Iris - Il lato oscuro dell'Arcadia

di AlekHiwatari14
(/viewuser.php?uid=99324)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.



Tutti sanno e fingono di non sapere. 
Tutti vorrebbero navigare con questa nave e questa ciurma, ma nessuno può farlo se non è spinto dall'unica cosa che li accomuna. La Libertà...
...Libertà d'amare, libertà di pensare, libertà di volare, libertà di sognare, libertà di scegliere e di esplorare. Sono tutte diverse, ma comunque sono libertà. 
Probabilmente conoscerete già il capitano di questa nave spaziale, anche se  sotto aspre critiche, ma poco importa. Dopotutto le critiche fortificano le persone e le rendono più note, proprio com'è successo al Capitan Harlock .
Uomo taciturno, ma dal cuore buono che preferisce i fatti alle parole.
Quest'uomo protegge un segreto da tempo. Un segreto che ha dentro di se ed è collegato ad anni prima, quando la sua amata Maya è morta tra le sue braccia.
Il loro amore è stato forte e talmente duraturo che lui ancora si ostina a mandare avanti quella convinzione di libertà, quel progetto fondato dalla sua donna il quale egli è diventato il simbolo stesso di quella parola.
Peccato che il suo segreto non può avere libertà di alcun genere. 
Eccolo che cammina lungo i corridoi, con il suo uccello, Tori, in spalla per andare nel luogo in cui custodisce ciò che gli è più prezioso.
Si avvicina ai motori Dark Matter, per entrare sul retro di quell’aggeggio dov'è situata una piccola porta, accessibile solo grazie alle sue impronte.
Entra, guardandosi prima le spalle per evitare di essere scoperto, chiudendo la porta dietro di se.
Il lungo corridoio sembra non terminare mai, ma alla fine c'è un’altra porta, anch'essa accessibile con lo stesso metodo, impronte.
Il capitano appoggia la mano sul dispositivo e l'apertura dinanzi a se viene aperta mostrando una camera.
Tutto è in disordine e qualcuno è seduto su quel letto, vicino alla finestra, dalle coperte rosse e lussuose. Quella stanza è piena zeppa di fogli, libri, archivi e computer, ma sembra che la persona su quel letto sia interessato solo al bicchiere di vino rosso che ha tra le mani.
Lo agita per sentirne meglio l'essenza ed assaporarne il sapore nel migliore dei modi.
Le sue labbra su quel bicchiere, non possono definire che persona sia, ma sicuramente è una donna e il capitano sembra averla molto a cuore.
Incomincia ad osservarla centimetro per centimetro. 
Quella tipa ha i capelli castani e lunghi fino a metà schiena, lo stile snello e il vestiario molto simile a quello del capitano con doppia cintura, tuta nera con teschi e stivali, alti, l'unica differenza è il mantello che ella ha sostituito con una sciarpa nera. Ha le mani sottili e la pelle leggermente chiara. Quella fisionomia non può far altro che far scoprire la realtà dei fatti. Occhi color zaffiro, come un tempo ha avuto l'amata Maya e il taglio simile, se no identico, a quello di Harlock così come poi è il suo volto. 
"Che ci fai qui?" Gli domanda la donna di appena venticinque anni, incominciandolo ad osservare.
"Ero passato per vedere se avevi bisogno di qualcosa."
"No. Tranquillo. Mi basta dell'altro vino se c'è."
Informa sorseggiando delicatamente il vino che ha tra le mani.
Quella donna riesce a prenderlo sul serio e anche se la vedessero nessuno riuscirebbe a comprendere chi è realmente. Il loro aspetto simile e la poca differenza d’età visibile ad occhio nudo potrebbe confondere, ma c'è molto di più tra di loro e il capitano non ha alcuna intenzione di farlo scoprire.
Purtroppo, su quella nave, c'è una nuova recluta che Harlock ha preso sotto la sua ala protettrice, ovvero Yama.
Sembra fidarsi molto di lui e non sa che quel segreto potrebbe essere scoperto proprio dal ragazzo.
Infatti, egli si ritrova nei corridoi che conducono al Dark Matter mentre Harlock è sulla tomba dell'amico insieme alla ragazza, quando sente l'allarme suonare e uno scontro improvviso contro qualcosa che fa tremare la nave.
Il capitano esce velocemente dalla tomba della sua amata Maya e del suo amico Tochiro per andare a controllare cos'è successo.
Yama si ritrova coinvolto nella scossa, finendo per cadere a terra e non essere notano dal comandante. Si alza velocemente e il suo sguardo si posa dentro quella stanza dove sono le due tombe.
Un’ombra ha preso la sua attenzione. C’è qualcuno li dentro e ha intenzione di scoprire chi è.
Inizia ad avanzare, entrando in quella sala così enorme, ma non vede nulla anche sentendone la presenza.
“Chi c'è? Esci fuori!” Incomincia ad ordinare, ma c’è solo silenzio.
Ha tra le mani una pistola spaziale ed è pronto per sparare a chiunque ci sia lì dentro, ma Tori sembra dargli filo da torcere. 
Si mette a svolazzare dinanzi a lui e gli fa cadere la pistola dalle mani.
“Cosa? Tori!” Si lamenta il ragazzo cercando di cacciar via l'uccello, ma proprio in quell'istante sente un rumore di tubi cadere.
Si volta e vede la ragazza dai capelli castani fuggire.
Non la conosce, ma non sa neanche com'è fatto il suo volto poiché coperto da una sciarpa nera.
La curiosità di Yama cresce sempre di più e incomincia a seguirla, ma voltato l'angolo si ritrova nel vicolo cieco e dinanzi a lui c’è solamente quel motore. Non sa che dietro quel marchingegno c’è quella fanciulla nascosta.
L’allarme continua a suonare e non comprendendo il come sia fuggita, il ragazzo si allontana di lì dimenticando la pistola a terra.
Quella stessa arma viene raccolta dalla ragazza che incomincia ad osservarla da vicino, mentre la recluta arriva sul ponte dove vede il capitano continuare a girare il timone per tenere la rotta. A quanto pare hanno trovato una nuova nave da saccheggiare.
Incominciano a scendere e cercare qualsiasi cosa abbia quella nave. Yama è ancora scosso da quanto successo e non si rende conto di essere disarmato.
Non c'è cosa peggiore di stare su una nave altrui senza un arma per difendersi.
Iniziano a colpirlo, ma grazie all’aiuto di Yuki riesce a scamparla con qualche ferita di striscio sulla spalla.
“Ehi, dov'è la sua pistola?” Gli chiede la ragazza vedendolo cercare lungo la cintura.
“Diamine! L'ho lasciata a bordo.” Le rivela ricordandosi l’accaduto.
“Prendi la mia e seguimi!” Gli ordina dandogli l’arma tra le mani e iniziando a camminare tra quei corridoi arrivando nel loro intento di rubare ciò che quella nave possiede.
Ritornano a bordo e Yama va nella direzione dove ha lasciato l’arma, ma non c’è traccia. Non la trova.
“Qualcosa non va?” Gli domanda Tadashi vedendolo perplesso.
“Che strano. Eppure ero sicuro di averla lasciata qui.”
“Sei sicuro?”
Continua a domandare Yuki avvicinandosi al ragazzo.
“Forse l’avrà presa quella ragazza.”
“Quale ragazza?”
Continua a chiedergli l’amico preoccupato, mentre Yama gli riferisce l’accaduto:“C’era una ragazza in quella stanza, ma è scomparsa appena sono arrivato nei pressi del motore.”
“Quindi l’hai vista anche tu.”
Interrompe la discussione Yattaran avendolo notato anche lui tempo fa e suscitando curiosità in Yuki:“Di che parli?”
Si dice che è l’anima del motore. Tutto ciò che accade all’Arcadia è risieduto al suo interno. Infatti il capitano non vuole che ci avviciniamo per questo. Le espulsioni di gas del motore possono danneggiare la visione e farci vedere quest’anima che va e viene.”
“Anima? Ma che dici? Era reale.”
Incomincia ad alterarsi il ragazzo convinto di ciò che ha visto.
La questione si fa scottante e iniziano a discutere se quel che Yama ha visto è vero oppure no. Tutto quel fracasso richiama l’attenzione del capitano che sta girando per la sua nave.
“Che sta succedendo?”
“Nulla capitano. Yama sembra aver visto il fantasma del generatore.”
Spiega Tadashi facendo andare su tutte le furie il ragazzo.
“Non era un fantasma. Era una persona in carne ed ossa. Ha preso anche la mia pistola!” Cerca di farsi valere, ma contrariamente come affermato da lui, l’arma viene ritrovata nel modo più strano esistente, ovvero viene riportata da Tori che la fa cadere sulla testa della recluta e si posa sulla spalla del capitano.
“Scoperto il mistero. La pistola l’ha presa Tori.” Ragiona Yattaran, ma quel pensiero non piace per nulla al ragazzo che è ancora convinto di ciò che ha visto.
Io vi dico che non è stato lui! Ho visto una ragazza. Ne sono sicuro.”
“Va a riposarti. Probabilmente sarà lo stress.”
Ipotizza Yuki non credendo ad una sola parola detta dal compagno.
Esausto da quel comportamento, Yama si allontana vedendo la cocciutaggine della ciurma. Nessuno lo credo, o almeno è quel che pensa poiché Harlock è l’unico a capire cos’è realmente successo.
Incomincia ad avanzare e andare verso il motore, ma viene seguito dalla sua sottoposta Yuki che lo vede guardare quell’enorme marchingegno.
“Capitano…” Lo chiama vedendolo lì immobile. 
L’uomo si volta e comincia a fissarla chiedendo: “Cosa c’è?”
“Non crederà davvero a tutta quella storia? Insomma! Siamo su questa nave da anni e nessuno meglio di noi può conoscerla.”
“Vi ho detto mille volte di non avvicinarvi a questo motore e non voglio ripetervelo ancora.”
Interrompe alterato dalla questione, per poi voltarsi e andare nelle sue stanze inconsapevole di ciò che sta architettando Yama.
Egli non sopporta di non essere creduto e di conseguenza non vuole passare per pazzo o bugiardo.
Vuole trarre in trappola colei che ha visto e sa che per farlo deve avere qualcuno dalla sua parte, ma l’unico che sembra aver visto quella ragazza oltre lui è Yattaran.
“Sei sicuro che non sia un fantasma?”
“Beh… se è un fantasma non verrà mai preso da noi. Se riusciamo a prenderlo, probabilmente è qualcuno che si è infiltrato e il capitano non può far altro che premiarci. Non trovi?”
Presume il ragazzo facendo sorride il compagno.
“Ottima trovata.”
“Che state architettando?” Domanda Yuki vedendo i due di soppiatto, lungo il corridoio che conduce al motore.
In quel preciso istante, la ragazza misteriosa esce dal suo nascondiglio. È consapevole che qualcuno la sta spiando e attende la sua uscita. Purtroppo non può starsene così e non uscire.
Ha fame e il capitano non è ancora passato a portarle del cibo. Non riesce ad attendere ancora e deve vedersela da sola.
Prende una strada secondaria, quella che di solito tende a prendere Miime, ovvero lungo le tubature che conducono alle due tombe.
Strisciando arriva proprio sulla tomba di Maya, ma purtroppo non c’è altra strada che scendere e risalire sull’altro lato poiché i tubi sembrano molto deboli in quella zona.
Lentamente, inizia a scendere sperando di non essere scoperta, ma purtroppo fa troppo rumore e attira la loro attenzione.
“Cos’è stato?” Incomincia a chiedere Yattaran tirando fuori l’arma e voltandosi verso la stanza dov’è nascosta la ragazza.
“Tubi. Sta salendo lungo i tubi.” Ipotizza Yama cominciando a correre in quella direzione, ma della tipa non c’è traccia.
Alzano il volto guardando lungo le tubature, ma sembra non essere lì, quando un rumore di passi, simile ad una corsa attira l’attenzione di Yuki.
“Da questa parte!” Avverte correndo nella direzione in cui provengono i passi.
Purtroppo, la ragazza misteriosa viene scoperta e, appena gira l’angolo, si ritrova dinanzi a Tadashi. Lo scaraventa a terra e continua la sua corsa per non essere presa.
Nel giro di poco tempo, dopo una lunga lotta a mani nude, è costretta ad arrendersi.
Yattaran l’ha catturata usando una trappola piazzata in quel corridoio che, durante il suo passaggio, è scattata facendola finire a terra e contemporaneamente cadere una coperta addosso. È circondata. Non ha scampo. Yama le salta sopra, sulla schiena, per evitarle la fuga e dinanzi a lui ci sono Tadashi e Yuki armati, mentre dietro c’è Yattaran.
La ragazza continua ad agitarsi, ma non sa come fuggire finché non arriva il capitano.
“Capitano!” Chiama la bionda seguita da Tadashi che l’avverte sull’accaduto sintetizzando con un:“L’abbiamo presa!”
L’uomo ha tra le mani un sacchetto con dentro una bottiglia di vino rosso e del cibo. Sorpreso, incomincia a domandare: “Cosa?”
“Abbiamo preso l’intruso!” Informa Yama alzandosi da dosso alla ragazza e togliendo la coperta.
Le armi sono tutte puntate su di lei. 
“Ci ha fatto sudare questa bastarda!” Continua a spiegare Yuki tenendo il fucile puntato sulla donna dal volto ancora coperto dalla sciarpa, ma la questione si presenta più strana del previsto.
Harlock avanza verso la tipa e incomincia a rimproverarla:“Sbaglio o avevo detto che non saresti dovuta uscire.”
La castana alza lo sguardo verso colui che le sta parlando, guardandolo scontrosamente. In fondo come darle torto. Se è uscita dal suo covo è solamente perché ha fame.
Quell’atteggiamento del capitano, però, mette parecchi punti interrogativi nelle menti dei presenti. Com’è possibile che conosca quella persona? Perché le parla così e chi è quella ragazza?
Questo è ciò che la maggior parte si chiede in quel preciso istante.
L’uomo sospira e incomincia a guardare le sue reclute ordinando: “Abbassate le armi!”
“Cosa?”
Chiedono sorpresi in coro abbassando le armi e vedendo una scena surreale.
Quell’uomo taciturno, il capitano di quella nave, prende la fanciulla tra le sue braccia, notando la caviglia ferita dalla corda troppo stretta della trappola architettata.
Senza aggiungere parola, si allontana con quella ragazza tra le braccia, lasciando sorpresi i presenti. 
La porta in infermeria dove il dottor Zero incomincia a fasciarle la ferita.
“Non l’ho mai vista su questa nave. È una nuova recluta?” Domanda incuriosito il dottore guardando il capitano che non proferisce parola così come non fa neanche la ragazza. Quel silenzio mette i brividi a colui che la sta medicando e non può far almeno di uscire da quella stanza e lasciarli soli un attimo, ma quel silenzio viene subito interrotto da quest’ultima che cerca di far notare le sue esigenze.
“Ho fame.” 
Harlock incomincia ad osservarla. Sa che non sarebbe mai uscita senza un motivo valido e comprende anche che è più di un giorno che non mangia. Non a caso ha con se del cibo, proprio perché è consapevole della situazione in cui si trova.
“Tieni!” Le dice dandole del pane che è in quella busta. 
La ragazza lo afferra e, togliendosi la sciarpa e mostrano meglio il suo volto, inizia ad addentarlo, per poi chiedere: “Che si fa ora? Sanno di me.”
L’uomo apre la bottiglia di vino e prende il bicchiere che ha con se in quella borsa, cominciando a versarne un po’ e assaporare quel nettare riflettendo sulla questione.
Non vuole farla battere. Vuole proteggerla, ma non può fare altrimenti. Deve farla sembrare una nuova recluta.
Se sapessero del loro vincolo, probabilmente la cercherebbero in ogni angolo.
L’ha tenuta al sicuro fin da bambina, anche se non con lui. 
Il motivo per cui è sempre sceso sulla Terra, non è solo Mayu, ma anche lei finché le cose non si sono complicate ulteriormente.
L’hanno quasi trovata e lui non ha potuto non ringraziare Esmeralda per il suo aiuto e per averla tenuta con se per più di dieci anni e averla cresciuta come se fosse stata figlia sua, ma comunque non ha potuto trattenerla.
Quella ragazza, appena diventata venticinquenne, ha deciso di stare accanto alla persona più importante della sua vita e Harlock non ha potuto tirarsi indietro ritenendola anch’egli nello stesso modo.
Ecco che si volta e incomincia ad osservarla, accarezzandole i capelli e tendendole quel bicchiere che lui ha sorseggiato già.
La piccola donna sorride e afferra quel calice iniziando a sorseggiare anche lei, consapevole della decisione dell’uomo che ha dinanzi.
“Recluta?” Gli domanda per esserne sicura e il capitano non può non annuire e rispondere:“Esattamente.”
Quella mano tra i capelli della ragazza e l’affetto provato tra i due non può non saltare all’occhio di chi si trova davanti.
Il dottor Zero li trova una accanto all’altro a manifestare quell’amore attraverso le carezze che il capitano non le ha mai fatto. 
Ne rimane sorpreso, ma non sembra essere l’unico. Anche Yuki, andata lì per verificare ciò che è successo e ciò che realmente è, ne rimane incredula. Non sa il rapporto tra quella ragazza e il capitano e vederli vicini la confonde.
Possibile che quella tipa sia la ragazza di Harlock? Questo è ciò che incomincia a chiedersi la bionda osservando quella scena.
L’uomo si alza dal letto, vedendo troppi occhi su di lui, allontanandosi dalla donna misteriosa e avvicinandosi alla sua recluta.
“C-capitano…”
“Prenditi cura di lei.”
“Cosa?”
“È una nuova recluta. Non si è ancora ambientata.”
Sintetizza il capitano andandosene via e lasciando la ragazza nelle mani di Yuki.
La bionda inizia ad osservarla.  
Anche se assomiglia tremendamente al capitano, non sa che rapporto c’è tra di loro.
Incomincia ad avanzare verso la castana, ancora sul letto a mangiare quel pane e a bere quel calice di vino.
Sembra avere il suo stesso atteggiamento, scontroso e tacito, lo stesso volto stanco e scavato, ma anche estremamente bella con quella fisionomia così simile al capitano.
La ragazza alza lo sguardo sentendosi osservata e inizia fissare quella donna dai capelli biondi dinanzi a se.
“Che vuoi?”
“Il capitano mi ha detto che sei una nuova recluta e che devo badare a te.”
“So badare a me stessa, grazie dell’attenzione.”
Le risponde alzandosi dal letto e prendendo la bottiglia di vino che Harlock le ha lasciato sul comodino, per poi allontanarsi.
Zoppica, il che fa presupporre che le faccia male la caviglia.
“Mi spiace per prima. Credevamo fossi un fantasma o un intruso.”
Ma quelle parole sembrano non arrivare a quella tipa, tanto che continua a camminare allontanandosi da Yuki.
“Aspetta! Qual è il tuo nome?” Le continua a chiedere.
Inaspettatamente, la fanciulla si ferma voltandosi a guardarla e pronunciando: “Iris.”
“Che?”
“È il mio nome.”
Le spiega sinteticamente, per poi continuare ad allontanarsi. 
Le domande nella mente della bionda si fanno sempre più vere e vive.
Chi è questa Iris e perché le sembra così simile al capitano?  Il mistero si infittisce sempre di più. 
Possibile che ci sia una connessione tra i due?

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.



La scoperta di Yama ha lasciato perplessi molti su quella nave, soprattutto il comportamento del capitano nei confronti di questa misteriosa ragazza, Iris.
I punti interrogativi continuano ad aumentare. Il volto scoperto di quella tipa confonde ancor più i presenti.
Yuki deve badare a lei, ma sembra che la fanciulla non vuole una balia, anzi.
Se ne sta sulle sue, lontano da tutto e da tutti a sorseggiare il vino dato dal capitano.
“La nuova recluta è strana.” Incomincia a mormorare la bionda osservandola da lontano, vedendola sulla finestra del corridoio ad osservare lo spazio.
Naturalmente, ha ancora tra le mani quel calice di vino che di tanto in tanto sorseggia.
Yattaran, vedendo quel comportamento, inizia a scherzarci su: “Sembra la copia al femminile del capitano, non trovi?”
“Ma che dici? Secondo me è solo la tua impressione.”
Gli risponde la ragazza, anche se perplessa.
Yattaran ha ragione. Sembra la copia spudorata del capitano in versione femminile e non è l’unico ad essersene accorto.
“Mi chiedo perché mai se ne sta sempre sulle sue.” Si introduce Yama notando la strana espressione pensierosa della tipa.
“Non riesce ad ambientarsi, credo…” Ipotizza Yuki, ma la realtà ne è un’altra.
Iris, nel suo rifugio, ha lasciato qualcosa di importante per lei e Harlock sa bene cos’è e quanto ci tiene a quella cosa.
Senza fiatare, il capitano avanza verso la fanciulla isolata dal resto del gruppo. Ha tra le mani un nastro, una registrazione audio. Si avvicina sempre di più ad Iris e senza dir nulla si ferma.
La castana, sentendosi osservata, si volta vedendo l’oggetto tra le mani dell’uomo. Quello stesso oggetto che lei ritiene importante e che solo loro sanno cos’è realmente. Il capitano glielo tende per darglielo e la ragazza lo afferra incominciandolo a fissare, dopodiché alza lo sguardo facendo un semplice sorriso che lo allontana.
Quell’oggetto misterioso attrae l’attenzione dei tre che decidono di farsi avanti.
“A quanto vedo te la intendi con il capitano.” Le dice alterata la bionda non comprendendo il motivo di tanto riguardo.
Nessuno lo comprende, ma Yuki è realmente presa per Harlock e vederlo così legato ad un’altra donna non è di conforto. 
La vede come una rivale. Come qualcuno che vuole rubarle il suo uomo e adorato capitano, ma la realtà è ben diversa e la ragazza non ne è a conoscenza.
Quel tono alterato della tipa sembra irritare Iris che si volta verso di lei, con quello sguardo tra l’indifferente e l’ignoto, ribattendo: “Cosa vuoi?”
“È da un po’ che l’ho notato. Che rapporto c’è tra te e il capitano?”
“Importa qualcosa?”
Comincia a chiedere la castana continuando ad osservare il vino nel calice.
Alterata da quell’atteggiamento misterioso e riservato, con un pizzico di indifferenza, la bionda fa un gesto sconsiderato. Le strappa dalle mani quel bicchiere e senza volerlo cade a terra rompendosi. 
Quel vetro in frantumi sembra ricordare qualcosa nella mente della ragazza, ma questo Yuki non può saperlo. 
Alza gli occhi, sentendosi minacciata dalla biondina che ha di fronte. Quello sguardo indifferente si trasforma man mano. Sembra essersi innervosita, ma il tono calmo li confonde ulteriormente.
“A quanto vedo qualcuno si è presa una bella cotta, eh?”
“Cosa?”
“Tranquilla. Non c’era bisogno di fare questa sceneggiata.”
Le spiega sinteticamente alzandosi dalla finestra e abbassandosi a raccogliere quei vetri da terra.
“Yuki, davvero tu…?” Le domanda incredulo Yattaran non avendo ancora compreso della cotta della ragazza.
Sentendosi umiliata e scoperta, la bionda si allontana lasciando la castana a raccogliere quel calice da terra.
Yama, vedendola stranamente triste e malinconica, si avvicina ad Iris, accovacciandosi a terra per aiutarla.
Entrambi non proferiscono parola, ma sembra che il ragazzo le sia di supporto. Sorride e si alza da terra con quei frammenti tra le mani, mettendoli nel cestino più vicino.
“Mi spiace per Yuki. Lei è… presa dal capitano.”
“L’ho notato.”
“Mi spiace anche per l’altro giorno. So che ti faceva male la ferita.”
“Tranquillo. È passato ormai.”
Lo rassicura per poi avvicinarsi alla finestra e riprendere quel nastro che ha appoggiato lì iniziando a fissarlo.
“Comunque non ci siamo ancora presentati. Io sono Yama.” Si presenta tendendole la mano, ma la tipa è stanca di parlare.
Con quel nastro tra le mani, si allontana dal ragazzo mettendo ancora più domande nella sua mente.
È un’ottima osservatrice ed ha scoperto i sentimenti di Yuki così facilmente. Inoltre, ha davvero qualcosa di strano. Non zoppica più e la ferita sembra essersi rimarginata da un giorno all’altro con estrema facilità, mentre Yama quella piccola ferita di striscio sul braccio ce l’ha ancora.
Possibile che ci sia qualcosa che sfugge all’equipaggio? 
In quel preciso istante, Harlock si ritrova a camminare presso le sue stanze. 
Lì Miime lo attende. Ha del buon vino che non può non sorseggiare standosene seduta sulla sedia.
Il capitano avanza verso la sua poltrona e l’aliena le tende un calice dicendo: “Qualcosa non va?”
Stanco da ciò che gli sta accadendo attorno e preso dal peso di Iris al bordo come recluta, l’uomo afferra quel bicchiere sedendosi.
Il rapporto che c’è tra Miime e Harlock è molto profondo.
L’aliena conosce segreti sul capitano che non ha mai rivelato a nessuno. 
Ella comprende bene le sue preoccupazioni. Sa che quella ragazza rappresenta molto per lui.
“Cos’è che ti angoscia? Hai litigato di nuovo con lei?”
“No. È questa assurda situazione che mi preoccupa. Il fatto che sia diventata una mia sottoposta…”
Le rivela incominciando a sorseggiare il vino per poi chiedere: “Che dovrei fare? Non capisco perché si ostina a voler un incarico.”
“Beh... dovresti saperlo. Vuole seguire le tue orme e diventare come te. In fondo... non ha avuto altre guide.”
“Lo so, ma davvero non riesco a capirla.” 

Il capitano sospira per riprendere fiato. Si alza dalla poltrona, avvicinandosi alla finestra per guardare il cosmo pensieroso mormorando: “Ah... se solo Maya fosse qui forse...”
“Non credo che a lei importerebbe.”
Lo interrompe facendolo voltare e domandare:“Cosa?”
“È mai possibile che non te ne accorgi? Lei fa di tutto per assomigliarti e solo perché ha fiducia in te. Vuole la libertà di esprimersi, di amare e di essere liberamente ciò che tu non le permetti di essere...”

Il capitano incomincia a fissare Miime. Dopotutto l'aliena ha ragione. Lui non le ha mai permesso di essere la cosa più semplice, una famiglia. 
Non ha mai permesso a Iris di essere sua figlia e chiamarlo semplicemente papà, così come lui non ha mai voluto accettare il pensiero di avere una figlia. Per lui, quella ragazza costituisce qualcosa di più dell’essere una figlia. 
Per lui Iris è un ricordo, una vita, una speranza, per il semplice motivo che lei gli ricorda tremendamente quella donna che ha amato di nome Maya.
Il sospiro affannoso di Harlock si fa sentire durante quei pensieri.
Si volta nuovamente verso la finestra.
Che dovrà mai fare con lei? 
Non vuole mostrare quella debolezza, ma non vuole neanche lasciarla battere nelle guerre sanguinose che dovrà affrontare.
Sa che è cocciuta proprio come lui e non si tirerà indietro. Ormai è una recluta e come tale si comporterà, ma c’è anche un’altra cosa che lui non comprende.
Com’è possibile che non riesce a socializzare? 
E mentre questi pensieri affiorano nella sua mente, l’allarme incomincia a suonare.
Una flotta nemica gli viene incontro. 
È l’armata della Gaia Sanction che da quando è stato ucciso l’ufficiale supremo, non ha smesso di stare sulle tracce di Harlock.
Come tutti sanno, se c’è un alleato c’è necessariamente anche un rivale e al nostro capitano non fanno eccezioni. 
Essendo noto come pirata spaziale, si è fatto molti nemici, soprattutto dopo la guerra di Come Home.
Il capitano sale velocemente sul ponte dove Yattaran lo informa della situazione: “Flotta nemica in avvicinamento.”
“Capitano, che si fa?”
Gli domanda Yuki vedendo sul radar ciò che sta accadendo.
“Attivate il motore Dark Matter. Li sorpasseremo.”
“Non credo sia una buona idea.”
Interrompe Iris salendo sul ponte e sentendo la strategia di Harlock.
“Silenzio. Il capitano ha fatto la sua scelta!” Cerca la bionda di far tacere la castana, ma il comandante si volta verso la ragazza domandando: “Hai altri piani?”
Iris si avvicina. Ha tra le mani un computer portatile di ultima generazione. 
Lo apre, sedendosi accanto all’uomo e incominciando a battere su quei tasti informandolo: “L’ultima battaglia vi hanno catturato perché conoscevano le vostre strategie. Vi bloccheranno non appena seguirete fronte avanti. L’unica scelta è pensare l’impensabile.”
“Che intendi dire?”

“Dobbiamo dividerci in due gruppi, uno che aziona i cannoni e distrugga le piccole flotte, ma per farlo dobbiamo contemporaneamente assaltarli e coglierli di sorpresa.”
Il capitano sorride dinanzi a quel piano affermando: “Bene. Fate come dice.”
“Ma, capitano…”
Tenta Yuki di farlo ragionare, ma è tutto vano.
“È un buon piano. Dobbiamo coglierli di sorpresa. Prendete le navicelle e attaccateli, mentre attiviamo il motore. Dividetevi e andate anche nei cannoni. Sarà un ottimo assalto.”
“Si… capitano…”
Annuisce la bionda allontanandosi dalla postazione insieme a Yama e Yattaran.
La ragazza, avanzando, guarda la castana che chiude il suo portatile.
Iris si alza per raggiungerli, quando Harlock la blocca: “Tu non scendi.”
“Cosa? Ma questa è anche la mia battaglia.”
“Ho detto di no.”
Si oppone, ma la ragazza è determinata: “Ma…”
Quell’atteggiamento fa sorridere l’uomo che le poggia la mano sulla spalla: “Deve esserci qualcuno ai cannoni. Va lì e applica la tua strategia, mentre io penso a guidare la nave.”
“Si, signore.”
Gli risponde senza fare storie andando diritto nella postazione.
“È piena di risorse.” Nota Miime vedendola andar via, mentre il capitano si alza prendendo tra le mani il timone.
“Miime… accendi il motore.”
“Si, capitano.”

L’aliena esegue gli ordini e dal corpo del capitano esce fuori un alone viola generato dal gas di quel motore, ma sembra non essere l’unico.
Anche alle spalle di Iris fuoriesce la strana sostanza gassosa, proprio mentre punta i cannoni sui bersagli.
È qualcosa di inspiegabile che fortunatamente non è visto da nessuno.
Con grande stupore, il piano ideato dalla ragazza funziona. 
Tadashi e gli altri si ritrovano dinanzi alla conquista di quella flotta così facilmente che gli sembra quasi uno scherzo.
“Kei, hai visto?” Le domanda il ragazzo sorpreso, ma non è l'unico. 
La bionda ha la pistola tra le mani e non può credere che quella conquista sta riuscendo così facilmente.
“Quella ragazza è un genio!” Esclama Yattaran trovandosi a scaraventare per aria più di dieci persone alla volta.
Peccato che quell'esercito, più avanti vanno e più diventa difficile da gestire, ma grazie all'intervento del capitano, tutto fila per il verso giusto o almeno è quel che sembra.
Fanno ritorno sulla nave, ma qualcosa non quadra.
“Ragazzi? Dov'è Yama?” Chiede Yuki accorgendosi della sua assenza.
“Iris? Puoi rintracciare le sue coordinate?” Domanda il capitano sapendo del grande potenziale che quella ragazza ha nel rintracciare o pianificare qualcosa.
Egli crede fosse sulla nave, dietro di lui, ma solo in quel momento Harlock si rende conto dell'assenza della ragazza: “Iris?”
“Credo che sia rimasta su quella nave.”
Avverte Miime facendo voltare sorpreso il capitano.
“Cosa? Sbaglio o ti avevo chiesto di tenerla d'occhio?”
“Mi spiace, non sono riuscita a trattenerla.”

Intanto, sulla nave nemica, Yama è stato preso d'assalto dall'esercito.
“Maledizione!” Dice vedendo la spalla ferita dal proiettile. 
È nascosto dietro a delle scatole e si stanno avvicinando. Sono quasi da lui, quando qualcuno, con un balzo, riesce a mettere fuori uso le luci raggirando le guardie e mettendole l’uno contro l’altro, facendoli ammazzare a vicenda.
Sentendo le urla di dolore, il ragazzo si volta vedendo Iris dietro di lui. 
Ha tra le mani una delle spade di Harlock e sembra utilizzarla davvero con classe.
“Wow... non pensavo che sapessi usarla.”
La castana si avvicina, accovacciandosi dinanzi a lui.
Guarda la ferita domandando: “Fa male?”
“Si, ma riesco a continuare.”
“Bene.”
Risponde la tipa alzandosi e guardandosi intorno. 
Tutto sembra morto, tranne qualche comandante ferito che tenta invano di scappare ai due.
Yama afferra la pistola puntandogliela contro, ma Iris la prende facendo abbassare la mira.
“Lascialo andare. Tanto non tornerà a casa. Ha condizioni pessime, inoltre il capitano ci starà aspettando.” Fa ragionare, per poi voltarsi e fare ritorno sulla nave.
Il loro rientro non è dei migliori e il capitano sembra furioso con Iris.
“Ti avevo detto di non lasciare la nave.”
“Intanto, se non l'avessi fatto, un tuo sottoposto sarebbe morto.” 
“Non mi interessa. È stato un atto nobile, ma tu devi eseguire i miei ordini.”
Annuncia il capitano per poi guardarla e notare il suo volto basso, quasi come se non lo ascoltasse neanche.
“Hai capito che ho detto?” Le domanda vedendo quasi indifferenza da parte sua.
La ragazza sospira per poi alzare il volto e rispondere quasi seccata con un:“Si, signore.”
In quel preciso istante, il capitano si guarda attorno e nota la ferita sul braccio di Yama. 
Sa che Iris ha aiutato realmente quel suo sottoposto e non può non abbassare il volto e darle le spalle per poi dire:“Per il resto, ottimo lavoro...” 
Con questo si allontana da lei e dagli altri lasciando tutti perplessi e con delle domande nella mente.
Perchè Harlock ha così riguardo per lei? Possibile che sia così importante per quel comandante?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3648854