.
'' Oh Gesù...''- pensò Leo.
-  Mai e poi mai.- fece Sarah ridendo sarcasticamente. Si era condannata a morte, di questo era certa, ma forse era proprio ciò che voleva. Che senso aveva vivere, continuare a parlare, mangiare, respirare, sentire il proprio sangue nelle vene ed il calore del sole sulla pelle, se la persona che amava non c'era più?
Poteva anche morire ormai. Ma prima di Leonardo. Non avrebbe mai potuto sopportare l'idea di sopravvivergli anche solo trenta secondi.
- Preferisco morire.-
- E SIA!!!- fece Shredder alzando il guanto per finirla.
Sarah chiuse gli occhi, pronta a sparire per sempre.
- NO!- fece Splinter colpendo il loro nemico, guardandolo con tutto l'odio e la rabbia che gli riusciva - Se colpisci un guerriero ferito e una ragazza che cerca di difenderlo... vuol dire che sei un uomo senza onore!!!-
- Io combatto per vincere!!!- fu la lapidaria risposta.
Tra i due si scatenò un temibile scontro, in cui entrambi erano accecati dalla rabbia e dall'odio: Shredder era smanioso di vendetta per coloro che lo avevano sconfitto più volte, seppur non essendone coscienti. Splinter era piena di rabbia e pieno di odio verso il mostro che anni prima gli aveva strappato il suo adorato Maestro Yoshi e che adesso, non contento di avergli portato via un pezzo di cuore, se l'era presa anche con suo figlio. Per la prima volta, malgrado avesse predicato la pace e l'armonia interiore per tutta la vita, Splinter combatteva pieno di voglia di uccidere.
Peccato che Shredder avesse dalla sua parte un' arma che poteva dargli un notevole vantaggio: il guanto con le lame. Poteva colpire Splinter mentre parava altri colpi, ed una volta ferito non era in grado di lottare al meglio delle sue capacità.
Leo fissò quella scena con disperazione.
Non poteva permetterlo. Era colpa sua in fondo. Non era stato capace di difendersi e nemmeno di impedire ai ninja di trovare la sua famiglia. Splinter non avrebbe pagato per lui. Nessuno doveva.
'' Addio, vi voglio bene''- sapeva che era un suicidio, ma stava talmente male che pensava che non sarebbe riuscito davvero ad uscire vivo da quella situazione... tanto valeva chiudere in bellezza.
Raccolse tutte le energie e corse verso il suo maestro proprio mentre Shredder stava per colpirlo.
- Leonardo!- fece Splinter sconvolto nel vedere il corpo del figlio accasciarsi. Era stato colpito dalle lame di Shredder al posto suo.
- NOOOOO!!!- urlò Sarah correndo verso di lui, terrorizzata - LEO NO!!!- si tranquillizzò appena quando sentì che respirava ancora seppur a fatica, e che il suo cuore batteva... ma ciò non toglieva che era in uno stato pietoso. Pieno di lividi, graffi, sangue... ce l'aveva addosso. Il suo sangue. Il sangue di colui che amava più di quanto amasse la vita.
- Ma che hai fatto... perchè...- fece Sarah mentre le lacrime cominciavano a cadere sulla pelle verde- pistacchio dell'amato - Non morire, ti prego non morire...- supplicò la ragazza con voce tremante.
Leo aprì di poco gli occhi.
- Sarah, c'è una cosa che ti devo dire...-
- No, non farlo.- fece Sarah - Appena ti rimetti giuro che parleremo tutto il giorno, di tutto ciò che vorrai.-
- Non c'è nessun dopo... fidati...- fece Leo sorridendo debolmente, malgrado bastasse questo a fargli male - te lo devo dire adesso...-  fece carezzandole una guancia sporcandola di sangue. Ma era troppo debole. Svenì all'istante.
Nel frattempo, intorno a loro, la battaglia era infuriata e per quanto Don, Raph, Mik, Splinter e Casey ce la mettessero tutta contro il loro nemico, non riuscivano in alcun modo ad aver ragione di loro.
Ormai quella battaglia era persa.
- Figlioli! Ritirata!- fece Splinter rovesciando un armadio addosso al suo nemico. Ormai l'aveva capito che non avevano nessuna possibilità. Il suo Maestro aveva combattuto sino alla morte... ma lui non poteva condannare ad un destino  tanto atroce anche i suoi figli.
- Va bene... ma dove andiamo?- fece Raph.
April indicò una porta di ferro alla destra del bancone - Di là!-
- Me ne occupo io!- fece Mik aprendo la porta ed accendendo la luce - Presto, correte! Qui saremo al sicuro!-
April aiutò Sarah a trascinare Leonardo, ormai privo di sensi all'interno del ripostiglio, mentre Casey, Don e Raph tenevano a bada gli ultimi soldati ninja.
Appena il campo fu libero, si nascosero nel rispostiglio assieme agli altri. Poi toccò a Michelangelo e quando entrò chiuse la porta.
- Siamo messi bene... al buio, e senza un riparo.- fece Raph - e come se non bastasse siamo anche al freddo. Ci siamo messi in trappola da soli.-
- E' una cella frigorifera. Tanto tempo fa, in questo locale, c'era una macelleria.... aspettate, forse una via d'uscita c'è.- fece April colta da un'illuminazione. Si diresse verso il fondo della stanza ed iniziò a spostare alcuni bauli.
- Che cosa fai?- fece Casey.
- Quando mio padre ha comprato il negozio, ha deciso di trasformarlo in un antiquariato e di usare la cella frigorifera come se fosse un ripostiglio per la roba vecchia o per quello che ingombrava in casa.- spiegò April.
- Dunque?- fece Raph iniziando a spazientirsi.
- C'era un buco nel muro che poi è rimasto lì, per il condizionatore.- la rossa riuscì a spostare il baule e mostrà loro una fessura nel muro, chiusa con una lastra di ferro - eccolo.-
- E' un po' piccolo... ma dovremmo riuscire ad allargarlo abbastanza per scappare.-
- Ragazzi...- fece Sarah senza staccarsi da Leo - Non sentite anche voi?- da quando Leo era svenuto tra le sue braccia era come caduta in uno stato catatonico. Se April non l'avesse aiutata a spostare la tartaruga per mettersi al sicuro, probabilmente non sarebbe riuscita a muoversi nemmeno di un millimetro. Ma adesso, aveva sentito un odore molto sospetto che l'aveva riportata alla realtà.
- Io non sento proprio niente.- fece Casey.
- Appunto.- si associò Splinter. C'era troppo silenzio. Un po' strano visto che fino a pochi attimi prima erano circondati da tutto l'esercito di Oroku Saki, con lui in testa, pronto a far loro la festa. E vista la determinazione del loro capo nel vendicarsi di loro dubitava che avessero rinunciato solo perchè si erano chiusi in uno stanzino, sbarrando la porta.
- Secondo voi... saranno andati a casa?- fece Mik speranzoso.
- Sì, li abbiamo spaventati nascondendoci in uno stanzino e chiudendo la porta...- fece Raph sarcastico per poi arricciare il naso - Ehy. Odore di fumo.-
Don arricciò il naso percependo un altro odore - Odore di gas.-
- Michelangelo?- fece Raph guardandolo male. Mik fece la spallucce.
- Non quel gas.- rettificò Donatello soccorrendo il minore.
- Ragazzi...- fece Mik toccando la maniglia - la maniglia scotta. La porta è incastrata, non vuole aprirsi.-
A quel punto non ci voleva certo un genio per capire cosa stesse succedendo la fuori.
- Gas... fumo...- fece Casey - Esplosione in arrivo!!!-
- PRESTO USCIAMO DA QUI!!!- urlò Raph scardinando il coperchio dell'impianto di ventilazione.
...
...
...
Poco lontano, i guardiani osservavano l'incendio che aveva distrutto la casa di April, con aria mesta.
Avevano visto Leonardo in difficoltà, ma fino all'ultimo avevano dovuto aspettare che i loro capi decidessero se era il caso di intervenire o meno, dato che per tutti Shredder era morto. E quando finalmente avevano avuto il permesso... c'era solo un grande incendio.
Non potevano essere sopravvissuti. Il Guardiano dai capelli lunghi fece ritorno alla base con aria mesta, ricordando che pochi mesi prima aveva stetto la mano a Leonardo. Gli aveva  assicurato che nella lotta contro Shredder non sarebbero mai stati soli. Che quando ci sarebbe stato bisogno sarebbero accorsi. E non aveva mantenuto la promessa.
- Che peccato... è una grave perdita quella di oggi. Una grave, gravissima perdita.- disse mentre l'edificio esplodeva una seconda volta.

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Capitolo 14
*** Leo, torna tra noi!! ***


Erano riusciti a scappare per puro miracolo. Appena in tempo per vedere il palazzo saltare in aria.
April scoppiò in lacrime, trovando rifugio nell'abbraccio di Casey: Shredder le aveva portato via tutto. Non aveva più una casa, il negozio di famiglia era bruciato, non aveva più un lavoro... anche Sarah piangeva, ma ringraziava il cielo che il temporale non fosse ancora passato, così che chiunque guardandola  confondesse le lacrime che le ricoprivano il volto per la pioggia.
Era dispiaciuta per quello che era accaduto ad April e poteva ben comprendere il suo dolore nell'aver perso tutto... ma i suoi pensieri erano rivolti unicamente a Leonardo, ancora privo di conoscenza, in coma.
- Leonardo è ferito gravemente.- fece Splinter - E ha bisogno di un posto sicuro per guarire.-
- Forse... potremmo tornare a casa...- fece Mik.
- Muso di Latta fa pattugliare le fognature dai soldati ninja, ricordi?- ricordò mesto Donatello - E noi non siamo in grado di combattere.-
- Forse. Ma non siamo dei vigliacchi.- fece Raph pieno di rabbia.
Splinter poggiò una mano sulla spalla del secondogenito - Per una volta lo saremo.-
- Ma...- fece April calmandosi un poco - Dove andiamo...?-
Non potevano restare in città. Shredder avrebbe sicuramente mandato degli uomini anche a casa di Casey per assicurarsi che nessuno fosse riuscito a scappare. A casa di Angel era fuori discussione... ci mancava solo di mettere in pericolo lei e sua nonna.
I loro amici senza tetto... Shredder non avrebbe mai pensato di cercarli in una discarica e i loro amici sarebbero stati ben felici di dividere quel poco che avevano con loro, dato che li avevano aiutati spesso in passato... ma era ormai arrivato Dicembre, e le rigide temperature invernali e l'obbligo implicito di stare all'aperto per tutto il tempo non era quello che ci voleva per la salute di Leonardo.
- Ragazzi... so io dove possiamo andare.- fece Casey.
...
...
...
Il tempo di recuperare la macchina di Casey, una Chevrolet del '57,  di attaccarvi un rimorchio in cui sistemare Splinter e le tartarughe, e di comprare qualcosa di commestibile almeno per due o tre giorni, e l'umano di mise al volante. Destinazione, il Massachussets Occidentale.
- La fattoria di mia nonna vi piacerà un sacco. Io e mio cugino Sid quando eravamo piccoli ci passavamo sempre le vacanze... Sarah, sei mai stata in campagna?- era una domanda stupida, ma Casey l'aveva posta con il tentativo di distrarre la ragazzina dai capelli marroni dai suoi pensieri. Splinter aveva insistito perchè stesse in auto con i due amici umani, ma era da quando erano partiti da New York che la giovane non faceva che fissare il rimorchio, pensando a Leo e alle sue condizioni.
- Ti piacerà un sacco... c'è un bellissimo bosco da esplorare, e magari potrei anche insegnarti ad andare sui pattini sul laghetto ghiacciato... che ne dici, ti piace come idea?-
- Si salverà vero?- fu la risposa della ragazzina.
- Non lo so Sarah... non lo so.- fece Casey. Sapeva che non era quello che voleva sentirsi dire... ma era meglio evitare  di illudersi prima, per evitare di prendere le porte in faccia dopo.
Finalmente arrivarono alla fattoria. Era un casale vecchio, fatiscente, le tegole cadevano, i vetri rotti...  ma almeno avevano un tetto sopra la testa ed erano al sicuro.
Una volta arrivati, aprirono il rimorchio e riuscirono a trascinare Leonardo nel soggiorno e a stenderlo sul divano. Raph e Don lo coprirono con una coperta pesante, mentre Sarah si occupava di pulire il camino e Mik e Don di portare la legna in modo da accendere un bel fuoco, in modo che tutti potessero scaldarsi un poco.
- Perdonate il disordine...- fece Casey - Lo so, andrebbe ristrutturata, ma da quando è mancata la nonna qui non ci viene più nessuno.-
- Non preoccuparti Casey...- fece Sarah mettendo della carta sulla legna per far prendere meglio il fuoco - Questa casa va benissimo...-
'' E quando Leo si sarà ripreso, sarà la casa più bella del mondo''
...
...
...
Intanto, a New York, Shredder malgrado avesse visto con i  suoi occhi l'esplosione che aveva raso al suolo la palazzina dove i suoi nemici ed i loro alleati avevano cercato un rifugio, non riusciva a darsi pace.
Aveva ascoltato il rapporto della polizia che aveva imputato l'incendio ad una fuga di gas, catalogandolo come tragica fatalità, nessun colpevole... ma anche che '' fortunatamente, nessuno era in casa al momento dell'esplosione, quindi non vi erano state vittime''.
E ciò gli aveva fatto intuire che forse, vi era una via di fuga dallo stanzino in cui aveva cercato rifugio e che lui aveva trasformato in una trappola mortale.
A quel punto si era fatto avanti il dottor Stockman. O ciò che ne rimaneva. Shredder non era un uomo che si serviva di metafore per far capire ai suoi sottoposti cosa sarebbe accaduto loro nello sfortunato caso in cui non esaudissero i suoi ordini, anzi.
Quando diceva '' fare a pezzi qualcuno'', intendeva la cosa nel senso meno letterale del termine.
Con il fallimento del progetto acchiappa-topi il dottore se l'era cavata con un occhio.
Ma con il fallimento per catturare le tartarughe usando dei ninja che potevano rendersi invisibili, aveva perso un braccio ed entrambe le gambe. In tali condizioni, chiunque avrebbe desiderato la morte, sempre meglio che essere costretti su una carrozzella ed impossibilitati a muoversi, ma lui no.
C'era una sola cosa più forte dell'attaccamento alla vita. L'odio. E Stockman, ne aveva tanto dentro, e non solo per le tartarughe ma anche per colui che lo aveva ridotto in quello stato.
Odio e desiderio di vendetta.
Perciò, fingendo umiltà dimessa, lo scienziato aveva fatto un'offerta al malvagio Shredder: gli avrebbe fornito la prova inconfutabile della ripartita dei suoi nemici. I loro cadaveri potevano  anche essersi inceneriti, ma ci sarebbero state certamente tracce di DNA umano o mutante che provava la morte di qualcuno.
In cambio chiedeva di poter studiare l'armatura che tempo addietro Shredder aveva ripescato dal fiume, in modo da poter usare le sue scoperte a vantaggio dell'esercito di Shredder.
Il capo del clan del Piede non aveva esattamente una grande fiducia in quello scienziato che a dir lui doveva essergli grato solo per il fatto di tenerlo in vita malgrado i numerosi fallimenti, ma ad onor del vero c'era da dire che le idee di fondo erano generalmente buone e che fallivano quasi sempre per un eccesso di fiducia, e non trovava la fregatura in quella proposta.
Dunque acconsentì.
- Deludimi di nuovo... e la prossima punizione che t'infliggerò ti farà sembrare l'inferno una vacanza.-
...
...
...
Nel frattempo, a molte miglia di distanza, in campagna, le tartarughe cercavano di riprendersi dallo scontro da cui erano reduci ma il sollievo di essere al sicuro portava con sè l'ombra di Leonardo, ancora privo di sensi. Era passato un giorno intero tra la partenza dalla città e l'ora attuale, ma il leader non dava ancora segni di voler tornare nel mondo dei vivi.
Sapevano che era normale data la gravità delle ferite che aveva riportato e che anche il suo spirito aveva subito un grave danno, e dovevano armarsi di pazienza e speranza... ma la paura di perdere il loro fratello sovrastava su tutto.
- Secondo te...- fece Don non potendone più di stare lì a vedere il fratello andarsene poco a poco - può sentirci?-
- Può darsi.- fece Splinter.
Don si sedette accanto a Leo, iniziando a rievocare un episodio della loro infanzia, quando erano solo dei bambini, che poco sapevano  di quel mondo sopra le loro teste. Era riuscito a costruire da solo una macchinina radio-comandata ed era così felice della sua creazione che non vedeva l'ora di dirglielo. Mentre giocava e mostrava al fratello la sua prima creazione però ne aveva perso il controllo ed era finita nel condotto. C'era molta spazzatura e le fogne erano allagate per causa della pioggia... tuttavia fece un tentativo di recuperarla, finendo in acqua a sua volta e cadendo la sua camba si era incastrata sott'acqua impedendogli così di fare qualunque cosa per mettersi in salvo...
-.... se non ci fossi stato tu, probabilmente oggi non sarei qui a parlare. Mi hai salvato la vita quel giorno fratello... come fai sempre. E come farai ancora.-
- Bravo...- fece Raph sarcastico - a quanto pare pende dalle tue labbra, vero?-
Ma dovette ricredersi quando Leo gemette, tentando di dire qualcosa. Era il primo segno di vita che dava da quando erano fuggiti dal negozio di April.
Anche Michelangelo parlò a riguardo, ricordardo di come da piccoli fosse impossibile per chiunque, con qualunque arma, distogliere Leonardo dai propri obiettivi.
Bastava che desiderasse veramente qualcosa e riuscire a concluderla con un ottimo risultato ed era esattamente ciò che accadeva.
- Allora... perchè non metti a frutto questa tua celebre virtù per tornare qui con noi?- chiese Mik quasi supplicante.
- Perchè ha paura, ecco perchè!- fece Raph risentito.
- Chi diavolo ha chiesto il tuo parere?!?- fece Mik con una foga che nessuno credeva potesse avere.
- E' un testardo orgoglioso, si è preso una batosta solenne, e il signorino preferisce restare in coma piuttosto che ammetterlo! Perchè impedirglielo quindi?-
- Raph, adesso non esagerare...- fece Don.
- Parliamoci chiaro! Chi ha bisogno di te?!? Possiamo cavercela benissimo anche senza il temerario Leonardo!- fece Raph urlando per la rabbia cocente di non poter fare nulla se non stare lì ad aspettare.
Fosse stato un altro, nessuno dei presenti si sarebbe risparmiato di mollargli un ceffone così forte da rivoltargli la faccia. Quello era il modo di Raffaello nel reagire al dolore e alle disgrazie: dire ad alta voce per convincere gli altri e sè stesso che non era poi così grave perdere qualcosa. Un modo virtuale per allontanarsi da quel dolore lacerante ed evitare di soffrire. Almeno per poco.
E di solito funzionava, anche se riusciva solo ad illudere sè stesso e chi gli stava intorno fingeva di crederlo e intanto gli stava vicino... ma non stavolta. Non poteva fingere che il fatto che il fratello maggiore stesse stringendo l'anima con i denti non lo toccasse. Pechè non era vero. Litigavano, erano in continuo disaccordo su tutto... ma si sarebbe gettato nelle fiamme dell'inferno pur di proteggerlo.
Sulla pelle verde bottiglia del focoso guerriero iniziarono a scendere copiose le lacrime di rabbia, rimorso e di dolore. Aveva passato tutta la vita a fare di testa sua senza ascoltare Leo e i suoi ordini nè le disposizioni di Splinter, e quand'era che aveva ascoltato il padre che gli ordinava di restare in casa, sul divano? Mentre suo fratello era fuori a farsi ammazzare da un essere che definirlo umano era impossibile, ma paragonarlo alle bestie era un'offesa per il mondo animale.
Avrebbe dovuto fare di testa sua, come suo solito. Invece era rimasto seduto a lamentarsi come una vecchia caffettiera.
'' Perdonami, perdonami, ti prego''- era questo che non riusciva in alcun modo a perdonarsi, come non riusciva a perdonarsi di non avergli detto quante volte avrebbe voluto, quanto bene gli voleva ma che per orgoglio non gli aveva mai detto. Fin da quanto erano piccoli.
- Da piccolo... ero sicuro di essere io la tartaruga più coraggiosa... ero il più forte... il più audace. Ti ricordi quel giorno, quando ti ho portato nella zona proibita delle fognature? Giocavamo a Segui il Capo.-
E forse non era stata esattamente una grande idea recarsi proprio lì per i loro innocenti, giochi di fanciulli, dato che erano stati attaccati da un gigantesco coccodrillo albino - Io... ero convinto di potercela fare con la forza, ignoravo i tuoi consigli... per un attimo ho temuto davvero che mi avrebbe ucciso. Ma tu sei venuto in mio soccorso e lo hai messo al tappeto con una semplice mossa... non so nemmeno io perchè mi viene in mente questa storia, si vede che... insomma io volevo... volevo solo dirti che...-
'' Che mi manchi, che non ci voglio nemmeno pensare ad una vita intera senza di te, senza le nostre litigate e le nostre chiacchierare, senza di te che controbatti tutto quello che dico e la tua voce che mi chiama Hot Head... ti supplico rimani, giuro che sarò un angelo con te''- ma non ce la faceva. Le parole venivano soffocate dalle lacrime.
Leo riuscì a scuotere la testa.
Il padre lo rassicurò - Tuo fratello ha sentito ogni cosa. E ha capito.-
Raph si scostò dal padre ed uscì.
Sarah non perse un momento. Afferrò la felpa di Casey, abbandonata malamente su di una poltrona e gli andò dietro.
Il focoso era seduto sullo scalino del pergolato, con la testa nascosta fra le ginocchia.
- Copriti...- fece Sarah mettendo sulle spalle del fratello la giacca di Casey - Fa freddo stanotte.-
- Fa freddo anche per te.- fece Raph.
- Io ho il sangue caldo.- fece Sarah sedendosi sullo scalino accanto a lui. Stettero per un lungo, lunghissimo momento in silenzio, poco certi di cosa dire e se fosse davvero il caso di parlare.
Poi il rosso ruppe il silenzio.
- E' colpa mia.- fece Raph - è stata solo colpa mia.-
- No, Raph non dirlo nemmeno...- fece Sarah mettendogli una mano sulla spalla - Tu non hai colpe. L'unico responsabile è Shredder. Non sei stato tu a massacrarlo di botte, come non sei stato tu a dirgli di uscire ad allenarsi da solo, così come non sei stato tu a mandargli tutti quei ninja addosso...-
- Peggio. Molto peggio.- fece Raph asciugando una lacrima - Litigavamo anche prima che tu arrivassi nella nostra vita. Per tutto. Ed io ero geloso... lui... lo sai com'è... non sgarra mai. E la cosa mi urtava il sistema nervoso. Quando poi Splinter lo ha fatto capo... -
Lui era uno spirito libero. Metterlo sotto il comando di qualcuno, era peggio che chiuderlo in una gabbia. Già i rapporti con Leo non erano dei migliori, ma dopo la decisione di Splinter di affidargli il comando, le liti si erano fatte sempre più frequenti, così tante che ormai nessuno le contava più, anzi si preoccupavano se dopo un giorno non avevano ancora litigato...molte volte, durante i loro litigi sull'orlo della rabbia gli urlava '' Certe volte vorrei che tu non esistessi! La mia vita sarebbe molto più semplice''. Poi si calmava, si pentiva e facevano pace.
- Ho desiderato tante volte che sparisse... Dio mi ha ascoltato, e ora mi punisce!- fece il rosso tenendosi la testa tra le ginocchia - E' orribile Sarah... sono un assassino, ho ucciso Leo, l'ho ucciso io. Ma non ho mai voluto che gli succedesse una cosa simile, giuro, mai!-
- No Raph...- fece Sarah prendendogli una mano per confortarlo - Tu non c'entri. Non è stato Dio a fare del male a Leo. E di certo non è successo per delle ripicche tra fratelli. Tu gli vuoi bene. Lo so, lo vedo. E anche lui te ne vuole tanto. Non hai visto i segni che ha dato quando gli hai parlato?- fece ricordando di come Leo aveva scosso la testa quando Raph gli aveva raccontato la storia di quando lo aveva salvato da un coccodrillo gigante - Lui si sveglierà. Ha  troppo per cui vivere. Andrà tutto bene.-
Raph sorrise appena - Sei così forte...-fece abbracciandola - non so cosa faremmo senza di te...-
'' Forte... certo. Allora sono più brava di quel che credevo a dire balle.''- credeva in ogni parola che aveva detto... ma era il tono usato che la rendeva bugiarda. Cercando di tranquillizzare Raffaello, aveva usato un tono tranquillo, affettuoso... ma dentro sentiva tutt'altro. Aveva voglia di uccidere. Uccidere Shredder, malgrado sapesse che Leo non avrebbe mai voluto che qualcuno di loro rischiasse l'osso del collo per vendicare lui andando a sfidare la sorte con uno che non meritava nemmeno uno dei loro pensieri e che Splinter non l'aveva addestrata al combattimento per vederla diventare un'assassina.
'' Ma se Leo non ce la fa, Shredder...''- pensò Sarah -'' Io vorrò vendetta. Te lo giuro... non avrai più un solo giorno di pace, sino a che saremo entrambi su questa terra.''
...
...
...
Intanto era calata la notte. E per quanto tutti non desiderassero altro che stare vicini al fratello, ed esserci al momento del suo risveglio o a quello dell'addio definitivo, Splinter ordinò loro di riposare un po'.
April sarebbe rimasta a vegliare Leo. Sarah però non riusciva a dormire. Era troppo preoccupata.
Scese le scale e si avvicinò ad April, sul punto di addormentarsi.
- April... riposati un po'.- fece Sarah.
- Non deve rimanere solo.- fece la rossa.
- Rimarrò io con lui.- disse la mora con un tono che non ammetteva repliche. April si allontanò sbadigliando e Sarah prese posto sulla sedia vicino al divano.
- Leo?- fece la ragazzina bagnandogli la fronte con un panno umido - Mi senti?- domanda sciocca.
Non poteva sentirla. Era in coma... uno stato d'incoscienza che di solito precedeva il sonno eterno.
Solo che lei non ci voleva credere. Che Leonardo... il suo Leo fosse arrivato al capolinea.
- Ti prego... ti prego non morire. Non puoi lasciarci da soli... e non lo dico solo perchè sei il capo della nostra squadra e senza di te non funzioniamo bene come dovremmo...  ma perchè sei tu.
Leonardo che anche quando Raph gli dice di non volerlo più vedere, appena ha bisogno di aiuto, è il primo a correre...  che quando Mik è triste lo consola, che incoraggia sempre Don in tutti i suoi progetti, anche quelli che sembrano balzani... perchè sei parte della nostra vita.- aveva come la sensazione che se non glielo diceva adesso se ne sarebbe pentita in eterno - Leo, c'è una cosa che devo dirti... io non ti voglio bene. Non ti voglio bene come se fossi un amico, un fratello... io ti amo.
Sei la persona a cui tengo di più su questa terra, l'unica con cui riesco ad immaginarmi in un altro posto ed in un altro tempo... capisci, che me ne faccio della vita se tu non sei più con me?- non sapeva se il ninja fosse o non fosse in grado di sentirla, ma quel che era sicuro era che se avesse potuto risponderle le avrebbe detto ciò che già sapeva. Per loro, in quel mondo, non c'era futuro.
Come se non lo sapesse anche da sola. Lei era umana e lui invece no. Ma poco importava, perchè se fossero stati entrambi umani, adolescenti normali, sarebbero stati rispettivamente il figo della scuola con una schiera di ammiratrici e lei una delle tante. Anzi, una che valeva meno di tante altre, probabilmente nemmeno si sarebbero mai parlati, lui nemmeno si sarebbe accorto della sua esistenza.
Il suo era e sarebbe rimasto per sempre un amore senza speranza, in qualunque vita. Essere sua sorella, una sua subalterna.... si, poteva bastarle. Se lo sarebbe fatto bastare.
- E' un amore che fa male, ma ti giuro, mi va bene anche solo il tuo affetto fraterno... me ne rimarrò in un angolo ad ammirarti da lontano e continuare a considerarti il mio sogno più bello... ma resta con noi. Ti imploro. Oppure... portami via con te.-
Mise una mano in tasca e tirò fuori il suo fedele MP3. Mise le cuffie al leader e fece partire una canzone di Rascal Flatts, uno dei cantanti preferiti della tartaruga.
Stand. Perfetta per la situazione in cui si trovava.
Era indifeso, spaventato, ma avrebbe trovato la forza di tornare in gara.
A mostrare di che pasta era fatto.
- Io... non.. ho... paura...-
- Leo... hai parlato...- fece Sarah riscuotendosi dal torpore in cui stava per cadere. Si alzò di scatto e si mise chiamare gli altri - Venite presto!!! Correte!!!- fece per poi rivolgersi a Leo - Amore mio...sei stato bravissimo, fai un altro  piccolo sforzo... poi è tutto finito. Ti giuro che è tutto finito.-
- Sarah, che succede?!?- fece Donatello correndo giù per le scale seguito da tutti gli altri abitanti della casa.
- Perchè gridi?!?- fece Raph allarmato.
- Ti prego dimmi che non è quello che penso...- fece Mik.
Leo stette in quello stato d'incoscenza ancora per qualche minuto.
Poi finalmente, aprì gli occhi. Era come se il sole fosse esploso in quella stanza malgrado fosse inverno, quasi Natale ora che ci pensavano, ed erano le due del mattino... in quella stanza c'era il sole.
Don, Mik e Raph si misero a gridare per la felicitò, April e Casey si abbracciarono e Splinter piangeva dalla felicità.
Sarah abbracciò forte Leo, piangendo di gioia - Lo sapevo che ce l'avresti fatta, lo sapevo!-
- Ti avevamo dato per spacciato, lo sai?- fece Raph.
- Lo ero... ma mi avete richiamato in vita... tutti voi.- fece Leo.
- Tu stesso hai lottato per salvarti. Sei stato molto bravo.- si congratulò Splinter.
- Grazie maestro... grazie.- nel dir così la tartaruga in blu, appoggiò la testa sul cuscino abbandonandosi ad un lungo e meritato sonno ristoratore.
- Il pericolo è passato. Ora deve solo riposare.- fece Splinter.
- Rimango con lui... nel caso avesse bisogno di qualcosa.- fece Sarah.
Il padre annuì.
- Quando ti senti stanca, vieni a svegliarmi. Ti do subito il cambio.- fece Raph.
Sarah annuì, ma già sapeva che non avrebbe detto nè fatto niente per chiedere di essere sostituita. Per quanto si sentisse stanca, la testa che le doleva e gli occhi che bruciavano per la mancanza di sonno, c'era un unico posto in cui voleva stare e sentire di stare bene. Accanto alla tartaruga che dormiva con lo sguardo sereno di un bambino. Tutto il resto non contava più nulla.
'' Per fortuna sei salvo...''- pensò la ragazza dandogli un bacio sulle labbra. Questo era tutto ciò che potevano concedersi e che si sarebbero concessi.
...
...
...
Com'era logico, Stockman non trovò ciò che si aspettava di trovare tra le macerie del negozio di April. Non poteva, perchè nessuno era morto in quel luogo.
Non trovò che un lembo della maschera di Raffaello, ma ciò provava solo che qualcuno era stato lì. In assenza di corpo o di tracce di DNA era una prova che non diceva assolutamente nulla.
Ma Stockman stavolta non aveva la minima intenzione di farsi legare ad un tavolo da dissezione e subire chissà quali atroci torture.
In fondo... non era così difficile falsificare un rapporto.
Shredder infatti, forse perchè non aspettava altro che sentirsi dire che nessuno poteva sopravvivere a tanto e che le tartarughe e i pochi umani che sapevano chi era in realtà, erano ormai all'altro mondo, gli credette senza riserve e promise di fargli avere in laboratorio ciò che lo scenziato aveva richiesto come conto per il servizio reso, per l'indomani.
Ciò che però non poteva immaginare era che presto, molto presto, si sarebbe ritrovato tra due fuochi. Le tartarughe da una parte, e Stockman assetato di vendetta dall'altra.
Le cose iniziavano a mettersi decisamente male per lui.

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Capitolo 15
*** L'abominevole uomo verde prima parte ***


Il risveglio di Leonardo aveva portato una ventata di gioia e serenità nella casa di campagna di Casey. Sarah stava iniziato ad apprezzare quel posto: l'aria buona, il profumo degli alberi e della foresta, i tramonti... e cosa più importante, la pace di quel luogo.
Non c'erano palazzi grigi, non c'era Shredder, non c'erano Hun e i dragoni, non c'era Stockman... niente di niente. Solo pace e serenità, oltre al fatto che potevano camminare liberamente per i boschi senza che nessuno gridasse al mostro. Ovviamente, entro certi orari e stando bene attenti.
Da una parte non sarebbe dispiaciuto a nessuno restare lì per il resto della vita, ma prima o poi avrebbero dovuto radunare armi e bagagli e tornare in città, per fare ciò che era giusto. Nel frattempo, ancora convalescenti da ciò che avevano subito nella Grande Mela, cercavano come potevano di recupare la loro normalità.
Leo era quello che ci metteva più di tutti nel recupare i propri ritmi vitali. Dopo essersi svegliato dal coma, aveva dovuto passare lunghe ed interminabili giornate, bloccato a letto a causa delle ferite oppure in poltrona. Quando finalmente riuscì ad alzarsi dovette fare affidamento su una stampella per riuscire a camminare almeno per un po'.
Poi, deciso a buttare via quel bastone, cercò almeno di scendere la scala da solo, per poi cadere rovinosamente, rotolando giù.
Tutti gli furono subito intorno, per accertarsi che non si fosse fatto troppo male, ma il leader in blu lanciò loro un'occhiata piena di paura della compassione chiedendo - Beh? Che c'è da guardare? Mai visto uno che cade dalle scale?-
- Non fare così per favore... - supplicò Splinter - La tua famiglia è qui per te.-
- Ottimo. E ora che mi avete visto, vi prego... lasciatemi in pace.-
- Ci sono anche i tuoi amici...- aveva detto Sarah additando April e Casey - siamo tutti con te, potresti fare uno sforzo ed essere un po' più cordiale?- ma comprendeva bene che in certe situazioni era impossibile essere cortesi e gentili.
- Volevamo solo farti coraggio fratello.- aveva aggiunto Mik.
- Ben detto.- si era associato Casey - Sei uscito vincitore da una battaglia peggiore di questa, non puoi darti per vinto proprio adesso.-
Leo era esploso - E perchè non dovrei? Muso di Latta e i suoi amici si sono messi d'accordo per metteremi al palo... e niente da dire, ci sono riusciti perfettamente. Cosa credete, la so riconoscere una Caporetto quando ne vedo una!!!- e poi si era chiuso nella sua stanza, chiedendo esprassamente di essere lasciato in pace.
Era un periodo molto delicato per lui: si sentivava in grado di affrontare tutto un minuto prima, per poi passare alla depressione più totale subito dopo.
A parte queste crisi si poteva dire che alla fattoria di Casey si viveva tranquillamente... anche se non era certo cosa da poco mettere sotto lo stesso tetto una ragazza di buone maniere, ordinata e decorosa, ed un uomo che viveva da solo da così tanto tempo da non far minimamente caso al fatto che la casa fosse in ordine o meno.
- CASEY JONES, RAZZA DI SCIMMIONE IPER-VITAMINIZZATO HO APPENA PULITO IL PAVIMENTO, FUORI DI QUI!!!- aveva urlato la rossa quando il padrone di casa era entrato nel soggiorno in cui aveva appena passato lo spazzolone con le scarpe bagnate e sporhce di neve.
- Ehy, vedi di darti una calmata, cara Cenerentola. Fino a prova contraria questa è casa di mia nonna, e di conseguenza è anche casa mia, quindi sono io che comando!- aveva reagito Casey, per poi battere in ritirata di fronte allo sguardo omicida della giovane donna - Beh... ragazzi, io sono qua fuori se avete bisogno di me.-
- Certo...-fece April dirigendosi in cucina dove Sarah stava spostanto una torta di mele dalla teglia da forno al piatto - Se ho bisogno di un troglodita gli faccio un fischio.-
- Tutto bene, April?- chiese Sarah sforzandosi di non ridere - Sembrava fossimo attaccati da un'orda di barbari.-
- UN barbaro. E credimi, è peggio di Attila e di tutto il suo esercito di Unni.- fece la rossa per poi arricciare il naso - che profumino... che hai preparato di buono?-
- Torta di mele. E' il dolce preferito di Leo. E' da stamattina che si è chiuso nel fienile, ma non ho la minima intenzione di lasciarlo fare mentre cerca di morire di fame.-
- Io penso che sarebbe un vero sciocco se non facesse uno sforzo per una torta simile...- fece April mentre Sarah metteva anche una tazza di tè sul vassoio.
- Grazie.- fece la mora avviandosi verso la porta del fienile.
'' Soprattutto se proviene dalla persona che lo ama più della sua vita.''- pensò la rossa.
...
...
...
Leonardo passava le sue giornate nel fienile. Aveva il carapace fasciato ed il braccio destro, quello con cui combatteva meglio, ingessato e bloccato da un tutore. Donatello aveva spiegato più volte che il problema del fratello non stavano nelle ferite in sè. Ma nella testa.
Leo non riusciva in alcun modo a reagire da quando era tornato nel mondo dei vivi. Il suo cuore, la sua mente, erano perennamente rivolti alla mattina in cui era stato aggredito, durante la quale  aveva lottato contro tutti i ninja di Shredder, ma che alla fine lo avevano messo al palo e durante la quale i suoi fratelli avevano rischiato di morire per causa sua... e soprattutto gli mancavano le sue adorate katana, quelle che aveva forgiato da solo pochi anni fa, con le istruzioni che aveva trovato su un libro riguardo le armi giapponesi. Non ricordava nulla, solo che le guardie scelte di Shredder lo avevano messo in un angolo e poi nulla. Non avrebbe saputo dire dove aveva perso le sue armi.
Quelle spade erano una sorta di estensione di sè stesso. Senza si sentiva come se gli avessero strappato un braccio o una gamba. Motivo per cui rifiutava ogni premura o contatto con il mondo esterno.
Sentì la porta del fienile aprirsi.
- Avevo chiesto espressamente di essere lasciato in pace!- urlò quasi per poi calmarsi quando vide di chi si trattava.
- Ti ho portato qualcosa da mangiare...- fece Sarah.
- Grazie. Posa pure da qualche parte... adesso non ho fame.- fece Leo senza nemmeno guardarla.
- Lo so... ma non ti fa bene...-  tentò Sarah - A proposito... prima di svenire... nel negozio... volevi dirmi qualcosa d'importante, se non sbaglio... volevo sapere cosa...-
- Non me lo ricordo.- fece Leo lapidario - probabilmente stavo solo delirando...comunque non doveva essere tanto importante se non me la ricordo.-
'' Cero che te lo ricordi e che era importante, stupido caprone orgoglioso che non sei altro.''- fece una vocina dentro di lui -'' E iniziava con... Sarah ti amo, e finiva con... il mio cuore e la mia anima ti appartegono, e mi dispiace dovertelo dire mentre reggo l'anima con i denti''
- Capisco...-
- Per favore, lasciami da solo...- fece Leo.
- Ma...-
- Ve lo chiedo per piacere, ok?!?- esplose - E' tutta la vita che mi tiro su dopo essere caduto, ora se permettete ho voglia di starmene da solo a recriminare per un po'!!! Anzi, ti pregherei di non starmi  addosso, al momento sei l'ultima persona al mondo con cui voglio...-
- Va bene.- fece Sarah abbassando lo sguardo per non far vedere a Leonardo gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime ed il viso rosso, alzando una mano come per dire '' Basta''- me ne vado... ti lascio in pace... chiama, se hai bisogno di qualcosa.- e nel dir così quasi scappò.
Leo si rese conto quasi subito di quello che aveva fatto.
-.... con cui voglio  litigare.- concluse Leo parlando ad un fienile ormai vuoto. Non voleva litigare con lei, e nemmeno farle del male. Non a lei. La ragazza che amava. Era stato sul punto di dirglielo, prima di essere ingoiato da un oblio da cui aveva dubitato seriamente di salvarsi... era sicuro al cento per cento di aver sentito la sua voce supplicarlo di restare, di essere innamorata di lui, era certo persino di essere stato baciato da lei... ed ora le aveva urlato di non volerla intorno, anzi che era l'ultima persona in quel momento. Anche se non nel senso che aveva inteso lei.
Si era aperto uno spiraglio che forse li avrebbe potuti vedere insieme, felici, la speranza di poter vivere insieme dei momenti d'amore intenso e meraviglioso... e lui ci aveva appena buttato sopra una passata di cemento per stupido orgoglio ferito.
'' Non la meriti Leonardo. Lei merita qualcuno che la faccia sentire speciale.''
...
...
...
Sarah era uscita dal granaio con gli occhi bassi, mentre le lacrime le rigavano il volto. Da che ricordava non aveva mai litigato con i suoi fratelli, o comunque non litigi così seri... ma non era tanto il fatto di aver litigato con Leo a farle sanguinare il cuore, quanto lo era il fatto che aveva litigato ed era stata scacciata dalla persona che si era preso il suo cuore.
'' Perchè piangi, maledetta idiota?''- si maledì - '' Tanto lo sapevi che sarebbe andata così... che lui non ti amava in quel modo e che mai lo farà... inutile stare male quindi...''
Immersa com'era nei suoi pensieri si scontrò con il carapace di Raffaello.
- Ehy...- fece il rosso vedendo i segni del pianto sul viso della sorella - Che succede...?-
- Niente...- fece Sarah tirando su con il naso.
Raph però intuì cosa era accaduto: solo poco prima aveva cercato il fratello ed il padre e Don gli avevano detto che si era chiuso nel fienile, chiedendo di essere lasciato solo, e Sarah ne usciva in quel momento con gli occhi arrossati... non era Sherlock Holmes, ma due più due lo sapeva fare.
- Cerca di capire... è sotto shock per quello che è successo...-
- Sì, lo so... è solo che sento molto la sua mancanza.- fece la mora rientrando in casa attraverso la porta sul retro per evitare di farsi vedere con gli occhi rossi.
...
...
...
Fortuna voleva, si faceva per dire, che non c'era tempo per piangersi addosso il fatto che il grande amore non ricambiasse i suoi sentimenti.
Dire che avevano un problema era poco.
Non era una tragedia, ma una catastrofe apocalittica. Una scienziata che passava il suo tempo libero a caccia di orridi mostri, era capitata proprio dalle loro parti, dopo che un loro vicino ( pazzo e poco propenso a farsi i fatti propri) aveva girato un video che riprendeva Michelangelo mentre questi passeggiava per la foresta.
E si era subito precipitata, decisa non non a trovare '' L'abominevole uomo verde'', ma anche a catturarlo. La dottoressa Abigail Finn era di per sè una brillante ricercatrice, nonchè un' affermata biologa... ma era famosa e derisa da tutti i suoi colleghi per la sua ossessione di catturare i mostri.
- Chiunque si lasci ossessionare... rischia di diventare il peggior nemico di sè stesso.- aveva detto Splinter.
Sarah guardò in direzione del fienile, pensando a quanto quei pensieri distruttivi stessero facendo male a Leonardo. Anche lui era ossessionato da quello che era successo a New York e da quello che non era stato in grado di fare. Stava diventando l'ombra di sè stesso.
Il suo primo pensiero fu quello di andare da lui. In fondo, Mik e Don lavoravano bene assieme, e si trattava solo di far sparire il filmato... un giochetto da ninja-pulcini, potevano farcela anche senza di lei.
- Sarah, tu sei della partita, vero?- chiese Don.
Stava per rispondergli di no, quando si ricordò dello sguardo arrabbiato di Leonardo, quegli occhi pieni di rabbia e rancore, la sua voce che le intimava di andarsene in quanto era l'ultima persona che voleva in quel momento...
Si morse il labbro inferiore, per non scoppiare a piangere.
- Sì....-
...
...
...
Quando Leo sentì una voce che lo chiamava quasi quasi sperò che fosse Sarah.
Invece era Raffaello.
Non aveva voglia di parlare con lui, soprattutto di New York.
- Avevo detto che...- fece Leo.
- Che vuoi essere lasciato in pace.- fece Raph senza lasciarlo finire - Lo so. E' qui che sta il punto. E' ciò che vuoi, ma non ciò di cui hai bisogno.
Ne puoi uscire, ma prima devi metterti in testa che non puoi farcela da solo.-
- Capita spesso di recente.- fece Leo arrabbiandosi - Non sono nemmeno riuscito a tenere testa a qualche ninja. Ho deluso tutti. Ho perso le mie spade... ammettiamolo. Sono un fallimento totale. E ho anche...-
- Leo. Calmati.- fece Raph mettendogli una mano sulla spalla - Chiariamo una cosa, una volta per tutte: tu non hai deluso nessuno. Hai fatto tutto ciò che potevi, ma non è colpa tua se quelli che hai affrontato erano dei codardi. Prima cosa.
Seconda cosa. E questa te la devo ricordare, perchè sei stato ad insegnarmela tempo fa... ammettere di avere bisogno di aiuto e di non riuscire a sopportare da solo il peso del mondo, non è un segno di debolezza, ma di forza. Per tutta la vita ci hai  guardato le spalle. Ora lascia che sia qualcuno a guardarle a te.
Per quanto riguarda le spade... beh, i mezzi per recuperarle non ti mancano di certo.- fece Raph indicando prima la fucina e poi i vari pezzi di ferro a terra, nel fienile - Che ne dici? Ci mettiamo al lavoro? Sempre meglio che starsene chiusi qui a piangersi addosso tutto il giorno.-
Leo sorrise leggermente ed annuì.
- Ottimo. Ma prima è meglio se mangi qualcosa...- fece Raph indicando la torta ancora intatta vicino al forno della fucina - è da ieri sera che non tocchi nulla.-
Leo decise di obbedire a quel consiglio che somigliava tanto ad un ordine, più che altro per Sarah. Era stato scortese con lei, e molto più di quanto la ragazza non meritasse. Questo non sarebbe mai riuscito a perdonarselo.
- Sarah ce l'ha con me...?- chiese Leo.
- Dovrebbe?- chiese Raph.
- Abbiamo litigato. Ero furioso con il mondo e con me stesso... e le ho detto di girarmi al largo, e che era l'ultima persona che volevo attorno.- fece Leo mangiando distrattamente un pezzo di torta.
Raph lo squadrò - Non è stato proprio un bel gesto.-
- Si, ma non volevo dire questo... non la voglio attorno adesso perchè è l'ultima persona al mondo con cui vorrei essere scortese e con la quale vorrei litigare.-
- Beh... è la ragazza di cui sei innamorato, mi pare ovvio.-
Leo quasi si strozzò con il boccone - Ma che dici....??!?-
Raph rise sommessamente - No, guarda che ti capisco... insomma. E' una bella ragazza, è intelligente, è una bravissima ninja... e ha pure un bel fegato. Che vuoi di più?- e un altro punto a suo favore era che la giovane era perfettamente in grado di stargli accanto - però dovresti dirglielo.-
- Che cosa? Che senza di lei non ci posso stare, che solo quando la vedo sembra che la mia esistenza serva a qualcosa? Ne sono certo, mi vuole bene indubbiamente, ma voler bene e amare sono due cose diverse... e non voglio rischiare di rovinare un così bel rapporto con una manciata di parole.-
- Lei tiene molto a te. Fidati. E merita di saperlo.-
Leo non rispose, immerso nei suoi pensieri. Forse Raffaello aveva ragione, ed avrebbe dovuto dirlo a Sarah. In fin dei conti era questo che voleva dirle prima di essere inghiottito dal buio. Che teneva a lei più di chiunque altro e che avrebbe preferito non esistere, piuttosto che vivere mille vite senza averla con sè e che avrebbe voluto averla amata di più... e forse glielo avrebbe detto.
Ammesso che lei volesse ancora ascoltarlo, ovvio.

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Capitolo 16
*** L'abominevole uomo verde seconda parte ***


- Sarah saresti così gentile da ripetermi cosa ha detto la dottoressa?- fece Donatello dalla sua posizione una volta che l'assistente della donna si ritirò nella cabina comandi e la donna, armata di fucile a pompa e con alcune telecamere volanti, sparì nella boscaglia - Sai com'è, tuo fratello non ha fatto altro che sgranocchiarmi pistacchi nelle orecchie e non ho sentito nemmeno metà.-
La ragazza, appostata dietro un albero rispose tramite il trasmettitore che aveva nell'orecchio destro - La pazza ha intenzione di arrivare in alto. Molto in alto.
S'è messa in testa di mettere le mani sul misterioso mostro verde per dare una lezione alla comunità scientifica che quando la vede le ride in faccia e vuole trasformare il suo canale via cavo in un grande network televisivo.-
- Ambiziosa la signora...- fece Don.
- Per me ha solo bisogno di un hobby o di una compagnia maschile.- fece Mik - Ideona: presentiamole Hun.-
- Sì, così ha un motivo più che valido per sminuzzarci del tutto, la prossima volta che lo incontriamo.- fece Sarah cercando di non ridere. C'era da dire che la dottoressa Finn aveva molto in comune con il leccapiedi di Shredder. Tipo una spaventosa forza sovrumana... un pessimo carattere... e la pessima abitudine di minacciare di trasformare in purea di ossa e carne tutti quelli che catalogava come nemici, ma mettere due galli nello stesso pollaio non era mai un'idea intelligente.
Specie se uno dei due era una gallina molto prepotente.
Non c'era partita.
- Comunque, se la cosa vi interessa, la pazzoide è andata a cercare il mostro nella foresta e il suo amico se ne starà inchiodato al computer tutto il tempo... spero per lui che non abbia bisogno di usare il bagno.-
- Bene.- fece Don - Tu resta di guardia. Noi prendiamo il nastro e arriviamo.-
- Roger comandante.- fece Sarah sospirando tristemente.
'' Come vorrei che fossi tu a dirigere l'operazione...''- pensò Sarah. Ricordava ancora i tempi in cui Leonardo guidava il gruppo verso una sicura vittoria. Non c'era battaglia da cui non uscivano vincitori con lui a guidarli. Quella era la prima volta che il loro gruppo agiva separato e senza il loro leader a guidarli... Don, dato che Raph risultava irreperibile, aveva assunto il comando e date le sua abilità intellettive nessuno aveva messo in dubbio che l'incarico fosse adatto a lui, ma l'assenza del vero capo si faceva sentire.
Soprattutto per Sarah che ancora non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine del Leonardo abbattuto, in collera con sè stesso, pronto ad uscire di scena per sempre... era come se la persona di cui si era innamorata e quella che gli stava davanti fossero due persone diverse.
Avrebbe amato in maniera incondizionata anche questo Leonardo... ma quello vecchio, le mancava troppo.
'' Torna da me... se non vuoi tornare da me, fallo per noi... abbiamo bisogno di te... ti prego.''
Ma cosa cambiarebbe per te?- fece una voce nella sua testa - Che torni indietro o meno, per te cosa cambia? Non ti ama. Per lui sarai sempre una sorella o una sottoposta. Non ti vedrà mai come una compagna di vita... e come biasimarlo? Che razza di futuro potreste mai avere? Lui è uno con i piedi per terra, vedi di ritornarci anche tu.
- Va bene...- fece Sarah trattenendo un singulto.
'' Scusa, Sarah hai detto qualcosa?''- chiese Don che l'aveva sentita.
- No..- fece la kunoichi ringraziando iddio che il fratello non potesse vedere nè la lacrima solitaria sul suo viso nè le guancie arrossate - trovato qualcosa...?-
'' Per ora no...''- fece la voce Mik -'' Sarah, se tu fossi una videocassetta dove ti andresti a nascondere?''
- In un registratore.- fece secca la ragazza.
'' Michelangelo esci da lì!''- fece la voce del genio -'' Per quanto ne sappiamo questa potrebbe essere...''- i rumori di un allarme e di una porta che si chiudeva precedettero le parole -'' una trappola...''
Sarah si allarmò subito e con un balzo raggiunse il furgone.
- Don! Mik!- urlò Sarah battendo i pugni sui portelloni del furgone - Che sta succedendo?!?-
- C'è un gas molto freddo che sta riempiendo questo posto...- fece Don iniziando a sfregare le mani sulle braccia per cercare di conservare il calore. La temperatura si stava abbassando troppo rapidamente.
- Credo che sia azoto liquido. Un congelante ad effetto immediato.- concluse il genio. E non era una buona cosa considerato che erano già di per sè delle creature a sangue freddo - Sarah, sta indietro e preparati a correre.- la avvertì Don manomettendo le bombole in modo da congelare i portelloni.
Poi, con un calcio, le due tartarughe sfondarono i portelloni.
- Tutto bene ragazzi?!?- fece Sarah impensierita dal ghiaccio che avevano addosso.
- Possamo parlarne davanti ad un camino acceso ed un bel tè caldo?- propose Mik battendo i denti.
...
...
...
- Non posso credere che siate stati così tonti da cadere nella trappola.- fece Casey una volta che le due tartarughe ebbero trovato mondo di scaldarsi un po' con acqua calda, un camino acceso e qualche coperta, dopo aver raccontato la loro disavventura ad April, Casey e Splinter.
- Io si, invece- fece Splinter.
- La cosa positiva è che il mostro non esiste.- fece Don.
- Magra consolazione.- fece Sarah porgendo al fratello una tazza di tè fumante - Non se ne andrà sino a che non sarà riuscita a metterci sopra le zampe.-
- Perfetto.- fece Mik alzandosi in piedi - Ci tiene così tanto ad avere l'uomo verde? Bene, allora glielo daremo.
Stanotte se la vedrà con dei mostri verdi ninja.-
I presenti lo guardarono con espressione stranita, poco certi di aver capito bene cosa l'arancione intendesse.
- Si, adesso vi spiego il piano ok?-
...
...
...
...
- Posso dirlo?- fece Don ricoperto di fogliame.
- No.- lo redarguì Mik.
- Beh, lo dico lo stesso. E' il peggior piano ideato nella storia dei piani.- continuò Don.
- E poi queste foglie mi danno prurito dappertutto!!!- si aggregò Casey.
- Beh, io faccio il cadavere steso sulla neve!!!- sbottò Sarah finendo di strapparsi i jeans e scompigliarsi i capelli per simulare un' aggressione da parte del mostro - Volete fare a cambio per caso?-
- Andiamo, il piano è perfetto.- fece Mik - seguite le mie orme.-
- Perchè ho la sensazione che ci cacceremo in un mare di guai?- borbottò Don.
...
...
..
Il piano era relativamente semplice. La cacciatrice non se ne sarebbe andata di sua volontà almeno sino a quando non avesse visto con i suoi occhi che c'era un mostro in quella foresta del New Hampshire. E loro le avrebbero dato ciò che desiderava... ma le avrebbero anche fatto comprendere, una volta per tutte, che era meglio non sfidare delle creature che uccidevano tutto quello che disturbava la pace del loro riposo.
Sarah si era messa a terra con i vestiti strappati ed i capelli in disordine. Il sangue sulla faccia era trucco scenico che le aveva fatto April. Si sarebbe fatta trovare in emzzo alla boscaglia, per far credere alla dottoressa che era meglio fare marcia indietro con una creatura del genere in giro... anche se aveva seri dubbi sul fatto che bastasse questo per farla scappare a gambe levate, anzi.
Ma nessuno di loro era preparato al fatto che esistesse veramente una creatura paragonabile ad un uomo delle nevi verde, che però non era affatto un mostro violento ed assetato di sangue.
Anzi, era un vero cucciolone che aveva conquistato subito i loro cuori.
Mik gli stava dando dei pistacchi da mangiare, quando la creatura inizò a ruggire, arrabbiata. Le video-camere volanti e provviste di laser paralizzanti l'avevano preso di mira e spinto ad entrare nel furgone della dottoressa Finn, dove cadde privo di sensi, prima di essere rinchiuso.
- Oh no!!!- urlò quasi Sarah - Povera bestia... dobbiamo fare qualcosa per aiutarlo.-
- Sì...- fece Donatello - Ne approfitteremo anche per prendere il video di Michelangelo che passeggia nel bosco.
Mik, tu avrai il compito di tenere occupata la dottoressa Finn. Sarah, tu trova il modo di rendere inoffensiva la dotteressa. In maniera definitva.-
Sarah sorrise. Non era un compito difficile. C'era un solo modo per convincerla a lasciar perdere in maniera definitiva la sua ossessione per i mostri e il sogno di diventare anche una star della televisione.
Fare in modo che tutti la credessero una folle. Era crudele ed ingiusto far passare qualcuno che era nel giusto come un bugiardo, pazzo e megalomane... ma purtroppo vivevano in un mondo che non era ancora pronto a sapere che esistevano delle creature troppo diverse da loro ma che avevano uguale dignità e sentimenti.
Non c'era niente di diverso che potesse fare, almeno per il momento.
- Casey...- fece Sarah - ho bisogno del tuo aiuto.-
...
...
...
La conferenza stampa che la dottoressa Finn aveva inquadrato come il suo grande trionfo che le avrebbe portato finalmente fama e gloria, si trasformò invece nella più grande umiliazione della sua vita.
Sarah aveva chiesto a Casey di prendere il posto della creatura e di raccontare ai giornalisti di come la dottoressa lo avesse inseguito e braccato per tutta la notte. In tal modo, nessuno le avrebbe dato più credito.
Donatello dal canto suo, era riuscito a recuperare il nastro e farlo sparire oltre che a far uscire la creatura dalla sua prigione.
E la creatura era tornata a nascondersi nel folto del bosco, assieme ai suoi cuccioli.
Finalmente era tutto finito: le prove della loro esistenza distrutte, una pericolosa megalomane messa fuori gioco, una famiglia riunita... al preludio, non avrebbero mai potuto immaginare un finale così felice per quella storia.
- Finalmente!!!- fece Raph accogliendo i fratelli poco dopo il loro rientro in fattoria - ragazzi, voglio che incontriate qualcuno - e nel dir così il rosso li invitò a seguirli verso il fienile.
- Signori e signore...- fece aprendo le porte - E' con enorme orgoglio che vi presento... Leonardo. Completamente rimesso a nuovo.-
- Ehm... salve a tutti.- fece il leader estraendo dalle guaine due katana nuove di zecca. Lui e il fratello avevano lavorato fianco a fianco tutta la notte per forgiarne un nuovo paio ed era riuscito finalmente a superare lo shock che aveva subito.
'' Come potrò mai ringraziarti per quello che hai fatto?''- gli aveva chiesto Leonardo, a lavoro ultimato.
Raffaello gli aveva sorriso -'' Facciamo così, Leo. Se tu le dici quanto le vuoi bene, io considero saldato il debito...''- poi aveva aggiunto con un sorriso minaccioso -'' Ma se le spezzi il cuore... io ti spezzo le gambe.''
...
...
...
La guarigione, definitiva, di Leonardo portò finalmente gioia e serenità definitiva. Era tornato, e non solo dall'oblio in cui era caduto. Era tornaro il Leonardo che tutti loro conoscevano. Forte, pieno di vita, poteva passargli un tir addosso e lui si sarebbe comunque rialzato, e la prima cosa che aveva detto era di tornare a New York per regolare finalmente i conti con Shredder.
Cosa che tutti loro non vedevano l'ora di fare.
Doveva pagare per quello che aveva fatto loro: a Leo, a Splinter, a April... a tutti loro che avevano sofferto per colpa di quel mostro.
Sarah dal canto suo, non vedeva l'ora di tornare e prenderlo a calci nel didietro. Ok, Leonardo non era innamorato di lei, e sicuramente non sarebbe mai riuscito ad amarla tanto quanto lo amava lei.... ma questo non cambiava le carte in tavola.
Un cuore non smetteva di amare solo perchè si accorgeva che il suo amore non era ricambiato.
- Tu hai fatto del male all'uomo della mia vita... l'hai quasi ucciso... l'hai ridotto nell'ombra di sè stesso...- disse Sarah ad un avversario invisibile - Pagherai. Te lo giuro.- e nel dir così lanciò uno dei suoi shuriken contro un albero.
Poco dopo, rientrò nella sua stanza.
E ad aspettarla c'era una sorpresa.
Un biglietto con accanto un braccialetto con delle perline di legno. Il filo che le teneva assieme era un nastro azzurro.
Accese la abat-jour sul comodino ed iniziò a leggere.
'' Cara Sarah,
se fossi bravo con le parole come lo sono con le armi, forse sarei un poeta. Se lo fossi però, saprei essere più chiaro con le persone a cui tengo. Per esempio, avrei dovuto dirti che sei l'ultima persona al mondo con cui vorrei essere maleducato o scortese. Sei la persona migliore di questo mondo e ringrazio il cielo di starti accanto, anche solo come fratello. Mi basterà.
Leo''
Lesse e rilesse quel biglietto tutta la notte, fino all'alba, per sincerarsi che non fosse solo un bel sogno.
E non lo era.
Era solo la sua speranza più grande che si stava realizzando.

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Capitolo 17
*** Attacco a sorpresa prima parte ***


Tre lunghi e per certi versi interminabili mesi erano trascorsi nella pace e del silenzio della fattoria di Casey.
Ormai era giunto il momento di tornare a New York, e saldare il conto.
Così, in una fredda mattina, mentre la metropoli era ancora addormentata, un gruppetto di otto figure scendevano furtivamente nei tombini per fare ritorno alla loro base.
Nascosta grazie ai congegni tecno-camuffanti installati da Donatello.
- Bentornati a casa, signori miei.- fece Donatello dopo che le porte della loro abitazione si erano spalancate.
- Meno male...- fece Leo - è come l'abbiamo lasciata.-
- Non ci mancava altro!- si associò Raph. Dopo essere stati allontanati con la forza dalla loro casa, l'ultima cosa che sarebbe stato disposto a lasciar scivolare via era che qualche ninja poco educato entrasse e la trattasse come sua.
- La nostra casa....- fece Sarah con aria sognante rimettendo piede in quella che aveva appreso essere l'ex postazione di una civiltà '' pacifica'' e che da poco era diventata la loro dimora.
Forse in quei tre mesi, era diventata più polverosa e ci sarebbe voluto un po' di olio di gomito per farla splendere di nuovo... e ora che ci pensava avrebbe pure dovuto fare un po' di spesa, come le suggeriva l'odore acuto  che proveniva dal frigorifero... ma al momento la priorità era un' altra.
Tutti loro avevano sofferto a causa del mostro che a detta di tutti era un filantropo d'altri tempi e di cui tutti avrebbero voluto diventare amici, e che nel tempo libero si dilettava a gestire un impero criminale ed uccidere tutti coloro che considerava ostacoli o che erano abbastanza coraggiosi da dirgli di No, anche se gli veniva offerto il mondo.
Molte volte si diceva '' Porgi l'altra guancia, vai avanti''- ma c'erano volte in cui il torto, l'ingiustizia subita, era troppo grande anche solo per pensare di poter andare avanti e perdonare.
Era arrivato il momento di combattere. Ed avevano a loro disposizione l'effetto sorpresa.
- Shredder ci crede morti nell'esplosione che ha distrutto l'appartamento della signorina O'Neil. Questo lo rende vulnerabile ad un attacco a sopresa.- spiegò Splinter.
- In tal caso, la prima mossa da fare è scoprire il più possibile sul suo quartier generale.- fece Leo - Don, a questo pensi tu?-
- Ci proverò.- fece il genio - Non so se riuscirò ad entrare nel suo sistema. E' stato progettato dal dottor Baxter Stockman in persona.-
- E' un peccato che tu non conosca nessuno che abbia lavorato con lui, sai?- disse April con un sorriso furbetto sulle labbra.
Don le cedette il posto.
- Ricordate, figlioli.- li avvertì Splinter - La battaglia che vi accingete a combattere sarà molto pericolosa. Dovete arrivarci preparati. Perciò vi consiglio di avvalervi anche della spada di Tengu.-
- In tal caso...- fece Raph - Leo, penso che sia tu ad avere l'onore di portare la spada... dopotutto, le spade sono il tuo cavallo di battaglia.-
Leo annuì, tentennando.
Affrontare Shredder significava affrontare i suoi fantasmi, ma non era questo a preoccuparlo. Già una volta lo aveva affrontato, assieme a tutto il suo esercito... e per poco non si era fatto ammazzare.
E se avesse fallito di nuovo? Con tutti a testimoniare quel fallimento?
Il solo pensiero gli faceva voglia di... no, non ci doveva nemmeno pensare.
- Leo...- l'interpellato si voltò. Sarah indossava un maglione bianco, un giubbetto rosso, pantaloni di jeans chiari e stivaletti neri. Il suo assetto da guerra personale.
Quando dovevano andare a combattere si vestiva sempre così. Giusto per far capire che non importava cosa avrebbero detto o fatto: lei sarebbe andata con loro. Inutile quindi anche solo tentare di avviare una discussione su quanto potesse essere pericoloso.
- Va tutto bene?- chiese la ragazza.
- Sì... io... stavo solo pensando a quando ho affrontato le guardie scelte di Shredder. E... ho paura.- ammise Leo. Sapeva che lei non lo avrebbe mai tradito - Io... non voglio deludervi. Non di nuovo.-
Sarah sorrise, stringendogli un braccio - Tu non sei mai stato bravo a deludere le persone. E' la cosa che ti riesce peggio di tutte.-
- Perchè sei così gentile con me?- fece Leo - Non ti ricordi cosa ho detto nel fienile?-
Lui si. Che non la voleva attorno e che era l'ultima persona del mondo... ma con la quale voleva essere sgarbato o con la quale litigare. Solo che non aveva usato un linguaggio appropriato per dirglielo. Su consiglio di Raffaello, che ormai era diventato il suo confidente su quell'amore praticamente impossibile, le aveva scritto un biglietto e fatto un regalo per chiederle perdono... ma ancora non era riuscito a dirle cosa sentiva davvero per lei. La paura di non essere contraccambiato era tanta, troppa.
- Leo, tu non hai fatto niente di male.- fece la ragazza - Ti sei sentito soffocare dai tuoi demoni e hai avuto una reazione normale. Quindi, ora non parliamone più, ok? Concentriamoci sulla missione.-
- Già, a proposito...-
- No.-
- Non sai nemmeno cosa voglio chiederti.-
- Pensi di chiedermi di restare qui al sicuro, che sai che sono in grado di difendermi ma che staresti più tranquillo a sapermi qui.- fece Sarah.  Peccato, che per un paradosso, lei non sarebbe stata tranquilla affatto.
E poi non poteva. Ormai era una vita che andava con loro, ovunque, in qualunque situazione. Non sarebbe rimasta ad aspettare chissà cosa.
- E allora non te lo chiedo...- fece Leo - però... promettimi che al momento di affrontare Shredder, lo lascerai a me. Ho un conto da regolare con lui.-
Sarah annuì. Sì, questo poteva farlo... ma se si fosse accorta che l'amato fosse in pericolo, non ci avrebbe pensato due volte ad infrangere quella promessa.
- E' bello vederti di nuovo al posto di comando.- fece Sarah, perdendosi per un attimo in quegli occhi color nocciola.
L'urlo euforico di Don li riportò alla realtà.
- Ragazzi, ci siamo!!!- fece il genio.
- Ci sono voluti ben tre diversi programmi di attacco per decifrare l'algoritmo criptico.- fece April orgogliosa di sè stessa.
- Dopo di che, è bastato creare un falso codice e lanciare un Cavallo di Troia con accesso remoto.- aggiunse Donatello.
Mik guardò nella direzione di Sarah - Tradotto...?-
 - Possiamo comandare il loro sistema di sicurezza e comunicazione interna da qui.- fece Sarah.
- Quindi possiamo entrare nell'edificio senza preoccuparci dell'allarme?- chiese Raph.
- Quella sarà la parte meno difficile dell'operazione.- spiegò April mostrando loro una pianta dell'edificio del Quartier Generale del Clan del Piede - Arrivare da Shredder... difficile, ma fattibile.-
- Vi dirò, io sono preoccupato da tutto quello che sta nel mezzo.- fece Don.
- Poco importa. Visto che lui ha messo le sue zampe sulla casa di April e ci ha obbligato a stare lontani dalla nostra... noi metteremo le mani sulla sua.- fece Sarah con piglio deciso.
- Ben detto!!!- la appoggiò Raffaello.
- Io da qui posso coordinare il sistema informatico. Ci terremo in contatto radio.- fece April.
- Ottimo. Casey, vorrei che tu restassi qui a proteggere April, non si sa mai...- sia la rossa che l'umano gli lanciarono un'occhiataccia. La prima non era mai molto felice di passare per quella che aveva bisogno di protezione da parte di uno scimmione e Casey non era esattamente '' entusiasta'' di perdersi la madre di tutte le scazzottate per proteggere una rossa  che spesso era sempre acida e scorbutica.
- Noi cinque invece formeremo la squadra d'azione.- fece Leo.
- Noi sei.- fece Splinter.
..
..
..
La prima parte del piano riuscì perfettamente. Mentre Don pilotava con il radio-comando il tartarfurgone facendolo entrare dalla porta principale invitando così i ninja incaricati della sorveglianza ad occuparsi del corazzato, lui, Splinter e i suoi fratelli  entravano nell'edificio passando per i canali di scolo.
- E il primo ostacolo l'abbiamo superato.- fece Don.
- Già. Ma questo non era certo il più difficile.- obiettò Splinter.
- A proposito... secondo voi quanto ci metteranno a capire che era un'esca e che siamo qui?- chiese Raffaello.
- Sicuramente meno tempo di quanto ci metteremo noi a raggiungere la sala comandi...- fece Sarah parlando con il suo comunicatore - April? Siamo dentro.-
'' Ricevuto cara... caricamento programma virus... fatto.''
- E tra poco avranno serie difficoltà a comunicare tra loro con la rete di comunicazione interna.-  fece la ragazza.
- Che avete combinato di preciso?- chiese Leo.
-  Niente di che...- fece Don - solo un virus dispettoso che farà saltare la rete di comunicazione interna... ce li voglio vedere adesso che si comunicano a vicenda la nostra attuale posizione.-
Il piano procedeva bene. La comunicazione interna era saltata, e non era un bene solo per le tartarughe. Hun era riuscito a comunicare a Shredder che il corazzato era un'esca, e soprattutto a chi apparteneva prima di essere ridotto in un ammasso di rottami.
E il malvagio miliardario non ci aveva messo molto a capire che Stockman gli aveva detto un mare di bugie con il rapporto con cui aveva dichiarato morti i suoi nemici ed era pronto a ridurlo in una poltiglia informe con un colpo solo, ma purtroppo la rete di comunicazione era saltata proprio in quel momento.
Non che Stockman fosse ansioso di vedere Shredder, anche se il guasto non ci fosse stato.
Almeno per ora. Stava organizzando una sopresa molto, molto, molto speciale per il suo '' adorato e compassionevole datore di lavoro'', ma aveva bisogno di tempo.
...
...
...
Eliminare il primo drappello di ninja non fu un'impresa particolarmente difficile, ma se la mattina che i soldati avevano quasi ucciso Leo arrivavano a frotte in pieno centro città, era da prevedere che presto ne sarebbero arrivati il doppio. Reazione più che legittima visto che quella era '' violazione di domicilio''.
Le tartarughe ed il loro maestro erano arrivati in un enorme hangar pieno di armi e veicoli da combattimento di ogni sorta.
- Cavoli...- fece Donatello con gli occhi che brillavano come quelli di un bambino davanti alla vetrina di una pasticceria o di un negozio di giocattoli - Mi sa che sono morto e andato nel paradiso degli ingegneri...-
- O all'inferno...- fece Raph - Non vorrei essere nei panni di chi si trova sulla strada di questi aggeggi.-
- Venite figlioli. Non c'è tempo da perdere.- fece Splinter incoraggiando i suoi allievi nel seguirlo per continuare la loro missione.
Non avevano fatto che pochi passi che Sarah si sentì aggredire da una sensazione molto sgradevole. Le sembrava che qualcuno fosse proprio dietro di lei.
Con la mano sul suo tessen, si voltò lentamente per accertarsene, ma alle sue spalle non c'era nessuno.
- Sarah...?- fece Raffaello notando la sua immobilità - Non vieni?-
- Sì... mi era sembrato che qualcuno ci stesse seguendo.- fece la ragazza cercando di scacciare quella sensazione che l'aveva assalita, ma che pareva non volerne sapere di lasciarla.
- Secondo me sei troppo nervosa.- fece Mik - Qui ci siamo solo noi tartarughe, tu e Splinter.-
- Eppure ho la sensazione che qualcuno ci stia seguendo passo passo...- rincarò la ragazza. Ok, a volte era paranoica e quando si fissava su qualcosa, tipo che l'esercizio che stava provando non era buono o mentre guardava un giallo in tv si fossilizzava su un personaggio come assassino, diventava peggio di un' ipocondriaca... ma non era pazza.
Era cresciuta nei sottosuoli di New York, luogo in cui era molto improbabile qualcuno andasse a fare una passeggiata, e aveva imparato a percepire le presenze attorno a lei.
- Infatti.- confermò Splinter - C'è qualcuno.... che però non riusciamo a vedere...-
- I ninja invisibili!!!- realizzò Don.
Bastò dirlo per sentirsi bersagliare di calci e pugni, senza sapere da che parte arrivavano per sapere almeno come evitare i colpi.
Misero Don in condizione di non usare l'attrezzatura specifica per rompere il loro sistema di mascheramento.
Anche il diversivo messo in atto da Raph ebbe breve durata e per molto per le tartarughe l'esito della battaglia fu un -'' Prendi e porta a casa''.
Era come prendere a pugni l'aria e credere davvero di vincere.
Ma fu qualcosa di molto spaventoso a mettere Sarah sull'attenti.
- Leo, spostati!!!- urlò Sarah correndo verso il leader prima che il carro armato provvisto di cannone laser guidato da un soldato invisibile lo travolgesse e lo seppellisse facendogli corllare addosso un'impalcatura.
Lo raggiunse e gli si buttò addosso con un balzo trasinandolo via appena in tempo.
- Ah!- gemette la ragazza quando toccarono terra - Scusa...- fece rialzandosi in fretta dal torace della tartaruga arrossendo in viso.
- Figurati... il piacere è mio...- fece Leo pregando con tutto il cuore di non essere rosso in viso.
Intanto, le cose si mettevano sempre peggio.
- Ma insomma, non puoi fare qualcosa per metterli fuori gioco, Don?!?- strillò Raph esasperato.
- Se non li vedo come faccio?!?- gli fece notare il fratello.
- Ci penso io!!!- fece Leo afferrando due estintori - Raph! Aprili al volo!- fece il blu lanciandoli in aria.
Il rosso conficcò un sai per ogni estintore. Il suo contenuto si disperse nell'aria, ricoprendo i ninja rendendoli di nuovo visibili.
Dopo di che, fu semplice liberarsi di loro.
- E questi sono sistemati.- fece Sarah.
- E ora da che parte si va?- chiese Raffaello.
- Di là.- rispose Leo indicando l'enorme buco nel soffitto causato dalla scarsa dimestichezza di Raffaello con lo stesso carro armato che per poco non lo ammazzava.
Aiutandosi con i loro rampini, riuscirono a salire.
Al piano in cui si trovavano adesso, vi erano molte celle di contenimento di vetro, piene di liquido verdagnolo e al loro interno sembrava esserci qualcuno... o qualcosa.
- Ragazzi... mi sa che Quarry e i nostri amici nel sottosuolo non sono gli unici ad essere stati...- Don non finì mai la frase, perchè l'allarme iniziò a suonare impazzito.
- Stavolta io non c'entro niente, giuro!- fece Mik.
I serbatoi si arprirono, rovesciando sul pavimento il liquido della biosospensione e liberando tre orridi mostri dalle fattezze di Shredder.
Uno aveva delle chele giganti, uno quattro braccia e l'ultimo sembrava un mini-shredder... ma non sembrava particolarmente dolce e coccoloso.
- Che cosa sono questi mostri?!?- fece Leo.
- Vuoi saperlo? Per me sono cloni ibridi costruiti geneticamente.- fece Don - Mutazione genetiche ricavate a partire dal DNA di Shredder.-
- Ehm... Sarah?- fece Mik- Tu che sei brava con la diplomazia... non è che ci puoi parlare tu?-
Pessima idea, dato che i cloni si avvicinavano minacciosamente, pronti ad uccidere.

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Capitolo 18
*** Attacco a sopresa seconda parte ***


~Superato l'orrore iniziare, iniziarono a dare battaglia ai cloni di Shredder. Cosa non facile visto che erano estremamente forti e difficili da ferire.
Motivo per cui, Don chiese ad April di indicargli una via di fuga.
Uno dei cloni ne approfittò subito per aggredirlo.
- Don!!!- strepitò Sarah nel vedere il fratello  che stava ricevendo un '' vigoroso abbraccio'' da parte del clone con quattro braccia.
Doveva pensare a qualcosa per levarglielo dalle mani... possibilmente senza farsi abbassare ulteriormente dato che era già alta poco più di un metro e sessanta.
'' Beh, proviamo!!!''- pensò lanciando una stella ninja all'elmetto del mostro.
Subito dopo si sfilò la giacca... di solito nei cartoni e nei film funzionava... sperava solo che funzionasse, senza fare la fine di uno sfortunato toreador.
Il mostro concentrò subito la sua attenzione sulla giovane.
- Coraggio... Andale, feo, andale!- fece sventolando la giacca color rosso fiammante. Il clone non se lo fece ripetere due volte. Lasciò andare la tartaruga e si concentrò sulla ragazza che agitava la giacca.
'' Bravo, corri...''- pensò Sarah schivando all'ultimo secondo il mutante - Ma se fossi in te non correrei a tutta velocità vicino ad una voragine!!!- approfittando che il mutante era sbilanciato gli assestò un calcio bene assestato in corrispondenza dello sterno, facendolo cadere di sotto.
- E questo era uno.- commentò Sarah.
Anche i suoi fratelli erano riusciti a mettere fuori combattimento i '' loro'' cloni.
- Confermo. Non c'è bisogno di preoccuparsi per te.- commentò Leo.
In quel momento il cellulare di Mik suonò: April era piuttosto preoccupata del fatto che l'amico non rispondesse al cellulare e che avesse interrotto bruscamente il collegamento e voleva sapere delle sue condizioni, oltre a dargli i risultati che le aveva chiesto: era riuscita a trovare un ascensore privato, nascosto dietro un pannello segreto.
'' Ci sono dei cavi che arrivano ad un pulsante sotto ad uno dei tavoli da laboratorio vicini a voi.''- li informò la rossa.
- Trovato.- fece Don premendo il suddetto pulsante.
La buona notizia era che l'ascensore esisteva, la cattiva era che si trovava dall'altra parte della voragine.
- Ehm... secondo voi come facciamo ad arrivare dall'altra parte?- chiese Raph.
- Lascia fare a me: sono equipaggiato per ogni evenienza.- fece Don estraendo un rampino dalla sua borsa attaccandolo dall'altra parte.
Ad uno ad uno si lanciarono servendosi della corda... ma al momento del turno di Raph iniziarono i problemi.
Il clone con le chele si era ripreso dallo scontro e si era avventanto contro il ninja in rosso, tagliando la corda a cui si era aggrappato per saltare.
- Raph!- fece Leo vedendo il fratello cadere.
Fortunatamente riuscì ad aggrapparsi ad una trave sporgente, evitando una rovinosa caduta.
- Siiiii?- fece Raph rivolto al fratello - Posso esserti utile?-
Nel frattempo, nell'hangar sottostante, erano arrivati Hun ed un drappello di ninja. Vedendo le tartarughe, lo scagnozzo di Shredder, pensò bene di eliminarle subito. A cominciare da Raffaello, che era il più vulnerabile in quel momento.
E come se non bastasse, il clone mezzo Shredder-Mezzo crostaceo pensava di tornare all'attacco.
- Raph.- fece Leo - non ti muovere fino al mio segnale, ok?-
- Ma sei impazzito?-
- Fidati di me, andrà tutto bene.- fece il leader iniziando a calcolare i tempi. Doveva aspettare che il clone saltasse ed era fatta - Adesso!!!-
Raph saltò e raggiunse il resto della famiglia, mentre il clone prese il posto del rosso e venne colpito dal missile sparato da Hun.
- E ora, tutti via da qui, prima che tornino all'attacco.- fece Don premendo in continuazione il pulsante per chiamare l'ascensore.
Il mini Shredder e il clone messo  K.O da Sarah (riuscito a risalire) attraversarono il varco. Riuscirono a rifugiarsi nell'ascensore per il rotto della cuffia.
- Oh mamma... credo che le coronarie stiano a tanto così dal darmi il benservito...- fece Sarah respirando affannosamente, cercando di riprendere fiato.
- Ma quello è completamente suonato!- fece Mik - Una mattina si sveglia e dice... '' Ho avuto un'idea: voglio avere dei cloni, ma che siano più brutti di me''.-
Evidentemente, dall'altra parte non avevano apprezzato il complimento dato che stavano tentando di aprire le porte dell'ascensore a forza.
- Eh no belli!!!- fece Sarah dando sulle loro teste un colpo di ventaglio - Siamo già troppi, fate i mostri educati ed aspettate il prossimo!-
Approffitando di quel diversivo, Leo sollevò il coperchio del portello di sicurezza.
- Andiamo via, presto.- fece Leo.
Quando tutti furono al sicuro, i mostri entrarono nell'ascensore. Leo cercò di guadagnare tempo piazzandosi sopra il portello di sicurezza, ormai chiuso.
- Attaccatevi alle funi del contrappeso.- ordinò il blu. All'ultimo scattò e raggiunse gli altri - REGGETEVI!!!- nel dir così, con un colpo di katana, tranciò uno dei cavi.
L'ascensore andò giù, con i mutanti di Shredder al suo interno, mentre per il principio della carrucola, le tartarughe vennero portate sempre più su. Fino alle porte di un ascensore al settantaduesimo piano.
'' Strano...''- commentò April quando Don le chiese informazioni in merito per sapere che cosa poteva esserci da affrontare. Sembrava un normalissimo corridoio, al cui termine vi era una porta con sopra lo stemma del Clan del Piede -'' Nei progetti si salta direttamente dal piano settantuno al settantatre.''
- L'esistenza di questo piano non è documentata...- commentò Sarah - Dev'esserci qualcosa che brucia qui.-
- E non lo sapremo finchè non lo avremo davanti purtroppo.- fece Don. Dubitava che April, per quanto potesse lavorarci, riuscisse a trovare informazioni su un piano fantasma.
- Trappole.- fece Splinter - Mettete i piedi esattamente dove li metto io.- nel dir così saltò in alcuni punti dei muri, riuscendo ad arrivare a destinazione sano e salvo.
Don e Sarah seguirono il suo esempio, ma Raph poco convinto dall'esistenza delle trappole, percorse tutto il corridoio in corsa, azionando lame, seghe circolari lungo tutto il percorso. E per ultimo, un fossato pieno di lance aguzze.
Il topo rimproverò aspramente il figlio per la sua condotta avventata, per passare allo sgomento e alla paura più totale del vedere Michelangelo prendere sottogamba le lame rotanti, mettendosi a ridere e scherzare, salvo poi essere ripreso da Leonardo.
- Niente pagliacciate, ok?!? Non oggi!!!- sbottò il leader.
Dall'altra parte, li aspettava una stanza molto strana. Piena di nebbia, ed ospitava un tempio dall'aria sinistra. La pagoda era fiancheggiata da cinque statue dall'aria minacciosa, e sul piedistallo di ogni statua era inciso il simbolo di un elemento: acqua, terra, fuoco, aria, metallo.
Stavano già salendo i gradini della pagoda, quando all'improvviso ogni statua prese vita ed iniziarono ad attaccarli.
Per un po' fu impossibile avere la meglio anche solo per poco... poi a Splinter venne un'idea. Usare la spada di Tengu per aizzare gli elementi l'uno contro l'altro.
Il fuoco fonde il metallo.
L'acqua spegne il fuoco.
La terra afforbe l'acqua.
La terra viene dispersa dal vento.
E Splinter domò il vento.
Il tempio fu distrutto. Aveva vinto. Ma aveva dovuto pagare un terribile prezzo. Le sue mani erano completamente ustionate. Sarah si occupò di medicare le ferite del padre, mentre Leo recuperava la spada di Tengu.
Mancavano ancora ventidue piani prima di arrivare in cima.
- Sempre che ci arriviamo...- fece Raph.
- Non voglio sentire questi discorsi nemmeno per scherzo!- fece Leo - Arriveremo da Shredder e gliela faremo pagare, ad ogni costo. Non ricordate? Ha cercato di metterci l'uno contro l'altro, ci ha allontanati dalla nostra casa, ha incendiato quella di April, ha assassinato il Maestro Yoshi. Io non l'ho dimenticato, sono mesi che non ci dormo la notte... ed andrò in fondo a questa storia, a qualsiasi costo.-
- Leo ha ragione.- fece Sarah - Ha causato troppo dolore, troppa sofferenza e morte a tanta gente innocente... non possiamo permettergli di continuare a fare il bello e il cattivo tempo a suo piacimento.- poi si rivolse a Leo - Io sono con te. Dimmi cosa devo fare.-
- Sono con voi.- si associò Raph.
- Anch'io.- fece eco Don.
- Porteremo a termine la missione.- aggiunse Mik.
- Tutti insieme.- concluse Splinter.
Nel frattempo, April era riuscita a trovare un ascensore sul lato ovest. Per fortuna arrivava anche al piano segreto.
E li portava dritti a destinazione.
Era il punto di non ritorno.
- Ma qualunque cosa accada...- fece Splinter - Voglio che sappiate: non sono mai stato fiero di voi quanto lo sono oggi. Miei ninja. Figli miei.-
- Anche noi siamo fieri di te, padre.- fece Leo.
Ripensandoci... quello poteva essere l'ultimo momento lieto che passava con la sua famiglia. Quello che sarebbe venuto dopo... solo il cielo lo sapeva.
- Ragazzi...- fece Sarah - volevo ringraziarvi... per tutto. Non so cosa sarebbe stato di me se non avessi incontrato voi... ma una cosa la so... non sarei mai stata felice come lo sono stata con voi.
E.. niente, ci tenevo a dirvelo, non si sa mai...-
Leo l'abbracciò forte, e a poco a poco in quell'ascensore ci fu un abbraccio di gruppo.
Una volta, Sarah aveva letto in uno dei suoi amati libri che solo al momento in cui avrebbe reso l'anima a chi gliel'aveva data o in un momento di assoluta incertezza del vedere una nuova alba avrebbe capito che tipo di persona era stata.
'' Solo se avrai al tuo fianco persone di valore, saprai di essere stata una persona di valore''- evidentemente lo era stata.
...
...
...
Dopo dieci minuti di salita, arrivarono all'anticamera della sala del trono del loro nemico, con i nervi all'erta. Il loro nemico poteva appararire da un momento all'altro.
Ma ovviamente, non sarebbe apparso da solo.
Mandò le sue guardie a '' ricevere'' gli ospiti.
- Le guardie supreme di Shredder...- fece Leo con un filo di voce, sentendo un magone salirgli su per la gola.
Sarah gli strinse un polso, per cercare di calmarlo, immaginando quali fossero i pensieri che lo stessero angosciando.
- Non sei solo stavolta.- fece Sarah con un tono così basso che solo l'interpellato poteva sentire - Sta tranquillo.-
Però a quanto pare Hun, per quanto grosso potesse sembrare, aveva due radar ultrasonici al posto delle orecchie, perchè era riuscito a sentire ciò che aveva detto.
- Esatto. Per questo andrete a fondo assieme.-
Le guardie intanto erano completamente immobili. Quasi in attesa.
- Ma che aspettano ad attaccarci?- fece Raph.
- Ordini.- rispose Leo.
- Brillante come al solito, Leonardo.- si complimentò Shredder, uscendo dall'ombra - Ignoro come abbiate fatto a sopravvivere al nostro ultimo scontro... ma vi assicuro che la fortuna non vi assisterà di nuovo. Avreste fatto meglio a restare dov'eravate.-
- Beh, tu hai distrutto la casa di April, pareggiamo il conto.- fece Sarah guardandolo con odio.
- Una lingua lunga irriverente fino all'ultimo, vero?- fece Shredder.
Splinter si parò davanti al gruppo - Le tua guardie supreme dovranno prima vedersela con me, Oroku Saki.-
Leo lo contraddì subito. Ok, non era ancora riuscito a metabolizzare del tutto la sua paura per quei quattro guerrieri che sembravano avere le fiamme dell'inferno al posto degli occhi, ma non era così vigliacco da permettere che qualcuno combattesse al posto suo.
- No, sensei. Questa è una questione tra me e le guardie.-
Al segnale di Shredder, iniziò un nuovo e terribile scontro, dalle sorti incerte. Sia le guardie che le tartarughe le presero e le diedero, per molto fu difficile dire chi delle due parti fosse in vantaggio.
Leo era quello che faceva più fatica di tutti nel reagire, e per un po' si limitò a schivare i colpi... e alla fine inciampò nella borsa di Donatello, finendo alla mercè della guardia armata di lancia.
- No!- gridò Sarah bloccando la guardia - Non ci provare nemmeno!-
Peccato che la guardia fosse molto più forte e muscoloso di lei. Con un colpo solo se ne liberò e la buttò a terra.
Subito tentò di reagire, ma la guardia la immobilizzò mettendole un piede sullo sterno, in modo da tenerla ferma per poi alzare la lancia e colpirla.
- NO!- gridò Leo con rabbia  e disperazione fermando il fendente con le sue katana - Distruggimi. Torturami, uccidimi... ma. Non. Toccare. Lei!!!- e gli assestò un calcio in pieno petto, allontanandolo.
- Grazie...- fece Sarah lasciandosi aiutare dal leader per rialzarsi.
- No... grazie a te.- fece Leo - forza, riprendiamo da dove eravamo... non possiamo vivere nel terrore.-
Ma la battaglia avrebbe dovuto attendere, in quanto, un enorme sfera di metallo fece irruzione nella stanza attraverso il pavimento.
- Un altro trucco di quel vigliacco?!?- fece Raph.
- Non credo.- lo corresse Don - Sembra sopreso tanto quanto noi.-
Infatti, Shredder era molto sopreso dal vedere che in quell'enorme armatura vi era un suo dipendente che non riusciva a contattare da ore.
- BAXTER STOCKMAN!- fece Shredder - Pagherai caro il falso rapporto sull'eliminazione della tartarughe. Tuttavia... voglio offrirti la possibilità di riscattarti. Distruggi le tartarughe!-
Ma Baxter aveva ben altre ambizioni.
- Tu sei pazzo. Ignorante e accecato dalla mania di onnipotenza.- fece lo scienziato.
- Ma bene!- fece Sarah ironica - Il bue che da del cornuto all'asino!- anche se doveva ammettere che sotto sotto... era d'accordo con lui.
- Non ho creato quest'armatura per servirti Shredder. Ma per distruggerti.- fece Baxter - Per ogni punzione che i tuoi scagnozzi mi hanno inflitto su tuo ordine... soffrirai dieci volte tanto. Alla fine dovrai inchinarti davanti alla mia superiorità intellettuale.-
- Stockman...- sibilò Shredder - Hai pronunciato le tue ultime parole.-
- No Shredder. Stavolta ti sbagli di grosso.- e qui si rivolse alla tartarughe - In quanto a voi, insopportabili creature mutanti, avete interferito con i miei piani una volta di troppo!-
- Ma sta farneticando questo matto?- fece Mik -  Per me ha perso tutto il macchinario del cervello.-
- Silenzio!!!- intinò Stockman - Ho un conto in sospeso con tutti voi. Nessuno uscirà vivo da questa sala, perchè così ha deciso il grande genio Baxter Stockman!-
Si, avevano davanti un pazzo... ma purtroppo era un pazzo molto, molto, pericoloso.
 

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Capitolo 19
*** Attacco a sorpresa terza parte ***


~Se c'era una cosa che nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare... era che un giorno si sarebbero ritrovati a combattere a fianco del Clan del Piede. Purtroppo però al momento non avevano scelta. Stockman quando intendeva vendicarsi, non andava molto per il sottile. Aveva costruito un'armatura dotata delle migliori tecnologie ed armi dell'industria bellica, sparando a tutto quello che si muoveva... Hun, Shredder, le guardie d'Elite, i ninja invisibili, le tartarughe, Splinter... uno solo contro tutti ma che valeva per dieci.
- Facile fare i grossi con un giocattolo simile...- commentò Sarah cercando di riprendere fiato.
Con Hun e Shredder fuori combattimento, le tartarughe cercarono di fermare Stockman da soli, prima immobilizzando le gambe della macchina con corde e rampini. Raph gli mollò un calcio, facendolo cadere nella stessa voragine da cui era entrato e si illusero che fosse finita... ma si sbagliavano di grosso.
Stockman risalì immediatamente.
Leo, in un tentativo disperato, tagliò un braccio meccanico con un colpo di katana.
Shredder gli amputò una gamba, e Raph e Mik lo bersagliarono a suon di calci  volanti facendolo cadere dalla finestra.
Illusi di aver battuto Stockman, le tartarughe si prepararono ad affrontare Shredder. Ma lo scienziato apparve di nuovo  sfondando la vetrata, volando e ricominciando l'attacco.
- Leo!- fece Don - Il dispositivo di alimentazione è sulla schiena, distruggendo quello dovremmo riuscire a neutralizzarlo.-
- Ci penso io!- fece Leo correndo verso Stockman evitando le palle di fuoco che questi gli sparava addosso, e taglio i cavi che conducevano alle celle a combustibile alimentate a batteria del robot.
Stockman cadde a  terra, ma solo per pochi attimi.
- Ma questo lo butti fuori dalla porta e rientra dalla finestra!- commentò Sarah.
- Ma cosa dobbiamo fare per fermare questo pazzo?- si chiese Leo.
- Già, me lo sono chiesto anch'io molte volte.- fece eco Shredder.
- Quella mossa poteva funzionare contro un cyborg si second'ordine, ma come sempre i miei progetti sono altamente avanzati. Oltre ai noduli energetici, ogni componente della mia armatura è dotata di una fonte di energia indipendente.-
Fu il suo ultimo errore.
- Don...- fece Sarah ironica - secondo te come mai i cattivi hanno questo vizio di spiegare nei dettagli i loro piani inclusi i punti deboli?-
Il fratello fece le spallucce, diregendosi verso il braccio robotico che Leonardo aveva staccato con un colpo di katana - Non so... forse è perchè amano il suono della loro voce... ma adesso almeno sappiamo che questo braccio è ancora perfettamente funzionante.-
Stockman si accorse dell'errore commesso e tentò di scappare come poteva, deducendo le conseguenza che lo avrebbero investito, ma non era facile visto che l'armatura era troppo pesante ed era pure su una  gamba sola.
- Fuoco!- urlò Don prima di sparare in direzione di Stockman.
Lo scienziato pazzo venne sparato fuori dall'edificio, e saltò per aria nel cielo di New York.
Ora non c'erano davvero più ostacoli tra Shredder e le tartarughe.
Iniziò a bersagliare i suoi nemici di calci e pugni, e Michelangelo si trovò in grave pericolo.
Splinter, percependo la minaccia che stava per abbattersi sul figlio minore e gli si parò davanti, subendo il suo destino.
Shredder lo colpì tanto forte da fargli sfondare una vetrata, condannandolo a morte certa.
- Maestro Splinter!- urlò Mik.
- Sensei!- gli fece eco Don.
- NO! PADRE!- Sarah reagì correndo verso la finestra. Raph le fu subito dietro, prendendola per le spalle ed impedirle così di cadere.
Fu allora che Leo, incurante di qualunque pericolo per sè stesso, agganciò un rampino ad un tubo esposto e si tuffò per salvare il maestro.
Riuscì ad afferrarlo appena in tempo e con un ultimo balzo, lo portò al sicuro sulla base dell'eliporto.
- Ti rimetterai presto.- fece Leo - Ma ora ti serve aiuto... vado a chiamare gli altri.-
Il padre però lo fermò.
- No... è inutile che tu perda tempo con me... non preoccuparti.- fece il topo con un filo di voce.
- Ma sensei...-
- Torna da loro... riprendi la battaglia. Devi proteggere i tuoi fratelli, e sconfiggere Shredder. Io sarò con voi... in spirito. Adesso vai. Lasciami qui.- fece il maestro Splinter.
Leo sgranò gli occhi - No... non posso...-
- Si che puoi. Devi. So che sarai un buon capo per i tuoi fratelli... e poi... c'è Sarah, che ti può aiutare.-
Leo lo guardò, non troppo convinto di aver capito.
Splinter gli rivolse un debole sorriso - Noi vecchi non siamo poi così rimbambiti. Lo so... ti vedo. Da come la guardi, da come ti preoccupi per lei... hai il mio appoggio. Lo sai, per me è come una figlia... e se qualcuno un giorno deve portarmela via, allora sono felice che quel qualcuno sia tu... figlio mio. Adesso va.-
A quelle parole, Leonardo si convinse, e a malincuore lasciò Splinter, che dopo qualche minuto si addormentò, esausto.
Una lacrima monella gli solcò il viso.
'' Vengo a prenderti maledetto...''- pensò poi pieno di rabbia -'' che tu sia pronto o meno.''
Nel frattempo, nel giardino giapponese dell'attico, la battaglia infuriava. Leo arrivò al campo di battaglia indossando il guanto protettivo per poi brandire la spada di Tengu.
- Stai lontano dai miei fratelli, Shredder!!!- gli intimò Leo circondato dai fasci di luce.
Shredder fece appena in tempo a rendersi conto che l'arma da lui tanto bramata era in mano all'odiato nemico, prima che questi lo scaraventasse nel laghetto con un' onda d'urto sprigionata dall'arma.
Shredder però non era tipo da arrendersi tanto facilmente. Uscì dall'acqua e richiamò un drappello di ninja. Essi volevano con strani veicoli volanti dotati di fucili laser che iniziarono a bersagliarli.
Uno di loro colpì Leo, ma anzichè ferirlo, il colpo gli fece perdere la spada di Tengu dalle mani. Raph riuscì a buttare di sotto uno dei ninja ed avere così il controllo di uno dei veivoli, attirandosi così gli altri contro.
In suo soccorso, venne Don che sparò agli aggressori del fratello usando il braccio meccanico di Stockman.
Approfittando della confusione, Shredder tentò di avvicinarsi alla spada di Tengu.
Ma Leo gli si parò davanti.
- Ah Leonardo...- fece Shredder con finto rammarico - è un vero peccato che tu non ti sia unito a me quando te ne ho offerto la possibilità.... tuttavia, voglio essere buono. Unisciti a me, e avrai salva la vita.-
Leo rifiutò con disprezzo - Preferisco cadere in battaglia con onore, piuttosto che servire uno come te!-
- Come credi... Guardie Supreme, a me!- gli interpellati apparvero in una nuvola di fumo - Uccidetelo.-
Mentre combatteva con le guardie, venen aiutato da un colpo di spada che si abbattè su uno dei soldati.
- Sarah!- gridò il leader vedendo la ragazza. La giovane gli si piazzò contro il guscio - Che fai, è troppo pericoloso.-
- Lo so. E' per questo che non ti lascio. Questa volta no.- fece la ragazza quasi ringhiando - Pensa solo a guardare avanti.-
Leo annuì.
La tattica del combattere schiena contro schiena. Entrambi dovevano concentrarsi solo ed esclusivamente sui nemici che avevano davanti agli occhi confidando che l'uno avrebbe coperto le spalle all'altra. Non era una mossa che poteva eseguire chiunque, perchè si basava su una fiducia incondizionata e fuori dal comune.
Ma a ben vedere, non c'era persona a cui avrebbe affidato la vita migliore della ragazza di cui era innamorato e che sapeva essere un'ottima guerriera.
Sarah pensava lo stesso.
Inziò così una lotta furibonda, durante la quale Shredder cercò nuovamente di avvicinarsi alla spada. Ma Raffaello glielo impedì prontamente.
- Potreste lasciarne qualcuno anche a me, non credi Leo?-
- E' tutto sotto controllo Raph...-
- Oh lo so, sotto questo cielo stellato, le fiamme, e la tua innamorata che ti aiuta è una cosa molto romantica, ma tutti insieme potremmo divertirci di più non trovi?-
- Siamo una famiglia.- li raggiunse Don.
- I problemi vanno affrontati insieme... e poi, siamo in ballo comunque.- concluse Mik.
Alla fine uscirono vittoriosi da quello scontro, e Leo tentò di affrontare Shredder... ma questi richiamo altri dodici ninja a difenderlo.
Ma stavolta, le tartarughe non erano da sole. I guardiani, allertati dalla confusione del quartier generale del loro nemico, si precipitarono per vedere cosa stesse accadendo e con grande gioia videro che le tartarughe erano ancora in vita. Oltre che in possesso della spada di Tengu.
L'ordine dei loro capi era stato chiaro: dare manforte alle tartarughe ed impedire che la spada cadesse in mani sbagliate. Ordine a cui furono ben felici di obbedire.
- Noi pensiamo a questi tizi.- fece il capo dei guardiani - Assicuratevi che Shredder non si avvicini alla spada.-
- A questo ci penso io.- fece Leo.
Shredder però era riuscito a recuperare la spada magica ed iniziò a parlare di come l'avesse usata per radere al suolo villaggi, castelli e di come l'ausilio di quell'arma gli avesse permesso di conquistare il Giappone e dare poter al clan Tokugawa.
- Ma di che sta parlando?- fece Sarah.
- Forse quella spada amplifica la megalomania!- ipotizzò Mik.
Shredder agitò quella spada contro di loro, e subito un'onda d'urto potentissima li sbaragliò.
- Beh...- fece Shredder avvicinandosi minacciosamente a Sarah, ancora mezza tramortita per il colpo ricevuto - Com'è che si dice? Ah si... prima le signore.- e nel dir così le mirò la spada per darle il colpo di grazia.
La ragazza lo guardò con odio. Non gli avrebbe dato mai la soddisfazione di farsi vedere terrorizzata da lui.
Leo la soccorse immediatamente, e Raph lo aiutò a far perdere la nemico il controllo della spada, e spingendolo verso il giardino.
La spada volò in aria. Leo con un balzo la raggiunse e Don gli lanciò il guanto protettivo.
Shredder recuperò le spade della tartaruga.
Era il duello finale. Dal quale solo uno sarebbe uscito vivo e vincente.
Sarah guardò l'amato con preoccupazione, stringendo il ciondolo che portava al collo, pregando tutti i santi del paradiso, in tutte le lingue del mondo e anche in quelle che non erano ancora state scoperte, che non gli accadesse nulla.
Raph le mise una mano sulla spalla, quasi a volerla calmare.
Poi, alla fine, dopo essersi studiati e guardati a lungo, saltarono per darsi il colpo finale.
Quando Leo tornò a terra, Sarah corse verso di lui, pregando che non fosse stato ferito in maniera mortale... ma fu la testa di Oroku Saki a ruzzolare via.
Dopo pochi secondi, anche il suo corpo stramazzò a terra.
Leo recuperò le sue armi. Avevano vinto. Era finita.
Ora non restava che una cosa da fare: Rendere inabile per sempre l'edificio. Don collegò il braccio robotico di Stockman al generatore di energia del palazzo e Leo pugnalò il tutto con la spada di Tengu.
La scarica di energia contaminò tutto il sistema, mandando il palazzo in cortocircuito e la spada di Tengu andò in pezzi, incapace di sopportare uno sforzo simile. Gli incendi inziarono ad imperversare per tutta la struttura.
- Recuperiamo Splinter e poi via da qui.- fece Leo.
Ma presto si sarebbero accorti di quanto inutile fosse quella vittoria.
...
...
...
Alla fine ce l'avevano fatta. Sì, avevano sconfitto Shredder... ma tornarono a casa con la morte nel cuore. Il loro maestro era scomparso. Leo lo aveva lasciato in un posto che reputava sicuro, il tempo di chiudere il conto e sarebbero tornati a prenderlo... ma quando arrivarono... era sparito. Non era in condizioni di muoversi o comunque non di andare lontano. Quindi vi era un'unica, terribile, spiegazione. Era stato rapito da qualcuno.
Avevano in programma di festeggiare la loro vittoria, ma con il loro padre disperso... non c'era nulla da festeggiare.
Al ritorno a casa, Sarah si allontanò dalla tana, con gli occhi bassi. Anche se aveva traslocato, quella strada non se la sarebbe mai scordata.
Non avrebbe dimenticato mai la scaletta che portava in superficie... vicino alla quale spesso portava un fiore di carta.
Dieci anni fa aveva perso i suoi genitori per mano di chissà chi e non sapeva per quale motivo.
Ed ora, la storia si era ripetuta: Splinter era scomparso, rapito da qualcuno, e non si sapeva per quale motivo.
Pensava che non avrebbe più provato un dolore simile... invece era di nuovo al punto di partenza.
- Papà...- mormorò quasi piangendo.
- Sarah...-
Si voltò di scatto. Sperava che fosse Splinter, che le dicesse di essersi nascosto per far loro uno scherzo... invece era Leo.
- Sapevo che ti avrei trovato qui...- lo sapeva. Sarah, da che la conosceva, non aveva mai versato una lacrima. Ma non era che non piangeva. Ingoiava, ingoiava, e quando sentiva che stava per scoppiare andava nel luogo in cui tutto era finito e tutto era cominciato, e piangeva con tutta l'anima.
Non piangeva mai in pubblico. Sembrava quasi che avesse paura o si vergognasse di mostrare quel lato di sè.
Quando stava per scoppiare si mordeva un labbro e sembrava dire -'' Sei una donna, ma sei anche un ninja. I ninja piangono per caso?''
- Avevo bisogno di  fare quattro passi.- fece Sarah.
- Non c'è nulla di cui tu ti debba vergognare.- sorrise Leo - e non devi giustificarti. Non con me, almeno.-
- Mi sembra tutto così surreale... è come essere tornati indietro nel tempo, aver rivissuto la stessa esperienza ma non aver fatto nulla per cambiarla...- fece Sarah.
- Non è la stessa.- fece Leo - Stavolta c'è speranza...-
- Dici?- chiese Sarah.
- Pensaci. Se qualcuno avesse voluto ucciderlo, avrebbe potuto farlo sul tetto no? Che senso ha prendere un ostaggio ferito, che ti rallenta il cammino, per ucciderlo da un'altra parte. Non sta in piedi.-
- Pensi che... che sia ancora vivo?-
Leo annuì. Almeno lui, voleva crederlo. Ne aveva bisogno. O diventava pazzo.
- A proposito... prima... beh, hai capito... mi ha chiesto una cosa.- fece Leo.
- Sarebbe?-
- Di prendermi cura di te.- fece Leo - Ricordati sempre, qualsiasi cosa accada... nostro padre ti ha voluto e ti vuole bene come una vera figlia.-
E quella notte, sul tetto, prima di perdere i sensi e poi sparire, forse per sempre... aveva pensato a quella ragazza, che accolse da bambina, in modalità '' padre geloso''.
'' Se devo vedermela portar via da qualcuno... allora sono felice che quel qualcuno sia tu''. Di tutte le cose che non sarebbe mai riuscito ad immaginare, c'era anche quella di non sapere che Splinter lo avrebbe appoggiato in quell'amore. Anzi, era convinto che si sarebbe arrabbiato, che gli avrebbe detto che Sarah era l'ultima persona al mondo di cui avrebbe dovuto innamorarsi, per il fatto che era la sua sorellastra e che era umana, che non avrebbero mai dovuto incontrarsi loro due... invece non solo lo sapeva, ma lo appoggiava.
Era la prima volta che quel sogno d'amore aveva una speranza o ragione d'esistere.
L'attirò a sè, abbracciandola. Sarah poggiò la testa sulla spalla del ragazzo in blu, sentendosi finalmente al sicuro, dopo un sacco di tempo.
- Dimmi che andrà tutto bene, Leo.- ci avrebbe creduto solo se quelle parole fossero uscite dalla bocca del leader.
- Certo...- fece Leo dandole un bacio sulla fronte - Ci siamo tirati fuori da guai peggiori.-
Fu allora, che per la prima volta, Sarah permise a qualcuno di vederla piangere. Lacrime di rabbia, di paura, che avevano il compito di liberarla o almeno farla stare meglio.
Leo la cullò tra le sue braccia come faceva Splinter con loro, quando da piccoli, avevano paura di qualcosa o andavano a cercarlo dopo un incubo, lasciandola sfogare.
Era ciò di cui aveva bisogno.
Sfogarsi, mostrare le sue debolezze e le sue fragilità, e non da donna, ma da essere umano, senza temere il giudizio degli altri.

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Capitolo 20
*** Due teste calde ***


~Erano già passati molti giorni dalla loro ultima avventura sul tetto del palazzo di Shredder.
Quasi una settimana. Ed era una settimana che Splinter era scomparso. Ed il malumore cresceva.
Raffaello era quello che peggio di tutti riusciva a gestirlo, dato la sua indole '' Azione dieci, riflessione zero''.
- Ma come fate a starvene qui a chiacchierare mentre il maestro Splinter è fuori, chissà dove?!? Magari ferito.- sbottò ad un certo punto.
- Raph... te l'ho già detto.- fece Leo cercando di far capire al fratello che non voleva litigare. Almeno non in quel frangente - dobbiamo agire in base a quello che sappiamo...-
- Niente!!!- fece il rosso - Ecco cosa sappiamo: Niente. Nada. Nisba. Nichts.-
- Intanto sappiamo che durante la battaglia il maestro Splinter ha preso un colpo molto forte... per difendere me.- fece Mik, piccato. Tutti avevano cercato di dirgli che non era stata colpa sua, ma non se ne era mai convinto sino in fondo.
- E quando l'abbiamo cercato dopo la battaglia...- fece Don - Di lui non c'era traccia.-
In quei giorni, avevano fatto quello che potevano per reperire qualche informazione. Erano giorni e notti intere che Sarah ed April s'inserivano sulla linea diretta della polizia per sapere se vi erano stati avvistamenti riguardo ad un topo gigante, ma non era servito a niente.
Avevano anche controllato il palazzo di Shredder ed i vicoli circostanti, ma di Splinter non vi era traccia.
- Bene. Motivo in più per andare a cercarlo!- urlò Raph.
- Raph... cerca di ragionare.- fece Sarah - questa città è immensa... e vagare alla ceca non giova ne a noi ne a Splinter.-
- Ci dividiamo e controlliamo un quartiere per volta.-
- Raph, per favore...- fece Mik - Questo non è proprio il momento per perdere la testa.-
- Cercate di avere pazienza, ragazzi.- aggiunse Don - Tra un paio d'ore il tarta-corazzato sarà a posto. Così potremo muoverci più facilmente.-
- Raph fa come vuoi.- fece Leo con voce calma e pacata. Ormai lo conosceva, e sapeva che imporre qualcosa al fratello e obbligarlo a stare dove erano tutti quando tutto quello di cui aveva bisogno era sfogare la collera, era come gettare della benzina sui fuochi d'artificio - va pure fuori a sfogarti... magari potresti scoprire qualcosa.-
- Contaci.- rispose tra i denti guadagnando l'uscita.
- Sarah, mi faresti la cortesia di andare con lui?- fece Leo - Lo so che tenerlo qui a forza non è una buona idea, ma nemmeno lasciarlo andare da solo...-
Sarah annuì.
- Sta pure tranquillo.- subito dopo uscì anche lei.
...
...
...
- Ne avevo proprio bisogno, sai?- fece Raph ingoiando un cucchiaio di Sundey al cioccolato. Certe volte, mangiare uno di quei gelati con un'amica, era l'unica terapia che funzionava per calmargli i bollenti spiriti.
- Manca tanto anche a me... sai cos'è la cosa peggiore?- fece Sarah - che dal passato  non ho imparato nulla.-
Raph annuì. Aveva quasi dimenticato... Sarah aveva già sperimentato sulla sua pelle cosa voleva dire perdere entrambi i genitori e non sapere.
- Sarah... non potevi fare nulla. Eri una bambina.- fece Raph.
- Ma quando Splinter è caduto e l'hanno portato via... non ero una bambina.- rincarò Sarah.
Raph sospirò.
- Sarah... in tutti questi anni non te l'ho mai detto... ma mi dispiace. Mi dispiace davvero, per quello che ti hanno fatto.-
- Ma io non lo so Raph...- fece Sarah - Io non lo so quello che mi hanno fatto. Gli unici ricordi che ho della mia vita precedente... è il giorno dell'omicidio.- non ricordava altro. Non sapeva se con i suoi genitori era stata felice o meno. Di certo l'amavano molto, altrimenti sua madre non si sarebbe data pena di portarla via, nasconderla e darle quel ciondolo che custodiva come una reliquia...
Era come se la vita le avesse chiesto un terribile baratto. La sua salvezza in cambio della sua memoria. Non ricordava nulla... nè i mestieri dei suoi genitori, se vivevano in una villetta o in un condominio, se erano ricchi o meno, nè altro.
Ricordava solo i nomi: Jessica Harpie e Alfred Huntington. Ricordava, che dopo una settimana dall'omicidio dei suoi genitori, aveva visto Splinter, seduto su un futon che leggeva. Aveva recuperato un giornale, cercando notizie su una coppia che aveva avuto una qualche sorta di incidente e che era stata ricoverata in ospedale... lei gli si era avvicinata da dietro, per fargli uno scherzetto.... aveva visto le foto sul giornale ed aveva detto - Mamma, papà!!!-
Splinter aveva lasciato cadere il giornale. In quei giorni, aveva indagato per conto suo. Non sapeva se i genitori della piccola fossero davvero deceduti... anche l'ipotesi che fossero gravemente feriti e ricoverati in ospedale era verosimile, ed una volta accertata la verità avrebbe provveduto a riportare loro la piccola. Anche lui era un padre, e se al risveglio da un coma gli avessero detto che uno dei suoi bambini era disperso, mai ritrovato... sicuramente avrebbe smesso di esistere. Voleva quindi evitare una simile tortura a due genitori che avendo già rischiato la loro vita, si sarebbero certamente dannati l'anima nel sapere che la loro bambina era chissà dove... ma la notizia che riportava le loro foto, riguardava un omicidio.
Non c'erano dubbi. La piccola Sarah, era rimasta da sola.
L'aveva abbracciata, dicendo -'' Tesoro, la tua mamma e il tuo papà sono volati in cielo... mi hanno detto di dirti che però loro saranno sempre con te e che ti vogliono tanto bene.''
Il flusso dei loro pensieri fu interrotto da alcuni rumori provenienti dal vicolo sottostante.
Erano degli uomini vestiti di tutto punto... eccetto quello che sembrava il capo, uno spilungone calvo, dall'accento tedesco e con una cravatta che sembrava essere stata ricavata dai pantaloni di un clown.
Sembrava che stessero cercando qualcuno.
Incurositi, i due fratelli si nascosero, per spiare ogni loro mossa, sperando che il fuggiasco fosse il loro maestro.
Invece...
- Oddio, è un bambino...- fece Sarah  mettendo la mano sul tessen. Raffaello la bloccò.
- Calma... sta calma. Vediamo cosa succede...-  consigliò Raffaello.
I teppisti sembravano aver deciso di andar via... in quel momento, il piccolo sollevò il coperchio per uscire ed una lampada cadde, rompendosi.
-  No, piccolo, rimani nascosto.- fece Raffaello.
Attirati dal rumore, i criminali tornarono nel vicolo, ordinando al bambino di uscire.
- E se invece fosse arrivato il vostro turno di sparire?- fece Raph parandosi davanti al cassonetto, seguito a ruota dalla sorella.
I teppisti, incoraggiati dal loro capo, tentarono di attaccare i due pensando di dar loro una bella lezione... ma riuscirono solo ad incassare parecchie botte, prima di essere messi in fuga.
Quando se ne furono andati, Sarah bussò al cassonetto - Piccolo? Puoi uscire. Sono andati via.-
Nessuna risposta.
- Stai tranquillo, non ti mangeremo. Siamo dei bravi ragazzi sai? E siamo onesti...-
A quel punto, il ragazzino, che non aveva più di dieci anni abbigliato con una tuta sportiva ed un cappellino con la visiera, dagli occhi verdi e vivaci e i capelli marroni, rivelò la sua presenza, scrutando i suoi salvatori con sospetto.
- Coraggio, vieni fuori da lì... non aver paura.- fece Raffaello - Come ti chiami?- nessuna risposta - ebbene?-
Il ragazzino, per tutta risposta, gli diede un pugno sul naso - Simpatico...- fece Raph massaggiandosi il punto dolente, mentre Sarah cercava di non scoppiare a ridere - davvero molto simpatico.... ora cerca di calmarti...- qui arrivò il secondo pugno - Quanto non li sopporto i ragazzini! Mi par di capire che la paura ti sia passata...- e arrivò il terzo.
Sarah mandò la serietà a farsi friggere e scoppiò a ridere.
-E' te da piccolo, tale e quale...-disse Sarah fra le risate.
- Ah. Ah. Ah. Molto divertente...- nel dir così fermò quello che sarebbe potuto essere il quarto pugno - Ok, piccolo, il punteggio al momento è un bel tre a zero per te. Ma se non impari a tenere a posto le mani potrebbe cambiare molto in fretta.-
- Si può sapere chi siete voi due? La bella e la bestia?- fece il ragazzino sarcastico.
- Raffaello. E lei è mia sorella minore, si chiama Sarah. Allora piccolo...- fece Raph - Perchè ti stavano cercando quei tali?-
- Non chiamarmi piccolo!- fece il bambino incrociando le braccia - So cavarmela benissimo da solo... tartarugo.-
Raph stava per pedere la pazienza, quando Sarah lo bloccò.
- Tieni.- fece Sarah allungandogli uno dei panini presi al fast food e una bottiglietta d'acqua.
Il ragazzino lo guardò con sospetto.
- Mangia. E' buono. Qualcosa mi dice che hai una fame da lupo.-
Il ragazzino alla fine si convinse. Vero, sua madre gli aveva sempre detto di non accettare nulla dagli sconosciuti, ma aveva troppa fame per pensare alle regole. E poi, se davvero fossero state persone cattive, non si sarebbero esposti per aiutarlo.
- Adesso me lo dici come ti chiami?- fece Sarah.
- Tyler.- disse il ragazzino mandando giù un boccone.
- Allora, Tyler...- fece Raffaello - Ci dici perchè quei tizi ti stavano dando la caccia?-
Il bambino, vinta la diffidenza iniziale, si confidò con i due ninja. Era iniziato tutto quello stesso giorno, quando era tornato a casa da scuola. Era stato un pomeriggio come tanti, fatto di compiti prima e giochi e tv dopo. Poi, la madre, una reporter investigativa, era tornata a casa, felice come una pasqua.
Era riuscita a mettere le mani su un nastro sul quale c'erano le prove per inchiodare un pezzo grosso della mafia. Lui sarebbe finito in galera e lei avrebbe ricevuto molta notorietà.
Sarebbe andata a consegnare il nastro alla polizia la mattina seguente... ma il criminale aveva scoperto tutto. Sapeva di quel nastro e anche di chi ne era in possesso.
Spedì i suoi scagnozzi a recuperarlo, ma la donna si era tassativamente rifiutata di dar loro ciò che volevano. Sapeva già come sarebbe finita: una volta avuto quello per cui erano venuti, si sarebbero sbarazzati sia di lei che di suo figlio.
Non cedere, era tutto quello che permetteva loro di restare in vita, anche se non sapeva per quanto.
Così erano stati caricati a forza in una limousine e portati vicino ad un vecchio magazzino. La donna affidò al figlio il nastro e gli ordinò di fuggire alla prima occasione.
-... e poi siete arrivati voi.-  fece Tyler finendo il panino - Quindi il resto lo sapete.-
- Beh, una cosa è certa.- fece Sarah -non possiamo portarlo alla polizia... senza prove non ci crederebbero mai.-
- Si, concordo..- si associò Raph.
- Ma adesso vado lì e li prendo tutti a calci!- sbottò Tyler.
- E' una pessima idea. Ascoltami piccolo...- il ragazzino fulminò il rosso - Ehm, Tyler... ascolta. Ti assicuro, ci penseremo noi a liberare la tua mamma, ma prima dobbiamo portarti dove sarai al sicuro.-
- Eh no, non mi potete scaricare così!- si ribellò il bambino.
Raph iniziava a perdere la pazienza - Insomma, in que lingua devo dirtelo che quella gente è pericolosa, in cinese? Tu devi rimanere...-
- Raph.- lo stoppò Sarah accigliata, facendogli notare che Tyler stava piangendo - Coraggio ometto... lo so che è brutto non sapere... ma devi essere forte, anche per la tua mamma.- nel dir così prese il suo fazzoletto, e gli asciugò le lacrime, con fare materno -Anche nostro padre è scomparso e non sappiamo chi l'abbia portato via... infatti lo stavamo cercando, ma invece abbiamo trovato te.-
- Davvero?- domandò Tyler calmandosi un po'.
- E' la verità...- fece Raph.
- Ma che scena commovente...- a parlare era stato il mafioso con la cravatta a pallini e dall'accento tedesco. E non era solo. C'erano almeno otto uomini armati con loro - il mostriciattolo e la sua amichetta hanno perso il loro caro paparino.-
- Ma non vi avevamo pestato come riso nel mortaio?- fece Sarah parandosi di fronte a Tyler.
Raph sguainò i suoi sai.
- Sarah, tu pensa a proteggere il piccolo. A questi ci penso io.- fece Raph, iniziando a combattere. Se la cavava egregiamente anche se era solo contro quasi dieci persone, ma il peggio doveva ancora venire.
Il capo di quegli uomini, Weasel, si chiamava approfittò del fatto che la tartaruga era impegnata per lanciare una granata contro la ragazza ed il bambino.
Sarah abbracciò subito Tyler per fargli da scudo con il suo corpo.
- No!- Raph si accorse in tempo del pericolo e si parò lui stesso di fronte alla sorella per proteggerla.
La granata esplose.
E quando il fumo si diradò....
- Raph!- fece Sarah avvicinandosi a lui, preoccupata - Va tutto bene?-
- No..- fece Raph con voce allarmata - C'è un problema... non riesco più a vedere.-
- Ti prego, dimmi che scherzi...- fece Sarah che non ci voleva credere.
- Magari... non vedo più niente... sono ceco...-
La giovane gli mise una mano sulla spalla - Sta tranquillo... ti sto vicino.-
- Dobbiamo andarcene subito... Tyler, dove sei?- chiese Raph.
- Sono accanto a Sarah...- fece il bambino. Il rosso lo prese subito sotto braccio e si caricò Sarah in spalla.
Dovevano andarsene. E subito.
Cosa non facile dato che Raffaello era completamente ceco. La granata lo aveva privato della vista, anche se l'effetto sarebeb stato solo temporaneo. Ma non sapeva fino a quando sarebbe durato.
Con l'aiuto di Tyler e Sarah, che gli davano indicazioni, riuscì comunque ad eluderli e portarli in salvo.
Tyler, per finire, li guidò sino al magazzino in cui era stata rinchiusa sua madre dopo il rapimento.
- Adesso li vado a prendere a calci!- fece Tyler. Raph lo bloccò.
- Ora calmati. Devi prendere un bel respiro e pensare prima di agire.- fece Raph - Non hai speranze di vittoria se ti butti nella mischia come una testa calda...-
Sarah lo guardò scioccata.
- Leo... sei tu?- fece Sarah.
- Oddio, mi sa che hai ragione...- fece Raph - Ok, cerchiamo di studiare un piano. Forse ho un' idea. Ma avrò bisogno di aiuto da parte di entrambi.-
Tyler e Sarah si guardarono e poi sorrisero.
- Spara.- fece Sarah.
...
...
...
Il piano di Raffaello era semplice. Avrebbe combattuto se obbligato. Tyler avrebbe avuto il compito di dirgli a quanta distanza si  trovava l'avversario.
Molto vicino, ore due.
Leggermente più lontano, a ore cinque.
Insomma, come un orologio.
- Sarah, tu rimani indietro.- fece Raffaello - Se le cose dovessero mettersi male, avrò bisogno di aiuto.-
L'avversario di Raffello era il capo di una delle tante bande criminali di stampo mafioso della città di New York. Controllavano piccole zone, perchè il controllo '' grosso'' del crimine organizzato era tutto nella mani di Oroku Saki. E lo sapevano tutti, che con Saki c'erano solo due cose che non si potevano assolutamente fare. La prima, non deluderlo assolutamente.
La seconda era di non tentare in alcun modo di entrare in concorrenza con lui o infiltrarsi tra le sue fila per tradire.
A meno che non si fosse in cerca di una morte molto dolorosa.
Ma da quando era scomparso, anche l'impero criminale che guidava era andato in frantumi. E con lui fuori dai piedi, non c'erano esattamente dei grossi impedimenti per pensare ad un salto di qualità.
E il capo dei Mobstars, così si chiamava quel piccolo gruppo di mafiosi, aveva tutte le intenzioni di diventare il capo assoluto della città. Ed era pronto a tutto pur di riuscirci: fosse uccidere chiunque fosse a conoscenza dei suoi affari o i mebbri di altre bande rivali che avevano in animo lo stesso proposito.
- Quindi sarebbe questo il buffone mascherato che vi ha provocato tanti guai?- il capo dei Mobstars faceva concorrenza ad Hun parlando di '' Armadio a tre ante'', ma più basso, vestito in maniera elegante, occhi verdi e capelli rossi. Aveva anche un accento italiano.
- Sai come reagisco di solito con le persone che mi creano fastidi?- fece l'uomo sfilandosi la giacca - Gliela faccio pagare cara. Personalmente.-
- Coraggio piccolo, dimmi dov'è!- fece Raffaello.
Approfittando della scoperta che la tartaruga non vedeva ad un palmo dal suo naso, l'uomo lo colpì con violenza.
Grazie alle indicazioni di Tyler, Raph riusciva a difendersi molto bene. Almeno fin quando, il capo dei Mobstars ordinò ai suoi di chiudere la bocca al bambino.
Weasel lo aggredì alle spalle e gli tappò la bocca, rendendo vano ogni tentativo del ragazzino di liberarsi e comunicare con l'amico.
Senza quelle indicazioni, Raffaello divenne un facile bersaglio ed iniziò a prenderle senza avere la possibilità di reagire.
'' Maledizione!''- pensò Sarah entrando di soppiatto nel magazzino. Aveva visto quanto le bastava di quello spettacolo orribile -'' Devo intervenire subito!''
- E adesso il colpo di grazia...- fece il mafioso deciso a colpire la tartaruga, ormai incapace di difendersi da sè.
Alzò il pugno per colpirla ma... una stella ninja gli si conficcò in una mano.  Urlò di dolore, prima di strapparsi via la stella di metallo.
- CHI DIAVOLO E' STATO?!?-
La risposta gli arrivò dalla figura di una giovane ragazza dai capelli bruni, in jeans chiari ed una maglietta nera a collo alto senza maniche.
- Io.- fece la giovane con sguardo fiero - Sono stata io a colpirti. Qualcosa in contrario forse?-
Il mafioso sgranò subito gli occhi per poi mettersi a gridare - Numi del cielo! Presto, scappate, mettetevi in salvo finchè potete... c'è... una ragazzina!- per poi farsi una grassa risata, seguito da tutti gli altri.
Raph sorrise.
- Che hai da ridere, pagliaccio?- lo fulminò il mafioso.
- Rido di te e della tua stupidità.... hai appena commesso il peggior errore della tua vita.- fece Raffaello.
Sarah, infatti, non era mai stata particolarmente tollerante verso chi la etichettava come una donnicciola indifesa solo perchè era nata donna. Con i suoi fratelli di solito si vendicava con piccoli dispetti o scazzottate amichevoli... ma dubitava profondamente che avrebbe fatto lo stesso con un mafioso pronto ad uccidere anche un bambino.
- Sarò pure una ragazzina...- non poteva vederla, ma di una cosa era certo: era molto arrabbiata - ma posso sempre romperti quella brutta zucca vuota che ti  ritrovi.- iniziò a correre.
Splinter le aveva insegnato una mossa con la quale era possibile mettere al tappeto l'avversario con un solo colpo.
E se ricordava bene... correre. Trovare un appoggio, darsi la spinta con il piede destro...'' Scusa Raph''- pensò quando poggiò il piede sul suo guscio. Da lì si diede la spinta... e un calcio alla mandibola del criminale, che cadde a terra, semi-svenuto.
- Se qualcuno ha qualcosa da dire in merito al fatto che sono una femmina...- fece Sarah guardando minacciosamente tutti gli scagnozzi del mafioso - Si faccia pure avanti.-
Gli uomini la guardarono spaventati.
Weasel ordinò - Non restate lì impalati idioti! Prendeteli!-
Tyler ne approfittò per sfuggire alla sua prese e a prendere Raffaello per mano, portandolo vicino ad un cumolo di casse. Erano state impilate in modo poco ordinato, bastava poco per farle cadere tutte.
- Fa cadere le casse, presto!- fece il bambino.
Il rosso vi si appoggiò, scaricandovi tutto il suo peso, facendo crollare tutto. Questo avrebbe fatto guadagnare loro tempo.
Tyler li portò davanti alla porta di una cella.
- Credo che mia madre sia qui dentro, ma c'è una serratura, quindi dovete romperla e...-
- Tyler, calmati.- fece Raffaello - adesso come adesso, forse non è il caso che tua mamma veda una grossa tartaruga gigante.-
- Raph ha ragione... e poi le hai promesso che tu, l'avresti liberata.- si associò Sarah - perciò vai. E mantieni la promessa.-
- E voi?- chiese Tyler - Che farete adesso?-
- Non devi preoccuparti di nulla.- fece Sarah - Vi terremo sotto controllo, ma ricorda... dritti filati alla polizia. Da lì penseranno loro a proteggervi.-
Tyler sorrise - Va bene.-
- Beh... ce la siamo cavata bene, no?- fece Raph.
Il bambino sorrise. Sarah l'abbracciò - Buona fortuna ometto. Sìì prudente.-
Il momento del ricongiungimento tra madre e figlio fu commovente. Appena Tyler ebbe slegato la madre dalle corde che la imprigionavano ad una sedia, i due corselo via dal magazzino, approfittando del fatto che Weasel e i suoi scagnozzi erano ancora intenti a liberare il passaggio.
Presto però anche quello sarebbe stato risolto, e loro si sarebbero ritrovati in un bel guaio. Raph aveva preso molti colpi per riuscire a tenere loro testa, e Sarah non sarebbe riuscita a combattere da sola e al contempo assicurarsi che il fratello fosse al sicuro.
A questo problema ovviò una tempistica provvidenziale.
L'effetto della granata ormai era svanito.
- Ci vedo... ci vedo di nuovo.-
Sarah sorrise gioiosa e l'abracciò. Appena in tempo. I Mobstars stavano per raggiungerli.
- Scusa Sarah... ora tocca a me.- fece Raph. Palesò a Weasel la sua presenza.
Questi lo schernì subito.
- Bene bene. Ecco qui nostro ridicolo amico verde e ceco.-
- Ah io sarei ridicolo?- fece Raph - Parli proprio tu con quella cravatta?-
Con orrore, Weasel, realizzò che il suo nemico non era più ceco... e se ne rese conto del tutto, quando Raffaello lo afferrò per il bavero scagliandolo contro le casse.
...
...
...
Come promesso, i due ninja scortarono ( a distanza) Tyler e sua madre sino alla polizia. Tyler guardò verso di loro, sorridendo grato, per quanto avevano fatto per lui e sua madre.
Sarah e Raffaello sparirono nella notte, lieti di quanto avevano fatto. Vero, il loro padre ancora era disperso... ma almeno erano riusciti a ricongiungere una madre con il figlio, e far capire ad un bambino che non tutti i '' non umani'' erano per forza cattivi.
E stando al loro padre, insegnare il rispetto ad un bambino era piantare un seme per una nuova umanità.
Erano certi, che ovunque fosse, sarebbe stato fiero di loro.

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Capitolo 21
*** Alla ricerca di Splinter prima parte ***


~Finora, le ricerche di Splinter non avevano prodotto alcun risultato. E dire che avevano cercato praticamente ovunque: il quartier generale di Shredder e i luoghi circostanti, le fognature, le strade, i vicoli della città...
- Ormai ci rimane molto poco da controllare.- fece April. Non voleva darlo a vedere, ma era molto demoralizzata da quella ricerca che mano a mano che procedeva sembrava non portare a niente e aveva come la sensazione che anche quel poco rimasto da ispezionare sarebbe stato deludente.
- Se almeno avessimo la certezza che Splinter non sia già...- fece Don per essere stoppato da Michelangelo.
- Non ci provare nemmeno a dirlo. Te lo proibisco tassativamente.-
- Fino a prova contraria è vivo e vegeto. E sta solo aspettando che lo liberiamo.- fece Leo.
Purtroppo anche quelle ultime ricerche, come volevasi dimostrare, furono infruttuose. Niente dalle fognature, nè dal cielo e nemmeno alla discarica e negli ultimi magazzini che rimanevano da controllare.
Splinter sembrava sparito, in una nuvola di fumo.
Più passava il tempo, e più la frustrazione e l'amarezza avanzava.
Raffaello era quello che riusciva a gestirla peggio di tutti... e c'era una sola cosa che chiedeva, oltre a riavere Splinter a casa magari che lo rimproverava per sua irruenza o la sua avventatezza che prima o poi l'avrebbe portato ad una fine prematura.
Sfogarsi. Aveva accumulato troppa rabbia in corpo e sentiva che se non avessero trovato Splinter entro poco o non si fosse scaricato come diceva lui... sarebbe diventato pazzo.
E vedere un criminale buttare fuori un uomo dalla sua macchina per poi scappare... gli era sembrato un segno del destino.
Lo rincorse sulla sua moto, e quando finalmente lo mise con le spalle al muro lo tirò fuori dalla macchina per picchiarlo... se i suoi fratelli non l'avessero fermato, non sapeva come sarebbe andata a finire.
- Lo so come ti senti...- fece Leo dopo aver spezzato una lancia in favore del ladro ( per quanto lui stesso ritenesse che avesse bisogno di una lezione) che scappò via piagnucolando - Lo siamo tutti... ma reagire così non serve a niente.-
- Ti sbagli! Serve a me!- fece Raph - Odio andare alla ceca per la città, ci servirebbe almeno una traccia!!!-
- Beh...- fece Sarah - Credo di poterti accontentare... che ne pensi del Custode?-
- Adesso che ci penso, è da quando abbiamo sconfitto Shredder che non si è più fatto vedere.- ricordò Don.
- Vero...- si associò Mik - Prima ci era sempre addosso.-
- Sì, tranne quando c'era bisogno di lui.- commentò Sarah. Vero, era corso in loro aiuto contro i ninja di Shredder perchè aveva dichiarato '' Il vostro nemico è anche il mio'', facendo intuire loro che li avrebbe aiutati... ma dov'era quel tizio, quando tre mesi prima, quel mostro rivestito di latta aveva mandato tutti i suoi lecchini contro Leonardo, a massacrarlo come un cane rognoso da eliminare?
L'aveva lasciato da solo. Avrebbe potuto aiutarlo, l'aveva visto combattere e sapeva che se solo avesse voluto, avrebbe potuto sbaragliare senza fatica un intero drappello di ninja... e invece non l'aveva fatto.
- Se lui è coinvolto, giuro che gliela faccio pagare.- fece Raph.
Poco dopo, arrivò April a prenderli.
- Come facciamo a contattarlo?- fece Leo. Per quel poco che sapeva di lui, arrivava e andava senza che nessuno lo avesse chiamato... il problema era che il Custode si faceva vedere solo quando c'era da tenere d'occhio Shredder. Cosa abbastanza difficile da fare al momento, dato che Saki era morto.
- Usiamo la sua esca preferita...- commentò Sarah.
....
...
...
Il sistema elettrico del palazzo di Shredder era altamente danneggiato e a meno di rifare da capo tutto l'impianto non c'era speranza che l'edificio potesse essere usato come quartier generale.
Ma Donatello era riuscito a farlo ripartire quel poco che era sufficiente per riaccendere lo stemma sul palazzo.
Shredder era morto. Ma questo non serviva che il guardiano lo sapesse. Bastava che fosse certo del fatto che ci fosse attività in un posto in cui a regola non doveva esserci più nessuno per farlo precipitare ad accertarsi della situazione.
Il piano ebbe successo. Il Guardiano accorse immediatamente nel vedere che l'insegna luminosa si era riattivata.
Mik aveva anche creato un fantoccio con le fattezze di Shredder, che il guardiano scambiò per quello vero e lo distrusse... salvo poi accorgersi che era stato preso in giro.
Mik riuscì a stento a trattenere una risata. Il Custode, che non aveva trovato lo scherzo particolarmente esilarante, gli mirò la spada.
- Calma bello, non ti agitare!- fece Mik.
Le altre tartarughe e la ragazza lo circondarono - Calma...- fece Leo - Non abbiamo cattive intenzioni.-
- Allora perchè mi avete teso questa trappola?- chiese il guardiano.
- Perchè ci servono informazioni.- fece Sarah - Nostro padre è scomparso. E abbiamo bisogno di aiuto per ritrovarlo.-
Il custode rimise a posto la sua spada con un tono lapidario - Cercate da un'altra parte. Io non posso aiutarvi.-
- Una volta mi hai detto che eri dalla nostra parte.- fece Leo - Dicci almeno se è vivo e se sta bene...-
- Leo lascialo perdere.- fece Sarah guardandolo con rabbia - C'è gente che dice che sta dalla stessa parte finchè ci può guadagnare...  ma quando c'è veramente bisogno di aiuto...-
Il Custode la guardò triste - Mi dispiace. Non posso aiutarvi.-
Nel dir così sparì in una nuvola di fumo. Poco male però, se non aveva dato loro le risposte che cercavano. Non era quello il piano.
Il piano era riuscire ad attirarlo quel poco che bastava per potergli mettere addosso un localizzatore. Dopo di che, bastava seguirlo fino alla sua base per avere un'idea di dove cercare Splinter.
Riuscirono a seguirlo sino alla dodicesima strada. Poi, davanti ad un edificio nel quartiere degli uffici, persero il segnale.
Poco più tardi, giusto il tempo per Donatello di mettere assieme una telecamera abbastanza piccola da passare inosservata, ma abbastanza sofisticata da poter essere controllata a distanza.
Purtroppo, venne accidentalmente distrutta prima di scoprire '' cosa bolliva in pentola''- ma avevano comunque fatto una scoperta molto interessante.
L'edificio, era la sede della Techno Cosmic Research Institute. Detta così, significava poco o niente, almeno per chi non era un fanatico di scienze e tecnologie... riviste ottime per addormentarsi anche dopo essersi sparati una flebo di caffè per via endovenosa, come avrebbe detto Mik.
Ma leggendole come un acronimo... saltava fuori la sigla TCRI.
La stessa sigla che compariva sul contenitore della sostanza che quindici anni prima aveva trasformato quattro normali tartarughe d'appartamento in quattro ninja.
Oltre a Splinter... forse quella notte, avrebbero scoperto la verità  su come e perchè erano diventati quelli che erano oggi.
...
...
...
- Allora...- fece Leo - Sarah, April, ci serve un 411 sulla TCRI.-
Fu Sarah a prendere la parola per prima - Ok. La TCRI è un'azienda che si occupa dello sviluppo di nuove tecnologie ed è operativa, con grande successo, da venticinque anni. Il suo capo organizzativo, tanto per cambiare, è in gamba e senza scrupoli.-
April, grazie alla connessione, riuscì a far apparire sullo schermo del televisore la piantina usata per la costruzione dell'edificio, che sembrava un disegno astratto.
- Entrare lì dentro sarà tutt'altro che semplice.- fece April  - ci sono telecamere sia dentro che fuori l'edificio, e tutta la struttura pullula di sensori collocati al sistema d'allarme.-
- Quindi...- fece Leo - quello di cui abbiamo bisogno è un tipo molto sveglio, che s'intenda di elettronica capace di disinnescare sia l'allarme che le telecamere.-
- Aggiungici pure il fatto che deve avere una presenza che non dia nell'occhio. Donatello non ci può entrare in quel posto.- fece Sarah.
- Scusa Sarah, il nostro intelligentone non ti ha insegnato tutto quello che sa a riguardo?- fece Mik.
Raph lo fulminò con lo sguardo - E sentiamo, secondo te, come potrebbe una quindicenne entrare nella sede di una società che magari usa la promozione di nuove tecnologie come copertura per attività criminali... senza dare nell'occhio?-
- Ops.- fece l'arancione - Non ci avevo pensato.-
- Beh, a questo punto... l'unica persona che soddisfa tutte queste peculiarità è April.- commentò Sarah.
- Io?!?- le fece eco April.
- Certo. Ed entrerai dall'ingresso principale.- fece Leo - Entrerai nella sala di controllo e staccherai sia le telecamere che l'allarme.-
- Uhm... si. D'accordo, si può fare.- fece April. Don le si avvicinò con il suo palmare.
- Qui c'è lo schema dei pannelli di controllo che sicuramente troverai una volta entrata.-
- Una volta che l'allarme sarà fuori gioco, noi entreremo nell'edificio tramite il sistema d'areazione.- aggiunse Leo.
- Detto così sembra molto facile...- commentò April.
- Vedrai che sarà più facile farsi che dirsi.- si associò Don - E una volta che saremo dentro, manderai alle telecamente un'immagine registrata, così possiamo girare indisturbati.-
- E una volta fatto...- fece Sarah - Ti allontani e te la fili dalla prima uscita che trovi. Non ci servono eroi.-
Anche perchè c'è n'erano già stati troppi nell'ultimo periodo che avevano vissuto, senza bisogno di aggiungere altri eroi o martiri.
- Bene... ma ora possiamo parlare di un minuscolo, piccino, piccino, sebbene cruciale dettaglino? All'ingresso del palazzo c'è una guardia!- sbottò April.
- Sta tranquilla... abbiamo pensato pure a quello. Tecnica ninja della distrazione.-
In quel momento, apparve Casey.
E lo sconcerto apparve sul viso di April che cercò con lo sguardo Sarah.
- Fammi capire... l'arma segreta....?- fece la rossa sperando che l'amica le dicesse che era solo uno scherzo.
Sarah la guardò con sguardo addolorato - Che il cielo ci aiuti... è proprio lui.-
...
...
...
- Ma dovevo proprio vestirmi così?- fece April avviandosi verso l'ingresso. Il tailleur grigio e la gonna praticamente ascellare che aveva messo non era proprio il tipo di abbigliamento con cui si trovava a suo agio. Per non parlare dei tacchi... voleva proprio conoscere quello che aveva deciso che le donne dovevano camminare su quelle trappole mortali per dirgli tutto quello che pensava di lui.
- Beh, hai mai visto una ricercatrice tedesca in maglietta e jeans?- fece Sarah riferendosi alla copertura che avevano organizzato insieme. April O'Neil aveva temporeanamente ceduto il posto alla dottoressa Wanda Von Pepper, dell'Università di Monaco, la quale era stata convocata dal direttore Mortu per discutere di un progetto - e poi vedila così... la guardia è uomo. Basta che vedano una minigonna e non capiscono più nulla.-
- Eccetto Casey ovviamente...- fece Raph - Lui non capisce niente nemmeno se ha davanti una che si veste come sua nonna.- 
- Ah. Ah. Ah....- fece Casey dall'auricolare, pronto ad entrare in azione - e sentiamo, tu quante ragazze...-
Don li zittì - Ragazzi, per favore... cercate di concentrarvi.- consiglio non da buttare cosiderato che stavano camminando su una corda.
E se era già difficile che una tartaruga riuscisse a camminare in equilibrio su di una corda, figurarsi quattro... più una ragazzina.
Nel frattempo, all'interno della struttura il piano procedeva come da programma.
April si era spacciata per una straniera contattata dallo stesso direttore, ma prima che la guardia ( forse insospettita da un comportamento poco limpido sia per il fatto che la donna aveva minacciato di perdere la pazienza se non fosse stata ricevuta) avesse il tempo di contattare il direttore e quindi scoprire la bugia, Casey entrò con un tostapane, urlando a gran voce di voler fare un reclamo e mettendosi a creare una gran confusione nell'atrio.
April riuscì a scivolare nella sala di controllo della sicurezza, praticamente inosservata... e lì iniziarono i problemi.
Il suo compito, che spiegato a parole doveva essere più facile eseguirlo che illustrarlo, si faceva molto più complesso.
Non riusciva nemmeno a trovare il pannello di controllo. Era come se non esistesse.
Subito informò i suoi amici, in attesa del suo segnale per entrare.
- Ragazzi, non ci capisco niente... qui dentro è una torre di Babele. Non c'è modo per disattivare nè le telecamere nè l'allarme.-
- Alle telecamere ci pensiamo noi.- fece Don - tu tenta almeno di staccare l'allarme.-
Senza nemmeno sapere come aveva fatto, April scoprì come funzionava la sicurezza del palazzo.
Sfiorò per puro caso un pulsante e venne ricreato l'ologramma dell'edificio.
Da lì, era sufficiente dare dei comandi vocali per disattivare, riattivare e cercare quello di cui si aveva bisogno.
- L'allarme è disattivato ragazzi. Entrate pure quando volete.- fece April.
- Forse ho un'idea...- fece Don - Leo, c'è una macchina fotografica nel borsone... prendila e scatta una foto, e cerca di inquadrare lo stesso panorama della telecamera.-
- D'accordo...- fece Leo.
- Io penso alla telecamera.- e nel dir così Don afferrò per le zampe un piccione e lo imprigionò in modo da fargli coprire l'obiettivo della video-camera.
- Sbrigati con quella foto.- fece Don.
Quando fu pronta, Leo la piazzò di fronte all'obiettivo. Ora, chiunque avesse dato un'occhiata ai monitor, avrebbe visto comunissimi palazzi, senza sospettare un'intrusione.
- Speriamo che funzioni, altrimenti... ti toccherà rifare la scenetta con il piccione, Don.- fece Mik - e spera che nosta sorella non ti denunci al WWF.-
Sarah nel frattempo era riuscita a scardinare l'ingresso per il condotto di areazione. O almeno così credeva.
- Che funzioni o meno è irrilevante.- fece la ragazza - Di qui non si passa.-
- Che intendi dire?- chiese Raph.
-  Sotto lo sbocco c'è solo uno specchio.- fece Sarah.
- Non ha senso... perchè mettere uno sbocco finto?- chiese Raph.
- Per farlo sembrare un edificio come gli altri.- spiegò Don. Aveva come la sensazione che stavano per mettere il naso in un affare molto, molto grande.
- E ora?- chiese Mik.
- Entriamo da una finestra.- fece Leo.
Soluzione non facile da attuare visto e considerato che tutte le finestre sembravano infrangibili.
Quell'edificio diventava strano ogni minuto che passava.
- E' inutile, non taglia.- fece Don - Dobbiamo trovare un'altra entrata.-
- E anche piuttosto alla svelta. Chissà per quanto, lo zuccone riuscirà a reggere.- fece Raph, riferendosi a Casey.
L'umano intanto iniziava a vedersela brutta.
Le guardie, sia l'uomo che la donna, avevano finito sia il tempo che la voglia di giocare con un '' matto con la mazza da baseball''. Avevano sigillato le porte e le finestre, in modo che non potesse più uscire.
I loro occhi divennero bianchi e cominciarono a brillare... e la donna spezzò la mazza di Casey come se fosse un grissino.
Casey iniziava a non essere più tanto sicuro di poter tener duro ancora a lungo.
...
...
...
- April, abbiamo un problema.- fece Sarah - Non riusciamo ad entrare nè dal tetto nè dalle finestre. Puoi aiutarci?-
- Certo.- fece la rossa - Ormai siamo diventati amici.
Puoi mostrarmi un entrata d'emergenza?- ebbe subito la risposta - Perfetto... quarta finestra sul lato ovest dell'edificio al nono piano.-
- Controlliamo subito, grazie.- fece Leo.
Si recarono sul posto indicato loro da April. E lì ebbero una sopresa. La finestra, che in apparenza sembrava identica alle altre, in realtà era un ologramma.
Se ne accorsero quando si avvicinarono al vetro... dal quale passava dell'aria.
- Questo posto è una continua sorpresa.- fece Sarah.  La cosa però iniziava a farle paura.
In quel momento, Mik, senza un minimo di prudenza si fiondò dentro la finestra... e subito venne investito da un raggio di luce azzurrina.
Uscì subito per evitarlo, ma perse l'equilibrio e trascinò anche Donatello, che aveva tentato di fermare la caduta del fratello minore in un salto di almeno nove piani.
Il tutto sotto gli occhi impotenti dei loro fratelli.
 

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Capitolo 22
*** Alla ricerca di Splinter seconda parte ***


~Fu solo grazie alla prontezza di Donatello se questi ed il fratello minore evitarono di spiaccicarsi sul marciapiede diventando una poltiglia verde.
Poco dopo risalirono, ricongiungendosi ai fratelli.
Sarah contattò subito April.
- April... mandami pure al diavolo e dimmi che sono pensante, ma abbiamo un problema.-
- Quale?- fece April.
- La finestra del nono piano è una trappola. Il vetro è un ologramma, ma se proviamo ad entrare veniamo colpiti da un raggio e cadiamo di sotto.- spiegò la ragazza.
- Rimani in attesa. Vedo cosa posso fare.- disse la rossa per poi comandare - Disattivazione sistema nono piano.-  e il comando fu eseguito subito.
Fu l'ultima cosa che la rossa potè fare per aiutare i suoi amici. La porta si era aperta leggermente, ma quel tanto che bastava perchè un membro dello staff la notasse ed entrasse per capire cosa fosse accaduto.
Spense il sistema, e si avvicinò minacciosamente alla ragazza.
April era talmente terrorizzata da non riuscire nemmeno a respirare. Riusciva solo a pregare.
E Qualcuno molto in alto, doveva volerle un gran bene in quel momento. Casey, riuscito a scappare da quelli che se avessero potuto l'avrebbero pure smontato vivo,  corse in suo soccorso.
Colpì l'aggressore di April con un bastone elettrico rubato ai suoi assalitori.
Subito dopo, inseguiti da almeno tre guardie e dal '' capo della baracca'', come lo chiamava Casey, i due riuscirono a fuggire su una specie di carrello volante e sparirono dalla visuale dei loro inseguitori.
Il signor Mortu, così si chiamava il direttore della TCRI, era molto contrariato.
April contattò i suoi amici per avvertirli di stare attenti, ma non potè mai spiegare loro chi avrebbero trovato là dentro. Una volta entrati il segnale calò a poco a poco, per poi smettere di esistere.
- Forse ci sono dei jammer da qualche parte.- fece Sarah. La situazione diventava sempre più pericolosa. Se avessero dovuto divedersi, non avrebbero nemmeno potuto tenersi in contatto radio.
Con la destrezza che solo i ninja potevano avere, iniziarono a tener d'occhio una delle persone che lavorava nella struttura. L'uomo entrò in una stanza... e quando le tartarughe tentarono di seguirlo, aprendo la porta, si ritrovarono in una stanza che aveva quattro porte. Una per lato.
Ed ogni porta, conduceva ad una stanza identica a quella.
Girarono a vuoto per almeno dieci minuti prima di ritrovarsi tutti nel corridoio da cui erano partiti.
- Sembriamo cavie da laboratorio che cercano il formaggio!!!- fece Sarah. Non importa quale porta sceglievano. Giravano a vuoto per dieci minuti buoni e poi si ritrovavano esattamente al punto di partenza.
Senza avere il tempo di dire altro, avvertirono la presenza di qualcosa che stava arrivando e si nascosero nella prima stanza trovata. Si trattava di una specie di carrello volante sopra il quale c'erano dei fusti che stando al disegno, dovevano contenere rifiuti tossici e altre sostanze nocive.
- Questo posto mi piace sempre di meno ragazzi.- commentò Sarah.
- Una ragione in più per prendere Splinter e portarlo via da qui, magari schizzando a mille all'ora.- fece Raffaello.
- Shhh...- fece Don.
I tizi sullo strano carrello si erano messi a parlare di alcuni loro colleghi che erano stati colpiti dalle radiazioni e che dunque dovevano preparare '' la camera di decontaminazione''.
- Li seguiamo?- fece Don.
- C'è pure bisogno di chiederlo?- fece Raph.
- Dividiamoci. Don, tu e Mik andate a controllare quell'ascensore. Io, Raffaello e Sarah andiamo dietro a quei due.- fece Leo.
- Roger.- commentò Mik.
- E mi raccomando... prudenza.- si raccomandò Leo.
Raph gli diede una leggera gomitata durante il tragitto, per dirgli una cosa sottovoce - Scusa fratellone, ma so cavarmela pure da solo...-
- Ehm, da dove nasce questo discorso?- fece Leo.
- Voglio solo dire che se vuoi restare da solo con la tua bella e magari dirle tu hai capito cosa, io posso anche andarmene.- lo stuzzicò Raffaello.
La pelle verde pistacchio del leader divenne leggermente rossa - Possiamo riparlarne DOPO aver sistemato questo problema?-
Sarah in quel momento si voltò.
- Che cosa bisbigliate?-
Leo rise nervosamente, sperando che la ragazza non notasse che stava diventando dello stesso colore della maschera di Raffaello - No, niente... facevamo solo delle considerazioni.-
'' Si, su quanto tu sia un abile stratega ed un njnja imbattibile... ma in amore, amico mio, sei un pivello.''- pensò il rosso.
Dopo aver ritrovato Splinter, avrebbe dovuto rimettersi a fare cupido.
Nel frattempo, erano arrivati in un vicolo ceco. E i due uomini erano scomparsi. Assieme al carico di scorie radiottive.
- Sono scomparsi...- fece Sarah.
- No, è impossibile...- fece Leo - Lo vedi pure tu... sul corridoio non ci sono porte o uscite d'emergenza...
Magari c'è un passaggio segreto, nascosto da qualche parte...- fece Leo iniziando a tastare le pareti del corriodoio.
- Sorella, sei tu quella che va avanti a libri dell'avventura e pane.... che ne dici?- fece Raph imitando il fratello.
- Che qui non vedo oggetti che possono essere usati come leve...- nel dir così toccò la parete in fondo al corridoio e si accorse che quel muro in realtà era solo un ologramma - trovato.-
- Davvero?- chiese Leo.
- Si... non è un passaggio segreto. E' solo un ologramma.-
- Questo posto sta diventando sempre più inquietante.- commentò Raffaello.
Finti condotti dell'aria, piani tutti uguali strutturati come un labirinto, vetri infrangibili, finestre '' trappola'', muri olografici... era troppo persino per una compagnia che si occupava di nuove tecnologie.
Quell'edificio sembrava fatto in modo che chiunque vi entrasse ( ammesso che ci riuscisse) perdesse l'orientamento e non riuscisse più ad uscire oltre che messo in condizione di non indagare oltre.
Adesso finalmente, Sarah capiva... ai tempi del loro primo incontro, April prima di aprire il negozio di famiglia, usciva da una serie di proposte non compatibili con le sue competenze. Tra i vari colloqui che aveva provato, c'è n'era uno mai fatto.
Proprio con il direttore organizzativo della TCRI. Lei aveva spedito i suoi dati ed il curriculum per chiedere un colloquio di lavoro... ma le avevano rispedito indietro tutto dicendo che lo staff era al completo.
Era una bugia.
Non assumevano candidati o persone esterne perchè non volevano rischiare che qualcuno vedesse qualcosa e lo mettesse in piazza.
E ora, stavano per scoprire di che si trattava... avevano i brividi solo a pensarci.
Dall'altra parte c'era una stanza in cui materiale organico e tecnologico sembrava fondersi, fusti di sostanze nocive... e dei bozzoli. Tanti bozzoli.
Quel posto sembra essere uscito da un incubo.
- Non oso immaginare cosa abbiano fatto a Splinter, questi pazzi esaltati...- fece Raph.
- Non traiamo conclusioni affrettate... non sappiamo se lo hanno rapito loro.- ragionò Leo.
- No. E' qui. Avverto la sua presenza.-
...
...
...
Raffaello non era l'unico ad aver avvertito la presenza di qualcuno. Le guardie della struttura avevano avvisato i loro capi ( due uomini ed una donna, che parlavano in perfetta sintonia tra loro, quasi fossero un'anima sola) dell'intrusione e della fuga di April e Casey.
Subito, avevano convocato al loro cospetto il Guardiano, chiedendogli come fosse stato possibile che cinque ragazzini fossero riusciti a mettergli addosso un localizzatore senza che lui se ne accorgesse.
L'uomo li aveva rassicurati dicendo che i loro amici erano fuggiti, ma senza scoprire nulla di compromettente... ed era saltato fuori che erano stati solo un diversivo.
Le tartarughe e la loro giovane sorellastra umana erano entrati.
Urgeva mettere in atto le procedure d'emergenza prima che gli intrusi potessero scoprire qualcosa.
Peccato che fosse troppo tardi.  Don e Mik si erano ritrovati davanti ad uno spettacolo che nemmeno riuscivano a definire. Erano riusciti ad arrivare anche loro alla camera di decontaminazione, e lì con orrore e disgusto avevano scoperto che le fattezze umane di quegli individui... erano solo esoscheletri con addosso maschere e vestiti da umani... in corrispondenza dello stomaco c'erano degli strani esseri che sembravano cervelli rosa.
Proprio mentre quei '' cosi'' si stavano sottoponendo ad una doccia, scattò l'allarme che avvertiva la presenza degli intrusi.
E non furono solo Don e Mik a doversi dare alla fuga.
...
...
...
-  Che accidenti sono quei cosi?!?- urlò Sarah.
- Ci pensiamo dopo... presto scappiamo.- fece Leo iniziando a correre, seguito a ruota da Raffaello e dalla ragazza.
Iniziarono a correre, fino ad arrivare ad un bivio.
Leo prese la porta a destra, seguito a ruota dai fratelli, ritrovandosi in una stanza in cui per forza di cose, dovettero combattere contro quelle strane creature.
Non facevano in tempo a metterli al tappeto che subito si rialzarono. In loro aiuto vennero Mik e Don, che indicarono loro una strana per scappare.
Riuscirono a trovare rifugio ( seppur temporaneo) in una specie di laboratorio biologico.
- Oh Mio Dio...- fece Sarah guardandosi intorno.Sembrava il laboratorio nel sottosuolo della città, ma qui le cose erano molto più in grande.
- Ragazzi, ma dove siamo finiti? Nel laboratorio di Frankestain o in un film di Matrix?- fece Raffaello.
Leo sgranò gli occhi dall'orrore nel vedere chi c'era in una di quelle celle - Spero di no... guardate!-
In una di quelle celle, privo di conoscenza, ed immerso in un liquido arancione c'era proprio Splinter.
- Papà!- fece Sarah correndo verso di lui con un sorriso preoccupato. Era felicissima di aver ritrovato il loro padre, ma allo stesso tempo aveva paura. Chissà cosa gli avevano fatto, e chissà se era ancora vivo.
- Donatello... è... è...?- fece Mik temendo la risposta come mai prima d'ora.
Don diede un'occhiata al computer collegato al serbatoio in cui Splinter era chiuso e tranquillizzò i fratelli - No. Per quel che vedo, si trova in uno stato di biosospensione. In poche parole, può essere risvegliato.-
Raph tirò fuori i sai - Se permettete...- Leo però lo bloccò.
- Fermo. Potremmo fargli più male che bene.-
- Leo ha ragione.- si associò Don - Noi non sappiamo nulla di questa tecnologia.- ma prima che avesse tempo anche solo per pensare di poter prendere una qualunque confidenza con quella tecnologia e salvare Splinter...quegli strani eso-scheletri abitati da cervelli rosa e piccole piattaforme volanti sopra le quali vi erano altre di quelle creature, fecero irruzione nella sala, iniziando a sparare a raffica contro di loro usando fucili laser, ma i ninja riuscirono a salvarsi schivando i colpi, rotolando, abbassandosi e combattendo.
Poi, una di quelle creature perse il controllo della sua arma ed iniziò a sparare senza poter far nulla per decidere dove e cosa  colpire.
Iniziò a danneggiare le apparecchiature... e sulla traiettoria c'era anche la capsula in cui era chiuso, privo di sensi, il maestro Splinter.
- NO!- urlò Donatello parandosi di fronte al padre. Il raggio energetico lo prese in pieno petto, e lo fece volare fino alla stanza attigua, facendogli battere il guscio e la testa sui gradini che portavano ad una piattaforma.
- Donatello!!!- urlò Sarah correndo nella stanza al capezzale del fratello, per assicurarsi che non si fosse fatto troppo male.
S'inginocchiò subito di fianco a lui e gli poggiò due dita sul collo.
Poco dopo, anche Leo, Raph e Mik li raggiunsero nella strana stanza.
- Come sta?!?- chiese Leo.
- Sta bene... è solo svenuto, credo che abbia battuto la testa, ma per fortuna non ha subito gravi danni...- fece Sarah.
- Facciamo stendere come si deve...- fece Raph. Lui e Leo lo presero da sotto le braccia, mentre Mik lo prese per le gambe. Lo fecero stendere sulla piattaforma.
In quel momento, il direttore della TCRI si avvicinò loro - Seguite il mio consiglio. Uscite immediatamente da qui.-
- Non riesco più a muovermi!!!- fece Mik.
Il direttore corse subito alla consolle di comando, cercando di spegnere la macchina, ma i danni subiti dalle apparecchiature erano troppo gravi.
- Troppo tardi.- fece l'uomo con sguardo addolorato.
Le tartarughe e la ragazza vennero avvolti da un raggio di energia bianca, e a poco a poco iniziarono a smolecolarsi, per poi sparire del tutto.
Quando le guardie entrarono nella stanza, oltre al direttore e al suo sguardo impotente e disperato, c'era solo una colonna di fumo fluttuante.

 


Bene. E la prima serie è conclusa, se si escludono gli episodi '' filler'' che non hanno influito granchè sulla trama orizzontale.
E finisce così: i nostri eroi sono scomparsi per finire chissà dove. Ma non temete. Questa storia è solo all'inizio. Ho già iniziato a pensare alla seconda parte ed anche lì ne capiteranno delle belle.
Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato. Quando ho detto '' Ma sì dai''- non mi aspettavo tante recensioni.
Grazie a....
LadyZaphira, che mi ha dato lo sprint decisivo per farmi prendere la decisione di pubblicare questa storia.
Baris D Lawrence, sono felice che ti piaccia la storia e il personaggio di Sarah. E grazie anche per i tuoi consigli. Cerco di attenermi il più possibile alle puntante, modificando alcune parti per dare anche a Sarah il suo spazio, ma preferisco non fare grossi cambiamenti, come il far dare a lei il colpo di grazia a Shredder, perchè temo diventerebbe troppo Mary Sue.
Un grazie speciale va Misslovegood94, che conosco ormai da anni, per il suo sostegno che non vale solo per le storie, ma anche per i problemi della vita. Le tartarughe ninja ci hanno fatto incontrare e alla fine, dopo quasi sette anni senza sapere più nulla l'una dell'altra, ci hanno fatto ritrovare <3 Grazie di tutto e spero di poter tornare presto a leggere qualcosa di tuo.
A proposito, non odiarmi per questo ultimo capitolo.... ma è colpa di Leo se non si è ancora visto tu sai cosa.
Ultima, ma non per importanza, Lilica, che mi da lo sprint giusto per ripescare e riaggiornare storie '' dimenticate anche da Dio'' e per le quali stavo perdendo le speranze.

Vi voglio bene ragazzi, vi sto abbracciando tutti con il pensiero.

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