1 VS 1

di Shadow Eyes
(/viewuser.php?uid=42277)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tocco || {Son Goku e C-18}; ***
Capitolo 2: *** Brivido || {Freezer e Bulma}; ***
Capitolo 3: *** Demonio || {Vegeta e Chichi}; ***
Capitolo 4: *** Timore || {Piccolo e Videl}; ***
Capitolo 5: *** Proiettile || {Mirai!Mai e C-17}; ***
Capitolo 6: *** 404 || {Dottor Gelo e Bulma}; ***
Capitolo 7: *** Jǫtunn || {Lunch e C-16} ***
Capitolo 8: *** Lillà || {Nappa e Panchy}; ***
Capitolo 9: *** Traccia || {C-18 e Perfect!Cell}; ***
Capitolo 10: *** Sorpresa || {Trunks e Valese}; ***
Capitolo 11: *** Rimpianto || {Radish e Chichi}; ***
Capitolo 12: *** Eroe || {Goten e Darbula}; ***
Capitolo 13: *** Riconoscimento || {Ciccio!Bu e Baby!Bra}; ***
Capitolo 14: *** Mantide || {Mirai!Trunks e Marion}; ***
Capitolo 15: *** Budino || {Beerus e Lunch}; ***
Capitolo 16: *** Iniziativa || {Muten e Kid!Bu}; ***
Capitolo 17: *** Facsimile || {Son Goku e C-18}; ***
Capitolo 18: *** Resa || {Zarbon e Bulma}; ***
Capitolo 19: *** Ōkami || {Kid!Trunks e Yamcha}; ***
Capitolo 20: *** Serenità || {Crilin e Chichi}; ***
Capitolo 21: *** Dubbio || {Pan e Mr Popo}; ***
Capitolo 22: *** Contrattempo || {Mirai!Mai e Videl}; ***
Capitolo 23: *** Irragionevole || {Perfect!Cell e Chichi}; ***



Capitolo 1
*** Tocco || {Son Goku e C-18}; ***


1VS1 - C-18 & Goku
1 VS 1





Tocco || {Son Goku e C-18};




I don’t think she knows
She is such a gentle touch
Duran Duran – “She’s Too Much”





Un flash nero e la scarpetta da ginnastica gli sopraggiunse in viso; Goku contrasse i muscoli della schiena con uno squittio, piegandosi all’indietro appena in tempo per sentirne i lacci solleticargli la punta del naso, prima che sparissero con un guizzo oltre il suo sguardo.
Rilasciò un sospiro tremolante, raddrizzandosi. A dispetto della fredda eleganza del suo portamento, rifletté, C-18 aveva uno stile di combattimento brutale. Non aveva la grazia, né la disciplina di Chichi – era estremamente pericolosa a distanza ravvicinata e lo stava attaccando senza sosta da ore, con una forza tale da costringerlo a schivare i suoi colpi, piuttosto che a incassarli. Onestamente, stava cominciando ad affaticarsi.
«Sono curiosa…», cominciò la cyborg, scostandosi una ciocca bionda dal viso, «Cosa speri di guadagnarci?»
Saettando, i due si avventarono l’uno contro l’altra, l’impatto tra i loro avambracci destri un’esplosione d’aria che travolse il vicinato, scagliando in alto una spirale di fili d’erba.
«“Guadagnarci”?», ripeté Goku, puntellando meglio i piedi a terra per opporsi alla spinta della donna. «Non capisco.»
«Affrontarmi senza trasformazioni o ki— perché?»
«Oh. È un test!»
Le labbra di C-18 s’aprirono senza emettere alcun suono, prima di cucirsi in una linea pallida.
«Capisco.», annuì infine, rompendo lo stallo tra loro con una piroetta alla sua destra. «L’importante è che non dimentichi la promessa che mi hai fatto.»
Smarrito, il sayan si grattò il capo, prima di illuminarsi.
«Ah, già! Un pranzo da regina!»
«Esatto.»
«Ma… Posso mangiare anch’io?»
«Certo.» La cyborg fece spallucce. «Finché paghi, puoi fare quello che ti pare.»
«Perfetto!»
Con le iridi accese d’un bagliore ardente, Goku si proiettò in avanti, pronto a colpirla, ma un improvviso scintillio alla sua destra l’accecò, impedendogli di vedere il pugno di C-18 che gli si abbatté, spietato, contro la fronte – cadde a gambe all’aria.
«Ops! Colpa mia!» Crilin comparve alle spalle della moglie ridacchiando, rifrangendo la calda luce del pomeriggio con la sua pelata. «Comunque, Goku, capisco che vuoi testare i limiti della tua resistenza e tutto il resto…», proseguì, «Ma sono quasi due giorni che ve le date di santa ragione. La mia adorata metà ha dalla sua un’infinita quantità d’energia ma tu, be’… Non sarebbe l’ora di fare una pausa?»
«Ѐ già passato più di un giorno?», fiatò stralunato il sayan, «Urca!»
«… Non se n’era manco accorto.»
Bruciore. Goku percepì qualcosa di umido scivolargli lungo un sopracciglio e le voci dei suoi amici divennero un brusio di sottofondo: una goccia di sangue gli cadde nell’occhio, tingendo tutto di rosso. Infastidito, lo chiuse, sfregandoselo con il dorso della mano.
«Fermo.»
In ginocchio davanti a lui, una figura tornò lentamente a fuoco mentre apriva una bottiglietta di disinfettante. Goku batté ciglio, immobile, guardando C-18 versarne un po’ su una garza, prima di avvicinarsi per tamponargli la ferita.
«Uah!»
Si ritrasse appena, d’istinto, rilassandosi solo quando la sentì ridacchiare e poggiargli la mano sulla fronte. C’era qualcosa, nel tocco attento, di madre della donna. Una sensazione familiare che lo trasportò per un istante ad un’altra vita, ad altre mani, ruvide, indurite dal tempo e dagli allenamenti, che aveva dovuto abbandonare troppo presto.
Flutti di ricordi gli salirono agli occhi, riempiendoglieli di nostalgia.
Sorrise.










.:~*~:.

E niente, in questi giorni mi sono venute in mente tre mini-racconti che hanno come tema principale lo scontro, non solo fisico ma psicologico (più o meno...?). (ง'̀-'́)ง Volevo scrivere scene random, d’azione e non, con personaggi che raramente si vedono insieme… Ma, prima che apriate il fuoco, ci tengo a specificare che queste non sono coppie nel senso romantico del termine hah hah hah! X°D Per quello ho usato la “e” tra i loro nomi nel titolo, e non la “x”. Volevo semplicemente levarmi qualche sfizio. Se vi viene in mentre qualche altra accoppiata strana, magari non mi fermo a tre e ne scrivo altre… Chissà!
Comunque sia, in questo breve racconto, Goku ha scelto di allenarsi con C-18 primo perché è curioso di vedere come combatte e, secondo, perché vuole scoprire, in uno scontro d’arti marziali non-stop, quante ore sarebbe riuscito a resistere prima finire tutte le energie. Un esperimento alla Goku, insomma. C-18 ha l’energia infinita dalla sua parte, quindi ha deciso di accontentarlo perché la cosa a lei non avrebbe fatto comunque alcun danno. E in più, cibo gratis. *fa partire il suono del registratore di cassa*
Alla fine, il sayan scopre non solo che stile di combattimento usa l’androide, ma anche un suo lato più gentile che gli riporta alla mente nonno Gohan.
Ringrazio chiunque abbia letto! (❁´▽`❁)*✲゚*

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Brivido || {Freezer e Bulma}; ***


1VS1 Freezer & Bulma
1 VS 1





Brivido || {Freezer e Bulma};




I can feel your heart in your neck
I can steal your heart from your neck
Pearl Jam – “Glorified G”





Le sfiorò la gola con la coda, attorcigliandone l’estremità attorno a quel sottile velo di pelle che pulsava d’aria e sangue. Il colore era quasi diafano, la superficie liscia, e poté subito avvertire la vibrazione che le corde vocali emisero sotto la sua presa. Un gemito, senza dubbio.
Impassibile, mosse lo sguardo su delle piccole vene celesti che stavano diventando sempre più visibili al suo sfiorare. L’affascinava vederle gonfiarsi, tendendo i tessuti tutt’attorno e fu una rara delizia scoprire quanto fosse sensibile al suo tocco l’epidermide che le rivestiva; gli era bastato esercitare solo un po’ di pressione con la punta affilata della coda, per lasciarci sopra tracce ceree.
Patetico.
«Fa’ pure il gradasso, tanto lo so che sono troppo utile perché sia fatta fuori adesso.»
Freezer incrociò le braccia contro il petto, gli occhi di brace accesi da una malia perversa: sapeva bene che all’interno di quel collo magro, sotto il guizzo dei muscoli e al di là dei nervi e delle arterie, si nascondevano le vertebre cervicali – così poche, così delicate, che avrebbe potuto spezzarle tutte con una semplice torsione, ponendo fine una volta per tutte alla hỳbris di quell’umana.
«… Non fai paura a nessuno.»
Ancora quel borbottio— ah, cosa non avrebbe dato per poter osservare le iridi insolenti di quella donna perdere pian piano la loro luce, spegnendosi con la sua maestosa immagine impressa al loro interno! Gli sarebbe bastato un istante… Uno solo.
«Le mie scuse, terrestre. Non era mia intenzione turbarti.», disse invece.
Del resto il cervello di Bulma Brief, come ci aveva tenuto più volte a ribadire lei stessa, era un assetto da tenere in considerazione. Se il suo grande potenziale non era sfuggito alle menti sottosviluppate dei suoi alleati, figurarsi alla sua; dire che una ricercatrice del suo calibro sarebbe potuta diventare una risorsa preziosa per i suoi piani di riconquista, era un mero eufemismo!
«Piuttosto, temo di avere ancora qualche difficoltà a decifrare il vostro linguaggio…», proseguì Freezer, compassato, «Quando dite che: “non faccio paura”, cosa intendete, esattamente? Perché devi sapere, umana, che dalle mie parti chi non teme il nemico non trema
Sogghignò, avvertendo attraverso la pelle della coda le scie di brividi che le risalirono lungo la gola. La donna agitò quelle sue piccole mani glabre tra le leve rosse e blu che usava per pilotare, in cerca, chiaramente, di un qualche tipo di supporto.
Pusillanime.
Soddisfatto, Freezer la lasciò andare, quando il pavimento ebbe un sussulto violento e i suoi piedi persero ogni appiglio, facendolo ruzzolare a terra. Ci fu poi un gran fracasso che lo stordì, animato da grovigli rotolanti di mani, piedi e voci che, in un battito di ciglia, vennero sparsi tra finestrini e sedili dagli scossoni che stavano squassando la navicella.
«Che sta succedendo?!»
«Ah, un piccolo vuoto d’aria, ragazzi. Capita!», spiegò Bulma, voltandosi con calma innaturale verso la figura supina dell’imperatore dell’Universo, gli occhi blu pieni d’una malizia così simile alla sua da lasciarlo ammutolito. «Non c’è nulla da temere.»










.:~*~:.

Scommetto che non ve li aspettavate, questi due eh eh eh! <( ̄︶ ̄)>
Dunque! Questa flash me l’ha ispirata DB FighterZ: arrivati ad un certo punto [che non menzionerò per evitare spoiler eccessivi], c’è una scena in cui il buon imperatore nota con interesse il talento e l’intelligenza di Bulma, pensando davvero che una come lei potrebbe essere un’ottima risorsa per il suo esercito. L’ambientazione è quindi quella del gioco, con Goku & The Gang nella navicella che serve a trasportare il giocatore da un livello all’altro.
Per il resto, Freezer è orgoglioso, sì, ma anche molto, molto furbo. Dopo lo schiaffo morale che gli ha tirato la donna, facendogli notare che non può farle del male al momento, sa che è costretto a starsene buono e la cosa ovviamente lo irrita (prendere ordini da sporchi plebei… Non sia mai!), quindi trova un modo apparentemente innocuo, subdolo, per strapazzarla un po’.

Pensando di poterla passare liscia. Pfff. Quel vuoto d’aria non si è trovato da solo, se capite che intendo. X°D
Comunque sia, chiudo ringraziando, come sempre, chiunque si sia avventurato in questi strambi lidi! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Demonio || {Vegeta e Chichi}; ***


1VS1 Vegeta&Chichi
1 VS 1





Demonio || {Vegeta e Chichi};




I see nothing in your eyes
And the more I see the less I like
Breaking Benjamin – “Breath”





Qualcosa in lei c’era, la percepiva a tratti; una vibrazione lieve sotto la superficie stoica dei suoi occhi neri, una ferocia dormiente in attesa di qualcuno che la risvegliasse.
Vegeta si piegò di lato e la gamba di Chichi gli sfolgorò accanto alla guancia, lo spostamento d’aria un’onda d’urto che gli smosse i capelli, spazzando via il fogliame secco alle sue spalle.
Schioccò la lingua. Il potenziale della terrestre lo incuriosiva, sì, ma insulti, minacce— tutto inutile. I suoi colpi continuavano ad essere precisi, disciplinati, mirati a soggiogarlo e non a fargli del male. Non seriamente, per lo meno.
Infastidito, era lì lì per perdere ogni interesse in quello scontro, quando quel piccolo abominio di Gohan si presentò tra loro con un vassoio carico di bicchieri tintinnanti— ah, tempismo perfetto!
Col volto deformato da un ghigno, il sayan gli piombò alle spalle, afferrando quella sua testolina ispida tra le dita e, ignorando le sue proteste, lo sollevò da terra, esponendolo alla madre come un trofeo.
«Oh, non t’azzardare, Vegeta…!»
Una sferzata di vento lo investì in pieno, mozzandogli il fiato il gola; il ki della donna era aumentato a dismisura, ardendo attorno al suo corpo nervoso come una fiamma, mandando dei bagliori scarlatti che lo lasciarono interdetto.
Possibile?
«Torci un altro capello al mio bambino e te ne pentirai!»
A quelle parole tonanti, la sua stretta del principe si serrò ulteriormente sul cranio di Gohan, che gli lanciò contro il vassoio e cominciò a divincolarsi, finché non riuscì a sfuggirgli. Poco importava, aveva finalmente ottenuto ciò che voleva.
Ridendo della fuga precipitosa del moccioso tra i cespugli, Vegeta fece per voltarsi e un pugno gli comparve d’improvviso tra gli occhi: si accosciò, schivandolo. Qualcosa scoppiò sulla sua testa e una pioggia di pezzetti di legno che odorava di brace gli cadde addosso. Sollevò lo sguardo, notando con malsana soddisfazione che la mano di Chichi era incastrata in un piccolo cratere fumante al centro della corteccia di un albero.
Si rialzò per fronteggiarla, afferrandole l’avambraccio.
«Lascia che ti aiuti.»
La divelse dal tronco, scagliandola contro l’albero accanto, ma la donna fu lesta e roteò in aria, riuscendo ad atterrare con i piedi contro il fusto, prima di avventarglisi contro, i capelli un roveto che le frustava il viso. Rabbrividì, sogghignando. No, non c’era modo che quella cosa fosse ancora un essere umano.
Ci fu uno schiocco e, con un sussulto, il sayan annaspò – un fiotto di sangue gli salì con un rigurgito tra i denti, colandogli lungo il mento; il braccio di Chichi gli aveva trapassato l’armatura e la sentì muovere la mano, il graffio delle sue dita bianche sempre più vicino al suo cuore che pulsava e pulsava. Masticò un’imprecazione; poi, tutto fu nero.
Vegeta si svegliò di soprassalto, portandosi una mano al petto: niente ferite, niente buchi.
Bene.
Alzò lo sguardo e, attorno a lui, non c’era che il verde frusciante del monte Paozu.
… Che razza di incubo!
Se erano questi gli effetti della sua cucina, era l’ultima volta che accettava l’invito a pranzo di quel demonio.










.:~*~:.

Questa è una campagna di sensibilizzazione per le Chichi che non combattono più da anni. Toei, fatele scatenare almeno una volta ogni decennio. Grazie.
Hah hah hah X°D Ben trovati! Questa flash me l’ha ispirata una mini scenetta dell’episodio 54 di “DragonBall Z Abridged”, creata dal TeamFourStar. In pratica c’è un botta e risposta rapido tra Vegeta e Chichi e lui resta (per una volta nella vita) senza parole di fronte all’aggressività della donna, finendo per replicarle tipo un minuto dopo e sottovoce. Voi direte: e da quella scenetta, tu crei questo? Eeeh… Vegeta mi ispira violenza a pacchi. ¯\_(ツ)_/¯ Mi ha fatto pure cambiare il rating della raccolta.
Per il resto, l’ho ambientata qualche tempo dopo la sconfitta di Freezer e la saga di Cell. Quindi il principe dei due sayan è ancora un po’ instabile & kattivo.
Ho immaginato una di quelle giornate in cui magari Chichi decide di invitare tutti a pranzo e Vegeta (trascinato da Bulma) si presenta lì con gran sorpresa di tutti gli altri. E, magari, mangiando e bevendo nota che la mogliettina di Kaarot nasconde un certo potenziale distruttivo. Magari, poi, bello satollo, decide di farsi una pennica sotto un albero e l’immaginazione prende il volo tra sonno e veglia.
Nella prossima flash scopriremo quello che sogna quando mangia la peperonata.

Pfff. XD Comunque! Le tre flash che avevo in mente si concludono qui. Adesso, non mi resta che cimentarmi con i vostri suggerimenti:
  1. Ale_Chan03: {Videl e Piccolo};
  2. Teo5Astor: {Mirai!Mai e C-17};
  3. felinala: {Dottor Gelo e Bulma};
Incrocio le dita e alla prossima! Grazie per aver letto! (ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧

P.S.: Buona Pasqua/Pesce d’Aprile…?

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Timore || {Piccolo e Videl}; ***


Piccolo e VIdel
1 VS 1





Timore || {Piccolo e Videl};




‘Cause when you have a light that shines beside you
You know you will never be alone
John Fullbright – “Song for a Child”





Piccolo aveva osservato per anni gli esseri umani che lo circondavano; interpretarli correttamente, tuttavia, gli risultava ancora un’operazione complessa. Movenze del corpo, sguardi, parole, silenzi, sott’intesi… Le loro interazioni erano caratterizzate da fin troppe sottigliezze, per i suoi gusti.
Forse fu proprio per quello, che accolse con una certa inquietudine l’arrivo di un’aura familiare alle sue spalle.
«Videl.», la salutò, rimanendo seduto sulla sporgenza a picco sul mare che aveva scelto per meditare.
«Piccolo…»
Quel nome sospeso fu come un rullo di tamburi prima di una grande rivelazione e il namecciano si irrigidì, avvertendo gli occhi grigi della donna conficcarglisi nel cranio.
Inspirò.
«Vorrei parlarti di Pan.»
Ah.
Dritta al punto.
Espirò.
«Sta bene?»
Videl atterrò e, cosa ancora più curiosa, gli si accomodò accanto, stendendo le gambe pallide sulla roccia. Piccolo aprì un occhio e la scorse mentre si mordicchiava il labbro inferiore, passandosi una corta ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.
«Sì e no.»
La fronte gli si aggrottò, il suo silenzio un invito ad elaborare una risposta chiarificatrice.
«Ha una caviglia lussata.»
«Cos—»
«Da quando le hai promesso quello scontro amichevole, ha passato tutti i giorni ad allenarsi senza sosta.»
«… Capisco.»
«Ovviamente non mi ha detto nulla della caviglia finché ha potuto.» La donna fece un sorriso a metà che gli trasmise un sentimento formicolante sottopelle – senso di colpa. «Voleva continuare ad esercitarsi.»
«Heh. Testarda come suo nonno.»
I due si scambiarono uno sguardo divertito e, per qualche motivo, il namecciano intuì che non era per l’omissione di Pan, che Videl era venuta a cercarlo.
«Non ha versato una sola lacrima – è una forza della natura, la mia piccolina.»
Tacque.
«Sai…»
E la sua voce si levò ancora, leggera come la spuma delle onde che bruivano contro gli scogli sottostanti.
«Nel suo cuore, tu hai un posto speciale.»
Il mantello del namecciano fluttuò in un soffio di vento, mentre il sangue saliva a scaldargli le guance incavate. Chiuse gli occhi.
«Non vuole deluderti, e questo la spinge ad andare oltre i suoi limiti. A volte, quando la guardo, rivedo la me stessa di un tempo.», proseguì la donna e si portò le ginocchia al petto, appoggiandoci sopra il mento. «Pur di non fallire, anch’io ho finto di essere più forte di quel che ero – che sciocca
«… Perché mi stai dicendo questo?»
Nessuna risposta.
Piccolo si girò verso Videl, osservando il suo profilo indorato dal tramonto; lo sguardo era liquido, ostinatamente rivolto all’orizzonte. Fu allora che comprese.
«Ora è tutto chiaro: il tuo timore è che Pan segua le tue orme.» Sospirò. «A volte, voi umani mi date il mal di testa.»
«Eh…?»
«I fallimenti sono necessari, non ha senso averne paura. Non c’è crescita, senza.», tagliò corto lui, non riuscendo ad impedire ad una nota concitata di intrufolarsi tra le sue parole. «Imparare dai tuoi errori ti ha resa una persona migliore. Permetti a Pan di fare lo stesso. Non ci sarà ostacolo che non riuscirà a superare, con te e Gohan al suo fianco.»
«… Non dimentichi qualcuno?»
«Mh?»
«Ha anche te, Piccolo.»
Il namecciano fece una smorfia, distogliendo lo sguardo dal riso affettuoso che trillò nella sua direzione.










.:~*~:.

Yoooo~! Ce l’ho fatta, Ale_chan03! Questo capitolo è pour toi! ✧*。٩(ˊᗜˋ*)و✧*。
Nnnnnnnnargh, è impossibile far litigare Piccolo e Videl alla Goku e Vegeta; il rispetto di fondo che hanno l’uno per l’altra mi impedisce di immaginarmeli a spararsi kamehameha da uno scoglio all’altro hah hah hah XD Quindi, eccovi la flash più tranquilla della raccolta. Un conflitto sicuramente più… Sentimentale, ecco, degli altri.
L’ambientazione, è quella della fine di DBZ, con Pan abbastanza grandicella da poter partecipare al Torneo e Videl con quel taglio di capelli corto, figo, che le stava d’incanto. E a proposito di lei, qui, ha avuto un breve momento di fragilità. Dopo quello che le è successo durante il suo incontro contro Spopovich, Videl sa che a volte essere testardamente orgogliosi è pericoloso… E rivede questo lato di sé in Pan. Vuole proteggerla ma, chiaramente, non si può rinchiudere i propri figli sotto una campana di vetro per sempre. Bisogna guidarli, sostenerli ma lasciarli camminare con le proprie gambe, ed è quello che Piccolo le ricorda, a modo suo. Poveretto, lui già era lì a pensare che Videl volesse dargli tutta la colpa della distorsione della figlia! X°D Invece, voleva solo avere una rassicurazione.
Meglio così, va!
Ah, e grazie a tutti per aver letto fin qui! (*´▽`*)

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Proiettile || {Mirai!Mai e C-17}; ***


C-17xMai
1 VS 1





Proiettile || {Mirai!Mai e C-17};




Human target, in my eyes
I’ve got you well in my sights
Ratt – “Wanted Man”





Mai stava correndo tra l’odore dei muschi e del legno umido, pestando foglie secche e saltando radici contorte, lo sguardo che saettava tra rami e cespugli, in cerca di una qualsiasi chiazza di giallo elettrico.
«Mh?»
Si fermò di colpo, puntando la canna lucida del revolver che stringeva tra le mani verso la cima di un albero, l’occhio che si precipitava ad allinearsi con la tacca di mira ed il mirino.
«Ma guarda… Me ne ha nascosto uno in alto e contro luce
Schioccò la lingua con un ghigno, facendo fuoco; pezzi di plastica gialla calarono come un sipario lacero sulla sua figura già lontana nella macchia.
Me ne manca uno solo.
Era stato con inaspettato entusiasmo che aveva raccolto il guanto di sfida lanciatole da C-17. Le regole erano semplici: sua moglie aveva sparso dieci palloncini – cinque rossi per lui e cinque gialli per lei – in una zona circoscritta della foresta e, chi tra loro li avrebbe trovati e distrutti per primo, avrebbe vinto. E, per aggiungere un po’ di pepe al tutto, ciascuno di loro aveva disposizione solo una pistola e cinque proiettili antisommossa in gomma.
Un flash dorato catturò l’attenzione di Mai, conducendola al bordo di un precipizio che s’affacciava su una radura smeraldina.
«Eccolo!»
L’ultimo palloncino era legato ad un roveto poco distante. I tronchi e le fronde che si trovavano nella sua linea di tiro, tuttavia, erano un impedimento che rischiava di non farle centrare il bersaglio – così, ignorando i polmoni brucianti e le gambe indolenzite, la donna si lanciò di sotto, atterrando con agilità felina sull’erba. Dopo il suo, ci fu un altro tonfo, più rumoroso, e Mai sussultò mentre l’improvviso spostamento d’aria le scostava i capelli dalla fronte accaldata.
«Oh.»
In ginocchio al suo fianco, C-17 si voltò, fissandola in silenzio; la corona d’oro che gli aleggiava attorno al capo, a causa della presenza del palloncino alle sue spalle, le aveva reso la sua apparizione bizzarramente surreale.
Entrambi sollevarono le armi, puntando le braccia oltre le spalle dell’altro. Mai era stata più svelta e fremette, l’indice già serrato attorno al grilletto, pronto a tirarlo.
Cosa…?
Il ritmo dei suoi battiti parve congelarsi assieme al tempo, i suoni un rumore statico ovattato. La donna trattenne il respiro e l’intera foresta si ridusse al suo mirino, l’immagine di un bracconiere col fucile puntato contro un cervo il centro focale della sua pupilla, che si dilatò. Fece leva sul grilletto e, il suo ultimo proiettile, fuoriuscì dalla fiammata della volata roteando, perforando l’aria con il suo sibilo fino a schiantarsi con violenza contro la canna del fucile dello sconosciuto, che urlò. Mai sorrise quando vide l’arma volargli via dalle mani e C-17 si raddrizzò, seguendo perplesso il suo sguardo.
«Notevole.», commentò e c’era rispetto in quelle poche sillabe. Poi l’androide si voltò di scatto, sparando oltre la testa della donna, che si girò appena in tempo per vedere dei frammenti di palloncino rosso cadere da un albero.
«Ho vinto.»
E, lasciandola sconvolta dinnanzi alla sua mirabile faccia di bronzo, C-17 si scagliò a tutta velocità contro il bracconiere.
… Altro che angelo.










.:~*~:.

E, come sempre, alla fine vince l’amicizia! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°

No, eh? Hah  hah hah! X°D Be’, oh, a C-17 il galateo degli shonen proprio non va giù. Da buon pragmatico, perché mai avrebbe dovuto rinunciare ad una sudata vittoria per onorare il gesto disinteressato di Mai? Mica glielo ha detto lui di sparare al tizio, invece che al palloncino, eh.
Teo! Oh, Teo del quinto capitolo del destino! A te dono questa flash, nella speranza che ti piaccia! (❁´▽`❁)*✲゚* Tra le accoppiate strambe, sebbene la tua sia quella con zero interazioni nel canon, è stata anche quella di cui mi è riuscito più naturale scrivere! Ѐ stata un’esperienza divertente e me li vedo proprio, questi due, anche a cooperare come ranger!
Comunque! Per bilanciare la sfida tra i due, ho scelto le armi da fuoco. Anche perché perché C-17 aveva un revolver nel futuro. E, se non erro, ha un fucile alla fine di Z, quando dice ai tizi di alzare le mani e dare la loro energia a Goku. Suppongo che, oltre alle automobili, gli piacciano anche le armi. ¯\_(ツ)_/¯
Il contesto è… Dopo il torneo tra universi di DB Super. Mai e Trunks sono nel passato per salutare tutti e ragguagliarli sui progressi fatti con la ricostruzione. Magari hanno visitato C-18 e Crilin, che erano in procinto di partire per andare a trovare C-17 e famiglia. Così si sono accodati e tante belle cose [???].
Come sempre, ringrazio tutti i lettori che si sono avventurati fin qui! X3

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 404 || {Dottor Gelo e Bulma}; ***


Gelo&Bulma
1 VS 1





404 || {Dottor Gelo e Bulma};




When we say “computer”, we mean the electronic computer
(Abort! Abort! Abort! Abort!)
Knife Party – “404”





- Tonk! -
Il colpo di calcinaccio sulla testa era una nota stonata in una sinfonia sincopata d’urla e scoppi, e Gelo non fece altro che ignorarlo mentre gli rimbalzava via dai capelli e rotolava sul pavimento costellato di fratture.
Cliccò su una cartella criptata e un botto improvviso gli esplose nelle orecchie, vibrandogli nei timpani finché non presero a fischiare – e ci fu una sirena, dei passi ed un’ondata d’aria bollente lo investì in pieno ma lui serrò i denti e si concentrò sulla tastiera, chiudendo tutti quei rumori all’esterno della sua mente.
«Forza, catafalco dei miei stivali!»
Tamburellò con le dita sul pezzo integro di scrivania che aveva davanti, l’azzurro smorto delle sue iridi uno specchio che rifletteva le scritte che stavano comparendo sull’enorme schermo del computer.
L’intero laboratorio tremò ancora ed una crepa enorme s’aprì sul soffitto, ricoprendogli le spalle d’un velo di polvere bianca che gli fece lacrimare gli occhi e pizzicare l’interno del setto nasale. Starnutì.
Andiamo, andiamo!
Un flash di luce verdognola gli illuminò il volto impaziente e la barra di avanzamento del backup finalmente apparve, progredendo di una singola, misera, lenta, lenta,  l e n t atroppo lenta, dannazione! – tacca alla volta. Oh, non avrebbe perso i dati delle sue ricerche, nossignore: per quel che gli importava, il Fiocco Rosso poteva bruciare, sprofondare tra le viscere incandescenti dell’inferno stesso, ma non avrebbe permesso a nessuno, compreso quel marmocchio-scimmia, di portargli via i suoi progressi! Era ormai ad un passo dal superare la soglia che separava le sue decadenti spoglie umane dal divino, dall’eterno, e non c’era anima su quella terra che avrebbe potuto fermarlo!
Un otto seguito da uno zero ed un simbolo di percentuale gli fecero strofinare le mani nodose. Sghignazzò, gongolando tra sé, quando un glitch nell’immagine gli mandò di traverso la saliva, facendolo quasi strozzare.
«C-Che diavolo…?», berciò, annaspando.
La barra di avanzamento schizzò verso la meta e gli occhi quasi gli fuoriuscirono dalle orbite: era quasi al cento per cent— no! Stava tornando indietro!
Lo scienziato piantò le mani sulla tastiera, volando sui tasti e guardò quella linea blu ritrarsi ed avanzare, rimbalzando a destra e sinistra, sinistra e destra, come la sua testa, che si muoveva in perfetto sincro con quei folli picchi. Forse era la sua immaginazione, forse lo stress, ma stava cominciando a percepire tutti i gradevoli sintomi dell’infarto, mentre tentava disperatamente di trovare la fonte di quell’errore.
Lo schermo si spense di colpo facendolo sussultare, riaccendendosi poi con una singola icona al suo centro: un cuore rosa, pixellato. Deglutì, cliccandoci sopra ed una serie di “x” e “o” gli comparvero davanti, seguite dalle iniziali puntate: “B. B.”.
… Un hacker?
«Maledizione!»
Furente, calciò i resti della scrivania, che scricchiolò sotto il suo peso…
«Nonononon—»
… prima di collassare al suolo, facendo cadere in pezzi lo schermo in un trionfo di cavi multicolori e scintille.
Gelo imprecò ancora, le narici frementi: un momento, era puzza di fumo, quella?
Alla malora! Non c’era più tempo per i rimpianti, doveva squagliarsela!
Abbassò lo sguardo.
«Oh.»
Ma prima, forse era meglio spegnere le fiamme che gli stavano rosicchiando i calzoni.










.:~*~:.

E dall’ombra dell’infera fiamma sorgo
Per portar a sì felin creatura
Un’opra ahi colma di disagio, or m’accorgo!


Shhh, va tutto bene, non lo faccio più.
Hah hah hah! X°D Oi, Nala~! Spero che questo capitolo, just 4 u, ti sia piaciuto! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°
Ebbene *posa alla Alberto Angela* oggi facciamo un salto nel passato, perché questa flash è una “what-if?” ambientata durante il raid del piccolo Goku nella base dell’esercito del Fiocco Rosso. Quindi, mentre lui se la spassa a distruggere tutto, Bulma (che nel mio scenario è sgattaiolata nella base assieme a lui, invece di non andarci) approfitta del caos per “prendere in prestito” i dati delle ricerche degli scienziati.
E sì, so che l’hackeraggio non funziona così… Consideratela una mia licenza poetica hah hah hah! X°D

Comunque ho fatto una cosa grave, una cosa a cui mai si rimedia~. ♪
Ho detto a Nala di mandarmi altri prompt. (;☉_☉)
*parte il violino horror*
Hah hah hah! X°D
E che ve lo dico a fare… Ho alle mie spalle un tabellone stile scientifica di Las Vegas con ben altre undici/dodici coppiette scoppiate che, forse, accompagneranno – con sommo gaudio e tripudio – le vostre giornate hah hah hah! X°D
Allacciate le cinture! Ecco l’elenco completo:

  1. Teo5Astor: {C-16 e Lunch};
  2. DarkDarrik: {Chichi e Vegeta/C-18 e Goku};
  3. felinala: {Baba e Babidy};
  4. felinala: {Goten e Darbula};
  5. felinala: {Chichi (o Gohan) e Radish};
  6. felinala: {Ciccio-Bu e baby!Bra};
  7. felinala: {Valese e Trunks};
  8. felinala: {Whis e Dende};
  9. felinala: {Mini-Bu e Muten};
  10. felinala: {Beerus e Lunch};
  11. felinala: {La mamma di Stifler Bulma e Nappa}.

Voi direte: “missione impossibile, Shadow”! Ma la realtà dei fatti è che sono una paxerella e ho già abbozzato sette/otto idee per sette/otto flash! (╯✧∇✧)╯ Hah hah hah! X°D
Spero di riuscire a scrivere un capitolo per ogni prompt. Non dovessi farcela, seppellitemi con delle pizze nella bara, perché metti che poi mi viene fame, oh…

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Jǫtunn || {Lunch e C-16} ***


Lunch C16
1 VS 1





Jǫtunn || {Lunch e C-16}




Coming closer, heart is frozen
Eyes are wide
NINA – “Sleepwalking”





Avevano sfondato la porta come se fosse stata un pezzo di scenografia da set cinematografico di quart’ordine.
«Ѐ qui?»
«Sì.»
Lunch si era scostata una ciocca di riccioli biondi dagli occhi, senza staccarli dalla superficie lucida della bottiglia di birra che aveva davanti. Oltre il suo riflesso, vide tre figure spostarsi e seguì con discrezione i loro movimenti scivolare sul vetro scuro. Quello con i capelli rossi si stava avvicinando a lei, gli altri due si erano fermati all’ingresso. Che fossero cacciatori di taglie?
Picchiettò le unghie sul bancone, sfiorando il suo fucile mitragliatore.
Che avesse ragione o meno, quei tizi portavano guai, oh sì – il suo istinto non sbagliava.
«Non mi avvicinerei, se fossi in te.», intimò al gigante alla sue spalle, ma le sue parole caddero nello spazio vuoto tra loro, inascoltate. «… Come ti pare.»
In un attimo, aveva allungato il braccio ed afferrato l’arma, roteando su sé stessa; saltò giù dallo sgabello, eseguendo gli ordini urlati dalla rabbia che le ribolliva in corpo e sparò – la rosa infuocata che si aprì attorno alla volata fu oro nelle sue iridi sanguigne e la polvere da sparo le pizzicò le narici. Quanto amava quella sensazione.
La pallottola colpì l’uomo in fronte, accartocciandosi contro sua la pelle, prima di cadere a terra con un trillo che le gelò le budella.
… Era… Davvero successo?
«Tu non sei…»
Trattenendo a stento l’isteria nella voce, Lunch strinse l’indice contro il grilletto, continuando la raffica di colpi; il bestione avanzò verso di lei, tra il tintinnio dei bossoli e le scintille fumanti dei proiettili che gli costellavano ora il corpo.
… U m a n o.
Lentamente, abbassò il mitragliatore scarico nel silenzio attonito del bar e, quando il mostro le fu finalmente davanti, la sua ampia ombra la sommerse, tagliandole l’aria via dai polmoni; allarmata, non poté che serrare la presa sul calcio del fucile, i denti pressati tra loro fino a farle male. Che fare?
Il colosso le prese la mano, facendole schizzare i battiti del cuore tra le pareti della gola – la sua pelle era ruvida e fredda, quasi aliena nel tocco, eppure la morsa in cui la stava trattenendo era talmente delicata da lasciarla interdetta, incapace di reagire.
Lo fissò mentre le sfilava via l’arma con la mano libera, per poi sbriciolarla tra le dita come se fosse stata un giocattolo di plastica, gli occhi nivei cristallizzati nel verde dei suoi. Le sorrise appena, soddisfatto, sparendo poi dalla sua vista.
Lunch chinò lo sguardo: quei pezzi di metallo a terra avrebbero potuto essere le sue ossa.
Imprecò.
«Datti una mossa, C-16! Mi sto annoiando!»
«Sì.»
Sentì un sfruscio dietro la sua testa ma non osò muoversi.
«Ehi, ma ch—»
«Gli animali nel tuo furgone. Liberali.»
Quella voce quieta, intensa, era raggelante.
L’essere frankensteiniano le passò nuovamente accanto, trascinandosi dietro il tizio grassoccio che un attimo prima era seduto accanto a lei.
«A-Aiutatemi!»
… Non ero io il suo bersaglio.
Guardandolo uscire dal locale come se fosse alla soglie di un sogno, la donna si pizzicò con forza l’avambraccio, finché la pelle tra le dita non divenne rossa e palpitante.
«… Ahio.»
Accidentaccio, era sveglia.










.:~*~:.

Miracolo! Aggiornamento ultra rapido m e g a f o t o n i c o! (☆▽☆)
Eh… La triste realtà è che tra un po’ ho gli esami e sto facendo troppe robe in contemporanea: questa è la mia calma prima della tempesta, mettiamola così. 。゚(゚´Д`゚)゚。 Hah hah hah! X°D Approfitto di questi giorni per rilassarmi un po’ e scrivere, così non penso a linguistica e alle forche.
Ma e dico ma…! Ecco a voi, signore e signori, una biondissima Lunch (come da richiesta del signor Teo) VS un manzissimo C-16 che, a quanto pare, ha dato in eredità a C-17 la sua passione per la natura. Spero che il capitolo vi abbia piaciutoh assaij~! ∠( ᐛ 」∠)_
Ah, povera Lunch… L’ennesimo personaggio gettato da Toriyama nel domenticatoio. A me piace un sacco. Sigh.
Eeeee, per quanto riguarda il contesto della flash, ho scelto quello della caccia a Goku da parte degli androidi – i quali, cazzeggiando di città in città, hanno notato ad un tratto ‘sto scugnizzo e l’hanno seguito in un bar di Caracas, nel quale Lunch stava annegando i suoi piccoli problemi di cuore nell’alcool perché Tenshinhan è ‘no scemo. Voi direte, ma perché non hanno distrutto direttamente il furgone? C-16 sa che i suoi fratellini non sono molto delicati, quindi per questa side quest li ha letteramente costretti a seguire le sue direttive, dando una possibilità al tizio di redimersi. Cosa che non accadrà, ovviamente, ma almeno ci ha provato e potrà guardare, senza rimpianti, C-17 e C-18 mentre lo trasformano in un fuoco d’artificio.
Ah, e Jǫtunn sarebbe il singolare della parola gigante nell’antica mitilogia norrena. Mi piaceva ‘na cifra come suonava, così l’ho usata come titolo.
Grazie a tutti per aver letto/seguito/commentato fin qui! ( ´ ▽ ` )ノ Alla prox.

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Lillà || {Nappa e Panchy}; ***


Nappa e Panchy
1 VS 1





Lillà || {Nappa e Panchy};




When you’ve got to choose
Every way you look at it, you lose
Simon & Garfunke – “Mrs. Robinson”





In attesa che la donna-scienziato tornasse alla navicella, Nappa scrutò il giardino che circondava la sua enorme casa; non era certo se aspettarsi un’imboscata o meno, ma tenere alta la guardia non guastava mai.
«Mh?»
Una figura si mosse al limite del suo campo visivo, facendolo voltare; c’era un’umana, bionda, che stava sfilando tra le piante. In silenzio, il sayan la tenne d’occhio mentre ancheggiava sotto i raggi di sole, avvicinandosi a lui con un sorriso. Fu allora che notò un particolare: la terrestre aveva gli occhi chiusi.
Ma che…?
A quale tipo d’allenamento s’era sottoposta, per riuscire a camminare in quella maniera bizzarra con tanta sicurezza?
«Che vuoi, scartina?», le abbaiò contro, tenendo le braccia incrociate sul petto.
«Ti sei perso?»
La voce che gli arrivò alle orecchie era accogliente e sembrava quasi avere le bollicine, tant’era frizzante. Per qualche oscuro motivo, quel particolare gli fece chiudere la bocca dello stomaco.
D’impulso, Nappa rizzò la schiena e si erse in tutta la sua notevole statura, sovrastando la donna.
«No.»
«Oh, allora devi essere l’amico di cui mi ha parlato la mia bambina!»
«Chi— Ah, sì, certo. Amico.»
Si era premurato di sottolineare con una certa ironia l’ultima parola, ma lei non sembrò farci caso.
«Accipicchia, sei un bel ragazzone possente, eh?»
Tanta leggerezza e onestà lo spiazzarono. Il sayan batté ciglio e scosse il capo, tentando di nascondere dietro un’espressione torva la baldanza che gli era montata a quel complimento. Per tutta la vita era stato l’ombra del re, l’ombra di Vegeta, l’ombra di Freezer – adesso, invece, aveva le attenzioni di quell’esseruncolo tutte per sé. Era… Appagante.
«Come ti chiami?»
«… Nappa.»
«Ah, che nome esotico! Io sono la mamma di Bulma, piacere!»
Il sayan si limitò a squadrarla dall’alto in basso con diffidenza.
«Vuoi che ti porti un drink freddo, caro?», riprovò lei, per nulla turbata dal suo comportamento ostile. «Fa’ molto caldo, oggi.»
E, con un sospiro, l’umana si portò l’indice alla scollatura del suo abitino lillà aderente, tirandola leggermente in avanti prima di lasciarla ricadere sul seno adorno di perle.
Nappa s’accorse di avere la bocca aperta solo quando un insetto ci volò dentro, facendolo tossire.
«Cielo! Ti senti bene?»
«Che domande!», sbraitò lui, ingoiando la mosca. «Sei alla presenza di un sayan, donna!»
«Oh, come Vegeta, allora!»
Una rabbia familiare prese a fermentargli nello stomaco a quel nome.
«Lo conosci?»
«Lavoravo… Per lui. Un tempo.»
«Incredibile! Allora devi essere anche tu molto forte!»
«… Voi terrestri sapete blaterare solo ovvietà?», sbottò Nappa, più spavaldo di quanto non si sentisse.
«A volte, sì.», ridacchiò lei e lo prese a braccetto, riempiendogli il naso del suo profumo zuccherino.
Il sayan si irrigidì, disarmato da quel contatto improvviso.
«Quindi, per esempio, saresti in grado di sollevare questa fioriera?» L’umana gli indicò una grande cassa di legno colma di piante. «E di spostarmela più in là?»
«Scherzi? Quel coso è un bruscolino, per me!»
«Oh!» La sentì miagolare al suo fianco, mentre sollevava la cassa con la mano libera. «Che meraviglia!»
Nappa si incamminò, guidato dalla presa gentile della donna sul suo braccio. Una volta arrivato a destinazione, la sua nobile impresa venne accolta da un entusiastico applauso ed da un sorriso che lo fece sentire leggero.
«Sai, Signor Nappa… Un fusto come te potrebbe farmi proprio comodo, qui.»
«Cosa…!?»
Fu più per fortuna che per prontezza che la fioriera non gli scappò dalle dita a quella proposta, cadendogli in testa.










.:~*~:.

Bulmas mom has got it goin on
Shes all I want and Ive waited for so long~

Un duello verbale, questa volta, e Panchy ha rivoltato Nappa come un calzino. ♥
Alzi la mano chi di voi sapeva che la mamma di Bulma si chiama Panchy!

Io, tipo, no, prima di scrivere questa storia hah hah hah! XD Ora alzi la mano chi sapeva che la donna ha ben SETTANT’ANNI suonati al tempo di DB Super (anche Nappa credo che sia più o meno lì, eh)! O____O Non invecchia mai! … Leggere la sua pagina sulla wiki mi ha sconvolta hah hah hah! X°D In più, mi sono rivista su youtube le scene in cui flirta con tutti gli uomini che arrivano alla Capsule Corp, Mirai!Trunks compreso – quindi perché no, anche il buon [???] Nappa si sarebbe sicuramente beccato qualche complimento dalla signora, nel giusto contesto. (°◡°♡).:。
E, a proposito di contesto, questa storia è ambientata durante gli eventi di DBFighterZ. Senza spoilerare troppo, vi dico solo che ha senso che Nappa ci sia e che sia vagamente più civile del solito.
Per il resto, la coppia è della splendida Nala e ci ho pure ficcato tra le righe qualche citazione del primo American Pie, in onore del buon Teo.
Ah! L’altra volta mi sono dimenticata di aggiungere due sue nuove richieste:

  1. Teo5Astor: {Mirai!Trunks e Marion};
  2. Teo5Astor: {Kaioshin e Micio-Tama};

Ce la farò? Non ce la farò? Lo scopriremo nelle prossime puntate! ᕕ( ᐛ )ᕗ
Nel frattempo, direi che anche questa è fatta. Grazie per aver letto il capitolo! Ah, e prima che mi dimentichi, ringrazio anche i masochisti la anime impavide che hanno messo la raccolta nelle seguite hah hah hah! Un po’ di disagio alla settimana fa bene alla salute [??]! ( ̄︶ ̄)

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Traccia || {C-18 e Perfect!Cell}; ***


C-18 & Cell
1 VS 1





Traccia || {C-18 e Perfect!Cell};





Oh, and what about the pain?
Don’t ask me how, I just know that it fades
st. Vincent
– “Every Tear Disappears”




«Ah, ma chi abbiamo qui?»
Allungò un braccio, sfiorandole con eleganza il viso accaldato.
«La mia sorellina adorata.»
Cell le imprigionò il mento tra le dita bianche, di cadavere, tracciandole col polpastrello la linea tra le labbra con lo stesso tiepido interesse con il quale avrebbe potuto osservare un insetto inchiodato a una bacheca.
«Ma fammi il piacere…!» Ignorando il dolore, C-18 sollevò furente gli occhi nei suoi e li vide corrugarsi agli angoli, sorridendole con tenera accondiscendenza. «Non siamo una famiglia.»
«Ah, so bene quanto guardare la realtà da vicino possa far male, C-18.»
Il bio-androide fece risalire la mano lungo la tempia della donna, percorrendole la superficie pulsante della vena temporale con le unghie, prima di scostarle una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio. Un gesto studiato, mirato a turbarla.
«La “realtà”…?»
C-18 raddrizzò le spalle; se l’obiettivo di quell’abominio era trovare in lei tracce di sé – un legame –, oh, avrebbe ottenuto solo una gran delusione!
Si ritrasse con un ringhio, liberandosi da quel contatto.
«Sei nata per essere una parte di me.» Cell aprì le braccia, quasi a volerla accogliere per quello che era. Un m o s t r o come lui. «Niente più, niente meno.» Le iridi magenta gli lampeggiarono. «Il fatto che respiri ancora in questo mondo non è che un’anomalia… Ma di questo ne sei ben consapevole, vero?»
La cyborg scoprì i denti e l’anima dentro di lei tremò.
No—
Un tempo, forse, ci sarebbe cascata ma un uomo, l’unico ad aver visto la donna aldilà della maschera di Scilla, le aveva insegnato che persino da una come lei avrebbe potuto nascere qualcosa di meraviglioso, se solo avesse scelto di darsi una chance.
Reagisci!
Le sue nocche si schiantarono contro la bocca irridente di Cell con fragore, lacerandosi, bruciando e l’impatto continuò a vibrarle lungo le ossa anche dopo che il bio-androide venne spazzato via dalla violenza del suo pugno.
«Tu… Parli troppo.»
Senza esitare, C-18 sfruttò l’impeto d’adrenalina rimastole per propellersi in avanti, oltre il velo di polvere che aveva sollevato con il suo colpo, trovando dall’altra parte Cell con le dita aperte accanto agli occhi. Con il fischio del vento nelle orecchie, la donna gli diede le spalle, facendo schizzare tutto il ki che poteva nel palmo della mano.
«Taiyoken!»
Fu investita da un flash, la sua figura un’ombra nera impressionata nel bianco.
«Kienzan!»
Urlò e l’energia dorata le turbinò sulle dita, rapida, formando una lama circolare che scagliò alla cieca dopo aver roteato su sé stessa, direzionandola verso il punto in cui aveva visto per l’ultima volta il collo del bio-androide— il gemito ed il tonfo liquido che seguirono, la fecero quasi scoppiare a ridere.
«Lo stesso trucco dell’ultima volta.» C-18 arricciò una narice, atterrando. «Manchi di fantasia, essere perfetto.»
Cell la fissò col cranio aperto in due, gorgogliando, mentre un liquido verdastro gli colava giù dalla lamina orbitale; in un attimo, nervi, muscoli e tendini presero a pulsargli grottescamente, allungandosi, intrecciandosi, ricostruendogli il volto.
«Bel tentativo.», si complimentò lui, una volta integro. «Ma io posso rigenerarmi, rammenti?»
«E allora?», ribatté lei, sollevando un braccio, «Più carne per me da macellare!»
Lo stridio acuto che si innalzò dal Kienzan fu la melodia più dolce.










.:~*~:.

Cell puzza.
E niente. Facciamo tornare un po’ di violenza, che se no lo zucchero mi fa cariare i denti.

In realtà un po’ di zucchero ce l’ho messo lo stesso, dai, anche se non sono grande fan della ship… Però mi piace dare a Cesare quel che è di Cesare, e Crilin ha sicuramente fatto un mondo di bene a C-18.

Va be’, mi contraddico da sola ogni tre righe! Dettagli! X°D
Oh, comunque, grazie al gioco Dragon Ball FighterZ, posso scrivere qualcosa su quasi tutte le accoppiate che mi vengono in mente perché, con la scusa di questa ambientazione, ci sarebbe un briciolo di canon a reggere l’assurdità del tutto a prescindere. Domo, Arc System Works! d(・∀・○) Senza spoilerare, vi dico solo che ho deciso di levarmi qualche sassolino dalla scarpa.
Grazie a tutti coloro che stanno ancora seguendo e leggendo questa follia di raccolta! ლ(・ヮ・ლ) … Tutto bene laggiù? No, perché non so quanti danni alla salute facciano le mie flash a lettura, ma voi continuate sempre ad essere così gentili con me che non so nemmeno più che ‘sto a di’ hah hah hah X°D
Sto perdendo colpi, mi serve un trapianto di neuroni.

P.S.: *attiva il grammofono con la sigla di Ulisse* Scilla, nella mitologia, era una ninfa dagli occhi azzurri, trasformata per gelosia da Circe in un mostro orrendo. *spegne il grammofono* Ho usato il suo nome come sinonimo di mostro, perché mi sentivo poetica hah hah hah! X°D

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sorpresa || {Trunks e Valese}; ***


Trunks e Valese
1 VS 1





Sorpresa || {Trunks e Valese};




Daydreamer
With eyes that make you melt
Adele – “Daydreamer”





«Valese! Benvenut— Ah.»
Bardata di fuseaux neri, ballerine paillettate e fascia motivazionale attorno alla fronte, la fanciulla aveva appena fatto il suo ingresso nell’ampio giardino della Capsule Corporation, veleggiando nell’aria tiepida del pomeriggio con un’eleganza bizzarramente surreale, data la sua discutibile scelta d’abbigliamento.
… Cominciamo bene.
«Buongiorno, Trunks!» Valese saltellò sul posto da un piede all’altro, facendo tendere la canotta d’un giallo evidenziatore che, al sol guardarla, gli fece sfrigolare le cornee. «Ti ringrazio per aver accettato la mia richiesta.»
«Nessun problema.» Trunks si passò una mano dietro al collo. «Allora… Ti stai interessando alla difesa personale, eh?»
«Oh, per nulla.»
«Cos—»
«Vorrei però fare una sorpresa a Goten!»
«Una… Sorpresa?»
«Sì!»
«Oh. Capisco.»
In realtà non aveva capito un accidente, ma preferì fingere il contrario.
«Quindi… Ti va bene imparare una mossa qualsiasi?»
«Esatto!»
«Oh. D’accordo.», annuì lui, indeciso se sentirsi deluso o sollevato dal candore della ragazza, «Allora ti mostrerò come ci si libera da una presa al polso, ok? I movimenti da imparare sono pochi e semplici, adatti ad una principiante.»
«Sì, maestro!»
Qualcosa gli si contorse nello stomaco a quell’appellativo rispettoso, facendogli risalire un flusso di sangue caldo alle guance, ora rosse.
«N-Non c’è bisogno di essere così formali, puoi chiamarmi per nome.»
«Oh. D’accordo, maestro Trunks!»
«N—» L’erede dell’impero Briefs dovette trattenersi dallo schiaffarsi una manata esasperata sulla faccia. «… Va bene, iniziamo. Afferrami il polso.»
«Così?»
Odore di tiglio, un tocco di farfalla e le dita di Valese gli erano chiuse sull’avambraccio, quasi incorporee nella loro presenza.
«Può… Andare, sì.», le concesse lui, sgomento di quanto fosse disabituato a modi così, be’, delicati. «Adesso, per liberarmi, mi basta serrare il pugno, così – poi piegare il braccio verso l’alto e indietreggiare appena ruotando il busto.», le spiegò, eseguendo lentamente ogni movimento, «Chiaro? Ora, se ti colpisco appena il braccio col palmo della mano, in questo modo…» Le spinse via il braccio ora teso, facendole perdere la presa sul suo polso. «Ecco fatto.»
«Oh! Incredibile!»
Suo malgrado, Trunks sorrise; c’era un che di tenero nella meraviglia che caratterizzava le reazioni della ragazza, come se il mondo attorno a lei fosse un eterno spettacolo di magia.
«Ovviamente, bisogna praticare spesso questi movimenti, perché diventino efficaci.», si sentì di precisarle, facendo spallucce. «Nel tuo caso, tuttavia, non ha importanza.»
Valese annuì.
«Bene.», proseguì lui, prendendole con gentilezza il polso tra le dita. «Adesso, prova tu.»
«Dunque…»
«Mano chiusa.»
«Ah, giusto!»
Assorta, Valese piegò in su l’avambraccio e fece un passo indietro, girandosi.
«Non male. Ora colpiscimi con la mano libera.»
«… Non ti farò male, vero, maestro Trunks?»
«Eh…?», commentò lui con mirabile perspicacia. «Oh, no… No, tranquilla, è solo un colpetto— fa parte dell’allenamento! L’ho fatto anch’io, ricordi?»
Annuendo rincuorata, la giovane sollevò la mano, vibrandogli la bellezza di due pacche devastantemente beneducate sul braccio. Carezzine, a voler usare un termine tecnico.
«Evviva!»
Aveva un che di assurdo vedere Valese quasi brillare per la riuscita della sua piccola impresa. Trunks decise di lasciarla andare. Che altro avrebbe potuto fare? Una tale assenza di spirito combattivo era… Disarmante.
«Ce l’ho fatta!»
«… Be’, tecnicamente sì.», ridacchiò lui, «Brava.»
Certe persone sono davvero troppo pure per questo mondo.










.:~*~:.

Buonsalve, fagottini [???]! Pardonne-moi per il ritardo, ma ho gli appelli adesso. ;^; Comunque linguistica è andata. *lancia di coriandoli*
Duuunque, oggi si fa un salto nel passato. E, nello specifico, nell’universo di Dragon Ball GT! (๑>ᴗ<๑)
Oh, non vi nasconderò che trovare una scusa per far combattere questi due non è stato semplice hah hah hah! Sono troppo bbbravi per menarsi seriamente. Ho pensato anche ad un litigio verbale ma Valese e Trunks sono due pezzi di pane. Non me li vedevo proprio a bestemmiarsi contro, o a fare, che so, scenate di gelosia con Goten, tanto per tenerci in sui classici intramontabili da shojo.
Eeeeee quindi, sì, eccoci qui, con un altro prompt della nostra amichevole Nala di quartiere che posso cancellare dalla lista! ღゝ◡╹)ノ♡
Ah, ovviamente non prendete quel che dico sulla difesa personale come grasso che cola, eh! Io per scrivere quelle tre righe sono andata a guardarmi alcuni video su youtube e ho scelto la mossa più semplice in assoluto da descrivere, non sono assolutamente un’esperta. Non che ci fossero dubbi a riguardo, ma preferisco specificare hah hah hah! XD

Eeeeee ultimo pensiero a caso prima di andare: ma avete notato che tutti i maschi della famiglia Son si sono trovati pollastre ricche da sposare? Cioè, mi sa che fessi fessi proprio non sono.

Lo so, sono una cretina. XD Comunque! Ringrazio di cuore tutti i lettori, e chi continua a mette la raccolta tra le preferite/seguite. Sono onorata di stare scrivendo qualcosa che vi piace così tanto. <( ̄︶ ̄)>

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Rimpianto || {Radish e Chichi}; ***


Rasidh Chichi
1 VS 1





Rimpianto || {Radish e Chichi};




I’ve got too much time on my hands, you’ve got too much blood on yours
You got what you asked for, yeah
nothing, nowhere. – “I’ve Been Doing Well”




C’era una sfumatura nell’aria, uno squarcio tra i veli che lo fece rabbrividire.
Qualcosa stava arrivando.
Una scossa elettrica gli scoppiò tra i follicoli, facendolo grugnire dal dolore; assecondando lo strattone, Radish inclinò il capo all’indietro, torcendo il collo ad un angolo quasi innaturale per vedere chi fosse il suo assalitore.
«Ma che…!?»
«Tu…!»
Una donna occupò di prepotenza il suo campo visivo con il suo volto furente.
«Ma che diavolo vuoi, femmina isteric— ahia!»
Il ringhio del sayan si perse tra le acque rosse dei laghi infernali, mentre la sconosciuta abbandonava la sua criniera irsuta solo per potergli pinzare un orecchio tra pollice e indice.
«Canaglia che non sei altro!»
«Tu sei pazza!», sbottò allora Radish, afferrandole il polso con l’intento di farle mollare la presa. «Oh...?»
L’arpia si era scostata immediatamente da lui con un movimento fluido del braccio, sfuggendogli quasi fosse stata acqua tra le sue dita.
Ma questa… Chi è?
«Che faccia di bronzo!», si sentì rimbrottare, «Prima rapisci il mio Gohan e poi fai il finto tonto?»
Radish alzò gli occhi al cielo; se solo avesse potuto levarsi quella stupida aureola dalla testa, l’avrebbe usata per strangolarl
Un momento.
«Gohan...?»
U n     m o m e n t o.
«… Sei la donna di Kaarot.»
«Allora?», lo incalzò ancora la terrestre, incrociando le braccia sotto il seno. «Cos’è quell’espressione da ebete?»
L’aveva finalmente trovata: la fonte degli spaventosi scatti d’ira del marmocchio, era lei, non suo fratello!
Radish raddrizzò le spalle. «Come hai fatto ad arrivare qui?», le domandò imperiosamente, ignorando l’insulto. «Dal tuo aspetto, dovresti essere in paradiso… Quell’orco non farebbe mai un simile errore.»
La donna si agitò sul posto, facendo oscillare la coda evanescente che le sostituiva le gambe.
«Questi non sono affari tuoi!»
«Ah, sì?», sbottò lui con un ghigno che gli deformò i lineamenti. «D’accordo, allora. Se sei qui per vendicarti, accomodati pure.»
«No. Io non sono come te.», gli sibilò contro la terrestre, tetra. «Ma sono anni che vorrei chiederti una cosa...»
Radish la guardò puntellargli l’indice al centro del petto e, per qualche motivo, la sua pelle percepì quel tocco come una spina nel torace.
«Hai avuto la fortuna di ritrovare quel che restava della tua famiglia... Eppure non hai esitato a rapire tuo nipote e a tentare di uccidere Goku! Ma cosa sono, loro, per te?»
Al silenzio del sayan, la donna serrò i denti.
«Non ti è rimasto nulla.»
Una luce attraversò lo sguardo di Radish e l’uomo sembrò quasi sul punto di dire qualcosa, la vulnerabilità di una bestia ferita riflessa nelle sue iridi nere; poi orgoglio e rabbia tornarono ad adombrarlo, soffocando e spegnendo i suoi sentimenti dietro un’espressione torva.
«Sparisci.», ringhiò infine. «Io e te abbiamo chiuso.»
Gli occhi della terrestre rimasero fermi nei suoi, senza scomporsi né vacillare.
«Vedo che l’intolleranza alle regole è di famiglia, Chichi.» Fluttuando sulla sua sfera di cristallo, Baba la chiaroveggente comparve tra loro, facendoli sussultare. «Su, vieni.»
Chichi si limitò ad abbozzare un mezzo sorriso, prima di seguirla.
«Perdonami, Baba.»
Accigliandosi, Radish storse le labbra osservandole andar via – il sospetto che quell’incontro non fosse il semplice frutto del caso sempre più vivido nella sua mente.










.:~*~:.

Ed oggi, signore e signori, andiamo tutti all’inferno! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°
Visto che la prode Nala mi aveva suggerito Radish, Chichi e Gohan come protagonisti per un capitolo, ho cercato un sistema per includerli tutti e tre nella flash… E mi è venuto in mente questa “what if…?”. Vi ricordate quando, nella saga di Bu, schiopparono quasi tutti? Be’, mi sono detta: Chichi è in paradiso, Radish è all’inferno, perché non farli incontrare? Se, ad esempio, Chichi avesse chiesto il permesso a Re Yammer (o Enma che di si voglia) di cantare quattro note soavi al cognato per quello che ha fatto a Gohan e lui avesse accettato, magari per testare un po’ le reazioni di Radish e vedere se c’è speranza per il suo cuoricino nero? Massì, mi sono detta poi perché parlo da sola come una pazza, non sarebbe la prima volta che il Re fa degli strappi alle regole a fin di bene, no? E quindi, con Baba che finge di non sapere nulla dell’accordo e fa da taxi spirituale per l’episodio, eccoci qui! (◡‿◡✿)
Mi dispiace che Radish si stato messo così tanto da parte, nonostante sia il fratello di Goku. Lo youtuber MasakoX ha fatto tutta una what if, raccontando, secondo lui, cosa sarebbe successo se Radish fosse diventato buono e, devo dire, che gli do pienamente ragione… C’è tanto potenziale inespresso nel capellone. Mannaggia!
Oh, comunque ho notato che nel paradiso di Dragon Ball i personaggi hanno il tipico aspetto degli spiriti giapponesi… Senza gambe, per intenderci, mentre all’inferno, invece, le gambe ce le hanno... Mah! ¯\_(ツ)_/¯ Chissà perché?
Oh, well… Grazie ai lettori, come sempre, e a chi sta anche mettendo tra i preferiti/seguiti questa raccolta!

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Eroe || {Goten e Darbula}; ***


goten e darbula
1 VS 1





Eroe || {Goten e Darbula};




Heart once bold
Now turned to stone
Nightwish – “Romanticide”





Goten fremette di rabbia. Il suo cuore batteva e batteva le note d’un canto di guerra, in un crescendo che gli aveva riempito le orecchie, il suo corpo teso e pronto allo scontro, le pupille con un’immagine al centro: il signore degl’Inferi, Darbula.
Era certo che Gohan gli avrebbe perdonato questo suo capriccio. Prima o poi.
Il bambino rimbalzò dai talloni alle punte dei piedi, accovacciandosi prima di concentrare quanta più forza poteva nella spinta che si diede per proiettandosi contro il suo avversario. Il suo corpo tagliò il vento, prima d’incendiarsi d’oro e la sua aura si espanse, mutandogli capelli e iridi, ardendo nell’aria come la scia d’una cometa. Goten piegò le braccia al suo fianco, unendo le mani e, con la Kamehameha che gli cresceva e pulsava tra le dita, il sayan piombò con un urlo davanti a Darbula, rilasciando la piena potenza dell’onda contro il suo volto diavolesco, travolgendo i rilievi vicini con l’esplosione che seguì l’impatto.
Un fischio acuto gli ferì le orecchie e Goten strizzò gli occhi nel polverone che aveva sollevato: il demone era scomparso nella pioggia di detriti.
«Oh?»
Gli aveva lasciato colpire la sua immagine residua per ingannarlo! Era veloce!
Girandosi, il bambino si trovò a fissare la bocca spalancata di Darbula; vide delle scintille illuminargli le fauci di rosso, avvertì calore e, poi, ci fu fuoco ovunque. Gonfio d’adrenalina, Goten schizzò a sinistra, schivando per un soffio la fiammata del demone, finendogli di fianco. Frastornato, alzò il capo bruciante – fu allora che realizzò che, da quella posizione, avrebbe potuto spezzargli un braccio. Gli sarebbe bastato un singolo calcio.
Sì.
I muscoli gli si contrassero, facendolo saltare in avanti, i volti di Kibith, Crilin e Piccolo a infestargli la mente.
Uno pari…
Fermati.
Piegò la gamba.
… Per i buoni.
F e r m a t i!
Si bloccò di colpo, le pupille dilatate, erratiche.
Ma che gli stava prendendo? Quei pensieri… Nessun eroe si sarebbe comportato così!
Darbula si voltò e i suoi occhi gialli, serpentini, s’inchiodarono su di lui, s’allargarono, capirono.
Quando la saliva gli colpì il petto, Goten si portò le mani alla casacca, toccandola senza pensarci, sentendo il liquido umido, viscoso, attraversargli i palmi come se fossero stati di carta.
«Temo ti sia andata male, ragazzo.»
Il bambino fissò smarrito il signore degl’Inferi poi, d’improvviso, un dolore violento gli trapassò il torace, facendolo sbiancare. Gli sfuggì un gemito mentre la pietra cominciava a crescergli nel corpo, infestandogli gli organi interni.
Annaspò, emettendo rantoli brevi, mozzi.
Era questo quello che avevano provato i suoi amici?
L’aura che lo avvolgeva si dissolse e i capelli neri gli ricaddero sugli occhi bagnati di lacrime.
Stava piangendo? Non capiva, ma quando…?
Serrò le palpebre, provando a portarsi le mani alla gola ma le braccia non si mossero, gelide nel loro torpore che gli stava risalendo lungo la testa, rendendogli difficile ragionare.
No—
Il bambino avanzò d’un passo e una serie di crepe s’aprì lungo la sua gamba.
N o n    p o t e v a    f i n i r e    c o s ì.
«Pa… pà…»
Il cuore—
«Aiuta… mi.»
Non lo sentiva più.
Un guizzo aureo brillò tra le lesioni nella roccia, prima di spegnersi definitivamente.










.:~*~:.

∠( ᐛ 」∠)_ Dopo questa, mi sono appena guadagnata un pass VIP per l’inferno.

Morale della favola, non si rubano le kill ai fratelli maggiori.
Allora, Goten VS Darbula, eh? “Giusto per dare pretese impossibili”, mi disse Nala ma lei non sapeva ancora che, quando si crede nel cuore delle carte, nulla è impossibile… Purtroppo per il mini-Goku che, ogni tanto, avrà pure qualche colpo di testa ma è un bravo bambino e, non spezzando il braccio a Darbula, ha fatto la scelta eticamente giusta. La scelta umana, la scelta da eroe. Sono io che sono kattiva™. *inserire registrazione di risata malvagia* Ma, se vi può essere di consolazione, tornerà “in vita” alla morte di Darbula, *cough*contrariamente a Kibith*cough*.

Eccovi un link per rimediare:
Comunque! Visto che, questa volta, non potevo sfruttare i nemmeno videogiochi per farli incontrare (mannaggia) in maniera “credibile”, mi sono di nuovo avvalsa del potere delle “what if”! In questo caso, Trunks e Goten hanno abbandonato il torneo e si sono uniti al gruppo di Goku, Vegeta, Gohan etc. per inseguire Babidi & Co., invece di raggiungerli più tardi. Un volta all’interno della navicella, Goten ha deciso di affrontare Darbula prima che potesse farlo il fratello, perché era arrabbiato per quello che Darbula ha fatto a Kibith, Crilin e Piccolo. Voi direte: perché nessuno l’ha fermato? Perché il combattimento è stata una questione di secondi, in realtà (e perché nessuno in DB fa scelte sensate, la maggior parte delle volte). Comunque, alla fine, Goten è stato travolto dalle sue emozioni nella prima parte del combattimento e poi la sua natura sayan e la sua natura umana sono entrate in conflitto per un istante: è giusto che un eroe, un buono, ferisca o uccida un cattivo pur di fermalo? Eh, qua c’è da discutere per mesi, quindi mi fermo e me la squaglio hah hah hah! X°D
Grazie alle anime folli che sono ancora qui a leggere le mie storie! (´∇ノ`*)ノ

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Riconoscimento || {Ciccio!Bu e Baby!Bra}; ***


1 VS 1





Riconoscimento || {Ciccio!Bu e Baby!Bra};




Uh, would you please pass the biscuits?
Uh, would you pass the biscuits, please?
Jimmy Dean – “Please Pass the Biscuits”





C’erano umani e alieni— voci delicate, ridanciane, scorbutiche, profonde e c’era aria di festa, c’erano musica e danze e chiacchiere; grazie a Bulma Brief il mondo, per un giorno, era mutato in una fantasmagoria di colori e sensazioni nelle quali sarebbe stata una goduria perdersi, non fosse stato per la presenza di qualcosa di decisamente più interessante nelle sue immediate vicinanze.
Il sorriso da folletto di Majin Bu s’allargò, illuminandogli il faccione mentre si voltava a guardare la distesa immensa di vivande e delicatessen d’ogni tipo distribuita sui tavoli alla sua sinistra.
«Bu ha deciso!»
Afferrò un vassoio carico di biscotti ricoperti di gocce di cioccolato, osservandoli con amorevole ingordigia, prima di sedersi a terra per cominciare a trangugiarli. Ah, il loro aroma saccarino era una festa per i sensi!
«Ba!»
«Mh?»
Il Majin sollevò il capo con aria perplessa, cacciandosi un biscotto in bocca.
«Ba!»
Qualcosa gli toccò gli piede, facendogli chinare lo sguardo volpino.
«Ba!»
«No, io sono Bu!»
La piccola umana piegò la testolina azzurra di lato e lo fissò con occhioni pieni d’incanto.
«Ba!»
«Bu!»
«Ba!»
«No, no, no, si dice: “Bu”!», sfiatò il demone come una teiera abbandonata sul fornello acceso. «Capito?»
Le manine della lattante gli si strinsero attorno allo stivale e, con un ultimo sbuffo, lui prese a scrutarla, imbronciandosi.
«Cosa vuoi da Bu?»
Un indice minuto si sollevò verso il biscotto stretto nella sua mano guantata.
«Vuoi… Questo?»
«Ah!»
Quasi si sciolse, ad osservare quel sorriso pieno d’ingenua speranza. Quasi.
«No e poi no, questi biscotti sono per Bu!»
La creaturina emise un lamento acuto e il Majin sghignazzò sotto i baffi, prima di ricominciare ad ingurgitare il contenuto del vassoio— poi, d’un tratto, qualcosa oscurò il sole, facendogli aggrottare la fronte.
«Oh?»
Un fagotto gli comparve davanti al naso, galleggiando in controluce. Sobbalzò— stava volando. La marmocchia stava volando! Com’era possibile?

Ma, soprattutto, perché stava percependo un picco nell’aura di Vegeta?
«Bu non capisce…»
Perso com’era ad elucubrare sul potenziale delle unioni tra umani e sayan, Majin Bu a malapena s’accorse che, ad un istante dall’afferrare il suo biscotto, la piccina perse la concertazione e precipitò con uno strillo verso il pavimento.
«Attenta!»
Allungò un braccio in avanti, facendola atterrare sul suo palmo: era stata coraggiosa ad affrontarlo in quel modo, non c’era che dire. Assorto, la squadrò per quelli che parvero minuti e lei ricambiò il suo sguardo senza timore, prima di allungare le braccine e indicare nuovamente il biscotto, rivolgendogli un sorrisone sdentato che non riuscì a non ricambiare. Proprio non voleva arrendersi, eh?
«E va bene, Bu pensa che te lo sia meritato.», decretò infine, accomodando la neonata sulla sua pancia morbida. «Uno solo, però!»
La piccina piegò il capo di lato, facendo oscillare i ciuffetti di capelli ceruli.
«Bu!»
«Sì, Bu è il mio nome!»
Le porse il tanto agognato dolciume e ci fu un’esplosione di trilli vivaci, che si quietarono non appena la bambina decise assestarci le gengive sopra, sbavicchiando ovunque.










.:~*~:.

Guess who’s back? Back again~
Eeeeeeeeee dopo le vacanze estive e natalizie, si torna in pista con un’altra coppia proposta dall’amichevole Nala di quartiere! ♥

Purtroppo, però, vi devo dire che non so quando riuscirò a scrivere e pubblicare i prossimi capitoli… I’m sorry. ;^; Tra studio e tesi, ho il cervello che non vuole cooperare, quando ho il tempo libero per mettermi all’opera.
Comunque, per il titolo ho scelto la parola riconoscimento nel senso di acknowledgment, ovvero “riconoscere il valore di qualcuno o qualcosa”.
Oh, non sono voi, ma io una puntata filler con Bra e Bu che combinano disastri me la guarderei volentieri, con magari Vegeta che ha un ictus sullo sfondo hah hah hah XD
Un immenso grazie, come sempre, va agli instancabili lettori e recensori! Mi fa piacere vedere che la raccolta sia ancora visitata nonostante il coma di questi mesi. (๑•̀ㅂ•́)و✧

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Mantide || {Mirai!Trunks e Marion}; ***


1 VS 1





Mantide || {Mirai!Trunks e Marion};




The woman is wild, a she-cat tamed by the purr of a Jaguar
Money’s the matter – if you’re in it for love, you ain’t gonna get too far
Daryl Hall & John Oates – “Maneater”





Accidenti… Sarà passata quasi un’ora.
Trunks sbadigliò, stiracchiandosi pigramente, prima di tornare ad appoggiarsi al muro che faceva ad angolo con una boutique d’alta moda. Non era mai stato un appassionato di shopping ma, ahilui, aveva promesso a sua madre che l’avrebbe accompagnata a fare un “giro di ricognizione” – come l’aveva definito lei – per i negozi della città.
Un flash di lunghi capelli turchini gli svolazzò davanti, facendolo raddrizzare.
«Mamm—»
Quasi si morse la lingua, per evitare di finire l’esclamazione prima che la passante lo sentisse.
No.
Oh, no.
A s s o l u t a m e n t e n o.
Quella donna avrebbe potuto essere chiunque, fuorché sua madre!
«Mh?»
Trunks sussultò non appena la sconosciuta si voltò verso di lui.
«Oh!», esclamò, avvicinandosi. «Wow!»
Stretta in un tubino rosa caldo che le risaliva pericolosamente lungo le cosce ad ogni passo, la tizia lo raggiunse, superandolo quasi come se fosse stato invisibile.
«Che abito splendido!», la sentì miagolare al suo fianco.
Ah.
Non era interessata a lui ma alla vetrina della boutique.
Sollevato, Trunks fece per allontanarsi, quando la donna si voltò a guardarlo con un sorriso.
«Non pensi mi starebbe d’incanto?»
«Oh?», preso in contropiede, il giovane non poté che fare ricorso alla propria buona educazione, «L’abito? … Immagino di sì.»
Un bagliore volpino illuminò le iridi blu della sconosciuta, che gli sorrise ancor più, coprendosi le labbra carnose con la mano.
«Così mi fai arrossire…», cinguettò, quasi come se il suo fosse stato un complimento spontaneo e non forzato dalla circostanza. «La tua ragazza è una donna fortunata.»
«R-Ragazza?»
«Oh, non dirmi che non sei fidanzato, perché non ci credo mica, sai?», continuò lei e gli si affiancò, scrutandolo da sotto le ciglia setose. Un profumo di miele e spezie gli inondò le narici. «I ragazzi come te vengono accalappiati sempre per primi.»
«Sembra quasi che lei stia parlando di un cane…», scherzò Trunks con un risolino poco convinto.
«Ah! Io adoro i cani. Farebbero di tutto per la loro padrona.»
La donna gli passò le dita nell’incavo del braccio, stringendolo a sé come se fosse la cosa più naturale del mondo. Accigliandosi, Trunks si voltò per chiederle cortesemente di lasciar— il suo sguardo cadde nella scollatura del tubino, talmente profonda da permettergli di vedere le linee morbide dello stomaco della sconosciuta.
Avvampò fino alla punta delle orecchie, girando la testa nella direzione opposta.
«Mi scusi, ma—»
«Io avrei un certo languorino.», lo interruppe lei e il malessere che il giovane aveva cominciato ad avvertire alla bocca dello stomaco crebbe. «Ce lo prendiamo un caffè insieme?»
«Tesoro!»
«Ah, Dende, ti ringrazio
Abbandonando ogni buona creanza, Trunks sgusciò via dalle braccia della sconosciuta, precipitandosi ad alleggerire sua madre delle dozzine di buste e pacchetti che stava trasportando.
«Scusa l’attesa, ma ho trovato un maglioncino che ti starebbe d’incant… Oh. È una tua amica?»
«Non… Esattamente.»
La sconosciuta voltò di scatto il capo verso di loro e i pendagli degli orecchini le tintinnarono al movimento.
«Quindi ti piacciono le ziette belle anziane, eh?», gli disse, imbronciandosi, «Peccato.»
E, con un occhiolino, sparì ancheggiando tra la folla.
«C-Cos’ha detto, quella strega lì?» Ruggì Bulma, le narici frementi. «… E perché mi sembra di conoscerla?»










.:~*~:.

B E G O N E T H O T !
Marion, quella brava ragazza™ hah hah hah! XD Ve la ricordate? … Tra l’altro, quanti anni avrà qui, una cinquantina? Mmh… I misteri di DB.
Comunque sia, rieccoci, questa volta con un suggerimento del mio ladro gentiluomo preferito, aka Teo! (ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧ Aggiungiamo una spuzzata di pepe a questa raccolta, va’, con un duello tra potere seduttivo e lo spirito del si salvi chi può! X°D … Ora che ci penso, povero Trunks, qui gli va sempre di sfiga con le donne. X°DDD Devono farlo santo anche solo per la pazienza che ha.
Ma poi, fin da bambina mi sono chiesta perché diamine quelli dello studio abbiano pensato avesse senso creare un personaggio femminile identico, fisicamente, a Bulma. Cioè, tra tante acconciature e colori tra cui scegliere… Mah. ¯\_(ツ)_/¯ Sono sicura che nessuno di loro si sarebbe aspettato che Crilin avrebbe sposato una tra le donne più faiGhe della serie… così gli hanno voluto dare una mezza gioia con il filler di Marion.
Oh, well. Come sempre, prima di andare, ringrazio come sempre lettori e recensori! ヾ(○・ω・)ノ☆ È sempre un piacere vedere il movimento tra i capitoli, anche perché da dietro le quinte scopro di volta in volta quali delle accoppiate strambe interessano di più oh oh oh! (๑☉ᴗ☉) *si accarezza la lunga barba* Affascinante.

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Budino || {Beerus e Lunch}; ***


1 VS 1





Budino || {Beerus e Lunch};




But what’s inside of me, you’ll never know
(We are) bipolar gods
Slipknot – “I Am Hated”





Non solo gli aveva tagliato la strada verso il tavolo del buffet ma l’aveva anche colpito con il gomito quando le aveva intimato di spostarsi.
«Gattaccio troppo cresciuto— ma chi ti credi d’essere?»
«“Gattaccio”…?»
La donna si voltò di scatto, gli occhi verdi ardenti di sfida.
«Sì, gattaccio
Lo fissò truce, brandendogli contro un cucchiaino mentre con l’altra mano agitava un bicchiere colmo di budino. Il suo budino.
La maschera di severo contegno del Dio si sbreccò appena, facendo intravedere l’irritazione nel suo sguardo. Sospirando, Beerus piegò un braccio, portandoselo davanti al petto con l’indice sollevato: l’estremità del suo artiglio venne illuminata da particelle viola, che presero a turbinare attorno ad un nucleo di luce magenta.
L’umana fece un sorriso largo, quasi folle.
«Se pensi di farmi paur—»
Una folata di vento la interruppe, scarmigliandola.
«… Ah…!»
La bruta starnutì – fortunatamente non sul suo budino, pensò con un certo sollievo Beerus, prima di strapparle di mano il cucchiaino ed il bicchiere. Con fusa estasiate, cominciò a mangiarselo. La punizione della mortale avrebbe dovuto attendere.
«… Cos’è successo?»
«Mh?»
La donna si strinse nelle spalle e si guardò intorno, prima di sollevare gli occhi su di lui.
«Fai la finta tonta, adesso?»
Beerus raddrizzò la propria postura con fare imperioso, ignaro del baffo di budino che gli imbrattava il muso.
«Io?»
«Proprio così. Sei alla presenza di Lord Beerus, mortale. Non rammenti d’avermi colpito?», la incalzò, la coda che gli oscillava dietro la schiena come la lancetta di un vecchio metronomo. «Né di esserti appropriata del budino che mi spettava di diritto?»
«Oh, no…» La donna si rattristò. «Le chiedo perdono, mio signore, dev’essere stata la mia altra metà!»
«Ah, sì?»
Gli occhi del Dio s’assottigliarono in due fessure gialle. Effettivamente c’era qualcosa che non gli tornava: gli abiti dell’umana erano gli stessi, la forza vitale era immutata, eppure… I lineamenti non corrispondevano più a quelli della selvaggia che l’aveva insultato. Gli occhi di questa mortale erano più grandi e d’un blu gentile, intenso, simile a quello dei suoi capelli.
… Un momento. Ma non era bionda, un attimo fa?
Dunque non mentiva: era davvero una persona completamente diversa!
Interessante.
«La tua altra metà, ma certo! Errore mio.», s’affrettò allora a scusarsi il Dio, mendace. «… E quando avrò il piacere di rivederla?»
«Be’, dovrei starnutire di nuovo…», replicò la donna, chiaramente incapace di percepire l’intento maligno nella sua voce. «Non mi pare il caso.»
«Capisco.»
«Le porgo ancora le mie scuse.»
«Ah, sciocchezze! Anzi, se mi è concesso, gradirei la tua incantevole presenza al mio fianco per il resto della serata.»
L’umana arrossì, coprendosi il viso con le dita bianche.
«Ne è sicuro, mio signore?»
«Altroché. Vorrei… Farmi perdonare per il mio piccolo fraintendimento.»
«Oh, allora—»
«Meraviglioso.», la interruppe Beerus poggiandole una zampa sulla schiena, gli artigli affondati appena nella sua pelle calda. La guidò con assertivo garbo al tavolo a cui sedeva Whis, facendola accomodare accanto all’Angelo. Si voltò poi verso la sala, sorridendo del puro terrore che questo evento aveva diffuso nel resto degli invitati.
Forse avrebbe dovuto aspettare minuti per uno starnuto, forse ore— ma, dopotutto, la vendetta era un piatto che andava servito freddo.










.:~*~:.

Galeotti furono il budino e il prompt di Nala~! (*˘︶˘*)
Non vi preoccupate, Bulma salverà Lunch con il potere della corruzione-tramite-cibo hah hah hah! XD
Comunque! In questa flash ho approfittato del fatto che Lunch non ha mai ufficialmente incontrato Lord Beerus e, quindi, non ha la più pallida idea di chi sia. La scena è ambientata durante una delle tante feste fatte da Bulma e l’interazione me la sono un po’ giocata sulla bipolarità che caratterizza i comportamenti di Lunch (che non può farci nulla, povera stella) e di Beerus, che è maleducato e altezzoso, ma sa bene come comportarsi in maniera dignitosa quando ce n’è bisogno, o gli conviene. Non so se ricordate il suo primo incontro con Bulma, tutto vezzi e galanterie… E ora si prendono a pizze ogni volta che parlano. X°D
Aaah, grazie a tutti i lettori/recensori! (〜^∇^)〜

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Iniziativa || {Muten e Kid!Bu}; ***


1 VS 1





Iniziativa || {Muten e Kid!Bu};




Monsters having fun
Happy, happy
R.E.M. – “Shiny Happy People”





Tempo. Lancette che s’inseguono, granelli che cadono— ma non era il momento per le belle metafore. Il succo della questione era che ne aveva ancora a disposizione per fare un tentativo.
Schiarendosi la voce, Muten si posizionò alle spalle del demonietto, sollevando le braccia al cielo con le dita incrociate, un’espressione di sobrio decoro in viso.
«E un, due, tre!»
Le articolazioni delle braccia gli schioccarono come due rami secchi.
Con la pelata che riluceva sotto la luce del sole, l’uomo continuò a fare stretching imperterrito, allungando i muscoli messi a dura prova dall’età ed emettendo grugniti che fecero sollevare più d’un sopracciglio perplesso.
«Assistenti, prego!»
Goten e Trunks lo raggiunsero sgambettando, poggiandogli ai piedi una bottiglietta di terracotta, prima di defilarsi con un inchino.
Muten si chinò per stapparla e lanciò un’occhiata al Majin da sopra le lenti scure degli occhiali: stava seguendo i suoi movimenti dal vetro della clessidra, senza accennare a muoversi. Bene. Il suo cervello primitivo non interpretava le sue azioni come una possibile minaccia.
L’uomo si raddrizzò, inspirando profondamente prima d’infilarsi il tappo di sughero nel taschino della camicia.
Si va in scena!
Batté le mani, concentrando il ki tra i palmi; poi piroettò su sé stesso.
«Genio, ma che fai?»
«Silenzio in sala!»
Accidentaccio, stava sudando freddo!
Paura. Aveva paura.
Vergognati, vecchio idiota.
… Be’, forse un paio di minuti extra poteva pure concederseli, no?
Nella confusione degli astanti, Majin Bu s’alzò finalmente in piedi, voltandosi – le iridi spettri rossi che s’agitavano nella sclera nera.
«Ti piace il balletto, eh?», gli domandò Muten, cordialmente sprezzante. «Scommetto che non sai farlo!»
Col collo piegato di lato, il demone l’osservò saltellare da una gamba all’altra e, dopo qualche istante, prese a imitarlo. La sua capacità di mimesi era impressionante.
«Bravo!»
Il Genio gli rivolse un sorriso sdentato, smanioso, che avrebbe terrorizzato chiunque; ma il piccolo Bu non era chiunque. Era un mostriciattolo completamente ignaro di quali abissi potessero nascondere certe espressioni facciali. Infatti, gli sorrise di rimando e Muten si fermò, sollevando le braccia al cielo, i palmi spalancati: era pronto.
«Onda Sigillante!»
«Uh?»
L’attacco a sorpresa travolse il Majin, spazzandolo via dal pavimento del Palazzo del Supremo in una spirale verdastra.
Con la pressione sanguigna che andava aumentando nelle tempie, il Genio piegò le braccia, direzionando la traiettoria dell’onda verso la bottiglia con il sigillo: doveva centrarla a tutti i costi. Un dolore insopportabile gli si irradiò nel petto, come se fosse al centro di un rogo, ma Muten strinse i denti, concentrandosi sul suo compito. C’era quasi.
Nel turbinare del vento, puntò il braccio destro in avanti, scaraventando l’onda all’interno del contenitore di terracotta e, senza esitare, ci saltò accanto, tappandolo con un gesto fluido.
«Perfetto.»
Senza fiato, l’uomo si sollevò raddrizzando la schiena, gli occhi rivolti verso il cielo tornato nuovamente azzurro. Tutto sommato, era una bella giornata, per morire.
E collassò a terra, mentre la bottiglia continuava ad oscillare.










.:~*~:.

Finale alla Shutter Island! Bu uscirà dalla bottiglia? Non uscirà? Ai posteri l’ardua sentenza!

Non vi mentirò: mi sono andata a leggere il riassunto della storia di Kid!Bu per vedere se l’avessero fatta, ‘sta roba del sigillarlo con la tecnica del Genio delle Tartarughe e non ho trovato una ceppa a riguardo. Quindi… No? Non riesco nemmeno a ricordare personalmente se è successo o meno, anche perché le puntate me le so’ viste oltre dieci anni fa.
Ergo: ¯\_(ツ)_/¯
Questa è l’unica strategia che mi è venuta in mente per rendere alla pari uno “scontro” tra questi due. Una mini what-if che da un taglio netto a tutta la follia che Toriyama ha riversato nell’ultima saga di Z, grazie allo spirito d’iniziativa di Muten. X°D Be’, tutto è bene quel che finisce bene [????]! Grazie a Nala per il prompt! ❤⃛ヾ(๑❛ ▿ ◠๑ )
E grazie a tutti per aver letto!

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Facsimile || {Son Goku e C-18}; ***


Goku/C-18
1 VS 1





Facsimile || {Son Goku e C-18};




Mirror, mirror split in two
Look at me, who are you?
Helloween – “The Dark Ride”




Un bagliore d’occhi vermigli.
Il Kienzan gli sfrecciò accanto al volto stridendo e Goku rimase a fissare, smarrito, la figura che comparve dalle rovine della città. Una linea sottile gli si aprì lungo lo zigomo, cominciando a bruciargli non appena ne fuoriuscì il sangue.
«Ehi, C-18!»
La donna sollevò il braccio, puntandogli contro l’indice che sfolgorò d’una luce dorata— la mente di Goku si svuotò. Rapido, attivò il Kaioken e scattò in avanti con la furia del vento che gli ululava attorno, piroettando in aria per scansare il raggio d’energia che gli era stato scagliato contro.
Non capisco…
Fu davanti alla cyborg in un istante ma lei non reagì alla sua vicinanza, lo sguardo incolore quanto la sua pelle. Mirando allora all’incavo del collo, Goku la colpì di taglio con la mano, facendola collassare sull’asfalto.
«Ma… Che t’è preso?»
Nessuna risposta.
Il sayan si grattò il capo, studiandola mentre si rimetteva in piedi; fu allora che se ne accorse.
Oh.
Le sue narici fremettero. Anche l’odore era… Diverso. La sua avversaria somigliava un sacco a C-18, ma non era davvero lei. Doveva trattarsi di uno di quei cosi – i clown di cui gli aveva parlato Bulma!
Sogghignò.
«Vediamo che sai fare, allora.»
In un lampo, le sue nocche impattarono contro la guancia della donna, spazzandola via in un turbine di polvere. La vide schiantarsi contro la palazzina di fronte e corse in quella direzione, spiccando un salto che lo ammantò di scintille rosse. L’aura del Kaioken s’espanse all’aumentare della sua concentrazione, sfrigolando e riempiendogli il petto di bruciante furore.
Eccola!
La falsa C-18 era incastrata tra detriti della facciata e, senza esitare, Goku la caricò urlando a pieni polmoni, i muscoli contratti, il braccio teso in avanti.
«Lo sapevo. Solo tu puoi fare così tanto casino
«Eh?»
Fece appena in tempo a scorgere un movimento alle sue spalle, che un pugno piccolo, bianco, affiancò il suo nella picchiata. A bocca aperta, il sayan si voltò, realizzando solo in quel momento la presenza di un’altra C-18, una dagl’occhi azzurri e vibranti di vita, che stava saettando con lui dritta contro la palazzina: la violenza del loro attacco combinato sparò il clown attraverso il muro.
«Urca!»
I due atterrarono all’interno dell’edificio sotto una pioggia ticchettante di calcinacci.
«Che copia da quattro soldi.», commentò C-18. «È imbarazzante.»
Con le mani poggiate casualmente sui fianchi, Goku annullò il Kaioken e mosse lo sguardo dal corpo steso a terra, alla donna al suo fianco. Che situazione bizzarra! … Un po’ come quella volta che Mr Popo l’aveva fatto combattere contro una copia in cera di sé stesso.
Batté ciglio.
Sempre ammesso che questa C-18 fosse—
Si piegò appena di lato, annusandola.
«Ah.»
«… Cosa?»
«Tranquilla, sei quella vera!»
Alla sua brillante constatazione, la cyborg si girò in un flash di capelli biondi, in volto l’espressione di chi ha inghiottito per sbaglio un insetto.
«Che c’è?»
«Sei fortunato ad essere il miglior amico di mio marito.», ringhiò lei, incrociando le braccia sotto il seno con un’alzata d’occhi che lo fece quasi scoppiare a ridere. «A proposito… È con te?»
«Chi?»
«Tua nonna.»
«Mia… Cosa!?»
«Oh, per l’amor— Crilin. Stavo parlando di Crilin.»
«Aaah!»
C-18 emise il sospiro più affranto che Goku avesse mai sentito.










.:~*~:.

Sì, Goku. I “clown”. Non i cloni. Sento Bulma che fa facepalming da qui hah hah hah! XD

Comunque! Esattamente un anno fa, il 20 Marzo 2018, ho pubblicato la prima flash di questa raccolta! *lancia coriandoli* Che bellezza! Che il potere della procrastinazione sia sempre con me! Ora andate e mangiatevi una cosa buona alla mia salute!

Ffffffffffffatto?
Dunque, ho approfittato del prompt che DarkDarrik mi aveva lasciato eoni fa per celebrare l’anniversario simbolico della raccolta con la primissima accoppiata, Goku e C-18. Alé! (ノ^ヮ^)ノ*:・゚✧
E si torna nel mondo di “Dragon Ball FighterZ”. Per non spoilerarvi nulla, vi dico solo che nel gioco sono presenti i cloni [X] di quasi tutti i personaggi, che principalmente servono per fare gag stupide o per farti fare i mirror match. Ed è proprio questo quello che ho fatto io in questa flash, C-18 VS C-18 ma con un twissssst! (〜 ̄▽ ̄)〜
Eeeeeee, dato che Goku non combatte per uccidere ma per divertirsi/superare i propri limiti, ho deciso di fargli adoperare solo il Kaioken, che è un boost lieve rispetto alla trasformazione in super sayan (oltre a ritenerla personalmente una tecnica figa e usata pochissimo). 
Ma passiamo ai grazie, va’! Allora, non posso non cominciare da quei due folli che mi hanno seguita fin dall’inizio, continuando a regalarmi suggerimenti, risate e certe idee per le accoppiate che, Will Hunting, levati per cortesia: Nala e Teo! ❤⃛ヾ(๑❛ ▿ ◠๑ ) Grazie, giovinotti! E, ovviamente, ringrazio tutti i lettori che hanno messo la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate, che hanno commentato (menzione specialissima per quelle sante donne di Martinagoten e Meeve, che se la stanno maratonando tutta… Siete incredibili! (♡ >ω< ♡)) o anche solo che continuano a seguire queste flash per puro spirito masochista. Thanks! ˙ᘧ ͜ ˙

P.S.: Per chi non ha mai visto la prima serie di DB, aggiungo una piccola nota extra. Goku ha raggiunto il Palazzo del Supremo per la prima volta da bambino e, durante gli allenamenti fatti con Mr Popo (Nala non emozionarti), ha affrontato anche una copia di sé stesso creata con la cera e l’acqua della vita.

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Resa || {Zarbon e Bulma}; ***


bxz
1 VS 1





Resa || {Zarbon e Bulma};




(My, my, smile at least)
You can’t say no to the beauty and the beast
David Bowie – “Beauty and the Beast”





Atterrò davanti all’ammasso di rottami che l’aliena aveva usato per affrontarlo, lanciandogli un’occhiata obliqua. Era incredibilmente irritante che un mecha dall’aspetto così goffo l’avesse costretto a trasformarsi— Zarbon fremette, frenando a stento l’impulso di farlo saltare in mille pezzi.
Piuttosto…
Sospirò, spostando lo sguardo sull’oscenità che erano le sue mani – lo stomaco gli si contrasse. La sua tolleranza per quella forma era ormai al limite, doveva abbandonarla: una pulsazione calda gli attraversò il palmo, poi il corpo e scaglie e artigli gli si ritrassero lentamente sottopelle. L’uomo contemplò il proprio riflesso m e r a v i g l i o s o sul vetro incrinato del robot, quando un paio di occhi azzurri incrociarono i suoi.
«È finita, esci allo scoperto!»
Al suo richiamo improvviso, la creaturina sussultò, appiattendosi contro il sedile. Zarbon le sorrise.
«… Come desideri.»
In un guizzo elegante, raggiunse e sradicò il portellone della cabina di pilotaggio— uno scoppio lo travolse.
«Ah, maledizione!»
Ci fu un tintinnio ai suoi piedi e l’uomo annaspò, muovendo istintivamente le dita sull’ammaccatura fumante che il proiettile gli aveva appena lasciato sull’armatura: fortunatamente, non l’aveva trapassata.
«Un’arma a colpo singolo in uno scontro ravvicinato… Che tenerezza.», commentò sardonico, accennando alla pistola stretta tra le mani tremanti della donna. L’Armata Galattica non utilizzava quel modello e, in secoli di viaggi interstellari, non gli era mai capitato di vedere qualcosa del genere. «Dove l’hai preso quel giocattolino?»
«“Giocattolino”?», sbottò l’aliena, «Per tua informazione, questa pistola— e il mecha, se è per questo, li ho progettati e costruiti io
«Notevole.» Zarbon s’allungò in avanti, afferrandole un braccio – le guance bianche della donna s’arrossarono appena. «E dimmi: sapresti fare di meglio?»
«Che domanda! Con un laboratorio tutto mio, non c’è limite a quello che potrei…!»
Il resto della frase le morì in gola non appena il soldato la strattonò senza tante cerimonie fuori dai resti del robot, conducendola alla riva del lago sul quale s’erano affrontati.
«In ginocchio.»
«Cosa!?»
«Mi hai sentito.»
Dopo un istante d’esitazione, l’aliena eseguì il suo ordine, poggiando a terra la pistola prima di sollevare le braccia.
«Bene.»
Zarbon si spostò con deliberata lentezza alle sue spalle, sovrastandola con la sua ombra.
«Una mente come la tua farebbe molto comodo al mio signore…», cominciò, le pupille immobili su di lei, piccole come aghi. «Sempre che tu non mi abbia mentito sulle tue capacità.»
«No! I-Io non—»
«Magnifico. Se ti arrendi e giuri fedeltà a Lord Freezer, avrai salva la vita allora.», la interruppe l’uomo, puntandole contro la nuca l’indice carico d’un’infinitesimale quantità di ki. «Oppure farò in modo che la tua testa sia la prossima a rotolare sul suolo di questo abietto pianeta. A te la scelta.»
Non ci volle molto perché il veleno nelle sue parole facesse effetto, riempiendo di brividi la figura china ai suoi piedi. Un singhiozzo le sfuggì dalle labbra, poi un altro e fu allora che pronunciò un nome, invocandone l’aiuto come se fosse inginocchiata ad un altare.
Zarbon abbassò la mano senza dar alcun peso a quelle parole. Il pianto, dopotutto, poteva significare una sola cosa: resa.










.:~*~:.

Fa caldo, ragazzi… Questa flash l’ho scritta di sera in sera con il ventilatore dietro le orecchie~ hah hah hah! (=´∇`=)
E siamo tornati~! Aggiornamento casuale per svagarmi e per dirvi che, no, non sono mortah! It’s all good in the hood! ( •̀ω•́ )σ
Dunque! Oggi accoppiata proposta da Nala-chan e si torna su Namek, in quel frangente di tempo in cui Crilin e Gohan vanno a cercare le sfere lasciando, ahimé, Bulma sola. Nell’anime ci sono alcune scenette in cui usa un robot per andare sott’acqua (non ricordo a fare cosa, onestamente), quindi ho pensato ad uno scenario what-if in cui lei incontra il principe Disney (ma anche no) Zarbon molto prima del canon, usando quel robot come ultima risorsa per affrontarlo! (☆▽☆) … Ok, non le è andata bene e Goku (il nome invocato) è in ritardo. Ma arriverà e la salverà, eh. Come sempre.
Eeeeeee… Niente. Questo è quello che potrete aspettarvi di trovare in questa raccolta nei prossimi mesi:
  • Marcarita VS Vados | Baba VS Babidy | Whis VS Dende | Kaioshin VS Tama | Baby VS Bulma | Cell VS Chichi | Chichi VS Crilin | Kaioshin il Sommo VS Muten | Mai VS Pan | Videl VS Vegeta | Trunks (+ Goten) VS Whis | Yajirobey VS Vegeta | Goten VS C-17 | Whis VS C-18 | Chichi VS Mirai!Trunks | Trunks VS Yamcha | Mr Satan VS Muten | Vegeta VS Crilin | Gohan VS Re Enma | Stregone del Toro VS Beerus | C-18 VS Mirai!C-18 | Goku VS Darbula | Mirai!Mai VS Videlconicodini | Sorpresa;
… O anni. Dipende da quanto velocemente riesco ad elaborare il resto delle storie hah hah hah! X°DDDDDD Ovviamente non sono in ordine di uscita. L’ispirazione a me va sempre a caso. (❁´▽`❁)*✲゚*
Mi raccomando, nel frattempo rimanete idratati [???] e grazie per aver letto~! ♥

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Ōkami || {Kid!Trunks e Yamcha}; ***


1 VS 1





Ōkami || {Kid!Trunks e Yamcha};




The howl of the wolf, snow in his eye
Waiting to take you by surprise
AC/DC – “Snowballed”





«… Cos’è, uno scherzo?»
«Cos— no!», preso in contropiede, Trunks decise immediatamente di vuotare il sacco. «Mamma mi ha parlato di questa tua tecnica—»
«Bulma? … Davvero?»
«Sì, ha detto che l’hai usata contro Goku nel deserto e che era in-cre-di-bile! Oh, andiamo…» Il bambino prese a saltellare da una gamba all’altra, implorante come un cagnolino in attesa del biscotto. «Devo assolutamente vederla!»
«Be’, immagino che non ci sia niente di male a mostrarti la Zanna di Lupo.», capitolò allora Yamcha, posando a terra la mazza da baseball. «Anche se, a dirla tutta, sono un po’ arrugginito…»
«Evvai!»
Trionfante, Trunks gli ballò tutt’attorno, seguendolo mentre si spostava verso il centro del diamante; in realtà sua madre non aveva affatto definito Zanna di Lupo come una tecnica “incredibile”, ma questo dettaglio Yamcha non aveva bisogno di saperlo. Il bambino se la rise sotto i baffi.
Che pollo…
Con gli adulti le lusinghe non fallivano mai.
Aaah, non sto più nella pelle!
Preso com’era dalle proprie fantasticherie Trunks a malapena s’accorse della mano che Yamcha gli stava sventolando davanti agl’occhi.
«Mi hai sentito? Zanna di Lupo è una tecnica che prevede un avanzamento rapido verso l’avversario, quindi dovresti allontanarti da me di qualche metro.»
«Oh, chiaro!»
Annuendo frettolosamente, il piccolo sayan si spostò, pronto a farsi stupire.
«Mi raccomando, resta fermo lì… Se no chi la sente, tua madre.»
«Agli ordini!»
Con uno sbuffo divertito, Yamcha spostò il peso sulla gamba destra, stendendo in avanti la sinistra. Trasse poi un profondo respiro, sollevando le braccia, le dita contorte come artigli. Una folata di vento spazzò il campo da baseball, animandogli i capelli ispidi, che parvero rizzarsi come il pelo di un lupo inferocito. Trunks deglutì mentre l’espressione dell’uomo mutava un ringhio ferale, le pupille punte di spillo conficcate nelle sue.
«Zanna di Lupo!»
Con i canini scoperti, la bestia gli si scagliò contro, facendolo sussultare – ci fu un colpo d’aria e i capelli gli vennero spazzati via dal viso sconvolto, poi la mano dell’ex predone sparì e gli ricomparve accanto alla guancia con movimenti talmente rapidi che gli ci volle un istante a tracciarne la traiettoria attorno a sé.
Ma questo qui… È sempre Yamcha!?
Trunks lo vide battere un piede a terra e la vibrazione dell’impatto gli corse nel corpo, risuonandogli nel petto prima che due palmi lo raggiungessero, bloccandosi ad un centimetro dalla stoffa della sua T-shirt. Accidenti. In uno scontro reale, un colpo del genere gli avrebbe sicuramente spazzato tutta l’aria via dai polmoni.
… Niente male!
Forse Yamcha non era poi un idiota innocuo come dava a vedere. Dopotutto, nelle mani di un sayan, Zanna di Lupo avrebbe potuto diventare una tecnica ancora più devastante!
«Allora, che te ne pare?»
Tornando in sé, Trunks alzò gli occhi e Yamcha si passò la mano dietro al collo, prima di rivolgergli un sorriso incerto e palesemente imbarazzato. Il bambino ricambiò, ma con un sorriso a trentadue denti, largo, sincero. Se fosse riuscito a padroneggiare Zanna di Lupo— anzi, quando sarebbe riuscito a padroneggiarla, sarebbe stata una cosa…
«Fighissima!»










.:~*~:.

Trunks versione bambino è una piccola peste, molto simile alla mammina! XD … Da adulto non so che gli è successo, non somiglia né a Bulma né a Vegeta. Avrà preso dal nonnino… Bah. O___O

Coooooomunque, arieccoci in pista con un’accoppiata fresca fresca, proposta dalla dolcissima Martinagoten! (ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧
Si torna nella timeline di Super! … Onestamente, la Zanna di Lupo è una mossa davvero figa così mi sono detta, sai che c’è, sono sicura che se Trunks l’avesse vista da bambino, avrebbe pensato: “Wow! Yamcha farà pure schifo come combattente ormai, ma questa tecnica è fighissima, devo impararlah!” hah hah hah XD Vede il potenziale, il ragazzo! … Oltre a farsi un po’ suggestionare dall’uomo lupo oh oh.
Ah, comunque il titolo della flash vuol dire “lupo” in giapponese mentre, per chi fosse completamente ignorante del mondo del baseball come moi, il diamante è, semplicemente, il campo da baseball. L’ho scoperto leggiucchiando su wikipedia. XD
Eeeeeeee grazie a tutti per aver letto, e a chi ha messo la raccolta tra le preferite/seguite~! ♪

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Serenità || {Crilin e Chichi}; ***


C&C
1 VS 1





Serenità || {Crilin e Chichi};




I can’t surf
But neither can you
Reverend Horton Heat – “Can’t Surf”





«Mi stai forse sfidando, Crilin?»
Un barlume vermiglio attraversò gli occhi di Chichi e l’ex shaolin indietreggiò d’istinto sulla sabbia bollente, prima di recuperare il controllo delle proprie gonadi, tornando sui suoi passi.
«S-Sai che c’è?», balbettò, battendo la mano sulla tavola da surf che teneva sottobraccio. «Sì. È proprio così!»
La donna accolse la sua schiettezza con un’alzata di sopracciglia.
«Molto bene.», disse e la severità del suo piglio si sciolse in un sorriso. «Accetto la sfida.»
… Accidenti.
«Sai, ammetto d’essere colpita. Non pensavo avresti avuto il coraggio di dirmelo apertamente.»
L’ometto si lasciò andare ad una risatina, passandosi la mano dietro il collo sudato.
«Mamma mia, devi avere proprio un’opinione bassa di me, se pensi una cosa del genere…», borbottò a mezza voce.
«Mh? Che hai detto?»
«Niente! … Niente.»
Con la spuma che disegnava ghirigori attorno alle loro caviglie, i due attraversarono il bagnasciuga, incamminandosi verso un punto del fondale in cui l’acqua raggiungeva quasi i loro fianchi. Quando si fermarono, Crilin inspirò a pieni polmoni l’aria gonfia di salsedine.
«Pronta?»
«Certo, per chi mi hai presa?»
«Ok, allora… Prima le signore.» Con ipocrita galanteria, l’ometto cedette a Chichi la tavola da surf. «Chi riesce a rimanerci sopra in piedi, vince.»
Ora voglio proprio vedere come te la cavi.
«Perfetto.»
Irradiando risolutezza, la donna spiccò un balzo, atterrando con le ginocchia sul surf; Crilin lo vide capovolgersi immediatamente sotto il suo peso, rovesciandola in mare.
«Oh, cavolo!»
Non appena Chichi riemerse, tuttavia, la sua preoccupazione sfumò in ilarità e l’uomo scoppiò a riderle in faccia, facendola diventare paonazza. Per la propria incolumità sarebbe stato meglio non farlo, ovviamente— ma vederla così, scarmigliata ed in imbarazzo, era servito a ricordargli che Chichi non era che un essere umano, proprio come lui. Accorgersene era stato quasi… Rassicurante.
«Bel tentativo!»
La donna si scostò con furiosa lentezza i capelli dagl’occhi.
«Ti diverti, mh? Perché non ci provi tu, allora?»
«D-Dai, stavo scher—»
Ma la mano di Chichi s’era già agganciata alla sua pelata e, un attimo dopo, Crilin si ritrovò a schizzare nell’etere verso l’infinito e oltre. Con uno starnazzo, l’uomo si schiantò di pancia sulla tavola da surf, slittando mollemente tra le onde. Questa volta, fu Chichi a ridere di gusto.
… Ok, me lo merito.
E le ore passarono mentre i due continuavano a saltare e cadere, inconsapevoli della presenza delle loro dolci metà sulla riva.
«Che noia… Ma non sarà ora di piantarla con questa sfida?»
«E perché mai? Saranno anni che non vedo Chichi così spensierata!»
C-18 batté ciglio, focalizzando la propria attenzione sull’espressione del marito e il trillo allegro della sua risata. Il broncio le si ingentilì appena.
«Sei un buon osservatore… Chi l’avrebbe mai detto.»
Goku ridacchiò, passandosi l’indice sotto il naso.
«Bambini, vi va un gelato?»
Marron e Goten sprizzarono in piedi in una nuvoletta di sabbia.
«Sì!»
«Gelato! Gelato!»
«Urca, questa sì che è una bella idea!»
«… E da quando sei un bambino, tu?»
«Eh? Ma…!»
«Dai, mamma! Non possiamo lasciare zio Goku senza gelato!»
Abbagliata da tre paia di occhioni sfavillanti, C-18 non poté che distogliere lo sguardo con un sospiro, facendo del suo meglio per nascondere il proprio divertimento.
«E va bene… Ma paga lui per tutti.»










.:~*~:.

Aggiornamento rapido perché mi sentivo ispirata e voglio andare al mare. *piange sangue*
Dunque! Cosa? Come? Dove? In questo capitolo, ho deciso di fare andare la famiglia di Goku e quella di Crilin insieme al mare… (´∇ノ`*)ノ Quindi penso che temporalmente siamo tra la fine della saga di Bu e l’inizio di Super. E quindi una semplice discussione tra Chichi e Crilin sul surfare è diventata un fraintendimento (da parte di Chichi… “Mi stai forSEH SFIDANDOH”), che è diventato un modo per divertirsi e passare il tempo. Sapete, a volte anch’io dimentico che Chichi è una persona e non un distributore di frustrazione materna. X°D … Fatela divertire ogni tanto, Toei! Fateci vedere il suo lato sbarazzino, perché c’è, cavolo, soprattutto in Z e GT (chi se lo scorda quando voleva combattere C-17 armata di padelle hah hah hah).
La coppia è stata gentilmente offerta dalla nostra Nala. ❤⃛ヾ(๑❛ ▿ ◠๑ )
Grazie a tutti per aver letto~! ♪

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Dubbio || {Pan e Mr Popo}; ***


1 VS 1





Dubbio || {Pan e Mr Popo};




Shadow, shadow, shadow
Gotta fight the shadow of doubt
Robin Thicke – “Shadow of Doubt”





Si piegò all’indietro e il tappeto le passò oltre il volto in un blur di fili colorati. Pan serrò i denti, roteando su sé stessa appena in tempo per vedere Mr Popo virare rapidamente in aria, pronto a fronteggiarla nuovamente. Frustrata, la ragazzina gli si scagliò contro, tagliando il vento con la propria aura in espansione— il cono di visione ridotto alla sagoma del suo mentore. Peccato che la minaccia, questa volta, le arrivò alle spalle.
Le nocche della sua copia in cera si schiantarono contro il suo zigomo, proiettandola a tutta velocità verso il suolo. Pan serrò i denti, la mente sconnessa da ogni impulso che potesse farle recuparare il controllo di quella caduta; poi il mondo smise bruscamente di roteare, lasciandole un lieve senso di nausea e le narici piene d’un odore salmastro.
«Ma che diavolo…!?»
Non conosceva quella voce.
Aprì gli occhi, riaccogliendo un mondo sfocato e lucente al loro interno; le ci volle un attimo persino per rendersi conto di non essere a terra, ma in braccio a qualcuno. Pan piegò il collo di lato, poggiando la guancia contro il braccio che la sorreggeva. Due globi neri, incastonati nel bianco, l’osservarono di rimando.
«… Mr Popo?»
«Sia ringraziato il cielo!» Il semidio le sorrise. «Temevo fossi svenuta.»
La ragazzina arrossì, distogliendo lo sguardo. Aveva l’orgoglio talmente ferito da non riuscire nemmeno ad inventarsi una scusa per la propria défaillance.
Altro che ripercorrere le orme del nonno…
«Ehi, teppisti!»
Accigliandosi, Pan si voltò e per poco gli occhi non le vennero sparati fuori dal cranio dalla sorpresa: a quanto pare, erano atterrati in un canale. Su una gondola con tanto di gondoliere indignato, per la precisione.
«Ci scusi, è stato un incidente!», esclamò, saltando giù dalle braccia di Mr Popo.
Il gondoliere fece per replicare, solo che l’arrivo di un’ombra sulle loro teste gli fece immediatamente cambiare idea. La copia in cera di Pan aveva preso infatti a seguirli dall’alto, gli occhi vitrei fissi su di lui.
«Non si preoccupi. Toglieremo presto il disturbo.», gli garantì il semidio, imperturbabile. «Conceda solo un po’ di tempo alla mia allieva per riprendersi.»
«O-Ok…», mugugnò il pover’uomo, arrendendosi.
Mr Popo piegò allora il capo, tornando a rivolgere la sua attenzione su Pan.
«… Cosa ti turba? Non sei concentrata come dovresti.»
La ragazzina sbuffò, incrociando le braccia sul petto; tanto valeva vuotare il sacco.
«Io vorrei tanto…» Si morse le labbra e tacque, sentendo l’imbarazzo colorarle ancora una volta il viso. «Essere all’altezza di nonno Goku.»
«Ma…?»
«Ma lui ha scalato l’obelisco, ha superato la prova di Balzar ed è arrivato fino al Palazzo del Supremo con le sue sole forze! … Io non ho fatto niente di tutto questo. Sono arrivata al Palazzo del Supremo volando.»
Stranamente, confessare la propria insicurezza non la fece sentire meglio, anzi— la fece sentire ancora più piccola e sciocca.
«Capisco. Quindi non ritieni di esserti guadagnata quest’occasione.»
Il sorriso di Mr Popo s’allargò e Pan avvertì, in qualche modo, di essersi guadagnata un pizzico del suo rispetto.
«E sia! Non ti addestrerò finché non avrai completato l’intero percorso a piedi.»










.:~*~:.

Ehilà~!
Anno nuovo, capitoli nuovi! ヾ(⌐■_■)ノ♪ Apriamo col botto, con un’accoppiata che Nala non vedeva l’ora di ritrovare qui sul grande schermo [????]: Pan e Mr Popo! Con l’obbligo di fare in modo che i due finissero, in un modo o nell’altro, a fare un giro in gondola. No, perché parlando di possibili accoppiate con Nala, io mi sono fatta scappare l’esempio assurdo e lei, giustamente, ha colto immediatamente la palla al balzo hah hah hah! X°DDDDDDD Ma a me piacciono le sfide ed ecco il risultato! Spero vi piaccia~! ♡✧( •⌄• )
Comunque! Per far funzionare, più o meno, il prompt in un contesto di 1 VS 1, sono tornata nell’universo GT, pensando che sarebbe stato interessante fare allenare Pan con Mr Popo, proprio come aveva fatto il suo nonnino Goku secoli prima. E quindi copia di cera creata con l’acqua della vita e via di mazzate!
Oh, comunque a quanto pare Mr Popo è una specie di semidio, secondo la wiki? Onestamente non ne avevo idea. Ah, e per quanto riguarda la gondola… Ci saranno città in DB che hanno lagune e gondole, dai. Visto che tutto il mondo del manga è un guazzabuglio di culture, ci sarà sicuramente qualche pizzico di italianità da qualche parte.

Probabilmente. X°D
Ringrazio di cuore, come sempre, i lettori e i recensori di questa raccolta! Alla prossima~! (〃⌒▽⌒〃)ゝ

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Contrattempo || {Mirai!Mai e Videl}; ***


1 VS 1





Contrattempo || {Mirai!Mai e Videl};




Just when it can’t get worse
… I’ve had a shit day
P!nk – “Blow Me (One Last Kiss)”





La sfera d’energia nera le riempì l’intero campo visivo— Trunks si parò davanti alla macchina del tempo, davanti a lei, restituendole quei preziosi secondi che le servivano per digitare la data e decollare. Col cuore pesante, Mai guardò la schiena del sayan svanire nell’esplosione mentre le trame della realtà le si sfibravano attorno, disfacendo il mondo al quale apparteneva.
Buio.
Tornerò presto, Trunks, te lo prometto.
Un sipario di luce accecante le si aprì improvvisamente dinnanzi, rivelandole un’epoca in cui Satan City era ancora verdeggiante e piena di vita— poi ci fu uno scoppio ovattato alle sue spalle e un odore acre, di fumo, cominciò a filtrare all’interno dell’abitacolo.
«Ma che…?»
Mai afferrò la cloche e riuscì a far atterrare la macchina del tempo al centro di un enorme giardino un istante prima che si spegnesse. Accigliandosi, la giovane tentò inutilmente di riavviarla, il panico un roveto che le si diramava nel petto ad ogni respiro.
«Maledizione
Chinò lo sguardo sulla data impressa sul display: 10 aprile 774.
Lo stomaco le sprofondò ancora di più; era sbagliata. La fretta e il panico e il terrore dovevano averle fatto premere una cifra per un’altra, facendola finire ben cinque anni prima della data prestabilita!
Mortificata, Mai si liberò delle cinture di sicurezza e sfoderò la pistola— doveva uscire da lì al più presto e trovare l’unica persona che poteva tirarla fuori da quel pasticcio: Bulma.
Con un ringhio, la giovane colpì ripetutamente la cupola di vetro con il calcio dell’arma, aprendo a fatica un varco che le permise di saltare fuori dall’abitacolo. Non appena atterrò sull’erba, una grossa ammaccatura lungo la fiancata della macchina del tempo le saltò agli occhi.
L’esplosione ravvicinata… Dev’essere stata quella la causa del guasto.
«Ehi!»
Mai si voltò e un paio di ginocchia le batterono sulle spalle, serrandosi attorno alla sua gola. Prima che potesse reagire, l’aggressore le strattonò in avanti la testa con le gambe, catapultandola sul prato. L’impatto della caduta le spazzò via il fiato dai polmoni ma non ebbe tempo di riprendersi, perché una ragazzina con due svolazzanti codini neri le si gettò sopra immediatamente.
«Ma chi ti credi d’essere?», le abbaiò contro, «Questa è proprietà privata!»
Le dita di Mai tremarono; nella foga della colluttazione, aveva meccanicamente puntato la pistola contro lo stomaco della sua avversaria. Serrò i denti con amarezza e abbassò il braccio.
«Che c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua?», proseguì la ragazzina e i suoi occhi grigi, tempestosi, saettarono, ignari del pericolo scampato. «Allora? Sei una ladra? … Una giornalista?»
Mai batté ciglio.
Una ladra, forse… Un tempo. Quasi in unaltra vita, le venne da dire, ma non lo fece.
Abbandonò l’arma tra i fili d’erba, sollevando le mani a mo’ di resa.
«No. Mi chiamo Mai e, be’, non era mia intenzione ma…» Indicò la macchina del tempo fumante. «A causa di un guasto sono stata costretta ad effettuare un atterraggio d’emergenza qui.»
«Quella carretta è della Capsule Corp.?» La ragazza con i codini fece un verso incredulo. «… Non ho mai visto un modello del genere.»
«Ah, questo perché è… Un prototipo.», le rispose frettolosamente Mai, sbriciolando qualche granello di verità su quella piccola bugia. «E penso che loro siano gli unici in grado di ripararmelo. Mi dispiace per—»
«Lascia stare.»
Mai guardò la sua aggreditrice alzarsi e, cosa ancora più sorprendente, tenderle la mano, seppur con sguardo torvo.
Accettò il suo aiuto, lasciandosi tirare in piedi. Non fosse stato per l’arroganza, le avrebbe ricordato molto—
«Io sono Videl, comunque.»










.:~*~:.

ENTRATA DINAMICA DI VIDEL E VIA~! (☆▽☆)
Eccoci tornati alla carica! In questa flash, ho inserito una delle accoppiate suggeritami da Teo! Ovvero: Mirai!Mai VS Videl-con-i-codini. X°DDDDD Ovviamente, per fare incontrare queste due precise versioni di loro, ho dovuto far finire Mai un pelino più indietro nel tempo del previsto (doveva arrivare nel 779, ma è arrivata invece nel 774)… Zamasu era ancora una brava persona all’epoca. E quindi, bam!, ecco a voi una what-if in cui Mai incontra la Videl testarda e impulsiva che tutti amiamo hah hah hah! XD
Spero vi sia piaciuta! Come al solito, grazie a tutti per aver letto~! ♪

P.S.: Lo so che la canzone di P!nk parla di una rottura, ma quella citazione ci stava troppo e l’ho messa lo stesso! X°D

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Irragionevole || {Perfect!Cell e Chichi}; ***


1 VS 1





Irragionevole || {Perfect!Cell e Chichi};




What you say, what you say, what you say, what?
I’m calm like a bomb!
Rage Against the Machine – “Calm Like a Bomb”





Lo stridio di una frenata brusca gli fece aprire gli occhi.
«Mh?»
Ci fu un sonoro clack alla sua sinistra e il portellone della jeep si spalancò, rigurgitando nella polvere del deserto una figura minuta. Con le braccia ancora conserte contro il petto, Cell si limitò a sollevare l’indice per un istante, indirizzando contro l’intrusa un raggio di ki che tranciò il nastro dorato che le teneva legati i capelli. Con sua grande sorpresa, tuttavia, la donna non se ne curò affatto e continuò ad avanzare verso di lui.
Interessante.
A quanto pareva, la mera intimidazione non aveva alcun effetto su di lei. Cell si voltò e la studiò con attenzione, mentre i detriti dell’esplosione cadevano tutt’attorno.
«Cell!»
Tenendo a bada l’improvviso picco d’irritazione che quel richiamo gli provocò, il bio-androide rimase immobile, concentrando i propri sensi sul linguaggio del corpo dell’umana; i suoi movimenti erano sicuri, marziali e i suoi passi battevano sul terreno con la determinazione di chi è pronto a far cadere in ginocchio il proprio avversario.

La tracotanza di quegl’esseri imperfetti non avrebbe mai smesso di meravigliarlo.
«Cell!»
… Ma sentila!
Persino il suo tono di voce annunciava una sfida.
La donna gli si fermò davanti. Vicino. Fin troppo, per i suoi gusti.
«Ho un messaggio da parte dell’umanità.»
Il ceffone lo colpì alla mandibola, lasciandogli una scia di lieve bruciore sulla pelle. Nel silenzio che seguì, Cell avvertì un mutamento nell’aura della donna, che prese a ribollire, irradiando ondate di calore attorno a lei. Era nervosa— no.
Era furiosa.
«Le nostre vite non sono giocattoli con i quali puoi fare il bello e il cattivo tempo!», gli abbaiò contro, gli occhi spalancati e immobili nei suoi. «Decidere chi deve vivere e chi deve morire, così, come se fossi un dio… Ma chi ti credi d’essere?!»
«Bene, bene, bene. Onorato di fare la tua conoscenza, umana.», la schernì il bio-androide con un inchino, guardando la sua mano abbassarsi, tremante. Senza dubbio lo schiaffo aveva fatto più male a lei che a lui. «A cosa devo questa tua visita? Qualcuno che conoscevi è rimasto coinvolto nei miei preparativi per il torneo?»
«Brutto, schifoso mostro…! Non la passerai liscia!»
Il ghigno di Cell s’allargò, snudandogli i denti. Scoppiò a riderle in faccia.
«Hai fegato, te lo concedo.», le disse. «Ma la tua presenza sta cominciando ad infastidirmi.»
A quell’ultima sillaba, sollevò il braccio, puntando il palmo contro il volto della donna. Particelle dorate cominciarono fluttuargli tra le dita ma lei non si mosse, fissandolo con un piglio ferale che le fece vincere un pizzico di rispetto da parte sua. Non avere paura di morire, dopotutto, non era un’impresa facile, soprattutto per un mero essere umano.
«Ciao, Cell!»
Il flash di un sorriso a trentadue denti lo lasciò completamente spiazzato.
«Cos—»
Son Goku, il suo più temibile avversario, era comparso dal nulla proprio lì, davanti a lui!
Troppo strabiliato per poter reagire, Cell lo guardò poggiare la mano sul capo della donna e—
«Addio, Cell!»
L’aria si distorse e i due sparirono come se non fossero mai esistiti.
Una vena pulsante comparve sulla fronte del bio-androide, gonfiandosi al crescere della sua indignazione. Goku… Ma come aveva osato interferire e, soprattutto, prendersi gioco di lui a quella maniera?!
Serrando il pugno con il ki che gli formicolava nei nervi, pronto a straripare da ogni poro al suo comando, Cell trasse un profondo sospiro, considerando invece l’idea di preservare la propria energia per quando gli sarebbe davvero servita. Sarebbe stato meglio riprendere a meditare nel silenzio del suo ring; dopotutto, gli sarebbe bastato pazientare qualche altra ora per dar sfogo tutta la propria frustrazione durante il torneo. Ma d’altra parte
Il bio-androide si voltò verso la jeep, che giaceva ora abbandonata nelle sabbie che circondavano l’arena. Una scia di scintille dorate gli colorò le nuovamente la punta delle dita. Sorrise.
La sfera di ki si schiantò contro la vettura, riducendola in un roboante cumulo di ferraglia incandescente.
«… Heh.»










.:~*~:.

E dopo la pausa estiva (perché il mio cervello d’estate non collaborah), si ritorna in pista con un prompt di Nala~! ╭( ・ㅂ・)و ̑̑
Dunque… Visto che, se non erro, nel canon Cell e Chichi non si incontrano mai, ho immaginato una scena what-if in cui Chichi reagisce impulsivamente alla notizia del Cell Game, e decide di fare una visita di cortesia al bio-androide. Dopotutto, ha preso a pizze in faccia Majin Bu per aver sconfitto Gohan, perché non farle prendere a pizze anche Cell per aver minacciato le vite di suo marito e di suo figlio?? Eh??? … Come potete vedere la mia logica è sempre   i n f a l l i b i l e   (ma dove)! X°D
No, ma poi provate a immaginarvi la scena al Palazzo del Supremo, mentre Chichi fa la ramanzina a Cell!

Mi sa Trunks dovrà portare un’altra dose di medicina per il cuore al povero Goku hah hah hah! X°DDDD
A proposito, per chi fosse curioso, [X] questa è la jeep di Chichi. R.I.P., piccola angela.
Come sempre, prima di andare, ci tengo a lasciare qui un grazie a tutti coloro che continuano a leggere e a seguire questa raccolta~! ♥

See ya,

Shadow Eyes

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3754202