Miniaturizzato di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Partenza ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Rimpicciolito ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Goku viene rapito ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Nelle fauci del lupo ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Come in A Way Out ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Annin ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Il fratello di Annin ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Notte di sospiri ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Il cerchio spaventoso del loto bianco ***
Capitolo 10: *** Cap.10 La fine di Annin ***
Capitolo 11: *** Cap.11 La profezia radiosa dell'amore ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Partenza ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.1
Partenza
“Mi
raccomando Kakaroth, non fare danni mentre sono
via, ci tengo a ritrovare la Terra intera quando torno” lo
richiamò il principe
dei saiyan. Era in piedi sulla rampa di metallo della navicella.
“Urca,
che saluto bizzarro” disse Goku, grattandosi la
testa.
Gohan
si affacciò dalla navicella.
“Papà,
ha ragione Vegeta, se ci dovessero essere dei
guai, chiamaci”. Aggiunse.
“State
esagerando. Goku è l’eroe della Terra, se la
saprà cavare!” gridò Bulma
dall’interno.
Vegeta
entrò scuotendo il capo.
“Lo
sarà anche stato, ma adesso non è più
giovanissimo” disse Pan, entrando a sua volta nella navicella.
“Adesso
basta! Andiamo” si lamentò Bulma con tono
altero, Gohan si affrettò a tornare dentro la navicella.
Il
piccolo Goshin, alto fino al ginocchio di Goku,
afferrò la mano del nonno.
“Non
preoccupatevi, resto io con lui” scherzò.
Vetrunks
lo salutò sbadigliando ed entrò dentro la
navicella, seguito dal padre che teneva in braccio i suoi figli
più piccoli:
due gemellini neonati.
“Tesoro,
sono così eccitata. Vedremo un vero pianeta
alieno” disse Videl, seduta accanto a Gohan.
Bra
riacciuffò la figlia più piccola che aveva
cercato
di scappare dalla navicella.
“Goku,
sei proprio sicuro che vuoi tenere Goshin con
te?” domandò.
Goku
annuì.
“Quella
gara di arti marziali è davvero importante per
lui” disse.
Goshin
strinse di più la fascetta rossa che aveva alla
fronte.
“Nonna
Chichi dice anche che non posso perdere un
altro compito in classe. Anche se ho solo otto anni, ma la mia media
scolastica
è un disastro” ripeté a memoria.
Junior
sbuffò.
“Io,
però, volevo venire” si lamentò.
Elly
gli posò un bacio sulla guancia.
“La
Terra non può perdere tutti i suoi migliori
guerrieri. Tranquillo, io e tuo figlio andiamo a conoscere il
primogenito di
Reghina e torniamo subito” lo rassicurò.
Il
namecciano sbuffò rumorosamente.
“May,
piccola, sicura che non vuoi rimanere con me e
la mamma?” chiese Goku.
“Non
preoccuparti papà, i fratelloni Gohan e Goten si
occuperanno di me tutto il tempo” lo rassicurò May.
<
Non voglio assolutamente perdermi un’avventura
così > pensò.
|
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Capitolo 2 *** Cap.2 Rimpicciolito ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di C L: Rimpicciolimento.
Cap.2
Rimpicciolito
La
luce dell’alba filtrava dalla finestra, un raggio
rosato andò a ferire gli occhi di Chichi.
Quest’ultima
si destò sbadigliando, i lunghi capelli
neri le ricadevano scarmigliati intorno al viso. L’aria
fresca le pizzicò le
gote e il canto degli uccelli che veniva da fuori risuonò
nella camera da
letto.
Guardò
Goshin appisolato nella brandina ai piedi del
suo letto matrimonio e si voltò, soffocò un
gemito mettendo la mano davanti
alla bocca. Nel posto del marito, c’erano i suoi vestiti
abbandonati e
spiegazzati, ma mancava il saiyan.
“Oh,
Goku…” gemette con tono sconvolto.
<
Non si è mai svegliato prima di me e di certo non
avrebbe lasciato i vestiti in questo modo… Mi ricorda
tantissimo quello che
Cell faceva alle sue vittime. Kami-sama, ti prego, fa che…
> pensò.
“Chichina,
sono qui!”. La voce di Goku risuonò lontana
e ovattata, leggermente più stridula.
Chichi
scostò una delle maniche del pigiama del marito
ed iniziò a gridare in preda al terrore.
Goshin
si svegliò di soprassalto e si alzò in piedi
sulla brandina, una spallina del pezzo di sopra del suo pigiamino
bianco a
pallini neri gli scivolò più in basso.
“Nonna,
cosa succede?” chiese, guardando la donna
ancora seduta sul letto, in lacrime.
Nella
sua mano c’era un omino dalla capigliatura a
cespuglio, che si stava stiracchiando, con aria tra
l’assonnato e il
preoccupato.
“Nonno!”
gridò Goshin, sgranando gli occhi. Raggiunse Chichi
a gattoni sul talamo matrimoniale e guardò il saiyan
rimpicciolito.
“Urca,
sarà colpa di qualche malvagio” disse Goku.
Chichi
recuperò un fazzoletto di carta dal comodino,
ne strappò un lembo e lo trasformò in un
gonnellino.
Goku
cercò di lanciare un’onda energetica, ma dalle
sue mani non fuoriuscì nulla.
“Accidenti!
Ho perso i miei poteri! Come farò a
combattere?!” piagnucolò.
“Io
mi ritrovo con un marito miniaturizzato e tu ti
preoccupi dei combattimenti?!” lo richiamò Chichi
con voce rauca.
Goku
si guardò i piedi con aria contrita e sospirò, i
suoi occhi mori divennero liquidi.
“Oh,
scusa amore. Sono solo tanto preoccupata” gemette
Chichi.
“Io
vado a lavarmi” disse Goshin, correndo via.
Goku
si grattò i capelli mori.
<
Probabilmente pensa anche lui che ci sarà da
combattere. Dannazione, in questo momento sono inutile >
pensò.
“Nemmeno
a me piace questa situazione” si lamentò. Il
suo viso si deformò in una smorfia di tristezza.
Chichi
utilizzò l’altra mano per asciugarsi le
lacrime.
“Oh,
Goku. Così gigantesca devo sembrarti un mostro.
Ora sicuramente non potrai amarmi più” si
lagnò.
“Non
è vero Chichi, sei davvero bellissima. Anzi, se
alzi la mano, ti faccio vedere…” disse Goku.
Lei
obbedì e lui si premette contro le labbra di lei,
Chichi avvampò.
Si
udì il rumore di qualcosa che andava in frantumi.
Chichi
lo adagiò sul comodino, accanto alla base della
lampada.
“Aspetta
qui, vado anche io a vestirmi. Torno subito” disse.
Si alzò in piedi e si allontanò, Goku
guardò le sue forme, in quel momento
titaniche, che s’intravedevano attraverso la sua leggera
camicia da notte
bianca.
Udì
un ronzare fortissimo e cadde all’indietro,
coprendosi le orecchie, vedendo una mosca volare sopra di lui. Gli
apparve
gigantesca.
Sbuffò
e si voltò, vide se stesso in una fotografia
appoggiata davanti a lui e si appoggiò alla cornice di legno.
“Ora
sono grande quanto te, potrei anche io essere
incorniciato” scherzò.
<
Anche se tu sei molto più giovane e il Gohan che
tieni tra le braccia è ancora un bambino timido e impacciato
> pensò.
Chichi
corse nuovamente in camera, aveva lasciato i
capelli sciolti e indossava una magliettina rosa e dei pantaloncini di
tela
azzurra.
<
Non l’ho mai vista vestita così. Evidentemente
per far prima ha afferrato i primi vestiti che ha trovato…
sembrerebbero alcuni
di quelli che Videl ha dimenticato qui > pensò Goku.
Chichi
gli porse una mano e Goku vi saltò di sopra,
afferrandosi saldamente a una delle longilinee dita della moglie.
La
donna lasciò la camera da letto, Son ingoiò una
serie di grida, tenendosi saldamenti a gattoni sul palmo. Strinse gli
occhi e
deglutì saliva quando si ritrovò a fronteggiare
la moglie che scendeva le
scale, una volta arrivati alla cucina si lasciò sfuggire un
sospiro di
sollievo.
Chichi
lo adagiò delicatamente sul tavolo.
“Goshin…”
disse al nipote, mentre apparecchiava con
delle tovagliette, attenta a non schiacciare il marito.
“Sta
attento che non capiti niente a tuo nonno mentre
preparo la colazione” ordinò, dirigendosi ai
vicini fornelli.
Goshin
annuì e si accomodò su una sedia, dimenando i
piedini, osservando le nuove fattezze del nonno.
Goku
si lasciò cadere seduto e si grattò la testa.
<
Se provo a prendere la mia solita tazza di latte
ci annegherò dentro. Oh nonno Gohan, aiutami tu >
pregò, congiungendo le
mani.
Chichi
mise a tavola un’omelette condita con qualche
foglia d’insalata.
“Questa
dovresti riuscire a mangiarla anche così”
disse la donna.
“Oh,
grazie, nonno Gohan” sussurrò Goku.
Balzò sulla
frittata ed iniziò a mangiarla con entrambe le mani,
addentandola
rumorosamente.
“L’appetito
saiyan non si è rimpicciolito a sua volta,
a quanto vedo” borbottò Chichi.
Goshin
sgranò gli occhi, guardando esterrefatto il
nonno divorare la porzione enormemente più grande di lui.
Goku
si accasciò sul piatto, tenendosi il ventre
rigonfio con entrambe le mani, lasciandosi andare a un lungo sospiro
soddisfatto.
Goshin
ridacchiò.
“Nonna,
Nonna. Io esco! Provo a chiamare zio Junior, lui
è il Demon Prince. Magari può spezzare
l’incantesimo!” propose.
“Prima
mang…”. Iniziò a dire la donna, ma vide
che il
nipote era già corso via. Sospirò, scuotendo il
capo.
“Quel
bambino non ha solo il tuo aspetto, ma anche il
tuo carattere disubbidiente” si lamentò, dimenando
un cucchiaio di legno.
Goku
si accorse che la donna si era messa alla cintola
un grembiule bianco decorato da fiori lilla.
<
Sarà la prospettiva, ma oggi mi sembra più bella
di quanto sia mai stata > pensò.
Chichi
lo raggiunse e lo sollevò, Goku si tappò con
entrambe le mani la bocca per non urlare di sorpresa.
<
Nonostante tutto, sempre meglio di quando Vegeta
Oozaru mi ha quasi schiacciato tra le mani > pensò.
“Ho
un’idea” disse Chichi. Se lo appoggiò
sulla
spalla, Goku si afferrò con entrambe le mani al suo vestito,
scansando una
ciocca di capelli. Si mantenne in equilibrio a fatica, mentre la donna
sparecchiava. Le sfiorò con la testolina sotto la guancia un
paio di volte.
Chichi
recuperò una scatolina contenente ciò che le
serviva per rammendare e si accomodò a una sedia vicino alla
finestra.
Son
inarcò un sopracciglio, mentre Chichi trasformava
la stoffa di un foulard in una piccola tutina arancione.
“Prova
questo” disse, porgendo i vestiti improvvisati
al marito.
Quest’ultimo
si disfece del gonnellino di carta e si
vestì rapidamente.
“Purtroppo
dovrai rimanere a piedi nudi, non posso
farti anche degli stivaletti” disse la donna.
“Urca,
che belli! Sono proprio comodi. Come farei
senza di te?” chiese Goku con tono festante.
Chichi
sorrise lusingata.
|
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Capitolo 3 *** Cap.3 Goku viene rapito ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di M G O: Viaggio e Cambiamento.
Cap.3
Goku viene rapito
Nei
vari specchi della casa compariva di sfuggita, da
uno all’altro, una figura grande quanto un dito. Rapida stava
avanzando,
passando anche attraverso i vetri. I suoi capelli, con una voluminosa
frangetta, ricadevano tutti verso destra. Faceva scattare i suoi grandi
occhi
in tutte le direzioni, le sue iridi verdi brillavano. Il resto del suo
viso era
nascosto dal tessuto di un mantello nero, che gli copriva anche il
resto dei
vestiti del medesimo colore.
Apparve
alle spalle di Goku, nuovamente sul tavolo della
cucina, attraverso il vetro di un bicchiere, fece scivolare fuori la
mano e
afferrò Goku.
Son
gridò, venendo trascinato dalla superforza del
giovane.
Chichi
non riuscì ad afferrarlo che Goku era stato
trascinato attraverso il vetro, diventato come una sostanza liquida e
gelida.
“Goku!”
gridò Chichi, afferrando il bicchiere che era
tornato normale. Se lo rigirò tra le mani, il viso deformato
dalla paura. “GOKU!”
chiamò ancora.
Alle
sue spalle, la figura del giovane con Son incosciente
tra le braccia, passò dal vetro della finestra a quello del
camioncino di un
contadino, che stava passando vicino all’abitazione. Il mezzo
si allontanò con
il rumore fastidioso del suo motore.
Sopra
di esso passò Junior in volo, atterrando davanti
alla casa dei Son.
Udì
le urla strazianti di Chichi: “Ridatemelo! Avete
capito?! Chiunque voi siate, vi prego, ridatemelo!”.
Il
namecciano vide Goshin atterrare alle sue spalle.
“Tu
non entrare” disse.
<
Qualunque cosa sia accaduta, dev’essere qualcosa
di terribile > pensò.
***********
Il
ragazzo attraversò un portale che era comparso
davanti a uno degli specchi in cui era balzato.
Abbassò
lo sguardo e osservò Son inerme tra le sue
braccia, ancora svenuto, il corpo leggermente rannicchiato contro il
suo petto.
<
Quindi è così che appare uno dei guerrieri
più forti
dell’universo? Come un bambino spaventato? > si chiese.
“Il
‘cambiamento’ della tua stazza è solo il
primo
passo del viaggio che, tuo malgrado, hai appena iniziato a
percorrere”.
|
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Capitolo 4 *** Cap.4 Nelle fauci del lupo ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di D B: Tutto a posto?
-
Ti pare tutto a posto?!
-
No, mi pare che sia passato un uragano, ma volevo
conferma.
Cap.4 Nelle fauci del lupo
<
Riapro gli occhi a fatica. Sono seduto a terra,
almeno credo.
Il
mio corpo si rifiuta di muoversi e a fatica cerco
di mettere a fuoco. Non ricordo nemmeno quando ho perso conoscenza.
Un
attimo… Chichi, amore mio, chissà come sarai in
pena.
No,
non doveva succedere!
Siamo
in tempo di pace e tu eri così felice del tempo
che avremmo trascorso insieme, da soli. Raggiante mi sorridevi e ora,
invece,
chissà dove sono finito. Eri così bella
oggi…
Se
solo non mi sentissi così debole, ma privato dei
miei poteri sono anche più imbranato di un normale
terrestre. Muovendo con
immensa fatica e lentezza un arto, mi massaggio il capo con la mano.
Che ricade
inerte in avanti.
Ho
cosà tanta vergogna di me stesso.
Come
ho fatto a farmi ridurre così? Anche io ho un
amor proprio!
Riesco
finalmente a riprendere completamente conoscenza,
accertandomi che la situazione ha del tragico.
Mi
alzo in piedi a fatica.
È
così buio intorno a me. Mi sento in trappola. Odio
questa situazione, odio essere come un animale rinchiuso in una gabbia
dalla
quale non può chiedere aiuto.
Mi
muovo a tentoni, non mi sembra di conoscere questo
posto…
Urca,
certo che non lo conosco! Sono passato
attraverso uno specchio!
Cerco
comunque di farmi un’idea, le pareti sono molto
alte. Con i miei poteri forse avrei potuto distruggerle, ma adesso al
tatto mi
sembrano resistentissime… Però sono strane, come
se fosse uno spessissimo
cartone.
I
miei occhi si abituano all’oscurità e noto che in
cima ci sono delle fessure, considerando la distanza saranno grandi
quanto la
mia faccia.
Magari
se riuscissi a raggiungerle, affacciandomi vedrei
qualcosa dell’esterno > rifletté Goku.
Starnutì,
tremando, i suoi piedi nudi erano
ghiacciati, a contatto con qualcosa di freddo. Si strinse le braccia
intorno al
corpo tremante, cercando di riscaldarsi.
Si
mise in ginocchio e tastò il pavimento,
accorgendosi che si trattava di vetro.
<
Con questo buio non posso specchiarmi
Sento
delle voci, ma non capisco chi sia a parlare.
Quando dal vetro esce una mano.
Urlo
e, spaventato, cado all’indietro.
Che
dolore, il mio povero fondoschiena. Che razza di
fisico che mi ritrovo? Voglio tornare come prima!
Un
giovane sconosciuto esce pian piano e mi appare
davanti.
Lo
riesco a vedere finalmente, forse perché da lui
viene una strana luce >.
“Chi…chi
sei?” domandò Goku, con tono spaventato.
Il
bagliore emanato dal giovane si fece più tenue. Il
giovane guardò Son rimettersi in piedi.
“È
colpa tua se sono qui?! Riportami indietro!” gridò
Goku.
Il
rapitore sorrise, tristemente.
“Mi
dispiace” mormorò. Venne nuovamente inghiottito
dallo specchio.
Goku
gridò, mentre tutt’intorno a lui iniziava a
tremare, cadde carponi e fu abbagliato da una fortissima luce. Si
coprì gli
occhi feriti dall’improvviso bagliore con il braccio e
gemette, sbatté le
palpebre fino ad abituarsi alla nuova illuminazione.
Impallidì
vedendo il giovane di stazza normale,
gigantesco davanti a lui, che gli stava davanti.
Il
ragazzo teneva una scatola in mano, Goku ne riconobbe
le fessure.
<
Mi avevano rinchiuso in uno scatolone?! Mi hanno
preso per un animale?! > pensò. Si guardò
intorno e notò che il ragazzo era
seduto su un tavolo, lo stesso dove era appoggiato lo specchietto dove
si
trovava lui.
<
Quest’immenso mobile mi appare come una
gigantesca pianura marrone > pensò Goku.
“Tutto
a posto?” chiese il ragazzo.
Son
digrignò i denti e, rialzatosi in piedi, saltellò.
“Ti
pare tutto a posto?!” gli urlò contro.
Il
giovane guardò lo scatolo e osservò i
microscopici
mobili all’interno rotolati in giro e l’ambiente a
soqquadro.
“No,
mi pare che sia passato un uragano, ma volevo
conferma che ‘tu’ stessi bene”
sussurrò.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Come in A Way Out ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di D B: "Ho provato a scrivere una lettera
a mano. Sto meglio... credo. ".
Cap.5
Come
in A Way Out
Chichi
si avvicinò a Goshin, seduto sotto la veranda,
sulla sedia a dondolo, il capo chino e gli occhi rossi. Dimenava i
piedi,
giocherellando con una matita.
“Stai
meglio? Sei tornato parecchio scosso” disse la
donna.
<
Non avrei dovuto farmi vedere piangere da lui, lo
avrà destabilizzato > pensò.
Goshin
sospirò.
“I-in
un videogioco ho visto un modo per calmarsi e ho
tentato.
Ho
provato a scrivere una lettera a mano. Sto meglio…
credo…” sussurrò.
Chichi
si massaggiò il collo.
“Sai,
alle volte mi stupisco di quanto tua sia precoce”
disse, sedendosi accanto a lui.
“Ho
scritto a Junior perché mi sono arrabbiato. Io
vorrei aiutare lui e Dende a rompere l’incatesimo.
Non
voglio aspettare! Voglio salvare il nonno” gemette
Goshin.
Chichi
sgranò gli occhi e chiese: “Quindi
c’è un incantesimo
che può far tornare tuo nonno normale?”.
<
Assomiglio tanto a nonno. Forse nonna è triste a
guardarmi > pensò il bambino.
“Dovunque
sia ora. Avevo promesso che lo avrei aiutato!
Ora so arrivare al secondo livello” borbottò.
Mordicchiò la matita.
Chichi
gliela tolse di mano.
“Sarai
affamato. Ti preparo il pranzo?” chiese. Aveva
il viso pallido, l’aria stanca e ogni tanto tremava,
spaventata.
Lo
stomaco di Goshin brontolò e il bambino arrossì.
Chichi
gli accarezzò la testa e si alzò in piedi.
“Non
dimenticare che tua nonna è la migliore delle
massaie, vieni, ti cucino qualcosa”.
Goshin
si mise la lettera in tasca e le prese la mano,
seguendola in casa.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Annin ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di D B:
-
Cos'è tutto questo sangue?!
-
Sst, non chiedere, crogiolati nell'ignoranza e vivi
seren*!
Cap.6
Annin
Goku
sgranò gli occhi vedendo la figura titanica della
donna davanti a lui e deglutì, rabbrividendo.
“T-tu…
sei…”. Iniziò a dire.
Lei
gli posò un dito di sopra, facendolo ricadere
pesantemente sullo specchio, tappandogli la bocca.
<
M-mi sento… totalmente inerme. In questo momento
potrebbe schiacciarmi. È così frustrante! Non so
che fare, sono troppo piccolo
per difendermi, troppo debole anche per farmi sentire! >
pensò Goku,
sgranando gli occhi.
“Lo
sai cosa sei appena diventato?” chiese la mora,
piegando le labbra in un ghigno. “Il mio
giocattolo” rispose, sollevando il
dito.
“Io
non sono il giocattolo di nessuno!” strillò Goku,
rimettendosi in piedi, barcollante.
La
donna lo colpì al ventre con un indice, Goku si
piegò in avanti e sputò sangue. La carceriera
ridacchiò e infierì, colpendolo
con entrambe le dita. Erano immense rispetto alla figura di Son e
sferravano un
attacco dietro l’altro. Son precipitò a terra
più volte, sputando sangue,
sentendo le ossa dolergli.
Sentiva
la risata di lei risuonargli nelle orecchie.
<
Non posso perdere contro delle dita! Non posso
fare una figura simile! > gridò mentalmente.
Tentò inutilmente di pararsi
con le braccia, ma si trovò a volare sul tavolo
pesantemente. Un altro colpo lo
fece nuovamente rotolare sullo specchio.
“Fratello
mio, non è una scenetta adorabile?” chiese.
Il
ragazzo dall’aria triste entrò con il capo chino,
guardò confuso Goku, abbandonato esanime.
“Cos'è
tutto questo sangue?!” gridò, alzando la voce.
La
sorella lo raggiunse e con l’indice dell’altra mano
gli premette le labbra.
“Sssh,
non chiedere, crogiolati nell'ignoranza e vivi
sereno!” lo rassicurò.
<
Questo vuol dire che è del prigioniero. Me lo ha
fatto catturare per seviziarlo?! > si chiese e ingoiò
rumorosamente,
sentendo un sapore acido in bocca.
“Invece
d’infliggergli
dolore, perché non gli dici a che motivo?”
domandò, scuotendo il capo, facendo
ondeggiare la fluente capigliatura.
La
mora annuì vigorosamente.
“Giusto.
Vedi,
Son Goku, io potrei ridarti il tuo aspetto e la
tua vera stazza. In cambio dovrai acconsentire a sposarmi”
sussurrò.
Goku
serrò i pugni.
<
Se non fosse vergognoso sfogherei la mia
disperazione, ma non ho intenzione di cadere così in basso.
Io credevo fosse
mia amica e l’avevo relegata in un angolo della mia memoria.
Certo che non è
cambiata per niente, fisicamente… Una malvagia follia sembra
aver preso
possesso di lei > pensò.
Cercò
di rialzarsi seduto, ma crollò nuovamente a
faccia in giù, ansante, il sapore metallico del sangue in
bocca.
<
Se crede che mollerò, si sbaglia. Io amo solo la
mia Chichi e nessun’altra >.
“Sei
folle, Annin, se pensi che accetterò!”
gridò.
“Tu
accetterai di sposarmi, vedrai.
Per
riscattare la colpa di tuo nonno. Un giorno si è
semplicemente stancato di me ed è voluto andare in paradiso.
Mi
ha buttato via. Come se si potesse buttare via una
dea come me, la signora delle fenici!” tuonò
Annin.
<
Sì, aspetta e spera. Appena posso scappo e vado
da mia moglie, chiuso il discorso.
Chi
lo avrebbe mai detto che avrei rivisto Annin, tornata
dal mio passato solo per tormentarmi. Cosa ho fatto per meritarmi tutto
questo?!
>.
|
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Capitolo 7 *** Cap.7 Il fratello di Annin ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di D B:
"Non
ho bisogno di essere l'eroe, per stanotte.
"
Cap.7
Il fratello di Annin
Goku
stava in un cantuccio, steso per terra.
<
Quello… quello che è successo non riesco ancora a
spiegarmelo. Sono nuovamente rinchiuso nella scatola. Meglio, qui non
posso
vedere nessuno.
Sono
affamato, stanco, ferito >.
Goccia
a goccia, sottili stille di sangue colavano giù
per tutto il corpo, fino a cadere sulla liscia superficie dello
specchio sotto
di lui.
Davanti
a lui apparve il “ragazzo”, nuovamente ridotto,
e con stretti in mano dei medicamenti. Quando Goku vide una siringa sul
vassoietto che il carceriere teneva divenne blu dal terrore e
tentò invano di
sfondare il cartone per uscire.
L’immortale
sorrise, nascondendo sotto delle bende la
siringa.
“Devo
solo curarti” disse gentilmente, cercando di
passare il disinfettante sulle ferite del Son.
Goku
tentò di divincolarsi, il battito cardiaco
accelerato.
“Stai
fermo” disse il giovane. Lo afferrò con un
braccio e lo immobilizzò per terra.
“N-non
mi fido…” gemette Son.
L’altro
continuò a curarlo e sospirò.
“Ho
sentito dire che sei l’eroe della Terra, non
dovresti comportarti così” disse.
Goku
lo guardò in viso e deglutì, le ferite gli
bruciavano e le forze gli vennero meno.
“Stammi
lontano!” gridò con voce isterica.
L’immortale
si sedette a gambe incrociate.
“Capisco
che tu sia spaventato…” disse.
Goku
si morse l’interno della guancia.
“Posso
anche sembrarti un bambino che
fa i capricci, non è il mio comportamento che mi ha reso
l’eroe del mio mondo!”
sbraitò.
Goku
soffiò sulla ferita più vicina sul suo braccio,
che al contatto con il
disinfettante aveva cominciato a bruciare e a far uscire una patina di
bollicine bianche.
“Su,
fatti curare. Sembri un cucciolo” disse
l’immortale.
“Tu
sei il fratello di “quella” gli ricordò
Son duro.
“Fratellastro e inoltre non sono d’accordo con lei
su questa follia. Fidati…”.
Goku
assunse un’espressione riflessiva.
“Da-Davvero
posso fidarmi di te?” domandò.
“Non
sono come la mia sorellastra. Oh meglio, sono com’era
prima, quando ancora era gentile. Il dolore causato
dall’amore l’ha fatta
impazzire” rispose il ragazzo. Approfittando del momento per
iniziare a finire
di curare Son e a fasciarlo.
“Allora…
Non ho bisogno di essere l’eroe, stanotte”
mormorò Goku. Chiuse gli occhi e crollò
addormentato.
Il
suo carceriere sospirò e gli accarezzò la testa.
“Scusami,
per tutto questo” gemette.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Notte di sospiri ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.8 Notte di sospiri
Le
stelle brillavano fuori dalla finestra scavata
nella roccia, illuminando il cielo notturno. Si udiva il frinire dei
grilli e i
versi di alcuni uccelli notturni. Due dinosauri erano intenti ad
accoppiarsi,
con versi gutturali, destando e facendo scappare gli uccelli diurni,
appisolati
nei loro nidi. Che ritornavano, in turbinio di piume colorate, una
volta
chetati, nei loro giacigli.
Chichi
stringeva Goshin, addormentato tra le sue
braccia e lo cullava, cantava ninna-nanne dolcemente, nella sua lingua
natia,
accarezzandogli i capelli delicatamente.
Il
bambino, vinto dalla stanchezza, aveva il viso
sereno nel sonno.
<
Povero piccolo mio. I suoi occhi oggi avevano lo
stesso taglio duro di quelli che aveva avuto suo padre, è
stato difficile per
il mio Goten crescere senza un padre. Oggi, facendo quei kata, mi
pareva di
rivedere il mio bambino.
Forse
è per questo che decisi di allenarlo, tanti anni
fa, anche se non ho mai avuto serenità nel lasciarli
diventare degli alieni
completi > pensò Chichi.
*********
Annin
si destò dal suo letto, indossava una camicia da
notte di lunga seta rosso fuoco. Raggiunse la casetta di cartone e la
sollevò,
trovandovi Goku profondamente addormentato, abbandonato su un fianco,
russava
piano. Aveva le gambe aperte e teneva le braccia in una posizione
confusa,
alcune ferite si erano rimarginate.
Annin
lo fissò incantata, posò la casetta accanto a
lei.
<
Ho costruito tutto per lui. I mobili adatti, un
armadio pieno di altri vestiti. Sì, tutto perfetto.
Presto
li utilizzerà e sarà una gioia vederlo iniziare
ad apprezzare i miei sforzi. Sarà il primo passo per un
matrimonio felice >
si disse.
Con
il visino appoggiato contro il vetro, il Goku in
miniatura mormorò un nome: “Chichina”.
La
donna si scurì.
<
La ragazza con cui era quando l’ho conosciuto.
Non capisco.
Come
potrebbe mai scegliere una misera mortale che non
mi è stata pari in bellezza persino in gioventù,
ora che sicuramente la
vecchiaia l’’ha deformata? Lei è una
creatura inferiore, esposta al passare del
tempo.
‘Io’
sono l’immortale creatura guardiana del
‘Calderone magico’ >. Avvertì un
senso di fastidio e rimise lo scatolo sopra
Son.
“Sarai
mio Son Goku, che tu lo voglia o no!” disse,
stringendo un pugno, il viso deformato dalla follia.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Il cerchio spaventoso del loto bianco ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
per l’iniziativa ‘I prompt del
lunedì’ di Il
giardino di Efp.
Prompt
di D B:
"Hanno
attaccato senza preavviso."
Cap.9
Il cerchio spaventoso del loto bianco
La
luce dell’alba indorava le case sulla Terra e
tingeva di rosa il cielo.
Dal
palazzo del Supremo provenivano delle urla.
“Non
così! Stiamo tentando di dare vita alla tecnica
del ‘cerchio dell’oscuro loto bianco’,
non di sembrare due manichini!” stava
gridando Junior furioso.
Dende
lo guardò mortificato.
<
Si aspetta che io sia sempre subito pronto a
tutto. Come avrei potuto aspettarmi qualcosa del genere?
Chiunque
sia stato a ridurre Goku e a rapirlo, ci
hanno preso di sorpresa. Hanno attaccato all’improvviso!
> pensò, serrando
le labbra fino a farle sbiancare.
Il
namecciano sospirò vedendo il più giovane
disperato. “Scusa, ma questo movimento lo avremo fatto almeno
mille volte…” commentò
il Demon Prince.
“Non
ci riesco e poi le parole sono già così difficili
di loro, ricordarmi anche i movimenti è
impossibile” gemette Dende.
<
In questi casi invidio Cargot. Il mio gemello è
diventato un combattente su Neo-Namek e non si trova mai in situazioni
simili!
> pensò.
“Non
dovresti avere noie a parlare nella nostra
lingua” lo rimbeccò il maggiore.
“Questa
è quella arcaica! Io conosco il namecciano
corrente, lo sai. Da dopo la trasformazione in demone mi sono tenuto
lontano da
tutti gl’incantesimi pericolosi e antichi” si
scusò Dende.
Entrambi
iniziarono a roteare le braccia sopra di loro
con i mignoli delle dita sollevate.
<
Continuando a quel modo, il povero Goku non tornerà
mai normale.
Non
che io sia contento di fare un balletto stupido
> pensò Junior. Dimenò le lunghe dita
verdi e sottili dei piedi, muovendo le
braccia, girando in cerchio. Sollevavano i piedi in modo sincronizzato.
Dende
piegò il dito a sinistra e si sentì uno
scoppiettio.
“Dovevi
spostarlo a destra” gemette Junior, nuovamente
alterato.
<
La prossima volta che un nemico attacca così
all’improvviso
e mi mette in una situazione simile, se la vedrà con me
> pensò Dende.
***********
Goku
dormiva profondamente, un rivolo di
saliva gli era gocciolato dalle labbra, finendo sulla superficie
riflettente su
cui era steso.
Goku
sentì ridacchiare e si alzò seduto, si
voltò e vide un se stesso
bambino.
“Da
quando sei così triste?” domandò.
Goku
si alzò seduto e si grattò la testa, passandosi
la mano tra le ciocche
di capelli more larghe tre dito.
“Già,
amico mio, da quando sei così riflessivo?” chiese
Goku supersaiyan,
dietro la sua controparte infantile.
<
Questo è il frutto di un sogno? Tutto questo è
così fumoso,
impossibile > pensò Son. Sfiorò la mano
della sua versione supersaiyan e
chinò il capo, il se stesso bambino sorrideva.
“Ti
prego, perdonami ancora una volta” risuonò la voce
del fratello di
Annin.
“Allora,
lo perdonerai?” chiese il bambino.
“Vuoi
scappare o magari chiamerai quel giovane
‘cognato’?” lo interrogò il
supersaiyan con tono derisorio.
“Non
lo so…” gemette Goku, indietreggiando.
<
Non lo so, vorrei che se ne andassero tutti. Voglio rimanere solo con
la mia confusione! > pensò.
Goku
gorgogliò nel sonno.
Annin
l’osservò attraverso la finestrella
e sorrise.
“Ha
mangiato?” domandò.
“Sì”
rispose il fratello, chinando il
capo.
“Si
sta abituando a questa sua prigionia”
cantilenò felice Annin.
“Così
pare” disse il giovane.
<
Mi sento come se avessi del fiele in
bocca. Tutto questo è sbagliato > pensò.
|
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Capitolo 10 *** Cap.10 La fine di Annin ***
Cap.10
La fine di Annin
<
Mnh, che mal di testa.
Sono
stato svegliato da una luce
improvvisa, socchiudo gli occhi e vedo il tetto della casupola venire
sollevato.
Si
tratta di Annin è indossa un bikini
succinto che non lascia poi molto all’immaginazione.
Cerco
di alzarmi, le gambe mi tremano,
tossisco e mi do la spinta, vado a sbattere contro il cartone,
rovinando dolorosamente
a terra.
Niente
panico, evitiamo di perdere la
testa… Vorrei che ci fossero Junior, Vegeta… Mi
basterebbe Crilin > pensò
Goku.
“Togliermi
tutti i poteri con un
trucchetto non è valido. Urca!” sbraitò.
Annin
lo premette sul vetro con una mano,
tenendolo bloccato, sentendolo divincolarsi sotto le sue dita.
<
Come vorrei riavere i miei poteri!
Io
sono Son Goku, ma sono anche Kakaroth:
Ultima speranza. Per una volta vorrei che una speranza brillasse anche
per me…
>.
Annin
lo sentì fare dei mugolii soffocati
e ghignò.
<
Non riuscirai a liberarti > pensò.
Lo premette un paio di volte, facendogli sputare sangue.
<
Le sue dita mi colpiscono una,
due volte, mi sbatte violentemente.
Tutto
si confonde, in un turbinio di colori e
sangue.
Non
tornerò a casa, non rivedrò i miei amati monti,
non sentirò più il vento su di me, non ci
sarà il sole, non ci saranno i
profumi, non ci sarà la mia Chichi.
Mi
lascio andare, le forze se ne sono andate
definitivamente.
Quasi
non sento quando inizia a toccarmi in modo
invasivo.
Chiudo
gli occhi. Faccia ciò che vuole, non ho più la
forza di lottare… >.
Annin
scoppiò a ridere, gettò indietro la testa,
mentre i capelli mori le ondeggiavano dietro le spalle.
Il
fratello la guardò con sguardo vitreo, si voltò
verso la lancia di lei e tornò a fissarla. La vide
giocherellare con il saiyan
incosciente e i suoi occhi divennero gelidi.
Un
urlo squarciò la stanza, Annin abbandonò Son
sullo
specchio e abbassò lentamente il capo. Del sangue le
colò dalla bocca, mentre
vedeva la punta della sua lancia attraversarle lo stomaco da parte a
parte.
Il
fratellastro la guardò cadere a terra, mentre sul
pavimento si allargava una pozza di sangue.
<
Guardo il cadavere di mia sorella, squarciato
dalla sua stessa arma. Soltanto un immortale può ucciderne
un altro.
So
cosa mi aspetterà adesso. Ho commesso una grave
colpa: ho ucciso un mio pari e il consiglio delle altre
divinità minori mi
punirà con la morte per questo.
Non
me ne pento. Ero stanco di vedere come usava i
suoi poteri, la sua superiorità. Era impazzita e andava
fermata, solo io potevo
farlo. Dovevo caricarmi di questa colpa.
Il
mio ultimo atto da uomo finalmente vivo sarà
restituire a questo innocente la sua libertà >
pensò il fratello di Annin. Spinse
via il cadavere della sorellastra e raggiunse Goku, s’immerse
nello specchio e
ne riemerse miniaturizzato come Son. Si mise in ginocchio accanto a lui
ed
iniziò a schiaffeggiarlo delicatamente, fino a fargli
riprendere i sensi.
Goku
riaprì lentamente gli occhi.
<
Non capisco.
Dov’è
andata quella pazza? Ha deciso di lasciarmi
stare? Eppure non mi ha fatto niente, mi ha lasciato in pace prima
di…
Arrossisco
scacciando questi pensieri, mentre a fatica
tento di rimettermi in piedi > s’interrogò.
“Annin?”
domandò con un filo di voce. Cercò di
rialzarsi, il sangue rappreso sul corpo disseminato di ematomi. Ricadde
e il giovane
lo afferrò al volo, facendolo appoggiare alla sua spalla.
“Ti
lascerà in pace” lo rassicurò con un
sorriso
tirato.
Goku
annuì, si abbandonò e perse nuovamente i sensi.
L’immortale
lo prese in braccio.
<
Come l’ho portato via dalla sua normale
esistenza, ora ve lo restituisco >.
|
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Capitolo 11 *** Cap.11 La profezia radiosa dell'amore ***
Cap.11
La profezia radiosa dell'amore
“È
tornato” annunciò Dende, lasciandosi ricadere
esausto sul pavimento a lastroni di marmo.
Junior
era steso al suo fianco, a peso morto, con le
braccia e le gambe spalancate a stella.
<
Non c’è stato verso di eseguire la danza per
l’incantesimo
in nessun modo, nemmeno fosse stato contro il volere degli dei stessi
>
pensò.
<
È finita > si disse Dende, guardando il cielo
azzurro.
“Anche
stavolta se l’è dovuta cavare da solo”
ammise
il Demon Prince, che nonostante fosse stanco, controllava meglio le sue
reazioni.
*******
Chichi
stringeva il cuscino umido di lacrime con
entrambe le mani, tremando nel sonno.
“Goku…
Goku” chiamava nell’incoscienza con voce rauca.
“Nonna!”.
Un urlo risuonò dal piano di sotto.
La
donna mugolò.
“NONNA!”
chiamò Goshin più forte.
Chichi
gemette, si portò lentamente una mano alla
testa massaggiandola e si svegliò, battendo le palpebre. Si
alzò seduta e si
guardò intorno confusa.
“Nonnaaaa,
vieni!” sbraitò il nipote.
Chichi
mise i piedi per terra, udì dei passi e
sospirò, scuotendo il capo.
<
Avrà anche l’aspetto di mio marito, ma
è cocciuto
come un Briefs > pensò, sospirando. Rialzò
la testa sentendo che i passi si
erano fermati, s’irrigidì sgranando gli occhi e
portò lentamente la mano alla
bocca, avvertendo il battito cardiaco decelerare.
Guardò
Goku davanti a lei, le sorrideva.
<
Un altro sogno? > si chiese.
Goshin
si affacciò da dietro la gamba dell’adulto.
“Hai
visto? Il nonno è tornato! Ed è anche a grandezza
naturale” disse, chiudendo gli occhi.
Chichi
scoppiò a piangere, corse verso il marito
rischiando di cadere e lo strinse, nascondendogli il viso contro il
petto, singhiozzando
rumorosamente.
“Non
sai che ore di angoscia ho vissuto! Goku, oh, Goku!”
lo chiamò.
Goku
le accarezzò delicatamente la testa.
<
Ho quasi paura che a parlare, lei svanirebbe >
pensò. Le sollevò il capo e avvicinò
le sue labbra a quelle di lei.
Goshin
si allontanò, scuotendo il capo.
“Quanto
sono sdolcinati gli adulti” borbottò, incrociando
le braccia dietro la testa. Si affacciò e vide la navicella
di Bulma solcare il
cielo, diretta alla Capsule corporation. “Evviva, mamma e
papà stanno tornando”
festeggiò.
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