La Ballata del Tuono e dell'Inganno di Iky (/viewuser.php?uid=10158)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kaleidoscope ***
Capitolo 2: *** Questioni di prospettiva ***
Capitolo 3: *** Un'altra Illusione nella Menzogna ***
Capitolo 4: *** Di baci e carezze celate ***
Capitolo 5: *** Fake ***
Capitolo 6: *** If I hadn't know you ***
Capitolo 1 *** Kaleidoscope ***
kaleidoscope
Note:
Questa sarà una
raccolta di storie (drabble, sentences, OS etc) su Thor e Loki nei
vari contesti del MCU, sia legata al canonverse ma anche ad
ambientazioni original, a molti Missing Moment o What if.
Sarà una raccolta
aperta, che man a mano riempirò in base all'ispirazione del
momento
e anche in base ai diversi prompt suggeritimi.
Tratterò del loro
rapporto sia come brotp ma anche come bromance o romance.
Lascerò ai lettori
leggerne le sfumature (e se andrò oltre il rating arancione,
la
posterò altrove dal momento che qui su EFP è
vietato).
Contando che è la
primissima volta che scrivo di loro (anche se li amo profondamente),
spero di aver mantenuto l'IC.
Vi lascio alla
lettura,
Iky
*
Prompt: Kaleidoscope di Chris Thalissa Hale
Ambientazione:
Canonverse, Post Thor Ragnarok, Missing Moment
Rating: giallo
Personaggi: Thor;
Loki
Genere:
Introspettivo, Angst;
Kaleidoscope
“Midgard,
davvero?” la voce di Loki
risuonò pungente e divertita “ottima scelta, mio
re.”
Thor
nemmeno si
voltò, continuando a fissare lo spazio attraverso i vetri
dell'imponente navicella.
Si era
ritrovato da
solo nella sala grande, non appena tutti si erano ritirati, a
osservare il cosmo sospeso nelle stelle, dove il tempo stesso cessava
di essere scandito: erano in viaggio, persi nel vuoto, con Asgard
distrutta; e Thor adesso si sentiva leggermente impaurito da
quell'enorme responsabilità che gravava sulle sue spalle:
non aveva
potuto che scegliere il compimento di Ragnarok, ma non aveva mai
desiderato essere davvero Re.
E
questo Loki lo
sapeva bene: solo che non smetteva mai di provocarlo.
“Potremmo
colonizzare la Norvegia,” continuò, facendo
qualche passo avanti e
fermandosi al suo fianco, il sorriso sornione sul volto
“Odino ne
sembrava affascin-”
Thor
sbatté un
pugno sul vetro spesso, facendolo traballare.
Loki
non sussultò
nemmeno, solo le labbra si allungarono strette in una smorfia
contratta, le iridi vacue ammantate di ombre scure.
“Non
adesso.”
mormorò il Dio del Tuono, pregandolo al silenzio.
Si
sentiva
sopraffatto improvvisamente da una stanchezza pesante: lo rendeva
vulnerabile, e non gli piaceva; non era dell'umore adatto per
sopportare l'ironia del fratello, figurarsi l'ascoltare quelle parole
affilate.
Socchiuse
l'unico
occhio rimastogli, inclinando il volto e sfiorando, con la fronte, la
mano ancora sul vetro.
Loki,
con grande
sorpresa, si acquietò: non disse una parola, continuando a
respirare
placido al suo fianco.
Thor
ascoltò i
suoi respiri, allineandoli con i propri, lenti e profondi, in
qualche modo confortanti. E lo erano in effetti. Lo
era Lui,
la sua presenza vicina, reale.
Aprì
la palpebra
lentamente, mentre alcune ciocche dorate ricadevano scombinate; e lo
fissò per un tempo che non esisteva, immerso nello spazio.
Loki
non sorrideva
nel suo solito modo arrogante o arcigno, non aveva un'espressione
sorniona o colma di odio e ira: era calmo. Come
Thor forse non
lo vedeva da troppo.
Osservava
l'Infinito davanti a sé con uno sguardo sicuro e profondo,
curioso e
in qualche modo solenne, denso dei saperi più arcaici: non
traspariva paura o tentennamento dai muscoli rilassati, fasciati
nelle vesti broccate di smeraldo e argento. Non c'era vergogna nel
modo in cui inclinava il viso, le lunghe ciocche nere che ricadevano
su di esso, per pensare a cose a cui Thor probabilmente nemmeno
sapeva dare un nome: strategie, trucchi, molteplici idee che vagavano
continuamente attraverso quegli occhi bagnati da un intelligenza
sopraffina.
Era
sempre stato
più bravo di lui, in quello. Regale e maestoso, anche nella
sopravvivenza. Persino nella menzogna.
Suo
fratello. Il
Dio dell'Inganno. Il Principe di Jotunheim.
L'unica
famiglia
che gli fosse rimasta.
“Perché
sei
rimasto?”
Quella
domanda fu
un soffio, sfuggito alle labbra.
Lo vide
sgranare
appena le ciglia corvine, stupito: fu un momento.
“Avresti
preferito di no?” gli rispose con un nuovo quesito.
Thor
quasi si
lasciò andare ad un sorriso: così tipico,
così prevedibile.
“Saresti
potuto
andare ovunque. Eri libero. Lo sei ancora.”
continuò,
distaccandosi e voltandosi verso di lui, le dita ancora sul freddo
vetro.
Loki lo
imitò,
guardandolo negli occhi di sfuggita, il sopracciglio leggermente
sollevato, l'aria beffarda.
“Mi
piace
stupirti.” asserì, per poi ritornare a osservare
le stelle.
Thor
ricambiò il
sorriso: “Lo hai fatto, fratello. In molti modi.”
ammise, ma non
c'era accusa nella sua voce. Era solo stanco e rassegnato.
Loki
rimase ancora
in silenzio, ma qualcosa nel modo in cui increspò
impercettibilmente
gli occhi catturò l'attenzione del dio del tuono.
Un
lampo sottile,
un'ombra fugace: dispiacere forse, ineluttabilità
probabilmente.
Fu
questo che
spinse Thor a parlare ancora, sommessamente:
“Siamo
rimasti
soli.”
Una
confessione
dolorosa, sincera, fatta anche per riempire quei muti respiri
dell'altro a cui, onestamente, non era abituato: pensò che
era da
troppo tempo che non gli parlava così, col cuore in mano.
Loki
socchiuse le
lunghe ciglia nere, senza distogliere lo sguardo dall'Universo
racchiuso tra le vetrate della navicella:
“Lo siamo sempre
stati, fratello.” ammise, quell'ultima parola quasi
sussurrata con
note di disprezzo.
Ma quel
Noi celava
un messaggio ben più intimo, Thor lo percepì: - Io,
lo sono
sempre stato.
E senza
pensare
oltre gli si avvicinò, calamitato, in un gesto fisico che
gli era
sempre appartenuto: strinse le dita sulla sua spalla, l'altro si
voltò.
Si
osservarono in
silenzio, mentre la mano di Thor risaliva su quel collo niveo
tracciando scie elettriche: era fredda la pelle di Loki. Lo era
sempre stata? Non se lo ricordava più.
“Non
adesso”
mormorò, mentre i polpastrelli pressavano e tra le dita si
intrecciavano ciocche corvine. “Adesso siamo
insieme.” continuò,
parole incoerenti che tentavano di rassicurare; un pallido tentativo
di autocommiserazione.
Loki
inclinò
leggermente il viso, mentre un nuovo sorriso tagliente increspava la
bocca tesa:
“Non
fidarti mai di me,” rispose, senza discostarsi da quel tocco
“mio
re.”
Thor
strinse la
presa, avvicinandosi: nei suoi occhi non c'era ira, solo fulgida
fermezza.
“So
chi sei”
sussurrò, le fronti che si sfioravano.
Loki
aprì le
labbra: erano secche, nonostante dissimulasse gelida compostezza e
regale arroganza.
“Il
Dio degli
Inganni.” rispose per lui, parlando per se stesso.
Thor
chiuse
l'occhio, la benda di cuoio sul sinistro che si increspava.
“Figlio
di
Odino.” le parole di Loki risuonavano come lame: sussurri
sempre
più bassi, densi di schernevole amarezza.
“Il
Principe di
Jotunheim” continuò, alitando, intanto che un
braccio vestito di
verde e argento si sollevava leggermente, le mano che lambiva e si
stringeva a sua volta sul polso dell'altro.
Thor
trattenne un
lieve respiro.
“Fratello
del
grande Thor di Asgard.” concluse, lontano dall'intento di
voler
schernire.
“Non
esiste più
Asgard.” Thor lasciò andare quell'ammissione
pesante, che gravava
nel cuore.
Si
ritrovò più
vicino a Loki, stretto in quell'abbraccio inusuale. “Non
esiste più
niente.”
“Allora
forse è
questo quello che siamo,” gli rispose l'altro, connesso al
suo
dolore “Niente.”
Thor
aprì
l'occhio, incontrando il verde dei suoi: “No. Io e tu siamo
qui.”
mormorò, deciso “Io voglio che tu sia
qui.”
Loki
tentò di
sorridere beffardo, ma risultò solo un increspatura colma di
mestizia: “Eppure dici di sapere chi sono.”
Le mano
di Thor,
rimasta sul suo collo, si chiuse più forte:
“Loki.” pronunciò
semplicemente il suo nome: ecco chi sei.
Il
sorriso
dell'altro si spense, mentre il verde si inumidiva, offuscato da scie
di sale che non sarebbero mai scese: anche le sue dita si strinsero
più forti.
“Sono
qui.”
rispose solo, chiudendo gli occhi.
“Lo
so.”
sussurrò Thor, abbandonandosi del tutto in quell'abbraccio.
*
Loki
si congedò, lasciando Thor da solo nella sala grande.
Lo
fissò ancora,
da lontano, indugiando sulla sua ampia schiena.
Poi
voltò l'angolo
e poggiò la propria lungo la parete: sospirò,
tremante, i capelli
corvini che si amalgamavano al grigio, il viso sollevato verso
l'altro.
Tra le
dita, brillò
una luce bluasta: il Tesseract, un apparizione fugace, come un lampo
già svanito.
Così
come quella
lacrima impercettibile, incastrata tra le palpebre strette,
ora sfuggita via.
Sorrise,
Loki,
amaro tra le labbra:
“Non
fidarti mai di me,” ripeté, un sussurro accennato
al silenzio “mio
re.”
Perché
è questo, quello che sono.
Quello che
sarò sempre.
Kaleidoscope
*
Note Autrice
Bene spero che questa prima piccola OS possa piacere.
E' davvero la prima volta che scrivo su questo fandom e su Thor e
Loki: ammetto di essere parecchio nervosa ahaha Spero di aver fatto
il mio ingresso in punta di piedi. E mi auguro che davvero possa
esservi piaciuta.
Io dal canto mio ho bisogno di esorcizzare tutto ciò che
provo dopo
Infinity War, dal momento che Loki è in assoluto uno dei
miei
personaggi preferiti all'interno del mondo Marvel (al di là
della
ship o meno).
Ringrazio Chris per il prompt e spero presto di usarne altri.
Grazie per essere giunti fin qui.
Un bacione,
Iky
Caleidoscopio:
Apparecchio fatto con due o
più specchietti disposti ad angolo entro a un tubo, dove si
trovano
alla rinfusa piccoli oggetti colorati: le riflessioni multiple
formano immagini spesso simmetriche che mutano in modo imprevedibile
e variabilissimo a ogni movimento.
|
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Capitolo 2 *** Questioni di prospettiva ***
Questioni di prospettiva
Prompt: Questioni
di prospettiva, Drabble
Ambientazione:
Canonverse, Generale
Rating: giallo
Personaggi: Thor;
Loki
Genere: erotico,
demenziale
Questioni
di prospettiva
Loki lo sfiorò,
sotto gli occhi
febbricitanti di Thor: l'attesa lo stava divorando, insieme a quei
movimenti decisi e sensuali.
"È veramente
grosso, fratello"
mormorò Loki, in un soffio.
Thor deglutì, la
gola secca.
"Vuoi provare a prenderlo
in
mano?" chiese, titubante.
Loki allungò le
labbra, seducente
"Posso?"
Thor annuì,
impaziente.
Ma il Dio dell'Inganno
nemmeno quella
volta riuscì ad andare fino in fondo:
il
martello di Thor, Mjolnir,
era davvero
troppo possente.
°
Note Autrice
Non ho
molto da aggiungere, se non che combatterò il rating rosso-
thorki
con la demenzialità ahaha
Grazie
Mjolnir <3
E grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito e non la prima
storia della raccolta.
Un bacio a tutti
Iky
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Capitolo 3 *** Un'altra Illusione nella Menzogna ***
illusione
Prompt: Nostra
madre preferiva te
– di Silvia
Ambientazione:
Canonverse, Post Thor Dark World, Missing Moment
Rating:
verde
Personaggi:
Thor;
Loki; Frigga
Genere:
Introspettivo, Angst
Un'altra
illusione nella menzogna
Asgard.
Il sole caldo, il verde florido, il
cuore pulsante della terra di Odino, Dio tra gli dei.
Era bella, Asgard: era casa,
nonostante non
lo fosse mai
davvero stata.
Loki
ne era stato convinto un tempo, anche quando credeva di sentirsi
fuori posto, sbagliato, diverso.
Lo
era, rispetto a Thor: biondo, occhi azzurri, possente, sprezzante del
pericolo e caparbio.
Attraverso
la sua arroganza, si intravedeva il riflesso di Odino: così
simili,
così uniti... l'orgoglio di un padre verso il proprio figlio.
Loki,
invece, non aveva mai conosciuto qualcosa come l'aspettativa: in disparte, isolato in quello
stesso luogo che era casa, sole,
foreste e rigoglio.
E
così, pian piano, aveva iniziato a chiudersi in se stesso, a
cercare
un senso alla sua esistenza, mentre la schiena di Thor si faceva
sempre più distante: tra gli amici, a caccia, entusiasta nel
vivere
in quel mondo che sembrava appartenergli naturalmente.
L'erede
al trono di Asgard, il Figlio prediletto di Odino.
Mentre
lui...cos'era lui, se non il piccolo fratello minuto e smarrito,
senza un talento particolare?
E
così, pian piano, Loki aveva iniziato a difendersi
attraverso il
silenzio: si era immerso nei libri, rifugiandosi nella penombra di un
albero sotto il cielo soleggiato, nelle sue stanze dalle tende tirate
anche nei giorni più luminosi.
Ma
non
era stato infelice, Loki: nonostante tutto, nonostante quei
sentimenti che iniziavano a pesare gravosi, non lo era stato mai
davvero. Non fin tanto che c'era una mano pronta a carezzargli la
nuca, un sorriso gentile sul volto, parole di fulgido incoraggiamento
sussurrate con estrema consapevolezza:
“Sei
intelligente. Impari in fretta. Il Seiɠr
è un'arte molto potente. Sono sicura che lo riuscirai a
padroneggiare con maestria”
Ma
tra queste, Loki ne ricordava due molto più importanti:
“Figlio
mio.” - E
i suoi occhi placidi che lo osservavano teneramente.
*
Loki
carezzò il vetro dello specchio che aveva davanti: i
contorni erano
sfumati, tremolanti.
L'immagine
di Frigga oscillò, seguendo i suoi stessi movimenti riflessi.
Ogni
tanto sentiva il bisogno di perdersi in quell'illusione fugace, solo
per rivederla ancora una volta, per un istante, anche se non era
vero.
Allungò
le labbra tese, lo sguardo che tradiva un dolore profondo e
disilluso, i polpastrelli che scivolavano verso il basso, lacrime
intrappolate tra le ciglia corvine.
“Mi
guarderesti così, adesso?” sussurrò a
se stesso “Madre...”
chiamò,
la voce spezzata.
Nella
mente, riecheggiò l'ira di Thor:
“Tu
potevi anche avere il suo amore,” il tormento, la colpa
“Ma io
avevo la sua fiducia!”
Loki
chiuse gli occhi, il viso inclinato, la fronte che poggiava adesso
sul freddo vetro: l'illusione svanita. Mentre i ricordi tuonavano
imponenti.
“Non è mio
padre!”
“Ah” un sospiro ferito
“Allora io non sono tua
madre...”
Un
sorriso amaro tra le labbra:
“No,”
mormorò, stringendo i pugni; una lacrima ribelle tra le gote
“non
lo eri”
Figlio
mio.
Solo
un'altra illusione nella menzogna.
*
Note
Autrice:
sbam.
Vi
era piaciuta la demenziale, vero?
Bene,
oggi vi beccate il dolore.
Avevo
bisogno di scrivere di Frigga e Loki, e credo che lo rifarò
ancora: li ho amati insieme. Ho amato il loro rapporto. E ho pianto
come una dannata fontana nella scena della sua morte.
Necessito
che questi due siano valorizzati: Frigga era più di una
madre per Loki, era il suo sostegno, la sua colonna. Se ha conosciuto
l'amore lo deve a lei. Perchè Frigga lo amava per quello che
era,
incondizionatamente.
E
ora vado a piangere di nuovo. Il loro rapporto mi distrugge.
Grazie
per aver recensito e letto fin qui.
Davvero,
grazie infinitamente.
Un
bacio e alla prossima
Iky
|
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Capitolo 4 *** Di baci e carezze celate ***
di baci e carezze
Prompt:
Temporale caldo - di alex
Contesto:
Canonverse, generale, Pre
Thor 1
Personaggi:
Thor, Loki
Rating:
Arancione
Genere:
Angst, erotico, missing moment
Di
baci e carezze celate
*
La prima
volta che le
loro labbra si sfiorarono, fu per tenerezza.
Thor aveva
sgranato gli
occhi, nel sentire la sua piccola manina attorno al
dito,
mentre tentava di sporgersi in avanti, sulla punta dei piedi, per
sbirciare meglio.
Frigga aveva
sorriso, “Vuoi
tenerlo?”gli aveva chiesto, porgendo le braccia in avanti
“Fa
attenzione”
Thor lo aveva
stretto con
cura, accorto, come se potesse romperlo.
“Loki”
aveva sussurrato:
il piccolo fratellino sorrise al richiamo della sua voce.
Thor aveva sentito
un calore
esplodergli nel petto: così si era avvicinato, baciandolo
con gioia
e commozione.
*
Il
secondo bacio fu per ripicca.
Crescendo, quelle
effusioni
tipiche dell'infanzia erano svanite come lieve brezza; Thor e Loki
avevano smesso di sfiorarsi, ma non di toccarsi nei rudi giochi di
bambini. Dispetti, pizzicotti, spintoni e tante risa, insieme a molte
litigate e giocattoli rotti.
Finché
una volta Thor non
aveva trovato Loki addormentato sotto un albero dalle grandi fronde,
il viso mimetizzato nella penombra creata dai rami: aveva
ridacchiato, pensando ad una vendetta in ritorno agli scherzi
malefici del fratello.
Così si
era chinato su di
lui, premurandosi di non svegliarlo ma tenendolo ancorato alla terra,
per poi tappargli il naso con le dita.
Loki si era
sollevato di
soprassalto, boccheggiando in assenza di ossigeno: le fronti
collimarono, le labbra si toccarono in un gesto secco.
Thor si
discostò, ridendo:
smise subito, nel vedere lo sguardo di Loki sconvolto.
Rimase immobile
anche quando
l'altro gli diede le spalle e si allontanò correndo.
*
Il terzo,
fu per
errore.
Nonostante fosse
appena
adolescente, Loki era già un portento nell'uso del Seiɗr
e non faceva altro che migliorare ancora. Frigga ne era ammaliata e
lui amava compiacerla: così volle farle una sorpresa.
Aveva provato per
un mese
quell'illusione, finché non vi riuscì.
Così
una sera estiva di un
temporale caldo, Loki zampettò fuori con un sorriso ampio
nel volto,
incurante di bagnare le vesti broccate di verde e argento, per
raggiungere le stanze della madre.
Ma qualcuno lo
bloccò: un
braccio possente, capelli umidi e pesanti che ricadevano sulle grandi
spalle, le gote arrossate di idromele.
“Chi
sei?” una voce
decisa, l'alito profondo delle più dolci ubriacature.
Loki
sgranò le palpebre,
gli occhi verdi stupiti ma mai intimoriti, le labbra secche che non
trovavano parole.
Thor sorrise,
offuscato,
predatorio: “Beh, non m'importa se non vuoi
dirmelo.” dichiarò,
il viso sempre più vicino, accenni di barba sul mento
“Tu sai chi
sono io” continuò, arrogante, negando qualsiasi
possibile rifiuto.
Loki si
accigliò, un
ringhio tra le labbra: “Non os-” provò a
rispondere, ma il
Principe del Tuono lo fece annegare nel suo sguardo: “Sei
bella”
- E nelle sue parole.
Loki si
ammutolì, il
rossore sulle gote, un nuovo sorriso sornione sul viso di Thor.
E quelle labbra
sulle sue:
decise, ma gentili; sapevano di idromele. Bruciavano.
Loki
provò a divincolarsi:
inutile.
Thor lo costrinse
a fare
qualche passo indietro, le mani attorno al suo polso sottile, la
schiena ora lungo il ruvido tronco di un albero: la bocca divaricata
con prepotenza, la sensazione languida della lingua umida che si
insinuava senza domandare.
Loki
tremò, in balia di
quella forza dirompente: si lasciò guidare, soffocato dalla
pioggia,
incapace di controbattere, perso nel ritmo lento di quel primo, vero,
bacio.
Thor si
distaccò, arrossato
in viso, gli occhi liquidi su quelli verdi: non parlò,
osservandolo
nel silenzio, mentre la mano saliva dal polso lungo l'addome,
sfiorando il seno, fino alla clavicola, fino a raggiungere il collo.
Loki
serrò le labbra, il
fiato accelerato e corto, i capelli neri che si appiccicavano alla
pelle umida.
Thor strinse
più forte, le
pupille che si dilatavano animalesche, una luce diversa nelle iridi:
consapevolezza, ardore, eccitazione.
“Io...”
disse, il tono
improvvisamente sommesso; e Loki seppe che lui aveva capito.
“Vattene.”
gli rispose
solo, la sua prima e unica parola.
Thor si
distaccò: non
chiese nemmeno scusa; se ne andò lasciandolo in mezzo alla
pioggia.
Loki gliene fu
grato:
chiedere perdono sarebbe stata un'ammissione troppo dura da
sopportare.
Si
portò tremante una mano
alle labbra e senza dire una parola, si lasciò scivolare
sulla terra
fangosa.
Strizzò
gli occhi,
maledicendosi: il Seiɗr
svanì, rivelando la sua vera forma.
*
Il quarto
bacio fu
per rabbia.
Thor lo aveva
afferrato e
Loki aveva tentato di pugnalarlo al fianco.
Non stavano
giocando: quei
tempi erano ormai lontani e freddi.
Era una lite
furente, come
ne avevano ultimamente per i motivi più futili.
Poi il pugnale era
volato
via lontano, tintinnando sul pavimento: insieme a Loki, a terra,
sovrastato dalla forza di Thor.
“Lasciami”
gli aveva
ringhiato, minacciandolo.
Ma Thor aveva
tuonato più
forte, stringendogli le mani, il peso del proprio corpo sul suo
“Mi
hai provocato troppe volte, fratello!” urlò, fin
troppo basso “Sai
almeno con chi stai parlando?”
Loki aveva riso
arcigno, le
iridi veleno “L'arrogante principe di Asgard”
Thor strinse
ancora “Sei
cambiato” asserì.
L'altro si
rabbuiò,
affilato “Sono
sempre stato io”
mormorò; e Thor capì che quelle parole
contenevano segreti più
profondi, tacitamente condivisi.
- Sono
sempre stato io.
Anche allora, e tu lo sapevi.
Thor
percepì la rabbia
scivolare lenta, il cuore pulsare rovente, la gola secca, il suo
odore umido attorno alle dita: proprio come quella sera d'estate,
sotto il temporale caldo.
Si
avvicinò, calamitato, i
lunghi capelli che solleticavano sulla pelle dell'altro.
Lo
baciò: piano, un tocco
fugace.
Loki
inclinò il viso, le
palpebre appena socchiuse: non disse niente.
Thor lo
baciò ancora: le
mani che liberavano i polsi e risalivano sul collo, in quel gesto che
era stato sempre loro.
Loki trattenne un
respiro:
lo liberò, costretto dalla lingua di Thor che premeva senza
delicatezza.
Si baciarono
ancora a lungo,
i fiati spezzati, riversi sul freddo pavimento.
Quando Thor si
distaccò, lo
fissò negli occhi esattamente come aveva fatto quella notte:
gli
scostò una ciocca dalla fronte, continuando a perdersi nel
verde.
“Loki”
lo chiamò.
Ma l'altro
deviò lo
sguardo: “Lasciami” ripeté, debole.
“Io...”
“Vattene.”
Thor
inclinò il viso,
sollevandosi: “Mi dispiace.” disse, prima di
andarsene.
Loki nascose una
lacrima,
rimanendo da solo, ancora sul pavimento.
Ora che aveva
chiesto scusa,
non poteva più essere un'illusione: e la realtà
faceva troppo male.
*
Da quel momento
Thor e Loki
si evitarono abilmente, ignorandosi, distaccandosi sempre di
più.
Finché un giorno, su
Jotunheim, Loki non scoprì un'altra
verità che non poteva
più essere negata.
Adesso nemmeno il
calore dei
suoi baci avrebbe potuto scalfire il Ghiaccio.
*
Note
Autrice
Questa
è un po' la mia personale visione di come Thor e Loki in
qualche
modo si attraessero ben prima degli eventi del primo film: ho voluto
ripercorrere quelli che sono stati i momenti tra loro di baci teneri,
di sfida, di gioco, in un crescendo di attrazione. Fino alla
struggente scoperta di Loki.
Probabilmente
ne farò una seconda parte più in là
con quelli che si son
scambiati durante i vari film (missing moment a gogo).
Beh,
io
spero non mi segnalino la storia ahaha mi sono spinta un po' oltre
forse (anche perché non si capisce molto bene il
regolamento), ma
nel caso sposterò tutto altrove. Incrociamo le dita!
Come
sempre ringrazio tutti, specialmente chi ha deciso di spendere quei
minuti in più per recensirmi: grazie davvero.
Ci
si
ribecca presto!
Un
bacio,
Iky
|
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Capitolo 5 *** Fake ***
fake
Prompt:
social network di Alixia
Ambientazione:
Canonverse, generale
Personaggi:
Loki;
Thor
Rating:
Verde
Genere:
Demenziale, comico
Fake
“LOKI!”
Il Dio del Tuono, in jeans e felpa
grigia, i lunghi capelli biondi confusamente raccolti in una crocchia
scompigliata, spalancò la porta di un austera casa di Londra
e
attraversò la stanza con ampie falcate.
Dai muscoli tesi frizzavano saette.
“Fratello.” Loki nemmeno si
voltò,
salutandolo atono, intento a pigiare robe strane su quella cosa.
Tastiera – gli aveva spiegato infinite
volte lui, senza che
Thor riuscisse mai a capirne il funzionamento.
“Finalmente ti ho trovato!”
ringhiò
ancora, avvicinandosi iracondo alla scrivania dove era seduto
l'altro.
Il Dio dell'Inganno sollevò un
sopracciglio, dubbioso, senza distogliere lo sguardo da quel
– come
si chiamava? Schermo.
“Avrò lasciato la posizione
su
google maps visibile” mormorò,
innocentemente. Fin troppo.
Thor sbatté la mano sul legno liscio:
traballò tutto, tanto che l'altro fu costretto a tenere con
una mano
la tazza per non far trasbordare il caffè ormai freddo.
“Non mi interessano i tuoi trucchetti
o le tue Mappe Igloo” – Loki
non poté fare a meno di
posare gli occhi sui suoi, in un misto tra divertimento e
commiserazione “Ma questo?!” Thor
continuò, agitando davanti
alla sua faccia un cellulare di ultima generazione.
“Ti sei comprato uno smartphone?
Benvenuto nel XXI secolo, fratello." constatò
Loki, adagiando la
schiena sulla poltrona e incrociando le mani con fare accomodante.
Thor di contro inclinò il viso,
abbassandosi in avanti “Lingua
d’argento,” lo chiamò, e Loki
corrucciò la fronte irritato “non giocare con me.
Banner mi ha
detto…”
A quel nome Loki sussultò, ma non lo
diede a vedere. “…che mi ha commentato delle storie.
Ma io
non gli ho proprio narrato alcunché.”
L'altro sbiancò.
“Magari hai capito male. Sicuro che
si sia espresso bene? Stiamo pur sempre parlando di uno che si
trasforma in un coso verde: enorme, schifoso,
forte…dolorosamente
forte.” rispose velocemente, fluido. Fin troppo.
Thor si fece più vicino: le dita di
Loki si serrarono, il sudore nella fronte.
“E poi mi ha fatto vedere: gattini,
robe strane, posti che non ho mai visitato…foto in cui ero
presente. C'ero io. In tutte quante.”
continuò l'altro, una
vena pulsante sul collo.
Loki deglutì a vuoto: “Beh,
magari
ti sei dimenticato” provò a dire, ma Thor
sbatté nuovamente il
pugno sul tavolo.
“Ti sei trasformato in me e hai fatto
delle storie?!” tuonò talmente
basso, da far tremare le
pareti. “Usi l'inganno anche in queste cose,
fratello?!”
Loki indietreggiò lentamente con la
sedia, sollevando le mani in alto: “Beh tecnicamente non
è del
tutto un profilo fake, dal
momento che nel concreto la faccia era effettivamente la
tua.” disse solo, allungando le labbra nervosamente.
“Ti ammazzo”
Thor afferrò la sedia, ma l'altro
zompettò via prima che potesse acciuffarlo.
“Su, fratello! Hai idea di quanti
followers ti ho procurato?!”
continuò Loki, aggirando il
tavolo aggraziatamente.
“In una foto sono vestito da
donna!”
Thor lo intercettò, cercando di
afferrarlo ancora.
Loki sfuggì di nuovo, il sorriso sulle
labbra che non riusciva a trattenere.
“In effetti saresti stato un ottima
Regina di Asgard” mormorò suadente, facendo una
mezza giravolta
“Almeno lo sei di Instagram.”
“LOKI!”
Nonostante il cielo fosse sereno quel
giorno, dall’appartamento anonimo di Londra si librarono
tuoni e
fulmini.
*
Note
Autrice
Beh,
si ritorna
sul demenziale. Così per smorzare il dolore delle storie
precedenti
(e di quelle successive ahaha). Non so ma sin da subito quando Alixia
mi ha proposto questo prompt, mi sono immaginata una scena del
genere: Loki che, un po' invidioso del successo di Thor (vedi la foto
richiesta in Thor Ragnarok) ne combina una delle sue al fratello,
aprendo un profilo fake su Instagram. Tanto figurati se Thor, negato
con la tecnologia, se la filava...e invece ahaha Addio Loki, il tuo
piano è decisamente fallito.
Mi
sono divertita
ad immaginarli così e spero di avervi strappato un altro
sorriso.
Ringrazio
tutti i
lettori silenziosi, chi mi ha recensito e chi ha messo la raccolta
tra le preferite/seguite.
Grazie
davvero.
Ci
si sente al
prossimo aggiornamento
Un
bacio
Iky
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Capitolo 6 *** If I hadn't know you ***
If I hadn’t know you…
Se non ti avessi mai conosciuto,
non sarei stato costretto a condividere i miei giochi con te.
Se non ti avessi mai conosciuto,
avrei avuto solo per me gli occhi di nostra madre e gli insegnamenti di nostro padre.
Se non ti avessi mai conosciuto,
non avrei desiderato la solitudine di chi è figlio unico,
o imparato ad alimentare la mia natura competitiva.
Non avrei scoperto la preoccupazione, il fastidio per il tuo volermi seguire ovunque, o quello perché all’improvviso avevi smesso di farlo.
Non avrei imparato a fingere di ignorarti, quando invece i miei occhi cercavano ovunque i tuoi.
Dov'eri finito?
Perché eri sempre da solo?
Perché mi guardavi solo nei momenti in cui pensavi fossi distratto?
Se non ti avessi mai conosciuto, non avrei imparato a mentire.
Non così bene come facevi tu, ma mai tanto bene come potevo farlo con me stesso.
Se non ti avessi mai conosciuto,
non avrei mai sperimentato il tradimento, l’autocommiserazione, l'incommensurabile impotenza che si prova quando si ci domanda fino allo sfinimento: dov’è che ho sbagliato?
Dove ho sbagliato?
Non ho ancora una risposta.
Ma so che se non ti avessi mai conosciuto,
non avrei mai capito il significato così spaventoso dell’odiare.
Ho odiato così tanto solo perché non riuscivo a disprezzarti.
Perché non riuscivo a non amarti.
E adesso sono solo, in questa mia guerra personale.
Tra le mani cenere e nessuna lacrima da versare.
Questa volta non ci sarà nessuna illusione.
Nessuna possibilità di perdono.
Soltanto il vuoto dei rimorsi.
Se solo non ti avessi mai conosciuto…
Dove sei adesso, Loki?
Ti prego, solo per questa volta…
Mentimi ancora una volta.
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