la semidea babilonese

di Love_Fandom
(/viewuser.php?uid=1072111)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Io ***
Capitolo 2: *** ·2·Credo di essere impazzita ***



Capitolo 1
*** 1. Io ***


Pov Alba.

Mi svegliai per colpa di qualcosa che suonava alla mia destra.
Quanto odio quella maledetta sveglia.
La spengo, e noto che sono le 06:00.
Ammazzo quella stronza che si è permessa di spostarmi l'orario!
Mi alzai sapendo che non avrei potuto riprendere sonno, e mi chiudo in bagno.

Mi chiamo Alba Elisabeth Miller, ho sedici anni, capelli lunghi fino alla fine della schiena neri e gli occhi strani, all'esterno sono blu/azzurri verso l'interno castani/ambrati fino al rosso.
Sono stata adottata da una famiglia, che non fa altro che disprezzarmi, ho un carattere molto forte ma in un certo senso fragile.
Vengo derisa a scuola e a casa, ma mi faccio sempre vedere forte, anche se dentro voglio solamente piangere.

Mi lavo la faccia per svegliarmi, i mei occhi erano privi di vita, opachi, in un certo senso rispecchiano perfettamente quello che sono.
Non ho nessuno, i miei fottuti genitori mi hanno dato via, forse ero inutile anche per loro, non so fare niente che scappare, nascondermi o diventare apatica.
Fuori la mia matrigna Sasha si comporta con me come dolce persona che adora sua figlia, ma io non ci casco, so perfettamente che tipo di persona era realmente.
Lo stesso vale per Mario il patrigno, quando non faccio qualcosa che devo fare o ritardo solo di qualche secondo, punizione o vengo picchiata da quello stronzo, quando riesco a reagire, prende il coltello, e beh potete immaginare come va a finire.
Poi c'é Meredith la loro figlia perfetta, con i capelli biondi perfetti, gli occhi azzurri perfetti, e il suo corpo perfetto.
Con me si comporta da strega, da quando eravamo piccole, lei combinava i casini e io dovevo essere punita per colpa sua, e non era cambiato niente nemmeno quando siamo cresciute; mi da della troia quando la vera baldracca era lei, che si sarà fatta almeno tre volte tutta la squadra di football della scuola, io invece ero ancora vergine, era una cosa assurda!
Tornai in camera, e rimasi dieci minuti a guardare l'armadio per scegliere cosa mettere.
Alla fine optai per: delle all star nere, pantaloni in jeans neri, maglietta grigia con sopra un teschio, una felpa nera, una giacca di pelle nera, e dei guanti senza dita rigorosamente neri.
Mi piaceva il nero mi faceva sentire sicura, e di sicurezza non ne avevo molta.
Presi il mio zaino, era l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale.
Per tutti il natale è una cosa bellissima, ci si scambiano i regali, si sta insieme, ma non la trovavo proprio mia, non mi sentivo in dovere di festeggiarla; poi come ogni anno dovevo preparare tutto io fare l'albero, cucinare, sistemare la casa, pulirla, preparare il tavolo per la cena in famiglia, tutte stronzate di cui io farei a meno.
Scesi le scale in silenzio, e preparai la colazione per quella che dovrebbe essere la mia famiglia, ovviamente non potevano farsela da soli, troppo disturbo.
Quando finii, mangiai in fretta, e misi tutto a posto.
Presi le chiavi di casa, e uscii per andare a scuola.
Percorsi tranquillamente la strada, con la musica che mi risuonava nelle orecchie.
Il cappuccio della felpa che indossavo mi copriva i capelli e oscurava il mio viso, volevo essere per una volta lasciata in pace.
Arrivai a scuola, e rimasi un po' più in disparte, volevo non essere notata fino al suono della campanella.
Ma la fortuna non era dalla mia parte, perché vidi Jack Anderson capelli castani e occhi castani, capitano della squadra di football, con i suoi compari che si dirigevano verso di me, che giornata di merda.
-oh guarda chi c'è, la stramba- disse, facendo ridere gli altri scimmioni che costituivano la sua gang.
-si sono qui ora ve ne potete andare via- dissi acida.
-oh qualcuno qui ha tirato fuori le unghie- disse di nuovo ridendo.
-stai attento posso graffiare- dissi sgarbata.
-ti conviene stare attenta ragazzina, posso farti molto male- disse stringendo le mani attorno alla mia gola.
Cercai di liberarmi facendo forza sulle sue mani, ma lui non mollava la presa.
-lasciatela stare- sentii qualcuno dire da dietro l'armadio a due ante.
-ragazzino ti conviene sparire prima che faccia la stessa cosa a te.- minacciò il bestione.
Cominciai a vedere tutto sfuocato, avrei perso i sensi da li a poco, se non mi lasciava.
Lui lasciò la presa, mi cedettero le gambe, e caddi a terra tossendo in cerca di aria.
-tutto bene- disse il ragazzo di prima.
-sto bene- dissi quando riuscii a finire di tossire.
Lo guardai, aveva i capelli castani scuro, e gli occhi grigio tempesta, ed un fisico che farebbe invidia a Jack.
-mi chiamo Carter, e tu?- chiese porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
-Alba- dissi semplicemente, prendendo la sua mano ed alzandomi.
-non dovevi farlo, adesso ti prenderà di mira, come ha fatto con me- dissi.
-non potevo lasciarti a quel cretino- protestò.
Sorrisi.
-è sempre successo, ci sono abituata- dissi.
Sentii il suono della campanella.
-devo andare o farò tardi, e non voglio che anche i professori se la prendano con me, ciao- dissi frettolosamente, correndo verso l'entrata della scuola.
Corsi per i corridoi vuoti, fino alla mia classe.
Entrai, e subito tutti gli sguardi erano puntati su di me.
-sei in ritardo- disse il prof severo.
Non dissi niente e mi sistemai al mio posto, all'ultimo banco vicino alla finestra, da sola.
-stavo dicendo prima di essere interrotto, che oggi sarà con noi un nuovo alunno- spiegò.
La porta si aprì, ed entrò Carter, poteva anche dirmelo che era nuovo.
-lui è Carter Lioner, puoi metterti vicino alla Miller- continuò indicandomi con in gesto della mano.
Lui mi sorrise a si sistemò accanto a me.
~due ore dopo~

La campanella per la ricreazione suonò, finalmente, non ne potevo più di questa lezione è più pesante di quella di chimica!
Prima che potessi oltrepassare la soglia della classe per uscire la voce della prof mi richiamò.
-signorina Miller posso parlarle- chiese la prof, indicando il suo ufficio.
Sospirai, e la seguii.
Entrai e aspettai che finisse di dire ciò che doveva dire.
-piccola mezzosangue- disse con una voce che non era sua.
Mi vennero i brividi, cosa diavolo stava succedendo?
All'improvviso la cara vecchia prof di storia si trasformò in un essere spaventoso.
Sentii il medaglione che avevo da quando ero piccola scaldarsi sul mio petto, o forse era solo una mia impressione, non lo sò.
Ero in completo panico, non sapevo cosa fare oltre rimanere impalata dove ero prima sotto shock.
Si lanciò contro di me ringhiando, ma una figura si intromise nel mio campo visivo,lo conoscevo era....

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ciao a tutti!

Questa è una nuova iniziativa spero vi piaccia.

Non credo di aver fatto errori grammaticali, ma scusatemi se ne ho fatti.

Scrivetemi nei commenti se vi piace o devo cambiare qualcosa.

Alla prossima....

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** ·2·Credo di essere impazzita ***


Pov Carter.

Mi era stata affidata una missione, dovevo recuperare un nuovo/nuova semidio/semidea e portarlo/portarla al campo di Babilonia, un posto dove noi semidea siamo al sicuro dai demoni, che ci vogliono far fuori.

Mi chiamo Carter Lion, ho diciotto anni, capelli castani scuro, e gli occhi grigio tempesta.
Sono un semidio figlio di Adad dio della poggia e delle tempeste babilonese.

Ero di fronte alla scuola che frequentava la persona che cercavo.
Mi guardai in torno, e vidi una ragazzina indifesa che veniva soffocata da un ragazzo il doppio più grande di lei.
Andai subito in aiuto alla ragazza.
-lasciatela stare- dissi autoritario.
-non ti conviene sparire prima che faccia la stessa cosa a te- mi minacciò il ragazzo.
La ragazza stava per perdere i sensi, si vedeva.
Lui la lasciò, per poi andarsene, mentre la ragazza crollò a terra tossendo in cerca di aria.
-tutto bene?- chiesi.
-sto bene- disse quando smise di tossire.
-mi chiamo Carter, e tu?- chiesi allungando la mano per aiutarla.
-Alba- disse afferrando la mia mano per poi tirarsi in piedi.
Solo in quel momento vidi i suoi occhi (foto sopra), era molto particolari, e aveva una strana energia attorno.
Era lei la mezzosangue, bene almeno l'ho trovata.
-non dovevi farlo, adesso ti prenderà di mira, come ha fatto con me- disse.
-non potevo lasciarti a quel cretino- dissi.
Lei sorrise.
-è sempre successo, ci sono abituata- disse in un sussurro.
Sentii il suono di una campanella.
-devo andare o farò tardi, e non voglio che anche i professori se la prendano con me, ciao- disse frettolosamente, per poi correre verso l'entrata della scuola.
Quella ragazzina era molto particolare, eppure i suoi occhi erano spenti come senza vitalità.
Era strano aveva almeno sedici anni, perché non era arrivata al campo prima?
Andai anche io dentro quella scuola sbuffando.
Quanto odio la scuola!
Andai in segreteria, per prendere gli orari.
Appena entrai vidi una signora alquanto anziana che stava dietro una scrivania.
-mi serve il mio orario, sono Carter Lion- dissi.
La donna annuì, e mise a frugare dentro un cassetto, e ne tirò fuori un foglio che mi porse.
Lo presi ed uscii dalla segreteria.
Guardai il foglio che mi aveva dato la tizia, ero nella classe A3.
Sospirai, e andai alla ricerca della classe.
Finalmente la trovai, ed entrai in classe.
-lui è Carter Lioner, puoi metterti vicino alla Miller- disse il prof, presentandomi alla classe.
Vagai con lo sguardo e vidi Alba seduta all'ultimo banco in fondo alla stanza.
Andai a sedermi vicino a lei, aspettando la fine della lezione.

~due ore dopo~

Era finalmente ricreazione, un'ora con quella tizia mi aveva fatto quasi addormentare.
Vidi Alba andare nell'ufficio della prof, con la prof stessa dietro di lei.
Questa cosa non mi piace.
Andai vicino alla porta, toccai il mio anello, che si trasformò prontamente nella mia spada.
Che stupido che sono, era un demone.
Sentii il verso terrificante di quell'essere.
Non potevo stare qui senza fare niente.
Spalancai la porta e vidi Alba in un angolo della stanza, e dall'altra parte il demone.
Mi misi davanti a lei per proteggerla.
-un altro, sono molto fortunata oggi- disse gracchiante.
-anzi sarà la tua disfatta- dissi, prima di lanciarmi contro di lei.
_______________________________________

Pov Alba.

Era Carter.
Sinceramente ero rimasta scioccata, era una cosa fuori dal normale, perché vedo queste cose?
Devo essere impazzita, per vedere queste cose.
-un altro, sono molto fortunata oggi- disse la cosa che una volta era la prof di storia.
-anzi sarà la tua disfatta- disse Carter.
Lui andò in contro il mostro.
Poi notai che aveva una spada in mano, come una di quelle che c'erano nei musei.
Provò a colpirla con la spada, ma il mostro era più veloce.
Io mi allontanavo in un angolo della stanza il più lontano possibile dalla battaglia.
Chiusi gli occhi non volevo vedere, anzi volevo scappare.
Loro due erano impegnati a sconfiggersi a vicenda, perfetto, senza far rumore mi avvicinai alla porta.
Dovevo andarmene, uscii dalla porta, e cominciai a correre il più veloce possibile lontano da quella stanza.
Corsi per i corridoi, ormai vuoti, ed uscii dall'istituto.
Presi fiato, e continuai la mia corsa, arrivando in un parco.
Mi sedetti su una panchina lì vicino per riprendere fiato, e calmare il mio povero cuore impazzito, che batteva così forte che mi sembrava saltasse fuori dal petto, socchiusi gli occhi cercando di regolare il mio respiro.
Ero esausta non solo fisicamente ma anche mentalmente, sono così confusa, sono successe tantissime cose in poco tempo, e non tutte belle.
Strinsi le ginocchia al petto, nascondendo il viso tra le braccia.
Che cosa diavolo era successo?
Una mano si appoggiò alla mia spalla, sussultai e mi voltai.
Era Carter, subito mi allontanai.
-ehi calmati non ti voglio fare del male- disse avvicinandosi.
-che diavolo era quella cosa?!- chiesi spaventata.
-calmati- disse Carter prendendomi per le spalle.
-come faccio a calmarmi, la professoressa di storia mi voleva ammazzare- urlai.
Lui mi mise la mano sulla bocca.
-devi calmarti, capito, poi ti spiegherò tutto- disse.
Io annuii, e lui mi tolse la mano dalla bocca.
-dobbiamo trovare un posto dove possiamo parlare in privato.- disse guardandosi in torno.
-so dove andare- dissi.
Lui mi guardò negli occhi.
-andiamo- disse.
Sospirai e lo portai a casa mia.
Arrivammo davanti alla porta di ingresso di casa.
In quel momento non c'era nessuno, per fortuna.
-vieni- dissi salendo le scale.
Entrai in camera mia e chiusi la porta a chiave prima che qualcuno possa sentirci.
Mi sedetti sulla sedia della scrivania, aspettando che lui mi spieghi qualcosa.
-bene allora, tu sai dei miti babilonesi?- chiese.
Io annuii non sapendo dove voleva andare a parare.
-non sono miti, sono reali, Dei, mostri e tutto il resto- continuò.
Io lo guardai confusa.
-ecco io e te siamo.....

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ciao a tutti.

Ecco il secondo capitolo.

Scrivetemi nei commenti se vi piace la storia.

Il prossimo capitolo sarà interessante.

Ciao....

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3770570