Capitan Harlock: Sulle tracce del passato

di Florestan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una visita a sorpresa ***
Capitolo 2: *** La lettera ***
Capitolo 3: *** La caccia comincia ***
Capitolo 4: *** La Profezia ***
Capitolo 5: *** Londinium ***
Capitolo 6: *** La Nave del Tempo ***



Capitolo 1
*** Una visita a sorpresa ***


                                                 Capitan Harlock: Sulle tracce del passato

 

 

Prefazione:

Con questa mia nuova long, come promesso affronterò il “tema” del padre di Raflesia, personaggio misterioso da me introdotto nel primo capitolo di “Cronache Mazoniane”, ma sarà anche il pretesto per poter proporre una nuova lunga e spero coinvolgente avventura che impegnerà di nuovo la nostra “coppia” di beniamini insieme a tutto il ritrovato cast di personaggi storici dell’equipaggio dalla nave spaziale più amata (e temuta) dell’universo…

Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno incoraggiato e supportato nello scrivere queste mie fantasie e spero d’incontrare ancora il plauso ed il gradimento di chi mi ha seguito fino ad ora, suscitando magari la curiosità in qualche nuovo lettore.

A tutti quanti

Buona lettura!

 

Florestan

 

 

1.  Una visita a sorpresa.

 

Sei anni più tardi, dopo gli eventi de “L’Inverno della Regina” e poco dopo “Il Risveglio del Grande Incantatore” …

 

Raflesia ed Harlock passeggiavano mano nella mano lungo l’alberato viale che collegava la loro casa al centro spaziale Daiba. Il capitano teneva a cavalcioni il piccolo Daniel, il primo figlio avuto insieme alla regina quasi cinque anni prima. Il bimbo, ormai abituato a quella lunga passeggiata che quotidianamente i suoi genitori effettuavano per recarsi all’astroporto del centro spaziale, sonnecchiava pigramente abbrancicato al collo del papà. Raflesia con la mano destra accarezzava l’appena accentuata rotondità del suo ventre, segno della sua seconda gravidanza.

Durante l’incessante avvicendarsi dei forsennati avvenimenti relativi alla loro ultima avventura: l’ordigno impiantato nel cervello di Mayu, la sua dipendenza dal redivivo diabolico Hardgear, nonché i piani di Helmatia e la minaccia metanoide, la regina, anche per non aumentare le già tante preoccupazioni, non aveva avuto modo di confidare al suo compagno che lei era nuovamente in lieta attesa, e così alla fine, grande era stata la sorpresa del capitano nell’apprenderlo inaspettatamente proprio nel corso della festa per l’ultimo dell’anno organizzata pochi mesi prima presso il grande centro spaziale.1

-Ancora non abbiamo scelto un nome da dare alla tua erede. Disse il capitano –Forse dovrai fare una consultazione presso il tuo popolo, in fondo sarà la loro futura sovrana, la regina dell’onnipotente impero di Mazone! Fece il capitano con tono ostentatamente solenne.

-Piantala Franklyn! Lo rimproverò la regina sorridendo, -Sceglieremo insieme il nome di nostra figlia! Sai bene che il suo destino di regina non dovrà mai mettere in secondo piano la libertà delle sue scelte nel vivere la propria vita. Io rispetterò quelle scelte, qualunque esse siano, non permetterò mai che si possa trovare nella situazione che sia io che tu abbiamo sperimentato nella nostra vita…

Nel dire ciò Raflesia aveva ben presente quello che significava per lei come per Harlock. In fondo tutti e due avevano condiviso un destino simile prima che le loro strade s’incrociassero in quell’incredibile svolgersi di eventi tragici ma anche risolutivi per le loro esistenze. Tutti e due avevano dovuto rinunciare a vivere una vita serena e tranquilla e a perseguire le loro reali aspirazioni e passioni mentre erano invece stati costretti a prendere delle strade completamente diverse. La regina si era trovata suo malgrado ad amministrare un immenso impero costantemente in guerra col resto del mondo e si era impegnata a traghettare il suo popolo, vittima di un’immane cataclisma, verso una nuova terra promessa, la Terra, per l'appunto.

Il capitano, dopo aver perso tutti i suoi cari e il suo primo grande amore, aveva rinnegato la carriera militare per poi diventare un ribelle, un pirata, così da poter perseguire quegli ideali di libertà e giustizia che il suo mondo, divenuto sordo e ottuso, ormai negava apertamente.

Due anime inquiete e sofferte che il destino aveva fatto incontrare, anzi scontrare in un epico conflitto all’ultimo respiro che si era concluso con la vittoria dell’Arcadia sull’immensa flotta da guerra mazoniana. Quello scontro era stato realmente fatale poiché aveva creato un profondo mutamento nei loro animi, soprattutto in quello della regina che, riacquistando la sua umanità, aveva anche ritrovato l’amore proprio nella persona del suo acerrimo nemico. Ed anche Harlock aveva ritrovato qualcosa che ormai pensava di aver irrimediabilmente perso: la voglia di vivere di nuovo un sentimento così profondo ed un legame con una persona capace di vincere ogni tentazione di fuga da una così triste realtà, ma soprattutto il desiderio di costruire con questa persona una vera famiglia, testimonianza della rinata speranza nel futuro del mondo.

-Talvolta dimentico di aver sposato la donna più saggia dell’universo… Rispose Harlock avvicinandosi al suo volto. –E’ che ogni volta la sua bellezza mi fa passare di mente ogni altra cosa… Continuò mentre le loro labbra si univano in un tenero bacio.

Anche quella mattina la passeggiata di quella particolare famigliola si sarebbe conclusa presso il centro spaziale intitolato alla memoria del padre di Tadashi, l’illustre scienziato professor Daiba, tra le prime vittime a cadere durante il passato conflitto tra terrestri e mazoniani. Come al solito Harlock si sarebbe recato a far visita a Tochiro sull’Arcadia e avrebbe sbrigato le quotidiane necessarie faccende inerenti al mantenimento della nave spaziale, mentre Raflesia insieme a Daniel avrebbero fatto visita a Yuki e Tadashi, senza dimenticare di affacciarsi da Masu San per una buona fetta di torta…

Appena giunti all’ingresso del grande edificio furono raggiunti da uno Yattaran piuttosto trafelato che si rivolse subito al suo comandante:

-Capitano, pare che abbiamo un’illustre ospite che è venuta apposta per conferire con lei e con la regina! Disse con un tono di voce piuttosto eccitato, mentre da dietro gli occhiali i vispi occhi del vicecomandante per un attimo luccicarono.

-Venuta? Ripetè Harlock incuriosito. –Franklin, a quanto pare hai qualche ammiratrice segreta che ti reclama. Ribattè Raflesia divertendosi a vedere il leggero imbarazzo che assaliva il suo compagno.

-Veramente la “signora” sarebbe venuta per incontrare innanzitutto voi, maestà.

-Proprio me?! Questa volta fu Raflesia a mostrarsi sorpresa.

-Sì, proprio voi, riprese Yattaran -Comunque è una donna molto affascinante e ha un’aria misteriosa e poi…non si capisce quanti anni abbia, è bellissima ma con dei lunghi capelli candidi come la neve…non ha l’aria di essere terrestre ma nemmeno mazoniana.

Nel frattempo il gruppetto era giunto in prossimità dell’astroporto che si apriva dietro il centro spaziale, e in pochi istanti la rampa mobile dell’Arcadia li condusse rapidamente all’interno della nave sino agli appartamenti del capitano. –Ho pensato che voleste riceverla in un ambiente familiare perciò mi sono permesso di condurla presso i suoi alloggi, capitano, ovviamente non è sola ma è rimasta Meeme a tenerle compagnia…-Hai fatto benissimo Yattaran, ti ringrazio e ti farò sapere cosa scopro su di lei, visto che ho l’impressione che quella signora ti interessi parecchio, gli rimandò Harlock ammiccando col suo unico occhio. -Beh, io torno al mio lavoro! Rispose il vicecomandante che, punto sul vivo era diventato rosso come un peperone.

Arrivati presso gli alloggi di poppa il capitano e la regina si ritrovarono di fronte ad una singolare scena. Due creature femminili che sicuramente non passavano inosservate per il loro strano aspetto stavano comodamente sedute su due delle poltroncine del salottino, una sorseggiava del vino rosso mentre l’altra gustava un the fumante che le era stato probabilmente servito da Masu, dato che era accompagnato dai suoi inconfondibili biscotti. –Oh, ciao Harlock, ciao Raflesia e ciao piccolo Daniel! Esclamò la yuriana con la sua inconfondibile voce dolce. Oggi abbiamo ospiti, è venuta a trovarci una signora che vuole parlarti, fece l’aliena in direzione della regina e mentre parlava si alzò prendendo per mano il bambino. –Ora io e Daniel andiamo di là a giocare dal dottor Zero mentre Masu San ci prepara la cioccolata calda! –Sì, la cioccolata! Poi andiamo anche da Yattaran che mi aveva promesso dei nuovi modellini di astronavi!  Esclamò il bimbo tutto eccitato.

Al loro ingresso anche l’ospite si era alzata mantenendo il capo lievemente inclinato in segno di deferenza. Il capitano notò come effettivamente quella donna fosse di una rara bellezza. Il candido viso dai sottili e perfetti lineamenti non mostrava alcuna ruga mentre i lunghi capelli bianchissimi erano sostenuti da un diadema che somigliava ad una piccola corona ed un pendaglio argenteo di forma triangolare faceva mostra sul petto sopra una lunga veste anch’essa bianchissima.

-Maestà, i miei rispetti, disse con una gradevole voce mentre accennava un inchino, poi si rivolse ad Harlock: -Capitano, è un piacere conoscerla, ho tanto sentito parlare di lei e sempre in termini molto positivi. Permettetemi di presentarmi, mi chiamo Parmenia ed ero, anzi in effetti lo sarei ancora, gran sacerdotessa della dea Seshat, protettrice della pace e della saggezza.2

-Seshat, ma certo! Ecco perché quel diadema e quel pendaglio non mi erano del tutto sconosciuti! Esclamò Raflesia. -Anche il suo volto non mi è estraneo, Parmenia, ma se ci siamo conosciute deve essere avvenuto in un lontano passato poiché già ai tempi in cui salii al trono il culto di Seshat su Mazone era caduto in disgrazia, continuò con un lieve rammarico nel tono della voce. –Peraltro nei miei approfonditi studi sugli Eterni e la loro influenza sulla nascita di Mazone e lo sviluppo di tutto il nostro quadrante galattico, il nome della dea Seshat ricorre frequentemente e qualcosina sul suo culto me la sono studiata nonostante molte fonti e documenti siano stati fatti sparire temo per opera di mia madre, la regina Morgana…

-Maestà, purtroppo avete perfettamente ragione, noi ci siamo conosciute quando voi eravate molto piccola. All’epoca ero anche consigliere della casa reale ma per via di una mia terribile predizione che preannunciava la catastrofe a cui andava incontro il nostro impero, fui opportunamente allontanata da corte ed i miei servigi furono respinti in quanto pace e saggezza in quel periodo andavano contro la politica bellica espansionistica che si era voluta portare alla sua massima espressione. –Ed io proseguii quella folle politica intrapresa da mia madre. Riprese Raflesia con tono ancor più mesto. Il seguito della storia lo conosciamo bene…

A quel punto Harlock tentò di rompere l’imbarazzante silenzio che era improvvisamente calato.

-Beh, cara Parmenia, ma qual è il motivo della sua visita? Sarà sicuramente importante dato che se non sbaglio sarà venuta quanto meno dai lontani territori galattici della nuova Mazone.

-In effetti sono qui per ottemperare ad una promessa che feci molti anni fa ad una persona speciale, ad un terrestre per l’esattezza.

-Un terrestre? Chiesero in coro la regina e il capitano.

-Sì, mia regina, voi allora avevate appena un anno di vita e quell’uomo, in quel momento ospite della regina Morgana, prima di dover scappare da Mazone e tornare sulla Terra mi fece promettere di consegnare una lettera a sua figlia nel momento che avrei ritenuto più opportuno.2

 Bene, quel momento è arrivato! Disse estraendo una larga busta gialla e porgendola a Raflesia.

 

Note

1. Vedi “Il Risveglio del Grande Incantatore”.

2. Vedi “Vedi Cronache Mazoniane” capitoli 1 e 2.

 

 

 

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Capitolo 2
*** La lettera ***


Incolla qui il testo.

 

                                                                                                       2. La lettera

 

 

Raflesia rimase ferma immobile come paralizzata, senza proferire parola per diversi secondi.

-Mio padre…disse finalmente con un filo di voce, mentre meccanicamente prendeva la busta che la sacerdotessa le stava porgendo.

-Amore, stai bene? Le chiese il capitano con apprensione facendola sedere su di una poltroncina che aveva afferrato al volo.

-Mio padre…ripeté lei. In quel momento mille ricordi le riaffiorarono nella mente. Ricordi di quando, ancora adolescente, aveva così tanto sofferto domandandosi di quel misterioso padre di cui aveva solo vaghissime informazioni e di cui tutti, a partire da sua madre, avevano cercato di cancellare memoria e traccia nella sua vita. Si ricordò di tutti gli scontri avuti con Morgana, aspri litigi e discussioni risoltesi sempre con un nulla di fatto. Mossa da quel bisogno di verità sulle sue origini che ad un certo punto della vita le si era fatto così prepotentemente doloroso e che aveva dovuto ricacciare indietro suo malgrado, sommergendolo da una marea d’impegni e di obblighi nei confronti del suo ruolo di sovrana, alla fine aveva quasi dimenticato ma in quel momento tutto riemergeva improvvisamente ed era come se una vecchia ferita si riaprisse…

Parmenia, come se le leggesse nel pensiero si affrettò a stringerle le mani: -Mia regina, non siate così in pena! Capisco cosa stiate provando in questo momento, ma credo che per voi sia una cosa molto importante, l’occasione per conoscere finalmente quella verità che avete tanto agognato!

Perdonatemi se giungo a portare scompiglio nella vostra vita in questa maniera, ma questo era sicuramente il momento migliore per darvi una tale notizia. Ora siete felice, avete una famiglia, un grande amore e molti affetti che vi sono vicini. Dopo una vita spesa nel nome del dovere di regina, potete finalmente pensare a voi stessa e alla vostra vita, quale momento migliore per ritrovare un genitore che vi è sempre mancato?

-M-ma sarà ancora in vita…? Balbettò Raflesia. –Sì, mia regina, io lo sento, e i miei poteri di preveggenza non mi lasciano dubbi: egli è ancora in questo mondo e desidera rincontrarvi! Vi prego, leggete questa lettera, il suo contenuto è troppo importante per voi.

Detto questo, la donna, s’inginocchiò devotamente di fronte alla regina. –Vi supplico ancora di perdonarmi per essere stata la causa di questo vostro turbamento, ma era una promessa che non potevo tradire.

Raflesia accennò un sorriso e con le braccia strinse Parmenia facendola rialzare. –No, Parmenia, non siate in pena per me, voi siete stata una persona meravigliosa nell’ottemperare a questa promessa portando pazientemente un tale fardello per così tanti anni…e in questo momento in realtà mi state dando un’immensa gioia!

-Oh, mia regina, vi ringrazio! Rispose la sacerdotessa mentre una lacrima le scendeva sul viso.

-Ora vi lascio immediatamente, è un momento troppo delicato e personale per voi ed io ho occupato fin troppo spazio nella vostra vita, disse accennando ad andarsene. –Vi prego Parmenia. Non scomparite, se potete, rimanete ancora un po’nostra ospite, avrei ancora tante cose da chiedervi…se a voi non dispiace…

-Come volete, mia regina, ma non vorrei creare disturbo…

-Nessun disturbo, Parmenia, intervenne il capitano. -Può tranquillamente rimanere ospite qui sull’Arcadia o eventualmente se preferisce potremmo chiedere di ospitarla presso il centro spaziale che ha un’ampia foresteria. Lei è sicuramente una gradita e illustre ospite. Si occuperà di lei il vicecomandante Yattaran, concluse Harlock sorridendo pensando alla faccia che avrebbe fatto il suo vice.

-La ringrazio, capitano, sarà per me un onore ed un piacere essere sua ospite, rispose la donna, e dopo aver di nuovo salutato con deferenza Harlock e Raflesia si avviò verso l’uscita per essere accolta da uno Yattaran sempre più rosso in volto.

-Amore, come stai? Chiese di nuovo il capitano accarezzando il viso ed il ventre della sua regina. –Una notizia del genere deve averti proprio sconvolto, potrebbe averne risentito anche la piccola?! Chiamo subito il dottor Zero!

-No, Franklyn, non temere… disse Raflesia, fermando il suo compagno che stava già per correre dal dottore. –Io sto bene ed anche lei, disse abbracciandolo e stringendolo a se.

-Ora rimani qui con me, anche tu devi sentire cosa è scritto in questa lettera. Nessuno deve avere segreti per l’altro, ormai siamo una sola cosa uniti nel nostro amore…

-Raflesia, sei sicura che io possa…

-Sì, siediti accanto a me ed ascolta! Mentre proferiva queste parole la regina incominciò a strappare un lembo di quella busta gialla per poi estrarne un ampio foglio, anch’esso di un giallo più chiaro ripiegato in due. Cominciò così a leggere:

 

Mia adorata Raflesia, se ora stai leggendo queste righe vuol dire che la sacerdotessa Parmenia è riuscita a consegnarti questa lettera in un momento della tua vita che fosse il più adatto a ricevere una tale notizia. Ho confidato nella sua saggezza e sono certo che la missiva giungerà a destinazione al tempo giusto.

Mi sono appena staccato da te, bimba di un anno, con la terribile prospettiva di non poterti forse più rivedere per tutta la vita, e queste mie parole rimangono forse l’unica possibilità di testimoniarti quantomeno la mia esistenza, poiché la mia presenza accanto a te mi viene impedita da eventi avversi.

Non so che età tu abbia in questo momento e quanto tu possa sapere di me o addirittura della mia esistenza. Ho il terribile presentimento che tutto questo ti verrà nascosto nel nome di una crudele ragion di stato a cui anche tua madre Morgana è stata costretta a piegarsi. Probabilmente lei stessa non ti avrà mai detto nulla su di me o non avrà mai voluto rispondere a delle tue eventuali domande.

Ebbene sappi che io e tua madre ci amavamo follemente, checché ella ti abbia potuto dire o meglio non ti abbia voluto raccontare. Tu sei il frutto di questo nostro amore, frutto agognato con tutta l’anima, risultato di un magico incontro di due anime così diverse ma allo stesso tempo così affini.

Conobbi tua madre per caso sulla Terra, il mio pianeta natale, mentre lei era in una sorta di vacanza in incognito. Devi sapere che tua madre, a dispetto della fama che si era creata di spregiudicata accentratrice di potere e spietata conquistatrice, era in realtà una donna dolce e romantica. Detestava quel ruolo che le era stato imposto sin da ragazza e al quale si era dovuta alla fine abituare. Ligia ai suoi doveri nei confronti dell’impero di Mazone, lo impersonava con grande abilità ma periodicamente fuggiva da quel mondo orribile ed andava a rifugiarsi in posti sempre più lontani nell’universo, alla ricerca di bellezza ed armonia. Amava l’arte e la musica e aveva scoperto il mio pianeta come il luogo ideale dove trovare così tante meraviglie. Un giorno eravamo tutti e due nella città di Roma, in quel paese che un tempo era chiamato Italia prima che tutte le nazioni terrestri si fondessero in un’unica federazione di stati e perdessero un po’ della loro individualità. Io ero lì per una serie di lezioni presso una grande università e lei si faceva passare per una ricca ed avvenente ereditiera in vacanza. C’incontrammo ad una grande cena di gala organizzata da diplomatici e dignitari della città. Io ero dovuto intervenire per obblighi nei confronti dell’istituzione accademica che rappresentavo ma quella sera ero terribilmente annoiato e non vedevo l’ora di andarmene, quando, passeggiando su di una splendida terrazza che si affacciava su una delle viste più belle di quella magica città, la incontrai. Anche lei affacciata su quella mirabile vista e anche lei visibilmente annoiata. Fu un vero e proprio colpo di fulmine. Capii subito che non era terrestre e questo me la rese ancor più affascinante. Ci trovammo subito in sintonia su moltissime cose ed incominciammo a frequentarci assiduamente. Era una calda estate come solo ce ne potevano essere in quello splendido paese ed il nostro amore sbocciò immediatamente. Passavamo intere giornate a visitare luoghi d’arte e siti storici, a frequentare mostre e concerti e soprattutto ad amarci appassionatamente. Poi un brutto giorno lei dovette ripartire all’improvviso. Non mi volle spiegare chiaramente la ragione di una partenza così subitanea, ma mi promise che ci saremmo rivisti molto presto, e così fu. Da quel momento i nostri incontri si ripeterono per molte occasioni, ma ogni volta, puntualmente, Morgana doveva ripartire senza preavviso e ad ogni nostra separazione il suo animo era sempre più cupo.

Alla fine, in una drammatica notte che precedeva una sua partenza, sotto la mia ennesima ed insistente richiesta di spiegazioni, tua madre non resistette più e mi racconto quel segreto che si portava dietro come un pesante fardello. Probabilmente quella era l’ultima volta che le era stato possibile tornare sulla Terra, il suo ruolo di regina guerriera era sempre più pesante ed impegnativo e persino la Terra, mi confessò, sarebbe potuta presto ricadere nei piani di invasione e di conquista da parte dell’impero mazoniano, anche se lei mi promise che per quanto le fosse stato possibile, avrebbe boicottato al massimo un tale obiettivo.  Io ero rimasto sconcertato ad una tale rivelazione, ma il nostro amore era talmente grande che decisi che quella volta l’avrei seguita io su Mazone. Ovviamente tua madre non ne voleva sentire parlare, diceva che era troppo pericoloso per me e che non voleva assolutamente coinvolgermi nella sua maledetta vita ufficiale, ma alla fine cedette e così io ebbi modo di visitare il vostro pianeta per ben tre volte nel corso di un anno. Fu in questo periodo che maturammo l’idea di rendere appieno l’essenza del nostro grande amore. E così nascesti tu, il nostro più prezioso tesoro. Il fatto che fossi femmina ti rendeva l’erede designata di quell’impero ma contemporaneamente rendeva il nostro destino ancor più travagliato. Difatti ben presto nubi minacciose si profilarono all’orizzonte. Per Morgana era sempre più difficile mantenere nascosta la mia presenza, e sebbene nella società mazoniana i padri e soprattutto quelli di discendenti reali non erano minimamente considerati, voci e pettegolezzi si sparsero rapidamente tanto che ad un certo punto la mia esistenza fu evidente persino al consigliere Zelian, il quale, innamorato anch’egli di tua madre e follemente geloso, decise di eliminarmi.1

Questo è il motivo per il quale in questo momento sono costretto a scappare da Mazone con la prospettiva di non potervi più tornare e di non poterti così più rivedere, figlia mia!

Mi sento un vigliacco, vorrei gridare al mondo intero quanto ami te e tua madre, ma mi rendo conto che non farei altro che pregiudicare il vostro futuro mettendovi in serio pericolo.

La mia unica speranza è che un giorno, quando quelle nubi si saranno finalmente diradate, ci sia di nuovo la possibilità di rivedervi e di riabbracciare te insieme a tua madre!

Figliola, sei la cosa più bella che la vita mi abbia regalato! Separarmi da te è come tranciare una parte del mio corpo, non riesco a trattenere le lacrime che stanno bagnando queste mie poche righe scritte di fretta…

Ti prego, ti prego…perdonami! Perdona questa mia vergognosa fuga, perdona, se mai potrai farlo, un padre che abbandona sua figlia!  

Addio, dolcissimo fiore…

 

 

Arthur Green*

 

 

(*al momento di quanto sto scrivendo vivo e lavoro abitualmente presso il Royal College di Londra, in Inghilterra, pianeta Terra)

 

 

Raflesia concluse la sua lettura mentre calde lacrime le rigavano il volto. Harlock l’aveva già abbracciata strettamente ancor prima che avesse finito di leggere, anche lui vinto dalla commozione.

-Amore mio, ti prego non piangere! Leggere questa lettera deve averti proprio stravolto, forse non dovevi farlo!

-No, Franklyn, dovevo! Gli rispose la regina riacquistando il suo tono fiero e regale.

Per anni mi sono tormentata all’idea di chi potesse essere mio padre e del perché non mi era stata data la possibilità di conoscerlo e di amarlo…un destino amaro che alla fine avevo supinamente accettato come tutto quello che mi è sempre stato imposto dal mio maledetto dovere di regina!

Ora che posso finalmente dire basta a tutto ciò, voglio rimpadronirmi di una parte preziosa del mio passato. Voglio conoscere, voglio rivedere mio padre, l’unico genitore che mi sia rimasto!

A quel punto Harlock prese la sua amata compagna stringendole le mani sui fianchi e fissandole il volto con quel suo sguardo penetrante:

-Ebbene, farò di tutto, anche l’impossibile, perché questo tuo desiderio sia esaudito!

 

1. Vedi “Cronache Mazoniane” cap. 1

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Capitolo 3
*** La caccia comincia ***


 
                                                                                                              3.  La caccia comincia
 

 
 
 
 
 
 

-Oh Franklyn...! Mormorò la regina mentre abbracciava strettamente il suo compagno.
-Davvero faresti questo per me?
-Certo! E adesso te lo dimostrerò, mettiamoci subito all'opera...
-Yattaran, per cortesia, puoi raggiungerci qui in cabina? Si rivolse con tono sicuro nell'interfono.
-Vengo subito, capitano, ho appena finito di accompagnare la signora Parmenia...rispose il vicecomandante tradendo un lieve tremore nella voce. Pochi minuti dopo ed eccolo fare capolino dalla porta della cabina: -Eccomi, comandante, ai suoi ordini!
-Yattaran, ho bisogno di effettuare una ricerca attraverso le reti più importanti di computer delle università terrestri, in particolare vorrei entrare senza preclusione in ogni database relativo al personale docente e non. Stiamo cercando una persona che fino ad una trentina di anni fa lavorava e viveva presso la Royal University di Londra, ma nel frattempo potrebbe aver cambiato dimora...
-Londra? Chiese incuriosito l'ometto. -Sì, si tratta di un professore, un tal Arthur Green...continuò Harlock.
-Green...?! Ma chi? “Quell’ Arthur Green!?” Esclamò Yattaran strabuzzando gli occhi.
-Come, lo conosci? Esclamò Raflesia stupita. -Certo! Rispose il vicecomandante. -Tutti coloro che si sono interessati di viaggi iperspaziali e di motori a curvatura lo conoscono. E' uno dei padri dei motori a scivolamento gravitazionale, o almeno di quel poco, anche se fondamentale, che ci ha lasciato, insieme ai suoi lavori sui viaggi iperspaziotemporali...materia da tempo proibita...
-Viaggi spaziotemporali? -Credevo che fossero stati da tempo banditi dai garanti dei viaggi iperspaziali... Si aggiunse incuriosito Harlock. -Esatto, riprese l'omino, -Con l'avvento dei viaggi a curvatura dimensionale e in particolare con la teorizzazione di quelli a scivolamento gravitazionale, la possibilità dei viaggi nella dimensione temporale, oltre a quella spaziale divenne una realtà ben concreta. Nel passato, durante la sperimentazione di quei tipi di propulsione si sono avuti dei casi di viaggi temporali come effetti secondari che si dovettero opportunamente correggere. Ben presto ci si rese conto che tali viaggi erano un enorme rischio per tutto l'equilibrio dell'universo, poiché i paradossi spaziotemporali che ne potevano scaturire mettevano a serio repentaglio lo stesso continuum spaziotemporale... di conseguenza vennero severamente proibiti.
-Sì, in effetti è cosa nota, ma non sapevo affatto che fosse stato quell'uomo ad aver contribuito in maniera decisiva allo sviluppo di quelle teorie...riprese Raflesia, memore delle sue conoscenze in ambito fisico ed astrofisico.
-E' proprio così, signora regina, addirittura si favoleggiava che il professor Green avesse continuato di nascosto quegli studi ed avesse realizzato in segreto un perfetto motore dedicato puramente ai viaggi spaziotemporali...questo almeno prima di scomparire misteriosamente...
-Come, scomparire misteriosamente!? Esclamarono in coro Harlock e la regina.
-Sì, da quello che rammento il professor Green scomparve nel nulla circa una quindicina di anni fa, me lo ricordo bene perché proprio in quel periodo stavo completando la mia tesi sui motori iperspaziali e la notizia ebbe un certo risalto nell'ambiente scientifico...
-Allora la nostra ricerca è già ad un punto morto...commentò Raflesia sconsolata.
-Non è detto...riprese Harlock, -Grazie a Tochiro sono certo che potremmo recuperare quante più informazioni, anche le più gelosamente nascoste nei database delle ex intelligence terrestri, non è vero vicecomandante? Fece il capitano strizzando il suo unico occhio rivolto al suo vice.
-Certo, capitano! Esclamò eccitato Yattaran, collego subito Tochiro con la rete di tutti i computer che c'interessano, inclusi quelli “inaccessibili”, he, he he, ridacchiò tutto contento mentre armeggiava alla consolle della scrivania del capitano.
-Ecco, ci siamo, ce lo dirà lui stesso ora!
-Salve ragazzi, sono piuttosto stupito per il tipo di ricerca che mi avete appena chiesto di effettuare, conosco bene anch'io la storia del professor Green, ma se non sono indiscreto, cosa vi spinge ad effettuare una tale indagine?
A quel punto, ad un cenno di consenso della regina, Harlock si accinse a raccontare brevemente la storia relativa al padre di Raflesia. Era giusto che i suoi più stretti amici e collaboratori non rimanessero all'oscuro di una vicenda così particolare.
-Perbacco...! Esclamò Tochiro.
-Accipicchia...! Gli fece eco il vicecomandante, ma, dopo un attimo di smarrimento esclamarono entusiasti: -Sarà per noi un onore aiutare a ritrovare il papà della regina!
-Grazie di cuore, amici miei! Esclamò commossa Raflesia trattenendo a stento le lacrime.
E così, dopo pochi istanti, il computer cuore ed anima dell'Arcadia si accinse a rispondere:
-Ecco tutte le informazioni che sono riuscito a reperire sul professor Green e su la sua scomparsa:
Dal database dell'ex servizio segreto inglese risulta che il professore abbia fatto perdere le sue tracce il 14 dicembre dell'anno 2966...quel giorno doveva recarsi regolarmente a tenere la sua lezione all'università, ma in aula non fece mai arrivo...i servizi segreti, allertatisi immediatamente si recarono subito a perquisire il suo appartamento all'interno della struttura accademica prima dell'arrivo della polizia. Pare che i servizi stessero da tempo tenendo d'occhio il professore per via dei suoi studi particolari...e sembra che non solo i servizi segreti britannici e di altri paesi fossero interessati a quegli studi ma anche una non meglio definita organizzazione occulta...
-Un'organizzazione occulta? E cioè? Domandò il capitano.
-Più che un'organizzazione si trattava di una setta di fanatici adoratori di una strana divinità...
Amnus è il suo nome.
-Amnus! Gridò Raflesia, Ne sei proprio sicuro, Tochiro? Esclamò atterrita la regina.
-Si, Raflesia, così si trova nei documenti top secret che ho appena visionato...posso farti avere copia dei dettagli che vi sono riportati...
-Amore, perché questo nome ti ha così turbato? Chiese Harlock preoccupato dall'inaspettata reazione della sua consorte.
-Dovete sapere che nel pantheon mazoniano Amnus è la divinità più oscura e negativa. Signore del caos e della distruzione, sovrano del regno delle tenebre...riprese con tono cupo Raflesia.
-Brrr! Non mi suona proprio bene...! Esclamò Yattaran.
-Esatto, i suoi seguaci non sono propriamente dei tipi raccomandabili, continuò la regina, -Pensate che su Mazone la setta era divenuta ben presto fuorilegge per la quantità di crimini ed efferate azioni di cui si era macchiata nel corso dei secoli.
-E perchè si sarebbero trasferiti sulla Terra? Domandò Harlock.
-Probabilmente proprio per avere campo libero molti dei mazoniani emigrati su questo pianeta come osservatori in attesa della sua conquista erano anche militanti nelle file di questa setta, mi era giunta voce a tal senso, ora che ci penso...disse Raflesia aggrottando la fronte.
-Un’ ulteriore spiegazione alla particolare crudeltà dei tuoi sudditi residenti sulla terra, commentò il capitano con una punta di amarezza.
-Ma non tutti i mazoniani sono così, Franklyn... gli rispose accorata la regina.
-Lo so, amore, lo so e perdonami l'infelice commento...-No, Franklyn, non ti devi scusare, purtroppo quello che hai constatato è la verità, sulla terra la maggior parte degli osservatori inviati dall'impero erano dell'etnie più crudeli e violente, e questo so ben io per merito di chi...
Zelian a suo tempo si occupò dell'invio di questi osservatori scelti accuratamente tra quelle etnie...
Molto probabilmente lui era al corrente anche della setta di adoratori di Amnus, anzi non mi stupirei se lui stesso ne facesse parte, un animo così malvagio...continuò Raflesia rabbrividendo.
-Zelian, quell'essere cinico e spregevole... rammentò Harlock aggrottando il sopracciglio destro.
-Ricordo ancora la lotta feroce che avemmo con quel diabolico individuo...1
-Potrebbe esserci lui di nuovo dietro la scomparsa di tuo padre? Non dimentichiamo che già a suo tempo voleva ucciderlo...2
-Potrebbe essere...mormorò perplessa la regina.
-Bene, non ci resta che una sola cosa da fare! Esclamò a quel punto il capitano. –A questo punto, data la situazione, mi recherò personalmente ad indagare negli ultimi luoghi che hanno visto la presenza di tuo padre. Troverò sicuramente qualche indizio, e, con un po’ di fortuna potremmo riallacciare un filo che possa condurci a lui! Dopo tutte le nostre ultime avventure, ormai mi sento smaliziato come investigatore…
-Siamo smaliziati… caro il mio bel pirata, perché io certo non me ne rimarrò qui ad aspettare! Gli rispose Raflesia con un tono deciso.
-Eh no! Mia cara, nel tuo stato non se ne parla neppure! Non posso nemmeno immaginarti alle prese con indagini, inseguimenti e sette pericolose in agguato! Le rispose Harlock perentorio.
Tu rimarrai qua e mi raccomanderò con il dottor Zero perché ti segua ancor più attentamente dopo gli ultimi avvenimenti che ti hanno sicuramente scombussolato non poco!
-Franklyn, non se ne parla! Si tratta di mio padre, capisci, “mio padre”, l’ultimo legame con la mia sfortunata famiglia! Ribatté la regina tradendo un’incrinatura nella sua voce.
-Ti prego, amore, non insistere. Riprese il capitano ma Raflesia non era assolutamente disposta a mollare…
-Ehm…intervenne a quel punto Yattaran che fino allora era rimasto spettatore di quel piccolo contrasto familiare. -Forse un modo per salvaguardare la salute della signora regina e della futura erede permettendole di partecipare alle ricerche ci sarebbe…
-E quale? Chiesero in coro i due rivolgendosi con tale veemenza al povero vicecomandante da farlo sobbalzare di un metro.
-Si potrebbe usare una proiezione olografica quadrimensionale di ultima generazione. Assolutamente priva di rischi per l’utilizzatore, come ben sa madama la regina, la tecnologia mazoniana in quel campo è talmente evoluta da compiere veri e propri miracoli. E poi in qualsiasi situazione pericolosa il collegamento si staccherebbe automaticamente…
-Ma non mi sembra una cosa…tentò di balbettare Harlock…
-Ma certo! Gridò la regina entusiasta. –E’ la soluzione ideale, perché non c’ho pensato prima!
-Ma, ma…riprese il capitano –Ma lo stress psicologico non lo vogliamo considerare? Le forti emozioni a cui verresti comunque sottoposta anche come incolume spettatrice potrebbero essere dannose a te e soprattutto alla nascitura!
-Di che tipo di danni state parlando? In quel momento si era affacciato il dottor Zero, che passando da quelle parti, non aveva potuto fare a meno di essere attratto da tutto quel trambusto.
-Dottore! Glielo dica pure lei a questa testarda! Quasi lo aggredì Harlock.
Il capitano mise brevemente al corrente il dottore dei fatti accaduti recentemente e dell’imminente nuova avventura che si stava prospettando.
-Effettivamente Harlock non ha tutti i torti, maestà…e in qualità di suo medico personale non posso che vivamente sconsigliare la sua partecipazione a quest’impresa anche se solo come immagine virtuale…
-La prego dottore, non mi dica di no! Lo implorò a quel punto la regina. –Potrebbe seguirmi lei durante tutta la missione, monitorando il mio stato e a suo giudizio potrebbe scollegarmi dal dispositivo di proiezione in qualsiasi momento ritenesse opportuno! Insistette Raflesia stringendo le mani del dottore con fare supplichevole. –Si tratta di mio padre, capisce, mio padre!
A quell’inaspettato gesto della grande sovrana di Mazone, il dottore rimase non poco turbato, arrossendo visibilmente. -Maestà, veramente io…Tentò di replicare, ma la regina continuava a guardarlo con uno sguardo implorante.
-Beh…forse la cosa si potrebbe studiare, ma se la ritenessi realmente rischiosa non avallerei mai un’operazione del genere e comunque mi riserverei di interrompere il collegamento a mio insindacabile giudizio! Replicò l’omino tentando di darsi un tono severo…
-Ma dottore, che fa, l’amico del giaguaro? Intervenne il capitano. –E io che contavo sul suo supporto…
-Dai, Harlock, sai bene che io non sono tipo da sottovalutare certi rischi, ma, messa in questo modo, la faccenda potrebbe essere controllata con un buon margine di sicurezza, e poi me ne occuperei io personalmente…non posso non comprendere lo stato d’animo della regina in questo momento e ritengo che non renderla partecipe in nessun modo di una tale ricerca potrebbe essere comunque dannoso al suo stato psicofisico…mi meraviglio che anche tu non ti renda conto di questo, Harlock!
Il capitano a quel punto tentò di replicare qualcosa di convincente, ma di fronte a quell’inaspettato supporto che Raflesia aveva appena ricevuto dal dottore, ormai sentiva che stava per subire una sonora sconfitta. –E va bene! Seppur a malincuore cedo…siete due contro uno! Capitolò rassegnato.
-Ma sia chiaro! Il dottore avrà totale libertà nel decidere se e quando interrompere il collegamento, non sono ammesse repliche!
-Mi va benissimo, amore…Rispose la regina accarezzando il volto del suo amato e sfiorandogli la guancia con un bacio. –Lo so che ti preoccupi tanto per me e per la nostra piccola…
E anche lei, dottore, è stato un tesoro! Esclamò baciando la fronte dell’omino. A quel gesto Zero divenne di un rosso purpureo e non sapendo come trattenere l’imbarazzo, afferrò il vicecomandante per la coda della bandana e se lo trascinò via: -Andiamo Yattaran, abbiamo un mucchio di cose da fare e da predisporre!
Rimasti finalmente soli, il capitano abbracciò strettamente la sua amata ricambiandola con un bacio appassionato: -Amore, sei tutto per me! Lo sai che non sopporterei mai di vederti in pericolo, ma dimentico sempre che sei anche una valorosa e indomita guerriera…
 
                                                                         ***
 
Il giorno seguente i preparativi già fervevano a pieno ritmo. L’Arcadia e tutto il centro spaziale si erano animati di intensa attività. Yattaran era indaffaratissimo nella realizzazione del dispositivo olografico e per l’occasione si sarebbe avvalso dell’indispensabile aiuto di alcune ingegneresse mazoniane richiamate apposta dalla regina. Anche Tochiro lavorava alacremente collaborando anch’egli alla realizzazione del dispositivo di proiezione. In un locale apposito del centro venne realizzata la postazione dove la regina sarebbe rimasta in continuo collegamento con la nave spaziale ed in particolare con il capitano che avrebbe indossato il piccolo proiettore che avrebbe materializzato Raflesia nello spazio a lui circostante. La postazione a terra consisteva in una speciale poltrona dove la regina sarebbe rimasta per tutto il tempo durante i collegamenti. Raflesia avrebbe indossato una speciale cybervisiera interattiva simile a quella usata per i giochi di ruolo interattivi molto in voga sulla Terra a partire dal ventiduesimo secolo. Solo che quello non sarebbe stato certo un fantasy…
Elettrodi e sensori vari sarebbero stati collegati al corpo della regina per monitorarne stato, attività cerebrale e funzioni vitali di ogni tipo, sue e della nascitura. Il tutto sarebbe stato direttamente controllato dal dottore che sarebbe rimasto anch’egli a terra. Ulteriori sistemi automatici di sicurezza sarebbero intervenuti in caso di emergenza.
-Dovremo fare a meno del suo prezioso ausilio sulla nave, dottore. Disse Harlock con una punta di rammarico.
-Non ti preoccupare io sarò sempre in contatto con voi, e il sistema robotizzato che ho da poco installato in infermeria mi permetterà di operare a distanza anche rimanendo qui a terra…e poi vi mando una delle mie più preparate allieve che ho formato personalmente alla scuola di medicina stellare…così dicendo presentò al capitano la sua pupilla. –Questa è Stefany, con lei dal punto di vista medico e sanitario sarete assistiti al meglio! Posso tranquillamente dire che come allieva supera ampiamente il suo maestro! Disse Zero tradendo una punta d’orgoglio. A quella parole il medico, una giovane donna molto bella dai lunghi capelli castani, arrossì visibilmente: -Dottore, nessuno potrà mai superarla…replicò timidamente.
-Non darle retta, Harlock, la ragazza è tanto brava quanto modesta, ma vedrete che vi troverete benissimo, l’ho già istruita su cosa si deve aspettare da una nave piena di pirati, e soprattutto come si dovrà comportare…mi raccomando, se non fanno i bravi, giù botte! Non farti ingannare dal suo aspetto delicato, in realtà è un osso duro ed è stata addestrata ad operare anche in condizioni spaziali estreme.
Harlock accolse la nuova recluta a bordo dell’Arcadia stringendole la mano calorosamente.
–Benvenuta, Stefany, le parole del dottor Zero sono la migliore presentazione che potessi desiderare, vedrai che non sarà tanto male stare su questa nave, e mi raccomando, per ogni tua necessità non esitare ad interpellare me o il vicecomandante!
 –Senz’altro, capitano, sarà per me un vero onore viaggiare con voi su questa fantastica nave e conto di impegnarmi con tutta me stessa per questo nuovo compito! Rispose la giovane con voce decisa.
-Adesso basta con i convenevoli, riprese Zero, -Abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare! Disse portandosi via l’avvenente allieva.
-Speriamo proprio di non doverci avvalere della sua abilità! Pensò tra se Harlock, sollevando il suo ampio mantello e dirigendosi verso il ponte di comando.
 
Note:
1) Vedi “L’Inverno della Regina”.
2) Vedi “Cronache Mazoniane” cap. 1.

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Capitolo 4
*** La Profezia ***


 

                                                                                              4. La Profezia

 

 

Harlock aveva da poco raggiunto la sua cabina e si era subito messo a controllare alcuni documenti relativi al materiale di consumo e a i viveri che si sarebbero dovuti imbarcare sull’Arcadia in vista dell’imminente partenza. Tra i compiti del capitano vi erano anche una marea di pratiche burocratiche da sbrigare e scartoffie da controllare, ma lui, da ex militare, di buon grado esercitava questi suoi doveri con la stessa attenzione e precisione di un duello spaziale.

Ad un tratto bussarono alla porta: -Avanti! Esclamò a voce alta mentre scorreva una lunga lista di articoli.

Sulla porta apparve una splendida figura dalla candida e lunga capigliatura.

-Sacerdotessa Parmenia, a cosa devo la sua visita? Ha delle particolari richieste riguardo il suo nuovo alloggio presso il centro spaziale? Se il vicecomandante Yattaran non è stato all’altezza del compito che gli avevo assegnato…

-No, no, per carità! Si schermì la donna, - Il vicecomandante è stato gentilissimo e mi ha accolto in una bellissima stanza, è tutto perfetto e non finirò mai di ringraziarvi per la vostra ospitalità! Non era questo ciò di cui mi premeva parlarvi, capitano, sempre se posso rubarle qualche attimo del suo prezioso tempo, ora so che è molto indaffarato in vista di una partenza della vostra nave…in effetti è proprio di questo viaggio che vorrei parlarvi…

-Prego, si accomodi e mi dica pure, le rispose Harlock piuttosto incuriosito mentre la faceva accomodare su di una poltroncina di legno dalla morbida imbottitura di velluto rosso.

-Ebbene so della vostra intenzione di rintracciare il professor Green…-Beh, vedo che le voci corrono rapidamente…commentò il capitano. –Ho le mie fonti privilegiate, rispose lei sorridendo, -Diciamo che ho modo di “vedere” molte cose…e proprio per questo sarebbe mia intenzione venire con voi, potrei esservi di aiuto, il viaggio che vi accingete a fare sarà sicuramente difficoltoso e pieno di insidie…

-Ma proprio per questo sarebbe sconsigliabile per una pers…. tentò di replicare il comandante

-Vuole dire, una donna indifesa come me, capitano? Esclamò Parmenia un po’ risentita, -…N-no, ma…

-Comandante, apprezzo molto che vi preoccupiate della mia incolumità, ma vorrei ricordare che in qualità di sacerdotessa di Mazone, nella mia vita ne ho viste di tutti i colori. Anche se sono una pacifista convinta, più di una volta ho dovuto e saputo difendermi, non ho mai arrecato offese irreparabili ad esseri viventi, ma non mi sono mai fatta prendere in contropiede, del resto non so se conosce la mia reale età…

-Non mi permetterei, mai…

-Trecentosettanta anni…-Accidenti! Deglutì Harlock, -Certo che se li porta proprio bene! Pensò tra sé e sé.

-Noi ultimi esponenti del popolo di Iskandar abbiano una vita media di circa settecento anni terrestri, quindi diciamo che sono ancora una signora di mezza età che ha avuto un bel po’ di esperienze…

-Iskandar…mormorò Harlock, mentre gli tornavano in mente le mitiche gesta della nave spaziale Yamato, capostipite della flotta spaziale terrestre di Gaia più di settecento anni prima. –Ora capisco, se non ricordo male il vostro nobile popolo si è sempre battuto per la pace nelle galassie e le leggende narravano di poteri straordinari…

-Non sono leggende, capitano, io con i miei poteri di preveggenza potrei aiutarvi durante il vostro difficile viaggio. Il vostro è un vero e proprio salto nell’ignoto, senza contare che avrete a che fare anche con la terribile setta di Amnus…

-Ha saputo anche questo…

-Capitano, in qualità di sacerdotessa della dea Seshat che sovraintende la pace e la sapienza è normale che conosca sin troppo bene coloro che sono per definizione i suoi nemici naturali, ovvero gli adoratori del dio del caos Amnus

-Cara Parmenia, mi arrendo all’evidenza che lei conosca un sacco di cose che effettivamente potrebbero esserci utili ma ribadisco il concetto che questo viaggio potrebbe essere veramente pericoloso, soprattutto per chi non ha molta esperienza di viaggi interstellari…Ribatté il capitano ma immediatamente si rese conto di avere commesso un errore fatale…

-Appunto, avete ragione capitano…, sorrise lei, -…Ma si dà il caso che finora abbia collezionato ben 5680 ore di volo interstellare sulle più disparate navi spaziali, incluse quelle da guerra, e inoltre…

-Va bene, va bene, Parmenia, ha vinto lei…commentò rassegnato Harlock, -Come mai ultimamente vengo puntualmente battuto dal gentil sesso? Pensò sconfortato, -Starò incominciando a perdere colpi?!

Poi, cercando di darsi un tono più deciso, riprese: -Come già a suo tempo le dissi, lei è la benvenuta su questa nave e se vuole potrà unirsi alla spedizione ma in cambio vorrei, se non le dispiace, avere qualche altra informazione su quella pericolosa setta.

-Naturalmente, capitano… dovete sapere che gli adoratori del dio Amnus perseguono fondamentalmente la diffusione del caos e della rovina. Dapprima la loro attività era limitata alla sola Mazone, ma con la loro messa al bando, avvenuta più di cinquecento anni fa, si sono dati alla clandestinità e soprattutto dopo il grande esodo si sono sparpagliati in vari sistemi stellari. La maggior parte si è concentrata proprio nel sistema solare e in particolare sulla Terra.

-Questo è proprio quello che temevo, disse il capitano aggrottando il sopracciglio. –Come dicevo a Raflesia è molto probabile che la maggior parte dei Mazoniani residenti sulla Terra siano appartenenti a quella setta, ciò spiegherebbe bene la loro crudeltà durante gli anni del conflitto terrestre.

-Purtroppo avete ragione, capitano, riprese Parmenia, -Posso comunque fornirvi ulteriori dettagliate informazioni sulla setta e sui suoi adepti, vi farò avere dei documenti dettagliati, ma le informazioni che intendevo farvi subito avere erano altre, capitano… vorrei effettuare una predizione complessa che dia una proiezione degli eventi passati presenti e futuri riguardanti il professor Green.

-Una predizione…? Disse Harlock tradendo la sua perplessità.

-Sì, capitano, lo so che per un uomo di azione come voi, realista e pragmatico, possa essere difficile credere a pratiche di questo genere, ma vi prego di mettermi alla prova prima di declinare un giudizio negativo.

-Ah, ma io non declino affatto nessun tipo di giudizio, sono per natura di mentalità molto aperta, inoltre sono certo che Raflesia sarebbe molto interessata ad una cosa del genere, ma il resto della nave…non dimentichi che abbiamo personale con una solida preparazione tecnica e scientifica, anche se sono ex pirati, non so quanto credito darebbero a rivelazioni ottenute con questa modalità…

-Vi prego, capitano, mi faccia provare e poi vedremo…! Lo supplicò la donna.

-E va bene Parmenia, le confesso che sono molto curioso di vederla all’opera e di scoprire in che modo riesce sempre ad avere informazioni su tutto e tutti…  

 

                                                                                                             ***

E così l’indomani in tarda mattinata si tenne la tanto invocata “seduta”. Il capitano aveva preferito limitarla al solo personale direttivo e “confinarla” ai suoi alloggi solamente.

Nella sua cabina, oltre ad una eccitatissima Raflesia si erano riuniti Yattaran, Meeme, Tadashi, Yuki ed il dottor Zero. Anche Tochiro, come invisibile ma immancabile spettatore, avrebbe preso parte a quel singolare evento:

–In fondo, non pensi che la mia stessa esistenza a bordo di questa nave non sia la dimostrazione di quanto poco conosciamo di questo universo che non finisce mai di sorprenderci…? Aveva risposto al suo fraterno amico quando Harlock gli aveva proposto di partecipare.

Comunque, a parte la regina, gli spettatori in carne e ossa di quella strana cerimonia non nascondevano la loro perplessità e si guardavano tra loro con delle facce che tradivano un evidente scetticismo:

-Non so cosa sia preso al capitano per avallare una simile sceneggiata! Borbottò sottovoce il vicecomandante rivolto agli altri che nel frattempo si erano radunati in un angolo della cabina. –Non so lui, ma io non mi farò ingannare da trucchi di nessun genere!  Continuò mentre estraeva dalla tasca un piccolo congegno. –Ho sviluppato un sensore in grado di individuare anche il più sofisticato degli ologrammi quadrimensionali! Ormai sono ben pratico di questa tecnologia mazoniana, mi dispiace per la signora Parmenia, ma non mi farò prendere per il naso, ci potete scommettere! Esclamò sempre a bassa voce mentre sfoderava un ghigno beffardo…

Harlock, dall’altra parte della cabina insieme alla regina stava aiutando la sacerdotessa della dea Seshat a predisporre le sue cose, ma avendo intuito qualcosa, lanciò un’occhiataccia di rimprovero al suo vice:

-So bene che molti di voi si chiederanno il motivo di tale, ehm…cerimonia, comprendo il vostro scetticismo ma sappiate che io nutro un grande rispetto per tutte le tradizioni di ogni popolo, a maggior ragione quando queste sono più che millenarie, come in questo caso. Inoltre sono pronto ad usare qualunque mezzo che mi venga offerto per venire a capo di questa faccenda nella maniera più rapida e sicura! Per cui, se otterremo valide informazioni anche utilizzando mezzi non proprio ortodossi non me ne farò il minimo problema! Vi prego solamente di essere testimoni insieme a me di quanto succederà nei prossimi minuti!

A quel punto intervenne la regina:

-Amici, capisco i vostri dubbi, anch’io mi affido fermamente alla scienza ma nei miei lunghi studi sulla storia e le tradizioni non solo del mio popolo ma anche di altre e più antiche civiltà, ho imparato che vi sono cose che trascendono il metodo scientifico e l’umana ragione. Vi prego solo di assistere con cuore scevro da pregiudizi…

-Signori, ho bisogno della vostra collaborazione! La voce ferma di Parmenia risuonò all’improvviso per la stanza riportando tutti ad un religioso silenzio. –Per cortesia, riunitevi tutti attorno a questo punto dandovi la mano e formando un semicerchio.

L’intera comitiva formata nell’ordine dalla regina, seguita dal capitano, Meeme, Yuki, Tadashi Yattaran ed il dottor Zero, come improvvisamente ammaestrati al volere di quella donna, si avvicinarono stringendosi per mano in una sorta di girotondo attorno a quello che sembrava un largo e basso bacile colmo di acqua. A quel punto la sacerdotessa unì anche lei la sua mano a quella di Raflesia e con la destra rimasta libera fendette l’aria con l’indice teso finendo col puntarlo sulla superficie dell’acqua, increspando lievemente il liquido che a mo’ di specchio ora rifletteva le immagini di tutti i partecipanti. Le piccole ondulazioni formatesi iniziarono a distorcere quell’immagine che a poco a poco, mentre il moto dell’acqua lentamente si placava, cominciò a mutare. Prima una sorta di visione sfocata nel quale piccole luci, simili a lucciole notturne si muovevano senza apparente ordine. Poi, man mano che quelle luci si radunavano creando delle zone più luminose che lentamente si espandevano, sotto gli occhi stupefatti degli astanti cominciarono a materializ-zarsi delle immagini precise:

Un giovane uomo dai capelli scuri e gli occhi azzurri saliva piuttosto trafelato a bordo di un’astronave di foggia mazoniana che dopo pochi attimi partiva a tutta velocità…

-Il professor Green, disse Parmenia a bassa voce.

-Allora quello è mio padre! Finalmente riesco a intravederne il volto! Esclamò Raflesia emozionata.

-Vi prego maestà, la riprese la sacerdotessa, è necessario il silenzio! Poi riprese:

-L’astronave era diretta verso la Terra…nel frattempo l’immagine era mutata e si vedeva l’astronave atterrare in un grande astroporto. Ancora un’altra immagine inquadrava un panorama che raffigurava una città attraversata da un largo fiume su cui campeggiava uno strano ponte di antica foggia.

-E’il Tower Bridge! E’Londra! Esclamò questa volta il vicecomandante…

-Shhh! Lo zittì di nuovo la sacerdotessa facendo diventare l’omino tutto rosso in volto.

L’immagine seguente descriveva i movimenti di quell’uomo all’interno di un ambiente che pareva uno studio, presumibilmente dell’università londinese dove il professore insegnava…l’uomo stava maneggiando degli incartamenti, all’apparenza dei progetti tecnici ancora in forma cartacea, e li stava radunando in una cartellina di antica foggia. La scena si concludeva con il soggetto che si avvicinava a quello che sembrava un bellissimo e grande caminetto di pietra scolpita…

Ulteriore cambio di scena: ora si vedeva il professore muoversi con fare trafelato per le strade della città, presumibilmente la mattina molto presto, data la luce diffusa dal sole e le vie deserte che si mostravano. Ad un tratto si videro tre figure umane avvolte in un lungo mantello con cappuccio che seguivano l’uomo a debita distanza…

-Devono essere i seguaci della setta, gli stavano addosso! Mormorò a bassa voce il capitano mentre un brivido gli attraversava la schiena.

-Questo il passato, ora il presente! Esclamò Parmenia, continuando la proiezione nel bacile.

Le immagini ora rappresentavano quella che pareva essere la plancia di una nave spaziale di foggia sconosciuta. S’intravvedeva il timone e le mani di un unico individuo che pilotava, inserendo contemporaneamente dei dati su di uno strano terminale alla destra dei comandi principali…non era dato modo di capire chi fosse la persona a pilotare ma era lecito supporre che il soggetto fosse sempre lo stesso…

-Non ho mai visto dei comandi del genere…, sussurrò questa volta il vicecomandante…

Ad un tratto si vide lo schermo principale della nave inquadrare per un attimo uno scorcio del campo spaziale assai noto dove si scorgevano chiaramente Saturno e i suoi satelliti…

-Il quinto settore del sistema solare! Si lasciò andare Tadashi.

-Ora il futuro! Lo zittì perentoria la donna.

La scena che ora si mostrò lascio letteralmente esterrefatti tutti gli astanti:

Di nuovo lo spazio, ancora il sistema solare e questa volta nelle vicinanze di Giove, ma quello che aveva dello straordinario era la scena che vi si raffigurava:

Un gruppo di astronavi da guerra mazoniane era impegnato in uno scontro furioso con una grande astronave dalla forma particolare. Degli inconfondibili vessilli con il marchio del teschio facevano mostra sulla sua formidabile corazza mentre i potenti cannoni sputavano micidiali raggi devastanti…

-Ma è l’Arcadia! E’una scena della passata guerra con Mazone, mi ricordo benissimo quella formazione di battaglia e la nostra risposta difensiva all’epoca! Non riuscì a trattenersi Yuki per la sorpresa.

-E’vero, ora ricordo anch’io…mormorò sconvolta la stessa Raflesia.

-Vi prego! Parmenia era sempre inflessibile.

E in quel momento si mostrò la cosa più sconvolgente di tutta quella visione: in un angolo di quel campo spaziale che mostrava lo svolgersi di quella terribile battaglia, nascosta dietro uno dei satelliti del grande pianeta, si vedeva chiaramente un’altra astronave ben nota. Un’altra Arcadia!

La foggia era la stessa della precedente ma alcuni particolari facevano capire che quella non era la nave risalente agli anni del conflitto con Mazone ma bensì l’attuale nave dove erano in quel momento ospitati, completamente rinnovata ed aggiornata rispetto a quell’antica versione.

-Ma come è poss…

-Basta! Esclamò la sacerdotessa, crollando letteralmente su di una poltroncina mentre le immagini sull’acqua svanivano all’istante.

La donna era visibilmente esausta. Evidentemente quella proiezione le era costata un notevole sforzo mentale.

-Per il momento non posso visualizzare altro, forse potremo riprovare più avanti…disse con un filo di voce mentre la regina si affrettava a soccorrerla.

Un silenzio irreale calò nella cabina che era stata teatro di quell’incredibile manifestazione.

Il più stupito tra quegli spettatori era Yattaran che continuava a fissare incredulo il suo dispositivo che era rimasto muto per tutto il durare di quella singolare esperienza. –Qualunque cosa sia stata non era una proiezione olografica…Pensò sconvolto.

Fu Harlock a rompere quel silenzio:

-Se ciò che abbiamo visto per ultimo era effettivamente il futuro, perché era ambientato indubbiamente in un ben preciso passato, e perché vi erano due Arcadie, una vecchia ed una nuova…?

-Forse perché…e in quel momento risuonò l’inconfondibile voce di colui che fino a quel momento era rimasto invisibile e silenzioso, ovvero Tochiro, anima della grande astronave, che assumendo un tono insolitamente grave, riprese:

-…perché quello a cui abbiamo assistito è un paradosso spaziotemporale!

 

 

  

 

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Capitolo 5
*** Londinium ***


                                                                                             5. Londinium

 

-Un paradosso spaziotemporale?! Esclamarono tutti in coro.

-Esatto! Riprese Tochiro, -È evidente che la nuova Arcadia che abbiamo visto ha in qualche modo raggiunto il passato, e questo in un prossimo futuro…

-Passato, futuro…ma che significa?! Mi s’impiccia il cervello! Si lamentò a quel punto il dottor Zero.

-Certo! Intervenne Yattaran, -Vuol dire che la nostra nuova Arcadia sarà presto in grado di viaggiare nel tempo per poter raggiungere quel particolare momento del passato…ma come…e, soprattutto, perché?

-Come, presumibilmente grazie proprio al motore spaziotemporale del Professor Green…perché…

-Perché lo stesso professore deve essere fuggito nel passato. Disse a quel punto Harlock. –Ricordate quella strana astronave che abbiamo visto nella proiezione…

-La guidava mio padre! Intervenne la regina.

-Esatto, vuol dire che per ritrovare tuo padre dovremo inseguirlo in viaggio nel tempo, ma per fare ciò dovremo necessariamente…

-Dovremo trovare gli schemi e i progetti del mitico motore! Esclamò eccitatissimo a quel punto il vicecomandante.

-La cartellina che teneva in mano! Intervenne Yuki a quel punto.

-Brava! Fece il comandante mimando con le dita una pistola cha sparava. Hai fatto centro! Evidentemente il professore si sarà portato dietro i progetti anche per evitare che potessero cadere nelle mani della setta di Amnus…ma è probabile che abbia lasciato in giro nascoste da qualche parte delle copie che noi dobbiamo trovare…

-E che noi troveremo, amico mio, il futuro parla chiaro! Concluse Tochiro.

-Un momento…! Intervenne a quel punto Tadashi. –Voi tutti parlate dando per scontato che tutto quello che abbiamo appena visto in quella specie di…come diavolo potrei definirla!

-La può chiamare predizione. Lo apostrofò Parmenia laconicamente.

-Appunto, una predizione! Come potete pensare che sia effettivamente vero ciò che abbiamo visto?

Con tutto il rispetto, sacerdotessa Parmenia, arrossì il giovane, avremmo bisogno di prove più concrete per poterle credere…

-Non essere così irrispettoso nei confronti della sacerdotessa! Lo rimproverò Yuki.

-No, Yuki, Tadashi ha ragione! disse Harlock. Ci siamo lasciati tutti trasportare dall’entusiasmo, ma giustamente, prima di imbarcarci in un’avventura come questa dobbiamo necessariamente avere dei riscontri precisi, e questo non per voler mancare di rispetto alla sacerdotessa…disse accennando un inchino, -Ma per poter garantire la sicurezza di tutto l’equipaggio della nave, e questo sapete bene che è il mio primo dovere! Ma fare questo per fortuna è abbastanza semplice, basterà andare a verificare personalmente i primi indizi che ci ha fornito la proiezione.

-Tutti a Londra allora! Fece Yattaran incominciando a saltellare felice.

-Bene...Sorrise Harlock, -Concludiamo i preparativi e partiamo al più presto per la nebbiosa città!

-Agli ordini, capitano! Esclamarono in coro Yuki, Tadashi ed il vicecomandante.

-Io vado a dare le consegne dell'infermeria a Stefany e a completare le prove sul sistema di sicurezza del proiettore olografico...disse il dottor Zero, allontanandosi rapidamente.

-Ed io, con il vostro permesso, mi ritirerei nei miei alloggi, sono ancora piuttosto provata, avrò bisogno ancora di parecchio riposo... aggiunse Parmenia.

-Ma certo, sacerdotessa, di qualunque cosa abbiate bisogno, chiedetemi pure! Esclamò la regina, -La vostra presenza a bordo della nave è una vera benedizione per tutti noi, il vostro supporto è già stato fondamentale e ci sarà sicuramente di nuovo di grande aiuto, non potrò mai ringraziarvi abbastanza a nome mio personale e di tutti coloro che partecipano a questa spedizione...continuò Raflesia con entusiasmo.

-La prego, maestà, non dovete affatto ringraziarmi, per me è un onore ed un dovere operare per voi e per il bene dell'universo, dato che rintracciare vostro padre coincide con il contrastare e sconfiggere quella pericolosa setta!

Detto questo, la sacerdotessa fece un inchino e si avviò insieme a Yattaran che non perdeva mai l'occasione per accompagnarla.

Congedatasi anche la giovane coppia Yuki, Tadashi, Il capitano e la regina rimasero soli.

-Amore, disse Harlock rivolto a Raflesia, -In questo modo sperimenteremo subito il sistema di proiezione olografica, non voglio che tu debba rischiare alcunché sin dall'inizio di questo viaggio...

La regina si strinse al capitano: -Allora sarà meglio approfittare del tempo che ci rimane finché sarò presente in carne ed ossa! Disse con un tono volutamente languido. Preso alla sprovvista Harlock divenne vermiglio mentre Raflesia scoppiava a ridere: Tesoro, come sei tenero! Perdonami, ma certe volte non resisto a coglierti in imbarazzo...

-Ah, ma se mi provochi...reagì il capitano... -Aiuto! Gridò la regina mentre inscenava una fuga inseguita dal marito...

 

                                                                              ***

 

Due giorni dopo, la partenza dell'Arcadia si era svolta nel migliore dei modi e secondo le previsioni del vicecomandante, nel giro di appena un'ora la nave era già alla volta dell'astroporto principale di Londra.

-...E abbiamo pure volato ad una bassissima velocità in quota atmosferica, esclamò l'omino tutto soddisfatto.

-Bella forza! Per una nave capace di volare a migliaia di anni luce al secondo! Replicò Tadashi cercando di provocare il vicecomandante.

-Ragazzo mio, per essere il figlio di un grande scienziato, certe volte fai di tutto per sembrare un emerito zuccone! Volare in quota atmosferica presenta delle difficoltà e dei rischi che sono ben diversi da quelli che si sperimentano nello spazio profondo, eppure dovresti saperlo ormai!

Replicò Yattaran tutto puntuto.

Il giovane trattenne una risata per il colpo che era andato a segno. Piantala Tadashi! Lo riprese Yuki sorridendo. -Smettila di punzecchiare il nostro vicecapo!

-Mi fa piacere constatare che lo spirito del nostro equipaggio è rimasto immutato come nei primi giorni delle nostre scorribande. Esordì Harlock rivolgendosi ai suoi stretti collaboratori all'opera sul ponte di comando. -Lo spirito di quella bandiera, di quel vessillo che rappresenta tutti i nostri ideali di giustizia e di libertà è ancora vivo più che mai! Esclamò non senza una certa emozione.

Seduto di nuovo su quel mitico scranno era affiancato dalla proiezione della Regina che era apparsa da poco in una modalità veramente sorprendente, dato che era praticamente impossibile accorgersi della sua differenza da una persona in carne ed ossa. La natura di quella speciale proiezione permetteva anche la possibilità di interagire con gli oggetti materiali quasi completamente come si fosse trattato di un vero e proprio corpo. Harlock poteva sentire la consistenza, il peso e persino il calore della mano della regina che gli si posava sulla spalla, mentre a sua volta, Raflesia poteva percepire le stesse sensazioni corporee e tattili.

Ovviamente vi erano dei lunghi periodi in cui la regina si prendeva delle necessarie pause per alzarsi dalla speciale poltrona sulla quale rimaneva collegata all’apposito proiettore olografico che era stato allestito presso il centro spaziale. Durante quelle pause sbrigava le sue principali incombenze che doveva adempire in qualità di sovrana, mangiava e faceva un po' di moto per tenere sempre allenati tutti i muscoli del corpo, e questo sempre sotto la stretta osservazione del dottor Zero. In questo modo era sempre pronta a rientrare puntualmente per stare vicina al suo amato in questa nuova avventura.

L'astronave atterrò senza problemi presso il grande astroporto della storica città, una larga pista era stata loro riservata, come anche un particolare comitato di accoglienza schierato per il loro arrivo. Tadashi si era prodigato grazie alle sue conoscenze diplomatiche in modo da avere subito contatti con i piani alti dell'intelligence locale per poter avere subito accesso senza problemi agli alloggi universitari che un tempo erano stati del professor Green.

La comitiva scesa dall’Arcadia era formata dal capitano, Raflesia, Yattaran e Tadashi.

-Benvenuti! Accolse i nostri tendendo la mano al capitano un distinto e sorridente signore sulla quarantina, alto ed elegante, il fisico atletico, capelli castano chiari, probabilmente un pezzo grosso dei servizi segreti. Si era staccato da un piccolo gruppo di persone che si trovava a bordo pista ed era subito andato loro incontro appena erano scesi dalla passerella della nave spaziale.

- È un onore per me a nome del terzo quadrante europeo, ex sezione britannica, dare il benvenuto al vostro eroico equipaggio e al suo leggendario comandante! Esclamò quasi perdendo per un attimo la caratteristica flemma tipica di quelle parti. - Mi chiamo George Burroughs e sono a capo della sezione dell'intelligence di questo distretto. Così dicendo incominciò a stringere calorosamente la mano ai nuovi arrivati, ma subito dopo Harlock, di fronte a Raflesia si fermò impietrito sbiancando in volto:

 -V…vostra maestà, mi perdoni, non sapevo nulla…non sono stato avvertito del vostro arrivo, se lo avessi saputo avrei fatto preparare una più consona accoglienza degna della regina di Mazone…come ex stato di tradizione monarchica siamo molto sensibili ai protocolli e anche il nostro attuale regnante sarebbe senz’altro venuto ad accogliervi con i dovuti onori…

-Siete molto gentili, lo interruppe la regina, cercando di trattenere a stento una risata, -Ma in realtà la mia partecipazione a questa nostra missione è del tutto informale e preferirei mantenere l’incognito, se fosse possibile…spero che questo non causi un incidente diplomatico, aggiunse fingendo un lieve imbarazzo.

-M…ma certo, assolutamente nessun problema, come desidera vostra maestà…rispose il funzionario sporgendosi in un sussiegoso inchino.

Harlock aveva assistito a quella scena ridendo sotto i baffi. Raflesia manteneva sempre una somma abilità diplomatica, non per niente da grande regina qual era, aveva imparato sin da bambina come trattare personaggi del genere…

Esaurite le formalità di rito, il gruppetto s’imbarcò su di un confortevole pulmino dirigendosi subito alla volta del Royal Central College.

-Quando abbiamo saputo del vostro interesse per il caso del professor Green, siamo rimasti un po’ stupiti…riprese Burroughs durante il tragitto. –Si tratta di un caso di molti anni fa che aveva interessato la nostra intelligence di allora. Il professore era sotto sorveglianza essendo coinvolto all’epoca in alcune ricerche di interesse governativo…

-Mi sembra però che la vostra sorveglianza non sia riuscita ad evitare la sua improvvisa scomparsa…Intervenne a quel punto il capitano che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

Punto sul vivo il funzionario rispose arrossendo lievemente: -È vero, all’epoca ci fu una falla nella sorveglianza, quando quella mattina presto il professore si allontanò dal suo alloggio presso l’università, l’agente di turno era stato distratto a causa di un piccolo incidente accaduto in strada poco prima.

-E cioè? Chiese Harlock inarcando il sopracciglio.

-Una giovane donna, una studentessa, era caduta dalla sua bicicletta proprio di fronte alla macchina dell’agente che era appostato vicino l’abitazione del professore.

-E l’agente è sceso prontamente a soccorrerla…intervenne a quel punto Tadashi.

-Ovviamente, riprese Burroughs con tono sconsolato, -Pare che fosse pure piuttosto carina…

-Il professore avrà sicuramente chiesto ad una sua studentessa di inscenare quell’incidente per permettergli di allontanarsi durante quell’attimo di disattenzione, continuò il capitano.

-Senz’alcun dubbio, il professore godeva di enorme stima e simpatia da parte di tutti i suoi studenti. La ragazza non lo confessò mai apertamente ma fu subito evidente che le cose erano andate in quel modo.

Nel frattempo il pulmino aveva varcato i cancelli d’ingresso del college e, dopo aver imboccato un vialetto alberato, costeggiando una serie di eleganti villini, si era fermato di fronte ad una graziosa abitazione su due piani realizzata in stile vittoriano.

-Ecco, siamo arrivati, questa è quella che un tempo era la residenza del professor Green. Fortunatamente è rimasta disabitata e ci sarà più facile accedervi senza problemi.

-Meglio così, disse Harlock, -Anche perché non sappiamo ancora bene cosa e dove cercare…

Entrati nell’abitazione si diressero subito in quello che un tempo era stato lo studio del professore.

-In pratica tutto è rimasto inalterato sin d’allora, mobilio, libri e documenti, nulla è stato toccato. La casa non si è voluta più assegnare a nessun altro docente dell’università, e non essendoci parenti che potessero reclamare alcunché, alla fine è rimasto tutto qui…a queste parole Raflesia ebbe un sussulto di cui solo il capitano ebbe ad accorgersene.

L’ambiente, situato al pian terreno, era ampio e ben illuminato da una grande vetrata esposta a sud. Al centro troneggiava una grande ed elegante scrivania in stile antico, ancora ricoperta di quaderni e libri, ma l’assenza di polvere faceva capire che quei locali venivano puliti periodicamente.

Alle pareti laterali due grandi librerie ricolme di volumi e quella di destra era divisa da un ampio vano dove spiccava un largo e maestoso caminetto di pietra finemente scolpita.

-Perdonate la mia franchezza, riprese in quel mentre Burroughs, -Vi posso assicurare che se state cercando qualcosa di particolare, state solo sprecando il vostro tempo. All’epoca passammo al setaccio ogni centimetro quadrato di questa casa, non solo questo studio. Abbiamo cercato anche in giardino con sonar e metal detector, ma il risultato è stato sempre lo stesso: Nulla, assolutamente nulla di rilevante. E sinceramente non credo, con tutto il rispetto, che voi possiate fare di meglio…

Comunque non c’è problema, potete cercare tranquillamente dove volete, anzi per rendervi l’opera più tranquilla vi lascio da soli, ne approfitto per fare un paio di telefonate di lavoro…mentre diceva questo si allontanò dal gruppo e uscì dall’abitazione con un sorrisetto di sfida.

-Non è proprio un simpaticone…se ne uscì Yattaran.

-Beh, è comprensibile, questo è il loro lavoro e noi arriviamo freschi freschi convinti di trovare qualcosa…qualcosa che non è affatto detto che ci sia…commentò Tadashi.

-È vero, disse il capitano, -Ma noi dobbiamo attenerci a quello che ci ha mostrato la proiezione di Parmenia. Concentriamoci sulle ultime immagini relative a Green mentre maneggia i documenti in questa stanza…

-Quelle immagini ce lo mostravano mentre si allontanava dalla scrivania e alla fine veniva inquadrato il grande camino…ricordò Raflesia mentre si grattava la testa pensierosa.

-Appunto, continuò Harlock, -In effetti ciò che spicca di più in questa stanza è proprio questo camino. È un pezzo veramente singolare, tutta la parte superiore è formata da una sorta di cornice realizzata nella pietra che circonda il bordo superiore e questa parte è ulteriormente scolpita con motivi floreali ed immagini che ricordano antiche leggende… Inutile cercare dentro la fornace o lungo la canna fumaria, troppo banale e sarà uno dei primi posti dove avranno già cercato…

-Non rimane altro che pensare ad un nascondiglio segreto, un pannello o qualcosa del genere, riprese Raflesia.

-Un pannello è poco probabile, anche quello si sarebbe trovato facilmente, intervenne Tadashi.

-Eppure nulla mi toglie dalla testa che è proprio il camino la soluzione del rebus… disse il capitano che, avvicinatoglisi, aveva iniziato ad accarezzarne i fregi scolpiti in rilievo.

-È veramente un gran bel lavoro, guardate che bella questa scena al centro che raffigura un drago colpito da un cavaliere, probabilmente San Giorgio, ricorda certe decorazioni medievali che ornavano gli antichi castelli… eppure ci deve essere qualcosa…diceva mentre continuava a sfiorare la pietra. Improvvisamente la sua attenzione fu attratta da un minuscolo dettaglio: -Un momento, qui c’è qualcosa! Esclamò, -L’occhio del drago pare realizzato con una pietra leggermente diversa dal resto della scultura. Vuol dire che deve essere un pezzo separato dal resto, quindi…mentre diceva questo il suo indice destro era già scivolato su quel dettaglio e aveva cominciato a premere con decisione.

Clack! Risuonò nella stanza e subito dopo tutto quel pezzo di cornice avanzò all’esterno per una ventina di centimetri mostrando una sorta di cassetto a scomparsa.

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Capitolo 6
*** La Nave del Tempo ***


6 La nave del Tempo

-Che mi venga un accidente! Esclamò Yattaran, strabuzzando gli occhi.

-Harlock, hai fatto centro, li hai trovati! Gli fecero in coro Tadashi e la Regina.

Il capitano abbozzò un sorriso di soddisfazione mentre estraeva da quel cassetto segreto una cartellina di antica fattura. Era fatta di un cartoncino rinforzato di colore marrone, del tipo usato fino ad un paio di secoli addietro.

- Comandante, a te l’onore di darci la conferma che si tratta proprio di quello che stiamo cercando! Fece Harlock consegnando quel tesoro nelle mani di Yattaran.

L’ometto prese la cartellina e con mani tremanti incominciò ad esaminarne il contenuto.

Mentre sfogliava quello che a prima vista sembrava un mucchio di fogli ingialliti pieni di scritte, formule e schemi progettuali, man mano il suo volto sembrava illuminarsi.

-Sono loro! È fantastico, è sicuramente il progetto più completo e dettagliato di un motore spazio-temporale di generazione avanzata. Green era veramente un genio…!

-È un genio! Lo corresse Raflesia. –Mio padre deve essere ancora vivo e ci aspetta in una piega dello spazio-tempo!

I quattro fecero appena in tempo a richiudere il cassetto e a far sparire la cartellina sotto il mantello del capitano prima che Burroughs rientrasse in casa dai suoi ospiti.

-Allora, trovato qualcosa? Chiese con un tono lievemente irrisorio e continuando a sfoggiare quel sorrisetto fastidioso.

-Purtroppo nulla, un buco nell’acqua…fece il capitano fingendo un’aria delusa. Anche gli altri seguirono l’esempio da grande attore del loro capo, mostrando delle facce sconsolate.

-Mi dispiace, riprese il funzionario, -Ma vi avevo avvertito che era tempo perso...aggiunse con fare paternale.

-Povero idiota! Ridacchiò fra sé Tadashi mentre il gruppetto usciva all’esterno dell’abitazione.

Mezz’ora dopo erano di nuovo sul pulmino alla volta dello spazioporto.

I tentativi di Burroughs di convincere la Regina e i suoi compagni a fermarsi come graditi ospiti dei regnanti locali naufragarono miseramente di fronte all’improvvisa necessità manifestata da Raflesia nel dover raggiungere dei compatrioti mazoniani in difficoltà. Una balla imbastita magistralmente dalla regina che, mostrando grande preoccupazione e rammarico, aveva superato in abilità teatrale persino la performance esibita poco prima da suo marito.

Appena risaliti sull’Arcadia, Tochiro si fece subito sentire: -Allora li avete trovati! Esclamò con un tono che tradiva una certa emozione.

–Amico mio, tu e Yattaran dovrete mettervi subito al lavoro! Gli rispose Harlock sorridendo.

Torniamo subito alla base, io e Tochiro ci mettiamo subito a studiare le modifiche da apportare al motore dell’Arcadia per renderla una vera nave del tempo! Esclamò Yattaran entusiasta.

Il capitano si rivolse allora alla sua compagna: -Non vedo l’ora di riabbracciarti sul serio…amore mio! Disse baciando la proiezione olografica di Raflesia.

- - -

Due mesi erano ormai passati da quando Harlock e i suoi erano tornati vittoriosi alla base con i piani del motore spazio temporale del padre di Raflesia.

I lavori per aggiornare ed adattare il motore dell’Arcadia secondo quei fantastici progetti erano ormai in dirittura di arrivo e tutti quanti non nascondevano l’eccitazione per l’avvicinarsi del giorno in cui quella mitica nave, protagonista di mille avventure in ogni angolo dell’universo, sarebbe salpata per un viaggio veramente straordinario.

Secondo le simulazioni fatte da Yattaran e Tochiro l’Arcadia sarebbe stata in grado di effettuare salti temporali con la precisione di mezzo secondo. Fortuna aveva voluto che il motore a scivolamento gravitazionale di cui Tochiro aveva dotato la mitica nave si adattava perfettamente alle modifiche necessarie per aggiornarlo secondo il nuovo motore temporale.

In pratica lo scivolamento diventava da gravitazionale a spazio-temporale, perfettamente in ossequio alle teorie relativistiche allargate sviluppate dopo il ventiseiesimo secolo.

Quella mattina Harlock stava assistendo agli ultimi lavori e perfezionamenti operati sulla nave, accompagnato da uno Yattaran che non stava nella pelle per voler descrivere le nuove e mirabolanti caratteristiche di cui aveva dotato l’Arcadia.

-Ovviamente abbiamo anche potenziato l’armamentario generale, per esempio i nuovi cannoni ad impulso saranno capaci di…-Perdonami Comandante… lo interruppe il Capitano,

-Non ho dubbi sull’efficacia delle nuove armi, del resto questa è una delle caratteristiche che ha reso la nostra nave la più temuta dell’universo, ma questa nuova e particolarissima missione andrà condotta in una modalità per noi non usuale. Le nostre interazioni con il mondo del passato dovranno essere ridotte a zero per evitare di stravolgere il futuro, il nostro futuro, per evitare di poter creare pericolosi paradossi temporali…se vogliamo comparire in un passato del sistema solare in piena battaglia tra l’Arcadia di allora e l’impero di Mazone, dovremo quanto meno risultare invisibili sia a loro che ai “noi” di quel tempo…

…Serve un dispositivo di occultamento totale veramente efficiente, aggiunse con un tono molto serio.

A quelle parole Yattaran fece una specie di smorfia e ribatté subito piccato:

-Harlock, mi stai sottovalutando! Credi che non abbia pensato anch’io a questa necessità!?

È ovvio che dovremo muoverci nell’ombra, e così sarà poiché ho già dotato la nave del dispositivo di occultamento più sofisticato che possa esistere, frutto delle più avanzate tecnologie terrestri e mazoniane…una sorta di autoproiezione olografica su tutto lo scafo dell’Arcadia unita ad una serie di dispositivi in grado di annullare qualunque forma di rilevamento, radar, termico, magnetico e subspaziale…Nessuno ai giorni attuale e tanto meno all’epoca in cui andremo sarebbe in grado di rilevare la nostra nave a meno di non andarci a finire addosso!

Harlock sorrise: -Perdonami Comandante se per un attimo ho dubitato della tua arte…

In quel momento li raggiuse Tadashi: -Harlock, ti cercava Raflesia. Mi ha chiesto di dirti se la potevi raggiungere nel tuo ufficio, ha importanti novità da riferirti, concluse il giovane con un sorrisetto.

-Importanti novità? E di cosa si tratta? Tu ne sai qualcosa?

-Mi dispiace, rispose Tadashi continuando a sorridere, -Non ne so nulla, del resto come dice quel detto: tra moglie e marito…

-Sì, sì, vabbé, ho capito, mi volete tenere sulle spine, allora devo per forza raggiungerla di corsa…Rispose il capitano apparentemente spazientito, in realtà era sempre felice di rivedere la sua amata in qualunque occasione, inoltre Raflesia era sempre in grado di stuzzicare la sua curiosità nei modi più svariati.

Harlock si diresse rapidamente verso gli appartamenti riservati a lui ed alla regina all’interno del centro spaziale. I due coniugi passavano di rado del tempo in quei locali preferendo abitare lì vicino nella bella casa dove vivevano insieme ai loro figli Mayu e Daniel.

L’ufficio era un’ampia sala di rappresentanza dove in genere il capitano e la regina ricevevano ospiti giunti in visita al centro.

La porta era aperta e Harlock poté chiaramente udire l’allegro tono di una voce familiare…

Entrato nella sala, accanto a Raflesia su una delle poltrone che formavano un confortevole salottino era seduta una splendida figura femminile, ovviamente mazoniana, data la sua carnagione color indaco. Profondi occhi verdi e lunghi capelli castani sorretti da una fascia verde ricamata da motivi sempre color indaco. I suoi abiti erano singolari e ricordavano più quelli degli antichi hippies terrestri o meglio quelli degli indios peruviani…

-Galia! Esclamo Harlock sorpreso.

-Harlock! Gli rispose la fanciulla…-Sei sempre uguale, proprio come Rafli! Disse andandogli incontro ed abbracciandolo.

Rafli era l’affettuoso soprannome con il quale la giovane si rivolgeva alla regina.

Poteva permetterselo poiché era la sua più cara amica, amicizia che risaliva sin dai tempi in cui le due, allora appena ragazze, frequentavano l’accademia di Mazone.

Era stato proprio grazie a Galia che il capitano aveva rincontrato il suo antico nemico in una incredibile avventura durante la quale era finito per innamorarsi della regina di Mazone. 1

Galia era una mazoniana assolutamente anticonformista. Convinta pacifista e contro ogni forma di violenza era una studiosa e ricercatrice di Archeobiologia galattica. Studiava le antiche civiltà stellari, la loro evoluzione e le loro mutue interazioni nello svilupparsi in tutte quelle popolazioni che abitavano l’universo conosciuto.

Galia era anche un’alta accademica di Mazone ed era stata scelta da Raflesia all’inizio della rinascita del suo paese per traghettare il suo popolo verso un governo democratico. Il ruolo di politico però le stava stretto ed era ben presto tornata a fare la studiosa, diventando il rettore della facoltà di Archeobiologia della principale università di Mazone.

-Qual vento ti porta qui, lontana dai tuoi adorati studi? Le chiese il capitano mentre ricambiava calorosamente l’abbraccio.

-È stata Raflesia ad interpellarmi. Quando mi aveva parlato di suo padre ero rimasta esterrefatta, ma in effetti, così molte cose si spiegavano, a partire dalla sua natura a sangue rosso… disse guardando l’amica quasi con aria colpevole.

-Galia, di cosa ti preoccupi? La riprese la regina con tono bonario.

-Ormai non sei la sola a conoscere alcuni dei miei segreti. Segreti che del resto non ho più alcuna intenzione di mantenere nascosti. La mia origine per metà umana e terrestre non sarà più un mistero una volta che mi sarò ricongiunta con il mio unico genitore…

-Ma a quale titolo l’avresti interpellata? Chiese Harlock un po’ stupito.

-Tesoro, non essere irrispettoso e ascoltami attentamente! Lo rimproverò la moglie.

-Devi sapere che in questi due mesi non sono rimasta con le mani in mano per quanto riguarda la nostra nuova avventura. Ho condotto un po’ di ricerche a proposito della setta di Amnus sui libri della biblioteca segreta reale…

-Quella mitica biblioteca…! Sospirò Galia.

-Lo so, amica mia, che vorresti tanto poter accedere anche tu a quella inesauribile fonte di informazioni sulla storia del nostro popolo e di tutte le civiltà con cui ha avuto a che fare, ma purtroppo l’accesso è da sempre consentito solo alle regine legittime di Mazone…

Però ti ho portato copia di tutto quello che ho trovato… questo perché, come già ci aveva accennato Parmenia, la storia degli adoratori del dio del caos Amnus è stata intrecciata sin dalle origini a quella della dea della pace e della conoscenza, Seshat, e di conseguenza con quella degli Eterni!

-Gli Eterni! C’entrano di nuovo loro anche in questa storia! Esclamò Harlock.

Gli Eterni erano il misterioso popolo vissuto circa un milione di anni prima e che aveva dato l’imprinting a tutta l’evoluzione delle principali civiltà esistenti su molte galassie limitrofe alla via lattea, a partire da quella mazoniana, quella terrestre e financo quella metanoide…

Erano, per così dire i “padri” di tutte quelle civiltà, avendole poi seguite e sorvegliate nel corso dei millenni durante la loro evoluzione, instillando a poco a poco le gocce del loro infinito sapere scientifico e tecnologico.

-Eh già, riprese Galia, -Pare che le principali divinità mazoniane ed in parte anche terrestri fossero esponenti degli Eterni. Così anche la dea Seshat, ma anche il dio Amnus…

-Ma… è una divinità malvagia…ribatté il capitano.

-In effetti Amnus era anche lui un eterno ma che fu bandito dalla sua comunità perché voleva impadronirsi del potere usando le straordinarie conoscenze del suo popolo invece di continuare a preservarle per il bene di tutte quelle nascenti civiltà. Una volta bandito ed esiliato, fu anche privato della maggior parte dei poteri e delle conoscenze dei suoi simili, fu così che per riguadagnare potere ed influenza, con quelle arti che gli erano rimaste, riuscì a fondare una setta di adepti che lo venerassero e che lo aiutassero a portare avanti i suoi piani di vendetta e di dominio sull’intero universo…

-Questo ricorda un po’ qualcosa di familiare persino a me…commentò Harlock… la storia di un certo angelo ribelle che fu cacciato dal Paradiso e divenne un dio del male…

-Così come in molte altre tradizioni religiose terrestri…e di altri pianeti! Disse Galia mostrando un foglio con degli strani diagrammi.

–Questo è un piccolo schema delle origini ed evoluzioni di decine di miti simili nati nelle principali civiltà galattiche sviluppatesi nelle galassie a noi più vicine…sono tutte seguenti all’originario mito di Amnus…

-Ad ulteriore riprova di come tutte quelle civiltà siano state tra loro interconnesse grazie agli Eterni…aggiunse Raflesia.

-Ma brave! Vedo che avete fatto i compiti! Disse una voce argentina proveniente da una figura femminile dai lunghi candidi capelli che si era appena affacciata all’ingresso dello studio.

-Sacerdotessa Parmenia! Esclamò Raflesia. Avevo cercato di contattarla ma non era nei suoi alloggi stamane…

-Mi perdoni, mia regina, ero uscita molto presto per una passeggiata a contatto con la natura. Ma Yattaran mi ha raggiunto in tempo per comunicarmi di questa vostra piccola riunione alla quale non potevo certo mancare…

-Sacerdotessa, è per me un onore conoscerla, disse Galia accennando un inchino…

-Ma per carità, l’onore è mio, accademica Galia, la sua fama la precede e le sue opere per la pace la rendono una vera ancella di Seshat! Replicò la donna stringendole la mano.

-Bene, ora che ci siamo tutti, possiamo passare alle notizie importanti che ha da raccontarci Galia, dopo aver approfondito lo studio delle carte che le ho fornito! Riprese Raflesia un po’ eccitata.

-Tanto importanti da essere venuta di persona da Mazone per parlarcene, notò Harlock.

-In effetti ho scoperto delle cose interessanti incrociando quelle informazioni con i miei testi e consultando svariati database di storia terrestre. Su questo in particolare devo ringraziare Tochiro…Sono così riuscita a ricostruire i movimenti della setta sulla Terra e su Mazone negli anni successivi alla scomparsa di Green fino all’anno della guerra tra L’Impero ed Harlock…

In particolare sulla Terra ho verificato una corrispondenza con il verificarsi di attentati operati da agenti mazoniani in incognito appartenenti con tutta probabilità alla setta e il comparire in quei luoghi di una persona che corrisponde alla descrizione del professor Green…

-Mio padre era inseguito senza tregua da quegli esaltati, volevano impadronirsi dei progetti del motore spazio-temporale per stravolgere la storia e favorire gli oscuri piani di Amnus!

Disse Raflesia con tono drammatico.

-Il percorso ci conduce al giorno in cui vi fu quella decisiva battaglia tra l’Arcadia e la flotta di Mazone nei pressi di Giove, riprese la studiosa.

-Quella mostrata nella visione e che presumibilmente era vista in prima persona dalla nave di Green! Disse il capitano pensieroso.

-Esatto, riprese Galia, -Ma la cosa fondamentale e che in quel momento su di una delle lune di Giove vi era la principale base della setta nel sistema solare, la cui esistenza in quel momento era ignota persino a Raflesia e a molti alti ufficiali dell’esercito, ovviamente quelli che non facevano parte della setta stessa.

-Ma perché mio padre si trovava proprio lì vicino, se era inseguito da quei folli, perché rischiare tutto avvicinandosi al loro covo? Si chiese la regina con un moto di angoscia.

-E’ quello che scopriremo presto raggiungendolo in quello stesso preciso punto dello spazio-tempo! Concluse Harlock con tono deciso.

1) Vedi “L’Inverno della Regina”.

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