Non mangio da due giorni e la testa mi scoppia.
Da quando ho letto su internet che la band di Niall farà una pausa di un anno l'ansia e il panico hanno preso il sopravvento su di me. E se mi ritrovasse? Se volesse parlare con me cosa gli direi? Se dovesse invitarmi a casa sua accetterei come i vecchi tempi? È tutto così difficile, non riesco a capire come siamo arrivati a questo punto. Mi aveva promesso che mi avrebbe scritto, ma non l'ha mai fatto.
Laura: Ti va di uscire oggi? Ci sono Aaron e Isaac.
Micol: Okay, solito orario e posto?
Laura: Esattamente, ti aspetto lì!
Quest'uscita mi aiuterà a dimenticarlo, devo riuscirci in qualche modo no?
Quando arrivo Aaron viene verso di me e mi abbraccia. Aaron è una persona davvero importante, in quest'ultimo periodo mi è sempre stato accanto, quando Niall se ne è andato l'ho conosciuto e sono davvero fortunata ad averlo come amico.
"Hey Micol! Come stai?" Mi chiede, gli sorrido.
"Tutto okay." Rispondo anche se in realtà non so minimamente come mi sento adesso.
" Andiamo dentro?" Mi chiede e annuisco. Posa un suo braccio attorno alla mia vita mentre entriamo. Sento la sua presa farsi più forte quando mi invita a sedermi accanto a lui.
"Cosa vi porto ragazzi?" Ci chiede la cameriera dai capelli biondi che ha attirato l'attenzione di tutti.
"Mh, a me e Isaac due frappè limone e fragola, e voi?" Dice Laura guardandoci.
"Quello che prende Aaron" Dico.
"Allora due donas grazie." La cameriera scrive velocemente sul suo taccuino e poi se ne va.
Iniziamo a parlare del più e del meno mentre aspettiamo i nostri ordini. Dopo che arrivano iniziamo a mangiare.
"Uh ragazzi ma sapete che Niall Horan in realtà abitava qui?" Dice incredulo Isaac e a me si blocca il cuore.
"Come fai a saperlo?" Gli chiedo.
"Mia sorella è una fan della sua band e mi ha detto che adesso andranno in pausa e lui verrà qui sicuramente e mi ha costretto a cercarlo! Vi rendete conto? Pft." Dice per poi prendere un sorso.
"Per me è gay." Dice Laura " Insomma basta guardarlo, quello lì è un succhiacazzi, fidati." Entrambi ridono mentre io sono sull'orlo di una crisi nervosa. Come si permettono? Non lo conoscono neanche bene.
"Hey, ti senti bene?" Mi chiede Aaron notando i tremolii delle mie mani.
"Ho bisogno di prendere aria scusate, pagate voi per me, questi sono i soldi per il donas."Dico, prendo la giacca ed esco da quel bar. Le lacrime iniziano a scendere e cammino più velocemente per lasciarmi alle spalle quello che è successo.
"Micol! Micol!" Mi urla Aaron da lontano. Noto che inizia a correre verso di me e mi afferra il polso. Mi obbliga a girarmi verso di lui. Mi prende dolcemente il mento e me lo alza creando un contatto visivo tra noi.
"Lo conosci vero? Era quel ragazzo di cui non volevi mai dirmi il nome?" Mi chiese e io annuì.
"Non ce la faccio, ogni volta che torna è come se si allontanasse di più da me, non so cosa fare." Dico e lo abbraccio mentre mi accarezza i capelli e la schiena.
"Non lasciarmi anche tu." Sussurro. Aaron mi prende con le mani il viso e unisce le nostre labbra. Mi stringe di più a sé e mi accarezza la guancia.
"Non lo farei mai." Mi dice sorridendomi, ma diventa serio "Scusa, non avrei dovuto baciarti."
"Non scusarti, mi è piaciuto." Rido. Luke spalanca gli occhi.
"Davvero?" Chiede e annuisco" E potrei dartene altri?"
"Quanti ne vuoi tu." Dico e lo bacio di nuovo accarezzandogli i capelli.
Lo sto dimenticando, ci sto riuscendo davvero e non c'è cosa che mi rende più felice adesso.
***
"Sei sicuro che casa sua sia qui?" Chiede Liam continuando a guardare il GPS.
"Si, ricordo la strada a memoria." Dico per poi svoltare a destra. Guardo con attenzione le case sperando di trovare il parco vicino a casa mia.
"Dovremmo esserci."Dico cercando di rassicurarlo. Svolto a sinistra e vado dritto finché non trovo casa mia e quella di Micol.
"Eccoci!" Urlo entusiasta. Parcheggio la macchina davanti al garage di mio padre, e suono il campanello. Mia madre mi apre e con gioia mi abbraccia.
"Ma cosa ci fai qui?" Chiede con un sorriso a trentadue denti. Liam saluta i miei genitori e si siede sul divano rimanendo in silenzio.
"Sono venuto a stare qui e anche per aggiustare le cose con Micol."Sorrido. Non vedo l'ora i vederla e dirle quanto mi era mancata.
"Uhm, Niall, riguardo questo forse è meglio che la lasci stare. Da quando te ne sei andato esce raramente di casa. L'ultima volta che vi siete visti per lei è stata dura, tu sei riuscito a superarlo, ma lei no. Lei ci soffre ancora e non voglio vederla star male, è come una figlia per me." Dice mia madre sedendosi accanto a Liam il quale annuisce come segno di approvazione verso mia madre.
"Mamma, devo aggiustare le cose con lei." Le dico "Anche per me è stata difficile, ma ho avuto degli ottimi amici che mi hanno aiutato, ma senza di loro starei ancora male." Liam accenna un sorriso verso di me.
"Niall, fai come ti pare, sappi solo che se dovesse soffrire un'altra volta non potrebbe farcela, l'hai resa troppo debole. Non riesce a dimenticarti dopo un anno, come puoi solo pensare di non ferirla appena ti vedrà?" Chiede mio padre alzandosi dal divano. Indietreggio creando ancora più distanza tra noi.
"Non lo so, vado a parlare con Jane, vediamo cosa ne penserà lei."Dico aprendo la porta e facendo segno a Liam di andare.
"Niall?" Dice mia madre e mi giro verso di lei. " Non fare niente che la farà diventare matta ti prego." Annuisco e chiudo la porta alle mie spalle.
A passo veloce arriviamo alla casa accanto. Suono il campanello e Jane ci apre stupita.
"Niall! Da quanto tempo tesoro! E tu sei...?" Dice Jane, Liam le porge la mano.
"Sono Liam Payne, piacere di conoscerla." Jane gli stringe la mano sorridendo.
"Allora, cosa ci fai qui Niall?" Mi domanda mentre entriamo in casa.
"Sai benissimo perché. Voglio sistemare le cose con Micol e il più presto possibile." Dico guardandola dritto negli occhi. Jane mi sorrise quasi sforzandosi.
"Niall, oggi Micol è tornata a casa con Aaron e-"Dice ma la interrompo.
"Aaron? Chi è? " Domando velocemente.
"Quando l'ultima volta te ne sei andato, lei non ce la faceva più, era sfinita e per settimane tutto ciò che mangiava lo rimetteva, ma un giorno una sua amica, Laura, l'ha invitata ad una festa. Micol mi ha raccontato tutto, mi ha raccontato, ad esempio, di come si sia preoccupato di lei perché non era a suo agio in in mezzo a quella gente. Dovevi sentirla mentre parlava di lui, era così felice, non la vedevo in quello stato da mesi." Dice Jane sorridendo.
"E quindi? Cos'è successo oggi?" Chiedo impaziente. L'idea di Micol con un altro ragazzo non mi piace per niente.
"Oggi è tornata a casa con lui, si tenevano per mano e mi hanno detto che si sono ufficialmente messi insieme, quindi Niall, te lo dico da madre di Micol: se lei adesso è felice, lasciala perdere okay? Ha sofferto troppo per te." Dice accarezzandomi il ginocchio, sin da bambino lo faceva per tranquillizzarmi, ma in questo momento questo gesto non fa altro che causarmi panico più totale.
"Jane, io devo incontrarla, ti prego." Insisto. Jane sbuffa con un'aria triste.
"Vieni stasera, lei voleva parlarti qualche giorno fa ma ha mai avuto il coraggio di scriverti." Dice con tono serio. Sorriso e la ringrazio mettendomi in ginocchio davanti a lei con le mani congiunte. Liam inizia a ridere per la scena così come Jane poco dopo.
Io e Liam più tardi andiamo a prenderci un caffè in un bar non tanto lontano da casa mia, e Liam mi parla di quanto sia la sua nuova ragazza, Sophia. Sinceramente all'inizio non mi piaceva particolarmente, non sorrideva mai ed era molto fredda nei nostri confronti, ma dopo qualche settimana è diventata più estroversa e ormai è diventata parte della nostra grande famiglia. Liam la ama davvero tanto e non ho mai visto persona più innamorata di lui. Liam più tardi decide di tornare a casa mia e farsi una doccia piuttosto che vedere una casa piena di lacrime e urla.
Quando finalmente è sera sento un po' di ansia farsi spazio dentro di me. Non voglio che stia male, mi è mancata così tanto e l'ultima volta non è stato facile per nessuno dei due lasciarci alle spalle quello che era successo. Qualcosa che le parole non possono descrivere.
Suono il campanello di casa sua e ad aprimi è suo fratello Lucas.
"Niall!" Mi abbraccia stretto a lui e lo prendo in braccio.
"Come stai Luke? Sei cresciuto parecchio dall'ultima volta." Gli chiedo scompigliandogli i capelli dolcemente.
"Perché mi chiami Luke?"
"Luke è più bello di Lucas, non credi?" Chiedo e Lucas inizia a ridere.
"Niall sei arrivato finalmente!" Dice Jane arrivando in salotto con in mano un piatto di biscotti. "Vuoi?" e accetto senza pensarci. I suoi biscotti sono sempre stati buonissimi ed è impossibile non prenderne un secondo.
"Micol dov'è?" Chiedo impaziente. Sento il panico su tutto il corpo e le mani iniziano a sudare.
"Uhm si è su, ora te la chiamo." Jane sale le scale e si dirige in camera di Micol e rimango solo con Lucas.
"Lo sai che mia sorella ha una cotta per te? Però non dirle che te l'ho detto io sennò si arrabbia e non mi compra più il gelato!" Mi dice Lucas a a bassa voce. Annuisco e gli faccio segno di mantenere il segreto.
Jane scende le scale velocemente facendomi un occhiolino e poi si dirige in cucina a passo svelto.
"Mamma ti ho sempre detto che la sera non voglio parlare con nessuno se non con Aaron!" Dice Micol dal piano di sopra. La sua voce meno acuta e più matura, inoltre non me la ricordavo e risentirla mi provoca una stretta molto forte allo stomaco.
"Micol scendi e non fare storie!" Urla Jane dalla cucina, sento Micol sbuffare per poi scendere le scale borbottando qualcosa.
Si ferma per guardare prima Lucas e poi me, si gira verso la finestra e guarda fuori. Noto nel riflesso che spalanca gli occhi e si volta verso di me rimanendo ferma ma con un leggero tremolio.
"Sorpresa!" Urla Lucas alzando le braccia e ridendo.
"Lucas vai in camera tua, fanno i tuoi cartoni animati preferiti." Dice Micol cercando di mantenere la calma.
È più bella del solito stasera con i suoi capelli raccolti in uno chignon disordinato e vestita con una canotta bianca e dei pantaloncini blu.
"Che ci fai qui?" Mi chiede con tono serio, senza un minimo accenno di emozione.
"Volevo vederti." Dico. Micol sbuffa e incrocia le braccia al petto.
"Dopo un anno che non ti sei fatto vivo? Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta vero? O ti sei dimenticato anche quello?" Mi chiede alzando la voce. Scuote la testa per poi andare in veranda e con un gesto della mano mi invita a seguirla.
"Non mi sono mai dimenticato cos'è successo l'ultima volta Micol, volevo vederti perché mi manchi. Dall'ultima volta io non ho fatto altro che cercarti, ma eri scomparsa nel nulla. Ogni volta che provavo a chiamarti non rispondevi e non mi rispondevi mai a ogni messaggio." Dico guardandola dritto negli occhi.
"Non sai come mi sono sentita io." Sussurra. Si siede sul divano e fissa il vuoto.
"Si, tua madre me l'ha detto e mi sento uno schifo per questo." Mi siedo accanto e lei guardandola attentamente. Voglio godermi di questo bellissimo panorama difronte a me dagli occhi verdi.
"Ti sei sentito con qualcun'altra? Dopo, sai, quel giorno." Dice timida. Scuoto la testa sorridendole.
"E tu invece?" Le chiedo e la sua pelle diventa di un colorito rosso.
"Uhm ho una storia con Aaron, ma non ci siamo appena messi insieme. Non so cosa succederà."Dice e fa spallucce. Mi guarda e mi accenna un sorriso.
"Sei bellissima." Le sussurro. Mi guarda attentamente per poi scendere lo sguardo sulle mie labbra.
"Niall, non voglio soffrire ancora, tu adesso ha molti altri amici e una vita molto migliore di quella che avevi prima, non capisco cosa ti abbia spinto a tornare qui e vedermi." Abbassa di nuovo lo sguardo verso il pavimento.
"Micol, sei sempre stata la cosa più importante per me, non ti lascerei andare via per nulla al mondo." Dico e mi abbraccia d'istinto. Mi stringe forte a sé mentre la sento singhiozzare.
"Hey, ti prego non piangere altrimenti qui diventa un lago perché potrei iniziare anche io." Le sussurro ridacchiando. Le accarezzo la schiena e lei i miei capelli.
" Mi sei mancato così tanto." Mi sussurra all'orecchio per poi accarezzarmi il dietro del collo delicatamente.
"Tu sei sempre stata nella mia mente, non ti ho mai dimenticata." Le dico e sento formarsi un sorriso sulle sue labbra.
Ritorneremo come prima, non l'ho ancora persa del tutto. |