You make me wanna dance

di Favatralenuvole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


-COSA?
Apollo guardò il direttore Zeus, scioccato.
-Volevi un lavoro, no? Ora ce l'hai.
-Non era quello che intendevo! Perché proprio io?
Il padre sospirò, esasperato.
-Questo college ha bisogno dei soldi di quel premio, e con la terribile figura dell'anno scorso-
-È stato un incidente!- Piagnucoló Apollo.
-Non mi interessa. Trova dieci ragazzi abbastanza idioti da accettare e che ballino decentemente e vincete questa gara.
-Non ho mai allenato una squadra né coreografato in vita mia, papà!
-Bene, imparerai. Gli studenti sanno già che le audizioni per entrare in squadra sono la prossima settimana. Ti aiuterà Rachel.
Apollo si coprì la faccia con le mani.
-È solo qualche mese, figliolo. Potresti persino divertirti.

 
Nico sospirò, prendendo in mano la penna.
“Non lo sto facendo veramente” pensò.
“Non mi sto iscrivendo. Non farò quel maledetto provino. È tutto un sogno”.
Maledì suo padre per la decima volta in cinque minuti. “Te la cavi con quei piedi” aveva detto il traditore, imbarazzato “fai un tentativo, sarebbe un buon modo per fare nuove conoscenze”.
Tanto non l'avrebbero preso. Voleva solo che suo padre smettesse di rompere le palle e di preoccuparsi per lui perché era solitario, perché era strano, perché non sarebbe mai riuscito ad ambientarsi al college, perché aveva una cotta per Percy Jackson (no, questo non lo sapeva, ma era comunque nella lista dei problemi) e… no.
"No, non può essere vero."
-Nico! Ti iscrivi anche tu?
Jason Grace e Percy Jackson, croci della sua esistenza, si stavanoavvicinando, salutandolo energicamente.
"Mi rifiuto, dai."
-Ragazzi! Voi… voi ballate?
-Jason è un talento, Di Angelo.
Il ragazzo rispose con un pugno sul braccio dell'amico.
-Sei più bravo tu, bro.
Nico aveva conosciuto quei due durante il primo anno di liceo,quando Jason, in quanto studente di secondo, gli aveva fatto da tutor in chimica per tre mesi. La spaventosa cotta che nel tempo si era preso per l'amico di Jason non accennava a sparire, complici anche i sorrisoni a trentadue denti che Percy gli dedicava ogni volta che lo vedeva, e le affettuose arruffate di capelli e gli occhi verde mare, e il fisico scolpito e… okay, basta.
E in quattro anni, non aveva mai scoperto che fossero dei talenti dell'hip-hop. Idiota.
Non c'era da stupirsi, in realtà. Non avevano un rapporto stretto, erano semplicemente suoi conoscenti (i conoscenti più fighi che avesse, ma pur sempre conoscenti).
Beh, almeno stava avendo una scusa per parlare con loro. A quanto pareva avevano una passione in comune, e se fosse riuscito a entrare in squadra-
PERCY L'AVREBBE VISTO BALLARE.
PERCY L'AVREBBE VISTO BALLARE.
PERCY L'AVREBBE VISTO BALLARE, PORCA-
I suoi improvvisi pensieri apocalittici furono interrotti dalle risate di due ragazze, una bionda dall’aria minacciosa e una bella ragazza di probabili origini native.
La bionda, gli pareva si chiamasse Annabeth, scrisse il proprio nome, poi passò la penna all'amica.
-Anche tu, Annabeth?- Chiese Percy, stupito.
Ma solo i fighi si iscrivevano ai provini?
Lei annuì.
-Io e Piper- l'amica salutò con la mano- abbiamo fatto danza classica insieme per anni, ma l’hip hop ci diverte di più. E poi, più corsi seguo, più crediti ho.
Classico ragionamento da secchiona.
Nico fece per andarsene, se da quel corridoio o proprio da quel continente non lo sapeva ancora, ma un ragazzo mai visto prima gli si paró davanti.
"Vuole per caso morire giovane?"
-È qui la lista per partecipare all'audizione per il gruppo di hip-hop?
-Sí- borbottò Nico.
Il ragazzo, che aveva il viso cosparso di lentiggini e arruffati capelli biondi, scrisse il proprio nome sul foglio appeso alla bacheca, per poi girarsi verso di lui.
-Sono Will- Sorrise.
-E io non te l'ho chiesto.
-Piacere, Non Te L'ho Chiesto. Che nome originale, è straniero?
Nico si lasciò fuggire un sorriso. Il ragazzo non si era per nulla scoraggiato, nonostante la sua risposta acida, e lo guardava ancora sorridente.
-Nico. Mi chiamo Nico.
-E ti piace ballare?
-Sí… diciamo di sì.
-Io spero davvero di essere preso. La competizione finale è a New York, e ci allena Apollo.
- Il figlio del Direttore? Ma non è quello che lo scorso anno-
-Non gli piace che si ripeta quella storia- lo fermò Will- E comunque, non importa. Si dice sia un saaacco bravo. Ci vediamo all’audizione, Nico.
 
 
Apollo sospirò per l'ennesima volta, sordo alle rassicurazioni di Rachel.
-Per quale motivo si sta iscrivendo tutta questa gente? Ma chi diamine vorrebbe partecipare a una cazzata del genere?
Lei si girò verso il suo coinquilino, smettendo per un attimo di pettinarsi.
-È da quando siamo tornati a casa che rompi le palle, Apo. Zeus mi ha praticamente assunta come tua assistente, ci sono dentro quanto te, d'accordo? Ti aiuterò io, e non sarà così terribile. Almeno pagheremo l'affitto senza fare salti mortali.
-Ah, beh, ora sì che cambia tutto. Un improbabile gruppo di universitari verrà guidato da me alla volta dell’umiliazione eterna, ma almeno Rachel mi porta il caffè.
-Quanto scommetti che alla fine ti piacerà?
-Zero.
-Sei proprio una palla in questi giorni. E ti ricordo che non saremmo in questa situazione, se non fosse per quel video.
-CHE È STATO CANCELLATO.
-È comunque esistito e… senti, lo sai cosa ne penso. Ma se dobbiamo farlo, facciamolo bene, no?
Apollo la guardò per un minuto intero, prima di annuire, sconfitto.
 
 
Annabeth era sembrata sicura, mentre scriveva il suo nome sulla lista, ma non lo era.
Era stata Piper a convincerla.
“Studi tutto il giorno, Annabeth! Da quanto tempo è che non balliamo sul serio?” aveva detto.
 “Sarebbero solo pochi mesi di prove. Quale modo migliore per conoscere nuove persone?”.
E prima che potesse rispondere che a lei di conoscere nuove persone non importava un tubo, l’amica aveva aggiunto un “Percy si iscrive di sicuro”, con aria maliziosa.
“E di questo cosa dovrebbe fregarmi?” aveva risposto subito lei, piccata.
“Niente, niente, dicevo così per dire”.
Effettivamente avevano incontrato Percy e il suo amico altissimo vicino alla bacheca, insieme a un ragazzo bassino e imbronciato, che si era dato alla fuga il prima possibile, dopo aver scambiato due parole con un certo Will. Notò che conosceva vagamente quasi tutti i nomi presenti sulla lista, soprattutto grazie a Piper, che aveva fatto amicizia con più persone possibili in due mesi.
“Hazel Levesque sa ballare?” pensò stranita, prima di scrollare le spalle e scrivere in bella grafia “Annabeth Chase” sotto il nome di Percy.
 
 
-Ehi Nico! Come butta?
Leo non-sto-fermo-un-attimo Valdez staccó gli occhi dal computer e si girò verso il compagno di stanza.
-Alla fine mi sono iscritto. Quindi ora lo fai anche tu. Avevi promesso.
-Nicoooo, lo sai che non sono bravo quanto te. Ho solo troppa energia chiusa in questo piccolo corpo, amico mio.
-Non farmi andare da solo a quella audizione- pregò lui, di rimando.
La loro strana amicizia, su cui inizialmente nessuno dei due avrebbe scommesso un penny, era invece diventata una parte importante della loro vita al college, un legame particolare di cui non avrebbero più fatto a meno, nonostante i loro continui punzecchiamenti.
-E va bene, e va bene, vado. Ma farò un casino.
Nico sorrise. Leo era molto più bravo di ciò che affermava di essere, ma aveva uno stile tutto suo, disordinato ed energico, rozzo e indefinito.
Ricordò la prima volta che aveva visto il suo eccentrico compagno di stanza, due mesi prima.
“Sono Leo, amigo!" aveva esclamato, stringendogli la mano così forte da fargli scricchiolare le dita “Leo Valdez. Passeremo un sacco di tempo insieme, noi due, non è vero?”
E dopo aver parlato per mezz'ora della sua futura laurea in ingegneria e averlo rimbambito di chiacchiere su qualche festa di cui non aveva idea, era riuscito in una missione impossibile: farlo sentire a proprio agio.
Era impossibile odiare Leo Valdez, con le sue dita sempre in moto, il pesante accento spagnolo, la parlantina inarrestabile e gli occhi vivi e curiosi.
 
 
Frank scrisse tremante il suo nome.
Non c'era possibilità che un ragazzo goffo, timido e grosso come lui riuscisse ad entrare in squadra.
Sin da piccolo, per quanto amasse ballare, si era sempre nascosto nelle ultime file, per non essere costretto a guardarsi troppo nel grande specchio di fronte a lui, e per poter seguire gli altri bambini, sicuramente più bravi e agili.
Era stata la nonna a spingerlo a darsi una possibilità.
“Se non provi neanche, non puoi dire di aver combattuto la tua battaglia, Fai Zhang” lo aveva rimproverato, severa “e cos’è la vita, se non rischi qualcosa?”.
Era stata la nonna, che col suo fisico minuto e secco e le pettinature d'altri tempi era stata in passato una grande etóile, a venire sempre ai suoi spettacoli di fine anno.
A comprargli le scarpe adatte.
A rimproverarlo quando si lamentava perché “i maschi della mia classe dicono che ballare è una cosa da femminucce”.
“Vorrei che tuo nonno fosse ancora vivo, che gli mostrasse quanto i ballerini possano essere veri uomini” borbottava “E avessi visto tua madre, Fai… ce l'hai nel sangue, ragazzo mio”.
La nonna disprezzava l’hip-hop, ma non aveva protestato quando Frank le aveva confessato che “quella americanata senza senso” era il genere che preferiva.
E ora eccolo lì, ad auto-condannarsi all'umiliazione pubblica.
"Cos’è la vita, se non rischi qualcosa?"
 
 
Apollo scorse i nomi sulla lista, con Rachel appoggiata comodamente alla sua spalla.
-Ci sono trenta nomi, qua sopra.
-E noi dobbiamo sceglierne dieci- Ribatté l'amica -Non sarà così difficile.
-Se lo dice Rachel Elizabeth Dare allora sí che ci credo.
-Fottiti.
-Volgare.
-Rifottiti.
-Lo sai quanto ti amo, Racheeeel.
-Io sto cominciando a cambiare idea sul mio coinquilino, invece.
-Perché sono così tanti, secondo te?
-Chi non vorrebbe salvare l'onore della scuola dopo che il figlio del Direttore-
-CI DIMENTICHIAMO DI QUELLA STORIA?
Rachel cominciò a ridere, finendo per cadere dal piccolo divano.
-Questo divano fa schifo, comunque. Anche i nani di Biancaneve ci starebbero stretti.
-Hai visto che si è iscritta anche quella tizia che ti fa paura?- Commentò Apollo, cambiando discorso.
-Reyna, dici?
Lui annuì.
-Comincio a pensare che ci sarà da divertirsi, lo sai?

 
~ANGOLO DELLA MENTE MALATA CHE HA PARTORITO QUESTA COSA~

Lo so, ho problemi molto gravi, e una storia già in corso e non passavo su questo sito da mesi. Quindi sto facendo una cavolata, ma l'ispirazione è quel che è, e mi sembra il momento giusto di dirvi che questa roba è lievemente ispirata al film “Pitch Perfect” però non cantano perché, boh, mi ispirava di più che ballassero.
È un AU ambientata al college, e io non so dove sto trovando il coraggio di pubblicarla, non uccidetemi vi prego.
Le coppie sono quelle scritte nell’introduzione e forte brothership Valdangelo e Jasico perché sì.
Apollo e Rachel ci stanno dentro perché sono due personaggi che amo, e perché ha senso che siano loro i fantastici “coach”(niente di questa storia ha senso, ma vabbè avete capito).
E siccome mi sto vergognando da morire ora mi eclisso e ripeto, abbiate pietà. Pitch Perfect mi fa quest’effetto.
 
 
 
 
 



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Capitolo 2
*** Capitolo II ***



-Sveglia, unico uomo della mia vita!
Apollo si limitò a nascondere testardamente la testa sotto la coperta.
-Gno.
-Oggi ci sono le audizioni! Alza il culo, mangia qualcosa e vestiti decentemente, perché io da sola non mi muovo.
Si alzò lentamente dal letto, mettendosi a sedere.
-Voglio morire.
-Su con la vita!
Gemette, disperato, e si ributtó con la faccia sul cuscino.
-Perché a me? Cosa ho fatto di così male nella mia precedente vita per meritarmi tutto questo, Rachel? Chi ero? Una spia della polizia russa? Un membro dell'Inquisizione? Il tipo che si è inventato la pizza all’ananas?
La ragazza scosse la testa, esasperata, i riccioli rossi che si agitavano intorno al viso.
-Quanto sei melodrammatico, Apo.
 
 
Quando Nico entró nella sala in cui la futura squadra si sarebbe allenata, la maggior parte dei partecipanti era già arrivata da almeno mezz'ora. La stanza aveva una parete occupata interamente da uno specchio, la sbarra e il pavimento in parquet. Gli sarebbe sembrata enorme, se non fosse stata così piena.
Vide Annabeth e Piper che facevano stretching appoggiate alla sbarra e Percy poco più lontano, impegnato a fingere di non guardare la ragazza bionda.
Cercò di non restarci male.
Salutò con la mano Will e un paio di altri ragazzi vicino a lui, che conosceva di vista.
“Sta' a vedere che mi scordo tutti i passi. Finisce così, ne sono certo. Dio, la figura che sto per fare. Ma perché, mi chiedo io. Chi mi paga per vendere la mia dignità in questo modo. Per chi lo sto facendo?”
"Per Percy."
“L'ho già detto che odio la mia coscienza? E per tutte le scarpette da tip-tap, dove diavolo è Leo?”
-Ehi, Nico!
-Ehi, Jason- Rispose, depresso. Ma non aveva un hobby, quel ragazzo? O esisteva un nuovo sport, di cui non era a conoscenza, chiamato “trova-Nico-ovunque-si-nasconda-e-urla-il-suo-nome-davanti-a-più-persone-possibili”?
-Lo sapevi che partecipa anche la tua sorellastra?
Nico prestò improvvisamente attenzione.
-Hazel?
-Proprio lei. È laggiù, guarda. HAZEL!
E Jason cominciò ad agitare una mano, attirando l'attenzione della graziosa ragazza impegnata a provare un passo davanti allo specchio, che si avvicinò immediatamente.
-Nico!
Hazel lo abbracciò, e lui ricambiò quasi subito.
-Perché non mi hai detto nulla?
-Neanche tu hai detto nulla a me- Protestò lui, ma non era arrabbiato. Non si poteva essere arrabbiati con Hazel.
-Io ci provo- Disse lei ad entrambi -Che ho da perdere?
Jason annuì.
-La penso anch’io così. E poi, sarebbe una figata far parte della squadra. Qualche anno fa, quando c’era anche Apollo, era amatissima, e i membri erano conosciuti in tutto il college. Organizzavano delle mega-feste, partecipavano a competizioni in giro per gli Stati Uniti e-
-E ci potete scommettere che facevano tutto il sesso del mondo! -Intervenne Leo, arrivato alle spalle di Nico, facendoli sobbalzare.
-Certo, anche -Convenne Jason.
-Praticamente come la squadra di basket adesso -Disse Hazel.
-Esatto.
-Io li odio, quelli -Borbottó Nico.
Octavian, il leader della squadra, era un ragazzo altissimo e allampanato, odioso come pochi.
 
-RAGAZZI! POSSO AVERE LA VOSTRA ATTENZIONE, PER FAVORE?
Tutti si voltarono verso la ragazza che li aveva richiamati. Era molto carina, aveva i capelli rossi raccolti in una cipolla, il viso coperto di lentiggini e una lista in mano.
-Ciao a tutti, io sono Rachel, e sono l'assistente di Apollo. Ho i vostri nomi scritti qui sopra: vi chiamiamo uno per volta, e ci mostrate quello che sapete fare, d'accordo?
-Dov'è Apollo? -Chiese qualcuno.
-Credo stia cercando di impiccarsi con la corda del sipario -Li informò lei, allegramente.
Tutti risero. Non era un mistero che ad Apollo non fosse andato a genio il suo nuovo compito. Nico decise che Rachel gli piaceva, perché era semplice e allegra.
-Mi sono appena resa conto che noi Apollo lo conosciamo solo di vista -Gli sussurrò Hazel.
Lui annuì.
Rachel chiamò il primo nome.
 
 
Reyna si guardò intorno, con l'aria altezzosa. Non le andava molto di provare a entrare in quella squadra di probabili disadattati sociali, ma voleva far sapere ad Hylla che aveva ricominciato a ballare.
“Se non entro, ho la conferma che non ho nemmeno un briciolo di talento” pensò, amareggiata.
I suoi movimenti non erano mai stati naturali, o spontanei. Non era la musica a ispirarla a muovere i piedi, perché per lei una canzone valeva l’altra, non le interessava. La perfezione delle sue mosse, il senso del ritmo accentuato e i passi complessi che riusciva ad eseguire senza un minimo tentennamento erano semplicemente dovuti ad ore ed ore di pratica e disciplina. Da quanto tempo era che non danzava per semplice svago, e passione? Reyna non se lo ricordava.
-Reyna Avila Ramirez Arellano? -Chiamò Rachel.
Era la prima. Ovviamente.
Uscì dalla grande stanza sotto gli sguardi di tutti e cercò di camminare verso il palco con aria sicura.
Seduta in platea c'era Rachel, vicino a un ragazzo incredibilmente bello, che aveva tutta l'aria di volersi trovare ovunque tranne che lì.
-Ciao -Disse, esitante.
-Ehi! -Ricambió Rachel allegramente, per poi dare una grossa gomitata al tipo, che sembrò svegliarsi dal suo stato di angoscia.
-Ah, ehm, sì. Ciao.
Non poté fare a meno di ridacchiare, prima di collegare il suo Mp3 allo stereo vicino a lei, e cominciare a ballare.
Come succedeva sempre, si scordó che c'era qualcuno ad osservarla dopo i primi passi.
L'hip-hop era un genere allegro, spensierato, ed era giusto che lo si ballasse così. Riuscì persino a pensare che, se fosse entrata, alla fine si sarebbe divertita. Quanto poteva essere male?
I suoi piedi si muovevano velocemente, coordinati al resto del colpo. Quella coreografia ce l’aveva ormai nelle gambe, e la forza del suo pezzo si trovava nel curioso mix di danza moderna, acrobatica e pop che era riuscita a creare. Spaccate in aria, poi frequenze veloci e ritmate. Punte e piroette, poi ruota.
Quando terminó aveva il fiatone, ma le facce dei due ragazzi valsero tutta la fatica. Erano strabiliate.
Apollo aveva la bocca aperta, e aveva completamente perso l’espressione apatica di prima.
Sorrise soddisfatta. Dunque valeva ancora qualcosa.
Fece un piccolo inchino, e lasciò il palco.
 
 
-Wow- Commentò Rachel.
-Già, wow- Rispose Apollo.
-È praticamente già in squadra.
-Direi di sì. Il suo stile mi ricorda molto Thalia.
-Lo stavo pensando anche io, sai?
-I bei vecchi tempi…- Sospirò Apollo, pensando alla loro vecchia squadra.
-Un anno e mezzo fa.
-Mi sembra passato un secolo.
 
 
Quando Reyna entrò di nuovo nella stanza, fu sommersa di domande e commenti.
-Sei spettacolare!
-Lui com’è?
-Cavoli, sei sprecata qui. Dovresti provare ad entrare in un Accademia.
-Possiamo sapere il nome della canzone?
-Dov’è hai studiato?
Rispose a tutti il più brevemente possibile, con la sua solita espressione fredda e altezzosa.
 
 
-Beh, perfetto!- Esclamò Piper -Sarà praticamente impossibile battere questa qui.
-Non è poi così importante, Piper -Osservó Annabeth.
-Per te, forse. A me ballare manca da morire -Sospirò.
La verità era che mancava anche a lei. La sua passione per l'architettura l'aveva totalmente assorbita, non lasciandole tempo per nient'altro.
-Annabeth Chase? -Chiamò Rachel, dopo un altro paio di nomi.
L'amica le strinse la spalla.
-Spaccagli il culo, Chase.
 
 
Percy, dietro le quinte, la osservò mentre ballava sul palco. La maggior parte degli osservatori avrebbe convenuto che Reyna, la ragazza con la lunga treccia scura e il portamento da regina, fosse stata più brava, ma lui adorava il modo aggressivo in cui Annabeth batteva i piedi a terra, faceva acrobazie e muoveva il corpo slanciato. Aveva scelto una canzone di Eminem, il che le conferiva sicuramente punti, a giudicare dalla faccia di Rachel.
-Hai idea di quanto sia difficile ballare su una canzone rap? -Sussurró una ragazza dietro di lui a un suo amico.
Ora capiva perché Annabeth avesse lasciato perdere la danza classica. Non faceva proprio per lei.
 
 
Nico fu l’ultimo. Aveva osservato i passi disordinati di Leo e quelli più precisi di Jason, la grazia di Hazel, che era riuscita a sembrare una fatina innocente anche con una canzone di Beyoncè in sottofondo (aveva  unito alcuni passi di Jazz alla sua coreografia, ottenendo l'approvazione generale) e la gioia di vivere di Percy (sarebbe stato preso anche solo per il modo in cui riusciva a sorridere al pubblico). Un ragazzo di origini orientali l'aveva stupito particolarmente. Mentre camminava verso il palco era sembrato davvero goffo e imbarazzato e Nico ammise di aver pensato che non avesse speranze. Invece, aveva ballato con energia ma anche con una certa grazia (per quanto un ragazzo dal fisico imponente come lui potesse essere aggraziato). Si chiese se fosse come lui, se il momento in cui cominciava a muoversi a ritmo di musica fosse l'unico in cui si sentisse davvero felice nel proprio corpo.
Si ritrovò a tifare per lui.
-Nico Di Angelo?- Chiamarono.
Era l'inizio della fine.
 
 
-Ma perché cazzo sono tutti così bravi a ballare in questo college? Cos’è, High School Musical?
-Ma in realtà più che altro cantavano, in High School Musical. Le coreografie non erano niente di che- Replicò Rachel, tranquillamente.
-Comunque, chi prendiamo?- Chiese.
-La prima ragazza. Quella con la treccia. Lei deve entrare.
-Mi sta antipatica!- Si lamentó Rachel.
-Qui comando io.
-Ma fammi il piacere.
-Anche Drew Tanaka ha ballato molto bene -Osservó Apollo.
-NO, TI PREGO. Reyna okay, lo accetto. Ha una scopa infilata dove non si dovrebbe avere una scopa e ci considera tutti dei gerbilli, ma d'accordo, ammetto che balla bene. Drew è troppo.
-Okay, okay. Non è molto etico, ma come vuoi. Piper McLean?
-E anche quella ragazza bionda che è andata prima di lei. Brave. Ed Eminem è un grande pollice in su.
-Lo sai, Rachel, non sei molto brava ad essere imparziale nei tuoi giudizi.
-Eminem è Eminem. Piuttosto, io voto per Leo Valdez.
-Deve darsi una calmata, però.
-Mi è piaciuto anche il ragazzo inquietante. Mi ha sorpreso molto.
-Credo si chiami Nico e sì, l'ho adorato.
Finirono di compilare la lista, tra un battibecco e l'altro.
-Okay, quindi: Reyna Ramirez, Annabeth Chase, Nico Di Angelo, Jason Grace, Frank Zhang, Hazel Levesque, Will Solace, Leo Valdez, Piper McLean e… ne manca uno.
-Quella ragazza coi capelli corti…?
-Lou Ellen? Mah, non mi convince.
-Oh, che ne dici di Percy-
-NO!
-Ma-
-Lou Ellen va bene.
-Rachel, cosa-
-ÈILMIOEXQUELLODICUITIHOPARLATONONPRENDERMIINGIRO.
-EH?
-È il tizio che mi piaceva al liceo. Quello con cui sono uscita per un po' -Piagnucoló.
Apollo rise così tanto da farsi venire le lacrime agli occhi.
-E poi si è messo con quella Calypso!
-Un vero e proprio sciupafemmine.
-Vaffanculo, a te e a lui. Prendilo, fa' come ti pare.
-E dai, Rachel, sei arrabbiata?
-Sí.
E la ragazza si girò, sdegnata.
Lui le si piazzò davanti, gli occhi azzurri imploranti.
-Scuuusa.
Lei ridacchiò.
-La Vostra risata è per me il suono di mille campane degli Angeli, Mia Signora.
-O come il suono del campanello quando arriva il cibo che hai ordinato.
-Ordiniamo il sushi stasera?
-Basta che non ti fissi di nuovo col Giappone. E paghi tutto tu, e a quel punto forse ti perdonerò per le uscite di prima.
-Sissignora. Però Percy è dentro. O questo, o riparto con gli haiku, e stavolta non avrò pietà.
Rachel sbuffò.
 
 
-Io non ho speranze, Jas -Piagnucoló Percy.
-Perché?
-La ragazza rossa… beh, al liceo ci siamo frequentati. Ma si può avere così tanta sfiga? Neanche avessi avuto tutte ‘ste ragazze. Solo due, e studiano entrambe qui!
-Calypso frequenta il mio stesso corso di meteorologia, e la conosco. Ma io dov’ero quando stavi con quest’altra tipa? -
Chiese Jason.
-Non andava al nostro liceo. Era dell'ultimo anno, e io del penultimo.
Jason fece un rumore strano.
-So che stai cercando di non ridere.
-…
-TI ODIO.
Jason scoppiò, facendo rimbombare la sua risata per tutto il corridoio.
-Hanno già scritto chi è stato preso sulla bacheca!
Udendo questa esclamazione, entrambi corsero a vedere, cercando di farsi spazio fra i ragazzi.
Leo Valdez aveva appena esclamato: “OH SÌ!”, battendo il cinque a Nico, che sembrava scioccato.
-Noi ci siamo, stronzi!
-Anche noi!- Esclamò Jason in risposta.
-Davvero?
-GUARDA!
Leo era davvero euforico.
-Stasera mega-festone, Nico.
-COSA?
-Ho preso i numeri di tutti i nuovi membri della squadra. Procurati un po' d'alcool perché stasera ci conosceremo un po’ meglio.
-Leo, che cazzo dici- Sibiló Nico, a denti stretti.
-Non fare il guastafeste, Di Angelo. Allora ci si vede, belli!
Percy gli mostrò un pollice in su.
 
-Quindi è questo, il famoso video.
Hazel e Calypso guardarono le immagini di un Apollo totalmente ubriaco che ballava senza maglietta sopra un tavolo, per poi baciare appassionatamente un ragazzo vicino a lui, che si scansó ridendo.
-Che per caso hai bevuto, Apo?
-No, no -Biascicava lui.
Rachel, la ragazza  che avevano visto con lui, cercò di portarlo fuori dall'obiettivo.
-Vieni qui.
-Racheeeel, non rovinarmi il divertimento.
-Smettila di girare, idiota! -Esclamó lei, rivolta a qualcuno, prima di perdere la presa su Apollo e lasciarlo cadere.
Il fantastico video terminava con Apollo che vomitava l'anima sul pavimento della casa.
-Wow -Commentó Calypso, dopo un minuto di religioso silenzio.
-Poverino. Chiunque ha diffuso il video dovrebbe vergognarsi. Il fatto che fosse ubriaco non era una scusa per umiliarlo così. A tutti può capitare di bere un po’ troppo.
Hazel aveva il cuore buono e un forte senso di giustizia, e faticava a capire come qualcuno potesse diffondere tranquillamente su Internet le faccende private di un'altra persona senza sentirsi uno schifo. Lei si sarebbe vergognata da morire.
-Non sarebbe ora che andassi a vedere se sei stata presa? -Le chiese la compagna di stanza.
-Ho mandato Nico.
-Hazel!
-Mi vergognavo!
-Dunque?
-Nessuna novità, per ora.
Il suo cellulare trilló proprio in quel momento.
-AAAAAAAAAAAAH.
-LO SAPEVO CHE POTEVI FARCELA, FARFALLINA MIA.
 
 
-Ma non era stato cancellato, quel video?
-Chissà quanta gente l’avrà salvato. Solo perché è fuori da Facebook-
-E da Instagram. E da YouTube.
-Non vuol dire sia cancellato per sempre.
-Povero Apollo. Ci credo che Zeus si sia incazzato. Il figlio del Direttore dell'Olympus College che diventa famoso in tutto lo Stato per un video in cui balla mezzo nudo, limona, cade e vomita.
-Vero -Annuí Jason. Percy aveva il mento sulla sua spalla, e riguardava gli ultimi frame del video.
-Chissà chi l'ha girato e diffuso.
-Non un tipo simpatico, sicuramente.
 
 
~ANGOLO PERSONA STRANA~
Allora, devo dire che sono abbastanza soddisfatta, a parte per Apollo perché secondo me è un po’ OOC, ma vi giuro che ci sto provando.
Dato che volevo ricalcare la storia vera (quella di Rick Riordan) almeno un po’, il padre è arrabbiato con lui e l'ha messo in una situazione scomoda, ma essendo un AU ho dovuto inventarmi la storia del video imbarazzante, che ha senso perché ha screditato il nome dell'Olympus, e quindi ci sta (non proprio, ma vabbè avete capito pt.2).
Gli altri personaggi mi sembrano abbastanza IC.
Se magari qualcuno volesse farmi sapere cosa ne pensa sarei deliziata.
Oddio, però ho paura, perché questa storia è una roba fuori dal mondo.
Vabbene, incasserò eventuali insulti.
Ci sono perzone che l'hanno messa fra le seguite/preferite, quindi THANK YOU.
Ciau :)
PS: non sono un'espertissima di college ammerigani. Potrei scrivere qualche stromboleria.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


 

Piper bussò esitante alla porta della stanza di Leo e Nico.

Indossava un vestitino nero che le fasciava il corpo alla perfezione, e aveva gli occhi leggermente truccati. Si vergognava un po’ ad ammetterlo, ma quando aveva saputo che anche Jason era in squadra era andata nel panico. Stava cominciando a realizzare di avere una cotta stratosferica per quel ragazzo, e ciò non le piaceva.

Annabeth, invece, si era infilata un paio di jeans e una maglietta consumata con la scritta “blonde”. Non era molto entusiasta.

Leo aprì la porta.

-Hola, chicas!

Quel ragazzo aveva l'argento vivo nel corpo, pensò Piper: persinoi riccioli scuri che gli contornavano il viso sembravano muoversi di vita propria. Sorrise, mostrando una fila di denti bianchissimi in contrasto con la carnagione piuttosto scura.

Entrarono nella stanzetta, che era veramente etta, come anche la loro e qualsiasi altra, e si chiese come sarebbero entrati tutti e dieci.

Lo scoprí subito:

Schiacciati su un letto c'erano Jason e Percy, spalla contro spalla (cominciava a pensare che quei due fossero nati insieme), mentre un ragazzo biondo col sorriso luminoso quanto quello di Leo si era accomodato sull'altro, insieme a una bella ragazza dalla carnagione scurissima, che le sembrava si chiamasse Hazel. Seduti a terra c’erano la ragazza altezzosa con la treccia, e un ragazzone di origini asiatiche, che le sorrise timidamente.

Spaparanzato su una sedia (l'unica sedia) c'era anche Nico, con le braccia intrecciate dietro lo schienale.

-Allora, signori!- Esclamò Leo, allegramente -Prendete qualcosa da bere e presentiamoci!

 

Piper bevve un sorso di vodka alla ciliegia, storcendo le labbra. Non amava moltissimo l'alcool.

-Allora! Io mi chiamo Leo Valdez, ballo perché non sono capace di stare fermo per più di due minuti, studio Ingegneria e ho una cotta per la cassiera della gelateria qui vicino.

-Si chiama Chione- Gli disse Jason -Studia anche lei meteorologia.

-Quella dell'Ice Kingdom?- Chiese il ragazzo biondo, che a quanto pareva si chiamava Will.

-Hanno veramente chiamato una gelateria “Il Regno Di Ghiaccio”?- Li interruppe Reyna.

-Peró il gelato è buono- Obiettò Percy.

Piper annuì insieme a molti altri. Poi l'attenzione si spostò al ragazzo vicino a Leo, che aveva un’espressione che parlava da sola.

-Tocca a te, Nico!

L'interessato sospirò, rassegnato.

-Ehi, ciao a tutti. Mi chiamo Nico Di Angelo. Ho origini italiane, mio padre ha un’impresa di onoranze funebri, studio Fisica, la cosa che stiamofacendo è da scuola media e… la cassiera che piace a Leo è simpatica come un pugno in bocca.

Tutti risero e annuirono.

-Confermo- Affermò Jason.

-Beh, sì. Ma è così bella, non avete idea! E poi, quando mi dice cose romantiche tipo “spostati, nano da giardino, blocchi la fila”… aaaah, l’amour!

Nico si mise una mano sulla fronte.

-Ma dove hai preso tutta questa roba, Leo?- Chiese Hazel, rigirando nel bicchiere un liquido chiaro.

-Dakota! Quel ragazzo conosce ogni tipo di bevanda alcolica possibile.

-Studiamo Filosofia insieme- Mormorò Frank, aprendo una lattina di birra -E le discussioni migliori le facciamo sempre quando è ubriaco.

Risero di nuovo.

-Non era una battuta- Protestò lui.

Annabeth non aveva ancora toccato nulla.

-Non abbiamo ventuno anni- Si lamentó -E teoricamente da adesso dovremmo anche tenerci in forma. È assolutamente irresponsabile da parte nostra bere in questo mod-

-Che vi avevo detto? Le medie- Commentò Nico.

-Ma sei seria, bionda? -Aggiunse la ragazza con la treccia.

Annabeth incrociò le braccia, indispettita.

-Sí.

-Io sono astemio- Sussurrò Percy.

-Bravo Percy. Fa bene alla salute!- Sorrise il ragazzo biondo.

Piper lo guardò scioccata. Non se l'aspettava da uno come lui.

-Le cose si fanno interessanti- Commentò Leo -Perché non ci parli un po’ di te, ragazza dalla bella treccia?

Lei bevve un sorso di vodka.

-Mi chiamo Reyna. Studio Economia. Mia sorella lavora in un'importante azienda, e spero di farlo anche io. Sono simpatica quasi quanto quella cassiera che piace al nano. Altro?

-In che azienda lavora tua sorella?

-Amazon.

-WOW- Commentò Piper. Quella ragazza doveva avere i soldi che le uscivano dalle orecchie. D'altronde, l'Olympus College non era alla portata di chiunque.

Reyna fece spallucce.

-Sí, non è male.

Percy agitò la mano, di nuovo entusiasta. Aveva in mano una Coca-Cola, ma nessuno lo prese in giro (tuttavia, Piper era curiosa).

-Ciao a tutti! Io sono Percy, studio Biologia Marina, vivrei in spiaggia se potessi e Jason è praticamente mio fratello.

-Io odio la spiaggia- Ribatté Annabeth -Preferisco mille volte andare in montagna.

-Voto anche io per la montagna- Alzò la mano Frank.

Percy li guardò con un'espressione tradita.

-È pensare che volevo chiederti di sposarmi, Annie- Sospirò drammaticamente.

Piper rizzó le orecchie. Quei due avrebbero formato una coppia meravigliosa, ma non c'era nulla da fare: Annabeth pensava ancora a Luke, e da quella rottura era diventata di granito. Sperò segretamente che Percy facesse un vero primo passo.

La ragazza intanto era arrossita.

-Ma che- Disse, mettendosi anche lei la mano in fronte. Frank ridacchiò.

Andarono avanti così: bevevano, raccontavano qualcosa su di loro, qualcuno se ne usciva con una battuta, partiva una conversazione totalmente diversa, bevevano di nuovo.

Piper scoprí che la madre di Jason era un’attrice, come suo padre. Che Frank aveva origini cinesi e una nonna decisamente tosta. Che Hazel studiava geologia e sapeva ballare il tip-tap. Che Leo aiutava nell'officina del padre da quando era bambino. Ascoltó Annabeth, di cui sapeva già tutto, parlare della libreria del padre e della passione per l’architettura presa dalla madre. Nico parlò di Venezia, Reyna di Porto Rico.

Hazel disse che avrebbe ucciso il primo a fare la battuta “i neri hanno il ritmo nel sangue” e tutti risero di nuovo.

Will, il ragazzo biondo, raccontò che stava studiando Medicina, che sua madre era una cantante country, e che adorava anche lui la spiaggia. Percy gli diede il cinque.

Alla fine, toccó a lei. Si era trovata bene fino a quel momento. Persino Reyna si era rilassata, ridendo alle battute di Percy (e di Jason). Tutti si erano lasciati andare, complice l'alcol (alcuni erano decisamente brilli) e l'ambiente piccolo e familiare.

-Sono Piper. Mio padre è un attore, lo conoscete di sicuro… ma fingete di no. Studio psicologia e mia madre mi ruba sempre i vestiti. Dimostra venticinque anni, è proprio bella. Ho origini Cherokee e… facevo danza classica.

-Anche io- disse Annabeth.

-Anche io- aggiunse Frank, arrossendo un po’.

-Anche io- mormorò Reyna , più a sé stessa che agli altri.

-Ce ne eravamo accorti, Raggio Di Sole -Le rispose Leo, ridacchiando. Lui era fra quelli decisamente brilli. Nico gli lanciò un'occhiata.

 

 

Nico rise a una battuta di Frank, col cuore leggero. Il ragazzo sembrò sorpreso, quando l'intera stanza scoppiò in una risata. Non si rendeva conto di essere una compagnia davvero piacevole.

Era stato felice, quando aveva scoperto che Frank era stato preso. Era stato un po’ meno felice di leggere anche “Nico Di Angelo” suquella lista. Era andato nel panico, e aveva fissato le tre parole che componevano il suo nome per almeno cinque minuti. Prima che Leo lo spostasse di lì, imbarazzato.

Era andato davvero così bene? A lui non sembrava per nulla. L'aveva scritto a suo padre, che gli aveva mandato una serie di faccine (da bravo cinquantenne su WhatsApp). Hazel l'aveva abbracciato, Leo lo aveva rintronato di chiacchiere. Aveva cercato di nascondersi da Jason, ma Grace non falliva mai nel suo sport preferito. L'aveva scovato, e gli aveva dato una pacca sulla spalla così forte da farlo quasi cadere.

Ora stava ascoltando Will, interessato. Si erano guardati per un bel po’, e Will aveva anche azzardato un occhiolino. Era stato un ottimo modo per distrarsi dalla vista di Percy che ci provava con Annabeth (solo per essere totalmente freddato, però). Si chiese se ne avrebbe mai parlato a Leo o ad Hazel. Della sua… cotta.

Poi guardò il suo compagno lanciare in aria le patatine per provare a prenderle con la bocca, e decise che poteva aspettare.

Ma Percy…

-Bene, bene, ragazzi! Io mi sono divertito, ma domani la maggior parte di noi ha dei corsi, e il pomeriggio la prima prova! Direi che è ora di salutarci- Osservò Leo, dopo un'altra ora piacevole,guardando l'orologio.

Tutti si alzarono e cominciarono a congedarsi.

-Ho fatto il gruppo su WhatsApp, tra l'altro!- Aggiunse il suo compagno di stanza, entusiasta.

Nico controllò subito il telefono. In cima alle conversazioni appariva un nuovo gruppo, con una foto di Percy e Jason scattata quella sera ai limiti dell’indecenza, e dal nome “The best of Olympus”. 

Scosse la testa.

 

 

Rachel finì di mangiare i suoi nigiri.

-Ci devi mettere la salsa di soia- Le consigliò Apollo.

-È troppo salata- Rifiutò.

Erano appiccicati sul piccolo divano (dovevano davvero decidersi a comprarne un altro) e si stavano ingozzando di sushi.

-Domani c’è la prima prova.

-Non ci voglio pensare -Ribatté Apollo.

-Dai, sarà figo! Scegliamo il nome del gruppo, decidiamo la canzone!

-Che orrore.

-Continuo a pensare che alla fine ti piacerà. Tuo padre ti ha detto qualcosa?

-Mi ha augurato buona fortuna, quel grandissimo-

-Ricordati che qui la scaricatrice di porto sono io.

-Sciocchino.

-Bravo.

Apollo scrisse qualcosa su un foglio di carta lí vicino.

-Che fai?

-Compilo una lista di lati positivi riguardo questa faccenda. Me l'ha consigliato mia sorella.

Numero uno: Potremmo comprare un nuovo divano.

Numero due: Non può andare peggio di così.

-Quindi lo sa pure tua sorella.

-Sono tre giorni che mi prende ininterrottamente in giro.

Rachel rise, ma solo un po’. 

Le dispiaceva che Apollo fosse così disperato all'idea di allenare quella squadra. Sembravano tutti ragazzi simpatici e originali (con qualche eccezione) e sperò che cambiasse idea al più presto. 

La faceva ridere con la sua costante drammaticità, ma sapeva che in fondo soffriva ancora per quel video, per la delusione di suo padre e per la mancanza, fino a quel momento, di un lavoro vero e proprio. Sperava che quell'occasione fosse il suo trampolino di lancio, un'occasione per dimostrare a tutti quanti che il suo migliore amico aveva una spina dorsale di ferro, e che poteva portare il gruppo più disomogeneo del mondo a vincere la Nazionale fra college senza battere ciglio.

Lo abbracciò d’istinto.

-Andrà alla grande- Sussurrò -E sai cosa? Chissene frega di tuo padre. Chissene frega del video. Che vada bene o male, non appena questa storia sarà finita ci regaliamo quel viaggio in Italiache vogliamo fare da tanto. Tutti quei musei che volevamo vedere… ti ci porta zia Rachel. Ma ora ho bisogno che il mio migliore amico si tiri su, d'accordo?

E lui la strinse, grato.

 

 

-PERCY, PER L'AMORE DEL CIELO, SVEGLIATI!

Difetti che Jason NON aveva: non era cattivo, non si prendeva gioco di nessuno, non fumava, beveva poco, non diceva parolacce, non era disordinato, non era malizioso.

Difetti che Jason DECISAMENTE aveva: la mattina avrebbe dovuto decisamente darsi una calmata.

Anche quell'anno, sia lui che Percy si erano iscritti ai corsi mattutini del college. 

Ciò che Jason sembrava non capire era che non c'era alcun bisogno di scapicollarsi ogni giorno alle sei, quando le lezioni sarebbero tranquillamente cominciate quasi due ore dopo. Quanto tempo potevano rubare una doccia veloce e un caffè? 

Tanto, perché oltre all'isteria che sembrava possederlo improvvisamente, Jason di mattina era anche estremamente lento.

-Arrivo, amico, arrivo. Calmati.

-Non ti svegli mai! 

-Già. E mi odi così tanto. Riesco persino a renderti volgare: “Per l'amore del cielo”, Jason? Sciacquati la bocca.

Sentì il suo amico borbottare un “odioso”.

Mezz’ora dopo si stavano dirigendo verso le proprie classi. 

Percy cercò con lo sguardo Annabeth, sperando di vederla affrettarsi lungo il corridoio. 

Dio, quella ragazza. 

Erano settimane che cercava di scambiarci due parole senza sembrare un totale idiota, e il gruppo di danza era sembrata l’occasione perfetta. 

Ma Annabeth era così intelligente. Sarcastica. Precisa. Ordinata. Severa. Perfetta. 

E lui? 

 

Non ho speranze. 

Però che bella.

Però non ho speranze. 

Annabeth.

Annabeth.

Ann-

-Capito, Percy? 

-Eh, cosa? 

Si guardò intorno. Era seduto in fondo all’aula, ad aspettare che Mr. Tritone cominciasse la lezione. Qualcuno gli sventolò una mano davanti alla faccia. 

-Ci vieni o no alla festa di venerdì? -Chiese. 

-Oh! Ehm… sì, credo di sì, Travis.

-Perfetto! Invita chi vuoi, d’accordo? 

Avrei già un’idea.

 

 

-Ma sono tre giorni che studi, Nico! 

-È un test importante. Ora smamma, Valdez. 

-Travis e Connor Stoll ci hanno invitato a una festa! 

-E quindi? Non è mica un invito alla corte del Re Sole. 

-Ma le loro feste sono uno sballo!

Nico sospirò.

-Fatti accompagnare da Hazel. E giuro che la prossima volta verrò. 

Leo acconsentì, sconfitto. 

-Adesso lasciami studiare. Oggi pomeriggio dobbiamo incontrarci con la squadra. 

 

 

-Non ci vado neanche se mi pagano i miliardi. 

Apollo guardò di nuovo il messaggio di Thalia. 

Rimpatriata vecchio gruppo di danza. Venerdìall’Ambrosya.

L’Ambrosya era la discoteca vicino all’Olympus College. Non c’era molto altro intorno: qualsiasi studente si limitava ad andare a bere lì e a prendere caffè, gelati e spuntini all’Ice Kingdom. Si ricordava anche di averci provato con la cassiera Chione, un paio di volte. 

-E invece si che ci andiamo! 

-No. Neanche per idea. 

-Si. 

-Perché mi torturi, Rachel? Prima il gruppo, poi quest’uscita. Qual è la prossima? Mi costringerai a partecipare alla gara clandestinadi auto che organizza la confraternita di Clarisse ogni anno?

-… 

-Non pensarci nemmeno! 

 

 

Reyna entrò nella sala per prima. Aveva ancora i capelli legati in una treccia e indossava un top nero che metteva in risalto la sua pancia piatta. 

-Bel piercing. 

Si girò verso Rachel, che era appena entrata. 

-Uhm… grazie, credo- Rispose, guardando in basso verso il suo ombelico. Sua sorella ne aveva uno uguale, se lo erano fatto insieme. 

Nel giro di cinque minuti, nella stanza c’erano tutti. 

Il ragazzo bello dell’audizione entrò per ultimo. 

-Bene- Sospirò -Cominciamo. 

 

 

~MYSELF~

Ci ho messo più di un mese :(

L’ispirazione proprio non ne voleva sapere di me, ma ce l’ho fatta. Comunque non penso che questa storia sarà molto lunga, ma neanche cortissima. Una decina di capitoli, penso (se riescono a venirmi abbastanza lunghi). 

Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va, e grazie a chi la sta seguendo/preferendo/ricordando :).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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