Assassin's Creed:Connection di Dioni (/viewuser.php?uid=75011)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Duello e misteri. ***
Capitolo 3: *** Nuovi amici e vecchi nemici ***
Capitolo 4: *** Un nuovo membro per la squadra ***
Capitolo 5: *** Uno strano avvenimento prima parte ***
Capitolo 6: *** Uno strano avvenimento seconda parte ***
Capitolo 7: *** attacco al villaggio ***
Capitolo 8: *** Opinioni contrastanti ***
Capitolo 9: *** Il brigante ***
Capitolo 10: *** La voce della coscenza ***
Capitolo 11: *** Ricostruzione ***
Capitolo 12: *** La cosa giusta da fare ***
Capitolo 13: *** Discussione nel buio ***
Capitolo 14: *** Coloro che portano la croce ***
Capitolo 15: *** Partenza ***
Capitolo 16: *** Proposta indecente ***
Capitolo 17: *** Nelle terre di Omi ***
Capitolo 18: *** La confraternita ***
Capitolo 19: *** Festa con sorpresa,prima parte. ***
Capitolo 20: *** Festa con sorpresa,seconda parte ***
Capitolo 21: *** In soccorso di uno yokai. ***
Capitolo 22: *** Verso l'uscita ***
Capitolo 23: *** Fuori dalla montagna. ***
Capitolo 24: *** Nel buio della foresta,prima parte. ***
Capitolo 25: *** Nel buio della foresta,seconda parte. ***
Capitolo 26: *** Verità e discussioni. ***
Capitolo 27: *** Una mattina importante ***
Capitolo 28: *** Un giro al mercato ***
Capitolo 29: *** Combattendo tra i vicoli ***
Capitolo 30: *** Quel giorno alla festa ***
Capitolo 31: *** La battaglia del cortile,prima parte. ***
Capitolo 32: *** La battaglia del cortile,parte seconda. ***
Capitolo 33: *** Nota a tutti voi che mi seguite ***
Capitolo 34: *** Segreti innominabili ***
Capitolo 35: *** Provando ad andare d'accordo. ***
Capitolo 36: *** Un segreto tra le montagne ***
Capitolo 37: *** Sulle tracce di una pantera. ***
Capitolo 38: *** Falsa rivalità ***
Capitolo 39: *** Minaccia da occidente ***
Capitolo 40: *** Auguri di buon natale ***
Capitolo 41: *** Tra confusione e compagnia. ***
Capitolo 42: *** Una notte di ombre e sangue ***
Capitolo 43: *** Riunione notturna ***
Capitolo 44: *** Nella stanza di sotto ***
Capitolo 45: *** Il cane e la pantera ***
Capitolo 46: *** Pranzando con l'assassino ***
Capitolo 47: *** Nel castello del folle ***
Capitolo 48: *** L'ultima prova ***
Capitolo 49: *** La scala ***
Capitolo 50: *** Quando la croce incontrò il demonio,prima parte ***
Capitolo 51: *** Quando la croce incontrò il demonio,seconda parte. ***
Capitolo 52: *** Io te e lui. ***
Capitolo 1 *** Un incontro inaspettato ***
Neve,neve candida che scese dal cielo con eleganza indiscutibile,una
mattina d'inverno col cielo grigio.
Le montagne della zona si colorarono di un bianco immacolato,uno
spettacolo dalla bellezza divina.
Accanto alle montagne si trovava una foresta lussureggiante piena di
alberi sempreverdi ricoperti dal quel candido ed etereo bianco.
All'interno di essa vi era un essere soprannaturale dalla lunga chioma
argentata,una creatura particolare,indossava un kimono bianco dalle
ampie maniche accompagnato da degli hakama del medesimo
colore,stvaletti neri,una corazza nera,un obi giallo con qualche parte
blu e due katane al fianco destro.
Un essere dallo sguardo spietato e da un volto che portava un
espressione fredda e crudele,camminava silenzioso in mezzo agli alberi
fino a raggiungere una piccola radura dove nel mezzo si trova un fiume,
un luogo degno di un paradiso di ghiaccio.
Dall'altra parte delle foresta vi era un altro individuo dall'aspetto
intrigante,un uomo di mezza età con un pò di
barba che gli copriva il mento e la zona delle labbra,indossava dei
lunghi stivali in pelle coperti da degli schinieri in metallo,pantaloni
di pelle,parabraccia in metallo con delle aquile incise sopra,guanti in
pelle,una corazza d'acciaio,spallaccio sinistro in acciaio,una cappa
bianca che gli copriva il braccio sinistro,una cintura con una fibbia
con la forma di un particolare triangolo e in più un
cappuccio bianco che gli copriva la parte alta del volto senza
ostacolargli la vista.
Questo abbigliamento lo faceva passare inosservato come se fosse un
fantasma,la sua veste bianca si confondeva perfettamente con quella
neve facendolo diventare un tutt'uno con l'ambiente circostante,un
fantasma bianco in mezzo al bianco invernale.
Infine anche costui arrivò alla radura dentro il bosco,vide
il fiume in lontananza e si mosse verso di esso.
- Ah Leonardo,magari fossi qui a vedere questo splendido
paesaggio,avresti fatto un altro dei tuoi dipinti,forse bello quanto al
gioconda.
Si mise a sorridere al pensiero del suo amico,nonchè l'uomo
che oggi viene considerato il genio del rinascimento,Leonardo da Vinci.
Mentre l'umano si avvicinava al fiume,lo yokai si sedette con la
schiena appoggiata ad un albero,venne raggiunto da altre due figure, il
primo era un piccolo esserino verdognolo,indossava un Kimono marrone
con un copricapo a punta sulla testa e un bastone che alla cima aveva
due teste intagliate nel legno,una quella di un vecchio e l'altra
quella di una donna.
L'altra figura invece era una bambina dai lunghi capelli neri,portava
un kimono a quadri bianchi e arancioni e una piccolo ciuffo che si
trovava sui capelli davanti.
- Padron Sesshomaru,finalmente l'abbiamo trovata,e da un pò
che la stavamo cercando.
Al suono di quella voce non si mosse per niente,probabilmente non gli
importava molto di lui.
- Signor Sesshomaru.
Ma quando parlò la bambina spostò subito il suo
sguardo su di lei.
- Posso andare a giocare con la neve?
Sesshomaru raddrizzò lo sguardo dritto davanti a lui.
- Jaken.
- Si mio signore?
- Seguila e fai in modo che non gli accada niente.
- Come vuole lei.
Intervenne Rin.
- Grazie signor Sesshomaru.
La bambina si avvicinò ancor di più allo yokai e
gli diede un bacio su una guancia per poi correre verso il fiume.
Rin correva in tutta fretta sotto quello spettacolo di neve,il povero
jaken faceva fatica a star dietro ad una Rin così
euforica,la bambina si buttò in mezzo alla neve come se si
stesse tuffando in un grande mare bianco e freddo.
Rin si rialzò subito da terra pronta a ripetere quello
strano gioco che piaceva a lei,si rialzò e si
preparò di nuovo alla corsa,ma appena mosse i piedi per
ricominciare a correre si bloccò immediatamente,c'erano due
motivi per quel gesto.
Il primo e che davanti a lei si trovava il fiume e che quindi non
sarebbe stato saggio attraversarlo.
Il secondo motivo invece era ben più serio di questo,le
sembrò di vedere una figura che sedeva dall'altra sponda del
fiume,non riusciva a vedere bene chi o cos'era, più
osservava quella figura più la paura in lei cresceva.
L'uomo incappucciato si trovava dall'altra parte del fiume,mentre era
intento ad abbeverarsi alle sue sponde qualcosa lo fermò,
dall'altra parte del fiume vide un piccoletto verde e una bambina con
una veste appartenente ad una moda a lui sconosciuta.
- Una bambina? che ci fa una bambina in posto del genere? e che diavolo
e quella cosetta verdognola?
L'umano rimase li a guardare le due figure dall'altra parte del
fiume,il suo viaggio doveva continuare,non poteva perdere tempo
prezioso.
Si alzò da terra non più intento ad
abbeverarsi,mosse la mano destra verso un sacchetto bianco, ne estrasse
il contenuto ponendolo davanti a lui con il braccio teso.
Teneva in mano uno strano oggetto,assomigliava ad una sfera ed era
percorsa da curiose striscie luminescenti che percorrevano tutt'attorno
all'oggetto,l'umano strinse a se quello oggetto misterioso facendo
sprigionare una luce che fuoriusciva dalla sfera.
Davanti a lui comparve un piccolo ponte di ghiaccio che stava poco al
di sopra del fiume,l'uomo ci passò sopra con naturalezza e
senza stupirsi di quello che era appena accaduto.
La bambina vedeva l'uomo avvicinarsi sempre di più all'altra
sponda del fiume,cominciò a crescere dentro di lei una certa
inquetudine nel vedere quell'uomo misterioso venire dalla sua parte,la
piccola Rin si nascose dietro il piccolo esserino verde in cerca di
riparo.
- Maledizione,devo proteggere la piccola Rin,ho il padrone mi
ucciderà.
Pensò Jaken alla vista di quell'umano incappucciato.
- Fermo là.
Al sentire quella voce gracchiante l'umano si fermo,non tanto per le
parole dette (apparte il fatto che non conosceva il giapponese), ma per
il fatto che davati a esso si trovava un piccolo mostriciattolo
verdognolo,non sembrava per niente umano e questa cosa lo aveva
spiazzato.
- Io sono Jaken il servo del sommo Sesshomaru,lo seguo in ogni sua
avventura e nessuno ancora oggi mi ha sconfitto.
Detto questo il piccolo essere verde fece delle risate per darsi un
pò di arie,lo straniero non sembrava molto impaurito da lui.
Non capendo una sola parola di quello che gli aveva detto,l'umano gli
fece un sorriso beffardo quasi volesse prenderlo in giro,anche se in
realtà non era sua intenzione.
- Jaken.
Disse la bambina con il sorriso sulle labbra.
- Si Rin.
- Non sembra cattivo,forse vuole solo passare.
Jaken si voltò verso Rin.
- Non dire stupidaggini,e ovvio che lui e qui per scontrarsi con il
padron Sesshomaru,forse e una specie di monaco che pensa di poterlo
uccidere come niente,che illuso.
Finita la frase Jaken cominciò a muovere il suo Nintojo a
destra e manca e nello stesso tempo urlare come un forsennato nel
tentativo di spaventare lo straniero.
L'incappuciato però smise di sorridere e guardò
negli occhi Jaken,non gli andava più di perdere tempo con
quello strano essere.
- Scusa piccoletto,ma ora dovrei passare...ho...una cosa da fare.
Jaken non finiva più di muovere caoticamente la sua arma,
per l'umano era troppo,non poteva più.
- Te la sei cercata.
Detto questo rimise la sfera luminosa nel sacchetto,allungò
il braccio sinistro tenendolo rigido davanti a lui e facendo il pugno,
con la mano destra prese la parte dell'avambracciò
più vicina al polso,un tocco leggero e poi si
sentì un fortissimo rumore molto simile a quello di un arma
da fuoco.
Le due teste del bastone appartenente a Jaken vennero distrutte,l'unica
cosa che rimaneva di quel bastone era un manico senza più
nessun valore.
L'essere verdognolo rimase con la bocca aperta,(per l'esatezza sarebbe
un becco),la sua arma era stata distrutta e ora era alla merce dello
straniero.
L'umano si avvicinò ai due con aria seria,la mano destra
aveva lasciato l'avambraccio sinitro per poi rimettere la cappa sul
braccio sinistro che si era spostata al momento dell'irrigidamento del
braccio.
- Per favore,fatemi passare.
All'improvviso Jaken lo attaccò con il manico di legno,mossa
inutile visto che l'umano lo contrattaccò prendendo al volo
quell'inutile pezzo di legno,glielo strappò di mano e poi lo
colpi in testa col suo stesso pezzo di legno,un banale disarmo fatto da
un professionista del corpo a corpo,con il manico ancora in mano diede
un ultima botta al becco del debole Jaken che venne buttato nel fiume
ghiacciato come niente.
La povera Rin era impaurita da quello che era successo al suo piccolo
amico verde,l'uomo buttò via il bastone rotto si
avvicinò alla bambina con passo lento e tranquillo,non aveva
intenzioni di spaventarla a morte,anzi,voleva rassicurarla e
fargli capire che era una brava persona,non voleva fargli alcun male.
- Ehi piccola.
Rin indietreggiò per paura di essere presa tra le grinfie
dello straniero, il cappuccio che portava in testa impediva alla
bambina di vedere negli occhi l'uomo che aveva di fronte.
- Va bene,calma,mi fermo,non scappare.
L'uomo incappucciato faceva dei semplici segni con le mani per calmarla.
- Mi capisci?...Parli italiano?
Rin non mosse un muscolo a quella domanda,non capiva niente di quello
che diceva lo straniero.
Era rimasta li ferma ad osservarlo,non le sembrava che quell'uomo fosse
cattivo,anzi,lei sapeva che se fosse stato cattivo l'avrebbe
già attaccata,ma lei non si preoccupava anche
perchè sapeva che Sesshomaru avrebbe sentito anche il suo
più piccolo sospiro nonostante lui fosse molto lontano da
lei.
- Che stupido...si vede lontano miglia che non parli la mia lingua.
Lo straniero sorrise alla bambina incurante del fatto di non poter
comunicare al meglio quello che voleva dirle,ma all'improvviso gli
venne in mente un idea,aprì completamente la mano destra e
se la mise sul petto.
Ezio...io...mi chiamo...Ezio.
Con la stessa mano indicò la bambina.
- Tu...nome....qual'è tuo nome.
La bambina fece fatica a comprendere quello che le diceva lo
straniero,alla fine intuì quello che voleva dirgli e anche
lei cominciò a parlare.
- RIN.
lo urlò dalla felicità per il solo fatto di aver
detto qualcosa a quell'uomo.
Rin?...e un bel nome per una bambina così carina.
Ezio guardò ciò che c'era dietro la
bambina,l'altra sponda del fiume.
- Ora devo andare piccola,ci vediamo.
L'uomo salutò la bambina con la mano e fece il primo passo
per inccaminarsi sulla sua strada, poi il secondo e così via
fino ad arrivare all'altra sponda,continuava a camminare in quella
grande radura all'interno della foresta bianca.
Intanto la bambina vide il piccolo demone verde che tornava sulla
riva e lo andò a riprendere poichè dopo
quella botta era stato fortemente stordito, lo trascinava verso il suo
demoniaco signore.
Ezio si spingeva sempre più lontano dal fiume,la neve si
posava su tutto il suo corpo appesantendo le sue protezioni in
metallo,non era facile camminare con tutta quella neve che sendeva,per
lui ormai sembrava che i problemi fossero passati,ma proprio quando il
suo viaggio era tornato alla tranquillità vide qualcosa di
insolito,quasi fosse un sogno.
Dinanzi a lui c'era un ragazzo dai lunghi capelli argentati e dalle
vesti sopraffine appoggiato ad un albero,Ezio credeva che fosse un
miraggio dovuto alla neve che passava velocemente davanti a suoi occhi.
Anche Sesshomaru notò qualcosa di anormale in mezzo alla
neve,un uomo vestito di bianco con molte protezioni in acciaio e un
cappuccio sopra la testa,non riusciva a vederlo negli occhi,cosa assai
normale per chi non conosceva gente come Ezio.
Lo yokai si tolse dall'albero fissandò l'umano che aveva
davanti a lui,non mostrava segni particolari come agitazione o
paura,Ezio era una statua,impassibile e senza mostrare un movimento
sbagliato o una minima intenzione di combattere.
Anche Ezio rimase all'erta,non sapeva che tipo di creatura si trovasse
davanti,non aveva mai visto un essere meno umano di quello,non poteva
sapere che quello che aveva di fronte non era un umano,era uno yokai.
In quel momento,da molto lontano si intravedeva la piccola Rin che
trascinava Jaken con tutte le energie che aveva in corpo,si avvicinava
sempre di più alle due maestose figure che si guardavano
come se davanti a loro ci fosse il loro prossimo avversario.
La neve continuava a scendere coprendo i due guerrieri,ma a nessuno dei
due importava realmente,ciò che contava e capire chi
avessero davanti.
Sesshomaru mosse adagio la mano destra sul manico della spada,oramai
aveva fatto la sua decisione e non sarebbe tornato indietro,Anche Ezio
si stava preparando allo scontro,era rilassato e all'apparenza sembrava
che non tenesse armi con se,ma a differenza dello Yokai lui non aveva
bisogno di mostrare le sue armi personali all'essere che aveva
davanti,non ne avrebbe tratto alcun vantaggio ad impugnare una
spada...almeno in quel momento.
La tensione era alle stelle,la carica combattiva a mille, la
concentrazione era massima,a quel punto tutto poteva essere possibile e
solo la neve avrebbe potuto sapere che cosa sarebbe accaduto in quel
momento,solo la neve sapeva chi dei due sarebbe stao il migliore,solo
la neve poteva sapere chi avrebbe tinto il bianco di rosso...rosso
sangue.
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Capitolo 2 *** Duello e misteri. ***
La neve continuava a cadere,ma per loro due era come se il tempo si
fosse fermato,anzi,non esisteva nemmeno,erano entrati in un mondo che
apparteneva soltanto a loro.
Il mondo che li circondava era come se fosse scomparso,nelle loro menti
c'erano soltanto loro due,un Dayokai e un umano,in quel momento si
stavano preparando allo scontro,non sapevano il motivo,ma dovevano
combattere.
I loro sguardi erano di fuoco,i loro muscoli pronti all'azione,le loro
menti elaboravano mosse e strategie di combattimento, in poche parole
si stavano preparando a un grande scontro.
La piccola Rin rimase a fissare i due provando un senso di
curiosità che legava alla loro immobilità,ad un
certo punto Rin cominciò a sentire qualcosa nelle
narici,chiuse gli occhi,aprì la bocca aspirando
ossigeno,fece indietreggiare la testa e poi accadde
l'inevitabile....starnutì.
Nell'esatto momento in cui la bambina emise quello starnuto i due
guerrieri si erano risvegliati dal loro mondo immaginario e tornarono
con la mente a quello reale,era giunto il momento,dovevano far
scontrare le armi,involontariamente Rin aveva dato il segnale per
iniziare a combattere.
I due guerrieri si mossero a vicenda e in meno di mezzo secondo le loro
armi si erano scontrate,Sesshomaru usava la sua spada,Bakusaiga,mentre
Ezio usava delle armi davvero particolari,due lunghe lame d'acciaio
sottili come un foglio che passavano sotto i polsi dell'incappuciato.
Entrambi cominciarono a far forza l'uno verso l'altro,Sesshomaru non
riusciva a capire come Bakusaiga fosse stata fermata da quelle che ha
prima vista sembravano due semplici pezzi di metallo umano,la cosa lo
stupiva e di certo non era il tipo che si impressionava facilmente.
Sesshomaru stava avendo la meglio sullo scontro fisico,essendo un
dayokai il suo fisico gli permetteva di raggiungere una forza
sovraumana,ma anche Ezio aveva i suoi vantaggi,a lui non serviva la
forza bruta per vincere,lui usava sia la testa sia le
sue...abilità nel trarre in inganno il suo avversario,a
differenza di Sesshomaru non sentiva il bisogno di giocare pulito,non
aveva l'obbligo di combattere lealmente.
Lo Yokai spingeva Ezio che era costretto a piegarsi con la schiena per
non cedere alla spada del suo avversario,l'umano doveva pensare in
fretta se voleva salvarsi la vita.
- Diamine,costui ha la forza di un toro.
Ezio si piegava sempre di più e tra poco tempo avrebbe
subito il colpo di bakusaiga.
- E va bene,se non posso batterlo lealmente userò le mie
abilità.
L'umano si fece forza e cercò di arrestrare il colpo dello
Yokai.
- le mie abilità...di ASSASSINO.
Con sforzo immane si spostò a sinistra con la schiena ancora
curva e muovendo le lame a destra facendo scivolare il filo della
katana sulle lame da polso di Ezio, Sesshomaru utilizzò
tanta di quella forza nel tenatativo di uccidere Ezio che quando il
filo della spada scivolò sulle lame il colpo era divenuto
incontrollabile e il colpo venne deviato in basso a sinistra.
Ora in vantaggio si trovava Ezio che pur non avendo la forza e la
velocità di Sesshomaru possedeva agilità e
astuzia,non che Sesshomaru fosse stupido,ma a differenza di Ezio
Sesshomaru combatteva lealmente senza nascondere nulla al proprio
avversario.
Ezio si raddrizzò con la schiena e subito dopo mise in
avanti il braccio sinistro irrigidendolo,Sesshomaru era girato di
spalle mentre cercava di ricomporsi e ritrovare la sua posizione di
lotta,per far questo però si dovette girare verso l'umano il
più in fretta possibile.
Si girò velocemente,ma non abbastanza per prevedere quello
che stava per succedere,Ezio teneva il braccio dritto davanti a lui
puntando verso lo Yokai,con un veloce movimento dei muscoli che si
trovavano dal gomito al polso avevano similuto la stessa azione che
fece Ezio quando mise la mano destra vicino al polso,un rumore simile
ad uno sparo da arma da fuoco millecinquecentesca si sentì
in quel momento.
Sesshomaru stava vedendo quello che stava accadendo ad un
velocità superiore a quella di un comune mortale,in quel
brevissimo spazio di tempo che gli era a disposizione vide qualcosa
sotto la manica sinistra di Ezio,uno strano cerchio di metallo dalla
quale si sprigionò un piccolissima luce bianca seguita dalla
fuoriuscita di una biglia di metallo grande quanto a testa di miyoga,in
quel momento capì che cosa gli stava venendo incontro,un
proiettile,già una volta si era ritrovato contro delle armi
da fuoco,ma quelle che affrontò lui non erano armi
sofisticato come quella di Ezio,(per chi non lo sapesse o non se lo
ricordasse andate a vedere episodio 133 e 134).
La mortale sfera di ferro si avvicinava sempre di più allo
yokai ormai preparato a deviare quel colpo,nella sua mano destra stava
accadendo qualcosa di strano,gli artigli dell'idince e del medio si
erano colorati di un verde chiarissimo,quasi fosforescente,le due dita
rimangono ferme e rilassate in attesa del proiettile.
Il proiettile si avvicina sempre di più,di
più,di più,ancora più vicino....in
quel preciso istante,iniziò il contrattacco.
- Frusta di luce.
Un lungo fascio di luce venne proiettato dalle due dita scelte per fare
quella tecnica,un veloce movimento della mano e il fascio lucente
distrusse il proiettile senza il più piccolo sforzo,anche
stavolta un arma da fuoco aveva fallito contro il veleno dello yokai.
Ezio abbassò il braccio sbalordito non solo dalla deviazione
del proiettile,ma anche dalla velocitò di esecuzione del
contrattacco dello yokai,quelli che per Sesshomaru erano poco
più di cinque secondi per Ezio ne era passato solo
mezzò secondo dallo sparo al colpo deviato,era la prima
volta che si trovava davanti ad un avversario del genere,Nella sua
mente cominciavano a formarsi delle domande.
- Ma come diavolo a fatto a bloccare un proiettile ? La pistola celata
e in grado di penetrare qualsiasi armatura,eppure lui ha deviato il
proiettile come niente,e poi quella ambigua striscia verde che ho visto
a malapena con la quale ha deviato il mio colpo...questo essere non ha
nulla di umano.
con questi pensieri nella testa Ezio abbassò la testa
rivolgendo lo sguardo verso il sacchetto bianco per poi tornare con lo
sguardo verso Sesshomaru.
- E se anche lui fosse....no,non credo...comunque meglio stare in
guardia,potrebbe avere in serbo qualche altra sorpresa.
Anche Sesshomaru stava facendo degli strani pensieri rivolti verso
l'italiano.
- Non riesco a crederci,è la prima volta che mi capita un
avversario simile,egli e umano eppure riesce a tenermi testa quasi come
se nulla fosse,Naraku e morto da tempo e non credo che centri qualcosa
con lui,che sia un monaco? No,impossibile,se fosse stato un monaco
avrebbe recitato qualche formula magica oppure mi avrebbe
attaccò con armi benedette e lui non ha nulla del genere,la
sua aura e diversa da tutte quelle che ho già sentito in
passato,c'è qualcosa che non mi convince,meglio stare in
guardia contro questo straniero.
I due rimasero perfettamente fermi nello scrutarsi l'un l'altro,nessuno
dei due era riuscito ad aver la meglio sull'altro,nessuno dei due era
disposto ad arrendersi.
Nessuno dei due mostrava segni di stanchezza e quindi potevano ancora
combattere per molto tempo,ma non si erano accorti di un piccolo e
tenero esserino che guardava spaventato la lotta...la piccola Rin.
La bambina mise a terra il povero Jaken ancora stordito per la botta di
prima,era completamente intontito e parlava a vanvera.
- Padron Sesshomaru...dove siete?...Jaken vede tante stelline che gli
girano intorno alla testa.
Il povero Jaken era delirante e ci sarebbe voluto un pò di
tempo prima che si fosse ripreso completamente,presto il suo piccolo
corpo sarebbe stato sommerso dalla fredda neve che ancora scendeva
velocemente dal cielo.
Rin guardava le due maestose figure con la paura negli occhi,era
terrorrizata dal fatto che uno dei due potesse morire in questo duello
inutile e senza senso.
- Non è giusto,perchè devono combattere?...io non
voglio.
Rin cominciò a correre verso i due combattenti con tutte le
forze che aveva a disposizione, le sue gambe non erano di certo quelle
di una scattista,ma se si trattava di qualcuno che voleva bene avrebbe
corso alla velocità del vento,o almeno avrebbe cercato di
avvicinarsi a quella velocità.
- Pandron Sesshomaru...Ezio,fermatevi.
Mentre la bambina si avvicinava ai duellanti cominciò a
sentire qualcosa che le veniva da dentro,una pulsazione,lenta e
costante,però lei non si era fermata a controllare che
cos'era e andò avanti comunque.
Ezio e Sesshomaru si stavano preparando all'attacco finale che avrebbe
dovuto mettere fine alla vita del loro avversario,si misero in
posizione,si guardarono un attimo...e poi...cominciarono a correre
l'uno incontro all'altro,Entrambi si prepararono al colpo
decisivo che avrebbe decretato il vincitore.
Rin si avvicinava sempre di più ai due sfidanti ormai
prossimi allo scontro.
- Per favore,smettetela,finitela,vi supplico.
Era arrivata in mezzo al punto in cui Ezio e Sesshomaru si sarebbero
colpiti a vicenda decretando il vincitore dello scontro,all'improvviso
però Rin senti una strana senzazione dentro di lei,qualcosa
di profondo,qualcosa di imspiegabile...qualcosa di potente e
sconosciuto,Dentro di lei sentì una pulsazione
così potente che a malapena riusciva a controllare.
I due si avvicinavano sempre di più,in quei piccoli istanti
prima dello scontro accaddero molte cose di irrilevante importanza,il
lento scroscio del fiume,il cielo grigio scuro,la neve candida che
ricopriva ogni cosa,nessuna di queste cose era rilevante in quel
momento,ciò che più contava in quel momento era
impedire che quei due si facessero male,era li in mezzo senza sapere
che cosa fare.
Sesshomaru vide la bambina davanti a lui con occhi impauriti e
sull'orlo delle lacrime.
- Togliti Rin.
Dall'altra parte invece Ezio teneva pronte le lame celate che sarebbero
sbucate da sotto i polsi,anche lui notò la piccola Rin
davanti a lui.
- Spostati bambina e pericoloso.
Rin rimaneva li,ferma e convinta di dover far cessare quell'inutile
duello.
Sesshomaru mosse Bakusaiga portandola sopra la testa in attesa che
l'umano si avvicinasse abbastanza da poter essere colpito con un
fendente portato verso il basso che l'avrebbe sicuramente ucciso,Ezio
invece spiccò un salto in direzione dello yokai e portando
il braccio sinistro sopra la sua testa con il palmo della mano rivolto
in alto estrasse una delle lame celate,la sua intenzione era quella di
atterrare sul petto di Sesshomaru,farlo cadere per via della forza del
salto che avrebbe subito al momento dell'impatto e infine infilargli la
lama nella gola uccidendolo quando quest'ultimo fosse caduto a terra.
Per entrambi era arrivato il momento decisivo,separati dalla piccola
Rin e qualche metro di distanza l'uno dall'altro,passo dopo
passo,centimetro dopo centimetro,nessuno dei due poteva più
tornare indietro...nessuno dei due era in grado di capire chi avesse
avuto più probabilità di affondare il colpo prima
del proprio avversario,ciò che era certo e che entrambi
avrebbero usato tutta la loro volontà per vincere quel
titanico scontro.
Ezio saltò in direzione dello Yokai e Sesshomaru
abbassò velocemente la spada,ormai la disgrazia sarebbe
stata inevitabile,ma in quel preciso istante accadde qualcosa di
strano...e stavolta centrava con Rin,in lei si sentì un
ultima pulsazione,ma questa qua era fortissima,non sarebbe riuscita
controllare quella strana cosa che si era fatta strada dentro di lei.
- Cos'è questa cosa? Non mi piace,mi sento strana.
Rin non riusciva più a trattenersi,chiuse gli occhi facendo
scendere due calde lacrime colme di preoccupazzione,e proprio in quel
momento sentì qualcosa rompersi,un ultima pulsazione si fece
sentire in tutto il corpo,era una senzazione indescrivibile e allo
stesso tempo molto potente.
- basta,smettetela.
Ed ecco infine,un evento inaspettato...Rin mise tutta la forza che gli
era in corpo per fermarli.
- BAAAASTAAAAAAAAA.
Dal corpo di Rin fuoriuscì una pulsazione
così potente da essere uscità dal suo piccolo
corpo e provocare un onda d'urto dalla grande potenza si
abbattè sia sull'umano che sullo yokai.
I due erano arrivati al punto in cui sarebbe stato deciso chi fosse il
vincitore,ma in quel momento nessuno avrebbè saputo chi
avesse vinto se i colpi fossero andati a segno,ma non andò
così.
Ezio e Sesshomaru furono travolti da una forza immensa e lanciati via
l'uno lontano dall'altro,entrambi stavano per sbattere gravosamente a
terra ma accadde qualcosa di strano,entrambi si bloccarono a pochi
centimetri dal terreno,qualcosa li teneva sospesi a mezz'aria senza che
loro potessero fare niente per impedirlo,provarono a muoversi
ma era tutto inutile,si guardarono attorno per capire
qualcosa e ciò che videro fu impressionante,sui loro corpi
si trovavano delle linee che percorrevano tutto il corpo e che
sprigionavano una luce dall'aspetto artificiale,le stesse luci che
emetteva la sfera in possesso di Ezio,fu proprio ques'tultimo a capire
che cosa stava accadendo.
- La bambina,deve essere stata lei a causare questo,ma come ci
è riuscita?
All'improvviso Ezio sgranò gli occhi.
- Possibile che lei sia...appenna potrò liberarmi
cercherò di comunicare con entrambi,magari riesco a calmare
quello strano essere di forma umana.
Dall'altra parte invece Sesshomaru cercava di capire quello che era
accaduto,non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo,era la prima
volta che gli capitava una cosa simile.
- Cos'è successo? Non riesco a muovermi e non capisco cosa
abbia fatto Rin,forse la presenza dell'umano potrebbe coincidere con
quello che è appena successo,appena mi libererò
proverò a parlarci,anche se preferirei evitare di chiedere
spiegazioni ad un umano.
In quello stesso momento,a metà tra la distanza che divideva
l'umano dallo yokai vi era Rin ancora in piedi e con gli occhi ancora
chiusi,le due lacrime erano cadute e non altre erano scese dai suoi
occhi,riaprì gli occhi molto lentamente quasi non fosse
nemmeno lei ad aprire le palpebre,ho per meglio dire,non sembrava lei
quando le aprì.
Quando gli occhi si aprirono completamente mostrarono qualcosa di
nuovo,in quello stesso istante i due combattenti erano caduti al
suolo,l'effetto dell'onda d'urto su di loro era finito e quindi
recuperarono lentamente le facoltà motorie,i loro corpi
erano intorpidi e facevano fatica a muoversi,ma si rialzarono e si
tirarono su come veri guerrieri,si vedeva lontano miglia che entrambi
avevano la pellaccia dura.
Si rimisero in piedi e osservarono la bambina che si trovava di fronte
a loro,da lontano videro qualcosa di strano,nella zona degli
occhi,erano lontani per capire quello che succedeva,ma ciò
che videro era inspiegabile,dai loro posti videro due piccole luci dai
contorni rotondi e molto potenti,sembravano due piccole luci
abbaglianti che oltrepassavano la neve che scendeva velocemente e che
ostacolava anche lo sguardo più potente,la bambina si
girò in direzione dello Yokai,Sesshomaru si dovette riparare
gli occhi con una mano poichè le luci gli abbagliavano gli
occhi.
Cercò di capire che stava succedendo e all'improvviso gli
venne in mette un idea per lui assurda,sgranò gli occhi a
quel pensiero assurdò,le due luci che gli venivano incotro
erano proiettate dagli occhi della piccola Rin,per quanto assurdo fosse
una cosa simile aveva indovinato,era rin a proiettare quelle luci
potentissime.
- Yokai.
La voce veniva in direzione di Rin,ma a differenza della bambina questa
voce era quella di una donna adulta,non di una bambina.
- Cosa?
- Hai capito bene,Yokai,non e questo il nome della tua razza in questa
parte del mondo?
- Tu non sei Rin.
- Rin? Ti riferisci a questa bambina? Esatto,io non sono lei,d'altronde
come potrei essere lei se io sono venuta prima di te,o per meglio
dire,sono venuta prima della tua razza,so cosa siete...e non siete
ciò che voi pensate.
La bambina si girò in direzione di Ezio,puntò il
suo sguardo abbagliante contro l'assassino,i suoi occhi lucenti
avrebbero accecato anche gli occhi dell'umano,ma proprio come
Sesshomaru anche Ezio aveva le sue capacità,e non era nulla
di magico,si concentrò su i suoi occhi,passò
mezzo secondo, e infine si attivò il suo potere e non ci fu
bisogno di coprirsi gli occhi per contrastare quel potente bagliore.
Il mondo attorno a lui era diventato nero e tutto ciò che
aveva un contorno,una forma ecc veniva difficile identificare se questa
non'era di una certa importanza,le potenti luci proiettati dagli occhi
di Rin erano scomparse e in lontananza si videro due cerchi bianchi e
un traccia luminosa dorata sul nero corpo di Rin.
- Profeta.
Disse la voce Adulta rivolgendosi ad Ezio.
- Tu?
- Si,io,credevo di averti detto che il tuo compito era finito,eppure tu
ti spingi a cercare risposte che non devono essere ,non per il momento.
- Sono alla ricerca della conoscienza,sono qui per la saggezza perduta
dei nostri antenati,non so che posto sia questo.
L'umano tocca la sfera riposta nel sacchetto.
- E stata lei a condurmi fin qui,anche se non so come ci sono
finito,intendo rimanere qui.
- Fa come ti pare,ma ricorda profeta,anche qui vi sono coloro che
portano la croce,ma ci sono anche coloro che ti aiuteranno nella tua
causa,molto presto ti troveranno,ora va.
- Aspetta.
Disse Ezio allungando il braccio in direzione della bambina.
- Per ora e tutto,arrivederci.
La voce sconosciuta scomparve e la bambina di cui aveva preso possesso
perse la sua vista dalla luce abbagliante e riprese i suoi occhi
naturali,poco a poco cominciò a riprendere le sue funzioni
motorie e la sua attività celebrale ricominciò a
funzionare come prima,lei si guardò attorno per capire
cos'era successo e tutto ciò che si sentiva dentro era un
gran vuoto...un vuoto accompagnato dalla paura.
- Cos'è successo?Non ricordo nulla.
All'improvviso gli sorge un dubbio.
- Dov'è il signor Sesshomaru?
Rin si girò indietro e vide in lontananza il suo signore.
- SIGNOR SESSHOMARU.
Cominciò a correre verso lo yokai con tutta la forza che
aveva nelle gambe per poter riabbracciare il suo signore e sentirsi al
sicuro tra le braccia del suo signore,correva a più non
posso verso l'unica creatura che avrebbe potuto rassicurarla.
- Signor Sesshomaru.
- Rin.
La bambina arrivò di fronte a Sesshomaru e fu
così grande la sua gioia nell'averlo davanti che gli
saltò addosso a braccia aperte,da parte sua Sesshomaru
abbracciò la bambina pur mantenendo una freddezza apparente
ma senza nascondere il fatto che voleva farle sapere per mezzo della
sua stretta che in quel momento era al sicuro da qualsiasi cosa.
- Stai bene Rin?
- Si,credo...Signor Sesshomaru.
- Dimmi
- Io...io.
La bambina scoppiò in lacrime alla vista degli occhi dello
Yokai che trasmettevano forza e sicurezza che lei sentiva dentro il suo
signore.
- Ho avuto paura...tanta paura.
Rin non smetteva più di piangere per il terrore provato in
quegli istanti,Sesshomaru le prese la testa e gli la mise sul suo petto.
- Calmati Rin,adesso ci sono io qui.
Lo yokai gli accarezzava la testa in segno di affetto e protezione,poi
la mise a terra.
- Vado a parlare con lo straniero,tu rimani qui.
- D'accordo.
Disse Rin con tono un pò triste,in quel momento non voleva
stare da sola,aveva bisogno del suo signore,aveva bisogno di stare al
sicuro.
Sesshomaru si incamminò verso lo straniero con passo lento
ma deciso,da uando era arrivato quello straniero erano sucesso troppe
stranezze,voleva delle risposte e le avrebbe avute...in un modo o
nell'altro.
Ezio invece usava ancora la sua particolare vista,vide in lontananza la
nera figura dello yokai con una traccia luminosa colorata di blu.
- Blu...in questo caso ci vado a parlare.
Detto questo Ezio smise di usare la sua abilità personale e
tornò a utilizzare la sua normale vista da umano,anche lui
si mosse in direzione dello Yokai con passo lento e calmo.
Tutto sembrò andare per il verso giusto,ma poi
all'improvviso accadde qualcosa.
- Sesshomaru,dove sei dannato.
A sentire quella voce Ezio cominciò a pensare.
- Sta arrivando qualcun'altro,meglio andarsene.
Ezio cominciò a correre verso la foresta facendosi notare da
Sesshomaru che lo stava seguendo con lo sguardo.
- Dove ti sei nascosto?.
La voce si fece di nuovo sentire ed era accompagnata da qualcuno che
presto si fece vedere dallo Yokai.
Dagli alberi uscì fuori un ragazzo dai lunghi capelli
bianchi,con due orecchie da cani sulla testa,degli abiti rossi dalle
maniche larghe e gli hakama con un effetto palloncino nella parte bassa
e per finire una katana dal fodero nero e il manico rovinato.
- Ah eccoti qui.
Disse il ragazzo rivolgendosi a Sesshomaru.
- Inuyasha,cosa vuoi da me?
- Ero nei paraggi e ho sentito dei rumori di battaglia,per non parlare
di quell'aura spaventosa di prima...e se non mi sbaglio ho sentito
qualcuno gridare.
Lo yokai rimaneva in silenzio senza dare una risposta al fratellastro
minore.
- Quell'urlo era di Rin,vero?
- Non'è una faccenda che ti riguarda,e poi perchè
ti interessa così tanto?
- Perchè? Come non ne sai nulla?
- Di che parli?
- Alcuni villaggi nelle vicinanze sono stati attaccati da brigati e
banditi.
- E allora?
- Gira voce che negli attacchi erano coinvolti anche dei demoni di
basso rango guidati da uno Yokai dalle vesti particolari.
- Non ho ancora capito cosa possa centrare con me.
- Volevo sapere se tu ne sapessi qualcosa in più di me.
- Non ne so nulla.
Sesshomaru si girò in direzione di Rin e si mise in cammino
nella sua direzione.
- Rin.
- Si signor Sesshomaru.
- Prendi Jaken,c'è ne andiamo.
- Si.
La bambina corse a prendere il Kappa,lo prese,lo mi se sulle spalle
come un sacco di patate e se lo portò dietro.
Inuyasha rimase ad osservare il fratello mentre quest'ultimo se ne
andava con la solita freddezza degna di un iceberg,lo vide andarse
nella direzione del fiume in cui l'acqua continuava il suo percorso.
- Ma tu guarda che tipo.
DEtto questo Inuyasha se ne tornò indietro diretto verso la
foresta innevata,si addentrò in mezzo agli alberi e
continuò per la sua strada.
- Meglio tornare al villaggio,forse gli altri hanno nuove informazioni.
Mentre pronunciava queste parole un altra figura si trovava a qualche
albero di distanza da lui,l'umano incappucciato aveva sentito quelle
parole e le aveva tradotta alla perfezione,una cosa per niente normale.
- Aspetto un momento,sbaglio ho quello che ho sentito era in
italiano...forse l'onda d'urto di prima mi ha fatto qualcosa di
particolare,in ogni caso ora capisco la lingua di queste terre,non
sarà un problema orientarmi da queste parti,ora mi serve un
posto dove passare la notte,meglio seguire quel ragazzo, se non sbaglio
ha parlato di un villaggio.
L'italiano cominciò a seguire Inuyasha rimanendo distante da
lui ma senza esagerare o se ne no avrebbe perso le sue
traccie,segretezza e silenziosità erano tra le sue
abilità migliori.
Ezio si faceva strada tra gli alberi senza far rumore e seguiva
l'haynou senza problemi,in quello stesso momento Inuyasha aveva la
sensazione che qualcuno lo seguisse,senza contare il fatto che sentiva
l'odore di un umano,pensava che forse era solo una senzazione e quindi
non si doveva preoccupare,continuò a camminare ignaro che
Ezio lo stesse seguendo.
Dopo un pò Inuyasha arrivò dall'altra parte della
foresta,in lontananza si vedeva un tipico villaggio giapponese
circondato da colline e campi di riso ricoperti dalla neve,si vedeva il
fumo uscire dalle capanne in lontananza chiaro segno che faceva
così freddo da chiudersi in casa e godersi il focolare
domestico.
Inuyasha guardava il villaggio con occhi colmi di gioia.
- Spero che Kagome abbia preparato qualcosa da
mangiare,perchè ho una fame
Detto questo Inuyasha cominciò a correre come una furia
raggiungendo una velocità elevata,Ezio uscì fuori
dalla foresta per niente stupito da quello che aveva visto,ormai aveva
capito che quelle terre di cui non sapeva niente erano piene di insidie
e fatti inspiegabili.
- Ho l'impressione che questo paese nasconda molte sorprese,meglio
farci l'abitudine.
Ezio si incamminò verso il villaggio in lontananza,forse
qualcuno sarebbe stato così buono da ospitarlo per la
notte,se non per qualche giorno.
Mentre camminava pensava a quello strano essere che vide nella
radura,il cui aspetto umanoide nascondeva capacità
straordinarie come la forza sovraumana che Ezio aveva provato di
persona sul suo corpo,oppure quello strano fascio di luce che
fuoriuscì da due artigli della mano dello yokai e respinse
il proiettile come se nulla fosse.
L'onda d'urto,la bambina posseduta,la voce, il ragazzo dalle orecchie
canine,Ezio era già venuto a conoscienza di oggetti,presenze
e luoghi sconosciuti alla maggior parte dell'umanità,ma
forse quel paese nascondeva qualcosa di più e lui voleva
scoprire i segreti di quel paese di cui non sapeva nulla,pensando a
questo si mosse con passo deciso e lo sguardo di un aquila fiera e
coraggiosa che non temeva di librarsi in cielo,nemmeno quando il sole
gli copriva gli occhi con la sua potente luce,nella sua mente
riecheggiavano queste parole.
- Scoprirò il motivo sconosciuto per la quale sono arrivato
qui,svelerò i misteri che troverò lungo il mio
cammino,abbatterò ogni nemico che maltratta,colpisce e
inganna la povera gente,andrò in cerca di coloro che mi
potranno aiutare nella mia causa,sono Ezio Auditore da Firenze...io
sono un assassino.
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Capitolo 3 *** Nuovi amici e vecchi nemici ***
Dopo aver camminato per una decina di minuti Ezio arrivò
alle porte ai margini del villaggio,intorno a lui si vedevano le strade
che portavano ai campi di riso,l'acqua dentro le risaie era
completamente ghiacciata,ma in quel momento la sua attenzione andava ad
altro,il fumo che usciva dalle case,lui pensava al caldo tepore che vi
era dentro quelle umile casette di legno in cui i contadini si
riposavano con le proprie famiglie e si rilassavano davanti al fuoco
come i sovrani d'europa davanti ai camini.
Continuò ad avanzare verso il villaggio con passo
deciso,mentre camminava si scrollò la neve di dosso che
appesantiva la sua camminata e rendendo più
difficile il suo percorso,poco dopo arrivò alle prime
capanne dove la quale provenivano suoni diversi,i bambini che
schiammazavano,i genitori che parlavano,le coppie di innamorati che si
scambiavano parole dolci,li sentiva tutti,riusciva a sentire ogni
più piccolo bisbiglio senza il minimo sforzo,in quello
stesso istante,mentre guardava le case intorno a lui si chiese dove
poteva chiedere per passare la notte.
- Oh uffa vediamo un pò,potrei chiedere al capo
villaggio,sempre che ne sia uno.
Mentre si avvicinava al centro del villaggio vide un anziana signora
che portava sulla schiena una cesta con un piccollo carico di legno
,Ezio si avvicinò alla donna.
- Scusatemi signora.
L'anziana signora rivolse lo sguardo verso l'italiano,quest'ultimo vide
l'aspetto della signora,degli stivali fatti con fili di paglia
intrecciati tra di loro,molto utili per combattere il freddo, dei
lunghi hakama rossi,un kosode bianco dalle maniche larghe e una benda
sull'occhio destro.
- Posso aiutarla giovanotto?
- Sapete dove posso trovare il capo villaggio?
- Chi lo cerca?
- Uno straniero che viaggia in una terra sconosciuta.
- Capisco...seguitemi.
L'anziana tolse il suo sguardo dal fiorentino e cominciò
camminare lungo la strada innevata,Ezio la seguiva nella speranza di
incontrare il capo villaggio e trovare un posto per passare la
notte,non gli andava proprio di dormire sulla bianca e fredda neve.
L'anziana si rivolse ad Ezio.
- Mi dica,da dove viene?
- Da un paese molto lontano.
- e quale sarebbe?
- Dubito che saperlo abbia qualche importanza.
- Siete un tipo misterioso,comunque, cosa volete dal capo villaggio?
- un posto dove passare la notte.
- Solo una notte?
- Se possibile mi piacerebbe rimanere per più tempo,ma una
notte andrà più che bene.
- Vi accontentate di poco.
- Un uomo in viaggio non può pretendere più di
tanto,si deve accontentare di quello che trova.
- Siete un uomo saggio.
- Forse,ma ho ancora molto da imparare.
A forza di parlare il tempo passava velocemente e in pochi minuti
arrivarono davanti ad una collinetta con una lunga scalinata in pietra
che saliva fino in cima alla collina,accanto alla scala si trovava una
piccola casetta di legno completamente coperta di bianco,i due si
avvicinarono all'atrio dell'abitazione.
- Entrate pure straniero,il capo villaggio e qui dentro.
Disse l'anziana all'assassino.
- Permesso.
Ezio entrò nella casa e osservò bene
ciò che c'era dentro,un pavimento sopraelevato in legno
coperto da un tatami e con al centro uno spazio di forma rettangolare
dove mettere la legna da ardere,un futon e qualche cuscino,ma apparte
questo non vide niente,non c'era nessuno dentro.
- Qui non c'è nessuno.
- Fidatevi,il capo villaggio e qui,state a guardare.
L'anziana superò Ezio,si tolse gli stivali,e si mise sulle
ginocchia su un cuscino messo di fronte agli occhi di Ezio.
- Eccola qua davanti a voi.
- Voi siete il capo villaggio?
- Si,sembrate sorpreso.
- Si vede molto?
a quelle parole l'anziana fece un piccola e breve risata.
- Mi sembrate una brava persona,d'accordo,vi siete guadagnato un letto
per la notte.
- La ringrazio per il suo aiuto,signora....non conosco il vostro nome.
- Mi chiamo Kaede, e voi sareste.
- Ezio Auditore da Firenze,sono grato del vostro aiuto.
- Prego.
Finalmente Ezio aveva la possibilità di dormire al caldo e
un tetto sopra la testa,tutto sembrava apposto,ma all'improvviso
successe qualcosa.
- VENERABILE KAEDE.
Un urlo proveniente dalla strada preoccupò non poco
l'anziana miko,anche Ezio aveva sentito l'urlo e a giudicare
dalla voce sembrava una donna
- VENARIBILE KAEDE.
Dopo quest'ultimo urlo nella casa entrò una ragazza molto
particolare,aveva lunghi capelli castani tenuti con una coda di
cavallo,occhimarroni,indossava una tuta nera abbinata a spallacci,una
protezione per il ventre tenuta ferma da fascia rossa, delle
ginocchiere e dei lunghi stivali neri,portava con se una
wakizashi (una spada simile ad una katana ma con la differenza che
è più piccola e più maneggievole) e un
gigantesco boomerang appoggiato alla schiena della ragazza e tenuto da
una fascia al corpo snello e non poco sensuale.
- Venerabile Kaede.
L'anziana spostò il suo sguardo verso la ragazza.
- Sango,che ci fai qui?
- Uno dei villaggi qui vicino e stato attaccato da una banda di
briganti e quindi sono passata di qui per vedere se c'erano gli altri.
- Sono andati via qualche ora fa a perlustare i dintorni,forse li
troverai nel villaggio attaccato.
- Capisco,grazie di tutto Kaede.
Detto questo la ragazza uscì di fretta e furia
dall'abitazione urtando il fiorentino.
- Scusi.
Sango uscì dalla casa in modo molto frettoloso,Ezio si
rivolse a Kaede.
- Vado a darle una mano.
Ezio uscì dalla casa con la stessa fretta di Sango,in quel
preciso istante l'anziana cercò di fermarlo
- Aspetta straniero.
Ma le sue parole non vennero ascoltate e l'unica cosa che
potè fare era mettersi l'anima in pace.
Appena uscito Ezio vide la ragazza che se ne stava con lo sguardo che
puntava verso il cielo,sembrava che stesse cercando qualcosa,a quel
punto Ezio si avvicinò alla ragazza.
- Mi scusi signorina.
Al suono di quella voce Sango si girò di scatto con aria
sorpresa.
- Salve.
- Se non sbaglio ha detto che si sta dirigendo verso un villaggio pieno
di banditi.
- E con ciò?
- Le dovrei chiedere un passaggio.
- Interessante,in cambio cosa mi può dare?
- Delle informazioni su quei banditi,forse so chi sono.
-....d'accordo ci sto.
Detto questo i due si strinsero la mano mostrando forza e sicurezza
nella stretta,all'improvviso si sentì uno strano rumore
proveninte dal cielo,sembrava il verso di un grosso felino,A sentire
quel suono Sango alzò la testa verso il cielo.
- Oh,eccola e arrivata.
Disse Sango con tono gioioso,Ezio non capiva a cosa si riferisse.
- Di chi parlate?
Spinto dalla curiosità Ezio spostò lo sguardo
nella stessa direzione della ragazza e l'unica cosa che vide era una
sagoma in lontananza che scendeva verso il terreno,purtroppo la
neve,che scendeva a gran velocità,gli impediva di vedere
perfettamente e capire che cosa fosse.
A quel punto decise di usare la sua "vista" e capire a chi si riferiva
la ragazza,in quel preciso istante il mondo attorno a lui era diventato
nero e quella sagoma indefinibile divenne comprensibile ai suoi
occhi,vide una grossa creatura che si stava avvicinando verso di
loro,assomigliava ad un felino di dimensioni anormali e portava sul suo
corpo una traccia luminosa blu.
La creatura scendeva sempre di più verso il terreno e quindi
divenne più facile vedere il suo aspetto,a quel punto tolse
la sua "vista" e tornò a vedere il mondo come un semplice
umano.
Dopo qualche secondo la creatura toccò il terreno con le sue
enormi zampe e si mostrò ai due umani,il suo manto era
bianco con poche eccezzioni per le orecchie e un segno di forma
romboidale sulla fronte che erano nere mentre le zampe e le tre code
mostravano la presenza di strisce del medesimo colore,due grossi occhi
rosa con le pupille strette tipiche dei gatti e due grosse zanne
ricurve che gli uscivano dalla fila di denti superiore,in poche
parole,un gatto demoniaco due volte più grande di un leone e
con la dentatura di una tigre dai denti a sciabola ma con le due zanne
ricurve più piccole.
Ezio era tranquillo di fronte ad una creatura simile,si
avvicinò alla bestia guidato dalla sicurezza datogli dalla
sua abilità ottica,si poteva fidare di quella creatura.
Il fiorentino allungò la mano il muso dell'animale per
permettergli di riconoscerlo come amico e non come nemico,questa
tecnica la usava anche sui cavalli più indomabili,il felino
da parte sua annusò la mano di Ezio e subito dopo gli diede
una leccata,a quel punto l'uomo si avvicinò ancor di
più all'animale e cominciò ad accarezzarlo sulla
fronte in segno di amicizia,Sango,che stava assistendo alla scena si
fece scappare un sorriso.
- Vedo che gli sei simpatico.
Disse sango mostrando un piccolo sorriso,Ezio girò la testa
in direzione della ragazza.
- Se non altro non mi sbranerà.
La ragazza si mise a ridere all'idea che quell'animale potesse sbranare
qualcuno solo per antipatia,smise di ridere non appena
ritornò a pensare al villaggio attacato.
-Apparte gli scherzi,adesso dovremmo andare.
- Si hai ragione,andiamo.
Detto questo Ezio si mise in groppa all'animale sedendosi
più indietro possibile,poco dopo anche Sango si mise sopra
l'animale posandosi al centro esatto della colonna vertebrale per non
dare fastidio all'animale e fargli sopportare il peso dei due senza
troppi problemi.
- Ah dimenticavo,lei e Kirara.
- Kirara?Parli di questo felino?
- Si,e una femmina.
Detto questo Kirara cominciò a staccarsi dal suolo emettendo
delle fiamme che fuoriuscivano dalle zampe,il felino saliva sempre
più in alto,più in alto e più in alto
ancora fino ad arrivare a trenta metri d'altezza.
- Senti,e molto lontano il villaggio?
- Se andassimo a piedi e cominciassimo a correre come dei forsennati ci
metteremo mezz'ora,invece, in groppa a Kirara ci metteremo solo un
quarto d'ora.
- Allora va veloce.
- Molto.
- E non c'è nulla alla quale mi possa aggrappare.
- Ti puoi attaccare al pelo della gatta,fidati,se hai una presa salda
potrai rimanere in groppa senza cadere di sotto.
- Se lo dici tu.
Ezio mise le mani sul pelo dell'animale e cominciò a
stringere forte.
- Sei pronto?
- Si.
- Bene,andiamo.
Deto questo i due partirono a tutta velocità verso il
villaggio attaccato,Ezio avrebbe liberato quel villaggio dalla minaccia
dei predoni,ma in quello stesso momento stava cominciando a pensare
sugli attacchi ai villaggi.
- Briganti che attaccano i villaggi circostanti....comincio a pensare
che ci sia sotto qualcosa,se ho ragione....so già chi
c'entra con queste razzie,ed e meglio che mi prepari.
Con in mente questi pensieri Ezio si fece coraggio,non solo per la
questione dei briganti,ma anche per il fatto che stava viaggiando su un
enorme felino in grado di volare,aveva già volato con una
delle invenzioni dell'amico Leonardo,ma volare su un gatto era una cosa
alquanto incredibile.
- Più veloce Kirara.
Il grosso felino emise un potente urlo degno di una Nekomata dallo
spirito guerriero e con uno scatto velocissimo scomparve in mezzo alla
neve semza lasciare traccie.
Un quarto d'ora dopo,da un altra parte,c'era un villaggio occupato da
briganti vestiti con pesanti pelliccie e qualcuno di loro possedeva
anche una corazza,erano armati con delle katane di pessima fattura e
dai manici rovinati,dal loro aspetto non si poteva dire che sembrassero
intelligenti.
Tra di loro si vedevano uomini,donne e bambini messi in ginocchio e con
le mani legate dietro alla schiena,gli uomini erano impauriti,le donne
spaventate,i bambini erano terrorizzati e alcuni di loro piangevano.
I briganti ridevano,scherzavano,si prendevano gioco di quei poveretti
che non potevano difendersi,due di loro erano intenti a parlare tra di
loro.
- Che bello,anche oggi abbiamo saccheggiato una grossa fortuna.
- Già,cibo,sakè,donne e un tetto sopra la
testa,che si può avere di più dalla vita?
- Ben detto,senti.
- Che c'è?
- Hai visto il capo?
- Arriverà tra poco,ha detto che arriverà con un
pò di ritardo.
- Perchè dov'é andato?
- Ha detto che doveva vedersi con delle persone,apparte questo non ha
aggiunto altro.
In quello stesso momento,a qualche centinaio di metri di distanza dal
villaggio,si trovava Inuyasha insieme ad altre tre persone,la prima era
una ragazza,portava lunghi capelli neri e indossava una veste da
Miko,proprio come Kaede,con l'unica differenza che lei portava dei
sandali di paglia e non degli stivali da neve sulla schiena portava una
faretra piena di frecce e nella mano sinistra teneva un arco.
- Inuyasha.
Chiese la ragazza all'Hanyou.
- Cosa c'è Kagome?
- Il villaggio...sento che c'è qualcosa di strano.
- In che senso?
- Non te lo so spiegare...e una senzazione strana.
Nel discorso intervenne un altra persona,era un uomo,aveva capelli neri
e portava una capigliatura corta con un codino dietro la testa,un
orecchino sull'orecchio sinistro,indossava due vesti,una
sotto,ampia,nera,dalle maniche larghe e che arrivava poco sopra le
caviglie,la seconda invece era viola ed era messa sopra la
prima,copriva il petto,il ventre e coprendo la parte di sotto della
veste nera,nella sua mano destra teneva uno shakujo,un sottile bastone
di metallo alto un metro e settanta con un cerchio di metallo con una
circonferenza di quaranta centimetri e largo poco più di un
foglio di carta,all'interno del cerchio vi erano anche dei simboli
buddisti situati da un capo all'altro del cerchio interno.
- Sono d'accordo con Kagome,e una presenza inspiegabile,vorrei dire che
una semplice aura,eppure trasmette qualcosa di anormale.
Interviene Inuyasha
- Ne sei sicuro?
- Temo di si,in ogni caso stiamo in guardia.
- Parla per te,un colpo di Tessaiga e ogni nostro nemico
verrà annientato.
Dopo aver pronunciato queste parole sentì qualcosa di
piccolo che gli aveva colpito la testa,a quel punto si girò
e prese al volo cosa lo aveva colpito,vide che era un bambino,portava
una folta capigliatura rossa con un piccolo codino,portava una veste
azzurra coperta da un gilet in pelliccia,pantaloni blu con effetto
pallone e al posto dei piedi aveva due zampe da volpe.
Inuyasha guarda il bambino con aria per niente felice.
- Shippo si può sapere che ti prende?
- Non fare lo sbruffone.
- Ma sta zitto.
Detto questo lo lasciò andare,ma prima ancora che potesse
toccare terra gli diede un pugno in testa provocandogli un bernocolo in
testa,appena toccò il terreno cominciò a
copririrsi la testa con le braccia per via del dolore.
In quello stesso momento,sopra il gruppo,si trovava Kirara con i suoi
due passeggeri.
- Adesso scendiamo.
Disse Sango al fiorentino.
- Va bene.
Kirara scese piano piano fino a toccare terra atterrando a qualche
metro del gruppo,Inuyasha e gli altri si avvicinarono a Sango con aria
felice.
- Ben tornata Sango.
Disse Kagome con aria gioiosa.
- Ehi Sango,credvo che arrivassi prima.
- Scusa Inuyasha,la neve e il vento mi hanno rallentato,mi di spiace.
- Non fa nulla.
Intervenne il piccolo shippo.
- Ciao Sango.
- Ciao Shippo.
Ed infine il monaco.
- Sango.
- Miroku.
I due si avvicinarono l'un l'altro e si diedero un veloce ma inteso
bacio carico d'amore,quando i due si staccarono Miroku notò
Ezio che si trovava ancora sulla schiena del felino,con sguardo
sospetto si rivolse all'assassino.
- Scusatemi.
Ezio si girò lo sguardo in direzione del monaco.
- Dite a me?
- Si,chi siete?
Ezio scese da KIrara e si incamminò in direzione del monaco.
- Qualcuno che vi può essere utile.
- Spiegatevi meglio.
- Penso che quelli non sono comuni briganti.
- Come fate a dirlo? Ma sopratutto,voi chi siete?
All'improvviso si fermò,così,di colpo.
- Un viaggiatore,nulla di più.
- Sarà...in ogni caso mi presento.
Miroku si staccò da Sango e fece due passi in direzione di
Ezio,sul suo volto si leggeva chiaramente che non si fidava molto dello
straniero,appena si fermò mise a terra il bastone facendo
facendo risuonare gli anelli dello shakujo.
- Io sono Miroku,posso sapere il vostro nome?
- Ezio.
- Ezio...bene Ezio,ti va di darci una mano?
- Sono qui per questo.
- Bene,Seguici.
Intervenne Inuyasha
- Avviciniamoci al villaggio senza fare rumore
Intervenne Ezio.
- Una delle mie specialità.
- Come?
Disse Inuyasha.
- Nulla di importante.
Il gruppo continuava ad avanzare cercando di fare meno rumore
possibile,cosa che l'assassino riusciva a fare con
maestria,però dubitava che quella tattica funzionasse
perfettamente,guardava quel gruppo con aria preoccupata,se doveva
penetrare nel villaggio e uccidere i predoni sarebbe andato da
solo,invece loro,per quanto simpatici potessero essere non avrebbero
potuto aiutarlo,non se doveva passare inosservato.
Appena si avvicinarono al villaggio videro dei bastoni immersi nella
neve con l'estremità in alto coperta da alcuni stracci
infiammati,delle rudimentali torce attorno alle capanne più
lontane dal centro e quindi le più esterne del villaggio,a
quel punto Inuyasha segnalò al gruppo di abbassarsi per non
farsi vedere e anche Ezio li imitò seguito da Kirara che si
era aquattata senza fare il minimo rumore.
- Adesso che facciamo?
Chiese Kagome con aria preoccupata rivolgendosi ad Inuyasha.
- Non lo so,Miroku,hai qualche idea?
- No,forse lo straniero sa qualcosa.
- Ehi straniero.
Ezio non si fece sentire.
- Straniero.
Ancora nessuna risposta,a quel punto Inuyasha si girò.
- Sto parlando con t...
A quel punto capì perchè non gli
rispondeva,Ezio...non c'era più,Inuyasha si rivolse a Miroku
con aria impressionata.
- Non c'è più.
- di chi parli?
- Dello straniero,ma dove diamine si sarà cacciato?
Mentre Inuyasha parlava col monaco Ezio si trovava a otto metri di
distanza da loro e che poco a poco iniziò ad avanzare verso
il villaggio,era vicino ad una delle torce,si avvicinò a due
di esse,prese un pò di neve e poi la lanciò
spegnendole entrambe,infine le oltrepassò e poi si
fermò.
Poco dopo si intravide uno dei briganti che si avvicinò alle
torce spente,avvicinò il viso alle torce spente per vedere
cos'era successo di preciso.
In quel preciso istante,Ezio,che si trovava a qualche passo da lui,alle
sue spalle e mimetizzato nella neve si avvicinò a
quest'ultimo,si alzò in piedi,aprì le mani, e con
un veloce gesto gli tappò la bocca con la mano destra e gli
conficcò la lama nella schiena,appena estrasse la lama dal
corpo del brigante ritornò sotto il polso,un omicidio,veloce
e silenzioso,questa era l'arte di Ezio,questa...era l'arte di un
assassino...e di certo non era l'unica.
Dopo aver ucciso il brigante si addentrò nel
villaggio,camminando tra una casa e l'altra si accorse di due briganti
che controllavano una strada che portava al centro del villaggio,a quel
punto Ezio ebbe un idea,con un rapido scatto si avvicinò al
muro di una casetta di fronte a lui,appoggiò i piedi sul
muro,con un altro scatto si spinse verso l'alto correndo su per il muro
di legno,si aggrappò al margine del tetto,e poi con le
braccia si diede la forza necessaria per raggiungere il tetto della
struttura e il tutto in una manciata di secondi.
Dopo aver raggiunto il tetto di paglia della struttura si mosse verso
il tetto di un altra casa davanti a lui,le case di questo villaggio
erano a stretto contatto l'una con l'altra e quindi si potevano
raggiungere i tetti con facilità.
L'assassino si avvicinò al bordo e con un piccolo saltello
raggiunse l'altra casa con immensa facilità e
continuò a saltare di tetto in tetto fino ad arrivare dove
voleva,sopra la testa dei due briganti.
Ora si trovava sul tetto di una casa alta pochi metri,quel tetto era
perfetto per le sue intenzioni,saltò giù dalla
casa e piombò sui briganti infilandogli le lame nei loro
colli,la morte era stata veloce e indolore,un altra arte degli
assassini,l'uccisione in volo,tecnica elegante che fa sembrare un
assassino un aquila che scende in picchiata sulla preda inerme.
Dopo aver ucciso i briganti avanzò verso la piazza del
villaggio che si trovava a decine e decine di case davanti a lui,in
lontananza si sentivano le voci dei briganti che in preda all'euforia
della loro riuscita in questa scorribanda avevano messo solo tre
compagni di razzie a fare da guardia al villaggio,da questo Ezio aveva
capito che aveva a che fare dei pessimi avversari,gente con scarse
capacità.
continuò ad avanzare,intorno a lui non vedeva nessun
brigante a fare da guardia o perlomeno fare finta di fare la
guardia,nessun predone che controllasse le strade o che faceva il giro
del villaggio a controllare che ci fossero intrusi,era convinto,erano
avversari veramente pessimi.
Arrivato nelle vicinanze del centro del villaggio si nascose dietro una
casa e si mise a sbirciare da dietro il muro dell'umile
struttura,sentì le voci di due briganti che parlavano tra di
loro.
- Cosa c'è ne facciamo di questa gente?
- Il capo ha detto che oggi dovevamo prendere degli ostaggi e che non
dovevamo fargli alcun male.
- Per quale ragione?
- Da quello che ho capito vuole farci un discorso o una roba simile.
In quello stesso istante un loro compagno parlò a voce alta.
- Zitti tutti arrivà il capo.
Da una larga strada giunse un uomo vestito in modo curioso,aveva lunghi
capelli neri legati con un nastro marrone,occhi marroni,un piccolo
pizzetto,una pelliccia marrone che gli copriva il collo,il torso e le
spalle,portava dei lunghi pantaloni in pelliccia marrone e stivali del
medesimo materiale,appena entrò in quella parte del
villaggio si mise subito davanti agli abitanti e mostrando un piccolo
sorriso malefico iniziò a parlare.
- Salve a tutti,contadini,briganti,vi do il benvenuto,oggi vi
parlerò di un argomento delicato...ma prima devo
chiedervi...chi è con me?
Tutti i briganti urlarono all'unisono come fossero animali mentre la
gente del villaggio rimaneva in silenzio.
- Bene,i miei uomini sono con me...e voi?Gente del villaggio?
Ancora una volta nessuno rispose.
- Capisco.
Detto questo si avvicinò ad uno degli abitanti che si
trovava davanti al capo,lo prese per il colletto con una mano e lo mise
in piedi.
- Ti faccio un a domanda...cosa sono io per te?
L'uomo si fece coraggio e rispose.
- Un predone.
- Un predone?
sentendo quelle parole come se fossero un insulto ebbe uno scatto d'ira
e lo buttò per terra.
- Un predone? E così che mi vedete?Gente stolta e
ignorante,io sono ben più di quello che vedete
adesso,ascoltatemi,ciò che vi chiedo e di seguirmi nella mia
causa.
I contandini,non capendo quello di cui stava parlando si chiedevano con
stupore che cos'era questa storia,era la prima volta che un predone
parlava in quel modo.
- La causa che perseguo e giusta ,ogni anno rischiate di suibire
attacchi da gente come noi e per di più avete una vita
povera e miserevole,a stento riuscite a sopravvivere con quel poco che
coltivate,però,c'è una soluzione a tutto
questo,unitevi a me,e insieme vedremo un mondo in cui fame e banditi
non ci saranno più,cosa scegliete?
L'ultima parte della frase era rivolta sopratutto al poveretto che
aveva stretto tra le sue mani.
- Tu cosa scegli?
A quel punto intervenne Ezio che uscì allo scoperto e uccise
i due briganti che stavano davanti a lui che distratte e davano le
spalle all'assassino si ritrovarono con una lama nel collo,quando i due
briganti caddero morti per terra tutti i presenti in quel momento si
girarono verso l'assassino, il capo dei briganti stava osservando Ezio
con gli occhi spalancati,quasi fosse terrorizzato dalla figura di
quell'uomo,con un braccio tremante indicò Ezio.
- Quel cappuccio...quel simbolo,(riferendosi alla fibbia sulla cintura
di Ezio).
- Non ti dispiace se rispondo io per loro,vero?
- Tu...sei un assassino.
- E tu,con i tuoi discorsi e le tue promesse li rendi schiavi delle tue
bugie,dimmi chi sono i tuoi padroni.
- Mai e comunque stai per morire.
Il capo dei briganti abbassò il braccio e rivolso lo sgaurdo
ai suoi sottoposti.
- Uccidetelo.
Con questo ordine i briganti si mossero contro Ezio inpugnando le loro
armi di pessima qualità,l'assassino li vedeva arrivare e
sorrideva di gusto,uccidere quella massa di novellini sarebbe stato una
passeggiata,mise la mano destra sotto la cappa la quale si
spotò dietro la spalla sinistra mostrando ai presenti un
arma tenute sul fianco sinistro.
La prima era una spada col manico marrone e con un
pomolo d'argento simile alla testa di un aquila,la guardia invece aveva
la forma di due ali e anch'essa era fatta in argento,la lama dritta e
sottile indicava che era un arma leggera e veloce,la estrasse e dopo
pochi secondi si ritrovò un brigante che gli veniva incontro
a tutta velocità,mosse la spada contro quest'ultimo e con un
solo fendente gli taglio la gola,ne arrivò un altro che che
con un colpo cercò di infilzare il fiorentino ma senza
successo,Ezio aveva deviato il colpo per poi infilargli la spada nel
petto e poi tirarla fuori mettendo la mano sinistra sul petto del
brigante e tirare fuori la spada con forza e spingendo via il corpo del
suo avversario.
Ezio decise di avanzare verso il capo dei briganti attraversando i
corpi di coloro che si sarebbe messi sulla sua strada,nessuno lo
avrebbe fermato.
Altri due briganti andarono incontro ad Ezio, il brigante che stava
arrivando alla sua sinistra impugnava la spada mettendola sopra la
testa,quello alla sua destra invece sembrava volesse colpire con un
attacco laterale,il primo dei due che si avvicinò era quello
di sinistra,prima ancora che potesse colpire Ezio gli tirò
una ginocchiata in pieno ventre facendolo piegare in due dal
dolore,mentre il secondo brigante si avviciniva all'assassino Ezio
prese il polso del brigante piegato in due e lo spinse verso il suo
compagno trafiggendone il cuore,gettò via il brigante
dolorante e continuò a camminare verso il capo.
- Se fossi in voi me ne andrei.
Disse Ezio mentre si avvicinava con passo lento e controllato.
- Io me ne vado.
Disse uno dei briganti appena prima di fuggire gettando l'arma e
correndo in preda al terrore.
- Me la squaglio.
- Pensateci voi.
- Non voglio morire
questi e molti altri briganti dicevano frasi del genere e scappavano
lasciando solo il loro capo,il capo li vedeva fuggire via come conigli
inseguiti da un lupo famelico mentre quell'uomo incappucciato si
dirigeva verso di lui.
- Ora puoi dirmi i nomi dei tuoi padroni.
- Cosa ti fa pensare che ti dirò qualcosa?
- Il fatto che non sono morto come avevi promesso,dimmeli e non ti
farò del male,o perlomeno non molto.
- Io servo uno scopo più nobile del tuo,questa gente ha
bisogno di me...ha bisogno delle mie idee.
- No,queste persone stanno soffrendo a causa delle tue
brutalità,e per questo ne pagerai le conseguenze.
- Ne sei sicuro?
Il capo dei briganti mise la mano destra dietro la schiena toccando il
retro della cintura.
- Io no.
Alla cintura vi era legata una sfera nera della grandezza di uno dei
nidi di Naraku,la prese in mano e la buttò a terra
rompendola,dal suo interno si sprigionò un fumo nero che
offuscava la vista e bloccava le vie respiratorie,Ezio uscì
immediatamente da quella cortina di fumo che sparì poco
dopo,insieme alla scoparsa del fumo se ne andò via anche il
capo.
Ormai Ezio non poteva farci nulla,il suo obbiettivo era scappato e
ormai non poteva farci più nulla,ma non rimase
amareggiato per l'accaduto,anzi,aveva trovato conferma alla sua
teoria,ora sapeva chi c'era dietro a questi attacchi...le parole
pronunciate da quel brigante,l'attacco al villaggio,la paura che gli
leggeva negli occhi,adesso sapeva chi c'entrava in questa storia...non
semplici umani,non semplici nemici da due soldi,coloro che avrebbe
incontrato portavano la croce,una croce fatta di potere,menzogne e
violenza,una croce capace di corrompere gli uomini e dominarli con ogni
mezzo necessario,a quel pensiero Ezio assunse un sguardo carico di
durezza,avrebbe combattuto contro di loro ancora una volta...avrebbe
vinto contro di loro...ancora una volta.
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Capitolo 4 *** Un nuovo membro per la squadra ***
Mentre Ezio si perdeva nei suoi pensieri sentì una voce
proveniente da dietro le sue spalle.
- Ve ne prego signore.
Ezio si girò in direzione della voce,non riusciva a capire
perchè qualcuno lo stesse implorando,a parlare e stato
l'uomo che venne buttato a terra dal capo dei briganti.
- Non fateci del male,siamo gente povera e umile,abbiate
pietà.
L'assassino si incamminò verso quel pover uomo tutto
spaventato.
- Non devi aver paura,io non sono come quelle persone di prima.
- Davvero?
- No.
Ezio si trovava abbastanza vicino dal contadino da poterlo guardare
sotto i suoi occhi,si inginocchiò e con la lama celata
tagliò le corde che tenevano imprigionato il contadino.
- Stai bene?
- Si sto bene.
- Bene,ti lascio ad aiutare la tua gente,slegali e poi rinchiudetevi in
casa,se mai dovvesserò arrivare altri briganti non fate
rumore,penseranno che il villagio sia disabitato.
- Grazie.
- Di nulla.
Ezio si incamminò per la strada dalla quale era
giunto,mentre camminava però gli venne da pensare,ora che
sapeva chi era il fautore di quelle razzie si chiedeva il
perchè di questi attacchi,per seminare paura?Per reclutare
nuovi membri alla loro causa?Oppure il motivo era un altro?
A queste domande Ezio non aveva risposta,per adesso doveva tornare dal
gruppo che aveva incontrato poco fa,non sembravano persone
cattive,anzi,gli avevano dato una buona impressione,un gruppo di
ragazzi che pur non facendo parte di quel villaggio erano andati a
soccorrerlo,un gesto degno di nota.
Mentre camminava sentì in lontananza alcuni voci,erano
quelle del gruppo che stava fuori dal villaggio,si avvicinavano
velocemente alla sua posizione correndo come dei forsennati e poco dopo
si ritrovarono davanti all'assassino.
- Cos'è successo?
Chiese Kagome con voce preoccupata,alle sue parole seguirono quelle
dell'hanyou.
- Su di te si sente un fortissimo odore di sangue,confessa.
Inuyasha alzò la mano davanti a se mostrando gli artigli e
facendo scrocchiare le dita,dal canto suo Ezio non sembrava spaventato.
- Hai fatto qualcosa agli abitanti del villaggio?
a Quel punto Ezio incrociò le braccia.
- No,anzi,ho ucciso i briganti che avevano attaccato questa
gente,purtroppo il loro comandante e scappato.
- Quindi i tre cadavari che abbiamo visto poco fa li avevi uccisi tu.
- Esatto.
A quel punto Inuyasha abbassò la mano e assunse un
atteggiamento meno duro nei confronti del fiorentino.
- Gli abitanti stanno bene,se non mi credete andate a controllare.
- D'accordo,Kagome.
- Si?
- Andiamo a controllare come stanno gli abitanti.
- D'accordo.
- Miroku,Sango,Shippo,tenetelo d'occhio,noi torniamo subito.
- Va bene.
Risposero tutti e tre all'unisono.
Inuyasha e Kagome accellerarono il passo in direzione degli
abitanti,appena arrivati videro delle persone che aiutavano i propri
compaesani a togliersi le corde che li tenevano prigionieri.
- Scusatemi.
Disse una contadina con un neonato avvolto in uno straccio che teneva
tra le braccia.
- Si?
Rispose Kagome
- Per caso siete insieme ad un uomo che porta un cappuccio sulla testa?
- Si,via forse fatto del male?
- No,quell'uomo e stato mandato dagli dei per salvarci,e un miracolo
che sia intervenuto.
- Saprebbe dirci dell'altro?
- Vediamo un pò.....ah si,uno dei briganti,il loro capo
credo,sembrava spaventato da quell'uomo.
- Spaventato?
- Si...se non sbaglio l'uomo col cappuccio gli ha detto che con le sue
promesse ci rendeva schiavi delle sue bugie.
Intervenne Inuyasha.
- Schiavi delle sue bugie? Forse sarebbe meglio tornare da
quell'uomo,andiamo Kagome.
- Si.
Kagome si rivolge verso la contadina.
- Grazie di tutto signora.
- Di nulla,arrivederci.
Saputo quello che dovevano sapere tornarono indietro,lo straniero aveva
detto la verità ma poi era sorto un altro
dubbio,perchè mai un brigante doveva rendere dei contadini
schiavi di una bugia,la cosa sembrava non avere un senso.
Poco dopo tornarono dagli altri membri del gruppo e Inuyasha si rivolse
subito a i suoi compagni.
- Saputo qualcosa di nuovo?
Disse Sango rivolta a Inuyasha.
- Quello che diceva era vero,ha salvato gli abitanti del villaggio dai
briganti.
Inuyasha si rivolse ad Ezio.
- Che volevi dire al capo dei briganti con...li rendi schiavi di una
bugia.
- Te l'ha detto uno dei contadini?
- Si,che intedevi dire con quelle parole?Parla.
- Non posso dirvelo qui,se volete saperlo dobbiamo tornare al villaggio.
- Perchè mai dovremmo tornare al villaggio?
- Ve lo spiegerò quando saremo tornati al villaggio.
- D'accordo,torniamo al villaggio.
- Si.
Dissero tutti all'unisono,tranne Ezio che con il gruppo non c'entrava
niente.
Detto questo il gruppo si rimise in cammino portandosi dietro
Ezio,procedevano a passo lento poichè la minaccia dei
briganti in questo villaggio era stata sventata dall'arrivo
dell'assassino,molte erano le domande che volevano fare ad Ezio in quel
momento ma dovevano rispettare la scelta del fiorentino,quando
sarebbero arrivati al villaggio avrebbero avuto le loro risposte.
Tutto sembrava tornare alla tranquillità,ma proprio in quel
preciso momento,una donna,la stessa che aveva parlato con Inuyasha e
Kagome fece un sorrisetto malvagio nel vedere il gruppo che se ne
andava,si incamminò verso una delle case,si
guardò attorno per vedere se qualcuno la stava
guardando,entrò dentro e chiuse la porta scorrevole,mosse i
suoi occhi verso il bambino fasciato,tolse lo straccio che lo avvolgeva
e rivelò al vera natura del piccolo fagotto che c'era
dentro,un pezzò di legno della grandezza di un
bebè,prese la sagoma di legno e la gettò via.
- Bene,tutto secondo i piani.
Con una mano prese un lembo delle vesti e stracciò gli
indumenti rivelando il vero aspetto della contadina,lunghi capelli neri
che gli arrivavano a metà della schiena e occhi color
nocciola,indossava una veste bianca con un obi del medesimo coloro che
le cingeva la vita,pantaloni bianchi e come calzature aveva due lunghe
strisce di stoffa bianca legati ad ogni gamba che fasciavano un area
che partiva dalla parte bassa del ginocchio alla dita dei piedi.
- Il mio padrone sarà felice nel ricevere le ultime notizie.
Detto questo la ragazza uscì silenziosamente dalla casa,si
guardò attornò per controllare se qualcuno la
stesse osservando e notando che nessuno la stesse guardando si
incamminò per una stretta via tra alcune case per poi
svoltare e scomparire nel nulla.
Un ora dopo,al villaggio di Kaede.
Il gruppo si trovava di fronte alla porta della casa della vecchia
Kaede.
- Ci sei vecchia?
Disse Inuyasha per vedere se Kaede era in casa.
- Ah sei tu Inyasha,entra pure.
Detto questo Inuyasha e gli altri entrarono nella casa della vecchia
Miko,appena Kaede vide Kagome entrare in casa sul suo volto apparve un
piccolo sorriso.
- Kagome.
- Salve Kaede.
- Com'è andata la tua prima missione da Miko?
- Bene grazie.
Tutti si sedettero vicino al fuoco compreso Ezio che nonostante sia
dentro casa non si era ancora tolto il cappuccio.
- Allora,com'è andata al villaggio?
Chiese Kaede.
- Dovresti chiederlo allo straniero e lui che ha fatto il nostro
compito.
Disse Inuyasha col suo solito linguaggio poco ortodosso
Kaede si rivolse ad Ezio con aria incuriosita.
- Avete fatto tutto da solo?
- Si signora,sono stato io a uccidere i briganti e salvare la gente del
villaggio.
- Incredibile,voi siete un eroe.
Sul volto di Ezio comparve un piccolo sorriso.
- Diciamo che il mio compito e fermare gente come loro.
- Parlate dei briganti?
- Dubito che fosserro semplici briganti.
- Che intendete dire?
Intervenne Inuyasha
- Già,ora che siamo al villaggio vorremmo un pò
di spiegazioni,che intendevi dire con le parole che hai detto al capo
dei briganti,ma sopratutto,perchè ci aiuti?
In quel preciso istante cadde un silenzio imbarazzante,tutto il gruppo
e la vecchia Kaede stavano gaurdando Ezio,l'assassino dal canto suo
potè solo sospirare,ormai non poteva più evitare
il discorso,era giunto il tempo che sapessero la verità.
Ezio si alzò in piedi e con voce sicura cominciò
a parlare.
- Mi chiamo Ezio Auditore da Firenze...e sono un Assassino.
A quel punto tutti rimasero a bocca aperta,non si sarebbero mai
aspettati una rivelazione del genere.
Kagome fu la prima a parlare,anche se con un pò di titubanza.
- Voi siete...un Assassino?...Voi uccidete...le persone?
- Si,ma non perchè mi piaccia o per il denaro...in parole
povere,io uccido coloro che fanno del male al loro prossimo.
Intervenne Miroku.
- Potreste spiegarvi meglio?
Per un attimo cadde un altro silenzio imbarazzante.
- Come ho già detto sono un assassino e quelli non erano
semplici briganti,il loro capo non era interessato ai viveri,non voleva
rapire le donne,lui si trovava li per un scopo ben diverso da quello di
un semplice predone.
- Cioé quale?
- Convertirli.
- Convertirli? A una religione?
- No,ad un ideologia...costui tendeva a convertire o a sottomettere gli
abitanti del villaggio al suo credo.
Intervenne Inuyasha.
- Ezio...Di che accidenti stai parlando?
- Parlo di qualcosa che presto minaccerà queste
terre,fidatevi,l'attacco al villaggio era solo l'inizio di qualcosa
più grande di quello che credete,ma c'è una buona
notizia.
- E quale sarebbe?
- Sento che siete delle brave persone,vi va di aiutarmi?
A quel punto Inuyasha si alzò e si mise di fronte ad Ezio
con sguardo orgoglioso per poi sorridergli.
- Hai salvato un villaggio dall'attacco di una banda di predoni,per me
e più che sufficente.
Inuyasha tese la mano all'assassino,di conseguensa Ezio gli la strinse
con la sua e anche lui gli sorrise.
- Benvenuto nella squadra Ezio.
- Grazie,ragazzo dalle orecchie da cane.
In quel momento Ezio era entrato nella squadra trovando dei nuovi e
preziosi compagni di viaggio,a quel punto Ezio si mise a pensare.
- Ora o una nuova squadra che mi aiuterà a combatterli,forse
sono loro coloro di cui parlava lei,colei che ha preso il corpo di una
bambina per parlare con me.
Con questi pensieri in testa tornò a sedersi e a parlare col
resto del gruppo,era il momento di riposarsi e conoscere i suoi nuovi
compagni,presto sarebbe tornato a combattere,ma per ora,poteva tirare
un sospiro di sollievo.
Alcune ore più tardi,da qualche parte nelle vicinanze di
Kyoto.
Su di una collina,al di fuori della mura della capitale,uno yokai
osserva da lontano la metropoli con le braccia incrociate e lo sguardo
fiero,i suoi capelli erano corti ed erano colorati di nero,ognuno dei
suoi occhi aveva un colore diverso dall'altro,il destro dorato e il
sinistro argentato e sulla sua fronte si trovava una croce rossa,un
simbolo non tipico dell'estremo oriente.
Indossava un kimono di seta pregiata bianca come la neve che gli era
attorno e portava degli Hakama neri come la notte,osservava la
città con lo sguardo di chi ammira un opera d'arte e allo
stesso tempo la guardava come se volesse conquistarla.
Dietro di lui conparve dal nulla la ragazza del villaggio
precedentemente infestato dai briganti,era inginocchiata e teneva lo
sguardo basso quasi non osasse guardarlo negli occhi.
- Mio Signore.
Lo yokai continuò a guardare la città in
lontananza.
- Porto notizie.
- Di che si tratta?
- Un Assassino ha salvato il villaggio attacco dai briganti umani.
Per un breve istante lo yokai rimase di sasso dal sentire quella
notizia ma poi si riprese subito.
- Questo Assassino aveva qualcosa di particolare?
- Si,dall'aspetto sembrava che venisse dal continente,ma non credo
fosse cinese o coreano,tuttavia non penso nemmeno che venga dall'India.
- Capisco,c'è altro che vuoi aggiungere?
- Si,dopo che l'assassino a salvato il villaggio due ragazzi sono
venuti a farmi domande sul suo conto,erano una giovane miko e un
hanyou,credo che l'accopagnino.
- Per caso l'hanyou era vestito di rosso?
- Si mio signore.
- Come immaginavo,hai notizie su Sesshomaru e la bambina che si porta
appresso?
- Nelle terre occidentali gira voce che Sesshomaru si trovi nelle terre
di Musashi,per la bambina non so nulla.
- Bene,torna nelle terre di Musashi e trova il villaggio in cui si
trovano l'hanyou e la miko,di certo loro sapranno dove si trova
l'assassino.
- Obbedisco.
- Ah,quasi dimenticavo,se dovessi incrontrare Sesshomaru digli che ti
mando io,lui e la bambina potranno essere molto utili ai miei scopi.
- Certo...scusi,posso farle una domanda?
- Dimmi.
- Perché guardate quella città?
- Il motivo e semplice...in quella città ho visto il futuro.
- Il futuro?
Chiese lei con un tono che ha fatica nascondeva il suo stupore nel
sentire quella risposta.
- Esatto,la città,una delle più importanti
invenzioni dell'umanità,molti umani vivono nei
villaggi,ma altri ancora si organizzano in
comunità più grandi e cominciano a costruire case
sempre più numerose e quando la popolazione aumentata
costruiscono ancora,ancora e ancora trasformando la piccola cittadina
in una grande città che un giorno potrà rivestire
un importante compito come uno dei luoghi più preziosi di un
governo forte e glorioso.
- Siete magnifico mio signore.
- Ma c'è un problema.
- E quale sarebbe?
- Questo paese...questo paese e frammentato,vedi,il Giappone e un paese
magnifico,ma sia tra gli umani che tra gli yokai c'è
divisione,i clan umani si fanno guerra tra di loro per la successione
al trono del Giappone e assicurarsi il titolo di Shogun,mentre tra gli
yokai si parla di guerre tra regni,ma non sono altro che piccole
regioni che pretendono di comandare su altri feudi come se fossero dei
veri regni,trovo tutto ciò decisamente assurdo.
- Cosa pensate di fare?
- Per adesso dobbiamo aspettare,lasciamo che l'assassino esplori queste
terre con tutta calma,non è ancora diventato una
minaccia,per Sesshomaru invece o grandi progetti,egli insegue il potere
ed è deciso a costruire un suo impero che forse un giorno
unirà tutti gli yokai sotto un unico stendardo,ma per ora
lasciamolo vagare per le terre di Musashi,ora va,che il padre delle
comprensione ti guidi.
- E che guidi anche lei,mio signore.
Detto questo la ragazza corse via dal suo signore e subito dopo
scomparire tra i fiocchi di neve che scendevano velocemente.
- Kyoto,la capitale che tutti i clan umani vogliono possedere,forse un
giorno sarà uno Yokai a camminare tra le sue strade,forse,un
giorno sarò io a conquistare la capitale e farne una mia
preziosa risorsa per i miei piani,ma per ora e solo un sogno,meglio
prendersela comoda.
Detto questo lo yokai si girò indietro e si
incamminò lasciandosi alle spalle la capitale di un paese
frammentato.
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Capitolo 5 *** Uno strano avvenimento prima parte ***
Attorno a lui vedeva Jaken e Rin che si muovevano a casaccio in cerca
di ramoscelli nascosti sotto la neve,dovevano prepararsi per la notte e
accendere un fuoco che li avrebbe riparati dal freddo e dagli animali
notturni.
Li vedeva impegnarsi nella loro ricerca anche se non li osservava con
attenzione,la sua mente era occupata da un solo pensiero,l'umano
incappucciato.
Sesshomaru aveva combattuto contro moltissimi avversari,mai nessuno era
mai riuscito a dargli una sfida così grande e mai nessuno
gli aveva dato così tante preoccupazzioni...preoccupazzioni
verso Rin,Perchè mai Rin era riuscita a sprigionare tutta
quella energia,chi era quella presenza che si era impossesata di Rin,ma
sopratutto...chi era quell'uomo così abile da tenere testa
ad un Dayokai?
La sua mente era in una confusione totale.
- Non riesco a spiegarmelo,quell'umano,Rin,le parole di quella
voce...non capisco più niente,mi sento perso,non
c'è nulla di sensato in tutto questo.
Mentre il nobile dayokai cercava una risposta che spiegasse
quell'assurda vicenda gli apparve nella mente un immagine
particolare,la sfera di Ezio,Sesshomaru si era ricordato che mentre
l'assassino parlava con quella entità estrasse da un
sacchetto una strana sfera che emetteva delle luci strane,Sesshomaru
non aveva mai visto nulla del genere in tutta la sua vita,nemmeno la
sfera dei quattro spiriti sembrava così enigmatica.
- Ma certo,quell'oggetto...quell'umano deve sapere cos'è
successo a Rin,devo trovarlo.
Dicendo a se stesso queste parole si preparò per alzarsi da
terra e partire alla ricerca dell'umano preparando anima e corpo
nell'eventualità nel doversi scontrare con l'assassino.
Mentre lo yokai si stava alzando gli accadde qualcosa di strano,davanti
a suoi occhi passò una linea bianca che proiettava una luce
di bassa intensità,alla sua vista comiciarono a bruciargli
gli occhi e istintivamente li chiuse,poco dopo sentì un
leggero mal di testa colpirlo all'improvviso costringendo lo yokai a
sedersi e poggiare la schiena contro l'albero,l'emicrania si stava
diffondendo a causa del dolore che ha forza di pulsazioni si stava
diffondendo per tutto il cervello.
Sesshomaru non capiva che stava succedendo alla sua mente,non osava
nemmeno aprire gli occhi a causa del fastidio che quel poco di luce in
un nevoso giorno di inverno potesse dare,passarono pochi secondi e poi
accadde un altro inspiegabile evento,la sua mente dolorante proiettava
un immagine della sfera che possedeva Ezio,di colpo Sesshomaru
riaprì gli occhi nel tentativo di cacciare via quella strana
immagine dalla sua testa ma senza alcun succiesso,quella sfera gli
rimaneva davanti anche ad occhi aperti.
- Ma che mi sta succedendo?Non ci capisco niente,e tutto
così confuso.
Dopo essersi detto queste parole vide che la sfera davanti a lui che
proietteva una luce artificiale che formava attorno all'oggetto un
immagine dalle forma insolita:un oggetto alto quaranta centimetri e
largo venti,aveva una forma rettangolare con i bordi rovinati e
presentava sopra delle iscrizioni scritte in una lingua sconosciuta.
Mentre osservava quella strana immagine cominciò a vedere il
mondo attorno a lui diventare bianco e tutto ciò che aveva
una forma e un contorno lo vedeva frammetarsi e poi svanire nel
nulla,tutto si stava disintegrando attorno a lui mentre il bianco
diventava sempre più forte e cio che era peggio era quello
che stava accadendo all'interno del suo corpo,il suo cuore pulsava
violentemente facendo circolare il sangue ad una velocità
elevatissima,l'adrenalina saliva,il cervello non riusciva ad elaborare
le infomazioni in modo coretto,Sesshomaru aveva perso il controllo del
suo corpo.
Il bianco si feceva sempre più intenso,gli elementi visivi
attorno a lui si stavano spezzettando come sabbia buttate al vento,le
due senzazioni si facevano sempre più forti,sempre di
più,sempre più intense fino a raggiungere il
limite causando un effetto sconvolgente,un lasso di tempo brevissimo,un
battito di ciglia,braccia e gambe che rilassate senza nemmeno un
muscolo in tensione,il cuore che si ferma all'improvviso,le vie
respiratorie paralizzate,le palpebre che si chiudevano piano piano,il
cervello che non trasmetteva più messaggi al resto corpo e
che non elaborava più nessuna funzione a lui assegnata,in
poche parole....Sesshomaru era morto....o quasi.
Salve a tutti,vorrei ringraziare tutti coloro che leggono questa storia
e che la seguono con gioia,chiedo a chiunque legga,solo se ne ha
voglia,di lasciare un commento per sapere se vi piace o semplicemente
lasciare una vostra opinione sulla fic,grazie della vostra
attenzione,auguro a tutti voi una buona lettura,a presto ciao.
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Capitolo 6 *** Uno strano avvenimento seconda parte ***
Sesshomaru era li,appoggiato all'albero e con la testa
abbassata,immobile,incoscente,senza poter muovere alcun muscolo o
formulare un pensiero.
Un cadavare,questo era diventato...o quasi,apparentemente sembrava
morto,perfettamente immobile,ma qualcosa stava accadendo dentro di lui.
Anche se i suoi occhi erano chiusi e la sua mente fuori uso qualcosa si
stava facendo spazio nella mente dello yokai,un qualcosa simile al
subconscio,qualcosa che proveniva dai recessi del suo io più
profondo.
In quel preciso istante accadde un altra cosa imspiegabile,il cuore,i
polmoni e il cervello ritornarono a funzionare ma rimanendo comunque a
livelli di attività minimi,i tre organi facevano il minimo
indispensabile per mantenerlo in vita quasi avessero paura di sprecare
troppe energie.
Il sangue tornava a circolare nel resto del corpo,i polmoni poterono di
nuovo prendere un pò d'aria e il cervello poteva di nuovo
cordinare le più basilari funzioni per continuare le sua
attività,tutto sembrava andare per il meglio,tranne per un
particolare.
Nonostante le palpebre fossero chiuse i suoi occhi si muovevano,come se
stesse sognando,solo che quello non era un sogno,era la
realtà.
In quella realtà situata nei meandri della sua coscenza
Sesshomaru era disteso a terra a pancia in giù,aveva la
testa girata verso destra,aveva gli occhi chiusi e la bocca semi aperta
che mostrava i bianchi canini.
All'improvviso si sveglio,aveva la vista annebbiata e ciò
che vide non era molto chiaro,il cielo aveva uno strano
aspetto,sembrava finto,nessuna nuvola,nessun raggio di sole,era
grigio,ma non scendeva nessun fiocco di neve.
Decise di rialzarsi,mentre si rimetteva in piedi si accorse che nemmeno
il terreno sembrava reale,era piatto,il terreno era perfettamente
piatto,appena si rimise in piedi la sua vista tornò
nitida,si guardò attorno e ciò che vide lo
sbalordì,linee,linee verticali e orrizzontali che si
incrociavano,emettevano luce e che si trovavano a mezz'aria,si
trovavano a galeggiare in uno spazio in cui cielo e terra non
esistevano.
Sesshomaru non era sicuro di aver capito bene quello stava
accadendo,sotto di lui si trovava la terra e sopra di lui si trovava il
cielo,ma attorno a lui c'era solo il vuoto,non c'erano n'è
cielo ne terra,solo delle strane linee lucenti che volteggivano nel
vuoto,ai suoi occhi era un posto davvero assurdo.
Mentre cercava di capire che cosa stava succedendo accadde una cosa
stranissima,la luce proiettata dalle linee in lontanzanza si era fatta
più forte,lo yokai dovette coprirsi gli occhi con una mano
per non rimanere acceccato.
- Dannazione,che sta succedendo?
all'improvviso Sesshomaru sentì qualcosa.
- Jin,Jin mi senti?
- Chi parla?
- Jin,svegliati.
La luce si fece più potente e stavolta lo Yokai non
potè fare altro che ricevere quella luce drittà
negli occhi,quasi fosse viva,riusciva a passare sia sopra che sotto la
mano,non la si poteva evitare.
Appena venne abbagliato si sentì come se qualcosa dentro di
lui si stesse espandendo verso tutto il corpo,si sentiva
vuoto,leggero,come se non avesse più un corpo,le gambe si
fecero deboli e cadde in gionocchio,le braccia persero
sensibilità e caddero a peso morto vicino ai
fianchi,infine,cadde a terra con la faccia rivolta verso quella griglia
lucente,le palpebre si abbassarono per poi piombare poco a poco nel
buio più completo.
- Dai Jin,alzati.
Sesshomaru sentì di nuovo quella voce,sembrava la voce di un
ragazzo ma non riusciva a capire chi fosse,non vedeva niente,non
riusciva a muoversi,non poteva sentire nessun odore e non poteva
nemmeno parlare,apparte l'udito l'unica cosa che funziona ancora era il
pensiero,fisicamente non riusciva più a far nulla.
All'improvviso rivide di fronte a se quelle strane linee lucenti
generarsi dal nulla,però stavolta fecero qualcosa di
diverso,cominciarono a muoversi,si staccavano dalla griglia e si
mettervano in posizioni differenti ad altezze e lunghezze diverse e
fondersi tra loro,quasi volessero formare una forma ben definita.
Si mescolavano tra di loro in un ordine ben definito,si unirono tra di
loro formando un cubo luminoso alto quatto metri,all'improvviso
scomparve per poi ricomparire davanti allo yokai.
- Dai Jin tirati su.
Quella voce si fece di nuovo sentire ma stavolta si riusciva a capire
da dove veniva,dal cubo.
Il cubo scomparve di nuovo e tornò il buio più
totale,ma l'assenza di luce venne compensata con
qualcos'altro,tepore,una sensazione calda e soffice seguita da un
attività fisica nella zona degli occhi,il movimento delle
palpebre,come se avesse gli occhi chiusi.
Cercava di aprire le palpebre ma non ci riusciva,si sentiva come se
dovesse svegliarsi,anche se in realtà lui non si era
addormentato,o forse si?
La verità e che non lo sapeva nemmeno lui,tutto quello che
gli stava accadendo non riusciva a descriverlo,anche se forse nessuno
ci sarebbe riuscito.
Aprì gli occhi senza capire quello che stava
succedendo,vedeva tutto sfocato e faceva fatica a identificare cosa gli
si trovava attorno,tornò a sentire la schiena,era appoggiata
a qualcosa soffice.
- Dove sono finito adesso?
Aveva la vista annebbiata,ma già qualcosa l'aveva capito,era
all'interno di una costruzione di forma cubica della stessa altezza di
quel cubo lucente,nel suo sguardo appanato vide la figura di una
persona.
- Jin,ti vuoi svegliare?
Dalla voce sembrava una ragazza,poco a poco la sua vista tornava
normale e riusciva a defenire le immagini in modo normale,la ragazza
accanto a lui aveva i lunghi capelli bianchi che gli arrivavano fino
alle scapole e aveva e gli occhi erano color dell'oro,il suo vestiario
era formato da un gilet di seta bianco con incorporato un cappuccio del
medisimo colore, un paio di pantaloni da ninja in seta bianci,una
sottile fascia rossa con al centro un simbolo uguale a quello di Ezio
colorato di bianco e sul fianco destro un Tanto, un coltello giapponese
lungo 30 centimetri.
Sesshomaru vide questa ragazza e cercò di risponderle.
- Adesso mi alzo.
Lo yokai rispose alla ragazza,nulla di strano,se non per due
particolari,la voce non era la sua e non aveva intenzioni di dirgli
quelle parole,qualcun'altro aveva parlato per lui e la cosa non lo
rendeva felice.
- Sbrigati,il maestro ci vuole vedere.
Sesshomaru cercò di liberarsi in qualche modo da quella
posizione,provò a muoversi ma non ci
riusciva,provò a parlare ma fallì nel
tentativo,era intrappolato in corpo che non rispondeva più
ai suoi ordini.
- Dammi un momento per vestirmi e poi ti raggiungo.
- Va bene,ma fa in fretta.
La ragazza si incammino verso l'uscita che consisteva in una semplice
porta di legno a scorrimento laterale,poi si girò in
direzione di Sesshomaru mostrando un piccolo sorriso.
- A dopo.
- A dopo.
Rispose l'altra voce con il tono di un ragazzo mezzo addormentato,lo
sguardo dello yokai si spostò verso il soffitto di semplice
fatto di paglia.
- Meglio non far aspettare il maestro.
Detto questo il corpo di Sesshomaru si alzò in piedi vedendo
che quella sensazione che sentiva alla schiena era per effetto di un
futon,la sua testa ruotò verso un altra porta scorrevole che
si trovava dall'altra parte della stanza,il suo corpo si mosse verso la
porta scorrevole e con il braccio destro fece scorrere la porta,dietro
la porta si poteva vedere uno spazio lungo sessanta centimetri,largo
trenta e alto due metri,al suo interno si poteva vedere un appendiabiti
di legno,sopra vi erano posati un paio di hakama bianchi,un hadaji,(una
veste bianca fatta di cotone che si mette sotto il kimono,ha la stessa
funzione delle nostre canottierie),un kimono bianco con cappuccio
incorporato e un obi rosso.
Il suo corpo allungò la mano sinistra per prendere gli
hakama,in quello stesso istante lo yokai notò due cose che
lo sorpresero davvero,ed entrambe riguardavano la sua mano sinistra,la
prima era che sulla sua mano non c'era nessuna strisca viola,cosa molto
strana visto che il suo corpo dovrebbe mostrare delle strisce viola
dalle parti del volto e delle mani,la seconda invece era la cosa
più strana,l'anulare sinistro era mozzato,si vedeva solo la
falange.
Sesshomaru era sorpreso nel vedere cos'era successo alla sua mano ma
non ne rimase scosso,era rimasto calmo e non si fece prendere dal
panico,si mise gli hakama,indossò l'hadaji,ci mise sopra il
kimono e infine si allacciò l'obi stringendolo bene alla
vita.
Finito di vestirsi chiuse la porta dove vi era riposto l'appendiabiti
per poi incamminarsi verso l'ingresso della stanza,mentre si avvicinava
all'ingresso Sesshomaru cercò di capire cos'erano quelle
altre due novità riguardanti la sua mano sinistra,certo la
sua mano mostrava le caratteristiche principali di una qualsiasi mano
da Inuyokai in forma umanoide,artigli,pelle chiara,in poche
parole,quelle poche cose evidenti in un essere come lui,la cosa che lo
sorprendeva non era tanto il fatto che i segni colorati sulla sua mano
erano scomparsi,(cosa che poi si notava anche in quella destra),la
sorpresa era che gli mancava un anulare,cosa assai strana visto che lui
sapeva che possedeva tutte le dita.
- Questa non'è la mia mano,queste non sono le mie
vesti,questa non'è la mia voce,eppure sono io che poco fa a
parlato con quella ragazza,sono io che mi sono vestito,sono io che sono
privo di un dito...e come se io non fossi più io.
In quel preciso istante Sesshomaru si bloccò di colpo,o per
meglio dire,il suo corpo camminava,ma lui si era fermato a riflettere
sull'ultima parte delle frase fatta poco fa,lui non era lui.
- Io...non sono...io...no,non'è possibile,non può
essere,e assurdo pensare che io sia dentro un corpo che non mi
appartiene,ma forse,ora come ora tutto mi questo mi sembra assurdo.
Il suo corpo era vicino alla porta,posò una mano sulla
maniglia e fece scorrere la porta vedendo davanti a lui uno spettaccolo
inaspettato.
- Ma cosa....
Davanti a lui si ritrovò lo stesso scenario in cui si
trovava prima che vivesse questa strana esperienza,il fiume,la neve,la
foresta,Jaken e Rin che raccolgono la legna,e come se non bastasse
tutto ciò che vedeva lo osservava dallo stesso punto di
vista di quando si stava riposando.
- Sono tornato indietro,qualunque cosa sia e finita.
- Ti sbagli,questo e solo l'inizio.
Sesshomaru sentì di nuovo la voce di quella donna,la voce di
colei che per poco tempo si impadronì del corpo e della
mente di Rin.
- Di nuovo tu? Che cosa vuoi da me?
- Sono qui per avvertirti.
- Avvertirmi di cosa?
- Dell'esperienza che hai appena vissuto,ormai e tardi per tornare
indietro e cio che hai visto non doveva esserti rivelato
così presto.
- Che vuoi dire?
- Ora che hai visto ciò che non dovevi ancora vedere te lo
dirò,tu e la bambina siete in pericolo.
A sentire quelle parole Sesshomaru si sentì perplesso.
- Cosa?
- Ascolta,non ho molto tempo a mia disposizione quindi fa
attenzione,devi cercare l'uomo vestito di bianco,lui sa cosa significa
ciò che hai vissuto,ma fa presto,coloro che portano la croce
stanno già tramando nell'ombra,costoro ti parleranno,ti
inganneranno,ma tu non ascoltarli poichè essi agiscono solo
per i loro fini.
- Non capisco.
- La croce farà di tutto per avere te e la piccola umana,se
l'unico che puo proteggerla da loro,lei l'unica che può
proteggerti da ciò che hai appena visto.
- Stai dicendo che Rin c'entra qualcosa con quello che mi sta
succedendo?
- Non posso ancora darti questa risposta,n'è questa
n'è altre risposte ad altrettante domande.
- Perchè no?
- Perchè non capiresti,non sei ancora in grado di
comprendere la situazione nella quale ti trovi,non mi è
rimasto più tempo,a presto.
- Aspetta.
- Ricordati,trova l'umano,e non fidarti della croce.
- Aspetta,Aspetta.
Sesshomaru cercò di riaprire il discorso,ma non ricevette
alcuna risposta,ma in compenso rivide davanti a se quella griglia di
linee lucenti,ma stavolta c'era qualcosa di diverso,sentì un
formicolio pervadegli tutto il corpo,come se il suo corpo avesse
ripreso sensibilità,mani,piedi,braccia gambe,schiena,ventre
torace,collo,faccia,persino il cuoio capelluto aveva ripreso
sensibilità.
In quello stesso istante venne abbagliato da un breve ma potente flash
luminoso che venne proiettato da quella misteriosa griglia luminosa,le
palpebre si chiusero,le orecchie gli fischiavano e il formicolio gli
stava passando,segno che il suo corpo aveva riaquistato
sensibilità.
Ricominciò a sentire il vento gelido,lo scroscio dell'acqua
del fiume che pian piano passava,riusciva persino a sentire il suono
della neve che si posava nell'ambiente circostante,in un certo senso si
sentiva bene,come quando si era seduto accanto all'albero.
- Signor Sesshomaru.
Sesshomaru tornò a sentire una voce a lui familiare.
- Signor Sesshomaru,per favore,si svegli.
Sesshomaru riaprì gli occhi,si sentiva come se si fosse
risvegliato da un lungo sonno e faceva fatica ad aprire le palpebre.
Mentre lui cercava di riprendere conoscenza da quella esperienza
all'interno del suo corpo ritornava tutto alla normalità,il
cuore riprese il suo normale ritmo,il sistema respiratorio riprendeva
la sua giusta quantità d'ossigeno e il cervello riprese il
pieno controllo del corpo.
- Signor Sesshomaru.
Lo yokai guardò chi richiedeva la sua attenzione.
- Rin.
- Signor Sesshomaru,alzatevi presto.
Sesshomaru si alzò con molta fatica dall'albero essendo
ancora mezzo addormentato,dopo essersi messo in piedi alzò
lo sguardo verso il cielo sentendo che c'era qualcosa di diverso.
- Quanto tempo ho dormito?
- Molto,e da ieri sera che non avete fatto altro che dormire,sembravate
stanco e quindi non vi ho voluto svegliare.
- mmhh.
- Qualcosa non va Signor Sesshomaru?
- No non preoccuparti,tu piuttosto come stai?
- Come sto? non vi capisco.
- Parlo di quello che è ti successo ieri,non ricordi?
Rin cominciò a intravedere alcuni frammenti della sua
memoria,per la sua mente passarono alcune parti salienti del duello tra
Il suo signore e lo straniero,le armi che si scontravano,i movimenti
dei due guerrieri,l'esito dello battaglia,ma nessuno di questi spezzoni
l'aveva stupefatta fino all'ultima parte che ricordava prima di perdere
la memoria per un breve attimo di tempo,l'urlo,il suo desiderio di
porre fino allo scontro,la sua voce che usciva con potenza dalle sue
corde vocali da bambina e infine quelle pulsazioni,qualcosa di
profondo,qualcosa di nascosto,qualcosa che si era liberato con una
forza incredibile,qualcosa....di inspiegabile.
Sul volto di Rin apparve un'espressione di puro
sgomento,abbassò lo sguardo verso il terreno quasi non
volesse vedere in volto lo yokai.
- Signor Sesshomaru,ecco io....
- Padron Sesshomaru.
La voce di jaken arrivò alle orecchie dello yokai e della
bambina,lo videro correre a fatica nella neve poichè essendo
piccolo la neve gli intralciava i movimenti,ma nonostante questo il
piccolo rettile arrivò al cospetto del suo padrone.
- Padron Sesshomaru.
Lo yokai fissò Jaken con sguardo di ghiaccio.
- Che succede Jaken?
- Mi trovavo nella foresta a cercare qualcosa da mangiare,quando ho
sentito un gruppo degli umani,pare che si dirigessero al villaggio qui
vicino.
- E questo che avrebbe a che fare con me?
- c'è dell'altro,li ho sentiti parlare,pare che stiano
cercando vostro fratello,voi mio signore e anche un umano che indossa
esotiche vesti bianche e che nasconde il viso sotto un cappuccio.
Quando Sesshomaru sentì quella notizia il suo cuore
sembrò fermarsi per un nano secondo,l'uomo che avrebbe
potuto fornirgli qualche risposta su quello che gli era capitato,aveva
bisogno di certezze,aveva bisogno di sapere stava accadendo tutto
questo.
- Jaken.
- Si mio signore?
Sentite queste parole Sesshomaru prese con una sola mano sia jaken che
Rin e li teneva entrambi per le vesti.
- Che state facendo Signor Sesshomaru?
Rispose Rin con aria confusa.
- Andiamo Via,questo posto non'è più sicuro.
Detto questo Sesshomaru cominciò a correre ad altissima
velocità verso il villaggio di Kaede,in quel momento poche
cose gli erano chiare e una una di queste e che qualsiasi cosa stesse
accadendo lui e Rin erano in qualche modo coinvolti in una faccenda
alla quale sembrava impossibile dare una spiegazione,l'unica cosa certa
e che doveva andare al villaggio a vedere chi lo stava cercando,voleva
spiegazioni,e le avrebbe ottenute.
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Capitolo 7 *** attacco al villaggio ***
Correva,senza esagerare con la velocità,si muoveva con una
facilità incredibile,come yokai avrebbe potuto correre ad
una velocità sorprendente,ma sarebbe stato un inutile spreco
di energie e per quanto ne avesse non sarebbe stato saggio buttarle via
per nulla,per non parlare del fatto che forse i corpi di Rin e Jaken
non avrebbero potuto reggere una tale velocità.
Passava vicino agli alberi,correva nella neve alta,saltava le radici
che si trovavano fuori dal terreno,si muoveva con naturalezza in quella
fitta foresta ricoperta di neve,eppure si sentiva strano,come se
correre in quel modo gli sembrasse una cosa familiare ma allo stesso
tempo una nuova esperienza,in passato Sesshomaru aveva corso senza
raggiungere delle sorprenditi velocità,correva in quel modo
quando andava a salvare Rin da qualche creatura oppure correva incontro
all'avversario per usare la velocità per potenziare la forza
del colpo,ma in quell'occasione era diverso,come se corresse senza
voler essere scoperto.
Intanto,nei dintorni del villaggio di Kaede,il capo dei briganti e
molti altri suoi sottoposti si erano nascosti ai margini della
foresta,rimanevano dietro gli alberi osservando il villaggio in
lontananza.
- Capo attacchiamo?
Disse uno dei briganti che stava alla sinistra del capo,il loro capo
guardava il villaggio assottigliando le palpebre e mostrando un piccolo
sorriso malvagio.
- Non ancora,devo aspettare l'arrivo di una persona.
- Di chi parlate?
- Non ha importanza chi sia,cio che conta e che voi seguiate i miei
ordini,non devi sapere nient'altro.
- Capisco ma....
- Niente ma,occupatevi del villaggio e non fate del male hai
contadini,uccidete solo se strettamente necessario.
Il bandito guardò il suo capo con aria perpeplessa,non
riusciva a capire perchè dovevano trattenersi
dall'uccidere,infondo erano briganti e come tali si dovevano comportare.
- Come volete capo.
Detto questo il bandito si allontanò con aria delusa,voleva
comportarsi da bandito e invece dove astenersi dal fare tutto quello
che voleva,era proprio una situazione seccante.
Il capo dei briganti continuava ad osservare il villaggio,sul volto
continuava a portare un ghigno maligno e nei suoi occhi si poteva
vedere quanta determinazione c'era nel voler attacare il villaggio.
- Banditi,se sapessero quello che so io anche loro la penserebbero come
me,non capiscono perchè sono stupidi e avari,io ambisco a
qualcosa di diverso,a qualcosa di più puro,qualcosa che le
loro menti con la loro stupidità non possono comprendere.
Girò lo sguardo verso i suoi uomini intornò a
lui,vedeva suoi loro volti sorrisi pieni di malvagità,occhi
inniettati di sangue, mani che stringevano il manico della
spada,armature bucate e rovinate,gente rozza,sanguinaria e priva ogni
fibra morale.
Più di tutto sentiva i loro discorsi da briganti,alcuni
parlavano di cosa prendere durante il saccheggio altri su quanto
sakè avrebbero bevuto per celebrare la vittoria e altri
ancora parlavano di voler prendere con se le donne più belle
che avrebbero trovato e poi le avrebbero portate via con se,ma a lui
quei discorsi non interessavano,se doveva attacare un villaggio lo
faceva per scopi non tipici di un brigante.
Mentre il capo continuava ad osservare il villaggio sentì un
sibilo di breve durata sfiorargli l'orecchio destro,girò di
qualche grado la testa verso destra e vide un Kunai conficcato nella
corteccia di un albero vicino a lui,(in origine un attrezzo agricolo e
poi si diffuse il suo utilizzo anche come arma in uso presso i ninja,la
piccola e sottile lama triangolare la rende un arma agile e veloce
adatta per chi combatte sfruttando tecniche rapide e dai movimenti
scattanti).
Attaccato al manico dell'arma vi era legato uno strano cerchietto
bianco ,l'uomo allungò la mano destra verso l'arma e con uno
strattone la staccò dall'albero,con la mano sinistra
toccò l'oggetto bianco e capì subito di cosa si
trattava.
- ma questa e carta,dev'essere una lettera.
In quel momento venne interrotto da uno dei suoi uomini.
- Capo che state facendo?
Il capo dei briganti si girò in direzione dell'uomo
mostrandogli un sorriso malefico.
- E giunto il momento.
L'uomo si girò indietro in direzione dei suoi uomini che
erano sparsi tra gli alberi come se fossero un branco di animali.
- Ascoltatemi uomini.
I briganti mossero lo sguardo verso il loro capo
- Dalle informazioni che ho ricevuto da una persona fidata il villaggio
e pieno di cibo sakè e belle donne,potete prendere tutto
ciò che volete ma non fate del male agli abitanti se non
necessario,avete capito?
- SIIIIIIIIIII
- Bene,ora analizziamo la situazione,il villaggio e un facile bersaglio
quindi potete prendervela comoda,ora andate saccheggiate e distruggete.
Sentite queste parole i briganti uscirono lentamente dal margine della
foresta con l'intenzione di rubare saccheggiare e radere al suolo tutto
quello che potevano,alcuni di loro ridacchiavano all'idea di svolgere
un lavoretto e semplice ed appagante come il loro dove potevano
arricchirsi e mangiar bene con le cose degli altri.
Il loro capo invece era rimasto nella boscaglia ad osservare quella
marmaglia di rifiuti umani alla vana conquista di poche monete e di
qualche sacco di riso tenuto da parte per i freddi e rigidi inverni
nipponici,mentre stava guardando i suoi uomini andare al villaggio si
ricordò una cosa,la lettera legata attorno
kunai,posò lo sguardo sull'arma e poi con una mano
srotolò la lettera dall'arma che poi gettò a
terra,delicatamente aprì la lettera e cominciò a
leggere.
- Ho informato il maestro dell'arrivo dell'assassino nel villaggio da
te precendentemente occupuato,dice di non dargli fastidio e di
lasciargli esplorare queste terre,ma non'è tutto,dalle parti
del villaggio si aggira uno yokai,se lo vedi dirigersi verso il
villaggio in cui ti trovi trattienilo e tienilo lontano dal
villaggio,che il padre della comprensione ti guidi.
Dopo aver finito di leggere la frase strappò la lettera in
piccoli pezzettini e poi la buttò via,diede un ultima
occhiata al villaggio e poi si incamminò verso l'interno
della foresta assumendo un espressione seria.
- Uno yokai che si dirige in un villaggio di umani,che stranezza,in
ogni caso devo eseguire gli ordini del maestro,non ho motivo di
dubitare delle sue decisioni.
In quello stesso momento al villaggio,all'interno di una piccola
casetta di legno al centro del villaggio si trovava Ezio,dormiva su un
futon malridotto e si copriva con una coperta adatta ad un
contadino,semplice,umile e un pò rovinata,ma a lui quello
sembrava un trattamento di lusso,l'assassino dormiva con le sue
vesti,in quella casupola di legno faceva troppo freddo per spogliarsi e
dormire senza vesti per mantenere il calore.
All'improvviso si sentì qualcuno bussare alla porta,chiunque
fosse faceva un baccano tremendo.
- Ezio,svegliati.
Con tutto quel frambusto era impossibile continuare a dormire e quindi
l'assassino si vide costretto a svegliarsi quasi controvoglia,ormai non
sentiva più il bisogno di dormire anche se questo non voleva
dire che lo si poteva svegliare facendo tutto quel caos.
- Arrivo.
Si tolse la coperta di dosso ,si alzò dal Futon e si
avviò alla porta,aprì e vide chi si trovava
dietro alla porta.
- Ragazzo dalle orecchie da cane,perchè fai tutto questo
fracasso?
- Sono venuto ad avvisarti,io e i miei amici stiamo andando ai villaggi
qui attorno a vedere se ci sono stati altri attacchi di banditi,visto
che tu sai chi sono potresti darci una mano.
- Certo,andiamo.
I due si incamminarono verso la casa di Kaede che non era molto lontano
dal rifugio di Ezio,la neve scendeva forte,come il giorno precedente,il
silenzio era padrone di quel borgo e c'erano solo loro due fuori di
casa,al massimo si potevano sentire i piedi che penetravano la neve
fresca,ma nulla di più.
Silenzio,vuoto,calma e la visione di paradiso di neve,ghiaccio e freddo
pungente,il silenzio che era sceso sul villaggio aveva portato con se
una tale calma che illudeva coloro che la percepivano,coloro che
sentivano quella calma come se fosse unicamente loro e aggiungendo il
paesaggio circostante come se il mondo si fosse fermato e che l'unica
cosa che si muoveva era la neve,un tale senso di di benessere che
l'assassino lo percepiva pienamente.
- Ezio.
- Si?
- Stavo pensando alle parole che dicesti ieri,avevi detto che quelli
non erano comuni briganti.
- Si l'ho detto.
- Allora chi sono veramente?e che volevi dire col fatto che tu sei un
assassino?
A quelle parole Ezio si sentì preso alla sprovvista,sapeva
bene cosa rispondere, il problema e come dirlo,non era così
facile come potrebbe sembrare.
- La faccenda e un pò più complicata di quello
che immagini ragazzo,credimi se ti dico che spiegartelo così
su due piedi non è una cosa facile.
- Io e i miei compagni dobbiamo sapere cosa sta accadendo,arrivi in
questo villaggio chiedendo un posto per passare la notte,poi combatti
dei briganti che non si comportano da briganti e infine ci dici che tu
sei un assassino ma che non uccidi per denaro o perchè ti
piaccia,quindi,pretendo una spiegazione.
Ezio sapeva che Inuyasha aveva ragione,ma come poteva dirglielo?come
poteva rivelargli ciò che sapeva come se nulla fosse?forse
aveva fatto male a coinvolgere questi ragazzi ma avevano il diritto di
sapere chi erano i loro nuovi nemici.
- La tua e una domanda lecita,però non posso dirti molto.
- E perché?
- Perchè ci sono cose che non dovrebbero essere
rivelate,come ad esempio quei briganti,guidati da un uomo che
non'è cio che fa vedere agli altri.
- Non capisco.
- Dubito che riusciresti a comprendere.
Sentendo queste parole le prese come se fossero un offesa.
- Stai cercando di dirmi che sono stupido? Chiese Inuyasha con il suo
classico tono aggressivo.
- No non stavo assolutamente dicendo questo,dico solo che per una
persona qualunque sarebbe impossibile credere a quello che potrei
rivelarti.
Inuyasha si calmò e abbassò il pugno.
- Bene,credevo che lo pensassi.
- Non n'è avrei motivo,comunque,se proprio ci tieni a sapere
chi sono i tuoi nuovi nemici dovremmo prima riunirci con gli
altri,sarà più facile spiegarlo se ci saranno
più persone ad ascoltare.
- Se lo dici tu.
I due finirono di parlare e tornarono a quel silenzio di poco
fa,attorno a loro la neve scendeva con una grazia paradisiaca,scendeva
piano adagiandosi sul terreno e coprendo tutto di quel freddo bianco
che diviena una meraviglia per gli occhi di chi la osserva.
Inuyasha camminava con passo accellerato,il suo animo focoso e i suoi
modi poco ortodossi non gli facevano percepire quel senso di pace e di
calma che lo circondava,per lui era comunissima neve,normale da vedere
in inverno,li percepiva come pallini bianchi che portavano un grande
freddo anche se lui non lo sentiva.
Ezio invece era totalmente diverso,i fiocchi bianchi e il paesaggio
bianco lo rendevano calmo e sereno,la neve sopra le case,il calore
all'interno delle abitazioni,gli anziani seduti attorno al fuoco,le
donne che si occupavano della casa e dei bambini,gli uomini mettevano
in ordine gli attrezzi del mestiere,zappe,rastrelli,vanghe,tutto
ciò che serviva ad un agricoltore per far bene il suo
lavoro,tutto questo era l'essenza stessa della vita familiare in
inverno,pace,calma e tranquillità immersa nel bianco
più puro.
Dopo un paio di minuti i due arrivarono alla casa di Kaede mantenendo
inalterato il modo in cui camminava l'uno rispetto all'altro,si
avvicinarono alla porta ed entrarono,(prima Inuyasha e poi Ezio),nella
casa della vecchia miko.
All'interno dell'abitazione vi si poteva vedere un fuoco ardere
all'interno della casa con sopra un pentolone messo a scaldare,attorno
al fuoco vi erano seduti gli amici del hanyou,la prima a rivolgersi a i
due arrivati fu Kagome.
- Buongiorno Signor Ezio,dormito bene?
- Abbastanza,cambiando discorso,il ragazzo dalle orecchie da cane mi ha
detto che volevate dare un occhiata alle zone circostanti.
- Si esatto,voi conoscete bene questi briganti.
- E quindi sperate che io vi dica qualcosa su di loro,vero?
Intervenne Inuyasha con la sua classica aria spavalda.
- Ma certo,Prima ci dici che quelli non sono dei comuni briganti e poi
ti metti a fare il misterioso,dicci chi sono senza fare troppe storie
oppurre ti riempio di pugni.
Intervenne Kagome.
-Inuyasha.
Disse Kagome con espressione felice.
- Uh,che c'è?
All'inizio Inuyasha non capì bene che cosa volesse la
giovane Miko da lui,lo sguardo di quella ragazza,così
tranquillo e rilassato...si dimostrò un inganno.
- ACCUCCIA.
l'hanyou cadde di colpo al suolo trascinato dalla forza della collana
di sfere viola che portava intorno al collo,alla vista di quello che
era successo Ezio era rimasto senza parole,l'assassino girò
lo sgaurdo verso il gruppo.
- E normale che si butti a terra in questo modo?
Kagome sentendo quello che aveva detto Ezio rispose alla domanda
passandosi un mano dietro alla testa e ridendo nervosamente.
- Si si non ti preoccupare,succede ogni volta che si comporta male.
Detto questo il suo sguardo si spostò su Inuyasha passando
dalla risata nervosa al rimprovero.
- O quando dice cose poco carine ad altre persone.
L'hanyou trovò la forza di sollevare la testa dal pavimento
e guardare la ragazza in modo scontroso.
- Dannata,la vuoi finire di buttarmi a terra?
- Non si parla così con gli ospiti.
- Lui ha delle informazioni che ci potrebbero essere utili,se gli
faccio sputare il rospo ci metteremo molto meno tempo a capire che sta
succedendo?
- Questo non ti autorizza a fargli del male.
I due ragazzi continuavano a litigare,da una parte c'era
Inuyasha,frettoloso,impaziente e sempre pronto a muoversi sul piede di
guerra,deciso ad ottenere ciò che vuole il più
velocemente possibile,dall'altra invece c'era kagome,nonostante la
giovane età si mostrava una ragazza gentile e sempre pronta
ad aiutare chi è in difficoltà,erano due faccia
della stessa medaglia.
Ezio,che guardava immobile la scena non sapeva che cosa fare,avrebbe
voluto lasciarli continuare nel loro bisticcio tra innamorati ma il
tempo non giocava a loro favore e decise di intervenire,si mise in
mezzo ai due e cominciò a parlare.
- Scusate.
L'assassino ottenne l'attenzione dei due litiganti.
- Vorrei precisare che non'è il momento di fare i
bambini,quindi,o decidete di calmarvi e di starmi a sentire,oppure me
ne vado e ci penso da solo,chiaro?
Sentendo quelle parole i due ragazzi smisero di urlarsi contro e
scelsero di ascoltarlo,tra tutti quelli che si trovavano dentro la casa
Ezio era l'unico che sapesse qualcosa su quella faccenda.
L'assassino si sedette vicino al fuoco e lo stesso fecero Kagome e
Inuyasha,Tutto il gruppo osservava Ezio con grande
attenzione,osservarono il cappuccio che quasi gli copriva i lati del
volto e gli lasciava la faccia scoperta ma che in gran parte nascondeva
gli occhi,si portò le mani ai lati del cappuccio e se lo
tirò indietro mostrando la testa scoperta di fronte al
gruppo.
Ezio fissava il fuoco con due occhi marroni colmi di
preoccupazzione,preoccupazzione nata dal fatto che avrebbe dovuto
spiegare tutto quello che sapeva su i loro nuovi nemici,ma come poteva
dirglielo,certamente non in modo diretto visto che sarebbe stato troppo
strano,ma di certo non poteva nemmeno fare degli immensi giri di
parole,quella era una situazione complicata.
In quello stesso istante si passò una mano tra i capelli
come se volesse far notare che in quel momento fosse sovrappensiero,la
sua capigliatura,dai lunghi capelli castani che arrivavano fino alla
base del collo dove c'era un coda tenuta con un nastro rosso.
- Vi ricordate di quando vi ho parlato del capo dei briganti?
Intervenne Inuyasha
- Si c'è lo ricordiamo,vai al dunque.
- Quanto corri ragazzo,però aspetta che finisca di parlare o
non capirai niente,allora,chi di voi sa dirmi cos'è
esattamente un brigante?
Intervenne Shippo alzando la mano destra ed agitarla in modo da farsi
notare dal fiorentino.
- Tu piccolo,lo sai cos'è un brigante?
- Certo,un brigante e una persona cattiva che prende tutto
ciò che vuole con la forza.
- Si,più o meno e così,comunque,se vi dicessi che
colui che li comanda non avesse nessuna intenzione di comportarsi come
un brigante.
I ragazzi si sentirono confusi a sentire quella
rivelazione,perchè mai un bigante non avrebbe dovuto
comportarsi da brigante?
Intervenne Sango.
- Perchè mai un brigante non dovrebbe comportarsi da
brigante? Insomma,i briganti sono ciò che
sono,rozzi,violenti e stupidi,perchè mai uno di loro farebbe
delle cose diverse?
- Forse lo fa perchè non'è un comune brigante.
Ezio si girà in direzione di Inuyasha.
- Ti ricordi quello che sentisti dire da uno degli abitanti del
villaggio?
- Si,se non sbaglio le parole che usasti furono,con le tue promesse li
rendi schiavi di una bugia.
- Esatto.
- Che cosa volevi dire con quelle parole?
- Quello che ho detto,sentite,quello che dovete sapere per adesso e che
un gruppo di briganti e guidato da un uomo di cui non si sa nulla e per
di più possono attaccarci in qualsiasi momento,anche ora.
In quel momento,per ironia della sorte,si sentirono delle grida.
Intervenne Kaede.
- Ma che succede?
Intervenne Inuyasha.
- E quello che intendiamo scoprire.
Sentendo quelle voci terrorizzate tutto il gruppo si alzò in
piedi e si diresse verso la porta,Inuyasha aprì la porta e
seguito dagli altri uscì in strada,si fermarono subito dopo
quando videro quello che stava accadanedo di fronte ai loro occhi,le
case che prendevano fuoco,la gente che veniva trascinata in strada,i
briganti che facevano razzia di quello che trovavano.
Di fronte ad uno scenario simile erano rimasti del tutto
stupiti,certamente questo non era la prima volta che assistevano alla
distruzione di un villaggio,ma mai si sarebbero aspettati che anche il
villaggio di Kaede vennisse coinvolto in un razzia,la scena di fronte
ai loro occhi aveva dell'incredibile,c'era sempre stata una Miko a
sorvegliare il villaggio da qualsiasi minaccia presente nei
dintorni,demoni,spettri e creature di altro genere,ma mai si sarebbero
aspettati un attacco da parte di briganti.
Anche la vecchia Kaede uscì di casa e notò quello
che stava accadendo con l'unico occhio che le era rimasto.
- Ma che cosa sta succedendo? Disse la vecchia miko rompendo il
silenzio che aleggiava intorno al gruppo.
Intervenne Ezio
- Diamine,non immaginavo che potessero attaccare così presto.
Poco lontano dal gruppo alcuni briganti si stavano muovendo verso la
casa della vecchia Miko,in lontanzanza li si poteva vedere con
chiarezza mentre si avvicinavo in modo frettoloso e disordinato,non ci
voleva un genio per capire che quelli erano avversari da poco.
Mentre si avvicinavo alla casa di Kaede i briganti si fermarono mentre
vedevano le figure di Inuyasha e dei suoi amici che gli bloccavano la
strada,nel vedere i ragazzi uno dei briganti cominciò a
parlare.
- ma guarda un pò che bella combricola,dateci quello che
avete e non vi faremo niente.
Inuyasha avanzò di un passo e mostrando la sua classica
espressione iraconda si rivolse ai briganti allungando il braccio
destro e mostrando il pugno.
- Siete voi che vi dovete togliere,idioti,se non volete lasciarci la
pelle e meglio che spariate alla svelta o altrimenti vi picchio.
I briganti dal canto non erano spaventanti,anzi,ridevano,si prendevano
gioco dell'hanyou e della sua minaccia.
- Non farci ridere,pensi di farci paura ragazzino? Te la faccio passare
io la voglia di fare lo sbruffone,ADDOSSO.
Detto questo i briganti corsero verso il demone sfodernado le loro armi
di second'ordine,vedendoli arrivare Inuyasha fece un sorrisetto a dir
poco visibile,vedeva come si avvicinavo,vedeva come impugnavano le
armi,quel gruppetto di furfanti non avevano la minima
abilità,forse qualcuno di loro era più forte
degli altri ma costoro non sarebbero mai stati in grado di battere un
Hanyou,soprattutto se questo aveva molta esperienza in fatto di
combattimenti corpo a corpo e scontri all'arma bianca,certo
non'è un maestro d'armi,ma sapeva il fatto suo.
Arrivò il primo brigante, correva in contro a Inuyasha
tenendo la spada con una mano sola,estese il braccio e poi,in un
battito di ciglia,Inuyasha gli tirò un pugno dritto sui
denti,la forza con la quale il brigante venne spinto era tale da farlo
volare per quale centimetro e poi farlo cadere rovinosamente per terra.
arrivò il secondo,stessa tattica usata dal primo,ma stavolta
con una variante,stavolta il pugno che stava per ricevere non era
diretto in mezzo ai denti,con la sinistra gli tirò un pugno
da sotto il mento così forte da farlo alzare in aria per poi
finire anche lui al tappeto,a quel punto,vedendo che i suoi avversari
lo avevano stancato si rivolsi agli ultimi rimasti che oramai erano
rimasti in tre.
- Ehi voi,mi avete proprio stancato.
Detto questo si buttò sugli ultimi rimasti ad un
velocità sorprendente,al terzo brigante che raggiunse gli
tirò un pugno che lo colpì sulla guancia sinistra
colpendo la mascella, al quarto gli tirò un pugno sulla
guancia destra ma stavolta prendendogli lo zigomo e all'ultimo
rimasto,(quello che aveva incitato il gruppo ad attaccarlo),gli diede
un pugno allo stomaco così forte che se avesse usato ancora
un pò più di forza lo avrebbe penetrato.
Dopo aver facilmente sconffitto il gruppo di briganti,li prese tutti e
cinque e li gettò nel fiume ghiacciato che passava vicino
alla casa della vecchia Miko,dopo aver fatto ciò si rivolse
al resto del gruppo.
- Forza,scacciamo questi maledatti dal nostro villaggio.
A quella frase tutto il gruppo fece un cenno con la testa,tranne
Ezio,cominciarono a correre verso il centro del villaggio e liberarlo
da quegli invasori dai modi barbarici.
La neve continuava a scendere piano piano,delicatamente,ma quel giorno
nessuno potè godersi il paesaggio come si deve,putroppo non
vi era tempo per farlo,poichè l'arrivo di quella spietata
marmaglia aveva rovinato la bellezza di un paesaggio degna di essere
definata un sogno.
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Capitolo 8 *** Opinioni contrastanti ***
Inuyasha,Ezio e il resto del gruppo si stavano dirigendo al centro del
villaggio facendo attenzione all'arrivo di altri briganti che forse li
avrebbero attaccati più e più volte.
Le fiamme,le urla e il fumo nero,i contadini,indifesi,venivano fatti
prigionieri e donne e bambini insieme a loro,i briganti entravano nella
case alla ricerca di qualcosa da portare via,andave bene qualsiasi
cosa,monete,cibo,vestiti,tutto quello che veniva considerato utile
veniva preso,il resto invece veniva scartato e lasciato nel luogo del
saccheggio.
Mentre raggiungevano il centro del villaggio,Ezio si accorse di non
portare il cappuccio sopra la testa.
- Diamine.
Pensò l'assassino quando si accorse di tale mancanza,una
distrazione così piccola ma che poteva causare delle
conseguenze sulla sua identità,a i suoi nemici il suo volto
doveva rimanere nascosto per mantenere il suo vero aspetto nell'ombra
posta all'interno del cappuccio.
Continuarono ad avanzare,poco lontano dalla casa di Kaede il gruppo
vide un gruppo di tre membri,un uomo,una donna e un bambino che
mostrava a malapena qualche anno minacciati da un brigante che gli
puntava la spada contro,il bambino per terra,la madre che lo circonda
con il suo corpo usandolo come scudo,il padre che si para davanti al
brigante per difendere la maoglie e il figlio.
Ezio e gli altri si accorsero di quello che stava per accadere a quei
tre sventurati,il brigante stava per colpire l'uomo davanti a
lui,alzò la spada verso l'alto con entrambe le mani e nello
stesso istante in cui la lama stava per scontrarsi con il povero
malcapitato accadde l'impensabile.
Tutto il gruppo stava per assistere all'uccisione di quel contadino che
stava difendendo la propria famiglia senza che nessuno facesse nulla
per salvarlo,Ezio vide in quell'uomo la determinazione di proteggere i
propri cari,la decisione di morire in nome di coloro che amava, la
forza di reagire non con il corpo,ma con lo spirito di sacrificio,vide
ciò che stava facendo quell'uomo...e per questo sarebbe
stato ripagato.
L'assassino diede un rapido sguardo ad Inuyasha e al suo gruppo,di
fronte a lui c'era inuyasha con alla sua destra Kagome,alla sua
sinistra invece si trovava Miroku con dietro Sango mentre Shippo invece
si trovava dietro ad Ezio,il brigante invece si trovava a quindici
metri di distanza a sinistra del gruppo,fatti questi calcoli Ezio fece
scivolare la mano destra verso la cintura,infilò il pollice
e l'indice nello spazio tra la cintura e la veste finendo a toccare
qualcosa di solido,sottile e dalle piccole dimensioni.
gli occhi dell'assassino rimasero fissi sul brigante mentre dalla tasca
estrasse un piccolo oggetto di metallo,aveva le fattezze di un pugnale
ma decisamente più piccolo,misurava otto centimetri e pesava
solo pochi grammi.
La sua mano si mosse velocemente verso l'alto fino ad arrivare
all'altezza delle tempie,piegò il braccio portando il gomito
verso l'alto e la mano dietro la spalla e sia col pollice che con
l'indice teneva il pugnale dalla parte della punta.
Il tempo era poco e lui aveva un solo tentativo di salvare quell'uomo
dalla spada che si stava per abbattere su di lui,una rapida occhiata
intorno per assicurarsi che nessuno fosse d'ostacolo,poi,il momento
decisivo.
Il braccio che si estende in avanti,la mano salda nell'impugnare l'arma
e infine le dita che si staccano dal piccolo pugnale al momento del
lancio.
L'arma passo nello spazio che si trovava tra le teste di Miroku e Sango
senza che i due se ne accorgessero,il pugnale continuò a
roteare fendendo l'aria senza venirne rallentato,la spada del brigante
si stava abbassando verso il petto della sua vittima e nel momento in
cui stava per compiersi quell'atto di crudeltà
arrivò la salvezza.
L'arma raggiunse il collo del brigante squarciandogli la gola come se
fosse burro,l'uomo cadde a terra sulle ginocchia col sangue che
sgorgava senza sosta per poi accasciarsi definitivamente al suolo,tutte
le azioni fatte dall'assassino dal momento dell'estrazione del pugnale
all'uccisione erano state calcolate alla perfezione e vennero eseguite
in un lasso di tempo fin troppo breve per un comune essere umano.
L'uomo che stava per essere ucciso si girò verso la
moglie,la raccolse da terra e insieme al bambino scapparono di corsa
scomparendo tra le abitazioni mentre Inuyasha e gli altri li videro
andare via,Ezio volse lo sguardo verso la strada volendo riprendere la
marcia verso il centro del villaggio,non c'era tempo per stupirsi della
morte cruenta di un brigante.
- Aspetta Ezio.
Disse Inuyasha con un tono per niente tranquillo,ma all'assassino non
importava,c'era ben altro a cui pensare.
- Non abbiamo tempo,andiamo.
- Era necessario uccidere quell'uomo?
A sentire quelle parole il suo intento di continuare con il salvataggio
del villaggio si fermò per un instante,nel voler proseguire
nel suo compito Ezio aveva fatto abbastanza passi in avanti da stare
davanti al gruppo poichè salvando quella famiglia poteva
continuare a contrattare l'assalto di quelle persone con un anima molto
poco umana.
L'assassino davanti,l'hanyou e il resto del gruppo alle sue spalle,una
situazione alquanto spiacevole.
- Si,ma solo perchè la sua morte e giustificata dall'aver
salvato tre innocenti,se la cosa vi da fastidio posso capirlo...forse e
meglio se lo faccio da solo.
Detto questo accellerò il passo senza preoccuparsi se quei
ragazzi lo avessero seguito o no,non poteva perdere tempo con simili
questioni,eppure,quella domanda lo colse alla
sprovvista,perchè mai Inuyasha lo aveva criticato per aver
ucciso un brigante?
Quei ragazzi sembravano quasi paralizzati dalla morte di un umano con
un anima così marcia,l'assassino non sapeva più a
cosa pensare.
- Il ragazzo dalle orecchie da cane sembrava irritato dalla morte di
quell'uomo,come se il solo fatto di aver ucciso un altro essere umano
gli dia fastidio,mi chiedo il motivo di tanto disprezzo,certo,togliere
la vita a qualcuno non'è una bella cosa,però...
Ezio girò il braccio sinistro osservando la lama e il
meccanismo di scatto,le molle,gli ingranaggi,i perni e la
carrucola,osservando tutti i componenti che formavano l'arma nei suoi
occhi prese forma una nuova fimma.
- So per certo che quando uccido lo faccio per il bene di coloro che
soffrono.
con queste parole nella testa la domanda fatta da Inuyasha non aveva
più lo stesso impatto di prima,per lui dare una spiegazione
a quel ragazzo era importante,ma dargliela subito non avrebbe avuto
senso...non ancora per lo meno.
Mentre avanzava in direzione del centro sentì un rumore di
passi,si voltò e poi li vide,quei ragazzi,quei ragazzi lo
stavano raggiungendo,senza correrre visto che nel momento in cui
l'assassino si era dato quella risposta non si era allontanato molto
visto che essendosi perso nei sui pensieri non li sentì
arrivare prima che gli fossero vicino.
i ragazzi stavano intorno a lui,quasi lo avessero accerchiato,sui loro
volti c'era un espressione seria,stavano muti,quasi volessero
sorprenderlo.
- Cosa volete ragazzi?
Intervenne Inuyasha.
- Ti diamo una mano,fai parte della squadra...e poi non credo che tu
c'è la possa fare da solo.
Ezio sorrise a quella risposta,in quelle parole percepì una
leggera provocazione.
- Ne sei sicuro orecchie da cane?
- Certo,a differenza di te a noi basta prenderli a pugni.
- Chiamarli pugni e una parola grossa,da quello che ho visto io non sei
tutto questo granchè,hai molta forza ma la tua tecnica e
decisamente pessima.
Anche Inuyasha sorrise a quella affermazzione,si stuzzicavano a vicenda
senza mostralo apertamente,tanto
- Tu sapresti fare di meglio?
- Meglio di te sicuramente.
Durante la loro discussione da dietro le case sbucarono altri
briganti,ma stavolta in numero decisamente maggiore,i loro occhi erano
puntati sul gruppo mostrando uno sguardo compiaciuto.
Ezio e gli altri si guardarono attorno rimanendo attenti a non fare
mosse false,fermi e attenti ai movimenti dei loro avversari.
Intervenne Kagome.
- Siamo in trappola.
Intervenne Inuyasha
- Calmati Kagome,vedrai che li battiamo come niente.
L'hanyou si rivolse al fiorentino.
- Ehi,sei pronto?
- Io si,ma sono preoccupato per la tua ragazza e il bambino,non
sembrano abituati ad uno scontro diretto.
- Tranquillo ci pensiamo noi,tu vedi di non farti ammazzare.
- Lo stesso vale per te.
I briganti si preparano ad assalire i ragazzi con le spade in mano e la
mente offuscata da sogni di saccheggio di quella sudicia marmaglia.
- UCCIDIAMOLI,disse uno dei briganti.
La marmaglia si gettò addosso al gruppo ad una
veocità quasi sorprendente,certo,erano veloci,ma era tutta
apparenza,Ezio e gli altri notarono subito i numerosissimi difetti dei
loro avversari,erano lenti,stupidi e goffi,gli avversari più
scarsi che si potessero incontrare,bravi a malapena a spaventare un
villaggio di contadini.
Tutti i membri del gruppo si erano messi attorno a Kagome e a Shippo
nel tentativo di fargli evitare la lotta,arrivò il primo
brigante che si diresse contro l'assassino a tutta velocità
e con l'arma tenuta con una mano,Ezio rispose a quell'azione con un
pugno dritto sulla guancia sinistra colpendogli in pieno i
denti,n'è arrivò un altro da dietro che si prese
un gomitata del braccio sinistro che gli fracassò il naso e
poi cadere per terra.
Dietro di lui invece c'era Inuyasha che distribuiva colpi pure
lui,se ne avvicinarono tre,i primi li stese con il
pugno sinistro colpendo un sotto il mento che cadde sopra un altro
mentre il terzo si prese un destro dritto sui denti.
Sango e Miroku invece combattevano l'uno accanto all'altro,due briganti
si buttarono su di loro senza nessuna strategia e senza nessuna bravura
in combattimento,il primo si buttò su Sango cercando di
infilzarla,ma lei con una rapida schivata verso sinistra
evitò il colpo del brigante che essendo sbilanciato in
avanti era diventato vulnerabile,Sango rispose all'aggressione con una
ginocchiata nello stomaco facendolo cadere per terra,Miroku invece
rischiò di farsi staccare la testa con un colpo proveniente
da sinistra,anche se visto la pessima qualità della spada si
poteva dubitare del fatto che quelle spade potessero mozzare
qualcosa,Miroku si abbassò e dopo aver evitato l'attaccoshi
rialzò diede un sinistro sotto il mento del brigante che
caddè subito a terra.
I ragazzi si stavano difendendo con grande abilità,i
briganti li assalivano e loro li buttavano a terra doloranti,cadevano a
terra come goccie di pioggia durante un temporale,chi si poteva
rialzare scappava correndo via come un coniglio di fronte ad un lupo
mentre,altri invece rimanevano a terra senza cercare di muoversi
troppo,provavano troppo dolore per muoversi.
Ma a differenza di Inuyasha e dei suoi amici Ezio non sembrava che si
stesse difendendo,anzi,semvbrava che era lui ad aggredire loro.
Altri quattro briganti si avventarono sull'assassino,il primo
cercò di attaccare con un fendente proveniente
dall'alto,Ezio gli prese il polso che teneva l'arma con la
sinistra e in meno di una manciata di secondi gliela
abbassò,gli girò il polso facendogli aprire la
mano dal dolore e di conseguenza facendogli cadere l'arma,il brigante
inarcò la schiena dal dolore ed Ezio approfittò
del momento per tirargli un pugno con la mano libera facendolo cadere
per terra.
I tre compagni dell'uomo finito per terra si bloccarono di colpo nel
vedere il brigante sconfitto,alzarono lo sguardo verso l'assassino con
un aria a metà tra lo stupore e la paura,Ezio li
fissò con occhi cattivi mentre batteva un pugno sul palmo
dell'altra mano volendo mandare un messaggio intimidatorio,i tre
accolsero il messaggio e in preda alla paura scapparono via
più veloci che potevano senza accorgersi delle conseguenze
della loro ultima azione.
Gli altri briganti,vedendo la rezione dei loro tre compagni li
imitarono,fuggirono con la coda tra le gambe senza preoccuparsi di
coloro che erano a terra feriti e doloranti,i caduti non venivano
raccolti,tutt'altro,venivano lasciati alla merce di coloro che li
avevano conciati in quel modo,infidi e codardi,si sentivano forti nello
spaventare chi non si poteva difendere e poi scappavano quando si
trovavano a che fare con chi era più avvantagiato di loro.
Relax,un momento di riposo dopo lo scontro impari,i ragazzi tirarono un
sospiro di sollievo,quel branco di selvaggi era stato scacciato come i
topi fuggono nel vedere un gatto goloso di roditori,ne erano caduti a
decine sotto i loro colpi e nessuno del gruppo venne danneggiato da
mano nemica,troppa grande l'esperienza,le capacità in
combattimento,il morale più alto e la coglia di vincere
perchè loro potessero perdere la sfida contro quegli uomini
accecati dai loro desideri personali.
- State tutti bene?
Rispose Inuyasha rivolto verso i suoi amici facendosi sfuggire un
leggero tono di preoccupazione.
Intervenne Miroku
- Si,un pò affaticati,ma stiamo bene.
Inuyasha si girò in direzione di Kagome e Shippo.
- State bene.
- Si tutto a posto.non ci siamo fatti nulla.
E infine ci fu un ultima persona da controllare,Ezio,l'hanyou si
girò anche verso di lui.
- Ti sei fatto male?
L'assassino la testa in direzione di Inuyasha.
- Sta tranquillo sto bene,piuttosto,ti sei fatto niente?
- Scherzi? questi tizi erano fin troppo stupidi per vincere contro di
me.
- Vedo che sei sicuro di te,questo e un bene,ad ogni modo,sarebbe
meglio proseguire,il villaggio e grande e non credo che tutti i
briganti se ne siano andati,propongo di controllare la zona dividendoci
in due squadre,una si dirigerà al centro del villaggio
mentre l'altra farà il giro dei dintorni per neautralizzare
i briganti rimasti,bisogna evitare che gli abitanti subiscano degli
agguati e derubati di ciò che hanno controllando le strade e
infine renderle più sicure,domande?
Nel sentirlo parlare i ragazzi erano rimasti senza parole,il suo piano
sembrava non avesse sbavature,due squadre sarebbero riuscite a liberare
il villaggio in un tempo minore di quello previsto,però
rimaneva un dubbio.
Intervenne Miroku.
- In effetti non ha tutti i torti,ma rimane comunque un problema,come
facciamo con Kagome e Shippo?
Intervenne Sango.
- Possiamo portarli a casa nostra,li c'è Kirara a proteggere
i bambini,e un posto più che sicuro.
- D'accordo,noi prendiamo Kagome e Shippo e li portiamo a casa nostra.
Intervenne Ezio.
- Bene,noi intanto andiamo al centro del villaggio per vedere se ci
sono altri brignati,appena li avete portarti al sicuro perlustrate le
strade alla ricerca di altri briganti.
- D'accordo.
Miroku si girò in direzione di Kagome.
- Andiamo.
- Si.
La giovane miko rivolse un occhiata verso il suo amato Hanyou,nei suoi
occhi si poteva leggere preoccupazione,ansia,timore e
paura,preoccupazione nel doverlo lasciare a combattere,ansia nel
doverlo aspettare,timore per la sua incolumità e paura per
la sua sorte,Inuyasha ricambiò quello sguardo con il suo
nella quale si leggevano forza,determinazione e
sicurezza,forza dalla quale traeva da lei,determinzione nel
voler tornare da lei e sicurezza per la quale l'aveva lasciata al
sicuro protetta da amici,i due si capirono in un unico semplice
sguardo,non c'era bisogno di parole dolci o parole incoraggianti per
esprimersi,bastavano gli occhi per parlare,per comprendere,per
capirsi,i loro occhi...e nulla più.
- Andiamo ragazzo,ancora poco e potrai tornare dalla tuo amore.
Detto questo Ezio fissò lo sguardo davanti a se verso la sua
destinazione,sul suo volto barbuto comparve un sorriso abbastanza
evidente e difficile da nascondere,anche se l'intenzione di nasconderlo
non c'era per niente.
- Cos'è quel sorriso?
La voce di Inuyasha arrivò alle orecchie del fiorentino,si
notava la mancanza di quella tonalità aggresiva e
scontrosa,una tonalità di voce adatta nata per pura
curiosità.
- Niente,ho solo capito una cosa.
Comprensione,questo era ciò che l'assasino aveva raggiunto
qualche momento prima,una breve occhiata a quei due giovani che si
amavano tanto,l'hanyou e la miko,uniti da uno sguardo,lui si era
accorto di quel legame così profondo e allo stesso tempo
così giovane,pensando a queste cose nella sua mente
riaffiorirono ricordi lontani,ricordi di quand'era più
giovane e di qualche anno fa,memorie di tempi migliori,in cui lui
amò molte donne e che poi da loro fu ricambiato,ma quello
non era il momento migliore per lasciarsi ai ricordi.
- Capito cosa?
- Il motivo per la quale volevi che combattessi con le mani come fai tu
piuttosto che passarli a fil di spada.
Inuyasha rimase spiazzato da quella risposta,sperava che Ezio si
sbagliasse sulla quella intuizione,non voleva apparire debole di fronte
allo straniero.
- E quale sarebbe?
- Umanità...non ho ben capito che creatura sei,ma possiedi
molta umanità.
- E secondo te e sbagliato risparmiare degli umani?
- Dipende chi sono gli umani che cerchi di salvare,per esempio,hai
visto quel padre di famiglia che si stava sacrificando per i suoi
cari?Quanti anni poteva avere? venti-venticinque anni?
Sentendo quelle parole Inuyasha rimase di sasso,non sapeva cosa
rispondere,nel suo animo si sentiva strano,come se fosse lui quello che
cattivo e non l'hanyou che Kagome,i suoi amici e gli abitanti del
villaggio avevano imparato ad accettare per quello che era.
- Uccidere un umano e sbagliato anche se è un brigante.
- Mentre lasciare che quel poveretto venisse ucciso era giusto.
- L'avrei salvato,ma tu sei intervenuto per primo.
- Sono più che certo che l'avresti salvato,ho visto come ti
muovevi in battaglia,ma non'è questo il problema,il tuo
problema sta nel fatto che ho ucciso una persona per salvarne un
altra,uccidere non'è una bella cosa,ma se la morte di una
persona malvagia serve a salvare le vite di alcuni innocenti allora
l'omicidio diviene giustizia.
- E tu vorresti dirmi che uccidere e giusto?
- Uccidere diviene giusto quando coloro che restano impuniti per le
loro colpe meritano la giusta ricompensa dei propri misfatti,sei un
bravo ragazzo ma devi capire che i nemici che hanno attaccato questo
villaggio sono guidati da un nemico che non conosce ne pietà
ne benevolenza,credimi se ti dico di indurire il tuo
cuore,perchè loro non avranno pieta ne per te ne per coloro
alla quale tieni.
Finito di parlare i due si zittirono completamente,per tutto il
discorso non avevano smesso di camminare,nemmeno per parlare delle
parti più delicate dell'argomento,guardavano dritto davanti
a loro come se si volessero evitare,non per rabbia,ma per due diversi
concetti di giustizia,Inuyasha riteneva sbagliato la
mentalità dell'assassino.
- Uccidere gli umani e sbagliato,predoni o no,so per certo che sono
malvagi,ma essendo umani non riesco a ucciderli...però,forse
ha ragione,o forse no.
Eccoci qua alla fine di un altro capitolo,colgo l'occasione per
ringraziare tutti coloro che seguono questa fic e in particolare:
Fenris,Fedelity_angel_92 e Adelhait,ma ringrazio anche a quelli che
leggono,se la storia vi è piaciuta,volete sempliciemente
dire la vostra opinione oppure avete qualche dubbio sulla storia
lasciate un commento,al prossimo capitolo,ciao.
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Capitolo 9 *** Il brigante ***
In quello stesso momento,nella foresta vicino al villaggio,Il capo dei
briganti camminava restando attento a ciò che aveva
attorno,gli era stato ordinato di interrompere il percorso di uno
yokai,compito insolito per un brigante,ma un ordine rimane comunque un
ordine e lui non avrebbe disobbedito al suo maestro.
Il bosco era calmo,c'era silenzio,solo il rumore degli stivali che
schicciavano la neve rovinava il mite suono dell'inverno nella fitta
boscaglia,ma non si poteva dire che i suoi passi fossero rumorosi.
Tra un passo e l'altro il brigante pensava a l'ordine
ricevuto,l'espressione sul suo volto era differente da qualsiasi
espressione che poteva fare uno dei suoi uomini,i suoi occhi erano seri
e profondi attenti a qualsiasi cosa succedesse,la sua bocca era
perfettamente lineare,nessun sorriso malvagio era stampato sul suo
volto dimostrando così di non essere come i suoi uomini.
- Uno yokai,non vedo nessuna creatura del genere in giro,forse questa
parte della foresta non'è quella giusta in cui
cercare,però devo dire che io e i miei uomini abbiamo
percorso molte altre parti della foresta e questa zona e una di quelle
che abbiamo attraversato a piedi,quella donna e avrebbe potuto dare
informazioni più dettagliate e io da solo non credo di
trovarlo,forse e meglio tornare al villaggio.
Continuava a camminare,camminava,camminava,sempre di più nel
fitto della foresta,i suoi occhi erano attenti a cogliere qualsiasi
movimento da parte di un uccello che spiegava le ali in direzione di un
altro albero nel ripararsi dalla neve o di un coniglio che poteva
saltare fuori all'improvviso,essendo in missione esplorativa non poteva
permettersi distrazione,aveva uno yokai da fermare,sempre che prima
riuscisse a trovarlo.
All'improvviso il brigante si fermò,si sentiva un rumore in
lontananza,piegò la testa verso il basso e poi chiuse gli
occhi,si concentrò sull'udito per capire da dove proveniva
quel suono.
- A sinistra.
Dette queste parole aprì gli occhi e girò la
testa nella direzione da cui sentì quel
suono,cominciò a correre,le sue gambe scattavano
furiosamente mentre la sua voglia di arrivare il prima possibile si
faceva sempre più grande.
Intanto,sempre in quella foresta,Sesshomaru continuava a correre con
Rin in una mano e Jaken nell'altra,correre,anche lui lo faceva ma per
un altro scopo,doveva arrivare al villaggio il prima possibile
poichè ora sapeva dov'era quell'umano,o per lo meno sapeva
dove cercare,Jaken aveva sentito parlare alcuni umani riguardo suo
fratello e l'uomo vestito di bianco,in realtà tra le persone
che cercavano c'era anche lui,ma in quel momento non gli importava
molto.
Correva,sapeva che strada fare e sapeva come arrivarci,eppure poteva
volare,gli sarebbe bastato chiamare Ah-Un oppure poteva farlo con le
sue forze,la cosa era fattibile,tuttavia,qualcosa dentro di lui gli
impediva di farlo,si sentiva come se non volesse farsi notare,come un
ladro nel cuore della notte.
Sentiva che dentro di lui c'era qualcosa di strano,come se tutto
ciò che facesse dovvesse farlo in silenzio,nella segretezza
più assoluta,non era da lui comportarsi
così,forse anche quel suo strano comportamento era dovuto
agli ultimi avvenimenti avvenuti di recente.
Durante la corsa sesshomaru sentì qualcosa provenire da
lontano,neve schiacciata da piedi che non erano i
suoi,inclinò di poco la testa verso quel rumore e poi,in un
singolo ma veloce attimo,vide di sfuggita la figura del brigante uscire
dagli alberi compiendo un salto con capriola a mezz'aria per poi
atterrare di fronte al suo bersaglio con entrambi i piedi perfettamente
ancorati al terreno.
Sesshomaru apparentemente rimase impassibile nel vedere un umano
così agile,ma quella fredda espressione sul volto nascondeva
ben altro che semplice indifferenza.
Stupore,sotto quella sua maschera di ghiaccio teneva nascosto il suo
stupore,quello che all'aparenza era un comune mortale vestito di pelle
animale era riuscito non solo a mettersi di fronte allo Yokai,ma era
riusciuto persino a corregli incontro senza neanche essere sentito,una
qualità che Sesshomaru non poteva di certo ignorare.
Anche Jaken e Rin rimasero stupiti dalla presenza di quell'uomo
arrivato improvvisamente di fronte a loro,lo guardarono dritto negli
occhi mentre lui fissava lo yokai con sguardo calmo.
- Buongiorno.
Disse il brigante perfettamente tranquillo.
- Chi sei umano?
Detto questo posò a terra i due compagni posandoli
delicatemente sul terreno.
- Spiacente,ma non posso rivelartelo,ma ciò che posso dirti
e che sono qui per uno scopo ben preciso.
- Non mi importa per quale motivo sei qui,fammi passare.
- E invece ti dovrebbe importare,perchè vedi,io non posso
farti passare.
Sesshomaru non aveva tempo da perdere con quell'individuo dalle
intenzioni poco note,posò la mano sul manico di Bakusaiga
deciso a passare ad ogni costo per raggiungere il villaggio di
Kaede,passare sopra il cadavere del brigante era l'opzione
più plausibile.
- Fammi passare,o te ne pentirai.
Il brigante non aveva intenzione di muoversi dal cammino dello
yokai,spostò la mano destra dietro alla schiena e la
infilò sotto la pelliccia sentendo qualcosa di duro sotto le
vesti.
- Pentirmene?Io?
Il brigante assunse un espressione dura sul volto e i suoi occhi
mostravano una certa sicurezza,tolse la mano dalla pelliccia
estraendovi un arma curiosa,Una Jian,(la Jian e una spada di origine
cinese lunga dai quaranta ai sessanta centimetri,la lama sottile e
leggera la rendono un arma dotata di attacchi veloci e armoniosi tipici
delle arti marziali cinesi),il brigante ne possedeva una sua versione
personale,manico in legno pregiato,guardia in giada bianca e lama
sottile in acciaio duro,teneva l'arma dietro la schiena per non farla
vedere allo yokai.
- Non hai idea di chi io sia veramente.
- E chi dovresti essere?
- Io sono ciò che neanche immagini,sotto questi abiti
selvaggi si nasconde di ben più di un semplice umano,ma
bensì qualcosa di più elevato alla semplice
figura dell'uomo comune che vive aspirando a scopi semplici e rurali,ma
cosa ne puoi saper tu?che vedi solo la superficie delle cose,senza
neanche cercare di comprendere la loro vera essenza?
Sesshomaru era rimasto freddo,ma nonostante quella sua calma glaciale
non ignorava le parole del brigante,il suo aspetto poteva ricordare
quella di un comune predone da due soldi,eppure si esprimeva come un
saggio filosofo che tende a più a voler scoprire i segreti
del mondo che gli sta di attorno,piuttosto che accontentarsi di vedere
solo ciò che ha davanti,conoscendo questo nuovo aspetto di
quel bizzarro individuo strinse di più il manico di
Bakusaiga,quell'uomo non gli piaceva per nulla.
- Ti stai dando troppe arie per i miei gusti.
- Tu credi?Dimostramelo.
Sentite queste parole Sesshomaru mise la mano destra sul fodero della
spada.
- Jaken,Rin,allontanatevi.
Jaken eseguì subito la richiesta del suo padrone.
- Svelta Rin,muoviamoci.
Si rivolse alla bambina,ma lei non gli rispose.
- Rin,mi senti?
Il kappa si girò in direzione di Rin,la vide immobile,con lo
sguardo rivolto di fronte a lei.
- Rin.
Disse Jaken mentre si avvicinava alla bambina quasi volesse
rimproverarla,la prese per una delle maniche cercando di attirare la
sua attenzione per poi rivolgersi a lei.
- Il padrone ha det...
Le parole vennero pronunciate dal piccola kappa nello stesso momento in
cui alzò la testa per vederla in volto visto che lei era
più alta,quando i suoi occhi si posarono sul viso di Rin
rimase di stucco,rigida come una statua.
Rin,quella bambina,solare,vivace e piena di vita era immobile,i suoi
occhi erano aperti e mostravano il restringimento delle pupille,la
bocca semiaperta e dal naso si sentiva sia un inspirazione ed una
espirazione veloci molto pesanti,come se facesse fatica a prendere
aria,ma all'interno del suo corpo la situazione era persino peggiore,i
messaggi inviati dal cervello al resto del corpo erano velocissimi ma i
neuroni non riuscivano ad analizzare il contenuto degli impulsi
elettrici,in parole povere la mente di Rin era andata in tilt
paralizzando il resto del corpo.
Jaken era preoccupato quanto confuso per questo strano
avvenimento,già in passato Rin ebbe degli attacchi di
paura,come quella volta che rivide i lupi di Koga,(per chi non si
ricorda guardare la puntata 99),oppure quando si svegliava nel cuore
della notte e faceva qualche brutto sogno si svegliava di soprassalto
in preda alla paura,ma lei dormiva accanto al suo signore,sulla sua
soffice coda per poi venir rassicurata dalle poche parole dello yokai e
riaddormentarsi come se non fosse successo nulla,ma questa volta era
diverso,non era semplicemente paura,era terrore allo stato puro.
I suoi occhi erano fissi sulla figura del brigante,mentre lo
guardava,nella la sua testa prendevano vita delle immagini,una casa in
fiamme,tre corpi per terra,un uomo vestito di pelliccia e infine la
cosa più strana,una croce rossa.
- Rin.
Sesshomaru pronunciò il nome della bambina con la sua
tonalità profonda e decisa,lei girò lo sguardo in
direzione dello Yokai mutando espressione poco alla volta,il muscoli
del viso si rilassarono,il respiro tornò normale,la
pupillà riprese le sue dimensioni e la sua mente
rallentò di colpo quella sua caotica e intesa
attività neurale,le parole dello yokai ebbero un effetto
calmante su di lei.
- Allontanati.
- Ma io...
- Vai...e non aver paura.
Lo yokai girò un attimo lo sguardo verso la bambina,la
vedeva tranquilla,rilassata,non sentiva più quel suo respiro
nervoso di prima,la cosa lo sollevava,anche se non lo dava a vedere.
- Ci sono io qui.
In quel momento Rin sentì qualcosa crescere dentro di
lei,era forza,forza di volontà derivata da persona per lei
molto importante,poco alla volta sul suo viso si formò un
sorriso pieno di vitalità.
- Si.
La bambina si girò in direzione del kappa,che la guardava
stranito.
- Andiamo.
Disse Rin mentre si spostava lontano dal luogo dello scontro con Jaken
che aveva una mano che era stata presa dalla bambina con l'intenzione
di portarselo dietro,lasciato spazio al loro signore si nascosero
dietro un albero a diversi metri di distanza da loro,mancavo poco allo
scontro.
Lo yokai teneva lo sguardo sull'umano di fronte a lui e l'umano
ricambiava questo gesto con un altro sguardo diretto allo
yokai,entrambi erano pronti al confronto.
- Ultimo avvertimento,fammi passare.
Disse lo yokai con tono minaccioso,le sua mano era pronta a estrarre la
spada,la sua mente era preparata allo scontro e il suo corpo attivo con
i muscoli delle gambe pronte allo scatto.
- Te lo già detto,tu non passi.
La mano del brigante si strinse di più alla spada ma senza
esagerare con la forza,il suo corpo era rilassato,nessun parte in
tensione,anzi era rilassato e calmo e proprio come Sesshomaru anche la
sua mente era pronta allo scontro,ma a differenza dello yokai era
tranquillo,cosa che mostrava sul suo viso mantenendo un leggero sorriso.
Sesshomaru ne aveva abbastanza di quel bizzarro individuo,decise di
agire,il tempo di un battito di ciglia che stava già
estraendo la spada,la lama che usciva velocemente dal fodero,il fendete
che veniva direttamente dalla fine dell'azione precendente,neanche il
tempo di mettersi posizione che dall'estrazione era passato
direttamente al colpo,il filo della spada stava per raggiungere di lato
il collo del brigante con la chiera intenzione di decapitarlo,tutto
stava per finire...o per lo meno così sembrava,il brigante
sembrava spacciato,ma all'improvviso,quando ormai era finita,accadde
l'inaspettato.
Il brigante fece una mossa inaspettata,nel momento in cui Bakusaiga
stava per arrivare sull'umano quest'ultimo...di
abbassò,quella sua azione tanto semplice fu eseguita ad una
velocità tale da sembrare quasi innaturale,poi a gambe
piegate saltò effettuando a mezzaria una capriola
all'indietro e quando ebbe le gambe che stavano per puntare verso il
cielo le allungò di colpo con piedi rivolti verso la faccia
dello yokai,Sesshomaru prontamente si parò il viso con il
braccio sinistro come uno scudo,prima assorbì l'urto
dell'attacco e poi spinse il braccio volendo buttare a terra il
brigante che ormai era staccato dal terreno e quindi in apparente
svantaggio.
Per riparare all'inconveniente il brigante dovette appoggiare la mano
sinistra sul terreno e spingersi indietro completando così
l'acrobazia da lui eseguita,si rialzò in piedi e vide lo
yokai a qualche metro di distanza,lo vide che manteneva quella aria
fredda sul volto,come se l'azione di prima non lo avesse nemmeno
sfiorato col pensiero.
- impressionante,devo ammettere che lo yokai non se la cava male,meglio
stare in guardia.
Finito di pensare a queste parole il brigante si rivolse allo yokai.
- I miei complimenti,sono stupito,non sono molti quelli che riescono a
evitare questi miei colpi così improvvisi,o per lo meno non
così presto.
Sesshomaru gli dava ragione,quegli strani giochi di gambe erano
inaspettati per lui,bisognava possedere un'agilità e una
velocità d'attacco comune a pochi.
- Tu non sei un comune umano,vero?
- Esatto,per me tenere testa ad un dayokai e quasi un gioco da ragazzi
e se pensi di essere bravo ti sbagli di grosso,devi fare di meglio se
vuoi passare.
- Vuoi che faccia di meglio,bene.
Sesshomaru abbassò il braccio con in mano la spada puntando
l'arma verso il terreno e cominciò ad avanzare,camminava
lento,come se le sue gambe fossero di pietra,ma era solo apperenza.
- Sei bravo a schivare i colpi,perchè non mi mostri come
attacchi?
- Con piacere.
Il brigante cominciò a correre verso Sesshomaru fiducioso
delle sue abilità,arrivato a qualche passo dallo yokai fece
un balzo,girò su se stesso verso destra e quando
arrivò a centottanta gradi di circonferenza estese la gamba
destra al massimo con la chiara intenzione di colpirlo al volto col
tallone,ma prima che ciò accadesse Sesshomaru prese il
piede con la mano sinistra col tallone del suo avversario nel
palmo,fatto ciò,lo yokai con un movimento dell'altra mano
vibrò un fendete dal basso verso l'alto,prontamente il
brigante vide il colpo che stava per arrivare e prima ancora che la
spada si fosse alzata per colpirlo calciò il polso dello
yokai,così facendo non solo gli bloccò il colpo
ma usò il braccio di Sesshomaru come appoggiò per
il calcio fallito.
- Da quel che vedo hai fallito il tuo attacco.
Disse Sesshomaru con tono sicuro,sentendolo dire queste parole il
brigante lo fissò con sguardo calmo.
- Ne sei sicuro?
Sesshomaru lo fissò con aria stranita,una gamba dell'umano
era intrappolata nel palmo della sua mano sinistra,l'altra veniva usata
come supporto per rimanere in equilibrio,cos'altro rimaneva al brigante
per continuare la lotta?
Per il brigante arrivò il momento in cui usare la sua
arma,lo yokai,nonostante la sua visuale era coperta dal piede
dell'umano notò che il suo avversario aveva una mano dietro
la schiena,teneva qualcosa stretto nella mano,un'arma da taglio,una
scoperta che arrivò troppo tardi per comprenderla nel
momento più opportuno.
All'umano ormai bastava fare la sua mossa e poi avrebbe ribaltato la
situazione a suo vantaggio,l'angolazione del corpo era giusta,il
braccio dietro la schiena era nella giusta direzione del bersaglio,il
suo nemico distratto dalla scoperta appena fatta,era il momento di
agire.
Distese il braccio eseguendo un arco perfetto,non un oscillazzione ne
un movimento sbagliato,il colpo era perfettamente lineare,da dietro con
la punta che che puntava alla nuca del brigante,poi in basso verso il
terreno ed infine in avanti verso si muoveva verso il corpo dello yokai.
Da parte sua Sesshomaru non si era accorto della spada,però
aveva notato una mano dietro la schiena anche se poi la fece passare da
una piccollezza da niente,che importanza poteva avere? Certamente la
sua attenzione era attirata dai movimenti dell'umano,doveva dire che
solo un altro umano era riuscito a sorprenderlo in quel modo,ma non era
quello momento di pensarci visto che una spada stava per abbattersi su
di lui.
Il movimento della spada lo vedeva a rallentatore,come nel duello con
Ezio in cui stava per beccarsi un proiettile,ma a differenza di quel
duello non aveva il tempo di usare la frusta di luce,quindi,cosa fare
per evitare quel colpo?
Sembrava non ci fosse mossa abbastanza valida da poter eseguire in
quella occasione così svantaggiosa per lo yokai,l'arma del
brigante avrebbe potuto prendere di mira l'addome,il torace,la gola o
il volto,ma non sarebbe sbagliato pensare che avrebbe potuto facilmente
prendere tutte queste parti del corpo con grande facilità
visto sia il movimento che la direzione della jian,ma poi...quando
ormai il colpo sembrava certo arrivò un aiuto...un aiuto
inaspettato.
Sesshomaru rincominciò a sentire quel particolare malditesta
del giorno prima,il dolore si faceva sentire ma stavolta era meno
intenso,il paesaggio attorno era rimasto sempre lo stesso,niente era
cambiato,tranne per lo yokai.
Sentiva delle voci in testa,parole confuse e senza senso,gli affolavano
la testa facendosi sentire come un gigantesco gong che risuonava da un
timpano ad un altro con una prepotenza tutta sua,come se la testa di
Sesshomaru fosse un tempio shintoista,ma in tutto questo caos
riuscì a sentire qualcosa di comprensibile.
- Stai attento.
La voce che lo yokai aveva sentito era quella dell'uomo senza
l'anulare,quello dell'espereienza del giorno prima.
- Come avrai notato il tuo nemico possiede un incredibile destrezza nei
movimenti e questo lo rende un avversario difficile da colpire, se
sfrutterai a tuo vantaggio le informazioni che già conosci e
i tuoi punti di forza troverai il modo di vincere lo scontro,conto su
di te.
Il ronzio di tutte quelle parole se ne era andato insieme a quella
voce,perchè mai intervenire ad aiutarlo?chi era? A queste
domande lui non sapeva rispondere,ma una cosa era certa...quelle parole
gli avevano dato una strana carica che si diffondeva in tutto il
corpo,era arrivato il momento di terminare lo scontro.
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Capitolo 10 *** La voce della coscenza ***
Sesshomaru vedeva il filo della spada avvicinarsi al ventre,doveva
pensare in fretta,che cosa poteva fare in quel momento?La risposta non
era semplice.
doveva analizzare la situazione,nella sua mano sinistra teneva stretto
il tallone del piede destro mentre sul polso della mano destra c'era
l'altro piede del brigante che gli teneva fermo la mano,ora che ci
pensava bene dopo aver bloccato il calcio del brigante tentò
di colpirlo con la spada eseguendo un fendente dal basso che poi venne
parato quando il piede si abbassò sul suo braccio e ne
tentativo trovando un vantaggioso appoggio poichè lo yokai
tentava di colpirlo con la spada,in poche parole:colpo dal basso con
braccio dai muscoli forti,più gamba dall'alto in cerca di
appoggio sicuro,uguale forze contrastanti che si scontrano,questa
azione avvantaggiò l'umano per il suo attacco con la spada.
- Ora so cosa fare.
Queste parole che pronunciò nella sua testa gli diedero la
spinta per iniziare il suo contrattacco,ma doveva stare attento,un
passo falso e avrebbe potuto peggiorare la situazione o peggio,morire.
Ormai la Jian si avvicinò eccessivamente al suo corpo,doveva
fare in fretta o sarebbe stato ucciso,o per lo meno sarebbe stato
ferito,ma non in modo lieve,era arrivato il momento di agire.
spostò verso l'esterno il braccio destro togliendolo da
sotto il piedi e privarlo così dell'unico punto punto
d'appoggio del brigante e facendolo girare verso sinistra mentre
perdeva l'equilibrio,la spada cambiò totalmente direzione
finendo contro il pettorale d'acciaio evitando di colpire punti
scoperti come l'addome,la gola o la testa,ma il brigante non si diede
per vinto e durante la caduta spinse il colpo più in alto
nel tentativo di ferirlo,la punta della jian era pericolosamente vicina
alla gola dello yokai,Sesshomaru istintivamente piegò la
testa all'indietro evitando di essere toccato dall'arma del brigante.
Evitato il colpo Sesshomaru contrattaccò effettuando un
attacco laterale dalla parte della lama,il brigante era inerme di
fronte a quell'attacco,ormai aveva perso il suo vantaggio contro lo
yokai,aveva perso il suo punto d'appoggio,aveva perso l'equilibrio e
ora stava per perdere la vita.
- Muori.
Bakusaiga si stava pericolosamente avvicinando al brigante,l'umano vide
la lama farsi sempre meno distante da lui,sentiva la katana che
tagliava l'aria,eppure tutto ciò non lo
intimorì,il fatto di aver perso l'equilibrio non significava
che avrebbe perso.
- Non così presto.
Il brigante mise la jian in direzione di Bakusaiga,aspettava l'arrivo
della spada che ha giudicare della posizione del suo corpo lo avrebbe
preso tutta la parte frontale del tronco,la lama della katana si
scontrò con la lama della spada cinese venendo quasi
bloccata da quest'ultima,il colpo di Sesshomaru era forte,ma non
abbastanza da spezzare la difesa improvvisata dell'umano che
però non era perfetta.
Il brigante venne spinto dal piccolo ma potente impatto creato dallo
scontro tra le due armi,ciò per non era uno
svantaggio,anzi,poteva usare la spinta ricevuta per liberarsi dalla
presa dello yokai,mentre veniva spinto a peso morto attuò un
altra mossa improvvisata,inarcò la schiena fino al
raggiungere il limite consentito dal suo corpo,mise il piede in
giù nel tentativo di toccare il terreno e quando
sentì la superfice schiacciò violentemente il
terreno usando il piede come freno naturale e infine fece la sua
mossa,con la gamba destra bloccata dallo yokai per il tallone la mosse
come per dare un calcio e si liberò dalla stretta di
quest'ultimo prendendolo alla sprovvista visto che il tentativo di
attaccarlo con la spada aveva rischiesto gran parte della sua
concentrazione non avrebbe fatto in tempo ad accorgersi del tentativo
di liberarsi del suo avversario.
Ormai libero con un calcio sulla corazza si spinse lanciandosi indietro
ed atterrando sul terreno con una capriola,il brigante si
rialzò e si girò in direzione dello yokai,lo
stava guardando e il suo sguardo fu ricambiato dal suo nemico,si
fissavano attentamente.
Intanto,poco lontano dai due combattenti Jaken e Rin osservarono
attenti la lotta,Jaken faticava a credere che qualcuno potesse
contrastare il suo padrone con tanta abilità,sembrava
impossibile che un umano riuscisse a tenere testa al suo padrone.
Invece Rin,nonostante stesse guardando lo scontro non stava guardando
il suo padrone,ma bensì il brigante,ogni cosa di quell'uomo
la spaventava,la terrorizzava,voleva scappare,uscire da quella foresta
e allontanarsi il più lontano possibile da quell'uomo
così minaccioso,c'era qualcosa in lui che le faceva venire
in mente strani pensieri,immagini continuamente persistenti nella sua
testa.
- Jaken.
La bambina si girò in direzione del piccolo servitore che
era attento solo allo sviluppo della scontro,in quel momento per lui
non aveva importanza.
- Jaken.
Lo chiamò un altra volta,ma ancora non si girava,decisa a
farsi ascoltare poggiò le mani sopra le spalle del Kappa e
cominciò a scuoterlo con tutta la forza che aveva,come
sperato jaken si voltò verso di lei con aria quasi
infastidita.
- Rin,che diamine vuoi da me?
- Jaken...credo di aver già visto quell'uomo.
- Cosa?
Jaken rimase stupito da quello che gli disse Rin.
- Tu hai già visto quell'uomo?
- Si.
Rispose Rin con un tono di voce leggermente tremante,Jaken sentiva che
c'era qualcosa in lei che non andava.
- E quando l'avresti visto quell'umano?
- Non me lo ricordo molto bene,però,quando l'ho visto...ho
avuto paura.
Jaken si calmò quando sentì le ultime tre parole
pronunciate da Rin,aveva capito il perchè del comportamento
di Rin quando si era bloccata di colpo nel vedere il brigante.
- Non preoccuparti,vedrai che padron Sesshomaru ucciderà
quello sciocco all'istante.
- Si.
Disse la bambina mostrando un radioso sorriso,aveva trovato forza nelle
parole del piccolo servitore ed ora era più tranquilla.
Mentre Jaken rassicurava Rin,Sesshomaru e il brigante si stavano ancora
guardando,erano alla pari,nessuno dei due riusciva a prevalere
sull'altro.
Sesshomaru stava pensando a cosa fare per vincere il duello,doveva
seguire il consiglio della voce,trovare i punti deboli dell'avversario
e sfruttare i propri punti di forza,doveva pensare attentamente se non
voleva avere la meglio sul suo nemico.
Cosa aveva quell'umano di particolare?Quali caratteristiche possedeva
per essere un combattente così capace? Ma
sopratutto,Sesshomaru,quali punti di forza possedeva e quali usare nel
momento più opportuno?
Queste domande necessitavano di una risposta,lo yokai guardava il
brigante e il brigante guardava lui,un attimo di tregua,non per
riposarsi,ma per comprendere,comprendere l'avversario,comprendere se
stessi e i propri limiti,per Sesshomaru era il momento più
adatto per mettere da parte l'orgoglio e accetare il fatto che forse
non era così imbattibile.
- Per adesso tutto bene,adesso devo capire i punti deboli del mio
avversario.
Lo yokai osservò attentamente l'aspetto del brigante
approfondendo le caratteristiche più importanti.
- E più basso di me,(da quel che ho letto su internet
Sesshomaru misura un metro e settantotto,il brigante misura all'incirca
un metro e sessantacinque),possiede un agilità e un gioco di
gambe davvero notevoli,dal punto di vista fisico vincerei
io,sarà anche abile nei movimento,ma rimane comunque un
essere umano.
- Esatto.
La voce di prima si fece sentire di nuovo.
- La tua forza fisica e sorprendente,ma la forza non'è
tutto,capire le strategie e le tattiche dell'avversario ti permette di
attaccare,di difendere e contrattaccare nella maniera migliore.
- Capire le sue strategie? tira calci e si muove di continuo,cosa
c'è da capire? Io sono più forte di lui,mi
basterà colpirlo al momento giusto,sono sicuro che
funzionerà.
- E questo il tuo problema,agisci con troppo sicurezza,un errore che
avrebbe potuto costarti la vita,avversari come lui non possono essere
sconfitti dalla sola forza fisica.
- E allora cosa dovrei fare?
Disse Sesshomaru in modo sarcastico.
- Questa e una domanda che non devi fare a me,sei tu quello che sta
combattendo.
La voce scomparve dalla sua testa così com'era
apparsa,Sesshomaru non aveva capito come mai quella presenza aveva
terminato di parlare pronunciando quelle ultime parole,sei tu quello
che sta combattendo,che cosa voleva dire? Che essendo lui quello che
stava combattendo era solo un problema suo e non di colui che gli
parlava,oppure c'era un altro significato,più
misterioso,più complesso,più arduo da
comprendere?Sesshomaru non sapeva la risposta,ma nonostante
ciò,decise di continuare a combattere.
Sesshomaru cominciò per primo,si buttò contro
l'avversario eseguendò una scatto poderoso,il brigante lo
vide arrivare,ma non era spaventato,anzi,sembrava che non aspettasse
altro,aspettava lo yokai di ghiaccio,aspettava il momento giusto,senza
alcuna fretta.
Sesshomaru vibrò un colpo laterale da destra verso
sinistra,il brigante evitò il colpo con un piccolo saltello
all'indietro,vedendo il suo avversario scoperto l'umano contrattacco
saltando di fronte al suo avversario eseguendo un colpo di spada
proveniente dall'alto,Sesshomaru,avendo finito di eseguire il colpo
precendete spostò la spada di fronte al volto parando la
lama avversaria,a quel punto la lama del brigante si scontrò
con quella dello yokai.
Incrociarono le spade per un breve lasso di tempo poichè
Sesshomaru spinse via il brigante con forza facendolo tornare alla
stessa distanza di prima.
- Mi sono stancato di giocare yokai,ho visto come combatti,sei molto
forte ma non ti sai muovere.
Pronunciate queste ultime parole,il brigante si piegò in
avanti con il busto,spostò la gamba destra indietro e quella
sinistra in avanti distendendola al massimo,il braccio sinistro era
allungato verso il suo lato ma senza tenerlo troppo rigido,lo stesso
valeva per il braccio destro che teneva la spada,aveva assunto un
posizione ambigua e forse piuttosto scomoda.
Sesshomaru non capiva che stava facendo,era confuso,forse l'umano si
prendeva gioco di lui.
- Preparati,ti darò un piccolo assaggio delle mie
capacità.
Deto questo si lanciò contro Sesshomaru con scatto fulminio.
- Cosa pensi di fare uma...
Lo yokai non ebbe il tempo necessario di finire la frase che
già il brigante eseguì un balzo diretto verso
lui,l'umano era intenzionato ad usare la punta della spada e colpire il
suo avversario in qualche punto vulenerabile,come il volto o la
gola,quando fu abbastanza vicino a Sesshomaru spinse il braccio in
avanti dando così forza al colpo,Sesshomaru prontamente si
mise sulla difensiva preparandosi a parare il colpo,quando la spada
dell'umano venne a contatto con Bakusaiga parò il colpo con
facilità,ma quando l'offensiva fallì il brigante
eseguì una mossa inaspettata,eseguì una capriola
in avanti a mezz'aria e quando i suoi piedi erano direzione del volto
dello yokai all'ungò le gambe con tutta la forza.
Sesshomaru sentì i piedi del suo avversario colpirlo in
faccia con una forza tale da sentirli fin dentro le osse del
viso,sentiva il dolore,lo sentiva sui denti,lo sentiva negli zigomi,lo
sentiva sul setto nasale,il dolore si faceva sentire mentre il brigante
staccò i piedi dalla faccia di Sesshomaru e li
riportò a terra,mostrò un ghigno mentre tornava
all'attacco.
Lo yokai si riprese quasi completamente dal colpo di prima,il dolore
gli dava fastidio,ma non abbastanza da poter limitare le sua
abilità in duello,strinse Bakusaiga con una presa
più salda,non avrebbe ceduto agli attacchi di un umano,anche
se quest'ultimo era più forte del previsto.
Il brigante si avvicinò ancora una volta a Sesshomaru
mostrando quel suo sorrisetto malefico,Sesshomaru mosse un fendete
laterale e quando sembrava che il brigante sarebbe stato colpito
accadde una cosa inaspettata.
Bakusaiga si stava avvicinando al fianco sinistro dell'umano,la
distanza si annullava sempre di più e quella che sarebbe
dovuta essere la vittima sulla quale quella spada si sarebbe dovuto
abbattare già dall'inizio dello scontro preparò
la sua mossa,si abbassò di colpo sotto la katana e sempre
mantenendo quella sua perfida smorfia sulle labbra ferì lo
yokai colpendolo con un fendente orizzontale da destra sul ventre.
Sesshomaru era incredulo,ancora una volta quell'umano era riuscito a
colpirlo evitando la lama di Bakusaiga con un semplice piegamento sulle
gambe,la ferita che aveva ricevuto non era grave,ma non era nemmeno un
colpo da prendere sottogamba,la Jian lasciò un taglio di
almeno venti centimetri e colpendo abbastanza affondo da oltrepassare
l'epidermide senza però danneggiare gli addominali,di per
sè il taglio non era una ferita grave,ma avrebbe dovuto
stare attento se non voleva ricevere una ferita abbastanza pericolosa
da impedirgli di combattere alla meglio,o peggio ancora,riceve una
ferita mortale.
In risposta all'attacco subito Sesshomaru abbassò la spada
verso il brigante cercando di colpirlo ,ma ancora una volta l'umano
schivò il colpo all'ultimo momento rotolando a
sinistra,durante l'esecuzione del movimento rotatorio,il brigante,che
si ritrovava con la schiena a terra colpì di taglio alcuni
muscoli del quadricipite femorale,Sesshomaru sentì molto
chiaramente la ferita sulla parte frontale della coscia che certamente
recava molto più fastidio che dolore fisico e mentre il suo
corpo percepiva il dolore i suoi occhi seguivano il brigante,che aveva
finito di schivare l'ennesimo colpo con fulminia agilità.
Il brigante fissava Sesshomaru con aria quasi beffarda.
- Arrenditi finchè puoi.
Disse il brigante con tono sicuro e calmo.
- Come Ti avevo detto ti ho dato un assaggio delle mie
capacità,arrenditi e torna indietro,dammi retta e la scelta
migliore.
Sesshomaru aveva perso gran parte della sua freddezza,ma di certo non
aveva perso la calma,si rivolse al brigante con una voce ormai non
molto fredda.
- Arrendermi ad un umano?Che stupidaggine.
Il ghigno sulla faccia dell'umano scomparve,quelle parole per lui erano
un misto tra un offesa e una provocazione e di certo non sarebbe
rimasto in silezio a vedere come l'arroganza del suo nemico aumentava
con l'avanzare del duello.
- Umano?...Umano?E questo l'unica cosa che riescono a vedere i tuoi
occhi?E questa l'unica cosa che hai notato?Certo,tu stesso hai detto
che non sono un normale umano,eppure continui a negare l'evidenza.
- E quale sarebbe l'evidenza?
- Oh,ma la risposta e semplice...come tu stesso hai affermato in
precedenza,non sono un comune umano.
- si,l'ho detto.
Lo yokai,dolorante e con un gamba parzialmente fuori uso,si
girò in direzione del brigante con non poca fatica,i muscoli
recisi gli impedivano di muoverla come voleva lui,avrebbe potuto
rimarginare la ferita,ma non avrebbe potuto farlo in
combattimento,non'era come combattere con Magatsuhi,che lo
intrappolò nel suo corpo facendo in modo che il corpo di
Sesshomaru avesse tutto il tempo di creare Bakusaiga.
Col brigante era diverso,sapeva che non avrebbe aspettato ad
attaccarlo,sapeva che non avrebbe atteso che la gamba guarisse e quindi
perdere il vantaggio di attaccare un nemico parzialmente
ippossibilitato a combattere,cosa poteva fare?come poteva attaccare se
non riusciva a muoversi?,come poteva contrastare il suo avversario se
la sua spada non poteva raggiungerlo?
La situazione era critica,Sesshomaru non poteva muoversi senza che quel
taglio sulla gamba attirasse la sua attenzione,ma non sarebbe rimasto
li senza combattere,era un cane ferito,ma questo non bastava per
fermarlo,ci voleva di più per abbattere un guerriero come
lui.
- E con questo?
Disse lo yokai conclundendo la frase detta in precedenza.
- Non puoi vincere questo scontro,ti ho tirato due calci in faccia,ti
ho lasciato un graffio sull'addome e uno squarcio su una gamba,eppure
vuoi ancora raggiungere quel villaggio nonostante tutti i danni che ti
ho procurato...arrenditi.
- Mi arrenderò,ma solo dopo che sarò morto.
Orgoglio,fierezza,testardaggine,erano queste tre cose che rendevano le
sue parole così provocatorie per le orecchie dell'umano,ma
quelle tre carattrische,che infondevano forza alle parole dello yokai
non erano arrivate da sole...dietro di loro si fece sentire un altro
malditesta.
- Hai fatto abbastanza per oggi,ora,riposati.
Disse la voce proveniente dalla sua testa con tono deciso e mentre
Sesshomaru sentiva di nuovo quella presenza,che era tornata a
comunicare con lui,cominciò a sentirsi strano.
Lo yokai cominciò a sentirsi strano,la mano che teneva la
spada era priva di sensibilità,sembrava assente,eppure la
spada riusciva ancora a tenerla in mano,accadde lo stesso con l'altra
mano,provò a muovere le dita,ma non accadde nulla,smise di
sentire gli avambracci,poi le braccia.
Sesshomaru era confuso,perchè gli stava accadendo
questo?cosa stava facendo l'entita all'interno del suo inconscio?
- Che stai facendo al mio corpo?
- Rilassati,sto cercando di aiutarti.
- E come?
Rispose Sesshomaru con tono leggermente alterato.
- Te l'ho già detto prima,la forza non'è tutto,ma
forse e colpa mia,non posso sempliciemente consigliarti su come
difenderti contro un agile.
- Un cosa?
- Lascia perdere e una lunga storia,comunque,ora rilassati,lascia che
ti dia una lezione di come si usa veramente una katana.
Le sue braccia si mossero da sole,il braccio destro si
spostò di fronte a lui con la mano nella parte
più alta del manico entrando in contatto con la guardia e la
sinistra si appoggiava da sotto all'altra mano.
- Che stai facendo?
- Cambio la presa.
- Lasciami.
- Vorrei,ma se tu muori,non potrai raggiungere l'umano dal cappuccio
bianco,e in questo modo non potrai avere le risposte che cerchi.
Sentendo queste parole Sesshomaru si zittì,sapeva che quella
voce aveva ragione,di certo era insopportabile sentire
un'entità che ti parlava durante lo scontro,per non parlare
del fatto che ora si stava impossessando del suo corpo come se fosse
una cosa sua,di certo la cosa era inaccettabile,eppure nonostante
ciò quella voce aveva ragione,da morto non avrebbe potuto
ricevere informazioni e trovare le risposte che cercava gli avrebbero
chiarito la situazione.
Il brigante guardava lo yokai cambiare la presa sull'arma,guardava con
aria incuriosita le mani dell'essere che aveva di fronte mettere
entrambe le mani sul manico,la cosa era alquanto sospetta.
- Ha cambiato la presa sulla katana,prima la impugnava con una mano
sola,e adesso con due,cosa avrà in mente?
Il brigante si rivolse allo yokai.
- Vuoi continuare a combattere?Non vuoi proprio renderti conto di aver
già perso?
- Io mi rendo conto di essere ancora in piedi,se sei convinto di
potermi vincere perchè non mi uccidi?
- Non posso ucciderti,ma sul fatto che ti posso vincere...be,magari....
L'umano scatto con la punta della spada dritta davanti a lui in
direzione del petto di Sesshomaru.
- E UNA COSA CHE SI PUO'RIMEDIARE AL PIU' PRESTO.
La Jian si stava avvicinando al petto dello yokai ad una
velocità strabiliante,forse anche questo colpo sarebbe
finito sul suo corpo,stavolta con conseguenze veramente gravi.
Il corpo di Sesshomaru si mosse per conto suo,respinse con la punta
della Katana il colpo del brigante spostandola a sinistra e creando
così uno spazio nella sua difesa,a quel punto rimase una
sola cosa da fare,contrattaccare.
Essendo penetrato nella sua difesa non restava altro da fare che
colpire,con rapidità e forza,le sue mani inclinarono la
spada di novanta gradi facendo in modo che l'arma fosse perfettamente
in orizzontale con la punta verso sinistra,a quel
punto,colpì.
La spada colpì per prima il fianco destro del brigante,poi
passò sopra il ventre,poi ancora il costato sinistro ed
infine il pettorale e la spalla dello stesso lato del costato,un lungo
fendente obliquo,da sinistra a destra,un taglio perfetto.
Il brigante era sbigottito,non era riuscito a vedere il colpo
abbastanza in fretta per riuscire a pararlo,di certo lo aveva
sentito,ma non del tutto,l'unica cosa che vide era il filo della katana
che passava sopra il suo tronco come il vento che passa sopra un
terreno erboso,liscio,veloce e quasi impossibile da
percepire,indietreggiò dallo stupore mentre i suoi occhi
vedevano la ferita lasciata sul suo corpo.
- Cosa?...E...impossibile,fino ad un attimo questo yokai faceva fatica
a parare i miei colpi,ora invece non solo a respito il mio affondo,ma
ha anche eseguito un colpo che neanche mi aspettavo di ricevere.
Sesshomaru dal canto suo non aveva ben capito bene cosa stava
succedendo,fino ad un attimo fa l'umano di fronte a lui stava cincendo
il duello,e un attimo dopo si era ritrovato a infliggere una ferita
abbastanza seria al brigante,c'era qualcosa che non andava.
Il brigante indietreggiò di qualche passò dal suo
avversario,era stupito dalla velocità con la quale venne
eseguito da quell'attacco,era stupito da come la sua difesa era stata
aggirata così efficaciamente,non'è era una cosa
da poco,ma non era spaventato,aveva ricevuto un colpo di non poco
conto,ma comunque quella non'era una ferita mortale,non rischiava molto.
- Sei stato bravo yokai,non mi aspettavo un attacco così
veloce,ma questo non ti basterà per arrivare al villaggio.
Il corpo dello yokai non si muoveva,non parlava,era immobile,intento a
fissare il brigante con un sguardo particolare,duro,ma non
troppo,freddo,ma non di ghiaccio,rimaneva fermo,senza mostrare alcune
espressione.
Dopo un minuto di silezio,aprì bocca.
- Chi ti ha mandato a fermarmi?
Il brigante sembrava sorpreso dalla bizzarra domanda che gli aveva
posto la voce che ora possedeva il corpo di Sesshomaru.
- Come?
- A sentito benissimo,chi ti manda a fermarmi?
- Non so di cosa tu stia parlando?
- davvero?Strano,perchè il simbolo che porti sul petto dice
altro.
Il brigante era perplesso,abbassò la testa guardandosi il
torace,il colpo che ricevette in precedenza non si era accontentato di
lasciare un segno sulla veste,aveva provocato uno squarcio
così grosso da poter intravedere qualcosa sul suo corpo,una
croce rossa posta nel punto in cui sotto di esso si trovava il cuore.
- Dimmi la verità.
Sentite queste parole il brigante tornò a guardare lo yokai.
- Quando hai detto che non potevi farmi passare,intendevi trattenermi
qui mentre i tuoi uomini sottomettono un altro villaggio per tuo
volere,ma dubito che i tuoi uomini sappiano chi tu sia veramente.
- Sono briganti,non'è necessario che sappiano chi sia il
loro capo,sono avidi,stupidi e rozzi,non sanno di servire qualcosa
più grande di loro.
- Violenza e paura,e questo l'ideale alla quale tuoi uomini
sono al servizio?E questa la causa alla quale i contadini sono
costretti a sottomettersi a te e alla croce?
- Li aiuto a comprendere qual'è il loro scopo,ma adesso
basta con le parole,in guardia.
Dopo aver pronunciato queste parole l'umano avanzò di nuovo
contro Sesshomaru nel tentativo di colpirlo un altra volta,lo yokai
invece decise di aspettare che il brigante si avvicinasse di nuovo da
poterlo colpire di nuovo,ma stavolta non si sarebbe accontentato di
respingerlo,lo avrebbe ucciso,all'istante.
I due avversari si stavano per scontrare di nuovo,Il brigante in
attacco,come un onda che si butta in avanti con una forza
innarestabile,il corpo di Sesshomaru in difesa, pronto a parare il
colpo e contrattacare per l'ennesima volta,come lo
scoglio,resistente,come un oggetto inavomibile.
All'improvviso qualcosa cadde in mezzo ai due contendenti,un Kunai,il
brigante si fermò a fissare l'arma.
- Devo andare.
Disse il brigante mentre osservava l'arma,alzò la testa
verso lo yokai.
- La mia presenza qui non'è più necessaria.
Il brigante si girò velocemente nella direzione opposta allo
yokai.
- Torna indietro.
Disse la voce contro il brigante mentre questo eseguiva un salto
abbastanza alto da poter raggiungere un ramo,saltare in quello davanti
a lui e scomparire in mezzo alla foresta.
Sesshomaru non poterono fare altro che vederlo andar via,non poteva
muoversi,non controllava il suo corpo,per questo motivo si rivolse a
colui che contrallava la parte fisica di se.
- Devo inseguirlo.
- Non puoi,hai una gamba malridotta.
- Ora non sto combattendo,ci metterà un attimo a guarire.
- Non'è così semplice,ha reciso dei muscoli
importanti,ci vorrà del tempo prima che possa tu correre e
anche se tu avessi la possbilità di inseguirlo non lo
raggiungeresti mai.
- E perché mai?Posso raggiungerlo se voglio.
- Non ci riusciresti,il suo addestramento lo rende un combattente
veloce,e nel caso dovesse scappare e in grado di seminare i suoi
avversari con grande facilità,dammi retta,riposati,e mentre
recuperi le forze lancia un colpo della tua spada dritto verso il cielo.
- Perchè mai dovrei farlo?
- Fidati di me.
Sesshomaru sentì un formicolio sulla punta delle dita che
poi si diffuse in tutto il corpo,il suo corpo stava riaquistando
sensibilità e con la sensibilità tornò
anche il dolore alla gamba,guardò la ferita,non gli piaceva
quel taglio,troppo profondo,troppo ingombrante.
Spostò lo sguardo sulla spada per poi impugnarla con una
mano sola,gli sembrava strano,molto raramente aveva maneggiato una
spada con entrambe le mani,preferiva farlo con una,una mano andava
più che bene.
alzò la testa al cielo,mosse la spada e scagliò
il colpo.
- Bakusaiga.
Un lungo raggio verde sprigionò dalla katana,il colpo
sarebbe stato ben visibile a qualche miglio di distanza e di certo non
sarebbe stati in pochi a vederlo.
Abbassò la testa,si guardò intorno e poi
rinfoderò la spada,sembrava non ci fosse più
nessuno,nessuno da combattere,nessuna minaccia da fronteggiare,nessuna
voce nella testa.
Chi era quella voce che lo stava aiutando a difendersi da
quell'insolito umano?Chi era l'umano che intralciava il suo
cammino?Perchè parlava in quel modo ambiguo?Ma
soprattutto,la croce sul petto dell'umano,era la stessa croce che le
aveva parlato quella donna?E che riposte possedeva l'umano col
cappuccio bianco.
Tutta questa faccenda non aveva più senso,non possedeva
nè capo nè coda,tutto troppo caotico,non ci si
capiva più niente e l'arrivo di quell'umano avevo solo
complicato le cose.
Mentre si guardava attorno vide Rin e Jaken in lontananza nascosti tra
gli alberi,troppo affaticato per usare i sensi,dovvete usare la vista
per trovarli.
- Potete uscire.
Sentite queste parole i due si avviarono verso il loro signore,in
particolare Rin che stava addirittura correndo verso Sesshomaru,lui era
l'unica cosa che Rin volesse in quel momento,null'altro aveva
importanza.
La bambina si buttò contro lo yokai afferrandolo per la
gamba sana,stringeva più forte che poteva,l'ho aveva visto
combattere,l'ho aveva visto ferirsi,ma alla fine lo vide
respingere il suo assalitore,per Rin era sufficiente che il suo signore
fosse vivo,null'altro contava.
Rin alzò la testa guardando in volto lo yokai.
- Signor Sesshomaru.
- Non preoccuparti,sto bene.
A quel punto alla bambina scese qualche lacrima,si era spaventata per
la presenza di quell'uomo,ma anche la salute del suo signore la
preoccupava non poco.
- Rin.
- Si?
- Prima,ti era bloccata dalla paura,e sento che c'entra
quell'umano...Rin....per caso lo conosci?
Rin abbassò la testa,non sapeva cosa dirgli e di certo le
immagini che aveva in testa non la potevano aiutare più di
tanto,non sapeva come interpretare quelle immagini,che significato
avessero o quanto fossero importanti,per lei era tutto fin troppo
complicato.
- Ecco...io...
faceva fatica a parlare,troppo nervosa.
- Rin
All'improssivo sentì la voce di Sesshomaru e una mano sul
capo chino,delicatamente appoggiata sulla testa,la proteggeva,la
manteneva al sicuro,era solo una mano,ma l'effetto che gli procurava
era incredibile,riusciva a calmarla anche solo con uno sguardo,ma gli
bastava anche solo una mano per sentirsi al sicuro dal mondo intero.
- Va tutto bene,se non ti senti di dirmelo non importa.
Rin strinse più forte
- Se non c'è la fai a dirmelo non ti preoccupare,non importa.
Rin strinse ancora di più le braccia intorno alla gamba
dello yokai,lui capiva che lei stava male a parlare del brigante.
-Grazie.
Mentre loro due finirono di parlare arrivò Jaken,frettoloso
e affaticato per via dello scatto che dovette fare per raggiungere al
più presto il suo padrone rovinando così la
tranquillità che c'era tra la bambina e lo yokai.
- Mio signore,siete ancora vivo.
Il servo si inginocchio di fronte al padrone mentre quest'ultimo lo
guardava in modo freddo.
- Signore,per caso sapevate chi era?
- No,perchè mai dovrei conoscere un umano?
- Perdonatemi,non volevo offendervi,e solo che vi ho visto parlare e mi
è sembrato che lo conoscete,comunque,cosa facciamo adesso?
- Ci fermiamo,ho una gamba ferita e non posso proseguire
finchè non guarisce.
- Come desiderate.
Finito di parlare Sesshomaru si staccò da Rin dirigendosi
verso un grosso albero poco distante da lui,faceva molta fatica a
spostarsi,non potendo sollevare la gamba per via del dolore e per i
muscoli recisi non riusciva a sollevare la gamba,per quanto fisicamente
forte potesse essere non riusciva a muoverla,era costretto a
trascinarla,più di questo non poteva fare.
Rin osservò il suo signore ancora una volta,lo vedeva
ferito,ai suoi occhi appariva vulnerabile,ma non debole,sapeva quanto
il suo signore poteva essere forte,ma di certo non avrebbe potuto
combattere al meglio,non in quelle condizioni.
Mentre la bambina guardava Sesshomaru appoggiarsi al tronco dell'albero
gli venne in mente qualcosa,un oggetto,conficcato nel suolo,accanto a
lei,si girò in direzione di esso e lo vide.
Il kunai conficcato nel freddo suolo innevato,lei si
avvicinò ad esso con aria incuriosita,lo guardò
bene e vide qualcosa avvolto nel manico,un nodo bianco,incuriosita
dalla cosa prese l'arma e con la poco forza che possedeva
provò a tirarlo fuori.
Jaken,dopo essersi alzato si guardò un pò attorno
per vedere dov'era finita Rin,alla fine la vide che stava tirando fuori
l'arma dal terreno.
- Rin,ma che accidenti stai facendo?
Jaken si incamminò in direzione della bambina,tutto
sembrò procedere al meglio,quando all'improvviso accaddde
l'impensabile.
Dopo qualche secondo che Rin stava tentando di tirar fuori l'arma alla
fine ci riuscì,ma non nel modo in cui si aspettava,essendo
ben incastrato nel terreno Rin usò tanta di quella forza,che
quandom l'arma si staccò da terra non era riuscito a
controllare lo sforzo eccessivo e quindi il kunai gli scappò
dalle mani.
- Allora Rin,si può sapere che stai...
Il povero Kappa non aveva finito di parlare che si ritrovò
il kunai vicino ai piedi,per un attimo non capì bene che
cosa era successo,mai poi,quando si accorse dell'accaduto,gli venne un
colpo al cuore che fece cadere indietro,si portò una mano al
petto sentendo così un battito cardiaco decisamente
accellerato.
Intanto la bambina si guardava le mani con sguardo confuso.
- Dov'è finita quella cosa?
- RIN
La bambina si girò in direzione del kappa e quando lo vide
si spaventò,lo vide a terra,con un espressione spaventata e
il kunai vicino ai piedi,corse verso il piccolo essere verdognolo
preoccupata per quest'ultimo.
- POTEVI UCCIDERMI LO SAI?
- SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA...
Sembrava che non la smettesse più,Rin era veramente
dispiaciuta e questo lo si poteva chiaramente vedere da come chiedeva
perdono a Jaken,si fermò di fronte a lui e lo
guardò con aria preoccupata.
- Jaken stai bene?
Il piccoletto si rialzò con aria inveperita.
- Certo che sto bene,se no non mi sarei potuto rialzare,comunque,che
stavi facendo prima?
- Stavo togliendo quell'arma dal terreno quando all'improvviso mi
è scappato di mano,scusa,non volevo farti male,e solo che ho
visto una cosa e mi sono incuriosita.
- Una cosa?
- Si,guarda,proprio qui.
Rin prese l'arma da terra mostrando il nodo attorno al manico,nel
vederlo Jaken aveva un sospetto.
- Eh?
- Che c'è Jaken?
- Ma questa...
Il kappa toccò il nodo bianco trovando conferma a
ciò ai suoi sospetti.
- Non c'è dubbio...questa è una lettera.
- Davvero?Come lo sai?
- In tanti anni di servizio sotto Padron Sesshomaru ho imparato
qualcosa.
Detto questo Jaken sfilò il nodo di carta dal manico del
kunai facendo attenzione a non strappare la carta per evitare che
diventasse illeggibile,una volta sfilata buttò l'arma a
terra senza alcuna premura,di per l'arma non serviva a niente se non
per portare il messaggio senza che il mittente si faccia scoprire
evitando di essere visto e riconosciuto.
- Rin.
- Si?
- Porta questa a padron Sesshomaru.
Jaken consegnò il pezzo di carta alla bambina.
- Perchè non lo fai tu?
- Perchè ora si sta riposando e tu sai che e meglio evitarlo
di disturbarlo,ma sono certo che con te non se la prenderebbe
mai,nemmeno in un momento del genere.
- Va bene.
Rispose lei mostrandogli subito dopo un sorriso,lei si sarebbe rivolta
allo yokai consegnadogli quel pezzo di carta dal fascino
intrigante,avrebbe contenuto delle parole importanti?Delle risposte
alle sue domande?O forse il suo contenuto avrebbe aumentato le domande
da porsi,le risposte da trovare e i dubbi da schiarire?
Solo l'apertura e la lettura di quest'ultima avrebbero potuto svelare
questo mistero,tutto intorno era silenzio,bianco silenzio,la neve
scendeva tranquilla,le fronde degli alberi immobili e la vita nella
foresta apparentemente scomparsa.
Ma non per Sesshomaru,nella cui testa vi era un turbinio di caos e
disordine,la lotta lo aveva sfiancato,la voce dentro di lui lo mosse
come un burattino e quel discorso tra l'essere che dimorava dentro di
lui e il brigante era fin troppo strano,ma ora l'importante era cercare
di riposarsi,cosa che dall'inizio di questa storia non'era riuscito a
fare.
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Capitolo 11 *** Ricostruzione ***
Nel villaggio di Kaede,Ezio e Inuyasha giunsero nella piazza del
villaggio,si guardarono attorno per vedere se ci fossero rimasti altri
briganti,ma non trovarono nessuno,la cosa sembrava sospetta.
Inuyasha decise di usare i suoi sensi per verificare la presenza di
nemici,il suo fiuto non avvertì nulla e il suo udito non
udì nulla di troppo sospetto,sentiva l'odore degli abitanti
del villaggio e dei briganti sconfitti in precedenza distanti da
loro,le sue orecchie captavano i suoni provenienti dalle capanne
attorno con dentro le famiglie,quale posto migliore per nascondersi se
non dentro casa propria?
Ezio invece usò la sua seconda vista,forse avrebbe trovato
delle tracce,dei segni,qualcosa che potesse aiutarlo a trovare gli
assalitori,tutto attorno a lui era dominato dal nero,nulla di
rilevante,si guardò attorno,ancora nulla,si girò
ancora una volta,niente,tranne la figura dell'Hanyou con addoso una
traccia luminosa blu,la cosa non gli era utile,non c'era nulla di utile
in quella zona del villaggio,niente di niente,forse questo era una
buona notizia.
Inuyasha si rivolse ad Ezio
- Non c'è traccia di altri briganti,sicuramente saranno
fuggiti.
L'assassino tornò alla sua vista normale.
- Già,lo credo anch'io,dobbiamo tornare indietro a
recuperare uno dei briganti che ci hanno assalito poco fa.
- Credi che ci possa dare qualche informazione utile?
- Forse,ma per scoprirlo dobbiamo chiedere a uno di loro,dai andiamo.
Ezio si stava per incamminare verso la strada precedentemente percorsa
seguito a ruota da Inuyasha,avere delle informazioni sarebbe stato
utile per comprendere al meglio la situazione,ma all'improvviso,accadde
l'inaspettato.
Proprio quando sembrava che le sorprese fossero finite n'è
arrivò un altra,si sentì un forte rumore
proveniente da molto lontano,si girarono e videro una lunga striscia
verde che partiva dalla foresta per poi raggiungere il cielo
grigio,inuyasha capì subito cosa stava accadendo.
- Ezio aspetta qui,tornò il prima possibile.
Inuyasha cominciò a correre verso la foresta con tutta
l'energia che aveva in corpo,Se suo fratello aveva lanciato un colpo
del genere significava che stava combattendo contro un avversario
piuttosto pericoloso,non si usava una tecnica tanto forte contro
qualcuno di debole.
- ASPETTA RAGAZZO.
L'assassino cercò di fermare l'hanyou,ma fu tutto inutile,lo
vide allontanarsi a gran velocità e probabilmente non lo
aveva nemmeno sentito,l'unica cosa che potè fare e tornare
su i suoi passi,inseguirlo sarebbe stato inutile,ormai era partito per
la foresta e prima di raggiungiungerlo ci sarebbe voluto un
pò di tempo,meglio aspettarlo al villaggio.
Si incammino indietro,ripercorse la strada,rivide le case,i vicoli e le
stradine laterali che aveva percorso in gran velocità
insieme all'hanyou,non c'era tempo da perdere e raggiungere il centro
di quel piccolo centro urbano era di massima importanza,l'ultima volta
vide il capo dei briganti riunire tutti gli abitanti del villaggio
vicino tenendoli in ostaggio,questi briganti usavano la stessa tecnica
usata la volta scorsa.
Camminava piano,ma non troppo lento,tranquillo,sapendo di ritrovare i
briganti rimasti per terra,doloranti,quasi immobili,forse qualcuno
provava ad alazarsi,ma era tutto inutile,visto che i colpi ricevuti
erano troppi e di certo non potevano andarsene,troppo faticoso alazarsi
con tutto quel dolore in corpo.
Qualche minuto dopo giunse nel luogo in cui furono assaliti,la sua
supposizione era giusta,i briganti non si erano mossi,li guardava a
terra,uno per uno,a chi si sarebbe rivolto per farsi dare delle
risposte?Mentre esaminava i possibili informatori ne vide uno in
particolare che si copriva il naso con entrambe le mani,si
avvicinò a lui,lo prese per il colletto con entrambe le mani
e lo guardò con sguardo minaccioso.
- Cosa vuoi da me?
Chiese il brigante con leggera presenza di paura nella sua voce.
- Voglio sapere il motivo per la quale avete attacato il villaggio.
- Il nostro capo ci ha detto di attaccare il villaggio e ci ha dato il
permesso di prendere ciò che volevamo,ma in cambio non
dovevamo far del male agli abitanti.
- Per quale motivo?
- L'unica cosa che so e che dopo aver finito il saccheggio ci ordina di
prendere gli abitanti, c'è li fa legare e imbavagliare,ci
dice di portarli nella piazza principale del villagio e quando arriva
fa una specie di discorso rivolto alla gente del luogo.
- Un discorso?Di che tipo?
- Non lo so,parla in modo strano di cose che io e miei compagni non
capiamo alla perfezione.
- Spiegati meglio.
- Si rivolge ai contadini parlando dei loro problemi e infine gli
chiede se stanno dalla sua parte,ma come ti ho già detto non
ci capisco molto,ti prego,lasciami andare,non so altro.
- Va bene.
Ezio strinse ancor di più la stetta sul brigante.
- Prendi con te i briganti rimasti e se vi rivedo da queste parti,giuro
che vi ammazzo,sono stato chiaro?
Il brigante fece un cenno con la testa chiaramente spaventato dalle
parole minacciose e dal pauroso tono di voce dell'uomo che per poco non
lo strangolava a forza di tirarlo per il colletto.
- Bene.
Disse Ezio con un tono di voce calmo.
Liberò la stretta che aveva su quell'uomo liberandolo da
quella stretta minacciosa,senza neanche guardare il brigante decise di
allontanarsi convinto che quel brigante avrebbe eseguito la richiesta
di Ezio senza pensarci due volte,perchè avrebbe dovuto
rischiare sapendo che sarebbe potuto morire per mano dell'assassino?
Tornò su i suoi passi,dritto per la sua strada,mentre
camminava cominciò a chiedersi se gli altri stavano bene,il
monaco,la sterminatrice,la giovane miko e il bambino,ma poi ci
pensò bene,gli venne un altra persona in mente.
- Mi chiedo come stia il capo del villaggio,meglio dare un occhiata.
Il suo passo si fece più veloce,una donna anziana e un
bersaglio facile,anche per un gruppo di briganti senza nessuna
abilità,una piccola nota di preoccupazione traspariva dai
suoi passi,la sua andataura si era fatta più veloce.
Dopo qualche minuto di camminata veloce vide la casa della vecchia
Kaede,ad un prima impressione sembrava non fosse successo nulla,nessun
atto di vandalismo di qualche tipo,non una sola parte di quella casa
che fosse fuori posto o danneggiata.
All'improvviso si fece sentire una voce femminile.
- Ezio.
Si girò in direzione di colei che pronunciò il
suo nome,alzò la testa verso l'apice della scalinata vicino
alla casa di Kaede,vide l'anziana miko che gli faceva cenno di salire.
- Ezio.
- Signora,che ci fate lassù?
- Il raggio verde,l'ho avete visto anche voi?
- Si,impossibile non notarlo.
- Salite,devo parlarvi.
- Arrivo
Si incamminò velocemente verso Kaede salendo rapidamente la
scalinata in pietra,rapido scattava sugli scalini senza contare le
fatiche fatte in quella mattinata,aveva corso,aveva combattuto,ma
questo per lui non era importante,non a livello
fisico,arrivò in cima,senza fatica e senza fiatone,come se
nulla fosse,Kaede si rivolse all'assassino con aria leggermente severa.
- Ezio,non c'era bisogno di arrivare quassù con tutta questa
fretta,vi siete stancato inutilmente.
- Non si preoccupi,per me questo non'è niente,comunque che
ci fate quassù?
La miko si girò dalla parte opposta alla scalinata,Ezio la
guardò un attimo incuriosito.
- Sono qui per quello.
Rispose Kaede con un tono di voce più basso,quasi
malinconico,ma per chi aveva buon udito poteva accorgersi anche di
quello che si faceva bene a non sentire,rispetto,non tanto per quello
che aveva detto,ma per come l'aveva pronunciato.
L'assassino girò la testa nella stessa direzione in cui era
girata Kaede,i suoi occhi si accorsero di un aspetto di quella collina
che non aveva ancora visto,un altare di pietra levigata con due strati
esterni che coprono il pilone centrale alto quaranta centimetri e largo
venti,sopra di esso vi era posto un tempietto abilmente intagliato nel
legno con le stesse dimensioni del sostegno sottostante,la struttura in
miniatura presentava un tetto,una porticina a due ante altri
particolari che gli davano l'aspetto di un vero tempio
shintoista,vicino ad esso c'era una capanna di grosse dimensioni,forse
usata come magazzino per le scorte alimentari e gli armamenti e
accessori per respingere ogni minaccia che non si umana.
Attorno a queste due costruzioni si poteva chiaramente vedere una fitta
fila di alberi che circondavano tre lati della cima della collina senza
interferire ne tanto meno avvicinarsi ai gradini in alto.
- Parlate di quel piedistallo la infondo?
- Si.
Kaede si incamminò lentamente verso l'altare,si sarebbe
mossa più velocemente se avvese potuto,ma il peso degli anni
si faceva sentire,più di così le sue gambe non
potevano fare,arrivò di fronte all'altare,chiuse l'unico
occhio che gli rimaneva,unì le mani in preghiera mettendole
all'altezza del viso e infine piegò leggermente la testa in
avanti.
- Sono venuta quassù per pregare,prego per il villaggio,per
i contadini e le loro famiglie,oggi su di noi si è abbattuta
una terribile disgrazia,com'è potuto accadere tutto questo?
- Non fatevene una colpa,nessuno avrebbe potuto prevedere l'attacco di
oggi,voi non siete colpevole di quello che è successo.
- Lo so,eppure questa non'è la prima minaccia che affronta
questo villaggio,siamo stati attaccati da spiriti,demoni,mostri,eppure
non ci saremmo mai aspettati l'attacco di una banda di briganti.
- Vi ho già detto di non farvene una colpa,nessuno di noi
poteva prevedere quello sarebbe accaduto oggi ed normale che siano
riusciti a coglierci di sorpresa,ma li abbiamo respinti e per fortuna
non ci sono state n'è vittime n'è feriti,quindi
non dannatevi per le azioni di altri uomini,ma piuttosto pregate
affinchè le persone di questo villaggio possano ricostruire
ciò che è andato perso,poichè se si ha
il coraggio di ricostuire si ha il coraggio di ricominciare.
Un gelida brezza si fece sulla collina,quasi a voler sottolineare il
silenzio che era calato tra i due,Kaede guardava il tempietto di fronte
a se con sguardo stupito,chi era veramente l'uomo alle sue spalle?Chi
era colui che si era presentato nella sua casa definendosi un assassino
ma che alla fine diceva che la colpa non era della vecchia miko?
Diceva che bisognava ricostruire per ricominciare,dopo tutta la
distruzione,le fiamme che consumavano le case,l'odore del fumo che si
sentiva fin dentro le narici,come se volesse entrare con violenza fin
dentro i polmoni,dopo che i briganti erano quasi riusciti a
saccheggiare il villaggio ormai sull'orlo della rovina,come poteva dire
che bisognava ricominciare e dirlo così semplicemente?
Però,quelle parole non erano per niente leggere e il suo
tono di voce era caldo e forte,ma anche duro,come un sovrano che
rassicura la sua gente o un comandante che ispira fiducia nei suoi
soldati,Kaede sentiva quelle parole donargli forza,fiducia,speranza.
- Molte case sono andate distrutte,gli orti sono rovinati e la gente
è spaventata,so che è difficile accettare quello
che è accaduto,ma è successo e questo non si
può cambiare.
Mentre guardava Kaede irrigidì il braccio sinistro,lo mosse
verso l'estreno e con l'indice indicò il villaggio
sottostante.
- Ma tutta la gente di questo villaggio e ancora viva,voi,che siete a
capo di questo piccolo borgo e delle persone che ci abitano,non dovete
abbattervi e non lo dico solo per voi,ma anche per coloro che credono
nelle vostre capacità,nella vostra forza
d'animo,perchè solo voi ora potete andare da chi conoscete e
rassicurarli,dirgli di rialzarsi e farsi coraggio,un capo deve essere
un simbolo per coloro che lo seguono e credono in lui,non lasciate che
queste persone se ne vadano in altri villaggi a chiedere aiuto,non fate
in modo che abbandonino queste terre,perchè se fuggiranno
non smetteranno mai più di scapppare.
Ezio,avendo finito il suo discorso con quella donna abbassò
il braccio facendolo scendere lungo il fianco,ormai quello che doveva
dire l'aveva detto,cos'altro poteva fare se non andarsene?Nulla.
- Ora vi lascio da sola,a più tardi.
Detto questo cominciò a scendere gli scalini con molta
calma,non aveva fretta,il villaggio era salvo,malridotto,ma salvo,di
certo le parole che erano uscite dalla sua bocca potevano sembrare un
rimprovero,ma non era così.
Mentre scendeva guardava il paesaggio attorno al
villaggio,tranquillo,immacolato,in pace con tutto il resto,poi
tornò con lo sguardo sul villaggio,in rovina,non c'erano
altre parole per descrivere quello che era stato fatto a questo
borgho,era una bella giornata,le persone era tranquille,felici e
spensierati nella loro quotidianetà,il calore del focolare
domestico,le famiglie,al sicuro dal freddo e dalla neve,ora sembrava un
lontano ricordo,l'immagine del villaggio stonava con il paesaggio
circostante,gli alberi e le case distrutte,la neve e le fiamme,il cielo
grigio che si mescolava in malo modo con il denso e grigio fumo
provocato dalle macerie.
- Ezio.
Da Infondo alle scale si fece sentire la voce di una ragazza,Ezio vide
bene chi aveva fatto il suo nome e intravide due figure,Kagome e Shippo.
Scese le scale si avvicinò alla ragazza che teneva il
cucciolo di volpe in braccio.
- State bene voi due?
Intervenne Kagome.
- Si noi stiamo bene,comunque,avete visto anche voi quel raggio verde?
- Si.
A quel punto sul volto di Kagome apparve una nota di preoccupazione.
- E dimmi sai per caso dov'è Inuyasha?
- Si è diretto verso la foresta,in direzione di quel raggio.
- Cosa?Nella foresta?
- Si nella foresta,dopo la comparsa di quella luce verde ha cominciato
a correre,poi è sparito.
- Capisco.
Kagome abbassò la testa al pensiero che il suo amato si
fosse allontanato dal villaggio,l'attacco dei briganti,la luce
verde,chiunque poteva capire che quei due avvenimenti non erano solo un
caso,uno strano susseguirsi degli eventi era in atto quel
giorno,apparentemente senza alcun legame tra i due,eppure c'era
qualcosa che non quadrava.
- Senti Ezio.
- Si?
- Stavo pensando,se andiamo nella foresta,nel luogo dove e comparso
quel raggio,così capiamo cos'è successo,che ne
pensi?
Ezio rimase un attimo in silenzio a guardare la ragazza,la testa
abbassata,il tono di voce,la richiesta di andare a vedere quello che
era successo nel bosco,tutto di lei rivelava le sue preoccupazioni,le
sue ansie,i suoi pensieri,tutto ciò che provava e pensava in
quel momento era dedicato all'hanyou che tanto amava,mentre il suo
sguardo si perdeva nel vuoto sentì qualcosa posarsi sulla
spalla destra,alzò lo sguardo verso la parte interessata e
vide una mano.
- Non temere.
Sentendo la voce dell'italiano girò la testa e vide i suoi
occhi nascosti sotto al cappuccio,uno sguardo intenso,profondo,se non
addirittura saggio.
- Tornerà,vedrai.
Due parole,gli erano bastate due parole per tranquillizzare quella
ragazza,Kagome vedeva negli occhi dell'assassino qualcosa di
indecifrabile,in passato,gli sguardi di Sango e Miroku la
aiutarono,unite alle loro parole a sostenerla mentre Inuyasha era
lontano dal gruppo,gli occhi verdi di Shippo la intenerivano,e infine
gli occhi dorati di Inuyasha l'attraevano a se,come una falena viene
attirata da una fiamma,nella sua vita aveva visto tanti occhi
diversi,tanti sguardi differenti,sguardi di odio,d'amore,di gioia,di
tristezza,caldi e freddi.
Eppure negli occhi di Ezio vedeva qualcosa di diverso,mai visto
prima,si sentiva come se guardasse dentro di lei,nel suo
animo,penetrava nel corpo e nella mente,per un istante a Kagome parve
che quelle iridi marroni non appartenevano ad un uomo ma ad un
aquila,ma era solo suggestione,quegli occhi erano umani tanto quanto il
loro possessore.
Sul volto della ragazza comparve un piccolo sorriso.
- Si,hai ragione.
Rispose Kagome con voce sicura e positiva,nel suo animo preoccupato
tornarono,vitalità,ottimismo e buon umore.
- Sono sicura che sta bene e che non gli accadrà nulla di
male.
- Esatto,questo è lo spirito giusto.
Disse Ezio mentre toglieva la mano dalla spalla di lei.
Intervenne Shippo.
- Senti Ezio.
- Dimmi.
- E vero che i contadini vogliono lasciare il villaggio?
Ezio era stupito dalla domanda che gli aveva fatto la piccola volpe.
Intervenne Kagome.
- Shippo,che dici?
Disse lei con tono di rimprovero mentre guardava il cucciolo tra le sue
braccia,ma Ezio entrò in difesa di quest'ultimo.
- Tranquilla va tutto bene,lui ha fatto una domanda ben precisa ed
giusto che riceva una risposta onesta.
L'assassino spostò il suo sguardo verso Shippo guardando con
occhi carichi di serietà e parlandogli con voce decisa.
- Vedete,nonostante oggi non ci siano state n'e vittime n'è
feriti la situazione è critica,molte abitazioni sono andate
in fiamme e alcune di queste sono andate distrutte,lo spettaccolo
attorno a noi e un esempio della descrizione che ho fatto,in questo
momento molte famiglie non hanno più un luogo dove stare ed
è più che normale che vogliano andarsene di qua
per poi stabilirsi nei villaggi circostanti.
- E che ci sarebbe di male?Almeno così avrebbero un posto
dove stare al sicuro.
- Mi spiace deluderti ragazza,ma in questo momento la forte nevicata
non permette di percorrere le strade nel modo più
sicuro,senza contare che i briganti sono fuggiti nella foresta,troppo
rischioso,meglio tenere queste persone al villaggio,è
più sicuro.
- Ma per le case come facciamo?
Intervenne Shippo.
- Kagome ha ragione,molte case sono andate distrutte durante l'attacco
e quindi sarebbe impossibile trovare dei posti dove mettere intere
famiglie.
- Qui vi sbagliate,vi ricordate la casa nella quale ho dormito la notte
scorsa?Ho notato che io da solo occupavo solo una piccola parte della
costruzione e paragonando la grandezza della mia casa con le altre del
villaggio si scopre che per occupare un intera abitanzione ci
vorrebbero ben due famiglie composte da un massimo di tre o quattro
membri.
Intervenne Kagome.
- Quindi stai dicendo che le famiglie del villaggio dovranno dormire
ammassate tra di loro nelle case rimaste?
- Esattamente.
Kagome e Shippo si guardarono un attimo per poi tornare con lo sguardo
sull'assassino.
- La tua idea non sembra cattiva,ma sei sicuro che
funzionerà?
- A dire la verità non lo so,possiamo solo sperare.
Sul volto di Ezio comparve un espressione leggermete pensierosa,il
fatto di dover mettere due famiglie a dormire in una casa soltanto non
era la cosa più da proporre agli abitanti di una cittadina
andata distrutta in una sola mattinata.
Mentre Ezio proponeva la sua idea a Kagome e Shippo si sentì
qualcosa provenire dalla strada che portava al centro del villaggio,i
tre girarono la testa in direzione dei suoni aguzzando la vista per
capire cosa stava succedendo,in lontananza,tra le case,si fecero vedere
un gruppetto di persone formato da circa quaranta individui formato da
uomini,donne e bambini,ma a queste persone ne seguirono altre e a
quest'ultime altre ancora,una fiumana di persone era scesa in
strada,tutti loro si dirigevano lentamente in unica direzione,verso la
collina.
Mentre si avvicinavano si potevano contare quasi un centinaio di
contadini venire verso di loro spinti per lo più dalla
disperazione che da una vera e propria forza di volontà,si
attaccavano a un piccolo barlume di speranza,la vecchia Kaede,un vero e
proprio simbolo del villaggio,in passato era stata in grado di aiutare
gli abitanti,combattendo creatura di ogni sorta che si era avvicinata
al villagio per i motivi più disparati,tra i quali vi era
quello di impossessarsi della sfera dei quattro spiriti,ma ora erano
stati attaccati da membri della loro stessa razza,che risposta
avrebbero mai potuto aspettarsi da quella anziana Miko?
Gli abitanti giunsero ai piedi della scalinata accolti da Kagome che
aveva posato a terra Shippo e che si era fatta avanti per prima a
parlare con loro,la ragazza vide i loro volti tristi,con gli occhi
carichi di pena e sofferenza,come avrebbe potuto aiutarli se non sapeva
neanche da dove cominciare?
- Divina Kagome.
Disse uno dei contadini che si trovava nella prima fila di quella
marmaglia.
- Noi vorremmo parlare con la divina Kaede,sapreste dirci
dov'è?
Kagome era nervosa,non sapeva cosa dire,non sapeva quali parole usare
per non peggiorare la situazione.
- E su in cima alla collina,in questo momento sta pregando i kami e
l'anima di Kikyo affinchè vi possa aiutare.
- E cosa ha risposto la somma Kikyo alla venerabile Kaede?
- Ah...ecco...io...
La situazione stava diventando drastica,i contadini si stavano
preoccupando per la risposta che stavano per ricevere dalla ragazza,ma
lei era troppo nervosa per poter dire una cosa qualsiasi senza
preoccuparsi di quello che sarebbe potuto accadere dopo,quella gente
era spaventata,fragile e insicura,fino a un momento fa era felici nella
loro quotidianità,ora,dubbiosi e incerti sul proprio
avvenire.
Fu a Quel punto che Ezio si mise affianco alla ragazza facendosi notare
dalla gente che gli stava davanti,il cappuccio calato sul viso lo
rendeva una figura tenebrosa,al solo vederlo la gente smise di parlare
facendo cadere in quel momento un silenzio di tomba.
- Prestatemi orecchio umile gente,siete usciti dalle vostre
abitazioni,confusi,spaventati e pieni di domande,ora vi starete
chiedendo,perchè ci è successo questo?Cosa
abbiamo fatto per meritarcelo?...Se cercate delle risposte a queste
domande,non le troverete.
Mentre Ezio improvvisava un discorso per rassicurare i contadini,sulla
collina,di fronte al tempietto,l'anziana Miko pregava,pregava i
Kami,pregava lo spirito della sorella,protettrice del villaggio prima
che Kaede la succedesse,lei pregava,nella speranza che sentisse la voce
di qualche spirito protettore del villaggio,di certo avrebbe preferito
sentire la voce di Kikyo,la gentile,dolce,buona,Kikyo.
Eppure,nonostante tutte le preghiere,nonostante volesse sentire la voce
di colei che fin da quando era una bambina la vedeva come la sua
eroiana,c'era una sola voce che sentiva,la sola voce che riuscisse a
sentire dentro di lei,quella voce che si accompagnava a parole di
speranza,di forza di volonta,di incoraggimento,quella voce non era
quella di un dio,o di uno spirito,ma quella di un uomo,quella di uno
straniero,che si era rivolto a lei e gli aveva detto di farsi coraggio
e andare a parlare a quelle persone,che aveva bisogno di qualcuno che
li guidasse in un momento così critico.
- Basta così.
Si disse la vecchia miko,mentre separava le mani unite in forma di
preghiera.
- Per oggi ho pregato più che a sufficienza.
Si girò lentamente in direzione delle scale,si muoveva
piano,pacata,ma ad ogni passo che faceva era sempre più
convinta di doversi allontanare dalla tomba della sorella,non
perchè rimanere li fosse inutile,ma perchè era
giunto il momento di aiutare chi soffriva davvero, per l'ennesima volta
avrebbe aiutato il suo villaggio,lei era la miko,la guida e il capo
materiale e spirituale di quella comunità,non si sarebbe
tirata indietro dal suo dovere.
Giunse di fronte al gradino più alto della scala mostrando
alle persone del villaggio la sua figura,di per se Kaede non si
mostrava come una figura eroica,ma di certo la gente del villaggio
credeva in lei e nelle sue scelte,scese il silenzio,lei era li,sulla
collina,tutti che la fissarono con stupore,tutti,ma non Ezio,lui non la
guardava con sguardo stupefatto,piuttosto la osservava,come se si
aspettasse qualcosa.
L'anziana prese fiato,si concentrò per un brevissimo momento
e cominciò a parlare con voce saggia.
- Abitanti del villaggio,ascoltatemi,in passato abbiamo affrontato
pericoli ben diversi da questo,spiriti,demoni,yokai,senza dimenticare
la minaccia di Naraku,che affrontammo molto tempo fa,ci potevamo
aspettare di tutto,tranne di essere attaccati dai nostri stessi
simili,già in passato il nostro villaggio e stato
distrutto,ma ricordatevi una cosa,questo e il nostro villaggio,qui
è dove abitiamo con i nostri cari,qui è dove ci
nutriamo di quello che coltiviamo,alleviamo e che ci guadagnamo con il
sudore della fronte,ed ora e giunto il momento di ricostruire le nostre
case per l'ennesima volta,al lavoro gente.
Quando Kaede finì di parlare la gente del villagio era
più tranquilla,sentivano che c'era ancora una speranza,che
si potesse fare ancora un tentativo per salvare il villaggio dalla
distruzione,sui loro volti ricomparvero i sorrisi di gioia alimentati
dall'incoraggiamento datogli dalla loro anziana guida,Kaede,che da
sempre aiutava il villaggio in molti modi.
Ezio fissava Kaede mostrando un piccolo sorriso,era riuscito a
incoraggiare la Miko a rivolgersi alla sua gente e aiutando lei era
riuscito ad aiutare anche la gente del villaggio senza esporsi
troppo,le sue parole erano state in grado di risollevare il morale di
coloro che erano a terra,i suoi occhi erano riusciti a convincere una
ragazza a rimanere al sicuro piuttosto che andare alla ricerca del suo
amato esponendosi così a rischi inutili.
Kaede scendeva le scale,lentamente,ma questa volta non andava
così piano per via della veneranda età,ma per la
calma che sentiva dentro di se,nell'ispirare la sua gente con quelle
parole di incoraggiamento,si era liberata da un fardello davvero
pesante e tutto grazie ad Ezio,mentre scendeva le scale fissava
l'assassino con l'unico occhio sano colmo di gratitudine,non servivano
parole,erano inutili,di certo poteva dire agli abitanti che era stato
lui ad aiutarla nel momento del bisogno,che era stato lui il vero eroe
e non lei che si era rifugiata su una collina per ricevere aiuto da
qualche entità spirituale,allora perchè non
voleva rivelarlo a tutti?
Semplice,un uomo che nasconde il proprio volto sotto un
cappuccio,non'è il tipo di persona che vuol farsi
riconoscere per queste banalità,persino lei,una miko,poteva
comprendere qualcosa di uno straniero di cui non si sapeva nulla.
Arrivata ai piedi della collina venne raggiunta da Kagome e Shippo,che
si avvicinarono a lei stupiti per il discorso fatto dalla vecchia miko.
- Siete stata bravissima,ora la gente non prenderà in
considerazione l'idea di lasciare il villaggio.
Disse Kagome con tono vivace.
- Grazie kagome,ma non'è me che devi
ringraziare,piuttosto,io non vi ho mai detto che la gente voleva
lasciare il villaggio,dimmi Kagome...per caso..hai sentito la
discussione tra me e lo straniero?
- Vede Kaede,io e Shippo stavamo venendo da voi per sapere se vi era
successo qualcosa,quando siamo arrivati abbiamo sentito voi e il signor
Ezio discutere sull'accaduto e vi abbiamo ascoltato.
Kagome si sentiva in imbarazzo nel cercare di giustificarsi,era rossa
in viso e faceva fatica a trovare una scusa decente,ma all'improvviso
l'anziana miko sorrise.
- Non preoccupatevi,non avete fatto nulla di male,però ora
c'è una persona con la quale devo parlare.
Detto questo kaede si avvicinò ad Ezio che era intento ad
osservare gli abitanti del villaggio che continuavano ad esultare con
la speranza in corpo.
- Signor Ezio.
L'assassino sentì da dietro le spalle la voce di
Kaede,girò la testa verso destra,guardandola con la coda
dell'occhio.
- Vorrei ringraziarvi per l'aiuto che mi avete dato,ero andata a
pregare in cerca di sostegno,di qualcuno che mi potesse dire cosa
fare,ma solo ora capisco che le mie preghiere erano già
state esaudite prima ancora che le facessi,voi siete un miracolo per
questo villaggio...grazie.
continuava a guardarla,senza dire una parola,rimaneva
li,immobile,statuario,anche la ragazza e il cucciolo guardavano
l'italiano come se fosse un eroe.
Ma Ezio non pensava di se stesso come un eroe,lui era un
assassino,essere questo era più complicato ma anche meno
banale di essere un eroe.
- Non dovete ringraziarmi,ho solo aiutato chi era in
difficoltà.
Detto questo l'assassino tornò a guardare gli abitanti di
fronte a se,ora che avevano scelto di rimanere bisognava darsi da fare
per rimettere in sesto tutto quello che era stato distrutto.
La speranza era tornata nell'animo degli abitanti del villaggio ed
insieme ad essa anche la voglia di ricominciare,eppure,nonostante
quelle persone erano pronte a ricostruire le loro case un dubbio
assaliva la mente dell'italiano,se il villaggio vicino era stato
semplicemente invaso,perchè quello di Kaede stava per essere
distrutto?Per quale motivo appicare il fuoco e bruciare le case?
A questa domande Ezio non aveva risposte,ma di una cosa era
sicuro,questo nuovo attacco a un villaggio dei briganti era stato
particolarmente violento,ormai la sua presenza era nota al capo di
quella marmaglia di avidi selvaggi e quindi si poteva intuire un cambio
di tattica nelle manovre di conquista dei villaggi,qualunque cosa
stesse accadendo non era un buon segno.
In ogni caso ora c'era altro alla quale pensare e di certo avrebbe
dedicato l'intera giornata ai lavori di ricostruzione,per un lavoro ben
fatto ci sarebbero voluti organizazzione e olio di gomito.
La giornata era soltato all'inizio.
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Capitolo 12 *** La cosa giusta da fare ***
Ora che il villaggio era stato liberato dai briganti e la sua gente
motivata dalla voglia di ricominciare era giunto il momento di
cominciare i lavori di ricostruzione.
Ezio sapeva bene che il tempo,l'organizazzione,le condizioni climatiche
e il morale dei contadini sarebbe influito sui risultati del lavoro
svolto nel corso dell'intera giornata,ma prima di iniziare bisognava
ottenere l'attenzione degli abitanti del villaggio,per fare
ciò bisognava parlarne con Kaede.
Il fiorentino si girò in direzione dell'anziana miko.
- Signora Kaede.
Nel sentire la voce di Ezio non solo Kaede,ma anche kagome e Shippo
rivolsero i loro sguardi su di lui.
- Ditemi.
- Grazie alle vostre parole ora la gente del villaggio ha intenzione di
ricostruire ciò che andato perduto nel corso dell'attacco
dei briganti,ora però dobbiamo organizzare sia i lavori che
i lavoratori affinchè svolgano i loro compiti nel modo
più veloce ed efficacie possibile.
- Capisco ma...non credo di esservi d'aiuto,sono solo una miko,non so
costruire una casa.
- Non sarà necessario,qui c'è bisogno di tutti e
credo che ognuno di noi possa dare una mano per rimettere in sesto
questo posto.
- Potreste spiegarvi meglio?
Chiese Kaede leggermente confusa sulla questione.
Nel sentire quella domanda Ezio non riuscì a trattenersi
nell'inarcare le labbra in un sorriso che mostrava la piena sicurezza
che aveva in se accompagnato da un sguardo leggermente seduttore.
- Lasciate fare a me.
Detto questo si girò verso quella folla caotica in preda ai
festeggiamenti,lui li vedeva felici e pieni di speranza,fino a qualche
momento quelle persone si erano diretti verso la casa della
miko,terrorizzati,fragili e insicuri del proprio futuro,ora invece si
vedeva uno scenario ben diverso da quello precedente.
Nella sua vita da assassino Ezio aveva visto molte situazioni in cui
gli abitanti di un borgo o di una città potevano reagire di
fronte alle difficoltà,sia in tempo di guerra che di
pace,come nel caso degli abitanti di Monteriggioni,la
città-fortezza situata nella campagna Senese,ricordava bene
quella gente,così gentili ma al tempo stesso agguerriti con
chi voleva conquistare la loro città,brava gente dal cuore
d'oro,amante del vino e della vita semplice,quel piccolo borgo dove le
persone avrebbero difeso le loro case con i forconi e le zappe.
Ma quella era un altra storia,da quello che aveva capito dalla miko
queste persone erano per lo più abituate ad essere attaccati
da mostri e creature fantastiche che di certo non esistevano da dove
veniva Ezio,anche se la cosa gli sembrava strana non ci stava a pensare
troppo,se si fosse preoccupato di tutte le stranezze che aveva visto
finora non si sarebbe mai dato pace.
- Scusate...signori,signore...ehi...qualcuno mi sente?
L'assassino provò a farsi sentire,ma nulla,quelle persone
erano troppo impegnate a sostenersi e a parlare tra di loro sul da
farsi,provò a muovere le braccia nel tentativo di farsi
notare,ma anche questo fallì.
- SILEEEEENZIO.
In mezzo alla folla si fece sentire la voce di un giovane uomo che con
il suo grido aveva zittito tutte le persone che gli erano in torno.
Da quella marmaglia uscì un ragazzo in accompagnato da una
giovane donna in età di marito che teneva tra le braccia un
neonato,costoro erano ben visibili agli occhi dell'assassino che li
riconobbe subito.
I due ragazzi fecero qualche passo trovandosi di fronte all'assassino
che li guardava senza battere ciglio.
- Si ricorda di noi?
Chiese il ragazzo con un tono di voce leggermente tremante di emozione.
- Si certo,voi siete il ragazzo che tentava di proteggere la sua
famiglia dall'attacco di quel brigante.
Finito di parlare Ezio spostò il suo sguardo verso la
ragazza.
- E voi dovete essere la sua compagna.
La ragazza rispose umilmente.
- Si,grazie per averci salvato.
- Non dovete ringraziarmi,ho solo fatto ciò che era
giusto,nient'altro.
Mentre la giovane coppia parlava con l'italiano,Kagome si
avvicinò a Kaede.
- Mi scusi Kaede.
Kaede si girò la testa in direzione della giovane miko.
- Dimmi Kagome.
- Ora che gli abitanti del villaggio non stanno più parlando
tra di loro non sarebbe meglio farli venire qui e fare in modo che
ascoltano quello che Ezio ha da dire a loro?
Kaede tornò con lo sguardo alla folla che fino a poco fa
dopo aver ascoltato le parole di incoraggiamento dell'anziana miko si
era messa per conto proprio ora ascoltava in silenzio la discussione
tra i due ragazzi ed Ezio.
- Ora che mi ci fai pensare.
Ora che l'attenzione degli abitanti era sull'assassino era giunto il
momento di richiamare l'attenzione dei contadini,Kaede aveva una grande
influenza sul giudizio degli abitanti,quindi perchè non
aproffittare della situazione che si era venuta a creare?
Bisognava fare in fretta,il tempo passava e nessuna struttura era stata
ancora riparata,Kaede aveva ridato speranza a queste persone con le sue
parole,ma ora era giunto il momento di avviare la ricostruzione del
villaggio e per farlo la vecchia miko sarebbe intervenuta per
l'ennesima volta.
La miko chiuse l'unico occhio che le rimaneva,si
concentrò,fece un respiro profondo,espirò
lentamente ed infine fece la sua mossa.
- ASCOLTATEMI.
Kaede fece un urlo talemente forte e talmente improvviso che non furono
poche le persone che si presero un colpo al cuore,nemmeno Kagome e
Shippo si era salvati rischiando così da prendersi un mezzo
infarto,Ezio invece sembrava più sorpreso dal fatto che
quell'anziana avesse così tanta aria nei polmoni per tirar
fuori una tale voce dalla gola piuttosto che preso di soprassalto come
molti altri.
- Ora che la speranza e tornata nei vostri cuori è arrrivato
il momento di prendere gli attrezzi da lavoro e rimettere in sesto
tutto quello che quei briganti hanno distrutto,i lavori di costruzioni
saranno diretti dallo straniero incappucciato che è di
fronte a voi.
La vecchia miko puntò il suo sguardo verso l'assassino.
- Straniero,la prego di parlare delle stesse idee di cui io e lei
abbiamo discusso prima in privato e da quello che mi ha detto sembra
piuttosto vantaggiosa come cosa.
La miko fece un piccolo sorriso all'assassino e subito dopo gli fece
anche un occhiolino,a quel punto Ezio capì subito le
intenzioni di Kaede,anche lui mostrò un piccolo sorriso come
a ringraziare l'anziana del suo aiuto e dopo di che si rivolse al
ragazzo che gli stava di fronte con tono deciso.
- Ragazzo.
- Si?
Rispose il giovane marito leggermente impaurito dalla voce
dell'assassino.
- Te la senti di ricostruire questo villaggio?
- Si.
- Bene.
Ezio spostò lo sguardo sulla moglie del contadino.
- Tu,hai intenzione di aiutarlo?
- Vorrei,ma non so come si costruisce una casa.
- Non c'è ne sarà bisogno,anche tu puoi dare una
mano.
Detto questo il suo sguardo si rivolse verso il resto dei cittadini,il
tempo delle belle parole era finito,ora cominciava il vero lavoro,la
vera fatica.
- Statemi a sentire,chi di vuoi vuole rimettere a posto le proprie case
e contribuire alla ricostruzione faccia un passo avanti.
Detto ciò non ci fu un solo uomo,donna e bambino che non si
fosse spostato dalla posizione originale di almeno un passo,l'assassino
fu felice di vedere di vedere che tutti volevano dare una mano,senza
nessuna eccezzione.
- Bene,cominciamo con l'organizazzione dei compiti da svolgere,alzino
la mano i taglialegna,falegnami,cacciatori.
Furono molti gli uomini che risposero all'appello dell'assassino ma ci
furono donne che non erano di meno dei loro compagni.
- Ora alzino la mano tutti coloro che siano in grado di
cucinare,preparare medicinali e distillare alcolici alzino la mano.
Anche stavolta furono in molti ad alzare la mano, furono molte le donne
che decisero di aiutare come potevano e anche alcuni uomini non si
tirarono indietro,probabilmente più per gli alcolici che per
tutto il resto.
- Bene,ora tornate a casa o quello che ne resta,recuperate gli attrezzi
da lavoro e preparatevi,perchè oggi ci sarà tanto
da fare e di certo questa forte nevicata non gioca a nostro
favore...è ora forza,andate,non c'è un minuto da
perdere.
Sentendo queste parole la folla si disperse velocemente permettendo
così l'avvio dei lavori di ricostruzione e mentre la
maggior parte degli abitanti si preparava a svolgere il proprio compito
i bambini salirono su per la collina a pregare presso la tomba di Kikyo
insieme a Kaede.
Infondo alla scalinata rimasero soltanto Ezio,Kagome e Shippo.
- Sei stato bravo Ezio.
Disse Shippo entusiasta del successo del piano dell'assassino.
- Non ringraziarmi,ho fatto solo ciò che era più
giusto fare.
Intervenne Kagome.
- No Ezio,così non ci siamo.
Kagome si rivolse a Ezio con tono accesso,quasi lo stesso rimproverando
di qualcosa,senza contare il fatto che aveva allungato il braccio
destro con decisione e puntando l'indice contro la figura
dell'assassino con fare minaccioso,ma anche se quel dito gli sfiorava
il naso di poco lui non se ne preoccupava.
- E grazie a voi se Kaede a trovato la forza di rivolgersi a queste
persone ed è sempre grazie a voi che queste persone si
stiano mettendo al lavoro per ricostruire il villaggio,dovreste avere
più stima di voi.
Sentendo le ultime parole della ragazza Ezio non riuscì a
trattenere una leggera risata.
- Che cosa c'è di così divertente?
Chiese Kagome fortemente confusa sulla questione,cosa poteva esserci di
così divertente da far ridere un assassino,cosa poteva aver
detto di così stupido da riuscire a strappare una risata in
una giornata come quella?
- Mi fai ridere ragazzina,dici che non ho abbastanza stima di me?
Allora lascia che ti dica che possiedo abbastanza stima di me da poter
essere considerato arrogante,ma pensaci un attimo,secondo te quella
gente preferiva essere ispirata da me,un perfetto sconosciuto,oppure
dal capo spirituale di questo villaggio,che tutti conoscono e
rispettano?...E rispondimi sinceramente.
Kagome si sentiva in imbarazzo nel dover rispondere a quella
domanda,infondo l'assassino aveva ragione,ma visto che lei prima lo
aveva rimproverato per non essersi preso il merito dei suoi successi
ora avrebbe dovuto dargli la risposta più corretta a quella
domanda tanto semplice da fare ma tanto ardua nel dare una risposta.
Ezio si accorse dell'imbarazzo di lei,lo si notava facilmente dal viso
leggermente rosso e dal silenzio della ragazza,per tanto l'assassino
tornò a parlare.
- Se c'è qualcosa chè so e che le persone
dovranno sempre aggraparsi a qualcosa,o qualcuno,di conseguenza
chiedono aiuto a chinque sia in grado di proteggerli,mi capisci?
- Non proprio.
- Va bene,prendi ad esempio i fatti di stamattina,i contadini,non
sapendo se devono lasciare il villaggio o no,vengono chiedere aiuto al
capo villaggio,cioè l'anziana signora,ma lei non sa cosa
fare quindi chiede l'aiuto di chissà quale entità
divina,a quel punto intervengo io che dico a quest'ultima di andare da
quella gente e dirgli di calmarsi e ricostruire il villaggio,qualche
minuto dopo Kaede si fa coraggio e si rivolge alla sua gente
incoraggiandola a non abbandonare le proprie case e di rimanere
qua,fine...ora capisci perchè non voglio prendermi il merito?
L'assassino aveva ragione e solo ora Kagome comprendeva le sue
parole,fino a qualche momento fa credeva che fosse un ingiustizia dare
tutto il merito a Kaede per i successi ottenuti nella motivazione e
nell'organizazzione dei contadini per la ricostruzione del villaggio,ma
solo ora comprendeva il vero significato di tutto ciò.
- Si,perchè loro avevano chiesto aiuto a Kaede.
Sentendo quella risposta Ezio mostrò un piccolo sorriso di
soddisfazione.
- Esatto,io sono un assassino e come tale non faccio del bene per la
gloria personale,ma perchè è giusto,questa
è la cosa migliore da fare,aiuatare il prossimo non per il
proprio torna conto,ma per il bene comune,per questo non voglio
prendermi il merito di ciò che ho fatto nell'ombra.
Le parole dell'assassino echeggiavano nelle menti di Kagome e Shippo
con la grazia di una poesia e la sacralità di un mantra,la
forza di queste parole non derivava semplicemente da chi le
pronunciava,anch'essa cosa molto importante,ma dal suo vero
significato,ciò che Ezio diceva era che avvolte,per fare una
buona azione,era necessario agire nell'ombra,anche se nessuno lo
avrebbe saputo.
Ora che Kagome capiva come stavano veramente le cose si
sentì sollevata.
- Ezio.
Chiese il piccolo Shippo mentre fissava Ezio.
- Che c'è piccolo?
- Ezio,io non ho capito niente di quello che hai detto.
L'assassino sorrise nel sentire Shippo su quanto fosse confuso sulla
questione.
- Non ci pensare piccolo,la cosa è più complicata
di quello che sembra.
Dopo che Ezio finì di parlare scese il silenzio su tutti e
tre,in quel momento non potevano far altro che aspettare il ritorno
delle persone che erano andati a prendere il legno nella zona opposta
della foresta dalla quale erano arrivati i briganti,la neve scendeva
tranquilla,dolcemente,come a rispecchiare l'animo che c'era in quel
momento,la calma dopo la tempesta,la quiete dopo l'attacco.
In quel preciso istante,da qualche parte nella foresta,il brigante si
spostava di albero in albero con sorprendente
agilità,saltando da un ramo all'altro in rapida
successione,come se fosse una scimmia.
Eppure,nonostante fosse impegnanto ad eseguire i movimenti giusti e a
non distrarsi per non cadere giù dagli alberi facendo le
mosse sbagliate,non riusciva a smettere di pensare allo yokai che aveva
fronteggiato in precedenza,di tutti gli avversari che aveva affrontato
Sesshomaru si era dimostrato il più imprevedibile,fino a un
attimo prima lo yokai era sul punto di morire sopraffatto
dall'agilità e la rapidità dei colpi del
brigante,mentre subito lo yokai era riuscito non solo era riuscito a
dievare il colpo dell'umano,ma era persino riuscito ad infliggere una
ferita di non poca importanza,degna di un maestro di spada.
- Quello yokai è davvero imprevedibile,ammetto di non aver
combattutto al meglio delle mie capacità,ma non mi aspettavo
sapesse contrattaccare così velocemente,sarà una
mia impressione,ma sento che c'è qualcosa che mi sfugge,in
ogni caso,meglio allontanarsi da questa zona.
Era immerso nei suoi pensieri,nonostante ciò la sua
abilità nello spostarsi sugli alberi non era diminuita,non
faceva passi falsi o mosse sbagliate durante i suoi spostamenti.
- Quello yokai è più interessante di quello che
sembra.
Disse una giovane voce femminile con fare amichevole,il brigante sapeva
benissimo a chi apparteneva quella voce,di fronte a lui,a cinque metri
di distanza,seduta su di un ramo,si poteva notare la figura della
stessa ragazza al servizio dello yokai che si trovava vicino alle mura
di Kioto,sul suo volto era presente un piccolo sorriso.
Lui,nel vedere la ragazza fermò la sua corsa e si
appoggiò contro l'albero mostrando alla ragazza un
espressione pensierosa.
- Già,sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio,ma tutto
sommato devo dire che quel suo contrattacco finale mi ha sorpreso.
- Non te la prendere,certi rischi fanno parte dei nostri compiti verso
il maestro.
- Si lo so...e a proposito di compiti,quale missione ti è
stata assegnata dal maestro?
- Il mio compito in queste terre e scoprire in quale villaggio si
trovano i due ragazzi che sono in compagnia dell'assassino.
Il brigante era sorpreso nel sentire le ultime parole pronunciato dalla
ragazza.
- Due ragazzi? Vuoi forse dirmi che due abitanti di uno dei villaggi
della zona stanno aiutando l'assassino?
- Esatto,ti ricordi l'ultimo volta che hai assalito il villaggio?
- Si me lo ricordo bene.
- Dopo che te ne sei andato,l'assassino ha liberato gli abitanti del
villaggio e subito dopo sono arrivati i due ragazzi di cui ti
parlavo,un hanyou e una giovane miko,in quel momento io ero travestita
da contadina e quindi mi sono potuta avvicinare a loro due e
così facendo ho scoperto che loro sono in compagnia
dell'assassino.
- Capisco,sai per caso da quale villaggio provengono?
- No,non lo so.
L'uomo riassunse un espressione cupa sul volto,l'incontro con
l'assassino,lo yokai diretto al villaggio,le coincidenze erano fin
troppe e di certo non era avvenimenti da non considerare.
- D'accordo,continua a cercare informazioni su quei due ragazzi.
Disse il brigante alla ragazza.
- Va bene,tu invece cosa farai?
- Semplice,io tornerò alla mia base.
- Bene,appena scoprirò qualcosa lo riferirò
subito al maestro.
Nel sentire le parole della ragazza il brigante fece un cenno con la
testa,approvava le sue intenzioni e non era in alcun modo contrario al
raccogliere informazioni su coloro che aiutavano lo straniero.
- A presto,Huàng Hè.
Disse la ragazza con tono rispettoso.
- A presto,Hana,che il padre della compresione ti guidi.
Disse il brigante con la stesso tono della ragazza.
- E che guidi anche te.
Detto questo i due eseguirono allo stesso tempo saltarono l'uno verso
l'altro,per un breve istante i due si sfiorarono a mezz'aria,si
guardarono negli occhi,uno sguardo veloce,niente di più e
niente di meno,eppure,i loro sguardi erano più di una
semplice occhiata,in quel momento bastò un solo sguardo
perchè uno facesse capire all'altro di andare avanti,di
continuare la loro opera, svolgendo i loro compiti al meglio delle loro
capacità.
I due separarono frettolosamente diretti in direzioni
differenti,lui tornava alla sua base,lei andava in cerca di
informazioni,lui andava a riposarsi,lei andava ad apprendere di
più su Inuyasha e Kagome,questi erano i loro compiti
affidategli dal loro maestro e proprio perché era stato lui
a dire loro cosa fare chè l'avrebbero eseguito,al meglio
delle loro possibilità.
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Capitolo 13 *** Discussione nel buio ***
In quello stesso istante,in un altra parte della foresta,Sesshomaru,che
stava recuperando le forze appogiato ad un albero,teneva gli occhi
chiusi,le ferite gli facevano ancora male,in particolare la gamba,ma
ormai era in via di guarigione e non ci sarebbe voluto più
di mezza giornata o di una notte per riprendersi completamente.
Mentre lui riposava il suo corpo metteva in atto il processo di
guarigione,la ferita sull'addome era un banale graffio paragonata al
danno ricevuto alla gamba,l'addome non ci avrebbe messo molto a guarire
visto che era una ferita non molto profonda,il vero problema era la
parte frontale della coscia,il taglio profondo aveva provocato la
recisione dei muscoli del quadricipite femorale rendendo anche il
semplice camminare un autentica impresa.
Appoggiato all'albero lo yokai si riprendeva dallo scontro,il suo
corpo,stanco e dolorante,era stato danneggiato da un umano,questo per
Sesshomaru era stato piuttosto umiliante,essere ferito da un membro di
una razza che lui stesso fino a poco tempo fa disprezzava con tutto se
stesso e che riteneva inferiore,ma,se il suo avversario era tanto
inferiore,come era riuscito ad arrecare danno al suo corpo?come poteva
un umano essere così bravo non solo nel maneggiare
così bene una spada,ma anche a poter sia parare che evitare
ogni colpo che lo yokai eseguiva?
A queste domande non aveva risposta,ma quello non era il momento di
porsi problemi,era il tempo del riposo,era il tempo di sanare le
ferite,il tempo per le domande sarebbe giunto in un altro momento,ma
per ora,sarebbe stato meglio riposare.
Tutto attorno a lui sembrava emanare un senso di pace,la neve,gli
alberi,il silenzio della foresta,tutto...eccetto una cosa,Rin.
In lontananza lo yokai vide la figura della piccola umana venire verso
di lui,sul viso di lei vi si poteva vedere un sorriso,si
avvicinò a Sesshomaru allungando un braccio verso di lui.
- Tenete.
Sesshomaru era sorpreso dal vedere la bambina di fronte a lui.
- Che cos'è?
- Jaken dice che è una lettera.
- Una lettera?
Lo yokai allungò la mano prendendo il foglietto,aprendo la
lettera notò molto chiaramente una calligrafia molto
accurata,gli ideogrammi erano piccoli,ma leggibili,la cura con cui la
lettera era stata scritta sfiorava la perfezione,non una sbavatura
n'è un segno fuori posto,quel pezzo di carta era una vera e
proprio opera d'arte grammaticale.
Sesshomaru,spinto dalla necessità di trovare
risposte,cominciò a leggere.
- Gentile signor Sesshomaru,spero di non recarle disturbo con questo
mio modesto messaggio,in questo momento,mentre lei sta leggendo questa
lettera,un mio subordinato,che sarebbe l'umano da lei affrontato e
ormai lontano e quindi impossibilitato dall'essere raggiunto.
Ora vi starete chiedendo quale sia la ragione di questa mia azione,il
motivo è semplice,sono interessato a fare la vostra
conoscenza.
Siete una persona che vale la pena di incontrare,quindi,invito voi,la
bambina e il vostro servo,ad una festa alla quale parteciperanno le
più importanti casate degli yokai,se siete interessato al
mio invito non dovrete far altro che tornare nelle terre che
appartengono alla vostra famiglia,avete due settimane per raggiungermi.
Arrivederci e buona giornata.
Così terminava la lettera,così nascevano altre
domande,chi era la misteriosa figura che gli mandava quella lettera?Per
quale motivo gli ha mandato contro un umano,per poi invitarlo ad una
festa?
Ancora una volta troppe domande,ancora una volta nessuna risposta,altri
dubbi,altri misteri,il villaggio di Kaede era così
vicino,eppure così lontano,non poteva raggiungerlo,non in
quello stato.
Mentre Sesshomaru era alle prese con i suoi pensieri,qualcosa
attirò la sua attenzione,girò la testa nella
direzione dalla quale i suoi sensi erano più attratti,le sue
orecchie udivano un suono lontano,un suono piccolo,ma continuo,come
qualcosa che tocca il terreno,si alza e poi ritorna al suolo,rumore di
passi,passi molto veloci.
Il suo olfatto invece aveva sentito un odore familiare,già
sentito in passato e di certo non erano poche le volte che lo
sentiva,sapeva chi era e di certo non aveva alcuna voglia di parlare
con lui.
- Inuyasha,che cosa ci fa qui?
Pensò con Sesshomaru nel vedere la figura del fratello in
lontananza,mentre Inuyasha si avvicinava all'albero dov'era appoggiato
lo yokai quest'ultimo avvertì qualcosa,una strana
sensazione,un altro improvviso mal di testa seguito dal suono di quella
voce.
- E venuto qui per te.
- Non voglio il suo aiuto.
- Ma ne hai bisogno,nelle tue attuali condizioni non puoi muoverti e
visto che il villaggio e qui vicino potresti aspettare che le tue
ferite guariscano ,oppure accettare l'aiuto che ti viene offerto,se
fossi in te sceglierei la seconda,almeno faresti una decisione
intelligente.
- Ho detto che non voglio,non accetterò mai l'aiuto di
hanyou.
Dopo aver pronunciato queste parole lo yokai vide una linea di pura
luce passargli di fronte agli occhi,la stessa luce che vide prima di
vivere la bizzara esperienza del giorno prima,con la luce
arrivò anche una forte emicranea,proprio come il giorno
prima.
Ancora una volta chiuse gli occhi per via del dolore e dal fastidio
provocato da quella poca luce che c'era quel giorno,le stesse
sensazioni,le stesse azioni,le stesse medesime cose che gli erano
accadute il giorno prima ora si ripresentavano,nello stesso identico
modo.
- No...non può essere...non di nuovo.
Queste furono le uniche parole che lo yokai riuscì a
pensare,quello che vedeva,quello che sentiva,era impossibile che stesse
accadendo di nuovo,non aveva il minimo senso,eppure stava accadendo.
Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata aumentando la
velocità della circolazione e l'andrenalina era ancora una
volta alle stelle,ancora una volta era stato privato della
facoltà di controllare il suo corpo e questo su di lui aveva
un effetto negativo su di lui e non era solo il suo fisico a subirne le
conseguenze.
La sua mente in quel era il suo punto più vulnerabile,per
l'ennesima volta il suo cervello era andato in panne,non riusciva
più a cordinarsi come si deve e quindi incapace di svolgere
i suoi compiti nel migliore dei modi,l'intensa attività
celebrale causava pulsazioni doloranti che si espandevano per l'intera
scatola cranica.
Stava incominciando a vedere il mondo intorno a se di un bianco
più chiaro,la neve sembrava brillare accecando la sua vista
e impedendogli di vedere chiaramente tutto il resto,gli alberi,le
foglie,il cielo,persino le figure di Jaken,Rin e quella in lontananza
del fratellastro erano quasi irriconoscibili,cominciò a
vedere l'ambiente intorno a lui sbriciolarsi,tutto ciò che
aveva attorno si frammentava,quasi a diventare polvere,per poi sparire
nel nulla,la realtà cambiava sotto i suoi occhi in una
maniera a dir poco irreale e lui non poteva far niente per cambiare la
situazione,il suo corpo non si muoveva e la sua salute mentale era
messa a dura prova,era la seconda volta che gli accadeva una cosa del
genere e certamente avrebbe preferito non ripeterla.
Tutto attorno a lui sembrava scomparire,spazzato via come un sogno al
momento del risveglio,irreale,finto,illusorio,ai suoi occhi il mondo
era diventato così,sostituito da un forte luce bianca che
facendosi sempre più grande ed intensa più il suo
effetto era maggiore su Sesshomaru tanto da spingere sia il suo corpo
che la sua mente al punto di collasso,il cuore smise di battere,i suoi
polmoni smisero di prendere aria,il suo cervello smise di
funzionare,chiuse gli occhi,poi più nulla,solo il vuoto...o
almeno così era in apparenza.
- Svegliati ragazzo.
Una voce,quella voce nella sua testa,era stata quella a
parlare,Sesshomaru la sentiva chiaramente,provò ad aprire
gli occhi,ma tutto ciò che vedeva era una profonda
oscurità,provò a parlare,ma la sua bocca non si
apriva,infine provò a muoversi,ma non ci riuscì.
- E tutto inutile,a cosa ti servono gli occhi se non riesci a vedere
oltre le tue convinzioni?A cosa ti serve parlare se ciò che
dici è dettato dall'ignoranza?A cosa ti serve essere poterti
muovere liberamente dovunque tu voglia,se la tua mente e immobile e
prigioniera dei pregiudizi e dei falsi insegnamenti?
Disse la voce con molta calma,alle orecchie dello yokai le sue parole
sembravano senza senso,ma la cosa non gli importava molto
poichè il suo unico pensiero era liberarsi.
- Chi sei tu?
- Nessuno di particolare,solo qualcuno che vuole aiutarti.
Sesshomaru era dubbioso sulle parole della voce,certo,lo aveva aiutato
ad affrontare il brigante,d'altro canto però si era
preso,per breve tempo,il controllo delle facoltà psico
fisiche di Sesshomaru,privandolo così della
capacità di controllare le proprie azioni,fidarsi di quella
voce poteva rivelarsi un arma a doppio taglio.
- E sentiamo,perchè mi dovresti aiutare?
- Ti sbagli,ho detto che voglio,non ho detto che devo.
- Non hai risposto alla mia domanda,perchè mi dovresti
aiutare?
Dopo che lo yokai formulò questa domanda scese un glaciale
silenzio che non durò molto,ma la presenza di quel momento
privo di ogni suono si faceva sentire,sopratutto per lo yokai,che
nascondeva sotto quella sua maschera di ghiaccio una briciola di
impazienza,del resto come poteva sentirsi dopo che per la seconda volta
si era ritrovato in un luogo in cui le uniche presenze erano una
misteriosa voce che parlava da chissà dove e un spazio nero
dalle dimensioni apparentemente infinite.
- La risposta alla tua domanda e piuttosto semplice,sei appena entrato
a far parte di qualcosa più grande di te.
- Di cosa stai parlando?
- Se ti dicessi che la maggior parte delle cose che ti hanno detto
è una menzogna,se molte cose in cui credi ti sono state
insegnate da uomini e donne le cui menti erano dominate
dall'ignoranza,se tutte le esperienze di una vita longeva non valgono
nulla se confrontate con quello che accadrà in futuro,tu,mi
crederesti?
A sentire quelle parole Sesshomaru fece un ghigno,seguito subito dopo
da una piccola e breve risata.
- No.
- No?E per quale ragione?
- Perché quello che dici è assurdo.
- Davvero?Allora come spieghi il fatto che ti sei scontrato con due
umani,di cui uno in grado di ferirti?Come spieghi il fatto che una
bambina abbia manifestato un potere così grande?Come spieghi
il fatto che nelle due ultime volte che ti sei addormentato,compresa
questa,ti ritrovi in un luogo dalla natura al quanto
indefinibile?Allora?Pensi ancora che quello che dico sia assurdo?
La voce aveva fatto delle domande specifiche allo yokai,ma quest'ultimo
non diede risposte,non disse niente,infondo come poteva?Lui,un
Dayokai,un essere superiore,era stato ferito da un umano,un membro di
una razza che secondo gli yokai era inferiore,una vera umiliazione per
guerriero della sua razza.
- Io non lo so,tuttavia...
- Tuttavia bisogna considerare il fatto che per quanto questa faccenda
sia assurda è accaduta per davvero è quindi ti
è ancora impossibile dare un senso a tutto ciò.
- Mi stai forse dicendo che non posso avere le risposte che cerco?
- E come potresti?Non puoi ottenere le risposte che vuoi se non sai
fare le domande giuste.
Sesshomaru rimase spiazzato dalle ultime parole pronunciate da quella
voce,le domande giuste,forse lo yokai si poneva le domande
sbagliate,oppure le sue domande erano giuste,ma le formulava in modo
sbagliato,in ogni caso luì non ci capì niente e
quindi perse completamente il senso delle parole che aveva ascoltato.
- Le domande giuste?Non ti capisco.
- E normale,è ancora presto perchè tu possa
comprendere il significato delle mie parole,quindi,l'unica cosa che
puoi fare ora e trovare l'uomo col cappuccio bianco e dirgli tutto
quello che ti è accaduto,lui ti capirà,lui...ti
aiuterà a comprendere,comunque,è arrivato il
momento che ti svegli,ormai tuo fratello ti ha portato in spalla fino
al villaggio,mi sembra giusto che ora si riposi un pò,non
credi anche tu?
Sul volto di Sesshomaru comparve un espressione confusa.
- Mio fratello mi ha portato in spalla fino al villaggio?
- Si...ora è meglio che vada,ci vediamo più tardi.
- Cosa?Ehi aspetta,non puoi lasciarmi qui.
- Infatti,non n'è ho nessuna intenzione.
Detto questo la voce sparì senza che lo yokai potesse far
niente per fermarlo.
- Ma cosa mi sta succedendo?Fino a poco fa mi trovavo nel bosco,insieme
a Jaken e Rin,gli alberi,il cielo grigio,il freddo,nulla di tutto
ciò si trova qui,questo posto è molto strano,per
quanto sia reale sento che c'é un non so che di falso,come
se mi trovassi dentro un illusione,ma lo sarà per
davvero?Oppure no?
Disse Sesshomaru pensando tra se e se,nutriva dei dubbi su quello
spazio nero che lo circondava,dove si trovava?Cos'era quel
posto?Perchè il suo corpo era bloccato?
Queste sarebbero delle domande importanti,se non ci fosse stato
qualcosa di ben più misterioso che aveva catturato
l'attenzione del giovane yokai,la voce.
Quella voce lo aveva consigliato,lo aveva guidato e quando si era
ritrovato in svantaggio contro il brigante lo aveva aiutato,Di chi era
quella voce?Perchè lo aiutava?Domande più che
lecite,tuttavia,c'era anche un altra cosa che impensieriva lo
yokai,dopo che la voce respinse l'attacco del brigante per poi ferirlo
al petto,intravide un simbolo sul petto dell'umano,una croce rossa,nel
vederlo la voce si rivolse al brigante come se sapesse chi fosse,le
frasi che si scambiarono erano piene di misteri,un brigante che veniva
accusato di seminare violenza e paura non era una cosa per nulla
strana,quello che era veramente strano era un altra cosa,che intendeva
dire il brigante con "qualcosa di più grande"?E chi era
colui che aveva inviato quella lettera?E poi,quella croce,che fosse lo
stesso simbolo che la voce di quella donna gli aveva detto di stare
attento?
Mentre pensava a questo nel buio apparve qualcosa,luce,un piccolo
spiraglio di luce nel bel mezzo delle tenebre,la sua luce intensa lo
accecava,provò a chiudere le palpebre,ma nulla da fare,la
luce si faceva sempre più potente,di più,di
più,ancora e ancora più forte fino a che non si
spense di colpo.
Tornò il buio,ma questa volta era diverso,sentì
un forte formicolio in tutto il corpo,le gambe,le braccia,le mani,i
piedi,la faccia,tutto gli pizzicava,sentì il freddo
dell'inverno e la neve adagiarsi dolcemente su di lui ed infine
cominciò a sentire tanti suoni diversi,il suono del legno
che viene colpito dalla scure,il martello che batte sul chiodo,persone
che camminano avanti e indietro e parlano a voce alta.
- Ma cosa sta succedendo?
- Ah,finalmente ti sei svegliato.
Quella voce,quella voce la conosceva bene,quella voce non apparteneva a
quella mistriosa entità che parlava dentro la sua
testa,apparteneva a qualcuno che conosceva bene,qualcuno che avrebbe
preferito evitare.
Sesshoomaru aprì gli occhi ma la sua vista era
offuscata,faceva fatica a comprendere ciò che gli era
attorno,figure di persone che camminavano avanti e indietro,case
distrutte e macerie in fumo,persone che portavano tavole di
legno,mucchi di paglia,oggetti ferro,vasi e piccoli attrezzi,mentre
guardava quello che stava succedendo la sua vista tornò
limpida riuscendo così a mettere a fuoco quello che stava
vedendo in quel momento,notò un fascio di lunghi capelli
bianchi appoggiati su una veste rossa,la cosa gli parve alquanto
strana,sentiva qualcosa premergli contro la faccia,sollevò
di poco la testa e vide la testa di un ragazzo dai lunghi capelli e con
due orecchie di cane sopra la testa.
- Inuyasha?
Disse Sesshomaru ancora confuso dal precedente sonno.
- Si sono io,qualche problema?Perchè se è
così puoi camminare anche da solo.
- Camminare da solo?
Sentite queste parole Sesshomaru abbassò lo sguardo nel
tentativo di scacciare un pensiero che gli stava assalendo la mente,si
guardò attentamente per poi comprendere le parole del
fratello,era attaccato alla schiena di Inuyasha,proprio come quando
Kagome saliva sul dorso di quest'ultimo per percorrere lunghe distanze
in breve tempo,a Sesshomaru la cosa non gli piaceva e di certo il fatto
che suo fratello lo stesse trasportando sulla propria schiena non
migliorava le cose.
- Lasciami andare.
- Rilassati,appena arriveremo alla casa di Kaede ti lascierò
andare,fino ad allora,ti porto io e comunque siamo quasi arrivati.
Un paio di minuti dopo si trovarono nei pressi della casa di Kaede,in
lontananza,sulla scalinata di pietra si potevano notare due
figure,Kagome e Shippo,Inuyasha,nel vedere la figura della ragazza
aumentò il passo volendo ritornare dal suo amore il prima
possibile,nella frettolosa camminata la sua figura si faceva sempre
più grande facendosi riconoscere dalla ragazza e dal
cucciolo di volpe che lo videro avvicinarsi a gran
velocità,molta fu la felicità che la giovane miko
provò nel vedere l'amato tornare da lei.
- Inuyasha.
Disse lei con una voce che trapelava la sua preoccupazione per
lui,quando l'hanyuo si trovò di fronte alla ragazza lei
rimase stupita di quello che l'amato stava trasportando sulle spalle.
- Inuyasha,perché Sesshomaru è sulla tua schiena?
- Quando sono andato nella foresta ho trovato lui che dormiva
appoggiato ad un albero,ferito e con un gamba squarciata.
Intervenne Sesshomaru.
- Fammi scendere immediatamente.
- Con piacere.
Detto questo Inuyasha lasciò andare lo yokai molto
bruscamente,lo yokai sarebbe caduto se non fosse stato abbastanza
veloce da stendere le gambe e poggiare i piedi per terra,ma appena
toccò terra la gamba tornò a dolergli
più forte di prima a causa del taglio sulla coscia che
impediva all'arto inferiore di sopportare il peso della parte superiore
del corpo costringendo Sesshomaru a zoppicare.
Intervenne Kagome.
- Sesshomaru,entra nella capanna così posso medicarti la
ferita.
- Non n'è ho bisogno.
- Per favore entra,Jaken e Rin ti aspettano dentro.
- Come? Dentro? Impossibile,prima erano con me.
Intervenne Inuyasha.
- Quando siamo entrati nel villaggio Rin a cominciato a correre fin
qui,voleva salutare la vecchia Kaede e tutti gli altri,Jaken a dovuto
inseguirla per accertarsi lei non si facesse male.
Intervenne Kagome.
- Dai entra,almeno starai un pò al caldo.
La ragazza fece un piccolo sorriso a Sesshomaru nella speranza che
accettase la sua offerta,lui distolse lo sguardo e girò lo
sguardo in varie direzione,come se volesse evitare di dare una
risposta,la ragazza del fratello che lo invitava dentro
casa?Ridicolo,eppure dentro quella casetta di legno c'era anche Rin,la
decisione gli sembrava critica,il suo orgoglio gli impediva di
accettare quella proposta e poi riposarsi sotto la neve non gli
dispiaceva.
Però,lui era in quel villaggio per uno scopo ben
preciso,trovare l'uomo col cappuccio bianco e fornirgli risposte su
tutto ciò che gli era accaduto,con quel freddo un umano
avrebbe preferito stare al caldo,forse sarebbe stato li dentro che
l'avrebbe trovato.
Alzò gli occhi al cielo,sbuffò,abbassò
la testa e fissò la ragazza con sguardo di ghiaccio.
- D'accordo,andrò dentro.
Detto questo Sesshomaru zoppicò fino all'entrata della casa
della vecchia Kaede,entrò e vide Jaken e Rin e la vecchia
Kaede attorno al fuoco,dentro la casa non si sentiva freddo,anzi,c'era
un piacevole tepore all'interno dell'abitazione,si poteva sentire il
profumo del riso messo a cuocere nel pentolone,il vapore che invadeva
la casa,era un pò come stare in una locanda con l'unica
differenza che li dentro c'erano solo vecchie conoscenze.
- Signor Sesshomaru.
Disse la bambina felice nel rivederlo,si alzò di fretta e
gli corse incontro abbracciandolo.
- Sono felice che vi siate svegliato.
Lo yokai contraccambiò le preoccupazioni di Rin
accarezandogli leggermente la testa.
- Signor Sesshomaru,e da un pò di tempo che non portavate
Rin al villaggio.
Disse la vecchia miko mentre prendeva una ciotola e la riempiva di riso.
- Ormai i bambini del villaggio si sono affezzionati a lei,dovreste
lasciarla un pò di più insieme ai suoi simili,per
non parlare del fatto che è un ottima aiutante.
Sesshomaru si staccò dalla piccola e si appoggiò
contro il muro,incrociò le braccia e fissò la
miko dritto negli occhi.
- Se lei vuole viaggiare insieme a me non sarò io a dirgli
di no è comunque non si è mai lamentata della mia
presenza,quindi,se vuole rimanere qui,non dovrà far altro
che chiederlo.
- Dubito che lo farà,lei si è affezzionata molto
a voi.
In effetti aveva ragione,fin da quando lo aveva trovato in quella
foresta,appoggiato con un albero,ferito e sanguinante,lei si era
affezzionata a lui,uno sconosciuto,uno yokai,eppure,nonostante questo
provò dell'affetto per lui,freddo e distaccato,ma col
passare del tempo anche Sesshomaru si era affezzionato alla bambina,non
erano molte le occasioni in cui lo dimostrava al mondo.
Però,quando lei invocava il suo nome nei momenti di
pericolo,quando lei si addormentava sulla sua coda,quando semplicemente
raccoglieva dei fiori e glieli portava,lui si sentiva
bene,perchè sapeva che l'affetto di quella ragazzina,era
sincero.
Kaede allungò la mano verso la bambina porgendogli la
ciotola.
- Tieni Rin.
- Grazie signora Kaede.
La bambina prese la ciotola tra le mani,prese le bacchette che stavano
vicino a lei e iniziò a mangiare a tutta velocità
e mentre si dava alla pazza gioia nel riempirsi lo stomaco
Inuyasha,Kagome e Shippo entrarono dentro casa infreddoliti e
affamati,si sedettero vicino a Kaede intenta a riempire altre tre
ciotole di riso.
- Inuyasha,si può sapere dove sei stato?
Chiese Kaede porgendo una ciotola all'hanyou.
- Ero andato nel bosco a indagare sulla luce verde che abbiamo visto
stamattina,mentre camminavo ho trovato Sesshomaru,addormentato e con un
due ferite,una sul ventre e una sulla gamba destra,all'improvviso Rin
si avvicina a me e mi dice che devo portarlo al villaggio,io gli
chiesto il motivo,ma lei non mi ha voluto rispondere,continuava a dirmi
di portarlo al villaggio,il resto lo sapete.
Inuyasha girò lo sguardo verso Rin.
- Rin,ora puoi dirmi cos'è successo nella foresta?
Sentendo quelle parole il volto di Rin si fece cupo,non voleva parlare
dello scontro ingaggiato dal suo signore contro un umano,non voleva
parlare delle ferite che lo yokai aveva subito,ma sopratutto...non
voleva parlare del brigante,il suo volto oramai era incaccellabile
dalla sua mente,così come le immagini che tanto le facevano
star male.
- Abbiamo incontrato un umano.
Disse Sesshomaru attirando gli sguardi dei presenti su di se.
- Era di fronte a noi bloccandoci la strada,non so come ma quando era
comparso non l'avevo sentito arrivare,era come se fosse sbucato dal
nulla,io gli ho chiesto di togliersi,ma lui non l'ha fatto,mi ha detto
che non poteva farmi passare,così abbiamo
combattuto,all'inizio credevo fosse un semplice umano,ma poi...
Lo yokai fece un piccola pausa tra un parola e l'altra,nella sua mente
tornarono alla memoria le parti più importanti dello
scontro,i colpi ricevuti dal brigante non erano nulla se paragonati al
momento in cui la voce,dopo aver preso il controllo del corpo dello
yokai,aveva contrattacato l'ennesimo attacco del brigante e ripagarlo
in parte delle ferite subite,per Sesshomaru tutto ciò
sembrava impossibile,eppure,nemmeno lui poteva rinnengare tale
verità,tutto ciò che era successo in quello
scontro era reale.
- Si è rivelato un combattente migliore di quello che
credessi,mi ha persino ferito ad un gamba,ma poi...è
successo qualcosa.
- Qualcosa?Di che parli?
Chiese Inuyasha confuso dalle ultime parole del fratello,qualunque cosa
intedesse dire non era una cosa normale,le ultime parole di Sesshomaru
erano state dette con un tono di voce strano,non freddo come sarebbe
tipico da parte dello yokai,ma controllato,come se dovesse stare
attento a non trapelare nessuna delle sue preoccupazzioni,quello che
stava per dire non era facile,nemmeno per uno calmo come lui,fece un
lungo respiro,espirò e cominciò a parlare.
- Dopo aver ricevuto qualche ferita sentì una voce,lo so che
è assurdo e infatti non riesco ancora a crederci,mi disse
che avevo fatto abbastanza durante quello scontro,dopo aver detto
quelle parole cominciai a sentirmi strano,non riuscivo più a
sentire la mano che stringeva la spada,non sentivo la neve sotto i
piedi,non sentivo l'aria gelida sulla pelle e poi tutto d'un tratto
non riuscivo più a sentire il mio corpo,eppure
riuscivo ancora a muovermi,con l'unica eccezzione che non potevo
controllare i miei movimenti,quella voce aveva preso controllo del mio
corpo usandolo per contrattaccare l'umano respingendo il suo ultimo
attacco,stava per attaccarmi ancora,ma poi qualcuno ha lanciato un
pugnale a terra,lui l'ha visto e poi e scappato via.
Ascoltando quella storia,Inuyasha,Kagome,Shippo e Kaede rimasero
stupefatti,com'era possibile,un umano era stato in grado di mettere in
difficoltà Sesshomaru e riuscire persino a scappare,ma
questa non era l'unica cosa che li aveva sorpresi,tutte le altre cose
che aveva detto sulla voce che gli parlava e che si era impossessato
del suo corpo,sembrava una cosa assurda,ma se era stato Sesshimaru a
raccontare una cosa del genere allora poteva dire una cosa sola,che
questa storia non era una cosa da prendere alla leggera.
Lo yokai diede una breve occhiata a coloro che erano dentro la stanza e
poi chiuse le palpebre,sentiva il bisogno di riposare gli occhi...e di
riflettere,aveva parlato di alcune cose che gli erano accadute durante
lo scontro con il brigante,ma non aveva detto tutto,le parole del
brigante,la paura che Rin ebbe nel vedere quell'uomo,la croce rossa sul
petto del brigante e infine la lettera che aveva ricevuto,non sapeva il
motivo ma sentiva che prima di parlare di queste cose avrebbe dovuto
incontrare l'uomo col cappuccio,solo quando lo avrebbe incontrato
avrebbe detto tutto.
All'improvviso Kagome cominciò a parlare.
- Scusa Sesshomaru,prima hai detto che quell'umano ti ha bloccato la
strada,quindi,dov'eri diretto?
- Qui.
- Qui?Per quale motivo?
- Sto cercando un uomo...un uomo con un cappuccio bianco.
Intervenne Inuyasha.
- Che cosa?Un uomo con un cappuccio bianco?Perchè lo cerchi?
- Questo non posso dirvelo...e una cosa che riguarda me e
lui,dov'è?
- Sono qui.
Tutti nella stanza puntarono il loro sguardo verso l'entrata,il
fiorentino stava li,immobile,con il cappuccio che gli nascondeva gli
occhi,in quel momento lo yokai avvertì una strana
sensazione,nel vedere Ezio che a sua volta stava osservando Sesshomaru
con calma assoluta,c'era tensione nell'aria e di certo tra loro due
questa cosa si sentiva maggiormente,l'esito del loro incontro dipendeva
dalle parole che si sarebbero usate e di certo le cose di cui parlare
non erano poche.
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Capitolo 14 *** Coloro che portano la croce ***
Nella stanza si poteva sentire un aria gelida che faceva venire la
pelle d'oca,ma non era per il freddo che veniva da fuori casa,anche se
in realtà dentro la casa non si sentiva freddo,in
realtà era dovuto alla tensione che c'era nell'aria che si
era creata nel momento in cui Ezio e Sesshomaru hanno cominciato a
fissarsi a vicenda,si scrutavano a vicenda.
- Chi ti ha fatto quelle ferite?
Chiese Ezio mentre guardava i tagli sul corpo dello yokai.
- Qualcuno che non voleva che io fossi qui.
Ezio si avvicinò al fuoco sedendosi vicino ad Inuyasha e
Kagome.
- In questo caso,sono l'uomo che cerchi.
Ezio si sentiva bene vicino al fuoco,il calore che gli toglieva il gelo
di dosso,la poca neve rimasta sulle vesti segno di quanto facesse
freddo la fuori,stare vicino al fuoco lo rilassava,dirigere le squadre
di contadini nei lavori di ricostruzione era un compito non meno arduo
del ricostruire con le proprie mani le case andate distrutte,cordinare
i lavori,portare i medicinali,distribuire il cibo e organizzare i turni
di riposo tra un lavoro e l'altro.
Ma quello non era il momento più adatto per riposarsi al
caldo senza pensieri e senza preoccupazioni,Ezio sapeva che l'arrivo
dello yokai nel villaggio non era una coincidenza,non c'era tempo da
perdere,doveva parlare con lui.
- raccontami tutto.
Sesshomaru raccontò per filo e per segno tutto
ciò che aveva detto a gli altri prima dell'arrivo
dell'assassino,la vicenda dello yokai stuzzicò la
curiosità di Ezio fin dall'inizio,ad ogni parola che
ascoltava raccoglieva un informazione e ad ogni informazione formulava
domande che avrebbe fatto a Sesshomaru dopo che quest'ultimo avrebbe
finito di parlare.
- E qui finisce la mia storia,anche se in realtà,ho
tralasciato dei particolari.
Disse Sesshomaru mentre prestava attenzione al fiorentino.
- Hai tralasciato dei particolari?Per quale ragione?
- Perchè alcune delle cose che devo ancora dire potrebbero
sembrare assurde.
- Solo perchè una cosa possa apparire assurda,non vuol dire
che non sia vera,il fatto che tu abbia già menzionato una
voce che sentivi dentro di te e che per un attimo ha preso controllo
del tuo corpo non mi sembra una cosa così impossibile,quindi
parla e lascia che sia io a giudicare.
Sesshomaru rimase un attimo in silezio e freddo come il ghiaccio,poi
ricominciò.
- prima e durante lo scontro,io e l'umano ci siamo scambiati qualche
parola,parlava in modo strano.
- Strano? Che intendi?
- Parlava in modo complesso,come un monaco,o un poeta,aveva un di
parlare piuttosto raffinato,eppure i suoi erano abiti degni di chi vive
come un selvaggio,per non parlare di come combatteva,le sue mosse erano
aggrazziate e la sua spada era pericolosa,eppure non ho avvertito
nessuna aura magica o maligna intorno ad essa,eppure e riuscita a
graffiarmi come se fossi un semplice umano.
Sentendo le ultime parole pronunciate dallo yokai Ezio
cominciò a riflettere,un semplice umano?Che cosa voleva
dire?La curiosità prese il sopravvento sulla mente
dell'assassino,forse fare altre domande avrebbe spiegato un paio di
cose.
- Forse se è riuscito a ferirti non'è poi
così semplice come umano.
Sesshomaru sgranò gli occhi nel sentire le parole dette da
Ezio.
- Cosa?
- Ascolta ragazzo,non sto dicendo che tu non sia bravo a
combattere,dico solo che la cosa mi sembra sospetta,pensaci bene,il tuo
incontro con quell'individuo non può essere stato
semplicemente un caso.
- Vero,Effettivamente non mi capita tutti i giorni di affrontare umani
con un croce rossa sul petto.
Per Ezio sembrava che il tempo si fosse fermato,aveva capito bene?Una
croce rossa?i suoi timori erano confermati,l'attacco al
villaggio,l'aggressione di Sesshomaru da parte di un umano,ora i suoi
sospetti erano fondati,sapeva già chi c'era dietro,ma ora ne
aveva la conferma,colui che aveva attaccava i villaggi della zone con i
suoi briganti e colui che aveva combatutto con lo yokai erano la stessa
persona.
- Non ho più dubbi.
Disse Ezio mentre guardava tutti coloro che si trovavano in quella
stanza.
- Credo di sapere che ci sia dietro a tutto questo.
Intervenne Inuyasha.
-Davvero? E chi sarebbe?
- Lo stesso uomo che stamattina ha mandato i suoi briganti a
distruggere il villaggio.
- Che cosa? Parli forse del capo dei briganti?
Chiese Inuyasha alzandosi in piedi e fissando l'assassino con uno
sguardo intenso.
- Si...e come vi dicevo io,quell'uomo non'è un semplice
brigante...ha ordinato l'attacco contro il villaggio e poi si
è allontanato,verso la foresta.
Lo sguardo di Ezio si fermò sulla figura dello yokai.
- Per poi venirmi incontro.
Disse Sesshomaru mentre guardava il fuoco,ripensava al suo incontro con
il brigante,sapeva il loro incontro non era casuale,ma addirittura
premeditato,questo era strano,in passato gli era già
capitato di incontrare Kagura o un altro seguace di Naraku sulla sua
strada,ma incontrare un umano dalle notevoli abilità e poi
scoprire che non solo era giunto dallo yokai per bloccargli la strada
ma addirittura che il suo incontro con il brigante facesse parte di un
piano architettato in precedenza era inaspettato,soprattutto per
Sesshomaru.
- Esatto,il tuo incontro con il brigante era già stato
deciso prima,ma dubito che sia stata un idea del brigante.
Intervenne Inuyasha.
- E tu come fai a saperlo?
Ezio si girò in direzione dell'hanyou con sguardo pensieroso.
- Ho una certa esperienza con questo tipo di nemico,il capo dei
briganti e la figura pubblica alla quale dare la colpa degli attacchi
ai villaggi,lui e solo l'esecutore materiale,io dico e so per certo che
il vero ideatore di queste azioni comanda nell'ombra,senza mai esporsi
più del necessario.
Intervenne Sesshomaru.
- Io posso scoprire chi è,ma per farlo devo partire per le
terre occidentali.
Intervenne Inuyasha
- Per quale ragione?
- Prima che tu arrivasti nella foresta avevo una lettera con
me,dev'essermi caduta dopo aver perso i sensi,chiunque l'abbia scritta
ha detto che era interessato a fare la mia conoscenza e che se ero
interessato al suo invito non dovrò far altro che tornare a
casa mia,quindi,appena la gamba sarà guarita
partirò subito,senza perdere altro tempo,ero venuto qui in
cerca di informazioni,ma temo di essermi sbagliato.
Detto questo lo yokai si mosse verso l'atrio zoppicando e guardando di
fronte a se con sguardo gelido,fino a poco fa pensava di poter ricevere
le risposte che tanto aveva sperato di ricevere e invece era stato lui
a dover spiegare all'assassino tutto quello che gli era accaduto,forse
il suo viaggio fin li era stato una perdita di tempo.
Però,in quel momento,quando sembrava che tutti volessero
rimanere seduti,uno solo si alzò,uno solo si frappose tra la
strada del glaciale essere e l'uscita.
Ezio si alzò per poi fare due passi nella direzione dello
yokai,molta fu l'attenzione dovuta alle persone dentro casa la quale
rimasero stupefatti dall'azione di Ezio,Era la prima volta che qualcuno
si mettesse di fronte a Sesshomaru,o per lo meno si mettesse di fronte
a lui senza neanche proferire parola.
- Lasciami passare.
Disse Sesshomaru con voce fredda.
- Aspetta,hai detto che volevi delle risposte.
- Infatti,ma tu non me ne hai date.
- Non ricordo che tu abbia fatto domande,quindi,tu porgi il tuo quesito
e io ti dirò quello che posso.
- D'accordo...da quando sei comparso da queste parti sono accaduti
fatti assai bizzarri,quindi...chi sei tu?
- Mi chiamo Ezio auditore da Firenze,sono un assassino.
Nel sentire quella risposta lo yokai sentì un strana
sensazione,un brivido gli percorse lungo la schiena,eppure
riuscì a nascondere molto bene quello che provava in quel
momento,non doveva far capire all'umano quello che sentiva o avrebbe
potuto prenderlo per un segno di debolezza.
- Un assassino? E chi dovresti uccidere?
- Tutti coloro che per un motivo o per un altro intendono sottomettere
o uccidere chiunque intenda opporsi ai loro voleri,fidati,chiunque ti
abbia mandato quell'invito non'è uno sprovveduto,sa quello
che fa,sa quello che vuole e sa come ottenerlo,dopotutto,anche lui
sicuramente a che fare con la croce rossa.
Ezio parlò allo yokai con voce calma,quasi fredda,come se
volesse confrontarsi con lui sulla conversazione,nessuno dei due voleva
cedere,eppure Sesshomaru continuò a sentirsi strano,era come
se parlare con quell'umano lo facesse sentire a disagio,avrebbe
preferito andarsene,ma non voleva,ogni parola che fuoriusciva dalla
bocca dell'assassino lo bloccava sul posto e la sua
curiosità riguardo all'argomento si espandeva sempre di
più,le domande che si era tenuto dentro stavano ricevendo
una risposta,quindi era più che normale che ascoltasse con
attenzione tutto ciò che Ezio gli avrebbe detto.
- Croce rossa?Insomma,di chi diavolo stai parlando?
- Già...è arrivato il momento che tu ci dica chi
sia il nostro nemico,abbiamo il diritto di sapere chi sono.
Disse Inuyasha alzando la voce come sempre,in fin dei conti l'hanyou
aveva ragione ed Ezio lo sapeva,anche loro erano entrati a far parte di
questa storia,questa storia che si ripete dalla notte dei tempi,una
storia vecchia quanto l'umanita stessa e anche più,il
rischio era alto e certe informazioni che si possono apprendere anche a
costo della vita,ma forse era tardi per tirarsi indietro e impedire a
quei giovani di sapere di più,dopotutto non sembravano il
tipo di persone che si tiravano indietro.
- Va bene,ve lo dirò.
Un attimo di silenzio,un breve lasso di tempo dove ogni tipo di suono
sembrava scomparso,sembrava che non finisse più,eppure non
era passato tanto tempo da quando l'assassino aveva pronunciato
l'ultima parola.
Ezio si stava preparando a raccontare la verità,o per lo
meno una piccola parte,quel che bastava a far sapere ai presenti il
pericolo che correvano,ma dovevano saperlo.
- Templari.
Tutti coloro che stettero a sentire questa parola sembravano
confusi,non avevano mai sentito una parola simile.
- Templari? E chi dovrebbero essere?
Chiese Sesshomaru perfettamente calmo.
- Chi sono? Semplice,schiavisti,dittatori,guerrafondai,dispensatori di
miseria,maestri di complotti,seminatori di ignoranza e
disinformazione,uomini e donne in grado di controllare ogni forma di
potere politico,religioso,economico e militare e che per perseguire i
loro scopi non esitano a commettere i peggiori crimini contro
chiunque,anche alle persone più vicine a loro,in poche
parole,o sei con loro o contro di loro,a te la scelta.
Sesshomaru era piuttosto confuso su ciò che aveva
sentito,Templari,chi erano costoro? Ma soprattutto,era mai possibile
che potesse esistere un nemico del genere,in grado di controllare tutto
questo potere? La cosa lo lasciò perplesso,anche se non lo
dava a vedere.
- Bello storia,ma in ogni caso andrò a quella festa,che ti
piaccia o no,non sono uno che si tira indietro.
- N'è uno che ascolta,vuoi andare? Vai.
Disse Ezio scansandosi a lato dello yokai lasciandolo libero di passare.
- Ma poi non venirmi a dire che non ti ho avvertito.
Lo yokai uscì dalla casa senza proferire una sola
parola,l'assassino aveva fatto nascere in lui una cosa che di rado ha
sentito nel suo animo,l'interesse,era raro che Sesshomaru ascoltesse i
conisgli altrui,eppure c'era qualcosa in quell'umano che non riusciva a
comprendere,in realtà se ne era già accorto nel
loro primo incontro,quando incrociarono le armi,ma adesso gli era parso
più evidente.
Consapevole di ciò si incamminò su una stradina
vicino alla collina con direzione il margine della foresta,ormai era
buio e quindi sarebbe stato meglio andare a dormire,la giornata era
stata particolarmente straziante,per non parlare delle ferite ricevute
dal brigante e dell'incontro con Ezio,una dormita gli avrebbe fatto
bene,soprattutto per le ferite.
Ezio invece rimase all'interno dell'abitazione insieme a tutti gli
altri,si sedette di nuovo vicino al fuoco e cominciò a
pensare allo yokai,in lui aveva notato un atteggiamento freddo
accompagnato da un forte orgoglio,ma nonostante ciò non gli
sembrava un cattivo ragazzo,anzi,gli aveva fatto una buona
impressione,forse aveva un espressione un pò dura,un
pò distaccata,ma si sa,nessuno e perfetto.
All'improvviso nella piccola casa entrarono altre due figure,Miroku e
Sango accompagnata dalla piccola Kirara.
- Salve a tutti.
Disse Miroku con voce allegra.
- Miroku Sango Dove siete stati?
Chiese Kagome fortemente preoccupata per loro due.
- Eravamo andati a fare un giro di perlustrazione,volevamo controllare
se c'erano altri briganti nei paraggi e quindi abbiamo fatti un
pò tardi,ma cosa sta succedendo al villaggio?
Intervenne Miroku.
- E perchè Rin e Jaken sono qui?
- E una lunga storia,volete sentirla?
Disse Ezio mostrando un sorriso leggermente arrogante.
In quello stesso istante....Nella provincia di Owari,lo yokai dagli
occhi di due colori diversi stava osservando,in mezzo ad una
prateria,una piccola cittadina fortificata con mura di pietra,con
semplici case,qualche negozio e un castello.
Da uno dei portoni della città vide uscire in lontananza un
esercito,era formato da molte unità di fanteria armate di
lancia o arco ed indossavano un armatura molto semplice formata da
pezzi di bassa qualità,erano ashigaru,(gli ashigaru sono
contadini coscritti nelle esercito di un daimyo,un signore al comando
di un feudo,venivano usati come fanteria di prima linea
poichè erano utilizzati per bloccare le cariche di
cavalieria nemica.)
Tra di essi si potevano vedere anche unità di
cavalleria,arcieri e i leggendari samurai (i samurai erano
l'equivalente giapponese dei cavalieri,proprio come la loro controparte
europea i samurai erano una casta di guerrieri eccelsi,abili tanto nel
combattimento ravvicinato quanto in quello a distanza questi guerrieri
erano equipaggiati con armi e armature superiori alla fanteria
semplice).
Ma tra tutti quei soldati,spiccava la figura più importante
di tutte,quella di un uomo molto diverso da altri,lo si poteva vedere
di fronte a tutti gli altri,alla testa dell'esercito,un uomo su un
cavallo nero sul cui corpo c'erano staffe,sella e briglie di
qualità superba,ma colui che lo cavalcava lo era ancora di
più.
Era un uomo alto,snello,portava una capigliatura corta i cui lunghi
capelli erano tenuti da una coda alta e sul suo volto portava dei baffi
e un pizzetto appuntito,aveva un espressione dura sul volto e due occhi
neri pieni di oscurità,portava un armatura molto
particolare,ogni pezzo aderiva perfettamente ad ogni parte del corpo
che copriva,quasi fosse un seconda pelle,ma in realtà quello
era acciaio di ottima qualità e il nero di cui era colorato
aggiungeva un aspetto spaventoso,quasi a ricordare il nero della morte.
Lo yokai da lontano lo vide passare con i suoi uomini,seguiva
interessato quella figura che suscitava in lui un profondo
interesse,sul suo volto non c'era alcuna espressione tipica che veniva
dettata dagli Dayokai,non c'era freddezza ne disgusto,ne un espressione
di superiorità ne uno sguardo beffardo,ma solo interesse per
quell'uomo,il suo viso esprimeva un senso di serenità,quasi
di pace e i suoi occhi esprimavano il desiderio di conoscenza rinchiuso
all'interno della sua mente.
- Allora e lui il famoso Oda Nobunaga,l'ambizioso signore delle terre
di Owari e capo del clan Oda,le sue abilità come generale e
abile politico e superata solo dalla sua fama come essere spietato e
sanguinario,mi chiedo,se non possa diventare un elemento valido per i
nostri piani,non ho forse ragione,mio caro monaco?
Nel pronunciare quell'ultima parola si voltò intravedendo
così la figura di un uomo vestito un lungo abito scuro dalle
larghe maniche,la testa rasata e un bastone in una mano.
- Arrenditi creatura maligna,non hai più scampo.
Lo yokai mostrò un espressione confusa all'umano che aveva
di fronte.
- Arrendermi? Creatura maligna? Non comprendo questo vostro
atteggiamento così scontroso nei confronti della mia
persona,posso saperne il motivo?
Rispose lo yokai con tutta calma.
- Di le tue ultime preghiere.
Detto ciò il monaco mise la mano libera all'interno della
veste e quando la fece uscire teneva stretto tra le dite un fuda,(un
fuda sarebbe un foglio di carta usato per gli esorcismi e le
purificazioni,sono presenti nei rituali buddisti o shintoisti).
L'uomo lanciò il foglio verso lo yokai,anche se quest'ultimo
non sembrava impressionato,anzi era come se non gli importasse niente.
- Spiacente.
Disse lo yokai subito prima di prendere il fuda con l'indice e il medio
della mano destra che gli era stato lanciato all'altezza della fronte.
- Mai stato un uomo di preghiere.
Lo yokai buttò via il fuda per poi avvicinarsi al monaco,non
con una scatto n'è con un balzo,ma
camminando,calmo,tranquillo,come se non fosse successo niente,grande
era lo stupore del monaco nel vedere che quell'essere non solo non si
era purificato,ma anzi,lo aveva preso tra le dite come se nulla
fosse,quasi fosse un gioco.
Il monaco non riuscì a muoversi nel veder avvicinarsi
l'essere che voleva cancellare dall'esistenza,trovandosi lo yokai di
fronte a lui non potè far altro che guardare la sua
figura,tremando dalla paura.
L'essere gli sorrise pacificamente.
-State tranquillo,se vi uccidessi,non avrete imparato niente
Per un attimo il silenzio scese tra i due e mentre lo yokai si mostrava
sorridente e pacifico l'umano restò ancora li,pietrificato
dalla paura,la figura davanti a lui continuava a mantanere
quell'espressione tanto inconsueta per quella situazione,poi
all'improvviso ritornò a parlare.
- Chi io sia e cosa ci faccia qui non ha nessuna
importanza,ciò che dovete sapere invece e una cosa,una
soltanto,piccola,ma di grande importanza,ascoltate attentamente.
Finito di parlare si piegò leggermente in avanti quasi a
raggiungere con la bocca l'orecchio del monaco.
- Il cambiamento ha inizio.
Disse lo yokai a bassa voce per poi tornare in posizione eretta.
- Detto questo,vi auguro buona giornata.
Lo yokai si girò dalla parte opposta a quella del monaco e
si allontanò,lentamente,attorno a lui il paesaggio era
completamente bianco,ampi spazi formati da una radura piatta la cui
superficie veniva sommersa da soffice neve che ormai da giorni scendeva
leggera da quelle nuvole grige che oscuravano il cielo,nel percorrere
quelle terre non potè non osservare attentamente la natura
attorno a lui,il cielo scuro e la terra bianca,il freddo inteso e il
silenzio di quelle terre desolate,i suoi occhi catturavano ogni
dettaglio delle immagini che gli passavano davanti e dentro di se non
potè non contemplare ciò che lo circondava.
Ma il tempo a sua disposizione era breve e aveva ancora molto da
fare,doveva ancora ricevere informazioni sullo scontro tra Sesshomaru e
il capo dei briganti, per non parlare della ragazza,che gli doveva
ancora portare informazioni dalla provincia di Musashi,nelle cui terre
bisognava cercare informazioni sulla presenza di una miko e un giovane
hanyou con una veste rossa,in realtà lo yokai sospettava
già chi fosse il ragazzo,ma doveva trovare conferma alla sua
teoria,sapeva bene che la fretta non l'avrebbe portato da nessuna
parte,tutto doveva essere calcolato nei minimi dettagli.
- A questo punto mi conviene tornare nelle terre occidentali,devo
ancora finire i preparativi per la festa,mandare qualche altro invito e
pianificare le prossime mosse da fare,prima che i nostri eterni
avversari interferiscano nei nostri piani.
La neve continuava a scendere tranquillamente a terra mentre la mente
dello yokai si muoveva ed escogitava nuovi piani,ormai,il poco tempo
che aveva a disposizione per osservare quella natura fredda e sileziosa
era finito e il tempo per quello di rimettersi all'opera era
cominciato,un passo dopo l'altro e se ne andò via
così com'era venuto,nella pace più totale.
In quello stesso istante,nella foresta vicino al villaggio di
Kaede,nello stesso punto in cui Sesshomaru si stava riposando dopo lo
scontro col brigante,una donna,con indosso un lungo kimono di seta
bianco come la neve che gli arrivava fino alle caviglie,con larghe
maniche alle cui estremità si potevano vedere raffigurati lo
stesso simbolo che porta Ezio sulla cintura,un obi bianco,sandali neri
con,tabi bianchi e un kosode sopra il kimono,(una veste che si mette
sopra il kimono,viene indossato anche dagli uomini),con un cappuccio
bianco a coprirgli la zona degli occhi lasciando scoperto il resto del
viso,mostrando delle sensuali labbra rosse,inclinò la testa
verso il basso e cominciò a guardare per terra,si
abbassò,infilò delicatamente la mano sinistra
all'interno della neve,scavò un pò e
afferrò,sempre con delicatezza un oggetto liscio,piatto e
leggero e lo tolse dal terreno.
I suoi occhi videro l'oggetto che teneva in mano per poi muovere le
labbra in un leggero sorriso,aveva torvato ciò che stava
cercando,la lettera inviata a Sesshomaru,l'apri e lentamente lesse il
suo contenuto,la lettera era ormai e bagnata e qualche parola era
sparita dal foglio,ma a lei sembrò non importare,finito di
leggere la richiuse piano e la infilò sotto le propire vesti
all'altezza del petto.
Si alzò in piedi e si guardò attorno,come se
avesse paura di essere seguita,ma non vide nessuno.
- Eh,temo che Sesshomaru voglia andare a quella festa,ma va bene
così,infondo non'è un cattivo ragazzo,anche se
dovrebbe essere più prudente e meno arrogante.
Detto questo la ragazza si girò dalla parte opposta e se ne
andò via,con la grazia degna di una principessa.
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Capitolo 15 *** Partenza ***
Poco lontano dal villaggio di Kaede,lo yokai dallo sguardo di ghiaccio
si era appoggiato contro un albero,che si trovava su una delle strade
che portavano dal villaggio alla foresta,in lontananza vedeva il
villaggio con il suo nuovo aspetto,le case distrutte e quelle in via di
ricostruzione,all'interno delle case ancora intatte o quasi la gente
mangiava in tranquillità insieme alla famiglia e ai vicini
di casa,che sfortunatamente non avevano un posto per dormire,ma
ciò non aveva importanza,erano una comunità forte
e unita,avevano subito ogni genere di attacco,ma quello da parte di un
gruppo di briganti era inaspettata,eppure,grazie all'aiuto della
vecchia miko e di uno straniero il villaggio stava riprendendo il suo
aspetto originale.
Ma Sesshomaru non provava alcun interesse per le condizioni del
villaggio,quanto piuttosto all'uomo che aveva organizzato i lavori di
ricostruzione,Ezio Auditore da Firenze,un umano particolare,uno
straniero circondato da un alone di mistero...un assassino.
Assassino,era sembrato strano il modo in cui il fiorentino si era
presentato allo yokai,nel sentire quella parola la sua mente si
affolava di idee e dubbi,chi era veramente?Che cosa ci faceva li? Una
sola cosa era certa,qualunque risposta stesse cercando era certo che
l'avrebbe trovata nelle parole che quell'umano gli avrebbe detto,ma
forse aveva trovato una risposta ad una sua domanda.
Chi era colui che gli aveva mandato quella lettera? E perchè
mandargli qualcuno per combatterlo? l'unica risposta chiara che
ricevette era un nome tanto bizzaro quanto l'intera
vicenda,templari,questo nome non gli diceva proprio nulla,eppure,nella
descrizione che Ezio gli aveva fatto di loro sembravano gente veramente
potente,ma allora perchè non n'è aveva mai
sentito nominare?Aveva viaggiato in lungo e in largo per l'intero
paese,ma questo nome non l'aveva mai sentito prima.
Potevano esistere uomini e donne così potenti? In grado di
controllare un potere così vasto? pensando a ciò
gli venne in mente suo padre,grande uomo,potente yokai,temuto e
rispettato da tutti,la cui fama era arrivata persino fuori dal paese
raggiungendo persino la Cina,allora com'era possibile che ci fosse
qualcuno di così potente e allo stesso tempo non essere
famoso? No, impossibile,tutto ciò era inconcepibile,non
aveva senso,perchè rimanere nell'ombra quando puoi mostrare
al mondo il tuo sconfinato potere? Questo si chiedeva lo yokai.
- Non riesco a capire? Perchè mai avere un potere
così grande e poi non mostrarlo?
- Perchè avvolte ci sono poteri che non possono essere
mostrati.
Lo yokai risentì quella voce nella sua testa,per un intera
giornata lo aveva martellato la sua mente con parole,parole e ancora
parole,almeno la sera poteva anche lasciarlo in pace.
- Ancora tu?
- Te l'avevo detto che più tardi ti sarei venuto a trovare.
- Ora voglio solo dormire,la mia gamba non è ancora guarita
e ho bisogno di riposare se voglio che ritorni come prima.
- L'ho notato,però,la cosa mi fa pensare,non ti sembra
strano?
- Cosa?
- Che la tua gamba non sia ancora guarita,strano,un dayokai come te
avrebbe dovuto già guarire da una ferita simile,eppure ora
sembrerebbe quasi impossibile.
- Stai cercando di dirmi qualcosa?
- Si,non tornare nelle terre della tua famiglia,questa è una
trappola e tu ti ci stai infilando dentro di tua volontà.
- Lo so,ma non posso tirarmi indietro.
- Non puoi tirarti indietro?
Chiese la voce con tono stupito.
- No.
Rispose Sesshomaru con decisione.
Dopo quella risposta calò il silenzio della sera e passato
qualche minuto quella voce non si faceva ancora sentire,la cosa
sembrava alquanto strana.
Si guardò attorno,girava gli occhi in tutte le
direzioni,senza fretta,era come se fosse in attesa di qualcosa,in
attesa che qualcuno continuasse la discussione che poco fa si era
interrotta all'istante.
Passarono ancora vari minuti,ma di quella voce nessuna traccia,nessun
suono,nessuna parola,nessun commento,niente di niente,per Sesshomaru
questa sembrava un evidente prova del fatto che quella presenza non
vollesse continuare il discorso.
- Finalmente,ha smesso di parlare,ora posso dormire.
Tornò a guardare il villaggio in lontananza,le palpebre si
facevano pesanti,la stanchezza prendeva il soppravvento sul guerriero
ferito,mentre il suo corpo e la sua mente scaricavano tutta la tensione
accumulata nel corso della giornata.
Il sonno stava per prendere il soppravvento,l'ora del riposo era giunta
e dopo che lui si sarebbe addormentato il suo corpo avrebbe cominciato
la fase di guarigione,ed qui che sorgeva spontanea una domanda.
Perchè il suo corpo non era guarito nel corso della
giornata? La cosa sembrava sospetta.
Ma non c'era tempo per pensare a queste cose,bisognava dormire.
Le palpebre si chiusero,il sonno prese il sopravvento,forse questa
volta avrebbe dormito normalmente,senza che quella voce gli parlasse
nel sonno.
- Io ti ho avvertito,però,lascia che dica una cosa,niente
è reale,tutto è lecito...rifletti bene sul
significato di queste parole,buona notte.
Sesshomaru rimase perplesso nel sentire quelle parole,per un attimo la
sua mente aveva cessato di formulare pensieri e di conseguenza gli
sembrò di avere un vuoto nella testa.
Cercava di trovare un significato a quelle parole,ma non ci
riuscì,ma forse un significato non c'era,in ogni caso
Sesshomaru potè dire una sola cosa riguardo a
quell'enigmatica frase.
- Eh? Cosa? Rispondimi.
Aspettò un pò,ma quella presenza non gli rispose
e dopo qualche minuto di attesa richiuse gli occhi,era troppo stanco
per preoccuparsi di parole pronunciate da voci sconosciute,doveva
riposarsi se voleva partire con le energie in corpo e la gamba guarita.
Chiuse le palpebre è si addormentò.
La mattina dopo,poco prima dell'alba.
All'interno della casa,della venerabile Kaede,dormivano:Shippo,che per
ovvie ragioni dettate dalla vita matrimoniale di Kagome non poteva
più dormire insieme a lei,ed Ezio.
Quest'ultimo,per il suo aiuto verso l'intera comuncità del
villaggio gli era stato offerto di dormire all'interno della casa della
vecchia miko,un posto decisamente migliore di quella vecchia abitazione
semi distrutta.
Dormiva in un futon,al caldo e al sicuro delle intemperie
dell'inverno,tutto faceva sembrare che il fiorentino stesse dormendo
tranquillo,ma non'era così.
Le sue palpebre erano chiuse,ma i suoi occhi si muovevano,stava
accadendo qualcosa,nel suo subconscio.
Frammenti,frammenti di immagini attraversavano la mente
dell'assassino,immagini sfocate,ma dal forte impatto visivo.
Una potente luce bianca,che emanava tutta la sua potenza all'interno di
un luogo chiuso,ma ampio,con strane immagini e scritte inconprensibili.
La struttura presentava una forma architettonica perfettamente liscia e
geometrica,nel vederla era come se quella costruzione si trovasse in un
epoca che non le apparteneva,come se lo starci dentro fosse una cosa
perfetamente innaturale.
La luce al suo interno esplose all'improvviso,avvolgendo tutta la
stanza,ma nell'espandersi,avvolse tre figure, la sua e quelle di altri
due uomini non ben riconoscibili.
- EZIO.
Dissero le due figure,urlando il nome dell'assassino e al contempo
provando a raggiungerlo,allungando le proprie braccia,prima che
quest'ultimo li perse dalla sua vista.
Il sogno finì,all'improvviso,poichè colui che lo
aveva fatto,si era svegliato di soprassalto.
Gli occhi erano sbarrati,il suo corpo sudato,e il suo riposo
bruscamente interroto,un bel modo per svegliarsi presto la mattina.
Si riprese un attimo e si calmò,si passò un mano
sul viso mentre con l'altra faceva leva per tirarsi su,rimanendo seduto
sul letto.
Si guardò attorno,come se volesse confermare a se stesso di
essere nel mondo reale e non dentro alla sua testa.
Nel guarduare l'interno della casa si accorse che tutto ciò
che vedeva era perfettamente normale,la sua veste,la sua armatura,le
sue armi e i suoi stivali erano vicini a lui,attaccati al muro,come li
aveva lasciati lui.
Shippo e Kaede dormivano ancora, il fuoco era spento e il freddo
pungente del mattino cominciava a entare in casa.
L'assassino era ormai sicuro di essere tornato alla
realtà,ed era anche sicuro che quello che aveva vissuto,non
era un sogno,ma un ricordo.
- Amici miei,cosa vi è successo?
Disse il fiorentino prima di alzarsi dal futon ed indossare tutto il
suo equipaggiamento,ancora sentiva,quella luce che lo
investì in quel momento,ricordava ancora,le voci di coloro
che fecero il suo nome.
Senza le sue vesti si poteva ben vedere la notevole muscolatura
dell'uomo,petto,braccia,addome,dorso e gambe erano ben sviluppati ed
ogni muscolo del suo corpo mostrava la grande prestanza fisica di Ezio.
Già in gioventù,Ezio aveva dimostrato
capacità fuori dal comune per la maggior parte dei suoi
coetanei,poi,col passare degli anni e le continue lotte contro i suoi
nemici giurati,lo avevano reso più veloce,più
forte,più agile e più abile di un persona comune.
Finito di vestirsi Ezio si avvicinò all'entrata,diede un
ultima occhiata alla vecchia Miko,al cucciolo di volpe e
uscì dall'abitazione.
Il silenzio di quell'invernale mattina riecheggiava per tutto il
villaggio,non un anima viva era fuori di strada,se non lui,non un suono
si poteva udire,se non quello prodotto dai suoi caldi stivali in pelle.
Il silezio,era l'unico vero padrone di quella mattina.
L'assassino si avvicinò alla lunga scalinata della
collina,tolse un pò di neve da uno degli scalini,ed infine
vi ci sedette sopra,voleva restare li,ad osservare il paesaggio.
Com'era tranquillo quel posto,a quella quella precisa ora del
giorno,senza il rumore dei lavori di ricostruzione,senza i briganti che
avevano attaccato il villaggio,sembrava tutto così
pacifico,oppure no?
Ad un certo punto,Ezio vide in lontananza un figura vestita di
rosso,era Inuyasha.
L'hanyou arrivò di fronte all'assassino è lo
saluto,mostrando espressione piena di perplessità.
- Ciao.
- Ciao ragazzo,che ci fai alzato a quest'ora?
- Niente,mi sono svegliato presto...è comunque,il mio nome
non'è ragazzo,ma Inuyasha.
- Inuyasha?...lo terrò a mente,comunque,ti va di farmi
compagnia?
- Mi spiace ora non posso,devo andare a parlare con quel testone di mio
fratello,dubito che il tuo avvertimento di ieri lo abbia fatto
desistere ad andare a quella festa.
- Tuo fratello?
Disse Ezio con un tono che mostrava un certo stupore.
- Si,perchè?
- No nulla,ti di spiace se vengo anche io da tuo fratello? Sai,vorrei
convincerlo a non partire.
- Se vuoi,ma ti avverto,mio fratello è un tipo molto
testardo.
- Se per questo lo sono anche io.
Disse l'assassino mentre mostrava un sorriso arrogante.
- D'accordo,seguimi.
Ezio si alzò in piedi per poi incamminarsi insieme ad
Inuyasha,forse il suo tentativo di far cambiare idea allo yokai sarebbe
riuscito,anche se in realtà lui stesso dubitava dell'esito
che si aspettava.
Mentre i due percorrevano una stradina che portava fuori dal
villaggio,notarono che alcune persone stavano uscendo di casa,erano gli
uomini e le donne che andavano ai margini della foresta a tagliare gli
alberi,che sarebbero serviti per i lavori di ristrutturazione.
Quando furono notati dagli abitanti,furono salutati con grande
entusiasmo,sopratutto Ezio,era divenuto un eroe per quella gente che
cercava di ricostruire tutto ciò che era andato distrutto.
L'assassino a sua volta salutò gli abitanti,agitando la
mano,per poi continuare per la sua strada,era felice nel vedere quelle
persone,che anche se avevano perso molto durante l'attacco,erano
speranzose e piene di energia.
Dopo qualche minuto erano usciti dal villaggio e cominciavano a
intravedere gli alberi in lontananza.
- Inuyasha.
Disse Ezio con tono serio.
- Che c'è?
- Mi sapresti dire che tipo è tuo fratello?
- Strana domanda,perchè me lo chiedi?
- L'attacco al villaggio è stato solo una copertura,il vero
obbiettivo dei templari era tuo fratello,quindi,se sono interessati a
lui deve esserci un valido motivo.
- Tu dici?
- Temo di si,non vedo altra spiegazione,ma rispondimi,che tipo
è tuo fratello?
- Beh,se proprio vuoi saperlo...è un tipo freddo,orgoglioso
è troppo sicuro di se,insomma,un vero yokai.
- Uno Yokai? E cosa sarebbe?
- Che cosa? Tu non sai che cos'è uno yokai? Ma da dove
arrivi,da un altro mondo?
- Si potrebbe dire di si,però,tuo fratello,mi ha fatto una
strana impressione.
- In che senso?
- Non te lo spiegare,ma credo che tuo fratello abbia ricevuto quella
lettera per un ragione.
- Spiegati meglio.
- Ecco,io penso che i templari vogliano qualcosa da lui.
- Ne sei certo?
- Fidati,so quel che dico.
Dopo che la discussione era finita,i due si diedero un breve
occhiata,uno negli occhi dell'altro.
I loro sguardi trasmettevano un senso di pericolo nello scrutarsi a
vicenda,i loro sguardi erano tesi,i loro volti erano di pietra,troppo
seri per poter sorridere,troppo pensierosi per potersi godere la
mattinata.
Dopo la discussione rimasero in silenzio,fino a che,non trovarono lo
yokai,appoggiatto all'albero che la sera prima.gli aveva fatto da
riparo dalla nevicata.
Sesshomaru era sveglio,con la testa appaggiata all'albero e gli occhi
rivolti verso il cielo,come se avesse lo sguardo perso nel vuoto.
Sembrava calmo,tranquillo,perfettamente in pace con il mondo che lo
circondava.
Ma la verità era un altra,era solo calma apparente.
Lo yokai abbassò lo sguardo,sapendo già chi
avrebbe visto.
- Inuyasha,che ci fai qui? Fammi indovinare,l'umano ti ha convinto a
non farmi partire.
- Sesshomaru,sai bene che io sono un tipo aggressivo,ma nemmeno io mi
butto in un impresa così ardua.
- Non sono cose che ti riguardano.
Detto questo Sesshomaru rivolse la sua attenzione verso i fiorentino.
- E tu,credevo che avessi capito le mie intenzioni.
Intervenne Ezio.
- Speravo di farti cambiare idea,ma non posso obbligarti a restare,se
vuoi andare,vai,anche se dubito che possa camminare con una gamba
ferita.
- Gamba ferita?
Disse Sesshomaru mentre sul suo viso si stampò un sorriso
arrogante,si alzò tranquillamente in piedi e cio che fece
vedere ad Ezio dava dell'incredibile.
Nel punto in cui la gamba era stata danneggiata non c'era
più niente,niente sangue,nessuna cicatrice,niente di niente.
-Non ho idea di cosa tu stia parlando.
Ezio era rimasto stupito da quello che stava vedendo,com'era possibile
tutto cio?
Una ferita del si sarebbe potuta rimarginare in così breve
tempo,per non parlare delle rischio che la ferita si potesse infettare.
Tutto ciò sembrava assurdo,un taglio del genere richiedeva
cure molto attente e le mani di un buon cerusico,(un cerusico era
l'equivalente medievale degli odierni medici,praticavano molti campi
della medicina e in particolar modo la chirurgia,anche se in modo
precario,li si poteva riconoscere dalla maschera da uccello dal becco
lungo,usata a fini igenici e per impedire di contrarre malattie dei
pazienti che visitavano).
- D'accordo,ora sono confuso,come hai fatto?
- Tze,ma che domande fai? Sono uno yokai.
- Ancora con questa parola,yokai,che cos'è uno yokai?
- Quello che sono io.
- E cioè?
- Un essere superiore.
Nel sentire quella frase Ezio rimase in silenzio,mentre i suoi occhi
assumevano un aria più dura.
- Davvero? Ma allora com'è possibile?
- Che cosa?
- Che un essere tanto superiore come te,sia stato ridotto
così malamente,no perchè,c'è qualcosa
che mi sfugge.
Lo yokai stentava a credere a quello che aveva sentito,Ezio non stava
semplicemente facendo dell'ironia,lo stava prendendo deliberatamente in
giro.
Si alzò da terra,togliendosi dall'albero alla quale era
appoggiato e facendo qualche passo in direzione dell'assassino,nessuno
si poteva permettere di insultarlo,soprattutto se era un umano.
- Sai chi sono io?
- Non saprei,vediamo,a giudicare dalle vesti,dalla capigliatura e dalle
lunghe unghie,penso che tu sia un ragazzo molto effemminato.
A quel punto Sesshomaru alzò la mano destra e
l'aprì mostrando attentamente gli artigli al suo avversario.
- Tu,insulso umano,come osi farti beffe di me? Ora ti faccio a pezzi.
Ezio dal canto suo non era preoccupato e si scrocchiò le
mani,quasi a sfottere l'essere che aveva di fronte.
- Uh sicuro?Sai non vorrei che una principessa come te si rovinasse i
capelli e si spezzasse un unghia,poi come lo spiegeresti alle tue dame
di compagnia?
- Ora ti faccio vedere io.
Sesshomaru avanzò con la gamba sinistra,mentre nello stesso
momento portava il braccio destro in alto a destra,tenendo la mano
aperta con l'intenzione di usare gli artigli.
Poi abbassò il braccio mettendoci dentro tutta l'intenzione
di stroncare la vita dell'umano che aveva osato sfidarlo.
Ma Ezio di certo non aveva alcuna intenzione di essere colpito.
Avea già notato il tipo di attacco che Sesshomaru gli stava
portando contro,sapeva perfettamente che cosa fare.
La mano dello yokai si avvicinava sempre di più alla testa
dell'assassino,gli artigli erano sempre meno distanti dalla gola
dell'assassino,ma Ezio sapeva perfettamente cosa fare.
Il colpo di Sesshomaru si avvicinava,di più,di
più,ancora di più.
Ed infine...Ezio fece la sua mossa.
Un colpo solo,un unico,preciso,rapido,pugno,dritto contro il naso dello
yokai,all'apparenza non sembrava un colpo particolarmente forte,ne
tanto meno molto spettacolare,ma si sa,le apparenze ingannano.
al momento dell'impatto col naso di Sesshomaru,il pugno di Ezio
esercito una forza tale da spingere la testa dello yokai
all'indietro,causando il piegamento del collo,che andando indietro fece
rimbalzare il cervello all'interno della scatola cranica,causando
così un leggero stordimento.
Lo yokai indietreggiò spinto com'era dal colpo ricevuto,il
braccio che doveva stroncare la vita di quell'umano così
impertinente indietreggiò,per poi cadere vicino al fianco
senza alcun controllo del suo proprietario.
Fece qualche passo indietro,barcollando,poi si
fermò,guardò di fronte a lui.
- Che cosa mi hai fatto?
Disse Sesshomaru,ancora stordito dal colpo precedente.
- Colui che si crede migliore attraverso la propria
superbia,non'è diverso dagli altri stupidi,poichè
perde di vista i propri difetti e non fa nulla per migliorarsi
veramente.
Scese il silenzio più assoluto,le parole dell'assassino
erano rivolte a Sesshomaru,ma non per deriderlo,ma piuttosto per
consigliarlo,quasi volesse trasmettergli una perla di saggezza,se non
addirittura fargli da maestro.
- Scusa,che hai detto?
Chiese Inuyasha mentre guardava Ezio con sguardo perplesso,quasi perso
nel vuoto.
- Niente,ho solo detto tuo fratello è stato troppo arrogante.
- Questo è normale,lui è sempre arrongante.
Sesshomaru si era ripreso dal colpo che gli era stato inflitto
precedentemente,guardava l'assassino con sguardo arrabbiato.
- Taci hanyou,tu non c'entri nulla con questa storia.
- C'entro e come,eravamo venuti a farti ragionare,ma vedo che
è tutto inutile.
- Infatti,ora togliti,prima che ti faccia a pezzi.
Intervenne Ezio.
- Lascia stare,è troppo cocciuto per capire i suoi sbagli.
- Sbagli?Non sono di cosa tu stia parlando.
Disse Sesshomaru rivolgendosi al fiorentino.
- Te lo spiego subito,ti da fastidio il fatto che un umano sia riuscito
a farti del male,ma non ti rendi conto che hai detto solo stupidaggini?
- Che cosa?
- Ascoltami attentamente,sei davvero sicuro di quello in cui credi?
- Di che cosa parli?
- Rispondimi,sei davvero sicuro di quello in cui credi?La distanzione
che stai facendo tra me e te e solo un pregiudizio razziale,il tuo
elevarti come essere superiore,nasce da una convinzione errata o da un
insegnamento sbagliato,ciò distoglie la realtà
che ti circonda e non ti permette di comprendere appieno le
diversità di cui il mondo è pieno.
- Che razza di idiozie.
- Pensala come ti pare,ma allora spiegami una cosa,se io sono tanto
inferiore,perchè io e il capo dei briganti siamo riusciti a
ferirti?
A quel punto lo yokai si bloccò,i suoi occhi erano
sbarrati,la sua bocca era impossibilitata a muoversi,il suo corpo
paralizzato e le sue convinzioni erano in bilico tra l'erigersi ad
assoluta verità e cadere nel baratro del dubbio.
Non sapeva cosa fare,non sapeva cosa pensare,non sapeva cosa dire,in
fondo Ezio non aveva tutti i torti,il brigante era riuscito a ferirlo
ed Ezio gli aveva portato un pugno dritto sul naso,tutto era
inconcepibile per uno yokai,però era successo.
- Padron Sesshomaru.
All'improvviso,quasi a salvare lo yokai da quella situazione,si
sentì la voce del suo piccolo servitore proveniente dalla
foresta,in una delle sue zampette teneva ben stretto delle redini,che a
loro volta tiravano con se una grossa bestia.
Era un drago,con due teste con entrambe un collo alto,massiccio e con
un criniera nera,aveva possenti zampe con tre dita ciascuna.con ognuna
un grosso artiglio e su tutto il corpo,tranne per la parte bassa del
corpo,era ricoperto da squame marroni,per non parlare poi della lunga
coda,in grado di tirare pesanti colpi.
Era anche munito di museruola,una per ogni bocca,un pettorale
decorativo da cavallo in acciaio e una grossa sella nera,sulla quale
stava seduta la piccola Rin.
- Siamo pronti per partire.
Disse il kappa con aria reverenziale,com'era di solito fare.
Lo yokai però non aveva distolto il suo sguardo da quello
del fiorentino,il loro scontro ora era sul piano mentale,e anche
stavolta,tra loro due,Ezio era quello in vantaggio.
- Andiamo.
Detto questo iniziò a camminare verso la foresta.
- Il nostro scontro non finisce qui,assassino.
Disse lo yokai senza neanche voltarsi.
- Ne sono certo,tuttavia,c'è una cosa che devo dirti.
Lo yokai si fermò di colpo.
- Parla.
- Se pensi che stai andando,da colui che ti ha invitato,di tua
spontanea volontà,allora ti sbagli,tu non sei libero come
credi.
- Ti sbagli,sono libero di scegliere ciò che voglio,e io
voglio partire.
- No ti sbagli,la scelta è un illusione che pochi sanno
comprendere appieno,se per te scegliere è sinonimo di
libertà,allora sei caduto nella trappola che è
stata preparata per te.
- Di quello che ti pare,ma in ogni caso,io me ne vado.
Sesshomaru ritornò su i suoi passi allontanandosi poco alla
volta dalle uniche due persone che aveva cercato di fermarlo,si
avvicinò al drago bicefolo e poi ci salì
sopra,posizionadosi di fronte alla bambina.
- Rin.
- Si mi dica.
- potresti scendere un attimo? Devo controllare una cosa.
- Certo.
Disse la bambina con tono felice.
Scendendo dal bizzarro destriero i piedi nudi di Rin entrarono in
contatto con la fredda neve,ma non ci fece caso,come se non gli facesse
nessun effetto.
Poi all'improvviso,appena Rin toccò terra,la creatura si
alzò in aria,come la gatta di Sango,nel vedere quello
spettacolo Ezio era rimasto quasi di stucco,non bastava che quel drago
avesse due teste,ma poteva anche volare.
- Padron Sesshomaru.
- Signor Sesshomaru.
Dissero Rin e Jaken nel vedere lo yokai librarsi in aria insieme al
grosso rettile bicefalo,per poi andarsene,volando oltre il limite del
normale campo visivo umano.
al piccolo kappa e alla bambina non restò altro da fare che
abbassare lo sguardo,rassegnati all'idea di non poter seguire il loro
capo in un altro viaggio.
- Jaken,perchè il signor Sesshomaru ci ha lasciato qui?
Chiese la piccola rivolgendosi al verde servitore dello yokai,a quella
domanda anche il kappa si rattristò,per poi
abbassare la testa e guardare il terreno.
- Io...non lo so.
- Io invece si.
All'improvviso,si fece sentire una voce femminile,candida e soave.
Da dietro un albero li vicino uscì la figura di una donna,la
stessa donna che stata nel luogo in cui lo yokai e il brigante si erano
scontrati la mattina precedente.
- Se volete vi rispondo io.
Disse lei mostrando un sorriso,mentre il resto del volto era coperto
dal suo cappuccio bianco.
- E tu chi diamine saresti?
Disse Inuyasha con il suo classico tono aggressivo,vedere quella
sconosciuta fece nascere uno strano presentimento.
- E un assassina,come me.
Rispose Ezio con tono calmo,le vesti bianche,quel cappuccio
così particolare,era chiaro cosa fosse,ma chi fosse,era un
bel mistero.
- Voi dovete essere l'assassino venuto da lontano,il vostro nome?
- Ezio Auditore.
Nel sentire queste parole la donna camminò in direzione
dell'assassino,ogni passo che faceva veniva portato con la grazia di
una dea,quasi fosse una nobildonna.
Arrivata al cospetto del fiorentino,la misteriosa figura
piegò la testa e la schiena in un inchino mentre la mano
destra veniva poggiata con delicatezza sul petto
Inuyasha,Rin e Jaken erano rimasti sorpresi da una tale azione,era come
vedere una principessa che si inchinava di fronte ad un guerriero
vagabondo,come se una dea si inchinasse di fronte ad un perfetto
sconosciuto.
- Era da tempo che vi aspettavamo,mentore.
Ciò che disse la misteriosa donna aveva sbalordito tutti i
presenti,compreso lo stesso Ezio.
Chi era lei? E per quale motivo aspettava l'arrivo del fiorentino?
- Sesshomaru è in grave pericolo,qualunque cosa voglia
quell'uomo da lui,temo che potrebbe non uscirne vivo,dobbiamo
intervenire.
La mattina non era cominciata nel migliore dei modi e questa nuova
rivlezione l'aveva resa peggiore.
Cosa voleva ottenere quell'uomo da Sesshomaru?Che la presenza di
Sesshomaru a quell'evento fosse così importante?
Ormai Sesshomaru era partito e non si poteva fare più nulla
per fermarlo.
Ma quella mattina aveva portato anche una buona notizia,la presenza di
una assassina voleva dire molto per il fiorentino,perchè si
sa,dove c'è un assassino,c'è ne sono altri.
E per loro fortuna,avevano il loro appoggio.
Forse quella giornata non era poi cominciata così male.
In quello stesso istante,in luogo imprecisato delle terre
occidentali,in un luogo buio,illuminato da due enormi bracieri,una
figura,non ben riconoscibile,dalle fattezze maschili si ritrova,con la
testa inclinata e con un ginocchio poggiato a terra.
- Maestro,porto notizie.
Disse l'uomo con tono serio.
- Dimmi,ti ascolto.
Una voce si fece sentire nel buio,il suo tono era grande e profondo,ma
calmo.
- Ci è giunta notizia da i nostri informatori e dai nostri
fratelli di lama che la situazione nel paese sta peggiorando,Oda
Nobunaga si dirige verso Kyoto con un esercito di elevata potenza,si
dice anche faccia scambi commerciali con stranieri dalla pelle chiara
provenienti dal lontano occidente,ottenendo in cambio armi da fuoco mai
viste prima.
- Hai delle notizie buone?
- Si,per fortuna,le ambizioni del signore di Owari vengono contrastate
dalle famiglie dei Takeda,degli Uesugi,per non parlare della stessa
famiglia imperiale,forse c'è speranza.
- Speriamo sia così,comunque,c'è un ultima cosa
che devo chiederti,ci sono notizie sullo straniero e sul figlio di Inu
no Taisho?
- La nostra sorella che avete inviato nelle terre di Musashi e ancora
in missione,non abbiamo ricevuto informazioni.
- Capisco,ora va,procedi pure nei tuoi compiti.
- Si maestro.
Detto questo l'uomo si ritirò nell'oscurità dalla
quale era giunto,in attessa di ricevere altri ordini.
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Capitolo 16 *** Proposta indecente ***
Il giorno dopo,nelle terre dell'ovest.
Sesshomaru,in groppa al suo destriero a due teste,volava sopra le
distese innevate dei territori della sua famiglia.
L'aria gelida del mattino non'è era un problema per
Sesshomaru,che ben gradiva quelle gelide temperature,come se quel gelo
fosse parte di lui.
Ma la verità era un altra,quella mattina il freddo che
sentiva sulla pelle gli procurava benessere,un benessere che combatteva
qualcosa che bruciava al suo interno,qualcosa che lo consumava
dentro,il dubbio.
Ricordava bene le parole che l'assassino gli aveva detto il giorno
prima.
- Il tuo elevarti come essere superiore,nasce da una convinzione errata
o da un insegnamento sbagliato,ciò distoglie la
realtà che ti circonda e non ti permette di comprendere
appieno le diversità di cui il mondo è pieno.
all'inizio questa frase non lo preoccupava,ma poi,ora che ci
ripensava,gli era sembrata una secchiata d'acqua bollente in pieno
volto.
Quell'umano,chi poteva mai essere quell'Ezio,così saggio e
allo stesso tempo un abile guerriero,chi era lui veramente per poter
sconvolgere la mente di uno yokai con delle semplici parole?
Chi era quell'Ezio,che era nato molto tempo dopo la nascita del figlio
del generale cane,arrivare da lui e capovolgere ogni cosa che
Sesshomaru conosceva come unica verità,per poi sconvolgere
tutto e trasformarlo nel dubbio più atroce.
Da quando era comparso lui,la vita di Sesshomaru era stata capovolta e
più lui andava avanti con questa storia più lui
si poneva domande.
Le terre sotto di lui erano ricoperte di neve,colline e intere distese
d'erba erano sepolte sotto quel gelido manto bianco,una paesaggio ben
gradito allo yokai.
- Le terre occidentali,sono esattamente come me le aspettavo,molto meno
gloriose di come le avevano descritte.
Disse la voce all'interno della sua testa con tono deluso,a quelle
parole Sesshomaru si irritò leggermente.
- Bada a come parli,hai la minima idea di dove ci troviamo?
- Si,in trappola,scommetto che appena sei entrato in queste terre ti
hanno subito avvistato.
- Tu dici?
- Credimi,chiunque può essere un templare,anche coloro che
sospetti di meno.
- Vedrò di starci attento,ma ora basta parlare,siamo
arrivati.
In lontananza,su di una collina,si poteva intravedere un castello,le
cui particolari caratteristiche erano ben visibili.
La struttura mostrava la presenza di una lunga cinta muraria,con un
perimetro di almeno otto kilometri,due per lato,ed era
provvista di enormi portoni di legno e torrette di avvistamento.
Il castello,dimora di suo padre,dimora che gli spetta di
diritto,Sesshomaru ricordava molto bene gli anni di quand'era ancora un
bambino.
Gli anni passati ad allenarsi in cortile con il padre,le lezioni con i
maestri e gli istruttori,che gli insegnavano cose come la purezza degli
yokai e la loro perfezione.
Si ricordava persino la prima volta in cui era uscito dal suo
castello,grande fu la gioia che provò per la prima volta ad
attraversare le proprie terre a piedi,accompagnato solo dal padre.
Le colline,l'erba,il cielo azzurro,qualche nuvola che vagava da sola,il
sole caldo,ma poi,la figura del padre offuscava ogni altro
ricordo,quasi a volersi conquistare un posto speciale nella mente dello
yokai,già,quelli si che erano bei tempi.
Ma non era quello il momento per lasciarsi andare alle memorie del
passato,c'era altro della quale preoccuparsi.
Ormai aveva raggiunto la sua destinazione,il castello era di fronte a
lui.
- Ah-Un,scendi.
Il rettile bicefalo rispose al padrone con un verso simile ad un
muggito,per poi scendere a terra.
Di fronte a lui,un enorme portone rosso,circondato dalle bianche mura
del castello,si poneva dinanzi a coloro che volevano entrare nella
residenza di questa nobile famiglia.
Nel vedere il portone di ingresso non potè non accorgersi
della presenza di una persona di fronte alla porta.
- E lui chi sarebbe?
Si chiese Sesshomaru con grande sorpresa.
Appena scese a terra,lo yokai si rivolse al drago.
- Resta nei paraggi.
Disse Sesshomaru mentre si allontana dalla sua cavalcatura.
Mentre si avvicinava alla porta,Sesshomaru avvertì una
strana sensazione,più si avvicinava a
quell'uomo,più la sensazione si faceva forte,era come se
qualcosa dentro di lui gli dicesse di stare in guardia e prepararsi a
combattere.
Un passo,un altro passo,un altro passo ancora,più si
avvicinava,più sentiva il bisogno di estrarre la spada e
tranciare la testa di quello sconosciuto prima che se ne accorgesse.
Quello sconosciuto,coi capelli neri,il kimono bianco e gli hakama
neri,metteva una grande soggezzione al figlio di Inu No Taisho.
- Vedo con piacere che siete qui.
Disse l'uomo a Sesshomaru senza staccare lo sguardo dalla porta.
-Sapete,molti umani in questo paese ci considerano dei mostri,mentre
molti yokai pensano che gli umani siano solo dei deboli,forse la
verità e che tutte queste differenze e pregiudizi,non siano
altro che una scusa per colmare la propria ignoranza,poichè
cio che ignoriamo avvolte può anche farci paura.
Finito di parlare l'uomo si voltò mostrandosi in volto di
fronte a Sesshomaru rivelando chi era,lo yokai dagli occhi di colori
diversi.
E sulla fronte di quell'estraneo,Sesshomaru vide un simbolo a lui ben
noto da non molto tempo,un simbolo che faceva parte di una delle tante
domande che gli passavano per la mente.
Una croce rossa,una croce templare.
Alla vista di quel segno,lo yokai di ghiaccio perse la sua naturale
freddezza,uno strano brivido gli percorse tutta la schiena,un brivido
gelido,nato dal nervosismo che si faceva strada nella sua mente.
- Ma...quella croce...allora sei tu che mi hai mandato quella lattera.
- Esatto...e noto con immenso piacere che voi siete qui,era da tanto
che volevo fare la vostra conoscenza,il piacere e tutto mio.
Il templare mise la mano destra sul petto è poi
eseguì un leggero inchino,il suo viso era calmo è
nelle sue parole sembrava ci fosse solo la verità.
Tuttavia Sesshomaru era preoccupato per la situazione nella quale si
trovava,aveva di fronte l'uomo che gli aveva inviato quella lettera
è non sapeva che cosa fare.
Aveva intenzione di attaccarlo,ma forse era meglio
parlargli,in fondo gli aveva inviato quella lettera per una
ragione,tanto valeva fare quattro chiacchiere sulla questione.
- Ehi voi,chi siete?
Disse un uomo che stava su una delle torrette di guardia sulla cinta
muraria.
Indossava un kimono bianco dalle maniche larghe,un lungo hakama bianco
con le pieghe e un lungo copricapo nero simile a quello di jaken,con la
differenza che era nero e dotato di sottogola.
Dietro la schiena invece portava una faretra nera,in legno,con
all'interno numerose frecce,tutte con le stesse caratteristiche,punta
corta ma accuminata,un corpo sottile ma molto lungo ed erano ornato con
piume di rapace,per dargli una maggiore aerodinamicità.
Ma la cosa più interessante era quello che teneva nella mano
destra,uno yumi,(lo yumi è un caratterisco arco giapponese
diverso da tutti gli altri archi,grande quanto un uomo o poco
più,quest'arco in bambù e in grado di scoccare
freccie su distanze che vanno ben oltre del longbow inglese,non a caso
Kikyo e altre miko fanno uso di quest'arma per abbattere
entità maligne).
- Sono Sesshomaru,figlio di Inu no taisho,apri la porta.
- Si,subito signore.
Disse la guardia intimorita dalle parole del giovane yokai,si
girò indietro dando alle spalle a Sesshomaru.
- Il figlio della nostra signora e qui,aprite la porta.
Detto questo il gigantesco portone si aprì in due
parti,permettendo ai due di entrare nel castello.
- Signor Sesshomaru,dopo di lei.
Disse il templare mentre con un braccio che si stendeva verso la porta
e con la mano completamente aperta,indicava a Sesshomaru di proseguire.
Sesshomaru non se lo fece ripetere due volte e superò lo
sconosciuto entrando per primo nel castello,cosa più che
normale,visto che quella era casa sua.
Subito dopo gli venne dietro lo straniero che così facendo
oltrepasso anche lui la soglia di quella immensa dimora.
Vicino alla porta si potevano notare diverse guardie,gli arcieri sulle
mura,mentre le truppe di fanteria a terra.
Una delle guardie si avvicinò ai due ospiti,mise le braccia
lungo i fianchi e poi si chinò in avanti,era vestita come
l'arciere,con l'unica differenza e che al posto del lungo copriocapo
aveva un pettorale,simile a quello di Sesshomaru e portava con se
un'arma in asta,la yari,(la yari è un lancia tipica del
giappone,usata sia dalle truppe di fanteria più
semplice,come gli ashigaru e le truppe d'elite come i
samurai,quest'arma era formata da un asta alla cui estremità
venica posta un sottile ma resistente punta d'acciaio,in grado di
passare anche tra le più piccole fessure di un armatura.)
- Bentornato signore,la stavamo aspettando,vedo che con lei
c'è anche l'ospite che sua madre sta attendendo.
- Ospite?
- Si,l'uomo che è con lei e il sommo...
Intervenne il templare.
- Ve ne prego,preferirei non essere annunciato,ho intenzione di
presentarmi personalmente al figlio di Inu no Taisho.
Disse il templare in modo pacato,cortese e con un piccolo sorriso.
- Certo,come volete.
- Vi ringrazio.
Il templare si rivolse a Sesshomaru.
- Andiamo?
Senza dir niente,Sesshomaru passò ancora una volta davanti
allo sconosciuto facendogli strada verso l'interno del castello,la cui
struttura era spettacolare.
All'interno della cinta muraria e superato il grande portone ci si
ritrova all'interno di un enorme piazza,rettangolare,larga almeno
quanto uno stadio di calcio,ai cui lati si trovavano edifici,ognuna con
una sua specifica mansioni,caserme per le guardie,alloggi per la
servitù,armerie,magazzini,cucine,bagni,persino delle
locande,usate sia dalle guardie che dagli stranieri in visita nel
castello,anche se era più probabile che le persone
più importanti risiedessero in luoghi meno frequentati dagli
yokai comuni.
Al suo interno era impossibile non imbattersi nei servi o in una
comitiva di guardie,impegnate nel loro giro di ronda,grande era
l'immagine che quell'ammasso di persone regalava a chi non era abituato
a stare in posti così affollati.
- Signor Sesshomaru,posso farle una domanda?
- Ditemi.
- Cosa vedete in questa piazza?
- Cosa vedo in questa piazza? Che razza di
domanda,servi,guardie,emissari di altre casate,cos'altro dovrei vedere
in questo posto?
- Semplice,la società,la nostra società.
- Non capisco.
- Vedete,all'interno di questo castello,ci sono moltissimi yokai,ma
fuori da qui?Nel resto del regno?No,solo colline e foreste quasi
disabitate,certo,sono belle da vedere ed esplorare,ma io ritengo che
non ci sia immagine più triste e al contempo più
veritiera di ciò che questa razza è diventata.
- Di cosa state parlando?
- La maggior parte degli yokai tendono a vivere liberi e indipendenti e
questo provoca la mancanza di un vero regno,forte è
stabile,siamo una razza che per quanto potere possa ottenere,non
riuscie a centralizzarlo,per questo,ci sono tanti regni yokai in questo
paese,la mancanza di un centro nevralgico ci rende in realtà
politicamente e socialmente deboli e divisi.
- Dove volete arrivare?
- Ve lo dico subito,senza troppi giri di parole,desidero che voi
diventiate come me,un templare.
Sesshomaru rimase allibito a quella proposta,l'espressione sul suo
volto non riusciva a nascondere il suo stupore,lui diventare un
templare? Era assurdo.
- Cosa?Prima mi fa attaccare un suo sottoposto e poi mi dice di volermi
come alleato?Starà scherzando spero.
- No al contrario,sono serissimo,il fatto che l'abbia fatta attaccare
non vuol dire che io avvessi qualcosa contro di lei,anzi,volevo capire
se eravate all'altezza delle aspettative e lo siete stato.
- Vorrebbe dirmi che mi ha messo alla prova?
- Esattamente,vede,ho dei progetti per lei.
- Per me?Che intende dire?
- Lei è lo yokai che può salvare la sua stessa
razza,queste terre necessitano di un uomo ben diverso da suo padre.
- Non dica sciocchezze,mio padre era un buon generale.
- Esatto,un generale,ma non un re,con il giusto addestramento potreste
diventare non solo uno yokai più forte e potente,ma anche
più saggio,che ne dite?
- Dico che c'è qualcosa che non va,se mi alleo con voi
è divento re,voi cosa ottenete?
- Io sono un templare,sono molte le cose che posso ottenere,ma ne
voglio solo una.
- E sarebbe?
- Non posso ancora dirvi nulla,sappiate solo,che ciò che
voglio,sconvolgerà ogni cosa,comunque,siamo arrivati da
vostra madre?
Le parole del templare tendevano a stuzzicare la curiosità
del glaciale yokai,tuttiva in quest'ultimo la voglia di fare a pezzi
quello strano individuo non era passata,anzi,si era fatta
più forte,sentiva che c'era qualcosa di pericoloso in
quell'ospite tanto misterioso.
- Siamo quasi arrivati.
Dopo aver camminato per almeno dieci minuti all'interno della
piazza,facendosi strada tra soldati e servi,arrivarono di fronte ad una
struttura molto interessante.
L'edificio aveva una lunga base rettangolare della misura di ottocento
metri e un altezza di trecento metri.
Ma la cosa più interessante era la sua struttura
architettonica,nonostante fosse un edificio in stile
giapponese,possedeva una forma triangolare,con vari strati di
pietra,l'uno sopra l'altro è più in alto si
andava più piccoli diventavano.
Un edificio molto particolare,diverso da tutti gli altri nella zona.
Percorsero la lunga scalinata che portava in cima alla particolare
struttura,ogni scalino era bianco come la neve e ad ogni passo che si
faceva si poteva ben notare la presenza di guardie anche la
sopra,poichè ogni sezione era occupata da un buon numero di
guardie,divise tra arcieri è unità di
fanteria,come lancieri e spadaccini.
Infine arrivarono sulla sommità,dalla quale si poteva avere
una buona visuale di tutto il castello e alle zone poco lontane dalle
mura,come le colline e le poche foreste presenti.
- Ben arrivati,vi stavo aspettando.
La voce veniva dal centro della struttura,dove risiedeva un enorme
trono con un morbido rivestimento in tessuto color porpora al centro
dello schienile.
Chi ci era seduta sopra era una donna bellissima,con lunghi capelli
d'argento di cui due parti erano intrappolate in quattro code
poste ai lati opposti della testa,due che scendevano fino ad arrivare
al petto e due più lunghe che arrivavano fino alla base del
collo.
Sulla fronte portava il segno di una mezzaluna viola,mentre su un altra
parte del volto,le labbra,erano colorate con un rossetto viola,quasi a
voler dare un minimo di sensualità alla sua figura.
E per finire,indossava un lungo hadaji,con sopra un kimono fuczia con
mitivi artistici bianchi simili a linee curve e sopra di esso c'era un
grosso soprabito blu accompagnato da una lunga e soffice pelliccia
bianca,(probabilmente e la coda della stessa donna,che la usa come
ornamento per la regale veste).
- Madre.
Disse Sesshomaru rivolto alla signora.
- Signora Taisho.
Disse il templare rivolto anche lui alla stessa.
- Figlio mio,vedo che hai già conosciuto il nostro
ospite,ovviamente ti avrà già accennato hai
dettagli della festa,vero?
- Quali dettagli?
Chiese Sesshomaru curioso,dirigendo lo sguardo verso l'ospite.
Intervenne il templare.
- Semplice signor Sesshomaru,durante la festa ho intenzione di mostrare
agli ospiti la mia collezione privata,in particolare a voi.
Sesshomaru si incuriosì nel sentire quelle parole,collezione
privata?Che intendeva con collezione?
- Collezione? Di cosa?
- Antichità,vorrei esporre i pezzi da me ritrovati in anni e
anni di viaggi ed esplorazioni.
- Pezzi? E di cosa?
- Di tutto,vasellame,utensili,attrezzi da
lavoro,armi,armature,vesti,persino antichi scheletri,vorrei che lei e
la signora qui presente diventiate due dei miei ospiti d'onore nei
sarei molto grato.
Intervenne la signora madre.
- Ci saremo.
- Bene,me ne rallegro,non vedo l'ora che il giorno della festa arrivi.
Il templare si rivolse a Sesshomaru.
- Così almeno potrei anche parlarle in privato,di quella
faccenda di cui dobbiamo continuare il discorso che abbiamo lasciato
prima.
Sesshomaru guardava l'ospite con sguardo di ghiaccio,sapeva bene dove
voleva andare a parare.
- Certamente.
- Bene,detto questo,posso anche andare,ho troppe cose da fare e troppo
poco tempo per farle,se mi volete scusare,vi saluto,vi auguro buona
giornata.
Il templare scese giù per le scale,ma
all'improvviso,qualcuno lo fermò.
- Qual'è il vostro nome?
Disse Sesshomaru con tono freddo.
Lo straniero si girò verso il figlio di Inu no taisho e
mostrandogli un piccolo sorriso.
- Akira,se c'è altro che volete sapere da me,chiedete pure.
Disse Akira con tono gentile e pacato,tuttavia Sesshomaru sentiva
ancora quella strana sensazione dentro di lui,sentiva il bisogno di
ucciderlo,li,seduta stante,come se fosse un qualsiasi,debole,demone di
infimo livello.
- Non preoccupatevi di me signor Sesshomaru,dopo tutto,non sono poi un
uomo così pericoloso.
Lui si era accorto di come si sentiva Sesshomaru nell'averlo
vicino,sentiva come quest'ultimo fremesse dalla voglia di
ucciderlo,vedeva come qualche volta,nervosamente,teneva la mano sul
manico di Bakusaiga,come se si stesse preparando ad uno scontro.
Ma la verità era un altra,lo scontro era già in
corso,ma il loro non era un confronto fisico,anzi,peggio,era un duello
sul piano psicologico e Akira era ben consapevole di come combattere
questo scontro.
- Ditemi signor Sesshomaru,vi sembro forse una minaccia così
grande?Una minaccia persino peggiore...di Naraku?
No,non era possibile,quel nome,era ricomparso,sulla bocca della persona
che in quel momento avrebbe voluto eliminare ben volentieri.
- Voi,come fate a sapere di Naraku?
Sesshomaru aveva formulato quasta domanda con un tono ben poco
calmo,che mostrava bene la presenza di una certa preoccupazzione.
- Come?Spiacente,non posso ancora rivelarvelo,non qui per lo
meno,ora,se non avete nien'taltro da chiedere,io andrei,scusatemi.
Akira si girò nuovamente in direzione della piazza e
cominciò a scendere gli scalini in modo calmo,pacifico,con
la calma più assoluta.
- Pensate bene alla mia proposta,ah dimenticavo di dirvi,mi spiace che
non abbia visto il vostro servo Jaken e la piccola Rin,mi sarebbe
piaciuto conoscierli.
Pronunciate queste parole si allontanò poco alla
volta,ripercorrendo gli scalini con la stessa calma di prima,un passo
alla volta,senza fretta.
Ma l'apparenza inganna,e in quel momento,Sesshomaru era ben consapevole
dell'inganno.
E non solo lui.
- Allora,com'è ti sei sentito a conversare con lo stesso
uomo,che ti ha mandato un suo sottoposto a conciarti per le feste?
Disse la voce dentro di lui,con aria ironica.
- Sta zitto.
- Tu per lui sei come un libro aperto,sapeva che tu non ti saresti
trattenuto alla sua provocazione,sapeva come avresti reagito alle sue
parole.
- Zitto.
- E sa anche che tu andrai a quella festa,perchè lui sa che
non potrai fare a meno di cadere nella sua trappola.
- Non intendo tirarmi indietro.
- E proprio questo quello che vuole.
- Allora lo avrà.
- Ascolatami ragazzino,tu non sei stupido,questo lo so,ma usa la
testa,perchè dovresti rischiare di farti ammazzare,quando
invece puoi prevenire le sue mosse e andartene fin che non sei in tempo?
- Perchè io non mi ritiro mai,chiunque sia colui che ho di
fronte.
- Il fatto che tu non sia il tipo da arrendersi,non vuol dire che devi
buttare via la tua vita,per cosa poi,l'arroganza?la vana gloria?
Quell'uomo ha parlato di Naraku,come fa ha sapere della sua
esistenza?Lo sai anche tu che questa non'è una cosa normale.
In effetti,non aveva tutti i torti,chi era quell'uomo? E
perchè aveva fatto il nome di Naraku?
- Su questo hai ragione,ma ormai ho deciso,io vado.
- D'accordo,tanto so per certo,che ti renderai solo alla fine
dell'errore che hai fatto.
la voce svanì proprio com'era
venuta,all'improvviso,lasciando il glaciale yokai con i suoi pensieri.
Ora sapeva chi era l'uomo che gli aveva mandato contro il brigante,ma
le domande più importanti erano altre.
Che intenzioni aveva quel templare?Aveva veramente intenzione di farlo
diventare come lui? Ma sopratutto,Che cos'erano tutti quei discorsi
sugli yokai e la società nella quale vivevano? Che cosa
c'era dietro?
Chi fosse quell'uomo era un vero mistero,cosa volesse veramente da
Sesshomaru era un mistero ancora più grande,lo yokai di
ghiaccio avrebbe dovuto aspettare nella dimora di famiglia fino al
giorno della festa.
Del resto non poteva ancora intervenire contro quel misterioso
individuo,Akira,un nome,solo questo sapeva del templare.
Ma una cosa era certa.
Qualunque cosa volesse da lui,non l'avrebbe accontentato,Sesshomaru
ricordava le parole di quella presenza,dalla voce femminile che gli
parlò quella volta.
- La croce farà di tutto per avere te e la piccola umana,sei
l'unico che puo proteggerla da loro,lei l'unica che può
proteggerti da ciò che hai appena visto.
Sesshomaru non sapeva bene il significato di quelle parole,ma una cosa
era certa,il fatto che Akira avesse nominato Rin era alquanto
temibile,perchè mai sarebbe Rin sarebeb dovuta venira a
quell'evento mondano?
Ora sapeva chi era colui che gli aveva tirato questo mancino e presto
sarebbe arrivato il momento,per chiarire meglio la questione.
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Capitolo 17 *** Nelle terre di Omi ***
In quello stesso istante,al confine tra le terre di Owari e quelle di
Omi.
In quelle fredde lande,dominate da un forte colline,strade e
villaggi,l'esercito di Nobunaga marciava verso la residenza di Azai
Nagamasa,suo alleato e marito di Oichi,sorella del signore di Owari.
Le truppe erano ben riposate e per loro,nonostante il freddo,la marcia
non era particolarmente difficile,poichè non solo si
trovavano su territorio alleato,ma anche perchè camminavano
su strade eccelentemente veloci,utili per gli spostamenti degli
eserciti e per le rotte commerciali.
Mentre i soldati marciavano ininterottamente,Oda Nobunaga e tre dei
suoi generali a lui più fedeli,si trovavano in testa
all'esercito,così che le truppe potessero farsi coraggio
guardando il loro comandante sul suo terrificante cavallo nero.
- Stiamo per raggiungere il castello degli Azai,presto le mie truppe
potranno riposarsi,ed io,chiedere aiuto a mio cognato.
Disse Nobunaga con un glaciale tranquillità,che faceva
sembrare quella landa innevata,una verdeggiante distesa in pieno luglio.
- Certo,tuttavia signore,ritengo che gli Azai non siano così
affidabili,dopo tutto hanno ancora buoni rapporti con la famiglia
Asakura,di cui noi siamo ancora vassalli.
A parlare fu un giovane ragazzo,dai lunghi capelli castani e gli occhi
del medesimo colore,indossava un kimono e degli hakama color dell'oro e
sopra di essi un armatura da samurai completa,elmo compreso,molto
appariscente,ogni parte del armatura,dall'elmo ai gambali,portava il
simbolo di una mezzaluna leggermente coperta da sole due piccole e
sottile nuvole.
L'espressione sul suo volto era buia,se non addirittura triste,come a
voler mostrare i pensieri di costui.
- Mio caro Mistushide,vuoi forse dirmi che non dovrei fidarmi di Azai?
Uomo di spiccata nobiltà d'animo e di altissimo onore? Si
credo che tu abbia ragione.
- No,io...
- Dimmi la verità,tu pensi,che io sia un mostro? Non
é vero?
Disse Nobunaga girando lo sguardo verso il giovane samurai,i suoi
occhi,come di vetro,guardavano Mistushide con
profondità,quasi a volergli scrutare l'anima.
- Ascoltami,io,so per certo che ciò che faccio
non'è bello,ma va fatto,se voglio unificare un nazione tanto
travagliata e divisa,devo diventare io stesso un mostro,non posso
permettermi di cedere al senso di colpa,non ora almeno.
- Già,Tuttavia...
Intervenne qualcun'altro,anche costui era un ragazzo.
Portava una corta capiatura,ma questi erano neri e con una piccola coda
riposta in un punto particolare,il centro della testa,una coda
piccola,che puntava verso l'alto,quasi fosse la punta di una fiamma e
in volto portava dei sottili baffetti,ma la cosa più
interessante era un altra.
portava una veste molto particolare,indossava una corazza rossa di un
armatura da samurai,che era tenuta insieme ad un spallaccio posto sulla
spalla sinistra,lo spallaccio riportava sopra l'immagine di un macaco
stilizzato,(un macaco e una scimmia originaria del giappone,vive
principalmente in territori freddi e possiede un intelligenza molto
sviluppata,nei periodi più freddi dell'anno,tende a fare il
bagno in sorgenti termali naturali,tipici del suo habitat).
ma la vera unicità del ragazzo stava nella sua mano
destra,di cui era provvista non di cinque dita,ma sei,possedeva un
pollice in più.
Ma ciò non era dovuto ad un sortilegio o a qualche tipo di
magia,era dovuto ad un sindrome,la Polidattilia,(la Polidattilia
è un anomalia genetica,che consiste nell'aver un numero di
dita,sia delle mani che dei piedi,ben superiore al normale,in alcuni
casi,coloro che possiedono delle dita in più possono usarlo
con la stessa mobilità di qualsiasi altro dito,anche se rara
come cosa).
- Dovrebbe considerare l'idea di dover usare dei metodi meno
drastici,ad esempio,si ricorda la distruzione del monastero dei monaci
Ikko Ikki?
Chiese il ragazzo con aria tranquilla,senza preoccuparsi troppo delle
parole che gli uscivano dalla bocca,quasi lo dicesse per scherzo.
- Si Hideyoshi,me lo ricordo bene,sono stato io a sterminare quella
setta di monaci da strapazzo,non mi pento di aver ucciso,nè
loro nè ogni uomo,donna e bambino appartenente a quella
setta,quindi si,me lo ricordo bene.
- Non sarà stato un tantino esagerato?
- No,non se voglio unificare questa nazione,altre domande?
- No,speriamo solo che gli Azai non ci facciano un brutto scherzo.
Nel momento in cui Hideyoshi smise di parlare,Oda Nobunaga si mise ad
osservare la meta,già visibile in lontananza,un enorme
lago,tanto grande da sembrare un piccolo mare,circondato dalla terra
ferma.
Era il lago Biwa,il lago più grande di tutto il Giappone e
residenza della famiglia Azai,grande era la sua
importanza,poichè a causa della sua immensa abbondanza di
pesci e acqua potabile divenne vitale per la sopravvivenza di chi
viveva in quella zona.
E Oda nobunaga lo sapeva bene,sapeva che l'attività
principale di quella zona era la pesca,quindi,se suo cognato lo avesse
aiutato con la sua marcia verso kyoto,allora non ci sarebbero stati
problemi nello sfamare il suo esercito con l'ottimo pesce del lago,cosa
che avrebbe sicuramente aiutato i soldati a combattere al meglio.
- Ieyasu,tu non hai nulla da dire?
Chiese Nobunaga senza distogliere lo sguardo sulla sua meta.
- No,nulla,se gli Azai si alleano con noi,bene,se ci contrastano invece
li combatteremo,cos'altro si può dire se non questo?
Colui che aveva parlato era un ragazzo affascinante,portava una corta
chioma nera,con in capelli tirati indietro,occhi marroni e sguardo
deciso,indossava un kimono con sopra di esso un Haori bianco con ricami
in oro,lo stesso per gli hakama e i sandali.
- Bravo Ieyasu,in guerra tutto è permesso,non importa se
bisogna farsi strada abbattendo buoni o cattivi,innocenti o
colpevoli,ciò che conta e l'obbiettivo finale.
Lo sguardo dell'oscuro damyo non si era distolto dal suo
obbiettivo,eppure,la sua attenzione su i suoi tre generali non eram
passata in secondo piano.
Mistushide Akechi,con i suoi dubbi e il codice d'onore,un vero samurai.
Hideyoshi Toyotomi, con la sua calma,la sua schiettezza e la sua
scherzosità,il tipico comportamento di una scimmietta
giocherellona.
E infine,Tokugawa Ieyasu,con la sua risolutezza,in grado di prendere la
maggior parte delle decisioni importanti in tempo brevissimi.
Insieme a Nobunaga formavano un gruppo prezioso per il signore delle
terre di Owai.
- E presto il Giappone avrà una sola bandiera...la mia.
Disse Nobunaga mentre si avvicinava alla destinazione tanto agognata e
la scelta che avrebbe preso il clan Azai cambiò il destino
dell'intera campagna del Clan Oda.
Ma all'infuori di quelle questioni,l'ambiente circostante rimaneva
sempre lo stesso,calma piatta tra le foreste,le colline,gli alberi,gli
animali selvatici,il cielo.
Ma non sempre la pace che vige in natura influenza l'animo degli
uomini,soprattutto di alcuni uomini,pronti a tutto,pur di realizzare i
propri desideri.
Salve a tutti,vorrei ringraziare tutti coloro che seguono questa
storia,in particolare Bankotsu90,fan numero uno di questa storia,che
lascia sempre un suo commento ogni volta che può.
Ringrazio anche per le recensioni ricevute,ma ovviamente ringrazio
anche chi legge solatanto.
Un saluto a tutti e tutte,ciao e buona lettura.
P.S.
Questo era solo un capitolo di transizione,piccolo,ma molto importante
per questa storia,ma non preoccupatevi,nel prossimo torneremo subito
sul personaggio principale che tanto aspettate.
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Capitolo 18 *** La confraternita ***
In quello stesso giorno, a notte fonda,nelle terre della famiglia
Taisho.
Per tutto il castello,il silenzio,faceva da
padrone,servi,cortigiane,emissari ed ospiti illustri dormivano beati.
Fatta eccezzione per le guardie,che facevano i giri di ronda,stando
sempre all'erta nell'eventualità di scoprire intrusi,come
spie oppure ospiti fin troppo ubrichi per capire di non aver rispettato
il coprifuoco.
Ma...c'era qualcun'altro che non riusciva a dormire,o per meglio
dire,dormiva...ma non nel migliore dei modi.
In una stanza del castello,situata nella parte più protetta
dell'intero complesso,le stanze della famiglia reale,Sesshomaru era
intento a riposare le sue stanche membra,per lui era stata una giornata
abbastanza dura.
Dopo il suo incontro con Akira,Sesshomaru,era stato invitato dalla sua
stessa madre all'interno degli edifici riservati alla gestione delle
questioni diplomatiche e lo accompagnò all'interno della
sala delle visite,facendo il tutto con molto gentilezza,anche troppa.
Ma Lui sapeva che non c'era da fidarsi,ma nello stesso istante in cui
stava per andarsene,si accorse di essere circondato...da
diplomatici,messaggeri e principesse,era in trappola.
La madre lo lasciò,senza alcuna via di scampo,lasciando al
figlio il compito di svolgere le mansioni che ci si aspettava
dall'erede del generale cane.
E mentre lui si indaffarava con i suoi nuovi compiti,la madre
andò via,per una volta si era liberata dei propri doveri di
regina e quindi prendersi un pò di riposo.
Un intera giornata a svolgere mansioni degne di un re,che grande fatica
era stata la sua.
Ma ora stava bene,stava dormendo beatamente...o quasi.
Nonostante avesse le palpebre chiuse,non dormiva beatamente,i suoi
occhi si muovevano di continuo,era in piena fase rem.
Ma nella sua testa,la situazione era ben più complicata.
Nel suo inconscio,Sesshomaru era pienamente sveglio.
Proprio come l'ultima volta era immobile,nel buio più
completo,non poteva vedere,non poteva parlare,non poteva
muoversi,poteva solo ascoltare.
- Meglio non far attendere il maestro.
Dopo aver sentito questa voce venne subito abbagliato da una luce molto
forte,provò a coprirsi gli occhi,ma non potè far
nulla e quindi dovette subire quel forte bagliore in pieno,tanta era
forte quella luce che sembrava gli stessero bruciando le pupille.
Ma subito dopo passò,come se non fosse mai accaduto nulla.
- Dannazione,non vedo niente.
All'inzio gli sembrò così,si sforzò di
vedere,ma tutto ciò che vide,erano immagini distorte,deviate
dal potente flash appena ricevuto,i colori degli oggetti gli sembravano
leggermente alternati,quasi innaturali,per non parlare delle macchie
colorate che comparivano in luogo e poi in un altro.
Ormai era certo,la sua vista era andata momentanemanete in pausa.
Però,nonostante la sua vista fosse momentaneamente
malfunzionante,si accorse di una cosa,aveva già vissuto
quell'esperienza.
Si guardò attorno in cerca di conferma,era già
stato la dentro,quel posto era impossibile dimenticarlo.
Il futon,l'armadio,gli era tutto chiaro,quella,era la stanza dell'uomo
senza il dito medio.
E Per rafforzare quella tesi vi era un altro particolare,lo stesso
punto di vista dell'ultima volta,quello degli occhi dello sconosciuto.
In poche parole,era di nuovo all'interno del corpo di quest'ultimo.
Vide la mano destra muoversi verso il manico della porta scorrevole e
aprirla,ancora una volta non poteva controllare le sue azione
all'interno di quel sogno,o qualunque cosa fosse.
Fatto sta però che una sola cosa era certa,non era una cosa
normale.
L'uomo uscì dalla piccola stanza ritrovandosi poi in un
altro ambiente,ben più originale di quello che ci si poteva
aspettare.
Una caverna,una caverna a forma di sfera,dalle dimensioni
Titaniche,quasi fosse una gigantesca bolla di pietra.
Buchi e fessure di varie forme e dimensioni sbucavano da ogni parte
della grotta,al cui interno si poteva notare la presenza di yokai di
varie età e razza,forse erano gruppi familiari.
L'interno dello spazio vuoto invece era formato dalla presenza di
strade rurali e strane costruzioni,non più grandi di una
capanna,scavate nella roccia.
Al suo interno vi si poteva trovare ogni tipo di
creatura,yokai,umani,hanyou,tutti insieme e senza che questi si
evitassero l'un l'altro,quasi fosse una cosa normale.
Sesshomaru non poteva crederci,com'era possibile tutto ciò?
Quel luogo,quella gente,era tutto reale?
No,certo che no,ma allora com'era possbile che potesse sentire l'odore
del cibo cotto sul fuoco,l'odore della pietra,che veniva battuta dai
martelli di alcuni scavatori più e più
volte,dando vita a forme di rudimentale architettura.
- No,non ci credo,com'è possibile tutto ciò?
E mentre lui si impegnava per cercare delle risposte,il corpo di cui
era prigioniero si spostò di sua
volontà,camminando in mezzo alla folla,lo spazio tra una
persona e l'altrà era abbastanza grande da impedire gli
ingorghi,anche se le strade erano abbastanza grandi già di
per se.
Sembrava di camminare all'interno di una città,cosa che
Sesshomaru non conosceva bene,sapeva bene cos'era un villaggio,ma una
città invece era un concetto impensabile per lui,com'era
possibile vivere in un luogo così stretto è
affollato?
Ma per lui una cosa era certa,solo creature come gli umani potevano
vivere in un ambiente simile,ma allora perchè c'erano anche
Hanyou e Yokai? La cosa per lui era inspegabile.
Dopo dieci minuti di camminata,il corpo in cui si trovava dentro,si
ritrovò alla fine della strada,dov'è era
collegata ad un grande spazio pieno di gente,una piazza dalla forma
perfettamente quadrata,con almeno ottocento metri di perimetro,un opera
di ingegneria superba.
La fiumana di persone all'interno di quel grande spazio era
inconcepibile per un yokai,la scena era quasi la stessa che c'era nella
piazza principale,ma con molta più gente e meno spazio in
cui muoversi.
Senza che potesse tornare indietro di sua
volontà,andò avanti,immergendosi in quella
moltitudine di persone.
All'interno della piazza si potevano notare bancarelle di ogni
genere,generi alimentari,oggetti per la casa,attrezzi da lavoro di ogni
genere,persino armi,armi dalla foggia particolare.
Coltelli,spade,lance,mazze,archi,erano tutte armi presenti su alcune
bancarelle,ma il loro aspetto sembrava diverso da quelle già
viste dallo yokai,avevano un aspetto meno raffinato e più
selvaggio,come se a farle fosse stato un uomo che non conosceva affatto
la parola civiltà.
Ma a pensarci bene,tutto li dentro aveva quell'aspetto,così
rozzo e primordiale,per esempio,i vestiti di quelle persone nella folla
non sembravano tipiche della sua epoca,avevano un aspetto
più rude,fatte di pelliccia,oppure di paglia o un tessuto
ruvido,in ogni caso quelli non erano costumi tipici del periodo sengoku.
Arrivati ad un certo punto della piazza,Sesshomaru cominciò
a sentirsi strano,si guardò attorno,in cerca di
ciò che lo faceva sentire in quel modo,all'apparenza
sembrava che non ci fosse nulla di strano.
Ma guardando bene tra la folla e le bancarelle si potevano notare degli
strani individui,anche loro portavano un cappuccio bianco sopra la
testa,ma le loro vesti erano piuttosto semplici,indossavano una lunga
veste di stoffa bianca dalle lunghe maniche,assomigliava ad un
kimono,ma no lo era,mentre nella parte basse indossavano dei pantaloni
bianchi,lunghi fino alle caviglie,mentre ai piedi portavano dei
semplici sandali di paglia.
Sesshomaru avrebbe voluto prepararsi al combattimento,mettendosi in
posizione e sfoderando gli artigli,ma non poteva,quel corpo non era il
suo e quindi non poteva controllarlo,l'unica cosa da fare era aspettare.
Dopo qualche passo si avvicinò un pò di
più ad una delle bancarelle alla quale uno degli
incappucciati era di fronte,come se fosse uno dei tanti clienti di
passaggio.
La bancarella esponeva molti tipi di frutta e verdura del sol
levante,ravanelli,pesche,lattuga,tutti prodotti freschissimi e di
ottima qualità,ma quello,non era il momento più
opportuno per fare la spesa.
Si avvicinò al bancone,mescolandosi tra i passanti,nel far
finta di controllare la mercanzia,gli si avvicinò il
proprietario della bancaerella,era un umano,piuttosto anziano,piccolo
di stazza,con pochi capelli in testa,indossava gli stessi abiti degli
incapucciati solo con colori differenti,la veste superiore era
marrone,della stessa tonalità della terra degli orti,mentre
i pantaloni erano blu,con delle onde stilizzate che percorrevano tutto
attorno la parte vicino alle caviglie.
- Benvenuto signore,l'ultima volta che siete stato qui avete
dimenticato questa,insieme al resto della spesa,ecco prenda.
L'anziano diede gentilmente allo yokai una arancia,grande,con una
tonalità di arancione molto forte,ma sopra la buccia ci
trovò qualcos'altro.
una freccia,una piccola freccia intagliata sulla superficie del
frutto,che indicava verso l'esterno della bancarella.
Era curioso il fatto che il segno sopra la pesca indicava verso l'uomo
con il cappuccio li vicino.
- Grazie.
Disse lo yokai al venditore mentre si allontanava dal resto della folla.
Si avvicinò all'uomo da lui indicato comn grande cautela.
- Sei Jin,giusto?
Disse l'incappucciato allo yokai
- Si sono io.
- Bene,il maestro ti attende,seguimi.
Detto questo i due si allontanarono dal resto della folla,lasciandosi
dietro la piazza principale.
Camminando per i vicoli ci si accorgeva che quei spazi angusti erano
pieni di vita,i bambini che giocavano,le loro madri che li tenevano
d'occhio,gli uomini diretti al mercato o chissà dove,avvolte
si potevano vedere persino degli animali domestici,come cani o gatti.
Quel groviglio di strade e viottole,non era meno vivo e pulsante della
piazza appena superata.
- Come mai il maestro ci vuole vedere?
- Non saprei,forse vuole parlarvi degli ultimi avvenimenti in questo
paese.
- Avvenimenti? Cosa è successo di così allarmante?
- Come? Non lo sai? Ah giusto,tu è la tua amica siete
tornati da poco in queste terre,fidati,questo non'è
più il paese che conoscevi.
Lo yokai era confuso,cosa poteva mai essere successo di così
brutto da poter sconvolgere la situazione nell'intera nazione,quel che
è certo,e che se il maestro l'aveva fatto chimare,allora la
cosa era molto seria.
Dopo una decina di minuti si fermarono di fronte ad un vicolo cieco che
era ben nascosto in quel dedalo di strettoie.
All'apparenza non c'era nulla,n'è una casa,n'è
una porta,n'è una finestra,era completamente vuoto...anche
fin troppo vuoto.
- Siamo arrivati,aspetta un attimo.
La guida di Jin si avvicinò al muro con
tranquillità assoluta e con la mano destra
cominciò a battere qualche colpo in modo enigmatico,prima
batteva in un punto,poi batteva per tre volte in un altro,sembrava
strano agli occhi di chi non sapeva quello che faceva,ma
non'è tutt'oro ciò che luccica.
Dopo qualche secondo,si poteva sentire qualcosa provenire dal muro,era
un suono particolare,si poteva sentire qualcosa che girava,qualcosa di
non naturale.
Dal muro si stava formando un spazio vuoto,perfettamente in mezzo,come
se si stesse aprendo,infatti,il muro aveva rivelato il suo segreto,in
realtà era un passaggio nascosto.
pr
- Dai entriamo.
E detto questo i due si inoltrarono verso la loro destinazione.
- Ah dimenticavo di dirti,ben tornato a casa,fratello di lama.
Disse l'uomo rivolgendosi a Jin e mostrandogli da sotto il cappuccio un
grande sorriso.
- Gia,tornato a casa,eppure anche qui,nella confraternita,mi sembra
tutto cambiato,io per esempio,non mi ricordavo che avessimo delle porte
segrete nei muri.
- Hai ragione,ma come ben sai,noi,gli assassini,ci teniamo informati su
nuovi modi di usare le poche risorse che abbiamo,il progresso
è parte della nostra forza.
Il progresso,una grande risorsa se usata in modo adeguato,Jin lo sapeva
bene,prima aveva visto gli ingranaggi e le leve con la quale la porta
si muoveva automaticamente,eppure,persino per lui,sarebbe stato
difficile spostarla a mani nude,anche se in realtà era molto
forte.
Qualche passò più avanti si poteva vedere una via
d'uscita che portava fuori dal lungo corridoio oscuro che divideva la
porta segreta alla zona alla quale erano diretti.
ma quando Jin e il suo accompagnatore si avvicinarò alla
fine del corridoio rividerò di nuovo la luce, e insieme ad
essa anche la cosa più importante che per lo yokai sembrava
spettacolare.
Cio che videro i suoi era lo stesso che vide in passato,ma stavolta
molto più grandioso.
Un piccolo quartiere segreto situato all'interno della
città,con i suoi seicento residenti,tra cui yokai,umani e
hanyou, è i loro duemila confratelli nel resto della
città sotterranea,il quartier generale della setta degli
assassini era il luogo perfetto per chiunque avvese voluto divenire un
membro dell'ordine e divenire così,un
assassino,sè non addirittura un maestro.
Al suo interno si potevano trovare vari edifici e tutti con una
funzione ben
specificia,dormitori,armerie,officine,biblioteche,mense,stanze adibite
ad uso medico,tutto ciò che poteva essere utile ad un
assassino c'era.
Era impossibile non accorgersi del fatto,che,ognuno che si trovasse al
suo interno aveva con se un abito abbinato ad un cappuccio oppure delle
vesti o dei tatuaggi che non portassero con se dei chiari riferimenti
alla confraternita,come ad esempio il triangolo appuntito,simbolo
dell'ordine per eccellenza.
Jin e il suo accompagnatore si incamminarono all'interno della piccola
piazza usata per far socializzare gli assassini tra di loro,oppure come
semplice luogo di svago con la quale vedersi con gli amici.
- JIN.
Una voce femminile si fece sentire in lontananza,era la sua amica,che
gli corse incontro.
-Jin,finalmente,c'è ne hai messo di tempo per arrivare.
- Scusa,ma oggi le strade erano veramente piene di gente,a malapena
riuscivo a muovermi,per non parlare del fatto che mi sono dovuto
vestire,quindi,non puoi criticarmi se ci ho messo tanto da arrivare fin
qui.
- Va bene,ma la prossima volta,arriva prima.
Disse la ragazza sorridendo a Jin.
- Va bene Tsukino,lo farò.
Disse lui,mantendo un espressione neutrale sul volto,aveva uno sguardo
particolare,nè troppo freddo,n'è troppo
caldo,semplicemente normale.
E mentre Jin chiaccherava con la ragazza,qualcun'altro stava in quel
posto,qualcuno che avrebbe preferito non essere li.
Sesshomaru,osservava bene il luogo in cui si trovava,si sentiva
disorientato,confuso,era come se per lui nulla avesse più
senso.
- Che posto è questo? Chi è questa gente? E
perchè portano tutti lo stesso simbolo?
Quel segno,già,lo stesso che portava Ezio,forse anche loro
erano come lui.
- Lui...anche qui,in questa specie di follia che sto vivendo,anche qui
mi deve venire in mente lui,ma poi,perchè mai dovrei pensare
a quell'Ezio? E solo un umano.
Il glaciale yokai parlava così,dell'uomo che giunto da
chissà quale luogo gli aveva riempito la testa di baggianate
senza senso,ma era anche quello che pensava?
Nemmeno Sesshomaru avrebbe saputo darsi una risposta,figuriamoci
convincersi delle stesse parole che diceva.
La sua convizione era che gli umani e gli hanyou fossero inferiori agli
yokai...ma tutte quelle creature riunite in un solo luogo mostrava il
contrario,anzi,tutti quelle persone,di varie razze,erano la
testimonianza che la dentro si consideravano tutti uguali.
- La scelta è un illusione che pochi sanno comprendere
appieno,se per te scegliere è sinonimo di
libertà,allora sei caduto nella trappola che è
stata preparata per te.
Ancora una volta gli era venuta in mente una frase che quell'Ezio gli
aveva detto.
Libertà,Sesshomaru si considerava libero,poteva andare dove
voleva,combattere chi coleva,poteva comportarsi come voleva
è purtroppo,poteva credere in quello che voleva,nessuno
poteva dirgli nulla.
Ma ancora una volta,lo spettacolo che vedeva attorno a lui gli mostrava
qualcos'altro,l'uguaglianza,in quella piazza tutti erano uguali tra di
loro,indossavano tutti gli stessi abiti,o per lo meno portavano lo
stesso simbolo,ciò li rendeva uguali tra di loro,quindi
erano liberi di sentirsi uguali.
A lui era stato insegnato che gli yokai non erano uguali agli altri,fin
da bambino,molti gli avevano insegnato questo,persino sua madre,ma suo
padre? No lui no,non era mai stato il tipo da dire cose come,gli umani
sono inferiori,oppure,noi siamo una razza dal sangue puro,era strano,ma
Inutaisho,uno degli yokai più potenti,non aveva mai imposto
il suo pensiero a suo figlio.
- Mio padre,era il più potente di tutti,il più
forte di tutti,era diverso da tutti gli altri,per questo lui pensava
diversamente,per questo lui faceva tutto liberamente.
Gia,liberamente,diversamente,all'inzio queste due parole non lo avevano
preoccupato minimamente,ma poi,pensando al padre è
associando alla sua figura con le parole,diversamente e liberamente,si
sentì strano.
Cominciò a rifletterci sopra,poi,dopo poco tempo,apparve a
lui,una rivelazione.
Suo padre,Inutaisho era libero perchè si comportava in modo
diverso,si comportava in modo diverso perchè era
libero,quindi,se ciò che faceva suo padre era dettato dal
fatto di essere libero,allora gli altri yokai non erano liberi.
Quindi se lui pensava come tutti gli altri della sua razza allora non
era veramente libero,se non era libero allora tutto quello in cui aveva
creduto fino a quel momento non era frutto delle sue esperienze
personali,ma piuttosto,era stato influenzato da un fattore esterno,se
non di più.
Ricordava le volte in cui sua madre gli parlava degli umani come esseri
inferiori,adatti solo per essere mangiati,ricordava quando i suoi
istruttori gli dicevano che gli Inuyokai erano una razza composta da
esseri superiori,ma poi in realtà,lui stesso aveva infranto
la forza di quelle stupidità,Rin n'è era un
esempio.
Da quando quella bambina era entrata a far parte della sua vita,in lui
era iniziata una crescita ben diversa da quella che ci si poteva
aspettare dallo yokai dal cuore di ghiaccio,Più lui stava
insieme a Rin e più il cambiamento diveniva evidente,non
solo a livello emotivo,ma anche mentale.
Era Evidente che tutti i concetti che lui stesso aveva assimilato
stavano pian piano svandendo,anche se non in modo così
rapido,eppure,per quanto lento potesse essere lento,questo
cambiamento,era immutabile e inarrestabile,forse il suo subconscio
aveva già concepito l'idea di poter convivere la sua
estienza insieme ad un umana,seppur fosse un bambina,ma il cambiamento
era ormai evidente.
In poche parole,tutto quello che pensava fino a quel momento era stato
dettato non da se stesso,ma da altri,non come semplice istruzione,ma
imposizione,verso la naturale crescita del singolo individuo come
essere seziente,dotato di pensiero razionele e libero arbitrio.
- No,non'è possibile,allora...tutto quello che ho
imparato...è falso,io...io non...posso crederci.
Per la prima volta in tutta la sua vita,Sesshomaru si sentì
perso,in un oblio pieno di dubbi e incertezze.
Ma ora c'era altro alla quale prestare attenzione,qualcos'altro aveva
catturato la sua attenzione.
Di tutti gli edifici li attorno c'è n'era uno un
pò particolare,in larghezza misurava ottanta metri,in
lunghezza centoventi,possedeva una forma rettangolare e aveva due piani.
L'esterno era decorato con disegni e pitture rupestri,vi erano
disegnati persone e animali,yokai e hanyou,scene di battaglie e momenti
di vita quotidiana,ma il tutto disegnato in uno stile artistico
particolare,come l'arte ai tempi del neolitico,al tempo degli uomini
delle caverne.
Un enorme portone di legno,alto tre metri e largo due era situato di
fronte all'edifico,da esso uscì un uomo,era alto un metro e
ottanta e indossava un lunga veste nera,con dettagli bianchi,tra cui il
simbolo degli assassini posto dietro la schiena,non portava un
cappuccio sulla testa,è ciò gli scopriva la
testa,portava una lunga barba bianca,liscia e ben sistemata,mentre la
testa era priva di capelli.
- Laddove gli uomini seguono ciecamente la verità,tu,ricorda.
Disse l'uomo appena uscito dall'originale edificio.
- NULLA E REALE.
Risposero tutti i presenti nella piazza.
- Laddove gli altri seguono la morale e rispettano le leggi,tu,ricorda.
- TUTTO E LECITO.
Sesshomaru aveva già sentito quelle parole,erano le stesse
che la voce gli disse al villaggio di Kaede,qualche attimo prima di
addormentarsi.
- Nulla è reale,tutto è lecito? Ancora con queste
parole,che cosa vorrebbero dire?
Intervenne di nuovo l'anziano.
- Assassini,mi è giunta notizia di due membri della nostra
confraternita,entrambi yokai,di cui una è una vostra
sorella,Tsukino,Jin,fatevi avanti.
A sentire quell'ultimo nome,la gente in
piazza,piegò leggermente la testa,in segno di rispetto e un
mano sul petto,come saluto.
Dove prima c'erano baccano e chiacchiere ora non si sentiva
più nulla,solo un profondo silenzio di tomba era presente in
quel momento.
Solo Jin e Tsukino erano perfettamente immobili,increduli di fronte allo
spettacolo che si stava svolgendo attorno a loro,tutte quelle persone
stavano omaggiando lui.
- Fate spazio,a coloro che hanno portato qua un manufatto,di coloro che
vennero prima.
Disse l'anziano dalla lunga barba,mentre prendeva da sotto le vesti un
oggetto interessante,Sesshomaru lo vide da lontano...e rimase stupito
da quello che vide.
Una tavoletta di pietra,con le stesse identiche caratteristiche della
forma geometrica che aveva visto nella sua prima
"esperienza",iscrizzioni comprese.
- Non è possibile,ma quella è...
Non fece in tempo a finire la frase, che una fortissima luce lo
abbaggliò completamente,la sua vista soffriva visto che non
poteva chiudere gli occhi,eppure,c'era qualcosa che non quadrava con la
suya situazione attuale.
Si era accorto,che,nonostante il fatto che lui fosse completamente
accecato,tutti gli altri attorno a lui non n'è subissero
l'effetto,anzi,addirittura sembravano immobili,come statue,la cosa
preoccupava lo yokai,e non poco,ma tanto.
Lui non poteva vedere quello che accadeva attorno a lui,ma percepiva
quello che gli succedeva attorno,non una voce,non un sussurro si poteva
udire,niente,come se non ci fosse niente.
E poi,come per incanto,la luce...scomparve,lasciando dietro di
se,nulla,se non il fastidio che procurò alla vista dello
yokai.
- Adesso che sta succedendo?
Al posto della luce comparve di nuovo il buio,ma insieme
arrivò anche un forte formicolio in tutto il corpo,braccia e
gambe avevano ripreso sensibilità,le orecchie tornarono a
sentire,la bocca potè di nuovo muoversi e gli occhi poterono
tornare a vedere.
Riaquistate le proprie capacità,Sesshomaru si
alzò di scatto dal futon per poi guardarsi attorno.
Nulla nella stanza era cambiato,eppure,la sensazione di essersi
spostato c'era,lo sentiva,sapeva che era così,ma allora
perchè il suo corpo era rimasto sotto le coperte?com'era
possibile che lui fosse stato da qualche altra parte,pur rimanendo
immobile? Quesito assai complicato il suo,di risposte certe non
c'enerano.
La luce del sole entrava delicatamente dentro la stanza,per Sesshomaru
quello che sentiva all'interno del suo naso era l'odore del
mattino,l'odore dell'erba bagnata era inconfondibile.
Ma altrettando inconfondibile erano le cose che aveva visto,sentito e
soprattutto,compreso erano per lui autentiche sconvolgenti
verità.
Assiame al sole,una altra luce era apparsa,quella della
verità,una luce piccola,fragile,delicata,ma molto
potente,secoli di istruzione erano stati abbattuti da una
sola,indescrivibile,esperienza,vissuta nell'arco di una sola notte.
Forse questa volta,si era cacciato in guai ben più
pericolosi di quelli vissuti finora,alla festa mancava ancora molto
tempo,aveva tutto il tempo che voleva per assorbire ciò che
aveva appena appreso,ma avrebbe avuto la forza per accettarlo? Avrebbe
trovato il coraggio per dire a se stesso che forse aveva torto,su tutto
quello in cui credeva.
Nessuno poteva saperlo,tanto meno lui,ma una cosa era certa,non poteva
ignorare quello che ormai era divenuto un problematico dubbio,mai e poi
mai.
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Capitolo 19 *** Festa con sorpresa,prima parte. ***
Due settimane dopo,da qualche parte sul confine settentrionale delle
terre occidentali,il giorno della festa.
Era sera quando tutte le famiglie più importanti dei vari
territori degli yokai vennero invitate per il grande evento.
Sesshomaru era in sella al suo destriero,ma questa volta non era in
volo,si muoveva a terra,di fronte alla portatina in cui veniva portata
sua madre.
La scorta della famiglia Taisho era formata da trecento guardie armate
di Yari,altre trecento armate di katana,duecento arcieri,e quaranta
giganteschi Oni armati di Testubo,(Un Testubo e un arma di origine
Giapponese,consiste in una grossa mazza dal lungo manico simile ad un
mazza da Baseball,con la differenza che è molto
più pesante e in testa si possono trovare delle punte di
metallo,che possono essere di rame o ferro).
Ma anche con tutte quelle guardie,per Sesshomaru era come se attorno a
lui non ci fosse nessuno,i suoi pensieri erano la sua unica
preoccupazione al momento,in due settimane non era riuscito a pensare
ad altro.
L'esperienza che aveva vissuto,gli assassini,i templari,Akira,questa
storia non aveva più senso,troppa confusione,troppo caos,era
difficile capirci qualcosa in tutto questo.
Quel che era certo però è che tutto quello che
era accaduto avveniva sempre per via del fattore
scatenante,Sesshomaru,tutto quello che stava accadendo negli ultimi
tempi aveva a che fare con lui,sia direttamente che indirettamente,la
cosa ormai era evidente.
Forse anche quella festa aveva a che fare con lui,ma l'unico modo per
saperlo era andarci,anche se fosse stata una trappola.
In cuor suo però sperava di trovare delle risposte
più che soddisfacenti,tutti i dubbi che aveva in testa
avevano un sorta di nebbia,le risposte che cercava avrebbero potuto
disperdere quella foschia che tanto lo disorientava in quell'intricata
trama che era diventata la sua ossessione.
In lontananza si poteva vedere il luogo dell'evento tanto
atteso,situato in mezzo a quello che era un paesaggio di montagna,un
castello appariva all'orizzonte,era situato tra due monti molto alti e
l'unica via accessibile era uno stretto passaggio tra i due picchi.
La lunga catena montuosa faceva di quella reggia una postazione sicura
per gli attacchi,poichè le montangne circondavano tre quarti
della mura facendo si che solo un lato potesse essere quello
attaccato,quello frontale.
Ma all'infuori delle caratterische strategiche di quella
costruzione,ciò che stupiva veramente era la sua
archietettura,un muro di appena di tre kilometri copriva la zona
frontale,era fatto di finissima pietra tinta di bianco,ben lavorata da
abilissimi scalpellini,mentre il portone era in ferro,decorato su
modello delle campane dei templi shitoisti.
E oltre il muro,una torre,alta settantacinque metri con un tetto per
ogni piano della costruzione e un punta sul tetto dell'ultimo piano
alta almeno quindici metri,in parole povere,quella costruzione,era uno
spettacolo di ingegneria.
Ma Sesshomaru non stava pensando alla nobile costruzione alla quale si
stava dirigendo,ma al suo proprietario,Akira.
Dopo un ora di cammino,i membri delle più importanti casate
degli yokai erano giunte a destinazione,un membro alla volta doveva
presentarsi,dire il proprio nome per intero e dopo un controllo su una
pergamena piena di nomi potevano passare.
All'ingresso vi erano molte guardie,sulle mura gli arcieri
controllavano dall'alto probabili intrusi tra gli invitati,mentre le
guardie più sotto controllavano che gli ospiti non facessero
azioni strane,come attaccare le guardie oppure assassumere
atteggiamenti strani.
Arrivato il turno della famiglia Taisho,la signora Taisho venne pregata
di scendere dalla portantina.
- Buona sera signora,il vostro nome?
- Seiya Taisho e lui e mio figlio,Sesshomaru Taisho.
- Seya e Sesshomaru Taisho? Controllo subito.
Dopo una breve occhiata sulla sua lista si rivolse di nuovo ai due
invitati.
- Prego entrate,il mio signore aspetta con ansia.
Detto questo la guardia fece un cenno ad altre due che stavano di
fronte al portone armate di yari e protetti da armature leggere.
Dopo che madre e figlio entrarono vennero subito seguiti dalle loro
guardie,anche se erano ad una festa poteva esserci bisogno di
protezione,soprattutto per la signora Taisho.
Entrando nel castello non si poteva ignorare lo sfarzoso spettacolo al
suo interno,un area rettangolare,larga un kilometro e mezzo,con il
pavimento abilmente scavato nella roccia viva e con vari edifici sparsi
qua e la per tutta l'area,mentre i lati si poteva vedere una seconda
cinta muraria,più alta di quella esterna e con sei metri di
larghezza,una misura notevole per una cinta muraria.
- Incredibile,hai visto figlio mio?
Chiese la signora madre con un espressione che mostrava un leggero
stupore nel vedere quella meraviglia architettonica.
- Vedo,assomiglia molto alla corte di mio padre.
- Veramente no,ho preferito dare un mio tocco personale a questa mia
umile dimora.
Una terza voce intervenne nel discorso,madre e figlio si girarono in
direzione di essa vedendo subito la figura del padrone di casa.
- Signor Akira,come state?
- Bene signora Taisho,allora,vi piace il mio castello?
- E molto bello,allora,questa festa quando comincia?
- A momenti,tra poco farò un discorso,ovviamente
sarà rivolto a tutti i presenti e visto che voi siete i miei
ospiti d'onore,vorrei che occuppiate dei posti vicino a me.
- Lo faremo con piacere.
- Bene,allora e deciso,ora dovete perdonarmi,ma ho delle cose da fare,a
più tardi.
Le ultime parole erano dirette a Sesshomaru,poichè gli occhi
di Akira osservarono per un breve lasso di tempo la figura dello
yokai,Sesshomaru si era accorto di questo scambio di sguardi e lui
guardava il Templare con fare sospettoso mentre quest'ultimo si
allontanava tranquillo mentre il figlio di Inutaisho non lo era.
Passò all'incirca un ora da quando Akira aveva parlato con
la signora madre,in quel lasso di tempo Seya e Sesshomaru avevano
parlato con membri di altre famiglie,c'è n'erano di tutti i
tipi,dai yokai gatto a quelli pipistrello,dagli yokai Sakura,(ciliegi
in fiore),a quelli crisantemo,persino i membri del clan delle pantere
erano presenti.
Già,le pantere,quante volte si erano combattuti per
reclamare un pezzo di terra oppure vendicarsi di un offesa
subita,troppe,troppe volte,ma era ormai da tempo che i due clan si
scontravano,anzi,c'era pace tra di loro,da quando Sesshomaru aveva
riportato in vita le due sorelle e l'unico fratello di Toran,l'attuale
capo clan delle pantere.
Una ragazza dai lunghi capelli verdeacqua,occhi blu,un lungo kimono
viola che gli arrivava fino alle caviglie,stretto e senza la manica
destra,con un obi nero e degli stivaletti del medesimo colore,questa
era Toran,una ragazza forte e indipendente,che farebbe di tutto per la
sua razza,ma mentre lo yokai stava osservando la ragazza,lei a sua
volta si accorse di lui.
-Sesshomaru.
Disse la ragazza facendo il nome dello yokai mentre si avvicinava a
quest'ultimo.
- Ehi Sesshomaru è da un pò che non ci si vede.
Disse lei sorridendo al ragazzo.
- Toran,che sorpresa,anche tu qui?
- Già,come puoi vedere anche il clan delle pantere e
qui,allora,come ti sembra il padrone di casa?
- Non saprei dirtelo,sembra un tipo misterioso.
- Anche a me da questa sensazione,anche se da quello che so io non
sembra nulla di strano.
- Cosa vorresti dire?
- Forse tu non lo sai,ma è da poco tempo che il nome di
Akira si fa sentire tra gli yokai,nei territori delle pantere girano
delle strane voci,secondo la quale uno yokai va in giro per l'intero
paese a scavare.
- Scavare?
- Esatto,la cosa strana che dopo che io e il mio clan siamo venuti a
sapere di questa storia abbiamo ricevuto un invito a questa festa,non
pensi sia un pò strana come cosa?
- Forse,però non saprei cosa dirti,la faccenda sembra
sospetta.
- Temo lo sia sempre stata,comunque,ora devo andare,ci vediamo.
Detto questo la ragazza se ne andò,lasciando a Sesshomaru un
quesito che lo stuzzicava,che connessione c'era tra lo yokai degli
scavi e Akira? Che fosserro la stessa persona? Probabile.
Ma prima di interrograsi di più sulla
faccenda,vennè interrotto.
- Figlio mio,dobbiamo andare.
- Dove?
- Vicino al signor Akira,sta per iniziare il suo discorso,andiamo.
Disse la signora madre perfettamente tranquilla,eppure Sesshomaru non
lo era molto,anzi,era così preso dai suoi pensieri che non
si era nemmeno accorto del ritorno di sua,che girovagando per la piazza
aveva parlato con altri nobili,per poi tornare dal figlio.
I due si incamminarono verso il palazzo principale,quello che era il
più vistoso tra tutti gli altri,varcato l'ingresso si poteva
vedere benissimo un grande salone largo abbastanza da ospitare tutti
gli ospiti senza alcun problema,ai lati di essa,si vedevano dei tavoli
di legno coperti con drappi di seta bianca di altissima
qualità.
Ma la cosa più spettacolare era quello che c'era sopra,gli
oggetti che vi erano esposti,armi,vasellame,vestiti,oggetti di uso
quotidiano,erano tutti accuratamente posizionati l'uno poco distanti
dall'altro,ma sempre abbastanza lontani da non toccarsi tra di loro,che
così facendo si evitava di rovinarli.
Al centro della stanza invece,vi erano stati messi dei tipici cuscini
giapponesi,solitamente usati per sedersi e non come in occidente usati
per appoggiarci la testa.
In lontananza si poteva vedere Akira prendere posto su una piattaforma
di legno alta circa ottanta centimetri.
Mentre tutti i nobili prendevano posto l'uno di fianco all'altro,una
guardia si avvicinò ai componenti della famiglia Taisho.
- Perdonate il disturbo signori,i vostri posti sono qui,prego da questa
parte.
La guardia incaricata di accompagnare i due dayokai li portò
vicino alla pedana,alla quale lo stesso Akira si sarebbe rivolto a
tutti i suoi ospiti.
E mentre Sesshomaru si avvicinava al padrone di casa,sentì
di nuovo quella sensazione,il necessario bisogno di terminare la sua
vita,li e in quell'istante,senza preoccuparsi di tutti i presenti.
-Signora Taisho,Signor Sesshomaru,prego accomodatevi.
Disse Akira con modi educati e pacati per poi rivolgere nuovamente lo
sguardo verso la folla.
- Signore e signori,buonasera,vi ringrazio per essere qui nella mia
reggia,oggi,festeggiamo il potere che ogni famiglia,qui
presente,rappresenta nel mondo degli yokai,ma soprattutto,oggi
festeggiamo il vero ospite d'onore di questa sera,la storia.
Come molti di voi sapete,il mio castello è pieno di oggetti
antichi,voi giustamente vi chiederete,che cosa se ne fa un uomo di
queste cianfrusaglie? In effetti non avreste tutti i torti,ma,io vi
chiedo,avete mai pensato al passato?
Noi yokai possiamo vivere per moltissimo tempo,eppure e come se per noi
non fosse niente,come se fosse insignificante,ebbene,io ritengo che la
storia della nostra razza andrebbe ricordata,un applauso,a tutti voi e
ai vostri clan,che ci sia pace,ordine e giustizia in mondo di solo
caos,grazie per l'attenzione.
A discorso finito tutti i presenti cominciarono ad applaudire,grande
era il suono provocato dal veloce sbattere di mani che c'erà
li dentro e di certo non si poteva dire che non facesse il suo effetto
sentirsi applaudire solo per aver detto qualche parola con arte
oratoria.
- Vi ringrazio,infine,vorrei fare un ringraziamento speciale,alla
famiglia Taisho,Ad Inutaisho in particolare,un grande yokai,un grande
uomo,dalla quale tutti dovremmo prendere esempio,un applauso,alla
moglie e al figlio del generale cane.
Akira indicò,con la mano aperta,i due membri della famiglia
Taisho,che stava ad indicare gentilmente di rendere omaggio ad entrambi.
Un ennesimo battito di mani proveniente da tutti i presenti si fece
sentire per tutta la stanza.
- Ora signore e signori,potete andare a mangiare a mie spese,no
scherzo,divertitevi.
Con queste ultime parole,gli invitati si alzarono e si diressero
fuori,per parlare,mangiare,bere e qualche volta dare un occhiata ai
beni storici messi in esposizione.
Per un pò Sesshomaru e sua madre andarono in giro per la
piazza,entrando nelle zone aperte al pubblico,dove vi erano esposti i
vari oggetti storici,molti avevano un aspetto
riconoscibile,più tipici dell'epoca,in cui secoli fa gli
yokai presenti erano natiin quel periodo e quindi riconoscevano alcuni
oggetti non più in uso da tempo,altri ncora avevano un
aspetto bizzarro,rude,antico,con forme e motivi artistici
particolari,insoliti per la cultura giapponese di quel periodo.
Qualche volta,si potevano notare delle strane bamboline di
terracotta,con corpi tondeggianti,con una testa larga e occhi grandi e
tondi,per non parlare poi delle strane incisioni presenti sui loro
corpi,che di certo incutevano una certa curiosità in chi li
guardava.
Dopo qualche minuto,che stava ancora camminando,Sesshomaru,che guardava
quasi interessato gli altri pezzi più antichi,in
lontananza,n'è vide uno particolare,che attirò la
sua attenzione.
Poco alla volta si avvicinava all'oggetto interessato,vedendolo bene
aveva una forma già vista,con segni già visti e
dettagli indimenticabili,aveva ormai capito a cosa si stava
avvicinando,eppure,contro ogni probabilità,si trovava
davanti a qualcosa che mai si sarebbe aspettato di trovare.
La tavoletta di pietra che era presente nel suo sogno.
Rimase sbalordito nel vedere un oggetto come quello,sul suo volto non
c'erà più quell'espressione fredda tipica del suo
carattere,ma piuttosto c'erano due occhi dallo sguardo meravigliato,la
bocca semi aperta e un espressione meravigliata sul volto.
Non riusciva a crederci,era li,di fronte a lui,nel vederla,lo yokai
avvertiva qualcosa di strano,come se n'è fosse attratto,come
una falena che si dirige verso una fiamma,ma non riusciva a capire
perchè,eppure era soltanto una tavola di pietra con delle
cuiose scritte sopra.
Continuando ad osservare quella pietra,notò qualcosa di
veramente strano,era durato solo un attimo,eppure,gli era sembrato di
vedere qualcosa di strano,una bagliore,un rapidissimo lampo di luce che
gli era passato davanti agli occhi,era duratyo solo un solo istante,ma
Sesshomaru aveva l'impressione,che per un attimo,le incisioni
sull'oggetto si erano illuminate.
sbattè le palpebre e i un attimo accadde qualcosa,tolse lo
sguardo dall'oggetto per poi notare che tutto attorno a lui era
fermo,le persone,i suoni,niente era più in movimento,gli
yokai sembravano statue,immobili,come se la vita stessa si fosse
fermata.
Ma ad un tratto qualcuno si mosse tra i presenti,era il padrone di casa
Akira,sul suo volto non c'era alcun segno di stupore per l'evento
appena accaduto,anzi,era tranquillo,come se non fosse successo
nulla,poi,un sorriso comparve sul volto del templare.
-Signor Sesshomaru,le piace la festa?
Sesshomaru,in preda,a un leggero nervosismo,posò la mano sul
manico di Bakusaiga,quasi a volsersi preparare per uno scontro con l
diretto interessato.
- Che cosa è successo? Perchè sono tutti immobili?
- Questo? Ah si,effettivamente avevo previsto una situazione
simile,infondo,sentivo,che in modo o nell'altro la sua presenza avrebbe
scatenato questo superba conseguenza,d'altro canto,speravo che
accaddase un evento straordinario come questo?
- Che volete dire?
- Semplice,lei,Signor Sesshomaru è la persona che stavo
proprio cercando,un uomo in grado di fare cose straordinarie,prego,mi
segua,abbiamo molto di cui parlare.
Akira si incamminò verso l'uscita in completa
tranquillità,Sesshomaru lo vedeva allontanarsi con sguardo
nervoso e digrignando i denti,ma nonostante la sua preoccupazione per
la cosa,decise di seguirlo
Il dayokai gli era subito dietro dirigendosi così verso
l'esterno dell'edificio,anche all'esterno tutto era immobile,gli
invitati,le guardie,il cielo,il vento di montagna,persino le fiamme dei
focolari era bloccate,nel vedere quello spettacolo,tutto sembrava
così innaturale.
- Allora Signor Sesshomaru? Le piace la festa? Cosa pensa dei miei
ospiti,del cibo e della mia collezzione privata di antichità?
- Non qui per queste stupidaggini,che cosa è successo prima?
-Questo? Volevo confermare la mia ipotesi su di voi e a quanto pare
avevo ragione,voi siete un uomo pieno di capacità nascoste.
- Che intendete dire?
- Vedete,nel corso della storia,Sono accaduti fatti
straordinari,pochi,ma di grandissima importanza,lei signor
Sesshomaru,fa parte di questi rari eventi.
- Non capisco.
- Avete presente la tavoletta di pietra che tanto vi interessava?
Ecco,non'è una semplice tavoletta di pietra,mi spiego?
- No e comunque,cosa c'entro io con tutto questo?
- Ma e ovvio,voi,siete uno yokai diverso da molti altri.
- Diverso in cosa?
- in tutto,a cominciare da Rin,devo ammetterlo,il modo in cui avete
salvato quella bambina dalla morte,per non parlare che l'avete trattata
come se fosse figlia vostra,devo dire,che sono sbalordito,sbalordito e
contento.
- Come fate a sapere di Rin?
- Oh beh,ci sono tante cose che so di voi,del vostro gruppo,di Inuyasha
e dei suoi amici,della sfera dei quattro spiriti e della vostra guerra
contro Naraku.
- Ci ha tenuto d'occhio per tutto questo tempo,quindi,ci stavate
spiando.
- In un certo senso,come templare ho il compito di tenere d'occhio le
cose più importanti,ma prego,continuamo a
camminnare,c'è un posto che prima vorrei farle vedere,poi se
vorrà,potrà provare ad uccidermi.
Akira sapeva bene che Sesshomaru aveva intenzione di farlo secco,lo
sapeva fin dal principio,il viso contratto in una smorfia arrabbiata,lo
sguardo di cane pronto ad azzannare,una mano che qualche volta si
posava sul manico della spada,tipici segnali di una comunicazione non
verbale,dove le parole possono dire qualche cosa,ma è il
corpo a mostrare la verità.
E Akira sembrava a suo agio in quella situazione,dalla quale poteva
scrutare il suo bersaglio e intuire le sue vere intezioni,anche se
ciò non lo faceva sentire superiore al suo ospite e quindi
era privo di ogni forma di arroganza e di presunzione.
Dopo qualche minuto arrivarono di fronte ad uno delle pareti scavate
nella montagna,era vuota,senza niente di rilevante,solo un pezzo di
muro liscio,tutto qui.
- Siamo arrivati.
Disse Akira,con assoluta tranquillità.
- Io non vedo niente.
- Errore,lei vede l'illusione,ma non vede la
realtà,poichè è più facile
intendere la realtà come percezione delle cose
materiali,piuttosto che scrutare la loro vera essenza,per esempio.
Akira non ebbe il tempo di finire la frase,che il pezzo di muro che
avevano di fronte a loro si aprì,dividendosi in due parti
che si infilarono all'interno del muro,Sesshomaru si stupì
nel vedere ciò,senza che il templare avesse mosso un dito
per aprirlo.
- Il mondo in cui viviamo è pieno di segreti,inganni e
illusioni,ma,se si riesce a vedere il mondo per quello che
è,allora si possono superare le normali concezioni che il
mondo ci istiga a imparare,per poi diventare migliori,sia nel corpo che
nella mente,così da poter diventare superiori agli
spregevoli inganni di un mondo ipocrita e senza morale,ma la
prego,entri.
Akira entrò all'interno della cavità comparsa
all'interno nella roccia per poi essere seguito da Sesshomaru,senza che
questo potesse ribattere una sola parola sul discorso precedente.
- Qui non c'è niente.
commentò Sesshomaru irritato per quello che sembrava una
perdita di tempo.
- Infatti,adesso scendiamo.
La mano del padrone di casa si mosse contro la parete di fronte a
lui,appoggiandola,su una piccola asticella di legno,infilata nel muro
in posizione obliqua,con la punta verso il soffitto.
La mano strinse il curioso oggetto,abbassandolo,facendo fare al pezzo
di legno un movimento simile a quello di una leva,che fece chiudere il
varco alle loro spalle.
Una strana sensazione si poteva sentire sotto i piedi di
Sesshomaru,come se qualcuno lo stesse portando verso il basso,eppure
lui era perfettamente immobile,ma continuava a sentirsi trascinato da
questa curiosa e flebile forza che lo portava in giù.
- Cosa succede?
Chiese Sesshomaru senza capire cosa stesse succedendo.
- glie lo già detto,stiamo scendendo.
- Scendendo? Ma se non ci siamo mossi per niente.
- Vero,tuttavia non siamo noi che ci stiamo spostando,questa stanza si
spostando per mio volere.
- Che magia è mai questa?
- Magia? No signor Sesshomaru,innovazione,progresso,conoscenza,questa
stanza n'è è la dimostrazione.
- Di cosa state parlando?
- Le faccio un esempio,secondo quale criterio,questa cosa in cui noi ci
troviamo all'interno è in grado di
spostarsi?Magia?No,funi,carrucole ed ingranaggi,sono queste che
permette a questa stanza di portarci su è
giù,tutte le volte che vogliamo,il nome che i pochi umani
sanno della sua l'esistenza è
<>,mentre la conoscenza che
permette a questo ascensore di muoversi porta il nome di
<>.
- Meccanica? E cosa sarebbe?
- Semplice,la meccanica e quella pratica che permette ad un oggetto
inanimato,di muoversi,attraverso un semplice o complicato sistema di
articolzioni artificiali,come ingraggi,leve,perni e altre cose.
Un grande silenzio era sceso in quel momento,dimostrando
così che Sesshomaru non ci aveva capito molto.
- Non'è più semplice usare la magia?
- Certo,eppure preferisco usare l'ingegno del progresso,piuttosto che
le arcaiche conoscenze su incantesimi e stregonerie,anche se la
maggiorparte degli yokai è ancora abituata a vedere il mondo
da un punto di vista ormai vecchio e inefficacie,per esempio,avete
notato come gli ospiti si parlavano tra di loro? Compresa vostra madre
naturalemente.
- Si e con questo?
- Riflettete,dietro le loro parole gentili e la loro falsa
cortesia,tramano l'uno contro l'altro,cospirando gli uni alle spalle
degli altri,tutto questo lo trovo ridicolo e vergognoso,pensano
unicamente loro strssi,quando in realtà potrebbero
collaborare,in nome di un bene più grande di loro,sono degli
egoisti,alcuni di loro non meno di Naraku.
Di nuovo quel nome,Naraku,com'era possibile che lui n'è
fosse a conoscenza?che avesse avuto dei rapporti con lui? Se non
addirittura un intervento diretto con la figura del oscuro mezzodemone.
- Come conoscete quel nome?
Chiese Sesshomaru con una certa preoccupazione per la cosa.
- Sono un templare,sapere certe cose per uno come me è
fondamentale,ma,c'è una cosa che voglio dirle,i veri segreti
non sono quelli che cerca di tenermi nascosto,ma sono quelli che ancora
lei non conosce.
Con queste ultime parole,Akira creò un nuovo dubbio
nell'animo del dayokai?
Se Akira sapeva già tutto sul conto di Sesshomaru,quali
altre cose non aveva ancora detto al suo ospite principale?
Quel che era certo è che Akira sapesse più cose
di quelle che diceva di sapere,forse era per questo che Sesshomaru
stava sempre attento,pronto a sfoderare la spada è forse,non
faceva male ad essere così dubbioso,di un uomo con fin
troppi segreti.
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Capitolo 20 *** Festa con sorpresa,seconda parte ***
Dopo poco tempo,passato all'interno di quel piccolo spazio,l'ascensore
si fermò facendo si che un altra porta divisa in due
parti,si aprisse ai due lati,scomparendo all'interno della pietra
montana
- Siamo arrivati.
Disse Akira,uscendo dall'ascensore seguito subito dal dayokai.
Lo spettacolo che Sesshomaru si trovava attorno a lui era
incredibilmente spettacolare,un enorme e vasta area cittadina si
trovava di fronte a lui,stranezze di ogni sorta era presente agli occhi
del glaciale yokai.
Strane costruzioni erano li,case costruite nella pietra erano presenti
in quel luogo,strade rurali percorrevono l'intera area formando
percorsi ed incroci di precisione geometrica,ai lati di quest'ultime si
potevano vedere degli uomini,sia umani che yokai, impegnati nel
setacciare il terreno in cerca di qualcosa,mentre soldati yokai
giravano in armatura completa ed erano intente ad osservare e
controllare l'attivita degli uomini.
-Che luogo e questo?
- Qui ci troviamo in punto particolare di questa zona,da quello che
so,questa era una zona abitata da una comunità
mista,ovverò,una società formata sia da umani che
da yokai,cosa che è stata confermata dalla presenza di vari
corpi rinvenuti nella zona.
- E molto interessante,ma non mi avete portato qui per questo,vero?
- Esatto,a giudicare dalla presenza di alcuni interessanti ritrovamenti
ho scoperto una cosa sorprendente,una cosa che potrebbe riguardarvi
molto.
Akira fece segno a Sesshomaru di seguirlo ancora una
volta,poichè loro si trovavano in una zona più
ata rispetto a quella che dovevano raggiungere dovettero attraversare
una rampa scavata nella roccia che conduceva direttamente al luogo che
dovevano raggiungere.
Percorrendo quella strada in discesa,Sesshomaru si accorse,della
presenza di piccoli muri spaccati,o meglio,resti di mura domestiche
ormai ridotti in semplici perimetri che delimitano le case,giusto
qualche muro era in piedi ed era raro vedere una casa completamente
integra o per lo meno con solo qualche buco.
Da la sopra si poteva intravedere qualche scheletro,alcuni all'interno
della case,altri in strada o sul ciglio di essa,è non tutti
presentavano le stesse particolarità,alcuni erano con le
braccia spalancate,altri accasciati contro i muri,alcuni era persino
seduti contro di essi,la presenza di così tanti corpi era
una cosa fin troppo strana,anche per qualcuno che non si intendeva
affatto di storia.
Scendendo sempre più,ci si accorgeva che la rampa era
più lunga di quella che sembrava e molto meno inclinata di
quello che dava a vedere,misurava sui duecento metri e aveva un
inclinazione talmente minima da sembrare nulla,cosa alquanto
particolare quando tutto il resto aveva un livello architettonico
primitivo e privo di grazia geometrica.
Scesi fino in fondo dalla strada inclinata,vennero subito raggiunti da
una guardia.
- signore,ci sono delle novità riguardo alle scoperte.
Disse la gaurdia al padrone di casa.
- Bene,mi dica tutto.
- La struttura che ci ha chiesto di controllare ha dato segni di
attività,adesso non sappiamo come intervenire.
- Non si preoccupi,ci penso io,dica a tutti i cercatori che ora possono
tornare alle loro case e che riceveranno una paga in riso,carne e la
paga per i loro sforzi.
- Certo.
- Ah,non dimentichi di dirgli che se hanno bisogno di
qualcosa,bastarà chiedere,può andare.
- Si signore.
La guardia chinò la testa rispettosamente è se ne
andò,lasciando il suo signore è Sesshomaru con
una nuova domanda da porsi,se gli invitati erano
immobili,perchè loro due e tutti quelli all'interno della
montagna erano perfettamente in grado di muoversi?Cosa impediva loro di
bloccarsi?
- Signor Sesshomaru,vedo che è rimasto stupefatto da quello
che vede,ebbene si,loro non subiscono gli effetti della pietra,sa
perchè?Perchè questo posto è
speciale,proprio come quella pietra...e anche come voi.
Akira è Sesshomaru,ripresero di nuovo il cammino,il figlio
di Inutaisho si sentiva strano a rimanere in quel posto,in quel luogo
così vecchio e misterioso,antico è pieno di cose
incomprensibili.
Via via che si inotravano all'interno dell'area il paesaggio diventava
sempre più strano,strane statue dell'altazze di uomo
emergevano dalle costruzioni in rovine,alcune crollate,altre in
piedi,tutte con lo stesso aspetto,propèrio come le bamboline
di terracotta che si vedevano alla festa.
Dopo un pò di tempo,passando di casa in casa,arrivarono ad
un immenso spazio vuoto,dominato dalla presenza di una delle cose
più strane sulla quale gli occhi dell'inuyokai si siano mai
posati.
Era una specie di monumento,era alto sei metri e largo due ed formato
semplicemente da due colonne che sostenevano una colonna orizzontale
perfettamente combinata con in due pilastri di sotto,sembrava una sorta
di torii,(un Torii e una tipica costruzione legata alla religione
shintoista,consiste in due colonne che ne sostengono un altra in
orizzontale posta sopra di loro,sono considerati simboli di fortuna e
prosperità ed uno in particolare si trova nel santuario di
Itsukushima,considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO
a partire dal millenovecentonovantasei).
Le colonne avevano una forma particolare,era perfettamente
dritte,rettangolari,nere come la notte,con una superficie liscia,tanto
che lo yokai ci si poteva quasi specchiare
- Allora signor Sesshomaru,come le sembra?
Lo yokai aveva lo sguardo fisso su quella cosa,stupito,c'era qualcosa
in essa che attirava la sua attenzione.
- Che cos'è?
Chiese Sesshomaru mentre si avvicinava alla strana costruzione di
fronte a lui.
- Purtroppo non saprei dirlo,tutto ciò che so è
che questa cosa era qui ben prima di tutte le altre costruzioni qua
attorno,ma la sua funzione,resta per me un vero mistero.
lo yokai si avvicinava sempre di più alla struttura,con una
mano rivolta verso di essa,sul palmo riusciva a sentire qualcosa di
strano,come se qualcosa lo tenesse per il polso,quasi a volerlo
prendere con se.
E poi,ancora un altro passo è l'avrebbe toccata,sentiva il
cuore in gola,sentiva che non era sicuro entrare in contatto con quella
cosa,ma non riusciva a farne a meno,un impulso irrefrenabile si faceva
strada nella sua menten e di certo non poteva essere una cosa normale.
- Ma,c'è una cosa che ho scoperto.
La voce di Akira si fece udire di nuovo,riattirando l'attenzione di
Sesshomaru su di lui.
- Lo stesso giorno in cui ho inviato il mio brigante a cercarvi,questa
costruzione ha cominciato a dare segni di attività.
- Segni di attività? Che tipo di attività?
Akira non fece nemmeno in tempo a rispondere,che in breve,accadde
qualcosa che avrebbe rimpiazzato ogni parola che sarebbe stata
pronunciata dal padrone di casa.
Mentre lo sgaurdo di Sesshomaru era ancora fisso sul volto di Akira,la
sua mano,quella che era rivolta verso la struttura,venne colpito da
qualcosa.,come a ricevere una scossa,ma senza sentire il dolore,solo il
colpo si era fatto sentire.
Giratosi all'improvviso,lo yokai si guardò la mano,sul dorso
non vide nulla,la girò e vide quello che c'era sul palmo,un
segno.
- Ma cosa...
Vedere quella cosa sulla sua mano lo lascio non poco sorpreso,di certo
non si poteva dire che la cosa non lo avesse spaventato,almeno in
piccola parte.
Guardò attentamente quello che c'era sulla sua mano,sul suo
palmo era riportata un immagine particolare,due puntini uniti da una
linea.
- E questa che cos'è?
Disse Sesshomaru guardando stupito l'accaduto,avrebbe voluto farsi
delle domande,ma non ebbe neanche il tempo di formulare una sola
parola,che accadde qualcos'altro.
Un fortissimo e grandissimo bagliore comparve nello spazio della strana
costruzione,il vuoto che c'era prima era stato sostituito da una
fortissima luce bianca.
Sesshomaru riuscì comunque a pararsi gli occhi con
un braccio,sostenere lo sguardo contro quella struttura era
impossibile,provò a guardare da sotto il braccio che gli
copriva gli occhi,ma nulla da fare,provò allora di coprirsi
il volto con la mano,per poi guardare tra le fessura della dita,ma
ancora niente,ogni tentativo era inutile.
All'improvviso vide qualcosa di strano,sembrava polvere e svolazzava
verso la fonte di luce,Sesshomaru vide per terra,eppure non c'era nulla
che si alzasse dal terreno.
Ma poi arrivò ad una sconcertante deduzione,quando vide
quello che sembrava polvere,lo vide dopo che si era messo il braccio
davanti al viso,quindi,c'era solo un altra spiegazione.
Si girò con le spalle rivolte verso la
struttura,così da potersi riparare da quella fortissima
luce,controll la parte del braccio con la quale si era coperto dalla
luce,poi,una scena terrificante.
Il palmo della mano,le dita e la parte sotto dell'avambraccio erano
privi della pelle e dei muscoli sottostanti,ma in compenso,al loro
posto,c'era una strana sostanza luminescente,come quella prodotta dalla
bizzarra costruzione.
- Che cosa mi sta succedendo?
Chiese Sesshomaru notando che era il suo braccio quello che si stava
sbriciolando.
Ormai era chiaro,Sesshomaru era più tanto freddo,anzi,ormai
la situazione gli era sfuggita di mano,gli occhi sbarrati,la
respirazione acceerata,il battito cardiaco accellerato,l'adrenalina che
si faceva sentire,lo stress ormai,aveva fatto raggiungere la pazienza
di Sesshomaru al culmine.
Nemmeno uno calmo e riflessivo come lui,era in grado di sopportare
tutti quegli effetti sorpresa,la pazienza non dura per sempre,nemmeno
per uno yokai.
- Nulla di che,solo una cosa transitoria.
Disse Akira perfettamente calmo,anche se in realtà nemmeno
lui se la passava diversamente.
Anche lui si stava polverizzando.
- Cosa?
- Vedete signor Sesshomaru,c'erà un motivo ben preciso per
la quale vi ho condotto fin qui...ed era proprio questo.
- Tu...
Sesshomaru era arrivato al limite,quella era la goccia che faceva
trabocare il vaso,era stanco di misteri e rovine,voleva solo ucciderlo
e questa volta non si sarebbe fermato.
Se proprio doveva scomparire,avrebbe preso la vita di Akira e lo
avrebbe portato con se all'altro mondo,nessuna strategia,nessuna via di
fuga,solo lui,Akira e Bakusaiga.
Mise la mano sul manico della sua spada,piegò le
gambe,scatto in avanti partendo in punta di piedi,slancio
selvaggio,estrazione della spada,entrambe le mani sul manico portando
la spada sopra la testa e poi,colpì.
Ma Akira,non era d'accordo col suo ospite.
- Spiacente signor Sesshomaru,ma temo che lei non farà in
tempo a colpirmi.
Akira se ne stava immobile,rilassato e con un piccolo sorriso sul
volto,per lui la cosa sembrava indifferente,come se l'attacco di
Sesshomaru fosse stato un evento perfettamente normale,come qualcosa di
ovvio.
Sesshomaru sentiva la lama che si stava avvicinando al suo
bersaglio,ancora poco e l'avrebbe tagliato in due.
O così sarebbe dovuto accadere.
Prima ancora che Bakusaiga toccase
Akira,quest'ultimo,contrattaccò,rimanendo perfettamente
immobile,spostò la mano destra in direzione della spada e
poi,un colpo improvviso,il dorso della mano colpì le mani di
Sesshomaru,spostando il colpo verso la destra di Akira,facendo
scontrare la spada contro il terreno.
Lo yokai non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi che il padrone di casa
passò all'attacco,dopo aver deviato il colpo,girò
su se stesso in senso orario e poi,con la gamba destra,colpire il suo
ospite nella parte destra della mascella con il tallone,provocando un
danno abbastanza forte da buttare a terra Sesshomaru con notevole forza.
Tali erano stati la forza e la velocità del colpo,che
Sesshomaru non fece nemmeno in tempo a parare il colpo,cadde a terra
colpendo rovinosamente il duro terreno,poi si alzò con il
busto facendo leva sulle mani e vide negli occhi di Akira che non c'era
alcun tipo di espressione.
Vedeva bene quello che c'era nelle suo sguardo,non una nota di
gioia,n'è di superiorità,non c'era
disgusto,n'è tanto meno disprezzo,dove prima c'era un
sorriso sul viso del padrone di casa,ora non c'era niente,solo delle
labbra fin troppo inespressive,era come se avesse preso le espressioni
di Sesshomaru e poi le abbia fatte sue,con l'eccezzione di aver preso
oognuna di quelle manifestazioni vagamente emotive appartenenti al
figlio di Inutaisho e gli abbia tolto,una ad una la freddezza.
- Che cos'hai da guardare?
- Vedo un ragazzo,molto coraggioso,sprezzante del pericolo e molto
fiducioso in se stesso,ma anche impreparato,sconsiderato e totalmente
inesperto in un vero scontro fisico,soprattuto se in uno scontro come
questo sono incluse avanzate tecniche di lotta,sia di combattimento
armato che disarmato,non siate sciocco,accettate la mia offerta,unitevi
a noi.
Disse Akira allungando un braccio e porgendo la mano allo yokai per
terra.
Ma Sesshomaru non voleva il suo aiuto,si rialzò da
solo,mantenendo così il suo orgoglio da guerriero.
- Come immaginavo,non siete il tipo di persone che si arrende
facilmente,però,se fossi in voi,accetterei l'offerta,sa e
molto vantaggiosa,sia per lei,che per me.
- No.
Disse Sesshomaru rivolgendosi ad Akira con tutto il disprezzo che aveva
per lui,non gli importava nulla di chi fosse o quanto potesse essere
abile,addirittura,stava lasciando perdere il fatto che sia il suo corpo
che quello di Akira si stavano polverizzando.
- N'è siete sicuro?Non volete sapere per quale motivo ho
scelto voi?Non provate il desiderio di sapere di più da
questa storia?
- L'unica cosa che voglio...
Grande era la forza che la sua mano sprigionava nello stringere il
manico di Bakusaiga,un profondo desiderio di morte per il suo
avversario si faceva strada attraverso la sua mente.
- E UCCIDERTI.
Dopo l'urlo,un altro scatto,ma questa volta era diverso,era
più cattivo,più massiccio e più
slanciato,stesso attacco di prima,scatto felino e spada sopra la
testa,esattamente come prima.
Ma ancora una volta Akira non sembrava preoccupato,anzi,era di nuovo
immobile,consapevole delle conseguenze che quell'attacco,eppure,il suo
animo era tranquillo e placido,non vi era alcuna preoccupazione nel suo
animo,ma ciò non voleva dire che non fosse attento.
Si stava preparando per il prossimo colpo,le braccia lungo i fianchi,lo
sguardo vigile,i nervi saldi,la respirazione regolare,tutte cose che
Akira aveva in quel momento.
La spada che si avvicinava ancora una volta,poi,la contromossa.
Poco prima che la spada si abbassasse abbastanza da aprirgli la testa
come un anguria,il braccio sinistro di Akira si alzò
velocemente e con la mano gli bloccò un polso,mentre con
l'altra mano gli prese il colletto del kimono,girò su se
stesso di centoottanta gradi,poi si piegò in avanti.
Il risultato,Sesshomaru era stato proiettato per terra,con la schiena a
contatto col suolo,la forte botta ricevuta,il fiato mozzato per
l'impatto subito,i polmoni schicciati contro il retro della gabbia
toracica,tutti segni che stavano a significare che il suo attacco,non
solo era stato inefficace,ma che gli si era ritorto contro,cosa che di
certo non era molto bella.
Lo yokai faceva fatica respirare,sentiva che gli mancava il fiato,che
la sua schiena si era abbattuta con troppa forza contro il
terreno,tossiva,il suo corpo cercava l'aria,ma a fatica raggiungeva i
polmoni.
Akira lo guardava,vedeva il suo ospite preferito disteso a terra,sporco
di polvere,che annaspava in cerca dell'aria.
Mentre lui era in piedi,trionfante,con gli abiti puliti,non un
graffio,non un piega,nemmeno un pò di polvere,nemmeno su i
suoi tabi o i suoi sandali,lui era perfettamente integro.
Nel suo sguardo non c'era superiorità,semplicemente
osservava,forse incuriositò,forse interessato,ma a cosa di
preciso?
- Signor Sesshomaru,temo sia evidente la differenza che ci
contraddistingue,con questo non dico di essere migliore,io ho
semplicemente più esperienza,più
capacità,l'unica cosa che ci accomuna e la
testardaggine,guardi lei per esempio,lei insiste nel non volere
accettare il dono che le sto facendo,mentre io non riesco a smettere di
chiedervi di entrare nei ranghi del nostro ordine,perchè
insiste così tanto?
Sesshomaru provò rialzarsi,ma la cosa gli sembrava
difficile,troppo grande era il suo svantaggio su Akira.
Il chiarore naturale della sua pelle stava scomparendo facendo prendere
lentamente posto al vuoto,non poteva scomparire senza essere riuscito a
colpire quel maledetto,non poteva,non voleva,non lo accettava,per
questo cercò di rialzarsi.
Ma prima ancora di poter mettersi in piedi,qualcosa lo prese per le
vesti,era una delle mani di Akira.
Lo prese delicatamente,rimettendolo in piedi,su gambe non molto stabili.
- Allora signor Sessh...
- La mia risposta...rimane no
Disse lo yokai con respiro debole ed affannato.
- Vedo che siete un tipo tenace,ma purtroppo per voi,lo sono anch'io.
Akira strinse di più la presa sulle vesti del giovane
yokai,poi,con forza bruta,lo lanciò contro la luce
abbagliante,che lo assorbì completamente.
- Interessante,spero solo che la mia intuizione sia giusta.
Pensando questo,Akira,si avviò lentamente verso il bianco
accecante che gli stava di fronte,non una sola emozione si percepiva
sul suo volto,nessuna paura,nessuna esitazione,solo una
tranquilla,serena,ma grand,sete di conoscenza.
più si avvicinava,più il suo corpo
svaniva,lentamente,in miriade di frammenti dalle dimensioni
notevolmente piccoli,ed infine,il nulla.
Nessun corpo,nessuna carne,nessuno scheletro,aria e polvere,solo questo
era rimasto di loro due.
Due minuti dopo,in luogo imprecisato,qualcosa comparve dal nulla.
Un grosso ammasso,formato da quello che sembrava polvere o
sabbia,comparve all'improvviso,che,subito dopo essere comparso da
chissà dove cominciò a compattarsi.
Da quell'ammasso però,accadde una cosa ancora più
strana,cominciava a prendere un forma interessante,sembrava quella di
un uomo.
Gambe,braccia,tronco,testa,non mancava nulla,anzi,si stavano formando
persino dei capelli e delle vesti,si stava creando una persona.
Ed infine,da quella moltitudine di granelli uscì
fuorì un ragazzo.
Era Sesshomaru e questa volta tutto intero,si guardò
attentamente, i piedi c'erano,le mani
c'erano,kimono,corazza,spallaccio,calzature,spada,c'era tutto.
- Cosa mi è successo? E poi,dove mi trovo?
Si chiese mentalmente lo yokai con immenso stupore,mentre si guardava
attorno per capire in quale altro assurdo posto si trovasse.
Attorno a lui il paesaggio era decisamente
particolare,guardò in alto,si vedeva il cielo,era
grigio,sembrava finto,irreale,non c'era nemmeno un alito di
vento,sembrava di stare al chiuso.
Sotto di lui il terreno era bianco come la neve,era lisco è
non presentava anomalie di alcun genere,era tutto un perfetto piano
orrizontale.
si guardò attorno è vide una zona vuota intorno a
lui,un fossato senza fondo,nero come la notte,che circondava il terreno
su qualle stava Sesshomaru,un cerchio molto ampio.
Oltre il fossato si potevano vedere delle mura altissime,che
circondavano l'intera zona,mura liscie,anch'esse bianche,ma non erano
liscie,anzi,presentavano delle linee orizzontali e verticali,che,di
tanto in tanto,ogni cinque metri,la linea orizzontale incrociava una
linea verticale,formando così una croce.
Nello scorgere quel luogo bizzarro si sentì
perso,disorientato,confuso,era come se quel luogo nascondesse qualcosa.
- Che posto è questo?
- Domanda interessante.
A sentire quella voce provenire dietro di lui si girò
immediatamente,era Akira,con lo stessa identica calma stanpata sul
volto.
- Tu,sei stato tu a scagliarmi contro quella luce,se sai qualcosa dillo
subito.
- Quanta fretta signor Sesshomaru,ma temo che nemmeno io sappia cosa
sia successo,vede,l'unica cosa che posso dirle per certo e che
teoricamente,questo posto non'è reale,o per meglio
dire,è reale fino ad un certo punto.
- Spiegati meglio.
- La forma è l'aspetto di questo luogo è stato
ifluenzato dalla presenza di uno o più elementi estranei,in
questo caso gli elementi saremmo io e lei,qualunque cosa sia
è reale finchè noi lo percepieamo come tale,se la
nostra logica lo definisce reale esso sarà reale.
- Davvero?come fai ad esserne così sicuro?
- Semplice,non'è la prima volta che vedo bizzarie
simili,anzi,dei tanti manufatti che ci sono a questo mondo,la pietra
con le incisioni e questa porta,sono solo due di questi,c'è
ne sono molti altri,sparsi per questo nostro grande e vario mondo.
- Manufatti? vuoi dirmi che ci sono altre cose come quelle?
- Ops,temo di aver detto troppo,spiacente signor Sesshomaru,ma temo di
non poter continuare oltre,almeno che lei non...
- quando dico no è no.
- Come volete,temo che per convincervi,dovrò usare le
maniere forti.
detto ciò assunse una posizione interessante,la gamba
sinistra leggermente piegata in avanti mentre la gamba destra veniva
tenuta rigida mentre veniva posizionata dietro e le braccia venivano
messe di fronte al torace,il braccio sinistro era davanti a quello
destro ed in entrambe le braccia le mani venivano tenute semiaperte.
- Arrivo.
Akira fece uno scatto in avanti avvicinandosi rapidamente a Sesshomaru
che a fatica si era accorto del moviemento fatto da quest'ultimo.
Il templare gli mise la mano sinistra sul volto,coprendogli gli occhi
ed accecandolo temporaneamente,mentre con la mano destra,gli
tirò un velocissimo schiaffo verso l'orecchio
sinistro,provocando così,non un violento piegamento del
collo,cosa molto pericolosa in un combattimento ravvicinato,ma anche un
momentaneo stordimento provocato dallo schiaffo,che,arrivando
sull'orecchio,produsse un fischio,causandogli così un
leggero senso di stordimento.
staccatosì da Akira,Sesshomaru faceva fatica a comprendere
quello che era successo,sapeva di essere stato colpito,ma la botta
ricevuta gli impediva di ragionare lucidamente,un colpo tanto semplice
quanto devastante.
ma questo per Akira non era abbastanza,sempre con la mano destra
akirà gli mollò un montante che gli
arrivò dritto nello stomaco,un altro colpo effettuato con
molta forza bruta.
Sesshomaru si piegò in due dal dolore,il colpo che aveva
ricevuto era stato devastante,dal basso verso l'alto e con una forza
tale da far crollare anche il più resistente dei combattenti.
rischiò di accasciarsi per terra,se non
che,riuscì a frenare la sua caduta poggiando in tempo un
ginocchio,il dolore era forte,ma la volontà di resistere era
rimasta illesa.
Si rialzò,dolorante e provato dai pochi colpi
subiti,pochi,ma pesanti.
- Va bene,adesso sono arrabbiato.
Disse Sesshomaru ripartendo subito all'attacco,veloci fendenti colpino
l'aria di fronte a lui,tentava di colpire il templare con forza ben
maggiore di prima.
Ma Akira sapeva schivare i colpi con grande efficacia,inclinare la
testa,piegarsi,inclinare il busto,movimenti semplici,ma di grande
importanza,era evidente che per Akira la cosa era seria,anche se non si
stava impegnando al meglio delle sue capacità,anzi,era come
se fosse una sessione di allenamento,una fase di riscaldamento.
Colpo dopo colpo,schivata dopo schivata,arrivò il momento
propizio.
Sesshomaru,utilizzando una mano sola,tirò un affondo nel
tentativo di infilzare Akira,ma l'ennesimo movimento del templare lo
rese vulnerabile,Akira si spostò di lato,poi,con una mano
gli prese il polso girandoglilo nel senso contrario,poi,come se non
bastasse,irrigidì l'altro braccio,lo portò in
alto con la mano chiusa,per poi facendo cadere di peso il proprio
gomito contro quello di Sesshomaru,provocando così il
piegamento del braccio nel senso opposto a quello naturale.
Lo yokai di ghiaccio sentì il proprio braccio piegarsi
violentemente nella parte opposta,grande fu il dolore sentito in quel
movimento innaturale,ababstanza grande da fargli aprire la mano facendo
cadere la spada per terra.
- Bene,ora che siete arrabbiato cosa avete risolto?
Disse Akira prima di prenderlo per il braccio con una mano e farlo
cadere per terra,girandolo e facendogli fare un giro a mezz'aria.
Sesshomaru si ritrovò per l'ennesima volta sul pavimento,ma
questa volta stava peggio di prima,stava cercando la spada con lo
sguardo,la vide che era quasi a portata di mano,cercò di
raggiungierla,ma proprio quando stava per riprenderla in mano,Akira si
avvicinò alla spada,la raccolse e poi la osservò
attentamente.
- Che arma interessante,Bakusaiga,trovo sorprendente il fatto che sia
nata da un braccio mozzato,insomma,non'è la prima volta che
si sente parlare di un arma ricavata dal corpo di un demone o di uno
yokai,ma creare un arma già all'interno del proprio corpo e
poi poterla usare subito in combattimento,non'è qualcosa che
possono fare tutti,non solo sul piano fisico,ma anche quello
mentale,straordinario.
- Lascia immediatamente quella spada.
- Non si preoccupi,la sto solo osservando,cosa che non mi avete
permesso di fare visto che la stavate usando contro la mia
persona,quindi,vi concedo un momento di riposo,intanto che io vi parlo.
- Preferisco i fatti alle parole.
- Comprendo,ma ditemi,che cosa sono i fatti,Se non il volere di una
persona eseguita attraverso un azione fisica? E che cos'è
l'azione,se non eseguire un comando dettato dalla nostra
volontà? E che cos'è la volontà,senza
l'idea che c'è dietro?
Per azione si definisce una serie di movimenti atti a raggiungere un
fine,ma cos'è l'azione se priva dell'idea che c'è
dietro? Voi mi combattete unicamente perchè avete la
sensazione che io sia come Naraku,una minaccia alla
tranquillità della vostra vita.
Ma a cosa è valso uccidere quel disonesto hanyou?Nulla,lui
aveva rovinato le vostre vite e quella di molte altre persone,ha
seminato disgrazia e distruzione solo per un mero desiderio
peronale,infine lo sconfitto,ponendo fine alle sue mire sulla sfera dei
quattro spiriti.
- Non c'è bisogno che me lo ricordi.
- No infatti,però,c'è una cosa che non vi siete
chiesti.
- E quale sarebbe?
- Che cosa avete ottenuto dalla morte di Naraku? A parte la vendetta
compiuta naturalmente,ve lo dico io,nulla,non avete ottenuto nulla
dalla sua morte,il paese non'è cambiato,la guerra civile tra
le casate umane non'è cessata e le mire espansionistiche dei
piccoli stati degli yokai rimane un sogno ben lungi dall'essere
realizzato,sono si comandate da potenti famiglie,ma sono
divise,non in grado di vedere che l'unità sarebbe la sola
cosa che sia in grado di salvare questa nostra razza così
legata a un passato ormai privo di significato per i molti che ancora
credono di essere superiori a ben altre razze.
- Se e così che la pensi allora anch'io sarei un ottuso come
dici tu.
- No signor Sesshomaru, la sua situazione e diversa,voi avete compreso
che la differenza tra razze è solo un
illusione,chè non esiste vera differenza se non quella che
concepiamo noi stessi,sa,si capisce che voi siete come vostro padre,un
uomo libero con idee proprie,non siete il tipo di persona che si
piega,anzi,l'unico modo per farla inginocchiare dovrei spezzarvi le
gambe i quattro punti differenti e subito dopo polverizzarvi le
ginocchia a suon colpi,eppure voi rimarreste in piedi anche dopo che vi
avrei fatto tagliare le gambe.
- Grazie è la prima volta che sento qualcuno che si vuole
impegnare così tanto con me,mi sento lusingato.
- Ah si figuri,tra l'altro e quello che ho intenzione di fare.
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Capitolo 21 *** In soccorso di uno yokai. ***
Chi era veramente questo Akira? uomo dai modi gentili,in grado di
abbattere uno dayokai come Sesshomaru con colpi precisi,potenti ed
estremamente fantasiosi,forse dietro al suo bell'aspetto si nasconde
molto di più di quello che non vuole mostrare.
Sesshomaru,un ragazzo di qualche centinaio d'anni,giovane promessa
della sua razza,colpito più e più volte,ma senza
mai perdere la determinazione a resistere al suo avversario,dimostrando
così di avere una resistenza di dimensioni colossali.
Akira e Sesshomaru,due cocciuti a confronto,solo che uno stava
bene,mentre l'altro era per terra,contuso,con qualche livido e colpito
in modi che non si sarebbe mai aspettato di ricevere in tutta la sua
vita.
- Signor Sesshomaru,credo che lei tenga molto alle sue gambe,quindi,sia
ragionevole,usi i suoi arti inferiori per servire uno fine superiore.
- Non ci penso nemmeno...e poi,tu non vuoi tagliarmi le gambe,sai anche
tu che da monco non ti servo a niente e poi,io posso sempre farmele
ricrescere.
- E io le taglierei di nuovo,anzi,ve le taglierei tutte le volte che
fosse necessario,perchè in fondo non potranno riscrescere in
eterno,insomma,credo che ci voglia molta energia e molto sangue per
ricreare un braccio,figuriamoci entrambe le gambe.
- Allora ti consiglio di tagliare adesso,perchè sto per
rialzarmi.
Il giovane si rialzò lentamente,con il dolore e lo sforzo a
ostacolarlo,ma questo non lo avrebbe fermato,n'è tanto meno
desistere dal suo intento di uccidere il suo avversario.
Aprì la mano mostrando gli artigli,quei lunghi e sottili
strumenti di morte.
- Avrò perso la spada,però mi rimangono sempre
gli artigli.
- Vero,ma dubito che averli sia un vantaggio.
- Tu credi,scopriamolo.
Ancora una volta Sesshomaru si lanciò all'attacco,mano
aperta,artigli pronti,una zampata simile a quella di un orso si stava
per abbattere su Akira,ma per l'ennesima volta,quest'utimo sapeva
già cosa fare.
Il veloce sguardo del padrone di casa si accorse subito del punto
debole di quel colpo animalesco,lo spazio che c'era tra un dito e
l'altro,all'apparenza nulla di importante,ma Akira sapeva bene come
sfruttare l'occasione.
Avendo Bakusaiga in mano decise di sfruttarla,ma senza esagerare,la
tenne stretta tra le mani e poi,mentre il giovane yokai si
avvicinava,gli lanciò la spada contro,non in modo
preciso,anzi,gliela aveva buttata contro,nulla di che,solo
gettata,dritto in faccia.
Sesshomaru istintivamente chiuse gli occhi,poichè quando la
spada lo colpì di piatto prese anche la parte superiore
rischiando così di accecare lo yokai di ghiaccio,ma per
fortuna non era successo nulla di così grave.
Ma a compensare quella fortuna accadde altro.
Avendo ostacolato l'azione di Sesshomaru,il templare fece una delle sue
mosse,corse brevemente incontro al suo distratto avversario,si
avvicinò,poi con il palmo della mano
sinistra,colpì violentemente le dita della mano del giovane
yokai,provocando così un violento piegamento all'indietro.
Il colpo era stato talmente forte da rischiare la rottura delle
dita,tra il pollice,che essendo più distante dalle altre
estremità della mano non fu colpita per nulla,ciò
però non era di molto conforto e quindi non c'era nulla di
cui stare tranquilli.
Il giovane notò subito uno sguardo più cupo
provenire da Akira,con l'attacco di Sesshomaru fallitò e le
dita doloranti di quest'ultimo decise partire all'attacco.
Ma questa volta sarebbe stato diverso,questa volta sarebbe stato
più pesante.
Akira non aspettò neanche che il suo avversario potesse
reagire che era già partito,una veloce raffica
colpì il volto dell'indifeso ragazzo di ghiaccio,breve,ma
intensa,due calci in pieno volto ed uno ad ascia,portando la gamba il
più in alto possibile e poi facendola cadere pesantemente
verso il basso,colpendo con il tallone,il craneo del malcapitato e
facendolo finire direttamente per terra per la forza del colpo.
Per l'ennesima volta Sesshomaru si ritrovò per
terra,più stanco,più debole e più
stordito di prima.
- Signor Sesshomaru,credo che lei sia ben consapevole di non aver
speranze,tuttavia,non demordo dal continuare con la mia
proposta,accettate è la scelta migliore per tutti, Rin e
Jaken godrebbero di vantaggi che pochi altri al mondo potrebbero
permettersi,mentre lei,diverrebbe un uomo dalle infinite
possibilità,potrebbe diventare qualcosa di più
grande,qualcosa di migliore,qualcosa di...importante.
- No
Disse il giovane yokai con voce flebile e debole.
- Ma perchè si ostina?Perchè è
così testardo?
- Lo stesso vale per te,perchè continui a farmi la stessa
domanda,sei sai già quale sarà la risposta?
- Perchè io ho mie validi motivi.
- Lo stesso vale per me.
- Beh,in questo caso,continuare lo scontro non avrebbe senso,in
compenso,dovrò usare altri metodi per convincervi,anche se a
dirvi la verità,avrei preferito non farlo.
Akira si abbassò mettendosi su un ginocchio,prese
delicatamente il volto dello yokai tra le mani attento a non fargli
troppo male,poi,lo guardò dritto negli occhi,in quelle iridi
gialle cariche di astio e voglia di resistere.
- Vi siete mai chiesto perchè possiedo due occhi come
questi? Semplice...
L'occhio sinistro di Akira Emanava piccoli fasci di luce diretti
nell'occhio sinistro di Sesshomaru,nel osservarlo dritto nell'occhio,il
giocane yokai provò una strana sensazione,un brivido
percorse lungo la schiena,un brivido freddo e sgradevole,un piccola
presenza si era insinuata nel figlio del generale.
- Il mio occhio giallo,quello da yokai,rapressenta il passato,le mie
origini,mi ricorda da dove vengo e quale strada ho percorso per
divenire l'uomo che sono oggi,gli insegnamenti appresi,le tecniche che
ho imparato,le idee che mi hanno tramandato.
Il mio occhio sinistro,quello speciale,rappresenta il futuro,il
progresso,ciò che queste terre diverranno,dopo che i nostri
piani avranno successo,noi,i templari,lo renderemo un paradiso in
terra,per chiunque viva all'interno dei suoi confini e faremo di tutto
per raggiungere il nostro scopo,quindi,temo che la confraternita degli
assassini,non potrà fare molto per fermarci.
- Cosa?
- Intuivo il loro intervento in questa storia,sa,anche loro sembrano
molto interessati a voi,visto che sia gli assassini,che i
templari,erano interessati a lei,incredibile,non avete idea di quanto
la vostra esistenza abbia cambiato le sorti di questo conflitto,ora,se
non vi dispiace,vi farò passare dalla nostra parte.
L'occhio grigio cominciò a emettere un raggio
lucente,piccolo,stretto,innaturale,ma decisamente sinistro,nel
guardarlo cominciò a sentirsi strano,cominciava a sentirsi
vuoto,tranquillo,senza preoccupazzione,sentiva la testa
leggera,leggera,sempre più leggera,un pò come se
si stesse addormentando,ma con gli occhi aperti.
- Così da bravo,lasciatevi andare,diventate uno di
noi,diventate il fondatore di un nuovo mondo.
Tutto stava filando liscio per Akira...ma poi,accadde qualcosa.
Qualcosa apparso dal nulla,si abbattè su Akira,con forza
devastante.
Insieme al padrone di casa cadde anche il giovane yokai,confuso e
stordito faceva fatica a comprendere quello stava succedendo.
Sesshomaru provò a focalizzare la figura di Akira che era
stata scaraventata un pò più in la da dove era
prima.
Vide Akira trascinata a terra dalla forza dell'urto,per poi rialzarsi
di colpo effettuando una capriola all'idietro e frenando la propria
corsa piantando i piedi con forza contro il pavimento.
- Acciddenti,ma cosa sarà stato?
Disse Akira come se non fosse per nulla preoccupato.
Poi si rialzò in piedi molto
tranquillamente,niente sorpresa,niente collera,niente di niente,nemmeno
Sesshomaru avrebbe potuto essere più
impassibile,guardò di fronte a lui,incuriositò da
chi o cosa potesse essere il nuovo arrivato.
A qualche metro di distanza,si poteva ben distinguere la figura di una
persona,era alta,portava un kimono bianco con cappuccio e un obi
rosso,un hakama del medesimo colore,tabi bianchi e sandali di paglia.
Oltre a questo però non si potè vedere anchge il
volto,poichè il cappuccio copriva il volto del suo portatore.
- Ciao ragazzo,ti ricordi di me?
Sesshomaru,che era steso a terra fece fatica a riconoscere l'uomo che
aveva di fronte,era fin troppo scombussolato per comprendere appieno
quello stava accadendo,anche se in realtà c'era ben poco che
si potesse comprendere con chiarezza.
Focalizzò lo sguardo sulla misteriosa figura con attenzione.
- Dovrei?
- Diciamo solo che una volta che ti entro in testa non n'è
esco,più,non so se mi spiego.
Disse lo sconosciuto mostrando un sorrisetto da sotto il cappuccio.
Inizialmente lo yokai non diede peso alle sue parole,ma poi,pensandoci
bene,quella voce,l'aveva già sentita da qualche parte,ma non
ricordava dove,c'è l'aveva in testa.
Poi,la rivelazione,sguardo stupito negli occhi di quel ragazzo a
terra,non c'è l'aveva in testa,ma dentro la testa,era lui.
- Tu? Qui?Ma come...
- Abbiamo poco tempo quindi stammi a sentire con attenzione,adesso
uscirai da questo posto,poi,se sarai fortunato,troverai qualcuno ad
aspettarti fuori di qui,ti aiuteranno ad uscire dalle rovine nella
montagna.
- Io non fuggo...E poi,ammesso che potrei scappare da qui,come farei?
- Semplice,ti aiuto io.
- E come?
- Semplice,hai presente la zona vuota che circonda tutta quest'area?
- Si
- Buttati.
Per un attimo scese un silenzio abissale,nessuno dei tre presenti si
mosse dopo aver sentito quell'ultima parola detta con incredibile
naturalezza,lo stesso Akira sembrava perplesso,anche se non lo dava a
vedere.
- Mi scusi,ma non credo che sia un idea molto saggia,insomma,dentro
quegli abissi inesplorati potrebbe succedergli qualunque cosa e credo
che morire sia molto probabile.
- Io non credo,insomma,sappiamo entrambi che in posti del genere possa
accadere di tutto,anche le più assurde,ma comunque,tu sei
templare,non dovrei nemmeno darti ascolto,n'è tanto meno
darti ragione.
- In ogni caso quel ragazzo diverrà uno di noi.
- Io non credo,egli è libero di scegliere da che parte
stare,può anche scegliere di non schierarsi,cosa che non
riesci a comprendere.
- Compredere cosa? La libertà? Quella stessa
libertà che permette agli uomini di commettere azioni
orribili?Quella stessa libertà che crea l'odio,la paura per
il diverso è l'incomprensione generale per qualunque cosa
non vada bene alle masse? Ai popoli? Alle razze?
- Se è così che la pensi allora affrontami,sta
pur certo che il figlio di Inutaisho non finirà nelle mani
di un tiranno come te.
- E io non posso permettere che un ragazzo così
prometettente si schieri dalla vostra parte,signor sconosciuto,le
farò vedere cosa vuol dire battersi per un bene superiore.
- E io ti mostrerò quanta forza può nascere dalla
libertà di un singolo individuo.
Detto questo i due si lanciarono a folle velocità l'uno
contro l'altro,scatto improvviso,gambe scattanti,forza
primitiva,volontà di ferro,bastava semplicemente vederli in
quell'istante per capire come la convinzione di entrambi potesse
scatenare una tale carica di energia,una così profonda
convinzione nel proprio credoda poter dare vita a uno scontro
così acceso,non si erano ancora colpiti e già
davano il massimo di se stessi.
Sesshomaru intanto si alzò dal terreno con incredibile forza
di volontà,visto che ormai faceva fatica a stare in
piedi,anche se tutti quei colpi ricevuti non erano una motivazione
sufficiente per potersi arrendere,cosa che di certo non avrebbe
accettato ben volentieri.
Ormai alzato assistì al combattimento dei due avversari,un
calcio volante da parte dell'assassino e una scivolata spezzagamba da
parte del templare erano l'attrazzione di inizio spettacolo,ma non si
erano presi minimamente.
Akira si rialzò subito,mentre l'assassino dovette aspettare
di atterrare,poi i due sfidanti si girarono contemporaneamente
guardandosi da lontano visto che ormai avevano ripreso le distanze
l'uno dall'latro.
- Devo ammettere che questa cosa era inaspettata.
Disse l'incappucciato con voce meravigliata.
- Sono d'accordo con voi,nemmeno io mi sarei aspettato un simile
risultato.
Disse Akira con un tono di voce più calmo e controllato.
Dopo un breve silenzio i due cominciarono a muovere qualche passo,poco
alla volta si avvicinavano,eliminando così quell'ipotetica
distanza di sicurezza che avrebbe fatto comodo ad entrambi.
Erano vicinissimi,l'uno di fronte all'altro.
E Sesshomaru era ben consapevole di quello che stava vedendo,Akira,non
si stava comportando come prima,sembrava più
concentrato,come a sottolineare la differenza tra l'abilità
di Sesshomaru e quello del nuovo arrivato.
Questo scontro era diverso,il suo inizio era diverso,non aveva nulla a
che fare col duello di prima,Akira e l'assassino si misero in
posizione,il templare assunse una forma di combattimento morbida,le
gambe piegate in modo flessuoso, le braccia larghe e le mani aperte
verso l'interno,tenendo la mano destra più al petto in
confronto a quella sinistra che era più distante.
L'assassino invece assunse uno stile più duro,la gamba
sinistra in avanti e quella destra indietro,anch'esse piegate ma
più rigide,mentre li braccio deestro era piegato vicino al
fianco mostrando un evidentissima mano chiusa a pugno e il braccio
sinistro in orizzontale,vicino al ventre e con la mano aperta.
Due persone differenti,ma con sguardi simili,determinati a
combattere,anche quello scambio di occhiate era un duello in tutto per
tutto.
Il primo ad attaccare fu l'assassino,col suo rigido destro diretto al
ventre del templare,quest'ultimo deviò il colpo appoggiando
la mano sinistra sul pugno avversario e spingendo leggermente cambiando
così la traiettoria di quel pugno,in risposta a quel attacco
mosse la mano destra verso il voto dell'assassino,ma poi la fermo a
metà percorso,la fece tornare rapidamente indietro per poi
avanzare con il gomito verso la mascella del suo rivale.
Ma prima ancora che potesse raggingerlo la sua gomitata venne parato
dal palmo sinistro dell'assassino che rapidamente era riuscito a
bloccare il colpo ed evitando così di farsi danneggiare la
mascella.
Agli occhi di Sesshomaru sembrava impossibile che lui,nonostante la
grande forza che possedeva non era riuscito a colpire Akira,nemmeno una
volta,la vista di quei due combattenti che si contrastavano a vicenda
gli diede un ennesima rivelazione su se stesso,In confronto a tutti i
personaggi che erano entarti nella sua vita lui non era niente,Un
brigante era riuscito a ferirlo con una spada sottilissima,Ezio e
riuscito a tirargli un pugno sul naso,un colpo tanto semplice quanto
efficace e Akira si era rivelato un autentico maestro della
lotta,calci,pugni,prese ed altri colpi particolari.
Ma lui,che cosa sapeva fare? Artigli? Qualche colpo di spada? Molta
forza,ma nessuna vera disciplina,nessun stile di lotta,nemmeno a mani
nude,non si era mai confrontato contro qualcuno in grado di eseguire
colpi particolari,nemmeno gli yokai potenti come lui avevano mai tirato
un colpo spettacolare,solo artigliate e colpi d'arma,semplici da
tirare,ma banali su qualcuno come Akira,il suo metodo di lotta era
aldilà d quello che suo padre gli aveva insegnato.
Guardò le proprie mani notando subito i suoi artigli,quello
che fino a qualche momento fa gli sembravano delle armi
eccezzionali,ora invece sentiva che gli erano più di
ostacolo che altro,un inutilità se confrontati con le
evolute tecniche del templare e dell'assassino.
E mentre i due continuavano a lottare si guardò un attimo
indietro,vide il burrone alle sue spalle,vuoto,nero e apparentemente
senza fondo,ripensando a quello che gli disse l'assassino forse sarebbe
stato meglio andarsene,a cosa serviva rimanere quando ormai lo scontro
non gli apparteneva più? Quando era chiaro che ormai non
poteva fare più nulla?
Ferito e dolorante,zoppicante e provato dalla fatica,si
allontanò,zoppicante,non il maestoso passo del guerriero
trionfante,ma l'andataura dello sconfitto,curvo dal dolore,dalla fatica
e dallo sconforto,un giovane orgoglioso dall'animo pieno di rimpianto
nel non aver trovato forza nella propria sbruffonaggine.
Era ormai vicino al baratro tenenbroso,guardò in basso,ma
non vide nulla,vuoto,come il suo animo per la sconfitta
ricevuta,guardò un ultima volta indietro,era ancora li,a
lottare,senza esclusione di colpi,poi,nel continuare a muoversi,i due
guerrieri videro il giovane yokai sul limite del precipizio,Akira
osservava stupito,quasi preoccupato,mentre l'altro mostrava solo un
piccolo ed enigmatico sorriso.
- Non fatelo,rischiate seriamente di farvi male,non'è
sicuro,su,torni indietro.
Ma l'avversario del templare non era del suo stesso parere.
- La decisione e tua ragazzo,lanciati o rimani,in ogni caso,scegli tu.
Non aspettò oltre,guardò di fronte a
lui,guardò le mure,il cielo,poi in basso,ed infine,un ultimo
respiro.
Poi.
Giù.
Nel vuoto,nel buio,nell'incertezza più assoluta,sopra di
lui,la sconfitta,sotto di lui,la speranza di poter uscire da quel luogo
senza senso,ma nel mezzo,quando ormai era in preda della caduta,si
fermò subito,bloccato a mezz'aria.
- Ehi,quassù.
Sesshomaru alzò la testa senza badare troppo a quello stava
accadendo,ormai era abituato alle starnezze,vide la testa
dell'assassino esporsi dal ciglio del burrone.
- Che succede?Perchè sono fermo?
- Tranquillo,ho solo fatto in modo di bloccare il tempo in questo
posto,anche se a dire la verità non'è veramente
il tempo visto che questo luogo è parzialmente finto e qundi
il concetto di tempo qui è irreale.
- Dove vuoi arrivare con tutte queste parole?
- Quello che cerco di dirti e che devi fare presto,se la mia teoria
è esatta,in questo momento si sta svolgendo un scontro tra
gli assassini e le truppe templari all'interno del castello.
- E quindi che devo fare?
- Affìdati a loro,sono qui per te.
Detto questo,la caduta riprese normalmente è prima ancora
che potesse dire altro venne ingoiato dal baratro nella quale era
saltato.
Era saltato giù è per l'assassino questo era un
bene,Sapeva che Sesshomaru non avrebbe potuto farcela contro
Akira,troppa differenza tra loro due,troppa per fare di Sesshomaru una
vera minaccia al padrone di casa.
- Allora signor assassino,ora che il signor Sesshomaru si è
ritirato,possiamo continuare questo scontro senza alcuna distrazione.
L'incappucciato si girò,togliendo gli occhi dal buio fossato
e girandosi indietro e vedere la figura del templare.
- No,infondo sono venuto per salvare il ragazzo dalle tue
grinfie,quindi,ora vado,ciao.
Detto questo l'incappucciato scomparve,con il suo corpo ridotto in
polvere e spazzato via,come neve in una folata di vento.
Il templare,lasciato li da solo,si guardò
attorno,spaesato,non riuscendo a ben capire cosa fosse successo
esattamente.
- Mi sa,che rimanere qui non sia più necessario,meglio
andarmene.
Anche lui,come l'assassino,se ne andò via,ma in modo
differente,un varco lucente,sospeso sopra il terreno si era formato si
era formato vicino a lui e senza esitare ci entrò
dentro,pensando a Sesshomaru e al suo fallimento nel convincerlo a
passare dalla sua parte,anche se ciò nonostante ancora non
demordeva nel farlo divenire uno di loro e senza provare alcun
risentimento verso di lui.
Qualche momento dopo,nelle rovine sotto il castello.
Dalla struttura comparve nuovamente quella luce accecante e da essa ne
uscì qualcuno.
Era Sesshomaru,ma questa volta non era divenuto polvere ed era tornato
indietro tutto intero.
Era accasciato a terra,ormai privo di forze,ma non privo di dolore,di
risentimento,di umiliazione.
Provò a rialzarsi,ci riuscì,ma a fatica.
- Trovato.
Una voce,di donna,era vicina,abbastanza da poter spuntare da un momento
all'altro.
Apparve dalla sua sinistra una figura incantevole,una donna,indossava
un lungo kimonoda donna,bianco come la neve e con larghe maniche dove
alla loro estremità vi era il simbolo della
confraternita,tabi bianchi,obi bianco,sandali neri e un kosode bianco
con cappuccio a coprire il volto della bella signora.
- Anche tu sei un assassino?
Disse Sesshomaru cercando di mostrarsi il meno affaticato possibile.
- Si,ma adesso vieni,non c'è tempo da perdere,ti scortiamo
noi.
All'improvviso comparvero degli strani individui,tutti con vesti
simili,una lunga veste di stoffa bianca dalle maniche larghe,pantaloni
bianchi e sandali di paglia.
Ma se il loro abbigliamento era uguale,non si poteva dire lo stesse
delle differenze che c'era tra un individuo e l'altro,uomini e
donne,umani,yokai e hanyou,tutti diversi,eppure,tutti nello stesso
posto.
- Come sapevate che ero qui?
- La confraternità ti osserva da molto tempo,dai,andiamocene.
Il gruppo di assassini circondò Sesshomaru ormai
impossibilitato a combattere,standogli attorno i fratelli e le sorelle
di lama gli facevano da scudo da eventuali attacchi delle guardie del
castello.
- Muoviamoci.
Disse la donna ai suoi sottoposti.
- Aspetta.
Disse Sesshomaru rivolgendosi all'assassina.
- Cosa c'è?
- La mia spada e rimasta dentro a quella cosa.
- La tua spada? intendi questa?
La donna si avvicinò al ragazzo allungando il braccio destro
verso uno dei suoi fratelli,che gli consegnò subito un arma
molto simile.
- Bakusaiga? Non'è possibile,sono più che sicuro
di averla lasciata li dentro.
- Davvero? Eppure e qui,davanti a te,prendila.
Lo yokai riprese la sua arma dalla donna rimettenola al suo giusto
posto,al suo fianco.
- Ora,muoviamoci e sta volta senza interruzioni.
Detto questo tutti si incamminarono nella direzione opposta,compreso
Sesshomaru,anche se era riluttante a fuggire dallo scontro.
Superarono le case distrutte,i muri rotti,le statue spezzate e gli
scheletri,inquietanti testimoni di un luogo sconosciuto a
più.
Sesshomaru li vedeva li,nelle posizioni più differenti,per
terra,contro i muri,prima non si era per nulla interessato a loro,ma
poi,guardandoli bene,notò qualcosa in quegli scheletri,tra
quelli per terra,alcuni di loro,erano girati verso la porta.
Non sembrava nulla di che,eppure,quegli scheletri erano in posizioni
strane,avevano la mano di fronte al viso,come a volersi proteggere da
qualcosa.
Ma non era il momento per farsi domanda in ambito storico,doveva uscire
di li e di corsa.
Continuando ad avanzare attraversarono le rovine,il gruppo fece
attenzione a non farsi notare,camminava velocemente,senza mai
correre,dovevano spostarsi in silenzio,affinchè gli uomini
di Akira non li scoprissero,se mai fossero scesi a controllare.
Infatti,mentre stavano continuando ad avanzare,si sentirono dei passi
provenire dalla lunga strada in discesa,erano guardie,armate di lance e
spade,due piccoli squadroni stavano scendendo diretti alle rovine
sottostanti.
- Nascondiamoci.
Disse l'assassina,al resto del gruppo mentre si riparavano dietro una
casa.
- Il piano e questo,secondo le nostre fonti ci dovrebbe essere una
cavità all'interno della montagna,che dovrebbe portarci
fuori di qui,quindi, il piano é questo,mentre le guardie
avanzeranno in questa direzione,noi ci allontaneremo da loro,in modo da
non farci vedere e nel frattempo,trovare l'uscita,tutto chiaro?
- Si.
Risposero tutti alla donna tranne Sesshomaru.
- D'accordo,allontaniamoci da qui,senza farci notare,muoviamoci.
Il gruppo si allontanarono dalla casa che li aveva nascosti,ora
però avrebbero dovuto muoversi per antiche strade
sconosciute in una città in rovina,piena di ossa di gente
dimenticata.
Di passo in passo,di secondo in secondo,il tempismo era
fondamentale,muoversi di nascosto,camminare nelle ombre,controllare gli
angoli da percorre e quando necessario,uccidere.
Nel corso di quell'azione furtiva Sesshomaru aveva visto adoperare le
tecniche di omicidio di questi incappucciati,la lama degli assassini,la
stessa arma che usava Ezio,anche se lui ne aveva due.
Collo,colonna vertebrale,craneo,ai lati della gola,quando si colpiva di
dietro.
Trachea,cuore,fronte,occhi,quando si colpiva davanti.
Alcuni assassini ucccidevano da dietro i muri,agli angoli delle
case,altri ancora salivano sulle piccole abitazioni ancora integre,per
poi saltare sul malcapitato di turno.
Ogni guardia uccisa era una preoccupazione in meno,ogni passo fatto in
avanti era una possibilità in più di andar via di
li.
Poco alla volta,con velocità e precisione, arrivarono al
luogo desiderato.
Ai confini della città,dove un grande spazio divideva le
case dalla parete della cavità nella montagna,era una lunga
linea,che si perdeva fin dove l'occhio potesse arrivare,se non
oltre,uno spazio brullo a metà tra la città e la
roccia naturale.
Sesshomaru era incredulo,per quanto si sforzasse,non riusciva a vedere
la fine della linea,l'interno di quella montagna era più
grande di quello che sembrava.
- Bene siamo arrivati,entriamo.
Disse l'assassina con un basso tono di voce.
la cavità,o almeno quella che sembrava una cavità
naturale,aveva un forma quadrata e un perimetro di trentadue metri,otto
per ogni lato.
Ai lati aveva delle strane incisioni,tre fila di linee spezzate che
percorrevano l'intera forma divisa l'una dall'altra di solo dieci
centimetri.
Sesshomaru entrò insieme agli altri,si guardò
attorno e vide altri segni sul muro,ma questi erano diversi,non erano
incisioni,ma disegni,pitture antiche,raffigurazzioni di
uomini,magri,arti snelli e teste piccole,raffigurati in scene di caccia
e di vita quotidiana.
Poi però,vide degli altri disegni,il disegno di una persona
diversa dalle altre.
Era colorata unicamente di bianco,alta e slanciata,con braccia lunghe e
una testa leggermente più lunga e in una delle mani teneva
una specie di oggetto,una sfera gialla.
Attorno alla figura si potevano vedere delle persone,in ginocchio e con
le mani verso l'alto,come in preghiera.
E dietro la figura c'era un immagine a lui conosciuta,la
porta,l'imponente struttura dalle origini ingnote,cosa stava a
significare quell'immagine? Forse non'era un caso che la dimora di
Akira si trovasse sopra un luogo così strano,ma di certo,non
era un caso che gli assassini erano giunti in tempo a portarlo via da
quella trappola.
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Capitolo 22 *** Verso l'uscita ***
Ciao a tutti,ringrazio per l'ennessima volta tutti quelli che seguono
la mia storia,ringrazio per l'ennessima volta Bankotsu90 per le
recensioni che lascia ad ogni capitolo.
Ma bando alle ciance,vi lascio al mio nuovo capitolo.
P.S,questa e la sigla onoraria della mia fic,spero vi piaccia.
Questo e il link della
canzone,(https://www.youtube.com/watch?v=VDLqUR1Hxhk).
Il giovane yokai,nonostante il fatto,che sarebbe stato meglio andarsene
al più presto,riuscì a fatica ad allontanarsi dal
quel muro.
Le immagini che vi erano sopra facevano scaturire in lui qualcosa che
raramente provava,la curiosità.
Non erano state molte le volte in cui si imbatteva qualcosa che
riusciva a catturare veramente il suo interesse,ma questa volta,era
diverso,c'èra lui in mezzo a questa storia,ma
perchè?Quale significato aveva la sua esistenza all'interno
di una trama così oscura?
Trovare risposte a questi quisiti non era facile,ma sapeva per certo
che tutto quello che era successo c'entrava con lui,solo,qual'era la
connessione che c'era tra lui e queste due fazioni,gli assassini e i
templari? Un altra domanda alla quale non aveva risposta.
- Ti senti bene?
Una voce di donna arrivò alle orecchie di Sesshomaru,era
così distratto da non accorgersi che gli si era avvicinata.
- Si,sto bene.
Disse lui volgendo lo sguardo sul volto dell'assassina,anche se in
realtà c'era ben poco da vedere,eppure,le uniche cosa che
riusciva a vedere erano le labbra di lei,rosse,come una
rosa,dolce,delicata,queste erano gli unici aggettivi con la quale
descriverla.
Ma sentiva anche una profonda calma provenire da lei,gli ricordava
Ezio,anche lui calmo,risoluto e con più forza di quello che
ci si aspettava un umano come tanti altri.
- Sicuro?
- Certo,mi hai forse preso per un debole?
- No affatto e solo che adesso,dovremmo andare più
veloci,quindi,ti conviene essere trasportato.
- Faccio da solo,non voglio essere un peso per nessuno.
- Se è così allora lasciati aiutare,per favore.
La donna si era rivolta a lui con voce gentile,senza troppe
pretese,delicata nei modi quanto nel parlare.
Sesshomaru era contrario a quella proposta,non voleva essere una palla
al piede,ma aveva il suo orgoglio da amntenere,dopotutto era
considerato un giovane forte ed ostinato,non poteva di certo essere
così debole davanti a loro.
Ma non poteva resistere a quella richiesta,non detta in quel modo
così aggrazziato,così materno.
- E va bene.
- Ti ringrazio,così almeno ci rendi il compito
più facile,Hiro aiutalo.
Nel sentire il proprio nome uno degli assassini si avvicinò
a Sesshomaru e senza troppe scuse gli prese un braccio e se lo mise
intorno al collo.
Sesshomaru lo sentiva benissimo,odorava di umano,eppure si era
avvicinato a Sesshomaru senza alcun problema,come se fosse una cosa
normalissima.
- Andiamo.
Tutti si rimisero in marcia,stavolta senza rallentamenti.
Ora che Sesshomaru veniva aiutato nel camminare un pò
più svelto si poteva continuare con la missione,certo,era un
pò imbarazzante per il grande yokai,ma di certo non poteva
dire che la cosa non gli facesse comodo.
E facendo così potè inoltrarsi
nell'oscurità insieme ai suoi soccorritori.
Camminavano,camminavano,ancora ancora e ancora,per lo yokai sembrava
che la strada non finisse più,ferito e pieno di lividi,era
difficile camminare per lui.
ma ancora più difficile era farsi aiutare nel tragitto da
qualcun'altro,non per il fatto che fosse umano,visto che a quanto pare
assassini e templari andavano d'accordo con chiunque,ma la cosa che ma
sopportava era essere aiutato,lui,il potente Sesshomaru,ridotto a un
moribondo,umiliato e sconfitto.
Ma parte dei suoi pensieri era ostacolata dal paesaggio sotteraneo che
stava osservando in quel momento.
Stalattiti e stalagmiti spuntavano fuori da tutti gli angoli abbellendo
quel mondo semibuoio ed umido,mentre fiaccole attaccate ai muri
risplendevano in tutto il percorso facendo notare che le ricerche di
Akira si erano spinte ben aldilà delle rovine più
indietro.
Ma osservando bene,anche li si vedeva la presenza di resti del
passato,vasi rotti,strani incisioni sui muri,persino quelle strane
bamboline di terracotta che si trovavano alla festa erano la dentro.
- Che strano.
Disse Sesshomaru osservando dritto di fronte a lui
- Cosa?
Chiese l'umano che lo stava trasportando.
- Non mi sarei mai aspettato di dover essere aiutato da un umano.
- Si lo so,fa strano,sai,una volta ero diffidente verso gli yokai,ma
poi,venni salvato dagli assassini.
- Salvato da cosa?
- Da briganti,ero un contadino una volta,un intero squadrone di
briganti aveva preso possesso del mio villaggio,e indovina un
pò,quegli stessi briganti erano stati mandati dal loro
capo,quello che tu hai affrontato nella foresta.
Sesshomaru rivide all'improvviso l'immagine di Huàng
Hè,il capo dei briganti al servizio di Akira,ricordava bene
un frase detta da quest'ultimo,una frase per niente tipica di un
predone.
- Sono briganti,non'è necessario che sappiano chi sia il
loro capo,sono avidi,stupidi e rozzi,non sanno di servire qualcosa
più grande di loro.
Qualcosa più grande di loro,com'era possibile che un uomo
del genere potesse esprimersi in quel modo? Come può un
rozzo,analfabeta saccheggiatore pronunciare così soavi
parole?
- Cosa ci facevano nel tuo villaggio?
- I suoi uomini erano venuti a derubarci delle poche cose che
avevamo,ma lui,il loro capo,era venuto per un motivo ancora
più perfido,la sottomissione.
- Sottomissione?Un brigante voleva sottomettervi? Non capisco,ma i
briganti rubano e saccheggiano,non sono conquistatori.
Intervenne l'assassina.
- Vero,peccato che quell'uomo non'è il semplice capo di una
banda di briganti,è un templare,non ragiona come un comune
delinquente,ma piuttosto il suo pensiero va ben oltre i comuni problemi
che gli uomini si pongono.
- Continuo a non capire.
- Te lo spiego in un altro modo,tu nella tua vita hai combattuto per
tanti motivi:potere,gloria,avere più forza,difendere
Rin,questi sono motivi che riguardano solo te,tu hai sfoderato la spada
solo per te stesso.
- Ma hai detto che l'ho fatto anche per Rin,come può essere
per me stesso?
- Perchè tu la conosci e le vuoi bene,ma è una
cosa che riguarda sempre e comunque te,altre persone invece combattono
per qualcosa di più complesso,qualcosa che va ben
aldilà delle questioni personali.
- Per esempio?
- Pensa ad Akira,come ti è sembrato?
- strano,mi parlava di cose sue,come se avessi potuto capire tutto
quello che mi diceva,mi diceva cose del tipo,che potevo essere un
re,che la nostra società e sbagliata,mi ha detto persino che
i templari vorrebbero un paradiso in terra per tutte le razze.
- B'è,in questo caso ti ha rivelato il motivo per la quale
combatte.
- Quello che ho capito di questa faccenda e che lui mi vuole come suo
alleato.
- Lui non ti vuole come alleato,vuole che tu sia come lui,sa che sei un
ragazzo speciale,con capacità speciali.
- Io gli ho resistito.
- Ci credo,visto i lividi che hai addosso credo che abbia cercato di
piegarti al suo volere,resistendogli gli hai fatto capire che sei
prezioso.
- Cosa?
- Nel ribellarti a lui e al suo volere,hai tirato fuori la forza,la
tenacia e la resistenza che porti dentro di te,è non parlo
solo di quella fisica,ma anche di quella morale,quella che hai dentro.
- Sarà,ma io di questa storia non ci ho capito ancora nulla.
- Non ti preoccupare,capirai.
cinque minuti dopo.
Stavano ancora camminando,sembrava che quella strada scavata nella
roccia non finisse più,il gruppo degli assassini ormai stava
avanzando da un pò e che trovare un uscita sembrava una cosa
impossibile.
- Ma queste caverne non finiscono più?
- Ah quante pare no,di questo passo potremmo anche perderci, e dire che
siamo solo alla nostra prima missione.
Dissero due assassini parlando tra di loro.
Per quanta strada facessero sembrava che non finisse
più,sempre più avanti,sempre più in
profondità,le cuore della montagna.
Ma all'improvviso,in quell'oscurità,avvenne un miracolo e il
primo ad accorgersene fu Sesshomaru,o per meglio dire,fu il suo udito
ad accorgersene.
In lontananza,aldilà del terreno scvoloso,delle pareti umide
e delle gocce d'acqua che calavano in alcuni punti della galleria
naturale,si sentiva un flebile suono,come qualcosa che cadeva e si
scontrova contro le rocce.
Ma era un suono che si ripeteva di continuo,come se non avesse fine.
Andando ancora avanti,il suono si fece più forte.
- Una cascata.
Disse Sesshomaru al resto del gruppo.
- Cosa?
Disse l'assassina.
- Mi sembra di sentire dell'acqua che scorre velocemente.
- Ne sei certo?
- Si.
- Aumentate il passo,forse l'uscita e vicina.
Sentite queste parole gli assassini si fecero forza e andarono
più veloci,in cuor loro speravano di essere arrivati ad un
uscita,o per lo meno di vederla in lontananza.
Ad ogni passo lo scroscio dell'acqua si faceva più forte,ad
ogni passo l'uscita sembrava più vicina,ed infine,la videro.
Un fiume,un lungo fiume sotterraneo che si gettava in un enorme
cavità dove in basso si intravedeva una piccola luce.
- Caspita,non mi aspettavo ci fosse un fiume così
grosso,accidenti,dev'essere veramente grande questo posto.
Disse l'umano che aiutava Sesshomaru nella camminata.
Mentre tutti gli altri si erano fissati a guardare lo spiraglio di luce
più sotto,Sesshomaru guardò nella direzione
opposta,il percorso da cui il fiume proveniva.
due lunghe fiaccolate illuminavano le rive del fiume,da entrambi le
parti si potevano vedere due strade che portavano direttamente alla
parte opposta della cascata.
Erano lunghissime,anche qua Sesshomaru provò ad allungare lo
sguardo,cercando di scrutare cosa ci fosse più avanti,vide
qualcosa,ma non riuscì a definirla bene.
Sembrava un muro,con un enorme varco all'interno di esso di forma
rettangolare.
Sesshomaru provò a sforzarsi di guardare un pò
più lontano,ma non ci riuscì,mentre tutti gli
altri continuavano a fissare il fondo della cascata,nel tentativo di
trovare un uscita,lui continuava a fissare la strada che aveva
davanti,non sapeva perchè,ma qualcosa dentro di lui gli
diceva di incamminarsi,di proseguire in quella direzione.
Ma proprio mentre la sua attenzione ricadeva su quella starda,una mano
si posò sulla spalla libera.
Lui si voltò e vide l'assassina vicino a lui,la vide in
volto,capelli neri,occhi neri e un viso da dea,ma la sua bellezza non
aveva per nulla persuaso lo yokai di ghiaccio giacchè ora
come ora erano altri i suoi pensieri.
- Che cosa c'è Sesshomaru? Hai visto qualcosa?
- Si,più avanti c'è un varco scavato nella
roccia,mi chiedevo dove potesse portare.
- Vedo che se curioso,questo è un bene,la
curiosità verso certe cose è sinonimo di scoperta
intellettuale,questo fa di te una persona intelligente,però
ascoltà,non essere troppo frettoloso.
- Che intendi dire?
- Hai coraggio da vendere ragazzo,ma sta attento,non inoltrarti troppo
in cose che ancora non conosci.
- E dubito che lo conoscerò subito,da quando è
iniziata questa storia sono accadute molte cose,a partire dall'incotro
con quell'Ezio.
- Ezio?
- Si,quell'Ezio Auditore da Firenze,e poi che cosa sarebbe questa
Firenze?Comunque,da quando è arrivato lui me ne sono
successe di tutti i colori,il mio duello con lui,quella donna che si
è impossessata di Rin,gli assassini,i templari,ho persino la
voce di un uomo dentro la mia testa,che all'improvviso si è
materalizzato all'interno di quello strano mondo è mi ha
salvato da Akira.
- Vedo che hai fatto molte esperienze forti.
- Si,senza dimenticare il fatto che tutti gli invitati di
sopra,compresa mia madre,sono immobili come statue,solo
perchè io mi sono avvicinato a quella strana pietra.
- Strana pietra?
- Si,aveva delle incisioni sopra,strane immagini,mi ero avvicnato un
attimo per vederla e poi...si sono bloccati tutti.
L'assassina rimase in silenzio,rilassata,Sesshomaru la stava
osservando,la guardava,ma nulla,non una risposta n'è un
battito di ciglia,sembrava tranquilla,ma chissà quali erano
i pensieri che risidevano nella sua mente.
- Ascolta Sesshomaru,Te la senti di camminare?
- Si,posso fare una prova.
Sesshomaru provò ad appogiare la pianta del piede
delicatamente,non che la gamba gli facesse male,ma il suo breve
incontro con Akira lo aveva delibitato parecchio e quindi era privo di
forze...o aleno così sembrava.
Appena posò il piede a terra sentì parte del
proprio peso corporeo sull'arto inferiore,sembrava che potesse stare in
piedi.
- A quanto pare il guerriero che in te non'è ancora
morto,lascialo andare.
Hiro lasciò la prese su Sesshomaru rendendolo libero di
potersi muovere autonomamente.
- E di certo non morirà oggi.
- Eh già Sesshomaru,sei figlio di tuo padre,c'è
la fai a combattere?
- Quando vuoi.
- Bene,senti Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.
- Dimmi.
L'assassina e i suoi sottoposti si fecero silenziosi,lo guardarono
tutti,si sentiva circondato,umani,yokai,hanyou,uomini e donne,lo
stavano fissando.
- Sesshomaru,figlio di Inutaisho,Erede della tua casata,ti offro la
possibilità di divenire un fratello di lama,un guardiano
della liberta individuale di ogni singolo individuo,a partire dalla
tua,Sesshomaru,Vuoi tu unirti alla confraternita?
In quel momento,per lui,il tempo si era fermato,l'acqua del fiume aveva
smesso di avanzare è il suo stupore come unica reazione a
quella proposta,lo sguardo incerto,i pensieri bloccati,e quel grande
senso di sicurezza in se stesso,annientato.
Cosa Rispondere?Accettare o no?Questa storia di assassini e templari
aveva a che fare con lui,Akira lo voleva tra le sue fila,ma anche
questi nuovi arrivati,sembravano sospetti e di certo,il cappuccio e la
lama nascosta sotto il braccio non li aiutava ad essere più
rassicuranti.
- Qualunque cosa tu scelga,noi,rispetteremo la tua decisione.
Ma prima ancora che potesse ripsondere,venne interrotto.
- Eccoli,laggiù,gli assassini sono qui.
In lontananza,dove si trovava l'emorme varco,un grosso manipolo di
guardie,armate di lance e spade si stava dirigendo verso di loro.
- Spero tu ti sia riposato abbastanza perchè adesso,io e
te,combattiamo,ma questa volta,per davvero.
Disse La voce nella testa di Sesshomaru,con voce incoraggiante,visto
che ora,il coraggio,era una di quelle cose,che di certo non avrebbe
dovuto mancare.
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Capitolo 23 *** Fuori dalla montagna. ***
- Assassini,mantenere la posizione.
Disse la donna con fare autorevole.
Sesshomaru estrasse la spada,come se avesse risposto al richiamo della
maestra,forse era solo una sensazione.
intanto anche gli altri assassini attorno a lui estrassero le loro
armi,c'è chi aveva una katana,un tanto,oppure una
Wakizashi,come quella di Sango,fatto sta però e che loro
erano in pochi,mentre i loro avversari in molti.
Si sarebbero scontrati con guardie armate di yari e katana,mentre
sull'altra sponda del fiume,altre guardie incurvavano gli yumi,e gli
arcieri non erano nemmeno pochi.
Le guardie si avvicinavano sempre di più,ma non con passo
caotico e frettoloso,anzi,erano in formazione,divisi in file
orizzontali,per un massimo di sei lancieri alla volta,visto che la riva
sui cui si trovava Sesshomaru permetteva una larghezza sufficiente da
poter essere occupata da sei soldati messi in orizzontale,formando
così un muro di lance.
Infine le guardie si fermarono davanti agli assassini,era evidente il
vantaggio delle guardie sugli incappucciati,lo spazio stretto e la
formazione delle truppe rendevano vano un assalto frontale,per non
parlare dei numeri e dell'equipaggiamento,gli assassini erano in pochi
e combattevano leggeri,quella missione di recupero non era stata
studiata per ingaggiare un pesante corpo a corpo.
Le guardie erano armate sia di lance che di spade,e di certo il
supporto degli arcieri faceva ben comodo alle truppe di casa,di
protenzioni invece non c'e n'erano,dopo tutto erano guardie per una
festa,non soldati su un campo di battaglia,erano semplici guardie,buone
per tenere sotto controllo un castello,dinfendendolo da spie e altri
intrusi,non per affrontare un esercito.
- Rompere la formazione,passa il comandante.
I soldati si divisero in due parti creando un piccolo spazio nel
mezzo,poco più avanti comparve la figura di un soldato che
stava avanzando verso gli intrusi.
Portava un armatura completa da samurai molto particolare,dai calzari
ai guanti,dalla corazza all'elmo,tutto era riconducibile all'aspetto di
una bestia umanoide,a metà tra l'uomo e il cane,come un
dayokai a metà trasformazione,come un licantropo.
I gambali e i bracciali erano gli arti,corazza ed elmo erano il tronco
e la testa,una corazza a forma di uomo cane,per così dire.
Zampe d'acciaio,petto,ventre,schiena,collo e testa d'acciaio,con occhi
gialli,come un cane di metallo,in piedi su due zampe,come un uomo
eretto con un schiena dritta.
Arrivato di fronte agli assassini,la formazione si ricompatto
nuovamente con immediata meccanica marzialità.
- Murai,che sorpresa vederti qui,fai ancora il cane di guardia per i
possedimenti dei templari?
Disse la maestra rivolta al comandante delle guardie.
- Yuki onna,noto con dispiacere che stai ancora con quei topi,bravi
soltanto a nascondersi nell'ombra,per poi rubare i meriti della
vittoria,non come tigri che abbattono un cervo,ma come vermi che si
nutrono di un cadavere in decomposizione.
Disse Murai con tono provocatorio,come a ridicolizzare gli intrusi.
- Vedo che con voi,portate un ragazzo prezioso,il figlio di
Inutaisho,ciao Sesshomaru.
Sesshomaru lo guardò perplesso,aveva una strana sensazione
verso quell'uomo.
- Ti ho già visto da qualche parte,però non mi
ricordo dove.
- Ma certo giovanotto,tu eri un pò troppo piccolo,eri
giovanissimo,conoscevo tuo padre,ero un suo fedele generale.
- Davvero? Allora perchè stai con Akira?
- Forse un giorno tè lo dirò,comunque,tornando a
noi,siete circondati,consegnate il ragazzo è vi
permetterò di andarvene.
- E se non lo facessimo?
Chiese la maestra con sarcasmo.
- Devo risponderti davvero?La mia sarebbe una risposta abbastanza
banale,e poi,non mi sono portato tutto un reggimento di fanteria solo
per accoglierti ad un festa alla quale non eravate i benvenuti.
- Davvero,b'è in questo caso...LANCIARE.
Detto questo,due assassini tirarono fuori dalle vesti quattro sfere
nere,due per ognuno,uno di loro le gettò a terra l'altro
invece le lanciò verso Murai e i suoi soldati.
Quando le sfere colpirono i bersagli scelti,si ruppero,rilasciando
immediatamente un denso fumo nero,propagandosi,non solo pemetteva agli
assassini di nascondere la loro posizione all'interno di esso,ma anche
di distrarre l'aggressore.
- Prendetili.
Disse il generale mentre tossiva per via del fumo irrespirabile.
Alcuni fanti si erano lanciati contro gli assassini,con le lance ben
strette,ma con la vista offuscata e l'aria assente era difficile
combattere.
Uno di loro si era lanciato contro l'assassina,ma abilmente lei si
spostò di lato verso destra,con la mano destra prese la yari
bloccandola ed infine,con il braccio sinitro uccise la guardia,facendo
scattare la lama situata sotto il polso e poi tagliargli la gola con un
movimento veloce.
Anche gli altri non se la cavavano male,alcuni dei sottoposti della
maestra,giusto due o tre di loro sapeva eseguire un disarmo,anche se la
maggior parte di loro usava semplicemente l'arma che aveva in
mano,poichè non erano ancora esperti del combattiemnto
ravvicinato,con tutto quel fumo era impossibile per le guardie vincere
uno scontro diretto,per non parlare poi degli arcieri sull'altra
sponda,che non potendo vedere gli intrusi non potevano colpirli e senza
dimenticare che avrebero potuto prendere involontariamente i propri
compagni,rischiando così il fuoco amico.
- N'è sta arrivando uno,questo riusciresti a ucciderlo anche
se non fosse intossicato dal fumo.
Disse la voce dentro la sua testa.
Sesshomaru lo vide arrivare,nonostante un leggero fastidio agli occhi
è al naso,non c'era alcun svantaggio nel combattere li
dentro,anche se era interessante vedere anche gli assassini combattere
con quel fumo attorno è non sentirne quasi gli effetti.
Lo yokai di ghiaccio estrasse Bakusaiga e con la sola
velocità dell'estrazione tagliò in due la yari
colpendo così anche la guardia in pieno petto.
- Non male,ma ci dobbiamo lavorare sopra,adesso ti do un
consiglio,salta giù dalla cascata.
- Cosa?
- Hai sentito benissimo,salta giù dalla cascata,una volta
che la nebbia si sarà diradata non potrai più
combattere,ti attaccherrano tutti insieme.
- Posso sempre lanciare un colpo con bakusaiga.
- Non ci provare,non hai abbastanza energia per tirare un colpo
simile,senza tralasciare il fatto,che il loro generale,appena comincia
a vedere l'aura verde della tua spada,ti ucciderebbe prima ancora che
tu possa lanciarlo.
Anche prima Sesshomaru si era fidato di qulla voce,quando aveva preso
una forma simile a quella di un uomo e gli aveva detto di gettarsi in
quel baratro oscuro,senza alcuna certezza su quello che sarebbe
successo.
Si sarebbe dovuto fidare una seconda volta.
- Sesshomaru,non possiamo trattenerli ancora a lungo,lanciamoci
giù dalla cascata.
Disse l'assassina rivolgendosi al ragazzo.
Lui rimase colpito dalle parole fatta dall'assassina,era lo stesso
suggerimento fatto dalla voce,forse il fatto che anche quella voce era
un assassino potesse avere le stesse idee di quella donna,se non lo
stesso ragionamento.
Non c'era tempo per porsi domande,ormai la nebbia si stava
dirando,mostrando sia a fanti che agli arcieri le figure degli
assassini.
- ARCIERI,SCOCCARE AL MIO ORDINE,TENETEVI PRONTI.
Disse il generale alzando un braccio.
- indietro uomini,stavolta tocca a me.
Il generale avanzò da solo verso gli assassini di fronte a
lui,raccolse una yari da terra e poi si fermò,fissandoli
tutti con uno sguardo deciso.
- Pensate di essere forti,solo per aver ucciso qualche soldato fresco
di reclutamento?Provate con uno come me.
Detto questo tre di loro gli andarono incontro,uno di fronte a lui,gli
altri due ai suoi lati,lui rimase fermo,con lancia in pugno,ben
inchiodata a terra e con la punta verso l'alto,sembrava tranquillo in
quella situazione,infatti,si era preso la libertà di
rivolgere lo sguardo verso Sesshomaru.
- Fidatevi,sono tutt'altra storia.
Murai cominciò a far roteare la lancia con incredibile
maestria,il tempismo dei movimenti di braccia e la velocità
di rotazione creavano un incredibile effeto,quasi ipnotico.
- Non ingaggiate il combattimento,vi sta provocando.
Disse l'assassina con tono preoccupato.
- Non si preoccupi maestra,ora ci pensiamo noi.
Uno dei tre assassini,quello di fronte a lui provò ad
attaccare con un fendente di Katana diretto verso il fianco destro,ma
mentre il filo della spada si avvicinò abbastanza da poterlo
colpire,iniziò il contrattacco.
Il lungo manico della yari venne messo sul lato scelto per
l'attacco,parando il colpo di spada.
- Ci hai provato.
Non aveva ancora finito queste poche parole,che aveva girato la lancia
un ultima volta per poi infilzarlo dritto al cuore,sollevarlo da terra
e poi gettare il cadavere,strattonandolo con forza per buttarlo nel
fiume senza dover perdere la presa sull'arma.
Presi dalla rabbia, i due assassini rimasti attaccarono il suo punto
cieco,la schiena,entrambi con la lama posta sotto il polso.
Ma lui fu più veloce di loro,si abbassò piegando
le ginocchia,mentre nello stesso momento,girò di centottanta
gradi,facendo cadere uno,tirando un calcio rotante
bassissimo,rasoterra,mentre l'altro fu infilzato ad un ginocchio,che
perse subito l'equilibrio e cadde rovinosamente a terra.
Murai si rialzò velocemente,infilzando immediatamente a
quello che aveva perso l'equilibrio con il calcio,conficcandolo a terra
per poi avventarsi subito dopo su quello rimasto,tirandogli un piedata
sulla gola,il colpo risultò così potente da
spezzargli il collo.
- Che mi dici ora,Yuki?Presto questa nebbia sparirà,voglio
proprio vedere come farai a rimanere in vita,dopo che miei arcieri vi
avranno colpito,ma non temere,per il figlio di Inutaisho qualche
freccia in corpo non lo ucciderà.
Disse Murai con tono aggressivo è provocatorio.
- Te lo dico io come...salto della fede.
Detto questo l'assassina si girò verso la cascata per poi
rivolgersi a Sesshomaru.
- Seguimi,senza esitare.
La donna cominciò a correre verso il bordo della
cascata,raggiunse il bordo,piegò le gambe,e
poi,saltò in avanti,aprì le braccia il
più possibile per poi lascarsì trasportare verso
il basso con incredibile velocità.
Un tonfo fu l'unica cosa si riuscì a sentire dal
fondo della grotta,anche se piccolo poichè il rumore del
tuffo era coperto dal rumore della cascata.
- Visto che l'abbiamo fatto solo durante l'addestramento,conteremo fino
a tre.
Disse uno degli assassini ai suoi compagni.
- Sesshomaru,hai presente quelle volte in cui fai qualcosa
all'improvviso?
Chiese la voce al giovane yokai.
- All'improvviso?
- Si,come D'IMPULSO.
All'improvviso Sesshomaru perse la completa sensibilità del
suo corpo,le sue gambe si muovevano da sole,cominciò a
correre verso il bordo.
- Uno,due...
Ma i ragazzi non riuscirono ad arrivare al tre che si ritrovarono
davanti un Sesshomaru che correva all'impazzata verso il fondo della
caverna.
E quando arrivò fece una cosa incredibile,eseguì
lo stesso identico salto che aveva fatto la maestra
assassina,completamente uguale,identico stile,perfetto sotto ogni punto
di vista.
E mentre cadeva faticava a capire quello che stava succedendo,ruotava
tutto troppo in fretta,troppo veloce per lui,troppa
improvvisazzione,non era nel suo stile fare dei tentativi,se doveva
fare una cosa doveva pensarci attentamente.
Poco prima di toccare la superficie il suo corpo allungò le
braccia sopra la testa,lè uni formando un punta con la quale
perforò il limpido liquido senza subire un pesante impatto
con esso.
Si guardò attorno e comprese di trovarsi in
acqua,risalì istintivamente verso l'alto,incerca
dell'aria,uscì e riprese fiato tirando un bella boccata
d'aria dentro i polmoni.
- Come ci sei riuscito?
Chiese la maestra stupefatta.
Sesshomaru si passò un mano sugli occhi chiusi,togliendo via
le poche goccie d'acqua che erano rimaste sulle sue palpebre.
- Cosa?
- Hai eseguito un perfetto salto della fede,come ci sei riuscito? Solo
chi fa parte della confraternità è pochi altri
possono eseguirla senza spezzarsi l'osso del collo,dove l'hai appresa?
- Salto della fede? Non so nemmeno che cos'è?
- Ma allora come...per caso hai sentito di nuovo quella voce?
- Si,ma non vedo cosa possa cetrare.
- Non posso spiegartelo adesso,prima dobbiamo andarcene,ormai l'effetto
dei fumogeni dev'essere finito,spero solo che saltino in tempo.
- SCOCCARE.
Un grande sibilo si sentì nella caverna,la maestra e lo
yokai guardarono in alto,numerose frecce passavano sopra le loro teste
ad un ritmo velocissimo.
Uno degli assassini cadde giù dal dirupo,non con un salto
particolare,ma come se si fosse buttato con fatica,come a peso morto.
PLONF
Un tonfo sordo colpì l'acqua,non come aveva Sesshomaru,ma
come un macigno,un suono per nulla dolce.
Risalì in frettà e videro chi era,era Hiro e
aveva una freccia nella spalla.
- Hiro.
Chiese la maestra preoccupata,mentre lo prendeva per un
braccio e se lo faceva passare sulle spalle e con l'altro si
manteneva a galla.
- Maestra Yuki.
- Cos'è successo? Perchè non siete saltati tutti
quanti?
- Stavamo per lanciarci,quando all'improvviso quel generale ha ordinato
agli arcieri di colpirci,io sono riuscito a saltare,ma gli altri...
Sesshomaru intervenne.
- Non possiamo restare qui,dev'esserci un uscita,se no come fa questo
posto a non riempirsi d'acqua?
Sesshomaru si guardò attorno nella speranza di trovare un
uscita,guardò in avanti,ma non c'era
niente,guardò ai lati,ma non c'era niente,guardo anche in
alto,ma c'era solo il soffitto.
Tornando con lo sguardo di fronte a lui,notò qualcosa con la
coda dell'occhio,l'acqua aveva una tonalità luminescente,il
fondo era chiaro ed era ben poco profondo.
- Forse ho trovato l'uscita,credo sia sotto di noi.
- Va bene,Hiro,trattieni il fiato.
- Va bene maestra,sono pronto.
I tre si immersero sott'acqua nella speranza che quella luce li
portasse da qualche parte,Sesshomaru non se la cavava poi male a
spostarsi in apnea,anche se non era il tipo da nuotate,giusto in
estate,quando qualche volta si dirigeva verso qualche lago,o quando si
trovava in riva al mare,non che gli dispiacesse l'estate,ma era
più abituato all'inverno e ai suoi lenti e freddi ritmi.
Potenti bracciate e slanci di gamba gli permettevano di spostarsi con
forza la sotto,mentre la vista non faceva alcuna fatica a distinguere
forme e dimensione,era nitida al punto giusto,forse il fatto che era un
dayokai gli dava vantaggi fisici superiori rispetto alla maggior parte
degli umani e agli yokai di più basso livello.
Anche la donna non se la cavava male,anzi,riusciva a tenere il passo di
Sesshomaru senza alcun problema,anche se trasportava un
ferito,forse,non sarebbe stato strano che quella donna avesse potuto
essere più forte di Sesshomaru,o se non'altro,possedere
capacità maggiori.
Arrivarono sul fondale in cerca dell'uscita,videro un passaggio tra la
roccia della montagna e il fondale,in mezzo si poteva ben distinguere
una tenue luce,Sesshomaru la riconobbe subito,era la luna.
Attraversarono il passaggio per poi riemergere dall'altra
parte,finalmente potevano uscire fuori.
L'aria gelida che girava all'interno delle narici,la dolce sensazione
di fuga da quella folle situazione,ormai le sentiva e si sentiva beato
in questa nuova situazione di fronte a lui.
La luna,mai il giovane yokai era stato felice di rivedere la sua
vecchia compagna di avventure,le notti passate all'aperto,tra un duello
e l'altro,una passeggiata,o quando intraprendeva un nuovo viaggio verso
chissà quale regione,tante volte l'aveva vista,ma quella
sera,quando cercò di allontanarsì di
più dalle grinfie di Akira,era più bella di tutte
le altre volte.
Uscì dall'acqua con la tipica naturalezza di
Sesshomaru,anche se era sera,in montagna e in pieno inverno,per lui era
come se fosse primavera,sentiva il freddo ma non lo
pativa,anzi,sembrava starci abbastanza bene.
Lo stesso valeva per Yuki,anche lei stava abbastanza bene,ma per
Hiro,che era un appredista della confraternita,non era abituato a
sopportare quelle temperature,anche se battere i denti dal freddo era
l'unica cosa che non potesse evitare di fare,dimostrò
comunque un grande autocontrollo,anche in una situazione critica come
quella.
- Andiamocene,prima di essere scoperti.
- Aspetta Sesshomaru,Hiro rischia un malanno se si allontana da qui.
- E allora cosa proponi di fare?
- Per prima cosa ci serve assistenza,Hiro è umano,e tu sai
che la maggiorparte degli umani non sono abituati ad affrontare
temperature troppo alte o troppo basse,ascolta,apparte me è
la mia squadra c'è n'è un altra a farci da
rinforzo,si dovrebbero aggirare nelle foreste attorno alla
montagna,appena incontri un assassino,fermalo e digli che Yuki
necessita di assitenza,ma si cauto,anche le guardie di Akira sono in
giro,se necessario uccidile,ma senza combattere,se puoi evitarlo
naturalmente.
- D'accordo.
Sesshomaru stava per incamminarsi,quando all'improvviso venne subito
richiamato.
- Aspetta.
- Cosa c'è Assassina?
- Per uccidere con discrezione ti servirà un arma.
- Ho la spada e gli artigli,posso farcela.
- La Katana è troppo lunga e si nota facilmente,mentre gli
artigli rischiano di far schizzare il sangue da qualsiasi
parte,ecco,prendi.
Yuki allungò le mani verso il braccio sinistro del giovane
assassino,gli sfilò la lama e la lanciò verso
Sesshomaru che la prese istintivamente.
La guardò con fare sospetto,la lama sottile,gli ingranaggi,i
perni,i lacci per legarla all'avambraccio,prima del suo scontro con
Ezio non l'aveva mai vista.
- Tranquillo ragazzo,te la lego io.
Disse la voce quasi a volergli fare da maestro.
Con il braccio destro sotto controllo della voce si adoperò
ad usare la lama,le dita fuori dal suo controllo si muovevano con
grande abilità,i lacci vennero stretti con grandi
abilità e la lama sembrava pronta a scattare.
Intervenne Yuki.
- Avanti Sesshomaru,mostra come sai usare quella lama.
Sentite quelle parole,il suo braccio sinistro si mosse da
solo,spingendo velocemente la mano sinistra,chiusa a pugno,verso il
basso,facendo scattare la lama con velocità fulminea.
Mai prima di quella sera aveva indossato un oggetto tanto
insolito,eppure non la sentiva una cosa così strana,quasi
fosse familiare,anche se era strano visto che quel tipo di arma lo
conosceva da così poco tempo.
- Vado,ah Yuki,la mia risposta e si.
La donna guardò Sesshomaru con aria confusa.
- Si cosa?
- La tua proposta,si,accetto di diventare un assassino.
E senza nemmeno dare a Yuki il tempo di dire qualcosa,uscì
rapidamente dalla grotta,e riparato dalle tenebre cominciò
ad inoltrarsi nella foresta la vicino.
Intervenne la voce.
- Sesshomaru,è arrivato il momento che ti insegni qualcosa
su come agiscono i fratelli di lama.
- Si,comunque,prima non avevi detto questa volta si combatteva per
davvero?
- Si,ma prima devi fare in modo che tuoi nemici non siano in vantaggio
su di te.
- Forse hai ragione,posso farti un ultima domanda?
- Certo.
- Posso chiamarti Jin? No perchè,tu sei il Jin di quegli
strani sogni che ho fatto,giusto? La tua voce è uguale alla
sua,i tuoi vestiti erano uguali ai suoi,tu sei lui,non'è
così?
Silenzio,era sceso all'improvviso,interropendo i pensieri di Sesshomaru
è aspettando una risposta da quella voce,sapeva di aver
fatto centro,di aver indovinato,di aver scoperto una verità
in quella fitta trama di misteri e vicende senza senso.
- Si,sono io.
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Capitolo 24 *** Nel buio della foresta,prima parte. ***
La luna,bianca,tonda e luminosa.
La sua luce indicava il cammino a tutti coloro che necessitavano di
vedere nelle tenebre,ma a Sesshomaru,sembrava che di luce
c'è ne fosse fin troppa.
Non gli faceva affatto comodo tutta quella luce,non in quel momento
almeno,c'è n'era troppa per quello che doveva
fare,c'è n'era troppa per nascondersi nel buio della foresta.
Corse nella stretta radura che separava la montagna dal margine della
foresta,dovette essere lesto a non farsi vedere,le guardie erano tra
gli alberi,lo sentiva,l'olfatto non lo ingannava e l'udito di certo non
gli faceva scherzi.
Arrivato al margine del bosco,si nascose dietro il primo albero,si
sentiva strano ad agire in quel modo,quello non era il suo modo di
agire,lui doveva camminare fiero,orgoglioso della sua
abilità con la spada,ma quella sera aveva cambiato qualcosa
in lui.
Ora si sarebbe dovuto aggirare tra gli alberi,come un serpente nascosto
nell'erba alta,come un ladro nel cuore della notte e uccidere i suoi
nuovi nemici,non con l'onorevole spada,ma con un arma
diabolica,inventata da chissà quale mente.
Non era usanza da yokai quella di usare aggeggi tecnologici,erano
forti,la natura li aveva resi così,quindi perchè
doversi affidare a simili oggetti? Era quello che gli avevano
insegnato,ma chi erano loro per giudicare senza possedere sapienza,chi
erano loro per dire che gli umani erano inferiori?
Ma nemmeno la maggiorparte degli umani era tanto tollerante,chiusi
com'erano nelle loro paure,indottrinati da antiche credenze e uomini di
fede che vedevano gli yokai come essere maligni,era più che
normale che anche la società umana,già piena di
difetti,avesse anche il vizio di giudicare prima ancora di conoscere.
Mentre Sesshomaru era preso dai suoi pensieri su quell'insolita arma,si
avvicinarono due figure,era più che probabile che l'intero
corpo di guardia del castello fosse stato informato della fuga del
giovane yokai.
Si fermarono di fronte all'albero dove Sesshomaru era nascosto e
iniziarono a parlare.
- Hai sentito quello che è successo?
- Si,pare che il signor Akira abbia portato con se un nobile delle
terre occidentali per fargli vedere le rovine.
- Già,ma sai cosa è successo durante la festa?
- No.
- Pare che sia accaduta una cosa strana,gli invitati erano tutti
immobili.
- Immobili?
- Si,come se fossero statue,fidati,qualunque cosa sia successo deve
riguardare con le ricerche di Akira.
- Dici?Tu come fai a saperlo?
- Io facevo il giro di ronda dentro il castello,comunque,tu sei nuovo
giusto?
- Si,tu da quanto sei qui?
- Un anno,ma ti avverto,qualunque cosa accada,non farne parola con
nessuno quando torni a casa,non mi stupirei se fossimo controllati
dallo stesso uomo che ci paga per fargli da guardia la casa.
- Se lo dici tu,comunque,tu va pure avanti,io ti raggiungo,do
un'annafiata alle piante poi arrivo.
- Cosa? Ti scappa proprio adesso?
- Faccio giusto un goccio poi arrivo.
- mmh,va bene,ma se ci metti più del previsto,mi trovi un
pò più avanti,pare che ci siano movimenti
sospetti,quindi,io sono più avanti insieme alle altre
guardie,chiaro?
- Si ho capito,ma adesso vai,non c'è la faccio
più.
- Va bene,a dopo.
Dopo essersi separate le due guardie si mossero in due direzione
diverse,una si allontanò dirigendosi ancora più
dentro la foresta,mentre l'altra stava per andare vicno ad uno degli
alberi che erano coperti dalle ombre della sera e quindi improbabile
che potesse accorgersi della presenza del giovane yokai.
La guardia superò l'albero,tutta di fretta,impaziente di
liberarsi di quel fastidio.
Dopo che la guardià superò l'albero,Sesshomaru
fece la sua mossa, da prima appoggiato contro l'albero si
staccò da esso e assumendo un posizione eretta e senza fare
alcun rumore.
- Ora che alle tue spalle,mira ad un parte
importante,collo,schiena,gola,scegli tu.
Disse Jin.
Rimase un attimo ad aspettare,poi,colpì.
Si mosse velocemente,abbastanza per non far reagire in tempo la
guardia,ma anche fin troppo frettoloso,poichè i suoi passi
avevano tradito la sua copertura.
Lo scatto improvviso,si era fatto sentire,facendo girare la
guardia,giusto in tempo per vedere a malapena una sagoma spuntare
dall'ombra.
Il braccio sinistro scatto velocemente,mentre il braccio destro passava
sopra la spalla destra della vittima,la mano destra gli
tappò la bocca con forza,mentre la sinistra diede il colpo
fatale.
La lama colpì,entrando con forza nella gola e recidendo un
arteria,la morte fu rapida,ma non proprio indolore,poichè la
guardia ebbe qualche spasmo,prova del suo istinto di
soppravivenza,anche se quest'ultimo stava per morire insieme al suo
possessore.
Ed infine morì,quello era stato il suo primo assassinio e la
scena che aveva di fronte lo disgustava non poco,non per il fatto di
averlo ucciso,poichè il compito di quella guardia era quello
di trovarlo e forse anche di ucciderlo,ma per come lo aveva fatto.
Lo aveva preso di spalle,senza dargli neanche la possibilità
di difendersi,lui era un guerriero,non un tagliagole,non era il tipo di
che uccideva i suoi avversari alle spalle,o attaccava chi non poteva
difendersi,per non parlar del fatto che non aveva mai arrecato danno a
chi passava per la sua strada.
Non era il tipo di yokai che assaltava i villaggi umani,gli era
capitato di uccidere degli umani,ma mai di sua inizativa,lui era un
duellante,uno che si scontrava solo con chi riteneva degno o con
chiunque lo sfidasse e sembrava abbastanza forte da poterlo sfidare.
Ma questo uccidere nell'ombra,era tutt'altra faccenda,ma questa volta
l'onore non lo avrebbe salvato e la sua compagna più utile
non sarebbe stata la forza,ma il silenzio,sapeva che non c'è
l'avrebbe fatta,non questa volta,non con i soliti metodi.
- Bravo,vedo che afferri al volo,ora ascolta,l'altra guardia si sta
dirigendo verso i suoi compagni,seguila,ma non ucciderla,seguila senza
farti vedere.
Sesshomaru si girò indietro e controllando la
situazione,l'altra guardia si stava allontanando e sembrava che non si
fosse accorta di nulla.
Vedendo ciò Sesshomaru uscì da dietro
l'albero,sicuro che il corpo non sarebbe stato trovato
facilemente,visto che era stato lasciato nell'ombra in mezzo alla fitta
vegetazione.
Il giovane yokai stava seguendo la guardia,piano piano,con passo cauto
e attento,gli stava dietro,coperto dalla foresta,dalle tenebre e dagli
animali notturni presenti in quell'ambiente.
Gufi,conigli,scogliattoli,qualche cerbiatto in lontananza,forse anche
dei lupi,la tipica fauna locale dell'ambiente montano,animali attivi
anche nell'ore più tarde della notte,anche se per i gufi era
più che naturale cacciare di notte e dormire di giorno.
I versi degli animali coprivano i passi di Sesshomaru,per quanto stesse
attento,non poteva evitare di non far rumore quando calpestava la
neve,anche se la guardia davanti a lui non sembrava poi così
tanto pericolosa,continuava a guardare a destra e a manca,tanto per
fare un occhiata in giro,nel caso avvistasse qualcosa.
Poco dopo,mentre lo yokai continuava a pedinare la guardia,se
n'è avvicinò un altra,era ben lontana da dove si
trovasse Sesshomaru,ma subito accorciò la distanza
accellerando il passo,stava correndo nella stessa direzione della
guardia pedinata.
Arrivò di fronte al compagno d'armi,sembrava nervoso e
frettoloso di parlare.
- Che ti prende?
Disse la guardia pedinata.
- Presto,ci servono più uomini possibili.
- che è successo?
- Abbiamo avvistato un donna in mezzo alla foresta,era una degli
invitati alla festa e ci è sembrato strano che si trovasse
qui,così l'abbiamo accerchiata,sta opponendo resistenza.
- Va bene arrivo.
Detto questo le due guardie attacarono a correre il più
velocemente possibile,Sesshomaru era incuriosito dalla quella
faccenda,una donna in mezzo alla foresta,chissà chi poteva
essere.
Senza aspettare che Jin gli parlasse di nuovo si mosse anche lui nella
direzione delle guardie,si mosse veloce ma rimanendo sempre attento a
chi potesse passare da quelle parti.
Andando sempre più avanti aveva l'impressione di andare in
discesa,non più una zona lineare ma a dislivelli,con tratti
di foresta che cadevano in alti fossi, e qualche zolla di terra
rialzata permetteva di raggiungere parti più basse dell'area
circostante.
Osservando bene il luogo in cui era arrivato notò che non
tutte le guardie erano andate verso l'intrusa,anzi,stavano in
guardia,ben vigili a chiunque passasse,nel caso potesse arrivare
qualcuno a dare man forte a quella donna.
Vide molte guardie attorno al posto in cui lo yokai si era nascosto,era
in mezzo a dei cespuci,abbastanza alti e folti da coprire la sua stazza
da accovacciato,visto che per statura non era di certo piccolo.
- Adesso come faccio a passare?
- Semplice.
Disse Jin
- Osserva attentamente la zona,hai notato il forte dislivello del
terreno? La presenza di zone alte o zone basse può favorire
un approccio furtivo differente,a seconda della situazione e delle
tattiche di infiltrazione.
- Cosa?
Disse Sesshomaru confuso,non ci aveva capito nulla.
- Lo vedi quell'albero dietro di te? su quella zona rialzata?
Sesshomaru girò il capo nella direzione indicata dalla
voce,dietro di lui,nella parte più alta della foresta,che
era quella precedentemente stata percorsa dal giovane yokai si trovava
un albero dai lunghi rami.
- Si e allora?
- Torna indietro e avvicinati all'albero.
Detto questo Sesshomaru ripercorse la zona,salì di nuovo
sull'altura e si aquattò vicino all'albero.
- Adesso salta sui rami.
- Cosa?
- Salta sui rami,ti spiego dopo.
Sesshomaru saltò con nessuna difficoltà sopra
l'albero,visto che la sua muscolatura da yokai glielo faceva passare
per una cosa da nulla.
- Ora che sei qui,non dovresti avere problemi nel superare le guardie.
- Che devo fare?
- Cammina sopra i rami e passa di albero in albero,passa sopra le
guardie senza fare troppo rumore,poi,appena le avrai superate,scendi
giù e continua per la tua strada.
- Aspetta un attimo,la neve rende i rami scivolosi.
- Non preoccuparti,tu sali,a cordinare i movimenti ci penso io,fidati
di me.
- Va bene,ma spero che tu sappia quello che fai.
Appena Sesshomaru cercò di mettersi in equilibrio sul
ramo,intervenne Jin che fece perdere di nuovo sensibilità al
corpò dello yokai.
- Un giorno lo saprai fare,ma per ora,guarda e impara.
Jin fece in modo che il corpo di Sesshomaru mise entrambe le gambe una
dietro l'altra,un pò come un equilibrista,piegò
le gambe,piegò la schiena in avanti,le bracci aperte con le
mani in basso verso l'esterno.
E poi...scattò.
Quella sembrava una posizione ambigua e scomoda,si era rivelata essere
un autentica sorpresa, si muoveva con una cordinazione incredibile,un
piede alla volta,un passo dopo l'altro,sembrava quasi dovesse cadere.
E invece il suo equilibrio era perfetto,ma poi,arrivato alla fine del
ramo,saltò giù, atterrando su un ramo sottile
appartenente ad uno degli alberi più in basso,ci era saltato
sopra come se fosse la cosa più semplce del mondo.
Lo yokai non poteva non essere stupito da queste movenze,la
cordinazione di ogni movimento sembrava ben gestita dall'individuo
all'interno della sua coscienza.
Salti,scatti e passi veloci facevano di Jin anche un individuo molto
agile,anche se stava possedendo il corpo di un altro,nello spostarsi la
in alto sembrava scimmiottare tra gli alberi,eppure,anche Sesshomaru
aveva notato un qualche tipo di tecnica eseguita durante quella
bizzarra corsa.
Ma non era quello il momento di porsi certi quesiti,doveva rimanere
concentrato sulla sua missione.
Continuando ad avanzare notò subito la lunga linea formata
da guardie,ma questa volta potevano passare quasi senza pericolo,i
vantaggi dati dallo spostarsi sopra gli alberi erano i seguenti,una
buona visuale che da sul terreno sottostante,un ottimo nascondiglio e
in caso di necessità,utile per agguati e assalti
improvvisi,tattiche utili per chi preferisce la guerriglia alla
battaglia campale.
Dopo qualche salto si era posato sull'ennesimo albero,anche se non era
un albero qualunque,era quello che si trovava sopra il perimetro
armato,adesso avrebbe dovuto stare attento,bastava un singolo errore e
la fuga dalle grinfe di Akira si sarebbe potuta definire fallita.
Un altro salto,un altro albero raggiunto,poco alla volta stava
superando le guardie,con calma e precisione,un ramo,poi un altro
è un altro ancora,tutto stava filando liscio.
Qualche albero più avanti,il corpo di Sesshomaru si
fermò di colpo,controllò che nei dintorni non ci
fossero guardie.
- Adesso scendi e continua a piedi,spostarsi su gli alberi
può far comodo,ma si rischia anche di attirare
l'attenzione,quando un ramo si rompe dopo che ci hai poggiato piedi
sopra o quando spaventi un gufo che trova riparo su un albero,troppi
rischi,meglio tenere i piedi per terra,tieni,riprendi pure il controllo
del tuo corpo.
Sesshomaru riprese sensibilità e con essa tutti i dolori
provocati dallo scontro con il padrone di casa.
Però,c'era qualcosa,una sensazione forse,ma percepibile,come
la voce dell'assassino,lo sentiva nella carne,nelle ossa,in ogni parte
del suo corpo,i movimenti eseguiti da Jin per spostarsi da un albero
all'altro,non era qualcosa che aveva semplicemente visto,li percepiva
come se li avesse eseguiti lui.
- Che hai Sesshomaru? Ti sento turbato.
- No nulla,te ne parlo dopo.
- Come vuoi,ma ora non c'è tempo da perdere,prosegui a terra
e trova quella donna.
Sentite queste parole Il ragazzo di ghiaccio stava per lanciarsi quando
qualcosa passò sotto di lui.
Era una guardia,sembrava essersi allontanata dai suoi
compagni,guardò indietro nella speranza di capire quello che
stava succedendo,ad un tratto vide quello che stava succedendo.
C'era trambusto,il perimetro armato era stato spezzato,le guardie a lui
visibili impugnavano le proprie armi come se stessero
combattendo,mentre altre sembravano fuggire,ma in modo ordinato,come se
la cosa fosse stata prevista.
Ad ogni modo,non c'era tempo per le ipotesi,la guardia sotto di lui si
era fermata un attimo,attirata com'era dalle urla dei suoi compagni
feriti.
In ogni caso,Sesshomaru doveva muoversi...e sapeva benissimo come fare.
Saltò giù dall'albero senza fare alcun
rumore,preaparò il braccio sinistro per far scattare la lama
e poi,come uno dei gufi di quella foresta,che si lancia su un
coniglio,si avventò sulla sua vittima,piombandogli addosso
con una rapidità inaudita.
Per prima cosa atterrò su di lui,poi durante la caduta,gli
aveva appoggiato rapidamente la mano destra sulla spalla
destra,facendolo schiantare al suo per via dell'urto subito dal corpo
di Sesshomaru durante l'atterraggio,poi col suo corpo lo
bloccò a terra,ed infine,gli infilò la
lama,dritta nel cervelletto,per poi trapassarlo e raggiungere il
cervello,una morte veloce e indolore.
Intervenne Jin.
- Impressionante,sei andato a colpo sicuro e senza che ti dicessi nulla.
- Forse,anche se a dirla tutta,non'è stato proprio un
caso,ho imitato i movimenti che facevano quei tipi col cappuccio,tutto
qui.
- Dici? Però è strano.
- Cosa?
- I movimenti che hai fatto,quando ti sei lanciato sulla guardia sei
stato particolarmente preciso,quasi sapessi che cosa fare,commettere un
assassinio in volo non'è qualcosa che si impara dall'oggi al
domani.
- Allora vuol dire che sono un assassino nato.
- già,ed questo la cosa che mi preoccupa.
- Che vuoi dire?
Disse Sesshomaru mentre si stava mettendo in posizione eretta.
- Hai presente quando ti ho fatto eseguire quel salto dalla cascata?
- Si
- Ecco,quella era un azione che io ho fatto eseguire al tuo
corpo,quello che hai fatto adesso sì è sviluppato
da quello che hai visto fare da altri,oppure,lo hai preso da me.
- Forse,ma in ogni caso io vado avanti,devo andarmene da qui.
Detto questo,si inoltrò ancor di più nella
foresta,nella speranza di poter raggiungere in tempo la donna,senza
alcuna grazanzia che trovarla avrebbe potuto migliorare le cose.
Fatto sta però che fosse strano,che una persona,si aggirasse
in un luogo simile,nel cuore della notte,proprio quando l'intero corpo
di guardia al castello sta cercando lui,qualcosa non quadrava.
Ritornò su i suoi passi inoltrandosi ancor di più
nella foresta,si muoveva rapido e silenzioso,ancora meglio di
prima,però non vedeva guardie sul suo percorso,strana cosa.
Continuava a muoversi,ma ancora niente,qualche altro minuto a
spostarsi,ma ancora niente.
Poi all'improvviso,un suono,quasi il verso di un animale,qualunque cosa
fosse doveva controllare,forse n'è valeva la pena.
Accelerò il passo,aveva paura che potesse succedere qualcosa
di brutto,non sapeva cosa,ma lo sentiva,doveva arrivare in
tempo,qualunque cosa stesse succedendo.
E poi,arrivò nel luogo in cui voleva arrivare,raggiunse un
altissimo strpiombo di almeno venti metri d'altezza,davanti a lui,le
montagne innevate,dietro di lui la foresta,con le sue ombre e i suoi
nascondigli improvvisati,sotto di lui,un grande ammasso di
guardie,tutte intorno ad un figura.
Guardò in basso e con la sua potente vista vide subito chi
era la donna.
Non riusciva a crederci,proprio lei,in quella foresta?
Perchè? Che motivo aveva per trovarsi li?
Il volto di Sesshomaru tradì per l'ennesima volta la sua
calma apparente,un solo nome gli sfuggì di bocca,il
suo,quello di una sua antica conoscente.
- Toran.
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Capitolo 25 *** Nel buio della foresta,seconda parte. ***
Non poteva crederci,Toran,era li,com'era possibile che fosse li?
Durante la festa erano tutti bloccati,non poteva sbagliarsi,visto che
era stato lui ad attivare il potere di quella pietra,anche se non
sapeva come.
Ma non era quello il momento di pensare a pietre magiche,doveva trovare
un modo per raggiungerla,ma come? avrebbe dovuto nuovamente muoversi
nell'ombra,se l'avvesero scoperto,non solo gli sarebbero andati
addosso,ma avrebbero intensificato gli attacchi su Toran.
La soluzione migliore era trovare il percorso più veloce per
arrivare giù,ma senza attirare l'attenzione.
- Toran sta respingendo gli assalti,ma per quanto ancora
potrà resistere? Devo raggiungerla il prima possibile.
Ma proprio quando stava per incamminarsi,avvertì una
presenza dietro di lui,una presenza familiare.
- Vedo che stai apprendendo le nostre tecniche di sopperfugio,ma tendi
ancora a lasciare traccie e agli occhi di un osservatore attento
saresti stato già scoperto.
Si voltò e con stupore vide chi era,riconosceva quelle
lunghe calzature,quegli abiti strani,le protezioni luccicanti e la
cappa sulla spalla.
- Ezio,ma cosa...
- Vieni,ti spiegerò tutto,ma adesso vieni.
Disse l'umano con quel sorrisetto da italiano illuminato dalla luna.
Ezio fece marcia indietro muovendosi verso le ombre del bosco,subito
seguito da Sesshomaru che non perse tempo a farsi troppe domande.
- Ezio che ci fai qui?
- Siamo venuti per te,allora, a giudicare dai lividi sembra che tu
abbia incontrato il padrone di casa.
- Abbiamo combattuto.
- Ma non credo che sia finita bene,dico bene?
Sesshomaru odiava ammetterlo,ma nasconderlo sarebbe stato peggio,visto
che l'umiliazione più grande non era stata la
sconfitta,quanto piuttosto il fatto di aver accettato l'invito,pur
avendo ascoltato i consigli sia di Ezio e di Jin di non andare.
Ma lui? Ninte,preso com'era dall'arroganza e dall'orgoglio era
andato,per poi finire per terra,suonato come un tamburo e trattato come
un pivello,era normale che si vergognasse di se stesso.
- Si,era più forte,veloce e ben più abile di
quello che mi aspettassi.
- E comprensibile,Akira è un uomo dalle capacità
straordinarie.
- Akira? Come fai a sapere di Akira?
- Semplice,tre settimane fa,quando hai lasciato il villaggio,una
donna,un assassina,è venuta da me.
- Una donna?
- Si,sono più che sicuro che l'hai incontrata dentro la
montagna,dov'è ora?
Nella mente di Sesshomaru c'era una sola persona che a quella
descrizione gli venisse in mente,Yuki.
Un assassina,che ha incontrato dentro la dimora templare,chi altro
poteva essere se non lei? Ma,c'era uan cosa che Sesshomaru si chiedeva?
- Stai parlando di Yuki,e nascosta in una grotta che fa da uscita per
il monte,con lei c'è un assassino,ma è ferito e i
suoi vestiti sono bagnati,necessita di aiuto.
- Ho capito,ma prima ho bisogno di incontrare gli altri,devo riferire
quello che mi hai detto è mandare una squadra di
soccorso.
- Vai pure sei vuoi,ma io devo salvare Toran.
- Se per Toran intendi quella ragazza allora non c'è da
preoccuparsi,l'ho vista combattere,non sembra
malaccio,comunque,ritroviamoci con gli altri e poi penseremo a quella
ragazza.
- Sai dove sono?
- Si,una parte di loro...e hai miei comandi.
Finito di parlare Ezio alzò un braccio,strinse la mano a
pugno,e in men che non si dica arrivarono gli incappucciati.
Erano in molti e tutti loro si erano nascosti molto
bene,umani,hanyou,yokai,tutti riuniti in un solo luogo.
Nei Cespugli,tra gli alberi,sopra gli alberi,persino a terra,che con le
loro vesti bianche si confondevano benissimo con la neve.
Lo Yokai li osservò tutti,era incredibile,non aveva
percepito nessun'aura,nessuna presenza,nessun odore,come se non
esistessero,doveva ammetterlo,qualunque cosa stessero facendo,erano
molti bravi nel farlo.
Ezio abbassò il braccio e si rivolse ai fratelli e le
sorelle di lama.
- Assassini,come avete sentito,una vostra maestra e un suo apprendista
sono in pericolo,rischiano di essere scoperti e catturati,se non
addirittura uccisi,venti di voi vadano a prestare soccorso,dividevi in
quattro squadre da cinqueb e non fatevi scoprire,seguite i comandi dei
vostri compagni con più esprienza e abilità,ora
andate.
Poche parole e quattro squadre da dieci lame si mossero nella stessa
direzione ma percorrendo strade differenti,due squadre a terra e due
sugli alberi.
- Ehi Sesshomaru,visto che organizzazione? Ora,il piano è
questo,io e te andiamo giù e raggiungiamo la tua
amica,mentre tutti gli altri assassini rimasti ci aiuteranno ad
oltrepassare le guardie e fidati,qui c'è ne sono molte di
più in confronto a prima.
Disse Ezio mentre si incamminava verso il terreno sottostante.
- Coraggio gente,muoversi.
E detto questo tutti si mossero in direzioni diverse usando lo
spostamento normale,oppure i rami,mentre Sesshomaru seguì
Ezio senza pensarci due volte.
Sesshomaru non ebbe nemmeno il tempo di rivolgersi ancora al fiorentino
che già si potevano vedere delle altre guardie,questa volta
però sembravano diverse.
Erano più numerose e alcune di loro si spostavano in squadre
da tre/cinque membri e al loro passaggio,mentre pattugliavano la
zona,c'era un guardia ogni quindici metri,complicando così
le operazioni di infiltrazione di ogni intruso che volesse entrare
nella zona controllata.
Ma gli assassini non erano nuovi a questo genere di tattiche e anche
loro sapevano come aggirare o abbattere certe difese.
- Nascondiamoci.
Disse Ezio a bassa voce mentre si nascondeva dietro un albero.
Sesshomaru e tutti gli altri assassini si nascosero
immediatamente,quasi fosse un passaparola fatto in completo silenzio.
Lo yokai si era infilato in un cespuglio vicino ad Ezio e che dava sul
percorso dove le guardie passavano per la ronda.
Le guardie controllavano la strada,gli assassini,il territorio attorno
ad essa,quindi,come sarebbe stato agire nel modo più
efficacie possibile?
Alberi e Cespugli erano ottimi nascondigli,mentre alcuni potevano
uccidere dal basso,quelli sui rami potevano attaccare dall'alto,senza
che le loro vittime sospettassero un attacco.
Sesshomaru non aveva dubbi sull'efficacia del piano,ma c'erano dei
dubbi sulla prerazione di quell'attacco.
Primo,se la linea difensiva circondava l'intero crepaccio,come sarebbe
stato possibile attaccare senza attirare l'attenzione delle altre
guardie presenti la intorno?
Secondo,Se Toran era la,in mezzo a tutti quei soldati,cos'avrebbe
impedito un attacco di massa sulla pantera,senza che lei potesse
ucciderli tutti?
Terzo, Anche se l'attacco sarebe riuscito e Toran sarebbe stata
liberata,come sarebbe stato possibile fuggire dalla zona,visto che
nessuno poteva confermare l'assenza di rinforzi da parte nemica?
Il ragazzo sapeva bene che sarebbe stato un azzardo fare un assalto
così alla cieca,eppure,c'era un non so che,nella figura di
Ezio,che lo rassicurava,come se potesse fidarsi di lui.
- Sesshomaru.
Disse Ezio rivolgendosi allo yokai.
- Quando,darò il segnale per l'attacco,seguimi,dovremmo
salire sugli alberi,e raggiungere l'entrata del crepaccio senza farci
scoprire.
- Sei sicuro di quello che fai?
- Fidati,abbiamo pensato a tutto,pronto a scattare al mio segnale.
Ezio sporse di poco la testa,aspettò un
attimo,alzò il braccio sinistro verso il cielo e poi,con una
leggera pressione del posto,sparò un colpo in aria.
- ORA
Le guardie non ebbero nemmeno il tempo di comprendere quello che stava
succedendo che gli assassini,attaccarono con velocità
inaspettata.
I primi ad andare all'assalto furono quelli sopra gli alberi,che si
lanciarono addosso ai soldati fermi sulla strada,mentre quelli rimasti
a terra attaccarono le squadriglie sparse per la strada.
- Andiamo.
Disse Ezio mentre si arrappicava sull'albero con la sola forza delle
gambe.
Fu subito seguito a ruota dallo yokai che non attese un solo istante e
con un salto,raggiunse un ramo.
Ezio Partì subito,con uno scatto forzuto e passo veloce era
subito finito per superare Sesshomaru e lasciarlo qualche metro
indietro.
- Non preoccuparti ragazzo,ora ci penso io.
Disse Jin che era comparso all'improvviso nei suoi pensieri.
Non fece nemmeno in tempo a sentire la mancanza del tatto che Jin aveva
già preso controllo del suo corpo ed era subito avanzato con
moviemnti agili e preisi.
- Jin.
Disse Sesshomaru stupito di quel rapido intervento.
- Sesshomaru,mentre io seguo questo assassino straniero,tu osserva
attentamente,il piano di quell'umano e stato geniale.
Sesshomaru,pur non potendo distogliere lo sguardo da quella
corsa,riuscì' comunque a captare quello che stava succedendo.
Il suo udito gli permise di percepire cose nuove,il rumore delle urla
del campo di battaglia gli permise di riconoscere,nuove voci prodotte
da nuove figure in combattimento,per non parlare di un ennesimo sibilo
di freccie,ma questa volta era molto più grande.
Mentre l'odore gli fece sentire,una grande presenza di umani,yoaki e
hanyou giunti in quel luogo,mentre sudore e sangue di coloro che
combattevano si infilarono con forza nelle sue narici.
Qualunque cosa stesse succedendo,era opera della
confraternità,eppure,com'era possibile che potessero essere
così tanti da formare un esercito?
Quante cose non sapeva e di certo non sarebbe stato quello il girono in
cui avrebbe ricevuto delle risposte,ma sapeva,che questa volta,nella
sua lunga vita,era lui a seguire un umano, e no il contrario come
accadeva con Rin.
Di albero in albero,di ramo in ramo,sentiva sotto di lui un scontro
scontro frenetico e selvaggio,dettato si da un attenta strategia ma
perpretato da una forza improvvisa e selvaggia,un vero assalto
improvviso.
Spade e lance erano le protaniste dello scontro,anche se
però non era raro vedere asce a due mani e Testubo impugnati
grossi energumeni in armatura pesante,delle autentiche fortezze
semoventi.
Otto minuti dopo
Dopo aver superato l'ennesimo albero saltarono a terra con davanti
unicamente il confine che divideva L'ingresso del burrone dagli alberi
circostanti.
Ezio e Sesshomaru erano circondati da un caotico ammasso di guardie ed
assassini,ma non sarebbe stato quel caos di corpi e sangue a fermare la
loro avanzata.
- per entrare nel burrone dovremmo passare per quella gola,stiamo
attenti a chi ci potrebbe arrivare contro.
Disse Sesshomaru mentre i due comiciarono a correre verso l'entrata del
crepaccio.
Una stretta gola,larga cinque metri e alta sessanta,un autentica
trappola naturale,visto che le strette dimensioni non permettevano
grandi assalti da parte di numerosi assalitori.
I due entrarono nella piccola strada dai lati rocciosi senza alcun
ripensamento e vedendo varie unita di soldati che venivano contro di
loro.
E proprio mentre l'umano e lo yokai stavano per estrarre le loro
rispettive spade entrarono in gioco tre adepti della
confraternita,ognuno appartenente ad una razza diversa.
il primo era di magro di corporatura e portava delle semplici vesti
bianche col cappuccio e nella mano destra un tanto.
Il secondo era il più alto dei tre e portava una yari al suo
fianco e indossava un armatura simile a quella degli ashigaru,ma con
sotto le vesti da assassino.
Il terzo invece aveva una corporatura larga e muscolosa e portava una
pesante armatura da samurai bianca,compreso un elmo con maschera da
battaglia un obi rosso e il simbolo della confraternita sulla corazza
- Bene,un agile,un capitano,un bruto a farci da supporto,non male direi.
Disse Ezio mostrando un piccolo sorriso sbruffone mentre puntava la sua
spada verso i soldati che stavano per venirgli incontro.
I soldati che avevano di fronte non erano molto forti,ma giocavano sul
numero,dieci contro cinque,due guardie per ognuno di loro,quindi,avendo
più compagni di squadra decisero di attaccare
tutti e dieci,insieme.
Ma i cinque in tutta risposta contrattaccarono immediatamente.
- Ehi Sesshomaru?
- Che c'è Jin?
- Ti ricordi quando ti ho accennato la parola agile?
B'è,adesso capirai cosa intendevo.
Sesshomaru avrebbe voluto rispondere alla voce nella sua testa,ma non
n'è ebbe il tempo,visto che adesso avrebbe dovuto combattere
per parlare.
Il primo a dover menare fendenti fu proprio lo yokai,la prima guardia
si buttò subito su di lui,che morì,colpito da un
rapido fendente al torace del nemico,mentre il secondo lo
attaccò portava un fendente dall'alto,ma rapidamente lo
yokai gli aprì la gola con altro colpo,secco e rapido.
Li uccise con immane rapidità,ma la cosa strana,era che dopo
l'ennesima uccisione diede una rapida occhiata ad Ezio e a gli altri
assassini vicino a lui.
Vide l'agile,con le sue schivate e la sua rapidità,sia con
il corpo,che con il coltello,rapido e preciso,il tanto era un'arma
adatta a un combattente leggero come l'agile.
Il bruto,con la sua pesante armatura e l'enorme ascia,colpi potenti,ma
non grossolani,pochi fendenti,ma dalla selvaggia forza ineguagliabile.
Il capitano,con la sua armatura fatta su misura per lui e la
yari,un'arma tanto semplice quanto letale,equilibrata e maneggievole,il
capitano gioca con i suoi avversari tenendoli sulla distanza e mantendo
una posizione che gli permette un ampio raggio d'azione.
E infine Ezio...Ezio...come combatteva Ezio?
Sesshomaru non lo capiva,vedeva destreggiarsi con la spada,eppure non
sembrava semplice capirlo,all'inizio gli sembrava di stare sulla
difensiva,poi subito attaccava con rapidi fendenti e affondi
potenti,poi tornava tranquillo a respingere i colpi dell'ultima guardia
rimasta,per poi deviare l'ultimo colpo e tagliare la gola dell'ennesimo
avversario.
Ezio,un misto di difesa e di attacco,veloce ma forte,un miscuglio di
contraddizioni,ma forse era prorpio questo il suo punto di forza,essere
buono in tutto,senza trascurare nessuno dei suoi talenti.
Il combattimento era ormai finito,un gruppetto di guardie morte,una
piccola perdita di tempo,nulla di più.
- Proseguiamo.
Disse Sesshomaru mentre si inoltrava di corsa all'interno della
voragine,mentre gli altri quattro lo seguivano.
muovendosi all'interno di quella stretta gola si poteva scorgere la
presenza di molti corpi,molte erano le guardie del castello morte al
suo interno,e molte di esse avevano delle freccie conficcate in corpo.
Incredibile,sembrava impossibile che il piccolo esercito privato del
castello di Akira aveva inseguito Toran all'interno di quel buco nella
terra solo per essere intrappolati al suo interno e infine massacrati
come carne da macello.
Non poteva essere una coincidenza,Toran si nascondeva nel crepaccio,gli
uomini dello yokai templare la inseguivano al suo interno,solo per fare
la fine dei topi in trappola? E tutto per una caccia all'uomo? O per
meglio dire,una caccia alla donna?
Sesshomaru non era uno stratega,n'è un tattico,ma di certo
non insegui un obiettivo parzialmente facile da prendere per cadere in
un imboscata di così tanti uomini da poter emulare il numero
di alberi intorno a quel burrone.
Ma le risposte ai dubbi di quel ragazzo,non avrebbero tardato ad
arrivare.
Sesshomaru,Ezio e gli altri tre assassini dello scontro precedente era
giunti ai margini di quel cratere.
Guardie,a centinaia,per terra,con una freccia o poco più in
corpo,un immenso tappeto di corpi,per la prima volta in vita
sua,Sesshomaru,non aveva mai assistito a così tanta
precisione nello sterminio di un intero esercito,seppure improvvisato e
mal organizzato.
Ma poi,in quel groviglio di sangue e carne,vide lei.
Era Toran,la vedeva in lontananza,che si stava muovendo verso di
lui,sembrava che corresse,forse da lui,forse l'unica faccia amica che
c'era nei dintorni,l'unica che non era in grado di fare cose
così strabilianti come quegli incappucciati.
Lui la vedeva,la vedeva li,la cui immagine si faceva sempre
più grande e nitida ad ogni passo che faceva,ed
infine,eccola li,a diversi metri da lui.
- Sesshomaru.
Disse lei quasi fosse felice di vederlo.
- Toran,stai bene?
Disse lui mantendo un tono freddo.
- Si sto bene.
Ma appena ebbe finito di parlare,la ragazza si accorse di alcuni segni
sul volto dello yokai e di certo non intendeva le striscie violacee.
- Ma tu? Cos'hai fatto in faccia? Sei ferito?
- Sto bene tranquilla,ho avuto una discussione col padrone di
casa,tutto qui.
Una discussione,era l'unica scusa che era riuscito a inventarsi sul
momento,come poteva dire a quella che una volta era una sua nemica
giurata,che Akira,l'uomo dall'aspetto gentile e dai modi cortesi,era
anche un valente combattente,in grado di colpire Sesshomaru come se
nulla fosse?
Non poteva,il suo orgoglio gli impediva di ammettere certe cose,ma dopo
quello scontro,una parte di lui ametteva in pieno,la stragrande
superiorità di tutti coloro che dall'inizio di quella storia
si era scontrati con lui e uscirne vittoriosi,o comunque uscire da un
conflitto contro di lui e andarsene come se nulla fosse successo,come
se un adulto vincesse contro un bambino,troppo facile per loro,troppo
umiliante per lui.
- In ogni caso,Toran,che ci fai tu qui?
- Io? Beh ecco...io...sono con loro.
- Con loro?
- Si loro...questi tizi qua col cappuccio.
- Sei diventata un assassina?
- Una cosa? Non so di cosa tu stia parlando ma sono stati loro che si
sono avvicinati a me.
- Avvicinati?
Sesshomaru spostò il suo sguardo su Ezio.
- Che cosa sta succedendo qui?
- E un storia un pò lunga.
Disse Ezio con voce calma.
Intervenne Toran.
- Ma che sarò io a raccontargli,ma non ora,sappi solo...
Mentre stava parlando la ragazza estrasse qualcosa dall'interno del
kimono,qualcosa che Sesshomaru aveva già visto,ma che di
certo non avrebbe voluto rivedere.
- Che riguarda questa.
Era lei,la pietra con le incisioni.
Era lei,Impossibile non riconoscerla,stessa forma,stessa
grandezza,stessi segni,stessa...attrazzione.
Sesshomaru sentì di nuovo quel magnetismo tra lui e
quell'insolito oggetto,la voglia di riprenderlo era
forte,però,aveva già visto cos'era successo
appena l'aveva sfiorata,quindi,rinunciò a toccarla.
- Qualunque cosa sia,questa cosa,non ha un aura magica,n'è
yokai,quindi...
- Cosa diavolo è?
Fu Toran a parlare,ma fu Sesshoamru a completare la frase.
Che cosa diavolo era? Non possedeva una natura magica,n'è un
natura demoniaca,eppure,non aveva nulla di umano,quindi,cosa poteva mai
essere?
Lo yokai non aveva più idee,sapeva solo una cosa,qualunque
cosa fosse,era meglio non sottovalutarlo.
Intervenne Ezio.
- Qualcosa con la quale e meglio non scherzare,ma ora,dobbiamo
andarcene di qui è al più presto,quelli che
abbiamo combattuto adesso erano semplici guardie,non mi stupirei se qui
attorno ci fossero dei rinforzi,rischiamo di cadere in
trappola,muoviamoci da qui.
Detto questo Ezio e gli altri tre assassini tornarono indietro e poco
dopo seguiti dai due yokai.
- Sesshomaru,ci conviene seguirli.
- Già,però,appena c'è ne siamo andati
di qui,dovrai spiegarmi un pò di cose.
- Se per questo anche tu mi devi delle risposte.
- Se vuoi delle risposte,lo stai chiedendo alla persona sbagliata.
- Qualunque cosa sia c'entra con te.
- E tuttavia sono quello con meno risposte di tutti in questa
assurdità,Toran,vorrei saperne tanto quanto te del mio
coinvolgimento in tutto questo,forse anche di più,dato il
fatto che qualunque cosa succeda,accade per una ragione che riguarda me.
I due finirono di parlare,anche se tra loro due aleggiava un aria
carica di tensione.
La stretta gola sarebbe stata priogioniera di una cupa
oscurità,se non fosse per qualche raggio di luna che che
scendeva nella rocciosa fenditura.
Tutti quei corpi,tutte le morti commesse quella sera,questa volta non
era stato un silenzioso omicidio,ma una cruenta battaglia dove tattica
e forza avevano prevalso su un buon numero di nemici.
Seppur inferiorità numerica,gli assassini avevano dimostrato
agli occhi di Sesshomaru non solo di essere abili nell'uccidere
nell'ombra,ma anche di essere valenti guerrieri e di certo Ezio non
aveva ancora mostrato il meglio di se,visto che la maggior parte del
combattimento e stato vinto dagli alti membri della setta.
Ezio e Toran,che legame c'era tra loro due? Quali circostanze aveva
portato il capo clan delle pantere ad avere a che fare con quel
misterioso umano,proveniente da Firenze,un luogo mai sentito,un nome
dal sapore esotico e straniero,situato in chissà quale parte
del mondo.
Ma non era quello il momento di pensare a certe cose,ora doveva
preoccuparsi del presente e di quello che sarebbe potuto accadere da li
a poco,la luce della luna non dava sicurezza e riparsi nelle tenebre
non lo avrebbe aiutato,in quel momento nessuna luce avrebbe disperso le
tenebre dell'ignoranza e nessun'ombra lo avrebbe tenuto al riparo dalle
accecanti rivelazioni che lo avrebbero reso soulo più
confuso,storidito ormai com'era da una storia con una trama che a
quanto pare non sembrava stare n'è in cielo n'è
in terra.
Ed infine, eccola la,l'entrata del crepaccio e subito dopo si poteva
vedere lo spettaccolo che c'erà di fronte a loro,La luna,il
cielo notturno,il limite della foresta,il bianco confine che divideva
il bosco dal burrone.
Un insieme di immagini che stava a significare una cosa
sola,c'è l'aveva fatta,era sfuggito alle grinfie di Akira e
scegliere da quale parte schierarsi,gli assassini.
Dopo quell'avventura durata tutta una notte,era arrivato il momento di
andarsene,di riprendere le forze e di capire una volta per tutte cosa
diamine ci facesse Toran insieme ad Ezio.
Mentre pensava per l'ennesima volta sui i suoi dubbi e sul da
farsi,sentì uno strano formicolio alla mano
destra,preoccupato controllò subito la mano,la
alzò abbastanza da poter osservare quello che stava
sucedendo è poi...lo vide.
Il segno sul palmo della mano,i due puntini uniti da un linea,si
illuminarono,emanando una qualche pulsazione a lui sconosciuta.
- Ma cosa...
Disse lo yokai,quasi piano.
- Che succede...
Toran non aveva fatto in tempo a parlare che la tavoletta di
pietra,sfuggì alla presa della ragazza e finì
nella mano di Sesshomaru in men che non si dica.
E mentre succedeva ciò,anche Ezio assistiva alle
scena,tenendo un mano sul sacchetto che conteneva la strana sfera che
in suo possesso.
- Ho la sensazione che non accadrà nulla di buono.
Disse Sesshomaru osservando i segni sulla tavoletta di pietra,che si
illuminarono,proprio come il segno sulla mano,stessa luce,stesso
mistero.
Il mondo attorno a lui riscomparve per l'ennesima,volta,gli alberi,le
montagne,la neve,ancora una volta tutto quello che vedeva si
polverizzava e poi scompariva,in una luce accecante,ormai ci era
abituato alle cose strane,anche se questo,non giustificava quello che
gli succedeva.
E mentre lui si perdeva all'interno della nuova stranezza,gli
altri,quelli che lo circondavano,lo videro cadere per terra,senza alcun
segno di vita apparente.
Ma Ezio,seppur sopreso,non rimase in silenzio.
- va bene,questo era inaspettato.
- Oh no,Sesshomaru.
Disse Toran preoccupata mentre si getteva sul corpo del giovane yokai.
- Diamine,E collassato.
- Umano,Cos'è successo?
- Temo che il tuo amico,abbia qualcosa a che fare con questi
oggetti,richiamiamo le nostre squadre e leviamoci di qui il prima
possibile,muoviamoci.
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Capitolo 26 *** Verità e discussioni. ***
Nel silenzio più assoluto,in un luogo non ben definito,in un
arco di tempo sconosciuto.
Sesshomaru,si risvegliò.
Aprì gli occhi e vide...grigio,un soffitto grigio,si
alzò di busto,si guardò attorno e vide ben
poco:lui,disteso a terra,su un pavimento del medesimo colore del
soffitto,stessa cosa per i muri ai suoi lati e quello dietro di lui.
Si alzò in piedi,ancora confuso per quello che
vedeva,sembrava un corridoio.
Mosse qualche passo,spinto dall'incertezza,anche se a dir la
verità,chiunque avrebbe avuto dei dubbi su un posto
simile,che strana forma aveva quel corridoio,perfettamente
lineare,niente scritte sui muri,nessun segno evidente,se non delle
linee verticali larghe dieci centimetri,che andavano sia in orizzontale
che in verticale e che ogni cinque metri formavano una croce.
Proprio come quell'altro luogo,quello con Akira,ma questa volta le
croci non erano solo sui muri,erano anche sul soffitto.
Sesshomaru guardò all'interno di queste croci,e
notò una strana luce bianca provenire dal loro interno,non
erano molto luminose,eppure,si poteva vedere,che dentro di essa,si
muovevano delle strane forme,linee intrecciate tra di loro,una griglia.
Già una volta ebbe a che fare con quella strana forma,ma
c'erano anche delle altre forme,piramidi,cubi,sfere,galleggiavano nel
vuoto,un bianco vuoto,sospesi in chissà quale spazio etereo
color latte.
Era confuso su quello che stava osservando,ma non si lasciò
soggiogare dal dubbio,quindi proseguì.
Camminando ancora per un pò,vide in lontananza un uscita,non
sembrava particolarmente luminoso,n'è altrettanto
buia,tuttavia,presentava un colore strano,quasi finto.
Si avvicinò all'uscita,sempre di più,sempre di
più,fino a che,non raggiunse l'uscio e quel vide era questo.
(Tema musicale consigliato da questo punto del
capitolo,https://www.youtube.com/watch?v=REhPqlYgCzM).
Una lunga spiaggia e un mare dall'aspetto inquietanti,erano
grigi,persino il cielo in alto,era grigio,nessun uccello,nessun
suono,nemmeno l'odore del sale provenire dal mare,niente,solo il
grigio,nulla più di questo.
- Sembri confuso.
Sesshomaru si girò di lato,in direzione del mare,vide una
figura,seduta,con una lunga veste bianca,con un cappuccio in testa e un
obi rosso.
- Jin?
- Si,sono io.
- Dove mi trovo?
- Difficile a dirsi,vedila così,sei ovunque e allo stesso
tempo in nessun posto,ti trovi in luogo irreale,ma tangile e con la
quale puoi interagire a seconda di come meglio credi.
- Irreale ma tangibile? Questa cosa non ha senso,dev'essere per forza
un illusione.
- Forse,ma non puoi saperlo con certezza sempre scoprire la
verità.
- E qual'è la verità?
- Questo sta a te scoprirlo,io posso solo indicarti la via,ma
è una tua scelta se percorrerla oppure cambiare
strada,l'importante e che lo fai secondo coscienza.
- Un altro dei tuoi insegnamenti?
- Se sei disposto a imparare io sono disposto a insegnare,non importa
il tempo di apprendimento,l'importante e capire la lezione,con pazienza
e volontà,ma intanto...
Jin non ebbe nememno finito di parlare,che si era alzato in piedi e ora
era girato verso lo yokai.
- Vieni,camminiamo un pò.
Jin si spostò in avanti,subito seguito da Sesshomaru.
- Sesshomaru,riesci a immaginare perchè sei qui?
- No,so solo che mi sono risvegliato di nuovo in un altro posto
strano,insomma,è tutto grigio qui,dimmi,che posto
è questo?
- E difficile da spiegare,non saprei come dirtelo.
- Dillo è basta.
- D'accordo,tu sei qui,perchè e questo luogo è
parte di te.
- Cosa? E parte di me?
- Già e quando dico parte di te,vuol dire che è
parte di te...fisicamente...dentro di te.
- Aspetta un attimo...
Sesshomaru si fermò un attimo ad osservare il
mare,cominciò a pensare,pensare e pensare
ancora,attentamente,analizzando bene la situazione.
Una voce nella testa,un luogo dall'aspetto bizzarro e dalla natura
irreale,che cosa avevano in comune? Il primo lo sentiva sia da sveglio
che mentre dormiva,l'altro era un ambiente marino,con cielo e mare che
hanno un aspetto bizzarro,per non parlare della figura di Jin,che se ne
stava li a parlare per indovinelli e strani giri di parole.
Però c'èra una cosa che aveva notato,nonostante
tutte le volte che Jin gli aveva parlato,erano state poche le occasioni
in cui lo aveva visto con le sue vesti da assassino,in quelle strane
visioni e poi nel portale situato nelle rovine dentro la montagna e
adesso,se ne stava su quella spiaggia.
Era troppo strano,tutte le volte che lo aveva visto o era
perchè stava dormendo,o perchè aveva perso
conoscienza,o perchè era entrato in possesso ho aveva a che
fare con questi strani oggetti incomprensibili,come quella pietra.
- La prima volta che ti ho sentito ero nel mondo reale,mentre la prima
volta che ti ho visto e stata qualche ora fa,quando sei intervenuto
contro Akira dentro quello strano posto,quindi,se adesso sono
qui,allora vuol dire che...
Lo yokai non ebbe finito di parlare che subito si era girato verso
l'incappucciato,guardandolo con occhi sgranati.
- Che io non sono in un sogno...questa è...
- Esatto,ci sei arrivato,questa,mio caro ragazzo...é la tua
mente,o meglio,il suo interno...sei dentro la tua testa,stai camminando
in un angolo remoto del tuo cervello.
Sesshomaru aveva indovinato,ma a stento avrebbe dato una risposta a
quel dubbio assurdo,eppure,tanto reale,da essere una verità
assoluta.
- Non riesco a crederci...è assurdo,non è
possibile,un conto è sognare,un altro è trovarsi
qui...non capisco il perchè.
- Il confine che c'è tra realtà e immaginazzione
é più sottile di quello che sembra,tuttavia,anche
a questa tua meraviglia c'è una spiegazione.
- Davvero? Allora spiegami,perchè mi trovo nella mia stessa
mente?
- Il portale nelle rovine...in qualche modo la mia comparsa nel tuo
scontro con Akira e dovuto a una qualche connessione tra te e il
portale,forse per via del segno sulla mano.
- Il segno sulla mano?
Ora che ci pensava bene,Sesshomaru aveva cercato di toccare la strana
porta nelle rovine,per poi vedere quel segno,anche se non gli aveva
dato grande peso,non subito per lo meno.
- Ma certo...è nelle rovine che contratto questo
segno,poi,quando all'improvviso ho avuto in mano quella pietra,mi sono
risvegliato qui,quindi se sono qui,e quella pietra che mi ci ha
mandato,perchè proprio una spiaggia?
- Questo é quello che devi scoprire,io posso
aiutarti,guidarti,ma non posso darti le risposte,però,ti
consiglio di andare avanti,di esplorare te stesso,anche se penso che
sia tua intenzione di non tornare indietro,come hai sempre fatto del
resto.
- E continuerò ad andare avanti,finchè non
otterrò ciò che voglio.
- E che cos'è che vuoi se non risolvere i tuoi dubbi? La
conoscienza è un grande dono,ma avvolte è anche
un pesante fardello da portare,attento a ciò che
chiedi,rischi di ottenerlo.
Detto questo Jin continuò a camminare superando Sesshomaru
ancora incredulo per aver scoperto dove si trovava.
- Se io sono dentro la mia testa,dev'esserci una ragione,o per lo meno
una spiegazione,quella tavola di pietra,c'entra sicuramente qualcosa,ma
come?
E mentre lui pensava,guardò dritto davanti a lui,oltre la
figura di Jin e vide che c'era ancora moltissima spiggia deserta,ma in
ogni caso,fece un passo,poi un altro e un altro ancora.
- Dove vai ragazzo?
Chiese Jin con tono tranquillo.
- Avanti.
- Perchè?
- Perchè non'è qui che devo rimanere,devo
andarmene.
E così dicendo,continuò ad avanzare,con cuore
saldo è incrollabile volontà,non sapeva dov'era
diretto,n'è quale fosse stato lo scopo di tutto quello,ma
una cosa la sapeva,rimanere fermo ad aspettare,non era di certo nel suo
stile.
- Esatto ragazzo,non'è qui che devi rimanere.
Lo yokai sentì la voce di Jin come se stesse parlando in un
orecchio,guardò di lato,ma non lo vide,si guardò
attorno,ma non lo vide lo stesso,poi,tornò con lo sguardo
sulla sua strada...è tutto cambiò.
I colori,i suoni,la luce,era tutto normale,il cielo era azzurro,il mare
era colorato di un intenso blu zaffirro,la sabbia era bianca
è il sole era ben luminoso.
Era incredibile,gli era bastato voltarsi un attimo,che quel luogo era
cambiato,così,di punto in bianco.
Continuò a camminare,mentre i piedi affondavano di poco
nella sabbia e dal mare proveniva un leggera brezza estiva,ancora una
volta,sentiva cose che in sogno non avrebbero dovuto esserci.
In un sogno non pensi,vivi l'attimo e ogni azioni che compi e dettata
dall'angolo più profondo della coscenza,non hai tempo per
prendere scelte o per riflettere su quello che fai,come un burattino
nelle mani di un burattinanio.
Non senti odori,non percepisci il tempo,non tieni conto di quanto possa
essere normale o bizzaro quello che accade,non sul momento.
Invece,per Sesshomaru la cosa era
differente,odori,sensazioni,colori,persino le azioni e le conversazioni
erano ben calcolate,come se fosse sveglio,ma in modo diverso,come se ci
fosse qualcosa che non va,oltre al fatto di dove si trovava.
Continuando a camminare vide più in là,una
figura,un rettangolo,incuriosito,si avvicinò sempre di
più alla curiosa forma sulla spiaggia.
Più si avvicinava è più sentiva di
fare attenzione,non sapeva descriverlo,forse era solo una senzazione,ma
sapeva benissimo cosa gli diceva,di stare allerta,non n'è
sapeva il motivo,ma di certo non lo avrebbe ignorato.
Passo dopo passo era giunto li,davanti a lui,il rettangolo,una
struttura strana,era molto simile alla porta nelle rovine,ma era
più piccola,poco più grande di Sesshomaru,sia per
altezza che per larghezza.
Nel vedere di nuovo una cosa simile,il segno sulla sua mano
cominciò a illuminarsi è in quello stesso
istante,l'interno della porta si illuminò,un rapido colpo di
luce ed infine,eccolo li,un evento inaspettato.
Subito fu inghiottito dalla strana struttura,senza lasciare alcun segno
sulla sabbia,come se non fosse mai stato li.
Arrivò dall'altra parte,prima in forma di granelli,come la
stessa sabbia di cui era ricoperta la spiaggia,per poi ritornare al suo
stato originale,proprio com'era successo nelle rovine.
Controllò per l'ennessima volta se c'era tutto é
per fortuna non mancò nulla,poi,con aria
confusa,cominciò a guardarsi attorno.
Era di nuovo in corridoio,ma questa volta vide che era molto
più corto dell'altro poichè l'uscita si vedeva
subito,distava si e no qualche passo,nulla di che.
Si avvicinò all'uscio,curioso e allo stesso tempo
attento,nel caso avesse dovuto a che fare con chissà quale
sorpresa.
guardò all'interno sporgendo di poco la testa fuori dalla
porta è quello che vide fu molto strano,c'era uno stanza,con
un tatami raffinato e i muri e le porte scorrevoli erano decorate con
motivi e immagini di ciliegi in fiore e paesaggi collinari,con qualche
montagna sullo sfondo.
Sul pavimento vi era posato un futon viola mentre li vicino vi erano
posati rotoli di carta e antiche stampe,più alcuni fogli di
carta con alcuni disegni sopra.
Si guardò attorno,notando che quel posto non sembrava poi
così strano,o meglio,era strano trovarlo
li,perchè lui,aveva già visto quella stanza,gli
era molto familiare,infondo,era la sua.
Riconosceva bene i muri,il tatami,persino la finestra di legno
abilmente intaglianta,ma quei fogli di carte,gli erano si familiari,ma
appartenevano ad un tempo ben lontano,in un arco della vita in cui lui
non era il temuto e rispettato yokai conosciuto dalle masse,ma solo il
bambino destinato un giorno a diventare il signore delle terre
occidentali.
Guardò in basso e osservo con attenzione uno dei fogli,era
una figura alquanto bizzarra,sembrava una specie di roccia,formata da
diversi rialzi e zone sconesse,di cui tre,sui lati,sembravano delle
lunghe e strette scalinate,ma gli scalini...avevano qualcosa che non
andava,erano troppo lunghi,troppo sottili...ed erano solo tre.
Sopra di essa invece si poteva intravederem,senza troppi problemi,un
insime di quadrati,linee rette e altre forme geometriche perfettamente
disegnate,con precisione assoluta,c'era persino un cerchio
perfettamente tondo.
E nellea parte sopra del foglio c'erano scrtti dei kanji che portavano
sopra una parola...Yonaguni.
-Yonaguni? Chissà che vuol dire.
Un altro foglio li vicino mostrava invece tutt'altro disegno,sembrava
un paesaggio,ma era ben diverso da qualunque altro paesaggio
riconoscibile,un ambiente grigio,con palazzi molto alti,quasi fossero
in grado di tocare il cielo e su di loro c'erano delle finestre,ma
molto diverse da quelle che conoscieva lui.
Ai piedi di questi giganti architettonici vi erano presenti delle
lunghissime strade e molte di queste passavano l'una sopra l'altra sostenute
da alte colonne,molte colonne.
E sempre in una parte del disegno vi era scritto qualcosa,ma stavolta
non era una parola,ma tutta una frase.
- Oltre il confine,al di là della grande distesa
di pietra,cerca il luogo dove tutto ha avuto inizio.
Disse Sesshomaru leggendo le parole scritte sul foglio.
- Un altro quesito,chissà che vorrà dire.
- Sesshomaru,che stai facendo?
Una voce a lui molto familiare,uno scattò inprovviso,si
guardò indietro,ma non c'era nessuno,eppure l'aveva
sentito,non nella testa,ma negli orecchie,come se qualcuno gli stesse
parlando.
- Disegno.
La voce di un bambino,piccolo,tenero,non la voce dell'uomo,ma il timbro
vocale dell'infanzia.
- Disegni? E cosa disegni?
- Non lo so.
- Non lo sai?
- No padre,non lo so,l'ho visto nei sogni.
- Nei sogni? Quali sogni.
Disse Inutaisho,o meglio,la sua voce,con tono preoccupato.
- Quando dormo,vedo delle cose,che non ho mai visto prima.
Dopo che il giovane yokai parl&ògrave; si sent&ìgrave; il suono
della porta scorrevole che si muove.
- Mio signore è giunto l'uomo da voi richiesto.
- Oh capito,lo raggiungo subito,Sesshomaru,n'è parliamo un
altra volta,tra poco dovrebbe arrivare il maestro,fa il bravo e segui
gli studi,ci vediamo più tardi.
A quel punto le voci si fermarono.
Sembrava impossibile,se non addirittura inimmaginabile,eppure era
successo,aveva sentito suo padre che parlava,ma com'era possibile? Era
morto.
Solo in un occasione rivide il padre dopo la sua dipartita,quando lui
e Inuyasha avevano sconfitto Songa,la terza spada di
Inutaisho,però li si era manifetato in forma
evanescente,(per chi non lo sapesse guardare il terzo film di inuyasha).
Ma qui,parlava con un Sesshomaru bambino,com'era possibile? Eppure lui
era li,adulto,divenuto già uomo,ma infondo,quel luogo era
così strano è per quanto stupito potesse essere
sapeva bene che doveva aspettarsi di tutto,ma di certo non si sarebbe
mai aspettato questo.
- Che cosa è successo? Quella era la voce di mio padre,ma
com'è possibile? E poi,perchè mai questi disegni
dovrei averli disegnati io? Non ha alcun senso,un bambino non
può disegnare nulla di così complicato,ci sono
troppi dettagli e poi non sembra per nulla il disegno di un bambino.
Un altro suono fece eco nella stanza un suono di passi,verso la porta
scorrevole,si voltò in quella direzione e vide che era
aperta,eppure ricordava benissimo che era chiusa,ma in ogni caso non si
sarebbe sorpreso,non più tanto,ormai ci aveva fatto il callo.
Curioso,oltrepassò la porta,lascianado nella stanza i
disegni,che secondo quella strana conversazione,priva di persone
materiali,erano stati fatti da lui,insomma,se era la voce di suo padre
a dirlo chi era lui per dubitare.
Alla sua destra la strada continuava per un corridoio molto simile a
quelli nel castello della sua famiglia,anche se non ricordava che ci
fosse un corridoio così lungo per raggiungere le sue
stanza,nonostante ciò proseguì,sapendo che
sarebbe potuto accadere qualunque cosa.
Camminava,passo dopo passo,facendo attenzione a quello sarebbe potuto
succedere.
- Inutaisho,amico mio,da quanto tempo.
- Akira,ti ringrazio per essere venuto.
Sesshomaru aveva sentito,bene,non voleva crederci,ma sapeva benissimo
che era la sua,anche se la cosa più inquietante,era che
stava parlando con suo padre.
- Figurati era il minimo che potessi fare,allora,di nuovo tuo figlio?
- Si,questa volta ha cominciato a disegnare.
- Disegnare?
. Ha cominciato a disegnare cose strane,sui dei fogli e su uno di
quelli c'era scritto Yonaguni.
- Yonaguni? Sei sicuro di quello che hai letto?
Chiese Akira con tono preoccupato.
- Si,perchè me lo chiedi?
- Yonaguni...non mi aspettavo che tuo figlio fosse arrivato a questo
punto.
- Di cosa stai parlando? Per la miseria è solo un bambino.
- Un bambino che non'è nato in modo naturale,ti avevo
avverito che non sarebbe stato semplice.
- Lo so,ma sono preoccupato.
- E normale,ti preoccupi della sua salute,sei suo padre.
- Non'è solo questo,si comporta in modo strano.
- Strano in che senso? Mi avevi già accennato a dei
comportamenti particolari.
- Dall'ultima volta che sei venuto e cambiato,ci sono volte,in cui
cammina nel sonno é mentre lo fa parla,dice cose senza senso.
- Capisco,hai bisogno di aiuto,quindi,te ne darò.
- Ti ringrazio Akira,fai ciò che devi fare per guarirlo da
questo male.
- Lo far&ògrave;,ma ho bisogno di tempo è necessito di
un luogo dove tenere i miei strumenti,i miei appunti e dove poter
visitare il bambino,ovviamente con la tua partecipazione si intende.
- Ho una camara per ospiti illustri,posso sempre farla preparare per le
tue necessità.
- Bene,in questo caso,non perdiamo tempo,andiamo da tuo figlio.
Dopo queste parole,più nulla,nessuna voce,nessun dialogo,era
finito li,ma forse sarebbe stato meglio dire che era iniziato li.
L'ennesimo dubbio,l'ennesimo dramma mentale,illusione...o ricordo?
L'unica cosa che sapeva e che quelle parole avevano suscitato la sua
curiosit&àgrave;,doveva,verificare,se quell'esperienza fosse frutto
di una fervida immaginazione,o nel peggiore dei casi,che fosse la pura
realt&àgrave;.
E mentre pensava si sentì cadere sulle ginocchia,mentre si
guardava attorno e poi...di fronte a lui,sul pavimento,la tavoletta di
pietra,con le scritte tutte illuminate e tra tutte quelle una sola era
riuscito a leggere.
Yonaguni.
Poi un bagliore improvviso è nulla più.
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Capitolo 27 *** Una mattina importante ***
Confuso,dolorante,ma soprattutto stanco,molto stanco.
Così si svegliò Sesshomaru,ancora un
pò assonnato e con le palpebre pesanti.
Il suo sguardo era rivolto verso l'alto, e ancora una volta fu un
soffito la prima cosa che vide,ma questa volta era diverso,un soffitto
di legno con qualche pagliuzza di paglia tra i diversi pannelli del
più basilare dei materiali da costruzione.
La pallida luce del mattina che entrava da una finestrella di legno si
faceva strada,timidamente,all'interno dell'area.
Lo yokai alzò la testa di poco e vide attorno a lui il
riconoscibile aspetto di una casetta di un agricoltore,gli attrezzi da
contadino e il focolare al centro della della umile abitazione.
- Buongiorno ragazzo,dormito bene?
Sesshomaru girò subito lo sguardo,in direzione della voce da
lui udita.
Era Ezio,appoggiato ad un parete,con le braccia incrociate e la testa
scoperta,lo stava guardando,con quegli occhi d'aquila,la barba curata e
i suoi modi all'italiana,rilassato,spavaldo e con un sorrisetto
sbruffone sul viso.
- Ezio,dove sono?
- In un luogo sicuro,lontano dai templari e ogni altro pericolo alla
tua vita,eh già da due giorni che dormi,dai alzati,vestiti e
poi raggiungimi,non ho voglia di vederti nudo,troverai dei vestiti
puliti sul tavolo,ti aspetto fuori.
Ezio uscì lasciando un Sesshomaru ancora provato dalla fuga
dal castello di Akira,anche se di certo non si sentiva meno motivato a
confrontarsi di nuovo col templare e cercando di capire cosa volesse
Akira da lui,apparte la collaborazione del figlio di Inutaisho ovvio,ma
perchè proprio lui? E quai erano queste capacità
speciali che aveva visto nel giovane yokai?
Domande Inutili,almeno in quel momento,sarebbe stato meglio alzarsi e
riaffacciarsi ancora una volta con un mondo che ormai gli riservava
più misteri di quanti ne avesse ma dovuto affrontare in vita
sua.
Si alzò lentamente,poichè provava ancora dolore
per alcuni dei colpi che aveva subito,stranamente il suo corpo non
guariva più tanto come prima,forse gli oggetti strani e le
varie circostanze da lui affronate avevano in qualche modo modificato
il suo corpo,di sicuro la mente era stata intaccata in qualche
modo,anche se di certo non si sentiva più stupido o
più lento a comprendere le cose.
Si avvicinò ad un tavolino posto vicino a lui e sopra vide
le sue nuove vesti,un kimono bianco con cappuccio incorporato,un hakama
bianco, un hadaji,un obi rosso,dei tabi e dei sandali.
- Devo davvero indossare questa roba?
- Si,sono gli abiti degli iniziati alla confraternita,indossali,magari
potrebbero anche piacerti.
Rispose Jin con rapidità inaudita.
- Se proprio devo.
Disse Sesshomaru con un tono di rassegnazione,per poi vestirsi per
niente entusiasta dei nuovi capi d'abito ricevuti.
Poco dopo uscì dalla casa abbagliato com'era dal sole che
puntava la sua luce sugli occhi del giovane yokai.
- Allora,che ne pensi dei tuoi nuovi abiti?
Chiese Ezio con fare semi serio.
- Che non mi stanno bene,non sono nel mio stile.
- Ti ci devi solo abituare,comunque,seguimi.
E così facendo Ezio si incamminò subito seguito
da Sesshomaru.
Mentre seguiva l'umano lo yokai diede un occhiata all'ambiente attorno
a lui,sembrava un villaggio di montagna,con yokai,hanyou e umani come
abitanti.
Non c'era bisogno di vederlo,lo sentiva nell'odore proveniente dalle
case,dove la maggiorparte delle gente ancora dormiva,proteggendosi dal
freddo e dalle altre ostilita dell'inverno.
Ma nonostante ciò,si aggiravano diversi gruppi di
persone,formati dai tre membri delle razze locali,I taglialegna
andavano in giro con grosse ascie e seghe dai denti affilattissimi e
sulla schiena portavano degli zaini molto capienti in grado di portare
gran parte del materiale raccolto.
Ma neanche i cacciatori erano di meno,armati di arco,un tanto ed una
yari.
- Dove stiamo andando Ezio?
- Dal maestro assassino alla quale è affidato il comando di
questa zona.
- E per quale ragione?
- Per iniziare il tuo addestramento,ora hai una lama celata,questo
però non fa di te un assassino,quindi,dobbiamo fare in modo
che tu lo diventi.
- Se lo dici tu.
- Non lo dico solo io,ma migliaia e migliaia di anni di
tradizioni,fidati,questa confraternità è
più vecchia di quello che pensi,comunque,siamo quasi
arrivati.
Nel camminare tra poca folla che c'era e la conversazione attualmente
in corso,si poteva vedere ben più del villaggio,un cielo
violacio,nato dall'incrocio colorato del sole appena sorto e il colore
naturale di una giornata limpida,sovrastava l'incredibile paesaggio
intorno a lui.
Alte montagne circondavano il villaggio,una lunga catena montuosa
faceva faceva da sfondo e una vallata,lunga chilometri veniva percorsa
da un fiume molto largo,la cui origine si poteva vedere molto bene
dalla parte opposta della vallata,una cascata,appena visibile per
l'occhio,ma per lui,era un pò più percettibile.
Ma non aveva tempo per distrarsi,aveva altro da fare.
- Eccoci,siamo arrivati.
Disse Ezio dirigendosi verso un edificio diverso da tutti gli altri.
Davanti a loro si ergeva un edificio di medie dimensioni,cinque volte
più grande di una casa comune,esteticamente invece non
sembrava particolarmente appariscente,la struttura di legno,le finestre
vecchiotte,tutto nella norma,tranne per una curiosa insegna di legno
attaccata al ciglio della porta.
-La casa del libro?
Si chiese Sesshomaru guardando l'insegna,che strano nome.
- Entriamo.
Disse Ezio facendo scorrere la porta di carta entrando all'interno del
piccolo edificio,al suo interno si potevano notare degli scaffali di
legno scuri,che ospitavano sulle mensole molti libri,alcuni
piccoli,alcuni grandi,molti della quale erano vecchi,anche se alcuni
sembravano nuovi,come appena scritti e vicino ad essi, più
in là dall'entrata c'erano dei piccoli tavoli di legno,con
sopra fogli di carta,pennelli,un contenitore per l'inchiostro e li
vicino dei cuscini sottili.
- Permesso,c'è nessuno?
Fu sempre Ezio a parlare per primo.
- Un attimo,arrivo subito.
Fu una voce femminile a parlare,una voce che Sesshomaru aveva
già sentito negli ultimi tempi,poi da dietro uno
scaffale,apparve lei.
- Ciao Sesshomaru.
Era Yuki,con due libri in mano e senza il cappuccio sul capo,mostrando
ai due il volto candido,i lunghi capelli neri e le labbra carnose.
- Tu,sei tu il capo di questo villaggio?
Chiese Sesshomaru incuriosito.
- Si,comunque ti ringrazio per l'aiuto dimostrato,senza di te,Hiro
sarebbe morto dal freddo,comunque,vi ho convocato qui,per un buon
motivo,sono venuta a sapere che c'è una spia all'interno di
questo villaggio,ma non sappiamo chi sia e quindi potrebbe essere
chiunque.
Intervenne Sesshomaru.
- E scommetto che dobbiamo trovarlo noi.
- Si,o per meglio dire,tu dovrai trovarlo,Ezio ti insegnerà
alcune delle nostre tecniche di spionaggio.
- D'accordo,andiamo.
Intervenne Ezio.
- Aspetta.
- cosa c'è?
- non'è il momento giusto,aspettiamo che il sole sia un
pò più in alto,quando il mercato sarà
pieno di gente,a quel punto potremmo intervenire.
- E intanto che facciamo?
- Non so,io faccio colazione,ho una fame...
Intervenne Yuki.
- Conosco un posticino che apre proprio a quest'ora del mattino e di
strada per il mercato del paese,ci possiamo andare anche adesso,tanto
chi lo gestisce è un confratello.
- Andiamo.
Disse Ezio con tono allegro,seguito subito da Sesshomaru,che
però non sembrava avesse tutta questa fame,forse si sarebbe
preso solo un tè,mentre Ezio forse avrebbe preso del pesce
affumicato accompagnato con un pò di riso e salsa di miso.
La giornata era appena cominciata,quindi,sarebbe stato meglio godersi
quei pochi attimi prima che la missione abbia avuto inizio.
In quello stesso istante,nelle terre di Owari,tra le colline innevate.
Oda Nobunaga,in sella al suo tenebroso destriero,si lancia alla carica
in mezzo alla neve,con il sole di lato a illuminargli la via.
Il cavallo correva,senza meta,senza destinazione,solo l'ebrezza della
corsa e il piacere provato nel sentire la terra sotto gli zoccoli e il
gelido vento d'inverno ad accarezzargli il manto,nero come un ombra.
Ma se il cuore del cavallo correva all'impazzata,quello del suo
padrone,andava persino più veloce,dato tutto quello che gli
frullava nella testa.
La sua alleanza con Nagamasa Azai,la visita alla sorella Oichi,gli
stranieri bianchi pronti a commerciare armi da fuoco,i clan
Takeda,Uesugi e l'imperatore a fargli guerra.
Troppi avvenimenti,avvenuti in così poco tempo,una persona
normale non sarebbe riuscita a gestire il tutto.
Ma Nobunaga...non era un uomo normale,la sua ambizione andava ben
aldilà della sua vista,la sua visione era troppo grande
affinchè i comuni concetti di bene e male potessero
minimamente giudicarlo,la sua crudelta...necessaria.
- Non si può creare qualcosa di grande,senza prima
distruggere tutto quello che si sbarra sul suo cammino,non si
può creare una nuova unione,senza prima dstruggere quelle
più vecchie,ed io,porterò questo mio oracolo a
tutti,coloro che ascolteranno,coloro che capiranno,vivranno nel mio
nuovo Giappone,e chi non ascolterà,morira insieme a
ciò che resta di questa marcia nazione.
Questo pensava il signore di Owari,la gente avrebbe saputo chi avrebbe
marciato per tutto il paese,avrebbe portato l'inferno prima di
costruire il paradiso.
Ma più in la,in lontananza,c'era una figura che lo
seguiva,lo stava raggiungiendo a gran velocità,un uomo,su un
cavallo pezzato.
Incuriosito,anche Nobunaga si mosse verso l'altro cavaliere e
avvicinandosi l'un l'altro vide bene chi era, Huang He.
Il brigante e il folle signore di Owari,l'uno di fronte all'altro.
- Curioso,mi chiedo chi tu sia,brigante,per stare di fronte a me e non
avere alcun timore.
Disse Nobunaga con tono neutrale.
- So chi siete,non siete il tipo da uccidere senza un valido
motivo,sarete anche un uomo crudele,ma non uccidete per il piacere di
farlo,non siete un depravato.
Disse il brigante con altrettanta neutralità.
- Un brigante istruito,non so chi tu sia,ma devo ammettere che non
sembri un brigante.
- Ho avuto un ottimo maestro.
- E chi è il tuo maestro?
- Un uomo che si interessa a voi in modo particolare,egli è
curioso di fare la vostra conoscenza,offre supporto economico,bellico e
altri tipi di vantaggi a favore della vostra campagna di conquista.
- Interessante,ma chi mi dice che non sia una trappola? potresti essere
un agente dei Takeda,dei Uesugi,della famiglia imperiale.
- Se per questo potrei essere anche una spia degli Azai,dei
Date,dei Mori,dei Chosokabe e di questo passo anche della Cina o delle
isole Ryukyu,potrei essere uan spia,ma non lo sono.
- Dimostramelo.
- Il mio maestro verrà a farvi visita nel vostro
castello,sarà accompagnato da una piccola scorta e non ci
sarà bisogno di essere annunciati dai vostri
servitori,sarà lui a presentarsi e lo farà a
tempo debito,sempre che voi vogliate incontrarlo.
La proposta di quello sconosciuto sembrava allettante e carica di
opportunità,ma quale sicurezza gli portava questa offerta,se
un qualche sconosciuto volesse incontrarlo e proporgli un affare in
casa sua? Chi poteva mai essere questo mercante di sogni e speranze?
Una cosa era certa,doveva prendere una decisione.
- Va bene,sono disposto a incontrare il tuo maestro.
- Bene,riceverà presto nostre notizie,le auguro buona
giornata.
Huang fece girare il cavallo,ma nell'esatto momento in cui stava per
andarsene si fermò e girò il capo in direzione
del signore di Owari.
- Ah,un ultima cosa,abbiamo saputo che avete avuto a che fare con degli
uomini incappucciati.
- Già,volevano una cosa che ho trovato,ma li ho respinti.
- Posso solo intuire che cosa sia,dato che forse abbiamo un nemico in
comune.
Detto questo se nè andò lasciando Oda ai suoi
pensieri,ma si sa,quando un uomo come lui rimane a pensare da
solo,non'è mai un bene,specie quando si parla di piani che
riguardano il futuro.
Intravide ancora una volta il sole,poi,preso com'era da questa nuova
opportunità,girò il proprio cavallo e lo fece
correre a tutta forza verso il proprio castello.
Nuove idee stavano nascendo nell'oscura mente del folle di Owari,l'aria
fredda avrebbe calmato i suoi bollenti spiriti,ma non la sua
ambizione,i suoi tre fedelissimi lo avrebbero seguito per l'ennesima
volta e questa volta sarrebe stato più
violento,più audace e più malvagio,nessuno
avrebbe fermato la sua avanzata verso il nuovo regno che avrebbe dato
fuoco e fiamme il governo imperiale degli Ashikaga.
Una nuova nazione sarebbe sorta,più forte,più
unita e soprattutto pura,il più grande sogno che uno
aspirante Shogun potesse mai desiderare,un Giappone perfetto e interi
fiumi di sangue sarebbero divenuti un sacrificio perfetto sull'altare
della storia.
Da qualche altra parte,nelle terre occidentali,nel castello di Akira.
Lo yokai templare,Era uscito dalle sue stanze personali,intento a
raggiungere un area in particolare del suo castello,intento ad andarci
con solo gli hakama addosso e girando a piedi scalzi e petto
nudo,mostrando così l'mpressionante massa muscolare che
possedeva.
Scese le scale,passò per il salone principale fino ad
arrivare alla sala da pranzo.
Un lungo tavolo di legno,molto basso,fatto di un legno molto scuro e
ben levigato,con dei cuscini di seta purissima sulla quale sedersi.
Ad accoglierlo nella grande sala c'era il generale Murai,con indosso
l'armatura ma senza l'elmo,aveva i capelli cortie leggermente
appuntiti,neri e portava uno sfregio che partiva vicino all'occhio
sinistro fino ad arrivare alla mascella,un taglio netto,perfettamente
regolare,ma tuttavvia,aveva comunque un bell'aspetto.
- Buongiorno Murai,come va?
- Tutto bene,tu Akira? Hai portato l'ennesima principessa nel tuo letto?
- Veramente è una regina,e comunque lo sai che non vado
più a letto con le principesse o qualsiasi altra donna
troppo giovane,non sono più un ragazzo...è
nemmeno tu.
- Io sono un soldato,non ho tempo da perdere con questi futili
divertimenti.
- Veramente non'è un futile divertimento,e anche un abile
mossa politica.
- Io non faccio politica.
- Per questo ti apprezzo,almeno tu non devi mentire di fronte a un
mucchio di emissari, diplomatici,uomini di potere e tutti coloro che
cercano di forviarti e ingannarti con belle parole,personalmente,ora
voglio solo mangiare,ma soprattutto,sedermi.
Detto questo il padrone di casa si sedette, i due aspettarono un
pò e poco dopo giunse una ragazza umana seguita subito da un
uomo dall'aspetto buffo.
- Le vostre colazioni signori.
La ragazza posò due vassoi di legno sul tavolo consegnado
due portate diverse.
Quella del generale era una colazione semplice,una ciotola di riso in
bianco e un bicchiere d'acqua,mentre quella di Akira era più
abbondante,una ciotola di riso,zuppa di miso e del pesce affumicato.
- Grazie,non ti ho mai vista,sei nuova?
- Si,oggi è il mio primo giorno qui al castello.
- Ah bene,ti trovi bene qui?
- Si signore.
- Mi fa piacere,sei hai bisogno di qualcosa,non esitare a
chiedere,qualunque cosa tu abbia bisogno.
- La ringrazio signore,vi auguro buon appetito.
E dicendo questo,la ragazza se ne andò,con un sorriso in
volto e un certo rossore in viso nel vedere Akira con tutti quei
muscoli in bella vista.
- Sei troppo tenero Akira,mostra più carattere,sei il
signore di un castello non un contadino.
- Perchè dovrei? io li tratto come giusto che siano
trattati,il fatto che siano alle mie dipendenze non li rende
inferiori a me.
E mentre Murai stava per rispondere intervenne l'uomo che in precedenza
stava aspettando dietro la servitrice.
- Signor Akira.
E Akira si trovò di fronte un essere davvero bizzarro,era
uno yokai di basso rango,era un capricorno del Giappone,(Il capricorno
del Giappone è un erbivoro appartenente alla stessa famiglia
degli stambecchi,delle capre e di altri ruminanti dello stesso
genere,animali diurni,vivono nelle fitte foreste di montagna,nutrondosi
di ghiande e foglie,per lo più solitari,anche se
non'è raro vederli in coppia e con i piccoli dietro).
Era alto un metro ottanta,una testa piccola,con un muso non molto lungo,gli
occhi da capra e due piccole cornine nere,aveva un pelo grigio con
qualche striatura nera e portava un kimono grezzo,molto simili a quelli
di un agricoltore.
- Signor Akira.
Disse il curioso essere con tono belante.
- Moji,hai notizie per me?
- Si,I vostri alleati ci portano notizie da i vari luoghi da lei
osservati in precedenza.
- Racconta.
- Certo, A nord del Giappone,nelle terre dei Date,le nostre spie ci
riferiscono di strane apparizzioni oltre i confini
settentrionali,c'è chi dice che siano gli Ainu,ma
non'è stato confermato ancora nulla.
Nella capitale invece,abbiamo ricevuto informazioni sull'attuale stato
politico,la famiglia imperiale e ormai sull'orlo del disfacimento,molti
nobili pensano che sia meglio allearsi con il signore di Owari e
pregare che non compia un massacro appena entra in città.
A sud,nelle terre degli Shimazu,sono state avvistate imbarcazioni di
dimensioni colossali,che battono bandiera portoghese e che possiedono
tanta potenza di fuoco da polverizzare un intera flotta delle nostre
imbarcazioni,costruite secondo la tradizione classica.
- E tutto?
- Si signore,c'è qualcosa che devo riferire per conto vostro.
- rifesci ai nostri alleati e ai nostri confratelli,di rimanere allerta
e di non agire senza un mio ordine o di chi fa le mie veci,confido
nella loro lealtà e nella loro discrezione.
- Ricevuto.
- Moji.
- Si?
- Hai fatto tanto nel tenerti in contatto con noi Templari,prenditi
qualche giorno libero,riposati,torna dalla tua famiglia e dirigiti dal
mio tesoriere,ti darà la giusta ricompensa per i tuoi sforzi.
- Mille grazie sommo Akira,le auguro buona giornata.
- Altrettanto.
E così facendo,se n'è andò,lasciando
il suo signore alla sua colazione.
Ma ora che aveva ricevuto quelle notizie,lo yokai dagli occhi
differenti,era incentrato sulla questione,sapeva che queste tre notizie
avrebbero potuto recare enormi vantaggi all'ordine dei Templari,bastava
solo saperli sfruttare nella maniera più opportuna.
- Gli Ainu,le antiche tribù del nord,armati di osso,legno e
barbarie,armati come i loro antenati delle caverne,aspettano di
riprendersi le terre che erano loro e che un tempo comandavano con
saggezza,ora,carichi di rabbia e umiliazione,potrebbero cercare di
invadere le terre più a sud e non dubito che potrebbero
usare anche la forza dei loro antichi rituali,oscuri e misteriosi,nati
ancora prima dello Shintoismo,un opolo da non sottovalutare.
A Kyoto la situazione e ormai chiara,l'imperatore e diventato ormai una
figura inutile,i signori della guerra ormai sono in pieno conflitto e
parlare di pace sarebbe inutile,meglio passare il potere ad un uomo
come Nobunaga,almeno lui sapreppe mantenere il potere conquistato.
E per quanto riguarda gli europei,sono di certo
mercanti,esploratori,gesuiti,non ho alcun dubbio che tra di loro ci
possano essere dei nostri confratelli d'occidente venuti a controllare
la situazione,anche se mi chiedo,cosa ci possono fare qui.
E quella mattina,era stata importante per tre persone,tre individui
differenti,in tre punti differenti del Sol Levante.
Le decisioni e le azioni svolte in quel giorno avrebbero avuto
conseguenze importanti,per loro e tutti coloro che c'erano di mezzo.
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Capitolo 28 *** Un giro al mercato ***
La colazione,il pasto più importante della giornata.
Era questo questo Yuki ed Ezio stavano facendo,la prima stava mangiando
del riso con dell'uovo,mentre il fiorentino stava mangiando dei
dango,(polpettine che si ottengono mischiando acqua e farina di
riso,vengono serviti dai tre a quattro su degli spiedini di legno).
Sesshomaru invece stava sorseggiando un thè verde,che lui
non aveva chiesto,ma che gli era stato portato dall'oste appena lui si
era seduto al bancone.
- Tranquillo Sesshomaru,l'oste è un nostro informatore,bevi
tranquillo.
E fu per questo che stava bevendo un thè che nemmeno
voleva,ma questo non lo rendeva meno buono n'è meno
invitante,con una giornata così fredda quel caldo liquido
era un toccasana contro l'inverno,anche se a lui il freddo non
dispiaceva.
L'atmosfera dentro il locale non era affatto male,un leggero tepore,le
persone che parlavano del più e del meno,l'atmosfera che si
respirava aveva un non so che di rilassante,quasi ristoratore.
- Allora,da quello che sappiamo la spia e stata vista l'ultima volta al
mercato,quindi,Ezio,cosa n'è pensi?
Chiese Yuki con tono controllato.
- Forse è un templare o qualcuno che lavoro,un traditore nel
peggiori dei casi,comunque,abbiamo informazioni su chi possa essere?
- Si,sappiamo che è uno yokai,una donna a quanto pare,ma a
parte questo non sappiamo nulla,ma come vi ho già detto
potete cercare al mercato,tra una bancarella e l'altra le voci girano
come niente,ora devo andare,ho una faccenda da sbrigare,buona fortuna.
Detto questo Yuki si alzò,pagò per tutti e tre e
se n'è andò.
- Andiamo ragazzo.
Qualche minuto dopo anche gli altri due si alzarono ed uscirono dalla
taverna.
Appena fuori sentirono subito l'aria gelata delle montagne piombargli
addosso senza alcuna pietà,pungente e fastidiosa,per
Sesshomaru non era un problema,ma per Ezio era un altra cosa.
Si sistemò il cappuccio quasi a voler coprire un
pò più di volto con il lembi della veste,ma
niente,il venticello freddo soffiava sulla barba ben rasata del
fiorentino,curata nei minimi dettagli.
- Aspetta un attimo.
Disse lo yokai.
- Cosa c'è?
- Quando mi sono cambiato le vesti,non pensavo dovessimo andare in
missione.
- Quindi?
- Non ho armi,non ho n'è la mia spada,n'è quella
strana lama.
- Tranquillo,non n'è hai bisogno,insomma.
Detto questo Ezio cominciò a muovere i primi passi verso la
sua meta,subito seguito da Sesshomaru.
- Che vuoi dire?
- Il nostro compito è trovare una spia,non ucciderla,dovrai
evitare il combattimento se possibile.
La strada da loro percorsa si stava animando sempre di
più,con il sole sempre più alto,la gente
cominciava ad uscire,sempre più persone erano presenti per
le rurali vie di quel villaggio di montagna.
Gente che andava e gente veniva,un via vai di individui,tutti
appartenenti a quella piccola comunità rurale.
Le persone sembravano allegre,felici nella loro
semoplicità,c'era chi andava a tagliare la legna,portandosi
l'ascia e un zaino per raccogliere la legna tagliata,chi andava a
caccia,con la yari un arco ricurvo e un piccolo coltello.
Poi c'erano i mercanti,con i loro negozi e i loro carretti trainati da
un qualche animale da soma,come una vacca,un bue oppure un cavallo da
traino,con le loro merci,le lore bilancie e i loro
pallottolieri,antichi strumenti per aiutare a far scorrere bene il
denaro,dalla mano del cliente alle tasche del venditore.
Vasellame e ceramiche,pelli e tessuti,carne ed ortaggi,oggetti di uso
quotidiano e poco altro,mercanti viaggiatori e venditori locali,c'era
anche qualcuno che vendeva armi,ma erano di scarso valore e per giunta
alcune potevano essere false,ma poco importava,non erano li per fare
compere.
Coloro che avevano da vendere aprivano i negozi,o mettevano su le
bancarelle e cominciando ad esporre la merce,chi era venuto a comprare
faceva un giro,addocchiando di tanto in tanto e avvicinandosi alla
mercanzia,c'era chi comprava e chi invece stava a guardare,nulla di
speciale in questo.
Col passare dei minuti e con l'avanzare per la loro strada si poteva
vedere,ai lati delle strade e nascosti tra la poca folla che
cerà,alcuni incappucciati,armati di wakizashi e tanto,a
seconda di chi portava l'uno o l'altro e tutti con al polso la lama
celata,l'arma d'ordinanza che ogni adepto della setta degli assassini
porta con se.
- Vedo che i tuoi amici sono qui.
Disse Sesshomaru ad Ezio con il suo classico tono glaciale.
Il fiorentino si girò nella direzione in cui Sesshomaru
stava guardando,ma sapeva bene di cosa stava parlando e scuro in volto
tornò a guardare dritto,verso il lor obiettivo.
- No ti sbagli,i miei amici...non so dove sono.
Pensieroso,quasi distante,così gli sembrava allo yokai
l'umano accanto a lui,non triste,solo...lontano da quel
luogo,fisicamente li,ma con la mente da tutt'altra parte.
- Cosa?
- Prima di ritrovarmi qui,in questa terra di cui non so nemmeno il
nome,ero in compagnia di due amici,poi...accadde qualcosa.
Ezio ricordava solo delle immagini confuse,un luogo dall'aspetto
ambiguo,due figure,una luce molto forte e il suo nome che veniva
urlato,ricordi sfocati di evento di cui si faceva fatica a ricordare i
dettagli.
- Poi mi risveglia in quella foresta, è li...incontrai te,te
e quella curiosa combricola che era con te.
A sentire quelle parole lo yokai si ricordò dei suoi
compagni di viaggio,l'ubbidiente Jaken,il fedele Ah Un ed infine Rin,la
piccola bambina sgarciante e piena di vita.
- Già e dopo averti incontrato sulla mia strada ci siamo
battuti,eri un umano in mezzo ad una radura,un pò strano per
uno della tua razza,poi,quello che è successo dopo...
Ricordsva ancora quando Rin,quella creatura innocente,era riuscita ad
interrompere un duello,con la sola voce,ma con una voce che di suo non
aveva nulla.
Una donna,era quella a parlare,chi fosse non lo sapeva,ma si era
rivolto a lui,sapeva parlare la sua lingua,ma quell'accento,il modo in
cui pronunciava le parole,non era giapponese,ma allora chi era?
Che venisse dalla stessa terra di Ezio?
- La voce di donna che si era manifestata quel giorno,chi era?
- Non posso dirtelo.
- Perchè no?
- Perchè non capiresti,non sei ancora pronto.
Sentendo queste parole Sesshoamru gli mise una mano sul petto e con
forza bloccarlo,per poi girarsi e avvicinarsi abbastanza da porterlo
guardare negli occhi senza che il cappuccio potesse corprirlo.
L'atmosfera tra i due si stava facendo pesante.
- Non sono pronto? Da quando questa storia e cominciata non ho fatto
altro che trovarmi in situazioni in cui non ero pronto,però
le ho sempre affrontate,senza mai tirarmi indietro,quindi,non pensi che
abbia il diritto di sapere un pò di più su questa
storia.
Ezio lo guardò dritto negli occhi,quegli occhi gialli simili
a quelli di un serpente,e Sesshomaru che ben vedeva gli occhi di
Ezio,simili a quelli un acquila,un fiero rapace.
- Credimi,ammiro il tuo coraggio,davvero,ma se ti dco che non sei
pronto é perchè ti voglio tenere al sicuro,hai
appena cominciato a fare i tuoi primi passi in un mondo a te
sconosciuto e vuoi già venire a conoscienza di segreti che
oltrepassano il concetto stesso di follia,fidati,se non te lo dico io,o
quella fantomatica voce nella tua testa,e perchè ci teniamo
alla tua salute mentale.
A fine conversazione negli occhi di Ezio si poteva vedere una
scintilla,uno sguardo che poteva penetrargli l'anima e guardarlo
dentro,occhi come quelli,lo yokai,non li aveva mai visti.
- Fidati ragazzo,ci sono cose a queste mondo che non dovrebbero mai
essere raccontate,mentre altre non dovrebbero nemmeno
esistere,ascoltami,so che vuoi entrare nella confraternita degli
assassini,ma ti avverto,una volta entrati a far parte del nostro
mondo,non n'è esci più,quindi,torniamo a pensare
sulla nostra missione,insomma,vuoi o no diventare un assassino?
Disse l'umano terminando la frase con un sorrisetto sbruffone.
Sesshomaru non sapeva cosa rispondere,avrebbe voluto dirgliene
quattro,ma quello sguardo,quella voce,persino il modo di fare,rendevano
Ezio un persona misteriosa e con molte sfaciettature,forse saggio,ma di
certo era una persona impossibile da ignorare.
Allontanò la mano dal petto del fiorentino facendola
scendere vicino al fianco liberando così la strada a
quest'ultimo.
- Andiamo ragazzo,hai un lavoro da svolgere e molte lezioni da imparare.
Ezio riprese a camminare con un pensieroso Sesshomaru che lo guardava
andar via.
- E giunto il momento che tu divenga uno di noi,ma per farlo dovrai
seguirmi,e ascoltare con molta attenzione.
Ma prima ancora che Ezio si potesse allontanare ancora un pò
fu subito raggiunto dallo yokai,che con aria fredda e impassabile
rimaneva in silenzio di fianco all'umano.
- Prima ancora che tu divenga un assassino devi capire chi siamo e cosa
facciamo,gli assassini sono una società segreta che opera in
segreto per proteggere l'umanità,da tiranni,signori della
guerra e da tutti coloro che vogliono privare l'umanità del
suo bene più prezioso...la libertà,il concetto
del libero arbitrio e il bene più prezioso per la quale si
può combattere,poichè nulla è reale e
tutto è lecito.
- Nulla è reale e tutto è lecito?
- Comprendere queste parole significa comprendere se stessi,comprendere
se stessi sgnifica guardare e giudicare il mondo con nuova coscienza e
nuova conoscienza,un giorno,se diverrai saggio,comprenderai il loro
significato.
- N'è dubito,visto che parli in modo così strano.
- Forse sei tu che non mi capisci,comunque,dopo aver appreso le basi ti
veranno insegnate le tre regole principali della nostra
confraternita,tre regole che non sono semplici leggi,ma un autentico
stile di vita,la prima...che è anche la più
importante.
Trattieni la lama dalla carne degli innocenti,Il nostro scopo e
difendere coloro che non possono farlo da soli,aiutarli a rialzarsi e
insegnargli che una lotta giusta non'è mai
inutile,ricorda,combattiamo per il libero arbitrio,non per la tirannia.
La seconda regola...
Si una lama tra la folla,la nostra confraternita si basa sull'agire
indisturbato e senza essere visti,n'è sentiti,n'è
percepiti,combattiamo solo se necessario e dobbiamo saperci
nascondere,anche sotto la luce del sole,ricorda,agiamo nell'ombra per
servire la luce,siamo assassini.
La terza ed ultima regola.
Non compromettere la confraternita,durante l'addestramento gli
assassini diventono parte di te,diventano gli amici che non hai mai
conosciuto,diventano i fratelli che non hai mai avuto,diventano la
famiglia che non hai mai sognato di far parte,loro diventano e tu
diventi una parte di loro,non esistono più razze o
sessi,siamo tutti parte di un unico grande organo,la
confraternita,ricorda,anche sei fai parte di un gruppo,non dimenticare
chi sei,perchè è ciò che ti rende
importante,sia come persona,che come individuo.
Altri sofismi,altri giri di parole,ma alcune di queste cose per lo meno
non sembravano del tutto incomprensibili,era l'insieme che creava
qualche difficoltà di comprensione.
Ezio parlava di non uccidere gli innocenti,di nascondersi alla luce del
sole,di far parte di una famiglia che non hai mai conosciuto,per
Sesshomaru sembravano un mucchio di parole sensa senso logico.
- Queste sono le nostre regole,il nostro modo di pensare,di
essere...questo è il credo dell'assassino.
- Beh io credo che a forza di starti ad ascoltare mi verrà
mal di testa,siamo qui a fare della poesia o a cercare un ospite
indesiderato?
- Hai ragione,quindi non perdiamo altro tempo,è arrivato il
momento che ti insegni qualche trucco del nostro
lavoro,perchè sai,siamo arrivati.
Tra parole e camminate,frasi incomprensibili e passi attenti,erano
arrivati ad una piazzetta,un piccolo luogo di incontro tra i paesani e
le persone di passaggio,vi erano presenti qualche bancarella dove poter
mangiare un pasto caldo e qualche panca di legno di poter sedersi,un
luogo semplicissimo,con semplicissima gente.
- Che ci facciamo qui?
Si chiese Sesshomaru confuso da quello che vide.
- prendiamo informazioni.
- Informazioni?
- Esatto,ma prima sediamoci,ti spiego meglio.
Ezio e Sesshomaru fecero qualche passo verso una panchina di
legno,nulla di che,una vecchia panca di legno ormai rovinata dal tempo
e dalle intemperie,nulla di che.
Si sedettero e per due minuti scese un silenzio di tomba,non una parola
era uscita dalla bocca di Ezio,lo yokai si stava innervosendo,vedeva
l'umano accanto,con i gomiti appoggiati alle ginocchia e le dite delle
mani intrecciate tra di loro,formando con le mani una coppa.
- Che diavolo stai facendo?
Chiese Sesshomaru spazientito.
- Ascolto.
- cosa?
- Ascolto la gente che parla.
- E perchè ascolti la gente che parla?
Chiese Sesshomaru ancora più spazientito di prima.
- Perchè alla gente piace chiacchierare,ascolta attentamente
quello che dicono,anche le persone comuni possono dirti cose
preziose,anche se non n'è sono consapevoli,usa le orecchie
ragazzo,forse tu hai un udito migliore del mio.
Sesshomaru non aveva ben capito cosa dovesse fare,ascoltare la gente? E
di cosa avrebbero mai potuto parlare? Del freddo? Della giornata? Del
lavoro nei campi che non poteva ancora essere avviato?
Ma se voleva svolgere il suo compito avrebbe dovuto farlo,infondo non
gli sarebbe stato difficile.
Chiuse gli occhi e sì concentrò,all'inizio
sentiva solo ronzii,come quando si sente una zanzara volare vicino
all'orecchio,fastidioso e ripetitivo,poi poco alla
volta,riuscì a scandire bene ogni singola parola,sentiva
donne che parlavano delle faccende di casa e pettegolezzi vari,i
ragazzi che parlavano di infatuazioni giovanili e ragazzate varie.
Poi,ad un certo punto,sentì parlare due uomini,un leggero
sussurro passava per le sue orecchie,ma era più che
sufficente per capire la conversazione.
- Hai portato quello che ti ho chiesto?
- Si c'è lo qui,tieni.
- Eccolo qua,come mi avevi promesso.
- Bene,con questo potrò riferire al mio cliente la posizione
degli assassini nella zona.
- Il tuo cliente? Per caso è quella donna?
- Non ti impicciare,non sono cose che ti riguardano,comunque,io ho i
documenti sulla posizione degli assassini in zona,tu i soldi,posso dire
che abbiamo concluso,ora va e non farti vedere,quei maledetti hanno
orecchie dappertutto.
Sesshomaru aveva sentito la conversazione per intero,era chiaro ora
cosa intendesse Ezio per recuperare informazioni,ed ora che lo
sapeva,sarebbe stato meglio riferirlo all'assassino.
- Ezio...
- Lo so,ho sentito tutto,ascolta,ora che sappiamo come trovare la spia
dobbiamo seguirlo,forse si starà dirigendo da lui,andiamo.
E detto questo Ezio partì subito in mezzo alla folla,senza
aspettare Sesshomaru che in realtà gli era alle calcagna.
Com'era riuscito quell'umano ha sentire una singola voce in mezzo a
tante altre? Uno yokai poteva farlo,ma lui? Come? Quale magia c'era
dietro a quell'abilità?
La verità e che Sesshomaru non sapeva spiegarsi come,l'udito
umano di Ezio era stato più potente di quello di Sesshomaru?
Oppure la spiegazione era un altra?
Ad ogni modo,Ezio si era infiltrato nella folla,avvicinandosi all'uomo
che aveva ricevuto la cosa,con discrezione e silenziosità.
Sesshomaru era un pochino più indietro rispetto ad Ezio,ma
nonostante tutte quelle persone lo yokai vedeva bene quello che
succedeva,una delle mani di Ezio era vicina alla schiena di un uomo,un
umano,un contadino che non sembrava avesse nulla di particolare,tranne
per una bisaccia,una cosa semplice.
Una mano,paziente e silenziosa si muoveva avvolta da una miriade di
persone,lesta e leggera frugava all'interno della borsa,senza attirare
l'attenzione.
Poi,all'improvviso,tirò fuori qualcosa dalla borsa
dell'uomo,qualcosa di arrotolato su se stesso,forse un foglio, e come
si era avvicinato alla vittima del furto,così aveva fatto
quando si era allontanato,nel silenzio più totale,protetto
dalla folla attorno.
Ma all'improvviso accadde altro.
Sesshomaru non vedeva più Ezio,era scomparso.
Cominciò a guardarsi attorno,ma nulla,si
concentrò sugli occhi e quindi sforzò la vista,ma
ancora nulla,ai suoi occhi l'assassino era divenuto ladro,per poi
scomparire come un fantasma.
Nessuna traccia di Ezio,dove fosse finito lo sapeva solo lui,la gente
che andava e la gente che veniva,una moltitudine di suoni,rumori e
quant'altro.
Ma poi,una presenza,qualcosa che striciava di soppiatto tra la
gente,che si spostava tra umani e yokai era giunta alle spalle di
Sesshoamaru,preparando così la sua mossa.
- Sesshomaru.
Il ragazzo fece scattare lo sguardo dietro di lui e li lo vide,Ezio,col
suo sorrisetto sbruffone e in una mano l'oggetto recuperato.
- Ezio,ma come...
- Anni e anni di pratica,questo è una delle tante cose che
è in grado di fare un assassino di alto livello.
- Davvero? E tu quanto sei alto?
- Altissimo,vieni,torniamo a lavoro,devo farti vedere una cosa.
Disse Ezio sotto voce.
I due si allontanarono dalla piazzetta,tornando sulla strada
principale,che si era riempita con ancora più persone di
prima.
Un autentico fiume di persone,una marea di razze e individui diversi
riuniti in una sola ed unica via,Sesshomaru faceva quasi fatica a
spostarsi in quella fiumana,non era abituato a stare a contatto con
tutta quella gente in uno spazio così ristretto,in quel
momento gli dispiaque non poter usare la sua forza per potersi fare
largo nel caos attorno a lui.
l'umano gli stava accanto mentre i due continuavano al loro avanzata
verso una meta che forse solo il fiorentino sapeva.
E mentre Sesshomaru si faceva strada tra la folla Ezio gli mise una
mano quasi di fronte al volto e con in mano un foglio accartocciato su
se stesso.
- Leggi,ti aiuterà a comprendere.
Sesshomaru non se lo fece ripetere e prese in mano il foglio,lo
srotolò e vide quello che c'era sopra.
Un disegno.
Il disegno composto da linee,quadrati,rettangoli e diversi puntini neri
su vari punti del foglio,sembrava disegnata in modo
grossolano,brutto,come se fosse stato fatto da qualcuno che non sapesse
disegnare.
- Ma questa che cosa è?
Chiese Sesshomaru con aria confusa.
- E una mappa,rappresenta il villaggio visto dall'alto,le linee sono le
strede mentre i quadrati e rettangoli sono le case e i vari edifici
circostanti,mentre i puntini neri rappresentano i nostri fratelli di
lama sparsi per il villaggio è evidente che qualcuno ci stia
tenendo sott'occhio,un traditore.
- Un traditore?
- Si,pensaci bene,durante la conversazione,uno di loro ha parlato di
riferire al cliente degli assassini in zona,questo vuol dire che
quell'uomo era in contatto con uno dei nostri,ora la cosa da fare
è seguire le indicazioni,sul retro della mappa.
- Indicazioni? Ma se quello che gli ha consegnato il foglio non sapeva
nemmeno chi era cliente di quell'uomo.
- Quello era solo un messaggero,il vero mandate e un altro,un
pò come la storia del brigante che ti ha attaccato.
Il brigante,come dimenticarsi di quella figura? un uomo,un umano non
molto alto,con un abilità nel combattere che non aveva nulla
di già visto,le sue movenze,i suoi colpi di spada e i suoi
calci,mai visto nessuno combattere in quel modo.
Ma la cosa che ricordava ancora di più di quell'uomo,era la
sua ritirata,un kunai lanciato tra loro due,l'umano che scappa e
poi,quel messaggio,quell'invito,che preannunciava il suo incontro con
un nuovo nemico,Akira.
- Quindi,il mandante chi è?
- Uno dei nostri,anche se non so chi sia,in ogni caso,leggi,dietro ci
sono delle indicazioni.
E mentre Sesshomaru si faceva strada tra a folla,diede una breve
occhiata al retro della mappa,sulla quale c'erano scritte delle parole.
- Per il nostro incontro ho pensato di venire io stesso
all'appuntamento,incontriamoci nei vicoli dietro il mercato,vi aspetto
la.
Quella frase rivelava la presenza di un traditore all'interno della
confraternita locale,e per sfortuna di quel traditore sarebbe stato
Sesshomaru ad andare a prendere,avrebbe dovuto dirgli tutto se non
voleva farsi ammazzare.
- Ora so dove dobbiamo andare.
- Lo so ragazzo,andiamo,e ora che ti insegni come si fa cantare un
uccellino che parla troppo.
Disse Ezio mentre si scrocchiava le mani.
Il sole si stava alzando,la gente stava aumentando,ma loro due
avanzavano, tanto di tempo per imparare c'era tutta la giornata.
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Capitolo 29 *** Combattendo tra i vicoli ***
Mezz'ora dopo,in un altra parte del villaggio.
Il mercato del pesce era ricolmo di persone,i pescatori,uomini che
vivevano la maggior parte del tempo più sul fiume che sulla
terraferma,compivano il loro lavoro con assouluta naturalezza.
Alcuni vendevano il pesce già morto,ma ancora fresco e
conservato sotto sale,mentre altri si portavano dietro dei carri
ricolmi di giare di terracotta ripiene d'acqua,con il pescato ancora
vivo e vegeto,allestivano il banco e tiravano fuori il necessario.
I coltelli.
Utensili da cucina forgiati da fabbri locali,usati per tagliare ogni
tipo di carne,in grado di durare anni se tenuti affilati e puliti
costantemente.
I clienti arrivavano,chiedevano quale animale volevano e quale
quantità,e poi...ZAC.
Un colpo secco e l'animale perdeva la testa,ma il cliente poteva sempre
chiedere la testa come pietanza a parte,quindi non era detto che la
testa andava per forza buttata via.
E tra tutta quella gente,tra tutta quella clientela,non c'erano loro
due.
No,loro erano dietro,tra le stradine strette e l'odore di pesce fresco.
Per Sesshomaru restare li a sentire tutti quegli aromi gli dava la
nausea,l'odore di morte che ormai permeava le creature ittiche si
faceva sentire con prepotenza nelle narici dello yokai.
Ma era fin troppo concentrato per potesse dargli un fastidio vero e
proprio,forse però sarebbe stato meglio non sentirlo.
- Bene,ora che siamo lontani dalla via principale dovremmo cercare tra
queste stradine,ora dovremmo agire in modo diverso,quindi in guardia
è probabile che il nostro doppiogiochista abbia preso le sue
precauzioni,andiamo.
Disse Ezio con un tono serio.
E detto questo i due si inoltrarono tra i vicoli del villaggio,facendo
attenzione a non essere notati.
Camminare piano,controllare ogni dettaglio,parlare sottovoce,stare
attenti ad ogni angolo,nascondersi in una strada deserta e nascondersi
in mezzo ad una folla non erano la stessa cosa,una vicolo buio e
spoglio di ogni cosa pè un ottimo nascondiglio nel caso ci
siano zone d'ombra o in orari notturni,ma offre pochi ripari se non in
muri e gli angoli delle case,ma nulla di più.
Per Ezio ogni passo era ben misurato e pesato al modo giusto,camminata
lenta e passo leggero,ma occhi e orecchie sempre attenti,senza dar
nulla per scontato,per Sesshomaru invece sembrava diversa la cosa.
Il suo passo era simile a quello di Ezio,ma più pesante e
meno attento di quello dell'assassino,era abituato agli scontri e ai
duelli,al vedere in volto l'avversario,non a muoversi come un topo
nell'erba alta,lui era un guerriero,certe cose gli erano sconosciute.
Ricordava ancora le sensazioni provate in quella foresta,vicino al
castello di Akira,l'aria fredda e pungente della montagna,il
buio,l'adrenalina,l'uccidere di soppiatto,questo non era lui,non era
quello che era stato addestrato a diventare.
Allora perchè quella sera,sentiva che ogni cosa che facesse
gli sembrasse naturale?Quale parte nascosta del suo io interiore sapeva
fare quelle cose?
Quella sera aveva scoperto una parte di se che nemmeno conoscieva...ma
infondo,quella avventura che stava vivendo,stava svelando molte cose di
cui lui non sapeva niente.
In ogni caso ora era li,incappucciato e nascosto,sempre che nessuno lo
scoprisse ovvio.
All'improvviso,tra quelle stradine,si potevano sentire delle voci,voci
di uomini,voci per nulla rassicuranti.
- Contro il muro.
Disse Ezio a bassa voce.
L'umano si piegò dietro l'ennesimo angolo di strada e
origliando quello che le voci stavano dicendo.
- Ehi li hai visti?
- No nulla,tu?
- Niente,ma tu ci credi?
- Da quello che mi ci ha detto si,insomma,se ci ha pagato
così bene per poterlo proteggere,allora si,gli credo.
- Sarà, ma io no,insomma,assassini? Ma dai,secondo me
è un brigante che preso una buona parte di un malloppo tutto
per se.
- Piuttosto che inventarti storielle perchè non controlli le
strade,se ci fosse veramente uno di quegli incappucciati è
ci prendono alla sprovvista allora si che saremmo nei guai.
- Va bene va bene,non ti arrabbiare,ora controllo.
E mentre parlavano,stavano avanzando verso l'angolo dietro cui Ezio e
Sesshomaru erano nascosti,dovevano fare qualcosa...e in fretta.
- Si stanno avvicinando,Sesshomaru,dal nostro duello ho capito che hai
una sovraumana forza muscolare,ma,come te la cavi a pugni?
- Eh?
- Come te la cavi a pugni? Fare a botte,ti sarà capitato di
mettere le mani addosso a qualcuno,vero?
Sesshomaru era rimasto interdetto per un attimo,se gli avesse chiesto
di utilizzare gli artigli allora sarebbe stato facile,ma un pugno,non
è che li tirasse tanto spesso.
- Si,qualche volta.
Disse lo yokai dubbioso su quella proposta.
- Va bene,ascoltami attentamente,a quanto sembra ci sono due tizi che
ci stanno cercando,ora,appena passano l'angolo,io ne prendo uno
è tu l'altro,non dovresti avere problemi nell'atterare uno
di quelli,chiaro?
- Si ho capito.
- D'accordo tieniti pronto.
Entrambi rimasero attenti all'arrivo dei due individui che li stavano
cercando,Ezio si era leggermente allontanato dal muro tenendo le mani
pronte all'ingaggio,mentre Sesshomaru stava semplicemnte aspettando che
uno di loro si facesse avanti.
Rumori di passi,discorsi sul più e il meno,distrarsi durante
la ricerca,come scagnozzi di un assassino traditore sembravano
particolarmente inetti.
Mancava poco ormai.
I nervi erano tesi,l'attenzione era al massimo,i corpi pronti a
scattare.
Ed infine,eccoli,due nekoyokai,quelli che una volta Sesshomaru
combatteva ai tempi della guerra contro le pantere.
Felici e spensierati,così sembravano...prima di vedere loro
due.
- MA CO...
Uno dei gatti non aveva fatto in tempo a parlare che il fiorentino era
già partito all'attacco,lo scatto di gambe era partito al
momento giusto,la mano destra vicino al mento,quella sinistra un
pò più in avanti,entrambe strette a pugno,era il
momento di colpire.
Il sinistro era partito come diretto sul volto del gatto,mentre con il
destro come montante sotto il mento,due soli colpi in rapida
sucessione,preciso e potente,colpi da vero maestro.
Sesshomaru invece era si partito rapido,proprio come Ezio,ma come pugno
aveva deciso di caricare il destro fin dietro la spalla,molto
potente,ma molto poco tecnico,un colpo da rissa.
Ma non meno efficacie.
Che finì dritto sul volto del gatto e facendolo alzare da
terra per qualche secondo,fino a farlo finire un pò
più la con un muro adiacente.
Con la spada Sesshomaru era bravo,ma quando si trattava di
combattimento senz'armi,beh...meglio se combatteva con gli artigli,era
più bravo con quelli.
- Bel colpo,un pò rude,ma efficace,ora che li abbiamo
stesi,sarà meglio farli parlare.
Ezio prese d forza uno dei due,quello che sembrava meno stordito,lo
prese di forza per il colletto del kimono e lo guardò dritto
in quegli occhi felini con aria rilassata.
- Ciao micio,andiamo di fretta quindi te lo chiederò solo
una volta,dove sta l'uomo che vi ha ingaggiati?
- Vai all'inferno.
Ezio gli sorrise,lo osservò attetamente e poi...lo
scaraventò contro li muro li vicino facendogli battere la
testa contro la solida costruzione.
Il gatto emise un lamento simile ad un miagolio nervoso,poi un altra
botta contro il muro,ma questa volta più forte e gli teneva
la testa cotro quest'ultimo bloccandogliela con il gomito che faceva
presa su una tempia.
- Scusa mi è scivolata la presa,oggi sono proprio
maldestro,eh che sbadataggine,preferirei che non accadesse ancora,ma si
sa,gli incidenti capitano...anche due volte di fila.
Disse Ezio ironicamente per poi terminare la frase in modo sottile e
tagliente.
- Aspetta,aspetta...parlerò.
Disse il gatto seriamente preoccupato.
- Ma che bravo micio,dai su,parla.
- Qualche giorno fa uno yokai si è presentato a noi dicendo
che dava soldi in cambio di protezione.
- Di che parli?
- Noi siamo gatti di strada,non apparteniamo a nessun clan e quindi
raccattiamo quello che troviamo in cambio di cibo e
indumenti,insomma,andiamo avanti come possiamo,comunque,questo tizio
arriva e ci dice che dobbiamo proteggerlo,noi accettiamo e lui ci
paga,semplice no?
- Bella storia,in ogni caso,lui dove si trova?
- qui vicino,tra i vicoli,c'è un tempietto abbandonato,lui
si nasconde li.
- Ti ringrazio.
Ezio liberò il gatto per poi gettarlo a terra,insieme al
compare.
- Andiamo.
E finito con loro due l'umano e lo yokai si incamminarono ancor
più all'interno del villaggio.
- Comunque,Sesshomaru,devo ammettere che hai un buon destro,ma non lo
sai controllare.
- Il mio destro?
- Si il pugno,molto forte,ma lo spingi troppo indietro e quando mandi
in avanti il colpo lo lasci li,senza farlo tornare subito indietro.
- Di che stai parlando?
- Tranquillo,dopo questa storia ti insegnerò qualche
colpo,ora però torniamo a questioni più
serie,dobbiamo raggiungere quel tempietto entro brevissimo
tempo,potrebbero esserci altri di quei gatti nelle vicinanze,quindi,la
migliore cosa da fare e restare uniti e andare avanti.
- Non ho paura di qualche gatto spelacchiato.
- Non'è questo il punto,dobbiamo mantenere un profilo
basso,o la nostra missione andrà in fumo,non tutto si
può basare solo sulla forza,questo dovestri saperlo.
Già,avrebbe dovuto saperlo,era evidente che la sua immensa
forza fisica non lo avrebbe portato lontano,non se si affidava sempre a
quella,il suo scontro con Akira era un esempio.
Sesshomaru era forte,fortissimo,ma era stato sufficiente a fermare lo
yokai eterocromatico?(l'eterocromia e quella pecularità,in
una persona o in un animale,dove undividuo possiede le iridi due colori
diversi,la cosa è dovuta a scarsa distribuzione di melanina
su un bulbo oculare,oppure a traumi o sidromi).
Che fosse la forza? No,Akira era forte ma c'era ben altro a renderlo
superiore come combattente.
Akira era la dimostrazione che la forza fisica è importante
in un combattimento,ma non era tutto.
Forse avrebbe dovuto fare lezione della bruciante sconfitta,se mai
avesse voluto affrontarlo al suo stesso livello,è ora che
stava compiendo una missione per una setta di cui non sapeva
nulla,aiutato da un uomo lontano dalla sua terra,con aspetto e vestiti
completamente diversi da qualsiasi altra persona che aveva visto nel
suo paese,ora poteva dire che doveva correggersi,migliorare,potenziarsi.
E la sua attuale missione,era la dimostrazione che doveva fare di
più,se voleva saperne di più su tutta la faccenda.
Passavano i minuti,e le stradine si facevano sempre più
oscure.
Giravano a destra,Giravano a sinistra,ancora dritto,ancora una svolta,e
qualche volta,ci scappava una imboscata ai danni di altri gatti,altri
pugni,altri colpi,c'è stato persino un momento,in cui dei
gatti avevano formato un gruppo molto numeroso,e quindi a vederlo Ezio
aveva già girato subito strada e fatto un altro
giro,combattere era utile,non necessario.
Il tempietto sembrava introvabile,quanto ci voleva per trovare un
piccolo edificio di legno diroccato?
Ma poi,si sentì qualcosa,e quel qualcosa giunse alle narici
dello yokai di ghiaccio.
Incenso,un forte odore di incenso,appena accesso,che entrava
prepotentemente nelle narici,fumo e odori forse non erano qualcosa che
Ezio potesse sentire con così tanta bravura,nemmeno per un
umano come lui.
- Ezio,so dove andare.
Disse Sesshomaru così piano che persino Ezio fece fatica a
sentirlo.
- Cosa?
- Sono un dayokai,i miei sensi sono molto più sviluppati di
quelli di un comune umano...anche per un umano come te.
Disse Sesshomaru con una certa superbia,anche se leggermente celata e
facendo non poca fatica a nasconderla,anche se non ci riusciva,anche se
forse...non aveva cercato di nasconderlo.
Ezio si era accorto di quest'atto di arroganza,ma non gli importava
molto,dopo tutto anche lui era stato ragazzo,ebbe la sensazione di
risentire quella giovinezza,tornare ancora una volta,solo per poco,nei
suoi ricordi.
L'atteggiamento dello yokai e le stradine del villaggio,gli ricordavano
Firenze,la sua bella Firenze,le giornate passate tra il bighellonare e
lo studiare poco,tra le risse per strade con i figliocci pomposi dei
nobili locali e il saltare e l'arrampicarsi sui i palazzi e i tetti
della sua città,ricordava anche le giornate a sedurre regali
fanciulle sul ponte Vecchio e l'osservare tutto il panorama cittadino
sulla cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore,insieme al
fratello maggiore.
Eh già,la giovinezza,tanto ricordi belli...è
poi...quel giorno...lui lo ricordava bene.
Piazza della signoria,la folla,le guardie,quell'uomo,tre figure,tre
corde...tre botole.
- Ehi,Ezio.
La voce del ragazzo lo riportò all'attuale realtà
riportandolo per i vicoli bui e le strade innevate.
- Dai andiamo.
Sul volto dell'assassino comparve un sorrisetto.
- Certo sbruffone,fai strada.
Sentite queste parole Sesshomaru si avviò verso un vicolo
più diroccato e più buio degli altri,Ezio lo
seguì immediatamente.
Si muovevano lesti e silenziosi,controllando che non ci fossero felini
in giro,strada dopo strada,abitazione dopo abitazione,erano giunti al
luogo desiderato.
Girando qualche angolo e assaltando i pochi nekoyokai nei
dintorni,giunsero di fronte ad un edificio diverso da tutti gli altri.
Tra le case e gli angoli chiusi,vi era presente un edificio alto si e
no poco più di quattro metri con un cinta ornamentale alta
due metri,aveva un aspetto trasandato e fatiscente,muri crepati,la
porta di ingresso rovinata e la neve non rendeva di certo
più bello quel posto.
- Mi sa che ci conviene entrare.
Disse Ezio con tono scherzoso.
E Sesshomaru senza perdere tempo sfondò la porta d'ingresso
con una potente manata,facendo volare via la porta e mostrando al suo
interno un giardino,forse un tempo sarà stato bello e
curato,ma ora l'erba era diventata alta e tascurata,i piccoli laghetti
artificiali aveva un acqua stagnante e sporca e i pochi alberelli al
suo interno erano cresciuti senza che nessuno se ne prendesse cura.
L'edificio situato all'interno era tutto rotto,il tetto era bucato,il
legno marcio e probabilmente l'interno sarà stato
inguardabile.
Ma non era li per controllare l'estetica del posto,il loro obiettivo
era li è di certo non si sarebbe fatto aspettare.
- Sta arrivando.
Disse Sesshomaru avvertendo un aura un pò più
potente delle altre.
Di fronte a loro si aprì una porta scorrevole che faceva di
ingresso all'edificio interno mostando l'essere che si stava
avvicinando ai suoi due inseguitori.
Era un nekoyokai,ed era molto più grosso di tutti gli altri
gatti già visti fin'ora,in confronto a Sesshomaru era un
autentico armadio,alto,con il pelo grigio e gli occhi verde acqua.
- Bene bene bene,guarda un pò chi c'è,due
assassini,perchè la cosa non mi sorprende?
- Sei tu il traditore che passa l'informazione a quella donna?
Disse Sesshomaru avanzando leggermente verso l'enorme felino e
fissandolo con sguardo di ghiaccio.
- E tu chi sei?
Gli chiese il gatto con aria strafottente,ma poi,ad uno sguardo
più attento,osservando sotto il cappuccio,cambiò
espressione,divendo serio.
- Sono quello che ti farà del male se non mi dirai
ciò che voglio.
- Parole grosse per una pulce come te,vieni,fatti sotto,ma sappi che
non sarà facile è comunque...non ti di spiace se
assistono anche loro,vero?
All'improvviso,da dietro le mura del tempio comparvero una moltitudine
di gatti che si posizionarono sopra la cinta e osservano la scena con
fare divertito.
Quello che era divenuto un improbabile interrogatorio si stava per
trasformare in un scontro uno contro uno,l'atmosfera si stava
scaldando,i due yokai stavano già stringendo le mani,i pugni
erano carichi,la violenza di strada stava per sforciare in un edificio
abbandonato.
Questo non era un nobile duello,questo era uno scontro vero,nessuna
regola,nessuna arma,solo quella che tutti possiedono e che si usa fin
dai tempi più antichi,il proprio corpo,l'arma primordiale.
L'inuyokai si stava già preparando allo scontro,strinse la
mano destra,quasi incompensapevole di averlo fatto,facendo si che la
mano aperta divenne pugno,estensione primitiva della personale forza
fisica che una persona può manifestare su un altro essere
vivente,sia per difesa che per agressione.
- Va bene,comincio io.
Disse il gatto avanzando verso lo yokai mentre quest'ultimo aveva
preparato gli artigli,Sesshomaru vedeva bene quest'ultimo,teneva le
braccia vicino ai fianchi e con le mani aperte mostrando
così le affilate estremità.
Quell'andatura,quella posizione,quel gatto sembrava forte e
minaccioso,ma Sesshomaru lo sapeva bene,non lo temeva,lui aveva
affrontato Akira,uno yokai tanto pacato nei modi,quando efficiente e
brutale nell'eseguire tecniche di combattimento ben al di sopra di
qualche colpo da rissa.
- Ehi Sesshomaru.
Lo yokai riconobbe la voce.
- Jin?
- Vedo che stai per combattere,ascolta,durante lo scontro ti
darò dei consigli,ma non prenderò,in alcun modo
il controllo sul tuo corpo,devi farcela da solo,ora però,fai
quello che ti dico,intesi?
Sesshomaru era fin troppo impegnato a guardare il suo
avversario,scrutava con attenzione il gatto dio fronte a lui,era
grosso,ma apparte questo nulla di che,forse sarebbe stato facile
affrontarlo.
- non sottovalutarlo troppo,non sarà Akira,ma ha comunque
ricevuto un minimo addestramento,attacca solo quando ti sembra scoperto
e quando difendi alza le braccia e schiva i colpi,non sempre la forza e
un vantaggio sicuro,quindi ricordati,tutti sono bravi ad attaccare,ma
è nella difesa che si vede se sai combattere,ora vai e fatti
dire quello che vuoi,buona fortuna.
E detto ciò Jin smise di parlare,era sconcertante come
quella presenza potesse stare zitta per un lasso di tempo quasi
infinito e poi spuntava all'improvviso,dando consigli e fornire aiuto
quando serviva,tutto sommato era un entità interessante con
la quale avere a che fare.
Le mani si chiudevano a pugno,i bicipiti si ingrossavano,i muscoli
dell'avambraccio si allargavano,il petto si gonfiava,le gambe si
irrigidivano,tutto in lui si stava caricando di adrenalina,mentre la
dopamina agiva sul sistema circolatorio aumentando il battito cardiaco
e accellerando la circolazione sanguigna.
- Adesso mi diverto.
Fu il gatto ad iniziare lo scontro,cominciò a correre verso
Sesshomaru mettendo il mostra il braccio destro,nel tentativo di
mollargli una botta pesante.
Ma Sesshomaru non sembrava troppo preoccupato,un essere così
sgraziato poteva essere solo un fastidio,almeno così la
pensava lui.
Poco prima che il colpo arrivasse sul volto dello yokai,quest'ultimo si
era già abbassato aspettando il momento esatto in cui
colpire.
E infatti era giunto,aprofittando dell'opportunità concessa
da quel pugno da ubriacone,il ragazzo sferrò un pugno in
pieno volto al gatto facendogli sentire una buona dose di forza su una
guancia.
Ma il gatto incassò bene il colpo e n'è
aproffitò per prendere per il bavero del kimono di
Sesshomaru con una mano e tirargli una zampata sul naso,la cosa fece
abbastanza male a Sesshomaru,ma nulla in confronto ai colpi del maestro
templare,il gatto gli aveva fatto male,Akira invece lo aveva fatto
soffrire...e non poco,colpi che stordivano,colpi che facevano perdere
fiato,colpi inibitori,un conto era combattere,un altro era fare a
botte,e questi appartenevano alla seconda categoria.
Lo yokai fu spinto indietro mentre la mano sul colletto veniva aperta
rilansciando la forza dell'urto sul suo muso,vacillò e in un
attimo si ritrovò a terra con gli abiti imbrattati dalla
neve.
- Sei andato bene, ma devi renderti conto che anche lui come te sta
giocando di forza,prova piuttosto ad essere più veloce,fallo
stancare,fai in modo che la sua stazza gli sia d'intralcio,lui e
lento,tu sei più veloce.
Sentire quelle parole dette da quella voce lo fecero riflettere,infondo
non aveva tutti i torti.
Il suo avversario era grosso e forte,ma anche lento e con una
muscolatura pesante,doveva essere il più svelto o non
c'è l'avrebbe mai fatta.
Sesshomaru si rialzò subito e si rimise in posizione,anche
se come posizione era piuttosto sciatta,visto che non stava nemmeno
sulla difensiva scoprendo completamente la guardia.
- Vieni,fatti sotto gattaccio.
Il gatto non se lo fece ripetere due volte che si era già
lanciato all'attacco,un verso selvaggio usciva dalla bocca piena di
zanna,quasi volesse tappare la bocca al giovane sbruffone che aveva
davanti.
- Aspetta che sia vicino abbastanza da poter evitare il colpo all'utimo
momento,una buona schivata si esegue nel momento in cui l'avversario
crede di averti già preso.
Ancora Jin,ancora un consiglio,sembrava quasi che gli facesse da
maestro.
Il felino si era di nuovo lanciato a grande velocità,nel
tentativo di squarciarlo con gli artigli,che erano ormai in bella
vista,si era stancato di giocare con lui,voleva farla finita con
lui,poi sarebbe toccato al suo compagno umano.
La mano si alza,gli artigli sono pronti,la frustazione al limite e
poi...il colpo stava scendendo sull'inu yokai con decisa violenza.
E in quel preciso istante,Sesshomaru fece la sua mossa.
Nel vedere il colpo arrivare ebbe una sensazione che aveva
già sentito in precedenza,lento,il mondo attorno a lui
sembrava più lento,riusciva a vedere gli artigli del gatto
arrivargli talmente vicino da poterlo toccare,ma lui non n'è
aveva alcuna intenzione.
Si abbassò velocemente,quasi prima di essere preso,si
spostò sul lato del braccio che stava per sqartargli il
volto,passò sotto il braccio,si alzò velocemente
e con una velocità fulminia,portò un altro colpo
verso il gatto e questa volta il colpo era finito su una tempia e
finendo in quel punto con molta forza bruta.
Il colpo questa volta era stato incassato nel peggiore dei modi,gli
occhi socchiusi,il cervello che ballava da ua parte all'altra,un pugno
decisamente pericoloso,poco ortodosso,ma decisamente efficace,seppur
tirato male e senza il benchè minimo di tecnica.
Il Nekoyokai sembrava stordito in modo pesante,faceva fatica a
vedere,la vista era offuscata,ben lontano dall'essere nitida,ci vedeva
dobbio e sembrava stanco,forse era sul punto di cedere.
- Adesso parli maledetto? O devo dartene altre?
- Tu razza di...
Quest'ultimo stava per colpire di nuovo Sesshomaru,un altro colpo,ma
questa volta andò diversamente.
Proprio quando le nocche del gatto stavano di nuovo per scontrarsi sul
suo volto,Sesshomaru schivò all'ultimo momento il colpo,si
spostò di lato e anche stavoltà tirò
un colpo,ma questa volta alla mascella.
Il gatto cadde a terra,dolorante e stordito,ora faceva persino fatica a
pensare.
- Parla o ti uccido a suon di pugni,posso farlo e tu lo sai.
- CHIUDI QUELLA BOCCA.
Il nekoyokai si alzò per l'ennesima volta con molta
fatica,stava a malapena in piedi,ma in ogni caso ci provava.
Ezio invece stava semplicemente guardando la scena,restava
calmo,attento a che nessuno degli spettatori intervenisse,ma a quanto
pare gli altri nekomata non avevano intenzione di farsi pestare da
quell'incappuciato.
Osservava attentamente quella baruffa,quella rissa spacciata a malapena
per un combattimento,eppure notava qualcosa di strano nel movenze
dell'inuyokai,prima menava colpi a caso,come si fa in una zuffa,ma ora
era diverso,stava sulla difensiva,provocava l'avversario,schivava i
colpi e poi rispondeva,quelle che vedeva erano delle
capacità da picchiatore,non erano eccelse,non erano le
più belle che aveva visto,ma il principio del combattimento
corpo a corpo c'era.
Cos'era succeso in quell'arco di tempo tra l'inizio dello scontro e
l'improvviso miglioramento di Sesshomaru? Che evesse imparato a
combattere senza armi? No non era questo,ci vogliono anni e anni di
pratica per imparare a combattere usando delle buone movenze da
combattiemnto ravvicinato,figurarsi farlo da solo,da perfetto
autodidatta,no,la soluzione era un altra.
Che fosse quella voce di cui parlava l'inuyokai? Poteva anche
essere,infondo non sarebbe stata una cosa troppo strana,Ezio aveva una
certa esperienza con fatti surreali avvenuti in Italia,quando lui
operava ancora nell'intera penisola,anche se gli era capitato avvolte
di andare oltre i confini del bel paese.
Qualunque cosa fosse era certo che lo stava aiutando,ma rimaneva una
domanda,quali sarebbero state le ripercussioni su l'uso di quell'aiuto?
A certe domande non poteva avere delle risposte immediate,per ora,era
meglio stare a vedere.
Il combattimento ormai sembrava al termine,con l'abilità di
Sesshomaru nel tenere a testa il gatto ormai la vittoria sembrava
vicina.
Il nekoyokai ormai sembrava allo stremo delle forze,aveva subito ormai
diversi colpi,era sul punto di crollare,mentre Sesshomaru sembrava
averci preso la mano con i pugni,cosa che tirava molto raramente,anche
a Jaken,non era un tipo da rissa,ma bisognava dire che stava imparando
quella forma di lotta che mai aveva praticato prima d'ora.
Per l'ennesima volta il gatto cadde,questa volta sulle
ginocchia,stremato,finito e con molti lividi in faccia.
- Ora mi dici dove si trova lo yokai alla quale passi le
informazioni,non vorrai mica passare un altro quarto d'ora insieme a
me,vero?
Il gatto mise le mani aperte di fronte al volto,con i palmi rivolti
verso Sesshomaru.
- Va bene parlerò,però basta.
Disse lui con tono implorante.
- Allora dimmi chi è e dove si nasconde,parla.
- Chi sia non lo so,lo incontrata una volta sola,ma non lo mai vista.
- Che vuoi dire?
Chiese Sesshomaru confuso.
- Quando mi ha contattato la prima volta ci siamo incontrati tra questi
vicoli,un giorno si presenta a me e dice che mi vuole proporre un
affare,io le dico che cosa ci guadagno e lei risponde che mi
darà una buona ricompensa se d'ora in poi lavorassi per i
templari,come spia, e io le dico che mi va bene é
così lo giuro.
Sesshomaru era sopra il traditore,mentre con sguardo di ghiaccio
scrutava il suo avversario,prima spavaldo e forte della sua sicurezza
in se stesso,adesso invece era a terra e implorava pietà da
un uomo che di solito non la concedeva.
- Dove si trova ora quella donna?
- Poco fuori dal villaggio,c'è una strada che porta alla
valle sottostante,percorrila finchè non ti troverai di
fronte ad un bivio,arrivato li percorri la strada che porta alla
cascata,non puoi sbagliarti,lei si nasconde li.
- Ti ringrazio.
E detto questo lasciò il gatto li a terra e si mosse nella
direzione di Ezio,l'umano si era portato una mano al mento mentre un
broncio appena accennato gli comparve in volto e con lo sguardo fissava
attentamente il ragazzo.
Sesshomaru sembrava confuso da quella visione,che cosa aveva Ezio da
sembrare così pensieroso,le informazioni le aveva
ottenute,non c'era nulla di cui preoccuparsi.
- Allora? Che te ne pare?
Fece Sesshomaru con fare da gallo,anche se quasi non lo dava a
vedere,sotto sotto era un pò uno spaccone.
- Non male,poteva andare meglio,ma non male davvero,che ti ha detto?
- Dice che quella donna si trova vicino alla cascata.
- Quella che si vede da questo villaggio?
- Si.
- Allora non c'è tempo da perdere,troviamo due
cavalli,così potremmo spostarci velocemente e senza destare
sospetti.
- Non male come idea,ma con gli altri gatti come facciamo?
- tranquillo.
Non aveva ancora finito di parlare che già Ezio aveva
estratto la spada in un modo tale che tutti i presenti potessero vedere
l'arma.
- SONO SICURO CHE AVRANNO ALTRO DA FARE ADESSO,DICO BENE?
I gatti sentedo quelle parole e osservando l'attuale situazione
cominciarono ad andarsene il più in fretta
possibile,lasciando la zona in brevissimo tempo,era ovvio che vedendo
il loro momentaneo capo a terra che implorava pietà, una
cosa del genere aveva di certo abbassato il morale dei nekoyokai che
erano stati pagati per difenderlo.
- Visto? Basta un pò di diplomazia,qualche parola giusta,ed
ecco che la gente ti sta ad ascoltare.
Disse Ezio mentre rinfoderava la spada.
- Si certo,ora però non c'è tempo per queste
stupidaggini,dobbiamo andare.
- Aspetta,dobbiamo prendere due cavalli,la mappa che abbiamo raccolto
prima dovrebbe indicare la presenza di alcuni assassini in
zona,proviamo a chiedere aiuto,sono fratelli di lama,ci aiuteranno di
sicuro.
I due uscirono subito dal tempio ripercorrendo le vie buie e semi
illuminate,sapendo per certo che ormai che quell'energumeno di gatto
non costituiva più un problema,il problema ora stava nel
trovare il loro vero obbiettivo,la yokai,avrebbero dovuto far presto,o
avrebbero rischiato di perderla,se non addirittura averla
già persa.
Era giunto il tempo di tornare sulla via principale,era tempo di
chiedere aiuto alla confraternita,aiuto sulla quale si poteva sempre
contare.
Era tempo di abbandonare il buio,era giunto il tempo di uscire allo
scoperto.
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Capitolo 30 *** Quel giorno alla festa ***
Qualche ora prima,confine settentrionale delle terre occidentali.
All'interno del suo castello,Akira,dopo aver fatto colazione,decise di
dirigersi verso le sue stanze,nell'intento di andare a svegliare la
donna con la quale aveva passato la notte.
Percorse i corridoi del suo castello mantenendo un aria felice,quasi
distratta,come se con la mente fosse da tutt'altra parte,e mentre
camminava anche i servi che passavano da quelle parti si accorsero
della cosa,ma a lui non importava.
Era sempre così coi servi,lui poteva essere anche il padrone
del castello,poteva essere un uomo dalla potenza
straordinaria,eppure,trattava i suoi servitori come persone alla pari
con lui,uomini e donne,umani,yokai,hanyou e chissà quali
altri esseri di altrettante razze,e nonostante ciò poter
dimostrarsi un uomo cordiale e allo stesso tempo far capire a tutti chi
era il padrone di quella proprietà.
Tutti gli portavano rispetto,qualche volta capitava anche che avesse
delle conversazioni con gli uomini e le donne che lavoravano per
lui,che fosse un servitore che gli consegnasse lettere,inviti e
scartoffie varie,oppure le ragazze che gli lavavano i panni,per non
parlare di quella yokai,la vecchia donna rospo che gli faceva da cuoca
e che qualche volta lo aveva rispettosamente rimproverato di non
cercare nulla in cucina poco prima di pranzo,visto che qualche volta lo
aveva visto mettere le mani nella dispensa.
Non c'era nulla da fare,lui era così,non gli piaceva
dimostrare di essere un apatico e altezzoso Dayokai,era un uomo
più semplice di quello che dimostrava agli altri.
Camminando ancora un poco si ritrovò nella sala
principale,quella che aveva attraversato prima,quell'enorme
salone,larghissimo,almeno cento metri,lungo almeno il doppio e un
altezza di trentacinque metri,al suo interno c'erano sedie di legno
della miglior qualità,autentici troni fatti intagliare da
abili artigiani che viveno all'interno dei suoi domini,erano
posizionate su due fila,che a sua volte erano poste ai lati opposti
dell'immensa stanza.
Ma fra tutte quelle c'è n'era una in particolare posta di
fronte a tutte e dalla quale si poteva vedere l'entrata del suo
palazzo,standosene comodamente dall'altra parte del corridoio,il trono
del padrone,un unico blocco di pietra scolpito in modo innaturale,era
grigio chiaro e con uno schienale perfettamente lineare,lo stesso
valeva per i braccioli,perfettamente lineari,una pietra liscia e senza
imperfezioni,bello, ma allo stesso tempo...inquietante.
Venne trovato in una zona delle rovine dentro la montagna,circondato da
meraviglie perdute...e un incalcolabile numero di scheletri,quando
venne trovato alcuni tra i lavoratori più forti decisero di
portarlo direttamente di fronte al loro signore come segno di
ringraziamento per il lavoro offerto che pagava di tasca sua gli operai
e anche per il fatto che aveva sempre prestato aiuto a chiunque
gliel'avesse chiesto.
Ma questo faceva di lui un uomo buono? No,di certo non'era il peggoiore
dei mostri,ma sicuramente non si poteva dire fosse un santo,anche lui
come molti altri aveva i suoi scheletri nell'armadio,l'unico problema e
che i suoi scheletri era meglio lasciarli li dov'erano,lui lo sapeva
bene,certe cose era meglio tenerle all'oscuro.
E mentre lui osservava il suo trono vide lei,la donna della sera
prima,alta,snella,con corti capelli verdi e diverse ciocche marrone
scuro,occhi verde smeraldo e con indosso un semplice kimono da
uomo,senza nulla sotto,a malapena la vesta riusciva ad andare oltre il
bacino.
- Akira,vedo che ti sei alzato presto,nonostante il movimento che
abbiamo fatto sta notte,devo dire che sei...energico...in tutti i sensi.
Disse lei mentre gli lanciava uno sguardo carico di eccitazzione.
- La ringrazio Otsune,regina delle terre di Oi.
- Come sei formale,non preferiresti darmi del tu? Infondo nelle ultime
ore siamo stati molto intimi.
- Hai ragione mia cara,saprò farmi perdonare,nel modo che
preferisci.
- Ne sono certa.
Disse lei mentre accavvalava le gambe pensando maliziosamente alle
lusinge del padrone di casa.
- Allora Otsune,cosa ti piacerebbe fare?
- Tu che pensi?
- Apparte il sesso naturalmente.
Disse Akira leggermente divertito.
- Sai Akira,sono lontana da casa e mi piacerebbe vedere i
giardini,quelli che contengono le piante della mia terra,il lontano e
freddo nord.
- Ma certo,ma prima credo che dovresti cambiarti,infondo,indossare
solamente un mio kimono non nasconderà le tue forme,per non
parlare che o devo finire di vestirmi.
- Dici? Va bene,andrò a cambiarmi,anche se credo che infondo
non ti dispiace che mi sia vestita così,andiamo.
E detto questo I due si allontanarono dalla sala principale,tornarono
nelle stanze di Akira,si rimisero le loro vesti formali e ritornarono a
percorrere i corridoi del castello.
Lui era vestito alla sua solita maniera,kimono bianco,hakama neri e
tabi bianchi,un vestiaro elegante,ma sobrio,nessun ornamento e nessuna
decorazione,biaco e nero,opposti simbolici.
Lei,lunga veste verde con il disegno di una fiammella bianca sulla
schiena,senza maniche,con due bracciali d'osso bianchi e una gonna
verde lunga fino al ginocchio con segni indiscivibili lungo tutto il
bordo,camminava a piedi nudi.
Dopo aver camminato per lunghi corridoi e sale mozzafiato,giunsero alle
porte dei giardini,una grossa porta scorrevole in legno divedeva
l'interno del castello,con un immensa balconata che deva sulle
montagne,li venivano fatte crescere fiori e cespugli tipici di
territori come la regione dell'Hokkaido,( regione situata a nord del
Giappone,un tempo conosciuta col nome di Ezo,questo territorio possiede
una natura molto simile a quelle della taiga russa e un clima simile a
quello artico nei periodi più freddi,questa terra e ancora
oggi abitata dai rimanenti del popolo Ainu.).
Quel luogo suscitava nella donna un qualcosa di confortevole,mentre tra
le diverse piante lavoravano degli yokai,che andavano da tipi di yokai
di tipo vegetale a quelli animali,erbivori per la precisione che si
occupavano della gestione e della salute di ogni arbusto,ogni siepe ed
ogni fiore non ancora sbocciato.
- Ti piace?
Chiesa Akira con tono pacato.
- Si, è stupendo.
Sul viso di Otsune comparve un sorriso pieno,non un sorrisetto
perverso,ma una vera è propria espressione colma di stupore
e gioia,quello spazio,per quanto limitato poteva essere gli ricordava
veramente casa sua.
- Vieni,ti faccio vedere i giardini.
Ci vollero una decina di minuti per esplorare tutta la zona botanica,la
cura con la quale erano state potate le piante,l'armonia della
disposizione,l'attenzione con la quale gli addetti controllavano ogni
alberello,ogni arbusto,ogni singola foglia,per non parlare
dell'attenzione che lo stesso Akira dava ogni volta che faceva un
commento su tutto quello che c'era di verde la dentro,quando piantare
il seme,come cresceva la pianta,quanto beveva,come prendersene
cura,eccettera,poteva andare avanti per ore a parlare di un singolo
argomento.
Il suo interesse per una cosa era determinata non solo dell'argomento
chiesto,ma anche dai dettagli,dalla cura di ogni singola parola,dal
tempo che ci metteva a terminare un singolo monologo,insomma,parlava
tanto,ci piaceva tanto parlare,i suoi continui tentativi di convincere
Sesshomaru ad entrare tra i templari e tutte le volte che
parlò a quest'ultimo nel loro ultimo incontro n'è
era un chiaro esempio.
- Akira,c'è una cosa che vorrei chiederti.
Disse lei con fare curioso.
- Dimmi?
Disse lui mentre continua a osservare le piante.
Otsune si avvicinò delicatamente all'orecchio di Akira,quasi
non volesse attirare l'attenzione dei servi.
- Cos'è accaduto durante la festa?
E in quel momento un lieve cambiamento dell'umore si vide sul volto di
Akira,se prima sembrava allegro e interessato al giardinaggio,ora
invece mostrava un atteggiamento molto più serio,quasi
statuario e con un sguardo che dire impassabile sarebbe poco,sopratutto
l'occhio argentato,che tra i due era quello che sembrava più
freddo.
- Vieni con me.
Disse lui continuando a guardare di fronte e avanzare verso l'interno
del castello,li in montagna il cielo era ancora nuvoloso,un
pò come se stesse per nevicare,ottimo colore per
interpretare l'umore del templare,grigio.
- Signori,vi auguro un buon lavoro, e se dovesse nevicare entrate
dnetro,non voglio che prendiate freddo.
Disse il padrone di casa senza aspettare i ringraziamenti dei servitori
e dirigendosi immediatamente verso il caldo interno del castello.
Gli intricati angoli della casa sembravano un percorso senza fine per
chi non era abituato a percorrere le sue misteriose vie artificiali.
- Dove stiamo andando?
- Ho bisogno che tu veda qualcosa,altro per ora non posso dirti.
Parole strane,dette da un uomo misterioso quanto i segreti che
nasconde,che non potevano essere rivelati alla luce del sole,alcuni non
andavano nemmeno nominati,verità pesanti,appartenenti ad un
mondo parallelo al nostro,dove la verità era un fardello
pesante da portare sulle spalle,dove una singola verità
andava protetta ad ogni costo...anche il peggiore.
Dopo una decina di minuti e dopo aver camminato per quasi mezzo
castello si fermarono di fronte ad una stanza,dove due guardie,simili a
dei samurai vigilavano di fronte ad una porta scorrevole a due ante.
Dissero entrambi nel medesimo momento
- Bentornato gran maestro.
Dissero entrambi nel medesimo momento,con una perfetta cadenza militare.
Le guardie aprirono la porta da entrambe le parti senza lasciare che
Akira muovesse un dito facendo in modo che Akira e Otsune entrassero
dentro nel minor tempo possibile.
L'interno della stanza era composto da un piccolo tavolo di
legno,abbastanza alto da alzarsi dal terreno di pochi centimetri e con
sopra di esso fogli di carta,inchiostro e un piccolo pennello da
scrittura.
Accanto ad uno dei muri si poteva trovare una piccola libreria,piena
zeppa di libri e libroni,tutti sistemarti in un preciso ordine,mentre
accanto un altro muro si poteva notare una parete perfettamente bianca.
Nella piccola stanza non erano presenti colori vividi e accesi,ma
colori scuri e decadenti,come il grigio,di cui erano colorati i muri e
il soffitto,tranne per la parete bianca,posta proprio di fronte al
tavolino.
- Che posto è questo?
- Otsune,ti do il benvenuto nel mio piccolo angolo personale,il mio
studio privato,qui ci vengo per lavorare,per studiare le ultime
scoperte,e per riflettere sui quesiti che ogni tanto mi tormentano.
- Capisco,ma non vedo come possa centrare con la domanda che ti ho
fatto.
- Davvero lo vuoi sapere?
- Si,non ti fidi di me?
- Al contrario mia cara,ma preferisco farti restare fuori da certe
questioni,lo dico per il tuo bene,sei una preziosa alleata è
una donna con la quale mi trovo bene.
- Una preziosa alleata per te o per quei templari che mi hai
già presentato? Te ne prego...dimmi cos'è
successo...perchè quel giorno mi hai intimato di non uscire
dal castello? Perchè è avvenuto quel che ho visto?
Tra i due scese un profondo silenzio,se prima lei sembrava allegra e
lasciva e lui un uomo dalla parlantina facile,ora sembravano due
muti,seri e per nulla in vena di risate,non c'era nulla di felice in
quella faccenda.
- Va bene,siediti,come ti avevo già detto,ho bisogno che tu
veda qualcosa,prima siediti,ci vorrà un pò.
Il tono di voce di Akira era impassibile,privo di emozione,ma lei lo
ascolto lo stesso e si sedette su uno dei cuscini appogiandosi sulle
ginocchia,mentre lui si mosse verso la piccola biblioteca di fronte a
lui,prese un libro e lo passò alla yokai,si sedette sul suo
posto dietro il tavolino e restò,con volto di pietra e
sguardo di ghiaccio.
Il libro che lei teneva in mano era abbastanza spesso,quasi quanto un
mattone,era rilegato con un copertina nera e con sopra una mezzaluna
viola.
- Ma questo simbolo,appartiene alla famiglia dei Taisho.
- Si,ora lascia che ti spieghi cosa accadde quel giorno,durante la
festa.
E fu così che cominciò il racconto di quella
giornata,quella insolita giornata in cui accaddero diverse cose fuori
dall'ordinario,considerate strane,anche per uno yokai.
Due giorni fa,Nelle rovine sotto il castello,subito dopo la fuga di
Sesshomaru.
Il portale,antico e misterioso accesso per chissà dove,aveva
ricominciato a dar segni di attività,la precedente luce che
aveva trasportato Sesshomaru e Akira in quel luogo surreale stava
tornando.
Si riaprì e da quella luce uscì Akira,prima
polvere e poi corpo completo,si ritrovò in piedi di fronte
all'enigmatico monolito,davanti a lui le rovine,le case abbandonate e i
corpi inquietanti erano ancora li,le statue e le immagini sulle case
erano ancora,un intera città dentro una
montagna,chissà quanto realmente grande potesse essere,visto
che molte erano le scoperte fatte ed ogni giorno che passava altro si
scopriva,quel luogo aveva così tante cose da vedere...e da
tenere nascoste.
- Akira.
Una voce a lui conosciuta si fece sentire tra i ruderi,era Murai,con un
massiccio numero di guardie ai suoi comandi,la figura del generale si
stava avvicinando a lui a gran velocità.
- Akira,tutto bene?
Chiese il generale realmente preoccupato.
- Si,ma non c'è tempo per le preoccupazioni.
All'improvviso una fitta all'occhio sinistro distrasse Akira dalla
conversazione,appogiando una mano sul punto dolente e tenendo aperto
l'altro occhio.
- Akira,il tuo occhio...
- Il signor Sesshomaru e sfuggito al mio controllo,ma non credo che sia
lontano,raduna alcune squadre e va alla sua ricerca,se fossi uno dei
suoi soccorritori mi dirigerei verso le gallerie, in questo caso e la
via di fuga migliore,ora vai.
- D'accordo,ma sta atttento quando torni su,gli ospiti sono tornati a
muoversi e squadre di assassini stanno assaltando il castello.
- Questo non ci voleva...va bene,ci penso io,ma ora va,sbrigati.
Murai si girò in direzione dei suoi uomini,mostrando per
l'ennesima volta il maestoso fronte dell'armatura.
- FANTERIA,CORRERE.
L'urlo si alzò per le rovine con una tale potenza e una tale
marzialità da far sentire delle guardie un plotone di
veterani,tale era la forza in quella voce che lo stesso Akira si
sentì ispirato,il suo castello era sotto attaccato,era ora
di cacciare via gli intrusi.
Akira compì un balzo abbastanza alto da superare il gran
numero di guardie messe in file parallele,per poi scattare in una
rapida corsa,le sue gambe si muovevano in rapida successione,correndo a
più non posso,come se animate da volontà
propria,e nonostante ciò i suoi occhi erano in grado di
visualizzare la maggiorparte delle cose che oltrepassava,la sua mente
era vigile e attenta,e la sua volontà era salda.
Lui era un templare,il segno sulla fronte lo ricordava,una croce,di
origine ben più antica di quella che si possa
immaginare,effige che lui porta con fierezza sulla pelle,nel cuore e
nella mente.
Con grande rapidità percorse le antiche vie,doveva prendere
un altra entrata,prendere l'ascensore non sarebbe stato sicuro,forse
gli assassini l'avevano sabotato,anche se era difficile come
ipotesi,visto che l'ascensore era dotato di un meccanismo di chiusura
automatico,ma per sicurezza sarebbe stato meglio prendere una via
secondaria.
Dopo un pò di tempo giunse ad una scalinata scavata
anch'essa nella roccia,era situata in una delle pareti che facevano da
limite della città,quest'ultima era così larga da
poter far passare una fila orizzontale di venti uomini,probabilmente
era usata come strada principale per raggiungere il sito sottostante e
facendo aggiungere l'ipotesi di una zona larga quanto la scalinata,se
non più grande o addirittura di un altro sito.
Il templare fece altri balzi come quello precedente,non
c'erà tempo di percorrere gli scalini uno per uno,mentre
saliva attorno a lui si ripresentarono altri segni di
civiltà,decorazioni e pitture circodavano i muri che
circondavano la scalinata,figure di uomini stilizzati,scene di vita ed
altre immaggini irriconoscibili,a lungo aveva studiato quel luogo,e
anche se alcune cose le capiva,molte altre gli erano ignote,che luogo
era quello?Cos'era realmente il portale nella città? cosa
stavano a significare tutte le opere artistiche di quel luogo,ma
sopratutto,perchè mai c'erano così tanti corpi
dentro la montagna? E perchè molti di essi erano in
posizioni ambigue?
Un mistero,tanti misteri in uno,quel luogo,ma altro occupava la sua
testa,doveva tornare in superfice e respingere l'attacco della
confraternita,forse c'era ancora speranza da poter essere aiutato dalle
truppe dei suoi invitati,infondo ognuno di essi aveva portato con se un
buon numero di guardie,nel caso di Seya,l'attuale reggente al trono del
clan Taisho,si era portata dietro una piccola armata,non male per una
donna che si era portata una modesta scorta,se così si
può dire.
Tredici minuti dopo.
Dopo aver superato diversi percorsi e fatto giri incredibili,si era
ritrovato di fronte ad un vicolo cieco,le pareti attorno a lui
bastavano a malapena per contenere una persona sola,sapeva di essere
arrivato nel punto giusto.
Posò una mano in un punto sulla roccia davanti a
lui,spinse,e un riquadro poco più grande della mano
andò dentro la roccia,un pannello meccanico,un altro dei
marchingegni di Akira,tanti erano i misteri del castello quanti i modi
per occultarli.
Un rumore improvviso si fece sentire,come se qualcosa di pesante si
spostasse e infatti era quello che stava accadendo,la parete davanti a
lui si aprì e quello che vide lo rassenerò,i suoi
soldati erano li,davanti alla porta segreta,ad attenderlo.
- Siamo ai suoi ordini signore.
Disse uno dei soldati più vicini a lui.
Akira uscì dall'antro buio e umido,per poi mettere piede di
nuovo in casa sua,ma stavolta in un luogo un pò
più riservato alle sue forze combattenti,la dimora di
Murai,la sala principale.
Attorno a lui si poteva vedere un enorme salone quadrato,venti metri
per ogni lato,attorno a lui si potevano notare un enorme esposizioni di
armi,su ogni muro si potevano notare diverse tipologie di armi,armi da
taglio,di punta,contudenti,a distanza,compresi alcuni esemplari di
Tanegashima,(modello giapponese di fucili ispirati agli archibugi
europei,nonostante la nota esistenza della polvere da sparo da parte
della Cina,verrà usata ufficialmente in Giappone dopo solo
dopo l'arrivo dei portoghesi dopo essere arrivati nel paese sbarcando
sull'ominima isola che da il nome alla stessa arma,Nobunaga Oda fece
grandi uso di queste armi,cambiando per sempre tattiche,formazioni e
strategie della guerra conosciuta allora in Giappone).
Lo sguardo di Akira era di pietra,nessuna emozione,nessun dubbio,un
araldo di sicurezza.
- Rapporto sulla situazione attuale.
- Il nemico deve aver sottratto la pietra dalla sua posizione,liberando
così gli invitati sotto l'effetto dell'artefatto degli
antichi,molti dei nostri stanno già combattendo e come ben
sapete il generale Murai e sceso nelle rovine.
- Si lo so,i servi?
- I vostri servi sono stati evacuati nelle zone sicure,sopratutto
hanyou e umani,evitando così che la loro presenza venga
scoperta e facendo in modo che voi non veniate compromesso.
- Nint'altro?
- B'èh,effitivamente c'è una cosa che dovreste
sapere.
- Ebbene?
- Sembra che Toran,l'attuale capo clan delle pantere,non ci fosse alla
festa,sembra che alcune guardie l'abbiano vista allontanarsi prima che
Sesshomaru si avvicinasse alla pietra.
Un momento,un singolo momento di esitazione,eppura era li,era
presente,un silenzio di tomba,mentre il rumore della battaglia
perpetrava all'interno dell'edificio,chiunque altro forse si sarebbe
arrabbiato o semplicemente si sarebbe fatto prendere dalla
confusione,ma non lui,lui che cercava sempre di essere il
più logico,il più acuto,quello con la mente
sgombra da preoccupazioni,ma nonostante ciò si era lasciato
sfuggita una testimone,errore madornale anche per la mente
più geniale.
- Oh,inaspettato a dire il vero,pazienza,non'è questa la
cosa più grave,ora torniamo a noi,quante forze ci rimangono
a difendere il castello?
- circa duemila unità di fanteria all'interno delle
mura,cinquimila in tutto contando le truppe esterne impiegate a
difendere i villaggi circostanti sotto il vostro controllo.
- più le truppe delle altre famiglie dentro e fuori le mure
contano come qualche altro migliaio di unità corpo a
corpo,tiratori e truppe speciali come yokai volanti,maghi e tanti altri
tipi di improvvisati alleati,va bene,ho un piano,quanti siamo in questa
stanza?
- settanta uomini signore,tutti appartenenti alla forze d'assalto
composte da veterani.
- Bene,voi sarete la mia scorta,ascoltate attentamente,ci dirigeremo
verso i miei ospiti nel tentativo di formare un unico,compatto esercito
messo alla meglio,mentre ci faremo strada a forza di colpi,verremo
supportati dagli arcieri sulle mura,per questo ho bisogno che qualcuno
mandi un segnale per offrirci fuoco di copertura.
- Abbiamo dei corni da guerra e delle bandiere di segnalazione,possiamo
usare quelle.
- Eccellente,dopo esserci rinuiti ai nostri ospiti dovremo respingere
gli assassini con ogni mezzo necessario,impeghiamo i maghi e tutti
coloro che usano la magia nelle fila dietro,i capitani e le loro truppe
armate di yari in prima fila,i bruti,gli oni e tutte quelle creature
armate pesantemente andranno ai lati per sfondare i fianchi,mentre voi
e le altre truppe di spadaccini,rimarranno al centro dietro i lancieri
ed io sarò davanti a tutti,solo dopo che ci butteremo nel
cuore della mischia,faremo della piazza del castello un campo di
battaglia improvvisato,facciamogli ricordare agli assassini
perchè non sono ancora riusciti a distruggerci,prepararsi
per la battaglia.
I soldati,già con l'armatura indosso,misero in testa gli
elmi,alcuni di loro erano persino dotati di una maschera protettiva,in
legno e rappresentate con facce dall'espressione arrabbiata,quasi a
voler spaventare il nemico,strinsero bene le katane intorno
all'obi,controllarono di nuovo l'equipaggiamento ed infine decisero di
mettersi in posizione.
- Come ti chiami soldato?
Chiese Akira rivolgendosi all'uomo con aveva parlato per tutto il
tempo,nonostante l'armatura spelendente e la katana al fianco,sotto le
vesti si celava un uomo ormai prossimo alla vecchiaia,seppur uno yokai
anche lui doveva sopportare la prova del tempo che scorre,seppur
possedeva anche lui un corpo e una mente adatte al campo di battglia.
- Mi chiamo Kano signore.
- Sarai il mio secondo in comando fino all'arrivo del generale
Murai,quando inizierà la vera battaglia,tu sarai il
portavoce della mia volontà,tu dovrai dire ai tuoi compagni
e alle truppe del nostro castello il mio volere,prendi un corno,delle
bandietre e seguimi,oggi ti affido me stesso,che il padre della
comprensione ci guidi.
- Per il padre della comprensione.
Negli occhi del soldato,del vecchio combattente di fronte a lui si
accese una scintilla,piccola,ma molto forte,una frase,cinque parole.
Per il padre della comprensione.
Il più profondo credo templare,la base stessa della loro
ideologia,solo coloro che erano a conoscenza dell'esistenza dell'ordine
dei cavalieri poteva comprendere tali parole,e lui le conosceva,credeva
in esse,nel loro significato,nella loro forza.
In cuor suo Kan posò la mano destra sopra l'arma,pronto per
usarla contro i nemici del suo più giovane maestro,ma a
quelle parole anche gli altri si fecero più duri.
- Signore,per sicurezza dovreste indossare anche voi un armatura e
portavi un arma.
- Se sei uno dei miei veterani dovresti sapere che io non sono tipo da
indossare un armatura,per quanto riguarda l'arma me ne
procurerò una durante il tragitto,sei pronto?
- Quando vuole.
Il padrone di casa rivolse lo sguardo verso tutti coloro che erano
all'interno della stanza,anche loro erano rivolti verso il loro
signore,il loro comandante momentaneo,gli sguardi di tutti i presenti
era rivolto verso la porta,la porta,quel pezzo dell'infrastruttura che
divideva loro dal caos che c'era fuori,che divideva il padrone di casa
dagli ospiti indesiderati.
- Tutti pronti?
Chiese rapidamente Akira,l'unica risposta che ricevette fu il suono
delle spade sguainate,il sibilo delle lame pronte a difendere la loro
casa,i loro compagni e tutto ciò che ritenevano sacro
difendere,anche a costo della vita,senza paura,sensa esitazione,ci
sarebbe stato un solo vincitore,assassini o templari,non esistevano
soluzioni alternative.
La squadra era pronta,l'equipaggiamento era quello giusto,gli uomini
pochi,i soccorsi circondati,sarebbe stata una mossa impulsiva,pensata
sul momento,ma se tutto fosse andato come da programma,avrebbero
vinto,questa non era la prima battaglia di Akira,di certo avrebbe fatto
di tutto perchè non fosse l'utima.
- Andiamo.
Così facendo Il templare è il suo corpo di
guardia improvvisata partirono all'attacco.
Appena le porte si aprirono ebbe inizio l'operazione di soccorso e
difesa del suo castello,era iniziata la vera battaglia.
era iniziata quella che in seguito avrebbero chiamato,la battaglia del
cortile.
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Capitolo 31 *** La battaglia del cortile,prima parte. ***
Il castello di Akira,sfarzosa dimora,luogo di pace circondato da un
natura montana splendida,ma anche rifugio templare nelle terre
occidentali e struttura di copertura per la città in rovina
dentro la montagna.
Il cortile era stracolmo di incappucciati,solo duemila unità
a difesa del luogo,contro un armata tre volte più larga,un
assedio del genere era studiato fin nei minimi dettagli.
E Akira sapeva bene il motivo di un tale numero di
assassini,conquistare il castello e scacciare la presenza templare
nella zona,perdere la fortezza avrebbe dato ai loro nemici una vittoria
con vantaggi esorbitanti,tra questi c'erano:l'accesso alle
rovine,conquista del tesoro personale del maestro templare e quindi
larga disponibilità economica e l'impossessamento di un
punto strategico nel nord delle terre occidentali,la posta in gioco era
veramente alta e di perdere il proprio castello Akira non aveva voglia.
La porta si aprì e lo spettacolo che avevano di fronte agli
occhi era incredibili,in tutta la zona del cortile erano presenti
combattimenti ovunque,assassini contro truppe locali e quelle degli
invitati,scontri individuali a perdita d'occhio,era evidente come si
stava svolgendo l'esito del combattimento,gli assassini stavano per
assicurarsi la vittoria,con le truppe di Akira prese alla sprovvista e
il caos generale solo un uomo avrebbe potuto salvare la situazione.
E quell'uomo stava per scendere in campo,o per meglio dire in cortile.
Le porte della dimora di Murai si stavano aprendo,attirando
l'attenzione dei combattenti in zona,lui,Akira,era il bersaglio di
innumerevoli sguardi,molti,ma non tutti stavano guardando,l'interno del
castello era enorme,pochi lo videro arrivare,ma non ci avrebbe messo
molto per farsi notare da tutti quanti.
La dimora del generale consisteva in un piccola fortezza all'interno
del castello,di forma quadrata e attaccata alla montagna,misurava
seicento metri di pura roccia covertita a edificio fortemente
militarizzato,per non parlare della cinta muraria posta attorno alla
fortezza,con tanto di torri per gli arcieri,la reggia di Murai poteva
autenticamente definirsi una gigantesca caserma all'interno di un
castello,due opere architettoniche l'una dentro l'altra.
Gli enormi portoni delle mura esterne erano ormai completamente
spalancate e Akira fu il primo ad uscire,seguito dai suoi
veterani,davanti a lui vide i diversi scontri che si stavano volgendo
all'interno di casa sua,guardie personali degli ospiti intenti a
fronteggiare diversi incappucciati,tutti in grado di dar
difficoltà anche ai combattenti più forti di ogni
casata presente,non importava chi era l'avversario,erano
assassini,erano forti,veloci e con un obbiettivo,un nemico non da poco.
Ma anche i templari avevano i loro vantaggi,Akira questo lo sapeva
benissimo,infondo era un loro maestro,ricoprire una tale carica voleva
dire anche prendersi delle gigantesche responsabilità,sia
verso i propri uomini che verso i propri confratelli,in particolar modo
a quelli dello stesso rango all'interno dell'ordine.
Uno dei tanti vantaggi era quello di disporre di molte ricchezze e
grandi proprietà,peccatto che in quel momento le sue
richezze erano inutili in una battglia e la sua proprità era
stretta sotto assedio,una situazione che di certo non agevolava le cose.
- Signore,che facciamo?
Chiese Kano mentre osservava l'espressione impassibile del suo
signore,era come se Akira stesse osservando la situazione in modo
differente,le figure attorno erano lente se paragonate al numero di
idee,tattiche e stratagemmi che immaginava nella sua mente in quei
brevi attimi,osservare il mondo attorno a lui senza esserne
distratto,essere li e guardare la battaglia da tutt'altra parte,come se
stesse guardando una mappa,valutazione,somme,profitti e perdite di una
determinata azione,cosa passasse per la mente di Akira lo sapeva solo
lui... è forse questo era un bene.
Tra gli scontri a casaccio all'interno del suo raggio visivo
notò qualcosa che attirò la sua attenzione,il suo
palazzo,la sua torre personale,riprendere il possesso delle proprie
stanze lo avrebbe agevolato a prendere posizione e guadagnare
così un centro di comando dalla quale cordinare le truppe al
momento della formazione di una armata momentaneo,quale strategia
migliore se non quella?
- Ci facciamo strada verso il mio palazzo e lo liberiamo dalla presenza
degli assassini al suo interno ,speriamo solo che la Signora Otsune
mantenga impegnate le truppe nemiche,Kano suona il corno e con le
bandiere fai segnali agli arcieri di coprirci il passaggio,ANDIAMO.
Disse Akira con tono forte ed energico.
Akira e la sua guardia cominciarono ad avanzare verso il palazzo
principale del castello e mentre si muovevano Kano prese il corno,lo
portò alle labbra e soffiò più forte
che poteva,intanto un altro veterano prese una delle bandiere legate
alla schiena di Kano,una gialla e cominciò a sventolare
frettolosamente,il segnale era stato lanciato,offrire copertura al
comandante,che in questo caso Akira ne faceva le veci.
- Proteggere il signore.
kano parlò e tutti estrassero le spade,la più
fedele e famosa compagna di un samurai,la katana,massima espressione e
parte integrante del guerriero simbolo del giappone,simbolo di
onore,leggera ma affilata,quale arma migliore per difendere il proprio
signore?
Attorno ad Akira gli uomini si disposero in cerchio facendo in modo di
fare da scudo al maestro templare,non avrebbero permesso a nessuno di
passare,anche a costo della vita,e mentre avanzavano Akira
guardò i suoi uomini.
Si stupì della cosa,eppure sapeva che era strategicamente
giusto proteggere il comandante,ma era proprio necessario circondarlo?
Lui non aveva bisogno di una scorta,ma sarebbe stato più
onesto dire che lui non la voleva,nessuno doveva morire per lui,lui era
un maestro templare,sapeva bene che era inevitabile sacrificare delle
vite,nel bene e nel male aveva sempre creduto nella causa che
perseguiva,ogni battaglia aveva il suo numero di morti,questa non
sarebe stata diversa,qualcuno sarebbe morto,questa era una
verità assoluta,nulla di più nulla di meno.
Akira avrebbe provato dispiacere per la morta di qualche suo soldato?
certo,ma che poteva farci? Era la guerra,il conflitto tra templari e
assassini che durava da quando se n'è ha memoria,nulla di
nuovo,cambiavano le epoche,cambiavano i metodi,ma quella guerra sarebbe
rimasta la stessa,lui lo sapeva,la combatteva da molto tempo.
Ad ogni passo che facevano,ad ogni metro che
percorrevano,c'erà sempre il problema di un attacco da parte
di un assassino o più è in risposta un membro
della scorta colpiva un nemico,per non parlare degli interventi di
Akira nel contrastare la minaccia,pugni,calci,mosse particolare,il
tutto usando solo il proprio corpo come arma,era incredibile come
potesse combattere a mani nude e non preoccuparsi della cosa,anche se
gli incappuciati lo attaccavano di spada o provavano ad assassinarlo
con la loro lama celata in assalti improvvisati,addirittura provando a
saltargli direttamente addosso superando di tanto in tanto i samurai.
- Signore,dovrebbe procurarsi un arma,ne va della sua sicurezza.
Ma loro li respingevano,i suoi fedelissimi lo difendevano ad ogni
costo,anche se erano preoccupati per il fatto che il loro signore non
aveva armi e non indossava alcun tipo di protezione,aveva solo il suo
Kimono,i suoi Hakama e le calzature,tutto qui,il rischio che potesse
essere colpito mortalmente era elevato,ma fortunatamente per loro e per
lo stesso Akira non era ancora successo.
- Forse hai ragione Kano,ti ringrazio per l'interessamento.
- Dovere.
Loro sarebbero andati avanti,lui sarebbe andato avanti,non importava
quanti assassini gli fossero venuti incontro,umani o yokai,uomini o
donne,non faceva alcuna differenza,non faceva distinzioni di razza o
sesso,non aveva pregiudizi n'è per i vivi,n'è per
coloro che sarebbero morti nel provare a fermarlo.
Più avanti andavano e più la situazione tendeva a
cambiare,i nemici attorno ad Akira tendevano a diminuire,se prima erano
interi squadroni ora si riducevano a singole unità di
assassini,una pioggia di freccie scendeva sul cortile,tirate da esperti
tiratori posizionati sulle mura,il piano di Akira si stava facendo
valere,ma era solo una parte di ciò che doveva fare,doveva
riprendersi la sua reggia,il palazzo principale.
Da li sarebbe riuscito a lanciare un messaggio a tutte le
unità alleate presenti nella zona e dall'alto dell'edificio
avrebbe controllato la situazione sul piano strategico, ma doveva fare
presto,n'è andava del destino dei suoi territori.
- Signore siamo in prossimità dell'edifico,l'entrata per il
palazzo sembra libera.
- Non diamolo per scontato,Kano, io e te entreremo
nell'edificio,cercheremo la signora Otsune e arriveremo sul piano
più alto,dopo di chè daremo un occhiata al campo
di battaglia e vedremo la posizione degli ospiti,infine
userò le mie conoscenze per avvertire i nostri ospiti e
formare un armata improvvisata,tutto chiaro?
- Si signore.
Kano si rivolse ai suoi compagni.
- Voi restate di fronte all'ingresso e impedite a chiunche porti un
cappuccio bianco di entrare,sono stato chiaro?
- SI.
risposero gli altri samurai.
presto arrivarono di fronte alle porte,l'edificio era circondato di un
grandissimo numero di corpi,come per tutto in tutto il resto del
cortile,ma era li che si erano concentrati gli attacchi degli
assassini,i corpi degli assassini intorno all'edifico indossavano un
equipaggiamento troppo leggero per un assalto frontale,probabilmente
appartenevano a gruppi di fanteria leggera,tipici assassini privi di
armatura o con poche protezioni,usati principalmente per assalti
veloci,imboscate o come singole unità o piccole squadre per
operazioni di omicidio,ma allora perchè erano li?
Akira aveva dato una breve occhiata ai cadaveri e gli venne un
dubbio,il palazzo principale,la piccola fortezza di Murai e altri
edifici importanti erano ben difesi in caso di assalto,messi sotto
stretta sorveglianza da guardie ben armate ed equipaggiate di tutto
punto e quindi difficile sopravvivere contro soldati ben armati e ben
addestarti,ma allora perchè? Perchè quegli
assalti?
Poi una rivelazione,un idea folle,ma forse non improbabile,Akira
fissò la porta d'ingresso e si lanciò verso
l'interno,se la sua intuizione era buona allora forse le cose erano
peggio di quello che si aspettava,doveva intervenire in fretta,prima
che fosse troppo tardi.
- Signor Akira.
Kano,appena vide lo scatto del padrone di casa si alnciò al
suo inseguimento,sarà stato anche uno dei soladati
più anziani dell'esercito, ma di certo non era
debole,anzi,come veterano aveva disposizione molta esperienza come
soldato e un fisico scattante,i vecchi nell'esercito di Akira erano ben
più di una manica di vecchi bacucchi,sopratutto se facevanoa
ncora parte delle squadre d'assalto dei templari.
- No,no è possibile,come ho fatto ad essere così
cieco? Eppure pensavo di sapere cosa stava succedendo,ma adesso...mi
devo sbrigare ad arrivare da Otsune o non farò in tempo.
Davanti a lui i corpi delle guardie e degli assassini occuppavano tutta
la sala principale,la stessa sala nella quale qualche ora fa aveva dato
il benvenuto alle famiglie più importanti del paese,le
più alte di lignaggio e più altolocate...ma per
lui quelle cose erano solo un effimero messaggio di ignoranza
generale,il lignaggio o la posizione sociale non volevano dire nulla
per lui,inutili etichette valide solo per pomposi signorini e
principesse viziate,ma anche lui era il signore di un castello e per
ciò doveva giocare anche a lui a quel gioco di
complotti,pettegolezzi e vili azioni,ma lo faceva con le sue regole e
non quelle dettate da un gruppo di personaggi debosciatio e privi di
ogni obbiettivo.
Passando per la sala si spinse più avanti,dove risideva il
suo trono,il maestoso e regale posto di Akira,sporco di sangue,altri
corpi attorno a lui,altri corpi in casa sua,altri corpi di persone che
conoscieva,guardie,soldati,novellini reclutati da poco ed esperti
combattenti,la battaglia si stava facendo sempre più
lunga,sempre più perdite ci sarebbero state in quella
giornata,ma questa fortezza non sarebbe mai caduta.
Superò il salone principale arrivando al primo corridoio che
conduceva ai piani superiori,dove si potevano trovare le stanze degli
ospiti,i salotti,i giardini pensili e le stanze di Akira,mentre al
piano terra nelle varie stanze più grandi si trovavano una
biblioteca,la sala da pranzo ,le cucine,le stanze dei servi,un Dojo e
un area dedicata unicamente alle donne al servizio di Akira,dove
potevano rilassarsi,chiacchierare e spettegolare di tanto in tanto
sugli ultimi avvenimenti.
Ma sotto di essi,ben aldilà delle aree accessibili a
tutti,vi erano altri piani,tenuti sotto strettissima sorveglianza ed
accessibili ai membri di spicco dell'ordine templare,ai fedellissimi di
Akira o a pochi invitati molto illustri,per tutti gli altri l'accesso
era proibito,pena la morte sul posto,nessuno doveva accedere a tali
luoghi,se non era Akira a volerlo.
-OTSUNE,DOVE SIETE?
Niente,nessuna risposta.
- Mio signore.
Kano raggiunse di nuovo il suo signore ignorando completamente quello
che passasse per la testa di Akira.
- Presto Kano,dobbiamo andare più in alto.
Detto questo corse immediatamente su per le scale,seguito a mala pena
da Kano che faceva fatica a stargli vicino,ma Akira non aveva tempo da
perdere,doveva agire in fretta se voleva salvare la
situazione...è il suo castello.
Mentre saliva a perdi fiato l'intera scalinata due ombre si avventarono
su di lui,due assassini,saltati giù dal piano di
sopra,stavano per assalire il templare,che sembrava completamente
indifeso.
La schiena scoperta,nessuna armatura,nessun arma,nessuna speranza di
salvezza,o almeno così sembrava.
Appena Akira si accorse dell'assalto,girò su se stesso fino
ad avvicinarsi al corrimano di legno,a tratti laccato in oro, e
mettersi di schiena contro quest'ultimo.
I due assassini fallirono il colpo,eppure,nonostante la loro perfetta
esecuzione dell'assassinio,erano atterrati sulla scala senza essere
riusciti ad affondare la lama nella carne del templare.
- ATTENTO.
Disse Kano laciandosi a più non posso salendo i gradini alla
massima velocità.
Ma Akira rispose immediatamente all'attacco nemico,essendo entrambi gli
assassini non ancora essersi ripresi dall'atterraggio,uno di essi,il
più vicino allo yokai,venno preso di forza e lanciato
giù di forza per la scala.
- Ci penso io.
Il vecchio Samurai preparò la Katana,la portò
sopra la testa e all'arrivo dell'assassino abbassò
l'arma,separando la testa dell'assalitore dal resto del corpo.
Il compagno rimasto si riprese dall'atterraggio,ma non fece in tempo a
rispondere che Akira gli aveva tirato una gomitata sotto il mento,gli
prese il polso sinistro e gli conficco la lama a lato della gola.
- Forse e meglio se mi armo anche io.
Così facendo Akira prese l'arma dalla cintura dell'assassino
che stava soffocando nel suo stesso sangue,era un Wakizashi,proprio
come quello di Sango,ma col manico nero.
- La ringrazio signor assasino.
E detto questo spinse leggermente l'assassino facendo cadere dalle
scale e lasciandolo a morire nella sua agonia.
Presa l'arma continuò a salire i pochi gradini rimasti
mentre Kano lo seguiva a ruota.
- SIGNORA OTSUNE,MI SENTE?
Urlò più forte che potè,ma della
vogliosa regina non c'era traccia,le porte aperte e il sangue sui muri
mostrava la violenza della lotta negli stretti corridoi,l'aria era
piena dell'odore della rossa linfa vitale e la disposizione dei corpi
era segno di brutali scontri ravvicinati,ma apparte questo aveva
intraviso anche i resti di alcuni ospiti molto importanti,alcuni di
essi persino alleati con l'ordine o perlomeno erano in contatto con la
società segreta,se poi si erano avvicinati a loro per
profitto o altro era uan questione secondaria,la cosa al momento non
aveva alcuna importanza.
- AKIRA QUASSU',FAI PRESTO.
Il templare non se lo fece ripetere due volte che subito aveva
ricominciato a correre,ora la sua teoria era confermata,gli assassini
incaricati di combattere le truppe ordinarie erano fuori a
combattere,ma gli specialisti dell'omicidio erano stati inviati nel
palazzo per uccidere gli ospiti più illustri che si
nascondevano nel castello in cerca di coloro che appoggiavano le
operazioni templari,ma non avevano fatto i conti con le truppe
all'interno e quindi c'era stato uno scontro improvvisato per la quale
non erano preparati.
Alcuni erano sopravissuti e si nascondevano ancora nel
palazzo,purtroppo per lui e i suoi piani era probabile che altri
assassini come questi giravano per il cortile alla ricerca di altri
bersagli,questa volta la confraternita aveva messo Akira con le spalle
al muro,ma al contempo rischiavano una sonora sconfitta,una strategia
ardita,forse efficacie,ma per lo più basata sulla fortuna e
pianificazione improvvisata,chiunque fosse stato a fare un piano del
genere sperava in una qualche assenza di Akira,probabilmente avevano
visto da lontano la situazione e si erano lanciati
all'attacco,aproffitando così di lui e della sua attenzione
per Sesshomaru,prendere la pietra e scappare,ma l'effetto dev'essere
scomparso subito o poco dopo aver preso la pietra.
E se fosse stata la stessa Toran? La sua scompara coinciderebbe con la
scomparsa della pietra,ma che collegamento c'erà tra Toran e
la comparsa degli assassini? Che l'avessero contattata in precedenza?
Che abbia saputo della cosa all'infuori della confraternita e che lei
abbia preso la pietra senza sapere dell'esistenza degli assassini?
Molte potevano essere le teorie,ma non era quello il momento della
grandi domande sulla questione,doveva raggiungere Otsune ad ogni costo.
Percorse una serie di gradini con tutta l'energia che aveva in corpo e
mentre avanzava altri fratelli di lama intralciarono il suo cammino,poi
un cozzare di armi si fece sentire ai piani superiori,allora non tutte
le guardie erano morte,ma come fossero sopravvisute insieme agli
assassini era un mistero.
Ad ogni modo non avrebbe esitato ad usare la Wakizashi che stringeva
saldamente nella mano,questa volta i suoi nemici erano in tre.
- Spiacente signori,ma temo non siate i benvenuti nella mia umile
dimora.
Akira avanzò con scatto improvviso lanciandosi
sull'assassino di mezzo,vedendolo arrivare,uno dei tre
incappucciati,quello di destra,scese qualche scalino di fretta e si
lanciò contro il templare nella speranza di infilare la lama
nel corpo di Akira,ma quest'ultimo schivò bene il
colpo,piegandosi appenna per evitare l'arma che l'assassino teneva
nascosta nel polso,facendolo scivolare giù per i gradini
dove Murai lo accolse ben volentieri infilzandolo al suolo.
Ma nel momento esatto che il precedente assassino saltò
sullo yokai,gli altri due erano scesi rapidamente nell'intento di
fronteggiare Akira,si divisero e cominciarono con l'attacco,uno davanti
e su un lato,nel tentativo di rendere le cose più difficili
per il padrone di casa.
Estrassero le armi,uno aveva una katana e l'altro un kunai,il primo ad
attaccare fu quello con la spada che si avventò su Akira con
un fendente obliquo,ma Akira parò prontamente il colpo senza
subire alcun danno,e fu qui che intervenne l'altro,che a fianco del
compagno attaccò puntando su un fianco apparentemente
scoperto,ma lo yokai rispose prontamente facendo abbassare facendo
scivolare la katana sul dorso della wakizashi,facendo in modo che
l'assassino non solo finisse col colpo deviato,ma aveva anche ferito il
compagno,mozzandogli la mano che reggeva l'arma.
con un colpo veloce infilzò la wakizashi nella schiena del
primo assalitore,che si era piegato fin troppo per l'eccessiva forza
usata per colpire il templare,la lama raggiunse il cuore passando per
la spina dorsale,morendo così in poco tempo,un urlo
proveniente dall'assassino rimasto riecheggiò tra i rumori
della battaglia attirando l'attenzione di Akira che gli
spezzò immediatamente l'osso del collo e subito dopo
prendere la katana dell'assassino con la mano destra ed estrarre la
wakizashi con l'altra e far cadere il cadavere del primo assalitore.
- Signore aspetti,non è saggio avanzare così in
fretta,lasci che l'affianchi.
Disse il fedele soldato mentre si riconciliava con il suo rapido
signore ed avanzare così in coppia,con l'avanzare dei piani
le rampe di scale si fecero più sporche,il sangue rendeva
scivoloso il legno e mischiato al sudore e al grasso delle diverse
vittime rendeva la cosa sia nauseabonda che difficoltosa,si combatteva
in un ambiente privo di qualsivoglia scurezza,ma salire quelle scale
era necessario per la riuscita del piano,salvare Otsune era
fondamentale,sia dal punto di vista politico,che personale,era una
preziosa alleata e anche una buona conoscenza con cui scambiare due
chiacchiere,impedire che morisse era il minimo che potesse fare.
Altre scale,altri piani,un gradino dopo l'altro,un altro,quello dopo e
quello dopo ancora,di assassini ormai sembrava non c'è ne
fosse traccia,si guardava attorno nella speranza di addocchiarne
uno,forse erano finiti,anche Kano dava delle svelti occhiate in giro,ma
anche lui non notava niente,anche se ciò non voleva dire che
la cosa li rassicurava,dovevano continuare e di certo non avevano il
tempo di controllare ogni singola stanza,il tempo era poco e troppo
doveva essere ancora fatto.
- Akira.
Una voce di donna veniva dall'alto,una voce vicina,poi si affaccio
verso la tromba delle scale,era lei,Otsune,Akira guardò in
alto e in cuor suo un peso scomparve,era salva e stava bene.
- Otsune,tutto bene?
- No,presto vieni.
Una nota di negazione,Akira era preoccupato,ora un dubbio gli
passò per la testa,salì l'ennesima rampa e giunse
di fronte a lei,era ferita ed affaticata,le sue vesti erano lacere,le
sue energie erano poche,più che una regina sembrava un
stracciona.
- Signora Otsune...
Disse lui stupito per lo spettacolo aveva di fronte.
- Ero nelle mie stanze mentre questo attacco avveniva,vi stavo
aspettando per parlarvi riguardo al nostro incontro di stasera,quando
ho udito dei rumori,sono uscita dalla mia stanza e poi...è
iniziato questo.
La voce della regina mostrava la confusione che ella mostrava,girava
con lo sguardo alla ricerca di una spiegazione,ma non c'era,non per lei.
- Io mi sono difesa grazie ai miei poteri,ma i soldati e gli
altri...Akira,cosa sta succedendo?
Chiese lei preoccupata.
- Ora non posso dirvi nulla,sappiate solo che dovete fidarvi di
me,ora,per prima cosa rifugiatevi nelle vostre stranze e attendete il
mio ritorno,Kano,scorta la regina ed assicurati stia bene,quando
avrò bisogno di te tornerò da voi,tutto chiaro.
- Ma mio signore,è troppo pericoloso,l'ultimo piano potrebbe
essere pieno zeppo di quei dannati assassini,per la vostra
incolumità dovreste rimanere anche voi con la regina.
- Ti ringrazio per la preoccupazione,ma questo è il mio
castello è come gran maestro del ramo giapponese dell'ordine
ho il compito e il dovere di difendere una delle nostre basi
più importanti,andrò da solo.
- Akira.
- Mi di...
Akira non fece in tempo a finire la frase che lei si era lanciata su di
lui,baciandolo di scatto,lui sbarra gli occhi,colpo inaspettato in un
momento inopportuno.
- Torna presto.
Disse lei con sguardo carico di preoccupazione.
E detto questo la regina si allontana verso la sua stanza,seguita
subito dopo da Kano.
- Stia attento.
Disse Kano mentre si incamminava verso Otsune.
Akira guardò verso i prossimi gradini con l'intento di
andare a verificare di persona la situazione nell'intera area che lui
chiamava casa,doveva controllare di persona se il palazzo era ancora un
luogo pericoloso,avrebbe controllato ogni piano,fino a raggiungere la
cima,sua ultima destinazione nell'edificio,ma doveva correre,non c'era
tempo da sprecare e così facendo cominciò a
correre.
I piedi scattavano veloci ma anche la mente correva,quel bacio,non
pianificato,non aspettato,possibile che le preoccupazione per Akira
arrivasse a tal punto da poter provare qualcosa per il templare?
Certamente lo aveva colto alla sprovvista,ma di certo non gli era
dispiaciuto,infondo era una bella donna,una persona la cui compagnia
era per lui appagante e piena di sorprese,ma che lui provasse qualcosa
per lei? Nemmeno lui lo sapeva,anche se gradiva ben volentieri quel
gesto privo di logica,almeno lui pensava così a quel bacio.
Le scale erano lunghe,i piani tanti,ma quella giornata non era ancora
finita,molto c'era da fare e tante erano le cose che si sbarravano di
fronte ai suoi piani,ma lui avrebbe tenuto il castello,ne andava
dell'onore dei templari,n'è andava per la salvaguardia dei
suoi sudditi,ma sopratutto,n'è andava dei suoi ideali.
La battaglia non era finita.
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Capitolo 32 *** La battaglia del cortile,parte seconda. ***
L'ultimo piano,una grossa terrazza composta unicamente da un pavimento
e un corrimano che circondava l'intera area,entrambi in pietra lavorata
da abilissimi scalpellini,la cui maestria aveva scolpito quell'area
basandosi sull'arte cinese,eleganza e forma,fusi in un solo luogo.
Poco sopra un soffitto,che stava alla base dell'appuntito tetto del
palazzo di Akira,sostenuto da quattro enormi colonne,anch'esse di
pietra,ognuna con il compito di sostenere il pesante soffito sopra la
testa di Akira,visto che lui stesso era arrivato li.
Le armi in mano,il sangue sulle vesti,la dedizione alla propria
causa...il sapore delle labbra di una regina,tutte cose che facevano di
Akira 'uomo che era,del resto cosa ci si poteva aspettare da lui? Le
armi in mano rappresentavano il guerriero,il sangue sulle vesti
rappresentavano il valore,la dedizione alla causa rappresentava il
pensatore e il bacio dio Otsune rappresentava il politico,ma forse in
questo caso era l'amante,visto che nemmeno lui si aspettava tale azione
da una regina di tale nomea,quel bacio sapeva di ragazza innamorata,una
cosa più simile ad una cotta che un amore vero e profondo.
Il terrazzo sembrava sgombro,niente sangue,nessun segno di lotta,niente
era fuoriposto,Akira avanzò lentamente verso il centro del
piano,con le armi pronte all'uso,si guardò attorno,nulla di
sospetto,guardò dietro le colonne,niente di niente,diede una
rapida occhiata sotto il tetto,ma anche li non c'era nessuno,forse
durante gli scontri gli assassini era troppo impegnati a combattere ed
eliminare più bersagli possibili che occupare il palazzo,la
loro strategia era stata una cosa alla mordi e fuggi,ma i pochi che
erano rimasti a palazzo avevano preferito gli assalti veloci alla
ritirata,forse nell'attesa di uccidere qualcuno di importante,Akira
compreso,ma non era chiaro se sapevano della sua intezione di liberare
l'edificio oppure no.
Non vedendo pericoli imminenti Akira si spostò verso il
margine ed osservare la situazione,qualche passo in più e si
avvicinò alla ringhiera di pietra,guardò sotto e
la situazione che apparve ai suoi occhi era peggio di quello che
pensava,Oni armati Testubo giravano nervosamente per il campo
distruggendo quello che trovavano,arcieri scagliavano freccie alla
rinfusa e maghi non abituati a stare in prima linena lanciavano magie
senza il minimo senso della strategia,i guerrieri che combattevano a
terra sfidavano direttamente gli assassini a viso aperto dimenticando
le formazioni e cercando lo scontro individuale,mentre yokai volanti
assaltavano gli incappucciati a terra per poi finire circondati e
uccisi,oppure morivano in aria colpiti dalla tempesta di freccie che
gli arcieri di Akira cercavano di tirare il più precisamente
possibile,ma era dura con tutto quel disordine,bisognava fare qualcosa
è in fretta.
Ma per farlo c'era bisogno di kano,lui possedeva le bandiere per
comunicare con le proprie truppe,doveva tornare indietro e informare
Kano della situazione,Akira corse verso la porta,l'aprì e
subito dopo si avvicinò al corrimano in legno pregiato.
- KANO,MI SENTI?
Urlò Akira verso la tromba delle scale,ma nulla,scese un
paio di piani e po provò di nuovo.
- KANO,KANO...
a questo punto decise di andare verso la stanza riservata ad
Otsune,passò ancora una volta per gli scalini,sporchi di
sangue e deturpati dai segni degli scontri da poco avvenuti,scendeva
rapidamente,mentre la sua preoccupazione cresceva sempre
più,sapeva per certo che Kano era un veterano tutt'altro che
infiacchito dagli anni,ma era comunque in probabile
pericolo,già il fatto che non rispondesse ai suoi richiami
era preoccupante.
Arrivato al piano desiderato,guardò il corridoio
percorrendolo verso destra,superò tutte le porte e tutti i
cadaveri che incontrava,non c'era di preoccuparsi per i morti,doveva
fare in fretta,quelle bandiere erano di estrema importanza,trovare Kano
sano e salvo n'è andava del corso della battaglia,le vite e
i piani dell'ordine in quella parte del Giappone dipendevano
dall'intervento del vecchio soldato.
- Kano,Otsune...dove siete?
Parlò normalmente nella speranza che lo avessero
sentito,essendo nelle vicinanze della stanza,intravide la porta,si
avvicinò e la aprì,con gran sollievo di
Akira,Kano e Otsune erano la dentro,il samurai era in piedi con una
mano sul manico della spada,pronta ad essere estratta al primo segno di
pericolo,mentre la regina di Oi era per seduta sulle ginocchia e
intonava una strana nenia,teneva gli occhi chiusi e le mani congiunte
in segno di preghiera.
- Mio signore.
- La sitazione e questa,ai piani superiori non ho ricostrato la
presenza di alcun assassino,quindi ora dovremmo andare all'ultimo piano
e indicare alle nostre truppe la disposizione delle forze in
battaglia,prendi le bandiere e il corno,stiamo attenti a non fare passi
falsi.
Finito di parlare con il vecchio guerriero,il padrone di casa volse lo
sguardo verso Otsune che stava continuando con quella sua monotona
cantilena,lui la guardava affascinato mentre lei continuava a cantare,i
versi che recitava,la tonalità gutturale e costante,lui
aveva già sentito qualcosa di simile,nel lontano nord,terra
ricca ancestrali magie e rituali dimenticati,parole di popoli umani e
yokai ormai dimenticati da molti di cui Otsune era certamente un
esponte,portavoce di un Giappone primitivo e ancestrale.
- Otsune,mia cara,mi spiace interrompere i tuoi rituali ma dobbiamo
spostarci,n'è va della vostra sicurezza.
Disse Akira mentre si inginocchiava di fronte a lei e gli porgeva la
mano,in segno di cortesia per aiutarla a rialzarsi.
Quando lei riaprì gli occhi,smise di cantare,un sguardo
freddo,un volto dall'espressione vuota,questa era l'aspetto della
regina.
- Dobbiamo proprio? Agli spiriti non piace essere disturbati durante la
preghiera,così manchi a loro di rispetto.
Disse lei con un tono così neutro che un cimitero sembrava
un posto più allegro,tale era la vitalità di
quella voce,nessuna preoccupazione,nessuna ansia,solo un distaccato
senso di estranietà accompagna quella conversazione da parte
di lei.
- Lo so ed e per questo che devo insistere a spostarci
altrove,finchè rimarrete qui,non sarete al sicuro e dubito
che i vostri onorevoli spiriti vogliano rischiare di perdere una
così rispettabile sacerdotessa,ve ne prego,alzatevi.
Lei lo guardò ancora in quel modo estraneo,senza provare
nulla,senza sentire la ben che minima emozione passargli per il
cuore,il benchè minimo pensiero passargli per la testa,la
lasciva regina aveva ceduto il posto ad un altra donna.
- Sei un uomo saggio,che parla bene ma le cui azioni sono ignote
persino a coloro che seguo e venero,accetto di seguirti,uomo
dall'occhio d'argento.
Lei si alzò con un grazia che aveva del sacro,sembrava
posseduta,ma nonostante questo sebrava perfettamente accondiscente alla
richiesta di Akira,da parte sua il padrone di casa la aiutò
a rialzarsi,ma nonostante ciò aveva qualche problema ad
accettare che lei fosse in quello stato,non per chissà quale
motivo personale,visto che lui stesso tendeva a non farsi problemi ad
accettare tutte le diversità che c'erano al mondo,ma per un
motivo logistico,ora che Otsune sembrava un altra persona non sarebbe
era chiaro se lei si sarebbe dimostrata un problema o un impiccio di
qualche tipo.
- Signore dobbiamo andare.
Disse Kano mentre prendeva tutto il necessario.
- D'accordo,non c'è più tempo,andiamo.
E detto questo Akira oltrepassò la porta senguito subito dal
samurai e dalla regina,si mossero velocemente verso le scale,tutto
sembrava tranquillo,quando ad un certo punto delle urla si sentirono
provenire dai piani più bassi del palazzo,subito dopo,suoni
di passi frettolosi venire dai dalla scala sottostante.
- SIGNORE.
Una guardia,un soldato di Akira,ferito e con qualche graffio sul
volto,la lancia in mano tenuta con stanca determinazione.
- Parla,cos'è successo?
Chiesa Akira in tono grave.
- Gli assassini stanno sfondando le nostre difese,il palazzo rischia di
essere preso.
- Dannazione...dobbiamo rifugiarci all'ultimo piano,accompagna la
regina Otsune fino all'ultimo piano,massima allerta,mi raccomando.
- E voi?
- Io raggiungerò la tua squadra e la difenderò al
meglio delle mie possibilità,farò da scudo per i
miei uomini.
- Ma signore...
- Niente ma,esegui gli ordini soldato.
Il soldato preso alla sprovvista dal tono autoritario di Akira
oltrepassò la figura del templare e raggiunse Kano e Otsune.
- Mio signore Akira,c'è bisogno di voi per il piano.
Akira girò lo sguardo verso l'anziano veterano.
- Kano,tu sei il mio portavoce,la mia volontà,ho bisogno che
tu vada a informare le nostre truppe di muoversi in formazione,se
l'unico che lo puo fare,questo castello crede in te,ora vai.
Il vecchio soldato rimase stupito di fronte a quelle parole,era la
prima volta che parlava direttamente con il suo signore,di solito era
Murai che faceva da tramite agli ordini di Akira e il generale Murai
era qualcuno che tutti i soldati,dalle reclute ai veterani,dai fanti ai
medici di campo,rispettavano,ma sentire quelle parole direttamente dal
suo signore,lo riempiva d'orgoglio,era quello il signore che serviva?
Akira era così? Quello che per molto tempo era stato quasi
uno sconosciuto per l'esercito,ora,agli occhi di quel veterano sembrava
un eroe,un uomo che sembrava aver piena fiducia in quello che faceva,la
cui forza non era solo nel corpo,ma anche nella mente e nell'animo,un
uomo che valeva la pena servire.
- Lo farò signore,le auguro buona fortuna,mi segua Onorevole
Otsune.
Kano e Otsune si allontanarono verso i piani superiori mentre Akira
restò fermo ancora un pò,ma prima di vederli
scomparire,lo yokai mostrò un sorriso diretto verso la
regina,lei se ne accorse e ricambiò.
- PREGHERO AFFINCHE GLI SPIRITI TI PROTEGGANO.
Disse lei quasi a squarciagola,mentre la sua figura spariva in quella
lunghissima scalinata che divideva lei da lui,la regina che prima aveva
baciato quell'uomo e subito dopo era diventata serissima.
- Vi ringrazio.
Disse Akira a bassa voce mentre i suoi occhi guardavano verso la tromba
delle scale.
La situazione sembrava complicarsi,come se non fosse già
difficile prima.
La squadra d'assalto stava arretrando sempre più in
alto,salendo gli scalini,uno alla volta,mentre a stento tentavano di
resistere ai colpi degli incappucciati,che riuscivano sempre
più a penetrare dentro il cuore del castello.
Akira non poteva permettere che ciò accaddesse,doveva
intervenire e sapeva bene come fare,doveva soltanto aspettare il
momento giusto,ancora qualche passo indietro,ancora uno e poi via.
Nel vedere che le sue guardie avevano indietreggiato abbastanza lo
yokai preparò la propria mossa,con entrambe le armi in mano
guardò un ultima volta sotto di lui e nell'esatto momento in
cui gli assassini gli erano sotto,indietreggiò di una decina
di passi e poi,scattò.
Una rapida corsa verso il corrimano del corridoio e poi
saltò,lanciandosi nel vuoto,diretto verso gli assalitori e
prima ancora che assassini si accorsero della cosa uno di loro,posto
proprio al centro del gruppo di cappucci bianchi venne colpito da
qualcosa,i compagni di quest'ultimo fecero giusto a vedere cos'era
l'oggetto caduto dall'alto,un wakizashi.
Poi,un assalto violento,un individuo muscoloso,uno yokai sporco di
sangue apparve dall'alto,portando scompiglio agli assassini con il suo
pesante precipitare in mezzo a loro,un assassino sotto i piedi,i suoi
compagni sbigottiti,la guardia di di Akira impressionata,possibile che
un tale intervento sia avvenuto in modo tanto improvvisato? Si,ma fu
quello che accadde dopo,che sorprese tutti quanti.
Akira,con spada alla mano,non esitò a colpire con elegante
violenza omicida verso gli assassini,gli assalitori erano stati
assaltati,neanche il tempo di rispondere che il templare stava
già colpendo con fendenti rapidi e precisi, la precisione
dei movimenti,la velocità dei colpi,i pochi che riuscirono a
difendersi ritardarono di poco la loro morte,Akira stava uccidendo
assassini di basso rango,se fossero stati di qualche grado
più alto la situazione sarebbe stata peggiore,ma in quel
caso se l'era cavata piuttosto bene.
Poco alla volta tutti gli assassini che aveva attorno morirono per mano
sua,gole tagliate,squarci nei toraci,ormai non sapeva nemmeno come li
aveva uccisi,aveva agito e nella ferocia della battaglia sapeva dove
colpire,come colpire,quale mossa fare e quale azione evitare,la cosa fu
istintiva,reazione veloce in un momento di caos,aveva smesso di
pensare,non c'era tempo di pensare,l'esperienza e la bravura divenivano
parte integrante di un combattente esperto,lui n'è era un
esempio.
- Signor Akira...
- Non c'è tempo da perdere,all'ultimo piano,presto.
E fu così che il padrone di casa si lanciò in una
corsa folle verso l'ultimo piano del palazzo,la dove la sua strategia
avrebbe salvato il castello,la dove le sue capacità da
attento stratega sarebbero state messe alla prova.
Un scalino,due scalini,tre scalini,una alla volta vennero ripercorsi
per l'ennesima volta,la stessa corsa di prima,con il doppio della
fatica precedente,ma stavolta con il doppio dell'entusiasmo in
corpo,l'intera squadra d'assalto lo stava seguendo e sta volta lo
avrebbero accompagnato alla prova finale prima della battaglia,ora
tutto dipendeva da Akira,Kano e dai messaggi che avrebbero mandato
più in basso,li dove uomini e donne stavano morendo come
mosche,un bagno di sangue in cui tutti i presenti erano
coincolti,nessuno escluso,quasi tutti combattevano,i soldati
combattevano,gli assassini combattevano,gli invitati alla festa...oh
gran parte di loro,visto che alcuni erano troppo codardi o
impossibilitati a combattere,chi troppo anziano e per nulla bravo a
combattere,e le donne,tranne la madre di Sesshomaru e poche altre,loro
si che avevano carattere da vendere,o perlomeno lo mostravano a chi
tentava di ucciderle.
Akira finalmente arrivò all'ultimo piano,li,di fronte a
Kano,di fronte a Otsune, di fronte ai suoi uomini e ai suoi alleati
avrebbe dimostrato a chiunque fosse li che il castello era
inespugnabile,nessuno lo avrebbe occupato all'infuori di lui,nessuno
all'infuori,di chi segretamente serviva la croce scarlatta avrebbe
dominato quel castello,quelle terre,quegli abitanti alla quale erano
tanto fedeli a lui.
Il terrazzo di pietra era pronto per essere difeso,il corpo di guardie
dietro,a sorvegliare l'ingresso, Otsune che ricominciò a
pregare e infine loro due,il templare e il veterano,pronti alla
prossima fase della difesa del castello.
- Tutto pronto Kano?
Chiese lui con tono secco mentre osservava il cortile ormai rosso.
- Si,bandiere e corno pronti all'utilizzo.
- Procediamo.
Akira si tolse il kimono ormai imbratatto di sangue,quella sensazione
vischiosa e visceralmente fradicia gli dava fastidio e non gli
permetteva di concentrarsi appieno,mostrando i muscoli,scolpiti e
compatti,lasciati al gelo dell'inverno e al vento della montagna.
Si appoggiò al corrimano di pietra e vide,con sguardo
attento la posizione e la situazione delle proprie truppe,la situazione
era esattamente come quella precedente, fu così che
cominciarono una serie di ordini,fiati di trombe e bandiere sventolate
nei modi più diversi.
- Comunica alla nostra fanteria armata di lance di posizionarsi di
fronte al nostro palazzo e di formare una linea il più lunga
possibile,che vada da un lato all'altro del cortile.
Kano prese una bandiera gialla rappresentante le truppe ordinarie
armate di lancia e cominciò a sventolarla con una mano sola
e con l'altra mano teneva il corno da battaglia,che fece suonare due
volte con una pausa nel mezzo,a quel punto si videro un massiccio
numero di soldati,spostarsi all'unisono che aiutati dagli arcieri
riuscirono a passare quasi indenni parte del campo e formando un muro
di lance molto ampio e compatto,la prima parte della formazione era
fatta.
- I nostri samurai vanno subito dietro i lanceri,quando il muro di
lance si scontrerà di nuovo con gli
assassini,sarà compito degli spadaccini intervenire nel
cuore della battaglia.
Un altra bandiera,questa volta rossa rappresentante i samurai armati di
spada dell'esercito di Akira e che venne fatta roteare sopra la testa,
e come per i lanceri anche gli spadaccini furono supportati dai
tiratori sulle mura ed anche stavolta furono in molti a disporsi dietro
la prima fila,anche se inferiori di numero alle truppe con lancia,visto
che i soldati armati di yari costituavano una fanteria più
economica e più numerosa di chi invece portava un armatura
da samurai e combatteva con una katana di qualità
superiore,costi economici permettevano di costruire vasti
eserciti,anche se il rapporto tra qualità e
quantità non sempre era vantaggioso per chi doveva condurre
le truppe e chi organizzava l'esercito in tutti i suoi aspetti,ma in
quell'occasione le truppe di Akira erano più che
perfette,l'unico problema era l'oganizazzione,ma questo sarebbe stato
un problema che avrebbe risolto presto.
La tromba squillò un altrà volta,diverso fu il
modo di comporre i suoni proveniente dallo strumento musicale,un
soffio,una pausa,una serie di soffi veloci e poi un lungo soffio,ecco
come si era conclusa la seconda manovra di spostamento per le truppe.
Ora Akira era pronto per l'ultima fase del piano,avvertire gli ospiti
delle sue intenzioni,sapeva farlo,unico problema,ci sarebbe riuscito?
Si,anche se la cosa avesse potuto costargli la vita.
Il suo sguardo si spostò per l'ennesima volta,questa volta
era diretto verso gli invitati,nonostante il caos della battaglia,la
furia degli scontri e l'immenso delirio che si stava svolgendo
più in basso,li vide tutti,nessuno escluso,tutti i presenti
erano nel suo raggio visivo,per quanto piccoli potessero essere da
lassù,lui li vide tutti,come fece? Il suo occhio sinistro.
E sarebbe stato quello la chiave dell'ultima fase dello schieramento,ma
lo yokai si sarebbe dovuto preparare,sapeva a cosa andava
incontro,sapeva cosa sarebbe successo,avrebbe fatto male,lo avrebbe
fatto soffrire,ma era pronto,su questo non c'erano dubbi.
La Mascella serrata,lo sguardo concentrato,l'espressione dura.
- Kano,Otsune.
Sentendo i loro nomi i due diretti interessati si rivolsero verso il
templare mentre quest'ultimo osservava il il bagno di sangue sotto di
loro.
- Qualunque cosa accada,non fermatemi in alcun modo.
Disse lui svelto con le parole,quasi non volesse sentire obiezioni.
Cominciò ad osservare l'intero campo di battaglia,ma questa
volta riguardava l'intero cortile,tutti gli individui,amici e
nemici,difensori e aggrssori,i suoi occhi non perdevano nessun
andamento della battaglia,poi arrivò il peggio.
Il suo corpo si irrigidiva,i suoi muscoli divennero come pietra,le vene
su tutto il corpo pulsavano come impazzite mentre il suo cuore pompava
ad una tale velocità che rischiava di esplodere e non era un
modo di dire,stava letteralmente rischiando di aprirsi violentemente
all'interno della cassa toracica e la respirazione ridotta al minimo.
Digrignava i denti in una smorfia feroce è mentre il suo
corpo era in preda all'isteria più completa la sua mente era
persino peggio,impulsi elettro magnetici schizzavano in un tutto il
sistema nervoso mentre i neuroni si caricavano di
elettricità tanto quanto una scarica di fulmini,tuoni e
saette in mezzo ad una tempesta.
- Akira.
Disse Otsune mentre quest'ultima era ancora nella posa di preghiera e
senza alcuna emozione apparente,lei rimaneva li,seduta,eppure qualcosa
era cambiato,mentre richiamava a se gli spiriti da lei
citati,sentì una presenza,o per meglio dire una forza,non
sapeva come descriverla,veniva da Akira ma non aveva aura,nessuna magia
e nessuna energia yokai sentiva provenire dal templare,di sicuro era
potente,qualunque cosa fosse era
diverso,unico...sconosciuto,continuò a fissare la figura del
padrone di casa e ciò che vide in lui fu una visione
differente dell'uomo che già conosceva...e che mai aveva
sentito urlare in vita sua,non come sulle scale quando strillava il suo
nome,ma un suono selvaggio,un grido animalesco e liberatorio,in quel
momento chiunque avesse sentito Akira n'è avrebbe avuto
paura.
Lui era li,era carico,era pronto,chiuse gli occhi per un solo istante e
poì li riaprì,facendo esplodere tutta l'energia
che scorreva in lui in quel momento e fu li che le cose cominciarono a
diventare veramente strane.
Un grande bagliore lucente si manifestò si
manifestò,durò solo una manciata di secondi,ma fu
in quel momento che l'occhio grigio mostrò la sua
potenza,peccato che Otsune e Kano e il corpo di samurai dietro di loro
non potevano saperlo,loro potevano vedere l'effetto visivo di quel
singolare bulbo oculare,ma erano gli effetti veri e propri che facevano
più impressione e questo Akira lo sapeva meglio di ogni
altro.
E mentre il suo corpo compì quella manifestazione pubblica
di spettacolarità,la sua mente e la sua percezione di se
stesso erano da tutt'altra parte,era tutto bianco,ma non un bianco
accecante,inteso,ma non gli dava fastidio,poco alla volta le cose
attorno a lui cambiarono,sentiva che qualcosa cambiava,ed infatti era
cambiato tutto quanto.
Attorno a lui cominciarono a comparire dei granelli di
sabbia,moltissimi granelli di sabbia,soffiati da chissà
quale vento impercettibile,ma forse era solo un illusione,un illusione
molte utile ai suoi scopi.
Poco alla volta,i granelli si riunivano in moltissime manciate di
sabbia,tutte molto grandi e ognuna con una sua quantita specifica di
quella strana polvere,per poi inalzarsi sempre più,fino a
raggiungere altezze a misura d'uomo,in alcuni casi persino
più alte.
Dopo ciò le diverse figure cominciarono ad assumere tratti e
sfumature talmente particolari da sembrare inquietanti nella loro
perfezione,ogni mucchio di sabbia aveva preso la forma di un invitato
che lo stesso Akira aveva visto di persona e casualmente vicino a lui
si formò al figura di Seiya,la madre di Sesshomaru in tutta
la sua perfezione,vestiti e tonalità dei diversi
colori,dagli abiti alla colorazione degli occhi,dei capelli e delle
diverse tonalità del suo corpo erano comprese
nell'immagine,esattamente come la ricordava lui.
Si avvicinò a lei,avvicinando la sua bocca all'orecchio
della signora madre.
- Richiami le truppe e le disponga dietro le mie truppe nel seguente
ordine...
Akira diede i dettagli alla copia di Seiya al fine di poter almagamare
tutte le unità schirabili in una singola armata,piccola,ma
ben strutturata,stava dando suggerimenti e disposizioni sullo
schieramento delle diverse unità che la signora Taisho si
era portata dietro,dalle più piccole alle più
grandi,dalle truppe d'ordinanza del suo castello a gli oni,grossi e
goffi,ma in grado di causare ingenti danni a chi si prendeva una delle
loro mazzate.
Parole semplici e ben concise,ma sempre dette con quel tono educato che
Akira ormai adoperava sempre,con chiunque e in ogni luogo,che fossero
parole veramente gentili oppure ordini pronuncianti in modo
più cortese questo lo sapeva solo lui,fatto sta che
continuò a parlare fino a che non ebbe finito di aver detto
tutte le disposizioni che lui desiderava.
- La ringrazio per la sua attenzione,ci vediamo più tardi,a
presto.
E con lei aveva finito,ora toccava a tutti gli altri ospiti rimasti
ancora in vita,sapendo ciò,si distaccò
dall'orecchio della copia di Seiya e diresse lo sguardo verso tutti gli
altri,la cosa si faceva snervante.
- Accidenti,devo ancora parlare a tutte questa gente,beh,cerchiamo di
velocizzare la situazione.
Ed ecco che all'improvviso dal suo corpo uscirono due figure,due esseri
perfettamente uguali al templare,in tutto e per tutto,dalle vesti alla
fisionomia,dalla camminata al modo di fare,due copie perfette di Akira.
- Giusto in tempo,per un attimo ho avuto paura di dover fare tutto da
solo,sapete già cosa fare,andate.
Detto questo le due copie si allontanarono,avvicinandosi alle prime
copie di due invitati e prima ancora di parlare come se fossero Akira
in persona si divisero in altre due copie che a loro volta si divisero
in quattro,che a loro volta si divesero in otto e così
via,fino a raggiungere il numero esatto di invitati rimasti e ognuno di
loro si avvicinò ad uno degli ospiti,dando voce e
trasmettendo la volontà di Akira,come se fosse lui stesso a
parlare.
Vedendo ciò Akira si incamminò nella direzione
opposta e scomparve in un altro varco di luce.
Quel luogo si stava dissolvendo assieme a tutto ciò che gli
riguardava,tornava al mondo reale,quello vero e autentico,il suo
corpo,tornava a sentirlo in ogni sua sensanzione,in ogni sua
sensibilità,in ogni suo dolore,ed era proprio il dolore la
cosa più forte,la cosa che gli ricordava la consistenza
della realtà.
Tornò indietro e rivide la luce della luna,il campo sotto di
lui,il suo corpo sottoposto allo strazio ferale,mentre lui cacciava
fuori dalla gola quell'urlo animale,parte selvaggia di se,angolo remoto
del proprio io,per quanta razionalità potesse usare in ogni
singola azione,in ogni singolo momento della giornata,ci sarabbe stata
sempre una parte di lui che lo avrebbe ricollegato alla sua natura da
dayokai,infondo anche lui era di carne,anche lui era parte di quel
mondo che voleva cambiare.
La sua voce si fece sempre più fioca,la sua furia
diminuiva,il suo occhio sinistro smetteva di brillare ed infine,si
sentì cadere,crollare sotto il peso del dolore e della
fatica,sentiva di non farcerla,di non poter continuare,il suo corpo gli
diceva di fermarsi.
Ma la sua volontà no.
Fece in tempo a posizionare un piede contro il pavimento e far leva sul
ginocchio,si bloccò sul posto come a voler mostrare a se
stesso e a tutti i presenti che Akira non era il tipo da cadere,non
importa quale sarebbe stato lo sforzo subito,lui non sarebbe mai
caduto,avrebbe sofferto,avrebbe provato dolore,ma non si sarebbe mai
arreso,non quando poteva ancora farcela,non quando c'era ancora bisogno
di lui.
Appoggiò anche l'altro piede,si fece forza sulle ginocchia e
con grandissimo sforzo tirò in avanti con la schiena
tornando così in posizione eretta,respirava a fatica,il suo
corpo era provato,ma lui era ancora li,in piedi,che respirava a
fatica,affannato e stanco per l'ultima azione compiuta,n'è
mancava ancora una da fare,poi si sarebbe potuto accasciare a terra
quanto voleva,mancava poco ormai,doveva fare ancora un ultimo sforzo,un
ultimo atto di forza interiore.
- Mio Signore...
- Akira...
le due figure a lui più care in quel momento stavano
guardando Akira con sguardo incredulo,cos'era quella cosa che aveva
fatto? Loro non sapevano trovare una risposta a tutto ciò,ma
quello che era chiaro,era il dolore che si percepiva nel templare,una
sensazione così brutta da non volerla augurare a
nessuno,Otsune si alzò frettolosamente e si
lanciò nella direzione di Akira portando sul volto la
preoccupazione che aveva per lui,sapeva per certo che doveva pregare
ancora,ma sentiva in cuor suo che loro l'avrebbero perdonata,infondo
era una grande sacerdotessa,molto devota al suo culto,infondo potevano
chiudere un occhio per una volta,no?
Lei era li,le sue braccia cingevano il massiccio corpo del templare in
un abbraccio colmo di emozione e ansia per la salute di lui,sentiva i
suoi muscoli tesi,sentiva la pressione che il corpo dello yokai stava
per crollare su se stesso,come poteva quell'uomo andare avanti? In
quello stato? No,non così.
- Akira,fermati,non so cosa tu abbia fatto,ma di certo non ti ha fatto
bene,fermati qui,adesso,la tua battaglia e finita,lascia che siano i
tuoi uomini a combattere per te.
Intervenne Kano.
- L'onorevole Otsune ha ragione,il generale Murai tornerà
presto,abbiate fiducia.
Akira spostò il suo sguardo sul samurai,i suoi occhi
mostravano i segni della stanchezza che lui provava in quel momento.
- Mi spiace smentirti,ma non credo che tornerà tanto
presto,se gli assassini hanno attaccato il castello e probabile che
abbiano pensato di coprirsi le spalle,l'attacco ai villaggi nella zona
avrà di certo attirato la sua attenzione,se conosco
abbastanza bene il generale,in questo momento ci starà
supportando,divendo i suoi uomini in diverse squadre e mantenendo una
posizione di difesa in ogni villaggio nella zona,no Kano,dobbiamo
intervenire al più presto e scacciare gli intrusi da queste
mura,dobbiamo fargli ricordare cosa vuol dire mettere sotto assedio
questo castello,lascia qui le bandiere e porta il corno in battaglia,un
soldato che sa far tenere il ritmo alle truppe ci sarà molto
utile.
Intervenne Otsune.
Akira,ti supplico...non andare.
Lei lo guardò dritto negli occhi,con sguardo umido,pronte a
versare lacrime,l'emozione era forte in lei,non c'erano spiriti,non
c'era nessun culto,non c'era niente che attirasse la sua attenzione se
non il templare dolorante,i loro volti erano vicini,molto vicini,ancora
un attimo e un altro bacio sarebbe stato rubato a lui,uomo forte e
sicuro delle sue azioni.
Ma così non fu.
Akira prese le mani di lei,le appoggiò delicatamente sui
suoi polsi e si libero dalla sua presa,guardandola ancora una volta in
quelle iridi,che tanto dolci gli sembravano.
- Devo mia cara,io vado perchè è giusto,vado
perchè c'è bisogno di me...ma tu,resta qui e non
uscire per nessuna ragione da queste mura,aspettami qui e quando
tornerò,dovremo parlare di alcune cose,adesso vado.
Akira diede un ultima occhiata verso il cortile e vide ciò
chedesiderava,tutti coloro che dovevano cambiare posizione andarono al
loro posto,tutti si stavano disponendo nel modo in cui Akira
voleva,ogni pezzo stava andando al suo posto,persino gli yokai e le
altre creature volanti si stavano spostando dalla linea di tiro degli
arcieri,tutto come Akira aveva dispsosto.
- Kano andiamo.
Disse Akira mentre si stava allontanando da lei,da quell'unica persona
che in quel momento gli dava un pò di pace,un piccolo
benessere in una vastita di caos.
Il vecchio samurai seguì il suo signore per l'ennesima
volta,quello che sarebbe successo a breve sarebbe stata la conclusione
della battaglia,da una parte o dall'altra sarebbe conclusa.
Akira si allontanava sempre di più verso la porta che lo
avrebbe riportato al suo cortile,il suo cortile ormai diventato rosso
sangue.
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Capitolo 33 *** Nota a tutti voi che mi seguite ***
Ehi gente,natale e ormai vicino e dubito che finirò il
prossimo capitolo in tempi previsti,( ma questo succede sempre,quindi
non cambia nulla XD).
Scherzi apparte,vorrei ringraziare tutti coloro che seguono questa
fic,in particolare Bankotsu 90,anche se a dir la verità non
mi aspettavo che questa storia fosse letta da così tanta
gente,no seriamente,non mi aspettavo che la leggesse così
tanat gente.
Quindi,per questo,vi dico...grazie,grazie di cuore,grazie tante e
continuate a leggere,ancora ancora e ancora e recensite,voglio sentire
le opinioni di tutti,a gran voce ditemi quello che pensate di questa
storia,esprimetevi le vostre emozioni su quello che leggete,su quello
che vi fa provare,su quello che vorreste elogiare e su quello che
vorreste criticare,quindi,commentate,perchè questa storia
non andrebbe avanti senza di voi,che leggete e vi intrattenete,quindi
per l'ennesima volta...grazie.
Un saluto dal vostro Dioni,buon natale e buona lettura,a voi e tutta la
comunità di EFP,grazie per l'attenzione e buone feste,ciao
=).
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Capitolo 34 *** Segreti innominabili ***
Akira era li,poco oltre le porte del suo palazzo,tutto attorno a lui
era come desiderava che fosse,tutti gli yokai armati di lancia di
fronte a tutti gli altri,gli spadaccini,formati da molte meno
unità si era ritrovate indietro ai lancieri,al centro dello
schieramento rischiesto da Akira,le unità più
pesanti ai lati,formati da tutte quelle creature che possedevano armi
degne della loro enorme mole come Tetsubo e altre grosse armi
contundenti,di solito tenute con una mano sola,come banali clave.
Per gli arcieri e i maghi le disposioni erano state abbastanza
particolari,mentre i magi rimanevano nella parte dello schieramento
meno esposto,che sarebbero le fila posteriori,gli arcieri venivano si
messe anche loro dietro alle unità di lancieri e
spadaccini,ma da tutt'altra parte rispetto alle altre truppe,erano
stati fatti spostare sulle mura e coprivano il versante dietro i maghi
e alle mura ai lati delle truppe pesanti,circondando così
tre quarti delle mura,potendo così offrire alle nuove forze
organizzate un maggior supporto a distanza e un eccellente copertura in
vista della vera battaglia vhr da li a poco si sarebbe tenuta.
Ed infine rimanevano le truppe volanti,il loro impiego in campo sarebbe
avvenuto a breve,ma non subito,Akira aveva in serbo per loro un compito
assai più complicato delle solite tattiche che riguardavano
il lanciarsi in picchiata e poi vedere cosa succede,lui li avrebbe
usati in modo più sottile.
Tutto era pronto,bastava semplicemente dare il via all'ultimo
scontro,infatti,per quanto sembrava strano,la riorganizazzione delle
truppe era stata così precisa e inaspettata,che tutti gli
assassini presenti sul campo,si erano allontanati verso il versante
più lontano del cortile e si erano riorganizzati anche
loro,ma essendo vestiti alla leggera e non protetti da armature di
alcun tipo restavano tutte loro delle unità di combattenti
leggerissimi in confronto alle guardie e ai soldati ben armati e
corazzati a dovere,il templare aveva visto le loro tattiche di assalto
e combattimento,guerrieri come gli assassini di solito erano
assaltatori provetti,abili in imboscate fulminie e attacchi veloci,ma
la maggiorparte di loro non erano soldati,proprie come le guardie
più semplici di quel castello erano forniti di un
equipaggiamento quasi scarno o almeno così sembravano quelli
che c'erano li in casa sua.
Akira sapeva però che nemmeno gli assassini erano
così sprovveduti,in passato vi erano state delle battaglie
segrete,all'ombra della storia che si leggeva sui libri,raccontate
nelle cronanche degli sorici oppure cantate da intrattenitori
viaggiatori nelle locande,no quella che c'era li poteva essere vinta,ma
le vere battaglie erano state combattute in maniera tanto
spettacolare,quanto segreta e non sempre i conflitti si combattevano in
campo aperto,potevano essere scontri isolati,rappresaglie,guerriglie
organizzate,operazioni segrete,spionaggio,missioni di omicidio e tutto
ciò che di solito non si va a scrivere negli annali
pubblici,no,quelle erano cose che pochi dovevano sapere,sia da parte di
una fazione che di un altra,entrambi le parti erano piene di vittorie e
sconfitte,successi e fallimenti,obbiettivi compiuti e sogni infranti.
era certo,la vittoria era a portata di mano,bastava solo che tutti loro
facessero la loro parte,proprio tutti,anche i nobili,quelli che non
combattevano si rintanassero in qualche angolo del castello,tremanti di
paura,ma c'erano anche coloro che decisero di restare,coloro che
decisero di guidare le proprie truppe,personalmente,questi pochi erano
per lo più generali e signori della guerra,ma in mezzo a
loro c'era un eccezione,una donna,di alto rango e decisamente
arrabbiata.
- Akira.
- Seiya.
Disse lui,mentre la signora madre dei Taisho si avvicinava a lui con
fare indagatorio.
- Successo qualcosa mia cara?
Chiese lui perfettamente calmo.
- Akira avete per caso mio figlio? E da un pò che non lo
vedo.
- Non saprei,abbiamo discusso per un ora buona e poi l'ho perso di
vista,infatti mi chiedo anch'io dove sia andato.
- Strano,eppure non'è da lui non essere presente ad un
battaglia,sono un pò preoccupata.
- Mi chiedevo la stessa cosa,anch'io sono in pensiero per vostro figlio.
Continuavano a fissarsi con occhi inespressivi,quasi a voler nascondere
ogni tipo di emozione e ogni forma di tensione,sembravano due
attori,che sopra un palco recitavano una scena,loro due gli attori
protagnoisti del discorso,intorno a loro un pubblico inconsapevole di
una scenetta improvvisata sul momento.
- Ora devo chiedervi di scusarmi,devo andare a scacciare degli ospiti
indesiderati.
E nel momento in cui lui decise di allontanarsi un ultima frase giunse
alle sue orecchie,pronunciata con tono sottile
- Dopo questo scontro,verrò da voi...mi aspetto delle
risposte.
- Ma certo.
Disse lui secco,per poi allontanarsi verso la prima fila,completamente
da solo,Kano stava ritardando la sua presenza per via dei controlli da
fare,una rapida occhiata alle formazioni rischieste,al numero dei
soldati e delle armi che portavano,persino il tipo di yokai che c'erano
e le loro armature erano cose che lui stesso doveva osservare e poi
riferire ad Akira.
- Signore.
Era Kano,che era appena arrivato dietro la figura del maestro
templare,ma quest'ultimo non sembrava nemmeno degnarlo di uno
sguardo,attento com'era ad osservare l'atro schieramento.
- Quante forze a dispozione abbiamo in tutto?
- Dando una rapida occhiata alle nostre guarnigioni,ho contato almeno
trecento lancieri in meno e quaranta spadaccini mentre gli arcieri non
sono stati attaccati per nulla,essendo gli assassini privi di
unità di tiro,o almeno quelli che stanno assediando il
castello.
- Forze alleate a nostre disposizione?
- Ho contato almeno settecentocinquanta lancieri in meno,trecento
spadaccini,circa quattrocento arcieri alleati persi nel caos della
battaglia,molto probabilmente uccisi in confronto diretto,almeno dieci
unità pesanti,una decina di maghi e non so bene quanti
nobili caduti,mi spiace non essere stato più preciso coi
dettagli,il mio calcolo attuale e puramente approsimativo.
- Va tutto bene Kano,non puoi pretendere di sapere a memoria tutto
quello che vedi,ma bando alle ciancie,sarai al mio fianco?
- Sempre con lei signore.
Akira girò lo sguardo verso il veccho soldato,lo
guardò e gli mostrò un piccolo sorriso,poi
tornò con gli occhi di fronte a lui,sempre preoccupato per
la presenza di tutti gli altri assassini rimasti ancora in vita,ancora
pronti a lottare,ma anche loro provati dalle lotte e dagli scontri con
le guardie di Akira e con quelle degli ospiti,ormai bastava poco per
scacciare la loro presenza dalla casa del templare,bastava solo che
tutto andasse sencondo i suoi piani,poi ci sarebbe stata pace,almeno
per un pò.
Lo yokai giunse nella prima fila,dove risideva la lunga fila di yari
che avrebbe riaperto gli scontri con gli incappucciati,si
guardò attorno e nei soldati vide le tante cose che li
accomunavano,le lance puntate in avanti,i corpi tesi e gli sguardi,che
preoccupati,si prolungavano avanti,verso il nemico da colpire,da
uccidere,eppure quelle guardie erano andate ad una festa sperando in
una serata tranquilla,com'era possibile che una cosa del genere fosse
accaduta?
Akira era li, insieme a loro,percepiva la loro paura,percepiva la
tensione,i corpi morti dei compagni caduti,anche questo lo
sentiva,poteva capire cosa passava per la testa di quelle
persone,eppure,nonostante ciò,non mostrò alcun
segno di cedimento,no,no si diceva lui,lui doveva essere d'esempio,lui
era la figura da seguire,l'uomo alla quale avrebbero dovuto guardare
con ammirazzione e orgoglio,lui sarebbe stato tra i primi a macchiarsi
di sangue,a sporcarsi le mani come un qualunque fante di linea,ma
l'avrebbe fatto con l'onore di comandare l'intera forza in campo,aveva
fatto in modo che fosse così.
- Al mio segnale,ordina a tutte le truppe di terra di avanzare e mentre
noi guadagnamo terreno,gli arcieri in alto scoccheranno tutti insieme
ad intervalli che andranno dai dieci a venti secondi massimo mentre i
maghi dietro supporteranno i nostri soldati,seguendoci e curando i
soldati già feriti oppure potenziando le loro
capacità,ma che non eseguino nessuna magia d'offesa di
nessun tipo,non intendo in alcun modo vedere nessuno di noi di prendere
dani per colpa di alleati,tutto chiaro?
- Tutto chiaro signore,ma per le truppe volanti,quali sono gli ordini?
- Non'è ancora il tempo di adoperarle,finchè
restano nascoste in cielo va bene,poi,quando il momento sarà
più favorevole,interverranno al momento
opportuno,preparati,stiamo per avanzare.
Diede un ultima occhiata ai soldati vicino a lui,alcuni di loro
facevano parte dell'esercito del castello,li aveva già
visti,avvolte durante i loro giri di ronda,altre volte mentre si
riposavano nei locali adibiti a mensa,nei vari villaggi attorno al
castello,oppure durante le esercitazioni,le parate e i consigli di
guerra,ricordava i loro volti,con la maggiorparte di loro non ci aveva
neanche parlato,colpa di Murai e delle sue severe imposizioni,severe ma
giuste,ma con pochi di loro era riuscito a tirar fuori qualche
parola,addirittura anche delle conversazioni,erano uomini con mogli e
figli,persone esemplari con la quale avere a che fare,triste ironia
sapere di condurre a quasi morte certa quei pochi che conosceva.
E riguardo agli altri soldati? Quelli che avevano seguito i loro
signori a quella festa? lui non li conoscieva,li aveva visti in
faccia,aveva visto le vesti che indossavano,le armi che impugnavano,le
espressioni e i comportamenti di chi quella sera,avrebbe combattuto per
la seconda volta.
Alcuni erano preoccupati,altri spaventati,altri ancora
strafottenti,c'è n'erano di grossi e di piccoli,di alti e
bassi,stretti o larghi,c'erano molti tipi di yokai a quella festa e la
maggiorparte di essi avrebbe combattuto,non si conoscievano,ma erano
li,certamente Akira aveva messo il suo zampino,ma in quella sera,non
c'erano più casate e famiglie,c'erano solo loro,li,uniti
sotto una sola volontà,quella del maestro templare.
Seppur nata da una menzogna,quell'illusione di unione,mostrava qualcosa
di bello.
Ma bastò una sola parola,per rompere quella quiete
momentanea.
- AVANZARE.
La voce di Akira riecheggiò per tutta l'armata,che aiutata
dalle montagne circostanti aveva fatto eco per gran parte del castello
e subito dopo il suono improvviso del corno seguì a
capofitto il ruggito del padrone.
Un muro di vivente armato di lance,la prima fila,si stagliava in tutta
la sua linearità,un unica fila perfetta,seguita da tutti
coloro che avrebbero dato man forte alla prima linea e scambiandosi di
posto quando il tutto sarebbe tornata ad essere una grande marmaglia
violenta,ma questa volta,la tattica di ingaggio sarebbe stata diversa.
I lanceri camminavano l'uno di fianco all'altro con precisione
impressionante,nessuno n'è superava un altro in quanto
velocità e numero di passi,passo dopo passo,metro dopo metro
l'avanzata procedeva come da programma.
- ARCIERI.
Un altro suono di tromba,Poi,intervennero loro,le freccie.
Gli arcieri,fatti tutti posizionare sulle mura era stata fatta mettere
li,un punto di vista migliore,un raggio d'azione più ampio e
la totale sicurezza che gli assassini non li avrebbero mai
raggiunti,con questi vantaggi dalla loro parte e la sicurezza nel
cuore,incoccarono le freccie,tesero gli archi ed infine,scoccarono.
Tirarono tutti insieme facendo volare le freccie le lunghe freccie
degli yumi,legno e metallo che fendevano l'aria,avanzando verso un
unica destinazione,i capucci bianchi,gli assassini erano diventati un
tiro al bersaglio gratuiti,non avevano protezione dagli arcieri,non
avevano protezione dalle loro schiere di punte,che con forza si
conficcavano nei corpi dei fratelli di lama.
I bersagli erano molti e molti erano i punti che quella tempesta
appuntita prendeva,chi veniva preso alle gambe non poteva
più camminare e crollava a terra oppure rimaneva in piedi,ma
molta era la fatica per poterlo fare,chi veniva preso alle braccia era
quasi impossibilitato a combattere, non furono pochi tra di loro ad
essere stati presi al braccio buono e lasciavano cadere le
armi,divenute pesanti per un braccio ferito,ma anche in questo
caso,alcuni di loro,reggievano con fierezza le loro armi,non le
avrebero mai lasciate cadere,mai e poi mai.
Ma ovviamente in molto furono presi in testa o colpiti negli organi
vitali,c'è chi moriva subito sul colpo e crollava al suolo
silenziosamente,oppure veniva colpito in punti letali ma aveva la
sfortuna di rimanere ancora in vita solo per potersi contorcere nel
dolore,un fine orribile attendeva coloro annaspavano in cerca dell'aria
dopo essere stati presi al petto,e che dire invece di quelli presi alla
gola o ai lati del collo,che sputavano sangue,riusciendo a vedere a
malapena di che colore era il cielo,la morte era arrivata dal cielo,ma
era da terra che la beffa stava arrivando.
- PREPARARSI ALLA LOTTA.
Akira urlò ancora una volta e ancora una volta il corno
risuonò,ma questa volta il suo suono fu
pìù lungo e violento,un suono sordo e senza
grazia,era il momento della lotta,presto Akira avrebbe svelato la sua
mossa,ma non era quello il momento,non ancora per lo meno.
Le yari venivano tenute rigide,mentre i soldati camminavano a passo di
marcia,ed ogni loro passo scandiva il passaggio del tempo,dieci
passi,un scarica di freccie,altri dieci passi,un altra scarica,poi un
altra ancora e poi la volta successiva,ma gli assassini erano ancora
li,pronti a dar battaglia,certo,ora molti di meno,ma non si arresero,ne
chiesero pietà,retti solo dalla forza d'animo e dalla
speranza di poter vincere quella battaglia.
Ma era un utopia ben lontana dalla realtà,Akira glielo
avrebbe ricordato,ma per ora,avrebbero dovuto combattere e lui sapeva
che se quelli che affrontava ora erano veri seguaci del credo degli
assassini,allora avrebbero venduto cara la pelle,molti di loro
sarebbero morti,ma in compenso per ognuno di loro che moriva se ne
sarebbero portati via il triplo,per ogni fratello e ogni sorella di
lama n'è avrebbero uccisi tre volte tanti.
Lo scontro era ormai imminente,l'ennesimo ordine e un altro bagno di
sangue sarebbe iniziato,la morte aleggiava nell'aria,la violenza era
radicata nella loro natura,le montagne erano fredde,la notte
buia,nessuna fiamma avrebbe scaldato coloro che combattevano,non
c'è ne sarebbe stato bisogno,la furia della battaglia li
avrebbe tenuti caldi,chi sarebbe sopravvisuto avrebbe patito il gelo
dell'inverno,per tutti gli altri invece non se ne sarebero
più preoccupati,perchè infondo da morti,non sono
molte le cose di cui ci si preoccupa.
- CARICA.
Il maestro templare diede un nuovo ordine e questa volta non ci fu
bisogno del corno affinchè l'ordine si facesse sentire,i
lancieri sopprimevano il suono dello strumento con la loro voce furiosa.
Strinsero le mani ancora più forte sui manici di
legno,ispirarono a pieni polmoni e poi,scattarono,piedi lesti e corsa
frenetica,ecco qual'era lo spettacolo che la prima fila mostrava al
resto dell'esercito.
Ma nemmeno gli assassini furono di meno,la prima fila,pur essendo
armata con quel poco che aveva e chiaramente in svantaggio
tattico,decise comunque di di avanzare come gli assediati,gambe in
spalla e scatto pronto,anche dall'altra parte un ondata di cappucci
bianchi stava per scatenarsi sulla selva di yari che si mostrava di
fronte a loro,lo scontro era ormai prossimo al caos più
frenetico.
Ma Akira,seppur più avanti di tutti e alla guida della
baraonda che aveva alle spalle,sapeva bene che buttarsi per primo di
fronte a tutti quegli assassini non sarebbe stata una mossa
intelligente,srà stato anche forte,sarà stato
anche resistente,avrebbe potuto essere l'uomo col corpo più
resistente di tutti gli esseri che da li a poco avrebbe dato il suo
gran da fare per vincere lo scontro,ma tuttavia sapeva a cosa stava
andando incontro e lanciarsi a capofitto nella mischia,come un barbaro
sanguinario,senza protezioni e con solo una katana a difenderlo e per
di più da solo,non era una cosa da fare senza pensarci
almeno due volte,infondo c'erano le lance a fermare l'avanzata
assassina,appena si sarebbero fermati avrebbe dato anche lui la sua
dose di violenza sui corpi degli avversari,ma l'avrebbe fatto con
giudizio e coscienza e non i muscoli e la sola forza bruta.
Akira rallentò di poco la propria corsa e si mise poco
più avanti della prima fila,infondo era lui che doveva dare
l'esempio per tutti gli altri,ma di certo non l'avrebbe fatto senza una
buona copertura,per questo aveva rallentato la sua corsa,almeno avrebbe
avuto qualcuno che gli guardava le spalle.
Lo scontro era ormai prossimo,i due schieramenti stavano per sbattere
l'uno contro l'altro,la prima schermaglia del secondo atto della
battaglia del cortile era iniziata.
Gli assassini stavano per lanciarsi contro le truppe templari e i loro
alleati provvisori,le gambe correvano all'impazzata,i polmoni
prendevano e buttavano aria ad ogni passo e ogni logica di azione era
stata buttata alle ortiche,ormai il tempo delle strategie era finito,ho
si prendeva il castello o sarebbero stati sconfitti.
Gli uomini erano pronti,le lance erano pronte,Akira era pronto,un
ultimo momento per pensare,un ultimo momento per accorgersi che molti
degli uomini che aveva affianco sarebbero morti,che molti dietro di lui
sarebbero morti,forse lo stesso Kano sarebbe morto,un ultimo istante
per rammentare e riflettere,ma troppo poco era il tempo e troppo c'era
da fare per sopravvivere,un ultimo momento ancora e poi...
- MURO.
L'ennesimo urlo,ma con un nuovo ordine e del tutto improvviso.
Akira si fermò immediatamente mentre l'intera linea di
lancieri si posizionò poco più avanti di lui e
poi,da un capo all'altro dello schieramento,da sinistra a destra,si
fermarono tutti puntando le lance in avanti e tenendo i piedi fermi al
suolo,come se dagli assassini si aspettasserò qualcosa ed
infatti,il templare diede l'ordine giusto.
Gli assassini della prima linea d'assalto,decisero di lanciarsi a
capofitto contro i lancieri in corsa,raccolsero le energie e poi
saltarono,brandendo l'arma in mano,che fosse una katana o un altra arma
da taglio,nel tentativo di oltrepassare le lance e colpire direttamente
gli avversari,ma Akira si era guardato bene dalla probabile esecuzione
di una mossa tanto improvvisa.
Ed infatti,la sua idea ebbe successo,un sanguinolento successo,gli
sfortunati assassini della prima linea,vennere distrutti dalla loro
stessa idea,si erano lanciati con forza e ardore nel tentativo di
aprire un varco al centro dello schieramento templare,invece,si
ritrovarono li, in aria,accorgendosi solo all'tultimo che che le punte
delle aste accuminate erano ormai sotto di loro,pochi attimi dopo,la
tragedia,le lance li stavano aspettando e per quasto non dovettero
attendere oltre.
Caddero,cadderro tutti,trafitti dalle lunghe armi in prima
fila,infilzati,squartati,trapassati,bucati e passati da parte a
parte,cuore,fegato,stomaco,gli intestini,ognuno era stato preso nelle
parti più svariate parti del
tronco,urlavano,strillavano,spiravano sul colpo,ognuno di loro era
morto o lo sarebbe stato a breve,il sangue bagnava il terreno per
l'ennesima volta,un altro bagno color vermiglio si stava facendo
li,dove le yari avevano incontrato la carne,dove il metallo perforava
le speranze degli assassini che speravano di assestare un duro colpo ad
Akira e i suoi uomini,invece era accaduto il contrario.
- SPADE,A ME.
Akira,che si era riparato dietro al muro di lance,ora impugnava fiero
la katana,la sollevò in alto,carico di un energia che lo
faceva sentire forte e sicuro di se,si guardò indietro,poi
in avanti e corse,verso il centro della formazione assassina,nel
vederlo,tutti i samurai presenti,compreso Kano seguirono Akira senza
alcuna esitazione.
La forza con la quale scattò in avanti e l'energia messa
nella corsa era così forte che ispirò tutte le
truppe armata di spada a seguirlo,come un dio che chiede ai suoi fedeli
di combattere nel suo nome,ma forse sarebbe stato emglio dire che era
un pastore che conduceva il suo gregge verso pascoli più
verdi,una formazione nata grazie alle capacità di un
occhio,ma la figura che in quel momento si erano fatti di lui era di
uomo con una volontà così grande da buttarsi nel
sangue e nel dolore della lotta,non sarebbe stato esagerato dire che lo
avrebbero seguito fino alla morte...e lo avrebbero fatto con gioia.
- MIO SIGNORE.
Kano gli fu subito dietro ancora una volta,estratta la spada si
tuffò anche lui in quel tripudio di violenza,gli arcieri
avevano smesso di scagliare freccie,i lancieri tenevano i lati,era
giunto il momento della fanteria pesante a tenere le redini dello
scontro.
Il templare fu il primo a colpire le stupefatte forze della seconda e
terza linea,fu lui la punta di diamante a penetrare il centro,ormai
facilmente divisibile e soggiogabile,un fendente dritto,un fendente di
rovescio,altri fendenti,altri colpi mortali,altri colpi che
amputavano,tagliavano,dividevano,aprivano e tranciavano i corpi di chi
veniva coinvolto e la sicurezza di chi osservava,mai furia fu tanto
precisa,veloce ed efficacie entro le mura di quel castello,un euforia
di sangue e grasso,interiora e carne,tutto che finiva per terra,tutto
che restava sulla lama.
Nemmeno il corpo di Akira rimase pulito,zuppo fin da subito dei primi
schizzi di sangue,petto scultorio color della linfa vitale,volto
angelico dipinto di vita,che scorreva a più non posso e
sempre di più penentrava all'interno,dividendo corpi e
reggimenti,il sangue sulla fronte ormai copriva la croce,ma la sua
presenza restava immutata,la sua forza era con Akira e lui era con il
suo castello.
La formazione degli spadaccini era penetrata in massa formando un
triangolo,come la punta di una freccia che fa un buco in un
bersaglio,creando un solco ed entrando all'interno senza alcun ribrezzo
per quello che stava succedendo,come anche per Kano.
Ma Akira? Cosa pensava? Il suo volto era l'immagine di un condottiero
spietato e magnifico,freddo,ma non apatico,bellissimo e
irraggiungibile,ma la sua mente...era tutta un altra storia.
Ogni assassino che colpiva era un cadavere a terra,un avversario
mutilato,un uomo o un donna gravemente feriti,quel giorno non aveva
intenzione di sbagliare alcun colpo,ma ognuno di loro era prima di
tutto una persona,non tutti yokai a quanto pare,molti degli aggressori
erano umani e anche hanyou,compresi quelli che lo avevano assaltato
dentro il suo palazzo.
Sotto alcuni cappucci era riuscito a scorgiere dei volti,alcuni erano
ragazzi,altri ancora erano uomini un pò più
maturi,altre ancora erano donne,quanti di loro sarebbero morti quel
giorno,sperando di vincere una battaglia che si sarebbe chiusa in una
sconfitta totale,molti di loro erano giovanissimi,giovani uomini
mandati al macello e Akira era il macellaio più abile,di
sicuro era il più intelligente,le manovre e le tattiche di
quel momento n'è erano una chiara dimostrazione.
Giovani vite andavano perdute,lui lo sapeva,lui n'è era
consapevole,ma la cosa lo avrebbe fermato? Lo avrebbe intenerito? Non
provava piacere nel distruggere i suoi avversari,ma lo faceva,era suo
dovere,era suo compito,era ciò per la quale aveva dedicato
la vita.
Akira e il resto degli spadaccini penetravano sempre più a
fondo tra le fila dei capucci bianchi,lastricando il loro percorso
delle carcasse dei caduti,a quel punto lo yokai eterocromatico decise
di cambiare di nuovo la sua strategia d'attacco,ora sarebbero stati i
lati alleati a sfogare tutta la loro violenza sui fratelli di lama.
- LIBERATI GLI ONI E TUTTE LE ALTRE UNITA PESANTI,VIA.
Un altra fiatata di corno e ai lati dello esercito improvvisato,i
lancieri,impegnati sui lati a contenere gli attacchi degli assassini
aprirono di punto in bianco la loro formazione lineare aprendo la
strada alle vere truppe di sfondamento,Gli oni,i giganteschi e selvaggi
orchi,armi di tetsubo o altre armi contundenti,che per la loro stazza i
manici di legno di alcune armi sembravano degli autentici tronchi,la
loro presenza non era facilmente trascurabile.
E mentre loro aspettavano il loro turno per gettarsi nella mischia,i
maghi nelle retrovie li rafforzavano e facevano aumentare in loro
rabbia e furia,aumentando così la loro sete di sangue e la
loro follia omicida,cosa pericolosa da fare visto che già
per loro natura non si poteva dire che fossero tra le creature
più saggie e calme che umani e yokai conosciessero,ma tra
quest'ultimi era in voga da secoli prendere i più
intelligenti tra loro e usarli come guardie oppure come assaltatori e
devastatori,saggio era colui che li sapeva sfruttare a proprio
vantaggio.
Lasciati aperti i fianchi,Gli oni,posti nelle retrovie,cominciarono a
correre come forsennati che impugnando saldamente le loro rudimentali
armi avanzarono selvaggiamente contro lo schieramento avversario,gli
assassini posti sui lati contrapposti della propria armata sgranarono
gli occhi nel vedere quello che stava per succedere.
Una manciata di secondi,giusto un attimo ed ecco che i primi
giganteschi orchi,cominciarono a mietere vittime,più che
mietere schiacciavano,senza alcun distinzione tra un assassino e
l'altro.
Frantumavano,spaccavano,spezzavano,schiacciavano e spappolavano tutto
quello che attaccavano,gli assassini di fronte ad una cosa del genere
non sapevano più come reagire,neanche il tempo di cordinarsi
che tra una botta e l'altra,tra una mazzata di qui e una martellata di
la i fratelli di lama morivano con una facilità
disarmante,carne e ossa schiacciate e pestate da quelli che sembravano
degli enormi batticarne primitivi,non era raro vedere un assassino che
veniva pesato anche coi piedi,tanto distratti com'erano da quella
marmaglia da rendere in poltiglia.
Tra lance che infilazavano,spade che tagliavano e mazze che
schiacciavano era ormai solo una questione di tempo che l'enorme numero
di assassini invasori si riducesse a qualche individuo
sopravvissuto,era solo questione di tempo,tempo tiranno,tempo
oppressore,passavano i secondi,ma nessuno ci badava,passavano i
minuti,ma a nessuno importava,solo Akira si rendeva conto della
cosa,l'importante e che tutto andasse secondo il piano,ogni dettaglio
doveva entrare al momento opportuno,nulla andava lasciato al caso.
Gli assassini ormai era sul punto di cedere,alla paura,al
fallimento,alla mancata riuscita della loro missione,ancora
poco,pazienza,questo ci voleva,infatti...panzientare diede i suoi
frutti.
Gli assassini ormai in preda alla sconfitta e al naturale timore della
morte fecero l'unica cosa che restava da fare per salvarsi la
pelle,scappare.
Dopo tutti i morti,il sangue e le atrocità di quella notte
tutti gli assassini si lasciarono dominare dal più puro e
naturale degli istinti,sopravvivere,i primi che iniziarono a scappare
erano quelli nelle retrovie che,vedendo la situazione degenerare
decisero di scappare,i compagni stavano cominciando a morire uno dopo
l'altro,cadevano a terra appena colpiti poichè ogni colpo
risultava mortale,nessuna protezione,nessuna difesa,solo le loro armi
potevano parare i colpi,ma di quest'ultimi c'enerano troppi da parare.
I primi assassini cominciarono a scappare,subito dopo furono seguiti da
quelli nelle due file successive,per poi vedere l'intera armata dei
cappucci bianchi cercare di scappare dalla proprietà del
templare,Akira stava ancora uccidendo mentre quello spettacolo si stava
svolgendo di fronte ai suoi occhi.
C'è l'aveva fatta,era riuscito a scacciare gli assassini dal
suo castello,li vedeva allontanarsi,li vedeva correre,scappare,per
salvare ciò che rimaneva di quelle forze enormemente
superiori a loro di numero ora decimate dall'intervento di Akira e
delle sue tattiche,sapeva bene che solo l'impegno,la resistenza e la
pazienza avrebbero dati i loro frutti,Nel vederli scappare,lui e tutti
gli altri combattenti decisero di non inseguire gli avversari,troppo
fatica nel respingere l'assalto,ora spettava il momento del riposo,la
notte apparteneva a loro,la vittoria era sua,della croce vermiglia,che
ancora una volta mostrava di che pasta era fatta,le trame dei cavalieri
del tempio non sarebbero morte li,non in quella notte,non sotto il
comando di Akira,che forte delle sue idee e dei suoi ideali aveva
resistito fino all'ultimo,pur di regalare un altra fetta di gloria alla
sua fazione.
I soldati esultarono mentre il nemico scappava provando vergogna per la
sconfitta appena subita,chi era ancora pieno di energie alzava l'arma
in mano verso il cielo esultando e pronunciando solo una parola.
Akira.
Gli yokai più evoluti elogiavano il templare con il massimo
del vigore,mentre quelli con i comportamenti più selvaggi
urlavano e schiamazzavano con versi primordiali e senza alcun ritegno
per non essere definiti animali.
Lui era li,che lo guardavano,che lo elogiavano,lo idolatravano,era il
comandante delle truppe unificate in una sola armata,era il dio della
guerra che gli altri vedevano in lui,il condottiero da seguire,l'eroe
della serata...ma attorno lui c'era uan cosa che altri in quel moemnto
non notavano.
Ma lui si,li poteva vedere,i morti,il sangue e il grasso che si
mescolavano a terra,frammenti di corpi e pezzi di carne che presto
sarebbero potuti diventare il pasto di chissà quale animale
spazzino,come corvi e altri animali dalla natura ladresca e
approfittatrice,presto avrebbe ordinato di pulire quello scempio,gli
altri esultavano,lui no,gli altri lo omaggiavano,ma lui non si sentiva
degno,era un uomo di cultura,non amava la violenza,preferiva i libri
alle carneficine,i testi alle mattanze brutali come quella.
Ma lui decise di rimanere,di accogliere i gesti di ammirazione che
avevano per lui,di accettare le loro voci,che lo invocavano,che lo
chiamavano in tripudio di euforia collettiva,la notte era rossa di
sangue,ma solo a lui importava,solo lui si era accorto delle perdite,i
morti sarebbe stati pianti più tardi,semplicemente nessuno
all'infuori di lui se n'era accorto.
- Signore.
Era Kano ad aver rotto,con la sua voce,l'illusione che Akira aveva
creato attorno a lui.
- Signore,gli assassini ora sono in fuga,non dovremmo inseguirli ed
evitare che possano riferire riguardo la conclusione della battaglia?
C'è anche il rischio che possano riferire sulle nostre
condizioni e su quelle del castello.
Akira girò lo sguardo incontrando gli occhi del veterano,gli
fece un leggero sorriso e gli disse con voce perfettamente calma.
- Kano, ricordi quando mi hai chiesto quando avremmo adoperato le
truppe volanti? Bene,credo sia giunto il momento di far uso della loro
travolgente entrata aerea.
- Subito.
Kano riprese il corno,per quella sera sarebbe stata l'ultima,un altro
soffio,codificato con un altro ritmo,differente da tutti gli altri,poco
dopo,un nuovo suono si fece sentire tra le montagne,in lontananza
sembrava quello di stormo di uccelli,ma via via si faceva sempre
più forte,sempre più grande,finchè poi
al suono si aggiunsero le ombre che coprivano al luce della luna,Akira
alzò lo sguardo e finalmente vide il loro intervento,gli
yokai volanti erano arrivati,chiamati dopo la battaglia per un unico
scopo,distruggere ciò che rimaneva delle forze nemiche in
fuga.
Passarono sopra il castello con velocità disarmante,Akira
non aveva bisogno di pensare cosa sarebbe accaduto dopo,la vittoria era
loro,gli esseri alati avrebbero semplicemente finito ciò che
era iniziato.
Castello di Akira,presente.
- Poi,cosa accadde?
Chiese Otsune curiosa di sapere cosa successe,lo aveva ascoltato tutto
quel tempo,scoprendo dettagli che in quel giorno nemmeno lei era veuta
a sapere.
- Nulla,Quella sera vincemmo la battaglia,contammo i morti,le perdite
subite,poi il generale Murai tornò al castello,parlammo
delle solite cose,sui rapporti della battaglia e dei ditorni del
castello,per il resto non c'è molto da dire a riguardo.
- Si questo lo so già,ma io mi chiedevo,poi,ci hai parlato
con Seiya? Insomma,riguardo a suo figlio,cosa vi siete detti?
Akira la guardò con aria tranquilla,quasi
pensierosa,distolse lo sguardo dal suo,si appogiò al muro e
guardò il soffitto quasi volesse perdersi nei suoi pensieri.
- Vuoi davvero sapere cosa ci siamo detti? Prima di dirtelo
c'è una domanda che devo farti.
- Quale?
- Sei disposta ad accettare ciò che c'è in quel
libro?
- Cosa?
- Sei disposta ad accettare ciò che c'è in quel
libro? Perchè prima di leggere la prima
pagina,c'è una cosa che devo dirti,che riguarda me e la
precedente moglie del generale cane.
Akira continuò a guardare in alto,mentre rivelava un ultimo
segreto riguardante quella notte,poichè all'interno di
quelle mura,ancora una vicenda doveva giungere al termine.
Due giorni fa,poco dopo la conclusione della battaglia.
Akira era tornato li,all'ultimo piano del suo palazzo,era giunto di
nuovo,per la terza volta,appogianto alla ringhiera di
pietra,esattamente nello stesso punto in cui si era strappato via il
kimono,guardava dall'alto il suo cortile,i cadaveri degli alleati e dei
nemici erano sparsi a terra ed erano così tanti che da
quell'altezza sembravano tessere di un orrendo mosaico.
Ma lu sapeva bene che un altro massacro era accaduto proprio li,uno di
cui tutti tranne lui si erano diemnticati,la sua collezione personale
di ritrovamenti,antiche terracotte e altri oggetti di molte ere fa
erano ormai polvere o spezzati,pochissimi probabilmente erano resti che
si erano salvati da quell'assalto inaspettato,ma certamente
ipotizzato,molto tempo era stato speso nel prendersi cura personalmente
di quegli oggetti di epoche ormai lontane,molti di quelli li aveva
puliti lui stesso,lui stesso aveva participato alle spedizioni che lui
stesso organizzava,era sempre il primo a partire e l'ultimo a tornare e
se c'era una statua,una costruzione o una qualsiasi cosa che sembrava
pericolosa o che potesse avere una struttura pericolante era il primo a
intervenire,se qualcuno si faceva male o si sentisse poco bene,per via
della fatica dovuta ai lavori o per la poca aria all'interno della
montagna era il primo a prendere provvedimenti e fare in modo che lo
sfortunato individuo potesse rimettersi sempre al più presto.
Tanta fatica,ridotta a un cumulo di polvere,così muore la
storia,calpestata dalla violenza di antichi nemici la cui
aggressività e stata repressa nel sangue.
Ma c'era altro alla quale pensare,un altro problema si faceva spazio
tra le tutte le altre preoccupazioni che quella giornata gli aveva
dato,quel problema aveva le fattezze di una madre fuoriosa il cui
lignaggio era molto alto.
- Signor Akira.
La sua voce,leggera,sottile,ma carica di una rabbia repressa,lui si
guardò indietro senza staccarsi dalla costruzione che
divideva lui dal vuoto sottostante.
- Signora Taisho,vedo con gioia che sta bene,nonostante il sangue che
avete addosso posso constatare con questo mio sguardo stanco,che state
bene,me ne rallegro.
- Non fingete con me Akira,sapete per quale motivo sono
qui,dov'è? Mio figlio,dov'è? Cosa gli avete fatto?
- Suvvia calma,quante domande,ma infondo siete una madre,comprendo la
vostra preoccupazione,io è il signor Sesshomaru abbiamo
avuto un conflitto e devo dire che il vostro ragazzo e cresciuto
proprio bene,coraggioso,tenace,un pò
aggressivo,non'è molto bravo a reggere la tensione,dicevano
che era un tipo freddo,invece assomiglia più a suo padre,un
tipo che prende subito fuoco,comunque,l'ultima volta che l'ho visto,era
contuso,dolorante,sofferente e in agonia,in effetti forse ho esagerato
con la mano pesante.
- Voi,razza di...
Disse lei a denti stretti.
- Ma stia tranquilla,prima che riuscissi a convertilo alla mia causa,un
assassino e intervenuto e lo ha aiutato a scappare,ahh...che
sfortuna,non si preoccupi,e un giovane forte e sicuro di se,sono
più che certo che i suoi nuovi amici col cappuccio lo
abbiano già portato via.
- Avevamo un accordo,avevi promesso che non gli avresti fatto del male.
- Non c'era garanzia che il signor Sesshomaru non mi avrebbe attaccato
per primo,la situazione e degenerata,come può ben vedere dal
massacro di poco fa.
- Il loro intervento era una vostra responsabilità e
comunque...posso solo immaginare il motivo dell'attacco.
- Erano qui per lui e per uccidere tutti i nostri alleati,compresa
voi,normale amministrazione di una guerra segretà iniziata
agli albori delle prime civiltà.
- Forse,ma io credo che ci sia un altro motivo, un motivo che voi
tenete ben custodito da qualche parte,mi chiedo, se non vi abbia
attaccato per il motivo che penso.
A sentire quelle parole Akira si girò completamente verso la
signora madre,che davanti a lei si mostrava in tutta la sua calma e
staticità emozionale,non sembrava preoccupato,anzi,per lui
era come se quella discussione fosse un argomento come un altro,lei si
era accorta di quella sua apatia,la cosa gli dava decisamente fastidio.
- Signora Taisho,lei crede davvero che abbia parlato con suo figlio di
quelle cose? Suvvia,libro interessante quello che tengo,ma,lettura
inappropiata per il diretto interessato,no,salvo forse un piccolo
accenno alla questione,forse ho voluto lasciargli un indizio velato
riguardo all'argomento.
- Come avete potuto? Vi rendete conto della gravità della
cosa? Se mai dovesse venire a conoscienza di quelle cose,come pensate
che reagirà?
- E questa la domanda interessante,come reagirà mi dite? Si
arrabbierà?O forse cercarà di rifiutare la
verità e nel fare ciò cadrà nel
baratro della follia più totale,stiamo a vedere.
- Non può fare questo.
- Troppo tardi,da quando è al mondo vostro figlio e
diventato un soggetto di interesse sia per i templari che gli
assassini,ma io e lei sappiamo bene i veri segreti che si celano nel
corpo,nella mente e nelle origini del signor Sesshomaru,sappiamo
entrambi quali sono le cose che lui non dovrà mai venire a
sapere,ma chissà,forse un giorno scoprirà la
verità e quando quel giorno arriverà,le auguro di
prepararsi al meglio,poichè mi chiedo se si possa amare una
madre che ha mentito così tanto al proprio figlio,anche se a
fin di bene,io sono pronto a pagare le conseguenze e lei?
Seiya se ne restava li,immobile e impotente,di fronte a quell'uomo che
la guardava quasi con indifferenza,come se stesse parlando con uno dei
tanti nobili pomposi e viziati che lui stesso schifava fino alla
nausea,esseri la cui esistenza per lui poteva essere anche
ignorata,individui privi della ben che minima attenzione,se fosse per
lui sarebbero già stati uccisi,fatti sparire e sostituiti
per motivi che solo un idealista come lui comprendeva appieno.
- Temo che la nostra conversazione finisca qui,e nonostante gli ultimi
drammatici eventi,le auguro buona notte.
Disse lui perfettamente calmo mentre chinava la testa in avanti in
segno di buona educazione,lei se n'è andò con
sguardo iracondo e pieno di rabbia,allontanandosi velocemente quasi
volesse allontanarsi dalla presenza di quell'uomo subdolo e pieno di
segreti,un uomo che con la sua sola presenza poteva piegare anche una
donna determinata come lei,sempre se sapeva prendere il punto giusto e
lui ci era riuscito benissimo.
E mentre lei si allontanava,lui tornò a guardare la scena
presente nel cortile,i morti erano ancora li e nel constatare quanti
fossero i morti,lui si chiese se n'è era valso la
pena,così tante vite,sacrificate per proteggere un
castello,un antica città in rovina e un segreto,la cui
scoperta avrebbe stravolto completamente la vita della giovane promessa
dei coniugi Taisho.
Castello di Akira,presente
N'è era valsa davvero la pena? Si,per lui quella era la
risposta esatta,nessun prezzo era troppo alto per quello che stava
nascondendo,nessun sacrificio era vano,tutto doveva procedere sulla via
più giusta per quella scelta,l'anonimato non'era qualcosa da
sottovalutare,certi argomenti era meglio che rimanessero nella
più totale oscurità.
Otsune,che teneva ancora il libro in mano,guardava Akira con aria
inquietata,aveva sentito la storia,aveva sentito ogni parola che Akira
aveva pronunciato riguardo alla cosa,lo osservava,con occhi preoccuapti
e un senso di nausea e vuoto allo stomaco la presero alla
sprovvista,nel constatare che ora quel libro,grosso e consunto,ora ai
suoi occhi gli sembrava di tenere in mano macigno,il cui peso si
rifletteva nell'animo di chi semplicemente lo teneva in mano.
- Ora che ti ho detto tutto,aprilo e leggi la prima pagina,poi vai alla
seconda e trattieniti a fissare attentamente l'immagine che vedrai,se
dopo averla vista non riuscirai ad andare alla terza pagina,io
comprenderò,mi chiedo se però tu riuscirai a fare
lo stesso con me,ma questa decisione spetta a te,ora apri.
Lo yokai guardava ancora il soffito mentre lei tornò a
fissare la copertina,un senso di inquietudine si staav facendo vivo in
lei,ma si fece coraggio e aprì con non poco forza d'animo ad
aprire il libro,guardò la prima pagina,al cui centro c'era
solo una piccola frase.
- Questo e la prova che certe cose,seppur fatte in nome di un bene
superiore,non dovrebbero mai essere fatte,alcuni limiti,imposti dalla
natura,non andrebbero mai superati.
Leggendo quella frase,la regina,sentì il braccio irrigidirsi
immediatamente,fermo nell'atto di voltare pagina,ma poi intervenne la
curiosità.
Ed infine,quasi non lo avesse mai fatto,spinta forse da
chissà quale folle spirito...girò la pagina.
E ciò che vide,era incredibilemente mostruoso,un
incocepibile follia artistica aveva riprodotto qualcosa di
terrificante,qualcosa che nessun essere vivente avrebbe mai dovuto
riprodurre.
Lei non riuscì a indentificare la cosa che stava occupando
tutta una pagina,un disegno la cui distorta concettualizazzione era
oltre ogni logica e razionalità.
All'inquietudine si fece spazio una sensazione l'orrore e presa da
quest'ultima,fece scappare un urlo,un grido stridulo e
agghiacciante,fece cadere il libro e senza accorgersene
sentì qualcosa che le si stringeva attorno,un stretta
forte,ma alcontempo dolce,era Akira che la stringeva contro il suo
corpo perfetto,le avvicinò la bocca ad un orecchio e con
voce soave le disse.
- Perdonami,ma adesso sai per quale motivo quel giorno ti ho tenuta al
sicuro tra le mura del mio castello,per questo ho preferito che tu non
sapessi,io comprendo ciò che provi,perdonami se ti ho fatto
aprire quel libro,perdonami,se adesso mi odi.
E dopo averle detto queste parole,poco ala volta,lei si
calmò,sentiva Akira su di lei,quasi coprirla,come una
coperta può coprire dal freddo,l'avvolgeva con le sue grosse
braccia,forti ma gentili,lei si sentì di nuovo
bene,quell'immagine indescrivibile era stata di forte impatto,ma avere
lui premuto contro di lei la faceva sentire l'essere più al
sicuro del mondo intero.
lei si distaccò il volto dal perfetto petto del templare,lo
fissò dritto negli occhi,in quei duo occhi l'uno simile
all'altro,ma allo stesso tempo differenti,poi lo baciò,con
intensa passione, venne subito ricambiata con un bacio tanto forte
quanto il suo,smisero subito come a voler cercare l'aria.
- Akira,prendimi.
I due ripresero subito facendosi travolgere da quell'eros furioso che
si alimentava delle emozione di lei e dalla carismatica avvenenza di
lui,la regina del nord e il gran maestro dell'ordine templare,una
coppia particolare la loro,ma poco importava,poichè ormai si
spogliarono delle vesti,si gettarono a terra e fecero l'amore come
giovani spasimanti.
ma quel libro rimase ancora a terra,aperto,con le pagine verso il basso
e la copertina,che verso l'alto mostrava fiero la mezzulana
viola,fortuna che il pavimento non fosse vivo,perchè se
avvese potuto vedere anche lui,sarebbe crollato in men che non si
dica,facendo sprofondare con se quel libro maledetto nel luogo dove
forse meritava più di stare,nell'oscurità della
montagna,seppellendolo,senza che potesse mai più vedere la
luce del sole,forse,sarebbe stato meglio,forse,sarebbe stato meglio che
non fosse mai esistito.
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Capitolo 35 *** Provando ad andare d'accordo. ***
In quello stesso istante, da qualche parte in Giappone.
Dopo essere usciti dai vicoli bui di un villaggio rurale,Sesshomaru ed
Ezio si stavano diregendo verso la grande vallata li vicina,probabile
nascondiglio del loro obbiettivo.
Si muovevano verso quel luogo a dorso di cavalli,che erano stati presi
nella stalla di una stamberga situata a limite del villaggio,il cui
proprietario era in contatto con i membri della
confraternita,ovviamente fu Ezio a parlare all'oste,se fosse stato per
Sesshomaru sarebbero andati a piedi,che se ne faceva lui di un
ronzino?Lui era di gran lunga più veloce,avrebbe voluto
usare il suo fedele Ah-Un,almeno lui volava ed era utile in caso di
aggressione,era un ottimo compagno di viaggio,invece doveva
accontentarsi di un equino,lui non era felice della cosa.
- Cavalli,ci servivano per forza?
Chiese lo yokai evidentemente scocciato dalla cosa,da parte dell'umano
si sentì una fragorosa risata,Ezio invece se n'è
stava benissimo sopra il suo cavallo,un magnifico destriero,alto,magro
e ben allenato,probabilmente era un animale tipico della zona,la cui
calma n'è faceva un animale docile e ben
gestibile,considerata la zona che avevano attorno,una ampia foresta
verde la cui unica parte priva di vegetazione era la strada che stavano
percorrendo,rurale e lavorata alla buona,senza troppa attenzione per la
viabilità del tracciato che avvolte si mostrava sconnesso.
- Dai Sesshomaru rilassati,non avevi detto che non era una brutta idea?
- Si,poi mi sono ricordato di essere salito in groppa a creature
decisamente più veloci.
- E poi te lo avevo già detto,prendiamo due cavalli e con
calma e discrezione ci dirigiamo al luogo indicato dal gattone a
velocità sostenuta,fidati,abbiamo fatto una buona
scelta,pensaci bene,due tizi incappucciati,che si muovono a piedi in
una foresta disabitata? La cosa sarebbe sospetta,mentre con dei cavalli
potremmo essere dei viaggiatori qualsiasi,per non parlare che con dei
cavalli possiamo spostarci velocemente,pur mantenendo un basso profilo
e senza che la gente si faccia troppe domande.
- Davvero?
- Davvero,fidati di me,infondo siamo compagni di squadra no?
Nel sentire quelle parole lo yokai si stupì non
poco,compagni? Un umano e uno yokai? Ezio e Sesshomaru? Compagni? E da
quando? Ma sopratutto,da quando un umano all'infuori di Rin poteva
avere così tanta confidenza con lui?
Era da quando si erano rincontrati nel villagio di Kaede,nella casa
della vecchia miko,che lui e quello straniero misterioso entrarono in
confindenza l'uno con l'altro,per il fiorentino era stato semplice
integrarsi con Inuyasha e il suo gruppo,ma che ci riuscisse anche con
il fratello maggiore,non ci avrebbe creduto nessuno,nemmeno lo stesso
Sesshomaru.
Per Sesshomaru invece le cose erano diverse,non sapeva nulla di
lui,sapeva solo che si chiamava Ezio Auditore e veniva da Firenze,come
se per lui queste cose gli fossero d'aiuto,certo come no,l'unica cosa
certa e che da quando questo Ezio era arrivato la sua vita era
diventata un avventura che ruotava intorno alla sua stessa
esistenza,era entrato nella sua vita come se nulla fosse,con quell'aria
da sbruffone di chi la sa lunga,di chi ne sapeva più di
lui,lui,che era vissuto per secoli affrontando e interagendo con molti
personaggi di gran lunga più longevi del fiorentino,mentre
quest'ultimo era per lui un mistero,gli parlava con chissà
quale confindenza mentre lo guardava con occhi di rapace,da sapiente
predatore.
Lui era un fiero inuyokai,sicuro delle sue origini e del suo sangue da
essere secolare,lui,un forte cane delle terre occidentali cominciava a
sentirsi un cucciolo,in quella che ormai era diventata una trama oscura
e senza logica apparente,il compagno più fidato che aveva
accanto in quel momento era un umano di mezz'età di cui non
sapeva nulla,la cosa lo irritava molto.
- Ascolta Ezio,se pensi che parlare con te mi renderà
più simpatico e socievole nei tuoi confronti,beh,allora stai
sbagliando,come guerriero ti confesso che hai giusto un minimo del mio
rispetto,per un umano e già tanto,ma se pensi che tu possa
avere la mia simpatia,allora sappi che ti stai illudendo.
Disse il giovane yokai con il massimo della freddezza.
L'assassino dal canto suo non aveva battuto ciglio,era rimasto ad
ascoltarlo completamente.
- Che c'è,ci sei rimasto male?
Disse Sesshomaru,curvando le labbra in un sorriso spavaldo accompagnato
da uno sguardo divertito.
Ezio lo fissò ancora,i cavalli continuavano a galoppare,la
strada era ancora lunga,ma lui non si preoccupava,infatti,poco dopo,da
sotto quel cappuccio,una fragorosa risata uscì allegramente
dalla bocca del fiorentino,Sesshomaru era confuso riguardo a
quell'espressione inaspettata.
- Che cos...che hai da ridere?
Sesshomaru cercò di sembrare più serio di
prima,ma la sua espressione spazientita sembrava divertire il
fiorentino.
- Allora? Cosa c'è di così divertente?
- Tu,ecco cosa c'è di divertente.
- Io?Stammi a sentire...
- E cosa dovrei sentire? Tu parli,ma non comprendi,tu ascolti,ma non ti
interessi,tu critichi,ma senza conoscenza,quindi,rispondi a una mia
domanda,perchè di fronte al mondo vuoi apparire
ingnorante,quando so per certo che sei ben più di quello
mostri?
Lo aveva sentito bene,ma lo yokai non aveva capito un accidenti di
quello che Ezio gli aveva detto,si era perso di nuovo in un altro di
quei giochi di parole,la sue orecchie potevano udire molte delle cose
attorno a lui,lo svolazzare di un uccellino in lontananza,una volpe che
si nutriva dell'ennesima preda catturata,perfino il vento tra i rami
degli alberi attorno a lui era udibile,ma il significato di quelle
parole era un suono così impercettibile che nemmeno il suo
udito da Inuyokai lo poteva aiutare.
Ezio girò il capo in direzione della strada,ormai la loro
prima tappa doveva essere vicina,avevano percorso ormai una notevole
distanza a cavallo,quasi mezza mattinata,tra una cosa e l'altra il
tempo era volato come se nulla fosse,mezza mattinata insieme a quel
ragazzo,testardo e determinato,ma anche impaziente e succube della
propria arroganza,proprio come quell'Akira anche lui aveva visto
qualcosa in quel ragazzo,non sapeva definirlo,era indescrivibile,ma era
forte,intenso,come se sotto quella superbia ci fosse qualcosa di
raro,qualcosa di più unico che raro,ma qualunque cosa fosse
era ancora immaturo e troppo debole per poter essere espressa.
- Ignorante? Mi stai dicendo che non capisco niente? Mi stai forse
dando dello stupido?
- Calma non ti agitare,certo che hai un caratteraccio
tu...aspetta,fermo.
Ezio frenò il suo cavallo seguito subito dopo da Sesshomaru
che fermò il suo,erano giunti di fronte ad un crocevia che
si divincolava in due direzioni,una portava verso una strada larga e
ben percorribile,che da li scendeva e andava a valle,mentre l'altra era
un pò più stretta e si apriva la via verso una
boscaglia più fitta e molto densa,Ezio guardò in
entrambe le direzioni indeciso su dove andare.
- Da quello che ci aveva detto l'oste bisogna girare qui a
sinistra,verso valle e fare il giro
lungo,però,c'è qualcosa che non quadra.
- Di che parli Ezio?
Chiese Sesshomaru con una nota di incertezza.
- Sesshomaru,tu hai detto di essere uno yokai giusto?
- Si e con questo?
- Io non n'è so molto sulla tua razza,ma potresti usare i
tuoi sensi?
- Sospetti di quello che ha detto quell'umano alla locanda?
- No,ma guarda attentamente la strada a destra.
- La strada a destra?
Sesshomaru incuriositò seguì le indicazioni del
fiorentino,guardò in basso e dall'alto del suo cavallo,vide
qualcosa di enorme importanza,traccie,impronte di piedi lasciate nel
terreno umido,ma all'infuori degli zoccoli non c'erano altre traccie
sulla strada già percorsa,possibile che qualcuno avesse
percorso l'intero tragitto al confine con la foresta per poi
intraprendere il percorso più stretto e rude? Ma
perchè avrebbe dovuto fare una cosa simile.
Guardò ancora meglio lo scorcio sulla destra e vide bene che
le impronte di piedi avevano delle forme particolari,tutte le impronte
di piedi presentavano una forma quadrata nel punto situato dove c'era
il tallone,poteva esserci solo un motivo per la quale c'erano delle
impronte del genere e che potessero centrare con Ezio e Sesshomaru,la
forma delle impronte erano dovute a delle calzature particolari,forse
degli stivaletti.
- Toran...Ora mi e tutto chiaro.
- Di cosa parli?
- Ti ricordi di quella ragazza che era stata accerchiata dalle truppe
di Akira?Quella che abbiamo salvato nella foresta?
- Come fai a dire che sia lei?
- Yuki aveva detto che la donna che cerchiamo e una yokai,forse una
traditrice,dalle impronte deduco che sia lei,mi ricordo che indossa
sempre degli stivaletti.
- Non saprei,delle impronte nel fango non sono una prova sufficiente
per accusare una persona,ache se...
- Cosa?
- Ti ricordi quando la pietra comparve nella tua mano? Beh,dopo il tuo
svenimento ci preoccupammo di portarti via il più presto
possibile,dopo diverse ore di fuga riuscimmo a uscire dai territori di
Akira e ad arrivare fin qua usando una via sicura,ma dopo averti curato
e messo al sicuro,la tua amica scomparve,non avevamo più
traccia di lei e dopo si è presentata questa storia della
spia,ora che ci penso potrebbe esserci lei dietro tutto questo,anche se
mi chiedo perchè?
- Poco importa,sappiamo dove si trova.
- Sono d'accordo,ma facciamo attenzione durante il
tragitto,andiamo,prenderemo la stessa strada che ha preso lei.
E così facendo,i due presero la strada più
tortuosa e meno praticabile,addentrandosi sempre più nel
fitto della foresta,era scontato ormai che la strada scelta poteva
essere una delle meno sicure,la fitta vegetazione e la presenza di
innumerevoli felci faceva si che la probabilità di un
imboscata fossero alte,per non parlare della presenza di neve che tra
un albero e l'altro se calpestata piano poteva attutire i passi dei
probabili assalitori.
Ma il fatto che fosse ancora giorno e con il sole fosse bello luminoso
giocava a loro favore,se non altro sarebbe stato più
difficile essere colti alla sprovvista,la strada per la cascata era
ancora lontana,quindi,entrambi spronarono i cavalli a fare del loro
meglio e si lanciarono a capofitto verso la loro meta e facendo
attenzione al primo segnale di pericolo,dal bivio alla cascata di
occasione per un assalto a loro due poteva essercene veramente tanti.
Il tragitto,seppur percorso a piena potenza e al massimo della
velocità,sembrò più lungo del
previsto,il loro fu un percorso decisamente fastidioso,strada rurale
dai tratti disconnessi e a tratti inesistente con curve sinuose e alle
volte a gomito stretto,cambi repentini di percorso e di cambi di
velocità continui facevano di quella strada un sentiero
impraticabile per una corsa a dorso di cavallo,probabilmente era una di
quelle vie ausiliare usate dai cacciatori per raggiungere luoghi dove
la selvaggina era migliore e più numerosa poichè
animali come cervi e cinghiali tendono a non avvicinarsi mai troppo ai
centri abitati.
Dopo quaranta minuti buoni si potè vedere l'altro margine di
quella boscaglia fitta e impraticabile,uscirono di poco da quel reame
verde per raggiungere un paesaggio quasi inaspettato,i monti,la catena
montuosa che si vedeva dal villaggio,una stradina di fronte a loro
segnava il percorso da seguire,era un tracciato ancora innevato,largo
abbastanza da poter far passare un carretto e sotto quella stradina
impervia uno strapiombo alto un migliaio di metri circa che andava a
finire dritto dritto nella vallata sottostante dove risideva il largo
fiume che alimentava i raccolti e che faceva da importante fonte di
acqua potabile e probabilmente anche un importante via di comunicazione
tra centri abitati distanti e come via per i commerci.
- Mi sa che dovremmo andare a piedi,la strada non sembra
sicura,sopratutto con i cavalli appresso,troppo stretta e probabilmente
il terreno e troppo impervio per i loro zoccoli.
Disse Sesshomaru mentre scendeva dalla sua montatura,come se volesse
liberarsene.
- Si è vero,probabilmente è più sicuro
andare a piedi,saremo più lenti ma se non altro non ci
spezzeremo l'osso del collo e poi,da qui alla cascata avremmo tutto il
tempo per parlare.
Anche Ezio scese da cavallo,anche se gli dispiaceva lasciare li suo
animale,se non altro gli avrebbe fatto comodo tornare in
città da Yuki evitando di fare tutta quella starda a
piedi,ma l'esigenza veniva prima del piacere,il terreno poteva essere
insicuro,accidentato,addirittura ghiacciato,a quella quota e in quella
stagione era molto probabile,lui lo sapeva bene,non'era la prima volta
che affrontava una missione in territorio montano.
- Bene,quindi,immagino che lasceremo qui i ronzini.
- Eh già ragazzone,credo che avremo un pò di
strada da fare,ti va di fare due passi con me?
- Con piacere,umano.
Disse Sesshomaru in modo canzonatorio,anche se a Ezio la cosa non
pesava molto,o forse si? Poco gli importava,quell'umano era una delle
tante creature che aveva incontrato nella sua longeva vita,eppure non
poteva ignorare l'importanza della comparsa di quell'uomo nella sua
vita,Ezio Auditore Da Firenze,da Firenze? Il nome dell'assassino diceva
che veniva da li,ma questa Firenze dov'era? Che aspetto aveva?Quant'era
lontana dalle terre occidentali? C'erano molti umani li? E quanti altri
yokai e haynou c'erano li? Oppure c'erano altre creature che abitavano
quei luoghi?
Sesshomaru si riprese dalle sue domande e l'attimo dopo si chiese...
- Ma cosa...perchè mi sto a preoccupare di queste cose?
Lui stesso si stupì di quella assurdità,riprese
controllo su quelle preoccupazioni e si incamminò per primo
su quella impervia strada di montagna.
- Ti vedo desideroso di finire questa missione prima del previsto,ma si
dai,diamoci una mossa.
E raggiungendo quel suo bizzarro conoscente umanoide si
incamminò anche lui verso la loro destinazione,anche se il
tragitto sembrava meno divertente del previsto.
Il percorso,lungo e fastidioso era caratterizzato da un terreno
duro,prevalentemente roccioso,completamente innevato e avvolte reso
scivoloso per colpa del ghiaccio nascosto sotto la coltre
bianca,procedevano a passo normale,non troppo veloci,ma costanti nel
proseguimento del loro compito,se già a piedi era
rischioso,a dorso di cavallo poteva essere addirittura rischio
sicuro,le loro zampe erano fatti per poter percorrere sentieri morbidi
e più lineari,come le praterie e le colline,i sentieri di
alta montagna non erano fatti per loro,non erano fatti per animali che
preferivano correre per abbondanti pascoli,piuttosto che le scarpinate
sulla roccia nuda e sterile.
Poco importava,sarebbe stato un viaggio più lungo del
previsto,ma c'era da dubitare che ci sarebbe stato da
divertirsi,Sesshomaru era un taciturno,quindi non si poteva definire il
compagno di missione più simpatico con la quale l'italiano
abbia mai lavorato insieme,Ezio dal canto suo sembrava un tipo
enigmatico e pieno di segreti,forse un pò troppo socievole
per i gusti dell'inuyoaki,lui era un tipo solitario,distaccato non gli
piaceva avere gente attorno,lui era il tipo da fare tutto da solo,senza
chiedere nulla a nessuno,lui pensava a se stesso e pochissimi
altri,come Rin,Jaken e Ah-Un,forse anche Inuyasha,ma solo negli ultimi
tempi,da quando aveva rinunciato alla spada che stermina cento
demoni,Tessaiga,il rapporto tra ì due fratelli era
decisamente migliorato,non aveva più bisogno di una spada
immeritata,rinunciando ad essa ne trovò una tutta
sua,Bakusaiga,un arma che dimostrava che ormai aveva fatto il primo
passo per divenire l'uomo che un giorno avrebbe superato suo padre.
Eppure si comportava ancora in modo regale e altezzoso,aveva fatto il
primo passo,ma non era ancora diventato l'uomo che forse un giorno
avrebbe meritato di essere,la strada era ben lontana e forse, anche
quella missione con Ezio,era una tappa obbligatoria nel suo percorso di
crescita,ma probabilmente lui non lo sapeva ancora,un conto era
scoprire una verità su se stesso,un altra era accettarla,un
conto era comportarsi da ragazzo,un altro era comportarsi da uomo.
Ad un certo punto,mentre continuavano a camminare Ezio,spinto da
chissà cosa,rivolse per l'ennesima volta la parola al suo
accompagnatore.
- Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.
- Parla,ti ascolto.
Disse lui senza nemmeno voltarsi.
- Sai,pensavo che tra noi due le simpatie non sono state proprio la
parte principale del nostro rapporto di conoscenza,quindi,che ne dici
se ricominciamo da capo?
- Cos'è che vuoi fare?
- Ascolta,io non ho problemi con te,quindi non vedo perchè
io e te dovremmo stare in questa scomoda antipatia,allora? Che ne dici
di andare d'accordo?
- Non vedo perchè dovrei.
- Perchè e così che batterai Akira,tu pensi che
un uomo del genere possa essere sconfitto solo con la forza? Sai anche
tu che non'è così,sai benissimo che non potresti
mai sopraffarlo,n'è tanto meno costituire un problema per
lui.
Un problema? Sesshomaru rappresentava questo per Akira? Un problema?
Eppure ricordava bene il suo scontro con il templare,ricordava bene
tutti i colpi che aveva subito,lui le aveva prese,ma sembrava che Akira
non si fosse minimamente sforzato per abbattere il giovane yokai,un
pò come un adulto che riesce a tener testa ad un bambino.
- Quel dannato Akira,appena potrò sistemare i conti con
lui,potrai star certo che voi assassini avrete un nemico in meno,ed io
un problema risolto.
- E perchè pensi ci hanno detto di svolgere questa
missione,pensi davvero che ci abbiano mandato a trovare una probabile
traditrice solo perchè tu vuoi entrare a far parte degli
assassini? Dammi retta,se ora tu sei qui insieme a me e
perchè vogliono vedere cosa sai fare.
- Davvero? Allora perchè tu sei qui?
- Perchè probabilmente non essendo di queste parti vorranno
sapere quanto sono bravo,ecco perchè ci sono anche io in
missione,ci stanno mettendo alla prova,credimi,non sono io il tuo
nemico,aiutami a portare a termine questa missione,ti assicuro che non
sei l'unico che si chiede cosa stia succedendo,tu vuoi risolvere i tuoi
problemi e io voglio risovere i miei,allora? Ci stai?
Sul volto dello yokai si leggeva un indifferenza ormai classica del suo
repertorio emotivo,però quello che pensava sulla questione
non assomigliava per nulla a ciò che stava mostrando
all'assassino,sapeva che aveva bisogno del suo aiuto,aveva bisogno di
Ezio se voleva raggiungere i suo scopi,odiava ammetterlo,ma quella era
una proposta invitante ed era stato un uomo che lui considerava un
avversario ad avergli proposto questo affare,forse per una volta
avrebbe dovuto ingoiare l'orgoglio e accettare una mano amica.
Già,un amico,un compagno fidato,lui questo non lo aveva mai
chiesto,non aveva bisogno di nessuno,ma stavolta sarebbe stato
diverso,lui non sapeva nulla dei templari,degli assassini,di quella
maledetta guerra segreta e di Akira,lui e la sua ossessione verso
Sesshomaru erano un autentico enigma,cosa aveva il figlio di Inutaisho
di così speciale,che c'entrassero quella tavoletta di
pietra?Oppure le rovine dentro la montagna? Che connessione c'era tra
lui e Akira e perchè anche gli assassini erano
così interessati a quella faccenda.
Non ci capiva più nulla,tutto gli sembrava così
assurdo e illogico,l'unica certezza e che ora doveva fare una
scelta,accettare l'offerta di Ezio oppure no? la questione sembrava
più difficile del previsto.
Qualche passo dopo,Sesshomaru,più deciso che mai, fece la
sua decisione,guardò il fiorentino dritto negli occhi,per
poi pronunciare una sola,singola,ma importante parola.
- Accetto.
- Benissimo,sapevo che eri un tipo ragionevole.
- Solo una domanda,perchè ti impegni così tanto
ad aiutarmi? Non sai chi sono e di te non mi interessa niente,ma
nonostante ciò cerchi di aiutarmi,dimmi perchè.
- Ascolta,hai delle doti eccezzionali,sei bravo te lo concedo,ma sei
anche uno spaccone e una testa calda,lascia che ti alleni per un
pò di tempo e poi dirai se ho torto.
Sesshomaru non sapeva cosa pensare,lui,allenato da Ezio? Uno yokai
allenato da un umano? Per lo più suo avversario? Con la
quale aveva ancora un duello da finire? Prima di quella storia ci
avrebbe riso sopra,da quanto sembrasse stupida la cosa.
Ma ora,con così tante insensatezze,forse quella era l'unica
che avrebbe potuto accettare,controvoglia certo,se non altro avrebbe
compreso come combatteva e ragionava quell'umano così
diverso dai molti altri,persino più diverso da quella
combricola che suo fratello Inuyasha si portava dietro.
- Finiamo questa missione e andiamocene.
- Concordo in pieno.
E con questo i due si rimisero in silenzioso movimento,l'uno nel
reciproco rispetto per l'altro.
Sesshomaru scrutò l'orizzonte nella speranza di rivedere
quella cascata,si sforzò un attimo e poi,molto
più in la,decisamente molto lontano da dove si trovavano
ora,la vide,appena percettibile,ma la vedeva,la cascata,una linea
d'acqua appena visibile solo ai suoi occhi da inuyokai,un passo alla
volta e sarebbe arrivato,un passo alla volta e avrebbe concluso quella
missione.
Un ora dopo.
Dopo una lunga camminata,su una strada montana a milletrecento metri
d'altezza,raggiunsero un punto del loro percorso dove il potente suono
della cascata ormai era perfettamente percettibile,attorno a loro la
strada si chiudeva su di uno stretto passaggio,due pareti,l'uno di
fronte all'altra formavano quello spazio angusto dove la fredda e nuda
roccia copriva chi si addentrava al suo interno,una leggera penombra
rabbuiava di poco il passaggio.
E proprio nello stesso momento in cui ci si stavano per infilare dentro
si sentì qualcosa provenire dal suo interno.
- Svelto,dietro il muro.
Disse Ezio mentre faceva segno a Sesshomaru nascondersi dietro il
margine dell'altra parete,così che entrambi potessero
nascondersi dietro gli angoli del passaggio.
Poco alla volta,dal fondo dell'ombrosa via,si fecero udire poco alla
volta,due voci distinte,dal modo di parlare sembravano due
nekoyokai,come quelli che avevano già incontrato nelle vie
secondaria del villaggio più sotto.
- Che sfortuna,perchè mai ci hanno mandato qua sopra a fare
la guardia a questo schifo di strada? Tanto di qui non passa nessuno.
- Vero,oltretutto quella pantera ci ha detto che sarebbero arrivati
dalla strada principale,immagina,un lavoro pulito pulito,facile
facile,appena arrivano da la,i nostri compagni li uccideranno entrambi
e tutti noi intascheremo una bella somma e per lo più senza
aver rischiato la vita.
- Non vedo l'ora,da quello che so ha intenzione di ripagarci del lavoro
svolto con armi e viveri,così stasera potremmo festeggiare
alla grande.
- Ben detto amico,ben detto.
I due gatti,distratti e impegnati a parlare dei piani futuri,superarono
con non curanza l'entrata a quel corridoio naturale,ma per loro
sfortuna non si erano accorti dei due intrusi che li aggredirono,che
senza alcuna esitazione li colpirono alle spalle.
Sesshomaru prese di sorpresa il gatto più vicino al suo lato
di strada e che lo tramortì subito tirandogli un rude pugno
sulla nuca,Ezio invece fece un uso più articolato delle
braccia,arrivandogli da dietro l'assassino strinse il braccio sinistro
attorno al collo del felino mentre con il destro spingeva l'altro
braccio verso di se provocando così una maggiore forza sulla
gola,lo nekoyokai a sua volta si dimenò ma senza fare grandi
risultati,a quel punto Ezio avvicinò la bocca all'orecchio
della sua vittima.
- Ascoltami bene gatto,te lo chiederò una volta sola e mi
aspetto che tu sia collaborativo,dimmi tutto ciò che sai
sulla donna che vi ha ingaggiato e il modo per raggiungerla all'interno
della base.
- Va bene,come vuoi,so che è una donna dalla carnagione
pallida,occhi blu,una lunga chioma azzurra,forse una di nobile
lignaggio,non so la sua posizione precisa,ma penso che sia
più sotto,al nascondiglio attorno alla cascata.
- Ti ringrazio per l'informazione.
E quando il gatto non ebbe più nulla da rivelare,Ezio
strinse ancora di più la presa sulla gola del gatto nel
tentativo di soffocarlo,quest'ultimo provò a
liberarsi,scalciava,si dimenava,ma non c'erà nulla da fare
ed infine crollò,chiuse gli occhi e smise di combattere.
Eziò lo adagiò a terra liberandosi
così del nekoyokai che ormai non gli serviva più
a nulla.
- Se volevi ucciderlo avresti dovuto usare la lama.
L'umano girò lo sguardo verso l'inuyokai.
- Infatti,non'è mia intenzione porre fine alla sua vita.
- E perchè lo hai risparmiato?
- La sua morte non'è necessaria,non vedo alcuna ragione per
ucciderlo.
- E nostro nemico.
Ciò che disse Sesshomaru raggiunse le orecchie di Ezio e
percepite come un suono sgradevole,si rialzò da terra e si
incamminò verso lo stretto di pietra,ma nell'esatto momento
in cui sfiorò l'inuyokai,la sua voce risuonò
piano,invocando ancora una volta parole criptiche e senza facile
comprensione.
- Nemico? Lui? Ti manca la giusta capacità di giudizio,saper
scegliere quando porre fine una vita non'è una qualita da
poco.
E detto questo,l'incappucciato si allontanò dalla figura del
giovane yokai,che guardandolo di spalle si chiese a quale gioco Ezio
stesse giocando,lo stava prendendo in giro? Oppure gli stava impartendo
una lezione?
Da quando avevano lasciato il villaggio Sesshomaru aveva provato a fare
il saccente,il galletto sicuro di se,ma tutte le volte che provava a
mettersi in competizione con quell'umano n'è usciva sempre
sconfitto,possibile che una creatura con una vita più corta
e giovane della sua,potesse batterlo in qualunque discussione? Che la
sua fosse reale,autentica,inferiorità?
Non sapeva spiegarselo,era sicuro solo di una cosa,su quel sentiero di
montagna aveva stretto un patto,un patto con un umano,un patto con un
individuo che per quanto provava a comprendere si rtrovava solo
più confuso.
Quello uomo aveva riso di lui nella foresta,ma forse la
verità che Sesshomaru non accettava e che quando rise,era il
saggio che divertito provocava l'ignorante,il maestro che
ridendo,senza malizia,dell'ingeniutà dell'allievo.
E per l'ennesima volta lo seguì,stavolta entrando nella base
di quei ladruncoli da poco,entrando li,seguendo i passi di un uomo che
un tempo avrebbe ritenuto veramente inferiore a lui.
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Capitolo 36 *** Un segreto tra le montagne ***
Ci volle un solo minuto per raggiungere l'altro alto della piccola
galleria,giungendo li guardingi e con passo felpato,di fronte a loro
videro una cavità naturale con una spaccatura a fare da
uscita,il posto non superava gli otto metri di lunghezza e i tre di
larghezza.
Al suo interno erano presenti un falò improvvisato,con il
fuoco ancora acceso e due stecchini con due pesci messi ad arrostire,un
pranzo leggero,probabilmente preparato alla svelta,poichè un
pasto veloce bastava e avanzava per un giro di ronda.
Questo era lo spettacolo che Sesshomaru si era immaginato,forse anche
quei due gatti era stati mandati sul versante opposto della
cascata,tanto per stare più e sicuri e nel caso li avessero
visti dare l'allarme.
- Ehi ragazzo.
Lo yokai si girò in direzione dell'umano guardandolo con
sguardo di ghiaccio.
- Credo che quei due di prima siano stati mandati qua per un semplice
controllo,devono essere arrivati qui da poco,il fuoco e ancora caldo e
quei pesci non sono ancora cotti,temo che poi sarebbe rimasti per un
pò,avrebbero mangiato e sarebbero tornati a fare rapporto
sulla situazione.
- E visto che dovevano stare di guardia,penso anch'io la stessa
cosa,probabilmente sarebbero rimasti qui per almeno un ora,forse due.
Ezio,sentendo ciò che aveva detto lo yokai si
stupì di quelle parole,era riuscito ad analizzare una
situazione ipotetica in una manciata di secondi,un ragionamento
piuttosto semplice ma per nulla scontato.
- Quindi abbiamo ancora un pò di tempo prima che si
accorgano della mancanza di due guardie.
- Muoviamoci dunque.
Sesshomaru fu il primo ad avanzare verso la fenditura nella piccola
camera rocciosa,dando un occhiata furtiva e rimanendo a lato della
larga crepa,poco fuori da quella cavità si estendeva un
altra strada,andava verso il basso,era lunga e a tratti era
illuminta,la luce del sole riusciva ad entrare dal soffitto.
- Via libera.
E detto ciò i due iniziarono ad incamminarsi verso l'interno
della base dei gatti,rimanendo però sempre attenti ad ogni
minimo presentimento,prestare la giusta attenzione non'era mai una
pessima idea,sopratutto quando bisogna saper agire lesti come il vento
e silenziosi come l'ombra.
Percorrendo quella galleria entrambi notarono che quella galleria aveva
delle particolari differenze che erano in netto contrasto con la zona
precendete,il precedente antro roccioso che avevano attraversato
presentava i segni di una natura primordiale e grezza,mentre la
galleria presentava uno stato interessante,le pareti erano liscie,senza
alcun segno di irregolarità,mentre l'illuminazione della
stessa era dovuta alla presenza di fori perfettamente tondi posti su
una delle pareti,la loro circonferenza presentava segni di
levigatura,era ormai intuibile che quella galleria era un opera del
passato.
Fecero ancora molti passi prima di arrivare alla fine di quella
galleria ed infondo,dopo aver girato un piccolo angolo,uscirono da
li,per ritrovarsi di fronte ad un spettacolo sbalorditivo,un opera di
cui solo madre natura poteva esserne l'arteficie,la cascata sopra la
montagna.
L'ambiente attorno a loro si presentava in un modo del tutto
sbalorditivo,pochi passi più avanti si poteva notare
l'immensa presenza di una voragine,un antro profondo la cui
circonferenza occupava una area abbastanza grande che l'altra
estremità di terra era un margine appena percettibile,ma il
vero spettacolo non era l'ampiezza di quel buco,ma il suo contenuto.
Dal sottile bordo roccioso si poteva intravedere con
facilità la presenza di diverse particolarità
all'interno di quel mastodontico pozzo naturale,prima fra tutte dei
solchi,numerosi spazi vuoti in diversi punti della nuda roccia,troppi
per essere una casualità naturale,poi,più in
basso,a malapena riconoscibile,delle forme irregolari,linee
spezzate,rare forme come quadrati e rettangoli che visti dall'alto e da
quella altezza potevano essere qualunque cosa,ma la cascata,era l'unica
cosa che di naturale c'era al suo interno.
Quest'ultima,nata probabilmente da una corrente sotterranea,sgorgava
fuori in due direzioni,una fuori,che era quella che si vedeva sulla
parte esterna del monte,mentre l'altra,che usciva nel versante
interno,precipitava a capofitto nella fessura,creando così
un immagine di complessa bellezza,il cui effetto su i rari spettatori
si faceva strada nel profondo,il fascino del luogo era inimmaginabile.
- Bene,adesso dove si va?
Disse Ezio mentre dava un occhiata tutt'attorno,poi sforzando la
vista,il mondo gli apparve più cupo,stava usando di nuovo il
potere insito nei suoi occhi.
Guardò a terra e quello che vide gli rivelò la
strada da percorrere,una serie di impronte blu percorreva tutto il lato
destro di quella sottile striscia di terra che circondava quel fosso
tanto profondo che a fatica si capiva cosa ci fosse la infondo.
- Per di qua.
L'assassino si mosse con passo lento e meticoloso,controllava
attentamente ogni passo fatto da chi li aveva preceduti,il modo di
camminare,persino il peso dell'impronta sembrava chiara a un solo
sguardo dato per ogni passo fatto,i suoi bulbi oculari erano come in un
altro piano dell'esitenza,il mondo era lo stesso,ma la percezione di
esso cambiava,come se alcuni misteri sulla realtà
divenissero più chiari per lui,lui era li con Sesshomaru e
allo stesso tempo non era con lui.
- Che stai facendo?
Chiese lo yokai curioso,osservava il curioso comportamento di Ezio con
una certa curiosità,vedere il fiorentino con il capo chino
alla ricerca di qualcosa che non c'era lo faceva sentire spaesato,non
capiva assolutamente nulla di quello che il suo compagno stava facendo.
- Seguo le tracce.
Ezio diede un occhiata a terra,ma non vedeva niente,non un impronta,un
indizio,niente di niente,ammesso che l'odore di felino fosse una pista
più che sufficente,ma seguire l'olfatto era una cosa un
pò generica e non molto efficacie considerando che quel
posto a quanto pare n'è era pieno,quindi sapeva
già che c'era la presenza di molti nekoyokai,ma questo non
lo aiutava a seguire una direzione precisa.
- Io non vedo niente e come Inuyokai la mia vista e più
potente della tua.
- Per questo non vedi niente,tu hai gli occhi aperti,ma non vedi nel
modo giusto,avere una buona vista non basta,avvolte devi sapere vedere
il mondo con gli occhi giusti.
Un altro indovinello,Sesshomaru si chiedeva quando avrebbe smesso di
parlare a quel modo,lo seguì ancora,in attesa di scoprire se
quei fantomatici passi li avrebbero portati da qualche parte visto che
lui si affidava ancora ai suoi sensi da yokai come aveva sempre
fatto...e che fino ad allora non avevano mai deluso le aspettative del
suo possessore,salvo rare eccezzioni.
E mentre Sesshomaru seguiva l'umano quest'ultimo si fermò di
colpo e continuando a fissare il terreno.
- Le tracce finiscono qui,però forse...
Il fiorentino girò lo sguardo verso il bordo e
ciò che vide svelò il mistero che lui stesso
voleva scoprire.
- Come immaginavo.
- Cosa c'è?
Rispose l'inuyokai incuriosito,ciò che vide era una scala
fatta di corda,sembrava abbastanza robusta da poter reggere il peso di
un uomo adulto,poichè la preoccupazione nasceva dal fatto
che da quello che Ezio aveva visto la fisicità della
maggiorparte degli nekoyokai era piuttosto esile e quindi davano
l'impressione di essere leggeri di peso.
- Scendiamo,laggiù forse troveremo quella Toran,anche se
scendere da questa scaletta improvvisata mi sembra
rischioso,però mi chiedo fin dove possa arrivare.
Ezio era deciso a scendere per di li,ma non era molto sicuro di quello
che faceva,prima di tutto la scala non sembrava che fosse nuova di
zecca,sembrava essere li da un pò di tempo e anche se poteva
reggere il peso di uno di quei gatti,non era detto che potesse reggere
il peso di un uomo adulto,per di più se il suddetto uomo con
portava delle protezioni in metallo.
Secondo,la fine di quella scala si faceva fatica a vedere,probabilmente
per poter salire su quella corda erano messi a disposizioni
diversi punti da cui poterla raggiungere,come conche naturali o
all'ingresso di gallerie poste più sotto,forse la scaletta
di corda poteva raggiungere il punto più basso di quella
voragine,ma non era detto che l'accampamento dei gatti fosse posto
nella parte più profonda di quel buco,magari era all'interno
d qualche galleria,non poteva essere certo di niente.
- Però se scendessimo insieme si potrebbe rompere la
corda,facciamo così,io scendo per primo,aspetta dieci minuti
e poi scendi anche tu,così almeno non rischiamo di
precipitare la sotto.
- Bella idea,ma io n'è una migliore.
E dopo queste parole dette con una punta di vanto e senza alcun
preavviso Sesshomaru balzò in avanti,mostrando ad Ezio una
sua capacità personale.
A rigor di logica,quello che l'assassino si immaginava e che in quella
follia di azione il ragazzo sarebbe caduto,prigioniero di quella legge
che faceva in modo che ogni cosa attaccata a terra,se lanciata in
aria,doveva tornare a terra,non importava come.
Sarebbe dovuto andare in basso,cadere di sotto e sfracellarsi
la,infondo a quel buoco...e invece no,lui era li,sospeso in aria,Ezio
rimase stupito dall'incredibilità della cosa.
- Allora,che ne pensi?
L'umano non sapeva cosa rispondere,ora tra le stranezze che aveva visto
se n'è era aggiunta una nuova,il repertorio delle cose
inspegabili era diventato una cosa costante nel suo arrivo in quella
terra a lui del tutto estraea,sia per le assurde novità,che
per le leggi che governavano la natura di quel luogo.
- Penso che più rimarrò in questo mondo
più rischio di impazzire,perchè diavolo stai
volando?
- Veramente mi sto solo librando in aria,e poi come ti ho
già detto io sono uno yokai e come tale possiedo
capacità che voi umani non potete comprendere.
- Ah...b'è se non altro se avrò bisogno di un
passaggio saprò a chi chiedere.
- Cosa?
- Niente niente scherzavo,ora però andiamo
avanti,probabilmente avremo ancora molta starda da fare.
- Vado avanti io.
Senza aspetatre oltre l'inuyokai superò il fiorentino con
notevole distacco,avventurandosi all'interno dell'immensa
voragine,mentre da sopra Ezio lo vedeva allontanarsi senza apparente
sforzo per poi tornare coi pensieri sulla scala consapevole con ci
avrebbe messo poco a scendere.
- Ma certo,prima volano i gatti giganti e poi i ragazzi dai lunghi
capelli,mi mancano solo da vedere
draghi,unicorni,elfi,nani,grifoni,minotauri,angeli,demoni,certo,cose
che vedovo tutti i giorni quand'ero ancora in Italia,mai vista una
sirena per i canali di Venezia,o un centauro al palio di Siena,eh
diavolo,voglio tornare a casa.
Disse Ezio con tono malinconico ormai preda dell'incomprensione,da
quando era finito in quel paese le assurdità scorrevano come
acqua in fiume,una cosa più strana dell'altra,è
già di cose strane n'è aveva viste parecchie.
E mentre Ezio percorreva la lunga scalinata di corda,Sesshomaru scedeva
lentamente e andando sempre più
giù,cominciò a notare dettagli maggiori di quel
luogo dall'aspetto curioso.
Più in basso,dove c'erano quelle curiose linee dalla forma
innaturale,per quanto strane potessero essere,ora,il cui punto di vista
era differente,potè verificare con certezza che quelle forme
era ben più di semplici immagini,sotto di esse altre linee
formavano altre immagini,dando ad esse la giusta forma che i suoi occhi
dovevano osservare,erano costruzioni,case,palazzi,strade e altre forme
di natura urbanistica,quadrati,rettangoli e linee rette presentavano
tutte una forma tridimensionale e la acscata sopra di esse buttava
acqua ormai da chissà quanto tempo.
Nel vedere questa meraviglia si stupì della propria
ingenuità,come mai non era riuscito a capirlo prima?
Certamente aveva compreso che la sul fondo qualcosa non quadrava,poi
chissà perchè gli venne in mente una cosa,un
luogo molto simile a quello,una città abbandonata
all'interno di una montagna,dove uno yokai,i cuoi occhi avevano colori
opposti,provava una certa ossesione per cose del genere,ruderi e cocci
di luoghi che un tempo vivi,ora giaciano nell'a abbraccio del
sottosuolo.
Un luogo così sconosciuto a lui,eppure,chissà
perchè qualcosa lo faceva sentre a disagio,come se qualcosa
non quadrasse, e se i suoi occhi lo avevano ingannato sul reale aspetto
di quell'abisso roccioso,le sue orecchie cominciarono a tirargli un
brutto scherzo.
All'inizio fu un semplice brusio,come il vociare ovattato di una grande
massa,che viene udito in lontananza,poi,all'improvviso,un
flash,violento e rapido,di fronte a se non aveva più quel
titanico orlo nella terra,anzi,l'aspetto era totalmente cambiato e
ciò che vide lo prese alla sprovvista.
Sotto di lui vide una città,non distrutta e in preda al
disfacimento,al contrario,era viva e piena di voci e di grida,di musica
e rumori,il sole non era più padrone di quel luogo,ma interi
eserciti di fiaccole facevano da guida nelle tenebre della terra,mentre
attorno a lui una bolla d'aria si faceva spazio nella dura roccia
formando così il naturale confine di quell'insediamento
dall'aspetto sconosciuto.
- Sesshomaru...Sesshomaru...riprendi il controllo.
Lo yokai strabuzzò un attimo gli occhi e riprese contatto
con la realtà,non sapeva cosa fosse successo,ma sapeva
quello che stava accadendo...stava precipitando.
Gli era bastato solo un attimo di disattenzione e la sua
capacità di levitare era scomparsa,all'improvviso,come una
sorta di blocco,cadeva sempre più giu e sempre
più velocemente,come era potuto accadere una cosa del genere?
Non c'era tempo per pensare a cose del genere,doveva trovare il modo di
salvarsi e alla svelta,vide la parete passargli e allo stesso tempo lui
andava sempre più giù,ma proprio quando tutto
sembrava perduto...ecco che lo stesso muro e un brillante idea nata sul
momento gli vennero incontro.
Grazie alla sua ottima vista vide un anfratto abbastanza grande da
poter farci entrare lui nella sua vera forma da cane,tirò fuori la sua frusta dalle due dita sulla mano
destra,che si arrotolò attorno ad una roccia e con un
potente strattone si tirò verso la parete
con tutto se stesso.
Il risultato fu sorprendente,usando la roccia come perno e la frusta
come leva era risciuto a improvvisare una corda riusciendo
così a darsi lo slancio necessario per potersi infilare in
quel buco nella viva e così salvarsi la vita.
La sua entrata non fu per nulla delicata,la forza con la quale si era
tirato era talmente grande che lo stesso slancio lo aveva sbalzato a
tal punto dal portarsi dietro la katana e facendo fare un capitombolo
allo stesso Sesshomaru,che prima di fermarsi dovette rotolare un paio
di volte prima di rimettersi in piedi.
Cos'era successo prima? Un allucinazione,lui che perdeva il controllo
sui i suoi poteri,ma sopratutto...la voce di Jin,dopo che la voce nella
sua testa lo aveva esortato a riprendere coscesenza della
realtà aveva cominciato a setire di cadere nel
vuoto,ovviamente c'era qualcosa che non quadrava,qualcosa che era
andato storto,eppure,aveva l'impressione di averlo già visto
quel luogo,ma dove?
L'intervento di Jin,aveva salvato Sesshomaru da morte certa,il
perchè del suo intervento era comprensibile,ma quella
visione? perchè era spuntata così,di punto in
bianco?
- Ehi Jin,mi senti? Cos'era quella cosa che ho visto?
- Sesshomaru...non so cosa sia successo,le rovine,sono già
stato in questo posto...e anche tu.
- Di che parli? Non ho mai messo piede qua dentro.
- I piedi no,ma gli occhi si.
- Jin,Jin,Dannato non parlami per indovinelli.
- Non capisco,c'è disordine qua dentro e meglio che vada.
- Andare dove? sei nella mia testa,dove pensi di andare,nel fegato?
Jin...
Una altra conversazione con quello strana presenza,un altra domanda
senza risposta,non aveva voglia di fare discussione senza
senso,soprattutto in quel momento che non sapeva più cosa
fare,non sapeva nemmeno dov'era finito,altro che enigmi e giri di
parole.
Sapeva bene qual'era il suo obbiettivo,ma ora Toran avrebbe potuto
essere dovunque,anche Ezio se per questo era ormai
irrintracciabile,doveva fare mente locale e capire cosa fare,prima di
tutto,sarebbe stato meglio capire dove si trovava.
Si diede un occhiata attorno e ciò che vide fu una grossa
area dall'aspetto artificiale,apparte il varco dalla quale era entrato
sembrava una specie di piazzetta fatiscente,con palazzine tutto attorno
e una rudimentale conca levigata sul pavimento,con un grosso foro al
centro,non capiva bene cosa potesse essere,anche se la cosa non gli
interessava molto.
Vedendo tra le altre cose una vietta si faceva strada tra quegli
edifici dall'archiettura a lui sconosciuta,raccolse bakusaiga e si
incamminò,lasciando dietro di se una sola domanda,cosa stava
succedendo all'interno della sua testa?
Superato quel vicolo n'è raggiunse un altro,lo stesso
accadde per tutte le stradine che attraversò dopo,era come
se fosse tornato nel villaggio dove insieme ad Ezio aveva debellato la
presenza dei gatti,ma questa volta era diverso,si sentiva strano nel
percorrere quelle vie nascoste,così antiche e
così vuote,nessuna voce di donna,che riordinando casa si
affacciava ad una di quelle finestre scavate nella roccia,controllando
che il proprio bambino non si facesse male giocando con gli altri
bambini,poi,nei momenti di pausa scendesse per strada a rilassarsi e
fare due chiacchiere con le amiche di vicinato.
Chi avrebbe potuto più udire gli uomini che diretti
chissà dove,poi tornavano a casa,riscaldandosi
così vicino al fuoco,insieme alla persone che più
amava e qualche volta invitando le famiglie del circondario a mangiare
tutti insieme ed intrattenendosi,raccontando storie di vario genere e
parlando di situazioni di vita quotidiana.
No,nessuno avrebbe più potuto udire il tremendo frastuono
provocato dal traffico cittadino o dai mercanti che urlavano nel
tentativo di vendere la propria merce,già,forse
così doveva apparire un tempo,ma a lui non interessava,lui
aveva altre cose per la testa,il suo obbiettivo era lei,Toran,una
pantera,un essere più che vivo,nascosta da qualche parte,in
mezzo ad un luogo che di vivo ormai,non aveva più nulla,ma
la cosa più strana e che per quanto potesse assomigliare
alle rovine sotto il castello di Akira,queste non davano una sgradevole
sensazione di morte,ma piuttosto di trascurato,come
dimenticato,abbandonato,perduto.
Lui non sapeva spiegarsela quella sensazione.
Si spostò ancora,più e più volte
dovette cambiare strada per colpa di un vicolo cieco,oppure di una
palazzina crollata o di un buoco nel terreno comparso li per
chissà quale motivo,le strade li gl sembravano tutte
uguali,certamente c'erano delle differenze da un punto all'altro,ma li
dentro non era come una delle foreste che Sesshomaru percorreva di
solito,in mezzo al bosco ogni ogni odore e differente,così
grazie all'olfatto poteva anche orientarsi meglio,mentre li c'era odore
di stantio,la poca aria non areava quell'immenso complesso urbano e per
ciò muoversi gli riusciva difficile,tutto li sapeva di morte
e scomparso,perciò l'unica cosa che gli restava da fare era
esplorare e mettersi d'impegno per andare avanti nella sua missione.
Girò un angolo,n'è girò un altro, un
altra piazzetta,un altro vicolo stretto e finalmente,dopo diverso tempo
perso a camminare,uscì da li,ritrovandosi così in
luogo del tutto differente,una lunga strada deserta,si
guardò attorno notando subito i vicoli che si lasciava
dietro per avventurarsi verso una nuova via,di cui non sapeva nemmeno
la direzione da seguire.
Il suo istinto,chissà per quale motivo,lo spronava ad andare
avanti,nella direzione nella quale era girato e di incamminarsi
finchè non avrebbe cambiato direzione,proseguì
senza alcun indugio mentre la via di fronte a lui si presentava per lo
più spoglia,capita avvolte di vedere valessame
distrutto,diversi oggetti di legno,persino una specie di bambolina di
paglia era li,ma erano per lo più oggetti piccoli,per la
quale lui non provava alcun interesse.
Poco dopo,nel suo avanzare,si accorse che la strada gli appariva
più corta del previsto,si girò
indietro,accorgendosi che in realtà era lunghissima,eppure
lui aveva questa strana sensazione,come se ci fosse qualcosa di
sbagliato in tutto ciò,ma proprio essere gunto li,alla fine
della lunga arteria architettonica,eccola li di fronte a lui,un altra
antica meraviglia,una gigantesca piazza...o forse ciò che ne
restava.
Dal canto suo a lui non interessava nemmeno quell'immenso spiazo
immerso tra strade e viuzze,antiche costruzioni di legno erano sparse
dappertutto,accasciate a terra e ormai consumate dal tempo e
dall'umidità del sottosuolo,sopra di esse o attorno a legno
marcio,nel caso fossero completamente distrutte,si potevano vedere
diversi oggetti come:ceramiche,oggetti in legno,tessuti,attrezzi da
lavoro,gioielli e altra cianfrusaglia di questo genere,ma pochi di essi
si erano salvati dal non restar colpiti dalle intemperie del tempo e
perciò non erano più utili o più belli
di come lo erano un tempo.
Fece giusto qualche passo in avanti e all'improvviso lo
sentì,un altra fitta alla testa,questa volta durò
ancor meno di un attimo,ma fu tanto intenso da farlo cadere su un
ginocchio,un bagliore è nulla più,ma quello che
sentì fu veramente intenso.
Presenza e voci di una marea di gente,tutta ammassata li,lo aveva
visto,proprio com'era un tempo,le bancarella piena di merce esposta,i
mercanti che urlavano,persino l'odore della frutta fresca era
li,già nelle viscere della terra.
Ma com'è era possibile una cosa del genere?
- Ma si certo...forse la cosa non ha molto senso,ma altra spiegazione
non può esserci.
Di nuovo Jin,lui e le sue farneticazioni senza senso.
- Ancora tu,Finiscila con le stupidaggini e spiegami cosa mi sta
succedendo.
- Non sono stupidaggini le mie,ascolta,c'è qualcosa che
interferisce con la nostra comunicazione,questo luogo,questo posto
influisce sulla tua mente.
- Cosa?
- Sei già stato qui,ricorda,sei già stato qui,eri
con me...eri in me.
- Dannazione spiegati...Jin....Jin...
E anche stavolta l'assassino nella sua testa era sparito,di cosa
diavolo stava parlando?
Era già stato li? Con lui? Era assurdo,non l'aveva mai visto
quel posto,eppure aveva sensazione particolare,come qualcosa di
familiare,ci pensò un attimo nel tentativo di comprendere
quel delirio che gli passava per la testa.
Con gli occhi,insieme a lui,tutte parole confuse che lo confondenvano
sempre di più.
- Qui hai scoperto una grande verità è oggi
quella verità ti ha accompagnato fin qui.
Un altra frase,Jin,possibile che doveva fare sempre così? E
adesso cosa stava a significare quell'ennesima frase?
Verità? Quale verità? Era stato un umano ad
accompagnarlo fin li,li dove la sua mente si stava contorcendo nel
tentativo di capire cosa stesse accadendo,era un umano,era solo un
umano.
La verità era quella,pura e semplice,nulla di
più,era stato umano,un uomo che un tempo avrebbe disprezzato
con tutto se stesso,ma ora,non discriminava più,o almeno non
quanto prima.
Ezio era stato rispettoso per il tutto che era stato con lui,lo aveva
guidato,consigliato,supportato,era stato paziente con lui,ma Sesshomaru
invece no,adesso se ne rendeva conto,il Fiorentino era stato giusto con
lui e lui per ricambiarlo lo aveva sfidato a chi dei due apparteneva
alla razza migliore.
Era stato stupido da parte sua,Ezio si era dimostrato migliore di lui,e
lui questo non lo accettava,era quello il motivo per cui lo aveva
trattato così,persino il suo destreggiarsi in aria come
fosse un uccello,il suo librarsi come una piuma al vento,era solo una
vanteria.
- Avrei dovuto trattarlo come mio pari,sono io che mi sono dimostrato
inferiore,però devo dire,che con queste vesti non sembriamo
poi così diversi.
Si,lo aveva proprio detto a se stesso,lui ed Ezio,uguali nello
svolgimento di quella missione,proprio come gi umani e gli yokai di
poco fa...
- Cosa?
Ora che ci pensava bene,nella visione di prima,c'erano diversi umani
che camminavano li,fianco a fianco con degli yokai,tutti che passavano
l'uno accanto all'altro,quale sorpresa per lui,eppure,aveva
già avuto una visione del genere.
Un ricordo sbiadito,immagini di un altro tempo,visto con gli occhi di
un altra persona.
- No...non posso crederci,questa è...
Lo stupore aveva preso il sopravvento sul suo volto,ora quel luogo gli
appariva con un aspetto del tutto differente.
- Si ragazzo,benvenuto nel luogo in cui hai camminato nei miei
ricordi,benvenuto,nelle rovine della setta degli assassini.
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Capitolo 37 *** Sulle tracce di una pantera. ***
No,non poteva crederci,quel luogo,quello che un tempo era stata la
città che sotterranea che aveva visto in sogno,quella bolla
primordiale dove al suo interno vivevano migliaia di persone,era ora
abbandonata,danneggiata dallo scorrere del tempo,che comportandosi da
tiranno passa inesorabile senza aspettare nessuno.
Ora comprendeva,ora sapeva,il dolore alla testa e il peso delle
emozioni per gli ultimi avvenimenti erano stati calmati,non
allontanati,pronti a colpire quando meno se lo sarebbe aspettato.
- Le rovine della confraternita...non riesco a credere di essere qui,la
guardavo con i tuoi occhi,camminavo per mezzo delle tue
gambe,inoltrandomi nella folla,ma ero solo un ospite,in un ricordo che
non mi appartiene.
- Ora puoi rilassarti,la tua mente non ti darà
problemi,almeno per il momento.
- Che intendi dire?
- C'è qualcosa in questo luogo che interferisce tra me e
te,forse i miei ricordi legati a questo posto influiscono in qualche
modo con le tue capacità,per ora evita di usare i tuoi
poteri,può essere pericoloso.
- Fosse solo questo il problema,non so dove mi trovo e non so come
andarmene,ma restare qui non mi sembra la cosa più
conveniente,mi conviene spostarmi.
Sesshomaru diede un ultimo sguardo dietro di se,a quella parte delle
rovine che aveva già attraversato e che a lui ora sembravano
familiari,ma allo stesso tempo distanti e sconosciute,tornò
con gli occhi di fronte al suo percorso e si incamminò,verso
una direzione che la sotto a lui sembravano tutte uguali.
Decise di attraversare la piazza del mercato,quell'antico luogo di
scambi e baratto,o forse ai quei tempi battevano già
moneta,ma per lui erano altre le preoccupazioni,dove stesse andando non
lo sapeva nemmeno lui,ma la sua missione era raggiungiere Toran e per
la miseria ci sarebbe riuscito,prima però doveva almeno
capire dove si trovava lui e dove si trovava la pantera,per Ezio invece
ci avrebbe pensato dopo.
Di sicuro stava bene,quello strano umano era fin troppo seccante per
poterlo eliminare così facilmente,dopotutto lui era rimasto
di sopra,chissà dove si trovava ora.
- Sicuramente sta meglio di me,infondo non'è lui che ha
rischiato di morire sotto una cascata.
Pensò lo yokai ripensando alla precedente disavventura.
Passò una decina di minuti ed era già arrivato
dall'altra parte della piazza mercantile,senza nessuno a sbarrargli la
strada,senza nessuno che lo chiudeva in una stradina tanto stretta da
far fatica persino a muovere qualche passo,dove un tempo l'abbondanza
prosperava,ora i resti,di un tempo ormai passato erano divenuta
storia,dimenticata e sepolta.
giunto ormai in prossimità del confine opposto della piazza
giunse alle sue orecchie una voce,una voce che conosceva abbastanza
bene.
-Ehi voi,controllate dovunque,hanno detto di averlo visto entrare qua
dentro,cercatelo.
Toran,era li,ne era certo,l'aveva sentita chiaramente visto che la sua
voce aveva fatto eco per l'intera città e il rimbombo la
dentro non era di certo stato debole,ora sapeva che poteva
raggiungerla,ma prima di trovarla avrebbe dovuto nascondersi,se c'era
qualcosa che stava imparando da Ezio e da Jin e che in certe situazioni
e meglio non mostrarsi così apertamente,se c'è
l'aveva fatta una volta,poteva farcela anche adesso,con o senza lama.
- Perlustrate la città,ogni via,ogni vicolo,ogni buco
polveroso di questo posto,non deve uscire vivo da qui,io mi
dirigerò nel vecchio nascondiglio della confraternita,forse
è li quello che stiamo cercando.
Quella notizia ora gli suona nuova,cosa doveva cercare Toran? Era mai
possibile che lei li avesse tradito gli assassini solo per un
tornaconto personale? No,lui non ci credeva,non poteva,dopo il suo
ultimo scontro con i clan delle pantere,Sesshomaru si era guadagnato il
rispetto del clan rivale,che dopo secoli di conflitto erano giunti ad
una pace duratura,dopo tutto Sesshomaru aveva riportato in vita
karan,shuran e shunran,le rispettive sorelle e l'unico fratello di
Toran,ultimi membri d'elite del clan delle pantere.
Ma quella ormai era storia passata,a lui non importava più
della rivalità,ma allora perchè Toran,che era
sembrata così disponibile nei suoi confronti ora si
comportava come la più subdola delle ladre,perchè
mai quella pantera aveva subito un cambiamento così
repentino?
Avrebbe pensato dopo a trovare una ragione,ora però sarebbe
stato meglio nascondersi e così facendo scattò
verso un vicolo tra le case che aveva di fronte nella speranza di non
essere stato avvistato da nessuno.
Ma il rischio di essere scoperto rimaneva è più
tempo restava li,maggiori erano le possibilità di essere
trovato,perdere tempo non faceva era qualcosa che faceva per lui,quindi
la prima cosa da fare era trovare Toran,poi,avrebbe deciso il da farsi.
Si spostò ancora,verso la probabile direzione della
pantera,il suo udito avrebbe potuto aiutarlo meglio,se fosse stato in
un ambiente aperto,ma li,dove il soffitto era tondo e il luogo
chiuso,si creava un acustica particolare,le onde sonore prodotte da un
qualsiasi rumore o suono rimbalzava a tal punto da creare un eco che si
propagava per buona parte della caverna,ammesso che il suono emesso
fosse abbastanza forte da essere trasmesso con forza,per lo yokai
sarebbe stata dura non potersi affidare più di tanto ai suoi
sensi da yokai.
Ma non sarebbe bastato questo a fermarlo.
Si rintanò in un piccolo angolo,nascosto tra gli edifici
ormai cadenti,il buio lo avrebbe aiutato a nascondersi meglio,ma sapeva
che i nekoyokai aveva una naturale predisposizione per vedere anche con
la minima presenza di luce,la fessura dalla quale era passato
permetteva alla luce esterna di entrare in piccola parte permettendo
così una buona visione a tutti coloro che potevano far uso
di una buona vista anche in un luogo scuro come quello,è
anche Sesshomaru,essendo un Inuyokai,poteva far uso di questa
abilità.
Ma anche l'olfatto lo stava aiutando,nonostante l'aria viziata che si
respirava li dentro,non gli era precluso sentire odori che non
appartenevano a quel luogo,e i felini che lo stavano cercando era in
possessori di quell'odore,Jin gli aveva consigliato di non far uso dei
suoi poteri,ma non gli aveva detto che non avrebbe dovuto usare i suoi
sensi,Sesshomaru avrà avuto l'aspetto di un uomo,ma restava
pur sempre un cane,la cosa avrebbe potuto giocare a suo favore,doveva
solo usarle nel modo giusto.
un leggero rumore di passi si stava facendo sempre più
forte,qualcuno si stava avvicinando alla sua posizione,avrebbe dovuto
reagire di conseguenza a quella situazione,ma combattere apertamente
non sarebbe stata una buona idea,se lo avesse fatto Toran avrebbe avuto
un vantaggio su Sesshomaru e probabilemnte dileguarsi tra le
sconosciute vie di quel luogo,non poteva permettersi un risultato
simile,avrebbe fatto le stesse cose che in quel giorno aveva fatto con
Ezio,ma lo avrebbe fatto da solo,era giunto il momento di mettersi alla
prova.
Avanzò tra le strette viuzze della città in
rovina,lesto e senza essere visto,quel lato della grotta era
completamente pieno zeppo di gatti,poteva sentire la loro presenza
ovunque,sentendo i passi di uno di loro si allontanò da
lì prendendo un altra stradina li vicino.
Il pericolo di essere scoperto rendeva la situazione decisamente
stressante,avrebbe preferito combattere che scivolare nell'ombra come
un fuggiasco,ma se voleva avvicinarsi a Toran senza alcun sospetto
allora avrebbe dovuto muoversi nelle tenebre,veloce come il vento e
silenzioso come un pensiero,evitare lo scontro sarebbe stato
più difficile del previsto.
Superato un gatto,poi un altro,un altro ancora,ognuno di loro veniva
aggirato con destrezza,avvolte tra uno spostamente e l'altro aveva
rischiato di essere scoperto,ma la sua naturale velcoità lo
rendeva una preda più difficile del previsto,provarono a
cercare in giro,ma nulla,persino cercarlo in gruppo non
servì a niente,ad alcuni era persino capito di vedere un
ombra tra quelle strade abbandonate,per poi accorgersi che erano sono
quelle di altri gatti,ingannati sia da i loro occhi che dalle poche
torce che alcuni di loro tenevano in mano,la cui fioca luce deformava
non poco la forma delle loro ombre.
Di angolo in angolo,di casa in casa,con passo leggero e svelto di
gambe,Sesshomaru faticò non poco per non essere
individuato,ma sapeva che poteva farcela,sapeva che si sarebbe dovuto
abituare a quel tipo di manovre evasive,perchè se non ci
fosse riuscito con Toran come avrebbe potuto farcela con Akira? Quella
missione si stava rivelando il suo primo vero addestramento nell'arte
della furtività,lo avrebbe superato...o così
sperava.
Sentiva l'odore della pantera farsi sempre più vicino,sempre
più intenso,il lui c'era una voglia matta di trovarsi di
fronte a lei,chiedergli il motivo di quella sua fuga,il motivo di tutto
questo trambusto,erano pochi gli individui alla quale prestava
particolare attenzione,e per quante poche volte avesse avuto a che fare
con Toran,nutriva verso di lei un certo rispetto,se non altro la sua
presenza,probabilmente questa cosa di Toran che faceva uno sgarro del
genere era di certo una di quelle cose che irritava Sesshomaru.
Ma sarebbe rimasto calmo,sarebbe rimasto obbiettivo,distaccato dalle
sue emozioni,avrebbe agito solo al momento più
opportuno,quando lei non se ne sarebbe accorta.
Avanzò con passo rapido,ancora attento a non farsi
scoprire,evitando i suoi inseguitori più che poteva,passare
vicino ai quei gatti senza dover alzare un dito per superarli era per
lui già un passo avanti verso quell'arte che per tutta la
sua vita era la nemesi del suo essere guerriero,anche se ora gli
tornava comodo più che mai.
- Non lo avete ancora trovato?
Era la voce di Toran che si propagava tra le strade.
- No signora,non lo abbiamo ancora visto,sembra essersi volatilizzato
nel nulla.
- Non essere ridicolo,so bene chi e,lo conosco abbastanza bene da poter
dire che non è il tipo che fugge per così
poco,continuate le ricerche.
Aveva sentito più che chiaramente la sua voce,lei era
più vicino di quello che lui credeva,ora il problema era
solo trovarla,se solo avesse potuto osservare la situazione da un punto
di vista migliore,avrebbe trovato la posizione di Toran.
Poi all'ìmprovviso,chissà perchè,gli
venne una strana idea,alzò lo sguardo sopra di lui e
cominciò a dare un occhiata in giro,i suoi occhi si posarono
su uno dei tanti palazzi attorno a lui,con l'unica differenza che
l'edificio che interessava a lui era più alto di molti altri
nella zona e spinto da chissà quale forza,si
avviò verso il punto che più attirava la sua
attenzione.
Tangliando ancora per poche strettoie era giunto a destinazione,la
porta al piano terreno della costruzione era aperta e senza dare
nell'occhio si introfulò in quella proprietà
ormai disabitata da millenni,trovate le scale per andare ai piani
superiori decise di percorrerle tutte disinteressandosi completamente
dei pochi interni ormai in rovina.
Ma nonostante il disinteresse non potè non notare come
alcune cose erano ancora rimaste dentro all'edificio,i muri ricoperti
da pitture ormai sbiadite dal tempo,alcuni mobili ancora in
piedi,riuscì a intravedere persino una rudimentale culla di
legno,simbolo che anche li delle famiglie vivevano l'una sopra le
altre,non in diverse case ognuna occupata da una sola famiglia,ma
piuttosto come camere comunicanti di un unica grande casa,come se il
concetto di collettività quasi rispecchiasse una quasi
mancanza di vita privata,forse le famiglie mangiavano insieme,oppure si
spostavano da un abitazione all'altra per andare a trovare i
vicini,scambiandosi chiacchierate e battute,ma anche doni per i giorni
di festa o più semplicemente le pietanze che venivano
preparate durante la cena e in parte donate ai vicini,ma a lui cosa
interessava,erano altre le sue preoccupazioni.
Dopo una furiosa corsa su un intera rampa di scale arrivò in
cima senza che lo sforzo di quella improvvisa accelerazione lo fermasse
per la fatica o per lo sforzo in se,non un acciacco ho una fitta si
faceva sentire.
Nel vedere da lassù il paesaggio cittadino attorno a
lui,osservò con attenzione ogni costruzione,ogni strada,ogni
gatto sotto di lui,ogni cosa sulla quale il suo sgaurdo si
posava,memorizzò con attenzione ogni cosa e il luogo in cui
si trovava,quasi stesse facendo una mappa di tutta la zona che riusciva
a vedere,una mappa che risideva ben al sicuro nella sua memoria.
Però era strano,perchè mai gli era passata per la
testa un idea del genere? Cosa l'aveva spinto a salire fin
lassù? Il voler trovare la posizione di Toran non era
l'unica spiegazione,eppure ora la vedeva più che
chiaramente,ora sapeva dove si trovava e riusciva a notare in modo
ottimale la sua direzione,certamente l'aveva sentita chiaramente quando
aveva detto alle guardie dove voleva andare,ma adesso sapeva
esattamente quale percorso faceva la pantera,ora doveva solo pedinarla.
Rifarsi tutte le scale non era certamente un problema per
lui,però sentiva che poteva trovare una strada migliore da
poter percorrere è di certo non includeva una strada a
livello del suolo,ma quale?
E poi,nel suo cercare un percorso alternativo,osservò i
tetti dei palazzi adiacenti e lo faceva con rinnovata astuzia,prendendo
così un altra bizzarra decisione,prese una piccola rinconrsa
verso il bordo del palazzo e poi saltò,verso un palazzo
adiacente e più basso atterrando senza problemi dall'altra
parte della strada.
Una nuova energia sembrava essersi impossessata del giovane yokai che
sentiva ormai suo quel modo di fare,cosa lo avesse spinto a fare tutte
quelle azioni in singolo giorno non lo sapeva nemmeno lui,ma,la cosa lo
faceva sentire così bene,con se stesso,con ciò
che lo circondava,come una sorta di armonia i cui effetti influivano
sul suo modo di inseguire Toran,la cosa non gl dispiaceva affatto.
Guardò verso Toran e sempre preso da quella forza interiore
continuò a seguirla dall'alto,un altro balzo e
finì su un altro palazzo,poi un altro,poi un altro
ancora,svoltando quasi in continuazione,senza essere visto e in netto
vantaggio su tutti loro,adesso doveva solo aspettare il momento giusto
e poi...
- Ecco dev'essere questa.
Disse Toran parlando tra se e se,si era inoltrata in una delle tante
stradine fino a raggiungere un vicolo cieco,sembrava sospetta come
cosa,perchè mai era andata proprio li? Si chiese Sesshomaru
mentre da lontano,osservava la situazione dall'ennesima palazzina semi
distrutta,vide lei battere con una nocca sul muro,quasi stesse
bussando,mai poi rifece la stessa cosa in un altro punto per ben tre
volte,a Sesshomaru parve strano il comportamento della ragazza,eppure
sentiva che c'era qualcosa di insolito,come se avesse già
vissuto una situazione simile.
Poi,da quello che vide con i suoi occhi,fu una specie di trucco,il
muro...si apriva,una fessura innaturale si stava formando alla fine del
vicolo nella quale Toran si infilò al suo interno senza
alcuna esitazione,lasciando nulla dietro di se,se non il suo
inseguitore.
Sesshomaru non poteva crederci,come aveva fatto a scomparire in quel
modo? Preso dalla curiosità si calò
giù con un balzo e appena atterato attutì la
propria caduta evitando così di attirare attenzioni
indesiderate,la parte facile era ormai passata,ora iniziava quella
più complicata.
Inoltrandosi fino alla fine del vicolo,l'inuyokai osservò il
muro con attenzione,sembrava essere tornato come
prima,solido,inavomibile,privo di ogni mobilità,ma lui
sapeva bene che quello che aveva visto non era stata un illusione,era
entrata da li,ma come passare? Abbattere il muro sarebbe stata un idea
degna di suo fratello,era un idea fin troppo semplice,per non parlare
che il rumore del muro infrato avrebbe riecheggiato per l'intera
area,saprva benissimo che non poteva fare così.
Quindi,passò ad un altra tattica,l'odorato,si
concentrò,ispirò intensamente e...niente,nessun
odore,la sua idea consisteva nel sentire l'odore delle mani della
pantera e capire dove le avesse posate,ma nulla,era come se li non ci
fosse mai stata,persino il muro sembrava non avesse un proprio
odore,questo non aveva senso.
- Non'è possibile,lei è passata di
qui,n'è sono certo,l'ho visto,non può essere
stata un illusione.
- Ti sei già dimenticato?Eppure ci sei già stato
qua.
Fu di nuovo Jin a portare consiglio al giovane yokai.
- Ricorda attentamente che cosa vedesti con i miei.
Sesshomaru non rispose alla voce e cominciò a
concentrarsi,nello sforzo di rievocare memorie altrui
ricordò giusto qualche dettaglio,ricordava bene il rumore
delle persone che passavano per le strade,dei mercanti che urlavano
nella piazza,anche la camminata di Jin verso la vecchia confraternita
gli era quasi completamente chiara,ma il metodo per aprire quella porta
gli sfuggiva completamente.
- Non riesco a rammentare,è tutto inutile.
Nel finire quella frase appoggiò una mano contro il
muro,come se il peso di quel fallimento fosse inaccettabile,poi,una
strana sensazione si insinuò in lui,fissò la mano
poggiata sulla pietrosa parete,per poi muoverla tastando con le nocche
il puto in cui la yokai aveva fatto precedentemente,anche lui lo fece
uan volta sola,subito dopo spostò la mano nel secondo
punto,battè tre volte,risultato?
La parete si mosse.
Lentamente si apriva di fronte a lui lo stesso varco segreto che tempo
addietro aveva già osservato nei ricordi di quella voce che
sembrava aveva fin troppi segreti da nascondere,era riuscito ad aprire
un passaggio segreto vecchio di millenni,ma senza perdere altro
tempo,entrò anche lui nel passaggio dietro il muro che senza
indugi proseguì senza porsi altre domande,almeno per il
momento.
L'interno di quel corridoio era buio pesto,persino Sesshomaru aveva
fatto fatica a capire dove stava andando,anche nei ricordi di Jin quel
posto era scuro,senza luce,persino i meccanismi di legno che si
trovavano all'inizio dello stretto passaggio erano appena
visibili,consunti,quasi marci,ma ancora funzionanti,il sentore di morto
e sepolto si sentiva in tutta la città in rovina.
E in quel umido passaggio,la desolazione del luogo era persino
più persistente,quale assassino avrebbe più usato
quei passaggi?Chi avrebbe usufruito ancora di quella comoda
scorciatoia,se non una pantera e un cane? Triste pensiero su un
corridoio segreto ora in disuso e senza più valore.
qualche passo più avanti,quando ormai muoversi al buio era
divenuto quasi un abitudine e l'aria stantia l'unica aria
respirtabile,lo yokai intravide una luce uscire da un cavità
perfettamente lineare ai lati,segno che l'apertura era
artificiale,appena uscito da li,ecco li,lo stesso magnifico spettacolo
architettonico,il quartiere segreto dentro la città.
L'antico quartier generale della confraternita degli assassini era
li,tutt'attorno a lui,ma questa volta non c'era lo svago della prima
volta che l'aveva vista nella sua mente,era un luogo morto,dove prima
c'era vita,ora regnava un inquietante silenzio,dove li aveva scoperto
una verità,ora l'unica verità li rimasta era che
il tempo aveva consumato quel luogo,ricordava bene l'immensa folla di
incappuciati attorno a lui e i pochi che non portavano un cappuccio
portavano l'altro segno della fratellanza,il tringolo.
Ma in quel momento,quando lui aveva rimesso piede in luogo,era l'unico
ad avere il capo coperto,anche se di certo non era un assassino,in un
qualche modo gli procurava dispiacere vedere un luogo un tempo tanto
glorioso,ora ridotto ad un ammasso di vecchi edifici senza
più alcuna funzionalità.
- Jin,questa è...
- Si,e lei,eppure sento che qui è successo qualcosa.
- Di che parli?
- E successo qualcosa,si..dev'essere così,ma non ricordo,mi
sfugge qualcosa.
E mentre Sesshomaru prestava attenzione alle parole della voce nella
sua testa,un altra presenza si fece sentire molto forte,forse per
istinto o per abilità Sesshomaru fece un balzo in avanti
evitando così un colpo inaspettato,nel punto in cui si
trovava prima,ora si celava un elegante quanto insolito
oggetto,sembrava un corto bastone attorcigliato su se stesso,con due
vistose punte su entambi i lati,era di un azzurro trasparente ed
emanava un aura gelida,alla vista sembrava fatto di ghiaccio,ma lui non
aveva bisogno di ragionare sulla natura di quella strana opera,era un
arma...è sapeva bene chi l'aveva scagliata.
- I miei complimenti Sesshomaru,bravo.
L'inuyokai si girò in direzioni di quella che alle sue
orecchie sembrava la voce di lei,la donna che stava inseguendo e dalla
quale voleva sapere tutto quello che aveva intenzione di
chiedergli,infine,comparve lei,Toran,la cui elegante figura
uscì all'improvviso da chissà dove per poi
comparire a una ventina di metri da lui,lei lo guardava con aria
strafottente e superba,quasi a voler sfottere quello che per lei
sembrava un vano tentativo di volerla prendere di sorpresa,la cosa
ovviamente lo irritava parecchio.
- Devo dire che i tuoi tentativi di assomigliare a quei cappucci
bianchi a di per se un lato davvero buffo:dimmi cane,come ti sono
sembrati i miei uomini?
- Lenti,deboli e stupidi,esattamente come te felino,perchè
sei fuggita dal villaggio?
Chiese lui con tono duro e quasi inespressivo.
- Ma come,non ci arrivi? Guardati,sei vestito esattamente come
loro,quei cappucci bianchi ti stanno cambiando in qualche modo....tu
stai cambiando.
- Che vuoi dire?
- Come? Davvero non te ne rendi conto? Questa storia non ha alcun
senso,Akira,gli assassini,chi sono veramente? Cosa vogliono da te?
- Cosa vogliono non mi interessa,io voglio Akira e loro possono
aiutarmi a combatterlo,non ho bisogno di sapere altro.
- Quell'uomo ti ossessiona tanto? Ascoltami, ti propongo un patto,prima
c'è ne andiamo e poi ti prometto che ti aiuterò a
vendicarti di quel damerino che desideri tanto uccidere,allora che ne
dici?
- Dico che ti riporterò indietro,costi quel costi.
A sentire quelle parole,sul volto di Toran si mostrò una
nota di tristezza,quasi fosse rimasta delusa dalla decisione
dell'inuyokai,che quest'ultimo continuava a guardarla con sguardo
minaccioso.
- Speravo tu potessi esserre più accondiscendente,mi
sbagliavo,in guardia.
La prima attaccare fu proprio lei,che finendo di parlare
scattò in avanti,irrigidì un braccio ponendolo di
fronte a lei dal cui palmo emise un raggio di un pallido
azzurro,essendo però uno dei classici attacchi di Toran
Sesshomaru sapeva già come evitarlo,gli bastò
spostarsi velocemente di lato che quel glaciale attacco non lo prese,ma
se l'attacco di Toran aveva fallito,il recupero della sua arma non fu
dello stesso risultato.
Notando lo spostamentò laterale dell'inuyokai,la pantera
balzò in avanti recuperando così la sua arma e
acquisendo così un vantaggio su di un Sesshomaru
disarmato,per loro due non furono poche le volte che si scontrarono
l'uno contro l'altro,la guerra tra i Taisho e le pantere era durata
molto,quindi i loro duelli non furono di certo pochi,ma questa volta
lui combatteva senza una spada al fianco.
- Sesshomaru, ultimamente sei diventato prevedibile,sicuro di potercela
fare questa volta?
- Come sempre Toran e adesso te lo dimostrerò.
Sapeva bene di essere disarmato,sapeva bene il peso lasciato da una
Bakusaiga mancante alla cintura di un abito che non gli
apparteneva,quindi,fece una sola cosa che gli passò di
mente,mise la gamba sinsitra più avanti di quella
destra,alzò la guardia ponendosi di fronte a lei in quella
basilare posizione di combattimento.
Per un attimo sul viso di Toran si poteva notare un espressione piena
di perplessità,ma subito dopo cambiò totalmnente
espressione passando dalla confusione all'ilarità,sembrava
che la cosa la divertisse molto.
- Sesshomaru,cosa diavolo stai facendo?
- Non lo vedi? mi preparo a sconfiggerti,ecco cosa sto facendo.
- No sul serio,a cosa serve quella posizione? Pensi che i tuoi artigli
basteranno a farmi qualcosa?
- Se vuoi scoprirlo,perchè non ti fai sotto,infondo,un cane
saprà sempre come tenere a bada un gatto.
E mentre sul volto di Sesshomaru si formava un sorriso da perfetto
presuntuoso,su quello di Toran invece si vedeva un espressione carica
di rabbia.
- Basta così,adesso ti sistemo,insulso damerino borioso.
E proprio come volevasi dimostrare,Toran attaccò senza
alcuna esitazione,presa dal risentimento e probabilmente dalla loro
precedente rivalità,la yokai si accontentò di
incanalare tutta la sua forza in un unico colpo di punta,lo scatto che
fece gli diede così tanta forza che il solo infilzarlo lo
avrebbe ucciso all'istante,un colpo di punta a dir poco fatale.
- Muori.
La lancia di ghiaccio si avvicinava sempre di più,annulando
poco alla volta la distanza che c'era tra la carne di lui e l'arma di
lei,ma non era ancora detta l'ultima parola.
I muscoli erano tesi,la mente era scattante,la volontà era
indomita,non sarebbe morto li,non sarebbe perito per mano della sua
antica rivale,aveva ancora un conto in sospeso con Akira,doveva sapere
perchè,il perchè di tutto quello che gli stava
succedendo,il perchè di tutta quella
storia,templari,assassini,lui c'entrava qualcosa,ma perchè?
Non poteva permettersi di morire li,per cui avrebbe reagito a
quell'attacco,il metodo lo aveva già sperimentato,doveva
solo metterlo di nuovo in pratica e anche alla svelta.
Non appena la punta si avvicinò al suo ventrè
l'inuyokai,si piegò con tutto il busto verso la sua
destra,evitando così un infilzata sicura ai suoi organi
interni,in rapida risposta a quella rapida
aggressione,scattò con un pigamento verso sinistra,strinse
il pugno destro più forte che potè,per poi
rilasciare il colpo su volto della pantera,che l'accuso non poco,dato
che fu sbalzata via con una tale forza dallo strisciare per mezzo metro
sul terreno roccioso della caverna.
- Non oggi Toran.
Appena si fermò fu evidente come lei avvese accusato quel
destro micidiale,nonostante la rozezza del colpo,la forza sovraumana
insita in quel braccio era decisamente enorme,la cosa si poteva
evidenziare anche da come la pantera stesse cercando di riprendersi
dalla botta subita,sembrava stordita,faceva persino fatica a rimettersi
in piedi,poichè le ci volle poco più di un attimo
a dover far forza contro il terreno.
Si rialzò malamente,poichè nel provare a
rimettersi in posizione eretta il suo corpò fu scosso da
pochi brividi,ma erano più che sufficenti a dimostrare a gli
occhi di Sesshomaru che quello non fu di certo un pugno leggero.
- Dannato di un cane,questa me la paghi.
- Parla pure quanto ti pare,la tua fuga finisce qui,arrenditi.
- Mai.
- Allora ti riporterò indietro con la forza.
Sesshomaru si mosse in direzione della ragazza,con fare cupo e
minaccioso,camminando velocemente verso di lei e preparando
già una mano nel caso avesse dovuto colpirla un altra volta.
- Ho un ultima carta da giocare.
Disse lei con tono sicuro e audace,seppure indebolita Toran
sembrò pronta per ricominciare il loro
scontro,aprì completamente le mani per poi richiamare ancora
quelle riserve di energia che le erano rimaste,Sesshomaru
notò che l'aria attorno alla ragazza si stava facendo
gelida,cosa che lui aveva intuito come un brutto segno.
Così facendo,saltò via lontano da lei,aumentando
notevolmente la distanza che c'era tra loro due,di almeno venti
metri...e il suo istinto gli diede ragione,Toran era riuscita a
cambiare lo stato del terreno,che adesso pareva congelato,un leggero
strato di ghiaccio copriva di almeno cinquanta metri un area tutta
attorno a lei,a gli occhi di Sesshomaru sembrò un blando
tentativo gongelarlo.
- Ci hai provato Toran.
Ma era ancora presto per cantare vittoria,appena lo yokai
tornò a terra ebbe la sensazione di scivolare anche se
subito ritrovò l'equilibrio che poco prima andò
perso.
- E sono riuscita nel mio intento,vedi Sesshomaru,adesso sei veramente
nei guai,sai,dal nostro ultimo incontro anche io ho potenziato le mie
capacità,tu sei ruscito a ricomporre il tuo braccio
mancante,dalla quale hai ricevuto la tua bakusaiga,ma anche io ho
migliorato i miei poteri.
- Che vuoi dire?
- Hai presente il ghiaccio che hai sotto i piedi? Bene,ti faccio vedere.
Sesshomaru non ebbe nemmeno il tempo di comprendere appieno le parole
di Toran,che qualcosa sotto di lui uscì,colpendolo
violentemente all'addome e subito dopo sbalzato in aria,all'inizio il
colpo ricevuto sembrava solo doloroso,ma poi,apparve altro,sangue.
Non si era subito reso conto di essere stato trafitto da qualcosa,ma la
sua veste che si stava tingendo di rosso e il buco appena comparso sul
suo ventre,suggeriva che il colpo della pantera,qualunque cosa fosse
stata,ebbe successo.
Tornò a contatto col suolo,che appena venne colpito si ruppe
a contatto con la fronte di Sesshomaru,che urtò
violentemente contro il ghiaccio sottostante.
- Piaciuta la dimostrazione?
- Che stregoneria e mai questa?
Disse Sesshomaru mentre provava a rialzarsi,cosa che quel ghiaccio gli
rendeva difficile l'impresa.
- Oh parla di questo? Dal nostro ultimo scontro anch'io ho potenziato
le mie capacità,vedi,da un pò di tempo ho
scoperto come controllare al meglio il mio ghiaccio,tutto il ghiaccio
che vedi a terra e sotto il mio pieno controllo,sono in totale sintonia
con il mio elemento,posso controllarlo come più mi pare e
piace,in parole povere,sei in trappola.
- Che cosa?
- Esatto Sesshomaru,io posso farti tutto quello che voglio,senza che tu
possa farmi nulla.
- Lo vedremo.
L'inuyokai riuscì a rimettersi,ma anche con tutta la
spavalderia che ostentava in quel momento,non si sarebbe salvato solo a
parole,la sua ferita non sembrava particolarmente pericolosa,ma non
stava neanche migliorando,non voleva ricucirsi,la sentiva fredda oltre
che fastidiosamente dolorosa,istintivamente portò una mano a
coprire la parte danneggiata,scoprendo così la causa di quel
curioso sintomo.
La ferita era parzialmente ghiacciata,tastò con un dito per
averne la certezza,quella pantera gli aveva ghiacciato parte della
ferita,bloccando così la completa rigenerazione dell'addome
bucato.
Lentamente il sangue colava,mentre sentiva il freddo farsi strada negli
addominali,ma Toran si era certamente accorta della preoccupazione del
suo avversario.
- Dici? In questo momento la tua ferita si sta ghiacciando e anche se
ci vorrà un pò prima di darti il colpo di
grazia,sappi che ti indebolirai poco alla volta,mi basterà
star qui e attendere che tu muoia assiderato,quindi
preparati,perchè la tua non sarà una sconfitta
rapida.
Sesshomaru era in serio pericolo,lui,disarmato e in pericolo di
vita,mentre lei si stava dimostrando un avversario più
pericoloso di quello che lo yokai ricordava,doveva trovare una
soluzione.
E nel vedere la figura della donna di fronte a lui,diversi sentimenti
si scontravano nell'animo dello yokai,sapeva bene chi era lei,ma allora
come faceva a sapere delle rovine della vecchia confraternita,di come
aprire quella porta segreta,c'era qualcosa che non quadrava in quella
storia.
Ma il tempo delle domande non era ancora giunto,ora doveva concentrarsi
su quello scontro,poichè per la prima volta,quella
pantera,dimostrava certamente di essere una rivale ben più
agguerrita di quello che era un tempo.
Ora lo scontro si faceva serio.
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Capitolo 38 *** Falsa rivalità ***
Sesshomaru e Toran,due yokai la cuì rivalità
sembrava cessata,ora riprendeva con sviluppi inaspettati,era Toran
quella in vantaggio,il suo ghiaccio,che ora si posava a terra per una
ventina di metri,sembrava vivo,un tutt'uno con la sua manipolatrice.
Per lui invece le cose si complicavano,mai si sarebbe immaginato una
capacità simile proprio da Toran,proprio da lei,contro la
quale aveva combattuto da tutta una vita,le aveva visto fare molte cose
col ghiaccio,una volta gli era persino capitato di vederla ghiacciare
il letto di un fiume,ma questa nuova capacità era una storia
completamente diversa.
Sapere da dove aveva appreso una tecnica del genere sarebbe stato
superfluo,un pò come se si fosse domandato perchè
il suo braccio mancante fosse tornato com'era prima della sua
privazione,il motivo lo sapeva,ma saperlo non lo avrebbe reso
più forte o più abile nell'usare il nuovo
braccio,se non altro il saperlo lo rendeva consapevole della
motivazione di quella conseguenza,la vera domanda da porsi era un altra.
Come uscire vivo da quella situazione? Questa si che era una domanda
più intelligente da porsi.
Prima di tutto doveva analizzare la situazione,cosa che aveva
già fatto,dato che i suoi muscoli ventrali e anche le sue
viscere rischiassero il congelamento per colpo di un colpo tirato con
inaspettata sorpresa di colui che aveva subito quella fastidiosa
freddezza che ora lo prendeva li in basso.
Tuttavia sapeva bene che doveva restare calmo,di ghiaccio,cosa alquanto
ironica visto che rischiava veramente di congelarsi,la gelida ferita
glie lo ricordava benissimo,apparte il dolore naturalmente.
Quindi,si sarebbe dovuto dare una mossa.
- Allora stupido cane,come ci si sente ad essere intrappolati nel
ghiaccio?Eppure ricordo molto bene che non eri tipo da cadere in simili
tranelli.
- Non prendermi in giro Toran,si capisce benissimo che questo
non'è il solito ghiaccio che usavi contro di me,certo,mi
avrai anche rivelato che hai aquisito una nuova tecnica,ma questo non
spiega perchè tu abbia tutto questo vantaggio su di me.
- Vedo che non sei uno sprovveduto,ti basti sapere che questo ghiaccio
è una cosa unicamente mia.
- E probabilmente anche l'unica.
Toran fece un espressione che esprimava una nota di confusione sul suo
volto.
- Che vuoi dire?
- Quando hai aperto quel passaggio nel muro,quello che conduceva in
questo angolo della città,sapevi come aprirla,eppure questo
luogo sembra abbandonato da tempo,come facevi a sapere tutto questo?
- B'è ecco...me l'hanno detto i miei subordinati,sai quei
gatti conoscono molto questa zona.
- Davvero? Allora perchè non sono qui? Ma la fuori? Per
essere il covo di una banda e piuttosto spoglio,anche troppo.
A quel punto della conversazione Toran sembrò nervosa,come
se le domande di Sesshomaru la mettessero in qualche modo
sottopressione,e lui si era accorto di questo.
- Dimmi Toran,perchè ti sei rifugiata proprio qui?
- Se vuoi davvero saperlo,prima dovrai battermi.
E detto ciò Toran mosse,con un rapido movimento,la mano
destra che indicava l'inuyokai di fronte a se,quel gesto venne seguito
subito dopo dalla comparsa di un crepa nel terreno ghiacciato,che
sembrò avanzare verso Sesshomaru con rapidità
inaudita.
Ad ogni centimetro superato da quella riga spuntava una sottile punta
trasparente che usciva dal terreno per poi tornare urgentemente
sottoterra,era come se qualcuno si nascondesse nel suolo roccioso e
infilzasse di continuo l'aria poco sopra il nuovo pezzetto di terra
appena percorso,uno spuntone che andava su e giù di continuo.
E mentre quella cosa si avvicinava sempre di più a
Sesshomaru quest'ultimo non potè far altro che attendere
l'arrivo di quel colpo,avrebbe voluto muoversi ma quel sottile strato
di ghiaccio era troppo scivoloso,un passo falso e sarebbe finito a
terra e subito dopo sarebbe finito infilzato come uno spiedino,doveva
fare qualcosa se voleva uscire vivo da quello scontro.
Ma ormai quella cosa era fin troppo vicina a lui e l'unica cosa che gli
venne in mente fu di mettere le braccia di fronte a se volendo
così tentare una difesa improvvisata,anche se sapeva che la
cosa non lo avrebbe protetto più di tanto,anche se di certo
era meglio di prendere il colpo in pieno corpo.
Non dovette attendere molto che quella diabolica punta lo prese in
pieno,colpendolo alle braccia anzichè il
ventre,già dannegiato dal colpo precedente,provò
a difendersi ma i suoi avambracci rischiarono grosso nel venire
trafitti da un unico colpo diretto,con le braccia difese i suoi organi
interni,ma s capito dei suoi arti superiori che rischiarono entrambi di
essere presi al radio,ossa dicisamente sottili situate negli
avambracci,solitamente non adatti a parare un colpo di
punta,soprattutto se di quel calibro.
Dopo essersi difeso Sesshomaru notò che quella punta,dopo
aver assestato il colpo si ruppe tornando così da dove era
venuta,sottoterra.
-I miei complimenti Sesshomaru,hai sacrificato le braccia nel vano
tentativo di poterti difendere dal mio ghiaccio,bravo,peccato che
adesso devi pagare le conseguenze del tuo gesto.
Lo yokai sapeva bene di cosa stava parlando la pantera,tornò
a sentire quella sensazione di gelo farsi più forte,ma
questa volta non solo sul ventre,ma anche alle braccia,nel punto in cui
era stato ferito,anche quelle due ferite cominciarono a ghiacciarsi.
- Se continuerai di questo passo ti ritroverai ad essere completamente
alla mia merce,sai,ho sempre pensato che tu fossi un tipo
freddo,beh,tra poco lo sarai,nel vero senso della parola.
Le parole di Toran furono accompagnate da uno sguardo di
superiorità e una voce accattivante,stava già
assaporando il gusto della vittoria e lo mostrava con divertimento al
suo antico nemico,ma ancora un volta Sesshomaru non aveva intenzione di
dargliela vinta,avrebbe combattuto,come il suo essere guerriero gli
imponeva.
Si,lui era un guerriero,vedeva la difficoltà dello
scontro,il vantaggio della pantera su di lui,l'espressione di
quest'ultima con un ghigno arrogante stampato sul volto,ma sarebbe
bastato questo a fermarlo? A farlo arrendere?
Certo che no,non ci era riuscito Akira,i cui colpi risultavano
devastanti,veloci e dolorosamente efficaci,ogni colpo di quel templare
toglieva a Sesshomaru una parte della sua resistenza,lei invece gli
faceva solo male,certo,le sue attuali ferite si stavano
ghiacciando,bloccando sempre più i punti colpiti,ma se Toran
risultava fastidiosa,Akira era su un piano di difficoltà di
gran lunga più alto di molti altri avversari incontrati in
precedenza,forse nemmeno Naraku si era dimostrato tanto pericoloso.
Ma anche la pantera si stava dimostrando un avversario ostico,da quello
che aveva visto lui si era dimostrata una pessima combattente,i suoi
colpi con la lancia e le sue movenze in combattimento non sembravano
particolarmente elaborate,ma quella nuova tecnica col
ghiaccio,risultava pericolosa poichè faceva del controllo
del campo di battaglia una peculiarità di questo modo di
combattere,uno stile basato sul strategia del controllo
anzichè un duello di tecnica o di forza,quello che stava
facendo Toran era indebolire Sesshomaru il più possibile
senza entrarci in contatto...e sembrava che la cosa stesse funzionando.
Doveva inventare qualcosa per riequilibrare le sorti dello scontro,ma
come?Il tempo a sua disposizione era poco e il sapere che lei poteva
attaccarlo quando voleva e lui no,gli complicava di gran lunga le cose.
- Ancora resisti?Non hai scampo,perchè non ti inginocchi e
mi chiedi pietà? Sai,potrei anche essere magnanima e
lasciarti vivere...forse.
- Io arrendermi a te? Non lo fatto con quel dannato di Akira e pensi
che mi arrenderei a te? Una così debole gattina,la cui unica
tattica e quella di combattermi da lontano?Tipico di te Toran,ti senti
tanto forte,tanto invulnerabile da li,ma la verità e che non
potrai battermi,te lo già dimostrato in passato,te lo
dimostrerò anche adesso.
Sesshomaru sapeva bene come stuzzicare l'antica nemica di tante
battaglie,si erano combattuti per tanto tempo,dopo tutto qualcosa
doveva averla pur imparata sull'atteggiamento della glaciale
ragazza,proprio come lui era orgogliosa,tenacie e facile da
provocare,si,in certo qual modo i due era più simili di
quello che sembrava.
L'inuyokai mostra uno sguardo fiero contro la nemica secolare,cosa che
a quanto pare la fece rosicare,nonostante tutti i colpi presi lui
restava in piedi,a combattere,non era nella sua natura dichiarare la
resa,meglio morto che in ginocchio.
- Sesshomaru,devo riconoscerlo,sei sempre stato un avversario
divertente,ma sei anche uno sbruffone,un esaltato,pensi sempre di poter
vincere,o comunque di poter uscire vivo da ogni scontro,proprio per
questo,oggi,io Toran,nuovo capo del clan delle pantere,potrò
ucciderti definitivamente,non hai voluto ascoltarmi,peccato,saresti
stato un ottimo alleato.
La pantera fece di nuovo la stessa mossa di prima,indicò di
nuovo l'inuyokai con l'indice destro e ancora una volta un altra lama
tornò ad avanzare verso il suo precedente bersaglio.
- Toran,devo riconoscerlo,sei stata veramente brava,però
adesso mi sono stancato di te.
- E cosa avresti intenzione di fare?
- Questo.
Disse lui con tutta la sicurezza che aveva in corpo,aprì
entrambe le mani mostrando in pieno gli artigli,si abbassò
mettendosi su un solo ginocchio e infine conficcò con forza
entrambe le mani nel ghiaccio.
- Ma cosa...
Questo si chiese Toran nel vedere l'inuyokai compiere quel gesto senza
alcun senso apparente,però,sentì che l'aura del
suo rivale si stava facendo più forte,un energia aggressiva
e piena di furore si stava manifestando dal suo corpo,lui sapeva che la
glaciale punta di Toran stava avanzando di nuovo nella sua
direzione,eppure le vedeva con chiarezza che Sesshomaru non si stava
muovendo,semplicemente se ne restava li,immobile,nell'assistere a
quello spettacolo la pantera fu presa dalla confusione più
totale.
Sesshomaru restava ancora li,in quella posizione singolare,come a
volersi preparare per qualcosa,lei non riusciva a capre cosa volesse
fare,eppure sentiva che sotto c'era qualcosa di strano,poteva sentire
la sua voglia di combattere,già immaginava come sotto la
veste d'assassino,i muscoli del glaciale ragazzo si contraevano per un
chissà quale movimento avesse intenzione di fare,la cuspide
di Toran si faceva sempre più vicina,sempre più
pericolosa e sempre più affilata,ma anche
stavolta,Sesshomaru non accennava ad un singolo movimento.
Poi,di scatto improvvisò,strinse la presa che lo teneva
stretto a terra,si tirò più indietro che
potè e infine,fece più forza,chiudendo ancor
pìù le mani e gonfiando i bicipiti al massimo
della loro potenza,così facendo Sesshomaru fece l'unica cosa
che Toran si aspettò da lui.
Un assalto frontale.
- Toran...
Disse lui con aria perfettamente calma,poi alzò la
testa,lentamente,smuovendo così la chioma
bianca,pura,candida,come la neve,mostrandole poi il volto,che portava
lineamenti duri accompagnato però da un tratto
distintivo,uno sguardo di fuoco,non di rabbia,ma di decisione,che la
fissavano trasmettendo un energia del tutto nuova.
- ARRIVO.
Un sola parola,cacciata fuori dalla bocca con determinazione,neanche il
tempo di riprendere fiato che il dayokai fece la sua mossa.
Con le mani nel terreno il cane incassò le spalle nella
schiena,strinse più forte che potè la presa sul
freddo pavimento e poi,in un gesto a dir poco
inaspettato,rilascò tutta la forza che aveva accumolato in
quel breve momento e poi,fece una cosa che solitamente non apparteneva
al suo metodo di combattimento personale.
Si lanciò in avanti.
L'inuyokai,disteso su sul ventre si era dato una spinta così
forte,da sbalzarsi in avanti dritto verso la posizione della pantera,la
voglia di mollargli un altro cazzotto era più forte che mai
in lui è più si avvicinava più gli
tornava alla mente quel loro incontro alla castello di Akira,lei non
era cambiata di una virgola,stessi abiti,stessi modi,eppure nel
rivederla aveva percepito una strana sensazione,come se il fatto
rincontrarla li non solo lo avesse stupito,ma che gli facesse anche
piacere,e quando scoprì che la donna nella foresta vicino al
castello del templare era sempre lei,si gettò nella mischia
pu di andarla a salvare.
Ma ora quel rispetto che nutriva per lei sembrava ormai
svanito,consumato dalla rabbia e dalla indignazione,proprio adesso che
i loro clan erano ormai in pace,Toran fece qualcosa che non avrebbe
dovuto fare,tradire la sua fiducia,lasciandolo tra gli assassini e
volersene andare,senza avergli spiegato nulla,sul perchè
fosse a quella festa,sul perchè aveva lei la tavola con le
iscrizioni,sul perchè lei teneva tanto al fatto che lui
lasciasse la confraternita insieme a lei.
Ma mentre lui si avvicinava anche la punta di ghiaccio faceva
altrettanto,sapeva bene che se fosse stato colpito un altra volta un
altra parte del suo corpo si sarebbe ghiacciata,sapeva il rischio che
correva,ma sapeva anche che srestare fermo non avrebbe risolto
nulla,così aveva deciso di provare il tutto per
tutto,Sesshomaru contro Toran,cane contro pantera,o avrebbe vinto o
sarebbe morto,pochi secondi e l'esito tra lui e quella stalagmite di
ghiaccio si sarebbe conclusa una volta per tutte.
Sesshomaru si preparò allo scontro con quella diavoleria che
gli stava venendo addoso,aprì la mano sinistra,la
alzò più che potè dal terreno in
attesa di fare la sua mossa,mentre dall'altra parte quel letale pezzo
di ghiaccio usciva e rientrava in continuazione dal terreno rendendo la
sua avanzata più difficile da ostacolare,colpire al momento
giusto sarebbe stato indispensabile.
Erano sempre più vicini,fino a che,per Sesshomaru giunse il
momento di attaccare,li,nell'esatto momento in cui la punta stava
ritornando verso l'alto,proprio sotto la testa dello yokai,quest'ultimo
mosse raidamente la mano alzato,colpendo con un rapidissima artigliata
quella cuspide al momento giusto,che subito dopo si divise in due
così che la punta cambiò direzione per poi cadere
lentamente a terra.
- COSA?
Urlò Toran incredula,aveva assistito alla scena con assoluta
attenzione,solo per rendersi infine conto del avanzata dell'inuyokai
che andava dritto verso di lei.
Sesshomaru aveva vinto il confronto con la nuova tecnica della
pantera,i suoi artigli si erano dimostrati ancora una volta delle armi
più che utili,ma adesso pagava le conseguenze di un piano
tanto azzardato,la sua mano sinistra si stava congelando,ormai non
sentiva più le dite che erano in totale
ipotermia,poichè a differenza del ventre e delle braccia,che
erano coperte comunque dal tessuto di cui era fatta la veste,le mani
invece erano totalmente scoperte e quindi,l'effetto congelante dei
poteri di Toran era stato pieno.
Ma poco importava,aveva ancora una mano libera,gli sarebbe bastata
quella per sconfiggerla una volta per tutte,un colpo solo,ancora
uno,è sarebbe tutto finito.
Pochi secondi è sarebbe giunta da lei,ora che la sua punta
era stata distrutta avrebbe dovuto ricrearne un altra,ancora una volta
provò a incanalare altra energia nelle mani,ma oramai era
inutile poichè l'inuyoaki era giunto a gran
velocità senza che lei potesse far nulla per impedirglielo.
Arrivò contro di lei,prendendola sulle gambe,prendendola con
entrambe le mani e in un lampo trascinarla verso di se,facendola cadere
a terra e portandosela dietro nel suo fulmineo tragitto,il quale li
portò entrambi ad uscire dalla parte di terreno che la
pantera aveva ghiacciato,portandola così in territorio
neutrale.
Fuori dal ghiaccio,la nudità della pietra si fece di nuovo
sentire,era lei la vera materia di cui il luogo era fatto,roccia dove
un tempo diverse centinaia di persone muovevano i loro passi,ora solo
due nemici di vecchia data si impegnavano per concludere l'ennesimo
scontro,ma questa volta tra i due c'era una distanza la cui
misura,l'una dall'altra era pari a nulla.
Lui sopra,lei sotto,lui la trascinava e lei si faceva trasportare,poco
dopo si fermarono,aiutati anche dall'atrito tra i loro corpi contro il
terreno,il cane appena presa consapevolezza della sua posizione di
vantaggio alzò un braccio indietreggiando più che
potè con la spalla e strinse il pungno più forte
che potè,il colpo fatale sarebbe arrivato in quel momento.
La rabbia,la frustrazione,il dolore e la sofferenza,non solo quella
fisica ma anche quella del suo animo,lui non lo mostrava,ma fare del
male a lei non era nei suoi piani,non avrebbe voluto,avrebbe preferito
riportarla indietro,chiederle il perchè del suo
gesto,chiederle perchè affidarsi a dei gatti da poco per
aiutarla nei sei suoi intenti,c'erano troppe cose che non quadravano in
tutto quello.
Lei invece era poggiata contro il terreno,stupita da quella forza che
l'aveva presa con tanta energia,era stupita,vedeva Sesshomaru,forte
bello e sicuro delle sue intenzioni,la mano alzata e il gesto
pronto,dolore e morte,ecco cosa si immaginava,lo vedeva negli occhi di
lui,in quegli occhi dorati che più e più volte
l'avevano fissata,negli innumerevoli scontri e nelle sfide al limite
delle loro abilità.
Poi,quella che a lei sembrò una stupidaggine le
passò per la testa,lui,era sopra il suo corpo,in un altra
occasione si sarebbe potuto dire che quella era una posizione
piuttosto,intima,ma in quel moemento sembrò passare tutto in
secondo piano,poichè qualcosa sopra la sua testa scese
improvvisamente dirette verso il suo volto,chiuse di istinto gli occhi
e poi...
Un forte rumore,qualcosa era sceso duramente contro il terreno,vicino
al suo orecchio sinistro,aprì gli occhi e vide il pugno del
glaciale ragazzo vicino al suo orecchio,tornò con lo sguardo
verso di lui,il suo inseguitore,che la fissava intensamente nei suoi
occhi,il cui colore era quello del suo freddo elemento,non uno sguardo
di rabbia,ma piu cupo e tuttavia più attento e scattante di
uno sguardo triste.
- Perchè?
Chiese Sesshomaru con una voce pacata e flebile.
E lei che lo guardava incredula,come se non si aspettasse quella
reazione.
- Perchè hai fatto tutto questo?
Non ci credeva,davvero gli e lo stava chiedendo?quando poco prima
sembrava che volesse strappargli via la testa dal collo,lei,inebitita
da quella domanda a sorpresa non sapeva cosa rispondergli.
- Io...ho...
- Se tu avessi voluto convincermi non avresti messo in piedi tutta
questa storia solo per venire via con te,sarebbe stato più
logico aspettare che mi riprendessi dalle mie ferite e poi
chiedermelo,ma sappi che avrei rifiutato comunque,quindi,dimmi,cosa mi
stai nascondendo veramente?
Lei sembrò calmarsi,eppure ora evitava il suo
sguardo,guardando da tutt'altra parte,lui non capiva
perchè,ma la cosa sembrava renderlo ancora più
curioso,quasi preocupato,voleva sapere tutto da Toran,ogni
cosa,eppure,ora,nel vederla li,a terra,come sottomessa non sono dalla
sua presenza fisica,ma anche dalla sua voglia di sapere,così
penetrante,come il suo sguardo,che la pantera sentiva su di se con
sommo imbarazzo e vergogna,cosa che lui poteva solo intuire molto alla
lontana.
- Sesshomaru...
- Si?
- Sarà che hai la mano ghiacciata,ma...temo che tu non ti
sia accorto che mi stia toccando...
Disse lei mentre in volto si stava facendo rossa.
- Perchè cosa starei toccando?
Disse lui mentre distrattamente cercò con lo sguardo la sua
mano sinistra,che al momento non sentiva per via della mancanza di
sensibilità alle dita,quando la trovò,vedeva che
era appoggiata a qualcosa di tondo e vagamente morbido,quando
realizzò cosa stava stringendo fece uno sguardo decisamente
perplesso.
Quella sua mano insensibile stava palpando un seno della sua antica
avversaria.
Ma prima che potesse staccare la mano dal petto di Toran si accorse di
un altra cosa,diede una rapida occhiata in quale posizione fossero
messi loro due e quello che vide lo sorprese ancora di
più,lui era messo sopra di lei,nulla di strano qua,infondo
la sua intenzione principale era quella di bloccarla a terra,ma il
problema non stava tanto nell'azione in se,era la posa che sembrava un
pochino indecente.
Lui stava sopra di lei,con la differenza che lei aveva le gambe
divaricate...e lui aveva il bacino molto vicino alla parte
più intima di lei.
Un impulso improvviso lo fece alzare di scatto dal corpo della
ragazza,che al suo sguardo ora aveva tutto un altro aspetto,la veste
mossa e spiegazzata male,con l'obi sgualcito,un piccolo spazio scoperto
tra gli stivali e la gonna mostrava parte delle gambe,mentre sopra lo
spacco sul petto,prima completamente chiuso,ora mostrava di poco i lati
dei seni,la capigliatura smossa,con qualche capello che aderiva al
collo in maniera quasi sensuale,ma la cosa che creava più
imbarazzo tra i due e che lei aveva era completamente zuppa d'acqua,i
vestiti si aderivano al corpo di lei,mostrando così un
accenno alle forme della pantera,che a dirla tutta,dal punto di vista
del ragazzo aveva per un attimo attirato la sua attenzione.
Per un attimo gli passò per la testa,l'immagine di lei,non
come avversaria,non come probabile alleata,ma come donna,con il proprio
pudore che quasi veniva messo a nudo di fronte a lui,cosa che lo
rendeva assai nervoso,non erano quelli i suoi piani con lei.
Ma questo sembrava solo un pensiero suo,ma in ogni caso anche lui
distolse lo sguardo dalla figura di lei,anche lui sembrava
imbarazzato,anche se la cosa riusciva a nasconderla abbastanza
bene,facendo di tutto per mostrarsi il più freddo che
mai,cosa che per fortuna gli riusciva benissimo.
- Allora Toran,vuoi spiegarmi perchè hai messo in piedi
tutta questa baraonda? Hai fatto in modo che gli assassini ti dessero
la caccia,mandando me e quello strano umano a catturarti,hai assunto i
servigi di deboli nekoyokai e per cosa alla fine? E non dire che lo
facevi per me,o almeno non dire che questo era l'unico motivo per quale
ti sei diretta fin qui.
E mentre lui parlava Toran si rimise in piedi e si sistemò
meglio le vesti che ormai erano completamente stropicciati.
- Non'è stata una mia idea.
- Che vuoi dire?
Disse lui tornando a puntare gli occhi sulla pantera.
- C'è un motivo se oggi ti è successo tutto
questo,loro ti ha osservato tutto il tempo,loro hanno fatto in modo che
tu venissi fin qui,loro dicevano questo,dicevano che per il tuo bene
dovevi essere messo alla prova.
- Non capisco,spiegati meglio.
- I gatti che hai affrontato oggi non li hai incontrati per caso,erano
stati messi li apposta,mi avevano informato fin dove ti saresti
spinto,così mi hanno chiesto se potevo essere il tuo
bersaglio,dicevano che saresti stato comprensivo nei miei confronti,che
avresti compreso.
- Chi sono loro?
- Mi spiace averti ingannato,ma loro credono tu non stia bene...
- Dimmelo.
- So anche della voce.
A quel punto Sesshomaru sbiancò,cosa aveva appena detto
Toran?
- So che qualche volta ti parla,che ti consiglia,che ti guida,me
l'hanno detto,Sesshomaru,credimi,vorrei aiutarti.
- Aiutarmi? E questo tu lo chiami aiutarmi? cercare di uccidermi
portandomi tra questi vecchi ruderi,tu pensi davvero che questo possa
aiutarmi? E in che modo? avanti dimmelo,dimmello,DIMMELO.
- IO NON LO SO...non lo so.
Una frase urlata,poi ripetuta con più calma,tra
Sesshomaru,la cui incredulità nel voler credere alle parole
della pantera,in quel fantomatico aiuto che lui non riusciva a scrutare
nelle azioni di lei e Toran,i cui sforzi,come dice lei,tutti svolti nel
volerlo fermare,fino addirittura a ucciderlo,o quasi,si faceva spazio
una forte carica negativa,non come uno scontro di due aure,ma emotiva.
L'accusatore e l'accusata,era questa la situazione che si era creata,lo
scontro fisico era in secondo piano,il vero nocciolo della questione
era divenuto un altro,dalle parole della pantera era comparsa una
verità,qualcuno le aveva detto del mistero che viveva nella
testa dello yokai,Jin era stato rivelato da Toran,non ci voleva
chissà quale intuizione per capire da chi avesse avuto
l'informazione.
E lui sapeva bene chi era il responsabile di ciò.
- Toran,dimmi la verità,sono stati gli assassini a dirti di
questa cosa,vero?
- Sesshomaru io....
- Rispondi.
Lei abbassò lo sguardo,in preda all'imbarazzo e alla
vergogna più totale,il capo abbassato,come poteva guardarlo
negli occhi,l'uomo che per molto tempo era stato suo nemico di
clan,l'uomo che con tenacia aveva combattuto in nome del suo
clan,l'uomo che aveva riportato indietro le due sorelle e l'unico
fratello,da morte certa.
E mentre lei fissava il terreno,sentì qualcosa che si
appoggiò ad una guancia,una mano,sollevò lo
sguardo e vide lui,vicinissimo a lei,ma stavolta con un espressione
diversa,occhi più teneri la stavano osservando,occhi
più dolci la stavano scrutando in tutta la loro
fragilità...e lei si sentì rapire da questo uomo
che la guardava in modo che lei non aveva mai sentito prima.
Era persa,era la prima volta che si trovava in una situazione
simile,non sapeva come reagire,non sapeva cosa fare,si sentiva
leggera,nessun pensiero,nessuna preoccupazione,solo lui,che guardava
lei dall'alto del suo fascino celestiale e la sua aria da duro,ma allo
stesso tempo anche comprensivo,guardandolo si poteva dire che ormai
ogni emozione precedente a quel palmo che le sfiorava il viso sembrava
persa chissà dove,il cui posto venne preso da altre
emozioni,più quiete di quelle precedenti.
- Toran,posso solo immaginare il motivo di tutta questa
assurdità,ma so per certo che non'è colpa tua.
Sesshomaru distolse lo sguardo da lei,per poi allontanarsi di colpo
facendo vagare lo sguardo tra i vecchi edifici intorno a loro due.
- Non'è forse così?Venite fuori,forse non so dove
vi nascondete,ma so per certo che siete qui,venite fuori.
E dopo aver parlato,dopo aver sputato fuori la sua accusa su chi
credeva colpevole,un suono,dei passi,forse fatti sentire apposta da chi
si stava muovendo nella sua direzione era apparire poco alla volta una
figura inaspettata,dal lungo abito bianco e lunghi capelli neri che
uscivano da un cappuccio bianco.
- Complimenti Sesshomaru,le tue capacità sono veramente
sbalorditive,capacità di combattimento,strategia del campo
di battaglia,ottimo lavoro,poco ortodosso,ma comunque un ottimo lavoro.
- Yuki?perchè tutto questo?
- Una prova,ti ho affidato questa missione per un solo ed unico
scopo,valutare le tue potenzialità,dovevamo farti credere
che questo fosse un compito reale,così che tu sfruttassi al
meglio le tue qualità,sia quelle innate che quelle apprese
col tempo.
- Ma perchè coinvolgere Toran? Perchè non usare
un altra persona per tutta questa storia?
- Dovevamo vedere come ti saresti comportato se il traditore fosse
stato una persona che conosci,che rispetti,ti osserviamo da molto
tempo,sappiamo qual'è il tuo carattere,lei ha partecipato
volontariamente a questa farsa,dovresti essergliene grato,senza di
lei,non avresti mai potuto superare la prova,tuttavia,c'è
chi disapprova questo metodo.
- Infatti.
E mentre Yuki finì di parlare comparve un altro ospite,la
cui voce attirò su di se lo sguardo dell'inuyokai con fare
glaciale,Sesshomaru aveva sentito attentamente a chi apperteneva quella
voce,proveniva dal grande edificio posto all'interno dell'antica
confraternita.
Riconobbe la forma dell'uomo che lo aveva accompagnato per tutta la
giornata,l'uomo con gli occhi d'aquila che aiutò Sesshomaru
nello svolgimento della sua missione,se ne stava li,di fronte
all'entrata di quella grande costruzione,con fare cupo e minaccioso.
- Ezio.
- Ciao ragazzo,vedo che te le sei cavata bene,tu piuttosto Yuki,non
pensi di aver esagerato,non meritava tutto questo.
Intervenne l'assassina.
- Ezio Auditore,sono certa che come mentore della confraternita
possiate comprendere il motivo delle mie decisione,voi sapete il
perchè del mio gesto.
- Ezio.
Fu lo yokai a chiamare il fiorentino,ritrovarlo li era stato per il
glaciale ragazzo un autentica sorpresa,come un fantasma era giunto in
quel luogo,così legato alla storia di quegli
incappuciati,segreta e dimenticata,si stava facendo viva più
che mai.
- Sono felice tu c'è l'abbia fatta e comunque no,non sapevo
nulla delle intenzioni di yuki,anche se ammetto che avevo i miei
sospetti.
- Se lo sospettavi allora perchè non mi hai detto nulla?
- Non avevo prove per convalidare la mia intuizione,ma oltre a questo
non potevo accusare un altra assassina senza una giusta
motivazione,sarò anche un assassino di alto rango,ma resto
sempre e comunque un ospite in un ramo della confraternita a me
sconosciuto,per tanto non posso giudicare gli insegnamenti di una
maestra assassina,poichè nessuna delle sue azioni viola i
principi del nostro credo.
- Quindi se mi fosse successo qualcosa,lei non mi avrebbe aiutata in
alcun modo giusto?
- Eri osservato in continuazione,per tanto avevamo sotto controllo
l'intera situazione.
- Anche quando sono precipitato nel burrone,anche li era tutto sotto
controllo?
Silenzio di tomba,nessuno rispose a quella domanda,n'è
l'italiano n'è la donna seppero rispondere a questa
domanda,si guardarono interdetti,come se facessero a capire di cosa
stesse farneticando.
- Precipitato? Pensavo che stessi fluttuando nell'aria,quando sono
sceso per la scala ti ho visto andare giù con una lentezza
che aveva dell'impossibile.
- Infatti e così,ma poi...
Sesshomaru raccontò l'intera vicenda per filo per
segno,disse della visione e di come aveva perso i poteri,di come si era
salvato e di come nell'esplorare la città scoprì
che quella era la città che aveva visto in sogno,di come
aveva seguito Toran fino a li,ovviamente la maggiorparte delle cose che
aveva detto a i due assassini si sapeva già,ma il fatto
sconcertante era il modo in cui interagiva con quell'ambiente,non era
mai stato la sotto,ma allora come si spiegava il suo modo di
destreggiarsi per le vie in rovina? O come era riuscito ad aprire una
porta segreta chiusa da chissà quanti anni senza che nessuno
gli rivelasse la combinazione?
Nel caso della porta si sarebbe potuto dire lo stesso di Toran,ma era
evidente che fosse stata Yuki a suggerirgli come aprirla,ciò
spiegava che quel luogo,seppur abbandonato e dimenticato ai
più non voleva dire che non fosse stato già
esplorato,ed era proprio questo il punto,se Toran era stata aiutata,chi
aveva aiutato Sesshomaru?
La soluzione era una sola.
- Ezio,pensi anche tu quello che penso io?
- Si e temo che il problema sia più grande di quello che
crediamo.
Sesshomaru rimase fermo ad ascoltare,ingnorando completamente il
significato di quello che stavano dicendo,si sentiva escluso da quella
discussione,eppure era lui l'argomento di interesse,non ci stava
più capendo niente,ma intuiva che di qualunque cosa stessero
parlando non era nulla di buono.
Era ferito,dolorante e aveva il ventre,entrambi gli avambracci e la
mano sinistra assiderati,ma questo non lo avrebbe fermato dal sapere di
cosa stessero discutendo quei due.
- Vi dispiacerebbe spiegarmi di cosa state parlando?
Chiese l'inuyokai evidentemente stanco per quel loro chiacchierare a
lui tanto fastidioso.
- Di te...e di quella voce di cui ci hai parlato,forse è
meglio se ci segui,vieni,c'è una cosa che devi vedere.
Disse Ezio mentre entrava nel grande edificio posto alle sue spalle.
- Andiamo Sesshomaru.
Disse Yuki avvicinandosi alla figura del ragazzo,che con tutta
onestà non nascose l'espressione confusa che aveva in
volto,seppur scettico e un pò titubante,decise comunque di
seguire la donna che con grazia innaturale continuava a camminare
davanti a lui.
- Toran,resta qui.
Sesshomaru non aspettò nemmeno che la ragazza parlasse che
subito lui si mosse in direzione del grande construzione,quella grande
struttura che aveva già visto,eppure ora che lo vedeva
meglio aveva un aspetto strano,forme arcaiche disegnate sui muri,omini
bizzarri e forme curiose,yokai hanyou e umani,tutti insieme in quello
che sembra un caotico tentativo di interpretare la vita che un tempo
regnava in quel luogo,ora chi sarebbe rimasto ad ammirare quei segni
del passato,se non gli occhi di un ragazzo curiosom,che più
si inoltrava in quel mondo e più gli riusciva difficile
comprendere.
Tuttavia stava imparando una lezione,appresa in fretta e forse non
completamente,ma un principio basilare lo aveva imparato,se qualcosa di
quel mondo segreto,fatto di cappucci e croci,di lame e inganni,lo
stupiva grandemente,allora era meglio se si fosse preparato per un
altro stupore ancora più grande.
Avvicinandosi sempre più a quell'atrio si accorse di come un
tempo,proprio come in quell'antica visione,altra gente aveva posato i
piedi in quella piazza di pietra,umida e silente,ora camminava
lui,sorpassando,di passo in passo le orme ormai scomparse di chi un
tempo percorreva percorsi che solo loro conoscievano,che solo loro
attraversavano.
Ancora più vicino vide come il grande atrio,un tempo
maestoso,ora era spoglio delle sue grandi porte di legno,cadute a
terra,in parte spezzate e in parte marcite,bagnate,dove una muffa scura
consumava lo spesso legno che da tempo sembrava farsi sempre
più vuoto della sua possente grandezza,pochi passi
più avanti e si ritrovò la,nello stesso punto
dove quell'antico uomo,reggeva la tavoletta di pietra,li dove tutti
potessero vederla tra le sue mani,la tavoletta,la stessa pietra che
trovò tra i tesori di Akira,messa in bella vista come un
qualunque reperto,un oggetto del passato da far vedere agli
ospiti,eppure,se il potere di quella cosa era era così
forte,perchè mai sprigionare il suo potere solo in presenza
di Sesshomaru?Perchè Akira l'aveva esposta insieme agli
pezzi della sua collezzione? Cosa voleva mostrare all'inuyokai di
così importante?
Che ci fosse un collegamento tra la pietra con le incisioni e
Sesshomaru era ormai evidente,ma la città sotto il castello
di Akira? Le rovine nella cascata? Ma sopratutto i sogni e le memorie
del suo passato? Perchè suo padre,il grande Inutaisho era
amico di un templare? La parola Yonaguni e la distesa di pietra
qual'era il loro significato?Per non parlare di quello strano
disegno,quelle strane costruzioni,quei palazzi così e alti e
quelle strade sostenute da immense colonne,come si collegavano a lui?
E mentre lui continuava a riflettere,a pensare fino alla paranoia ecco
che senza accorgersene,si ritrovò all'interno,quasi
distrattamente aveva continuato a cammianre fino ad aver superato il
portone di ingresso.
- Sesshomaru,prima di continuare c'è bisogno che tu veda una
cosa.
Disse yuki mentre indicava con un dito un punto imprecisato molto
distante da loro,aguzzò un attimo e ciò che vide
lo lasciò senza parole.
Per la prima volta dall'inizio di quella storia cominciò a
sentire un brivido lungo la schiena,poichè quello che
vide,non trovava spazio nella sua logica.
Fu così che iniziò ad avere le sue prime vere
risposte,ciò che avrebbe appreso era solo l'inizio,il
resto...avrebbe messo a dura prova ciò che sarebbe riuscito
ad accettare e ciò che avrebbe rischiato di farlo
impazzire,ciò che sapeva della realtà sarebbe
stato messo a dura prova.
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Capitolo 39 *** Minaccia da occidente ***
In quello stesso istante, A largo della costa del Kyushu,nel sud del
Giappone.
Tra le onde del mare,li,soffiava un vento favorevole,un amico per
loro,già,loro,ma loro chi? Alcune persone delle isole vicine
si erano già accorti della loro presenza,che con la loro
grande nave, molto più grande delle imbarcazioni dei
locali,persino più grande di una nave ammiraglia di
qualsiasi flotta giapponese.
Aveva un lungo scafo dalla base curva lungo quaranta metri e largo la
metà,possedeva tre alberi ognuna con una vela propria,ma era
l'labero più alto,l'albero maestro ad avere la vela
più grande di tutte che con orgoglio dell'intera nave
sfoggiava un solo ed unico simbolo,effigie lontana di un paese
altrettanto lontano,che si stava facendo conoscere nel mondo allora
conosciuto come nazione di abili mariani,astuti commercianti e
colonizzatori avventurosi.
Quella nazione,era l'impero portoghese.
Il suo simbolo,lo scudo bianco,dal contorno rosso con sopra il disegno
di sette castelli,sparsi ordinatamente per tutto il bordo e al centro
bianco,con cinque scudi blu a pallini bianchi sparsi a croce,simbolo
delle cinque ferite del cristo ai cui Alfonso primo,primo re del
Portogallo fece mettere sulla bandiara come ringraziamento
all'onnipotente per la sua vittoria contro i mori.
Re della quale i portoghesi andavano più che fieri,ma ora,in
quell'epoca gli eroi della nazione Iberica erano altri,Enrico il
navigatore,Magellano e Vasco da Gama,era il tempo delle esplorazioni e
loro erano più che pronti a prendersi la loro fetta di
mondo,dalle Azzorre al Mozambico,da Zanzibar a Goa,ed ora erano giunti
li,in Giappone.
I marinai trafficavano con le corde,controllavano la rotta e si
occupavano dei cannoni di bronzo,bestie di metallo in grado di sparare
palle di ferro da distanze mostruose e in grado di abbattere un nave da
guerra giapponese come un uomo era in grado di spezzare un
ramoscello,nemmeno i pirati locai osavano depredare una nave
così fortemente armata per scendere in guerra,per non
parlare degli uomini sulle navi,soldati professionisti,veterani iberici
armati al meglio,con pettorali ed elmi d'acciaio,lance,spade da
lato,(spade dalla lama lunga e sottile,usate per lo più nei
paesi iberici e negli stati italiani in pieno
rinascimento),alabarde,picche,pugnali e archibugi,armi introdotte da
poco nel sol levante.
E tra tutti loro c'era un uomo,che vicino alla prua della nave scrutava
l'orizzonte,portava un largo cappello con una lunga piuma bianca,un
elegante soprabito verdeacqua con bottoni d'oro accompagnato da un
pantalone bianco e lunghi stivali in pelle di camoscio,fin qui tutto
normale per la moda della sua terra,se non fosse per un indumento
particolare che lo differenziava da tutti i suoi compagni portoghesi
era un soprabito particolare,era legato intorno alle spalle e avvolgeva
buona parte del torace per poi scendere dietro la schiena,era di stoffa
leggera,gialla e con sopra degli strani disegni,molto diversi da
qualsiasi cosa si disegnasse normalmente in Europa,due leoni neri,l'uno
alle spalle dell'altro e sopra le loro teste un viso snello,lungo e
nero,dai tratti innaturali,sembrava più una maschera che un
volto reale.
- Il Signor Paulo presumo.
Una voce proveniente alle spalle del portoghese attirò la
sua attenzione,costringendolo a voltarsi per capire da chi fosse stato
chiamato.
- Capitano,buone nuove da riferirmi?
Chiese l'iberico all'uomo che ora aveva di fronte alla sua visuale,era
un uomo anziano e vestiva dei rustici abiti da capitano inveterato,con
un barba appenna accennata e mal fatta,segno dei pochi riguardi alla
cura dell'aspetto personale,dato che probabilmente era il tipo d'uomo
che preferiva stare in mare aperto,insomma,un lupo di mare.
Il vecchio marinaio si rivolse al suo ospite con garbo,apparte quello
strano mantello sapeva bene che quelli erano abiti da nobile,eppure non
era per il suo abbigliamento che si riferiva a lui in quel modo,sapeva
bene chi era.
- Si,ma prima di tutto volevo porgervi i miei più sentiti
ringraziamenti,per me è un onore ricevere un inviato del
nostro re,che grazie alla sua benedizione o avuto l'onore di poter
navigare con questo galeone nuovo di zecca.
- Certamente,tuttavia,avete qualcosa da riferire riguardo alla nostra
destinazione? Cosa mi sapete dire di questo Giappone?
- Si ecco,per quel poco che sappiamo e un nazione insulare formata da
piccoli staterelli in pieno conflitto,ci dovrebbe essere un imperatore
al comando,ma sembra che non esista un vero è proprio capo
politico,quindi la situazione è quello di guerra civile
perenne.
- E per quanto riguarda i nostri commerci con esso? Chi commercia col
Portogallo e quali sono i prodotti che esportiamo e importiamo?
- I nostri clienti più fedeli per ora sono gli abitanti
dell'isola di Tanegashima con la quale commerciamo armi da fuoco e in
cambio ci facciamo dare porcellane,riso,seta e altri preziosi
provenienti dalle regioni interne del paese,i nostri rapporti
commerciali sono vantaggiosi con queste terre.
- Dunque qual'è la nostra attuale destinazione?
- L'isola di Tanegashima che vi ho precedentemente nominato,attualmente
la loro isola e sotto il controllo del clan Shimazu.
- Voglio parlare con un emissario di questi Shimazu per concordare se
è possibile fare ulteriori scambi,se possibile non solo
commerciali.
- Si,farò chiamare l'inteprete,ah,un ultima
cosa,c'è una questione che vi riguarda eccellenza.
- E sarebbe,capitano?
- Ecco non riguarda direttemente voi,ma i vostri...leoni.
- Cosa? Io non ho...
Un pensiero passò rapidamente per la mente di
Paulo,comprendeva perfettamente conto di cosa parlasse il
capitano,quasi fosse intimorito dalla cosa.
In risposta a ciò,il portoghese si tolse il cappello
rivelando così altri dettagli della sua persona,era castano
coi capelli portati all'indietro,due corte basette che si fermavano
vicino agli zigomi e due occhi marroni che mostravano uno sguardo
vigile e attento,stesso guardo con la quale stava osservando il vecchio
lupo di mare con fare calmo,ma deciso.
- Comprendo la vostra preoccupazione,dato che la loro fama sembra
essersi spinta più in la della loro presenza,ebbene
capitano,torno nelle mia cabina,fatemi sapere quando attraccheremo.
- Ma certo.
- Con permesso.
E con queste parole si congedò dal capitano direndosi
così sotto coperta,il continuo via vai di uomini dimostrava
come il lavoro,su un imbarcazione di quella misura non smetteva mai,dal
più semplice dei mozzi al marinaio più esperto
tutti facevano la loro parte,lo vedeva attorno a se e di come il
passaggio continuo di gente che andava di qua e andava di
là,andava su e andava giù,chi si curava dei
cannoni,chi controllava la rotta e chi invece si rilassava con alcuni
compagni in un momento di riposo,sorseggiando un bicchiere di vino che
spesso e ben volentieri veniva accompagnato con del pane e un tocco di
formaggio.
Scendendo per le scale l'iberico raggiunse la parte dedita ai posti
letto,le cabine,che spesso e mal volentieri erano per lo più
dei letti a castello a tre e quattro posti ammassati tra di loro e
neanche tanto comodi,ma per l'inviato del re questo non era un
problema,visto che il suo alloggio era differente da tutti gli
altri,non gli ci volle molto per raggiungerlo poichè in
pochi minuti si ritrovò di fronte ad un enorme portone a due
ante molto largo,resistente e decorato con bottoni di ferro che
percorrevano su tutta l'entrata,quelli erano gli alloggi del
capitano,ma non era era quella porta che gli interessava.
Li accanto risiedeva una porta più piccola,alla parvenza
liscia,ben levigata e con sopra uno stemma speciale recante lo scudo
bianco,simbolo della bandiera portoghese percorso da due nastri
blu,segno di nobiltà e regalità.
L'emissario aprì la porta trovando così la sua
camera esattamente come l'aveva lasciata l'ultima volta,in penombra e a
malapena illuminata da una candela ormai consumata,l'aria al suo
interno odorava di cera bruciata e a stento si poteva notare la
presenza di un letto,un semplice ma comodo letto di mogano,piccola
rarità aristocratica su una nave abituata alla guerra in
alto mare.
Vicino a quest'ultimo vi era posizionato un altro mobile,una
scrittoio,piccolo e nemmeno tanto regale,ma poco importava,visto quello
che ci doveva fare,si avvicinò a quest'ultima spostando la
sedia,altrettanto semplice e dello stesso stile dello scrittoio,giusto
con una leggera imbottitura sullo schienale per dare conforto a chi di
solito sriveva molto,come segretari,ministri,notai,insomma tutta gente
la cui mansione consisteva anche nello scrivere per molto
tempo,restando pigato anche per ore solo per scrivere carte o firmare
documenti.
Appena si sedette passò una mano sopra il tavolino,prese una
penna,la intinse leggermente nel calamaio già aperto in
precedenza e osservando il foglio che aveva già sotto il
naso cominciò a scrivere,nella stanza si sentiva solo il
rumore delle penna d'oca trascinata sulla carta e la ripetiva
immersione del suo strumento per scrivere nel contenitore per
l'inchiostro e tuttavia poteva dire di non essere solo la dentro.
- Il capitano sembrava preoccupato per qualcosa,voi n'è
sapete qualcosa?
Disse Paulo continuando a fissare il foglio che aveva davanti a se,ma
sembrava che non ricevesse alcuna risposta.
- Cosa avete combinato?
- Noi non abbiamo colpa.
Due voci,due voci perfettamente uguali risposero nel buio,erano timbri
di voci maschili e parlarono all'unisono.
- No? Da quello che so io,l'ultima volta che una flottiglia di pirati
hanno provato ad abbordarci non hanno fatto una buona
fine...è non parlo del colpi di moschetto,dei segni di spada
o dei cannoni che spezzavano in due le loro navi,c'è il
vostro zampino in quello che è stato fatto a molti di quei
briganti di mare.
- Non potevamo permettere che salissero sulla nave,abbiamo solo
eseguito le vostre indicazioni.
- Già,anche troppo bene mi sembra.
L'inviato del re girò la testa,cercando con lo sguardo
qualcuno o qualcosa,ma l'unica cosa che vide era la parte
più buia della sua camera,piccola zona dove la piccola
fiamma faceva fatica a dissipare le tenebre di quell'angolo della nave
che era la sua stanza,ma lui sapeva bene a chi si stava rivolgendo.
Paulo,non vedendo nulla tornò a puntare il tavolo e
continuò a scrivere,come se non fosse successo nulla.
- Ascoltate,io non disapprovo i vostri intenti,n'è tanto
meno li voglio sminuire,ma temo che i vostri metodi siano
eccessivi,questa non'è casa vostra,questa non'è
la savana,qui non potete squartare uomini come se fossero antilopi e
zebre,quei pirati saranno state anche delle bestie,ma voi li non li
avete uccisi come se fossero uomini,li avete aperti come se fossero
carne da macello,tu cosa ne pensi,Niyembe?
Pronunciata l'ultima insolita parola,si sentì un suono di
passi,leggeri,eppure il portoghese sapeva bene chi c'era dietro di
lui,non aveva bisogno di girarsi per vedere chi era,era un uomo
alto,dalla pelle scura e dalla massiccia corporatura,aveva due occhi
marroni,scuri quanto la sua carnagione e sul capo non aveva un solo
capello,mentre per l'abbigliamento consisteva solo un semplice
gonnellino di stoffa verde con pochi motivi triangolari neri lungo
abbastanza da arrivare poco sopra il ginocchio.
L'omone dietro di lui non dava a Paulo nessun motivo di
preoccupazione,nonostante lo sguardo vitreo e un espressione
dura,inflessibile,sembrava calmo e dai modi misurati,osservava
l'iberico mentre scriveva chssà cosa sui quei fogli che da
lindi diventavano subito marchiati col passaggio dell'inchiostro,prima
uno e poi un altro e un altro ancora,imbrattava carte con un
calligrafia che aveva dell'aggrazziato e con una velocità
che aveva dell'inumano.
- Un buon pastore difende le sue capre,proprio come un leone difende il
suo branco.
- Giusto,ma non'è anche vero che basta una scintilla per
bruciare tutta una foresta?Rifletti attentamente su queste parole e la
prossima volta non esagerate,non sempre una grande fama e accompagnata
da grandi elogi.
- Si.
E detto questo l'uomo fece ritorno da dove era venuto,nell'ombra di
quella stanza,ad aspettare insieme a quel suo fantomatico
compagno,l'altro leone,in attesa di nuovi ordini,immobile come una
statua,avrebbero aspettato entrambi,poichè Paulo sapeva bene
cos'era in grado di fare uno solo di loro,ma insieme,erano una coppia
terrificante.
Rimasto da solo,se così si poteva dire,finì di
scrivere,completando così i suoi compiti riguardo a quelle
carte,appoggiò il pennino sul tavolo,richiuse il calamaio e
infine riordinò i fogli formando una piccola pila,ormai non
gli restava altro che aspettare,aspettare di mettere piede a
terra,aspettare di continuare gli scambi commerciali tra la sua nazione
e le nuove terre ad oriente.
Almeno così sembrava,ma la verità era un
altra,una verità che nascondeva sotto le vesti,che
nell'intimità del suo alloggio tirò fuori con una
sbottonata dei bottoni del colletto,una verità che prese
subito in mano e alla quale non potè che dare una occhiata
rispettosa e piena di ammirazione,un ciondolo la cui forma
rappresentava imposizione,sottomissione e privazione del libero
arbitrio.
Un pendente in oro recante un rubino a forma di croce,era lei.
La croce vermiglia.
- Che il padre della comprensione mi guidi.
Questo era il suo vero obbiettivo,un obbiettivo che avrebbe svolto al
più presto appena sceso a terra.
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Capitolo 40 *** Auguri di buon natale ***
Buona sera,vedo che dallo scorso natale molti di voi non hanno smesso
di leggere questa fan fic,la cosa mi fa molto piacere.
Siamo giunti ad un altro natale,e come in quello passato so
già che non posterò il capitolo per tempo,quindi
anche per quest'anno vi auguro buon natale e felici
festività.
Come sempre non dimenticatevi che se volete lasciare un commento di
qualsiasi tipo,una recensione,anche qualche consiglio se volete,non
esitate a scrivermi mi raccomando,un saluto a tutti/e coloro che
continuano a leggere le mie storie assurde,ciao e a presto.
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Capitolo 41 *** Tra confusione e compagnia. ***
In quello stesso istante,tra le rovine della antica sede della
confraternita degli assassini.
Inquietudine,solo e soltanto questa si poteva percepire
nell'aria,eppure solo Sesshomaru sentiva quest'ultima come parte
integrante di quel luogo,mentre per Ezio per yuki sembrava non essere
accaduto nulla di particolare.
Eppure lui l'aveva visto,li,in quel luogo in cui ora si trovava,era un
salone immenso,talemente grande da occupare tutto il primo piano,con
sei fle di colonne,tre per ogni lato lunghi rettangoli di pietra che si
stagliavano verso l'alto,ma non con grazia e delicatezza,avevano un
aspetto rude,dagli angoli spigolosi e con segni e figure il cui
significato era antico quanto quelle rovine.
Ma non fu l'architettura ad attirare l'attenzione dell'inuyokai.
- Vieni,ti aiuteremo a capire.
Disse yuki mentre proseguiva in avanti verso quella che agli occhi di
Sesshomaru era un immagine paradossale.
- Fatti forza ragazzo,ora,l'unico scontro che ti resta da fare
è quello con la realtà.
Già,la realtà,ma la si poteva chiamare
così?Era davvero possibile definire quel paradosso che stava
osservando? Visione di ciò che non avrebbe mai osato
immagginare di trovare laggù,la dove il silenzio
n'è faceva ormai da padrone,la dove un antica fratellanza
aveva custodito un segreto tanto grande da doverlo nascondere la
sotto,la cui conoscenza sembrava essere riservata solo a coloro che
entravano in contatto con quella enigmatica visione.
E in quel momento fece il suo primo passo,il primo passo incerto che
faceva dentro quella construzione,apparentemente il glaciale ragazzo
sembrava semplicemente stupito della cosa,ma la verità e che
dentro nascondeva un ansia che man mano si faceva sempre più
grande,ogni passo lo avvicinava a quella consapevolezza mista ad
incertezza e mentre il dubbio si faceva strada in lui un altro brivido
gli percorse la schiena.
Il pensiero di quel posto che lo circondava con tutto il suo
mistero,l'aria che sapeva di occulto,una sensazione di mistero gli
percorsero la colonna vertebrale come una folata di vento gelido che
gli entrava nelle ossa,non era una paura folle quella che si stava
facendo spazio nel suo animo,ma un sentore di pericolo,come un
allarme,come se un istinto primordiale gli dicesse di stare
attento,allarmandolo su ciò che potrebbe vedere...e che
forse sarebbe stato meglio non vedesse.
Le iscrizioni,i segni dal dubbio significato,disegni dal messaggio
criptico e contorto,enfatizzavano una sensazione sgradevole che nasceva
alla bocca dello stomaco,il suo corpo reagiva prima ancora che lui
potesse comprendere da cosa dovesse difendersi e da cosa ignorare,tutto
li emanava un inquietante senso dell'ignoto.
- Sesshomaru.
Disse Yuki tutto ad un tratto.
- In questi ultimi tempi ti sarai ovviamente chiesto perchè
stia succedendo tutto questo,perchè a te,perchè
ora,ebbene c'è una storia che è giusto che tu
conosca.
- Muoio dalla curiosità.
Rispose glacialmente il giovane yokai,con un nota di sarcasmo che non
era stata per nulla nascosta in quella frase.
Si atteggiava da duro,ma entrambi gli assassini avevano già
compreso quali erano le emozioni che Sesshomaru,in quella tracotanza
che era solito indossare non come maschera,ma come un vero e proprio
abito,se non addirittura una parte integrate del suo io,un arroganza
dedita ad un solo ed unico scopo,preservare quel senso di sicurezza che
lo caratterizzava.
L'arroganza era il suo scudo,la sua armatura contro quelle cose che per
lui erano sempre stata solo
debolezze,affetto,generosità,altruismo,amicizia,amore,lui si
era creato una barriera per difendersi da ciò che avrebbe
potuto fargli del male,ma allora cos'era quella cosa che gli impediva
di fare a pezzi l'umano che da tempo ormai sembrava perseguitarlo? E
quell'altra sensazione che aveva provato nel vedere Toran
così sofferente e sottomessa di fronte a lui?
Ma queste cose passavano in secondo piano se messe in confronto con un
evidenza di gran lunga peggiore,ma come poteva proteggersi se il vero
problema di quella storia situava in una sola persona? Come poteva
proteggersi da se stesso?
- Molto tempo fa,in un mondo differente dal nostro,quando
l'umanità era ancora una razza con poche
civiltà,scoppiò una guerra diverse da tutte le
altre,un guerra segreta,combattuta da due fazioni differenti.
- Fammi indovinare,assassini e templari,giusto?
- Esatto,entrambe volevano raggiungere un solo ed unico scopo,creare un
modo ideale per tutti,ma purtroppo avevano due punti di vista
differenti su come compiere tale impresa,da una parte c'erano gli
assassini,formato all'inizio da un manipolo di uomini e donne,il cui
scopo era quello di difendere il bene che ritenevano più
prezioso di tutti,la libertà.
Credevano che la libertà di ogni individuo fosse un bene
è che tale doveva rimanere,puro e incotaminato
affinchè le persone potessero cresciere sia come persone che
come membri di una società giusta ed equa,ma ovviamente
ciò impediva la costruzione di un mondo perfettamente in
pace e in armonia.
Così intervenne un altra società segreta,i
templari,un gruppo dedito all'unificazione totale di ogni nazione e la
sottomissione di ogni essere seziente,un mondo unito sotto un unica
bandiera,sottommesso ad una sola scuola di pensiero,la loro.
E così nacque la guerra alla quale ormai hai preso parte
anche tu,omicidi,scontri,combattimenti e battaglie sono solo un
assaggio di un conflitto che si combatte da ormai da troppo tempo,anche
l'economia,l'educazione,la religione,persino la politica mondiale e la
maggior parte delle guerre fanno parte di questa storia segreta,sono
poche le cose che questo conflitto segreto non inglobato al suo interno.
- Aspetta,prima hai detto che questa guerra ha avuto origine in un
altro mondo,com'è possibile allora che sia arrivata fin qui?
E qual'è questo mondo che ha dato origine a questa cosa?
- Ci stavo giusto arrivando,durante gli inizi del conflitto c'era un
altro obbiettivo che entrambi gli schieramenti volevano raggiungere,il
recupero degli oggetti lasciati da coloro che vennero prima.
- Aspetta un attimo,ho già sentito questa frase.
- Nei ricordi di Jin?
- Si,ma chi sono,questi...venuti prima?
- Nemmeno noi sappiamo molto,tutto ciò che abbiamo imparato
su di loro e che un tempo erano una civiltà di incredibile
potenza,le cui conoscenze del mondo erano talmente sconfinate da aver
raggiunto un progresso di civilizazzione a dir poco stupefacente,i
pochi che sanno della loro esistenza sostengono che fossero in grado di
costruire palazzi talmente alti da toccare il cielo,di essere in
possesso di armi così potenti da emulare la potenza di mille
soli e addirittura dicono che sapessero postarsi fin sopra il cielo
fino a raggiungere le stelle.
Sesshomaru era incredulo nel sentire certe cose,gli sembrava di
ascoltare una di quelle fiabe che si raccontano ai bambini per
intrattenerli quasi si stava tutti insieme in famiglia oppure prima di
andare a dormire,come faceva suo padre quando era piccolo,storie di
battaglie,di eroici yokai del passato,di armi potenti e di regni
perduti,la situazione che stava vivendo in quel momento gli sembrava la
medesima.
Ma c'era qualcosa di diverso nella sua situazione,la favola che stava
vivendo lui aveva delle parti tanto misteriose quanto inquietanti,i
misteri erano troppi e le domande ancor di più,ogni nuova
scoperta portava solo ad un altro angolo di storia nascosta da
scoprire,ma più andava avanti e più sentiva che
la sua pazienza veniva sempre meno,che il suo equilbrio interiore
vacillava nel dubbio e nell'incertezza.
Certe battaglie non si potevano vincere di sola spada,lui che aveva un
anima da guerriero non poteva accettare ciò,affrontare di
petto i problemi e risolverli il prima possibile,questo era il suo
stile,ma tutti quei tranelli e inganni per la mente,questa la si poteva
considerare una via onorevole?
No,ovviamente non poteva accettare.
- E quindi,cos'hanno a che fare con tutto ciò?
- Ezio,potresti spiegarglielo tu?
Intervenne Ezio.
- Certo,ragazzo ti ricordi il nostro primo incontro?
- Purtroppo si.
- Bene,ma forse questa ti aiuterà a ricordare meglio.
Il fiorentino con un espressione seria in volto,continuò a
fissare il giovane yokai,mentre con un mano andava a raccogiere nel
piccolo sacchetto appessa alla cinta,il suo misterioso contenuto.
Ed ecco infine che l'ha estrasse,era lei,Sesshomaru non aveva
dimenticato quel giorno,quello scontro e le sinistre sorprese di quella
giornata di neve.
La sfera,quel misterioso oggetto che ad un urlo della piccola Rin aveva
manifestato uno strano potere,ricordava le sensazioni provate e le cose
che aveva visto,un innaturale luce più accecante di un
tempesta,la totale incapacità di muovere il proprio corpo ed
infine lei,quella voce,una donna,una cosa del genere non si scordava
così facilmente,soprattutto se quell'evento fu l'origine
delle sue attuali disgrazie.
- Ma quella è...
- Si è proprio lei,vedi,quest'oggetto,insieme a molti altri
del suo genere viene chiamato frutto dell'Eden o almeno e
così che lo chiamiamo dalle mie parti,anche se Yuki mi ha
detto che in questo paese vengono chiamati frammetti del paradiso.
- Non ci capisco più nulla,cosa diavolo è quella
roba?
- Nello specifico non lo sappiamo nemmeno noi,ma probabilmente nemmeno
i templari sanno che cosa siano e quale sia la loro natura,quello che
è certo e che questi oggetti possiedono capacità
straordinarie,nel mio mondo hanno influenzato gran parte degli
avvenimenti storici e religiosi,sono passati per le mani di grandi
figure del passato.
- Ad esempio?
- Ad Esempio? Vediamo un pò,conosci Ramses secondo?
- No.
- Annibale?
- Nemmeno.
- Alessandro Magno?
- Mai sentito.
- Giulio Cesare?
- Chi?
- Attila?
- Esattamente come quelli che hai nominato prima,no è puoi
anche fermarti,probabilmente sono tutti umani quelli che hai
citato,quindi non mi interessano.
- Ragazzo,mi sa tanto che devi farti una cultura,fidati ti farebbe solo
bene.
Intervenne Yuki.
- Mi scusi signor Ezio,ma i personaggi da lei elencati non sono molto
famosi da queste parti,visto che sono molto più famosi in
occidente.
Intervenne Sesshomaru.
- Le terre occidentali sono le terre della mia famiglia e non li ho mai
sentiti questi nomi.
- Veramente intendevo più a occidente,oltre il continente.
- Perchè cosa c'è oltre al continente?
- Molte altre nazioni,comunque stiamo divagando,tornando all'argomento
principale,signor Ezio continui la prego.
- Tornando a noi,(Disse Ezio riprendendo da dove si era
interrotto),questi oggetti sono passati anche per le mani di importanti
personaggi storici,ognuno dei quali,nel bene o nel male a usato ed
abusato dei loro poteri per raggiungere i loro scopi,molti frutti
dell'Eden possiedono forme e capacità differenti.
- Quindi immagino che nei vostri scontri con i templari il recupero di
queste cose,abbia una certa priorità.
- Esattamente.
- Però c'è una cosa che non si spiega,quel
giorno,quando ci siamo scontrati,c'era anche una donna,che aveva preso
il controllo di Rin,chi era? Sembrava conoscerti?
- E una lunga storia,che riguarda sempre questa sfera,mi spiace,ma oggi
il tempo a nostra disposizione e poco e quindi,abbiamo altro a cui
pensare,c'è una cosa che devi vedere,anche se penso che tu
l'abbia già intravista da lontano,vero?
E mentre continuavano a camminare una strana sensazione si fece largo
nell'animo dell'Inuyokai,la visione della sfera attirava la sua
attenzione,quella palla lucente,dall'aspetto metallico,con strane linee
incise sulla superfice mentre frazioni di luce percorrevano le
incisioni dando l'impressione che quella cosa fosse viva,come un altra
sfera di sua conoscenza,la shikon no tama,la sfera dei quattro spiriti.
Già,la sfera,era tempo che non gli tornava alla memoria quel
ninnolo maledetto,un cristallo viola abbastanza piccolo stare nel pugno
di uomo,tanto piccola eppure tanto pericolosa poichè in
molti,tra umani yokai e chissà quale altra creatura aveva
tentato di entrarne in possesso.
Molti erano i privilegi che offriva,forza,potere tutto quello che il
suo possessore desiderava,ma c'era un prezzo da pagare,la corruzzione
del proprio io,chiunque ne entrasse in possesso avrebbe dovuto
sopportare sfortune e miserie continue,tante promesse di un oggetto
così ricercato solo per cedere alla sue false
lusinghe,più un parassita che un gioiello.
Lui però non era mai ceduto a quelle false promesse,anche se
in primo luogo non l'aveva mai cercata,lui era già molto
forte di suo,non n'è aveva bisogno,poteva dire la stessa
cosa di quella strana palla di metallo,eppure c'era un qualcosa che lo
incuriosiva,la natura estranea di quell'oggetto,quel frutto dell'Eden
come l'aveva chiamato Ezio,suscitava in lui una curiosità
impossibile da estinguere,non fortissima ma comunque presente.
Era conscio della potenza di quella palla,di tutte quelle bizzarie con
la quale era entrato in contatto: la mela,la tavola con le incisioni,il
grande torii e...Akira.
Per un attimo gli venne in mente il maestro templare,nulla
però riguardasse il loro scontro,oppure i segreti che
nascondeva riguardo alla sua infanzia o alla misteriosa amicizia con
suo padre,no,gli tornavano in mente la passione preferita del suo nuovo
nemico,la storia.
Quella strana ossessione che Akira sembrava ostentare come un
pregio,ricordava bene come alla festa tenuta nel suo feudo in
montagna,aveva collocato con cura maniacale pezzi di antiquariato
antichissimi,la maggiorparte degli ospiti non sembrava curarsene
più di tanto,lui compreso,solo pochi interessati,qualche
nobile,nulla di che.
E poi c'erà quella città,quell'insediamento
abbandonato,li nel cuore della montagna,dove antiche costruzioni si
mescolavano all'incredibile numero di ossa e scheletri presenti in quel
luogo,sicuramente Sesshomaru non'è era di certo il massimo
esperto del settore,ma in quella passione di Akira per il passato era
fin troppo precisa,curata in ogni minimo dettaglio.
Che quel passatempo dello scavo riguardasse solo una semplice
curiosità da parte dello yokai eterocromatico,oppure anche
lui era alla disperata ricerca di quei quei frammenti del paradiso?
Forse la risposta era più semplice di quello che sembrava.
Ma allora perchè mettere in mostra la tavola di pietra?
Perchè permettere che Sesshomaru gli si potesse avvicinare a
tal punto da entrarne in contatto,solo per farsela portare via da
Toran,valeva così tanto la perdeti di un simile manufatto?
E mentre il suo cervello si impegnava nel frugare la risposta
notò quasi in ritardo che il fiorentino e la sua sorella di
lama si erano fermati.
- Eccoci qua,preparati a restare di sasso.
Disse Yuki rivolgendosi allo yokai.
Nel sentirla tornò alla realtà e lo spettacolo
che vide davanti fu lo stesso che vide a metri e metri di distanza,ora
solo più vicino a lui e purtroppo più
sconvolgente di quello che credesse.
Di fronte a loro,li dove l'enorme salone finiva vi era collocata una
grande statua,una figura d'uomo scolpita in una pietra
bianchissima,scopito con una tecnica molto,ma molto differente dallo
stile che rispecchiava quel luogo,persino gli abiti che vestiva
sembravano davvero estranei a quel luogo.
A partire dagli strane calzature,erano dei sandali,formati da numerose
strisce mentre poco sopra lunghi pantaloni lischi dove alla cintola vi
era legata un fascia che finiva in un striscia che scendeva dietro le
gambe,la veste superiore invece consisteva in sopravveste
stretta,aperta in mezzo ma tenuta insieme da un sorta di anello e in
testa una capigliatura corta con ciuffi di capelli che andavano verso
l'alto,quasi sembravano appuntiti.
E nel vedere quell'insieme di dettagli si concentrò infine
sul volto di quell'opera scultorea,un viso liscio,da giovane uomo,con
occhi dallo sguardo rilassato pur tuttavia attenti ed espressivi,la
bocca contratta in un sorriso appena percettibile e infine le
orecchie,semplicemente appuntite.
Sesshomaru lo aveva riconosciuto,era un yokai...un
dayokai,purtroppo,aveva riconosciuto la forma del viso,quello che ha
distanza di decine di metri sembrava un scherzo dettato dalla stranezza
del luogo,era in realtà una verità agghiacciante.
- Non...può essere vero.
Disse lui incredulo sullo spettacolo che gli si figurava davanti agli
occhi.
- No? Guarda attentamente,come fai a non vedere l'ovvio? Come fai a non
riconoscere il volto di quell'uomo?
L'inuyokai si girò verso di lei con occhi dallo sguardo
iracondo.
- E impossibile,chi mi dice invece che questa non sia un altra prova
come quella di poco fa?Chi mi dice che non sia un altra menzogna?
- Ti sbagli e la verità,oltretutto questa scultura e
talmente vecchia che si trovava già qui prima ancora della
fondazione della confraternita,no figlio di Inutaisho,quello che stai
osservando adesso e la realtà,per quanto incredibile possa
sembrare.
- No,quella statua non può avere quell'aspetto.
Diede un ultima occhiata alla statua,per poi osservarla ancora una
volta,con sguardo incredulo e sconcertato.
- Perchè quel volto...e il mio.
Ecco qual'era la verità che non poteva accettare,i
lineamenti che aveva riconosciuto in quell'uomo,gli occhi,la forma del
naso e della bocca,tutto ciò che c'era da vedere in quella
figura,era lui,per filo e per segno.
La somiglianza tra i due era pressochè inconfondibile,ma a
questa nuova inquietante scoperta,sorgeva un dubbio quanto mai
inquietante,perchè mai c'erà una statua del
genere in luogo come quello? E se la statua era così antica
come aveva detto Yuki,com'era possibile che c'erà la sua
faccia si trovava su quella scultura.
Non poteva credere a una cosa simile,Sesshomaru sentiva che quella cosa
era al di fuori non solo da ogni concezione logica,ma anche fuori
luogo,come se non dovesse essere li,un pò come quegli
oggetti,i frutti dell'Eden o frammenti del paradiso,o come diavolo si
chiamassero a lui non gli importava.
Il volto sarà stato anche il suo,questa era più
che certo,ma quell'abbigliamento? E sopratutto quel taglio di
capelli,era come vedere la propria immagine riflessa,eppure sentiva che
c'era qualcosa non tornava.
- Quel volto e il mio,ma quell'uomo non sono io,non posso essere
io...non è vero...non ci credo.
- Ora devi cercare di stare calmo.
- Calmo?...Calmo? Dopo tutto quello che ho passato oggi,sono stato
ingannato,ho rischiato di perdere la vita giù per un
precipizio,mi sono scontrato con un antica rivale,solo per farmi
raccontare una favola su una guerra segreta nata tra due parti in lotta
e per cosa? Per degli oggetti creati da una chissà quale
mitica civiltà scomparsa? E proprio una bella storia,ma dopo
quello che ho visto oggi penso proprio che prenderò una
pausa da tutto questo,ci vediamo al villaggio.
Li fissò per un attimo,poi alzò un ultimo sguardo
verso la grande figura di pietra davanti a lui e infine si
girò,intenzionato ad allontanarsi dal quel posto,da quella
stanza,ma sopratutto da quella cosa,quella figura che assomigliava a
lui in modo pazzesco,gli occhi,il naso,la bocca,tutto di quel
volto,persino l'altezza degli zigomi e i minimi particolari erano
totalmente somiglianti a ogni parte del suo volto.
Eppure,c'era qualcosa che non quadrava,il viso della statua e il suo
erano identici,ma per quanto riguardava il taglio dei capelli e delle
vesti? E sopratutto,se era vera la storia che quella scultura era li
prima ancora della fondazione della vecchia base degli assassini,allora
chi c'è l'aveva messa li? Perchè aveva
quell'aspetto? Che anche quello fosse un lascito di quella
civiltà perduta?
Ora come ora la cosa non gli poteva importare meno,aveva solo voglia di
prendere un pò d'aria,di prendersi un pò di
monotona tranquillità,come piaceva fare a lui di
solito,isolarsi dal resto del mondo e dedicare un pò di
tempo a se stesso,cosa che ultimamente non gli riusciva molto bene.
Uscì dal grande salone e appena attraversata la grande porta
la rivide ancora li,Toran,era seduta per terra,poco lontano
dall'entrata dell'edificio principale,la vide li,con aria pensierosa e
subito dopo vederla che girava lo sguardo verso di lui.
La ragazza si alzò facendo qualche passo verso di lui.
- Allora che ti han...
Chiese lei con tono serio e lievemente preoccupato,preoccupazione
probabilmente dovuta al combattimento di prima.
Ma lui si ricominciò ad avanzare per fatti suoi,senza
lasciarle il tempo di finire la frase che già l'aveva
superata senza degnarla nemmeno di uno sguardo.
- Sesshomaru,che ti succede?
- PERCHE NON LO CHIEDI A LORO?
Disse lui girandosi iracondo verso la pantera,rivolgendosi a lei con
tono brusco e uno sguardo carico di rabbia.
Lui vide l'espressione di Toran,stupore misto ad una leggera paura,un
silenzio di tomba scese tra i due e poco dopo lo sguardo dell'Inuyokai
si calmò,resosi conto di ciò che aveva detto,o
meglio,come l'ho aveva detto.
Sesshomaru era nervoso e la cosa era certamente evidente,brevi respiri
rapidi,seguiti poi da una respirazione più regolare,il cuore
riprendeva il suo ritmo normale e un espressione più
rilassata si fece largo sul suo viso,la guardava e in una parte di lui
la cosa gli di spiaceva,non avrebbe voluto risponderle
così,lei con quelle rivelazioni non c'entrava niente.
Eppure,la cosa che lo ferì di più in quel momento
era come lei aveva ricevuto quella sua reazione furiosa,dallo sguardo
di Toran si capiva molto bene che la cosa l'aveva lasciata
spiazzata,presa di sorpresa.
Lui la guardò un attimo per poi distorgliere lo sguardo da
quello di lei,come se provasse vergogna per quello che aveva fatto.
- Ho bisogno di restare da solo.
E detto questo si allontanò,sapendo bene che lei lo stava
ancora guardando,la cosa non potè far altro se non aumentare
la distanza che c'era tra lui e quel posto la cui vista in quel moemnto
non potè dargli altro che fastidio e inquietudine.
Diverse ore più tardi,nel villaggio tra le montagne.
Buio,la sera ormai aveva ricoperto il cielo del sua scura tinta il
cielo,che da li si potevano vedere le stelle quasi potessero toccare
con un dito.
Sesshomaru le guardava da li,in quella casetta nella quale si era
svegliato,da quando era tornato non aveva fatto che mettersi a sedere
accanto ad un muro vicino al futon,i suoi occhi osservavano gli astri
del cielo,ma la sua mente era altrove.
Da quando quella sua nuova avventura era cominciata aveva visto e
affrontato cose e verità con la quale non avrebbe mai
pensato di confrontarsi e più il tempo passava
più aveva la sensazione che il filo logico di tutta quella
storia ormai si stava perdendo.
Una guerra nata per cause che lui nemmeno riusciva a comprendere,che
andavano alla ricerca di antichi manufatti realizzati da un popolo
dimenticato? Più ci pensava e più gli sembrava di
trovarsi dentro una storia per bambini,ma la cosa che gli dava
più fastidio era quella statua,quella dannata forma di
pietra con le sue sembianze anatomiche,così uguale a lui e
pur tuttavia così diversa.
E proprio mentre la sua testa si riaffollava di idee e domande senza
capo ne coda,sentì qualcuno entrare dalla porta scorrevole
di legno,era Toran.
- Va tutto bene?
- No.
Rispose lui,secco e glaciale com'era nella sua natura,non l'aveva
nemmeno guardata quando si rivolse a lei.
- Forse ho fatto male a disturbati,me ne vado.
Disse lei in tono sconsolato e intenta a ritornare su i suoi passi.
- Resta...se vuoi.
Il cane la fermò subito sul ciglio della porta,anche se
forse non sarebbe bastato molto a trattenerla li dentro,lei
scrutò ancora una volta la sua sagoma e lei lo vide
li,illuminato dalla luce delle stelle dandogli un immagine di se come
un anima in pena,bella e dannata.
Lei si avvicinò sedendosi dall'altro lato parallelo a quello
di Sesshomaru,poichè non osava avvicinarsi troppo, non dopo
lo scontro di quella mattina,non dopo essere stata toccata nella sua
intimità.
- Vedo che le tue ferite non sono completamente guarite,se non altro il
ghiaccio sembra non aver compromesso ulteriormente i danni,comprese le
mani,ho avuto paura che le tue mani non riprendessero
sensibilità.
- Da quando questa storia e cominciata ho perso buona parte delle mie
capacità rigenerative,non riesco più a guarire
alla stessa velocità che avevo fino a poco settimane
fa,anchè se non credo che tu sia venuta solo per le mie
condizioni fisiche,o meglio,non penso sia l'unico motivo per la quale
mi hai raggiunto.
- Sono solo preoccupata per te.
- Non n'è vedo la ragione,anche se in effetti ora che ci
penso,perchè stai facendo tutto questo?
- B'è visto che oggi il nostro e stato un duello finto...
- Non intendevo quello,perchè sei qui? Cosa ti spinge a
collaborare con questi cappucci bianchi?
Abbassò lo sguardo,quasi non volesse guardarlo negli
occhi,fece un profondo respiro e gli rispose.
- Ricordi la sera della festa? Due mesi prima ricevetti un invito per
una festa che si sarebbe tenuta nelle terre occidentali,la stessa festa
in cui io e te ci siamo rincontrati,ma dopo che ricevetti quell'invito
ricevetti un visita,una sera,mentre ero nelle mie stanze,comparve una
donna che tu già conosci.
- Parli di Yuki?
- Si lei,non ebbi nemmeno il tempo di usare i miei poteri che lei mi
gettò ai piedi una lettera che dimostrava che uno dei miei
consiglieri era in combutta con un certo feudatario per il controllo
delle terre del mio clan.
- E scommetto che quel feudatario era Akira.
- Esatto,giusto il tempo di leggere per intero il messaggio che lei era
già svanita,subito dopo avvertì le guardie per
arrestare il traditore e farlo processare con la pena capitale,ma
quando raggiunsi io suoi alloggi era già morto e vicino al
cadavere era stato lasciato un messaggio.
- E cosa diceva il messaggio?
- Attenta,alcuni gatti sono fedeli ad un altro padrone.
Calò di nuovo il silenzio tra i due e per Toran la cosa si
faceva imbarazzante,ma per Sesshomaru le cose erano differenti,si era
perso di nuovo nei suoi pensieri,lui fissava la pantera dritta negli
occhi e lei si sentì in qualche modo colpevole,non sapeva di
cosa ma percepiva che qualcosa la collegava ad una dei tanti pensieri
alla quale l'inuyokai cercava risposta.
- Devo dedurre che tu stia dalla parte di questi inccappuciati solo per
interesse verso il tuo clan,se non altro il tuo e un motivo
comprensibile,il mio invece è sapere perchè Akira
e così interessato a me.
- Che intendi dire?
- Mentre combattevo con lui ho constatato di persona la sua forza e la
sua abilità come combattente,la sua bravurà nel
combattere e incredibile.
- E uno avversario così forte?
A quella domanda Sesshomaru non potè rispondere
immediatamente,gli tornava alla mente quello scontro,quel suo scompenso
di abilità e tecniche fu così evidente che Akira
in confronto si dimostrò un autentico maestro della lotta,le
sue movenze,le sue schivate e i suoi colpi erano qualcosa con la quale
non si era mai confrontato prima,tali furono la destrezza e la forza
del templare che ricordava ancora bene il peso di quei pugni,la stretta
delle prese e le curiosi posizioni di combattimento,tra i due lui era
il pivello e come tale era stato trattato.
Non fu mai messo veramente in pericolo dall'armamento della squadra dei
sette,non furono gli imbrogli e gli inganni di Naraku a schiacciarlo
è tanto meno Tessaiga,dalla cui potenza era stato sconfitto
solo perchè il suo fratellastro imparò ad usarla
in modo casuale,ma braccia e gambe e strategia di un uomo della quale
non sapeva niente e che al contrario quest'ultimo sapeva tutto di lui.
Il solo pensiero di quell'uomo lo infastidiva dal più
profondo della mente,quell'angolo della mente in cui ricordi
riaffioravano gli facevano tornare a galla sensazioni di tremenda
sconfitta,debolezza e vergogna,vergogna di aver sottovalutato
l'avversario,vergogna di essere stato trattato come un bambino di
fronte ad un adulto,vergogna della sconfitta subita così
facilmente,era un guerriero e come tale si sarebbe rialzato,ma le
cicatrici restano e non tutte sono quelle che si posano sulla pelle,il
suo animo era marchiato da quella sconfitta.
- Si...ma la prossima volta non mi troverà impreparato.
Rispose così,con tono distaccato,ma ad un orecchio sensibile
avrebbe udito una nota di nascosto malessere.
Lei lo fissò attentamente ancora una volta è
qualcosa in lei la istigava a non volergli togliere gli occhi di
dosso,se solo lui si fosse accorto che lei lo stesse osservando,ma era
troppo impegnato a guardare quei puntini luminosi nel
cielo,così lontani da loro e dai loro problemi.
Toran aveva sentito tutto di quel loro discorso senza perdere una sola
parola,eppure c'era un qualcosa di forte dentro quel ragazzo dalla
lunga chioma argentea,così simile nello sguardo,ma
così diversi nello spirito,solitamente lei si ricordava di
come nei loro più vecchi scontri aveva sempre quegli occhi
freddi e lontani,un viso di pietra con un espressione per niente viva.
Ma quella sera si accorse di un altra energia che scaturiva
dall'inuyokai,aveva sempre pensato che come lei avesse del ghiaccio che
gli scorreva nelle vene,ma ora non poteva non notare un fuoco che gli
bruciava dentro,una fiamma che partiva come una scintilla ma che poco
alla volta poteva trasformarsi in un incendio,se non peggio,era un
altra la fonte di energia che lo alimentava ad andare avanti.
Era la volontà? Era la determinazione? Era la forza? Cosa
alimentava così tanto quella sua forza d'animo,che anche
nella sconfitta più amara trovava la forza di rialzarsi? Lei
non lo sapeva,ma forse nemmeno lui era pienamente conscio di quella sua
caratteristica.
Forse era questo ciò che attirava la sua attenzione,forse
era questo ciò che l'attraeva di più,lei era una
combattente e anche lei poteva capire come lui si sentiva.
Ma forse non lo avrebbe mai capito,non completamente.
- Forse è meglio andare a dormire,chissà cosa
accadrà domani.
Disse lei in tono rilassato,come a voler cambiare immediatamente
discorso,volendo così allontanare i brutti pensieri,che
aleggiavano in quella piccola casupola e detto questo si
alzò in piedi avvicinandosi ad una porticina nascosta nel
muro che Sesshomaru non aveva degnato neache di uno
sguardo,l'aprì e tirò fuori quello sembrava un
altro futon.
Lui accorgendosi della cosa osservò la pantera con fare
stupito.
- Che stai facendo?
Chiese lui mentre la osservava prepare quel fagotto poco lontano dal
futon nella quale aveva dormito lui.
- Mi preparo per la notte.
- Cosa?
- Quando gli assassini non venivano a contrallare le tue condizioni ero
io quella ti teneva d'occhio,nel caso fosse accaduto qualcosa di
strano,il fatto che stamattina non ci fosse riguardava la tua
prova,dovevano farti credere che per questi tre giorni nessuno ti
tenesse d'occhio durante la notte.
A quel punto non sapeva più cosa dire e per ciò
si alzò in piedi e si diresse verso la porta.
- Dove vai?
Chiese lei incuriosità.
- Non lo so,ma non posso restare qui nel caso ti volessi spogliare per
cambiarti d'abito.
E a quel punto,chiudendo il discorso su lei che si toglieva i vestita
usci diretto chissà dove.
E lei rimasta completamente sola,divenne rossa dalla vergogna,quasi
rischiando di andare a fuoco da come aveva cominciato a scottare,il
sole pensiero di lui che avesse immaginato che lei si togliesse il
kimono e gli stivaletti la faceva scaldare come una zuppa messa sul
fuoco.
E in quel momento si ricordò di una peculiarità
che caratterizzava Sesshomaru come l'individuo distaccato che
dimostrava di essere.
La delicatezza per lui era un concetto totalmente estraneo.
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Capitolo 42 *** Una notte di ombre e sangue ***
Quella stessa notte,al villaggio di Kaede.
Inuyasha,non riuscendo a prendere sonno quella notte era uscito a fare
una passeggiata,aveva litigato per l'ennesima volta con Kagome,questa
volta il motivo riguardava l'aver maltrattato il piccolo Shippo per
l'ennesima volta.
A quante pare il cucciolo di Kitsune,impegnato com'era nei suoi
allenamenti per diventare un esperto nell'arti delle volpi,aveva
giocato un brutto scherzo ai danni dell'hanyou,si era finto in pericolo
ai margini della foresta e Inuaysha essendo di buon cuore,ma anche
credulone,ci era cascato come un povero fesso e quindi era stato
intrappolato.
Era sato bloccato da una statua,una di quelle che Shippo aveva nel suo
grande repertorio di giocattoli e oggetti vari che tra i kitsune erano
tipici per scherzi,burle e occasionalmente come strumenti di difesa.
E l'hanyou si ricordava bene le grasse risate che la volpe si stava
facendo e per tanto in quel momento si liberò
dell'intralcio,dando un sonoro cazzotto dritto su quel bimbo dispettoso.
E come sempre Shippo disse dell'accaduto a Kagome,che Kagome
litigò con il marito e che subito dopo lo mandò a
cuccia,sbattendolo direttamente al suolo come un tappeto.
E dopo la solita quotidianità la serata contnuò
senza altri battibecchi.
La notte illuminava lievemente il villaggio dando la sensazione di
essere circondati da una luce pallida,vivida,presente,ma da
laggiù sulla terra parevano all'hanyou fredde e distanti.
Un pò come Sesshomaru.
Già Sesshomaru,chissà che fine aveva fatto,da
quando quel simpaticone,per modo dire,di suo fratello,era
scomparso,diretto verso le terre della sua famiglia per via di un
invito di qualche genere,Inuyasha non ci aveva capito molto,ma infondo
quel blocco di ghiaccio di suo fratello era un tipo che se ne stava
abbastanza per le sue,senza spiegare niente a nessuno.
L'hanyou aveva ormai rinunciato a capire cosa passasse per la testa
dell'inuyoaki,però era comunque strano com'era accaduto il
tutto,prima quell'attacco da parte dei briganti al villaggio vicino e
subito dopo l'attacco al loro villaggio,come se il tutto fosse stato
programmato fin dal principio.
Per non parlare di quella donna,quella donna i cui abiti avevano molto
in comune con quello strano umano giunto da chissà
dove,com'era apparso era svanito,giunse da solo nel villaggio e se
n'è andò via insieme ad una donna,anche se aveva
promesso di far ritorno...un giorno.
Ezio,che tipo strano.
E mentre l'hanyou si perdeva nei suoi pensieri,un odore a lui
sconosciuto si fece sentire molto chiaramente,era odore di umano,di un
umano che non conoscieva.
- Tu devi essere il giovane hanyou di nome Inuyasha giusto?
Una voce,una voce maschile venne udita dalle orecchie del
ragazzo,alzò la testa verso uno dei tetti di una casetta
sopra la sua testa e poi lo vide,una figura alta,snella,vestita con
pantaloni,giacca,tabi e sandali bianchi e attorno alla testa un velo
del medisimo colore che gli copriva il volto e il capo,ma la cosa che
più saltava all'occhio erano le protezione metalliche poste
sugli stinchi e sopra gli avambracci che risplendevano alla luce
dell'astro notturno.
Inuyasha era rimasto senza parole nel vedere quell'uomo dall'aria
tenebrosa e con la luna alle spalle,la sua immagine era quella di un
essere misterioso,come quella di uno spettro,che comparso
all'improvviso non si era fatto notare,se non per sua
volontà.
Senza andare troppo per il sottile,il ragazzo estrasse la sua
spada,Tessaiga,la leggendaria spada appertenuta ad Inutiasho e forgiata
da una zanna del precedente proprietario,all'apparenza sembrava una
vecchia spada arruginita in un fodero altrettanto rovinato dal tempo e
dalle intemperie,ma quando la estrasse un enorme spadone dalla lama
curva e dal peso decisamente maggiore per essere sollevata da una
persona normale.
estratta l'arma la puntò senza troppe remore verso lo
sconosciuto.
- E tu chi saresti dannato?
l'uomo non rispose,teneva le braccia incrociate poco sotto il petto e
il suo sguardo,seppur presente e penetrante,era coperta da un ombra
dando un aria ancora più sinistra alla sua immagine.
- Un ombra non ha nome,n'è volto,n'è
identità...da tempo ormai il vostro villaggio e tenuto
d'occhio da nemici a voi sconosciuti,mentre Sesshomaru veniva attaccato
da un falso brigante,occhi nascosti e orecchie malintenzionate si
nascondevano nell'ombra,ancora adesso ci sta osservando.
- Di che diavolo stai parlando?
- Seguimi.
Inuyasha non ebbe nemmeno il tempo di replicare che quello strano tipo
gli era già sfuggito,lo aveva visto fare un singolo balzo
per perderlo di vista,poi una brezza leggera,fredda e rapida gli
passò vicino al collo e preso dall'istinto si
girò di spalle per poi vedere quell'uomo dirigersi verso al
foresta.
- Ma come diavolo ha fatto?
E nel vederlo andar via rimise la spada nel fodero e
cominciò ad inseguirlo ,quel tipo si era intrufolato nel
villaggio come se nulla fosse,per andarsene nella speranza di essere
seguito? Inuyasha non capiva bene di cosa stesse parlando quel tipo,ma
aveva la strana sensazione che quello sconosciuto avesse un che di
sospetto...e non era per il fatto che era comparso di punto in bianco
come se nulla fosse.
Il ragazzo dai bianchi capelli cominciò a
correre,intenzionato com'era ad interrogare l'intruso non avrebbe
permesso nulla al mondo di farselo sfuggire,eppure per quanto evitasse
gli ostacoli come le poche casupole tra lui e il suo obbiettivo,o il
melmoso terreno degli orti che la neve rendeva ancora umidi e fangosi
che lui supereva con gran facilità,non riusciva a
raggiungere quell'umano,che come il vento scattava in avanti senza
sosta alcuna,a giudicare dalla velocità con cui si muoveva
avrebbe osato dire che quasi si muoveva come uno yokai.
Ma l'odore che si lasciava dietro era chiaramente quello di un
umano,chi fosse quello strano individuo non lo sapeva,ma l'avrebbe
scoperto molto presto,lo vide raggiungere il limitare della foresta,per
poi inoltrarsi sempre più tra gli alberi e la vegetazione a
margine del bosco.
Inuyasha aumentò il passo più veloce che
potè,ma faceva comunque fatica a stargli dietro e ora che
anche lui aveva superato il limitare di quella grande area verde doveva
vedersela con la vegetazione circostante,gli alberi di per se non
costituivano un problema molto grande e nemmeno lo scarsa presenza di
luce che ha malapena passava in mezzo alla vegetazione,le sue naturali
capacità come hanyou gli permettevano di muoversi
più che adeguatamente in spazi angusti o con una forte
presenza di ostacoli,seppur non potendo usare la sua
velocità al massimo e nemmeno la semi oscurità
rappresentava un impiccio dato che poteva vedere perfettamente anche
con la poca luminosità presente.
Il vero guaio era rappresentato dalla scomparsa di quell'uomo,sentiva
benissimo il suo odore,ma non riusciva più a capire dove si
trovasse,un attimo fa c'è l'aveva di fronte,mentre l'attimo
dopo,appena lo sconosciuto era entrato in una chiazza d'ombra era
letteralmente scomparso,Inuyasha seniva benissimo di aver superato il
punto in cui l'intruso era scomparso,si guardò un attimo
indietro e preso dalla frustrazione estrasse Tessaiga.
- Maledetto dove ti sei nascosto?
Imprecò l'hanyou mentre si guardava attorno,nella speranza
di scorgere quello strano tipo prima che potesse scappare dalle sue
grinfie.
E mentre Inuyasha dava in escandescenza l'uomo alla quale dava la
caccia stava osservando la scena da tutt'altro punto di vista,nascosto
su un albero e coperto dai rami scrutava attentamente l'ambiente
attorno a lui.
E non era Inuyasha che stava cercando,dato il fatto che con tutto il
rumore che faceva avrebbe potuto risvegliare l'intera foresta,persino
il villaggio li vicino avrebbe potuto sentirlo urlare,ora che lo
guardava in quel moemnto,si stava chiedendo come gli era venuto in
mente di farsi inseguire da un tipo come quello.
Era un altro il suo obbiettivo...è l'aveva trovato
più che chiaramente.
- Eccotti.
Disse tra se e se l'uomo in bianco e rapido come un fulmine
cominciò a saltare di albero in albero,mettendosi
all'inseguimento della sua vera preda.
Coperto dall'ombra,aiutato dalle tenebre,lui che la conosceva
più di molti altri,lui che sapeva come sfruttarla a suo
vantaggio,il suo mondo era il buio,il buio che per lui era casa,ma per
la sua preda,ma per lei,lei che l'ombra la conosceva assai poco,molto
meno di lui.
La vide inginocchiata su un robusto ramo,coperta dalle fronde degli
alberi,mentre l'attenzione di quest'ultima era orientata verso al voce
dell'hanyou che strillava a più non posso,che si distrasse
pure,lui avrebbe fatto la sua mossa.
E l'avrebbe fatta nel modo più rapido possibile.
Saltò nuovamente verso il prossimo albero ma questa volta
non avanzò,non in avanti,ma verso l'alto,sapeva di essere
arrivato verso il punto più giusto per lui,più
giusto per la sua occasione,non aveva bisogno di guardare in
alto,quell'albero era dell'altezza giusta.
L'alto abete misurava almeno trenta metri ed era il più
adatto per quello che avrebbe fatto presto,si mosse verso la punta del
grande albero balzando rapidamente di ramo in ramo come un grillo che
scappa dal gelo dell'inverno,saltava in punta di piedi,lesto
nell'eseguire i suoi scatti ed infine raggiunse la cima da lui
desiderata.
Si reggeva senza alcuno sforzo su quella spazio più che
misero anche per una formica,ma per lui era come se avesse la larghezza
di un cinta muraria,la sua figura si inalzava in alto,illuminata dalle
stelle e dalla luna che aveva alle spalle,guardò in passo,in
punto che lui seppe definire con assoluta chiarezza,unì i
palmi delle mani e subito dopo con le dita cominciò a fare
delle strane movenze,quasi esoteriche.
E appena ebbe finito con quella bizzarria fece la sua mossa.
Saltò,lanciandosi nel vuoto sotto di lui,con il corpo
perfettamente in verticale,con la testa verso la terra e le gambe verso
il cielo,nei suoi occhi osservava con attenzione il suo
obbiettivo,nella folta vegetazione lui sapeva dove lei si nascondeva.
La sua velocità in caduta divenne sempre più
forte,sempre più forte,fino a che non arrivò nel
punto giusto dove poter iniziare il suo ingresso all'ospite
indesiderato.
- Passaggio evanescente.
Queste parole furono pronunciate poco prima di incontrare i rami con la
quale si stava andando a scontrare,ma invece di farsi male e
fracassarsi le ossa,ci passò in mezzo come se nulla
fosse,evitando il doversi spaccare tutte le osse che aveva in corpo.
Ma prima che potesse giungere nel punto da lui desiderato un
sibilò improvviso giunse alle sue orecchie,istintivamente
mosse una delle braccia a coprirsi il volto e ciò gli fu
indispensabile per salvarsi la vita.
Uno dei parabracci aveva parato qualcosa provocando un suono
metallico,era un kunai e lui vide chiaramente chi lo teneva in mano.
- Hana.
Già,era lei,la giovane ragazza al servizio di Akira,gli
occhi e le orecchie del maestro templare,colei che scrutava l'orizzonte
per ordine della croce vermiglia.
- E tu chi saresti?
Chiese con tono scontroso.
- Arrenditi immediatamente e non ti sarà fatto alcun
male,perchè spiavi gli abitanti di questo villaggio?
- Se pensi che tradirò la fiducia del mio signore allora
sappi che ti sbagli grosso,credi davvero che potrei fargli questo?
- Non'è tradimento se si volta le spalle a un mostro del
genere.
- Sta zitto.
Hana decise di contrattaccare,facendo scivolare la lama della sua
piccola arma contro la difesa del suo avversario,il colpo sembrava
riuscito con successo e per tanto in men che non si dica
puntò direttamente verso la gola dell'uomo.
Lui in tutta risposta reagì immediatamente e con
l'altrò braccio bloccò il polso della mano armata
e subito dopo proiettandola fuori dal ramo e facendola cadere verso il
basso,ma anche lei non era da sottovalutare,si riprese velocemente e
atterrò su un altro ramo per poi sfruttarre quest'ultimo per
spostarsi verso un altro albero di fronte a quello precedente.
L'uomo guardò più in basso in direzione della
ragazza e con sguardo freddo e risoluto si rivolse verso Hana.
- La tua via delle ombre e ancora agli esordi,vattene,prima di farti
del male.
- E se non volessi farlo?
- Ingenua ragazzina,tu nell'ombra ti nascondi,io nell'ombra ci vivo.
Appena finì di parlare mosse una mano verso il basso per poi
aprirla completamente e in un istante quella piccola area arborea che
avevano attorno si riempì di una luce accecante,tanto forte
quanto rapida nello sparire,la ragazza rimase accecata giusto un
attimo,ma fu più che sufficente per perdere le traccia di
quell'uomo.
Si guardò attorno,sopra,sotto,in tutte le direzioni
possibile,riusciva solo a sentire il freddo che in quella notte
d'inverno sembrava più gelida del solito,un vento leggero le
spostò i capelli e lei istintivamente cercò di
rimetterli a loro posto,ma a suo discapito un gelida sorpresa la prese
contropiede,tra la sua mano e la sua capigliatura sentì con
il palmo un oggetto sottile posato a lato del collo,di qualche
centimetro sotto l'orecchio sinistro,aveva paura di quello che potesse
essere in realtà.
- Fai un movimento sbagliato e ti reciderai l'arteria da sola.
- Come hai fatto?
- Ho molta più esperienza di te,ora stammi a sentire,non ho
alcuna intenzione di ucciderti,ma ho bisogno che tu riferisca una cosa
ad Akira.
- Quale cosa?
- Il diavolo di Iga...lui capirà...e adesso va.
In men che non si dica la presa sulla ragazza si annullò
completamente,lasciandola libera di agire,occasione più che
giotta per lei,si girò immediatamente dalla parte del
straniero,armata anche lei di Kunai che aveva estratto da
chissà dove.
Ma proprio quando era intenzionata a continuare il confronto non lo
vide più,come se si fosse volatilizzato nel nulla,com'era
possibile che fosse stata individuata? Lei che conosceva bene le arti
dei ninja era stata scoperta con così tanta
facilità?
Non era quello il momento per porsi certe domande,doveva far saper ad
Akira ciò che gli era successo li,in quella foresta dove il
suo maestro l'aveva mandata per spiare il villaggio li vicino,doveva
muoversi e in fretta.
Una gelida ventata si mosse tra gli alberi e all'infuori di quello solo
le urla di Inuyasha,che non era troppo distante da lei,ma una delle
cose che le erano state insegnate era come dare l'illusione di far
scomparire il proprio odore o come nascondere se stessa anche nelle
zone più pericolose,nel caso dell'hanyou sapeva bene che
sostanze come oli ed essenze naturali tipiche dell'ambiente circostante
confondevano creature come Inuyasha oppure nel caso di quelle persone
che facevano di cani come guardia personali,la sua lista di trucchi e
imbrogli era ampia.
Ma lui era riuscito a scoprirla,lui era riuscito a stanarla e
addirittura prenderla alla sprovvista,chi era quell'individuo? Di certo
le sue abilità avevano dell'incredibile.
Ci avrebbe pensato in un altro momento.
Prese di nuovo a muoversi,questa volta diretta verso il castello di
Akira,di ramo in ramo,di albero in albero,si stava lasciando dietro la
sua missione e questo la fece sentire a disagio con se stessa,ma che
altro poteva farci,infondo la sua copertura era saltata,il maestro
doeveva essere avvisato.
Com'era arrivata così se ne andò,in silenzio.
Inuyasha non smetteva di inveire contro quel tipo,lo cercava con gli
occhi,ma non lo vedeva,lo cercava col fiuto,ma non sentiva il suo
odore,dovunque si girasse vedeva soltanto alberi e foglie,si girava da
una parte e ancora niente,si girava dall'altra e anche li nulla.
- Ehi tizio strano,dove ti sei nascosto? Fatti vedere.
Urlava al vento nella speranza che quel tipo rispondesse,ma ancora
nulla e perciò la sua pazienza si esaurì e senza
troppi complimenti cominciò a tener pronti gli artigli,si
era già stancato di dargli la caccia,anche se a dir la
verità lui era sempre stato un tipo impaziente,pronto a
menar le mani fin da subito e totalmente incapace di pensare a mente
fredda,non pianificava,non studiava alcun tattica,semplicemnte avanzava
a testa bassa.
Peccato che questo fosse un grandissimo difetto,non si accorgeva che la
sua era una posizione di svantaggio,i suoi sensi da Hanyou gli potevano
dare un vantaggio sul piano fisico,ma la scarsa
pazienza,l'incapacità di aspettare e la sua arrabbiatura
facile non gli consentivano di guardare il quadro generale della
situazione.
- Esci allo scoperto e vedrò di non farti troppo male.
- Tranquillo,non me ne farai.
Al sentire una voce provenire dalle sue spalle non ci pensò
due volte e si girò nell'atto di colpire il suo bersaglio,la
mano era aperta,gli artigli pronti a squarciare la carne,l'attacco fu
veloce.
Ma inutile.
Prese solo l'aria che gli stava dietro e quello straniero vestito di
bianco non lo vide per niente,eppure lui sapeva benissimo di averlo
sentito parlare,si guardò attorno e lo vide a qualche metro
di distanza di fronte a lui,con le gambe unite e le braccia incrociate.
- Maledetto,affrontami se ne hai il coraggio.
- Tranquillo figlio di Inutaisho,non sono tuo nemico.
- E allora cosa sei?
- Chi io sia non ha importanza,ciò che n'è ha e
ciò che ho da dirti,come ben sai tuo fratello e dovuto
partire per le sue terre per un invito da lui ricevuto,quello che non
sai e che tuo fratello in seguito a determinate circostanze si
è confrontato con quest'ultimo,ma la sconfitta di Sesshomaru
e stata più che netta.
Inuyasha sembrava sorpreso dalla cosa,Sesshomaru sconfitto? Certamente
sapeva che quell'antipatico del suo fratellastro non era invincibile e
che lui stesso lo aveva sconfitto un paio di volte usando
Tessaiga,eppure gli sembrava strano che un altro yokai fosse riuscito a
sconfiggerlo.
E se Sesshomaru era stato sconfitto,voleva dire una sola cosa,guai in
vista e questo Inuyasha lo sentiva fin dentro le ossa.
- Sesshomaru ha perso? Contro chi?
- Contro l'uomo che vi ha fatto tenere sott'occhio per tutto questo
tempo,la sua spia si fingeva un abitante del villaggio che tempo fa fu
attaccato dai briganti,ma adesso l'ho fatta scappare e
perciò adesso posso parlarti liberamente senza che altre
orecchie ci sentano.
- Quindi mi hai fatto arrivare qui solo per parlarmi? Non potevi farlo
al villaggio?
- Non saprei dire se ci sono altre spie ed era meglio che anche i tuoi
amici fossero tenuti all'oscuro di tutto,almeno fino a domani
così che tu possa riferglielo.
- Non potevi dircelo a tutti noi?
- Un gruppo di persone che si dirigono verso una foresta nel cuore
della notte può far suscitare molti dubbi,una persona sola
attira molta meno attenzione,ascoltami,presto o tardi Sesshomaru
avrà bisogno del vostro aiuto,nuovi nemici si stagliano al
di là di tenebre che nemmeno io posso penetrare senza
correre troppi pericoli.
- Di che stai parlando?
- C'è qualcuno di gran lunga più pericoloso di
Naraku e non oso immaginare quali piani stiano passando per la sua
mente,lo yokai che ha sconfitto Sesshomaru possiede capacità
fisiche e mentali che fanno sembrare Naraku un comune ladro di galline.
- Come fai a sapere di Naraku? E come fai a dire che Naraku era
più debole di questo tizio.
- Credimi,so quel che dico,ora devo andare,ci rincontreremo.
- Aspet...
Inuyasha provò ad allungare una mano verso quello
sconosciuto,ma nel tentativo di afferrarlo quest'ultimo
compì un rapidissimo scatto verso una direzione non ben
definita e l'hanyou si ritrovo da solo a stringere la gelida aria che
quella notte soffiò senza alcuna pietà sotto le
stelle lucenti.
Si guardò attorno ancora una volta,ma ora come ora anche lui
capì quando era giunto il tempo di smetterla,era testardo e
cocciuto,ma ormai si era accorto di come quell'uomo potè
andarsene come era venuto.
Per tanto così decise di tornare a casa,dalla sua Kagome e
alla relativa pace che da tempo vigeva sovrana in quel villaggio,ma chi
era quello e come faceva a sapere di Naraku?
Che anche lui fosse come Ezio? Un assassino? Non n'è era
sicuro,ma forse sarebbe stato meglio dormirci sopra,l'ora era tarda e
il freddo non dava tregua a chi stava fuori casa,non che per lui fosse
un problema,ma di certo lui preferiva ambienti più caldi e
accoglienti di una gelida foresta coperta di neve e illuminata da luci
fredde e distanti.
In quello stesso istante,nell'Hokkaido,ai confini con le terre dei Date.
Sotto il cielo stellato,un grande fuoco si accese nella notte,ma non
era un fuoco amichevole e n'è tanto meglio accogliente.
Erano un feudo in preda alle fiamme.
Un devastante incendio si stava spargendo per le strade,mentre le case
facevano da combustile per questo empio massacro,mentre gli uomini le
donne e i bambini fuggivano in preda al terrore...e non era il fuoco la
cosa che li spaventava di più.
E tra i ruderi in fiamme,le fondamenta consumate e il fumo denso e nero
apparvero loro.
Loro,che da tempo immemore abitavano quelle terre prima ancora che la
civiltà toccasse i luoro suoli sacri.
Loro,che si vestivano con le pelli animali e le antiche vesti
riccamente decorate,che si armavano con il legno,la pietra e
l'osso,materiali comuni,ma che se usati nel modo giusto sapevano essere
letali.
Loro,che pregavano gli spiriti della natura,degli animali e degli
antichi dei ormai dimenticati dalla religione comune,le cui preghiere
erano portate con solenni offerte e sacrifici di carne e sangue...non
sempre di origine animali.
Loro erano il popolo delle antiche tradizioni,delle vecchie usanze,del
Giappone primordiale e selvaggio,orgoglioso e libero.
Loro,gli Ainu.
Un popolo primitivo,che ancora si batteva del proprio diritto di
esistere,del diritto di essere ricordato e rispettato,ma nonostante
queste richieste fossero così semplici,non vennero mai prese
in considerazione.
Così dopo secoli di isolamento erano scesi dal nord,freddo e
inospitale,per riprendersi ciò che gli apparteneva di
diritto e con la rabbia più profonda nel cuore lo avrebbero
fatto col sangue e la violenza.
Troppo a lungo avevano sopportato,troppo a lungo erano stati rintanati
in un angolo del mondo gelido e scarso di prede.
Quella notte i guerrieri avrebbero fatto razzia,avrebbero ucciso e
dissacrato i templi, i pochi sopravvissuti avrebbero ricordato quella
notte con dolore indescrivibile.
Gli invasori assaltarono chiunque si trovassero sulla loro
strada,uomini,donne,bambini,avrebbero pagato tutti il caro prezzo
dell'invasione delle loro terre.
Ma ciò non doveva essere considerata come un aggressione
violenta e disorganizzata,oh no,gli ainu sapevano bene come attaccare
un insediamento ben difeso,le loro tradizioni avevano a che fare anche
con l'arte del combattimento.
Lancie,randelli,ascie di pietra,coltelli in osso,giavellotti e piccoli
archi da caccia erano le armi principali di cui facevano uso
più spesso,armi semplici e facili da utilizzare,usati
principalmente per la caccia o la difesa personale ora venivabo usati
per compiere il massacro di un interà comunità.
I soldati a difesa del luogo combattereno come meglio potevano,ma gli
attacanti sapevano bene il fatto loro,colpivano con velocità
e ferocia tali da farli sembrare delle belve.
Ad ogni gola recisa,ad ogni vittima infilzata,ad ogni testa spaccata
era un invasore in meno nelle loro terre,ogni uomo ucciso era un
soldato in meno,ogni donna uccisa era un assicurazione in
più di non procreare altri invasori,ma quel che era peggio
era che nemmeno i bambini venivano risparmiati.
Poco importava l'eta,la maggiorparte di loro fuggiva e tentava di
salvarsi da quella che hai loro occhi era un incubo ad occhi
aperti,molti furono trafitti dalle freccie che volavano per mano degli
arcieri posizionati fuori dal villaggio,altri venivano colpiti da uno
dei tanti combattenti del popolo del nord,che nella furia dello scontro
colpivano senza remore chiunque non appartenesse alla loro fazione.
Le case bruciavano,le persone morivano e persino il castello veniva
distrutto senza alcuna pietà.
Quello che avrebbe dovuto essere l'edificio più resistente
nei dintorni si ridusse alla fine ad un cumulo di macerie senza
più alcun valore,dei grandi edifici del signorotto locale
non soppravvise nulla,tutto prese fuoco,dal ninnolo più
insignificante alle stanze personali del feudatario venne dato tutto
alle fiamme e se ciò non bastava veniva distrutto con la
forza.
Le opere d'arte,le sete più pregiate,la porcellana
più raffinata e persino l'oro e gli oggetti più
preziosi non vennero mai considerati come un bottino degno di quel
massacro,per loro erano solo stupide cianfrusaglie e nullità
senza valore,non avevano importanza,non li,non per loro,non importava
quanto una persona potesse disporre,se eri debole la natura te lo
avrebbe portato via.
Questo era il pensiero degli Ainu,una natura avversa farà di
tutto per ucciderti,ma imparare a sopravvivere,temendo e rispettando
questa verità ti avrebbe reso forte,resistenze e meritevole
di vivere in mezzo a quel mondo così pericoloso,quel mondo
dove gli spiriti della foresta,della terra e del gelo era rispettati e
venerati come protettori di quella gente.
Quello era il loro mondo è nessuno glielo avrebbe portato
via.
Le loro zone di caccia erano li,i loro suoli sacri erano li,le loro
foreste,i loro fiumi,le loro praterie erano li.
Ed era giunto il tempo di riprenderseli.
Dopo diverse ore,alla fine,tutto cessò.
Non vi era più urla da sentire nel cuore della cupa
tenebra,niente uomini che imbracciavano le spade per difendere le loro
case,niente madri,che stringendo al petto i figli fuggivano,nella
speranza di una qualche salvezza che non arrivò mai.
Ma nonostante la vittoria,non vi furono grida di gioia,non vi furono
euforiche risate di raccapricciante divertimento,loro non erano
briganti,erano guerrieri e come tali avevano compiuto il loro dovere
verso il loro popolo,verso la loro gente,verso i loro dei e i loro
antenati.
Il bottino di quella notte sarebbero stati le abbondanti risorse
alimentari e l'abbattimento di tutte le riproduzioni,statue o dipinti
che fossero,di tutte le divinità,le reliquie e i simboli
religiosi di natura shintoista o buddista che fossero
sopravvissute,solo gli spiriti e gli antichi dei sarebbero stati
venerati,non c'era posto per altre religioni all'infuori della loro.
E tra le abitazioni che bruciavano e il fumo che saliva un solo suono
si fece sentire,lassù,proveniente dal cielo.
Il gracchiare di un corvo,seguito subito da un grosso tonfo contro il
terreno.
Qualcosa era sceso da lassù e sembrava più che
vivo.
Aveva l'aspetto di un figura quasi umanoide,era alta e magra,tutta
coperta da un piumaggio nero,aveva le gambe strette con vistose zampe
di uccello al posto dei piedi,due lunghe braccia con mani simili a
quelle umane con lunghi artigli neri e grandi ali posizionate dietro le
scapole che scendevano dietro il corpo come a formare un lungo mantello.
Ma la cosa più appariscente era la grande testa
dell'essere,uguale a quella di un corvo,un lungo becco nero e due occhi
bianchi con piccole pupille nere.
Ad accompagnare il suo sorprendente aspetto vi era presente anche un
vestiario tutt'altro che semplice,indossava una veste stretta,fatta con
pelli animali che andava dalle spalle al bacino,con una larga ed
inquietante collana fatta con ossa e ossicine di dubbia provenienza e
nella mano destra un bastone,lungo,dall'aspetto marcio e con dei
viticci tutti attorno che in arrivando in cima teneva ferma una macabra
decorazione,un teschio umano consumato ormai dal tempo.
A vedere quell'essere tutti gli umani che gli stavano attorno fecero
cadere le armi e sommessamente si inginocchiarono allungando le mani al
gelido terreno e con la fronte rivolta verso il basso,quasi nessuno
osasse guardarlo negli occhi.
- Alzatevi.
Disse l'oscura creatura alzando la mano libera come in segno di
preghiera.
I guerrieri udirono attentamente quella timbro di voce quasi umano e si
alzarono,pur mantenendo lo sguardo basso e tenendo le armi al suolo,non
uno di loro osava parlare,emettere un sospsiro ho anche emettere un
soffio involontario in presenza del bizzarro corvo.
Lo strano essere cominciò a camminare di fronte a lui con
passo lento e ben cadenzato mentre ad ogni passo poggiava il
bastone,come un sacerdote che trascina il suo bastone,si guardava
attorno e tutto ciò che vedeva era la distruzione che gli si
parava attorno.
Il fuoco,i corpi e il sangue era li a circondarlo con la loro
presenza,ma lui avanzava tranquillo,in silenzio e senza alcuna
emozione,il becco chiuso e gli occhi quasi trasparenti che vagavano
tutto attorno ad osservare il violento spettacolo che quegli uomini
avevano provocato.
Guardò poi loro,nei loro occhi,occhi pieni di timore e
paura,lui lo sapeva perchè tenevano lo sguardo verso il
terreno e sempre per questo motivo si rivolse a loro con tono misurato.
- E giusto avere timore,timore per lo scempio compiuto,timore della
violenza che voi stessi avete scatenato,timore per le vostre anime,ma
io vi dico che non dovete aver paura,no,voi che seguite l'antica
via,voi,seguaci di Otsune e del suo nuovo regno,poichè il
sangue e parte integrante della vita e della morte,parte integrante
della natura stessa,accettate questa
verità,poichè il sacrificio che avete compiuto
stanotte è sacro è fidatevi quando vi dico,che il
loro sangue non è stato versato invano.
Finito di parlare il corvo cambiò la posizione della mano
libera portandola da un segno di benidizione ad una con il palmo
rivolto verso l'alto,come a tener in mano qualcosa e subito dopo fece
comprendere il motivo di tale gesto.
All'inizio non sembrò succedere nulla,poi tutto ad un tratto
da uno dei corpi li vicino,quello di una donna,una strana strisca rossa
uscì pian piano dal suolo,esattamente da dove si era
depositato il sangue di quella vittima si alzò una sottile
linea vermiglia che poi facendosi sempre più lunga si
avviò lentamente verso la mano della creatura.
E dopo quella altre ne comparvero,uscirono tutte da pozze di quella
linfa vitale ormai caduta all'esterno dei loro proprietari e tutte si
diressero verso di lui,che nel giro di poco tempo da un piccolo grumo
si formò una grossa sfera vermiglia che fluttuava poco sopra
il nero palmo senza mai sfiorarlo,senza sporcarlo,nemmeno come una
goccia.
Sembrava una palla,una macabra palla fatta con ciò che fino
a poco fa scaldava e teneva in vita i corpi di quegli
innocenti,donne,uomini e bambini,non solo erano stati uccisi senza
alcuna pietà,ma nemmeno dopo la loro violenta dipartita
erano stati risparmiati,non c'era alcun rispetto in quella cosa che
stava facendo ai loro corpi,quasi non avesse alcuna considerazione
della lororecente scomparsa.
- Ammirate,sapete cos'è questa? Questa è la
vita,la stessa vita che vi hanno strappato,questa è la vita
che vi hanno rubato,questa è la vita dei vostri
padri,madri,fratelli,sorelle e di tutti coloro che vi hanno portato
via,questa è la loro vita,ora...la dono voi.
All'improvviso la sfera esplose con una potenza tale da imbrattare
tutti coloro che si trovavano attorno alla creatura,vennero macchiati
come se in quel sangue ci avessero fatto un bagno e il corvo era quello
più bagnato di tutti.
Le sue piume da nere vennero investite dall'esplosione,sporcandolo
completamente da capo ai piedi,nemmeno il bastone venne risparmiato
dando al teschio in cima un aspetto decisamente più macabro
di quello precedente.
- RICORDATE QUESTA NOTTE,SIETE AINU,SIETE IL PRIMO POPOLO DI QUESTE
TERRE E FARETE RICORDARE A TUTTI COLORO CHE OSANO INVADERCI,CHE SIANO
UMANI,YOKAI E CHIUNQUE ALTRO OSI ATTACCARVI,CHE VOI
RESISTERE,COMBATTERETE E FARETE RICORDARE A LORO COSA VUOL DIRE A VERE
A CHE FARE CON LA NOSTRA MAGIA,PRESTO TORNERANNO A TEMERE GLI ANTICHI
RITUALI CHE ABBIAMO PROMESSO DI NON USARE MAI PIU, VOI LO SAPETE BENE,
ESISTONO COSE BEN PEGGIORI DELLA MORTE.
Gli antichi rituali,le pratiche sciamaniche che un tempo facevano parte
della religione degli Ainu e che in seguito vennero bandite
perchè ritenute troppo cruente,troppo brutali,troppo maligne.
C'erà un buon motivo se erano state bandite.
Quella notte fu la più importante da secoli di reclusione
nelle fredde lande dell'Hokkaido e consapevoli di questa cosa,Un urlo
generale invase tutti coloro che presero d'assalto quel luogo,fino a
qualche ora fa prospero e fiorente,mentre ora distrutto dalla rabbia e
da una sete di vendetta ben radicata in un popolo le cui radici
affondavano in quel paese dalla notte dei tempi.
Ma mentre loro gli assaltatori festeggiarono l'evento,in lontananza,in
mezzo agli alberi,un ragazzo dalla chioma nera e dagli occhi blu
osservò inorridito lo spettacolo che si era appena concluso.
Indossava un pettorale nero accompagnato da spalline,parabraccia,una
fascia attorno alla vita e parastinchi,tutto rigorosamente in pelliccia
di lupo marrone.
Non era la prima volta che vedeva un villaggio umano devastato da una
rapida incursione,lui stesso in passato aveva mandato i lupi del suo
clan all'attacco di qualche centro abitativo,ma questa volta era stato
diverso,il modo in cui quel saccheggio era stato eseguito con una
brutalità quasi animalesca,con una rabbia così
grande che alcune delle vittime,all'inizio dell'attacco era morte
all'interno degli edifici in fiamme,nemmeno le donne in cinta furono
risparmiate.
Il ragazzo pensò tra se e se.
- Dannato corvaccio,hai spinto gli umani ad attaccare i loro stessi
simili più a sud,la mia Ayame aveva ragione,quella dannata
Otsune intende riunire gli ainu e le tribù degli yokai del
nord in un unico popolo,se ciò fosse vero nemmeno gli yoro
si salveranno da questa persecuzione,devo fare qualcosa,ma per ora,non
posso far nulla.
E fu così che lui,Koga,il nuovo capoclan delle due
tribù degli yoro dell'est e del nord,tornò a
combattere contro un nuovo nemico e questa volta a differenza di
Naraku,ora doveva combattere contro un intera civiltà.
Per il momento non poté far altro che ritirarsi,ma presto o
tardi sarebbe dovuto scendere in guerra,questa volta per la salvezza di
tutti i lupi sotto la sua guida e quella della sua giovane moglie.
Quella notte,fu l'inizio di una serie di eventi che portò
vecchi alleati a riunirsi ancora una volta contro un nemico comune.
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Capitolo 43 *** Riunione notturna ***
Quella stessa notte,nelle terre occidentali,al castello di Akira.
In montagna le stelle sembravano brillare ancor di più da
lassù,tante quante erano i problemi che passavano per la
testa del maestro della croce vermiglia,era sul futon,nudo,con le
lenzuola che lo coprivano dal pube in giù e disteso accanto
alla cara Otsune,la cui schiena scoperta e parte del curve poco sotto
erano illuminate dalla luce di una luna raggiante.
Era intento a fissare il soffitto dopo che per l'ennesima volta avevano
fatto l'amore,il loro non era solo e semplice sesso,il loro rapporto
sembrava andare oltre il semplice amplesso,istintivo e carnale,era
qualcosa di più profondo,anche se nemmeno Akira sapeva bene
come definirlo.
Quel che era certo e che sicuramente lui si trovava bene con lei,seppur
l'uno era l'opposto dell'altra,lui era razionale,calmo,mai irrequieto
ma allo stesso tempo forte,sia fisicamente che mentalmente e sicuro di
se,come una montagna che si erge imponente sulle sue stesse fondamenta
o come un grande albero millenario,che affonda le sue radici nel terreno
e che resiste alla tempesta,anche se rischia di spezzarsi.
Lei invece era passionale,vivace e dall'animo libero,era la tempesta
che scuota la foresta,la tormenta che soffia violenta sulla cima
più alta,era il mare in tempesta che si abbatteva sugli
scogli.
Erano due facce della stessa medaglia.
E mentre lui vagava nei meandri della sua mente,l'incantevole compagnia
che aveva al suo fianco si girò; in direzione del suo amante
e aprendo le palpebre,fu subito colta dai raggi dell'astro notturno che
colpirono dritto negli occhi.
Ma lui si accorse subito della cosa e per tanto rimediò
girandosi verso la regina mentre con il suo ampio torace e le sue
spalle larghe le coprivano gli occhi da quella luce così
penetrante.
- Ben svegliata mia cara,difficoltà a prendere sonno?
- mmh...no anzi,anche se devo ammettere che con tutta questa
attività fisica ci si stanca parecchio,con te non ci si
annoia mai.
Disse lei mugugnando e appena finì di parlare le
scappò uno sbadiglio con la quale si dovette coprire con una
mano,lui d'altro canto sembrava divertito dalla cosa,fece un leggero
sorriso mentre lei lo guardò negli occhi,in quegli occhi
così; differenti l'uno dall'altro,uno d'oro,l'altro
d'argento,simili,ma non uguali.
- Ti hanno mai detto che hai degli occhi così strani?
- Strani? Strani come?
Chiese lui incuriosito dalla domanda di lei.
- Non saprei,tu me lo sapresti spiegare?
- Certamente,ora,ascoltami con attenzione,il mio giallo,quello da yokai
rappresenta il passato,mi ricorda chi sono e cosa ho dovuto imparare e
sopportare per arrivare dove sono adesso,gli allenamenti,gli
insegnamenti e gli incontri che mi hanno segnato,i lunghi viaggi che mi
hanno portato in terre e nazioni di cui non immagineresti mai i loro
nomi,ma soprattutto il loro aspetto e il loro passato,ma anche le idee
e gli ideali in cui credo fermamente.
- E l'altro occhio?
- L'occhio grigio,il mio occhio speciale,rappresenta il futuro,il
progresso,i miei progetti per queste terre e presto,muoverò
i primi ingranaggi in quella che è in realtà la
grande macchina che muove da sempre il mondo.
- Ingranaggi,macchina,usi delle parole veramente strane lo sai?
- Il potere mia cara,il potere è ciò che muove il
mondo,ma ciò non'è sufficiente,perchè
il potere in sè non dev'essere il fine
ultimo,poichè chi ricerca il potere fine a se stesso ne
viene corrotto.
- E tu non vuoi il potere?
A quella domanda non seppe risponderle subito,distolse lo sguardo da
lei,tornando con la nuca appogiata al cuscino e lo sguardo verso il
soffitto.
- Non per me stesso,ciò che tu definisci come potere non
è altro che semplice avarizia e ciò è
un pensiero comune della nostra razza,più; si è
forti più cose vogliamo tenerci per noi stessi,anche se in
verità questo è un ragionamento basilare per
tutte quelle creature che sentono il bisogno di accumulare,anche senza
una ragione apparente...anche gli umani sono schiavi di questo
desiderio,
- Quindi se nemmeno tu ed io possiamo sfuggire a questa sete...
Lei non finì di parlare che pose un mano sul
petto di Akira,quel tocco per lui portava il brivido di una nuova
ondata di eccitazione,sentiva chiaramente che lei si stava scaldando
come un animale in calore e ciò che sentì era le
dite di lei,che eccitata cominciò a far vagare per uno dei
gonfi pettorali di lui,passando anche sopra il capezzolo.
- Cosa possiamo fare per salvarci,mio sapiente signore?
Chiese in tono quasi scherzoso,come a voler provocare apposta il grande
uomo di fianco a lei.
Il templare dal canto suo non poté non notare come gli occhi
di lei lo stavano osservando,maliziosi e pieni di eccitazione,lui la
guardava a sua volta con sguardo impassibile e si chiedeva cosa
provocasse in lei tutta quella carica sessuale che emanava da tutti i
pori,che fosse il suo fisico? La sua voce suadente? Certo,lui emanava
un certo carisma per nulla trascurabile,questo era sicuro.
E per quanto l'idea lo stuzzicasse,sentìil bisogno di
rifiutare,non gli dispiaceva stare con lei,anzi,gradiva la sua
presenza,ma forse ciò; che lo legava ad Otsune non era solo
un attrazione carnale,Akira era attratto da lei,dalla sua
cultura,dalle sue origini e le sue tradizioni,la storia degli Ainu era
tutta racchiusa nelle movenze e nei gesti di Otsune,tutte le volte che
l'aveva vista pregare,tutte le volte che l'aveva ufficiare un
rito,quella era la regina che lo attraeva veramente.
Mentre lei sembrava spinta verso di lui da una forza puramente
naturale,come un impulso,un istinto primordiale che la portava a
comportarsi come una predatrice,come una lupa che necessita del suo
compagno,un dominatore,un maschio superiore in grado di tenerle
testa,addirittura sovrastarla e lui ci riusciva perfettamente,forse
ciò era dovuto anche al contatto che lei,come gran
sacerdotessa,avesse con la natura,il modo in cui percepiva,non con
semplice e pio misticismo,ma come forza viva e pulsante che governa
ogni cosa,cose come scienza,tecnologia e progresso,che Akira decantava
tanto,erano per lei delle nozioni totalmente estranee al suo modo di
vivere e pensare.
- Non saprei,ma per stanotte vorrei solo riposare.
- Oh...
Disse lei con un pò di delusione.
- Posso almeno poggiarmi a te?
- Ma certo.
Otsune non se lo fece ripetere due volte che subito annullò
la quasi nulla distanza tra loro due e lentamente poggiò la
testa sul petto di lui,il templare rispose a quel gesto poggiandole una
mano sopra la testa,passando le dita tra i suoi capelli,quasi stesse
coccolando un gatto,la sua regina,se poteva definirla così.
- Akira,posso farti una domanda?
- Certo.
- Io ti piaccio ancora?
- Ma certo,perché me lo chiedi?
- Ti vedo distratto,come se la tua attenzione fosse rivolta da
tutt'altra parte,come se ci fossero più; importanti di me e
la cosa mi rende gelosa,anche se non dovrei.
- In tal caso ti chiedo scusa,non vorrei trascurarti,ma devi
comprendere che ho dei compiti da svolgere in quanto signore di questo
castello e gran maestro del mio ordine,ciò che faccio lo
faccio per il bene di tutti noi.
- Si certo,i tuoi grandi ideali,ma dimmi,i tuoi ideali possono darti
l'amore che ti dono io?Ti tengono caldo nelle freddi notti d'inverno?
Ti riempiono lo stomaco quando hai fame o ti dissetano quando hai sete?
- No, certo che no,ma soddisfano un bisogno che nessuna di queste cose
potranno mai saziare.
- E sarebbe?
Akira stava per riaprir bocca quando all'improvviso qualcuno si fece
sentire fuori dalle stanze del feudatario.
- Signor Akira,venga presto.
Senza nemmeno preoccuparsi di vestirsi si alzò velocemente
dal letto,staccandosi dal piacevole contatto con la regina e rivolgendo
le sue attenzioni verso quella persona inaspettata.
Aprì la porta scorrevole giusto appena per far vedere che
era sveglio e senza mostrare eccessivamente la sua nudità,fu
incuriosito di trovare sveglio proprio lui.
- Moji? Ti avevo detto di tornare dalla tua famiglia e di prenderti del
tempo libero,che ci fai ancora qui?
Chiese Akira al fedele ovino che aveva di fronte alla
porta,certamente era stupito nel vederlo li,a quell'ora tarda e per di
più in un giorno di riposo,visto che lui stesso gli aveva
concesso quel momento di pausa dalle sue mansioni.
Il capricorno dal canto suo sembrava affaticato,molto probabilmente si
era fatto tutta una scalinata senza nemmeno fermarsi per riprendere
fiato,aveva la lingua di fuori e sembrava sul punto di crollare a terra.
- Huang...e appena tornato...al castello.
- Va bene ma adesso respira lentamente e...Huang e tornato?
- Si...vi aspetta...nel solito posto...insieme al generale Murai.
Il templare non aspettò un secondo di più e
appena chiuse la porta,si mosse a recuperare le proprie vesti,sapeva
bene che se il suo falso brigante,era tornato a quell'ora della notte
voleva dire una sola cosa,notizie urgenti.
Doveva conoscere l'esito della missione che Huang aveva svolto per
volere suo e quindi,aspettare ulteriormente sarebbe stata una perdita
di tempo,aveva tutta la notte per mettersi a dormire,i suoi progetti
per il futuro del Giappone non lo avevano.
- Akira che succede?
Chiese Otsune preoccupata per l'improvvisa reazione del suo amante.
- Notizie urgenti richiedono la mia attenzione,devo andare.
E così; facendo uscì subito dalle sue stanze senza
nemmeno voltarsi verso Otsune,verso di lei che lo teneva
sereno,tranquillo,in mondo tutto loro.
Non le diede nemmeno il tempo di chiedergli ulteriori
spiegazioni,lei,la regina degli Ainu,gran sacerdotessa degli antichi
culti e delle forze naturali,era rimasta incantata da quella camminata
tipica di quell'uomo,come se dovesse scendere in guerra da un momento
all'altro,lui gli aveva dato le spalle quando se ne era andato e lei
soffermò il suo sguardo su quelle spalle possenti,sui quei
muscoli pulsanti e sodi.
Akira il maestro,Akira il guerriero,Akira l'amante,chi lui fosse in
realtà non lo sapeva,ma forse era proprio questo cio che la
aveva attirato a lui,se lei era falena e lui la fiamma,allora sarebbe
bruciata in quel fuoco,in quel fuoco la cui reale potenza non conosceva
nemmeno lei.
Gli ci vollero una decina di minuti per giungere di fronte al luogo a
lui indicato,era il suo studio.
Altre due guardie vestite da samurai facevano la guardia alla porta
d'ingresso,ferme,rigide con lo sguardo fisso verso il muro di fronte a
loro,quasi fossero due statue,Akira sapeva bene che quell'espressione
era tipica degli uomini che il suo stesso generale imponeva ai suoi
soldati dei ranghi più; alti.
Appena il templare si avvicino alla porta una delle guardie
l'aprì subito permettendo così; il rapido ingresso
del loro signore é appena entrò vide subito gli
altri interessati alla questione,Murai e Huang,il generale e il
brigante,il compagno d'armi e il rispettoso allievo,erano in piedi
vicino al muro bianco e nel parlare si accorsero quasi all'ultimo
dell'ingresso di Akira nella piccola stanza del feudatario.
- Spero di non aver interrotto niente di importante.
Il cinese si girò immediatamente verso il padrone del
castello e in segno di rispetto abbassò la testa e porse in
avanti il pugno destro appoggiato al palmo della mano sinistra,in volto
aveva un espressione rigida e uno sguardo serio,comportamento ben lungi
da quello che usava con i suoi uomini,che essendo comuni predoni non
avrebbero mai potuto comprende quel suo comportamento che ora mostrava
in tutt'altra sede che non fosse un rifugio improvvisato,per quella
gentaglia che era solita portarsi dietro.
- Shifu, è un piacere poterla rivedere.
(Shifu e una parola originaria della lingua cinese,solitamente usata
come titolo per i maestri di qualche tipo,viene usato anche per i
maestri di arti marziali).
Disse Huang usando un tono fluido e ben calibrato,molto differente
dalla sua solita parlata da capo di una banda di lestofanti buoni a
nulla come lui li definiva solitamente,il suo atteggiamento era pacato
e sottomesso,proprio come quello di uno allievo verso il maestro,se
solitamente il suo comportamento verso il mondo era violento e
autoritario,li,in quella stanza e poche altre occasioni,mostrava invece
un indole più; docile e malleabile,segno che dimostrava una
certa forma di comportamento ben imposta verso un suo superiore.
E Akira sapeva che l'individuo di fronte a lui era molto più
di un comune tagliagole.
- Huang,ragazzo mio,ti trovo bene,com'è; stato il viaggio?
Disse Akira mentre si mise al suo posto dietro il piccolo tavolino.
- E andato tutto bene,per sicurezza sono per i territori dei nostri
alleati è per tanto nessun umano o yokai non abbia contatti
con il nostro ordine sa della mia presenza in questo castello.
- Bravo,vedo che gli insegnamenti stanno dando buoni frutti,ma ora
dimmi,quali notizie ci porti dalle terre di Owari?
- Oda Nobunaga e disposto a fare la vostra conoscenza,ma temo che non
sapendo della vostra natura di yokai possa essere contrario ad una
alleanza con voi.
Akira fece un piccolo sorriso e osservo il brigante con aria quasi
divertita.
- Interessante,così; almeno potrò; valutare se egli
sia un folle...o un re demone,come lo chiamano alcuni,tu cosa ne pensi
Murai?
Il generale,nel mentre, era appoggiato alla parete bianca,teneva le
braccia incrociate e con aria pensierosa cercava di inquadrare
attentamente la situazione.
- Se ho capito bene cosa vuoi fare,penso che sia una pessima
idea,infondo cosa sappiamo di questo signorotto di Owari? Abbiamo
pochissime informazioni e prima del suo arrivo non ci siamo mai
occupati della famiglia Oda,certo non nego che abbia del potenziale,ma
potrebbe essere uno sbruffone molto ambizioso,nulla di più;.
- Su questo devo darti torto amico mio,devo constatare di persona le
sue reali capacità,forse un uomo del genere potrebbe
accelerare le nostre mire verso l'intera nazione,non abbiamo bisogno
di un altro burattino sotto il nostro controllo,abbiamo bisogno di un
autentico diavolo.
- Pensavo che quello fossi tu.
- Io? No,sono solo uno studioso,per questo ho bisogno di confrontarmi
con Nobunaga e confutare la mia teoria,saremo io,tu,Huang e Hana a
presentarci direttamente da lui,fidati di me,costui non'è; un
uomo da poco.
- Come vuoi e per quanto riguardo l'altro problema?
- Quale altro problema?
- Sesshomaru.
A quel punto sul volto di Akira il sorriso scomparve lasciando il posto
ad un espressione di gran lunga più seria.
- Il signor Sesshomaru come ben sappiamo è fuggito con
l'aiuto degli assassini,ma sta pur certo che lo rincontreremo.
- Non'è questo a cio che mi riferisco.
- Lo so...
Akira girò lo sguardo verso Huang,che per tutto il tempo era
rimasto nella stessa medesima posizione.
- Huang,io e il generale dovremmo parlare di alcune cose che ci
riguardano,potresti uscire un momento? E già che ci sei,vedi se sta
arrivando Moji,l'ultima volta che lo lasciato stava cercando di
riprendere fiato,non vorrei che stesse morendo sulle scale.
- Certamente maestro...con permesso.
E immediatamente il ragazzo uscì dalla stanza,lasciando il
suo maestro e il generale a discutere delle loro cose,sapeva bene che
quando il suo maestro lo allontanava era perchè c'erano cose
alla quale nemmeno lui,così vicino ad Akira,poteva
sentire,Huang era come Hana,entrambi appartenevano a ranghi troppo
bassi per poter accedere ai primi grandi segreti dell'ordine templare e
per tanto potevano soltanto svolgere mansioni come spie,messaggeri e
altri compiti solitamente assegnati ai novizi.
In verità si poteva dire che Huang era di qualche gradino
più in alto rispetto ad Hana,ma solo perchè
conosceva Akira da più; tempo di lei,anche se di poco,di una
manciata di anni ma nulla di più
passò dall'uscio e una delle guardia richiuse la porta alle
sue spalle,da fuori si sarebbe capito a fatica di cosa avrebbero
parlato nello specifico,tuttavia quel nome,Sesshomaru,uno yokai come
tanti altri,altezzosi,sbruffoni e arroganti,si credevano
chissà chi ma alla fine si erano rivelati degli avversari di
scarsa abilità,alcuni molto forti,altri molto veloci e altri
in grado trasformarsi in strane bestie,ma nessuno di quelli che aveva
affrontato possedeva una tecnica di combattimento sofisticata come la
sua.
Ormai era li a palazzo,pensare a certe cose non aveva più
importanza,per tanto se ne sarebbe stato li,in attesa di nuove
istruzioni.
Intanto dentro lo studio,Akira e Murai si osservavano in assoluto
silenzio,quasi si stessero studiando,come durante i loro allenamenti
nel combattimento ravvicinato,due stili e due animi differenti,uno
più calmo e tendente al dialogo,l'altro più
rigido e incline alla schiettezza,il loro mustismo stava per
trasformarsi in un duello di intenzioni,senza esclusioni di colpi.
A dare via allo scontro verbale fu il generale.
- Che intenzioni hai con il ragazzo?
- Che intendi con esattezza?
- L'ultima volta hai cercato di convertire Sesshomaru usando il potere
dell'occhio vero?
- Non avevo altra scelta,ho dovuto tentare il tutto per tutto,la
suà volontà e molto più dura di quanto
avessi immaginato,tuttavia,per quanto forte possa essere ha mostrato i
suoi punti deboli,impaziente,sconsiderato,aggressivo e facilmente
irritabile.
- Però e scappato e quindi adesso si troverà
nelle mani degli assassini,che intendi fare a riguardo?
- Nulla.
Il generale rimase di stucco a quell'affermazione,la bocca semi aperta
e lo sguardo incredulo erano un chiaro segnale di stupore.
- Nulla?
- Nulla,i tempi non sono ancora maturi e ora come ora abbiamo problemi
più urgenti,gli assassini sono entrati in possesso della
tavoletta e ciò è dovuto ad uno dei nostri
invitati meno influenti.
- E chi sarebbe?
- La signorina Toran,l'attuale capo clan delle pantere.
- Toran? La stessa Toran che combattè nella guerra contro i
Taisho? Da quel che so Toran,insieme ai suoi fratelli hanno cercato di
riportare in vita il loro precedente capo.
- Già,ma se la memoria non mi inganna appena riportarono in
vita il loro precedente signore,quest'ultimo non esitò ad
uccidere tre di loro,per prendere forza ed energia,solo la signorina
Toran riuscì a salvarsi poichè si accorse
dell'attacco all'ultimo momento,ma proprio quando le cose stavano
volgendo per il peggio,intervenne il signor Sesshomaru,sconfisse il
precedente capo delle pantere e riportò in vita i fratelli
di Toran.
- Bella storia,ma non capisco dove vuoi arrivare.
- Vedi,il punto è che il signor Sesshomaru possiede
capacità e talenti unici nel loro genere,per quanti difetti
abbia riscontrato in lui,devo riconoscere che possiede una buona
resistenza fisica,una forza piùche considerevole e una
certa attitudine al comando e al combattimento,per tanto,ritengo di
aspettare tempi migliori per valutare maggiori sviluppi.
- Sviluppi che i nostri nemici non gli faranno mancare,già
immagino cosa gli insegneranno per prima...a
nascondersi,imparerà a colpire dall'ombra mentre i nostri
uomini andranno a morire solo per un tuo capriccio,perchè so
che tu faresti di tutto per averlo qui,vivo e ai tuoi comandi,ma se
fosse per me sarebbe già morto,altro che sviluppi e
ricerche...tu sai bene cos'è in grado di fare,tu eri
presente quel giorno.
Akira sapeva bene di cosa parlava il suo generale e mentre ripensava a
quei momenti il suo sguardo cadde sul libro dalla copertina
nera,recante la mezzaluna dei Taisho,stupore,urla e orrore oltre ogni
misura,momenti di tensione e sensazioni di paura,ricordi di chi
provò terrore,angoscia e disturbo nel vedere la terrificante
opera di quel giorno maledetto,che mai fu realizzata prima e mai venne
realizzata dopo,ciò che accadde li era un mistero che in
pochi conoscievano e che in pochi avrebbero dovuto conosciere.
Ripresosi dai ricordi Akirà osservò Murai con
sguardo più risoluto che mai.
- Si,ricordo bene amico mio,quel giorno fummo testimoni di un evento
unico nel suo genere,ma temo che questa storia prima o poi
salterà fuori e quando accadrà spero solo che le
cose non peggiorino più di quello che penso.
- Credi che Sesshomaru sappia qualcosa?
- Potrei avergli dato qualche indizio,ma questo non'è nulla
se paragonato ai miei peggiori timori,ho paura che il Signor Sesshomaru
stia ritrovando la sua connessione con cose ormai sepolte dentro di lui.
- Ne sei sicuro?
- Per ora è solo un sospetto,ma l'ultima volta ha dimostrato
di avere una certa familiarità con la tavoletta,persino la
sua prima volta nel portale e stata un successo,il suo corpo si
è ricostruito quasi immediatamente e poi...
- E poi?
Akira si portò una mano di fronte alla bocca mentre i suoi
occhi fissarono un punto nel vuoto,la sua testa stava tornando a
formulare idee,pensieri e ipotesi di ogni sorta,come faceva buona parte
nel corso delle sue giornate.
Tuttavia in quel momento si insinuò un dubbio,qualcosa che
la sua logica non riusciva a valutare con assoluta precisione,gli
tornò alla mente un momento particolare,il suo tentativo di
conversione.
Ricordava con esattezza il momento in cui aveva Sesshomaru sotto il suo
controllo,lo aveva li,stretto nella sua forte presa,mentre con il suo
occhio sinistro si inoltrava nella mente del giovane yokai,ma proprio
quando stava per riuscire a piegarlo alla sua volontà
sbalzato via da un nuovo arrivato,un assassino,eppure era
più che sicuro che solo lui e il glaciale yokai potessero
entrare la dentro,ma allora come fu possibile l'arrivo di un terzo in
comodo?
Il maestro templare necessitava di una conferma.
- Ricordi quando sono uscito dal portale? Per caso ti è
capitato di vedere qualcuno uscire da li prima del mio arrivo?
- No non mi risulta.
- Capisco.
- Io no,comunque,domani devo svegliarmi presto,ho delle reclute da
addestrare e per tanto chiedo il permesso di andare.
Lo yokai etero cromatico glielo leggeva dritto sul volto che non aveva
più voglia di star li,ormai quello che il suo braccio destro
aveva da dirgli lo aveva detto,chiaro,conciso e diretto,era tipico del
suo carattere da soldato che diceva sempre quello che pensava,di certo
non era uno stupido,semplicemente prendeva di petto le cose che per lui
erano quelle che richiedevano una maggior attenzione,tutto qua.
Per contro Akira era un tipo più incline al dialogo,alla
diplomazia e avvolte al compromesso,ma non esitava a tirar fuori gli
artigli,o meglio i pugni,quando l'occasione lo richiedeva e anche lui
sapeva essere autoritario e diretto,dando dimostrazione di essere un
capo ben all'altezza delle aspettative del suo ruolo.
Loro due erano come il fuoco e l'acqua,il cielo e la terra,ma per
quanto diversi potessero essere,sapevano bene che avevano bisogno l'uno
dell'altro,un legame come il loro durava da più tempo di
quello che la maggiorparte degli yokai tendeva a disfare in qualche
decennio quella che poteva essere definita come una collabborazione
reciproca,ma quella tra Murai e akira era amicizia autentica.
- Certamente,quando esci potresti dire a Huang di entrare,avrei delle
cose da chiedergli.
- Si,buona notte Akira.
- Notte anche a te.
E fu così che si salutarono e subito dopo il cinese
tornò dentro la stanza,ma questa volta da solo,lui e il
maestro,l'allievo sembrava ansioso,in attesa di chissà quale
altro ordine Akira gli avrebbe dato,tuttavia Akira sembra
tranquillo,rilassato,come se stesse prendendo il te di prima mattina.
- Avete chiamato shifu?
Disse Huang mentre riprese la posizione di saluto precedentemente
eseguita in presenza del generale.
- Si,vorrei conoscere le tue opinioni riguardo gli ultimi incarichi che
hai compiuto,cominciamo dal tuo scontro con Sesshomaru,che impressione
ti ha dato?
- Da quello che ho constato di persona devo ammettere che è
un guerriero veloce,forte e possiede una certa abilità con
la Katana,anche se non ho ben capito perchè la tenga con una
mano sola,però....
- Hai fatto uso dello stile della gru imperiale vero?
- Si,ma ho usato sola la posizione di combattimento e poche techniche
basilari nell'uso della jian,altro non ho osato fare.
- Bene,se non altro hai rispettato il mio volere e non hai cercato di
ucciderlo,e per quanto riguarda il suo comportamento?
- Sembra molto sicuro di se,di fronte ad una sfida non si tira
indietro,questo Sesshomaru e un guerriero coraggioso,ma sembra
continuamente sul piede di guerra e quindi e facile da irritare,anche
se devo ammettere una certa imprevidibilità da parte sua.
- E per quanto riguarda Nobunaga? Cosa sai di lui?
- Prima di trovarmi a faccia a faccia con lui ho raccolte diverse voci
sul suo conto,si dice sia un tipo stravagante è un abile
combattente,per non parlare delle grandi doti strategiche in suo
possesso,non'è un uomo buono ma se non altro ci si
può ragionare e buona parte delle volte si sposta per il
paese insieme ai suoi tre fedelissimi.
- Parlami di loro.
- Il primo è Mitshuhide Akechi e un nobile della provincia
di Mino e cugino di Nohime,moglie di Nobunaga, e un uomo d'onore con
una fama da esperto spadaccino,da più peso ai precetti del
bushido che alla sua stessa vita,(per bushido si parla di un codice di
condotta formato da regole e principi morali che ogni samurai deve
rispettare per mantenere integro il proprio onore,può essere
considerato come un versione orientale del codice della cavalleria).
- Un vero samurai,questo Nobunaga dev'essere fortunato ad avere un uomo
simile tra le sue fila.
- Il secondo e Toyotomi Hideyoshi, e un burlone dalla battuta pronta e
lo scherzo a portata di mano,di umili origini i suoi genitori erano
contadini mentre lui venne coscritto come fante di prima linea,si
distense per la sua forza inumana e l'astuzia nel aver saputo prendere
un castello di montagna con un manipolo di uomini,pare che lo stesso
Oda lo abbia nominato generale riconoscendo in lui un tipo di persona
quasi impossibile da comprendere fino in fondo.
- Da umili origini ha grandi traguardi,oltre che malvagio Nobunaga sa
dare il giusto valore alle cose...e anche alle persone.
- L'ultimo invece e Tokugawa Ieyasu,ma il suo vero nome è
Matsudaira Takechiyo,quand'era giovane finì come ostaggio
del clan Oda e fu in quel periodo che conobbe Nobunaga e divennero
compagni di giochi,pare che all'infuori del signore di Owari non
giocasse nessuno,passarono gli anni e Ieyasu fu liberato per poi
tornare al suo clan come legittimo sucessore,venne ritrovato
casualmente nella battaglia di Okehazama,(una delle più
famose della storia giapponese,fu una vittoria schiacciante per il clan
oda contro gli Imagawa,che da li in avanti avrebbe segnato il nome di
Oda nobunaga negli annali storici),essendo tra i superstiti venne
riconosciuto dal suo amico di infanzia e da allora non si sono
più; separati,tra loro tre e il più; reattivo a
prendere le decisioni più drastiche e ciò gli ha
dato fama di essere una delle menti più veloci al servizio
del signore di Owari.
- Gli amici di infanzia sono una cosa preziosa,specie se questi sanno
essere fedeli ai vecchi legami,tre uomini,tre fondamenta sulla quale
Nobunaga può fare affidamento,come deciso andrò
ad Owari a proporra la mia alleanza con questo promettente umano,domani
prepareremo il necessario per un viaggio sicuro e ci presenteremo con i
nostri abiti migliori ed infine dobbiamo contattare Hana e riferirgli
che ci troveremo nelle terre di Owari,ma non prima di aver deciso il
giorno della partenza,puoi andare.
- Si,prendo congedo.
Huang si mosse verso la porta senza più nulla da riferire al
suo maestro,tutto ciò che ora lo aspettavano era una bella
dormita in un futorn caldo e soffice,ma all'improvviso qualcosa lo
interruppe,un immagine gli ritornò alla mente,una
bambina,dai lunghi capelli neri e lo sguardo impaurito,la sua mano si
era fermata poco prima di muove la porta,bloccandosi sul posto.
- Shifu.
- Cosa c'è?
- L'ho rivista.
Akira smise per un attimo di pensare ai suoi piani e per un attimo si
fermò a riflettere,temendo di aver compreso il significato
delle parole del suo allievo.
- Era insieme a Sesshomaru vero?
- Si,forse sono i miei incubi che mi perseguitano a tal punto da averla
ricondotta da me.
- Il passato e passato,non puoi incolparti perciò che dovevi
fare,hai fatto ciò che dovevi.
- E per questo non me lo perdonerò mai,vi auguro una buona
notte Shifu.
- Notte anche a te.
E con queste ultime parole i due si separarono per quella notte,con
l'allievo che si allontanava portando con se la tristezza nel cuore e
il peso delle azioni passate nell'anima.
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Capitolo 44 *** Nella stanza di sotto ***
Il giorno dopo, al villaggio degli assassini.
Il sole sorgeva mentre il cielo,che ancora portava i toni scuri del
cielo notturno,si colorava pian piano di una rosea sfumatura,solo i
pochi a guardia del piccolo abitato o coloro che dovevano svegliarsi
presto per le mansioni mattutine furono testimoni di quello spettacolo.
E Sesshomaru tra di loro non c'era,era ancora a letto a dormire,aveva
girovagato un pò per la foresta li vicino prima di tornare a
dormire,lo faceva star bene,li dove gli alberi crescevano l'uno vicino
all'altro,mentre i rami con le numerose foglie si muovevano al fruscio
del vento di montagna,una fredda brezza che si insinuava nel piccolo e
calmo regno dello yokai,nessuno da vedere,nessuno da cui essere
disturbato,era tutto perfetto,c'era solo lui e basta.
Poteva allontanarsi da chiunque,ma non dai suoi pensieri,non dopo
quello che aveva visto li,l'immagine di quel luogo ancora lo
perseguitava,li,dove sotto terra giacieva una città
dimenticata,li,dove era presente l'antica sede degli assassini,lo
vide,un immagine la cui presenza era priva di ogni fondamento e
logica,quella statua,così bella e così simile a
lui,simile e tuttavia differente,nelle vesti,nel taglio dei
capelli,nello sguardo,sentiva di confrantarsi con se stesso e allo
stesso tempo di avere a che fare con qualcun'altro.
E quella guerra,quella guerra che imperversava da ere,un conflitto
segreto tra due fazioni nate nell'ombra,gli assassini e i
templari,eterni avversari per due punti di vista diffrenti sul mondo e
su come sarebbe stato meglio guidarlo.
Poi c'era anche quella storia di quella civiltà
perduta,così potente da aver creato quegli oggetti,i
frammenti del paradiso,reliquie di un passato ormai perduto dalla notte
dei tempi e tuttavia così potenti da cambiare il corso della
storia mondiale,Sesshomaru si sentiva,ora più che mai nel
mezzo di una storia così assurda che a stento poteva dire se
credere realmente a tutto quello che stava vivendo.
I primi suoni della mattina cominciavano già a farsi
sentire,il cinguettio degli uccelli,le prime persone già
sveglie di prima mattina,cosa che fece svegliare il giovane yokai,anche
se lui era sempre stato un tipo mattiniero.
Si guardò attorno notando subito Toran che dormiva ancora,si
soffermò un attimo a vederla in volto,quasi fosse catturato
dalla sua immagine,sembrava così tranquilla,la maggior parte
delle volte che ebbe a che fare con lei tentava di ucciderlo,ma quella
era storia passata,tuttavia non poté non notare un nuovo
aspetto che da lei non si sarebbe mai aspettato,quello femminile.
Puro,semplice e anche delicato,dall'ultima volta che l'aveva incontrata
sembrava che gli antichi rancori fossero ormai svaniti,come le acque di
un fiume,che placido,scorre in tutta tranquillità,si
soffermò ad osservarla ancora un volta,soprattutto
le labbra,così sottili e al contempo così piene.
Subito dopo si riscosse chiedendosi cosa diamine stesse facendo,ed
effettivamente non sapeva nemmeno lui perché lo fece e per
giunta stava solo perdendo tempo,si alzò facendo meno rumore
possibile e visto che era andato a dormire con addosso solo
l'intimo,aprì l'armadio e prese le sue nuove vesti da
assassino e appena fu pronto lasciò la piccola casetta.
Ma non ebbe nemmeno il tempo di godersi quell'alba spettacolare che
subito dovette fare i conti con una conoscenza a lui quasi sgradita.
- Ben sveglio ragazzo.
Sesshomaru si girò immediatamente verso la sua sinistra,era
Ezio.
- Ma come fai...
- Dopo anni e anni di pratica ti viene naturale sorprendere gli altri
senza farti scoprire,comunque,come sta il mio simpaticone preferito?
- Prima di incontrarti stavo più che bene.
Disse Sesshomaru nella maniera più piatta possibile.
- Questo è lo spirito giusto,dai andiamo,abbiamo una
giornata piena oggi.
- Un'altra prova?
- No,oggi cominci il tuo addestramento,con me e Yuki,andiamo.
E detto questo i due si incamminarono verso la loro prossima
destinazione,Sesshomaru dal canto suo sapeva che prima o poi si sarebbe
allenato con la confraternita,visto che lui stesso aveva aderito alla
richiesta di Yuki di entrare nei ranghi degli
incappucciati,per cui si aspettava una sorta di preavviso e non
così di punto in bianco.
Ma per lui andava bene così,infondo non era mai stato un
tipo da lunghe attese,se doveva fare una cosa la faceva,dritto al sodo
e senza contrattempi.
- Allora cosa dobbiamo fare oggi? Tirare di spada? Mi insegnate ad
usare quella piccola lama da polso? Oppure mi insegnerete qualcosa
come....
- Abbi pazienza,prima di tutto in questo preciso momento non sono
più semplicemente un tuo compagno di missione,d'ora in
avanti sono anche il tuo maestro,ciò non vuol dire che
adesso il rapporto tra me e te cambierà troppo,ti chiedo
solo di restare attento,concentrarti e impegnarti e vedrai che i
risultati si vedranno fin da subito.
- Farò tutto ciò che serve per distruggere Akira.
- Non credo che questo sia la motivazione più adatta per
diventare un assassino.
- Ma e l'unica motivazione che ho,mi hai detto che la
libertà e il bene per la quale gli assassini combattono i
templari,perciò non sono forse libero di scegliere le mie
motivazioni?
Ezio girò il suo sguardo verso Sesshomaru e mostrando in
volto una certo stupore,era evidente che non si aspettasse una risposta
simile.
- Su questo non ci sono dubbi,ma ora dimmi è una motivazione
sufficiente? Voglio dire,hai intenzione di uccidere Akira,per quale
ragione?
- Perchè è mio nemico.
- E da quando lo è diventato?
- Da quando mi sono scontrato con lui.
- E perché ti sei scontrato con lui?
- Perché mi ha attirato in trappola.
- Veramente sei stato tu ad accettare l'invito,per tanto se sei caduto
nel suo tranello e solo colpa tua.
- Non potevo ritirarmi,n'è andava del mio onore.
- Non scambiare l'onore con la sconsideratezza,hai preferito caricare a
testa bassa,accogliendo la sua provocazione,piuttosto che farti furbo e
rinunciare.
- Quell'invito era un chiaro segno di sfida.
- No,l'invito era solo un invito,la vera trappola consisteva nello
stuzzicare il tuo orgoglio e fidati,ci è riuscito
più che bene.
A quell'ultima frase Sesshomaru si ammutolì di colpo,come
poteva ribattere su una cosa del genere? Come poteva difendersi di
fronte ad una tale verità?
Una verità limpida come l'aria che si respirava
lassù e abbagliante come i raggi di quell'alba
radiosa,ricordava ancora quando dopo lo scontro con quello strano
brigante,lesse quell'invito e appena finì pensò
subito ad incontrare l'uomo che da quel fatidico giorno divenne la sua
nuova ossessione.
Akira.
Non c'era nulla che Sesshomaru potesse dire in sua difesa,per quante
scuse potesse usare,non c'è ne sarebbe stata una che lo
avrebbe salvato dall'accusa di essere colpevole,colpevole di aver
sottovalutato il suo nuovo e misterioso nemico,colpevole di aver preso
sottogamba da chi si sarebbe dovuto guardare con occhio attento.
Era colpevole e nessuno lo avrebbe difeso.
- Sia quel che sia,la prossima volta non mi farò prendere
alla sprovvista.
- Non affrettare l'inizio di scontri che non puoi gestire,non tutte le
vittorie conistono in uno scontro diretto.
Mentre loro discutevano il sole si alzava sempre di più e il
numero di persone in giro per le strade si faceva sempre più
alto,c'era chi montava le bancarelle,chi apriva i negozi,chi andava nei
campi e così via.
E nel vedere tutto ciò si poteva scorgere,una sensazione di
quotidiana e continua tranquillità,buona parte degli
abitanti di quel luogo era gente semplice,in buona parte umani,mentre i
pochi Hanyou e i rarissimi yokai li attorno probabilmente erano parte
della confraternita,ma nonostante ciò sembrava
che li nessuno si preoccupasse.
Non c'era nessuno pregiudizio per chi era diverso,no,li non c'era
niente del genere,non in quel villaggio,non con la gente che sapeva
dell'esistenza degli assassini e ne condivideva il credo di uguaglianza
ed accettazione per ciò che era differente.
Ma Sesshomaru non sembrava interessato alla cosa,non era il tipo che si
preoccupava per quelle cose che lui riteneva delle stupidaggini,fin da
quando aveva memoria aveva sempre usato la forza per conquistarsi un
posto nel mondo,con gli artigli,con la spada,le zanne,perfino la sua
vera forma era un ostentazione della sua potenza,un estensione della
sua voglia di imporsi,in un mondo che per lui era sleale,violento e che
faceva emergere solo coloro che dimostravano di essere i migliori.
Si,questo era ciò in cui lui credeva,questo era il suo
credo,il suo codice,molte furono le occasioni in cui poté
attaccare almeno un villaggio umano senza un motivo apparente,oppure
inseguire un ignaro passante ed ucciderlo solo perché
possedeva le capacità per farlo,ma lo aveva mai fatto? No
Molti erano stati gli sbagli che aveva commesso in passato,la cui
maggior parte si rifiutava di ammetterli,sopra tutto a se stesso,ma
anche lui,seppur raro a vedersi,aveva una sua moralità,che
di certo era migliore di molti altri individui con la quale ebbe a che
fare.
Continuarono a camminare fino ad arrivare alla casa del libro,dove yuki
svolgeva il suo compito di capo villaggio e maestra
assassina,Sesshomaru da parte sua alzò; la testa,tornando ad
osservare l'insegna della piccola libreria,nel vederla un dubbio si
insinuò nella sua testa,ma non volle dare troppa attenzione
a quel pensiero che subito venne distratto da una voce gioviale.
- Buongiorno.
- Buongiorno anche a te Yuki,allora,che ne dici di cominciare subito
con l'allenamento di oggi?
Disse Ezio con un certo entusiasmo,quasi volesse vedere fin da subito
le capacità,che quello strano ragazzo dai lunghi capelli
d'argento possedeva,ricordava bene come nello scontro del giorno prima
era riuscito a tenere testa a quella ragazza dalle glaciali
capacità,un discreta capacità di combattimento a
mani nude,una buona resistenza e un intiutiva capacità di
adattarsi alle capacità dell'avversario.
Certo,lo scontro tra Sesshomaru e Toran era stato orchestrato alla
perfezione,apparte quella parte in cui Sesshomaru rischiò di
appiattirsi contro il fondo del fossato,ma nel complesso era andato
tutto bene e il combattimento,seppur sotto controllo,non era stato
privo di colpi di scena,per non parlare della parte in cui Sesshomaru
si lanciò contro Toran,l'aver sfruttato il ghiaccio come
perno del suo scatto,gli ricordava lo stesso momento che fa un dardo
quando scatta da una balestra,ciò era dimostrazione di una
certa furbizia.
- Certamente,ma prima dobbiamo spostarci in un altra
stanza,prego,seguitemi.
Yuki si girò subito seguita dai due ospiti,il dayokai da
parte sua non sembrava molto interessato a tutto quello che lo
circondava,piccoli scaffali all'ingresso con piccoli tavoli di
legno,fogli e contenitori di bambù per
l'inchiostro,accompagnati da pennelli di varie grandezze,mentre subito
dietro,grandi scaffali in legno scuro ospitavano vecchi libri quasi
tutti consunti,ad una occhiata veloce si poteva distinguere che si
dividevano per argomenti differenti,come
grammatica,matematica,filosofia,storia,natura e per finire scienza.
Un leggero odore di carta vecchia,mescolata a legno consumato si
diramava per il piccolo edificio,la carta ingiallita,le copertine
usurate e il passare del tempo donavano al ristretto locale un aria di
conoscenze ormai passate da un paio di mani ad un altra,regalando
sapere a chi fosse stato disposto a leggere parola per parola,lettera
per lettera.
Ma anche queste cose non erano oggetto di interesse per lo yokai di
ghiaccio,tuttavia si accorse,dando di sfuggita,diverse occhiate
indagatrici intorno a lui,molti dei libri erano rilegati in fibra di
bambù e presentavano titoli in caratteri giapponesi e mentre
lui dava sporadiche occhiate di qua e di la,Yuki si fermò di
colpo si girò verso lo scaffale alla sua sinistra e prese un
libro.
Tale movimento venne poi seguito da un suono,simile a quello di un
meccanismo in movimento ed infine un parte del pavimento si
spostò di lato mostrando una serie di scale che portavano
verso il basso.
Doveva ammettere che una cosa del genere era inaspettata,ma non si
poteva negare che la cosa aveva una certa teatralità,un
passaggio segreto dentro un umile libreria era certamente una bella
sorpresa,per quanto pensasse di aver compreso quei cappucci bianchi ecco
che spuntava un nuovo colpo di scena.
- Da questa parte,più avanti troveremo la giusta
intimità di cui abbiamo bisogno.
Ad Ezio sfuggì una piccola smorfia,un sorrisetto malevolo
con una piccola mancanza di pudore.
- Beh,se volevi un più di intimità,bastava
chiamare solo me,in due si sta molto meglio.
In quel momento Ezio si sentì osservato dagli altri due
accompagnatori,da un parte c'era Yuki,che se fosse stata lusingata
della cosa,sentiva per certo che quello non era ne il
momento,n'è il luogo per quel genere di umorismo,mentre per
Sesshomaru la cosa era irrilevante,per quanto gli riguardava Ezio
poteva fare tutte le battute idiote che voleva,bastava solo che non le
facesse in sua presenza,lui era sempre stato un tipo serio,per tanto
certe scemenze non lo sopportava per niente.
- B'eh è vero,guarda lui come sembra simpatico di prima
mattina.
Disse il fiorentino rivolgendo uno sguardo ammiccante verso la maestra
assassina.
A sua volta lei non potè resistere a quella specie di
provocazione e fece un sorrisetto,mostrando che a quanto pare la cosa
sembrava averla divertita.
- Certo che siete proprio un tipo audace,solitamente siete sempre
così?
- Solo nel tempo libero....e anche quando la compagnia e ben gradita.
Yuki chiuse gli occhi pensando un attimo all'assurdità della
cosa,ma non potè negare una certa simpatia verso quello
straniero un più stravagante,per tanto si girò
verso le scale e proseguì nel suo cammino.
- Andiamo,da questa parte,questa per lo meno cercate di essere
serio.
- Non prometto niente,ma ci proverò.
Tutti e tre si incamminarono verso la scalinata,per quanto gli
riguardava in quel momento Sesshomaru non era minimamente interessato
alla spiritosaggine di prima mattina,aveva solo un obiettivo in mente e
di certo non era quello di imparare a fare il simpatico,era li per
allenarsi e per trovare il metodo per sconfiggere Akira,fare amicizia
non era tra i suoi pensieri.
Più si scendeva e più si poteva sentire
com'era l'ambiente li sotto,era umido,freddo e l'aria
sembrava quasi assente da quel posto,al loro passaggio alcune piccole
candele si accedevano e la cosa certamente dava al luogo un aura di
mistero,dovunque si stesse inoltrando Sesshomaru cominciò a
sentire le stesse sensazioni che provò quando varco la
soglia dell'antica sede degli assassini.
Cercò di restare calmo,era ancora li,sotto pelle,quelle
sensazioni che si erano instaurate in lui come un parassita,un ospite
sgradito all'interno delle sue emozioni,ma lui non era un codardo,non
sarebbe fuggito,non lui,non Sesshomaru,non il figlio di Inutaisho.
Lui era un dayokai,era forte,potente e senza alcun timore,avrebbe
avanzato,sempre dritto,sempre in avanti e niente si sarebbe frapposto
fra lui e le sue ambizioni di potenza,non importa quanto tempo ci
sarebbe voluto,non importa quanta fatica avrebbe richiesto,lui nella
vita avrebbe visto solo davanti,fino alle vette del successo,fino a
vette più alte di quelle che aveva raggiunto suo padre.
Questa non era una minaccia contro il mondo,non era una promessa che
faceva a se stesso,questa...era una certezza.
Giunsero alla fine della scalinata e subito dopo si ritrovarono in un
luogo completamente diverso da quello che c'era più in
alto,era una piccola stanza costruita nella terra,con roccia e legno,al
centro di questo spazio interrato vi era posato un cerchio di pietra
con una circonferenza di dieci metri e con inciso sopra il
triangolo,simbolo della confraternita.
Poco dopo di esso c'era inciso nel muro di fronte ad esso una stele di
pietra nera,sembrava ci fosse inciso qualcosa ma la scarsa
visibilità rendeva il leggere quelle parole una cosa
difficile,solo qualche candela incastonata in piccole fessure nei muri
illuminava l'intera zona,eppure,nonostante la sua potente
vista,Sesshomaru non riuscì a leggere cosa ci fosse
scritto,che fosse una semplice casualità,oppure quel gioco
di luci ed ombre era colpevole di quel particolare effetto? Che la cosa
fosse stata studiata anche per uno yokai come lui.
- Cos'ì questo luogo?
Chiese Sesshomaru con una certa curiosità.
- La verità,qui misuriamo con metodo ed efficacia la
dimensione di chi siamo davvero,entra nel cerchio e capirai
perché sei qui.
Disse Yuki poco prima che lei stessa salisse sulla strana piattaforma.
A parer suo Sesshomaru si sentì quella proposta non come
suggerimento e nemmeno come un ordine,ma come una sfida,per tanto non
aspettò ulteriormente e subito si mosse per raggiungere
l'assassino.
Salì sul cerchio con la sicurezza che aveva sempre mostrato
agli altri,tanto quanto a se stesso,non temeva il confronto e di certo
non si sarebbe ritirato di fronte Yuki.
L'assassina era distante dall'Inuyokai,come se si stesse preparando per
qualcosa,ora c'era qualcosa di strano nel modo in cui Yuki lo stava
guardando,non riusciva a vederla negli occhi per via del
cappuccio,eppure poteva sentire i suoi occhi su di lui,come un maestro
che giudica l'allievo,come un falco tiene d'occhio un coniglio,che
intenzioni avesse non erano per nulla chiare.
- Dimmi Sesshomaru,sai perché ti trovi qui?
- Non lo so, dimmelo tu.
- Come desideri...attaccami.
Sesshomaru rimase sorpreso dalla strana richiesta.
- Come?
- hai sentito benissimo e posso capire per quale motivo hai accettato
di entrare nei ranghi della confraternita,pensi che diventare un
assassino voglia dire questo? Che sia una cosa che si possa scegliere
con una tale banalità? Pensi a te stesso come un grande
guerriero,ma la verità e che sei un ragazzino nel corpo di
un uomo,prendi decisioni in base ad un tuo capriccio personale e non a
seguito di scelte concrete.
Sesshomaru sentì in lui crescere un moto di rabbia,onde
tempestose che si caricavano di collera,alimentate da un forte vento di
burrasca chiamato orgoglio,già,l'orgoglio,quella cosa che
gli aveva sempre permesso di camminare a testa alta e che aveva
sviluppato fin da giovanissimo,ricordava ancora come suo padre,lo
incoraggiasse durante i loro allenamenti,ovviamente ai quei tempi la
differenza tra loro due era più che netta,suo padre veniva
riconosciuto come un abile guerriero e che anche con un arma di
legno,fosse esso un bastone o una spada da allenamento,sapeva
dimostrarsi pericoloso,tutto ciò che sapeva del
combattimento lo aveva appreso da lui.
E Adesso invece veniva deliberatamente preso in giro da un
assassina?Anzi,da una donna,una perfetta sconosciuta della quale non
sapeva assolutamente niente,cosa che purtroppo per lui stava diventando
un abitudine,chi si credeva di essere per giudicarlo in base alle sue
scelte,Sesshomaru sapeva benissimo cosa voleva e Yuki non avrebbe
potuto far nulla per fargli cambiare idea.
- Le mie decisioni sono una cosa unicamente mia,quindi,se hai qualcosa
da ridire in proposito allora dimmelo in faccia.
- Quanta sicurezza,facciamo una cosa,se riuscirai a colpirmi,anche una
volta sola,ti prometto che appena c'è ne si
presenterà l'occasione ti dirò personalmente dove
e quando Akira sarà di nuovo vulnerabile per ricevere un
altro attacco,ma se vinco io,ti dovrai sottoporre ad un addestramento della
quale io e ed Ezio saremo gli unici maestri e non potrai sottrarti a
nessuna delle nostre decisioni,accetti?
Non riusciva a credere alle proprie orecchie,in sostanza gli avrebbe
dato ciò; che voleva,semplicemente toccandola una sola
volta,se ci pensava bene quella che si presentava davanti era un
occasione più unica che rara.
La sua voglia di rincontrare Akira era così forte da non
voler desiderare altro,sentì le mani che gli prudevano dalla
voglia di confrontarsi con lei,mentre le gambe erano già
pronte allo scatto,anche senza le sue spade avrebbe vinto quella strana
scommessa.
- Accetto la sfida.
- allora cominciamo.
Sesshomaru non ci pensò due volte che subito si
lanciò verso di lei,sapeva bene quale sarebbe stata la posta
in palio,ma doveva rischiare il tutto per tutto,infondo la sua voglia
di unirsi ai ranghi dell'ordine era solo per poter riaffrontare
Akira,non gli importava niente del credo o di quella guerra
secolare,non era un principio morale o la sete di giustizia che
spingeva Sesshomaru a rincontrare Akira,lui lo faceva per una sua
rivincita personale,solo questo lo guidava.
le mani erano chiusi a pugno,mentre le gambe compirono lo slancio
decisivo,ora gli avrebbe dimostrato di che pasta era veramente
fatto,era sempre più vicino,sempre di più,fino a
che non gli arrivo di fronte.
Ma era presto per cantar vittoria,nemmeno il tempo di sferrare il primo
colpo che yuki fece la sua mossa,lei da parte sua aveva notato
l'iniziale posa da picchiatore novello che Sesshomaru stava usando in
quel momento,per lei era chiaro come il sole gli sbagli che il figlio
di Inutaisho stava compiendo.
La guardia troppo larga,la fretta con la quale aveva dato inizio lo
scontro e la voglia di finire quel duello in un colpo solo,tutti segni
di uno stile pieno di forza,ma povero di tecnica,ma d'altro canto non
poteva stupirsi di vedere una cosa simile,il duello con Toran era stato
un esempio lampante,però c'era qualcosa che gli
sfuggiva,qualcosa che non capiva bene.
Quando lui fronteggiò la pantera in uno scontro
diretto,sapeva che senza le sue armi Sesshomaru sarebbe stato in
svantaggio,eppure Yuki aveva osservato con attenzione quella
situazione,i pochi copi che aveva usato erano andati a segno,per non
parlare poi di quella furbata della scivolata di pancia sul
ghiaccio,era stata una vera e propria strategia,poco ortodossa,ma
decisamente ingegnosa.
Ma il ragazzo che aveva di fronte non era il solito Sesshomaru,non era
calmo e distaccato,certo,non era mai stato un tipo incline alla
pazienza,ma in quel caso non era la grinta a spingerlo,era qualcosa di
diverso,qualcosa che teneva nascosto nel suo io più profondo.
In tutta risposta il contrattacco della maestra fu particolarmente
semplice,una volta che Sesshomaru entrò nel raggio d'azione
della maestra,lei senza nemmeno mettersi in
posizione,sferrò,con la punta della falange dell'indice
destro,un piccolo ma violento colpo al pomo d'adamo dell'inuyokai.
Il dolore era intenso,mentre la trachea si appiattiva facendo mancare
l'aria al ragazzo,che subito cadde sulle ginocchia,annaspando in cerca
dell'aria,che in quel momento non riusciva a inalare.
- Prima consiglio di oggi:valuta attentamente rischi e
possibilità,quando ti ho proposto la sfida hai subito
pensato al metodo per vincere più in fretta,sapevi che non
avresti vinto in uno scontro diretto contro di me,così hai
pensato bene di vincere sulla velocità e di conseguenza se
avessi parato un tuo colpo la vittoria sarebbe andata a te,peccato che
non hai considerato un mio attacco sulla difensiva.
Sesshomaru avrebbe voluto continuare a combattere,ma stava
tossendo,piegato in due sia dal dolore che dal rischio di
soffocamento,mentre lei stava li,ad osservarlo,mentre lui riprendeva
aria con un tale bisogno che a fatica riusciva a pensare a Yuki,la
prima cosa da fare era riprendersi,poi avrebbe reagito.
- Ma la cosa peggiore e che ti lasci prendere dalle emozioni,dalla
rabbia,dallo sconforto,il tuo stile generale di combattimento si basa
su colpi precisi e rapidi,ma privi di armonia,la tua vera potenza si
basa su fondamenta instabili.
Mentre l'ascoltava l'inuyokai cominciò a riflettere su
ciò che Yuki cercò di dirgli,fondamenta
instabili? Quali fondamenta instabili? Non c'erano fondamenta
instabili,ma solo forza e volontà di andare avanti per la
sua strada,era sempre stato così e lui sapeva benissimo cosa
doveva fare.
Appena finì di riprendere tutta l'aria di cui aveva
bisogno,alzò leggermente la testa,quel tanto che bastava a
guardarla dritto negli occhi,cosa che dalla sua posizione era
fattibile,la osservò con sguardo carico d'astio,quasi
volesse sputargli addosso tutta la sua rabbia,tutto il mal'umore che in
quel momento riservava dentro di se.
- Non sei...nessuno.
Disse lui ancora provato dal colpo precedente,da parte sua Yuki
sembrava totalmente indifferente a quella sentenza detta con totale
ostilità.
- Puoi ripetere?
- Non sei nessuno,credi di sapere quello che ho passato?Quello che ho
vissuto?Tu non sai niente di me,dici che la mia potenza si basa su
fondamenta instabili?Non mi conosci,non credere di sapere come mi sento
o cosa penso,se mi sono unito a questa confraternita e
perché l'ho voluto io e nessuno può criticare le
mie scelte,sopratutto una donna che mi giudica nemmeno fosse la mia
levatrice,quindi tieni le tue opinioni per te,io voglio solo essere
più forte,nulla di più.
- E una volta che sarai diventato più forte? tornerai ad
essere un vagabondo,senza obbiettivi,senza mete,sono delusa da questo
tuo modo di ragionare,peccato,credevo che tu potessi comprendere il
significato della mia provocazione.
- E quale sarebbe?
- La rabbia e il desiderio di rivalsa sono pessime consigliere,non
lasciarti guidare dall'emozione,il combattimento non'è solo
potenza,ma anche controllo,disciplina,equilibrio.
- questo lo so benissimo.
- Allora perchè quando ho nominato Akira ti sei innervosito?
A sentire quel nome all'inuyokai gli si strabuzzarono gli occhi,il solo
sentirlo o pronunciarlo gli dava una sensazione di oppressione,di
rabbia e sconforto,anche se stava parlando con Yuki subito gli
ritornò in mente la figura del gran maestro,un uomo
forte,dai capelli neri e lo sguardo di color dell'oro e
dell'argento,ricordava come in ogni mossa di quello strano yokai ci
fosse sempre qualcosa di pacato e ben misurato,il suo muoversi,il suo
parlare,persino il suo modo di combattere aveva un che di equilibrato.
Sesshomaru sentiva ancora il peso dei colpi di Akira,eppure non poteva
semplicemente definirli potenti e distruttivi,ogni pugno,ogni
calcio,ogni presa e le altre strane tecniche era tutte andate a segno
ed ognuna era stato in grado di piegarlo,stordirlo,bloccarlo o
limitarlo,ogni colpo era stato efficacie,ogni presa era stata
effettuata con successo.
Invece lui per quanto ci avesse provato,per quanto si fosse
impegnato,anche usando tutte le movenze che conoscenza nell'arte della
spada,quell'uomo era risultato come autentico ed incontrastato
vincitore,in quell'occasione Sesshomaru sentì come secoli di
esperienza erano stati schiacciati in meno di mezz'ora.
La più cocente sconfitta che lo yokai avesse mai subito in
tutta la sua esistenza.
Eppure c'era qualcosa di peggiore dentro Akira,dietro quegli
occhi,dietro quegli sguardi così carichi di
curiosità,si nascondeva qualcosa,qualcosa di ben radicato in
profondità,non sapeva descriverlo,cosa che lo metteva ancora
più a disagio se pensava a lui.
- Non so di cosa tu stia parlando.
- Davvero? In questo caso,possiamo finire anche qui con
l'addestramento,non hai più nulla da imparare.
La maestra osservò un ultima volta il ragazzo ai suoi piedi
e si incamminò verso le scale,passo dopo passo la distanza
tra i due si allungava sempre di più e mentre lei si
allontanava lui strinse i pugni in preda alla rabbia,sentiva la bocca
impastata,mentre dal naso buttava fuori l'aria come un toro
inferocito,stringeva gli occhi mentre scopriva le nude zanne in un
ringhio feroce,preso dal tumulto che aveva dentro sferrò un
pugno contro il pavimento.
- Lui sa...
Tutto d'un tratto Sesshomaru rivelò un suo pensiero e a
quelle due parole Yuki si fermò dando le spalle all'Inuyokai.
- Lui sa...cosa?
- Akira...lui sa tutto di me,sa chi sono,sa chi sono stati i miei
precedenti nemici,sa del mio seguito...MENTRE IO NON SO NULLA DI LUI.
Un altro pugno,questa volta molto più forte,tanto da
lasciare una crepa nel pavimento,era furente,con Akira,con Yuki,con
Ezio,ma in particolar modo anche con se stesso.
Si sentì stupido,lui non era mai stato un tipo emotivo,ma in
quel momento si sentì libero,libero da un peso che si
portava dietro da quando aveva lasciato il castello dell'yokai
etero cromatico,ricordava ancora la prima volta che lo aveva
incontrato,ricordava bene come quest'ultimo si era presentato a casa
sua e che quando se ne andò gli disse che lui non era come
Naraku.
Come sapeva tutte quelle cose? Possibile che lo tenesse d'occhio da
così tanto tempo? E soprattutto,perché lui? Cosa
aveva lui di così speciale da prendersi tutte quelle
attenzioni?
Domande che ormai si poneva da qualche giorno,eppure mai nella sua vita
qualcuno era stato in grado di fargli venire così tanti
dubbi,così tanti dilemmi,così tante
preoccupazioni,eppure per una volta aveva dato libero sfogo ai suoi
pensieri,si sentì libero,leggero,svuotato di un peso che non
voleva caricarsi.
- Se vuoi sapere chi è Akira,allora ti dirò
quello che so.
Disse Yuki mentre si girava verso Sesshomaru e subito si
incamminò verso di lui.
- Tutti gli avversari che hai affrontato,tutti i nemici che hai
incontrato,tutti coloro che per un motivo o per un altro si sono messi
sulla tua strada,non sono nulla in confronto a lui,Akira,un nome che
è garanzia di pericolo,nessuno sa chi sia veramente,nessuno
conosce il suo passato n'è tanto meno le sue
origini,probabilmente Akira non'è nemmeno il suo vero nome e
per quanto ne sappiamo non'è nemmeno un vero nobile,non mi
stupirebbe nemmeno che non sia nato in queste terre.
Tutto ciò che sappiamo sono queste:maestro nel combattimento
ravvicinato,sia a mani nude che all'arma bianca,possiede
forza,velocità ed agilità persino superiori ad un
dayoaki,per non parlare delle sue capacità strategiche e
della sua vasta conoscenza a livello culturale,credimi se ti dico che
individui più abili di te hanno cercato di
ucciderlo,purtroppo fallendo miseramente.
Ma la cosa che lo rende più; pericoloso è la sua
volontà,lo avrai certamente sentito anche tu,all'inizio lo
percepisci solo per istinto,una scossa che ti percorre lungo tutta la
schiena,come se qualcosa dentro di te ti stesse avvertendo di un
pericolo incombente,poi,più tempo ci passi insieme
più; ti rendi conto di come la sua personalità
tende a sostenere o schiacciare tutti quelli che gli stanno attorno,io
stessa non saprei dire se ciò sia dovuto ad una cosa che fa
volontariamente oppure gli riesce per natura,ma è chiaro che
quando fa qualcosa di importante è perché lui ci
crede fermamente.
Fidati,uno come lui non l'ho hai mai affrontato.
Alla fine di tutto quel monologo l'assassina si ritrovò di
nuovo accanto al giovane yokai che con sprezzo del pericolo si era
lanciato all'attacco,solo per potersi confrontare di nuovo con
lui,sapeva bene che non poteva farcela,ma non gli importava,voleva
rivederlo,doveva rivederlo,quell'uomo sapeva molto cose su di lui,ma
lui di Akira non sapeva assolutamente nulla....è questo lo
gettava nello sconforto.
- C'è un solo modo per sconfiggere una persona simile...
Questa volta ha parlare fu Ezio che nel farsi sentire attirò
l'attenzione degli altri due,che nel fissarlo si aspettarono una
risposta veloce e pratica.
Ma così non fu.
Il fiorentino salì sul cerchio e con passo lento e
controllato si diresse verso gli altri due e con disinvoltura si tolse
il cappuccio,suo suo volto si poteva leggere un espressione seria,quasi
statuaria,ben lontana dall'immagine del simpatico toscano che tanto lo
rendeva unico sia per carattere,che per modi di fare.
- Io non so chi sia questo Akira,n'è tanto meno credo che lo
incontrerà tanto presto,ma se c'è qualcosa che
l'esperienza mi ha insegnato e che esistono tre regole d'oro per avere
successo nel raggiungere un obbiettivo,ci vogliono studio,allenamento e
volontà se manca una,le altre due non servono a
niente,quindi,ritengo che la cosa più importante in questo
caso sia concentrarsi sulle cose fondamentali,che apprenda le basi e
che quando sarà giunto il tempo affronterà questo
Akira faccia a faccia,ma per ora è giusto che impari le
nozioni più semplici.
E proprio quando giunse di fronte a Yuki la guardò ancora
una volta con l'espressività di un rapace che osserva un
agnello indifeso,non che lei si sentì; soggiogata da quegli
occhi da aquila,ma doveva ammettere che quella serietà era
un lato di Ezio che faceva una certa impressione,se solitamente
sembrava un tipo di persona dedita all'allegria e alla risata facile,in
quel momento aveva la sensazione che presto l'avrebbe aggredita.
o almeno così le sembrava.
l'aria tra i due si fece sempre più calda e se da un lato
lei sembrava pronta per lo scontro,lui invece restava impassibile,come
se nulla dovesse distrarlo dalla sue attuali intenzioni,una carica
negativa si stava scatenando la sotto,come una scarica di fulmini che
divampa in un temporale.
- So bene che il ragazzo è
testardo,sfrontato,bellicoso,arrogante ed anche una testa calda,ma
trattarlo in questo modo non servirà a renderlo migliore,mi
rendo conto quale sia il motivo per la quale ci hai fatto chiamare
qui,prima hai detto che in questo luogo si misura la dimensione di chi
siamo davvero,ora,sbaglio o stai forzando i tempi di apprendimento?
- Spiegatevi meglio Ezio.
- Il ragazzo non'è pronto per i riti iniziatici alla
confraternita,gli mancano le conoscenze necessarie per proseguire un
addestramento avanzato,esattamente quello che ho visto qui.
- Ma certamente non potete ignorare quello che è in grado di
fare,voi stesso lo avete visto come si comportava dopo la fuga dal
castello di Akira,i suoi movimenti tra i rami,il suo utilizzo della
lama celata,per non parlare della sua connessione con i frammenti del
paradiso,questa non'è; una semplice coincidenza.
Breve attimo di silenzio,sguardi intensi si incrociavano tra di
loro,mentre verità più; profonde stavano venendo
in superficie,mentre i due assassini si confrontavano su cose che solo
loro due sapevano,il diretto interessato di quella storia si
rialzò ancora dolorante,si massaggiò la
gola,poichè la botta gli premeva ancora sulla trachea,il suo
sguardo cambiò passando dalla rabbia alla confusione,si
stava parlando,ma non capiva quale fosse il punto in questione.
- Dannati,non parlate come se non ci fossi,spiegatevi
meglio,cosa di così straordinario quello che ho
fatto fin'ora?
Aspettava una risposta,rapida e senza troppi fronzoli,senza giri di
parole,eppure sia Ezio che Yuki si fecero titubanti,come se volessero
nascondergli qualcosa,lo percepiva nei loro sguardi vacui,lo sentiva
dal loro odore,un ipotetico odore di segreti trattenuti e mezze
verità,la cosa lo faceva imbestialire.
Eppure poteva intuire perché non volessero dirgli niente,era
qualcosa che scottava,una verità che bruciava più
del fuoco,ma il suo istintivo gli diceva anche di andare avanti,doveva
sapere,lui non era mai stato il tipo da nascondere niente,era sempre
sincero e diceva quello che pensava,era parte della sua natura e non
poteva farci niente,ma questo era lui.
E loro no.
- Sesshomaru,c'è una cosa che devi sapere,riguarda
quella...voce.
Fu yuki a rivolgersi all'inuyokai,la sua voce nel parlare mal celava un
senso di preoccupazione,mentre il suo sguardo restava nascosto sotto il
cappuccio e tuttavia poteva di nuovo percepire lo sguardo di lei,questa
volta più morbido,ma non meno autorevole.
Per l'ennesima volta Sesshomaru era stato preso dalla
curiosità,ma forse sarebbe stato meglio definirla
ostinazione,ostinazione nell'andare avanti,ostinazione nel voler
sapere,ostinazione nel conoscere cose che sicuramente gli avrebbero
fatto male,mai appena sentì parlare della voce,di Jin,la sua
rabbia si tramutò in preoccupazione,cos'altro c'era da
sapere su quella presenza che occupava parte dei suoi pensieri.
- Di cosa stai parlando?
- Ecco,c'è un altro motivo per la quale ti ho portato
qui,negli ultimi tempi hai dimostrato di saper fare cose che
solitamente non avresti saputo fare normalmente,nemmeno per un inuyokai.
- Spiegati meglio.
- Io stessa ed anche Ezio siamo stati testimoni della
capacità di imitare i movimenti e le tecniche di omicidio
con la lama celata che solo i membri della confraternita
più abili riescono a imparare con tale
abilità,quello che è successo quella sera al
castello di Akira non'è; avvenuto per una mera
casualità,la tua capacità di interagire con i
frammenti del paradiso non è una cosa che possiede
chiunque....tu possiedi la connessione
Di nuovo silenzio,assoluta quiete che maschera un tumulto di
dubbi,domande e cose che non vengono comprese,Sesshomaru rimase a
riflettere un attimo,nulla tornava,nulla fioriva alla mente in quello
che per lui era diventato l'ennesimo dilemma senza senso,senza logica.
Parole che volevano dire tutto,ma per quanto ne sapeva lui,non voleva
dire niente.
Guardava la figura di lei come se fosse alla ricerca di una risposta,di
una qualche comprensione,ma lui sentiva che ancora una volta gli
nascondevano qualcosa,la cosa lo irritava parecchio.
- Non ho la ben che minima idea di cosa tu stia parlando.
l'assassina si tolse il cappuccio mostrando ciò che
Sesshomaru immaginava,il viso di una donna preoccupata,con lo sguardo
triste che guardava in un punto vuoto,come in cerca di un coraggio che
non trovava.
Fece un lungo sospiro,riprese fiato e senza cambiare atteggiamento
incrociò lo sguardo con lo yokai.
- Per caso,ti è mai capitato di fare dei sogni
particolarmente vividi? O di vivere delle esperienze particolarmente
strane? Dormi bene la notte?
- Mi è; capitato,perché?
- Allora è peggio di quello che credevamo.
Intervenne Ezio.
- Temo di si.
Sesshomaru guardò entrambi con sguardo indagatore,di cosa
stavano parlando.
- Mi vorreste dire di che diamine state parlando?
- D'accordo.
Disse Ezio mentre guardava l'inuyokai.
- Vedi,nel corso di questa guerra,ci sono stati dei rari casi in cui
alcuni individui hanno vissuto situazioni analoghe alle tue,ricordi
sbiaditi di un passato che non gli appartenevano,persone comuni che in
poco tempo erano in grado abbattere interi gruppi di guerrieri ben
addestrati,individui che hanno avuto accesso a conoscenze
perdute...sono molti i prodigi che quelli come te riescono ad
apprendere in un breve lasso di tempo,proprio come ti sta accadendo in
questi ultimi giorni,ragazzo,tu possiedi qualcosa che solo in
pochissimi possono avere,ti inviterei ad essere felice della cosa,se
non fosse...
- Se non fosse per cosa?
- Se non fosse per alcuni effetti collaterali...io non n'è
so molto,ma col passare del tempo,alcuni di questi individui hanno
subito conseguenze disastrose,allucinazioni,brevi visioni di eventi
passati,momenti di delirio,perdita del senno,disturbi della
personalità ed infine...la morte.
Sesshomaru sgranò gli occhi,non poteva credere ad una cosa
simile,sentì che il mondo intero gli crollava addosso,non
gli piaceva quello che stava accadendo,ma era chiaro che qualunque cosa
fosse quella connessione,era lampante come il sole che molte delle cose
che era stato in grado di fare nel corso della sua entrata in quel
conflitto era stato in grado di farlo solo per merito di una cosa
simile,anche se ancora non si spiegava come.
La presenza di Jin nella sua testa,la pietra con le incisioni,lo strano
torii sotto il castello di Akira,le esperienze durante il sonno,ho
quando riuscì ad aprire la porta segreta nelle rovine della
confraternita,tutto le imprese inspiegabili che era riuscito a compiere
o le cose che gli sono accadute,erano dovute a questo,eppure c'era una
domanda che gli balenava nella testa.
- Perché io?
- Non lo sappiamo,ma sta sicuro di una cosa,qualunque cosa accada ti
sarò vicino,non sperare di liberarti di me tanto facilmente.
E da quell'espressione dura che fin da prima aveva caratterizzato il
suo volto,per l'intera durata della sua discussione con Yuki,Ezio
alzò un lato della bocca,il suo volto sembrava
più; rilassato,quasi tranquillo,forse nel tentativo di
tranquillizzare Sesshomaru.
- Sono un tipo ben più ostico di quello che sembra.
Peccato che non conoscesse il ragazzo,come lo chiamava
lui,così bene come sembrava,il fiorentino sarà
stato anche bravo a comprendere alcuni meccanismi del comportamento
dell'Inuyokai,ma se sperava in un ricambio emotivo oppure una qualche
forma di ringraziamento così facilmente,si sbagliava di
grosso.
Sesshomaru ricambiò lo sguardo con espressione
seccata,addirittura nervosa,per tanto ricambiò la simpatia
di Ezio con un grande classico del suo impeccabile stile di
sempre,diretto e scontroso.
- Che tenero,peccato che secondo quello che mi hai raccontato sono
destinato a morire nella follia più assoluta,quindi,nel caso
non te ne fossi accorto,ho un serio problema,puoi sostenermi
finché vuoi,ammesso che per me la cosa abbia importanza,cosa
ti fa credere che la cosa possa aiutarmi in qualche modo?
- Ah non lo so,ma è sempre meglio che stare a preoccuparsi
della proprio futuro,riflettendo solo sulla probabile morte che ti
attende,senza cercare una soluzione,quindi,credi che il mio sia solo un
tentativo di rincuorarti? Ascoltami,lasciati aiutare,basta con queste
prove assurde,più tardi nel pomeriggio,inizierai il tuo vero
allenamento,ora va nella tua casetta,ci vediamo dopo,va bene?
Sesshomaru lo fissò per un attimo,con sguardo duro e
inflessibile,mentre sbuffò con le narici,tirando fuori tutta
l'aria che c'era in quel movimento d'aria,gli si poteva leggere in
volto che dentro si stava portando un tempesta di
emozioni,rabbia,orgoglio,angoscia,dolore,tutte cose che era abituato a
portarsi dentro,ma alla fine guardò; verso la scala per poi
incamminarsi,senza rivolgere alcuna parola verso l'assassino.
- Ah tranquillo,non c'è bisogno di ringraziare e sempre un
piacere cercare di comunicare con te.
E dopo un pò; che l'inuyokai aveva risalito la scalinata il
fiorentino si rivolse di nuovo verso Yuki,con espressione seria,ma
questa volta molto più rilassata,la guardava con i suoi
occhi da rapace,curiosi ed indagatori,profondi e dalla vista acuta,in
grado di scorgere dettagli che a molti sfuggirebbero.
Dettagli che la stessa maestra tendeva a nascondere.
- Ezio,voi siete un mentore della confraternità e come tale
dovreste comprendere per quale motivo ho fatto questo,quel ragazzo,come
lo chiamate voi possiede capacità sopite che potrebbero
esserci molto utili al fine di avvantaggiarci sui nostri
nemici,credetemi,i templari avrebbero fatto molto di peggio.
- Ma non è così che risolverai la situazione,quel
ragazzo ne sta già passando tante,prima la statua nelle
rovine della confraternita e adesso questo,gli abbiamo rivelato
più; di quanto una persona normale possa sopportare,a bisogno
del nostro aiuto più che mai ed io intendo darglielo in
qualche modo.
- Voi non lo conoscete come lo conosciamo noi,da tempo lo teniamo
d'occhio,fin dalla più tenera età e stato oggetto
di interesse,non'è un caso se il gran maestro a cercato di
reclutarlo con la forza.
- Lui cosa avrebbe di così speciale?
- Apparte il fatto che il figlio di uno dei più potenti
dayokai di sempre? Non lo sappiamo,quasi tutti i documenti ufficiali
che lo riguardano sono per lo più le classiche annotazioni
su titoli,terre,eredità e così via.
- Quindi il ragazzo e un nobile? Interessante.
- Questo però non spiega una cosa,di tutta la documentazione
esistente su Sesshomaru,libri,annotazioni,scartoffie di vario
genere,non abbiamo trovato nulla sulla sua nascita.
Ezio sgranò gli occhi a quella notizia,fissò
l'assassina dritta negli occhi,com'era possibile che Sesshomaru,nobile
di nascita,non avesse nemmeno un documento,un foglio,un straccio che
attestasse la sua nascita? Era da non credersi,eppure poteva esserci
una sola spiegazione a tutto ciò.
- Che sia un occultamento di prove?
- Lo penso anch'io,e penso di sapere chi sia stato a nascondere tutto.
- Akira.
- Esatto.
- Ma perchè prendersi la briga di far scomparire una cosa
così importante? Cosa sta cercando di nascondere?
- Non lo sappiamo,per questo ho voluto portare qui Sesshomaru,per
metterlo alla prova,dobbiamo sapere perché Akira e
così ossessionato da lui,per questo non possiamo esitare,se
nasconde un talento segreto allora e meglio che lo tiri fuori il prima
possibile,perché non credo che Akira resterà
fermo con le mani in mano,non'è nel suo stile.
- Forse hai ragione,ma credo che in questi due giorni non hai fatto
altro che tartassarlo,mi spiace Yuki non posso essere d'accordo,oggi
gli faremo fare un allenamento base,anche se è chiaro che
non si addestrerà insieme agli altri iniziati,apprende in
fretta...forse anche troppo.
E con queste ultime parole,l'assassino si allontanò dalla
figura di lei in direzione degli scalini,era certo ormai che in quel
breve lasso di tempo di due giorni,stava spremendo Sesshomaru come un
frutto maturo,ma un trattamento del genere lo avrebbe ridotto in
poltiglia,no,qualunque cosa avesse da offrire,quel ragazzo era stato
tartassato anche fin troppo,il giorno prima l'aveva spinto ad inseguire
quella ragazza col potere del ghiaccio e adesso questo.
No,c'è un limite al saper mettere alla prova una persona,per
quanto forte fosse e per quanto talento avesse,era chiaro che
così non sarebbe mai migliorato,ma era anche vero che non
bisognava trattarlo con in guanti di velluto,Sesshomaru era un duro,
glielo si leggeva negli occhi,non era il tipo che andava tanto per il
sottile.
Con questi pensieri in testa salì il primo gradino,mentre
con calma si distanziava sempre più da quella camera
sotterranea la cui aria si era fatta veramente pesante.
E non era per il luogo in se,i malumori di quella mattina resero
l'ambiente soffocante più di quanto non lo fosse stato in
precedenza.
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Capitolo 45 *** Il cane e la pantera ***
Quella mattinata per Sesshomaru era stata costellata solo da insuccessi
e pessime notizie,prima era stato colpito,per l'ennesima volta,da un
maestro assassino,poi gli era stato detto che in realtà
Akira probabilmente non era chi sembrava e per di più gli
era stato rivelato che possedeva la connessione,qualunque cosa fosse
lui la possedeva...e che un giorno avrebbe potuto ucciderlo.
Se il buongiorno si vedeva dal mattino,il suo era stato decisemente
brutto e come se non bastasse doveva vedersi con Ezio nel
pomeriggio,cosa aveva fatto di così brutto per meritarsi
tutto questo?
Era giunto alla soglia della casa del libro che poco prima di superare
luscio gli tornarono alla mente le precedenti parole di Yuki,calme come
un ruscello,profonde come gli abissi del mare,il cui segno era
marchiato più in profondità di una
cicatrice,certamente non avrebbe mai ammesso che lei potesse aver
ragione,ma non poteva nascondere che tutto ciò che gli aveva
detto quella donna non lo avesse preso alla sprovvista,cosa che da un
pò gli capitava frequentemente.
E quel suo sfogo di rabbia,ora si pentiva di essersi comportato in quel
modo,lui non voleva mostrarsi così,non in quel modo,non in
quella maniera,ma era da giorni che aveva accumolato solo rabbia e
frustrazione,poi altra rabbia e altra frustrazione e ancora e ancora e
ancora,fino a che quelle emozione,quei sentimenti,si erano accumolati a
tal punto da far uscire tutto e con forza massiccia,come un vulcano
dormiente che all'improvviso esplode in tutta la sua
potenza,pura,caotica ed improvvisa.
Non poteva negare a se stesso che quello sfogo non gli avesse fatto
bene,alla fine era esploso,ma forse sarebbe stata solo questione di
tempo,già il giorno prima con Toran aveva dato segni di
cedimento,ma più tardi verso sera si era calmato,forse il
parlare con lei lo faceva star bene,in fin dei conti lui l'aveva sempre
vista come una donna combattiva,energica,insomma si sentiva a suo
agio,in fondo era stata l'unica persona all'infuori di lui ad essere
rimasta invischiata in questa storia,forse era una delle poche creature
al mondo che non riteneva un totale spreco di tempo,non sapeva dire se
la sua fosse una simpatia per la pantera,ma se non altro condividevano
un interazione sociale,per di più sotto lo stesso tetto,non
male per un cane solitario come lui.
Con questi pensieri nella testa uscì dal locale diretto
verso la sua casupola,ora la gente del posto sembrava essere aumentata
tutta d'un tratto,gente che andava e gente che veniva,subito ci si
gettò dentro,di mala voglia,ma la tentazione di andarsene da
li era veramente forte e quindi,col cappuccio in testa e lo sguardo
basso,si mescolò anche lui al resto della folla.
Negozi,negozietti e bancarelle avevano aperto da poco che
già cominciavano a chiamare,o urlare a seconda del tipo di
venditore,i probabili clienti della giornata,voci,suoni e rumori che si
mescolavano,in modo confuso e disorganizzato,caos variegato,vario e
difficile da sopportare.
Si destreggiava come poteva in quel fiume di persone che andavano da
una parte e si dirigevano in un altra,corpi su corpi che si scontravano
frettolosamente,come formiche che avanzano con vorace
fretta,a lui tutto questo dava solo fastidio,per tanto
pensava solo a come agevolare il suo percorso,senza dare troppo
nell'occhio.
Il suo corpo magro ed allenato lo aiutava a spostarsi nei punti in cui
le persone lasciavano uno spazio,un singolo spiraglio che lui subito ci
si spostava dentro,per poi andare avanti sempre nello stesso modo,con
agilità e tempismo.
Ma dopo qualche minuto cominciò ad abituarsi a quel via vai
di gente cambiando di conseguenza i suoi movimenti,anzi chè
cercare un punto vuoto nella folla gli venne in mente,chissà
per quale motivo,il moto di un fiume,i cui pesci all'interno si
muovevano in modo disorganizzato,ma in tutto ciò; non
potè non notare un ordine ben preciso nelle similitudini di
tutta quella marmaglia,tutti si comportavano allo stesso modo, con
piccole differenze,ma tutto li acquistòun senso nel nuovo
pensiero che l'inuyokai si era fatto.
Questa volta non si sarebbe fatto strada con la sola
agilità,avrebbe seguito la corrente.
Invece di farsi strada attraverso le persone che venivano nella sua
stessa direzione,optò per la situazione opposta,sfruttare il
passaggio che le persone di fronte a lui gli avrebbero agevolato il
percorso,certamente avrebbe potuto saltar via dalla folla come nulla
fosse,ma a lui non piaceva attirare l'attenzione,non gli piaceva avere
gli occhi di qualcuno puntati sulla sua schiena,tanto valeva stare
calmi,di emozioni quella mattina ne aveva più che a
sufficienza.
Dopo un pò i suoi movimenti in quegli spazi angusti erano
migliorati,in quel momento però,gli venne in mente un
episodio avvenuto il giorno prima,i movimenti di Ezio all'interno della
folla,sembravano così precisi,rapidi,una lama nella
folla,come gli aveva detto il maestro assassino.
E nel ripensare a quell'episodio cominciò a nutrire un
sospetto riguardo a quello che stava facendo lui adesso,diede una breve
occhiata al suo modo di spostarsi in mezzo a tutte quella gente,e la
cosa lo preoccupò.
Se i suoi sospetti erano veri e quella storia sulla connessione fosse
altrettanto reale,allora voleva dire che quello che stava facendo non
era stata un intuizione nata sul momento,ma più
semplicemente un blanda imitazione di Ezio,era solo un sospetto,un
piccolo dubbio,eppure non poteva non accorgersi di quello che stava
facendo nella folla,stava imitando gli stessi movimenti di Ezio,la cosa
preoccupante e ci stava riuscendo veramente bene.
Dopo una decina di minuti riuscì a tornare al suo
alloggio,aprì la porta e ci si buttò dentro nel
minor tempo possibile,per poi richiuderla e isolarsi dal mondo,era
successo così,senza il che ben che minimo preavviso,certo
preoccuparsi di una simile cosa sembreva certamente una stupidaggine.
Ma se da una parte sentiva di preoccuparsi troppo,dall'altra credeva
che la connessione fosse la vera causa di alcuni movimenti,azioni
involontarie della quale lui no aveva il ben che minimo controllo,ma
come si poteva spiegare il tutto? E perché mai si
manifestavano solo in determinati momenti?
Più ci pensava e più gli si contorceva la
mente,se era vero che ogni azione,ogni mossa,ogni movimento legato con
quegli incappucciati,era dovuto ad un qualche collegamento tra lui e la
setta degli assassini.
E se la sua supposizione era esatta c'era un solo elemento in comune
tra lui e la manifestazione di quei comportamenti.
Ora che era giunto alla soluzione del suo nuovo dubbio,potè
rilassarsi notando solo un attimo dopo che la pantera non era nella
piccola casetta,tanto meglio,almeno non avrebbe dovuto spiegare quello
che avrebbe fatto dopo.
Si poggiò contro il muro,posizionandosi sotto la finestra
così che la luce del sole non potesse dargli fastidio,appena
si mise comodo cercò subito di contattare il probabile
responsabile del suo nuovo problema.
- Tu lo sapevi,vero?
Disse Sesshomaru tutto d'un tratto,con nessuno che lo stesse
ascoltando...apparentemente.
- Si,mi stupisco che tu ci sia arrivato tanto in fretta.
- Non'è stato difficile,la tua comparsa coincide esattamente
con i cambiamenti che sto subendo,compresa la guarigione rallentata e
le strane cose che mi succedono quando dormo,per tanto voglio entrare
nella mia testa e parlare direttamente con te.
- Non posso farlo.
- Perchè no? infondo sei tu che vivi dentro di me.
- Tu non capisci,non posso farlo perchè non'è una
cosa che decido io.
- Spiegati meglio.
- Io sono un ospite all'interno della tua mente,sono solo un
osservatore degli eventi e solo quando realmente necessario posso
intervenire in tuo aiuto,posso farti da guida,ma per tutto il resto,sei
da solo.
Lo yokai appoggiò la nuca contro il muro,chiuse gli occhi ed
infine sbuffò dalle narici,era stanco,per la prima volta in
tutta la sua vita sentì il bisogno di aggrapparsi a
qualcosa,qualcosa che lo salvasse da tutto quello,un arpiglio,un
appoggio,un ancora che lo aiutasse a non andare alla deriva.
Sentiva che il mondo intero si stava scagliando contro di lui,troppo
cose da sopportare tutte d'un colpo,troppa tensione da dover
trattenere,doveva trovare un pò di pace,doveva trovare un
angolo di mondo che fosso solo il suo,quel qualcosa che forse cercava
già da lungo tempo,da prima anche ancora che questa storia
ebbe inizio.
Ma proprio mentre il suo quotidiano distacco dal mondo era
iniziato,sentì qualcuno che aprì la porta,era
Toran.
Per un brevissimo istante lei entrò con sguardo
distratto,come se la sua attenzione fosse da un altra parte,quasi
avesse la testa fra le nuvole,subito dopo si accorse della presenza del
suo compagno di stanza,sempre se così si potesse definire.
- Sesshomaru,pensavo fossi andato ad allenarti con l'umano,è
successo qualcosa?
- Ho finito prima,più tardi ricomincio.
- Ah capisco,senti,stavo giusto andando ad allenarmi,so che
c'è un fiume più a valle dove sembra non ci vada
nessuno,mi farebbe comodo un compagno di allenamento,quindi se vuoi
venire....
- Va bene.
Toran si sentì presa alla sprovvista,sicuramente si sarebbe
aspettata un rifiuto,conoscendolo bene avrebbe potuto prenderla di
forza e cacciarla via come un gatto randagio,eppure aveva acconsetito
alla sua richiesta,una piccola,semplice,insignificante richiesta.
- Davvero?
- Ovunque e meglio di questo posto,se non altro da come l'hai descritto
sembrava un luogo tranquillo.
- Beh veramente non ci sono mai stata,ma penso di si.
- Allora fai strada.
E detto ciò lo yokai si alzò,nella speranza che
allontanarsi da quel villaggio di matti,dove alcune persone portavano
un cappuccio in testa mentre tutto ciò che avevano di cui
parlare riguardavano storie su fantasiose
connessioni,civiltà dimenticate e tutte le altre fesserie
che gli avrebbero rifilato d'ora in avanti.
Ma in cuor suo sapeva che allontanarsi da li,anche se per breve
tempo,gli avrebbe fatto bene,poichè si stava per distanziare
da cose che in quel momento non capiva e che forse,aveva timore di
capire.
Dopo un oretta buona di cammino i due continuarono per la loro
strada,buona parte del loro percorso passava per la foresta,cosa che
che a lui non dispiaceva poi molto,l'assenza di persone che vanno e che
vengono,i suoni del bosco e i versi degli animali in sottofondo,la
quiete che si percepiva tutt'attorno,cos'altro si poteva desiderare?
Li,lontano dal caos del villaggio,lontano dai problemi che da tempo lo
affliggevano,lontano da tutto e da tutti,tutti tranne lei,era curioso
come già da subito avesse dovuto rifiutare la proposta di
accompagnarla fin li.
Ma nel pronfondo della sua coscenza sentiva che seguirla era la cosa
giusta da fare,non sapeva perché;,l'averla vicino a se,non lo
infastidiva,di certo la cosa non lo divertiva,ma non poteva dire di
star male con lei accanto,passeggiavano,l'uno accanto all'altra,nessuno
dei due parlava,si scambiavano qualche sguardo di sfuggita,lei con i
suoi occhi azzurri che ogni tanto sbirciava il dorato e rigido sguardo
di lui.
Non che lui ogni tanto non ricambiasse la cosa,poche volte,seppur di
sfuggita,le aveva dato qualche rapida occhiata,per poi tornare con lo
sguardo verso la sua direzione,il loro sembrava quasi un gioco,ma se da
una parte lei controllava che la seguisse,dall'altra lui sembrava solo
voler capire dove diavolo lo stesse portando,ma tutto sommato era
meglio trovarsi a girovagare in mezzo al verde,piuttosto che star
chiuso in quella casa a rimuginare su problemi che lo tormentavano,come
uno sciame di zanzare che si accanisce su un vittima di passaggio.
- Posso farti una domanda?
Chiese Toran di punto in bianco.
- Se proprio devi.
- Non ti sembra strano? cioè,me e te,insomma,c'è
stato un tempo in cui abbiamo cercato di ucciderci a vicenda,mentre
adesso dormiamo sotto lo stesso,sai,ogni tanto ripenso a quella
notte,in cui vendicasti i miei fratelli,uccidendo il nostro signore e
subito dopo riportandoli alla vita.
- Uccisi il tuo signore solo per concludere quella storia assurda sulla
vendetta delle pantere,per quanto riguarda i tuoi fratelli non
accettavo il modo in cui erano morti,la mia non'è stata
pietà,semplicemente non accettavo l'idea che fossero morti
in un modo così vile e senza ritegno,un comandante in capo
non dovrebbe uccidere i suoi seguaci,sopratutto se questi lo servono
lealmente.
- Non ti facevo così premuroso.
- E io non ti facevo così chiacchierona.
Toran osservò il suo accompagnatore con sguardo
cagnesco,quasi fosse offesa da quella risposta,ma tutto sommato sapeva
che quello era il suo carattere,il suo modo di esprimersi,diretto e
senza troppi giri di parole,ma poteva biasimarlo? Infondo i loro clan
si erano combattuti per secoli e adesso pretendeva di averci un
contatto diretto come se nulla fosse?
A pensarci bene era stata un pò precipitosa con lui,ma
d'altro canto lui non era la creatura più sociale di questo
mondo,Sesshomaru aveva l'emotività di un sasso,e le rare
volete che cambiava espressione era solitamente per rabbia,cosa che
ultimamente gli veniva abbastanza spesso.
Per tanto,data la situazione e rancori ormai passati,la ragazza
cercò ancora una volta di parlargli.
- Quello che sto cercando di dirti,beh...ecco io....grazie,per quello
che hai fatto.
Lui girò la testa da tutt'altra parte,quasi sembrasse
disinteressato alla questione,lei in risposta abbassò lo
sguardo,si sentì così stupida nell'aver rivelato
quel suo pensiero ad uomo così insensibile,solitario e
scontroso,proprio non sapeva spiegarsi perchè glielo voleva
dire.
- Prego.
Non riusciva a credere alle sue orecchie,alzò la testa
posando il suo sguardo sulla sua chioma argentata,non riuscì
a vederlo in volto,ma in quel momento seppe per certo,che non era
disiteressato a quello che lei che gli aveva detto,quella di Sesshomaru
fu una risposta breve,eppure le aveva risposto,piccole
soddisfazioni,piccole,ma intense.
A quel pensiero,sulle labbra di Toran comparve un sorriso,ma fu subito
dopo che arrivò la notizia più bella,all'inizio
si sentì leggermente,poi via via che si avvicinavano il
rumore si fece più forte,era lui,l'avevano trovato.
Ci misero poco a superare gli ultimi alberi e gli arbusti che
crescevano selvatici in quella zona,ed infine lo videro,il
fiume,ampio,lungo e circondato da una natura incontaminata,mentre le
montagne facievano da sfondo,completando quello che sembrava ai loro
occhi uno spettacolo degno di nota.
- Guarda,che meraviglia,allora che ne pensi?
- Non'è male,almeno siamo lontano da tutti quegli
umani,sanno fare solo chiasso,se non altro qui c'è un
pò di quiete.
- Hai ragione,ci voleva un pò di pace.
- Concordo,quindi,iniziamo con l'allenamento?
- No,o meglio,non subito,primo ho bisogno di provare alcune cose,tu
intanto dovresti riposarti,visto che ti sei già allenato con
gli assassini ed oggi ti allenerai ancora,penso che per ora dovresti
riposare,quando ho bisogno di chiamo.
Sesshomaru era rimasto quasi di stucco nel sentire Toran fare certe
insinuazioni,lui stanco? Di certo dove ammettere che la sua precedente
visita alla casa del libro lo aveva leggermente distrutto,ma tutto
sommato si era ripreso dal colpo ricevuto da Yuki,ma tutto sommato gli
ci voleva un momento di pigrizia.
Senza dir nulla si appoggiò ad uno dei tanti alberi presenti
alla riva e ci si appoggiò,finalmente un momento di completo
ristoro,allungò le gambe e poggiò la nuca al
tronco,ora si che poteva dirsi in pace col mondo,ma sopratutto con se
stesso.
Era questo ciò che cercava da un pò di
tempo,quiete,pace e quiete,pace del corpo,pace dei sensi,riposare
lontano da tutto il resto,ma proprio quando sentì il bisogno
di chiudere gli occhi,si fermò sull'immagine di lei.
La pantera si era tolta gli stivalli e aveva legato la parte inferiore
della veste usando i due lembi come nodo provvisorio,scoprendo la parte
che andava da i piedi al ginocchio,le sue gambe sembravano lisce come
seta,eppura era impossibile non notare una parvenza di muscoli,polpacci
abituati a correre per miglia e miglia se necessario.
Poi Toran cominciò a chiudere gli occhi e subito dopo le sue
mani cominciarono ad eseguire movimenti lenti,in senso
circolatorio,mentre al contempo le dita si muovevano
delicatamente,quasi stessero suonando uno strumento a corda,ma era
ciò che scaturiva da i suoi movimenti era la cosa
più impressionante.
Dall'acqua vennero fuori dei sottili fili d'acqua,ognuno
corrisponndente a un dito alla quale si andò ad unire su
ogni polpastrello,subito dopo ogni filo si ghiacciò restando
così attaccati ad ogni
estremità,poi,all'improvviso,tirò con forza verso
di se allungando ulteriormente i fili e mentre tutto ciò
accadeva,le pietre che sporgevano fuori dall'acqua si scontrarono coi
fili,venendo così tagliate come se fossero erba.
Sesshomaru non lo diede a vedere,eppure era rimasto impressionato
dall'abilità di lei di poter manipolare in quel modo un
elemento tanto sfuggente instabile come l'acqua,la cui struttura era
indefinibile,strana cosa l'acqua,pur non avendo una forma propria,nelle
giuste mani poteva rivelarsi uno strumento più che
pericoloso.
Subito dopo Toran fece cadere i fili passando così al
prossimo trucco da mostrare a Sesshomaru,del tutto differente dallo
spettacolo precedente.
Prima portò le mani verso l'alto,le chiuse a pugno ed infine
li battè entrambi contrò l'acqua più
forte che potè,ne scaturì uno spesso muro di
ghiaccio che bloccava lo scorrere del fiume,ma appena tolse i pugni
dall'acqua il muro cedette,tornando a far scorrere l'acqua normalmente.
- Allora Sesshomaru,che ne pensi?
Il cane da parte sua non si emozionò più di
tanto,ma dal suo sguardo si poteva intuire che la cosa lo aveva
soddisfatto,eppure aveva anche quell'espressione in volto di chi sta a
pensare qualcosa.
- Interessante non c'è che dire,però adesso mi
sorge un dubbio,durante il nostro scontro...
- So cosa mi stai per chiedere...è la risposta e no,quello
che hai visto adesso è il massimo delle mie
capacità,in questo stesso momento sto cominciando a perdere
le energie,finchè posso fare qualcosa di semplice come una
punta o un sottile strato di ghiaccio su un terreno solido o sul letto
di un fiume non ho problemi,ma è quando devo modellare il
ghiaccio a seconda dei miei desideri non'è così
facile,devo tenere a mente la forma che voglio,il modo in cui intendo
usarlo,quanto tempo riesco a tenerlo in quello stato,non'è
facile,te lo garantisco.
Sesshomaru rimase interdettò per un pò,per quanto
la cosa gli desse da pensare,ora n'è aveva la conferma,aveva
usato tutte le sue energie per combatterlo al meglio,certo,alla fine
era risultato lui come vincitore,eppure non poteva ignorare il modo in
cui aveva cercato di tenergli testa,il modo in cui aveva sfruttato il
suo vanataggio e il suo elemento naturale al massimo delle sue
capacità.
Ora poteva confermarlo a se stesso,quella donna meritava il suo
rispetto,un rispetto che forse non gli aveva mai fatto notare,era stata
una dei suoi pochi avversari ad avergli tenuto testa.
- Non n'è dubito,però adesso riposati,lo
noterebbe anche un cieco che sei stremata.
Toran uscì dal fiume e slacciò la veste,facendola
tornare com'era in origine,tutta via non si rimise gli
stivaletti,camminando sulla riva del fiume a piedi nudi,per poi
raggiungiere Sesshomaru e poggiandosi al suo stesso albero.
L'inuyokai rimase immobile,però il fatto che la pantera gli
stesse così vicino lo faceva sentire strano,non era sua
abitudine condividere i suoi spazi personali con qualcuno,apparte Rin o
in rare occasioni anche Jaken,ma apparte loro due nessun'altro,lui era
un tipo piuttosto riservato,amava i suoi spazi e non tollerava che
qualcuno potesse oltrepassare i confini che lui stabiliva.
L'espressione sul volto di lui cambiò da inespressivo a
leggermente infastidito,la guardò con sguardo tagliente,ma
apparte quello nulla di più,Toran invece si sentiva a suo
agio con lui,infondo era l'unica persona che conosceva tra tutti quei
tipi strani,non che Sesshomaru fosse un campione di
cordialità,ma almeno era qualcuno di cui si poteva
fidare,era lontana dal suo clan,dalla sua famiglia e da tutto
ciò che la riguardava,l'unica cosa che si collegasse a lei
era lui.
Che ironia,tanto tempo sprecato per uccidersi l'un l'altro,solo per poi
ritrovarsi li,vicino a quel fiume a un oretta buona da quel villaggio
di matti coi cappucci bianchi.
- Con tutto lo spazio che avevi a disposizione,ti dovevi mettere
proprio qui?
- Vedo che qualcuno e geloso dei propri spazi e poi lo sai che non mi
fai alcuna impressione,dico bene?
Disse lei in tono quasi scherzoso,ma lui da parte sua non
sembrò gradire molto la sua spiritosaggine,in effetti non
era tipo da risate,a pensarci bene non ricordava di aver mai riso molto
nella sua vita,forse in gioventù,quando era ancora un
cucciolo,in quei rari momenti di svago,in cui suo padre si occupava di
lui,una delle poche creature con la quale aveva vissuto un contatto
reale.
- Sesshomaru,mi senti?
Lui tornò con lo sguardo su di lei, dopo che si era lasciato
trasportare dai ricordi di un passato ormai lontano.
- Tutto bene?
- Si...sto bene.
- Non si direbbe,avevi una aria strana,cosa ti è successo.
- Niente,nulla di rilevante.
Toran staccò un attimo il suo sguardo dal volto
dell'Inuyokai,si fece pensosa,poi tornò a guardarlo,con uno
sguardo più dolce.
- Da quando ti conosco sei sempre così serio,sempre
arrabbiato,come se dovessi combattere col mondo intero.
- E questo improvviso interesse per il mio stato d'animo da dove esce?
Non'è un problema tuo.
- Dormiamo sotto lo stesso tetto,controllo che la notte non ti succeda
qualcosa di strano,tutto quello che voglio e che tu stia bene,sopra
tutto con te stesso,lascia che ti aiuti.
- Non ho bisogno di supporto morale.
- Quello di cui hai bisogno e riposarti,rilassarti,trovare un
pò di pace.
- Pace,come posso trovare pace con tutto quello che mi sta succedendo?
Ho troppe domande che non hanno una risposta...tu non capisci come mi
sento.
- Hai ragione,non posso capirlo...
La pantera,spinta da chissà quale
impulso,appoggiò una sua mano su quella più
vicina di Sesshomaru,il suo tocco sembrava così
leggero,morbido,come neve appena caduta dal cielo,ma allo stesso tempo
bruciante,quasi fosse fuoco,sapeva che era solo una sensazione,un gioco
dei sensi,ma allora perchè gli sembrava così
reale.
Lo sguardo della pantera era più penetrante di un cristallo
di ghiaccio,più potente di una bufera,qualunque cosa
muovesse le parole e le azioni della ragazza era certamente forte e per
nulla facile da abbattare,la cosa certamente lo lasciò
stupefatto.
- Ma puoi aiutarmi a comprendere,non sei da solo in questa
battaglia,non finchè ci sarò io.
Lo sguardo di lui si addolcì,quasi fosse divenuto
più tenero,sentì il contatto con la sua pelle
come un incendio,come se quel contatto fosse più potente del
veleno che si celava nei suoi artigli,avrebbe potuto staccarsi da lei e
andarsene come se nulla fosse successo,eppure non ci riusciva,se ne
restava li,con un peso che non gli permetteva di alzarsi.
- E da tutta la vita che sono da solo, per non parlare che ci
conosciamo appena,apparte gli scontri a malapena ci siamo incontrati,tu
non sai nulla di me e io non so nulla di te,ma allora perchè
stai facendo questo?
Lei non seppe cosa rispondere,ma i suoi occhi non si staccavano da
quelli dell'Inuyokai,due sguardi tanto carichi di
volontà,quanto di enrgia,difficile dire chi dei due era il
più motivato a voler ragione.
- C'è stato un tempo,in cui io e te ci siamo combattuti fino
allo stremo,ricordo ancora come abbiamo provato a ucciderci a
vicenda,eppure io non avevo nulla contro di te,per molto tempo tutto
ciò che mi bastava sapere e che i cani e le
pantere erano in guerra,questo per me era una motivazione
sufficiente.
- Non capisco dove vuoi arrivare.
- Una volta eri soltanto un ragazzo arrogante,borioso e sicuro di se,ma
da quando ti ho rivisto,sembri diverso,ieri sera me ne hai dato una
prova.
- Che vuoi dire?
- Sesshomaru...non ti rendi conto di quanto male tu ti stia facendo,il
peso che porti nel cuore rischierà di ucciderti se non te ne
liberi...e tu sai qual'è il nome di quel peso.
Nel sentirla pronunciare quell'ultima parte di frase capì
immediatamente a chi si stava riferendo e subito gli venne in mente
lui,quell'oscura figura che ormai si era trasformato nel suo
tormento,la sua nuova ragione di odio,il nuovo mostro da abbattere.
Akira.
Sesshomaru si alzò staccando brutalmente il suo contatto
fisico con lei,se prima nel suo sguardo c'era confusione per
ciò che vedeva negli occhi della pantera,ora la guardava con
astio,fissava lei,ma pensava a un altro.
- Aspet....
- Cosa? Cosa dovrei aspettare? Che ti ascolti? Che anche tu mi dica
cosa devo fare?
- No non'è questo e solo....
- Mi hai portato fin qui,solo per rammentarmi questo? Allora lascia che
ti dica una cosa,sono sempre stato solo,fin da quando ne ho memoria non
avuto altro che me stesso a sostenermi,sono nato solo e
morirò solo,riuscirò nel mio intento di diventare
lo yokai più forte di tutti e quando accadrà
state pur certi che ci riuscirò da solo.
La fissò un ultima,poi si girò di spalle e fece i
primi passi per andarsene,ma prima che la sua lontananza divenisse
tale,un mano lo prese per una manica e parole sussurrate con tristezza
giunsero alle sue orecchie.
- Tu sei come una katana senza fodero,puoi colpire tutti i nemici che
vuoi,ma quando avrai perso il tuo filo,quando sarai divenuto solo
ruggine,non potrai più essere riparato,resterai a
terra,finchè non sarai divenuto polvere e verrai spazzato
via per questo vasto mondo.
Sesshomaru si fermò per un attimo,restarono in
silenzio,nell'attesa che l'inuyokai le dicesse qualcosa,una leggera
brezza soffiò attorno a loro,come a indicare che il loro
silenzio era come un linea sottile da non oltrepassare,come se il
pronunciare un altra parola fosse un peccato mortale,una dolorosa
conseguenza di poche parole dette di troppo.
E tra loro,fu proprio lui a infrangere quel frammento di pausa beata e
al contempo maledetta.
- Allora arruginirò,perchè non conosco altro
all'infuori del combattere.
Infine lo disse,ciò che pensava davvero,lei
inconsapevolmente lasciò la presa su di lui e non potendo
far altro per trattenerlo lo vide andar via,in direzione della
foresta,dove lui tanto amava perdersi.
Lei abbassò lo sguardo e tristemente abbassò la
testa,potendo confidare solo a se stessa pensieri che non avrebbe mai
avuto il coraggio di rivelare a nessuno.
- Perchè non vuoi essere salvato?Perchè ti ostini
a restare nella tua solitudine....perchè....non mi vuoi al
tuo fianco?
Nel mentre lei pensava a quelle parole,una singola goccia d'acqua cadde
da uno dei suoi occhi,che gli scese su una guancia,per poi finire a
terra,segnando la fine di un amara conversazione.
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Capitolo 46 *** Pranzando con l'assassino ***
Era ancora preso nei suoi pensieri,quando lasciò Toran
vicino al fiume,si sentiva arrabbiato,amareggiato,lei credeva davvero
di poter capire come si sentiva? Di comprendere quello che provava?
Una cosa del genere potè solo farlo arrabbiare ancor di
più,sentiva ancora la mano di Toran che sfiorava la sua
veste,che lo tratteneva per una manica,lo voleva trattenere,lui odiava
essere trattenuto,lo faceva sentire come se qualcuno cercasse di
schiacciarlo,di stritolarlo,di prendere possesso di lui.
Ma la verità era un altra,quel tocco,quella mano che ancora
prima si era appoggiata sulla sua,lo fece sentire impreparato,non
abituato ad un contatto così diretto,cosa che lo lasciava
molto impreparato,avrebbe preferito combattere contro mille avversari
senza la sua Bakusaiga,piuttosto che avere a che fare di nuovo con una
cosa del genere.
La pantera aveva cercato di superare un limite che lui aveva marcato
intorno al suo cuore,nessuno sarebbe penetrato così affondo
da comprenderlo seriamente,così che nessuno potesse
conoscere i suoi punti deboli,così che nessuno avrebbe
potuto colpirlo dove gli faceva più male.
Ma allora perché aveva accosentito di stare con lei,seppur
per poco tempo e per la scusa di un allenamento che alla fine non si
svolse mai? La sua figura gli tornava in mente con un tale potenza che
non riusciva a togliersela dalla testa,avrebbe voluto
scacciarla,mandarla via dalle sue preoccupazioni,renderla estranea ai
suoi problemi.
Ma allora perché non sentiva il bisogno di staccarsi da
lei,addormentarsi nella stessa abitazione avrebbe dovuto dargli
fastidio,eppure aveva la sensazione di stare bene con lei,lei che
mostrava dei lati che lui non aveva mai visto,la guerriera,la vecchia
rivale,forse questi lati che aveva già osservato,non era
nulla se messi a confronto di quello nuovo.
Quello della donna,ricordava ancora come nella grotta la
sinuosità di quelle curve aderivano in tutto e per tutto con
i suoi abiti zuppi d'acqua,i capelli attacchi alla pelle,mentre ancor
bagnata da quel scivolare sul ghiaccio per colpa dello yokai,la
rotondità di quel suo seno si scontrava con la mano
sinistra,in quel momento ghiacciata,di lui.
La stava tastando il petto,involontariamente certo,ma quella posizione
un pò ambigua in cui si ritrovarono,lui sopra,lei sotto,lui
dominante,lei sottomessa,lui vincitore,lei perdente,mai come in quel
momento sentì di aver violato lo spazio di lei,mentre il suo
organo,molto ironicamente,rischiò di sfiorare l'entrata di
quella femminilità,che lui non si era mai immaginato di
voler penetrare.
- Ma cosa vado a pensare?
Si chiese mentalmente,scosse la testa,mostrando un espressione tra lo
stranito e l'imbarazzato,sentiva che c'era qualcosa di sbagliato nei
suoi pensieri precedenti,ma restava sempre quel qualcosa che lo
riportava col pensiero a lei,anche li,che stava camminando in mezzo al
verde,dove per lui sembrava il luogo più pacifico
dell'esistenza,tornava col pensiero a pochi istanti fa.
Ancora quella mano che sfiorava la sua,al cui tatto gli sembrava
scottare più di un fuoco,la vicinanza a lei sembrava di
stare vicino ad un vulcano,era una ragazza in grado di usare il potere
del ghiaccio,allora perché starle accanto,in quel
momento,attaccati a quell'albero,gli sembrava di dover fronteggiare un
mare di fiamme,così che lo ustionava tanto nello stare con
Toran?
Forse il suo girovagare in mezzo a quel verde era solo una scusa per
stargli lontano,stare lontano da tutto e tutti,lontano,dove nessuno
poteva minimamente infastidirlo,dove nessuno poteva urtare la sua pace
personale,stare lontano e basta,infondo era l'unico modo che conosceva
per vivere,isolarsi dal mondo,anche se da qualche tempo le eccezzioni a
questo suo stile di vita si erano fatte comuni.
Rin era un chiaro esempio,una bambina piccola,tenera,che cercava sempre
di vedere il buono in chiunque la circondasse,ricordava ancora quando
dopo la sua ultima sconfitta per mano di inuyasha lo aveva reso
dolorante e ferito,lei lo trovò li,sotto quell'albero,mentre
lui gli ringhiava contro,aggrappandosi al loto più animale e
primitivo di lui,istinto di difesa scaturito da una situazione di
apparente necessità
Da allora non aveva permesso a nessun altro di avvicinarsi
così tanto a lui,evento più unico che raro,che
non si sarebbe ripetuto mai più;...o almeno così
pensava.
Stava succedendo di nuovo,con Toran e ciò rendeva la cosa
ancora più difficile da accettare,prima di tutto
perchè Rin era una bambina,per quanto gli potesse stare
accanto,Sesshomaru non aveva il timore che potesse comprendere cose che
più in là nell'età adulta avrebbe
potuto capire.
Ma non era solo questo il punto.
La cosa piùpreoccupante per lui era che lei aveva un modo
di fare molto diretto,lui voleva tenere i suoi problemi per se,mentre
lei cercava di entrare con forza negli argomenti che a lui davano
più fastidio parlare,se voleva trovare il modo per sembrare
ancora più; fastidiosa di come lo sembrava prima c'era
riuscita.
Mentre continuava il suo cammino senza meta,una voce si fece sentire
per la seconda volta in quella giornata.
- Vedo che qualcuno oggi e stato più socievole del solito.
- Lasciami in pace Jin,non'é il momento.
- Con te non'é mai il momento,adesso però
spiegami una cosa,perché l'hai trattata in quel modo?
- Di che stai parlando?
- Di Toran,non credi di essere stato un pò brusco? Infondo
voleva solo aiutarti.
- Dovrebbe preoccuparsi più per se stessa e il suo clan che
per me,infondo lei e qui per questo.
- Vero,ma non'é; una giustificazione sufficiente,per quale
motivo secondo te sta facendo di tutto per conquistarsi la tua
attenzione?
- Forse sta cercando un alleato in mezzo a questa storia assurda,non mi
stupirei della cosa,dato il fatto che il suo clan ha perso gran parte
del suo potere ora sta cercando alleati per la sua casata,quindi spera
in un alleanza conquistandosi la mia fiducia.
- Sicuro di non volare troppo con l'immaginazione?
- La sua è una soluzione logica ad un problema in cui
c'entrano anche gli assassini e i templari,è chiaro come il
sole che stia facendo di tutto guadagnarsi lei mie simpatie.
- Vero,ma non credo che lo faccia per le ragioni che tu credi,penso che
ci sia altro sotto.
Sesshomaru stava per rispondere a sua volta,quando all'improvviso gli
balenò una strana idea nella mente,l'atteggiamento della
pantera,il modo in cui gli stava accanto,quella mano sopra la
sua,no,non poteva essere,era troppo assurdo.
- Visto che ci sei arrivato? Non'era così difficile.
No non era vero,non ci poteva credere,era davvero possibile che il suo
rapporto con lei fosse arrivato ad un punto simile? La cosa aveva
dell'incredibile.
- No,non è vero.
- Fidati,insomma,davvero non ti sei accorto di come ti gira attorno?
- No,non lei,lei è una guerriera,una combattente,la
conosco,ci ho combattuto,non una donnicciola frivola che pensa a queste
scemenze.
- Vuoi negare che lei stia cominciando a provare qualcosa per te? Va
bene, ma non puoi negare i pensieri che stai facendo su di lei.
Sesshomaru si arrestò; di colpo,non riusciva a credere a
quello che aveva sentito,si sentiva vulnerabile a quella risposta
così personale,cominciò a pensare che quella voce
fosse un pò troppo inopportuna.
- Io non nego niente,il fatto che qualche volta penso a lei non vuol
dire niente,penso che possa essere una buona alleata,ma nulla di
più.
- Eppure quando pensi ha lei ti soffermi su punti che non riguardano in
alcun modo un valore politico verso il suo clan,la tua attenzione si
focalizza su punti più...interessanti,vuoi
forse negare che il tuo interesse verso di lei sia di tutt'altra natura?
Lo yokai si ammutolì,non sapeva cosa rispondere,poteva forse
negare a se stesso cosa gli interessava veramente? Poteva smentire le
parole di quell'entita che viveva tra i suoi pensieri? No,non poteva,la
cosa gli dava certamente sui nervi.
- Queste non sono cose che ti riguardano.
- Come se avessi scelta,la testa e tua,se non sai gestire i tuoi
pensieri puoi dare la colpa solo a te stesso,comunque non
c'é; nulla di male nel fare certi pensieri,voglio dire,tu sei
un ragazzo,lei è una ragazza,dormite sotto lo stesso
tetto,andate quasi d'accordo,poi da cosa nasce cosa.
Nell'esatto istante in cui stava per rispondere vide in mezzo agli
alberi,una figura a lui conosciuta,era Ezio,era sopra il ramo di un
albero,era appoggiato al tronco,con lei mani appoggiate alla nuca e una
gamba a penzolare nel vuoto,sembrava si stesse rilassando.
Sesshomaru fu tentato di andarse prima che si accorgesse della sua
presenza,Ezio sembrava abbastanza lontano da non accorgersi della
presenza dello yokai.
- Che pace,non trovi?
All'improvviso la voce di Ezio giunse alle orecchie di Sesshomaru con
una certa tranquillità,l'assassino scese dall'albero
atterrando sul suolo con una certa grazia,poi si
girò verso il ragazzo,che come sempre lo guardò
con aria seria e inflessibile.
Ma nonostante la solita glaciale accoglienza di Sesshomaru lui si
avvicinò; a quest'ultimo con aria sorniona,rilassata e al
contempo attenta.
- Che ci fai qui? Pensavo che il nostro allenamento fosse nel
pomeriggio.
- Ero venuto a cercarti in casa,ma tu e la ragazza non c'eravate,quindi
ho pensato di venirti a cercare qui,personalmente ero preoccupato per
quello che è successo sta mattina e quindi....
- Sto bene.
Rispose secco l'inuyokai,mentre incrociava le braccia al petto
- Me ne compiaccio,comunque,c'è una cosa di cui voglio
parlarti,vieni con me.
- Dove?
- Nel luogo dove riceverai il tuo primo vero addestramento come
assassino,andiamo.
E fu così che Sesshomaru si mise a seguire Ezio,cosa che
ormai gli accadeva molto spesso,non che la cosa lo rendesse felice,ma
tutto sommato si poteva dire che proprio come con Toran,anche i suoi
rapporti con lui erano migliorati,per quanto poco lo conoscesse.
E per quanto poco volesse conoscerlo.
L'inuyokai si era ormai abituato all'idea di vedere tutte le volte quei
cappucci sopra la testa,ormai ne aveva la nausea,eppure era una pratica
che stava usando anche lui,nonostante i lunghi capelli che doveva
nascondere tra la schiena e l'abito,cosa della quale non'era
abituato,una chioma argentea come la sua non meritava un simile
trattamento,almeno era quello che pensava lui.
La camminata del fiorentino sembrava tranquilla,cadenzata,quasi fosse
una passeggiata,mentre per Sesshomaru il suo passo era simile a quello
dell'umano solo all'apparenza,camminava contro voglia verso un luogo
che nemmeno sapeva quale fosse,sballotato qua e la tra camere nascoste
sotto biblioteche,fiumi incantevoli e adesso questo,era stanco di
vedere così tante persone che non aveva intenzione di
uccidere.
- Sesshomaru,c'é; una cosa che mi chiedevo.
- Se ti riferisci a quello che é successo prima con Yuki...
- No non sto parlando di quello.
- E allora cosa?
- Qual'è; l'idea che hai di te stesso nel mondo?
Sesshomaru era confuso,non riuscì a comprendere bene cosa
intendesse l'umano,aveva sempre delle difficoltà a intendere
cosa volesse dirgli.
- Come scusa?
- Qual'é l'idea che hai di te stesso nel mondo? Come pensi
di apparire agli occhi di chi ti circonda?
- Perchè mi fai questa domanda?
- C'è una cosa che voglio capire,dai,so che hai una risposta.
- Non ricordo di essermi mai posto il problema,tutto ciò che
ho sempre voluto nella vita era essere il più forte,il
più potente,un vero dominatore.
- Capisco.
- Ora voglio fare io una domanda a te.
- Certo,chiedi pure.
- Da quando sono giunto in questo luogo,non ho fatto altro che essere
messo alla prova,prima Toran e adesso Yuki,eppure c'è una
cosa che non mi convince,mi hai detto che anche se messo alla prova,ma
nonostante ciò sembra che lei ti conosca
già,forse solo di fama,ma penso che ci sia dell'altro.
- Teoria interessante,ma non vedo dove sia il problema,dato il mio
rango all'interno della confraternita....
- No,penso che la spiegazione sia un altra,la mia è solo un
ipotesi,ma io credo che se ciò che dici é
vero,posso intuire che non mi hai detto tutta la
verità....tu e lei sapete più cose su questa
faccenda di Akira molto più di quello che mi avete detto.
- Forse,ma prima di preoccuparti di queste cose,devi preoccuparti di
migliorare le tue capacità,non puoi pretendere di correre se
prima non impari a camminare.
- Io cammino più che bene,non sono un bambino.
Disse Sesshomaru con un pò di fastidio,quelle ultime parole
che gli erano state rivolte come se fosse infante,un ragazzino,lui? Da
quando ci aveva parlato per la prima volta aveva la sensazione che lo
stesso trattando come un lattante,uno di quello che ha appena
cominciato ha imparare le prime nozioni della vita.
- Si,tu cammini,ma nella direzione sbagliata,non puoi pretendere di
conoscere la meta se non hai una destinazione,ti sposti senza un
obbiettivo chiaro,pretendi di conoscere un strada che non hai mai
percorso,preferisci farti guidare dalla rabbia e dal capriccio che dal
buon senso,pensi di sapere tutto,ma hai ancora molto da
imparare,dimmi,pensi che questo sia il comportamento di un uomo adulto?
- Non sono un moccioso,per tanto non trattarmi come tale.
A quel punto Ezio si fermò,si girò verso lo yokai
e lo fissò nella maniera più impassibile.
- Allora perchè ti comporti come se lo fossi?
Sesshomaru non si aspettò una mossa del genere,stava per
ribattere per l'ennesima volta,quando Ezio gli puntò contro
un dito.
- Vuoi dimostrarmi che sai essere migliore di così? Va
bene,voglio darti fiducia,voglio assegnarti la tua prima vera lezione
da assassino,vieni,andiamo al villaggio.
E senza dargli nemmeno il tempo di parlare Ezio si rimise in cammino
seguito da uno sconcertato Sesshomaru,che se prima poteva solo
immaginare cosa volesse fargli fare,adesso non faceva nemmeno quello.
Senza indugiò lo segui,in balia della volontà
dell'assassino.
Dopo un pò giunsero alla soglia del villaggio,i suoni tipici
del centro abitato,il vociare della gente,le strade rese strette dai
passanti,il solito e monotono caos che Sesshomaru non ha mai
sopportato,eppure quello era l'unico luogo che ormai riconosceva come
suo rifugio.
Per niente ben voluto,per nulla affezzionato,ma in tutto quel trambusto
si sarebbe svolto la sua prova,era li che avrebbe dimostrato che
l'umano si sbagliava.
Sesshomaru girò il suo sguardo verso Ezio con fare duro e
deciso,di conseguenza l'altro fissava di fronte a se il via vai di
gente,sembrava assorto in quello che stava osservando.
- Che cosa siamo venuti a che fare qui?
- Ad apprendere la tua prima lezione,c'è una donna in questo
villaggio che porta al collo un ciondolo,nulla di speciale è
una semplice cordicella di paglia con una pietruzza verde senza alcun
valore,rubala e saprò che hai completato la tua prima
lezione.
Sesshomaru sembrava contrariato all'idea della cosa,rubare?Lui?Il
figlio del generale cane ridotto ad un comune ladro di strada?Forse un
tempo gli sarebbe stato facile giudicare una cosa del genre come
deprorevole,mostrare le proprie capacità come un qualunque
arraffatore di strada.
Ma sapeva bene che quella non era n'è il momento
n'è il luogo per fare simili giudizi,la risposta era una
sola,anche se il suo orgoglio avrebbe dovuto desistere da quella
richiesta.
- Così sia.
E senza dire una parola in più si avviò dentro la
folla,la marmaglia rumorosa e caotica,era divenuta ormai parte delle
sue giornate,chiassosa e detestabile,ma comunque meno fastidiosa del
giorno prima e comunque meno affollata del mattino,ma comunque troppa
per lui.
Si muoveva meglio e gli era più facile camminare in mezzo
agli altri,forse era per via del lavoro dei taglialegna che dovevano
spostarsi fuori dal villaggio per andare a prendere le materia
prima,oppure per via delle numerose bancarelle dei mercanti,chiudevano
momentaneamente,giusto il tempo di pranzare,riposarsi un pò
e poi ricominciare l'attività.
In un caso ho nell'altro non gli interessava,non voleva chiedersi il
perché della cosa,sapeva solo che adesso poteva muoversi
meglio,agire più in fretta e andarsene il più in
fretta possibile,però restava sempre e comunque un
problema,dove poteva trovare questa donna?
In effetti avrebbe potuto chiedere ad Ezio che aspetto aveva,che abiti
indossava,se aveva segno che la diversificava dalle altre persone,a che
razza apparteneva e altre cose del genere,solo allora si era reso conto
del grande errore che aveva fatto,quello di non essersi informato,ora
però non poteva tornare dall'assassino e fare la figura
dello stupido,doveva essere certo chi fosse il suo bersaglio.
Tuttavia,aveva un informazione,piccola,ma comunque era sempre meglio di
niente,era una donna,immaginava che fosse una contadina,come molte li
del resto,quindi,che poteva fare per trovarla?
E mentre pensava,gli venne in mente una cosa,infondo,quante contadine
avrebbero mai potuto portare al collo una cosa del genere senza essere
notate? Di sicuro il chiacchiericcio delle donne di fatica era una
delle cose più comuni da trovare,infondo sono cose che si
sanno,dove ci sono donne ci sono pettegolezzi.
Fu così che si diresse al mercato nella speranza di trovare
qualche voce utile per la sua ricerca,col cappuccio abbassato sugli
occhi e con la sua sveltezza nell'agire si incamminò
immediatamente nel luogo da lui scelto.
Ci mise poco ad arrivare,quindici minuti circa,a quell'ora era molto
meno affollato,se messo in confronto alla mattina di sicuro la via del
mercato risultava certamente più scorrevole e la
visibilità era nettamente migliorata.
C'erano diverse bancarelle e negozi aperti,così tanta scelte
nel dover cercare e così poca voglia di volerlo
fare,eppure,non sarebbe entrato da nessuna parte per capire dove
recuperare l'oggetto desiderato,ho almeno così sperava.
Passati altri cinque minuti di camminare si fermò nella
stessa piazzeta dove lui ed Ezio erano andati il giorno prima,quando
stava cercando Toran,solo per capire che alla fine era una prova ideata
esclusivamente per lui,ma quella ormai era storia passata,o quasi.
Ma qual'era la cosa che gli bruciava di più in tutta quella
faccenda? L'essere stato usato? Aver coinvolto una sua vecchia rivale?
L'aver visto quella statua così assomigliante a lui? Forse
la verità e che non lo sapeva nemmeno lui,c'era caos dentro
di lui,cominciava a far fatica a comprendere tutto quell'insieme di
cospirazioni e fantamotiche guerre segrete.
Tutta quella storia,lo infastidiva in una maniera che non aveva mai
provato in tutto la sua vita.
Si sedette su una panca di legno,si mise comodo e ascoltò
ogni voce che gli capitava a tiro,uomini e donne,giovani e vecchi,umani
e non,tutti avevano qualcosa di cui parlare,che fosse il lavoro ho il
tempo, gente che parlava nelle locande,mentre tra una parola e l'altra
inguritava un boccone caldo,mercanti che urlavano e che a stento
sembravano voler riprendere fiato,nella speranza di attirare qualche
probabile cliente.
Gente che parlava....e parlava....e parlava....e parlava ancora.
Lui si chiedeva,cosa avesse tanto la gente di cui parlare?
Perchè buona parte delle volte tendeva a sprecare il fiato
in modo così fastidioso e continuo? Lui proprio non se ne
capacitava,certi spettacoli,secondo il suo pensiero,erano la
dimostrazione che il mondo che gli stava attorno e lui erano su due
piani differenti,in certo senso avvolte sentiva di venire da un mondo
differente.
Tra le tante conversazioni n'è senti una che forse poteva
aiutarlo,erano due donne a parlare,le notò vicino ad una
bancarella,intente a discutere mentre compravano delle erbe di qualche
genere.
- Che ne dici se più tardi passiamo alla locanda della
signora Mineko?Pare che faccia un Ramen che è la fine del
mondo,forse e per merito di quella pietra che porta al collo.
- Ma no non credo che sia per merito della pietra,anche se devo
ammettere che è veramente bella,guarda,io con tutto quello
che avevo da fare oggi non ho mangiato niente,che ne dici se ci
passiamo adesso?
- E un ottima idea,compro le erbe per la minestra è andiamo.
Ecco il chiacchiericcio di donne di cui aveva bisogno,ora doveva
soltanto seguirle fino al punto desiderato,le vide finire di fare
compere e allontanarsi dal mercante,si alzò dalla panca
diretto dove avrebbe trovato il suo obbiettivo.
Seguirle non fu per nulla difficile,prese com'erano dal loro
parlare,anche se a dire il vero non c'era molto da essere
sospettosi,Sesshomaru le pedinava da una distanza considerevole e
oltretutto si mescolava alla folla con una certa
facilità,ogni tanto faceva finta di osservare da tutt'altra
parte,ma come da come sembrava andare la cosa era piuttosto facile.
Non ci mise molto arrivare,alla fine si ritrovò in una
locanda,l'edificio non era molto appariscente,sembrava una casetta
schiacciata da due negozi più grandi di lei,aveva un aspetto
umile,classica costruzione di città di campagna,mentre
osservava la struttura un aroma di brodo e ingredienti vari
stuzzicò il suo olfatto,come se la casa stessa volesse
invitarlo ad entrare,invito che lui certamente non
rifiutò...e non era solo per il cibo.
Appena entrato vide che l'interno aveva un aspetto piuttosto
accogliente,caldo,un pò rustico,ma socievole,con panche e
tavoli tipiche di una stamberga,vide che dentro c'erano umani,yokai e
hanyou condividere gli stessi posti e mangiare le stesse cose,cosa alla
quale lui non si era ancora abituato.
Si sedette ad un tavolo nella speranza di trovare la donna che stava
cercando,da quello che aveva sentito sembrava che lavorasse la
dentro,una leggera nube di vapore proveniente dalle cucine si
disperdeva leggermente per tutta l'area,sentiva ancora meglio gli odori
dei diversi ingredienti almagamati tra di loro,le tagliatelle di
frumento fresche,il brodo,miso,forse anche carne di maiale,doeveva
riconoscere che infondo infondo non era una cucina così male.
E dopo l'ennesimo nuvola di vapore la vide,era li,la sua preda...se
così la si poteva chiamare,era una donna anziana dai capelli
grigi e dall'aspetto semplice,vestiva un semplice kimono scuro e
portava i capelli grigi ben curati che gli arrivavano fino alle spalle.
Ma sopratutto quella,la collana,fili di paglia intrecciati tra di loro
con una piccola pietra verde in bella vista,l'aveva trovata ora doveva
solo prenderla.
La signora si avvicinò nella direzione del tavolo dov'era
seduto l'inuyokai e mentre lei si avvicinava lui non riuscì
a distogliere gli occhi su un particolare che gli capitò di
notare di sfuggita,gli occhi della donna erano grigi e la cosa
più strana e che nonostante stesse camminando nella sua
direzione sembrava che avesse lo sguardo perso nel vuoto.
Una volta giunta al tavolo si fermò,fece un breve inchino e
senza distogliere lo sguardo assente si rivolse all'ennesima clientela.
- Buongiorno signori,cosa desiderate?
Sesshomaru rimase sconcertato da quella bizzarra affermazione era ovvio
che era da solo.
- Due porzioni di Ramen,io lo prendo con l'uovo e per lui una porzione
semplice.
Si girò in tempo e ciò che vide era la stessa
identica persona che gli aveva affidato quello stramaledetto
incarico,Ezio,se ne stava li,seduto dall'altra parte del tavolo come se
nulla fosse,per l'ennesima volta non lo aveva sentito arrivare,a furia
di farsi soprendere in questo modo avrebbe pensato che in
realtà quel bizzarro umano fosse un fanatasma.
- Arrivano subito.
E la signora se ne andò,tornando tra i fornelli,non sarebbe
stato poi così inverosimile se fosse lei stessa a cucinare
parte delle pietanze che si preparavano li,nel mentre L'inuyokai posava
gli occhi sul volto di Ezio che,nonostante la sua entrata ad effetto
non sembrava curarsi tanto della sorpresa dello scontroso ragazzo che
aveva di fronte.
- Tu,si può sapere che ci fai qui?
- Io?Ordino il pranzo,penso che ha quest'ora la gente mangi dopo aver
finito di lavorare,almeno il tempo di prendersi una pausa....
- Non'è a quello che mi stavo riferendo e
comunque,perchè non me l'hai detto prima?
L'assassino da parte sua sembrava tranquillo,come se le parole di
Sesshomaru non lo toccassero minimamente,continuava a fissarlo,come se
nulla fosse.
- Non capisco a cosa tu ti riferisca.
- Alla donna,hai visto i suoi occhi?Tu vuoi davvero che io derubi una
cieca?
Ecco dove voleva andare a parare,l'impossibilità
dell'anziana di poter vedere era un ostacolo per le intenzioni di
Sesshomaru,il ragazzo che aveva davanti a se mostravo uno sguardo
rancoroso verso il fiorentino,poteva sentire per certo che quella
richiesta che gli aveva chiesto di compiere si era tramutato da
semplice fastidio a disprezzo per la persona che glie lo aveva chiesto
ad una velocità strabiliante.
- La cosa ti crea problemi?Eppure sembra una cosa così
facile.
- Tu sapevi che non può vederci,e nonostante ciò
mi hai chiesto di rubare una collana ad un anziana cieca?
Già prima mi stavi antipatico,adesso invece mi fai schifo
con tutto me stesso.
- Davvero?Allora dimmi? Perchè adesso ti blocchi,quando
stamattina non avresti esitato a far del male a Yuki pur combattere
contro Akira ancora una volta?
- Con Yuki era diverso.
- Certo che era diverso,Yuki può combattere,questa donna
no,Yuki e perfettamente in grado di reagire,questa donna no,la
verità e che tu sei disposto ad agire in un determinato modo
solo con coloro che possono combattere contro di te,ma tendi ad evitare
il confronto con tutti coloro che non possono difendersi.
- Tu parli tanto,ma di me non sai niente.
- Cosa so io di te è una domanda secondaria al
momento,quello che è importante sapere adesso
è,quanto sai tu di te stesso?
- Che vuoi dire?
- Pensaci,perchè hai accettato l'incarico?Per orgoglio?Per
dimostrare che lo sapevi fare?No,tu hai accettato solo in
virtù del fatto che tu hai accettato questa mia richiesta
come se fosse una sfida,tu non ti tiri mai indietro,questa e una cosa
che ti fa onore.
- Che gentile,ma non credo che tu abbia finito di parlare,vero?
- No infatti,ma è proprio il fatto di non tirarti indietro
che non riesci a vedere le cose per quello che sono nel loro
intero,orgoglio e impazienza sono pessimi compagni di squadra,se fossi
stato più paziente ti avrei che il furto della collana
riguardava una persona priva della vista.
- Non me l'avevi detto.
- Non mi hai dato il tempo,lezione numero uno,quando ti prepari per una
missione cerca di ottenere il maggior numero di informazioni
possibili,la conoscenza e parte del successo.
E mentre loro parlavano,un corposo odorino più forte di
prima e carico di sapori stava uscendo delle cucine,la donna era
tornata con due piatti belli pieni.
- Ecco a voi
Disse la donna con un piccolo sorriso sulle labbra.
- La ringrazio.
Rispose Ezio lusingato da quella vista,appena l'anziana signora
posò i piatti sulla tavola subito i due mosserò
lo sguardo verso la loro pietanza,sottili tagliolini immersi in un
brodo dall'aspetto invitante,Ezio vide subito l'ingrediente aggiunto
del suo piatto,un mezzo uovo che galleggiava in quella vasca di
sapori,per un attimo ebbe la sensazione che lo stesso uovo si stesse
facendo una nuotata nel ramen per quanto fosse voglioso di mangiarlo.
Subito il fiorentino prese le bacchette che poste sopra il piatto,le
sistemò nel modo corretto tra il pollice e l'indice e poi
cominciò a mangiare,gustando la prima imboccata di
tagliolini,che andarono giù per la gola in un batter
d'occhio talmente che erano buoni,seppur caldi al punto giusto da
bruciargli un pò la gola.
Era incredibile come era da poco in quel paese e si già
adattato a mangiare con le bacchette,cosa che anche in quel momento gli
sembrava strana,chiedendosi perchè in quel paese non
mangiavano semplicemente con le posate.
- Sono ottimi.
La signora allorgò il sorriso di sincera gioia nel sentire
quelle parole e subito tornò indietro a svolgere
chissà quali mansioni.
Tuttavia Sesshomaru non sembrava aver intenzione di mangiare,non
toccò minimante la pietanza,continuò a fissare
ininterrottamente l'umano che aveva di fronte a se,di conseguenza Ezio
smise per un attimo di gustarsi il pranzo e incrociò
nuovamente lo sguardo con l'inuyokai.
- Dai mangia,se nò si raffredda.
- Non ho fame e poi io non mangio il cibo degli umani.
- Il cibo e cibo,che importa chi l'ha fatto? Finchè e buono
e ti riempe lo stomaco,non hai di che lamentarti,poi che ti importa,la
pago io.
- Non sono venuto fin qui per pranzare,ero venuto qui per
altro,cos'altro c'è sotto? Perchè raccontarmi
questa storia della collana?
- Vuoi sapere perché?
- Si.
- Va bene,se è questo quello che vuoi.
Appena finì di parlare Eziò spostò di
poco il piatto,quel tanto da poter poggiare le mani sul tavolo e infine
fissarlo negli occhi con uno sguardo così serio che a steto
si poteva dire che un attimo fa sorrideva alla vecchia signora.
Da parte sua Sesshomaru non distolse lo sguardo,anche quegli occhi,il
modo in cui l'assassino lo stava guardando era una sfida dalla quale
non si sarebbe tirato indietro.
Entrambi sembravano statuari,fissi,immobili,uno più rigido
dell'altro,entrambi pronti ad uno scontro di botte e risposte che
sarebbe iniziato presto.
- Se proprio vuoi sapere la verità allora te la
dirò,la donna che possiede quella collana ha perso il figlio
in un incursione da parte di alcuni malviventi,capitanati dallo stesso
uomo che hai combattuto nella foresta,quello che hai tuoi occhi sarebbe
sembrato un brigante.
Sesshomaru non smise di fissare l'umano,non riuscì a capire
il nesso tra la morte del figlio e il furto della collana,dov'era il
collegamento?
- Brutta faccenda,ma non trovo il collegamento con tutta questa storia.
Disse lui con aria seccata.
- Ci sto arrivando,pare che suo figlio qualche giorno prima
dell'attacco,fece una collana,con una pietra che aveva trovato in
precedenza,adesso non mi ricordo bene dove,ora,molto probabilmente
avrai intuito che quella che porta al collo non'è un
semplice ninnolo,ma piuttosto,un ricordo del figliolo
defunto,quindi,ora,capisci cosa voglio dire?
Lo yokai continuò a guardarlo dritto negli occhi,ma questa
volta il suo sguardo era cambiato,cominciò a sentirsi
indignato,quasi offeso,solo in quel momento si accorse di quello che
stava per fare e per quale motivo lo stesse facendo,all'inizio credeva
che la storia della collana fosse una specie di prova,un qualcosa di
sgangerato nella quale sarebbe accaduto qualcosa,come l'intervento di
Yuki o qualcosa del genere.
Ezio non lo aveva detto chiaramente,ma Sesshomaru era stato in grado di
leggere tra le righe,quello che aveva cercato di fargli fare e una
richiesta infima e miserevole.
- Ho accettato questa tua sfida,solo per accorgermi che mi hai chiesto
di portar via a una donna l'unico ricordo di un figlio che non
c'è più,credevo volessi fare di me un
ladro,invece mi rendo conto solo adesso che mi hai chiesto di compiere
un atto così in fame,prima credevo che mi stessi
antipatico,ora so per certo che non ti sopporto,se lo avessi saputo
prima non avrei mai accettato questo incarico.
- Eppure l'hai fatto,ma ora dimmi,credi davvero che sei arrivato fin
qui,in questa locanda,solo per una collana,no,tu oggi hai dato prova di
saper fare qualcosa,che vale molto di più delle tue
capacità ladresche,qualcosa che non ha prezzo,prova a
indovinare cos'è?
Sesshomaru restò in silenzio,a riflettere su ciò
che aveva fatto,eppure non aveva nulla di così
impressionante,si era mosso nella folla,aveva ascoltato una
conversazione che avveniva a diversi metri da lui ed era riuscito a
sentirla chiaramente in mezzo a quel discreto casino,ed infine era
giunto li per completare l'opera,ma dopo quello che aveva sentito non
lo avrebbe portato a termine.
Ma allora perchè l'uomo che stava davant a lui lo fissava in
quel modo? Non mostrava nessuna espressione particolare,sembrava
statico,ma allora perchè i suoi occhi mostravano quella
strana luce che gli era già capitato di vedere,come quella
stessa mattina,che gli aveva sorriso,quando lo aveva rassicurato che
nonostate quella cosa della connessione,lui gli sarebbe stato
vicino,lui,un umano,solo Rin era l'unica umana che aveva il permesso di
potergli stare accanto.
Più si sforzava e meno capiva quale potesse essere la
risposta,per sua fortuna l'assassino intervenne per scacciare ogni suo
dubbio.
- E l'onore ragazzo,una qualità che tu di certo possiedi.
- Tutto qui? Se questa è la tua risposta migliore penso
che...
- Ma sei anche testardo,arrogante,spregiudicato e facile
all'ira,permetti ad orgoglio e rabbia di accecare il tuo giudizio,di
conseguenza fai in modo di renderti vulnerabile e passi anche per
stupido.
A quel punto Sesshomaru gli puntò un dito contro e lo
guardò con sguardo minaccioso,sembrava sul punto di saltare
addosso l'assassino da un momento all'altro.
- Non ti permetto di insultarmi umano,la mia pazienza ha un limite.
- E io ho visto quanto sia corto quel limite,perché non ti
rendi conto dei continui sbagli che fai? Sei aggressivo,ti comporti
come se tutto ti desse fastidio,cerco di aiutarti ma tu non fai nulla
per rendere le cose più facili,ora dimmi,perché
fai così?
- Parli come se tu mi conoscessi,ma tu di me non sai assolutamente
niente.
- Ho visto più cose in te di quelle che tu vedi in te stesso
ragazzo,si orgoglioso di chi sei,oggi hai mostrato un lato nobile di
te,ti do un consiglio,un buon assassino deve sapere essere paziente,la
maggiorparte delle azioni fatte di fretta portano solo a pessimi
risultati,tu ad esempio,tendi ad essere troppo sbrigativo,sia in
combattimento che fuori,cerchi una soluzione rapida a problemi che
necessitano di tempo per essere risolti,si può dire che hai
tutto ciò che ti serve per divenire un assassino,ma non sai
come applicarti al tuo massimo potenziale.
- E cosa vorresti che facessi eh? Indossare un cappuccio per il resto
della vita,obbedendo ciecamente agli ordini di un qualche vecchio,con
l'intenzione di inculcarmi qualche strana filosofia? No grazie,non ci
tengo.
- Tutto quello che ti chiediamo ed essere attento e responsabile di
quello che fai,nel bene e nel male tutti gli individui ricevono il
compenso delle loro azioni,siano esse buone o meno e a proposito di
azioni,comincia a mangiare,o la zuppa si raffredderà.
E fu così che nonostante quell'uomo fosse davanti a
lui,nonostante il fatto che provasse un senso di rabbia per essere
stato usato in quel modo,il ragazzo si decise a mangiare.
Prese le bacchette e iniziò anche lui il pasto,avrebbe
potuto dire quello che voleva sul cibo degli umani,ma sapeva anche lui
che fare lo schizzinoso non avrebbe portato a nulla,anche se mangiare
un piatto offerto da una delle persone più seccanti che
avesse mai conosciuto non lo rendeva di certo più gradevole.
Ma non poteva negare che quei tagliolini in brodo avessero un buon
odore,probabilmente avevano anche un buon sapore,tutto sommato mangiare
un piatto cucinato da un umana anziana non gli avrebbe fatto male in
alcun modo.
Durante il pasto tra loro due ci fu solo silenzio,non freddo silenzio
di tomba,ma piuttosto quel silenzio generato dai momenti di calma,Ezio
mangiava,Sesshomaru mangiava,mangiavano tutti,silenzio relativo con un
atmosfera rilassata,suoni di piatti e tazzè per il
tè,suoni di vita quotidiana,suoni alla quale lui non era
abituato.
Mentre mangiava rimase in silenzio con i suoi pensieri,si chiedeva
perchè Ezio e Yuki lo sottoponevano a prove
continue,certamente lui non si sarebbe tirato indietro,ma questa storia
dell'allenamento stava diventanto veramente strana,doveva ancora
imparare tutto di quel mondo segreto che era la confraternita degli
assassini,ma sentiva che nel suo addestramento ci fosse qualcosa di
diverso,come se venisse trattato in modo differente,non sapeva
spiegarserlo bene,ma sentiva che c'era qualcosa che non gli tornava.
Più ci pensava e più sentiva che qualcosa non
quadrava,come se un istinto primordiale lo stesse avvertendo di un
qualcosa,ma non sapeva effettivamente cosa,poi,nel suo riflettere si
accorse che effettivamente c'era stato solo un altro yokai che lo stava
accompagnando in quella sua nuova quotidianità nel villaggio.
Era Toran,era Toran che al ritorno del villaggio si era preoccupata di
tenerlo sotto controllo nel cuore della notte nel caso succedesse
qualcosa,era stata lei ad affrontarlo nella sua prima prova,era stata
lei a portarlo in riva a quel fiume solo per potergli parlare.
Forse la presenza di Yuki,Ezio era comprensibile,ma Toran? C'entrava
anche lei in tutto questo? E come? Forse quella di lei era veramente
gratitudine nei suoi confronti,oppure la sua era una mossa
politicamente scorretta,ma accettabile?
O forse,per quanto improbabile potesse essere,si era veramente
invaghita di lui e semplicemente non se ne era reso conto?Tutte quelle
attenzioni,tutte quelle premure,solo per un sentimento che andava oltre
la semplice complicità?
- Ora che ci penso,com'è va con quella ragazza?
Sesshomaru spostò di nuovo la sua attenzione verso il
fiorentino con sguardo stranito.
- Ha importanza?
- Si,insomma,non vorrei che il tuo rapporto con lei compromettesse il
tuo allenamento,vedi...
- Che vorresti dire?
Chiese lui sempre più nervoso.
- Guarda che non c'è nulla di strano se provi qualcosa nei
suoi confronti,pensaci bene,tu sei giovane,lei e giovane per di
più andate d'accordo...so cosa vuol dire,anch'io da giovane
ero un rubacuori,pensa che a Firenze ero conosciuto da tutte le ragazze
dell'alta società.
- Non mi interessa la storia delle tue conquiste amorose,sappi che io
non l'è ho mai recato offesa alla sua dignità e
tanto meno,se te lo stai chiedendo,non l'ho defraudata del suo
onore,non sono un vile n'è tanto meno una
bestia,perciò attento a ciò che dici umano.
Sesshomaru sembrò prendersela eccessivamente sul
personale,come se la cosa lo avesse toccato nel profondo,Ezio dal canto
suo sembrava quasi divertito,fece un sorrisetto
arrogante,pensò tra se e se è cominciò
a supporre che forse Sesshomaru non'era il tipo glaciale e senza
interessi che dava a vedere.
Il suo piano stava riuscendo,lo yokai hai suoi occhi era come un libro
aperto,reagiva a determinate cose in modo annoiato,distaccato e sempre
pronto a rispondere in modo seccato,ma quando si andava a parare su
cose e persone che lo riguardavano personalmente cominciava a scaldarsi.
- Scusa,non sapevo che ci tenessi così tanto,però
non puoi negare,che sia una bella ragazza,coraggiosa,leale,accetta un
consiglio,donne come quelle sono più uniche che rare,valgono
più di tutto l'oro del mondo,credimi.
Lo yokai sembrava aver preso con attenzione quel consiglio,era rimasto
in silenzio,con sguardo attento e orecchie aperte,non lo dava a
vedere,ma dentro di se ripensò a ciò che accadde
al fiume,se n'era andato lasciandola li,dando ascolto alla sua
rabbia,quando forse avrebbe dovuto essere più composto e
misurato,forse il suo comportamento non'era poi così
giustificato.
- Va bene,ora,hai intenzione di sprecare altro fiato,oppure,hai
intenzione di farmi fare un allenamento vero?
Ezio ricominciò a mangiare non rispondendo alle sue
domande,l'assassino non poteva negare che il ragazzo avesse una certa
determinazione,oltre che delle capacità più che
buone,ma in quanto a pazienza era un disastro,gli sembrava di avere a
che fare con un cane rabbioso,sempre pronto ad andare addosso a
chiunque.
Eppure non poteva non notare un certo potenziale inespresso,forse con
il giusto addestramento e una buona motivazione avrebbe potuto tirar
fuori un assassino da quel ragazzo,poteva già
immaginarlo,furtivo,letale,un ombra sotto il sole,una lama tra la folla.
- Allora?Rispondimi.
Il fiorentino spostò di nuovo lo sguardo verso Sesshomaru e
gli fece un sorriso sinistro,per contro quest'ultimo fece uno sguardo
stranito dalla cosa.
- Va bene,ho una prova veramente seria,ma prima dobbiamo spostarci da
un altra parte,vieni con me.
Ezio si alzò e subito dopo tiro fuori dalla scasserla un
mucchietto di monete con un buco al centro e le lasciò sul
tavolo.
- Arrivederci.
E detto questo uscì dal locale,imitato subito da Sesshomaru.
Lo yokai non seppe più cosa pensare,se un attimo prima era
convito che quella giornata era stata una totale perdita di tempo,ora
invece si sentiva confuso,aveva notato un espressione divertita sul
volto dell'umano e la cosa lo lasciò perplesso,cos'altro
avrebbe dovuto fare ora?
Nel frattempo,alla casa del libro.
Yuki era seduta al suo posto intente a leggere un foglio,era stata
consegnata da un mebro della setta e portata di fretta e furia al suo
cospetto.
Lesse con attenzione ogni parola che vi era scritta sopra,sapeva
certamente che il momento sarebbe arrivato,ma non immaginava
così presto,posò il foglio sul tavolo e chiuse
gli occhi appogiando su una palpebra il pollice e sull'altra
l'indice,mentre sul suo volto apparve uno espressione irritata.
- Dannazione,vogliono già metterlo alla prova,non ha ancora
iniziato l'addestramento che vogliono già mandarlo in
missione,mi auguro solo che Sesshomaru sia pronto per tempo...o non so
proprio come farà a sopravvivere nelle terre degli ainu.
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Capitolo 47 *** Nel castello del folle ***
In quel stesso istante,nella provincia di Owari.
Il sole splendeva sulle colline,sui campi dei contadini e sul castello
dell'uomo conosciuto come il folle di Owari,i servi di gran fretta
andavano avanti e indietro,sembrava un formicaio,persone che andavano e
venivano,su e giù,destra e sinistra.
C'era chi portava le lenzuola pulite,chi spostava l'attrezzatura per la
cerimonia del tè,chi spostava i mobili,insomma,un vero
putiferio,ma tra tutti loro vi era Mitsuhide,che con fare composto e
ordinato si spostava tra i servi senza troppi problemi,la sua figura e
quella di un gentiluomo,durante il suo tragitto c'era persino stata una
serva che stava inciampando mentre reggieva un vaso di inestimabile
valore.
Lui prontamente non solo impedì alla ragazza di battere
contro il suolo,ma al contempo prese il fragile oggetto con una tale
velocità che a stento si poteva dire che l'evento fosse
accaduto,lei ringraziò prontamente e lui in cambio fece un
inchino e in tutta fretta se ne andò,era un autentico
signore di galanteria.
Era bello,buono e un samurai di tutto rispetto,il bushido era la sua
vita,tutto ciò che faceva rispecchiava ogni suo
pensiero,ogni sua azione era portata al raggiungimento di uno stato di
purezza interiore,dall'animo limpido,cristallino,come la rugiada al
sorgiere del sole,come uno specchio d'acqua perfettamente piatto,privo
di increspature,privo di ogni dubbio,sul suo ruolo in quel castello,ed
era proprio nel luogo a lui indicato che si stava dirigendo.
Nel suo destreggiarsi per i corridoi ecco che gli comparve nel suo
divincolarsi alla sua maniera,era Hideyoshi,era inconfondibile,la sua
stazza,dovuta alla muscolatura gli impediva di muoversi come
più gli gli conveniva,erano i servi che dovevano spostarsi
al suo passaggio,per non parlare della grossa arma che si portava
dietro,un enorme testubo di legno,con borchie di bronzo lunghe cinque
centimetri sulla testa contundente e sulla parte più in
basso dell'arma c'era il nome che aveva dato alla sua tremenda mazza.
Il mattacchione,così aveva chiamato quel grosso strumento di
morte,che lui riusciva a tenere in una mano sola come un ramoscello
tenuto in mano da un bambino,era in perfetta contradizzione con l'arma
del suo conoscente più aggrazziato,infatti Mitsuhide portava
al fianco una katana dall'aspetto elegante,il manico,come il fodero era
color dell'oro,medesimo tonalità della sua armatura.
- Buongiorno Hideyoshi.
Disse Mitsuhide all'amico che lo stava raggiungendo.
- Ehilà Mitsu, è da tutto il giorno che non ci si
vede.
- Ero impegnato nel sorvegliare le stanze del nostro signore
Nobunaga,comunque,sai bene che non mi chiamo Mitsu.
- Come vuoi Mitsu,allora,vogliamo andare?
- Certamente.
E i due si diressero verso la medesima direzione.
- Hideyoshi,tu sai del perchè di tutto questo trambusto?
Chiese il samurai in tono serio.
- Come,davvero non lo sai?
- Ieyasu mi ha solo informato che dovevo presentarmi al cospetto del
signor Nobunaga nel cortile principale,apparte questo non so nulla.
- Se le cose stanno così allora te lo dirò io,la
sorella di Nobu sta tornando a casa,insieme ad Azai.
- Cosa? Il signor Nagamasa e la signora Oichi stanno venendo qui? E
come mai?
- Immagino che siano in viaggio per l'alleanza tra i nostri
clan,quindi,credo che quel procione di Yasu avrà un bel
pò di scartoffie della quale occuparsi,ma adesso
muoviamoci,prima che Nobu trovi una scusa per farci decapitare.
Mitsuhide sapeva bene che Hideyoshi scherzava,come del suo solito del
resto,molti erano i tratti che distinguevano i due,prima di tutti i
natali,Mitsuhide era un samurai cresciuto come successere della
famiglia Akechi e fin da bambino era stato addestrato al combattimento
senz'armi,nell'arte della spada,dell'arco,della lancia,ma anche nella
cerimonia del tè e nella poesia.
Hideyoshi invece totalmente il contrario,era di umile estrazione,i
genitori erano contadini e ricordava bene cosa volesse dire fare la
fame,cosa peggiore era nato polidattilo,aveva un pollice in
più sulla mano destra,fortuna però che anche il
dito di troppo fosse perfettamente funzionante,fin da piccolo
imparò a fare a botte e si dimostrò abbastanza
intelligente da sfruttare le sue caratteristiche fisiche.
Una volta cresciuto venne reclutato come coscritto forzato,ricevendo
così un addestramento base come Ashigaru,da li in avanti le
sue imprese militari andarono di pari passo con le sue
capacità di combattimento.
E quando fu notato da Nobunaga in persona lo rese uno dei suoi generali
più fidati e membro ristretto dei suoi fedelissimi,da allora
per lui la sua strada fu solo in salita.
Passaro pochi minuti quando giunsero nel cortile principale del
castello,le guardie,gli ufficiali,i capitani,gli agili e i bruti
all'interno della guardia reale del castello erano tutte
riunite,disposte diametralmente in modo uguale.
I soldati venivano schierati,gli ordini impartiti,tutto doveva essere
perfetto,non una sola cosa sarebbe stata fuori posto,non una,sopratutto
le figure di spicco che erano nel suo castello.
Infatti,Mitsuhide e Hideyoshi si sarebbero messi a capo,ma soprattutto
sarebbero stata in prima fila di fronte alle loro rispettive
squadre,Mitsuhide si sarebbe diretto di fronte ai samurai di
prim'ordine dell'esercito di Nobunaga,erano il meglio del meglio che
fosse stato assegnato al giovane samurai,erano in grado di sorvegliare
le zone più interne e private dei possedimenti del folle di
Owari tanto quanto assaltare le fila nemiche,erano guerrieri
più che eccellenti e Mitsuhide spiccava tra di loro,che
fossero giovani esperti che anziani veterani.
A Hideyoshi era stato imposto di mettersi di fronte alla sua squadra
personali di bruti,erano conosciuti dalle truppe come la brigata dei
simpatici ubrachioni,ma i loro nemici li chiamavano con un nome ben
peggiore,I macigni del demonio,chiamati così per la fama che
si erano meritati,erano una squadra di pesanti assaltatori esperti nel
fare il maggior danno subendo il minimo delle perdite,erano abituati
agli scontri frenetici e proprio come macigni sopportavano sforzi
mastodontici,le loro armature erano più pesanti delle
armature comuni e la loro resistenza li aveva resi famosi come persone
incrollabili e dalla potenza formidabili,per tanto Hideyoshi era stato
messo come loro capo,tanto era adatto a quel tipo di combattimento.
- Siete in ritardo,dov'eravate finiti?
Era ieyasu a parlare con i due compagni d'armi vicino a lui ,anche lui
comandava un corpo speciale delle truppe degli Oda,non avevano un nome
vero e proprio,la maggiorparte li chiamava semplicemente il reparto
addetto alla documentazione,erano abili spie,informatori e porta
lettere abituati a correre e spostarsi col minimo delle protezioni
necessarie,pochi però sapevano che di tanto in tanto erano
anche abili genieri ed esperti nell'uso di trappole,non se la cavavano
neanche tanto male con armi di modeste dimensioni,come pugnali e
wakizashi,Ieyasu era il più adatto a quel tipo di operazioni.
- Ti chiediamo scusa procione è solo che c'era traffico
dentro il castello,dovevi vedere quanta gente andava avanti
è indietro,sembrava di stare ad una festa,solo che mancava
la musica,il sake,le gheishe e tante altre cose divertenti,a te invece
com'è andata?
- Prima di tutto non chiamarmi procione,dannata scimmia che non sei
altro,secondo,oggi mi sono dovuto occupare di tutta la documentazione
arretrata,mandare gli inviti,dare il permesso ai soldati che oggi
staranno a riposo per via dell'evento,comunicare la notizia dell'evento
alle nostre casate alleate e ovviamente allestire la sicurezza per
tutte le guardie,comprese quelle sotto copertura di controllare la
situazione nel caso qualcuno attentasse alla vita di Nobunaga,senza
contare che oggi ho dovuto organizzare le attivate di Nobunaga e sua
moglie,quindi si,oggi sono stato occupato.
- Fortuna che ci sei tu Yasu se no saremmo nei guai fino al
collo,piuttosto,parlando di guai,qulcuno ha visto quel simpaticone di
Nobu? Tu Mitsu ne sai qualcosa?
Intervenne il samurai.
- L'ho visto stamattina che si allontanava in tutta fretta fuori
città,ma non so dove fosse diretto,vi chiedo scusa se non ho
saputo rispondervi meglio.
- Stai tranquillo Mitsuhide,sappiammo tutti quanto Nobunaga sappia
essere....bizzarro,nelle sue decisioni.
Gli altri non potevano che confermare quell'aggettivo,era noto non solo
ai subordinati e agli alleati quanto fossero particolari le decisioni
prese da capo della famiglia Oda,infatti il nome folle gli era stato
affidato fin dalla giovinezza,prendeva decisioni in base ha cose che
solo lui comprendeva,quei 3 sapevano bene che era tanto bravo a ordire
strategie brillanti,quanto nel compiere le azioni più atroci.
Dopo la battaglia di Okehazama era dienuto in breve tempo uno dei
signori della guerra più temuto dell'intera
nazione,uccideva,massacrava,si raccontava addirittura che bruciasse i
villaggi,i templi,persino donne e bambini non scappavano ai suoi
immensi roghi,uomini duri come l'acciaio si erano sentiti come bambini
inermi di fronte a lui,alcuni lo consideravano peggio di uno
yokai,anzi,dove passava c'era solo l'inferno.
In parole povere,era il male all'ennesima potenza.
Mentre i tre compagni d'armi pensavano al loro signore,in lontananza si
sentì un suono di trombe e subito dopo,le urla dei cittadini
nel resto della città.
- RESTATE IN POSIZIONE E CHE NESSUNO ESCA DAI RANGHI
Urlò un generale minore addetto all'accoglienza,tutti i
soldati si prepararono ad accogliere gli esponenti del clan Azai,la
tensione era al massimo è per lo più nessuno
sapeva dove fosse Nobunaga,tutto ciò era sconcertante.
Dopo un pò fu il turno delle porte del cortile interno di
aprirsi e con sommo stupore di tutti lo videro,era li,senza che nessuno
se lo aspettasse.
Nobunaga Oda era tornato al suo castello,era di fronte alla scorta
alleata,in sella al suo stallone nero,mentre lui dall'alto della sua
cavalcatura osservava la disposizione delle sue truppe.
Forte,autoritario,con l'espressione statuaria e con l'armatura
nera,quella strana protezione che gli ricopriva il corpo,più
nera dell'oblio,con le diverse sezioni che aderivano perfettamente al
corpo tonico ed allenato,le diverse decorazioni e parti dell'armatura
ricordava un incrocio tra una classica armatura da samurai e un
armatura completa da cavaliere occidentale.
Ma la cosa più inquietante erano gli occhi,due pozze
scure,profonde e cupe come una notte senza luna e senza stelle,uno
sguardo che avrebbe gelato persino l'inverno,occhi che guardavano
lontano,verso un mondo che conosceva solo lui,oltre quegli occhi
pensieri crudeli e privi di ogni pietà,ma carichi di potenza
ed efficacia,il demonio era sempre in preda al pensiero.
Si portò a lato della piazza dove risiedevano i suoi
collaboratori più stretti,fermò il cavallo di
fronte a Mitsuhide,scese e gli si avvicinò con un
espressione neutra,come se avesse la testa da tutt'altra parte.
- Mio signore,eravamo in pena per la vostra scomparsa.
A quella affermazione il signore di Owari fece una smorfia divertita.
- Me ne compiaccio,vuol dire che vi preoccupate per me...ad ogni
modo,successo qualcosa in mia assenza?
- No,le guardie non hanno segnalato nulla.
- Bene,Mitsuhide,Hideyoshi,Ieyasu,con me,andiamo a dare il benvenuto
ufficiale.
E così i tre fedelissimi seguirono il loro signore,tutto il
castello stava osservando l'ingresso a corte degli Azai,l'intera scorta
portava i colori del Clan,arancione chiaro con dettagli azzurri,davano
l'impressione di essere una foresta in pieno autunno da quanto era
chiaro quella particolare tinta.
Nobunaga camminava in testa ai suoi tre uomini più fidati
con un modo tutto suo di camminare,era un portamento fiero,audace,ma
tendeva a ondeggiare le spalle,quasi stesse facendo una
passeggiata,aveva una cadenza tronfia,eppure non era tipo da darsi
delle arie,molto probabilmente era un altro dei suoi strani
comportamenti.
All'infuori delle decisioni riguardo alla guerra e alla politica era
famoso anche per i suoi strani atteggiamenti,sia pubblico che in
provato,uno degli episodi più famosi avvenne quando aveva
tredici anni,alla morte di suo padre entrò nella sala dove
si teneva la messa funebre,urlando come un ossesso e lanciando le
ceneri del padre,dando completamente di matto,cosa che lo
alienò dalle simpatie della corte reale,facendo che suo
fratello minore,Nobukatsu prendesse buona parte degli appoggi politici.
Ma questa ormai era storia passata.
Superata buona parte dei soldati degli Azai,Nobunaga e il suo piccolo
seguito giunsero di fronte ad una portantina,sollevata da quattro
uomini di grande forza,la portantina sembrava una piccola casa due
finestrelle e un drappo di seta davanti agli occupanti,permettendo
così a chi era dentro di osservare il mondo esterno senza
essere visti.
- Onorevole Nagamasa,a nome del mio signore Nobunaga vi diamo il
benvenuto nelle terre di Owari,ve ne prego,accettate la nostra umile
ospitalità.
Fu Mitsuhide a parlare per il suo signore,essendo tra tutti loro il
più abile diplomatico ed anche il più cortese,i
suoi modi raffinati e gentili lo rendevano il più adatto a
quel tipo di compiti.
- Fateci scendere.
Disse una voce maschile da dentro la portantina,subito i quattro
energumeni posarono delicatamente i loro nobili passeggeri,il primo a
uscire fu un uomo,era alto,bello,capelli neri crescievano rigogliosi
sul suo capo,tenuti fermi da un nastro,fermandoli a coda di
cavallo,vestiva con sopra un vita un Kosode a manica larga,mentre sotto
un Hakama,entrambi con i colori della casata,mentre hai piedi portava
degli Obi neri,con stivalletti del medesimo colore.
Il volto era liscio,segno di una fresca gioventù,mentre i
suoi occhi mostravano una felicità,mista ad orgoglio.
- Siete il benvenuto,nobile Nagamasa.
Parlò ancora una volta il samurai,accompagnando le parole in
un inchino,imitato così anche Da Hideyoshi e Ieyasu.
- Ve ne prego,alzatevi.
Disse l'uomo con fare gentile e subito tutti e tre si rimisero in
posizione eretta.
- Allora quello che dicevi era vero,sei riuscito a organizzare un
benvenuto coi fiocchi,nonostate il mio poco preavviso.
Disse Nagamasa rivolto verso suo genero.
- Dovresti saperlo,sono un uomo dalle mille risorse,ma credo che a
questa conversazione manchi qualcuno,non ho forse ragione...sorella?
Al sentire quella parola un altra persona uscì dalla
portantina,era una ragazza,dai capelli neri,acconciati in un crocchia
tenuta da due spilloni,sul corpo diversi strati di kimono,almeno una
decina e ognuno di un colore differente,coprivano l'intera figura di
lei dal collo all'in giù,le vesti erano così
tante che era impossibile vedere le calzature che portava.
Lei osservò la figura del demonio,i suoi occhi si posavano
sull'armatura dal cupo colore,poi sul viso,osservandando attentamente
la sua barba,i suoi capelli e infine i suoi occhi,in quel momento
così intensi e vivi,lei lo conosceva,non aveva nulla da
temere da lui.
- Nobile fratello,ti ringrazio per la tua generosa offerta,accetteremo
la tua ospitalità.
Detto ciò lei fece un piccolo inchino in segno di rispetto.
- Nobile Oichi è per noi un onore rivedervi qui,nel castello
dove un tempo era la vostra casa.
disse Mitsuhide esprimendo i suoi più sentiti saluti.
- Grazie Mitsuhide,ma non vedo la vostra signora fratello,dove si trova
la nobile Nohime?
- Pensavo di trovarla già qui,tu lo sai,mio buon Mitsuhide?
Intervenne Mitsuhide.
- L'ultima volta che ho visto la signora era intenta a dare compiti
alle serve,sono spiacente di non sapere altro.
- In questo caso,penso che entreremo a cercarla,vogliamo entrare
signori?
- Certamente,fai strada.
Disse Nagamasa entusiasta nel visitare il castello di suo cognato.
Si allontanarono dalla portantina e proseguirono verso l'interno della
struttura,superarono l'atrio e subito si ritrovarono tra i corridoi,i
servi,nel vedere il loro signore passare tra di loro si gettavano a
terra e piegandosi subito in avanti,tale era il rispetto e il timore
che quell'uomo incuteva che al suo passaggio si sentiva un silenzio di
tomba,ma la cosa più strana non'è era
l'improvviso mutismo della servitù.
Nel silenzio li presente si poteva percepire una paura innata che
scaturiva da quelle pose,non osavano nemmeno guardarlo,la coppia ebbe
come la sensazione che tra quelle persone non stesse passando un
uomo,ma un kami,oscuro e tremendo,dall'animo infernale,ma che ambiva al
cielo,nella servitù erano note le storie del capoclan degli
Oda,un uomo che bruciava tutto ciò che lasciava al suo
passaggio,un essere diabolico che non aveva rispetto per uomini e
dei,che non facesse distinzioni tra santi e paccatori,uccideva tutto e
tutti,la vita per lui non aveva alcun significato.
Ma lui lo sapeva bene,molte voci giravano sul suo conto,ma se altre
persone del suo stesso ceto sociale tentassero di zittire,in un modo o
nell'altro,lui invece non faceva nulla per smentirle,al
contrario,lasciava che si spargessero per il paese,come un epidemia che
miete tutto ciò con la quale entra in contatto o come una
carestia che consuma i raccolti,no,lui era ben conscio di quello che
dicessero gli altri,lui alimentava la paura,quasi se ne nutrisse,come
se parte di lui,volevano dipingerlo come un essere infernale?
Così sia,almeno avrebbe minato la sicurezza dei suoi
avversari,dandogli così notevoli vantaggi,sia politici che
bellici.
Dopo poco tempo,giunsero alla sala delle cerimonie,era grande
stanza,dal tatami verde e piccoli tavoli di legno laccato erano
suddivisi in due file ai lati della sala,il soffitto non era tanto
alto,misurava appena sette metri,mentre più in là
era possibile vedere un piano rialzato dove sette tavolini,con lo
stemma degli Oda erano già stati posizionati.
Allo stesso tempo serve di tutte le età erano impegnate con
la preparazione e la disposizione di tutto il
necessario,cuscini,candele,tutto il necessario che serviva per la cena
che avrebbe dovuto organizzare.
Tra tutte le donne li presenti c'è ne fu una sola che stava
ferma,corti capelli a caschetto,neri,occhi scuri come la penombra,con
un accenno di violacelo,proprio come Oichi indossava anche lei una
serie di kimono l'una sopra l'altro,ma con la differenza che
dall'esterno all'interno i vari strati erano colorati nella seguente
serie,nero,poi grigio ed infine bianco.
Era intenta a dare disposizione alle lavoratrici,sembrava dedicarsi
anima e corpo nel gestire la situazione,mentre con movimenti delicati
gesticolava,indicando dove cosa andasse al suo posto.
- Moglie mia,luce dei miei occhi.
La donna si girò a sentire quella voce,era lui,suo
marito,sorrise nel vederlo e poco dopo si avvicinò al
piccolo gruppo,mentre teneva gli occhi su Nobunaga.
- Marito mio,sei tornato...e con gli ospiti al seguito per giunta,mi
spiace solo non essere stata presente prima.
Intervenne Nagamasa.
- Non c'è bisogno di scusarsi,al contrario,siamo grati di
tutto quello che state facendo per noi,vi sono riconoscente.
Intervenne Oichi.
- Vero,apprezziamo molto la vostra ospitalità,vi ringraziamo
ancora,ciò vuol dire molto per noi.
- immagino,tuttavia penso che siate stanchi,le vostre stanze sono
pronte,Ieyasu,accompagna i nostri ospiti ai loro alloggi.
Disse Nobunaga rivolto al suo sottoposto.
- Certamente,prego signori seguitemi.
Ma proprio quando Ieyasu si stava preparando ad accompagnare i due
novelli sposi,Oichi interruppe il generale di Nobunaga.
- Apprezzo la vostra premura fratello,però è da
molto che non vi vedo,posso stare in vostra compagnia.
Subito sul volto di Nobunaga prese forma un espressione sorpresa,ma
felice.
- Ma certo,che splendida idea,anzi,ritengo che dovremmo stare soli,io e
te,sempre se a tuo marito non di spiace.
Intervenne Nagamasa.
- No certo,la famiglia è importante,ti aspetto nei nostri
alloggi a dopo mia cara.
- A più tardi marito mio.
E da qui la coppia si separò,lei con Nobunaga,lui diretto
verso la loro stanza,nei loro sguardi si poteva leggere una sincera
dichiarazione d'amore reciproco.
Nel mentre osservava Nagamasa allontanarsi,Oichi sentì qual
cosa sfiorargli la mano,era suo fratello che ricercava il contatto con
la sua sorella minore.
- Noi ci allontaniamo per un attimo,nel frattempo lasciateci
soli,abbiamo molto di cui parlare.
E dicendo ciò Hideyoshi,Mitsuhide e sua moglie Nohime si
allontanarono,ognuno diretto verso una destinazione e ad una mansione
differente,lasciando soli fratello e sorella,lasciando una farfalla
nelle mani del folle di Owari.
Una decina di minuti,Nobunaga ed Oichi arrivarono in un giardino
all'interno al castello,dopo tutto il trambusto che c'era nel resto del
castello li invece sembrava che vi regnasse una pace ultraterrena,al
suo interno vi era presente un piccolo laghetto,un piccola area
verde,con fiori di vario genere,come i crisantemi o le camelie,vi era
anche presente una piccola zona dove cresceva un bambù di
una tonalità particolarmente verde.
I due camminarono con un braccio incrociato all'altro,si accompagnavano
l'un l'altro,mentre un pallido sole d'inverno illuminava il cielo sopra
le loro teste.
- Allora Oichi,ti ricordi di questo posto?
- Si,venivamo a giocare quando eravamo più piccoli,ricordo
ancora quella volta in cui cadesti nel laghetto nel tentativo di
prendermi,in quel momento ci stavamo rincorrendo,quella sera ti
prendesti una febbre da cavallo.
- E io vorrei ricordarti quella volta in cui stavamo giocando a
nascondino e ti venne la brillante idea di nasconderti vicino ad un
cespuglio dove c'era un ape,la puntura ti fu così dannosa
che eri gonfia come una rana.
Entrambi sorrisero l'uno verso l'altro,mentre i ricordivi
più felici di una vita insieme si facevano vivi,li,in quel
piccolo spazio solo per loro.
Ma subito il sorriso svanì dal volto di lei e lui si accorse
subito della cosa.
- Oichi,c'è qualcosa che devi dirmi?
Anche lui tornò subito serio,l'espressione sul suo volto si
fece,ma il suo sguardo era diverso,era caldo e gentile,almeno con lei.
Lei provò a resistere,ma come poteva dirgli di no? Era suo
fratello,il suo fratello diavoletto come lo chiamava quand'era
piccola,ma ora quell'appelattivo suonava nella sua mente come un segno
di malvagità precocie.
- Nobunaga io....è vero quello che dicono su di te?
- Dipende da quello che dicono sul mio conto.
- Tu sai di cosa sto parlando.
Lei si fece seria più che mai e lui,in virtù di
ciò non riuscì a guardarla negli occhi,sentiva
del rimorso,rimorso di averla resa triste,rimorso di quello che stava
per dirgli,fissava un punto indefinito verso il giardino e poi le
rispose.
- Si.
E subito lei si fermò,facendo fermare così anche
suo fratello,lei guardava in basso,presa dal colpo della notizia
ricevuta.
- Dimmi perché fratello mio.
- Anche se te lo dicessi non capiresti,pochi possono,perché
solo coloro che hanno sorpassato i limiti del loro comune bigottismo
potranno comprendere,Oichi,io ho rinunciato alla salvezza dell'anima
già da molto tempo.
- Ma dimmi almeno perché,distruggi castelli,dai fuoco alle
città,uccidi contadini e briganti alla stregua di
bestie,perché fratello,perché?
- Perché ho fatto una promessa a me stesso,per unificare
questa nazione avrei portato il paradiso,ma non può esserci
paradiso senza inferno,ho visto con i miei stessi occhi il marciume che
dilaga in queste terre.
Nobunaga sapeva bene di cosa stava parlando,era stato testimone dei
lati oscuri dell'animo umano,che in quel periodo di guerra in cui
viveva era comune notare come il banditismo e l'inettitudine della
maggior parte dei clan era l'origine dei mali che tempestavano l'intera
nazione.
Per non parlare della famiglia imperiale,ritenuta un simbolo per
l'intera nazione era presto divenuto un clan senza più alcun
reale controllo politico,burattini di signorotti corrotti e
deboli,stessa debolezza che aveva condotto molti altri mebri della
prestigiosa casata degli Ashikaga sulla strada
dell'inutilità,ormai la famiglia imperiale era solo un
retaggio del passato,nulla di più.
Ora erano i clan a dominare il Giappone,era l'epoca dei cambiamenti e
lui di certo non avrebbe mancato di lasciare il suo segno,cosa che
stava già facendo,con il sangue e la paura,questa era la sua
ferma convinzione.
- Ma fratello mio,così facendo non apparirai come un
salvatore,ma come un demonio,un malvagio yokai il cui unico interesse
è quello di macchiarsi del sangue altrui,quello che stai
facendo non ha nulla di eroico.
La voce di Oichi si fece sempre più alta,quasi a sfociare
nell'urlo,ma lui invece non sembrava interessargli,restava
calmo,marcando ancor di più con l'espressione i suoi duri
lineamenti.
- Esatto sorella mia,questo paese non ha bisogno di un eroe
dall'armatura scintillante,col cavallo bianco e il sorriso sulle
labbra,no Oichi,ciò che ho intenzione di mostrare al mondo
è un mostro,un essere malvagio,il cui unico scopo e
schiacciare e distruggere tutto ciò che si sbarra sulla sua
strada,farò vedere a questo paese,al mondo intero e agli
stessi kami la vera natura dell'inferno.
- Perchè?....Perchè Nobunaga? Perchè
ti accingi a compierà un simile nefandezza? Cosa ti spinge a
spargere così tanta morte?
Lui rimase in silenzio,non sapeva come gli rispondergli,lui era la sua
sorellina,la sua Oichi,era una delle poche persone che gli abbiamo mai
mostrato un affetto autentico e sincero,come poteva dirgli
ciò che pensava,ma senza spezzargli il cuore? Come poteva.
Non poteva,semplicemente lo avrebbe detto,così,niente
fronzoli,nessuna bella parola,solo la verità,nuda,cruda e
orrenda.
- Oichi...
E nel mentre pronunciava il suo nome la strinse a se e le
avvicinò la bocca ad un orecchio.
- Sappi questo,mia dolce e tenera sorella,lastricherò le
strade di questa nazione con le osse dei miei nemici,bagnerò
i fiumi e i mari di sangue,farò seppellire i deboli e gli
stolti sotto montagne di carcasse,trasformerò gli uomini pii
in bestie,massacrerò e truciderò tutti coloro che
mi si oppongono,darò fuoco ai templi,ai
sacrari,darò fuoco al cielo se sarà
necessario,darò prova di una disamunaità tale che
nemmeno gli yokai e perfino gli dei oseranno mettersi sulla mia
strada,il mio nome sarà proibite,le mie gesta condannate
è alla fine,le prossime generazioni,dopo che avrò
fatto ciò che necessario,dopo aver compiuto così
tanti sacrifici,mi diranno una sola cosa....grazie.
Lei sollevò la testa e lo guardò dritto negli
occhi con sguardo inorridito,ora negli occhi di lui si poteva vedere un
barlume di malvagità,il suo sguardo era così
penetrante che se in quel momento fosse stata infilzata da lancia
avrebbe sentito meno dolore.
- Non cercare di salvarmi Oichi,la mia anima è
già dannata...ho pagato il prezzo per raggiungiere i miei
obbiettivi.
E mentre lei lo guardava,lui cominciò a dargli le spalle ed
andarsene senza di lei,come poteva guardarla ancora negli occhi dopo
avergli detto quelle cose? Il suo volto restava cupo e freddo,ma dentro
di se soffriva,le aveva detto la verità ed ora si sentiva
più solo che mai.
- Nobunaga...
Oichi lo chiamò ancora una volta,ma lui non si
girò.
- Lo stai ancora cercando?...Quell'essere che incontrammo quella notte?
Il signore di Owari sapeva bene di chi stava parlando,erano solo un
bambino,ma ricorda bene quella creatura,ricordava quella notte di forte
pioggia,in quella foresta,quando loro due lo videro.
Ai suoi occhi appariva alto,forte e con un atteggiamento che mostrava
tutta la sua forza e la sua libertà...come poteva
dimenticare?
- Si,se egli è realmente forte allora ci
rincontreremo,dovessi affrontarlo con la spada in mano o solo con la
potenza del mio pugno,ebbene avrà uno scontro che non
dimenticherà mai,infondo nemmeno lui è
invincibile.
E detto questo si allontanò,lasciando sua sorella
più indietro.
Se mai fosse arrivato il giorno del confronto solo il cielo lo
sapeva,del resto era da lui che aveva tratto l'ispirazione per divenire
l'uomo che adesso era,la sua forza era adeguata alla prova,la sua
tecnica eccezzionale,si sarebbe trovato pronto,in attesa del giorno del
loro scontro.
Non gli importava se egli fosse stato un uomo o uno yokai,uno spirito
infernale o un inviato del cielo,lo avrebbe trovato,anche a costo di
girare il mondo intero,avrebbe mantenuto la promessa che si era fatto
quella notte.
Lei lo vide incamminarsi,allontanandosi sempre più da
lei,sapeva bene quanto potesse essere forte suo fratello,tuttavia era
preoccupata,perchè l'uomo che da tempo desiderava rivedere
non era più solo lo stravagante fratello che tanto
amava,quello di prima era essere diabolico,dall'ambizione
smisurata,senza più alcuno scrupolo,senza più
alcuna moralità.
Eppure nelle sue parole,nella sua malvagità,era ancora
presente un briciolo di umanità,ma temeva che quel puntino
di luce nella sua anima sarebbe stata assorbita dal resto di quella
oscurità.
- Che cosa sei diventato?
Disse lei tra se e se.
Quel castello che un tempo ricordava come il luogo più
felice del mondo,ora gli sembrava la tana di un mostro,il ragazzo che
un tempo la amava e la proteggeva,era divenuto un demonio,una bestia
sanguinaria dall'anima nera come la notte.
Ma lei non lo avrebbe abbandonato,no,lei gli avrebbe voluto bene,sempre
e per sempre,perché in fondo lui era il suo fratello
diavoletto,lo sarebbe sempre stato e sempre lo sarà.
Più tardi,verso sera,nella sala delle cerimonie.
Era giunta l'ora del ricevimento ufficiale é la serata era
stata organizzata fin nei minimi dettagli,Azai e Oichi sedevano accanto
a Nobunaga,che si era cambiato d'abito ed aveva indossato un semplice
kimono per stare più comodo,e Nohime,insieme a
Mitsuhide,Hideyoshi e Ieyasu,in tutti gli altri posti sedevano da un
lato i nobile della famiglia Oda e dall'altra i membri di spicco delle
guardie che avevano accompagnato il corteo del clan Azai.
Al centro della sala,era stato allestito un palco e sopra si stava
svolgendo un opera teatrale,in particolare una scena riguardante un
litigio tra la dea Amaterasu e suo fratello Susanoo,il tutto
rappresentato da movimenti limitati e pochissime batutte,a malapena si
poteva dire che gli attori parlassero.
Nobunaga era sempre dedito a mostrare ai suoi ospiti i suoi interessi
personali,pochi avrebbero potuto dire che era un appassionato di
teatro,di incontri di sumo,un esperto nella cerimonia del tè
e possedeva anche un eccellente calligrafia.
Meno ancora erano le persone che sapevano che Nobunaga era anche un
mecenate,finanziava artisti locali e comprava oggetti e altre
curiosità provenienti
dall'europa:armature,statue,quadri,vestiti,libri e sopratutto
armi,specialmente quelle da fuoco e andava matto per le
Kompeito,piccole stelle colorate fatte di zucchero originarie del
portogallo,Nobunaga era solito portarsi un sacchetto nascosto nell'obi
dove ogni tanto poteva prenderne uno ogni tanto,i tre fedelissimi di
Nobunaga e sua moglie sospettavano che nascondeva un sacchetto anche
sotto l'armatura.
Cosa che stava facendo anche in quel momento,stava per prenderne
uno,quando all'improvviso sua moglie lo chiamò a se.
- Lo sai che ti fanno male.
- Lo sai che non riesco a farne a meno.
Quindi terminò l'opera,ne preso uno e se lo mise in
bocca,guastandosi la sua piccola gioia personale.
Lo spettacolo stava rubando lo sguardo di tutti,tutti tranne una,Oichi
aveva lo sguardo perso nel vuoto,ripensava alle parole che suo fratello
gli aveva detto,girò la testa verso di lui,ma non si
aspettava che un altro sguardo incrociasse il suo.
Era Mitsuhide,era seduto a fianco del suo signore e negli occhi di lei
vide ciò che più temeva.
- Siamo addolorati.
Disse il nobile samurai a bassa voce.
Lei comprese il significato di quelle parole,allora anche lui sapeva e
se lo sapeva lui,potevano saperlo anche sua moglie e gli altri due
fedelissimi,la cosa la sorpresa non poco,questo voleva dire che
Nobunaga si confidava con loro? Che le trattava come suoi pari?
Un pensiero la fece di nuovo sorridere,allora forse Nobunaga aveva
ancora dei sentimenti,da quello che ricordava della sua
gioventù,suo fratello era sempre stato un ragazzo un
pò particolare,avvolte tendeva a isolarsi,altre volte invece
dava spettacolo di se,ma in un caso o nell'altro,lui gli era sempre
stato vicino,qualunque cosa succedesse.
Sopratutto quella notte,dove all'infuori della pioggia,ricordava che
suo fratello le si parava davanti e che un fulmine squarciò
il cielo,rivelando una lunga chioma argentea e una mano dotata di
artigli,chiunque fosse saepva solo che Nobunaga gli era
davanti,proteggendola al meglio delle sue capacità,forse lui
aveva detto qualcosa all'essere,ma il temporale incalzava e
difficilmente riuscì a capire cosa disse.
Ora che ci pensava,a quei tempi suo fratello era ancora un ragazzino di
buon cuore,certamente era sempre stato un tipo strano,ma non ricordava
alcun momento in cui lui si comportò come faceva ora,cos'era
cambiato in suo fratello? Cosa lo aveva spinto a diventare
così?
Dopo un pò di tempo lo spettacolo finì e tutti
gli ospiti si ritirarono per la notte,ormai l'ora era tarda e il sonno
reclamava che i più stanchi andassero a dormire,la sala si
liberò velocemente dando così il segnale ai servi
di riordinare il tutto e mettere apposto per il giorno seguente.
Nel mentre Nobunaga e il suo seguito accompagnarono Oichi ed Azai nei
loro appartamenti.
- Vi auguro una buona notte,nel caso abbiate bisogno di qualcosa ci
sarà una guardia che provvederà a tutto.
Disse Nobunaga cercando di risultare il più ospitale
possibile.
- Vi ringraziamo di tutto,buona notte.
E tra tutti i presenti ci si scambiarono inchini rispettosi per poi
allontanarsi,un ultimo sguardo tra fratello e sorella,nessuna
parola,solo sguardi indagatori,verità svelate,che fanno male
a chi il male non era pronto ad accoglierlo.
Il signore di Owari,con accanto Nohime e i suoi fedelissimi
tornò ad essere l'oscuro signore della guerra che loro
conoscevano bene.
- Ascoltatemi,come già detto in precedenza nei prossimi
giorni avremo una visita da parte di sconosciuti,ora,assicuriamoci che
nessuno dei nostri ospiti si faccia male,sopratutto la mia sorellina,ci
siamo spiegati?
E tutti annuirono alla sua richiesta.
- Parlate liberamente,siate il più naturali possibile.
Intervenne Hideyoshi.
- Io ho una domanda,ascolta mio caro pazzerellone,sei sicuro che ci
possiamo fidare di questi simpaticissimi sconosciuti?
- Oh mia cara scimmietta,certo che no,dopo tutto non sappiamo nemmeno
chi siano,però di certo sanno di cosa ho bisogno,per questo
li accoglieremo con le armi in mano,tieniti pronto a spaccare delle
teste.
- Siiiiiiii,festa matta gente.
Intervenne Ieyasu.
- Signore,con tutto il rispetto...
- Ieyasu,perchè mi parli in questo modo? Dopo tutto siamo
amici da molto tempo,non'è più
così,procione?
- No certo,Nobunaga,comunque,ritengo opportuno mettere a disposizione
delle contromisure in caso volessero attentare alla tua vita.
- Certamente ed è per questo che voi sarete con me nel
momento in cui arriveranno,non risparmiare sui tutti i tranelli e
trabocchetti che hai disposizione.
- Sarà fatto.
Intervenne Mitsuhide.
- Mio signore,ho un pessimo presentimento riguardo a questo
incontro,non sappiamo chi siano,n'è tanto meno quali siano
le intenzioni di questo maestro,come la chiamato quell'uomo,per non
parlare che sapevano dell'oggetto e dell'attacco che abbiamo ricevuto
da parte di quegli...assalitori dai cappucci bianchi.
- Mitsuhide,non posso che essere d'accordo con le tue preoccupazioni,ma
sta di fatto che non posso permettermi di lasciarmi sfuggire un
occasione così ghiotta e poi,se mai volesse vedere quella
cosa che ho trovato,sarei più che disposto a fargliela
vedere,a patto che possa usarla come arma certo,non temere per la mia
incolumità,finchè ci sarai anche tu,io mi
sentirò al sicuro.
- Vi ringrazio per la fiducia,anche se credo che voi mi stiate
sopravalutando,faccio solo ciò che mi riesce
meglio,comunque,c'è un altra domanda che vorrei farvi nobile
Nobunaga,riguardo ad oggi,era necessario...
Nobunaga si fermò all'improvviso,quasi fosse stato colto di
sorpresa,sul volto manteneva la stessa indentica espressione dura,ma
quel suo blocco improvviso fece capire a tutti i presenti che era stato
colpito nel prfondo,quasi a tradimento.
- Mitsuhide...non fare domande di cui sai già la
risposta.
Per contro il samurai si inginocchio e abbassò la testa in
segno di sottomissione.
- Perdonatemi,io non avevo alcuna intenzione di recarvi offesa
n'è di disonorarvi,se lo richiedete io compirò
seppuku e...
(Il seppuku,traducibile in suicidio rituale è considerato
nel bushido come il più grande atto di coraggio che un
samurai possa mai compiere,in pratica,colui che viene sottoposto o si
sottopone a tale pratica e costretto a praticarsi un taglio nel ventre
con un tanto avvolto nella carta,per poi risalire verso il ventre,era
usato in Giappone come estremo atto per recuperare l'onore perduto o
per infliggirsi una morte onorevole in caso di cattura).
- Sei perdonato,non ho alcuna intenzione di vedere le tue viscere
finire per terra,potete ritirarvi.
E fu così che Nobunaga e sua moglie lasciarano li i tre
fedelissimi.
Era stata una giornata carica di emozioni e quel finale di serata era
l'ultima cosa che sarebbe dovuta capitare.
Forse la verità e che la cosa più fastidiosa era
stata che fosse proprio lui,il samurai a formulare quella domanda,tra
loro tre lui era quello che mostrava quel lato umano che Nobunaga ha
dovuto lasciarsi alle spalle,non c'è l'aveva con
lui,poichè sapeva per certo che non era intenzione di
Mitsuhide recargli offesa di alcun genere.
Sarebbero tutti andati a dormire,infondo,anche il demonio,di tanto in
tanto,necessita di riposo.
Ciao a tutti,sono io,il solito Dioni,vorrei ringraziare tutti coloro
che fino ad ora hanno continuato a leggere questa storia,soprattutto
Bankotsu,lui che recensisce tutte le volte che può e che
tutte le volte che lo fa mi da una grande gioia.
Ma bando alle ciancie,tra poco sarà natale e dubito che
riuscirò far uscire il prossimo capitolo entro natale,(ma
questo ovviamente si sapeva),vi faccio gli auguri in anticipo.
BUON NATELE E FELICE ANNO NUOVO,CIAO =).
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Capitolo 48 *** L'ultima prova ***
Quello stesso giorno,nel pomeriggio,al villaggio degli assassini.
Sesshomaru,dopo aver passato una piccola parte della giornata a seguire
le indicazioni di Ezio,decise per l'ennesima volta di
seguirlo,sperando,per chissà quale motivo,che gli facesse
fare un allenamento decente.
Il fiorentino gli stava davanti,camminando tranquillo e sereno,quasi
stesse facendo una passeggiata,sorrideva,quasi volesse godersi quel
momento,come se non avesse pensieri.
- Dove stiamo andando?
- Rilassati,per ora goditi la passeggiata.
- Non voglio godermi la passeggiata,mi hai promesso un allenamento
serio.
- E lo avrai,abbi pazienza e ti darò ciò che di
cui hai più bisogno,prima però dobbiamo tornare
alla casa del libro,Yuki ci aspetta.
Dopo poco tempo giunsero di nuovo nello stesso luogo che in quella
stessa mattina era stato mandato a terra con un solo colpo,la,dove la
sua rabbia si era manifestata ed era uscita in tutto il suo impeto.
Poteva ancora sentire il flusso dell'ira che ancora si faceva strada
nelle vene,sentiva il fuoco di quell'emozione bruciargli dentro,ma
rimase calmo,senza voler dar spettacolo di se e subito dopo entrarono.
Ritrovarono la maestra assassina intenta a mettere a posto alcuni libri
su di uno scaffale,appena ebbe finito diede attenzione ai suoi due
ospiti.
- Bentornati,qual buon vento vi riporta qui?
- Nessun vento abbastanza buono mi farebbe tornare qui di mia
iniziativa.
Disse Sesshomaru seccato.
- Felice come al tuo solito figlio di Inutaisho,in ogni caso possiamo
andare,sempre se il signor Ezio e pronto.
Disse lei ammiccando un sorriso verso il fiorentino.
Lui dal canto suo la guardò con uno sguardo
rilassato,privo di qual si voglia preoccupazione.
- Certamente,andiamo.
Ezio fece per uscire dal piccolo edificio.
- Ehi,dove stai andando?
Chiese lo yokai al fiorentino.
- Fuori dal villaggio,dimmi la verità,credevi di ritornare
la sotto vero?
finito di parlare Ezio uscì dalla porta emettendo una
piccola risata,quasi volesse prendere in giro Sesshomaru,dal canto suo
l'inuyokai restò basito,non riusciva a capire quale fosse
l'obbiettivo di quel dannato umano,se stava cercando di irritarlo,ci
stava riuscendo benissimo.
Yuki si avvicinò al ragazzo con un espressione tranquilla
sul viso.
- Se ti stai chiedendo cosa ha in mente sappi che io non so niente,ora
come ora sta facendo tutto di testa sua.
E dopo che anche lei ebbe detto la sua,si mise su il cappuccio ed
uscì dalla libreria lasciando indietro Sesshomaru,a suo
avviso c'era qualcosa che non lo convinceva,c'era qualcosa di strano,ma
non riusciva a spiegarsi cosa.
Tuttavia non poteva ignorare la proposta di Ezio,infondo gli aveva
promesso un allenamento serio,se era un uomo della quale aver
rispetto,lo avrebbe scoperto quel pomeriggio.
- Ho uno strano presentimento,meglio stare in guardia.
Anche lui infine lasciò quel posto,con la speranza che
l'assassino gli avrebbe finalmente dato ciò che voleva.
Una decina di minuti dopo,da qualche parte nella foresta.
Il trio si stava incamminando attraverso la grande area verde,il
ritornare li lo faceva sentire meglio,era sempre meglio essere li,anche
se in quel caso ci era dovuto tornare per colpa di quell'umano,in un
caso o nell'altro non si sarebbe tirato indietro.
Eppure questa volta sentiva che c'era qualcosa che non
quadrava,perché mai portarlo nella foresta? Cosa doveva fare
tra tutti quegli alberi? Ma proprio quando era in preda ai suoi
pensieri cominciò a sentire qualcosa.
Gli arrivò fin su nelle narici,era un odore
strano,anzi,sembravano tanti odori,all'inizio sentì quello
tipico degli umani,ma anche quello degli hanyou,quello dei
nekoyokai,odori di ogni razza a lui conosciuta,molti erano di yokai,ma
anche quello delle razze a lui meno simpatiche era ben percettibile,lo
percepiva attorno a lui.
Cominciò a guardarsi attorno ed istintivamente ad aprire le
mani mostrando gli artigli affilati,poi dei suoni arrivarono
alle sue orecchie,veniva dagli alberi in lontananza,si sentiva lo
scuotere delle fronde come se qualcosa ci passasse in mezzo,ma anche a
livello del suolo si poteva percepire qualcosa.
Un forte rumore di passi,dieci,cento,non riusciva a contarli,ma
sicuramente erano molti,cosa diavolo stava succedendo?Perché
mai la foresta,che gli era sembrata calma,ora si riempiva di quel
improvviso caos?
Ed infine,furono gli occhi a mostrargli un indizio
fondamentale,cominciò a cercare immagini che potessero
aiutarlo a capire cosa stesse succedendo,ed infine le
trovò,gli era capitato di vedere,con la coda
dell'occhio,diverse figure misteriose tutte attorno a lui,le vedeva che
correvano,che saltavano di albero in albero,figure grandi,figure
piccole,ma tutte con una cosa in comune.
Indossavano le vesti della confraternita.
- Ma che cosa....
Era in preda al dubbio,perché mai si stavano radunando in
quel luogo? Poi all'improvviso un illuminazione,una risposta
lampante,girò il suo sguardo verso Ezio e lo
osservò con sguardo tagliente.
- Che cosa stai combinando adesso?
Ezio si girò in direzione dello yokai,lo guardò
con uno sguardo serio,occhi di rapace che lo scrutavano fin dentro
l'anima,nessuna buona intenzione,nessun buon sentimento si leggeva
nelle sue iridi,occhi secchi,inariditi da un emozione che non
comprendeva bene.
- Non ho più; alcuna intenzione di scherzare con te,niente
più giochi,niente più ripensamenti,e una prova
pensata esclusivamente per noi due,andiamo,presto capirai
cosa intendo.
E detto questo non aspettò alcun risposta da parte del suo
pupillo,se così lo si poteva definire.
Yuki osservò la figura del fiorentino dare le spalle a tutti
e due e continuare da solo il percorso,d'altro canto c'era Sesshomaru
che era confuso quanto lei,di cosa diavolo stava parlando Ezio? E
perché mai aveva un espressione così dura in
volto?
Ormai non ci capiva più niente di lui,se fino ad un attimo
prima sembrava rilassato,quello dopo dava l'impressione di essere il
più combattivo degli avversari,il suo carattere era un vero
mistero.
L'unica cosa che poté fare,fu avanzare,infondo se c'era
qualcosa in cui era bravo era quello,non sapeva cosa stesse per andare
incontro, ma qualunque cosa avesse dovuto affrontare l'avrebbe
combattuta,non importa quanto fosse ardua.
Così,più deciso di prima avanzò con
passo pesante verso la stessa direzione dell'assassino,Ezio da parte
sua si girò un attimo,nel suo camminare vide come quel
ragazzo ora mostrava uno sguardo carico di ardore e un espressione da
guerriero più autentico,nessuna paura,nessuna
esitazione,solo il brivido del combattimento.
Tornò con gli occhi sulla strada che aveva di fronte.
- Bene ragazzo,ti vedo determinato,ma dubito che soltanto un buon
atteggiamento alla battaglia ti possa favorire,oggi dovrai dimostrarmi
che sei degno di portare quel cappuccio.
Disse Ezio parlando tra se e se,già da un pò che
lo frequentava aveva ben compreso quali fossero i punti di forza del
dayokai,possedeva delle notevoli capacità fisiche,aveva
dimostrato una buona abilità con la lama ed era un discreto
picchiatore ed ogni tanto aveva dimostrato una certa furbizia,ma
soprattutto aveva una fiducia in se stesso degna di un combattente,non
si arrendeva di fronte a nessuna situazione,nemmeno se l'avversario si
dimostrava più forte di lui o in netto vantaggio.
Detto così; sul momento suonavano tutte come buone
qualità,se non fosse che queste buone caratteristiche erano
compensate da difetti piuttosto pesanti,prima di tutto la forza
fisica,o per meglio dire l'attitudine di Sesshomaru di esagerare con le
tattiche basate sul combattimento ravvicinato,non aveva tattiche
specifiche né aveva dato dimostrazione di far uso di uno
stile di combattimento particolare,semplicemente avanzava,faceva troppo
affidamento sulla forza fisica.
Ma sicuramente il suo difetto peggiore era l'arroganza,quella continua
aria di sfida verso il mondo intero,per Ezio in qualche
modo,chissà per quale motivo,gli era venuto in mente di
paragonarlo ad Achille,bello,forte,ma arrogante fino al midollo,sempre
il primo a buttarsi nella mischia,sempre l'ultimo ad uscire dal
combattimento,Ezio sorrise all'idea che anche quel ragazzo dai lunghi
capelli d'argento potesse avere il suo punto debole in un tallone,di
certo la cosa sarebbe stata al quanto ironica.
Avanzando sempre più nella foresta,Sesshomaru
cominciò a notare qualcosa di differente,più
continuavano ad inoltrarsi nell'area verde più gli capitava
di notare diverse figure in bella mostra,alcune sedevano sui rami,altre
erano sedute per terra ed altre ancora era appoggiata agli alberi,ma la
cosa più strana era che stavano ferme a fissarlo,lo
seguivano con lo sguardo,a stento riusciva a capire a quale razza
appartenevano,i cappucci sulla testa gli impedivano di scrutare
attentamente chi ci fosse sotto,non che gli importasse qualcosa,ma
doveva ammettere che se volevano mettergli addosso un minimo di
ansia,ci erano riusciti.
Lo sguardo dell'Inuyokai era guardingo,attento a strane mosse o
movimenti sospetti,eppure quelle figure restavano li,senza fare
nient'altro che fissarlo,nulla di più ,nulla di meno,erano
come fantasmi,rigidi in un muto silenzio senza senso apparente,la cosa
cominciava a dargli sui nervi.
Sesshomaru stava aprendo bocca per rivolgersi la persona che in quel
momento era diventata la persona che meno sopportava al mondo,persino
più di Inuyasha,cosa al quanto sensazionale.
- Siamo arrivati.
Disse l'assassino con tono freddo e distaccato.
Si fermò di colpo quando si accorse di essere arrivato dove
voleva,lo spettacolo che si mostrava davanti allo yokai aveva
dell'incredibile,in mezzo agli alberi e al fango si presentava loro la
presenza di strane pietre,lunghe,dritte,piantate nel suolo,come se
qualcuno le avesse messe li,erano sparse in modo casuale e molte
portavano segni e incisioni dal significato incomprensibile.
- Che posto è questo?
Chiese Sesshomaru al diretto interessato,mentre quest'ultimo
avanzò verso gli strani monoliti di fronte a
lui,istintivamente lo yokai lo seguì
- Ricordi le rovine dentro la montagna?Quegli stessi ruderi che hai
visto la sotto mentre seguivi le tracce di Toran? Ecco c'é
una cosa che devi sapere riguardo a questo luogo,vedi,quello che vedi
è un cimitero,qui vi sono sepolti i primi abitanti che
abbiano mai abitato in questa zona.
- Non vedo cosa c'entra con me.
- Aspetta,adesso arriva la parte interessante,vedi,alcuni di loro
appartenevano alla tua razza,erano dei cani,proprio come te,erano
giunti qui da nord,dalle fredde distese di ghiaccio erano giunti
più a sud alla ricerca di terra fertile,dove poter
cacciare,stabilirsi e costruire un insediamento,ed ora anche tu sei
giunto qui,ma la vera domanda è cosa sei venuto a cercare in
queste terre?
- Parla più chiaramente.
Sentendo quelle parole,Ezio sfoderò la spada e da lontano la
puntò verso Sesshomaru.
- Ti sto chiedendo perché sei giunto fin qui,nonostante il
tuo disprezzo nei miei confronti,nonostante tu non riesca a rispettare
anche uno solo dei concetti della confraternita,sei giunto fin qui,nel
punto in cui sei ora,dopo tutto quello che hai visto,dopo tutto quello
che stai passando,persino quando Akira ti ha sconfitto non hai mollato
la presa,dimmi perché.
- Vedo che non hai ancora capito con chi hai a che fare,vero? E bene
allora lascia che ti spieghi fin dal principio con chi hai a che fare.
Lo yokai cominciò a camminare in direzione di Ezio,tra un
passo e l'altro cominciò ad atteggiarsi nel suo tipico
stile,sguardo di ghiaccio,schiena dritta,petto in fuori e una buona
dose di vanagloriosa virilità che da sempre lo
caratterizzava.
Ma quella che stava facendo però non era tutta scena,anzi,si
stava incamminando verso l'assassino con autentica sete di
combattimento,sapeva che quella spada puntata contro di lui voleva dire
una sola cosa:uno scontro,cosa che lui avrebbe certamente accettato.
Sentiva il sangue che gli pulsava nelle vene,sentiva l'adrenalina
scorrergli in corpo,il confronto lo chiamava e di sicuro lui avrebbe
risposto.
- Io sono Sesshomaru Taisho,figlio del generale Inutaisho ed erede al
trono delle terre occidentali,se è una sfida quella che mi
proponi avanti,fatti sotto,abbiamo una faccenda in sospeso noi due.
E mentre si avvicinava ancor di più cominciò a
sgranchirsi le mani,segno che avrebbe usato gli artigli,ma ad un certo
punto,proprio quando sentiva che niente avrebbe potuto
distrarlo,qualcosa attirò la sua attenzione.
Era un impulso di energie Yokai,gli era molto familiare ed era da
giorni che non le sentiva,si portò istintivamente una mano
alla cintola,la poggiò,ma non trovò niente,il
giorno prima aveva passato quasi un intera giornata a fare a pugni,ad
usare le mani come armi.
Ma non avrebbe mai dimenticato le armi che a lui erano sempre state
fedeli,due spade che lui considerava come parte di se,ma che ora non
erano li con lui.
- Lo senti vero? Yuki mi ha detto che rapporto c'è tra te e
le tue spade,personalmente non ci ho capito molto,ma se sono
così importanti ecco,te le restituisco.
Il fiorentino alzò una mano verso il cielo,uno schicco di
dita,ed ecco che due oggetti dalla forma allungata caddero molto
velocemente dall'alto,in direzione della testa dello yokai,come se
qualcuno li avesse lanciati.
Per istinto mosse una mano a stringere al volo entrambi gli
oggetti,appena li toccò capì subito che l'energia
che sentiva veniva da loro,sentiva certamente,cosa fossero,quando vi
posò gli occhi sopra,non poté che confermare
ciò che sapeva già.
Erano loro....erano le sue spade.
Bakusaiga e Tenseiga,se ne era rimasto un intero giorno senza di
loro,eppure non poteva non ammettere che il non averle con se lo
facesse sentire come nudo,ora le aveva di nuovo con se,ora le avrebbe
usate di nuovo per quello che sapeva fare meglio.
Combattere.
Le rimise subito al suo fianco riempiendo quello spazio che nel suo
vecchio obi giallo e blu
- Ora possiamo dare inizio a ciò che tu,loro ed io
aspettavamo con ansia.
- Loro chi?
- Guardati attorno,ti sei già dimenticato?
Sesshomaru si guardò attorno ed effettivamente aveva perso
la
sua attenzione su chi che li stesse circondando,li aveva visto poco
fa,eppure,pur sapendo che probabilmente centrasse quel bizzarro umano
non aveva dato tanto peso alla cosa,o almeno non gli interessava
più di tanto.
Però,ora che li stava osservando capiva che c'era qualcosa
di veramente strano,perché mai c'erano così tanti
assassini in uno spazio che,seppur abbastanza esteso,aveva messo in
conto che con tutte quelle pietre sparse per l'area come a formare
percorsi lineari sia in orizzontale che in verticale,mentalmente la
cosa gli ricordava una griglia.
- Riesci a capire perché ti ho portato fin qui? Pensaci
attentamente.
L'inuyokai cominciò a guardarsi attorno come se stesse
cercando qualcosa,forse un indizio,un intuizione fulminea,sapeva che
c'era qualcosa che non quadrava,ma cosa? infondo tutto ciò
che aveva era solo quello stupido sistema a griglia...
Tornò col pensiero all'ultima parola pensata,griglia,la
conformazione del terreno di scontro,la disposizione delle pietre,ora
gli era tutto chiaro.
Tornò alla mente al suo primo scontro con Ezio,i primi colpi
che si erano intercettati erano stati tirati in linea retta,l'uno aveva
scattato verso l'altro,il giorno in cui era partito per le terre
occidentali dal villaggio di Inuyasha,anche li aveva scattato in avanti
e per tutta risposta aveva ricevuto un pugno tanto forte da
stordirlo,contro Akira? Stessa medesima tattica,contro Toran? Pure con
lei,Con Yuki,la medesima stessa storia.
Ezio aveva allestito la trappola e lui ci era caduto dentro come un
povero pollo,pensandoci bene cominciò a sentirsi stupido.
- Tu....
- Eh già,per tutto questo tempo non hai fatto altro che
pensare ad una sola cosa,Akira,eri così impegnato a macerare
nella rabbia che non ti sei reso conto che per tutto questo tempo ti ho
studiato,ho visto come combatti,come ti comporti,ho osservato i tuoi
punti di forza e i tuoi punti deboli,anche se devo ammettere che
possiedi una personalità complessa.
- Parli troppo per essere un uomo che tiene in mano una spada,se vuoi
sprecare aria fa pure,io preferisco passare ai fatti.
- Come ti pare,ma prima lascia che faccia un ultima cosa.
Ezio allargò entrambe le braccia,alzò; il volto
verso l'alto e a gran voce disse.
- SIGNORE E SIGNORI,UMANI E NON,PER LA GIOIA DEI VOSTRI OCCHI,VI
RINGRAZIO PER AVER RISPOSTO AL MIO APPELLO E PER AVER FATTO
PASSAPAROLA,QUEST'OGGI ASSISTERETE AD UNA PROVA DIVERSA DALLE
ALTRE,QUEST'OGGI ASSISTERETE ALL'ACCETTAZIONE DI UN INIZIATO ALLA
CONFRATERNITA PER COMBATTIMENTO,ED E QUI CHE ENTRATE IN SCENA VOI,COME
MENTORE VI AUTORIZZO AD USARE DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLO SCONTRO
QUALUNQUE COSA A VOSTRA DISPOSIOZIONE NEL TENTATIVO DI OSTACOLARE ME O
IL MIO AVVERSARIO,LA MAESTRA YUKI VI FORNIRA' PIU' INFORMAZIONI A
RIGUARDO.
E dalla folla che si era creata attorno a tutta l'area una sciame di
parole di sgomento,sembravano sorpresi,addirittura increduli nel aver
sentito una cosa simile,apprendisti all'arte dell'omicidio che potevano
intervenire in un evento simile? La cosa aveva dell'impossibile.
Subito dopo una figura comparve al fianco dell'assassino,era Yuki,che
nel frattempo era rimasta in disparte,ma appena cominciò a
sentire la richiesta del fiorentino si era mossa verso di lui.
- Mi spieghi cosa vi è saltato in mente?
Disse lei inviperita.
- E la prova finale che ho ideato personalmente per lui,voglio vedere
come se la cava in una situazione imprevista,fino ad ora le prove alla
quale lo hai sottoposto erano organizzate anticipatamente,questa invece
sarà una novità per lui,voglio vedere di che
pasta è veramente fatto.
- Con tutto il rispetto Ezio,non pensate che tutto questo sia assurdo?
- E da quando sono fin qui che vedo assurdità di ogni
sorta,come se l'esistenza dei frutti dell'Eden e dei resti della prima
civilizzazione non lo fossero già; di loro,a questo punto
non
si torna più indietro,fa come ti ho detto e vedrai che
n'è varrà la pena.
L'assassino lo fissò sbigottita,lei stessa non riusciva a
credere a quello che aveva sentito,ma infondo cosa poteva fare?
Niente,ormai era solo questione di tempo prima che i due si fossero
scontrati.
- State attento,Sesshomaru sa essere molto più ostico di
quello che avete visto.
E detto questo lei si allontanò dal campo,lasciando che loro
due se la sbrigassero da soli.
La folla tutt'attorno era trepidazione per lo scontro che sarebbe
avvenuto li,infondo non pochi sapevano che sotto uno dei cappucci ci
fosse Sesshomaru Taisho,Inu yokai conosciuto in lungo e in largo per
tutto il paese,li,davanti ai loro occhi,che avrebbe affrontato un
mentore straniero,si preannunciava uno scontro non da poco.
Ezio cominciò a fare qualche passo in direzione di
Sesshomaru,sembrava sicuro di se e per nulla intimorito da chi aveva
davanti,la presa sull'arma era forte,il suo corpo pronto a
scattare,breve attimo prima del cozzare di spade.
- Io sono Ezio Auditore da Firenze,erede della famiglia Auditore e
mentore del ramo italiano della setta degli assassini,vinci e ti
prometto che potrai continuare la tua ricerca di Akira,perdi...e ti
prometto che te non vedrai il sole tramontare.
- Adesso vengo li e ti taglio la testa,cosi vediamo se sarai ancora in
grado di parlare.
- Vieni a prenderla ragazzo.
E fu così che cominciò,senza che Sesshomaru se
l'aspettasse Ezio gli corse in contro e lo stesso fece il suo
avversario,urla dalla folla tutt'attorno riempivano l'aria di
eccitazione e meraviglia,scaturite da una partenza immediata e
sorprendente.
Appena si ritrovò l'assassino davanti non esitò a
colpire con un fendente che andava dal alto verso il basso.
- Sei prevedibile.
Ma con una veloce piroetta su se stesso,Ezio si spostò alla
sua sinistra permettendogli così di cambiare percorso per
tempo,facendo il giro del monolito al suo lato e con un rapido fendente
orizzontale cercare di colpire alla nuca l'inuyokai.
Sesshomaru riuscì a girarsi immediatamente e parare il colpo
al momento giusto così da far incrociare le spade l'una
contro l'altra.
- Vedo che non sei così lento come pensavo,piaciuta la mia
finta?
- Pensavi male,riguardo alla tua finta non mi ha stupito per
niente,tendi sempre a fare così oppure ogni tanto di va di
combattere come si deve,smettila con questi stupidi giochetti e
affrontami di petto,da vero uomo.
- Da vero uomo? E me lo dici proprio tu? Con la pettinatura che ti
ritrovi e difficile crederti principessa.
A quel punto Sesshomaru lo sbalzò via,mandandolo
indietro,Ezio da parte sua doveva ammettere che Sesshomaru mostrava
molta più forza di quanto ne dava a vedere,lo aveva
mandando di un paio di metri indietro come se nulla fosse,nonostante il
peso delle protezioni d'acciaio che proteggevano il suo corpo,faceva
ancora fatica a capire cosa fosse quella storia degli yokai.
Non poté troppo tempo a pensare alla cosa che subito
Sesshomaru gli si lanciò contro a sua volta,un rapido scatto
dovuta alla potenza dei polpacci lo spedì in avanti ad una
velocità che pareva essere divenuto leggero come l'aria,ma
l'assassino aveva occhio ed esperienza con avversari aggressivi,per cui
gli bastò semplicemente deviare di poco il colpo e spostarsi
in una posizione di vantaggio.
Si mosse in avanti e facendo un giro di centottanta gradi
tornò in attacco e rispondo all'offesa con un attacco di
punta,tipico della scherma del suo paese.
Lo yokai reagì in tempo e si vide arrivare questa rapida
stoccata,i suoi occhi osservarono come quella spada dritta veniva mossa
con una sola mano mentre la punta perforava l'aria alla ricerca di un
punto carnoso da trapassare,molto probabilmente puntava al petto,la sua
intuzione fu esatta.
Sesshomaru si parò il punto in cui risiedeva il
cuore,parando con la parte piatta di Bakusaiga la punta della spada di
Ezio,fortuna che conosceva bene le basi del Kenjutsu che suo padre gli
aveva insegnato alla perfezione.
- Ti vedo arrabbiato ragazzo,non dirmi che ti sei offeso per prima.
- Quello che mi offende e la tua presenza dannato,perchè non
muori e mi lasci in pace?
- E lasciarti qui a cavartela da solo? Non dureresti dieci minuti senza
di me.
- Quanta superbia per un uomo così lontano da casa.
E mentre i due si stavano stuzzicando a vicenda,qualcosa fece ombra
sopra di loro,alzarono un attimo la testa e videro subito cosa gli
stava per venire addosso.
Sfere nere,a centinaia stavano cadendo sopra di loro,per istinto
entrambi i combattenti si staccarono l'uno dall'altro,distanziandosi di
almeno due metri e poi caddero,forti esplosioni,seguite da una grande
coltre di fumo grigio,denso,si allargava a livello del suolo di almeno
una trentina di metri e si stava innalzando di almeno tre,quasi quattro
metri.
Normalmente una sola di quelle avrebbe generato solo una nuvola di
fumo adatta per coprire la visuale di un solo uomo,utile per le fughe
rapide e per i combattimenti in svantaggio numerico,ma ne caddero
così tante attorno a loro che l'aria sembrava essere
scomparsa.
Sesshomaru cercò la figura di Ezio,ma lo perse di
vista,nemmeno i suoi occhi potevano penetrare quella cortina
fumogena,così,decise di balzare fuori dal fumo e di salire
in cima ad uno dei pilastri li vicino,atterrò su una pietra
abbastanza alta da poter tornare e riprendere ossigeno ed approfittando
della situazione da li cercò il fiorentino.
- Maledetto,dove ti sei nascosto?
Disse tra se e se lo yokai,ma neanche da li lo vedeva,probabilmente era
ancora dentro il fumo,prima o poi sarebbe dovuto uscire per riprendere
aria,doveva solo essere paziente,infondo era lui il cane,chi meglio di
un cane può trovare la sua preda?
Ezio era rimasto dentro la coltre,cominciò; a correre nella
direzione opposta,doveva trattenere il fiato poiché in caso
di inalazione del fumo avrebbe cominciato a tossire e a rivelare la sua
posizione,doveva farsi furbo,fortuna che era una cosa che gli riusciva
bene,avrebbe deciso di nascondersi in un punto a lui favorevole,se
aveva calcolato bene la sua tattica,allora il sole era nella posizione
a lui più favorevole.
Allontanatosi poco oltre la cortina,decise di fermarsi,mettersi al
riparo dietro uno dei ruderi,ed aspettare che uscisse fuori,posizionato
com'era avrebbe potuto capire la posizione di Sesshomaru dall'ombra
proiettata dalla luce del sole,sempre che si avvicinasse naturalmente.
E mentre quell'insolito duello continuava qualcun altro si stava
interessando allo scontro,era Yuki,si era su un albero,in un punto
abbastanza alto da poter essere osservata da tutti e dalla quale
potevano sentirla mandare gli ordini,come l'intervento dei
fumogeni,idea che gli era passata dalla mente basandosi sulle
istruzione del mentore fiorentino.
Non riusciva ancora a comprendere cosa stesse cercando di fare
Ezio,sfidare Sesshomaru in duello all'arma bianca non era di certo un
modo per far avanzare un iniziato della confraternita al rango di
assassino,sentiva che c'era qualcosa che non quadrava,come se lo scopo
di tutto quell'intrattenimento fosse un altro.
Ad ogni modo doveva ammettere che lo scontro si stava svolgendo in
maniera piuttosto interessante,la sotto si stava svolgendo un confronto
diretto tra metodi di combattimento molto differenti,Sesshomaru contro
Ezio,Katana contro spada lunga,forza contro astuzia.
Pensandola in questo modo si poteva ipotizzare che i due stili fossero
l'uno in contrasto con l'altro,ma la verità era un
altra,Sesshomaru era forte,ma buona parte delle volte si limitava ad
avanzare ed attaccare,stringendo la propria mentalità su un
aspetto veramente semplice del combattimento,il confronto
ravvicinato,che solitamente lui portava in maniera piuttosto aggressiva.
Non c'erano secondi fini per Sesshomaru,lui andava avanti e basta,il
resto lo avrebbe affidato alla forza del suo braccio.
Intanto laggiù,dove il fumo copriva il terreno di scontro,lo
yokai e l'umano aspettavano che l'uno facesse la prossima mossa,uno si
nascondeva,l'altro no,era evidente che ormai non era più
divenuto ben più di un semplice duello.
Sesshomaru si stava giàstancando di aspettare,per
tanto,impaziente com'era,decise di fare la propria mossa,unì
indice e medio della mano destra e subito dopo fece comparire la sua
frusta energetica,scese dalla pietra e appena atterrò
cominciò a fare qualcosa di inaspettato.
Cominciò a girare su se stesso.
L'aria attorno a lui divenne cominciò a girare,prima
piano,poi veloce,poi più veloce e più veloce
ancora,così facendo si credevo un vento improvviso
che,spargendosi in tutte le direzioni fece lentamente diradare la
cortina grigiastra,l'aria fece di nuovo da padrone del campo di
battaglia,riportando entrambi i contendenti alla situazione precedente.
E questa volta Sesshomaru sapeva bene cosa fare.
Fece subito uso del suo olfatto,ci mise meno di manciata di secondi per
capire dove fosse,non dovette pensarci due volte prima di lanciarsi
all'inseguimento.
Percorse la strada in rettilineo,divincolandosi tra le numerose pietre
che lo separavano tra lui e la sua spada,probabilmente si stava
nascondendo nel tentativo di non farsi scoprire,lo avrebbe trovato e
poi lo avrebbe ucciso,così sarebbero andate le cose.
Ma durante la corsa cominciò sentire un cambiamento,sentiva
che l'odore di Ezio si stava spostando e anche a gran
velocità,ed ecco che subito divenne testimone di una scena
che dire inaspettato sarebbe stata una riduzione.
Aveva trovato Ezio...che stava correndo nell'altra strada....in
direzione opposta.
Sesshomaru non riusciva a credere a quello che stava vedendo,per un
attimo si bloccò restando a bocca aperta,non riusciva
più a capire cosa stesse succedendo,era di sasso,totalmente
incredulo.
L'assassino non stava facendo nulla dal canto per nascondersi,anzi,si
era messo in bella mostra di fronte a tutti gli spettatori.
- OH,GUARDA UN PO' CHI SI RIVEDE.
Dopo aver sentito quella frase,comprese quello che stava facendo il suo
avversario,lo stava pubblicamente prendendo in giro,cominciò
a sentire un moto di rabbia diffondersi per tutto il corpo,una fiamma
di indignazione girargli nel sangue,lui era un guerriero,un combattente
nato,e li,in quel momento,stava subendo le buffonate di un
umano,arrogante oltre ogni immaginazione,mai in tutta la sua vita aveva
subito una cosa simile.
Basta con le mezze misure,basta con le maniere rispettabile,ora non si
sarebbe più trattenuto,decise di fare un balzo di diversi
metri nel tentativo di atterrare sopra il fiorentino.
- MUORI.
gli stava urlando contro,tutta la sua rabbia,tutta la sua
indignazione,lui stava facendo sul serio,voleva ucciderlo completamente
è cosa faceva quell'umano? Se la prendeva
comoda,giocava,correva,faceva il bambino,mostrava un carattere
immaturo,quello non era più un duello,era una presa in giro.
E mentre stava cadendo al suolo Ezio si fermò
all'improvviso,guardò nella sua direzione e subito dopo con
un veloce movimento del braccio sinistro,lo alzò verso di
lui e subito dopo,sparò.
Un piccola esplosione,proveniente in direzione del mentore fece eco
nella zona,un piccolo scoppio e una leggera zaffata di polvere da sparo
arrivò alle narici di Sesshomaru,istintivamente Sesshomaru
posizionò la spada di fronte a lui nel tentativo di
difendersi,ma la velocità della caduta
è l'accelerazione del proiettile verso il bersaglio rendeva
difficile individuare l'esatta traiettoria del piccolo pallino di ferro.
Infatti; non andò come desiderato,un momento prima
che il colpo raggiungesse il volto lo yokai cambiò
all'ultimo la posizione del filo della spada,ma con il movimento
improvviso della lama e l'angolazione della stessa,riuscì a
deviare di poco il colpo,il proiettile passò vicino ad una
tempia,lasciando così un graffio sulla pelle,era stato
fortunato,avrebbe potuto compromettere un occhio,se non addirittura
perderlo.
Atterrò in piedi e subito dopo si
inginocchiò;,facendo ciò per attutire l'impatto
col suolo,ma non si era ancora ripreso dal colpo che subito vide
qualcosa andargli incontro,era Ezio è questa volta sembrava
aver cambiato strategia.
Gli si avventò contro con una rapidità
allarmante,ancora una
volta Ezio teneva la spada con fare leggero,menando fendenti con la
sola punta,ma prontamente Sesshomaru si rimise in piedi rispondendo
alle stoccate indietreggiando,facendo uso di un approccio
più difensivo,cosa strana dato che non era abituato ad
indietreggiare.
Tuttavia se la cavava veramente bene,brevi spostamenti con Bakusaiga
gli permettevano un risultato eccellente con il minimo sforzo,gli
bastava deviare i colpi per impedire di essere colpito,cosa che in quel
momento gli risultava veramente facile.
- A quanto sembra hai finito di scappare e hai iniziato a combattere
sul serio,posso solo sperare che hai finito con le tue solite scemenze.
Disse Sesshomaru nel tentativo di irretire l'assassino.
- Disse quello che si sentiva una spanna sopra gli
altri,così impegnato a combattere contro il mondo intero da
non rendersi conto che l'avversario più ostico era la sua
ignoranza,gli veniva troppo facile arrabbiarsi e gli era troppo arduo
comprendere di essere più umile con se stesso.
Entrambi colpivano alla medesima velocità con cui paravano i
colpi,entrambi erano in posizione di stallo e nessuno sembrava riuscire
a prevalere sull'altro,l'intensità dello scontro era tale
che nessun
sembrava voler intervenire di nuovo nel loro duello,i colpi che si
susseguivano,le parate e le schivate,i piccoli movimenti che cambiavano
l'andamento del combattimento.
Due forme differenti di combattere,due modi diversi di pensare,due
punti di vista in perfetto contrasto tra di loro,ma c'era una cosa che
avevano in comune,entrambi non si tiravano indietro.
Infondo,quello scontro tra loro due,non era forse la continuazione del
loro primo incontro? Era naturale pensarlo,infondo,erano stati
interrotti da una bambina,proprio nell'esatto momento del colpo finale.
Quello stavano facendo li,tra quei ruderi,era la conclusione dei
fatti,la vittoria non sarebbe stata un impresa semplice da realizzare.
Sesshomaru,deciso ormai di cambiare la situazione passò ad
un contrattacco piuttosto originale per lui,parato l'ennesimo colpo di
spada dell'assassino,Sesshomaru vide bene come difendersi da quei colpi
di punta così; poco consoni ai classici colpi della sua
terra
natia.
Vedendo arrivare l'ultimo affondo di spada,si scansò
all'ultimo minuto dietro il braccio dell'assassino,così da
non poterlo raggiungere e in un rapido scatto prenderlo per la
collottola della lunga giacca bianca e con l'aiuto della sua forza
naturale,lo lanciò contro la pietra più vicina.
Lo slancio fu così forte da muovere le gambe dell'assassino
per giocoforza,spinto da una potenza che non gli permetteva di cambiare
strada,ma se lo yokai si aspetta un umano messo all'angolo,si
sbagliò di grosso,visto che cambiò la situazione
in suo vantaggio.
La forza con la quale il fiorentino era stato lanciato fu tale che
l'unico modo per evitare lo scontro fu un espediente nato sul momento
ma realizzabile solo grazie al suo allenamento,prima ancora che il suo
volto si scontrasse con la nuda roccia,appoggiò per tempo un
piede su una roccia,poi un altro e subito dopo effettuare una piccola
rincorsa sulla parete,il risultato fu sensazionale,aveva corso sulla
roccia e adesso si ritrovava sulla sua cima.
Ezio si girò in direzione dello yokai sfoggiando un sorriso
tipico del suo stile.
- Vedo che ogni tanto la testa la usi anche tu,sono sorpreso,dico
davvero.
- Finiscila di fare lo scemo e scendi,così vediamo se ti
senti ancora così spiritoso.
- Beh,sono spiacente amico mio,ma prima dovrai prendermi.
A quel punto Ezio saltò su un altro roccia,ed un altra ed un
altra ancora e così via,Sesshomaru non se lo fece ripetere
due volte e con un balzo decise di inseguirlo,atterrando anche lui su
una roccia per poi imitare il maestro assassino,deciso ad infilzarlo
come mai prima d'ora.
Ezio dal canto sua voleva inseguire ed infatti fu ciò che
accadde,Sesshomaru lo stava seguendo ma percorrendo una serie di roccie
accanto alla sua,tentando così; di fiancheggiarlo,doveva
ammettere che era molto veloce,certo a differenza sua il ragazzo non
indossava protezione di alcun tipo,per contro Ezio aveva deciso di
combattere indossando le protezioni metalliche che ovviamente lo
rendevano più pesante,tuttavia,nonostante fosse sulla
quarantina era un uomo forte,temprato da anni ed anni di allenamento
intenso,di corse sui tetti,di rincorse rocambolesche e fughe che
avrebbero stancato buona parte degli inseguitori più tenaci.
Si poteva dire che in quanto ad energia e forza fisica non lo si poteva
di certo considerare un umano comune,forse nemmeno per quello strano
mondo in cui si trovava ora era da considerarsi un uomo nella
norma,poter tenere testa ad uno yokai non era qualcosa che poteva fare
tutti,ma a lui,per quello che ne sapeva era un ragazzo dalla lunga
chioma argentata,con due occhi color dell'oro,due orecchie da elfo,come
le avrebbe chiamate lui e per finire,il suo pessimo caratteraccio.
L'assassino sapeva perfettamente che per quanto avrebbe corso quel
ragazzo lo avrebbe raggiunto prima,ma lui lo sapeva bene,ecco
perché era in vantaggio su Sesshomaru,lui cercava di
anticipare le mosse del ragazzo e lo yokai non faceva nulla a
riguardo,anche se lui dubitava che se ne fosse reso conto,avrebbe
aspettato il momento giusto e poi avrebbe contrattaccato,ormai era solo
questione di secondi prima che se lo ritrovasse addosso.
Sesshomaru si stava avvicinando ad Ezio nella maniera e nel tempismo
che quest'ultimo si aspettava,era li,al suo fianco,sull'altra pila di
monoliti,lo avrebbe affiancato e poi lo avrebbe colpito il
più velocemente possibile,un classico approccio di
Sesshomaru,molta forza,ma poca fantasia.
Stava preparando l'attacco,lo slancio era pronto,Bakusaiga era pronta e
Sesshomaru era intenzionato a finire il tutto,per contro Ezio era
pronto a scattare sulla difensiva,avrebbe usato la lama celata di
sinistra per poter contrattaccare,parando di spada e colpendo a
sorpresa con l'altra mano,idea semplice,ma efficacie e rapida da
eseguire.
Ma proprio quando entrambi erano convinti di poter fare la loro
mossa,intervenne per la seconda volta un altro imprevisto e questa
volta molto affilato.
All'inizio fu uno solo,un oggetto sottile,piatto,indirizzato contro il
fiorentino,lui se ne accorse all'ultimo e lo schivò in
tempo,nè arrivò un altro questa volta diretto a
Sesshomaru,lui lo deviò subito,una seconda sorpresa non
prevista.
Ma non ci volle molto per capire cosa fossero,era pugnali,Ezio li
riconobbe,dato che ne aveva una decina con se,nascosti sotto la
veste,anche se avevano una forma differente dai suoi,si capiva
benissimo che fossero concepiti per lo stesso scopo,uccidere sulla
distanza.
Subito dopo ne cadderro altri,a centinaia,per istinto entrambi
saltarono di sotto in cerca di un riparo,ma stare fermi non li avrebbe
aiutati di certo,visto che quelle piccole armi da lancio venivano
lanciate da tutte le parti,dovevano spostarsi e alla svelta.
Ebbero l'idea di correre dritti destreggiandosi tra le grandi pietre
attorno a loro,correvano in modo quasi casuale,le lame ogni tanto
passavano vicino al volto,oppure rischiavano di colpire punti
importanti,come il petto oppure le gambe,buona parte dei colpi veniva
schivata,mentre gli altri ho finivano contro le rocce,colpivano terra
o ancora venivano deviati dalle lame di entrambi gli sfidanti.
Correvano,erano abbastanza veloci dal potersi spostare senza eccedere
con le energie rimanenti,ma non smettevano di perdersi di
vista,entrambi non vedevano l'ora di finirla una volta per tutte.
I pugnali smisero di cadere,tutto ad un tratto,senza alcun
preavviso,proprio come lo fu il l'iniziativa di Ezio,che
pensò bene di fare la sua mossa,estrasse dalla giacca uno
dei suoi pugnali personali e lo lanciò verso
Sesshomaru,ovviamente lo yokai parò; il colpo,che a suo
avviso era stato tirato in una maniera fin troppo ovvia,cosa che gli
rese facile capire la traittoria dell'attacco.
E fu qui che si lasciò trarre in inganno,improvvisamente
Ezio scattò in avanti,tale fu la velocità
dell'azione che quando Sesshomaru distolse l'attenzione dal pugnale si
accorse solo dopo che il fiorentino era arrivato a metà
della sua corsa,lo vide balzare verso di lui,come un rapace,che libra
verso il cielo,per por atterrare in picchiata sulla preda,le gambe
sollevate,il braccio sinistro verso l'alto,mentre la lama,spinta dal
meccanismo a scatto posta sotto il braccio,usciva,mostrandosi in tutta
la sua lunghezza,l'intenzione era seria,il colpo sarebbe stato accurato.
E questa volta Sesshomaru,non era pronto per reagire,il movimento fatto
con Bakusaiga per deviare il pugnale fu ampio,cosa che lo rese
momentaneamente vulnerabile,il petto era scoperto,le braccia aperte,la
difesa inesistente.
Stava per scendere su di lui e per la prima volta dall'inizio del
combattimento si sentì vulnerabile,non un pensiero,non un
idea,nulla passava per la testa,non c'era niente che potesse fare per
impedirlo.
Un ginocchio si scontrò poco sotto il pomo di adamo dello
yokai,che non aspettandosi quella mossa,non riuscì a
trattenere la forza dell'impatto,novanta chili d'umano,divisibili in
carne e armatura,lo fecero sbilanciare,cadendo a terra senza poter fare
più nulla.
Il momento passò troppo velocemente,la testa era vuota,non
sapeva cosa pensare,vedeva solo quella lama che si stava avvicinando
alla sua trachea,tutto sarebbe finito in un attimo.
Ma all'improvviso accadde qualcosa,un ultimo intervento,dall'ultima
persona che allo yokai potesse mai venire in mente.
Un urlo improvviso,una donna,riconobbe la lunga chioma dai colori
freddi e una asta trasparente tra le mani,era Toran.
Ovviamente anche Ezio si accorse in tempo della cosa,guardò
in alto e la riconobbe subito,istintivamente fece forza sulle gambe e
si gettò di lato.
Nel tentativo di colpire il fiorentino,la ragazza colpì un
punto vicino al costato di Sesshomaru,ma subito il colpo
andò a vuoto.
Ezio si alzò per tempo mantenendo comunque la lama estratta
e la spada in mano,pronto ad aspettare che la ragazza si facesse
avanti,non si aspettava di certo il suo intervento in quella
faccenda,ma poteva sospettare perché fosse arrivata in suo
soccorso.
Toran si rialzò immediatamente,pronta a
combattere contro Ezio,ma appena si rimise in piedi sentì
qualcosa prenderla per la caviglia,lei si girò e vide chi
era.
Era Sesshomaru,che la stava trattenendo.
- Sesshomaru...
Lui alzò lo sguardo verso di lei.
- Toran,allontanati.
- Ma io...
- Se provi del rispetto per me,allontanati...
Lo sguardo di lui non sembrava duro,minaccioso o tagliente,sembravano
più simili al giorno prima,nella grotta,quando lui le stava
sopra e lei non poteva togliersi,ora e lui quello a terra e lei quella
in piedi,eppure quella richiesta le sembrò quasi una
supplica,a quel punto non poté fare altro che acconsentire.
Le si allontanò di poco dalla traiettoria di
Sesshomaru,lasciando spazio al suo campo visivo e potendo tornare ad
osservare la figura dell'assassino.
Si rimise in piedi e puntando la spada contro Ezio disse...
- Tu sai come questa storia andrà a finire,io o
te,non è così Ezio?
Il fiorentino se ne restò in silenzio,la spada in una
mano,la lama nell'altra,il cappuccio copriva la visuale sugli occhi,ma
gli si poteva leggere in volto che anche la sua era una calma
apparente,non era più il tempo degli scherzi e delle prese
in giro,erano giunti al momento cruciale dello scontro,l'ultimo attimo
prima della fine.
- Esattamente.
- Com'era ovvio che fosse,eppure,sarò io a decidere come
andrà a finire.
Detto questo cominciòa portare la spada verso l'alto,il suo
sguardo ora si era fatto di ghiaccio,occhi pieno di orgoglio e di
sicurezza in se stesso,Ezio dal canto suo rimase fermo,pronto ad un
altro scatto improvviso,pronto a rispondere al colpo,ciò che
sarebbe accaduto avrebbe posto fine allo scontro.
Sesshomaru fece un veloce movimento di mano,abbassò la spada
il più rapidamente possibile e poi...sorpresa.
La lama si conficcò al suolo,nessun attacco,nessun raggio
sprigionato da Bakusaiga,solo quello è nulla
più poi si tolse il cappuccio dalla testa mostrando a tutti
un espressione fiera e spavalda.
Silenzio di tomba,nessun fiato,nessun rumore,nemmeno la foresta si
fecero sentire,le mani dello yokai erano vuote,ora era scoperto,eppure
sapeva esattamente quello che stava facendo è mai decisione
gli fu più chiara di quella.
- Sesshomaru,cosa stai facendo?
Chiese Toran impallidita dal gesto inaspettato.
- Dichiaro la mia sconfitta,qui ed ora.
- Ma così ti ucciderà.
- Se e la morte quella che vuole darmi,faccia pure,infondo me ne sono
reso conto quando mi ha buttato a terra,fin dall'inizio di questo
scontro il vantaggio e stato suo,sapeva come mi sarei comportato,sapeva
come avrei combattuto,sapeva persino come avrei reagito e in quale
punto mi sarei reso più vulnerabile,no Toran,avevo perso,lui
ha solamente prolungato lo scontro.
- Come fai a dirlo con certezza? E anche se fosse non è una
buona ragione per arrenderti,tu sei un abile guerriero,lo so,ti ho
visto combattere.
- Eppure non c'è stato un solo momento in cui ho avuto un
vantaggio su di lui,se non fossi intervenuta mi avrebbe finito,non sono
un combattete così abile come credevo,quindi se sono
così debole e chiaro che non ha più alcuna
ragione continuare in questo modo.
A quel punto lo yokai si rivolse ad Ezio.
- Hai vinto,te lo concedo,ora finisce pure la tua opera,almeno
andrò all'altro mondo con dignità.
Alla fine di quelle parole Ezio si mosse verso lo yokai,aveva ritratto
la lama e col cappuccio ancora calato sugli occhi,la sua intenzione era
ovvia,la sua calma sembrava gelare l'aria stessa,come se già
non facesse freddo e quando giunse di fronte a Sesshomaru,Toran non
volle sentir ragioni e si frappose tra loro due.
- Prima di prendere lui,dovrai passare su di me.
Ezio rimase perfettamente calmo,silenzioso,la grande figura del maestro
assassino che stava facendo era a dir poco impeccabile.
Poi se ne uscìcon una frase che nessun si aspettava.
- Ragazza del ghiaccio,ho un favore da chiederti,potresti consegnarli
questa da parte mia?
Ezio mise una mano dentro la veste e n'è estrasse un oggetto
lungo,sembrava un pezzo di metallo appuntito,avvolto in un sostegno di
legno e con piccoli mezzi metallo dentellati,sotto vi erano anche dei
laccetti.
- E un regalo da parte mia,per me vuol dire molto,per lui vorrebbe dire
ancor di più.
Lei istintivamente lo prese e prima che potesse dire qualcosa lui
ricominciò a parlare.
- Un ultima cosa,stagli vicino,lui ha bisogno di te più di
quanto tu possa credere,solo che ancora non lo sa.
E con queste parole si girò e si
allontanò ,diretto verso chissà dove.
- Ezio.
Sentì di nuovo quella voce,era Sesshomaru,che lo aveva
chiamato,non con tono di sfida,sembrava una voce più
tranquilla,più rilassata,per tanto si girò ancora
una volta verso il ragazzo.
- Perché lo fai? Ho perso.
- Ricordi cosa avevo detto prima? perdi e ti prometto che non vedrai il
sole tramontare,infatti siamo in una foresta,con tutti questi alberi
dove diavolo lo vedi il tramonto?
Sesshomaru non riusciva a crederci,quell'umano gli stava veramente
dando una risposta così letterale? Era una chiara minaccia
di morte quello che aveva sentito e cosa aveva fatto Ezio? Stava
giustificando quella scelta di parole in una maniera così
stupida.
E proprio quando Sesshomaru stava per replicare,Ezio lo
anticipò
- Non gettare la tua vita invano,essa e preziosa,unica,si rispettoso
verso di essa,perché e grazie a lei che sei giunto fin
qui,per noi assassini questa e la lezione più importante che
impariamo quando riceviamo la lama.
E detto questo semplicemente se ne andò,lasciando indietro i
due yokai.
Ora che tutto aveva avuto termine,Sesshomaru sentì
qualcosa,nel petto,un grande peso che si teneva dentro da molto tempo
era sparito,si sentì più leggero,quel
combattimento lo aveva aiutato a scaricare tutta la rabbia,la
frustrazione e l'ansia che quelle settimane gli avevano messe addosso.
Certamente Akira restava l'obiettivo primario della sua attenzione,ma
adesso si sentiva molto meglio,era da tempo che non si sentiva
più così.
- Toran...
Fu lui a fare il suo nome,mentre lei,presa dai suoi pensieri,si
girò nella direzione dell'inuyokai.
- Io torno al villaggio...vuoi venire con me?
La ragazza rimase un po' titubante per poi far comparire un
piccolo sorriso sul suo volto.
- Certo.
E fu così,che una volta recuperata la spada da terra,il cane
e la pantera tornarono al villaggio,mentre gli assassini tutt'attorno
accogliano in coro l'arrivo di un nuovo confratello nelle loro fila.
Grande fu il boato di voci che scosse il bosco,tanto forte da far
scappare tutti gli animali nelle vicinanze ed intanto il cielo,si stava
già riempiendo dei colori del tardo pomeriggio,segnando
ormai la fine di una giornata piuttosto intensa.
Poco più ardi,al villaggio degli assassini.
Tutti si ritiravano per la sera quando ormai i due yokai stavano
tornando a casa,dato anche il fatto che nella stagione fredda il
sole,ovviamente,scendeva prima,era incredibile come per quanto tempo
avesse combattuto lui e l'assassino sentiva che fossero stati a
malapena una mezz'ora.
Era la seconda volta che incrociavano le lame e doveva ammettere che
rifarlo era stato una bella sensazione,certo,lui non provava
chissà quale simpatia per quell'umano,ma doveva ammettere
che era un guerriero unico nel suo genere,si era accorto troppo tardi
di come per tutto il tempo Ezio aveva sfruttato,non solo la forza
fisica e l'abilità nel combattimento,ma anche una certa dose
di furbizia e una sfrontataggine senza pari avevano fatto la loro parte.
Ezio era un combattente eccezionale,ma era troppo orgoglioso per
ammetterlo e certamente non aveva alcuna voglia di farlo,che cosa ci
avrebbe guadagnato? Nulla,tutto qui.
Era questo il suo pensiero,quindi,anche se adesso faceva ufficialmente
parte della setta degli assassini,il suo atteggiamento con Ezio non
sarebbe cambiato,non gliela avrebbe data vinta,mai e poi mai.
Ma ora basta pensare a lui,doveva smettere,era chiaro ormai che c'era
una persona più importante alla quale pensare,caso volle che
quella persona in quel momento era al suo fianco.
Era lei,che fino a quel momento gli era stata vicino,lei che aveva
cercato di aiutarlo,lei che era saltata da chissà dove per
salvarlo all'ultimo,anche se probabilmente Ezio non aveva mai avuto
nessuna intenzione di ucciderlo,ma era intervenuta e lui,l'aveva
trattata male.
L'aveva respinta,aveva offeso i suoi buoni propositi e l'aveva lasciata
li,c'era una sola parola per descrivere il suo comportamento:
Disonorevole,ecco cos'era stato nei suoi confronti.
Entrarono nella loro piccola dimora e appena la porta si chiuse
Sesshomaru si rivolse alla pantera.
- Toran,riguardo a questa mattina io....
- Sesshomaru...
- Aspetta,lasciami parlare...
Disse lui facendo segno con la mano di fermarsi.
- Io...non mi sono comportato nel migliore dei modi,sono stato scortese
nei tuoi confronti,tu volevi aiutarmi e col mio comportamento ho
insultato la tua dignità nonostante ciò sei
intervenuta in mio soccorso,io...quello che sto cercando di dire
è....
- Tranquillo,la colpa è mia,sono stata troppo invasiva,avrei
dovuto lasciarti i tuoi spazi,mi spiace non averli rispettati e solo
che tu sei sempre così distante,non ti lasci mai avvicinare
da nessuno,volevo capire come aiutarti nello stesso modo in cui hai
aiutato me,comunque,penso che la parola che tu stessi cercando era
grazie.
- Si...io non ho più niente da dire a riguardo,quindi,penso
che sia tutto.
- Bene,più tardi ti va di tornare al fiume?
Disse lei tutto in colpo,per poi coprirsi la bocca con una mano,come se
volesse voluto trattenere un pensiero,che per sbaglio gli era sfuggito.
- Volentieri.
Disse lui prontamente e lei subito si lasciò sfuggire uno
sguardo felice.
Finalmente il loro rapporto sembrò essere tornato saldo,se
non essere addirittura migliore di com'era fino a quella
mattina,qualcosa era certamente cambiato nella loro
complicità.
Chissà.
Forse,la spada aveva trovato il suo fodero.
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Capitolo 49 *** La scala ***
Quella stessa sera, al villaggio degli assassini.
Dopo la sconfitta per mano del maestro assassino Ezio
Auditore,Sesshomaru e Toran tornarono al fiume,una pallida luna
illuminava il fiume riempiendo la zona di una flebile luce,ma
che comunque dava la giusta atmosfera che entrambi cercavano.
Erano entrambi appoggiati al medesimo albero di quella mattina,l'uno
accanto all'altra,nessuna parola,nessun argomento,solo il lento fluire
della corrente,c'era solo pace,non c'era stato bisogno di inventarsi
chissà quale scusa per andare li,no,per Sesshomaru era stata
sicuramente una lunga giornata e quindi un momento per rilassarsi gli
serviva proprio,invece per Toran era stato differente.
Era stata in giro a rimuginare sugli avvenimenti accaduti,mentre per
caso si era imbattuta in alcune pantere,si misero a parlare del
più e del meno e di come ci si sentisse a far parte della
confraternita,cosa che lei ancora non comprendeva,anche per lei era un
mondo fuori dalla sua comprensione,poi,proprio mentre si stava
confrontando con alcuni suoi simili,qualcuno aveva fatto passare la
voce di un combattimento in mezzo ai vecchi ruderi nella foresta,quando
capì chi potesse essere uno dei duellanti corse subito a
nella direzione in cui si stavano muovendo tutti.
Il resto era storia.
- Posso farti una domanda?
Chiese all'improvviso l'inuyokai.
-Certo.
-Perché hai cercato di salvarmi?
Un espressione di angoscia cominciò a posarsi sul suo
viso,ma lui subito se n'è accorse e subito
intervenì.
- Sia chiaro,non c'è lo con te e solo che mi è
sembrato strano che intervenissi in mia difesa,non ho meritato il tuo
aiuto,avrei dovuto capire fin da subito come ragionava quell'umano e
invece mi sono lasciato imbrogliare così facilmente...sono
un debole.
- TI SBAGLI.
Disse lei di getto,come in preda ad una forte emozione.
- Toran...
Lui non si aspettò una reazione simile,perché mai
quello scatto d'ira improvviso? Non riusciva a comprenderlo,per cui
rimase interdetto.
- Tu sei un grande combattente,ti ho visto oggi,il modo in cui ti sei
impegnato,non ti ho mai visto impegnarti così tanto con un
avversario,tu hai combattuto lealmente e al massimo delle tue
capacità,se Ezio ha voluto imbrogliare allora e lui il vero
sconfitto e quindi tu risulti come vero vincitore,hai usato solo la tua
spada e il tuo coraggio,questo vuol dire molto per me.
Sesshomaru,non poté certo ignorare quelle parole,era stato
omaggiato per il suo senso della correttezza,per aver giocato secondo
le regole e per aver perso con onore,in ogni altra occasione,se fosse
stata un altra persona a dirlo,gli avrebbe risposto a modo.
Eppure,sapendo che era stata lei a dirlo non lo
irritò,anzi,in una piccola parte del suo animo si
sentì grato per questa prospettiva su di lui,quelle parole
fecero sembrare la sua sconfitta come un qualcosa di più
glorioso ed eroico di come non fosse in
realtà,tuttavia,sentirlo dire gli alleggerì il
senso di vergogna che provava verso se stesso.
Guardò Toran con sguardo sereno e quella sera,sotto quella
luna,lui fece qualcosa che solo in rare occasioni,per non dire
uniche,fece ad un altro essere vivente.
Le sorrise.
I suoi occhi color dell'oro si accompagnarono ad un
sorriso,piccolo,fragile,in grado di tramutarsi in una delle sue
classiche espressioni imbronciate,ma c'era.
E per lei,quell'espressione felice valeva più di tutti i
territori e le ricchezze che il mondo potesse mai offrire.
- Vogliamo tornare al villaggio?
Disse lui alzandosi dalla sua posizione.
-
Certamente.
Anche lei si alzò pronta a tornare indietro,insieme al suo
nuovo alleato.
Tornati alla loro dimora,Sesshomaru come la sera
prima,aspettò fuori dall'uscio,il tempo necessario per Toran
di spogliarsi e mettersi sotto le coperte.
- Sesshomaru,puoi entrare se vuoi.
Lo yokai entrò come se nulla fosse,quando si accorse della
magnifica visione che aveva davanti.
Lei era vestita di una lunga vestaglia di seta azzurra,la veste
sembrava così sottile che il ragazzo ebbe l'impressione di
poter vedere con chiarezza le forme della ragazza,non sapeva quasi che
cosa dire,tuttavia non si sbilanciò troppo e rimase
perfettamente statuario,almeno in apparenza.
- Adesso tocca a te.
Ma lei non fece nemmeno in tempo ad uscire dalla casa che lui
iniziò subito a slacciarsi l'obi e a togliersi le
calzature,Toran dal canto si imbarazzò come non mai,anche se
certamente poteva già pregustare lo spettacolo che stava
iniziando di fronte ai suoi occhi.
- Sesshomaru,che stai facendo?
Lui non rispose che già si era tolto il kimono e gli hakama
mostrando il suo corpo in tutto il suo splendore,il petto gonfio e le
braccia allenate,il ventre tonico e le gambe muscolose erano diventate
gioie dei suoi occhi,prontamente lei si era girata imbarazzata,anche
perché vederlo solo con l'intimo,sarebbe stata un emozione
troppo forte.
- Mi sto cambiando per la notte,ecco cosa sto facendo,personalmente non
capisco perché dovremmo aspettare l'uno il turno
dell'altro,ormai siamo adulti,non ragazzini.
- Capisco,però...potevi almeno avvertire.
Lui non sembrò allarmarsi più di tanto della
cosa,anche se infondo forse era stato un po' indelicato,aveva compiuto
quell'azione senza alcun preavviso e di certo lei non aveva retto alla
cosa nel migliore dei modi.
Vederlo li,senza vestiti era una cosa che solo in qualche momentanea
fantasia si era solo immaginata di vederlo così,in quel modo
così glorioso e con delle maniere così
rudi,cominciò a sentirsi accaldata,vampate di calore
dilagavano lungo il corpo,facendola arrossire fino a farla sembrare un
tizzone ardente,altro che bagno freddo,per tornare del suo colorito
originario avrebbe dovuto buttarsi nel fiume di poco fa e poi far
congelare l'acqua tutt'attorno.
Lei si mise immediatamente sotto le coperte del futon,restando girata a
fissare il muro,con quale coraggio poteva vederlo in faccia mentre i
suoi occhi avrebbe rischiato di esaminare con attenzione ogni
particolare di quel corpo statuario?
Decise di non pensarci e di chiudere gli occhi,prima si sarebbe
addormentata meglio era.
- Toran...
Lei si girò immediatamente in direzione dell'inuyokai,lo
vide li,sotto le coperte a fissare il soffitto.
- Dimmi.
- Ho una proposta da farti,ti va di ascoltarla?
- Ti ascolto.
- Vorrei che tu fossi la mia compagna di viaggio.
- Cosa?
Chiese lei incredula a quelle parole.
Lui in riposta a quella reazione ruotò la testa verso di lei
fissandola intensamente,lei dal canto si sentì sciogliere da
occhi così rigidi e fermi,quasi comandassero di avere la sua
attenzione.
E lei l'avrebbe data volentieri.
- Non posso fidarmi di nessuno qui,da un pò di tempo mi sono
reso conto che stanno accadendo cose troppo strane:Akira,gli
assassini,la voce dentro la mia testa,le rovine dentro la montagna e...
- E cosa?
- Quella statua.
- Ah si...quella.
Sesshomaru rimase in silenzio,si aspettava un espressione
stupita,addirittura stupefatta,invece lei accolse la notizia come se
fosse una cosa già saputa,come se stesse rivelando un
segreto a qualcuno che lo conosceva già.
- Dopo che te ne sei andato dalla città in rovina,avevo
intenzione di chiedere a quei cosa fosse successo,poi l'ho vista
anch'io,Ezio e Yuki mi hanno solo detto che c'era stata un
discussione,ma non hanno voluto dirmi altro,Sesshomaru,cos'è
successo veramente.
- Fosse così facile spiegarlo e comunque,adesso sono
stanco,ho avuto una giornata piuttosto impegnativa.
- Si certo,buona notte.
Lei si girò verso l'altro lato,ma non fece in tempo a
chiudere gli occhi che subito un altra parola la richiamò a
se.
- Toran.
- Cosa c'è?
- Non mi hai ancora risposto,vuoi diventare la mia compagna di viaggio?
Lei si fece un attimo titubante,chiederglielò
così,di tutta fretta,senza alcuna gentilezza,senza alcuna
smanceria,solo il freddo e diretto approccio che solo lui era in grado
di usare,ma a lei certo la cosa non dispiaceva,non troppo almeno.
- Si.
- Bene,almeno adesso so che potrò dormire notti
più sicure,con te che mi guardi le spalle.
E detto questo si girò dall'altra parte,ignorando totalmente
la reazione della pantera,chiuse gli occhi e si preparò a
dormire sonni tranquilli.
Anche si girò dall'altra parte,nel tentativo di coprire il
rossore delle sue guancie,davvero riponeva in lei così tanta
fiducia? Cosa doveva pensare di questa rivelazione?
L'unica cosa che sapeva e che quella notte rischiava di divenire
insonne,poichè per brevi tratti la sua immaginazione
cominciò a viaggiare per desideri lontani,situati nei
meandri dei suoi istinti primari,cominciò a pensare di come
se i loro futon fossero stati più vicini,di lui si fosse
rivolta a lei con parole più dolci,mentre alzava le coperte
e si infilava nel suo letto,senza che lei potesse far nulla per
impedirlo.
Senza che lei volesse impedirlo.
E Sesshomaru,una volta sopra di lei,gli tenesse ferme i polsi con le
sue mani da guerriero e improvvisamente avvicinasse le sue labbra alle
sue ed infine....
No,non voleva pensarci,non aveva il coraggio di immaginare oltre e
subito cercò di distrarsi cominciando a pensare ad
altre,preferendo non approfondire ancora su tematiche a lei
così delicate,non volendo sfiorare la superficie di pensieri
così romantici,che rischiavano di sfociare in immagini
più selvaggie.
Lui,più brutale,animalesco ed istintivo,che le strappava le
vesti in un sol colpo e poi...
- Basta,smettila....
Si disse lei,preferendo interrompere li un susseguirsi di immagini che
a stento riusciva a tenere a freno,stato meglio fermarsi li.
E la notte passava tranquillamente....o almeno così sembrava.
Sesshomaru,si sentì riposato e così facendo
aprì gli occhi.
Peccato che non fosse più nella casupola di legno,era
tornato li,su quella spiaggia.
E sempre li vide quell'uomo seduto in riva al mare,sentì di
nuovo il suono delle onde infrangersi sulla battigia,mentre un leggero
vento gli scompigliava i lunghi capelli.
- Vedo che ti sei dato da fare contro quell'Ezio,peccato che tu non
abbia vinto,sono dispiaciuto,dico sul serio.
- Perchè sono di nuovo qui?
- Probabilmente la tua coscenza riteneva giusto farti tornare qui,ma se
mi chiedi il motivo esatto non saprei dirlo,ma dubito che sia qualcosa
di banale,gli ultimi eventi nè sono una conferma.
- Spiegati meglio.
- La tua visione della città nella montagna,il tuo confronto
con Toran nella antica sede degli assassini,la statua che tanto ti
assomiglia,le verità apprese da Yuki ed Ezio sotto la casa
del libro ed infine,il tuo scontro nella foresta per entrare nei ranghi
della confraternita,gli eventi si sono messi in moto e la tua
connessione con questa storia.
- Perché questa connessione dovrebbe essere così
importante? Cosa c'entro io in tutto questo?
- Te l'ho già detto Sesshomaru,posso indicarti la via...
- Ma spetta a me scegliere se percorrerla o meno,peccato che io non
vedo nessuna strada,vedo solo misteri ed inganni,si frappongono sul mio
cammino come fili d'erba in un campo.
- Eppure lei è l'unica realtà nella quale hai
deciso di credere fermamente.
Il ragazzo non riuscì a ribattere a quella parole,sapeva
bene dove stava andando a parare,parlava di Toran e di come il loro
rapporto si era solidificato,reso più saldo da una fiducia
reciproca.
- Hai già compiuto il primo passo verso la strada che ti sei
prefisso di percorrere,ma l'obiettivo finale e ben lungi dall'essere
intravisto,lei ti è stata più di aiuto di quanto
tu possa credere,in futuro lei ti potrebbe essere più utile
di quello che pensi.
- Ha dato prova della sua onestà,ha la mia stima,questo
dovrebbe dire molto su cosa penso di lei.
- Dice molto,ma non dice tutto,comunque,penso che tu debba
proseguire,restare qui troppo a lungo,non ti fa bene,anzi,restare in
questo luogo e più nocivo di quello che pensi.
- Come se avessi scelta,tranquillo,me ne vado il prima possibile.
E detto ciò si incamminò di nuovo per la
spiaggia,si girò un ultima volta verso Jin e vide che era
ancora li,a fissare il nulla,restando seduto li,con lo sguardo che
guardava chissà dove,ma non poteva dirlo con certezza,visto
che sotto il cappuccio non lo aveva mai visto.
Ora che ci pensava era strano,o meglio,era strano in modo
particolare,era la seconda volta che lo trovava in quella posizione,la
cosa di certo lo incuriosiva.
- Posso farti una domanda?
- Certo.
Disse Jin senza nemmeno voltarsi.
- Cosa stai facendo?
- Aspetto.
- E cosa di preciso?
L'assassino girò di poco la testa.
- Qualcosa di brutto.
Sesshomaru rimase stranito da quella risposta,che cosa intendeva dire
con un imprevisto?
Ad ogni modo si era stancato di star li senza fare niente,decise di
allontanarsi,incamminandosi verso l'uscita di quello strano mondo che
era dentro di lui.
Era da un paio di minuti che camminava,ogni tanto guardava verso
l'orizzonte in cerca di qualcosa,forse di una risposta,di una
spiegazione,di una logica dietro quel mondo senza senso che gli era
attorno.
Il mare,la spiaggia,il cielo azzurro e basta,nulla di
più,perché mai quell'ambiente avrebbe dovuto
trovarsi li,nella sua testa? Che ci fosse realmente un mondo nascosto
nella sua testa,vivido e tangibile? Oppure era il frutto della follia
di quella trama che stava diventando la sua vita,è lui stava
perdendo il lume della ragione? Forse nemmeno Jin era reale e si stava
sognando tutto.
Ma come poteva essere un sogno così vivido,non aveva senso,a
quale scopo una fantasia bella e buona poteva creare un ambiente
così dettagliato?Il mare sembrava realistico,poteva persino
sentire l'odore del sale salire su per le narici,la sabbia sembrava
vera,tanto che i suoi piedi affondavano di pochissimo ad ogni passo
compiuto.
No,non poteva spiegarselo,ma allora perché accadeva? A quale
scopo? A quale fine tutta questa cosa?
Non poteva spiegarsi nemmeno questo e la cosa lo faceva impazzire.
Eppure,ora che il suo rapporto con Toran era migliorato poteva
notare,come ora lui fosse più calmo,più
controllato,meno irrequieto,forse era stato un bene che fosse lei a
sorvegliare il suo sonno.
Certamente non l'avrebbe costretta a stare sveglia per lui,non era
certo la sua schiava e tanto meno avrebbe mai voluto che fosse
così,ma almeno ora sapeva di non essere completamente
solo,in balia di se stesso,ora sapeva che aveva almeno un alleato in
quella tempesta di assurdità.
E la cosa lo faceva sentire bene.
Mentre era incentrato su i suoi pensieri si presentò davanti
ai suoi occhi un altra bizzarria,diversi monoliti,molto simili a quelli
nella foresta erano disposti su due file paralelle nel mezzo invece vi
era un altro rettangolo,un altro ingresso per chissà dove,un
altro varco per un luogo che di certo non avrebbe voluto vedere.
Ormai sapeva come funzionava,era tanto semplice quanto
inquietante,sapeva cosa sarebbe successo,lui sarebbe entrato,il suo
corpo si sarebbe ridotto in polvere e poi si sarebbe ricomposto da
qualche altra parte,stesso schema,stessa incredulità,stesso
senso di oppressione.
si incamminò verso l'ingresso e nel farlo finì in
mezzo alle grandi pietre a suoi lati,su di ognuna erano rappresentati
segni,incisioni,strane figure umanoidi e disegni dalla forma arcaica
alla quale non sapeva dare spiegazione,forme stilizzate e primitive dai
significati complessi,ammesso che ne avessero uno.
E mentre si avvicinava allo strano ingresso si accorse di una luce
provenire dalla sua mano destra,era il segno,quello comparso nelle
rovine sotto il castello di Akira,in quei due giorni se n'era quasi
scordato,cosa normale,dato che in due giorni la sua attenzione era
stata incentrata su altre cose.
Ormai era qualche passo dalla porta
rettangolare,avanzò,sarebbe andato avanti,cosa che aveva
sempre fatto e che da sempre gli sarebbe riuscito bene,ma qualcosa lo
bloccò di colpo,attirando la sua attenzione.
Con la coda dell'occhio,più in la nella sabbia,gli parve di
vedere qualcosa che prima non c'era,come se fosse comparsa
all'improvviso.
Si girò e poi lo vide,alto,bello e innaturale come il giorno
prima.
La statua nelle rovine,era li,in lontananza,come se stesse osservando
lo yokai.
Un brivido si fece sentire lungo la schiena è una strana
ansia si fece presente ai confini del suo autocontrollo,distolse lo
sguardo dalla strana scultura ed entrò nella porta,lasciando
che il suo corpo si sbriciolasse di nuovo,fino ad annullarsi
completamente dal comune stato della materia.
Il suo corpo si ricompose in un nuovo luogo altrettanto bizzarro,si
trovava in uno stretto corridoio,dai muri lasci,mentre una strana luce
bianca scorreva attraverso tutto il soffitto.
Avanzò incerto,sapendo che era l'unica cosa sensata da
fare,i suoi occhi si posarono su quella pietra naturale,non riconosceva
lo stile architettonico,non che la cosa gli importasse molto,ma doveva
ammettere che non era normale,come qualunque cosa che fosse li.
Arrivato in fondo vide una porta scorrevole,l'aprì e subito
si ritrovò in un altro ambiente,anch'esso gli era familiare.
Era una piazzola,il terreno era verde,erba tagliata con cura si
estendeva per decine e decine di metri,mentre tutt'attorno
basse mura difensive circondavano la piccola area.
- Non ci credo,questa era l'area degli allenamenti,era qui che mio
padre mi ha insegnato a tirare di spada,sono secoli che non pensavo
più a questo posto.
Si,se lo ricordava bene,quel posto era pieno di molti ricordi,ricordi
di apprendimento,di lividi,di rabbia e di lacrime represse,ma anche di
bei momenti,quei pochi momenti condivisi col padre,alto,forte,sicuro di
se,il modello di uomo che lui ha sempre voluto essere.
Fu li che prese in mano la sua prima arma,una spada di legno,certo,ora
che ci pensava non'era nemmeno un granchè come arma
d'offesa,ma alla sua prima lezione gli piaque fin da subito,era
sua,questo bastava a renderla qualcosa di speciale,infondo era stato
sua padre a donargliela.
- Allora Sesshomaru,fammi vedere quello che sai fare.
L'aveva sentita ancora,era la voce di suo padre,cercò con lo
sguardo la presenza del padre,controllò dappertutto,persino
in alto,accorgendosi così di un cielo completamente sgombro
dalle nuvole,ma che tuttavia sembrava possedere un non so che di
artificiale,di falso,emulazione di una parte importante della sua
infanzia.
Subito quella frase cominciarono a farsi sentire anche altri
suoni,colpi di spada,legno che picchiava su altro legno,anche stavolta
c'ercò qualcosa,ma non vide niente,nessun scontro,nessun
allenamento,solo suoni,nulla più.
Dopo poco smisero,subito sostituiti da una voce meno autoritaria e di
gran lunga più giovane.
- Dannazione,ho perso.
- Sei amareggiato?
- Si
- E normale che tu abbia perso,questa e la tua prima volta e poi
pensaci,io combatto da molto più tempo di te,ma non ti
preoccupare,un giorno potremmo scontrarci alla pari,adesso
Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.
- Cosa volete sapere?
- So che hai fatto altri sogni ultimamente,perché non me
l'hai detto?
- Io....avevo paura.
- Di cosa?
- Di sembrare pazzo,padre....io non sono pazzo....vero?
E li la discussione finì,si interruppe su quella
domanda,aveva ascoltato ogni singola parola,era più che
sicuro che la voce di quel bambino fosse la sua,ma allora
perché,non si ricordava nulla?
Non aveva memoria alcuna di quella conversazione,proprio come per la
storia dei fogli,nemmeno quello si ricordava,adesso sapeva per certo
che c'era un altra cosa che non quadrava,perché non
ricordava nulla di tutto ciò? Perchè non
corservava momori alcuna di quegli eventi in particolare?
E proprio mentre cominciava a chiedersi sulla cosa notò che
c'era un altra porta attaccata ad uno dei muri,prima non l'aveva
visto,ed era certo che prima non c'era.
Si diresse verso di esso ed entrò,ma prima di oltrepassare
la soglia sentì un ultima frase.
- No,Sesshomaru....non lo sei.
E immediatamente sentì il bisogno di girarsi,ma ancora una
volta non vide nessuno e semplicemente proseguì per la sua
strada.
Si ritrovo in un altra strettoria simile a quella di prima, ma questa
volta,c'erà una stretta scala di fronte a lui che portava
verso l'alto,aveva un aspetto innaturale e gli scalini stessi sembrano
scavati nella pietra stessa.
salì sul primo gradino e subito accadde qualcosa di
decisamente inaspettato,accanto ai muri cominciarono ad apparire altri
disegni,altre forme senza senso,immagini e figure che per lui non
volevano dire niente.
Riprese la salita e nel mentre,altre parole arrivarono alle sue
orecchie e questa volta sentì la voce dell'uomo che da poco
nella sua vita odiava più di tutti.
- Inutaisho,sei venuto a farmi visita e non da solo a quanto
vedo,c'é anche il mio paziente preferito.
Era Akira,e stava parlando proprio con lui,insieme a suo
padre,perché mai non aveva memoria della cosa? Come faceva a
non ricordarsi di un uomo simile?
- Akira,di spiace se rimango anch'io? Sai,oggi non ho molti impegni e
quindi ti volevo chiedere se posso restare durante la visita.
- Ma certo,ovvio é tuo figlio,mi sembra più che
giusto,prego accomodati,vorrei dirti di fare come se fossi a casa
tua,ma visto che questa é una stanza del tuo castello,mi
sembrerrebe paradossale dirtelo,comunque,mettiti comodo,ci
vorrà un pò.
- Va bene.
- Allora signorino Sesshomaru,come si sente oggi?
Ora la discussione si era spostata su di lui,stava seriamente
cominciando a preoccuparsi di cos'altro sarebbe riuscito a
scoprire,tuttavia,non smise si salire quella strana scalinata.
- Come al solito,nulla di nuovo.
- Capisco,cominciamo con un serie di associazioni di parole,io dico una
parola e lei risponde con un altra di sua scelta,per esempio,io dico
cielo e lei dice...
- Azzurro.
- Perfetto,lei un bambino molto perspicacie,cominciamo....foglia.
- albero.
- Spada.
- Amica.
- Castello.
- Casa.
- Padre.
- Maestro.
- Madre.
- Distante.
- Sogno.
- Strano.
- Yonaguni.
Dopo quella parola Sesshomaru non sentì alcuna
risposta,ancora quella parola,Yonaguni,l'aveva già
sentita,l'aveva già vista,,possibile che quella parola,fosse
così importante?
- Proviamo con un altra parola,precursori.
Nemmeno li ci fu risposta,cosa successe tanto da farlo ammutolire?
Perché a quelle parole non dava una risposta,l'unica cosa
che sapeva e che più saliva quelle scale e più si
rendeva conto che in quel ricordo perduto stava per rammentare qualcosa
che forse non gli sarebbe piaciuto.
Aveva questa sensazione,come se qualcosa di sopito dentro di lui,stesse
per venire fuori,le sentiva nelle vene,nelle ossa,nella testa,lo
sentiva dentro il petto,un istinto sconosciuto che pulsava a pari passo
coi battiti del cuore.
- Ultima parola,tavoletta.
Il battito stava accellerando,la respirazione aveva raggiunta la
velocità massima,ispirava ed espirava a ritmo sostenuto,come
se avesse il fiato mozzo,cominciò a sentirsi
affatticato,stanco,nauseato,sentiva i conati di vomito farsi
più forti e mentre ciò accadeva,il mondo attorno
a lui cambiava.
I muri si stringevano,il soffitto si abbassava,le immagini attorno a
lui cambiavano,tramutandosi così in una sola ed unica parola.
Mostro.
Era scritto dappertutto,sui muri,sul soffitto,sui gradini,si guardava
attorno e non riusciva più a respirare,si sentiva soffoccare
e nel frattempo da sopra la scala apparve qualcosa di inquietante.
Sembrava un altra porta,ma non sembrava condurre da nessuna parte,solo
un nero,oscuro,spazio vuoto.
- No,no io...non voglio.
Era di nuovo il Sesshomaru bambino a parlare.
- Che succede a mio figlio?
Era la voce di suo padre,sembrava preoccupata,preoccupata per lui,per
suo figlio.
- Sta avendo un altra manifestazione,aiutami a tenerlo fermo,giusto il
tempo di usare l'occhio....non permetterò che abbia un altra
crisi.
Sesshomaru non riusciva più a capire cosa stesse
succedendo,sapeva solo che era impotente,dolorante e immobile,come se
il suo corpo non rispondesse più ai suoi ordini ed intanto
la porta cominciò a fare qualcosa di strano.
Cominciò a scendere.
I gradini più in alto sembrano annullarsi al suo
passaggio,come se si stesse postando autonomamente e consumasse tutto
quello che aveva attorno.
Ogni gradino veniva consumato,ogni frammento nel muro si sbriciolava
nel nulla,restava solo la porta,che si avvicinava lentamente,sempre di
più,sempre di più,inesorabilmente sempre di
più.
Lo yokai cercò ancora di allontanarsi,ma ancora
non'è era tornato ad essere padrone del suo corpo,a quel
punto percipì quella che pian piano era un sentimento che
provava molto difficilmente.
La paura.
La paura si stava impossessando di lui,nulla aveva più
senso,nulla era più sano li dentro.
Ormai era vicina,si stava avvicinando,poteva già sentire la
parte nera di quell'entrata sfiorargli il volto,qualunque cosa ci fosse
dentro,sentiva solo che lo inquietava,non sapeva perché,non
sapeva come,sapeva solo che non voleva entrarci,che non doevva
entrarci,mai e poi mai.
Ormai era la fine....è non poteva fare nulla per impedirlo.
Ma all'improvviso,accadde qualcosa.
Sentì qualcosa prenderlo per il collo e trascinarlo di peso
all'indietro.
- VATTENE,NON SEI ANCORA PRONTO PER AFFRONTARLO.
Era la voce di Jin,era la sua,n'è era certo,non lo vide
chiaramente poichè una luce improvvisa cominciò
ad abbagliare tutto quello che lo circondava.
Riprese subito il pieno controllo del suo corpo e il suo unico istinto
fu quello che lanciarsi in avanti,ora aveva pieno controllo.
Fu uno slancio fortissimo e subito si gettò in avanti,in
quel momento riprese la sua vista,ma la scena che aveva davanti era un
altra.
Un volto di donna,una mano stretta intorno ad una gola ed un altra con
gli artigli lunghi fino all'inverosimile.
- Sessho...maru.
Era Toran è subito si accorse di quello che stava
succedendo,la sua mano sinistra le stava stringendo la trachea mentre
la destra era pronta a colpire.
Lasciò la presa e lei si mise sulle ginocchia e
guardò lo yokai con l'intensità di chi era stata
presa alla sprovvista.
La situazione di lui al momento era la peggiore immaginabile,i suoi
muscoli era tesi al massimo,mentre i suoi occhi era rosso sangue e gli
artigli pronti a colpire ad accenno di aggressione.
- Toran...
I suoi occhi cercavano la pantera e la trovarono,lei era,spaventata ed
incredula per quello che era successo,lui invece sembrava in preda ad
uno stato di delirio,come se avesse subito sulla sua pelle ogni pena
dell'inferno.
- Toran,io...io non...
La vide subito andargli incontro e senza alcun preavviso le braccia di
lei gli cinsero il collo,con fare affettuoso e delicato,lui era stato
brutale e violento,stava cercando di reagire contro qualcosa non sapeva
definire,eppure si era lanciato,era scattato con l'intenzione di
uccidere sul colpo.
E invece le aveva fatto del male e la cosa più strana e che
lei sembrava preoccuparsi più per lui,che per se stessa,la
cosa lo confondeva parecchio.
- Va tutto bene,non'è colpa tua....non'è colpa
tua.
Le disse Toran sussurrandogli in un orecchio,tale era la loro vicinanza
che il naso di Sesshomaru poteva sentire l'odore della pantera senza il
ben che minimo sforzo,poichè era a pieno contatto col collo.
La loro pelle era finito in un contatto intimo,tale era la vicinanza
che avrebbe potuto appoggiare le sue labbra nell'incavo della spalla di
lei,in quel momento non sapeva più se quello che c'era
all'infuori della casa fosse il mondo reale o un altra fantasia,l'unica
cosa che sapeva e che lei era reale e una parte di lui...una grande
parte di lui desiderava non staccarsi quell'abbraccio.
- Tu non volevi farmi del male,io lo so,non sei un mostro,so che dentro
di c'é un problema che io no riesco a comprendere,ma so che
supererai questa sfida,non importa quanto sarà
difficile,sarai tu il vincitore,n'è sono sicura.
A quel punto la pantera sentì qualcosa stringera sul
costato,guardò un attimo e subito le vide.
Erano due braccia,le braccia dell'uomo che un tempo era suo rivale,ora
la stringevano con la stessa morbidezza e la stessa dolciezza con la
quale stava facendo lei,a pensarci bene sembrava strano come braccia
così forti potessero essere anche così delicate.
Rimasero stretti così per un pò,in quel momento
non c'erano problemi proveniente dal mondo esterno,non c'erano problemi
dentro la testa dell'inuyokai,c'erano solo un cane e una pantera,un
uomo ed una donna.
Lei era bisognoso di lui e lui bisognoso di lei,tutto ciò
che volevano era state stretti in quel legame.
Un legame così forte che avrebbe superato ogni male,ogni
problema,ogni avversità.
C'erano solo loro due,null'altro contava.
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Capitolo 50 *** Quando la croce incontrò il demonio,prima parte ***
Quella stessa notte,nella provincia di Owari.
Era notte calma,le stelle splendevano nel cielo e una gelida brezza
invernale,segnava l'inizio di una nottata uguale a quella precedente
nei territori del castello di Nobunaga,la gente comune dormiva in vista
delle fatiche del giorno dopo.
Le guardie del feudo facevano la ronda,mentre i servi si erano ormai
diretti agli alloggi per la servitù e nel frattempo,il corpo
della guardia scelta sorvegliava ogni angolo del castello con accurata
attenzione.
E nel frattempo,in un stanza appartata all'interno delle mura,un
uomo,danzava al lento ritmo di un tamburo,mentre dentro alla sala si
stendeva la luce della luna in tutto il suo splendore.
Quell'uomo non'era altro che Nobunaga,mentre il suono del
tamburo era dovuto a sua moglie,Nohime.
La donna,seduta sulla ginocchia al limitare del muro e di un
paravento,teneva su una spalla un piccolo tamburo molto particolare
detto Tsutsumi,possedeva una forma a clessidra e veniva solitamente
usato in una delle attività preferite del marito,il teatro
Noh.
(Il Noh e una forma di arte teatrale Giapponese molto particolare,si
basa principalmente su opere di natura storico o mitologico e le
movenze degli attori sono ridotte al minimo limitando al minimo i
movimenti di ogni singola scena,pare che lo stesso Nobunaga avesse una
particolare passione per questo tipo di teatro).
Una mano batteva lentamente sul sottile strato di pelle dello
strumento,un tocco,pausa,un tocco,pausa,sempre
così,ritmicamente,continuamente,come in un rito
cerimoniale,una sequenza sacra,sublime rintocco alla luce della luna.
Lui invece indossava una leggera veste di cotone bianca legata ad un
obi rosso,nulla di troppo regale,parte del petto e il braccio destro
erano scoperti,con la manica e parte del kimono che pendevano verso il
basso,mentre nella mano teneva un ventaglio giallo con inciso il
sigillo di famiglia.
Un passo,poi un altro ed un altro ancora,piccoli movimenti rigidi
mentre il braccio teso,con in mano il ventaglio in senso verticale che
di fronte al suo sguardo sembrava tagliare la luna in due parti
perfette.
Avanzava lentamente,ad ogni passo un rintocco di tamburo,poi un giro di
lato e subito dopo esegui diversi movimenti col ventaglio,in
orizzontale e in verticale,abbassandolo e alzandolo,con movimenti
precisi e dettati da una quasi assenza di mobilità,quasi
imposti con disciplina.
Poi ad un certo punto,Nobunaga recitò uno dei suoi monologhi
preferiti,dal significato al quanto particolare.
- Un uomo può vivere per cinquant'anni sotto il cielo,un
tempo assai misero se confrontato all'età di questo mondo,la
vita è un sogno è il sogno è un
illusione,tutto a questo mondo e destinato a svanire,ad annullarsi ed
infine a divenire parte del creato,vi è forse qualcosa a
questo mondo che sia degno di essere eterno?
Questo era il senso intrinseco della sua danza,i suoi movimenti,il
suono del tamburo,la luce della luna e persino la mancanza di ornamenti
superflui nella stanza,tutto stava a indicare come nell'immaginazione
del folle di Owari quello che si stava svolgendo li dentro era opera
teatrale.
La sua opera.
Ricordava bene le sfide del suo passato per giungere dove arrivato,la
morte di suo padre e il casino che combinò al funerale del
genitore,cosa che lo alienò da gran parte della
nobiltà del clan,gli anni trascorsi a decimare i ribelli
all'interno della sua famiglia,la ribellione di Nobukatsu,suo fratello
minore,per poi ricordare anche Okehazama.
Non si poteva dimenticare un evento simile,infondo era ciò
che lo aveva reso uno dei personaggi più discussi del
momento.
Ricordava ancora una notte senza stelle,senza luna,al loro posto
c'erano nuvole cariche di pioggia,Yoshimoto Imagawa era entrato nelle
sue terre con una forza militare di ben venticinquemila uomini,mentre
lui contava appena tremila soldati,ma a lui stava bene anche
così,infondo,non aspettava condizioni migliori di quella
sera.
Quella notte gli uomini di Yoshimoto era ancora impegnati con i
festeggiamenti e i fumi dell'alcool quando un più,giovane
Nobunaga,grazie alla presenza della foresta che impediva al nemico di
vederlo e la pioggia di sentirlo riuscì ad attaccare
l'esercito nemico,totalmente impreparato per quell'evenienza.
Nulla poterono le guardie,che vennero investite da un cospiquo numero
di cavalleggieri guidato dal nuovo signore di Owari,mentre le restanti
truppe di fanteria uccidevano gli avversari inermi,che non poterono far
nulla per difendersi.
L'acqua si mescolava col sangue e diveniva rossa,la terra divenne una
putrida fanghiglia scivolosa,mentre le urla,i gridi di terrore e le
suppliche venivano coperte dal fragore della tempesta,dal rombo dei
fulmini e dalla crudeltà dei loro simili.
Poi lo vide,Yoshimoto,che era uscito dalla tenda accorgendosi troppo
tardi che la situazione era ormai sfuggita al suo controllo,al solo
vederlo Nobunaga si lanciò insieme al suo cavallo,nel caos
del massacro il suo avversario non si accorse subito di lui e quando lo
notò fu troppo tardi.
Ricordava ancora lo sguardo confuso dell'arrogante Yoshimoto,che con
boria pensava di spazzare via il clan Oda come se nulla fosse,si
dovette ricredere quando Nobunaga al di sopra di lui,alzò la
sua spada e con ferocia inaudita abbassò la lama,aprendogli
il cranio,la forza del colpo fu tale da far sprizzare il sangue e parte
della materia grigia sia su di lui che sulla cavalcatura.
Il resto era storia,storia che mise il suo casato sulla bocca di
tutti,prima sottovalutato, ed ora temuto.
Tornò con la mente al presente,come se la sua attenzione
fosse stata attirata da qualcosa,il suo sguardo si fissò
verso la luna e subito dopo arrestò la sua danza.
- Spero che lo spettacolo sia stato di tuo gradimento,non sono molte le
persone che hanno avuto il privilegio di vedermi praticare l'atsumori.
(Danza tipica del teatro Noh).
- Siete un uomo arguto,non c'è che dire.
E dall'ombra uscì la figura di Hana,era vestita con un
kimono un hakama e dei tabi neri,utili per mescolarsi con
l'oscurità,mentre attorno alla bocca portava un fazzolletto
di cotone del medesimo colore,per non farsi riconoscere in volto e per
tenere caldo il volto nelle freddi notti invernali.
- Il momento è giunto,il mio maestro e pronto a fare la
vostra conoscenza,lo troverete nei giardini,egli aspetta con
trepidazione.
Nobunaga dal canto non sembrava per nulla preoccupato della
cosa,nonostante il fatto di essersi ritrovato una perfetta sconosciuta
in una delle sue sale private e aver ricevuto la notizia di qualcuno
che lo aspettava al pian terreno bisognava riconoscere che fosse un
uomo decisamente tranquillo,bizzarra reazione da bizzarro uomo qual'era.
- Visto che hai avuto l'ardire di entrare qui,rischiando morte
certa,sappi questo,intrusa,incontrerò il tuo
maestro,ma sappi che se non troverò; la cosa di mio
gradimento,vi ucciderò senza troppe esitazioni,adesso vai.
Hana ricevette quelle parole come una chiara dichiarazione di
intenti,nessuna delicatezza,nessuna subdola cortesia,solo una chiara
minaccia di morte,eppure poteva percepire che nella voce del diabolico
damyo non c'era alcuna frustrazione o nervosismo,solo una calma
apparente,gli sembrava addirittura che una parte della bocca di lui
stesse abbozzando un sorriso.
Si mosse verso la finestra che dava sul cortile interno uscendo dalla
vista del signore di Owari,mentre gli passava vicino ebbe come una
sensazione,come se ci fosse qualcosa di sinistro provenire da quello
strano individuo,non sapeva spiegarsi bene cosa fossa,ma aveva il
sentore che non fosse nulla di bello,di certo avrebbe informato Akira
anche di questo.
Nobunaga vide la ragazza allontanarsi con velocità
straordinaria,doveva riconoscere che i suoi ospiti abusivi erano
certamente delle persone per nulla noiose,un falso brigante e una
kunoichi,quella serata rischiava di rivelarsi interessante,al solo
pensiero della cosa quasi poteva dire essere estasiato dalla cosa.
- Amore mio.
Disse Nohime attirando così le attenzione del tenebroso
marito,lei in tutta risposta non sembrava turbata dalla
cosa,anzi,sembrava divertita dalla cosa,un sorriso malevolo era
comparso sul volto,mentre con occhi da cerbiatta mascherava con fatica
una certa malizia.
- Ti consiglio di stare attento,infondo,questa può essere la
volta buona che ti uccidono.
Nobunaga si avvicinò alla compagna con fare fiero e sicuro
di se,la prese per un polso e con forza la tirò a se
portandola all'altezza del suo sguardo,il tamburo cadde a terra ma a
nessuno dei due sembrava importare qualcosa.
I loro volti erano così vicini che a stento si poteva
delineare il confine che separava le loro labbra e persino la linea di
demarcazione tra i loro occhi sembrava carico di sentimenti unici nel
loro genere.
Nobunaga,con lo sguardo carico di potere e di tenebrosa
ambizione,Nohime,con gli occhi pieni di lussuria e di
ardore,così simili e così diversi,così
attratti e allo stesso tempo si respingevano l'un l'altro.
E proprio quando sembrava che lui cercasse di riaprire bocca,lei subito
lo interruppe,tirando fuori dall'interno dei suoi numerosi kimono un
tanto che subito gli puntò sulla giugolare.
- Ricordi la promessa che ho fatto a mio padre...vero?
Disse lei mantendo il sorriso come se nulla fosse.
Nobunaga dal canto suo non sembrava minimamente intimorito dalla
cosa,anzi,sembrava trovare un qualcosa di esilarante nel suo
comportamento.
- Si.
- E la cosa non ti preoccupa nemmeno un pò?
Disse lei forzando un pò di più la lama contro la
gola,in tutta risposta lui rispose con un sorriso da lupo.
- Se avessi voluto una consorte più docile e affabile sarei
stato un uomo banale,debole e patetico,ma invece tu sei
pericolosa,enigmatica e sorprendente,per questo ti ho preferito a molte
altre.
Sguardi oscuri che si intrecciavano in una spirale di sinistra
attrazione e subito Nobunaga posò le sue labbra su quelle di
Nohime,delicatamente e allo stesso possessivo,come un conquistatore che
si impossessa di una territorio e subito impone la sua
volontà agli sconfitti.
Lei d'altro canto non sembrava opporsi a quella imposizione,quasi ne
traeva piacere.
Ma il loro momento di inquietante intimità fu interrotto da
una voce a loro nota.
- Mio signore Nobunaga.
Era Mitsuhide,stava parlando dall'altra parte della porta,Nobunaga dal
canto suo si staccòdal bacio che lui aveva iniziato e
subito la sua attenzione si rivolse verso il suo sottoposto.
- Cosa c'è Mitsuhide?
- Temo che gli ospiti siano qui.
- Si,lo so.
E detto questo si allontanò; dalla moglie,rivolgendogli un
ultimo sguardo.
- Vado a prepare il comitato di benvenuto,penso che non ci
metterò molto.
- Fa con comodo,mi aspetto che tu riserva loro la giusta
ospitalità.
- Senz'altro,mia tenebrosa consorte.
Detto ciò il signore di Owari uscì dalla stanza e
subito si trovò vicino al samurai,che già in quel
momento aveva indosso l'armatura dorata,era rispettosamente
inginocchiato e sul volto un espressione di chi sembra ansioso di
ricevere nuove direttive,posa e forma di Mitsuhide che Nobunaga ormai
conosceva alla perfezione.
Doveva ammetterlo,di tutti i suoi seguaci,quel samurai era l'unico che
non si smentiva,sempre leale,sempre cortese,sempre se stesso,avvolte lo
era anche fin troppo,probabilmente era una delle persone meno
divertenti che avesse mai conosciuto,ma non per questo meno
interessanti.
- Mio signore,ho già fatto chiamare Hideyoshi e Ieyasu con
l'ordine di raggiurvi con la massima udienza,ho avvistato la presenza
di strani individui dirigersi verso la zona più interna del
castello,sarebbe meglio chiamare l'intero corpo di guardia e.....
- Fai ritirare le guardie,poi ricongiungiti con la scimmia e il
tanuki,di loro che mi dirigo nei giardini.
- Ma mio signore,c'è il rischio che gli intrusi siano troppo
pericolosi,ho il timore che non siano semplici spie.
- Fa come ti ho detto...e appena possibile,vai a recuperare quella
strana arma che si trova nelle mie stanze,ora va,non
ammetterò un altra replica.
- Obbedisco.
E fu così che il samurai tornò su i suoi
passi,obbedendo così alla volontà del suo
signore,Nobunaga lo vide allontanarsi,per poi distogliere lo sguardo e
tornare a suoi intenti andando incontro ai suoi misteriosi ospiti senza
armatura e senza un arma,aveva solo le sue vesti e il suo
ventaglio,nulla di più.
Ma perché preoccuparsi? Infondo lui era Nobunaga,questo per
il momento era sufficiente.
Una ventina di minuti dopo.
Il signore del castello nei pressi del giardino,prima ancora di entrare
nell'area verde avvistò un gran numero di guardie
all'entrata di essa,erano molte,armarte di lance e protette con delle
protezioni piuttosto semplici,cosa ovvia,dopo tutto questi erano le
guardie dei piani inferiori,facili da reclutare,facili da armare,facili
da spaventare,erano buoni a fermare un ladruncolo oppure una spia
inesperta,nulla di sorprendente.
Quando le guardie lo videro si rivolsero al loro signore con voce
tremante e spaventata,uno di loro gli disse che un gran numero dei loro
compagni erano stati aggrediti con forza non letale,come se gli intrusi
si fossero premuniti di non uccidere nemmeno un soldato,per tanto molti
supplicarono a Nobunaga di non avanzare oltre,per non rischiare la sua
sicurezza.
Ma lui sembrava sordo alle loro richieste,non rivolse a loro nemmeno la
parola,non li guardò e non li udì con
interesse,erano spaventati,avevano paura,dal loro punto di vista era
più che normale,questo lo comprendeva
benissimo,semplicemente non si interessava delle loro preoccupazioni,li
guardava preoccuparsi e tremare,altro che guardie,probabilmente
facevano i duri in locanda,quando il bere e le donne davano loro la
carica giusta per fare i gradassi con chi era forte quanto loro,se non
meno,ma quando si trattava di fronteggiare un vero problema,si
comportavano come polli.
Decise semplicemente di avanzare,ignorando tutti e tutti,infondo lui
era fatto così,per tanto agiva come più gli
pareva e piaceva,era sempre stato strano,per cui non c'era molto da
stupirsi se si fiondava verso il pericolo.
Non passò molto tempo che già si accorse della
presenza dei primi feriti,molti erano a terra,svenuti,incapaci di
muoversi e privi di sensi,altri invece erano agonizzanti,ma nemmeno di
questo gli importava,passò oltre,senza curarsi di
loro,continuò ancora a camminare fino a che raggiunse il
punto in cui lui ed Oichi ebbero quella discussione.
Un improvviso e gelida brezza smosse i fiori e l'erba attorno a lui e
inoltrandosi tra i tanti fusti di bambù,come a voler passare
sopra un pericolo incombente,sorrise all'idea che il cielo volesse
avvertirlo del rischio che stava correndo,ma infondo non aveva mai
creduto alla divina provvidenza,perciò decise di inoltrarsi
oltre scacciando dalla testa quel pensiero così poco
credibile,no,se il cielo avesse voluto fare qualcosa con lui,aiutarlo
sarebbe stata l'ultima delle cose da fare.
Si spinse ancora di più nell'interno,attorno a lui un
piccola foresta di bambù si diradava per almeno ottocento
metri in tutte le direzioni,alti fusti di bambù a perdita
d'occhio,divisi tra loro da un larga strada principale in terra battuta
e ricoperta da sottili foglioline verdi,in loro si poteva vedere
l'avvicinarsi della primavera.
Gli piaceva camminare li,di tanto in tanto,a perdersi nei pensieri,ogni
tanto allestiva al suo interno una piccola festa privata con la sua
cerchia ristretta di persone fidate,tra cui i suoi sottoposti
più intimi e sua moglie,altre volte invece preferiva
organizzare degli spettacoli teatrali utilizzando la zona come sfondo
per le opere,altre volte ancora se ne stava da solo,in disparte,senza
dire una parola contemplando la natura che lo circondava,un angolo di
pace in un mondo che a suo dire non aveva molta calma da offrire.
Era un pensiero più che naturale da formulare,almeno per
lui,aveva passato gran parte della sua vita ad essere definito un
folle,avvolte lo chiamavano persino in modi peggiori,per non parlare
dei tradimenti subiti da i membri della sua stessa casata e persino dai
membri della sua stessa famiglia,i complotti,i tentati omicidi e poi
l'orrore.
l'orrore della sua politica personale riguardo la guerra,nessuna
pietà,nessun conforto,nessun onore,codici di comportamento e
tradizioni che puzzavano di vecchio,mentalità arretrata di
una nazione altrettanto arretrata,no,le cose dovevano cambiare e anche
in fretta e lui non poteva permettersi di aspettare che il tempo giocasse a suo
favore,avrebbe unificato il Giappone con la forza di un vero
dominatore,l'acume del più feroce degli innovatori e il
fuoco,fuoco di cui lui ormai era diventato un vero esperto,trovava
curioso come molte delle cose di questo mondo potessero bruciare
così facilmente.
Infondo lo si sapeva,non era un uomo che andava tanto per il sottile.
Dopo una buona camminata di almeno venti minuti,arrivò in un
punto particolare della piccola foresta di bambù,qui era
presente un giardino composto solo da erba,niente fiori,niente piante
particolarmente appariscente,solo erba,attentamente tagliata per farla
rimanere bassa e più infondo vi era stato installato,anche
grazie ha un sistema di irrigazzione un laghetto artificiale circondato
da una piccola barriera di sassi,con all'interno delle carpe dai colori
accesi,alcune rosse,altre gialle,antre ancora arancioni e bianche.
Ma proprio su quel prato vide chi stava cercando,erano in tre,due li
aveva già visti,una era la ragazza di poco fa mentre l'altro
era il brigante,ma questa volta indossava abiti di gran lunga
più eleganti,tipici della sua terra.
Indossava una camicia di seta verde chiaro e calzoni di cotone blu
cobalto e ai piedi portava dei calzini bianchi accompagnati da scarpe
lisce a suola piatta e una lunga jian sul fianco sinistro.
Aveva la stessa impressione dell'ultima volta che lo aveva visto,ma
questa volta sembrava diverso,poteva leggere nel suo sguardo un senso
di autorità,eppure non sembrava darsi arie di alcun tipo e
nemmeno la ragazza vicino a lui,sembrava in qualche modo seria,come in
attesa di qualcosa.
Il ragazzo fece un passo in avanti e unì il pugno destro
sulla mano sinistra.
- Nobile Nobunaga,ci scusiamo per questa irruzzione forzata nella
vostra casa,ma dovete comprendere...
- Tu sei il ragazzo della volta scorsa,o forse mi sbaglio,brigante?
- No,non vi sbagliate,come stavo cercando di dirvi,il mio maestro e
disposto a darvi tutto l'aiuto necessario per la vostra campagna di
unificazione,truppe,armamenti,persino appoggi all'interno della
politica nazionale,tutto ciò sarebbe a vostra disposizione
se accettaste una alleanza con la nostra fazione.
- Una proposta alla quale e difficile dire di no,però,prima
di dare una risposta posso farvi una domanda?
In quel momento la kunoichi e il cinese si sentirono presi in contro
piede,non sapevano come reagire a quella domanda,per tanto sentirono il
bisogno di non essere così formali.
- Si.
Risposero entrambi alla domanda del signore di Owari.
- Bene prima comincierò da te ragazzo,qual'è il
tuo più grande desiderio?
Huang venne preso alla sprovvista,cosa avrebbe dovuto rispondergli? Era
una domanda fin troppo personale quella,perchè mai avrebbe
dovuto rivelarglielo? Chi si credeva di essere?
Il cinese restò calmo e mantenne il sangue freddo,era meglio
non farsi prendere dai sentimenti,di certo Akira avrebbe disapprovato
un comportamento illogico.
- Che voi vi alleaste col mio signore e....
- Bugiardo.
Disse Nobunaga nel modo più secco possibile.
- Non'è questo ciò che ti ho chiesto,ti ho
chiesto,qual'è il tuo più grande desiderio? O
forse sei un tale inetto che non sai nemmeno cosa vuoi dalla vita?
Lo sguardo del Daimyo si spostò sulla ragazza.
- E tu invece? Hai intenzione di fare scena muta come il tuo
amico?Anche il tuo silenzio e foriero di indecisione,nemmeno tu sei in
grado di rispondere a questa domanda.
Detto questo Nobunaga si girò nella direzione dalla quale
proveniva,in volto portava un espressione di feroce
superiorità,il suo era il volto di un tiranno,dalla
volontà e il pugno di ferro,nessuna gentilezza,nessuna
delicatezza,ma solo la crudele rapidità di rispondere in un
modo così autoritario,tipico del suo stile quando si
trattava di mettere alla prova qualcuno.
- Per stavolta vi perdono,andatevene,prima che cambi idea.
Gli altri due non sapevano più come reagire,lei era rimasta
basita da un tale andamento degli eventi,ma per il cinese fu diverso,si
sentì preso in giro da quel modo di
fare,offeso,sottovalutato.
Non riuscì a trattenersi,la rabbia era troppa e la saggezza
era troppa poca.
- Tu non sei nessuno per parlami in questo modo,dovresti sentirti
onorato per questa opportunità che ti è stata
concessa,uomini appartenenti a famiglie più importanti della
tua si sono piegati al mio maestro,che speranze avresti tu?I tuoi
alleati ti temono e i tuoi nemici ti odiano,senza il nostro aiuto non
arriveresti molto lontano.
Nobunaga si fermò,aveva sentito tutta quella frase senza
battere ciglio,era ancora girato di schiena e non dava segni di alcun
genere,restando immobile,come in attesa di qualcosa.
Anche Huang era rimasto immobile,preda della rabbia e dell'orgoglio di
templare che gli scorrreva nelle vene,mentre Hana,dal canto
suo,aspettava una reazione violenta a quel gesto.
Ed infine accadde qualcosa,ma non era esattamente quella che i due
servitori della croce vermiglia si aspettavano.
All'inizio videro la schiena del folle di Owari abbassarsi e alzarsi
convulsamente e poi pian piano si sentì un filo di
voce,all'inizio era piccolo e non ben distinguibile,ma in brevissimo
tempo si fece sempre più forte,un verso alto e fragoroso si
fece spazio in quell'angolo di verde.
Era una risata,grande e fatta con gusto,ma senza cattiveria,ma solo di
divertimento,poi smise e si girò verso i due
ragazzi,mostrando sul volto un espressione tremenda.
Le labbra distanti e i denti stretti a mostrare nell'insieme un sorriso
da lupo,occhi dallo sguardo aguzzo e sinistro puntato sui i due ospiti.
- Finalmente,vedo che ti sei mostrato per chi sei realmente,ora sei un
tipo decisamente interessante,mostrami di più e magari
prenderò in considerazione la richiesta del tuo stupido
maestro.
Disse Nobunaga con fare arrogante e superbo,cosa che decisamente
mandò su tutte le furie Haung.
- Dannato insolente,ti farò capire qual'è il tuo
vero posto nel mondo,e per suo volere che sono qui,ed per suo volere
che ti piegerò.
Il brigante si piegò in avanti,piegò le gambe e
allargò entrambe le braccia,in una posizione molto simile a
quella di un uccello con le ali spiegate.
Hana e confusa e scioccata da quello che Huang aveva intenzione di
fare,era contrario ad ogni logica e ordine ricevuto quello che stava
per accaddere,sapeva che doveva intervenire.
- Huang fermo,non siamo qui per questo...
Lei provò ad afferrare il ragazzo,ma lui era già
scattato in avanti,fu rapido e leggero,come un soffio di vento
impetuoso che passa sopra ad una distesa erbosa,velocissimo e
intangibile.
Lui si avvicinava sempre di più alla figura di Nobunaga con
fare minaccioso e violento,riusciva a vedere l'espressione sul volto
del signore del castello.
Non'è era cambiata di una virgola,era ancora li,a
sorridere,a schernire e a prendere in giro,che stesse trattando la cosa
come se fosse uno scherzo?
Allora n'è avrebbe pagato le conseguenze.
- FOLATA DEL VENTO AFFILATO.
Disse Huang con tutta la rabbia che aveva in corpo,per poi darsi una
spinta maggiora con tutto il corpo attraversando così
Nobunaga come se fosse carta.
L'attacco era riuscito...O almeno così credeva.
Il brigante si riprese dalla strana manovra che aveva eseguito,sentendo
una confusione unita allo sbigottimento.
Si guardò le mani ancora distese ai lati,avrebbero dovuto
essere sporche di sangue,eppure erano ancora pulite,come se non
avessero tagliato niente.
- Allora uccellino,hai finito di cinguettare le tue minaccie? Ho visto
come attacchi,vediamo come te la cavi in difesa.
Disse Nobunaga con fare tra il canzonatorio e il serio.
Aprì il ventaglio che aveva in mano e con un semplice
movimento di polso,lo lanciò in direzione del brigante,a sua
volta Huang non riuscì a vedere in tempo l'oggetto
arrivargli contro,che gli sfiorò una spalla.
Sentì qualcosa colpirlo di striscio,come se una lama lo
avesse toccato e per reazione si portò una mano sul punto
colpito,cercò di vedere la ferita e notò una
striscia di sangue sulla mano e vide anche un sottile taglio sulla
camicia di seta,tuttavia non fu quello la cosa che lo stupì
di più.
La cosa più impressione fu un altra,controllò
meglio e vide che sulla pelle non c'era niente,non era possibile,eppure
aveva sentito il colpo,n'è era certo,poi come se nulla
fosse,lo vide.
un taglio si stava si stava formando sulla spalla,che subitò
dopo si allargò e fece sgorgare un piccolo fiotto di sangue.
Com'era stato possibile? Possibile che quell'uomo,quel folle
presuntuoso,fosse riuscito a scalfirlo? Forse allora non era solo
forte,oppure un grande stratega,no,forse anche lui era un.....
Non fece in tempo a ragionare sulla cosa che sentì
qualcosa,come se qualcuno dietro di lui stesse fedendo l'aria e per
istinto rotolò di lato,schivando il colpo,per poi girarsi e
vedere un giovane armato di tutto punto con una Katana in mano.
- Mio signore Nobunaga,state bene?
Il suo signore fece un leggero cenno del capo in segno di assenso.
- Vi ho portato quello che mi avete chiesto.
- Consegnamela.
Il samurai,prese un oggetto con la mano libera e lo lanciò
velocemente verso il suo signore,prese al volo ciò da lui
richiesto ed infine posò di nuovo gli occhi su quello
oggetto a lui molto caro.
Sembrava in tutto e per tutto in una spada,ma con delle caratteristiche
decisamente esotica,aveva una lama dritta e con entrambi i fili
taglienti,spessa due centimetri e lunga ottanta,a primo impatto
assomigliava ad una di quelle spade dei tempi antichi,quelle che si
usavano prima ancora dell'invenzione della Katana,ma il suo aspetto era
la cosa spiù sconvolgente.
Da entrambe le parti erano incisi una lunghissima serie di segni
composta da trattini,cerchi e altre forme dal significato sconosciuto
che percorrevano tutto il corpo dell'arma e un piccola luce percorreva
l'interno della stessa che illuminava dall'interno i segni in maniera
perfettamente casuale,la guardia era fatta di uno strano metallo
bianco,mentre il manico era composto da un blocchetto di metallo
cilindrico color rame e percorso da una serie di strisce incise sulla
superficie.
Era un arma veramente strana,ma Nobunaga era veramente attratto da
essa,così bella,così estranea a quello che
conosceva,eppure sapeva così poco di essa,la osservava con
intensità e mentre i suoi occhi si posavano su di essa,gli
vennero in mente frammenti di ricordi passati.
Lui,da solo,sotto terra,una tomba,uno scheletro,una spada.
Jinmu.
Non gli venne in mente nient'altro,poichè fu distratto dalla
un suono,una voce,la ragazza,gli si stava venendo in contro,correva con
un paio di piccoli Kunai,due per ogni mano per poi lanciarli verso
Nobunaga.
- Se proprio ci vuoi provare.
Disse il daimyo prima di prepararsi a parare i colpi,ma non
n'è ebbe bisogno,poichè qualcos'altro
entrò nel suo raggio visivo.
Un pallone,un piccolo pallone bianco,fatto in pelle di daino,colpi i
quattro piccoli oggetti in direzione del signore di Owari.
- Ieyasu,ti sembra il momento di giocare a kemari?
(il kemari è un sport non competitivo originario dell'antico
giappone,praticato fin dal periodo Heian,il gioco consiste nel
sollevare un piccolo pallone per aria con il solo utilizzo dei piedi
senza mai farla cadere per terra,ancora oggi e possibile vedere questa
pratica in occasione delle cerimonie shintoiste).
Disse Nobunaga divertito da quel curioso intervento.
- Ho ritenuto opportuno offrire un passatempo ai nostri ospiti,prima di
preparare le carte per gli accordi che si dovranno stipulare a
breve,sempre se non mi sbaglio ovviamente.
Disse quest'ultimo mentre stava uscendo allo scoperto da alcune canne
di bambù,sembrava calmo e controllato,mentre sul palmo di
una mano,faceva roteare una trottola rossa.
Nobunaga dal canto non aveva bisogno di intervenire per nessuna
ragione,ormai aveva tutta la difesa di cui necessitava,il samurai
contro il brigante,il segretario contro la kunoichi.
Però ora che ci pensava ne mancava solo uno,il pensiero
passò subito alla Hideyoshi,che sarebbe dovuto intervenire
subito,per non parlare poi che se lo avesse raggiunto si sarebbe
certamente fatto sentire,conosceva bene il suo comandante della
fanteria pesante.
E in quel preciso istante,lo sentì,o meglio sentì
il suono in lontananza un suono strano,come se si stesse spezzando
qualcosa,era altrò bambù,ma questa volta era
distante.
Non ci pensò due volte,si lanciò in
mezzo,correndo in direzione del suo sottoposto,forse era in
difficoltà.
- Teneteli occupati.
Lo disse velocemente,ma era più che sicuro che il suo ordine
era stato ricevuto forte e chiaro e mentre si
allontanava,sentì il suono del combattimento,duelli che si
svolgevano singolarmente,l'uno vicino all'altro,chi avrebbe vinto,chi
avrebbe perso.
Nemmeno lui sapeva dirlo,l'unica cosa che sapeva e che quella notte si
stava rivelando tremendamente interessante,ma anche terribilmente
incerta.
Una Katana fendeva velocemente l'aria,una katana fedele,la cui lama
serviva un signore ambizioso guidato da un sogno ambizioso.
Ed ora un uomo,un forestiero,un miserabile intruso,con losche
intenzioni si era avvicinato al suo signore,probabilmente sputando solo
menzogne e false certezze,lui lo avrebbe affrontato,nel nome del suo
signore Nobunaga Oda.
Quella lama non era la katana,la katana era solo l'arma,Mitsuhide,lui
era vera lama,il cui spirito,era pervaso dall'onore e senso del
dovere,cose ben più affilate di una spada,cose che in uomo
come lui era ben più letali di un arma.
- Rivela le tue intenzioni,miserabile,perché hai attentato
alla vita del mio signore?
Haung che si era gettato di lato si rialzò velocemente e nel
medesimo istante estrasse la sua arma predilatta,la jiang,la spada
dritta che teneva al fianco e si mise in posizione
d'attacco.
- Non ti riguarda e se proprio vuoi saperlo,non ho fatto nulla di
così sbagliato,quel povero pazzo ha osato offendere il mio
maestro e non permetto a nessuno di farlo,non mi stupisco che lo
chiamino il folle di Owari,se non peggio.
I due si spinsero a vicenda,staccandosi reciprocamente,sguardi intensi
si cambiavano occhiataccie intimidatorie,mentre le spade,tenute da mani
forti,seguiivano i movimenti dettati da due abili spadaccini.
Due forme diverse di due paesi diversi,Giappone contro Cina,katana
contro Jian,rigida determinazione,contro scattanti acrobazie.
Mitsuhide piegò entrambe le gambe,mentre con fare preciso
rinfoderò lama,ma mantenedo una strana posizione d'attacco,
con una mano teneva il fodero,mentre con l'altra premeva ancora sul
manico.
Huang per contro piegò si piegò in avanti con una
gamba veniva tenuta dietro,in una posizione rigida,mentre con un
braccio tenuto dritto davanti a lui e l'altro,con la spada in mano,la
teneva altrettanto rigida,ma puntata la direzione opposta.
Si studiarono un attimo,controllavano la propria posizione di
combattimento,mentre la paragonavano a quella dell'avversario.
Postura della schiena,delle gambe,delle braccia,persino il nervosismo
che si percepiva nell'aria,nulla sembrava dare una sensazione di
squilibrio da parte di entrambi,nulla sembrava disturbare quello
rituale che solo tra combattenti dello stesso livello si può
celebrare.
Un rituale condiviso,ma non per questo meno letale.
- BALZO DELLA RONDINE.
- RFLESSO DELLA LUNA.
Fu un attimo e i due sfidanti si lanciarono l'uno verso l'altro,si
superarono a vicenda ed entrambi si mostravano alquanto affataicati.
Huang con la spada ormai davanti a se,sicuro di aver portato un attacco
laterale e Mitsuhide,più che certo di aver portato un
affondo,tenendo netrambe le mani sul manico.
- Non te la cavi male,samurai.
- Nemmeno tu sei da sottovalutare,intruso.
Ed entrambi si ritrovarono con un taglio sulla veste superiore,sapendo
per certo che lo scontro,non sarebbe terminato li.
Nello stesso istante,all'ombra della piccola foresta di
bambù,altri due combattenti,si misuravano in uno altro
scontro.
La,tra le alte piante e picoli cespugli di felci,dove l'ombra e
più viva ed essere rischiarati dalla luce della
luna,può fare la differenza tra la vita e la morte.
Hana,saltava vistosamente di bambù in
bambù,sfruttando la resistenza della resistenza dei fusti
verdi e gialli che variavano da pianta a pianta.
Durante le manovre a mezz'aria,lanciava in mezzo all'ombre piccoli
oggetti di metallo,avevano una forma a croce ed ognuna di essi
possedeva delle estremetà affilate ed una punta
accuminata,le scagliava con sorprendente abilità,mentre con
forza cercava di rendere i colpi i più dannosi possibili.
Ma ogni volta sentiva che rimbalzavano contro qualcosa,come se avesse
sbagliato la mira,ma lo sentiva chiaramente,non poteva essere il
terreno o il fusto delle piante,si sarebbe sentito chiaramente,invece
era come se qualcosa si frapponese tra le sue armi da lancio e il suo
bersaglio.
Poì,un altro suono,non capì bene cosa
fosse,sembrava un suono strano,come di qualcosa che fendeva l'aria
molto velocemente,poi,lo vide all'ultimo.
Istintivamente riuscì a schivarlo,saltò in tempo
in direzione del suolo e alla fine lo vide con chiarezza,fu giusto un
attimo,ma era certa,quanto incredula,non riusciva a crederci seriamente.
Era una trottola,piccola,della stessa grandezza di un pugno,nulla di
speciale a prima vista,ma si accorse di una anormalità,un
riflesso della luce della luna rimbalzò verso uno dei suoi
occhi,facendo scoprire il perchè della presenza di quel
giocattolo.
il corpo della trottola era ricoperta da piccolissime puntine di
metallo,persino la base della stessa era un grossa punta accuminata.
Un altro suono si fece presente all'udito della ragazza,era un suono di
passi,lo aveva capito anche per le foglie presenti sul terreno,poi vide
chi era.
Il ragazzo di prima l'aveva individuata,era li poco lontano da lei e la
luna illuminava a stento il volto e parte del petto.
- Ti va di giocare con me? Ladra?
Disse Ieyasu in modo piatto e diretto.
Lei in riposta alla provocazione estrasse dalla veste un Kunai e si
mise subito in posizione d'attacco,sul suo volto si poteva leggere una
forte determinazione.
- Non sei un pò troppo grandicello per queste bambinate?
- Sei una bambina se pensavi di entrare in questo castello senza
pagarne le conseguenze,dai retta a me,stai facendo un gioco pericoloso
e Nobunaga e un gioco fuori dalla tua portata.
- Allora sappi che il mio maestro e un giocatore molto più
abile del tuo signore.
- Vedremo,la partita e ancora aperta.
E subito i due cominciarono a correre in mezzo alla foresta,l'uno
parallelo all'altra,due avversari che stavano facendo un gioco della
quale nessuno dei due sapeva come sarebbe andata,di certo
però conoscevano le regole.
Nessuna regola,era concesso di tutto pur di vincere e di certo loro due
non si sarebbero lamentati della cosa.
Entrarono nella ombre,rendendosi conto della presenza altrui solo dai
veloci passi che compivano durante la corsa,altri suoni
nell'ombra,altri attacchi portati nelle tenebre,nulla da vedere,nulla
di cui essere certi.
Solo l'ombra era concreta,e loro due la conoscevano più che
bene,c'erano ombre d'appertutto,nella notte,nel cuori delle
persone,persino sotto la luce.
E nell'oscurità scomparvero,continuado così
quello scontro fatto di giochi di luci e di ombre.
Rumori sordi,pesanti,come di qualcosa di decisamente grande si
scontrasse con la foresta.
Una grossa mazza di legno,ricoperta da punte di bronzo,colpì
altrì bambù con forza straordinaria,tale fu la
potenza da spezzarne a decine,anche semplicemente sfiorandoli,colpi
adatti a chi affronta la vita con semplicità e forza
d'animo,proprio com'era nello stile di Hideyoshi,sempre
allegro,solare,in vena di risate,ma non li,non in quell'istante.
Nello stesso tempo,un lancia fendeva l'aria con rapidità e
precisione,movimenti esperti dettatti da una lunga carriera
militare,l'esperienza era sua compagna,il dovere la
vocazione,solitamente burbero e diretto,ma non stupido e
arrogante,faceva il suo lavoro al massimo delle sue
capacità,Akira lo sapeva bene,per questo si fidava di
lui,Murai aveva guadagnato questa fiducia combattendo scontri del tipo
che stava affrontando adesso.
Era giunto in quel castello vestito della solita armatura,con le solite
protezioni,i soliti ornamenti e il solito elmo a forma di testa di cane
che portava sulla testa,mentre il suo avversario portava un armatura da
samurai dotato solo della parte sotto e del pettorale,le braccia
scoperte dell'umano era grossi come tronchi,braccia più che
adatte a maneggiare un arma come quella.
- Certo che non te la cavi male con quel bastone spuntato,che ne dici
se adesso mi impegno seriamente e ti faccio una caverna in mezzo al
petto?
- Devi soltanto provarci scimmione,quella clava ti rende
così lento e goffo che ci metterò un attimo a
bucarti la testa da parte a parte,fidati ho allenato reclute
più pericolose di te.
- Ne ho sentiti tanti parlare come te,e anche loro pensavano che una
lancia li tenesse abbastanza lontano da un energumeno come me,ti posso
dire che si sono sbagliati tutti.
- Sei solo grosso,nulla di più.
Murai cambiò posizione,portando la lancia sopra la testa e
tenendola con entrambe le mani e con la punta che puntava verso il
basso,una mossa falsa del suo avversario e lo avrebbe colto di sorpresa.
- Vieni a dirmelo più da vicino.
A quel punto anche Hideyoshi cambiò posizione,strinse
entrambe le mani sul lungo manico del suo Tetsubo,lo portò
sul fianco destro,in attesa di caricare il suo colpo col doppio della
forza.
- AFFONDO DEL SERPENTE.
Un velocissimo attacco lineare partì dallo yokai,che in meno
di un secondo si era spostato leggermente in avanti e alzato la punta
in direzione del petto di Hideyoshi,sapendo che il colpo sarebbe stato
così forte da penetrare la corazza.
Ma l'umano non si fece trovare in preparato.
- RISPOSTA DELL'ONI.
Hideyoshi portò il colpo con tutta la forza che
possedeva,tale era la carica impressa nell'arma che se avesse sbagliato
il colpo lo avrebbe esposto e quindi lo avrebbe portato a morte certa.
La punta si stava avvicinando al cuore del bruto di Nobunaga,ma
all'improvviso il colpo fu sbalzato via dall'arma di Hideyoshi e Murai
vide la propra arma puntare da tutt'altra direzione.
Preso ormai dallo slancio l'umano si diede una spinta coi fianchi e
iniziò a compiere un giro su se stesso,portandosi nella
rotazione anche il Tetsubo,ma il generale si accorse della cosa e
subito recuperò l'arma,la puntò a terra e con
tutta la forza che aveva nelle braccia e nelle gambe,fece l'unica cosa
che gli venne in mente per non ritrovarsi la testa ridotta in briciole.
Hideyoshi compì il suo attacco e subito mosse la grande
mazza di legno in direzione del craneo del suo rivale,fu li che
l'intuiziano di Murai gli salvò la vita.
Dopo aver accumolato tutta la forza nei piedi e nelle braccia fece
appena in tempo la sua mossa,compì un balzo
all'indietro,cosa che gli risparmiò tutte le ossa della
testa,poi,a mezz'aria puntò la lancia contro il terreno e
appena lo toccò si fece forza con le braccia,spingendosi
unteriormente indietro,tornando così a distanza di lancia da
quel grande umano pieno di muscoli.
Entrambi erano visibilmente affaticati,era raro per entrambi essersi
ritrovati in una situazione di stallo così faticosa,entrambi
si erano mostrati a vicenda per quelli che erano realmente,due esperti
combattenti.
Murai,con la sua specialità nelle armi in asta e le sue
tattiche da fante e Hideyoshi,con la sua bravura nell'armi pesanti e
nel combattimento,offensivo aggressivo,pesante,ma non privo di fantasia.
- Non te le cavi male.
Disse Murai leggermente stupito dalla cosa.
- anch'io ti faccio i miei complimenti...accidenti che fatica.
Rispose Hideyoshi con fare scherzoso.
Restarono fermi per un qualche attimo,come a volersi riprendere dalle
spettacolari manovre eseguite un attimo fa,non si poteva negare che
entrambi fossero combattenti di prim'ordine,lo si poteva capire dallo
sguardo,dalla tecnica,dall'ardore del combattimento,avevano molto in
comune.
Così diversi,ma allo stesso tempo così simili.
- Era da tempo che non ti vedevo così soddisfatto Murai,hai
trovato un avversario degno?
Una voce proveniente dalle spalle di Hideyoshi costrinse quest'ultimo a
girarsi e quello che vide lo prese non poco di sorpresa,era la figura
di un uomo,alto,dagli hakama neri e un kimono bianco,aveva un
espressione rilassata in volto e lo sguardo di chi sembra sapere tutto.
- Akira.
Disse Murai stupito.
Non si aspettava un suo intervento in quel duello,avrebbe dovuto essere
da Nobunaga,perchè non si era diretto dal l'umano che tanto
voleva conoscere?
- Immagino,che anche Hana e Huang siano impegnati con gli altri due
sottoposti del feudatario,di certo non devono essere avversari da
poco,visto che li stanno impegnando così a lungo,del
resto,non sarei venuto qui,se non fosse per trovare...
Lo sguardo di Akira si posò su quella dell'umano.
- Degli alleati così interessanti.
Finì la frase facendo un leggero inchino con la testa verso
Hideyoshi,in segno di saluto,come se nulla fosse.
Il bruto si sentì smarrito,quello era uno yokai,non riusciva
a crederci,c'era uno yokai nel castello di Nobunaga,c'era un
dannattissimo yokai,nel dannatissimo castello di Nobunaga.
Era l'unica cosa alla quale riuscesse a pensare,per istinto
cominciò a stringere le mani sull'arma,era l'istinto ad aver
preso il sopravvento sull'auto controllo,era pronto a spaccare la
faccia a quell'intruso tutt'altro che umano,forse era vero quello che
si diveva in giro.
Non ci pensò due volte e mosse immediatamente l'arma verso
il volto di Akira,lo sguardo di Hideyoshi era carico di furia
omicida,le sua forza era pronta a far uso di tutto il peso del
tetsubo,un colpo alla testa e presto dell'intruso sarebbe rimasta una
pozza di sangue,nulla più di traccia,facile da lavar via.
- FAI CIAO ALLA TUA FACCIA DA IMBECILLE.
Ma non fece in tempo a colpirlo che lo yokai si abbassò di
poco con un veloce colpo di mano annullò l'attacco del
bruto,colpì Hideyoshi sul petto,con la mano aperta,usando il
palmo della mano per distanziarlo da lui,l'impatto fu tale che non solo
il colpo dell'umano andò a vuoto,ma perse anche l'arma e fu
sbalzato all'indietro con un tale forza da sollevarlo dal suolo e
facendolo cadere di faccia verso il terreno.
Hideyoshi rimase pochi secondi a riprendere fiato,nel tentativo di
rialzarsi dovette poggiarsi sulle ginocchia e sulle mani,ma dovette
toglierne una dal suolo per portarsela al petto.
Sentì una forte fitta,come se qualcosa gli avesse stretto il
cuore,possibile che la corazza non avesse parato il colpo? Possibile
che quell'essere fosse davvero così forte?
- Vedo che lei prende molto sul serio la difesa di questo
castello,ora,posso chiderle dove si trova il suo daimyo?
Hideyoshi di risposta fece un sorriso e con sguardo tracotante di
arroganza si rivolse ancora verso il dayokai.
- Certo,al momento si trova a metà strada tra non lo so e
lascia perdere,però attento a dove giri,protesti prendere
per sbaglio la via per andare fuori dai piedi,se vuoi ti do le
indicazioni.
Akira stava di nuovo per aprire bocca,ma si dovette bloccare subito,si
rese conto che quella dell'umano era una battuta,non riusciva a credere
alle sue orecchie,non tanto perché la cosa non lo
divertisse,semplicemente non se l'aspettava.
- Oh,non sapevo di avere a che fare con un comico,accidenti,oltre a
soldato siete anche un intrattenitore,divertente.
- Avvicinati ancora un pò e vedrai come ti faccio
ridere,simpaticone.
- Vorrei tanto,ma anche se la notte e giovane,il tempo e un lusso che
non mi posso permettere,quindi,per l'ultima volta,posso sapere dove si
trova il suo signore?
Hideyoshi fece per rispondere,ma all'improvviso qualcosa si fece
sentire nell'aria,sembrava una risata,una risata di puro divertimento.
E fu li che apparve,dall'ombra dei bambù,sembrava
tranquillo,nessun segno di nervosismo,nessuna rabbia,solo
divertimento,nulla più di quello.
Era Nobunaga,era comparso come uno spirito maligno,dal folto di quella
parte della sua foresta personale,camminava in modo
elegante,fiero,forte ma facendo comunque sfoggio delle sue stranezze.
- E così Hideyoshi ti sei messo a giocare con i tuoi nuovi
amici? Li vuoi presentare anche a me?
Vide il suo attendente alzarsi in piedi,dolorante,affaticato e
leggermente provato dal colpo precendete.
- Mi dia...un attimo...che adesso,glie li faccio conoscere...a dovere.
Si rialzò,raccongliendo l'arma con una sola mano e
sollevando da terra solo il manico,stava riprendendo aria,il respiro si
era fatto pesante,il petto gli faceva male,ma rialzarsi sarebbe stata
la prima cosa che avrebbe certamente fatto.
Se quei due pensavano di poter abbattare il comandante dei
macigni,allora non sapevano con chi aveva a che fare.
Hideoshi si girò in direzione di Murai e lo
indicò.
- Allora,vi presento lo scemo con la faccia da cane.
E poi puntò il dito su Akira.
- E lui é il suo amico con dei pessimi gusti in fatto di
moda,guarda come si veste.
Murai stava per tornare all'attacco,ma un gesto di Akira lo fece
desistere dalle sue intezione,sapeva bene come il generale di lunga
data fosse un uomo intelligente,ma aveva il vizio di arrabbiarsi per il
minimo insulto ricevuto.
Al contrario suo,che restava sempre calmo,infatti,Akira non fece il
minimo cenno di cedimento,mosse la sua attenzione al signore del
castello,immergendosi nei suoi pensieri e valutando l'uiomo che aveva
davanti.
Era la prima volta che vedeva Nobunaga così da
vicino,sembrava un umano particolarmente interessante,alto,di
bell'aspetto,con un aura di carismatica regalità,a giudicare
dalla parte non coperta dal kimono era un uomo dedito all'allenamento e
alla pratica del combattimento,se era riuscito ad oltrepassare Huang e
Hina voleva dire che non era mera apparenza quella sua forza fisica.
Poi la vide,l'arma che Nobunaga stringeva con perfetta
tranquillità,gli era bastato un solo sguardo per capire cosa
fosse realmente,in quel momento trovo conferma alle voci che erano
giunte alla sue orecchie.
- Vedo che portate con voi un oggetto assai importante.
Disse Akira con una nota di autentico interesse.
Nobunaga abbassò un attimo lo sguardo verso la strana spada
che si portava appresso,la guardò per un attimo,non serviva
un secondo di più per capire dove lo yokai voleva andare a
parare.
- E io noto che possiedi un certo interesse per
questa...meraviglia,yokai,ora,vuoi continuare con le false
lusinghe,oppure ti riveli a me per chi sei davvero?
Akira abbozzò un piccolo sorriso,un leggero inchino con il
capo e poi diede la sua risposta.
- Con piacere.
Nemmeno un attimo di preavviso che il maestro templare e il folle di
Owari si scambiarono un colpo.
Due calci,due gambe sollevate,l'una contro l'altra,una di Akira,l'altra
di Nobunaga.
Entrambi in perfetto equilibrio,forze contrapposte,ma stessa
volontà di prevalere.
- Vedo che non ve la cavate così male,devo supporre che non
siate sconosciuto al combattere contro un dayokai.
- Pensavi forse che Nobunaga fosse un semplice folle?
I due combattenti si separarono,tornando ad una posizione neutrale,si
guardarono negli occhi e li si confrontarono per davvero,nessuna
esitazione,nessun limite,nessuna ipocrisia.
Solo due combattenti che si confrontavano,le intenzioni erano
superflue,le parole erano vuote di significato,solo la forza era
importante in quel momento.
Il vero scontro,stava per iniziare.
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Capitolo 51 *** Quando la croce incontrò il demonio,seconda parte. ***
La luna era testimone silenziosa,pallida amica della notte,la cui fioca
luce,illumina i segreti,che l'oscurità cela attorno a lei.
Ed uno di quei segreti,si stava mostrando proprio sotto di essa.
Due volontà distinte,due grandi volontà che si
scontravano,il sangue che si faceva caldo,le intenzioni si facevano
violente,non c'era spazio per il dialogo,per la diplomazia e per le
false lusinghe.
Non per loro due,Non per chi inseguiva i proprio scopi.
Solo la forza,avrebbe parlato per loro.
E così fu.
Nobunaga mosse un fendente con la spada,poi,un altro e un altro
ancora,ma prontamente Akira schivava i colpi con calma
inavomibile,leggeri spostamenti del tronco,spostamenti di testa,come se
ogni movimento fosse calcolato per eseguire il minimo indispensabile.
Poco dopo anche Akira partì all'attacco,pugni,calci
bassi,anche una gomitata,ma anche i suoi colpi vennero parati,di piatto
con la spada o con la mano libera,per i colpi sotto la vita Nobunaga si era
prontamente difeso interccetando i colpi con le ginocchia,oppure
rispondendo ai calci dello yokai con i suoi,anche lui sembrava
calmo,come se non volesse mettere troppa enfasi nei colpi.
Ad un occhio inesperto sembrava che i due si stessero semplicemente
prendendo in giro,quasi si colpissero per gioco,era colpi deboli,se
paragonati a quello scontro di gambe che aveva dato via a quel
duello,ma la verità era un altra.
I colpi insignificanti,una difesa semplice,era chiaro solo a loro due.
Si stavano studiando.
Occhi attenti e mente svelta,le possedevano entrambi,giungiendo alla
stessa conclusione...non sarebbe stato uno scontro facile.
All'improvviso entrambi scattarono verso la foresta,inoltrandosi nella
vegetazione,come a voler portare il loro scontro su un altro livello di
abilità.
Fendenti di spada si mescolavano ad attacchi a mani nude,il tutto
portato in corsa e nel loro sfrecciare tra le piantè di
bambù,la desolazione li seguiva con
voracità,piante di bambù,felci,camelie e
crisantemi,venivano recisi,tagliati,fatti a pezzi e se erano fortunati
venivano graffiati oppure urtati a tal punto da lasciare il segno,una
tale cura per il giardinaggio,buttata via dalle violenza di due uomini.
Ma la flora era l'ultimo dei pensieri,per entrambi ormai lo scontro era
entrato nel vivo,avanzarono ancor di più in
profondità,dove nemmeno la luce dell'astro notturno riusciva
a entrare a pieno nella vegetazione.
Ad un certo punto si fermarono,nonostante la semi oscurità
dovuta al punto in cui si trovarono Akira poteva benissimo vedere come
se fosse giorno,infondo era uno yokai,cosa che lo avvantaggiava,ma che
tuttavia non lo faceva sentire completamente al sicuro,lui lo sapeva
bene,non'è la razza a rendere l'individuo un avversario
pericoloso,ma le capacità personali dell'individuo
stesso,qualcosa che sapeva di persona.
- I miei complimenti,siete un uomo eccezionale,di certo non pensavo di
avere a che fare con un combattente così esperto,la vostra
non'è certo una forza naturale,mi chiedo quali fatiche avete
sopportato per arrivare a un tale livello.
Un fruscio improvviso,uno scatto di lato,un colpo parato col solo palmo
della mano,poi lo vide,il feroce Daimyo,spuntato da un angolo di
tenebra,come un pipistrello che esce dal proprio nascondiglio,lo vide
in volto,illuminato dalla strana luce che girava per la spada.
Aveva un espressione seria,fiera,con lo sguardo di un vero
combattente,Akira lo sapeva,l'umano che aveva attirato la sua
attenzione,non'era un uomo comune.
- Non scherzare con me,pensi che non mi sia accorto delle tue movenze?
Del tuo trattenerti? Avanti,mostrami la potenza del tuo vero
stile,mostrami la vera forza del tuo pugno.
Akira agì immediatamente,con forza scaraventò via
Nobunaga,gli era bastato solo spingere con la mano con la quale
contrastava il filo della spada,un moviemnto semplice,ma la cui potenza
era stato a dir poco impressionante.
Il Daimyo per contro atterrò un paio di metri più
in la,tale era stata la potenza da dover fare leva sulla spada per
frenare la corsa,fortunatamente per lui non si era fatto niente,anche
perché si era parato con la spada,anche se aveva intuito che
il colpo era diretto all'arma stessa.
Dal punto in cui si trovava vide qualcosa di inaspettato,lo yokai aveva
assunto una strana posizione,aveva gli occhi chiusi e il corpo era
rigidamente dritto,con la mano destra aperta,vicino al volto,mentre la
sinistra più in basso vicino al femore,il volto inespressivo
emanava una sensazione di calma innaturale,artificiosa,ma in qualche
modo potente.
Lo vide più attentamente,il corpo,le mani,la calma,tutto di
lui ricordava in qualche modo una figura lontana dalla
quotidianità del signore di Owari,non aveva dubbi su cosa
stava vedendo.
Era un Buddha,un Buddha in piena meditazione.
Questo era decisamente inaspettato,era la prima volta che vedeva una
cosa simile,era una cosa stupefacente,ma ciò non gli avrebbe
impedito di continuare a combattere quell'essere,anche
perché non'era la posa assunta a preoccuparlo.
Nobunaga avvertiva una strana energia nell'aria,non sapeva bene come
definirla,ma era qualcosa di potente,ne era certo,i palmi delle mani di
Akira cominciarono ad illuminarsi,come se dentro di esse si fossero
accese delle fiaccole,poi aprì gli occhi e si rivolse al suo
avversario.
- Come desidera.
Dai palmi,la luce si diffuse in entrambe le mani,tale era la
radiosità di quella luce che sembrava avere vita propria.
- MANIFESTAZIONE DELLA LUCE INTERIORE.
Akira si lanciò all'attacco mantenendo le mani aperte,per
risposta Nobunaga si mise sulla difensiva aspettando di parare il primo
colpo,che arrivò con un colpo di mano,che l'umano
parò col filo della spada.
Ma quando pensò di aver ferito lo yokai,vide che dalla mano
non uscì sangue,anzi,non comparve nemmeno il taglio,in un
qualche modo era come se la luce influisse sul quel punto specifico del
corpo e mentre cercava di capire cosa fosse esattamente successo ecco
che vide arrivare un secondo colpo,che lui prontamente schivo in tempo.
Fece un passo indietro e anche se aveva schivato il colpo
sentì qualcosa sul petto,come se un urto improvviso avesse
provocato un taglio e poi lo vide,la parte di kimono che gli copriva il
petto si era disintegrata,quasi fosse divenuta cenere,poi,una
scottatura,sentiva qualcosa bruciare lungo il muscoloso torace,poi lo
vide chiaramente.
Una striscia,una striscia di pelle bruciata gli percorreva il petto da
parte a parte,normalmente una persona normale si sarebbe spaventata per
una cosa del genere,ma lui invece no,anzi,sembrava incuriosito dalla
cosa,fece un sorriso diretto allo yokai eterocromatico.
- Si,ora ci siamo,ora lo so per certo...anche tu,sei un praticante di
un arte arcana,non'è forse così?
Akira di rimando sorrise anche lui.
- Ovvio,d'altronde,immagino che anche voi abbiate un segreto da
nascondere,o mi sbaglio?Ditemi la verità...a quale scuola
appartenete?
Nobunaga sorrise,un sorriso maligno ricomparve sul suo volto,i suoi
occhi mostravano l'interesse autentico di chi sapeva dell'argomento di
cui stavano parlando,ora n'è era assolurtamente certo.
Quello yokai,non'era una creatura banale con la quale confrontarsi.
Da quanto tempo era che non mostrava la sua verà
abilità nel combattimento?Erano stati pochi i momenti in cui
aveva dato tutto se stesso per vincere un incontro,ricordava ancora il
tempo dell'apprendimento,degli sforzi fisici e mentali per apprendere
la sua arte in modo così efficacie,di come aveva compreso
che il male,non'era solo una presenza morale all'interno dell'anima,ma
qualcosa di ben più complicato.
Quanti ne erano caduti per mano del signore di Owari?Quanti avevano
combattuto,sofferto e poi erano morti per aumentare la sua
potenza?Quanti ancora avrebbero sofferto per le sue mire di conquista?
Sapeva bene quale fosse il prezzo da pagare e quel prezzo lo aveva
pagato per intero.
- Lo vuoi sapere veramente?Allora attaccami di nuovo e vediamo se sarai
ancora così sicuro di te stesso.
Disse Nobunaga,allargando le braccia,come a voler sottolineare il suo
senso di sfida verso il templare.
Akira fissò per un attimo la figura dell'umano,lo vedeva
spavaldo,orgoglioso,quasi stesse scherzando col fato,stava mettendo in
gioco la sua stessa vita....e nel farlo si stava gustando ogni momento
di quel combattimento.
E poi lo fissò negli occhi,come a cercare qualcosa dentro il
suo avversario,un anima,un emozione,un qualcosa che mostrasse un segno
di esitazione,ma non trovò niente di ciò che
cercava,gli occhi di Nobunaga trasmettevano qualcosa di ben
più sinistro.
C'era qualcosa di oscuro dentro quell'uomo,come una qualche potenza che
non riusciva a ben definire,l'unica cosa che sapeva con certezza e che
non era debole,questo era l'unica certezza che aveva.
E guidato da quell'unica sicurezza,ripartì all'attacco.
Fece un solo scatto,il balzo fu svelto,tanto che a stento si
potè vedere il calcio volante diretto alla cassa toracica
del folle di Owari,l'impatto sarebbe stato molto più che
doloroso.
Lui era li,stava fermo,immobile,come se stesse aspettando il momento
preciso per fare la sua mossa,la luna era testimone,il giardino era
testimone,le ombre della notte erano testimoni,presto lo sarebbe stato
anche lo yokai.
E quando sarebbe giunto il momento,anche quell'uomo,dalla lunga chioma
argentea,sarebbe stato testimone del suo vero potere.
Tutto stava per procedere come da programma per Akira,quando
all'improvviso,fu buio,non riuscì più a vedere
niente,come se una strana tenebra fosse scesa all'improvviso.
Non vedeva più niente,il giardino,il cielo,persino Nobunaga
sembrava sparito,poi tutto ricomparve,come se non fosse mai successo
niente,tranne per una cosa.
Nobunaga era scomparso.
Un istante fa era davanti a lui,l'istante dopo era sparito,neanche il
tempo di toccare terra,possibile che fosse scomparso così
velocemente? Chi era davvero quell'umano?
- LE OMBRE DI YOMI.
Akira non ebbe nemmeno il tempo di posare il primo piede a terra che la
sua veste si squarciò in un sol colpo,lasciando la parte del
corpo del maestro templare completamente scoperto.
Avrebbe voluto girarsi in direzione della voce,ma quando ci
provò,sentì un forte dolore alla schiena,che gli
provocò un forte brivido in tutto il corpo,tale fu la sua
intesità da fargli stringere i denti.
Durò un inezia,ma preoccupato della cosa si toccò
il punto colpito,guardò le dita e poi lo vide chiaramente.
Nero.
Il sangue sulla sua schiena era diventato nero.
Percepì una forte aura malvagia provenire da quelle poche
traccie del danno sulla sua schiena,a giudicare da quello che aveva
subito,dall'intesità e dall'estensione del dolore che
sentiva,molto probabilmente era un taglio.
- Allora yokai,come ti sembrava come colpo?
Akira riuscì a girarsi,e poi lo vide,Nobunaga,era girato di
schiena,ma la luce dell'astro notturno fece ben vedere cosa aveva
provocato il danno,un filo della spada e le dita della mano sinistra
del daimyo erano sporche di sangue e li lo vide chgiaramente.
Una malvagia energia oscura pervadeva le mani di Nobunaga,ed insieme ad
essa un aura del tutto uguale circondava il suo corpo.
- Non spendere energie per sanare le tue ferite,non ci riusciresti.
- Lo stesso devo dire del mio colpo su di voi,anche se dubito che
abbiate capacità curative,le nostre discipline marziali si
contrastano a vicenda.
- Suppongo di si.
Nobunaga si girò verso Akira con un espressione
più seria che potesse fare,nessun battuta,nessuna frase
eccentrica,solo un espressione dura in viso.
- la mia forma di combattimento è originaria di quella
terra,alla quale i vivi non è permesso di entrare,un luogo
dove il male scorre come se fosse un fiume in piena.
Akira comprese chiaramente di quale luogo stesse parlando,l'espressione
di Akira si fece meno accomodante,divenendo neutra,perfettamente
piatta,ora comprendeva bene con che uomo aveva a che fare.
- Il dominio del re demone del sesto cielo...avevo sentito parlare di
una cosa simile,un arte marziale basata sul male interiore
dell'individuo,non conosco molto di questa pratica,ma so che
è uno stile maledetto e che pochi ne apprendono i
segreti,volete forse farmi credere,che voi conoscete tale stile?
- Come di certo saprai,la pratica di un arte marziale maledetta e
considerata proibita,perché essa infrange le regole imposte
dal volere divino e dagli equilibri naturali,quello che forse non sai e
che la pratica di tale arte comporta un prezzo veramente alto da
pagare...e io l'ho pagato in pieno,tu piuttosto,ho visto il colpo che
hai usato su di me,la tua forse è un pratica di
combattimento buddista?Sarebbe
- Uno yokai buddista?No,la mia scuola è ormai dimenticata da
tempo immemore,persino nei tempi antichi erano ben pochi a
conoscerla,io sono forse il suo ultimo esponente,poichè la
terra della quale è originaria é scomparsa,molto
tempo fa.
- Due potenti scuole.
- Due forme di combattimento.
- Ma chi vincerà?
- La luce?
- O le tenebre?
Ed ognuno dei due sfidanti cominciò a manifestare il proprio
potere personale in modo più aggressivo,Akira
cominciò a rilasciare una potente luce che illuminava il
petto,mentre Nobunaga era pervaso da una tenebra lattiginosa,che gli
fuorìuscì dal corpo.
Entrambi erano pronti per percorrere l'ultima parte di questo
scontro,ormai prossima alla fine,entrambi avrebbero fatto sul serio e
questa volta avrebbero fatto sul serio,i muscoli erano pronti,i corpi
erano pronti allo scatto,le menti pronte ad elaborare la miglior
tattica di approccio,tutto in entrambi stava a significare che lo
scontro non sarebbe stata una passeggiata.
Ma tutto ad un tratto,accadde qualcosa di inaspettato.
La tenebra attorno al signore di Owari cessò letamente di
esistere,mentre al contempo ritornò in una posizione
normale,non più pronto al combattimento,fece girare la spada
per una volta e poi la conficcò a terra portando infine le
mani a i fianchi.
Akira da parte sua non riusciva a comprendere cosa stesse facendo
Nobunaga,era come se tutto ad un tratto non volesse più
combattere,tutta via non sembrava essersi calmato,ma anzi,stava
guardando aKira come un cane da guardia si accorge di un ladro nel bel
mezzo della notte.
- Cosa stai facendo?
Anche Akira assunse una posa neutrale,la luce che emanava dal corpo si
affievolì lentamente,fino a scomparire del tutto,fino a quel
momento si aspettava di combattere uno scontro violento,com'era nei
suoi piani,ma l'eccentricità di quell'inidividuo aveva
sconvolto le sue aspettative,per tanto decise di provare con
quell'improvviso repentino cambio di programma.
- Non capisco.
Disse Akira portandosi le mani dietro l'osso sacro,in una posizione che
metteva in risalto il torace scultoreo.
- Lo sai benissimo,il tuo ingresso improvviso,questo
combattimento,questo nostro scambio di colpi,dove vuoi andare a
parare?Cosa c'è realmente dietro?
- Il mio scopo e quello di instaurare un rapporto segreto tra voi e
me,immagino sappiate già quali beni posso offrirvi,avrete
sentito parlare di patti segreti tra umani e yokai.
- Lo so anch'io,so bene dell'esistenza di simili patti
infruttuoisi,spesso l'umano che sceglie di aderire a queste strane
alleanze e la perdita di qualcosa,solitamente dell'anima,o
qualcos'altro che la vittima ritiene prezioso,ma sappiamo entrambi che
questo non'è il nostro caso,giusto?
- Esattamente,se è la verità e quella che volete
ve la dirò,qui ed ora...Oda Nobunaga,vi chiedo di unirvi a
noi e alla nostra causa.
Nobunaga rimase sorpreso da quella risposta.
- Che intendi dire con,"noi"?
Akira fece un piccolo sorriso.
- La nostra esistenza é celata al resto della
società,siamo presenti in ogni punto del mondo civilizzato e
siamo in circolo da quando esiste il concetto di civiltà
stessa,controlliamo ogni aspetto di una nazione,dall'economia alla
politica,dai conflitti tra nazioni al controllo delle masse,eravamo
presenti quando Himiko comandava sul regno di yamatai,eravamo presenti
quando Jimmu divenne il primo imperatore del
Giappone,eravamo presenti quando Minamoto Yoritomo sconfisse il clan
Taira nella guerra di Gempei e diede inizio allo Shogunato è
desideriamo esserci ancora,quando Oda Nobunaga prenderà
controllo dell'intero paese.
Un sorriso comparve sul volto di Nobunaga,seguito subito dopo dalle sue
mani che si posavano sui fianchi.
- Ah,è una bella storia non c'è che dire,ma,pensi
che questo giustifichi la tua intrusione in casa mia?E per cosa?Per
venire fin qui a parlarmi di come tu e questa tua magica combriccola
segreta della amicizia siate chissà quali grandi cospiratori
del mondo,solo per tentaivo di impressionarmi? Andiamo,puoi fare di
meglio.
- Mi creda,la sua collaborazione con noi potrà solo giovare
ad entrambe le nostre fazioni,mi creda se le dico che io tengo molto a
questa nostra alleanza.
Nobunaga staccò una mano da un fianco e se lò
portò al mento,non perse la sua aria da autentico
eccentrico,ma tuttavia considerò seriamente la
proposta,poteva davvero contare sull'aiuto di gente così
veramente potente,ammesso che esistessero certo.
Era ovvio che se un dayokai veniva a fare una proposta simile a lui
voleva dire solo una cosa,che lo yokai in questione non faceva
distinzioni tra razze,certamente questa era una nobile
virtù,ma non riusciva a non chiedersi se la cosa sarebbe
stata davvero a beneficio della sua campagna di conquista.
Doveva rifletterci ancora prima di prendere una decisione.
- La vera domanda non'è se io decidessi di accettare o di
riufitare tale proposta,ma piuttosto,perché mai proporre a
me un offerta così vantaggiosa per gli Oda,quando ci sono
clan maggiori come i Takeda,gli Uesugi O l'imperatore
stesso,perché proprio io?
Akira distolse lo sguardo da quello del daimyo e lo puntò in
alto,verso un la luna,che da quella foresta di bambù
sembrava aver un aspetto così poetico,quasi sembrasse un
atmosfera da favola.
Peccato che della favola li,c'erà solo il suo lato
più oscuro,il maestro templare e il folle di Owari,Lo yokai
dai mille è più misteri e l'umano che voleva
rivoluzionare un intera nazione.
Poche volte nel corso della storia,tanta malignità si era
concentrata in un singolo punto del mondo.
- Perché tra tutti i signori della guerra che ci sono in
questo paese,voi siete l'unico che sta cercando di aprire nuovi
orizzonti,c'è bisogno di uomo come voi per cambiare la
stagnante situazione dalla quale il Giappone non riesce più
a sbloccarsi,ci sono così tanto guerrieri in questo paese,ma
c'è bisogno di un vero demonio per unificare un intera
nazione,ho deciso di avere fiducia in voi.
Nobunaga rimase fermo ad ascoltare,era rimasto incuriosito da quelle
esatte parole,non sapeva dire se quello dello yokai fosse un falso
elogio ho un frase detta con sincerità,doveva ammettere a se
stesso che era rimasto colpito dalla cosa.
- Devo riconoscerlo,tu sei una delle poche creature che sanno trattare
le parole come se fossero fatte d'oro,ma anche parole così
belle necessitano di essere sostenute con forza,se credi davvero in
ciò che dici,allora finiamo ciò che abbiamo
iniziato e vediamo se Nobunaga avrà intenzione di credere
alle tue parole.
Il Templare ormai n'è era certo,identificare Nobunaga come
un uomo normale era da cosiderarsi impossibile,a fatica riusciva a
capire se quell'umano fosse realmente insano,o stesse
recitando,sopratutto quando Nobunaga parlava di se stesso in terza
persona,come se fosse un attore che inscena una parte in un opera di
teatro,ma era ovvio che non fosse qualcuno da prendere sotto gamba.
Entrambi gli sfidanti tornarono a esercitare il loro potere
intrinseco,chi avrebbe vinto? Akira e la sua luce,oppure Nobunaga con
le tenebre che dimoravano nella sua anima?
Questa sarebbe stata una risposta che avrebbero scoperto solo
combattendo.
E ricominciarono,per l'ultima volta.
Questa volta fu Nobunaga a fare la prima mossa,il suo fu uno scatto
rapido,ai limiti dell'innaturale,un veloce pugno con la mano libera,al
volto dello yokai fu la sua mossa d'apertura,ma Akira lo
schivò velocemente,scartando di lato solo con la testa e in
risposta provò a colpire con una testata,ma non diretta al
volto,bensì poco sotto la gabbia toracica.
Il daimyo vide il colpo andare verso il basso e come contrattacco
parò con il gomito del braccio che teneva la spada,ma
proprio quando pensava di attaccare con la lama Akira impresse una
forza improvvisa sulla fronte cominciando a spingere come un toro
inferocito,Nobunaga si ritrovò con il braccio
bloccato,poichè era schiacciato contro il suo torace.
Ma non era uno sprovveduto,nonostante si stesse facendo trascinare,gli
venne ovvio pensare im modo contrario,fece un giro su stesso facendo in
modo di sbilanciare Akira che andò a finire più
avanti e lasciando la schiena scoperta,Nobunaga n'è
approfittò per tentare un semplice colpo in verticale,dal
basso verso l'alto,contro la spina dorsale dello yokai.
Akira contrattaccò girandosi di centottanta gradi su se
stesso,facendo si che il colpo dell'umano andò a
vuotò,per poi intrappolargli il braccio armato con la sua
morsa di ferro,prendendolo con l'incavo tra il braccio e l'avambraccio
che si chiusero sul suo polso.
Nobunaga rispose con un pestone sul piede di Akira,che appena scese
dissuase lo yokai da continuare la mossa,ma in compenso Akira
colpì il suo avversario nel basso ventre,con un veloce
montante a sorpresa,liberandosi così dal piede del signore
di Owari.
Restarono fermi per un attimo,in attesa di un azione dell'avversario,a
riprendere fu Nobunaga,ma non nel modo in cui Akira si aspettava.
- Rendiamo le cose più interessanti.
Disse l'umano mentre scatto di lato,per poi incominciare a
correre,verso tutt'altra direzione.
A quel punto Akira dovette inseguirlo,cosa che per lui non
risultò troppo difficile,si muovevano lesti tra il
bambù e le felci,nemmeno le radici sporgenti erano un
problema così grande.
Akira si trovava dietro a Nobunaga,notando che il signore del castello
sembrava più agile di quello che aveva dato a vedere,al
contrario Akira risultava essere un buon inseguitore,nonostante l'ampia
massa muscolare che al primo sguardo lo faceva sembrare impacciato per
quel tipo di attività.
Nobunaga girò la testa un attimo e sorrise verso il
templare,sembrava si stesse divertendo,come un bambino che aveva
scoperto un nuovo gioco,peccato che il gioco si svolgeva secondo le sue
regole.
Improvvisamente decise di usare la sua spada in modo
inaspettato,compì un improvviso arco orizzontale,tagliando
così le alte piante di bambù attorno a lui che
subito dopo il suo passaggio,caddero dietro le sue spalle.
Akira vide le piante cadergli addosso,mossa azzardata,ma
astuta,ciò non di meno sarebbe stato facile liberarsi del
problema,con forza e velocità,sia di mano che di
pensiero,prese la prima delle piante a cadegli addosso,la prese,e la
usò per colpire tutte le piante che gli stavano venendo
incontro,liberando così il passaggio da evenutuali ostacoli
improvvisi.
Il daimyo si accorse di cosa fosse successo e rimase sbalordito da
quell'inventiva fulminea,che sembrava così pari alla sua e
tuttavia così differente,doveva ammeterlo,quel dayokai era
bella gatta da pelare,a quel punto cambiò di nuovo tattica.
Si fermò,senza preavviso,l'ombra sotto i suoi piedi si
intensificò ancor di più dando ad una specie di
fumo nero,che poco a poco circondò l'area per almeno tre
metri in tutte le direzioni.
Akira dovette fermarsi per non penetrare quella fitta ombra che copriva
l'uomo al suo interno,tuttavia lo yokai volle fare una
prova,caricò di energia una delle sue mani e con un rapido
movimento tagliò una porzione della strana tenebra.
Vide che si era dissolta,o per meglio dire,si era divisa,il punto in
cui aveva colpito non sembrava essersene andata,semplicemente si era
aperta,come se in un qualche modo quella bizzarra oscurità
non solo fosse reale,ma anche coscente,come se posseddese una sua
intelligenza,o forse era un effetto dovuto ad una rezione con la sua
luce,non n'è era certo.
- Che cosa c'è? Hai paura del buio?
Disse Nobunaga con fare provocatorio
- Non'è l'ombra che mi preoccupa,siete voi che quello che mi
da preoccupazioni.
Detto questo Akira caricò energia anche nell'altra mano,per
poi compiere un unico giro su se stesso e agitare le braccia come se
fossero lame.
La nebbià scomparve e al suo posto ricomparve
Nobunaga,questa volta a mezz'aria,con l'intento di colpire il templare
in momento di svantaggio,la lama era pronta,il colpo non avrebbe
mancato il bersaglio.
E infatti non lo mancò,ma non per questo andò a
segno,l'affondo della lama venne interrotto prima ancora di colpire la
carne,Akira appoggiò le mani al tronco di Nobunaga che
subito lo lanciò via,ma quest'ultimo fu lesto a rimediare
all'attacco fallito e con una giravolta toccò il suo con i
piedi,invece che con la faccia.
- E questa improvvisa voglia di giocare da dove viene? Andiamo,fino a
un attimo sembravate pronto ad uccidermi.
Disse Akira nel suo modo cortese ed educato.
- Sto solo cercando di comprendere che genere di combattente sei,ma
infondo penso che tu lo abbia già capito.
- Si,l'ultima parte di questo scontro....
- E giunta a compimento.
E nobunaga a questo punto si lanciò contro Akira,puntando
entrambe le gambe al volto di Akira,lo yokai rispose subito con una
salda posizione di difesa,con le braccia incrociate di fronte al volto
e le gambe larghe,tenute bel salde al suolo.
Akira sentì l'impatto con il daimyo,che pesantemente si era
gettato contro di lui,fortuna che le braccia dello yokai pararono il
colpo,che a giudicare dal peso del colpo si sarebbe certamente fatto
del male.
E qui si vide la vera efficacia del posa di Akira.
- POSIZIONE DELLA MONTAGNA.
La forza del colpo di Nobunaga venne rilasciata dalle braccia del
maestro,rilasciando una luce ancora più forte che si
abbattè sul suo avversario e spingendolo in aria con forza
raddoppiata,rilanciato indietro a gran velocità sembrava che
stesse per impattare scontrarsi col suolo.
O almeno così sembrava.
Il corpo di Nobunaga sembrò rimettersi in posizione eretta
prima ancora di toccare terra,ma appena la toccò
sentì che stava scivolando sul suolo,come se la forza di
quella manovra difensiva si facesse ancora sentire,ma subito dopo venne
bloccato a terra,come se qualcosa lo stesse trattenendo.
Erano due frammenti di quella oscurità che emanava,si era
addessata attorno alle sue caviglie,come a volergli fare da appoggio
sicuro.
Entrambi ormai era giunti alla resa dei conti,alla parte finale di
quello scontro,mancava solo una parte fondamentale.
Si guardarono un attimo e decisero di andare verso la stessa
direzione,entrambi sapevano che c'era un solo modo per concludere
quella serata in modo esaustivo.
Si girarono entrambi,guardarono un punto ben preciso sulla loro
traittoria e si lanciarono,correndo verso il luogo che loro
sapevano,per sugellare quella notte,in cui due combattenti di grande
valore potessero dare il meglio di se.
Correvano,entrambi alla stessa grande
velocità,parallelamente,poi lo videro e saltarono fuori
dalla fitta vegetazione,per poi trovarsi li,dove tutto era cominciato.
Il giardino in mezzo alla foresta,l'erba tagliata non poteva nascondere
niente agli occhi di entrambi,mentre la luna,la cui luce non veniva
filtrata dagli alti corpi verdi delle piante,entrambi ora si mostravano
in tutto e per tutto nella loro forza.
Luce e ombra si fecero più forti,entrambi cercavano di
manifestare la maggior quantità di potere personale,si
misero in posizione,entrambi pronti per la mossa finale.
La faccenda adesso si era fatta veramente seria,a tal punto che
Nobunaga lanciò la spada dietro la schiena e infilzandola
con un semplice gesto nel soffice terreno,ora avrebbero finito la
questione ad armi pari.
L'energia era al massimo.
- LE MILLE CONSAPEVOLEZZE.
- IMPERIOSO ASSALTO DEL RE DEMONE.
E qui giunse l'apice dello scontro,il suo punto più alto,la
sua gloriosa fine.
Pugni,una pioggia di pugni che si riversava su entrambi i
contendenti,da parte di Akira erano a centinaia i colpi che partivano
dalle sue mani,miriadi di piccole luci grandi quanto una delle sue mani
circondavano ogni pugno che tirava verso Nobunaga.
Nobunaga stava facendo una cosa molto simile,anche lui era intento a
colpire altrettante volte lo yokai,scie oscure seguivano i molti
percorsi delle sue braccia,che con forza si gettavano addosso al
templare.
Tale era la scarica di colpi che si stava scatenando tra loro due che
era impossibile stabilire quanti pugni erano stati scaricati l'uno
addosso all'altro e ad ogni colpo seguiva una ferita.
Il corpo dello yokai si stava riempiendo di seri tagli neri,da dove il
suo sangue prendeva lo stesso colore,Nobunaga invece veniva sepolto
sotto un cumulo di ferite calde come l'inferno,strisce incandescenti
bruciavano in più punti il suo corpo,entrambi si stavano
riducendo al limite della sopportazione del dolore.
Eppure continuavano,tale era il furore del combattimento che nessuno
dei due sapeva più tirarsi indietro,muscoli lacerati,ossa
doloranti,i segni di quello scontro erano ormai segnati,non solo sulla
pelle,ma anche nell'anima.
In qualunque modo sarebbe finita,sarebbe stata certamente un incontro
memorabile.
Ormai erano entrambi a limite delle loro forze,un colpo,l'ultimo per
entrambi,l'esito in quel confronto tra giganti.
Ultimo rimasuglio di energia per entrambi,un ultima luce,un ultimo
frammento d'ombra.
Entrambi colpirono ancora una volta,mani si stavano avvicinando,corpi
stavano per essere urtati per l'ennesima volta,ne sarebbe spuntato
vincitore solo uno.
I pugni vennero rilasciati,le nocche scricchiolarono,il dolore fu
lancinante,ma nessun dei due trovò ciò che
cercava.
Una vittoria concreta.
Invece quello che videro fu ben altro,entrambi i colpi si erano
scontrati a metà del percorso,causando così
unteriori danni ai lori arti già provati.
Era finita...non come se l'aspettavano,ma era finita.
Entrambui in piedi,doloranti,sanguinanti,ma adesso era finita.
- I miei complimenti,era da molto che non mi confrontavo con un
avversario degno di nota,siete un combattente eccezzionale.
Disse Akira con sincerità e tentando un sorriso,cosa che gli
riuscì solo per metà.
- Neanche tu sei tanto male,in ogni caso avevo già preso la
mia decisione,ho deciso che...
Ma non ebbe modo di finire la frase che qualcosa si frappose tra loro
due,per istinto entrambi fece un leggero balzo indietro e videro
cos'era.
Due Kunai conficcati nel terreno,entrambi erano stati l'obbiettivo di
un attacco simultaneo.
Girarono la testa in direzione dell'aggressore,in alto,verso il cielo
scuro.
E li lo videro,una figura vestita completamente di bianco,con
protezioni metalliche su braccia e gambe e sulla fronte,con le braccia
intrecciate e la luna alle spalle.
- Due mostri si riuniscono sotto la luna, testimone di questa immonda
alleanza.
Akira fu il primo a rispondere a tali parole.
- Il diavolo di Iga,so che avete avuto a che fare con Hana,sono felice
che non le abbiate fatto del male,era da molto che non ci si
vede...Hattori Hanzo,maestro assassino e capo clan dei ninja di Iga.
Disse Akira cercando di mantenere un aspetto altero e forte,seppur
ferito e provato dallo scontro.
- Mi ricordo di te,ladro,diverso tempo fa tu e alcuni tuoi compari
avete cercato di portarmi via quella...
Nobunaga indicò l'arma che aveva recuperato molto tempo
fa,al contrario di Akira non mascherava il suo attuale stato fisico,era
affaticato,stanco e segnato dalla lotta,ma nonostante ciò
anche lui non dava segno di voler cedere.
- Peccato che non ci siate riusciti...peccato per voi,naturalmente.
Concluse la frase con un sorriso da lupo.
- Nobunaga Oda,il folle di Owari,massacratore,distruttore,empio tiranno
dall'anima corrotta dalle tenebre,sappi questo,una nazione costruita
con la forza e destinata a cadere con la forza.
- Ma una nazione priva di forza non potrà mai sottomettere
il caos e la follia di cui quest'epoca e lorda,fatti da parte e divieni
parti del mio nuovo Giappone,oppure resisti e muori,così che
io possa sacrificarti sull'altare della storia, a te la scelta.
Seguì un attimo di silenzio,poi,la risposta dell'uomo
arrivò.
- Io sono un ombra tra le ombre,così è...e
così sara sempre.
E detto questo,intrecciò le mani,fece dei segni con le dita
e si lanciò indietro,scomparendo così alla vista
di tutti,rifugiandosi nel cuore delle ombre.
Nobunaga fissò per un attimo il punto un cui era
precedentemente posato,per poi lasciarsi andare un commento.
- E così sia,uomo nell'ombra.
- Signor Oda...
Il daimyo venne attirato dalla voce di Akira.
- Immagino che la sua decisione riguardo a questa alleanza sia un si.
- Precisamente,anche se adesso non aspettarti che mi fidi te,o della
tua organizazzione,so per certo che sai più cose di
me,riguardo a tutta questa faccenda.
- Naturalmente,ora se mi vuole scusare,io e il mio seguito ci
allontaneremo dalla vostra proprietà,le auguro buona notte.
E così dicendo Akira si allontanò verso la
foresta di Bambù,lentamente,senza fretta,come se la
situazione fosse stata delle più tranquille,come se le cose
fossero andate esattamente come voleva.
Un passo,poi un altro,ogni cosa era stata misurata,ogni cosa era andata
a vanrtaggio suo e dei templari,presto avrebbe colto i frutti di
quell'unione tanto vantaggiosa,il gran maestro aveva rischiato la vita
per rendere reale quella possibilità,aveva giocato il tutto
per tutto.
E aveva vinto,tecnicamente era stato un pareggio,ma lui sapeva bene che
non tutte le vittorie si possono misurare con la sola forza dei
muscoli,o con piani tempestivi,le vittorie migliori sono quelle durano
nel tempo e col passare di esso.
La pazienza era certamente una dote che ha lui non mancava.
- Posso farti una domanda?
Disse Nobunaga dal nulla.
Akira si girò in direzione del suo interlocutore.
- Certo,cosa volete sapere?
Chiese Akira in modo interrogativo,come se fosse realmente interessato
alla cosa.
- Per caso conosci uno yokai dalla lunga chioma argentea,con occhi di
chi non sopporta il mondo intero e il segno di una mezzaluna sulla
fronte?
Chiese Nobunaga con incredibile naturalezza,come se fosse la domanda
più normale del mondo.
Akira rimase un attimo sulle sue,come se la sua mente dovesse
analizzare attentamente quale risposta dare in proposito.
Aveva sentito bene la domanda,sapeva bene che quella descrizione poteva
essere associata solo ad una persona sola,ma per curiosità
cercò di comprendere appieno quella richiesta.
- Forse,ma posso sapere il motivo di tale richiesta?
- Posso solo dire che lo sto cercando da molto tempo,sai,questa
è una domanda che ho fatto ad ogni yokai che ho
sconfitto,immagino che un tipo come lui non passa inosservato,dico bene?
- Dice benissimo,tuttavia al momento non é raggiungibile,il
nostro nemico in comune lo ha portato via chissà dove.
- Capisco,immagino che tu lo conosca meglio di me.
- Lo conosco da tutta una vita e si fidi,non'è semplicemente
un modo di dire.
- Interessante,ma immagino che per ora non mi direte di
più,non'è vero?
- Non siamo ancora così intimi da darvi maggiori
informazioni,col tempo,se non ci saranno disguidi tra di noi,le
garantisco che avrà le informazioni che cerca.
E Akira si decise ad incamminarsi verso la sua uscita con impeccabile
stile,ma prima di scomparire completamente disse le sue ultime
parole,prima di uscire di scena.
- Sesshomaru...la prossima volta che chiederete di lui in giro,fate
questo nome,questa è l'unica informazione che posso darvi
per il momento.
E si dileguò,com'era apparso,se nè
andò.
Nobunaga innalzò lo sguardo verso la luna,chiuse gli
occhi,rilassò il volto e poi tirò un sospiro di
sollievo.
- Sesshomaru...ora so quale nome scrivere sulla tua lapide,ora so,il
nome della vittima sacrificale più importante.
E con questo ultimo commento si allontanò,pregustando il
momento in cui si sarebbero incontrati,il folle di Owari ora poteva
contemplare il nome dell'uomo che sarebbe stata la pietra miliare del
suo dominio.
E si allontanò,per tornare da coloro che gli erano leali,che
lo avrebbero seguito in quella scia di morte,distruzione...e
rivoluzione,il progresso sarebbe arrivato sulla punta della spada.
Due uomini si erano scontrati quella notte,due combattenti si erano
sfidati per vedere la vera potenza che entrambi possedevano,due
sinistri individui avevano stretto un accordo segreto per decidere il
destino del sol levante.
Il re demone del sesto cielo e il gran maestro dell'ordine dei templari.
Un concentrato di male all'ennesima potenza.
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Capitolo 52 *** Io te e lui. ***
Diverse
ore più tardi,poco prima dell'alba,villaggio degli assassini.
Stava
iniziando come una giornata qualsiasi,il cielo era un pò
cupo li in montagna,mentre il sole a fatica riusciva ad illuminare il
cielo,ma apparte questo,tutto sembrava nella norma.
Ma
non per loro due,non per il cane e la pantera che dormivano sotto lo
stesso tetto.
Era
successo qualcosa a Sesshomaru,qualcosa che lei non sapeva spiegarsi,si
era destata dal sonno quando cominciò a sentire il suo
antico rivale emettere dei piccoli versi,come se stesse avendo un
incubo.
Lei
si alzò,si avvicinò all'inuyokai,con una leggera
ansia verso lo stato in cui lui si ritrovava,si muoveva nel
sonno,compiendo piccoli movimenti spezzati,come se facesse fatica a
fare qualcosa,ma non capiva bene cosa potesse essere.
Provò
a strattonarlo un poco e a chiamarlo allo stesso tempo,ma non sembrava
reagire,ciò aumentò la paura che in Toran era
già forte di suo,ma il peggio sarebbe arrivato a breve.
Decisa
a non arrendersi provò ad aprirgli le palpebre,forse questo
lo avrebbe riportato alla realtà,provò con un
occhio,ma quando lo aprì constatò con
inquietudine che la pupilla era biana,bordata di rosso,come se l'occhio
si fosse girato su se stesso.
A
quel punto provò il tutto per tutto,cominciò ad
agitarlo con forza,a chiamarlo sempre più forte e nel timore
che potesse peggiorare gli si inumidirono gli occhi.
-
SVEGLIATI,TI PREGO,APRI GLI OCCHI.
Urlò,come
se facendolo potesse richiamarlo a se e a quel punto,accadde.
Uno
scatto inaspettato la prese alla sprovvista ed una mano,incoscente di
quello che stesse accadendo le si strinse alla gola,per poi essere
buttata a terra.
La
pressione intorno al collo era tale che rischiava la rotturà
delle vertebre cervicali,cercò di liberarsi,facendo forza ma
senza ricorrere agli artigli o al ghiaccio,ma la sua forza in confronto
a quella del cane era paragonabile a quella di un pollo che cerca di
liberarsi dalla morsa di una volpe,la differenza era abissale.
I
muscoli della mano sembravano fatte di pietra,non aveva mai avvertito
una tale forza in lui,nemmeno quando combatterono tra le rovine nella
montagna,lo sentiva ringhiare,come se fosse nella forma animale,mentre
gli occhi rossi,fissavano un punto indefinito,era certa che sarebbe
morta di li a poco.
Ma
tutto ad un tratto,la situazione cambiò.
Lo
sguardo di lui tornò normale,la presa si fece meno forte,ed
un espressione di sgomemento si manifestò su quel volto
solitamente corrucciato.
E
dopo un tenero abbraccio e parole di conforto i due erano ancora
li,l'uno stretta all'altra,l'orrore era sparito,ora c'erano solo
loro,li,insieme,a stretto contatto,quanto avrebbe voluto che quel
contatto fosse durato abbastanza a lungo da divenire qualcosa di
più che solo un abbraccio.
E
magari senza i vestiti addosso,almeno per lei,lui indossava solo
l'intimo.
Ma
a quel desiderio lussurioso,si sostituì un affetto meno
libidinoso,quasi materno,vederlo in quello stato,non osando immaginare
cosa possa aver passato per avere una reazione simile.
-
Sesshomaru,vuoi dirmi cosa ti è successo?
Disse
lei sussurandogli dolcemente in un orecchio.
Lui
si staccò da lei,il movimento era stato eseguito con fare
calmo,quasi temesse di poter farle ancora del male,anche soltanto con
un semplice gesto come quello.
Si
mise in posizione più eretta,seduto sul futon e coprendosi
con la coperta fino alla vita,comprendo così la sua parziale
nudità.
La
testa era china verso il petto mentre chiudeva le palpebre,impedendo
così alla vista di posarsi su di lei,si vergognava,lui,che
voleva solo ribellarsi,che voleva combattere...che voleva fuggire.
Da
quella cosa.
Era
ancora li,a malapena ricordava nel dettaglio cosa fosse successo,ma
ancora aveva ben in mente la parte peggiore di tutto quello.
La
scritta mostro ripetuta più e più volte su tutta
la scalinata,lui bloccato,inerme,debole,rassegnato,impotente di fronte
a quell'orrore,a prima vista era una sagoma rettangolare con un strato
nero che circondava l'interno della forma artificiale.
Ricordava
di come scendeva le scale,pur non muovendosi,come se l'ambiente e
l'oscurità fossero la stessa cosa,eppure non sapeva
definirlo con esattezza,la natura stessa della vicenda rasenta la
follia.
-
Non riusciresti a comprendere,nemmeno io ci riesco,fai un favore a te
stessa,lasciami qui,allontanati e continua questa tua alleanza con gli
assassini senza di me,ti ho già ferita abbastanza.
-
Non dire così,non'é colpa tua,so che non volevi
farmi del male,io mi fido ciecamente di te.
Lei
gli posò una mano sopra una delle sue,la mano di lei si era
posata in un gesto delicato,come a volerlo consolare,sostenere,a fargli
capire che lei era con lui,sempre.
-
Infondo,sono o non sono la tua compagna di viaggio?
Disse
lei sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
Lui
la vide in volto,si sentì indifeso di fronte a quel modo di
fare,così gentile e caritatevole,lei era una guerriera,una
combattente,una vera dura,eppure aveva la sensazione che da quando si
erano rivisti dopo tanto tempo,lei sembrò più
tenere,dolce,affabile,almeno con lui.
E
lui non seppe cosa dirle,quel volto così sereno,quelle
labbra così vicine al suo volto e quello sguardo,quegli
occhi così azzurri,che avrebbero dovuto congelare chiunque
con una sola occhiata,invece sembravano scaldarlo,reazione ironica,dato
il potere di lei.
lui
in risposta,capovolse la mano coperta da lei e gliela strinse
leggermente,segno di complicità,non sapeva nemmeno lui
perché facesse così,era la prima volta che si
sentiva in quel modo di fronte a qualcuno.
Probabilmente
Jin aveva ragione,forse lei provava dei sentimenti più
pronfondi,di quelli che lui voleva ammettere.
E
forse,anche lui,aveva lei sentiva una certa attrazzione verso di
lei,solo che non n'è era ancora convinto.
O
che non aveva il coraggio di ammetterlo a se stesso,lui sapeva essere
così orogoglioso da negare l'evidenza persino a se stesso.
Ma
non poteva negare che il tocco della sua mano era un balsamo miracoloso
più forte di qualunque capacità di
rigenerazione,leniva ferite che il suo corpo non poteva guarire e che
la sua mente e il suo spirito pativano ormai da diverso tempo.
-
Come ci riesci?
Chiese
lui con fare perplesso.
-
A fare cosa?
-
A non aver paura,ti ho aggredita,ti ho fatto del male,ho rischiato di
ucciderti,come puoi starmi vicino dopotutto quello che ti ho fatto
passare?Il combattimento nella montagna,il litigio al fiume e adesso
questo,in ogni cosa che fai tendi a comportarti bene nei miei
confronti,dimmi perché.
Lei
non seppe cosa rispondere,distolse lo sguardo dal suo,non avrebbe
potuto reggere a quella pressione,subito si rialzò
dirigendosi subito verso il punto della stanza dove aveva lasciato le
sue solite vesti.
-
Perché sono incaricata della tua salvaguardia,Ezio e Yuki mi
hanno espressamente chiesto di controllare il tuo stato di
salute...é poi sono ancora in debito con te,hai resuscitato
la mia famiglia e salvato il mio clan dal mio precedente signore,sono
estremamente in debito con te,senza dimenticare che sei intervenuto
quando ero circondata dalle guardie di Akira.
-
Ti ho già detto come la penso sulla questione,non hai alcun
debito verso di me e se anche ci fosse ti scioglierei da un simile
vincolo,non mi sei debitrice di nulla.
-
Lo so...ma io sento il bisogno di sdebitarmi,se non fosse stato per te
io non sarei mai stata alla guida del mio clan,le mie sorelle e mio
fratello ora gestiscono gli affari del clan anche grazie al fatto di
essere vivi,questo lo devono a te,posso dire con certezza che le
pantere esistono ancora anche grazie a te,come posso non sentirmi in
debito?
Sesshomaru
non seppe cosa rispondere,dal punto di vista dell'inuyokai lei sembrava
in qualche modo diversa da come la ricordava,questo ormai era
evidente,ma più in particolare le sembrava simile ad un
altra persona alla quale ormai non pensava più.
Rin.
Quella
bambina così gentile,riconoscente,gioiosa della vita che
adesso si stava godendo appieno,in qualche modo le assomigliava,o
almeno con lui,un tempo sarebbe stata più diretta,arrogante
e strafottente,esattamente come lui,un blocco di ghiaccio,ma ora
sembrava avere un carattere più affabile,era diventata
soffice come la neve appena caduta.
Ovviamente
Toran non era altrettanto infantile come quella fanciulla umana,ma se
non altro mostrava quel lato che lui apprezzava tanto e che solo in
quella bambina credeva che potesse esistere.
E
invece ora quella morbidezza d'animo,quel lato tenero del cuore lo
ritrovava li,ma stavolta più maturo,in Toran,la faceva
sembrare quella donna che molto tempo fa non avrebbe potuto suscitare
in lui nessun autentico interesse,pur tuttavia senza cancellare quel
lato guerriero,combattivo e decisamente maschiaccio che lui rispettava
in lei,forse era questo strano miscuglio di attributi che in un modo o
nell'altro attirava le sue attenzioni su di lei.
Lei
non era sofisticata,viziata o altezzosa,lei era diversa,un
pò come lui.
E
a lui questa cosa piaceva.
Mentre
lui rifletteva su queste cose,vide qualcosa che lo prese in
contropiede,la ragazza sciolse il nodo dell'obi che teneva la veste,lo
fece cadere e subito dopo,si scoprì le spalle,facendo
scivolare la veste sulla propria pelle,delicatamente,quasi con malizia.
Difficile
a dirsi se l'aveva fatto apposta o pure no,l'unica cosa certa era
quello che stava osservando,ormai senza vestiti Sesshoamru
potè vedere,con un certo interesse,che la pantera non era
poi così nuda,una fascia bianca ripetutamente fatta girare
intorno al petto copriva i seni,mentre sotto portava un semplice
perizoma di cotone bianco.
-
Toran...che stai facendo?
Disse
lui incredulo a quello che stava vedendo.
-
Mi sto cambiando.
Disse
lei mentre era girata,intenta a indossare il suo solito abito,lei
spostò lo sguardo su di lui e lui prontamente
girò il suo in un altra direzione.
-
Tranquilla,non ho visto niente.
-
Avevi ragione ieri sera,non siamo più dei ragazzini,possiamo
cambiarci pur rimanendo nella stessa stanza,non abbiamo nulla di cui
vergognarci.
-
Non c'è bisogno che tu lo faccia solo perché ho
detto così,ho solo espresso un mio pensiero personale.
-
A me non sembrava,sembravi piuttosto deciso quando l'avevi detto.
-
Vestiti,invece di perdere tempo in chiacchiere.
-
Come vuoi.
Finito
di vestirsi la ragazza si mosse verso la porta.
-
Ti aspetto di fuori.
-
Guarda che non c'è ne bisogno...
Ma
lei subito uscì,senza dare la possibilità a
Sesshomaru di poter finire la frase.
Chiuse
la porta e subito dopo si rivolse verso una delle pareti della casa,ci
si appoggiò e si coprì il volto.
Ripensò
alla scena di poco fa,facendola sentire la ragazza più
stupida del mondo intero.
Non
sapeva nemmeno lei spiegare come fosse accaduto il tutto,l'unica cosa
che aveva intenzione di fare era alleviare la tensione che si stava
respirando la dentro,per non parlare di quello scambio di parole,lui
che le chiedeva come potesse stargli vicino e lei che gli aveva
risposto con il volersi sdebitare.
A
quel punto qualcosa era scattato nella sua testa,lui,ai suoi occhi
così fragile,così bisognoso di lei,solo allora
seguì ciò che le diceva il cuore.
Si
spogliò davanti a lui.
Si
diresse verso il punto in cui teneva le sue vesti e cominciò
a vestirsi,ma dentro di lei sapeva cosa volesse fare veramente.
Un
misto di compassionevole pietà e un ardente desiderio delle
carne di lui,l'aveva spinta a quel gesto,dandogli le spalle sperava che
lui si alzasse,alla ricerca del suo corpo,che la prendesse,che la
baciasse,per poi portarla con se sul pavimento e....
Non
osava immaginare oltre,la cosa la imbarazzava troppo.
Lo
bramava,lo desiderava..lo amava.
Ma
lui non lo sapeva,i suoi problemi occupavano tutto il suo tempo e
lui,per quanto gli stesse vicino era come se fosse a miglia di distanza.
Avrebbe
voluto dirgli cosa provava nei suoi confronti,ma non né
aveva il coraggio,come poteva? Sesshomaru era bello,forte,con un
coraggio che pochi possono vantare di possedere,qualità di
cui si era accorta solo dopo che lui aveva riportato in vita
Shuran,Karan e Shunran.
Nei
giorni successivi la figura di quel avversario di sempre,era
cambiata,prima di allora non si era resa conto di come fossero profondi
quegli occhi dorati,di come fossero lisci i lineamenti del viso,di come
quella lunga,ma ordinata massa di capelli argentei gli dessero
quell'aspetto così regale.
Le
ci volle ancora molto per comprendere che ormai era divenuto il suo
eroe,un glorioso guerriero solitario contro tutto e tutti,un uomo,solo
contro il mondo intero.
E
lei gli sarebbe rimasto accanto....era un promessa,verso se stessa e
verso ciò che provava per lui.
All'improvviso
sentì la porta scorrevole aprirsi e subito si
staccò dal muro e levò le mani dal viso,cercando
di simulare un atteggiamento calmo e tranquillo,cosa che lei in quel
momento non era per niente.
Sesshomaru
se n'è uscì già vestito e col
cappuccio posato sulle spalle,ormai non c'era più bisogno di
nascondersi,buona parte degli yokai presenti al villaggio ormai
sapevano chi si nascondeva sotto quelle vesti da iniziato.
Il
volto e lo sguardo fisso davanti a lui preannuciava l'ovvio,una
giornata cominciata male,destinata a peggiorare.
-
Andiamo.
Ordinò
lui senza troppe premure.
Lei
non disse niente e lo seguì,temendo per lui le conseguenze
di quella situazione.
Le
strade erano deserte e i rumori delle prime ore del giorno erano ancora
lontane per l'ora in cui si stavano diregendo da Yuki,il cielo era a
malapena illuminato da un sole ancora distante,una tinta unica di un
blu denso e scuro stava lentamente diventando chiaro,annunciando
così il sorgere del sole che ancora una volta avrebbe
illuminato quella giornata.
Un
leggero vento soffiava in quel momento,gelido,che sembrava passare di
li,tra loro due,come un brezza giocosa che si intromette e col suo
freddo pungente ricordava ad entrambi il gelo che era sceso su i due
giovani yokai.
Si
inoltrarono nel centro abitato,il silenzio era presente,quanta
calma,mentre loro due,con la loro presenza passavano,anche loro
altrettanto silenziosi,che con i loro passi infrangevano il
silenzio,come un sassolino infrange la superficie di un specchio
d'acqua.
Gli
edifici erano testimoni della loro presenza in città,mute
presenze,semplici nella loro funzione,era così strano
passare per quelle strade senza il solito chiacchiericcio dei passanti
e lo sbraitare dei mercanti,non un qualcosa di bello in quel paesaggio
urbano,un cambio di prospettiva sulla classica caoticità che
solitamente era li presente.
Ma
sotto tutta quella calma si nascondeva un ansia e una tensione tali da
pesare sulle coscenze di entrambi gli yokai.
Toran
cercava star vicino a Sesshoamru,ma quest'ultimo istintivamente si
distanziava da lei,come poteva starle accanto,dopo quello che gli aveva
fatto? Come poteva affiancarla dopo quello che aveva visto?
La
schiena nuda di lei,il desiderabile seno che in parte aveva intravisto
nel suo profilo e più sotto,i suoi glutei,quelle
curve,così sensuali nella loro naturalezza,piccoli al punto
giusto,tonici,desiderabili.
Per
non parlare di quello che si nascodeva sotto quel perizoma,al solo
pensarci sarebbe impazzito,era come ritrovarsi di fronte ad un bel
fiore e non poterlo cogliere per paura di fargli male.
Temava
di farle male,temeva di aggredirla ancora,non avrebbe osato
toccarla,non dopo aver rischiato di spezzarle l'osso del collo.
Ma
se avesse potuto toccarla....
Se
fosse stato possibile,se ciò che sospettava fosse reale,se
era vero che lei provasse qualcosa per lui,allora si sarebbe fatto
avanti.
Si
sarebbe alzato senza indugiare,si sarebbe mosso piano,l'avrebbe
guardata come un cane da caccia che insegue la sua preda,sguardo da
predatore,occhi fissi di chi è pronto a fare la propria
mossa,l'avrebbe stretta attorno alle sue braccia,l'avrebbe
baciata,mentre le sue mani avrebbero vagato sul suo corpo,su quella
pelle bianca come la neve,più preziosa della
porcellana,posandosi sul suo collo,sul suo petto,sul ventre,sui fianchi
ed infine scendendo più in basso,dove non osava immaginare.
Si
dovette riprendere da quella fantasia,la loro meta era in vista.
La
casa del libro,Sesshomaru tornò di nuovo in quel posto,per
la terza volta,ormai ricordava la strada a memoria,cosa che non lo
faceva sentire particolarmente orgoglioso.
Bussò,neanche
con gentilezza,due colpi forti per farsi riconoscere,quasi
rischiò di abbatere la porta.
Non
arrivò nessuno,aspettarono ancora un pò,ma
nessuna traccia di chi cercavano,forse non si era fatto sentire
abbastanza bene,per tanto volle riprovare,ma questa volta
più forte.
-
Spero che tu sia qui per una buona ragione,o forse tutto ad un tratto
ti da fastidio il mio locale?
Toran
e Sesshomaru si girarono verso una delle finestre delle case
adiacenti,videro una donna dai lunghi capelli neri,pelle diafana e lo
sguardo di chi si è svegliata da poco.
-
Devo parlarti.
L'espressione
del volto del ragazzo era serissima,come sempre del resto,ma questa
volta nella sua voce non c'era segno di noia o di fastidio.
E
la cosa la metteva a disagio.
-
Entrate.
Disse
lei chiaramente preoccupata.
L'interno
dell'abitazione rispecchiava per dimensioni la maggiorparte delle case
del posto,piccola e accogliente,ma a differenza delle altre case,era
arredata con un basso tavolino in legno laccato nero,con diversi fogli
appogiati sopra e con un cuscino di seta li accanto e altre due porte
scorrevoli presenti nella stanza.
Ma
la cosa più sorprendente era un piccolo dettaglio che
entrambi gli yokai non si accorsero in precedenza,ora che la vedevano
senza cappuccio si accorsero di due orecchie appuntite ai lati della
testa,anche lei era uno yokai.
Come
mai non se n'erano accorti prima? In particolar modo dell'aura,non la
sentivano,possibile che non n'é possedesse una?
Quella
donna di certo nascondeva molte cose,è non solo l'aura.
-
Prima accomodatevi.
-
Non ho tempo per queste scemenze.
Disse
Sesshomaru spazientito,Toran prontamente gli portò una mano
al braccio e lo guardò con fare rassicurante.
-
Ci parlo io.
La
voce della panterà lo calmò leggermente,in un
qualche modo la sua presenza lo rilassava,non riusciva a capire
come,però ci riusciva,era dalla sera prima che sentiva
chiaramente che con pochi gesti lei riusciva a raffreddare alcuni punti
cocenti del suo carattere...e a riscaldarne altri.
-
Nobile Yuki,siamo qui per alcuni aggiornamenti riguardo alle condizioni
di Sesshomaru...
Toran
cominciò a spiegare la situazione avvenuta poco fa,i lamenti
nel sonno,lei che cercava di svegliarlo e poi
l'aggressione,spiegò come lui continuasse a stringerle il
collo nonostante cercasse di farlo rinsanire e di come alla fine si
riprese.
Yuki
ascoltò meticolosamente ogni dettaglio,la preoccupazione si
leggeva sul suo viso,esattamente come i tanti manuali e manoscritti che
teneva nella sua piccola biblioteca,non aveva battuto
ciglio,statuaria,magnifica,concentrata,paziente.
Infondo
erano li per questo.
Ma
la pantera non gli disse dei dettagli più intimi,non gli
disse di come lei chiamò disperatamente l'inuyokai o di come
lo abbracciò,quando lo vide sconvolto e in preda alla
confusione,quando poi subito dopo lui l'abbraccio a sua volta e di come
lei poco dopo si sentì avvampare e di come quell'abbraccio
facesse nascere in lei intimi pensieri.
-
Come immaginavo,speravo che non cominciasse così presto.
Disse
Yuki in tono rammaricato,chiuse gli occhi e cominciò a
respirare letamente,tramutando il suo volto in una maschera di
tristezza.
-
Potete fare qualcosa?
Chiese
Toran con sincera preoccupazione
-
Se siete venuti qui,con la speranza di una sorta di cura o una
soluzione di qualche tipo,la mia risposta è no,sono
spieacente,davvero.
-
Ma ci sarà qualcosa che si può fare,non potete
lasciarlo così.
-
Capisco quello che provate,ma io non ho quello che cercate,ma ho
qualcosa da consegnare a lui.
La
maestra si diresse verso il tavolino,prese un foglio di carta
spiegazzato e lo passò a Sesshomaru,l'inuyokai se
n'è era stato in disparte durante la spiegazione che Toran
aveva fatto all'assassina,per tutto il tempo era rimasto attaccato ad
un muro,con le braccia attorno al petto e gli occhi chiusi,come se in
qualche modo volesse estranarsi da tutto e tutti.
Cosa
che solitamente faceva,ma mai prima di quella mattina,aveva sentito il
bisogno di fuggire anche dalla realtà,che a suo avviso era
diventata anche fin troppo brutta.
-
Leggi.
Sesshomaru
si riprese dal suo tentativo di isolamento,prese il foglio con non
curanza e cominciò a leggere.
-
Ordine diretto del mentore del ramo Giapponese della confraternita,a
seguito dei recenti fatti che sono avvenuti a danni dell'intera
confraternita,ritengo opportuno che il figlio di Inutaisho venga
mobilitato il più presto possibile verso la zona
settentrionale del paese,nell'Hokkaido.
Ci
risulta dalle nostre ultime infomazioni che la gran sacerdotessa Otsune
stia organizzando le forze a sua disposizione per ottenere il controllo
sull'intera zona nord del paese,aspetto ulteriori aggiornamenti
riguardo alla situazione attuale.
Finito
di leggere Sesshomaru passò la lettera a Toran e poi si
rivolse all'altra donna presente nella stanza.
-
E perché mai dovrei andarci proprio io?
-
Aspetta,c'é dell'altro,Otsune è un alleata di
Akira,anche se lei non é un membro dei templari il suo
sostegno politico assicura i templari un vataggioso territorio a loro
disposizione,per non parlare dei problemi che gli Ainu e gli yokai che
potrebbero causare,sempre se riescono a rivendicare i territori persi.
-
Ainu? Mai sentiti prima.
Rispose
lui incuriosito.
-
Gli Ainu sono un antico popolo umano del nord,nei tempi antichi il loro
territorio si estendeva per l'intero paese,ma con le invasioni di
coloni provenienti da Corea e Cina costrinsero questo popolo a
raggiungiere le zone glaciali dell'Hokkaido,dopo secoli di isolamento
sono tornati a farsi sentire e temo che Akira voglia aproffittare della
situazione,non oso immaginare cosa succederebbe se riuscisse nei suoi
intenti.
-
Se dovessi partire,troverei anche Akira?
-
Forse,ma preferirei che non ti scontrassi con lui,sai benissimo
com'é andata a finire l'ultima volta,piuttosto,se vuoi
veramente fare del male al gran maestro,ti suggerisco di colpire
Otsune,solo così potrai arreccargli un serio danno ai suoi
piani.
Sesshomaru
rimase in silenzio,ripensò ad Akira,ripensò a lui
e a come potesse avere occasioni di poterla fare finita con tutta
questa storia,non gli interessava niente della situazione nel nord,ma
sapere che Akira era a portata di mano gli dava la sensazione di poter
regolare i conti con quel dannato e poter così tornare alla
sua vita precedente.
Yuki
guardò gli occhi del cane,brillavano di una luce
furiosa,luce che caratterizzava il suo sguardo quando un nemico
particolarmente forte gli dava filo da torcere e lui sentiva la carica
che la sola idea del combattimento potesse dargli,ma purtroppo la
maestra sapeva bene che la vera motivazione di Sesshomaru era un
rancore profondo,il senso di sfida questa volta,non c'entrava
assoluatamente niente.
-
Va bene,volete farmi l'assassino? Per me sta bene,ma ad una condizione.
-
Apparte il fatto che come novizio ti è stato dato un ordine
diretto, e che non potresti rifiutare,quale sarebbe questa condizione?
-
Voglio che Toran venga con me.
La
richiesta del dayokai suonò come una cosa
bizzarra,personalmente l'assassina si aspettò una cosa come
il poter uccidere Akira,oppure,andarse fuori dalla confraternita a
missione finita,ma di certo non il fatto di portarsi la pantera con
se,questo era stato certamente un evento inaspettato.
-
Benissimo,infondo vi conoscete,siete stati avversari per
così tanto tempo,che ormai vi conoscete anche fin troppo
bene,per non parlare degli ultimi svolgimenti,che sono più
che sicura vi hanno avvicinato ancor di più,oltre a
ciò,lei potrà continuare a verificare il tuo
stato di salute,ritengo che questa sia un ottima idea,partirete
domani,tuttavia...
-
Tuttavia?
-
Non potete partire senza la guida di qualcuno più esperto di
voi,poi avrai bisogno di allenarti nelle arti della confraternita,quali
la furtività,il ladrocinio,l'omicidio e tutto ciò
che ti potrà essere utile,per questa ragione,vi affido la
guida di Ezio per ciò che dovrete fare.
Sesshomaru
sospettava che Yuki avrebbe detto qualcosa del genere,poi quel sospetto
divenne reale e per ciò non si stupì
più di tanto,ormai era scontato che quell'umano facesse
parte della sua quotidianità,era stato presente fin
dall'inizio di quella storia,perché mai non avrebbe dovuto
averlo vicino anche in questa faccenda?
-
E ti pareva che non ci fosse anche lui,va bene,se serve anche lui ad
ammazzare Akira,me ne farò una ragione,c'è altro?
-
Veramente si,pare che da quelle parte si siano avvistati diversi
membri di diverse tribù di lupi,soprattutto gli
Yoro,in un qualche modo devono essere collegati a quello che sta
succedendo da quelle parti,non ho altro da dirvi riguardo la questione.
-
Bene.
E
detto ciò Sesshomaru uscì dall'abitazione,con
passo fiero e composto.
Toran
fece per alzarsi,ma subito la maestra si fece risentire.
-
Toran,c'è una cosa con cui vorrei parlare con te,in privato.
La
pantera si rimise al suo posto e subito le due si guardarono per un
attimo,poi ricominciarono a parlare.
-
Come va il tuo rapporto con Sesshomaru?
-
Bene,apparte questo incidente,procede tutto liscio,non'è
certamente un tipo facile con la quale averci a che
fare,però non'è così
male,perché me lo chiedi?
-
Ultimamente io è il maestro Ezio abbiamo notato che voi due
state sviluppando degli atteggiamenti un pò atipici per il
vostro carattere,come quando ti sei offerta volontaria per intempretare
la parte della finta traditrice,oppure quando sei intervenuta durante
il combattimento di ieri,c'è forse qualcosa che senti il
dovere di riferire?
La
ragazza si sentì schiacciata da tutta quella
pressione,mentre la yuki la osservava tranquilla,composta,ma facendo
capire bene tra quello che si stava svolgendo in quella casa non era
una semplice discussione,era un interrogatorio in piena regola.
Meno
diretto,ma pur sempre un interrogatorio.
-
No,nulla di particolare,adesso se vuoi scusarmi,io andrei.
Toran
si rialzò per l'ennesima volta e questa volta era
più che decisa ad uscire da quella casa,la cui aria sembrava
la stesse facendo soffocare,le mura sembravano schiacciarla e quella
donna la stessa guardando dentro,tutto la dentro sembrava volerle fare
sputare fuori una verità che lei stessa non voleva rivelare
nessuno,nemmeno a quella persona che ormai occupava i suoi pensieri.
-
Come assassina ti dico che il tuo eccessivo coinvolgimento col tuo
vecchio rivale e assai pericoloso,noi sappiamo cosa pensi realmente di
lui e ciò potrebbe risultare dannoso per lo svolgimento del
tuo compito.
La
voce di Yuki arrivò alle orecchie della pantera,che la fece
fermare sull'uscio,ma Toran non aveva intenzione di risponderle,parlare
di quelle cose le avrebbe fatto troppo male.
-
Ma come donna ti dico di stare attenta,i tuoi sentimenti per Sesshomaru
sono puri,ma lui é molto più del guerriero che tu
conosci,temo che sotto la superficie della sua anima si nascondono cose
ben peggiori di quello che vuole ammettere....e la cosa più
triste e che lui non ha colpa di tutto questo,una vittima
inconsapevole,di un destino crudele dettato da un antico conflitto.
Non
una parola,non un singolo suono era uscito dalla bocca della
ragazza,rimase li,con lo sguardo che andava all'entrata,persa in
pensieri che duravano meno di un istante,per fortuna di lei,dato che
nessuno di quei pensieri era buono e tutti rivolti a lui.
Uscì
dalla casa,lasciando così da sola la maestra,sola,in
compagnia dei suoi pensieri,dei suoi timori.
E
del suo ospite.
Yuki
si avvicinò ad una delle porte scorrevoli dentro la
casa,l'aprì e dentro vi trovò l'uomo che si
celava al suo interno.
-
I sintomi hanno cominciato a peggiorare,temo che presto o tardi possa
manifestare comportamenti più violenti di sta
mattina,confido che possiate prenderne cura voi,Ezio.
Il
fiorentino si trovava ai suoi,spoglio dei suoi indumenti e sdraiato su
un futon,guardava il soffitto mentre sul suo volto si faceva spazio un
espressione pensierosa,poi li richiuse,cercando di godersi la calma di
quel risveglio,interrotto dall'arrivo dei due yokai.
-
Immagino,dato che il ragazzo e alla sua prima missione dovrò
guidarlo attentamente nelle basi degli insegnamenti,il vero problema
sono le sue condizioni,temo che la prossima volta che
accadrà dovrò usare...metodi poco ortodossi,per
farlo tornare sano.
-
Vi riferite alla mela? Ma così c'è il rischio di
ucciderlo.
-
Spero solo di non dover arrivare a tanto,adesso se mi vuoi
scusare,voglio sfruttare le poche ore di sonno che mi restano,non mi va
a genio l'idea di affrontare la giornata col sonno che mi perseguita.
Yuki
fu in procinto di lasciare la stanza,ma all'ultimo istante si fermo
girandosi ancora una volta verso il fiorentino.
-
Niente battute maliziose oggi?
Ezio
dal canto suo mostrò un sorriso di genuina allegria tenendo
tuttavia ancora gli occhi chiusi.
-
E ancora presto per fare certe cose,ma se vuoi più
tardi,possiamo fare cose ben più impegnative di qualche
semplice battuta...ci sono modi più interessanti di usare la
bocca,mia cara.
La
ragazza fece una breve risata,segno che aveva apprezzato la frase,un
simile umorismo era un autentico toccasana per lo spirito,si sentiva
fortunata a collaborare con un uomo simile,per quanto fosse poco
ortodosso il metodo di quello straniero doveva riconoscere che aveva un
certo stile in fatto di approcci con il sesso opposto.
-
Riposate Ezio Auditore,domani vi aspetta la missione più
difficile che abbiate mai affrontato.
-
Visto che dovrò stare dietro a Sesshomaru per tutto il tempo
della missione,si,penso che sarà un autentica
impresa,comunque,c'è ancora una questione della quale
dobbiamo parlare.
-
Quale?
-
Riguarda il motivo per la quale sono qui,ancora non mi spiego cosa
possa essere successo è sopratutto non so se sono l'unico ad
essere arrivato in questo mondo,oppure ci sono i miei altri due
compagni,faccio fatica a trovare un senso a tutto questo.
L'assassino
ricordava ancora il momento in cui il suo senso della realtà
era ancora quello di sempre,ricordava ancora la fine della sua ultima
missione,del suo ritorno dalla Spagna,e di quel luogo,sotto la
città di Roma,antico,dimenticato,perduto,la cui struttura
era fuori da ogni contesto conosciuto,l'architettura
irriconoscibile,bella e sconosciuta.
Solo
loro avrebbero potuto costruirla,solo loro avrebbero potuto concepire
una tale costruzione,loro che nel suo mondo era stati definiti dei,loro
che un tempo vennero chiamati Giove,Giunone e Minerva,insieme ad altri
esseri a loro simili.
Loro,coloro
che vennero prima.
Poi
quella luce,quello scoppio improvviso di energia,un bagliore
accecante,forte quanto la luce del sole in piena estate,poi,li vide,gli
altri due,colleghi,amici,compagni fidati,da anni persone che lo aveva
aiutato a capire che genere di uomo voleva essere.
Li
vide spinti,travolti,sopraffatti,proprio come lui,provò a
chiamarli,ma la sua voce venne soffocata,resa esile,dal boato tremendo
che si manifestò li dentro.
Poi
il nulla,non ricordava bene quanto tempo passò,forse una
decina di minuti o forse un ora,poi,la foresta,la neve e quel mondo
pieno di magia,mostri altre cose incredibili.
Se
mai fosse tornato a casa,nessuno avrebbe creduto a quella storia,lui
stesso faticava a crederci.
-
Ho inviato la vostra richiesta al mentore del nostro ramo,non siamo
ancora certi di cosa possa essersi trattato,sono spiacente per la
vostra situazione.
-
Non quanto dispiaccia a me.
-
Riposate,il giorno non'è ancora giunto,approfittatene.
E
detto ciò Yuki chiuse la porta,lasciando Ezio con i suoi
pensieri,lui a sua volta pensava a casa e a come stavano andando le
cose senza di lui,a come stava procedendo il suo lavoro a Roma senza la
sua presenza.
E
poi,nel pensare alle persone che aveva bisogno del suo aiuto,gli venne
in mente lui,quel ragazzo,dalla lunga chioma argentata,gli occhi color
dell'oro e di quante gatte gli stava facendo pelare,era
arrogante,presentuoso,pieno di se e sbruffone fino all'ultimo.
In
parole povere,gli ricordava se stesso,quando era ancora un giovane
della nobiltà fiorentina,l'unica cosa che li differenziava
era il carattere.
Forse
era per questo,che si era affezionato a Sesshomaru.
Toran
uscì dalla casa trovando Sesshomaru fuori dalla porta,con lo
sguardo diretto chissà dove,fissava il cielo che si stava
schiarendo,segno che l'alba era ormai vicina,gli occhi dell'inuyokai
vagavano verso il cielo,quel immenso lenzuolo sopra le loro teste che
mosso da chissà quali regole naturali cambiava da giorno a
notte e viceversa.
Il
sole e la luna,l'alba e il tramonto,due faccie di una sola ed unica
entità,il cielo,forse anche lui era così,forse
c'erano un altro lato di lui che non aveva mai esplorato prima,qualcosa
di più profondo ed oscuro di quanto volesse ammettere,ma
connessa in qualche modo con Akira e quei frammenti di passato di cui
nemmeno si ricordava.
-
Sesshomaru,tutto bene?
Il
ragazzo si riscosse dai suoi pensieri,ma ancora non riusciva a togliere
gli occhi da quello spettacolo del mattino.
-
Dimmi Toran,ti sei mai sentita fuori posto? Come se nessuna delle
creature che hai attorno potesse capire come ti senti?Comprendere chi
sei,o cosa vuoi veramente?
-
Da che ho memoria ho sempre avuto la mia famiglia,Shuran,Shunran e
Koran,mi sono sempre stati vicini,i miei genitori quasi non me li
ricordo,hanno lasciato questo mondo due secoli fa,da allora sono dovuta
crescere sia come donna che come guerriera,adesso però mi
tocca anche crescere come capo clan adesso che so che c'è
uno yokai che minaccia l'esistenza della mia gente.
-
Quando ero più piccolo,mio padre mi era sempre sembrato un
eroe,era forte,fiero,audace,ma era anche un uomo gentile,leale con gli
alleati e spietato verso i suoi nemici.
-
So chi era di fama,ma non avevo mai saputo queste cose di lui,da come
ne parli sembrava un grande uomo.
-
Lo era,è stato l'unico essere che ho mai ammirato,volevo
essere come lui,emulare le sue gesta,superarlo,ma ora,non sento di
essere degno di lui,mi sento schiacciato,calpestato,sconfitto e
umiliato da un destino più grande di me.
Toran
era li che lo fissava,in quel momento gli parve di vederlo sotto una
nuova luce,forse perché era la prima volta che lo sentiva
parlare così,in quella maniera molto distante dal cane che
solitamente rispondeva a monosillabi,lo vide che guardava il cielo,come
a voler cercare una risposta da chissà quale
entità,lo sentì parlare,non come il solito
Sesshomaru,il ragazzo continuamente sul piede di guerra,non sapeva
descriverlo con esattezza,ma lo sentiva diverso,non sapeva come,ma
diverso.
-
Sesshomaru tu...
-
Fino a qualche tempo fa mi sentivo perfettamente bene con me
stesso,credevo di essere il più forte,il più
agguerrito,il più abile yokai di tutti i tempi,invece adesso
mi ritrovo qui,in momento della mia vita che non riesco a
comprendere,percorro un sentiero pericoloso Toran,ogni ostacolo ora mi
sembra insormontabile,ogni avversario mi sembra più forte o
più abile di me e adesso mi ritrovo a dover risolvere un
problema della quale non vedo la soluzione e che presto o
tardi,perderò di nuovo il controllo.
-
E anche se fosse?Se non altro adesso sappiamo cosa aspettarci e quindi
possiamo reagire di conseguenza,io non ho alcuna intenzione di
lasciarti da solo,mi conosci da troppo tempo,se mi metto una cosa in
testa non me la toglie più nessuno,quindi,non credere di
liberarti di me tanto facilmente.
Sesshomaru
la fissò con sguardo furente e il suo volto divenne una
maschera di rabbia.
-
Tu la fai tanto facile,pensi semplicemente che le cose possono andare
per il meglio,ma non ti rendi conto di come mi sento davvero,no,tu non
puoi capire,come potresti?
Toran
ascoltò quelle parole con sdegno e indignazione,anche lei
cominciò ad irritarsi.
-
Davvero? Non ci riuscirebbe nessuno a capirti,visto che sei tanto bravo
a chiuderti in te stesso,avvolte mi chiedo sei un cane o una
chiocciola,visto che ti riesce tanto bene a chiuderti nel tuo
guscio,forse se mi dicessi qualcosa in più riguardo alla tua
reazione potrei anche capirti.
Il
ragazzo fu preso da un improvviso scatto d'ira,prontamente le
puntò un dito addosso
-
E TU INVECE SEMBRI UNA....
Sesshomaru
si fermò,non riuscì a continuare la frase che
subito la sentì di nuovo,quella rabbia,quella paura,quella
mancanza di autocontrollo,poi,lo rivide,fu giusto un attimo,ma gli era
apparso di nuovo,durò solo un battito di ciglia.
La
porta,quel varco nero,quell'oscurità,durò un solo
istante,ma lo rivide,sentiva ancora quell'ansia,quel profondo terrore
che nel profondo della sua anima era ancora riemerso,solo per poterlo
sottomettere ancora una volta,per farlo soffrire di nuovo.
Si
portò la mano con la quale puntava la pantera e
istintivamente se la portò sul viso,come a volersi coprire
da quell'orrore,profondo e incomprensibile,lo rivide,vivido,come se
c'è l'avesse di nuovo davanti.
La
rabbia che stava manifestando verso di lei,gli aveva fatto sentire
quello che provò li,nella casupola,quando la sua mano,forte
delle fatiche e del suo nobile lignaggio stringeva selvaggiamente il
collo di lei,in un impeto di ira profonda verso qualcosa che nemmeno
lui sapeva riconoscere.
Toran
lo vide li,curvo su se stesso,mentre lo vide coprirsi gli occhi,come un
bambino che distoglie lo sguardo,per timore che dal buio possa uscire
un mostro.
E
lei sospettava che qualcosa non quadrava.
-
Sesshomaru che succede?
Disse
la pantera preoccupata,lei provò ad avvicinarsi a lui,mentre
con una mano sfiorò quella del cane che si posava sul
volto,nel tentativo di calmarlo,di tranquillizzarlo,di riportarlo da
lei.
Ma
appena ne sfiorò la pelle,subito lui,diede un ciaffone alla
mano,come a volerla tenere lontano da se,il viso,ora scoperto mostrava
un espressione spaventata,allo stesso tempo boccheggiava,cercando aria
con difficoltà,mentre nello stesso istante il petto si
alzava e abbassava in maniera preoccupante,quasi stesse soffocando.
-
NON MI TOCCARE.
Lo
sguardo di Sesshomaru dava i brividi,vi si poteva leggere una rabbia
profonda,ma insieme ad essa si poteva scorgere un moto di
paura,basso,viscerale,che si insinua nella mente come un serpente che
si nasconde sotto terra,in attesa di scattare da un momento all'altro.
Toran
per istinto si massaggiò il palmo,non perché
provava dolore,il colpo in se non era stato forte,quanto piuttosto il
gesto che aveva subito le aveva fatto male più di ogni altra
cosa,persino più della mani dell'inuyokai strette al suo
collo.
Assurdo,ma
vero,quando lui,qualche momento prima,il suo tentativo di soffocarla
non era dettato da una volontà sicura e ferma nel suo essere
rigida,com'era solitamente Sesshomaru,in quell'atto
violento,sentì la sua forza,la sua rabbia,il suo odio.
Ma
non lui,lui non lo sentiva,era presente in quella stanza,ma era come se
non ci fosse,come se il suo corpo facesse qualcosa contrario alla
volontà di Sesshomaru,fu per quello che lei
riuscì riuscì ad essere comprensiva,sapeva che
negli ultimi tempi la mente di Sesshomaru faceva strani scherzi.
Ma
quel gesto,quella mano urtata,quella mano che voleva solo aiutare,era
stata respinta,con violenza,come se l'averla vicino le desse
fastidio,ed era conscio di quello che aveva fatto,qualcosa in lei si
era scheggiato,incrinato e per quanto non fosse visibile,faceva
male,per quanto piccolo e insignificante potesse essere,faceva
veramente male.
Essere
tenuta a distanza come un animale randagio,da quell'uomo alla quale
stava dando tante attenzioni,era la cosa peggiore che poteva immaginare
in quel momento.
-
Sesshomaru...
-
Non ti faresti che male.
Toran
era titubante su quello che voleva fare,non sapeva come reagire a
quella frase,le avrebbe fatto ancora del male?L'avrebbe
aggredita?Magari con esiti persino peggiori di prima?
Non
poteva saperlo con certezza,era divisa,da una parte avrebbe voluto
avvicinarsi,sostenerlo,dirgli sarebbe andato tutto bene,ma dall'altra
l'istinto gli diceva di non tirare troppo la corda,tutto di Sesshomaru
diceva che non sarebbe stato saggio provocargli un altra reazione.
Sesshomaru
chiuse gli occhi mentre nello stesso momento si portò una
mano sulla fronte,come se stesse male,sembrava in preda ad un forte
stato confusionale,sentiva che la testa gli pulsava terribilmente,come
se avesse un forte malditesta,eppure,nonostante il dolore,che a dire il
vero era poco,sentiva che tutto attorno li stesse facendo
più confuso,annebbiato,quasi irriconoscibile.
Tutto
era sfocato,la sua vista percepiva le cose come se stesse osservando il
mondo attraverso un specchio d'acqua,sporco e torbido,le immagini erano
confuse,appannate e quasi indefinite,non riusciva a trovare una
risposta a quello che gli stava succedendo,sapeva solo che qualcosa non
quadrava.
Sentiva
la mente annebbiata,faticava a pensare,a reagire a quello strano stato
della mente,non sapeva cosa fare,non si era mai sentito
così,come sarebbe stato bello che qualcuno avesse potuto
rispondergli.
Rispondergli,rispondere,risposta.
Ci
pensò un attimo,un fugace momento di lucidità,non
sapeva come gli fosse venuto in mente,ma era comparsa
così,all'improvviso,un ispirazione improvvisa,una fugace
speranza velata dal caos della sua mente.
-
Risposte...mi servono risposte.....é forse so dove cercarle.
Disse
lui mentre guardava un punto indefinito di fronte a lui,come se fosse
perso in un pensiero.
-
Di che stai parlando?
-
Devo andare.
E
con queste parole si girò dall'altra parte è
cominciò a correre,lasciando indietro la ragazza che
inultimente lo chiamava a se,lui però non le diede
ascolto,troppo immerso nei suoi pensieri per ascoltare la sua voce,per
farsi convincere a restare.
In
gran fretta sfruttò al sua naturale velocità per
uscire dal villaggio,le strade erano ancora vuote, presto si sarebbero
riempite di persone,ma lui ormai era già lontano,lontano da
quella creatura che tanto lo faceva star bene e che lui aveva rischiato
di uccidere.
Solo
un piccolo angolo della sua mente riconosceva ancora quell'azione
vergognosa precedentemente compiuta,se solo avesse avuto la prontezza
di accorgersi di quello che stava facendo,se solo la sua mente non
stesse crollando su se stessa.....
Ma
ormai era tardi per pensarci é preso com'era da quella
confusione improvvisa,da quel senso di smarrimento,si
inoltrò sempre più nella foresta,dove stesse
andando,lo sapeva solo lui.
O
quasi.
un
ora e mezza dopo.
Era
tornato li,li dove tutte le sue sicurezze erano state
rovesciate,li,dove due giorni aveva affrontato la sua antica
rivale,li,dove ormai c'erano solo rovine,resti di un passato alla quale
non prestava troppa attenzione.
Era
di nuovo li,di fronte all'entrata dell'antica sede degli assassini,il
luogo stavolta era realmente deserto,nessun assassino,nessun ostacolo
di alcun genere,solo il silenzio,il cupo silenzio,così
grande da sembrare assordante.
Ancora
una volta li,nell'oscuro ventre della terra,dove forse nemmeno lui
sapeva bene cosa cercare.
Entrò
nell'edificio abbandonato,appena fece il suo primo passo all'interno
risentì di nuovo quella strana sensazione,quell'impressione
che ci fosse qualcosa di estraneo e inconsueto,antico e misterioso,si
ricordava ancora i disegni e le incisioni all'interno dell'area.
Figure
stilizzate,grandi esseri umanoidi più grandi di
altri,incisioni,scritture e segni indecifrabili,sulle colonne,sui
muri,sul soffitto,lui non ci capiva nulla e quel nulla lo rendeva
incerto sul da farsi.
Come
reagire,come avanzare nella sua ricerca della verità? Non lo
sapeva,ma qualcosa in lui gli diceva che quello era il posto giusto,che
li,da qualche parte si potesse nascondere la giusta direzione per
scoprire cosa gli stava succedendo.
E
seppe subito dove cercare.
Andò
spedito in direzione della statua che tanto lo intimoriva,dentro di lui
sapeva che quella grande figura di pietra nascondeva dei segreti,molte
domande alla quale avrebbe voluto subito una risposta,l'uomo
raffigurato aveva il suo viso,il suo corpo,la sua bellezza.
Ma
quello yokai non poteva essere lui,come poteva?Eppure era uguale
identico a Sesshomaru,tranne che per le ovvie differenze,come
l'acconciatura o le vesti,ma sembrava lui,in tutto e per tutto.
Chi
era?Perché si trovava li?Era un personaggio importante?Da
dove veniva? Ma sopratutto,cosa diavolo aveva a che fare con lui?
La
cosa peggiore e che sentiva qualcosa,lo percepiva sotto pelle,era
sensazione strana,ma allo stesso tempo familiare,eppure non sapeva
dargli un nome,non sapeva descriverla,in effetti a quel punto non
sapeva più niente.
-
Chi sei tu?
Disse
Sesshomaru rivolto alla statua mentre estraeva la spada e puntandola
verso il diretto interessato,forse nella speranza che potesse
parlare,per dargli informazioni,per dargli risposte,o forse per vedere
se in qualche modo potesse interagire con lui,come quella grossa sfera
di metallo che aveva Ezio,oppure la tavoletta con le incisioni
recuperata da Toran.
Fissò
intesamente la scultura,ma non dava cenno di muoversi,di parlare,di
essere viva,sperava in cuor suo che potesse reagire a quella
domanda,alla sua provocazione,ma nulla,se ne restava
li,ferma,immobile,nella sua straordinaria bellezza artistica,che
stonava con tutto il resto.
A
quel punto Sesshomaru abbassò la spada e deluso,chiuse gli
occhi é abbassò la testa,come in segno di
sconfitta,infondo cosa sperava di trovare?Un luogo morto,con segni e
simboli senza senso,anche quella statua,maestosa ed
imponente,risulatava alla fine solo un pezzo di pietra.
Grande,bello,ma
pur sempre pietra,senza vita,senza volontà,solo pietra,nuda
roccia ben scolpita,ma apparte questo nulla di più.
-
Nessuno sa chi sia,nemmeno gli assassini n'é sanno
più di tanto.
-
Jin.
Sesshomaru
si riprese immediatamente dalla sua delusione,concentrando tutte le sue
attenzione su quell'essere che ormai da tempo infestava i suoi pensieri.
-
MISERABILE,CHE DIAVOLO ERA QUELLA...COSA?DIMMELO.
Disse
Sesshomaru con tutta la rabbia che aveva in corpo,questa volta
però non si era limitato a pensarlo,lo aveva espresso a
voce,urlandolo,tanto la sotto,chi lo avrebbe sentito?
-
Mi rendo conto di quello che stai passando adesso,ma,la situazione
é più complicata di quello che credi.
-
DIMMELO.
-
E una volta che l'avrò detto,che cosa farai?Ti addormenterai
nel tentativo di tornare dentro te stesso,solo per poter avere di nuovo
a che fare con quell'incubo?Dammi retta,come piano fa pena,anche se
fosse fattibile,poi cosa farai?
-
E UNA MIA DECISIONE,NON TUA.
-
Ti metterai ad affrontarlo? E con cosa? Con la tua spocchia e le tua
tracotanza?No Sesshomaru,sarai anche forte,ma le verità che
si celano dentro di te sono talmente grandi,che non ti rendi conto di
come stiano pesando sul tuo animo.
-
TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE STO PASSANDO.
-
Si invece,io sono dentro di te,comprendo il tuo dolore,le tue
preoccupazioni,io lo so,non volevi farle del male.
L'inuyokai
smise di urlare,lo aveva sentito bene,lui non voleva farle del male,ma
ciò non cambiava cosa aveva fatto,perciò rimase
fisso su quel pensiero,sapeva che lei non gli dava nessuna colpa,ma
allora perché continuava a tormentarsi?
Continava
a pensarci,a tormentarsi,era arrabbiato,furioso,si odiava per quello
che aveva fatto,se avesse esagerato con la forza,se non si fosse
ripreso per tempo dallo strangolamento...
Non
voleva immaginare cosa sarebbe successo,non osava farlo,poteva
comprendere quale sarebbe stata l'orrenda alternativa,ma avrebbe
preferito non immaginarla,lei,esamine,per terra,senza più
aria nei polmoni.
Senza
più vita...per colpa sua.
Sesshomaru
non dava più segni di rabbia,quelle sfuriate di prima
sembravano ormai una cosa del giorno precedente,ma era ancora
nervoso,in preda a quello stato confusionario che si era manifestato al
villaggio.
-
Jin....che mi sta succedendo?
-
Temo che la tua ultima esperienza notturna abbia in un qualche modo
avuto ripercussioni sul tuo spirito,il tuo equilibrio interiore
è sconbussolato,ora,devi solo calmarti é...
Sesshomaru
ascoltò con attenzione ogni parola detta da
Jin,poi,all'improvviso,cominciò a sentirsi
strano,sentì la testa farsi sempre più leggera,i
suoni sembravano ovattati,la vista si offuscò,se prima stava
male,ora si sentiva peggio.
-
Che succede?
Non
riuscì a dirlo,ma lo pensò molto
chiaramente,sentì il cuore accellerare di colpo,gli
mancò l'ossigeno,si sentì mancare e cadde al
suolo,come privo di conoscenza.
suoni
in lontananza,versi di uccelli,forse gabbiani.
Acqua,acqua
che si scontra con la terra,forse il mare.
Terra,granulosa,pizzica,calda
e fastidiosa,forse sabbia.
Riaprì
gli occhi,era disteso su un fianco,si guardò
attorno,spaesato,confuso,disorientato.
Si
fece forza con le mani e sentì sui palmi la sabbia,si
rialzò tutto d'un colpo ancora intontito,ma era abbastanza
lucido da comprendere dove si trovasse.
Era
di nuovo nella spiaggia,era tornato nel mondo dentro di lui.
Si
guardò attorno e questa volta non trovò
porte,statue o qual si voglia stranezza immaginabile.
Poi,controllando
meglio verso il mare,vide qualcosa in lontananza,forse era uno scherzo
della sua mente,sperava che lo fosse,perchè quello che vide
era una barca,che si stava avvicinando a riva.
Aveva
una struttura abbastanza semplice,lo scafo era rovinato,scheggiato e
raschiato nei punti più disparati,era
scolorita,probabilmente era molto più vecchia di quello che
sembrava ed era priva di un remo,cosa che avrebbe reso la navigazione
piuttosto difficile.
Ma
non era quella la cosa che lo sorprese di più,sulla piccola
imbarcazione sedeva un uomo e li gli venne in mente un altra figura a
lui conosciuta,una corta chioma argentea,una veste marrone con degli
anelli nel mezzo,lunghi pantaloni bianchi,con una fascia che scendeva
in mezzo alla gambe.
Non
ci credeva,non poteva,non lo concepiva in alcun modo,era lui,quel
misterioso yokai che portava lo stesso volto di Sesshomaru,uguale in
tutto e per tutto,tranne per la capigliatura e la mancanza di segni sul
viso.
Per
istinto Sesshomaru si porto la mano al fianco,alla ricerca di
Bakusaiga,ma non la trovo,nemmeno Tenseiga era con lui,aveva solo se
stesso con cui poterlo minacciare,tanto bastava a confrontarsi con
lui,c'erano troppo domande che aveva da fargli,gliela avrebbe fatte
tutte è avrebbe avuto le rispsote che cercava,anche a costo
di ucciderlo.
Spinta
dolcemente dalle ultime onde,la barca toccò
terra,incastrandosi sulla battigia, e poco dopo il misterioso yokai
scese dalla barca,ora si trovava a pochi metri da lui,lo vide
attentamente,pronto a una qualunque reazione dello sconosciuto.
-
Chi sei tu?
Disse
Sesshomaru con tono minaccioso,ma l'altro non sembrava interessato a
quelle parole,anzi,sembrava non averlo sentito,si guardava attorno con
aria indagatoria,confusa,come se si fosse perso,come se fosse uno
straniero.
Dava
l'impressione di essere confuso e disorientato,guardava in tutte le
direzione,alla ricerca di qualcosa che sapeva soltanto lui.
-
Ti ho fatto una domanda,rispondi.
L'estraneo
continuò a ignorarlo,non lo aveva degnato nemmeno di uno
sguardo,come se l'inuyokai non ci fosse nemmeno su quella spiaggia.
A
quel punto Sesshomaru perse le staffe e si diresse a passo deciso verso
l'uomo,le sue mani erano pronte per prenderlo e alzarlo dal
terreno,forse con un pò di forza lo avrebbe convinto a non
fare tanto il furbo con lui.
Appena
gli fu vicino mosse una mano verso la giugolare dell'altro yokai,ma
appena lo toccò sentì solo l'aria,lo aveva
attraversato,come se fosse aria.
-
Ma cosa....
-
Lui non'é qui veramente.
Sesshomaru
si girò di scatto verso la voce e a lato lo trovò
di nuovo,Jin,se ne stava in piedi,a guardare il mare,con il volto
sempre coperto dal cappuccio,se ne stava fermo,con le mani congiunte
sul ventre,dandogli così un aspetto da saggio.
-
Jin...
-
In questo preciso istante la tua mente sta assimilando e decifrando le
informazioni che hai raccolto nella stanza,la tua comparsa in questo
luogo é dovuta al tuo precedente scatto d'ira,non ti sei
ripreso totalmente dalla brutta esperienza di questa notte.
-
Non parlare come se questa faccenda non ti riguardasse,che cos'era
quella cosa?
-
Accontenti che io ti abbia salvato dal suo influsso,è molto
più forte e distruttivo di quello che credi,quello che hai
visto è ciò che si trova sotto la superficie dei
tuoi pensieri,dimmi Sesshomaru,cos'hai sentito in quel momento?
L'inuyokai
si irrigidì di fronte a quella domanda,una richiesta
così facile da comprendere,ma così difficile alla
quale rispondere,ricordava in tutto e per tutto cosa aveva provato in
quel momento,ogni sentimento nefasto,ogni paura più
profonda,ogni cosa che la sua mente tendeva a scacciare o a seppellire
nella coscienza si era manifestate di fronte a lui,in tutta la loro
potenza.
E
lui n'è ebbe terrore.
Abbassò
la testa,inizialmente cominciò a guardare la sabbia poi,si
perse nei suoi pensieri,lasciando che lo sguardo vagasse in cerca di un
punto cieco,fuori dalla sua attenzione.
-
Orrore...quello che ho sentito in quel momento era
l'orrore,puro,contorto,ricordo ancora la sua immagine,un grosso ammasso
scuro,nero,come una notte senza stelle,faceva orrore,in tutto il suo
essere,c'era qualcosa di sinistro,di orrendo,era innaturale.
Poi
rialzò la testa,ormai ripresosi dai ricordi di quel
mostruoso incontro,in quel momento divenne lucido e calmo,si era tolto
un peso dalla coscienza,non era abituato a parlare dei suoi pensieri
personali e quegli ultimi eventi che stavano sconvolgendo la sua vita
lo stavano rendendo fin troppo estroverso.
E
lui odiava questa cosa.
Tornò
a fissare la figura di Jin,quest'ultimo,era ancora concentrato a
guardare il mare,in cerca di chissà cosa,tra i flutti delle
onde e il blu del mare,Sesshomaru però non gli diede
importanza,aveva altro per la testa.
-
Tu sai cosa sta succedendo dentro di me,vero?E sopratutto,quello
yokai,non'è veramente qui,vero?scommetto che tu lo sapevi
già.
Ci
fu un attimo di silenzio,poi,Jin si voltò verso
Sesshomaru,il volto era coperto,per tanto non riusciva a capire quale
fosse l'aspetto che si celava sotto il cappuccio,eppure sentiva che ci
fosse qualcosa di stranamente familiare in quello strano individuo,di
cui non sapeva niente.
-
Quello yokai e legato a questa vicenda,molto più di quello
che pensi,perché credi che il vostro aspetto si assomigliano
così tanto,perchè pensi che ci sia qualcosa di
innaturale nelle vostre somiglianze?Ti sei posto queste domande,ma
senza trovare nessuna risposta,ora però,c'è un
altra cosa che devi osservare attentamente,guarda.
Disse
infine Jin,mentre con una mano indicava la figura dello
straniero,Sesshomaru si girò e quello che vide lo
lasciò stupito.
L'altro
yokai aprì gli anelli in mezzo alla veste e ne estrasse un
oggetto già noto all'inuyokai,la rivide li,dentro la sua
coscienza,in quel luogo,dove logica e follia si mescolavano l'uno con
l'altro e ricordi perduti di un infanzia lontana si sovrapponevano alla
presenza di oggetti dagli strani poteri,mentre oscure e indistinte
minacce lo attaccavano dove lui non poteva difendersi.
Quanto
ancora si sarebbe meravigliato e avrebbe sofferto per cose che
sfuggivano alla sua conoscenza?Mentre nemici e alleati giocavano la sua
vita in una guerra portata avanti da tempo immemore,personaggi di cui
non sapeva nulla e persone che,seppur poche,che poteva contare sul
palmo della mano,erano le uniche alla quale tenesse veramente.
E
ora la rivedeva li,in mano a lui,con la sua forma rurale e le sue
incisioni misteriose.
La
tavoletta.
Nelle
mani di quell'uomo però risplendeva di una luce tutta
sua,come quella strana sfera che aveva Ezio oppure come l'occhio di
Akira,o ancora,come lo strano segno che aveva sulla mano,ma tutte e tre
avevano una cosa in comune,la loro potenza,era grandemente pericolosa.
Lo
yokai proveneinte dal mare pronunciò qualcosa,non
capì nessuna parola,come se fosse un altra lingua,forse era
un particolare dialetto,ma non ricordava di averlo mai sentito nelle
terre in cui aveva vagato,possibile che venisse da un altro paese?
Che
venisse dal continete?Forse era cinese,ma non gli sembrava che l'idioma
fosse quello,o forse veniva da un paese più lontano? In quel
caso non sapeva cosa pensare.
In
ogni caso ora sapeva che non era Giapponese,il mistero su quell'uomo si
faceva ancora più fitto,per non parlare poi che portava con
se la tavoletta,quel maledetto pezzo di roccia senza alcun particolare
significato per lui.
Lo
straniero sembrava muovere le dita sulla tavoletta,come se stesse
tenendo traccia di qualcosa,quasi stesse leggendo un foglio,e questo
rese curioso Sesshomaru,che si avvicinò ancora di
più a quell'estraneo.
Gli
giunse infine ad un palmo dal naso,a quanto pare aveva ragione,non era
realmente sulla spiaggia,non si era nemmeno dato la pena di
guardarlo,ad ogni modo,era più interessato cosa stesse
facendo con quel diabolico oggetto che sfuggiva alla sua
comprensione,come molte cose negli ultimi tempi.
Guardò
l'oggetto e ciò che vide lo confuse ancor di
più,le iscrizioni sulla pietra sembravano aver preso vita
propria,l'aveva vista solo due volte,quindi non sapeva nemmeno lui cosa
fosse in grado di fare quell'oggetto.
Tutto
quello che vedeva erano solo luci e immagini che si mescolavano tra di
loro,cambiavano posto e si muovevano da tutte le parti,un pò
a casaccio,ma poi,più attentamente,si accorse che il tutto
stava seguendo uno schema preciso.
Le
incisioni,non più soggette ad una posizione fissa
cominciarono a formare tutta un altra immagine,immagini di
fiumi,montagne,foreste e sentieri si stavano formando di fronte ai suoi
occhi,non sapeva spiegarsi quella cosa,ma doveva ammattere che aveva
del sorprendente.
Poi
come se non bastesse,in un punto specifico della mappa si
formò un immagine a lui molto familiare,il simbolo di una
mezzaluna,comparve su quella che sembrava una montagna
stilizzata,insieme ad essa comparve una sola è singola
parola,l'unica cosa che riuscì a capire con esattezza.
Taisho.
-
Ma che cosa...
Non
fece in tempo a finire la frase che una luce ancora più
intensa si manifestò di fronte agli occhi
dell'inuyokai,abbagliandolo a tal punto da fargli distogliere lo
sguardo,si girò nel tentativo di coprirsi,ma poi vide che
tutto intorno a lui cominciò ad illuminarsi,tutto divenne
accecante,la sabbia,il cielo,il mare,tutto stava diventando luce,per
poi sbiciolarsi e svanire via,come se fosse polvere.
Il
mondo che lo circondava,stava svanendo di fronte ai suoi occhi.
-
Non temere ragazzo...
Disse
Jin rivolgendosi al giovane yokai,per poi muovere le mani verso l'orlo
del cappuccio.
-
Prima che tu vada,c'è una cosa che voglio farti vedere.
E
si tirò giù il cappuccio,ma tutta quella luce
ormai rendeva inutile il tentativo di vedere in volto l'uomo che viveva
nella sua testa.
Tutto
si fece bianco,di un bianco da bucare gli occhi,Sesshomaru non vedeva
più niente,se non quel candido,puro,immenso bianco che non
sembrava aver più fine.
Poi,poco
alla volta,il bianco si attenuò,fino a distinguere masse
indefinite di immagini e suoni distorti tutto attorno a lui,la vista
era annebiata,l'udito confuso,ancora una volta era preda di una
situazione che non comprendeva.
Ma
di una cosa era sicuro,questa volta,non era sdraiato per terra.
Si
accorse di essere in piedi,dentro un luogo chiuso,non riusciva a capire
per l'esattezza dove si trovava,poichè,una leggera presenza
di fumo,rendeva la visuale ancora peggiore,proprio nel momento in cui
si stava riprendendo.
L'udito
tornò a posto,sentì bene che c'era una voce
cavernosa e autorevole parlare li dentro.
-
Jin,sei riuscito nel compito a te assegnato,siamo fieri di te.
-
Non merito alcun elogio maestro,ho fatto solo ciò che mi
é stato chiesto.
-
E per questo te ne siamo grati.
Mentre
i due parlavano,la vista di Sesshomaru tornò a posto,ma
ancora una volta,non sentì niente,non sentiva le braccia,le
gambe,ogni parte del suo corpo sembrava sparita,era confuso su
ciò che stava accadendo,poì,tutto ad un tratto
capì,stava succedendo di nuovo.
Era
di nuovo nel corpo di Jin.
Ma
questa volta l'ambiente era cambiato,non era più nella
piazza della confraternita,dove un tempo tutte quelle persone,di razze
differenti,condividevano idee e comunicavano nello stesso
luogo,riconobbe subito il posto.
Era
l'interno della sede degli assassini,ma l'interno era differente,vi
risiedevano alcune persone,di taglia e misure differenti,tutte
incappucciate e irriconoscibili,mentre al centro della stanza un enorme
braciere di bronzo nella quale ardeva una grande fiamma.
-
Jin,sappiamo che sei tornato da soli pochi giorni qui in
città,ma abbiamo un altra missione urgente.
-
Sono un assassino é come tale agisco,la mia
fedeltà alla confraternità e assoluta,ditemi dove
andare e io ci andrò.
-
Il tuo prossimo compito é giungiere in un piccolo regno
chiamato Yamato,già da qualche tempo una giovane sovrana di
nome Himiko ha preso il potere di quella nazione,pare che sia una
sacerdotessa umana dotata di capacità straordinarie,il suo
popolo la chiama la figlia del sole.
-
Sembra una persona al quanto potente,costituisce un pericolo per questa
confraternita?
-
E quello che devi scoprire,non sappiamo quali siano i suoi obbiettivi e
quale sia la sua politica personale,appena sei pronto parti,contiamo
sulla tua discrezione é sulle tue abilità.
-
Sarò una lama tra la folla...maestro,possa farvi una domanda?
-
Riguarda ancora quella richiesta?
-
Si.
-
Sono spiacente Jin,ma non ti è ancora permesso andare a nord.
-
Perché no?Qual'é connesione c'é tra lo
straniero,i primi Inuyokai e gli Ainu? E perché io e lui...
-
Basta...non puoi ancora conoscere la verità,per il
momento,accontentati di quello che sai,ricordati,niente è
reale...
-
Tutto é lecito,come volete,maestro.
-
Bene,ora va.
-
Si,maestro.
Sesshomaru
aveva osservato l'intera scena dal punto di vista di Jin,altri
ricordi,altre traccie di un passato che non gli apparteneva,era questo
quello che l'assassino voleva fargli vedere?Una riunione di
incappucciati che parlano di una missione,in chissà quale
regno del passato,era questo che voleva fargli vedere?
Aveva
accennato anche allo yokai venuto dal mare,alla tavoletta e al
nord,luogo nella quale anche a lui era stata affidata una missione,che
le sue vicende e quelle di Jin potessero essere collegate?La risposta
era ovvia,eppure,sentiva che mancava un pezzo importante di quella
storia,qualcosa non quadrava.
-
Io è lui,che anche Jin abbia a che fare con l'uomo
raffigurato in quella statua?In quale modo può essere
collegato a lui?C'è qualcosa che mi sta nascondendo riguardo
a questa faccenda.
E
proprio mentre Sesshomaru rifletteva su quanto stava accadendo,la sua
attenzione fu attirata da un altro evento inaspettato.
La
fiamma,che era ben visibile di fronte a lui cominciò a farsi
strana,sembrò rallentare,il suo movimento serpetino
sembrò fermarsi,poco alla volta,fino a che,non si
fermò del tutto.
Alzò
lo sguardo e notò che persino il fumo ed anche le persone di
fronte a lui fossero bloccate,tutto era immobile e lui sembrava l'unico
ad essere conscio della cosa.
Non
poteva muoversi,il corpo non era il suo,prigioniero di una carne che
non era realmente li,soggetta ad eventi che lui non conprendeva.
-
Ma cosa....
Non
ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Sesshomaru si
sentì di nuovo il corpo,ogni parte era tornata
sensibile,nulla di preoccupante,solo un leggero formicolio,si
guardò attorno e vide che al suo fianco c'era la figura di
Jin,ancora retto,calmo,controllato.
-
Era questo quello che volevi farmi vedere?Era davvero così
importante?
-
Tu non credi che lo fosse?
-
Mi stai nascondendo qualcosa?Perché volevi andare nelle
terre settrionali?Cosa cercavi li?
-
La verità,su quello che siamo veramente.
-
Di che stai parlando?
-
Di noi,me,te...
Jin
alzò un braccio e puntare un dito verso la statua.
-
E lui.
Sesshomaru
sembrò stranito dalla cosa,osservava Jin con fare confuso e
disorientato.
-
Mi odierai per questo.
Jin
mise sui bordi del cappuccio e se lo abbassò,rivelando
qualcosa di inaspettato,Sesshomaru era confuso su quello che stava
guardando,come se all'inizio facesse fatica a capire,poi,prendendo
consapevolezza si accorse di quello che i suoi occhi non osavano
credere.
Un
capo rasato,che mostrava una corta capigliatura argentea,occhi color
dell'oro e un volto che lui,purtroppo,per la seconda volta,riconobbe
fin troppo bene.
-
Che diavolo....non'è possibile,anche tu....
-
Si,anche io,proprio come lui,proprio come te....e temo che non siamo
gli unici ad avere lo stesso aspetto.
Seshomaru
non poteva crederci,anche Jin,l'uomo che viveva dentro di lui,nella sua
coscenza,nella sua mente,portava anche lui,il volto di Sesshomaru.
-
Com'è possibile?Perché anche tu hai il mio
volto?Esigo una spiegazione.
-
Io sono venuto ben prima di te é lui prima di
me,comunque,non esiste una risposta facile da dare,però
c'è una cosa che ti consiglio caldamente di fare.
-
Smettila con questi giochi e dimmi la verità.
-
La verità?Pensi di sapere cosa sia realmente la
verità?Credi di poterla reggere,di poterti far carico del
suo peso,senza pagarne le conseguenze?No Sesshomaru,tu della vera
natura della verità,non sai niente,già adesso sei
incredulo di fronte al mio vero aspetto,di quando ero ancora carne e
sangue,un passo alla volta Sesshomaru,correre alla rinfusa,non ti porta
da nessuna parte.
-
Parla chiaramente maledetto.
Jin
si girò di spalle e si incamminò,inoltrandosi nel
fumo.
-
Vai a nord,altro non posso dirti.
Sesshomaru
era desideroso di sapere,di comprendere il perché di
quell'assurdità,si aspettava delle risposte vere e
concrete,invece aveva ricevuto solo un indizio su quello che voleva
apprendere.
Era
rancoroso,rabbioso,gli bruciava un fuoco dentro,questa volta non se lo
sarebbe fatto scappare.
-
Ehi,aspetta,non abbiamo ancora finito.
Sesshomaru
scattò in avanti,tendendo la mano nel voler riportare le
attenzioni dell'assassino su di se,avrebbe avuto le risposte che
cercava,costi quel che costi.
Ma
proprio quando sentì di poterlo acciuffare il fumo attorno a
lui cominciò a luccicare di una luce abbagliante,che subito
lo accecò,perdendo il suo obbietivo,perdendo la
stanza,persino il suo corpo lo sentì svanire.
-
Sesshomaru,svegliati.
Una
voce di donna riecheggiò in quella luce,ma non
capì bene chi potesse essere,di nuovo l'udito coperto,di
nuovo quella sensazione di vuoto,nessuna carne,nessuno scheletro,solo
soscienza del proprio io.
Poi,la
luce scomparve,insieme a quel mondo che esisteva dentro di lui,al suo
posto,la stanza,di nuovo cupa e piena di misteri,poi la vide.
Lei,ancora
una volta al suo fianco,ancora una volta pronta a
sostenerlo,lei,guerriera e compagna di quella strana avventura che
ormai era diventata la sua vita,antica rivale e nuova alleata,ancora
lei.
-
Toran?
Disse
lui con fare confuso e poco cosciente,come di chi si sia svegliato da
poco.
lei
gli teneva una mano dietro la nuca,sollevandogli la testa dal granitico
terreno,quasi sentisse il bisogno di trattarlo come un malato,che
troppo indebolito dalla scarsa salute,necessita di aiuto,anche solo per
sollevarsi.
-
Si può sapere cosa ti è preso?Sei scappato in
preda a chissà quale altra mania del momento,ti rendi conto
di quanto mi sia preoccupata per te?Per non parlare poi di Yuki ed
Ezio,che appena saputa la notizia hanno fatto muovere tutti gli
assassini del villaggio solo per venirti a cercare,ma la cosa peggiore
e che ti saresti potuto far male,ti rendi conto della scemenza che hai
fatto?
Sesshomaru
restò fermo ad osservarla,si accorse della preoccupazione
che aveva fatto vivere a lei e ai due maestri assassini che da qualche
tempo ormai lo caricavano di attenzioni,o lo sorvegliavano,a seconda
del suo punto di vista.
Di
Yuki e di Ezio non gli importava granché,ma sapere che la
pantera lo avesse cercato,spinta dal timore e dalla preoccupazione che
gli fosse successo qualcosa,lo faceva star male,eppure,non ricordava
molto di come ci fosse arrivato,sapeva solo di sentire una grande
euforia in corpo é un istinto inspiegabile lo aveva portato
li,però ricordava tutto il resto.
L'uomo
sulla spiaggia,la tavoletta,quell'ennesimo ricordo di Jin ed
infine,quella rivelazione,quel volto,quel suo volto così
simile al suo,così simile a quello dello yokai venuto dal
mare,cosa stava succedendo realmente?
E
poi il nord,perché il nord? Cosa c'erà a nord?
Che c'entrasse qualcosa la sua missione nelle terre degli Ainu?E quella
mezzaluna?E il nome della sua famiglia?Cosa diavolo c'entrava tutto
questo con lui?
Ormai
non sapeva più dove sbattere la testa,più il
mistero si infittiva,più lui aveva meno risposte da poter
dare ai suoi dubbi,ma nonostante ciò,lei era li,per
l'ennesima volta.
Istintivamente
mosse una mano verso una guancia di lei,appoggiò il palmo
delicatamente,mentre le dita si posizionarono a lato del collo e lo
sguardo di lui si fece più intenso,ma al contempo
più dolce.
-
Toran,io...
Disse
lui,mentre il suo volto si mosse letamente vicino a quello di lei.
-
Si?....
E
lei a sua volta mosse il suo viso vicino a quello di lui.
Nel
contempo entrambi aprirono leggermente le labbra,mentre le loro lingue
sentirono un forte desiderio di danzare insieme,all'unisono.
Un
attimo di intensa emozione,lungo tutta un eternità.
Le
bocche si avvicinarono,gli animi si scaldavano,mentre istinti
più bassi e focosi stavano prendendo forma nelle loro menti.
Un
attimo ancora è....
-
Eccovi qua.
Una
voce di donna interruppe quel momento,si ripresero entrambi dal loro
sogno ad occhi aperti e tornarono alla realtà,quella
realtà che sapeva essere così vigile e brutale,in
grado di strappare anche i più brevi momenti di
felicità.
La
cosa più stupida in quel moemento,fu che quando Toran si
sentì scoperta per quello che stava per
accadere,lasciò subito la testa dell'inuyoaki,facendoglila
sbattere sul pavimento,cosa che lui non gradì molto,anche se
Sesshomaru non diede gran peso alla cosa.
Entrambi
si girarono in direzione della voce è poi la videro,era
Yuki,che velocemente si mosse verso i due ragazzi.
-
Come sta?
Chiese
l'assassina alla pantera.
-
l'ho trovato per terra,come se si fosse addormentato,ma non saprei dire
cosa sia successo.
-
Yuki,Toran,c'è una cosa che dovete sapere.
Dopo
queste parole,Sesshomaru rivelò tutto quello aveva vissuto
poco prima,li,in quel luogo,sotto la montagna,dove antiche
verità si scontravano con le preoccupazioni del presente,con
la speranza che,forse,un futuro più sereno,potesse giungiere
al più presto.
Una
sola cosa era certa,prossima destinazione...Hokkaido.
In
quello stesso momento,vicino alla costa della prefettura di Kyushu,nei
pressi di Tanegashima
Il
galeone portoghese si avvicinava alla costa di quel paese di cui Marco
polo aveva solo accennato nei suoi racconti di viaggio è che
i missionari gesuiti erano già pronti a portare a quegli
abitanti,così tanto diversi da loro,la parole del signore.
Nel
mentre,Paulo,dalla sua nave,vide la spiaggia,qualche pescatore in riva
al mare,nulla di che,se non un umile spettacolo.
Ma
la sua mente era altrove,c'era altro che passava per la sua testa,altre
preoccupazioni,altri obbiettivi scalpitavano nella sua mente,obbiettivi
così importanti che era stato incaricato segretamente di
raggiungiere l'altro capo del mondo conosciuto e che la scusa di una
relazione diplomatica imposta dal suo re sembrava la scusa perfetta per
intervenire.
Nel
mentre,due grossi energumeni dalla pelle color dell'ebano,perfettamente
identici,entrambi vestiti solo di un corto gonnellino,uno verde e
l'altro giallo si mossero verso la direzione dell'uomo.
Gli
altri marinai evitarono il contatto diretto con quei due
colossi,alti,muscolosi,feroci combattenti,le cui gesta riecheggiavano
in tutte le conosciute portoghesi situate sulla costa occidentale
dell'africa.
I
due leoni,così li chiamavano,nessuno su quella nave sapeva
con esattezza chi fossero realemente,alcuni dicevano che fossero due
umani,che rimasti orfani dei genitori furono allevati da strane bestie
mangia uomini,altri dicevano che fossero due spiriti evocati da uno
stregone ormai morto da tempo,queste è altre mille voci
giravano tra gli iberici sul loro conto,l'unica cosa certa e che
stavano sempre a fianco dell'inviato del re.
Tutto
il resto su di loro,era un mistero.
Arrivarono
alle spalle di Paulo senza emettere una parola,silenziosi,come
guardiani silenti,in attesa di una parola,di un ordine,di una qualunque
cosa che dasse loro un motivo per essere li.
-
Sapete bene ora cosa ci resta da fare,io inizierò le
trattative con questa gente,darò loro l'impressione di
interessarmi al commercio con questo clan,tuttavia,la nostra presenza
qui è un altra,dobbiamo conttattare il gran maestro
dell'ordine di questo paese,un certo Akira se non mi sbaglio,il
consiglio vuole parlare con lui,per adesso restate sulla nave,quando
giungierà il tempo,vi mobiliterete,ora andate.
E
ricevute queste parole,i due uomini si congedarono e diressero sotto
coperta,in attesa di ricevere nuovi ordini.
Paulo
continuò a guardare la costa in lontananza,il suo volto
manifestava un animo pensieroso è,mentro uno sguardo freddo
e piatto si inpuntava sul paesaggio che aveva davanti.
Poi
abbassò lo sguardo verso una delle delle tasche della sua
casacca,vi mise la mano dentro e n'è estrasse un piccolo
oggetto,una pietra rotonda,un onice,presentava delle incisioni
finemente lavorate da mani esperte,vi era rappresentato il volto di un
giovane uomo,dal volto statuario,con occhi seri e col capo coperto da
un elmo crestato.
E
sotto il viso presentava una scritta in latino.
CANIS
MAIOR.
-
Non importa quante epoche passano,quante civiltà possano
passare,quante identità possano cambiare,il tuo aspetto non
cambia...non troppo almeno.
Parlò
da solo,sovrapensiero,chissà se le voci erano vere.
Chissà,forse,certi
segreti,era meglio che restassero tali.
ALLORA,SIAMO
GIUNTI ALLA FINE DI QUESTA FANFIC,MA LA STORIA NON FINISCE QUI,VORREI
RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO QUESTA STORIA COMINCIATA UN
PAIO DI ANNI FA,CHI HA RECENSITO,CHI HA LETTO E CHI HA VOLUTO DARE SOLO
UN OCCHIATA.
SO
DI NON ESSERE ANCORA MOLTO BRAVO,CHE FACCIO ANCORA ERRORI GROSSOLANI
CON LA GRAMMATICA,MA NON HO INTENZIONE DI ARRENDERMI E SONO ANCORA
DESIDEROSO DI CONTINUARE.
DESIDERO
RINGRAZIARE SOPRATUTTO BANKOTSU,CHE FINO ADESSO HA RECENSITO,MI HA
CORRETTO E CHE SOPRATTUTTO HA PROVATO PIACERE NEL LEGGERE QUESTA STORIA.
CIAO
E A PRESTO.
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