twinleaf memories

di Seaf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** crack the shutters ***
Capitolo 2: *** evermore ***
Capitolo 3: *** shut up and dance ***
Capitolo 4: *** lucky ***
Capitolo 5: *** wish ***
Capitolo 6: *** deep end ***
Capitolo 7: *** let her go ***
Capitolo 8: *** hall of fame ***
Capitolo 9: *** stereo hearts ***
Capitolo 10: *** somebody else ***
Capitolo 11: *** the great war ***



Capitolo 1
*** crack the shutters ***


Crack the shutters open wide 
I want to bathe you in the light of day 

And just watch you as the rays 
Tangle around your face and body 

I could sit here for hours 
Finding new ways to be awed each minute 

'Cause the daylight seems to want you 
Just as much as I want you



Il sole attraversava delicato i buchi delle tapparelle di una delle poche stanza della casa, facendo innervosire una piccola testa bionda che stava cercando di chiudere occhio.
Non che Barry fosse stanco, assolutamente - neanche lo stare sveglio tutta la notte per trovare una tattica in grado di battere quella lumaca di Lucinda poteva risucchiargli le energie - ma il solo pensiero che fosse stato il sole a svegliarlo lo infastidiva e non poco.
Barry odiava il sole, odiava come lo facesse sudare ogni volta che provasse a correre o di come offuscasse la vista con il suo bagliore. Dulcis in fundo, gli ricordava Lucinda, ed il biondino non poteva capacitarsi di come quella lumaca lo amasse; la conosceva fin da quando erano entrambi dei pargoli ed erano conosciuti da tutta Duefoglie come il duo di migliori amici più opposti di tutta Sinnoh: lui, coi capelli color grano, talento per la corsa, amante del freddo e lei, chioma corvina, amante del sole e lentezza impiantata. Barry non la chiamava lumaca per nulla, dopotutto.


"Quando arriva l'inverno...?" si alzò in tutta fretta, chiudendo al massimo le tapparelle, per poi vestirsi in tutta furia e fiondarsi fuori dalla sua abitazione senza neanche fare colazione o salutare sua madre.

A Duefoglie non faceva mai caldissimo, ma per una regione fredda come quella di Sinnoh, quei venticinque gradi erano già un clima anormale e Barry non riusciva a sopportarlo. Era uscito con una semplice canotta e pantaloncini e si era subito diretto a casa della sua amica d'infanzia - o della sua lumaca, come gli piaceva chiamarla -, bussando violentemente alla porta. Ad aprirla, un quarto d'ora dopo, fu proprio la corvina, colta nell'atto di stropicciarsi gli occhi.

"Barry, ma che fai... Sono ancora le otto..." si lamentò lei, per poi essere subito zittita dall'amico.

"Solo le otto?!" strillò il biondo "Ti rendi conto che il tuo amato sole mi ha svegliato? Ti ho chiamata per punizione!"


"È una nuova versione delle multe, questa?" rise lei, per poi prendere i suoi sandali dalla soglia ed uscire "Vabbhe, ti conosco, so che vuoi lottare... Andiamo al Lago?"

"Questa è la lumaca che conosco!" ghignò lui, dandole una pacca sulle spalla che per poco non la fece cadere.


"Non chiamarmi lumaca!"
 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
 
Mezz'ora dopo, Barry si ritrovò con le mani ai capelli e con il suo team completamente esausto.

"Non posso crederci!" si disperò il biondino "Ho studiato una strategia con Empoleon per tutta la notte! Il tuo Infernape è invincibile, accidenti..!"

Lucinda sospirò, ritirando il suo Luxray, per poi avvicinarsi all'amico, mani sui fianchi e sguardo severo.
"Sai che non sei l'unico ad allenarti, vero?" gli puntò il dito contro "Devo continuare ad essere forte per mantenere la nostra promessa, dopotutto!"

A Barry s'illuminarono gli occhi, mentre la sua bocca formò un grande sorriso. Certo, la loro promessa... Quella che Barry aveva proposto poco prima che Lucinda entrasse alla Lega Pokémon.
Aveva giurato di non farsi battere da nessuno prima di lui.

"Hai seriamente..." Barry iniziò la frase, ma si bloccò non appena si soffermò sulla figura della corvina, quella figura così snella e perfetta che in controluce sembrava scomparire.
Non aveva mai visto Lucinda in questo modo, immersa in quel bagliore che tanto odiava, ma ne rimase meravigliato: i suoi capelli scuri sembravano diamante ed i suoi occhi delle perle incastonate sulla sua pelle chiara.


"Barry?" la voce della sua 'lumaca' lo riportò ai sensi, facendolo arrossire.

"D-Dicevo!" continuò, alzando il tono di voce "Non posso credere che tu l'abbia presa così a cuore... Mi fa piacere..."

"Sei davvero tu?" rise Lucinda "È strano sentirti dire queste cose! Il sole ti ha bruciato il cervello...? Ah, aspetta, ma lo hai un cervello?"

"Tu...!" Barry le rise dietro, iniziando a rincorrerla per tutta la zone della riva Verità.

Il biondino non sopportava il sole, ed era vero... quel piccolo evento di quella giornata aveva appunto confermato il primo motivo per cui Barry lo odiasse così tanto.

Il sole rendeva Lucinda bellissima.
 

 

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Capitolo 2
*** evermore ***


 
And I was catching my breath
Staring out an open window
Catching my death
And I couldn't be sure
I had a feeling so peculiar
That this pain would be for
Evermore
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

Il cimitero di Duefoglie non riceveva spesso molte visite, data la scarsa popolazione, ma a Lucas, quel giorno, parve di vedere molta più gente del solito.
Certo, la cinquantina di lapidi che decoravano il terreno erano sempre le stesse, ma, dopotutto, era lì che il suo vecchio amico e mentore, il professor Rowan, riposava ed il giovane non avrebbe mai desiderato mancargli di rispetto, specialmente non visitandolo il giorno del suo compleanno.


"Le ho portato dei dolci da Kalos, professore" sorrise il corvino, rivolgendosi alla foto ingiallita che decorava la lapide "Sono da parte di Augustine... spero siano di suo gradimento, so che andava pazzo per gli zuccheri"
Poggiò la confezione accanto al mazzo di fiori appena cambiato, per poi sorridere ed allontanarsi in direzione di Duefoglie.

Erano passati dieci anni dalla morte del professore e dall'inizio della sua carriera ma, di fronte ai suoi ricordi, Lucas si sentiva ancora quel giovane assistente che faceva finta di conoscere il mondo. Poteva ancora vedere il professore di fronte al camino, mentre gli porgeva una tazza di cioccolata calda e gli raccontava del suo passato come fosse suo nipote. Lucas amava ascoltarlo, provare ad immedesimarsi in quell'uomo così saggio e misterioso ed il pensiero che, tornato in laboratorio, la sua figura possente non lo avrebbe accolto gli faceva stringere il cuore.

Lucas non era solo, però. Sua sorella lo aiutava, di tanto in tanto, mentre i suoi genitori, quando non erano fuori per lavoro, gli facevano compagnia. Non aveva mai avuto un buon rapporto con suo nonno; quell'uomo non meritava nemmeno quel titolo: lo disgustava, facendogli credere che fosse un debole, uno scansafatiche che non avrebbe mai portato a termine nulla nella sua vita. Se non ci fosse stato Rowan, probabilmente Lucas avrebbe sempre vissuto nella sua ombra; era contento che se ne fosse andato lontano da Sabbiafine, lontano da tutti, lontano da lui.⠀

Si strinse nel suo cappotto color crema, bussando alla porta di una delle poche case che coloravano e riempivano il piccolo villaggio che era Duefoglie.
Lucas poteva ringraziare Arceus per tante fortune, ma quella più importante di tutte era sicuramente la presenza di Barry e Lucinda all'interno della sua vita.
Il corvino non aveva mai avuto molti amici - anzi, non ne aveva proprio avuti - e l'incontro con i due ragazzi ormai conosciuti come le due foglie della regione di Sinnoh aveva portato la sua vita due, mille gradini più in alto.


"È arrivato il signor Lucas, mamma!" Lucas potè udire una vocina squillante dall'altra parte della porta, cosa che lo fece sorridere immediatamente. Questa si aprì pochi secondi dopo, mostrando la figura di una giovane donna sulla trentina con una bambina dai lunghi capelli biondi aggrappata sulla gamba.
La donna si gettò immediatamente sulle braccia del corvino, mentre la bambina ritornò in casa, chiamando qualcun altro.

"Guarda che bella che sei" Lucas sorrise, sciogliendo l'abbraccio.

"Ma guardati tu!" Lucinda rise, scuotendo la testa in mezzo alle lacrime "Ci sei mancato così tanto..."

Il corvino guardò la sua migliore amica, pensando a quanto fosse maturata negli anni; avendo ormai abbandonato il suo titolo di Campionessa per badare alla sua famiglia, Lucinda si occupava ora di una piccola pensione Pokémon a Duefoglie. I suoi bei capelli color ebano erano raccolti in una crocchia disordinata, mentre gli occhi cerulei emanavano la stessa lucentezza di quando era appena una bambina.

"Dov'è il tuo uomo?" chiese Lucas, alzando un sopracciglio. La corvina rispose ridendo, facendogli cenno di entrare in casa, per poi chiudere la porta dietro di sè.

La casa era diversa rispetto all'ultima volta che Lucas l'aveva visitata, ormai quasi cinque anni prima: l'atmosfera era più calda, più accogliente; le pareti ormai decorate da foto di famiglia e da vecchi cimeli, pavimenti pieni di giocattoli e fogli ritagliati.

Lucas poteva respirare un aria che mai aveva respirato nella sua vita, aria che parlava di momenti spensierati, di una famiglia che aveva vissuto gli scorsi anni nella più completa pace.
La bambina che lo aveva accolto pochi minuti prima stava giocando con un peluche di Chatot, mentre guardava il giovane uomo con occhi curiosi.


"Spero che tu ti ricorda di mia figlia" sorrise Lucinda "Su, Futaba, saluta lo zio Lucas!"

"Ciao..." disse lei, nascondendosi dietro il peluche. Lucas rise, scuotendole i capelli.

"Certo!" rispose "Come potrei? È davvero adorabile... Aveva appena due anni quando me ne sono andato."

Lucinda stava per replicare, quando un forte rumore costrinse i tre a girarsi in direzione delle scale; di fronte a loro, un uomo dai capelli biondi e arruffati se ne stava a terra, accarezzandosi il capo, dolorante.

"Ahahaha, papà è caduto di nuovo dalle scale!" Futaba rise, correndo in direzione dell'uomo e salendogli in groppa, sbattendogli il peluche di Chatot sulla testa.

"H-Hey, piccola peste, scendi subito..." Barry prese delicatamente la figlia sorridente in braccio, per poi posarla a terra e correre in direzione del suo amico "LUCAS!"

Braccia forti e possenti subito incrociarono la schiena debole del corvino, stringendola in una forte morsa. Lucas non potè che pensare a quanto il suo amico iperattivo si fosse allenato per essere COSÌ forte, ma il suo sguardo color tramonto lo distolse subito da quel pensiero, facendolo sorridere.

"Come è andata a Kalos? Tutto bene?" chiese il biondino "Ancora non posso credere che tu sia ritornato... Possiamo ritornare lo stesso trio di sempre!"

"Certo, certo" rise Lucas, sciogliendo l'abbraccio "A Kalos tutto bene, in questi cinque anni ho imparato molte cose e sono pronto a metterle in pratica."

"Che ne dici se ne discutiamo di fronte ad una tazza di the?" Lucinda afferò le braccia del suo migliore amico e del marito, sorridendo alla figlia che li guardava contenta.

"Ohhh, certamente" sorrise Barry, schioccando un bacio sulla guancia alla moglie.

Lucas li guardò incantato, contento di vederli innamorati come sempre; il corvino li conosceva bene, aveva sempre tifato per loro e per la realizzazione dei loro sogni e vederli così, insieme e felici, riempiva il suo cuore in un modo che non aveva mai sentito prima.

Prese posto accanto a Barry sul tavolo di fronte alla cucina, intrecciandosi le dita e aspettando che il the si preparasse. Non sapeva il motivo, ma Lucas si sentiva nervoso.

"Hey" il biondino si accorse dell'agitazione del suo amico e provò a distrarlo "Hai trovato qualcuno a Kalos?"

Lucas quasi si strozzò nella sua stessa saliva per quanto quella domanda lo avesse colto alla sprovvista; dopotutto, il qualcuno a cui Barry si riferiva non era un qualcuno qualunque.

"Voglio concentrarmi sulle mie ricerche" disse, abbassando lo sguardo "Non ho tempo per quel genere di cose..."


Certo, Lucas non era apatico, aveva provato dei sentimenti per qualcuno, ma era successo tempo fa, quando era solo un ragazzino che ancora non conosceva il mondo; la ragazza in questione, poi, era misteriosamente scomparsa dopo averle confessato i suoi sentimenti. Odiava ammetterlo, ma dopo tutti questi anni era ancora una ferita aperta.

"Non puoi restare solo per sempre, Luc" si preoccupò Barry.

"Sai, non tutti hanno la fortuna di trovare la propria anima gemella nella loro migliore amica che conoscono da quando sono praticamente nati" ribattè lui, sarcastico.

Il biondino rise, guardando la moglie con lo sguardo più amorevole che Lucas avesse mai visto nel viso del suo amico.

"Già, si può dire che sia stato molto fortunato..." sorrise ancora, alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla sua Lucinda, aiutandola a preparare dei manicaretti.

Lucas sospirò, per poi posare lo sguardo sulla piccola Futaba, intenta a disegnare qualcosa su un foglio di carta. I lunghi ed ondulati capelli color grano le ricadevano sulle spalle, mentre gli occhi, anch'essi colore tramonto come quelli del padre, erano assottigliati, concentrati unicamente sul disegno che stava man mano prendendo forma.


Quella bambina era un dono di Arceus, pensò Lucas. Ricordava la prima volta che l'aveva presa in braccio, quella tiepida mattina di aprile, occhietti vispi che incontravano per la prima volta quelli grigi del giovane; l'avevano chiamata Futaba, germoglio, e Lucas pensò che mai sarebbe esistito nome più accurato. Aveva assitito ai sue primi due anni, per poi andarsene a Kalos, lasciando la bambina crescere senza un suo ricordo.

 
"Zio Lucas!" Futaba lo colse alla sprovvista, chiamandolo con la sua voce pura e squillante "Guarda!"

Sollevò il foglio su cui stava lavorando, consegnandolo al giovane professore. Lucas spalancò gli occhi non appena vide il disegno: quattro figure stilizzate che raffiguravano lui, la bambina ed i suoi genitori, tutti mano nella mano.

 
"A scuola ci hanno chiesto di disegnare la nostra famiglia!" sorrise lei, riprendendo il foglio "Ti piace?"

Il corvino rimase senza parole, colto alla sprovvista dall'improvviso gesto d'affetto. Sorrise, strofinandosi la mano sul viso, non mostrando la lucentezza che aveva riempito i suoi occhi dal cielo plumbeo.
Lucas non aveva mai avuto una vera famiglia, con dei genitori sempre impegnati, un nonno che non riusciva a definire tale ed una sorella che, per quanto gli volesse bene, riusciva solo a farlo arrabbiare. Era dal primo incontro col professor Rowan che il giovane aveva appreso che la famiglia, quella vera, genuina e preziosa non era legata dal sangue, ma dai ricordi e dall'amore più puro e sincero.
Lucas aveva finalmente trovato la sua di famiglia, non aveva e non avrebbe mai avuto bisogno di nessun altro.
Lui, Barry, Lucinda, Futaba... ed il ricordo di Rowan. 

"È bellissimo" tolse finalmente le mani dalla fronte, sorridendo come non aveva mai fatto prima e prendendo la piccola in braccio, facendola ridere. Il suono cristallino attirò l'attenzione dei due genitori che, alla vista di quella scena, non poterono fare a meno che sorridere ed unirsi alla festa. 

In mezzo alle risate e agli abbracci, Lucas potè intravedere una vecchia foto del professor Rowan appoggiata su uno scaffale.
La guardò, soffermandosi sui suoi occhi seri, sul suo sguardo che tanto lo aveva amato nei suoi anni di vita e sul vecchio camice che, per quanto ricordasse, insisteva sempre nel mettersi. Lo guardò a lungo, come se dovesse salutarlo per l'ultima volta, come a ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lui.
Poi, all'improvviso, si girò, lasciando la foto sulla coda dell'occhio, l'immagine del professore ancora vivida.


E Lucas potè giurare di averlo visto sorridere.

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ



 

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Capitolo 3
*** shut up and dance ***


Oh don't you dare look back
Just keep your eyes on me
I said you're holding back
She said shut up and dance with me
This woman is my destiny
She said oh oh oh
Shut up and dance with me

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
 
"N-Non credo sia stata una buona idea..." una goccia di sudore, dovuta forse al troppo calore o a tutto lo stress del momento, mi scivolò via dalla fronte, finendo sulle mie due ciocche frontali. La scossi via, irritata, per poi guardare con occhi sgranati tutta la confusione che si era formata nel giro di pochi secondi.

Certo, la mia preziosa Villa nell'Area Svago era sempre piena di gente, ma non così tanta. Potevo chiaramente vedere il lampadario oscillare per la troppa musica, mentre le due statue di Glameow osservavano guardinghe il tutto, come due soldati pronti ad attaccare se mai fosse accaduto qualcosa.


"Hey, Lucinda, cosa fai lì?" un viso familiare, che avrei di lì a poco associato alla Capopalestra Bianca, mi si avvicinò, prendendomi per mano e trascinandomi al centro della stanza "Sei stata tu ad organizzare questa festa, no? Divertiti!"

"Beh, ecco..." feci per spiegarle il tutto, ma la giovane di Nevepoli si era ormai distratta, girata a parlare con la sua amica Marzia. Sospirai, cercando in mezzo alla folla colui che mi aveva astutamente convinta ad organizzare una '''semplice cena per l'anniversario del nostro viaggio''' - parole sue -, per poi farmi ritrovare con una casa completamente trasformata in una discoteca e con più gente invitata del previsto.

Dopo qualche minuto, avvistai finalmente la testa bionda del colpevole, quella che apparteneva senza ombra di dubbio alla persona più immatura e frettolosa che avessi mai conosciuto... il mio migliore amico, quella testa calda di Barry.

"Tu...!" lo chiamai, prendendolo per il colletto, quasi strozzandolo perché colto nell'atto del bere una Gassosa "La pagherai cara, così cara che...!"

"Hey, ti multo per avermi quasi ucciso!" replicò lui, arrabbiato, guardando disgustato la sua camicia completamente bagnata "E per aver rovinato la mia tenuta super elegante!"

"Sai dove puoi ficcartele le tue mul-" feci per urlare, quando la mano amica di Omar, Capopalestra di Pratopoli, si mise in mezzo fra me ed il biondino, fermando un probabile omicidio.

"Maestro!" Barry sembrò essersi dimenticato completamente della grossa macchia ed ora guardava con occhi luccicanti il wrestler.


"Quando la smetterai di chiamarmi in quel modo...?" l'uomo alzò un sopracciglio, per poi sorridermi "Salute a te, giovane Campionessa! La tua villa è davvero incantevole!"

"Lo sarebbe ancora di più se questa festa non fosse mai avvenuta..." sussurrai, irritata.

"Come??" urlò il Capopalestra "Scusami, non ti sento con tutta questa musica!"

"H-Ho detto grazie mille per il complimento...!" mi parai le orecchie per l'improvviso urlo; certo, la musica era alta, ma Omar doveva rendersi conto che il suo vocione lo era molto, molto di più.

"Vedi, Lucinda?" Barry mi sorrise, come a sfidarmi "Sbaglio o tutti stanno amando il party?"

Lo trafissi con lo sguardo più gelido che potessi fare e vidi il suo sorriso bloccarsi di colpo. Scossi la testa, per poi dirigermi dalle uniche persone sane e con un po' di cervello in quella stanza, ovvero il gruppetto seduto al tavolo all'angolo composto dal mio amico Lucas, il Professor Rowan, Terrie e Luciano, intenti a chiacchierare del più e del meno. Presi un posto di fianco alla Superquattro di tipo Terra e fui subito accolta dai commenti acidi di Lucas.

"Non posso credere tu abbia organizzato una festa in questo modo... Non ne posso più di tutta questa musica!" si mise le mani fra i capelli privi del loro usuale berretto rosso, per poi alzare lo sguardo e guardare gli altri "Anche Spino si sta divertendo..! Spino, perché mi hai tradito..."

Risi di fronte alle parole del mio amico, per poi guardarlo con occhi comprensivi.

"Luc, guarda che è stato Barry a fare tutto questo macello... Sai bene che sono molto simile a te, infatti avevo in mente una cena tranquilla, ma conosci quello scemo di un biondino..." sospirai per l'ennesima volta "E chi lo pulisce 'sto casino dopo..."

"Se per quello, posso aiutarti, mia cara" Terrie mi posò una mano sulla spalla, come una nonna che conforta una nipote "Forse non sembra, ma questa vecchia signora è ancora in grado di fare qualche lavoretto fisico!" rise poi. La guardai con occhi lucidi, ringraziandola infinite volte, mentre gli altri risero alla mia reazione.


Luciano guardava con ammirazione l'enorme biblioteca della villa, invidiando probabilmente l'enorme patrimonio che avevo ottenuto e maledicendomi per non averlo mai sfruttato bene; il Professore, invece, sembrava come attirato dal dolce profumo dell'enorme quantità di Dolci Gateâu che Gardenia aveva appositamente portato. Adoravo i miei amici, ero davvero grata che si fossero presentati, ma l'idea di poter parlare con loro in una tranquillissima cena, godendo di altrettanto tranquilli pasti invece che guardarli ballare da lontano, in mezzo a tutta questa confusione... rendeva la mia rabbia nei confronti del mio migliore amico ancora più difficile da placare.

"Hey, Luc, andiamo un secondo fuori?" gli proposi, mentre il gruppetto del tavolo mi guardò con fare curioso.

"Uh, certo..." Lucas non sembrava da meno.

"Cos'avete intenzione di fare?" ammiccò Terrie, ridacchiando, mentre i nostri visi si tinsero di un rosso Baccamodoro.

"N-Nulla!" strillai, colta alla sprovvista "Volevo solo prendere una boccata d'aria e Luc-"

"Tranquilla, tranquilla, scherzavo!" l'esperta di tipo Terra non smise di ridere "Andate pure!"

Ci congedammo con un cenno di capo ed insieme ci dirigemmo verso l'uscita, per poi attraversare la soglia con un grosso sospiro di sollievo.

"Non ne potevo più..." il corvino si colpì le orecchie "Sento tutto ovattato..."

"Non dirlo a me..." ridacchiai, per poi guardare con occhi seri il giovane assistente "Come va?"

"Non saprei?" sorrise amaramente, sedendosi per terra e appongiando la schiena al muro; feci lo stesso, ascoltandolo attentamente "Lavoro tutto il giorno per il Professore e... non so, Lucinda, lo vedo un sacco debole. Ho paura che lui, ecco..."

"Il nostro Rowan è una roccia" gli diedi una pacca sulla spalla, cercando di rassicurarlo "E poi, sei un cuoco straordinario, sono sicura che i tuoi dolci gli diano un sacco di energia! Avete bisogno uno dell'altro, Luc..."


"Parlando d'altro..." il corvino mi sorrise, per poi guardare il cielo "Viola ha iniziato a prendere le sue prime lezioni! Sta diventando la mia assistente!"

"Tua sorella è super in gamba, la stimo un casino" dissi sorpresa. Viola era una ragazzina di appena dodici anni, ma era un portento, sia con i Pokémon che con le persone.

"È un peccato che non sia potuta venire" sospirò Lucas, per poi darmi un leggero pugno sul braccio, come a rallegrarmi "A te, invece? Come se la passa la Campionessa?"

"Sopporto Barry e sopravvivo" risi "Oggi poi, con 'sta festa, l'ha combinata proprio grossa... Santo Arceus, Luc, ma come gli è saltato in mente? Ha invitato pure Spino... e pure lui sa che non lo sopporto!"

"Ma se è super simpatico!" il corvino mi guardò con fare offeso, per poi ridere insieme.

"Tutto questo per dire..." continuai, per essere subito interrotta dal mio amico.

"...Che sei davvero grata al tuo amato biondino e che dovresti decisamente confessargli i tuoi sentimenti?" continuò Lucas, alzando un sopracciglio.

"...Bastardo" arrossii, gonfiando le guance "S-Sei ancora l'unico che lo sa"

"Come tu sai per la mia cotta per Risetta" alzò il dito indice, per poi coprirsi il volto, imbarazzato dalle sue stesse parole.

"Siamo un disastro, mio caro Lucas" appoggiai la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi "Ma è per questo che ti voglio moooolto bene"

"Pft, certo" rise lui, appoggiando la sua testa sulla mia "Ma ti ricordi quand-"

Le parole del corvino furono interrotte da un certo biondino scatenato che, appena aperta la porta, si guardò intorno, come alla ricerca di qualcuno. Posò dopo qualche secondo lo sguardo su di noi e, appena ci vide, il sorriso elettrizzato che gli dipingeva il volto scomparve in un instante.

"Uh, che state facendo?" ci disse, con un tono leggermente più freddo del solito.

"Stavamo pensando a quanto faccia schifo questa festa" disse Lucas con un finto tono schifato, facendomi soffocare una risata all'interno della sua spalla. Barry alzò un sopracciglio.


"Seriamente, perché siete seduti così?" ripetè il biondino.

Guardai Lucas e gli feci l'occhiolino; lui annuì, sorridente.

"Luc è così cooomodo" dissi, appoggiandomi completamente sul giovane assistente e avvolgendo un braccio sulle sue spalle "Cosa c'è di male?"

"Già, Barry, cosa c'è di male?" sorrise Lucas con aria di sfida; cercai con tutta me stessa di non mettermi a piangere dalle risate.

Adoravo Lucas, ma il fatto che riuscisse sempre a far arrabbiare Barry reggendomi il gioco ad ogni singolo scherzo improvvisato me lo faceva adorare ancora di più; molte volte eravamo stati scambiati per una coppia - non dimentichiamoci del lontano evento al Lago Verità - e questo ci portava in netto vantaggio quando volevamo far ingelosire le nostre adorabili cotte. Certo, con Risetta la faccenda era molto più complicata - a discapito del povero Lucas -, ma con Barry... Oh, con Barry era sempre uno spettacolo.


"Potete tranquillamente dire che siete fidanzati, mi da fastidio il fatto che mi nascondete tutto" il biondino alzò il tono di voce "La Campionessa ed il futuro Professore della regione di Sinnoh... ma certo, la coppia per eccellenza! So che siete super lenti e che io corro super veloce, ma mi sento lasciato indietro quando..."

"Hey, amico, stavamo scherzando!" Lucas si alzò in piedi, alzando le mani in segno di resa e avvicinandosi all'amico.

"Così impari a fare feste enormi senza il mio consenso!" raggiunsi Barry facendogli la linguaccia, ancora parecchio irritata per il suo gesto poco responsabile.
Lui, in tutta risposta, sbuffò, rosso in volto, per poi prendermi per mano e trascinarmi all'interno della villa.

"H-Hey!" esclamai, sorpresa, per poi girarmi indietro "Luc, aiutami, Barry vuole rapirmi!"

Il corvino sorrise, alzando le spalle e facendomi un occhiolino; alla vista del suo gesto arrossii completamente, per poi ritornare al mio amico d'infanzia.

"Dove mi porti?" gli chiesi.


"In pista!" disse lui, non girandosi "È ora di ballare!"

"Ballare?!" "Che c'è, non ti ricordi di quando ballavamo insieme a quel gioco... come si chiama, Just Ludicolo?"

"Non è la stessa cosa!"

"...Vedremo!" rise lui, per poi girarsi finalmente dalla mia parte ed incrociare il mio sguardo; era davvero raro vedere Barry in abiti formali... ma durante quelle poche occasioni, mi lasciava letteralmente a bocca aperta. "Certo che prima te ne esci con il party... ed ora con questo!" risi, avvolgendogli le mani sul collo, pronta a ballare "Guarda che ancora non ti ho perdonato."

"Eddai, Lucinda, che rottura che sei" sbuffò lui, prendendomi i fianchi "Sono passati un sacco di anni da quando abbiamo iniziato il nostro viaggio, no? Abbiamo incontrato tutte queste persone... certo, alcune sono particolarmente strane, ma sono grato a tutti... tu non lo sei?"

"È strano vederti parlare seriamente" sbattei le palpebre, sbalordita "Guarda che ti multo!"

"Ah, ah, ah!" esclamò, ironico "Molto divertente, mia cara... ma ora, se permetti, apriamo le danze! Corrado, fai partire il lento!"

Il giovane Capopalestra di tipo Elettro, che quella sera ricopriva il ruolo di DJ con l'ausilio del suo amico Vulcano, gli diede l'okay con un grande pollice in su, per poi maneggiare con la console di fronte a lui. Dopo qualche secondo, una melodia lenta e delicata riempì quella che pochi minuti prima una sottospecie di discoteca piena di musica elettronica; Barry iniziò le danze ed io provai goffamente a seguire i suoi passi, cercando di ricordare tutte le volte che avevamo provato qualcosa di simile su Just Ludicolo. Presto altre coppie si unirono a noi, rendendo il tutto decisamente meno imbarazzante: vidi Marzia e Bianca ballare insieme, Camilla e sua nonna, Gardenia e Pedro, Matilde ed il suo Alakazam... ma la più importante - e romantica - delle coppie fu quella di Risetta e Lucas, entrambi super leggiadri nel ballare.

Sentendomi felice per il mio migliore amico, mi feci prendere dall'euforia e abbracciai Barry, il quale, sorpreso, ricambiò impacciato il gesto.


"Okay, fooorse, forse, forse posso perdonarti" risi, guardando il biondino negli occhi, mentre le mie guance iniziavano a tingersi di un rosa che sapeva di primavera, rinascita, un nuovo inizio. Barry alzò un sopracciglio, per poi farmi fare una piroetta.

"Sei contenta?" mi domandò lui, nervoso. Lo guardai stranita.

"Ma ovvio!" scossi la testa, ancora sorridente "Grazie, Barry... sei un disastro, ma l'idea del ballo finale è stata carina..."

"Come??" il mio amico d'infanzia replicò un vocione familiare "Scusami, non ti sento con tutta questa musica!"

"...Scemo!" risi, dandogli un lieve calcio fra le gambe. Lo vidi sorridere ed il mio cuore si sciolse completamente.



Forse, alla fine, questa era stata davvero una buona idea.

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ


 

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Capitolo 4
*** lucky ***


I'm lucky I'm in love with my best friend
Lucky to have been where I have been

Lucky to be coming home again
I'm lucky we're in love in every way
Lucky to have stayed where we have stayed
Lucky to be coming home someday



 

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

 


"Ah, Barry, non abbiamo ancora visitato quel negozio!"

Il biondino sospirò all'ennesima richiesta della ragazza che aveva davanti.

"Hey, non credi che undici negozi siano abbastanza, Lucinda..?"

"Assolutamente no!" la corvina gonfiò le guance, indicando l'edificio che aveva precedentemente notato "E poi quello è un negozio di accessori, non di vestiti come gli altri!"

Barry alzò un sopracciglio, sollevando da terra le innumerevoli buste piene di abiti che Lucinda gli aveva affidato.

I due si erano recati ad Arenipoli per comperare alcuni oggetti utili alle ricerche di Lucas, il quale si era cimentato negli ultimi tempi nella meccanica. Solo che, grazie all'indole modaiola di Lucinda, la situazione era leggermente sfuggita di mano.

"Ahhh!" gli occhi della corvina cominciarono a brillare non appena entrò nell'edificio "È pieno di fiocchi! E di occhiali!"

"O-Occhiali?" Barry accennò un sorriso nervoso mentre osservava l'interno del negozio.

Come aveva detto la sua amica, era pieno di grandi scaffali contenenti collane ed accessori di tutti i tipi, spesso adornati da eleganti fiocchi.
Barry, però, notò subito al centro della stanza un particolare piedistallo, con sopra alcuni paia di occhiali.

"Sembrano costosi..!" Lucinda si avvicinò al piedistallo, prendendo in mano un paio di occhiali rossi "Che dici? Li proviamo?" aggiunse poi, facendo l'occhiolino ed indicando uno specchio nelle vicinanze.

"Beh, non c'è nulla che possa farmi dire di no..." Barry alzò un sopracciglio, ridendo e avvicinandosi alla corvina, prendendo degli occhiali dello stesso colore di quelli di Lucinda "Basta che non ci multino per aver toccato degli occhiali costosi!"

"Ma che dici! Sei tu quello che multa, di solito! Oppure vuoi infliggerti danni economici da solo?" rise la ragazza, prendendo Barry per mano e dirigendosi verso lo specchio.

Barry rise, arrossendo non appena sentì la presa calda di Lucinda intorno al suo polso.

"Uhm... come si mettono questi cosi?" Lucinda lasciò la presa di Barry e cominciò a maneggiare l'oggetto davanti allo specchio.

Intanto, il biondino era riuscito nell'impresa e guardava divertito la sua figura occhialuta riflessa, pensando a quanto non fosse malaccio con quell'accessorio addosso.
Il suo sguardo poi si posò su Lucinda, la quale non era ancora riuscita ad indossare il suo paio di occhiali.

"Ma come? La Campionessa di Sinnoh che non riesce nemmeno a mettersi degli occhiali?" sul volto di Barry si formò un ghigno, mentre la corvina arrossì al commento del ragazzo.

"Scusami tanto se l'unico paio di occhiali che ho visto da vicino è stato quello di Lucas...!" Lucinda sbuffò, guardando di lato, ancora rossa.

"Da vicino?" Barry si insospettì, guardando la ragazza di sottecchi. Questa non fece che arrossire ulteriormente.

"Cosa pensi, cretino...! È solo che avendo lottando contro di lui, ho avuto modo di guardarlo spesso negli occhi e sugli occhi ci sono per appunto gli occhiali!" Lucinda si girò verso il biondino, ma si stupì vedendolo a meno di cinque centimentri lontano dal suo viso.

"Allora quel 'da vicino' era in senso figurato...?" Barry accorciò di più la distanza del viso, cominciando a sentire il respiro di Lucinda sul suo naso.

"O-Ovvio!" la corvina chiuse gli occhi, rossa come un peperone.

Barry sorrise, prendendo gli occhiali dalle mani di Lucinda e mettendoli sul suo viso "Ecco fatto, apri pure gli occhi adesso!"

"Uh?" la ragazza aprì gli occhi, per poi guardarsi allo specchio.
La figura occhialuta e sorridente di Barry accompagnò la sua, poggiando le mani sulle sue spalle.

"Non stanno male nemmeno a te, sai?" rise il biondino.

"Quanto sei stupido..." Lucinda guardò il ragazzo attraverso lo specchio, per poi scoppiare in una grande risata.

 

 

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ





 

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Capitolo 5
*** wish ***


Baby what you wishin' for?
Maybe you should wish it more?

Maybe the world is yours?
Maybe when it rains it pours?
I don't know how to wish anymore
I don't know how to wish anymore
Or do I






Ƹ̴Ӂ̴Ʒ



La calda e soffice e sciarpa che la ragazza indossava quotidianamente, quel giorno era stata rimpiazzata da un caldo scaldacollo rosso, a tema col il capello del medesimo colore.
La neve cadeva, mentre gli stivaletti della giovane calpestavano quella presente sul terreno, producendo un suono ovattato.
Al suo fianco, camminava un Pokèmon dalle sembianze di uno scimpanzè dalla testa e la coda in fiamme.

"Grazie per avermi accompagnata, Infernape!" sorrise la giovane, sorridendo alla creatura "Le tue fiamme mi hanno davvero salvata! Questo Natale è davvero freddo..."

Il Pokèmon Fiamma annuì, mentre i due si avvicinarono pian piano verso l'entrata della città di Duefoglie, luogo natale della ragazza.

"Lucinda, Infernape!" un ragazzo dagli scompigliati capelli biondi corse in loro incontro, mentre portava con sé alcune buste di plastica "Avete preso tutto?"

"Barry!" si sorprese la corvina "Sì, e il tuo Pokèmon mi è stato di grande aiuto! Grazie..!"

"Ne sono contento! Ben fatto, Infernape!" rise Barry, ritirando nella Pokèball il suo fidato compagno.
Lucinda lo guardò, sorridendo, per poi indicare una casa poco lontano.
"Poso tutto a casa tua? Luc è già lì, se non mi sbaglio!"

"Esatto! Io vado a prendere quello che rimane delle decorazioni!" sospirò lui, mentre alzò le buste all'altezza della corvina "Vedi queste? Devo riempirle tutte. Prega per il mio ritorno!" ghignò, per poi fuggire in direzione di Sabbiafine.

Lucinda scosse la testa, pensando a quanto fosse energico il suo amico, avviandosi verso l'abitazione. Una volta entrata, la luce artificiale delle decorazioni per poco non le accecò la vista: l'intero soggiorno era ricoperto da luci e lucine, nastri e ghirlande.

"E Barry ne vuole prendere altre? Non sta esagerando?" pensò ad alta voce, mentre posò a terra i pacchetti che aveva preso poco prima a Giubilopoli.

"Uh? Le decorazione sono finite, chi ti ha detto che ce ne sono altre?" un ragazzo dai misteriosi occhi grigi si avvicinò alla corvina, corrugando le sopracciglia.

"Me lo ha detto adesso Barry stesso, Luc!" rispose la ragazzina, sbuffando "O mi ha mentito, o vuole davvero esagerare..."

"Vada per la prima" sorrise maliziosamente Lucas, mentre si sistemò le maniche del maglione che stava indossando.

"Mi domando perchè..?" Lucinda si morse una guancia.

"Non chiedermelo! Barry è imprevedibile!" rise il giovane assistente.

La corvina annuì, concordando, per poi togliersi capello e sedersi sul divano.

Quel Natale, Barry aveva deciso di tenere una festa a casa sua, in cui Lucinda ed alcuni dei loro amici avrebbero partecipato, in onore del loro viaggio e degli incontri che esso aveva portato.
Purtroppo, non tutto era facile come sembrava, ed i ragazzi avevano speso molto tempo e denaro per realizzare il tutto nel migliore dei modi. In quel momento, infatti, avevano appena completato i preparativi.
Se non fosse stato per i genitori dei ragazzi, sarebbero stati ancora all'inizio.

"Lucinda!" chiamò infatti Olga, madre della corvina, mentre portò in cucina alcune pentole "Aiutami a cucinare, dai, che Annalisa è impegnata al piano di sopra!"

"Arrivo!" sospirò, mentre si tolse anche lo scaldacollo e il cappotto, rivelando un grazioso maglione nero che le arrivava fino alle ginocchia "Luc, tu hai finito?" chiese poi all'amico.

"Non proprio, devo prendere i regali da casa!" sorrise, imbarazzato "Ma appena ho fatto vengo ad aiutarvi!"

"Non possono portarli i tuoi quando arrivano..?" chiese Olga.

"Signora, mio padre anche oggi è impegnato e farà piuttosto tardi, e mia madre non ha intenzione di lasciarlo solo, quindi arriveranno verso la mezzanotte! E i regali devono essere aperti puntualmente!" spiegò il giovane, mettendosi il cappotto "Non farò tardi!"

Le due sospirarono, per poi continuare a cucinare.

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

"Accidenti se fa freddo!" tremò Lucas, stringendosi nelle proprie braccia "Fortunatamente Sabbiafine non è lontan.. ahh.. ahhh... ahhhTCHIÙ!" starnutì, per poi tirare su col naso "Adesso pure il raffreddore, uh..."

Arrivò nella piccola cittadina quasi barcollando, gioiendo quando toccò la fredda porta del Laboratorio.
Fece per bussare, quando una figura familiare sbucò in mezzo alla nebbia.

"Uh, Luc..?" disse la figura, avvicinandosi, fino a diventare piano piano più visibile.

"Barry, dov'eri?" il corvino sorrise, appoggiandosi sulla spalla dell'amico "Lucinda mi ha detto che eri andato a prendere alcune decorazioni, ma sono finite! Si può sapere che ti passa per la testa..?"

"Shhhh!" lo zittì, mettendosi l'indice davanti le labbra "Era una bugia! Sono andato a prenderle il regalo!" arrossì.

"Il regalo..?" il giovane assistente guardò le sette buste in mano al biondino, alzando un sopracciglio "Quante cose le hai preso?"

"Nono, ho preso il regalo sia per lei che per i suoi Pokèmon, ehehe!" sorrise, per poi alzare una busta più piccola delle altre "Ecco, questo è il suo! Spero le piaccia.."

"Ahh, Barry, certe volte non ti comprendo affatto!" sorrise Lucas "Vai, prima che si faccia tardi! Io devo prendere i miei di regali!"

"Capito, signor Lucas, ehehe!" ridacchiò, ancora rosso in viso, mentre iniziò a correre in direzione di Duefoglie.

Lucas rise, scuotendo la testa, per poi bussare finalmente alla porta del Laboratorio del Professor Rowan.
 

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

La festa iniziò alle nove precise.
Quasi tutte le autorità più importanti di Sinnoh si erano presentate a casa di Barry, il quale in quel momento stava chiacchierando allegramente con Chicco, fratello del Superquattro Vulcano.

Lucinda, invece, si era accomodata sul divano in mezzo ai suoi cari amici Leona e Kenny, mentre, allegra, guardava i presenti divertirsi.

Dall'altro canto, Lucas aveva deciso di fare quattro chiacchiere con il Professor Oak, ospite d'onore alla festa.

Sembrava davvero tutto perfetto, pensò Lucas.
Una festa in cui tutti, perlomeno, sembravano felici, aggiunse Lucinda.
Un evento per il quale valeva la pena partecipare, finì Barry, mentre guardava tristemente la porta, aspettando l'arrivo di qualcuno.

Fu quando il grande orologio segnò l'arrivo della mezzanotte, che i tre ragazzi si alzarono in piedi, bicchieri di Gassosa alle mani, augurando buon Natale ai presenti.
Un grande applauso e una grande risata riempirono l'interno del soggiorno, mentre tutti si scambiarono gli auguri.

"Un attimo di attenzione, prego!" tuonò Olga, sbattendo un cucchiaino contro un bicchiere vuoto, attirando lo sguardo dei presenti "È l'ora che tutti stavano aspettando! Prego, scambiatevi i regali!"

I ragazzi si guardarono, sorridenti, per poi precipitarsi sotto il grande albero.

"Questo è da parte di Lucas!" sorrise Lucinda, mentre aprì un pacco color mandarino, che si rivelò essere una custodia per il Pokèdex a tema natalizio.
"Cos'altro potevo aspettarmi da te?" rise lei, mentre Barry si avvicinò ai due.

"Lo ha regalato anche a me..." disse il biondino, alzando un sopracciglio e mostrando la propria copia della custodia.

"H-Hey, apprezzate il pensiero..!" balbettò il corvino, mettendosi a braccia conserte.

"A me piace!" esordì Lucinda, mentre guardò Lucas aprire il regalo fatto da lei e Barry.

"Ohhhhhh!" al corvino gli si illuminarono gli occhi, mentre prese in mano il proprio regalo "Ma è..!! Oddio, non ci posso credere. È il primo modello di Pokèdex mai esistito! Quello creato dal Professor Oak..!"

"Sì, ragazzo, i tuoi amici lo hanno richiesto personalmente!" l'esimio professore di Kanto subentrò in quella piccola scena, sorridendo "Dovresti ringraziarli!"

"Sì..!" Lucas era raggiante "Grazie mille! Siete i migliori amici del mondo!"

I due risero, mentre abbracciarono il loro caro amico.

"Ora tocca a me!" Barry prese una piccola busta e la porse a Lucinda, sorprendendola "Vedi, non sono granchè nei regali, ma appena l'ho visto ho pensato a te e.." arrossì, alzando involontariamente la voce "Insomma, tieni..!"

"Oh.." la corvina arrossì di rimando, aprendo delicatamente la confezione che nascondeva il misterioso dono. Una volta scoperto, la ragazza si mise la mano davanti alla bocca, spalancando gli occhi e arrossendo ancora di più.
Al centro della piccola scatoletta, precedentemente dentro la bustina, vi era un anello.
Aveva due foglie incastonate sulla parte superiore.

"Barry, io, e-ecco.. Insomma, abbiamo solo dodici anni, e-ecco.. M-Ma lo voglio! S-Sì, lo voglio..!"

Il biondino alzò un sopracciglio, confuso, mentre Lucas guardava l'amica con gli occhi fuori dalle orbite, trattenendo le risate e scuotendo la testa.

"Uh? Di cosa parli?" disse Barry.

"AHH!" gridò, accorgendosi di quello che aveva appena frainteso "O-Oddio..! E-Ehm, intendo, voglio l'anello! Mi piace davvero tanto, Barry, grazie..!" rise, ancora rossa come una Baccamodoro.

"Ehehe, ne sono con-" prima che potesse rispondere, Lucinda lo abbracciò, nascondendo la testa fra le spalle. Evidentemente, non voleva farsi vedere ancora col rossore sulle guance.

"Uhm.. Lucin-" anche questa volta, Barry, divenuto rosso, non riuscì a finire la frase.

"S-Sto bene!" affermò la ragazza, annuendo, mentre si liberò dall'abbraccio "Ma ora è il mio turno! Il mio regalo per te, Barry... Beh, è stato difficile da ottenere, ma alla fine ce l'ho fatta!"

Barry la guardò, curioso, mentre Lucinda si avviò alla porta.

"Puoi entrare, adesso!" la corvina bussò tre volte, per poi allontanarsi, sorridente.

Passò qualche secondo, nei quali Barry aspettò sorridente e curioso il regalo che, in qualche modo, sarebbe uscito dalla porta.
Una volta che la portà si aprì, rivelando il misterioso dono, il sorriso di Barry si ruppe in un secondo, trasformando la sua espressione piena di gioia in una piena di sorpresa.

Palmer, Asso della Torre Lotta, era appena rientrato in casa per la prima volta dopo dieci anni.

"T-Tesoro..?" Annalisa, madre di Barry, guardò il marito, strabuzzando gli occhi.

"Cara, da quanto tempo, eh?" rise l'uomo, grattandosi il capo.

"Papà.." Barry si avvicinò a Palmer, corrugando le sopracciglia "Perchè sei qui?"

L'uomo sorrise, abbracciando il figlio.
"Per Natale, Barry. E anche perché Lucinda mi ha convinto... Quella ragazza mi ha addirittura sfidato in modo tale che potessi essere qui, oggi. È davvero forte, sai?"

Barry sorrise, guardando con la coda dell'occhio Lucinda.

"Lo so fin troppo bene, papà, è la Campionessa. E sono forte quanto lei!"

"Davvero?" rise Palmer, scompigliando i capelli di Barry e sciogliendo l'abbraccio "Beh, che ne dici di una lotta, più tardi?"

"Sì..!" annuì il biondino, ridendo.

Lucinda e Lucas guardarono la scena da lontano, contenti per il loro amico.

"Palmer non ritornava a casa da tanto. Lo abbiamo visto alla Torre, tempo fa, ma non si è mai mosso di lì. Come hai fatto a convincerlo, Lucinda? Non posso crederci che con una sola lotta tu gli abbia fatto cambiare idea!" chiese Lucas alla sua amica, alzando un sopracciglio.

"Gli ho raccontato di Barry" confessò lei.

"Uh?"

"Quando  abbiamo incontrato Palmer alla Torre Lotta, Barry non gli ha mai parlato di come si è sentito durante la sua assenza. L'ho fatto io. Dopo avermi ascoltata, ha deciso di darmi una possibilità con una lotta" la corvina abbassò lo sguardo "Sono così contenta di vedere Barry felice, tanto contenta.."

"Anche io, Lucinda, anche io" sorrise Lucas, appoggiando la mano sulla spalla della ragazza.

"Buon Natale a tutti!" un braccio appartenente alla ex Campionessa Camilla si alzò in lontananza, tenendo un bicchiere di champagne in mano "E che anche l'anno prossimo ci porti tanta felicità!"

"Tanti auguri!" sorrise Bellocchio, alzando anche lui il braccio, per poi sorseggiare la bevanda frizzantina.

Barry sorrise, guardando il padre, per poi rivolgere lo sguardo a Lucinda.
Era così bella, pensò, vestita di quel nero, con gli occhi sorridenti e i capelli legati.
Notò l'anello che le aveva regalato infilato al dito anulare e non riuscì a non arrossire.

"Ti piace proprio quella ragazza, uh?" Palmer rise, battendo la mano sopra la spalla del figlio.

"Shhhh, papà..!" il biondino divenne ancora più rosso, mentre provò a zittire il padre, che acquistò un'espressione seria.

"Tranquillo, hai scelto bene. È una brava persona, saprà controllarti" sorrise "Ma comunque! Fammi andare a salutare per bene tua madre, Olga e Camilla, che poi devo passare tutto il tempo con il mio caro figlioletto!" fece l'occhiolino, per poi correre in direzione della sala.

Barry sorrise, ancora una volta, per poi ritornare da Lucas e Lucinda.
Quello fu il suo primo e vero Natale.
Tutto grazie a Lucinda, che aveva riportato, anche solo per quel giorno, suo padre a casa.

 

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

 

"Grazie mille.." le disse, una volta che la festa fu finita. Erano entrambi sdraiati sulla riva del Lago Verità.

Le stelle risplendevano di una luce diversa, quella notte. Erano più chiare, più brillanti, rispetto a tutte le altre volte.

"E di che? Farei di tutto per te, Barry" sorrise lei, avvolgendosi nella calda coperta che si era portata da casa.

Barry la guardò negli occhi, prendendola per mano, la mano in cui l'anello brillava sotto i riflessi della luna.

"Potresti promettermi una cosa?" le chiese.

"Qualsiasi cosa" annuì lei.

Le onde sulla riva si infransero nell'erba alta.

"Quando saremo più grandi... sposami"

Lucinda non se lo fece ripetere due volte.

"Te lo prometto."

 


Ƹ̴Ӂ̴Ʒ






 

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Capitolo 6
*** deep end ***


I'm slipping into the deep end
I'm in over my head
I can't catch my breath
I'm slipping into the deep end
Feel the current within
I can't help but give in
I'm lost in the deep end 

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

 

"Da quando la tua vita ha cominciato ad essere così vuota, Cyrus?"

Le parole si propagarono per tutta la zona della Vetta Lancia, disturbate solo dal rumore del vento.
La ragazzina che le aveva appena pronunciate assottigliò lo sguardo, come ad attendere impaziente una risposta che fosse chiara e concisa, una risposta che avrebbe giustificato le tue azioni, che avrebbe fatto comprendere al mondo intero il perché tu volessi creare un mondo senza spirito.
Ma tu rimani in silenzio, spalancando invece gli occhi; il respiro ti si blocca, non riesci a muovere un muscolo.
Non capisci per quale strano scherzo del destino una ragazzina ti avesse appena messo a repentaglio la testa, portandoti indietro nel tempo, ad Arenipoli, la tua casa.
Riesci a percepire il calore del sole anche nel gelo presente sul Monte Corona: ormai l'immagine della tua città natale era di nuovo fissa nella tua mente, come lo era ogni notte fin da quando l'avevi lasciata.

Ricordi una mano. Ricordi le tue macchine. Ricordi la tua solitudine. Ricordi il desiderio di scappare. Ricordi Martes, Giovia, Saturno, Plutonio. Ricordi il Team Galassia.

Sorridi.

"Da quando ho capito l'inutilità dello spirito"

Rispondi così, ma sai che non è vero, e neanche la ragazzina sembrò beversela. 
Il mondo non era perfetto, tu lo sapevi meglio di chiunque altro: avevi dovuto subire tutti i difetti, tutte le imperfezioni, tutte le cose negative mai esistite in esso.
La felicità ti sembrava superflua. Tutto ti sembrava superfluo. La cosa che tutti chiamavano spirito ti sembrava superflua.

Un nuovo mondo, uno spazio e un tempo vuoto, senza limiti, senza emozione, sarebbe stato perfetto. L'inutilità dello spirito e la realizzazione di ciò non avevano reso la tua vita vuota, ma bensì l'avevano trasformata in qualcosa di ricco, in una speranza, in una grande forza che ti avrebbe presto donato ciò che più avevi desiderato al mondo.

Ed eri lì, a due passi da quel sogno, la rossocatena in mano, lo sguardo fisso su di essa, gli occhi della ragazzina sempre più sottili. Non ti saresti arreso così facilmente.

Con un gesto veloce, lanci la pokéball di Honchcrow, ordinandogli di distrarre sia la ragazzina che il suo fastidioso amico, un biondino che aveva gli stessi occhi di fuoco.

Presto sarebbe tutto finito.

Addio ragazzina, addio Team Galassia, addio Sinnoh, addio Arenipoli, addio macchine, addio spirito, addio stupide emozioni, addio mano.

Benvenuto, nuovo mondo.

Benvenuto, Cyrus.

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ



 

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Capitolo 7
*** let her go ***


Staring at the bottom of your glass
Hoping one day you'll make a dream last
But dreams come slow and they go so fast
You see her when you close your eyes
Maybe one day you'll understand why
Everything you touch surely dies


 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
 


Se non fossi diventata Campionessa, cosa ne sarebbe stato di me?
Il dolce rumore delle cascate della Lega di Sinnoh mi culla, mentre me ne resto accovacciata di fianco un albero pieno di miele.
Quella domanda riusciva sempre a disturbarmi, quasi fosse un bambino petulante. Eppure, era una domanda così semplice.
Perché non riuscivo a trovarne la risposta?

Sono partita all'avventura una mattina d'ottobre insieme ad un ragazzino pieno di zuccheri ed un assistente che faceva finta di conoscere il mondo.
Ricordo ancora come quel giorno il vento sembrasse tirare dalla parte giusta o come il sole sembrasse brillare sopra noi tre, quasi ci proteggesse da un qualche tipo di oscurità. Ricordo perfettamente come il percorso 201 sembrasse una via creata giusto per noi, per guidarci alla vittoria. 

Mille gocce di rugiada stavano cadendo dai loro piccoli germogli quella mattina, eppure ero concentrata solo su quelle che vidi sul viso di Barry, in ansia perché non voleva lasciare sua madre da sola; oppure su quelle di Lucas, il quale cercava di scacciarle via, quasi fossero un dono proibito.
Le mie gocce di rugiada, invece, erano cadute tempo prima, oppure dovevano cadere in futuro. Non lo sapevo.

Ero solo sicura di essere dannatamente felice: avevo i miei amici con me, avevo Piplup ed avevo il mio bellissimo sogno da proteggere e realizzare.
Il resto non contava, mi importava solo di quello. Ero così focalizzata che non mi resi nemmeno conto delle gocce di rugiada sul viso di mia madre.

Ottenni la mia prima medaglia dopo un pomeriggio pieno di ansie, in seguito ad una litigata con Barry.
Il mio sogno sembrava sempre più vicino e meno impossibile; un Capopalestra mi aveva riconosciuto come vincitrice, dopotutto.
Non mi importava di nulla, solo di quella vittoria. Non mi accorsi nemmeno che nuove gocce di rugiada stavano cadendo ancora.
Volevo solo vincere, dopotutto.


Sono un'ingrata.

Vedo l'intera regione di Sinnoh piangere ma non m'importa: ho Cyrus davanti a me,  ho la vittoria in pugno. Non m'importa di nulla.
Sarei diventata Campionessa, avrei salvato tutti, avrei realizzato il mio sogno, avrei finalmente smesso di far cadere gocce di rugiada ed avrei fatto germogliare Sinnoh ancora una volta, come un grande attacco Giornodisole. 

Sono riuscita a battere Cyrus, ma le lacrime non smettevano di scorrere.
Erano ovunque mi girassi, ovunque mi trovassi, ovunque cercassi di posare lo sguardo.


Sono un'ingrata.

Non ho mai valutato i sentimenti delle altre persone. Non ero l'unica con un sogno.
Forse, quel giorno, il vento non stava tirando dalla parte giusta solo per me; forse quel sole non mi stava proteggendo.
Forse, alla fine, non meritavo di diventare Campionessa, se con le mie azioni provocavo solo lo scendere di gocce di rugiada.

E finalmente, caddero anche le mie.
Non perché fossi felice, non perché avessi finalmente realizzato il mio sogno... no, anche se avevo appena vinto contro Camilla, non lo avevo realizzato.
Non era quello il mio sogno, non lo era mai stato e me ne sono resa conto troppo tardi.


Mi dispiace.

Il dolce rumore delle cascate della Lega di Sinnoh mi culla, mentre l'odore del miele va pian piano sparendo.
Se non fossi diventata Campionessa, cosa ne sarebbe stato di me?
Probabilmente, avrei reso tutti felici.
Probabilmente, non avrei distrutto tutti i miei legami.

Mi dispiace.

Come un'ultima goccia, faccio la mia strada verso quella cascata, abbandonando i miei sensi e gettandomi all'interno di essa.

Sono un'ingrata.⠀



 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

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Capitolo 8
*** hall of fame ***


Standing in the hall of fame
And the world's gonna know your name
'Cause you burn with the brightest flame
And the world's gonna know your name
And you'll be on the walls of the hall of fame

 


Ƹ̴Ӂ̴Ʒ


È tutto finito.

Scese dal piedistallo con un sorriso enigmatico, afferrando la sua sfera poké con un orgoglio ben visibile, posizionandosi di fronte al campo di battaglia. L'avversaria ripetè il suo stesso movimento con una sicurezza addirittura maggiore, prendendo in mano la situazione e lanciando per prima la pokéball, rivelando un bellissimo esemplare di Empoleon.

È tutto inutile.

La tensione nell'aria era facilmente palpabile e le due figure femminili quasi tremavano sotto quella pressione così avvolgente, così pericolosa.
Camilla conosceva i suoi pokémon, conosceva la Lega, conosceva Sinnoh più di chiunque altro all'interno della fredda regione eppure non era mai riuscita a comprendere cosa avesse di così tanto speciale l'allenatrice che aveva appena scagliato in campo il suo primo pokémon.
Certo, quando l'aveva incontrata per la prima volta ad Evopoli, mesi addietro, non si sarebbe mai aspettata di vederla di nuovo all'interno di quello che lei considerava la sua magione, il suo castello impenetrabile. Camilla aveva impiegato lacrime, sudore e sangue per riuscire a costruire quella sua fortezza e non avrebbe permesso a niente e nessuno, nientemeno che a quell'allenatrice, di distruggerla. Non così velocemente, non dopo aver lottato così poco.


È una battaglia persa.

Il suo Garchomp viene mandato k.o e solo dopo aver cercato invano di tirare una settima pokéball non esistente, Camilla si accorse di aver perso.
L'avversaria la guarda incredula, quasi avesse appena assistito ad un miracolo di cui era protagonista, abbracciando poi la sua squadra, mentre i suoi amici la festeggiavano in platea.

Ho perso tutto.


L'ormai ex campionessa si avvicina alla neo, tendendole la mano e fingendo cordialità. La giovane ricambia la stretta con un meraviglioso sorriso, un sorriso che dovrebbe riscaldare il cuore ma che invece gela quello di Camilla, lo gela perché non doveva perdere, non contro una ragazzina, non dopo tutto il duro lavoro che aveva fatto per diventare quello che era, non dopo aver lottato con tutta se stessa per ottenere il titolo di campionessa.

È stato bello finchè è durato.

Lucinda si avvia verso la Sala d'Onore e Camilla rimane ferma ad osservarla, mentre rivede in lei la giovane bambina che era riuscita anche lei a realizzare il suo sogno, anni prima. Lasciò passare avanti la ragazzina, per poi serrare le labbra e seguirla, tentando di sciogliere quel nodo in gola che aveva fin dall'inizio della battaglia.


Addio, Lega di Sinnoh.
 

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

 

 

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Capitolo 9
*** stereo hearts ***


My heart's a stereo
It beats for you, so listen close
Hear my thoughts in every note
Make me your radio
Turn me up when you feel low
This melody was meant for you
Just sing along to my stereo


 

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

 

Lucinda non avrebbe mai pensato di trovare una persona come Barry, nella sua vita.
Quei capelli biondi come il grano, la sua polo a strisce, una sciarpa del colore delle foglie: erano queste le cose che più risaltavano nel biondino.
Aggiungiamo una personalità tutta pepe, una fretta incontrollabile, tanta voglia di far sorridere ed ecco un Barry in tutta la sua grandezza, pronto a tramutare la vita di una bambina di Duefoglie in una grande ed indimenticabile avventura. Il biondino amava stare al fianco di Lucinda e quest'ultima si sentiva sempre a suo agio al suo fianco; erano fatti l'uno per l'altro, l'aveva deciso il destino, non si sarebbero mai persi di vista.


Erano soliti farsi mille promesse davanti al grande lago Verità, come spinti da un qualcosa che cresceva troppo grande dentro di loro, un qualcosa pronto a sbocciare da un momento all'altro.
Tutti a Duefoglie conoscevano quei due e tutti credevano che quelle promesse si sarebbero mantenute e conservate, nonostante le mille difficoltà della vita.


Ma ora, a distanza di anni da quelle promesse, Barry non riusciva che trovare meravigliosa la figura della corvina seduta al finestrino al suo fianco, capelli al vento e velo in capo, sorridendo alla vita come mai l'aveva vista fare.
Trovava semplicemente mozzafiato l'anello che entrambi portavano al dito, l'anello con due foglie incastonate che Barry aveva adocchiato tanti anni prima, tutto per questo momento. Trovava fantastico come Lucinda si sia girata verso di lui, abbia toccato la corona di fiori che portava in testa e l'abbia delicatamente tolta, insieme al velo. Trovava stupendo come lei si sia avvicinata a lui e lo abbia incitato a fermare l'auto. Trovava bellissimo come le loro labbra si siano incrociate, come avevano fatto qualche anno prima, la prima volta che avevano deciso, finalmente, di mantenere la loro prima promessa.


Era sua, era finalmente sua. 
Si erano promessi amore ed eternità davanti a quell'altare a Cuoripoli come avevano promesso, anni prima, di realizzare i loro sogni.
E ce l'avevano fatta.


 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ



 

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Capitolo 10
*** somebody else ***


 
 
Well you look like yourself
But you're somebody else
Only it ain't on the surface
Well you talk like yourself
No, I hear someone else though
Now you're making me nervous

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
 

"...Seriamente?"

"Sì, Barry... ma hai sbattuto contro qualcosa oggi?"

Il biondino si grattò la testa, osservando con occhi spalancati la figura fin troppo familiare della sua amica d'infanzia che, a quanto pareva, non era più tale.

"Eddai, non scherzare... Sei tu la Campionessa, ti piace leggere ma non saresti mai l'assistente di Rowan! Quello è Lucas..! Tu sei forte... sfortunatamente anche più di me!" il giovane allenatore di Duefoglie sorrise forzatamente, non credendo ancora alla realtà dei fatti. Lucinda sbattè le palpebre, perplessa.

"No... È Lucas il Campione... Purtroppo non sono fatta per le lotte, eheh..." rise nervosamente "Barry, andiamo al Centro Pokémon... è chiaro che non ti senti bene..."

"No!" esclamò lui, ora visibilmente arrabbiato "Sei tu quella fuori di testa!" detto questo, fece per correre via, quando sbattè la testa contro un'altra figura dal familiare berretto rosso.

"Ah, Lucas, giusto in tempo!" gli occhi della corvina brillarono "Barry è impazzito! Crede che sia io la Campionessa!"

"Ahia..." Lucas si rialzò in piedi dolorante "C-Cosa?"

"Perché lo sei!" Barry si rialzò illeso, puntandole il dito contro, per poi spostarlo in direzione del corvino "E tu! Tu perché vieni da Duefoglie! Casa tua è qui accanto al Laboratorio!"

"Perché ci abito, a Duefoglie..." Lucas appoggiò le mani sulla fronte del biondino "Forse Lucinda ha ragione... Non è che sei in astinenza di lotte? Abbiamo lottato appena ieri, sai... ed ho ovviamente vinto!"

"Io non perderei mai contro un topo di biblioteca come te!" ribattè Barry.

"Hey, di solito chiami me in quel modo..." Lucinda provò ad intromettersi.

"No! Perché tu non lo sei! Tu sei Lucinda da Duefoglie e lui Lucas da Sabbiafine, rispettivamente mia amica d'infanzia e socio!" Barry ormai aveva perso ogni speranza.


"Uhm, hey, amico..." Lucas lo guardò con uno sguardo che Barry non aveva mai visto su di lui. Uno sguardo sconosciuto, misterioso.
Si girò dalla stessa parte di Lucinda, ritrovando lo stesso identico sguardo nel volto della persona di cui più si fidava.


"Andate al diavolo!" Barry corse via, lasciando entrambi i corvini perplessi.

 
 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
 


"...Da quando abiti a Duefoglie, topo di biblioteca?" Barry guardò confuso Lucinda uscire dalla casa affianco alla sua.

"Uhm, da sempre?" la corvina rise "Dai, Barry,  andiamo a fare una lotta! Scommetto che non vedi l'ora!"

Barry scoppiò in una grassa risata.

"Pft, io? Lottare con te?" il biondino si avvicinò alla giovane, appoggiandole una mano sulla spalla "Da quando hai così tanto fegato?"

"Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro" rise lei, braccia conserte e sopracciglio inarcato "Siamo in vena di scherzi, oggi?"

"Lo dovrei chiedere io!" rispose lui "Sto solo perdendo tempo qui... Dov'è Lucas?"

"Probabilmente dal professore... perché?" Lucinda lo guardava con attenzione.


"Eh? Tu dovresti essere dal professore! Sei la sua assitente, topo di biblioteca!" il biondino si allontanò, perplesso.

"Uhm... no? Sono Lucinda? La tua amica d'infanzia? Quella che ti straccia sempre alle lotte Pokémon? La Campionessa?" la corvina rise "Dai, Barry, basta con questo scherzo e andiamo a..."

"Ma quale scherzo, sono serio!" il biondino si portò la mano al cuore.

Lucinda spalancò gli occhi, corrugando le sopracciglia; quando Barry faceva quel gesto, era davvero serio.


"N-Non capisco..." la giovane fece qualche passo indietro.

"Ragazzi, ciao!" Lucas arrivò proprio in quell'instante, pila di libri in mano "Se non avete nulla da fare perché non venite ad aiutarmi...?"

"L-Luc..." Lucinda si avvicinò all'amico "Barry è..."

"Lucas, cosa ci fai con quei cosi in mano?" il biondino rimase come paralizzato di fronte a colui che credeva suo amico d'infanzia.
Lo sguardo di quel Lucas non era determinato, non gli ricordava il calore che provava durante le lotte. Era uno sguardo sconosciuto.

"Cosa diamine..." Barry scosse la testa, per poi rientrare dentro casa e chiudere violentemente la porta dietro di sè.


"...Tempismo sbagliato?" Lucas guardò l'amica stringendo i denti, mentre lei era ancora intenta ad osservare la casa del suo presunto amico d'infanzia.

"Lo spero" rispose lei, abbassando lo sguardo.



 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ


 
 
 

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Capitolo 11
*** the great war ***


 
We can plant a memory garden
Say a solemn prayer, place a poppy in my hair
There's no morning glory, it was war, it wasn't fair
And we will never go back
To that bloodshed, crimson clover
Uh-huh, the worst was over
My hand was the one you reached for
All throughout the Great War
 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

Quando Lucinda era bambina si addormentava sempre in auto, spesso appoggiandosi sulle spalle di Barry, mentre le loro madri discutevano nei posti anteriori. Ricordava perfettamente come il suo migliore amico rimanesse fermo immobile per tutto il tragitto di casa, quasi a non voler disturbare il suo sonno, l'innocenza dei sogni. Si era sempre sentita al sicuro con lui, sempre, in ogni situazione, e in cuor suo sperava che il sentimento fosse reciproco, che anche lei potesse donargli tutto il calore e la tenerezza del mondo, che potesse farlo sorridere ogni volta con una battuta, con un piccolo gesto, con una lotta Pokémon. Gli voleva davvero un bene dell'anima, un amore che trascendeva spazio e tempo, che sperava sarebbe durato per sempre.
Eppure, da sola nella sua piccola abitazione, nella sua nuova casa, Hisui, Lucinda sentiva come di aver perso ogni speranza di ritrovare quell'affetto. Lo aveva perso per sempre, si ripeteva, mentre ogni giorno guardava visi familiari di persone che però non conosceva davvero. Erano passati due anni da quando era misteriosamente caduta dal cielo di quella regione, quella che un tempo era la sua amata Sinnoh. Quanto dolore provava ogni volta che durante una delle sue spedizioni riconosceva un posto del futuro, ogni volta che rivedeva lei e Barry nei prati verdi di quella che sarebbe stata la zona di Duefoglie. Le mancavano tutti da impazzire: il suo Barry, il suo Lucas, il suo Professor Rowan, la sua mamma... Cosa stavano combinando ora? Il tempo stava scorrendo senza di lei?
Lucinda era sempre stata il tipo coraggioso, avventuroso, che non si sottraeva mai a nessuna sfida ed era per questo che non si era rifiutata di salvare Hisui, di salvare di nuovo la sua Sinnoh. Lo doveva ai suoi affetti del futuro e particolarmente a se stessa, al suo essere così impavida e altruista, che nonostante non ricordasse nulla si era lanciata a capofitto verso il pericolo. Lucinda voleva essere un'eroina da sempre, dopotutto, lo sognava sin da quando si addormentava sulle spalle di Barry in auto. Ma in quel mondo le auto non esistevano, non esisteva neanche Barry e neanche le loro madri che ridevano nei posti anteriori. Temeva di non rivederli mai più, che loro si scordassero di lei, che non riuscisse più a far ridere nessuno. E questo le faceva paura più di qualsiasi altro pericolo che poteva incontrare continuando a lavorare per la squadra di ricerca. 

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
 
 

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