Do you remember me?

di drunkniavll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.



Molto spesso mi chiedo come sia possibile porre fine a qualcosa che ti ha dato tutto ciò che desideravi per sedici anni: una famiglia, una casa.  Non capisco come sia finito tutto questo.

Cosa ho fatto di così male per meritarmi questo? 

"Micol!" Urla mia madre togliendomi le cuffie dalle orecchie e buttandole sul letto " Ti sei dimenticata di prendere Lucas a scuola." Dice seria squadrandomi. 

Lucas è il mio fratello di otto anni. Pensa di sapere tutto sul mondo ma in realtà non sa proprio niente. È più alto dei suoi coetanei e per questo a volta lo prendono in giro. Ha due occhi blu oceano e i capelli castano chiaro. È un bambino fin troppo allegro a volte, ma gli voglio bene lo stesso nonostante non glielo dimostri. 

"Scusa, mi sono dimenticata." Dico per poi recuperare le cuffie.

"Ovvio. Ultimamente scordi molte cose!" Dice alzando un po' la voce. Faccio spallucce ignorandola, sono stanca delle sue continue lamentele. 

"Senti, lo so che ormai lui se ne è andato okay? Ogni volta che ritorna qui ti senti male e lo noto, ma questo non deve portarti a rovinare la tua vita. " Dice accarezzandomi i capelli. Annuisco cercando di trattenere le lacrime.

"Se dovesse ritornare e chiedere di te, non gli dirò niente, okay?" Chiede e io scuoto il capo.

"Se dovesse arrivare a casa nostra, voglio vederlo e parlargli di persona. Non mandarlo via."Dico nel modo più normale possibile.

Mia madre annuisce un po' incerta e se ne va chiudendo la porta. Mi accascio su letto per poi versare qualche lacrima.
Non doveva andare per niente così.

***

"Micol scendi!" Urlava mia madre dal piano di sotto. Mi tolsi le cuffie e scesi giù in salotto dove la trovai insieme a Niall. Avevano entrambi un'espressione seria in volta e la cosa non mi piaceva per niente.
"È successo qualcosa di grave?" Chiesi preoccupata. Niall si avvicinò a me e mi strinse a sé in modo quasi protettivo.
Mia madre rimase dov'era, con le braccia conserte e lo sguardo quasi triste. Niall appoggiò la testa tra l'incavo del  mio collo.
"Niall mi preoccupi, mi dici cosa sta succedendo?" Chiesi sull'orlo di un attacco di panico. Niall si comportava così solo quando qualcosa non andava e non aveva il coraggio di dirmelo subito. Da piccolo mi regalava sempre un lecca lecca prima di dirmi delle brutte notizie, come " Domani andrò con la mia famiglia in montagna per una settimana" e io che piangevo perché non lo avrei visto per sette giorni, ma Niall mi prometteva sempre di mandarmi delle lettere, e così faceva.
"Bene, io vado a sistemare la cucina, Niall, portala in camera per dirglielo." Disse mia madre per poi andarsene. Niall mi prese la mano e mi portò in camera mia. Chiuse la porta a chiave e si sedette sul letto, mi fece segno di sedermi vicino a lui e così feci.
"Allora? Niall se è uno scherzo giuro che-" Dissi ma Niall mi interruppe. 
"Tra qualche giorno me ne dovrò andare." Disse in modo diretto, fissando il pavimento difronte a lui. 
" Cosa?" Dissi sperando di non aver capito bene.
"Tra qualche giorno me ne dovrò andare." Ripeté più lentamente. Spalancai gli occhi, incredula di ciò che disse.
"Mi stai prendendo in giro? Niall smettila ti prego." Dissi guardandolo.
"Pensi che se fosse un scherzo sarei così? Non ho dormito stanotte perché pensavo a te! Come avresti reagito e se fossi stato in grado di dirtelo senza piangere." Disse alzando la voce e guardandomi dritto negli occhi mentre la sua pelle diventata di un colorito rosso. Lo abbracciai e iniziai a piangere. 
"Perché te ne vai?" 
"Hai presente quando mi hai detto quella notte sull'albero che dovevo seguire i miei sogni?" Chiese e io annuì con il capo. "Bene, quella sera ci ho pensato tanto a quello che mi avevi detto, al fatto di fare ciò che io ritenevo giusto e non quello che gli si aspettavano da me. Ho riflettuto così tanto che quella sera la mia testa stava per esplodere sai? Finché ieri non ho preso una decisione." Mi prese le mani e le strinse delicatamente.
"Ho un provino per X Factor a Dicembre." Disse fissandomi le mani " E se dovessi passarlo, ti prego, dimenticami. Non voglio che tu soffra." 
"Sei serio?" Dissi e mi alzai. "Sei il mio migliore amico da una vita! Come posso dimenticare la persona più importante per me?" Niall alzò lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi mentre mi ritrovavo a un centimetro di distanza da lui. sentivo il suo respiro caldo sulla mia pancia. Iniziai a posare delicatamente la mia mano sui suoi capelli biondi tinti soffici. Niall chiuse gli occhi e mise le sue braccia intorno alla mia vita."
"Ti prego, non dimenticarmi." Gli sussurrai. Niall mi spinse verso di sé e finimmo distesi sul letto. Niall mi strinse di più e con una mano mi accarezzò i capelli. I nostri volti erano vicinissimi, potevo sentire il suo respiro caldo sul mio viso. Gli accarezzai una guancia  finché Niall non mi prese con entrambe le mani e fece incontrare le nostre labbra. Niall cambiò le posizioni e io finì sotto di lui. Si tolse la maglietta e mi aiuto nel togliere la mia. Mi riprese a baciare con foga, mordendomi il labbro inferiore e mi bacio lungo il collo marcandomi. " Per stasera" disse " Dimentichiamoci del resto. Tu stasera sei mia." Scese e mi baciò lungo il petto mentre lo tenevo stretto a me e gli accarezzavo i capelli.

E quella serata fu la migliore della mia vita. Forse l'unica che si poteva definire "viva", a differenza del resto della mia vita. 

 

*** 

Non ho mai amato gli addii, sono una delle cose che odio di più. Odio dover salutare qualcuno con tanto affetto sapendo che forse non lo rivedrò mai. 

Ecco perché in parte ho iniziato a a odiare quel biondino. Gli addii mi hanno sempre lasciato un vuoto dentro inspiegabile, ma lui non mi ha lasciato solo questo: si è portato con sé una parte di me, la parte più bella che adesso solo lui può vedere. 

Da quando se ne è andato dopo quella notte, mi sono sempre domandata se fossimo diventati qualcosa di più in futuro avendo più tempo, ma invece no. Niall dopo quella notte si svegliò come se nulla fosse successo. Forse per lui sarà stato solo sfogo, ma per me è stata la serata più bella della mia vita. Avevo il suo profumo addosso e le lenzuola profumavano di noi, non solo io o lui, ma noi.

Forse si è già dimenticato di me, forse dovrei farlo anche io, dovrei voltare davvero la pagina per una volta e finire questo dannato capitolo. 

Magari fosse così facile. 

***

"Niall due minuti e iniziamo!" Mi dice Paul sulla soglia della porta. Annuisco e riprendo a scrivere sul computer. 

È da ore che cero una risposta su Micol e non mi arrenderò finché non saprò qualcosa. 

"Maledizione." Impreco sussurrando. 

"Hey, che ti prende? Sono ore che stai chiuso qui e scrivi  al computer." Dice Liam, avvicinandosi per vedere cosa stessi facendo. Prese una sedia e la mise accanto a me per poi sedersi. 

"Mi vuoi spiegare o...?" Chiudo il computer e mi volto verso lui.

"Ti ricordi quando per il video di Story Of My Life abbiamo dovuto prendere delle nostre foto a cui eravamo affezionati no?" Dico e Liam annuisce. " Bene. Ti avevo mostrato delle mie foto di quando ero piccolo ed ero con una bambina, Micol, che sto cercando adesso perché la madre ha detto che dovrei scriverle. Sta male per colpa mia e pensa che io l'abbia dimenticata ma non è così." 

"Amico, da domani siamo in pausa, ti consiglio di andare direttamente da lei piuttosto che scriverle un misero messaggio." Mi consiglia Liam e annuisco.

"Mi accompagneresti?" Gli chiedo, Liam annuisce. 

"L'importante è che dopo che avrai risolto io possa andare a casa, il 28 è il compleanno di mia sorella." Dice grattandosi il dietro del collo imbarazzato. 

"Riuscirò a farle cambiare idea su di me prima del 28 vedrai." 

 

***

 

Heeey! Questa è una nuova storia che avevo iniziato a scrivere un anno fa ma che poi avevo lasciato incompleta per colpa dello studio. Comunque spero che questa storia vi piaccia. 

Micol è una ragazza insicura di sé e arriva a conclusione affrettata prima che le possa essere detto qualcosa, in fondo non è colpa sua se è diventata così. Non aggiungo altro altrimenti vi rovino il prossimo capitolo.

Niall per adesso non si è capito bene di che pasta sia fatto, ma lo vedremo nei prossimi capitoli. 

Alla prossima! xx

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno ***


Non mangio da due giorni e la testa mi scoppia. 

Da quando ho letto su internet che la band di Niall farà una pausa di un anno l'ansia e il panico hanno preso il sopravvento su di me. E se mi ritrovasse? Se volesse parlare con me cosa gli direi? Se dovesse invitarmi a casa sua accetterei come i vecchi tempi? È tutto così difficile, non riesco a capire come siamo arrivati a questo punto. Mi aveva promesso che mi avrebbe scritto, ma non l'ha mai fatto.

Laura: Ti va di uscire oggi? Ci sono Aaron e Isaac. 

Micol: Okay, solito orario e posto? 

Laura: Esattamente, ti aspetto lì!

Quest'uscita mi aiuterà a dimenticarlo, devo riuscirci in qualche modo no?

Quando arrivo Aaron viene verso di me e mi abbraccia. Aaron è una persona davvero importante, in quest'ultimo periodo mi è sempre stato accanto, quando Niall se ne è andato l'ho conosciuto e sono davvero fortunata ad averlo come amico. 

"Hey Micol! Come stai?" Mi chiede, gli sorrido.

"Tutto okay." Rispondo anche se in realtà non so minimamente come mi sento adesso.

" Andiamo dentro?" Mi chiede e annuisco. Posa un suo braccio attorno alla mia vita mentre entriamo. Sento la sua presa farsi più forte quando mi invita a sedermi accanto a lui.

"Cosa vi porto ragazzi?" Ci chiede la cameriera dai capelli biondi che ha attirato l'attenzione di tutti. 

"Mh, a me e Isaac due frappè limone e fragola, e voi?" Dice Laura guardandoci. 

"Quello che prende Aaron" Dico. 

"Allora due donas grazie." La cameriera scrive velocemente sul suo taccuino e poi se ne va. 

Iniziamo a parlare del più e del meno mentre aspettiamo i nostri ordini. Dopo che arrivano iniziamo a mangiare. 

"Uh ragazzi ma sapete che Niall Horan in realtà abitava qui?" Dice incredulo Isaac e a me si blocca il cuore. 

"Come fai a saperlo?" Gli chiedo. 

"Mia sorella è una fan della sua band e mi ha detto che adesso andranno in pausa e lui verrà qui sicuramente e mi ha costretto a cercarlo! Vi rendete conto? Pft." Dice per poi prendere un sorso. 

"Per me è gay." Dice Laura " Insomma basta guardarlo, quello lì è un succhiacazzi, fidati." Entrambi ridono mentre io sono sull'orlo di una crisi nervosa. Come si permettono? Non lo conoscono neanche bene. 

"Hey, ti senti bene?" Mi chiede Aaron notando i tremolii delle mie mani. 

"Ho bisogno di prendere aria scusate, pagate voi per me, questi sono i soldi per il donas."Dico, prendo la giacca ed esco da quel bar. Le lacrime iniziano a scendere e cammino più velocemente per lasciarmi alle spalle quello che è successo. 

"Micol! Micol!" Mi urla Aaron da lontano. Noto che inizia a correre verso di me e mi afferra il polso. Mi obbliga a girarmi verso di lui. Mi prende dolcemente il mento e me lo alza creando un contatto visivo tra noi. 

"Lo conosci vero? Era quel ragazzo di cui non volevi mai dirmi il nome?" Mi chiese e io annuì.

"Non ce la faccio, ogni volta che torna è come se si allontanasse di più da me, non so cosa fare." Dico e  lo abbraccio mentre mi accarezza i capelli e la schiena.

"Non lasciarmi anche tu." Sussurro. Aaron mi prende con le mani il viso e unisce le nostre labbra. Mi stringe di più a sé e mi accarezza la guancia. 

"Non lo farei mai." Mi dice sorridendomi, ma diventa serio "Scusa, non avrei dovuto baciarti." 

"Non scusarti, mi è piaciuto." Rido. Luke spalanca gli occhi. 

"Davvero?" Chiede e annuisco" E potrei dartene altri?" 

"Quanti ne vuoi tu." Dico e lo bacio di nuovo accarezzandogli i capelli. 

Lo sto dimenticando, ci sto riuscendo davvero e non c'è cosa che mi rende più felice adesso.

***

"Sei sicuro che casa sua sia qui?" Chiede Liam continuando a guardare il GPS.

"Si, ricordo la strada a memoria." Dico per poi svoltare a destra. Guardo con attenzione  le case sperando di trovare il parco vicino a casa mia. 

"Dovremmo esserci."Dico cercando di rassicurarlo. Svolto a sinistra e vado dritto finché non trovo casa mia e quella di Micol. 

"Eccoci!" Urlo entusiasta. Parcheggio la macchina davanti al garage di mio padre, e suono il campanello. Mia madre mi apre e con gioia mi abbraccia. 

"Ma cosa ci fai qui?" Chiede con un sorriso a trentadue denti. Liam saluta i miei genitori e si siede sul divano rimanendo in silenzio.

"Sono venuto a stare qui e anche per aggiustare le cose con Micol."Sorrido. Non vedo l'ora i vederla e dirle quanto mi era mancata.

"Uhm, Niall, riguardo questo forse è meglio che la lasci stare. Da quando te ne sei andato esce raramente di casa. L'ultima volta che vi siete visti per lei è stata dura, tu sei riuscito a superarlo, ma lei no. Lei ci soffre ancora e non voglio vederla star male, è come una figlia per me." Dice mia madre sedendosi accanto a Liam il quale annuisce come segno di approvazione verso mia madre.

"Mamma, devo aggiustare le cose con lei." Le dico "Anche per me è stata difficile, ma ho avuto degli ottimi amici che mi hanno aiutato, ma senza di loro starei ancora male." Liam accenna un sorriso verso di me.

"Niall, fai come ti pare, sappi solo che se dovesse soffrire un'altra volta non potrebbe farcela, l'hai resa troppo debole. Non riesce a dimenticarti dopo un anno, come puoi solo pensare di non ferirla appena ti vedrà?" Chiede mio padre alzandosi dal divano. Indietreggio creando ancora più distanza tra noi. 

"Non lo so, vado a parlare con Jane, vediamo cosa ne penserà lei."Dico aprendo la porta e facendo segno a Liam di andare. 

"Niall?" Dice mia madre e mi giro verso di lei. " Non fare niente che la farà diventare matta ti prego." Annuisco e chiudo la porta alle mie spalle.

A passo veloce arriviamo alla casa accanto. Suono il campanello e Jane ci apre stupita.

"Niall! Da quanto tempo tesoro! E tu sei...?"  Dice Jane, Liam le porge la mano. 

"Sono Liam Payne, piacere di conoscerla." Jane gli stringe la mano sorridendo. 

"Allora, cosa ci fai qui Niall?" Mi domanda mentre entriamo in casa. 

"Sai benissimo perché. Voglio sistemare le cose con Micol e il più presto possibile." Dico guardandola dritto negli occhi.  Jane mi sorrise quasi sforzandosi. 

"Niall, oggi Micol è tornata a casa con Aaron e-"Dice ma la interrompo. 

"Aaron? Chi è? " Domando velocemente. 

"Quando l'ultima volta te ne sei andato, lei non ce la faceva più, era sfinita e per settimane tutto ciò che mangiava lo rimetteva, ma un giorno una sua amica, Laura, l'ha invitata ad una festa. Micol mi ha raccontato tutto, mi ha raccontato, ad esempio, di come si sia preoccupato di lei perché non era a suo agio in in mezzo a quella gente. Dovevi sentirla mentre parlava di lui, era così felice, non la vedevo in quello stato da mesi." Dice Jane sorridendo. 

"E quindi? Cos'è successo oggi?" Chiedo impaziente. L'idea di Micol con un altro ragazzo non mi piace per niente. 

"Oggi è tornata a casa con lui, si tenevano per mano e mi hanno detto che si sono ufficialmente messi insieme, quindi Niall, te lo dico da madre di Micol: se lei adesso è felice, lasciala perdere okay? Ha sofferto troppo per te." Dice accarezzandomi il ginocchio, sin da bambino lo faceva per tranquillizzarmi, ma in questo momento questo gesto non fa altro che causarmi panico più totale.

"Jane, io devo incontrarla, ti prego." Insisto. Jane sbuffa con un'aria triste.

"Vieni stasera, lei voleva parlarti qualche giorno fa ma ha mai avuto il coraggio di scriverti." Dice con tono serio. Sorriso e la ringrazio mettendomi in ginocchio davanti a lei con le mani congiunte. Liam inizia a ridere per la scena così come Jane poco dopo. 

Io e Liam più tardi andiamo a prenderci un caffè in un bar non tanto lontano da casa mia, e Liam mi parla di quanto sia la sua nuova ragazza, Sophia. Sinceramente all'inizio non mi piaceva particolarmente, non sorrideva mai ed era molto fredda nei nostri confronti, ma dopo qualche settimana è diventata più estroversa e ormai è diventata parte della nostra grande famiglia. Liam la ama davvero tanto e non ho mai visto persona più innamorata di lui. Liam più tardi decide di tornare a casa mia e farsi una doccia piuttosto che vedere una casa piena di lacrime e urla. 

Quando finalmente è sera sento un po' di ansia farsi spazio dentro di me. Non voglio che stia male, mi è mancata così tanto e l'ultima volta non è stato facile per nessuno dei due lasciarci alle spalle quello che era successo. Qualcosa che le parole non possono descrivere. 

Suono il campanello di casa sua e ad aprimi è suo fratello Lucas. 

"Niall!" Mi abbraccia stretto a lui e lo prendo in braccio.

"Come stai Luke? Sei cresciuto parecchio dall'ultima volta." Gli chiedo scompigliandogli i capelli dolcemente.

"Perché mi chiami Luke?" 

"Luke è più bello di Lucas, non credi?" Chiedo e Lucas inizia a ridere. 

"Niall sei arrivato finalmente!" Dice Jane arrivando in salotto con in mano un piatto di biscotti. "Vuoi?" e accetto senza pensarci. I suoi biscotti sono sempre stati buonissimi ed è impossibile non prenderne un secondo. 

"Micol dov'è?" Chiedo impaziente. Sento il panico su tutto il corpo e le mani iniziano a sudare. 

"Uhm si è su, ora te la chiamo." Jane sale le scale e si dirige in camera di Micol e rimango solo con Lucas.

"Lo sai che mia sorella ha una cotta per te? Però non dirle che te l'ho detto io sennò si arrabbia e non mi compra più il gelato!" Mi dice Lucas a a bassa voce. Annuisco e gli faccio segno di mantenere il segreto. 

Jane scende le scale velocemente facendomi un occhiolino e poi si dirige in cucina a passo svelto.

"Mamma ti ho sempre detto che la sera non voglio parlare con nessuno se non con Aaron!" Dice Micol dal piano di sopra. La sua voce meno acuta e più matura, inoltre non me la ricordavo e risentirla mi provoca una stretta molto forte allo stomaco. 

"Micol scendi e non fare storie!" Urla Jane dalla cucina, sento Micol sbuffare per poi scendere le scale borbottando qualcosa. 

Si ferma per guardare prima Lucas e poi me, si gira verso la finestra e guarda fuori. Noto nel riflesso che spalanca gli occhi e si volta verso di me rimanendo ferma ma con un leggero tremolio. 

"Sorpresa!" Urla Lucas alzando le braccia e ridendo. 

"Lucas vai in camera tua, fanno i tuoi cartoni animati preferiti." Dice Micol cercando di mantenere la calma. 

È più bella del solito stasera con i suoi capelli raccolti in uno chignon disordinato e vestita con una canotta bianca e dei pantaloncini blu. 

"Che ci fai qui?" Mi chiede con tono serio, senza un minimo accenno di emozione.

"Volevo vederti." Dico. Micol sbuffa e incrocia le braccia al petto. 

"Dopo un anno che non ti sei fatto vivo? Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta vero? O ti sei dimenticato anche quello?" Mi chiede alzando la voce. Scuote la testa per poi andare in veranda e con un gesto della mano mi invita a seguirla. 

"Non mi sono mai dimenticato cos'è successo l'ultima volta Micol, volevo vederti perché mi manchi. Dall'ultima volta io non ho fatto altro che cercarti, ma eri scomparsa nel nulla. Ogni volta che provavo a chiamarti non rispondevi e non mi rispondevi mai a ogni messaggio." Dico guardandola dritto negli occhi.

"Non sai come mi sono sentita io." Sussurra. Si siede sul divano e fissa il vuoto. 

"Si, tua madre me l'ha detto e mi sento uno schifo per questo." Mi siedo accanto e lei guardandola attentamente. Voglio godermi di questo bellissimo panorama difronte a me dagli occhi verdi. 

"Ti sei sentito con qualcun'altra? Dopo, sai, quel giorno." Dice timida. Scuoto la testa sorridendole.

"E tu invece?" Le chiedo e la sua pelle diventa di un colorito rosso. 

"Uhm ho una storia con Aaron, ma non ci siamo appena messi insieme. Non so cosa succederà."Dice e fa spallucce. Mi guarda e mi accenna un sorriso. 

"Sei bellissima." Le sussurro. Mi guarda attentamente per poi scendere lo sguardo sulle mie labbra. 

"Niall, non voglio soffrire ancora, tu adesso ha molti altri amici e una vita molto migliore di quella che avevi prima, non capisco cosa ti abbia spinto a tornare qui e vedermi." Abbassa di nuovo lo sguardo verso il pavimento.

"Micol, sei sempre stata la cosa più importante per me, non ti lascerei andare via per nulla al mondo." Dico e mi abbraccia d'istinto. Mi stringe forte a sé mentre la sento singhiozzare. 

"Hey, ti prego non piangere altrimenti qui diventa un lago perché potrei iniziare anche io." Le sussurro ridacchiando. Le accarezzo la schiena e lei i miei capelli. 

" Mi sei mancato così tanto." Mi sussurra all'orecchio per poi accarezzarmi il dietro del collo delicatamente. 

"Tu sei sempre stata nella mia mente, non ti ho mai dimenticata." Le dico e sento formarsi un sorriso sulle sue labbra. 

Ritorneremo come prima, non l'ho ancora persa del tutto. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


"Nialler, ma da quanto porti gli occhiali?" Chiede mia madre mentre prende i piatti da lavare. Niall è rimasto a dormire da noi, ma non nella mia stanza ma in quella accanto. Mia madre è stata talmente gentile , forse anche fin troppo, da farlo rimanere persino a pranzare con noi. Lui non fa altro che guardarmi, anche mentre sto semplicemente respirando. Sento in continuazione il suo sguardo rivolto verso di me e non ho mai desiderato così tanto di sparire nel nulla.
"Mh qualche mese, ma ci vedo bene anche senza! Sono solo per migliorare di poco la vista." Dice Niall mentre si alza e aiuta mia madre a prendere i piatti e i bicchieri dal tavolo.
"Secondo me non ci vedi molto senza. Ammettilo dai Nialler." Dice mia madre facendo ridere Niall.
"Okay lo ammetto, lo ammetto." 
"Nì ma quando mi porti al parco?" Dice Lucas tirandolo per la manica. Niall ride e lo ferma prendendolo in braccio. Sarebbe bellissimo poter vedere Niall come un padre, sarebbe perfetto, forse con qualche tradizione irlandese un po' troppo severa ma infondo potrebbe diventare un padre unico, l'ho sempre pensato.
"Appena posso sarà la prima cosa che faccio okay? Ho da fare delle cose, scusami." Dice Niall abbracciandolo. Lucas annuisce e sorridere felice.
"Si chiama Lucas, non Luke." Obbietto incrociando le braccia al petto. Niall ride.
"Si, ma Luke è più bello, non trovi?"
"No." Dico fredda. Niall sbuffa e si siede sul divano per poi chiedere:" Ti va di fare qualcosa oggi?"
"Devo uscire con delle mie amiche e Aaron." Rispondo guardandolo dritto negli occhi come segno di sfida.
"Posso venire anche io? Liam ha invitato Sophia, la sua ragazza, a casa e di sicuro non lo vedrò fino a stasera." Sbuffa, ma subito dopo si gira verso la finestra che affaccia sul viale di casa sua e inizia a ridere.
"Uhm okay, non fare cazzate." Dico, mi alzo e salgo le scale.
"Ad esempio?" Mi chiede.
"Lo sai, non creare casini." Vado in camera mia e chiudo la porta a chiave. Mi butto a peso morto sul letto e fisso il soffitto.
Perché è dovuto tornare proprio adesso? Perché non tornare quando ero a pezzi? Adesso sto bene, c'è Aaron con me , ma Niall in qualche modo deve sempre rovinare tutto.
***
Ci troviamo al bar vicino alla piazza principale della città. Niall molto spesso mi guarda attentamente mentre aspetto con ansia i miei amici. In lontananza vedo Aaron e corro verso di lui per poi abbracciarlo. Aaron ride e mi prende il viso con entrambe le mani, mi bacia e mi tiene stretta a lui con un braccio attorno alla mia vita mentre raggiungiamo Niall che ha già conosciuto Erika.
"Vedo che hai già fatto amicizia." Commento, Niall mi sorride, posa lo sguardo sul braccio di Aaron attorno alla mia schiena e il suo sorriso scompare improvvisamente, facendo spazio a uno più triste e arrabbiato.
"Sono Aaron." Aaron posa una mano in avanti a Niall per salutarlo, ma il biondo annuisce solamente finché non dice con tono serio: "E io sono Niall." Aaron ritrae la mano un po' infastidito.
"Oh mio Dio! Ma sei per caso Niall degli One Direction?!" Dice Erika incredula con un sorriso a trentadue denti, quando in realtà fino a un giorno fa lo insultava in tutti i modi immaginabili.
"Uhm sì, sono io." Dice Niall imbarazzato. Erika si avvicina di più a lui.
"Beh, io sono una tua grande fan sai?"Gli dice e la rabbia dentro di me sta per esplodere.
Niall ride. " Se fossi davvero una mia fan non mi avresti fatto quella domanda, non pensi? Se stai cercando di essere mia amica solo per avere un po' di fama e soldi, hai sbagliato sai?" Erika sbuffa e si allontana da lui.
"Beh entriamo?" Dice Aaron, secondo me stufo di quella strana conversazione.
Quando entriamo Niall rimane a bocca aperta. "Non me lo ricordavo per niente così... moderno." Mi dice, rido e lo guardo.
"Beh, sono tre anni che non entri in questo bar, fatti due conti." Gli faccio notare.
"Okay, come ci sediamo?"Chiede Erika quando arriviamo al nostro tavolo.
"Uhm, se non vi dispiace io vorrei stare accanto a Micol." Dice Aaron per poi baciarmi la guancia. Niall si siede davanti a noi con accanto Erika.
"Hai una ragazza Niall?" Chiede Erika fissandolo attentamente negli occhi.
"No, ma ne avevo una. Era la cosa più bella che mi sia mai capitata." Niall diventa immediatamente serio e mi guarda.
"E come mai vi siete lasciati se l'amavi così tanto?" Dice Erika. Aaron guarda attentamente gli sguardi che Niall mi lancia.
"Beh, sicuramente c'è stata un'incomprensione. Ma sono sicuro che riuscirò a tornare insieme a lei." Mentre dice quelle parole inizio a tremare, Niall sta parlando di me come se niente fosse, come se io non fossi qui.
"Forse, lei non vuole, ci hai mai pensato?" Chiede Aaron. Penso che abbia capito dove Niall voleva arrivare.
"Sì, continuamente, ma so che lei mi ama ancora." Dice Niall fissandolo negli occhi in segno di sfida.
"Forse lei sta finalmente bene, perché farla cadere di nuovo?" Chiede Aaron stringendomi di più la mano sotto il tavolo.
"Non la farò cadere di nuovo, e lei non sta davvero bene." Niall ha un tono molto sicuro, come se si aspettasse tutto quello che Aaron gli ha chiesto.
"Uhm, Micol mi accompagni al bagno?" Chiede Erika, interrompendo - grazie a Dio - quella conversazione. Annuisco e velocemente prendo la mia borsa e mi dirigo ai bagni insieme a lei. 


 
***
Niall's pov.
" Così tu e Micol eravate fidanzati?" Chiede Aaron per poi bere il suo caffè.
"Ci sei arrivato allora." Dico ironicamente, ridacchia per qualche secondo finché non ritorna serio. Mi fissa negli occhi.
"Lasciala perdere okay? Non hai idea di quanto male sia stata, quindi per favore, smettila di recuperare qualcosa che hai perso." Dice con tono sicuro e freddo. Distoglie lo sguardo e guarda fuori dalla finestra.
Serro le mani i due pugni.
"Non l'ho persa. Tu non sai quasi niente di lei, non sai quale sia il suo colore preferito, la bevanda che ama prendere d'estate, il suo posto preferito. Non sai niente su di lei ma sei convinto del contrario, quando in realtà la tua fidanzata per te è solo una conoscente." Aaron posa la tazzina sul tavolo. Rivolge lo sguardo a Micol e Erika che stanno arrivando.
"Ascoltami." Dice senza distogliere lo sguardo. " Non so perché la desideri così tanto, ma non farle del male. Se soffrirà di nuovo potrebbe non farcela."
"Hey!" Ci saluta Micol, per poi sedersi con Erika. Quest'ultima la trovo piuttosto invadente. Negli ultimi quindici minuti non ha fatto altro che starmi attaccata come se fosse una cozza.
" Cosa ordiniamo?" Chiede Erika per poi guardarmi. Dio, di questo passo le tiro i capelli, lo so che non si dovrebbe toccare una ragazza, ma Erika può essere un'eccezione molto valida.
"Io un Caramel Macchiato, voi?" Dice Micol per poi guardarsi intorno. Sapevo perfettamente che avrebbe scelto quella bevanda.
"Anche io." Rispondo, seguito da Erika che ordina un semplice cappuccino.
" Caramel Macchiato? Dio, Micol, ma non ti fa schifo?" Chiede Aaron, mentre Erika ride per poi dargli ragione.
"È quello che prenderebbe Lindsay e sappiamo tutti che personaggio è!" Scherza Erika. Aaron la asseconda."Micol, non sarai mica come lei, no? O forse sì?" Ridono insieme e Micol arrossisce guardando verso il basso e posso notare come stia iniziando a tremare. Ogni volta che una persona qualsiasi le dice che i suoi gusti non le piacciono, inizia ad arrossire, e a diventare fragile.
"Micol, va tutto bene."Le dico, ma lei scuote la testa." Hey, guardami. Ci sono io okay? Respira." Fa come le ho chiesto e intanto mi guarda attentamente negli occhi.
"Brava, così. Visto? Non devi aver paura di cose del genere, lo sai benissimo che ormai non si ripeterà più, perché ci sono io accanto a te." Le dico, mi sorride. Si alza e si siede accanto a me per poi stringermi forte a sé. L'odore dei suoi capelli è meraviglioso, sa di vaniglia mentre la sua pelle è liscia come quella di un neonato.
"Grazie." Mi sussurra all'orecchio. Sorrido senza rendermene conto. Aaron tossisce per attirare l'attenzione verso di lui. Micol torna al suo posto velocemente e attorno a noi regna il silenzio.
Dopo che le bevande sono arrivate, Erika è la prima a parlare, chiedendomi qualche canzone da ascoltare. Così iniziamo a parlare di pop rock, punk rock, pop e altri generi musicali.
Più tardi ad Aaron squilla il telefono.
"Ragazzi, c'è una festa da Josh stasera, ci andiamo?" Chiede guardando lo schermo del cellulare. Erika annuisce così come Micol.
"Potrà venire Niall?" Chiede Erika. Aaron alza lo sguardo verso di me e si sofferma per qualche secondo.
" Non so se per Brendon andrà bene." Dice e fa spallucce.
"Non va bene a Brendon o a te?" Dice Micol con aria infastidita. Ha le braccia conserte al petto e il busto rivolto verso Aaron.
" Micol ma cosa stai dicendo? Per me va bene, ma - "
"Benissimo, allora lui viene, poi se a Brendon non andrà bene Niall ed io ce ne andremo." Dice interrompendolo. Rimango a bocca aperta per ciò che ha appena detto. Aaron sbuffa per poi annuire rassegnato.
"Micol, se è un problema non verrò, non voglio rovinarti la serata." 
Non voglio che a causa mia passi una serata terribile. Sua madre mi raccontava spesso al telefono che per colpa dei ricordi in cui ero presente, lei non passava delle belle serate. Non usciva quasi mai e avrei voluto far qualcosa prima, prima di arrivare a questo punto dove deve rovinare una delle sue serate con i suoi amici per colpa mia.
"Niall ne parliamo a casa." Mi dice e posso sentire l'ansia farsi spazio dentro di me.
"Oddio ragazzi, devo andare a casa, si è fatto tardi. Pago io per tutti tranquilli, poi se proprio ci tenete mi ridarete i soldi stasera."Dice Erika per poi salutarci velocemente mentre si dirige alla cassa.
Aaron, Micol e io usciamo fuori dal locale e i due si salutano con un bacio che mi poteva far vomitare persino il cenone di natale del 2001.
"Allora, cosa pensi di lui?" Mi chiede mentre iniziamo a camminare verso casa.
Faccio spallucce. Non so se dirle la verità, ovvero che è solo un pezzo di merda e che lo preferirei vedere morto piuttosto che accanto a lei e che non ha ancora capito chi lei sia, ma mi limito a dire " Sembra un ragazzo okay." Quando in realtà non ha neanche un neurone che sia okay.
"Non sei geloso vero?" Mi chiede fermandosi e guardarmi attentamente negli occhi.
"Cosa vorresti che dicessi adesso?"
"La verità."
"Beh, ti mentirei se ti dicessi che non lo sono. Vorrei essere lui, non si rende minimamente conto di quanto sia fortunato." Dico tutto d'un fiato.
"Anche tu lo eri sai? Anzi, se devo essere sincera," Dice per poi avvicinarsi. Avvolge le sue braccia intorno al mio collo." Quella fortunata ero io." Chiudo gli occhi cercando di trattenere quella irresistibile voglia di baciarla, ma devo aspettare, perché una mossa sbagliata e potrebbe ricadere.
"Cosa cazzo mi ha detto quella sera la mia testa non lo saprò mai."Le sussurro, devo mantenere il controllo in qualche modo.
"Sssh." Mi dice. Posa una mano sui miei capelli, accarezzandoli delicatamente, come se a momenti potrebbero rompersi. Con l'altra mano inizia a massaggiare il dietro del collo lentamente.
"Andiamo a casa?" Micol annuisce lentamente, mi prende la mano e la stringe mentre iniziamo a camminare.
Il cielo inizia ad essere abbastanza nuvoloso e penso che probabilmente pioverà tra un momento all'altro. Cammino più veloce in modo di non bagnarci e prenderci l'influenza. Micol nota il cielo e inizia a correre tenendo ben stretta la presa alla mia mano.
Sfortunatamente, quando mancano solo tre isolati per arrivare a casa, il cielo si apre e non scende già una misera pioggia, ma bensì grandine.
Grazie mille Karma, davvero.
"Oh cazzo!" Urla divertita Micol mentre prende la sua borsa e la posa sopra la sua testa.
"Tieni la mia giacca, copriti con questa!" Mi levo velocemente la giacca e la posiziono sopra la sua nuca cercando di riparla in qualche modo.
" E tu?"
"Siamo quasi arrivati, non ne ho bisogno."
Infatti, dopo dieci minuti pieni di grandine, freddo e mal di gola, arriviamo a casa. Micol apre frettolosamente la porta e mi invita ad andare in camera sua. Posa la mia giacca a terra e leva le scarpe, buttandole a terra. Faccio lo stesso per poi sedermi sul letto.
"È da un bel po' che non entro qui."
"Uhm, già, quasi sei anni da quando mi hai detto dell'audizione e un anno circa da, beh lo sai." Dice per poi alzarsi. Apre l'armadio e prende una maglietta a maniche corte molto corta.
"Quella è stata una delle giornate più strazianti della mia vita." Dico per poi alzarmi.
Mi avvicino lentamente verso di lei, le sposto una ciocca di capelli e la guardo negli occhi.
" Ero devastato." Sussurro. Posa una mano dietro al mio collo e chiude gli occhi.
"Allora, perché l'hai fatto?"
"Perché sei anni fa tu mi dissi che dovevo seguire i miei sogni, e guardami adesso! Ci sono riuscito in parte!"
"In parte?" Chiede alzando un sopracciglio.
"Si, il mio sogno adesso è davanti a me ma non posso raggiungerlo." Micol sorride e si siede sul letto.
"Hai mai pensato di combattere per avere quel sogno? Sai, come hai fatto per X Factor, ti ho seguito ogni settimana, e sinceramente dopo quel programma sono andata anche a un tuo concerto." Dice fissando il pavimento.
"Aspetta, e perché non me l'hai mai detto?"
"Era quel periodo no per noi e no volevo rovinarti la serata, ma eri così bello, eri una molla sai? Saltavi di qua e di là, non ti fermavi mai." Dice e penso che stia quasi parlando da sola dimenticandosi della mia presenza.
"Beh se me l'avessi detto avrei potuto dedicarti una canzone." Micol si gira di scatto verso di me.
"Ah sì? E quale?"
"More Than This, Moments, oh anche l'intero album." Mi abbraccia e ci stendiamo sul letto. Avvolgo le braccia attorno alla sua vita e l'avvicino di più verso di me. Chiude gli occhi e inizia a respirare profondamente, come se si stesse controllando.
"Niall, non posso." Dice cercando di allontanarsi. "Aaron, e poi abbiamo una festa stasera e-"
"Già, già hai ragione." Concludo la frase. È ancora troppo presto. Non posso presentarmi da un momento all'altro e portamela subito a letto. Sarebbe un dolore disumano per lei.
La devo far innamorare una seconda volta di me, devo riuscirci.
Devo avere indietro la mia Micol.

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