Anime Eterne

di _M4h_
(/viewuser.php?uid=959864)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Paura ***
Capitolo 3: *** Funerale ***
Capitolo 4: *** Shinju ***
Capitolo 5: *** Due ***
Capitolo 6: *** Difficile scelta ***
Capitolo 7: *** Rin ***
Capitolo 8: *** Incomprensioni ***
Capitolo 9: *** Scuse e impegni ***
Capitolo 10: *** Complicazioni... ***
Capitolo 11: *** Appuntamenti e conseguenze ***
Capitolo 12: *** Sogni e realtà ***
Capitolo 13: *** Attriti ***
Capitolo 14: *** Cattive Notizie ! ***
Capitolo 15: *** In Vino Veritas ***
Capitolo 16: *** Fireworks ***
Capitolo 17: *** Sogno o Realtà ***
Capitolo 18: *** Dolceamara ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


~~Buongiorno ! Ecco la mia nuova ff.
Penso che postero un capitolo a settimana.. credo.. ci provero insomma !
Non esitate a commentare e farmi sapere la vostra opinione.. grazie anche a chi decide semplicemente di leggerla..

~~Capitolo 1

1518 - Periodo Sengoku – Villaggio Musashi

Naraku è morto da ormai qualche anno e i suoi nemici vivono un periodo di pace mai conosciuto prima.
Sango e Miroku si sono sposati e non sono mai stati così felici.
Kohaku dopo aver fatto il giro del mondo ha capito che ciò che cercava veramente si trovava nel villaggio di Musashi.
Kagome e Inuyasha sono più innamorati che mai anche se Inuyasha non lo confesserebbe neanche sotto tortura.
Rin cresce grazie all’amore incondizionato di Kaede e di Sesshomaru.
Quanto a lui, Sesshomaru, è diventato il nuovo Gran Generale Cane e contrariamente ad ogni aspettativa preferisce passare tutto il suo tempo libero in una foresta adiacente un villaggio umano piuttosto che nel suo maestoso palazzo tra i suoi simili, con enorme disappunto della regina Madre.

Quel giorno, in mattinata, Kaede aveva ricevuto una richiesta d’aiuto da parte di Hikari, la sacerdotessa di un villaggio vicino. Una grande influenza aveva costretto a letto la maggior parte della popolazione e da sola non riusciva più a occuparsi di tutto. Quindi nel primo pomeriggio Kaede, Kagome e Rin si erano dirette verso il villaggio di Hikari. Sarebbero rimaste sicuramente qualche giorno lontane da Musashi. Sesshomaru decise quindi di approfittare dell’assenza di Rin per trovare le parole giuste per farle la sua proposta. Al suo ritorno le avrebbe chiesto di ripartire con lui.

Erano passati cinque giorni da quando si erano assentate dal villaggio, le ragazze erano stremate e la quasi totalità dei pazienti erano ormai guariti, la vecchia Kaede decise quindi che era arrivato il momento di fare ritorno a Musashi.

Era tardo pomeriggio, il sole stava calando e Rin percepiva l’aria fredda della sera sulla pelle. Era stanca e affamata ma sapeva che il Signor Sesshomaru l’aspettava al villaggio e questa certezza bastava a metterla in uno stato di pura euforia.
La vecchia Kaede sentendo la fatica incombere chiese alle due ragazze di concederle un attimo di riposo. Trovarono una roccia abbastanza grande da poterle accogliere comodamente tutte e tre e vi si sedettero.
Riuscirono ad accendere un fuoco di fortuna e misero a bollire l’acqua per il tè. La loro attenzione fu attirata in lontananza da un gran polverone e uno scalpitio di zoccoli accompagnati da grida e risate sguaiate.  Non avrebbero mai fatto in tempo a scappare o nascondersi quindi cercarono di attirare il meno possibile l’attenzione rimanendo il più calme e silenziose possibili. Ma Rin e Kagome non erano di certo due ragazze che passavano inosservate, con la loro bellezza cosi pura e delicata attirarono in un lampo gli sguardi languidi e lascivi dei nuovi arrivati. Si fermarono. Scesero dai cavalli e si diressero verso le tre donne. Kaede prese la parola “Desiderate un tè signori? Non ne resta molto, ma saremo ben liete di dividere con voi il poco che ci resta”. “No vecchia, il tè non ci interessa! Ma non rifiuteremo di certo un piccolo pagamento... Non ho ragione ragazzi?” Risero.
“Purtroppo non abbiamo denaro con noi” disse Kaede. “Veniamo da un villaggio povero che riesce a sopravvivere solo grazie al lavoro senza sosta di tutti gli abitanti”.  “Mmh certo certo, ma non stavamo parlando necessariamente di un compenso in denaro ihihihih” e disse ciò fissando intensamente le due giovani.
Kaede si alzò e rivolgendosi alle due ragazze disse “penso sia giunto il momento di rientrare ragazze, inizia a farsi buio.” Le tre donne si diressero verso il sentiero principale ma alcuni di quegli uomini bloccarono loro la strada.
Erano circondate. Non le avrebbero di certo lasciate andare via cosi facilmente, non potevano lasciarsi sfuggire un occasione d’oro come quella. Avrebbero potuto ricavare un bel po’ di quattrini vendendole, certo dopo essersi divertiti un po’ con loro ovviamente, pensò con fare lascivo Orochi.
Rin si sentiva in trappola, non si era più sentita cosi in pericolo da molto tempo e poi senza sapere troppo perché le ritornò in mente il giorno della sua morte : la foresta, i lupi di Koga, la corsa disperata, dei canini, degli artigli, il sangue, il dolore e poi il nulla. Dei brividi di paura percossero tutto il suo corpo, non riusciva a pensare.
Uno degli uomini agguantò Kagome e cercò di allontanarla dal gruppo. Kaede s’intromise ma ricevette una pugnalata al fianco e si accasciò a terra. Non si muoveva più. Un urlo lacerò l’aria, doveva essere Kagome.
Rin sentì le sue gambe muoversi da sole e iniziò a correre in direzione del villaggio. Non voleva lasciarle da sole ma doveva avvertire Sesshomaru o Inuyasha, solo loro potevano aiutarle. Rin correva a perdifiato nella foresta, come quella volta. E come quella volta qualcuno la seguiva. Non riusciva a respirare. Altre immagini le si stagliavano davanti agli occhi, immagini della sua vita passata : lupi, banditi, sangue, lacrime, grida, suo padre, sua madre, i suoi fratelli, lame, occhi dorati, artigli, canini insanguinati e poi di nuovo il nulla.
Si senti afferrare da dietro, cercò di divincolarsi ma l’uomo la gettò a terra con violenza e la costrinse a terra con forza. Era immobile non aveva neanche più fiato per gridare. Era finita lo sapeva. Calde lacrime cominciarono a scendere sulle sue gote. L’uomo la guardava compiaciuto “ora fai la brava bambina e non muoverti. Se sarai gentile lo sarò anche io con te” Rin iniziò a gridare e a scalciare con tutta la forza che aveva in corpo “STAI ZITTA! NON TI MUOVERE! STAI FERMA STUPIDA DONNA!” ma Rin lottò con tutte le sue forze e gridò ancora più forte finché non sentì un dolore acuto allo stomaco che la fece arrestare di colpo. “Molto meglio” disse l’uomo compiaciuto.
Kagome era sconvolta, non riusciva neanche a muoversi, vide Rin correre verso il bosco e un uomo inseguirla subito dopo, Kaede agonizzante vicino a lei le ordinò di lasciarla lì e di mettersi in salvo.
“Non pensarci neanche bellezza” disse Orochi. La ragazza al suono dalla voce dell’uomo ritornò in se, ricacciò indietro le lacrime e lo guardò con aria di sfida. “Ti consiglio vivamente di lasciarci andare e di non torcerci neanche un capello perché le conseguenze saranno davvero terribili per voi.” Si accovacciò vicino a Kaede per controllare la ferita. Era di striscio e non troppo profonda, con le cure adatte in qualche giorno sarebbe completamente guarita. Kagome sospirò sollevata “Inuyasha ti prego aiutami, ho bisogno di te” una lacrima le sfuggi dagli occhi.
Orochi la strattono e la fece alzare la fissò negli occhi e le disse “pensi di farmi paura bellezza? Ne tu ne i tuoi stupidi amici potrete avere la meglio contro di me e i miei uomini. Lei ci protegge!” e Orochi rise, ma era una risata priva di calore, una risata crudele.

~~Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Paura ***


Inuyasha era insofferente Kagome si era assentata da molti giorni. Non era abituato a stare lontano da lei per dei periodi così lunghi. A parte i tre anni seguenti la morte di Naraku, non erano rimasti lontani l’uno dall’altra per più di qualche ora. Ora erano già passati cinque giorni, cinque lunghi giorni.
Sango e Miroku facevano del loro meglio per farlo distrare e cercavano di farlo stare da solo il meno possibile. Per quella ragione ora si trovava a casa loro per cena, circondato da due pesti che loro chiamavano figlie. Kohaku era non si sa bene come come riuscito a svignarsela. “Tsh!”.
“Cosa succede Inuyasha? Tutto bene?” chiese preoccupata Sango.
“Perché sono l’unico a essersi fatto incastrare? Dov’è Kohaku?”
“Se con incastrare intendi invitare.. non c’è di che, è un piacere anche per noi averti qui! E Kohaku non se la sta svignando ma si sta allenando” rispose secca Sango.
“Tra l’altro credimi non vorresti essere al suo posto sapendo chi è il suo avversario..”
“Tuo fratello Sesshomaru” concluse Miroku.
“Ihihih, preparerei degli unguenti e delle bende fossi in te, ne avrà bisogno al suo ritorno” la schernì Inuyasha.
Ma il suo sorriso gli si gelo sul volto quando udì la voce di Kagome, ma la cosa che lo sconvolse di più fu la tremenda certezza che lei fosse in pericolo. Fu solo un flebile lamento ma era sicuro che fosse lei. Non indugiò oltre corse fuori dalla capanna e senza dire una parola si diresse verso il luogo dal quale la voce della ragazza sembrava provenire.
 
Sesshomaru si stava annoiando. Anche se quel ragazzino era sicuramente migliore di molti altri della sua specie rimaneva pur sempre un giovane umano. Nulla di ben complicato per un demone maggiore come lui. Non sapeva perché aveva accettato di allenarlo. Forse per noia o forse perché era un amico di Rin e lei sarebbe stata contenta una volta saputa la cosa. O forse perché in qualche modo apprezzava i suoi sforzi, anche se era un semplice essere umano non demordeva mai, continuava sempre a dare il meglio di sé per migliorare e soprattutto non si lasciava sopraffare dalle emozioni, al contrario di quello stupido di Inuyasha.
Sesshomaru si blocco. Sentì il vento, ma sentì soprattutto il forte odore di sangue che il vento portava con se. Si inquietò maggiormente quando riconobbe l’odore di quel sangue.. era quello di Rin e della vecchia sacerdotessa.
Mentre cercava di capire la direzione da seguire lo vide, vide Inuyasha correre come un dannato nella direzione dal quale l’odore di sangue proveniva.
I due fratelli si fissarono per un secondo in cerca di una muta conferma. Sesshomaru iniziò a correre e Kohaku lo seguì
“Che succede Signor Sesshomaru?”
“Rin.”
Una risposta semplice che nascondeva tutta l’inquietudine del demone.
A Kohaku bastò, smise di fare domande e continuò a correre più velocemente cercando di stare dietro a Inuyasha per quanto possibile.
Sesshomaru era ormai lontano, scomparso in una bianca luce.
 
Si fermarono. La scena che si presentò davanti agli occhi di Kohaku fu orribile, Kaede giaceva a terra con una mano sul fianco grondante sangue vicino a lei Kagome, ferita e visibilmente sotto shock, non lontano da lì il cadavere fatto a pezzi di quello che un tempo doveva essere stato un uomo.
Un po’ più distante sulla destra vide Sesshomaru il quale bloccava con una mano un uomo contro un albero cercando di farsi dire dove fosse la sua Rin. Il bandito riuscì solo a dire “Kunio.. foresta… ragazza… fuggita” prima che questi lo uccidesse.
 
Kohaku vide Sesshomaru dirigersi velocemente verso la foresta.
Inuyasha aveva raggiunto Kagome “stai bene? Ti hanno fatto del male? Non sento odore di sangue.. non il tuo almeno” disse il mezzodemone guardando preoccupato verso il punto del bosco in cui suo fratello era scomparso.
“Io si.. ma Kaede.. e Rin. Dov’é Rin !!” chiese la ragazza sotto shock.
“Non preoccuparti, va tutto bene, Kaede se la caverà e a Rin ci pensa Sesshomaru..” la rassicuro Inuyasha.
Kagome lo fisso intensamente e gli disse “Grazie”
“Per cosa?” chiese lui.
“Sei venuto. Io ti ho chiamato e tu sei venuto a salvarmi..” disse la ragazza tra le lacrime.
“Io ci saro sempre per te Kagome!” disse semplicemente il mezzodemone.
 
Sesshomaru si diresse verso la foresta. Ciò che vide nella radura lo fece andare totalmente fuori controllo, gli occhi gli si colorarono di rosso e le linee rosse sul suo viso si fecero più marcate. Ma non si trasformò totalmente, quello che si stagliava davanti a lui sul corpo esanime di Rin era semplicemente della feccia umana non avrebbe avuto bisogno di trasformarsi.
Kunio a quella vista indietreggio andando ad inciampare sul corpo della ragazza.
Era troppo. Sesshomaru lo prese per la gola e lo alzò all’altezza della sua faccia voleva vedere bene il verme che aveva osato prendersela con Rin. Lo uccise. Ma non era ancora sodisfatto, avrebbe voluto ucciderlo altre mille volte.
Lo lascio cadere e lo fece. Estrasse Tenseiga e riportò alla vita quell’essere immondo che aveva osato toccare la sua Rin. Kunio era confuso, si guardava il petto dove avrebbe dovuto vedere il segno degli artigli del demone bianco difronte a lui ma non vide altro che la casacca lacerata. Fisso il demone il quale mentre gli si avvicinava con passo lento sorrideva ma non di gioia.
Kunio parlò “ti prego no! Non uccidermi, non capisci.. noi apparteniamo a Lei, non vi conviene farci del male.. Lei si vendicherà…” ma Sesshomaru non lo lasciò finire e gli squarcio la gola con un colpo netto.
 
Inuyasha e Kohaku preoccupati, si addentrarono nella foresta fino a che non trovarono il corpo senza vita di Kunio. E li vicino Sesshomaru seduto ai piedi di un albero lo sguardo spento e fisso nel nulla con il corpo di Rin addormentato tra le braccia. Rin non si muoveva e dal modo in cui le sue braccia cadevano lungo il suo corpo capirono che il suo era un sonno eterno.
 
Continua...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Funerale ***


~~
Hello !! no non mi sono dimenticata di voi.. ne approffito per ringraziare  :

akiracri22 per aver messo la storia tra le preferite
viola07 per averla messe tra le ricordate
krystal86, sandra45 et xingchan per averla messa tra le seguite
ed un grazie enorme e speciale a :
sandra45 et maria76 per i vostri commenti, leggere le vostre parole mi riempe sempre di gioia !

ed ora, ecco il terzo capitolo.. Enjoy !


Sesshomaru non si era allontanato dalla salma di Rin neanche un minuto. Non sapeva perché, era un comportamento totalmente incoerente e che non gli apparteneva. Lo aveva sempre saputo che un giorno l’avrebbe persa per sempre, per colpa della vecchiaia o di una malattia, ma non avrebbe mai pensato di poterla perdere così, non così presto, non ora che dovevano ritornare a viaggiare e vivere insieme. La verità era che non era riuscito a salvarla. Lei aveva pianto, l’aveva chiamato e lui... era arrivato troppo tardi. La sua Rin era morta ed era tutta colpa sua.

Era il giorno del funerale. Avrebbe partecipato alla sepoltura e sarebbe partito lontano, aveva bisogno di allontanarsi da tutto e da tutti per dimenticare. Sapeva che stava scappando ed era indegno del “Grande Sesshomaru”, ma non gli importava, non avrebbe mai pensato di poter provare un dolore simile. In mille anni di esistenza non aveva mai provato nulla di simile. Nulla valeva più della vita di Rin e nessuno sarebbe mai riuscito a riempire il vuoto che si sentiva dentro.
Sesshomaru toccò la stoffa dell’ultimo kimono che aveva portato alla ragazza, solo qualche giorno prima. La vecchia sacerdotessa aveva deciso che sarebbe stata inumata con quello. E pensare che Sesshomaru glielo aveva comprato sperando lo indossasse per la cerimonia nuziale.. a volte il destino aveva un senso dell’umorismo davvero macabro.

Sango e Kagome si erano occupate di lavare e vestire il corpo di Rin. Il Kimono era magnifico. Bianco latte con dei delicati fiori disegnati d’azzurro e un obi dello stesso colore.
“E’ bellissima non è vero? Sango, ti ricordi la prima volta che l’abbiamo vista? Era cosi piccola ma così decisa e sicura di sé. Sapeva esattamente cosa voleva, rimanere con il Signor Sesshomaru…” disse Kagome non trattenendo più le lacrime.
“Pensi che Lui starà bene?” le chiese Sango.
“Non saprei, Inuyasha ha cercato di parlare con lui, di farlo ragionare ma vuole andarsene non vuole più stare qui con tutti noi, dice che non ne ha motivo”.
“Si, lo capisco. Non so cosa farei al suo posto se Miroku dovesse morire” disse Sango mentre un fremito di paura le percorse tutto il corpo.

La cerimonia si stava concludendo e Sesshomaru non si era ancora manifestato.
Delle nubi nere apparvero all’orizzonte.
“Strano, era previsto bel tempo” disse Kohaku.
“Mmh non preannunciano nulla di buono.. la sentite anche voi quest’aurea?” chiese Miroku preoccupato.
“E’ forse la mia aurea che senti mio bel monaco*?” chiese un’anziana donna apparsa di fronte a Miroku per magia. Il monaco cercò di spostarsi ma la donna fu incredibilmente veloce, per una donna della sua età, e gli soffiò una polvere sconosciuta dritto in faccia facendolo crollare a terra all’istante.
“Miroku!” gridarono all’unisono Sango, Kohaku e Kagome.
“E tu chi diavolo sei?” chiese all’improvviso Inuyasha.
“Io? Io mi chiamo Miho. E sono la strega che vi ucciderà” disse con un inquietante sorriso sulle labbra “non vi perdonerò mai per ciò che avete fatto al mio bell’Orochi. Vi ucciderò tutti fino all’ultimo” e si scagliò su Sango spada sguainata. La Sterminatrice riuscì ad allontanarla con facilità. La strega ripartì all’attacco, questa volta verso Kohaku che la spinse tra le grinfie di Inuyasha la quale la ferì al braccio destro. Miho si diresse questa volta verso Kagome, schivando l’attacco di Kohaku, che cercò di attaccarla da dietro. La strega riuscí ad afferrare Kagome alle spalle mentre la sacerdotessa controllava la salute di Miroku, il quale non dava alcun segno di vita.  Con Kagome come prigioniera la strega aveva sicuramente un gran avvantaggio, che decise di sfruttare.
“Bene bene. Dunque miei cari fanciulli, ora faremo un gioco. Il mezzodemone cane dovrà combattere per la sua bella.. se vuoi che lei viva dovrai uccidere i due sterminatori. Allora? Chi scegli? L’amore o l’amicizia? Ahahahah!” rise perfidamente la strega.
“Allora? Non abbiamo tutta la giornata.. Tic Toc… Devi fare una scelta. ORA!!”
e per dare più enfasi alla sua richiesta ferì Kagome sulla guancia destra.
Dal nulla apparve Sesshomaru, che portatosi dietro la strega la infilzò con la sua spada senza pensarci troppo. La strega sorpresa si girò e lo vide. Era sconcertata non lo aveva nenache sentito arrivare. Ma ciò che la colpì maggiormente era il vuoto dei suoi occhi gialli. Erano spenti, privi di vita. Le aveva appena tolto la vita ma non sembrava provare nulla, ne odio ne piacere. Miho lasciò andare Kagome. Si allontanò con fatica. Stava morendo. Presto avrebbe raggiunto Orochi . Ma non avrebbe permesso a quegli stupidi di uscirne indenni.
“Chi sei tu? Cosa ?” lo sguardo di Sesshomaru si diresse involontariamente verso Rin “Ah! Capisco, sei qui per la fanciulla morta..”
“Muori in silenzio strega” disse severo Sesshomaru
“Si, è vero, io sto morendo.. ma almeno sono riuscita a portare due di voi via con me! Ahahahah”
“Come ? cosa stai dicendo? Mirokuuu!!” gridò Sango avvicinandosi a suo marito. “Ma.. e chi sarebbe la seconda persona?” chiese Kohaku.
“Inuyasha..” disse Kagome flebilmente tutti si voltarono verso la sacerdotessa giusto in tempo per vederla svenire. Inuyasha riuscì a prenderla in tempo prima che toccasse suolo.
“è caldissima.. sta sudando.. Oddio! quest’odore.. L’hai avvelenata? Ma come..” chiese il mezzodemone.
“il coltello, la lama doveva essere avvelenata” rispose piatto Sesshomaru.
“Non può essere non Kagome non lei, mi avevi promesso che non mi avresti più lasciato solo..” supplicò Inuyasha
“Ahahahah. Stupidi demoni. Pensate che sia finita qui la mia vendetta? Vi sbagliate di grosso. Vi farò pentire amaramente di aver osato uccidere il mio Orochi!” presto, molto presto saremo di nuovo insieme mio amato Orochi, pensò la strega. Per poi riprendere proclamando a voce alta :

Voi quattro siete in vita e lo rimarrete.
Niente e nessuno sarà mai capace di uccidervi e mai la vecchiaia vi colpirà.
Soffrirete una vita eterna di solitudine
Con la certezza di non poter salvare l’amore della vostra vita
Vagherete in questo mondo eternamente e ogni centoventicinque anni tutti e sette vi ritroverete e sette giorni dopo in tre morirete.
Inutile tentare di cambiare il vostro destino, qualsiasi cosa facciate la vostra sorte è ormai segnata.
Un semplice sguardo ad uno dei sette e le vostre vite passate non saranno più dimenticate.


Queste furono le ultime parole di Miho che morì poco dopo averle pronunciate con un inquietante sorriso sulle labbra.

Kaede sentendo l’aura minacciosa della strega si diresse verso il luogo della battaglia e ciò che vide le spezzo il cuore.
Sesshomaru fermo, immobile, ancora con la spada sguainata e coperta di sangue, vicino alla tomba di Rin.
Kohaku e Sango, in lacrime, accovacciati vicino al corpo senza vita di Miroku.
Inuyasha con il corpo di Kagome tra le braccia che continuava a ripetere all’infinito, come una nenia interminabile “No, non è possibile. Torna da me. No, non è possibile. Torna da me. No, non è possibile. Torna da me. No, non è possibile. Torna da me. Kagome ti prego torna da me.”

Continua ...

*si lo ammetto Miroku è il mio personaggio preferito.. lo amo !

PS: non uccidetemi vi prego.. in realtà sono una persona gentile !

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Shinju ***


Eccomi! ed ecco il nuovo capitolo, questo è più che altro un capitolo di transizione e non è quindi molto lungo. cercherò di postarne un altro durante la settimana, spero comunque che vi piaccia.. grazie a chi legge e scrive! Enjoy...
 
“Ciò che vi è successo è terribile ma penso che ci sia ancora una possibilità per tutti voi, per il vostro futuro. Shinju, una miko di mia conoscenza che abita a qualche giorno di viaggio da qui saprà sicuramente come aiutarvi con la maledizione. Vi accompagno da lei” disse Kaede.
 
E così fece, arrivarono al villaggio della somma Shinju dopo tre giorni di viaggio ed era ormai tarda serata. Erano tutti stanchi, affamati e non avevano praticamente scambiato neanche una parola tra di loro tranne se veramente obbligati.
All’entrata del villaggio furoni accolti da una banda di uomini che con sguardi minacciosi gli dissero
“in questo villaggio i demoni non sono ben accetti. Andatevene se non volete morire.”
“Tsh! Toglietevi di mezzo. Avete scelto il giorno e le persone sbagliate con cui prendervela” rispose Inuyasha.
“Ah si? Voi siete solo cinque mentre noi siamo in quindici. Vedi di andartene che è meglio, demone.” Disse uno degli uomini del villaggio.
“Cerchiamo di calmarci per favore” l’interruppe Kaede “questi uomini vogliono semplicemente difendere il loro villaggio, e noi non vogliamo creare problemi. Dobbiamo solo parlare con la vecchia Shinju”
“Ah si e perché?” chiese uno degli uomini.
“Questione privata ! non vi riguarda. Ed ora fateci passare o lo faremo con la forza” ed alle parole di Inuyasha tutti i suoi amici si misero in guardia pronti a scattare all’attacco.
Gli abitanti del villaggio non si mossero e i loro sguardi passarono a uno a uno in rassegna i volti di tutti i presenti e tutti si soffermarono impauriti su Sesshomaru anche se paradossalmente era l’unico che non si era mosso di un millimetro.
“Cos’è questo casino? Sei tu Nobuo? Attacchi di nuovo rissa con i viandanti?” un’anziana signora si avvicino guardando con sguardo accusatorio gli uomini presenti.
“Onorabile Shinju, sono dei demoni! Estremamente aggressivi per giunta.”
“Shinju da quanto tempo, è cosi bello rivederti !” disse Kaede.
L’anziana donna si girò verso la voce e quando il suo sguardo cadde su Kaede un immenso sorriso illuminò il suo volto
“Kaede! Che bella sorpresa! Ma cosa ci fai qui, avresti dovuto dirmelo che saresti venuta a trovarmi. Mi dispiace davvero per quest’accoglienza ma il piccolo Nobuo è cresciuto senza neanche un po’ di sale in zucca.” Disse quest’ultima frase abbastanza forte da farsi sentire da tutti i presenti.
 
La capanna di Shinju era semplice ma confortabile ed abbastanza grande per poter accogliere tutti e sette i presenti, Nobuo aveva insistito per entrare anche lui nella capanna non voleva lasciare la venerabile Shinju sola con due demoni.
Dopo aver spiegato a Shinju la loro storia nel dettaglio aspettarono una sua risposta “Shinju, puoi aiutarci?” chiese la somma Kaede.
“mmh.. non posso riportare in vita chi è morto..”
“Non è quello che ti stiamo chiedendo vecchia. E praticamente impossibile farli tornare in vita, lo sappiamo. Ci abbiamo già provato : pozioni, rituali, pietra del Meido, Tenseiga, nulla. Nulla di ciò che abbiamo provato fino ad ora ha funzionato” la interruppe bruscamente Inuyasha.
“come stavo dicendo” riprese Shinju lanciando un occhiataccia verso Inuyasha “non posso riportare in vita i morti, quindi dobbiamo concentrarci sulla maledizione. Miho era una strega molto potente e crudele, la sua magia è molto antica e potente rafforzata dal fatto che è stata lanciata in punto di morte. Con il suo anatema ha sigillato le vostre anime per sempre maledicendole e rendendole involontariamente immortali.
Purtroppo non sono in grado di annullare la maledizione, l’unica nostra possibilità è quella di provare a mitigarla o modificarla rendendola meno deleteria.
Concentriamoci in un primo momento sull’analisi dei versi della maledizione.
Voi quattro siete d’ora in avanti immortali e indistruttibili, questo perché Miho vuole farvi soffrire in eterno obbligandovi a incontrare i vostri cari ancora e ancora costringendovi ad assistere impotenti alla loro inevitabile morte.
Ed anche se cercherete di allontanarvi o non incontrarli i vostri sforzi saranno vani, dopotutto spesso ci s’imbatte nel proprio destino sulla strada intrapresa per evitarlo. La conseguenza diretta di quest’incontro sarà la ritrovata memoria delle vite passate per le tre vittime mortali e la loro seguente morte sette giorni dopo. E questo scenario si ripeterà ogni centoventicinque anni all’infinito.
E’ sicuramente un anatema di un’estrema crudeltà, conosco il dolore di perdere una persona cara ma pensare di perderla e riperderla eternamente senza poter fare nulla per poterla salvare deve essere qualcosa di orribile, non lo augrerei neanche al mio peggior nemico” disse Shinju con gli occhi lucidi.
Un pesante silenzio si diffuse nella stanza.
“Bene ora analizziamo ciò che possiamo fare in merito” disse ottimista Kaede.
“Ben poco purtroppo. Non posso impedirgli d’incontrarsi, ne impedire che i tre mortali muoiano. L’unica cosa che posso fare è bloccare i ricordi della piccola Rin” sentendo il nome della sua amata Sesshomaru si destò dal suo torpore e chiese “Spiegati vecchia!”. Shinju lo guardò in malo modo ma non fece nessuna osservazione, al contrario disse “semplicemente essendo lei morta prima della creazione della maledizione in teoria non dovrebbe farne parte, lei è legata a quest’incantesimo semplicemente per il legame speciale che la lega a te, demone. Hai ucciso la strega ed il suo amante quindi Miho usa Rin, la sola persona veramente importante hai tuoi occhi, per farti soffrire. Bloccare i suoi ricordi non cambierà molto, lei potrà tornare in vita esattamente come gli altri due, l’unica differenza è che anche se incontrerà uno di voi sette, non si ricorderà nulla ne di voi ne delle sue vite passate. Ciò vi permetterà di avere più tempo.” “ma è perfetto!” gridò Inuyasha “se Rin non ricorda, nessuno morirà!”.
“Non è cosi semplice, Rin non ricorderà nulla è vero ma solo fino al momento in cui non proverà un sentimento di puro amore incondizionato...” disse la vecchia Shinju. “Tu sei pazza. Trova altro!” s’infervorò Sesshomaru.
“mmh si beh è per questo che ho detto che vi avrebbe semplicemente dato del tempo, mi rendo conto che non è una soluzione durabile. In oltre la natura subdola della maledizione porterà in ogni caso Rin e questo demone ad amarsi, indipendentemente dal fatto che lei ricordi o meno le sue vite passate.”
“Quindi non serve a nulla in fondo.. non puoi fare nulla per aiutarci!” chiese Kohaku disperato.
“Ho la possibilità di allungare il tempo massimo in cui potrete essere tutti insieme e felici da sette giorni a sette anni. Ma nel settimo anno tutti e tre vi lasceranno. Questo e cancellare i ricordi di Rin ad ogni rincarnazione è tutto ciò che posso fare per voi. Miho era veramente molto forte e molto crudele. Quando lanciava un anatema sapeva bene ciò che faceva.”
“Ora andiamo a dormire, siamo tutti stremati e domani all’alba procederemo al contro incantesimo, se siete tutti d’accordo.
“Perché, abbiamo forse altra scelta?” risposero i quattro all’unisono.

Continua...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Due ***


Eccomi! Siccome ogni promessa è debito ecco il capitolo extra. 
Ma non preoccupatevi, martedì, quindi domani, posterò un capitolo come sempre.
Mi dispiace per l’attesa, avevo previsto di postare questo capitolo prima ma è stata una settimana piuttosto complicata..
Ma ora bando alle ciance e Enjoy..

 
2018 – Salto Temporale - Tokyo
 
E’ una calda a bella mattina di maggio e la città si sveglia dolcemente.
É una classica e tranquilla mattinata per tutti, tranne per i poveri inquilini dello stabile Yotsuya nel centro di Tokyo, poiché un certo Miroku ha deciso di fare una sorpresa al suo migliore amico presentandosi alla sua porta alle 09h25 del mattino.
“Allora Inuyasha, vuoi aprire la porta? Sono ore che sono qui fuori.. tra l’altro penso che la tua nuova vicina abbia chiamato la polizia...” aggiunse sottovoce l’ex-monaco.
In quel momento la vicina decise di uscire per vedere il motivo di tutto quel tranbusto “Hello!  Buongiorno cara fanciulla, mi sta fissano in quel modo perché desidera chiedermi un appuntamento?” chiese ammiccante il ragazzo in direzione della vicina, la quale spaventata rientrò in casa.
“No, no, davvero non ha alcun motivo di aver paura. No la prego, non chiami la polizia.. in cambio le potrei dare il mio numero.. NO! non sono un maniaco!” aggiunse Miroku sentendo la vicina minacciarlo di chiamare la polizia, da dietro la sua porta.
“Ehi Inuyasha apri la porta, questa é tutta colpa tua..” gridò ancora di più Miroku, al che la vicina apri leggermente la porta e incominciò a fissarlo in malo modo con il telefono pronto in mano “no guardi dolce fanciulla é il mio amico, é colpa sua, ha il sonno pesante se non busso forte non sente.. é l’età capisce? Sta diventando vecchio e gli acciacchi si fanno sentire... Oh! ciao Inuyasha !” disse l’ex-monaco vedendo il suo amico aprire la porta in boxer, con i capelli alla rinfusa ed uno sguardo truce.
“Miroku piantala o sveglierai tutti i vicini! Entra muoviti!” disse guardando l’amico “No signora davvero non ha alcun motivo di chiamare la polizia.. sono già qui !” rassicurò la povera vicina.
“Allora come va amico?” chiese Miroku sorridente. Inuyasha aveva una voglia irresistibile di spaccargli la faccia ma si ritenne. Era suo amico dopo tutto.
“Possibile che ogni domenica mattina sia la stessa storia con te Miroku?” chiese infine Inuyasha
“Che ingrato! Io vengo qui per farti compagnia con una favolosa colazione e tu che fai ? ti arrabbi?” chiese fintamente scioccato Miroku.
“Guarda che non é colpa mia se Sango la domenica é assente tutto il giorno per le sue gare sportive! Tra l’altro ritieniti fortunato che Kagome doveva lavorare stamattina altrimenti ti avrebbe ucciso.. lo sai quanto odia queste cose” concluse Inuyasha.
“Si si va bene ma ora parliamo di cose veramente importanti ! Hai piani per stasera?” chiese l’ex-monaco.
“No, no e ancora no. Miroku, io con te non esco!” disse Inuyasha
“e perché scusa?” chiese l’uomo esterrefatto.
“Perché? Mi chiedi perché? Perché l’ultima volta mi hai trascinato ad una festa universitaria dove la maggior parte dei partecipanti erano ragazze ubriache marce” gridò Inuyasha.
“Eh vabbé quante storie.. ce ne siamo andati via subito..” prima che potesse finire la frase Inuyasha esplose
“No Miroku non subito ma due ore dopo e solo perché ti ho portato fuori con la forza”
“Vabbé quasi subito” si scusò l’ex-monaco.
“Miroku, tu ti rendi conto che hai 29 anni vero? E soprattutto tu ti rendi conto che diventerai il loro professore? Non sei più uno studente” disse Inuyasha disperato.
“ Ma si lo so... sono loro che mi invitano non posso mica deluderli cosí”
“Tu sei senza speranze, lo sai vero?” chiese infine il mezzodemone.
“Ahahaha perché cambiare la perfezione?” rispose Miroku “mah quindi.. vieni o no stasera?”.
Inuyasha non poteva credere a quanto potesse essere insistente il suo amico. Richiamò a se tutta la ben poca pazienza di cui era dotato e disse “Pensavo di essere stato chiaro ma visto che non é cosí : NOOOOOOOOOOOOOOO non vengo con te stasera monaco corrotto*!!”
“Ma perché? Di dai ti prego non lasciarmi andare da solo..” lo supplico’ Miroku.
“No mi spiace ma Kagome dovrebbe rientrare presto oggi e davvero preferisco aspettarla qui e passare del tempo con lei..” finche mi é possibile ma questo non lo disse ad alta voce.
Miroku intuì la fine della frase non detta e lasciò stare “Ok, dovro’ divertirmi da solo quindi.. ci si vede Inuyasha” e detto ciò parti lasciando Inuyasha da solo nel suo appartamento a rimuginare sul loro passato ma soprattutto sul loro futuro.
Miroku conosceva la sofferenza ed il senso di colpa dei quattro immortali nei loro confronti. Ma proprio per questo voleva approfittare a pieno della vita.
Non voleva passare il poco tempo che aveva da vivere a rimuginare sulla loro situazione, era inutile, la vita era troppo corta per sprecarla ed essere tristi. Soprattutto la sua.
 
Inuyasha odiava restare solo. Gli capitava troppo spesso.
Al contrario di ciò che avevano raccontato ai tre mortali, quando essi morivano, il gruppo si scioglieva. Ognuno emigrava in un luogo, paese e continente diverso. Mettevano quanta più distanza possibile tra di loro. La sofferenza era troppa, e tutta insieme. L’unica eccezione erano Kohaku e Sango, a volte loro si vedevano. Altrimenti il loro “appuntamento” fisso era cent’anni dopo nel villagio di Edo o l’attuale Tokyo. Il mondo era cambiato molto in cinquecento anni ma la loro storia si ripeteva sempre nello stesso tragico modo. Avevano provato a non incontrarsi, a rimanere separati, Sesshomaru aveva anche provato a portare Rin in un altro paese ma alla fine il destino li faceva rincotrare tutti e da quel momento il macabro conto alla rovescia della maledizione si attivava e sette anni dopo Miroku, Rin e Kagome morivano tragicamente.
 
Due. Mancavano solo due di loro e il gruppo era al completo, pensò Inuyasha.
Non voleva perderla, non ancora.
In questa vita era stato fortunato, Miroku e Kagome conoscendosi fin dall’infanzia avevano recuperato i loro ricordi fin da bambini.
Anche lei lo cercava nei volti dei passanti e quando finalmente, nel periodo delle medie, si erano ritrovati Kagome non lo aveva trattato da pazzo o peggio da vecchio pervertito. Certo prima di poter uscire con lei comme ragazzo ufficiale aveva dovuto aspettare parecchio ma ne era valsa la pena, ora era tutta sua.
In effetti la cosa più difficile era stata guardare tutti quei pivelli provarci con lei e non poter reagire come avrebbe voluto.
 
La porta si apri e fece il suo ingresso suo fratello “Buon pomeriggio Sesshomaru!” e come sempre non ricevette alcuna risposta da quello stupido demone se non uno sguardo gelido.
“Tsh! Potresti almeno rispondere.. ah stasera viene Kagome, vuole sapere se vuoi cenare con noi?” Sesshomaru si giro e lo fisso negli occhi per qualche minuto per poi rispondere “No, ho altri progetti” ma Inuyasha poté giurare di aver visto un velo di tristezza attraversare gli occhi del fratello. Anche se forse non era tristezza, era rimpianto, invidia, dolore e amore tutto insieme.
Ironico per un demone che aveva la fama di essere un essere spietato, freddo e senza sentimenti.
“Rin dove sei? Davvero non senti quanto Lui a bisogno di te?” disse Inuyasha in un sussurro.

Continua...
 
*questa frase fa riferimento al manga Gensōmaden Saiyūki che adoro.. se non lo avete letto e/o visto ve lo consiglio.
 
Qualche piccola precisazione necessaria :
1) Ho preferito mantenere i nomi originali per rendere la comprensione più semplice anche se mi rendo perfettamente conto che ho creato una situazione irreale.
2) Nella ff i demoni, i mezzodemoni e gli umani vivono tutti insieme appassionatamente, per questo nessuno si stupisce che i nostri quattro immortali non invecchiano di neanche un’anno.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Difficile scelta ***


Ecco il nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento.. é piuttosto lunghetto !
Enjoy....


“Uffa! Inuyasha sei uno stupido! perché non sei voluto venire.. ci saremmo divertiti” pensò ad alta voce Miroku
“Ehi come mai un ragazzo bello come te se ne sta tutto solo, mogio mogio in un angolo?” chiese una bellissima quanto giovane ragazza bionda “uhh bella questa canzone!! É la mia preferita!” gridò la ragazza vicino a Miroku saltando “che fai? Non mi inviti a ballare?” continuò lei.
“eh? Io? No guarda che potrei essere il tuo professore” disse Miroku.
“Si ma non lo sei, giusto?” chiese la biondina dubitativa.
“No, non credo. Ma potrei, quindi meglio lasciare perdere”.
Ma la ragazza non si diede per vinta “oh ma che carino. Sei un timidone ”.
“eh io? Un timidone ma va ma che dici ahahaha. Purtroppo ora devo andare ma mi ha fatto veramente piacere conoscerti. Davvero!” disse l’ex-monaco arretrando velocemente per svignarsela
“ihihihih che fai scappi?” chiese la ragazza ridendo.
“Ma che io? No, assolutamente é solo che” ma non sapremmo mai che scusa avrebbe inventato Miroku perché ci pensò un’altra ragazza totalmente ubriaca a bloccarlo contro al muro e gridargli contro “e tuta copa tuaaa nn avretsi douuto tradimmi con cuela. Ee oii ane presentirti qi con lei. Stronso!”*
“no guarda che ti sbagli.. Io” ma la ragazza se ne era già andata, non prima di avergli versato il contenuto del suo bicchiero in testa.
“Mmh forse Inuyasha non ha tutti i torti, penso di essere davvero troppo vecchio per queste feste” disse Miroku metre si dirigeva verso i bagni cercando di recuperare il recuperabile. “Va bene forse é veramanete giunto il momento di tornare a casa” disse vedendo la fila chilometrica per il bagno “di solito é quello delle donne a essere sempre affollato.. ehmm per ora sigaretta poi si vedrà.. sperando di non prendere fuoco !”

Usci nella zona fumatori e si ritrovò a contemplare due ragazzi visibilmente ubriachi che infastidivano una ragazza, ed essendo lui un vero gentlemen, e non un pervertito come insinuano i suoi amici, decise di andare in suo soccorso.
“Ragazzi.. credo che la signorina non abbia alcuna voglia di essere importunata da voi” disse Miroku.
“e tu chi saresti eh?” chiese il ragazzo biondo.
“ehiii io ti conoscoooo tu sei quella specieee di prof di .. matematica? No storia, no forse giapponese..” disse il rosso.
“ehm no psicologia” lo corresse Miroku.
“Sssiiii giusto psicologiaaa.. bravo!” lo congratulò il ragazzo.
“ehm grazie. Comunque si, ho una specializzazione in psicologia femminile per l’esattezza” disse Miroku facendo l’occhiolino ai due ragazzi, che risero esageratamente “bene ora che ci siamo presentati, fate i bravi e tornate dai vostri amici” concluse l’ex-monaco. I ragazzi gridando e cantanto si diressero all’interno del locale al suono di “Prof canta con noi... Prof balla con noi..”
Miroku li segui con lo sguardo per poi girarsi verso la donzella in pericolo e regalarle uno dei suoi più bei sorrisi, che gli mori sulle labbra non appena vide il volto della ragazza.
“Oddio grazie, grazie mille non so davvero come ringraziarla, io ci ho provato ad allontanarli ma loro non ne volevano sapere, eppure non sembravano dei cattivi ragazzi quindi non sapevo veramente come fare e ...” ma Miroku non la stava ascoltando, vedeva le sue labbra muoversi ma non riusciva a sentire nulla ed ancora meno a parlare. Non era possibile era lei, proprio lei. L’aveva trovata. Il sesto membro, la piccola Rin.
Il suo cervello era in completo stand-by ma allo stesso tempo in subbuglio. La sua mente stava cercando di capire cosa doveva fare, era forse un’allucinazione? No, non era cosí ubriaco. Doveva prevenire Sesshomaru e gli altri. Sarebbero stati tutti felici. Anche lui certo, anche se.. ritrovarsi avrebbe voluto dire perdere Sango, farla di nuovo soffrire morendo. Lui voleva bene a Rin ma Sango era l’amore della sua vita e poi Rin non ricorda nulla non sapeva nulla né di loro né di Sesshomaru e se non ricordava non poteva soffrire.
Doveva solo congedarsi, girarsi ed andarsene da lì il più in fretta possibile. Nessuno ne sarebbe mai venuto a conoscenza. Nessuno.. tranne lui stesso.

Rin stava ringraziando il suo salvatore quando ad un certo punto lo vide scappare via senza dire niente. Non aveva neanche fatto in tempo a chiedergli il suo nome, sembrava avesse visto un fantasma. Rise a quell’idea, dopotutto tutti sapevano che i fantasmi non esistevano.. beh decise comunque di girarsi giusto per confutare ogni dubbio, ma no niente di niente. Allora perché era scappato?  Poco importava, Rin aveva deciso di archiviare il tutto come cosa poco importante dopotutto o quel tipo era ubriaco marcio oppure era un pazzo, a meno che non fosse entrambe le cose. Eppure se non aveva capito male era un professore, di psicologia se non ricordava male. Magari il giorno dopo all’università avrebbe provato a cercarlo per ringraziarlo correttamente.
Sorrise e si decise a raggiungere i suoi amici all’interno del locale.
C’era veramente un sacco di gente, chissà da quanto tempo si era allontanata, lui doveva essere davvero preoccupato. Non le piaceva farlo preoccupare ma era davvero troppo apprensivo. Poi lo vide, i suoi occhi fissi su di lei passarono dall’inquieto al sollevato e l’accolse con un gran sorriso “Rin! Finalmente, credevo ti fossi persa..”

Inuyasha e Kagome erano seduti sul divano l’uno accanto all’altro e Inuyasha, con il suo braccio destro, cingeva le spalle della ragazza. Stavano guardando una commedia romantica, scelta ovviamente da Kagome, ed erano esattamente al culmine di una scena melensa all’inverosimile, per gli standard di Inuyasha. Il quale avendo avuto poco prima la conferma da parte di Kagome che non erano nenache a metà film, perse il già poco interesse che aveva ed incomincio’ a corrucciarsi. Tra l’altro a giudicare dall’aria assorta che aveva in quel momento la ragazza al suo fianco, il film doveva essere di suo gradimento.
Sesshomaru aveva avuto la lungimiranza di rifiutare l’invito di Kagome ad unirsi a loro per vedere il film, preferendo uscire da solo. Non aveva una meta precisa, vagava per la città lasciandosi transportare dai suoni, gli odori e soprattutto dal suo istinto. Era chiaramente alla ricerca di Rin anche se non l’avrebbe mai ammesso. Dopotutto erano passati centodiciotto anni dalla morte dell’ultima rincarnazione di Rin. Come se la cosa non bastasse negli ultimi quattordici anni era stato sottoposto alla tortura più grande, vedere Inuyasha e Kagome felici e più innamorati che mai.
Inuyasha si riprese, non gli faceva bene pensare a queste cose. Non voleva rabbuiarsi, non quando Kagome era presente perlomeno, pero’ si stava annoiando veramente tanto. Stupido film! Dopotutto se l’aveva aspettata a casa tutto il giorno non era certo per guardare la televisione. Il ragazzo ghignò.
Iniziò a solleticarle, con la punta delle dita, la spalla e formando dei cerchi immaginari scese sempre di più, braccio destro, continuò a scendere, gomito, fianchi, cosce, sempre più giù finché non arrivò all’orlo del vestito. A quel punto comincio a risalire, passando sotto la gonna, e nel momento in cui la cosa si stava facendo interessante si fermò. Guardò Kagome, la quale lo stava fissando di rimando, intensamente, troppo intensamente. Inuyasha ebbe un attimo di esitazione e Kagome ne approfittò per chiedere, con il tono più calmo e distaccato di cui era capace in quel momento “tutto bene? Ti disturbo nelle tue ricerche per caso? No perché ho la forte impressione di subire una perquisizione da parte della polizia” lui la guardò con un largo sorriso stampato in viso e poi disse “ho anche le manette se vuoi..” lei sorrise, si mise a cavalcioni su di lui ed incominciò a baciarlo sempre più intensamente dimenticandosi completamente del film. Sfortunatamente il telefono di Kagome squillo. La ragazza si lasciò sfuggire un mugugno sommesso e si stacco malvolentieri da Inuyasha il quale, per niente d’accordo, la riacciuffo e la riportò alla posizione di partenza e riprese a baciarla “mmh no Inuyasha, devo rispondere dai..” disse Kagome ma il ragazzo ritorcò “lascialo suonare!” anche se sembrava più una supplica che un ordine vero e proprio. “E se è importante?” lasciò infine la ragazza “lo sai che lo uso anche per le emergenze di lavoro” e si stacco nuovamente. Questa volta il mezzodemone non cercò di fermala “Lo spero bene” e così dicendo si mise a braccia conserte e mostrò un broncio degno di un bimbo di cinque anni.
Kagome sorrise intenerita, ma andò comunque a rispondere, purtroppo non era raro per lei ricevere chiamate di lavoro in tarda serata e proprio per questo la sua vita di coppia ne soffriva un po’ ma non poteva abbandonare i suoi bimbi. Kagome era un’assistente sociale, specializzata nei casi di bambini. Era un lavoro estremamente difficile ma le bastava vedere il sorriso sul volto di uno solo dei suoi bimbi per essere ripagata per tutti i suoi sforzi.
Prese il telefono e la sua fronte si aggrottò quando vide chi era.
“Miroku, non dirmi che sei completamente ubriaco e dobbiamo venire a prenderti perché altrimenti Inuyasha potrebbe ucciderti davvero questa volta” lo prese in giro Kagome.
“Te l’ho detto e te lo ripeto : se non hai più il fisico smettila di andare alle feste dei tuoi studenti” gridò Inuyasha sbuffando.
“Ridete, ridete pure, ma sappiate che io sono il professore preferito di tutta l’università. Gli alievi fanno a gara per seguire i miei corsi....
E poi, è successo una sola volta. Siamo amici da quanto ? quattordici anni Inuyasha? Senza parlare dei ventidue anni che ci uniscono Kagome. Eppure faccio un piccolissimo errore una volta sola e me lo rinfacciate per sempre.. che begli amici.”
“Tsh ! una volta sola da quando sei professore vorrai dire…” fu il commento sarcastico di Inuyasha.
“se tu ti fossi degnato di venire stasera, avresti visto quanto mi amano le mie allieve e i giovani in generale..” disse sornione Miroku ripensando a ciò che era successo poco prima.
Miroku si riprese ricordandosi il motivo per cui aveva chiamato i suoi amici e  disse con un tono decisamente più serio “Lei è qui !”
“Lei chi ?” chiesero entrambi sorpresi.
“Rin” rispose semplicemente lui.

Continua...

* vi tranquillizzo la frase l’ho scritta male apposta...

Le cose incominciano a farsi interessanti... grazie a chi legge!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Rin ***


Hello ! Ecco il prossimo capitolo. Allora ? Secondo voi i nostri eroi troveranno la piccola Rin? Non perdiamo tempo ed andiamo a scoprirlo. Enjoy ...

Il tempo sembrò fermarsi e la stanza raggelarsi.
“Non scherzare” lasciò infine Inuyasha.
“Non scherzerei mai su una cosa del genere” disse l’ex-monaco.
“Dove sei? Chiamo mio fratello ed arriviamo subito”
“All’HobGoblin Pub di Shibuya. Mmh Inuyasha, sei sicuro che sia una buona idea?” chiese incerto Miroku.
“Cosa vuoi dire?” chiese il mezzodemone.
“Niente. Voglio solo essere sicuro che tu sappia davvero cosa stai facendo. Perché una volta iniziato non si torna indietro.”
“Venti minuti e siamo lì” rispose semplicemente Inuyasha e riagganciò.
Aveva paura. Inuyasha aveva veramente paura di perdere nuovamente Kagome. Nonostante ciò non poteva nascondere una notizia del genere a suo fratello. Non poteva far finta di niente e non dirglielo. Sesshomaru stava soffrendo non aveva bisogno di sentirglielo dire lui lo sapeva lo leggeva nei suoi occhi tutti i giorni. Conosceva perfettamente quella sensazione di vuoto e di attesa in cui si trovava bloccato suo fratello. L’aveva provata anche lui molte volte. E non poteva assolutamente privarlo più a lungo della donna che amava. E poi dettaglio non poco importante, mancava ancora una persona, non avevano trovato ancora Kohaku e con un po’ di fortuna avrebbero potuto incontrarlo tra diversi anni e suo fratello avrebbe potuto trascorrere questo tempo con Rin.
Si era sicuramente la cosa più giusta da fare. Prese quindi il telefono e chiamò Sesshomaru.

Arrivarono al locale quaranta minuti dopo. Erano stati troppo lenti, davvero troppo lenti per gli standard di Sesshomaru. Ma a quell’ora della notte guidare a Tokyo era l’inferno. Gli mancava volare, gli mancava il periodo Sengoku era tutto molto più semplice allora. Ma più di ogni altra cosa gli mancava Rin. Il suo sorriso, i suoi occhi, il suo profumo, le sue carezze ed i suoi baci. Gli mancava tutto di lei. Ma ora l’avrebbe rivista, sarebbe stata di nuovo sua.
Sempre che quel monaco, che impestava l’alcool a chilometri di distanza, non si fosse sbagliato. L’avrebbe ucciso. Si, aveva deciso. Se quell’umano l’aveva fatto andare in quel ritrovo di giovani alticci e sudati che gridavano e spingevano senza ritegno alcuno, senza una ragione valida, questa volta lo avrebbe ucciso davvero e poco gli importavano le conseguenze.

Sesshomaru acuí i sensi per ritrovare la sua Rin. Ma c’era troppo rumore, troppi odori molesti in quel luogo per poterla ritrovare cosí, avrebbe dovuto passare in rassegna ogni persona, ci avrebbero messo troppo tempo, sperava solo che Rin non decidesse di tornarsene a casa sua. Stava per rinunciare quando la sentí. Quella risata, quell’inconfondibile risata che avrebbe riconosciuto tra mille, genuina e cristallina, proprio come la sua Rin.
Si girò e la vide vicino al bancone del bar che parlava, rideva e ballava. Era bellissima come sempre. Fece un passo in avanti in direzione di Rin quando si sentì tirare per un braccio. Si voltò, con sguardo truce, per scoprire l’identita del folle che cervava di fermarlo proprio nel momento in cui poteva finalmente ricongiungersi a Rin “Inuyasha, ti sei scoperto degli istinti suicidi?” chiese freddamente al fratellastro.
“Kohaku” rispose quello.
“Prego?” chiese di rimando Sesshomaru alzando un sopracciglio.
“Rin è in compagnia di Kohaku” rispose per lui Kagome. Sesshomaru si voltò di scatto verso Rin e dopo una rapida occhiata lo vide.
Era seduto su uno sgabello in legno e guardava Rin ballare con delle sue amiche.
Sesshomaru non amava lo sguardo con il quale Kohaku fissava la sua Rin ed amò ancora meno quando lo vide avvicinarsi a lei da dietro, stringerle i fianchi ed incominciare a ballare con lei. Era troppo doveva intervenire. Si incammino verso i due e Kohaku, forse sentendosi osservato levo la testa e lo vide. Notò con piacere che alla sua vista il ragazzo aveva fatto un passo indietro, ma il giovane si riprese subito e scusandosi con Rin gli si avvicino.

“Cosa ci fate tutti qui? Dovete andarvene. Subito!” disse Kohaku freddo. “Kohaku ma cosa stai dicendo? Cosa ci fai con Rin ? Quindi ti ricordi di noi e di Sango? Perché non sei mai venuto a trovarci?” tento di chiedere Kagome ma fu interrotta dalla voce di Sesshomaru che chiese “da quanto tempo vi conoscete? Da quanto tempo hai ritrovato la memoria?".
“Anni” rispose Kohaku con un sorriso di sfida stampato in faccia “ci siamo incontrati per caso, e da allora non ci siamo più separati. Siamo per cosi dire cresciuti insieme” disse cio’ fissando intensamente Sesshomaru e calcando sulla parola insieme. Per poi riprendere come se nulla fosse “all’inizio pensavo fosse il modo migliore per ritrovare mia sorella. Stando uniti avremmo avuto più fortuna. Ma con il tempo, ho avuto la possibilità di conoscere la vera Rin ho capito che non m’importava più. Non volevo che ci ritrovaste perché insieme siamo maledetti. Stare insieme é una follia che ci porta a morte certa. La morte di Rin. E non posso permetterlo quindi andatevene.”
Sesshomaru lo freddo sul posto con lo sguardo e gli passò davanti senza dirgli nulla dirigendosi verso Rin. Kohaku tentò di fermarlo ma il demone fu ovviamente più veloce e prendendolo per la gola lo scaraventò a terra.
Attirarono gli sguardi di tutti i clienti su di loro, Rin compresa.

La ragazza si avvicinò di corsa al suo amico sconvolta cercando di capire cosa fosse successo. “Kohaku ma cosa? Chi è stato a spingerti? Sei stato tu ?” chiese Rin a l’uomo che si stagliava imponente davanti al suo amico “perché lo hai fatto?” lo fisso con rabbia. Vide gli occhi dorati dell’uomo fissarla con sgomento misto a tristezza. In quel momento Rin provò un inspiegabile bisogno di avvicinarsi a quello sconosciuto per abbracciarlo, rassicurarlo e consolarlo. Ovviamente non lo fece. Ma ripeté la sua domanda “perché l’hai fatto?” più dolcemente questa volta. Non ricevendo risposta, si rivolse a Kohaku “Conosci quest’uomo Kohaku? Perché ti ha spinto?”
“No, non ti preoccupare Rin sto bene. Torna pure dagli altri io devo chiarire alcune cose con questo... tizio. Torno subito”.
Per niente rassicurata Rin decise di accontentarlo, anche se in cuor suo non aveva la benché minima voglia di andarsene da li. Non solo perché era preoccupata per il suo amico ma anche perché voleva ancora specchiarsi e perdersi in quegli occhi dorati, cosi profondi e magnetici. Un senso di vergogna la invase non appena formulo nella sua mente questo pensiero. Si giro per dare un occhiata a quell’uomo e si accorse che continuava a fissarla non curante di cio che, un Kohaku visibilmente agitato, stava cercando di spiegarli.
Senza rendersene conto, poiché troppo occupata a fissare il bel demone, andò a sbattere contro qualcuno. Si giro, pronta a scusarsi, quando si accorse di chi fosse quindi grido “Il mio salvatore!! Cosa fai non scappi questa volta?”.
Il grido di Rin ebbe come effetto di far girare, ed allo stesso tempo far smettere di litigare, Sesshomaru, Kohaku, Inuyasha e Kagome che si concentrarono su Miroku cercando di capire di cosa potesse ben parlare con Rin.

Continua...

PS : questo é l'ultimo capitolo che posterò prima delle meritate vacanze quindi grazie ancora a chi legge e recensisce o anche a chi legge solamente ma soprattutto BUONE VACANZEEE a tutte/i
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Incomprensioni ***


Hello ! allora? avete passato delle belle vacanze? io si anche se sono ancora pallidissima (il sole mi evita.. sigh!) il ritorno alla vita "normale" é stato più problematico del previsto ma bando alle ciance c'é un nuovissimo capitolo che vi aspetta ed é piuttosto lunghetto quindi.. Enjoy !

“Ahahaha no, non stavo scappando.. avevo una cosa davvero urgente da fare quindi sai com’é...” tentò di giustificarsi Miroku.
“mmh si certo, come no!” rispose un’incredula Rin “comunque io mi chiamo Rin e volevo ringraziarti ancora per avermi salvato. Anche se sei uno strano personaggio in quel momento sei stato veramente formidabile!” disse la ragazza.
“Strano personaggio? Chi? Io? Nooo assolutamente.. Comunque, il piacere é tutto mio Rin, il mio nome é Miroku !” e cosi dicendo la gratifico di uno dei suoi più splendidi sorrisi. Rin sorrise in risposta.
“Senti ti va se andiamo a bere una cosa al bar mentre i nostri rispettivi amici risolvono la situazione?” chiese improvvisamente Miroku
“ehm non so se é una buona idea insomma..” disse Rin lanciando un’occhiata preoccupata al suo amico
“non preoccuparti, sono quasi sicuro che non gli farà male. Vieni, con noi verrà anche la mia amica Kagome é molto simpatica vedrai!” e cosi dicendo chiamo Kagome e la invitò ad avvicinarsi a loro.

Rin si stava dirigendo verso il bancone del bar con il monaco e la miko, avrebbe voluto raggiungerla ma questo stupido ragazzino continua a mettergli i bastoni tra le ruote. Pensò Sesshomaru indispettito.

Kohaku era fuori di sé, stava semplicemente cercando di difendere Rin, come potevano non capire! Tra l’altro Sesshomaru non lo ascoltava e non lo degnava neppure di uno sguardo, questa cosa ebbe la capacità di farlo innervosire ancora di più. Come osava snobbarlo cosi. Decise di giocarsi il tutto per tutto, si piazzo davanti al demone obbligandolo a distogliere lo sguardo da Rin e gli disse
“Sesshomaru tu sai come funziona la maledizione. Con un tuo bacio Rin si ricorderà tutto. Ciò significa che se la lasci stare potremmo vivere tutti insieme ed essere felici senza che nessuno dei tre mortali muoia”
“Tutti felici? ” chiese Sesshomaru.
“Beh tutti tranne te. Devi sacrificarti per la felicità del gruppo” rispose freddamente Kohaku.
“Neanche Rin lo sarebbe” concluse Sesshomaru
“Si invece! Lei non sà neanche chi sei, non si ricorda nulla! Come puoi essere cosi egoista? Tu hai avuto la tua chance, per ben tre volte ed ogni volta finisce male per tutti. Smettila di insistere e ammetti che non siete destinati a stare insieme. Ora tocca a me, é il mio turno di passare la mia vita con Rin e renderla felice come tu non potrai mai fare!”
“Scordatelo!” Sesshomaru iniziò a liberare la sua aurea demoniaca, gli occhi ormai rossi era pronto ad attaccare Kohaku ma Inuyasha si intromise proteggendo il ragazzo
“Sesshomaru sei impazzito? Non qui, non davanti a tutti. Ascolta, posso capire ciò che provi, ma Kohaku non ha tutti i torti. Mi spiego!” disse velocemente in seguito all’occhiata minacciosa che ricevette dal fratello “tranne la parte della sua vita con Rin che non ha alcun senso” disse ciò lanciando un rapido sguardo di disapprovazione a Kohaku “il resto potrebbe funzionare..” cercò di sorridere ma ciò che ne usci fu semplicemente un ghigno inquietante.
“Quindi ciò che mi stai chiedendo Inuyasha, correggimi se sbaglio, é di scegliere tra una vita vicino a Rin ma senza poterla toccare in alcun modo, rifiutando qualsiasi suo sentimento nei miei confronti. Vederla magari uscire con qualche altro ragazzo, escluso Kohaku ovviamente! Oppure decidere di fregarmene di tutti voi e vivere i miei meritati sette anni con la donna che amo.. corretto?”
“beh si ma.. insomma...” cercò di dire Inuyasha.
“Bene, io ho già scelto” e cosi dicendo Sesshomaru si diresse verso il bancone del bar.

Rin si sorprese della situazione di famigliarità che provava in compagnia di Miroku e Kagome. Non avrebbe mai creduto possibile sentirsi cosi a suo agio con qualcuno incontrato pochi minuti prima. Forse fu proprio questo a spingerla a formulare la domanda che le trottava in testa da un po’.
“Quindi i due demoni sono amici vostri?”
“Si esatto” rispose Kagome.
“Molto più di semplici amici per qualcuno..” la incalzò Miroku.
“ahah beh si. Inuyasha il bellissimo mezzodemone con due tenerissime orecchie canine è il mio fidanzato, e lo stoico demone al suo fianco è suo fratello, quindi il mio cognatino. Anche se a lui non piace quando lo chiamo cosi..” rispose Kagome.
“e come si chiama?” chiese curiosa e leggermente rossa in viso Rin
“Chi? Ah lui ovviamente... Lui é Sesshomaru” rispose Kagome notando dove lo sguardo fisso di Rin si posava
“Sesshomaru? Quindi é questo il suo nome?” disse Rin più a se stessa che a Kagome.
“E’ bello che..” incominciò Miroku prima di essere interrotto da Rin che in uno slancio euforico disse “Si lo è davvero! Molto bello, davvero molto bello!”.
“Ehm si sono sicuro che lo sia, anche se io volevo dire che è bello da parte tua non portare rancore verso Sesshomaru per la sua aggressione a Kohaku” disse l’ex-monaco guardandola con una strana luce negli occhi, era forse della compassione ? Rin preferí non ribatattere e si limitò a fare una smorfia che sperava potesse sembrare, almeno lontanamente, ad un sorriso.

Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzato, i tre si girarono in direzione dei loro amici rispettivi e videro che Sesshomaru si stava dirigendo nella loro direzione, seguito a ruota da Inuyasha e un Kohaku a dir poco furioso.
Kagome trattenne il respiro, quella situazione era insostenibile ma quando vide la luce negli occhi di suo cognato non poté che essere felice per lui.
“Buonasera Rin, mi chiamo Sesshomaru. Spero che il monaco e la miko siano riusciti a tenerti compagnia. Stai passando una bella serata?” chiese il demone con la voce più calda e sensuale che Rin avesse mai sentito.
“Ehh si, grazie mille” rispose Rin regalandogli uno dei suoi affascinanti sorrisi. Quanto gli era mancata, avrebbe voluto abbracciarla e baciarla, fu solo grazie al suo celeberrimo autocontrollo che riuscì a non muoversi.
Miroku s’intromise “Sesshomaru, ci conosci ormai da secoli… no anni, volevo dire anni!” disse rivolto verso Rin e poi riprese “comunque, potresti anche prenderti la briga di memorizzare i nostri nomi rispettivi..”
Inuyasha sbuffò “per mio fratello l’unica cosa che conta è Rin…” tutti si girarono immediatamente verso di lui guardandolo male “….rin…ringiovanire! si ecco si quello. Per lui conta solo ringiovanire!” finì Inuyasha compiaciuto di se stesso. Era stato proprio bravo a sviare gli eventuali sospetti di Rin. Ma allora perché i suoi amici lo guardavano cosí? Era uno sguardo tra l’incredulo e il desolato e poteva giurare di aver visto Miroku fare un facepalm. Che ingrati invece di ringraziarlo. Quindi, stufo di essere fissato in quel modo disse “bhe? che c’é?” e la risposta non si fece attendere “imbecille” soffiò Sesshomaru.

“Rin è giunta l’ora di tornare a casa” disse Kohaku infastidito dalla situazione. “Ma Kohaku è ancora presto!” cercò di opporsi Rin
“NO! Domani dobbiamo andare all’università. Andiamo, ORA!” l’ammonì Kohaku. Sesshomaru si mise tra lui e Rin oscurandogli la visuale e si rivolse a Rin “Quindi vai all’università. Brava. E cosa studi?”
“Architettura” disse Rin felice. Era felice semplicemente perché lui le parlava, la faceva sentire importante, amata e protetta. Com’era possibile provare questi sentimenti per qualcuno che conosceva da meno di un’ora. Rin non capiva ma poco le importava. Le bastava sapere che non aveva nessuna voglia di partire da li. Sentiva una forza a lei sconosciuta che le suggeriva di rimanere li.
“E lei? Lavora? In che campo?” chiese a sua volta Rin.
“Puoi darmi del tu se vuoi. Comunque io sono avvocato.”
“Rin, è veramente l’ora di andare” ripeté Kohaku. Rin guadò il suo amico sembrava avere fretta, voleva andarsene e sembrava stressato. Cavolo non voleva andarsene, ma non voleva nemmeno ferire il suo amico. Era stata una serata piuttosto pesante per lui. Si, aveva ragione lui, era ora di rientrare
“Ok Kohaku, andiamo” acconsentí infine la ragazza controvoglia.
Guardò negli occhi il demone che si trovava ancora davanti a lei e vi lesse una profonda tristezza la cosa le spezzò il cuore ma non poteva voltare le spalle ad un amico di vecchia data per uno sconosciuto, nemmeno per uno schianto come Sesshomaru. Quindi si alzò, raccolse le sue cose, saluto la comitiva, lanciò un ultimo sguardo sognante a Sesshomaru e si diresse in compagnia di Kohaku verso l’uscita. Ma prima che potessero imboccare la porta d’uscita Miroku corse loro incontro e diede a Rin un bigliettino. Fatto ciò l’ex-monaco guardò negli occhi Kohaku e gli disse “mi dispiace, davvero, ma è la cosa giusta da fare e lo sai anche tu! Ah.. chiama Sango, le manchi.” Detto ciò parti veloce come era arrivato, sentendosi un pò meno in colpa.
Raggiuse gli altri, Inuyasha gli chiese “ah eccoti Miroku, dov’eri finito?”
“ah ero semplicemente andato in bagno” rispose lui sbrigativo e poi aggiunse “quindi? Che si fa?”
“é ora di tornare a casa Miroku, é stata una lunga notte per tutti” disse Kagome
“già, e poi Sango deve essere già arrivata a casa vostra” le fece eco Inuyasha
“Sanguccia!!” disse l’ex-monaco con gli occhi a cuoricino “Ok, torniamo a casa. Ma dov’é Sesshomaru” chiese Miroku
“Lo conosci.. odia i posti pieni di gente rumorosa e visto che Rin non c’é più se ne é andato anche lui” rispose calmemente Kagome
“Si, lascandoci qui, senza macchina!” finí Inuyasha.
“ok ho capito, prenoto un Uber” disse Miroku alzando gli occhi al cielo.

Rin aprì il foglietto.

“03-3830-2328*
È il numero di Sesshomaru.

Usalo, gli farà sicuramente piacere.
Miroku.”

“Oh my gosh! Ho il numero di Sesshomaru. Non ci credo. Dovrei chiamarlo? No, ci siamo appena lasciati, magari domani..” disse Rin sognante e con gli occhi che le brillavano. Avrebbe dovuto ricordarsi anche di ringraziare Miroku e magari fargli una statua d’oro. La criptica frase di Miroku le rivenne in mente quindi si girò verso il suo amico e gli chiese “Kohaku, cosa voleva dire Miroku ? cos’era quella storia sulla cosa migliore o non so’ che.. e chi è Sango? Ma soprattutto chi sono queste persone? Come li conosci?”
“Sango è mia sorella e questi sono i suoi amici” disse il ragazzo
“Sorella? Tu hai una sorella?” chiese basita la ragazza. Alla risposta affermativa del suo amico Rin disse “Chi sei? Kohaku, tu sai ogni minimo dettaglio della mia vita ed io invece mi rendo conto che non ti conosco. Pensavo di sapere tutto di te invece.. quante cose mi nascondi ancora?” detto ciò scappò via.
Il ragazzo tentò di raggiungerla, troppo tardi, Rin era già salita su un taxi. Kohaku si ricordò di quanto dannatamente veloce poteva essere qualla ragazza quando scappava. Non era un grosso problema, l’avrebbe ritrovata a casa, dopotutto erano coinquilini. Guardò l’orologio e decise di rientrare a piedi meledicendo mentalmente Sesshomaru e tutti gli altri. Bene gli restavano esattamente venticinque minuti per trovare una buona scusa a tutta questa storia.

Continua...

NB : Vi sarete accorti che Sesshomaru, e un pò tutti i personaggi, sono OOC. E una scelta fatta di proposito, perché penso che in cinquecento anni anche un demone cambi carattere e modo di pensare, soprattutto per adattarsi all’epoca in cui vive, ma soprattutto penso che vedere la persona che si ama morire, non una ma ben tre volte, beh possa farci cambiare...

* ragazze non provate a chiamare questo numero perché non ho assolutamente nessuna idea se sia o meno attribuito a qualcuno ma posso assicurarvi che non é il vero numero di Sesshomaru ! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Scuse e impegni ***


Hello ! come state? spero bene.. ed eccoci al nono capitolo INCREDIBILE !!! ovviamente é soprattutto grazie a voi che mi leggete ma sopprattutto GRAZIE a Sandra45 e Maria76 che mi supportano e rincuorano con le loro recensioni !!
ed ora Enjoy..


Kohaku arrivò a casa. Rin era chiusa in camera sua, il ragazzo provò a bussarre alla porta ma non ricevette risposta.
“Rin, sò che mi senti e sò che non vuoi parlarmi, ti chiedo solo di ascoltarmi” sentí i leggeri passi della ragazza avvicinarsi alla porta e fermarsi “lo prenderò per un si” disse Kohaku sorridendo “volevo solo spiegarti che non era mia intenzione mentirti, ho seplicemente preferito tacere su una parte della mia vita che per diverse ragioni non potevo raccontarti. Mi dispiace se il mio comportamento ti ha ferito. Cosa posso fare per farmi perdonare?”
“raccontami la parte della tua storia che mi hai nascosto” disse ovviamente Rin
“purtroppo mi é impossibile Rin” disse il ragazzo amareggiato
“Perché?” chiese tra l’arrabbiato e il deluso la ragazza
“ok, ti racconterò la maggior parte della storia ma ci saranno delle parti d’ombra che non posso raccontare. E’ tutto ciò che posso fare..” disse infine lui
“ok, va bene” acconsentí la ragazza.
“Però se vuoi conoscere il mio passato devi uscire da lí voglio vederti in faccia” disse Kohaku.
Rin ci pensò qualche minuto ed alla fine decise di accontentarlo. Controvoglia usci dalla sua stanza e raggiunse il suo amico, che si era nel frattempo installato sul divano del soggiorno.
“Ok, incomincia pure, sono pronta” disse infine la ragazza.

Kohaku gli raccontò la sua storia, evitando di specificare alcune informazioni, tipo che i fatti si svolgevano per la maggior parte nel periodo Sengoku, che erano stati maledetti, che aveva più di cinquecento anni, che era immortale e che lei e Sesshomaru si conoscevano da un pò più di qualche ora... insomma le raccontò una versione light della sua vita.
Ad ogni modo a Rin sembrava bastare quella versione appurò sollevato Kohaku, vedendo l’espressione soddisfatta della ragazza, e rimasero a parlare per tutta la notte.

Si resero conto che andare all’università in quello stato non sarebbe stato giudizioso percui verso le otto del mattino, dopo una sacrosanta colazione, andarono a dormire.

Sesshomaru quella notte non dormí a volerla dire tutta non rientrò neanche a casa sua, come avrebbe potuto? Troppe emozioni tutte insieme.
La sera precedente quando Rin si era congedata era andato via anche lui ed uscendo dal locale aveva assistito alla disputa intercorsa tra Rin e Kohaku. Aveva sentito la tristezza e la delusione della ragazza quindi, non riuscendo a resistere all’impulso del momento, aveva deciso di seguirla. Rin abitava nel quartiere di Harajuku, decisamente il quartiere più adatto a lei pensò Sesshomaru. Casa sua era una tipica abitazione in stile occidentale su due piani come se ne vedevano tante tuttavia Rin, grazie ad un patchwork decorativo tutto suo, era riuscita a rendere la sua stanza veramente sua e speciale.
Ok si la stava spiando dalla finestra, ma lui non era come quei pervertiti sfigati che guardano le ragazze spogliarsi, lui lo faceva perché primo, Rin gli mancava immensamente e secondo perché doveva proteggerla. Non gli piaceva vederla soffrire, soprattutto perché sapeva che soffriva per colpa di Kohaku.
Aveva visto il ragazzo rientrare e tentare di scusarsi. Sesshomaru dovette ammettere che in questa vita i due erano sicuramente intimi amici, la cosa non gli face piacere ma ora poteva capire la reazione del ragazzo quando li aveva rivisti. Voleva anche lui proteggere Rin, a modo suo.
Pensando agli avvenimenti della serata si era ritrovato a vagare per la città.
A dire la verità lo faceva spesso, soprattutto di mattina presto quando in giro non c’era anima viva. Non gli piaceva la città, anzi non gli piaceva proprio quel periodo storico. Troppo caotico, troppo urbano, troppa gente ovunque. Era diventato sempre più difficile isolarsi. Il mondo era cambiato molto, come era cambiato anche lui. Aveva dovuto adattarsi. Sopsirò.
Era arrivato al santuario Meiji-Jingu, passando sotto al Torii sentí la mancanza di casa. Con il termine casa non si riferiva a quella di Tokyo, in cui abitava con Inuyasha. Ma a quella che condivideva con suo fratello e la sua banda di amici sull’isola di Yakushima, vicino a Kagoshima. Un pezzo di mondo tutto loro congelato nel tempo in cui trascorrevano le vacanze. Ma soprattutto era il posto in cui si trasferivano lui e Rin quando riuscivano a ritrovarsi, potendo vivere i sette anni di felicità, che gli erano concessi, in pace e lontani da tutti.

Verso le nove del mattino, le strade brulicanti di persone l’avevavo convinto a rientrare.
Controllò l’agenda e vide che quel giorno aveva semplicemente un primo incontro con un nuovo cliente per l’ora di pranzo e null’altro. Chiamò la sua segretaria e le disse di non prendergli nessun’altro appuntamento per la giornata. Si lavò, si cambiò, fece colazione ed andò in ufficio per preparare l’incontro con il cliente.

Era finita. L’appuntamento era andato bene, anche se il manco di sonno lo aveva reso particolarmente insofferente e irrequieto. Tra l’altro stava cercando da tutta la giornata di trovare una buona scusa per rivedere Rin ma per la troppa stanchezza non riusciva a pensare a nulla. Decise di andare a letto e poi a mente fresca  avrebbe pensato a tutto il resto.
Chiuse gli occhi. Il telefono suonò, non rispose. Un avviso sonoro l’avvertì che l’interlocutore aveva lasciato un messaggio sulla segreteria. Si addormentò.

Verso le quattro del pomeriggio si svegliò. Per prima cosa controllò il telefono aveva ricevuto diverse mail di lavoro, tre messaggi da parte della sua segretaria e qualche chiamata da colleghi e clienti, più un numero sconosciuto che gli aveva lasciato un messaggio in segreteria. Doveva essere la persona che aveva cercato di chiamarlo poco prima che si addormentasse. La curiosità ebbe la meglio e decise di ascoltare il messaggio.
Una voce dolce e giovanile lo sorprese, anche se sapeva esattamente a chi apparteneva,

“ehm.. si dunque.. cavolo non mi aspettavo di dover lasciare un messaggio, mmh magari è meglio se chiudo. Aspetta ma mi sta già registrando? Ma non ho sentito il bip.. oddio si. Ok, ehehe ciao Sesshomaru, spero di non aver sbagliato numero! comunque sono Rin la ragazza che hai conosciuto ieri sera, l’amica di Kohaku si insomma il ragazzo che hai sbattuto a terra… forse questo non dovevo dirlo! Comunque volevo sapere se eri ben rientrato e anche per farti sapere che questo è il mio numero e puoi usarlo.. se vuoi.. si insomma.. vabbè ora vado che è meglio. Ci si vede.. sente. Ciao Sesshomaru.
Ah sono Rin, non so più se te l’avevo detto quindi.. oddiooo”


click il suono della comunicazione che si chiuse fece rinsanire Sesshomaru che ancora incredulo continua a fissare il suo cellulare. Pensando che fosse tutto uno scherzo giocato dalla stanchezza o dal sonno arretrato riascoltò una seconda volta la registrazione. Non era un sogno, era lei, era proprio Rin.
Ma come aveva avuto il suo numero? avrebbe voluto darglielo certo ma con tutto il trambusto che era successo non aveva trovato il tempo. Un dubbio l’assalì, andò in soggiorno e trovò suo fratello con la sua fidanzata, il monaco e la sterminatrice. “Inuyasha, ho ricevuto una chiamata da Rin.” Tutti i presenti smisero di colpo di parlare tra di loro e fissarono il loro sguardo intensamente su di lui. Finche dopo un pò Inuyasha disse “beh e non sei contento? Perché me lo vieni a raccontare a me?”
“IO non le ho mai comunicato il mio numero… TU ne sai qualcosa per caso?” rispose Sesshomaru. Miroku si schiarí la voce per attirare l’attenzione del demone e disse “ehm in verità Inuyasha non centra” Sesshomaru lo fissò il ché spronò l’ex-monaco a spiegarsi meglio “sono stato io a dare il tuo numero a Rin ieri sera, mi sono detto che visto che tu non avevi avuto il tempo materiale per farlo avrei potuto darglielo io.. è una buona scusa per rivedervi no?” finì Miroku sorridendogli.
Sesshomaru lo fissò, attimi che per Miroku parvero ore, e poi senza dire niente si girò e tornò nella sua camera. Ok forse quel monaco non era poi così inutile come sembrava, pensò Sesshomaru chiudendosi la porta alle spalle.

Continua...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Complicazioni... ***


Hello ! scusate il ritardo ma é stata una settimana orribile a lavoro e penso che sarà cosi' tutto il mese. Cerchero' comunque di essere il più puntuale possibile!!!
Dunque come si dice... Enjoy...


Sango era incredula, si assentava un solo fine settimana per una gara ed ecco che succedeva di tutto.
Aveva capito subito che era successo qualcosa quando aveva visto Miroku rientrare alle sette di mattina euforico e con quel suo sorriso sornione che non presagiva nulla di buono.
Lo aveva quindi obbligato a raccontarle tutto anche se stava letteralmente cascando dal sonno, infatti inciampo nel suo stesso borsone mentre si stavano dirigendo verso il divano. Per sua fortuna Miroku l’afferò prima che cadesse ed approfittando della vicinanza che si era creata non perse tempo e la baciò. Era da quasi due giorni che non si vedevano, ma non fece in tempo ad approfondire il bacio che lei lo fermò e gli disse “non sperare di poter cambiare discorso cosí facilmente. Su Miroku, raccontami tutto !”.
L’ex-monaco si rassegnò, dopotutto sapeva che la sua Sango era la ragazza più testarda che avesse mai incontraro in tutte le sue vite, ed era l’unica che riusciva a fargli perdere la testa, sorrise a quel pensiero.
“Perché ridi?” chiese la ragazza
“No niente non preoccuparti, allora ecco cosa é successo..” e le racconto per filo e per segno gli avvenimenti di quella serata.

Sesshomaru era appena ritornato nella sua stanza sbattendo la porta.
Sango era visibilmente scioccata come tutti i suoi amici del resto e disse, più a se stessa che agli altri, “é tutto molto più veloce che d’abitudine”
“in che senso Sanguccia?” chiese l’ex-monaco
“non chiamarmi cosi’” rispose la ragazza guardandolo in malo modo, per poi proseguire “intendo dire che le altre volte non erano cosí veloci ad uscire insieme ed innamorarsi, prima lui doveva corteggiarla per un bel pò, convincerla quasi, invece questa volta lei l’ha visto una sola volta, al buio, in una discoteca e bam innamorata diretta? Mi sembra curiosa come cosa. Tutto qui.”
“ma non penso sia già innamorata, l’ha giusto chiamato, magari voleva sapere giusto come stava” disse Miroku.
“Mmh” mugugnò poco convinta Sango.
“Secondo me semplicemente dipende dal fatto che é un’altra epoca” sentrenziò Kagome “voglio dire, l’ultima volta che si sono incontrati cos’era il 1800 qualcosa?”
“il 1893” le rispose Inuyasha
“esatto, quindi é un po’ normale che gli approcci siano cambiati no? E poi non sottovalutare il sex-appeal di Sesshomaru..” concluse Kagome
“EHI!” protestò Inuyasha
“Ma smettila scemo! Lo sai che non é decisamente il mio tipo, troppo freddo e poco dimostrativo.. lo sai quanto mi piacciano le coccole” rispose Kagome accoccolandosi ad Inuyasha, riuscendo a rassicurare un pochino il mezzodemone.
“Si deve essere cosí eppure ho veramente questa strana sensazione che non riesco a far andare via e..” ma il bussare di qualcuno alla porta non permise a Sango di finire la sua frase.
Kagome andò ad aprire la porta e scioccata disse “ehm Sango, Kohaku é qui.. chiede di te”.
Sango corse all’entrata ed appena lo vide abbracciò suo fratello “oddio ma da quanto é che non ci vediamo? Mi sembra un’eternità”.
“Bhe più o meno, sono quarant’anni” rispose Kohaku sorridendo “posso entrare?” chiese infine visto che la sorella non si mosse di un millimetro
“Ah si si certo vieni” rispose Sango facendogli strada verso il salotto dove erano seduti i loro amici “mi fa piacere vederti mi sei mancato cosí tanto.. allora come va? Che mi racconti? Cosa é successo in questi anni?” lo tartasso di domande la ragazza.
“come fai a sapere dove abitiamo?” chiese una fredda voce alle loro spalle. “Sesshomaru.. che piacere” rispose freddo Kohaku.
“Kohaku” lo riprese Sango.
“non mi piace ripetermi. quindi rispondi!” disse Sesshomaru con lo stesso tono accusatorio.
“Miroku lavora nell’università che frequento ed un giorno l’ho seguito fino a casa loro” disse indicando l’ex-monaco e la sorella “ho aspettato, e come immaginavo, poco dopo sono usciti entrambi per venire qui da voi” rispose controvoglia lo sterminatore
“Perché?” chiese Sango scioccata.
“dovevo sapere quanti eravate..” rispose lui
“NO! Perché non ti sei fatto vedere da noi..” gli chiese sua sorella quasi in lacrime
“mi sembrava di averlo già spiegato. Non voglio che Rin muoia!” disse calmo Kohaku
“fratello, non puoi essere serio. Lo sai che Rin non sarà mai tua. Insomma, loro sono Sesshomaru e Rin. Sono destinati a sare insieme. Lo sai. Non é mai stato un problema per te. Cosa? Cosa ti é successo in questi anni? Qual’é il vero problema?” chiese Sango al fratello
“io non.. io non ne posso più di questa situazione!” disse infine Kohaku “Siamo maledetti e non possiamo fare nulla per cambiare le cose. Siamo costretti a guardarvi morire ogni volta! Potete immaginare cosa si prova a vedere tutte le persone che conosci ed ami morire?”
“ci dispiace Kohaku noi non possiamo capire la vostra sofferenza, ma credimi vedervi soffrire é l’ultima cosa che vorremmo. Non dipende dalla nostra volonta, non possiamo farci nulla purtroppo. Ci abbiamo provato più e più volte..” disse Kagome
“non capisci, non solo voi tre. Ma tutte le persone che incontriamo, tutti gli amici che abbiamo, muoiono. Certo non dopo sette anni, ma alla fine muoiono tutti. Sai cosa significa addormentarsi e vedere i volti di tutte le persone importanti che hai incontrato in cinquecento anni? Non ce la faccio più, ormai non ho più la forza di conoscere altra gente perché già sò che li vedrò morire, invecchiare. Mi lascieranno solo. La mia vita é fatta di solitudine. É invivibile. Ma con Rin é diverso, lei mi capisce e sò che anche se morirà non sarà per sempre. Lei tornera” spiegò Kohaku tra il disperato e l’arrabbiato.
“Hai perfettamente descritto la vita da demone o da immortale nel tuo caso. Non serve a nulla accanirsi contro il destino, disperarsi o piangersi addosso. Bisogna semplicemente cercare di approfittarne il più possibile del momento presente. E cercare di trovare la persona che riuscirà a farti dimenticare tutti i tuoi problemi e sofferenze con la sua sola presenza. Ma questa ragazza non é Rin. Lei, la sua anima ed i suoi corpi futuri e passati mi appartengono, come io appartengo a lei. Quindi trovati qualcun altro”.
Tutti si girarono meravigliati verso Sesshomaru, possibile che proprio lui avesse detto una cosa del genere? Ma il demone non era più visibile, era tornato nella sua stanza veloce come era arrivato.
“Kohaku come credi che ci sentiamo noi? Siamo tutti nella stessa situazione. Siamo qui proprio per questo, per affrontare la cosa insieme. Secondo te perché viviamo praticamente tutti insieme? Perché cerchiamo di trovarci il prima possibile? Perché la nostra altra vita, qualla senza i tre mortali, é una mezza vita é incompleta e solitaria. Ma sappiamo che é un passaggio obbligatorio per arrivare alla felicità. Anche se breve. É ingiusta, ma é la vita che ci tocca vivere” gli rispose Inuyasha.
“Kohaku io sò che non posso capire ciò che provi, o meglio ciò che provate voi quattro” disse Kagome guardando tristemente Inuyasha “ma hai pensato a Rin. Voglio dire, pensi che sia giusto escluderla cosí? Senza lasciarle una possibilità di scelta? Ti posso giurare che se fossi nella sua situazione e dovessi decidere se vivere quarant’anni da sola e senza ricordi della mie vite passate oppure sette anni con Inuyasha e tutti voi ragazzi, bah non avrei nessuna esitazione, sceglierei voi senza nenanche pensarci. Mi rendo conto che può sembrare egoistico da parte mia ma .. vi amo troppo, voi siete la mia famiglia pensare di essere lasciata fuori da tutto ciò mi farebbe troppo male ci soffrirei troppo”.
Kohaku si rabbuio e disse “dico di amarla ma non ho pensato al bene di Rin nenanche un attimo. Pensavo che senza ricordi non soffrisse senza pensare che Sesshomaru sente la sua mancanza ed anche tutti voi. No Kagome il vero egoista sono stato io.”
“Mi dispiace dirtelo Kohaku ma la maledizione parla chiaro, alla fine Rin si ricorderà sempre di Sesshomaru, che tu lo voglia o no. Le loro anime sono legate, come le nostre” disse Miroku
“Umpf! E va bene, la chiamo. La faccio venire qui cosi almeno ve la presento come si deve” disse infine Kohaku.
“Pronto?” rispose la ragazza al telefono.
“Rin sono Kohaku. Senti sono con mia sorella e volevo sapere se volevi raggiungerci cosí te la presento”
“Oddio Kohaku mi piacerebbe tantissimo, davvero, ma stasera non posso proprio ho già un appuntamento, ma sarei felicissima d’incontrarla domani o un’altro giorno, se per lei va bene” disse la ragazza speranzosa.
“Uff! Rin, sono a casa di Sesshomaru. Sarebbe un’occasione per vederlo visto che mi sembrava aver capito che ti piacesse..” disse Kohaku triste.
Ci fu un momento di silenzio e poi Rin disse “mah Kohaku, é proprio con Sesshomaru che ho l’appuntamento”.

Continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Appuntamenti e conseguenze ***


Hello ! ecco un nuovo capitolo spero che sia di vosto gradimento.. Enjoy !

La porta della camera di Sesshomaru si apri proprio in quel momento, tutti gli sguardi si rivolsero su di lui, il quale disse semplicemente “io esco” ed effettivamente usci dall’appartamento senza fornire loro altre spiegazioni.
Era una calda serata di maggio. Mentre sfrecciava tra le vie di Tokyo si mise a ripensare alla telefonata avuta poco prima con Rin.

Aveva appena chiuso la porta della stanza, prese il suo cellullare e chiamò Rin. Dopo appena due suonerie una voce cristallina rispose “Pronto?”
“Rin, sono Sesshomaru” disse lui
“Ah ! si, ho salvato il tuo numero.. cioè, come stai?” farfugliò lei.
Sesshomaru riprese a parlare sorridendo “Bene grazie. Volevo sapere se avevi impegni per stasera. Mi rendo conto che é un pò all’ultimo momento ma ti andrebbe di mangiare insieme?”
“Certo che si!” rispose entusiasta la ragazza.
“Perfetto allora passo a prenderti alle otto va bene?” chiese il demone.
“Ok! Ehm… come devo vestirmi?” chiese infine la ragazza
“comoda” rispose semplicemente Sesshomaru “a dopo Rin”.
“Comoda.. Ah ehm ok. Aspetta Sesshomaru, non ti ho dato il mio indirizzo..” Merda! non glielo aveva chiesto. Non ci aveva proprio pensato, reazione normale la sua visto che sapeva già dove Rin abitava. Ma ovviamente lei non era al corrente di ciò, e naturalmente lui non poteva dirle che la sera precedente l’aveva seguita, sarebbe parso.. strano. Quindi optò per il più semplice “giusto, mandamelo via whatsapp” e chiuse la chiamata.
Sentì qualcuno bussare alla porta d’entrata, qualche minuto dopo vide la miko e la sterminatrice in compagnia di Kohaku. Che diavolo ci faceva li, a casa sua? Decise di chiederglielo, doveva sapere.

“Ok ok, niente panico. L’uomo, ops no demone, più bello del mondo mi ha appena chiesto di uscire con lui, quindi mi resta esattamente poco meno di un’ora per trovare un outfit “comodo” qualunque cosa ciò voglia dire. Bene ce la posso fare!” esclamò Rin a voce alta uscendo dalla doccia.
Dieci minuti dopo la ragazza si trovava seduta sul suo letto, leggermente bagnato dall’asciugamano umido che le fasciava il corpo, e le mani a coprirle il viso in segno di disperazione. Davanti a lei l’anta dell’armadio ancora aperta e decine d’indumenti sparsi per la stanza.
“é inutile, non ho nulla da mettere! Non ce la posso fare! Ma cosa significa comodo?” disperata Rin decise di chiamare e chiedere consiglio alla sua  unica amica donna, Keiko.
“Pronto?” rispose la ragazza dopo il terzo squillo.
“ciao Keiko, sono Rin. Tutto bene?” chiese la ragazza. Ed anche se Keiko le rispose positivamante Rin si stupí del tono spento con cui la sua amica le rispose. Keiko era una ragazza solare e sempre sorridente, sentirla cosí le faceva uno strano effetto. Rin non ci fece troppo caso, dopotutto capita a tutti di sentirsi giù di corda, no?
“mi spiace disturbarti, magari ti sembrera una cosa stupida ma ho un’urgenza vestiti e non ho nulla da mettere” disse Rin disperata.
“figurati mi fa piacere sentirti, e poi non si dice mai di no ad un urgenza vestiti giusto?” disse ridendo la sua amica
“ti prego aiutami” la supplicò Rin
“ok, per prima cosa ho bisogno di dettagli: con chi esci, dove andate e che occasione é” chiese pragmatica Keiko
“ok allora esco con un ragazzo bellissimo che ho incontrato ieri sera, non sò dove andiamo perché ha organizzto tutto lui ma mi ha detto di vestirmi “comoda”. Penso sia tutto. Ah te l’ho già detto che é uno schianto?” chiese Rin
“ahah si mi sembra proprio di si! Dunque per ricapitolare ti sei infatuata di un tipo che hai conosciuto ieri sera in discoteca ed ora hai un primo appuntamento ma non sai cosa metterti perché invece di semplificarti le cose quest’uomo ha deciso di fare il criptico con frasi senza senso tipo “vestiti comoda”. Cioé zero savoir vivre. L’idiota, ti invita ad uscire e poi ti chiede di vestirti comoda. Per un primo appuntamento? Vuoi che mi vesta comoda? Bene, allora mi presento in tuta. Siii sarebbe pefetto, si meriterebbe davvero che ti presenti all’appuntamento in tuta. Tanto alla fine si rivelano tutti essere degli stronzi bugiardi.”
“ah. Non andrò in tuta, ma graze per il consiglio. Comunque tutto bene?”
“eh si perché? Tra l’altro mi stavo chiedendo, sei proprio sicura che sia veramente figo come credi? Quando siamo ubriachi gli altri ci sembrano sempre più belli. E tu sei qui a farti le paranoie su come vestirti e magari scopri che é un buzzurro idiota e pure brutto” disse Keiko
“ok. Primo, non ero ubriaca quindi non ci sono dubbi sulla sua bellezza. Secondo, Keiko che hai? Sei arrabbiata con il tuo ragazzo?”
“no perché? Solo perché é sempre fuori e mi lascia qui a casa da sola? no non sono mica arrabbiata. E poi non ho voglia di parlarne! Dunque, dobbiamo trovarti un outfit, visto che non vuoi andare in tuta, o sbaglio?”
Appurato che Rin non aveva voglia di andare in tuta al suo appuntamento con Sesshomaru, incominciò ad elencare alla sua amica Keiko tutti gli abiti che secondo lei sarebbero potuti andare bene.
Ventisette minuti dopo e con l’ausilio di foto inviate via messaggio Rin trovò l’outfit “comodo” che avrebbe indossato quella sera. Contenta ringraziò Keiko e si diresse in bagno.
Le rimanevano dodici minuti per sistemarsi i capelli e truccarsi, poteva farcela!
In quell’istante il suo cellulare suonò, era Kohaku. Ok, non ce l’avrebbe mai fatta. Prese il cellulare e disse “pronto?”.

Sesshomaru era arrivato. Parcheggiò e si diresse verso l’entrata della casa, suonò e sentì la voce della ragazza “merda, merda, merda! Arrivoooo! Ouch..” Rin apri la porta era bellissima.
La ragazza aveva scelto un outfit comodo, come le era stato indicato, ma elegante, pantaloncini neri, sottogiacca a body senza maniche e una giacchetta estiva corta.
“Ciao” disse le ragazza con un largo sorriso che le illuminava gli occhi.
“Ciao anche a te Rin” rispose Sesshomaru.
“dove mi porti?” chiese la ragazza salendo in macchina
“è una sorpresa…” rispose lui semplicemente.
Sesshomaru guidò per circa un ora, arrivarono nella prefettura di Saitama e si fermarono all’Omiya Park. Camminarono per un po’ fino a quando non arrivarono sotto il più bel albero del parco, dove tutto il necessario per un pic-nic era già pronto ed a loro disposizione, Rin era in estasi.
Adorava quel parco, era sempre pieno di fiori colorati, voci e risa di bambini.
Le ricordava molto il parco dove i suoi genitori la portavano tutte le domeniche quando era piccola, prima che morissero.
Nonostante ciò, Rin era felice, non solo perché era lí ma anche perché c’era lui lì con lei. Sin da piccola Rin si era sempre sentita in cerca di qualcosa. La sua innata curiosita abbinata a questo “vuoto” l’avevano spronata a buttarsi in progetti sempre nuovi ed in diverse attività, allo scopo di trovare il qualcosa che riuscisse a riempire questo vuoto. E fino a quel momento non le era mai venuto in mente che forse non stava cercando qualcosa ma qualcuno. Ora era lí, in compagnia di questo sconosciuto e finalmente Rin si sentiva completa.
Iniziarono a mangiare.
Non lo conosceva da molto, ma si sentiva legata a lui e le piaceva il modo in cui lui la guardava, si sentiva desiderata senza essere a disagio. Non troppo perlomeno. Si permise di guardarlo, era davvero bellissimo. Rin non capiva come mai un uomo come lui preferisse passare la sua domenica sera con una ragazzina come lei invece di essere tra le braccia di una bellissima modella. Di sicuro non dovevano essere le proposte a mancargli..
No Rin non è il momento di pensare questo genere di cose.. oh merda, mi ha detto qualcosa ed io non stavo ascoltando.. Ahhhh
“come scusa?” chiese la ragazza
“il cibo non è di tuo gradimento?” ripeté lui
“eh? Ah no no è buonissimo grazie” rispose Rin sollevata
“allora mangia” disse lui, la ragazza fece come le era stato detto.
“Qualcosa ti turba per caso?” domandò il demone all’improvviso
“no, perché?” chiese Rin sorpresa.
“sei silenziosa, non so perché ma mi ero fatto l’idea che tu fossi qualcuno di più loquace” disse con un mezzo sorriso Sesshomaru. La ragazza si torturò le dita e senza accorgersene incominciò a intrecciare i fili d’erba insieme, un’abitudine che aveva fin da quando era bambina, la cosa la rilassava. Sesshomaru se ne accorse e rise impercettibilmente.
“Di solito si, sono una vera chiacchierona e solo che mi stavo chiedendo, perché siamo qui?” chiese in fine Rin.
“Non ti piace questo posto?” si crucciò il demone
“oddio si è bellissimo, adoro questo parco, non è ciò che intendevo.”
“allora spiegati Rin”.
La ragazza abbassò lo sguardo e continuò “non capisco perché hai deciso di invitarmi qui stasera a mangiare con te, voglio dire non posso credere che un uomo come te non avesse nessun’altro impegno”
“altri impegni?” chiese Sesshomaru alzando un sopracciglio.
“si, impegni di tipo lavorativo o privato, si insomma amoroso” sussurrò quest’ultima parola e rivolse il suo viso completamente rosso verso di lui.
“Infatti ho un impegno privato, qui, con te, ora. Non è forse abbastanza?”
Rin ci mise un po’ a capire la risposta, poi lo gratificò con un immenso e gioioso sorriso.

La serata passò velocemente, con Rin che parlava e rideva e Sesshomaru che ascoltava rapito e rispondeva alle sue numerose domande. Era davvero curiosa, questo tratto della sua personalità non l’aveva perso. Nostalgia ecco ciò che provava. Un leggero grido attirò la sua attenzione, era Rin, aveva guardato l’orologio e si era resa conto che era veramente tardi.
“Oddio è tardi e domani ho un corso con frequenza obbligatoria alle prime ore. Mi dispiace” disse la ragazza con uno sguardo triste.
“non preoccuparti anche io domani devo svegliarmi presto. Finisci il dolce e ti riaccompagno a casa” disse lui
“Grazie. Di tutto.” rispose Rin.

Erano in macchina già da un po’ ed erano quasi arrivati all’appartamento di Rin, ma la ragazza era cosi intenta a raccontagli i suoi progetti futuri che non non se ne accorse neanche “quindi non vedo l’ora di finire l’università per cominciare a viaggire in tutto il mondo per conoscere ed imparare tutti i diversi tipi di stili archittettonici di ogni paese.. Barcelona, New York, Roma, Parigi, Sidney... voglio andare dappertutto vedere tutto. Si, lo so cosa stai pensando, ma sei pazza sai quanto ci metterai per fare il giro del mondo? Anni! Lo so, ma sono ancora giovane ed è giusto fare esperienza.
Ecco il progetto : mi laureo, viaggio per dieci anni, lavorando in diversi studi d’architetti più o meno famosi e poi ritorno a Tokyo e apro il mio proprio studio. Che ne dici?” chiese Rin speranzosa. Sesshomaru non rispose, non subito almeno, guardava la strada davanti a lui e un’ombra scura passò davanti ai suoi occhi, ma alla fine disse “è un progetto ambizioso, sono sicuro che potrai farcela se è ciò che vuoi davvero”
“Si, è il mio sogno da sempre” disse Rin sorridente.
Sesshomaru fermo la macchina proprio davanti alla porta d’entrata della ragazza e disse “Arrivati.”
“Grazie mille Sesshomaru è stata una splendida serata.” esclamo la ragazza
“si anche per me Rin. Buonanotte”. Rin aprì la portiera, fece per scendere e poi si girò per chiedere “io domani finisco presto, ho praticamente corso solo la mattina, ti va se ci vediamo per un caffè nel pomeriggio?”
“domani sono impegnato tutto il giorno.” disse lui
“magari dopodomani allora? O domenica prossima, ho visto il trailer di un film al cinema che avrei proprio voglia di vedere.” suggeri la ragazza speranzosa.
“mi spiace Rin ma ho molto lavoro, penso che dovrò lavorare anche il fine settimana” taglio corto lui.
“ah. ok. va bene, allora fammi sapere tu quando sei… disponibile.” disse amareggiata Rin.
“mmh si” le rispose Sesshomaru senza neanche guardarla.
La ragazza chiuse la portiera e lui ripartì.
Rin sapeva che non l’avrebbe mai richiamata, non capiva, avevano passato una bella serata, lui sembrava contento. Cosa era cambiato all’improvviso? Avrebbe dovuto invitarlo a salire a casa sua? No, non si sentiva pronta, non al primo appuntamento. Poi lui non sembrava il tipo che si arrabbia per una cosa del genere. Aveva forse detto qualcosa che non avrebbe dovuto, se era così non se ne era neanche resa conto. Una tristezza mai provata prima le invase il cuore. Ricacciò indietro le lacrime. Non era una stupida ragazzina che piangeva per un non nulla. Dopotutto lo aveva appena conosciuto ed erano usciti una sola volta. No non doveva piangere, lei era forte! E pensando a ciò entrò in casa sua, Kohaku non era ancora tornato, poco male non era proprio in vena di parlare voleva solo dormire. E fu ciò che fece.

Sesshomaru rientrò in casa e con sua poca sorpresa gli amici di suo fratello erano ancora lì. Meglio così, avrebbe annunciato la notizia una sola volta.
“Non dovete preoccuparvi, non rivedrò mai più Rin” disse il demone senza mezzi termini, ed andò in camera sua.

Continua...

Hello ! piccolo test, perché secondo voi Sesshomaru ha preso questa drastica decisione? starà bluffando o intende veramente rinunciare a Rin?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Sogni e realtà ***


Hello ! come state? ed ecco il nuovo capitolo di questa settimana !! spero sia di vostro gradimento :-)

Erano scioccati. Sesshomaru che rinunciava a Rin?
“No questo é semplicemente impossibile!” disse Inuyasha dirigendosi verso la camera di suo fratello, i suoi amici lo seguirono. Aprí la porta, Sesshomaru lo guardò furibondo “come diavolo osi entrare in camera mia in questo modo?”. “che diavolo stai dicendo? Tu che rinunci a Rin? Smettila di dire cavolate. Non é mai successo in cinquecento anni, cos’hai in mente?” gli chiese Inuyasha.
“Nulla che ti riguardi!” rispose secco Sesshomaru.
“Ed é qui che ti sbagli Sesshomaru. Certo, Rin é la tua priorità, ma non vuol dire che noi non l’amiamo. Lei é una di noi! Quindi non puoi tagliarci fuori da una decisione cosi importante che ci riguarda” disse Kagome con fervore, sorprendendo tutti.
“Lei ha dei progetti” disse semplicemente lui
“Dei progetti?” chiese Inuyasha sorpreso.
“Progetti di vita, progetti futuri, per i prossimi quindici anni, come minimo” disse Sesshomaru con un sorriso triste.
“E se sta con te non avrà più di sette anni di vita. Avrà giusto il tempo di finire l’università e fare un po’ di tirocinio.” terminò per lui Kohaku.
“si, non che sia proprio una novità. Rin é sempre morta presto, troppo giovane. Quindi perché questa volta é diverso?” chiese Miroku
“Vero, Rin é sempre morta giovane. In tutte le sue vite passate, non ha mai superato i trent’anni di vita, ma questa é la prima volta che ha veramente pensato al suo futuro. Ha pianificato tutto. Non sò da cosa sia dipeso, probabilmente dall’epoca diversa in cui é cresciuta, non saprei. Ma non è importante, semplicemente non posso impedirle di fare ciò che veramente vuole anche se ciò significa che sarò costretto a starle lontano. Lontano da me non ricorderà e se non ricorda non può morire, questa é la sola cosa che importa davvero” rispose Sesshomaru.
Gli altri non trovarono nulla da ridire, avevano già capito da tempo quanto il demone amasse intensamente Rin. Ma ogni volta riusciva a sorprenderli ed affascinarli allo stesso tempo. Un demone conosciuto da tutti per la sua freddezza e per il suo odio verso gli umani, decideva di soffrire pur di non imporre la sua volontà alla donna che amava.  Questo era l’amore di cui era capace Sesshomaru. L’assoluta libertà di scelta.

Kohaku ricevette un messaggio “E di Rin, chiede se é confermato l’incontro con Sango di domani”
“Si” rispose Miroku, tutti si girarono verso di lui quindi continuò “solo perché Sesshomaru ha deciso di evitarla non vuol dire che noi dobbiamo fare lo stesso” i suoi amici annuirono d’accordo, Kohaku rispose positivamente al messaggio della ragazza e Sesshomaru li pregò poco gentilmente di uscire dalla sua stanza.

Il giorno dopo, Rin uscí dalla metropolitana e iniziò a correre come una pazza. Era in ritardo, come al suo solito. Aveva incontrato una compagna di corso fuori dall’università, si erano messe a parlare, caffé veloce e ovviamente non si era resa conto di essere super in ritardo. Che sfortuna, proprio oggi che doveva incontrare Sango. Che figura, che figura! ok era arrivata al locale, sguardo veloce all’orologio giusto per vedere di quanto fosse in ritardo. Erano le quattro e quaranta, perfetto solo quaranta minuti di ritardo, un record per lei !
“Buongiorno, cerco dei miei amici che dovrebbero essere già arrivati.” disse Rin rivolgendosi ad un cameriere
“ah si un tavolo per sei giusto?” le chiese il ragazzo
“Sei?” gli fece eco la ragazza sorpresa
“ehi Rin, siamo qui” urlò Kohaku dal fondo del locale.
Rin si avvicino al tavolo.
“Buongiorno. Non sapevo sareste venuti tutti. E un piacere potervi conoscere come si deve” rise Rin per poi aggiungere “scusatemi per l’imbarazzante ritardo, mi dispiace davvero tanto!!” e si inchinò per dare più enfasi alle sue parole. “Non preoccuparti Rin ho già spiegato loro che dovranno abituarsi ai tuoi ritardi.” disse gioioso Kohaku
“grazie, davvero premuroso da parte tua” gli disse Rin guardandolo male
“figurati Rin é un piacere anche per noi conoscerti! Vieni siediti” disse a quel punto Kagome.

Rin si sentiva bene, erano li da appena qualche ora ma si sentiva come in famiglia. Gli amici segreti di Kohaku le piacevano, erano simpatici e la facevano sentire parte del gruppo. Quindi si chiese perché mai il ragazzo le aveva taciuto questa parte della sua vita.
“Bene, voi non avete voglia di cambiare posto? Andiamo a fare un aperitivo tutti insieme?” chiese Inuyasha
“Si bella idea! Conosco proprio il locale che fa per noi, dopotutto non succede spesso di uscire con tre bellissime ragazze..” disse Miroku fissando tutte e tre le ragazze con sguardo da furbetto, anche se Rin poté constatare con piacere che il ragazzo si soffermo con uno sguardo decisamente più dolce su Sango, anche se quest’ultima non prestò molta attenzione a questo particolare perché non esito a schiaffeggiare il suo ragazzo. Rin non poté fare a meno di ridere insieme a tutti gli altri, notando come questa scenetta le sembrasse tremendamente familiare.

Arrivarono al locale, il Flamingo Bar, e Rin dovette ammettere che Miroku aveva scelto molto bene, anche se per le sue tasche di povera studentessa era decisamente troppo lussuoso e caro. Rin si fermo all’entrata titubante, ma Kohaku capendo i pensierei della ragazza la trascino di forza nel locale sussurrandole all’orecchio di non preoccuparsi per il conto e che ci avrebbe pensato lui.

La serata passò veloce e sicuramente a causa dei numerosi bicchieri trangugiati e del poco cibo mangiato i loro discorsi cambiarono di registro passando da un tono normale ad un tono decisamente più personale, dalle iniziali chiacchere tra amici ormai erano passati alle confidenze.

In questo contesto particolare Sango prese il coraggio a due mani e fece la domanda che le trottava in testa dal giorno prima “Rin, ho saputo per Sesshomaru. Sei stata molto audace a fare la prima mossa con un uomo molto più grande di te, non eri intimorita? Molte persone lo sono con Sesshomaru, lui ha quest’aurea minacciosa intorno a lui. Perché, senza offesa, tu non sembri il tipo di ragazza che fa la prima mossa con i ragazzi.”
Il silenzio calò intorno al tavolo tutti aspettavano con ansia di vedere la reazione di Rin che non si fece attendere “ahaha no decisamente non é da me. Sono una persona impulsiva ma non in amore. Ho avuto un solo ragazzo degno di nota in tutta la mia vita ed é stato lui che mi ha corteggiato per tutto il periodo delle medie finché all’ultimo anno ho ceduto, siamo stati insieme qualche anno ma poi, non so, lui era perfetto e tutto ma io non ero innamorata quindi ho preferito lasciarlo piuttosto che farlo soffrire inutilmente”
“capisco, come pensavo..” disse pensierosa Sango più a se stessa che agli altri. “ma quindi perché con Sesshomaru é stato diverso” chiese Kagome
“ah mmh non saprei. C’é qualcosa di diverso in lui, a parte il fatto che é oggetivamente bellissimo. Ma sono i suoi occhi. Si i suoi occhi smuovono la mia anima. La prima volta che mi ci sono specchiata ho avuto un tuffo al cuore come se la mia anima li riconoscesse, come se mi ci fossi già specchiata in quegli occhi, in un sogno o forse in un altra vita” rise Rin “ahaha, non sono pazza ve lo giuro.” scherzò lei “magari dipende semplicemente dal fatto che é il primo demone completo che incontro” concluse infine la ragazza.
“mmh già deve essere sicuramente questo, si si.” dissero Sango e Kagome simultaneamente risultando loro stesse poco convinte della cosa.
“Conosco qualcuno che non sarebbe molto felice di sapere che la piccola Rin ha un ex-ragazzo.” ghigno Inuyasha
“Spero che il tipo in questione sia partito abbastanza lontano da sfuggire all’ira del potente demone. Anche se ne dubito” gli rispose Miroku. Kohaku li fulmino con lo sguardo, rilassandosi solo quando capi che Rin non aveva sentito neanche una parola, essendo la ragazza impegnata in una conversazione piuttosto concitata con Sango e Kagome.

Verso l’una Rin e Kohaku tornarono a casa, erano stanchi morti e decisero di coricarsi immediatamente. I sogni di Rin furono piuttosto agitati. La ragazza sognò dei lupi, una corsa, dei briganti, del sangue, tanto sangue. Una miko, un monaco, delle orecchie buffe, un demone kappa dispettoso e un demone drago con due teste ma molto affettuoso. E poi un gran demone cattivo ma bellissimo, con gli occhi rossi come il sangue, molti fiori intrecciati, dei monaci che volevano rapirla, uno sterminatore di demoni triste. Poi divenne tutto buio e freddo tranne per due luci, calde e profonde. No, non erano delle luci, piuttosto due occhi, due occhi dorati che la scrutavano curiosi e pieni d’amore. C’erano anche dei fili d’argento che si muovevano ritmicamente portati dal vento.
All’improvviso un rumore orribile e incessante la sveglio, seguito dalle grida di una voce familiare “Rin alzati non voglio arrivare in ritardo !! e spegni la sveglia é da dieci minuti che suona” la voce di Kohaku. C’era anche lui nel sogno, o forse no. Le immagini piano piano ad una ad una, stavano già svanendo dalla sua mente. Non ricordava più cosa avesse sognato, non ricordava mai i suoi sogni. Ma quella mattina Rin si alzò con l’assoluta e stramba certezza che il sogno fatto quella notte fosse davvero, davvero molto importante.

Continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Attriti ***


Hello ! ecco un nuovo capitolo e per farmi perdonare é parecchio lungo!
Enjoy !


I mesi passarono veloci.
Rin e Kohaku continuavano a frequentare assiduamente i loro nuovi ed allo stesso tempo vecchi amici.
Kohaku, da quando si era riavvicinato a sua sorella, era molto più spensierato ed appagato; Rin lo vedeva bene ed era felice per lui.
Dal canto suo, la ragazza, sovente si svegliava con la nitida certezza di aver sognato qualcosa di davvero importante, senza però riuscire mai a ricordare cosa questo qualcosa fosse. Inoltre, Rin aveva una profonda e bizzarra certezza. Secondo lei, trascorrendo del tempo insieme a Kohaku ed i suoi amici, avrebbe ritrovato un giorno la capacità di ricordare i suoi sogni.
Ma la cosa più strana era che, più i giorni passavano, e sempre più sprazzi di quei sogni tornavano a galla. Non erano niente di più che immagini, semplici immagini frammentarie di una realtà molto più grande. Ma Rin era felice.
Non capiva il perché ma la cosa non la inquietava affatto, anzi, si sentiva rinquorata. Quelle persone, anzi, quegli sconosciuti erano i soli esseri capaci di capirla veramente, la ragazza si sentiva molto più vicina e simile a loro che a chiunque altro avesse mai conosciuto.

Quindi nel complesso la vità di Rin era spensierata, all’università non aveva problemi, si era fatta dei nuovi amici e tutto andava per il meglio. Se non fosse per un piccolissimo dettaglio non trascurabile, quel demone l’evitava come la peste. Sesshomaru. Lui era l’unica nota dolente nella tranquilla vita di Rin.
Da quando erano usciti non si era più fatto né sentire né vedere, anzi l’evitava proprio. E quelle rare volte che si incrociavano, per sbaglio, lui si ostinava ad agire come se lei fosse invisibile.
Non che Rin fosse sorpresa, aveva ben capito che da parte del demone non c’era alcun desiderio di rivederla. Ma non era comunque obbligato ad agire cosí, Rin non aveva fatto nulla per meritarsi un trattamento del genere.
Ma invece di mandarlo a quel paese e voltare pagina, Rin aveva preferito passare dei giorni interi a rivivere nella sua mente la serata che avevano trascorso insieme, continuando a non capire cosa avesse scatenato un cambiamento cosí repentino in quel demone. Sembrava si stessero divertendo, erano in sitonia e due secondi dopo Sesshomaru si era chiuso a riccio. 

La ragazza sentí il bisogno di confidarsi con qualcuno quindi valutando, con ragione, Kohaku poco adatto ad aiutarla decise di chiamare Keiko.
La sua amica, si era dimostrata disponibilissima ed anche piuttosto felice di spiegarle che era solo un’ingenua e che secondo il suo parere il demone si era offeso perché la ragazza non l’aveva invitato in casa sua, con ovviamente l'intenzione di concedersi a lui.
In seguito, Keiko, aveva cominciato ad esporle la sua teoria secondo la quale Sesshomaru aveva considerato Rin una preda facile e voleva solo una storia da una notte e via. Ma non essendo riuscito ad arrivare ai suoi fini, si era infuriato. Il demone non aveva quindi intenzione di perdere altro tempo con una bambinetta difficile come lei e avrebbe cercato ragazze facili altrove. E concluse con l’esempio lampante dell’atteggiamento scostante ed irritato che Sesshomaru aveva tenuto nei confronti di Rin i giorni seguenti.
Ciò era semplicemente la prova che lei, Keiko, aveva ragione e che tutti gli uomini erano dei disgustosi traditori.

Rin si appuntò mentalmente di smetterla di chiedere consiglio alla sua amica, ma una parte di lei si disse che probabilmente Keiko aveva ragione.
Sesshomaru non era certo il tipo abituato a ricevere rifiuti, ed era abbastanza sicura che ci fossero un sacco di ragazze la fuori pronte a pagare per poter passare una torrida notte di passione con lui.
Rin non era una ragazzetta alle prime armi, e ovviamente il suo corpo non era insensibile ai richiami del piacere, ma davanti a lui si comportava come una ragazzina delle medie, per questo motivo non le era nenanche passato per la testa di chiedergli di salire. Quasi sicuramente in cuor suo, Rin, sapeva che non era pronta per dormire con lui sin dalla prima sera. Tutto il tempo del appuntamento la ragazza aveva avuto il cuore che le martellava insistentemente nel petto senza darle un attimo di tregua. Ciò le aveva fatto perdere tutte le sue capacità e le rendeva difficile anche solo pensare. Lei era sicura che se lui l’avesse anche solo baciata sarebbe svenuta o peggio morta d’infarto. Quindi fare sesso con lui sarebbe stato per lei assolutamente impossibile. E poi quel demone le piaceva, non voleva correre troppo, non voleva rovinare tutto. Ma probabilmente lui in lei non vedeva altro che una ragazzina che gli sbavava dietro, come tante altre, quindi forse era meglio cosí. La loro era una storia finita ancora prima di cominciare. Rin ci aveva messo una pietra sopra.
Ma il comportamento scostante di lui riusciva a mettrela in rogna. Ok erano usciti insieme e ok lui l’aveva buttata via come un giocattolo rotto, ma non aveva alcun bisogno di trattarla cosí. Non era una disperata, non aveva tappezzato casa sua con le foto del demone, sapeva come comportarsi civilmente dopo la fine di una storia. Rin all’inizio sperava che sarebbero potuti diventare almeno amici, ma il comportamento di Sesshomaru le fece capire che lui non era minimamente intenzionato ad instaurare nessun rapporto di qualsivoglia natura con lei.
Nonostante ciò Rin non capiva e il non capire le dava fastidio, e quando era infastidita per principio s’impuntava.
Infatti le prime volte che lo aveva rivisto aveva provato a parlargli, gli parlava di tutto e di niente solo per fare conversazione, ma lui non le rispondeva, e se lo faceva ciò che usciva dalla sua bocca erano monosillabi ed il suo tono estremamente annoiato. Quindi, su consiglio degli altri, e per la propria sanità mentale, decise di smetterla di parlargli ed infastidirlo.
Nonostante ciò Rin non era come lui e non poteva fare finta che Sesshomaru non esistesse, quindi continuava a salutarlo e a sorridergli anche se lui non le rispondeva, mai.
Eppure quando i loro sguardi s’incrociavano Rin poteva scorgere negli occhi del demone una luce diversa, amore, tristezza, colpa o forse era semplicemente pena, nei suoi confronti, e Rin si faceva davvero troppi film mentali.

Con la più grande delle sorprese Rin scoprí che quella sera Sesshomaru sarebbe rimasto con loro. Non sapeva quale astrusa ragione avesse convinto il demone a passare del tempo con tutti loro, visto che non era propriamente loro amico ma li sopportava gentilmente, come amava precisare Miroku.
Sicuramente il fatto che quella sera si erano tutti autoinvitati a casa dei fratelli NoTashio per fare una maratona film horror non gli aveva lasciato molta possibilità di fuga o probailmente Sesshomaru aveva semplicemente voglia di passare una serata a casa sua e riposarsi.

Optarono per la serie Halloween, quindi un totale di dieci film da vedere, davvero troppi.
Per farla breve, dopo il primo film persero Inuyasha e Kagome, che su suggerimento della ragazza andarono in camera del mezzodemone, ovviamente quest’ultimo non ebbe nulla da ridire.
Dopo il secondo film Kohaku decise che era il momento giusto per farsi uno spuntino e tornò più o meno a metà del terzo.
Kagome e Inuyasha fecero la loro apparizione verso l’inizio del quarto.
Sesshomaru aveva l’aria di uno che stava per fare una strage, riusciendo ad apparire ben più spaventoso di Michael Myers, ma per un’oscura ragione continuava a restare saggiamente seduto sul divano.
L’unico veramente interessato sembrava Miroku, infatti era talmente concentrato che ignorava totalmente la povera Sango, la quale per svagarsi un pò cercava sollievo nei social.
Per finire, Rin, si è addormentata tra il quarto e il quinto film.
E come d’abitudine sognò, ed era un sogno davvero strano, questa volta non erano semplici immagini ma una storia ben definita.

Era in una strana grotta rosa, il pavimento aveva una strana consistenza, morbida e gelatinosa. Cercava di correre per scappare da una grande testa fluttuante dagli occhi rossi, ma non riusciva a correre continuava a sprofondare quindi gridò, gridò il suo nome sperando che lui potesse sentirla ed aiutarla “Signor Sesshomaru, Signor Sesshomaru salvami, Signor Sesshomaru… qualcuno mi aiuti…” all’improvviso vide qualcuno e lo riconobbe e si avvicinò “Inuyasha.. ma tu non sei Inuyasha..” no non era lui aveva gli occhi rossi non poteva essere lo stesso mezzodemone che conosceva lei, più lui avanzava più lei indietreggiava impaurita. Corse via, ma la testa gigante le impedì di continuare la sua corsa disperata. Era in trappola ma il mezzodemone parlò intimandola di non muoversi. Lei ubbidì, non avrebbe comunque potuto fare altrimenti la paura l’aveva bloccata sul posto. Inuyasha attaccò la testa gigante, ma “Magatsuhi è entrato in Inuyasha, proprio come quella volta con Kohaku, vuole controllare il suo corpo” si accorse Rin. E poi lo vide, o meglio, lo sentì arrivare e si girò, i loro sguardi si incrociarono “Signor Sesshomaru!” disse Rin sollevata ma la ragazzina incominciò a sprofondare “ah, non riesco a muovermi..” ed il terreno l’inghiotti.*

Rin si svegliò di soprassalto madida di sudore.
Si accorse in un secondo tempo che tutti i presenti, Sesshomaru compreso, la stavano fissando con uno sguardo davvero inquietante.
Il film era in pausa “ehm mi sa che mi sono addormentata. eheheh” disse Rin per sdrammatizzare, nessuno si mosse ne rispose “che succede? Ho fatto qualcosa? Oddio oddio nooo ! non ditemi che ho russato!! Che vergognaaa” disse coprendosi il viso con le due mani.
Qualcuno parlò “non hai russato, hai parlato nel sonno. Ti ricordi cosa stavi sognando?” era Sesshomaru.
Rin lo guardò esterreffatta “eh? No, non mi ricordo mai i sogni che faccio” scosse la testa la ragazza “ma perché che cosa ho detto?” chiese infine preoccupata.
“no niente, nulla di comprensibile. In ogni caso, succede spesso quando si parla nel sonno” le rispose Miroku.
“ah bhe meno male. E da un pò che faccio dei sogni strani, almeno credo che siano strani, ma non li ricordo mai al mattino” gli disse la ragazza
“se ne senti il bisogno possiamo parlarne insieme qualche volta Rin” disse l’ex-monaco
“credi che io sia un caso così disperato da aver bisogno di parlare con uno psicologo?” chiese Rin ridendo
“no” sorrise Miroku “credo semplicemente che tu abbia bisogno di capire ciò che il tuo subconscio vuole dirti. A volte la nostra mente usa i sogni per farci capire qualcosa di veramente importante, ed analizzandoli si può..”
“Miroku! Penso che sia veramente il momento di andare, è parecchio tardi e domani abbiamo il brunch ricordi?” insistette Sango.
“ah si si è davvero tardi, noi iniziamo ad andare per primi visto che siamo i più lontani, giusto Rin?” concordò Kohaku.
“eh? Ah ok. Ci vediamo domani ragazzi. Arrivederci Sesshomaru” disse la ragazza.
“Fai attenzione a te Rin” le disse il demone.
Rin, incredula, si girò di scatto per guardarlo e si accorse con sorpresa che la stava guardando anche lui quindi gli rispose raggiante “certo” ed uscí seguita da un Kohaku di pessimo umore.
Rin non sapeva bene cosa fosse successo esattamente quella sera ma qualunque cosa fosse non le dispiaceva affatto.

Appena Rin e Kohaku chiusero la porta Inuyasha grido “ok, cosa diavolo é appena successo?”
“Calmati Inuyasha! Penso veramente che sia semplicemente il suo subconscio che le fa vedere sprazzi della sua vita passata” lo tranquillizzo Miroku
“e ti sembra normale? come possiamo farla smettere di ricordare?” chiese Sango tra il preoccupato e l’arrabbiato
“Sango, non possiamo farla smettere, non é un computer! E una persona che sta semplicemente ritrovando la sua memoria perduta, e visto che il suo processo d’acquisizione dei ricordi é già iniziato non lo si puo più stoppare. L’unica cosa utile che possiamo fare é parlare con lei ed aiutarla ad affrontare la cosa per farle capire che non é sola” disse Miroku.
“L’hai baciata?” chiese a bruciapelo Sango a Sesshomaru, scioccando tutti i presenti e ricevendo uno sguardo carico di odio e ira dall’interessato. Ciò nonostante quando il demone parlò nulla nella sua voce tradí le sue emozioni “e cosa ti fa pensare che risponderò a questa tua domanda, donna impertinente?” disse con il tono più glaciale di cui era capace.
Sango non rispose ma sostenne il peso dello sguardo di Sesshomaru.
Inuyasha sorprendendo tutti, compreso se stesso, prese le difese di suo fratello e disse alla sua amica “ma se non le parla neanche, come pensi abbia potuto baciarla?”
“questo é ciò che dice lui, ma noi che ne sappiamo di cosa fa realmente nel suo tempo libero?” gli chiese Sango
“quale tempo libero? É sempre a lavoro” la riprese Inuyasha
“ti prego Inuyasha, non essere cosí ingenuo” rispose Sango con fare saccente
“smettila Sango! Anche se non credi a lui, credi a Rin. O se non ci riesci almeno prova a riflettere prima di parlare. Rin é sempre stata con noi, praticamente tutti i giorni da quando Sesshomaru l’ha lasciata. Ma soprattutto, tu sai com’é mio fratello quando é con Rin, l’hai visto un sacco di volte, ormai dovresti conoscerlo. Guardalo bene e dimmi che quelli sono gli occhi di un Sesshomaru appagato e felice come solo la vicinanza di Rin riesce a renderlo?” la sfidò Inuyasha alterato.
“ah si? Allora cosa era quel fai attenzione a te Rin di prima?” chiese piccata Sango
“Stai esagerando!” disse Sesshomaru al limite e si avvicinò pericolosamente alla ragazza con fare aggressivo
“ok ok calmiamoci tutti per favore, non serve a nulla prendersela gli uni con gli altri” disse Kagome mentre Miroku, preoccupato, s’interporse tra la sua ragazza e Sesshomaru.
“Sango ti prego. Perché ti ostini ad attaccare Sesshomaru” le chiese Kagome vedendo che l’amica non intendeva arrendersi
“ah adesso sono io la cattiva? É lui il demone uccisore di uomini non io. Smettetela di guardarmi cosí, io non... Io non voglio che Miroku muoia di nuovo. Non posso farcela é troppo dura. Ti prego non lasciarmi ancora da sola” supplicò Sango suo marito, con il viso ormai rigato da copiose lacrime di disperazione.
L’ex-monaco non poté fare altro che stringere tra le sue braccia colei che era, almeno in cuor suo, sua moglie e si sentí pervadere da un sentimento d’impotenza che conosceva ormai troppo bene.
Davanti a questa scena tutti si ammutolirono e la calma tornò nell’appartamento.
Dopo un lungo momento di silenzio Miroku disse “penso che la maledizione originale, con il tempo, ha mutato i suoi effetti. Non sò se sia normale, ma riesaminando le nostre vite passate la capacità di Rin di ricordarsi di noi é sempre più rapida ed ora penso che semplicemente passare del tempo con tutti noi le abbia fatto tornare la memoria”
“no la maledizione parla di amore” disse Sango disperata
“si Sango, la maledizione parla di un sentimento di puro amore ma i greci credevano nell’esisteva di diversi tipi di amore, ben otto per l’esattezza, tra cui l’amore Stοrgé cioé l’amore parentale-familiare o l’amore Philia quello tra amici... quindi penso che i sentimenti che la legano a noi, a tutti noi, hanno attivato la maledizione. Tra l’altro credo che fosse solo questione di tempo, dopottutto viveva già con Kohaku, ci avrebbe messo un po ma alla fine si sarebbe comunque ricordata”
“vuoi dire che il processo di recuperazione sara sempre più veloce in futuro? Cio significa quindi che il tempo a nostra disposizione sara sempre meno?” chiese Inuyasha preoccupato, Miroku rispose positivamente alle due domande.
Il silenzio calo nuovamente sulla stanza.
“Perché si é ricordata proprio quell’episodio?” disse Sesshomaru a voce alta più a ses tesso che agli altri.
“come?” chiese Kagome
“tra tutti i momenti della nostra vita passata perché si é ricordata dell’unico momento in cui non sono riuscito a salvarla?” chiese il demone
“cioé di tutta la situazione, l’unica cosa che ti preoccupa é la paura di poter far brutta figura con Rin perché cinquecento anni fa non sei riuscito a salvarla?” chiese acido Inuyasha.
Kagome si avvicino, ma non troppo, a Sesshomaru “Oh Sesshomaru! non penso che quello sia il solo ricordo che ha di te. Secondo me per ora Rin sta cercando di ricomporre il suo passato attraverso i sogni, ma deve essere un po come un puzzle di cui lei non ha alcun controllo e quell’avvenimento non é altro che un frammento o meglio un pezzo del suo passato”
“si, Kagome ha perfettamente ragione. Ed ovviamente stando con noi é più probabile che siano dei ricordi su di noi, i suoi amici, che riafforeranno più facilmente, a discapito dei vostri ricordi di coppia” disse Miroku.
Sesshomaru lo fisso a lungo e poi disse “ok, domani le chiedo di uscire” e si diresse verso camera sua.

Continua...

* questa parte è un chiaro riferimento all’episodio 22 di Inuyasha The Final Act “Naraku La trappola dell’oscurità” lo specifico anche se sono sicura che lo avevate capito anche da sole/i.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Cattive Notizie ! ***


Hello !! scusatemi per il mostruoso ritardo... chiedo venia !!! quindi non cinchischio oltre. :-)
Enjoy!

“Non potete essere seri. Non possiamo permettergli d’incontrarsi, dobbiamo fare qualcosa” disse Sango scioccata.
“Sango, amore mio. Davvero vuoi farli soffrire cercando di separarli? Senza nessun motivo tra l’altro?” le chiese amaramente Miroku.
“Io non voglio che tu muoia ancora, non posso farcela. Non posso vederti morire un’altra volta. Due giorni senza di te mi sembrano un infinità, immagina centoventicinque anni..” disse la sterminatrice piangendo.
L’ex-monaco la prese tra le braccia e cerco di rassicurarla “sono qui non preoccuparti, sono qui. Non sei sola”
“Sango smettila!” le disse Inuyasha adirato “Sesshomaru prova esattamente la stessa cosa che provi tu in questo momento, l’unica differenza é che tu e Miroku avete avuto la fortuna di esservi rincontrati undici anni fa, loro solo da qualche mese. Male che vada passerete più o meno diciotto anni insieme. Non é molto lo so benissimo” disse ciò guardando Kagome “ma sono sicuro che se ne avessero la possibilità Sesshomaru e Rin farebbero subito cambio con te e Miroku, senza nenache pensarci. Loro sono sempre gli ultimi ad incontrarsi ed ogni volta passano solo pochi anni insieme. Prova a pensare a come deve sentirsi lui quando, egoisticamente, gli chiedi di sacrificarsi e di restare lontano da Rin, soprattutto se lei si ricorda di lui. Puoi capire quanto sia ingiusto da parte tua chiedergli una cosa del genere?”
“Inuyasha non..”
“No Kagome, ha ragione lui io non volevo, non mi rendevo conto. Il dolore non mi fa ragionare correttamente. Mi dispiace, davvero!” disse Sango.
“Non preoccuparti, è una reazione perfettamente umana la tua” cercò di consolarla Kagome, abbracciandola.
“Va bene, va bene, ora basta con tutte ste moine. Visto che è tardi ormai, potete rimanere qui per la notte. Così magari riusciamo a dormire un pò e saremo tutti più riposati ed informa per il brunch di domani” propose Inuyasha.

Era domenica mattina, si erano addormentati solo da poche ore ma Kagome e Inuyasha furono svegliati da un suono costante ed irritante. Kagome stava maledicendo mentalmente chiunque avesse deciso di mettere la sveglia a quell’ora quando si rese conto che quel rumore molesto era la suoneria del suo cellulare. Qualcuno la stava chiamando alle otto di mattina, di domenica.
Era sicuramente il suo capo e ciò voleva dire : cattive notizie! 

Aveva ragione, era il suo capo. Il padre di uno dei suoi bambini, il Signor Takumi, aveva colpito suo figlio Yuudai con una violenza tale da farlo finire all’ospedale. Kagome era furiosa, era anni che faceva quel lavoro ma non capiva ancora come fosse possibile che un genitore potesse fare volontariamente del male al proprio bambino. Ora doveva andare all’ospedale per informarsi sullo stato di salute di Yuudai e in seguito sarebbe dovuta andare alla polizia per occuparsi del caso del signor Takumi, testimoniando a suo sfavore. Avrebbe parlato dei suoi frequenti attacchi d’ira e del suo carattere violento, sperando che la polizia avesse questa volta abbastanza prove da poterlo chiudere in carcere per sempre.
“Inuyasha mi dispiace ma sarà una lunga giornata, non sò neanche se riuscirò  a tornare a casa per la notte. È inutile che mi aspetti, davvero vai con gli altri al brunch e divertiti, anche per me.” disse la ragazza
“È praticamente impossibile senza di te” disse il mezzodemone abbracciandola per la vita e attirandola a sé “fai attenzione ok?” le disse poi, baciandola dolcemente.
Kagome sorrise e uscì dall’appartamento e fu immediatamente avvolta dal caotico tran-tran della città.

Gli abitanti della casa si svegliarono placidamente, presero un café veloce ed incominciarona a prepararsi per uscire. Però si bloccarono tutti quando videro Sesshomaru, già pronto, uscire dalla sua stanza e sedersi sul divano in spasmodica attesa.
Sentendosi osservato si girò verso di loro e disse “Invece di perdere tempo a guardarmi non sarebbe meglio che vi deste una mossa? Soprattutto tu Miroku, sei sempre l’ultimo. Non intendo arrivare in ritardo per il brunch!”
“Cosa ti importa scusa? Ma vieni anche tu?” chiese sconcertato Inuyasha
“Ovviamente” rispose il demone, come se si stesse rivolgendo ad uno stupido.
“Ah, ok. Bhe, non devi preoccuparti, Kohaku ha detto che anche loro sono in ritardo. A quanto pare Rin si é svegliata dieci minuti fà” rispose Sango. Sesshomaru si limitò a fissarla senza dire una parola, non l’aveva ancora perdonata.
La comitiva preferì non aggiungere altro e continuarono a prepararsi. Inspiegabilmente, sotto lo sguardo severo di Sesshomaru, il gruppetto fu molto più veloce del normale.
Venti minuti dopo erano tutti fuori dall’appartamento in direzione del Blu Jam Cafe. Arrivarono in trenta minuti precisi ma Rin e Kohaku non erano ancora arrivati, anche se abitavano a quindici minuti di distanza.
“Dove diavolo sono? Non possiamo entrare? Io sto morendo di caldo” si lamentò Inuyasha
“Non intendo sottostare ai tuoi capricci solo perché sei nervoso” disse Sesshomaru, ricevendo un’occhiataccia da parte di suo fratello
“nNon preoccuparti Inuyasha, andrà tutto bene, Kagome é una ragazza in gamba e sappiamo tutti che sa cavarsela da sola” lo rincuorò Sango.
“Eccoli” disse poco dopo Miroku.

Appena si accorse della presenza di Sesshomaru Rin si blocco sul posto
“Ehi ma che fai? Perché ti blocchi? Rin siamo già in ritardo muoviti” la spronò Kohaku. Ma Rin non lo ascoltava.
Non poteva crederci, c’era anche lui. Ma perché? Se l’avesse saputo si sarebbe vestita meglio. La stava fissando, si non poteva sbagliarsi i suoi occhi stavano guardando proprio lei e seguivano ogni suo movimento.
Kohaku, sbuffando, la tirò per un braccio.
Rin si destò dai suoi pensieri e riprese a camminare per poi fermarsi proprio davanti al demone, il quale continuava a fissarla, con un sorriso appena accennato.
Era tornato ad essere lo stesso Sesshomaru dei primi giorni, constatò la ragazza. Aveva forse un disturbo di personalità multipla? O forse un gemello, due Sesshomaru : uno buono ed uno cattivo. Magari!

“Ciao scusa per il ritardo, é da tanto che aspetti?” chiese lei
“No solo qualche minuto non preoccuparti” rispore lui.
“Si bhe, se a qualcuno interessa, anche noi stiamo aspettando qui al caldo da tipo un quarto d’ora. Quindi pochi convenevoli e muovetevi ad entrare nel locale, così iniziamo il brunch” disse Inuyasha imbronciato.
“Non ascoltarlo, é di cattivo umore” disse Sesshomaru a Rin, ingnorando totalmente le lamentele del fratellastro.
Rin si scusò con tutti ed entrarono finalmente nel locale climatizzato, Inuyasha aveva ragione, era una calda giornata di giugno e il fresco del locale era un puro piacere.
Il cameriere li fece accomodare su un tavolo ovale piuttosto centrale e spiegò loro velocemente il menu, lasciandoli liberi di servirsi liberamente sul buffet, e prese l’ordine per le bevande calde.
Rin si ritrovò seduta tra Sesshomaru e Kohaku mentre di fronte a lei era seduta Sango con alla sua destra Miroku et alla sua sinistra Inuyasha.
Al contrario delle sue aspettative, non si sentiva intimorita o in imbarazzo per la presenza di Sesshomaru, anzi, le sembrava tutto totalmente normale e ne fu davvero felice.

Il brunch passo veloce tra risate e battute, soprattutto grazie a Miroku, ma ci furono due momenti un pò strani constatò Rin.
Il primo fu quando Rin decise di andare a servirsi al buffet e Sesshomaru le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, e lei si bloccò.
Gli amici le chiesero se fosse successo qualcosa e lei sorridendo disse “ah no, scusate, é solo che per un momento ho avuto come un dejà-vu” e poi rivolgendosi direttamente a Sesshomaru aggiunse “non é che per caso ti capita di vestirti con abiti tradizionali? Per l’esattezza un kimono bianco, con un favo rosso ed una corona di fiori sul colletto e sulle maniche, anch’essi rossi?”
Rin rise ma gli altri la guardarono in modo strano, la ragazza non capiva se erano spaventati o sorpresi, una combinazione di entrambi capì Rin alla fine.
E lei che pensava di essere una ragazza divertente, a quanto pare, si sbagliava.
Andò al buffet e quando tronò l’atmosfera era tornata normale, la ragazza ne fu felice e si rilasso nuovamente.

Il secondo momento strano fu quando Miroku iniziò a parlare del suo lavoro e di sogni. Rin, collegandosi al discorso del giorno prima, disse che quella notte aveva sognato nuovamente qualcosa di strano, come sempre non si ricordava il sogno in sé ma questa volta si ricordava perfettamente che tutti loro ne facevano parte. E chiese loro se credevano alla reincarnazione delle anime. Ecco in quel momento l’atmosfera ridiventò pesante. Per fortuna Sesshomaru ruppe il silenzio lanciando un occhiataccia poco discreta ai suoi amici e disse “si, io ci credo. Sono un demone quindi sono immortale, ma credo che le anime umane, come la tua, siano capaci di reincarnarsi” Rin gli sorrise grata.
“Io sono Shintoista quindi si ci credo anche io” disse Miroku e cosi piano piano tutti confermarono che effettivamente si credevano alla vita dopo la morte e alla rinascita.
Rin si sentiva più sollevata, ma era sempre più convinta che il loro comportamento era parecchio strano ed era praticamente sicura che i suoi nuovi amici nascondono un segreto.
La sua attenzione fu attirata dal suono del suo cellulare, era la sua amica Reiko che le chiedeva di vedersi, sembrava preoccupata “ehm scusate ragazzi ma è una mia cara amica penso abbia dei problemi e vuole che ci vediamo per parlare mi dispiace lasciarvi così ma sembra urgente quindi…” disse Rin.
“Certo Rin figurati vai pure ci vediamo” disse Sango.

Salutò tutti, uscì dal locale e vide con sorpresa che Sesshomaru l’aspettava
“Eh? Ma come hai fatto?” chiese stupita la ragazza
“Sono un demone, e tu hai impiegato almeno dieci minuti per salutare tutti, sei troppo lenta!” rispose lui sogghignando.
“Ah! Già. Mmh devo andare mi dispiace davvero. Ci si vede” disse lei
“Si, stasera” confermò lui. “Potrei giurare che stasera i tuoi nuovi amici finiranno la serata a casa mia quindi puoi raggiungerci lì quando hai finito” aggiunse vedendo la faccia stupita della ragazza “ok!” confermò Rin felice.
Si girò, fece per andarsene e poi ci ripensò fece dietrofront e gli scoccò un leggero e casto bacio sulla guancia.
Sesshomaru non si mosse, ma Rin vide una scintilla attraversare lo sguardo del demone, e ne fu felice.
Sesshomaru rientrò nel locale, appena Miroku lo vide lo accolse con un gran sorriso “quindi Romeo è riuscito a dire addio alla sua Giulietta?” ricevette uno sguardo infuriato in risposta “bene quindi cambiando discorso il ristorante deve chiudere, paghiamo ed andiamo?” chiese Miroku.
“Kagome ha finito prima del previsto, il bambino resterà in ospedale per stanotte quindi lei può tornare a casa per riposare e fare una doccia. Conoscendola penso che sarà triste e stanca quindi non penso che vorrà uscire ma avervi tutti vicini le farà sicuramente bene” disse Inuyasha.
“Certo per noi va benissimo” dissero in coro Sango e Miroku, Sesshomaru si limitò a sorridere impercettibilmente, Inuyasha aggiunse allora in un tono più allegro “dovremo solo fermarci in enoteca, ci servirà del vino, molto vino..”

Continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** In Vino Veritas ***


 Hello !! ecco a voi un nuovo capito, spero sia di vostro gradimento. Enjoy!

Kagome si diresse, stanca morta, a casa di Inuyasha.
Ed antrando in casa, la prima cosa che fece fu gettare il più lontano possibile le sue scarpe. Chiedendosi mentalmente quale potesse essere il nome del degenerato che aveva creato le scarpe col tacco.
Sicuramente un sadico.. ma con buon gusto, doveva ammetterlo!
La seconda cosa fu di gridare “VINO*” quando vide la bottiglia adagiata sull’isola in cucina.
Fu ancora più felice quando vide Inuyasha avvicinarsi, sicuramente richiamato dal suo urlo, con un cavatappi nella mano destra e un bicchiere da vino in quella sinistra : una visione paradisiaca.
La ragazza allora disse “lo sai perché ti amo così tanto Inuyasha?”
“perché sono un figo da paura?” rispose il mezzodemone sprezzante
“ehm no!” disse la ragazza “perché conosci i miei bisogni primari” e lo baciò con trasporto, con molto trasporto, ok davvero troppo trasporto “ehm Kagome” l’interruppe contro voglia Inuyasha “ci sono gli altri di là che ci aspettano, e soprattutto ci sentono…” disse lui visibilmente in imbarazzo.
“ummh ok, conosci quasi tutti i miei bisogni primari” e così dicendo la ragazza gli fece l’occhiolino e si diresse verso i suoi amici, lasciano dietro di sé un Inuyasha piuttosto accaldato.
“Allora, cosa mi sono persa?” chiese Kagome sorseggiando il suo bicchiere di vino, come se nulla fosse.
“Molte cose! Ma.. Inuyasha dove l’hai lasciato?” chiese Sango
“starà sicuramente facendo una doccia fredda” disse d’un tratto Sesshomaru fissando con sguardo divertito Kagome
“eh, ah si é come dice lui” barbùgliò la ragazza “ma cominciate pure a raccontare non dobbiamo aspettarlo, tanto lui conosce già la storia” cambiò repentinamente discorso Kagome, evitando cautamente lo sguardo del cognato.
In quel momento Inuyasha entrò in salotto con due vassoi di stuzzichini.
“ma non eri sotto la doccia?” chiesero Sango e Kohaku sorpresi
“quale doccia?” rispose Inuyasha confuso.
Tutti si girarono verso Sesshomaru. Il demone si accontentò di alzare le spalle in segno di risposta, Kagome divenne se possibile ancora più rossa e Miroku iniziò a ridere senza ritegno.
Quando riuscirono a calmare Miroku, decisamente ben troppo ilare, Sango e Kohaku incominciarono a raccontare a Kagome del brunch, dei sogni di Rin e di tutto il resto.
Dopo un momento di silenzio la ragazza disse “volete quindi dirmi che Rin si ricorda di noi? Ogni notte sogna il nostro passato? Ed adesso si ricorda anche  che noi siamo i protagonisti dei suoi sogni?” chiese Kagome, gli altri annuirono “ma è fantastico, vuol dire che tra poco ricorderà tutto e tu e lei potrete stare di nuovo insieme” disse rivolgendosi a Sesshomaru.
Il demone assentì con un cenno della testa “ed io ritroverò i miei cognatini preferiti” aggiunse Kagome con occhi sognanti, questa volta ricevette un occhiataccia torva da parte di Sesshomaru “non ti piace proprio il termine cognato eh?” disse la ragazza, ma prima che il demone potesse ribattere Miroku disse sovrappensiero “e secondo me sarà anche più rapido del previsto”.
“Perché?” chiesero gli altri in coro
“perché oggi Rin ha avuto un dejà-vous del suo passato, esattamente come nei suoi sogni, solo che questa volta era sveglia. Non impiegherà molto a ricordarsi tutto.” disse l’ex-monaco
“cosa dobbiamo fare quindi?” chiese Inuyasha.
“Innanzitutto evitate il vostro strambo comportamento di oggi” disse deciso Sesshomaru “se vi bloccate e la guardate come fosse un alieno ogni volta che Rin fa un riferimento, anche lieve, alla rinascita non credete che inizierà a farsele due domande? Rin è lungi dall’essere stupida” concluse il demone.
“Certo scusaci. E’ solo che ci sorprende davvero la rapidità con cui in questa vita lei riesca a recuperare i suoi ricordi” si scusò Sango.
“Bhe spero che farete del vostro meglio, da stasera in poi” disse Sesshomaru
“stasera?” chiese Inuyasha
“si, l’ho invitata. Non dovrebbe tardare” rispose il demone
“che bello! Avevo proprio voglia di vederla!” disse Kagome
“Tsh. Questo è il vino che parla” concluse Inuyasha.
“Inuyasha.. A CUCCIA!” gridò Kagome ed il mezzodemone si schiantò a terra. “Idiota!” commentarono gli altri quattro all’unisono.

Rin arrivò più o meno un’ora dopo e per fortuna Kagome le aveva lasciato del vino. Era stata una giornata molto lunga, la sua amica Reiko aveva scoperto che il suo ragazzo la tradiva, e l’amante era quella che il suo ormai ex-ragazzo le aveva presentato qualche giorno prima come la sua “migliore amica”. Quindi aveva passato la giornata a consolare Reiko, che nel mentre malediceva il suo ex e una ragazza di cui non conosceva neanche il nome.

Era felice di essere lì. Era felice di essere con lui, e con tutti gli altri ovviamente.
Oddio, ma che le prendeva? Lei non era così, se ne fregava dei ragazzi, non le era mai importato di avere una storia d’amore. Non era il tipo di ragazza che trascurava gli amici per un ragazzo e soprattutto non sopportava l’idea di avere un ragazzo. Lei era felice da sola, felice e libera. Si!
Eppure, da quando aveva incontrato quel demone non faceva altro che pensare a lui tutto il giorno ed anche la notte. C’era qualcosa che li univa lo sentiva nel profondo, non era normale attrazione ciò che provava per lui. Era puro amore, quello con la a maiuscola. No, non poteva essere. Lo conosceva da pochissimo tempo e si erano parlati si e no tre volte. Ok, doveva parlare con lui per cercare di capire. Ma dove era finito? Ah eccolo lì. Era uscito sul balcone. Ok, lo avrebbe raggiunto e gli avrebbe parlato, avrebbe scoperto che era come tutti gli altri e la cottarella le sarebbe passata! Si era deciso. Ok, però era meglio prendere del vino per farsi coraggio.
Inseguito a queste elucubrazioni Rin usci e si avvicinò a Sesshomaru, il quale sentendola arrivare si girò verso di lei.
Il vino le annebbiava i sensi, non era stata una buona idea. Pensando a ciò si perse negli occhi dorati del demone.
Sesshomaru a un certo punto le chiese “tutto ok?”
“eh? Ah si” pensa Rin pensa a qualcosa.. “Sai tu non piaci molto alla mia amica Keiko” disse la ragazza
“La conosco?” chiese il demone sinceramente curioso
“ehm no” ammise Rin
“ah. E come fa a detestarmi allora?” chiese Sesshomaru
Merda! Pensò Rin “bhe perché le ho parlato di te, di come sei e di come ti sei comportato” rispose onestamente Rin
“capisco. E cosa pensa di me esattamente questa tua amica?” chiese lui
“bhe francamente lei ti considera un playboy senza scrupoli. Ma non devi prenderla sul personale, Keiko, considera tutti i ragazzi degli esseri ignobili. E tu non fai eccezione” concluse la ragazza
“e tu? Sei daccordo con la tua amica?” s’informò Sesshomaru
“mmh bhe non saprei. Non ti conosco, ma da ciò che ho visto non hai la classica vita da playboy, sei più uno stacanovita. Sei sempre a lavoro. A meno che..” Rin ebbe un’ispirazione “esci con la tua segreataria. No troppo cliché. Ah! Ci sono, esci con una tua collega” disse la ragazza fiera
“Sono un avvocato Rin. É un mondo molto competitivo non certo un luogo adatto per farsi degli amici. Inoltre la mia segretaria é un vechio demone kappa di nome Jaken” cocluse Sesshomaru, fissandola con una luce strana negli occhi che si spense quando Rin disse semplicemente “Ah che nome buffo!”
“già. Comunque no, non ho nessuna ragazza nascosta” disse il demone.
Rin sorrise involontariamente, questo gesto scateno un impercettibile sorriso di soddisfazione in Sesshomaru.
Dopo un breve momento di silenzio Rin chiese “Sesshomaru, dimmi la verità” sentirla pronunciare il suo nome lo fece sussultare, ma la ragazza continuò a parlare, senza accorgersene “Gli altri pensano che io sia strana e/o pazza? A volte mi guardano come se fossi un mostro ed altre ho l’impressione che mi stiano nascondendo qualcosa. Ok, ora mi rendo conto di sembrare paranoica ma..”
“Rin, non sei pazza. Loro sono delle persone piuttosto particolari.. ma ti vogliono molto bene. Non devi preoccuparti” la rincuorò il demone.
“E tu? Mi vuoi bene anche tu?” ok era decisamente il vino che parlava ma era Rin che voleva sapere la risposta quindi attese una sua risposta.
Lui sorrise, cioè fece il suo solito mezzo sorriso terribilmente affascinante, ma non disse nulla. Si avvicino a lei, molto molto vicino. Prese la sua mano destra con la sua e la baciò. Baciò il suo avambraccio. Salì fino alla spalla. Le baciò il collo, dolcemente, salendo sempre più su fino ad arrivare alla guancia. Baciò la guancia della ragazza. Le baciò il naso, la tempia, gli occhi e la fronte. Baciò ogni parte del viso della ragazza ma non la sua bocca.
Dei rumori provenienti dall’interno della casa li interruppero. Si divisero. Il momento era finito, lo sapevano entrambi. Rientrarono.
Rin si sedette sul divano appena in tempo per sentire Kohaku dire a Inuyasha “Scusa ma tu non lavori mai!”
“Simpatico.. sono in ferie forzate! Troppi straordinari. In teoria anche Kagome doveva essere in ferie ma ha preferito lavorare.” disse Inuyasha in tono fintamente accusatorio
“non é che ho preferito lavorare e che siamo a corto di personale. Mi hanno affidato due nuovi casi quindi non é proprio il momento di chiedere delle vacanze!” disse la ragazza sbuffando
“Si si lo sò” disse lui.
La serata, o forse sarebbe più corretto dire nottata, passò tranquilla tra risa, storie e bevande.

Continua...

* questo è un mio piccolo omaggio a Robert Baratheon (Game of Thrones) povero genio incompreso..

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Fireworks ***


Hello !! chi non muore si rivede giusto? mi spiace non riuscire a rispettare i tempi di pubblicazione che mi ero prefissata all'inizio ma sono stata piuttosto ottimista e ingenua. vi prometto che faccio del mio meglio per far uscire i capitoli il più velocemente possibile e vi giuro che questa storia avrà un finale e non la lasciero' incompleta. detto questo volevo ringraziare Edhie per i suoi messaggi ed incoraggiamenti ! GRAZIE !
ed ora .. Enjoy :


La mattina dopo si ritrovarono tutti per fare un picnic.
Rin non si ricordava bene chi avesse proposto l’idea, c’è da dire che erano tutti piuttosto brilli.
Optarono per il Motosuko Lake.
Gli altri avevano proposto di dormire tutti insieme a casa di Inuyasha e Sesshomaru e di recarsi insieme, in macchina, il giorno dopo.
Ma Kohaku aveva inspiegabilmente rifiutato la loro gentile proposta, cosí lui e Rin si erano dovuti svegliare all’alba. Avevano dormito si e no due ore, e si erano sorbiti tre ore di pullman. Non che a Rin dispiacesse, aveva sempre considerato i lunghi viaggi rilassanti, ed inoltre ne avevano approffittato per farsi un sonnellino.
Si erano dati appuntamento presto, per le nove, ma ovviamente in pieno periodo della Golden Week avevano avuto tutti la loro stessa idea.
Magnifico! Non avrebbero mai e poi mai trovato posto.
“ehi! Rin Kohaku, per di qua” i due sentendosi chiamare si girarono e videro i loro cinque amici che li aspettavano. Si erano installati praticamente di fronte al lago ed avevaono la vista più bella che si potesse avere del Monte Fuji. Senza contare il fatto che avevano previsto talmente tante coperte da poter ricoprire facilmente un mini appartamento di venti metri quadri. Come se non bastasse ad attenderli c’era un pranzetto che avrebbe fatto salivare chiunque.
“perfetto Kohaku siamo di nuovo gli ultimi..” sussurrò Rin
“non guardare me mia cara. Non sono stato io ad addormentarmi nella doccia” rispose il ragazzo con un ghigno.
“ancora? Ti ho già detto che non mi sono addormentata..”
“ti ho distintamente sentito russare” ritorcò Kohaku
“eh? ma che dici, io non russo” sibilò Rin.
Il ragazzo non le rispose e si limitò a sorriderle con aria saccente.
“scusateci ancora per il ritardo” dissero in coro i due ai loro amici “tra l’altro non abbiamo portato nulla da mangiare perché il nostro frigo era più vuoto del nulla” si scusò Rin
“però abbiamo portato il vino” disse entusiasta Kohaku
“oh no io non posso davvero bere nulla dopo la serata di ieri.. uh avete preso del Saint Joseph ? ok, bho un goccio lo assaggio comunque, non mi può mica fare male” disse Kagome cercando conferma da Inuyasha
“no tesoro, se ti limiti ad un goccio nessun vino ti fa male” rispose pratico il mezzodemone, facendo ridere tutti i loro amici e scatenando un leggero ghigno del fratellastro.
“ehm posso chiedervi come avete fatto per trovare un posto cosí magnifico? Voglio dire a che ora siete arrivati? E soprattutto dove avete trovato tutto sto bendidìo?” chiese Rin indicando il “pranzetto”
“ah! bhe Sesshomaru e Inuyasha hanno dei contatti” dissero tutti in coro, compreso Kohaku
“ok ma abbiamo deciso tutto ieri sera, non é materialmente possibile organizzare tutto ciò in qualche ora” insistette Rin
“contatti” ripeterono gli altri
“Rin prendi un onigiri.. tu li adori e questi sembrano davvero buoni.. mmh deliziosi. Mangiane uno, tieni” disse Kohaku visibilmente in difficoltà
“ehm si ok grazie” rispose la ragazza lasciando perdere il discorso

Finito il picnic lasciarono tutto sul posto, all’occhiatta sospettosa e a disagio di Rin, Sesshomaru le disse “non preoccuparti, qualcuno s’occupera di tutto e ci terrà il posto per stasera”
“stasera?” chiese Rin curiosa
“si, per i fuochi d’artificio” rispose pacato Sesshomaru
“ah! Non sapevo che avrebbero fatto i fuochi. Che bello io adoro gli Hanabi!!” disse la ragazza euforica
“lo so” rispose enigmatico il demone

Si diressero nel luogo in cui si svolgeva il Shibazakura festival, era uno spettacolo magnifico. Rin ne aveva sentito parlare fin da quando era piccola ed aveva supplicato i suoi genitori di portala da quando aveva memoria. Ma per diverse ragioni non c’era mai riuscita ed ora grazie a quegli amici quasi sconosciuti era riuscita ad andarci, ed ecola lí tra le azalee e le wisteria in fiore.
Rin amava i fiori, sentiva una connessione con quegli esseri viventi cosí belli, profumati e fragili. Effimeri. Ecco cosa le veniva in mente quando pensava ai fiori, essi erano effimeri poiché vivevano tranquilli e spensierati fino al momento in cui una mano qualsiasi si abbatteva su di loro, senza preavviso, e li strappava dalla terra uccidendoli. Esattamente come accadeva agli uomini. Come era accaduto alla sua famiglia qualche anno prima. No! Non era il momento di pensare a tutto ciò, erano li per divertirsi si disse Rin. Ed una mano artigliata uscita dal nulla strinse la sua. Ed in quella stretta sentí un incredibile senso di protezione, come se quella mano potesse proteggerla da tutto il dolore del mondo. Rin si riscosse sentendo la voce di Inuyasha che gridava “dove sono le bancarelle con il cibo? Qui ci sono solo souvenirs e giochi. Ti avverto Kagome, non ce ne adiamo via di qui finché non ho assaggiato tutte le specialità di questo posto” concluse Inuyasha
“Inuyasha ti rendi conto che abbiamo appena finito di mangiare?” chiese disperata Kagome
“mangiare? Quello per me era un aperitivo” disse stizzito il mezzodemone
“io ci rinuncio” sospirò disperata la ragazza seguendo il suo mezzodemone

La giornata passò piacevolmente, tra le bancarelle, il cibo, gli odori, la musica, le risate e il rumore dei poderosi schiaffi di Sango tirati contro il povero ma non innocente Miroku. Rin si sorprese di quanto stare li con loro e passare del tempo insieme le pareva naturale e familiare fino all’inverosimile. In effetti più che di familiarità si poteva benissimo parlare di déjà-vu, ne aveva sempre di più ogni giorno che passava. Ed incominciava anche a vedere delle immagini, immagini di un passato che non le appartenevano. Non riusciva a vedere bene queste immagini perché erano semplicemente degli echi lontani e sfocati, i quali apparivano qualche secondo per poi scomparire subito dopo. Ma la cosa davvero strana é che la situazione non la preoccupava più di tanto, in cuor suo sapeva che non stava impazzendo, sapeva che doveva esserci una ragione a tutto ciò, doveva solo capire quale.

Rin era rimasta leggermente indietro rispetto agli altri, si era attardata ad una bancarella che vendeva dei bellissimi quanto delicati gioielli in resina con fiori veri e/o seta di kimono al loro interno. Erano magnifici ma anche cari, troppo per le sue tasche quindi si limitò a fissarli con desiderio.
Lesse un insegna che informava i clienti che se volevano potevano anche fare i gioielli a partire da kimono di proprietà dei clienti per un regalo più personale. Rin sorrise, lei non aveva nulla di cosí pregiato da dover essere conservato sotto resina.

Quando raggiunse infine gli altri si fermò ad osservare la scena che le si presentava davanti agli occhi.
I suoi amici erano già tutti in posizione per vedere i fuochi, davanti al lago.
E vide Kagome ridere spensierata tra le braccia di Inuyasha, il quale la fissava come se fosse la donna più bella del mondo intero o meglio come se fosse l’unica donna sulla terra, come fosse la luce dei suoi occhi. No, la guardava come se fosse il miracolo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita. 

Al loro fianco c’era Kohaku, anche lui in compagnia di una ragazza biondina davvero molto carina che aveva incontrato qualche ora prima e si era unita a loro, ed era per giunta simpatica. Bravo Kohaku, ottima scelta. Il ragazzo, forse sentendosi osservato si girò verso di lei e le sorrise, allora Rin gli sorrise di rimando lasciando tornare il ragazzo alla sua conquista.

Poco lontano c’erano Sango e Miroku i quali stavano avendo uno dei loro soliti battibecchi, ma Rin, avendo avuto tempo di studiarli per tutto il giorno, aveva capito che era quello il loro modo tutto particolare di amarsi.
A Miroku piaceva fare il farfallone in giro semplicemente per poter giubilare della reazione della sua ragazza, ma se una donna cedeva alle sua avances lui scappava via correndo troppo innamorato della sua Sanguccia per poter anche solo pensare di tradirla.
E Sango amava il fatto che Miroku fosse l’unico uomo a farle provare dei sentimenti cosí forti e profondi da farle perdere il suo autocontrollo, in più lui era uno dei pochi uomini a saperle tenere testa senza sminuirla. Miroku non aveva mai provato a cambiarla, non si era mai sentito intimorito dal suo carattere combattivo. Lui l’amava semplicemente per quello che era.

E Sesshomaru? Dov’era? Eccolo, era poco distante da Kagome e Inuyasha, lui era l’unico girato verso di lei e con un sorriso accennato sulle labbra la stava guardando, o meglio aveva tutta l’aria di essere in attesa. Alla fine Rin capí che lui stava aspettando LEI. Non solo era stato l’unico a rendersi conto che era rimasta indietro ma in più le aveva anche tenuto il posto vicino a lui. Rin corse da lui con il sorriso sulle labbra.
I fuochi erano bellissimi ma la cosa più bella era che li stava guardando tra le braccia di Sesshomaru.
Non appena si era avvicinata lui l’aveva stretta a lui dicendole, con sguardo accusatore “sei congelata, non vorrai mica ammalarti. Vi ammalate con troppo facilità voi esseri umani.”
Non sapeva bene cosa fosse successo nella testa del bel demone. Era passato dal provarci con lei apertamente al rendersi indisponibile ed ora era di nuovo premuroso nei suoi confronti. Magari i demoni erano per natura volubili o forse era semplicemente lui ad esserlo. Anche se ad essere sinceri Sesshomaru non dava l’impressione di avere neanche lontanamente una natura incostante. Rin si ripromise di parlarne con Kagome. Ma non ora, per ora decise di bearsi di tutte quelle attenzioni finché possibile.

I fuochi terminarono con giochi di luci, colori e suoni che innescarono in Rin la pelle d’oca, non per il freddo ma per l’emozione.
I nostri protagonisti decisero di soffermarsi ancora un pò attendendo con calma che la maggior parte della folla si disperdesse.
Ed ad un certo punto, anche se contro voglia, Rin si staccò dalle braccia del demone. La cosa indispettí non poco Sesshomaru ma non disse nulla.
Rin leggendo la sua delusione nei suoi occhi gli disse “purtroppo dobbiamo andare, tra l’altro Kohaku siamo in super ritardo muoviti o perdiamo l’ultimo pullman” disse Rin ad alta voce in direzione dell’amico
“Rin, secondo te potrei mai lasciarti tornare a casa tua a quest’ora in pullman ?” le disse Sesshomaru ironico
“ma..” provò a ribattere la ragazza
“ti riaccompagno io in macchina” disse Sesshomaru con un tono che non ammetteva replica
“non vorrei disturbarti, e poi Kohaku” disse Rin
“non dire sciocchezze. Sono sicuro che troverà un passaggio, alla peggio tornerà in macchina con sua sorella” la rassicurò il demone. Vedendo che la ragazza sembrava restia al lasciare il suo amico ad un futuro incerto Sesshomaru disse ad alta voce in direzione dell’ex-sterminatore “ehi, torni con la bionda o con tua sorella?”
“ehm?” chiese confuso Kohaku non aspettandosi una domanda dal demone “ah bhe dipende, tu cosa ne pensi Keiko?” chiese alla ragazza bionda che lo gratificò con un sorriso e le sussurrò qualcosa all’orecchio.
Per Rin era sufficente “ok torniamo insieme” disse con un enorme sorriso

La strada fu pittosto lunga ma Rin non se ne accorse nemmeno impegnata come era a parlare. Ad un certo punto smise di parlare di colpo, si guardò in torno sbalordita e disse “mah, perché non mi hai detto che eravamo arrivati? Io continuavo a parlare senza sosta, puoi dirmelo se parlo troppo o ti do fastidio. É che non me ne rendo conto. Mi spiace, hai guidato tutto il tempo devi essere anche stanco ed io ti tengo qui a parlare per delle ore..” disse dispiaciuta
“non mi stancherò mai di ascoltarti parlare Rin” disse lui
Rin voleva ribattere dicendo che non poteva dire una cosa del genere visto che non la conosceva ancora bene e con il tempo si sarebbe stancato anche lui come tutti gli altri ma qualcosa negli occhi del demone la fece ricredere quindi non disse nulla.
“grazie per avermi riaccompagnato Sesshomaru e grazie per la magnifica giornata é stata stupenda” disse Rin prima di aprire la portiera ed uscire dalla macchina.
“Rin” la chiamò il demone, la ragazza si girò “questo é per te” disse lui consegnandole un piccolo pacchetto incartato con immensa cura e minuzia
“posso aprirlo adesso?” chiese la ragazza raggiante
“fai come desideri” disse lui non curante.
Rin aprí il pacchetto e trovò al suo interno un bellissimo braccialetto in resina e stoffa, ma non una stoffa qualunque, bensì un nastro di seta utilizzato tradizionalmente per produrre i Kimono “Quando? Come potevi sapere che lo volevo? Ero dietro di voi, tu hai visto la bancarella molto prima i me.. non capisco” chiese smarrita la ragazza
“non é importante. L’importante é che ti piaccia” disse lui
“si tantissimo” confermò la ragazza e in uno slancio di follia si avvicinò e baciò il demone sulla guancia e corse via subito dopo, per la vergogna.
Arrivò in casa e si chiuse in camera sua, Kohaku non era ancora tornato, meglio cosí. Rin si guardò nello specchio e si diede della stupida. Perché quando era con Sesshomaru si ritrovava sempre ad agire come una bambinetta?
Oddio Rin riprenditi. Ok é un figo da paura ma calma i bollenti spiriti altrimenti finisce male. Chissà se vorrà mai rivederla? Lei non troppo, dopo la figura da decerebrata che aveva appena fatto. Passi il bacetto stile elementari, voleva baciarlo in bocca ma quando si era avvicinata il coraggio le era venuto meno, ma  la fuga? Perché era scappata? Qual’era il suo problema!
Ok basta doveva pensare ad altro, esaminò il bracciale, era bellissimo e quella stoffa stupenda, poi si soffermò sulla stoffa, sembrava molto vecchia ma in buono stato, magari era appartenuta a qualcuno in passato. Era decorata con dei quadratoni gialli e arancioni, l’aveva già vista era familiare eppure lei non aveva mai avuto un kimono ne uno yukata con quelle decorazioni. Eppure... Ecco il suo cervello le giocava brutti scherzi di nuovo, un’altro déjà-vu.

... Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Sogno o Realtà ***



Wow... chi non muore si rivede !!! ehehehe!!! come promesso la storia avrà il suo finale e ci siamo quasi fanciulle, siamo alla fine. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo!
Ma bando alle ciance e Enjoy…

 
Rin si gettò sul letto stanca morta.
Da quando aveva incontrato i suoi nuovi amici andava a letto sempre all’alba. Dormiva poco, ed in quelle poche ore non riusciva a riposare a causa dei sogni. Avrebbe voluto dormire per un mese intero, purtroppo il suo cervello non era d’accordo infatti non appena Rin chiuse gli occhi si mise nuovamente a sognare.
 
Era in una radura coperta di fiori immersa in un silenzio innaturale interrota solamente dalle risate ed il vociare di alcune donne intente a lavare i panni poco distanti.
Rin si avvicinό al ruscello e disse loro “Buongiorno” le donne si girarono stupite ed una di esse disse “Signorina Rin! Ci.. ci dispiace non volevamo disturbarla.. sappiamo che non dobbiamo avvicinarci alla dimora al di fuori degli orari stabiliti ma stasera c’è la festa del villaggio e volevamo finire in fretta di svolgere le faccende domestiche per poterci preparare in tempo... davvero ci dispiace.. non volevamo causarle disturbo”.
“non preoccupatevi non mi date alcun fastidio. Parlavate di una festa? Cosa festeggiate?” chiese curiosa Rin
“il ritrono dei nostri uomini” disse felice la più giovane delle quattro
“ah! giusto, la guerra, é finita.” esclamό sovrappensiero Rin
“per ora” disse la donna più anziana.
“ma lui non c’é?” chiese indiscreta la più giovane ricevendo uno sguardo di profonda disapprovazione da parte delle altre tre
“Lui? Lui chi?” chiese sinceramente curiosa Rin
“il bellissimo ma crudele demone bianco” rispose timorosa una delle altre donne.
“Ah il Signor Sesshomaru volete dire?” chiese Rin ridendo
“S-Si” dissero in coro le quattro donne
“si, lui é..”
“Qui!” disse una voce profonda alle spalle di Rin, la ragazza si voltò, anche se sapeva perfettamente a chi apparteneva quella voce.
Le donne, dopo un primo mometo d’incertezza, si alzarono in piedi e corsero via a perdifiato, lasciando sul posto i loro vestiti ancora bagnati.
“Sesshomaru, perché le hai spaventate? Ora mi toccherà tornare da loro per scusarmi e rendere loro i vestiti..” disse Rin guardando il suo demone con cipiglio.
Non appena però lui le si avvicinò e la prese tra le sue possenti braccia, fissandola come se fosse la cosa più prezziosa, unica e importante al mondo, uno sguardo che dedicava solo a lei, un enorme sorriso di gioia ed amore illumiunò il viso della ragazza.
 
Tutto scomparve e Rin si ritrovò subito immersa in un buio pesto, poi una luce improvvisa l’accecό. Rin d’istinto chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovό catapultata in un’altra epoca, in un passato ancora più remoto del precedente.
 
Questa volta era in una grotta, era nel corpo di una bambina, non doveva aver più di otto o forse nove anni, era circondata da altri bimbi come lei, dovevano essere più o meno una decina.
Un demone blu con dei grossi occhi rossi e due piccole corna li teneva prigionieri, li voleva sicuramente vendere ad altri demoni. I bambini piangevano impauriti, ma lei non aveva paura, Rin era fiduciosa, sapeva che Lui sarebbe venuto a riprenderla. Quindi si sedette ed aspettò.
Effettivamente qualcuno arrivό a salvarli, ma contrariamente a ciò che la bambina aveva previsto, fu un gruppo di monaci a venire in loro soccorso e a liberarli dalle grifie del demone.
Rin era indispettita, non si sentiva a suo agio con gli umani, cercό di farsi il più piccola e discreta possibile, sperando che i monaci si allontanassero senza notarla e lasciandola al suo destino, ma non fu così.
Volevano portarla via e farla crescere in un villagio, tra gli umani.
No! Lei non voleva, lei voleva stare con il Signor Sesshomaru quindi fece la sola cosa che poteva fare, si dimenό e gridò, gridò con tutte le sue forze, disperata. Sperando che lui la sentisse, sperando che lui venisse a salvarla, ed infine il demone apparve in tutto il suo splendore.
La bambina si sentì sollevata, ma il solievo fu di breve durata, quegli stupidi monaci osarono attaccare il Signor Sesshomaru.
Rin ebbe paura, non per se stessa ma per lui. La bambina era cosciente del fatto che il demone era troppo forte per dei semplici umani e che i loro mantra non avrebbero avuto alcun effetto su di lui, ma sapeva anche che il Signor Sesshomaru non avrebbe mai volontariamente ucciso degli umani, non davanti ai suoi occhi.
Il monaco più anziano, che la teneva tra le braccia, la lasciό andare per la sorpresa. Rin era finalmente libera quindi corse da lui, e il demone parlo “Rin”.
“Dite” disse la bambina, “decidi tu che cosa fare” le disse Sesshomaru e Rin rispose con un grand sorriso “Si!”
Inizio a camminare al fianco del demone ma qualcosa le afferro una mano, lei si girό, era il monaco, il quale le disse “no, aspetta. Sesshomaru é un demone, é un demone, capisci? Una bambina umana non puό stare con uno cosi”
“lasciami andare” gli disse Rin
“No fermati, gli esseri umani e i demoni sono diversi non possono vivere insieme, é cosi. Vieni torniamo indietro!” la suppllicò il monaco, ma Rin aveva ormai preso da tempo la sua decisione, quindi si girò, gli sorrise felice e raggiunse il Signor Sesshomaru lasciando sconvolto e interdetto il vecchio monaco.*
 
Rin si sentì transportare via, si ritrovò nuovamente immersa nel buio più nero, ma fu stupita di scorgere una flebile luce alla fine di quello che sembrava un lungo corridoio. La ragazza si diresse verso la luce ed alla fine del corridoio si ritrovό in una stanza completamente candida e del tutto spoglia, se si eccettuava per quattro foto su tela che decoravano una delle quattro pareti, completamente bianche anch’esse.
Rin si avvicinò e vide che ognuna delle quattro fotografie rapprentava sempre la stessa persona, una ragazza sorridente vestita in yukata colorati, uno più bello e pregiato dell’altro.
E sotto ogni foto vi era una targhetta, ognuna riportava un’annotazione diversa:
“Rin – 1518”, “Rin – 1650”, “Rin – 1775”, “Rin – 1900”.
Rin capì, era lei. La ragazza rappresentata nelle foto era sempre lei in epoche diverse. Com’era possibile?
Passό delicatamente la punta delle dita delicamente sulla prima foto e vide, come in un flashback mentale, la sua morte o meglio, le sue morti. La prima, per colpa dei lupi di Koga, la seconda per colpa del segugio dell'aldilà, la terza per mano di quell’uomo.. come si chiamava? Non lo sapeva.. uno sconosciuto che la segui nella foresta e la uccise un giorno di cinquecento anni prima.
Indietreggiό spaventata e rimase immobile per qualche minuto, poi, prese il coraggio a due mani ed avanzό nuovamente.
Si ritrovo di nuovo davanti alle fotografie e le sfioro una ad una ed ogni volta rivedeva il macabro film della sua morte, corrispondente all’anno indicato sulla fotografia. Quando ebbe finito un nuovo quadro apparve, vuoto questa volta, ma sulla targhetta c’era scritto : “Rin – 2025”.
Tocco il quadro ma non successe nulla, dopotutto quello era il suo futuro, non poteva vederlo, ma era chiaro ciò che l’aspettava. La maledizione senza fine non perdonava. Ed ora ricordava tutto.
 

Rin si svegliό in un sussulto con un fortissimo mal di testa ed una goccia di sangue macchiò le coperte.
Perfetto ora perdeva anche sangue dal naso, ci mancava solo più quello, fece per alzarsi ma un potente capogiro la fece ricadere sul letto.
Riaprì gli occhi qualche minuto più tardi e uscì dalla sua stanza come una furia.
Kohaku nell’altra stanza, svegliato dal rumore causato dalla sua coinquilina, le chiese inquieto “Rin tutto ok? Sei di nuovo caduta dal letto? ma che fai? Che succede? Dove stai andando? Rin rispondi. Rin!” ma la ragazza infilo in fretta e furia il cappotto, le scarpe ed usci di casa sbattendo la porta, senza degnare il suo amico di uno sguardo.
Kohaku provo a chiamarla al cellulare, ma la ragazza non rispose, probabilmente lo aveva lasciato in camera sua. Il ragazzo decise quindi di chiamare sua sorella e la sterminatrice, a suo rischio e pericolo, decise di svegliare Sesshomaru per informarlo dell’accaduto.
Dieci minuti dopo il demone era già pronto per uscire a cercarla, quando senti qualcuno bussare debolmente alla porta. Andò ad aprire e la trovo là, in pigiama, spettinata e con del sangue sul volto. Che diavolo le era capitato?
Rin continuava a guardarlo senza muoversi e senza dire una parola, lo guardava come se lo vedesse per la prima volta e piangendo gli si gettò al collo dicendo :
“Signor Sesshomaru..” 

Continua...
 
* questa parte è un chiaro riferimento all’episodio 32 della sesta stagione di Inuyasha “Sesshomaru per sempre”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Dolceamara ***


l'altro giorno, dopo molto tempo, sono riuscita a riconnettermi su EFP e mi sono resa conto che non avevo finito il racconto.. ero pertanto sicurissima di averlo fatto.. comunque ecco qui l'ultimo capitolo !! Ok, pronte? Preparate i fazzoletti e cercate di non odiarmi troppo 😊
Enjoy…
 
2025 – Salto Temporale - Tokyo
 
Eccomi qui, dopo molti anni, di nuovo a Tokyo.
È talmente caotica, fredda e triste; ma allo stesso tempo luminosa, troppo luminosa, al punto da risultare abbagliante. Cosí brulicante di persone che si ha l’impressione di vedere tante piccole ed ubbidienti formiche operaie che continuano incessanti a fare il loro lavoro senza curarsi di ciò che succede loro intorno, come se nulla fosse cambiato. Eppure é TUTTO diverso.
Razionalmente, non so se queste sensazioni rispecchiano la realtà o se sono semplicemente dovute al fatto che lei non ce più… che loro non ci sono più.
É la prima volta che faccio ritorno a Tokyo da quando lei ci ha lasciati, da quando vivevamo qui insieme e felici.
Ma dovevo tornare un’ultima volta qui, nel luogo che l’ha vista nascere, crescere, amare e.. morire, prima di lasciare il Giappone.
É stata seppellita qui, vicino alla sua famiglia, come avrebbe voluto lei.
 
Questi ultimi anni sono stati terribili, uno ad uno, le tre vittime mortali ci sono state strappate via inesorabilmente. Come ogni volta, non abbiamo potuto fare nulla se non restare e guardarli morire, impotenti e patetici, cercando di vivere a pieno ogni minuto, ogni sencondo, di vita che ci era concesso condividere. Souvenirs, che ci permetteranno di affrontare alla bell'e meglio i prossimi centoventicinque anni. Ci attendono anni ed anni di solitudine e nostalgia, e il nostro unico rifugio sono inostri ricordi di loro.
 
Il primo a lasciarci, questa volta, fu Miroku. Un banale incidente in moto.
Era una normale giornata di febbraio, l’asfalto era bagnato e lui stava andando a lavoro. Dalle traccie sull’asfalto sembrerebbe che abbia tentato di schivare qualcosa, un animale o forse un oggetto, non si sà con certezza.
Un manovra brusca e il numero uno se ne é andato, ci ha lasciato. Ed il nostro inferno personale é iniziato.
 
Sango ovviamente non l’ha presa bene, non é qualcosa a cui si fa l’abitudine.
Ha lasciato Tokyo subito dopo il funerale, sembra sia in america o forse in australia non saprei, non siamo rimasti in contatto, troppo dolore.
Kohaku le ha proposto di partire insieme, ma Sango, essendo a conoscenza dei sentimenti che il fratello nutre per la piccola Rin, ha rifiutato permettendogli di restare al fianco della ragazza fino alla fine.
Sango é una donna forte, riuscirà ad affrontare anche quest’ennesima prova. Ma io mi chiedo, per quanto tempo ancora? Per quanto tempo ancora potrà vedere il suo unico amore morire davanti ai suoi occhi? Per quanto tempo ancora potremo noi tutti sopportare questa situazione senza impazzire dal dolore?
 
La seconda a lasciarci fu.. Kagome. La mia Kagome.
Dopo la morte di Miroku avrei voluto portarla via da tutto, tenerla al sicuro, lontana da tutto e tutti. Ma ovviamente lei non me l’ha permesso. Voleva vivere il resto della sua vita normalmente é una donna indipendente la mia Kagome.
Ah! Forse dovrei dire era.. visto che non c’é più.
Ma lei tornerà da me, come ha sempre fatto e come sempre farà, tra centoventicinque anni saremo di nuovo insieme. Ed io ti aspettero amore mio.
 
Vi starete chiedendo come è morta Kagome.. anche se per me é difficile parlarne ve lo racconterò.
Era una sera come tutte le altre, stava tornando a casa dopo una visita ad uno dei suoi bimbi, l’avevo pregata mille volte di prendere un taxi o di chiamarmi a qualsiasi ora del giorno o della notte, sarei andato a prenderla anche in capo al mondo ma no, lei voleva cavarsela da sola. Testarda!
 
Fu aggredita. Era a non più di cinquecento metri da casa, era praticamente arrivata, ed è stata selvaggiamente aggredita ed uccisa.
All’inizio si è pensato ad una rapina finita male ma, grazie all’aiuto dei miei colleghi, sono riuscito rapidamente a trovare il vero colpevole. Il signor Takumi, il padre di Yuudai. Qualche anno prima Kagome aveva testimoniato al processo del signor Takumi, affermando che a causa del suo comportamento violento avrebbero dovuto incarcerarlo e togliergli la custodia del figlio.
Il mio grande amore, la mia Kagome, mi era stata portata via per una stupida questione di vendetta.
 
Ed anche la numero due se ne era andata.
 
Come potrete immaginare l’ultima a morire fu la piccola Rin.
Dopo aver ritrovato la memoria Rin scelse di lasciare l’università, preferendo viaggiare per il mondo insieme a Sesshomaru, voleva visitare e vedere tutto, scoprire e imparare quante più cose possibili, prima di morire.
Talvolta Kohaku si univa a loro, quando succedeva Sesshomaru non sembrava particolarmente contento, ma vedendo la felicità di Rin in quei momenti, non disse mai nulla. Furono anni felici, per tutti noi.
Dopo la morte di Miroku, Sesshomaru non ha più lasciato Rin da sola neanche un secondo. E la situazione è peggiorata drasticamente con la morte di Kagome. Decise di portarla via da Tokyo, si trasferirono sull’isola di Yakushima, e vissero lontani da tutto e da tutti. Gli unici autorizzati a fargli visita eravamo io e Kohaku.
Rin riuscì a sopportare difficilmente l’isolamento, ci riuscì unicamente perché poteva percepire l’immensa sofferenza di Sesshomaru. Non voleva perderla, non così presto, non era pronto. L’aveva isolata sperando di poterla proteggere. Ma non fu così. Sesshomaru aveva dimenticato, o forse preferiva non ricordare, che la maledizione é troppo potente, la maledizione é implacabile e non si può spezzare.
 
Rin è morta una settimana fa, oggi è il suo funerale e la stiamo seppellendo nel cimitero Yanaka di Tokyo, vicino alla sua famiglia.
Kohaku è andato a cercare sua sorella, anche se penso sia più corretto dire che è scappato, fuggito dal dolore. Troppo grande ed intenso da sopportare. Sesshomaru non ha più detto una parola. L’ha vista spegnersi in un lampo, stroncata da una leucemia fulminante. Una settimana prima stava progettando di rinnovare la sua casa/prigione, come la chiamava scherzosamente lei, la settimana dopo era morta. I medici hanno parlato di segnali premonitori mal di testa insistenti, epitassi, stanchezza.. ma nulla di grave fino a dieci giorni fa quando è entrata in coma, uno stato dal cui non si è più svegliata. Tre giorni dopo morì, ed anche la numero tre era scoparsa.
 
La maledizione é completa, ed anche questa volta, il ciclo si é chiuso inesorabilmente.
 
˜˜˜
 
“Sesshomaru, cosa intendi fare?” chiese Inuyasha. Non ricevette risposta. Il fratello si limitò a incatenare il suo sguardo a quello del fratello e Inuyasha vide nel vuoto nei suoi occhi, null’altro che tristezza. Allora capì, sarebbe partito lontano da tutto e da tutti per isolarsi e soffrire da solo senza nessuno intorno. Ma Inuyasha sapeva che lo avrebbe rivisto, Sesshomaru, ritornava sempre. Non subito certo, ma tra cent’anni o poco più ritornerà a Tokyo. Non appena la tristezza e il dolore diventeranno appena più sopportabili e la speranza di rivedere la sua Rin una certezza sempre più forte.
 
˜˜˜
 
 
Sesshomaru si voltò e s’incamminò verso il suo futuro solitario, ma qualcosa lo spinse a fermarsi, si girò e mi guardò un’ultima volta, guardò la mia mano stretta in quella di Miyako e dopo qualche secondo ripartí, senza dire nulla e senza più voltarsi.
 
Ed io, come già detto all’inizio andrò via per un po’.
Questa volta ho scelto la Spagna, ci siamo andati in viaggio di nozze con Kagome. E nel frattempo aspetto. Aspetto che l’amore della mia vita rinasca e torni da me, come fa ormai da cinquecento anni. Ma questa volta non sarò solo.
Inuyasha abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi di Miyako, che lo scrutano curiosi, marroni come quelli della sua mamma. Così bella e così umana.
Questa volta non sarò solo, questa volta per me l’attesa sarà dolceamara.
 
Fine.
 
NB : una precisazione necessaria, nella mia ff i mezzodemoni possono procreare con un compagno umano unicamente quando sono completamente umani (quindi le notti di luna nuova per Inuyasha) però i figli che nasceranno saranno anche essi totalmente umani. Certo saranno umani più longevi, con riflessi e sensi sviluppati ma pur sempre umani e mortali.
 
Ed eccoci all’ultimo capitolo, spero vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia ff e che sono addirittura riusciti ad arrivare fino a qui.. che coraggio e che pazienza!! 😊 Siete fantastiche GRAZIEEEE!!
PS : vi avevo avvertito che era un racconto senza lieto fine ! 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3776669